Pubblico 4-14 - CISL Piemonte

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PUBBLIC
Periodico sindacale della CISL Funzione Pubblica Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta
n. 4 / 28 Marzo 2014
Verità nascoste
I
n questo clima politico - dove tutto pare
fattibile e le scelte del governo, se pur
non concordate con le parti sociali, vanno nella direzione espressa anche dal
Sindacato - quali sono le verità nascoste?
Una collega, nella sua etica, che scherzosamente definivo talebana, per principio si
rifiutava di non dire la verità, preferendo
omettere la realtà.
Qualcosa del genere sta succedendo nel Paese!
Tutti sappiamo, o almeno intuiamo, che
uscire dalla crisi non sarà facile, che occorrerà fare ancora sacrifici e che ci saranno ancora prezzi alti da pagare.
Eppure, ci ostiniamo a credere che le ricette
che ci vengono presentate siano la bacchetta
magica, una sorta di “passepartout” che ci
porterà al di là del guado e della palude.
Sarebbe bello fosse così!
Rinnovare i contratti scaduti da 6 anni, fare
una riforma epocale della Pubblica Amministrazione, riprenderci quella contrattazione
aziendale per dare sostanza alle nostre idee, far
funzionare la concertazione per avere un Paese
con meno lacci e lacciuoli, riuscire a far incontrare la buona politica con un buon sindacato
al tavolo di contrattazione aziendale nelle Asl,
nei Comuni e negli Enti Centralizzati.
Vogliono farci
credere che
“un uomo solo
al comando”
possa risolvere la
situazione; che una
mattina ci si possa
alzare e trovare
l’uovo di colombo;
che, in men che
non si dica, si riesca
a far funzionare la
macchina pubblica,
ad avere dirigenti
che dirigono, servizi
che rispondono
in pochi minuti
ai problemi
del cittadino,
dell’imprenditore e
dell’artigiano.
le
Sp e c ia
Torino
pag. 3
Croce Rossa Italiana,
lavoratori verso lo sciopero
pag. 4
Vertenza “Polo Reale”
pag. 6
Sì al referendum
ma fuori orario
pag. 8
Zanetta, nuovo direttore
Città della Salute
pag. 9
Coordinamento
regionale OSS
pag. 10
Corso sui conflitti nel lavoro
le
S p e c i a i n g r ev i ew
Sp end
pag. 11
Istruzioni per l’uso
pag. 14
Per la Cisl manca un’idea
di riorganizzazione
Con i se e con i ma non si costruisce
nulla e ho timore che la Spending
review la pagheranno soltanto i lavoratori della PA.
Si parla tanto dei tagli che il commissario Cottarelli avrebbe già indicato
al Governo per recuperare risorse
economiche dalla PA e per rendere più efficaci ed efficienti i servizi
pubblici. Ancora una volta, vogliono
farci credere che “un uomo solo al
comando” possa risolvere la situazione; che una mattina ci si possa alzare e trovare l’uovo di colombo; che,
in men che non si dica, si riesca a far
funzionare la macchina pubblica, ad
avere dirigenti che dirigono, servizi
che rispondono in pochi minuti ai
problemi del cittadino, dell’imprenditore e dell’artigiano.
Tutto questo senza chiedere ai lavoratori della PA che cosa pensano e
propongono per far funzionare meglio la “propria” azienda, il proprio
ente e il proprio ufficio.
Questo Governo ha voluto rompere alcuni schemi. Schemi che sono
tali per chi è abituato a fare della
politica e, perché no, del sindacato,
un mestiere e non un’esperienza.
Sinceramente non sono preoccupato, meravigliato stupito o contento
che si usino le slide per presentare
la manovra di governo - sono almeno 10 anni che usiamo le slide per
fare corsi di formazione, per spiegare accordi sindacali, per illustrare le
nostre strategie: se lo facciamo noi
peones, perché non lo dovrebbe fare
un presidente del Consiglio? Sono
invece preoccupato, meravigliato,
stupito e scontento che nessuna slide parli del ruolo della Pubblica amministrazione, della fine del lavoratore pubblico e dei servizi pubblici.
Cosa fare allora se, pur cambiando i
metodi, la sostanza non muta?
Certamente non stare alla finestra!
Occorre che i tagli della Spending
review alla PA li indichiamo noi,
che spieghiamo alla politica come
dovrebbe lavorare un’azienda pubblica, come si deve riorganizzare,
come deve mettersi sul mercato dei
servizi. Non nascondiamo questa
verità: senza la compartecipazione (termine blasfemo che sa di bestemmia per una parte del sindacalismo nostrano) dei lavoratori alla
riforma della PA, noi siamo perden-
IL DIARIO DI
PUBBLIC
ti; noi e solo noi lasceremo i morti
sul campo.
Ovviamente anche la politica “popolar-rivoluzionaria” del governo Renzi pensa di fare da sola e soprattutto
a meno del sindacato, dei lavoratori
e della loro partecipazione.
Non illudiamoci! Anche se il governo è composto da giovani e da neofiti della partitocrazia, il metodo
di pensare che facendo da soli si fa
meglio è insito nel proprio dna della
politica nazionale, in quanto il potere è eccitazione alla stato puro e
pensare che questo strumento lo si
debba dividere con altri crea sconforto e tristezza.
Senza indugi e senza vittimismo, occorre fare proposte, presentare idee,
coniugare il presente “mal funzionante” della PA con un futuro in cui
la PA diventi veramente volano della
ripresa e dello sviluppo del Paese.
Ancora una volta toccherà a noi, lavoratori del pubblico, trasformare
questa “armata Brancaleone” in una
nave spaziale (Star Trek?) per un
viaggio interstellare.
Difficile? Almeno proviamoci!
Gian Piero Porcheddu
a cura di Roberta Potenza
2
PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
verità NASCOSTE
ENTI CENTRALIZZATI
“E’
il primo caso Electrolux del
pubblico impiego”. Così le federazioni di categoria di Cgil
Cisl Uil e Cisal stigmatizzano
le “proposte irricevibili” che si sono visti
mettere di fronte dai vertici della Croce
rossa italiana, ente pubblico sottoposto
alla riforma che lo trasformerà in associazione di diritto privato: “nessuna garanzia
sui livelli occupazionali, minaccia di una
riduzione dei salari, già bassi, e una assoluta precarietà dei contratti a termine”.
Nessuna
garanzia su livelli
occupazionali,
riduzione dei
salari, già bassi, e
assoluta precarietà
dei contratti a
termine.
Funzione pubblica e Salute, e la Conferenza delle Regioni”.
L’accordo era quello di gestire il passaggio
contrattuale dei lavoratori, dal pubblico al
privato, in modo che tutti vedessero salvaguardati diritti e retribuzioni. Poi, la
doccia fredda: “Applicazione immediata
del contratto Anpas, norme di raccordo
risibili, nessuna tutela dei contratti a tempo determinato. Il tutto senza alcun intervento né sulla spesa improduttiva delle
strutture, né sul miglioramento dei servizi. Con il rischio di una paralisi totale”.
“E’ inaccettabile” rincarano i sindacati
che stanno già attivando le azioni legali e
le procedure per uno sciopero nazionale.
“Scenderemo in piazza con tutti gli operatori della Croce rossa e ci mobiliteremo finchè non saranno riconosciute le legittime
aspettative dei lavoratori: salvaguardia dei
posti di lavoro, tutela retributiva, riorganizzazione dei servizi di emergenza e soccorso su tutto il territorio nazionale”.
PUBBLIC
Progetto editoriale Rocco Zagaria
Progetto grafico Andrea Pellissier
Una chiusura netta da parte della Cri
che ha portato Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e
Cisal-Fialp all’interruzione immediata
delle trattative e a indire un crescendo
di mobilitazioni: il 31 marzo con presidi
regionali davanti alle sedi Cri e iniziative
di sensibilizzazione verso gli assessori alla
Salute delle Regioni e il 4 aprile con una
manifestazione nazionale. “La Croce rossa
ha fatto carta straccia degli impegni presi
e formalizzati nel protocollo d’intesa del
27 febbraio scorso. E ora vuole scaricare
il peso di decenni di cattiva gestione sulle
spalle dei lavoratori. Per questo chiameremo in campo anche i ministri vigilanti,
Proposte irricevibili
per i sindacati che
hanno indetto
presidi regionali
il 31 marzo e una
manifestazione
nazionale
il 4 aprile
Comitato di redazione:
Santina Pantano, Gabriele Bertocchi,
Jean Dondeynaz
In redazione: Alessandro Bertaina,
Andrea Cappello, Mario Caserta,
Paolo Decembrino, Bruno Della Calce,
Paola Famà, Domenico Mafera,
Tiziana Matturro, Riccardo Negrino,
Gian Piero Porcheddu, Fabrizio Sala e
Rocco Zagaria
Segretaria di redazione
Roberta Potenza
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
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Croce Rossa Italiana,
lavoratori verso lo sciopero
ENTI CENTRALIZZATI
C
DEFINIZIONE
he cos’è? E’ un progetto partito anni or sono a Torino.
Esso si propone di metter in
connessione 6 istituti museali dislocati in un’area vasta ma omogenea e delimitata della città.
Realizzare un percorso unico, con
un unico biglietto e utilizzo personale inserito in un unico bacino.
I 6 Istituti museali però afferiscono a 3 Soprintendenze diverse più
una Biblioteca reale e il personale
fa capo ai rispettivi titolari. Il Polo
reale è quindi solo un progetto ma
non è una entità giuridica, non è un
polo unico museale come altre esperienze italiane perché i sei Istituti,
ancorché collegati e da connettere
fanno capo a direttori diversi.
Per far diventare il Polo reale un
unico muso ci vuole una legge dello
Stato…che prima sopprime i musei
e poi ne genera uno solo. Questo
passaggio non è un atto burocratico ma una decisione politica perché
deve generare un nuovo centro di
costo che si aggiungerebbe alle 3 Soprintendenze esistenti.
PROBLEMATICHE E CRITICITA’
La vertenza sindacale è nata perché
da quello che doveva esser un ruolo
di coordinamento e controllo del direttore regionale, si è passati a una
attività di gestione tesa ad esautorare i titolari.
E’ un modus operandi che va in contrasto con le recenti linee di riforma del Ministero tese a restituire le
competenze tecnico-scientifiche ai
soprintendenti e a far arretrare l’ingombrante presenza delle direzioni
regionali. Un dibattito molto forte
c’è stato l’estate scorsa in cui si parlava addirittura di abolire la figura
dei direttori regionali.
Insomma ogni istituto ha una sua
identità, storia e funzione distinte
e la realizzazione del percorso unico non potrà mai comportare l’appiattimento e la offerta di contenuti
culturali unificati. Insomma sappiamo bene che ogni museo ha una sua
precisa funzione e non è unificando
i percorsi e le barriere architettoniche che si realizza un polo unico.
Percorso unificato sì, ma identità diverse da rispettare.
RICADUTE
Gli eventi, le aperture e tutta la attività che si dovessero in futuro svolgere all’interno delle istituzioni museali potrebbero comportare livelli
di abbassamento della tutela e sorveglianza in quanto il progetto prevede di accorpare le cabine di regia e
ridurre notevolmente i tempi di intervento in caso di eventi dannosi.
La Galleria Sabauda ad esempio triplicherà gli spazi allestiti e avrà una
dotazione di 5.000 opere. Abbiamo
il diritto di capire come avverrà la
gestione del personale, come saranno organizzate le aperture. Inutile poi dire che l’offerta culturale
richiede programmazione e perché
no anche “corporate strategy” per
attrarre visitatori.
INADEMPIENZE
Non è stato presentato un piano
dettagliato, un crono-programma e
non c’è nessun coinvolgimento del
personale. Anzi, si ipotizza la indizione di una gara di appalto per
i servizi aggiuntivi e tra questi il
servizio di accoglienza, l’accompagnamento e quindi la progettazione
e creazione di eventi a cura di soggetti esterni. Questo è un punto sul
quale si darà battaglia poiché una
ottimale gestione e allocazione delle
risorse consente di utilizzare e valorizzare al meglio moltissime professionalità interne oggi disorganizzate e di svolgere anche una parte di
quei servizi.
OBIETTIVI
Ricondurre su un piano di trasparenza la vicenda, assumere comportamenti corretti tra parte pubblica e
sindacale nella gestione e organizzazione del lavoro, indicare un piano e
un percorso che consenta di capire
la formula giuridica del progetto e il
futuro assetto.
Bruno Della Calce
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
Scontro sul “Polo Reale”
ENTI CENTRALIZZATI
I
l prossimo 3 aprile il Prefetto di
Torino ha convocato il tavolo di
conciliazione per la vertenza del
Polo reale. Ci sarà anche il direttore regionale, Mario Turetta e CgilCisl-Uil sono pronte a confermare
punto per punto le loro richieste.
“Vogliamo - fanno sapere Osvaldo
Di Fronzo (Cgil), Bruno Della Calce
(Cisl) e Gaetano Di Marino (Uil) massima trasparenza nella gestione organizzativa, il piano operativo (crono
programma) e il progetto globale.
Vogliamo inoltre sapere dalla Direzione regionale in che modo intende
valorizzare il personale senza ricorrere necessariamente a servizi esterni”.
Alcuni giorni fa sono intervenute
sulla vicenda anche le segretarie
nazionali di Cgil-Cisl-Uil Funzione
Pubblica che hanno inviato al Capo
di Gabinetto del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali una lettera nella quale chiedono un intervento di alto profilo politico per fare
chiarezza su tutta questa vicenda. I
sindacati nazionali vogliano capire
se le modalità con le quali si è proceduto sinora per il progetto “Polo reale” siano conseguenti ad un indirizzo di riorganizzazione proveniente
dagli Uffici Centrali del Ministero e
se tale riorganizzazione sia prevista
nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione del MIBACT,
in quanto al momento non si rileva
nessun atto normativo emanato in
tal senso.
Cgil, Cisl e Uil intervengono anche
sui numeri relativi alle presenze nei
musei che fanno parte del Polo.
Il Direttore regionale aveva dichiarato in un articolo pubblicato sul
sito della Stampa l’1 marzo 2014
che gli ingressi erano 420 mila l’anno: «…pari al doppio di quanto riuscivano a quantificare nel 2010 i
cinque musei separati.»
“Ad onor del vero - sostengono i sindacati - i dati ufficiali e certificati,
verificabili dal sito Statistica del MIBACT dicono questo:
2010: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 306.426
2011: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 417.603
2012: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 310.434
2013: il totale dei visitatori del “Polo
Reale” è di 243.333
(dati rilevati su http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm)
Le cifre sono chiare: a dispetto di
quanto dichiarato dal direttore
regionale, la domanda dell’utenza
sembra preferire il sistema organizzativo precedente, in quanto il
mantenere l’opportunità di scelta
- e dell’identità specifica dei musei
- soddisfa maggiormente i visitatori”.
al capo di
gabinetto
del Ministero
S
ig. Capo di Gabinetto,
Prof. Giampaolo D’ANDREA
Le inviamo, per opportuna
conoscenza, copia del comunicato unitario e del verbale
di concertazione sottoscritti dalle
Federazioni Terrieoriall di Torino e
conseguenti ad un incontro negoziale con il Direttore regionale del
Piemonte.
AI riguardo, nel condividere integralmente le considerazioni contenute nei documenti allegati, le
scriventi ritengono opportuno un
urgente chiarimento circa le modalità con le quali si è proceduto
alla costituzione del cosiddetto
Polo Reale, se tali modalità sono
conseguenti ad un indirizzo di riorganizzazione proveniente dagli
Uffici Centrali del Ministero e se
tale riorganizzazione è prevista
nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione previsto
per il MIBACT. Quanto sopra considerato che di tale costituzione
non si rileva alcun atto normativo
né nella predispositione della bozza del DPCM poi ritirata dall’ex Ministro Bray né nel DPCM successivamente approvato ed in corso di
registrazione presso gli Organi di
Controllo competenti.
Nel rimanere in attesa di formale riscontro si porgono distinti
saluti.
5
PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
Cgil-Cisl-Uil:
Lettera delle
“Sul Polo Reale vogliamo segreterie
massima trasparenza” nazionali
COMUNE TORINO
Porcheddu:
“Sì al referendum
ma fuori dall’orario
di lavoro”
Venti postazioni
di telelavoro
in più
a Palazzo di Città
S
egretario Porcheddu è vero
che la Cisl non vuole più il
referendum al Comune di
Torino?
Noi sosteniamo che non si possano buttare ore e risorse per fare un
referendum inutile. Si vuole fare lo
stesso? Va bene! Facciamolo pure,
ma fuori dall’orario di lavoro. Mi
sembra una proposta di buon senso.
Avviare una consultazione a quasi
un anno dalla firma dell’accordo,
la cui efficacia è già stata resa operativa dall’attuazione dell’accordo
stesso e da altre intese condivise da
tutte le sigle sindacali confederali è
un po’ assurdo.
Che ne sarà del salario accessorio, di quello di produttività delle indennità senza l’accordo di
luglio?
Non credo si possa ottenere di più
di quello che abbiamo ottenuto a
luglio dopo una discussione durata
due mesi al tavolo di trattativa. Inoltre l’accordo, in questi mesi, è stato
ulteriormente migliorato con intese integrative condivise da tutte le
sigle sindacali, comprese quelle che
non hanno firmato a luglio!
Che cosa propone, allora, la Cisl
per chiudere una volta per tutte
questa partita?
Noi non mettiamo alcun veto a indire
lo svolgimento del referendum, anzi
siamo dell’opinione che possiamo iniziare le procedure anche domani, ma
fuori dall’orario di lavoro. Non possiamo utilizzare il 90% dei permessi
sindacali per un esercizio puramente
accademico che serve aqualcuno per
lavarsi la coscienza.
Che cosa replica a chi invece insiste per farlo?
è importante dire ai lavoratori cosa
ci sia di alternativo e migliore all’accordo sottoscritto a luglio 2013.
Non mi risulta che in altri comuni
metropolitani siano stati firmati accordi più convenienti. Non serve a
nessuno strumentalizzare la nostra
posizione. A settembre eravamo favorevoli con un accordo ancora da
applicare e lo siamo ad accordo già
applicato.
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
I
l giorno 10 marzo 2014 al comune di Torino è stato siglato il
secondo accordo sul telelavoro.
A seguito dell’esperienza positiva del progetto telelavoro “To.
com” anno 2013, i componenti Cisl
del CUG (Comitato unico di garanzia) del comune di Torino, Caterina
Messina e Giovanni Vaschetto,
hanno proposto ed ottenuto di ripeterla per l’anno 2014. L’amministrazione ha accettato di promuovere
queste forme di flessibilità di organizzazione del lavoro, attivando 20
nuove postazioni di telelavoro.
Il bando sarà aperto a tutti i dipendenti del comune di Torino ad
esclusione del personale Dirigente,
delle P.O. (Posizioni organizzative)
e della A.P. (Altre professionalità).
Le domande verranno valutate
dall’apposita commissione istituita dal servizio centrale organizzazione e composta da due rappresentati del servizio medesimo e da
un rappresentante del CUG.
Si formerà una graduatoria basata
sui seguenti parametri:
- situazione dei disabilità psicofisica di invalidità o di patologie certificate che rendano disagievole il
raggiungimento del luogo di lavoro;
- titolari di permessi ex legge n.
104/1992 per l’assistenza di parenti e affini con gravita grave;
- maggiore tempo di percorrenza
dell’abitazione di residenza del dipendente alle sede di lavoro;
- esigenza di cura figli minori di anni 8.
I punteggi saranno attribuiti dalla
commissione. La spesa per apparecchiature informatiche del software e della rete presso il domicilio del dipendente sono a carico del
Comune di Torino.
Caterina Messina
COMUNE TORINO
Nuovi orari
e nuove opportunità
colare significato nel percorso verso
la conciliazione dei tempi di vita e di
lavoro, principi da sempre al centro
della politica sindacale della Cisl Fp.
La scelta del cambio di profilo orario dovrà avere il consenso del dirigente di appartenenza e non dovrà
considerarsi “un diritto”, bensì una
“possibilità”.
Ecco
i profili orari
PROFILO 1
36 ore settimanali così ripartite:
- n. 3 giornate di 6 ore
- n. 2 giornate di 9 ore.
PUBBLIC
È
in discussione, in questi giorni, tra le Cgil, Cisl e Uil e la
delegazione trattante di Parte
pubblica del Comune di Torino, la possibilità di istituire, in forma sperimentale, nuovi profili orari.
La proposta concertata tra le parti
ha l’ambizioso obiettivo di andare
incontro alle esigenze dei lavorato-
PROFILO 2
36 ore settimanali così ripartite:
- n. 2 giornate di 6 ore
- n. 3 giornate di 8 ore.
ri e delle loro famiglie e migliorare,
nel contempo, l’organizzazione del
lavoro dell’Ente incrementando la
qualità, già eccellente, dei servizi
offerti quotidianamente ai cittadini dai lavoratori del Comune di
Torino.
La Cisl Fp del Comune di Torino
- attenta alle innovazioni e a tutto
quello che può migliorare la vita lavorativa dei colleghi - è fortemente impegnata, insieme alle proprie
Rsu, a concludere positivamente
questa trattativa.
L’accordo, che permetterebbe ai lavoratori in maniera assolutamente
facoltativa di poter scegliere tra l’orario tradizionale e due altre possibili opzioni, assumerebbe un parti-
Il lavoratore che opta per la modifica del proprio profilo orario, oltre
alla garanzia di non essere trasferito, potrà liberamente scegliere di
ritornare all’orario tradizionale.
L’accordo, che stiamo cercando di
portare in porto, è l’ennesima dimostrazione che la Cisl Fp è impegnata
ogni giorno ad affermare il primato
della persona sul lavoro.
Cristiano Farina
Regole per la gestione dei profili orari 1 e 2
- adesione su base volontaria
-nullaosta del dirigente di riferimento
- per gli uffici aperti al pubblico: a)
obbligo di alternanza tra i colleghi o b) ridefinizione degli orari
di apertura sportello
- si mantiene flessibilità in entrata
dalle 8 alle 9.30 (ove prevista)
- nelle giornate di 6 ore: no diritto
al pasto e divieto di lavoro straordinario
- no scorrimento
- no richiesta di spostamento della giornata corta.
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
SPECIALE SANITA’
Zanetta,
nuovo direttore
Città della Salute
G
ian Paolo Zanetta è stato
nominato direttore generale
dell’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute
e della Scienza di Torino. Prende il
posto del dimissionario Angelo Del
Favero. L’incarico, proposto dall’assessore Ugo Cavallera e concordato con il rettore dell’Università di
Torino, Gianmaria Ajani, avrà una
durata di tre anni dal 1 aprile prossimo. Zanetta ha già ricoperto i ruoli
di direttore generale dell’Asl di Alessandria e direttore amministrativo
dell’Asl di Novara.
Ma la nomina di Giampaolo Zanetta a direttore generale della Città
della Salute di Torino secondo la
capogruppo Fds (Federazione della
sinistra) in Consiglio regionale ed
ex assessore alla Sanità Eleonora
Artesio è illegittima. “La designazione - spiega Artesio - contrasta
infatti con l’articolo 5 del decreto
legislativo 39 del 2013, che prevede
che ‘gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore
amministrativo nelle aziende sani-
tarie locali non possono essere conferiti a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e
ricoperto cariche in enti di diritto
privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionalè. Ed è questo proprio il caso delle Federazioni,
di cui Zanetta era uno dei direttori,
motivo per cui non può ora ricoprire l’incarico presso le Molinette”.
“Avevo già segnalato questo problema in sede di discussione della
legge finanziaria - aggiunge - chiedendo che fosse inserito un emendamento per maggior chiarezza,
ma la maggioranza aveva
risposto
che c’era
la legge e
che quindi
non c’era
la necessità. Il risultato è
quello che
oggi vediamo”.
F
uturo difficile per la sanità europea. Senza l’adozione di misure opportune, entro il 2020
ci sarà una carenza di circa 1
milione di operatori sanitari, che
potrebbe raggiungere i 2 milioni
considerando anche il personale ausiliario e l’assistenza a lungo
termine. Il che significa che il 15%
della domanda di assistenza rimarrà scoperta. È questa la stima della
Commissione Europea, rielaborata
nel rapporto Amref-Healthworkers
4 all. Una situazione che è il frutto
di diversi fattori. Primo il pensionamento di gran parte dei medici, che
entro il 2020 dovrebbe raggiungere
il 3,2%, e una situazione simile è
prevedibile anche per gli infermieri,
la cui età media ora è di 41-45 anni.
Ad influire anche condizioni di lavoro insoddisfacenti e salari bassi
(ridotti a Cipro, in Irlanda, Lituania, Portogallo e Romania o congelati nel Regno Unito e Slovenia). Se
alla carenza di personale in Europa
finora si è supplito con l’assunzione
di professionisti extracomunitari,
ora ciò non basta più perchè questi
sono in calo, anche a causa di una
legislazione più restrittiva e della
crisi economica.
8
PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
Entro 2020
in Europa
mancheranno
un milione di
operatori
SPECIALE SANITA’
B
uona partecipazione dei nostri referenti Oss dei territori
al primo coordinamento regionale dell’anno.
La riunione è stata promossa per fare
il punto sulla situazione del coordinamento e per avviare proposte ed
iniziative indirizzate alla professione.
La relazione introduttiva del segreta-
to nell’area socio-assistenziale e un
gradito sbocco della professione.
Tutti gli interventi hanno confermato la bontà della proposta della
nostra segreteria nazionale di impegnarsi con forza e determinazione
per il trasferimento dal ruolo tecnico al ruolo sanitario della figura
dell’OSS.
rio regionale Gian Piero Porcheddu,
ha posto in evidenza il resoconto sulla trattativa regionale in merito alla
sperimentazione dei corsi di formazione per OSS complementari; l’iniziativa nazionale per trasferire, nella
sanità pubblica dal ruolo tecnico al
ruolo sanitario, la figura dell’OSS e i
percorsi formativi della professione.
Nel dibattito si è ribadita la necessità di proseguire tutte le iniziative del
caso per far assumere alla Regione,
oramai con la nuova Giunta che uscirà dalle prossime elezioni, l’impegno
certo per avviare la sperimentazione dei corsi di formazione per OSS
complementare, figura professionale molto importante, soprattut-
Questo risultato porterebbe un giusto riconoscimento a una figura che
lavora direttamente sul paziente e
fornisce servizi alla persona di tutto rispetto e altamente qualificati.
È emersa infine la difficoltà di far
accettare questo nuovo posizionamento delle figura nel ruolo sanitario ai colleghi che già fanno parte
del ruolo. Proprio su questo punto
- collaborazione e sinergia con gli
operatori sanitari del comparto - il
gruppo ha avviato la discussione più
“sentita e partecipata”, che ci sprona
a elaborare e poi proporre ai nostri
iscritti, dei momenti formativi per
tutto il personale coinvolto nei servizi alla persona.
Corso sulla
performance
aziendale e
sull’articolo 16
N
ei giorni scorsi la segreteria
regionale ha promosso, in collaborazione con le segreterie
territoriali, un corso di formazione di mezza giornata, sui temi della
performance aziendale e dell’articolo
16 nel comparto della Sanità pubblica.
Agli incontri sono state chiamate
le RSU che partecipano al tavolo di
trattativa aziendale e gli operatori
che seguono il comparto.
La buona partecipazione - circa
60 persone nei 4 incontri - e la discussione che ne è scaturita, fanno
pensare che sul tema ci sarà molta attenzione e coinvolgimento da
parte dei nostri quadri e strutture.
Preoccupa invece la totale assenza
delle controparti e dei compagni di
viaggio: i primi si limitano a inviare
i documenti relativi al piano della
misurazione della performance (ma
cosa misurano se non sanno neanche
come si gestisce la materia?); i secondi hanno altri temi su cui dibattere.
Facciamocene una ragione. Ma non
smettiamo di parlarne e di formarci. Almeno, quando sarà il momento di affrontare la tematica a livello
aziendale, saremo preparati.
Se vi sono quadri e RSU che hanno
necessità di ricevere materiale informativo sul corso, siamo in grado di inviare le slide e i commenti.
Il materiale è disponibile anche
presso le rispettive segreterie territoriali.
9
PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
Prima riunione dell’anno
per il Coordinamento
regionale OSS
SPECIALE SANITA’
I rischi del lavoro
nel comparto
sanitario
31 Marzo 2014
Orario: dalle ore 9,00 alle ore 16.30
Sede del convegno: Aula Magna
“Dogliotti” - C.so Bramante, 88
- Torino
Numero Partecipanti: 450
Corso Accreditato ECM
Crediti calcolati: 4
31 MARZO 2014
I CONFLITTI NEL LAVORO:
dalle Molestie, al Mobbing e Stalking
Prevenzione e Strumenti Risolutivi
PER TUTTE
LE PROFESSIONI
4 CREDITI ECM
Iscrizione evento
Gratuita
“Città della Scienza e della Salute”
AO “San Giovanni Battista di Torino” C.so Bramante 88 Torino
AULA MAGNA “DOGLIOTTI”
per informazioni ed iscrizioni: CISL Via Madama Cristina 50 Torino
tel: 011-6520401 fax: 011-6520577 mail: fpsto@libero.it
Obiettivi
Il Convegno intende fornire ai partecipanti un quadro generale del
conflitto in ambito lavorativo sia da
una prospettiva psicologica che sociale e legale.
Area tematica
Area giuridico - normativa
Finalità
Acquisizione di conoscenze teoriche
e aggiornamenti
Programma
Ore 8,30/9,00: Accoglienza
Ore 9,00/9,15: Saluto delle Autorità.
Presentazione corso (Gian Piero
Porcheddu)
Ore 9,15/9,45: Quando i conflitti
nel lavoro si trasformano in sintomi: prevenzione (Eleonora Casi,
Psicologa)
Ore 09,45/10,15: Mobbing e altri
conflitti tra dipendenti e datore di
lavoro. I limiti del diritto di critica
del lavoratore (Maria Di Massa, Avvocato)
Ore 10,15/11,15: Quando il conflitto si trasforma in reato: molestie, diffamazione, abusi e violenza,
stalking (Flaviana Giorgi, Avvocato)
Ore 11,15/11,45: La colpa grave
(Mario Caserta e Sebastiano Nicolosi, Sindacato CISL FP)
Ore 11,45/12,15: Dibattito
Ore 12,15/14,00: Pausa Pranzo
Ore 14,00/14,30: Responsabilità civile del datore di lavoro nei conflitti
fra dipendenti (Claudia Matarazzo, Avvocato)
Ore 14,30/15,00: Mobbing e
stalking occupazionale (Tiziana Beraudi, Presidente A.TOR.A.S. Onlus)
Ore 15,00/15,15: Ruolo del Comitato Unico di Garanzia (Mirella Coen,
Comitato Unico di Garanzia)
Ore 15,15/15,45: Consigliere di Fiducia: ruolo e modalità operative
(Carlo Peyron, Consigliere di Fiducia)
Ore 15,45/16,30: Dibattito - Conduce Gian Piero Porcheddu, Segretario Generale CISL FP A.M. Torino
Canavese
Progettista del corso
Mariella Zambetti
Sebastiano Nicolosi
Responsabili scientifici
Tiziana Beraudi
Mario Caserta
Sebastiano Nicolosi
N
ell’ultimo decennio le denunce di malattie professionali e ifortuni sul lavoro nel
comparto sanitario sono più
che raddoppiate. Le principali tecnopatie che hanno colpito il settore
mostrano un’evoluzione del fenomeno: le più frequentemente denunciate dagli operatori sanitari erano le
dermatiti e le malattie respiratorie,
mentre oggi sono le malattie dell’apparato muscolo-scheletrico dovute
a sovraccarico biomeccanico, movimenti ripetuti e posture incongrue.
Inoltre, vi è il rischio di contrarre patologie infettive.
Ecco una sintesi dei possibili rischi
a cui il personale che opera nel comparto sanitario può essere esposto.
• Farmaci (antitumorali, inalazione di polveri)
Il personale sanitario può essere
esposto a questo rischio quando, per
motivi professionali, effettua la preparazione e la somministrazione di
farmaci.
• Sensibilizzazione al lattice
• Virus da epatite B, virus HIV,
TBC e altre malattie infettive
In ambiente ospedaliero il rischio
biologico è direttamente correlato
all’attività dell’operatore sanitario.
Molte infezioni possono essere contratte in seguito a ferite casuali con
aghi e strumenti taglienti infetti o a
causa del rapporto continuativo tra
il personale sanitario e i malati.
• Infortuni
In ambiente ospedaliero gli infortuni sul lavoro possono essere causati
da cadute, urti, tagli o punture, da
un non corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e delle
apparecchiature elettromedicali.
• Movimentazione manuale dei
pazienti
I disturbi acuti e cronici del rachide
sono assai diffusi tra coloro che devono
assistere persone malate. Gli infermieri sono tra le categorie professionali
più colpite, già nei primi anni di lavoro,
da patologie alla colonna vertebrale.
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
PUBBLIC
Corso Cisl-Fp
sui conflitti nel lavoro
IL PIANO COTTARELLI
N
egli ultimi anni ci sono stati diversi
tentativi di avviare un simile processo, ma solo nelle ultime settimane si è arrivati a definire un elenco
di possibili risparmi che tra 2014 e 2016
possono consentire allo Stato di trovare le
risorse per supportare la ripresa economica attraverso la riduzione del carico fiscale. Questo piano, redatto dal Commissario
alla Spending review Carlo Cottarelli, ha
visto la luce nelle ultime settimane e, ovviamente, è subito cominciato l’esame delle
misure inserite nel documento. È bene precisare, come ha fatto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che il piano Cottarelli
rappresenta solo un insieme di proposte.
Saranno Governo e Parlamento a decidere quali proposte attuare e come attuarle.
Quindi, non è detto che ciò che è stato presentato nel piano debba diventare realtà.
Cinque aree di intervento
Fatta questa necessaria premessa, si può
provare ad analizzare qualche punto della
proposta Cottarelli. Il piano è suddiviso in
cinque aree di intervento: efficientamento
diretto, riorganizzazioni, costi della politica, riduzione trasferimenti inefficienti,
spese settoriali (difesa, sanità, pensioni). Ogni area racchiude singoli interventi
che vengono illustrati a grandi linee nel
documento e per ogni intervento è indicato il risparmio che si intende raggiungere
dal 2014 al 2016. Poiché il documento è
vasto, ci si soffermerà solo su una voce per
ogni area di intervento. Le misure esaminate sono state scelte o per la loro rilevanza finanziaria o per l’importanza sociale.
1. Efficientamento diretto
Il piano Cottarelli è
suddiviso in cinque
aree di intervento:
efficientamento
diretto,
riorganizzazioni,
costi della
politica, riduzione
trasferimenti
inefficienti, spese
settoriali (difesa,
sanità, pensioni). Ogni area
racchiude singoli
interventi che
vengono illustrati
a grandi linee nel
documento e per
ogni intervento è
indicato il risparmio
che si intende
raggiungere dal
2014 al 2016
misure, nel 2015 si ipotizza un risparmio
di 500 milioni e nel 2016 si sale fino ad una
riduzione di 2 miliardi. All’interno del capitolo ‘Efficientamento diretto’ questa voce
sarà la seconda per rilevanza nel 2016, su
un totale di 12,1 miliardi. Vediamo nello
specifico come vengono spiegate le misure
che conducono ad un risparmio cumulato
di 2,5 miliardi nel prossimo biennio.
Per determinare un risparmio di «almeno»
2 miliardi nel 2016 si sottolinea la necessità di «calibrare le risorse che vanno ai
comuni in base ai costi di chi è efficiente».
Si aggiunge che «ora i costi standard sono
usati per ripartire le risorse totali e non
per determinare il totale».
Questa misura, quindi, intende utilizzare
come metro di paragone a livello nazionale i comuni più efficienti e determinare in
base al livello delle loro spese sia l’ammontare totale che l’allocazione delle risorse da
destinare ai comuni. È indubbiamente un
modo per stimolare le amministrazioni locali ad essere più efficienti. Se questa metodologia fosse applicata, si avrebbe un pari
trattamento teorico tra tutti i comuni, visto
che tutti dovrebbero avere la stessa efficienza nell’utilizzare le risorse. I comuni non
efficienti mostrerebbero immediatamente
degli scompensi nei conti e i cittadini potrebbero immediatamente capire se la loro
amministrazione locale è efficiente o no.
Un rischio che si può ravvisare in questa
impostazione, risolvibile a livello politico, è
che accanto alla standardizzazione dei costi
e, quindi, all’efficienza non si dovrebbe dimenticare che compito dello Stato è anche
quello di supportare i comuni che operano
In questo primo nucleo di misure l’attenzione è posta al capitolo ‘Fabbisogni standard
dei comuni’. I risparmi che potrebbero essere garantiti da questa voce sono crescenti
nel tempo: per il 2014 non sono previste
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
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Spending review:
istruzioni per l’uso
in aree difficili con una destinazione aggiuntiva di risorse. Si potrebbe
ipotizzare che parte dei risparmi della spending review a livello centrale
possa essere destinata a quei comuni
che, pur rispettando le best practices
nella gestione e destinazione delle risorse, abbiano necessità di ulteriore
supporto finanziario.
2. Riorganizzazioni
All’interno di questa voce, che nel
2016 dovrebbe garantire 5,9 miliardi di risparmi, ha destato interesse
l’obiettivo ‘Sinergie corpi di polizia’.
La spending review di Cottarelli da
questo intervento fa derivare risparmi di 1,7 miliardi di Euro nel 2016.
Anche in questo caso si tratta della
seconda voce per rilevanza all’interno del capitolo ‘Riorganizzazioni’.
Nella scheda dedicata ai corpi di polizia il testo menziona in avvio alcuni
dati: l’esistenza di 5 forze di polizia;
il loro costo complessivo di 20 mi-
liardi; il numero elevato di unità di
polizia in Italia nel confronto internazionale. Alla scheda viene affiancato anche un grafico da cui emerge
che il numero di unità di polizia ogni
100.000 abitanti in Italia, pari a 466,
è di circa 150-160 unità superiore a
quello di Francia (312,4) e Germania
(298,1). Tra le grandi economie, la
Spagna ha un numero superiore all’Italia di unità di polizia per 100.000
abitanti, pari a 533,8. Nel grafico
sono mostrati anche i dati di Finlandia (148,8), Norvegia (159,3) e Danimarca (192,8) che, si spera, non vengano prese come obiettivo, visto che
è impensabile un paragone tra la realtà italiana e quella di questi Paesi.
Dopo aver sottolineato questi valori, numero elevato, esistenza di 5
forze di polizia e costo complessivo,
il team di Cottarelli, però, si limita
a dire che il risparmio di 1,7 miliardi previsto nel 2016 deriva «solo
da efficientamento delle polizie individuali (anche senza sinergie)».
Quindi, se l’interpretazione del documento è corretta, il risparmio non
presuppone accorpamenti di forze o
rivisitazioni dei compiti, ma si ottiene semplicemente chiedendo ai vari
corpi di polizia una riforma di spesa
al fine di ricavare i risparmi indicati
(0 nel 2014, 800 milioni nel 2015 e
1,7 miliardi nel 2016). Se ne deduce
che su questa voce i risparmi potenziali, almeno nell’ottica di chi ha preparato il documento, potrebbero essere più cospicui di quanto indicato.
3. Costi politica
Il terzo macro capitolo di risparmio
presentato nel documento è quello relativo ai costi della politica. È
da sottolineare che tra i cinque
capitoli quello dei costi della
politica contribuisce di meno in
termini assoluti, solo 900 milioni nel 2016. In un recente dibattito parlamentare, il Presidente del
Consiglio Matteo Renzi è intervenuto su una delle voci di risparmio
previste, facendo riferimento al futuro del CNEL (Consiglio Nazionale
dell’Economia e del Lavoro) e auspi-
cando che si riesca a cancellare enti
e organi ormai superati. L’intervento di Renzi era riferito ad una voce
presente nel documento e intitolata
‘Organi costituzionali e a rilevanza
costituzionale’. I possibili risparmi
legati alla rimodulazione della spesa in questo ambito ammontano a
200 milioni nel 2014, 400 milioni
nel 2015 e 500 milioni nel 2016.
Un aspetto molto interessante è che
nel documento viene rimarcato con
un grafico che, al netto della spesa per
le pensioni, mentre le Amministrazioni Centrali hanno registrato un calo
del 10 per cento delle spese tra 2009
e 2012, Camera, Senato, Corte Costituzionale, altri organi costituzionali
e di rilievo costituzionale hanno conservato lo stesso livello di spesa o lo
hanno addirittura innalzato.
Il problema di fondo legato a questi
possibili risparmi, così come evidenziato nello stesso documento, è
che la responsabilità delle spese è in
capo agli stessi organi costituzionali
e non è del Governo. Di conseguenza, il Governo, pur volendo, non può
agire direttamente su queste uscite.
Quindi, seppur come voce non abbia
una grande incidenza, la prudenza
avrebbe consigliato di eliminare tale
indicazione dal totale dei possibili
risparmi utilizzabili dal Governo,
visto che quest’ultimo non ne ha un
controllo diretto.
4. Riduzione
trasferimenti
inefficienti
Il quarto capitolo della spending review si occupa dei trasferimenti dallo
Stato a imprese e cittadini. Da queste
voci si ipotizza un risparmio che cresce gradualmente da 2 miliardi nel
2014 a 7,1 nel 2016. Di particolare
interesse è la riduzione del ‘Trasferimento a imprese’ da parte dello Stato,
che è la voce più cospicua nei tre anni
(1 miliardo nel 2014, 1,6 nel 2015 e
2,2 miliardi nel 2016). Questa riduzione non è ottenuta considerando
il totale della spesa aggredibile, che
viene indicata in 16 miliardi, ma fo-
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PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014
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IL PIANO COTTARELLI
calizzandosi solo su alcune voci, che
ammontano a 3,7 miliardi di euro. Di
queste spese aggredibili la più elevata
è rappresentata dai trasferimenti per
l’autotrasporto, circa 2 miliardi. Le
altre voci su cui è possibile intervenire sono i trasferimenti all’agricoltura e artigianato (circa 300 milioni di
trasferimenti), all’editoria (cui sono
destinati un po’ più di 200 milioni), all’istruzione (350 milioni), allo
spettacolo (che ora riceve più di 100
milioni), a TV e radio (90 milioni di
trasferimenti). Nella scheda relativa
a questi trasferimenti si precisa che
spetterà alla politica decidere quali trasferimenti ridurre o azzerare e
come procedere nel corso del triennio per giungere fino all’obiettivo di
2,2 miliardi di minori trasferimenti
nel 2016.
Data la delicatezza di questo punto, è
plausibile attendersi proteste in vari
e settori e specialmente nel settore
dei trasporti, visto che rappresenta
da solo più del 50 per cento dei trasferimenti indicati come aggredibili.
2016 pari a 1,5 miliardi di euro. Su
questa voce, però, non vengono forniti dettagli specifici. Il documento
indica solo che tra le misure rientra
una «maggiore deindicizzazione delle pensioni dal 2015». Ciò significa
che si suggerisce di ridurre ulteriormente la rivalutazione delle pensioni
in base all’andamento dell’inflazione,
a detrimento del potere d’acquisto
dei pensionati. La deindicizzazione
è solo una delle voci che la spending
review dedica alle pensioni. Infatti,
considerate tutte le voci, nel 2016 il
risparmio sulle pensioni contenuto
nella proposta Cottarelli dovrebbe
arrivare a 3,5 miliardi.
Questo comportamento aggressivo
sul comparto pensionistico viene
giustificato nel documento sulla base
di alcuni dati. Il primo dato presentato è il più elevato tasso di sostituzione delle pensioni italiane (cioè il
rapporto tra ultimo reddito da lavoro
e prima pensione). In Italia il valore
è superiore al 70 per cento, mentre
in Germania è al 42 e in Francia al
64. Si aggiunge che la spesa pensionistica in Italia nel 2012 era pari al
15,6 per cento del Pil, superiore agli
altri Paesi europei (Germania: 11,5;
Francia: 14,3; Spagna 10,3). Un’altra
evidenza che giustificherebbe l’intervento sulle pensioni è che in Italia la
percentuale di pensioni di alto importo è superiore rispetto alla Germania nonostante il reddito tedesco
sia più elevato di quello italiano. Per
ultimo, si sottolinea che una quota
elevata delle pensioni viene risparmiata e che il risparmio delle famiglie dei pensionati è più elevato di
quello delle altre famiglie.
5. Spese settoriali
L’ultima nota riguarda il capitolo sulle ‘spese settoriali’. In questo caso il
risparmio previsto sale dai 2,2 miliardi del 2014 fino ai 7,9 del 2016. Tra
le sette voci su cui è possibile risparmiare è inclusa anche ‘indicizzazione
pensioni’, con risparmio possibile al
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IL PIANO COTTARELLI
SPEnding REVIEW
S
ul pubblico impiego l’intervento indicato da Cottarelli
prevede la chiusura o razionalizzazione di una serie di enti
e amministrazioni, con un “effetto esuberi” di circa 85mila addetti,
equivalenti a un costo di 3 miliardi.
Mentre la capienza di un ritorno al
blocco totale del turn over (ipotizzabile come alternativa) equivarrebbe
a circa 90mila minori assunzioni.
Confermato poi il taglio degli stipendi dei dirigenti per 500 milioni.
Ma sugli stipendi spunta un’altra
proposta di legge, firmata da Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera: prevede tagli temporanei e progressivi,
finalizzati al pareggio di bilancio,
sugli stipendi oltre i 60, 70 e 80mila
euro lordi: risparmi netti 2,5 miliardi l’anno nel triennio.
no affatto bene”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni nel corso del Comitato
Esecutivo della Cisl, riunito a Roma
per valutare i primi provvedimenti
del Governo. “Se il Governo Renzi
non vuole confrontarsi con il sindacato, e le altre parti sociali, ce ne faremo anche noi una ragione. Non ci
strapperemo, insomma, le vesti. Noi
faremo il nostro mestiere, orientando con le nostre opinioni il giudizio
dei lavoratori e dei pensionati sulle
scelte di questo Governo, su quello
che fa e quello che non fa. Quanto
al merito delle dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica, Madia, noi pensiamo che farebbe bene
umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché
della chiacchiera generale”.
Pa, Faverin a Madia:
“Non c’è tempo?
Non credo, la Pa si
riorganizza insieme ai
lavoratori”
“Non credo che un ministro intelligente come Marianna Madia, che
ci ha chiesto di aiutarla nel difficile
compito di riorganizzare e innovare
le amministrazioni pubbliche, non
trovi l’interesse e il tempo di farlo
insieme ai lavoratori e professioni“Dico alla mia collega Camusso di
non essere affatto preoccupata se
il Governo e i suoi ministri non ritengono di confrontarsi con il sindacato. Più che parlare con i vari
ministri, noi andremo a parlare
con la gente, con i lavoratori, con i
pensionati, spiegando quello che di
positivo farà il Governo Renzi ma
anche le cose negative che non van-
sti della Pa”. Così Giovanni Faverin,
segretario generale della Cisl Fp, risponde alle dichiarazioni del ministro della Pa.
“I lavoratori pubblici sono i primi a
voler indicare la strada per eliminare gli sprechi e rendere più veloce e
produttiva la macchina pubblica. E
i primi a voler costruire insieme un
vero piano industriale per la Pa che
vada oltre i suggerimenti del commissario alla spending review Carlo Cottarelli” aggiunge il segretario
della funzione pubblica Cisl.
“Facciamo un piano vero, partiamo
dalle competenze che servono, dai
nuovi profili di cui il Paese ha bisogno, dall’inserimento dei giovani e
dalla formazione del personale in
servizio. E poi parliamo di piani di
razionalizzazione, di riorganizzazione degli enti, di contrattazione
nazionale e integrativa”, rilancia
concludendo Faverin.
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Per la Cisl manca
un’idea chiara di riorganizzazione