Erbe spontanee del lago di Como Introduzione all'uso officinale e in cucina A cura di Lucia Papponi Abbadia Lariana 9 maggio 2014 AROMATICHE E OFFICINALI Erbe da cucina (o aromatiche) e piante medicinali (o officinali); Alcune erbe medicinali sono usate anche in cucina. (Erbe medicinali: es.: aloe, erica, salice) Le PIANTE AROMATICHE si caratterizzano per il loro odore intenso e spesso gradevole per l'uomo. La percezione di tali aromi è dovuta alla presenza di sostanze chiamate "oli essenziali" che hanno in natura diverse funzioni (attrazione, repellente per insetti, ...). AROMATICHE E MEDICINALI Vengono considerate aromatiche quelle piante dotate di una o più sostanze che conferiscono particolari odori o sapori e che vengono impiegate nella preparazione di bevande, profumi, cosmetici e per condire alimenti. Secondo la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, “pianta m edicinale è ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate ai fini terapeutici o che sono i precursori di sintesi chemiofarmaceutiche”. Tuttavia queste corrette definizioni non sempre trovano riscontro nella letteratura corrente poiché spesso sia le piante aromatiche sia le piante medicinali vengono riunite sotto un’unica accezione di “piante officinali”. In Italia il termine pianta officinale è utilizzato dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.I) che nella VIII edizione elenca più di ottanta specie botaniche per le quali sono anche riportati i tipi di droga, di estratto e le modalità per ottenerle. Le piante considerate officinali, incluse nella F.U. variano da Paese a Paese. Alcune piante, per la natura dei principi attivi che contengono, possono essere utilizzate sia per uso medicinale che aromatico e cosmetico, altre invece sono impiegate solo come aromatiche o solo come medicinali. Classificazione Le piante aromatiche e officinali possono essere: - specie arboree (pino, arancio, eucalipto) - arbustive (rosmarino, tè, ginepro, alloro) - erbacee annuali (basilico, coriandolo) - erbacee perenni (valeriana, menta) AROMATICHE Impiego Le più importanti tipologie di impiego delle piante aromatiche sono: - nella cucina di diversi paesi per insaporire i piatti tradizionali o per preparare liquori e altre bevande alcoliche. - nella cosmesi industriale ed "artigianale" per la preparazione di creme o profumi. - in erboristeria per infusi e decotti. - ornamentale. In balconi o nelle aiuole per funzioni decorative e per tenere lontani gli insetti. AROMATICHE Oli essenziali Alcuni vegetali presentano una diffusione uniforme degli "oli essenziali" (come ad esempio il rosmarino), altri concentrano la loro presenza in alcune parti della pianta come le foglie, i semi, i petali o i bulbi. A seconda della tipologia di pianta si dovranno utilizzare quindi diverse parti della stessa per ottenere l'effetto desiderato. E' inoltre importante imparare a conoscere i periodo giusto per ottenere il miglior rendimento dall'utilizzo delle diverse piante aromatiche. AROMATICHE Oli essenziali Gli oli essenziali possono essere contenuti in varie parti della pianta: - sommità fiorite (lavanda, rosmarino, timo); - fiori (camomilla, arancio, gelsomino, violetta); - foglie (eucalipto, verbena); - frutti (anice, ginepro, vaniglia); - scorza di frutti (arancio, bergamotto, limone); - semi ( Lino, pepe, finocchio) - radici e rizomi (valeriana, zenzero) - legno (sandalo, canfora, pino) AROMATICHE Classificazione spezie e aromi Spezie: sono semi, frutti, radici, cortecce o sostanze vegetali utilizzate ESSICATE in quantità irrisorie dal punto di vista nutrizionale come additivi per dare sapore ad un alimento. Aromi: piante aromatiche, sono da alcuni considerati spezie, si distinguono da queste in realtà perché vengono principalmente utilizzati FRESCHI. Sapevate che molte erbe spontanee possono essere molto di più che erbacce infestanti? Le erbe selvatiche commestibili sono una risorsa importante per un’alimentazione sana per vari motivi: •sono un concentrato di vitamine, minerali, molto più di ciò che compri al supermercato e molto più anche di ciò che coltivi nell’orto •non sono frutto di selezione umana ma solo della selezione naturale e nascono spontaneamente dove le condizioni sono ottimali per la loro crescita senza forzature artificiali da parte dell’uomo il che le rende estremamente vitali •sono gratis Allium schoenoprasum L. Nome comune: Aglio ungherese; Erba cipollina; Porro sottile Famiglia: Alliaceae Habitat: Prati umidi, paludi, tra 600 – 2600 metri s.l.m. In Italia è rara ma presente su tutto l’arco alpino, sull’Appennino settentrionale ed Alpi Apuane. Impiego: - In campo ornamentale, si può coltivar e in qualsiasi giardino, per bordure insieme ad altre piante aromatiche e officinali e per ornare scarpate e pendii. - In cucina. il fiore viene utilizzato nella preparazione di insalate, così come la foglia che viene aggiunta, oltre che alle insalate, alle minestre o per aromatizzare formaggi e burro Per il suo contenuto di ferro e vitamine l'Allium è considerato un blando antibiotico ed indicato nella prevenzione di raffreddori e nel normalizzare la pressione sanguigna. E' inoltre indicato per aiutare la digestione e come blando lassativo. Conservazione: Le foglie possono essere conservate in frigorifero in sacchetti di plastica, fino a 7 giorni per mantenerne la freschezza, oppure possono essere congelate in cubetti di ghiaccio o essiccate. Artemisia absinthium Nome comune: assenzio Famiglia: Asteraceae Habitat: incolti e zone ruderali Impiego: In cucina. Le foglie per dare tono ai ripieni di pollo, selvaggina, per le carni allo spiedo e alla griglia. In medicina. L'infuso è utile contro l'inappetenza. Le foglie macerate nel vino sono un ottimo digestivo. Le foglie calde applicate sulla pelle servono per alleviare i reumatismi. Curiosità e note: L'assenzio essiccato cosparso su cani, gatti e volatili elimina i pidocchi. Borago officinalis L. Nome comune: Borragine Famiglia: Boraginaceae Habitat: La pianta è probabilmente originaria dell'Oriente, ed è diffusa in gran parte dell'Europa e nell'America centrale, dove cresce tuttora in forma spontanea fino ai 1000 m s.l.m. Viene coltivata in tutte le regioni temperate del globo. Raccolta: Fiori e foglie in primavera Impiego: IN CUCINA: Le foglie giovani sono variamente impiegate in cucina: l'uso tradizionale è allo stato cotto delle foglie, che vengono utilizzate in molti piatti regionali, per minestroni, ripieni per ravioli, torte e frittate. Tipico è il consumo in frittelle dei fiori e delle foglie (passate in pastella e poi fritte). La cottura elimina la peluria che copre le foglie. In moderata quantità le foglie giovani sono usate anche crude in insalata, sono usati episodicamente in egual modo anche i fiori. I fiori azzurri, sono usati per colorare e guarnire i piatti, per colorare l'aceto; congelati in cubetti possono costituire decorazione per le bevande estive. L'uso alimentare allo stato crudo in quantità notevoli è precauzionalmente sconsigliato. Curiosità e note: Grande interesse commerciale, a livello internazionale, per l'olio estratto dai semi. Minestra di borragine 150 g di foglie di borragine 500 g di patate 1 l di latte 3 cucchiai di panna fresca sale q. b. Lavate e tritate finemente le foglie tenere di borragine. Lessate le patate e schiacciatele con una forchetta o con lo schiacciapatate; mettetele in una casseruola e aggiungete il latte, come per fare il purè. Unite le foglie di borragine, il sale necessario e fate cuocere il tutto per circa mezz'ora. Qualora la minestra diventasse troppo densa, aggiungete un pò di latte caldo o di brodo. Infine, incorporate la panna e servite ben calda. ♥ Ottima minestra depurativa primaverile grazie alle mucillagini che tutta la pianta contiene. La borragine è anche molto ricca di calcio e potassio ♥ Calendula officinalis L. Nome comune: fiorrancio, fior d'ogni mese, margheritona Famiglia: Compositae Habitat: In Italia esistono 2 specie allo stato selvatico; la C. arvensis che cresce vicino ai fossi e nei campi, vigneti ed uliveti e ha un portamento prostrato e la C. officinalis che si trova ancora, seppur più raramente, nei campi ed ha fusto eretto e fiori grandi color arancio. Raccolta e conservazione: Cogliere i fiori sbocciati e le piante giovani . Essiccare i petali a bassa temperatura per non alterare il colore o macerare in olio. Impiego: IN CUCINA: Fiore: usare per dare un color zafferano e un lieve aroma di tanaceto a riso, minestre, formaggi molli, yogurt, burro, frittate, focacce, panini e dolci . Aggiungere 1 cucchiaino di petali a pesce, selvaggina, guarnire piatti di carne, patè e macedonie. Foglie : spargere su insalate e stufati Curiosità e note: Ricco di vitamine (A, C, K, PP), sali minerali (ferro, magnesio, fosforo, calcio, carboidrati e sostanze proteiche. Cichorium intybus L. Nome comune: Cicoria comune, radicchio Famiglia: Asteraceae Habitat: bordi dei campi, aree antropizzate, incolti fino ai 1200 metri s.l.m. Specie cosmopolita; è comune e diffusa in tutte le regioni d’Italia. Raccolta e conservazione: Le foglie vengono raccolte in primavera e in autunno, prima della fioritura della pianta Impiego: la cicoria, sia coltivata che selvatica, viene utilizzata in cucina e ha dato origine a numerose varietà orticole quali il radicchio e l’indivia che risultano meno amare della specie da cui derivano. Della cicoria comune si utilizzano le foglie più tenere in insalate, minestre e frittate. Le grosse radici, tostate e macinate forniscono un surrogato del caffè, privo di caffeina, dal gusto gradevole e generoso nell'apporto di sali minerali. Pare che la cicoria fosse impiegata in tal senso già nel Cinquecento, ma solo il blocco delle importazioni del caffè, attuato in determinati periodi storici (per es. in epoca napoleonica), diede sviluppo alla sua commercializzazione. Curiosità e note: la cicoria può anche essere coltivata come pianta ornamentale per i belle corolle celesti presenti da giugno a ottobre. Le proprietà terapeutiche di questa erbaccia assai amara sono toniche, depurative e blandamente lassative. Cuminum cyminum L. Nome comune: cumino; comino Famiglia: Umbelliferae Caratteristiche: è una pianta erbacea con fusto sottile e ramificato alto 2030 cm, originaria della Siria e del bacino del Mediterraneo, ora diffusa anche nel continente americano. Impiego: Benché originaria dei paesi del Mediterraneo, le foglie fresche ed i semi essiccati sono utilizzati prevalentemente nella cucina indiana e latino americana. Ingrediente del curry e del masala. Viene usato per aromatizzare carni, ma anche biscotti, focacce e marmellate. Le radici vengono utilizzate in particolare nella cucina tailandese per preparare un condimento insieme a aglio e pepe. In Basilicata il seme di cumino viene usato per condire l'impasto della salsiccia. Curiosità: Originariamente coltivato nell'Iran e nelle regioni mediterranee, il cumino è menzionato nella Bibbia sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Era conosciuto anche nell'antica Grecia e nell'antica Roma. Fu introdotto nel continente americano da parte dei coloni spagnoli. Durante il Medioevo, la superstizione voleva che il cumino frenasse i polli, e gli amanti, dallo scappar via. Si credeva anche che gli sposi che avessero portato dei semi di cumino con sé durante la cerimonia nuziale, avrebbero avuto una vita felice. I semi di cumino sono tradizionalmente considerati benefici per il sistema digestivo. Il cumino è anche considerato d'aiuto nella cura del raffreddore, se aggiunto al latte caldo. Levisticum officinale Koch. Nome comune: Sedano di montagna Famiglia: Umbelliferae Caratteristiche: Il Sedano di montagna è una pianta erbacea perenne con fusto eretto alto fino a 2 metri. La semina viene fatta in vasi contenenti terriccio leggero, utilizzando sementi dell'anno precedente. Quando le piantine sono sufficientemente sviluppate vanno poste in vasi più grandi o terra piena, in zona semiombrosa. Si può moltiplicare anche dividendo le ceppaie in autunno. Impiego: Le foglie fresche (dal sapore che ricorda quello del sedano) vengono usate per dare sapore a frittate, insalate, minestroni, formaggi freschi e pesci. Le radici servono per preparare liquori aromatici oppure possono essere marinate. I semi si usano per aromatizzare marmellate e dolci. Il gambo e il picciolo può essere bollito e servito accompagnato da salse o tritato nelle minestre. Raccolta e conservazione: Le foglie vanno raccolte durante il periodo vegetativo e utilizzate fresche. Le radici devono essere estirpate in autunno, lavate, tagliate a pezzi ed essiccate. I fiori vanno tagliati quando sono maturi, essiccati, per poi raccogliere i frutti (semi) sbattendoli. Curiosità: Le foglie venivano messe nelle scarpe per dare sollievo ai piedi affaticati. Malva sylvestris L. Nome comune: Malva selvatica Famiglia: Malvaceae Habitat: E' una pianta molto comune e diffusa dalla pianura a 1600 metri. E' facilmente reperibile lungo le strade, nei luoghi incolti o calpestati, su accumuli di detriti. Raccolta: Le foglie tenere e i giovani getti, anche con fiori in boccio, possono essere raccolti da aprile a lugli, secondo l'altitudine. Impiego: IN CUCINA: le foglie e i giovani germogli vengono impiegati in insalate miste, crude o cotte, nei ripieni e per minestroni primaverili, ai quali conferiscono proprietà rinfrescanti ed emollienti. I fiori in boccio possono essere aggiunti alle insalate crude alle quali danno un particolare aroma. Curiosità e note: Bisogna avere l'accortezza di farne un uso morigerato, perchè l'intera pianta è lassativa, e di non cuocerne le parti troppo a lungo perchè la presenza di mucillaggini le trasforma in una poltiglia poco gradevole. Tra i componenti della pianta, oltre alle mucillaggini presenti in abbondanza, di un certo rilievo nutrizionale sono i carboidrati, vitamine (A, C, del gruppo B e PP), sali minerali. Gli antichi denominavano la malva “omnimorbia”, medicina per tutti i mali, per capire quali attenzioni le siano state rivolte in questo campo. Ha virtù calmanti, diuretiche, rinfrescanti, oltre che lassative. Matricaria chamomilla Anthemis nobilis (camomilla romana) perenne Nome comune: Camomilla Famiglia: Compositae Habitat: cresce nei terreni ncolti e nei campi coltivati. Gradisce il pieno sole ma tollera la mezz'ombra. Riproduzione per semina o per divisione dei cespi (nelle perenni). Raccolta e conservazione: i fiori di camomilla vanno raccolti quando sono completamente aperti verso la fine dell'estate, nelle ore centrali in modo che sia facilitata l'essiccazione. Raccolta delle foglie in qualunque periodo dell'anno. Impiego: Fiori: infusi e decotti Foglie (leggero aroma di mela) fresche aggiunte alle insalate. Cosmetico: la camomilla è un vero prodotto di bellezza. L'acqua del suo decotto aggiunta a quella del bagno ha un'azione rilassante. Ottimo lenitivo per pelli e occhi irritati. Dona lucentezza, vigore e riflessi chiari ai capelli Virtù calmanti e sedative anche per bambini piccoli. Melissa officinalis L. Nome comune: Erba cedronella Famiglia: Labiatae Caratteristiche: Pianta erbacea perenne originaria dell'Europa meridionale e dell'Asia occidentale. In Italia è presente in tutte le regioni, dal piano ai 1.000 metri. Come tutte le mente, si può riprodurre facilmente per talea di punta o mettendo a dimora dei pezzi di stoloni radicati. Può essere coltivata in vaso o in terra piena. Impiego: IN CUCINA: Le foglie, dal caratteristico profumo di limone, vengono impiegate per aromatizzare frittate, insalate, pesce, marmellate, macedonie di frutta. Molto impiegata per la preparazione di liquori. In particolare le foglie tritate danno un sapore delicato alla maionese, ai crauti, ai ripieni, nonché alle creme. MEDICINALE: Per uso esterno, serve come lenitivo nelle infiammazioni del cavo orale. Raccolta e conservazione: Le foglie vengono raccolte prima della fioritura; possono essere usate fresche o essiccate in luogo ombroso e ventilato. Conservare al riparo della luce e all'asciutto. Salvia pratensis L. Nome comune: Salvia comune, Salvia dei prati Famiglia: Lamiaceae Habitat: prati aridi, pascoli, margini delle strade e dei campi, tra 0 – 600 metri s.l.m.. Comune e diffusa in tutto il territorio nazionale, fatta eccezione della Calabria, della Sicilia e della Sardegna. Predilige stazioni luminose. Descrizione: la corolla è composta da petali violetti saldati alla base e divisi superiormente in due labbra. Da questa forma deriva il vecchio nome della famiglia di questa pianta (Labiatae). Periodo di raccolta: le foglie si raccolgono dal momento della fioritura in poi, momento in cui è più alta la concentrazione di olii essenziali. Impiego: Numerosissime le specie e le cultivar impiegate come ornamentali o aromatiche in bordure, aiuole e vasi. In cucina: le FOGLIE sono utilizzate con la cipolla per farcire carni di anatra e oca per facilitarne la digestione. Le foglie intere vengono passate in pastella e fritte. Curiosità e note: il nome del genere Salvia deriva dal latino salvere, con riferimento alle proprietà curative della pianta, che nei tempi antichi era celebrata come erba medicinale di grande valore. Sanguisorba officinalis L. Nome comune: Pimpinella, salvastrella, meloncello Famiglia: Rosaceae Habitat: Pianta erbacea perenne originaria del Nord Europa, Nord America e Asia settentrionale. In Italia si trova facilmente nel Settentrione, più rara al Sud e assente nelle isole. Cresce dal piano fino a 2.000 metri. Ha fusti eretti alti fino a 1 metro. Le foglie sono composte e con margine seghettato. I fiori, minuti e privi di petali, sono riuniti in capolini ovali rosso-bruni all'apice dei fusti. Periodo di raccolta: Le foglie possono essere raccolte in ogni stagione. Le foglie basali sono mantenute anche in inverno. Impiego: IN CUCINA. Le foglie (dal leggero sapore di cetriolo) si possono usare per insaporire insalate, minestre, verdure cotte e formaggi molli. Specie simile (impiegato allo stesso modo in cucina) è Sanguisorba minor. Proprietà terapeutiche: toniche, aperitive, digestive. Curiosità e note: Il nome del genere della pianta fa riferimento all'attitudine della pianta a frenare le emorragie. Satureja montana L. Nome comune: santoreggia; erba acciuga; erba spezia Famiglia: Lamiaceae Caratteristiche: Pianta perenne semi-sempreverde di circa 30 cm, con piccole foglie lanceolato-lineari, originaria delle regioni montane dell'Europa centromeridionale e dell'Asia. Esiste un'altra specie del genere satureja, S. hortensis, chiamata erba pepe, erbacea annuale. Predilige i pieno sole. Ama i terreni alcalini. La fioritura avviene in luglio-agosto. Si può propagare per seme o per talea di punta. Quando la piantina sarà ben sviluppata trapiantare in vasi o in piena terra. Può essere potata in autunno dopo la fioritura. Impiego: Le foglie, fortemente aromatiche e leggermente pepate, ricordano il sapore del timo. Vengono utilizzate con carni, pesce, verdure e legumi. La pianta ha proprietà digestive. Raccolta e conservazione: le foglie si utilizzano fresche o da far seccare e possono essere prelevate in qualsiasi momento. Curiosità: il decotto di santoreggia aggiunto all'acqua del bagno è ottimo per purificare la pelle poiché ha un potere antisettico. Taraxacum officinale Weber Nome comune: Dente di leone, soffione Famiglia: Asteraceae Habitat: prati incolti e coltivati, alla base dei muri e negli ambienti antropizzati, da o a 1700 m slm. Raccolta e conservazione: il rizoma si raccoglie da settembre ad ottobre e in febbraio prima della fioritura, le foglie giovani in primavera. Impiego: Viene utilizzato da sempre in cucina e nella farmacopea popolare. FOGLIE. Ricche di vitamina A e C si possono utilizzare crude nelle insalate, se giovani, oppure cotte se vecchie. RADICI. Lessate e condite con olio di oliva sono molto gustose. Attenzione invece ai fusti dei fiori la cui sostanza lattiginosa presente all'interno è tossica soprattutto per i bambini. Le radici tostate, costituiscono un buon surrogato del caffè. FIORI. I boccioli si mettono sotto aceto come i capperi. Curiosità e note: Importanti sono le proprietà terapeutiche: diuretica e per contrastare la cellulite. Thymus spp. Nome comune: timo Famiglia: Lamiaceae Caratteristiche: il timo è una pianta che vegeta bene nei climi temperati, ama il sole, ma riesce a tollerare temperature di 10-15 gradi °C sotto zero. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno anche se preferisce quelli calcarei. Tollera la siccità, ma non i ristagni idrici. Il timo è un piccolo arbusto arbusto sempreverde dal portamento prostrato o eretto. Le foglie sono in varie tonalità di verde o screziate a seconda della specie/varietà. Sebbene sia una pianta perenne occorre sostituirla ogni 2/3 anni. Impiego: CULINARIO: la foglia viene utilizzata fresca o essiccata per rendere più digeribili i cibi grassi. Si usa in carni cotte ma anche pesce. Con verdure cotte, macedonie e marmellate. Fiori freschi in insalata. Per aromatizzare burro, aceto, miele e infusi. ORNAMENTALE: in bordure basse. I timi striscianti per tappeti verdi. Molto bello nei giardini rocciosi. Coadiuvante delle vie respiratorie. Aiuta la digestione. Raccolta e conservazione: Le foglie vanno raccolte fresche quando servono. La pianta può essere accorciata a 5 cm dalla base in estate. Le foglie si possono far essiccare appendendo i rametti in luoghi caldi e ventilati. Si può surgelare per circa 6 mesi. Esistono numerose specie del genere Thymus tra le quali ricordiamo: - T. serpillum (con fusti più lunghi e striscianti) - T. vulgaris (la più nota e di facile reperimento) - T.citriodora (ricco di olii essenziali alla fragranza di limone) - T. zygis (Spagna) - T. herba-barona (aroma di cumino. Specie endemica della sardegna e della Corsica fra 800 e 2000 m slm) Viola odorata L. (ed altre specie) Nome comune: viola mammola Famiglia: Violaceae Habitat: è comunissima nelle boscaglie, sotto le siepi e nei luoghi erbosi da 0 a 1200 msl. E' comune in tutta l'Italia. Raccolta e conservazione: asportare le foglie all'inizio della primavera, cogliere i fiori appena schiusi e le radici in autunno. Essiccare foglie, fiori e radici. Impiego: FIORI. Candito, per decorare torte, budini e gelati. Il fiore fresco, in insalate. Sciroppo di viola: in 75 ml di acqua bollente, 50 g di fiori freschi. Coprire e lasciare in infusione per 24 ore, filtrare e aggiungere poi 75 g di zucchero e riscaldare per scioglierlo senza far bollire. Raffreddare e imbottigliare. FOGLIE. L'infuso di foglie essiccate è indicato per bronchiti; mentre l'impiastro di foglie fresche viene applicato sulle contusioni. Curiosità e note: Gli antichi Greci scelsero la viola mammola come simbolo di fertilità, mentre i Romani la apprezzavano come bevanda. Per Napoleone fu l'emblema del partito imperiale, dell'Inghilterra vittoriana, fu il profumo più popolare e venduto. Rinomati scrittori, da Omero a Shakespeare parlarono tutti con grande simpatia di questo fiore del quale stimarono le virtù di freschezza, umiltà e dolcezza. Parma ne ha fatto il suo simbolo in riferimento al profumo “Violetta di Parma”. Papaver rhoeas L. Nome comune: Papavero comune, Rosolaccio Famiglia: Papaveraceae Habitat: campi di cereali, incolti, ruderi, bordi delle strade tra 0 – 1900 metri s.l.m.. Presente e comune su tutto il territorio nazionale. Originario della steppa dell’Iran. Introdotto poi nel nostro Paese e naturalizzato come infestante del frumento. Periodo di raccolta: febbraio e maggio (foglie ancora tenere) Impiego: i fiori del papavero, grandi e solitari, di bellissimo effetto, sono spesso usati nei giardini, nelle aiuole e sui balconi. Esistono numerosi ibridi del genere “Papaver” in coltivazione, anche a fiori doppi e dai colori più disparati. In cucina: SEME. Viene utilizzato per aromatizzare pane, torte e biscotti,in particolare nella cucina d'oltralpe e d'oltreoceano. In passato i semi e i petali venivano aggiunti alle pappe dei bambini per conciliare il sonno. Viene aggiunto alla polvere di curry come base per aromatizzare e addensare i cibi. FOGLIE. Le foglie basali, quando tenere, possono essere usate crude nelle insalate, o cotte (lessate o al vapore). Diospyros lotus L. Nome comune: Caco selvatico; Albero di S. Andrea; Papola Famiglia: Ebenaceae Habitat: grande pianta dioica originaria dell'Asia ma naturalizzata nelle regioni mediterranee e balcaniche. E' stata introdotta in Europa alla fine del 1500 e nel 18° sec regolarmente coltivata nelle regioni dell'Europa del sud. Resiste bene al freddo e non è raro trovarla nei nostri boschi. Cresce bene su terreni calcarei. Impiego: i frutti di circa 1-2 cm di diametro sono molto buoni e molto ricchi di proteine (dopo olive e noci) e vitamina A (più delle carote), ma non sono commestibili fino a completa maturazione. L'ok l'abbiamo quando la buccia comincia a corrugarsi. Curiosità e note: Il nome deriva da “dios”= divino e “pyros”= grano (frutto) in riferimento alle buone proprietà nutrizionali e organolettiche dei frutti eduli. Ziziphus vulgaris L. Nome comune: giuggiolo Famiglia: Rhamnaceae Habitat: Alberello di media statura (5-6 m) originario dell'Asia. In Italia è presente fin dal tempo dei Romani. Lo si può trovare fino ad altitudini di 600 m. Raccolta: La maturazione del frutto avviene a partire da ottobre. Il frutto è una drupa ovale o rotonda che in autunno assume un colore rossastro. La polpa è carnosa, biancastra e di sapore acidulo. Impiego: I frutti vengono consumati freschi o utilizzati in marmellate, canditi, sciroppi o fatti essiccare (datteri cinesi) oppure possono essere conservati in salamoia, sotto alcool o sott'aceto. Curiosità e note: Il brodo di giuggiole, molto ricco di vitamina C e zuccheri, è un digestivo dolcissimo che ha dato origine all'espressione “andare in brodo di giuggiole”. Buona pianta medicinale utilizzata nella preparazione di maschere emollienti e idratanti per pelli secche. Il "Brodo di giuggiole" 1 chilo di giuggiole 1 chilo di zucchero 2 grappoli di uva zibibbo 2 bicchieri di vino bianco 2 mele cotogne la buccia grattugiata di un limone acqua q. b. In un tegame aggiungere le giuggiole precedentemente lavate e coprirle con acqua. Aggiungere l'uva e lo zucchero. Cuocere per 1 ora a fuoco dolce mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Aggiungere le mele, prive di buccia, tagliate sottili ed il vino. Alzare la fiamma e fare evaporare il vino. A fine cottura (quando si sta gelificando) aggiungere la buccia del limone grattugiato. Passare il composto con un colino e invasare a caldo. Narra Omero che Ulisse e i suoi uomini approdarono all'isola dei Lotofagi nel Nord dell’Africa. Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l'isola, si lasciarono tentare dal frutto del loto, un frutto magico fece loro dimenticare mogli, famiglie e la nostalgia di casa. È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus lotus, un giuggiolo selvatico, e che l'incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici, ma soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo. In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più riparata ed esposta al sole. Si riteneva che fosse una pianta portafortuna. l Cornus mas L. Nome comune: Corniolo Famiglia: Cornaceae Habitat: arbusto di 2- 6 m di altezza originario dell'Europa meridionale. In Italia è diffusa su tutto il territorio tranne nelle isole. Impiego: In cucina vengono utilizzati i frutti, drupe lunghe quasi 2 cm, di colore rosso vivo che diventano più scure a maturazione, che avviene a partire da ottobre. Possono essere consumati freschi, sia per produrre bevande, liquori, marmellate, gelatine. Possono essere conservate sotto alcool come le ciliegie oppure in salamoia come le olive. Curiosità e note: Un'antica leggenda vuole che piante di corniolo siano state utilizzate per costruire il cavallo di Troia. Virgilio nell'Eneide ci dà notizia dell'uso dello stesso per costruire aste per lance Prunus spinosa Nome comune: Prugnolo selvatico Famiglia: Rosaceae Habitat: E' una specie rustica che si adatta a terreni poveri e sassosi, lo si può trovare lungo le strade,negli incolti e al limitare dei boschi, cresce comunemente nei boschi cedui e nei cespuglieti aridi della media montagna, oppure si rinviene in siepi naturali. Può essere alto fino a 3 metri, ha legno molto duro, dalla corteccia grigio scura e ricca di spine legnose. Impiego: I frutti sono molto aspri, contengono vitamina C, possono essere raccolti dopo le prime gelate, quando raggiungono la maturazione, e possono essere consumati freschi oppure utilizzati per preparare liquori, bibite, marmellate. Con alcool, zucchero, vino bianco e bacche di prugnolo mature, si può preparare un buon liquore digestivo; con la distillazione dei frutti,invece, si ottiene dell’ottima acquavite. Curiosità e note: I frutti (prugnole o susine selvatiche) contengono tannino (responsabile del tipico sapore aspro), flavonoidi, acido malico, saccarosio, pectina, gomma e vitamina C. Il consumo dei frutti provoca un aumento dell'appetito e una sensazione rinfrescante e rivitalizzante inoltre, al contrario dei fiori (leggermente lassativi), sono astringenti; i frutti sono anche aperitivi e tonificanti dell'organismo in generale. Rosa canina L. Nome comune: Rosa selvatica Famiglia: Rosaceae Habitat: si trova nei terreni incolti, nelle boscaglie, libera nelle siepi spontanee di pianura e montagna. Impiego: gli usi alimentari sono molteplici, così come quelli medicinali. FIORI. I petali, privati della parte basale amara, sono ottimi sparsi nell'insalata e nelle paste. Il fiore è utilizzato anche nella preparazione di torte di mele o di ciliege. I petali vengono canditi e utilizzati in pasticceria. FRUTTI (cinorrodi). Utilizzati per fare marmellate e conserve; negli infusi; per la preparazione di sciroppi e liquori. Per accompagnare le carni di agnello è ottima la salsa ottenuta frullando le bacche con zucchero e succo di limone. Curiosità e note: La coltivazione della rosa, iniziata in Persia, si diffuse presto in occidente, ispirando poeti, artisti e innamorati. Si dice che Cleopatra sedusse Antonio emergendo tra le rose; nei banchetti romani i commensali si ornavano di ghirlande di petali di rose; nel 1187 il sultano Saladino, entrato in Gerusalemme, fece un bagno di rose nella moschea di Omar. La rosa è sempre stata popolare sin dall'antichità per le sue proprietà terapeutiche (acqua di rose). Questa rosa dee il suo nome a Linneo, naturalista svedese, fondatore della botanica moderna, che nel 1700 attribuiva alla radice la proprietà di preservare dalla rabbia trasmessa del morso dei cani. Confettura di cinorrodi di rosa canina 500 g di cinorrodi 350 g di zucchero scorza di limone grattugiata 350 g di acqua Lavate i cinorrodi e fateli cuocere nell'acqua fino a quando si saranno sciolti completamente. Dopodiché passateli al setaccio o frullateli, unite lo zucchero e rimettete il composto sul fuoco. Lasciate addensare a fuoco basso e conservate la confettura in vasetti ermeticamente chiusi e sterilizzati. ♥ I cinorrodi di rosa canina sono ricchissimi di vitamina C ♥ Confettura di petali di rosa 500 g di petali di rosa 1250 g di zucchero succo di 3 limoni Buttate i petali di rosa in acqua in ebollizione e non appena l'acqua riprende il bollore, togliete i petali e sciacquateli in acqua fredda, scolateli, strizzateli e mescolateli con 250 g di zucchero e il succo dei 3 limoni. Nel frattempo portate in ebollizione mezzo litro dell'acqua di cottura delle rose con 1 kg di zucchero, aggiungete il composto di petali di rosa, zucchero e limone e fate cuocere a fuoco basso fino a raggiungere la giusta consistenza. Mettete la confettura nei vasetti ancora ben calda e conservatela in luogo fresco e asciutto. Amelanchier ovalis L. Nome comune: pero corvino Famiglia: Rosaceae Habitat: arbusto originario dell'Europa meridionale e dell'America settentrionale. Diffuso in tutte le montagne del bacino del Mediterraneo Raccolta: ●la maturazione dei frutti dall'aspetto di piccolissime mele blu (8-10 mm) avviene a partire da fine settembre. Impiego: A questa piante vengono attribuite proprietà ipotensive, diuretiche, antipiretiche, antinfiammatorie e antireumatiche, utilizzandola in infusi delle foglie e della corteccia. I frutti sono commestibili e se ne ricava un ottimo sciroppo. ● Utilizzati anche in macedonie di frutta. Curiosità e note: Il suo legno molto duro ed elastico veniva utilizzato per produrre manici per attrezzi. Adatto per essere intarsiato per produrre oggetti di pregio. Arbutus unedo L. Nome comune: corbezzolo, albatro Famiglia: Ericaceae Habitat: Arbusto mediterraneo diffuso soprattutto nel sottobosco delle pinete litoranee, presente tuttavia anche al nord a su coste atlantiche e irlandesi. Raccolta: I frutti si raccolgono nel tardo autunno. Impiego: IN CUCINA: le bacche del corbezzolo oltre ad essere consumate fresche in macedonie, servono per fare sciroppi, confetture (in Toscana e Sardegna), canditi e bevande fermentate (vino in Liguria ed acquavite). La pianta è buona mellifera e se ne ricava un miele in autunno che viene impiegato soprattutto per lenire le forme bronchiali. Curiosità e note: Facile coltivazione anche in vasi. Ornamentale. Nel linguaggio dei fiori la sua bianca campanula ha evocato il simbolo dell'ospitalità ed era per questo piantumato all'ingresso dei giardini. Simbolo anche dell'unità nazionale nell'800 per la compresenza del verde delle foglie, del bianco dei fiori e del rosso delle bacche. Per questa ragione veniva piantato in molti parchi dedicati ai caduti alla fine della grande guerra. Crema dessert di corbezzolo e mela 20 bacche di corbezzolo 2 mele 1 cucchiaino di miele 1 pizzico di cannella yogurt magro o panna Lavate e fate cuocere in poca acqua le bacche di corbezzolo divise in quarti e le mele tagliate a pezzetti. Fate cuocere a fuoco lento fino a che i frutti iniziano a spappolarsi, quindi passate la polpa al passaverdura. Rimettete il composto sul fuoco e rimestando con un cucchiaio di legno lasciate evaporare l'acqua in eccesso. A fine cottura dolcificate con miele e cannella in polvere. Travasate la crema ancora calda in coppette di vetro e servite con yogurt o panna. ♥ la pianta del corbezzolo è buona mellifera e se ne ricava un miele in autunno che viene impiegato soprattutto per lenire le forme bronchiali ♥ Helianthus tuberosus L. Nome comune: topinambour Famiglia: Asteraceae Habitat: Specie esotica (Nord America) naturalizzata e presente ovunque in Italia (tranne in Sardegna). E' una pianta molto vitale, quasi infestante, che predilige terreni umidi e conquista terreni vicini a corsi d'acqua; si trova fino a 800 m slm. Raccolta: I tuberi si raccolgono in inverno. Impiego: IN CUCINA: Veniva usata per la sua radice commestibile (Carciofo di Gerusalemme), poi è stata soppiantata dalla patata. I tuberi di Topinambour sono molto nutrienti e la cottura è simile a quella delle patate. Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna càuda e la fonduta. Il tubero può essere consumato anche crudo con sale e pepe. Curiosità e note: E' possibile coltivare i Topinambur anche nell'orto familiare, visto che si adattano bene anche a terreni marginali, purché soleggiati. La coltivazione si riduce praticamente alla piantagione. In inverno, una volta seccata la parte aerea, sarà possibile raccogliere i tuberi, lasciando quelli più piccoli. Grazie al contenuto di inulina è una pianta molto adatta ed indicata nella dieta di persone diabetiche in quanto l'inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione dell'amido). Il Topinambur è da sempre famoso per ridurre il colesterolo. Vellutata di topinambour 1 cipolla 1 spicchio d'aglio olio e.v.o. 5 topinambour raschiati e affettati 50 ml di vino bianco 150 ml di brodo di pollo 50 ml di panna da cucina o fresca sale e pepe erba cipollina fresca per guarnire Scaldate l'olio in una padella, aggiungete la cipolla e fate cuocere a fuoco dolce per 3 minuti fino a che la cipolla sia appassita. Aggiungete l'aglio, mescolate e fate cuocere per 1 minuti. Aggiungere i topinambur, il vino bianco e il brodo e fate cuocere per 8 minuti o fino a che i topinambur si siano ammorbiditi. Ponete il composto nel mixer, aggiungete la panna e frullate fino a che sia ben amalgamato. Insaporite con sale e pepe. Servite in una zuppiera guarnita con erba cipollina fresca. ♥ per il contenuto di inulina il topinambour è una pianta indicata nella dieta dei diabetici. Ha la proprietà di ridurre il colesterolo ♥ Topinambur gratinati 1 kg di tuberi di topinambur 50 g di burro Parmigiano grattugiato olio e.v.o. sale q.b. pepe q.b. Lavate i tuberi di topinambur ed eliminate la buccia esterna con un raschietto o un coltellino e sbollentateli per dieci minuti circa in acqua salata in ebollizione. Tagliateli a fette e adagiateli a strati in una pirofila da forno precedentemente imburrata. Aggiungete ad ogni strato un filo di olio, fiocchetti di burro e parmigiano in abbondanza. Infornate a 180° C e fate cuocere per circa mezz'ora fino a doratura della superficie. ♥ Il topinambur viene anche chiamato carciofo di Gerusalemme... ♥ Primula vulgaris Hudson Nome comune: Primula, Primavera, Occhio di civetta Famiglia: Primulaceae Habitat: si trova nei boschi di latifoglie, nelle siepi e nei luoghi erbosi (fino a 2000 m). Raccolta e conservazione: le tenere foglie si raccolgono all'inizio della primavera, prima della fioritura. Essiccare foglie e fiori. Impiego: FOGLIE: vengono consumate crude o bollite. FIORI: in insalate miste. Per preparare confetture o utilizzato candito. Foglie e fiori in frittata. Fiori essiccati e radici in polvere nel pot-pourri. I fiori essiccati forniscono un infuso aromatico, servono inoltre ad aromatizzare la birra e a migliorare il bouquet del vino. Nell'uso medicinale l'infuso di radici cura l'emicrania Curiosità e note: in epoca medievale, i fiori erano impiegati per preparare pozioni d'amore. RICETTA: Tagliatelle alle primule Ingredienti: 4 uova, 4 hg di farina, ¼ panna, 2 manciate di petali di primule, una manciata di foglie di primule, 1 hg di burro, 1 hg di parmigiano. Preparazione: farina a fontana sul tavolo, rompere nel centro le uova, aggiungere foglie e petali tritati finemente. Lavorare la pasta poi stenderla e tagliare le tagliatelle. Condire con panna, burro e parmigiano. Plantago major L. Nome comune: Piantaggine Famiglia: Plantaginaceae Habitat: molto comune sul territorio italiano, specialmente negli ambienti antropizzati. E' tra le specie che sopportano meglio il calpestamento: quindi è necessario fare attenzione al luogo di raccolta. Periodo di raccolta: Le foglie possono essere raccolte in ogni stagione. Impiego: IN CUCINA. Si usano le foglie fresche in insalata o nelle minestre. Nelle frittate e nei ripieni di carne. Le foglie hanno un retrogusto di fungo (champignon). USO MEDICINALE. In caso di punture di insetto o di ortica, una foglia di piantaggine schiacciata e strofinata allevia il prurito. Era utilizzato come oftalmico per contrastare le congiuntiviti al pari del fiordaliso. Si diceva che quest'ultimo fosse efficace sugli occhi azzurri mentre la Plantago sugli occhi scuri. Curiosità e note: Altre due specie di Plantago, media e lanceolata, simile alla major sono altrettanto commestibili. Il termine latino Plantago rimanda al latino planta, pianta del piede, con riferimento alla forma delle foglie. Parietaria officinalis Nome comune: Erba vetriola, muraiola Famiglia: Urticaceae Habitat: erba infestante e allergenica; si trova sui muri vecchi e tra le macerie. Raccolta e conservazione: la parte aerea va raccolta in estate, le foglie vanno essiccate rapidamente all'ombra e conservati in vasi di vetro. Impiego: Pianta bistrattata, ma ricca di principi attivi e pertanto utilizzata sin dall'antichità e nella moderna industria farmaceutica per la produzione di farmaci diuretici (contiene salnitro). IN CUCINA: la pelosità della foglia ne impedisce la consumazione a crudo. Viene utilizzata previa cottura per preparare minestroni che colora di un verde scuro e spessa viene abbinata all'ortica. Il buon sapore, unito alle presenza ai sali di potassio rende le pietanze diuretiche come un piatto di asparagi. Curiosità e note: il nome “muraiola” è dovuta alla capacità delle sue radici di colonizzare i muri. Il nome di “vetriola” invece deriva dalla capacità degli acheni pelosi della pianta di pulire fondi di bottiglie e vetri. Urtica dioica L. Nome comune: Ortica; Orticone; lurdica; Famiglia: Urticaceae Habitat: erba perenne infestante diffusa in tutto il mondo, nei luoghi ricchi di sostanza azotata e antropizzati (fino a 2300 m) Raccolta e conservazione: le foglie si possono raccogliere tutto l'anno, meglio nel periodo della fioritura. In ogni caso per la raccolta è utile munirsi di guanti per proteggersi dai peli urticanti; poco dopo la raccolta perde l'effetto urticante. Impiego: IN CUCINA: Le ortiche giovani sono ricche di vitamine e minerali. Il loro contenuto è talmente elevato che rispetto alle pillole vitaminiche hanno il vantaggio di essere meno care e nettamente più gustose. Con gli apici e le giovani foglie si possono preparare minestre e squisiti risotti. Le giovani foglie cotte a vapore vengono mangiate come verdura. Utilizzate in infusi aromatici, digestivi e diuretici. Viene anche utilizzata per fare la birra all'ortica. Curiosità e note: Il nome Urtica deriva dal latino urere, bruciare. Nei processi infiammatori reumatici alle ginocchia o alle spalle ad esempio, battere un mazzo di urtica nella parte colpita, produce un effetto revulsivo per il quale il sangue viene attratto in superficie decongestionando i tessuti interni. Ottimo rimedio anche per arrestare la caduta dei capelli. Capsella bursa-pastoris Medicus Nome comune: Borsapastore; Borsacchina; Borsa del pastore Famiglia: Brassicaceae Habitat: Vitalissima, si trova nei campi coltivati e nei terreni incolti, ai margini delle strade e sui terreni appena smossi, presso le malghe e le stalle, nonché nei pascoli di montagna, tra 0 e 1800 m. Raccolta: E' possibile raccoglierla in ogni stagione dell'anno, poiché i semi germinano non appena cadono sul terreno e la crescita di nuove piantine è praticamente a ciclo continuo. Prima della fioritura le foglie sono più tenere. Impiego: IN CUCINA: le foglie basali sono consumate cotte, in frittate o minestre o, più raramente, crude in insalate miste. Alcuni consumatori le considerano migliori di altre erbe che si trovano abitualmente sul mercato; sono da preferire quelle di montagna che crescono su terreno ricco di nutrimenti, perchè più tenere e saporite. La pianta è ricca di potassio e contiene altri sali minerali quali ferro, calcio e fosforo. Non mancano vitamine, carboidrati, lipidi e proteine Curiosità e note: Per gli effetti emostatici e ipotensivi attribuita dalla medicina popolare ai preparati di piantine fresche, se ne sconsiglia un uso eccessivo. Impiegata anche in campo dermatologico per le doti astringenti e cicatrizzanti. Il nome deriva dalla somiglianza dei frutti con le vecchie bisacce dei pastori (capsa in latino= borsello). Chenopodium bonus-henricus L. Nome comune: Buon Enrico; Spinacio selvatico; Colubrina Famiglia: Chenopodiaceae Habitat: E' caratteristico delle zone montane, nei pascoli molto concimati, in prossimità delle malghe, nei luoghi di riposo del bestiame, lungo i margini delle strade da 500 fino a quasi 2000 m. Con le ortiche e il rabarbaro alpino fa parte delle associazioni erbacee nitrofile. E' presente su tutto il territorio nazionale. Raccolta: Secondo la località,la raccolta può avvenire da maggio a giugno (prima della maturazione dell'infiorescenza) o anche da settembre in poi, dato che i nuovi germogli rispuntano dopo il pascolo o il taglio. Impiego: IN CUCINA: le foglie e i fusti teneri vengono fatti bollire per un quarto d'ora circa e si preparano secondo metodi in uso per gli spinaci di cui ricordano il gusto. Rispetto agli spinaci, per il loro minor contenuto di ossalato di calcio, sono più indicati per chi soffre di acidità e di ulcera gastrica. Il chenopodio viene usato nelle frittate, nella polenta, come ripieno degli agnolotti ad esempio. I gambi giovani, particolarmente succosi, una volta tolta la scorza, posso o essere cucinati e preparati allo stesso modo degli asparagi. Curiosità e note: Ricco di vitamine (A, C, K, PP), sali minerali (ferro, magnsio, fosforo, calcio, carboidrati e sostanze proteiche. Humulus lupulus L. Nome comune: luppolo, asparagina, lovertis Famiglia: Cannabaceae Habitat: Il luppolo predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati. Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d'acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un'altitudine di 1.200 metri. La sua presenza è molto comune nell'Italia settentrionale. Raccolta: giovani GERMOGLI laterali in primavera; raccogliere la foglie tenere a volontà; i FIORI maturi all'inizio dell'autunno; gli steli nel tardo autunno . Conservazione : essiccare foglie e steli; Usare i fiori femm. entro pochi mesi o l'aroma diventa sgradevole.. Impiego: Fiori : Usare fiori femm ben maturi ed essiccati per schiarire e conservare la birra. Bollire i fiori maschili ed aggiungere ad insalate. Foglia : usare le foglie tenere da aggiungere alle minestre. Germoglio: usare i teneri germogli laterali e servire come gli asparagi o per frittate e minestre. In Veneto vi fanno un celebre risotto. Aggiungere fiori a bevande o tè per favorire la digestione. ATTENZIONE: Non vanno confusi con i rami fioriferi di altre piante solo a prima vista simili, quali l'Ornithogalum o latte di gallina, un genere che conta molte specie assai tossiche. Curiosità e note: Il luppolo veniva già citato da Plinio nel I sec d. c. come una verdura comune e non come una pianta da giardino, in primavera i giovani germogli erano venduti nei mercati e consumati come gli asparagi. A partire dal VIII sec era usato in tutta Europa per fare la birra, per le sue qualità rinfrescanti, aromatiche e terapeutiche: In Inghilterra tuttavia i produttori di birra continuarono a servirsi di erbe usate tradizionalmente, come l'edera, fino al 1700 per la curiosa credenza che il luppolo provocasse la malinconia. Silene vulgaris Garcke Nome comune: Silene rigonfia; Bubbolini; Strigoli Famiglia: Caryophyllaceae Habitat: Cresce normalmente nei prati, specialmente quelli sfalciati e concimati, ma è comune anche negli incolti, nei seminativi e lungo il margine delle strade dalla pianura fino a 1500 m, raramente fino a 2400 m. E' molto comune in tutto il territorio nazionale. Raccolta: I giovani germogli possono essere raccolti da febbraio a luglio secondo la quota; le foglie, se tenere, possono essere consumate anche in altri periodi. Impiego: IN CUCINA: le qualità alimentari della Silene vulgaris sono ottime, per lo meno sul fronte del gusto. Le foglie e i germogli possono essere consumati crudi o cotti. Nel primo caso è preferibile aggiungerli ad altre specie per farne insalate alle quali conferiscono un sapore piacevolmente acidulo; nel secondo caso si usano come contorno a salumi cotti, o aggiunti a minestre e risotti. Triturati vengono usati nei sughi per la pasta MEDICINALE: un tempo l'impiego di questa pianta era rivolto alla cura degli stati influenzali. Curiosità e note: Alcuni nomi dialettali ricordano che, per gioco, il calice viene fatto scoppiare contro la fronte dopo aver chiuso l'apice con le dita. Sugo agli strigoli 300 g di strigoli 50 g di pancetta 1 spicchio d'aglio mezza cipolla olio e.v.o. 500 g salsa di pomodoro mezzo bicchiere di vino bianco secco parmigiano reggiano grattugiato peperoncino a piacere Triturate pancetta, aglio e cipolla e fate il soffritto con l’olio. Sfumate con il vino bianco e aggiungete al soffritto gli strigoli qualche minuto prima che la pasta sia pronta da scolare. Gli strigoli non devono cuocere ma appassire solamente. Saltate la pasta direttamente dentro la padella con gli strigoli e servite con una generosa spolverata di parmigiano. Chi lo desidera può arricchire il soffritto e gli strigoli con la salsa di pomodoro ed in questo caso bisogna continuare la cottura del sugo per ulteriori 15 minuti. ♥ piatto tipico romagnolo ♥ Ruscus aculeatus L. Nome comune: pungitopo; piccolo agrifoglio Famiglia: Liliaceae Habitat: Comune nelle siepi e nei boschi , si trova in tutta Italia e nell'Europa centrale e meridionale. Raccolta: I giovani germogli possono essere raccolti in primavera. Impiego: IN CUCINA: i giovani getti ( detti turioni ) si possono consumare sia cotti che crudi ma per il loro sapore un po' amarognolo generalmente vengono cotti come gli asparagi e impiegati in zuppe, minestre specie in veneto oppure impiegati in risotti e frittate di erbe. Possono infine essere lessati e insaporiti in padella. Curiosità e note: Noto per le foglie (che in realtà sono rami e si chiamano cladodi) sempreverdi e caduche, pungenti all'apice e per le bacche (tossiche) rosse delle piante femminili. Viene raccolto anche a scopo ornamentale. Diffuso in tutta l'Italia, é considerato simbolo beneaugurante del Natale. E' usato sin dall'antichità. Il nome pungitopo si deve infatti all'usanza contadina di proteggere i formaggi o la frutta dall'insidia dei topi avvolgendoli con mazzetti di questa pianta. Veniva altresì impiegato dagli spazzacamini. Portulaca oleracea L. Nome comune: Ertba porcellana, Porcellana Famiglia: Portulacaceae Habitat: Infestante delle colture, si insedia in tutti i terreni. Cresce dalla pianura alla montagna. Viene anche coltivata negli orti del Nord della Francia, in Svizzera, Olanda e Belgio. Raccolta e conservazione: Si consiglia la raccolta tardiva, in autunno, quando la pianta non riesce a portare a maturità i semi (non graditi al palato). Viene essiccata per la conservazione e poi utilizzata, dopo averla tenuta a bagno, per preparare minestre durante l'inverno. Impiego: IN CUCINA: I fusti fogliosi ricchi di vitamina C si consumano crudi in insalata, mescolati con altre erbe e basilico. Ottimi anche cotti, conditi con olio e aceto o fritti in pastella. Curiosità e note: Coltivata da secoli in India e nel medio Oriente, era molto usata in Europa nel XVI sec. Nei paesi anglosassoni un tempo si pensava che protegge dagli spiriti maligni. Crostini di porcellana 200 g di foglie e fusti di portulaca 4 acciughe diliscate olio e.v.o. 1 cucchiaio di aceto peperoncino a piacere fettine di pane casareccio Lavate molto bene la portulaca, fatela cuocere in poca acqua e scolatela bene. Frullate le acciughe con l'erba aggiungendo olio e.v.o., aceto e peperoncino a piacere. Tostate il pane e spalmate la salsina. A piacere potete guarnire con foglioline fresche di portulaca. Orto aromatico... verticale! Idee …. per la conservazione www.eatableweb.wordpress.com eatableweb@gmail.com Facebook page: Eatable Grazie!
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