11_4_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
11 aprile 2014
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 11 aprile 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 100 e 1,20
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
#EUROPEE2014
DELITTO GIANFREDI
Nuovo ordine di arresto
Il Riesame crede agli indizi
a carico del quarto uomo
Emiliano rinuncia a candidarsi
Si rafforza la posizione di Pittella
E’ il 63enne Angelo Nolè. Per la Dda
avrebbe partecipato ai sopralluoghi
IL PROBLEMA NON È MORIRE PITTELLIANI
di VINCENZO VITI a pagina 6
AMATO a pagina 12
{
SANTORO alle pagine 6 e7
Petrolio, la Corte dei Conti contribuisce a infiammare il dibattito di
questi giorni: amministrazioni sotto accusa, inadeguate a investire
«Royalty
spese male
dai comuni»
Un calcio
al Consiglio
Il “pallone” passione
bipartisan
di chi ci governa
SCOGNAMIGLIO a pagina 15
DUE GIORNI A MATERA
La tecnologia? Deve avere
una finalità pratica
Intervista al professore
Ricardo Pietrobon
A giorni la decisione della sezione di controllo
con i rilievi da inviare anche in Parlamento
Fondi Ue: lucani in ritardo, entro luglio
la Regione dovrà presentare la programmazione
di SILVIA DELL’ORCO a pagina 16
IL CASO A CORLETO
Il furto del medagliere
a Palazzo Lacava: le suore
non se n’erano accorte
AMATO e LABANCA alle pagine 8,9, 10 e11
BERNALDA
Il centrosinistra trova la quadra: c’è l’accordo
CORRADO a pagina31
TITO
Furto alla Daramic, bottino ritrovato
POTENZA
Asi-Comune e il passaggio delle aree
a pagina 21
Parte del medagliere di Lacava
a pagina 19
SPORT
Medaglia
di bronzo
alla potentina
Palumbo
Paolo Mieli
OGGI
a Latronico
a pagina 43
40411
MENONNA a pagina 39
9
771128
022007
PANETTIERI a pagina 13
RASSEGNASTAMPA
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
Venerdì 11 aprile 2014
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
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B A S I L I C ATA
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 100
UNIVERSITÀ IL FATTO DI BARI DIVENTA UN CASO NAZIONALE. ANNUNCIATI RICORSI
OLTRE UN MILIARDO DI FONDI FRA 2001 E 2012
Medicina, doppia indagine
sul plico mancante ai test
Basilicata, sulle royalty
la Corte dei Conti
fa le pulci agli enti locali
LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >>
In campo la Digos. Il rettore ordina accertamenti
amministrativi. Gli studenti: «Prova da annullare»
PETROLIO Il Centro oli di Viggiano
BARILE A PAGINA 18 >>
IL CASO TRA 5-15 GIORNI LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA. IL GOVERNO: LA SENTENZA NON INFLUENZERÀ I RAPPORTI CON NOI
EUROPEE «GIRAVO COME CAPOLISTA, POI UN SMS...». «TI STIMO MOLTO»
Verso i servizi sociali: sì della procura alla richiesta della difesa
Potrà fare campagna elettorale. Maxisequestro per Formigoni
sùbito una ragione
si ritira
Berlusconi evita il peggio Emiliano
ma Renzi se ne fa
IL VERDETTO
DEFINITIVO
ALLE EUROPEE
DI MAGGIO
ED ECCO A VOI
LE ULTIME
DUE BUGIE
SUL SUD
NICHI E MICHI
TEMPO DI GELATE
PER LA PRIMAVERA
PUGLIESE
di XXX
di LINO PATRUNO
di BEPI MARTELLOTTA
D
ifficilmente il tribunale di sorveglianza
potrà rovesciare il
parere
favorevole
espresso dalla procura sulla richiesta di affidamento in prova
ai servizi sociali presentata
dalla difesa di Silvio Berlusconi.
Si profila meno drammatica
del previsto, per il Cavaliere, la
fase successiva alla condanna
(4 anni) inflittagli dai giudici
del processo Mediaset.
Nei mesi scorsi l’ex premier
aveva sollecitato la grazia da
parte di Giorgio Napolitano.
Ma dal Quirinale non sono mai
sopraggiunti messaggi confortanti in tal senso. Poi Berlusconi ha invocato l’«agibilità»
politica in vista delle elezioni
europee. Staremo a vedere cosa
deciderà, in dettaglio, il tribunale di sorveglianza.
Ma l’«agibilità» politica sembra scontata. Tra l’altro, a Berlusconi gliel’avevano già concessa due personaggi assai distanti tra loro e distanti anche
dal leader forzista: Antonio Padellaro, direttore del Fatto Quotidiano, che ha auspicato la
partecipazione del Cavaliere
alla campagna elettorale; e
Matteo Renzi, premier, che ha
rieletto Silvio interlocutore
privilegiato in materia di riforme. Se il numero uno del
giornale più antiberlusconiano
in circolazione e il numero uno
dell’esecutivo non chiedono
l’emarginazione di Berlusconi,
qualcosa significa. Il Cav resta
pur sempre il leader di un partito di milioni di voti. E i giudici non sono insensibili al
Contesto. Ma il vero responso
sul futuro politico di Silvio «socialmente utile» lo daranno gli
italiani con le europee di maggio. Se va male, addio. Se va
bene, risorge.(g.d.t.)
N
IN ATTESA L’ex premier Berlusconi rivendica «agibilità politica»
uovo attacco sul
fronte meridionale. Si pubblica la
mappa della pericolosità fiscale, già inquietante nel termine. E nell’Italia a
totale rischio di evasione viene compreso più o meno tutto
il Sud.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4, 5, 8 E 9 >>
SEGUE A PAGINA 25 >>
OGGI L’ASSEMBLEA NE DECIDE LA SORTE. DEBITI A 25 MILIONI
Fiera
del Levante
i soci
in «conclave»
FIERA
L’assemblea dei
soci dell’ente
decide oggi sui
45 esuberi e
sull’attuazione
del piano di
ristrutturazione
richiesto dalla
Regione Puglia.
Sul tavolo i dati
di bilancio
SCAGLIARINI A PAGINA 12 >>
ETEROLOGI
NELLA TESTA
di FABIANO AMATI
N
Nel Paese di Galilei, Copernico si
insegna a correnti
alternate. La Corte
costituzionale ha dato via libera alla fecondazione assistita eterologa. Il seme o l'ovulo potranno essere donati
da persone esterne alla coppia. Servirà qualche adeguamento legislativo, ma il più è
fatto e la decisione pare quadrata.
SEGUE IN 24, SERVIZI IN 11 >>
A
CANDIDATO, ANZI NO Emiliano
SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >>
A GROSSETO
«Nozze gay, tutto ok»
Procura contro Tribunale
SERVIZIO A PAGINA 20 >>
MORTI A MOLFETTA
Padre e figlio sono
annegati nei liquami
BALSAMO E NORSCIA A PAGINA 15 >>
scesa e declino di
Nichi e Michi. Era il
2009, cinque anni fa,
quando il magistrato prestato alla politica Michele Emiliano riconquistava a
suon di preferenze la città più a
destra d’Italia, Bari, confermandosi uno dei sindaci più
suffragati del Belpaese. Ed era
il 2010, quattro anni fa, quando
l’unico governatore comunista
d’Italia, Nichi Vendola, riconquistava la Regione più a destra d’Italia, la Puglia. Entrambi, punto più punto meno, con
migliaia di consensi in più rispetto ad una coalizione, il centrosinistra, risultata vincente a Bari come in Puglia - solo
grazie a loro, i campioni della
sinistra nazionale. Di anni in
realtà ne sembrano passati
molti di più. E di quegli ultimi
fasti della «primavera pugliese» pare non ve ne sia più
traccia.
SEGUE A PAGINA 25 >>
RASSEGNASTAMPA
Venerdì 11 aprile 2014
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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POTENZA IL REFERTO DEL TRIBUNALE CONTABILE RIGUARDA I SOLDI ARRIVATI NELL’ARCO DEGLI ANNI DAL 2001 AL 2012
POTENZA AL VOTO DOMENICA PRIMARIE DELL’ALTRO CENTROSINISTRA
Adunanza pubblica della Corte dei Conti sui fondi del petrolio
del Municipio»
e la città
Oltre un miliardo di royalty Falotico
«La prima cosa
I conti in tasca agli enti locali è evitare il dissesto
IMPARA L’ARTE
E POI RESTA COLTO
E DISOCCUPATO
CON LIGA O SENZA
di MIMMO SAMMARTINO
In alcuni casi è mancato
«il passaggio dagli
obiettivi di massima alla
concretezza dell’azione»
l Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti locali della Basilicata qualcosa
come un miliardo e più di royalty petrolifere, secondo i risultati del
referto sull'utilizzo delle risorse generate dall’estrazione petrolifera in
Basilicata, illustrato ieri mattina a Potenza, nel corso di un’adunanza
pubblica della Corte dei Conti. Ma in alcuni casi è mancato «il passaggio
dagli obiettivi di massima alla concretezza dell’azione».
LAGUARDIA A PAGINA II >>
REGIONE: BANDITO NEL 2009, FERMO ALLE PRE-SELEZIONI
I
mpara l’arte e mettila da
parte. Deve pensarla così
chi, da anni, ha indetto nuovi concorsi pubblici per i
quali gli aspiranti occupati si sono
ripiegati. Hanno studiato sperando di vincere la selezione e guadagnarsi un lavoro. Ma, complice
il blocco imposto dall’alto (Europa, Italia), molti sono stati i chiamati (preparati), pochi (nessuno)
gli eletti. Risultato: sono senza lavoro, ma che erudizione...
Impara l’arte e mettila da parte
deve preoccupare anche Roberto
Falotico, Luigi Padula e Maria
Luisa Cantisani. Il pezzo di centrosinistra in procinto di sfidarsi
alle primarie dopo aver declinato
la proposta di Pd, Sel, Pu, Cd, Sc di
puntare direttamente su Luigi Petrone come candidato sindaco di
Potenza. Competitore del duo lanciato dalle destre (Michele Cannizzaro e Dario De Luca), di Savino Giannizzari, M5S, e di qualche candidato civico (circola l’ipotesi di Dino De Angelis).
Ma perché Falotico, Padula e
Cantisani dovrebbero temere l’arte? Perché domenica 13, giorno
delle primarie, sono previste file
estenuanti per conquistarsi il biglietto per il concerto di Ligabue.
È proprio il buon Liga a dispensare pillole di saggezza: «E si può
restare soli / certe notti qui / che chi
s'accontenta gode / così così... ». Ma
il dilemma resta: che faranno i fan
fra i «primaristi» o il rocker di
Correggio? E chi lo sa. Di sicuro
«certe notti la macchina è calda / e
dove ti porta lo decide lei»...
SINDACATI
l Domenica le primarie
dell’altro centrosinistra fra i
candidati Roberto Falotico, Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Oggi ci occupiamo del piano programmatico di Falotico.
L’INTERVISTA A PAGINA V >>
LAGONEGRO
Ammortizzatori Altri 2 indagati
sociali in deroga per l’omicidio
«È allarme rosso» di Pasqualino
Il concorso
fantasma
BASILICATA, UNA REGIONE
ANCORA SENZA UN PROGETTO
di LORENZO ROTA *
H
MINISTRO Federica Guidi
Se accadesse, un terzo
dei 530 dipendenti
comunali si troverebbe
in «mobilità»
o apprezzato moltissimo il fondo «Petrolio,
bene ridiscutere le intese, ma per fare cosa?», perché coglie nel cuore i termini della questione risorse energetiche. La riapertura del tavolo
istituzionale mette brutalmente
in piena luce l’impreparazione di
una Regione che non è in grado di
presentarsi nei luoghi ove si decide il proprio destino.
[* presidente Inu Basilicata]
CONTINUA A PAGINA II >>
l Tra patto di stabilità e parametri del turn
over, la Regione ha pochi margini di manovra per
assumere nuovo personale. In questo contesto
s’inserisce il blocco del concorso del 2009 per la
copertura di 78 posti e la mancata assunzione di
vincitori di concorso negli enti strumentali.
BRANCATI A PAGINA III >>
l Ammortizzatori sociali in deroga,
una situazione insostenibile per migliaia
di lavoratori e disoccupati lucani. I segretari delle organizzazioni sindacali,
Alessandro Genovesi, Nino Falotico e
Carmine Vaccaro tuonano: «Dobbiamo
avviare azioni risolutive anche di mobilitazione, in ragione dei ritardi nell'erogazione dei sussidi fermi ad ottobre
2013 e della insufficienza ed inconsistenza delle risorse finanziarie stanziate per
il 2014». I sindacalisti ricordano di aver
più volte sollecitato il Ministero del Lavoro a reperire un ulteriore miliardo di
euro per dare piena copertura al fabbisogno dell’anno. Nella maggioranza
delle Regioni si sta arrivando al blocco di
nuove autorizzazioni per la cassa integrazione. Nonostante tutto i sindacati
hanno ieri rinnovato l’accordo per gli
ammortizzatori sociali in deroga per ulteriori tre mesi con l’obiettivo di evitare
che le aziende avviino le procedure di
licenziamento, consapevoli però che tale
accordo deve ora diventare esecutivo con
l’assegnazione delle risorse sia da parte
dello Stato, per le prime mensilità 2014,
sia da parte della Regione che si è impegnata ad anticipare le mensilità restanti del 2013 con l’approvazione della
legge regionale finanziaria. Cgil, Cisl e
Uil chiedono un forte impulso alle politiche attive del lavoro, sperimentando
anche soluzioni innovative.
IMPRENDITORIA A MATERA LA FASE FINALE DI «TECHGARAGE»
Dieci idee innovative
per creare nuove aziende
INCONTRO
La manifestazione di ieri
che si è
svolta a
Matera. Sono
stati
proclamati i
progetti
vincitori
[foto Antonio
Genovese]
.
SERVIZIO A PAGINA IV >>
VITTIMA Pasqualino Di Salvio
SERVIZIO A PAGINA IV >>
CORLETO P.
Rubato il prezioso
medagliere di Lacava
SERVIZIO A PAGINA VIII >>
POTENZA
Viaggio nelle parrocchie
la realtà di Santa Cecilia
VIGGIANO A PAGINA XII >>
RASSEGNASTAMPA
È un grande momento per
il Paese. Ma la parola torni
al legislatore perché affronti
il tema fecondazione senza
alcun approccio ideologico,
come purtroppo abbiamo
visto troppo spesso accadere
su argomenti bioetici.
Umberto Veronesi
1,30 Anno 91 n. 99
Venerdì 11 Aprile 2014
Il rigore
e la passione
di Garboli
Ferrari pag. 18
Come battere
il «Food divide»
Simeone
«killer»
del tiki-taka
De Marzi pag. 23
Moro pag. 17
U:
Formigoni, bloccati 50 milioni
●
●
Sequestrati all’ex presidente della Regione Lombardia una villa in Sardegna e i conti correnti
Nell’inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele è accusato di corruzione ● La difesa: «Non ho quei beni»
Una villa sequestrata in Sardegna, altre proprietà immobiliari a Lecco e a
Sanremo. Il blocco dei conti correnti.
Valore complessivo: 50 milioni. Per il
gup milanese Paolo Guidi che ha ha disposto i provvedimenti è il prezzo della
corruzione contestata a Roberto Formigoni ed altri impuutati nell’ambito
dell’inchiesta Daccò-San Raffaele.
IL CASO
Grillo insulta
le donne Pd
«Maschilista
che ha paura»
VESPO A PAG. 2
Quel celeste
tesoretto
● Per il capo dei 5 Stelle
le capolista alle Europee
sono «veline» ● Emiliano
e Giusy Nicolini si ritirano
in polemica con le scelte Pd
ORESTE PIVETTA
●
«NON VI FATE TESORI SULLA TERRA,
OVE LA TIGNOLA E LA RUGGINE CONSUMANO, E DOVE I LADRI SCONFICCANO E
RUBANO; MA FATEVI TESORI IN CIELO…»
Grillo insulta le capoliste Pd alle europee: veline. È rivolta contro le offese
del capo M5S: ha paura del voto. Renzi: lui offende, noi pensiamo a cambiare il Paese. Intervista a Alessia Mosca.
Emiliano e Giusy Nicolini ritirano le loro candidature.
(Matteo 6:19-20). Non ha letto il Vangelo il senatore Roberto Formigoni, che
probabilmente ignora anche l’esistenza della tignola, perfido insetto che divora le cortecce di viti e ulivi, mentre
non ignora i benefici che l’amicizia con
i ladri può recare.
SEGUE A PAG. 2
È una stangata
uscire dall’euro
IL COMMENTO
NICOLA CACACE
In queste elezioni europee si
fronteggiano due linee, «Si euro
ma con più Europa» e «No euro
e quindi No Europa». Mentre per
i primi l’euro doveva essere il
viatico per l’unione politica,
come testimonia il motto
«money first» lanciato da Jenkins
e Delors a sostegno del progetto
euro, per i secondi si invoca
sovranità monetaria e quindi
l’uscita dall’euro e dall’Europa.
SEGUE A PAG. 15
ANDRIOLO CARUGATI FRULLETTI
A PAG. 4-5
Roberto Formigoni, senatore di Ncd ed ex presidente della Regione Lombardia
Berlusconi a un passo dai servizi sociali
● Il Pg chiede l’affidamento
in prova per l’ex Cavaliere
così come sollecitato
dagli stessi difensori
● In Forza Italia cresce
l’allarme elettorale
Staino
IL DEF
Per gli statali
contratti
congelati
fino al 2020
Il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova
dopo la condanna di Silvio Berlusconiper frode fiscale al processo Mediaset.
Per l’ex Cavaliere sembrano dunque
avvicinarsi i servizi sociali. Il Tribunale
deciderà nei prossimi giorni.
● Rinviato l’adeguamento
I sindacati: i lavoratori non
sono un bancomat
FANTOZZI FUSANI A PAG. 3
LA POLEMICA
BONZI A PAG. 12
FRONTE DEL VIDEO
MARIA NOVELLA OPPO
«Nozze gay
D’Alema per interposto cane
subito la legge ●
Il governo
si muova»
MASSIMO D’ALEMA NON È IL TIPO DA
FARE IL PIACIONE NEI TALK SHOW.
● Mobilitazione dopo
la sentenza di Grosseto
COMASCHI A PAG. 9
Anzi, si ricordano vari episodi di indisponenza, che hanno fatto di lui uno dei politici meno compiacenti e presi a simbolo
di «politica politicante» e altre invenzioni lessicali di stampo populista. Invece
l’altra sera, intervistato da Daria Bignardi, appariva particolarmente spiritoso e
quasi (e sottolineo quasi) accattivante.
Particolarmente quando ha parlato della Roma, rinunciando comunque ad arruffianarsi la grande maggioranza del
pubblico, che non è romanista.
Mentre è rimasto piuttosto urtato dalla proiezione del filmato «privato», che
lo vedeva in campagna, tra i suoi cani. E
siccome l’autore della registrazione,
Alan Friedman, gli aveva in qualche modo estorto quelle immagini bucoliche,
D’Alema ha sostenuto che i due animali,
di solito buonissimi, hanno ringhiato il
giornalista, avendo percepito la trappola contro il loro padrone troppo ingenuo
(figurarsi!). Così un vero politico si vendica anche per interposto cane.
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Venerdì 11 aprile 2014
POLITICA E GIUSTIZIA
DOPO LA CONDANNA
Da quanto si è saputo, ci sarebbe il parere
favorevole - non è vincolante – ma non nei
termini proposti dal leader di FI
Il destino di Berlusconi
approda ai servizi sociali
Il pg favorevole all’affidamento. La decisione tra pochi giorni
l MILANO. Si saprà al massimo entro due settimane
quale sarà il «destino» di
Silvio Berlusconi e in che
modo dovrà espiare quell'anno di pena che gli rimane
dopo la condanna definitiva a
quattro anni di carcere, di cui
tre condonati. Il giudice del
Tribunale di Sorveglianza
Beatrice Crosti, al termine
dell’udienza per discutere la
richiesta di affidamento ai
servizi sociali avanzata dal
leader di Forza Italia e nella
quale il pg ha dato parere
favorevole
alla
proposta
dell’Ufficio esecuzione penale esterna di un’eventuale attività di volontariato presso
una struttura per anziani disabili, si è preso da un minimo di cinque giorni a un
massimo di quindici per depositare il provvedimento.
Non si era ancora visto che
un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza su
una richiesta di misura alternativa alla detenzione durasse circa un’ora e mezza.
Eppure è quel che è accaduto
nel pomeriggio quando, dopo
aver trattato i casi di altri 58
«condannati», tra cui quello
di un boss della «ndrangheta,
il Tribunale di Sorveglianza
ha affrontato il fascicolo intestato al leader di Forza Italia.
Cominciata un poco prima
dell’orario previsto, le 17, in
aula, oltre al Presidente Pasquale Nobile De Santis, al
giudice Crosti e a Federica
Brunelli e Silvia Guidali, i
due esperti esterni, c'erano il
sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e i
due legali dell’ex premier, il
prof. Franco Coppi e l'avvocato Niccolò Ghedini i quali arrivati prima del tempo,
alla fine della discussione,
per dribblare i giornalisti,
sono usciti da una porta secondaria.
Il pg, da quanto si è saputo,
MILANO La ressa al Tribunale
LE UDIENZE Il nome del Cav
ha dato il parere favorevole non è vincolante – all’affidamento in prova ma non nei
termini proposti dall’ex Cavaliere, bensì con le modalità
del progetto di riparazione
che, su input dei magistrati
di Sorveglianza, ha presentato nei giorni scorsi l’Uepe,
l’Ufficio Esecuzione penale
esterna, diretto da Severina
Panarello: assistere gli anziani, anche disabili, in una
struttura dell’hinterland milanese, non molto lontano da
Arcore, per mezza giornata
una volta alla settimana.
Un’attività, quindi, ben diversa da quella messa nero su
bianco dall’ex capo del governo in una memoria depositata nei giorni scorsi con
la quale, oltre ad assicurare
che gli attacchi alla magistratura avrebbero solo motivazioni politiche, si sarebbe
proposto come «motivatore»
in un «centro terapeutico
ospedalizzato» ancora da costruire nel milanese per disabili mentali e fisici con lo
scopo di aiutarli a sviluppare
l MILANO. Un centro di assistenza per
anziani vicino ad Arcore o una cascina
nell’hinterland milanese gestita da un’associazione che si occupa di disabili. In una
di queste due strutture Silvio Berlusconi
potrebbe andare a svolgere il suo «programma riparatorio» nel caso in cui i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliessero la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali.
Il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna nell’udienza ieri pomeriggio
ha dato l’ok all’affidamento e, da quanto si
è saputo, avrebbe dato parere favorevole
alla proposta dell’Ufficio esecuzione penale esterna che è pervenuta nelle scorse
settimane sul tavolo dei giudici della Sorveglianza: Berlusconi dovrebbe assistere
«nuovi stimoli».
Un piano riparatorio caldeggiato oggi dai suoi difensori assieme a prescrizioni non troppo rigide, per consentire al leader di Forza
Italia di essere in prima linea
nella campagna elettorale
per le Europee.
Certo è che, comunque vada, per Berlusconi è fondamentale ottenere l’affidamento ai servizi sociali: in
questo modo si vedrebbe
estinguere anche la pena accessoria dei due anni di interdizione dai pubblici uffici.
Cosa che non accadrebbe se
la decisione fosse la detenzione domiciliare.
Dunque ora, come ha detto
a udienza conclusa Nobile De
Santis, "la decisione verrà
depositata tra un minimo di
cinque giorni a un massimo
di 15 giorni", il tempo tecnico
affinchè il giudice Crosti
scriva il provvedimento. E,
poi, dopo il deposito e la
notifica alle parti della decisione, per la stampa, «verrà
fatto un comunicato e lo farò
io».
Francesca Brunati
Che cosa è l’affidamento
Con l’ordinanza fissati
orari e possibili movimenti.
– E' considerato la misura alternativa alla detenzione
più ampia, l’affidamento in prova ai servizi sociali, che
Silvio Berlusconi ha chiesto al tribunale di sorveglianza di
Milano. Disciplinato dall’articolo 47 dell’ordinamento penitenziario, ha l’obiettivo di evitare alla persona condannata i danni derivanti dal contatto con l’ambiente penitenziario e consiste nel suo affidamento al Servizio sociale per un periodo uguale a quello della pena da scontare.
Può essere concesso solo a chi deve scontare una condanna, anche come residuo di pena, non superiore ai tre
anni di reclusione (ma questi limiti non valgono se il reo è
un malato affetto da Aids conclamata) a condizione che il
suo comportamento faccia ritenere che questa misura
possa avere per lui effetti rieducativi.
Se il condannato è in libertà, come nel caso di Berlusconi, la richiesta va presentata al pm. La decisione spetta
però al tribunale di sorveglianza competente, che provvede con un’ordinanza, dopo aver valutato se ricorrono i
presupposti necessari e se non c'è pericolo di fuga. Con
l’ordinanza vengono anche fissate le prescrizioni che il
condannato dovrà seguire: sul lavoro e sui rapporti con il
Centro di Servizio Sociale, innanzitutto, ma anche sulla
sua stessa libertà di movimento; obblighi che possono
arrivare sino al divieto di frequentare determinati posti o
di svolgere attività o avere rapporti personali che possono portare al compimento di altri reati.
Se il condannato rispetta quanto gli è stato prescritto,
per il periodo corrispondente alla condanna da scontare,
la pena ed ogni altro effetto penale si estinguono.
Assistenza agli anziani
nel futuro di Silvio
Sono due i centri in lista. Ma ci sono altre ipotesi
gli anziani, anche disabili, in una struttura non molto distante da Villa San Martino per mezza giornata una volta alla
settimana, se i giudici seguiranno le indicazioni dell’Uepe.
In una memoria di una decina di pagine
depositata a inizio settimana dalla difesa,
però, l’ormai ex Cavaliere ha segnalato
un’altra «strada»: fare il «motivatore» e
fornire nuovi «stimoli» a persone con pro-
blemi di disabilità fisica e psichica in un
centro terapeutico nel Milanese, anche
questo non distante da Arcore, che un’associazione benefica sta realizzando. Una
proposta che, verosimilmente, è stata illustrata anche in udienza dai legali Niccolò Ghedini e Franco Coppi. Anche l’ex
premier pare essersi speso, in prima persona, per avere una decisione favorevole
da parte della Sorveglianza. Punterebbe
anche a prescrizioni più blande per conservare quella agibilità politica utile per la
compagna elettorale in vista delle Europee. Berlusconi, infatti, avrebbe giustificato i suoi attacchi nei confronti dei magistrati spiegando che sarebbe stato mosso
solo da finalità elettorali e non da un odio
personale nei confronti delle toghe.
C'è da considerare che non sarebbero del
tutto tramontate altre due soluzioni per far
scontare la pena al leader di Forza Italia.
Per evitare, infatti, l’assedio mediatico alle
strutture, l’affidamento in prova potrebbe
anche risolversi in colloqui nella sua residenza con un’assistente sociale. Ma c'è
chi parla anche dell’ipotesi della detenzione domiciliare ma senza eccessive limitazioni negli orari e negli spostamenti.
Tutti i personaggi dell’udienza
Il presidente del collegio esperto in terrorismo. Difesa affidata agli immancabili Ghedini e Coppi
l MILANO. Ecco chi sono i personaggi che
hanno discusso, in un’udienza a porte chiuse, la
richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi.
IL DIFENSORE Il professor Franco Coppi uno dei legali del Cav
I GIUDICI - Il collegio è presieduto dallo stesso
presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Pasquale Nobile De Santis, 67 anni, di
origini campane. E' stato nominato responsabile dell’Ufficio milanese alla fine del gennaio
2008. Negli anni precedenti, a partire dal 2000, è
stato in forza, come giudice penale, al Tribunale
milanese ed è stato alla guida della quarta sezione penale. Come presidente della seconda
Corte d’Assise, invece, condannò 11 persone, tra
cui l'ex imam di Milano Abu Imad accusato di
associazione per delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo. Nel capoluogo Valtellinese, invece, nell’89, fu giudice a latere al processo
che si concluse con 5 condanne per la morte di 7
operai travolti da una frana in Val Pola.
Il giudice relatore è Beatrice Crosti, 52 anni,
milanese. Nella sua carriera di magistrato è
stato pm alla Procura di Siracusa fino al 1994,
per poi passare alla Procura presso la Pretura di
Milano dove ha coordinato inchieste sugli infortuni sul lavoro e sui reati in famiglia. Dal 2007
è uno dei 15 magistrati di Sorveglianza. A lei
sono stati assegnati i casi di Fabrizio Corona, di
Massimo Tartaglia (che nel 2009 colpì al volto
Berlusconi con una statuetta del Duomo) e di
Ruggero Jucker, l’imprenditore che a luglio 2002
uccise a coltellate la fidanzata Alenya Bortolotto.
Meno si sa, infine, dei due esperti esterni,
cioè non togati che fanno parte del collegio che
deciderà se accogliere la richiesta di Berlusconi
o disporre la detenzione domiciliare. Si tratta di
Silvia Guidali, 33 anni di Varese, avvocato dal
2010, laureata in Criminologia all’Università
dell’ Insubria, ateneo dove lavora come ricercatrice, e di Federica Brunelli, milanese, 43
anni, tutor alla facoltà di Sociologia dell’Università Bicocca e coordinatrice del Centro per la
Mediazione dei conflitti di Pavia.
PROCURA GENERALE -Prenderà la parola
anche il sostituto procuratore generale Antonio
Lamanna, 60 anni, milanese e in magistratura
da 33 anni. Ha sempre lavorato negli uffici giudiziari di Milano e da un paio di anni è passato
in Procura generale.
GLI AVVOCATI - Per Berlusconi ci saranno
Niccolò Ghedini, difensore del Cav in quasi tutti
i processi, e il professor Franco Coppi, legale di
fiducia di innumerevoli imputati eccellenti, da
Giulio Andreotti all’ex Governatore di Bankitalia Fazio, all’ex capo del Sismi Nicolò Pollari,
passando per Sabrina Misseri.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Venerdì 11 aprile 2014
«Sto pagando per qualcosa che non ho
commesso – è lo sfogo – vista la mia
storia non meritavo questa umiliazione»
L’EX PREMIER
Silvio Berlusconi: sale
l’attesa per la
decisione sul suo
futuro
.
Le liste sono oggetto di discussione in una
serie di riunioni in corso al partito e che
proseguiranno anche oggi
Il Cav allontana l’incubo
degli arresti domiciliari
E Toti incalza: i giudici gli permettano di fare la campagna elettorale
Le reazioni dei partiti
Alfano: giusto sentire la sua voce
Guerini (Pd): contiamo su clima sereno.
Reazioni contrastanti all’ipotesi di affidamento di Berlusconi ai servizi sociali: «Berlusconi è un simbolo - dice Brunetta e i simboli non si impediscono, non si imbavagliano, non si
bloccano. I simboli (pensi ad Aung San Suu Kyi, era bloccata
a casa sua ed è diventata un simbolo mondiale) quando si
tenta di zittirli e bloccarli, diventano ancora più forti». Il paragone tra Silvio Berlusconi e il Nobel per la pace Aung San Suu
Kyi è del capogruppo Fi alla Camera, Renatop Brunetta.
Parole che hanno subito fatto scattare la polemica. "Ancora
una volta Brunetta sbalordisce per l’assurdità delle sue parole.
Quando dice che Berlusconi è un simbolo come Aung San
Suu Kyi o non conosce Berlusconi, o non conosce Aung San
Suu Kyi. Il mondo intero sa chi sono e le parole di Brunetta coprono ancora una volta di ridicolo il nostro Paese", dice Sandra Zampa, vicepresidente dell’assemblea del Pd.
Afano dice che sarebbe bene che la sua voce si potesse sentire durante la campagna elettorale per le Europee. Non ho apprezzato le scelte recenti di Forza Italia, ma ritengo giusto possa fare campagna elettorale. Mentre il vicesegretario Guerini
auspica che le decisioni del Tribunale di Milano siano assunte
all’interno di un clima politico sereno. Serve da parte di tutti
grande serenità e mi sembra che per ora le dichiarazioni del
presidente Berlusconi vadano in questa direzione». «A noi dice - interessa dialogare con un’importante forza politica presente in Parlamento e vorremmo continuare a discutere con
loro. Non abbiamo quindi nulla in contrario a fare un incontro
anche se al momento non è necessario. L’incontro, ha continuato si fa quando serve e ora non c'è necessità".
l ROMA. «Cosa volete che vi
dica? Sono e rimarrò un innocente condannato ingiustamente». Silvio Berlusconi lo ripetere
ai pochi fedelissimi che riescono
a parlargli al termine dell’udienza del tribunale di Milano che,
ascoltate le ragioni dell’accusa e
degli avvocati difensori, dovrà
ora decidere il suo futuro. Ad
Arcore l’aria è meno cupa dei
giorni scorsi perchè il via libera
del procuratore generale alla richiesta dei legali di affidare il
Cavaliere ai servizi sociali ha
l’effetto di scacciare dalla mente
dell’ex premier l'incubo dei domiciliari, o peggio, del carcere.
Impossibile parlare di soddisfazione ovviamente: Sto pagando
per qualcosa che non ho commesso – è lo sfogo – vista la mia
storia non meritavo una simile
umiliazione. Parole però che l’ex
capo del governo tiene all’interno delle mura domestiche dove
ha trascorso la giornata insieme
ai figli ed in contatto continuo
con i suoi legali. La strategia
infatti rimane, almeno stando ai
consigli dei suoi avvocati, quella
del «low profile». Nessuna dichiarazione o uscita pubblica
prima che i giudici depositino la
VILLA SAN
MARTINO
Alcuni
militanti di
Forza Italia in
attesa della
decisione del
Tribunale di
sorveglianza
di Milano
sentenza. La diffidenza ed il rischio di qualche sorpresa impone all’ex premier prudenza.
Silenzio forzato per lui e sordina
anche al partito per evitare di
alzare la tensione. L’unica voce
ufficiale a spiegare gli umori di
Fi è quella di Giovanni Toti, consigliere politico del Cavaliere:
«Non facciamo nessuna previsione. Speriamo che i giudici
si rendano conto della persona,
del suo valore umano e politico
per milioni di moderati e non
vogliano con una decisione incidere sulla vita del paese. Stia-
mo per entrare in campagna
elettorale speriamo che possa
avere tutta l'agibilità politica per
farla». Le liste sono ancora oggetto di discussione in una serie
di riunioni in corso al partito e
che proseguiranno anche oggi.
Una bozza poi verrà inviata ad
Arcore per l’approvazione del
Cavaliere che ha già convocato
per il week end lo stato maggiore
azzurro. Fosse stato per il Cavaliere il verdetto sarebbe dovuto arrivare ieri stesso: vogliono tenermi sulle spine fino alla
fine prolungando l’agonia, è sta-
to uno dei commenti fatti dall’ex
capo del governo con alcuni uomini di fiducia. Già perchè l’intenzione di dover aspettare anche 15 giorni prima di conoscere
il verdetto dei magistrati rischia
di avere pesanti ricadute anche
in termini di consensi. La campagna elettorale per le europee
entra nel vivo, le liste devono
essere presentate e Berlusconi
rischia di dover rimanere
nell’angolo peggio di com'è ora.
Nei piani dell’ex capo del governo infatti rimane l'idea di poter
continuare a fare politica anche
se in modo più limitato: la legge
va rispettata – avrebbe sostenuto – per cui ad una persona, anche ai servizi sociali, non può
essere impedito di svolgere il
proprio lavoro ed il mio è quello
di fare politica. Nessuna voglia
di scomparire insomma per evitare che il partito vada nel caos e
rischi di spaccarsi senza una
guida riconosciuta ma soprattutto Matteo Renzi occupi tutta
la scena: Non pensi di trattarmi
come uno già estinto – avrebbe
detto nei suoi discorsi – io farò
sentire il mio peso a partire dal
giro delle future nomine.
Yasmin Inangiray
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Venerdì 11 aprile 2014
POLITICA E ECONOMIA
I PROVVEDIMENTI IN ESAME
LE LINEE
Ipotizzato un «piano di rientro di consolidamento
tra i 3,5 e i 4,9 miliardi» per avvicinarsi
al pareggio di bilancio il prossimo anno
Padoan: «Conti sostenibili»
Ma si rischia una «manovrina»
Il governo stringe sulle nomine e apre a «persone nuove e competenti»
l ROMA. «Sono contento di poter
dire che l'Italia è uno dei sistemi fiscali
più sostenibili fra le economie avanzate». Il ministro dell’Economia porta il
Def a Washington dove parteciperà alle
riunioni del Fmi. Ed evidenzia la solidità dei conti indicati nelle ultime
previsioni programmatiche. Il governo
punta ad una crescita più sostanziosa
dello 0,8% indicato «prudenzialmente»
nel documento di economia e finanza.
Ed esclude che il principale stimolo
all’economia, gli 80 euro in più in busta
paga dal 27 maggio, possa essere «mangiato» dall’aumento dell’imposizione
sulla casa. Ma tiene anche alta la guardia sui conti pubblici. E ipotizza un
«piano di rientro» definito «manovra di
consolidamento» per avvicinarsi al pareggio di bilancio a valere sul 2015 tra i
3,5 e i 4,9 miliardi. C'è poi un dato confortante (già scontato sul bilancio): il
risparmio dalla spesa per interessi calcolato con il criterio di competenza per
l’anno in corso di ben 3,5 miliardi e per
il 2015 di 6,7 miliardi.
Non a caso il premier Matteo Renzi è
esplicito: «Lo spread più basso libera
possibilità di fare credito e le banche se
vogliono risparmiare possono stare più
attenti a risparmiare sui super stipendi
degli Ad. Sulla demagogia li sfidiamo a
viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo
periodo svantaggiato». Non solo, ribadisce, «Siamo in grado di dire ai profeti
di sventura che non è così, il taglio sarà
confermato nei prossimi anni».
Quindi il governo spera su un effetto
«propulsivo» sia dello sconto Irpef, sia
delle altre riforme, ma si lascia anche le
mani libere per eventuali interventi aggiuntivi.
Il piano si sostanzierebbe per il 2015
in «una manovra di consolidamento
interamente finanziata da riduzioni di
spesa per 0,3 punti percentuali di Pil»,
pari quindi a 4,9 miliardi. E questo con
l’obiettivo di ridurre il deficit strutturale. Un piano di rientro che però,
secondo alcune fonti, potrebbe ridursi
a 0,2 punti (3,2 miliardi). Mentre per il
2015 l’ammontare, in termini di Pil,
viene quantificato espressamente, per
il 2016 l’intervento emerge dalla differenza tra il Pil tendenziale e quello
programmatico, che vede proprio uno
scostamento di 0,6 punti: chiaramente
se la manovra dell’anno precedente è
strutturale l'ulteriore correzione cala a
0,3 punti. L’indicazione è quella di agire
solo sul fronte della spending review
che dovrebbe garantire fino a 17 miliardi nel 2015 e fino a 32 nel 2016.
Il nodo è rappresentato dal fatto che
parte di queste risorse sarebbero già
impegnate. In ogni caso ulteriori chiarimenti arriveranno tra lunedì e mar-
tedì quando prima Carlo Cottarelli e
poi Pier Carlo Padoan saranno ascoltati in Commissione Bilancio alla Camera.
Padoan ha poi fatto riferimento alle
nomine. «Persone competenti e in alcuni casi nuove». Ma non si è sbilanciato mentre manca soltanto una manciata di giorni per mettere a punto le
liste di nomi scelti da presentare prima
dell’apertura dei mercati di lunedì. Col
Renzi che a Palazzo Chigi Renzi ha ricevuto Angelino Alfano e Maurizio Lupi e il leader dell’Udc Pier Ferdinando
Casini per una consultazione, mentre
fonti vicine alle trattative hanno ribadito che non verranno considerate le
candidature dei manager che hanno
accumulato più di tre incarichi consecutivi come Paolo Scaroni (Eni) e Fulvio Conti (Enel). Il momento decisivo
per chiudere la partita sarà tra sabato e
domenica, ovvero al ritorno di Padoan
da Oltreoceano previsto per sabato.
E l’attesa maggiore è per l’Eni. I nomi
che circolano sono quelli di Claudio
Descalzi, Stefano Cao e Lorenzo Maugeri. Mentre per la presidenza, scontato
l’addio di Giuseppe Recchi prossimo in
Telecom, vengano indicati Lorenzo Bini Smaghi, Domenico Siniscalco e
Claudio Costamagna anche se non si
esclude una sorpresa dell’ultima ora
con la candidatura di una donna.
Gli statali annunciano
la controffensiva anti-Def
Bocciato un nuovo blocco dei contratti pubblici
l ROMA. «Inaccettabile», «aberrante», «ingiusto»: i sindacati bocciano senza
appello l’ipotesi di un nuovo blocco dei contratti pubblici, l’ultima volta rinnovati
nella parte economica per il biennio 2009-2010. E, al contrario, chiedono al governo di
trovare subito le risorse necessarie per rinnovarli.
Il Def indica fino al 2020 il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale (dello
0,3% per il triennio 2018-2020) per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Il
fatto che si faccia riferimento solo all’indennità di vacanza contrattuale, che viene
corrisposta quando i contratti sono scaduti, senza che al momento siano previsti
stanziamenti per il rinnovo, allarma i sindacati. L’effetto del blocco dei contratti è
chiaro se si guarda alle tabelle del Def. Nel 2011 l’ammontare pagato per le retribuzioni
dei dipendenti pubblici è diminuito del 2,1% sull'anno precedente, nel 2012 dell’1,9%,
nel 2013 di un ulteriore 0,7%. Quest’anno la contrazione sarà ancora dello 0,7%
scendendo a 162,8 miliardi. Nelle previsioni del governo il triennio successivo la spesa
si stabilizzerà per poi crescere dello 0,3% nel 2018, appunto per il pagamento
dell’indennità di vacanza contrattuale. «Un ulteriore blocco sarebbe inaccettabile e la
nostra risposta non si farebbe attendere», attaccano i segretari generali di Fp-Cgil,
Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e
Benedetto Attili. I lavoratori delle P:A: «hanno già subito una lunga pausa e perso una
parte consistente del loro potere d’acquisto»: i contratti del pubblico impiego sono già
bloccati da cinque anni – viene ricordato – con una perdita media mensile di 250 euro
a testa. È «aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici. Questo
significa mettere a terra la pubblica amministrazione», avverte Bonanni.
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Venerdì 11 aprile 2014
FIOM IN AGRODOLCE
Landini: «Gli 80 euro una cosa positiva» ma anche un
bell'avvertimento, confezionato sotto forma di
hashtag: «Matteo non stare sereno»
IL GIUDIZIO COMPLESSIVO
«Alcuni provvedimenti sono accettabili ma se guardo
alle questioni economiche e alle politiche industriali,
tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo»
L’Italicum entro settembre
il nuovo Senato a fine 2015
Le nuove scadenze per attuare le riforme inserite nel programma nazionale
l ROMA. L'ultima ad emergere
è la stretta su tutti i dipendenti
pubblici, non solo dunque sugli
stipendi dei manager di prima fascia. Tra calo Irpef, riforme istituzionali, pagamento dei debiti
p.a., spending review e privatizzazioni, il Def presentato martedì
in consiglio dei ministri prevede
anche il blocco dei contratti del
pubblico impiego, misura contro
cui si sono già scagliati i sindacati.
Sulle riforme istituzionali
l’obiettivo è una nuova legge elettorale (da approvare entro settem-
bre 2014) capace di garantire governabilità, l’abolizione delle Province, la revisione delle funzioni
del Senato e l’abolizione del Titolo
V (entro dicembre 2015).
Dal fronte sindacale, un giudizio agrodolce da parte della Fiom:
un buffetto, con quegli 80 euro in
più in busta paga definiti «una
cosa positiva» ma anche solo «un
primo passo» e un bell'avvertimento, confezionato sotto forma
di hashtag: «Matteo non stare sereno». Nella sala anfiteatro del Palacongressi di Rimini – in cui trovano posto anche l’ex presidente
della Camera Fausto Bertinotti e il
leader di Sel, Nichi Vendola – il
presidente del Consiglio non c'è
ma dal palco del Congresso della
Fiom, il segretario generale, Maurizio Landini, non pare farci caso:
è a lui che dedica un bel pezzo di
una relazione durata oltre due
ore.
«Dare dei soldi a chi ha redditi
bassi, 80 euro netti - scandisce prima di presentarsi alla platea dei
delegati – è di per sè una cosa
positiva: il problema vero degli 80
euro - aggiunge riferendosi alla
riduzione Irpef contenuta nel Def
– è che non vengono dati ai pensionati e ai giovani precari che
prendono meno di 25mila euro».
Quindi, concede, «penso che debba essere un primo passo» di un
percorso che al mondo sindacale
pare ancora tutto da delineare.
«Al presidente del Consiglio –
attacca rifacendosi alla passione
renziana per Twitter – sarei per
dire: hashtag Matteo non stare sereno perchè noi alle nostre richieste non rinunciamo e non ce ne
faremo una ragione». D’altronde,
sottolinea Landini strappando il
plauso dei 700 delegati giunti in
IL CASO IL DIRETTORE GENERALE LAGARDE CHIEDE UNA SVOLTA PER AIUTARE I GIOVANI E FAVORIRE L’OCCUPAZIONE
Il Fondo monetario: riforma del mercato del lavoro
ECONOMIA Il commissario
Cottarelli e in alto Padoan
l WASHINGTON. L'Italia ha bisogno di una
riforma del mercato del lavoro inclusiva, una
riforma che aiuti soprattutto i giovani. Il suggerimento arriva dal direttore generale del
Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che lamenta a cinque anni dalla crisi ancora milioni di disoccupati nel mondo. Per Eurolandia «il peggio è alle spalle»: il
mercato del lavoro mostra «primi segnali di
miglioramento» afferma la Banca Centrale
Europea.
E proprio alla Bce Lagarde – in toni più
morbidi rispetto a quelli della ultime settimane – torna a dire: servirebbe un allentamento
monetario.
«Ovviamente sono sulla stessa linea del mio
capo economista», Olivier Blanchard, sul fatto
che un’azione della Bce «è meglio prima che
dopo. Ma – afferma Lagarde – abbiamo un
dialogo in corso con le autorità europee e ri-
spettiamo la valutazione della Bce, che ha il
polso della situazione. Siamo incoraggiati
dall’aver visto nell’ultima riunione del board e
nella seguente conferenza stampa che la Bce
considera ogni strumento per rispondere alla
situazione. Ritengo che il fatto ora sia solo la
tempistica». Una «tregua» quella della Lagarde, che incontrerà il presidente della Bce Mario Draghi nelle prossime ore a Washington
per i lavoro del Fmi.
Romagna, «dico con molta sincerità che ci sono alcune delle cose
annunciate" nei giorni scorsi
dall’Esecutivo "che, in sè, sono positive. Alcuni provvedimenti non
sono accettabili – affonda - ma,
complessivamente, se guardo alle
questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo e
vedo il rischio che si continui con
le scelte sbagliate del passato». Insomma, taglia corto, «non c'è niente di nuovo».
Frasi secche che sembrano stridere con le congetture di chi aveva
individuato nella Fiom e nella sua
guida una sorta di 'spondà, per il
premier, nell’universo del sindacato. «Il problema – riflette Landini – è capire che il governo Renzi
è lo specchio delle nostre difficoltà: a cosa è servita la concertazione in questi anni? Il problema
non è chi sta con Renzi o no ma
cosa fa la Cgil, quali proposte».
Organizzazione, a Congresso ai
primi di maggio a Rimini, cui Landini invia il suo messaggio. «Facciamo una discussione vera e non
delle caricature – osserva -: non
prendiamoci in giro e accettiamo
un confronto democratico vero».
gia.ang
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 11
Venerdì 11 aprile 2014
FECONDAZIONE
IL NO DI RODOTÀ E SANTOSUOSSO
Il primo sostiene che vi sia «già un insieme
garanzie per il nascituro». Per il secondo
DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA di
«ora il regime giuridico è “perfetto”»
Eterologa, la nuova legge
divide le forze politiche
Prestigiacomo a Lorenzin: il ministro eviti di perseverare nell’errore
l ROMA. L’ipotesi di intervenire con
una nuova legge invocata da alcune parti
subito dopo la sentenza della Consulta che
ha abbattuto il divieto alla eterologa, ultimo caposaldo della ormai smontata legge
40, divide il Parlamento e le coscienze.
La decisione della Corte Costituzionale,
secondo la Conferenza Episcopale Italiana,
lascia «alcuni nodi problematici che suscitano dubbi e preoccupazioni». In particolare «viene affermato un non meglio
precisato diritto al figlio o diritto alla genitorialità, col rischio di confondere o, peggio, identificare il piano dei desideri con il
piano dei diritti, sottacendo che il figlio è
una persona da accogliere e non l’oggetto
di una pretesa resa possibile dal progresso
scientifico». Ma mentre i centri in tutta
Italia si dicono già pronti a praticare l’eterologa, cioè utilizzando «materiale genetico» come seme e ovuli di donatori esterni
alle coppie, si solleva il dubbio di un vuoto
normativo. Per il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin servirà capire se toccherà al Parlamento occuparsi di aspetti
come l’eventuale anonimato di chi cede i
gameti. «Come ci comporteremo con i figli
dell’eterologa? In certi Paesi spediscono
una lettera a casa il giorno del diciottesimo
compleanno per comunicare l’identità del
padre, ad esempio. Poi c'è da risolvere il
problema dei fratelli naturali. Ci vorrà una
norma, non credo che bastino i decreti». In
sostanza viene ipotizzata una situazione
giuridica negata però dal giurista Stefano
Rodotà così come da Amedeo Santosuosso.
Per il primo non c'è bisogno di una legge
che regolamenti la fecondazione eterologa,
come invece paventato dal ministro. «C'è
già un insieme di garanzie per il nascituro
dettate da diverse norme esistenti, italiane
ed europee, che tutelano ad esempio il diritto all’anonimato del donatore pur permettendo di accedere ai suoi dati genetici»
ha sottolineato.
«Nessun vuoto normativo» anche secondo il giudizio di Santosuosso, bioeticista e
consigliere di Corte d’Appello a Milano.
«Ora il regime giuridico è “perfetto”», ha
detto. E anche la ex collega di partito di
Lorenzin, la parlamentare di Fi Stefania
Prestigiacomo, prende le distanze dalla posizione del ministro. «Ci sono voluti 10
La procreazione assistita in Italia
Centri procreazione
Embrioni
medicalmente assistita (PMA) crioconservati
BIOLOGA Estrae embrioni congelati da un contenitore di azoto liquido
Relazione al Parlamento del 2011
7.337 Ovociti congelati
(% prelievi in cui si congela
parte degli ovociti)
350 Totale
130
12%
9,9%
2008
2009*
Pubblici
27
Convenzionati
193
Privati
Cicli di PMA
nel 2009*
763
2008
2009*
75,3%
24,7%
da ovociti scongelati
da embrioni scongelati
99.258
Embrioni formati
*anno in cui la Corte
Costituzionale emette una
sentenza che elimina l'articolo
della legge 40 che consentiva
la produzione di un massimo
di tre embrioni da impiantare
contestualmente
81%
trasferito
19%
non sopravvissuto
18,5%
dei casi hanno dato
luogo a gravidanze
ANSA
anni perché la Corte Costituzionale demolisse la legge 40 sulla fecondazione assistita, legge sbagliata e inumana, che offendeva le donne e il desiderio di tante
coppie di avere un figlio. Non è bastato il
caos in cui una normativa “ideologica” ha
gettato migliaia di famiglie per 10 anni?
Eviti un ministro giovane e donna di perseverare nell’errore e lasci ai medici, alla
scienza e alle coppie la responsabilità di
decidere».
Ora si guarda agli effetti post sentenza:
migliaia di coppie danneggiate dalle norme della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, cancellate dalla Corte
Costituzionale, potrebbero chiedere un risarcimento allo Stato. A valutare l'ipotesi
sono ora gli avvocati dell’associazione Coscioni, che hanno seguito buona parte dei
procedimenti contro la legge. E si guarda
anche al futuro, dove l’oncologo Umberto
Veronesi vede coppie gay e i single che
possano avere accesso alla fecondazione
assistita mentre conferma la sua preoccupazione Carlo Giovanardi che parla di
follia eugenetica e arroganza delle toghe.
Maria Emilia Bonaccorso
Centri già bersagliati dalle richieste
Coccia (Cecos Italia): «Soprattutto per l’utilizzo di ovociti e, dunque, per la ovodonazione»
NAPOLI Un’operatrice del Centro Mediterraneo
l ROMA. All’indomani delle sentenza
della Consulta che ha bocciato il divieto di
fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40 sulla procreazione medicalmente
assistita, i centri per la fecondazione sono
già «bersagliati da richieste da parte di
coppie che chiedono l’accesso alla tecnica».
Ad affermarlo è Elisabetta Coccia, presidente del Cecos Italia, l’associazione che
riunisce i Centri di Studio e Conservazione
Ovociti e Sperma Umani privati e convenzionati.
«Da ieri (mercoledì, ndr) i nostri Centri
per le tecniche di fecondazione - ha sottolineato Coccia – stanno ricevendo moltissime richieste da parte di coppie che
chiedono di poter effettuare la fecondazione eterologa. La richiesta è soprattutto
per l’utilizzo di ovociti e, dunque, per la
ovodonazione. Oggi, infatti, sono suffi-
cienti anche pochissimi spermatozoi
nell’uomo perché sia possibile dare luogo
alle tecniche di procreazione assistita,
mentre il problema insormontabile è, appunto, l'assenza di ovociti nella donna,
tanto che ben il 65% delle donne italiane
che attualmente si recano in Spagna per
avere l'eterologa fa appunto richiesta di
ovodonazione».
Ma i Centri sono pronti ad effettuare gli
interventi? «In termini tecnologici lo siamo sicuramente – risponde Coccia - anche
perché da anni è attiva in Italia la normativa Ue che identifica i Centri di fecondazione come banche di tessuti, autorizzati alla conservazione di gameti, maschili e femminili, ed embrioni». I gameti
conservati nei centri non possono però
essere ovviamente utilizzati per l’eterologa: «Ciò che ora urge - spiega Coccia – è
dunque una normativa o delle linee guida
per attivare un percorso per la donazione
dei gameti. Occorre cioè un tavolo tecnico,
con la partecipazione di ministero, Centri
ed associazioni, per attivare e normare
l’aspetto relativo al reclutamento dei donatori, insieme ad esempio alla possibilità
di utilizzare per la fecondazione eterologa i
gameti abbandonati dalle coppie nelle banche dei centri». Ma per fare ciò, precisa
l'esperta, «non c’è bisogno di un intervento
parlamentare, che allungherebbe enormemente i tempi e non risulta necessario
perché la legge è già esecutiva». Restano
ovviamente da regolamentare anche altri
importanti aspetti, come quello relativo
all’anonimato dei donatori, «ma anche
questi punti - conclude – potrebbero essere
affrontati nell’ambito di un tavolo tecnico».
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RASSEGNASTAMPA
21
Venerdì 11 aprile 2014
ECONOMIA&FINANZA
Alitalia-Etihad
il sigillo di Renzi
ECONOMIA I PARLAMENTARI PUGLIESI DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Il decreto su Bankitalia
ha sottratto
quattrini agli italiani
Il premier incontra l’a.d. Hogan a Palazzo Chigi
l Matteo Renzi scende in campo per Alitalia
e stringe sull'accordo con Etihad. Il premier,
insieme al sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio Graziano Delrio, ha infatti ricevuto a
Palazzo Chigi l’amministratore delegato di
Etihad James Hogan. Un incontro che sembrerebbe preludere ad un annuncio positivo
nelle prossime ore e che arriva dopo giorni di
attesa per la lettera di intenti che fisserebbe le
condizioni della compagnia emiratina per investire nel vettore italiano.
L'annuncio di Etihad potrebbe arrivare dunque prestissimo, tempistica che fa supporre
che siano stati sciolti anche gli ultimi nodi che,
3 giorni fa, lo stesso Hogan aveva spiegato
riguardare soprattutto aspetti commerciali.
Hogan, nei giorni scorsi, aveva infatti ricevuto
mandato di proseguire la trattativa dal board
di Etihad, dopo una prima fase di vera e propria due diligence che ha riguardato i conti. E
aveva fatto capire che, dopo un primo passaggio in cda, l’esito di questa prima fase di
negoziato era stato positivo. Poi il focus si
sarebbe spostato sugli aspetti commerciali: "il
mandato che abbiamo avuto dagli azionisti, dal
board, è che se riusciamo a raggiungere un
accordo che soddisfi il mandato commerciale
allora torneremo al cda e glielo presenteremo.
Al momento questo è lo stato cui siamo arrivati
con le discussioni", aveva detto.
Ma a preoccupare il Governo e le organizzazioni sindacali italiane sono soprattutto gli
aspetti più industriali del possibile accordo. In
particolare la questione occupazionale (nei
giorni scorsi si è parlato di una richiesta che
avrebbe riguardato 2.500-3.000 unità lavorati-
OPERAZIONE
AL DECOLLO La
compagnia di
bandiera di Abu
Dhabi pronta al
salvataggio di
Alitalia. Attesa
per i programmi
su esuberi e
sviluppo delle
linee. Nella foto
a sinistra
l’amministratore
delegato di
Etihad, James
Hogan
.
ve), ma anche la riqualificazione e la centralità
dell’hub Fiumicino e il rilancio dello scalo di
Malpensa, che recentemente il ministro dei
Trasporti Maurizio Lupi ha ribadito debba
essere "strategico" nei piani della compagnia
di Abu Dhabi.
Ora, dopo l’incontro con il premier, l’attesa è
dunque tutta rivolta al numero dei tagli occupazionali che Etihad indicherebbe. Nello
specifico si è era parlato di esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a
zero ore) da un minino di 2.500 ad un massimo
di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su
base volontaria e quelli coinvolti dall’ultimo
accordo di febbraio (1.437 con cig a rotazione
nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo). Ma sul fronte
dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare
anche una richiesta di riduzione degli stipendi. Tutte ipotesi che erano state rigettate dalle
organizzazioni sindacali.
Tra le altre possibili condizioni del gruppo
emiratino per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia (ma la cifra, nei rumors, è
arrivata anche a 500), c'è poi la questione del
debito della compagnia italiana, di cui Etihad
sembrerebbe volere una ristrutturazione per
almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu
Dhabi ci potrebbero essere anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate.
L’INIZIATIVA PRESENTAZIONE CON IL SEGRETARIO NAZIONALE CNA SILVESTRINI E IL PRESIDENTE DI COFIDI PUGLIA, LUCA CELI
Il Cofidi Puglia in Calabria con la Cna
offre nuovi servizi alle imprese
l “C'e' bisogno di una sferzata
in Calabria come nel Paese” e “i
confidi italiani in questi anni
hanno dato esempio di politica
economica efficiente”. Così il segretario nazionale CNA, Sergio
Silvestrini, ha concluso il convegno “Lo sviluppo delle imprese
con il COFIDI del sistema CNA”
che si e’ svolto a Rende (Cs), organizzato da CNA Calabria e da
COFIDI Puglia per aprire le porte
del sistema del credito e delle garanzie del consorzio fidi, oltre la
Puglia, anche alla imprese calabresi. Gli fa eco il presidente di
COFIDI Puglia, Luca Celi: “dei
nostri 10.200 soci gia' quasi 500
sono fuori dalla Puglia, questo
perché stiamo facendo un’operazione di allargamento”, di espansione territoriale. Un confidi non
puo' andare solo se il sistema va
male, quindi anche la sinergia e'
importante”, con la CNA, in Puglia come in Calabria e in altri
territori. Secondo Silvestrini,
“c'e' crisi ma – ha sottolineato stiamo rispondendo alla crisi”,
anche con l’attivismo dell’Associazione e delle sue imprese. Su
questa base si innesta l’intervento proficuo di COFIDI che interviene a sostegno delle imprese
per agevolare l’accesso al credito
bancario. L'erogazione del credito bancario si è ridotta dell'8%
nel 2013, le somme a garanzia
delle imprese pugliesi da parte di
COFIDI sono aumentate del 20%
rispetto al 2012. Un risultato,
quello di COFIDI, che si ritrova
facilmente nei numeri: oltre 64
milioni di euro di finanziamenti
erogati nel 2013, che hanno generato il 55% di investimenti.
“Sono gli imprenditori che oggi fanno il futuro – ha ricordato il
presidente CNA Puglia, Francesca Soardi - i mattoni dell'economia siamo sempre stati noi artigiani e gli artigiani servono ai
grandi imprenditori”. CNA Calabria, CNA Puglia e il sistema
della garanzia lanciano, così una
sfida a se stessi e alla Calabria,
“che riguarda la necessità di stare insieme – ha detto il segretario
CNA Calabria Vincenzo Pepparelli - il credito e' fondamentale
per la crescita e per la sopravvivenza delle imprese”. “Quale
migliore fusione se non con un
confidi della CNA – ha affermato
Vincenzo Pepparelli - perche' vogliamo stare nella cornice della
CNA, con cui condividiamo i valori fondanti; lo facciamo in un
momento di forte crisi ed e' una
risposta sia alla crisi economica
che della rappresentanza, perche' le nostre imprese insistono
sui territori e se crescono loro
cresce il territorio”. Per il segretario CNA Bari, Giuseppe Riccardi,“l’Organizzazione e Cofidi
Puglia non sono due cose diverse;
il confidi del sistema CNA e’ la
capacità di dare ulteriore servizio alle imprese: noi diamo risposte alle imprese”.
Per COFIDI, imprese e territorio sono il perno attorno a cui
svolgere al meglio la funzione di
intermediario finanziario vigilato da Banca d’Italia: una garan-
zia in più per le imprese, anche
quelle calabresi.
Sono intervenuti, tra gli altri,
il Presidente Provinciale di CNA
Cosenza, Francesco Rosa, il Presidente Regionale di CNA Calabria, Mauro Zumpano, ha moderato Valerio Caparelli.
l Alla luce dell’articolo di Antonio Dell’Atti “Nessun regalo alle banche, solo sana economia”, a
beneficio di tutti i lettori pugliesi,
ci preme chiarire qual è la reale
situazione del Decreto IMU-Bankitalia. Innanzitutto, nelle società
private (SpA-Srl), il valore delle
quote di mercato è stabilito dal
patrimonio netto, rappresentato
dal capitale sociale e dalle riserve.
Le riserve sono generalmente costituite da accantonamenti di utili non distribuiti. Dal valore del
patrimonio netto dipende la redditività attesa della società e,
quindi, il valore di mercato della
partecipazione al capitale. Trattare Bankitalia come se fosse una
normalissima impresa che costituisce riserve al fine di autofinanziarsi non solo è sbagliato, ma chi
insiste a sostenere questa tesi, oltre a fare la lezioncina da quattro
soldi, è in malafede se non dice
come si producono gli utili in una
normale impresa, i rischi correlati a tale attività commerciale e il
modo con cui Bankitalia (istituto
di diritto pubblico) ha costituito le
sue riserve tra cui anche quella
aurea.
Vale la pena ricordare che la
Banca d’Italia è un ente di diritto
pubblico dal 1936 e tale è rimasta
anche dopo la privatizzazione delle banche dei primi anni '90. In
tutti i Paesi, le banche centrali
hanno il monopolio della creazione della moneta, il che fornisce
loro risorse denominate con il termine di “signoraggio”.
Fino a prima dell'emanazione
del decreto, non essendo le quote
di Bankitalia commerciabili, il
valore nominale delle stesse era
rimasto arbitrario. Dato che le
banche centrali hanno il monopolio della produzione di moneta
(solo esse producono signoraggio)
per mantenere la gran parte degli
introiti di tale attività al Tesoro il
valore nominale del capitale sociale di Bankitalia era stato mantenuto a soli 156.000 euro, tenuto
conto che vi era un limite del 4%
ai dividendi pagabili ai “soci” fondatori (non più di 4% delle riserve). Anche il controllo della governance della Banca d’Italia era
di fatto e sostanzialmente lasciato
a Tesoro e Parlamento, i “soci”:
anche se partecipavano formalmente a definire i soggetti che
controllavano e vigilavano sulla
gestione amministrativa della
banca, non avevano voce in capitolo nella definizione delle funzioni istituzionali della Banca.
Insomma, i “soci” fondatori di
Banca d’Italia, fino all'emanazione del decreto, non controllavano
Bankitalia, non potevano vendere
le proprie quote e da esse ricevevano dividendi minimi ed indipendenti dagli introiti del signoraggio, che restavano nelle
casse dello Stato. Con l'entrata in
vigore del decreto Imu - Bankitalia le cose sono cambiate, naturalmente in peggio per gli italiani.
Il valore delle quote azionarie
passa a 7,5 miliardi di euro. Questa ricapitalizzazione avviene a
fronte delle riserve statutarie della Banca. Al 31.12.2012, il patrimonio netto (capitale+riserve) di
Bankitalia ammontava a circa 23
miliardi di euro. Da un punto di
vista sostanziale questo patrimonio è pubblico e appartiene al Tesoro, perché è stato accumulato
grazie al potere di monopolio fornito dalla legge a chi emette mo-
neta e non attraverso l’attività e
gli investimenti dei soci, come avviene per una qualsiasi azienda
privata, quindi ogni similitudine
è fuori luogo.
Le quote sono rese trasferibili,
si dice, al fine di permettere ai soci
di rispettare un limite massimo
del 3% per la quota di partecipazione. Essendo trasferibili, il loro valore non è più arbitrario ma
determinato dal mercato. Semplificando, il valore delle quote di
Bankitalia sarebbe il valore scontato dei dividendi previsti futuri.
Le quote riceveranno una remunerazione massima pari al 6%
del loro (nuovo) valore nominale,
portando il valore dei dividendi
distribuiti ad un massimo di 450
milioni di euro (contro i 70 milioni
di utile attribuiti nel 2012). Il 6% è
un dividendo eccessivo per un investimento senza rischio. Molto
più appropriati sarebbero 70 milioni, l’1% circa anziché il 6%. Si
noti che anche 70 milioni di dividendi annuali sono un regalo
alle banche (che hanno investito
un capitale minimo un secolo e
passa fa e che, soprattutto, non
contribuiscono affatto a generare
i rendimenti che vengono dal signoraggio).
Qualche professorone, con l'obiettivo di dare lezioni, sostiene
che “l'operazione Bankitalia va
vista come un'attività dinamica
produttrice di ricchezza per effetto dei maggiori finanziamenti
concedibili alle imprese, specie in
questi periodi di forte necessità”.
Ci si dimentica di dire che la
Bce tra il 2011 e il febbraio del 2012
ha prestato alle banche europee
circa mille miliardi di euro al tasso agevolato dell'1%. Di questi, 250
miliardi sono finiti nelle casse delle banche italiane e con essi, le
stesse, anziché promuovere una
politica espansiva che avrebbe
permesso un rilancio dell'economia finanziando famiglie e imprese, hanno ben pensato di comprare titoli del debito pubblico (BTp)
per 163 miliardi di euro conseguendo lauti guadagni senza rischiare nulla.
Un altro aspetto che non viene
citato, quando si parla di banche, è
che la Banca d'Italia, alla fine degli anni ottanta, ha tentato di imporre alle banche un limite minimo tra capitale (soldi che dovrebbero tirar fuori i soci di tasca
propria) e attivo patrimoniale. Il
Comitato di Basilea ha cercato di
alzare tale limite ad un misero 3%
(la gran parte degli analisti sostiene che tale limite dovrebbe essere almeno del 10%), ma come al
solito, grazie alle forti pressioni
delle grandi banche, tutto è stato
rinviato al 2017. Insomma, quando alle banche si chiede di fare la
loro parte e mettere soldi di tasca
propria, i banchieri hanno sempre qualcosa da ridire e soprattutto impegni da spostare. Preferiscono lavorare senza rischiare
nulla, esclusivamente con i soldi
degli altri e, magari, con qualche
regalone concesso dal governo
per patrimonializzarsi e fare affari.
Barbara Lezzi
Giuseppe Brescia
Giuseppe D’Ambrosio
Francesco Cariello
Emanuele Scagliusi
Giuseppe L’Abbate
Diego De Lorenzis
Maurizio Buccarella
Daniela Donno
Lello Ciampolillo
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 25
Venerdì 11 aprile 2014
PATRUNO
Le ultime due bugie sul Sud
>> CONTINUA DALLA PRIMA
Q
ualche zona simile qua e là
nelle otto Italie della mappa. Ma Centro Nord quasi
al completo con l’etichetta
“stanno tutti bene”, come la solitamente grigia Agenzia delle entrate
l’ha definito prendendo a prestito titoli di film. Ovvio il dito sùbito puntato sul solito Sud, non c’è classifica
che non lo confermi brutto, sporco e
cattivo.
Tanta la soddisfazione di potersi
assolvere trovando il consueto colpevole di tutti i mali del Paese, che
nessuno stavolta ha obiettato: con l’attuale livello di tasse, l’evasione potrebbe essere legittima difesa. Ma le
tasse sono tanto più alte quanto più le
si evade. Per la verità sono tanto più
alte quanto più uno Stato inqualificabile continua a spendere. Però
senza tasse, niente servizi pubblici,
anche se con quel bassissimo livello di
servizi pubblici a Sud lo Stato bara e
pretende ugualmente. Così restiamo
nella tenaglia di uno Stato dissennato
e di una evasione altrettanto.
La certezza resta però sempre quella: Sud più evasore del Nord. Quindi
palla al piede eccetera eccetera. Vai
però oltre le apparenze e le convenienze del partito preso, e fai qualche
scoperta. Anzi è lo stesso Stefano
Pisani, responsabile della mappatura,
a spiegare. Al Sud è più alto il numero
degli evasori, al Nord è incommensurabilmente più alta la quantità evasa. Logico se non ci fossero preconcetti: non si sono mai visti poveri che
maneggiano somme più alte dei ricchi. Allora si può continuare a dire
Sud più evasore del Nord, sia pure in
una poco edificante gara?
Fatto è che il Pisani è stato molto
snobbato dai giornali. E poco diffusa è
stata quindi anche la sua definizione
di evasione di “sopravvivenza” per il
Sud e di evasione di “arricchimento”
per il Nord. Traduzione: al Sud un
sommerso spesso d’obbligo per non
morire, al Nord astuzie e costosi commercialisti per nascondere i grandi
capitali esentasse. Nessuno innocente,
ma almeno la verità.
Ma siccome non è la prima volta che
si è tentato di spacciare la bugia, si
dovrebbe fare solo qualche cenno ai
precedenti. Tipo il famigerato federalismo, quello che avrebbe dovuto
ridurre le tasse di tutti e costringere il
Sud a gestirsi da solo e ad essere più
responsabile e meno sprecone. Conclusione: tasse di tutti aumentate, ma
aumentate addirittura del 130 per cento al Sud, pur non essendo più sprecone in un Paese in cui il più virtuoso
si dovrebbe fare l’ergastolo. Come
dire: sempre peggio per chi sta peggio.
Né in precedenza il signor Fisco si
era dimostrato meno ingiusto fra
Nord e Sud. Vedi le due tenaglie del
governo Letta (e tali rimaste anche
dopo): il prelievo sugli immobili, l’aumento dell’Iva e delle accise (alcolici e
sigarette elettroniche). La stessa percentuale incide in maniera diversa
sulla cosiddetta base imponibile: una
cosa è imporla su chi ha 50 (il Sud),
un’altra è imporla su chi ha 100 (il
Nord). Invece di essere progressiva,
diventa regressiva, cioè colpisce di più
chi ha meno. E così l’Iva aumentata
sui consumi: più pesante per chi compra pane che per chi compra caviale.
Anche qui regressiva, al contrario di
quanto prevede la Costituzione (questa “Chi l’ha vista?”). Stessa cosa
l’imposta di registro e dintorni.
Così il Sud si vede definire fiscalmente più pericoloso, quando è fiscalmente più massacrato. Chissà se
anche stavolta i puri e duri del meridionalismo
accusatorio,
quelli
dell’”è tutta colpa nostra”, considereranno “sudismo” denunciare qualcosa che va anche a loro danno. Magari è colpa del Sud tenersele tutte,
con i suoi politici ciechi, sordi, muti.
Se è per questo, nessuna buona
notizia dal fronte meridionale neanche per quanto riguarda la mitica
Banca del Mezzogiorno, quella che
fece dire al suo papà Tremonti: ecco
cosa serve al Sud. Una banca che
avrebbe dovuto sostenere le piccole e
medie imprese, come se per questo il
Sud fosse un deserto. Tre anni dopo la
sua nascita, la doccia gelata solo per
chi si illudeva del contrario: respinto
l’87 per cento delle richieste di credito,
appunto, delle piccole e medie imprese. E soldi dati soprattutto a grandi
imprese, dalla Fiat all’Enel, dall’Enav
all’Ansaldo. Per non dire di quelli ai
postini dietro cessione del quinto dello
stipendio.
Ma non doveva essere Banca del
Mezzogiorno? Si è dimenticato sempre che azionista di maggioranza è
Poste Italiane, che un po’ di attenzione
ai postini deve concederla. Il problema
è che azionista delle Poste sono le
maggiori fondazioni bancarie del
Nord, e un po’ di attenzione alle
aziende del Nord si deve parimenti
concederla. Di concessione in concessione, è andata a finire che l’attenzione è mancata solo al Sud. Da
parte della Banca del Mezzogiorno.
Per la serie: nulla di nuovo sotto il
sole.
Lino Patruno
MARTELLOTTA
Nichi e Michi, tempo di gelate
>> CONTINUA DALLA PRIMA
V
endola, ancora nel 2011, contava su un largo
consenso nel Paese e sfondava anche nella
sinistra di un partito, il Pd, che lo aveva sempre
visto come un «pericolo». Fino al punto da
diventare il candidato-premier in pectore del centrosinistra
che si armava a guerreggiare con Berlusconi. Sappiamo
com’è andata a finire: quel «treno» per Roma ha deragliato
dinanzi alla resistenza prima del Cavaliere e poi del
governo dei tecnici. E ha finito per fermarsi nella «stazione» meno auspicabile: la «non vittoria» del duo Bersani-Vendola, dopo che i due si erano misurati nei gazebo
delle primarie, alle urne vere del 2013. Altro che «cantiere
della sinistra», come annunciava l’allora ferreo sodalizio: lo
tsunami Grillo e, subito dopo, «l’onda anomala» di Renzi
hanno travolto tutto ciò che restava di quella (vecchia?)
guardia che presidiava il cantiere. Ed oggi - sembra passata
un’epoca - per loro c’è a malapena spazio nel «palazzo».
Sel, il partito Vendola, vola basso nei sondaggi e finan che
sotto il fatidico 4% delle Europee: lui, il leader del partito,
non vi correrà e, ogni giorno che passa, pare intenzionato
a mollare i remi dalla «fatica della politica». C’è chi è pronto
a scommettere che risorgerà al momento opportuno,
quando si dovrà andare alla conta e lui vorrà dimostrare a
tutti di essere in grado, dopo il bis, di fare anche il tris alla
guida della Puglia. Ma chi gli è più vicino parla di un
Vendola intenzionato a ritirarsi a vita privata, sfiancato sia
nell’immagine (dagli schizzi di fango dell’inchiesta Ilva) sia
nel proscenio della politica, con il Matteo nazionale che gli
ha sbarrato la strada.
Ma non se la passa bene, a quanto pare, anche l’altro
campione delle primavere pugliesi, Emiliano. Le quotazioni di Michi, come quelle di Nichi, appaiono in discesa
se non in Puglia - dove i due continuano ad essere amati a
sinistra - almeno sul fronte nazionale. Il Gladiatore,
cominciata con largo e precipitoso anticipo la corsa alla
successione di Nichi, ha perso fiato lungo il tragitto e ha,
invano, sperato che il primo sindaco-premier Matteo Renzi
(suo ex «nemico» alle nomine dell’Anci, dove spinse per
Delrio e lasciò indietro il sindaco di Bari) lo rilanciasse
verso quel trampolino chiamandoselo a Roma come ministro.
Le speranze s’infransero nel giro di 24 ore e ce ne vollero
altre 48 per capire che, anche nelle fila dei sottosegretari,
non c’era posto per lui. L’appeal del sindaco uscente di Bari,
conservato con cura nelle comparsate sulle tv nazionali,
sembra meno scoppiettante e nel partito, che pure ne aveva
subite di intemperanze quando lo volle segretario regionale
in Puglia, la «vecchia guardia» che ora lo vezzeggiava e ora
lo coccolava, sembra messa nell’angolo: ci sono i Renzi-boys
a tirare le fila, gente che - un po’ come i movimentisti di
Grillo - non ci sta alle mediazioni e va dritta per la sua
strada.
Michi, però, non molla: comincia a fare pressing su Nichi
perché gli dia la sua benedizione alla successione sul trono
da governatore nel 2015 e, nel frattempo, guadagna a Roma
un’altra promessa: non uscirai dal Comune di Bari senza
un paracadute, sarai capolista per il Sud alle Europee. Ecco
arrivare lo sperato «risarcimento» per la mancata nomina
del campione delle urne. Ed ecco, ancora una volta,
arrivare nel giro di pochi giorni la «doccia gelata»: i
capilista saranno tutte donne, anche il «Gladiatore» del Sud
deve far posto a loro.
Anche il terzo paracadute, quello che gli avrebbe consentito di restare lontano dalla Magistratura (da cui è in
aspettativa) senza perdere un posto nelle istituzioni, è bell’e
sfumato. E a Michi non resta che riprendere da zero la corsa
verso la Regione, sperando che il «nuovo corso» del Pd non
gli crei nuovi problemi di qui a un anno.
Tempi bui per la sinistra «made in Puglia», quel laboratorio che l’ingegnoso D’Alema aveva accarezzato nei
primi anni Duemila e col quale, complici gli eserciti romani
e pugliesi, aveva espugnato la roccaforte del centrodestra.
Gli attaccanti rischiano di tornare in panchina e la nuova
«squadra» lanciata dal ct Renzi corre senza pietà.
FINE DI UN DOMINIO
C’ERA UNA VOLTA
L’INVENZIONE DEI SESSI
di RENATO QUADRATO
S
i sono tenuti a Bari nei giorni scorsi gli Stati generali
delle donne: un’iniziativa
volta a discutere del ruolo
della donna nelle istituzioni e nella
politica, a promuoverne una sempre
maggiore partecipazione. È un evento a cui è seguita l’approvazione in
via definitiva da parte del Parlamento delle norme che sanciscono la presenza paritaria di uomini e donne
nelle liste per le elezioni europee, anche se soltanto a partire dal 2019. Un
precedente che si spera possa orientare anche il cammino della legge
elettorale, il c.d. Italicum, dopo il recente, contrastato affossamento alla
Camera delle “quote rosa”.
SVOLTA -È il segno di un cambiamento, di una svolta: l’abbandono di
una mentalità arcaica, di una concezione della donna che affonda le
sue radici in un passato ormai remoto, risalente alla cultura maschilista del mondo antico, in Grecia come a Roma. In Grecia Aristotele ne è
uno dei rappresentanti più accaniti:
come emerge dalla Politica, dove ricorrono numerosi squarci dedicati al
potere dell’uomo sulla donna
(I,2,1252b; I, 12-13, 1259b; I, 13, 1260a),
ridotta ad un ruolo subalterno e marginale anche nella comunità domestica (“casa nella sua essenza è la
donna e il bove che ara”, come Aristotele ricorda citando Esiodo; “ l’uomo esercita la sua autorità sulla moglie e sui figli”, rammenta con Omero; “alla donna il silenzio reca grazia”, riferisce insieme a Sofocle), e
assegna al maschio la “virtù del comando”, alla donna quella della “subordinazione”, giudicando “assurdo
trarre esempi dagli animali per dimostrare che le donne devono avere
le stesse occupazioni degli uomini”.
Anche a Roma si registra una tradizione volta a discriminare la donna, ad escluderla “da tutte le funzioni
pubbliche e civili, di giudice, magistrato, rappresentante in giudizio,
garante, procuratore”, come si legge
nella sequenza di un passo del Digesto di Giustiniano (50.17.2), collocato fra le “regole del diritto”, che
fornisce un elenco, e neppure completo, di preclusioni: un catalogo delle incapacità femminili. Sono compiti considerati prerogativa dei maschi, munus masculorum, come si ricava ancora dal Digesto (26.1.18), e
questa volta a proposito di un altro
divieto per la donna, quello di diventare tutrice. L’idea dell’inferiorità
femminile si lega ad una presunta
debolezza fisica, ad una maior vis
(maggiore forza) del maschio: di qui
l’etimologia, tramandata da Varrone
(De lingua latina) e Lattanzio (De opificio Dei), di vir (uomo) da virtus (vigore), e di mulier (donna) da mollities
(debolezza). Il maschio e la femmina
finiscono così col diventare termini
di una polarità, di una opposizione di
genere. Non mancano però, anche se
rare in uno scenario decisamente
maschilista, voci controcorrente. In
Grecia spicca la parola di Platone, il
quale, nell’opera che contiene la
summa della sua teoria politica, La
Repubblica, pur ammettendo la diversità dei corpi, non esita a sostenere la parità di genere nelle funzioni pubbliche, spingendosi ad affermare che “molte donne per molti
aspetti sono superiori a molti uomini”, e che “nel governo dello Stato
non c’è nessuna funzione propria
dell’uomo o della donna in quanto tali, ma le inclinazioni sono casuali in
entrambi” (V, 455d). A Roma risaltano le voci di un filosofo e di un giurista: Musonio Rufo e Gaio, vissuti
rispettivamente nel primo e secondo
secolo d. C. Due intellettuali che avevano trovato nello stoicismo le ragioni di un’etica nuova, attenta anche
alla emancipazione femminile. Ebbene, nelle sue Diatribe il “Socrate romano”, come Musonio viene reputato, pur riconoscendo che, a causa della specificità biologica dei sessi, alcuni lavori si addicono più all’uomo
che alla donna e sono perciò considerati maschili o femminili, esclude
tuttavia che certe attività possano ritenersi di pertinenza esclusiva di un
sesso: “tutti i lavori umani”, afferma,
“sono comuni all’uomo e alla donna
e nessuno è di necessità riservato
all’uno o all’altro”, tant’è che talora,
in determinate circostanze, “certi
uomini potrebbero a buon diritto
sbrigare lavori leggeri e che sembrano donneschi mentre le donne potrebbero fare lavori più pesanti e che
sembrano adattarsi di più agli uomini”. Nel suo pensiero, insomma, la
biologia non si trasforma in ideologia.
TUTELA -Dal canto suo il giurista,
esaltato da Giustiniano come il “nostro Gaio”, si batte, e lo si evince dal
suo Manuale di diritto privato, contro la regola che condanna la donna
ad essere sottoposta ad una tutela a
vita, a differenza del maschio che, invece, raggiunta la pubertà, “cessa di
avere il tutore” (Inst. 1.145); e giudica
“più pretestuosa che vera” (magis
speciosa quam vera) la “ragione secondo cui le donne, per occuparsi
delle loro cose avrebbero bisogno di
una guida”, asserendo, contro un radicato stereotipo, la loro capacità di
“trattare da sole i propri affari” (ipsae sibi negotia tractant: Inst. 1. 190).
Ora, tornando all’oggi, a distanza di
quasi duemila anni, sembra essere
arrivato finalmente nel nostro Paese
il momento di decidersi a riconoscere e garantire alla donna un ruolo
davvero paritario nella società. La
nostra Costituzione, la quale, già nella prima formulazione dell’art. 51 disponeva che “Tutti i cittadini
dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”, si è poi arricchita nel 2003
di un comma, il secondo, in cui si
afferma che “A tal fine la Repubblica
promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. È una disposizione che ha eliminato quelle remore derivanti dalla
sentenza della Corte Costituzionale,
la n. 422 del 1995, dove si legge che “le
quote di genere vanno contro gli articoli 3, 49 e 51 della Costituzione”.
Ebbene, fugati i rischi di incostituzionalità, è ormai spalancata la via
per assicurare la giusta presenza
femminile nella vita politica. C’è,
dunque, da augurarsi che cessi del
tutto quello che il sociologo Pierre
Bourdieu chiamava in un saggio del
1998 “il dominio maschile”. La ratio
sexus, argomento a lungo usato per
giustificare la disparità di trattamento tra uomo e donna, non esiste. È
solo un pretesto, una invenzione:
“l’invenzione dei sessi”, per dirla con
J. Lorber (1995).
RASSEGNASTAMPA
2
venerdì 11 aprile 2014
POLITICA
Formigoni, blocco
per 50 milioni
I giudici di Milano
dispongono il sequestro
della villa in Sardegna
e dei conti correnti
dell’ex presidente
della Lombardia
● Per il gup «è il prezzo
della corruzione»
● La difesa: «Non ho
quei beni»
●
GIUSEPPE VESPO
MILANO
E pensare che quella splendida villa
con vista su Cala di Volpe, in Costa Smeralda, sarebbe solo una piccolissima
parte di un «tesoretto» nascosto chissà
dove. Per anni gli amici di Roberto Formigoni che con lui sono finiti nell’inchiesta Maugeri, che ipotizza a vario titolo i reati di associazione a delinquere
e corruzione, avrebbero messo da parte ricchezze per oltre 61 milioni di euro.
La procura di Milano ne cerca 49,8
milioni. Sono «le somme complessivamente trasferite, successivamente al 12
aprile 2006, dalle casse della Fondazione Maugeri alle società di Daccò e Simone e destinate alla remunerazione di
questi ultimi e di Formigoni ed alla sopportazione di tutti i relativi costi». Dal
2006. Prima la legge non permette di
andare.
Ottenuto l’ok del giudice, i pm del
pool guidato da Francesco Greco hanno spedito ieri i finanzieri del nucleo
tributario a caccia di quella montagna
di soldi, o di quello che ne resta. Il decreto di sequestro preventivo, in attesa
che il sei maggio cominci il processo,
ha portato la polizia giudiziaria a mettere i sigilli sulla villa in Sardegna. Tredici vani con vista sul mare, per un valore
di circa tre milioni di euro, acquistati
dal coindagato e amico di Formigoni,
Alberto Perego, grazie ad un maxi sconto concesso dal lobbista Pierangelo
Daccò. Secondo l’inchiesta, anche quello sconto rientrerebbe nei famosi «benefit» con i quali Formigoni sarebbe
stato ricompensato per la «protezione
globale» garantita alla fondazione che
gestiva le cliniche Maugeri.
Un occhio di riguardo, quello dell’ex
governatore lombardo, che in una quindicina d’anni avrebbe «assicurato» alle
cliniche con sede a Pavia «provvedimenti di favore dagli organi della Regione Lombardia», che «riconoscevano
erogazioni in danaro e altri indebiti vantaggi per un importo pari a circa duecento milioni di euro». Da questi soldi,
poi, i lobbisti e amici di Formigoni, Daccò e Antonio Simone, avrebbero stornato 61 milioni di euro che in parte sarebbero serviti a ricompensare l’ex Celeste. Secondo i pm, l’ammontare dei «benefit» percepiti da Formigoni sarebbe
di circa otto milioni di euro.
«NON POSSEGGO QUEI SOLDI»
Per conoscere il valore di quanto effettivamente sequestrato dai finanzieri, bisognerà aspettare un po’. Il decreto del
giudice Paolo Guidi è stato emesso nei
confronti di Formigoni, Perego, Daccò,
Simone e Costantino Passerino. Il documento indica complessivamente in
49,883 milioni di euro il «frutto» della
presunta corruzione, ma sembra improbabile che si possa trovare quella cifra. D’altra parte non è la prima volta
che scattano i sigilli sulle ricchezze
dell’affaire Maugeri. Tempo fa era stato
disposto un altro sequestro preventivo
- non nei confronti di Formigoni e Perego - per complessivi 53,2 milioni di euro. Di questi solo 20,9 sono stati effettivamente scovati dai finanzieri e messi
da parte. Lo stesso Formigoni ha voluto precisare che nelle sue disponibilità
.. .
Il provvedimento è stato
deciso nell’ambito
dell’inchiesta sul caso
Maugeri-San Raffaele
non ci sono cifre di tali portate. Anzi.
«Su uno dei miei due conti correnti - ha
detto - figura un attivo di 18,20 euro,
sull’altro un passivo di 75 mila euro. Le
mie tre auto sono: una Alfa Mito del
2012 per uso personale, una Panda del
2009 e una Multipla del 2008 in dotazione ai miei collaboratori».
Quanto agli immobili, l’ex governatore dichiara di non aver «mai posseduto
ne posseggo una casa in Sardegna. Le
proprietà immobiliari sono: un micro
appartamento nella periferia di Sanremo di 36 metri quadrati e tre appartamenti in Lecco di 400 metri quadrati
complessivi, che sono stati ereditati dai
miei genitori. Di tutti questi immobili
condivido la proprietà con i miei due
fratelli». Al senatore dell’Ncd sono state bloccate tutte le disponibilità salvo il
conto corrente nel quale gli viene versato lo stipendio da parlamentare. Formigoni ha detto anche di sentirsi sotto attacco, e di subire «l’ennesima calunnia».
Ma per il giudice Guidi l’ex numero
uno della Lombardia «ha avuto la disponibilità di ingenti somme di denaro in
contante non giustificate dai suoi legittimi introiti». E né lui né l’amico Perego
«hanno prodotto indagini difensive o indicato fonti di prova o dati indiziari che
portino ad una lettura di segno opposto
o anche solo diverso» rispetto alle accuse contestate. Piuttosto, rileva il giudice, «Formigoni non ha contestato il fatto materiale di aver ricevuto tutto una
serie di utilità da Daccò e Simone», come i viaggi e le vacanze sugli yacht, «limitandosi a sostenere che si trattava di
somme e utilità erogate per mera stima
ed amicizia». Un atteggiamento legittimo. C’è però chi, come l’ex patron della
Fondazione, Umberto Maugeri, e il consulente Gianfranco Mozzali ha «confermato in sede di incidente probatorio il
sistema di pagamento delle tangenti - e
la connessa ed articolata struttura societaria e contrattuale di supporto in
Italia e all’estero, con la compiacenza
di numerosi professionisti - che hanno
concorso a mettere in piedi nel rapporto tra Fondazione Maugeri e Regione
Lombardia».
«ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE»
Rinviati a giudizio
Mastella e la moglie
Clemente Mastella, in qualità di leader
dell’Udeur, la moglie Sandra Lonardo
e altre 17 persone sono state rinviate a
giudizio per associazione a delinquere.
A decidere è stato il gup del Tribunale
di Napoli Maurizio Conte. Il processo
inizia il 18 giugno. Per i pm napoletani,
l’Udeur era «un’associazione per
delinquere finalizzata alla
commissione di una serie di reati
Il tesoretto di mance e favori del ciellino insaziabile
SEGUE DALLA PRIMA
Avrà in gioventù fatto voto di castità,
come fino a un certo punto della propria esistenza ha sempre dichiarato,
ma di sicuro non ha mai fatto voto di
povertà. Ha seguito le orme di Don
Giussani, l’ispiratore di Comunione e
liberazione, ma non al cento per cento: non risulta che il Gius sia morto
ricco. Di sicuro non ha mai rivolto un
pensiero a Francesco, il santo dei poveri, e neppure, per stare ai nostri
tempi e alle buone pratiche comunitarie, a don Bosco e, tanto meno, per
non allontanarsi troppo da casa, a
don Colmegna o a don Gino Rigoldi,
che pure gli abitano vicino, in periferia, a Milano. Non possiamo però rimproverare all’eterno ragazzone, avvicinatosi ormai ai settanta, d’aver coltivato l’amore per il denaro più ancora
che quello per Dio e per gli uomini.
Non si fa peccato arricchendosi, come spiega anche la Chiesa. Ogni persona normale ci prova, i più, usando
mezzi leciti, senza riuscirci. Con quali
mezzi il nostro Roby sia invece riuscito ad accumulare quattrini e beni per
quasi cinquanta milioni di lire non lo
sappiamo. Deciderà la magistratura.
Certo custodendo tutti gli stipendi incassati in mezzo secolo di poltrone,
scommettendo sulla sua precocità
nel sacrificio e nella dedizione, ammesso che mai una lira o un euro sia-
IL COMMENTO
ORESTE PIVETTA
Tra l’eterna presidenza
della Lombardia, Cl, San
Raffaele, Compagnia delle
opere, Formigoni è riuscito
a costruirsi anche
un piccolo regime
no stati attinti a quei risparmi, per
una giacca o per un flacone di sciroppo, per una insalatina e una manciata
di riso, l’indispensabile insomma per
sopravvivere, non si arriva a tanto,
neanche si sfiora l’entità del tesoretto
scoperto: otto nove milioni (consideriamoli esentasse) che cosa sarebbero mai al confronto? Peraltro la somma matematica sarebbe impossibile,
a giudizio dello stesso ex governatore. Quando gli si chiese dei suoi viaggi
e dei suoi soggiorni al mare o a bordo
di un lussuoso yacht con l’amico Daccò (condannato in appello a nove anni per associazione a delinquere e
bancarotta), lui rispose d’aver sempre pagato tutto: purtroppo non aveva conservato gli scontrini, neppure
quello del caffè. Lo mise anche per
iscritto, rivolgendosi ai giornalisti
strumenti del complotto accusatorio,
plotone d’esecuzione al soldo della
parte politicamente avversa: “Le spese delle carte di credito di Daccò sono
elevate perché si riferiscono a conti
collettivi. E se ci sono biglietti aerei e
una settimana di vacanza alle Antille
con cifre importanti, scusate tanto,
non sono Brad Pitt ma me le posso
pagare, me le sono pagate col mio stipendio. Le ricevute dei rimborsi delle
spese anticipate da Daccò? Non le ho
tenute, le ho buttate. Scusate, è un
reato? “.
Che cosa si inventerà ora Formigoni? Qualche eredità, una cassa stracolma d’oro nel giardino di casa, una vincita al superenalotto? Mostrerà la
fronte imperlata di sudore, segno di
tanto lavoro e di tante fatiche e quindi
di sacrosante ricompense? Si parerà
dietro la buona abitudine di tanti manager di incassare, alle dimissioni per
cattiva gestione, premi da nababbi…
in fondo solo pochi mesi fa l’amministratore delegato di uno dei più cospicui gruppi bancari se ne andò licenziato con una buona uscita di 39 milioni
più uno, pattuito per la beneficienza.
Formigoni, con un salario di consigliere lombardo o di parlamentare della
repubblica, si è sempre dovuto accontentare e dovrebbe ancora accontentarsi di quel tanto che gli bastava e gli
basta per superare quella soglia di povertà, al di sotto della quale starebbe
una decina di milioni di concittadini
Italiani che vivono con sei o settecento euro al mese (una notizia confortante: al sequestro è sfuggito il modesto stipendio elargito dal Senato della
Repubblica).
Niente fantasie. Come era prevedibile, Formigoni non ha cercato scuse,
non si è giustificato. È nello stile, arrogante, dell’uomo. Semplicemente ha
negato: “Tranquillizzo tutti, non ho
mai posseduto nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro”. Allo-
ra, si chiede inquieto, tutt’altro che
tranquillo, il cittadino qualunque, a
chi saranno mai stati sequestrati quei
soldi e quelle ville? Possibile che la
Guardia di Finanza o i Carabinieri girino in Sardegna o in Brianza e sequestrino una casa qui e un’altra là, come
capita capita? Vuoi che un giorno succeda anche a me… Ma non abbiamo
nulla da dichiarare e solo una infinità
di ricevute da mostrare.
La verità è che a suo modo, tra
l’eterna presidenza della regione
Lombardia, Comunione Liberazione,
Compagnia delle opere, San Raffaele,
Fondazione Maugeri, Daccò e Memores Domini (la comunità in cui vive in
compagnia del Perego, titolare della
villa in Sardegna) Formigoni è riuscito a costruirsi oltre che un tesoretto
anche un piccolo regime, che qui e là
mostra le sue crepe, ma regge anche
perché il successore Maroni non ha
alcuna voglia di mandare a monte
una vecchia alleanza per smontare
un sistema di potere e di affari: si accontenta di rosicchiare la sua parte.
Formigoni che nega tutto, le ville e gli
scontrini, fa la parte di Berlusconi
che nega ancora di più dopo la triplice condanna e tira fuori dal cappello
le “carte americane”, sempre quelle:
l’uno e l’altro, nelle dovute proporzioni, saldamente convinti di essere immutabili, indispensabili, insaziabili.
RASSEGNASTAMPA
3
venerdì 11 aprile 2014
Berlusconi, la Procura
dice sì ai servizi sociali
I
Roberto Formigoni
in vacanza in Sardegna
a bordo del suo yacht
FOTO LAPRESSE
contro la pubblica amministrazione
connessi con nomine e assunzioni
illegali e soprattutto all’acquisizione
del controllo delle attività pubbliche di
concorso per il reclutamento di
personale e gare pubbliche per appalti
ed acquisizioni di beni e servizi
bandite da Enti territoriali campani,
Aziende sanitarie e Agenzie regionali,
attraverso la realizzazione di numerosi
reati». L’indagine riguarda anche un
presunto episodio di concussione ai
danni dell'allora presidente della
Regione Campania Antonio Bassolino.
doneo all’affidamento in prova
ai servizi sociali», considerata
l’età (78 anni), l’entità della pena da scontare (un anno già ridotti a dieci mesi), il profilo della persona, sia per i ruoli pubblici assunti in passato e in quanto incensurato (quella per frode fiscale è la prima condanna definitiva). Il procuratore generale Antonio Lamanna dà parere favorevole a che il condannato Silvio
Berlusconi sconti la pena e affronti un
percorso riabilitativo in affidamento ai
servizi sociali. La decisione trapela dopo circa due ore di udienza al primo
piano del palazzo di giustizia di Milano. Sono le 18 e trenta del pomeriggio.
il tribunale di sorveglianza si era riunito dalle 16 e 30. Gli avvocati Niccolò
Ghedini e il professor Franco Coppi lasciano il tribunale senza fare dichiarazioni. Scappano ad Arcore, a villa S.
Martino dove il loro assistito aspetta
da ore, da giorni e da mesi questa notizia. Non siamo ancora a nulla. Il tribunale - il presidente Pasquale Nobile de
Santis, la relatrice Beatrice Crosti, la
psicologa Federica Bruschi e la criminologa Silvia Guidoli - ha solo finito di
mettere le carte in tavola. Da ieri sera è
in camera di consiglio e il verdetto può
arrivare entro cinque giorni (termine
non perentorio) ma anche molto dopo.
«Fino a 10-15 giorni, dopo Pasqua» correva voce a palazzo di giustizia.
Ma il passaggio stretto, quello più decisivo di altri, che doveva dare un segno o il suo opposto alla vicenda umana di Silvio Berlusconi ma anche a tutto il paese e al suo equilibrio politico, è
arrivato quando il pg ha espresso parere favorevole ai servizi sociali. Quando
ha detto, cioè, che l’ex premier può
«percorrere un percorso di ravvedimento e di risarcimento nei confronti
del patto sociale da lui violato con il reato di frode fiscale offrendo servizi alla
società». Attenzione, però: non alla
proposta un po’ surreale avanzata dai
legali dell’ex Cavaliere ma a quella
dell’Ufficio esecuzione penale esterna.
Il pg, infatti, ha ritenuto «non valida»
l’offerta di dare «assistenza psicologica
ai disabili fisici e mentali che hanno
perso ogni motivazione e hanno bisogno di nuovi stimoli» in una struttura
L’UDIENZA
CLAUDIA FUSANI
MILANO
Il verdetto entro cinque
giorni. Il parere del Pg
non è vincolante per
i giudici e potrebbe anche
essere ribaltato in camera
di consiglio
che però, purtroppo, è in fase di costruzione e sorgerà nel parco di villa San
Martino ad Arcore oppure in quello di
Macherio.
Resta quindi la proposta già avanzata nel programma dell’Ufficio esecuzione penale esterna, ovvero dedicare
mezza giornata a scelta nell’arco della
settimana a un istituto per anziani e disabili nell’hinterland milanese. Se sarà
questa la conclusione della vicenda, bisogna vedere come reagirà Berlusconi.
In questi mesi non ha perso occasione
per dire che non avrebbe mai accettato
questa «umiliazione». Intenso è stato,
in questa direzione, il lavoro di Coppi e
Ghedini.
La cronaca dell’udienza si ferma
qua. Rigorosamente a porte chiuse, dopo due ore di contraddittorio, nessuno
dei protagonisti ha voluto rilasciare dichiarazioni. Come è giusto che sia visto
che si tratta di una camera di consiglio.
Si sa anche il giudice Crosti nella sua
relazione ha preso in esame tutte le
possibilità, anche gli arresti domiciliari
visto che il condannato non ha mai mostrato né durante il processo né dopo
alcun segno di pentimento o di ravvedimento. Che sono la condizione imprescindibile per accedere al beneficio dei
servizi sociali. E però la condanna lieve
e l’età fanno pendere la decisione verso la pena più tenue.
Di questa ennesima giornata di attesa al palazzo di giustizia di Milano meritano la citazione alcuni dettagli. Il luogo dove di è celebrata l’udienza, ad
esempio: in quell’ala del palazzo che si
chiama Corridoio Lisistrata, dal nome
della protagonista della commedia di
Aristofane che proclamò il primo sciopero delle donne nell’Atene del IV sec
AC, simbolo, quindi del primo femminismo. La causa di Silvio Berlusconi «libero» era la numero 9 di una lista di 59,
tra il marocchino Badri Sadik e il boss
Giuseppe Nirta. I fogli con il ruolo di
giornata sono stati appesi tutta la mattina sulla porta e, tra una chiamata e l’altra delle cause - tutte all’altoparlante
come al supermercato - molti di quelli
in attesa si sono messi in posa per una
foto ricordo accanto al nome dell’ex
premier.
Ora comincia l’attesa per il verdetto
finale. Che potrebbe anche essere ribaltato nella camera di consiglio dove i
quattro giudici, due togati e due popolari, voteranno la proposta finale del
presidente Pasquale de Santis il cui voto vale doppio. Ma sarebbe veramente
clamoroso. La sensazione forte nel palazzo di giustizia milanese è quella di
levarsi di torno il prima possibile e senza polemiche questa patata bollente. I
servizi sociali sono «il male minore»,
una decisione che terrebbe conto «del
profilo politico» di un condannato molto speciale e gli darebbe ampi margini
di movimento. La tanto inseguita «agibilità politica». A quel punto, infatti,
Berlusconi dovrebbe rispettare solo
l’obbligo di stare a casa tra le 22 e le 7
del mattino e il divieto di incontrare
pregiudicati o tossicodipendenti. A parte l’impegno settimanale di sei ore nella casa di cura, potrebbe continuare ad
esercitare la leadership politica ma
non potrà fare campagna elettorale. Sarà interessante qui vedere come i giudici scriveranno i divieti. E come delimiteranno il confine del tutto inedito e labile tra leadership politica (lecita perché un partito è un ente di diritto privato) e la campagna elettorale che invece, investendo la sfera pubblica, dovrebbe essere interdetta dalla pena accessoria.
Il quotidiano britannico Guardian ha lanciato il gioco on-line: «Scegli la pena per Berlusconi»
Ma l’ex Cav ora teme i tempi lunghi: così ci paralizzano
U
na dose di ottimismo per il parere favorevole della procura
all’affidamento ai servizi sociali,
che lascia presagire che il peggio sia
scongiurato. Un sospiro di sollievo. Ma
resta l’amarezza per questo passaggio,
e soprattutto per i tempi che si allungano: da 5 a 15 giorni. Sulla carta, fino a
due settimane di apnea che rischiano
davvero di tagliare le gambe alla campagna elettorale di Forza Italia. Che già si
troverà a chiudere e liste praticamente
al buio: martedì 15 la scadenza.
Silvio Berlusconi è chiuso ad Arcore,
nella villa che ama e considera il principale rifugio dalle intemperie della vita.
Con lui la fidanzata Francesca Pascale,
l’assistente Maria Rosaria Rossi, tutti e
cinque i figli. E ovviamente Dudù. Sepolte ambizioni divergenti, rivalità e frizioni caratteriali, la famiglia è unita intorno al padre. In quello che i giornali con
parecchia retorica hanno chiamato «il
giorno del giudizio» ma che resta per lui
l’ora più difficile.
Secondo la linea con concordata con
i legali Ghedini e Coppi, il leader azzurro è stato alla larga dall’udienza, che peraltro si è tenuta rigorosamente a porte
chiuse. Per evitare manifestazioni di insofferenza o di nervosismo, ma anche
per non fornire a fotografi e cronisti assiepati nei corridoi del tribunale l’immagine di un uomo che vive quella che considera «un’umiliazione ingiusta». Con il
IL RETROSCENA
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
L’ex premier è chiuso
ad Arcore con la famiglia
Cauto ottimismo ma pesa
l’«umiliazione». Restano
ora tutte le incognite
sulla campagna elettorale
paradosso di un condannato che vive come un’offesa l’idea di «riabilitazione» e
per non fare cattiva impressione sui giudici preferisce non presentarsi.
L’ex Cavaliere è stato di umore nero
per tre quarti della giornata. Sospettoso, sfiduciato, negativo verso quelli che
«sono pur sempre giudici di Milano». Intorno a lui, un irreale clima sospeso.
Con il partito raggelato nel silenzio e
nell’attesa. Fino al momento in cui il
procuratore generale Lamanna ha aperto alla tesi della difesa, ha accolto la richiesta dell’affidamento in prova. Luce
verde a quel mezzo pomeriggio a settimana nel centro anziani non distante da
casa. Sia pure con la massima cautela
l’orizzonte mostra uno spiraglio di ragguardevoli dimensioni.
«Una decisione positiva e coerente»
apprezza subito la fedelissima Michaela
Biancofiore. «Berlusconi non è abbattuto. Prendiamo atto del parere favorevole - commenta il consigliere politico Giovanni Toti - sull`affidamento. Restiamo
fiduciosi che il tribunale di sorveglianza
saprà giudicare tenendo ben presente
la statura umana e politica della persona che ha di fronte e soprattutto la responsabilità verso i milioni di moderati
che si riconoscono in lui». Fiducia e speranza, appunto: «A questo punto sarebbe bizzarro che i giudici non si uniformassero a questa richiesta - ragiona un
dirigente vicino a Berlusconi - Ma quan-
do c’è in gioco Silvio la cautela non è
mai troppa...».
E difatti la parola d’ordine nel partito
è: prudenza. Nessuno scopre il fianco.
«Resta comunque un giorno infausto
per la democrazia, stiamo vivendo un’ingiustizia» commenta Mariastella Gelmini. Troppe le incognite. A partire dal
tempo di attesa. Berlusconi e i suoi sperano che la decisione arrivi tra cinque
giorni e non tra due settimane. Segnali
in questo senso, secondo alcuni, ce ne
sono. E già questa road map complica le
cose. Nel fine settimana è prevista la riunione decisiva per le candidature alle
Europee - la deadline è appunto martedì 15 - con Toti e Verdini in udienza dal
leader. Ultima grana, il caso Mastella.
«Le liste saranno pronte entro lunedì»
ha annunciato l’ex direttore di Tgcom.
L’auspicio è che possa presentarle proprio Berlusconi.
Già, perché la domanda resta eternamente quella: che tipo di «agibilità politica» avrà Berlusconi nell’immediato futuro? E quindi in che forme, con quali
limitazioni e fino a che punto potrà par-
.. .
Si lavora alle liste, pronte
per lunedì. Toti: «I giudici
tengano conto che
è il leader dei moderati»
tecipare alla campagna elettorale? Un
quadro che verrà chiarito soltanto dalla
decisione finale dei magistrati. E che
per Forza Italia - oltre che per la serenità personale di Berlusconi - è cruciale.
Nessuno, da Toti a Verdini in giù, nutre
dubbi sul fatto che con Silvio fuori dal
campo la partita delle Europee si fa difficilissima. Nonostante i video e gli appelli già registrati che Mediaset è pronta a
diffondere fino al 25 maggio. Del resto,
lo si è visto con le telefonate seriali ai
vari club Forza Silvio: l’effetto galvanizzante sui sondaggi è stato minimo. «Se a
questa tornata c’è il tracollo - spiega
sconfortata una parlamentare - non ci
riprenderemo. Alfano ci sta con il fiato
sul collo e perdiamo pezzi...».
Berlusconi aspetta. Pronto a chiedere - se ne avrà la possibilità - tutti i permessi necessari per comizi, interviste e
incontri. Quel «la giustizia deve fare il
suo corso» lanciato da Renzi è stato interpretato come una frase di maniera.
L’ex Cavaliere non ha deposto le armi:
appena il suo destino sarà certo, tornerà a battere il chiodo dell’incontro con il
premier sulle riforme. Pronto a interpretare il doppio ruolo di padre nobile
delle riforme e volonteroso assistente
degli anziani a beneficio dei media.
Quello di cui ha bisogno, è il tempo necessario per risollevare il partito di piazza in Lucina. Che nei sondaggi continua
a calare.
RASSEGNASTAMPA
4
venerdì 11 aprile 2014
POLITICA
Insulti alle donne Pd
Rivolta contro Grillo
Il leader M5S:
«Le cinque capolista
sono veline»
● Il premier:
«Lui pensa solo
a come insultarci
Vuol dire che ha paura»
● Da Sel a Forza Italia
attacchi al «maschilista»
●
Michele Emiliano sindaco di Bari FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO
Liste Pd, Emiliano
e Giusi Nicolini
non si candidano
La sindaca: «Prevalse
altre logiche» ● Domani
a Torino Renzi apre
la campagna elettorale
● Cuperlo a Roma
●
VLADIMIRO FRULLETTI
vfrulletti@unita.it
In Transatlantico Fausto Raciti, assieme a Matteo Orfini, distribuisce a deputate e giornaliste dolcetti di pasta di
mandorle arrivati direttamente da Acireale. Buonissimi ma probabilmente insufficienti a far scomparire nel segretario regionale del Pd siciliano l’amaro in
bocca che gli ha lasciato lo scontro col
presidente della Sicilia Rosario Crocetta alla direzione di mercoledì sulle liste
per le europee. Anche perché dall’Isola
intanto la sindaca di Lampedusa, Giusi
Nicolini, ha già fatto sapere che non si
candiderà. Aveva accettato l’offerta
per guidare la lista (dopo parecchie insistenze), ma poi, fa notare, «sono prevalse altre logiche». Cioè la scelta del partito siciliano, confermata dalla segreteria nazionale e quindi dalla direzione di
mettere come capolista Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso
dalla mafia. Una rinuncia che il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, spiega come frutto «di una situazione prettamente regionale». Insomma questioni siciliane. E più precisamente lo scontro fra il presidente Crocetta e l’ex parlamentare Beppe Lumia da una parte e
il segretario regionale Raciti dall’altra.
Risultato? Lumia che non viene proposto dal partito siciliano e il consigliere
regionale Antonello Cracolici che pur
proposto dalla direzione regionale esce
dalla lista: «sono stato vittima della vendetta di Crocetta» spiega. Fratture profonde che rischiano di far affondare la
nave guidata da Crocetta (con Cracolici
stanno 9 consiglieri regionali su 18). La
lista del Sud comunque andrà ritoccata
perché oltre a ricoprire (con una donna) il terzo posto lasciato libero da Nicolini, c’è anche la questione Raciti che
considera la propria candidatura come
«figurativa».
Stessa operazione dovrà essere fatta
anche sulla lista per la circoscrizione
Sud da dove s’è tolto il sindaco di Bari
Michele Emiliano, colpito, come dice
lui «dall’elettroshock» di Renzi. Emiliano al telefono ha spiegato (e «concordato») con Renzi il proprio passo indietro.
«Avevo accettato la proposta di fare il
capolista - spiega - perché mi sembrava
un’occasione per mostrare che c’è
un’altro Sud in grado di essere protagonista in Europa. È stata fatta poi
un’altra scelta politica, che condivido, di candidare capolista 5 donne, e
quindi è venuta meno la motivazione
della mia candidatura». Certo non si
dice felice ma assicura che non tirerà i remi in barca. Anzi. Ieri ha fatto
4 comizi in Salento e da oggi e fino a
domenica sarà in Abruzzo: «Farò
campagna come se fossi candidato e
per dare una mano alla capolista Picierno».
Restano due rinunce pesanti, ma
del resto lo stesso Renzi aveva messo
in conto che qualche scossone «fisiologico» la sua scelta di candidare 5
capolista donne l’avrebbe provocata. E Guerini non si mostra particolarmente preoccupato. A margine
della conferenza stampa col segretario del Psi Riccardo Nencini per presentare il patto federativo fra i due
partiti (il Psi ha un proprio candidato in ogni circoscrizione) per le europee del 25 maggio, il vicesegretario
democratico fa notare come le liste
siano state approvate all’unanimità
dalla direzione e che comunque «c’è
tempo fino al 15 aprile» per aggiustamenti e che «se qualcuno si ritira verrà sostituito». Quello che conta insomma è il «messaggio politico» voluto lanciare da Renzi con le 5 capolista donne.
Messaggio che domani il Pd rilancerà da Torino (appuntamento al PalaOlimpico dalle 10,30) per l’avvio
della propria campagna elettorale
quando sul palco saliranno proprio
le cinque capolista alle europee: Alessia Mosca, Alessandra Moretti, Simona Bonafè, Pina Picierno e Caterina
Chinnici. L’appuntamento, che servirà anche a far partire la corsa di Sergio Chiamparino vero la guida della
Regione Piemonte, vedrà la presenza di trecento candidati sindaci provenienti da tutt’Italia (il 25 maggio si
vota anche in oltre 4mila comuni) e
sarà chiuso dallo stesso Renzi che
poi nel pomeriggio sarà a Lucca al
festival del volontariato.
E domani quasi nelle stesse ore
(dalle 10) andrà in scena al teatro
Ghione, di via delle Fornaci a Roma,
la convention della minoranza interna del Pd convocata da Gianni Cuperlo. All’iniziativa, tra gli altri, parteciperanno Don Massimo Mapelli, della Caritas di Milano, Pietro Crosta,
Direttore di Banca Etica, Lorenzo
Guerini, vice segretario del Pd, Pier
Luigi Bersani, Massimo D'Alema,
Guglielmo Epifani, Andrea Orlando,
Roberto Speranza, Pippo Civati, Carla Cantone, Francesco Boccia.
ANDREA CARUGATI
ROMA
«Quattro veline e un Gabibbo», titola
Beppe Grillo, con un poco garbato fotomontaggio in cui le capolista del Pd alle europee vengono raffigurate come
le veline di Striscia. Grillo le definisce
paracadutate, ricorda che «essere donna, di per sé, non é un valore e offende:
«Sono donne usate a fini di marketing
secondo la migliore tradizione berlusconiana: quattro veline e Renzie a fare il Gabibbo. Una presa per il culo, ma
tinta di rosa. Chi occupa una carica elettiva non dovrebbe concorrere per
un’altra fino alla scadenza del mandato, come fanno gli eletti del M5s». «Perdere contro questa “armata Brancaleone” è impossibile, auspica il leader dei
5 stelle.
La reazione dei democratici questa
volta è durissima: «Grillo tutte le mattine si sveglia e pensa: “Come posso attaccare il Pd”. Io mi alzo e penso: ”Come posso oggi cambiare l’Italia?”», dice il premier Renzi. «Le parole di Grillo dimostrano che ha sempre più paura: l’aver presentato cinque donne alla
testa delle liste è una cosa che evidentemente lo ha spiazzato» e in fin dei conti
«le sue parole dimostrano la considerazione che ha delle donne», dice il vicesegretario Lorenzo Guerini. Sulla stessa
linea la presidente della commissione
Affari costituzionali Anna Finocchiaro: «Grillo non ha davvero più pallottole in canna, è preoccupato per le elezioni e il nervosismo gli gioca brutti scherzi. Cadere nel più becero maschilismo,
al quale peraltro non è nuovo, non fa
onore alla sua intelligenza e impoverisce il dibattito politico».
L’accusa di maschilismo riecheggia
in tutte le dichiarazioni: «La paura delle elezioni fa straparlare. Grillo insulta
le donne nella migliore tradizione maschilista e sessista», commenta il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, ma anche fuori dal Pd c’è chi attacca duramente il comico genovese:
«Penso che liquidare con il titolo di veline le donne scelte dal Pd come capilista
alle europee sia quasi un atto razzista
più che maschilista e cafone», dice Guido Crosetto, coordinatore nazionale di
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
Tra le protagoniste dell’attacco del leader Cinquestelle a rispondere alle offese sono Pina Picierno, Alessandra Moretti e Alessia Mosca, che ribalta l’accusa rivolta al suo partito e dichiara:
«Grillo, vergogna! Offende le donne
per fini di marketing elettorale. Il 25
maggio merita una lezione da tutte le
donne italiane e il 26 di maggio ci vedrà
a rappresentare l’Italia, con piena competenza, in Europa». «È un comico che
non fa nemmeno più ridere», dice Moretti. Picierno invece si affida a Twitter
e cinguetta: «Ci sentiamo il 26 maggio
Beppe Grillo. E l’unica (carta) velina
che riconoscerai sarà quella utile a
asciugarti i lacrimoni». Contro il leader
LEGA NORD
Bossi a giudizio
per gli insulti
a Napolitano
Offesa all’onore e al prestigio del
Capo dello Stato e vilipendio alle
istituzioni con l’aggravante della
discriminazione etnica i capi
d’accusa per Umberto Bossi rinviato
a giudizio. Era il 29 dicembre del 2011
quando, partecipando alla Berghem
Frecc di Albino, l’ex segretario della
Lega affermò dal palco esibendo le
corna: «Mandiamo un saluto al
presidente della Repubblica.
Napolitano, Napolitano, nomen
omen, non sapevo fosse un terùn…».
Dal Parlamento nessuna risposta
sul possibile conflitto di poteri
sollevato dalla difesa. Quindi rinvio a
giudizio per un processo il cui inizio è
stato fissato per il 3 febbraio.
5 stelle anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, Emanuele Fiano,
Dario Ginefra, Roberta Agostini e Isabella De Monte.
Attacchi all’ex comico anche da Sel:
«Le battaglie politiche non si fanno con
gli insulti. Quello di velina poi è particolarmente irritante e rivela una cultura
politica medievale, un linguaggio sessista e misogino», dice la vicepresidente
dei deputati Titti Di Salvo. Che chiude
con una domanda: «Ma le donne del
Movimento 5 stelle non hanno nulla da
dire?». Certo che no, visto che le uniche
due che si erano schierate a difesa di
Laura Boldrini, chiedendo di mettere
uno stop agli insulti, Laura Bignami e
Monica Casaletto, sono state espulse
con un post sul medesimo blog. Anzi, la
deputata Giulia Sarti interviene in difesa del Capo: «Sono d’accordo con Grillo, per noi candidare deputate che già
stanno svolgendo il loro lavoro in Parlamento significa tradire il mandato degli elettori. Il Pd si serve di quattro visi
che piacciono e tradisce il mandato degli elettori. È marketing».
«Commenti ignobili, Grillo dovrebbe vergognarsi», dice Valentina Vezzali di Scelta Civica. «Piena solidarietà alle brave e valide colleghe del Pd, che
Grillo ha cercato di sminuire con attacchi sessisti e con la pochezza tipica del
più becero maschilismo», attacca Elena Centemero di Forza Italia.
TENSIONE CON PIZZAROTTI
Non si placa lo scontro tra Grillo e il
sindaco di Parma, che aveva chiesto un
incontro: ieri il Capo ha risposto citando Guccini e pubblicando il video di
una presentazione a Milano con Pizzarotti, Civati e Pisapia. «È difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già». Dal quartier generale di Milano
spiegano alla AdnKronos che, in
quell’occasione, il «Pizza» non sarebbe
passato neppure per un saluto a Casaleggio. Preferendo presentare il suo libro con due “nemici” del M5s. Poi c’è la
questione inceneritore. «Avrebbe dovuto incatenarsi, magari dimettersi», dicono da Milano. Ieri la telefonata con
Beppe, non risolutiva. «Io gli ho citato
una canzone di Leonard Cohen, “C’è
una crepa in ogni cosa ed è da lì che
entra la luce”», dice Pizzarotti. «Il dialogo serve a tutti...». Tra i dissidenti della
Camera il nervosismo cresce. E c’è chi
ipotizza nuove uscite dopo le europee.
«Bombassei sbaglia, Scelta civica
non è diventata di sinistra»
FEDERICA FANTOZZI
Twitter@Federicafan
Domani a Milano Scelta Civica avvia
con una convention di presentazione
delle candidature la campagna elettorale per le Europee. Un rassemblement nel segno dell’Alde insieme a Bruno Tabacci e Michele Boldrin. «Saremo i più europeisti di tutti. È il primo
passo verso un nuovo e più ampio soggetto liberal-democratico» dice il capogruppo alla Camera Andrea Romano.
Ma a guastare in parte la festa è arrivata la notizia delle dimissioni dell’industriale Alberto Bombassei da presidente del partito, dopo appena cinque mesi dalla nomina.
Bombassei si è appena dimesso perché
nonriconoscepiùlo«spirito»el’«identità» di Sc e, con l’Italicum ritiene che la
«terzietà» non sarà più possibile. Anche
se resterà nel partito. Lascia la presidenzaperchévisieteschieraticonilcentrosinistra?
L’INTERVISTA
Andrea Romano
Il capogruppo parla dopo
le dimissioni del presidente
Domani al via la campagna
per le Europee: «Primo
passo verso un contenitore
più ampio con Tabacci»
«Non credo sia questo il motivo. La sua
scelta, che mi addolora, la vedo come
presa d’atto che l’ipotesi centrista classica è in crisi. Ma questo riguarda tutti:
piaccia o no, ci muoviamo in un contesto bipolare. In questo senso, la scommessa iniziale di Scelta Civica di mettere in crisi il bipolarismo non ha funzionato».
Senza il fondatore Mario Monti, senza il
presidente, provati da una scissione. C’è
ancora un ruolo per Scelta Civica?
«Sì. Non diventeremo un partito di sinistra. Siamo già il soggetto più riformista che pungola Renzi verso scelte più
avanzate. Una funzione più importante del passato».
Bombassei critica anche l’aver accettato il ministero dell’Istruzione anziché dicasterieconomici.Vieranostatefatteofferte su Lavoro e Sviluppo Economico?
«Ovviamente no, ha deciso Renzi. Ma
la scuola è tema fondamentale per il
Paese e le nostre ambizioni politiche».
Domani parte la campagna di Scelta Eu-
RASSEGNASTAMPA
5
venerdì 11 aprile 2014
«Offese sessiste che fanno orrore
La nostra è una scelta coraggiosa»
NINNI ANDRIOLO
ROMA
«Doppiamente sgradevoli gli insulti di
Grillo...». Trentotto anni, a Montecitorio dal 2008, Alessia Mosca guiderà il
Pd nel Nordovest alle Europee del 25
maggio. «È stata una sorpresa - spiega
- Non mi aspettavo di essere capolista e
mi ha piacevolmente stupita la scelta al
femminile compiuta dalla direzione».
Immaginava una candidatura la deputata lombarda del Pd. «La mia storia
politica e personale, come la mia formazione, sono indissolubilmente legate all’Europa - spiega - Molti mi chiedono: “Ma come, lasci Roma per Strasburgo?”. Vorrei ricordare che il 70% della
legislazione nazionale è di derivazione
europea...». Nata a Monza, tesi di dottorato sul Parlamento europeo, Alessia
Mosca è espressione della prima generazione Erasmus. Poche settimane fa
ha pubblicato un instant book - «l’Unione in pratica, un’Europa a misura d’Italia» - che racconta la sua concezione
dell’Ue.
Nell’Università prima, l’attuale capolista Pd nel Nordovest si è impegnata successivamente nell’Arel di Enrico
Letta. Durante il governo dell’ex premier ha lavorato nello staff tecnico della presidenza del Consiglio. «La più
grande soddisfazione da parlamentare
è stata l’approvazione della legge sulle
quote femminili nei consigli d’amministrazione delle società quotate, la cosiddetta Golfo-Mosca - ricorda - E il fatto
che io sia capolista Pd, con le altre capolista, mette insieme due grandi pezzi
della mia vita: l’impegno per le donne e
quello per l’Europa».
Cinque «veline» alla guida delle liste Pd,
secondo il solito Grillo...
«Gli insulti di Grillo hanno un duplice
effetto di cui mi vergogno. Da un lato
viene fuori l’aspetto più gretto della nostra cultura, quello che ricade nell’offesa sessista e che mi fa orrore. Pensiamo di essere un Paese moderno e poi
emergono i rigurgiti di vecchie abitudini che non vengono superate. Dall’altro lato fa tristezza il fatto che un leader politico ricorra a questi strumenti
per celare un’evidente carenza di argomenti. ll Partito democratico ha compiuto una scelta politica di grandissimo coraggio, ed è questo che ha spiazzato Grillo...».
C’è chi ipotizza liste Pd guidate da donne per bilanciare il no alla parità di generenell’Italicumcheavrebbeminatoilpatto Berlusconi-Renzi...
Il premier Matteo Renzi FOTO LAPRESSE
ropea, il rassemblement liberale con
GuyVerhofstadt(chesaràprsenteaMilano)candidatopresidentedellaCommissione Europea. Quale sarà il messaggio che lancerete?
«Nella prima elezione che vede l’europeismo messo in discussione, diciamo con chiarezza che serve più Europa. Finora regnava un europeismo di
maniera, Bruxelles come una mamma a cui non si poteva non voler bene. Oggi sono esplosi anti-europeismi diversi: Grillo, Lega, Forza Italia,
la lista Tsipras».
Non sarà una campagna facile di questi tempi. Bruxelles non è un tema popolare...
«Avremo l’onere di spiegare che dire
sì all’Europa significa servizi pubblici
di qualità, università e riforma del lavoro adeguate. Mentre uscire dall’euro sarebbe catastrofico per la quotidianità degli italiani, dai mutui ai servizi. Siamo il partito più europeista».
Più del Pd di Renzi?
«Beh, tra i Democratici c’è un’ambiguità. L’idea di mettere in discussione quella che è stata l’Europa degli
ultimi 15 anni c’è. Per noi, invece, la
competizione è al rialzo: riforme più
coraggiose della Germania, liberalizzazioni più avanzate del Regno Unito».
All’inizio volevate denunciare Bruno
«Si tratta di una falsa polemica. Vorrei
Tabacci per aver lanciato Scelta Europea, adesso marciate insieme nel segno dell’Alde. Tutte le divergenze sono state appianate?
«È stata una trattativa complicata come sempre accade quando si definiscono le alleanze elettorali. Ma ora
facciamo il primo passo per la costituzione di un nuovo soggetto liberal-democratico con Fare di Michele Boldrin, il Partito liberale, il Partito repubblicano, Ali di Oscar Giannino».
Si va verso il superamento di Scelta Civica?
«Saremo il perno della costruzione di
un contenitore più ampio».
SulleriformemontaunafrondatrasversalecontroilSenatodisegnatoda Renzi e dal ministro Maria Elena Boschi. Da
ChitiaMinzolinisimoltiplicanoitestialternativi. La battaglia sarà sugli emendamenti. Voi da che parte state?
«Da quella di una democrazia decidente. La vera minaccia alla democrazia
non è quella temuta da Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, è se resta
tutto come è oggi. Il testo si può migliorare, ma un Senato non elettivo potrà
compensare i conflitti tra Stato e Regioni che oggi ingolfano la Corte Costituzionale. Così come il job act va nella
giusta direzione, ma mi auguro che ne
seguano altri due o tre. La riforma del
mercato del lavoro è solo iniziata».
L’INTERVISTA
Alessia Mosca
«Triste che Grillo ricorra
a questi strumenti per
celare un’evidente carenza
di argomenti. L’Europa
deve tornare a essere vista
come un’opportunità»
Qual è la sua idea di Europa, e di Italia in
Europa, onorevole Mosca?
«Non abbiamo sufficientemente utilizzato le opportunità messe a disposizione dall’Unione, poco sfruttate perché
poco conosciute. Un esempio? Abbiamo utilizzato appena il 45% delle risorse che possono essere spese dai Comuni, dagli enti o dalle associazioni per
fornire servizi ed essere più efficienti.
Io appartengo a quella generazione
che ha visto nell’Europa un sogno e
un’opportunità. Questo sogno è stato
tradito negli ultimi anni perché ci si è
arroccati dentro l’idea di un’Europa di
pochi Stati e di pochi interessi economici. Il nostro impegno deve essere quello di andare verso l’Europa di tutti. Per
tutti i cittadini, per tutti i diritti,
un’Unione accessibile in cui si stia meglio tutti».
Il socialisti europei e il Pd dentro il Pse
puntanosuun’altraEuropachepromuova lavoro e crescita.
ricordare che il 25 maggio, esprimendo le preferenze, per la prima volta
ogni elettore sceglierà almeno un candidato di genere diverso. Un passo
avanti normativo importante frutto
dell’iniziativa del Pd. Dello stesso partito, cioè, che decide cinque donne capolista. Per quanto riguarda l’Italicum,
poi, noi abbiamo fatto la battaglia e la
direzione ha preso l’impegno di modificare la legge in Senato. Una conferma
dell’ispirazione fondativa del Partito
democratico»
Un’altra donna, il sindaco di Lampedusa
GiusiNicolini,rifiutalacandidaturainpolemica con le scelte del Pd...
«Non voglio entrare in vicende che mi
sembrano legate a fatti regionali che
non conosco a sufficienza. Non mi sento di esprimere commenti. A me sembra che le elezioni europee rappresentino un momento in cui tutto il partito
deve lavorare unito, in cui finalmente
si determini una volontà di investire
molto forte. In Europa, ancora più che
in Italia, è necessario esprimere grande compattezza, sia come delegazione
Voto di scambio, rissa
sfiorata al Senato
Nuova giornata ad alta tensione
nell’aula di Palazzo Madama. Dopo la
bagarre di mercoledì sulla Tav, ieri in
Senato il Movimento Cinque Stelle ha
protestato in modo plateale contro la
legge che vieta il voto di scambio politico mafioso, sfiorando la rissa con un
senatore di Gal. Visto il caos in aula la
discussione generale è stata sospesa
(prima lo ha annunciato il presidente
di turno Roberto Calderoli, poi è stato
deciso con il voto di Pd, Ncd, Fi e Sc) e i
grillini hanno urlato alla «ghigliottina»
sul dibattito. Ora si passa direttamente
alla discussione del testo, martedì 15.
Cosa è successo? I senatori 5 Stelle
avevavo avviato l’ostruzionismo (iscritti a parlare in 27) per far tornare la legge in commissione. Proposta bocciata
dal voto. Allora hanno ritmato cori, come in un corteo, «fuori la mafia dello
Stato», puntando il dito sulla riduzione
delle pene per l’art. 416 ter. Il capogruppo M5S Vincenzo Santangelo, appena incaricato, insulta i colleghi: «Sie-
italiana sia come Partito democratico
che ne costituirà sicuramente la maggioranza e che dovrà far valere la propria idea di Unione europea»
te ben poco onorevoli e non degni di
essere parlamentari» urla tra le proteste degli altri gruppi, «vi accompagneremo fuori uno a uno, anche alla luce
della vostra età avanzata. Andrete tutti
a casa». Va avanti così, tra battibecchi
con il forzista Nitto Palma e un pelo dallo scontro con Vincenzo D’Anna: il senatore di Gal si è diretto verso i banchi
grillini con un sarcastico saluto romano per dire che sono «i nuovi squadristi». A difenderli, solo Scilipoti. Grillo
sul blog ha rilanciato: «Ghigliottina
contro il M5S, i mafiosi ringraziano».
Insomma, alla fine il voto slitta a
martedì con il pentastellato Buccarella
che promette «quattro giorni di fuoco»
anche in piazza. Anna Finocchiaro,
presidente della commissione Affari
Costituzionali, Pd, ritiene «inspiegabile e inaccettabile il comportamento dei
senatori del M5S, come non è più tollerabile l’atteggiamento di Beppe Grillo»
perché, se pure l’iter della legge è stato
controverso, il Pd vuole approvarlo pri-
«L’Europa deve garantire crescita, lavoro, benessere. Questa Ue non ha
semplificato la vita ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese. Serve più Europa,
ma un’altra Europa. Non temiamo che
gli Stati perdano un pezzo di sovranità,
non ha senso che ci siano ventotto normative diverse sul lavoro o ventotto tipi diversi di welfare. Il sogno grande è
quello degli Stati Uniti d’Europa».
Lei propone più Europa, ma c’è il rischio
che alle prossime elezioni si affermino le
listeantieuropeeel’astensionismo.L’austerità esasperata ha fatto crescere
l’idea di un’Europa nemica causa di crisi.
UnondalungacheinItaliapuòavvantaggiare Grillo.
«Il rischio vero è che vadano a votare
solo gli arrabbiati. Ma c’è la gran parte,
soprattutto del nostro mondo di riferimento, che chiede paradossalmente
più Europa e non meno Europa. Ho incontrato molte persone, molti gruppi,
molte associazioni in questi mesi. Il filo
rosso che lega tutti non è “usciamo
dall’Europa”. Si scorgono ancora le potenzialità enormi dell’Unione. Si chiede un’altra Europa, certamente.
Un’Europa diversa che vuol dire anche
di più. Il tema quindi non è andare controcorrente rispetto a un sentimento
diffuso che chiede, ad esempio, l’uscita
dall’euro. Questo elemento non è maggioritario. Può non diventarlo se rilanciamo la grande Europa dei popoli e
dei cittadini»
ma delle elezioni per evitare altri scambi, e aggiunge che «si tratta di una legge che Raffaele Cantone, presidente
dell'Authority Anticorruzione, e Franco Roberti, procuratore nazionale Antimafia, hanno definito “equilibrata” e
“perfetta”. Perché i senatori del M5S
vogliono bloccare questo provvedimento?», chiede Finocchiaro. E, secondo
Donatella Ferranti, Pd, presidente della commissione Giustizia alla Camera
«il grande risultato dell’ostruzionismo
a 5 stelle èl’aver ritardato ancora una
volta l’approvazione di una legge attesa da 20 anni» con critiche «immotivate e strumentali» e un atteggiamento
«cinico e vergognoso».
Per Felice Casson, senatore Pd, il testo tornato dalla Camera è «un compromesso al ribasso», ma è «meglio questo
che le norme di vent’anni fa», perché
se a Montecitorio le pene sono state abbassate, è stata vietata la promessa di
un voto di scambio tra mafioso e politico. Mercoledì sera Casson e il Pd in
commissione Giustizia si sono astenuti
su alcuni emendamenti (al Senato è come votare contro); quelli del Pd erano
«uguali a quelli dei 5 stelle», prosegue,
ma sconfessa i grillini quando dicono
che «è stato costretto a ritirarli»: «No,
li ho ritirati perché la legge sarebbe tornata alla Camera e non si finiva più».
NATALIA LOMBARDO
RASSEGNASTAMPA
6
venerdì 11 aprile 2014
POLITICA
Il Dg Rai: resto
ma va cambiata
la governance
Bene il bilancio
ANDREA CARUGATI
ROMA
Un governo «più semplice e meno costoso rafforzerebbe la fiducia fra gli italiani e gli investitori». E «non a caso le
riforme istituzionali sono uno dei punti
centrali» del governo Renzi, spiega dagli Stati Uniti il ministro dell’Economia
Pier Carlo Padoan.
Il cronoprogramma delle riforme è
stato inserito nel Def, Documento di
economia e finanza varato martedì dal
Consiglio dei ministri. Per l’Italicum,
l’approvazione definitiva è prevista a
settembre 2014, mentre l’ok «finale» alle riforme costituzionali arriverà «entro dicembre 2015».
Il timing ristretto è stato ribadito ieri
anche dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che è intervenuta a un
convegno di costituzionalisti liberal in
Senato. Boschi ha allontanato le polemiche con i «professoroni» dei giorni scorsi, si è detta pronta ad ascoltare ancora
proposte e suggerimenti e a «migliorare» il testo partorito dal governo. «Ma
c’è anche l’esigenza di mettere dei punti fermi e di decidere». Alcuni dei promotori del convegno, tra cui Stefano
Ceccanti, Michele Salvati, e Paolo Segatti hanno consegnato a Boschi un documento che dà un sostanziale via libera al ddl del governo, chiedendo però
che la componente regionale sia prevalente rispetto ai sindaci e che il collegio
chiamato a eleggere il presidente della
Repubblica sia allargato, in modo da
evitare che la maggioranza della Camera sia il dominus assoluto della scelta.
Nessun dubbio invece sull’elezione indiretta dei senatori e una critica ai colleghi Rodotà e Zagrebelsky, che avevano
evidenziato rischi per gli equilibri democratici nella bozza del governo: «Critiche frutto di un antistorico complesso
del tiranno, per fortuna ormai ampiamente minoritario», dicono Ceccanti e
gli altri. Michele Ainis, invece, ha proposto di eliminare i 21 senatori scelti
dal Quirinale e ha evidenziato la necessità di arrivare in ogni caso a un referendum confermativo sulla riforma.
In Senato resta alta la tensione per il
ddl Chiti, che prevede l’elezione diretta
di 106 senatori, e che ieri è stato rilanciato con Forza da Pippo Civati, che ha
auspicato la convergenza su questa base di un’ampia maggioranza con Fi e
M5S e ribadito che quel ddl «non sarà
ritirato». Un gruppo di una trentina di
senatori di Fi e Ncd guidati da Augusto
Minzolini ha infatti presentato una proposta sull’elezione diretta. Il testo Chiti
è stato firmato ieri da 12 senatori ex
M5s, ma due firmatari del Pd, Claudio
Broglia e Giuseppe Cucca, si sono detti
pronti a ritirare la firma. «Pronti a discutere su un testo comune alternativo
a quello del governo», ha fatto sponda a
Civati il coordinatore di Sel Fratoianni.
Mentre Gaetano Quagliariello di Ncd
spiega che «è possibile trovare una mediazione tra Boschi e Chiti, potenziando le funzioni di garanzie e controllo
della seconda camera». Una linea su
cui converge anche il gruppo dei 25 Pd
guidati da Francesco Russo, che si candidano a fare da «facilitatori» per recuperare l’unità del gruppo in Senato».
NATALIA LOMBARDO
@NataliaLombard2
L’aula di Palazzo Madama
Riforme, Renzi striglia
i ribelli Pd: «Adeguatevi»
Il premier alla minoranza: «Si discute e poi si fa quanto deciso
dalla maggioranza» ● Il timing inserito nel Def ● Emendamenti dalle Regioni
●
Renzi però tira dritto e striglia i ribelli Pd. «Ci chiamiamo Partito democratico, e ne siamo orgogliosi. Significa che
la minoranza non va per i fatti suoi, si
discute e poi si fa quello che ha deciso la
maggioranza». E il ddl Chiti? «Un’ipotesi da sventolare sui giornali per tre giorni non ha alcuna possibilità di passare»,
ribadisce il premier. «Il Pd manterrà il
suo impegno». Quanto al possibile nuovo incontro con Berlusconi, dice Renzi:
«Per ora non è previsto, ma è un bene
che Forza Italia resti al tavolo delle riforme». Nella ex area Cuperlo cresce il
numero dei pontieri. La neonata area
riformista di Epifani e Fassina ha ribadito, nell’incontro di mercoledì sera, di
non voler ostacolare la riforma del Senato, ma di puntare a radicali modifiche dell’Italicum. «Giusto partire dal testo del governo, ma il Pd deve ancora
discutere», ha detto Cuperlo.
Ieri alcuni firmatari del ddl Chiti si
sono ritrovati a un convegno del Centro
per la riforma dello Stato di Mario Tronti, con molti esperti come Stefano Rodotà e Massimo Luciani. «Il mio giudizio
severo sul ddl del governo non era sba-
gliato», ha chiosato Rodotà, dopo una
sfilza di interventi molto critici, tra cui
Carlo Galli e Mario Dogliani, che hanno parlato di «populismo» in relazione
all’impianto di riforma del governo. I
governatori annunciano un pacchetto
di emendamenti su Senato e Titolo V. A
partire dalla richiesta di un numero di
senatori proporzionale agli abitanti delle varie regioni: dai 16 della Lombardia
giù fino al minimo per la Valle d’Aosta.
E dalla richiesta di chiarire per legge
«in modo più rigoroso» i confini delle
competenze tra centro e periferia.
ENTI LOCALI
Salva-Roma, la Camera vota sì alla fiducia
L’aula della Camera, con 325 sì e 176
no, ha approvato la fiducia chiesta dal
governo Renzi sul cosiddetto
Salva-Roma ter, il decreto legge in
materia di finanza locale e misure volte
a garantire la funzionalità dei servizi
svolti nelle istituzioni scolastiche.
Il provvedimento sulla finanza degli
enti locali approvato ieri è l’ultimo dei
tre decreti originati dallo
«spacchettamento» delle misure
contenute nell’ex Salva
Roma all’esame del Parlamento,
richiesto dal presidente della
Repubblica per l’eterogeneità delle
misure contenute nel testo originario. Il
Senato avrà ora tempo fino al 5
maggio per convertirlo
definitivamente in legge. Le modalità
di applicazione della nuova Tasi si
accompagnano nel testo con una serie
di stanziamenti dello Stato a sostegno
dei bilanci di Comuni e Provincie. Tra le
novità è previsto che per l’anno 2014 le
aliquote Tasi possono essere
incrementate dello 0,8 per mille a
condizione che siano finanziate
detrazioni d'imposta o altre misure tali
da generare un carico d'imposta
equivalente a quelli determinatosi con
l'Imu. Il versamento della Tasi dovuta
può essere effettuata al comune per
l'anno in corso in due rate di pari
importo, la prima il 16 giugno e la
seconda il 16 dicembre. Sono esenti dal
tributo per i servizi indivisibili gli
immobili posseduti dallo Stato dalle
regioni, dalle province, dai comuni,
dalle comunità montane, dai consorzi
fra questi enti, dagli enti del servizio
sanitario nazionale, destinati
esclusivamente ai compiti istituzionali.
Conclude tre ore di presentazione
del piano industriale ai giornalisti
con lo scorrere di 200 slide («le uso
dall’86», scherza) e con un significativo spezzone di Good Night e Gook
Luck, il film di Clooney sulla libertà
d’informazione ai tempi del maccartismo, Luigi Gubitosi, per dire che resterà direttore generale della Rai:
«Credo che il governo abbia espresso fiducia su di me, io e la presidente
Tarantola abbiamo un commitment
e vogliamo portarlo avanti», ha detto
il dg a viale Mazzini. Il suo mandato
scade a giugno 2015 e ora non è entrato nel giro di nomine sulle società, come ha detto ieri Antonello Giacomelli, il viceministro allo Sviluppo
con delega alle Telecomunicazioni,
Pd: «Io non credo che siano prevedibili cambi al vertice della Rai, francamente non me lo auguro nemmeno».
Gubitosi ieri ha illustrato anche la
chiusura del bilancio 2013 con un utile netto di 5,3 milioni (approvato dal
Cda all’unanimità). «Avrei vinto la
scommessa con chi - Grillo - diceva
che avremmo perso 400milioni», dice con soddisfazione; nel 2012 era andata male, con una perdita di 245 milioni, e il 2014 si prevede in pareggio.
Il Dg pensa in grande, alla digitalizzazione di radio, tv e archivi, alla
modernizzazione di una società che
resta leader negli ascolti al 40%. Si
adeguerà alla riduzione del suo stipendio se sarà legge, (non è un manager bensì il primo dirigente «precario») e guarda al passaggio cruciale
del rinnovo della concessione di servizio pubblico nel 2016 al quale propone di arrivare con una consultazione modello Bbc. E, prima di allora,
Gubitosi suggerisce «di rivedere la
governance della Rai» e i criteri di
nomina del vertice della legge Gasparri che impongono le mani della
politica sulla tv pubblica. Anche il governo, secondo il dg, vorrebbe cambiare: «Non credo che le manterrà invariate». Renzi al momento non ha
interesse a ribaltare una Rai che non
gli rema contro, prima del 2016 nella
sua agenda entrerà anche il superamento della Gasparri, vista la scadenza del Cda nel 2015. Il vero tema, ha
detto Giacomelli incassando il plauso dell’Usigrai, «non è il soggetto,
che è la Rai, ma quale Rai, quale servizio pubblico».
Nel primo trimestre 2014 più
3,9% di ricavi pubblicitari, ma dal
2013 c’è più morosità sul canone. La
spending review è stata forte,tagliati
98 milioni di euro nel 2013. E i tagli
che vuole Cottarelli? Parliamone...
left e la fine del «tabù giustizia» nel dopo-Berlusconi
Il numero domani
in edicola analizza
le vicende giudiziarie
dell’ultimo ventennio
e le prospettive future
●
GIOVANNI MARIA BELLU
Un giorno la sinistra smise di occuparsi
della cattiva giustizia. Non se ne conosce
la data precisa, ma si può affermare con
certezza che l’inizio di questa «distrazione» coincide col momento in cui l’uomo
più ricco e potente d’Italia cominciò ad
attaccare i giudici, e a cambiare le leggi,
per difendere se stesso.
Prima del’inizio dell’era berlusconia-
na la questione della difesa dei diritti dei
più deboli era stabilmente all’ordine del
giorno del dibattito della sinistra. Si parlava senza imbarazzo di procure che occultavano le inchieste (i «Porti delle nebbie») o che si accanivano su figure deboli
e marginali per distogliere l’attenzione
dalle responsabilità degli apparati dello
Stato nelle stragi (il «caso Valpreda»).
Poi tutto (o quasi) tacque.
Abbiamo dedicato il prossimo numero di left (in edicola domani con l’Unità) a
questo tabù. Ne abbiamo parlato con giuristi come Luigi Ferrajoli, con storici come Salvatore Lupo. Nell’editoriale di
apertura il giudice Alberto Cisterna chiarisce un aspetto cruciale della questione.
E cioè che a questo silenzio della sinistra
si è accompagnata, da parte della politica, di tutta la politica, la progressiva rinuncia all’esercizio della sua funzione di
controllo, per esempio attraverso le au-
thority. È una questione complessa e delicata. Ma proprio per questa ragione è
opportuno cominciare ad affrontarla.
Perché se il «tabù-giustizia» è stato uno
dei più nocivi tra gli «effetti collaterali»
del berlusconismo, romperlo è una delle
condizioni indispensabili per tornare a
essere un Paese normale. E per chiudere
definitivamente col berlusconismo.
Uno dei servizi è dedicato all’autogoverno dei giudici e a specifiche vicende
che – nell’assegnazione degli incarichi direttivi, nella elezione dei membri del
Csm e dell'Associazione nazionale magistrati – richiamano modi e metodi della
cosiddetta «vecchia politica». Perché il silenzio, l’attribuzione di una sorta di delega illimitata, ha fatto male anche ai giudici e ai loro «partiti interni». Gli unici a
essere sopravvissuti al passaggio tra la
prima e la seconda Repubblica.
Un problema di difesa e di riconosci-
mento del merito esiste anche tra i magistrati. Le «logiche correntizie» sono spesso decisive per la scelta di capi di uffici
delicatissimi. Col risultato paradossale
che così come la politica delega alla giurisdizione scelte che non è in grado di compiere (dalla riforma elettorale a quella
della legge 40), gli stessi giudici finiscono con l’affidare ad altri giudici (quelli
del Tar) la risoluzione dei conflitti interni generati da un uso improprio dei poteri di autogoverno.
In definitiva, parliamone. Col senso di
responsabilità dovuto a una materia che,
contemporaneamente, attiene al buon
funzionamento della democrazia e alla
vita quotidiana di tutti noi. Parliamone
in modo semplice e chiaro. Come la
vignetta-editoriale di Sergio Staino (che
non anticipiamo qua per non guastare la
sorpresa) suggerisce, in apertura del numero, con amara e feroce ironia.
RASSEGNASTAMPA
7
venerdì 11 aprile 2014
JOLANDA BUFALINI
ROMA
Un settore in cui l’export vale 33 miliardi
di euro, che nel 2013 ha esportato prodotti di punta del made in Italy per il 5 per
cento in più, rispetto allo stagnare di altri
ambiti, è un settore, quello agricolo, su
cui spingere l’acceleratore e puntare. È
quello che sta provando a fare il ministro
delle politiche agricole, Maurizio Martina, forte anche del fatto che nella Pac, politiche agricole comuni, 2014-2020 ci sono 52 miliardi di euro, «belle risorse»,
chiosa il ministro, «che serviranno a progettare l’agricoltura italiana del futuro».
Ministro, con il suo hashtag
“Campolibero” lei chiama alla partecipazioneicittadini.Èunainiziativainconsueta
inuncampoincuilapoliticaèpienaditecnicismi,nonlepare?
«Credo sia in assoluto la prima volta che
si fa una “call” aperta in campo agro-alimentare per raccogliere idee e ipotesi di
lavoro. Ho lanciato l’hashtag a Vinitaly
proprio per la carica simbolica che il settore vitivinicolo ha in Italia. Attraverso il
sito del ministero delle politiche agricole,
tutti avranno tempo sino al 30 aprile, di
suggerire idee. Sul sito c’è una prima griglia di lavoro elaborata da noi. Vi si valorizzano i temi della legge di stabilità 2014
e si sviluppano temi a mio avviso cruciali,
alla cui elaborazione tutti possono concorrere. Dopo il 30 aprile questo lavoro si
trasformerà in un atto legislativo».
C’èilproblemadeirapportidegliagricoltoriconlaPubblica amminstrazione?
«È uno dei due assi su cui si basa il piano
d’azione: snellire, sburocratizzare. Ci sarà un registro unico dei controlli, si riduce da 180 a 60 giorni il silenzio-assenso,
per consentire a chi impianta una azienda agricola di entrare rapidamente in attività. Sarà più facile la vendita diretta, che
è una grande peculiarità italiana, le percentuali di vendita diretta che si fanno in
Italia non hanno eguali in Europa, c’è la
dematerializzazione dei registri di carico
e scarico e c’è un provvedimento molto
apprezzato che è l’introduzione della diffida».
Perevitaredi pagaresubito lasanzione ?
«Precisamente, si dà tempo a chi ha sbagliato di mettersi in regola, solo trascorso
quel tempo si dovrà pagare la sanzione».
Sempre più giovani scelgono di tornare a lavorare nei campi
«Meno burocrazia, più idee
E l’agricoltura darà lavoro»
L’INTERVISTA
Maurizio Martina
Il ministro parla di «Campo
Libero»: chiama i cittadini
a sviluppare i temi di un
settore che sarà più snello
e più attento ai prodotti
«Punteremo sulla ricerca»
I numeri dicono che il settore agricolo
esprime molte cose positive, l’export, per
esempio, aumenta. Ma è anche un settore
sovraccaricatodipesi,unagiungladientie
anche tanti scandali clientelari avvenuti
nelle nomine. Come si muove il piano da
questopunto divista?
Eip, europeaninnovationpartnership. La filosofia di “Campolibero” poggia su tre pilastri, i giovani, la Pac 2014-2020 e il progetto per la ricerca».
C’è un’altra cosa interessante nella filosofia che ispira questi progetti,è la distinzioneframercato ebene comune
«È una delle novità, un metodo nuovo nella applicazione delle politiche comunitarie. L’agricoltura in montagna o in zone
svantaggiate assolve funzioni non solo
economiche ma anche sociali, di cittadinanza, e di territorio. Distinguere fra agricoltura come bene pubblico e agricoltura
come mercato fotografa meglio il paese e
questo avrà un peso nella ripartizione delle risorse».
Comerealizzarel’obiettivodelleassunzionidei giovaniin agricoltura?
«Intanto con i mutui a tasso zero per le
imprese condotte da under 40. Poi ci saranno gli incentivi per le assunzioni con
uno sgravio di un terzo della contribuzione sulla retribuzione lorda, mutuando
dal jobs act la formula dei 36 mesi. Infine
ci saranno le misure per incentivare la stabilizzazione».
«Abbiamo la necessità di disboscare la rete di enti e società ministeriali. In
“Campo libero” ci sono 18 azioni per la
riorganizzazione degli enti, riducendo i
consiglieri di amministrazione da 5 a 3 e
anche, dove possibile, da 5 a 1. Ma la semplificazione riguarda anche aspetti molto
tecnici come, nel settore vinicolo, le norme sui solfiti o quelle sulle operazioni di
carico e scarico».
Come si stabilizza il lavoro dei giovani in
agricoltura?
«Stiamo lavorando all’ipotesi di una nuova forma contrattuale, reperendo risorse
su un altro fronte, che inneschi un meccanismo virtuoso, rimodulando il numero
delle giornate lavorative (102 l’anno) che,
in agricoltura, dà accesso agli ammortizzatori sociali».
Iricercatorisidiconod’accordoconleintegrazioni degli enti però, aggiungono, non
sideveperderedivistailruolodellaricerca
inagricoltura, cheva tutelata.
«Condivido e penso che dobbiamo fare di
più dal punto di vista strategico. Nei prossimi mesi presenteremo un piano nazionale per la ricerca, sulla base delle risorse
di Horizon 2020 e sulla base della nuova
Pac che prevede 4 miliardi di euro per le
Misuresulfrontedellaconcorrenzaglobale?
«Crediti d’imposta per lo sviluppo
dell’e-commerce, la rete è la nuova frontiera ed è chiaro che quello è un terreno
I NUMERI
33,4
L’export in miliardi
Il settore agricolo vale 33,4 miliardi di
export, che è aumentato, nel 2013, del
48% a fronte degli altri settori
dell’economia rimasti stabili.
52,2
I miliardi del Pac 2014-2020
Il finanziamento europeo alle
politiche agricole si è ridotto, ma
resta una bella risorsa su cui puntare
per rafforzare il settore.
75
I milioni annui per i giovani
A tanto ammonta la fiche europea
per incentivare il lavoro dei giovani in
agricoltura.
19
I giorni di attesa alla dogana
Uno degli handicap da superare è il
numero di giorni in cui le merci
italiane sono ferme alla dogana. Le
merci francesi si fermano 9 giorni,
quelle tedesche 7.
4
I miliardi per la ricerca
La nuova Pac finanzia con 4 miliardi la
eip, European innovation partnership
privilegiato, da contrastare, per la contraffazione, per la diffusione dei falsi prodotti italiani. L’altra cosa importante è lo
sviluppo delle piattaforme di distribuzione all’estero, la cui mancanza è una tara
storica per l’agroalimentare italiana, che
non ha, come la Francia, grandi catene di
distribuzione, né, come la Germania, una
logica di organizzazione come paese».
Chipuòfarsicaricodiquestotipodiveicologlobale?
«Imprese che si aggregano e imprese che
lavorano sulla internazionalizzazione dei
prodotti italiani».
Spedire prodotti alimentari all’estero, è
unaavventurasconsigliabile.
«Le do un solo dato statistico, la sosta alle
dogane italiane è di 19 giorni, contro i 9
della Francia e i 7 della Germania. Una
bella differenza! Infatti stiamo lavorando
con l’agenzia delle dogane per affrontare
questo problema».
Per assumere giovani immagino ci voglia
una certa dimensione aziendale, in Italia
prevalgonolepiccoleepiccolissimeaziende.
«È vero, però ci sono esperienze come
quella delle mele del Trentino, dove le piccole aziende si sono aggregate e hanno
portato nel mondo il prodotto, facendo
un miliardo di fatturato. Inoltre la Pac
2014-2020 prevede per i giovani in agricoltura un budget di 75 milioni di euro
l’anno».
Ci sono due temi molto caldi nei rapporti
conl’Europa,l’etichettaturae gliOgm.
«Sono due temi che tratteremo durante il
semestre di presidenza Ue dell’Italia. Sugli Ogm siamo d’accordo anche con gli
assessori regionali che l’obiettivo è che
ciascun paese membro decida autonomamente se coltivare Ogm oppure no. La
Grecia e diversi altri stati sono su questa
posizione. L’etichettatura, poi, è molto
importante, per valorizzare e difendere i
nostri prodotti dalle falsificazioni. Sappiamo che è una battaglia difficile in Europa
ma la vogliamo portare fino in fondo. Per
questo avvieremo subito, anche prima
dei tempi previsti da Bruxelles, un’indagine sulla sensibilità dei nostri consumatori sulla provenienza del prodotto».
Il Papa: la tratta delle persone delitto contro l’umanità
ROBERTO MONTEFORTE
CITTÀ DEL VATICANO
«La tratta degli esseri umani è un delitto contro l’umanità». Ha ribadito con
forza la sua denuncia ieri Papa Francesco incontrando, nella Casina Pio IV in
Vaticano, i partecipanti alla seconda
Conferenza internazionale sulla tratta
delle persone umane organizzato dalla
Conferenza episcopale d’Inghilterra e
del Galles.
Vescovi, religiose, responsabili di organizzazioni di volontariato, operatori
sociali e i responsabili delle forze
dell’ordine di oltre 20 Paesi, tra cui l’italiano Alessandro Pansa, si sono confrontati per due giorni sulle strategie di
collaborazione più efficaci per contra-
stare l’«abominio di commerciare in
donne, bambini, uomini» e su come prevenirlo, garantendo percorsi di tutela e
di accoglienza per le vittime, recuperandole alla dignità e alla vita. Ma anche
con azioni di efficace contrasto verso i
carnefici, i «trafficanti».
«La tratta è una piaga nel corpo
dell’umanità contemporanea e nel corpo di Cristo» ha aggiunto il pontefice
che prima di salutare i partecipanti al
Convegno riuniti nell’Aula magna della
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha voluto incontrare quattro donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi: una cilena, una della Repubblica Ceca, un’ungherese e un’argentina
che hanno portato al convegno la loro
drammatica testimonianza. Le ha ascol-
tate e rincuorate. «Basta» ha esclamato, ribadendo l’impegno della Chiesa e
sottolineando l’importanza dell’incontro «delle autorità di polizia, impegnate
soprattutto a contrastare questo triste
fenomeno con gli strumenti e il rigore
della legge», con «gli operatori umanitari, il cui compito principale è di offrire
accoglienza, calore umano e possibilità
di riscatto alle vittime». «Sono due approcci diversi - ha osservato - ma che
.. .
Francesco incontra
quattro ex prostitute
straniere che attualmente
vivono sotto protezione
possono e devono andare insieme».
L’impegno, infatti, è straordinario.
Il fenomeno delle nuove schiavitù va
crescendo. Secondo gli ultimi dati forniti dal Global Slavery Index, alla fine dello scorso anno erano quasi trenta milioni gli individui vittime del traffico di esseri umani in 162 Paesi, che interessa il
cosiddetto Terzo mondo (solo in India
si contano 14 milioni di «nuovi schiavi»), ma anche i «Paesi avanzati», luogo
di destinazione di chi va ad alimentare
il mercato della prostituzione o quello
del lavoro clandestino.
Le conclusioni dei lavori sono state
presentate alla stampa dal cardinale
Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di
Westminster e dal cardinale nigeriano
John Olorunfemi Onaiyekan, insieme a
suor Aurelia Agredano, vice generale
della congregazione spagnola delle
Adoratrici che ha sottolineato come il
percorso di liberazione delle donne sottratte al racket della prostituzione, per
essere efficace, debba essere di «condivisione», più che di «riabilitazione», libero da giudizi e pregiudizi. Che preveda una mentalità diversa e vada oltre i
pur essenziali interventi di polizia. Resta fondamentale la collaborazione con
le forze dell’ordine, rappresentate alla
conferenza stampa da Sir Bernard Hogan-Howe, capo della polizia di Londra. L’impegno comune contro questa
nuova forma di schiavitù è stato sancito
da una «dichiarazione finale» sottoscritta alla fine dell’incontro. Il prossimo si
terrà l’anno prossimo a Londra.
RASSEGNASTAMPA
12
venerdì 11 aprile 2014
ECONOMIA
Def: gli statali avranno
il contratto nel 2020
● Nuovo rinvio per l’adeguamento delle buste
paga ferme al 2009 ● I sindacati sul piede
di guerra: «Basta usare i dipendenti pubblici come
un bancomat» ● Cig in deroga, manca un miliardo
ANDREA BONZI
abonzi@unita.it
Sono i sindacati a rimarcare le spine
del Documento di programmazione
economica e finanziaria (Def), il giorno dopo la presentazione fatta dal
premier Matteo Renzi. Due le storture da correggere, secondo i confederali: la prima l’ulteriore proroga del
rinnovo per i dipendenti statali, spostata al 2020, la seconda i timori per
il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per la cui copertura
mancherebbe ancora un miliardo di
euro.
SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA
A far arrabbiare Cgil, Cisl, Uil e Ugl
un passaggio del Def in cui si legge
che «la spesa per redditi da lavoro dipendente è stimata diminuire dell
0,7% per il 2014, per poi stabilizzarsi
e crescere dello 0,3% nel 2018, per
effetto dell’indennità di vacanza rela-
tiva al triennio contrattuale
2018-2020». Si tratta di un’indennità
che scatta per legge quando non sono
previsti rinnovi. È dal 2009 (governo
Berlusconi) che le buste paga degli
statali - circa 3 milioni e 400mila persone - non vengono adeguate: già la
finanziaria messa a punto dall’esecutivo di Enrico Letta aveva fissato al
2017 la possibilità di rinnovo, ora si
rischia di differire gli aumenti di ulteriori tre anni. Si stima che ogni punto
percentuale di aumento valga circa
un miliardo.
Soldi che non sono previsti nel Def
ma che, dicono i sindacati, vanno trovati. «È aberrante spostare in avanti
.. .
Poletti: «Stiamo cercando
le coperture». Camusso
avvisa: «Si avvicina
il rischio di licenziamenti»
il contratto dei dipendenti pubblici attacca a testa bassa Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, intervistato a
Radio Uno -, significa mettere completamente a terra la Pubblica amministrazione». Un ulteriore blocco, dicono in coro i sindacati del pubblico
impiego, «sarebbe inaccettabile. È
un’inutile ingiustizia alla quale, in caso di conferma, ci opporremo con tutti i mezzi a disposizione». Antonio
Foccillo, segretario Uil, aggiunge:
«Ancora una volta si utilizza questo
settore come un bancomat. Non è più
possibile continuare con questo andazzo: se non si corregge questa anomalia, la risposta sarà molto ferma».
Ma i sindacati chiedono risposte
anche su un altro tema, ugualmente
se non più urgente: il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga.
Serve almeno un miliardo, che non è
stato ancora trovato. La conferma arriva dal ministro Giuliano Poletti, ieri
a Torino a margine della fiera «Io lavoro». «La legge di stabilità non ha
finanziato adeguatamente questo
strumento - osserva il ministro -, è un
problema che stiamo gestendo».
Ma, sottolinea Poletti rivendicando la riforma degli ammortizzatori in
cui è in prima linea, «dobbiamo sapere tutti che è uno strumento che va a
chiudere, non possiamo continuare
in eterno dopo aver utilizzato cassa
ordinaria, straordinaria e mobilità. È
insostenibile per il bilancio dello Stato e non è giusto per le persone, che
devono provare ad avere tutte un lavoro dignitoso».
Urge una soluzione, e in fretta. Per
questo, la risposta del governo finora
«è generica e insufficiente - tuona Susanna Camusso, leader della Cgil, abbiamo regioni nelle quali sono iniziati i licenziamenti». «Non si può interrompere la Cig in deroga, che rappresenta per i lavoratori l'unica forma di
sussistenza - sottolinea Camusso a
margine di un convegno alla Federazione nazionale della stampa - ma rimane anche l'unico strumento che
riesce a mantenere una prospettiva
per l'attività produttiva che altrimenti sarebbe chiusa. Servono finanziamenti e che non ci siano cambiamenti in corso d'opera che impediscano
l'attuazione degli accordi».
Parlando poi più in generale del
Def, Camusso ha promosso la riduzione Irpef che porta 80 euro in tasca a
chi guadagna fino a 25mila euro lordi, aggiungendo però che «quest’unico stimolo alla crescita è un primo
passo ma non basta», rimarcando
inoltre l’assenza di un aiuto per i pensionati.
A spingere per l’erogazione urgente delle risorse per la Cig sono anche i
territori: il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha
scritto a Poletti per rappresentare la
drammaticità della situazione in cui
versano decine di migliaia di lavoratori. Per il 2013 sarebbero necessari
680 milioni, e richieste crescenti per
l’anno in corso.
I DATI
Lavoro, Bce: «Il peggio è passato»
Ma per il Fmi la crescita è a rischio
Il tasso di disoccupazione resta alto. Ma la sua stabilità e un
leggero miglioramento di alcuni indicatori fanno dire alla
Bce che, con tutta probabilità, l’Europa può lasciarsi alle
spalle il periodo peggiore della crisi.
Lo segnala l’ultimo bollettino trimestrale dell’istituto
guidato da Mario Draghi, rilevando come «l'occupazione,
rimasta stabile nel secondo e terzo trimestre del 2013, ha
segnato un lieve incremento sul periodo precedente
nell'ultimo trimestre - si legge nel rapporto Bce -. Allo
stesso tempo, i dati più recenti suggeriscono che il tasso di
disoccupazione si è stabilizzato su un livello elevato».
In realtà, il ritardo con cui i mercati rispondono ai
miglioramenti macroeconomici è una costante. Tuttavia i
dati campionari sono meno negativi del previsto e «hanno
registrato un ulteriore miglioramento e indicano
nondimeno un rafforzamento solo graduale dei mercati
nel prossimo futuro». Sviluppi che secondo l'istituzione
monetaria «segnalano con chiarezza la fine del precedente
prolungato periodo di perdita di posti di lavoro». E il tasso
di disoccupazione, sceso nell’ultimo trimestre del 2013 per
la prima volta dal primo trimestre del 2011, è rimasto
stabile all’11,9% tra ottobre 2013 e febbraio 2014.
Preoccupata per la crescita è Christine Lagarde, il numero
uno del Fondo monetario internazionale, che ieri, da
Washington, è tornata a fare pressioni proprio sulla Bce.
L’avvertimento è chiaro: «L'inflazione bassa e per un lungo
periodo mette a rischio la crescita. L’Eurotower usi le
misure non convenzionali necessarie».
Deoleo, l’olio che divide Italia e Spagna
LA. MA.
MILANO
Non diventerà un caso diplomatico,
ma di sicuro la guerra dell’olio ha già
suscitato parecchia tensione tra Italia
e Spagna. Con il premier Renzi che definisce «inaccettabile» la «sorta di avversione alla italianità» che gli è parso
di cogliere da parte di Madrid nella battaglia per il controllo del primo produttore mondiale di olio.
La vicenda è quella del gruppo spagnolo Deoleo, leader di settore che controlla tre marchi italiani storici quali
Bertolli, Carapelli e Sasso: messo sul
mercato, finirà probabilmente in mano alla Cvc Capital Partners, finanziaria britannica specializzata in private
equity e hedge fund. L’offerta è di 0,38
euro per azione per la totalità delle
azioni, secondo quanto dichiarato dal
gruppo Deoleo, che conferma: «Si sta
negoziando». Ma, oltre all’ipotesi inglese, venerdì scorso era stato il Fondo
strategico di Cdp, in alleanza con il Fondo sovrano del Qatar, a presentare
un’offerta per il 100% di Deoleo. Il governo spagnolo, però, si è mobilitato
per difendere quello che considera un
settore strategico, segnalando che potrebbe arrivare anche un’offerta di Sepi, società pubblica spagnola di partecipazioni industriali. In lizza, anche il
fondo di private equity Carlyle, Rhone
Capital, e i francesi di Pai Partner. Deoleo ha messo in vendita il 31% del capitale, una quota al momento in mano a
Bankia, Caixa, Kutxabank e Banca Mare Nostrum, che farebbe poi scattare
l’obbligo di opa sull’intera società.
«Così come qualche anno fa le aziende italiane hanno venduto i marchi agli
spagnoli, se oggi il Fondo della Cdp o
qualcun altro volesse ricomprare quelle aziende sul mercato, hanno il diritto
di farlo». Così Renzi l’altro giorno.
Chiedendo «reciprocità di trattamento» in Europa, «non possiamo pensare
di avere un rapporto con la Spagna meno che corretto - ha chiuso Renzi - e lo
segnalerò al primo ministro Rajoy».
...
Carapelli, Bertolli, Sasso
vendute al fondo inglese
Cvc. Renzi: «Avversione
inaccettabile»
Interviene anche il presidente della
Coldiretti, Roberto Moncalvo, secondo
il quale «se l’intervento pubblico spagnolo andasse in porto, 300 milioni di
litri di olio spagnolo all’anno continuerebbero ad essere venduti come italiani sfruttando i marchi storici del made
in Italy». Coldiretti ricorda anche
l’escalation della presenza spagnola in
Italia che nel 2013 ha visto il passaggio
del 25% Riso Scotti alla multinazionale
alimentare iberica Ebro Food, dopo
che il gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) era salito al 75%
nella proprietà di Star, mentre già nel
2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food. Il marchio
Bertolli era finito in Spagna nel 2008,
acquisito dal gruppo Sos che nel 2006
aveva già rilevato Carapelli e Sasso.
«80 euro
e poi bloccano
i rinnovi:
è uno scambio
inaccettabile»
L’INTERVISTA
Rossana Dettori
La leader della Funzione
pubblica Cgil: «Abbiamo
lottato unitariamente
contro altri governi,
lotteremo anche
contro Renzi»
MASSIMO FRANCHI
“Far passare gli 80 euro in busta
paga come uno scambio per la rinuncia al rinnovo contrattuale è
inaccettabile”. Il segretario generale della Funzione pubblica Rossana Dettori risponde da Assisi,
dove è in corso il Congresso dei
pubblici della Cgil. E la notizia
contenuta nel Def di un blocco dei
contratti non ha sorpreso nessuno.
Segretario Dettori, vi aspettavate
questo ulteriore blocco?
“Lo scambio lo avevamo già denunciato prima di trovare nel Def
che fino al 2017 continua il blocco
che va avanti già da 5 anni. E che
dal 2017 al 2020 ci saranno aumenti una tantum. Per noi è inaccettabile anche perché quegli 80
euro promessi dal governo Renzi
non andranno a tutti i 3 milioni di
dipendenti pubblici. Abbiamo lottato unitariamente contro tutti i
governi, lo faremo anche contro
quello Renzi”.
Per voi poi ci sono anche gli 85mila
esuberi indicati da l commissario
Cottarelli. È possibile trattarli con i
prepensionamentiannunciatidalla
ministra Marianna Madia...
“Madia ha sempre detto che gli
85mila sono un numero indicato
da Cottarelli e non dal governo.
Gestire 85mila esuberi con i prepensionamenti è impossibile per
le casse dell'Inps, visto che l'idea
del governo è scaricare i costi spostandoli dallo Stato all'ente pensionistico. Noi ci siamo detti disponibili a discutere lo strumento prepensionamenti con il ministro Madia. Ma con alcuni paletti: nessuna contrapposizione con i lavoratori privati, evitare nuovi esodati
e penalità sugli assegni. La staffetta generazionale è poi possibile
senza dimenticare i 130mila precari e i 70mila vincitori di concorsi”.
La situazione dei dipendenti pubbliciitalianihasimilitudiniconquelli greci...
“Sì, le politiche di austerità della
troika e dei governi si sono abbattute soprattutto sul settore pubblico, riducendone il perimetro. In
Grecia hanno privatizzato gli
ospedali. Noi per ora ci siamo fermati alla Croce Rossa, dove è stato scelto un contratto altamente
peggiorativo e mettendo a rischio
l'assistenza ai cittadini. Per cambiare politica e abbandonare l'austerità le elezioni europee sono
fondamentali”.
Passiamo ai temi del congresso
Cgil. Sarà unitario come era stato
previstoolarappresentanzaporterà a divisioni?
“Noi riteniamo il Testo unico utile
perché permetterà ai lavoratori
pubblici di votare su piattaforme
e contratti. Poi toccherà alla capacità delle singole categorie migliorarlo specie sulla questione sanzioni ai delegati. Ma faccio notare
che le sanzioni erano previste anche per i datori di lavoro. Le togliamo per tutti e due?”.
RASSEGNASTAMPA
13
venerdì 11 aprile 2014
Niente licenziamenti per Micron. Una Newco per Irisbus
GIUSEPPE CARUSO
MILANO
Trovata l’intesa, scongiurati i licenziamenti. Arrivano buone notizie dal
fronte Micron, la multinazionale americana specializzata nella produzione
di semiconduttori, che aveva individuato 419 esuberi nelle varie sedi di
Arzano, Agrate e Vimercate (Monza
Brianza), Catania e Avezzano (L'Aquila).
ACCORDO
Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict, ieri ha spiegato come nella notte tra mercoledì e giovedì è stata firmata «un'ipotesi di accordo che evita i
419 licenziamenti alla Micron e che
MASSIMO FRANCHI
INVIATO A RIMINI
L'applauso più forte dei 725 delegati al
congresso di Rimini, Maurizio Landini
lo strappa quando dice: “Chiedersi se
Renzi è di destra, centro o sinistra è
una stronzata pazzesca, la sua forza è
data proprio dal disastro sociale e dalla crisi delle forze politiche e sindacali,
il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà”. E poco dopo, aggiunge: “Il problema non è chi sta con Renzi, ma le politiche che fa la Cgil”. Ma
subito arrivano le critiche e gli affondi:
“Renzi non può dire che la centralità
del governo è l'occupazione e poi fare
le privatizzazioni con cui fare cassa
con aziende strategiche per la ripresa
del Paese”, “mentre gli 80 euro non
vanno ai pensionati e ai giovani precari”, mentre sulle pensioni chiede “il ripristino di quelle di anzianità e l'abolizione del cumulo”, chiudendo con un
“non vedo i cambiamenti promessi”,
lanciando l'hashtag #Matteononstaresereno.
Evocato e forse atteso per una visita
a sorpresa, il presidente del Consiglio
che usa Landini in chiave anti-Camusso e che il segretario della Fiom usa
per avere la benedetta legge sulla rappresentanza che consentirebbe ai metallurgici Cgil di tornare pienamente
in gioco, è il fantasma che aleggia sull'
astronave della Fiera di Rimini.
prevede tutta una serie di passaggi. A
partire dalla riduzione del numero degli esuberi di 85 unità, continuando
poi con l'assunzione da parte di StMicroelectronics di 170 lavoratori, proposte di ricollocazione in altri siti italiani per 40 lavoratori e all'estero per
62 lavoratori a fronte di un incentivo
di 30.000 euro. Per il resto dei lavoratori è prevista la Cassa integrazione
per riorganizzazione con rotazione trimestrale. Verrà riconosciuto un trattamento di integrazione del trattamento di cassa di 500 euro mensili».
«Verrà inoltre istituita una cabina
di monitoraggio» ha continuato la Turi «a cui parteciperanno le organizzazioni sindacali, i ministeri del Lavoro
e dello Sviluppo economico e le istituzioni territoriali che si riunirà ogni
due mesi, anche al fine di individuare
congiuntamente soluzioni di gestione
delle criticità che dovessero emergere. Il Governo ha confermato il sostegno al settore della microelettronica
che considera strategico per il Paese e
ha dichiarato che avvierà concrete politiche di sostegno e investimenti innovativi in coerenza con i programmi europei».
Per i lavoratori che non si opporranno alla collocazione in mobilità è previ-
.. .
Bloccata la mobilità di
300 lavoratori di Irisbus
un nuovo progetto
per tornare a produrre
sto un incentivo pari a 28 mensilità
più 5.000 euro. «L'accordo, che non
sarebbe stato possibile senza la lotta
delle lavoratrici e dei lavoratori, non è
la svolta che chiedevamo, non risolve
tutti i problemi, ma è un punto di partenza da cui procedere per provare,
durante il prossimo anno, a trovare
una nuova collocazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori in esubero che saranno coinvolti dalla cassa integrazione» conclude la sindacalista.
REFERENDUM
Lunedì e martedì si svolgerà il referendum tra le lavoratrici e i lavoratori della Micron che decideranno se approvare l'ipotesi di intesa. Anche Nicola Alberta, coordinatore nazionale Fim Cisl Micron, ha parlato di «un risultato
Landini chiede a Renzi
cambiamenti profondi
Il segretario della Fiom apprezza e critica il premier e lo invita a «non
stare sereno» ● È immutata la distanza dalla Cgil sulla rappresentanza
●
nelle categorie”.
Il cambiamento, dunque. Anche
perché “non abbiamo più niente da
perdere, non c'è rimasto niente” perché “la concertazione non è servita a
niente”. “Si deve partire dall'Europa,
dalla riforma della Bce e dall'inserire
la piena occupazione tramite intervento pubblico nei trattati”. Cambiare anche il sindacato, partendo dai dati di
partecipazione del congresso Cgil
(“hanno votato solo il 17 per cento degli iscritti”), ribadendo che “la forma
congresso così com'è non funziona
più”.
Tra una citazione di Pio Galli, Claudio Sabattini e Don Gallo, davanti agli
amici Gino Strada e Don Ciotti, Landini non ha mancato di sfidare Sergio
Marchionne. “Dicono che a maggio a
Detroit dirà che Fiat Chrysler avrà come obiettivo di costruire 6 milioni di
auto all'anno. Bene, allora il governo,
invece che dire che la Fiat è una azienda privata e può fare come vuole, imponga che almeno un milione di quelle
auto siano prodotte in Italia, visto che
l'anno scorso ne sono state prodotte solo 380mila”.
FISCHI A FIM E UILM
La vicenda Fiat è il vero casus belli della rottura con i dirimpettai di Fim e
Uilm. E Landini, davanti a Beppe Fari-
na e Rocco Palombella, ritenta di aprire il dialogo: “fra maggio e giugno rinnoviamo tutte le Rsu aziendali per ripartire per una nuova stagione”. Qui
però lo stallo rimane. Palombella e soprattutto Farina vengono fischiati – come era stato fischiato Landini al congresso Fim di Lecce l'anno scorso –
quando ribadiscono il “No” alla legge
sulla rappresentanza, con la Uilm più
aperta sulla possibilità di trovare una
convergenza su singoli punti.
Oggi arriva Susanna Camusso, domani il tanto atteso confronto con l'intervento del segretario generale della
Cgil, seguito dalla replica finale di Landini.
«MI SPEZZI IL CUORE» DA MIRAFIORI A POMIGLIANO
NOI VOGLIAMO CAMBIARE
In un gioco sapiente di critiche e complimenti, Landini convince i suoi delegati sospettosi che “Renzi è l'unico che
può portare cambiamento. Noi vogliamo il cambiamento più di tutti, ma lo
vogliamo per i lavoratori, questa è la
sfida”.
Una sfida che dà il titolo alla relazione che apre il 26esimo congresso Fiom
Cgil: “Cambiare si può”. Si tratta della
sua prima relazione da segretario generale, che lo costringe a leggere un
discorso scritto, da cui scapperà per i
passaggi più efficaci nelle oltre due
ore e mezza di eloquio ininterrotto in
cui la parte sul governo ha molta più
sostanza rispetto ai problemi interni
in Cgil, per i quali usa toni molto accorti, senza comunque cambiare la sostanza delle critiche al Testo unico, bocciato - annuncia Landini - nella consultazione separata dei metalmeccanici
dall'86,5 per cento dei lavoratori, anche non iscritti. Un voto che “vincola
la Fiom” a non rispettare l'accordo sulla Rappresentanza, anche se la formula usata ieri è più soft: “è un mandato
preciso per cambiare e migliorare il
Testo su 5 punti: garantire sempre il
diritto di voto, riportare la titolarità a
firmare i contratti aziendali in modo
congiunto fra Rsu e livelli territoriali
(questi ultimi ora esclusi, ndr), garantire a tutti i lavoratori l'agibilità sindacale, togliere l'arbitrato interconfederale che deve dirimere le controversie
.. .
«La forza del premier è il
disastro sociale, chiedersi
se è di destra o di sinistra
è una stronzata pazzesca»
importante, che giunge dopo la straordinaria mobilitazione dei lavoratori di
Micron, l'appoggio prezioso dei lavoratori, la solidarietà dell'opinione pubblica e il sostegno delle istituzioni. Ci
saranno investimenti per 20 milioni di
dollari e la focalizzazione delle attività
di ricerca dei siti locali di Agrate, Vimercate, Arzano, Avezzano, Catania e
Padova».
C’è uno spiraglio positivo anche per
Irisbus, la controllata del gruppo Fiat
che produce autobus. È stata bloccata
la mobilità per 300 lavoratori in attesa di un nuovo progetto allo studio del
ministero dello Sviluppo. Grazie ad
una newco, infatti, nel sito di Valle Ufita, fermo ormai da quasi tre anni, entro il 2014 ricominceranno a produrre
autobus.
Marketing Fiat, ma chi ha studiato questa campagna?
Dopo Mirafiori e Melfi, anche le auto di un centinaio di
dipendenti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco
sono state impacchettate ieri perché di marche straniere.
Alcuni operai dello stabilimento, infatti, hanno ritrovato nel
parcheggio aziendale, lato ingresso numero 4, le proprie
vetture avvolte nel cellophane. Utilitarie e berline di case
automobilistiche straniere erano state sigillate nella plastica
e avevano bene in vista «il cuore spezzato» della Fiat.
Un'iniziativa pubblicitaria di «parking marketing» che ha lo
scopo di invitare i lavoratori ad acquistare auto del Gruppo
utilizzando gli incentivi concessi ai dipendenti. L’iniziativa è
stata già criticata da una parte di lavoratori e sindacati.
Ma bisogna chiedersi se una campagna di questo genere sia
stata studiata e decisa dai vertici del gruppo Fiat. Possibile
che nel 2014 siamo ancora a questi livelli? Se Marchionne
vuole che i suoi dipendenti usino solo auto della gamma Fiat
perchè almeno non concede il rinnovo del contratto? Se
passa questa linea il Lingotto potrebbe suggerire domani ai
dipendenti di tifare solo per la Juventus o di leggere solo la
Stampa. A proposito: questo è un tema che meriterebbe
almeno l’interesse delle penna pungente di Massimo
Gramellini o una battuta di Luciana Littizzetto. Si vedrà.
La sede della tv di Murdoch
Accordo Sky
e Telecom
canali sul web
dal 2015
MARCO VENTIMIGLIA
MILANO
È un accordo che in altre nazioni, tecnologicamente più avanti della nostra, fa parte della normalità delle cose. In Italia, invece, quanto annunciato ieri da Sky e Telecom assume una
particolare importanza perché è la
prima volta che un grande broadcaster televisivo “affida” integralmente
i suoi palinsesti ad un colosso delle telecomunicazioni per farli diffondere
attraverso una rete in fibra ultraveloce. In particolare, le due aziende hanno siglato un accordo che consentirà
ai clienti di Telecom Italia di accedere all'intera offerta televisiva di Sky
attraverso le reti ultrabroadband con
un decoder My Sky HD appositamente realizzato per la tv via Internet.
«Questa partnership - sottolinea il comunicato congiunto - conferma l'importanza industriale per le due società, leader nei rispettivi settori, di operare nel grande mercato dell'intrattenimento mettendo in sinergia i propri asset e le rispettive competenze,
anche in un'ottica di sviluppo della
banda larga nel Paese. L'offerta Sky
diventa l'elemento chiave della strategia ultrabroadband di Telecom Italia
e l'accesso alla rete di nuova generazione permette a Sky di beneficiare di
un'ulteriore piattaforma distributiva
per i suoi programmi».
L’intesa avrà effetti pratici per il
consumatore a partire dal 2015, quando i clienti di Telecom Italia potranno
accedere a un'offerta Sky equivalente, in termini di contenuti, servizi e
prezzo, a quella tradizionalmente disponibile via satellite. Il fatto che i palinsesti verranno diffusi sfruttando le
reti ultraveloci di nuova generazione
è anche una garanzia di qualità, considerando che molti dei canali Sky sono
in Alta Definizione e richiedono quindi una banda più larga per essere ricevuti correttamente via Internet. Per
l’emittente satellitare, poi, si aprirà
un nuovo mercato rappresentato da
potenziali abbonati che però non hanno la possibilità o l’intenzione di installare una parabola.
RASSEGNASTAMPA
15
venerdì 11 aprile 2014
COMUNITÀ
Il commento
L’analisi
Riforme, Italicum contro Senato
L’uscita dall’euro costerebbe
diecimila euro a cittadino
Claudio
Sardo
●
L’ITALICUM E LA RIFORMA DEL SENATO - ALMENO NEI TESTI ATTUALI - MINACCIANO GLI
EQUILIBRI E LE garanzie costituzionali. Proprio
perché non si può fallire di nuovo, è assolutamente necessario correggere le storture. La
proposta di Chiti (e di altri 21 senatori Pd)
pone questioni serie, ma per ricostruire pesi
e contrappesi non è obbligatorio concentrare sul Senato le funzioni di garanzia. Si può
ancora lavorare sullo schema del governo,
migliorando l’impianto del Senato delle Autonomie, rendendolo più coerente a un federalismo cooperativo, soprattutto affrontando la
questione delle garanzie in una logica di sistema. Riforma del Senato, legge elettorale,
nuovo Titolo V sono vasi comunicanti. E i sostenitori di Renzi farebbero bene ad affrontare le critiche senza cedere alla tentazione di
delegittimare chiunque le faccia. Oggi il premier ha molta forza, ma i cicli si accorciano
sempre più e il senso di precarietà dipende
proprio dal fatto che poco è pensato per durare nel tempo.
C’è anche un’altra tentazione da scongiurare: legare le riforme a determinate formule
politiche. Il tavolo delle istituzioni è per definizione aperto a tutti. Renzi fa bene a dialogare con Forza Italia, nonostante sia all’opposizione del suo governo. Berlusconi però non
può rivendicare poteri di veto. Né può escludere da quel tavolo il partito di Grillo, qualora decidesse di sedersi e assumersi la sua quota di responsabilità sulle modifiche costituzionali. Hanno destato scandalo le aperture
dei senatori grillini alla proposta Chiti. Ma
Brunetta non può alzare la voce con il Pd sostenendo che «sarebbe inaccettabile il ricorso a una doppia maggioranza». La doppia
maggioranza è esattamente ciò che pratica
Forza Italia: per questo la pretesa di blindare
un’intesa a due sulle riforme è inaccettabile.
Il tripolarismo italiano è un dato stabile nel
medio periodo. Se Grillo dovesse derogare alla linea sfascista che sta perseguendo e dire
la sua sulle riforme in modo costruttivo, non
ci sarebbe ragione per non ascoltarlo. Purtroppo pensiamo che Grillo non derogherà
alla linea sfascista. Così come pensiamo che,
alla fine, anche Berlusconi si sfilerà dall’intesa come ha fatto nel passato. Ma la regola al
tavolo delle riforme non può cambiare.
Per tutelarsi, Renzi e il Pd non possono far
altro che impegnarsi ancor di più sulla qualità e gli equilibri complessivi delle riforme. E
rafforzare l’intesa nella maggioranza di governo: non per contraddire le aperture sulle
regole ma perché qui c’è il nucleo che più ha
scommesso sul successo riformatore. Peraltro, alla fine del percorso il referendum popo-
La polemica
Che offesa alla memoria
il Grand Hotel Gramsci
Vittorio
Emiliani
●
ILNOMEDIANTONIOGRAMSCIEVOCASENTIMENTI DI AMMIRAZIONE, DI AFFETTO RICONOSCENTE per quanto ha fatto e scritto
per noi, e di dolore acuto per quel decennio
di carcerazione che dovette patire per mano fascista. Detenuto, di fatto, sino alla
morte, avvenuta il 21 aprile 1937, nonostante la prima emottisi risalisse al 1931 e al
1933 il primo attacco di arteriosclerosi. E
con tutto ciò capace di scrivere libri tuttora
fondamentali di riflessione storica e politica.
Ora, la notizia che a questo martire
dell’antifascismo verrà intitolato un Grand
Hotel a Torino non può non suscitare contrarietà, insofferenza, opposizione senza
equivoci. Proprio nel palazzo dove il giova-
lare sarà inevitabile.
Di Senato delle Autonomie si parla in Italia da almeno trent’anni. Il progetto governativo per la prima volta ridimensiona, e in modo drastico, i poteri delle Regioni. Da qui ha
preso forza la riflessione sul Senato delle garanzie, che invece è una novità nel nostro dibattito pubblico. Ma prima di abbandonare il
Senato delle Autonomie - oggi deficitario e
incoerente - bisogna tentare di aggiustarlo. Il
federalismo cooperativo, tanto per cominciare, deve poggiare anzitutto sulle rappresentanze regionali. Le Regioni hanno funzioni
legislative, i Comuni solo amministrative. Il
numero dei sindaci-senatori va dunque ridotto. E i 21 esperti nominati dal Capo dello Stato non hanno alcun senso in una Camera
espressione delle Autonomie.
Ma è soprattutto sul terreno dei pesi e dei
contrappesi che il governo deve rispondere a
chi teme «derive autoritarie». Si vuole un Senato senza elezione diretta? Allora alla Camera, come minimo, vanno evitate le liste bloccate. Che equilibrio avrebbe un Parlamento
con senatori nominati (dai consigli regionali
e dai sindaci) e con deputati altrettanto nominati (da due o tre leader di partito)? Sarebbe
un Parlamento mostruoso, inaccettabile per
una coscienza democratica.
L’Italicum va cambiato in profondità se si
vuole preservare lo schema del Senato delle
Autonomie. La strada delle preferenze di genere è ormai segnata in tutte le elezioni (comprese le europee): non c’è ragione perché i
cittadini debbano essere esclusi proprio dalla scelta dei deputati. Non c’è ragione perché
la soglia di sbarramento non debba essere
uguale per tutti, per le liste alleate e per quel-
le avversarie. Non c’è ragione perché i voti
delle liste che non superano la soglia minima
debbano essere contati a favore dei partiti
coalizzati (questo è un incentivo alle liste civetta, alle coalizioni infedeli e a loschi scambi
politici). Se vogliamo che governi uno solo
dei poli del tripolarismo italiano, dobbiamo
rendere pulita la competizione e fornire ai
cittadini valide garanzie.
In un bicameralismo non più paritario, è
logico attribuire un maggiore potere al primo ministro. Ma questo va compensato, ad
esempio, consentendo a una minoranza qualificata della Camera il ricorso in via preventiva alla Consulta sulle leggi di dubbia costituzionalità. E non sarebbe certo uno strappo se
per alcune categorie di leggi, come quelle attinenti ai diritti di libertà, fosse richiesto il voto
del Senato (magari obbligando la Camera a
una seconda deliberazione con maggioranza
qualificata).
Così il Senato non elettivo di Renzi diventerebbe più solido. Ovviamente, con un sistema iper-maggioritario per la Camera, la scelta del presidente della Repubblica dovrebbe
essere affidata a una platea di grandi elettori
nella quale i deputati siano in minoranza. Su
questa traccia Renzi può rafforzarsi, insieme
al suo partito e alla sua maggioranza di governo. Altrimenti, negando il problema delle garanzie, la proposta dei 22 senatori Pd diventerà la sola ciambella di salvataggio. E lo scontro potrebbe sfuggire di mano. La cosa peggiore è che nello stesso Pd si alimenti l’antipolitica, con Renzi che proclama un Senato senza stipendi e gli oppositori che mostrano come, nel loro progetto, il taglio dei parlamentari è ancora maggiore.
Maramotti
ne leader socialista e poi comunista abitò e
dove creò nel dopoguerra L’Ordine Nuovo il
giornale del «biennio rosso», la fucina giornalistica della occupazione delle fabbriche.
Sarò anche influenzato dalla lunga consuetudine avuta con Alfonso Leonetti che a
più di ottant’anni mi parlava ancora con entusiasmo del periodo trascorso con Gramsci quale redattore capo de L’Ordine Nuovo,
e tuttavia a me sembra uno sfregio alla memoria gramsciana l’insegna luminosa di un
Grand Hotel Gramsci pluristellato con
area fitness, piscina, suite lussuose.
Riferisce Repubblica che l’impresa la quale sta ristrutturando il vastissimo palazzo
(10mila metri quadrati) nato come Albergo
«di virtù per il ricovero e l’istruzione dei
poveri» preserverà restaurandoli i locali dove ebbe sede la mitica redazione ordinovista, e per questo va elogiata, come per lo
spazio riservato alla biblioteca dell’Istituto
Gramsci del Piemonte e alla sala convegni.
Pare tuttavia che gli stessi vertici della catena spagnola NH Hotel avessero manifestato serie perplessità sul nome Gramsci così
legato ad una tragedia personale, familiare
e politica sanguinante. Poi si sono convinti
che fosse comunque un nome di richiamo
turistico internazionale.
Vorremmo far risorgere in loro - sulla
scorta anche di un appello indignato sottoscritto da numerosi intellettuali dopo le prime obiezioni dello storico Nicola Tranfa-
glia - i fondati dubbi originari. Antonio
Gramsci è stato uno dei primi antifascisti
arrestati e condotti davanti al Tribunale
Speciale mussoliniano. Al processo venne
condannato a vent’anni di galera, col pubblico accusatore Michele Isgrò che, ben interpretando il pensiero del duce, affermò:
«Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Scontò fra carcere e ospedali (guardato a vista) un decennio senza mai rassegnarsi a non pensare, a
non predicare fra i compagni - come ben
scrisse Giuseppe Fiori nella prima completa biografia gramsciana - il dialogo coi socialisti, per esempio con Sandro Pertini recluso anch’egli a Turi. Mentre la linea staliniana della «svolta» aveva imposto nel
1930 la disastrosa teoria del socialfascismo
facilitando la vittoria di Hitler in Germania
e portando all’espulsione di numerosi compagni, fra i quali Leonetti, Tresso, Ravazzoli, Camilla Ravera, Silone, lo stesso Terracini. Per quella sua posizione dialogante, subito definita «socialdemocratica», il pur infermo Gramsci subì intimidazioni e aggressioni.
Che c’entra questa vicenda terribile, di
lacrime, dolore e sangue, con un Grand Hotel? Nulla, davvero nulla. L’accostamento è
offensivo quanto un Grand Hotel Matteotti, Gobetti, o fratelli Rosselli. La memoria
storica non va offesa. Tanto più per ragioni
turistico-commerciali.
Nicola
Cacace
SEGUE DALLA PRIMA
Sono due linee legittime ma devono essere declinate correttamente. Cosa che non avviene quando gli
antieuropeisti utilizzano le critiche all’euro senza
Europa politica, fatte da premi Nobel come Krugman, Stiglitz, Amartya Sen, o da illustri italiani come il professor Savona, a sostegno delle loro tesi. O
come i fautori dell’uscita tendono ad ignorare i costi, enormi, che graverebbero sui cittadini.
Il professor Savona è quello più citato a sproposito dai fautori dell’uscita dall’euro, Lega in testa, che
ha messo la scritta «no euro», nel simbolo per le
elezioni europee. Vediamo cosa scrive Savona in merito (Milano finanza, 28.12.2013): «Uscire dall’euro?
Mai detto, ma ciò non può significare che non si
debba essere preparati a farlo (il piano B)….Uscire
oggi dall’euro è un problema molto serio che richiederebbe una intensa azione diplomatica preparatoria per nuove alleanze, come lo richiedono le norme
per restarvi…In breve, no uscire dall’euro ma dall’incubo e rientrare nel sogno europeo, è quello in cui
abbiamo sempre creduto e che resta un passaggio
storico indispensabile». Mi pare che Savona invochi, giustamente, più Europa per non morire di austerità da euro senza Europa.
Vorrei consigliare gli anti euro ed anti Europa,
tra cui Matteo Salvini di interpretare correttamente
i messaggi di quanti sono
.. .
«per l’euro ma con più Europa» e le stime dei costi di una
L’uscita facile uscita dall’euro. A questo
basterebbe che
dalla moneta proposito
consultasse gli amici svizzeri
unica
della banca Ubs, che sono stati i primi, a quantificare in
non esiste
10mila euro, la perdita netta
e la stima
che ogni cittadino di un eventuale Paese uscente dall’euro
economica
avrebbe subito nel primo anfatta da Ubs è no dell’operazione. Va preche per uscire dall’euassai gravosa messo
ro non esistono norme specifiche, che sarebbero da inventare e con potere contrattuale minimo di un paese contro altri 17. Oltre l’Opting-out, evocato dal
professor Savona (art.cit.) come possibile norma
per uscire dall’euro, ma che a me pare valere per
non entrare in un «patto ristretto», come fece la
Gran Bretagna rifiutando l’eurozona, una norma
che potrebbe essere invocata è l’articolo 50 del Trattato di Lisbona che tratta di «recessione dalla Ue» e
non specifica alcunché sulla uscita dall’Uem. Secondo quest’articolo uscire dall’euro, implicherebbe anche l’uscita dalla Ue.
Sembrerebbe un po’ troppo, ma le carte sono queste, e danno un’idea delle complicazioni reali e burocratiche che una eventuale dichiarazione di intenti
del genere aprirebbe. Tanto per cominciare l’affermazione che «basterebbe un week end per uscire
dall’euro» è una balla, tra le tante fatte dagli euroscettici in questi giorni. Bisognerebbe avvisare
l’Uem e la Bce delle nostre intenzioni ed inventare
una procedura che non c’è.
E cosa farebbero nel frattempo gli investitori-risparmiatori con titoli del Tesoro e con conti correnti in euro, italiani e stranieri? Non starebbero ad
applaudire. Farebbero la fila agli sportelli per vendere Bot e Btp e per spostare i loro euro all’estero in
mani più affidabili. Con probabili fallimenti bancari
se lo Stato non intervenisse come con divieti e chiusura delle banche come in Argentina. Una delle cose su cui tutti gli esperti convengono è nella quantificazione di una svalutazione della nuova lira del
30%-50%. Senza contare i problemi del debito e dei
tassi d’interesse. I possessori di titoli di Stato, alla
scadenza, avendo acquistato in euro, vorranno essere ripagati in euro e lo Stato o si adatta ed in pochi
mesi esaurisce la valuta, perché i rimborsi superano
le vendite di nuovi titoli, o pretende di rimborsare in
lire. Ma a che cambio? Quello fissato dal Tesoro un
euro=una lira o quello fissato dal mercato 1 euro=
1,3-1,5 lire? La differenza sta i 2 cambi vale tra il
30% ed il 50%. Il rapporto debito/Pil passerebbe in
breve tempo oltre 150 e lo spread salirebbe al cielo!
C’è un’altra soluzione, obbligare Bankitalia a
comprare i titoli, com’era una volta, stampando moneta e, naturalmente, facendo salire l’inflazione a
due cifre. Allora salirebbero anche i tassi di interesse per combattere l’inflazione, con pene elevate per
i possessori di mutui. Poiché salari e pensioni sarebbero in lire e senza scala mobile, ecco in pochi mesi
l’erosione del potere d’acquisto dei cittadini che la
Ubs stima in almeno 10mila euro «per il primo anno». E poi? Poi Dio vedrà, se non saremo tutti morti,
malgrado i maghi dell’uscita facile dall’euro.
RASSEGNASTAMPA
16
venerdì 11 aprile 2014
COMUNITÀ
Dialoghi
Un fantasma si aggira
per gli ospizi
della Lombardia
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
La notizia getta l'ospizio nel panico:
«Berlusconi svolgerà il servizio sociale
assistendo gli anziani». Lionello ha una
crisi di nervi: «Non voglio che Berlusconi
mi assista!.. La pena la deve scontare lui,
non noi!». Le infermiere cercano di
riportare la calma, proponendo una
tombola extra, ma è tutto inutile.
MASSIMO MARNETTO
L’idea balenata sui giornali su Berlusconi
condannato ad occuparsi di anziani
invalidi in un qualche ospizio della
Lombardia propone in modo che non
potrebbe essere più chiaro, l’assurdità
della situazione cui si può arrivare nel
momento in cui si tenta di piegare le leggi
ed i regolamenti alle esigenze di un uomo
inutilmente importante. L’impegno nelle
attività socialmente utili è sicuramente
importante nei programmi di messa alla
prova o di riabilitazione di tanti giovani e
giovanissimi ma l’immagine cui
potremmo trovarci di fronte se la si
applicasse in questo modo a Berlusconi è
quella di un leader politico condannato
per frode fiscale che, affidato al servizio
sociale, può scorrazzare per l’Italia
continuando a raccontare di essere
perseguitato da una giustizia ingiusta e
che potrebbe utilizzare le sue visite in un
ospizio diffondendo fotografie (in camice?
) con cui dimostra insieme la sua pelosa
«bontà» e la costrizione cui è sottoposto
dai giudici «cattivi». Moltiplicata per due,
l’agibilità politica di cui lui e i suoi
parlano da mesi gli permetterebbe così di
insegnare ancora una volta agli italiani
che dei propri reati non bisogna mai
pentirsi, che la legge non è uguale per
tutti e che quella che vince è sempre e
solo l’arroganza del denaro. E dei
giornalisti e dei servi e degli avvocati che
da quel denaro vengono pagati.
CaraUnità
Un’altra tragedia sul lavoro
La tragedia sul lavoro di Molfetta, dove l'8
aprile sono morti sul lavoro due operai e un
terzo operaio si è miracolosamente salvato,
ricorda molto da vicino la tragedia della
Truck Center di Molfetta, dove il 3 marzo
2008 morirono sul lavoro 5 operai.
Proprio sull'onda dell’indignazione scaturita
da quella tragedia, venne varato dall'allora
governo Prodi (tra l'altro dimissionario), il
Testo unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs n
81 del 9 Aprile 2008). Un testo che conteneva
molte novità positive. Ma il governo
Berlusconi, invece di varare i 38 decreti
attuativi necessari per rendere operativo il
Dlgs 81/08, lo stravolse con il Dlgs 106/09,
con sanzioni dimezzate ai datori di lavoro,
dirigenti e preposti, norma salvamanager.
Tanto che abbiamo anche una procedura
d'infrazione aperta, fatta aprire grazie alla
mia denuncia del settembre 2009, la
procedura n 2010/4227
(deresponsabilizzazione del datore di lavoro
in caso di delega e sub delega e proroga per
nuove imprese e modifiche sostanziali
apportate ad imprese esistenti), che è in stato
avanzatissimo (probabile un ricorso alla Corte
Il ricordo
L’eredità di Livio Labor
«scandaloso» leader Acli
Domenico
Rosati
●
IL9APRILE ÈCADUTO IL QUINDICESIMOANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI LIVIO LABOR, una delle figure più vigorose del mondo
cattolico della seconda metà del secolo scorso. Viene ricordato nelle Acli, l’associazione
dei lavoratori cristiani che lo ebbe come
…scandaloso presidente negli anni Sessanta.
Dove lo «scandalo» (espressione usata da
Piero Pratesi) era quello per cui un’entità
che non era né azione cattolica, né sindacato, né partito, riusciva ad entrare a pieno titolo nel dibattito pubblico della chiesa, del
sindacato e della politica italiana.
Nel sindacato, ad esempio, Labor rilanciava, dopo anni di risse, il tema dell’unità garantita dall’incompatibilità tra le cariche sindacali e quelle parlamentari. Difficile da attuare sia in casa comunista, perché intaccava la supremazia del partito, sia in casa democristiana perché indeboliva un circuito di
potere. E, quanto alla politica, Labor si adoperò, dapprima, per forzare i limiti del «collateralismo» con la Dc e poi, nel clima del
Concilio, per dare sbocco alla libera scelta di
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di Giustizia Ue da parte della Commissione
europea). Il dramma delle troppe morti sul
lavoro è un tema troppo spesso dimenticato.
Perché i mezzi d'informazione non
«riaccendono i riflettori» su queste tragedie?
Perché il governo Renzi non fa qualcosa di
concreto per fermare queste stragi sul lavoro?
Il tema della salute e sicurezza sul lavoro
dovrebbe essere prioritario per qualsiasi
governo, di qualunque colore politico sia. Ma
non mi sembra che il governo Renzi, si
preoccupi molto del dramma delle troppe
morti sul lavoro! Inoltre, molti decreti
attuativi del Dlgs 81/08, non sono stati ancora
varati o sono fermi in Conferenza
Stato-Regioni, anche se mi risulta che siano
pronti da tempo. Perché? Il Sistema
Informativo Nazionale Prevenzione doveva
partire dal 1 gennaio 2014, ma non è stato
ancora varato il decreto attuativo. Perché?
Ci vuole l'impegno di tutti per fermare questo
triste bollettino di guerra sul lavoro, che non
fa solo morti, rovina famiglie e rende tanti
giovani orfani e soli.
Ma la cosa più importante, è che ci vogliono i
fatti, ma sul serio questa volta. Un Paese,
come l'Italia, che si definisce civile, non si può
permettere di avere oltre 1300 ammazzati sul
lavoro.
voto dei credenti, superando il comando
dell’unità patrocinata dalla gerarchia.
Con lui le Acli, da retrovia che erano considerate, si trovarono ad assolvere ad una funzione d’avanguardia esercitando in più direzioni un’influenza culturale ed una pressione sociale sempre più riconosciute anche se,
naturalmente, non da tutti apprezzate.
Nell’esplorazione della condizione operaia,
all’interno di quella che allora veniva chiamata la «società del benessere», si dispiegavano le potenzialità di confronto tra la componente cristiana del movimento operaio e
le tradizioni della sinistra più aperte alla ricerca. Nel «dialogo sul pianerottolo» cadevano diaframmi e preclusioni e, sempre ad
esempio, ci si rivolgeva ai comunisti come
«democratici tra democratici».
Negli anni del Concilio – e qui siamo all’habitat ecclesiale – parve a Labor di trovare
più di una convalida circa il nesso tra animazione cristiana e impegno per la giustizia da
perseguire nella dimensione politica della
carità. Con una duplice ricaduta: da un lato
un’immediata attrazione sulle giovani generazioni e, dall’altro, una forte pulsione a fare
coerenza tra fede e impegno politico. Teologi conciliari e preti delle Acli spingevano in
questa direzione. Una speciale commissione
di studio sul marxismo era sponsorizzata
dallo stesso Paolo VI. In tale situazione era
naturale che lo scarto tra il rigore dell’ispirazione cristiana e la prassi politica democristiana fosse uno dei fotogrammi più analizzati; ed era anche per questa via che si andava enucleando una «nuova domanda politica» della quale le Acli – escludendo una risposta diretta – tendevano a favorire la maturazione. L’immagine di Labor era il «missile
a tre stadi»: il sociale, il sindacale e il politi-
co.
Uno sviluppo di questo genere, tuttavia,
doveva misurarsi con le abitudini consolidate nel ceto politico non meno che in quello
ecclesiastico. La Dc mirava a mantenere il
massimo della copertura clericale mentre in
Vaticano si cominciò ad ipotizzare una riduzione dell’autonomia delle Acli, secondo un
canone applicato tutte le volte che queste si
esponevano, come nel passaggio al centrosinistra, nell’esplorazione di strade canonicamente sconsigliate. Anche dopo il Concilio
si manifestava, infatti, la fatica che in Italia
faceva (e fa? ) la chiesa nell’indicare rispetto
alla politica una netta demarcazione, mancando la quale né la comunità cristiana si
libera da antiche ipoteche né i cittadini cristiani crescono in libertà e responsabilità.
Labor, in verità, si sottrasse ai dilemmi
intraecclesiali correndo in solitudine l’avventura delle elezioni anticipate del 1972;
aveva, infatti, già lasciato la guida delle Acli
per dar vita ad un Movimento politico dei
lavoratori; un’impresa che, al di là dell’insuccesso, mantiene il significato del primo esperimento di una libera scelta a sinistra compiuto da un gruppo di credenti in Italia. Ma
per quell’iniziativa, che aveva creato apprensioni e timori, ha pagato proprio nel suo
mondo il prezzo iniquo della damnatio memoriae. Oltretutto per una trasgressione ad
una direttiva pastorale che, per quel che se
ne conosce, non ha più …corso legale. C’è
dunque ancora una memoria da riscattare
prima che il ricordo sfumi, anche per Labor,
in un’immaginetta incolore. Di quelle che,
con superiore approvazione, circolano per
Sturzo, Mazzolari, Milani per tacere di Rosmini e di altri cristiani autentici ma problematici.
Marco Bazzoni
OPERAIO RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI
PER LA SICUREZZA-FIRENZE
Fame di giustizia giusta
Parliamoci chiaro: a me sembra una notizia di
drammatico rilievo - e quindi è assurdo il
silenzio stampa che la circonda - che Rita
Bernardini sia giunta al suo 40esimo giorno
di sciopero della fame e che il suo
«satyagraha» sia seguito a staffetta da almeno
un migliaio di persone, per lo più militanti
radicali, detenuti e loro parenti. La segretaria
di Radicali italiani lotta per il ripristino della
legalità nel nostro Stato in tema di giustizia e
carceri, cioè per l'uscita dell'Italia da quella
«flagranza criminale di reato» che già ci è
valsa una «sentenza pilota» della Corte
Europea dei Diritti dell'Uomo in violazione
dell'articolo 3 della Convenzione europea ,
che sarà effettiva il prossimo 28 maggio nel
caso che il nostro Paese non smetta di
perpetrare «trattamenti inumani e
degradanti» ai suoi reclusi.
Paolo Izzo
La tiratura del 10 aprile 2014
è stata di 66.262 copie
L’intervento
Fecondazione, una vittoria
per quei 10 milioni di «sì»
Lanfranco
Turci
●
CS7.5>CONLASENTENZADELLACORTECOSTITUZIONALE CHE CANCELLA IL DIVIETO DELLA
FECONDAZIONE ETEROLOGA SUBISCE UN ALTRO
COLPODECISIVOLALEGGE40CONTROCUIPROMUOVEMMO A SUO TEMPO I REFERENDUM ABROGATIVI.
>In quanto fui tesoriere e coordinatore del
Comitato referendario, non posso perciò
non esprimere anche una particolare soddisfazione personale. Ma il mio pensiero grato va allo schieramento delle forze politiche, culturali e scientifiche che sostennero
quella dura prova.
Una costatazione obiettiva, anche ad anni di distanza, non può non riconoscere al
loro interno il ruolo decisivo che ebbero le
donne dei Ds e i Radicali. Furono mesi terribili quelli del 2004 dedicati alla raccolta delle firme. Complice anche il generale agosto, sembrava che non ce la facessimo a raggiungere la soglia di sicurezza. Con il maggiore partito della campagna che per una
parte (le donne e alcune componenti interne) era decisamente impegnato e per l'altra
parte frenava vistosamente, per il timore di
scontrarsi con lo schieramento guidato dal
cardinale Ruini e da Paola Binetti, eletta
non a caso nel 2006 nelle liste dell'Ulivo.
Poi si arrivò al referendum e il mancato
raggiungimento del quorum fu valutato da
molti come una sconfitta irrecuperabile e
meritata, ignoran.. .
do il fatto che referendum analoghi
Il referendum
pochi mesi prima
sulla Legge 40
avevano avuto successo in Svizzera e
non raggiunse
in California peril quorum
ché in quei Paesi
non era prevista il
ma sapevamo
limite del cinquanche quella non
ta per cento degli
per la valiera la sconfitta elettori
dità dei referendefinitiva
dum stessi. Di fronte ai dieci milioni
di «sì» e alla qualità di quel consenso, raccolto soprattutto nei centri urbani e fra i cittadini più acculturati, noi parlammo invece
di quel risultato come di un investimento
positivo che avrebbe dato i suoi frutti nel
futuro.
Così è stato, grazie alla tenacia delle persone che hanno sofferto sulla loro pelle i
danni di quella legge ingiusta e oppressiva,
dei comitati di medici e di giuristi che le hanno sostenute e della permanente vitalità dei
principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana che guidano il lavoro
della magistratura ordinaria e della Corte
Costituzionale.
Il referendum non fu affatto uno scontro
fra portatori di un presunto valore umano
inderogabile, quale la sacralità dell’embrione, e i propugnatori nichilisti della libertà
senza limiti. Chi contestava la legge 40 lo
faceva in nome di altri valori non meno eticamente difendibili, quali la difesa della salute delle donne, la speranza dei portatori
di malattie genetiche di poter generare figli
immuni da quelle terribili tare, la possibilità della ricerca scientifica di esplorare nuove terapie contro alcune delle più gravi e
diffuse malattie, il diritto delle coppie sterili di realizzare la loro aspirazione alla procreazione.
Le sentenze dei tribunali e la maturazione di un più vasto consenso fra l’opinione
pubblica stanno dando ragione a quella battaglia. Un grazie particolare e personale voglio esprimere a Luca Landò, che seguì con
passione il referendum da l’Unità di quegli
anni e a Ugo Sposetti, che ci aiutò anche
verso gli altri partiti referendari a raccogliere la parte di fondi che non raccogliemmo
direttamente dalla sottoscrizione pubblica.
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Primo piano
Venerdì 11 aprile 2014
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GOVERNO E PARTITI
L’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza
di Milano è durata moltissimo, circa un’ora e mezza
Affidamento ok
Ora la decisione
Parere favorevole del pg per l’attività di volontariato presso
una struttura per anziani disabili come richiesto dal leader
di FRANCESCA BRUNATI
MILANO - Si saprà al massimo entro due settimane quale sarà il destino di Silvio Berlusconi e in che
modo dovrà espiare quell’anno di
pena che gli rimane dopo la condanna definitiva a quattro anni di
carcere, di cui tre condonati. Il
giudice del Tribunale di Sorveglianza Beatrice Crosti, al termine dell’udienza per discutere la richiesta di affidamento ai servizi
sociali avanzata dal leader di Forza Italia e nella quale il pg ha dato
parere favorevole alla proposta
dell’Ufficio esecuzione penale
esterna di un’eventuale attività di
volontariato presso una struttura
per anziani disabili, si è preso da
un minimo di cinque giorni a un
massimo di quindici per depositare il provvedimento.
Non si era ancora visto che un’udienza davanti al Tribunale di
Sorveglianza su una richiesta di
misura alternativa alla detenzione durasse circa un’ora e mezza.
Eppure è quel che è accaduto nel
pomeriggio quando, dopo aver
trattato i casi di altri 58 «condannati», tra cui quello di un boss della ’ndrangheta, il Tribunale di
Sorveglianza ha affrontato il fascicolo intestato al leader di Forza
Italia.
Cominciata un poco prima dell’orario previsto, le 17, in aula, oltre al Presidente Pasquale Nobile
De Santis, al giudice Crosti e a Federica Brunelli e Silvia Guidali, i
due esperti esterni, c’erano il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e i due legali dell’ex premier, il prof. Franco Coppi
e l’avvocato Niccolò Ghedini i quali arrivati prima del tempo, alla fine della discussione, per dribblare
i giornalisti, sono usciti da una
porta secondaria.
Il pg, da quanto si è saputo, ha
dato il parere favorevole - non è
vincolante - all’affidamento in
prova ma non nei termini proposti
dall’ex Cavaliere, bensì con le modalità del progetto di riparazione
che, su input dei magistrati di
Sorveglianza, ha presentato nei
giorni scorsi l’Uepe, l’Ufficio Esecuzione penale esterna, diretto da
Severina Panarello: assistere gli
anziani, anche disabili, in una
struttura dell’hinterland milanese, non molto lontano da Arcore,
per mezza giornata una volta alla
settimana.
Un’attività, quindi, ben diversa
da quella messa nero su bianco
dall’ex capo del governo in una
memoria depositata nei giorni
scorsi con la quale, oltre ad assicurare che gli attacchi alla magistratura avrebbero solo motivazioni politiche, si sarebbe proposto come «motivatore» in un «centro terapeutico ospedalizzato» ancora da costruire nel milanese per
disabili mentali e fisici con lo sco-
po di aiutarli a sviluppare «nuovi
stimoli». Un piano riparatorio caldeggiato ieri dai suoi difensori assieme a prescrizioni non troppo
rigide, per consentire al leader di
Forza Italia di essere in prima linea nella campagna elettorale per
le Europee.
Certo è che, comunque vada, per
Berlusconi è fondamentale ottenere l’affidamento ai servizi sociali: in questo modo si vedrebbe
estinguere anche la pena accessoria dei due anni di interdizione dai
pubblici uffici. Cosa che non accadrebbe se la decisione fosse la detenzione domiciliare.
Dunque ora, come ha detto a
udienza conclusa Nobile De Santis, «la decisione verrà depositata
tra un minimo di cinque giorni a
un massimo di 15 giorni», il tempo tecnico affinché il giudice Crosti scriva il provvedimento. E, poi,
dopo il deposito e la notifica alle
parti della decisione, per la stampa, «verrà fatto un comunicato e lo
farò io».
Il leader di Forza Italia
Silvio Berlusconi
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LE NOMINE
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Padoan: «Saranno
delle persone nuove»
di NICOLA CAPODANNO
ROMA - Persone «competenti e
in alcuni casi nuove». Il ministro dell’economia, Pier Carlo
Padoan, non si sbilancia sul
dossier nomine per Eni, Enel e
Finmeccanica (Terna e Poste in
un secondo momento) mentre
manca soltanto una manciata
Il ministro Pier Carlo Padoan
di giorni per mettere a punto le
liste di nomi scelti da presentare prima dell’apertura dei mercati di lunedì. Col Governo Renzi che in queste ore sta stringendo la cerchia dei papabili
sentendo anche le altre forze
politiche per decidere pure sugli altri nomi da candidare nei
posti chiave dei rispettivi consigli d’amministrazione.
E così intanto a tracciare un
sommario identikit dei papabili top-manager è il numero uno
di Via XX settembre, intervistato alla Cnbc a Washington in occasione dell’Fmi, che ha ribadito la prossima ventata di rinnovamento. «Nel mondo - ha detto
Padoan - ci sono investitori
pronti a investire e se il Governo
dimostra che le cose stanno
cambiando, il denaro confluirà
in nuovi investimenti nel Paese». Dichiarazioni che fanno il
paio con quelle del sottosegretario alla presidenza, Graziano
Delrio: il criterio con cui il governo procederà, ha detto a
SkyTg24, è quello della scelta
«della qualità delle persone e
della loro capacità manageriale».
A Palazzo Chigi, dunque,
Renzi ha ricevuto Angelino Alfano e Maurizio Lupi (Ncd) e il
leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini per una consultazione, mentre fonti vicine alle trattative hanno ribadito che non
verranno considerate le candidature dei manager che hanno
accumulato più di tre incarichi
consecutivi come Paolo Scaroni
(Eni) e Fulvio Conti (Enel). Il
momento decisivo per chiudere
la partita sarà tra sabato e domenica, ovvero al ritorno di Padoan da Oltreoceano previsto
per sabato.
E l’attesa maggiore è per l’Eni (assemblea 8 maggio) che dirà addio a Scaroni dopo oltre nove anni di sua guida. I nomi che
circolano sono quelli di Claudio
Descalzi, Stefano Cao e Lorenzo
Maugeri. Mentre per la presidenza vengono indicati Lorenzo Bini Smaghi, Domenico Siniscalco e Claudio Costamagna
LA CONTRAPPOSIZIONE Di Maio preoccupato per le analogie con la trattativa Stato-Mafia
Bagarre sul voto di scambio: slitta l’esame
L’esame degli emendamenti e del testo è slittato
a martedì prossimo per la protesta dell’M5s
di ANNA LAURA BUSSA
ROMA - Dopo anni di «gestazione»,
quattro letture tra Camera e Senato,
e a meno di due mesi dalle Europee,
il Parlamento non riesce a dare il via
libera al provvedimento che ridisegna il reato di voto di scambio tra politici e mafiosi. L’esame degli emendamenti e del testo, fissato per ieri, è
slittato a martedì prossimo per la
protesta dei senatori M5S che contestano il ddl nella nuova versione licenziata dalla Camera il 3 aprile
scorso. Una protesta che rallenta i
lavori e che scatena nell’emiciclo di
Palazzo Madama la guerra a chi è
«più antimafia dell’altro». Tra insulti, saluti romani e accuse bipartisan di «fascismo». Con tanto di
tweet finale di Grillo che chiede a
Renzi: «Stai con la mafia o con chi la
combatte?». A rendere furiosi i pentastellati è l’accordo di maggioranza raggiunto alla Camera che consente lo «stravolgimento» del testo
votato dal Senato, «subito dopo gli
incontri avvenuti tra Napolitano e
Berlusconi e tra Renzi e Verdini».
Come sottolinea con forza il vicepresidente di Montecitorio, Luigi
Di Maio che vede peraltro «inquie-
tanti analogie» tra quanto sta avvenendo ora e «il periodo in cui si realizzò la trattativa Stato Mafia».
«Non è possibile - incalza il neocapogruppo di Palazzo Madama, Maurizio Buccarella - che si siano addirittura ridotte le pene del reato passando dalla forbice 7-12 anni a quella 4-10». «Con la pena minima a 4
anni - osserva - non sarà nemmeno
possibile arrestare il politico incensurato che va a chiedere voti alla
mafia! «Al Senato - ricorda infine
Buccarella - noi avevamo rafforzato
il concetto di «altra utilità» con l’avverbio «qualsiasi» che invece è stato
tolto a Montecitorio, ma che è presente nel codice penale nella norma
che punisce lo straniero che corrompe il cittadino italiano ».
Luigi di Maio
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SENATO I non allineati aumentano
Caos sulla riforma
Renzi alla minoranza
«Dovete adeguarvi»
Il premier Matteo Renzi
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EUROPEE
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Scontro Renzi-Grillo
Nel Pd lasciano in due
di CRISTINA FERRULLI
ROMA - La campagna elettorale
per le europee è ufficialmente cominciata. A suonare il gong è il
primo scontro tra i due principali sfidanti: Beppe Grillo, che definisce «veline» le 5 donne capolista del Pd, e Matteo Renzi, convinto anche dai sondaggi favorevoli che M5S «ha paura» e per alzare i consensi «pensa solo ad attaccarci». Ma sulla scelta del premier di far guidare le liste da 5
donne, i malumori degli esclusi
portano al ritiro del sindaco di
Bari Michele Emiliano e del primo cittadino di Lampedusa Giusy Nicolini.
Matteo Renzi aprirà la campagna elettorale venerdì da Torino.
Una volata verso le europee e le
amministrative che il premier
vuole condurre all’attacco: portando in porto a Palazzo Madama
la riforma del Senato, piegando i
malumori della minoranza e
sfornando provvedimenti economici che portino la chiara impronta, come gli 80 euro in busta
di FRANCESCO CARBONE
Giusy Nicolini
paga, di stare dalla parte dei cittadini. «Vinciamo l’antipolitica
con la buona politica», è il refrain
che il leader Pd ripete ai suoi.
Il leader Pd punta lo stesso
campo da gioco e i consensi del
M5S e Beppe Grillo non fa sconti.
«Donne usate a fini di marketing
secondo la migliore tradizione
berlusconiana: quattro veline e
Renzie a fare il Gabibbo», sberleffa il comico genovese con tanto di
fotomontaggio sul suo blog. La
reazione delle 5 candidate democratiche non si fa attendere.
«Grillo offende le donne a fini di
marketing elettorale», reagisce
la lettiana Alessia Mosca, numero 1 del nord-ovest. Mente Pina
Picierno, capolista al sud, manda a dire a «Beppuzzo» che «l’unica (carta) #velina che riconoscerai sarà quella utile ad asciugarti
i lacrimoni dopo il 26 maggio».
Ma la «misoginia a 5 stelle» del
leader M5S, come
sostiene Dario Ginefra, per il vertice
del Pd altro non è
che fifa del voto.
«Grillo dimostra
sempre più di aver
paura del Pd», ribatte il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini.
Il numero 2 del
partito, che di corsa, su input di Renzi, ha dovuto la
notte scorsa rivoluzionare le liste mettendo in testa le donne. Il
malumore di chi si è visto scavalcare ha portato a due forfait eccellenti, il sindaco di Lampedusa
Giusy Nicolini e Michele Emiliano, che doveva guidare il sud.
Emiliano
e Nicolini
“scavalcati”
si tirano
indietro
ROMA- Si ingrossano le fila dei
non allineati al progetto del governo di riforma del Senato. Dodici ex grillini sommano le loro
firme alle 22 del Pd in calce al ddl
Chiti: Sel plaude. E Minzolini
prepara una proposta forzista
sulla stessa linea d’onda. Il Senato deve essere elettivo, dicono i
non allineati. Non se ne parla,
replica il governo. La frattura
sembra insanabile. Ma il premier Matteo Renzi ostenta tranquillità: «FI manterrà gli impegni». E richiama all’ordine la
minoranza Pd: voterà come decide la maggioranza.
«Il Pd ha delle
regole interne:
la minoranza
non va per i fatti
suoi ma dove va
la maggioranza», afferma in
un’intervista al
Tg3
Matteo
Renzi. Che derubrica la proposta di Chiti a
«ipotesi buona
per essere sventolata sui giornali». Certo, ci Pippo Civati
sono anche le
perplessità di FI, partito a sua
volta spaccato sul ddl del governo. E Renzi non esclude un incontro con Silvio Berlusconi. Ma
si dice convinto che «FI manterrà gli impegni».
Va avanti a testa bassa, insomma, il premier. Le riforme del resto «sono uno dei punti centrali»
del governo, ricorda il ministro
Pier Carlo Padoan. «Il sistema
politico e istituzionale italiano»
ha «rallentato, e talvolta ostacolato, la gestione della cosa pubblica», nonché «ritardato la ripartenza dell’economia», denunciano Renzi e Padoan nel
Programma nazionale di riforme allegato al Def. Un‘accusa
dura, che spiega le ragioni della
profonda revisione che si è avviata e si conta di concludere in
tempi certi. La nuova legge elettorale sarà approvata, scrivono
Renzi e Padoan nel Pnr, «entro
settembre» (con buona pace di
Forza Italia, che chiedeva il via
libera prima delle europee). E
sempre «entro settembre» il governo conta di incassare il via libera in prima lettura delle due
Camere al ddl costituzionale su
Senato e titolo V, per poterlo va-
rare in via definitiva «entro dicembre 2015».
Il fattore tempo resta centrale
per Renzi: il primo ok in Senato
al ddl costituzionale deve arrivare entro le europee del 25 maggio. Perciò va bene il confronto,
ma poi «arriva il momento di decidere» da parte della politica,
sollecita il ministro Maria Elena
Boschi. Nei corridoi di Palazzo
Madama serpeggia però scetticismo sulla possibilità di rispettare la tabella di marcia, visto
che solo martedì prossimo inizieranno le audizioni in commissione. Ma soprattutto, a frenare il ddl del
governo potrebbero essere i non
allineati,
con
proposte di legge e poi emendamenti.
Per «cercare
di fermare il ddl
del governo» 12
senatori ex M5S
firmano il ddl
Chiti, sostenuto
da 22 parlamentari Pd. E Sel,
con il coordinatore Nicola Fratoianni, ventila una “maggioranza su una proposta alternativa». Che potrebbe suscitare interesse anche in altri senatori dei
piccoli partiti della maggioranza e di una fronda interna a FI
(Minzolini sta preparando il suo
ddl). Non «un asse», spiega Pippo Civati, ma un incontrarsi di
«perplessità» che accomunano
«molti partiti, se non tutti». Non
c’è vincolo di mandato, è il messaggio di Civati a Renzi: «Non si
ricorra alla disciplina di partito».
Martedì i senatori Pd torneranno a discuterne nell’assemblea del gruppo, in vista dei lavori della commissione. Ma lunedì
il ministro Maria Elena Boschi
ne parlerà in un seminario a porte chiuse con costituzionalisti e
giovani ricercatori: un tentativo, osservano fonti parlamentari, di aprire la strada a modifiche
condivise che non alterino l’impianto del governo.
Intanto anche le Regioni annunciano emendamenti al testo.
E ne discuteranno lunedì mattina in un incontro tra le commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato.
dal lato della spesa
I CONTI L’Italia, per il ministro dell’Economia, uno dei sistemi fiscali più sostenibili mente
pubblica». Mentre per il
Il Def approda all’Fmi di Washington
ROMA- «Sono contento
di poter dire che l’Italia è
uno dei sistemi fiscali più
sostenibili fra le economie avanzate». Il ministro dell’Economia porta
il Def a Washington dove parteciperà alle riunioni del Fmi. Ed evidenzia la solidità dei conti indicati nelle
ultime previsioni programmatiche. Il governo punta ad una crescita più sostanziosa dello 0,8% indicato prudenzialmente nel documento
di economia e finanza. Ed esclude
che il principale stimolo all’economia, gli 80 euro in più in busta paga
dal 27 maggio, possa essere mangiato dall’aumento dell’imposizione sulla casa. Ma tiene anche alta la
guardia sui conti pubblici. E ipotizza un «piano di rientro» definito
«manovra di consolidamento» per
avvicinarsi al pareggio di bilancio a
valere sul 2015 tra i 3,5 e i 4,9 miliardi. C’è poi un dato confortante
(già scontato sul bilancio): il risparmio dalla spesa per interessi calcolato con il criterio di competenza
per l’anno in corso di ben 3,5 miliardi e per il 2015 di 6,7 miliardi.
Non a caso il premier Matteo Renzi è esplicito: «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le
banche se vogliono risparmiare
possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli ad.
Sulla demagogia li sfidiamo a viso
aperto. E’ giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Non solo, ribadisce, «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei
prossimi anni».
Quindi il governo spera su un effetto propulsivo sia dello sconto Irpef, sia delle altre riforme. Basterebbe infatti poco di più di crescita
(uno 0,5% ad esempio) per avvicinare il pareggio di bilancio (e far iniziare a calare il debito pubblico) che
il Def pospone di un anno al 2016.
Ma il governo, pur avendo più volte
annunciato di voler rivedere le regole europee e sottolineando di aver
comunque rispettato i patti con
Bruxelles, si lascia anche le mani libere per eventuali interventi aggiuntivi. Così anche se il premier ha
escluso manovre aggiuntive si rintraccia la possibilità di interventi
per superare il gap fino al pareggio
di bilancio che si sostanziano in ta-
gli alla spesa e che emergono in dettaglio elaborando i dati contenuti
nel Def.
Il piano si sostanzierebbe per il
2015 in «una manovra di consolidamento interamente finanziata da riduzioni di spesa per 0,3 punti percentuali di Pil», pari quindi a 4,9 miliardi. E questo con l’obiettivo di ridurre il deficit strutturale. Un piano di rientro che però, secondo alcune fonti, potrebbe ridursi a 0,2 punti (3,2 miliardi).
Il Def spiega che «nel 2015 e nel
2016 il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali richiederà misure aggiuntive per
colmare il gap residuo, che il governo ipotizza perverranno esclusiva-
2015 l’ammontare, in
termini di Pil, viene
quantificato espressamente, per il 2016 l’intervento emerge dalla differenza tra il Pil tendenziale e quello programmatico, che vede
proprio uno scostamento di 0,6
punti: chiaramente se la manovra
dell’anno precedente è strutturale
l’ulteriore correzione cala a 0,3
punti. L’indicazione è quella di agire solo sul fronte della spesa. Il riferimento è ovviamente alla spending review che dovrebbe garantire
fino a 17 miliardi nel 2015 e fino a
32 nel 2016. Molto probabilmente è
proprio da questa posta che sarà
utilizzata per ridurre il deficit, cioè
a fini contabili, e centrare gli obiettivi europei.Il nodo è rappresentato
dal fatto che parte di queste risorse
sarebbero già impegnate, come fatto rilevare dal commissario alla
Spending Carlo Cottarelli.
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Venerdì 11 aprile 2014
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POLITICA LUCANA
L’eurodeputato lucano con un avversario “pericoloso”
in meno sempre più lanciato verso il ritorno a Bruxelles
Fuori Emiliano
Pittella più forte
Il sindaco di Bari “stizzito” per non essere stato indicato
come capolista del Pd per il Sud si ritira dalla competizione
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Michele Emiliano si ritira. Gianni Pittella sorride. Il sindaco
di Bari del Partito democratico non ha
gradito la retrocessione dal primo al
secondo posto nella lista alle europee
per la Circoscrizione Sud. E così dopo i
malumori palesati a margine della Direzione nazionale del Pd di mercoledì
pomeriggio, ieri mattina il sindaco
pugliese Emiliano ha annunciato di
non partecipare più alla competizione elettorale per il Parlamento europeo.
Il pomo della discordia è stato il ruolo di capolista. Emiliano che era il favorito a capeggiare la lista del Pd nel
collegio meridionale (Puglia, Basili- Gianni Pittella
cata, Campania, Calabria, Molise e ti non chi sta in testa alle liste». Aveva
Abruzzo) alla fine è stato retrocesso al dichiarato dalla sua Lauria lo stesso
secondo posto per far posto alle donne Gianni Pittella. Ed è vero.
e in particolare a Pina Picierno. Una
Ma l’abbandono di Emiliano è indipolemica abbastanza “strana” se si scutibile che toglie dalla competizioconsidera che il regolamento eletto- ne un avversario temibile. Non c’è
rale per il Parlamento europeo non dubbio. Il sindaco di Bari è
prevede liste bloccate. In pratica o pri- politico conosciuto e vero simo o ultimo il lista cambia poco: vince gnore delle preferenze in
chi ottiene più preferenze. Ma eviden- terra pugliese. Fuori dai giotemente per Emiliano era una que- chi lui, gli avversari temibili
stione di prestigio. Non si spiega al- per l’eurodeputato lucano si
trimenti la sua scelta.
riducono. Nelle scorse eleMa la cosa non può che far piacere al zioni del 2009, Pittella fu selucano, e attuale vicepresidente vica- condo in assoluto al Sud. E
rio del parlamento europeo uscente, gli eletti in totale furono 4: il
Gianni Pittella. Innanzitutto sale di campano Andrea Cozzolino
un gradino in lista e si piazza al secon- (136.859 voti), lo stesso Pitdo posto proprio dietro la Picierno. tella (136.455 voti), Paolo De
Non che la cosa fosse “importante” Castro (111.882 voti) e Mario Pirillo
per Pittella che anche nelle settimane (110.313). Possibile che anche in quescorse aveva dichiarato di non essere sta occasione il Pd elegga 4 eurodepupreoccupato per il ruol odi capolista tati. E c’è di nuovo Cozzolino da batteaffidato a Emiliano: «Vince chi ha i vo- re. Poi altra “favorita” e la Picierno
Michele Emiliano
che potrebbe essere sostenuta direttamente da Renzi. Con Emiliano e qualche “outsider” (è ricandidato anche
Pirillo) la sfida sarebbe stata delicata.
Senza Emiliano tutto pare più semplice ache se va detto che in molti danno
Gianni Pittella come favorito a fare il primo degli eletti
questa volta. Si vedrà il 26
maggio a urne chiuse. Ad
ogni modo non è una cattiva
notizia l’uscita di scena del
sindaco di Bari. Tanto più
che superato lo scoglio del
voto, per Gianni Pittella a
Bruxelles si aprirebbero
partite importanti. E’ tra i
papabili per diventare addirittura presidente del Parlamento europeo. Per l’italia e per la Basilicata sarebbe il bis dai tempi di Emilio Colombo.
s.santoro@luedi.it
Tra i big
da battere
restano
Picierno
e Cozzolino
|
di VINCENZO VITI
L’amico Nino D’Agostino, persona che conosco da quarant’anni
cultore di quella materia subliminale che è il lavoro con le sue
promesse, suggestioni e derive,
compagno di strada nelle mie reiterate esperienze di governo in
Basilicata, mi consentirà di dirgli che il pericolo che si para di
fronte a noi non è di morire “pittelliani” (che non può essere ovviamente una forma di suicidio
assistito) ma di morire punto e
basta. E di morire anche per effetto di qualche provincialismo con
il quale guardiamo alle volute
della politica regionale osservandola dalle finestre di un vissuto di contrada o magari di
gruppo catecumenale portatore
di qualche istanza laica di salvezza.
Chi ha attraversato le vicende
della nostra storia recente, portandone addosso le ustioni e subendo le inaudite stupidità delle
polemiche di accatto, non potreb-
LATRONICO (FI)
«La tassa sugli immobili
è diventata fissa»
«IL Def presentato dal governo
Renzi purtroppo conferma che
la tassazione sugli immobili nata come tassazione provvisoria
con il governo Monti si consolida per i prossimi tre anni». Lo
ha dichiarato il deputato lucano
di FI secondo cui «un prelievo
tramite Imu e Tasi che deprime
il valore immobiliare determinando una perdita secca nel
patrimonio delle famiglie. Il governo dimentica che finché il
comparto immobiliare non si riprende attraverso politiche fiscali adeguate, è difficile che l'economia italiana conosca un ciclo espansivo».
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L’INTERVENTO
|
Il problema non è morire pittelliani
ma eccedere in moralismo sociologico
be condividere valutazioni così
trancianti e definitive, aggravate da qualche moralismo sociologico, peraltro molto al di sotto
dell’intelligenza (che conosco e
che apprezzo) di D’Agostino.
Non credo si possa definire la
realtà politica lucana in forza di
categorie semplificatrici che dispongono il bene e il male separandole con la linea del pregiudizio antropologico e sopratutto
ignorando che ogni valutazione
politica va immersa in un’analisi
ampia, complessa, problematica,
carica di dubbi e di prudenze, perciò onesta, come D’Agostino certamente sa per lascito culturale e
professionale.
La vicenda dei Pittella appartiene al racconto delle tante saghe familiari che hanno fatto la
storia della politica regionale e
nazionale. Aggiungo che essa
non difetta di intelligenze e di
sperimentate abilità . Può suscitare qualche apprensione (ed è
naturale per chi vive la politica
come competizione) ma non dovrebbe eccitare valutazioni così
manifestamente militanti. Soprattutto se si considerano le
condizioni della politica regionale, quelle che hanno condotto alle
primarie e al successo di una candidatura data per “eroica” e perdente eppoi manifestatasi più
forte di ogni aspettativa (e non
per magheggi o per incursioni
extraterrestri).
L a verità è che è emersa una domanda di cambiamento (come
quella che poi avrebbe accompagnato la cavalcata di Renzi) non
difficile da decodificare con il
senno di poi.
Leggevo sul “Corriere” la riflessione di un politico che apprezzo molto, Emanuele Macaluso. Sono sue le parole tranquillamente applicabili all’universo
del pd lucano:un partito che qui,
come altrove, agisce “in un sistema politico in cui il soggetto non
è più il partito ma le persone forti
di consensi popolari,cordate e
gruppi di potere locali in grado di
governare le istituzioni e collegarsi con le forze politiche nazionali”.
Perfetto. Non è così? Ma è davvero Pittella la pietra dello scandalo, l’orizzonte mortuario al
quale D’Agostino si rifiuta, o non
è invece quella complessa orditura del niente(e del tutto) nel quale
il pd è ridotto anche per nostre
(mie non escluse) responsabilità? Ed è utile gettare la pietra e ritirare la mano quando il mondo
nel quale come ombre ci muoviamo si arrovella intorno a competizioni personali dietro le quali
c’è una vana e inquietante sensazione di vuoto, un’assenza insieme leggera e tragica?.
Queste sono le domande pur se
l’eta e l’esperienza mi suggerirebbero di fermarmi anche per
non espormi a legittime osservazioni. Tuttavia nella vita è giusto
difendere scelte e convinzioni,
quelle alle quali sono liberamente pervenuto, sciogliendo collaudati sodalizi e votando Pittella,
consapevole che talvolta è meglio
rischiare scegliendo l’imponderabile (talvolta l’impossibile)che
perdere condividendo costumi e
convenienze già sperimentati.
Il mio sommesso invito perciò è
a tornare a guardare dentro i
processi reali e a coltivare il seme
di quel poco di utopia che ancora
è possibile sognare.
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 11 aprile 2014
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Comunali a Potenza con la novità di “Azione civica”
E ora aumentano
gli aspiranti sindaci
POTENZA - Oggi è la volta di Luigi Petrone. Il di associazioni che si è aggregato intorno al
candidato sindaco voluto dal Pd potentino e so- Comitato “13 Ottobre” di Dino De Angelis che
stenuto da Scelta civica, Centro democratico, si dichiarano slegati dai partiti tradizionali.
Popolari uniti e Sel, presenterà
Non è stato ufficializzato il noufficialmente la propria candime del candidato sindaco. La
datura nella sede regionale delpresentazione avverrà domani
l’Assostampa a Potenza.
mattina alle 11 e 30 presso la seSarà la prima occasione pubde del Comitato 13 Ottobre nelle
blica in cui i 5 partiti del centroadiacenze di via Pretoria a Posinistra presenteranno insieme
tenza. Pare quasi scontata la
il loro aspirante sindaco.
candidatura a sindaco dello
E sarà l’occasione anche per
stesso De Angelis.
“replicare” (probabilmente) agli
Ad ogni modo con Petrone, il
attacchi portati nei giorni scorsi
vincitore tra Falotico, Padula e
da Realtà Italia, Idv, Verdi e alCantisani, il candidato grillino
cuni movimenti e in particolare
Savino Giannizzari e quello di
dall’ex assessore regionale Ro- Sopra Dino De Angelis
“Azione civica” i candidati uffiberto Falotico. Il Pd quindi po- sotto Luigi Petrone
ciali salgono a quattro.
trà spiegare pubblicamente la
Poi c’è l’ex direttore generale
propria scelta e spiegare il motidel San Carlo, Michele Cannizvo del no alle primarie che invece
zaro che è sostenuto da Forza
verranno svolte dallo stesso FaItalia, Udc altri partiti e movilotico in competizione con Mamenti del centrodestra. E infine
ria Luisa Cantisani e Luigi Paci dovrebbe essere Dario De Ludula (domenica dalle 8 alle 21
ca che come è stato ampiamente
nella palestra di via Roma a Poscritto nei giorni scorsi è la sceltenza).
ta voluta da Fratelli d’Italia. Ma
Ma al netto delle fratture e delnelle ultime ore, dal centrodele sfide intestine al centrosinistra è calato il silenzio. Tutto ristra la platea degli aspiranti alla
mane cristallizzato. Prove di inpoltrona di sindaco della città
tesa dell’ultima ora? Si vedrà.
capoluogo si allarga. Ieri è stato
Intanto i candidati ufficiali iniresto noto infatti, che alla competizione parte- ziano a svelarsi pubblicamente.
sal.san.
ciperà anche un candidato sindaco del movi© RIPRODUZIONE RISERVATA
mento “Azione civica”. Si tratta di un cartello
L’IRONIA
“Votate Gianluca u’ sfiammat”
Il Trio comico potentino “La Faina” ironizza sulla campagna elettorale e così
il personaggio inventato “Gianluca u’ sfiammato” si candida a sindaco
Braia parla e polemizza da ex assessore
Vetrina importante agli Stati generali nazionali per la Salute
«RIENTRATO da Metaponto in sopralluogo lungo la costa dove sono
iniziati i lavori di posa delle Barriere soffolte. Promesse da tempo e da
me con l'aiuto del Commissario
Acito e con fatica portate avanti».
Così l’ex assessore regionale Luca
Braia parla su Facebook rilanciando: «I lavori proseguono per completarsi entro giugno prossimo. Ci
sono ancora molto altri problemi
da sistemare dopo l'alluvione del
dicembre scorso e le ultime mareggiate». Braia quindi che ha “subito” il rinvio del congresso regionale del Pd poi sottolinea il proprio
impegno: «Io farò la mia parte e an-
ROMA - Prima vetrina importante a livello nazionale per
l’ex governatore lucano De Filippo.
Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, infatti ieri
è stato uno degli ospiti importanti alla seconda giornata degli Stati generali della sanità
che si sta svolgendo a Roma.
E De Filippo in qualità di
Sottosegretario di Stato proprio con delega alla Sanità ha
dichiarato: «Il patto per la salute in questi anni si é dimostrato uno strumento rivoluzionario, virtuoso, che se fos-
Avanti per Metaponto De Filippo sulle minori risorse
drò dall’assessore Berlinguer e dal
presidente Pittella». E poi il riferimento polemico: «Almeno su questi temi evitiamo i rinvii. Ne va di
mezzo la comunità lucana».
|
LA RIFLESSIONE
se replicato in altri ambiti del
Paese, come ad esempio la
scuola o le infrastrutture, potrebbe essere di grande aiuto.
Con meno risorse si possono
comunque offrire più servizi,
scovando o rimettendo in moto modelli organizzativi».
«Sul patto per la Salute - ha
aggiunto l’ex governatore lucano Vito De Filippo - c’é un lavoro in corso, spero si chiuda
velocemente perché abbiamo
interesse a difendere le eccellenze della sanità e ad essere
rigorosi e virtuosi nei controlli».
|
Il prossimo segretario regionale del Pd
sia bravo e non per forza giovane
MATERA - Dopo le ultime,a dir
poco, comiche veleggianti precongressuali, vorrei da soldato
semplice del Pd (senza pretese,
nè ambizioni di carriera politica, ma semplicemente al servizio della mia città e della mia regione) fare alcune considerazioni.
A mio modesto parere essere
segretario di un partito significa farsi carico delle proposte di
tutti, sintetizzarle, farle conoscere e realizzarle. Il segretario
deve dare una rotta e indicare
dove andare e con quali mezzi.
Deve essere capace di ascoltare
dicendo dei forti si e forti no. Io
penso che governare questi processi di cambiamento, di peculiarità che provengono dalla nostra regione non eè compito che
si possa lasciare all'improvvisazione, al buon cuore dei singoli o
al nuovismo. Pur essendo molto
giovane, penso che la partecipazione giovanile ha da un lato un
enorme aspetto positivo che e' il
desiderio di rinnovare di trovare idee fresche ,capacità di impegnarsi ecc.
Dall'altro esiste secondo me
un aspetto negativo, e cioe è che
l'idea di nuovismo può fare esaltare l'età come l'unica cosa importante e considerare il giovane come spazzino che deve ripulire il vecchio. Questa idea a me
non piace ,sia perchè si affida al
giovane un futuro senza basi (l'
apprendistato politico) sia perche'si demolisce il lavoro positivo di chi ha alle spalle una nobile
e onesta cultura politica. Dun-
que, il prossimo segretario regionale del Pd lo vorrei capace di
porre al centro del partito queste dinamiche di governo dei
processi di cambiamento e le
problematiche dei territori.
Sapere come guidare un partito, vuol dire coadiuvare e sostenere il governo regionale nella
fase più difficile, cioè nell'attuazione dei programmi. Il partito
gioca un ruolo fondamentale in
questi casi, altrimenti non è un
partito. Lo vorrei inoltre capace
di mettere a disposizione il proprio "capitale umano e sociale" di
leadership, di conoscenze ,di
esperienza,di forza morale per
guidare le sfide della momentaneità e cercare di risolvere i mille
problemi di un partito sempre
piu'allo sbando. La nostra regio-
ne ha un disperato bisogno di solidarietà, di rispolverare il nostro antico senso di comunità.
Abbiamo bisogno che i giovani
non vadano più via, e chi è andato, che ritorni.
C'e'bisogno di un partito che
sappia programmare e creare
opportunità di lavoro e prospettive. Che sostenga i diritti allo
studio, all'assistenza sociale, il
welfare, che sostenga le imprese
e i lavoratori. Insomma vorrei
un segretario e un partito che
sappiano costruire un modello
di sviluppo territoriale e di coesione sociale sostenibili e duraturi. Vorrei, vorremmo... lo
avremo così: non molto giovane,
ma molto capace.
Pasquale Andrisani
Tesserato Pd
E quindi ha concluso il sottosegretario lucano: «Ricordiamoci che il nostro é uno dei
migliori sistemi sanitari del
mondo».
MOVIMENTO 5 STELLE
Petrocelli al Senato
sull’Enel
ROMA - «I conti dell'Enel non ci ritornano. E’ ondivaga e contraddittoria la
posizione dell'Enel in merito alla nomina del presidente del gruppo. Prima "raccomanda" - nel Consiglio
d'amministrazione dell'11 marzo
scorso - la scelta di un presidente "indipendente all'atto della prima nomina", e poi sirimangia tutto con un lancio di agenzia nel quale dichiara, in
data 8 aprile, che la sua stessa enunciazione di principio deve essere ritenuta "nonvincolante"». E’ questo il testo della nota a firma del senatore
grillino lucano, Vito Petrocelli che è
componente a Palazzo madama della Commissione Industria.
Petrocelli quindi spiega: «Ribadiamo che il M5s vigilerà attentamente
nei prossimi giorni, affinché la partita
politica dei rinnovi delle cariche, la più
importante in gioco in questo periodo,
avvenga nel rispetto delle procedure
indicate dalle direttive e della risoluzione approvata in Commissione».
RASSEGNASTAMPA
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OBIETTIVO EUROPA
A maggio la sessione comunitaria del Consiglio che
apre alla partecipazione, ma fino a ora non c’è molto
Nuovi programmi,
lucani in ritardo
Di questo passo si rischia di ricalcare la precedente
che ha fatto retrocedere la Basilicata
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - Nel giorno in cui il
ministro Delrio lancia l’allarme
sui cinque miliardi di euro di
fondi comunitari del precedente
settennio ancora a rischio, il
Consiglio regionale pubblica lo
stato dell’arte in Basilicata rispetto a vecchia e nuova programmazione, aprendo alla partecipazione sul web. Un quadro
su quanta parte, e in che modo, i
fondi europei dei programmi Fesr, Fse e Feasr siano stati spesi fino a questo momento. Ma soprattutto un resoconto sulle iniziative per le prossima programmazione. In vista del Consiglio ad
hoc che si terrà il prossimo 13
maggio. E soprattutto in vista delle scadenze ormai imminenti: entro luglio le
Regioni
dovranno
presentare i documenti programmatici. Per settembre, invece, dovrà essere stipulato l’ Accordo di
Partenariato definitivo tra Commissione Europea e
Stato Membro. A che punto è la
Basilicata? Sulla base della relazione disponibile sul sito del Consiglio regionale, non è possibile
dire molto. Solo poche delle cinquantasei pagine danno indicazione sulle attività fino a ora portate avanti per la nuova programmazione. Tra cui, la costituzione e l’avvio di gruppi di lavoro per la partecipazione attiva
sui tavoli del partenariato per la
redazione delle bozze degli Accordi, procedure per l’affidamento della valutazione ex ante
per individuare le priorità tematiche territoriali di cui tener con-
to per la scrittura del nuovo programma, iniziative per il coinvolgimento del partenariato,
consultazione on line e una serie
di di incontri sul territorio con le
parti economiche e sociali per
una condivisione delle nuove
proposte programmatiche. Insomma, poco, ancora troppo poco: è questa la sensazione. Soprattutto in vista di quella partecipazione attiva che si sta tentando attraverso il web, ma che, in
assenza di informazioni più precise, è davvero difficile dire su cosa possa essere basate. Commenta così a esempio Marco Percoco,
il docente della Bocconi originario di Potenza, che da facebook
offre il suo contributo: «Ahimè
ben poco c’è sul 20142020 e quel poco è
francamente irritante. Ancora una volta
la criticabile Autorità
di Gestione ha liberamente interpretato le
direttive ministeriali
(che pure sono state
criticate dalla Commisione
Europea,
tanto che l'Accordo di Partenariato è stato brutalmente restituito senza approvazione). Non
ci sono idee forti, dunque, non c’è
programmazione. Business as
usual, il problema che questo,
per la Basilicata, significa replicare la performance recente.
Brutto, molto brutto. Si gioca
con centinaia di milioni di euro
sulla pelle delle persone».
La verità è che la nuova programmazione viaggia in ritardo. Anche per cause che non dipendono dalla Basilicata, per i
tempi dilatati con cui Parlamento e, successivamente, Consiglio
europeo hanno approvato le pro-
Il vuoto
amministrativo
ha dilungato
i tempi
spettive finanziarie 2014-2020
e, quindi, hanno determinato le
risorse destinate alla politica di
coesione per la programmazione
2014-2020 (novembre 2013). A
questo, però, si è aggiunto anche
il vuoto amministrativo determinato dalla fine anticipata dalla
precedentemente legislatura,
che ha in fatto in modo che la Basilicata viaggiasse a ritmi ancora più lenti.
Con il concreto rischio che - in
assenza di una pianificazione
ben pensata - il nuovo programma di allocazione delle risorse finisca per ricalcare il precedente.
Che di risultati non ne ha portati
tanti: la Regione non solo non è
stata in grado di fare quel balzo
in avanti che sarebbe stato logico
aspettarsi, ma che addirittura
ha fatto segnare un passo indietro, con il ritorno della Basilicata
nell’ex Obiettivo 1.
Non siamo gli unici è vero. La
Calabria non ha fatto meglio. Ma
in Lazio, proprio ieri il Consiglio
ha iniziato l’esame della proposta concernente le linee di indirizzo per un uso efficiente delle
risorse finanziarie destinate allo
sviluppo 2014-2020.
Le
risorse
finanziare
a disposizione
In base ai criteri di riparto delle
risorse finanziarie fra Regioni
del Mezzogiorno proposte dal
ministero economico, e sulla base della “retrocessione” della Basilicata tra le regioni dell’obiettivo convergenza e quindi non più
di transizione, il contributo comunitario per i soli Fesr ed Fse
dovrebbe essere pari a 863,850
milioni di euro. A cui bisogna aggiungere - si legge sempre nella
relazione - il cofinanziamento
nazionale del 50 per cento. Com-
plessivamente le risorse europee
destinate alla Basilicata per il
prossimo settennio dovrebbero
arrivare a un miliardo e 700 mila
euro. A cui vanno aggiunti i 400
milioni derivanti dalla precedente programmazione.
C’è da dire che l’allocazione del-
le risorse finanziarie a livello di
Regioni e di Programmi operativi non è stata tuttora approvata.
Ed è ancora in fase di definizione
la stima della quota di risorse destinate a ciascun Fondo. L’auspicio è che per maggio le idee siano
un pò più chiare.
Benedetto (Cd): «Fiscalità di vantaggio e più flessibilità sui fondi strutturali»
«Occasione per una nuova Basilicata in Europa»
Il consigliere commenta l’appuntamento del prossimo
13 maggio: «Una sfida che va raccolta»
Nicola
Benedetto
«LA sessione comunitaria che il Consiglio Regionale terrà il 13 maggio
prossimo si carica di ulteriore significato in previsione della nuova programmazione comunitaria 20142020. Dobbiamo cogliere questa occasione per definire una nuova idea
di Basilicata in Europa all’insegna di una più ampia autonomia». Questo il commento del consigliere di Centro
democratico, Nicola Benedetto. Che aggiunge: «Tra i
progetti dobbiamo puntare ad ottenere la facoltà, in particolare per sostenere il Mezzogiorno di introdurre forme più estese e differenziate di fiscalità di vantaggio e di
utilizzare in modo più flessibile i fondi strutturali europei e di istituire ulteriori zone franche; negoziare la possibilità di escludere temporaneamente ed entro deter-
minati limiti dalla nuova regola del debito le passività
connesse alle garanzie statali accordate a banche e istituzioni finanziarie, quali ad esempio la Cassa depositi e
prestiti, per la concessione di finanziamenti per l’attuazione di investimenti ambientali e macro progetti di sviluppo sostenibile, in particolare nei settori dell’energia
e del ciclo delle acque e dei rifiuti. Sono convinto che un
futuro prospero per l’Italia possa realizzarsi solo all’interno della cornice europea e che ogni pulsione antieuropeista fa male al Paese. Ma non possiamo far finta - aggiunge Benedetto - di non accorgerci che l’Unione europea è ancora purtroppo percepita da larga parte degli
italiani solo come una tecnocrazia inflessibile, che assume le vesti di un guardiano severo dei nostri conti pubblici. Una tecnocrazia che chiede continuamente sacrifici agli italiani, assolutizzando la dimensione della di-
sciplina di bilancio e del rispetto di rigide regole sul deficit, il debito e la spesa pubblica. Tale percezione non è
del tutto priva di basi oggettive, poiché, almeno fino a
pochi mesi fa, l’obiettivo di costruire un’Unione europea
unita, solidale e democratica, capace di assicurare una
crescita economica sostenuta, sostenibile e inclusiva,
promuovere la competitività e potenziare l’occupazione, è stato posto in secondo piano rispetto a una logica
monetarista, tesa esclusivamente a ripristinare la stabilità dei mercati finanziari sulla base di ricette di politica
economica improntate al rigore e all’austerità di bilanci.
Per questo l’Europa che scelgo è buongoverno, con criteri di convergenza misurabili e vincolanti non solo economici ma anche per la protezione sociale, la libertà di
informare e di essere informati, gli investimenti per l’innovazione. L’Europa che scelgo è concretezza di risorse
per imprese, territori, ricercatori, società civile, col pieno uso dei fondi UE oggi non impiegati dall’Italia per carenza di informazione, di formazione, di semplicità e
trasparenza delle procedure, di capacità progettuale».
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In alto lo stato di attuazione al 31 dicembre 2013 dei tre programmi comunitari
In basso il grafico della spesa certificata e da certificare del Po Fesr 2007-2013, al 31 dicembre 2013
La novità
Finanziamenti, liberi professionisti come imprese
Unione
europea
PER la prima volta il piano d’azione deciso mercoledì scorso a
Bruxelles, e presentato dal vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani, prevede
che anche i liberi professionasti potranno essere beneficiari
di finaziamenti rinvenienti
tanto dai fondi strutturali, tanto da quelli gestiti direttamente da Bruxelles.
Considerati, quindi, come
vere e proprie imprese.
Secondo i dati del 2010, in
Europa ci sono circa 3,7 milioni di liberi professionisti che
danno lavoro a 11 milioni di
persone con un giro di affari di
560 miliardi.
Successivamente verranno
lanciate iniziative mirate per
insegnare ai professionisti come beneficiare di fondi europei
visto che le conoscenze sono
poco diffuse.
Per il futuro i liberi professionisti verranno invitati a
partecipare al Forum per l'accesso delle Pmi alle fonti di finanziamento.
Per favorire la formazione di
liberi professionisti con competenze richieste dal mercato
sarà organizzata una piatta-
forma in grado di porre in contatto università e liberi professionisti, coinvolgendo anche le
associazioni di imprese.
Sarà finanziata l’organizzazione di iniziative mirate per la
diffusione delle competenze riguardo alla gestione di impresa da parte dei liberi professionisti.
Anche creando sinergie con
iniziative già esistenti.
Tra le altre cose, come spiegato mercoledì, saranno riletti
tutti gli strumenti per l'internazionalizzazione con le lenti
dei liberi professionisti.
A Potenza e Matera l’iniziativa dell’associazione Comitas
Microimprese, nasce lo sportello anticrisi
L’ASSOCIAZIONE delle microimprese italiane Comitas lancia a Potenza e a
Matera lo “Sportello Anticrisi”che fornirà assistenza a piccoli imprenditori
e artigiani della regione
in difficoltà.
«Oramai non passa
giorno senza che un imprenditore schiacciato
dalla crisi economica si
tolga la vita – spiega Comitas in un comunicato
stampa – La conferma a
tale fenomeno arriva dai
numeri: negli ultimi 4
anni in Italia i suicidi per
cause economiche sono
aumentati del 30%. Una vera e propria
emergenza che può essere affrontata
fornendo strumenti utili di difesa agli
artigiani e ai titolari di piccole attività».
Attraverso lo “Sportello Anticrisi”
uno staff di legali, commercialisti ed
esperti darà assistenza agli imprenditori della Basilicata su diversi fronti:
cartelle esattoriale,
debiti col Fisco, ritardi nei pagamenti
da parte della Pubblica amminsitrazione, banche, interessi usurari e malaburocrazia. Tutte
le situazioni in cui i
titolari di attività risultano vessati o
subiscono una violazione dei propri
diritti, verranno denunciate in sede
penale, al fine di far valere le ragioni
dei piccoli e salvare realtà che con il
giusto supporto possono continuare
ad operare”.
«I piccoli imprenditori sono abbandonati a loro stessi – afferma il presidente Comitas, Francesco Tamburella
–Con tale Sportello Anticrisi vogliamo
non solo offrire strumenti concreti di
difesa, ma anche far sentire meno solo
chi oggi, schiacciato dalla crisi economica, arriva a compiere gesti estremi
perché dimenticato dalle istituzioni».
Lo Sportello Anticrisi Comitas di Potenza fa capo all’AVV. Giuseppe Giuzio - Via Pretoria, 262; quello di Matera
all’Avv. Ivana Giudice - Via Gattini 4
bis. Per info e appuntamenti è possibile contattare il numero nazionale
06.99341843
Ammortizzatori in deroga, l’allarme dei sindacati
In ritardo quelli del 2013
Troppo pochi per il nuovo anno
STA diventando una situazione d’allarme quella dei
beneficiari degli ammortizzatori in eroga. E’ l’allarme lanciato ieri da tre segretari generali du Cgil,
Cisl e Uil di Basilicata, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro.
Parlano di «preoccupanti
tensioni in tutto il territorio regionale, che ci impongono di intraprendere
azioni risolutive anche di
mobilitazione, in ragione
dei ritardi nell'erogazione
dei sussidi fermi ad ottobre
2013 e della insufficienza
ed inconsistenza delle risorse finanziarie stanziate
per il 2014».
«Non è comprensibile attaccano i sindacati - che le
risorse già stanziate ed immediatamente disponibili
non siano ripartite per dare una risposta alle migliaia di lavoratori che sono in attesa del sussidio da
mesi creando una vera e
propria emergenza sociale». Cgil-Cisl-Uil metteranno in campo una serie di
iniziative, a livello locale e
nazionale, con l’obiettivo di
sensibilizzare le istituzioni
e la stessa opinione pubblica ed arrivare ad una soluzione strutturale del problema.
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PETROLIO
Al vaglio
della Corte dei conti
il bilancio di 10 anni
di estrazioni
in Basilicata
di LEO AMATO
POTENZA - Comuni inadeguati per gestire i proventi delle royalties del petrolio. E’
il senso del referto sull’utilizzo delle risorse generate dalle estrazioni in Basilicata,
illustrato da Giuseppe Teti, ieri a Potenza,
nel corso dell’ultima adunanza pubblica
della sezione regionale di controllo della
Corte dei Conti.
Nei prossimi giorni spetterà al collegio
presieduto da Francesco Russo deliberare
in proposito. Ma a meno di sorprese l’orientamento dovrebbe essere confermato,
delegittimando «i livelli più bassi di governo» della cosa pubblica che dal 2001 al
2012, questo l’ambito temporale esaminato, hanno ricevuto in cassa oltre un miliardo di euro, di cui circa 100 milioni soltanto
per il Comune di Viggiano.
I dati presentati ieri mattina sono il risultato di 3 anni di contraddittorio con
Regione ed enti locali sulla
sulla gestione dei petrol-euro. Un controllo sulla «la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa,
al termine del quale, in caso
di bocciatura, «le amministrazioni dovranno attenersi alle indicazioni del
controllore per eliminare i fattori di scarsa efficacia della gestione e migliorare la
propria azione».
I rilievi dei magistrati contabili verranno inviati anche a Parlamento e Consiglio
regionale per valutare il da farsi, inclusi
eventuali interventi legislativi. E potrebbero pesare non poco nel dibattito in corso
tra Potenza e Roma sull’aumento delle
estrazioni di petrolio in Basilicata e sul ritorno allo Stato delle competenze in materia energetica, che oggi sono condivise
con le Regioni. Una prospettiva che sembra favorire proprio quei Comuni che la
Corte dei conti si accinge a bacchettare per
la loro inadeguatezza a gestire una risorsa del genere.
Infatti, stando a quanto emerso dal referto presentato ieri, l’80 per cento circa
delle amministrazioni comunali ha utilizzato le royalties per finanziare le proprie
spese correnti, e non per «sviluppo e lavoro» come previsto dalla legge. Inoltre
«manca ancora un’analisi dettagliata degli obiettivi e dei risultati dei progetti in
questo settore».
Critiche
sui soldi
utilizzati
per le spese
correnti
Utilizzo delle royalties
Sotto accusa i comuni
A giorni la decisione della Sezione di controllo
con i rilievi da inviare anche in Parlamento
Per Teti, in primo luogo, le royalties non
andrebbero «considerate entrate tributarie, e questo cambierebbe alcuni dei vincoli». In più va sempre tenuto a mente che «il
petrolio non è una risorsa di proprietà regionale, intesa come sia come entità amministrativa che come comunità sociale,
ma è nazionale e strategica, come si deduce in modo inequivocabile dalle fonti legislative e anche dall’ultimo memorandum».
Ma il magistrato ha evidenziato persino
una discrepanza tra i dati forniti dalla Regione e quelli delle compagnie petrolifere
su estrazioni e proventi delle stesse. Tanto
per rendere le cose ancora più difficili.
«Con rammarico registriamo l’assenza
del contraddittorio della Regione stessa, e
di molti dei 35 Comuni che ricadono nelle
aree di estrazione». Così in aula il relatore,
che si è detto anche perplesso «sull’ammontare dei fondi complessivamente andati alla ricerca e all’innovazione, solo 7
milioni, mentre questo avrebbe dovuto es-
sere uno dei punti cruciali dei programmi».
Discostandosi dal tema delle royalties in
senso stretto Teti ha sottolineato anche la
«lentezza» nell’attuazione delle intese tra
enti e compagnie: «basti pensare che il monitoraggio ambientale, deciso nel 1998,
ha portato solo lo scorso anno alla nascita
di un osservatorio». In più ha denunciato
diversi «enti locali che hanno avuto difficoltà a reperire e a inviarci i dati, e anche
questo è un elemento di criticità».
LA RIFORMA DEL TITOLO V Il capogruppo FI sui progetti del Parlamento
«Sul territorio competenze alle Regioni»
Napoli insiste sulla capacità di gestione
Michele
Napoli
«SUL riparto delle competenze legislative previsto
dal titolo V, sarebbe auspicabile il mantenimento della competenza concorrente, anche perché alcune materie, ad esempio il “governo del territorio”
richiedono necessariamente un intervento di dettaglio del legislatore regionale».
E’ quanto afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Michele
Napoli sul progetto di riforma costituzionale allo studio del Parlamento che è stato
oggetto di discussione anche a Potenza,
per le evidenti implicazioni sulla questione petrolio, con l’idea di riportare la competenza esclusiva in materia di energia allo Stato, oltre alla questione sulle macroregioni.
«Contro il disordine istituzionale che
compromette fondamentali diritti dei cittadini e frena le potenzialità di settori strategici per lo sviluppo economico, il vero
fattore di cambiamento – sottolinea l’esponente di Fi - è l’impegno delle forze politiche di garantire la funzionalità del sistema. Deve, quindi, essere valutata positivamente l’apertura nell’attuale legislatura
di una nuova fase costituente
che, per proiettare efficacemente il Paese verso il futuro, non
può prescindere dalla realizzazione di quella che può essere
definita la grande ‘incompiuta’
della seconda repubblica: il federalismo fiscale. Una necessità
immanente alla luce di una considerazione semplice, per certi
aspetti banale: il 77 per cento
delle tasse pagate dagli italiani finisce nelle casse dello Stato, ma il 60 per cento della
spesa pubblica, al netto di quella previdenziale e degli interessi sul debito, è in capo
alle autonomie territoriali. Insomma, le
tasse vanno a Roma, ma i centri di spesa sono in periferia. Periferia che non può rice-
vere i soldi necessari allo svolgimento delle funzioni amministrative che le competono sulla base del criterio della spesa storica, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti».
«E’ innegabile – sostiene Napoli - che la polverizzazione delle competenze determina un rischio costante di sovrapposizione di ruoli e di moltiplicazione
dei passaggi che finisce per ritardare il momento della decisione (...) Per riportare sotto
controllo l’assetto organizzativo e il sistema delle competenze
occorre che la distribuzione delle stesse tra i diversi enti non avvenga solo
in virtù del principio di sussidiarietà, ma
anche attraverso quello dell’adeguatezza,
cioè valutando la capacità dell’ente di svolgere una funzione sulla base della dimensione demografica o della dotazione di risorse umane e finanziarie di cui dispone».
«Positiva
l’apertura
ad una nuova
fase costituente»
ROSA (FD’I)
«Con il coltello
tra i denti»
«CREDO sia arrivato il tempo in cui la politica lucana a
Roma, a trattare, ci vada
con il “coltello tra i denti” e
punti a rinegoziare le royalties al 25% e apretendere
massima attenzione alle ricadute delle estrazioni sull’ambiente e sulla salute dei
cittadini». E’ quanto afferma il consigliere regionale
dei Fratelli d’Italia. «Si faccia fronte comune a quel tavolo, si lascino a casa le
proposte
frammentate
avanzate dalla politica lucana fino ad oggi. Il petrolio è
dei lucani, Governo e multinazionali devono capire
che non è più tempo di colonizzatori e colonizzati. La
palla adesso passa al governatore Pittella. Se vuole
davvero cominciare la sua
rivoluzione non ha che da
fare il primo passo».
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Venerdì 11 aprile 2014
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«Le misure di sicurezza garantite per tutti i lavoratori diretti e indiretti»
Lavoro, le ragioni dell’Eni
Sui salari dell’indotto: «Non abbiamo titolarità sulla questione»
A sinistra la Corte dei Conti e in alto il Centro Oli di Viggiano
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L’INTERVENTO
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«Un gioco delle parti
utile ad oscurare
chi si è opposto al petrolio»
VACCARO (UIL)
«Sostenere
il lavoro»
«LE royalties non
generano sviluppo
e
occupazione».
Così il segretario regionale della Uil,
Carmine Vaccaro,
in riferimento alla relazione della Corte
dei conti, e le istituzioni e la politica
«sono chiamati a rispondere ai rilievi
dei giudici contabili
sulle cosiddette “discrepanze” di dati».
Secondo Vaccaro,
«è ancor più necessario determinare le
condizioni per una
svolta nella gestione all’altezza delle
esigenze di lavoratori, di cassaintegrati o in mobilità e delle
famiglie lucane che
vivono in condizioni
di povertà o comunque di disagio».
Maurizio Bolognetti
di MAURIZIO BOLOGNETTI*
SULLA questione del Titolo
V della Costituzione, strettamente collegata alla vicenda delle attività estrattive in Basilicata, stiamo assistendo a uno stucchevole
gioco delle parti finalizzato
a gettare fumo negli occhi e
soprattutto ad oscurare chi
con serietà si è opposto alla
definitiva trasformazione
della Lucania infelix in hub
petrolifero nazionale.
Tra “Gladiatori”, schiavi,
leoni, sciacalli e giraffe, il
circo petrolifero lucano si è
nuovamente messo in moto,
e questa volta lo spettacolo è
davvero grandioso. Leggo
della convocazione di un
“tavolo istituzionale” con
un Ministro e un Governo
che non hanno certo fatto
mistero delle loro reali intenzioni.
Leggo e mi chiedo se questo “tavolo” non si trasformerà in una veglia funebre
per quel che resta della Basilicata e nell’ennesimo ban-
chetto che ingrasserà tutto
ciò che da tempo ruota attorno alle attività petrolifere
made in Lucania.
Il Presidente “Gladiatore”, essendo legato a filo
doppio con Renzi, di tutta
evidenza è inadatto a difendere - ammesso che davvero
lo voglia - i nostri interessi e
il nostro territorio.
Le opposizioni, se tali vogliamo definirle, si stanno
rivelando una volta di più
solo parte del “coro”.
L’unica possibile “conciliazione”, l’ho detto e lo ripeto, è rappresentata da uno
stop a qualsiasi ulteriore
concessione in materia di
estrazione idrocarburi. Al
ministro Guidi, che dice che
la nostra regione diventerà
un caso che farà scuola, rispondo che le sue parole mi
ricordano il lupo della favola di Cappuccetto Rosso.Ahinoi, la Basilicata un
“caso di scuola”lo è già e non
è un caso da imitare.
* Direzione partito Radicali
Italiani
POTENZA - Oggi doveva essere il giorno
dello sciopero di due ore dei lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano, sciopero poi revocato il giorno dopo dell’annuncio da parte delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil
per il sopraggiunto accordo relativo alla
questione dell’aumento degli orari di lavoro per creare una linea a ciclo continuo,
forse in relazione all’apertura della quinta
linea del centro oli di Viggiano. Le speculazioni per il sopraggiunto accordo ci sono: l’intensificazione della produzione,
come annunciato
con tanto di aumento della turnazione
di 12 ore, non ci sarà? Oppure sono
previste nuove assunzioni?
Questo è solo uno
dei problemi, i sindacati in questo momento stanno portando avanti la battaglia per cercare
un accordo che possa equiparare i compensi dei lavoratori
dell’indotto
con
quelli del centro oli e
poi c’è da mettere in La fiammata al centro oli
campo tutta una serie di tavoli per ridiscutere la questione
sicurezza. Il 13 gennaio quella fiammata ha fatto capire
molte cose: è vero
che si è trattato di un
errore umano di un
addetto esterno alla
struttura, ma è anche vero che occorre
potenziare le misure
di sicurezza, così come ribadito anche nella relazione del ministero dello Sviluppo
Economico all’indomani dell’indagine
svolta per constatare le cause del blocco
della linea del 13 gennaio scorso. L’accusa, quindi, resta ancora una ferita aperta,
soprattutto per quel «mancato confronto
in tema di sicurezza sul lavoro. Confronto dicono i sindacati - che non può più essere
rimandato a data da destinarsi».
E ieri è arrivata una replica della società
del cane a sei zampe che sostanzialmente
mette punto per punto i problemi relativi
allla questione. «Nel 2013 - scrive Eni - si
sono tenuti 12 incontri presso Confindustria Basilicata che hanno portato alla sot-
toscrizione di quattro verbali di accordo,
permettendo la ricollocazione del 96% dei
lavoratori interessati da cambi d’appalto».
La compagnia petrolifera, inoltre, «ribadisce il proprio impegno costante e continuativo sulle tematiche relative alla salute
dei lavoratori che ha portato a risultati di
eccellenza: all’interno dei propri siti operativi il medesimo livello di sicurezza è garantito per tutti i lavoratori, diretti e indiretti. Tale impegno ha consentito
di ridurre di 10 volte, dal 2009 al 2013,
il numero di infortuni per milione di
ore lavorate da dipendenti e contrattisti presso Distretto
Meridionale
Eni».
«Sin dal 2008 - è
scritto nel comunicato - con la decisione di collocare il Distretto Meridionale
in Val d’Agri, ha dato un forte impulso
alle attività dell’indotto dimostrando
il proprio impegno
verso il territorio in
cui opera. Con la
sottoscrizione del
Protocollo del 5 Ottobre 2012, Eni ha
rafforzato le iniziative di sostegno all’economia locale
,impegnandosi
a
massimizzare, nel
rispetto delle normative vigenti, la
partecipazione delle aziende locali a gare regionali e locali.
Nel 2013 Eni ha agevolato l’applicazione
dell’Asse 5 del medesimo Protocollo in tema di cambi d’appalto, contribuendo al
mantenimento dei livelli occupazionali di
lavoratori lucani nelle aziende aggiudicatarie dei contratti come confermato dalle
organizzazioni sindacali».
Poi la “doccia fredda”: «sulle rivendicazioni salariali delle organizzazioni sindacali relativamente ai dipendenti delle
aziende dell’indotto», l’Eni, «non avendo
alcuna titolarità circa i rapporti di lavoro
oggetto di confronto, conferma la propria
impossibilità a partecipare ad eventuali
trattative».
«Grazie all’accordo
con Confindustria
abbiamo ricollocato
il 96% dei dipendenti
interessati dai cambi d’appalto»
La lettera congiunta dei segretari regionali Cgil di Umbria e Basilicata
«Con la riforma delle autonomie locali
resteremmo senza Provincia e Regione»
POTENZA – I segretari regionali della Basilicata e dell’Umbria della Cgil, Alessandro Genovesi e Mario Bravi, hanno
espresso, in maniera congiunta, «perplessità e
contrarietà rispetto
alle modalità, con
cui si intende affrontare una questione delicata come
quella che fa riferimento al riordino
delle autonomie locali» e in particolare
sul «destino» delle
piccole Regioni in seguito a una
possibile riforma del Titolo V
della Costituzione.
«Oggi semmai - hanno aggiunto - occorrerebbe contrastare la crescente tendenza alla
centralizzazione» e se la propo-
«Perplessi
e contrari
al metodo
di Renzi»
sta di soppressione «andasse
avanti ci troveremmo nella assurda situazione per cui i cittadini umbri e lucani vedrebbero,
contemporaneamente, il superamento di province e delle regioni, con il risultato, veramente unico in Europa, di due realtà
importanti del paese, che avrebbero come unico organismo
elettivo sul territorio solo il Comune».
«L’esperienza regionalista secondo i due segretari in conclusione del comunicato - ha costituito e costituisce un elemento fondamentale di sviluppo e di
coesione delle nostre due realtà
regionali, a partire dai fondi europei e dalla più generale capacità di leggere eccellenze e potenzialità specifiche dei territori».
Alessandro Genovesi
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Venerdì 11 aprile 2014
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DELITTO A PARCO AURORA
Nuova ordinanza contro Angelo Nolè
Accolto l’appello della Dda di Salerno
Quarto arresto per i Gianfredi
Avrebbe partecipato ai sopralluoghi prima dell’agguato, esecuzione sospesa per la Cassazione
di LEO AMATO
POTENZA - C’è una quarta ordinanza d’arresto per il duplice
omicidio dei coniugi Gianfredi.
Rischia di finire in carcere Angelo Nolè, 63enne di Filiano accusato di essere stato tra gli organizzatori dell'agguato di Parco Aurora il 29 aprile del 1997.
Lo ha deciso il Tribunale del
riesame di Salerno accogliendo
l'appello del pm Rosa Volpe contro l'ordinanza del gip Maria
Zambrano che ha febbraio aveva
respinto la richiesta di una misura cautelare anche nei suoi
confronti, spiccandone altre 3
nei confronti di altrettanti personaggi ai vertici del nascente
clan dei basilischi: il fondatore
Gino Cosentino, il pignolese Saverio Riviezzi e il potentino Carmine Campanella.
A fare il suo nome prima con
gli investigatori dell'antimafia
lucana, e poi con i colleghi campani, sono stati i due pentiti rei
confessi, che nel 2010 con le loro
dichiarazioni hanno segnato la
svolta nel mistero sui killer di Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero.
Per Alessandro D’Amato, l'ex
camionista melfitano che ha ammesso di aver sparato senza sapere che nell'auto ci fossero anche la donna e i figli della coppia
scampati, soltanto per miracolo,
Nolè avrebbe fatto da intermediario tra lui e Riviezzi.
“Io so solo che si sono riuniti
tutti e tre, Cossidente, Riviezzi e
Nolè, e hanno deciso che comunque si doveva incominciare ad
ammazzare queste persone. A
fare rumore. E a far rumore significava far rumore forte (…)
I rilievi sulla scena del crimine il 29 aprile del 1997
dovevamo colpire il pezzo”. Que- glia Nolé e la famiglia Campaste sono state le parole di D'Ama- nella. Perché Campanella, il pato ai pm di Salerno nell'interro- dre è di origini di Rionero (…)
gatorio del 5 dicembre del 2012. Molte volte anche il Nolè accomMentre Antonio Cossidente, il pagnava il Campanella nei vari
boss pentito della calciopoli ros- appostamenti anche perché Nosoblu e delle relazioni scottanti lè non era conosciuto in quella
coi palazzi che contano, ha riferi- zona e neanche dal Gianfredi.
to di sopralluoghi effettuati da Quindi spesso, mi diceva CamNolè assieme a Campanella, con panella, che qualche volta è capicui sarebbe stato legato anche da tato che Nolè andava anche sotto
un rapporto di parentela.
casa, così passeggiando come
«E’ andato pure Angelo Nolè una persona normale, Perché
qualche volta insieme a lui, per- poi lui aveva l'abitudine di portaché poi erano... i due sono, tra pa- re sempre un camice. Nolè portarentesi, dovrebbero essere an- va un camice questi qua che usache, se non sbaglio, cugini o no spesso nelle falegnamerie o
compari». Così il padrino diven- nelle officine. I camici blu coi bottato collaboratore di giustizia toni ecco».
due mesi dopo le prime dichiaraIn altri termini Nolè sarebbe
zioni di D’Amato. «Tra la fami- stato «una persona molto discre-
|
ta». Ideale per raccogliere informazioni sulle abitudini della vittima designata senza destare sospetti. «Poi l’età che aveva, i capelli bianchi una pesona... non...
non dava nell’occhio. Quindi
spesso col camice si faceva la passeggiata pure davanti al piazzale di Gianfredi».
Di più sul suo conto gli investigatori della Mobile di Potenza
hanno recuperato un tabulato
telefonico in cui compare il numero di sua moglie affianco a
quello di Massimo Cassotta, considerato il referente del clan dei
basilischi nel melfitano e fratello
di Marco Ugo, un’altra delle vittime di Alessandro D’Amato.
Per il gip di Salerno si sarebbe
trattato comunque di elementi
L’OMICIDIO CHE HA SCOSSO POTENZA
insufficienti. A suo dire infatti i
coollaboratori sarebbero stati
«vaghi nel tracciarne il contributo limitandosi a identificarlo
tra i mandanti ed organizzatori».
«Peraltro - prosegue l’ordinanza impugnata dalla procura
- la figura del Nolè non appare
nemmeno particolarmente caratterizzata nel contesto delinquenziale del quale si è parlato.
Assolto dal processo Basilischi
(nell'ambito del quale, peraltro,
non era accusato del reato di cui
all’articolo 416 bis) egli vanta diversi precedenti, ma nessuno
per associazione di stampo mafioso; né infine i controlli di polizia di cui alle più recenti informative ne hanno fornito elementi significativi quanto ai suoi
rapporti con gli altri indagati».
Prima che l’ordinanza del Riesame diventi esecutiva e scattino
le manette per il 63enne di Filiano occorrerebbe il passaggio in
giudicato. Ma il suo legale, l’avvocato Valeria D’Addezio, ha già
annunciato ricorso in Cassazione.
Nei giorni scorsi lo stesso Riesame di Salerno, aveva respinto
anche i ricorsi presentati dai legali di Campanella, Riviezzi e Cosentino. Quest’ultimo, in particolare, era stato collaboratore di
giustizia a sua volta da settembre del 2007 fino della revoca del
programma di protezione nei
suoi confronti avvenuta a maggio dell’anno scorso, ma non aveva mai ammesso responsabilità
per i fatti di sangue dei primi anni di attività della nuova “famiglia” lucana
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La vendetta per uno sfregio mancato e il segnale ai clan
Il battesimo di sangue della nuova famiglia “basilica” e le ultime inchieste dell’Antimafia
QUELLO in cui sono morti i coniugi Gianfredi è stato un agguato deciso dai vertici della famiglia “basilisca”, come hanno
confessato Alessandro D’Amato
e Antonio Cossidente, l’esecutore materiale e uno dei suoi organizzatori.
E’ quanto ha sostenuto più di
recente anche il Tribunale del
Riesame di Salerno che ha respinto i ricorsi del fondatore della “quinta mafia”, il 59enne Gino
“faccia d’angelo” Cosentino
50enne, del pignolese Saverio Riviezzi e del 51enne
potentino Carmine Campanella.
Cosentino è accusato di essere
stato il mandante
dell’agguato in cui
morirono Pinuccio Gianfredi e
sua moglie Patrizia Santarsiero,
il 29 aprile del 1997. Dei 3 destinatari dell’ordinanza di misure
cautelari spiccata a fine febbraio
dal gip Maria Zambrano era l’unico ancora in libertà, mentre Riviezzi e Campanella erano già detenuti per altro.
La svolta
è arrivata
nel 2010
Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero
Il fascicolo sul duplice omici- chiesta di arresti nei confronti di
dio di Parco Aurora con le confes- Riviezzi, Campanella e del potensioni del melfitano Alessandro tino Claudio Lisanti, che oggi
D’Amato e del potentino Antonio non può difendersi perché è morCossidente era tornato a Salerno to a gennaio dell’anno scorso, ma
è tuttora indicato come il seconagli inizi del 2011.
A disporre la sua partenza era do sicario del “gruppo di fuoco”
stato il gip di Potenza Gerardina entrato in azione dopo D’Amato.
Per il gip le dichiarazioni di
Romaniello, dato che negli anni
le indagini sul duplice omicidio D’Amato e Cossidente nei condi Parco Aurora avevano coin- fronti di Riviezzi risultavano
volto anche il marito di un ex pm «contraddittorie», mentre a sul
potentino. Ma lo stesso magi- ruolo di Campanella e Lisanti
strato aveva anche respinto la ri- mancavano i riscontri necessari.
Cosentino, d’altra parte, all’epoca godeva ancora dei privilegi del
programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia.
In precedenza, per l’esattezza a
luglio del 2004, erano già finiti
in carcere Antonio Cossidente e
Claudio Lisanti, assieme a un altro ex pentito, il pignolese Gennaro Cappiello, indicato come il
mandante. Ma il Riesame avrebbe scarcerato subito i primi due e
il processo nei confronti del solo
Cappiello si è chiuso a dicembre
del 2006 con la sua assoluzione.
Quattro anni dopo sono arrivate le confessioni di D’Amato,
camionista di professione ma di
fatto braccio armato del clan Cassotta, e di Antonio Cossidente,
l’ex boss della calciopoli rossoblu
e delle amicizie nei palazzi che
contano.
Stando a quello che ha dichiarato D’Amato, Saverio Riviezzi e
Antonio Cossidente l’avrebbero
“reclutato” tramite i loro referenti del melfese. L’agguato di
Parco Aurora sarebbe stata la
sua “prova del fuoco”. Mentre sei
mesi prima Claudio Lisanti ne
avrebbe compiuto un altro assie-
me a Carmine Campanella, che è
accusato di aver effettuato i sopralluoghi sotto casa di Gianfredi. Obiettivo: Michele Danese, un
“basilisco” che aveva sgarrato rifiutando di sfregiare la sua stessa sua sorella per vendicare l’onore del compagno, che poi altri
non era che Gino Cosentino. Un
antefatto ripercorso anche da
Cossidente.
L’ex boss ha confessato di aver
organizzato il tutto perché con
Cosentino si era deciso di «mandare un segnale»
al clan egemone
sugli affari criminali nel capoluogo. Dato che i loro
esponenti principali all’epoca si
trovavano in carcere la scelta del
bersaglio sarebbe ricaduta su
Gianfredi considerato l’«eminenza grigia» del gruppo, mentre la morte della moglie Patrizia
Santarsiere sarebbe stata soltanto un errore, dovuto alla mira di
Lisanti col fucile a canne mozze
utilizzato per l’occasione.
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La donna
non sarebbe
dovuta morire
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IL FURTO
13
La teca era custodita nella casa natale del ministro a Corleto Perticara
ora di proprietà di un istituto religioso, il fatto forse risale a settembre
Trafugato il medagliere di Lacava
Secondo gli esperti il valore è inestimabile e ci sono indizi per riconoscerlo
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Ladruncoli o esperti che hanno lavorato su commissione? Difficile dirlo adesso, ma il compito è affidato al
nucleo tutela del patrimonio
culturale. La questione è seria:
il medagliere del ministro Pietro Lacava è sparito dalla sua
casa natale di Corleto Perticara. Insieme a quella cornice
contenente oggetti di inestimabile valore storico sono stati rubati anche altri oggetti, di valore certamente minore. E qui il
primo dubbio sulla reale entità
del furto: in quella casa sono custoditi oggetti importantissimi, alcuni semplicemente lasciati lì. Potrebbe quindi essere
un furto su commissione “mascherato” alla perfezione per
farlo sembrare opera di topi
d’appartamento. Tutte supposizioni. Sta di fatto che quel medagliere, che contiene onorificenze italiane e
straniere di valore
altissimo, contiene degli indizi che
lo rendono unico e
facilmente
rintracciabile. Tant’è
che collezionisti di
mezzo mondo sono stati già avvisati. Perché il mercato di questi oggetti
sta tutto lì, nel collezionismo di alto
profilo.
IL LUOGO - Pietro Lacava in quella casa di Corleto
Perticara c’era nato nel 1835, e ci era
cresciuto assieme
al fratello Michele,
garibaldino, storico e studioso di archeologia. Ed è
stato anche il luogo dove si preparò
l’insurrezione lucana del 1860 a favore dell’Unità d’Italia.
In questa casa fu
ospitato Giuseppe Zanardelli
nel suo passaggio in Basilicata
per constatare lo stato di una
delle regioni più povere del
Mezzogiorno, viaggio in cui lo
accompagnò proprio il ministro Lacava.
Ed è proprio qui che Ida Lacava, unica figlia del ministro, custodì il patrimonio di suo padre. La stessa mise in ordine le
medaglie all’iterno di una cornice. Tant’è che alcune sono disposte non nell’ordine giusto,
fatto che rende estremamente
riconoscibile, oltre alla sua unicità, l’itero manufatto. Alla sua
morte le proprietà passarono
all’Istituto di Cultura e formazione Religiosa, Educativa e
Morale del Popolo con sede a
Campomorone in provincia di
Genova.
IL FATTO - Il furto, molto
probabilmente, risale a settembre dello scorso anno. Questo
perché le religiose furono avvertite riguardo un’irruzione
nella casa, ma un controllo dei
carabinieri non sembrò destare
alcuni sospetti. In realtà, solo
oggi, è stata scoperta la clamorosa mancanza al ritorno delle
La parte del medagliere di Lacava con le fasce, considerate di alto pregio e le placche degli Ordini, in basso a sinistra: il ministro con alcune delle medaglie
| LO SCATTO |
La targa storica, con la data sbagliata
La targa dedicata a Giacinto Albini al piano terra del palazzo della Prefettura segna la data in
numeri romani del 1893, il problema è che la cifra corretta dovrebbe essere MDCCCXCIII e non
MDCCCLXXXXIII come riportato. Errore “storico”.
religiose all’interno del palazzo. La questione quindi è già
vecchia di suo, e sembra che
non ci siano segni o tracce utili
ad individuare i colpevoli. Oltre
al medagliere sono spariti altri
oggetti, ma tutti di scarso valore.
IL “TESORO” - Un ochcio
esperto sarebbe capace di riconoscerlo subito, anche soltanto
per la posizione delle medaglie,
che in alcuni casi non sono associate alle preziosissime fasce
di riferimento. E questo perché
fu proprio la figlia Ida a comporre, alla morte del ministro,
il medagliere. Perché se proprio si dovesse dare un valore
economico al medagliere si potrebbe partire dalle fasce, alcune rarissime e introvabili, prima ancora delle stesse medaglie. Ce ne sta una poi che è quasi impossibile da trovare, un
preziosissimo oggetto che potrebbe fare gola a tantissimi
collezionisti. Ma di cosa si tratta?
In primo luogo ci sono le fasce da Cavaliere di Gran Croce o
di prima Classe, ovvero uno dei
gradi più elevati dell’ordine ca-
valleresco. Nel medagliere ce
ne sono otto. Poi ci sono le fasce
di Gran Croce in raso con le relative placche metalliche a
smalti colorati. Si tratta dell’Ordine del Salvatore di Grecia, Ordine di prima Classe di
Sant’Anna di Russia, il rarissimo Ordine della Corona di
Prussia, l’Ordine equestre di
San Marino, l’Ordine della Corona d’Italia, l’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro.
SEGNI PARTICOLARI - Abbinati alle fasce dell’Ordine del
Salvatore e di San Marino ci sono due placche non corrispondenti, ovvero i pendenti dell’Ordine di Medjidiyye, conferito
dall’Impero Ottomano, e dell’Ordine della Stella di Romania. Anche i pendenti della Corona d’Italia e di San Marino risultano accoppiati impropriamente.
In alto, in prima fila, sono
esposti un paio di distintivi e
sette medaglie tra commemorative e campagne risorgimentali, una è la Campagna per l’Indipendenza per l’Unità d’Italia
con la fascetta del 1860, a ricordo della partecipazione del Mi-
nistro alla campagna garibaldina della Bassa Italia nei giorni dell’Insurrezione Lucana e la
Medaglia data per la liberazione di Roma (Agro Romano) con
la Breccia di Porta Pia nel
1870.
A giudicare dalla lista si può
capire l’elevata importanza di
questo medagliere, che in sostanza è un pannello rivestito
da un tessuto broccato rosso
porpora e contenuto in una bacheca di vetro.
LA DICHIARAZIONE - «Sono davvero dispiaciuto per l’accaduto che ci priva di un pezzo
importante di storia politica
non solo della nostra regione,
ma nazionale». Sono el parole di
Rocco Galasso, presidente del
Centro Studi Storico Militari “
G. Salinardi”, che ha avuto in
custodia i cimeli dei fratelli Lacava.
«Il Ministro Lacava, per i tempi che aveva vissuto, fu sicuramente uno degli uomini politici
in grado di ricevere attestazioni di profonda stima a livello internazionale, come lo dimostrano le concessioni di altissime decorazioni estere (prussia-
ne, turche, greche, russe).
Nel consultarmi con uno dei
maggiori cultori di militaria ed
esperto di Ordini e Decorazioni
ho avuto ancor più conferma
della rarità di alcuni pezzi. Sarebbe cosa gravissima , nonché
bruttissima, non poterli più ritrovare.
Quel medagliere è stato amorevolmente custodito nei cento
anni che vanno dalla morte del
Ministro (avvenuta nel 1912) ai
nostri giorni. Le religiose che
hanno ricevuto l’immobile hanno avuto sempre grande attenzione e prudenza con i beni loro
affidati. Anche le concessioni
del materiale che hanno voluto
affidare, mio tramite, per l’esposizione presso il Museo Provinciale, sono avvenute con un
forte senso di responsabilità ed
all’insegna delle migliori garanzie di proprietà e di buona
custodia.
Confido molto nell’opera di
recupero di questo patrimonio
storico. I carabinieri sapranno
fare del loro meglio. Lo spero vivamente».
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SCIENZA E CONOSCENZA
Domani e domenica due giornate a Matera
sul tema dello sviluppo della personalità
e dei processi d’apprendimento.
Intervista al professor Ricardo Pietrobon
della Duke University
Usiamo la tecnologia
per risolvere i problemi
Oltre il post di un gattino su Facebook: siamo sempre connessi perchè siamo
esseri sociali, ma le informazioni devono avere una finalità pratica
di SILVIA DELL’ORCO
UN aspetto critico dei sistemi educativi è il loro essere potenziali sistemi
uniformanti, agenti di un processo di
appiattimento che deriva da un tentativo di socializzazione.
È senz’altro vero. Ma se l'educazione
ha di certo esteso la cultura ad un larghissimo pubblico, oggi le persone sono interessate a qualsiasi informazione si adatti alle loro esigenze in una situazione specifica. In altre parole, mi
importa poco avere grandi quantità di
informazioni su un certo argomento se
non riesco a risolvere un problema specifico da affrontare. E questo non solo
nella vita professionale, ma in qualsiasi area. Ad esempio, se il mio paese è
stato governato da un dittatore e credo
sia giunto il momento di una rivoluzione, devo essere in
grado di agire per
realizzare il cambiamento sociale.
Se i bambini nel
mio paese muoiono
di fame, devo poter
contribuire alla soluzione del problema. Nessuna di
queste domande
viene
sollecitata
nelle nostre scuole.
Per non parlare
delle risposte - infinitamente più importanti di qualsiasi contenuto scolastico - che potrebbero apprendere nel
nostro
sistema
educativo, per molti aspetti ormai desueto e progettato
per un mondo che
non c’è più.
Le società esigono sempre più dalla scuola una trasmissione di saperi pragmatici, utilitaristici, rivolti al mondo del lavoro. Fino a che punto, oggi, gli educatori sono centrali nella sfida alla conoscenza?
Non metterei sullo stesso piano il
pragmatismo e la consapevolezza che
si applica solo ad una professione. Negli esempi precedenti ho illustrato questa differenza. Pragmatismo significa
realizzare un progetto che porterà a
qualcosa di pratico: un lavoro miglio,
uno stipendio più alto, una carriera.
Ma potrebbe anche avere un valore sociale o umanitario. Il pragmatismo è
necessario, penso, per contribuire a
cambiare il mondo. Certo, si può vivere
nel mondo delle idee pure, nell’olimpica indifferenza per le cose prossime.
Direi di più. A volte abbiamo bisogno di
persone slegate dalle necessità quoti-
“Ad esempio, se
il mio paese è
stato governato
da un dittatore
e credo sia giunto il momento di
una rivoluzione,
devo essere in
grado di agire
per realizzare il
cambiamento
sociale”
Il professor Ricardo Pietrobon
diane che possano espandere i nostri
orizzonti oltre i limiti del conosciuto.
Detto questo, una società in cui troppe
persone non hanno preoccupazioni
pratiche, è una società votata all’autoestinzione. Non credo, ad esempio, che
con l'alto tasso di disoccupazione che
sta devastando le nuove generazioni in
Italia, l'Università possa occuparsi solo di questioni non-pragmatiche. La
realtà è che le speranze di una intera
generazione, e le aspettative di cambiare la propria vita stanno sfumando. In
una tale situazione, una Università che
si occupi solo di questioni non-pragmatiche sarebbe irresponsabile.
Gli educatori del mondo intero sono perplessi dinanzi all’effetto seduttivo delle tecnologie sui giovani.
Nella sua opinione cosa li seduce tanto?
L'istruzione è sempre stata circondata dalla tecnologia. Scrivere con carta e
matita è usare tecnologie. Il problema
non sono le tecnologie, ma l'asincronia
tra i metodi didattici tradizionali e la
tecnologia a cui le nuove generazione
hanno accesso. Se mi chiede chi vincerà, le dico che non c'è dubbio che vinceranno le nuove tecnologie: sono più ricche, più interessanti, aperte ad una
quantità e qualità di informazioni senza precedenti. Le critiche da parte degli
educatori derivano, credo, dall’uso improprio di queste tecnologie, che vedono gli studenti trascorrere il proprio
tempo alle prese con social network, videogiochi ecc. Ma direi che la mancanza di interesse dei ragazzi per le questioni rilevanti, come la situazione economica e sociale del proprio paese, è responsabilità degli educatori e dei genitori stessi. Ogni secondo impiegato dagli educatori in questa critica dovrebbe
essere speso per capire perché gli studenti non vi prestano attenzione ed elaborare, dunque, una strategia per
cambiare la situazione. Ora, tornando
alla sua domanda su ciò che rende le
tecnologie così seducenti, direi che è la
loro capacità di essere sempre connessi. Siamo esseri sociali, e la nostra più
grande attrazione è essere in contatto e
interagire con gli altri. Il punto, ancora una volta, è che gli educatori dovrebbero cercare di capire come questa connettività potrebbe essere utilizzata per
qualcosa che vada oltre il post di una
immagine del gatto di un amico pubblicata sul profilo Facebook.
Ci parla delle sue ricerche attuali?
La mia ricerca attuale si concentra
su come l’apprendimento permanente
personalizzato possa essere guidato da
dati quantitativi. Le ricerche che stiamo conducendo con il gruppo del Prof.
Mauro Maldonato vanno anche in questa direzione. In discontinuità con questo approccio tradizionale, tentiamo di
utilizzare i dati raccolti da singoli studenti per creare percorsi di apprendimento personalizzati. Ad esempio, come faranno gli operatori sanitari alle
prese con le esigenze specifiche della
loro pratica clinica quotidiana a migliorare il proprio livello di conoscenze
attuali? Inoltre ci stiamo concentrando sulla formazione dei ricercatori in
modo che possano pubblicare più facilmente i loro risultati su riviste ad alto
impatto, e sulla formazione dei professionisti che richiedono abilità interpersonali.
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La Regione dovrà approvare il nuovo perimetro del Consorzio: il ponte torna alla città
Sarà sostenibile l’accordo con Asi?
La spesa maggiore sarà la manutenzione straordinaria di partenza per la viabilità
L’ACCORDO c’è, ed è tutto politico. Ma senza portare a compimento la legge regionale dedicata al passaggio dell’area Asi
sotto la titolarità del Comune di
Potenza, difficilmente l’intesa
potrà essere messa in pratica.
L’attuazione dell’accordo - che è
stato annunciato come uno dei
passaggi istituzionali più importanti degli ultimi anni - servirà a rimettere in ordine un
pezzo della programmazione
urbanistica cittadina. L’area
che oggi è di titolarità Asi non è
più a vocazione industriale, fatta eccezione per poche realtà.
Dove un tempo la città di Potenza consegnava alle politiche industriali la sua periferia, oggi
sorgono negozi, capannoni disabitati, centri di
servizi o spazi ad
alta specializzazione tecnologica.
«Una pietra miliare dopo tanti
anni di schemi,
ipotesi,
bozze»,
avevano scritto in
una nota il sindaco decaduto Vito
Santarsiero e l’assessore all’Urbanistica, ora sindaco di Potenza in
questo finale di legislatura Pietro
Campagna, commentando
l’approvazione dello
schema di intesa.
Anche il Consorzio ha fatto altrettanto, mettendo
nero su bianco il proprio impegno all’iter: «È un passaggio importante - spiega il commissario
Asi, Donato Salvatore - Spero il
percorso possa andare avanti
presto e bene. Non ha più senso
che il Consorzio si interessi di
spazi in cui non ha più ragione
Il ponte Musmeci e l’area industriale, oggi zona urbanizzata
di lavorare, per potersi concentrare su altro».
Lo schema di protocollo d’intesa approvato dai due enti sarà
consegnato in regione. L’assessorato alle Attività produttive
dovrà poi redigere una proposta
di riperimetrazione dell’area
Asi da sottoporre al Consiglio
regionale. Saranno escluse dal
perimetro tre aree ancora a vocazione industriale, quelle in
cui sorgono l’Italtractor, la Siderpotenza e lo stabilimento
Marcegaglia, una superficie di
489.530 metri quadrati.
Al
Comune
andranno
2.266.859 metri quadrati. E in
questa superficie sono compresi il ponte Musmeci, numerosi
servizi, diversi chilometri di viabilità, l’illuminaizone pubblica.
Il viadotto sul Basento è sicuramente il pezzetto più oneroso
dell’accordo: l’opera ha bisogno
di un restauro, oltre che di una
manutenzione ordinaria continua. È la porta d’accesso alla città, viene sollecitata ogni giorno
anche da mezzi pesanti; è un’opera d’arte in cemento armato
che non ha mai ricevuto una manutenzione importante.
Meno problematica per le vuote casse comunali sarà la spesa
per l’illuminazione pubblica
della zona (tra gli 80 e i 100 mila
euro all’anno). L
aviabilità, invece,
avrebbe bisogno di
un intervento importante di manutenzione straordinaria, per poi ripartire con al gestione quotidiana.
In questo caso il
Comune spera nell’applicazione della norma regionale che anticipava
dal 2000 il passaggio di titolarità
sulla programmazione e che ipotizza un accompagnamento nella
messa in pratica
dell’accordo.
Il protocollo prevede inoltre l’immediato trasferimento delle
aree di proprietà consortile dove
oggi si svolge il mercato: almeno per evitare di dover sviluppare una procedura burocratica
complessa ad ogni appuntamento con il mercato.
Sara Lorusso
L’APPUNTAMENTO
Progetto Sagittarius
A Castel Lagopesole
si parla di sviluppo
LAGOPESOLE - Oggi nel Castello di Lagopesole si potrà partecipare a un bel
progetto di promozione del patrimonio
culturale e naturale nelle regioni prevalentemente rurali dell’Area Programma
Basento Bradano Camastra.
Fino al prossimo 14 aprile si svolgeranno delle giornate di incontri, all’interno del progetto Sagittarius (un progetto di cooperazione dei territori transnazionali finanziato per l’85% dal Programma di cooperazione transnazionale del sud est europa (SEE) , per il 15% dagli Stati Membri dell’Unione Europea),
promosso da partenariato internazionale formato da otto paesi e venti partner
diversi.
Il progetto introduce un concetto nuovo per utilizzare dei tipi differenti di valori culturali relativi alle risorse del patrimonio naturale e culturale come un
motore per lo sviluppo, creando in questo modo delle nuove opportunità per
l’innovazione
nell‘imprenditorialità.
L’integrazione delle istituzioni academiche e di ricerca, del settore pubblico-privato, delle comunità locali e dei soggetti
nella preservazione e la promozione del
patrimonio naturale e culturale. Il progetto è stato preparato per la piattaforma di partecipazione nella conoscenza e
nell’esperienza trasferibile in capitale
umano che sarà utile nelle aree del See.
I territori rurali sono spesso pieni di
ricchezze naturali, storiche e culturali
tuttavia tali “beni”, anche se ben conservati, sono poco noti ai turisti (se non addirittura sconosciuti). Molte zone inoltre sono sottosviluppate e caratterizzate
da forte emigrazione giovanile. Tale fenomeno è causato essenzialmente dalla
mancanza di opportunità di lavoro e di
crescita economico-culturale.
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Potenza e provincia
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Carretta (Pd) tira il bilancio di una consiliatura penalizzata dal debito storico
«Abbiamo lavorato per il risanamento»
Amministrative, «noi e il centrosinistra abbiamo fatto una scelta innovativa»
UN’attività amministrativa di fine consiliatura che ha dovuto fare
i conti con i pesanti debiti di bilancio - « un’eredità di ben 170 milioni
di euro di debiti, di cui circa 70 pagati» - il mancato ottenimento dei
canoni di locazione per il Tribunale e i tagli del governo. Ma, nonostante questo, «siamo riusciti a rispettare il progetto etico del risanamento delle casse comunali,
pur nella consapevolezza di criticità della spesa corrente che ciò ha
comportato per la città». E’ quanto ha riferito ieri pomeriggio il ca-
pogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Potenza, Gianpaolo
Carretta, nel corso di una conferenza stampa.
Sul completamento infrastrutturale «20 milioni di euro sono
stati spesi in tutta la città per riqualificare i parchi urbani» e «50
milioni per le infrastrutture della
viabilità e del trasporto, accanto
alla realizzazione del ‘mobility
center’ e il completamento del
nuovo regolamento urbanistico».
Sul settore dei rifiuti, «con coraggio abbiamo rimodellato la ge-
stione dell’Acta», con «risultati,
tra spending review e organizzazione, che si stanno vedendo, anche in termini di risparmio e di efficienza del servizio». Per Carretta, inoltre, «altro elemento strategico ha riguardato la questione
del rione di Bucaletto, con l’esigenza etica di risolvere questo
problema»: il dato «fondamentale
della gestione della legislatura riguarda quindi questi aspetti, etici
ed economici - ha concluso Carretta - sicuramente si poteva fare di
più, e meglio, ma abbiamo svolto
un’azione propositiva e
propulsiva». Poi un passaggio anche sulle amministrative, prima con
una precisazione sulle
mancate primarie: «Il Pd
e il centrosinistra hanno La conferenza stampa del capogruppo Carretta
così evitato il rischio di contrap- simo programma elettorale - ha
posizione tra persone e non tra aggiunto - «riteniamo cruciali le
programmi, e quindi si è scelta questioni che riguardano la mouna modalità innovativa, puntan- difica dello Statuto e del regolado su un candidato che proviene mento, il miglioramento della
dalla società civile al di sopra dei spesa corrente e il rilancio del ruopartiti, di qualità morale e profes- lo strategico di centro capoluogo
sionale indiscutibile». Per il pros- per i servizi».
Tito: i macchinari del valore di 50mila euro erano tra Ravenna, Napoli e Volla
Furto alla Daramic, bottino ritrovato
Denunciati dai carabinieri alcuni campani con un “gancio” nello stabilimento
POTENZA - Avrebbero avuto un
“gancio” nello stabilimento e
persino una pseudo autorizzazione i soggetti denunciati dai
carabinieri per il furto avvenuto
alla Daramic a metà marzo. E
una volta individuati è stato facile risalire ai luoghi di destinazione dei macchinari prelevati, del
valore stimato di circa 50mila euro, sparsi tra Napoli, Volla (periferia
nord del capoluogo
campano) e Ravenna.
E’ stato riconsegnato ai legittimi
proprietari dai militari dell’aliquota
di polizia giudiziaria del Tribunale di
Potenza, al comando del tenente
colonnello Gianfilippo Simoniello, il bottino prelevato dalla fabbrica nello stabilimento abbandonato di Tito Scalo meno di un
mese fa.
Il maltolto
restituito
ai legittimi
proprietari
BREVI
CAMPAGNA
Incontri
con vescovo
e prefetto
L’articolo nel quale abbiamo parlato del furto allo stabilimento ormai chiuso
Ad accorgersi di quanto suc- vertenza, 3 dal presidio dei lavocesso sarebbero stati gli attuali ratori per evitare che qualcuno
responsabili dell’impianto che portasse via i macchinari, dopo il
hanno allertato i carabinieri. fallimento del piano di reinduProprio alcune indicazioni forni- strializzazione di Sistema srl e la
te in sede di denuncia avrebbero “scomparsa” dalle casse della
guidato gli investigatori verso controllata Step One, che ha rilel’individuazione dei responsabi- vato impianto e dipendenti, dei
li, tutti di origine campana.
soldi degli incentivi all'esodo e di
Il colpo alla ex Daramic arriva parte del trattamento di fine rapa quasi 6 anni dall’inizio della porto.
Su tutta la vicenda è in corso
tra i vecchi soci un contenzioso di
cui da tempo si sono perse le tracce. Le ultime notizie risalgono a
febbraio dell’anno scorso quando un tragico incidente stradale
ha spezzato la vita del giovane
amministratore delegato di Sistema e Step One.
l.amato@luedi.it
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IL sindaco di Potenza, Pietro Campagna,
ha portato il saluto
nella sua nuova veste
all’arcivescovo Agostino Superbo e al
prefetto Rosaria Cicala. Campagna ha confermato la volontà di
«andare incontro alle
necessità e, purtroppo, alle tante emergenze sociali che anche a Potenza si registrano, cercando di
fare quanto possibile
per attenuarle».
DETENUTI
A Bella il seminario promosso dalla Gs snc e il Comune
Appalti pubblici, una giornata di studio
per approfondire le novità normative
BELLA - Un seminario di studio per capire
come funziona il nuovo sistema per la verifica dei requisiti dei concorrenti alle gare
per l’affidamento di appalti pubblici. Una
giornata di 6 ore quella
promossa dalla società
Gs (Servizi Integrati) snc,
con il patrocinio del Comune di Bella, che si è
svolta presso la sala consiliare con la partecipazione di diversi operatori
economici del territorio
(provincia di Potenza) e
diverse stazioni appaltanti, in tutto circa 25
partecipanti.
Docente
della giornata l’avvocato
Angelita Caruocciolo.
Scopo, chiarire il nuovo articolo 6 bis (Banca
dati nazionale dei contratti pubblici) del codice
dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture.
Questo articolo ha previsto che dal 1 gennaio 2013 la documentazione comprovante
il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico – organizzativo ed economico finanziario per la partecipazione alle procedure disciplinate dal presente Codice è ac-
quisita esclusivamente attraverso la Banca
dati nazionale dei contratti pubblici
(Bdncp) istituita presso l’Autorità. La deliberazione stabilisce i dati concernenti la
partecipazione alle gare
in relazione ai quali è obbligatoria
l’inclusione
della documentazione nella Banca dati, nonché i termini e le regole tecniche
per l’acquisizione, l’aggiornamento e la consultazione dei predetti dati.
Con tale atto l’Autorità
istituisce per perseguire
le finalità di semplificazione delle procedure di affidamento dei contratti
pubblici, un sistema per la
verifica online dei requisiti per la partecipazione alle procedure di affidamento denominato “AVCpass”.
Per Enrico Stolfi della GS (Servizi Integrati): «Le giornate di studio come questa
sono fondamentali sia per le stazioni appaltanti che per le imprese interessate considerando la complessità della normativa in
materia».
Davide Di Vito
Oggi Via Crucis
per il centro
di Potenza
Domani
a Vaglio
“Il fiume”
SI svolgerà oggi si svolgerà,
per le vie del centro storico
di Potenza, una Via Crucis
animata dal laicato diocesano. La partenza è prevista
alle 18,30 dal sagrato della
chiesa di S. Lucia e l’arrivo
dopo circa un’ora in Cattedrale. Lungo il percorso saranno proposte all’attenzione di tutti le profonde meditazioni di Massimo Camisasca, le suggestive immagini
di Marko Rupnik e lo struggente canto dello Stabat Mater di Jacopone da Todi (XIII
sec). Al termine l’arcivescovo di Potenza, Agostino Superbo rivolgerà un breve
messaggio ai partecipanti.
L’iniziativa vuol essere un
itinerario degli occhi, della
mente e della immaginazione, per consentire ai partecipanti di rivivere personalmente l’avvenimento della
passione e morte del Cristoin cui si rapprendono inscindibilmente il peccato
più tremendo insieme all’Amore più grande.
SARA’ presentato domani a
Vaglio, nei saloni del Museo
delle Antiche genti di Lucania, il libro “Il fiume”, di Giuseppe Arcangelo e Michele
Santangelo. Appuntamento
alle 18. Alla presentazione
saranno presenti anche il direttore della Lucana Film
commission, Paride Leporace, il docente del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di salerno, Donato
Verrastro, il sindaco di Vaglio di Basilicata, Giancarlo
Tamburrino e il curatore del
romanzo, Emilio Santangelo. Il romanzo, ambientato a
fine settembre 1929, racconta del fiume, gonfio e tumultuoso, che travolge nei
suoi gorghi una giovane vita. È lì che la dolce maestrina
Paola e Leonardo si incontrano, si comprendono, si
amano. Un sentimento fatto
di silenzio e di desideri nascosti il loro, che sfocia in
dubbio, tormento e disperazione quando l’intero paese
si oppone alla loro unione.
Piano
e opportunità
E’ stata licenziata la
delibera “Approvazione Piano cittadino
per l’esecuzione penale”, su proposta
dell’assessore Donato
Pace. Il Piano «avrà
l’obiettivo di migliorare le condizioni di
vita delle persone in
esecuzione di pena, di
offrire opportunità di
formazione al lavoro
e all’apprendimento
sociale ed educativo
all’interno dell'Istituto penitenziario e dare occasioni di inserimento sociale e professionale ai soggetti
che si trovano in esecuzione penale esterna».
ISCRIZIONI
Si parte
con il Nido
DA oggi al 12 maggio
sono aperte le iscrizioni agli Asili Nido e
alla sezione “Primavera” del capoluogo.
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LAGONEGRESE
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I falsi diplomi all’istituto tecnico “Falcone e Borsellino” di Viggianello
Avviso conclusione indagini per gli indagati
VIGGIANELLO – Notificati
gli avvisi di conclusione indagine disposti dalla Procura della Repubblica di Lagonegro ai 22 indagati nell’inchiesta dei falsi diplomi all’istituto tecnico con indirizzo geometri “Falcone e
Borsellino” con sede a Viggianello.
Gli indagati sono Massimo Branca, Mattia Dideco,
Giovanna Castellano, Rocco Costanza, Anna de Luca,
Giuseppa Di Nubila, Egidio
Ianielli, Francesca Perretta, Teresa Ponzio, Maria Algieri Fancesco Carè, Mariachiopia Scalise, Matteo Cantisani, Gerardo Di Mitro,
Giuseppe Russo, Miro Su-
cato, Gioacchino Gualtieri,
Gianluca De Febo, Saverio
Caputo, Fabrizio ronchi, Vito Basile e Marco Fortino. Il
collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio
Boccia, Vincenzo Bonafine,
Pasquale Ciancia, Vincenzo
Viceconte, Michele Montuori, Vincenzo Stoppelli,
Antonio Albano, Vincenzo
Palopoli. Negli atti del procedimento trasmesso dalla
Procura capoluogo a quella
di Lagonegro per competenza territoriale risultano
22 indagati e tra i reati contestati il concorso di persona, il falso, la truffa e la corruzione in atto pubblico. I
destinatari dell’avviso sono
tutte persone residenti tra
Viggianello, Castelluccio
Inferiore, Castelluccio Superiore, Laino Castello, Rivello, Episcopia, Nemoli,
Senise, San Cosmo Albanese, Catanzaro, Rossano,
Lauria, Bisignano, Cembra, Livorno, Borgia, Taranto, Imola e Potenza.
I fatti sono stati accertati
nelle province di Potenza e
Matera tra il settembre
2006 all’agosto 2011.
E’ stato riscontrato nella
fase delle indagini la falsa
attestazione della regolare
presenza di alcuni alunni e
gli insegnanti, di concerto,
con l’amministratore unico
e il dirigente scolastico
omettevano di annotare le
assenze degli studenti riportando sempre sul giornale di classe false annotazioni.
Dai riscontri è stato accertato che gli alunni mentre erano in classe a Viggianello nello stesso giorno e
nello stesso orario svolgevano attività lavorativa a
Napoli, Bisignano, Cembra, Rossano, Bianzè e
quindi gli orari sono risultati incompatibili e/o coincidenti con quelli scolastici. Il
corpo docente ha compiuto
numerosi atti contro il proprio dovere con lo scopo volto a garantire l’ottenimento
di un titolo di studio abilita-
Un esame di maturità
tivo ad una professione altrimenti non ottenibile senza il rispetto delle condizioni richieste dalla legge e in
particolar modo dall’obbligo di frequenza.
La retta scolastica versata da ogni alunno è stata
quantificata in circa tremila euro cadauno. L’avviso di
conclusione indagine è stato firmato dal sostituto procuratore della Repubblica
di Lagonegro, Francesco
Greco che dopo i canonici
venti giorni dall’ultima notifica dovrà valutare l’eventuale richiesta di rinvio a
giudizio degli indagati.
Emilia Manco
A Viggiano oggi la seconda giornata dedicata alla 60esima edizione dell’assemblea Ada
Piano comune per lo sviluppo
Focus sul valore della Carta europea per il turismo sostenibile nelle aree protette
«Abbiamo le potenzialità per far
arrivare la Basilicata molto in alto»
VIGGIANO - I “Parchi Lucani e la Carta Europea del Turismo Sostenibile”. E’ il tema
della tavola rotonda che aprirà, questa mattina, la seconda giornata celebrativa della
60esima edizione dell’assemblea nazionale
dell’Associazione direttori d’albergo (Ada).
Un focus sul valore e l’importanza della
Carta Europea per il Turismo sostenibile
nelle Aree protette (Cets) che rappresenta
uno strumento metodologico ed una certificazione ad una migliore gestione delle aree
protette per lo sviluppo del turismo sostenibile. L’elemento centrale della Cets è la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune e un piano
d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base
di un’analisi approfondita della situazione
locale. Gli obiettivi specifici a cui risponde la
Cets sono: il sostegno alle
Aree Protette d’Europa, soggetti fondamentali del nostro
patrimonio, che devono poter
essere preservati e tutelati
per le presenti e future generazioni; il miglioramento dello sviluppo sostenibile e la gestione di un turismo nelle
aree protette che tenga conto
delle necessità dell'ambiente,
delle comunità locali, delle attività imprenditoriali locali e
dei visitatori.
Dieci i principi che tutti i partecipanti al
processo della Cets sottoscrivono e che ispirano tutte le azioni della Carta, tra cui: lavorare in Partnership, elaborare una strategia
- predisporre e rendere effettiva una strategia per il turismo sostenibile ed un piano d’azione per l’area protetta con la responsabilità di tutti gli attori coinvolti. Dieci obiettivi
prioritari, uno per ciascun principio Cets
identificati dal Forum che rappresentano
gli elementi portanti della strategia e forniscono gli indirizzi per l’identificazione delle
azioni. Diversi gli obiettivi del Parco nazionale dell’Appennino Lucano, come: «consolidare il dialogo e la collaborazione tra Parco,
attori locali ed enti sovraordinati, per migliorare la gestione del turismo nel Parco;
migliorare l’attrattiva e la fruibilità delle risorse attraverso la qualificazione delle
strutture e dei servizi; diffondere i valori del
turismo sostenibile tra la comunità locale e i
visitatori».
Il Piano delle azioni del Pnal si compone di
62 azioni ed è stato approvato dal Forum. Per
ciascuna azione sono stati individuati: un
soggetto responsabile e uno o più soggetti
coinvolti, con le rispettive funzioni. Il soggetto responsabile è il coordinatore dell’azione e ne segue tutte le fasi della realizzazione;
stimola tutti gli attori coinvolti, si rapporta
con l’Ufficio Cets e risponde al Forum relativamente allo stato d’attuazione. Ventinove
azioni hanno come soggetto responsabile un
ente pubblico (Parco o Ufficio CETS, Comuni, Pro Loco), 19 azioni hanno come soggetto
responsabile uno o più operatori privati, 14
azioni hanno come soggetto responsabile
un’associazione.
«Il conferimento della Cets - spiega il presidente del Parco, Domenico Totaro - non è da
considerarsi un traguardo definitivo e acquisito sul quale adagiarsi, ma l’inizio di un
percorso, un programma di lavoro per le istituzioni, per gli operatori privati e per le associazioni che operano sul territorio. Per tutti
noi si prospetta la possibilità di coniugare la
vocazione turistica del nostro Parco, ricco di
natura, storia e cultura, con
la mission specifica dei Parchi, che è quella di salvaguardare e valorizzare il patrimonio di biodiversità di cui è ricca l’area protetta. L’adozione
dei principi della Cets ci aiuta
ad acquisire maggiore consapevolezza di questo patrimonio, e ci spinge verso un Turismo Responsabile che, se da
un lato risponde alla domanda di un mercato turistico che
chiede sempre più natura,
dall’altro ci permette di rispondere in modo
adeguato alle priorità dettate dalla Strategia
Nazionale per la Biodiversità. Un tale traguardo, però, è raggiungibile se le positive
sinergie che si sono verificate nei diversi Forum territoriale, vengono messe a sistema
in un percorso comune che vede tutti gli stakeholder del territorio procedere nella stessa direzione e continuare nella pratica di relazioni e condivisione che hanno caratterizzato l’iter di adesione alla Carta. Il mio auspicio è che l’adozione della Cets possa presto
estendersi a tutti i Parchi lucani, quale strumento comune e funzionale per le quattro
aree protette della nostra regione. Tale risultato sarebbe utile per rafforzare e rendere
omogenea l’azione strategica complessiva
tra gli Enti Parco. Un plauso – conclude Totaro - va all’Associazione dei Direttori d’Albergo che, nell’ambito della celebrazione della 60esima Assemblea Nazionale, ha voluto
dedicare una giornata di approfondimento
al tema dei “Parchi Lucani e la Carta Europea
del Turismo Sostenibile”, incontro utile per
divulgare i contenuti della Carta e per contribuire al processo che essa ha innescato a
beneficio della qualità del turismo nel territorio del Parco del’Appennino Lucano».
Angela Pepe
A sinistra il presidente Michele Tropiano. Sopra Totaro mentre riceve il certificato Cets
VIGGIANO – «L’occasione dell’assemblea
rappresenta una conferma del valore delle nostre potenzialità e della capacità di far
conoscere il prodotto Basilicata ai massimi livelli».
E’ciò che dichiara il presidente regionale dell’Associazione direttori albergo
(Ada), Michele Tropiano per la celebrazione del 60esimo anniversario dell’Assemblea nazionale Ada che ha aperto i lavori
giovedì 10 e terminerà domenica 13 aprile
prossimo presso l’hotel Kiris di Viggiano.
Una quattro giornate in cui i direttori di
albergo provenienti da tutta Italia visiteranno diverse località della Basilicata e
parteciperanno anche a diversi momenti
di formazione e di incontri – confronti con
l’obiettivo precipuo di potenziare la crescita culturale manageriale italiana nel settore alberghiero.
«L’Ada nazionale - continua Tropiano - è
nata per mettere insieme attori del comparto turistico-ricettivo per una crescita
professionale attraverso la partecipazione a seminari di settore, organizzati dall’Ada nazionale in collaborazione con il
centro studi manageriali di Ada “Raffaello Gattuso”, coadiuvato dal presidente nazionale, Franco Arabia».
«Ada rappresenta un anello portante
della catena turistica e pertanto offre spiega - un concreto contributo tecnico
professionale per lo sviluppo turistico –ricettivo del territorio ed in particolar modo
nella formazione professionale degli attori principali dell’ospitalità ricettiva alberghiera. Purtroppo, oggi non basta avere
una buona location, ma serve professionalità e conoscenza della materia a trecento sessanta gradi con servizi di qualità costanti nel tempo. Ciò si può acquisire - prosegue Tropiano - con la giusta formazione
professionale attraverso esperti del settore che al sapere aggiungono, il saper fare
ed il sapere essere».
Per il presidente dell’Ada Basilicata «la
Cets rappresenta per la comunità una
grande opportunità di sviluppo e un’occasione che non possiamo e ne dobbiamo
perdere. Noi – chiarisce - vogliamo offrire
il nostro contributo concretamente sia
nella pianificazione di progetti mirati e
sia nella fase operativa. Valutare insieme
ad altri soggetti, di volta in volta le varie
opportunità o proposte pervenute, saper
decidere ed essere lungimiranti nelle scelte che devono avere una ricaduta positiva
sul territorio, a breve e medio - lungo termine. Dunque - aggiunge l’albergatore grazie all’Apt e all’ente parco che hanno
voluto iniziare un percorso - spero lungo con la nostra associazione. Con questa assemblea nazionale – conclude - si vuole
raggiungere l’obiettivo di unire intorno
ad un tavolo sinergie sane e fare sistema
per far ripartire qualitativamente il settore turistico – ricettivo in Basilicata».
a. p.
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A Melfi la manifestazione organizzata da Aquiliecchia non fa molti proseliti
In piazza contro il sindaco Valvano
Rifiutato l’invito al confronto in Comune. Appena una ventina i partecipanti
MELFI - Si sono ritrovati in
pochi. Nonostante i tanti
appelli su Facebook e sui social, nonostante gli inviti
fatti attraverso sms, nonostante i manifesti affissi in
città. Eppure la manifestazione, che nelle intenzioni
degli organizzatori, avrebbe dovuto rappresentare
un tangibile segno di malcontento nei confronti del
Sindaco di Melfi Livio Valvano, non ha attecchito.
Anche le forze dell’ordine,
puntualmente
presenti,
con volanti e alcuni uomini,
hanno rimarcato che alla fine «Non erano che una ventina i partecipanti all’evento». Davvero pochi. La manifestazione
intendeva
esprimere dissenso nei confronti dell’amministrazione comunale. L’organizzatore dell’iniziativa, Arturo
Aquiliecchia, ex esponente
dell’Udc da cui si è autosospeso, da tempo invitava
con forza e rabbia i cittadini
a partecipare a questo corteo che si sarebbe poi concluso, proprio davanti al
Nel Vulture iniziati
i riti pasquali
Alcuni momenti della manifestazione organizzata contro
l’amministrazione di Livio Valvano (Foto Alessandro Zenti)
Palazzo di città, in via della non incontrare il Primo citCittadinanza attiva. Cosa tadino».
che è puntualmente avveLa manifestazione che è
nuta.
scivolata via nella massima
«Il sindaco Valvano è sce- tranquillità, pacificamenso e ha incontrato i cittadi- te, è durata meno di un’ora.
ni, invitandoli a entrare in Poi tutto è rientrato nella
Comune e accomodarsi norma. Qualche slogan,
presso la Sala Giunta, nella l’invito a dimettersi, ma
casa di tutti - sottolinea il re- null’altro. Anche politicasponsabile dell’ordine pub- mente la manifestazione
blico - I cittadini e l’organiz- non ha avuto peso. D’alzatore in primis hanno de- tronde sono in molti a sosteclinato l’invito, preferendo nere che l’organizzatore sia
animato da rivendicazioni
personali, legate anche a
presunte aspirazioni in
qualità di assessore. Aspirazioni che non si sono poi
materializzate nei fatti.
Aquilecchia era un fervido
sostenitore di Antonio Corbo, da cui aveva ricevuto
l’incarico in coabitazione,
di vice segretario provinciale. Sia lui che Corbo non
sono più Udc e di fatto, non
sono più maggioranza.
ATELLA - Il vescovo diocesano padre Gianfranco Todisco ha presenziato, a Rionero in Vulture, alla “esortazione” quaresimale per l’imminente Domenica delle
Palme, che ciascuna delle parrocchie celebrerà con
fervore spirituale. Ogni parrocchia della zona è stata
presente a Rionero con i rispettivi parroci, con i diaconi e con rappresentanze dei gruppi ecclesiali laicali.
Accanto al vescovo Todisco, don Gilberto Cignarale
(Atella), don Giuseppe Cacosso (S. Marco evangelista),
don Sandro Cerone (Santissimo Sacramento), don
Giuseppe Di Stasi (SS. Annunziata), don Tommaso
Garzia) (Madonna delle Grazie) e don Giuseppe Cappello (Monticchio e Radio Kolbe). La Processione quaresimale ha raggiunto, attraverso via Umberto I, la
Chiesa Madre di S. Marco Evangelista. Ciascuna parrocchia è stata rappresentata nella lettura di brani del
documento sulla Quaresima 2014 offerto da Papa
Francesco alla Chiesa universale. Il vescovo Todisco si
è soffermato su alcuni punti, più vicini alla spiritualità e sull’essenzialità del magistero di Papa Bergoglio
rivolto ai cristiani attuali. Con l’invito a utilizzare le
“sacre rappresentazioni” dei nostri paesi in occasioni
non turistiche, ma ricche di storia della spiritualità.
Benedetto Carlucci
RASSEGNASTAMPA
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VULTURE
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Un cittadino di Melfi ha presentato denuncia contro i dirigenti della Salernitana
Ufficiale giudiziario al botteghino
Fuori dallo stadio i tifosi avevano distrutto l’auto. Uno “scherzo” da 3.000 euro
MELFI - La giustizia arriva
con un anno di ritardo, ma è
stato comunque un brutto
colpo per i dirigenti della Salernitana. Un ufficiale giudiziario, infatti, domenica
scorsa si è presentato al botteghino dell’Arechi per pignorare una quota dell’incasso. Attimi di tensione, incertezza, stupore. Poi la spiegazione: tutto nasce da una
denuncia sporta da un cittadino di Melfi, che in occasione della gara dello scorso anno tra la formazione gialloverde e la Salernitana (campionato di Seconda Divisione Lega Pro, girone d’andata) vide danneggiare la sua
auto nella zona antistante lo
stadio Arturo Valerio. Danni attribuiti ai tifosi granata,
arrivati in massa (quasi 2mila i presenti) quella domenica in Basilicata. A quel punto lo sfortunato proprietario
della vettura presa di mira
da qualche facinoroso decise
d’intraprendere le vie legali
per ottenere il risarcimento,
citando in giudizio la società
di Lotito e Mezzaroma. Indispettita dalla visita dell’ufficiale giudiziario, che sembra abbia «battuto cassa» per
una somma di 3mila euro, la
dirigenza granata non ha
comunque lasciato alcun
commento in proposito, né
ufficiale né informale.
Rubano all’ex titolare: “U Cernecchie” e le storie di vita
due arresti a Venosa
della Lavello di un tempo
VENOSA - Li hanno arrestati all’alba mentre portavano via lastre di alluminio per infissi. Così sono stati sorpresi dai carabinieri in flagranza di
reato due uomini a Venosa. I due, probabilmente
per ritorsione, stavano
rubando le barre proprio
nella ditta di cui in passato sono stati dipendenti.
Sono stati scoperti durante dei servizi di pattugliamento sul territorio
da parte dell’Arma. Non
hanno opposto resistenza
e hanno ammesso il furto.
Dopo le formalità di rito,
sono stati condotti alle rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.
In altri controlli, invece, sono stati sanzionati o
denunciati diversi cittadini. A Rapolla due titolari di panifici sono stati
denunciati per omesso
controllo sull’impianto
elettrico e violazioni delle
norme sull’inquinamen-
to ambientale. A Muro
Lucano due uomini di Cerignola sono state denunciate per trasporto abusivo di rifiuti speciali. Il veicolo e il carico sono stati
sequestrati e affidati a
una ditta specializzata
per lo smaltimento.
Ancora, a Rionero in
Vulturedue giovani sono
stati denuciati alla Procura della Repubblica di Potenza, per guida senza patente. I due, infatti, sono
stati sorpresi alla guida
di autovetture nonostante la patente gli fosse stata
revocata e in un caso
sprovvvista di copertura
assicurativa. I mezzi sono
stati sequestrati.
Infine a Genzano di Lucania è stato denunciato
un cittadino di origine calabrese per truffa. L’uomo ha simulato la vendita
di un elettrodomestico su
un sito e poi, dopo aver
precepito la somma pattuita, non ha mai spedito
il pezzo.
LAVELLO – Si rinnova l’appuntamento con le storie di
vita della Lavello di un tempo che rivivono nella penna
di Mimmo Cancellieri autore di numerose commedie
in vernacolo ed appassionato di storia e tradizioni locali. Due giorni di spettacolo
sulle tavole del teatro San
Mauro per la compagnia
teatrale U Cernecchie che
porterà in scena l’ultimo lavoro di Cancellieri “I fantasm d mast Pepp”.
Dopo il successo della
commedia L’Allegra Storia
di Calandridd rappresenta- La compagnia al completo
ta nel corso della Festa della caserma dei Carabinieri .
Mietitura in Piazza Mattei,
Tornano a calcare le tavotorna alla ribalta la scop- le del palcoscenico Maura
piettante compagnia tea- Lucente, Emma Spennactrale made in Lavello.
chio, Mauro Scibelli, Maria
Un cast collaudato sotto Mancone, Mauro Zuccaro,
la guida della regista Mau- Giuseppe Maria Larotonda,
ra Lucente metterà in scena Benedetto Di Fazio, Marco
la commedia in vernacolo Palmieri, Vanessa Catariche si annuncia piena di nella, Gerardo Danza, Prinsketch esilaranti ambienta- ciapia Muscio, Lucia Zeccoti nell’antico quartiere della la, Giuseppe Larotoronda,
cittadina dauna,il Pescarel- Giacomo D’Angella, Giusy
lo e all’interno della locale Checa con le scene di Mp
Promotion di Mauro Petruzzelli . La manifestazione è stata organizzata dalla
Pro Loco Florindo Ricciuti
con il patrocinio del comune di Lavello e si svolgerà
sabato e domenica prossimi
al Teatro San Mauro. Cultura e antichi aneddoti legati
a personaggi realmente esistito o di fantasia rivivono
nelle pagine di Mimmo Cancellieri.
Daniele Masiello
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Parte da Matera il tour di Repubblica attraverso le candidate a capitale della Cultura
Next, il festival delle idee nei Sassi
Trenta progetti innovativi per raccontare il futuro e un altro Sud possibile
MATERA, aspettando il
2019, è “Next”. Parte dalla
città dei Sassi il tour fra le sei
città italiane in corsa per diventare capitale europea della cultura nel 2019 de La Repubblica delle idee. A illustrare il programma, alla
presenza dell’assessore al
Turismo Alberto Giordano, è
il giornalista Riccardo Luna.
Tra un sorso di aperitivo e
uno stuzzichino ai tavolini
del caffè Tripoli, si parla di innovazione, ricerca e futuro.
E’ questo il senso del viaggio
di “Next”: «valorizzare e far
conoscere all’Italia al mondo
le idee, le proposte e i progetti
innovativi delle nuove generazioni».
A raccontare questo pezzo
di Sud circa una trentina di
idee innovative: dal Bibliomotocarro del maestro Antonio La Cava al Fab lab di Grassano sono tante le storie in
positivo attraverso cui comporre il ritratto di una terra
tutt’altro che arresa alla crisi
o al disfattismo. A farlo dal
palco del teatro Duni, questa
sera, nel corso di una conferenza spettacolo sarà lo stesso Luna. «Presenteremo iniziative - ha detto il giornalista
- che dimostrano come infondere ottimismo, investire in
idee, innovazione e progettualità possa mettere in luce
un'importante risorsa del
Paese, costituita dai giovani». A precedere la conferenza di Luna, alle 18.30, con
una diretta streaming aperta
al pubblico, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, il sindaco, Salvatore Adduce, il direttore
del Comitato Matera 2019,
Paolo Verri, la soprintendente Marta Ragozzino, intervistati dai giornalisti Carmen
Lasorella e Stefano Costantini, racconteranno il percorso
di candidatura. In mattinata,
dalle 9 alle 11, l’incontro con
gli studenti. I giornalisti di
Repubblica Stefano Costantini, Luca Fraioli, Angelo Melone e Gregorio Botta spiegheranno ai ragazzi il ruolo
dell’informazione e come si fa
un giornale. Nel pomeriggio
di ieri, “Next” ha fatto visita,
in Casa Cava, all'ultima fase
del progetto “Tech Garage”
ideato da Basilicata Innovazione, mentre in piazza Vittoria Veneto una serie di totem
delle prime pagine del giornale fondato nel 1976 da Eugenio Scalfari ne ricorda la
presenza in città. «Nelle prossime settimane - ha concluso
Luna - visiteremo anche le altre candidate. A Matera abbiamo avuto modo di apprezzare un fermento e una progettualità organica con una
grande attenzione alla ricerca, all'innovazione e al territorio. Il progetto UnMonastery, voluto dal comitato
Matera 2019, ne è un esempio
straordinario».
Margherita Agata
m.agata@luedi.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
|
LA NOVITA’
|
La giunta regionale in città
è la “Basilicata per Matera 2019”
Al fine di dare un ulteriore segnale di sostegno da parte di tutta la Regione Basilicata al cammino di Matera verso la candidatura a capitale europea della Cultura, la Giunta regionale si riunirà con tutti i direttori generalialle ore 11.30, nella sala delle
arcate di Palazzo Lanfranchi.
Tutta la Giunta ed i direttori
generali si sposteranno da Potenza a Matera in un pulmino
con la scritta sovrimpressa “Regione Basilicata per Matera
2019”.
Del resto si assommanno nelle
ultime settimane le conferme
dell’attenzione da parte della
giunta regionale nei confronti
dell’impegno e dell’obiettivo che
Riccardo Luna ha spiegato l’iniziativa del Next
START CUP BASILICATA
Ecco le proposte vincenti
per il 2014 prevale
il “Dizionario dei rifiuti”
È sul palco di Casa Cava, a
Matera, che si sono sfidati
i dieci team finalisti di
Start Cup Basilicata, durante l’evento TechGarage Basilicata che ha chiuso la terza edizione della
business plan competition promossa da Basilicata Innovazione e Unioncamere Basilicata, con la
collaborazione di dPixel.
Hanno presentato, in soli
5 minuti, il loro progetto
d’impresa ad una giuria
tecnica che, esprimendo il
proprio giudizio con una
votazione, ha decretato i
tre vincitori dell’iniziativa e di premi in denaro.
Primo classificato: Dizionario dei rifiuti; secondo classificato: Cliccaenergia; terzo classificato: Sehkmed.
Il Dizionario dei Rifiuti
è un’app ed un sito web che
consente di semplificare e
ottimizzare la raccolta differenziata nel proprio Comune. Scaricando l’app, il
cittadino può risolvere il
problema di “dove, quando e come buttare” uno
specifico rifiuto nella località in cui vive.
Sono stati inoltre consegnati due premi speciali:
quello “SiamoSoci”, vinto
da Cliccaenergia, Cibiamoci, Gonnadisco, Slowfunding, Dizionario dei
rifiuti che avranno un
profilo nel database di SiamoSoci.com - piattaforma
web d’incontro tra startup innovative e potenziali investitori.
L’altro è il premio
“Bird&Bird”, anche questo aggiudicato dal team
di Slowfunding, che potrà
frequentare una giornata
di formazione specialistica, curata dal noto studio
legale “Bird&Bird”, volta
a realizzare un check up
legale della startup. E, last but not least, una ulteriore sorpresa: un premio
in denaro denominato
“Premio Speciale Banca
per il Territorio”, offerto
dalla BCC di Laurenzana e
Nova Siri e vinto da Cibiamoci.
“È tempo di bilanci - ha
detto Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - dopo tre anni di
business plan competition: abbiamo intercettato
quasi 200 idee e scovato
una nuova generazione di
imprenditori da cui sta
nascendo un vero e proprio eco-sistema di startup. Alcune idee si sono
trasformate in progetti,
grazie al supporto del nostro incubatore Bi Cube,
che guardano alle nuove
tecnologie applicate al
settore del turismo, editoria ma anche delle smart
city”.
Matera si è posto e che il presidente della Regione Marcello
Pittella ha dichiarato decisamente di voler sostenere energicamente. La riunione odierna
rappresenta, certamente, un’ulteriore conferma dopo che nei
giorni scorsi era anche arrivato
l’annuncio che aveva riguardato
l’azienda di promozione turistica lucana la cui sede a Matera
rappresenta una scelta di evidente portata strategica.
Al termine della riunione,intorno alle ore 13, la Giunta regionale, i direttori generali, ed i rappresentanti del comitato Matera
2019 incontreranno i giornalisti sempre nella sala delle arcate.
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Prima riunione della commissione bilancio. Nascono dubbi e preoccupazioni
Dall’Imu alla Tasi non cambia niente
Paterino: «I cittadini rischiano di non risparmiare nulla, solite iniquità»
Il satellite Sentinel 1
controllato da Matera
UNA simulazione che non lascia tranquilli.
Una prima base di discussione ma che già fa esplodere
le prime contrarietà. E soprattutto le difficoltà di scelte
che avranno di certo un peso
sul futuro dei cittadini materani.
Il concetto che emerge è soprattutto uno e cioè il rischio
che l’abolizione dell’Imu e il
passaggio alla Tasi di fatto
non produca benefici concreti per i cittadini.
Sono queste alcune delle
questioni che sono state affrontate nel corso della commissione comunale bilancio
che ha anticipato il dibattito
sulle scelte che l’Amministrazione comunale andrà ad
operare nelle prossime settimane. Su basi solide e con
una deliberazione chiara della giunta.
Un incontro di approfondimento delle norme necessarie per Tasi e Tari era stato
anticipato
dall’assessore
Cappella.
Poi si è aggiunta anche la
riunione della commissione e
la possibilità di una discussione su un’ipotesi di simulazione che costituisce una primissima base di discussione.
«Emerge chiaramente che
l’abolizione dell’Imu non c’è,
le somme vengono semplicemente spostate sulla Tasi.
Tra l’altro con una serie di
iniquità» spiega Michele Paterino, «perchè si tengono
presenti le rendite catastali
dunque non si hanno delle
proporzioni realmente adeguate al valore degli immobili. Permangono di fatto le
sperequazioni tra il centro
(molto basse) e la periferia
(molto alte) che ho più volte
sottolineate e con una recente delibera saranno ridefinite
ma ci vorrà non poco tempo.
Diciamo anni. Nel frattempo
il rischio è che una casa in
cooperativa in periferia costi
dieci volte di più di una in centro senza tener conto adeguatamente dei servizi erogati».
Ma a rendere ancora imprevisa ogni valutazione è
anche il fatto che non si conosce (almeno non c’è stata comunicazione in commissione) la somma che il Governo
Il consigliere comunale Michele Paterino
nazionale non trasferirà più za poi alcune possibili ecceall’ente locale e che dovrà es- zioni.
sere recuperata dunque at«Molto meglio sarebbe di
traverso la Tasi.
fatto aprire un ragionamen«Noi ragioniamo in base al- to per microzone in modo da
la simulazione che ci è stata garantire il recupero di somconsegnata in commissione» me per categorie di abitazioni
continua Paterino che avan- e non per singolo contribuen-
te e poi operare ricorrendo alle detrazioni evidentemente
in rapporto all’Isee dei singoli».
«Altra cosa importante è
poi quella di poter applicare
alle subconcessioni la Tasi,
una possibilità prevista e che
suggerisco di verificare all’Amministrazione».
Ragionamenti questi ultimi che certamente avranno
la possibilità di essere analizzati nello specifico nei prossimi mesi.
Oggi ciò che emerge da un
primissimo approccio è il rischio sempre più concreto
che rispetto al pagamento
della prima casa e dell’Imu
nel 2012 non ci siano benefici
per i cittadini e che inoltre la
necessità di ridefinire le rendite catastali possa esasperare alcune sperequazioni.
Problemi legati alle scelte
nazionali che il Comune dovrà però applicare nella maniera migliore. Anche perchè poi bisognerà affrontare
anche il tema della Tari, la
nuova tassa sui rifiuti ed anche lì cosa succederà e cosa si
farà rimane da scoprire.
Piero Quarto
Il consigliere Angelino chiede un intervento del Presidente Pittella
«La facoltà di ingegneria potrebbe
essere soppressa dai tagli di Renzi»
«I tagli del governo Renzi potrebbero coinvolgere molto presto anche
l’Università degli Studi della Basilicata ed in particolare la facoltà di Ingegneria presente a Matera nella
sede di via Lazzazzera, che rischia
di essere soppressa con inevitabili
conseguenze negative per l’utenza
e per il sistema economico della città di Matera e della sua provincia».
E’ quanto sostiene in una nota alzando un grido d’allarme sulla vicenda il consigliere comunale Giovanni Angelino.
«Un’ipotesi da scongiurare e pertanto rivolgo il mio accorato appello al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella affinché si
faccia portavoce degli interessi del
nostro territorio in vista di un incontro sul tema previsto nei prossimi giorni a Roma» ha spiegato il
consigliere sottolineando l’importanza di questa presenza sul territorio.
«Nella città di Matera si sta per
consumare l’ennesimo scippo al nostro territorio dopo quello della
Banca d’Italia e dello stabilimento
Barilla, solo per citare i casi più clamorosi degli ultimi anni e l’Università rappresenta probabilmente
l’ultimo presidio da tutelare per rilanciare Matera anche in vista della
candidatura a capitale europea della cultura nel 2019.
Una facoltà di Ingegneria rappresenta un servizio fondamentale per
migliaia di studenti di Matera e provincia che non possono permettersi
un trasferimento in altre facoltà del
nostro Paese e la sua presenza risulta fondamentale anche sotto il profilo economico, per le evidenti ripercussioni positive sul nostro territorio».
«Mi affido pertanto» ha concluso
l’esponente del Consiglio comunale
materano, «alla sensibilità del nostro governatore Pittella e sono certo che il presidente della Regione
Basilicata sarà mettere in campo
tutte le energie per non perdere
questa importante facoltà all’interno della sede materana e anche dell’Università degli Studi della Basilicata».
La chance di un filo diretto con l’Etiopia
una crescita di circa 10 punti
percentuali.
Negli ultimi sei anni, è stato il Paese africano con il più
alto tasso di sviluppo, tra
quelli senza risorse petrolifere. Una corsa allo sviluppo
che combinata con la stabilità politica e con l’ammodernamento infrastrutturale,
dopo la costruzione di 3 grandi dighe è in fase di realizzazione una quarta, rende il nostro Paese interessante per
quanti decidano di investire.
Altro elemento importante, che riteniamo sia un incentivo significativo, è l’assenza del pagamento di tasse
per i primi 7 anni agli imprenditori stranieri.”
L’ambasciatore etiope ricevuto in Prefettura
tissima fase di Leop e
Commissioning
della
missione, iniziata immediatamente dopo il lancio
di Sentinel-1A.
Nel corso delle fasi di
routine del programma,
il Centro Spaziale di Matera acquisirà i dati anche
della missione Sentinel2A, e realizzerà il processamento in Near Real Time dei prodotti di entrambe le missioni». «A questo
risultato - spiega Mario
Fonti, responsabile del
Centro Spaziale di Matera
di e-Geos - siamo arrivati
con un grande lavoro di
squadra». Sentinel-1A,
realizzato da Thales Alenia Space, «è un satellite
radar in orbita polare che
sarà in grado di operare
giorno e notte in ogni condizione atmosferica, e
fornire servizi per il monitoraggio ambientale».
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La visita dell’ambasciatore Gessese ha aperto ad un nuovo confronto
Prima una visita in Prefettura ospite di Luigi Pizzi e poi
ieri anche in Provincia da
Franco Stella. E’ il percorso
dell’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Federale Democratica di Etiopia in Italia,
Mulugeta Alemeseged Gessese.
Poi subito dopo una visita
in Provincia dove c’era il presidente dell’ente Franco Stella ed una delegazione di sindaci ed altre istituzioni.
L’ambasciatore si è soffermato sulle numerose opportunità che offre l’Etiopia:
«che ha fatto registrare uno
straordinario trend economico nell’ultimo decennio,
Il Centro spaziale di Matera di e-Geos ha supportato la fase Leop (Launch
and Early Orbit Phase) e
verificato il buon funzionamento della piattaforma e dello strumento radar a bordo del satellite
per l’osservazione della
Terra Sentinel- 1A dell’Agenzia Spaziale Europea.
«In particolare, nelle
prime ore della mattina di
domenica sono stati ricevuti in banda X i primi dati di telemetria di bordo e
di navigazione».
Il Centro spaziale di Matera di e-Geos «è una delle
tre stazioni di terra del
Core Ground Segment
realizzato sotto la guida
di ESA per il programma
europeo di monitoraggio
ambientale Copernicus.
Matera è stata scelta come prima stazione a essere coinvolta nella delica-
W:144.745pt H:196.903pt
2255_A065654_F01~056
Giovanni Angelino
No Inceneritore: «Scelte
responsabili dal Consiglio»
La questione della trasformazione dello stabilimento Italcementi, dopo le oltre 2000 firme della petizione di “Io no n mento sul
cemento” approderà mercoledì prossimo in Consiglio comunale.
E’ uno dei punti all’ordine del giorno e l’associazione confida «nel buon
senso della presidente del
Consiglio Comunale Brunella Massenzio perché inserisca la questione al primo punto, in modo da permettere la più ampia partecipazione.
E tutti dovranno assumersi la responsabilità di
un eventuale rigetto della
petizione di fronte ai cittadini che il Comitato invita
a partecipare numerosi all’assemblea».
Insomma la questione
rimane in primo piano.
Ma intanto l’attività
«non si ferma, continua la
raccolta firme in piazza
Vittorio Veneto nel corso
di questo week end mentre
domani a Melfi davanti ai
cancelli dell’inceneritore
Fenice, alle 17.30 si terrà
una manifestazione organizzata da un gruppo di comitati e associazioni civiche per scongiurare il rilascio dell’Autorizzazione
Integrata Ambientale all’impianto della EDF».
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Matera
Venerdì 11 aprile 2014
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L’evento precede la tournée dell’Orchestra del Duni ad Amburgo e Berlino
Musica senza confini a teatro
Gli allievi del conservatorio in concerto con i musicisti della Romania e Finlandia
PRIMA della tournée che vedrà impegnata l’Orchestra del Conservatorio di Musica “E.R. Duni” di Matera il 24 aprile nella “Laiszhalle” di
Amburgo e il 27 aprile alla Filarmonica di Berlino, 20 giovani musicisti provenienti dall’Università delle
Scienze Applicate - Dipartimento di
Musica di Oulu (Finlandia) e dall’Università delle Arti di Iasi in Romania con i nostri studenti terranno
un concerto sinfonico sabato 12
Aprile presso il Teatro “Duni” di
Matera con inizio alle ore 20:30 con
ingresso libero sino ad esaurimento posti. Il programma musicale,
con forte connotazione tradizionale
e popolare delle tre nazionalità coinvolte, prevede l’esecuzione di musi- Gli allievi del conservatorio con quelli della Finlandia e Romania ospiti a Matera
che di autori finlandesi, romeni e
italiani. Particolarità della serata è assoluta mondiale.
dal 2 aprile prevedendo laboratori,
l’esecuzione di alcune opere, tra cui
Il concerto vuole rappresentare i lezioni storico-interpretative-comquella del compositore romeno Ion risultati del progetto “Multicultu- positive, manageriali e sessioni di
Ciprian e dei nostri studenti di com- ral Innovative Youth Orchestra – studio d’insieme interagendo con
posizione Antonio Bollettieri e Vit- Traditional/Popular approach” che numerosi docenti del Conservatotorio Pasquale, in prima esecuzione si è svolto nel nostro Conservatorio rio Duni attraverso docenze, azioni
di tutoraggio e supporto didattico
affiancati dai colleghi europei Diana Andron, Anca Michaela Lehau,
Ion Ciprian, Jaana Kristiina Saraiola e Heikki Risto Timonen. L’azione formativa, progettata e coordinata dal nostro docente Prof. Antonio Tinelli, è finanziata nell’ambito del programma comunitario Lifelong Learning Programme “IP
Erasmus”. L’Orchestra Sinfonica,
formata da oltre 50 musicisti delle
tre nazioni europee, sarà diretta da
studenti che stanno completando la
loro formazione in direzione d’orchestra presso il nostro Conservatorio e dal loro docente Daniele Belardinelli nonché dalla docente romena Anca Michaela Lehau.
L’intero concerto sarà accompagnato dalla proiezione di videoclips
appositamente realizzate nell’ambito del progetto a cura degli studenti in multimedia e audiovisivo
dell’Università di Oulu sotto la guida del docente Timonen.
CONVEGNO FIDAPA
Il “BenEssere
come stile di vita”
LA FIDAPA BPW Italy sezione di
Matera ha organizzato per lunedì alle 18 presso la Sala" Levi" di Palazzo Lanfranchi, Piazzetta Pascoli, il
convegno: IL BenEssere come stile
di vita”.
Interverranno la dottoressa Carmela Bagnato, responsabile dell’unità operativa di Nutrizione Clinica e
dietetica dell’Asm di Matera. Il dottor
Gollo direttore della struttura complessa di psicologia dell’Asm, Giuseppe De Ruggieri presidente dell’Uisp. Interverranno la Presidente
del Distretto Sud-Est Fidapa, Maria
Antonietta Amoroso, la vice presidente. Angela Pisicchio e la responsabile nazionale della Commissione
Igiene e Sanità Paola Anafora.
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PISTICCI
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PISTICCI SCALO Non si può bere neppure l’acqua perchè risulta inquinata
Slalom tra sedie rotte e pericoli
La difficile situazione dell’asilo comunale denunciata dai genitori
PISTICCI SCALO - La scuola è un diritto, ma lo è anche
la sicurezza.
E per i piccoli alunni della scuola materna di Pisticci scalo la sicurezza, da
troppo tempo, è solo un sogno lontano.
All’interno, servizi igienici fatiscenti e sedie semidistrutte (al confronto
quelle di Totò in Miseria e
nobiltà erano delle poltrone), all’esterno due grossi
ceppi di alberi tagliati da
tempo immemorabile, lasciano tutt’altro che tranquilli i genitori dei 30 bambini, che quotidianamente
frequentano l’unica classe
delle scuola. «E’ dall’inizio
dell’anno scolastico, che
invochiamo invano l’intervento del Comune –spiega
Salvatore Losenno, il rappresentante dei genitori
degli alunni- ma sembra
che i problemi dei residenti
del borgo non siano meritevoli di risposte. In fondo
non chiediamo cose impossibili: si tratta di sostituire
30 sedioline ridotte ormai a
pezzi, ed estirpare due ceppi che rappresentano
un’insidia all’incolumità
di bambini così piccoli». Il
problema è stato segnalato
con lettera protocollata il
28 ottobre del 2013 (a poche settimane dall’inizio
delle lezioni in pratica), sia
al sindaco di Pisticci, Di
Trani, che all’assessore comunale all’Istruzione, ma
nulla è cambiato.
Inutile anche il colloquio
intercorso tra i genitori e il
vicesindaco, come è caduta
nel vuoto la nota indirizzata al dirigente con cui si evidenzia come «in base al decreto legge 81 del 2008 per
l'incolumità e la sicurezza
dei bambini sono lavori che
vanno eseguiti in modo celere, prima che accada
qualche spiacevole incidente, dal momento che i rischi per i bambini ci sono
tutti». Nel frattempo, a
rendere ancora più complicata la vita dei 30 alunni
della Materna del borgo è
l’impossibilità di bere l’acqua della scuola, alla luce
del forte inquinamento rilevato nelle acque del borgo.
«Ai limiti da tempo segnalati del servizio mensa -
dice Losenno– adesso per i
genitori si aggiunge anche la preoccupazione di
accollarsi l’onere dell’acqua da far portare ai bambini per poter bere a pranzo
e durante l’orario scolastico.
Il Comune pare non abbia fondi disponibili ma
–sottolinea il rappresentante dei genitori– questo
non esime l’ente dall’obbligo di reperirne per porre fine ai disagi. Il quartiere, i
suoi residenti, ma soprattutto i bambini meritano di
avere una scuola degna di
questo nome».
Margherita Agata
m.agata@luedi.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’interno dell’asilo e una sedia
Il tronco nel cortile
TINCHI «Sul terzo piano nessuna notizia, intanto la gente vaga»
Montescaglioso
Ospedale, ancora nulla di fatto
Frana, Oliva
generoso
con gli sfollati
TINCHI - «Ancora silenzio sul Terzo
Piano di Tinchi. L'Ambulatorio per
il trattamento del piede diabetico è
solo sulla delibera, ma i servizi ancora non partono. Marzo è passato da
un pezzo».
Il Comitato Difesa Ospedale di
Tinchi torna ad alzare la voce, dopo
che di recente aveva avuto un proficuo incontro con i vertici Asm.
«Quell'atteggiamento di fiducia resta -spiegano- ma sugli impegni
presi non c'è da perdere altro tempo.
Meglio, allora, ribadire con fermez-
MONTESCAGLIOSO Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, l’assessore comunale alla Pubblica
Istruzione e Cultura,
Maddalena Ditaranto,
e l’intera Giunta hanno
espresso il loro plauso e
apprezzamento per il
nobilissimo gesto compiuto dal prof. Giovanni Oliva, giornalista,
poeta, prosatore e saggista originario di
Montescaglioso, da anni residente a Bernalda. L’autore ha voluto
mettere a disposizione
delle famiglie montesi
interessate dalla frana,
avvenuta lo scorso 3 dicembre, i ricavi della
vendita di 200 copie del
suo libro “Terra Nostra
– Montescaglioso - Note di storia di ieri e di oggi, tradizioni, identità
e Religiosità del popolo
montese”. Oliva, nel
suo corposo testo, un
vero e proprio esempio
di memoria collettiva,
ha degnamente omaggiato Montescaglioso
con note storiche e testi
lirici che sottolineano
tutto il suo legame con
la sua terra d’origine,
delle quali sono esaltate e ricordate tradizioni, religiosità ed identità. Il libro è patrocinato
dal Comune di Montescaglioso, dalla Pro loco e dal Centro Studi
delle Tradizioni Popolari di Puglia, Basilicata e Calabria. L’opera di
Oliva è distribuita dalla
locale Caritas, non ha
fini di lucro: la somma
di 20 euro versata sarà
totalmente devoluta ai
nuclei familiari gravemente danneggiati.
Il Comitato civico torna a segnalare lo stato di abbandono
za le aspettative». “Entro la fine del
mese avremo la relazione dell'Università di Basilicata sul terzo piano”, è la frase richiamata da Comitato ed utilizzata dall'Asm per dare
garanzie in merito ad una vecchia
questione tutt'ora senza epilogo.
«Siamo alla seconda settimana di
aprile -fa presente adesso l'organizzazione civica- e tutto tace. L'orrore
strutturale dell'ospedale di Tinchi
continua come prima. Intonaci a
pezzi, buchi nei muri lasciati da chi
ha fatto i carotaggi, dappertutto e
su tutti i piani, senza i dovuti ripristini. Volatili e guano dappertutto, i
piccioni si sono impossessati dell'ospedale.
Un girone dantesco, dove gente
vaga nei corridoi senza guida e nessun rispetto per la privacy; scarsa
informazione sugli ambulatori, il
Pronto soccorso che manda gente in
giro con una ferita da taglio dicendo
"No, non si può fare qui. Bisogna andare a Policoro". Irresponsabilità e
disorganizzazione paurosa».
provinciamt@luedi.it
MIGLIONICO Braico: «Ora c’è il problema dell’Iva», Ottati: «Lo stiamo già risolvendo»
I Gal chiedono più attenzione
Rimarcato durante un incontro in Regione il ruolo nella promozione territoriale
MIGLIONICO - Il convegno organizzato dal coordinamento regionale
dei Gal Bradabnica presso la sala
"Inguscio" della Regione, ha messo
in risalto l'importanza che i Gal hanno acquisito, dopo 20 anni di attività
per lo sviluppo del territorio, sotto
profilo storico, artistico, culturale, ambientale ed enogastronomico rispettoal fallimento delle strategie
messe a punto fino ad
oggi come le ex comunità montane e le aree
programma.
Il responsabile del
coordinamento, Leonardo Braico, aprendo i lavori del
convegno, hadetto che «i Gal sono
stati istituiti dalla Regione per l'attuazione del programma Leader voluto dall'Ue; per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, valorizzando e pubblicizzando le peculiarità del territorio lucano; Il metodo Leader è stato premiato, diventando Asse 4 del Psr 2007/13 per la
programmazione bottom-up e per
aver rendicontato nel Leader 2 e
L’assessore
«Per il Psr
c’è il tavolo
dei partner»
Leonardo Braico
plus il 98% del propriobudget;i disagi dei Gal riguardano il problema legato all’Iva non ancora risolto completamente, la programmazione
2007/13 iniziata con molto ritardo,alla fine del 2012 e la lentezza burocratica nei pagamenti».
Sono intervenuti i presidenti dei
Gal, chiedendo più attenzione e auspicando che l'assessore Ottati, uomo di provata esperienza nel settore
agricolo, si adoperi fattivamente
nella definizione di una strategia
operativa tesa a rimuovere gli inconvenienti esposti, anche in previsione della nuova programmazione
2014/20 e faciliti il rapporto tra i
Gal, l'Autorità di gestione e il futuro
Ente pagatore.
La testimonianza di un imprenditore nel presentare una buona prassi è servita a far capire che quando i
Gal funzionano, il territorio risponde. L'assessore Ottati ha detto che «il
problema dell'Iva è in fase di soluzione; la Giunta regionale ha già deliberato la sostituzione dell'Arbea con
un Ufficio regionale che prevede
l'accorpamento delle funzioni amministrative, la semplificazione amministrativa e più efficienza gestionale; è a favore dei Gal perchè sono
facilitatori di sviluppo locale e per
questo occorre sensibilizzare i giovani sui numerosi progetti a livello
europeo, nazionale e regionale; ha
istituito il Tavolo regionale di partenariato per il Psr 2014/20 e i Gal sono importanti per l'applicazione del
metodo leader su ciascuna area di
applicazione; è necessario “delucanizzare” e i Gal devono coinvolgere
maggiormente le comunità locali
per creare nuove prospettive occupazionali nelle attività agricole e in
altri settori permettendo ai giovani
di rimanere nei loro paesi di origine;
il nuovo regolamento europeo sullo
sviluppo rurale prevede un accorpamento di alcune misure riducendo il
numero da 40 a 25 e su queste si dovranno presentare i progetti».
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Venerdì 11 aprile 2014
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TRICARICO
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TRICARICO Uno stage all’accademia del Veneto con la realizzazione di un catalogo
Le nuove leve dell’artigianato
Domani la presentazione del progetto dedicato ai giovani e agli antichi mestieri
TRICARICO - La riscoperta
del manufatto artistico come strumento di promozione dell’artigianato locale,
per la creazione di nuovi
sbocchi occupazionali.
E’ questo l’obiettivo del
progetto formativo per
“Esperto tecnico-commerciale per la promozione e valorizzazione delle produzioni di artigianato artistico”, i
cui primi importanti risultati verranno illustrati al
pubblico ed alla stampa sabato 12 aprile 2014, alle ore
17.00, presso la Sala Conferenze del Comune di Tricarico, in via Vittorio Veneto,
1.
Il progetto, attuato dalla
Securproject Scarl e finanziato dall’Avviso Pubblico
“Cultura in Formazione” Po
Basilicata Fse 2007/2013,
nasce in collaborazione con
l’Accademia dell’Artigianato di Este (Pd) e con l’associazione “Ulisse” di Bernalda ed ha l’obiettivo di formare figure professionali dotate di una buona conoscenza del settore dell’artigianato artistico, con competenza
dei materiali e delle tecniche di lavorazione del legno, della pietra e del metallo, in grado di articolare
strategie di promozione; valorizzazione e comunicazione a sostegno delle imprese
Le opere realizzate dai giovani corsisti
operanti nella filiera regio- tive, saranno affiancate, innale dell’artigianato artisti- fatti, quelle non meno imco.
portanti di tipo manageria«Il percorso formativo -si le e legate al marketing, che
legge in una nota degli or- consentiranno di valorizzaganizzatori- coinvolge sedi- re e promuovere la filiera
ci giovani lucani fortemen- dell’artigianato artistico,
te motivati ad operare per la attraverso la progettazione
salvaguardia dal rischio di e realizzazione di eventi,
estinzione dell’ingente pa- mostre e manifestazioni
trimonio di tradizioni lega- culturali.
te all’artigianato della BasiSapientemente guidati,
licata, in quanto elemento durante i laboratori teoricosu cui poter fare leva per lo pratici, da professionisti ed
sviluppo del territorio e del- esperti di settore, gli allievi
le economie locali.
già a partire dalle prime setAlle competenze specifi- timane di corso hanno avucamente tecniche ed opera- to modo di ideare numerosi
GRASSANO Convegno su tecniche dell’apprendimento
oggetti di artigianato. Le
attività d’aula saranno seguite da un periodo di stage, che si svolgerà in Veneto, presso l’Accademia dell’Artigianato, e si concluderanno con la redazione di
un catalogo di tutte le opere
di artigianato artistico».
Al seminario di diffusione dei risultati intermedi
del progetto formativo parteciperanno i responsabili
organizzativi, gli allievi del
corso, operatori di settore,
organizzazioni professionali, rappresentanti degli
enti territoriali e delle istituzioni scolastiche.
Tra gli argomenti di dibattito in cui verranno coinvolti gli ospiti: le prospettive di promozione dell’artigianato artistico lucano,
nuove idee per lo sviluppo
dell’imprenditoria artigiana, l’innovazione applicata
alla produzione artigianale
tradizionale.
L’incontro, che si terrà
nella sede della “Secur project Scarl” in via Lucana
59/B, parteciperanno anche operatori di settore, organizzazioni professionali
e rappresentanti di enti ed
istituzioni scolastiche cittadina, per aprire gli orizzonti ai giovani che fossero interessati.
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TRICARICO Avis
parole
Alta formazione a scuola prLeotagoniste
Proposta de “Il grillo parlante” di Sperduti
GRASSANO - Un seminario tematico sulla Dsa, organizzato dalla cooperativa “Il
Grillo Parlante”, avrà come titolo: “Il successo formativo tra scuola e territorio”.
L’incontro, previsto per oggi alle ore
16.30, si terrà nell’aula magna dell’Isituto tecnico commerciale “Carlo Levi”. L’evento, che rappresenta la parte finale di
un progetto sui disturbi specifici dell’apprendimento, è stato promosso dal Centro psico-pedagogico “Il Grillo Parlante”,
in collaboraizone con l’Istituto Comprensivo di Grassano “Arcangelo Ilvento”.
Il progetto, fanno
sapere gli organizzatori, è stato pensato
per offrire risposte
concrete e strutturate
ai ragazzi in età scolare con svariate esigenze legate alla scuola,
sia attraverso un potenziamento scolastico, sia con un potenziamento cognitivo rispondente ai diversi
bisogni educativi nell’ottica di favorire il
suo processo completo di autostima e di
autoefficacia, funzionale allo sviluppo
armonico di ogni persona.
Per questa ragione, il Centro psico-pedagocico Il Grillo Parlante: Pensiero, Parola, Coscienza, attività nata in seno alla
cooperativa “I Dieci Talenti”, entra in collegamento con l’istituzione scolastica e
con tutti i soggetti del territorio, che perseguono la medesima finalità educativa e
formativa, con la convinzione che non c’è
formazione senza educazione e non c’è
Collaborazione
con istituzioni
scolastiche
del territorio
Una scolaresca
educazione senza formazione. Al Convegno, che prenderà l’avvio con il saluto del
sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino e con gli interventi di monsingnor
Vincenzo Orofino, vescovo di Tricarico, e
Rocco Gentile, direttore del Centro; parteciperanno in qualità di relatori Pamela
Varvara, psicologa clinica Uoc del Dipartimento Neuropsichiatria Infantile presso l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di
Roma e Domenico Milito, professore di
Didattica e pedagogia speciale presso
l’Università degli studi di Basilicata, i
quali tratteranno il tema all’interno del
più ampio spettro dei bisogni educativi
speciali.
Giovanni Spadafino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TRICARICO - Si può amare
così tanto le parole, da farle
diventare protagoniste incontrastate di un racconto?
Sarà domani Carlo Sperduti,
scrittore romano, a rispondere alla domanda.
L’Avis Tricarico presenta
“Un tebbirile intanchesimo e
altri rattonchI” (edito da Gorilla Sapiens) alle ore 18 nell’ex biblioteca comunale, in
via Rocco Scotellaro.
A intervistare l’autore ci
sarà Gianluca Caporaso, vecchia conoscenza dell’Avis
Tricarico e ormai anche di
tutti i tricaricesi appassionati di lettura dopo la presentazione del suo libro “I racconti
di Punteville”. Il libro di Sperduti è una raccolta di racconti. Brevi fiabe per adulti scritte separatamente e poi unite
per la pubblicazione. Perno di
tutte è l’attenzione per la forma e per il linguaggio, non
come mezzo per meglio raccontare, bensì come punto focale, argomento reale che li
accomuna. Lo stesso scrittore ha dichiarato: «Ciò che mi
interessa non è tanto quello
che si dice, ma come lo si dice;
la parola e la sintassi diventano la storia vera e propria, basta che ci sia una struttura
narratologica che regga».
STIGLIANO
Il sindaco Barisano replica a Pasciucco
Frane e ospedale
«Comune e Regione
stanno operando»
STIGLIANO - «Leproble- nità, di concerto con le
matiche della propria co- istituzioni provinciali e
munitàsono atto respon- regionali, è nei fatti e nella
sabile delle forze politi- programmazione. Sono
che, che dovrebbero impe- in corso i lavori di complegnarli costantemente e tamento della trasversale
non solo in coincidenza di Cavonica con sbocco a Caappuntamenti elettorali». porotondo sulla ex Ss 103,
E’ la replica piccata del come i lavori di realizzasindaco di Stigliano, An- zione della prosecuzione
tonio Barisano (Pd) alle della trasversale da Capocritiche di Pasciucco rotondo alla Saurina. Cer(Fdi), che ha definito Sti- tamente la situazione delgliano l’emblema dello la frana in attività presso
sfacelo regionale.
l'ingresso del Comune di
«Il rischio di isolamento Stigliano, crea forti disadella comunità di Stiglia- gi e interruzione dei colleno (dopo la recente frana gamenti più veloci verso
ndr) -spiega Barisano- è la valle del Sauro che quecertamente un dato di fat- sta amministrazione ha
to che, però, non trova ri- continuamente sensibiscontro nella presunta in- lizzato alle Istituzioni redifferenza o
gionali e namancata prozionali e che
grammazionon potevano
ne della amessere
afministraziofrontati con i
ne locale e, in
"lavori non
particolare,
indispensadella attuale
bili ed urgenamministrati" che si lazione. Gli atti
mentano, esamministrasendo questi
tivi sono un
ultimi lavori
dato di fatto
che attengoincofutabile
no all'urbanied incontestica e che, distabile che,
versamente,
probabilmennon potevano
te un partito Antonio Barisano
essere impiepolitico atgati. Sicuratento alle problematiche mente l'intervento che ogdel territorio, dovrebbe es- gi è in corso di progettasere a conoscenza. La zione da parte della Regiostrada Stigliano-Acinel- ne, consentirà di affrontalo, è stata oggetto di stu- re il consolidamento della
dio di fattibilità presenta- frana all'ingresso dell'ata anche al governo nazio- bitato.
nale di centrodestra e le
Le situazioni di dissesto
forze politiche che lamen- che vive la comunità -protano ritardi, dovrebbero segue Barisano- oltre ad
farlo con memoria e co- essere stati affrontati e
gnizione complessiva. La programmati, come è fafrana, che di fatto isola i cile verificare con gli atti
collegamenti verso la Val- amministrativi comunale del Sauro e la Val d'Agri, li, scontano un ritardo doper quanto oggetto anche vuto alle difficoltà della
di richieste di intervento politica che non ha colori,
presso ministeri e presi- avendo sopratutto il cendenza del Consiglio dei trodestra
contribuito
Ministri del centrodestra, energicamente a creare
oggi nelle more di un in- situazioni di difficoltà di
tervento globale su que- bilancio pubblico».
sta importante strada di
Sul capitolo ospedale,
collegamento, vede inte- Barisano spiega che «poressata la Regione con un trà essere oggetto di improgetto di consolida- plementazione e potenziamento della frana che vie- mento delle funzioni prene ricordata, la cui quie- viste per gli Ospedali discenza è anche nelle stan- strettuali, come convenuze della politica di centro to con la delibera del considestra e che, comunque, glio comunale di Stiglianon attiene ad una man- no, votata e prodotta unacata programmazione di nimemente dal Consiglio,
questa amministrazione che è oggetto di positiva
comunale. L'attività di valutazione da parte della
programmazione per la istituzioni competenti».
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viabilità di questa comu-
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POLICORO
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Con la regia di Donatella Puce ballano anche il sindaco Iacobellis e gli anziani
Scanzano, esplode la Happy mania
Migliaia di visite per il video realizzato dai giovani sulle note di Pharrell Williams
SCANZANO JONICO - Quale miglior spot
per una location turistica qual è Scanzano
Jonico, se non un video che in soli tre giorni, da quando è stato postato su YouTube,
ha raggiunto quasi cinquemila visualizzazioni?
Basta cercare sui motori di ricerca “We
are happy from Scanzano Jonico (Mt)”, per
imbattersi in un filmato della durata di sei
minuti e trentasei secondi. Un progetto
della scanzanese Donatella Puce, che ha
curato anche la regia. Le riprese e il montaggio video sono di Ivan Ditaranto. Il lavoro, postato sul canale dell'associazione
di giovani "Terre sonore" è stato ispirato
dalla hit di Pharrell Williams, Happy. Linkato su Facebook con la ormai tradizionale tecnica del "condividi", Happy from
Scanzano
è
giunto
oltre
confine, proprio alle porte
delle festività
pasquali e non
lontano dalla
stagione estiva.
Si tratta di una
iniziativa originale a costo zero, se vogliamo
Donatella Puce
che promuove
più di tante altre il territorio
del Comune. La
rete, già questa
grande infrastruttura immateriale che fa
viaggiare, idee
ed economia.
Quello di Donatella Puce è, senza dubbio, destinato a diventare un must e segna una tecnica
di comunicazione per volti versi inesplorata.
Infatti, quale attrattore migliore se non quello
di vedere la gente felice che balla a modo suo,
Anziani contagiati da Happy
durante il normale
svolgimento delle mansioni lavorative quotidiane?
E poi il video, sapientemente e intelligentemente, è stato girato in modo da evidenziare tutte le peculiarità e potenzialità
del territorio: dal mare, all'agricoltura intensiva di qualità, tanto che in Happy non
mancano in bella mostra le fragole; alla
zootecnia, ai monumenti storici, quali il
Palazzo baronale e la Torre saracena. Tanti giovani e meno giovani mostrano la loro
felicità, sprigionando la loro energia positiva nella danza.
Non mancano personaggi anche famosi, immortalati dalla camera di Di Taranto
e Puce, come il sindaco Salvatore Iacobellis, sempre serioso, che viene colto dalla felicità improvvisa e contagiosa della musica di Pharrell. Nel video anche il segretario e capogruppo consiliare del Pd, Claudio Scarnato, che balla seduto ad un muletto montacarichi nella sua azienda ortofrutticola mentre carica pedane di fragole.
Suggestiva anche la scena all'interno del
Centro sociale anziani, in cui il presidente
Mario Vitale si scatena insieme ad alcuni
soci. Happy from Scanzano, ha stupito tutti, segnando una discontinuità comunicativa con il passato: chissà quale sarà ora la
prossima iniziativa di Donatella Puce e dei
tanti giovani di cui la comunità dispone?
Pierantonio Lutrelli
provinciamt@luedi.it
Una bella vetrina
su bellezze
attività produttive
e curiosità
della città jonica
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcuni frame del video Happy Scanzano, nel fotino il sindaco Iacobellis che balla
COMUNALI A ROTONDELLA Colpo grosso per l’ex primo cittadino
Marranchelli e Bianco dell’Udc
sosterranno la civica di Cucari
ROTONDELLA –La notizia era trapelata già nei giorni scorsi ma da ieri è ufficiale: l’Udc correrà con Mario Cucari.
E’un colpo da 90, quello dell’ex sindaco, che assicura al suo progetto un sostegno elettorale non da poco. L’Udc,
come è noto, i suoi numeri li ha sempre
confermati, o almeno li hanno sempre
dimostrati i suoi due principali esponenti locali, Rudy Marranchelli e Tina Bianco. La seconda, in particolare, è
risultata la candidata più suffragata
nelle ultime due competizioni elettorali
in termini di preferenze. Quello dei
giorni scorsi, perciò, è un accordo che
potrebbe pesare non poco sull’esito elettorale del 25 maggio. Cucari, insomma,
non brancolava nel buio, come a molti
era parso subito dopo le Primarie,
quando anche all’interno del suo partito sembrava mancargli la fiducia di tutti. La sua volontà di “guardare verso il
centro”, dichiarata al Quotidiano dopo
le Primarie, era molto più di una buona
intenzione e oggi si concretizza in un
accordo pesante. L’ex sindaco avrebbe
la lista già quasi pronta, con giovani al
lavoro sul programma.
Il partito di Casini era stato tra quelli
dati in fibrillazione per la creazione di
un’eventuale terza lista, alternativa a
quelle di Cucari e di Vito Agresti, ma
alla fine ha scelto un’alleanza in direzione diversa rispetto a quella degli ultimi anni, quando si era sempre posizionato in alternativa all’area del Partito democratico. Anche se Cucari, per la
verità, presenterà un cartello civico.
«Condividendo
le impostazioni generali e le regole interne per la costituzione della lista –si
legge nella nota
dell’Udc diramata ieri– il partito ha posto dal primo incontro alcuni suggerimenti di carattere tecnico/programmatico e trova interlocutori di alto livello,
attenti alle proposte della delegazione
centrista. Grande intesa su giovani, lavoro e #RotondellaPrimaDiTutto, in
un clima sereno e di estrema tranquillità. L'Udc è pronta a partecipare alla costituzione di una lista civica per l’interesse rotondellese».
Pino Suriano
Marranchelli
e Bianco,
con al
centro la
parlamentare
Carlucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il messaggio dalla Prefettura, che riconosce solo l’allarme furti
«Nel Metapontino non c’è racket»
C’ERANO anche i rappresentanti dell’Amministrazione provinciale, i sindaci
di Policoro, Rotondella, Scanzano Jonico, Montalbano Jonico; il Commissario
straordinario di Bernalda e i rappresentanti dei Comuni di Matera, Pisticci e Nova Siri, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricola della
Confagricoltura Basilicata, della Federazione provinciale
della Coldiretti, della Federazione Provinciale della Cia,
del Copagri Basilicata ed il coordinato-
re nazionale di Altragricoltura, Gianni
Fabbris.
E’ emersa la necessità di adottare misure di sicurezza passiva integrate, con il
coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e dei rappresentanti delle associazioni di categoria. Nel dare atto dei numerosi servizi di controllo attuati dalle
Forze di Polizia, i rappresentanti degli
Enti locali, i sindaci e le organizzazioni di
categoria hanno riconosciuto all’unanimità l’efficacia dei capillari controlli effettuati anche in ambito rurale -recentemente intensificati– che hanno rassicurato gli operatori del settore, nonostante
la consumazione di alcuni furti, il cui incremento può essere agevolmente indotto anche dall’attuale crisi economica. E’
Il Comitato per la sicurezza riunito
stato, altresì, confermato che, allo stato,
non vi è alcun sentore dell’esistenza di fenomeni legati al racket estorsivo lungo
la fascia costiera metapontina. Pertanto,
si è convenuto di: intensificare ulteriormente tutte le attività di controllo del territorio, finalizzate alla prevenzione dei
furti nelle aree maggiormente esposte a
rischio; incentivare i contratti di vigilanza privata - anche in forma consortile con Istituti autorizzati, valido per tutte le
aziende agricole, in relazione alle criticità del territorio; realizzare sistemi di allarme e di videosorveglianza; sensibilizzare gli operatori economici a sporgere
denuncia anche per i furti di limitato valore economico; coinvolgere maggiormente le Polizie municipali.
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
I GIACIMENTI LUCANI
ADUNANZA PUBBLICA
Venerdì 11 aprile 2014
RITARDI
L’osservatorio ambientale defintio una
priorità nel 1998 nell’accordo con Eni, è
stato inaugurato solo nel 2011
FONDI
Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti
locali della Basilicata qualcosa come un
miliardo e più di royalty petrolifere
Il sindacato
Vaccaro (Uil)
«Serve una svolta»
«La relazione della Corte dei
Conti “certifica” quanto sosteniamo
da sempre: le royalties non generano sviluppo ed occupazione». È il
commento del segretario regionale
della UIL Basilicata Carmine Vaccaro. Per la Uil soprattutto in questa fase caratterizzata dalla riforma del Titolo V che riconduce allo Stato le
competenze in materia di energia è
ancor più necessario determinare le
condizioni per una svolta nella gestione delle royalties all’altezza delle
esigenze dei lavoratori e delle famiglie lucane che vivono in condizioni
di povertà o comunque di grave disagio economico e sociale. Le proposte della UIL passano attraverso
la valorizzazione ed il consolidamento dell’esistente con la creazione di meccanismi di attrazione degli
investimenti in ricerca e sviluppo,
innalzando la competitività delle
aziende negli indotti industriali e
creando partnership di sviluppo. Le
compagnie petrolifere in particolare
devono diventare soggetti moltiplicatori di crescita economica e lavoro diretto ed indiretto.
BASILICATA
UNA REGIONE
ANCORA SENZA
UN PROGETTO
di LORENZO ROTA *
>> CONTINUA DA PAGINA I
L
PETROLIO Un pozzo in Val d’Agri [foto Tony Vece]
Le royalty del petrolio
tra lentezze e dubbie priorità
Indagine della Corte dei Conti sui fondi arrivati in Basilicata dal 1998 al 2012
GIOVANNA LAGUARDIA
l Dal 2001 al 2012 sono arrivati agli
enti locali della Basilicata qualcosa
come un miliardo e più di royalty
petrolifere. Ma gli obiettivi di sviluppo e le priorità fissati all’atto della
stipula degli accordi con le compagnie
petrolifere e con lo Stato sono stati
raggiunti? La domanda è lecita ed è
legittimata dai risultati del referto
sull'utilizzo delle risorse generate
dall’estrazione petrolifera in Basilicata, illustrato dal giudice contabile
Giuseppe Teti, ieri mattina a Potenza,
nel corso di un’adunanza pubblica
della sezione regionale di controllo
della Corte dei Conti. Teti, nell’illustrare i risultati del referto (che
sarà depositato in forma integrale
dopo le controdeduzioni degli enti
locali interessati), ha rimarcato, in
RICERCA
«Destinati alla ricerca soltanto
sette milioni, nonostante fosse
un obiettivo strategico»
particolare, come in alcuni casi sia
mancato «il passaggio dagli obiettivi
di massima alla concretezza dell’azione». Tra gli esempi eclatanti, quello
dall’osservatorio sull’ambiente. «Il
monitoraggio ambientale - ha detto
Teti - era indicato già nel 1998 nell’intesa con l’Eni come una priorità per la
quale dovevano essere investiti 10
miliardi delle vecchie lire. L’osservatorio è stato inaugurato solo a
marzo del 2011. A questo punto bisogna chiedersi che priorità aveva
veramente questo intervento». Ma
questo non è l’unico interrogativo
sulle reali priorità negli investimenti
da attuare grazie alle royalty petrolifere. «C'è perplessità sull'ammontare dei fondi complessivamente andati alla ricerca e all’innovazione,
solo sette milioni, mentre questo
avrebbe dovuto essere uno dei punti
cruciali dei programmi», ha detto
ancora Teti. Un discorso analogo è
stato fatto per i fondi destinati alla
compensazione ambientale che, è stato rilevato, «è un termine molto generico che non dà un’idea precisa di
cosa si voglia intendere: sono somme
vincolate, un indennizzo forfettario o
una compartecpazione delle compagnie petrolifere ad azioni da rendicontare?».
Per la Corte dei Conti, inoltre, «le
royalty non dovrebbero essere considerate entrate tributarie, e questo
cambierebbe alcuni dei vincoli», anche se «il petrolio non è risorsa di
proprietà regionale, intesa come sia
come entità amministrativa che come
comunità sociale, ma è nazionale e
strategica, come si deduce in modo
inequivocabile dalle fonti e anche
dall’ultimo memorandum».
Comuni in difficoltà
nello spendere i soldi
L'80 per cento circa delle
amministrazioni ha
utilizzato questi fondi per
spese correnti
l L’ottanta per cento dei Comuni beneficiari di royalty petrolifere ha investito quei fondi
per la spesa corrente dell’amministrazione. È un altro dei
dati emersi dal referto della
Corte dei Conti di Basilicata
sull’utilizzo
dei
proventi
dell’oro nero.
In sostanza la Corte dei Conti
nel referto presentato ieri (basato sui dati forniti dagli stessi
enti locali), ha evidenziato una
difficoltà dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, a spendere le risorse assegnate. «C’è
stata una diversità - è stato detto
- nella capacità di gestire le risorse assegnate, anche perché
agli enti locali è mancato il sostegno logistico». Ha funzionato meglio, invece, il Pov, programma operativo Val d’Agri,
soprattutto per la sua natura di
strumento di programmazione
di area vasta, quindi con maggiori strumenti per operare. Rilevata, però, una certa lentezza
della macchina organizzativa,
quanto meno in fase di avvio.
Anche qui, comunque, c’’à qualche dato che salta all’occhio, come il fatto che vi sia stata maggiore capacità di spesa delle risorse assegnate allo sport che
non all’edilizia scolastica (70
contro 50 per cento). Anche per
quanto riguarda i servizi sociali i fondi (circa 13 milioni) risultano tutti impegnati ma spesi solamente al 50 per cento.
Secondo il relatore Teti, poi,
a riapertura del tavolo
istituzionale
sulle
estrazioni petrolifere
in Basilicata, mette
brutalmente in piena luce la
«follia» di una Regione che non
è in grado di presentarsi nei
luoghi ove si decide il proprio
destino, con una visione, un
progetto chiaro e condiviso, di
organizzazione del suo territorio e di costruzione del proprio
futuro identitario e sociale. Progetto per il quale chiedere, a
buon diritto, che vengano investite parte delle risorse che lo
Stato estrae da quello stesso territorio. La necessità di dotarsi
di un tale progetto, dovrebbe
essere constatazione elementare, di buon senso politico-istituzionale; ma per la nostra Regione, e per chi da molti anni la
governa, sembra una scelta inutile se non impossibile (o dannosa, per certe logiche di gestione del potere), e quindi mai
praticata. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: l’inarrestabile declino della Regione
Basilicata, nonostante le sue cospicue risorse (delle quali altri
utilizzano i vantaggi). L’avvento della nuova Amministrazione Regionale aveva aperto la
speranza di un «cambio di passo» (peraltro esplicitamente dichiarato dal presidente della
Giunta Regionale nelle sue dichiarazioni programmatiche),
in direzione delle politiche di
organizzazione del territorio
regionale: da quanto è dato fin
qui vedere (siamo quasi ai 100
giorni?) nulla di buono (o di diverso) si profila all’orizzonte,
che non sia il consunto
tran-tran dell’ordinaria rincorsa alle «emergenze», tra cui
quelle, appunto delle estrazioni
petrolifere: con il risultato che
anche l’ utilizzo di una risorsa
del territorio, da opportunità si
trasforma in emergenza: roba
da non crederci!
Per questo esprimo sincero
apprezzamento per la linea politico-culturale che i «fondi» di
Mimmo Sammartino da tempo
esprimono dalle colonne della
Gazzetta del Mezzogiorno.
[* presidente Inu Basilicata]
CORTE DEI
CONTI
L’adunanza
pubblica sulle
royalty
petrolifere
della Corte
dei Conti
[foto Tony Vece]
.
esiste una discrepanza tra i dati
forniti dalla Regione e quelli
delle compagnie petrolifere «e
con rammarico registriamo
stamani l’assenza del contraddittorio in aula della Regione
stessa, e di molti dei 35 Comuni
che ricadono nelle aree di estrazione». Di difficile calcolo rima-
ne la stima della «contropartita» ricevuta dagli enti locali
non direttamente dalle royalty,
ma attraverso accordi con le
compagnie petrolifere, in quanto non si tratta solo di fondi
liquidi ma anche di utilità. In
conclusione, l’impressione ricavata dal referto della Corte
dei Conti è che fino a questo
momento nella gestione delle
royalty «ci sia stata la mancanza di un quadro chiaro degli
obiettivi e la mancata corrisponddenza tra gli obiettivi
enunciati e quanto di fatto si è
verificato».
[g.lag.]
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Venerdì 11 aprile 2014
IL LAVORO CHE NON C’È
LA LETTERA-DENUNCIA
«Abbiamo pure pagato
per partecipare a quei test»
BANDITO CINQUE ANNI FA E DIMENTICATO
l È una questione irrisolta e che ha ormai
superato la fase del ridicolo essendo ormai
approdata sulle sponde dell’assurdo. Nel 2009
la Regione Basilicata ha indetto un concorso
pubblico per titoli ed esami per la copertura
di 78 posti a tempo pieno e indeterminato,
categorie C1-D1-D3 nel ruolo della giunta. Nel
luglio 2011 si sono svolte le preselezioni, dopo
il nulla. Nessuna comunicazione, nessun avviso, nessun rinvio. Sono trascorsi quasi 5
anni dal bando e ancora tutto tace. Inutile
chiamare il numero verde a disposizione…
inutile. Senza risposta le mail inviate ai dirigenti e al presidente di turno. In questa
lunga attesa cosa è successo? Osservando il
lavoro dei nostri rappresentanti politici abbiamo assistito a scandali su scandali, giochi
di scontrini, corruzione, avvisi di garanzie
che li raggiungono come fosse la normalità,
imbrogli, contratti a termine rinnovati all’infinito. È ora di rompere il silenzio su questa
PALAZZO L’ingresso della Regione Basilicata [foto Tony Vece]
TEST
Preselezioni
per
abbattere
il numero di
pretendenti
ai posti
.
situazione, riportandola alla memoria, per
evitare che il silenzio copra e distrugga tutto
a vantaggio di chi ama ed è abituato ad agire
nel buio e fra gli imbrogli. È una selezione
pubblica, non può scomparire nel nulla. Anche perché abbiamo pagato una quota di
iscrizione per partecipare al concorso. Che si
fa? La restituiscono a tutti gli iscritti?
Rocco Potenza
Regione, concorso nell’oblìo
tra precari, vincoli e turn over
Il direttore Marsico: «La questione occupazionale va vista nel suo complesso»
MASSIMO BRANCATI
l Erano in trentamila. Erano giovani
(non tutti) e forti. Preparati, reduci da
giorni di studio in attesa della prova. In
tanti sono passati attraverso le pre-selezioni, test di accesso al concorso vero e
proprio, una necessaria scrematura per
abbattere il numero dei pretendenti, sceso così a circa duemila. Ma a distanza di
cinque anni dall’avviso pubblico bandito
dalla Regione per la copertura di 78 posti
di lavoro siamo al punto di partenza. Del
concorso si sono perse le tracce. Ed è
calato il silenzio. E dire che era stato preso
letteralmente d’assalto da aspiranti impiegati e funzionari, un esercito di trentamila persone: per 18 posti di esperto
giuridico amministrativo, in particolare,
erano state inviate ben 5.043 domande,
seguito a ruota dalle selezioni per 11 «Professionisti
giuridico-amministrativo»
(2.259). Per i 5 posti di «esperto tecnico»,
infine, speravano in 1.579. Complessivamente il «concorsone» era composto da 15
bandi divisi per tipologia di incarico da
occupare a tempo indeterminato.
L’avvocato Vito Marsico, direttore ge-
UFFICIO Il direttore generale della presidenza della giunta, Vito Marsico [foto Tony Vece]
nerale della presidenza della giunta regionale, ha ereditato questa situazione.
Più che una «patata bollente» è un minestrone, dal momento che s’inserisce in
un quadro molto più ampio relativo all’assetto occupazionale della Regione. Che ne
sarà del concorso? «Stiamo facendo - spiega Marsico - una ricognizione generale
sul fronte lavoro, tenendo conto anche
della platea dei precari, degli enti sub-regionali e delle società partecipate. Si tenga conto anche - aggiunge il direttore - che
dal 2015 il personale delle Province sarà
trasferito alla Regione. Al momento non
sono in grado di dire quale sarà il destino
del concorso. Lo farò dopo aver comple-
tato il monitoraggio effettuato, ripeto, in
una prospettiva unitaria. I tempi? Tra un
paio di settimane speriamo di poter avere
un’idea su come muoverci».
Il concorso dei 78 non è nato sotto una
buona stella. Non molto tempo dopo la
pubblicazione del bando, infatti, il patto
di stabilità ha stretto ulteriormente i vincoli sulla capacità assunzionale della Regione: il cosiddetto turn over ora prevede
un nuovo ingresso ogni cinque pensionati, parametro drasticamente abbattuto
rispetto al passato. A questo aggiungiamoci il fatto che è aumentata l’età pensionabile da 65 a 66 e tre mesi e, inevitabilmente, i margini di manovra risultano ancora più risicati. Traduzione:
nonostante la pianta organica preveda
circa 1.200 lavoratori e attualmente, in
servizio, ce ne siano poco più di 800, compreso i dirigenti, la Regione non può assumere. Lo sanno bene i vincitori e gli
idonei in graduatoria di concorsi, già
espletati in enti come Arpab e Apt, che
ancora aspettano una risposta. I preselezionati - e chi ha fatto domanda al concorsone - si renderanno conto che qualcuno è stato beffato più di loro.
CREDITO L’ASSUNZIONE DI 120 GIOVANI LUCANI NEL GRUPPO INTESA SANPAOLO DOPO L’APPRENDISTATO
di pochi apprendisti che andranno in
scadenza nei prossimi mesi la cui stabilizzazione avverrà comunque senza
problemi) rivendichiamo con orgoglio
la bontà di quella scelta lungimirante». Intesa Sanpaolo ha annunciato e
in parte già realizzato un importante
progetto che coinvolge proprio questi
lavoratori: si tratta di un polo di eccellenza per il «Recupero crediti», attività sempre più vitale per qualunque
istituto bancario nel critico scenario
economico di questi anni. «Una scelta aggiunge Castello - che premia le grandi qualità e competenze messe in campo quotidianamente dai lavoratori e
che conferma la volontà aziendale di
continuare ad investire con profitto
sul nostro territorio».
Anche il segretario generale della
Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, rivendica con orgoglio quella
scelta ed invita a riflettere chi criticò
aspramente l'accordo parlando di precarietà e gabbie salariali. «Lo strumento della deroga contrattuale temporanea si è rivelata una scelta azzeccata e noi siamo pronti a firmare
altri accordi in deroga se l'obiettivo è
creare nuovi posti di lavoro per i giovani in una regione in cui solo due
giovani under 29 su dieci hanno un'occupazione. Si deve comprendere che la
vera precarietà è quella della disoccupazione che impedisce ai giovani di
costruirsi un progetto di vita».
Per il segretario lucano della Fiba
Cisl «la flessibilità negoziata, dentro
un quadro di regole chiaro e condiviso,
in cui ciascuna parte assume impegni
precisi e vincolanti, è un valido strumento per creare buona occupazione e
sottrarre al rischio dell'inattività migliaia di giovani che oggi, anche per la
miopia ideologica di certi sindacati,
hanno come unica alternativa quella
ASSOCIAZIONISMO
Comitas lancia
lo sportello anticrisi
n L’associazione delle microimprese italiane Comitas lancia
a Potenza e a Matera lo «Sportello Anticrisi» che fornirà in
assistenza a piccoli imprenditori e artigiani in difficoltà.
Lo sportello fa capo all’avv.
Giuseppe Giuzio, in via Pretoria, a Potenza, e all’avv. Ivana Giudice, in via Gattini a
Matera. Per informazioni è
possibile contattare il numero nazionale 06.99341843.
CONSIGLIO COMUNALE
«A Potenza la sede
di Music Commission»
n Con un ordine del giorno approvato all’unanimità
dall’ultimo Consiglio comunale il capogruppo del Movimento per le Autonomie
Salvatore Lacerra ha chiesto che l’istituenda «Music
Commission» abbia la sua
sede nel capoluogo. Lo stesso odg riguarda anche la sede dell’Apt affinché la stessa, contrariamente a quanto
annunciato dalla Regione,
resti a Potenza.
WELFARE
Federsolidarietà
incontro a Rifreddo
n Si terrà presso l’Hotel Giubileo a Rifreddo, oggi alle 9.30,
l’assemblea regionale di «Federsolidarietà\Basilicata
2014 #welfarelucano – Innovazione, Occupazione, Sviluppo Locale». Apriranno gli
interventi Giuseppe Suanno,
presidente di Confcooperative Basilicata, Marcello Pittella presidente della Regione e Don Giordano Stigliani,
assistente Ecclesiastico Confcooperative Basilicata.
Dissero sì al taglio del salario
ora la banca li ha stabilizzati
l È una delle poche notizie positive
che provengono dal fronte del lavoro in
Basilicata. La stabilizzazione dei 120
giovani lucani nel Gruppo Intesa Sanpaolo presso le due strutture create a
Potenza nel 2010 è il risultato di un
accordo sindacale (siglato con Cisl e
Uil) che allora suscitò anche qualche
reazione critica, perché prevedeva la
rinuncia di una parte di salario per il
quadriennio di apprendistato professionalizzante. Il segretario regionale
Uilca (Uil Credito Esattorie e Assicurazioni) Tonino Castello, spiega che
«si trattava di una rinuncia in cambio
di una prospettiva di occupazione stabile nel settore del credito per 120 giovani lucani under 30. Noi come Uilca
accettammo con coraggio e senso di
responsabilità quella scommessa. Ora
che tutti i contratti di apprendistato
sono stati trasformati in contratti a
tempo indeterminato (con l’eccezione
le altre notizie
RISARCIMENTO DANNI
La Provincia e le strade
cifre dell’esborso
di emigrare, impoverendo il capitale
umano della regione. Se la sfida è attrarre nuovi investimenti – continua
Macchia – il sindacato deve mettersi in
gioco e percorrere sentieri innovativi
di contrattazione. Il modello della deroga contrattuale negoziata può essere replicato con successo e contribuire
ad invertire la politica di tagli e razionalizzazioni che ha colpito il settore
bancario nella nostra regione svuotando il territorio di ogni centro decisionale. La Fiba è pronta, mi auguro
che questa volta anche altri lo siano».
ISTITUTO
DI CREDITO
La storica
sede del
banco di
Napoli nel
centro storico
di Potenza
[foto Tony Vece]
.
n Nell’edizione di ieri ci siamo occupati del fenomeno
delle richieste di risarcimento danni di automobilisti per strade dissestate. In
riferimento alla cifra sborsata dalla Provincia di Potenza nel 2013 va precisato
che l’importo richiesto dai
ricorrenti era di 109.232 euro, mentre l’amministrazione ha erogato 20.843, vale a
dire il quantum del danno
riconosciuto.
RASSEGNASTAMPA
IV I ATTUALITÀ
INNOVAZIONE
INTUIZIONE, CAPACITÀ E TALENTO
Venerdì 11 aprile 2014
MADE IN BASILICATA
La «business plan competition»
promossa da Basilicata Innovazione,
Unioncamere e dPixel
Dieci idee di impresa
in rampa di lancio
Finale di Techgarage: primo posto per «Dizionario dei rifiuti»
l In cinque minuti hanno presentato il loro progetto d’impresa
ad una giuria tecnica che, esprimendo il proprio giudizio con votazione, ha decretato tre vincitori.
Ieri fase finale di TechGarage Basilicata, terza edizione della business plan competition promossa
da Basilicata Innovazione e
Unioncamere Basilicata, con la
collaborazione di dPixel. I premi
in denaro offerti da Confidi del
Potentino (Cofidi Sviluppo Imprese, ConartFidi e Cooperativa Artigiana di Garanzia «Continuità
artigiana») e dalla Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e
Nova Siri sono andati a «Dizionario dei rifiuti» (primo classificato), «Cliccaenergia» (secondo),
«Sehkmed» (terzo). Consegnati,
inoltre, due premi speciali: quello
«SiamoSoci», vinto da «Cliccaenergia», «Cibiamoci», «Gonnadisco», «Slowfunding», «Dizionario
dei rifiuti» che avranno un profilo
nel database di «SiamoSoci.com» piattaforma web d’incontro tra
startup innovative e potenziali investitori - e che saranno promossi
all’interno delle sue newsletter
settimanali, con un’utenza di oltre
6.000 contatti interessati a contribuire alla crescita delle startup
italiane.
L’altro è il premio «Bird&Bird»,
anche questo aggiudicato dal
team di «Slowfunding», che potrà
frequentare una giornata di formazione specialistica, curata dal
noto studio legale «Bird&Bird»,
volta a realizzare un check up legale della startup. Un ultimo pre-
mio in denaro offerto dalla Bcc di
Laurenzana e Nova Siri è stato
vinto da «Cibiamoci».
«È tempo di bilanci - ha detto
Andrea Trevisi, direttore di Basilicata Innovazione - dopo tre anni di business plan competition:
abbiamo intercettato quasi 200
idee e scovato una nuova generazione di imprenditori da cui sta
nascendo un vero e proprio eco-sistema di startup. Alcune idee si
sono trasformate in progetti, grazie al supporto del nostro incubatore Bi Cube, che guardano soprattutto alle nuove tecnologie applicate al settore del turismo, editoria ma anche delle smart city».
«È con piacere che continuiamo a
vedere nei ragazzi lucani - ha detto
il presidente di Unioncamere Pasquale Lamorte, - la volontà e la
determinazione per crescere, investendo in questa regione con un
progetto d’impresa innovativo.
Quest’anno siamo entrati anche
nel circuito nazionale delle iniziative dedicate alla creazione d’impresa, aderendo al Premio Nazionale dell’Innovazione. E questo conclude Lamorte - è ulteriore motivo di orgoglio». Durante l’evento
ha inoltre preso la parola Paolo
Cellini (autore del libro «Internet
Economics») che, assieme a Gianluca Dettori, ha fornito degli
spunti sull’imprenditoria web based. E Riccardo Luna che ha ricordato l’appuntamento con «Next - La Repubblica delle Idee», lo
spettacolo dedicato agli innovatori lucani, in programma stasera,
alle 20, al teatro Duni di Matera.
GONNADISCO
Pubblicizzazione e gestione
degli ingressi durante eventi
organizzati da discoteche
l Gonnadisco di Riccardo Brugugnoli,
Francesco Leone e Marco Minutoli. Si tratta di una «App» e un software gestionale
finalizzati alla pubblicizzazione e alla gestione delle adesioni e degli ingressi della
clientela, in occasione di eventi organizzati da discoteche. La gestione degli eventi in discoteca vede
coinvolti tipologie di soggetti: il proprietario e lo staff del
locale; coloro che si occupano di Public Relations; i potenziali
clienti. Attualmente il processo viene gestito in maniera
manuale ed off line: chiamate ed sms per l’inserimento nella
lista di ingresso, conteggi a mano, liste cartacee.
MITICA
Comunica via web ai centri di
assistenza eventuali guasti delle
caldaie e degli impianti termici
l Mitica di Giuseppe Ranù, Ivan Trebisacce, Francesco Ranù, Eugenio Nucera e Fedele Cirillo. Mitica sta per Manutenzione Impianti Termici Interfaccia Caldaie. È un sistema di diagnostica
che elimina le difficoltà di comunicazione tra gli utilizzatori degli impianti termici e i centri di
assistenza tecnica. Si basa su un’interfaccia hardware
installata sull’impianto che rileva la presenza del guasto e
lo comunica via web al centro di assistenza. In questo
modo il manutentore, che si reca presso l’abitazione, sarà
già a conoscenza dello specifico problema da risolvere.
EVENTO L’incontro di ieri a Matera [servizio fotografico di Antonio Genovese]
SLOWFUNDING
Come aggregare piccoli
investitori intorno ai beni
immobiliari di pregio
l Slowfunding di Innocenzo Langerano, Domenico Dimichino, Lia Brisacani,
Felice Cifarelli.
È una piattaforma web di crowdfunding immobiliare, che mette in relazione i
proprietari di edifici - in particolare quelli
di elevato pregio - con potenziali investitori privati. Attualmente il patrimonio immobiliare di pregio è in stato di forte
degrado e, inoltre, questa tipologia di patrimonio - vista
l’entità degli investimenti richiesti - risulta poco accessibile
al singolo investitore privato. La soluzione proposta dal progetto imprenditoriale è nel crowdfunding, ovvero aggregare
piccoli investitori intorno ai beni immobiliari di pregio.
CIBIAMOCI
Una «App»
che gestisce le eccedenze
alimentari
l Cibiamoci di Andrea Passaro,
Carmen Craca e Marcus Paolo Pace. È
un progetto imprenditoriale, collocabile nell’ambito della social innovation, finalizzato a rendere disponibili
le eccedenze alimentari alla miriade
di mense, associazioni, fondazioni e persone in difficoltà, attraverso la digitalizzazione del processo. Cibiamoci è un’app che consente di gestire il processo
di redistribuzione delle eccedenze alimentari, prodotte principalmente dall’industria agro-alimentare,
ottimizzandone i tempi di recupero.
PERSONAL SHOP
Una guida che assiste il cliente
nelle scelte di acquisto, partendo
dalla consulenza sul look
l Personal Shop di Michele Franzese,
Antonella Cosenza, Donatella Allegretti e
Anna Laura Franzese. È una «App» e un
sito web che offre l’opportunità di acquistare on line il proprio personal shopper. Il
personal shopper è una guida che assiste il
cliente nelle scelte di acquisto, dalla consulenza di immagine
fino allo shopping tour. Con l’«App» ed il sito web sarà
possibile scegliere quello più in linea con le proprie esigenze,
ovvero in base alla città che si intende visitare, al proprio stile,
a ciò che si intende comprare, a quanto tempo si ha, al budget
di cui si dispone, ed acquistarne la consulenza on line.
DIZIONARIO DEI RIFIUTI
Risolve il problema di dove, quando
e come buttare uno specifico rifiuto
nella città in cui si vive
l Dizionario dei Rifiuti di Francesco
Cucari, Enzo Vergalito, Nicola Cucari,
Stefano Mucciarella e Giovanni Cucari. È
una «App» ed un sito web che consente di
semplificare e ottimizzare la raccolta differenziata nel proprio Comune. Scaricando l’applicazione, il cittadino può risolvere il problema di
«dove, quando e come buttare» uno specifico rifiuto nella
località in cui vive. Operativa dal 2011, la «App» (iOS ed
Android) ha ottenuto oltre 20.000 download, il sito web conta
più di 10.000 visitatori unici (ultimi 9 mesi) e sono circa 36.000
gli utilizzi nei Comuni che hanno già aderito al progetto.
AGRIMONDO
Prodotti biologici sotto uno
stesso marchio dal produttore
al consumatore finale
l Agrimondo di Mariangela Zara e Rocco Iacovera. Si punta a produrre e commercializzare una propria gamma di prodotti biologici, sotto l’omonimo marchio,
proponendo un approccio basato sulla filiera integrata, dal produttore al consumatore finale. L’offerta è basata su prodotti
biologici lucani da forno, caseari e dolciari di alta qualità, di
cui Agrimondo cura l’intera filiera: dalla coltivazione di materie prime, alla produzione e commercializzazione sotto un
unico marchio, inteso come garanzia di qualità e sostenibilità. In particolare, si prevede sia il ricorso al canale
dell’e-commerce che l’apertura di punti vendita con il brand
Agrimondo.
CLICCAENERGIA
Energia fotovoltaica venduta a
prezzi vantaggiosi da piccoli
produttori
l Cliccaenergia di Emanuele Grilli e
Luigi Camerlingo. È una piattaforma
web che consente ai piccoli produttori
di energia fotovoltaica, operativi in Italia, di vendere a prezzi vantaggiosi
quella prodotta dal mercato libero
dell’ingrosso. I produttori di energia fotovoltaica, inserendo i dati relativi all’impianto (profilo, kilowatt disponibili, localizzazione, ecc.) possono offrire, attraverso
Cliccaenergia, l’eccedenza di energia prodotta al mercato
dell’ingrosso. Le società grossiste potranno visionare
l’offerta dei produttori direttamente sulla piattaforma
web e approvvigionarsi dell’energia di cui necessitano.
FOOLISH
Produzione e
commercializzazione di
collezioni moda mare
l Foolish di Maddalena Giasi e Rosa
Vuoci. Il progetto produce e commercializza collezioni di moda mare, completamente made in Italy, offerte in serie
limitate ed attraverso concept corner. Si
basa sulla realizzazione di prodotti di
moda mare (costumi, borse, copri-costumi, ecc.), avvalendosi dell’esperienza manifatturiera di artigiani ed
artisti ed utilizzando materiali innovativi. Foolish propone quindi prodotti unici, basati sul «saper fare» della
manifattura italiana, da commercializzare tramite il
canale dell’e-commerce.
SEKHMED
Piattaforma web che informa
gli iscritti su notizie riguardanti
la cura della propria salute
l Sekhmed di Ezio Baratta, Manuel
Molfettone e Luigi Lapolla. Opera nel
settore dell’i-health, proponendosi come piattaforma web che consente di
notificare agli iscritti, via sms, mail,
app, le informazioni più importanti relative alla cura della propria salute. L’utente, inserendo i
propri riferimenti di base sulla piattaforma web (età,
sesso, residenza), potrà ricevere messaggi periodici relativi, ad esempio, a quando effettuare un controllo
medico, un vaccino, o circa la disponibilità di prodotti in
far macia.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Venerdì 11 aprile 2014
COMUNE DI POTENZA
COME SE NE ESCE
Urge un piano di rientro sensato,
da Corte dei Conti, e azioni
LA SFIDA PER I CANDIDATI SINDACO controllato
virtuose capaci di promuovere risparmi
ALCUNE MISURE VIRTUOSE
Raccolta differenziata, razionalizzazione dei
trasporti, contrasto all’evasione fiscale, stop
ad auto blu e all’autista anche per il sindaco
Falotico all’assalto delle primarie
Priorità? «Evitare il dissesto». «Stop alla cementificazione e alla Ztl nel centro»
MIMMO SAMMARTINO
l Meno tre giorni alle primarie
dell’«altro» centrosinistra. Quello
che ha organizzato le primarie domenica 13 fra i candidati Roberto
Falotico (Potenza condivisa), Luigi Padula (Movimento Nuova Repubblica) e Maria Luisa Cantisani
(Italia dei valori). Raggruppamento contrapposto alla candidatura
dell’avvocato Luigi Petrone, che
non passerà dalle primarie, ed è
sostenuto da Partito democratico,
Centro democratico, Sel, Popolari
uniti, Scelta civica. Al di là del
metodo seguito, c’è da capire se,
dire centrosinistra, contempli anche un comune sentire sui contenuti.
Roberto Falotico, qual è a suo
giudizio la priorità principale per la città di Potenza?
«Che il Comune non vada in dissesto. Se accadesse, un terzo dei
CENTROSINISTRA
Alle primarie confronto
fra Falotico, Padula e
Cantisani. Poi c’è Petrone
530 dipendenti comunali si troverebbero in mobilità senza più prospettive».
Secondo i suoi calcoli, in tema di debito, di che cifre stiamo parlando?
«Parliamo di 135 milioni di debito,
di cui 115 sono i mutui contratti
presso la Cassa depositi e prestiti
da restituire. La città sta pagando
una retta di 11-12 milioni l’anno».
E come si evita il dissesto?
«Va pianificato un piano di rientro
sensato, controllato dalla Corte
dei Conti, che ci consenta di respirare. E nel frattempo occorre
avviare azioni virtuose per garantire risparmi: raccolta differenziata, razionalizzazione dei trasporti,
contrastare l’evasione fiscale. Il tema non è il “salva-Potenza”, perché ci sono anche altri Comuni in
grande difficoltà. La Regione può
fare da garante per un nuovo prodotto da contrattare in modo da
allungare i tempi di restituzione e
avere un po’ di respiro. Ma, nel
contempo, vanno eliminati tutti
gli sprechi e individuate le grandi
priorità da salvaguardare».
Qual è la critica più severa
che sente di fare all’amministrazione comunale uscente?
«La cementificazione. C’è un regolamento urbanistico che rischia
di far approvare in area urbana
oltre 6mila e 400 nuovi vani. Un
assurdo se si tiene conto che, dal
1998, gli abitanti di Potenza sono
diminuiti. C’è stato un calo compreso fra le 2mila e le 4mila unità.
Bisognerebbe riqualificare l’esistente».
E un merito della giunta Santarsiero? Riconoscerà che
qualcosa di buono è stato pur
fatto, o no?
«Il parco Elisa Claps».
Non reputa una positività anche le scale mobili aperte?
«Questa città è ammalata di memoria corta e di irriconoscenza.
Scale mobili, piano mobilità e piano parcheggi furono pensati e voluti dal compianto assessore Mimmo Locatelli, all’epoca della giunta Sampogna. Ma, a quanto pare,
nessuno se lo ricorda di più. E a
Locatelli non è stato intitolato
neanche un angolo cittadino».
E sul caso Siderpotenza, a suo
parere, cosa va fatto?
«Basta balletti. Servono dati certi
e massima trasparenza. Prima di
tutto c’è la salute delle persone e,
se si dovesse dimostrare che si
inquina, allora sarei per la tolleranza zero. Se così non è invece,
con la garanzia di controlli seri, si
potrebbe pensare a un “patto con
l’azienda”. Per esempio mettendo
a valore, per il riscaldamento di
aree cittadine, del vapore prodotto. È inutile blaterare di delocalizzazione se non si capiscono quali sono le condizioni per attuarla».
E come valuta la situazione
dei trasporti urbani?
«Serve un nuovo piano della mo-
ASPIRANTE
CANDIDATO
Roberto
Falotico si
misurerà,
domenica
prossima, alle
primarie di un
pezzo del
centrosinistra,
con Luigi
Padula e Maria
Luisa Cantisani.
Il vincente
troverà Luigi
Petrone
[foto Tony Vece]
bilità integrata. Nel 2013 i trasporti urbani ci sono costati 13 milioni
e 500mila euro. Vanno riviste molte cose: bisogna che i servizi funzionino e siano pagati il giusto da
tutti (con l’eccezione delle persone
indigenti). E il sindaco per primo
deve rinunciare ad autista e auto
blu».
Da sindaco confermerebbe la
Ztl nel centro storico?
«No, va eliminata. Ma i problemi
del centro storico non sono riducibili alla Ztl. Vanno restituite al
centro strutture e funzioni che sono state spostate in periferia. Il
centro non può essere ridotto a
dormitorio. Deve tornare a essere
amato e frequentato da tutti. A
cominciare dalle famiglie potentine».
Falotico, ma queste primarie
sono una sfida vera o un rito
che servono a lanciarla nella
competizione con Petrone e
gli altri?
«Sono una sfida vera. Vedrete
quello cosa faranno Luigi Padula e
Maria Luisa Cantisani...».
Lei conntinua a riconoscersi
nel centrosinistra...
«Certamente».
E in che cosa si sente diverso
da Luigi Petrone? Perché un
elettore di centrosinistra dovrebbe preferire lei?
«Perché io voglio riportare la città
in mano ai cittadini. Altri hanno
fatto un’operazione verticistica.
Da nominati».
E dal governatore Marcello
Pittella, che lei appoggiò nelle primarie per la presidenza
regionale, si aspetta soste-
gno, riconoscenza o cosa?
«Da Pittella mi aspetto che faccia
bene, come sta facendo, il presidente della giunta regionale».
Per concludere, Falotico.
Qual è, secondo lei, la soglia
per poter dire che le sue primarie sono state un successo?
«Dico duemila partecipanti. Alle
primarie fra Pittella e Lacorazza,
quando s’è detto che votarono anche settori di destra, si recarono ai
seggi 4.600 cittadini. Se a Potenza
una parte del centrosinistra porta
2mila votanti, credo che possa considerarsi un risultato importante.
E, a scanso di equivoci, il centrosinistra che non partecipa alle primarie, se vuole, può mandare i
suoi supervisori. Così evitiamo le
polemiche del giorno dopo».
CANDIDATURE E... CONSIGLI
Azione Civica
lancia De Angelis
Un decalogo
di chi non votare
l Il quadro delle candidature a sindaco si sta delineando. Domani mattina
sarà ufficializzato anche
l’aspirante primo cittadino di
Azione civica/Comitato 13 ottobre: nella sede dell’associazione, alle 11.30, in vicoletto Branca, a Potenza, si
terrà la conferenza stampa di
Azione Civica per presentare
la candidatura di Dino De
Angelis, uno dei fondatori del
comitato cittadino che costituisce una novità assoluta
nel panorama politico di Potenza. Una volta completata
la griglia di partenza dei sindaci scatterà la corsa alla
composizione delle liste (vanno presentate il 26 aprile). E
proprio in vista di quello che
si annuncia un «esercito» di
candidati, il nostro lettore
Rocco Casella, attento osservatore della realtà potentina,
ha messo a punto un decalogo di chi non votare: 1.
chi ha più di 60 anni; 2. chi è
figlio di politici in carica; 3.
chi è medico; 4. chi sta da
troppo tempo in politica; 5.
chi ha cambiato troppi partiti; 6. chi è disoccupato e
pensa di occuparsi con la
politica; 7. chi fa un lavoro
molto importante per la collettività; 8. chi ha molti vizi;
9. chi ha precedenti penali o
procedimenti pendenti; 10.
chi ha alle spalle un clan
familiare.
Quanti dei candidati che
concorreranno alle elezioni
del 25 maggio prossimo superano questi «paletti»?
Il bilancio del Pd in città
«Condizionati dai tagli»
Vetrina dei candidati
sullo smartphone
Incontro di fine consiliatura verso le elezioni di maggio
Nasce l’applicazione «PotenzaVota»
EMANUELA FERRARA
l Incontro di fine consiliatura in quel
della sala dell’Arco per il Partito democratico. Chi credeva di avere un quadro
sulle prossime imminenti elezioni è rimasto sicuramente deluso. Nessun nome, se
non quello del candidato sindaco (avvocato
Luigi Petrone scelto dalla società civile
senza più l’ausilio delle primarie) reso noto già giorni addietro, nessun riferimento
a chi si rimetterà in gioco. Solamente
un’analisi, più o meno dettagliata, di quanto fatto in questi ultimi cinque anni.
Un lustro difficile, scandito dalla crisi
economica che ha investito la penisola intera e che ha colpito, chiaramente, anche il
capoluogo regionale della Basilicata. Nonostante i tagli e le difficoltà il gruppo
consiliare si vanta, per voce del capogruppo Giampaolo Carretta, dell’egregio lavoro
svolto. «Non sono mancate le criticità ed i
problemi – ha sottolineato Carretta – ma
questi sono frutto della carenza di fondi a
cui siamo stati sottoposti, non della nostra
volontà». E giù con un elenco di risultati
ottenuti negli anni dell’avventura Santarsiero. «Un’avventura unica, entusiasmante, ricca. Anni di pieno lavoro, di progetti e
di innovazione», si legge nell’opuscolo redatto dal sindaco uscente. Niente di nuovo
rispetto a quanto detto nel commiato tenutosi nello Stabile. Scale mobili, mobility
centre, parchi cittadini, nodo complesso
del Gallitello e riduzione notevole del debito storico, i fiori all’occhiello della sua
amministrazione. Oltre, come ci tengono a
sottolineare, alle iniziative sociali quali la
«Bella Estate», progetto estivo per anziani
e disabili, ed i vari servizi di assistenza.
Un excursus dell’ultima legislatura con
poco occhio critico, ma anche un voler
guardare al futuro e proporsi come forza
politica in grado di ben amministrare la
città. Lavoro, occupazione, viabilità, trasporti e decoro urbano al centro del pro-
COMUNE L’incontro di ieri [foto Tony Vece]
gramma elettorale del Pd ma, soprattutto,
la battaglia a livello regionale per il riconoscimento di Potenza come vera “città
capoluogo». «Amministriamo quotidianamente – ha ribadito Carretta – un terzo in
più dei residenti effettivi. Ogni giorno, infatti, nella città circolano numerosi cittadini extraurbani il cui costo, riferito in
termini di pulizia, trasporti e quant’altro,
ricade unicamente sulle tasche dei nostri
potentini. È bene che la Regione, in un’ottica che vada oltre i colori politici, riveda la
posizione del capoluogo regionale con leggi pensate ad hoc». È questo il vero centro
del prossimo programma elettorale. Riconoscimento di un ruolo forte a questa città
che ha subito nel tempo troppi soprusi.
l Un’applicazione per smartphone dedicata alle elezioni
amministrative comunali 2014. È «PotenzaVota», un progetto
molto innovativo, presentato ieri nel capoluogo di regione,
che utilizza la tecnologia mobile per presentare i candidati e le
liste, offrendo ai cittadini una possibilità in più di conoscere e
confrontare i programmi. L’idea è quella di superare una volta
per tutte il manifesto cartaceo come strumento di comunicazione, perchè poco dinamico e molto invasivo per l’ambiente, intercettando più facilmente i giovani dai 18 ai 25 anni.
Tutti i candidati, per il rispetto della par condicio, saranno
inseriti all’interno dell’applicazione con le informazioni di
base, mentre sarà possibile acquistare servizi aggiuntivi di
comunicazione, come link ai social, videointerviste, podcast,
gallery fotografiche e comitati elettorali. Verrà data anche la
possibilità di inviare un messaggio diretto al candidato per
sottoporre un quesito o proporre idee programmatiche. «Il
valore civico del progetto – ha spiegato Michele Franzese,
dell’agenzia Scai Comunicazione che ha ideato il progetto in
collaborazione con tre giovani programmatori, Domenica
Sileo, Sergio De Costanzo e Luigi Rizzi - è proprio quello di
superare alcuni limiti della campagna elettorale, soprattutto
quella comunale, dove spesso contano più le relazioni corte
[al. boc.]
della comprensione reale dei programmi».
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
ANNUNCI E RITARDI
ANONIMATO METEOROLOGICO
Venerdì 11 aprile 2014
COPERTURA FINANZIARIA
L’intesa tra Università, Comune e
Areonautica è stata formalizzata
oltre un anno fa. Mancano i soldi
Non è ancora tempo
per la stazione meteo
Promessa e annunciata più volte, ma resta un progetto
MARIO LATRONICO
l Una piccola luce in fondo al tunnel.
Dopo mesi di silenzio (davvero troppi)
può tornare di stretta attualità la questione della stazione meteo di Potenza.
La nota vicenda, ancora bloccata per la
mancanza di copertura finanziaria, potrebbe prendere a breve una piega favorevole.
Serve però un ultimo sforzo per riavere finalmente nel capoluogo lucano,
per la precisione presso il «Polo Universitario» di Macchia Romana, un
presidio di ricerca e raccolta dati meteorologici con la collaborazione
dell’Aeronautica Militare. Dopo l’ac-
cordo trilaterale tra Università, Comune e la stessa Aeronautica già formalizzato da più di un anno, è arrivato il
momento di passare dai progetti alla
realizzazione dei lavori. Un certo ottimismo, ma anche un sano realismo,
sono arrivavi dall’Ufficio Gestione Patrimonio del Comune di Potenza ed in
particolare dalle parole dell’ingegner
Gerardo Lariccia dell’Ufficio Manutenzioni e Servizi Tecnologici dello
stesso Comune. «Siamo agli ultimi dettagli della progettazione – conferma
Lariccia – come attività del nostro ufficio abbiamo quasi del tutto ultimato
gli adempimenti progettuali e stiamo
predisponendo l’altro necessario pas-
.
POLO UNIVERSITARIO La sede dell’ateneo di Macchia Romana [foto Tony Vece]
saggio amministrativo che riguarda la
prenotazione delle spese per la costruzione della stazione». Dopo qualche iniziale riflessione sulla reale corrispondenza della stazione ai criteri richiesti,
l’Aeronautica ha dato il benestare ai
lavori ed attende che sia il Comune a
fare il passo decisivo relativo alla realizzazione del sito. «L’Aeronautica di
Roma - prosegue Lariccia del Comune
di Potenza – ci ha dato precise indicazioni sul palo da istallare e sulla superficie da recintare. Credo che si possa passare a breve alla determinazione.
Una volta arrivata la somma faremo
l’affidamento dei lavori con le relative
procedure per l’appalto dell’opera».
L’opera che dovrebbe portare alla città
capoluogo, dopo oltre sette anni di
oblio, un servizio tanto utile quanto
necessario costerà all’Amministrazione comunale di Potenza circa 25 mila
euro. Oltre al basamento, nel nuovo
sito posto in una collinetta poco al di
sopra del Polo Universitario di Macchia Romana ad una altitudine attorno
ai 750 metri, sarà realizzato un palo di
10 metri che servirà per la collocazione
dell’anemometro e altri lavori riguardanti la rete elettrica. Si tratterà di una
stazione automatica, cioè senza personale umano stabile, anche se di tanto
in tanto serviranno dei controlli e delle
operazioni di manutenzione da parte
COMUNE UNA DELLE ULTIME DELIBERE APPROVATE DALLA GIUNTA SANTARSIERO DUE ANALOGHE SENTENZE DELLA CORTE DEI CONTI SU TITOLARI DI AGENZIE
della stessa Aeronautica. Il problema
però è che pur essendo il progetto ormai ultimato, l’opera non potrà andare
ancora in appalto senza la necessaria
copertura finanziaria. L’Ufficio Ragioneria del Comune di Potenza, a causa
del bilancio in rosso dell’amministrazione, aveva dovuto fermare l’iter del
progetto proprio per la mancanza di
una cassa spese. Nei prossimi giorni se
ne tornerà a parlare sperando che arrivi il tanto atteso via libera. L’importanza di avere una stazione meteo deve
costituire per la comunità cittadina anche un fatto di cultura e deve rispondere ad impellenti necessità di ordine
scientifico e professionale.
Un piano di inclusione Incassano i bolli auto
per i detenuti in città e non li versano all’ente
l Un piano cittadino per l’esecuzione penale. È una delibera, su sollecitazione
dell’assessore comunale alle politiche sociali, Donato Pace, approvata in una
delle ultime sedute della giunta Santarsiero. Il piano avrà l'obiettivo di migliorare
le condizioni di vita delle persone in esecuzione di pena, di offrire opportunità di
formazione al lavoro e all'apprendimento sociale ed educativo all'interno dell'Istituto penitenziario e dare occasioni di inserimento sociale e professionale ai
soggetti che si trovano in esecuzione penale esterna. L'idea del piano cittadino per
l'esecuzione penale nasce nel 2012 con la delibera di Giunta n. 219 del 14 dicembre
2012, attraverso la quale l'assessorato alle Politiche e Servizi sociali si impegnava
a mettere in atto azioni concrete volte ad avere
una visione globale degli interventi da effettuare in favore delle persone detenute, anche al
fine di diminuire l’alta percentuale di recidiva.
Il gruppo di lavoro ristretto, costituito dall’assessorato alle Politiche e Servizi sociali del Comune di Potenza, rappresentato da Lucia Ruoti,
dal Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per la Basilicata rappresentato da
Giuseppe Palo, dall’ufficio Servizio sociale per i
minorenni rappresentato da Caterina Ferrone e
dall'associazione Psicolaminerva rappresentata da Maria Rosaria Colangelo ha messo in
evidenza le necessità e i bisogni dei cittadini in
esecuzione penale all’interno della comunità
locale, quest’ultima dovrà garantire i diritti civili e sociali di questa fascia di
utenza, che non può e non deve essere segnata da un marchio negativo e indelebile
che difficilmente riesce a conciliare l’integrazione nel contesto socio-lavorativo.
«Spesso subentra anche il pregiudizio di chi, convinto che le persone detenute
debbano scontare la pena in modo esemplare e senza indulgenze, – sostiene
l’assessore Pace – vede ogni iniziativa di sostegno e di integrazione come
eccessivo favore nei confronti di chi commette reato. Il piano permette di avere
una visione globale sull’intera materia al fine di assicurare più incisivi interventi
formativi, di orientamento e di inserimento lavorativo delle persone detenute».
FILIPPO MELE
l Hanno incassato soldi di bolli auto ma non li hanno versati alla Regione. Per
questo sono state condannate dalla Sezione giurisdizionale della Basilicata della
Corte dei conti la titolare di una agenzia ACI di Muro Lucano e la società di
gestione di una autoscuola di Lauria con il suo legale rappresentante. Debbono
risarcire un danno prodotto al massimo ente locale rispettivamente di 42.440,43 e
di 270.328,71 euro. La Corte ha emesso nei giorni scorsi due sentenze separate ma
sullo stesso argomento per giudizi di responsabilità chiesti dalla Procura regionale. Nel primo, a carico di Maria Teresa
Travaglio, nata a Castelgrande il 20 marzo 1958
e residente in Muro Lucano. Nel secondo, nei
confronti della «Autoscuole Pintozzi & C. srl»,
con sede a Lauria, e di Antonio Pintozzi, nato a
Maratea il 19 aprile 1977 e lì residente, all’epoca
dei fatti amministratore unico della srl. Il «fatto» al centro delle due vicende è analogo, tranne
che per le cifre. Sia la Delegazione Aci sia la
«Autoscuole Pintozzi» erano state autorizzate
dalla Giunta regionale alla riscossione della
tassa automobilistica con l’obbligo di assicurare gli adempimenti e di rispettare le condizioni della «Convenzione tipo» stipulata tra
Regione e Aci. Ma l’Ufficio fiscalità regionale
ha verificato mancati versamenti. Iniziava, così, un iter, con l’intervento della
Guardia di finanza, per tentare di riscuotere le somme pagate dagli automobilisti
anche attraverso polizze fideiussorie a garanzia. Ma alla data del 14 marzo 2013 la
Ragioneria generale della Regione ha comunicato che la situazione debitoria
della delegazione Aci di Muro Lucano, periodo 29 giugno 2009 – 17 giugno 2010,
risultava essere di 42.440,43 euro. La situazione debitoria della «Pintozzi & C.
s.r.l.» alla stessa data, ma per il periodo 23 maggio 2011 – 15 gennaio 2012, era di
270.328,71 euro. Proprio le cifre con cui debbono risarcire, secondo la sentenza di
condanna emessa dalla Sezione presieduta da Maurizio Tocca, la Regione.
FESTA PATRONALE SCATTA IL CONTO ALLA ROVESCIA PER LA PARATA DEI TURCHI. INIZIATIVA DI «IO POTENTINO»
Tornano le magliette per San Gerardo
Tradizioni, look e solidarietà: il ricavato va al centro diurno di Bucaletto
EMANUELA FERRARA
l Si entra ufficialmente in clima San
Gerardo. L’associazione Io Potentino ha
voluto, in concomitanza con l’inizio delle selezioni per la Storica Parata dei
Turchi, rinnovare l’appuntamento con
l’iniziativa della vendita di magliette
appositamente create da indossare nei
giorni dei festeggiamenti in onore del
santo patrono. Le t-shirt sono state presentate alla stampa presso l’enoteca Cibò del rione Poggio Tre Galli.
Torna, insomma, per il terzo anno
consecutivo, quello che l’associazione
stessa definisce un gesto d’amore per la
propria città. Ecco spiegato il simbolo
raffigurato sulle t-shirt edizione 2014: “I
love Pz”. I potentini, si sa, negli ultimi
giorni di maggio adorano esibire magliette fai da te con sopra stampati proverbi della tradizione cittadina o richiami a San Gerardo. Io Potentino vuole
semplicemente mettere sul mercato, come oramai fa da tempo, due t-shirt e lo
fa non solo per mantenere viva una tradizione se vogliamo folkloristica ma,
anche e soprattutto, per solidarietà. I
proventi ricavati dalla vendita delle magliette, prenotabili fino al 9 maggio sui
canali social dell’associazione e sul loro
sito, saranno utilizzati per l’acquisto di
un service audio da donare al Centro
Socio Educativo Diurno–Rotary situato
a Rione Bucaletto e dedicato a persone
con disabilità. Due i modelli tra i quali
poter scegliere: versione verde con
stampa vintage oppure modello «Walt»
di colore grigio la cui stampa richiama
il font Walt Disney. Entrambi saranno
disponibili per uomo, donna e bambino
ed avranno un costo di 10 euro.
IO POTENTINO La presentazione della t-shirt
le altre notizie
SOLIDARIETÀ
Da oggi raccolta fondi
per «Telethon»
n Da oggi e per una settimana
parte a Potenza una fitta raccolta fondi da destinare a Telethon, che interesserà più punti
di raccolta in tutto il capoluogo
lucano. Oggi e domani stand di
Telethon, con la sua rete di volontari, saranno presenti presso il centro commerciale di
Iperfutura, sabato è la volta degli asili nido di via Delle Acacie
e via Adriatico della Cooperativa La Giostra, per continuare
lunedì e martedì (14 e 15 aprile)
presso l’Ospedale San Carlo e
ancora venerdì e sabato (18 e
19) presso piazza Prefettura. I
punti di raccolta saranno guidati da Carmine Rosa, Nicola
Becce, Raffaele Olita con il supporto di volontari appassionati
che mettono a disposizione il
loro tempo per una nobile causa: credere nella possibilità che
si possa arrivare a una cura
per qualcuna delle oltre 6000
malattie genetiche rare.
A LEZIONE DI CREDITO
La Monte Paschi Siena
entra nella scuola
n Settimo appuntamento del
progetto «bancAscuola - conoscere per decidere», promosso da Banca Monte dei Paschi
di Siena con le associazioni
dei consumatori. Ieri circa 90
studenti del Liceo delle Scienze Umane «E. Gianturco» di
Potenza hanno partecipato ad
un incontro dedicato al contesto economico e finanziario.
«bancAscuola» è un progetto
rivolto alle scuole superiori
con l’obiettivo di preparare
gli studenti ad affrontare con
maggiore consapevolezza la
lettura dei temi bancari e finanziari. L’iniziativa coinvolge ragazzi delle ultime classi.
Alla tappa di Potenza hanno
partecipato il dirigente scolastico del Liceo Antonio Laguardia, oltre ad Antonio Pirolo di BMps, Rocco Messina,
titolare della filiale BMps, Felice Zuardi, specialista di prodotto BMps, Vincenzo Telesca
di Adiconsum e Rosanna Vinci di Assoutenti.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I VII
Venerdì 11 aprile 2014
LAGONEGRO
SONO I TESTIMONI CHE PER GLI INQUIRENTI COPRONO I 4 PROTAGONISTI DELLA RISSA FINITA IN TRAGEDIA
Omicidio del giovane Di Silvio
due indagati per favoreggiamento
PINO PERCIANTE
l Ci sono due indagati per favoreggiamento
nell’indagine della Procura di Lagonegro sul
delitto del diciottenne Pasqualino Di Silvio, avvenuto lo scorso febbraio a Lagonegro durante
una rissa. Sono due testimoni che, secondo gli
inquirenti, non dicono quello che hanno visto e
coprono tutti e quattro i protagonisti di quella
zuffa finita in tragedia.
Si tratta di un ventitreenne di Lagonegro che
lavora nel bar davanti al quale tutto ha avuto
inizio e di una donna di 38 anni, residente a
Lagonegro, che lavora nel minimarket che si
trova di fianco al bar. Sono finiti nel fascicolo del
pubblico ministero di Lagonegro, Francesco
Greco, titolare dell’inchiesta, perché non direbbero la verità. Nei giorni scorsi, su delega della
Procura, i carabinieri del nucleo operativo della
compagnia di Lagonegro li hanno sentiti. Per i
due, difesi dagli avvocati Michele Canonico e
Pier Luigi Ferrara, l’accusa è che sono reticenti.
Pasqualino Di Silvio è stato ucciso il 19 febbraio scorso da Nicola Viceconte che lo avrebbe
accoltellato durante una rissa tra le due famiglie
(padre e figlio e padre e figlio) scoppiata vicino al
parcheggio multipiano in via Umberto I. Se-
Tentò di investire Cc
Patteggia la pena
27enne di Viggianello
condo gli inquirenti i due testimoni erano sulla
scena ma non collaborano alle indagini. Nel
corso dell’interrogatorio davanti ai carabinieri i
due hanno detto di aver assistito solo alla prima
lite, quella tra Giuseppe Viceconte e Antonio Di
Silvio, fratello della vittima. Poi entrambi sarebbero tornati al loro lavoro e non avrebbero
visto quello che è accaduto dopo.
Gli inquirenti, però, non credono a questa
versione e non è escluso che chiedano il rinvio a
giudizio anche per loro a chiusura delle indagini. Gli avvocati Ferrara e Canonico negano
l’ipotesi favoreggiamento e dicono che i loro
assistiti hanno chiarito tutto. Frattanto il gip,
Vincenzo Del Sorbo, ha tolto gli arresti domiciliari ad Antonio Di Silvio, fratello di Pasqualino. Nei giorni scorsi il giudice aveva concesso
gli arresti domiciliari al padre della vittima,
Nicolino Di Silvio, accogliendo l’istanza presentata dal suo difensore, l’avvocato Antonio Boccia, che aveva chiesto la scarcerazione dell’uomo
per motivi di salute. Il giudice si era pronunciato,
accogliendole, anche sulle istanze presentate dagli avvocati Antonella Latronico e Pasquale Gentile, difensori di Giuseppe Viceconte che ora si
trova ai domiciliari ma ha ottenuto il permesso
di poter andare a lavoro. In carcere, quindi, resta
solo Nicola Viceconte, papà di Giuseppe.
MISSANELLO
Ha patteggiato la pena di sei
mesi il 27enne di Viggianello arrestato un mese fa perché aveva tentato di investire un carabiniere e
aveva opposto resistenza all’arresto. In questi giorni si è tenuto il processo per direttissima che era stato
rinviato di qualche settimana perché
il difensore dell’uomo, l’avvocato
Santo Lamoglie, dopo la convalida
del fermo aveva chiesto i termini a
difesa. Durante l’udienza tra il difensore e il pm è stata concordata l’entità della pena che poi il giudice ha
applicato: sei mesi con il beneficio
della sospensione. Il ventisettenne
era stato arrestato giovedì 6 marzo.
All’alt dei carabinieri di Viggianello
si era fermato ma senza spegnere il
motore della sua auto e quando uno
dei due militari si era avvicinato per
controllarlo aveva tentato di inve[p.perc.]
stirlo.
L’APPELLO DEL SINDACO SENATRO VIVOLI ALL’ANAS PERCHÉ RIPRISTINI IL TRAFFICO
«Quel tratto sulla ss 92
è impraticabile da mesi»
MARIAPAOLA VERGALLITO
SMOTTAMENTO La strada interrotta
POTENZA
l MISSANELLO. E’ un vero e proprio ultimatum quello che il sindaco
di Missanello Senatro Vivoli lancia ai
gestori del tratto dell’ex statale «92»
dell’Appennino meridionale in prossimità del suo comune, interessato da
tempo, ormai, ad una interruzione
della strada.
L’arteria, interessata da un perenne
dissesto idrogeologico, al km 96+200,
nel tratto che da Missanello attraversando il ponte sul torrente Alvaro,
tocca la provincia materana, con il
passaggio al bivio del ponte Agri per
SETTE RICONOSCIMENTI A MARTINO
Nella settimana del «Vinitaly»
a Pramaggiore premiati
i migliori vini della Basilicata
l POTENZA. Nella settimana
del «Vinitaly» che ancora una vota
ha sancito la crescita delle produzioni e della qualità dei vini
lucani si è tenuto il prestigioso
concorso nazionale di Pramaggiore (Venezia). In grande spolvero le
aziende della Basilicata e i loro
prodotti. In particolare ha fatto
incetta di riconoscimenti con diplomi e medaglia
d’oro la Casa Vinicola Armando
Martino di Rionero in Vulture.
Diciassette i
vini lucani premiati ben sette
dell’azienda Martino, una casa
che fa della tradizione di famiglia
la sua arma vincente nella realizzazione di un prodotto che esalta la terra vulcanica del Vulture.
Ecco i vini premiati tutti Aglianico Doc: «Oraziano» 2008, «Oraziano» 2009, «Pretoriano» 2007,
«Martino» 2010, «Bel Poggio» 2007,
Bel Poggio 2009, «Basilicata Igt
Greco» 2013. Riconoscimenti importanti anche per l’azienda Francesco Marino di Noepoli con con 5
vini premiati: i due «Rosato Biologico», l’Aglianico vinificato in
bianco biologico,
il «Matera Dop
Primitivo» biologico e l’«Aglianico biologico». Di
spicco anche la
prestigiosa
«Cantine del Notaio» di Rionero
con l’Aglianico
Doc «La Firma»
2010, e «Il Sigillo»
2009, terzo riconoscimento al
«Rosè Brut» 2010. Sul podio a Pramaggiore anche Casa Maschito
con il Basilicata Igt Moscato Biancospino 2013 e l’Aglianico Doc
«Portale
Adduca»
2011.
Insomma un successo in tutti i
sensi del buon vino luca[a.mass.]
no.
LA VITTIMA E
LE INDAGINI A
lato il giovane
Pasqualino Di
Silvio e sopra i
carabinieri sul
posto dove
avvenne la rissa
di Lagonegro
terminata in
tragedia con la
morte del
18enne
Aliano per poi ritornare in terra potentina in quel di Santarcangelo, è
interrotta.
Questa interruzione crea naturalmente non pochi disagi, con il traffico
pesante che viene deviato su di una
strada comunale. Strada che permette
di raggiungere la statale 598 Fondovalle dell’Agri. Possibilità che di contro è negata a quanti da Missanello
hanno necessità di raggiungere le proprie aziende con il servizio pubblico
della Sita, che come è stato segnalato
alla stampa, non serve ormai più diversi km della tratta.
«Questo è un problema increscioso
AVIGLIANO
e che dura da molti anni- dice il sindaco di Missanello Vivoli- Circa tre
anni fa ci uno smottamento che fece
chiudere metà carreggiata. L’Anas ha
provveduto a collocare apposita segnaletica e il traffico procedeva in senso alternato. In questi anni nessun
tipo di intervento è stato fatto ma già si
sapeva che lo smottamento si sarebbe
aggravato, come è accaduto nel novembre scorso. La cosa grave è che,
dopo l’interruzione del tratto in seguito al secondo smottamento, non c’è
neanche una adeguata segnaletica che
possa indicare la direzione da prendere per raggiungere la 598 in direzione Salerno o Taranto. Inoltre, cosa
ancora più grave, la deviazione dei
mezzi pesanti lungo la strada comunale è stata indicata senza alcun tipo
di parere all’amministrazione comunale. Nessuna richiesta ci è stata inviata. Io mi prodigherò in questo mese
affinchè l’Anas proceda in tempi brevi
a ripristinare il traffico sulla 92».
le altre notizie
SICIGNANO-POTENZA
Limitazioni al traffico
raccordo autostradale
n L’Anas comunica che a partire dalle ore 13 di sabato 12
aprile, e fino al termine delle
esigenze, saranno attive limitazioni al transito veicolare
sul Raccordo autostradale
«Sicignano-Potenza», nel tratto compreso tra il km 20,500 e
il km 21,200. Nello specifico,
tutti i veicoli provenienti da
Buccino e diretti a Balvano –
Potenza, saranno deviati allo
svincolo di Vietri di Potenza. I
veicoli di massa a pieno carico
fino alle 3,5 tonnellate e/o larghezza fino ai 2,30 metri, potranno rientrare sul raccordo
attraverso la rampa di innesto
dello svincolo di Vietri di Potenza, in direzione Potenza.
LO SCAMBIO DI INFORMAZIONI SI È CONCRETIZZATO CON UN GEMELLAGGIO CON I RAGAZZI DEL CILENTO
Alunni interagiscono attraverso la scrittura
con i loro coetanei di una scuola di Agropoli
SANDRA GUGLIELMI
l Insegnare passando attraverso il gioco e
gli esempi concreti, così da aiutare i piccoli
scolari ad appropriarsi degli strumenti del
sapere e rafforzare le conoscenze attraverso
l’esperienza e non con il semplice e passivo
ricevere di nozioni. Dopo l’esperienza, ancora
in corso, dello studio della matematica filtrato
attraverso attività logico - matematiche e ludiche, ormai al terzo anno, alcune insegnanti
della primaria «Silvio Spaventa Filippi» della
cittadina hanno pensato di rafforzare la spiegazione di come si scrive una lettera trovando
per i propri alunni dei piccoli interlocutori con
cui intraprendere uno scambio epistolare.
Tina Centola, Carmela Samela, Gelsomina
Salluzzi, Maria Rosaria Santangelo e Rosanna
Santoro, insegnanti della 4ªA e 4ª B della primaria dell’istituto comprensivo aviglianese,
hanno deciso, a quel punto, di proporre al
dirigente scolastico, Salvatore Mascolo, l’idea
di far interagire concretamente i piccoli con
dei loro coetanei utilizzando la scrittura. A
rispondere positivamente all’invito dell’Istituto della cittadina gianturchiana, che risale
già allo scorso anno scolastico, è stata didattica
statale «G. Landolfi» di Agropoli, i cui scolari
delle attuali classi 4ªE e 4ª D hanno iniziato uno
IL GRUPPO I ragazzi di Avigliano e Agropoli
scambio di missive con gli studenti aviglianesi. Con il passare del tempo, lo scambio di
informazioni si è trasformato in un vero e
proprio gemellaggio che mercoledì scorso si è
concretizzato attraverso la conoscenza diretta.
Sono stati 47 i bambini del comune del Cilento
che, accompagnati dalle loro insegnanti, hanno trascorso la giornata nella cittadina al piè
del Carmine. «Dopo l’accoglienza – raccontano
le insegnanti -, la mattinata è stata dedicata ad
una serie di attività, tra le quali la presentazione dei costumi e dei canti tradizionali,
anche grazie alla collaborazione del gruppo
folkloristico, la presentazione di manufatti
dell’artigianato artistico aviglianese, come la
balestra, nonché l’illustrazione, attraverso la
mostra della Retrospettiva dei Quadri plasti-
ci», dell’intenso ed emozionante spettacolo di
scene viventi, fatte rivivere grazie all’impegno
della locale Proloco, che riproducono, attraverso personaggi immobili, opere d’arte figurative in uno spettacolo diventato negli anni
uno dei più noti ed importanti della tradizione
aviglianese. Prima di pranzo i bambini hanno
visitato anche l’Antico forno di Valvano, dove
ancora si produce pane ed affini con metodologie tradizionali. Nel pomeriggio l’imponente maniero federiciano di Lagopesole ha
fatto da cornice ad un’altra serie di attività alle
quali ha partecipato l’Associazione Parimpari, che porta avanti già da qualche anno ad
Avigliano il progetto «La palestra di Archimede». «Abbiamo animato l’escursione con
attività logico-matematiche – ha spiegato il
presidente Giuseppe Guarino». «La “Palestra
di Archimede” – continua - nell’anno scolastico in corso vede impegnati più di mille
ragazzi, di cui 300 del Comprensivo di Avigliano, dove le insegnanti si adoperano attivamente e con grande entusiasmo, con la
consapevolezza che con il gioco ed i rompicapo
si possono stimolare attivamente i ragazzi,
rafforzando il loro il ragionamento e l’elasticità mentale». «Abbiamo vissuto – hanno
raccontato le insegnanti – davvero una bellissima e formativa esperienza».
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
Venerdì 11 aprile 2014
La raccolta conteneva la
rarissima Gran Croce di
Prussia. Per Rocco Galasso
spariti « pezzi rarissimi»
MINISTRO Pietro
Lacava, nella sua
casa ospitò anche
Giuseppe
Zanardelli all’inizio
del ‘ 900. A sinistra
il medagliere
ANTONIO MASSARO
l In tempi di crisi i ladri non si
fermano davanti a nulla. Anche i cimeli
storici fanno gola. E infatti a Corleto
Perticara ha preso il volo Il medagliere
con alcune importanti e rare onoreficenze assegnate a Pietro Lacava
(1835-1912) – che fu a lungo deputato e
più volte ministro nell’Italia riunificata pochi anni prima. Il furto nella casa
di famiglia del famoso uomo politico
potrebbe essere avvenuto mesi fa ed è
stato scoperto dalle componenti di un
ordine religioso al
quale la casa era
stata donata dai discendenti di Lacava
che, in quelle stanze, ospitò anche
Giuseppe Zanardelli nel suo storico
viaggio in Basilicata, all’inizio del
'900.
Il
medagliere
conteneva, fra l’altro la «Gran Croce
di Prussia», considerata rarissima, e
altre medaglie e placche, tutte di «altissimo valore». I malviventi hanno rubato anche altri oggetti, considerati però di valore più contenuto. Sul furto
indagano i carabinieri.
Non sono mancate le reazioni di stupore dopo il furto in casa Lacava. In
primis quella di Rocco Galasso, amico
di Casa Lacava e Presidente del Centro
Studi Storico Militari «G. Salinardi».
CORLETO PERTICARA I LADRI HANNO PRESO DI MIRA LA CASA DELL’UOMO POLITICO, A LUNGO DEPUTATO E PIÙ VOLTE MINISTRO DOPO L’UNITÀ D’ITALIA
Rubato il prezioso medagliere storico
nell’abitazione della famiglia Lacava
«Sono davvero dispiaciuto per l’accaduto - dice Galasso - che ci priva di un
pezzo importante di storia politica non
solo della nostra regione, ma nazionale.
Il ministro Lacava, per i tempi che
aveva vissuto, fu sicuramente uno degli
uomini politici in grado di ricevere attestazioni di profonda stima a livello
internazionale, come lo dimostrano le
concessioni di altissime decorazioni
estere (prussiane, turche, greche, russe). Nel consultarmi con uno dei maggiori cultori di militaria ed esperto di
Ordini e Decorazioni ho avuto ancor
più conferma della rarità di alcuni pezzi. Sarebbe cosa gravissima non poterli
più ritrovare».
«Quel medagliere - conclude Galasso
- è stato amorevolmente custodito nei
VIGGIANO ENI CONFERMA IL SUO IMPEGNO PER IL MANTENIMENTO DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI
cento anni che vanno dalla morte del
ministro ai nostri giorni. Le religiose
che hanno ricevuto l’immobile hanno
avuto sempre grande attenzione e prudenza con i beni loro affidati. Anche le
concessioni del materiale che hanno
voluto affidare, mio tramite, per l’esposizione presso il Museo Provinciale, sono avvenute con un forte senso di responsabilità ed all’insegna delle miglio-
ri garanzie di proprietà e di buona custodia. Confido molto nell’opera di recupero di questo patrimonio storico».
Va detto infine che il ministro ha
avuto una sola figlia Ida, alal sua morte
le proprietà sono state donate all’Istituto di cultura e formazione religiosa.
Mentre l’imponente biblioteca, per volontà di Ida Lacava, è stata donata al
Comune di Corleto.
SPINOSO VALLE DELL’ENERGIA
VENOSA DAI CC
«In Val d’Agri sicurezza
e lavoro per i lucani»
Rubano barre
Si parla oggi
in alluminio
di giovani
arrestati
e di occupazione ex dipendenti
l VIGGIANO. Eni ribadisce il suo « tribuendo al mantenimento dei livelli
impegno costante su sicurezza e man- occupazionali di lavoratori lucani neltenimento dei livelli occupazionali in le aziende aggiudicatarie dei contratti
Val d’Agri». Il colosso petrolifero fa come confermato dai sindacati».
sapere che «sin dal 2008, con
la decisione di collocare il
Distretto Meridionale in Val
d’Agri, ha dato un forte impulso alle attività dell’indotto dimostrando il proprio
impegno verso il territorio
in cui opera».
Inoltre «con la sottoscrizione del protocollo del 5 ottobre 2012, Eni ha rafforzato
le iniziative di sostegno all’
economia locale ,impegnandosi a massimizzare, nel rispetto delle normative vi- PETROLIO IN VAL D’AGRI L’impegno dell’Eni
genti, la partecipazione delle aziende locali a gare regionali e lo«In particolare - prosegue Eni - nel
cali.
2013 si sono tenuti 12 incontri presso
Nel 2013 Eni ha agevolato l’appli- Confindustria Basilicata che hanno
cazione dell’Asse 5 del medesimo pro- portato alla sottoscrizione di 4 verbali
tocollo in tema di cambi d’appalto, con- di accordo, permettendo la ricolloca-
l . «Giovani e lavoro nella Valle dell'Energia». È il tema che si tiene oggi a Spinoso, ore 18,
nella sala Giovanni Paolo II. «Visto che il lavoro
non è uno dei temi, ma "il tema" sul quale si
gioca il futuro della stessa esistenza di tanti
piccoli paesi lucani, abbiamo voluto centrare
l'attenzione sulle strategie e le politiche che i
principali attori del nostro tempo hanno in
mente di attuare in materia di lavoro». Così il
sindaco di Spinoso Pasquale De Luise
«La concentrazione dice il primo cittadino va proprio verso il lavoro giovanile, considerando che proprio in tale segmento la percentuale di disoccupazione in Basilicata risulta
altissima. E' anche il modo per capire le strategie e il piano sul lavoro che il nuovo presidente della Regione ha in mente di attuare e
come intende mettere al servizio di tale scopo,
le ingenti risorse che dal petrolio arrivano alla
Regione Basilicata, magari prevedendo, come i
"Sindaci Ribelli" hanno da tempo consigliato,
che il reperimento di personale da impiegare in
tutte le attività estrattive sia acquisito da manodopera locale in misura non inferiore
all’80% di tutto il personale impiegato».
zione del 96% dei lavoratori interessati
da cambi d’appalto». Eni ribadisce «il
proprio impegno costante e continuativo sulle tematiche relative alla salute
dei lavoratori che ha portato
a risultati di eccellenza:
all’interno dei propri siti operativi il medesimo livello di
sicurezza è garantito per tutti i lavoratori, diretti e indiretti. Tale impegno ha consentito di ridurre di 10 volte,
dal 2009 al 2013, il numero di
infortuni per milione di ore
lavorate da dipendenti e contrattisti presso Distretto Meridionale Eni E&P (Dime).
Sulle rivendicazioni salariali
dei sindacati relativamente
ai dipendenti delle aziende
dell’indotto, Eni, non avendo alcuna
titolarità circa i rapporti di lavoro oggetto di confronto, conferma la propria impossibilità a partecipare ad
eventuali trattative».
LAGOPESOLE DA OGGI E FINO AL 14 APRILE NELLA CORNICE DEL CASTELLO
BRINDISI DI MONTAGNA DOPO IL SUCCESSO 2013
Al via la 4 giorni del progetto Sagittarius Ritorna 1° maggio al Parco Grancia
L’obiettivo è promuovere il patrimonio culturale e naturale
l Si terranno nella suggestiva cornice dal
Castello di Lagopesole, da oggi al 14 aprile, 4
giornate di incontri, all’interno del progetto «Sagittarius». Un progetto volto alla promozione del
patrimonio culturale e naturale nelle regioni
prevalentemente rurali dell’Area-Programma
Basento-Bradano-Camastra, favorendo in questo modo il processo di identificazione dei giovani nei propri luoghi d’origine. Il progetto Sagittarius introduce un concetto nuovo per utilizzare dei tipi differenti di valori culturali relativi alle risorse del patrimonio naturale e culturale come un motore per lo sviluppo, creando
in questo modo delle nuove opportunità per l’in-
novazione nell‘imprenditorialità. L’integrazione delle istituzioni accademiche e di ricerca, del
settore pubblico-privato, delle comunità locali e
dei soggetti nella preservazione e la promozione
del patrimonio naturale e culturale. Il progetto è
stato preparato per la piattaforma di partecipazione nella conoscenza e nell’esperienza trasferibile in capitale umano che sarà utile nelle
aree del See. I territori rurali sono spesso pieni di
ricchezze naturali, storiche e culturali tuttavia
tali «beni», anche se ben conservati, sono poco
noti ai turisti (se non addirittura sconosciuti).Molte zone inoltre sono sottosviluppate e caratterizzate da forte emigrazione giovanile.
«La Basilicata in vetrina 2014»
l Ritorna la manifestazione «1° Maggio al Parco Grancia - La
Basilicata in vetrina 2014». Dopo il successo del 2013 con oltre 5000
visitatori provenienti da tutto il centro Sud, venti gruppi musicali
lucani, e più di 40 espositori regionali, si riconferma la forte volontà
dello Spazio Grancia di far rete e squadra tra diversi operatori lucani
in una cornice affascinante e coinvolgente come quella del Parco
Grancia. Questa 2° edizione, organizzata dalla Proloco di Brindisi
Montagna, l'associazione Spazio Grancia in collaborazione con il
Comune di Brindisi Montagna e altre associazioni (tra cui Prima
Persona Basilicata e Forum dei Giovani), si pone come obiettivo
quello di valorizzare e far conoscere le eccellenze lucane in uno spazio
condiviso di idee e contenuti. Durante la giornata 1° maggio si
potranno visitare gli stand espositivi delle varie associazioni aderenti, degustare prodotti tipici lucani presso il «Borgo dei Sapori».
l Intensa nelle ultime ore
l’attività dei carabinieri della
compagnia di Melfi e di quella
di Venosa. partendo da quest’ultima, all’ alba di ieri i
militari del nucleo operativo e
radiomobile hanno arrestato
due cittadini venosini per furto aggravato in concorso. Difatti i carabinieri alla periferia della cittadina oraziana
hanno sorpreso all’interno di
una società del posto due giovani impegnati ad asportare
barre in alluminio per infissi.
I due ladri, già dipendenti
della suddetta ditta, alla vista
dei militari non hanno opposto resistenza e sono stati
arrestati. Ora sono ai domiciliari.
A Lavello invece i carabinieri
hanno denunciato una persona che alla guida di un’auto, seppure in evidente stato
di ebbrezza alcolica si rifiutava di sottoporsi all’accertamento del tasso alcolemico.
Invece a Genzano di Lucania i
militari della locale stazione
hanno denunciato per truffa
un cittadino di origine calabrese. L’uomo tramite inserzione su internet simulava
la vendita di un elettrodomestico ad una signora del
posto. Ha incassato indebitamente il denaro pattuito
senza corrispondere nessuna
apparecchiatura.
Invece a Rapolla sono stati
denunciati due titolari di panifici, per aver omesso le verifiche all’impianto elettrico.
A Muro Lucano due persone
di Cerignola sono state denunciate per trasporto illecito
di rifiuti speciali. Infine a
Rionero due giovani denunciati per guida senza patente.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I IX
Venerdì 11 aprile 2014
UN BEL PRIMATO
SVILUPPO DEL TERRITORIO
A GONFIE VELE
Il 26,4 per cento sul totale delle nuove
entità con un valore aggiunto prodotto a
livello territoriale di 158,5 milioni di euro
Imprese turistiche
cresce la linea verde
Provincia di Matera in testa alle aziende giovanili del settore
SOUVENIR Un banco con oggetti ricordo della visita ai Sassi [foto Genovese]
l La provincia di Matera è la prima in
Italia con il 26,4 per cento delle imprese
culturali sul totale delle nuove realtà produttive giovanili, con un valore aggiunto
prodotto a livello territoriale di 158,5 milioni di euro. Il dato è stato reso noto ieri
nel corso dell’incontro sul tema “Azioni di
sistema sul turismo per favorire lo sviluppo locale”, promosso dalla Regione Basilicata e con l’apporto del partenariato
economico e sociale del Po Fse Basilicata,
composto da associazioni imprenditoriali e sindacali.
L'attenzione e le potenzialità delle imprese culturali rappresentano una componente importante per l’attivazione di
strategie mirate nel settore turistico, con
mia del mare per formare figure e attivare
iniziative di livello europeo. L’assessore
provinciale al Turismo, Nicola Buonanova, ha ricordato i risultati dell’iniziativa Provincia in bus che lega le aree
interne e costiere. Il vicepresidente della
Camera di commercio, Alfredo Ricci, si è
soffermato sui progetti di rete avviati
dall’Ente nel settore turistico come Mirabilia, tra le città Unesco, Siaft per agroalimentare e turismo, dieta mediterranea.
Le produzioni agrobiologiche della Basilicata alla conquista dei mercati, in
ascesa, dei buongustai e della rete di distribuzione di Australia e Giappone, grazie alle opportunità del progetto “Eatalian Bio’’.
le opportunità dei programmi europei
Fse, Fesr e Feasr. La definizione di strategie per nuovi investimenti, legati a settori che vanno dalla creatività alle infrastrutture, sarà supportata da un questionario conoscitivo tra gli operatori con
l’apporto della società Ismeri Europa –
convenzionata con la Regione Basilicata e da progetti proposti dalle imprese. Alcuni di questi potrebbero venire dalle
esperienze maturate dall’azione programma con il patto formativo locale
2000-2006 sulla filiera turistico culturale,
che ha avuto un investimento di 1,5 milioni di euro, e dai Pacchetti integrati per
l’offerta turistica (Piot). Il Piot Matera con
dieci milioni di euro di contributi ha por-
tato a investimenti per 20 milioni di euro,
altri due sono stati investiti in comunicazione e tre in infrastrutture.
«Da esperienze come queste – ha detto il
direttore di Confapi Basilicata, Nicola
Fontanarosa – si possono rafforzare reti
e partenariati per sviluppare strategie
locali incentrate sul binomio turismo cultura, utilizzando le potenzialità e le risorse in corso di quantificazione
dell’Unione europea. La risorsa giovani è
una leva importante per creare occupazione e sviluppo». Nel corso degli interventi di vari operatori, come il presidente
del Circolo Velico Lucano, Sigismondo
Mangialardi, sono venute proposte interessanti come il progetto dell’Accade-
Quanto alla Camera di commercio, è
anche stato reso noto che tramite l’azienda speciale Cesp, partecipa al progetto sul
bioalimentare italiano “Eatalian Bio” finanziato dal ministero dello Sviluppo economico e realizzato da Assocameraestero
in collaborazione con le Camere di Commercio Italiane di Sydney e Tokyo, con
l’obiettivo di promuovere sui mercati australiano e nipponico i prodotti agroalimentari Made in Italy. La promozione
riguarda soprattutto le produzioni biologiche legate ai territori di produzione
per incrementarne l’esportazione e il corretto consumo. Le aziende interessate
possono contattare contattare il Cesp allo
0835 338437- 42.
PROPOSTE VINCENTI LA TESTIMONIANZA DI MARIANGELA FALCIGLIA E I DUE PREMI ASSEGNATI A VITO CIFARELLI RACCONTANO UN CAMMINO CHE STA PROSEGUENDO
Il vino con l’accento materano
Una scoperta continua per gli estimatori che hanno scelto lo stand «Basilicata Wine»
l Il vino, parla anche lucano. Segnali confortanti per
gli imprenditori materani del
vino che hanno partecipato
all’edizione numero 48 di Vinitaly, a Verona. L’interesse
per i vini lucani, proposti nello
stand Basilicata Wine, è stato
confermato dalla buona affluenza di buyer internazionali alla ricerca di nuove nicchie di mercato tra le etichette
lucane. Una testimonianza diretta sull’andamento della prima fiera al mondo per il settore del vino è quella di Mariangela Falciglia. «I vini lucani oltre ad essere apprezzati
per il gusto - afferma - l’amministratrice
delegata
di
«Cantine Falciglia» attive tra
Matera e il Metapontino - rappresentano sempre più il territorio, la storia e la nostra
cultura sociale. Un modello di
eccellenza che abbiamo promosso con convinzione quest’anno qui in fiera. E i risultati non sono mancati per
quanto riguarda il numero dei
contatti avuti con i buyer nazionali ma soprattutto europei. Per quanto riguarda il mio
SAPER
BERE
Sono
confortanti
i segnali
per gli
imprenditori
materani
del vino
che hanno
partecipato
all’edizione
numero 48
di Vinitaly
a Verona
.
brand ho registrato un notevole interesse per il primitivo “Don Antonio Falciglia”
annata 2012 vinificato con cura artigianale ed attenzione al
recupero della biodiversità.
Un rosso apprezzato dai buyer
per le sue intense note speziate, il gusto armonico e la
facilità di abbinamento a diverse pietanze. Un aspetto,
Stamane riunione in città
Il Consiglio regionale
sostiene Matera 2019
Gita a Matera. Con l’obiettivo di
“dare un ulteriore segnale di sostegno
da parte di tutta la Regione Basilicata al
cammino di Matera verso la candidatura a Capitale europea della cultura
2019”, la Giunta regionale si riunirà con
tutti i direttori generali nella città dei
Sassi. L’inizio dei lavori è previsto alle
11.30 nella sala delle arcate di Palazzo
Lanfranchi.
Lo ha reso noto l’ufficio stampa del Comune di Matera specificando che “tutta la Giunta ed i direttori generali si
sposteranno da Potenza a Matera in un
pulmino con la scritta sovrimpressa
«Regione Basilicata per Matera 2019».
quest’ultimo, che ha convinto
numerosi gourmet nordeuropei alla ricerca di un rosso un
po più leggero quindi in grado
di risultare ‘flessibile’ cioè
adatto ad accompagnare varie
pietanze come aperitivi, antipasti, primi piatti ed anche il
pesce o frutta, in particolare le
fragole».
Mariangela Falciglia ha ere-
ditato dal padre Antonio la
passione per il vino e l’amore
per la terra, quei pianori di
Tursi espressione autentica
dell’impegno e della tradizione vinicola dell’azienda, frutto
di ricerca e qualità sia in
vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo
naturale di qualità con un
“terroir” unico ed insostitui-
bile. Ma al diciottesimo concorso internazionale Packaging di Vinitaly sono stati assegnati anche due premi ai
vini Cantine Cifarelli, di Vito
Cifarelli. Si tratta del premio
Etichetta d’Argento al Primitivo di San Vito e il premio
Etichetta di Bronzo al Rosato
di San Vito. Tra le 160 etichette
in concorso provenienti da tutto il mondo, Cantine Cifarelli
si è distinta per la sua immagine raffinata, conquistando il gusto della giuria altamente qualificata composta
da nomi eccellenti quali: Alberto Alessi, presidente di giuria, già presidente di Alessi
spa e responsabile di design
management, marketing strategico e comunicazione, Riccardo Facci art-director e fondatore dell’agenzia creativa
Facci & Pollini, dal designer
Luca Fois, creative advisor e
docente a contratto alla Facoltà di Design del Politecnico
di Milano, da Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, e dalla giornalista
Elena Caccia di Civiltà del
Bere.
FORMAZIONE INIZIATIVA DEL COMUNE E DELL’AATO PER SVILUPPARE INTERESSE E SPIRITO DI PARTECIPAZIONE
Raccolta differenziata tra i banchi
Attività di sensibilizzazione nelle scuole, ma pensando alle famiglie
l Prosegue il piano di Comunicazione e sensibilizzazione che il Comune, in
collaborazione con l’Autorità d’Ambito
Territoriale Ottimale dei rifiuti, ha avviato per incrementare le percentuali di
raccolta differenziata in città. Dopo una
serie di incontri nei quartieri Acquarium e Contrada San Francesco dove è
stata estesa la raccolta differenziata
“porta a porta” che hanno visto una
folta ed attiva partecipazione dei cittadini, sta per iniziare l’attività di sensibilizzazione nelle scuole con la collaborazione di alcune associazioni cit-
tadine.
«L’obiettivo – spiega l’assessore
all’Igiene urbana, Rocco Rivelli – è
quello di aiutare gli studenti a comprendere il significato della raccolta differenziata dei rifiuti in modo che possano portare nelle loro famiglie questa
cultura del rispetto dell’ambiente. L’approccio al tema sarà di tipo ludico attraverso due progetti di formazione, Rico e le Ricicliadi, le olimpiadi della raccolta differenziata in modo da determinare interesse e partecipazione. Queste attività che interesseranno le scuole
saranno sviluppate nel mese di maggio
e nel prossimo anno scolastico».
Il cronoprogramma è stato definito
nel corso di una riunione, svoltasi nei
giorni scorsi, che ha visto una folta presenza degli insegnanti e dei dirigenti
scolastici
insieme
all’assessorato
all’Ambiente, l’Aato e alle associazioni.
Intanto, è sempre possibile scaricare
dal sito internet del Comune il Vademecum per eseguire in modo corretto la
raccolta differenziata: www.comune.matera.it/it/servizi sotto la voce “In
evidenza”.
le altre notizie
COMITATO DEL NO
Inceneritore, tocca
ai cittadini decidere
n Ora tocca alla città, lo dice
il Comitato No Inceneritore. «I cittadini materani - è
scritto in una nota - si sono già ampiamente espressi contro la trasformazione dell’impianto Italcementi di contrada Trasanello in un inceneritore
che bruci 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno, tanti quanti ne produce l’intera provincia di Matera.
Ora però la voce della città
deve arrivare chiara
all’interno del Palazzo di
città. L’occasione è data
dall’assemblea del Consiglio Comunale del 16 aprile, alle 16, in via Sallustio.
C’è la discussione della petizione popolare promossa
dal Comitato No Inceneritore MentoSulCemento
che ha raccolto 2 mila firme. Si confida nel buon
senso affinchè s’inserisca
la questione al primo punto, in modo da permettere
la più ampia partecipazione. Nel corso dell’assemblea esponenti del Comitato illustreranno contenuti e motivazioni dell’iniziativa. Nessuno ora potrà
più dire di non sapere. E
tutti dovranno assumersi
la responsabilità di un
eventuale rigetto della petizione di fronte ai cittadini che il Comitato invita
a partecipare numerosi
all’assemblea».
DOPO LA MESSA IN SICUREZZA
Riapertura al traffico
di due provinciali
n La Provincia ha disposto
la riapertura al traffico
della strade provinciale
Accettura-Gallipoli- Ponte
Balzano e della Fondovalle
Salandrella. La chiusura
al transito era stata disposta a seguito delle alluvioni dei mesi scorsi che avevano impegnato l’Ente a
mettere in sicurezza i tratti stradali.
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Venerdì 11 aprile 2014
DONNA SIMBOLO
NON SOLO UN MAGISTRATO
UN IMPEGNO A FAVORE DEI DEBOLI
Fu l’accusa nel processo contro i responsabili dello sterminio dei Tutsi
e adesso è impegnata per il sud dell’Europa
Il Ruanda e il Sud
sono le sue ragioni
Arbia, i 20 anni del genocidio e i nuovi obiettivi
EMILIO SALIERNO
l Si è spesa per le vittime dei genocidi e
dei crimini contro l’umanità. Fare giustizia è una ragione della sua vita.
Il magistrato Silvana Arbia, lucana e
con forti radici a Matera, è un simbolo
dell’azione per la ricerca della verità e
dell’impegno per la costruzione della pace
nel mondo. Un lungo lavoro nella Corte
penale internazionale dell’Aja e nel Tribunale penale internazionale per il Ruanda (istituito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite). In questi giorni si stanno svolgendo le celebrazioni per il 20esimo anniversario di quel genocidio in terra d’Africa, che nel 1994 causò la morte di
800mila ruandesi dell’etnia tutsi (Arbia
ha rappresentato l’accusa contro i responsabili delle stragi). Una storia che Arbia
ha anche raccontato nel suo libro “Mentre
il mondo stava a guardare”.
«Tra il sei e il sette aprile di vent’anni fa
- ricorda Arbia - cominciò il massacro. Il
Tribunale per il Ruanda è servito anche a
stabilire le ragioni di quel genocidio e
come fu pianificato. Sappiamo, oggi, che
non accadde per caso in quanto ci fu un
vero e proprio progetto che, anni prima, lo
generò».
Siamo ad una generazione da quei fatti.
Quella tragedia sarà un insegnamento per
i ruandesi e per altri popoli?
«È una questione che ci si deve porre.
Le celebrazioni sono un omaggio alle vittime, ma abbiamo bisogno di una memoria attiva per sapere che cosa è accaduto, cercando di prevenire che cosa
potrà ancora avvenire in qualsiasi parte
del pianeta. Abbiamo l’obbligo di chiederci quale impatto ha avuto e ha il genocidio del 1994. Durante il massacro spiega Arbia - il mondo fece finta di niente, non si interessò nemmeno per cercare
di ridurre la portata del genocidio. La
“distanza” della comunità internazionale
ha lasciato che si arrivasse all’attuazione
di quella che fu definita, dalla propaganda
ufficiale, la soluzione finale per tutti i mali
del Ruanda, ossia l’eliminazione dei Tutsi. Al di là dell’Onu, serve una coscienza
civile che deve battersi per questi problemi, la società deve intervenire sempre.
Certo, ci sono delle istanze per capire se,
in futuro, sarà possibile modificare il regolamento del Consiglio di sicurezza, in
particolare per quanto riguarda il potere
di veto di alcuni Stati».
Dopo l’attività a l’Aja, è rientrata in
Italia come magistrato e adesso vuole spendersi su altri fronti, a cominciare dalla
elezioni europee, nella lista di Tsipras e nel
collegio del sud Italia.
«Perché cambia la mia area di impegno,
è una questione che qualcuno potrebbe
porre. Sono alla fine della mia carriera di
magistrato e per l’unione europea c’è ancora tanto da fare. Andrò in aspettativa
DALL’AFRICA
ALL’EUROPA
Silvana Arbia
all’Onu
«Preservare l’ambiente serve
allo sviluppo della Basilicata»
Ai temi della tutela dell’ambiente, Silvana Arbia sta già dedicando una parte del
suo impegno. «Seguo le vicende di Aliano dice - paese a me caro, in particolare la
questione di una discarica situata nel cuore dei calanchi. In passato, in quel comune,
ho anche proposto la creazione di un Istituto per la formazione e la ricerca, nel solco dello sviluppo delle regioni che devono
crescere nel rispetto del patrimonio culturale e naturale del territorio. Quello della
difesa dell’ambiente è per me un altro
grande fronte di azione».
La Basilicata e l’Africa sono sempre nel
senza retribuzione in vista delle elezioni.
Dal mio angolo di osservazione, non penso che si stia andando nella direzione
giusta dei principi fondatori dell’unione.
C’è una predominanza degli interessi finanziari, bancari, e c’è invece una disattenzione sui problemi centrali come la
CORTE PENALE Arbia all’Aja
suo cuore. Nei giorni scorsi, a San Marino,
Arbia ha lanciato l’idea della Fondazione
per i bambini soldato. «Ho devoluto il premio di 20mila euro assegnatomi a Berlino
dall’organizzazione Soroptimist per l’impegno a favore della pace proprio per istituire a Kigali un osservatorio sul fenomeno
dei bambini soldato della regione dei grandi laghi, anche perché se la crisi si è chiusa
in Ruanda resta comunque aperta in altre
aree geografiche del mondo. E’ un fenomeno su cui bisogna fare qualcosa per capire i motivi di un crimine di guerra che
colpisce tanti minori».
[em.sa.]
dignità della persona, sulla situazione di
benessere delle aree più vulnerabili, sulla
crisi dei lavoratori che perdono il posto,
sui giovani che non realizzano i loro progetti professionali, sugli anziani che non
trovano i servizi di cui hanno bisogno.
Insomma, siamo di fronte ad una invo-
luzione del progetto comunitario. Siamo
ancora molto lontani dall’Europa dei cittadini. E il fatto che ci sia una burocrazia
così complicata può favorire la corruzione, che è uno dei problemi più importanti
dell’Unione europea, stando ai dati secondo cui 120 milioni di euro vengono
spesi per farvi fronte. Se si vuole una lotta
seria alla criminalità organizzata serve
un sistema che rafforzi la cooperazione
tra gli Stati. E non avrei potuto fare questo
nuovo passo senza pensare al Sud, che
significa oggi tutta l’Italia, perché oramai
il nostro Paese è Sud. Io voglio partiredalla Basilicata per riprendere e riaffermare i principi dell’unità europea, che si
sono smarriti».
Matera e la sua aspirazione a diventare
capitale europea della cultura nel 2019, che
cosa ne pensa?
«Può essere il luogo giusto per quella
possibile investitura, per la sua memoria
storica, per la sua conformazione. Cultura europea e Matera sono elementi che
possono stare benissimo insieme. Sono
molto legata a questa città, qui trovo le
mie radici e riscopro una storia affascinante che tutti ci invidiano nel mondo».
LA GIORNATA A PALAZZO LANFRANCHI PER LA PRIMA VOLTA SI CELEBRA ANCHE DA NOI LA GIORNATA MONDIALE DI CONSAPEVOLEZZA PROMOSSA DA GLOBUS ONLUS
Autismo, si inizia a guardare con più attenzione
a tutte le necessità di chi è affetto dal disturbo
l L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disturbo del neuro-sviluppo, con esordio nei primi 3 anni di
vita, e compromissioni qualitative del linguaggio fino a una totale assenza dello
stesso, iperattività, disturbi di comportamento e di relazione, interessi ristretti e
disturbi del comportamento. Tutti questi
aspetti possono accompagnarsi anche a
ritardo mentale.
Nei giorni scorsi, a Palazzo Lanfranchi,
per la prima volta, Matera ha partecipato
alla VII Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo, grazie alla iniziativa
promossa dall’Associazione Globus Onlus,
dal titolo “I Disturbi dello spettro autistico:
una sfida aperta”. Dal 2008, ogni anno, in
tutte le principali città l’Italia e del mondo
il 2 aprile si celebra il World Autism Awareness Day, istituito dalle Nazioni Unite
attraverso la risoluzione 62/139 del 18 dicembre 2007, con l’obiettivo di promuovere
la conoscenza dell’autismo, diffondere la
solidarietà nei confronti di chi è affetto da
tale patologia, di prevenire i pregiudizi
culturali che circondano l'autismo e per
combattere l'isolamento delle persone che
ne sono affette e le loro famiglie.
La serata materana è stata presentata da
Domenico Mangione, neuropsichiatra
Infantile dell’Azienda sanitaria. «La struttura di neuropsichiatria infantile di Matera - ha detto - lascia il camice bianco con il
taschino pieno di penne, i fascicoli con le
vite di centinaia di assistiti e viene fra la
gente, è con noi, con la città, i cittadini, con
chi ha bisogno di rassicurazioni, di un
sorriso, di un braccio sulla spalla, di consigli».
È seguita la proiezione di un cortometraggio dal titolo “Una mail per Laura”,
realizzato e con la partecipazione di Rosemary Mantovani e di suo figlio autistico Saulo, con attenzione speciale su come è vissuto in famiglia l’autismo, documentario che ha vinto tre premi. L’assessore comunale alle Politiche Sociali, Simonetta Guarini, ha fatto presente che il
Comune di Matera, sull’autismo e le altre
disabilità, sugli anziani, ha previsto un
capitolo di spesa che non è mai diminuito
negli ultimi tre anni. Gianfranco Pandiscia, per l’Associazione Globus Onlus,
ha percorso le attività svolte nelle due sedi
di Bernalda, dal 2008, dal presidente e fondatore Enzo Dell’Isola, cheha portato l’associazione anche a Matera, dal 2013. Tra i
punti principali evidenziati: le persone autistiche sono una risorsa per il territorio,
non sono malati psichici, serve per loro un
progetto di vita personalizzato che prenda
in carico il prima possibile la persona autistica e la sua famiglia per tutta la vita,
come prevede la normativa e le più recenti
indicazioni mediche, con interventi sanitari, riabilitativi, assistenziali in tutte le
forme, educativi, ludico-ricreativi, laboratoriali e sportivi, e ha ricordato il ruolo
della scuola; le eccellenze ci sono tutte
(peraltro anche presenti all’incontro), l’
associazione vuole valorizzare tali eccellenze, metterle in rete, portare le reali necessità note solo qui per una migliore razionalizzazione di processi e spesa.
Francesco Ferrandina ha evidenziato
l’impegno profuso dall’Associazione dalla
parte dell’Handicap dal 1990, che ha ripreso in continuità una attività presente
che si esercita gratuitamente dal 1983, a
favore di interventi odontoiatri per persone non collaboranti, come i diversamente abili, un team di una cinquantina di
le altre notizie
CONTINUANO GLI INCONTRO
A «Scuola di città»
a piazza degli Olmi
n Continua il processo fondativo
di una Scuola di città-Natura
nel mondo, promosso del prof.
Armando Sichenze, dell’Università della Basilicata. Si inizia oggi alle 16, nelll'Istituto
comprensivo “Bramante”,
plesso di piazza degli Olmi a
matera, e si prosegue a maggio
nei giorni 10 e 31. Il workshop
si occuperà della rigenerazione degli spazi sottoutilizzati di
piazza degli Olmi, in cui è temporaneamente presente l'IC
Bramante. La scuola collaborerà, con la partecipazione di
allievi, insegnanti e famiglie
con studenti e professori
dell’Unibas, autori di diversi
esercizi di progettazione sul tema della rigenerazione di piazze e scuole.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
SINDROME L’autismo provoca problemi comportamentali per un disturbo del neuro-sviluppo
Procedure concorsuali
alternativa al fallimento
professionisti che in sala operatoria hanno
curato oltre 600 pazienti e portato molti di
loro dalla sala operatoria alla poltrona,
perché anche in tale campo è necessario
cercare il più possibile di stabilire una
relazione con il diversamente abile, tanto
che, la sala operatoria si usa solo per casi
eccezionali ma sempre con l’intento di portare gli interventi successivi a completamento del lavoro iniziato in sala operatoria
su poltrona.
Tra gli interventi, quello di Rocco Di
Santo, sociologo, che ha proiettato e commentato il filmato "Mon pétit frére de la
lune" (il mio fratellino dalla luna). Premiato nell’ambito di molti festival in Europa e in altri Paesi, il filmato ha l’obiettivo
n Sarà presentato oggi alle 16,30,
nella Casa Cava, il corso di aggiornamento promosso dall'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Matera col supporto scientifico dei Colloqui baresi di Diritto commerciale , su “Procedure concorsuali alternative al
fallimento: regole, prassi, criticità” in programma a partire
dal 10 maggio. Parteciperanno
il sindaco Salvatore Adduce e
il prof. Antonio Uricchio, Rettore dell'Università di Bari. Introdurrà il prof. Sabino Fortunato dell'Università Roma3.
di avvicinare all’autismo anche i bambini
più piccoli.Carlo Calzone, direttore
dell’Unità di Neuropsichiatria dell’Asm,
ha concluso la prima parte dell’incontro
con la presentazione “La paura dell’altro”,
che ha posto diversi spunti interessanti e
innovativi sulle due culture che si incontrano, quella della disabilità e quella dei
normodotati.
Luigi Bradascio, impegnato dal 1983
per i problemi dell’handicap, presidente
della IV Commissione regionale sanità, ha
assicurato che in Regione tutti hanno compreso le grandi difficoltà delle persone autistiche e delle loro famiglie, e che i lavori e
la collaborazione sul tema autismo continueranno.
RASSEGNASTAMPA
MATERA PROVINCIA I XI
Venerdì 11 aprile 2014
METAPONTO L’ALLARME DEL SERVIZIO DI DIFESA INTEGRATA DELL’ALSIA SU UN SEGMENTO ORTOFRUTTICOLO DI ECCELLENZA
Pesco e albicocco, produzioni
minacciate dal virus «sharka»
FILIPPO MELE
l METAPONTO. «L'infezione da sharka, il
letale virus che colpisce le drupacee (pesco,
albicocco, susino), è ormai epidemica nel Metapontino». La notizia, estremamente preoccupante per il futuro di una parte rilevante
della frutticoltura regionale, circa 10.000 ettari, è stata fornita dal Servizio di difesa integrata dell’Alsia, ubicato nell’azienda Pantanello. «Diventa fondamentale, allora – ha
reso noto il Servizio citato - l’individuazione
precoce dei sintomi per tentare di arginare
l’epidemia». Da qui la diffusione di una sorta
di vademecum per i produttori: «La sharka o
vaiolatura è ritenuta la più pericolosa malattia delle drupacee tanto che in Italia è stata
dichiarata malattia da quarantena a lotta obbligatoria per cercare di eradicare il suo insediamento nelle aree indenni. Va ricordato,
infatti, che le piante colpite producono frutti
scadenti, non commercializzabili e, nel giro
di qualche anno, muoiono o vanno incontro a
gravi deperimenti». Ma come si trasmette il
virus? «Attraverso la moltiplicazione vegetativa di piante infette (materiale di vivaio e
innesti) e tramite varie specie di afidi. Il materiale di propagazione è il mezzo di diffu-
sione del virus più importante su lunga distanza e per questo sono importanti il controllo e la certificazione del materiale vivaistico. E quando in un’area vengono introdotte
delle piante infette, come nel caso proprio del
Metapontino, la diffusione in campo a partire
dai primi focolai è dovuta prevalentemente
agli afidi vettori». E siamo alla domanda clou:
Che fare? «Per l’attuale mancanza di valide
cultivar commerciali “resistenti” a sharka –
si legge nel comunicato dell’Alsia - il controllo
della malattia è possibile solo con mezzi preventivi che essenzialmente consistono
nell’uso di materiale vivaistico certificato
esente da virus e nel monitoraggio scrupoloso dei campi, per la tempestiva individuazione ed eradicazione dei focolai di infezione.
Il monitoraggio del territorio è compito dei
Servizi fitosanitari ma è importante che i
coltivatori ed i tecnici siano consapevoli del
grave pericolo che l’infezione di sharka può
rappresentare per il patrimonio frutticolo di
un intero comprensorio e che esaminino accuratamente e periodicamente le piante per
individuare l’eventuale presenza di sintomi
su fiori, foglie e frutti. I casi sospetti, ovviamente, vanno comunicati all’Ufficio fitosanitario regionale».
Ufficio fitosanitario
I consigli in caso
di attacco dei parassiti
METAPONTO. Se si individuano piante di pesco, albicocco,
susino, con sintomi sospetti di
sharka cosa non fare? Così, il Servizio di difesa integrata dell’Alsia:
«Ignorare il problema; tagliare le
piante senza avvertire l’Ufficio fitosanitario regionale». Cosa fare?
«Segnalare le piante con sintomi;
comunicare i casi sospetti all’Ufficio fitosanitario regionale (tel.
0835.284350; fax 0835.284250);
conservare in frigorifero i frutti con
sintomi sospetti, se in fase di raccolta. In questo modo si ottempera ad un obbligo di legge, si usufruisce delle analisi diagnostiche
gratuitamente, si riducono i rischi
di trasmissione dell’infezione alle
piante sane, si rende possibile risalire ad eventuali partite infette da
vivaio, si può usufruire di eventuali
contributi all’abbattimento». [fi.me.]
EPIDEMIA Le albicocche colpite dal virus della sharka [foto Mele]
SOTTO ATTACCO La vaiolatura mette a repentaglio i raccolti
PISTICCI LA «SETTIMANA DELLA BELLEZZA» DI LEGAMBIENTE SVELA LE AREE INTERNE DELLA BASILICATA le altre notizie
Dalla costa ai calanchi
si riscopre il territorio
MARE Il lido di san Basilio a Pisticci
l PISTICCI. Un percorso alla scoperta delle forme della bellezza italiana: dei luoghi, dell’arte e dei gesti.
È la mission della “Settimana della
Bellezza” che, organizzata da Legambiente, è in corso di svolgimento, fino
a domenica, anche in Basilicata grazie alla collaborazione con i circoli
locali. A Pisticci previsto un percorso di promozione e valorizzazione
del sistema dunale costiero, minacciato da erosione, eccessivo consumo
di suolo e scarsa manutenzione. Domani, dalle 9 alle 13, è in programma
un’escursione guidata alla spiaggia
di San Basilio, alla scoperta delle
bellezze del sistema dune, per porre
l’attenzione sull’importanza di una
sua maggiore tutela e valorizzazione.
Domenica, invece, iniziative a Matera e Montalbano Jonico: due escursioni alla scoperta della città dei Sassi e della cittadina devota a San Maurizio, luoghi rappresentativi di un’intera area e strategici per promuovere
una riflessione sulle politiche di uso
del territorio e della sua valorizzazione, anche in chiave turistica e di
sviluppo locale. A Montalbano appuntamento alle 9.30 alla scoperta
della via dei contadini, dai Giardini
delle arance alla Terra Vecchia. Nel
POLICORO PERSONE CHE NON POSSONO PASSEGGIARE LUNGO LE STRADE O ANDARE IN BICI
pomeriggio, tè alla “Petrolla”, uno
spettacolare sperone roccioso immerso in un mare di argilla, ai margini della “Riserva dei Calanchi” e
punto ideale di contatto tra Montalbano, Pisticci e Craco. A Matera,
appuntamento alle 16 per visitare il
Cristo la Gravinella, uno degli insediamenti rupestri di maggior fascino ed a rischio nella adiacenza
della città. Alle 18 visita al Palombaro grande di Piazza Veneto: una
maestosa cisterna che si dirama sotto la parte antica di Matera che rappresenta uno degli esempi di sistemi
di raccolta d’acqua più importanti al
Mondo. Infine, nell’ambito dell’iniziativa, lanciato il Premio Sterminata Bellezza per far emergere esperienze e persone che hanno dato vita
a nuova bellezza: il bando è articolato
in due sessioni, generatori di Sterminata Bellezza e promotori di Sterminata Bellezza, ognuna delle quali
[p.miol.]
avrà poi tre ambiti.
PISTICCI COMITATO SU STRUTTURA DI TINCHI
Galline sbranate dai cani randagi «Ospedale, ritardi
cresce l’allarme nelle campagne inspiegabili»
FILIPPO MELE
Alle 2.30 ho sentito il mio cagnolino, che tengo nella
sua cuccia e libero di girare attorno all’area della
l POLICORO. «I cani nelle campagne vanno tenuti palazzina protetta da rete metallica, si è messo ad
nei recinti delle case coloniche e non lasciati liberi di abbaiare. Mi sono svegliato, ho acceso la luce, ho
spadroneggiare giorno e notte nella zona. A questi guardato fuori ma non ho visto nulla. La paura era
animali, poi, si aggiungono quelli randagi. Io ci ho quella di gente venuta a rubare. Poi, alle 5.30, di
rimesso 32 polli ma anche
nuovo il volpino si è messo
altre aziende sono state atad abbaiare. Questa volta
taccate da animali incustouna “luce” si è accesa nella
diti e randagi. Ed i miei nimia testa e sono corso qui.
potini non possono fare una
Un grosso cane mi è passato
passeggiata nel podere per
davanti seguito da altri tre
il pericolo di essere azzanpiccolini. Lì ci sono le imnati». Lo ha detto alla Gazpronte».
zetta Armando Bonavita,
Così, Bonavita ha scoperagricoltore di via Pellico,
to la strage nel pollaio. «Il
nella zona Madonnella, doproblema, però – ha puntuapo che nella notte tra merlizzato – non è solo quello dei
coledì e giovedì 4 cani hanmiei polli da buttare quanto
no sbranato i 32 polli che
delle persone che non poscustodiva in gabbie dietro
sono passeggiare lungo le
alla casa colonica. «Polli - ha
strade o andare in bici incontinuato il nostro inter- SBRANATE L’espressione affranta dell’allevatore
seguiti da cani che abbaiano
locutore - già quasi pronti
a più non posso. Io penso che
per essere macellati, cucinati e mangiati. Per la mia sia dovere dei cittadini segnalare alle autorità comfamiglia, soprattutto per i miei 6 nipotini, un cap- petenti questo problema che, al pari delle strade
pone ruspante vale ancora. Ma non è solo quel che è dissestate e delle bonifiche sporche, fa quel che si
successo a me. Altri agricoltori ci hanno rimesso chiama qualità della vita. Anche nelle campagne
conigli e galline. Senza contare lo spavento notturno. vivono famiglie con i loro sacrosanti diritti».
l PISTICCI. «Ancora silenzio sul terzo piano di Tinchi».
Lo ricorda il Comitato di difesa dell’ospedale pisticcese,
precisando che anche «l’ambulatorio per il trattamento
del piede diabetico è solo sulla delibera, ma i servizi
ancora non partono. Marzo è passato da un pezzo – si legge
in una nota – mentre ci avevano assicurato che entro la
fine del mese avremmo avuto la relazione dell’Università
di Basilicata sul terzo piano. Siamo alla seconda settimana di aprile e tutto tace. L’orrore strutturale
dell’ospedale di Tinchi continua come prima: intonaci a
pezzi, buchi nei muri lasciati da chi ha fatto i carotaggi,
dappertutto e su tutti i piani, senza i dovuti ripristini.
Volatili e guano dappertutto, i piccioni si sono impossessati dell’ospedale». Insomma, «un girone dantesco dove la gente vaga nei corridoi senza guida e nessun rispetto
per la privacy, scarsa informazione sugli ambulatori, il
pronto soccorso che manda gente in giro con una ferita da
taglio dicendo che non si può fare qui, ma bisogna andare
a Policoro». Il comitato parla di «irresponsabilità e disorganizzazione paurosa. Abbiamo in questi giorni chiesto ripetutamente che ci fosse un incontro tra i responsabili per organizzare il percorso per far partire il famoso
ambulatorio chirurgico per il trattamento del piede diabetico che è ancora solo su un paio di delibere. I direttori,
dopo il positivo incontro del 24 marzo, sono rimasti immobili altre faccende affaccendati e la rabbia cresce tra
cittadini e componenti del comitato. Restiamo fiduciosi –
conclude la nota – ma, nello stesso tempo, rimaniamo
[p.miol.]
pronti a riprendere la lotta. E sarà dura».
SCANZANO JONICO
STAMERRA, PSI
«La guerra in Consiglio
non produce niente»
n Vicende amministrative di
Scanzano Jonico. È rimasto
“molto deluso dalla baraonda” che si è creata a Scanzano Jonico nell’ultimo
Consiglio comunale il giovane segretario della sezione
del Psi, Giuseppe Stamerra.
Che ha dichiarato: «Quell'aria di negatività tra maggioranza e opposizione mi ha
scosso. Hanno ragione i miei
coetanei a consigliarmi di
mollare la mia passione per
la politica soprattutto quando i consiglieri di minoranza parlano di democrazia,
giustizia e rispetto verso il
prossimo, per poi terminare
il discorso rivolgendo minacce verso i colleghi della
[fi.me.]
maggioranza».
BERNALDA
TRATTAMENTO ANTILARVALE
Disinfestazione
in centro e al borgo
n Il Comune di Bernalda ha avviato il trattamento antilarvale
e di disinfestazione primavera
estate 2014. Con due interventi
mensili, il 15 e il 30 di ogni, a
partire da aprile e fino ad agosto, si interverrà su piante e
aree verdi degli abitati di Ber[an.mor.]
nalda e Metaponto.
IN RESTRIZIONE GIUDIZIARIA
Ricovero dei minori
ecco i fondi regionali
n Fondi regionali del Comune di
Bernalda e Metaponto per il ricovero di minori sottoposti a
provvedimenti dell’autorità
giudiziaria e ospitati in varie
strutture di accoglienza sul
territorio cittadino. Ammontano a 17 mila 883 euro. Serviranno a liquidare le spese di ospitalità ricettiva. Lo ha deliberato L’Ufficio socio economico di
Bernalda, in base alle somme
stanziate dal Dipartimento alla
sicurezza sociale e dei servizi
alla persona della Regio[an.mor.]
ne.
RASSEGNASTAMPA
XII I LETTERE E COMMENTI
Venerdì 11 aprile 2014
VITTORIO VIGGIANO *
ANTONIA LOSACCO *
La parrocchia Santa Cecilia
Nuovi orchestrali
ma stessa musica
L
a parrocchia S. Cecilia sorge sul
piazzale Adriatico, a Potenza, e
serve un rione di grande estensione, Poggio Tre Galli che, negli
ultimi anni, si è arricchito di nuovi grandi
palazzi, creando un’atmosfera di “moderna
realtà urbana”, apparentemente più vivibile rispetto ad altre poco riuscite del capoluogo.
Il parroco responsabile (moderatore per
l’art. 517 del diritto canonico) è don Domenico Florio, da tutti conosciuto semplicemente come don Mimmo, sacerdote di
enorme simpatia, nato nella Chiesa potentina, con precedenti alquanto significativi
per essere stato segretario dell’Arcivescovo
Vairo prima e Parroco (ad appena 31 anni)
della Chiesa Cattedrale della Città. Parroco
in solidum (corresponsabile, cioè) è don
Rocco Colucci, sacerdote mite ma di solide
basi culturali e spirituali, caratterialmente
diverso da don Mimmo, con il quale, però, fa
coppia incomparabile, tanto da offrire alla
comunità parrocchiale il meglio del servizio
che viene richiesto ai sacerdoti, quali operai
di Cristo sul territorio loro assegnato.
Fernando Giangrande, ne è il diacono da
lunghi anni e rappresenta, per così dire, la
«memoria storica» della comunità ecclesiale. La Parrocchia è dedicata a S. Cecilia
(protettrice, come si sa, della musica) e questo nome ci riporta immediatamente al ricordo di don Pinuccio Lattuchella, il parroco precedente che, venuto a mancare or
sono 10 anni, nessuno ha mai dimenticato
non soltanto per la sua capacità di aggregazione e di creatività, ma anche per la sua
alta cultura ed esperienza musicale.
Oggi, la Parrocchia rappresenta il vero
riferimento del grosso rione nel quale opera
che, ritenuto periferico e territorialmente
lontano dal centro storico, l’Amministrazione comunale, ha inteso riavvicinarlo,
creando la ormai famosa Scala mobile di S.
Lucia, struttura a mo’ di serpentone strisciante , che si allunga per ben 600 metri ,
tanto da collegare in pochi minuti le due
entità territoriali potentine.
Essa vive ed opera intensamente per la
comunità rionale , che conta circa ottomila
anime, molte delle quali la frequentano con
partecipazione e collaborazione significative. Le Messe sono il servizio fondamentale:
la Santa Eucaristia viene partecipata alle
ore 8,30 e 19 (18,30 in periodo invernale) nei
giorni feriali, e alle ore 8,30, 10, 11,30 e 19
(18,30). in quelli festivi, con la frequenza
costante dei fedeli di ogni età e ceto sociale.
Con continuità vengono offerti anche gli
altri servizi parrocchiali, quelli formalmente costituiti (i sacramenti in primo luogo) e
quelli più specificamente legati alle esigen- posti, è sede di Incontri a vario livello, sia
ze ed ai bisogni dei singoli(contributi spi- ecclesiali che culturali e sportivi. Molto la
rituali e formazione personale). A questo Parrocchia sta facendo a sostegno delle faproposito, va ricordato che la istituzione si sce più povere e bisognose:attraverso il seravvale di una efficiente struttura residen- vizio svolto sia dal Gruppo Caritas che da
ziale, composta dalla Casa Canonica, quello delle Vincenziane, i quali sono vidall’Oratorio, che comprende il Centro Gio- vamente a contatto di chi soffre ed ha bivanile , dall’Auditorium, e da tutta una serie sogno di autentica assistenza. Con questi
di ambienti, ove vengono svolte le attività e opera anche il Gruppo Missionario di Sole iniziative dell’anno liturgico. Tra queste, lidarietà, che rivolge la sua particolare atfondamentale è la Formazione catechistica, tenzione alla condizione di disagio dei Paesi
che si rivolge a circa 400 bambini ed ado- esteri (in particolare del Senegal), con la
lescenti compresi tra i sette ed i dodici anni, raccolta di offerte in denaro, beni di conl’opera dell’Azione Cattolica, che coinvolge sumo e medicinali. Significativa, in questi
Ragazzi, Giovani ed Adulti in una forma- ultimi anni, è stata anche la esperienza della
zione permanente, il reparto dei Ministran- “Porta Sociale”, nata come centro di ascolto
ti, che sono preparati per servire le cele- a supporto di chi vive il disagio sociale,
brazioni liturgiche festive, ed il Gruppo Fa- familiare e personale.
miglia.
L’Oratorio, in particolare, dotato di campetto polifunzionale e
di attrezzature sportive, operante nell’intero
pomeriggio di ogni
giorno, rappresenta
l’alternativa alla strada per i tanti adolescenti, che ivi trascorrono le ore libere dagli
impegni scolastici. Alla S. Cecilia, naturalmente non poteva mancare la musica e, anche
per la spinta a suo tempo promossa da don
Lattuchella, (oltre che
per la passione dello
stesso attuale Parroco), è venuta via via
sviluppandosi una ve- POGGIO TRE GALLI La chiesa di Santa Cecilia [foto Tony Vece]
ra e propria Scuola della Musica per lo studio delle varie discipline
Non per ultimo, va menzionata la inimusicali, che è frequentata da circa un cen- ziativa che va sotto il nome di Festa dello
tinaio di giovani (e qualche adulto), con Sport che è divenuta ormai una vera e protanto di Saggio di Fine d’Anno , che li im- pria Festa rionale, la quale coinvolge tutta la
pegna per ben tre giorni . Non manca, in comunità ed è animata da tanto sport e tanta
questo ambito, la Corale parrocchiale, che musica. Don Mimmo e don Rocco si sentono
comprende giovani e meno giovani con la gratificati nel servizio parrocchiale che
passione del canto, pronti ad animare le stanno svolgendo ormai da anni insieme ; in
celebrazioni dell’anno liturgico. In questi questa occasione, mi hanno dichiarato che il
ultimi tempi, opera anche un gruppo tea- calore che dimostrano i parrocchiani è tantrale.
to, per cui ringraziano tutti quelli che ofUn circolo ricreativo, poi, viene frequen- frono la loro gratuita e preziosa collabotato quotidianamente dagli anziani, che così razione che, sottolineano ancora, è poi fontrascorrono le ore serali in lieta compagnia damentale per aiutare la comunità rionale a
e in un clima di sereno svago. Altra im- crescere sempre di più all’insegna dei prinportante struttura parrocchiale è quella cipi cristiani e della reciproca solidarietà
dell’Auditorium che, dedicato ad un giova- umana, nel contesto di una città che ha
nissimo prematuramente scomparso, An- bisogno di migliorarsi sempre di più.
[* cattolico impegnato]
gelo Laurino, con una capienza di circa 200
RAFFAELE GORPÌA *
La guerra di tutti contro tutti
L
a disoccupazione ferisce la dignità delle persone e se
poi a questa si aggiunge una campagna giornalistica di dileggio e irrisione verso i disoccupati
stessi, allora è lecito chiedersi in quale tempo
viviamo.
Il furore giornalistico, degno di ben altre cause, volto ad
alimentare la guerra tra poveri, lo zelo di chi desidera
scatenare la rabbia del disoccupato verso l’occupato precario
perché più fortunato di lui, fa molto riflettere.
Mi riferisco al caso degli articoli di stampa contro alcuni
precari della Regione che da due mesi manifestano in
presidio costante davanti la Giunta regionale di Basilicata
che non gli ha rinnovato il contratto dopo dieci anni di
impiego precario.
Badate bene, il livore giornalistico non è tanto verso chi ha
causato tale situazione di precariato permanente ora trasformato in disperante disoccupazione ma al contrario è
rivolto contro chi dopo dieci anni da precario si ritrova senza
lavoro con situazioni in molti casi di famiglie monoreddito e
con figli a carico peraltro in assenza di qualsiasi welfare di
sostegno.
Coloro che protestano, tutti indistintamente, sarebbero rei
di aver accettato un impiego precario senza concorso per cui
ora possono starsene a spasso o meglio sarebbero finti
disoccupati. Se tutti tra gli 87 precari di cui stiamo parlando
sono finti disoccupati, come è stato scritto, è oramai opportuno che lo accerti la Magistratura.
Purtroppo la demagogia non conosce limiti e quindi viene
fuori il teorema che chi è dovuto emigrare per lavorare ha più
dignità di chi è rimasto in Basilicata, se pur precario a vita,
ed anzi il suo nemico è proprio quest’ultimo; ma chi è
emigrato si dà per scontato che avrebbe rifiutato un lavoro in
loco se senza preventiva selezione; lascio a voi lettori le
considerazioni.
Perché alcuni giornalisti non si documentano in modo
preciso e puntuale su argomenti così delicati e in questo caso
su chi davvero tra gli ottantasette precari regionali vive del
solo lavoro precario che ora ha perduto?
Perché si preferisce sparare nel mucchio ed alimentare il
risentimento plebeo?
Perché parlare solo alla pancia dei lettori e tacere sul fatto
che tutti i precari che oggi protestano sono quarantenni
difficilmente ricollocabili sul mercato del lavoro?
Si è invece giunti addirittura ad affermare che tanto ci sarà
presto «il padrino politico» che li ricollocherà tutti da qualche
altra parte.
Quali sono le prove di tali affermazioni? Bisognerà fare un
po’ di chiarezza e di giustizia su certe affermazioni nei modi
e nei luoghi preposti. Se l’obbiettivo fosse «la giustizia
sociale» allora ci si dovrebbe almeno sforzare di trovare delle
soluzioni, intanto però è mai sorto il dubbio che proprio chi
non protesta possa forse godere di un qualche privilegio sia
che abbia già sostenuto o non abbia sostenuto un preventivo
concorso?
Ma chiedo a taluni giornalisti, perché non ci si reca al
presidio dei precari almeno una volta per confrontarsi invece
che scrivere nel chiuso della propria scrivania e dei propri
pregiudizi? Perché non ci si informa sulle buste paga vere
invece di sparare dati a casaccio? Ma se facessimo una
inchiesta su come si selezionano e a quali condizioni lavorano
i giornalisti in Basilicata?
Forse scopriremmo che anche lì vi sono molti precari come
noi e a noi di prendercela con i precari proprio non ci va,
abbiamo un’altra etica. E pure vi sono giornalisti lucani
disoccupati che probabilmente saranno costretti ad emigrare;
allora questi devono prendersela coi loro colleghi precari?
E invece pare proprio che quando si mescolano situazioni
di malessere sociale ad altre di privilegio, sono sempre queste
ultime ad essere messe in evidenza: questione di cultura.
[* lettore]
C
ambia il Governo regionale, con un aspetto più professionale, cambiano i Consiglieri, con la promessa elettorale che
faranno scintille, ma il carattere che manifestano è sempre lo stesso.
Anche questa volta siamo fuori tempo massimo, la
domanda che da un po' di tempo ci poniamo è: qual
è il nostro futuro e cosa succederà agli utenti e alle
centinaia di operatori della sanità privata accreditata?
Abbiamo assistito per l'ennesima volta a sonori
proclami pre e post elettorali sulla necessità di
potenziare la medicina del territorio e ancora una
volta abbiamo assistito al gioco di chi la spara più
grossa! Non sappiamo più come chiederlo! Da anni
auspichiamo una riorganizzazione della medicina
territoriale e domiciliare perchè è il filtro preventivo da cui passa la domanda, un riassetto che
coinvolga il momento prescrittivo e quello erogativo
e valorizzi l'azione operativa delle strutture ambulatoriali deputate ad operare come fornitori. Da
qui la necessità di fare sistema, non possiamo
immaginare di ragionare fuori da questa condizione
che continua a vedere le strutture sanitarie private
solo come momento erogativo. Il sistema è un unico
segmento a monte del quale vi è il Medico di
famiglia, lo Specialista e il Pediatra di libera scelta,
coloro cioè che generano la domanda attraverso il
momento prescrittivo e bisogna mettere in sinergia
il momento prescrittivo con quello erogativo. Il
territorio è la continuità e la capacità di accesso e di
presa in carico del paziente in tutte le realtà che lo
compongono ma, questo territorio deve essere organizzato: così come si immagina la diversificazione
della funzione degli ospedali così si deve immaginare anche una diversificazione dell'attività del
territorio.
Gli Stati Generali della Sanità a Roma hanno
ripetuto quanto andiamo dicendo da anni: bisogna
entrare nell'ordine di idea che il paziente ha bisogno
di un riferimento unico, la realizzazione della
cosiddetta presa in carico, che deve essere qualcosa
di sistemico in una nuova logica di organizzazione
moderna, che non sia solo una sommatoria di
prestazioni erogate.
Da anni assistiamo impotenti ad interventi e
comportamenti che non solo non favoriscono l'integrazione pubblico-privato ma che continuano a
mantenere in vita un modello vecchio e sprecone di
due comparti a cui ambiamo: specialistica ambulatoriale e riabilitazione e su cui nessuno interviene se non con provvedimenti punitivi per i soli
centri accreditati.
Qual è il ruolo dei privati e il rapporto tra pubblico
e privato in tutto questo?
È bene ribadire che il privato non è qualcosa da
cui tenersi alla larga, il privato non è residuale
rispetto all'attività pubblica, il privato è la funzione
sanitaria pubblica svolta con capitale privato, per
cui l'integrazione non è l'eccedente cioè quanto
rimane della fetta che il pubblico è riuscito a
garantire ma è qualcosa che deve entrare nell'organizzazione globale.
Noi abbiamo un ruolo da compiere e lo vogliamo
fare in sinergia e dialogo costante con la parte
pubblica e la parte pubblica deve comprendere che
non può continuare ad organizzarsi a prescindere da
noi e che non può continuare a sprecare risorse. Le
due macroaree: Specialistica Ambulatoriale e Riabilitazione-socio-sanitaria, vanno riorganizzate subito attraverso composizioni di reciproco interesse e
comunque per il bene della collettività che è quello
di assicurare un servizio all'altezza delle aspettative
dei cittadini.
Corre l'obbligo rammentare che la partecipazione
del privato all'attività della P.A. è un dovere; la
nostra non è un'attività di contrasto ma la naturale
funzione che svolgiamo come erogatori di un pubblico servizio al pari della P.A. che deve esercitare il
Pubblico potere.
Il contenzioso è un aspetto patologico non usuale
che la P.A. dovrebbe evitare e non favorire, in un
rapporto di lealtà, trasparenza e imparzialità sancita e tutelata dalla legge, art. 97 della Costituzione.
Il dispendio di tante energie non solo economiche
ma mentali che vengono impiegate per andare nelle
aule del tribunale, potrebbero essere più proficuamente utilizzate per trovare reale soluzioni ai
problemi.
Cosa sta facendo il nuovo governo con tutto
l'apparato apicale per il futuro di questo sistema?
per i problemi incancreniti delle strutture?
Non comprendiamo le motivazioni della mancata
convocazione da parte del nuovo assessore più volte
sollecitato, così come non comprendiamo l'indugio
di tutti a realizzare velocemente la riqualificazione
delle attività sanitarie riabilitative pubbliche e
private, attraverso una fattiva attività che favorisca
la crescita e lo sviluppo nel territorio regionale di
una corretta attività riabilitativa sanitaria. Il futuro
non si aspetta, si prepara, e questo futuro ci
preoccupa molto.
[* presidente Fenasp Basilicata]
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Def, Renzi: giusto che le banche paghino, nessuna demagogia
E sulle Riforme: la minoranza del Pd non vada per i fatti suoi
Matteo Renzi al Tg3 (Ansa/Raitre) Matteo Renzi al Tg3 (Ansa/Raitre)
«Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti
a risparmiare sui super stipendi degli ad. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche
paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Così Matteo Renzi in un’intervista a Bianca Berlinguer al
Tg3, in cui spazia dal Def (Documento di Economia e Finanza) alle riforme a Beppe Grillo.
Il premier torna quindi sulle polemiche dei super manager per l’annuncio del taglio degli stipendi«Ho sentito super
manager dire: “allora io per 238 mila euro me ne vado nel privato”. Se ti prendono vai, vorrei vederli. Noi abbiamo
detto che ci deve essere un limite nel pubblico e 238 mila euro lordi sono tanti soldi».
Renzi conferma poi che il taglio del cuneo sarà strutturale: «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è
così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni, è una piccola 14/ma agli italiani per un motivo semplice: per troppi
anni hanno pagato sempre i soliti».
Le riforme e il Pd
Renzi, a proposito delle riforme, si rivolge anche al Pd: «Ha delle regole al proprio interno. La minoranza non va per
i fatti suoi ma va dove va la maggioranza. Lo dico io che per anni sono stato in minoranza. Tutti noi sappiamo che
quell’ipotesi è buona per essere sventolata sui giornali ma non ha possibilità di essere realizzata. Forza Italia manterrà gli impegni». Quindi, sul partito di Berlusconi aggiunge: «Per quanto riguarda la politica è fondamentale fare
le riforme e per come la vedo io è un bene che anche Forza Italia ci sia a scrivere le regole del gioco. È un bene che sia
presente al tavolo».
«Grillo pensa solo ad attaccare il Pd»
Il presidente del Consiglio contrattacca anche al leader M5S Beppe Grillo, che aveva definito le donne capolista alle
europee delle «veline»: «Grillo ogni mattina si alza e dice: “Come attacco il Pd?”. Io invece penso come posso cambiare l’Italia». Sempre sul tema delle donne capolista, Renzi risponde anche al sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha
ritirato la sua candidatura. «Il punto - sottolinea - è politico: arriva un momento in cui, dopo settimane e settimane
durante le quali tutti hanno detto “che vergogna, non si fanno leggi sulla parità di genere”, noi abbiamo riposto con i
fatti».
10 aprile 2014 | 20:24