M e dig n i z a g a i ta l e PUBBLIC Periodico sindacale della CISL Funzione Pubblica Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta n. 4 / 28 Marzo 2014 Verità nascoste I n questo clima politico - dove tutto pare fattibile e le scelte del governo, se pur non concordate con le parti sociali, vanno nella direzione espressa anche dal Sindacato - quali sono le verità nascoste? Una collega, nella sua etica, che scherzosamente definivo talebana, per principio si rifiutava di non dire la verità, preferendo omettere la realtà. Qualcosa del genere sta succedendo nel Paese! Tutti sappiamo, o almeno intuiamo, che uscire dalla crisi non sarà facile, che occorrerà fare ancora sacrifici e che ci saranno ancora prezzi alti da pagare. Eppure, ci ostiniamo a credere che le ricette che ci vengono presentate siano la bacchetta magica, una sorta di “passepartout” che ci porterà al di là del guado e della palude. Sarebbe bello fosse così! Rinnovare i contratti scaduti da 6 anni, fare una riforma epocale della Pubblica Amministrazione, riprenderci quella contrattazione aziendale per dare sostanza alle nostre idee, far funzionare la concertazione per avere un Paese con meno lacci e lacciuoli, riuscire a far incontrare la buona politica con un buon sindacato al tavolo di contrattazione aziendale nelle Asl, nei Comuni e negli Enti Centralizzati. Vogliono farci credere che “un uomo solo al comando” possa risolvere la situazione; che una mattina ci si possa alzare e trovare l’uovo di colombo; che, in men che non si dica, si riesca a far funzionare la macchina pubblica, ad avere dirigenti che dirigono, servizi che rispondono in pochi minuti ai problemi del cittadino, dell’imprenditore e dell’artigiano. le Sp e c ia Torino pag. 3 Croce Rossa Italiana, lavoratori verso lo sciopero pag. 4 Vertenza “Polo Reale” pag. 6 Sì al referendum ma fuori orario pag. 8 Zanetta, nuovo direttore Città della Salute pag. 9 Coordinamento regionale OSS pag. 10 Corso sui conflitti nel lavoro le S p e c i a i n g r ev i ew Sp end pag. 11 Istruzioni per l’uso pag. 14 Per la Cisl manca un’idea di riorganizzazione Con i se e con i ma non si costruisce nulla e ho timore che la Spending review la pagheranno soltanto i lavoratori della PA. Si parla tanto dei tagli che il commissario Cottarelli avrebbe già indicato al Governo per recuperare risorse economiche dalla PA e per rendere più efficaci ed efficienti i servizi pubblici. Ancora una volta, vogliono farci credere che “un uomo solo al comando” possa risolvere la situazione; che una mattina ci si possa alzare e trovare l’uovo di colombo; che, in men che non si dica, si riesca a far funzionare la macchina pubblica, ad avere dirigenti che dirigono, servizi che rispondono in pochi minuti ai problemi del cittadino, dell’imprenditore e dell’artigiano. Tutto questo senza chiedere ai lavoratori della PA che cosa pensano e propongono per far funzionare meglio la “propria” azienda, il proprio ente e il proprio ufficio. Questo Governo ha voluto rompere alcuni schemi. Schemi che sono tali per chi è abituato a fare della politica e, perché no, del sindacato, un mestiere e non un’esperienza. Sinceramente non sono preoccupato, meravigliato stupito o contento che si usino le slide per presentare la manovra di governo - sono almeno 10 anni che usiamo le slide per fare corsi di formazione, per spiegare accordi sindacali, per illustrare le nostre strategie: se lo facciamo noi peones, perché non lo dovrebbe fare un presidente del Consiglio? Sono invece preoccupato, meravigliato, stupito e scontento che nessuna slide parli del ruolo della Pubblica amministrazione, della fine del lavoratore pubblico e dei servizi pubblici. Cosa fare allora se, pur cambiando i metodi, la sostanza non muta? Certamente non stare alla finestra! Occorre che i tagli della Spending review alla PA li indichiamo noi, che spieghiamo alla politica come dovrebbe lavorare un’azienda pubblica, come si deve riorganizzare, come deve mettersi sul mercato dei servizi. Non nascondiamo questa verità: senza la compartecipazione (termine blasfemo che sa di bestemmia per una parte del sindacalismo nostrano) dei lavoratori alla riforma della PA, noi siamo perden- IL DIARIO DI PUBBLIC ti; noi e solo noi lasceremo i morti sul campo. Ovviamente anche la politica “popolar-rivoluzionaria” del governo Renzi pensa di fare da sola e soprattutto a meno del sindacato, dei lavoratori e della loro partecipazione. Non illudiamoci! Anche se il governo è composto da giovani e da neofiti della partitocrazia, il metodo di pensare che facendo da soli si fa meglio è insito nel proprio dna della politica nazionale, in quanto il potere è eccitazione alla stato puro e pensare che questo strumento lo si debba dividere con altri crea sconforto e tristezza. Senza indugi e senza vittimismo, occorre fare proposte, presentare idee, coniugare il presente “mal funzionante” della PA con un futuro in cui la PA diventi veramente volano della ripresa e dello sviluppo del Paese. Ancora una volta toccherà a noi, lavoratori del pubblico, trasformare questa “armata Brancaleone” in una nave spaziale (Star Trek?) per un viaggio interstellare. Difficile? Almeno proviamoci! Gian Piero Porcheddu a cura di Roberta Potenza 2 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC verità NASCOSTE ENTI CENTRALIZZATI “E’ il primo caso Electrolux del pubblico impiego”. Così le federazioni di categoria di Cgil Cisl Uil e Cisal stigmatizzano le “proposte irricevibili” che si sono visti mettere di fronte dai vertici della Croce rossa italiana, ente pubblico sottoposto alla riforma che lo trasformerà in associazione di diritto privato: “nessuna garanzia sui livelli occupazionali, minaccia di una riduzione dei salari, già bassi, e una assoluta precarietà dei contratti a termine”. Nessuna garanzia su livelli occupazionali, riduzione dei salari, già bassi, e assoluta precarietà dei contratti a termine. Funzione pubblica e Salute, e la Conferenza delle Regioni”. L’accordo era quello di gestire il passaggio contrattuale dei lavoratori, dal pubblico al privato, in modo che tutti vedessero salvaguardati diritti e retribuzioni. Poi, la doccia fredda: “Applicazione immediata del contratto Anpas, norme di raccordo risibili, nessuna tutela dei contratti a tempo determinato. Il tutto senza alcun intervento né sulla spesa improduttiva delle strutture, né sul miglioramento dei servizi. Con il rischio di una paralisi totale”. “E’ inaccettabile” rincarano i sindacati che stanno già attivando le azioni legali e le procedure per uno sciopero nazionale. “Scenderemo in piazza con tutti gli operatori della Croce rossa e ci mobiliteremo finchè non saranno riconosciute le legittime aspettative dei lavoratori: salvaguardia dei posti di lavoro, tutela retributiva, riorganizzazione dei servizi di emergenza e soccorso su tutto il territorio nazionale”. PUBBLIC Progetto editoriale Rocco Zagaria Progetto grafico Andrea Pellissier Una chiusura netta da parte della Cri che ha portato Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Cisal-Fialp all’interruzione immediata delle trattative e a indire un crescendo di mobilitazioni: il 31 marzo con presidi regionali davanti alle sedi Cri e iniziative di sensibilizzazione verso gli assessori alla Salute delle Regioni e il 4 aprile con una manifestazione nazionale. “La Croce rossa ha fatto carta straccia degli impegni presi e formalizzati nel protocollo d’intesa del 27 febbraio scorso. E ora vuole scaricare il peso di decenni di cattiva gestione sulle spalle dei lavoratori. Per questo chiameremo in campo anche i ministri vigilanti, Proposte irricevibili per i sindacati che hanno indetto presidi regionali il 31 marzo e una manifestazione nazionale il 4 aprile Comitato di redazione: Santina Pantano, Gabriele Bertocchi, Jean Dondeynaz In redazione: Alessandro Bertaina, Andrea Cappello, Mario Caserta, Paolo Decembrino, Bruno Della Calce, Paola Famà, Domenico Mafera, Tiziana Matturro, Riccardo Negrino, Gian Piero Porcheddu, Fabrizio Sala e Rocco Zagaria Segretaria di redazione Roberta Potenza 3 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Croce Rossa Italiana, lavoratori verso lo sciopero ENTI CENTRALIZZATI C DEFINIZIONE he cos’è? E’ un progetto partito anni or sono a Torino. Esso si propone di metter in connessione 6 istituti museali dislocati in un’area vasta ma omogenea e delimitata della città. Realizzare un percorso unico, con un unico biglietto e utilizzo personale inserito in un unico bacino. I 6 Istituti museali però afferiscono a 3 Soprintendenze diverse più una Biblioteca reale e il personale fa capo ai rispettivi titolari. Il Polo reale è quindi solo un progetto ma non è una entità giuridica, non è un polo unico museale come altre esperienze italiane perché i sei Istituti, ancorché collegati e da connettere fanno capo a direttori diversi. Per far diventare il Polo reale un unico muso ci vuole una legge dello Stato…che prima sopprime i musei e poi ne genera uno solo. Questo passaggio non è un atto burocratico ma una decisione politica perché deve generare un nuovo centro di costo che si aggiungerebbe alle 3 Soprintendenze esistenti. PROBLEMATICHE E CRITICITA’ La vertenza sindacale è nata perché da quello che doveva esser un ruolo di coordinamento e controllo del direttore regionale, si è passati a una attività di gestione tesa ad esautorare i titolari. E’ un modus operandi che va in contrasto con le recenti linee di riforma del Ministero tese a restituire le competenze tecnico-scientifiche ai soprintendenti e a far arretrare l’ingombrante presenza delle direzioni regionali. Un dibattito molto forte c’è stato l’estate scorsa in cui si parlava addirittura di abolire la figura dei direttori regionali. Insomma ogni istituto ha una sua identità, storia e funzione distinte e la realizzazione del percorso unico non potrà mai comportare l’appiattimento e la offerta di contenuti culturali unificati. Insomma sappiamo bene che ogni museo ha una sua precisa funzione e non è unificando i percorsi e le barriere architettoniche che si realizza un polo unico. Percorso unificato sì, ma identità diverse da rispettare. RICADUTE Gli eventi, le aperture e tutta la attività che si dovessero in futuro svolgere all’interno delle istituzioni museali potrebbero comportare livelli di abbassamento della tutela e sorveglianza in quanto il progetto prevede di accorpare le cabine di regia e ridurre notevolmente i tempi di intervento in caso di eventi dannosi. La Galleria Sabauda ad esempio triplicherà gli spazi allestiti e avrà una dotazione di 5.000 opere. Abbiamo il diritto di capire come avverrà la gestione del personale, come saranno organizzate le aperture. Inutile poi dire che l’offerta culturale richiede programmazione e perché no anche “corporate strategy” per attrarre visitatori. INADEMPIENZE Non è stato presentato un piano dettagliato, un crono-programma e non c’è nessun coinvolgimento del personale. Anzi, si ipotizza la indizione di una gara di appalto per i servizi aggiuntivi e tra questi il servizio di accoglienza, l’accompagnamento e quindi la progettazione e creazione di eventi a cura di soggetti esterni. Questo è un punto sul quale si darà battaglia poiché una ottimale gestione e allocazione delle risorse consente di utilizzare e valorizzare al meglio moltissime professionalità interne oggi disorganizzate e di svolgere anche una parte di quei servizi. OBIETTIVI Ricondurre su un piano di trasparenza la vicenda, assumere comportamenti corretti tra parte pubblica e sindacale nella gestione e organizzazione del lavoro, indicare un piano e un percorso che consenta di capire la formula giuridica del progetto e il futuro assetto. Bruno Della Calce 4 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Scontro sul “Polo Reale” ENTI CENTRALIZZATI I l prossimo 3 aprile il Prefetto di Torino ha convocato il tavolo di conciliazione per la vertenza del Polo reale. Ci sarà anche il direttore regionale, Mario Turetta e CgilCisl-Uil sono pronte a confermare punto per punto le loro richieste. “Vogliamo - fanno sapere Osvaldo Di Fronzo (Cgil), Bruno Della Calce (Cisl) e Gaetano Di Marino (Uil) massima trasparenza nella gestione organizzativa, il piano operativo (crono programma) e il progetto globale. Vogliamo inoltre sapere dalla Direzione regionale in che modo intende valorizzare il personale senza ricorrere necessariamente a servizi esterni”. Alcuni giorni fa sono intervenute sulla vicenda anche le segretarie nazionali di Cgil-Cisl-Uil Funzione Pubblica che hanno inviato al Capo di Gabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali una lettera nella quale chiedono un intervento di alto profilo politico per fare chiarezza su tutta questa vicenda. I sindacati nazionali vogliano capire se le modalità con le quali si è proceduto sinora per il progetto “Polo reale” siano conseguenti ad un indirizzo di riorganizzazione proveniente dagli Uffici Centrali del Ministero e se tale riorganizzazione sia prevista nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione del MIBACT, in quanto al momento non si rileva nessun atto normativo emanato in tal senso. Cgil, Cisl e Uil intervengono anche sui numeri relativi alle presenze nei musei che fanno parte del Polo. Il Direttore regionale aveva dichiarato in un articolo pubblicato sul sito della Stampa l’1 marzo 2014 che gli ingressi erano 420 mila l’anno: «…pari al doppio di quanto riuscivano a quantificare nel 2010 i cinque musei separati.» “Ad onor del vero - sostengono i sindacati - i dati ufficiali e certificati, verificabili dal sito Statistica del MIBACT dicono questo: 2010: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 306.426 2011: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 417.603 2012: il totale dei visitatori dei “musei separati” è 310.434 2013: il totale dei visitatori del “Polo Reale” è di 243.333 (dati rilevati su http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei.htm) Le cifre sono chiare: a dispetto di quanto dichiarato dal direttore regionale, la domanda dell’utenza sembra preferire il sistema organizzativo precedente, in quanto il mantenere l’opportunità di scelta - e dell’identità specifica dei musei - soddisfa maggiormente i visitatori”. al capo di gabinetto del Ministero S ig. Capo di Gabinetto, Prof. Giampaolo D’ANDREA Le inviamo, per opportuna conoscenza, copia del comunicato unitario e del verbale di concertazione sottoscritti dalle Federazioni Terrieoriall di Torino e conseguenti ad un incontro negoziale con il Direttore regionale del Piemonte. AI riguardo, nel condividere integralmente le considerazioni contenute nei documenti allegati, le scriventi ritengono opportuno un urgente chiarimento circa le modalità con le quali si è proceduto alla costituzione del cosiddetto Polo Reale, se tali modalità sono conseguenti ad un indirizzo di riorganizzazione proveniente dagli Uffici Centrali del Ministero e se tale riorganizzazione è prevista nell’ambito del più generale processo di riorganizzazione previsto per il MIBACT. Quanto sopra considerato che di tale costituzione non si rileva alcun atto normativo né nella predispositione della bozza del DPCM poi ritirata dall’ex Ministro Bray né nel DPCM successivamente approvato ed in corso di registrazione presso gli Organi di Controllo competenti. Nel rimanere in attesa di formale riscontro si porgono distinti saluti. 5 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Cgil-Cisl-Uil: Lettera delle “Sul Polo Reale vogliamo segreterie massima trasparenza” nazionali COMUNE TORINO Porcheddu: “Sì al referendum ma fuori dall’orario di lavoro” Venti postazioni di telelavoro in più a Palazzo di Città S egretario Porcheddu è vero che la Cisl non vuole più il referendum al Comune di Torino? Noi sosteniamo che non si possano buttare ore e risorse per fare un referendum inutile. Si vuole fare lo stesso? Va bene! Facciamolo pure, ma fuori dall’orario di lavoro. Mi sembra una proposta di buon senso. Avviare una consultazione a quasi un anno dalla firma dell’accordo, la cui efficacia è già stata resa operativa dall’attuazione dell’accordo stesso e da altre intese condivise da tutte le sigle sindacali confederali è un po’ assurdo. Che ne sarà del salario accessorio, di quello di produttività delle indennità senza l’accordo di luglio? Non credo si possa ottenere di più di quello che abbiamo ottenuto a luglio dopo una discussione durata due mesi al tavolo di trattativa. Inoltre l’accordo, in questi mesi, è stato ulteriormente migliorato con intese integrative condivise da tutte le sigle sindacali, comprese quelle che non hanno firmato a luglio! Che cosa propone, allora, la Cisl per chiudere una volta per tutte questa partita? Noi non mettiamo alcun veto a indire lo svolgimento del referendum, anzi siamo dell’opinione che possiamo iniziare le procedure anche domani, ma fuori dall’orario di lavoro. Non possiamo utilizzare il 90% dei permessi sindacali per un esercizio puramente accademico che serve aqualcuno per lavarsi la coscienza. Che cosa replica a chi invece insiste per farlo? è importante dire ai lavoratori cosa ci sia di alternativo e migliore all’accordo sottoscritto a luglio 2013. Non mi risulta che in altri comuni metropolitani siano stati firmati accordi più convenienti. Non serve a nessuno strumentalizzare la nostra posizione. A settembre eravamo favorevoli con un accordo ancora da applicare e lo siamo ad accordo già applicato. 6 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC I l giorno 10 marzo 2014 al comune di Torino è stato siglato il secondo accordo sul telelavoro. A seguito dell’esperienza positiva del progetto telelavoro “To. com” anno 2013, i componenti Cisl del CUG (Comitato unico di garanzia) del comune di Torino, Caterina Messina e Giovanni Vaschetto, hanno proposto ed ottenuto di ripeterla per l’anno 2014. L’amministrazione ha accettato di promuovere queste forme di flessibilità di organizzazione del lavoro, attivando 20 nuove postazioni di telelavoro. Il bando sarà aperto a tutti i dipendenti del comune di Torino ad esclusione del personale Dirigente, delle P.O. (Posizioni organizzative) e della A.P. (Altre professionalità). Le domande verranno valutate dall’apposita commissione istituita dal servizio centrale organizzazione e composta da due rappresentati del servizio medesimo e da un rappresentante del CUG. Si formerà una graduatoria basata sui seguenti parametri: - situazione dei disabilità psicofisica di invalidità o di patologie certificate che rendano disagievole il raggiungimento del luogo di lavoro; - titolari di permessi ex legge n. 104/1992 per l’assistenza di parenti e affini con gravita grave; - maggiore tempo di percorrenza dell’abitazione di residenza del dipendente alle sede di lavoro; - esigenza di cura figli minori di anni 8. I punteggi saranno attribuiti dalla commissione. La spesa per apparecchiature informatiche del software e della rete presso il domicilio del dipendente sono a carico del Comune di Torino. Caterina Messina COMUNE TORINO Nuovi orari e nuove opportunità colare significato nel percorso verso la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, principi da sempre al centro della politica sindacale della Cisl Fp. La scelta del cambio di profilo orario dovrà avere il consenso del dirigente di appartenenza e non dovrà considerarsi “un diritto”, bensì una “possibilità”. Ecco i profili orari PROFILO 1 36 ore settimanali così ripartite: - n. 3 giornate di 6 ore - n. 2 giornate di 9 ore. PUBBLIC È in discussione, in questi giorni, tra le Cgil, Cisl e Uil e la delegazione trattante di Parte pubblica del Comune di Torino, la possibilità di istituire, in forma sperimentale, nuovi profili orari. La proposta concertata tra le parti ha l’ambizioso obiettivo di andare incontro alle esigenze dei lavorato- PROFILO 2 36 ore settimanali così ripartite: - n. 2 giornate di 6 ore - n. 3 giornate di 8 ore. ri e delle loro famiglie e migliorare, nel contempo, l’organizzazione del lavoro dell’Ente incrementando la qualità, già eccellente, dei servizi offerti quotidianamente ai cittadini dai lavoratori del Comune di Torino. La Cisl Fp del Comune di Torino - attenta alle innovazioni e a tutto quello che può migliorare la vita lavorativa dei colleghi - è fortemente impegnata, insieme alle proprie Rsu, a concludere positivamente questa trattativa. L’accordo, che permetterebbe ai lavoratori in maniera assolutamente facoltativa di poter scegliere tra l’orario tradizionale e due altre possibili opzioni, assumerebbe un parti- Il lavoratore che opta per la modifica del proprio profilo orario, oltre alla garanzia di non essere trasferito, potrà liberamente scegliere di ritornare all’orario tradizionale. L’accordo, che stiamo cercando di portare in porto, è l’ennesima dimostrazione che la Cisl Fp è impegnata ogni giorno ad affermare il primato della persona sul lavoro. Cristiano Farina Regole per la gestione dei profili orari 1 e 2 - adesione su base volontaria -nullaosta del dirigente di riferimento - per gli uffici aperti al pubblico: a) obbligo di alternanza tra i colleghi o b) ridefinizione degli orari di apertura sportello - si mantiene flessibilità in entrata dalle 8 alle 9.30 (ove prevista) - nelle giornate di 6 ore: no diritto al pasto e divieto di lavoro straordinario - no scorrimento - no richiesta di spostamento della giornata corta. 7 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 SPECIALE SANITA’ Zanetta, nuovo direttore Città della Salute G ian Paolo Zanetta è stato nominato direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Prende il posto del dimissionario Angelo Del Favero. L’incarico, proposto dall’assessore Ugo Cavallera e concordato con il rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, avrà una durata di tre anni dal 1 aprile prossimo. Zanetta ha già ricoperto i ruoli di direttore generale dell’Asl di Alessandria e direttore amministrativo dell’Asl di Novara. Ma la nomina di Giampaolo Zanetta a direttore generale della Città della Salute di Torino secondo la capogruppo Fds (Federazione della sinistra) in Consiglio regionale ed ex assessore alla Sanità Eleonora Artesio è illegittima. “La designazione - spiega Artesio - contrasta infatti con l’articolo 5 del decreto legislativo 39 del 2013, che prevede che ‘gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sani- tarie locali non possono essere conferiti a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionalè. Ed è questo proprio il caso delle Federazioni, di cui Zanetta era uno dei direttori, motivo per cui non può ora ricoprire l’incarico presso le Molinette”. “Avevo già segnalato questo problema in sede di discussione della legge finanziaria - aggiunge - chiedendo che fosse inserito un emendamento per maggior chiarezza, ma la maggioranza aveva risposto che c’era la legge e che quindi non c’era la necessità. Il risultato è quello che oggi vediamo”. F uturo difficile per la sanità europea. Senza l’adozione di misure opportune, entro il 2020 ci sarà una carenza di circa 1 milione di operatori sanitari, che potrebbe raggiungere i 2 milioni considerando anche il personale ausiliario e l’assistenza a lungo termine. Il che significa che il 15% della domanda di assistenza rimarrà scoperta. È questa la stima della Commissione Europea, rielaborata nel rapporto Amref-Healthworkers 4 all. Una situazione che è il frutto di diversi fattori. Primo il pensionamento di gran parte dei medici, che entro il 2020 dovrebbe raggiungere il 3,2%, e una situazione simile è prevedibile anche per gli infermieri, la cui età media ora è di 41-45 anni. Ad influire anche condizioni di lavoro insoddisfacenti e salari bassi (ridotti a Cipro, in Irlanda, Lituania, Portogallo e Romania o congelati nel Regno Unito e Slovenia). Se alla carenza di personale in Europa finora si è supplito con l’assunzione di professionisti extracomunitari, ora ciò non basta più perchè questi sono in calo, anche a causa di una legislazione più restrittiva e della crisi economica. 8 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Entro 2020 in Europa mancheranno un milione di operatori SPECIALE SANITA’ B uona partecipazione dei nostri referenti Oss dei territori al primo coordinamento regionale dell’anno. La riunione è stata promossa per fare il punto sulla situazione del coordinamento e per avviare proposte ed iniziative indirizzate alla professione. La relazione introduttiva del segreta- to nell’area socio-assistenziale e un gradito sbocco della professione. Tutti gli interventi hanno confermato la bontà della proposta della nostra segreteria nazionale di impegnarsi con forza e determinazione per il trasferimento dal ruolo tecnico al ruolo sanitario della figura dell’OSS. rio regionale Gian Piero Porcheddu, ha posto in evidenza il resoconto sulla trattativa regionale in merito alla sperimentazione dei corsi di formazione per OSS complementari; l’iniziativa nazionale per trasferire, nella sanità pubblica dal ruolo tecnico al ruolo sanitario, la figura dell’OSS e i percorsi formativi della professione. Nel dibattito si è ribadita la necessità di proseguire tutte le iniziative del caso per far assumere alla Regione, oramai con la nuova Giunta che uscirà dalle prossime elezioni, l’impegno certo per avviare la sperimentazione dei corsi di formazione per OSS complementare, figura professionale molto importante, soprattut- Questo risultato porterebbe un giusto riconoscimento a una figura che lavora direttamente sul paziente e fornisce servizi alla persona di tutto rispetto e altamente qualificati. È emersa infine la difficoltà di far accettare questo nuovo posizionamento delle figura nel ruolo sanitario ai colleghi che già fanno parte del ruolo. Proprio su questo punto - collaborazione e sinergia con gli operatori sanitari del comparto - il gruppo ha avviato la discussione più “sentita e partecipata”, che ci sprona a elaborare e poi proporre ai nostri iscritti, dei momenti formativi per tutto il personale coinvolto nei servizi alla persona. Corso sulla performance aziendale e sull’articolo 16 N ei giorni scorsi la segreteria regionale ha promosso, in collaborazione con le segreterie territoriali, un corso di formazione di mezza giornata, sui temi della performance aziendale e dell’articolo 16 nel comparto della Sanità pubblica. Agli incontri sono state chiamate le RSU che partecipano al tavolo di trattativa aziendale e gli operatori che seguono il comparto. La buona partecipazione - circa 60 persone nei 4 incontri - e la discussione che ne è scaturita, fanno pensare che sul tema ci sarà molta attenzione e coinvolgimento da parte dei nostri quadri e strutture. Preoccupa invece la totale assenza delle controparti e dei compagni di viaggio: i primi si limitano a inviare i documenti relativi al piano della misurazione della performance (ma cosa misurano se non sanno neanche come si gestisce la materia?); i secondi hanno altri temi su cui dibattere. Facciamocene una ragione. Ma non smettiamo di parlarne e di formarci. Almeno, quando sarà il momento di affrontare la tematica a livello aziendale, saremo preparati. Se vi sono quadri e RSU che hanno necessità di ricevere materiale informativo sul corso, siamo in grado di inviare le slide e i commenti. Il materiale è disponibile anche presso le rispettive segreterie territoriali. 9 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Prima riunione dell’anno per il Coordinamento regionale OSS SPECIALE SANITA’ I rischi del lavoro nel comparto sanitario 31 Marzo 2014 Orario: dalle ore 9,00 alle ore 16.30 Sede del convegno: Aula Magna “Dogliotti” - C.so Bramante, 88 - Torino Numero Partecipanti: 450 Corso Accreditato ECM Crediti calcolati: 4 31 MARZO 2014 I CONFLITTI NEL LAVORO: dalle Molestie, al Mobbing e Stalking Prevenzione e Strumenti Risolutivi PER TUTTE LE PROFESSIONI 4 CREDITI ECM Iscrizione evento Gratuita “Città della Scienza e della Salute” AO “San Giovanni Battista di Torino” C.so Bramante 88 Torino AULA MAGNA “DOGLIOTTI” per informazioni ed iscrizioni: CISL Via Madama Cristina 50 Torino tel: 011-6520401 fax: 011-6520577 mail: fpsto@libero.it Obiettivi Il Convegno intende fornire ai partecipanti un quadro generale del conflitto in ambito lavorativo sia da una prospettiva psicologica che sociale e legale. Area tematica Area giuridico - normativa Finalità Acquisizione di conoscenze teoriche e aggiornamenti Programma Ore 8,30/9,00: Accoglienza Ore 9,00/9,15: Saluto delle Autorità. Presentazione corso (Gian Piero Porcheddu) Ore 9,15/9,45: Quando i conflitti nel lavoro si trasformano in sintomi: prevenzione (Eleonora Casi, Psicologa) Ore 09,45/10,15: Mobbing e altri conflitti tra dipendenti e datore di lavoro. I limiti del diritto di critica del lavoratore (Maria Di Massa, Avvocato) Ore 10,15/11,15: Quando il conflitto si trasforma in reato: molestie, diffamazione, abusi e violenza, stalking (Flaviana Giorgi, Avvocato) Ore 11,15/11,45: La colpa grave (Mario Caserta e Sebastiano Nicolosi, Sindacato CISL FP) Ore 11,45/12,15: Dibattito Ore 12,15/14,00: Pausa Pranzo Ore 14,00/14,30: Responsabilità civile del datore di lavoro nei conflitti fra dipendenti (Claudia Matarazzo, Avvocato) Ore 14,30/15,00: Mobbing e stalking occupazionale (Tiziana Beraudi, Presidente A.TOR.A.S. Onlus) Ore 15,00/15,15: Ruolo del Comitato Unico di Garanzia (Mirella Coen, Comitato Unico di Garanzia) Ore 15,15/15,45: Consigliere di Fiducia: ruolo e modalità operative (Carlo Peyron, Consigliere di Fiducia) Ore 15,45/16,30: Dibattito - Conduce Gian Piero Porcheddu, Segretario Generale CISL FP A.M. Torino Canavese Progettista del corso Mariella Zambetti Sebastiano Nicolosi Responsabili scientifici Tiziana Beraudi Mario Caserta Sebastiano Nicolosi N ell’ultimo decennio le denunce di malattie professionali e ifortuni sul lavoro nel comparto sanitario sono più che raddoppiate. Le principali tecnopatie che hanno colpito il settore mostrano un’evoluzione del fenomeno: le più frequentemente denunciate dagli operatori sanitari erano le dermatiti e le malattie respiratorie, mentre oggi sono le malattie dell’apparato muscolo-scheletrico dovute a sovraccarico biomeccanico, movimenti ripetuti e posture incongrue. Inoltre, vi è il rischio di contrarre patologie infettive. Ecco una sintesi dei possibili rischi a cui il personale che opera nel comparto sanitario può essere esposto. • Farmaci (antitumorali, inalazione di polveri) Il personale sanitario può essere esposto a questo rischio quando, per motivi professionali, effettua la preparazione e la somministrazione di farmaci. • Sensibilizzazione al lattice • Virus da epatite B, virus HIV, TBC e altre malattie infettive In ambiente ospedaliero il rischio biologico è direttamente correlato all’attività dell’operatore sanitario. Molte infezioni possono essere contratte in seguito a ferite casuali con aghi e strumenti taglienti infetti o a causa del rapporto continuativo tra il personale sanitario e i malati. • Infortuni In ambiente ospedaliero gli infortuni sul lavoro possono essere causati da cadute, urti, tagli o punture, da un non corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature elettromedicali. • Movimentazione manuale dei pazienti I disturbi acuti e cronici del rachide sono assai diffusi tra coloro che devono assistere persone malate. Gli infermieri sono tra le categorie professionali più colpite, già nei primi anni di lavoro, da patologie alla colonna vertebrale. 10 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Corso Cisl-Fp sui conflitti nel lavoro IL PIANO COTTARELLI N egli ultimi anni ci sono stati diversi tentativi di avviare un simile processo, ma solo nelle ultime settimane si è arrivati a definire un elenco di possibili risparmi che tra 2014 e 2016 possono consentire allo Stato di trovare le risorse per supportare la ripresa economica attraverso la riduzione del carico fiscale. Questo piano, redatto dal Commissario alla Spending review Carlo Cottarelli, ha visto la luce nelle ultime settimane e, ovviamente, è subito cominciato l’esame delle misure inserite nel documento. È bene precisare, come ha fatto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che il piano Cottarelli rappresenta solo un insieme di proposte. Saranno Governo e Parlamento a decidere quali proposte attuare e come attuarle. Quindi, non è detto che ciò che è stato presentato nel piano debba diventare realtà. Cinque aree di intervento Fatta questa necessaria premessa, si può provare ad analizzare qualche punto della proposta Cottarelli. Il piano è suddiviso in cinque aree di intervento: efficientamento diretto, riorganizzazioni, costi della politica, riduzione trasferimenti inefficienti, spese settoriali (difesa, sanità, pensioni). Ogni area racchiude singoli interventi che vengono illustrati a grandi linee nel documento e per ogni intervento è indicato il risparmio che si intende raggiungere dal 2014 al 2016. Poiché il documento è vasto, ci si soffermerà solo su una voce per ogni area di intervento. Le misure esaminate sono state scelte o per la loro rilevanza finanziaria o per l’importanza sociale. 1. Efficientamento diretto Il piano Cottarelli è suddiviso in cinque aree di intervento: efficientamento diretto, riorganizzazioni, costi della politica, riduzione trasferimenti inefficienti, spese settoriali (difesa, sanità, pensioni). Ogni area racchiude singoli interventi che vengono illustrati a grandi linee nel documento e per ogni intervento è indicato il risparmio che si intende raggiungere dal 2014 al 2016 misure, nel 2015 si ipotizza un risparmio di 500 milioni e nel 2016 si sale fino ad una riduzione di 2 miliardi. All’interno del capitolo ‘Efficientamento diretto’ questa voce sarà la seconda per rilevanza nel 2016, su un totale di 12,1 miliardi. Vediamo nello specifico come vengono spiegate le misure che conducono ad un risparmio cumulato di 2,5 miliardi nel prossimo biennio. Per determinare un risparmio di «almeno» 2 miliardi nel 2016 si sottolinea la necessità di «calibrare le risorse che vanno ai comuni in base ai costi di chi è efficiente». Si aggiunge che «ora i costi standard sono usati per ripartire le risorse totali e non per determinare il totale». Questa misura, quindi, intende utilizzare come metro di paragone a livello nazionale i comuni più efficienti e determinare in base al livello delle loro spese sia l’ammontare totale che l’allocazione delle risorse da destinare ai comuni. È indubbiamente un modo per stimolare le amministrazioni locali ad essere più efficienti. Se questa metodologia fosse applicata, si avrebbe un pari trattamento teorico tra tutti i comuni, visto che tutti dovrebbero avere la stessa efficienza nell’utilizzare le risorse. I comuni non efficienti mostrerebbero immediatamente degli scompensi nei conti e i cittadini potrebbero immediatamente capire se la loro amministrazione locale è efficiente o no. Un rischio che si può ravvisare in questa impostazione, risolvibile a livello politico, è che accanto alla standardizzazione dei costi e, quindi, all’efficienza non si dovrebbe dimenticare che compito dello Stato è anche quello di supportare i comuni che operano In questo primo nucleo di misure l’attenzione è posta al capitolo ‘Fabbisogni standard dei comuni’. I risparmi che potrebbero essere garantiti da questa voce sono crescenti nel tempo: per il 2014 non sono previste 11 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Spending review: istruzioni per l’uso in aree difficili con una destinazione aggiuntiva di risorse. Si potrebbe ipotizzare che parte dei risparmi della spending review a livello centrale possa essere destinata a quei comuni che, pur rispettando le best practices nella gestione e destinazione delle risorse, abbiano necessità di ulteriore supporto finanziario. 2. Riorganizzazioni All’interno di questa voce, che nel 2016 dovrebbe garantire 5,9 miliardi di risparmi, ha destato interesse l’obiettivo ‘Sinergie corpi di polizia’. La spending review di Cottarelli da questo intervento fa derivare risparmi di 1,7 miliardi di Euro nel 2016. Anche in questo caso si tratta della seconda voce per rilevanza all’interno del capitolo ‘Riorganizzazioni’. Nella scheda dedicata ai corpi di polizia il testo menziona in avvio alcuni dati: l’esistenza di 5 forze di polizia; il loro costo complessivo di 20 mi- liardi; il numero elevato di unità di polizia in Italia nel confronto internazionale. Alla scheda viene affiancato anche un grafico da cui emerge che il numero di unità di polizia ogni 100.000 abitanti in Italia, pari a 466, è di circa 150-160 unità superiore a quello di Francia (312,4) e Germania (298,1). Tra le grandi economie, la Spagna ha un numero superiore all’Italia di unità di polizia per 100.000 abitanti, pari a 533,8. Nel grafico sono mostrati anche i dati di Finlandia (148,8), Norvegia (159,3) e Danimarca (192,8) che, si spera, non vengano prese come obiettivo, visto che è impensabile un paragone tra la realtà italiana e quella di questi Paesi. Dopo aver sottolineato questi valori, numero elevato, esistenza di 5 forze di polizia e costo complessivo, il team di Cottarelli, però, si limita a dire che il risparmio di 1,7 miliardi previsto nel 2016 deriva «solo da efficientamento delle polizie individuali (anche senza sinergie)». Quindi, se l’interpretazione del documento è corretta, il risparmio non presuppone accorpamenti di forze o rivisitazioni dei compiti, ma si ottiene semplicemente chiedendo ai vari corpi di polizia una riforma di spesa al fine di ricavare i risparmi indicati (0 nel 2014, 800 milioni nel 2015 e 1,7 miliardi nel 2016). Se ne deduce che su questa voce i risparmi potenziali, almeno nell’ottica di chi ha preparato il documento, potrebbero essere più cospicui di quanto indicato. 3. Costi politica Il terzo macro capitolo di risparmio presentato nel documento è quello relativo ai costi della politica. È da sottolineare che tra i cinque capitoli quello dei costi della politica contribuisce di meno in termini assoluti, solo 900 milioni nel 2016. In un recente dibattito parlamentare, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto su una delle voci di risparmio previste, facendo riferimento al futuro del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e auspi- cando che si riesca a cancellare enti e organi ormai superati. L’intervento di Renzi era riferito ad una voce presente nel documento e intitolata ‘Organi costituzionali e a rilevanza costituzionale’. I possibili risparmi legati alla rimodulazione della spesa in questo ambito ammontano a 200 milioni nel 2014, 400 milioni nel 2015 e 500 milioni nel 2016. Un aspetto molto interessante è che nel documento viene rimarcato con un grafico che, al netto della spesa per le pensioni, mentre le Amministrazioni Centrali hanno registrato un calo del 10 per cento delle spese tra 2009 e 2012, Camera, Senato, Corte Costituzionale, altri organi costituzionali e di rilievo costituzionale hanno conservato lo stesso livello di spesa o lo hanno addirittura innalzato. Il problema di fondo legato a questi possibili risparmi, così come evidenziato nello stesso documento, è che la responsabilità delle spese è in capo agli stessi organi costituzionali e non è del Governo. Di conseguenza, il Governo, pur volendo, non può agire direttamente su queste uscite. Quindi, seppur come voce non abbia una grande incidenza, la prudenza avrebbe consigliato di eliminare tale indicazione dal totale dei possibili risparmi utilizzabili dal Governo, visto che quest’ultimo non ne ha un controllo diretto. 4. Riduzione trasferimenti inefficienti Il quarto capitolo della spending review si occupa dei trasferimenti dallo Stato a imprese e cittadini. Da queste voci si ipotizza un risparmio che cresce gradualmente da 2 miliardi nel 2014 a 7,1 nel 2016. Di particolare interesse è la riduzione del ‘Trasferimento a imprese’ da parte dello Stato, che è la voce più cospicua nei tre anni (1 miliardo nel 2014, 1,6 nel 2015 e 2,2 miliardi nel 2016). Questa riduzione non è ottenuta considerando il totale della spesa aggredibile, che viene indicata in 16 miliardi, ma fo- 12 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC IL PIANO COTTARELLI calizzandosi solo su alcune voci, che ammontano a 3,7 miliardi di euro. Di queste spese aggredibili la più elevata è rappresentata dai trasferimenti per l’autotrasporto, circa 2 miliardi. Le altre voci su cui è possibile intervenire sono i trasferimenti all’agricoltura e artigianato (circa 300 milioni di trasferimenti), all’editoria (cui sono destinati un po’ più di 200 milioni), all’istruzione (350 milioni), allo spettacolo (che ora riceve più di 100 milioni), a TV e radio (90 milioni di trasferimenti). Nella scheda relativa a questi trasferimenti si precisa che spetterà alla politica decidere quali trasferimenti ridurre o azzerare e come procedere nel corso del triennio per giungere fino all’obiettivo di 2,2 miliardi di minori trasferimenti nel 2016. Data la delicatezza di questo punto, è plausibile attendersi proteste in vari e settori e specialmente nel settore dei trasporti, visto che rappresenta da solo più del 50 per cento dei trasferimenti indicati come aggredibili. 2016 pari a 1,5 miliardi di euro. Su questa voce, però, non vengono forniti dettagli specifici. Il documento indica solo che tra le misure rientra una «maggiore deindicizzazione delle pensioni dal 2015». Ciò significa che si suggerisce di ridurre ulteriormente la rivalutazione delle pensioni in base all’andamento dell’inflazione, a detrimento del potere d’acquisto dei pensionati. La deindicizzazione è solo una delle voci che la spending review dedica alle pensioni. Infatti, considerate tutte le voci, nel 2016 il risparmio sulle pensioni contenuto nella proposta Cottarelli dovrebbe arrivare a 3,5 miliardi. Questo comportamento aggressivo sul comparto pensionistico viene giustificato nel documento sulla base di alcuni dati. Il primo dato presentato è il più elevato tasso di sostituzione delle pensioni italiane (cioè il rapporto tra ultimo reddito da lavoro e prima pensione). In Italia il valore è superiore al 70 per cento, mentre in Germania è al 42 e in Francia al 64. Si aggiunge che la spesa pensionistica in Italia nel 2012 era pari al 15,6 per cento del Pil, superiore agli altri Paesi europei (Germania: 11,5; Francia: 14,3; Spagna 10,3). Un’altra evidenza che giustificherebbe l’intervento sulle pensioni è che in Italia la percentuale di pensioni di alto importo è superiore rispetto alla Germania nonostante il reddito tedesco sia più elevato di quello italiano. Per ultimo, si sottolinea che una quota elevata delle pensioni viene risparmiata e che il risparmio delle famiglie dei pensionati è più elevato di quello delle altre famiglie. 5. Spese settoriali L’ultima nota riguarda il capitolo sulle ‘spese settoriali’. In questo caso il risparmio previsto sale dai 2,2 miliardi del 2014 fino ai 7,9 del 2016. Tra le sette voci su cui è possibile risparmiare è inclusa anche ‘indicizzazione pensioni’, con risparmio possibile al 13 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC IL PIANO COTTARELLI SPEnding REVIEW S ul pubblico impiego l’intervento indicato da Cottarelli prevede la chiusura o razionalizzazione di una serie di enti e amministrazioni, con un “effetto esuberi” di circa 85mila addetti, equivalenti a un costo di 3 miliardi. Mentre la capienza di un ritorno al blocco totale del turn over (ipotizzabile come alternativa) equivarrebbe a circa 90mila minori assunzioni. Confermato poi il taglio degli stipendi dei dirigenti per 500 milioni. Ma sugli stipendi spunta un’altra proposta di legge, firmata da Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera: prevede tagli temporanei e progressivi, finalizzati al pareggio di bilancio, sugli stipendi oltre i 60, 70 e 80mila euro lordi: risparmi netti 2,5 miliardi l’anno nel triennio. no affatto bene”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni nel corso del Comitato Esecutivo della Cisl, riunito a Roma per valutare i primi provvedimenti del Governo. “Se il Governo Renzi non vuole confrontarsi con il sindacato, e le altre parti sociali, ce ne faremo anche noi una ragione. Non ci strapperemo, insomma, le vesti. Noi faremo il nostro mestiere, orientando con le nostre opinioni il giudizio dei lavoratori e dei pensionati sulle scelte di questo Governo, su quello che fa e quello che non fa. Quanto al merito delle dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica, Madia, noi pensiamo che farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché della chiacchiera generale”. Pa, Faverin a Madia: “Non c’è tempo? Non credo, la Pa si riorganizza insieme ai lavoratori” “Non credo che un ministro intelligente come Marianna Madia, che ci ha chiesto di aiutarla nel difficile compito di riorganizzare e innovare le amministrazioni pubbliche, non trovi l’interesse e il tempo di farlo insieme ai lavoratori e professioni“Dico alla mia collega Camusso di non essere affatto preoccupata se il Governo e i suoi ministri non ritengono di confrontarsi con il sindacato. Più che parlare con i vari ministri, noi andremo a parlare con la gente, con i lavoratori, con i pensionati, spiegando quello che di positivo farà il Governo Renzi ma anche le cose negative che non van- sti della Pa”. Così Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, risponde alle dichiarazioni del ministro della Pa. “I lavoratori pubblici sono i primi a voler indicare la strada per eliminare gli sprechi e rendere più veloce e produttiva la macchina pubblica. E i primi a voler costruire insieme un vero piano industriale per la Pa che vada oltre i suggerimenti del commissario alla spending review Carlo Cottarelli” aggiunge il segretario della funzione pubblica Cisl. “Facciamo un piano vero, partiamo dalle competenze che servono, dai nuovi profili di cui il Paese ha bisogno, dall’inserimento dei giovani e dalla formazione del personale in servizio. E poi parliamo di piani di razionalizzazione, di riorganizzazione degli enti, di contrattazione nazionale e integrativa”, rilancia concludendo Faverin. 14 PUBBLICO CISL FP Piemonte - Liguria - Valle d’Aosta / n. 4 28 Marzo 2014 PUBBLIC Per la Cisl manca un’idea chiara di riorganizzazione
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