Schelfi contro La Vis - Federazione Trentina della Cooperazione

VMLI GIUDICANE
E* nata al Cfp-Upt di Tione
la coop «Sapori del Brenta»
I GIUDICANE
Alla Scuola delle professioni
per il Terziario CFP-UPT di Tione, ieri è la nata la Cooperativa
scolastica "Sapori del Brenta".
Questo Progetto scolastico, nasce dalla metodologia della Simulimpresa, che si Basa su una
didattica operativa, sperimentata prima e consolidata poi dagli
studenti della III classe
"Operatori ai Servizi di Impresa", per acquisire competenze
tecnico-commerciali e guardare con maggior fiducia e professionalità al mondo del lavoro.
L'azienda madrina della neo
Cooperativa scolastica è la Famiglia Cooperativa delle Giudicarie, ieri rappresentata dal direttore Oreste Bonenti e da Costantino Levri, che svolgerà un
ruolo fondamentale di supporto all'azienda scolastica simulata che promuoverà e comercializzerà i prodotti tipici del territorio.
A tenere a battesimo la nuova
Cooperativa scolastica "Sapori
del Brenta", il direttore del Centro CFP-UPT di Tione Claudio
Nicolussi, le insegnanti coinvolte nel progetto Amalia Paletti e
Antonella Fior, il presidente
provinciale CFP-UPT Ivo Tarol-
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li, il presidente del Centro professionale di Tione Walter Facchinelli, i rappresentanti della
Cassa Rurale Adamello Brenta
Marco Marietti direttore e Paolo Bronzini, Rosanna Parisi
dell'Agenzia del Lavoro Tione e
Cinzia Parisi dell'Associazione
Artigiani delle Giudicane.
La Cooperativa scolastica ha
un proprio atto fondativo, e il
Consiglio d'amministrazione
vede presidente Genny Tasin,
sua vice Daniela Ortiz, i consiglieri Debora Bazzoli, Valentina
Nicolini e Sara Caprio. Segretari sono Valentina Pasi e Anna
Franceschetti, Cassieri Veronica Canciani e Gabriele Sottovia
e Documentaristi Omar Caola,
Giuliano Frigo e Francesco Gasperi. Il Collegio sindacale è formato da Daniel Zanoni, Nicola
Tanaglio e Fabio Natale.
La Sapes: «Pronti anche a chiudere»
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Pag. 5
Coopcrazione, Bezzi chiede
tutti i contributi dettagliati
I TRENTO
«Su una popolazione di mezzo milione di abitanti, il Trentino conta oltre 227 mila soci
nelle 550 cooperative». Lo scrive Giacomo Bezzi, consigliere
provinciale di Forza Italia, in
un'interrogazione rivolta al
presidente della Provincia,
per conoscere «l'elenco dettagliato dei contributi che sono
stati erogati alla Cooperazione trentina nel 2013 e nel
2014, suddivisi nei vari settori». Per Bezzi, infatti, «il settore
della cooperazione è in continua espansione in tutti i settori economici in cui esercitano
le aziende private che non go-
dono dei benefici riservati alle
cooperative e si trovano a dover gareggiare anche in appalti pubblici contro un sistema
che è impossibile contrastare».
Il consigliere di Fi definisce
la cooperazione «un mostro
travestito da dispensatore di
pace e fratellanza» e aggiunge:
«In Trentino la cooperazione
sarebbe più una lobby che
condiziona immancabilmente l'economia e la società cercando di apparire come u n
soggetto che ofrirebbe un contributo indispensabile alla comunità quando in realtà vive
grazie ai lauti contributi concessi dall'ente pubblico».
Pag. 6
LA CASSA PINETANA
RESTA IN VIA PIAVE
• La filiale di via Piave della
Cassa Rurale Pinetana resta
al suo posto. A trasformarsi
in bar pizzeria, come
annunciato ieri su queste
pagine, sarà invece un locale
attiguo, da tempo libero e
quindi a disposizione della
nuovo iniziativa economica.
Pag. 7
Rurale Primiero, corsi per amministratori
PRIMIERO. Entro oggi ultime iscrizioni al corso di formazione che la
Cassa Rurale Valli di Primiero e Vano! organizza per i propri soci che
intendessero candidarsi per rivestire il ruolo di amministratore in
occasione delia prossima assemblea, in primavera, il corso è pensato per
quelle persone che volessero candidarsi ma non sono in possesso di uno
dei requisiti stabiliti dai regolamenti: per accedere alle cariche sociali è
necessario aver svolto per un periodo non inferiore a un triennio almeno
un'attività di tipo amministrativo dirigenziale in enti e società a
carattere mutualistico. Qualora il socio non fosse in possesso di nessuno
dei requisiti, può comunque presentare la candidatura a patto che abbia
partecipato agii specifici corsi formativi organizzati dalla Rurale, li
corso sarà gratuito e aperto a tutti i soci, il cui unico impegno sarà quello
di unaf requenza costante ai 4 incontri di tre ore ciascuno nella sede di
Transacqua (orario 18-21). Gii incontri avranno inizio martedì 3 febbraio.
info tei. 0439.616141 o mail a segreteria@cr-primiero.net. (r.b.)
Pag. 8
L'Istituto agrario
di San Michele all'Adige
conferma la
sua attrattività.
È l'ambiente a giocare
un ruolo decisivo
nelle scelte scolastiche,
in un Istituto peraltro
molto selettivo
di Marco Zeni
nche per l'anno scolastico
2015-2016 presso i l Centro
dì istruzione e formazione
dell'Istituto agrario di San
Michele all'Adige si è registrato un
boom di iscrizioni che ha costretto i
responsabili della Fondazione
"Edmund Mach" a prorogare il ricorso
al numero chiuso.
Per l'Istituto tecnico quinquennale (più
un anno di specializzazione) sono state
presentate ben 210 domande a fronte
della disponibilità di 110 posti dei
quali 6 riservati a giovani della vicina
provincia di Bolzano, nel rispetto di
una convenzione sottoscritta fra le due
Province autonome, e 140 al Centro di
formazione professionale triennale che
di posti disponibili ne conta una
sessantina, comprendenti eventuali
richieste di bocciati, più una quindicina
di aspiranti perii settore
agroalimentare.
Sia i l direttore generale della
Fondazione, Mauro Fezzi, facente
funzione anche di Presidente, in attesa
dalla nomina da parte della Giunta
provinciale del sostituto del prof.
Francesco Salamini, sia i l dirigente
scolastico Marco Dal Ri escludono fra le
motivazioni, da taluni addotte, le
A
garanzie per studenti e famiglie di una non
ben definita sicurezza, quasi si trattasse di
una realtà estranea ai pericoli cui i giovani
sono particolarmente esposti come le
varie forme di devianza giovanile.
L'Istituto agrario rientra ormai in quella
che è considerata la cittadella o il punto
più avanzato di riferimento peri problemi
ambientali, silvo-pastorali, agrari e
alimentari con quasi ottocento occupati
fra ausiliari, tecnici, ricercatori, docenti e
dirigenti ed un migliaio di studenti. La
popolazione studentesca può fruire anche
del servizio mensa e di un Convitto con 180
posti letto, una trentina dei quali destinati
alle studentesse che rappresentano i l 20%
del totale, in crescita costante. Ma è una
scuola all'interno della quale operano più
di cento insegnanti, che non può essere
presa sottogamba: le bocciature nel primo
biennio sfiorano i l 30% degli allievi.
A partire dall'anno scolastico in corso per
le terze e le quarte del comparto agroalimentare è entrata in funzione una
struttura scolastica tutta in legno
certificata Arca. E' i l primo edificio di un
prototipo che proprio a San Michele ha
trovato la sua base di ricerca e
progettazione perii decollo.
Per Fezzi e Dal Ri l'aumento delle iscrizioni
è determinato, invece, dai nuovi ambiti di
provenienza degli studenti come quello
urbano di Trento e Rovereto in particolare,
una volta assenti, e da nuovi status sociali
familiari che non siano i l mondo agricolo.
L'altra importante novità è determinata
dalla vasta gamma di specializzazioni
conseguibili, sia nel quinquennio tecnico
che alla formazione professionale, che
hanno aperto le prospettive di
occupazione al termine degli studi,
compresi quelli universitari.
In molti degli aspiranti tecnici agrari
domina una visione fantastica, romantica,
fumettistica della natura e
dell'agricoltura, lontana da quella che è la
realtà fatta di fatica, di sudore e di
privazioni.
Risulta dormiente l'ipotesi dell'Università
in agraria a favore della quale si sono fatte
mille congetture.
L'appartenenza ad un'azienda agricola ha
sempre rappresentato uno stimolo nelle
opzioni giovanili per la scuola agraria con
141 anni di storia alle spalle. La conferma
viene non solo dalla gran mole
documentale d'archivio e dall'evoluzione
dell'Istituto agrario ben riassunta in libri
ed articoli, ma accidentalmente pure dal
rinvenimento, qualche tempo fa, in uno
scantinato del Veronese, di una
composizione pittorico-fotogràfica
risalente al 1898, celebrativa dei 25 anni
di attività del fondatore dell'Istituto che
ha dato i l nome alla Fondazione, Edmund
Mach, a partire dal 1874. Lo studioso si era
messo al lavoro però un anno prima, nel
1873, da qui i l riconoscimento giubilare di
fine Ottocento.
Pag. 9
IL CASO
Quote latte* il Trentino teme
larivoluzionein arrivo
ne è destinata a rimanere pesante almeno fino ad autunno. Secondo Sergio Paoli direttore di
Fra due mesi, con il primo aprile Latte Trento, con il primo aprile
scatterà un'autentica rivoluzio- scatterà un'autentica rivoluzione nella produzione del latte, ne dopo oltre vent'anni di un
dopo trent'anni di operatività, mercato abbastanza stabilizzacesserà definitivamente il regi- to. L'unica ancora di salvezza
me delle quote di produzione per gli allevatori trentini è queldel latte a livello europeo intro- la che i nostri consumatori predotte nel 1984 per frenare le vilegino i nostri prodotti lattiero
montagne di latte in polvere e di caseari, che sono molto buoni e
burro ammassati nei magazzini sicuri oltre che a km zero. Divereuropei in quanto ritirati dal samente, prosegue Paoli la simercato per sostenerne il prez- tuazione sarà drammatica con
zo. Obiettivo delle quote era il latte tedesco che entra in Italia
quello di governare il mercato a 20 cent, al litro, le nostre stalle
evitando gli eccessi produttivi sono destinate a chiudere con
con multe salate che hanno cre- ciò che significa questo per
ato molte ingiustizie anche in l'ambiente. Questa affermazioItalia dove pochi produttori sen- ne è sostenuta anche da un reza scrupoli se ne sono fregati cente studio dell'Ue che parla
delle quote sponsorizzati in ciò chiaramente di una tendenza
da un partito politico con evi- che porterà a concentrare le
denti fini strumentali. Ora arri- produzioni di latte nelle zone
va la temuta novità un momen- dove i costi di produzione sono
to molto delicato con un merca- più bassi, poche le realtà italiato dei prodotti lattiero caseari ne come quelle della Padania
che, tiascinato in basso dalla cri- che potranno competere ai
si ormai perdurante da oltre un prezzi che le grandi fabbriche di
triennio del Parmigiano reggia- latte dei paesi del Nord Europa
no staposizionando sempre più che fatalmente porteranno
in basso i prezzi dei formaggi. all'abbassarsi dei prezzi proprio
Sul dopo quote a livello locale nel momento in cui la domanda
prevale l'incertezza, secondo internazionale complice anche
Andrea Merz direttore del Con- la chiusura dei mercati russi
cast- Trentingrana, questo even- non ha più quella vivacità degli
to non coglie impreparati i pro- ultimi anni. Lo studio dell'Ue
duttori in quanto da anni stan- parla di realtà zootecniche e inno lavorando per un prodotto dustriali più attrezzate di quelle
sempre più legato al territorio italiane. In questo quadro la recon le varie Dop. Certo, prose- altà della zootecnia da latte del
gue, il prezzo del latte è già a ter- Trentino che ha un enorme ruora ora, siamo ad un 30% in me- lo non solo produttivo, ma amno di un anno fa, la produzione bientale rischia di entrare in ulaumenta sia a livello mondiale teriore sofferenza. L'unica speche europeo. Anche nell'ultimo ranza è quella di riuscire unenanno di quote molti stati sfore- do le forze pubblico, cooperatiranno la quota assegnata, com- vo e privato a far passare come
presa l'Italia. Con questo au- scelta fondamentale per i consumento dell'offerta ed una ridu- matori la certezza della provezione della domanda la situazio- nienza delle materie prime.
di Carlo Bridli
I TRENTO
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Mele, un sistema
da primo premio
La produzione regionale
ancora in testa
alle classifiche italiane,
"esempio da seguire"
a terza edizione di "Protagonisti
dell'ortofrutta italiana", la
manifestazione annuale
organizzata da CSO (Centro Servizi
Ortofrutticoli) e dal "Corriere
Ortofrutticolo", che si è svolta
recentemente alle Cantine Rotari di
Mezzocorona, ha incoronato come
superstar dell'annoi!"sistema della mela
delTrentino Alto Adige".
All'organizzazione di produttori di mele
della nostra regione associati ad Assomela,
Apot e Vog Bolzano, è stato assegnato,
infatti, il prestigioso premio "Ortofrutta
d'Italia 2015",riconoscendo,così, il valore
di uno dei fiori all'occhiello dell'economia
locale. «Un sistema, quello delle mele del
Trentino Alto Adige - ha detto Paolo Bruni,
numero uno di Cso e presidente della giuria
del premio - che dovrebbe diventare un
esempio da seguire nel nostro Paese».
E un'ulteriore conferma del ruoLo di
leadership che svolge la nostra regione nel
comparto della produzione di mele è
arrivata anche con l'assegnazione di un
premio al direttore generale di Melinda,
Luca Granata. .
«Ilsistema delle mele delTrentino Alto
Adige-ha spiegato Ennio Magnani,
presidente di Apot (Associazione
consorziale produttori ortofrutticoli
trentini) produce circa il 65% della
produzione di mele nazionale,
rappresentando 14.000 frutticoitori, con
4.000 occupati e un valore di arca 1,6
milioni di euro. I l 50% della produzione
viene esportato in circa 60 paesi nel
mondo».
Numeri quindi da capogiro che dimostrano
L
L'europarlamentare Dorfmann
ha parlato di nuovi mercati
in Estremo Oriente e Canada
l'importanza del comparto delle mele per
l'economia della regione e di come si sia scelta
la strada giusta, attraverso la formula
consorziale, per promuovere il prodotto
all'estero.
Un argomento questo, che è stato peraltro
approfondito, durante la manifestazione, in un
interessante talk-show, condotto dal direttore
del "Corriere Ortofrutticolo", Lorenzo
Frassoldati, sultema delle valorizzazione delle
produzioni ortofrutticole italiane nel mondo, al
quale hanno partecipato gli europarlamentari
Paolo De Castro, ex ministro per le Politiche
agricole eforestali e Herbert Dorfmann.
I due relatori hanno evidenziato,
prendendo spunto dall'esempio del
Trentino Alto Adige peri settori delle
mele e del vi no, quanto sia
fondamentale guardare all'estero,
soprattutto in tempi di crisi.
«In questo senso - ha riferito Dorfmann
- all'europarlamento si sta lavorando
per l'apertura a nuovi mercati come
l'India, Malesia, Cina, Corea, Giappone,
Canada, un'apertura che i produttori
ortofrutticoli italiani non devono
perdere».
Un aiuto per lo sviluppo dell'ortofrutta italiana
può arrivare anche dal biologico. «Stiamo
lavorando - ha aggiunto De Castro - per rendere
più semplice l'accesso al biologico, per aiutare
le imprese a passare dall'agricoltura
tradizionalea quella biologica senza
scoraggiarle e pensiamo che già entro maggio
si avrà una proposta che potrà avere i nostri
voti».
Rosario Renerà
Pag. 11
ILCASOFIDEJUSSIONE
Cantina La Vis
Omessa denuncia
Zanoni indagato
S
punta un'inchiesta bis sulla Cantina La Vis,
che mette nei guai Marco Zanoni, attuale amministratore delegato della cooperativa: è indagato e rischia di finire davanti al giudice per
omessa denuncia del «caso fideiussione».
a pagina 5 Roat, Orfano
Cantina La Vis, indagato Marco Zanoni
Lo scandalofideiussioneinveste 1 ad
L'accusa: omessa denuncia La pm aveva chiesto l'archiviazione, il gip hariapertoil caso
TRENTO Lo scandalo sul dissesto
finanziario della Cantina La Vis
travolge anche l'ex commissario,
nonché attuale amministratore
delegato della cooperativa, Marco Zanoni.
A distanza di poco più di un
mese dalla conferma in appello
della sentenza di condanna a otto iriesi di reclusione degli ex
amniinistratori, Roberto Giacomoni, Fausto Perathoner e Cesare Andermacher, accusati di
ostacolo dell'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di
vigilanza, spunta un'inchiesta
bis sulla Cantina che tira in ballo
anche Zanoni. L'ad della cooperativa rischia di finire davanti al
giudice per omessa denuncia da
parte di pubblico ufficiale (come
previsto dall'articolo 361 del codice penale). L'atto formale ancora non c'è ma il gip Francesco
Forlenza ha respinto, almeno in
parte, la richiesta di archiviazione della Procura, di fatto ordinando l'imputazione coatta dell'ex commissario.
n suo nome era finito al centro di un'indagine della pm Alessandra Liverani che aveva ipotizzato i reati di abuso d'ufficio, rifiuto e omissione di atti d'ufficio
e omessa denuncia. Al centro
dell'inchiesta c'è, ancora una volta, la famosa fideiussione rilasciata in favore di Isa spa, l'istitu-
Veronese
Marco Zanoni,
amministratore
delegato ed ex
commissario
della Cantina
La Vis
to di sviluppo altoatesino, società finanziaria controllata della
Curia. Isa il 28 ottobre 2005 aveva
acquistato il 31% delle azioni di
casa Girelli. Nell'operazione era
stato sottoscritto un vincolo per
La Vis: l'azienda doveva riacquistare le stesse azioni nel 2010,
applicando all'investimento un
interesse del g% annuo per un
totale di 12 milioni di euro . Un
patto ritenuto «sbilanciato» dai
soci che ha messo nei guai gli ex
amministratori. Zanoni, secondo l'accusa, quando, nel 2010, è
stato nominato commissario,
come lui stesso avrebbe dichiarato in un interrogatorio alla
guardia di finanza, è venuto subito a sapere della fidejussione,
ma non avrebbe fatto nulla. Zanoni come commissario avrebbe avuto il dovere di segnalare.
Da qui l'accusa di omessa denuncia.
A dare il là all'indagine era sta:
to un esposto presentato dagli
ex soci, attraverso l'avvocato
Mauro Bondi. La Procura aveva
subito aperto l'inchiesta, ma dopo una serie di verifiche la pm
aveva chiesto l'archiviazione, in
quanto era dubbia la prova dell'elemento soggettivo, n caso il
20 gennaio scorso era così finito
davanti al giudice. Gli ex soci si
erano infatti opposti alla richiesta di archiviazione. Ora il gip
Forlenza ha rimesso tutto in gioco. H giudice ha archiviato i priL'iter
mi due reati, ma ha rinviato gli
A dare il là all'inchiesta
atti alla Procura per quello di
era stato un esposto
omessa denuncia. Nel provvedipresentato dagli ex soci mento Forlenza ha evidenziato
la necessità di un approfondidifesi da Bondi
mento in giudizio. Ora la pm dovrà quindi firmare una richiesta
di imputazione coatta.
Dafne Roat
Enrico Orfano
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Pag. 12
Baselga del Bondone, domani apre la nuova cooperativa
BASELGA DEL BORDONE. Domani,
la comunità de! sobborgo
abbarbicato sul Bondone, potrà
nuovamente rifornirsi di generi
misti, nella ristrutturata filiale
delia Famiglia Cooperativa, sino
ad alcuni mesi fa gestita dalia
Cooperativa Cavedine (dai 1999 al
2014), e adesso alle dipendenze
delia Cooperativa
Ter! ago-Bondone. Storica
cooperativa fondata nei 1895, oggi
presieduta da Marino Mosna e dai
direttore SiEvino Coniai, da cui
dipendono i negozi di Teriago,
Vigoio Baseiga, Sopramonte,
Cadine e Covelo, che occupano 16
dipendenti. Un negozio di appena
50 rtiq, con tutti i principali generi
alimentari (oltre 600 prodotti),
aperto tutte le mattine feriali ed
anche nel pomeriggio di sabato,
con l'esperienza ultra ventennale
ai banco, di Marisa Biasiolii (foto).
Il costo dei lavori è stato circa
8.000 euro. Stasera, incontro sui
nuovo punto vendita, alle 20.30,
saia polifunzionale, (r.fr.)
Pag. 13
on lafirmadell'atto
costitutivo awen uta
martedì 27 gennaio,
prende il via l'attività
della cooperativa scolastica
"Sapori del Brenta", nata dalla
collaborazione fra il Centro di
Formazione Professionale
dell'Università Popolare Trentina di
Tione e la Famiglia Cooperativa
delle Giudicane. Una cooperativa
simulata ma con organi sociali e
attività da promuovere e gestire,
chei ragazzi della terza classe
dell'indirizzo "Operatori ai Servizi
di Impresa" dovranno imparare a
conoscere e far funzionare.
L'iniziativa si colloca nel più ampio
progetto di "Simulimpresa", nato
per portare sui banchi di scuola in
maniera simulata ma del tutto
concreta, concetti come ordini e
forniture, clienti, bilanci,
marketing e promozione,
attraverso la costituzione e la
gestione di vere e proprie aziende. I
ragazzi, purrimanendoin un
C
contesto scolastico e quindi
"protetto", hanno così l'occasione
di avvicinarsi al mondo del lavoro,
sperimentando direttamente le
conoscenze apprese nelle ore di
lezione nella gestione di una loro
realtà imprenditoriale, dove
ciascuno ha un ruolo e delle
responsabilità ben precise.
Importante anche il supporto dato
dall'ente territoriale che decide di
essere partner dell'azienda
simulata - i n questo caso la
Famiglia Cooperativa delle
Giudicarie - che fornisce
informazioni tecniche, di vendita e
commerciali rendendo la
sperimentazione ancor più
realistica. "Il percorso che questi
studenti intraprenderanno è
importante perché possono
conoscere la realtà delle
cooperative e imparare ad esserne
dei futuri dipendenti, così come
degli amministratori", ha spiegato
Oreste Bonenti, direttore della
Famiglia Cooperativa ed ex
studente del Centro Professionale.
"Una lezione concreta, che
affiancandosi alla teoria, fornisce
un bagaglio di competenze
variegato".
Mondo della scuola e mondo del
lavoro si trovano così a dialogare,
gettando importanti ponti perii
futuro professionale degli studenti,
come ha avuto modo di sottolineare
Claudio Nicólussi, direttore del CFPUPT di Tione. "La Famiglia
Cooperativa Giudicarie collabora
con la nostra scuola da tempo per
l'inserimento in stage e tirocini
formativi degli studenti", ha
concluso. "Negli ultimi anni molti di
questi inserimenti lavorativi
scolastici si sono più volte
trasformati in proposte di lavoro
stagionale ma anche a tempo
indeterminato; un elemento
importante, soprattutto per un
istituto professionale come il nostro
e che conferma la bontà delle
proposte didattiche che attuiamo".
Maddalena Pellizzari
Mondo della
scuola e mondo
del lavoro si
trovano a
dialogare,
gettando
importanti
ponti per il
futuro
professionale
degli studenti
Pag. 14
Tionel II nuovo supermercato incide per il 52,78% recuperando i clienti
Famiglia cooperativa aumenta il fatturato
TIONE - È l'ampliamento del punto vendita di
Tione a fare da volano nell'aumento di fatturati, passaggi e soci clienti della Famiglia cooperativa Giudicane.
A confermarlo è il direttore, Oreste Bonenti:
«Dalla sua riapertura il supermercato sta andando molto bene e questo ci fa capire che l'investimento fatto è stato la scelta giusta».
I primi dati registrano sia un incremento del
fatturato sia di passaggi. Anche di questo dunque si parlerà il 6 febbraio, all'assemblea al cinema comunale.
«I dati di bilancio - anticipa Bonenti - non sono
stupendi perché per noi questo è stato un anno transitorio. Un periodo di assestamento volto a recuperare il fatturato legato alla riduzione degli spazi di vendita e alla chiusura del negozio stesso». Allo stesso tempo però, aggiunge il direttore, «questo è il supermercato che
incide di più su tutto il nostro fatturato, con il
52,78%». Gli effetti dunque ci saranno, ma si
evidenzieranno a partire dal prossimo bilancio.
A confermare il trend positivo ci sono i numeri dell'ultimo trimestre che segnano un aumento del fatturato pari al 5,76% e un incremento
del 13,27% del numero di scontrini passati.
Per Bonenti, una dimostrazione che «se nell'ultimo periodo avevamo perso clienti, ora li stiamo recuperando».
Quattro i reparti che hanno fatto da traino in
questa crescita: quello del pane che va al +37,53
% seguito dai surgelati (+36,16%). A questi si
aggiungono la gastronomia con il 2J,92% in più
e la pescheria (+18,09%).
Un risultato che non è ascrivibile solo alle modifiche «strutturali»: «È stato fatto un buon lavoro di squadra - prosegue il direttore - abbiamo investito sulla formazione dei dipendenti
per fare in modo che si arrivasse preparati a gestire un supermercato più grande e quindi diverso nei servizi e nei prezzi». Un coinvolgimento che è andato oltre la formazione raggiungendo anche la progettazione e la riorganizzazione dei turni che hanno permesso, in 6 mesi, di
ripristinare l'organico iniziale: ««ll'apertura spiega Bonenti - avevamo aumentato di 6 persone, dopo 3 mesi abbiamo diminuito di 2 e poi
abbiamo cessato il contratto degli altri al 10 di
gennaio». Non mancano, nemmeno in questo
ambito, le novità, come ad esempio la decisione, continua il direttore «di individuare Elena
Chesi come responsabile di filiale».
A tutto questo, in futuro, si dovrebbe aggiungere una diminuzione dei costi visto che, prosegue Bonenti «abbiamo lavorato molto anche sul
risparmio energetico. Ora, ad esempio, il riscaldamento è solo a recupero calore, non abbiamo né gasolio né gas». Anche in questo caso il
«cambio di passo» sarà valutabile da settembre.
Infine, si confermano positivi i numeri della compagine sociale formata da 2.000 soci a cui, come conlcude Bonenti, «ad ogni consiglio si aggiungono dai 5 ai lp soci clienti».
J. P.
Pag. 15
Agli asili di Gardolo più bimbi
d
i origine straniera che italiani
m
•
•
I TRENTO
Per la prima volta negli asili di
Gardolo il numero di bambini
figli di cittadini stranieri, è più
alto rispetto agli italiani. I tanti cambiamenti della nostra
società verso una dimensione
multietnicasono evidenti, ma
non si era ancora verificato
un netto cambio di tendenza
tra gli iscritti alle scuole materne. Nel mese di gennaio di
dodici nuovi iscritti, undici sono di origine straniera ed è un
dato che va a confermare la
tendenza in atto negli altri
corsi scolastici ed è nelle scuole materne più piccole, che il
sorpasso è ancora più evidente. Tra Roncafort e Canova le
percentuali sono del 52 % di
presenze straniere e del 92%.
Mentre alle elementari e medie, la situazione è equamente divisa. Analizzando questi
primi dati, ci si deve chiedere
dove sono finiti e bambini italiani. Mentre non meraviglia
j
il fatto che il primo quartiere a
registrare questa inversione
di tendenza possa essere Gardolo, perché si tratta del quartiere con la più alta densità di
residenti stranieri di tutta la
città Ma ci deve anche chiedere se le nascite di figli di cittadini stranieri residenti stanno
surclassando quelle degli italiani, oppure se la scelta educativa si rivolge alle possibili
alternative rappresentate dagli asili privati o semplicemente da altre scuole materne, più
vicine ai luoghi di lavoro dei
genitori.
Questa nuova dimensione
apre anche nuove prospettive, come nuove difficoltà didattiche. La prima è quella
della conoscenza della lingua
italiana. Le insegnanti fanno
notare come dei bambini stranieri, imparino di fatto l'italiano all'asilo. Un aspetto che
causa uno scompenso nel percorso didattico. Una situazione complessiva che richiede
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H
un notevole spirito di adattamento. «L'insegnamento in
una scuola materna è quello
di una didattica di base che
però ha lo stesso un suo punto di partenza e di arrivo. Se il
primo step è quello di imparare la lingua, è chiaro che tutto
cambia ed i tempi sono del
tutto diversi. E non si può negare che ci sono quei genitori
che capiscono un rallentamento didattico, ma anche
quelli che non lo comprendono preferendo mandare i propri figli in altre scuole materne». Ma a questo punto vengono messe in discussione anche altri momenti della scuola. Come la celebrazione del
Natale per la quale è da verificare se la maggioranza la comprenda o meno. «Per i bambini dei Paesi dell'Est non c'è
problema. L'unica differenza
potrebbe essere la celebrazione della Pasqua che coincide
una sola volta ogni quattro an-
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"1®
•
ni. Ma per chi non è di religione cattolica si tratta di un momento non compreso. Al di la
delle polemiche, si dovrà pensare ad un comune momento
di festa con richiami più laici
che religiosi».
Si tratta di un tendenza che
difficilmente potrà cambiare
ed allora ci deve preparare ad
un diverso modo di affrontare
la vita scolastica, nel rispetto
delle esigenze di tutti i bambini.
Al momento l'unica situazione che è già consolidata, è
quella dei menù quotidiani
che rispecchiano le diverse
esigenze alimentari, senza
nessun problema. Per il resto
il cambiamento scolastico, sarà di certo un cambiamento
molto più veloce rispetto a
quello della nostra società, favorito anche dalla spontaneità dei rapporti che solo i bambini riescono ad avere. (d.p.)
Pag. 16
«Turnover eccessivo alla Casa rosa»
LORENA STABLUM
TERZOLAS - C'è preoccupazione e malessere tra i genitori dei ragazzi affidati alla cura del centro socio educativo
«La casa rosa» di Terzolas. Da tempo
un gruppo di mamme e papà denunciano qualche problema in ordine alla gestione della struttura, affidata dalla Comunità della Valle di Sole alla Cooperativa sociale Gsh di Cles. In particolare, ciò che crea apprensione è l'ele^
vato, anzi eccessivo, turnover degli
educatori, che spesso non è solo legato alle assenze per maternità o malattia, e la continua presenza di personale definito «jolly»: persone, cioè, che
cambiano continuamente passando
da una struttura all'altra tra quelle, numerose, gestite dalla Cooperativa. La
conseguenza è - evidenziano alcuni genitori - che gli operatori si trovano ogni
volta a dover imparare a conoscere
nei suoi aspetti caratteriali e di difficoltà la persona di cui si fanno carico.
Una situazione, questa, che si ripercuote inevitabilmente sui figli e sull'efficacia del, sostegno offerto agli utenti disabili, che soffrono particolarmente il cambiamento. Diversi per carattere e per disabilità, i ragazzi della Casa Rosa richiedono infatti un'attenzione e una cura particolare che solo una
conoscenza approfondita e una frequentazione continua e continuativa
possono garantire. Qualche tempo fa,
ad esempio, una famiglia ha lasciato il
centro dopo che la propria figlia ha
avuto una reazione emotiva violenta scaturita, forse, dal fatto di trovarsi a
contatto con del personale nuovo che
non riusciva e non poteva capirla - che
non è stata comunicata ai genitori in
modo tempestivo. Tutto questo - affermano - fa venir meno l'importante
componente affettiva e relazionale che
permette lo stabilirsi di una relazione
significativa tra operatore e utente e
tra l'educatore e la famiglia stessa.
Anche il numero del personale presente all'interno della struttura desta una
certa preoccupazione. Si teme che il
rapporto 1 a 2,5, sebbene previsto dalle normative provinciali, non consenta di svolgere in modo adeguato tutte
le attività considerata l'eterogeneità
delle caratteristiche dei ragazzi. Insomma, manca la fiducia.
Non nei riguardi degli operatori del
centro - precisano più volte questi genitori - perché sono persone preparate umanamente e professionalmente.
Ma a causa di quelle logiche aziendali che, a lungo andare, spersonalizzano un lavoro che per sua natura porta ad avere contatti umani ravvicinati
con i ragazzi e le loro famiglie e a-in-
staurare, in qualche caso, rapporti di
amicizia.
Logiche - dicono i genitori introdotte
dal vertice dirigenziale della cooperativa rappresentato da Michele Covi,
che all'interno del Gsh riveste il doppio ruolo di presidente e di direttore,
e che non riguardano solo la struttura di Terzolas. Il Gsh, che opera nelle
Valli del Noce dal 1990, offre risposte
specifiche e ad ampio raggio ai molteplici bisogni ed esigenze della persona disabile e della sua famiglia, gestendo 1 comunità alloggio, 3 centri educativi, 2 centri occupazionali e numerosi altri servizi consultabili sul sito
internet.
I genitori hanno anche sollevato la questione con le istituzioni. Incontri con
l'assessorato alle politiche sociali della Comunità di valle, con il Servizio sociale della valle e con la Cooperativa
Gsh si sono avuti in almeno tre occasionici 4 marzo scorso, il 25 marzo e,
poi, il 6 novembre senza però portare
agli esiti sperati, ra a complicare ulteriormente la situazione, la notizia di
un nuovo abbandono.
Nell'ultimo anno i genitori, infatti, hanno visto cambiare due responsabili
della struttura e stanno aspettando
l'arrivo di un terzo. E, nel tempo, tanti educatori se ne sono andati dalla
cooperativa.
Pag. 17
LA REPLICA. Il presidente e direttore del Gsh tranquillizza i genitori
Covi: «Sono cambiamenti fisiologici»
CLES - «Si tratta di cambiamenti fisiologici e i genitori non devono
preoccuparsi per l'efficienza del
servizio». Michele Covi, presidente
e direttore della Cooperativa Gsh
(Gruppo sensibilizzazione Handicap) di Cles, rassicura i genitori
che manifestano qualche preoccupazione in merito alla gestione del
personale addetto alla cura dei propri figli all'interno del Centro socio
educativo «La casa rosa» di Terzolas.
«Dal 2014 c'è un equipe stabile»
spiega riferendosi alle lamentele
sull'elevato turnover degli educatori.
I genitori dicono che nel giro di un anno sono cambiati tre responsabili.
«L'attuale responsabile, che ha preso servizio a giugno, ha presentato una richiesta di aspettativa per
problemi di salute. Ci sono delle
norme contrattuali, che dobbiamo
rispettare. Non potevamo rispondere negativamente alla sua richie-
sta».
Un'altra questione sollevata è quella
del personale cosiddetto «jolly».
«Sono degli educatori che vanno a
coprire le assenze di altri, in modo
da evitare che il servizio rimanga
scoperto. Ruotano tra le strutture
in base alle esigenze».
I timori che manifestano i genitori sulla qualità del servizio, quindi, sono infondati?
«Respingo l'affermazione che ci
possa essere una minor attenzione nella cura. A Terzolas, c'è un
equipe molto piccola, formata da
quattro persone, due vi lavorano
da tanto tempo e due sono arrivate nel 2014. Quindi, è normale che
ogni cambiamento possa venir enfatizzato dai genitori. I mutamenti
sono dovuti a scelte personali - ad
esempio, la responsabile precedente che per tanti anni ha lavorato a
Terzolas ha deciso di avvicinarsi a
Trento, dove abita-, comunque sono sempre governati. Non dimen-
tichiamoci che c'è un coordinatore psicopedagogico e una direzione che vigila su questi aspetti e che
lavoriamo a stretto contatto con il
Servizio sociale».
Però, alcuni dipendenti ed ex dipendenti confermano il turnover eccessivo.
«Nel sociale, talvolta è facile lavorare in situazioni pesanti e gravi. I
dati interni in nostro possesso, comunque, risultano diversi dalla percezione descritta. I questionari, che
somministriamo in forma anonima
per la valutazione della soddisfazione, ci raccontano di un clima lavorativo positivo».
Cosa si sente di dire a questi genitori?
«Mi djspiace che non si sentano sufficientemente ascoltati. I canali di
comunicazione con noi sono sempre aperti, così come c'è sempre
stata la possibilità di chiarimento.
Non si devono preoccupare per il
benessere degli utenti, per l'attività e i progetti educativi».
L, S.
)ver eccessivo alla Casa rc
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I ROVERETO
Sedici alloggi per chi n o n è indigente - e quindi non ha i requisiti per fare richiesta ai progetti di edilizia popolare - m a
n e m m e n o può permettersi
u n appartamento in affitto o
in proprietà. Sono stati consegnati ieri a Sacco, in via Da
Vinci, e sono i primi alloggi a
canone sociale realizzati dal
fondo immobiliare dell'Housing sociale Trentino. L'obiettivo di questo progetto è arrivare a consegnare circa 500
appartamenti destinati a quella fascia di mezzo, che si è ingrossata a causa della crisi e
che rischiava di rimanere senza risposte, il fondo Housing
sociale è stato istituito dalla
Provincia nel 2013, e se lo è aggiudicato Finint - Pensplan; il
ruolo di gestore sociale è stato
affidato a CoopCasa. Il canone degli alloggi varia, a seconda delle dimensioni dell'appaitamento, tra i 400 ed i 500
euro, il 30% in meno rispetto a
quello del libero mercato, il
condominio a Sacco è stato realizzato con le tecniche più
moderile
di
costruzione,
orientate anche al risparmio
energetico. Tutti gli appartamenli sono dola li di perlinenze privale, finiiure di alla qualità e appartengono alle classi
energetiche B e H+. ieri alla
consegna degli appartamenti
erano presenti l'assessore provinciale Carlo Daldoss, il presidente della Comuni Là Vallagarina, StefanoBisoffi,l'assessore all'edilizia abitativa della
stessa comunità di Valle Claudio Soini, olLre ai responsabili
del progetto housing.
Quasi la metà degli alloggi è
destinata a giovani coppie,
A Sacco i primi 16 alloggi
a canone moderato
Ieri la consegna a!!a presenza dell'assessore Daldoss e del presidente Bisoffi
«La Provincia investe molto sulle giovani famiglie, aiutando i ceti medi»
:): Hit) I M J I
fi' <v
Ieri mattina a Sacco sono stati consegnati e primi 16 alloggi a canone moderato realizzati dai fondo Housing sociale Trentino (foto Matteo Pestìi}
sposate, conviventi o in procinto di sposarsi, residenti delia Comuni Là della Vallagarina
al m o m e n t o del bando.
«La Provincia sta investendo sulla famiglia, offrendo delle risposte in linea con le esigenze delle persone. La prima
consegna di alloggi a canone
moderalo è un esempio di co-
m e il problema casa possa essere affrontato con strumenti
innovativi per ceti medi di popolazione e in u n contesto sociale più dinamico rispetto al
passalo», ha commentalo Daldoss, che ha ricordalo come i
bandi abbiano ricevuto un numero di domande in media tre
volte superiore al numero de-
gli alloggi offerti in locazione.
«Per Finint Investments è un
m o m e n t o di grande soddisfaz i o n e - h a affermalo ramministratore
delegato
Mauro
Sbroggiò - si tratta di un'azione concreta a difesa della famiglia. Attraverso la casa si realizza u n a delie certezze fondamentali che consentono al-
le giovani famiglie di costruire
con fiducia il loro domani e il
futuro della comunità». Soddisfazione ha espresso anche Nicola M e n a m i di CoopCasa.
Per loro è solo l'inizio, preslo
verranno assegnati altri 32 alloggi di questo tipo a Trento.
(m.s.)
CRI PRODUZIONE RISERVATA
A Sacco i primi 16 alloggi
:'l a canone moderato
Toma la puzza in città, proteste
-GP»*'
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Consegnati sedici alloggi in zona Fucine ad affitto «calmierato»
Da ieri sedici famiglie roveretane
vivranno in alloggi a canone
calmierato: si tratta degli
appartamenti in via Da Vinci, zona
Fucine, che saranno affittati a cifre
oscillanti tra i 400 e i 500 euro al
mese, grazie al progetto Housing
sociale Trentino. «E'un segnale
importante per queste famiglie - ha
ribadito l'assessore provinciale
all'edilizia abitativa, Carlo Daldoss -.
L'intervento di Rovereto dà fiato ad
una fascia di popolazione che non
ha ancora la ricchezza sufficiente
per acquistare una casa ma che è
comunque disponibili a pagare un
canone più alto rispetto a quello
sociale». Gli Uffici degli enti
territoriali hanno raccolto un
numero di domande tre volte
superiore a quello degli alloggi
offerti, segno evidente che si tratta
di una risposta adeguata. I nuovi
alloggi rispondono pienamente agli
standard più moderni di risparmio
energetico e di sostenibilità
ambientale. Informazioni sul sito
www.housingsocialetrentino.it,
curato da Coopcasa, gestore sociale
del Fondo immobiliare.
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CONSIGLIO CIRCOSCRIZIONALE
Vigolo Baselga* eliminare l'isola ecologica
«Il problema è chein via Canonica ed in altre stradine attorno alProblema rifiuti al centro del la piazza, non passano i mezzi di
consiglio circoscrizionale del Dolomiti Energia, così i residenBondone, che si è tenuto marte- ti devono accumulare le immondì sera a Vigolo Baselga. E si rife- dizie, dando un pessimo spettarisce a quest'ultimo centro il do- colo. Chiediamo quindi ai tecnicumento presentato dal Gruppo ci del Comune ed a Dolomiti
Insieme che propone di risolve- Energia che si trovi un'alternatire il brutto spettacolo che avvie- va. Nel documento proponiamo
ne sulla piazza San Leonardo, a che si tolga l'isola ecologica e,
causa dell'isola ecologica che con uno sforzo, si attivi il porta a
strasborda di rifiuti. Spiega il porta in queste strade, per ripripresidente Sergio Cappelletti: stinare il decoro sulla piazza San
I TRENTO
Leonardo. Eliminando l'isola
ecologica, si potranno prevedere alcuni parcheggi, eliminando
così anche il parcheggio selvaggio». Il documento è stato approvato all'unanimità, così come la
proposta della gestione condivisa dei beni comuni.
Il regolamento a firma del
consigliere Cia, prevede che siano i cittadini a costituirsi in associazioni per curare spazi e strutture: la circoscrizione l'ha approvato, con alcune osservazioni.
Pag. 21
Via Zara, anche qui i furbetti dei rifiuti
di Sandra Matte!
8 TRENTO
Le varie puntate pubblicate sul
Trentino in questi giorni, sul
malcostume che impera in città per quanto riguarda i rifiuti,
cresciuto di pari passo con l'introduzione della tariffa puntuale, hanno riguardato soprattutto le zone periferiche, da Spini
(con l'ampia documentazione
di strade e campagna trasformata in discarica), a Roncafort, a via Maccani. Ma il fenomeno dell'abbandono dell'immondizia, per chi si vuole disfare del residuo perché teme
tariffe maggiorate e per chi
non si prende la briga di portare materiale da smaltire al
Crm, non è solo delle periferie.
In questa pagina documentiamo come l'abbandono dei rifiuti avviene anche in quartieri
residenziali come il lungo Fersina, ovvero in via Zara. A denunciare la situazione di degrado sono alcuni condomini del
numero civico 14, scala A e B,
nel quale abitano 34 famiglie.
Lo spazio dei cassonetti si trova prima della stanga che delimita la strada di proprietà del
condominio, quindi è su territorio comunale e facilmente
accessibile da quel tratto di via
Zara all'imbocco con via Fiume. Lì, prima che la strada faccia una curva ad angolo retto,
costeggiando casaZelgher, c'è
lo spazio riservato ai cassonetti. Il martedì, giorno deputato
alla raccolta degli imballaggi
leggeri, oltre ai sacchetti azzurri destinati a plastica e barattoli, si trova di tutto.
«Approfittando dell'accumulo dei sacchetti della differenziata - spiega una residente c'è chi abbandona sacchetti
neri, con dentro materiale del
più vario. Si va dai vestiti, alle
scarpe, a decine di barattoli di
detersivi e ammoniaca, ma
dentro i sacchetti sbagliati. Il
problema è che Dolomiti Energia smaltisce solo i sacchetti
corretti e il resto rimane lì, contribuendo al degrado e con la
conseguenza che qui i topi vanno a nozze».
E basta gettare uno sguardo
ai sacchetti azzurri, per scorgere rifiuti che con gli imballaggi
leggeri non c'entrano: ci sono
ciabatte spaiate (che vanno
portate al Crm), sacchi neri
con dentro stoffe (pure destinate al Crm), cassette di plastica. «Succede così - aggiunge la
residente - che in base ai controlli periodici del Comune, il
condominio abbia ricevuto
multe, che devono pagare anche i condomini che fanno la
differenziata. Io, personalmente, separo anche il cellophane
del pacchetto di sigarette dalla
carta, e non mi sembra giusto
che questo lavoro vada vanificato per colpa dei furbi e degli
incivili. I contenitori con la
chiavetta potrebbero essere
una soluzione, visto che il condominio vicino ce li ha, e lì non
abbandonano i rifiuti».
Pag. 22
dei dipendenti, part lime verticali ed aumenti del monte ore
settimanale». Sempre che, osserva Alessandro Stella della Filcatns Gigi, ciò non porti scompiglio nell'organizzazione delie alne sedi. La chiusura stupisce sia
perché il fatturato, secondo i dipendenti, era buono sia per la
velocità con cui l'azienda « ha
voluto procedere ad incontrare
singolarmente i lavoratori per la
firma dei nuovi orari di lavoro e
la comunicazione del trasferimento», I sindacati nei prossimi
giorni incontreranno i dipendenti per raccogliere «proposte
volte a limitare le conseguenze
negative del trasferimento».
Borgo, la Lidi chiude il 28 febbraio
Gli 11 dipendenti trasferiti a Trento e Civezzano. Sindacati sorpresi e preoccupati
I BORGO
Troppo piccola (492 metri quadri} per gli standard della società: il sabato 28, la Lidi di Borgo
Valsugana verrà chiusa. L'azienda lo ha comunicato ieri lasciando di stucco sia i sindacalisti, sia
gli 11 dipendenti del punto vendita. Che però non perderanno
illavoro, ma saranno trasferiti ai
negozi di Trento o Civezzano.
«Le ragioni alla hase di tale decisione - scrivono i rappresentanti delle tre sigle sindacali - sono
da ricondurre alla volontà, da
parte del colosso tedesco dei discount, di concentrare le attività sui punti vendita di Trento e
Bolzano e, contemporaneamen-
te, alla scelta di non investire
nella ristrutturazione del negozio di Borgo Valsugana, ritenuta
troppo onerosa a fronte dei fatturati registrati». I sindacati, apprezzano la decisione aziendale
di mantenere il personale in forza (che otterrà anche un
"incentivo"),, ma esprimono
preoccupazione «per la gestio-
ne dei trasferimenti ed in particolare per la nuova distribuzione dell'orario di lavoro dei dipendenti (di cui 8 donne, ndr),
che potrebbe rendere ancor più
difficile la ricerca di un equilibrio tra tempi di vita e di lavoro». Lidi Italia si è comunque
detta disponibile «a valutare distribuzioni orarie a vantaggio
Pag. 23
Al via il concorso «Succo d'Oliva»
Termo, parte la settima edizione dell'evento dedicato ai piccoli produttori
I TENNO
Domani e sabato alle ex scuole
di Cotogna il Comitato Culturale
Cotogna-Gavazzo-Foci e il Consorzio di Tutela Prodotti Agricoli
del Tennese propongono il 7°
concorso "Succo d'Oliva", destinato ai piccoli produttori olivicoli del Comune di Tenno, della
piana del Basso Sarca e in generale agli appassionati dell'olio
del Trentino. La manifestazione
ha lo scopo di confrontare i vari
oli prodotti nel territorio attraverso una analisi chimica eseguita dai tecnici dell'Agraria di
Riva - e successivamente attraverso un "panel test" (viene chiamato così il processo per determinare la qualità organolettica
dell'olio attraverso una serie di
descrittori che si riferiscono a
colore, profumi, eccetera) - e
quello di informare, divulgare e
far conoscere la qualità dell'olio
extravergine e le sue proprietà
alimentari. Saranno individuati
gli oli migliori dell'annata 2014,
con assegnazione di cinque pre-
E;/«ì
CaiiillUtiS Ci
CenidMÌa ffi JmttU
ucco
'Oliva
La locandina della settima edizione del concorso Succo d'Oliva
A tutti i partecipanti verrà
consegnato un attestato in pergamena, con annesso il risultato
chimico e organolettico del proprio olio. La manifestazione è finalizzata a fornire ulteriori informazioni sull'olio extravergine e
le sue grandi proprietà alimentari. Per rendere più interessante
l'evento e stimolare il lato artistico dei partecipanti al concorso, i
partecipanti stessi sono stati invitati a creare oggetti in legno o
con i rami di olivo, ma anche
una ricetta, una poesia, un racconto, un disegno, una foto e così via, e consegnare attrezzature
vecchie e nuove per la raccolta,
la conservazione delle olive e
dell'olio, da esporre in mostra
per meglio comprendere la storia che è in continua evoluzione.
Il programma prevede doma-
ni alle 20.30 la relazione
dell'esperto Franco Michelotti
intitolata "Un'azione comune
di difesa della mosca olearia, coordinata, integrata e proporzionata alle esigenze dell'annata".
Si passerà poi a sabato, con dalle
14 dimostrazione e lezione di innesti di varietà di piante di olivo
curata da Nicola Ischia e Fausto
Torbol ed esposizione di foto
inerenti al tema, alle 15 la relazione di Franco Michelotti sul tema "L'olivo e l'olio dell'annata
2014", con possibilità di porre
domande e ricevere risposte, e a
seguire gli assaggi per il pubblico dei migliori oli classificati. Alle 17.30 premiazione del 7° concorso "Succo d'Oliva" e rinfresco con prodotti tipici locali. La
giuria esterna di assaggiatori-panelisti è composta da una mezza
dozzina di persone che determinerà la qualità del prodotto attraverso una serie di sensazioni
che congiuntamente offrono un
quadro e una situazione entro
cui collocare il campione di olio
analizzato.
Pag. 24
La Sapes: «Pronti anche a chiudere»
JL
I STORO
«Ci sono cose che non si possono accettare. Insulti e minacce
con un coltello da parte di un dipendente, ripreso perché invece di lavorare vagava da tempo
per il reparto, per noi rientra tra
queste cose. Non si può spaccarsi la schiena per cercare di salvare un'azienda, con tutti i problemi che stiamo attraversando, e
avere anche paura ad entrare in
reparto: mia moglie dopo l'episodio di giovedì non è più riuscita ad entrare in fabbrica».
Giuliano Sossi, titolare della
Sapes di Storo, è talmente infuriato per quanto è accaduto e
per la lettura che dei fatti è stata
data dal sindacato, da non riu-
scire a tener fede al «no comment» iniziale, quando avrebbe
voluto limitarsi a rispondere «la
verità verrà fuori in Tribunale».
Far passare per una sorta di
comportamento antisindacale
le conseguenze disciplinari di
un atto inaccettabile, è troppo.
«L'ho già detto anche al sindacalista - dice - se vogliono andare avanti, in qualsiasi sede e in
qualsiasi modo, sono liberissimi di farlo. Ma sapendo cosa c'è
in gioco: se non possiamo nemmeno difenderci da chi ci aggredisce, da quei pochi elementi
che all'interno di una azienda
che dà lavoro a l i o persone creano problemi e tensioni, continuare a lottare non ha senso.
Tanto vale chiudere: ho un età
per la quale avrei già lavorato
più che abbastanza».
Quindi il rifiuto di trattare col
sindacato non discende da una
presa di posizione o dalla volontà dirifiutareil confronto: quanto è accaduto è semplicemente
troppo grave per poter essere
minimizzato.
Incompatibile
con la prosecuzione di una collaborazione. Per questo l'addebito disciplinare e per questo il
licenziamento, a questo punto
scontato, dell'operaio che giovedì sera ha affrontato a muso duro Donatella Buccio, amministratore delegato della Sapes e
moglie del titolare. Alla quale
avrebbe urlato in faccia «voi
non capite un e... - qua comandiamo noi». Invitandola poi a
caricarsi da sola il muletto, se
non era contenta di come lo faceva lui. Tutto questo, con un
coltello in mano. Una versione
dei fatti completamente diversa
da quella che il lavoratore ha dato al sindacato. Ma a questo
punto solo il giudice potrà chiarire quale sia più attendibile. E
molto probabilmente ci si arriverà.
Quanto ai colleghi di lavoro,
allo sciopero in verità hanno
aderito solo 4 dei dipendenti di
Storo: lo stabilimento dove è avvenuto il fatto. Moltissimi non
erano proprio presenti, pare
causa improvvise malattie. Più
massiccia l'adesione dei dipendenti di Condino, l'altra sede
dell'azienda.
(l.m.)
Pag. 25
Folgarida: la Provincia «sale» in funivia
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DOMENICO SARTORI
d.sartori@ladige.it
TRENTO - La Giunta provinciale ha dato mandato a Trentino Sviluppo spa
(holding di partecipazioni della Provincia autonoma di Trento) di raccogliere, con avviso pubblico, manifestazioni di interesse alla cessione di
almeno 100 mila azioni ordinarie di Funivie Folgarida Marilleva spa (FFM),
almeno 100 mila azioni privilegiate della stessa e 100 mila azioni ordinarie di
Valli di Sole Peio e Rabbi spa, che di
L'offerta di acquisto
anche per 100 mila
azioni di «Valli» spa
Fulvio Rigotti: «Piuttosto
che finiscano all'estero»
FFM è la controllante.
Per l'operazione, il budget è di 850 mila euro, oltre agli oneri fiscali e alle imposte di legge. Dunque la Provincia,
attraverso Trentino Sviluppo, inten-
de «entrare» in due società per le quali è in corso una procedura concordataria, nell'ambito del fallimento di Aeroterminal Venezia spa. Le due società, FFM e la holding «Valli», sono infatti nella mani della curatela fallimentare. L'avviso è stato pubblicato il 26
gennaio e le manifestazioni di interesse dovranno essere fatte pervenire entro e non oltre il prossimo 20 febbraio. Ovviamente, l'«offerta» è rivolta
esclusivamente ad azionisti di FFM
(sono centinaia) e agli azionisti (meno di venti) della controllante «Valli».
Nell'avviso pubblico, a giustificazione dell'operazione, si fa cenno al nuovo Piano di attività di Trentino Sviluppo, approvato dalla Giunta provinciale lo scorso novembre, che prevede
«un apposito stanziamento per l'assunzione di partecipazione strategiche nel settore funiviario». La somma
a disposizione è di 1,2 milioni: vuol dire che l'operazione «solandra» si mangerebbe il grosso dello stanziamento.
Nell'avviso si spiega inoltre che Trentino Sviluppo agisce «su indicazione
della Giunta provinciale». Ma l'assessore al turismo, Michele Dallapiccola,
interpellato sulla ratio dell'operazione, dice: «Non ne ho la più pallida idea.
Non seguo la cosa e in Giunta non ne
abbiamo mai parlato». L'assessore allo sviluppo economico, Alessandro Oli-
vi, aggiunge: «Seguo Trentino Sviluppo, ma per tutto ciò che non ha a che
fare con il turismo. In Giunta, comunque, non ne abbiamo parlato».
Decisione, quindi, esclusivamente del
presidente Rossi? Per il cda di Trentino Sviluppo, segue il settore funivie
l'ingegner Fulvio Rigotti, già amministratore delegato di FFM e oggi presidente di Trento Funivie. «La Giunta
provinciale» spiega Rigotti «vuole capire se ci sono dei pacchetti di azioni
a disposizione, e a che prezzo». Ma dov'è l'elemento «strategico», se con 850
mila euro si acquista una quota di gran
lunga di minoranza? «La scelta» risponde Rigotti «è tra l'esserci e il non esserci, e la Provincia dimostra di guardare con attenzione ad una partita che
riguarda, da Pinzolo a Pejo, l'economica turistica del Trentino occidentale. Ovvio che il pubblico non sia indifferente al fatto che un pacchetto di
azioni finisca in mani estere anziché
in quelle di un soggetto locale». Tra i
soci di «Valli» vi è chi possiede azioni
date in pegno all'emiliana Banca Interprovinciale spa. Altri, in FFM, che le
hanno date in pegno al credito cooperativo locale. Ci può essere quindi chi
è nella necessità di vendere. Ora sa
che, tra gli acquirenti possibili c'è anche la Provincia, attraverso Trentino
Sviluppo.
Pag. 26
Entro pochi mesi Tasta per il controllo di Funivie. Valore oltre i 30 milioni
TRENTO - Sull'offerta di acquisto di
azioni di Funivie Folgarida Marilleva
e della controllante Valli di Sole Peio
e Rabbi da parte di Trentino Sviluppo
non fa commenti. «Sono normali scambi di azioni tra soci» afferma Luca Mandrioli (nella foto), curatore fallimentare di Aeroterminal, vicepresidente e
amministratore delegato di Folgarida
e presidente dei liquidatori di Valli.
Lui, insieme agli amministratori delle
due società, ha una transazione molto più rilevante da preparare: la cessione all'asta della maggioranza di Funivie detenuta da Valli. L'incasso servirà a rimpolpare l'attivo di Atv.
Il valore a base d'asta stabilito nella
perizia di due anni fa era di 29,3 milioni di euro. Ora sarà fatta una nuova
perizia e il valore risulterà probabil-
mente superiore ai 30 milioni, viste le
buone performance degli ultimi anni.
«Attendiamo il provvedimento di chiusura del concordato - dice Mandrioli
- Subito dopo calendarizzeremo i prossimi passaggi». L'asta per il controllo
di Folgarida, per la quale negli anni
scorsi si era candidata la Cooperazione, sarà fatta entro l'anno, forse entro
giugno.
F. Ter.
Pag. 27
Pd e Cedi: «Fotearida. la giunta chiarisca»
Il caso
di Tristano Scarpetta
TRENTO Escludendo che Trentino Sviluppo abbia deciso in autonomia di acquistare azioni di
Funivie Folgarida Marilleva e
Valli di Sole, Pejo e Rabbi, resta
da capire chi della giunta abbia
dato l'«ordine» e perché. È
quanto chiedono di sapere dal
Pd e dalla Cgil. Per Luca Zeni «la
giunta deve chiarire il senso di
questa operazione». Per Franco
Ianeselli «al momento sfugge
in che modo, con l'acquisto di
queste azioni, la giunta attraverso Trentino sviluppo intenda perseguire l'interesse comune».
La scorsa settimana, Trentino sviluppo ha pubblicato un
avviso «per la raccolta di manifestazioni d'interesse alla cessione di azioni ordinarie e/o
privilegiate di Funivie Folgarida
Marilleva spa ed ordinarie delle
controllante Valli di Sole Pejo e
Rabbi Spa» indicando in
850.000 euro il budget massimo (vedi Corriere del Trentino
di ieri). Quando si dice Trentino Sviluppo, automaticamente
si pensa ad Alessandro Olivi,
assessore alle attività produttive. Il vicepresidente, però, non
ne sa nulla. Anzi, non nasconde
una certa irritazione quando dice di non essere «affatto a conoscenza di questa operazione,
intrapresa evidentemente da
Trentino Sviluppo su indicazione di chi si occupa del comparto funivie». In effetti, il turismo
è l'unica competenza economica che non fa parte del pacchetto di deleghe del vicepresidente. L'assessore al turismo Michele Dallapiccola, però, assicura di non essere lui ad aver
dato l'input alla società della
Provìncia. «È una cosa che non
seguo, non ne so nulla».
«La vicenda — osserva il
consigliere pd Zeni — è piuttosto particolare, visto che interessa una società oggetto di un
fallimento (della controllante
Aeroterminal, ndr). Sarebbe
ancora più strana se le azioni
che la Provincia intende acquistare non fossero quelle del fallimento, ma quelle di soci pri-
vati. Mi pare opportuno che la
giunta chiarisca il senso di questa operazione».
Assai perplesso anche Franco Ianeselli, responsabile del
comparto fune della Cgil.
«Trentino Sviluppo è una società pubblica e il suo compito
è evidentemente quello di perseguire il bene pubblico, l'interesse della comunità. Francamente non si capisce quale interesse collettivo si possa ricavare dall'acquisizione di un
simile pacchetta azionario».
Sempre dalle fila del Pd, si leva anche la voce di Gigi Olivieri,
da sempre attento al destino
degli impianti del Trentino occidentale. «Sono esterrefatto.
Se l'obiettivo è divenire soci, basta comprare una sola azione,
se l'obiettivo è controllare la società, 850.000 euro non servono nemmeno per cominciare.
Se la Provincia fosse interessata
ad entrare in una società che
subisce una curatela fallimentare, allora il luogo e il tempo
indicati sono quelli dell'asta
competitiva che si terrà quest'anno. Diversamente, si buttano i soldi. Con 850.000 euro si
comprano quattro mammografie».
Pag. 28
Preferenze di genere, un'altra mazzata
di Andrea Selva
I TRENTO
Un'altra mazzata per il disegno di legge sulle preferenze di
genere presentato da Sara Ferrari, sostenuto dal Pd e sponsorizzato dalla maggioranza (che
in realtà n o n ci crede) e che 1' 11
febbraio prossimo arriverà
nell'aula del consiglio regionale. Ieri ci hanno pensato i rappresentanti dei Comuni e delle
Comunità di valle a far sapere
che ne pensano di una seconda preferenza (obbligatoria) alle candidate donne: «No grazie». Un no che - messo ai voti,
prima che venisse a mancare
un'altra volta il numero legale
com'era accaduto la settimana
scorsa - è stato ribadito da 13
amministratori, a fronte di 9 favorevoli e 3 astenuti. Con il
consigliere provinciale Walter
Kaswalder - presente in aula,
lui che è dichiaratamente contro questa norma - a prender
nota delle opinioni dei sindaci.
Nulla divincolante, sia chiaro, m a quando il disegno di legge arriverà nell'aula del consiglio regionale non si potrà
ignorare che i sindaci hanno
detto "no grazie" a una norma
che - parole loro - parte dai Comuni per varare una riforma
elettorale: «Perché non danno
il buon esempio partendo invece dalla Provincia?» è stato detto, a più voci, nell'aula del consiglio delle autonomie ieri pomeriggio.
A votare contro - su invito
del presidente Paride Gianmoena - c'erano anche due donne, cioè Monica Mattevi (Stenico) ed Enrica Rigotti (Isera) assieme a Gottardi (Tione), Zaocanella (Fiemme), Abram (Sarnonico), Menapace (valle di
Non), Svakii (Bedollo), Bernardi (Villa Rendena), Boldrini
(Prezzo), Lenzi (Samone), Tait
(Rotaliana) e Ravelli (Monclas-
sico). Favorevoli Cristina Donei (Fassa), Donata Sartori
(Paganella) e Antonietta Nardin (Cembra) con Sommadossi (Valle dei Laghi), Miorandi
(Rovereto), Oss Emer (Pergine), Caliari (Mori), Mosaner
(Riva) e Nicolussl Paolaz (Luserna). Astenuti (una posizione che Mosaner platealmente
n o n ha gradito) Migazzi (valle
di Sole), Bisoffl (Vallagarina) e
Dandrea (Bassa Valsugana).
Lungo (e appassionato) il dibattito, con qualche richiamo
a contenere l'ilarità (!) sempre
in agguato, anche tra sindaci
purtroppo, quando si parla di
questioni di genere con il presi-
dente dell'Alta Valsugana Dallapiccola (dichiaratamente favorevole, m a assente in aula al
momento del voto) che parlava
di
"maschietti"
e
"femminucce".
Gianmoena considera sbagliata una norma regionale che
parte dai Comuni (invece che
dalla Provincia) e che non riguarda Bolzano. Donei ha fatto notare che secondo la sua
storia personale se lei fa politica è grazie alle quote rosa: «E le
preferenze di genere sarebbero u n altro buon incentivo».
Contraria invece Rigotti: «C'è
il rischio di creare u n effetto riserva indiana». E quindi ha votato contro, anche se sua madre - all'epoca della candidatura - le disse: «Ma non c'era u n
uomo disponibile?».
Il sindaco Bernardi ha detto
che n o n è giusto obbligare uno
a esprimere una preferenza di
genere, mentre Caliari (citando la sua giunta di Mori a maggioranza rosa) ha sostenuto
che serve u n incentivo per garantire la partecipazione delle
donne (anche se - ha detto - la
soluzione migliore era quella
con tre preferenze di cui una di
genere, e n o n due). Svaldi (Bedollo) vuole essere libero di votare due candidati dello stesso
genere (fossero anche due don-
ne). Esattamente come MonicaMattevi che due donne le ha
votate già in passato e vorrebbe essere libera di ripetere
l'esperienza.
Antonietta Nardin - replicando a Enrica Rigotti che su
questo aveva dei dubbi - ha sostenuto che le donne possono
fare politica anche nelle
"caneve", come accade nei paesi trentini. Ma ugualmente la
partecipazione andrebbe incentivata. Miorandi (Rovereto) ha sostenuto che non si può
restare "fuori dall'Italia" dove
nei Comuni già si vota così.
Mentre Menapace ha sostenuto che di questo passo (con riunioni per sole donne)il genere
diventerà motivo di esclusione. Zancanella contrario - nonostante in valle di Fiemme il
voto alle donne risalga al 16° secolo - perché per trovare candidate donne alla fine bisogna
chiedere per piacere.
Migazzi ha fatto notare che
chi sostiene le donne (come
prova una ricerca dell'Istituto
Cattaneo) già le vota anche
senza l'obbligo, ma i sindaci
dei piccoli comuni non riescono a trovare candidate. Infine
Oss Emer ha sostenuto che alle donne non serve protezionismo, m a alla legge comunque
sarebbe stato favorevole.
Pag. 29
(pari opportunità):
«rilegge necessaria®
Se i sindaci votano contro, Sa
iaCoirrnìissione provinciale
Pari Opportunità ha espresso
soddisfazione riguardo il
rinnovato impegno dei
Consiglio Regionale a
introdurre per Se eiezioni nei
Comuni ia cosidetta doppia
preferenza di genere
"finalizzata a realizzare una
compiuta democrazia
paritaria". Questa previsione
introdotta dalia legge 215/2012
- si legge in una nota diffusa ieri
dalla presidente Simonetta
Fedrizzi, neiiafoto - è già realtà
a livello nazionale, ma non ha
ancora trovato recepimento nei
nostro territorio. L'auspicio è
che si arrivi a una modifica
delia legge elettorale in senso
paritario in tempo utile per le
eiezioni comunali di maggio.
Siamo convinte che legislatori e
amministrazioni pubbliche
debbano colmare il deficit di
democrazia, impegnandosi
fattivamente ad integrare
potenziali risorse, competenze,
abilità e sensibilità detenute
dalla parte femminile e
maggioritaria della
popolazione.
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IL C0IWEM©
«Per le imprese il tema del credito è prioritario»
I TRENTO
Si è svolto ieri a Palazzo Stella
un seminario organizzato da
Confindustria Trento insieme
alla Banca d'Italia sui principali strumenti per la gestione del
rapporto tra impresa e banca.
"Il servizio sulla finanza d'impresa costituito negli ultimi anni a Palazzo Stella - ha spiegato Luigi Togn, membro della
Giunta esecutiva dell'associazione industriali - ha per obiettivo proprio il miglioramento
del rapporto con gli istituti di
credito. Iniziative di informazione come quella odierna dovrebbero aiutare le imprese a
comprendere e utilizzare al
meglio gli strumenti disponibili per la gestione finanziaria in
azienda".
"Il tema del credito è prioritario per le aziende in questo
momento", ha commentato
Roberto Busato, direttore di
Confindustria Trento. "Gli associati ci segnalano che il sistema bancario non li supporta
adeguatamente. Pertanto iniziative come quella del Fondo
strategico sono sicuramente
utili per mettere a disposizione finanza aggiuntiva. Resta
urgente però - ha aggiunto Busato - una riflessione che porti
a fare più sistema tra banche e
imprese. Perché se a queste ultime non arrivano risorse, il
meccanismo si inceppa. Non
dimentichiamo che il bilancio
pubblico sarà alimentato sempre più dal Pil generato dal sistema produttivo ".
Il direttore della filiale di
Trento della Banca d'Italia, Paolo Ciucci, ha sottolineato la
positiva collaborazione in essere con Confindustria Trento
e ha spiegato che l'istituto è a
disp osizione delle imprese per
informazioni e chiarimenti su
strumenti quali la Centrale dei
rischi e l'Arbitro bancario finanziario. Rivolgendosi alla
Banca - ha spiegato - si possono risolvere rapidamente problemi e controversie di natura
finanziaria.
Il direttore di Confindustria Busato
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«In azienda? Massaggi e cura dell'orto»
di Rosario Fichera
I TRENTO
«È come un dovere di riconoscenza: abbiamo sentito forte la responsabilità, dopo
vent'anni d'attività, di dare
un contributo alla crescita
del territorio, condividendo,
a titolo gratuito, con la collettività, il nostro know how digitale, tecnologico e creativo
e l'esperienza maturata
all'estero, in Silicon Valley».
Ha motivato cosi, Luca Cattoi, presidente di "Graffiti",
agenzia di comunicazione,
design, web e marketing, il
progetto "4Local", presentato ieri presso la sede di Confindustria Trento.
Il prossimo anno l'agenzia, nata ad Arco e con sedi,
oggi, a Milano, Verona e
Stanford, in California, compirà il ventesimo anniversario di fondazione e in occasione di questa importante
tappa, ha voluto avviare una
serie di iniziative per restituire al territorio - come ha evidenziato il direttore di Confindustria Trento, Roberto
Busato - quanto ricevuto. E
lo farà a modo suo, mettendo a disposizione non solo
l'esperienza, ma anche la
sua filosofia aziendale, dove
al centro di tutto ci sono innanzitutto le persone. Basta
pensare che per i 40 dipendenti sono previsti pause
con sedute di massaggi, la
possibilità di coltivare l'orto
fuori dall'ufficio per pranzare con prodotti freschi e riunioni fatte all'aperto, sul prato.
«Oggi la competizione non
si gioca più tra singole aziende - ha spiegato Cattoi - ma
tra territori e dalla capacità
delle imprese e delle istituzioni di fare sistema. In questo senso, abbiamo sentito la
responsabilità di fare la nostra parte, mettendo a disposizione, a titolo gratuito, il
5% del nostro tempo lavorativo in favore della comunità».
In particolare il contributo
al territorio di Graffiti (azienda con 6,5 milioni euro di fatturato che si prevede in aumento quest'anno di altri 1,5
milioni, grazie all'e.commerce), sarà realizzato attraverso
tre strumenti: il primo, la creazione di un "polo del design" nell'Alto Garda, per il
quale sono stati già individuati degli attori, tra cui l'Accademia del design di Brescia; secondo strumento,
l'aiuto alle start-up: «Stiamo
già aiutando delle start-up
trentine a crescere, per esempio nel comparto dell'e.commerce - ha spiegato Cattoi ma il nostro obiettivo è di intervenire nella seconda fase
di un progetto, quando l'idea
è stata sgrezzata e verificata
come fattibile e bisogna passare alla fase esecutiva che è
quella più difficile».
Il terzo strumento è il
"format"
denominato
"Graffiti 4Local", con il quale
l'agenzia di comunicazione
si è posta l'obiettivo di formare
il
territorio,
"contaminandolo" con il proprio know how, aprendo al
pubblico anche le porte della
nuova sede che sta ristruttutturando a Riva del Garda, dove ha previsto un'area pubblica con sale riunioni e spazi per mostre ed eventi e
workshop. Il format sarà realizzato, in particolare, attraverso tre attività: incontri formativi nelle scuole superiori,
per aiutare gli studenti ad affrontare al meglio il mondo
del lavoro, per esempio, imparando a presentare in modo efficace e professionale le
proprie idee; whorkshop,
gratuiti;
consulenze
one-to-one, un vero e proprio sportello aperto ai giovani, liberi professionisti, aziende e associazioni.
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«Tassa di soggiorno? eoi
albergatoli sempre esclusi»
I TRENTO
Ancora polemica tra le associazioni degli albergatori e la Provincia sulla tassa di soggiorno.
Gli albergatori rispondono alle
indicazioni apparse ieri sulla
stampa e fomite dalla giunta durant il question time in consiglio
provinciale: «Dalle parole
dell'assessore Dallapicola risulta che ci sarebbe stata una condivisione dei contenuti della
norma che introduce la tassa di
soggiorno. E' vero l'esatto contrario ovvero la nostra opposizione all'introduzione alla tassa
è stata affermata costantemente
in tutte le occasioni di confronto, non lasciando margini di am-
biguità alcuna. Ne sono testimoni anza le dichiarazioni riportate
dalla stampa, i documenti che
abbiamo presentato in tempi e
in luoghi diversi e anche in sede
di presentazione delle Osservazione alla Legge Finanziaria.
Non c'è stato alcun margine di
trattativa da parte dell'Assessore
e della Giunta. Abbiamo invece
chiesto di introdurre nel testo di
legge almeno quelle modifiche
che potessero meglio tutelare le
nostre imprese, come ad esempio l'aumento della componente imprenditoriale turistica nei
cda delle Apt e altri aspetti di carattere sostanziale, come le modalità di utilizzo del gettito derivante dall'imposta».
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Mittel? Casertano scelto
come nuovo direttore
I TRENTO
Il Cda di Mitte! ha deliberato ieri
all'unanimità la nomina di Gaetano Casertano a direttore Generale di Mittel S.p.A. a far data dal
31 gennaio 2015. « Casertano informa una nota dell'azienda vanta importanti expertise nei
settori del merchant banking,
private equity, advisory ed immobiliare e una vasta esperienza manageriale in alcuni fra i più
importanti gruppi industriali e
di servizi del Paese. In particolare ha seguito, tra le altre, le principali operazioni di finanza straordinaria del Gruppo Telecom
Italia ('96-'98) e Pirelli&C Real
Estate ('99- 2002).
•
\
Gaetano
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I TRENTO
Le cinque organizzazioni sindacali che raccolgono i bancari degli istituti commerciali si sono
compattate per scioperare domani e protestare per la decisione dell'Abi di disapplicare il
contratto nazionale dal 1 aprile.
Uno sciopero che coinvolge i
1.300 dipendenti degli istituti di
credito non cooperativi in Trentino, che sono 312mila in Italia.
La partecipazione allo sciopero
è stata decisa nell'affollata assemblea (erano più di 300 lavoratori) che si è tenuta ieri a
Trento, alla sala della cooperazione, organizzata dalle sigle
sindacali di categoria, Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, e
Uilca in seguito alla rottura con
Abi, l'associazione delle banche italiane, per le trattative di
rinnovo del contratto nazionale
dello scorso 25 novembre.
«Si tratta di un provvedimento - ha affermato Romano Vicentini, della Fisac Cgil - molto
grave, senza precedenti. Nemmeno Marchionne è arrivato a
tanto, perché ha disdetto il contratto nazionale, ma ne ha siglato uno per l'azienda. Siamo preoccupati, perché significa che
Rottura sul contratto,
ì bancari domani
incrociano le braccia
#
®
Il
n
#
Oltre trecento lavoratori ieri hanno votato lo sciopero
Compatti tutti i sindacati contro la mancanza di tutele
le tutele fino ad ora ottenute sono vanificate». Dei 416 contratti
in vigore nel privato e nel pubblico, solo quello dei bancari è
stato, infatti, disdettato.
In una nota, la Fisac Cgil spiega: «I lavoratori del credito incrociano le braccia per rivendicare la necessità di un nuovo
modello di banca "al servizio
del Paese", che sia più vicino alle famiglie, alle piccole medie
imprese e ai territori, contro
quello attuale, che privilegia
un'erogazione del credito prevalentemente a favore dei grandi gruppi industriali. Inoltre
con la loro mobilitazione i bancari vogliono difendere il potere d'acquisto del salario, messo
a rischio dal blocco permanente della crescita automatica degli stipendi in tema d'inflazione, come vuole l'Abi». L'associazione delle banche, infatti, punta a smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele
contrattuali, sostituendolo con
contrattazioni azienda per
azienda, che creerebbero
un'enorme disparità di trattamento economico e normativo
tra i lavoratori e le condizioni
per ulteriori e selvaggi tagli di
posti di lavoro, dopo i 68mila
già eliminati negli ultimi 15 anni». I lavoratori scioperano, insomma, per difendere il contratto nazionale «l'unico in grado di garantire economicamente e socialmente la categoria e
salvaguardare l'occupazione».
LIQUIGAS
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Industriali, rappresentanza dimezzata
TRENTO Arriva la riforma di
Confindustria a livello nazionale, che coinvolgerà in pieno anche Confindustria Trento. Si
tratta del dimezzamento della
giunta esecutiva e del consiglio
direttivo. Nei giorni scorsi,
inoltre, Palazzo Stella ha formalizzato l'«autoriduzione»
del compenso dei suoi dipendenti, «in pratica ci siamo tolti
circa un mensilità» specifica il
direttore Roberto Busato. Infine parte l'iter per la nomina del
nuovo presidente: entro febbraio verranno individuati i tre
saggi.
Le norme decise a livello nazionale dall'associazione degli
industriali mirano a rendere
più snella la struttura, non tanto a diminuire i costi, visto che
le cariche non sono remunerate. L'attrattiva maggiore dipende dal prestigio dell'incarico:
essere in giunta, vicepresidente o presidente di Confindustria, è un desiderio di molti
grandi imprenditori.
n disegno, votato dunque a
maggiore snellezza e capacità
di prendere decisioni veloci,
porterà la giunta di Trento da
16 a 8 componenti. Attualmente la composizione è in questi
termini: 8 sono i membri elettivi, uno è il vicepresidente della
sezione più rappresentativa
(metalmeccanici), 3 sono i vicepresidenti nominati del presidente Paolo Mazzalai, uno è il
rappresentante dei giovani,
uno quello della Piccola industria e uno è il past president,
oltre al presidente in carica.
«Arriveremo a un dimezzamento — specifica Busato —,
proporzionato rispetto alle attuali componenti dell'esecutivo. La stessa cosa varrà anche
per il consiglio direttivo, in cui
i componenti passeranno da
circa 80 a circa 40». In molte
parti d'Italia si stanno operando fusioni di associazioni territoriali, nell'ottica di ottenere risparmi. In qualche caso si sono
stati addirittura licenziamenti,
perché i bilanci non erano in
ordine. In Trentino, equiparato
a una regione come l'Alto Adige, non ci saranno fusioni (che
forse potrebbero rendere più
agevole la gestione), ma comunque Trento e Bolzano in-
tensificheranno la collaborazione. Sul fronte del personale,
come riportato dal Corriere del
Trentino lo scorso 8 gennaio, è
stata formalizzata un'autoriduzione dello stipendio pari al
6%, «un'operazione molto apprezzata dagli imprenditori —
sottolinea Busato — che consente all'associazione di guardare con decisione al futuro. I
dipendenti hanno rinunciato
ad una mensilità, ora ne hanno
13. Dobbiamo tenere a mente
che ci sono aziende in cui lo
stipendio è un problema».
Per quanto riguarda poi il
cambio al vertice di Palazzo
Stella, il direttore fa sapere che
si sta mettendo in moto la
«macchina». Entro la fine di
febbraio Confindustria nominerà i tre saggi che avranno il
compito di individuare i prossimi candidati alla presidenza.
Avranno 60 giorni di tempo,
dopo di che si saprà il nome o i
nomi che si contenderanno la
carica. La nomina infine avverrà nell'assemblea estiva.
Enrico Orfano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Graffiti» punta sulla formazione
Cattoi: speriamo nella Provincia
TRENTO In occasione dei suoi primi 20 anni,
la Graffiti 2000 di Luca Cattoi sceglie di investire su un pacchetto di nuove attività
per far crescere il territorio, sperando nel
sostegno della Provincia.
Ex presidente dei giovani di Confindustria, da Palazzo Stella ieri Cattoi ha presentato le iniziative della sua azienda, che
ha base ad Arco e sedi a Verona, Milano e
Stanford (Usa) nella Silicon Valley. Tre i
progetti, per cui la società metterà a disposizione «il 5% del suo tempo lavoro». Per
prima cosa si vuole cercare di costituire ad
Arco un polo del design dell'Alto Garda,
collaborando con l'Accademia delle belle
arti di Brescia, Laba. Il secondo progetto è
sempre nel solco della formazione è mira a
far crescere la «cultura digitale», con incontri nelle scuole, workshop e consulen- Dinamico Luca Cattoi, ex presidente dei giovani
ze one-to-one aperte a tutti. Terzo progetto: affiancamento delle start-up. Una moda niamo strumenti adeguati alle imprese:
a cui anche Graffiti aderisce? «Noi affian- speriamo che la Provincia ci segua». Grafchiamo la start-up alla fine dell'incubazio- fiti «ha circa 40 collaboratori e un fatturato
ne, dando servizi in cambio di quote». La da 6,5 milioni» informa Cattoi.
percentuale di insuccesso delle start-up
E.Orf.
però è del 98%. «In tutte queste attività for© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 37
Garanzie
Confidi artigiani, pesano le sofferenze
Alle Rurali pagati circa tre milioni
TRENTO Confidi
Direttore
Paolo Nardelli
guida il
Consorzio
artigiano di
garanzia fidi
artigiani ha deciso di fare
un'operazione di pulizia rispetto alle sofferenze
che ha in bilancio, pari al 7,7% dei crediti
garantiti. Con il sistema delle Rurali ha dunque
deciso per una transazione, per far diminuire i
crediti in sofferenza da 7,4 a 4,3 milioni. «Si
tratta dei casi in cui abbiamo constatato
l'impossibilità di rientro. È meglio liberare il
portafoglio, perché le sofferenze comportano
solamente costi» spiega il direttore Paolo
Nardelli. Ora le sofferenze si attestano intorno
al 5%. Per quanto riguarda invece l'attività di
prestito diretto, Cag ha erogato finora 4,5
milioni di euro di mutui di piccolo taglio, Le
domande sono state 204, alcune decine da
parte di imprese femminili. Per sostenere
invece le aziende in difficoltà perché parte
dell'indotto di società in concordato, sono stati
erogati 3,5 milioni dalla Provincia. A
disposizione ancora un milione da erogare.
Q RIPRODUZIONE RISERVATA
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Manifestazione unitaria
Bancari «Abi» verso lo sciopero
Contratto disdetto: 1,300 protestano
TRENTO Quasi 300 su un totale di 1.300 i
Sindacato
Romano
Vicentini,
segretario
generale della
Fisac Cgil
dipendenti delle banche che ieri hanno
partecipato all'ultima assemblea prima dello
sciopero di domani causato dalla disdetta del
contratto nazionale Abi e della sua
disapplicazione dal primo aprile. I dipendenti
dei grandi gruppi nazionali come Unicredit e
Intesa Sanpaolo, oltre a incrociare le braccia,
daranno vita a 4 manifestazioni nazionali, delle
quali quella di riferimento per Trento è Milano. '
Lo sciopero è indetto unitariamente da
Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca. I
dipendenti scioperano per difendere il loro
contratto, che offre garanzie economiche e
normative importanti. «Dopo i 25 anni — fa un
esempio Romano Vicentini della Fisac Cgil — ci
sono delle limitazioni al raggio di spostamento
per mobilità territoriale. Senza il contratto
queste tutele andranno perse». La volontà è di
sostituire il nazionale con contratti aziendali.
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Vetriolo, ecomostri nel mirino
TRENTO L'impatto visivo è importante. Mostruosità di cemento, crollate, diventate meta
di ladri e vandali, da anni dismesse, sorgono in mezzo a
una delle perle del Trentino.
Passeggiando, la sensazione è
quella di trovarsi in un luogo
abbandonato, dimenticato,
quasi surreale. Eppure gli ecomostri sorgono a pochi metri
di distanza dalle Terme, grande
attrazione soprattutto per i turisti del Veneto, e dal bar ristorante che si affaccia sulla pista
di lancio degli appassionati di
parapendio.
Vetriolo ha una lunga storia
turistica alle spalle, c'è un'associazione attiva che cerca di promuoverla, ma a livello paesaggistico le tre gigantesche strutture alberghiere dismesse da
più di vent'anni (gli ex hotel
Trento, Italia e Milano) sono un
vero pugno nell'occhio. L'assessore Carlo Daldoss non ha
dubbi: vanno demoliti. Si sta
pensando allo spostamento dei
volumi in altre zone più gettonate. C'è un progetto e l'assessore insieme al sindaco di Levico ha già fatto un sopralluogo.
Si parla di un accordo tra privati ed enti pubblici, in forza della nuova legge urbanistica sulla
disciplina della perequazione,
che porterebbe alla demolizione degli ecomostri con costi di
abbattimento a carico degli imprenditori. Ma la strada è tutt'altro che semplice.
C'è un problema di volumi.
Dove si possono spostare? E le
dimensioni? Inoltre c'è una
contraddizione di fondo: da un
lato la Provincia chiede lo stop
allo sfruttamento del territorio,
dall'altra apre sulla possibilità
di creare nuovi volumi di quelle proporzioni. «La linea dell'assessore Daldoss è forte e
condivisibile — spiega il sindaco di Levico, Michele Sartori —
è un intervento urgente che va
fatto assolutamente, anche per
questioni di sicurezza. Ma non
è un momento facile — ammette — bisogna trovare una
soluzione insieme ai privati.
Come Comune per noi è importante abbatterli per rilanciare la località che ha una sua
specificità, con le Terme più alte d'Europa. Vetriolo può avere
grandi potenzialità, si può investire su strutture ecosostenibili». Il Comune spinge, ma il
problema sono i costi. «La Provincia — spiega Sartori — per
alcuni ecomostri si è detta di-
sposta ad assumersi una parte
di spesa, ma per Vetriolo non
so». Provincia e Comune accelerano e stanno trattando con
l'imprenditore Francesco Peghini per trovare una soluzione, per i tre colossi fatiscenti.
Due di questi sono stati acquistati dall'imprenditore perginese sei, sette anni fa. L'obiettivo era realizzare un villaggio,
residenziale e turistico con
campi da tennis e diversi servizi, ma la crisi ha azzerato tutto,
«n progetto — spiega il consigliere provinciale Upt, Giampiero Passamani, ex sindaco di
Levico — era già stato approvato, mancavano solo dei pareri
da parte dell'ufficio geologico,
in quanto Vetriolo è considerata una zona rossa, dove la roccia è molto friabile, n progetto
è però naufragato a causa della
crisi. L'unica soluzione per
l'imprenditore è spostare questi volumi in zone più appetibili. Questi vecchi alberghi sono
dismessi da almeno vent'anni,
è un peccato, rovinano la zona
che è molto bella». Ora si attende l'incontro tra Provincia, Comune e imprenditori che sarà
fissato a breve.
Dafne Roat
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pag. 40
LA PINETANA GRAZIELLA ANESI HA INCONTRATO I L PAPA A CASA SANTA MARTA
"Il mìo abbraccio con Francesco"
A
Lia fine della Messa si mette in un
//
l \ angolo della piccola chiesa e
\ \ # 1 dedica qualche minuto di ascolto a
ogni persona invitata». Lunedì scorso, 26
gennaio, in fila davanti a Papa Francesco di
prima mattina c'era anche Graziella Anesi, tra i
pochi ammessi a Casa Santa Marta a un nuovo
capitolo della catechesi quotidiana di
Bergoglio.
«Vederlo, dargli la mano, avere la sua benedizione: sono momenti che devo ancora elaborare perché sono molto carichi di significato e
ognuno li vive a modo suo», racconta all'indomani a radio Trentino inBlu la fondatrice della
cooperativa HandiCrea,figuradiriferimentoin
ambito locale per il mondo della disabilità.
Rientrata nei ritmi del suo lavoro nella sede di
via San Martino, a Trento, la pinetana Graziella
si porta nel cuore l'intenso sguardo del Papa
In dono
un libro fotografico
sulla disabilità
quotidiana:
"Il Papa l'ha guardato
e mi ha ringraziato"
argentino. «E soprattutto - descrive - il fatto,
come gli ho sentito dire più volte, che abbia
chiesto anche a me di pregare per lui: mi ha
detto di averne molto bisogno. Poi ha aggiunto che le persone con disabilità hanno una
grande forza interiore. Io gli horisposto:non
sempre santità, non è mai facile nemmeno per
noi!»
Al termine del breve colloquio personale Graziella Anesi ha fatto al Papa un duplice dono:
una foto con l'accensione da parte di Francesco
della torcia delle Universiadi "trentine" e il libro "Tutto il giorno, tutti i giorni", frutto del lavoro di Graziella a quattro mani con il fotografo Piero Cavagna, raccolta di immagini di quindici persone disabili nella loro quotidianità,
confluite anche in una mostra in piazza Duomo. «Il Papa l'ha guardato e mi ha ringraziato.
E' stato importante per me lasciargli una testimonianza di quello che viviamo tutti i giorni,
alla ricerca di una normalità che non sarà mai
tale, ma anche con tanterisorsesconosciute ai
più».
pi.fra.
Graziella Anesi, fondatrice della
cooperativa HandiCrea, è da molti anni
figura di riferimento in Trentino
per il mondo della disabilità
Pag. 41
'Ndrangheta, presi gli infiltrati trentini
FRANCESCO TERRERI
La maxi-operazione contro le infiltrazioni della 'ndrangheta in Emilia, in
Lombardia e nel veronese che ha portato ieri all'arresto di 160 persone (vedi pagina 5) ha consentito di colpire,
per la prima volta con queste accuse,
gli infiltrati dell'organizzazione criminale in Trentino. Si tratta di alcuni
esponenti dell'imprenditoria mafiosa
di Crotone e di Cutro, in Calabria, in
particolare Antonio Muto e Cesare Muto.
Negli anni scorsi i Muto si erano installati a Reggio Emilia e Mantova ed
erano arrivati anche in Trentino. Tra
i tentativi di infiltrazione, l'ottenimento di subappalti nel trasporto di materiale da scavo e l'acquisizione dell'azienda trentina Marmirolo Porfidi,
per svuotarla dei beni.
La clamorosa denuncia del tentativo
di infiltrarsi in Trentino nel settore dei
trasporti e delle pietre fu fatta pubblicamente dal presidente delia sezione
autotrasporto di Confindustria Andrea
Gottardi il 13 maggio 2011. «Non abbiate paura a denunciare - disse Gottardi -Ve lo dice un imprenditore che la
denuncia l'ha fatta, l'ha firmata assumendosi le sue responsabilità, e che
purtroppo è stato lasciato solo non
daJJa sua associazione locale e nazionale, ma dai colleghi che fanno lo stesso lavoro». La denuncia di Gottardi,
però, lasciò fredde le istituzioni.
Ora, finalmente, l'inchiesta della Dda
di Bologna e Brescia e il blitz di ieri
dei Carabinieri hanno portato alla luce, tra le tante connessioni con la
'ndrangheta, anche quelle trentine. Gli
indagati sono 200, gli arrestati 163, di
cui 117 in Emilia e 46 in Lombardia.
Coinvolti, tra gli altri, il sindaco di Mantova Nicola Sodano, l'avvocato Giuseppe Pagliani, consigliere comunale e provinciale reggiano di Forza Italia, Giuseppe Iaquinta, padre del noto calciatore e aspirante acquirente del Trento Calcio due anni fa. È stato chiesto
il sequestro di beni per 100 milioni di
euro.
Tra le accuse, associazione di stampo mafioso^estorsione, usura, porto
e detenzione illegali di armi da fuoco,
oltre a intestazione fittizia di beni,
reimpiego di capitali illeciti, emissione di fatture per operazioni inesistenti, commessi con l'aggravante di aver
favorito l'attività dell'associazione mafiosa e dalla transnazionalità del reato per aver agito in più di uno Stato,
cioè, oltre che in Italia, in Austria, Repubblica di San Marino e Germania.
Secondo gli inquirenti, gli indagati sarebbero compromessi con la cosca
Grande Aracri, una potente 'ndrina
con base a Cutro.
La pista più concreta sulle infiltrazioni in Trentino è stata quella della Marmirolo Porfidi, l'azienda di lavorazione di materiali inerti con una cava per
l'estrazione di materiale ghiaioso in
provincia di Mantova. Fino al 2007 la
società prospera, con un fatturato di
oltre 7 milioni. Un anno dopo inizia la
crisi, gli effetti sono pesanti. È a quel
punto che si fa avanti una società di
Reggio Emilia, la Cms srl, con sede a
Gualtieri, una delle località del blitz di
ieri. La Cms va «al salvataggio» della
Marmirolo Porfidi ma, come spesso è
accaduto in questi casi, la boccata
d'ossigeno è solo apparente. In realtà
i nuovi proprietàri spogliano l'azienda dei beni, lasciandola in fallimento
con 8 milioni di debiti.
Amministratore della Cms era Cesare
Muto. Nella Marmirolo Porfidi Cesare
Muto diventa nel 2009 presidente del
consiglio di amministrazione. In cda
c'è anche Antonio Muto. I due, che sono parenti, erano in affari insieme anche in altre società con sede in Emilia
e Lombardia, come la Muto Logistica
& Trasporti di Suzzara (Mantova) e la
C-Project di Reggio Emilia. In entrambe erano soci al 50%.
Per le operazioni sulla Marmirolo Porfidi, i Muto e altri complici operanti
fra Trento, Reggio Emilia e Crotone
erano sotto indagine a Trento per bancarotta fraudolenta. La connessione
con la criminalità organizzata non era
stata però finora provata. Come non
avevano fino ad oggi portato a riscontri investigativi i controlli fatti su alcune aziende di trasporto inerti che
avevano ottenuto subappalti nella nostra provincia. Alcune di queste ditte
facevano capo allo stesso gruppo imprenditoriale che aveva rilevato la"
Marmirolo Porfidi.
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POVO
Commovente e partecipata iniziativa allestita dai ragazzi di «Moggioli» e «Fbscoli»
L'Olocausto ricordato da scolari e studenti
Celebrata anche a Povo,
martedì scorso, la Giornata
della Memoria, per non
dimenticare le vittime
dell'Olocausto e i
settant'anni trascorsi da
quel 27 gennaio 1945
quando il campo di
Auschwitz fu liberato dalle
truppe sovietiche.
Un'iniziativa - organizzata
dalla circoscrizione insieme
all'Istituto Comprensivo
Trento 1 e la cooperativa
Kaleidoscopio - che ha
riempito in ogni ordine di
posti il salone dell'ex centro
civico. Uno spettacolo
toccante, quello messo in
piedi dai ragazzi della
scuola elementare
«Moggioli» e dalla scuola
media «Pascoli», sotto
l'attenta regia dei rispettivi
insegnanti, con un articolato
programma composto da
poesie, testimonianze,
letture, cartelloni, proiezioni
e musiche, accompagnato
per tutta la sua durata, dal
silenzio commosso della
platea. In coda anche alcune
riflessioni dei ragazzi del
«Treno della memoria» dopo
il loro viaggio ad Auschwitz.
I ragazzi delle
scuole
Moggioli e
delle scuole
Pascoli hanno
dato vita allo
spettacolo che
ha ricordato
anche ai più
giovani il
dramma
dell'Olocausto
I diversi momenti sono stati
scanditi da brani musicali
tratti dalle colonne sonore
dei film «La vita è bella» di
Roberto Benigni composta
da Nicola Piovani e del
«Bambino con il pigiama a
righe» con il canto ebraico
«Gam gam», cantato in coro
da tutte le classi. La giornata
è stata frutto di un'accurata
e lunga preparazione
attraverso laboratori
didattici, con lavoro
individuale e di gruppo
durante le ore di educazione
musicale, storia, italiano ed
educazione artistica che, tra
le altre cose, ha prodotto un
significativo dipinto ispirato
a Anselm Kiefer, composto
da materiali diversi come
legno, cenere, pagine di
giornale e foglie secche che
ricorda in maniera
suggestiva e drammatica
l'arrivo dei condannati ad
Auschwitz. Se lo scopo
principale dì una giornata
come questa era quello di
«non dimenticare» c'è da
dire che, vista la larghissima
partecipazione e la
suggestione delle proposte,
l'intento è
meravigliosamente riuscito
e lo sforzo di ragazzi e
insegnanti largamente
ripagato.
P. Gi.
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INFORMATICA
Progetto 4LocaI sul territorio, nuova sede Usa nella Silicon Valley 1
Graffiti: orti, massaggi e formazione
GIUSEPPE FIN
TRENTO - Offrire il proprio
know-how digitale, tecnologico
e creativo per far crescere il territorio e renderlo competitivo.
Questo il progetto presentato
ieri da Graffiti, l'azienda di Arco che da quasi vent'anni opera nell'ambito della cultura digitale e del design. Graffiti oggi
ha a disposizione, oltre alla sede centralein Trentino e ad altrtf^kie nel nord Italia, anche
una nuova sede negli Stati Uniti, a Stanford, nella Silicon Valley.
«Oggi - spiega Luca Cattoi (nella
foto), responsabile dell'azienda
- ci troviamo davanti ad una
competizione che riguarda sempre meno le aziende e sempre
di più i territori nel loro insieme che sono formati da persone. È arrivato il momento che
ogni azienda avverta la responsabilità di contribuire al bene
comune».Graffiti è una azienda
molto particolare. Dispone di
40 dipendenti, 30 di sede ad Arco dove sta portando a termine la ristrutturazione di una
nuova struttura. Proprio quest'ultima sarà un vero e proprio
gioiello, progettata mettendo la
massima attenzione affinché sia
aperta a tutto il territorio. Una
sede che avrà addirittura degli
orti che potranno essere coltivati dai dipendenti, per i quali
vengono messe a disposizione
periodicamente anche delle
sessioni di massaggi.
L'obiettivo è contribuire alla
crescita del Trentino tramite tre
azioni: la promozione di un polo di design dell'Alto Garda a
cui si sta già lavorando, l'organizzazione di una task foce per
aiutare le start-up nella fase suc-
cessiva lo svezzamento delle
nuove idee imprenditoriali e infine, questa la novità, il progetto «4Local». Per quest'ultimo
l'azienda metterà a disposizione il 5% della propria forza lavoro. Un progetto per mettere
a disposizione alla comunità le
proprie conoscenze per incontri in aula con gli studenti, workshop e consulenze «one to
one».
«L'obiettivo - precisa Cattoi - è
quello di mettere a disposizione quello che sappiamo per formare il territorio. Fare in modo
di offrire ai giovani le conoscenze base per illustrare le proprie
idee». Per quanto riguarda la fase di formazione, l'intenzione è
di coinvolgere il maggior numero di scuole medie superiori.
«L'idea - affermano i responsabili di Graffiti - è quella di creare dei workshop aperti a tutto
il territorio, con talenti e personaggi famosi che possano trasmettere le loro conoscenze.
Trattare tematiche dedicate alle nuove professionalità, con
seminari gratuiti». Infine, le consulenze one-to-one, un vero e
proprio sportello che sarà presente nella sede dell'azienda,
aperto a tutti: giovani, studenti, liberi professionisti, aziende
e associazioni per dare consigli e consulenze su come migliorare progetti o altro.
«Siamo onorati - dice Roberto
Busato, direttore di Confindustria Trento - di lanciare assieme questa iniziativa. Graffiti è
un'azienda con piedi ben aggrappati sul nostro territorio
ma con uno sguardo proiettato
nel mondo. I valori sociali che
l'azienda deve trasmettere al
territorio sono importanti perché può creare sviluppo e benessere all'intera comunità».
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