Arcireport numero 8_27 febbraio 2014

arcireport
Gli scontri in Ucraina
settimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 8 | 27 febbraio 2014 | www.arci.it | report @arci.it
Si è costituita
il 23 febbraio la
Rete della Pace
di Flavio Mongelli*
Dal 23 febbraio scorso il movimento
per la pace italiano ha delle possibilità in più di incidere nella realtà
del nostro paese. Domenica scorsa
infatti 55 soggetti collettivi hanno
costituito la ‘Rete della Pace’ approvando i documenti sulle finalità
e sulle regole. Le hanno dato vita sia
realtà locali, dalla Tavola della pace
della Val Cecina a quella sarda, alla
rete della pace umbra, sia nazionali,
dall’Agesci alle Acli, dalla Cgil a Un
ponte per e alle reti studentesche,
dalle grandi reti delle Ong come Aoi,
Link 2007 e Piattaforma Ong del Medioriente ad associazioni tematiche
e di ricerca come Archivio disarmo e
Corpi civili di pace, tutte espressioni
del variegato mondo pacifista italiano.
Il primo capoverso del documento
finale recita: «La Rete della Pace è
espressione della Tavola della Pace,
cui si ispira e da cui trae origine».
La Rete è infatti il punto di arrivo
di un percorso interno alla Tavola
della pace, iniziato diversi anni fa
continua a pagina 2
La miccia ucraina e
le frontiere dell’Europa
di Raffaella Bolini presidenza nazionale Arci
Negli anni ottanta «per una Europa unita
dall’Atlantico agli Urali» era lo slogan
più diffuso del movimento per la pace.
Il muro di Berlino era ancora in piedi.
In quella frase c’era prima di tutto la
protesta. Non volevamo vivere in un
continente che era metà sotto il tallone
degli Usa, metà sotto quello dell’Unione
Sovietica e armato fino ai denti.
Ma c’era anche dell’altro: la consapevolezza di vivere in un continente senza
confini geografici definiti ad est oltre che
a sud - perchè un mare così piccolo nello
stesso tempo divide e unisce.
Era diffusa la coscienza di vivere e di
dover costruire unità fra culture e identità assai diverse.
La sinistra dell’epoca su questo ragionava. Dove finiva, l’Europa che sognavamo? Come includere Mosca senza
pretendere di assorbirla -Mosca, una
culla indiscussa della cultura europea,
che era anche capitale di un paese fatto
per gran parte di Asia e che arrivava
fino al Pacifico?
Quando il Muro è crollato e l’Urss si
è liquefatta, in poco tempo l’esistenza
stessa di un Oriente europeo è svanita nel
discorso politico. L’Est è annegato nella
retorica sull’allargamento dell’Unione
Europea, con la bandiera blu a sventolare su un numero sempre maggiore di
capitali festanti.
Intanto arrivavano nei paesi dell’est
post-comunisti le riforme strutturali
liberiste, a cancellare le uniche cose
positive che decenni di socialismo reale
aveva lasciato alle popolazioni: servizi
sociali gratuiti e previdenza.
Persino papa Wojtila, artefice indiscusso della caduta dell’Est sovietico,
nell’ultima fase della sua vita espresse
l’amarezza per aver visto cadere i popoli
dell’est dalla padella del totalitarismo
alla brace del libero mercato.
Negli ultimi trenta anni è evaporato
insomma qualsiasi pensiero politico
sull’Europa multicentrica, sulle intersezioni necessarie a tenerla insieme,
lasciando il campo libero alla geopolitica
militare, finanziaria, energetica e delle
imprese, i cui attori trattano con chiunque pur di arrivare allo scopo -mafiosi,
affaristi, nazionalisti, antisemiti.
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
segue dalla prima pagina
e teso a rinnovare l’impegno pacifista, ad aprirsi alle altre realtà, a
darsi una governance democratica
e trasparente. Le dinamiche interne
alla Tavola non hanno reso possibile
concludere questo tragitto dentro la
Tavola stessa, rallentando in questi
anni anche l’efficacia della sua azione verso l’esterno. Per questo la
componente di società civile della
Tavola ha deciso di aut organizzarsi,
sia per dare alle realtà sociali un
proprio strumento di coordinamento
e di iniziativa, utile alla domanda di
mobilitazione diffusa e di impegno sui
temi della pace declinata sui diritti,
del disarmo, di una nuova politica
estera del paese, sia per proporre la
Tavola come luogo di incontro delle
sue componenti storiche (Coordinamento enti locali per la pace, frati
di Assisi, enti locali umbri, società
civile) e della promozione della marcia Perugia-Assisi (lanciata unilateralmente per quest’ottobre solo dal
coordinamento enti locali). La Rete
della Pace rappresenta un nuovo
inizio del rinnovato protagonismo
dei soggetti sociali e su questi temi
e sulla necessità di articolarli e agirli
nei territori, di rendere popolari le
battaglie pacifiste, di aprirsi alla collaborazione con altre reti.
Un primo riscontro positivo si è avuto
con l’alto numero di adesioni anche
di soggetti esterni all’esperienza della
Tavola, e con il forte consenso per gli
impegni programmatici.
Il primo è la mobilitazione per l’Arena
di pace a Verona il 25 aprile, sul disarmo, la riduzione delle spese militari, la nonviolenza, occasione per
creare comitati locali di sostegno,
primi nuclei di nodi territoriali della
Rete; poi la dimensione europea da affermare in occasione della campagna
elettorale per il disarmo, per un sistema di difesa europeo che liberi risorse
per il welfare, per una politica estera
dell’Europa di promozione dei diritti;
la dimensione mediterranea per rilanciare iniziative a fianco del diritto dei
popoli all’autodeterminazione, alla
democrazia, alla giustizia sociale,
alla pace; in questo quadro l’adesione
alla campagna per la liberazione di
Barghouti e dei prigionieri palestinesi
e la solidarietà al popolo siriano già
a partire dalla manifestazione del 15
marzo; la partecipazione a giugno
al Forum della pace a Sarajevo, la
partecipazione alla campagna Taglia
le ali alle armi.
* responsabile Arci Pace solidarietà e
cooperazione internazionale
Si è mossa tanto la Nato all’Est, acchiappando dove poteva in chiave antirussa. Si sono mossi i grandi interessi
industriali, scrivendo le nuove mappe
dell’approvvigionamento ai tempi della
scarsità petrolifera, si è mossa la finanza
grande e piccola, i grandi gruppi industriali e i piccoli cialtroni, uniti dal
mito delle delocalizzazioni. È arrivato
Schengen, con i visti e le barriere.
La politica invece è svanita. La sinistra
ha rimosso. Ancora oggi capita di sentire,
in qualche autorevole convegno, che
zione. Che rischiano di farsi la guerra e
di produrre una crisi internazionale di
grandi dimensioni. Il cittadino medio
europeo occidentale non ne sa niente.
E non è colpa sua.
La narrativa europea dominante, semplificatrice e omologante, non è solo un
errore culturale. È un pericolo immenso.
Produce un pensiero povero e gretto,
incapace di comprendere la realtà -che
è elemento essenziale a governare i
processi di qualunque natura.
La storia dell’Ucraina degli ultimi mille
l’Europa comunitaria avrebbe garantito
sessanta anni di pace ininterrotta. Un
orrore, per chi ha conficcata ancora negli
occhi la guerra a Sarajevo e Mostar.
(E, a proposito di Balcani, che
l’entusiasmo sia finito ad est è ben dimostrato dalla bassissima affluenza al
voto nel referendum di adesione alla UE
della Croazia, il paese che diede avvio
alla dissoluzione iugoslava proprio in
nome dell’integrazione europea).
Oggi, dopo la rivolta e i massacri di Kiev,
lettori e telespettatori scoprono che le
sorti del futuro e della pace europee sono
legate a un paese che si chiama Ucraina
e a una sua repubblica autonoma che si
chiama Crimea. Luoghi sostanzialmente
sconosciuti.
Sui media è un tripudio di mappe, a
spiegarci in poche righe un paese diviso
in zone diverse per storia, lingua e voca-
anni è un intreccio senza fine di unificazioni e spartizioni, prosperità e decadenze, indipendenze e sottomissioni,
occupazioni, conversioni, pulizie etniche
e deportazioni -le ultime risalenti alla
generazione dei vecchi ancora in vita.
Può essere la regione del conflitto fra
Unione Europea e Russia o, al contrario,
il territorio dove esse costruiscono la loro
intersezione collaboratrice e responsabile. Ci vorrebbe, certo, un altra UE e
un’altra Russia per pensare in grande.
Ma una cosa è certa. Senza un pensiero
pluricentrico e intersecante il continente
Europa - senza confini ad est e a sud,
pieno di sovrapposizioni e zone grigierimarrà per sempre incomprensibile a
se stesso, non riuscirà a cogliere le sue
opportunità e continuerà a stupirsi
inciampando di continuo in gigantesche
micce sempre accese.
Piazza Maidan brucia
segue dalla prima pagina
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
solidarietàinternazionale
Una nuova cooperazione
internazionale
Priorità dell’agenda del neoministro degli Esteri
di Silvia Stilli direttrice Arcs
La notizia della scelta della designazione
dell’onorevole Federica Mogherini come
Ministro degli Esteri del Governo Renzi
è stata accolta con soddisfazione dal
mondo non governativo della solidarietà
e della cooperazione internazionale. Con
lei il dialogo è avviato ormai da anni, per
la sua storia di attivista sui temi della
pace e della globalizzazione dei diritti
e per il suo impegno di parlamentare
al sostegno alla società civile afgana e
delle altre aree di conflitto, sensibile
alle istanze sociali rispetto agli appuntamenti di Expo e del post 2015.
È stata un’importante protagonista nel
raggiungimento della firma, da parte
dell’Italia, della Convenzione Europea per la prevenzione e il contrasto
della violenza sulle donne. Le ong le
riconoscono la determinazione nell’aver promosso l’intergruppo parlamentare alla Camera sulla cooperazione
internazionale, esperienza nuova che
tiene le relazioni con gli attori non
governativi,per vigilare e sollecitare
il rispetto degli impegni italiani nella
lotta alle povertà e nel rafforzamento
degli investimenti per la cooperazione
e gli aiuti umanitari.
Federica Mogherini è Ministro degli
Esteri in una stagione ricca di appuntamenti internazionali delicatissimi
per l’Italia, che la impegneranno a
rispondere direttamente di quanto,
da parlamentare legata ai temi sociali
globali, fino a pochi giorni fa lei stessa
ha ricordato e sottolineato alle cariche
politiche di quel Ministero di cui è a
capo da giovedì scorso. Per le ong e
le organizzazioni della società civile è
determinante l’attenzione politica del
MAE e del Governo all’avvio al Senato
dei lavori per il completamento dell’iter
di approvazione del Decreto governativo
di riforma della legge 49/87, che deve
rivedere l’architettura del sistema della
cooperazione pubblica allo sviluppo
dell’Italia.
Per il non governativo bisogna procedere
con emendamenti complessivi mirati
a riequilibrare alcuni aspetti, come il
peso eccessivo del privato rispetto al
no profit, a valorizzare e promuovere
di più il ruolo degli attori sociali e a
rafforzare il ruolo dello stesso Viceministro. Le ong stanno raccogliendo
e cercando di mettere insieme in una
posizione sintetica unitaria questi ed
altri punti. Oltre alla legge, in agenda
la gestione del semestre di presidenza
italiana dell’UE, l’emergenza umanitaria
in Siria e nel corno d’Africa, il destino
della democrazia e dei diritti nel Mediterraneo, il percorso verso l’Expo e
gli appuntamenti di avvicinamento al
dibattito mondiale sul post 2015.
La società civile italiana, in un processo
conosciuto e aperto, sta elaborando le
sue posizioni e definendo anche insieme alle ong europee le sue priorità:
la Ministra le conosce, occorre adesso confrontarsi e verificare se e come
saranno recepite nel programma del
Governo Renzi e nell’azione della sua
politica estera.
Tanti auguri e un appuntamento a prestissimo, quindi, Ministro Mogherini,
con la certezza che per Lei la società
civile non si ferma ai marò e alle loro
famiglie.
stilli@arci.it
Campi internazionali di primavera
Anche quest’anno torna il programma dei campi di lavoro e
conoscenza all’Estero di Arci,
un’esperienza di Volontariato
Internazionale nata nel 2005,
che ha visto in questi anni la
mobilitazione di circa 700 volontarie e volontari, con più di 15
Paesi interessati dai programmi.
Per la primavera 2014 i Paesi di
destinazione sono Cuba, dal 18
al 27 aprile, e Mozambico, dal
19 aprile al 5 maggio.
La novità di quest’anno è che
all’esperienza di collaborazione con i
partner locali nelle attività quotidiane di volontariato, verrà affiancato un
periodo di turismo responsabile nel
quale visitare il Paese di destinazione.
A Cuba (scadenza iscrizioni 28 febbraio) si parteciperà ad un workshop di
fotografia sociale: insieme al fotografo
professionista Giulio Di Meo si partirà
da Santa Fé per andare alla scoperta de
L’Avana attraverso l’obiettivo fotografico. Alcuni giorni saranno poi dedicati alla
visita de L’Avana e della zona rurale di
Pinar del Rio. In Mozambico (scadenza
iscrizioni 3 marzo) si parteciperà alle
attività promosse dal Consorzio Zambézia: sostegno alle donne con gruppi
di risparmio e credito, promozione di
attività generatrici reddito, formazione
e teatro. Successivamente, dopo aver
visitato la regione, ci si sposterà per
un viaggio nel nord del Paese a Ilha de
Moçambique, dichiarata patrimonio
mondiale dell’Unesco.
Per entrambi i campi la quota di
partecipazione è di 2000 euro e
comprende viaggio aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio,
assicurazione sanitaria e civile
SISCOS (assicurazione per cooperanti e volontari in missione
all’estero) e costi di visto.
I campi di lavoro e conoscenza
internazionali dell’Arci sono
un’esperienza di volontariato
a breve termine dove si vive e
si lavora insieme, ci si impegna
direttamente in attività condivise con le
comunità locali: l’obiettivo è quello di
promuovere, attraverso la conoscenza
diretta, la solidarietà e la cooperazione
internazionale come valore collettivo,
ma anche come stile di vita, per la promozione del dialogo interculturale, la
pace, l’affermazione dei diritti globali.
L’aggiunta di uno spazio di turismo
responsabile arricchirà questa occasione
di crescita culturale da non perdere.
www.arciculturaesviluppo.it
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
solidarietàinternazionale
Il 38° anniversario della RASD
di Luciano Ardesi presidente Associazione Nazionale Solidarietà con il Popolo Saharawi
L’ultima colonia africana, il Sahara
Occidentale, attende ancora la piena
indipendenza. Il 27 febbraio 1976, 38
anni fa, il Fronte Polisario proclamava
la Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD). Quel sogno si è solo
parzialmente realizzato. Un terzo della
RASD è stato liberato dall’occupazione
del Marocco, mentre nei Territori Occupati la resistenza popolare nonviolenta
smentisce quotidianamente il tentativo,
fallito, di normalizzare la colonizzazione.
Il popolo sahrawi rimane diviso in due
da un ‘muro della vergogna’ che attraversa da nord a sud la RASD, e con
un’importante diaspora nei campi profughi in Algeria. L’autodeterminazione
rimane dunque l’obiettivo principale del
Polisario. Il piano di pace dell’Onu nel
1991 ha imposto il cessate il fuoco ma
è stato incapace di portare a termine
il referendum di autodeterminazione
a causa della paura della monarchia
marocchina di perderlo.
Si è creato così il paradosso di una
missione di caschi blu (MINURSO),
per sorvegliare il cessate il fuoco e organizzare il referendum, costretta ad
osservare impotente la quotidiana, bestiale repressione nei confronti della
popolazione sahrawi. La MINURSO è
così l’unica missione di pace dell’Onu a
non prevedere la protezione dei civili.
Ciò è dovuto alla minaccia di veto della
Francia nel Consiglio di Sicurezza, cui
spetta modificare l’originario mandato
dei caschi blu.
Per questo motivo dai Territori Occupati
una coalizione di organizzazioni sahrawi
per la difesa dei diritti umani, di associazioni dei famigliari di scomparsi e di
prigionieri politici, ha lanciato una Campagna internazionale per l’allargamento
del mandato della MINURSO da qui alla
fine di aprile, data entro la quale si dovrà
decidere il rinnovo della missione dei
caschi blu. L’appello è soprattutto diretto
ai membri del Consiglio di Sicurezza e
all’Europa, responsabile della mancata
autodeterminazione della ex colonia
spagnola e di una politica estera delegata
completamente alla Francia i cui governi,
di qualunque colore, si sono opposti ai
diritti umani dei sahrawi.
Già l’Europa si è resa responsabile della
gravissima violazione del diritto internazionale. Il 10 dicembre scorso, ironia
della sorte nella giornata internazionale
dei diritti umani, il Parlamento europeo
ha approvato il rinnovo dell’Accordo di
pesca UE-Marocco che comprende le
acque del Sahara Occidentale sulle quali
il Marocco non ha sovranità alcuna.
L’accordo consente così ai pescherecci
di 11 paesi, tra cui l’Italia, di sfruttare
illegalmente le ricchezze naturali della
RASD.
Il Marocco in tutti questi mesi, oltre
alla repressione nei Territori Occupati,
conduce una campagna di disinformazione, soprattutto nei confronti dei campi
profughi sahrawi in Algeria, dipinti come
un covo di Al Qaeda. La smentita più
forte è venuta dalla 14a edizione della
Sahara Marathon che si è tenuta il 24
febbraio nei campi profughi, e che ha
visto la partecipazione in totale sicurezza
di oltre 450 atleti provenienti da 25 paesi.
Solo per farti sapere che
sono viva
L’8 marzo al Nuovo Cinema Aquila di
Roma sarà proiettato il documentario
Solo per farti sapere che sono viva di
Emanuela Zuccalà e Simona Ghizzoni.
Sparizioni forzate, tortura, prigioni segrete, fosse comuni, nessun processo e
nessuna giustizia.
La storia del Sahara Occidentale, il territorio a sud del Marocco dallo status
politico ancora indefinito, è scandita
da una cupa sequenza di violazioni dei
diritti umani. Ed è tuttora dimenticata.
Degja Lachgare è stata prelevata con la
forza da casa sua, in un pomeriggio del
1980, da quattro poliziotti in borghese.
Gettata nel retro di una Land Rover, trasportata da una prigione segreta all’altra,
ha passato 11 anni della sua giovinezza
prigioniera e con gli occhi bendati, nella
costante attesa dell’interrogatorio e della
tortura.
Soukaina Jid Ahloud ha vissuto 11 anni
in una cella angusta. Dopo il suo arresto,
la figlia minore è morta di stenti perché
nessuno poteva prendersi cura di lei.
Non aveva ancora compiuto un anno.
Della sua prigionia, Mina Baalt ricorda
con orrore le ossessive minacce di stupro,
e tutte le notti che le hanno fatto trascor-
rere nuda, in piedi, al freddo.
Leila Dambar, come una moderna Antigone, non può ancora dare sepoltura
al cadavere del fratello Said, morto nel
dicembre del 2010: la sua famiglia non
fa che chiedere al governo marocchino
l’autopsia sul corpo del ragazzo, ucciso
dalla polizia in circostanze ambigue, ma
le autorità non rispondono.
Solo per farti sapere che sono viva è un
documentario ritmato da interviste video,
Malaka Shweikh
in Italia
Il 3 e 4 marzo sarà a Roma Malaka
Shweikh, studentessa e giovane
blogger di Gaza. Appuntamento il
3 marzo alle 16 presso l’Università
La Sapienza, intervengono Giuliana Sgrena e Giuseppe Cederna; il
4 marzo alle 18 alla Casa internazionale delle donne Malaka sarà
intervistata da Biancamaria Scarcia Amoretti, islamista. Le iniziative,
a ingresso libero, sono promosse
dall’Associazione Cultura è libertà.
palestinaculturaeliberta.wordpress.com
musica e fotografie che racconta tutto
questo da una prospettiva femminile, intima, familiare. Per ricostruire, attraverso
le testimonianze delle donne, i loro diari
e le vecchie fotografie conservate come
reliquie, la storia di un popolo.
Il film è stato prodotto da Zona, casa di
produzione che realizza progetti di utilità
sociale in collaborazione con ONG, organizzazioni internazionali, istituzioni pubbliche e private, università, fondazioni.
Sostiene l’ideazione, lo sviluppo e la
produzione di progetti di lungo termine
dedicati all’approfondimento del mondo
contemporaneo, coinvolgendo il pubblico
sui temi del presente attraverso mostre,
pubblicazioni, conferenze, web e nuovi
media.
In particolare, è stato possibile portare a
termine il documentario con un progetto
di crowdfunding, campagna di raccolta
fondi dal basso che ha consentito, grazie
a donatori individuali e collettivi, di ottenere i finanziamenti necessari per portare
avanti il lavoro in maniera indipendente.
Il 22 marzo il film sarà proiettato a Reggio
Emilia con l’associazione Jaima Sahrawi.
www.zona.org
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
migranti
Il nuovo governo sopprime
il ministero dell’Integrazione
Un passo indietro grave e inatteso
La cancellazione del Ministero dell’Integrazione è una brutta notizia per la
nostra democrazia. Siamo infatti un
paese in cui vivono circa 5 milioni di
persone di origine straniera e in cui non
si è riusciti a far approvare dal Parlamento quella riforma della legge sulla
cittadinanza per la quale la Campagna
L’Italia sono anch’io, di cui è stato fra
l’altro portavoce l’attuale sottosegretario
alla presidenza Graziano Del Rio, ha
raccolto più di duecentomila firme. Quelli
dell’immigrazione, dell’integrazione e
dell’accoglienza sono temi che hanno
una grande valenza dal punto di vista
culturale e politico, perché è su di essi
che si definisce l’identità di un paese e
della stessa Europa. Negli ultimi due
governi, prima di questo, l’istituzione di
un ministero ad hoc aveva quantomeno
fatto sperare che a questi temi venisse
data l’attenzione che meritano, anche se
l’esperienza , in particolare della ministra
Kyenge, ha dovuto scontare una carenza
di strumenti e risorse che ne hanno fortemente indebolito l’efficacia. La risposta
avrebbe dovuto essere, però, non la
soppressione del ministero ma un suo
rafforzamento. Allo stato delle cose, se
non si porrà rimedio a questa situazione,
i poteri in materia saranno concentrati
nelle mani del ministro dell’Interno, che
verrebbe ad assumere un ruolo centrale
su una questione che invece è ricca di
implicazioni che vanno ben al di là della
gestione dell’ordine pubblico.
Già si vedono i contraccolpi di una simile
scelta. Dell’introduzione dello ius soli, per
esempio, non se ne parla tra le priorità
programmatiche del nuovo governo.
Un passo indietro su questo argomento
sarebbe davvero un colpo durissimo per
tutti quei bambini e ragazzi di origine
straniera, nati in Italia o che vi vivono
1 marzo Antirazzista
Manifestazione a Milano
La Milano antirazzista si mobilita come
‘Milano Senza Frontiere’ e chiama tutte e
tutti a scendere in piazza il primo marzo
per riportare l’attenzione sui diritti negati
o violati delle cittadine e dei cittadini
migranti. La manifestazione del primo
marzo è diventata uno degli appuntamenti
simbolici, distintivi dell’antirazzismo
italiano. Anche quest’anno vogliamo ribadire in modo nonviolento a gran voce che
garantire i diritti delle e dei migranti vuol
dire garantire i diritti di tutta la società.
Solo insieme, migranti ed autoctoni, possiamo rispondere al clima di razzismo
e di paura che alcuni esponenti delle
istituzioni, partiti politici e mass media
vogliono affermare nel paese. Solo insieme
possiamo costruire una risposta alla crisi
economica e reagire contro chi fomenta
la guerra tra poveri facendo crescere la
solidarietà, per rendere concreto il sogno
di una società di convivenza, in cui tutte
le persone possano godere degli stessi
diritti, senza distinzioni basate sulla provenienza nazionale. Per ciò chiamiamo
tutte e tutti a manifestare il primo marzo
a Milano, in preparazione della prossima
manifestazione nazionale contro ogni
forma di razzismo e per i diritti delle e
dei migranti.
Il concentramento è alle 14.30 in Piaz-
zale Loreto, angolo via Padova. Il corteo
arriverà fino a Piazza del Duomo, e dal
palco allestito sotto l’Arengario si potranno
ascoltare testimonianze e contributi sui
temi e le richieste che vogliamo riportare in primo piano nel dibattito politico
nazionale:
- La chiusura immediata dei Centri di
Identificazione ed Espulsione e la chiusura
definitiva del Centro di via Corelli a Milano.
- Una nuova legge sull’immigrazione.
- Svincolare il permesso di soggiorno
dal lavoro.
- Il diritto di cittadinanza per le bambine
e i bambini nati e/o cresciuti in Italia.
- Il diritto di voto per i/le migranti che
risiedono in Italia.
- Il diritto al lavoro per tutti e tutte come
previsto dalla Costituzione.
- Parità di diritti fra cittadini.
- Il diritto al reddito per tutti e tutte.
- Una legge per il diritto d’asilo e reali
politiche di accoglienza.
- No alla discriminazione nell’acceso ai
diversi servizi.
- Garantire l’esercizio della libertà di culto.
Informazioni:
stessabarcamilano@gmail.com
www.facebook.com/ 1marzomilanosenzafrontiere
stabilmente da anni, e che si aspettano
di vedersi riconosciuto questo diritto
fondamentale.
Inghilterra:
in Italia
«trattamenti
inumani e
degradanti?»
«Lacune sistematiche nelle procedure di
riconoscimento della protezione internazionale e nelle condizioni di accoglienza
dei richiedenti asilo [..] portano a pensare
che ci sia il rischio reale per le persone di
essere vittime di trattamenti inumani e
degradanti»: per questo, la Corte Suprema
inglese ha deciso di accogliere l’esposto
di quattro persone che, arrivate in Inghilterra passando per l’Italia, in base al
regolamento Dublino avrebbero dovuto
essere rimandate nel nostro paese, primo
stato europeo in cui avevano chiesto asilo.
I quattro hanno espresso il timore di tornare in Italia per paura di veder violati i
propri diritti e di non ricevere assistenza
adeguata, dopo essersi trovati in situazioni
che li hanno profondamente segnati da
un punto di vista emotivo e fisico. Una
donna eritrea ha raccontato di essere
stata violentata più volte in un edificio
abbandonato dove dormiva insieme a
molte altre persone - unico posto dove è
riuscita a trovare rifugio in mancanza di
una reale assistenza da parte dello stato
italiano - . Il cittadino iraniano ha testimoniato di essere stato vittima di torture
e abusi nel proprio paese, e di soffrire
di problemi legati a quanto vissuto per
cui avrebbe bisogno di assistenza medica, che l’Italia non gli ha mai garantito.
Inizialmente, il ministro degli Interni
aveva dichiarato che in Italia non è «sistematica» la violazione dei diritti dei
richiedenti asilo, e per questo non riteneva
di dover fermare il trasferimento dei
quattro, che hanno inoltrato un esposto
alla Corte Suprema. Il più alto organo
giudiziario del Regno Unito ha accolto
la richiesta, chiedendo accertamenti per
valutare la situazione in Italia e capire
se in effetti, in un paese che «si presume
dovrebbe essere sicuro», in realtà c’è «il
serio rischio per queste persone di subire trattamenti inumani e degradanti».
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
cultura
Toccherà ai Giudici decidere
se il Regolamento AGCOM
sul diritto d’autore è legittimo o meno
ANSO (Associazione Nazionale Stampa
Online), FEMI, (Federazione Media
digitali indipendenti) e Open Media
Coalition hanno impugnato dinanzi al
TAR del Lazio il Regolamento relativo
alla tutela e promozione del diritto
d’autore online, varato nelle scorse
settimane dall’Autorità per le Garanzie
nelle comunicazioni.
Nessuno intende mettere in dubbio
l’importanza della tutela del diritto
d’autore né vuole garantire l’impunità
ai ladri di proprietà intellettuale ma il
rispetto della legalità, della costituzione e delle libertà fondamentali viene
prima di tutto.
E’ questa la posizione delle tre associazioni. Non spettava ad AGCOM scrivere
nuove regole per il diritto d’autore
online, sostituendosi al Parlamento ed
ai giudici ordinari ai quali la legge sul
Diritto d’autore attribuisce la giurisdizione esclusiva in materia di proprietà
intellettuale, prevedendo, peraltro, anche la possibilità per i titolari dei diritti
di chiedere ed ottenere provvedimenti
d’urgenza assolutamente analoghi a
quelli che l’Authority si è ora attribuita
al posto dei giudici.
«Qualcuno scriverà certamente che
siamo dalla parte dei pirati» - dicono
i rappresentanti delle tre associazioni «ma non è vero. Siamo semplicemente
convinti che non si possa tutelare una
categoria di diritti, calpestandone altri.
La libertà di informazione, il diritto al
giudice naturale, il diritto ad un giusto
processo e a un giusto procedimento
sono tutti principi che, sfortunatamente,
AGCOM ha scelto di ignorare. Che lo
abbia fatto per una buona causa non vale
a rendere meno grave quanto accaduto
e, soprattutto, a rendere legittimo il
Regolamento».
L’applicazione delle disposizioni contenute nel provvedimento varato dall’Authority, peraltro, pone sulle spalle di
tutti gli imprenditori che maneggiano
contenuti digitali online macroscopici
oneri e responsabilità attraverso i quali,
di fatto, si trasferisce integralmente in
capo a questi ultimi - che non sono né
ladri né pirati - il costo dell’antipirateria.
La parola passa ora ai giudici amministrativi e potrebbe, poi, passare ai giudici
della Corte di Giustizia dell’Unione
Europea e, forse, anche a quelli della
Corte Europea dei diritti dell’uomo.
«Credo sia solo un fatto di democrazia
– dice l’Avv. Scorza che con i colleghi
Belisario e Salvati assiste le tre associazioni - In un Paese normale se non si
condivide la decisione di un’Autorità,
prima si cerca il confronto ed il dialogo
e, poi ci si rivolge ad un giudice perché
stabilisca chi ha ragione e chi ha torto e,
eventualmente, ristabilisca la legalità».
L’auspicio è che i giudici amministrativi
siano celeri nella definizione del giudizio
perché l’ormai imminente entrata in
Obiettivi sul lavoro
La premiazione
Il 27 febbraio, alle 20, presso la Casa del
Cinema a Roma, si terrà la premiazione
del concorso Obiettivi sul lavoro - Storie
dal mondo della conoscenza, promosso
da Arci, Ucca, Flc-Cgil, Fondazione
Unipolis, in collaborazione con Slc-Cgil.
Saranno premiati tre film tra quelli
selezionati e sarà assegnato un premio
speciale per il miglior film tra quelli
realizzati da giovani filmaker under
35. Le opere vincitrici saranno inoltre
proiettate nei circoli Ucca e Arci e nelle
sedi sindacali Cgil, nelle università, nelle
scuole in occasione di iniziative speciali.
Alla premiazione parteciperanno Paolo
Beni, presidente nazionale Arci, Greta
Barbolini, presidente nazionale Ucca,
Valter Dondi, direttore Fondazione Unipolis, Domenico Pantaleo, segretario
generale Flc-Cgil, Barbara Apuzzo, della
Segreteria nazionale della SLC Cgil.
Saranno presenti inoltre i componenti
della giuria, presieduta dalla regista
Costanza Quatriglio.
Interverranno anche il professor Claudio
Natoli, dell’Università di Cagliari, e il
professor Carlo Casula, dell’Università
di Roma Tre a nome delle istituzioni
che hanno aderito al concorso e che
insieme alla Regione Emilia Romagna,
alla associazione Doc/it, alla Cineteca
di Bologna si sono impegnati a promuovere e diffondere i film premiati.
La premiazione sarà preceduta da una
serata-evento mercoledì 26 febbraio a
Roma con la proiezione di tutti i film
selezionati dalla giuria del concorso.
L’evento si terrà presso l’associazione
Apollo 11 (ore 20.30), e presso il circolo
Arci-Ucca Kino (ore 21).
vigore del provvedimento espone milioni
di cittadini italiani a possibili violazioni
della propria libertà di manifestazione
del pensiero e centinaia di imprenditori
ad insostenibili oneri e responsabilità a
fronte di colpe che non sono loro.
www.anso.it
Seconda
edizione
del Premio
Pierangelo
Bertoli
Scadono il 31 marzo i termini per partecipare alla seconda edizione del Premio
Pierangelo Bertoli dedicato ad uno
dei cantautori italiani più impegnati
degli ultimi decenni. Autore di canzoni straordinarie per la loro forza, ha
raccontato l’Italia con le sue tragedie
e debolezze, ma anche storie d’amore
popolari ed intense. È stato un cantante appassionato che ha collaborato
con tantissimi suoi giovani colleghi
scegliendo temi spesso scomodi per
la morale e la politica dei suoi anni.
Il Premio quest’anno prevede l’assegnazione di cinque riconoscimenti:
Premio Pierangelo Bertoli ad artista Big; Premio A muso duro; Premio Per dirti t’amo; Premio Italia
d’oro a tre cantautori della Musica
Italiana; Premio nuovi cantautori.
Il Premio è promosso dall’Associazione
culturale Montecristo, dal Comune di
Modena, con la collaborazione di Arci
nazionale circuito musicale, Arci Real,
Arci Modena e con il pieno appoggio
della famiglia Bertoli. Il valore artistico
di Pierangelo Bertoli è stato talmente
elevato da motivare la nascita di questo
concorso che intende premiare i cantautori che, come ha fatto Pierangelo, siano
capaci di arrivare al cuore della gente,
attraverso i contenuti dei loro testi.
Il Premio è riservato, in tutte le sue
sezioni, ai cantautori, singoli e band, che
scrivono testi e musiche delle loro opere.
La domanda di partecipazione dovrà
essere spedita via mail entro il 31 marzo
all’indirizzo premiobertoli@bertolifansclub.org o per posta all’indirizzo
Associazione culturale Montecristo,
via Rainusso 130, 41124 Modena.
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
Greta Barbolini confermata
presidente di Arci Modena
di Michela Iorio Arci Modena
Greta Barbolini è stata riconfermata presidente Arci Modena durante la prima
riunione del nuovo Consiglio direttivo provinciale Arci Modena. Con voto unanime
i 37 nuovi consiglieri eletti alla Polivalente
San Damaso il 22 febbraio in rappresentanza dei 175 circoli e dei 60mila soci,
hanno confermato alla presidente uscente
la loro fiducia. Tante le dimostrazioni di
sostegno per l’operato di Barbolini e del
comitato pervenute da presidenti delle
associazioni, delegati e invitati intervenuti
al V Congresso Arci Modena. Approvati
anche quattro ordini del giorno che segneranno il lavoro dei prossimi quattro
anni: due a sostegno della legalità sul
territorio e di riconoscimento all’operato
del giornalista Giovanni Tizian e della
presidente di Fita-Cna Cinzia Franchini,
entrambi minacciati dalla criminalità
organizzata per il loro attivismo; uno di
contrasto al gioco d’azzardo e al proliferare
di slot machine negli spazi associativi
che aprirà un percorso di confronto con
circoli e polivalenti; il quarto dedicato alla
chiusura delle Circoscrizioni a Modena e
all’impegno per costruire un nuovo modo
di organizzare la presenza della pubblica
amministrazione sul territorio e nelle frazioni anche per quanto attiene i rapporti
A Reggio Calabria una
associazione che cresce
di Ernesto Romeo Arci Reggio Calabria
È Davide Grilletto il nuovo Presidente
dell’Arci di Reggio Calabria. Grilletto, 35
anni, subentra a Giuseppe Fanti al quale
non può non essere riconosciuto lo straordinario merito di aver creato negli ultimi
anni un valido gruppo dirigente in grado di
affermarsi in un contesto socio-economico
e culturale estremamente complesso e
delicato come quello calabrese. Da sempre
impegnato nel mondo associazionistico e del Terzo Settore, Grilletto è stato
eletto al termine del congresso tenutosi
sabato 22 febbraio nella sala conferenze
del Palazzo della Provincia. Due i focus
tematici trattati per l’occasione: Una città a
misura di migrante: riflessioni e proposte
e Legalità come risorsa per lo sviluppo
economico e sociale del territorio. Sviluppo
responsabile come fattore di contrasto
alla criminalità organizzata. Una sfida
possibile? Ad aprire i lavori congressuali è
stato proprio Giuseppe Fanti che, nel suo
discorso ricco di pathos e con un pizzico
di commozione, ha voluto sottolineare i
tanti risultati raggiunti negli ultimi anni:
dai campi scuola ai campi della legalità sui
terreni confiscati alla ‘ndrangheta, dallo
Sportello Migranti alle tante iniziative
Far stare insieme le
persone antidoto alla crisi
Il 22 febbraio al circolo Arci Tom si è
svolto il congresso provinciale di Arci
Mantova, che ha visto la riconferma di
Mattia Palazzi alla presidenza dell’associazione e la nomina di un rinnovato
consiglio provinciale. Molte le personalità
che durante la mattina hanno portato il
loro saluto. Nel pomeriggio gli oltre 100
delegati in rappresentanza di 50 circoli
e di 17.600 soci si sono confrontati su
welfare, diritti, cultura, ambiente, legalità,
contrasto alle discriminazioni e su tutti i
temi di cui si occupa l’associazione.
Nella relazione introduttiva, Mattia Palazzi
ha sottolineato la necessità di sapersi
confrontare con tutti. Ha ricordato che
la sua esperienza politica è iniziata fuori
dall’associazione ma nell’Arci ha scoperto
cosa significhi fare politica, la vera politica,
quella radicata nel quotidiano, che mette
al centro le relazioni, i diritti delle persone,
la partecipazione attiva e responsabile
dei cittadini.
«Nel contesto di una crisi finanziaria
ed economica internazionale – ha detto
Palazzi - stiamo vivendo una profonda
crisi della rappresentanza politica e una
frattura del tessuto sociale che sarà possibile ricomporre solo assumendo i diritti
come leva complementare dello sviluppo
congressiarci
con l’associazionismo di prossimità per
non rischiare che con la chiusura delle
circoscrizione scompaiano centinaia di
manifestazioni, eventi, progetti.
Tra gli ospiti che hanno relazionato alla
platea di oltre 200 persone: il senatore
Stefano Vaccari; il deputato Davide Baruffi;
Albano Dugoni, portavoce del Forum del
Terzo Settore di Modena; Angelo Morselli,
presidente del Centro Servizi per il volontariato di Modena; Paolo Beni, presidente
nazionale uscente e deputato. Durante la
giornata Stefano ‘Cisco’ Bellotti ha portato
un suo contributo in musica.
Dal congresso un invito al coraggio del
fare e al cambiamento: «Vorremmo dire
alla politica di sinistra di osare di più, di
credere nella forza della partecipazione,
del civismo, della solidarietà. La invitiamo
a fare prevalere le ragioni dell’unità, della
progettualità e della responsabilità» ha
detto Greta Barbolini in un passaggio della
sua relazione di fine mandato.
culturali realizzate in una città spesso
sorda a sollecitazioni di questo tipo, ma
soprattutto la nascita di un gruppo coeso,
ricco di valori e di sicura prospettiva. Fanti
ha colto anche l’occasione per annunciare
l’imminente inizio di un nuovo progetto
Sprar, gestito proprio dall’Arci di Reggio,
con il comune di Villa San Giovanni ente
proponente. «Ci attiveremo sin da subito
per intensificare i rapporti con i circoli
della provincia e per coinvolgere maggiormente le nuove generazioni all’interno
della galassia Arci» ha sottolineato nel suo
discorso di insediamento Davide Grilletto,
ribadendo di voler continuare sulla scia
del suo predecessore. Particolarmente
apprezzati anche gli interventi di Walter
Massa, Responsabile organizzazione e
rapporti con il territorio della Presidenza
Nazionale Arci e del Presidente dell’Arci
Calabria Gennaro Di Cello.
economico perché se a fianco della parola
merito non si mette la parola uguaglianza
le cose magari cambiano ma non per forza
in meglio e non per tutti. Il cambiamento
di cui abbiamo bisogno - ha continuato
Palazzi - richiede uno sforzo comune:
dobbiamo rischiare insieme, provare a fare
la differenza, portare le nostre idee all’interno di un dibattito pubblico, concorrere
a determinare nuovi modelli partecipati
di gestione del territorio e dei suoi presidi culturali e sociali. Dobbiamo essere
protagonisti del cambiamento, ma anche
crescere e rafforzarci al nostro interno,
difendendo il patrimonio associativo che
abbiamo ricevuto in eredità».
Al termine della discussione congressuale,
i delegati hanno eletto il nuovo consiglio
direttivo che ha confermato Mattia Palazzi
alla presidenza del comitato provinciale.
8
congressiarci
arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
Arci Marche, tra unità
e rinnovamento
di Ornella Pucci presidente Arci Marche
Si è svolta sabato 22 febbraio, presso
il circolo Arci Artigiana di Fano (PU),
l’Assemblea congressuale regionale di
Arci Marche.
Quasi cinque ore di dibattito intenso e
appassionato, al quale hanno partecipato
delegati, invitati e ospiti. A conclusione
dei lavori è stato stilato un documento
unitario, proposto come contributo alla
discussione del Congresso nazionale
Arci e votato all’unanimità dai delegati
in rappresentanza dei 27.742 iscritti ai
196 circoli presenti e attivi sull’intero
territorio regionale.
Questo il testo del documento deliberato:
«In questi anni abbiamo scommesso e
fondato una buona parte della nostra
stessa ragione d’essere sul rinnovamento
e il rafforzamento di un soggetto sociale
di massa, inteso come strumento fondamentale di partecipazione e promozione
di un nuovo patto sociale e civile in grado
di dare forma e senso non solo a un’idea
di socialità ma anche di società: più giusta,
inclusiva e democratica. Siamo convinti
che oggi più che mai ci sia bisogno di
un’Arci forte e unita, a partire dal suo
insediamento territoriale, per garantire strumenti e canali di partecipazione
democratica diffusa, per incanalare nella
loro molteplicità i conflitti che attraversano la società e fare della nostra associazione il luogo della sintesi, dell’incontro,
della ricomposizione politica e culturale
della sinistra italiana, riconnettendo la
politica alla società.
Oggi dobbiamo impedire che questo sforzo collettivo e appassionato subisca, nel
contesto di una grave crisi economica e di
una preoccupante crisi della democrazia
italiana e delle sue istituzioni, una battuta
d’arresto. Per questo auspichiamo che il
prossimo Congresso nazionale veda il
nostro pluralismo interno riconosciuto
e valorizzato, ma in una cornice fortemente unitaria che consenta non solo
di promuovere un gruppo dirigente
nazionale con una cultura e una strategia largamente condivise e adeguate ai
cambiamenti in corso nel nostro Paese,
ma soprattutto permetta all’Arci di interpretare con la necessaria discontinuità
e dinamicità i processi politici e sociali.
Per farlo efficacemente serve una direzione unitaria e inclusiva della nostra
associazione, superando le rigidità che
hanno segnato un dibattito precongressuale che ha tuttavia messo in risalto
la presenza anche sui territori di nuovi
quadri dirigenti in grado di guidare
la nuova fase che l’Arci si appresta ad
avviare. Una nuova fase rispetto alla
quale Chiavacci e Miraglia dovranno
essere protagonisti, avendo entrambi la
responsabilità e il dovere di interpretare
il bisogno di rinnovamento nell’unità,
fuori da vecchi e rigidi schemi. Liberiamo le nostre energie e rimettiamo
in movimento intelligenze, passioni,
entusiasmi. Insieme, per l’Arci».
Dal congresso di Arci
Piemonte un’agenda
ricca di impegni
di Gabriele Moroni Arci Piemonte
Sabato 22 febbraio presso la Casa del
Popolo di Asti si è svolto il quinto Congresso regionale di Arci Piemonte, che
ha visto la partecipazione di tutti i 61
delegati.
Sono intervenuti come ospiti Anna Di
Mascio, Portavoce del Forum Terzo
Settore in Piemonte, Umberto Forno,
Presidente del Tavolo Enti Servizio Civile, Alessandro Mostaccio, Segretario
Generale del Movimento Consumatori
e Adriano Mione di Banca Etica.
Ha aperto i lavori la relazione di Giancarlo Pizzardi, confermato all’unanimità
Presidente, al termine della giornata, dal
Consiglio Regionale uscito dal Congresso.
Pizzardi ha analizzato la fase di crisi economica e sociale che sta attraversando il
Paese ed il ruolo fondamentale dei circoli
come spazi di rappresentanza democratici e di risposta ai bisogni di vecchi e
nuovi cittadini. Molti i temi affrontati
dal dibattito, che ha individuato alcune
tematiche prioritarie: lo sviluppo delle
reti culturali; ambiente, beni comuni e
stili di vita; welfare e diritti, la creazione di un gruppo di lavoro regionale su
infanzia e adolescenza, partendo con
l’adozione del manifesto pedagogico
Arci: Una comunità educante.
Molta attenzione alla tutela delle basi
associative, con la proposta di una Campagna per la valorizzazione dell’associazionismo di promozione sociale che veda
un maggior riconoscimento dal punto
di vista normativo della nostra funzione
sociale, ma anche ricreativa e sportiva;
e la richiesta di un percorso partecipato
per il rilancio del Federazione Arci.
Fra i documenti approvati: una mozione
‘No Slot’, che invita i comitati a non affiliare circoli che facciano questa attività
e a prevedere una progressiva eliminazione di quelle esistenti; la creazione di
un tavolo giovani; e l’impegno, in vista
delle prossime elezioni regionali, per
una legge regionale a favore dell’uso
terapeutico della cannabis in Piemonte.
Il Congresso con voto unanime ha aderito
alla Giornata di lotta contro la criminalizzazione del movimento NoTav, respingendo ogni forma di criminalizzazione
del dissenso e ribadendo la necessità di
porre un freno alle grandi opere.
Prossimi
congressi
regionali
28 febbraio Campania
28 febbraio/1 marzo Lombardia
1 marzo Emilia Romagna
1 marzo Calabria
1 marzo Liguria
1 marzo Puglia
1/2 marzo Toscana
1/2 marzo Sicilia
2 marzo Abruzzo
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
daiterritori
A Torino la Quinta
rassegna del cinema laico
in più
Dal 3 marzo al 12 maggio presso
il comitato territoriale dell’Arci
Addio, monti
CORATO (BA) Michele Masneri
Dal 3 marzo al 12 maggio, presso la
sede dell’Arci di Torino in via Giuseppe
Verdi 34, si svolge la Quinta rassegna
biennale del cinema laico.
Organizzata dalla Consulta Torinese
per la Laicità delle Istituzioni, in collaborazione con Arci comitato di Torino
e Ucca, la rassegna intende proporre
al pubblico torinese - attraverso il linguaggio estetico e gli stimoli culturali
dell’arte cinematografica - una riflessione
sul metodo della laicità e sull’etica laica
di fronte agli interrogativi ed alle sfide
individuali e collettive che il mondo
contemporaneo pone. I film in programmazione affrontano alcuni significativi
temi della società odierna, sempre più
multiculturale, multietnica e multireligiosa. Sono tre le tematiche generali
attorno a cui ruotano le storie dei film
scelti quest’anno: eutanasia, sessualità
e rapporto laicismo/fede. Ne emergono
nel complesso, attraverso situazioni esistenziali e vicende differenti, taluni degli
aspetti di un’etica laica, per definizione
non dogmatica, né assolutista, di libertà
e di tolleranza positiva, di rispetto e
di confronto fra eguali e diversi, nella
prospettiva - che gli organizzatori della
rassegna vivamente auspicano - di una
più civile convivenza tra individui e tra
gruppi nella comunità umana.
L’ingresso alla rassegna è libero fino ad
esaurimento posti. Le proiezioni iniziano
sempre alle 18. Si comincia lunedì 3
marzo con La bella addormentata di
Marco Bellocchio. Segue dibattito sul
testamento biologico e sull’eutanasia;
introduce e conduce Tullio Monti, Co-
ordinatore della Consulta Torinese per
la Laicità delle Istituzioni. Partecipano:
il regista Marco Bellocchio e Beppino
Englaro, padre di Eluana e Presidente
Associazione Per Eluana.
Le altre proiezioni in programma sono:
il 10 marzo Miele di Valeria Golino; il
21 marzo Mea maxima culpa – silenzio nella casa di Dio di Alex Gibney;
il 24 marzo Oltre le colline di Cristian
Mungiu; il 31 marzo Un giorno devi
andare di Giorgio Diritti; il 7 aprile I
baci mai dati di Roberta Torre; il 14
aprile The Sessions (Gli incontri) di
Ben Lewin. Segue dibattito su Diritto
alla sessualità e disabilità. Introduce e
conduce Ugo Zamburru, Presidente di
Arci Torino. Partecipano: Alessandro
Frezzato, membro Consiglio Generale
Associazione Luca Coscioni; Enzo Cucco,
Presidente nazionale Associazione Certi
Diritti; Angelica Alessandri, sessuologa,
ginecologa e psicoterapeuta. Ancora, il
28 aprile ci sarà la proiezione di The tree
of life di Terence Malick; il 5 maggio
Laicitè, inch’Allah di Nadia El Fani; il 12
maggio Donne senza uomini di Shirin
Neshat. Segue dibattito sulla situazione
dei diritti umani e delle donne in Iran.
Introduce e conduce Maria Luisa Brizio,
Arci Torino e componente Giunta esecutiva della Consulta torinese per la laicità
delle istituzioni. Partecipano: Loredana
Biffo, giornalista; Yoosef Lesani, profugo
iraniano, vicepresidente dell’Associazione
Iran libero e democratico; Farideh Bogozorgad, profuga iraniana, Associazione
Iran libero e democratico.
www.arcipiemonte.it/torino
Ad Imola ‘Il marzo delle donne’
Al Teatro Lolli di Imola con l’Arci Tilt è in
programma la rassegna teatrale Il marzo
delle donne 2014. Quattro gli spettacoli in
programma: si comincia sabato 8 marzo
con Speppla del nostro cuore di Andrea
Scala con la regia di Cristina Gallingani.
Questo progetto nasce dalla lettura di
un articolo dell’autore contenuto nella
Piê n. 5/2013 (pp. 150-154). Cristina
Gallingani, così come Sara Giacometti,
che interpreta la Speppla, fanno parte
dell’associazione Tilt.
Sabato 15 marzo l’appuntamento è con
Totò e Vicé di Franco Scaldati con la regia
e interpretazione di Stefano Randisi ed
Enzo Vetrano, sabato 22 marzo Niente,
più niente al mondo di Massimo Carlotto
con la regia di Carlo Massari, sabato
29 marzo Hybris#2, spettacolo con i
partecipanti al laboratorio condotto da
Reina Saracino.
Gli appuntamenti sono sempre presso
il Teatro Lolli di Imola, in via Caterina
Sforza 3, a partire dalle 17.45.
L’ingresso ad offerta libera è riservato
ai soci Arci. I posti sono limitati e la
prenotazione è consigliata.
info@tiltonline.org
legge e presenta Addio, Monti (Minimum Fax, 2014) all’Arci La Locomotiva
di Corato. Un viaggio nell’Italia che
siamo diventati, dove la vecchia arte
di arrangiarsi si nasconde tra i festival
letterari e lo slow food, e la patina del
buon gusto dissimula a malapena gli
appetiti di chi il potere lo gestisce e
dei tanti che lo sognano. Una satira
dei nostri tempi firmata da un esordiente il cui talento è grande quanto
il coraggio di raccontare un mondo in
cui tutti siamo immersi fino al collo.
Appuntamento il 28 febbraio alle 20.
fb Arci La Locomotiva Corato
serata su john cage
UDINE Venerdi 28 febbraio ore 21
secondo appuntamento al circolo
MissKappa con The show must go
home 2014. La serata sarà dedicata a
John Cage con un cortometraggio che
lo vede ritratto assieme al sassofonista
Roland Kirk e un lungometraggio
girato da Peter Greenway nel 1982 in
occasione di una retrospettiva che la
citta di Londra dedicava a John Cage.
fb Circolo Arci MissKappa
ALLO SPUTNIK TOM
CASTEL MAGGIORE (BO)
Al circolo Arci Sputnik Tom appuntamento il 28 febbraio alle 21 con Canti
di un luogo abbandonato di Azzurra
D’Agostino. Il poemetto è la seconda
parte di una trilogia la cui prima parte,
Versi dell’abitare, è stata pubblicata
con una prefazione di Fabio Pusterla
sull’XI Quaderno di poesia contemporanea e si occupa della questione
dell’abitare la terra da parte dell’uomo,
e dunque della domanda ‘come vivere?’
Ingresso riservato ai soci Arci.
fb Sputnik Tom Circolo Arci
RIBALTANIMATA
VIGNOLA (MO) Al circolo Ri-
balta il 2 marzo è dedicato a Ribaltanimata, un viaggio nel cinema di
animazione d’autore con una selezione
di cortometraggi da tutto il mondo a
cura di Andrea Martignoni e Roberto
Paganelli di Associazione OTTOmani. Verrà proposta una panoramica
delle diverse tecniche di animazione
attraverso una scelta di cortometraggi
d’autore adatti per tutte le età. Ingresso
libero con tessera Arci.
circoloribalta@gmail.com
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
daiterritori
MANTOVA
‘Malatedda’ di Diego Monfredini
vince il concorso per cortometraggi
del circolo Arci Milan Noeuva
Il 16 febbraio, alla presenza di tantissimi spettatori, giornalisti di più testate
e dei dieci componenti della giuria, scelti tra esperti del settore, sono stati
proiettati a Milano gli 11 Arcicorti del concorso per cortometraggi promosso
dal circolo Arci Milan Noeuva.
Al concorso, curato nella direzione artistica da Alessandra D’Agostino e
Nicola Licci, hanno partecipato gratuitamente autori italiani e non, con età
superiore ai 18 anni. Il Festival era realizzato in partnership con Affari Italiani
e Italicatv. Il risultato del voto della giuria tecnica ha promosso, non senza
meraviglia, un’opera la cui leggerezza nell’affrontare il tema della vita, della
felicità, aveva convinto tutti all’unanimità. Di conseguenza, il vincitore si è
aggiudicato tutti i premi in palio.
Vincitore dell’edizione 2013 di Arcicorti Milan Noeuva è stato Malatedda di
Diego Monfredini, con premio alla migliore regia, alla miglior fotografia, alla
miglior sceneggiatura ed al miglior cortometraggio.
«La cura per tutte le cose è l’acqua salata: il sudore, le lacrime, o il mare.
La follìa di Adele» si legge all’inizio del cortometraggio. In un bianco e nero
denso di luci, emerge la follia. Attraverso un film, intenso e compiuto e tecnicamente equilibrato, la luce e la forza poetica esprimono una condizione
in cui si integrano disagio e profondo vivere.
Scritto e diretto da Diego Monfredini, il film ha visto la partecipazione di
Carla Ferro, Isabella Viola, Faro Como, Matteo Barbera, Gessica Navarra,
Maurizio Bongiovanni, Francesca Di Stefano, Ginevra Tomaselli, Gaspare
Mannina, Rosanna Fasulo e con Antonio e Nina.
Traduzione in dialetto siciliano di Faro Como, soundtrack di Riccardo Parmigiani e Diego Monfredini.
Il cortometraggio è disponibile in streaming online al link
https://vimeo.com/dieceux
Il 1° marzo con Noi tutti migranti
Il comitato Noi tutti migranti Lecco, di cui fa parte anche il comitato Arci
territoriale, promuove un’iniziativa cittadina il 1 marzo, in occasione della
Giornata di mobilitazione dei migranti. L’appuntamento è alle 17 in piazza
Diaz per un presidio con performance teatrale di Federica De Matthias; dalle
19, ci si sposta presso il circolo culturale Lofficina (via Gomez 3,Maggianico)
con le comunità migranti presenti nella città per stare insieme in una festa
etnica fatta di piatti, musica e danze.
L’obiettivo è rendere il 1 marzo ‘una giornata con noi migranti’, per dire
forte che l’immigrazione non è un problema, che va condannata ogni forma
di razzismo e discriminazione verso chi è giunto in Italia proveniente da
altri paesi, che vanno rifiutate le politiche locali e nazionali che alimentano
paura, rancore, esclusione.
Noi tutti migranti Lecco è un comitato che riunisce persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione ed orientamento politico.
www.arcilecco.it
Con l’Arci Tom
‘È circo!’
Ospiti internazionali e artisti dalle
molteplici abilità per È Circo!, il primo
festival di circo contemporaneo a Mantova, che si terrà venerdì 28 febbraio
e sabato 1 marzo negli spazi dell’Arci
Tom a Mantova. Una scommessa nuova
che sconvolge spazi solitamente adibiti
a concerti di musica dal vivo, e per
l’occasione verranno invasi da bolle di
sapone, esibizioni di teatro di figura,
clown e numeri di cabaret, marionette,
acrobati e polistrumentisti.
«Per realizzare questo progetto non
abbiamo chiesto fondi pubblici, ma
siamo riusciti ad intercettare diversi
sponsor privati e soci che sono stati
conquistati dalla novità, dal sapore
popolare degli spettacoli, dal fervore
culturale che anima il mondo del circo»
spiega Federico Ferrari, presidente di
Arci Tom.
Si comincia venerdì 28 febbraio alle
16.30 con un momento interamente dedicato ai bambini: A merenda
con le marionette grazie all’artista
mantovano Giorgio Gabrielli. Dalle
20 spazio poi all’AperiCirco e alle
performance degli artisti: sul palco
musicisti originali come Luca Curcio
che accompagna con il contrabbasso
le acrobazie di Jasmine Fornaciai sulla
corda molle, performance aeree con
il collettivo Circo Paniko. Il tutto con
la musica trascinante dei musicisti
in smoking Camillocromo, le bolle di
sapone giganti di GambeinsPallateatro
e la comicità di Jean Pierre Bianco in
arte Pass Pass.
Sabato dalle 20 in poi spazio invece
alle compagnie Gli Spavaldi, con il loro
spettacolo di ‘ipnosi con decomposizione esemplare’, e My!laika, a sostegno
del progetto Side, tra biciclette mai
viste e coreografie inaspettate.
Sostengono È Circo! anche Pantacon
- impresa sociale per la cultura e Lav
Mantova, partner etico dell’iniziativa.
www.arcitom.it
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arcireport n. 8 | 27 febbraio2014
società
Ripartire dal Sud per sperimentare
un nuovo welfare partecipato
Si chiude a Salerno il Seminario interregionale FQTS 2013 - 2014
di Francesca Coleti presidenza nazionale Arci
Quattrocento dirigenti delle associazioni
di promozione sociale, del volontariato e
delle cooperative sociali del mezzogiorno
d’Italia si sono incontrati per tre giorni, lo
scorso fine settimana, a Salerno, in occasione del seminario interregionale della
Formazione Quadri Terzo Settore, Fqts.
Fqts è l’iniziativa formativa che il Forum
nazionale del Terzo Settore, la Consulta
del Volontariato presso il Forum, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio
per il Volontariato CSVnet e la ConVol,
Conferenza Nazionale dei Presidenti delle
Associazioni di Volontariato, realizza da
cinque anni con il contributo della Fondazione con il Sud coinvolgendo ogni volta
oltre centosessanta nuovi iscritti ai corsi
annuali, duecento dirigenti in formazione
continua e circa cinquanta rappresentanti
delle diverse reti associative regionali.
A Salerno si è discusso di Benessere e
Partecipazione, delle risposte della politica
e del ruolo del Terzo Settore. Al centro,
il bisogno di una visione che ricomponga
un orizzonte condiviso: il patto, l’accordo fondamentale che tiene insieme il
nostro Paese. Per questo si è parlato di
Costituzione materiale, coesione sociale,
disuguaglianza, crisi economica e nuovi
modelli di sviluppo.
In plenaria, sono intervenuti - oltre ai
rappresentanti delle reti del Terzo settore
- il ministro Giovannini, nel suo ultimo
giorno di mandato, sull’esperienza di studio e innovazione che Fqts ha costruito a
partire dai Bes, gli indicatori di Benessere
Equo e Sostenibile, ma anche diversi
esponenti del mondo universitario italiano
come l’economista Leonardo Becchetti,
l’esperto di comunicazione sociale Andrea
Volterrani, il costituzionalista Giuseppe
Cotturri, il sociologo Piero Fantozzi.
In videomessaggio, il contributo di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’ACRI,
mentre Carlo Borgomeo, presidente della
Fondazione con il Sud, ha seguito direttamente i lavori. Su partecipazione, ruolo
politico del terzo settore e beni comuni,
Paolo Cacciari insieme al professore
Renato Briganti ha tenuto una delle
quattro planarie di laboratorio, mentre
il metodologo Roberto Porciello avviava
il libro
i lavori della ricerca intervento sulle possibili relazioni tra imprese e terzo settore
e il delegato Anci per il Mezzogiorno,
il sindaco di Potenza Vito Santarsiero,
interveniva sulla programmazione dei
fondi strutturali europei.
Molti i partecipanti dell’Arci, tanto tra
i nuovi corsisti quanto nei ‘gruppi di
pilotaggio formativo regionali’ nonché
tra formatori o coordinatori regionali.
Il filo rosso della tre giorni, ovvero le potenzialità del terzo settore nell’attuazione
del patto costituzionale, è stato dipanato
attraverso plenarie, gruppi di lavoro, contributi multimediali.
Democrazia, benessere, welfare, beni comuni, economia sostenibile hanno costituito una palestra politica concreta su
cui lanciare un più forte impegno civile,
sfidare la società, la politica e le istituzioni.
Attraverso i laboratori e i prodotti di comunicazione, i percorsi di partecipazione
e la nuova iniziativa di ricerca sociale,
Fqts ancora una volta orienta e interroga
la società meridionale su quale futuro
costruire per il paese in cui viviamo.
razzisti per legge
arcireport n. 8 | 27 febbraio 2014
di Clelia Bartoli - Edizioni Laterza
pp. 190 € 12,00
In redazione
Andreina Albano
Maria Ortensia Ferrara
Carlo Testini
L’Italia che discrimina
La Costituzione italiana proclama l’uguaglianza e proibisce
la discriminazione razziale nella promozione dei diritti e
dell’equità. Nonostante gran parte degli italiani ritenga il
razzismo uno cosa sbagliata e non manchino cittadini che
si prodigano a favore degli esclusi e sebbene siano in netta
minoranza quelli che vorrebbero commettere atti di violenza
nei confronti di ‘neri, ebrei, rom o immigrati’, l’Italia - secondo
la tesi argomentata da Clelia Bartoli, docente di Diritti umani
nella Facoltà dell’Università di Palermo - «è un paese razzista»
e non in ragione di qualche ‘balordo’ di turno o di qualche
‘fanatizzata’ e «squilibrata mela marcia» che commette isolati atti, ma per cause
«capillari ed estese». Secondo l’autrice infatti, si è avviata in Italia «la costruzione di
un sistema razzista, reso efficace e duraturo dalla legge». Il proposito della stesura
del libro sta proprio nel focalizzare l’attenzione su quella «discriminazione ad opera
dello Stato», di cui sono vittime in Italia le persone di origine straniera e approfondire una delle più deleterie e meno visibili delle tipologie di razzismo, il «razzismo
istituzionale made in Italy», quel complesso di norme e politiche che tracciano una
linea di separazione tra chi ha diritti e chi possiede solo incerte e revocabili concessioni. Il lavoro è il frutto di studi, discussioni, interviste ed esperienze. Mette insieme
riflessioni teoriche e storie di casi gravi e lievi, noti e sconosciuti, di discriminazione
istituzionale, come la cosiddetta ‘emergenza Lampedusa’ o la vicenda di un’insolita
assegnazione a una famiglia rom di un prestigioso appartamento confiscato alla
mafia. Non manca nelle conclusioni, un decalogo per ripensare a politiche nuove
e a modi virtuosi di governare l’immigrazione; che passino ad esempio dalla lotta
all’immigrazione, alle cause delle migrazioni, dall’emergenza ai progetti, verso una
cittadinanza di condivisione e partecipazione.
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PROGRAMMA DEI LAVORI
Giovedì 13 marzo 2014
ore 14,00 Registrazione dei delegati e degli invitati
ore 15,00
Apertura lavori
Saluti delle istituzioni locali Relazione introduttiva
Interventi ospiti
Nomina commissioni congressuali
ore 20.00 Cena presso il Circolo Arci San Lazzaro
Venerdì 14 marzo 2014
ore 9,30 Dibattito in seduta plenaria
ore 13,00 Pausa pranzo
ore 15,00
Dibattito in seduta plenaria
ore 20,00 Pausa cena
ore 21,30 Riunione commissioni congressuali
Sabato 15 marzo 2014
ore 9,30
Dibattito in seduta plenaria
ore 13,00
Pausa pranzo
ore15,00 Dibattito in seduta plenaria
ore 20,00
Pausa cena
ore 21,00
Seduta plenaria per approvazione statuto (*)
domenica 16 marzo 2014
ore 9,30
Seduta plenaria conclusiva (*)
Votazione dei documenti congressuali
Elezione degli organismi dirigenti
ore 14.00
Chiusura dei lavori
(*) Sessioni riservate ai delegati
Info: www.arci.it