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Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo”
dei Frati Minori
Il capitolo
1950
Nel nostro cammino alla scoperta delle prime opere di fr. Costantino questo dipinto “Il Capitolo” si colloca per
la datazione prima della mostra di esordio del 1951.
E` il titolo a ricondurci a uno dei momenti caratterizzanti la vita fraterna. I frati sono soggetti ricorrenti nelle
scene che fr. Costantino dipinge in questi anni, si pensi al ciclo dipinto fino a qualche mese prima sulle pareti
del convento di Busto Arsizio. Le forme e i toni ci ricollegano direttamente a questo ciclo.
Uno spazio semplificato, caratterizzato da superfici piatte e orizzontali accoglie sei figure di frati, tre, pensose e
un po` torve reclinate su un tavolo e altre tre in piedi sullo sfondo con gli occhi rivolti verso sinistra oltre il
bordo della tela.
I tre frati in primo piano si sporgono preoccupati sulle carte che uno dei tre tiene in mano. Ingombrano il tavolo
anche una scatola e un piccolo vaso, forse un lume che sembra accendere anche gli oggetti circostanti e i volti
dei frati.
Cosa rende così pensierosi i frati? Si tratta solo di un capitolo locale o si tratta piuttosto del Definitorio alle prese
con le carte di famiglia?
Fr. Carlo Cavallari
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Indice
Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia
Arco di Trento 16-17 maggio
Milano S. Antonio 20-21 giugno
5
5
9
Dal Definitorio
Cermenate 9 giugno
13
Vita Consacrata e formazione permanente – III Parte
Mons. Giafranco Agostino Gardin ofm conv.
15
Testimonianze di Vita Fraterna
Come l’aurora verrai
Promessa Gioventù Francescana
21
21
23
FilmiAmo
24
Notizie di Casa
26
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
3
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia
Presiede l’incontro fr. Massimo Fusarelli. I Ministri sono tutti presenti:
fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr. Francesco Patton, fr.
Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari.
Alle 9.30 si inizia la prima unità di lavoro che prevede uno spazio di
preghiera ispirato al Vangelo della Messa del giorno (Gv 14), che
invita i discepoli a non essere turbati e timorosi e ad aver fiducia. In
questo contesto viene letto un brano di fr. Giacomo Bini che alla luce
della sua recente ed improvvisa partenza da noi si rivela illuminante e
liberante: “Ogni volta che ho iniziato qualcosa di nuovo, subito ho sofferto,
come quando si viene al mondo, poi però è bello perché il Signore ci reinventa,
periodicamente, basta dargli la possibilità. Lui non ha bisogno di tante cose,
ma di noi stessi, della nostra disponibilità; ne ho fatto l’esperienza”.
Arco di
Trento
16-17
Maggio
2014
Al termine della preghiera fr. Massimo Fusarelli introduce i lavori con
il primo punto all’OdG, che prevede un confronto sulla Mappatura
delle Case del Nord.
Mappatura:
Nel ragionare insieme sullo stato della Mappatura delle Case, se si
considera il Nord Italia come un unico territorio, la prima sensazione
che si prova è quella di una grande complessità, che tuttavia va
adeguatamente compresa e rispettata. Sullo stato attuale della
Mappatura delle Case verrà concesso un adeguato spazio di riflessione
nella Assemblea dei Definitòri che si terrà a Bardonecchia dal 25 al 29
agosto prossimi. Tuttavia sono stati ribaditi alcuni punti fermi che
devono essere tenuti insieme, in una feconda e non facile interazione:
 Il discernimento sulla Mappatura vorrebbe innanzitutto centrarsi
sulle persone, sui frati, e non solo sulle Case. Vorrebbe privilegiare
le persone dei frati che siamo e le scelte che abbiamo voluto fare e
che faremo, anche e soprattutto in quello spirito di
“scollocamento” e “ricollocamento nelle periferie” di cui si parlava
nella Carta di Intenti riprendendo la sfida di papa Francesco.
 Tuttavia il discorso sulla Mappatura ha anche un risvolto
economico di cui bisogna tenere conto: non sarà possibile
conservare troppe Case su cui si renderanno necessari a breve
interventi onerosi di manutenzione straordinaria, che non
potremo permetterci in tutti i casi. Bisogna quindi tener conto
anche di questi fattori che potrebbero sembrare secondari.
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 Se è vero poi che ogni Provincia ha iniziato da anni un difficile e sofferto processo di
discernimento per ridimensionare il numero delle Case, tuttavia è bene ricordare che la
indicazione del numero di Conventi con cui ogni Provincia intende arrivare al 2016 non
aveva una immediata scadenza in quell’anno, ma comprendeva almeno il triennio
successivo, per una realistica e sana flessibilità: è comprensibile da tutti che quando si tratta
di terminare una nostra presenza ci si imbatte in innumerevoli difficoltà che richiedono il
loro tempo per poter essere superate nel modo migliore.
 Ragionando sulla cartina del Nord e intendendola fin da ora come un unico territorio,
quello della nostra nuova Provincia, ci si rende subito conto della sproporzione: alcuni
territori sono privi di presenze nostre e altri sembrano sovraffollati di Case. Nel confronto
emerso tra i Ministri si è ribadito che bisogna tener conto senz’altro anche della densità di
popolazione, che in certe zone è maggiore, per cui la composizione delle fraternità richiede
più frati, mentre in altre zone è minore e lì si può essere presenti con piccole fraternità come
in missione, ed inoltre che è necessario un tempo fisiologico perché tutti i frati del Nord
possano operare quell’allargamento interiore del senso di appartenenza, che si estenda a
tutto il Nord Italia. Quella che vien fatta, si è anche detto più volte, è una unione tra
Province esistenti, non una operazione che prescinde dalla storia e può partire da zero, con
la possibilità di distribuire i tutti i frati sul territorio complessivo del Nord.
 Tuttavia è necessario anche prendersi cura subito di alcune zone, perché non vada persa la
testimonianza di vita francescana e di fede che tanti nostri confratelli hanno seminato in
questi anni. Ci si rende conto però che i modi per conservare una presenza viva sono
numerosi, e potrebbero comprendere anche presenze non stabili ma saltuarie ed itineranti,
tutte da inventare, o anche legate in qualche modo a quella rete di Fraternità che si sta
cercando di realizzare, impegnate nella Pastorale giovanile e Cura pastorale delle
vocazioni 1. Inoltre, come già è stato detto nei precedenti incontri, alcune zone, proprio
perché marginali, possono risultare una risorsa da non perdere e quindi non sono da
abbandonare…
 Infine, la “fluidità” di questo stato di cose non dovrebbe apparire negativa o limitante: forse
risulta essere proprio anche una condizione da rispettare, che permette di inventare nuove
forme di presenza anche nei luoghi dove di fatto non potremo più rimanere stabilmente. Si
richiede comunque – a tutti i frati - al tempo stesso l’audacia dell’osare e del rischiare, la
saggezza del non forzare troppo, e la “pazienza del contadino” che sa attendere i tempi
giusti… In questo spazio c’è davvero posto per tutti…
FAV-Postulato-Baccanello-Postnoviziato:
Prosegue il discernimento per delineare la composizione delle fraternità che costituiranno le 3
Case di formazione. Per la Casa di Arco di Trento, avendo scelto nel CdC dello scorso 14 e 15
aprile di avviare dal prossimo settembre la Fraternità di Accoglienza Vocazionale stabile e di
1
Cfr. Documento finale Assemblea Definitòri Assisi 2013, 4.1: “Il Collegio dei Ministri, avvalendosi del lavoro dei due
Segretariati e tenendo conto delle osservazioni dei Capitoli identifichi alcune Fraternità di Pastorale Giovanile e di
Animazione vocazionale distribuite sul territorio della nascente Provincia del Nord Italia. Tali Fraternità siano delle presenze
francescane significative il cui Progetto di Vita Fraterna abbracci la dimensione dell’annuncio e dell’accoglienza vocazionale”.
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Postulato, si tratta di scegliere 3 figure di riferimento distinte tra loro: Guardiano, Maestro e
Responsabile FAV.
A questo proposito il CdC ha ritenuto opportuno decidere che la figura del responsabile FAV
sia distinta anche da quella dell’Animatore vocazionale, che pertanto risiederà in un’altra Casa.
La scelta definitiva delle fraternità verrà comunque definita nel CdC del 20 giugno prossimo. Si
è anche insistito sull’importanza di ampliare l’interprovincialità nella composizione di questa
fraternità.
Si terminano i lavori alle 19.02, per pregare il Vespro con la fraternità di Arco.
Sabato 17 maggio:
Dopo aver pregato insieme la Sequenza allo Spirito Santo, iniziamo i lavori di questa seconda
giornata incontrando fr. Saverio Biasi e fr. Giuseppe Bonato, Guardiano e Maestro ad Arco di
Trento. Fr. Michele Passamani, Vicemaestro, è assente per impegni pastorali.
Fr. Saverio Biasi illustra la situazione della fraternità nei suoi singoli componenti dopo il
trasferimento di fr. Paolo Moser a Varazze. Il lavoro per il Progetto di Vita Fraterna viene
affrontato da anni e posto a revisione con regolarità. Compiti primari e specifici della Casa sono
l’accompagnamento dei Postulanti nel discernimento della loro vocazione, e la cura pastorale
del Santuario come luogo di preghiera, di evangelizzazione, di riconciliazione e di ascolto. I
postulanti hanno partecipato alla Missione al popolo tenuta a Magenta. Il lunedì mattina è
tempo per gli incontri di fraternità. I postulanti sono anche coinvolti nel servizio di accoglienza:
in genere si tratta di gruppi parrocchiali autogestiti per un sabato o una domenica.
Fr. Giuseppe Bonato presenta una relazione scritta sulla proposta formativa vissuta nell’anno in
corso, che viene analizzata e verificata nelle sue componenti: incontri personali con il Maestro,
vita fraterna e inserimento nella vita della fraternità, lezioni e studio personale, Lectio divina
personale, Ritiro mensile, esperienze di attività pastorale e caritativa.
Si congedano fr. Saverio e fr. Giuseppe ringraziandoli per il loro non facile servizio.
Rete fraternità PG-CPV:
Viene analizzata la situazione specifica di ciascuna fraternità che si pensa possa entrare a
costituire questa rete di Case che siano, come è stato affidato al CdC dall’ultima Assemblea
Definitòri, “presenze francescane significative il cui Progetto di Vita Fraterna abbracci la
dimensione dell’annuncio e dell’accoglienza vocazionale”. Questa rete di fraternità sta
prendendo forma e sarà oggetto di particolare cura da parte del CdC in collaborazione con i
Segretariati Missioni ed Evangelizzazione e Formazione e Studi, che il CdC desidera incontrare
direttamente nei primi due incontri dopo la Assemblea dei Definitòri di agosto a Bardonecchia.
A questo riguardo sono emersi nella discussione vari punti che necessitano di venir
ulteriormente approfonditi, ai quali verrà dato un adeguato spazio durante la suddetta
Assemblea dei Definitòri. Alcuni di questi punti sono ad esempio il legame tra Pastorale
giovanile e Cura pastorale delle Vocazioni, il ruolo dell’Animatore vocazionale unico del Nord
Italia che necessita di essere meglio precisato, il bisogno di pensare ad una Casa del Nord che
nella mente dei giovani diventi luogo di PG-CPV, luogo di riferimento per la loro cura specifica,
che andrebbe pensato e scelto ad hoc.
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Fraternità Evangelizzazione-Missioni al popolo:
Nell’affrontare anche questo ulteriore mandato ci si rendeva conto della complessità della
situazione: non si tratta solo di scegliere la Casa dove collocare alcuni frati, ma bisogna pensare
ad una rete di collegamento in cui la Casa di primo livello per la Cura delle Missioni al Popolo
sia il perno di connessioni vive con le altre zone del Nord, con la PG in generale, e possa anche
diventare una sorta di laboratorio di formazione per la Evangelizzazione. A questo proposito il
CdC desidera incontrare nel prossimo incontro del 20 giugno il Coordinatore del Settore
Missioni al Popolo.
Indicazioni alla Curia generale per la modifica degli SSGG:
Vengono elaborate alcune proposte di modifica ad alcuni articoli degli Statuti generali come
richiesto dalla Curia generale in preparazione al prossimo Capitolo generale del 2015.
Membro della commissione GPIC:
Si rimanda la nomina del sostituto di fr. Silvestro Arosio per la Commissione GPIC al prossimo
CdC di giugno.
Temi per l’Assemblea Definitòri di agosto:
I tempi stringono e bisogna dare forma alla prossima Assemblea dei Definitòri di Bardonecchia
(25-29 agosto). Emergono alcuni temi che andranno a formare l’Instrumentum Laboris. Tra questi:
la Mappatura delle Case, il Progetto Fraternità Missioni ad Gentes e Migranti, il Progetto per
l’Evangelizzazione e Missioni al Popolo, avviare la sperimentazione del Fondo Comune, il
Nome della Nuova Provincia, la indizione della Visita Canonica.
•
•
Notizie:
Fr. Massimo Fusarelli rende nota la richiesta del Ministro provinciale di Albania di inviare
ad Arco di Trento per il prossimo anno come postulanti 4 giovani: uno di 18 anni, due di
19 ed uno di 27. Inoltre il Ministro provinciale di Francia ha chiesto che il loro postulante
(Jean-Noël Daly) sia accolto a Baccanello dal prossimo settembre per l’anno di noviziato.
Le due richieste vengono accolte alle condizioni già concordate in passato, cioè la
conoscenza adeguata della lingua italiana – è necessaria una conoscenza non rudimentale
della lingua per poter parlare di sé con il maestro, altrimenti la povertà del linguaggio
viene letta come povertà interiore – e la possibilità di eventualmente prolungare il
postulato o il noviziato.
Riguardo alla data delle Carte-Tavole di famiglia di quest’estate, il CdC decide che gli
eventuali spostamenti dei frati vengano definiti in ciascun Definitorio secondo la prassi
consueta, e che dal mese di luglio si possano comunicare le Carte-Tavole di famiglia
secondo le consuetudini di ciascuna Provincia.
Si concludono i lavori alle 12.55 di sabato 17 maggio.
fra Stefano Dallarda ofm
Segretario
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Presiede l’incontro fr. Massimo Fusarelli. Assente fr. Francesco Patton
per la partecipazione alle esequie di fr. Pietro Kaswalder a
Gerusalemme. Presenti: fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr.
Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari.
Alle 9.30 si inizia la prima unità di lavoro che prevede un momento di
preghiera ispirato al Vangelo odierno (Mt 6). Al termine della
preghiera fr. Massimo Fusarelli introduce i lavori.
Milano
S. Antonio
20-21
Giugno
2014
PG-CPV
Al primo punto all’OdG è l’ambito Pastorale Giovanile – Cura
pastorale delle Vocazioni (PG-CPV): fr. Maggiorino Stoppa ha
partecipato in quanto Ministro delegato dal CdC all’incontro del
Coordinamento degli Animatori PG-CPV tenutosi a Torino s. Antonio
lo scorso 3-4 giugno. La sua relazione comunica al CdC la accoglienza
positiva - da parte dei fratelli che operano in questi due ambiti - della
proposta fatta dai Ministri di lavorare alla costituzione di un Centro
unitario di CPV e PG per il Nord Italia. Il CdC crede che anche solo
iniziare ad immaginare insieme un tale progetto sostenga il cammino
comune verso la nuova Provincia. Si è convinti che il campo di
servizio alla vita e alla vocazione dei giovani sia un luogo
irrinunciabile e prezioso della vita in missione di questa nuova realtà.
Sembra importante al CdC favorire il lavoro “in rete” dei settori PGCPV tra loro e con il servizio Ad Gentes e le Missioni al Popolo, ambiti
che toccano in modo diverso i giovani e mettono in movimento quella
spinta evangelizzatrice che vuole caratterizzare la nuova Provincia.
Come ogni volta che si mette mano a un progetto, è il processo che si
attiva e che coinvolge soggetti diversi a costituire il primo valore.
Il CdC si è confrontato sulla priorità della Pastorale Giovanile e
Vocazionale e invita ad osare, pensando ad un “luogo simbolico” che
nella mente dei giovani diventi luogo di PG-CPV, un luogo di
riferimento per i giovani che andrebbe pensato e scelto ad hoc: una
nostra Casa del Nord Italia, in posizione adatta e con possibilità
recettiva sufficiente, per diventare, in rete con le altre Fraternità di PG
e CPV, un centro di proposta e di missione per i giovani. Sappiamo
che i giovani si muovono se trovano persone accoglienti che li
accolgono e li seguono. Occorre poi tener presente la
scristianizzazione dei giovani odierni, che fa sì che più che di
Animazione vocazionale si debba spesso parlare di Pastorale di primo
annuncio; e qui c’è un punto importante di unità tra PG e CPV.
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Il CdC ha pertanto deciso di avviare questo cantiere, coinvolgendo nella riflessione l’Assemblea
dei Definitòri del prossimo agosto e il Coordinamento degli Animatori PG-CPV, per far
giungere una proposta compiuta all’Assemblea del 2015.
Parlando quindi di centralità della PG-CPV nella nostra azione evangelizzatrice - insieme al
servizio Ad Gentes-Migranti e Missioni al Popolo – si vuole intensificare la traiettoria propria
dell’annuncio del Vangelo nel dare forma alla nuova Provincia. Il resto delle nostre presenze e
attività non è escluso, ma è chiamato ad entrare progressivamente in questa spinta missionaria
di esodo verso la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo in questo territorio.
Incontro con fr. Federico Righetti e fr. Michele Montemitro
per il discernimento sulla rete di Fraternità per il progetto di Evangelizzazione e Missioni al
popolo.
Fr. Massimo Fusarelli introduce l’incontro con i responsabili delle Missioni al Popolo,
ribadendo la scelta chiara fatta da tempo nelle nostre Province di puntare esplicitamente su
questa modalità di evangelizzazione. Si fa riferimento alla scelta diversa operata dai Minori
conventuali, di escludere le Missioni al popolo dal loro progetto.
Fr. Federico Righetti: “lo studio che abbiamo fatto sulle Missioni al Popolo (MaP),
accompagnati da Diathesis, è stato un percorso ricco ed interessante. Sono una realtà in continuo
aumento e crescita. Recente per noi è la richiesta di Missione a Povo di Trento. Il progetto che è
stato fatto sulle MaP e che è stato approvato nella scorsa Assemblea Definitori ad Assisi
comporta uno schema a tre livelli: 1) il coordinamento, la “testa pensante”; 2) un livello più
suddiviso nel territorio per il contatto con le parrocchie e per fare da collettore delle richieste; 3)
un terzo livello che entra in azione nel momento immediato delle MaP. Il primo livello
dovrebbe anche avere una collocazione abbastanza centrale, e poi Est ed Ovest come livello 2. Il
livello 3 coinciderebbe in pratica con la Equipe di frati e suore per le singole MaP. Il livello 1 era
pensato nel progetto come una coppia di frati che coordinano il lavoro delle MaP, non una
intera fraternità che si occupa solo delle MaP, e fungerebbe anche da livello 2 per la zona
centrale.”
Fr. Michele Montemitro: “abbiamo accolto richieste fino al 2018, ma quelle pensate dopo il 2015
sono tutte con il punto interrogativo perché non sappiamo come evolverà il progetto. Abbiamo
richieste perché la nostra modalità di condurre le MaP, il nostro modo di stare in mezzo alla
gente, spesso attira di più delle MaP condotte da altri Istituti. Le MaP sono anche un ambito
pastorale in cui i frati possono collaborare e lavorare insieme. Per la verità bisogna ammettere
che il nostro modo di operare è ancora un po’ tradizionale, però piace così come è, anche perché
non ci si deve rivolgere solo ai lontani ma anche a chi già partecipa e vive nella Parrocchia…”
Segue uno spazio di confronto, al fine di poter dare attuazione al Progetto per le Missioni al
Popolo approvato dalla scorsa Assemblea dei Definitori dell’agosto 2013 ad Assisi, per poter
dare concretamente spazio e possibilità a questa modalità di evangelizzazione, e possibilmente
anche per poter accogliere richieste di Missioni al Popolo in zone del Nord Italia dove fino ad
ora non si potevano effettuare per mancanza di risorse.
Congedati fr. Federico e fr. Michele, il CdC, dopo attenta riflessione, decide in merito alla
collocazione delle Case di riferimento per il Progetto delle Missioni al Popolo:
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La Casa di livello 1 (nucleo di 2 frati appositamente dedicati alla progettazione delle Missioni al
Popolo) viene identificata nel Convento di Rezzato (BS);
la casa di livello 2 (responsabili locali) per la zona Est viene identificata nel Convento di
Chiampo (VI);
la casa di livello 2 (responsabili locali) per la zona Ovest viene identificata nel Convento di
Monte Mesma (NO).
Nel prossimo incontro del CdC verranno nominati anche in concreto i frati appositamente
incaricati a questo Progetto.
Consiglio FoPe e proposte FoPe:
Fr. Massimo Fusarelli ha partecipato al Consiglio FoPe dello scorso 16-18 giugno. Le proposte
emerse verranno prese in considerazione in un prossimo incontro del CdC invitando fr. Fabio
Piasentin. Si discute e si approva però la proposta che riguarda il prossimo Capitolo delle
Stuoie: si propone di tenere il Capitolo delle Stuoie a Camposampiero (PD) con trasbordo a
Padova per la conclusione, sia in riferimento alla figura di s. Antonio, sia per la sua vita come
esempio di scollocamento... Placet omnibus.
Preparazione al Capitolo generale 2015:
La Segreteria generale ha inviato alcuni testi per coinvolgere tutti i frati nella preparazione del
Capitolo generale della Pentecoste 2015.
Dopo breve discussione, il CdC ha identificato e nominato una Commissione di frati che lavori
sui testi inviati in modo da potere inviare per tempo (entro il 5 novembre) le osservazioni. Al
tempo stesso, il materiale verrà comunque inviato ad ogni Guardiano tramite le Segreterie
provinciali perché chi lo desidera possa ugualmente far pervenire le proprie osservazioni (a fr.
Stefano Dallarda – segreteriaofmnord@gmail.com - entro il 15 ottobre). Inoltre, il servizio
interprovinciale della Formazione Permanente inserirà alcuni spunti di riflessione dal materiale
in questione nei percorsi dell’anno che sono in preparazione, in modo da sentirci ed essere
effettivamente in cammino con tutto l’Ordine verso il Capitolo generale.
Richiesta al Ministro generale per la dispensa dalla Visita canonica dei 6 Ministri:
E’ stata predisposta la lettera di richiesta al Ministro generale firmata dai 6 Ministri provinciali
per chiedere la dispensa dalla Visita canonica al termine del loro mandato, in modo che il
Delegato del Ministro generale, fr. Massimo Fusarelli, possa iniziare per tempo la propria Visita
canonica in tutte le Case del Nord.
Per quanto riguarda invece la Custodia dipendente di Guinea Bissau (Custodia di san Francesco
di Assisi) è stata inoltrata richiesta di un Visitatore assistente, stante la necessità di una Visita
canonica in loco.
Economia:
fr. Mario Vaccari relaziona sull’incontro degli Economi provinciali del 29-30 maggio a Verona,
in merito alle questioni aperte e alla preparazione dello spazio dedicato alla Economia nella
prossima Assemblea Definitòri di Bardonecchia, che si desidera ampio ed articolato…
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Assemblea Definitori Bardonecchia:
Il CdC predispone lo schema dei lavori per la prossima Assemblea dei Definitòri che si terrà a
Bardonecchia dal 25 al 29 agosto. Vengono definite la sequenza delle Unità di lavoro, e nominati
i Moderatori, il Segretario e gli aiuti di segreteria, i Verbalisti e la Commissione per la stesura
dei testi da votare.
Breve comunicazione riguardo all’incontro dei Segretari provinciali:
in particolare il progetto DataBase e il Necrologio Interprovinciale.
Viene relazionato in merito all’incontro dei Segretari provinciali tenuto a Milano s. Antonio lo
scorso 27 maggio. Il CdC è favorevole alla proposta dei Segretari di mettere in opera un Software
di DataBase per l’Archivio personale dei frati, utilizzando il medesimo spazio Web occupato dal
Software di rendicontazione economica dei Bilanci.
Per quanto riguarda il Necrologio interprovinciale che fr. Stefano sta assemblando, ci si accorda
che parta dal 1965, data della conclusione del Concilio Vaticano II.
Comunicazioni:
La decisione in merito alla composizione delle Case formative viene rimandata al CdC del 7-8
luglio per la assenza di fr. Francesco Patton.
Fr. Francesco Bravi comunica che fr. Davide Mario Redaelli, professo temporaneo, farà una
esperienza di due mesi a Varazze fino al 20 agosto.
Fr. Bruno Bartolini legge una lettera di fr. Alessandro Caspoli che propone la solidarietà dello
Zecchino d’Oro per quest’anno finalizzata alle mense per i poveri delle Province del Nord.
Fr. Massimo Fusarelli presenta la richiesta dei confratelli della Provincia siciliana riguardo alla
emergenza profughi, perché sia resa nota alle fraternità.
Fr. Bruno Bartolini relaziona in merito all’incontro Coordinazione del settore Missio ad Gentes
al Monte Mesma il 17-18 giugno.
Fr. Massimo Fusarelli riferisce sulla Commissione per la preparazione degli SSPP a cui ha
partecipato: si sta lavorando bene e il lavoro prosegue. Si punta ad un testo agile, con un tessuto
ampio che lasci spazio alla sperimentazione, ricorrendo a Statuti peculiari per alcune questioni
particolari, ad esempio la Economia. Si sta lavorando anche sul Capitolo di Unione e sulla
composizione dei Capitolari (si ipotizza per questo primo Capitolo di allargare la
partecipazione ad un massimo di 70 frati).
I lavori terminano alle ore 12. 40 di sabato 21 giugno 2014.
fr. Stefano Dallarda
Segretario
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Dal Definitorio
Alle ore 8.55, si iniziano i lavori recitando una preghiera a
Maria, composta da don Tonino Bello, si ricorda anche il recente
transito al cielo di fr. Giacomo Bini. I lavori proseguono con
l’approvazione del verbale del IX Congresso definitoriale.
Il Ministro ricorda poi le condizioni dei confratelli ammalati: fr.
Cermenate
9 giugno
2014
Fulgenzio Furlotti è ricoverato in Bolivia in una clinica, a causa di
un’infezione alle vie respiratorie. Avrebbe dovuto accompagnare il
fratello fr. Simone in Italia, ma in aeroporto ha avuto un malore che lo
ha costretto al ricovero.
Il 28 maggio u.s. si è riunito a Verona il Consiglio di Presidenza dello
STISB. Dopo aver fatto una presentazione dell’anno passato e di
quello futuro, è stata posta la questione del numero dei frati iscritti
allo studio teologico. I provinciali presenti hanno convenuto circa
l’opportunità di affrontare tale questione.
Il 4 giugno u.s. il Ministro e il Legale rappresentante hanno incontrato
il Comitato direttivo della Fondazione “Frate Sole” di Pavia per
chiarire la questione della proprietà dei quadri e delle opere di fr.
Costantino Ruggeri. In forza del testamento pubblicato nel 2008 la
Provincia
risulta
essere
erede
universale
e
quindi legittima
proprietaria di tutte le opere realizzate da fr. Costantino e ancora di
sua proprietà al momento della morte. Inoltre la Provincia, in quanto
erede dell’artitsta, risulta titolare del diritto d’autore e del diritto di
seguito di tutte le opere di fr. Costantino.
Si fa memoria del recente pellegrinaggio frati-clarisse a Sotto il
Monte, sulle orme di s. Giovanni XXIII. Da parte di tutti emergono
riscontri molto positivi: bello ritrovarsi per pregare ed ascoltare
insieme, molto apprezzati anche gli interventi don Ezio Bolis, ma
soprattutto la condivisione fraterna e spontanea.
Il Ministro informa che fr. Michele Montemitro è stato eletto
Segretario, Economo e Delegato per il Nord Italia nella Commissione
COMPI delle Missioni al popolo. Fr. Fiorenzo Reati è stato eletto
come membro del Consiglio Ecumenismo e Dialogo della COMPI.
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Il Ministro riferisce circa le principali decisioni del Consiglio di Cooperazione tenutosi ad Arco
il 16-17 maggio 2014. Si sta lavorando per la stesura dell’IL dell’Assemblea dei Definitòri. I
Ministri hanno chiesto agli Animatori vocazionali e agli operatori di Pastorale giovanile del
Nord Italia di aprire un cantiere per la progettazione di una fraternità di PG e di CPV che
diventi il riferimento per i giovani del Nord Italia. Si dovranno comunque conservare sul
territorio alcuni punti luce di PG e CPV. I Ministri hanno poi continuato la riflessione sulla
fraternità FAV-Posatulato. I prossimi incontri del Consiglio di Cooperazione si terranno presso
la Curia di Milano il 20-21 giugno e il 7-8 luglio
Fr. Marco Fossati riferisce circa i lavori degli Economi provinciali, riunitisi a Verona il 29-30
maggio 2014.
Il Ministro, visto il parere del Definitorio e delle fraternità di appartenenza, ammette fr.
Gabriele Dall’Acqua e fr. Cristiano Castegnaro alla professione solenne.
Si affrontano poi alcuni casi personali e alcune questioni di economia e di legale
rappresentanza.
Il resto del tempo è dedicato ad una prima riflessione sulla Carte di famiglia 2014-2015.
Si stabilisce che i lavori del Tempo forte del Definitorio inizieranno nella mattinata del 23
giugno con un prolungato momento di preghiera, che si concluderà con la celebrazione
eucaristica. La seconda parte del tempo forte si svolgerà ad Albino dal 14 al 16 luglio.
I lavori del Congresso definitoriale si concludono alle ore 16.45 circa.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Vita consacrata e formazione permanente
Intervento all’Assemblea generale dei Frati Minori Conventuali
Mons. Gianfranco
Agostino Gardin
ofm conv.
III PARTE
Già Ministro generale
OFM Conventuale
3. ALCUNE SOMMESSE CONSIDERAZIONI PRATICHE
Probabilmente lo svolgimento del mio tema potrebbe anche
concludersi a questo punto. Non resisto però alla tentazione di
aggiungere qualche idea più concreta, e magari anche qualche
timido suggerimento, ovviamente “cestinabile” da questa
venerabile Assemblea.
a) Una fondamentale condizione previa
L’esperienza maturata in diversi anni di servizio alla vita
consacrata, prima nell’Ordine e poi nella Chiesa universale, ha
consolidato sempre più in me la convinzione che la formazione
iniziale e permanente si rivela troppo ardua, e addirittura
inutile, quando mancano alcune condizioni indispensabile per
assumere seriamente gli impegni propri della vita religiosa.
La verifica della presenza di tali condizioni o requisiti,
assolutamente necessaria, si realizza attraverso un rigoroso
discernimento vocazionale, da compiersi prima dell’ingresso
nell’Ordine e nel tempo che precede l’emissione della professione
solenne (e senza nutrire vaghe, flebili e illusorie speranze che il
soggetto ... forse potrebbe cambiare in futuro: infatti, il più delle
volte cambia sì, ma in peggio).
Se la formazione permanente consiste nell’individuare percorsi
di crescita, acquisire sempre più «la disponibilità a lasciarsi
formare in ogni giorno della vita» (VC 69), tutto ciò esige alcune
dotazioni “native”, cioè appartenenti alla struttura di base della
persona. Anche perché la vita religiosa non può trasformarsi in
una sorta di grande struttura terapeutica per psicolabili, o per
persone dalla personalità più o meno disturbata. D’altra parte, gli
stessi sussidi offerti al religioso, mediante iniziative varie di
formazione permanente, non troveranno in queste persone terreno
fertile. Sarà come indicare il percorso di una difficile ascensione in
montagna ad un superobeso: non farà più di cento metri e poi
scivolerà pesantemente in basso, magari trascinando con sé anche
altri; o sarà come offrire un’abbondante pastasciutta (chiedo scusa
ai non italiani!) ad un neonato: nella migliore delle ipotesi la
sputerà sconciamente.
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La “voglia di vocazioni” (o di
incremento numerico della Provincia,
Custodia, ecc.) è una cosa; la “proposta
vocazionale”, con conseguente serio ed
esigente cammino formativo, è altra
cosa. Ma molti si lasciano ancora
condizionare insensatamente dal ferreo
principio del “non chiudere”, del
mantenere a tutti i costi le presenze. Ma
c’è da chiedersi: quali presenze? Con
quale significatività ecclesiale? E con
quale
possibilità,
per
frati
affannosamente indaffarati a curare la
propria formazione permanente?
b) Il protagonista della formazione permanente
È principio ormai ripetuto da tutti, perciò non posso non richiamarlo. La formazione
permanente non è data dai corsi o dalle giornate o settimane, organizzate a livello diverso.
Anche Cencini annota che da alcuni (da molti?) la formazione permanente è «ancora intesa in
maniera riduttiva e superficiale, come consistesse semplicemente in alcuni corsi di
aggiornamento che si fanno ogni tanto, giusto per tener su il livello di tensione interna del
presbitero/religioso, o perché non perda l’ultimo treno del rinnovamento teologico e sia al
passo con i tempi».
Ma (ri)ascoltiamo questi testi del magistero:
«Dire “sì” alla chiamata del Signore assumendo in prima persona il dinamismo della crescita
vocazionale è responsabilità inalienabile di ogni chiamato» (VC 65); «Nessuno può esimersi
dall’applicarsi alla propria crescita umana e religiosa» (VC 69);
«In un certo senso, è proprio lui, il singolo sacerdote, il primo responsabile nella Chiesa della
formazione permanente: in realtà su ciascun sacerdote incombe il dovere, radicato nel sacramento
dell'Ordine, di essere fedele al dono di Dio e al dinamismo di conversione quotidiana che viene dal
dono stesso. I regolamenti o le norme dell’autorità ecclesiastica al riguardo, come pure lo stesso
esempio degli altri sacerdoti, non bastano a rendere appetibile la formazione permanente, se il
singolo non è personalmente convinto della sua necessità e non è determinato a valorizzarne le
occasioni, i tempi, le forme. La formazione permanente mantiene la “giovinezza” dello spirito, che
nessuno può imporre dall’esterno, ma che ciascuno deve ritrovare continuamente dentro se stesso.
Solo chi conserva sempre vivo il desiderio di imparare e di crescere possiede questa “giovinezza”»
(PDV 79).
Si deve dunque dire, in altre parole, che le cosiddette iniziative di formazione permanente
non sono in se stesse la formazione permanente, ma solo aiuti per quell’autoformazione che
costituisce la formazione permanente in senso più proprio.
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Ma tutto ciò – come giustamente osserva il testo citato di PDV – non basta «a rendere
appetibile la formazione permanente, se il singolo non è personalmente convinto della sua
necessità». Per cui credo che si debba ancora lavorare molto, soprattutto con le generazioni
non troppo avanti negli anni, per radicare sempre più questa convinzione.
Concretamente si tratta anche di
promuovere
un
apprendimento
di
metodologie, di mezzi, di prassi, per rendere
la formazione permanente non velleità
passeggera, magari un “fuoco di paglia”
dopo la partecipazione ad un corso
entusiasmante, ma maniera sistematica,
irrinunciabile, consolidata, di prendersi
cura di sé: della propria umanità, della
propria fede, della propria risposta alla
vocazione, della propria spiritualità, del
proprio
cammino
verso
l’incontro
definitivo con Dio.
c) La comunità
Temo che il dichiarare la
comunità luogo precipuo di
formazione permanente sia ancora
un’affermazione condivisa sul
piano teorico, ma poco tradotta in
prassi abituale. Va detto senza
cadere in uno sterile pessimismo: c’è
ancora molta strada da compiere.
Una ragione di questa difficoltà la
vedo nella preoccupazione –
comprensibile fin che si vuole, ma
che non può diventare l’unica – di
pensare e costituire le comunità
quasi esclusivamente in funzione dell’apostolato, del lavoro da svolgere. Che poi si punti ad
ottenere una “combinazione” di persone che favorisca vere relazioni comunitarie, rimane di
solito meno urgente.
Anche su questo tema VC ha indicazioni interessanti:
«Poiché la formazione deve essere anche comunitaria, il suo luogo privilegiato, per gli Istituti di vita
religiosa e le Società di vita apostolica, è la comunità. In essa avviene l’iniziazione alla fatica e alla gioia
del vivere insieme. Nella fraternità ciascuno impara a vivere con colui che Dio gli ha posto accanto,
accettandone le caratteristiche positive ed insieme le diversità e i limiti. In particolare, egli impara a
condividere i doni ricevuti per l’edificazione di tutti, poiché “a ciascuno è data una manifestazione
particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 7)» (n. 67).
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Certo, si dovrà riconoscere che la comunità – specie se piuttosto povera sul piano umano,
spirituale e apostolico – non può esaurire gli spazi in cui si dà formazione permanente. Il
testo appena citato, del resto, fa riferimento soprattutto alla formazione alla vita fraterna, alla
relazione intracomunitaria.
Ma c’è bisogno di valorizzare o di
scoprire maggiormente e di attivare
la comunità come luogo in cui si
condivide e si matura la fede, e in
cui
ci
si
evangelizza
reciprocamente prima di farsi
evangelizzatori all’esterno. Quante
volte, invece, la condivisione
spirituale viene facile in ambienti
esterni (dove magari la si esercita
con piglio “magisteriale”), mentre si
fa ardua o imbarazzata all’interno
della comunità (forse perché in
comunità il piglio “magisteriale”
troverebbe scarsi consensi?).
d) Fantasia formativa: tentare e ritentare
Qui mi rivolgo soprattutto a chi ha responsabilità di governo (nell’Ordine, nella Provincia,
nella comunità) e uso questa espressione per esprimere la necessità di pensare, esplorare,
verificare strade nuove di aiuti alla formazione permanente. È troppo importante questo
impegno per rinunciare a ripensarne in continuazione gli strumenti, oltre che a stimolarlo,
anche quando alcune iniziative non mostrano subito i frutti sperati.
Sottolineo qui il “subito”, perché spesso certe idee e certa prassi hanno bisogno, per
affermarsi, di tempi lunghi, di insistenza, di costanza. Magari i frutti maturano così
lentamente da non suscitare la sensazione di cambiamenti sostanziosi. Come chi vive accanto
ad una persona e non percepisce il cambiare del suo aspetto per l’età che cresce; ma chi la vede
dopo anni nota subito la diversità.
Mi permetto allora di offrire alcuni spunti.
- Anzitutto in ogni Capitolo provinciale e in ogni programmazione comunitaria, specie di
inizio quadriennio, quello della formazione permanente dovrebbe essere uno dei punti
principali e dovrebbe avere iniziative definite e intoccabili. È davvero singolare, per
esempio, che persone le quali nella Chiesa fanno una scelta di vita che si incentra nel “primato
di Dio” non facciano nemmeno gli esercizi spirituali annuali. Così come il ritiro spirituale
comunitario, magari ripensato e in modalità nuove, non dovrebbe mai mancare, con una
frequenza tipica di chi considera la “vita nello spirito” come la preoccupazione fondamentale.
Si deve far capire che la formazione permanente – nel senso più vero: come autentica
autoformazione – non è una possibile “buona consuetudine”, ma un serio dovere morale in
cui si gioca la fedeltà alla vocazione (chissà se qualcuno si confessa mai di questo peccato...?).
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- La incompatibilità o difficoltà di armonizzazione tra impegni formativi e impegni
apostolici va affrontata con molta serietà, e non penalizzando sempre gli impegni formativi.
A mio giudizio, una ragione forte per procedere a ridimensionamenti di presenze, là dove
necessari, è data proprio dall’insufficiente spazio che il troppo lavoro concede alla
formazione permanente. Voglio sottolineare (lo scrivevo già nella mia prima lettera all’Ordine
nel 1996) che le presenze prive di “significatività” servono assai poco alla Chiesa e all’Ordine.
- Le iniziative più efficaci per imparare a fare formazione permanente sono i corsi
prolungati, comunque li si voglia impostare. Il “mordi e fuggi” di solito serve poco: sono
piccole parentesi che lasciano il tempo che trovano. Per nutrirsi bene bisogna fare pasti
sostanziosi, non piluccare qua e là. Da questo punto di vista, l’istituzione di tempi prolungati a
scadenze stabilite, o comunque programmate per tempo, per corsi di sostegno alla formazione
permanente è senza dubbio l’iniziativa più efficace. Alcuni Istituti religiosi missionari attuano
questi progetti con serietà. Ma non siamo forse ormai tutti in terra di missione, e per di più
assediati dalle tre tentazioni di cui parlavo all’inizio?
- Una iniziativa che io sogno per la vita religiosa è la possibilità di “noviziati” diversi
(comunque li si voglia chiamare), compiuti in alcuni snodi importanti della vita. Al noviziato
canonico, fatto prevalentemente di acquisizione di nozioni teoriche e di esperienze forse
interessanti ma un po’artificiose, e per persone che non hanno ancor compiuto una scelta
definitiva, dovrebbero seguire, a distanza di anni, noviziati “reali” (per esempio semestrali)
per chi ha già accumulato esperienze di vita diverse, con modi diversi di vivere, per
esempio, la fede, l’affettività, la relazione, la missione, la preghiera, lo sguardo al futuro,
l’esercizio dell’autorità, i voti, il senso ecclesiale, ecc. In questo caso, a differenza del noviziato
canonico; la vita parlerebbe molto di più delle teorie, specie se debitamente aiutati da persone
preparate. Da tempi prolungati di formazione permanente si potrebbe davvero “ripartire di
nuovo” per un altro lungo tratto di cammino della vita. E poiché la vita si allunga sempre più,
credo si faccia sempre più urgente la necessità di preparare le persone a gestire la condizione
di anzianità, che potrebbe essere – malattie permettendo – apportatrice di frutti saporiti,
quando ben e aiutata.
Conclusione
Come promesso, ho ripetuto cose ripetute. Ma la formazione permanente altro non è, per
quanto presentata in maniera insufficiente, che quella che ho descritto. Essa è sostanzialmente
dettata dalla volontà di rispondere alla chiamata (battesimale, religiosa, eventualmente
sacerdotale) non solo all’inizio del cammino vocazionale, procedendo poi per forza d’inerzia,
ma tutti i giorni della vita, fino all’ultimo, in maniera sempre nuova e coinvolgente.
È questa una formidabile acquisizione che ci ha regalato la riflessione più recente sulla
vocazione cristiana e religiosa.
Mi piace, per concludere, esprimermi con un’immagine. Nel passato l’unica formazione
conosciuta era quella iniziale: era percepita – mi pare – come il percorrere un sentiero in salita
che portava ad un altopiano: lì l’altitudine della maturità era sostanzialmente raggiunta; poi
bastava procedere per sentieri più o meno pianeggianti.
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Abbiamo capito, invece, che la
strada della sequela è sempre in
salita, è andare verso una vetta mai
veramente raggiunta, e la salita si fa
ora più dolce ora più dura. Ma,
proprio come quando si sale in
montagna, vi è la possibilità di
contemplare visioni sempre diverse e
panorami sempre nuovi e avvincenti.
La visione decisiva è quella del
Signore, sempre più e meglio
conosciuto e fatto conoscere, sempre
più intensamente amato e fatto
amare.
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Testimonianze di vita fraterna
Come l’aurora verrai
Sabato 14 giugno io insieme ad altri giovani provenienti da varie parti delle
Lombardia, accompagnati da alcuni frati francescani, ci siamo incamminati
nella campagna di Cermenate per vivere un’esperienza di fede riflettendo sul
racconto di Giona.
Il cielo tempestoso inizialmente ha messo in dubbio la possibilità di
imbatterci nell’avventura però i frati, saldi nella fede, hanno deciso che la
pioggia non ci avrebbe potuto fermare e che per una notte potevamo fare una
pazzia per Gesù!
Il cammino è stata guidato principalmente da Frate Andrea che inizialmente
ci ha fatto varie provocazioni e ci ha permesso di riflettere sulla nostra vita e
in particolare sui momenti in cui come Giona siamo caduti molto in basso e
non abbiamo ascoltato la proposta di Dio ma siamo scappati.
Abbiamo avuto la possibilità di riflettere su queste provocazioni inizialmente
nel silenzio della natura e poi confrontandoci a due a due.
Nel secondo momento Frate Andrea ci ha fatto riflettere sul tema della
misericordia di Dio il Quale è pronto a riabbracciarci se noi siamo pronti a
perdonare e sul fatto che noi uomini come Giona spesso preferiamo morire
piuttosto di affrontare le difficoltà e questo ci allontana da Dio il Quale ci dice
che se vogliamo arrivare a Lui dobbiamo accettare di soffrire e non di capire
tutto.
Infine alle 23.30 siamo tornati al convento di Cermenate bagnati, infangati ma
felici e soprattutto riempiti di parole preziose che hanno un po’ scosso le
nostre certezze e abbiamo celebrato la S.Messa nella festa della SS. Trinità
pregando e lodando Dio per la grazia che ci ha fatto perché noi giovani
abbiamo sete di acqua pura e nelle strade che percorriamo ogni giorno non è
facile trovare la fonte “giusta”, la fonte dove sgorga l’acqua che rende la
nostra vita piena, abbondante, feconda!
Grazie ai frati che ci hanno accompagnato in questa notte di preghiera e che
ci stanno accompagnando nel viaggio della nostra vita permettendoci di
camminare non da soli ma illuminati dallo Spirito Santo dando la
precedenza a ciò che è importante per fare le scelte giuste!
Anna
14 giugno
2014
Pastorale
Giovanile
Vocazionale
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Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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Promessa Gioventù Francescana
Nel giorno 8/06/14 il gruppo GI.FRA. a cui appartengo ha celebrato il
rito delle “Promesse”, coronamento di un anno fraterno e mattoncino (per
alcuni il primo) da porre sul cammino francescano. Condivisione, fraternità e
preghiera ci hanno accompagnati negli incontri programmati dal nostro
consiglio, ed anche in quelli fuori programma. Il tema della “Scelta” ci ha
portato a scrutare il vangelo, meditare e “drammatizzare” la Bibbia, vivere
attivamente la celebrazione dell’ Eucarestia. Abbiamo sperimentato
l’accoglienza dei frati minori di Cermenate che, per tre giorni, ci hanno
offerto di condividere la preghiera e la fraternità nella loro casa. Il Signore ci
ha radunati nella fraternità di Sant’Antonio ed insieme abbiamo camminato,
ognuno, portando il proprio dono e la propria diversità come offerta per
quella “comunità di fede” che siamo diventati. Abbiamo scelto di mettere al
centro della nostra vita, l’Eucarestia e di prendere come guida fidata il
Vangelo. La nostra “comunità di fede” ha scelto di avere la Chiesa come
madre e i poveri e gli ultimi come fratelli… Così l’8 giugno abbiamo
pronunciato il nostro personale “eccomi” e posto ai piedi dell’altare le nostre
preghiere, i nostri desideri e le nostre paure, certi che per essere Araldi del
Regno di Dio ci vuole un po’ di umiltà… ma, sicuramente, anche tanta
ambizione!
8 giugno
2014
Cermenate
(CO)
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
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FilmiAmo…
La sedia della felicità
C’è un tesoro da trovare. Nascosto in una sedia kitsch di stile africano
dalla madre di un noto ladro, che in punto di morte rivela questo
segreto alla sua estetista Bruna. Per la ragazza e per un tatuatore, Dino,
inizia la rocambolesca e affannata ricerca del bottino che potrebbe
risolvere i loro problemi economici e offrire una vita migliore.
Affronteranno ostacoli e situazioni surreali, incontreranno personaggi
improbabili e bizzarri, tra cui un prete alla ricerca disperata dello
stesso tesoro, in un Nordest italiano specchio della società
contemporanea,
multietnica,
paradossale,
pseudo
religiosa,
impoverita, ma dove resistono i sogni e le favole. E il desiderio di una
vita felice.
Questa divertente commedia è l’ultimo film di Carlo
Mazzacurati, spentosi dopo una lunga malattia lo scorso 22 gennaio a
57 anni. Con la consueta sensibilità, con delicato tatto, con fine
intelligenza, Mazzacurati ci regala un’opera dove si sorride con
leggerezza. E’ una storia lieve che racconta le disavventure di Bruna –
Isabella Ragonese - e Dino – Valerio Mastrandrea -, una giovane
estetista che lotta per pagare le rate dei suoi macchinari, e un
disincantato tatuatore che fatica a farsi pagare dai suoi clienti. Hanno il
negozio uno di fronte all’altro e per una serie di circostanze fortuite
inizieranno insieme la caccia al tesoro.
Bruna si reca in carcere per fare la manicure ad una detenuta Norma –
Katia Ricciarelli -, madre di un bandito famoso, che improvvisamente
viene colta da un malore mortale. Ma prima di spegnersi rivela alla
giovane che ha nascosto dei gioielli in una delle sedie del suo
soggiorno. Anche al cappellano del carcere, padre Weiner – Giuseppe
Battiston – pieno di guai economici che crede più a una medium che a
Dio, viene rivelato, per sbaglio, dalla donna morente il suo segreto.
Per vie diverse gli improbabili detective cercano di ritrovare le sedie
della signora Norma vendute ad un’asta fallimentare. Dopo i primi
insuccessi i tre si alleano per scovare il tanto desiderato tesoro
imbattendosi in personaggi stravaganti. Una carrellata di macchiette –
interpretate da molti attori legati professionalmente e affettivamente al
regista - che rappresentano le vaghezze italiche, e non solo, che
tratteggiano anche le contraddizioni di oggi, le speranze, i
cambiamenti culturali, le condizioni precarie in cui la gente vive e i
visionari tentativi che escogitano per sbarcare il lunario.
Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi
La sedia
della felicità
di Carlo
Mazzacurati
Commedia
Durata 90 min.
Italia
2013
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La narrazione è ritmata e spassosa, reale e surreale, una favola che racconta la mai spenta
ricerca della felicità da parte dell’uomo. Ci sono tutti gli elementi della fiaba che invita a
recuperare uno sguardo da bambini, un incanto per la vita, per la scoperta, per la sorpresa: c’è
la bella e povera principessa a cui il fato rivela la possibilità di una vita meravigliosa, c’è il
sensibile ma squattrinato principe azzurro che la libera da un castello ormai decadente e da un
cinghiale neppure troppo feroce, c’è una sorta di medium che entra nel mondo degli spiriti per
sapere dove si trovano le preziose sedie, c’è un mago un po’ cialtrone, non c’è il lupo ma un
orso selvaggio e feroce suo malgrado, ci sono imbonitori e ingenui, folletti e santoni, e
ovviamente la ricerca del tesoro nascosto. Ma come tutte le favole, presenta metaforicamente la
contemporaneità, vizi e virtù degli esseri umani, fatiche e speranze, i desideri insopprimibili che
abitano il cuore.
Mazzacurati con questo film ci lascia una sorta di testamento, la sua idea del cinema e della vita:
entrare in punta di piedi nelle pieghe dell’esistenza, nelle periferie a volte desolate, nelle
fragilità umane, nel bisogno di riscatto, nel desiderio di incontrare un altro con cui ricercare la
felicità. Felicità data non tanto dalla ricchezza, ma dal ritorno alle cose semplici, alla dignità
umana riconquistata e onorata, alla riscoperta del valore delle realtà originarie, quasi primitive.
Per essere felici non occorre inseguire un trono su cui sedersi, ma a volte basta salire sul dorso
di un asino per ascendere ai luoghi dove la vita ritrova il suo senso, la sua verità.
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Notizie di Casa
A cura di
fr. Enzo
Pellegatta
Giugno
Ha luogo il pellegrinaggio in comunione con le sorelle clarisse dei monasteri
lombardi. Dopo i saluti del Ministro provinciale e della Presidente federale,
don Ezio Bolis guida la riflessione e la preghiera in diversi luoghi cari a
papa Giovanni. Alle ore 12.00 il Vescovo Francesco Beschi presiede la
Celebrazione eucaristica. Si conclude con il pranzo a Baccanello.
06
Sotto il Monte
(BG)
Nel chiostro del Convento viene inaugurata la Mostra di sculture eseguite
dagli studenti della Scuola Professionale “R. Vantini” di Rezzato
06
Rezzato (BS)
Il Definitorio si riunisce per il suo X Congresso.
09 Cermenate
(CO)
Nel locale Convento si svolge il Capitolo Regionale elettivo Gi.Fra. di
Lombardia.
Nella notte tra il 14 e il 15 ha luogo la Camminata notturna per giovani
“Come l’aurora verrai”.
14-15
Rezzato (BS)
In serata Incontro-testimonianza della giornalista e scrittrice Costanza
Miriano, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Obbedire è meglio”.
15
S. Angelo
Milano
Nella Curia provinciale: si riunisce il Consiglio di Cooperazione.
20-21
S. Antonio
Milano
Nella Chiesa parrocchiale di s. Sisto si celebrano i funerali del sig.
Alessandro Ghidoni, di anni 47, fratello di fr. Giampietro.
23
Colognola (BG)
Il Definitorio si raduna per la Prima Sessione del Tempo forte.
23-26
Bienno (Bs)
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
26
Anno XXXVI – n. 245 – Giugno 2014
27