N. 7 | ANNO XVII | 13 APRILE 2014 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it AVERSA MINACCIATA DAL VESUVIO? LUONGO: «STATE TRANQUILLI» PREMI RCA, LUCIO ROMANO: «ECCO COSA HO FATTO» ERNESTO NATALE E IL COMPRENSIVO DI CARINARO PIU EUROPA Della Valle: «Stravolto il progetto sui Sagrati» SOCIALE Sportello antiviolenza, Sagliocco ci riprova L’INCHIESTA Dirigenti Scolastici, il Concorso truccato NAPOLILLO RISPONDE Aversa inoppugnabilmente fondata nel 1030 LA PROPOSTA DI SAGLIOCCO FA DISCUTERE I PRIMI CITTADINI DELL’AGRO Aversa con Napoli o con Caserta? L’EDITORIALE STORIA NOSTRA SOMMARIO pubbliche o libro dei sogni? 6 Opere L’Agro e le «bionde» 16 di contrabbando Scuole aversane 26 e alunni ...degli altri Marò, solidarietà si’ 40 cittadinanza no Vesuvio minaccia 50 IlAversa? «Aversa happy» 62 con AGstudio si può PERIODICO DI CULTURA VARIA DELL’AGRO AVERSANO Anno XVII n° 7 - 13 Aprile 2014 Direttore Responsabile Giuseppe Lettieri Direttore Editoriale Nicola De Chiara Coordinamento Editoriale Giuseppe Cristiano Garante dei Lettori Franco Terracciano Fotografie Nicola Baldieri Editore Associazione Dimensione Cultura Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998 di Giuseppe Lettieri L’EDITORIALE Cerchiamo il dialogo e la comprensione O ggi, domenica delle Palme, dovevamo aprire NerosuBianco con il classico editoriale di auguri per la Santa Pasqua ormai alle porte. Ma quanto accaduto, lunedì scorso, a due passi dalla nostra Redazione, ci ha gettato nello sconforto totale. L’ennesimo caso di suicidio nella nostra Aversa si è consumato in via Plauto. Ancora una volta una madre di una famiglia normalissima si è arresa ai problemi della vita, lasciando nella più profonda disperazione familiari e amici, ai quali va il nostro più sentito cordoglio. I tanti casi di suicidi in Italia, ma anche nella nostra Aversa, qualche riflessione la richiamano di sicuro. E’ davvero difficile, specialmente nelle nostre zone, sopravvivere ad una crisi che non si era probabilmente mai vista. Di chi è la colpa quando accadono queste cose? Lasciando da parte questo singolo caso, della società che non ha saputo evidentemente cogliere quei segnali che preannunciano il peggio. Non giudichiamo chi compie l’estremo atto ma certamente non possiamo trascurare chi e cosa vi hanno contribuito. La crisi, la disperazione economica in cui si trovano tantissime famiglie, l’assenza di dialogo a volte possono trasformarsi in cause preponderanti. Ci sono padri di famiglia che all’improvviso si ritrovano senza lavoro. Oppure chi per mesi non riceve lo stipendio e trova compromesso il proprio ménage familiare. E accade troppo spesso che questi drammi, nell’epoca di Facebook e di Twitter, non siano conosciuti nemmeno dal vicino di casa. Perché abbiamo perso l’abitudine al contatto reale, alla condivisione dei problemi, agli abbracci e alle strette di mano. Ecco, allora, in tale contesto cosa può significare l’arrivo della Santa Pasqua. Siamo più solidali e cerchiamo le vie della pace, del dialogo e della comprensione. Magari senza saperlo, contribuiremo ad evitare che simili tragedie si ripetano tra l’indifferenza generale. Auguri a tutti i nostri lettori. La Vignetta di Alessio D’Elia DOPO AVER ANTICIPATO LA FONDAZIONE DI AVERSA L‛INGEGNERE-ARCHITETTO CI HA PRESO GUSTO! Buon compleanno, Sindaco! Redazione Via Michelangelo, 108 - Aversa (Ce) Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510 www.nerosubiancoaversa.it e-mail: nerosubianco2@gmail.com Stampa Printer Group Italia srl Castellammare di Stabia (Na) Ma io sono nato a settembre! Sul sito la rivista in pdf scaricabile dal lunedì PERIODICO ASSOCIATO UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA (Con Tessera n. 15558) L‛ingegnere-architetto ha deciso così e non possiamo farci niente! 3 PRIMO PIANO La proposta del sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco fa discutere i primi cittadini dell’Agro Aversa e l’Agro a un bivio: Caserta o Napoli? «Si potrebbe pensare ad una macroarea che ricalchi la giurisdizione del nuovo tribunale di Napoli Nord». La proposta piace al Sindaco di Cesa, Liguori, e di Trentola, Griffo. Non piace al primo cittadino di Villa di Briano, Magliulo, e a quelli di Carinaro, Masi, e di Casaluce, Pagano Nicola Rosselli «V 4 a aperto un dibattito ampio, perché i Comuni dell’Agro aversano sono proiettati verso la provincia di Napoli. Per questo si potrebbe pensare ad una macroarea che ricalchi la giurisdizione del nuovo tribunale di Napoli Nord». Giuseppe Sagliocco, sindaco di Aversa ipotizza un Agro Aversano che non faccia parte della neonata Area Metropolitana di Napoli, ma che sia punto di riferimento di un’area intermedia. Una scelta dettata da una serie di atti concreti di cui il tribunale con sede ad Aversa che ha un circondario che ricomprende l’Agro Aversano e la parte Nord della provincia di Napoli è solo l’ultimo atto. Altro dato di fatto il collegamento con la metropolitana da Aversa, con ben due stazioni, al capoluogo partenopeo. Affermazioni queste di Sagliocco che hanno aperto un dibattito tra i primi cittadini dell’Agro Aversano. «Il problema - afferma Cesario Liguori, sindaco di Cesa - non è l’ingresso o meno di Cesa, ma di tutto il circondario. Credo che il discorso possa essere avviato. L’area metropolitana di Napoli raccoglie oltre il cinquanta per cento della popolazione della Campania. L’Agro Aversano oggi non è né carne né pesce, né napoletano, né casertano. Lo abbiamo visto in occasione della nomina dei sindaci nel Comitato dell’Asl, l’Agro è rimasto fuori, senza rappresentanza. Istintivamente non sono contro. Insomma, non è una cattiva idea creare un’area di Napoli Nord che comprenda l’Agro e la parte a Nord del capoluogo Tra ...Cimarosa e Pergolesi, una sterile polemica che ha coinvolto «NerosuBianco» Dedicato ad una «mamma indignata»! P remesso che, per corretta prassi, qualsiasi precisazione (o pseudo tale) indignata o meno che possa essere, dev’essere sempre trasmessa all’organo d’informazione che ha pubblicato la notizia (e ci dispiace che il nostro amico direttore di “O.C.“ Vincenzo Sagliocco non abbia ritenuto opportuno farlo presente alla “mamma indignata”), ci corre l’obbligo di intervenire brevemente sulla lettera di tale mamma. Non per spirito polemico (perché, francamamente, non ne varrebbe la pena) ma solo per ristabilire quella verità che, secondo la “mamma indignata”, sarebbe stata alterata, usando (la signora) frasi non del tutto ortodosse laddove parla di “colossali falsità”. Il “casus belli” che avrebbe sione né nei confronti del provocato l’indignazione “Cirillo” (le cui iniziative della signora sarebbe stato trovano sempre adeguato originato dall’editoriale spazio su NerosuBianco) del direttore Lettieri e e meno che mai nei dall’articolo del nostro confronti dei ragazzi del omonimo (e non parente) liceo musicale, ai quali Renato De Angelis pubvanno i nostri auguri di blicati sul numero del 2 Aversa, il liceo «Cirillo» una brillante carriera marzo scorso, in merito al servizio di Rai Tre sulla città di Aversa. prima scolastica e poi professionale. La “mamma indignata” accusa i nostri Nell’editoriale e nell’articolo c’era solo amici e colleghi di aver “deriso il neona- ed esclusivamente una constatazione to liceo musicale Cirillo e nello specifico oggettiva, ovvero che era stata eseguila prima classe dell’istituto”. Nel dubbio ta, nella città di Cimarosa, un’aria di se la nostra età ci possa fare brutti scher- Pregolesi. Gentile signora, ci consenta zi, facendoci dimenticare anche di saper di dire che sono ben altri i motivi per leggere, abbiamo più volte letto i due cui nella società di oggi, cominciando pezzi “incriminati”. Ma francamente dalla scuola, ci si dovrebbe indignare. Geppino De Angelis non abbiamo riscontrato alcuna deri- PRIMO PIANO partenopeo, ma bisogna verificare le possibilità offerte dalle norme e il ruolo che avrebbe il territorio in questo ambito». Decisamente contrario Dionigi Magliulo, primo cittadino di Villa di Briano che ha dichiarato: «Sono assolutamente contrario ad entrare nel calderone di Napoli. Una contrarietà dettata dalla nostra storia, dalla nostra cultura, dalle nostre tradizioni. Piuttosto, sono dell’idea che dovremmo impegnarci di più per essere dei casertani migliori. Il nostro territorio, la nostra realtà è più omogenea a Caserta». Possibilista il sindaco di Casaluce Nazzaro Pagano che sottolinea: «Il non ingresso nel nuovo soggetto è dettato da una contrarietà dettata dalla nostra identità assolutamente autonoma rispetto alla Città Metropolitana di Napoli. Io, in verità, non mi sento né napoletano né casertano, ma semplicemente aversano, mi sento, però, maggiormente tutelato se stiamo con Caserta. Insomma non sono napolicentrico». Favorevole alle piccole realtà istituzionali il giudizio del primo cittadino di Carinaro che ha dichiarato: «Entrare a far parte dell’Area Metropolitana di Napoli è un’idea che non mi entusiasma. Ritengo che le grandi realtà abbiano grandi problemi. Le istituzioni piccole sono più facilmente governabili. Se così non fosse, se dovessimo entrare nell’Area Metropolitana di Napoli credo sarebbe un grande problema». Per Michele Griffo sindaco di Trentola Ducenta: «L’Area territoriale intermedia di Napoli Nord potrebbe essere una buona idea, ma chissà se si riuscirà mai ad ottenerla. Comunque, ritengo l’istituzione della città metropolitana inutile. Abroghiamo le regioni, non allontaniamo i cittadini dai centri decisionali. L’unica cosa positiva è il contatto diretto tra amministratori e territorio.» Sagliocco, comunque, si ripromette di andare avanti e preannunzia incontri con i colleghi dell’Agro da allargare, poi, a quelli del circondario di Napoli Nord, tenuto conto che anche la stessa Diocesi normanna ricomprende molti Comuni interessati al discorso. «Ampliare i confini, creare questo ente intermedio previsto sia dalle linee strategiche regionali che europee è doveroso. Ovviamente, inutile sottolineare che non sono assolutamente a favore di un nostro eventuale ingresso nell’Area Metropolitana di Napoli». 5 AVERSA Inoltriamoci nel programma triennale delle opere pubbliche del Comune di Aversa Opere pubbliche: libro dei sogni o cos’altro? Le due «bombe» sono rappresentate dagli interventi previsti nel 2016, dall’acquisizione e ristrutturazione del complesso del Carmine per sedici milioni di euro all’intervento nel complesso della Maddalena per settanta milioni. In entrambi i casi si parla di «partenariato pubblico-privato»! Nicola Rosselli D 6 a quando ci interessiamo di politica cittadina ogni programma triennale delle opere pubbliche è stato visto (e sempre a ragione) come il libro dei sogni. Quello dell’attuale amministrazione ha anche un’altra caratteristica, probabilmente dovuta all’epoca dell’informatizzazione spinta in cui viviamo: quella del ‘copia e incolla’. Lo avevamo già notato lo scorso anno, ma deve trattarsi di una regola fissa visto che anche quest’anno ci sembra di vivere in una sorta di dejà vu, oltre a due bombe finali che troverete in coda a questo pezzo. Scorrendo il programma triennale 2014-2016 approvato nelle scorse settimane, infatti, leggiamo della futura realizzazione di opere pubbliche che hanno fatto parte di almeno altri tre o quattro programmi, oltre che a parlare di progetti che la Regione Campania ha già sonoramente bocciato come, ad esempio, quello relativo al “Risparmio energetico immobili comunali: scuola elementare via Linguiti, Stadio Comunale e Complesso San Lorenzo” dove si spera in contributi per due milioni di euro dalla Regione Campania, mentre l’Ente di via Santa Lucia già, se non andiamo errando, ci ha già dato il benservito. C’è, poi, tutta la parte relativa al Programma Piu Europa con restauro della Chiesa dello Spirito Santo (di proprietà comunale da adibire a sede della Fondazione Cimarosa – che ancora non è stata … fondata!!!), la riqualificazione di piazza Marconi (altro cavallo di battaglia di ieri e di oggi), il completamento statico e il recupero e restauro di Casa Cimarosa (speriamo di realizzarli prima che l’edificio venga giù), I sagrati delle Per viabilità e infrastrutture, oltre alla manutenzione delle strade cittadine, grazie a devoluzione mutui per poco meno di due milioni, spiccano i 160mila euro per la riqualificazione di via Seggio e via Sanfelice con finanziamenti regionali non ancora riconosciuti, tanto per cambiare, dalla Regione Campania. Spiccano, poi, il sogni da sei milioni e mezzo cadauno del parcheggio interrato al Parco Pozzi e di quello Per l’ex Manicomio pronto l’intervento pubblico/privato? di interscambio in via Atellana, entrambi per la gioia del “signore dei parcheggi” presente in amministrazione, con il secondo che ricorda gli “erotici” Leggiamo anche della futura fondi Jessica, anch’essi di Ciaramelliarealizzazione di opere na memoria. pubbliche che hanno fatto Nel 2015 spicca la costruzione della parte di almeno altri tre o nuova caserma dei carabinieri per sette quattro programmi, oltre che milioni di euro, con cinquecentomila di progetti che la Regione euro in meno, invece, avremo la picomunale. Oltre sedici, invece, i Campania ha già bocciato! scina milioni previsti per il completamento per il polo giudiziario del complesso di San Domenico, mentre cinque sono Cento Chiese (progetto del quale rima- i milioni previsti per ammodernamento ne il nome, ma che disattende l’idea e ampliamento della rete fognaria. iniziale), il Recupero e la riqualifica- Nel 2016, invece, con “appena” dieci zione del Parco Pozzi, l’ampliamento milioni di euro si darà vita alla nuova Ztl e punti snodo di Bike Sharing nelle Variante di Aversa. Ma le vere e proprie piazze Cirillo, don Diana e Crispi, rete bombe sono relative all’acquisizione e wireless e videosorveglianza. Tutti, ristrutturazione del complesso del Carproprio tutti, già cavalli di battaglia mine per sedici milioni e l’intervento di Mimmo Ciaramella ed oggi del suo pubblico/privato nel complesso della successore. Tra le priorità spicca, poi, Maddalena per poco meno di settanta la pista di atletica leggera, un’opera milioni. In entrambi i casi si parla di senza la quale gli aversani potranno “partnerariato pubblico privato”. Tremiamo, aversani, tremiamo!!! difficilmente sopravvivere. AVERSA Abbiamo incontrato il consigliere comunale Gino Della Valle Sagrati delle cento chiese, «progetto stravolto» «L’intervento su piazzetta Don Diana stravolgerà la viabilità della zona. Si perderanno i parcheggi. Piazzetta don Diana e piazza Municipio saranno pedonalizzate. Via Giolitti sarà dimezzata. Inoltre sarà aperta una vera e propria strada all’interno della villa comunale. Una follia» Michele A. Gioia L 8 avori pubblici. Abbiamo incontrato il consigliere comunale Gino Della Valle che vuole evidenziare alcuni aspetti negativi sul “rivisitato” progetto, finanziato con i fondi europei, dei “sagrati delle cento chiese”. Consigliere, cosa c’è che non va nel progetto rimodulato da Sagliocco? Il progetto dei “Sagrati delle cento chiese” rispetto a quello approvato, prima, dalla Giunta di Aversa il 17 maggio 2011 e, poi, dal DOS (Documento Operativo Strategico) della Regione Campania, è stato quasi interamente stravolto dall’amministrazione Sagliocco. Non credo che la Regione sia a conoscenza di questa “corposa” rimodulazione. Sono spariti, ad esempio, gli interventi di riqualificazione di via Vittorio Veneto, di via Cimarosa, di via S. Nicola e la sistemazione dello spazio attiguo al teatro Cimarosa. Sparito anche l’intervento sul Sagrato della chiesa di S. Lorenzo. Così come sono stati ridotti al minimo gli interventi riguardanti piazza S. Nicola e via Castello. In pratica, quello che nelle nostre intenzioni doveva svilupparsi come un percorso turistico legato alle più belle chiese di Aversa e al nostro illustre cittadino Cimarosa si è ridotto a piccoli interventi, destinando i finanziamenti alla piazzetta Don Diana ed al restauro dell’ex liceo artistico. Perché secondo lei è accaduto tutto questo? Il modo di pensare di questa amministrazione è difficile da decifrare. Posso solo confermarle che così viene a cadere l’obiettivo strategico del progetto e che è poi l’obiettivo imposto Il progetto di piazza don Diana costringerà a costeggiare tutta la villa comunale dall’Europa: quello cioè di finanziare progetti in grado di sviluppare economia, indotta e diretta. Ma lei ha anche parlato, a proposito del discusso progetto di risistemazione dell’ex liceo artistico, di un intervento che ingesserà il centro della città. Ce lo spieghi meglio. Sono convinto che il progetto di piazzetta Don Diana così come approvato stravolgerà la viabilità della zona. Via Giolitti sarà dimezzata perché la villa comunale verrà allungata verso piazza Don Diana. Inoltre sarà aperta una vera e propria strada all’interno della villa comunale (sul lato del vicoletto S. Francesco) costringendo gli automobilisti non so a fare cosa. Credo che dovranno circumvallare la villa comunale, passare davanti al teatro Cimarosa per immettersi su quello che resterà di via Giolitti. E’ follia. Lei vuole dire che sarà quasi eliminata via Giolitti? Le strade esistenti nella città sono previste dal piano Regolatore, non credo che questa sia materia di Giunta e ho quindi dei seri dubbi sulla legittimità dell’atto. Questi due problemi saranno oggetto di mie due distinte interrogazioni. Insomma, di tutto si parla ma non di parcheggi. Piazzetta Don Diana e piazza Municipio saranno chiuse al traffico, perdendo i circa centoventi stalli di sosta attuali. A questi vanno aggiunti i posti auto che si perderanno su tutta via Roma poichè il progetto definitivo inviato alla SUA prevede una strada senza sosta. Se a ciò si aggiunge il fatto che anche a piazza Marconi si perderanno centinai di posti auto, la conclusione è che, mentre si pensa di pedonalizzare tutto il centro, non ci si preoccupa di prevedere nuove aree di sosta. Oltretutto, il piano traffico prevede espressamente che gli attraversamenti ovest-est devono essere garantiti. Ma questo progetto sicuramente impedirà l’attraversamento di via Garibaldi e di via Municipio. LA POLEMICA I Cinque Stelle accusano Romano di aver bocciato l’emendamento per la riduzione dei premi RCA Romano: «L’emendamento non poteva essere votato» La querelle tra il nostro parlamentare e i Cinque Stelle riguarda il decreto legge «Destinazione Italia», che - secondo Romano - era stato approvato dalla Camera con la soppressione dell’art. 8 relativo alle disposizioni in materia di Rc auto. Le iniziative in atto: una mozione e un disegno di legge I 10 n merito alla lettera, che pubblichiamo in calce, abbiamo interpellato il senatore Lucio Romano sul suo voto contrario all’emendamento dei Cinque Stelle. E’ vero che il decreto legge “Destinazione Italia“ conteneva un riferimento ai premi Rc auto? Il decreto-legge «Destinazione Italia» presentato dall’allora governo Letta conteneva, tra l’altro, interventi in merito ai premi RC-auto. Lo stesso Decreto, in sede di conversione, è stato approvato dalla Camera dei Deputati con la soppressione dell’articolo 8 (Disposizioni in materia di assicurazione R.C. auto) e, di conseguenza, veniva modificato anche il titolo del Decreto che eliminava ogni riferimento alla RC Auto. Quindi il Decreto-Legge “Destinazione Italia” così come Lucio Romano approvato dalla Camera e poi giunto al Senato, non conteneva alcun articolo né riferimento alla materia assicurativa. Quindi, secondo lei, quell’emendamento non poteva essere votato? Non poteva essere votato un emendamento che non aveva più niente a che fare con il Decreto. Da qui è derivato il voto contrario del Senato. Gli stessi estensori dell’emendamento erano ben consapevoli, qualora l’emendamento fosse stato approvato, che il Decreto non aveva più i tempi per il necessario ritorno alla Camera ed essere convertito in Legge. Le sue proposte sul tema Rca? Ho presentato il 26 febbraio 2014 Interrogazione a risposta scritta al Ministro dello Sviluppo Economico, cui seguono la presentazione di una Mozione, che sarà dibattuta in Aula, e un Disegno di Legge. Mentre l’emendamento del M5S si limitava a introdurre una tariffa premio per gli assicurati che non hanno avuto sinistri negli ultimi 5 anni, le iniziative che sto promuovendo mirano a rivedere le disuguaglianze Nord - Sud già dal momento della stipula della polizza. La lettera aperta al senatore Lucio Romano E gregio senatore, sabato 22 Marzo, verso le ore 20,00, davanti al gazebo del M5S, mentre Lei passeggiava piacevolmente per via Roma insieme con i Suoi amici, il caso ha voluto metterLe davanti una situazione che qualunque uomo politico dovrebbe augurarsi che gli accada: l’incontro diretto, senza filtri e lenti deformanti con la gente, con i cittadini, con il popolo, scelga Lei, per avere un chiarimento civile e democratico circa il suo operato nelle Camere del potere legislativo. Io e un nutrito gruppo di cittadini Le abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui aveva votato contro l’emendamento (7.0.1, seduta n. 195 del 19/02/2014) al decreto legge “Destinazione Italia”, presentato dal sen. Puglia del Movimento Cinque Stelle, avente ad oggetto, tra le altre cose, la riduzione RC - Auto per gli automobilisti virtuosi che, negli ultimi cinque anni, non avessero provocato sinistri, adeguandola (ope legis) al premio più basso previsto sull’intero territorio nazionale da ciascuna compagnia. Per amor di verità, in questo Lei era in “buona compagnia” di altri 156 senatori, di quasi tutti gli schieramenti politici, di cui sei eletti in Campania. Lei non ha colto l’occasione che Le si presentava, rispondendo con un infastidito atteggiamento di superiorità a chi le contestava il suo voto contrario. Ottimo senatore, l’emendamento di cui trattiamo è stato messo in votazione, a norma dell’art. 97 del Regolamento, perché ritenuto ammissibile, in quanto assimilabile e pertinente al relativo DL, dall’ufficio di Presidenza del Senato, in cui operano funzionari senza dubbio esperti e preparatissimi. In ogni caso Le venivano chieste le ragioni politiche del suo voto contrario, cosa che non ha colto con prontezza, rifugiandosi dietro indecifrabili tecnicismi. Inoltre, quando io Le ho riferito che le firme che stavamo raccogliendo avrebbero corredato, insieme con altre centinaia di migliaia, una nuova proposta di legge del M5S avente lo stesso oggetto dell’emendamento bocciato, Lei con aria di sufficienza ha risposto: “Questo per voi è futuro, ma per me rappresenta già il passato”. Giuseppe Luiso – Cittadino a 5 stelle LA PRECISAZIONE E gregio Direttore, da tempo leggo con attenzione il periodico di cultura che Lei dirige, apprezzandolo come strumento di informazione e alimentatore di dibattiti, a volte critici, ma di certo propositivi. Le scrivo per fare una doverosa puntualizzazione in riferimento ad un articolo, apparso sul Suo periodico, a firma di Lello Pellegrino ed inerente la mancata presenza dell’Amministrazione del Comune di Aversa o di un suo delegato alla marcia per il ventennale della morte di Don Peppe Diana, tenutasi il 19 marzo 2014. Le devo far notare che in realtà quel giorno a Casal di Principe, per tutta la marcia, io ero presente. Il Sindaco Giuseppe Sagliocco al temine della Giunta tenutasi qualche giorno prima, mi ha incaricato di rappresentare l’amministrazione del comune di Aversa. Purtroppo, la mia inesperienza politica e di amministratore di un Ente pubblico e soprattutto la profonda amicizia che mi legava a Peppe (Don Diana) mi hanno fatto sfilare senza la fascia tricolore. In quel momento mi sembrava più importante testimoniare la grande amicizia che mi legava ad un fraterno amico perso troppo presto e così violentemente . Assolutamente non era nelle mie intenzioni e nel mio stato d’animo “cavalcare” quella manifestazione usandola come vetrina e, quindi, con il massimo rispetto verso le autorità presenti (parlamentari, magistrati e alte cariche delle Forze dell’Ordine, Sindaci e loro Delegati), ho preferito raccogliermi in preghiera e nel dolce ricordo di un amico troppo presto strappato a noi, sfilando in silenzio al fianco del mio Istituto, l’ITC “G. Carli” di Casal di Principe, che aveva preparato l’evento con un precorso di studi e di incontri nel mese precedente. Ciò non è significato certo un’assenza delle autorità Comunali di Aversa ma, piuttosto, una corale partecipazione di tutta la città al ricordo e al rimpianto del caro Peppe Diana. dott. Vittorio Ros Assessore della città di Aversa Precisiamo che l’articolo in questione non è di Lello Pellegrino ma di Lello Ponticelli. Diamo atto all’assessore Vittorio Ros di essere stato presente anche se nessuno lo ha visto. 11 POLITICA Sagliocco e Barbato ritornano assieme e comunicano: «Aversa presto sarà un cantiere» Il gatto e la volpe della politica aversana «Ho avuto assicurazioni dal mio partito e dallo stesso sindaco» - ha detto l’assessore per motivare il rientro. Ma quali sono queste assicurazioni se, dopo il suo rientro, le toppe di asfalto in via Roma sono continuate? Di che assicurazioni si tratta? Quale la loro natura? Gli aversani gradirebbero saperlo Nicola Rosselli S 12 agliocco e Barbato: “Aversa presto sarà un cantiere” intitolava un comunicato stampa nel quale il gatto e la volpe della politica aversana (lascio ai lettori decidere chi dei due sia il gatto o la volpe) decantavano le opere che da qui a poco sarebbero partite (noi ricordiamo che via di Jasi e viale Olimpico avrebbero dovuto partire secondo i due già a settembre 2012) dimenticando, però, un passaggio essenziale. Un inciso che l’onestà intellettuale (sempre più latitante in politica) avrebbe addirittura imposto: tutto o quasi tutto quello che si decanta e di cui si appropria questa amministrazione è frutto di quella Barbato e Sagliocco precedente che, guarda caso, l’attuale sindaco rifiuta in toto, anzi con i suoi lanzichenecchi che allora aveva scelto di legare al carro di Italo Bocchino, denigrava e ostacolava quotidianamente. “A quasi due anni dall’insediamento abbiamo fatto tanto” ha dichiarato il primo cittadino. Il tanto non si capisce se, poi, lo stesso continua: “Partiamo dal Piu Europa e dalla Chiesa dello Spirito Santo la cui strada, prospiciente via Cirillo, questa mattina è stata riaperta al traffico. Opera per cui è stata completata la progettazione, così come per il progetto relativo al Bike sharing (che prevede al suo interno anche il restyling di Via Roma con l’ampliamento della zona a traffico limitato); la creazione I DEMOCRATICI HANNO PERSO LA PAZIENZA CON CELLA «Ha tradito la volontà degli elettori» «C ella dimettiti». Elena Caterino, presidente dell’Assemblea degli iscritti del PD e prima dei non eletti nella lista dei democratici aversani alle ultime amministrative lancia una provocazione nei confronti di quello che fu il proprio candidato a Sindaco nel maggio del 2012. «Chiedo a Salvino Cella – afferma la rappresentante democratica che entrerebbe in consiglio comunale se quest’ultimo si facesse da parte - di dimettersi per aver tradito la volontà degli elettori. Ormai è un dato di fatto, Cella appoggia in pieno la pessima amministrazione del sindaco Sagliocco. Spesso vota con la maggioranza in consiglio comunale o si schiera pubblicamente a favore delle ‘trovate’ che attua il primo cittadino, come nel caso delle toppe su via Roma. Per non parlare delle sue calcolate assenze in consiglio comunale. La più eclatante è quella nel civico consesso sulla incompatibilità di Sagliocco, che ha permesso al sindaco di salvarsi». Per Caterino Cella, che è anche consigliere provinciale, dapprima in quota Idv, oggi indipendente, non può più sedere in consiglio comunale perché attua: «un palese atteggiamento di approvazione verso questa amministrazione che si scontra con il motivo per cui una buona parte dei cittadini aversani lo ha votato alle ultime elezioni: quello di essere avversario di Sagliocco e non un suo occulto, ma non troppo, alleato». «Voler considerare Cella e Candida alleati della maggioranza – ha dichiarato Elena Caterino in più occasioni, da parte sua, Cella - è una menzogna. La verità è che sono disgustato dalla politica locale, perché non pensa agli interessi dei cittadini ma solo ed esclusivamente a quelli personali». POLITICA di nuovi loculi all’interno del cimitero cittadino ed il rifacimento dell’interno del Parco Pozzi (rallentato da un ricorso al Tar)”. Inoltre: “Via Vito di Iasi e Viale Olimpico a breve diventeranno cantiere in quanto rappresentano dei lavori per i quali è stato concluso l’iter amministrativo. Mentre all’interno della biblioteca comunale, così come nel centro culturale Caianiello i lavori risultano completati”. Vengono, poi, enumerati una serie di interventi a pioggia per le arterie cittadine ridotte ai minimi termini, tanto che, a breve, non si potrà più transitarvi se questi lavori non saranno effettivamente eseguiti. Passi per il primo cittadino, notorio nemico di Mimmo Ciaramella e di chiunque l’abbia toccato (ad esclusione di Barbato), ma non riusciamo a capire perché proprio lo stesso assessore Barbato, che delle precedenti Giunte Oliva dalle uova di Pasqua Non riusciamo a capire perché proprio l’assessore Barbato, che delle precedenti Giunte ha fatto parte, si sia completamente dimenticato di quanto fatto in precedenza. Ma, si sa, Barbato ha la memoria corta! ha fatto parte, essendo anche assessore alle grandi progettualità (o come altro si chiamano), si sia completamente dimenticato di quanto fatto in precedenza, senza nulla togliere all’attuale maggioranza che ad oggi non abbiamo ancora capito cosa abbia fatto di innovativo per Aversa. Ma si sa, Barbato ha la memoria corta, basta verificare come sia uscito per rientrare dopo due giorni da una Giunta che aveva criticato tirando in ballo anche la dignità. “Ho avuto assicurazioni dal mio partito e dallo stesso sindaco” ha detto per motivare il rientro. Ma quali sono queste assicurazioni se, dopo il suo rientro, le toppe di asfalto in via Roma sono continuate? Di che assicurazioni si tratta? Quali la loro natura? Trattandosi di persone pubbliche che rappresentano la città, gli aversani gradirebbero tanto conoscerne la natura. 13 OLIVA pura passione puro cioccolato Aversa Viale Kennedy 82 Via del Seggio 108 tel. 0818901003 www.olivacioccolato.it IL RECORD Il Comune è riuscito ad entrare nel guinness dei primati a proposito di attraversamenti pedonali Via Ligabue incrocio via D’Acquisto: uno, due e tre! A 14 proposito di attraversamenti pedonali, qualche numero fa ve ne abbiamo mostrato un caso che sembrava essere da record, vale a dire la presenza di due attraversamenti distanti solo pochi metri, tracciati dove via Ligabue incrocia via Salvo D’Acquisto. Probabilmente era stato un errore tecnico dal momento che il responsabile del settore segnaletica della polizia municipale intervenne immediatamente e l’anomalia fu risolta coprendo con della vernice scura uno dei due attraversamenti. Un rimedio che durò poco perché, forse per l’usura dovuta al passaggio continuo delle autovetture, forse per effetto delle precipitazioni climatiche, la vernice scomparve e l’attraversamento riapparve. Naturalmente fu di nuovo coperto, ancora con vernice nera che ancora resiste anche se l’attraversamento sta lentamente riapparendo. Però in via Ligabue è di nuovo record perché, senza apparente motivazione, è stato disegnato un nuovo attraversamento pedonale distante poco più di un metro da quello esistente giusto all’incrocio con via D’Acquisto così oggi sono presenti tre attraversamenti pedonali distanti pochi metri l’uno dall’altro. Due visibili ed uno, quello coperto per due volte, semi visibile. Per una città in cui gli attraversamenti pedonali, a causa della spending review, non vengono riattintati cosicché sono diventati merce rara è un record da libro dei primati di cui i cittadini farebbero volentieri a meno. Meglio sarebbe che l’assessore alla viabilità mettesse mano alle casse comunali e disponesse un intervento globale di ripristino degli attraversamenti pedonali usurati insieme alla tracciatura di nuovi attraversamenti in arterie in cui, malgrado l’alto volume di traffico giornaliero, come via Michelangelo e via Raffaello, sono praticamente assenti. Si garantirebbe la sicurezza dei cittadini messa a rischio dalla scarsissima presenza degli attraversamenti e dall’assenza di semafori, ma a quanto pare questo è un tema che non interessa all’amministrazione municipale. Antonio Arduino LA VITTORIA Per i ragazzi della «De Curtis» una mattinata tra i banchi dei Senatori a palazzo Madama Diritti Umani, c’è anche la scuola di Olga Iorio S eduta speciale dell’aula di palazzo Madama a Roma, dedicata alla premiazione delle scuole al progetto didattico-educativo “Testimoni dei diritti” che anche quest’anno il Senato ha promosso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Gli alunni della “De Curtis” sono stati accompagnati dalla infaticabile e tenace dirigente scolastica Olga Iorio, che si è avvalsa della fattiva collaborazione della vice preside, Emiliana Virgilio, delle prof.sse Annunziata Iacolare e Gloriana Di Martino. Concorso suddiviso in più tappe, costituito da diversi lavori di ricerca ed approfondimento, incontri con esponenti e professionisti del settore, impegnati nella diffusione di notizie, prove e dati circa la questione della terra dei fuochi. Prima di arrivare a Roma i ragazzi della III L e della III I hanno incontrato il noto fotoreporter Nicola Baldieri, che da anni segue e documenta gli effetti del disastro ambientale dei nostri territori, Nicola De Chiara, impegnato nella diffusione e valorizzazione della cultura ed della storia di Aversa. Commovente ed emozionante l’incontro con Don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta ai reati ambientali. L’ultima tappa del percorso è stato l’incontro con la delegazione della Commissione del Senato sui Diritti Umani venuta ad Aversa e guidata dal senatore aversano Lucio Romano. A Roma, nella seduta straordinaria presieduta dalla vice presidente del Senato Valeria Fedeli, i ragazzi hanno discusso con i Senatori della Commissione straordinaria per i diritti umani. Ad illustrare il lavoro dei giovani aversani, con la presentazione del Senatore Lucio Romano, sono stati gli alunni Francesca Sveva Fumagalli e Sara Galluccio. L’Amministrazione comunale, rappresentata dal vice sindaco nonché assessore alla pubblica istruzione Nicla Virgilio, “è orgogliosa di un tale risultato ottenuto da uno degli istituti più virtuoso e operoso del territorio. Lidia De Angelis 15 LA NOTIZIA Attenti alle sigarette prodotte nei paesi dell’Est ed in Medio Oriente, costano meno ma non sono sicure Tempo di crisi, rispuntano le «bionde» di contrabbando Sequestrate soprattutto quelle che in gergo vengono chiamate «cheap white» sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi ma non ammesse alla vendita all’interno della Ue perché considerate non rispondenti agli standard di sicurezza comunitari. L’allarme dalla Guardia di Finanza Nicola Rosselli I 16 n tempo di crisi economica ricompaiono le sigarette di contrabbando, i tabacchi lavorati esteri, come si chiamano tecnicamente. Solo che questa volta le “bionde” che stanno invadendo l’Agro Aversano rischiano di minare la salute dei fumatori oltre per i noti motivo, anche a causa dei materiali utilizzati per confezionarli. L’allarme viene dalla Guardia di Finanza di Caserta che prosegue, con metodica determinazione, nell’incessante lotta al contrabbando di tabacchi, fenomeno storicamente radicato sul territorio della Provincia che, dopo In tempo di crisi ricompaiono le sigarette di contrabbando un periodo di forte calo, appare in preoccupante ripresa, favorita dal perdurare della crisi economica che e, cioè, sigarette prodotte legalmente ha colpito il Paese. in alcuni Paesi dell’Est e del Medio Solo che questa volta Oriente, spesso con pacchetti molto Per combattere il fenomeno, le Fiamme le «bionde» che stanno simili alle marche più conosciute ed Gialle casertane hanno istituito una vera e propria “task force”. Le zone invadendo l’Agro Aversano acquistate in Europa, non ammesse particolarmente interessate sono i rischiano di minare la salute alla vendita all’interno della Ue perché comuni limitrofi a quello di Caserta, dei fumatori oltre che per i considerate non rispondenti agli stanl’area di Capua e soprattutto le zone del noti motivi, anche a causa dard di sicurezza comunitari e, quindi, litorale domizio e dell’Agro Aversano, nocive per la salute degli dei materiali utilizzati estremamente confinanti con i paesi dell’hinterland ignari consumatori. per confezionarle Queste sono sempre più diffuse sulle napoletano. Non a caso, infatti, tornano a fare capolino venditori di “bionde” bancarelle, anche perché in tempi di in strada, ma anche in locali pubblici, crisi economica il loro prezzo, che ovviamente, illegalmente. può essere più basso anche di 2-3 euro Ad allarmare soprattutto un dato: nei di “bionde” di contrabbando sono state rispetto ai “pacchetti” tradizionali, primi tre mesi di quest’anno il contrab- sottoposte a sequestro ed è stato accer- sembra incoraggiare il mercato clanbando di sigarette è più che raddoppiato tato un consumo in frode di ulteriori destino del contrabbando. Un appello, rispetto allo stesso periodo del 2013. dunque, agli aversani a non acquistare 200 Kg. di t.l.e.. Nel corso dei 60 interventi effettuati Il dato allarmante, però, come prima sigarette di contrabbando, quelle dai finanzieri, sono stati denunciati evidenziato, riguarda la tipologia delle dell’est sono particolarmente nocive, all’Autorità Giudiziaria 48 soggetti, di “bionde” sequestrate, quelle che in ger- anche se, ovviamente, sarebbe meglio cui due tratti in arresto. Oltre 300 Kg. go vengono chiamate “cheap white’” non acquistarle proprio. I 18 Ad Aversa la dignità ...è passata di moda! l termine “dignità” deriva dal latino “dignitas”, a sua volta derivante da “dignus” che in italiano significa “degno”. Un uomo o una donna “degni”, dunque, sono quelli che vivono il loro tempo in una condizione di “nobiltà morale”. Ad Aversa, però, da qualche tempo, per riconoscere un uomo o donna “degni”, non bisogna far riferimento alle effettive qualità possedute dai soggetti in questione, né al ruolo sociale da loro ricoperto, né tantomeno dal rispetto che viene loro attribuito dagli altri in base al suddetto ruolo. Ad Aversa per valutare se un uomo o una donna sono persone “degne” ovvero dotate di una “nobiltà morale”, bisogna osservare quanto loro stesse rispettino la propria “dignità”. Purtroppo, ci spiace dirlo, da un po’ di tempo a questa parte alcuni personaggi rispettano davvero poco la loro “nobiltà morale”. Pur essendo abituato da anni ad assistere ai “salti mortali con triplo avvitamento” di alcuni miei concittadini, confesso che ultimamente mi sono sentito a disagio riflettendo su quale condizione miserrima possa far perdere ogni rispetto per se stessi, a persone pur dotate d’intelletto e portafoglio adeguati ai nostri tempi. Non è umanamente giustificabile, infatti, che per puro desiderio di “stare in mezzo” o per brama di potere certi personaggi massacrino la loro “dignità” a tal punto da rendersi ridicoli agli occhi dei semplici cittadini. Certe azioni andrebbero valutate prima, con la giusta attenzione. Alcune dichiarazioni, ancor prima di essere rese pubbliche, dovrebbero essere adeguatamente “soppesate” per valutare se quanto affermato potrà essere mantenuto almeno per un paio di giorni! Ormai ci sono personaggi della vita pubblica che quando parlano sono talmente poco credibili che ogni loro parola è intesa “cum grano salis”. Naturalmente queste considerazioni non vanno interpretate come consigli amichevoli che il sottoscritto rivolge a questi personaggi, dei quali, per usare un simpatico eufemismo, “tampoco me ne cale”, ma piuttosto come la voglia di difendere chi ha creduto, forse ingenuamente, in determinate persone elevandole a ruoli e incarichi istituzionali che chiaramente non meritavano. Certi scellerati atteggiamenti e alcuni comportamenti riprovevoli offendono non solo la “dignità” di chi li compie ma, soprattutto, la “dignità” delle istituzioni democratiche nelle quali, ostinatamente, continuiamo a credere. Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Antonio Pagliuca, «‘o mister» «A Cimarosa preferisco il normanno Drengot» E gregio direttore, grazie per lo spazio che vorrai concedermi. Ho diverse cose da dire. Nel numero 5 di NerosuBianco io, che sono un vostro assiduo lettore, ho letto che è stata presentata una mozione dal consigliere Gino Della Valle che vorrebbe intitolare via Roma al musicista Cimarosa, addirittura proponendo alla Giunta di spostare il monumento di Jerace da piazza Mazzini ai piedi del campanile dell’Annunziata. Spero con tutto il cuore che l’Amministrazione comunale non voglia minimamente prendere in considerazione tale mozione. Non sono d’accordo neanche con la proposta del consigliere Paolo Santulli. Una cosa è intitolare piazza San Nicola al beneamato zio, preside Federico Santulli, che per noi aversani rappresenta un’istituzione, e un’altra ben è quella di fare una piazza nell’istituto magistrale «Iommelli». In questo istituto c’è carenza di classi e dunque sarebbe molto meglio costruire un altro plesso per gli studenti, magari andando a fare la piazza nell’area dell’ex Alifana di via Belvedere che dista dalla chiesa di Costantinopoli solo venti metri. Voglio ricordare a questi signori che, nonostante siano stati eletti, dovrebbero farci partecipi di queste decisioni. Per- ché, per esempio, non mettere ai piedi dell’Annunziata un grande cavallo con sopra un guerriero con scudo e spada che rappresenti il normanno Rainulfo Drengot nostro fondatore? Infine, voglio spezzare una lancia a favore dell’attuale amministrazione e dire al partito democratico che ha affisso manifesti riguardanti lo scempio stradale di via Roma, che questo scempio è frutto delle Amministrazioni Ferrara e Golia. Prima di criticare e attaccare guardatevi in casa vostra e impegnatevi insieme alla maggioranza a fare qualcosa di positivo per la nostra città. Antonio Pagliuca IL CASO AVERSA Trasferimento del Centro di salute mentale, scendono in campo Codacons e Tribunale diritti del malato «Il Sindaco poteva bloccare il trasloco e non lo ha fatto» Anna Gioia Trasacco punta il dito verso il primo cittadino. “Ho informato il sindaco – ribadisce - sia prima che si verificasse il trasloco sia nel momento stesso in cui stava avvenendo. A mio parere non avendo autorizzato l’apertura di quella struttura, poteva bloccare il trasloco». Poi sono intervenuti i Nas Antonio Arduino I 20 l trasferimento del centro di salute mentale da palazzo Orabona di piazza Fuori Sant’Anna in una struttura arrangiata, ricavata da un corridoio dell’edificio di viale Europa che ospita il consultorio materno infantile chiusa dai Nas dopo soli dieci giorni perché inidonea e non autorizzata ad ospitare una servizio sanitario poteva essere impedito dal Sindaco. Ad affermarlo è Anna Gioia Trasacco, rappresentante del tribunale per i diritti del malato che ipotizza di denunciare alla magistratura quella che considera interruzione di pubblico servizio della quale sarebbero responsabili i vertici dell’Asl Caserta e lo stesso primo cittadino di Aversa. “Ho personalmente informato il sindaco - dice l’esponente del Tdm - del fatto che la direzione dell’Asl, per ragioni di economia, aveva disdetto il contratto di fitto della sede del Csm di piazza Fuori Sant’Anna per trasferirla il viale Europa, in un edificio di proprietà aziendale che doveva essere ristrutturato, disponendo un trasloco provvisorio in attesa della conclusione di lavori che nemmeno sono cominciati, in locali adattati del complesso polifunzionale in cui ha sede il consultorio materno infantile che si sono dimostrati inidonei al controllo dei Nas”. Tant’è che nel verbale redatto l’11 marzo i carabinieri hanno scritto, tra l’altro, “la struttura necessita di adeguamenti strutturali e funzionali tali da renderla adeguata alla vigente normativa in tema di rilascio delle autorizzazioni all’esercizio per le strutture sanitarie pubbliche e private” aggiungendo inoltre che “la struttura non risulta essere autorizzata all’esercizio di attività sanitarie”. “Ho Salute mentale: è un manicomio! informato il sindaco – ribadisce Trasacco - sia prima che si verificasse il trasloco, sia nel momento stesso in cui stava avvenendo”. “ A mio parere - continua nella qualità di primo responsabile della salute dei cittadini aversani, non avendo autorizzato l’apertura di quella struttura, Sagliocco avrebbe avuto la possibilità di bloccare il trasloco. Obbligando l’azienda sanitaria a trovare una soluzione alternativa che, tra l’altro, era stata già prospettata”. “Perché - ricorda - era stato proposto all’azienda il prolungamento del contratto di fitto della vecchia sede solo per il periodo necessario effettuare i lavori di ristrutturazione dell’edificio di viale Europa. Cosa che avrebbe permesso il trasloco direttamente nella nuova sede”. “La direzione aziendale, però, pur avendo in cassa una somma destinata proprio alla ristrutturazione di quell’edificio ed avendo tempo per realizzarla ha preferito - osserva l’esponente del Tdm - effettuare il trasloco in una sede provvisoria che si è dimostrata nel giro di 10 giorni inadatta al compito a cui era destinata”. “Per la cura della salute mentale per Aversa è una vergogna. E’ un ritorno al passato che riporta gli ammalati all’interno di quel manicomio che è stato cancellato dalla legge 180. Annullando il salto di qualità fatto dalla cura di questi ammalati che ha portato la nostra città a diventare, dal 2002, un esempio nazionale con l’arrivo alla guida dell’azienda sanitaria di Franco Rotelli, allievo di Basaglia”. Infatti dopo la chiusura della sede provvisoria di viale Europa l’assistenza di questi ammalati viene effettuata all’interno dell’edificio B del complesso direzionale dell’ex Asl Caserta 2 in via Santa Lucia, dove vengono utilizzate due stanze, la 113 e 114, poste al primo piano nelle quali non si può più garantire l’assistenza 24 ore su 24 assicurata da sempre, né può assicurare il proseguimento delle cure per gli ammalati che vengono trattati d’urgenza nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura presente nell’ospedale cittadino, né fornire terapie di supporto destinate alla riabilitazione degli ammalati che, oggi, possono ricevere esclusivamente farmaci. Considerando che il centro di salute mentale ha in carico offerto ad oltre 2000 utenti, seguiti dal personale medico e paramedico che assiste ogni giorno dagli 80 ai 100 pazienti, è un salto indietro nel tempo. Un ritorno al vecchio manicomio inaccettabile per una città qual è Aversa che è stata leader della salute mentale in Italia da sempre. Da qui la denuncia fatta dal Codacons Aversa al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. L’associazione di consumatori ha sottoposto il problema alla componente del Governo centrale perché intervenga a risolvere una situazione lesiva per l’immagine della città. L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario resterà in funzione fino al 2015 L’Opg nel regno ...delle proroghe! Le condizioni di permanenza nella struttura aversana sono, però, molto migliorate rispetto ai tempi in cui vi fu l’ispezione della Commissione d’inchiesta parlamentare nel 2011 Salvatore de Chiara L’ 22 Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Filippo Saporito” di Aversa resterà in funzione fino al 2015, questo l’effetto di un decreto licenziato dall’ultimo Consiglio dei Ministri e promulgato, non senza qualche perplessità, dal presidente Napolitano il primo aprile. Si tratta dell’ennesima proroga dell’esecutività degli effetti di una legge voluta nel 2012 dall’allora senatore Ignazio Marino che disponeva la chiusura degli OPG entro il 31 marzo 2013, con affidamento dei detenuti a residenze sanitarie protette affidate alle regioni. Già lo scorso anno una prima proroga aveva fatto slittare al marzo 2014 il momento della effettiva dismissione degli ex manicomi criminali ed attualmente tale momento slitterà ancora al 2015. Secondo il Ministro della Salute Olando si è trattato di “un passo obbligato per il ritardo accumulato da molte regioni”, ed infatti da più parti si levano critiche circa la mancata realizzazione delle “Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza Sanitaria”, le strutture che dovrebbero accogliere gli internati dopo la dismissione dagli ospedali psichiatrici favorendone la cura ed il reinserimento, e sulla carenza di adeguate politiche sanitarie regionali di salute mentale. Ad Aversa la situazione è di attesa, attualmente l’OPG ospita circa 160 detenuti con una tendenza dell’incremento delle presenze a causa della chiusura dell’OPG di Barcellona Pozzo di Gotto che ha determinato l’affluenza ad Aversa anche degli internati provenienti da Sicilia e Puglia oltre al tradizionale bacino di utenza rappresentato dalle regioni Campania, Abruzzo e Opg, rinviata ancora la chiusura Molise. Le condizioni di permanenza nella struttura aversana sono però molto migliorate rispetto ai tempi in cui vi fu l’ispezione della commissione d’inchiesta parlamentare nel 2011 che diffuse in tutta Italia le shoccanti circa lo stato in cui si trovavano i detenuti-pazienti, in questi anni sono stati avviati importati lavori di riqualificazione della struttura ed è stato definitivamente chiuso il vecchio padiglione “Staccata” che versava in pessime condizioni di agibilità. Negli ultimi mesi inoltre si registra un sensibile aumento della disponibilità dei Dipartimenti di Salute Mentale all’avvio di percorsi di cura alternativi all’internamento in accordo ad un più generale orientamento dei magistrati di sorveglianza a concedere l’affidamento a strutture esterne per i soggetti che non siano più considerati socialmente pericolosi. E’ ALLARME SICUREZZA AD AVERSA SUD CON INTERE ZONE AL BUIO E cambiatele queste lampadine! E’ allarme sicurezza tra i residenti di parco Argo. A preoccupare gli abitanti dei tanti condomini presenti nella zona è la carenza di illuminazione delle strade, alcune delle quali sembrano essere quasi completamente al buio. Un problema che non sarebbe legato a guasti addebitabili alla linea elettrica ma semplicemente alla mancanza di manutenzione ordinaria. “In pratica - dice Luigi residente in via Modigliani - in questa zona non si effettua la sostituzione delle lampadine dell’impianto di illuminazione pubblica che si spengono per guasti o semplicemente per esaurimento naturale”. Un dato già segnalato, anche da queste colonne, da un residente di via Belvedere che da tre anni chiede senza successo la sostituzione della lampada andata fuori uso nel lampione antistante la sua abitazione. In condizioni simili anche via Michelangelo nel tratto compreso tra via Salvo d’Acquisto e via Plauto, via Modigliani, via Giotto nel tratto compreso tra via Michelangelo e via Raffaello. Il top dell’assenza di lampioni funzionanti si raggiunge nel secondo tratto di via Michelangelo, quello che finisce su via Pastore. Qui le lampade fuori uso sono praticamente tutte quelle collocate sul lato destro del senso di marcia compreso tra via Plauto e via Pastore. Una condizione di buio che crea non poche preoccupazioni a chi deve percorrere di sera a piedi l’arteria. Se alla mancata sostituzione delle lampade fuori uso si aggiunge la mancata sostituzione dei copri lampada, spazzati via dalle intemperie, la cui assenza favorisce la rottura delle lampade stesse c’è da temere che a breve scenderà il buio totale in moltissime strade del rione. Antonio Arduino di Geppino De Angelis L’unione fa la forza ma non per la Destra L’ unione fa la forza, il vecchio alcuni mesi, sta letteralmente coinvolmotto sempre d’attualità gendo (speriamo non travolgendo) lo nei momenti più critici in schieramento di centrodestra con tante tutti i settori (più che mai in politica) sigle dalla rinata Forza Italia al Nuovo Centro Destra, da Fratelli evidentemente è ignorato d’Italia alla Destra di Stoo tenuto in non cale dai race, tanto per limitarci massimi esponenti dello a partiti o movimenti più schieramento del centroin vista, senza dimentidestra nazionale. care ovviamente ...Forza Questo è quanto neCampania. Un insieme di cessariamente devono forze più divise che mai, desumere da quello che in netta contrapposizione si sta verificando nel l’una con l’altra, che cernostro (una volta) Bel tamente non giovano ai Paese quanti come noi, fini dei risultati elettorali, credendo disinteressacreando notevole contamente in certi valori, fusione e smarrimento hanno sempre votato Silvio Berlusconi tra tanti come noi, con per questo schieramento 24 quando, tra l’altro, essere notoriamente l’appprossimarsi delle varie consuldi destra significava essere emarginati, tazioni elettorali, da quelle europee messi all’indice come “fascisti” nel a quelle amministrative e, perché no, significato che, per chi lo usava a danno anche politiche, perché non si è certi degli altri, voleva essere dispregiativo. che la legislatura attuale possa giungere Ma, coerentemente come sempre, “lo alla sua naturale scadenza, se si tiene spillo” non può esimersi dal mettere in conto dei vari bastoni e ...bastoncini evidenza lo stato di confusione che, da che gli stessi “Democrat” si dilettano a frapporre sulla strada di Renzi. Una situazione oltremodo confusa (e nelle nostre zone in modo particolare) che provoca un notevole disorientamento tra quanti ideologicamente sono legati al centrodestra (anche se ormai, i valori, le ideologie in politica hanno fatto il loro tempo....) con conseguenze che alle prossime elezioni potrebbero essere veramente disastrose, contrariamente a certi sondaggi. Ecco perché “lo spillo” auspica che, messi da parte tutti gli interessi personali, di fazione, di potere, tutte le beghe per continuare a conservare posti di preminenza nello scacchiere politico italiano, nelle varie forze del centrodestra e dei moderati italiani, ci si ricordi del motto col quale abbiamo dato inizio a questa modesta ma sentita “puntura”. Qualcuno, forse, ci obietterà che anche la Dc era frazionata in tantissime correnti ma, a prescindere dalla considerazione che si trattatava di politici di ben altra caratura, nessuno potrà ignorare che quando si doveva votare la “balena bianca” tornava ...ad essere tale! Ad Aversa i genitori che persero la figlia per un boccone di mozzarella andato storto Il Gastrò e le lezioni «salva vita» «S iccome facciamo ristorazione, può capitare che a un bambino vada di traverso qualcosa. E noi dobbiamo essere pronti ad intervenire nel caso accadesse una cosa simile». E’ questa la dichiarazione di Giuseppe Girone, uno dei gestori del «Gastrò» di Aversa e che ha spinto il noto locale normanno ad organizzare una manifestazione dal titolo «Chi salva un bambino salva il mondo intero» domenica 6 aprile scorso. L’evento, che ha visto la partecipazione di tantissimi genitori, è stato organizzato dall’associazione “Le fate di Arianna” onlus, nata l’anno scorso per opera di Luigi Nunziata e della moglie Katia che nel giorno della prima comunione hanno perso la figlia, Arianna, per un ...boccone di mozzarella andato di traverso. Sono tantissimi i bambini morti per soffocamento eppure basterebbero delle semplici manovre per evitare la tragedia. “Grazie al nostro operato - ha detto anche ad Aversa Luigi Nunziata - molti genitori riescono ad apprendere queste manovre ed evitare tragedie che ti segnano per tutta la vita. Dobbiamo far in modo che minori persone possibili abbiano lo stesso nostro dolore inquantificabile”. Nunziata e Katia con materiale illustrativo, un video e l’ausilio di una bambola hanno spiegato ai presenti le manovre che occorrono per disostruire le vie aeree in caso di soffocamento. Tantissime le domande arrivate dai genitori presenti. Si è parlato anche degli alimenti che più di frequente possono essere pericolosi per i bambini: wurstel tagliati in grossi pezzi, mozzarella non sminuzzata, noccioline, acini d’uva, prosciutto crudo tagliato grosso, pezzi di frutta tagliati grossi e caramelle gommose. SCUOLA Aversa, scuole dell’obbligo intasate da alunni non residenti. E’ emergenza Scuole aversane e ...alunni degli altri Il numero dei nati si è mantenuto costante come quello degli alunni destinati a frequentare la prima elementare. Ma nel solo 2013 ben 102 bambini iscritti alla prima elementare non sono nell’anagrafe cittadina. Ed allora il Comune intende alzare le barricate perché i servizi e le strutture costano Antonio Arduino E’ 26 emergenza ad Aversa per l’affollamento delle scuole dell’obbligo, intasate dalla presenza di alunni le cui famiglie non risiedono in città. Un dato consolidato negli anni che, stando a numeri ufficiali provenienti dall’ente comunale, nel 2013 vede ben 102 bambini iscritti alla prima classe elementare non residenti in città e mai iscritti all’anagrafe comunale. Nulla da dire se le scuole ospitanti avessero gli spazi giusti ma considerando che l’Amministrazione si appresta a spendere oltre cinquecentomila euro per ampliare strutture scolastiche che scoppiano, denaro che esce dalle tasche dei cittadini aversani, considerando per la refezione, con l’avvento dell’amministrazione Sagliocco, ai non residenti viene chiesto il pagamento per intero della quota fissata dall’ente quale ticket a carico delle famiglie mentre i residenti pagano in maniera ridotta (fino al 100 per cento) sulla base del reddito, viene logico chiedere se non si debba prevedere un ticket anche per i servizi collegati al rispetto dell’obbligo scolastico utilizzati dai non residenti. Una quota minima, simbolica che permetterebbe di coprire una parte delle spese imposte ai cittadini aversani per, ad esempio, ampliare lo spazio mensa o per la realizzazione di nuovi ambienti destinati ad ospitare studenti o ad essere sale docenti, come chiesto da alcuni istituti cittadini. Interventi che costano e che oggi pesano solo sulle tasche degli aversani e che, forse, non sarebbero necessari se gli studenti di provenienza esterna alla città frequentassero la scuola dell’obbligo nei comuni di residenza dove le Tanti alunni residenti in altri Comuni frequentano le scuole dell’obbligo di Aversa Interventi che costano e che oggi pesano solo sulle tasche degli aversani e che, forse, non sarebbero necessari se gli studenti di provenienza esterna frequentassero la scuola nei comuni di residenza amministrazioni dovrebbero assicurare gli spazi necessari alla popolazione in età scolare, senza intasare le strutture di una città la cui popolazione scolastica negli ultimi cinque anni non è cresciuta, come dimostrano i dati Istat. Basta un controllo sul web per rendersi conto che la popolazione in età scolare di Aversa nell’ultimo quinquennio non è aumentata. Infatti il numero dei nati si è mantenuto praticamente costante passando dai 423 del 2009 ai 441 del 2013, come costante è stato quello dei ragazzi destinati a frequentare la prima classe elementare passato dai 552 del 2009 ai 557 del 2013 e di quelli destinati a frequentare la prima media passati dai 600 del 2009 ai 612 del 2013. Dati che non giustificano la mancanza di posto addotta da istituti che non avrebbero la possibilità di accettare allievi, anche residenti, per insufficienza di aule. Da qui la necessità, per il primo cittadino, di fare chiarezza sul tema dando incarico al dirigente del settore di effettuare un dettagliato riscontro della corrispondenza tra platea scolastica e allievi iscritti nelle diverse scuole di competenza comunale. L’obiettivo non è negare il diritto all’istruzione ma garantire il diritto dei cittadini a pagare solo quanto da loro dovuto senza sobbarcarsi spese create da altri. di VITO FAENZA Il Gattopardo e le riforme... R icordate la frase, diventata saranno stampate le schede elettorali famosa, del “Gattopardo”: “Fa per 50 enti da rinnovare e non mi pare che tutto cambi, perché nulla poco). E allora perché tanta ostilità? cambi”? Mi è venuta spesso in questi Anche qui un mistero! giorni sentendo le opposizioni alle Legge anticorruzione. Il procuratore nariforme proposte da Renzi. Ma andiamo zionale antimafia, Roberti, l’ha giudicata con ordine. buona, come tantissimi, eppure il M5S L’abolizione del Senato. C’è stata una sollevazione contro la proposta di Renzi. Stranamente a difendere il Senato c’è anche Stefano Rodotà che nel 1988, da presidente del Pds, 28 ha presentato una proposta di riforma costituzionale per la completa abolizione di questa Camera. Si può cambiare idea, ma mi sembra strano Maria Elena Boschi e Matteo Renzi che in questi 26 anni abbia stravolto le motivazioni che propose all’epoca, si è fatto prendere dalla solita tiritera contro la quale si schierarono i partiti “noi non siamo d’accordo”, contestando della maggioranza (e anche qualche il fatto che le pene previste siano scese a esponente dell’opposizione). Dunque, da un minimo di quattro ad un massimo non capisco qual è il problema. Trase- di dieci anni di reclusione. Critiche colo quando leggo («Il Fatto», sabato 5 anche al fatto che non sia punibile il aprile) che Grillo sostiene che la propo- “politico che si mette a disposizione sta non ha senso, perché fa risparmiare della organizzazione criminale”. Ma se “solo” 150 milioni e non di più. Misteri un politico si “mette a disposizione” della politica! risponde del 416 bis.Se si aggiunge il Abolizione delle Province. E’ evidente 416 ter, dovrebbe rispondere, per lo che la legge approvata il 2 aprile non stesso fatto, di due reati. Se avete qualle elimina. Per farlo occorre che ci sia che dubbio, leggetevi l’ordinanza che ha una riforma costituzionale. Visto che per riportato in carcere Nicola Cosentino. modificare la Costituzione occorrono Ho l’impressione che ci sia, dietro le quattro passaggi (due alla Camera e critiche, la volontà a non avere nessuna due al Senato), perché non incidere in legge, piuttosto di una legge applicabile. quell’occasione per trovare, assieme Restituzione di 80 euro. Mi sarei aspetall’abolizione, una soluzione alle obie- tato barricate per sostenere che erano zioni? Intanto non si vota per queste poche (1000 euro l’anno non sono poistituzioni e si risparmiano tanti soldi chi, specie in un periodo in cui abbiamo e si rispetta l’ambiente (dato che non visto solo diminuire e mai aumentare), invece le critiche sono tecniche, dogmatiche e si concentrano solo su alcune affermazioni: Dove prelevano i soldi? Come si rispettano i vincoli di bilancio e così via. Si tratta di un fuoco di fila preventivo, spaventati dal fatto che, per la prima volta, per i redditi più bassi c’è una, piccola, boccata di ossigeno, e questo possa creare consensi ad un Governo che va avanti come un treno. Critiche avanzate nel tentativo (non solo da parte delle opposizioni) di farlo deragliare. Riforma del lavoro. Nella mia vita professionale ho fatto firmare contratti a termine ad alcuni giovani colleghi. Il fatto che al termine del contratto si dovesse attendere un mese o più per rinnovarlo creava scompensi e molte apprensioni. Alcuni di loro, con grande sforzo, sono riuscito persino a farli assumere (solo un paio, purtroppo). Gli altri li ho lasciati nel limbo (e solo perché sono andato in pensione). Oggi non c’è più l’obbligo di interruzione, il che significa che alcuni problemi sono stati risolti. Certo, occorre una forte iniziativa per l’occupazione, ma certamente non è la modifica dei contratti a termine che può essere decisiva. Occorre altro, ma su questo nessuna proposta. Mistero anche in questo caso. Attenti, non sono a favore di Renzi, aspetto che porti a compimento le sue idee, per verificare se e come le realizza, quindi giudizio in attesa dei prossimi mesi, sapendo bene che o si fanno le riforme o affondiamo tutti, anche gli oppositori “a prescindere” ...e quelli che vogliono che tutto cambi affinché nulla cambi. Buona Pasqua! LA RISPOSTA La risposta di Vincenzo Napolillo: «Quella di Romualdo Guida non è altro che una sua opinione» Aversa fu edificata da Rainulfo Drengot nel 1030 Il documento del 1050 attesta: Già da 20 anni i Normanni risiedono nella città di Aversa; «Iam olim anno vigesimo residente gens Normannorum per urbem aversam». L’abbaglio preso da Alfonso Gallo è che, squadernando questo documento, non fece un calcolo semplicissimo: 1050-20 = 1030 S 30 ulla data di fondazione di Aversa, che rimane inoppugnabilmente 1030, non è mia intenzione scendere in polemica contro Romualdo Guida, studioso di notevole valore e autore del pregevolissimo libro: «Dai Vichinghi ad Aversa Normanna – L’evoluzione urbanistica e alcune delle Cento Chiese», nel quale tuttavia conferma, prendendo la stessa svista di Alfonso Gallo, che Aversa fu edificata da Rainulfo I Drengot nel 1022. È bene precisare che il documento capuano del 1022 è un atto di donazione e non di fondazione. Nel mio volume, «Aversa città dei Normanni» (Cosenza, Edizioni Orizzonti Meridionali, 2011), che si trova esposto nella vetrina della «Libreria Quarto Stato» di Aversa, ho letto più approfonditamente le fonti consultate da Lo stemma dei Normanni Romualdo Guida. Compito dello storico non è quello di svolgere una «tesi» o ricavare alcune «deduzioni», ma di accertare come sono veramente andate le cose. Ho consultato la «Ystoria Normannorum» di Amato di Montecassino, che nel libro primo narra l’ascesa di Rainulfo I Drengot e nel libro ottavo la morte di Riccardo Quarrel, principe di Capua e conte di Aversa, e l’elenco dei benefici da Riccardo e dal duca Roberto il Guiscardo, uomo ornato «de la dignité de toute verité», concessi al monastero benedettino di Cassino. Romualdo Guida attesta che Leone Ostiense fissa la data dell’arrivo dei Normanni in Campania nel 1016. Sono d’accordo. C’è però un particolare: egli non ha consultato direttamente la fonte ma ha tratto la notizia da Ferdinando Fabozzi. Nella «Chronica Monasterii Casinensi» (Mariano Dell’Olmo può darne conferma), scritta da Leone Marsicano (cardinale vescovo di Ostia) e continuata da Pietro Diacono, egli non ha letto evidentemente il passo che sconfessa Alla «Cimarosa» il primo premio del Concorso «don Peppe Diana» Gli alunni di Amodio ...camminano uniti! A ncora una volta l’istituto comprensivo “Cimarosa-IV Circolo” di Aversa sale alla ribalta per il successo conseguito in un Concorso, questa volta ancora più importante atteso che era intitolato al sacerdote martire della camorra don Peppe Diana. Il tema del concorso artistico letterario, giunto alla sua undicesima edizione, ha visto la partecipazione di tantissime scuole della Campania (e non solo) e verteva sulla “rinascita” di un territorio come il nostro. Un tema che ha visto entusiasticamente impegnati gli alunni guidati dalle prof.sse Antonietta Rispo ed Erminia Pisano, con la realizzazione di diversi lavori, i più belli e rappresentativi dei quali eseguiti dagli alunni della seconda E che hanno preparato il manifesto, ideato dall’alunna Claudia Pondurno, rappresentante un grande sole che irradiava i suoi raggi su dei giovani ritratti di spalle perché diretti verso la sua luce e verso la scritta: “Camminiamo uniti 1994-2014”. Per decisione della preside Cecilia Amodio, il premio sarà devoluto all’Unicef, anche perché il Comprensivo ne è ambasciatore. Mentre gli alunni della scuola media hanno vinto il primo premio del Concorso letterario, quelli della quinta elementare sezione A, coordinati dall’insegnante Patrizia Savarese, hanno ricevuto attestati di partecipazione. Geppino De Angelis LA RISPOSTA la data del 1022:«Poi Sergio, recuperata Napoli, si unì al cognato Rainulfo, uomo valoroso, e nominandolo conte di Aversa, con gli alleati normanni per odio e ostilità del Principe. stabilì che rimanessero in quel luogo. E allora Aversa cominciò a essere abitata per la prima volta»; Tuncque primum Aversa coepta est habitari. L’abbaglio preso da Alfonso Gallo e da coloro che pedissequamente lo seguono è che quando squadernò il documento aversano del l050 non fece un calcolo semplicissimo: 1050-20 = 1030. Il documento del 1050 attesta: Già da 20 anni i Normanni risiedono nella città di Aversa; «Iam olim anno vigesimo residente gens Normannorum per urbem aversam». L’Anonimo dell’Histoire de l’origine du Royame de Sicile et de Naples dichiara che i Normanni capeggiati da Rainulfo «Non è mia intenzione scendere in polemica con Romualdo Guida ma la data di fondazione di Aversa rimane inoppugnabilmente quella del 1030» Drengot presero un luogo che, si crede, essere «Ponte Felice» e lo abbandonarono, perché inadatto a costruirvi «comode abitazioni», e perciò andarono a «cominciare la costruzione di Aversa la Normanna, che essi possederono sotto il titolo di contea». Guglielmo Appulo dichiarò, infatti, che Rainulfo Drengot esplorò dapprima i terreni acquitrinosi e poi gettò le fondamenta di Aversa in un’altra zona. Romualdo Guida e Nicola De Chiara hanno identificato il luogo con Ponte a Selice. Nel maggio 1038, Corrado II il Salico confermò a Rainulfo la concessione del titolo: Conte di Aversa. Spettava, infatti, all’imperatore conferire l’investitura di Aversa e non a Sergio IV duca di Napoli; si ripeté così il caso di Rollone in Francia. Appare chiaro che la «convinzione» di Romualdo Guida, che cioè Aversa fu fondata nel 1022, non è altro che una sua «opinione», fermo restando il suo indiscusso merito di avere scritto un’opera di grande considerazione e utilità. Vincenzo Napolillo 31 L’INTERVISTA Abbiamo incontrato Ernesto Natale, il Dirigente Scolastico del Comprensivo di Carinaro Le scuole di qualità non sono solo ad Aversa Ha ereditato una direzione didattica ed una scuola media e li ha trasformati immediatamente in un Comprensivo di successo. Proviene da un istituto di Napoli ed è stato accolto benissimo dai docenti, dagli alunni e dai carinaresi. Ha due grandi plessi e un corpo docente che lo segue con entusiasmo Nicola De Chiara E’ 34 stato accolto benissimo dai docenti, dagli alunni e dai carinaresi. Ha ereditato una direzione didattica ed una scuola media e li ha trasformati immediatamente in un Comprensivo di successo. E’ al suo secondo anno di esperienza in una scuola aversana ma sembra già entrato nella storia scolastica di Carinaro. Abbiamo incontrato Ernesto Natale, un dirigente scolastico che è arrivato da un istituto di Napoli ma che si sta facendo valere a Carinaro. Preside, quanti alunni conta il vostro comprensivo? Circa novecento alunni. In che modo scontate la forte vicinanza con Aversa che può contare su tante scuole dell’obbligo? Aversa è la città di riferimento non c’è dubbio. Carinaro è ai confini e spesso si confonde con Aversa. Ma posso dire con orgoglio e soddisfazione che diversi alunni da Aversa sono confluiti nel nostro istituto. Cosa ha trovato al suo arrivo in questa scuola? Ho trovato innanzitutto un corpo docente all’altezza della situazione sia per quanto riguarda la scuola primaria sia per quanto riguarda la media. Un corpo docente che ha saputo subito adeguarsi alla nuova realtà del comprensivo, che ha recuperato, diciamo, una nuova identità ma senza perdere la sua storia. Ci hanno colpito le straordinarie strutture della sua scuola. Ci troviamo nel plesso delle elementari. E’ così anche per quello delle medie? Certamente. Io l’ho definita fin dai primi momenti che l’ho vista una Le aule del comprensivo di Carinaro sono tutte tecnologicamente attrezzate «In questo caso, a mio giudizio, credo che occorra sottolineare un’altra cosa e cioé che il Comune ha un occhio davvero attento per la scuola» scuola alla De Amicis. Veramente bella. Due strutture davvero otime. Abbiamo anche creato dei nuovi spazi, la mensa, dei laboratori, dobbiamo allestire quello di musica, quello di informatica è stato adeguato alle nuove esigenze. Ho davvero poco di che lamentarmi. Quindi possiamo affermare che il Comprensivo sia diventato un fiore all’occhiello per Carinaro? Lo erano già i due istituti che ho trovato. In questo caso, credo che occorra sottolineare un’altra cosa e cioè che l’Amministrazione comunale ha un occhio attento, davvero attento, alla scuola. Quindi lei non si lamenta del Sindaco e della sua Giunta? Non ne avrei motivo. Parliamo adesso dell’offerta formativa e delle attività extra curriculari? Sono tantissime a partire dai nostri Pon. Molte nostre iniziative confluiscono in pubbliche manifestazioni. L’anno scorso ricordo volentieri la prima giornata sportiva presso il campo sportivo che ci ha portati a tenere un torneo di pallavolo, una stracittadina e vari giochi. L’anno scorso il Comune ci ha finanziato un viaggio ad Auschswitz, nell’ambito della giornata della memoria abbiamo visitato quelli che erano i campi L’INTERVISTA di concentramento tedeschi. Un’eperienza straordinaria per i trenta alunni coinvolti, i più meritevoli delle terze. Ma tante sono i nostri viaggi d’istruzione. L’anno scorso siamo stati in Puglia, a Lecce, quest’anno andremo sul lago di Garda. Il Comu- Ernesto Natale ne quest’anno ci darà la possibilità anche di andare in Croazia a visitare le foibe. I ragazzi e la comunità carinarese come percepiscono questa rivoluzione? Non è una rivoluzione perché anche in passato ci sono state attività rilevanti. Come quella che ho trovato e che ritengo meriti di essere portata avanti, mi riferisco al premio dedicato al cardinale Sepe che facciamo ogni fine anno. Siamo arrivati alla quattordicesima edizione. Sepe premierà anche quest’anno gli alunni più meritevoli delle terze con una medaglia d’oro. Ad Aversa è bagarre per i tanti non residenti che vogliono frequentare le scuole normanne. Ma la vostra grande realtà dimostra che anche nei Comuni limitrofi si può trovare un’offerta formativa di qualità. Un’istituzione scolastica è essenzialmente fatta dalla professionalità del corpo docente e dalla capacità e qualità delle strutture. E credo che il comprensivo di Carinaro, al quale presto dovrà essere dato un nome, da questo punto di vista non debba temere alcuna concorrenza. 35 LO SCANDALO Solo ad Aversa sono cinquanta i vincitori sono in attesa della pubblicazione delle graduatorie Dirigenti Scolastici, il Concorso truccato Una marea di dubbi, di sospetti sulla validità delle prove scritte ed orali (oltre a quelle preselettive) ha travolto il Concorso, con membri della Commissione giudicatrice indagati e «gravi» intercettazioni Geppino De Angelis P 36 erché finora non è stata pubblicata la graduatoria dei vincitori? C’è stato qualche provvedimento da parte dell’autorità amministrativa o giudiziaria? E’ mai posssibile che, dopo quasi tre anni dalle prove preselettive, che già suscitarono tantissimi dubbi, polemiche, accuse, non si riesca a vedere la fine di un Concorso che, per migliaia di aspiranti, è costato un bel po’ di soldi per la preparazione? Sono tantissimi gli interrogativi che pendono sull’ultimo Concorso per aspiranti Dirigenti Scolastici che si abbattono come un vero e proprio tsunami sulla scuola della Campania, quasi non ci fossero, di tanto in tanto, gli scandali dei “diplomifici” delle scuole paritarie. Un Concorso sul quale, dopo il “polverone” mediatico dello scorso febbraio, quando si è appreso dello scandalo nei suoi particolari, non si è saputo più nulla, come se una coltre dell’oblìo, per inconcepibili motivi debba avvolgere l’intera, clamorosa, squallida vicenda. Tutti certamente ricorderanno che, stando al clamore suscitato dagli ampi servizi giornalistici, una marea di dubbi, di sospetti sulla validità delle prove scritte ed orali (oltre a quelle preselettive) ha travolto il Concorso, con membri della Commissione giudicatrice, esponenti di rilievo del mondo scolastico regionale indagati, intercettazioni dalle quali è emerso un po’ di tutto, sequestro degli atti relativi alle prove e chi più ne ha più ne metta. Stando alle intercettazioni ed a quel che si è letto sugli organi di informazione, nello scandaloso “bailamme” che ha travolto il mondo scolastico campano, non sarebbe mancato un forte interessamento di Parlamentari ed esponenti politici di varia estrazione, per piazzare persone di propria conoscenza nelle Tanti indagati in Campania per il Concorso di Dirigente Scolastico Non sarebbe mancato un forte interessamento di Parlamentari ed esponenti politici di varia estrazione, per piazzare persone di propria conoscenza nelle Commissioni di esame Commissioni di esame. Prima che dell’intera vicenda si interessasse la Procura partenopea, già c’era stata l’interruzione delle prove di concorso per alcuni ricorsi al Tar, ma tutto sembrava che fosse finito alla cosiddetta ...acqua e sapone, risultando, poi, infondati i ricorsi, fino a che non ci ha messo le mani la magistratura avendo evidentemente riscontrato che nell’intera vicenda ci sono grossi estremi di reato che vanno dalla truffa all’abuso d’ufficio al falso ideologico. Ad Aversa (e non solo), dove sono almeno una cinquantina quelli che hanno superato le prove, si sta provvedendo a preparare un vero dossier con una “cordata” di legali per presentare una diffida contro la finora mancata pubblicazione delle graduatorie del Concorso, in attesa, se non erriamo, che nei prossimi mesi il Consiglio di Stato decida definitivamente nel merito anche se, inutile sottolinearlo, quello che conta maggiormente è che la magistratura ordinaria faccia piena luce sull’intera vicenda. Non possiamo chiudere queste note senza auspicare che tali concorsi, come si verificava fino ad alcuni decenni addietro, siano finalmente espletati in sede nazionale e non a livello ...condominiale, come sta avvenendo da alcuni lustri, con le ben note conseguenze sotto molteplici aspetti in tantissime scuole. Tenuto anche conto che il ruolo di un dirigente scolastico, nella cosiddetta scuola dell’autonomia, è fondamentale perché l’istituzione scolastica sia guidata nella maniera migliore possibile, nell’interesse degli alunni e per il prestigio della stessa scuola italiana. AUGURI Per la gioia di papà e mamma, ing. Salvatore Nugnes e prof.ssa Maria Romano, il 28 marzo 2014 è nata la piccola Vittoria Karola. Auguri dai nonni Paolo, Antonio, Consiglia e Maria e dagli zii Giuseppe, Luigi, Teresa, Pina e Mimmo. Potete scriverci alla nostra e-mail: nerosubianco2@gmail.com Gli annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti AUGURI AUGURI LAUREA Con la massima votazione e la lode, presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Sun, ha conseguito la laurea triennale Giovanna Gravino, figliuola di Carmine e Carmen Crispino, discutendo una tesi su “Catalogazione dei beni archeologici. Le iniziative catalografiche nelle regioni a statuto ordinario, gli esempi di Lombardia, Campania ed Emilia Romagna”. A Giovanna gli auguri dei genitori, dei fratelli e del fidanzato Francesco. AUGURI 38 Tanti auguri alla piccola principessa di casa Natoli. Bernadette, per la gioia di papà Tommaso e di mamma Chiara, festeggerà il 16 aprile il suo onomastico. Augurissimi dalla nostra Redazione. Tre anni fa nascevi tu, Gaia, “La Rosa più bella del mondo”. Il nonno materno Salvatore Misso, lo zio Saverio e la zia Macrina, presidente della scuola materna Happy School, che da un anno frequenti con gioia e dove festeggerai i tuoi tre anni ti augurano buon compleanno. Il 5 aprile Leandra ha compiuto 9 anni e Vincenzo ha festeggiato il suo onomastico. Auguri da mamma Speranza, da papà Nicola Stabile e dai nonni. mio di Giuseppe Chiatto Marò, solidarietà sì ma cittadinanza no! I 40 l caso dei due marò italiani, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, fatti rientrare in Italia e poi rispediti in India, si è trasformato nella peggiore debacle della diplomazia italiana. Le responsabilità politiche principali ricadono sulle spalle del titolare della politica estera, Giulio Terzi di Sant’Agata, non a caso poi dimessosi. Ma la vicenda si rivela torbida sin dagli inizi in una miscela di toni sensazionalistici contro l’India e «informazione tossica». I due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, hanno ucciso, al largo delle coste indiane, ed a bordo della petroliera Enrica Lexie, due pescatori indiani il 15 febbraio 2012, scambiandoli per pirati. Come spesso accade in Italia il fatto in sé è diventato un’arena nella quale spendersi. Pro e contro. Il sinologo emigrato nel subcontinente indiano e caporedattore dell’India, Matteo Miavaldi, ha scritto un libro dal titolo “I due Marò”, dove racconta la verità sui fatti accaduti, ed esprime senza riserve molte sue considerazioni che personalmente condivido. La prima è che questa vicenda mette in mostra un’Italia debole e inetta dal punto di vista della politica internazionale. Il I due marò Girone e La Torre punto non è quello di entrare nel merito delle accuse, ma di chiedere il rispetto dei trattati internazionali e del loro diritto ad essere processati in Italia. Perché solo a distanza di due anni vi sto parlando dei marò? Perché qualche settimana fa il consigliere Comunale di maggioranza (e mio stimato amico) Rosario Capasso, ha prodotto una mozione per riconoscere la cittadinanza onoraria ai due marò. Mi sembra doveroso spiegare ai lettori che non ho dubbi sulla buona fede di Rosario Capasso. Sono convinto, infatti, che voglia dare ai due artificieri quello che un intero Paese come il nostro non ha saputo dare, l’effettiva e non solo chiacchierata, solidarietà. Ma è altrettanto doveroso spiegarvi come la penso. I due marò sono il simbolo di un’ingiustizia che va abrogata, ciò nonostante non li ritengo eroi e quindi non meritevoli della cittadinanza onoraria. Dalle loro armi sono partiti i colpi che hanno ferito mortalmente il venticinquenne Ajesh Binki ed il quarantacinquenne Vlentine Jelastine, entrambi pescatori. Se proprio venissi costretto, al limite la cittadinanza onoraria la darei ai perenti dei pescatori, sono loro le vere vittime. A proposito, pare che sulla mozione si sia schierato favorevole il consigliere Salvino “Stampella” Cella. Non vi meraviglierei, cari lettori, se il Salvino cittadino, pur di dare ragione alla maggioranza, offrisse la cittadinanza aversana anche ...al Mostro di Firenze. I successi poetici dell’ottimo collaboratore scolastico del Secondo Circolo Giuseppe Fabozzi, «core normanno» «S e dice Averza ‘o paese de pazze / ma nunn’ è overo simme ‘e bona razza». Sono questi i primi due versi di «Core normanno» che dal 2006 hanno soprattutto fatto conoscere il poeta Giuseppe Fabozzi. Grazie alla poesia, l’Aversano sta riuscendo a farsi conoscere al pubblico, partecipando a vari concorsi letterari e riscuotendo un notevole successo tra i cultori del vernacolare. Nel 2003 ha ricevuto il premio speciale con la poesia «kosovo» all’ottavo premio internazionale «Città di Aversa”; nel 2004 si è classificato al secondo posto al quinto premio di poesia “Eduardo” con l’opera «’O turmien- to». Da allora tutta una serie di successi per le sue argute composizioni. Fa parte dell’associazione culturale «Jommelli» e dell’associazione «Artisti Aversani» con la quale è stato cofondatore del “simposio di primavera” e del “presepe poetico”, ricevendo per entrambe le manifestazioni larghi consensi. Oltre alla poesia, Giuseppe Fabozzi si diletta anche con i pennelli. In redazione, l’ottimo collaboratore scolastico del Secondo Circolo di Aversa, ci ha portato un breve componimento ma estremamente pungente che vogliamo riportarvi: Si intitola «’A Giunta comunale»: ‘Annu fatto ‘nata giunta comunale/ va vide chesta mò quanto vale./ Pe’ me so tutte ‘o stesso/ Giuseppe Fabozzi fanno a gara a chi t’adda fa’ fesso…/ Sentite a me, chi saglia saglia/ è sempe ‘o popolo c’arraglia,/ tanto s’è capito; a stu paese/ ognuno ce vo fa spese./Chisto è n’albero da cuccagna/ chi saglia ‘ngimmo pizzica e magna. MOZZARELLA DI BUF FA ALA CAMP PA ANA DOP buona, sempre. 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Partiti aversani, dilaniati, spariti, annullati e annichiliti da una pervicace strategia del terrore e di promesse vuote senza costrutto per la collettività ma al massimo buone per soddisfare chi oggi ignobilmente e subdolamente esercita il potere di rappresentanza democratico. Consiglieri comunali in ordine sparso, fantasmi senza nome e in crisi d’identità, mortificati, usati e spudoratamente truffati dei loro voti. Consiglieri comunali venduti che in solo attimo si sono schierati col potere, fregandosene dei voti dei cittadini, anzi usandoli per trattare a mano libera col principe misantropo. Assessori fantasmi, annullati, gettati in un angolo anzi in un ripostiglio e regolarmente ignorati. Nessuno li conosce e nella maggior parte dei casi sono lasciati in pasto ai cani quando si verificano casi come quelli della mensa scolastica. Chi nasce quadro non muore tondo, si dice nella nostra tribù-redazione. In generale, vista la situazione italiana, è possibile dare credibilità a chi nella sua vita ha fatto del tradimento e dell’inganno il proprio credo e a chi per carriera non ha saputo fare altro che distruggere i suoi compagni di cordata? È chiaro che creare una squadra ove ognuno è sotto la spada del “ricatto” e della minaccia della “distruzione della bottega” non può che creare situazioni al limite della commedia dell’arte ove il singolo attore non protagonista viene calpestato nella sua dignità. A che servono gli assessori? A loro è vietato finanche parlare e scrivere. Possono offuscare le “grandi capacità comunicative” e l’eloquio del capo dell’amministrazione... Uomini senza qualità e senza dignità e in crisi di identità non servono ai cittadini. Quest’amministrazione ha annullato la cultura e sta riportando indietro nel Lo stato dell’arte di un’amministrazione di “uno solo al comando” Partiti aversani, dilaniati, spariti, annullati e annichiliti da una pervicace strategia del terrore e di promesse vuote senza costrutto per la collettività ma al massimo buone per soddisfare chi oggi ignobilmente e subdolamente esercita il potere di rappresentanza democratico tempo una città come Aversa faro di conoscenza, centro polare e avanguardia dei cittadini dell’Agro. Il sedile di San Luigi agonizza tra immondizia e misero abbandono, tra la vita e la morte per consunzione. Il parcheggio sull’ex Alifana, una volta luogo di battaglie, di indignazioni e di vibrate proteste da parte dell’attuale Sindaco, è ora rientrato nella piena normalità frutto della più becera convenienza politica? Gli standard comunali, altro cavallo di battaglia di quando il futuro nostro Sindaco viaggiava in lungo e in largo ad aprire circoli di “Futuro e Libertà” per conto di Fini e Italo Bocchino, ora sono off limits sempre per la più spietata convenienza politica? Il degrado umano e l’assoluta mancanza di dignità di personaggi che in altri contesti sarebbero cacciati via per incapacità questo ha prodotto Aversa negli ultimi anni. “Io non mi faccio vendere, mi vendo da solo”: quale merce posseggano queste macchiette alla “ciccio formaggio” di Nino Taranto non è dato sapere. Ma forse sì: la mano da alzare in Consiglio comunale! Che squallore! Augh, ho detto! CHIPPEWA SOCIALE Cambia l’associazione, «Noemi» prende il posto di «Noi voci di donne», ma non gli attori Sportello antiviolenza, Sagliocco ci riprova Il protocollo d’intesa con Tribunale, Università e Unicef. Al tavolo ancora Francesca Petrella per la quale il Sindaco di Aversa ora si gioca la faccia. Tante belle intenzioni ma ai mega progetti preferiamo le piccole cose realizzabili. Lo sportello «immediatamente operativo» Nicola De Chiara S 44 periamo che sia la volta buona. E’ questo il titolo che si potrebbe dare all’ennesima puntata della telenovela legata all’istituzione dello sportello antiviolenza di Aversa, andata in onda il 4 aprile scorso sulla casa comunale. Dopo aver inaugurato lo sportello presso la casa della cultura «Caianiello» nel gennaio 2013 e chiuso nel gennaio 2014, il Comune riprende in mano il progetto, cambiando associazione (adesso punta sulla neonata «Noemi» che prende il posto di «Noi voci di donne») ma non gli attori, visto che al tavolo della presentazione del nuovo protocollo d’inte- Giuseppe Sagliocco con Raffaela Piccolo e Francesca Petrella SOCIALE sa si presenta ancora quella Francesca Petrella (la nipote del Sindaco?) che, dopo essersi dimessa da «Noi voci di donne» per l’eccessivo carico di lavoro ed essere arrivata ai ferri corti con la sua ex presidente Pina Farina, ritenta sperando di aver maggiore fortuna. Noi crediamo davvero che questa sia la volta buona e per diversi motivi. 1) Non crediamo che il sindaco Sagliocco abbia voluto insistere su questo fronte soltanto per accontentare le bizze della giovane (ma motivata) Francesca Petrella; 2) il nuovo protocollo d’intesa ha messo attorno al tavolo stavolta autorevoli rappresentanti. Ne fanno parte, infatti, il presidente del tribunale di Napoli nord, il dott. Giuseppe Cioffi; il dipartimento Dicdeta della facoltà di Ingegneria nella persona della prof. ssa Annamaria Rufino e la presidente del comitato Unicef di Caserta, Emilia Narciso. Siamo rimasti poi impressionati dall’intervento della presidente dell’associazione «Noemi», l’avvocato Raffaela Piccolo, che ha dimostrato competenza e tanta voglia di fare. E’, dunque, difficile che si sbagli anche stavolta. Sagliocco si gioca ora più che mai la faccia e sa che tanti suoi denigratori lo aspettano al ...varco su una problematica - quella della violenza sulle donne e sui minori - che non può diventare una ...barzelletta aversana. Che il tutto sia stato organizzato ancora una volta un po’ alla ..carlona c’è stato a malincuore dimostrato dal rifiuto della prof.ssa Rufino di firmare il protocollo d’intesa (che evidentemente non aveva avuto opportunità di leggere). Un protocollo standard che contiene tante pie intenzioni, anche se, al di là di quello che c’è scritto, conta tanto quello che si metterà in campo. Per il resto i giorni di apertura dello sportello rimangono gli stessi (martedì e giovedì). L’orario accorciato di un’ora (dalle 16,00 alle 18,00) rispetto al vecchio acccordo con l’associazione «Noi voci di donne». Lo sportello - ha garantito il Sindaco - sarà immediatamente operativo e ci sarà anche un numero di telefono mobile (curiosa questa dicitura: evitiamo impegni fissi!) attivo 24 ore su 24. Cosa si sono impegnati a fare Tribunale e Università non c’è stato molto chiaro ma qualcosa faranno. Lo sportello è stato allargato ai problemi dell’infanzia. La disponibilissima Emilia Narciso ha detto ancora sì al sindaco Sagliocco senza sapere poi cosa effettivamente fare e quali siano le risorse a disposizione (ma davvero il Sindaco crede che con il solo ricorso ai volontari si facciano miracoli?). Il simbolo dell’Unicef servirà ancora a dare “respiro internazionale” ad un’iniziativa del Comune ma oggi davvero il fumo conta ancora più dell’arrosto? Ai mega progetti preferiamo sempre le piccole cose ma realizzabili ed allora finiamola di scrivere tanto per scrivere perché di questo si tratta. Nel protocollo d’intesa si legge, tra l’altro, “il Comune di Aversa e il comitato Unicef di Caserta collaboreranno per sviluppare strutture permanenti di governo locale per assicurare un’attenzione prioritaria a bambine, bambini e adolescenti; prevedere un processo sistematico per analizzare l’impatto sull’infanzia di leggi, politiche e prassi prima, durante e dopo l’attuazione; programmare un monitoraggio annuale sulla condizione dei bambini e dei loro diritti; sostenere le organizzazione dei diritti umani per promuovere i diritti dei bambini” e così via. Sembra un accordo delle Nazioni Unite. Ma dalla città dei balocchi e dei sogni ritorniamo subito con i piedi per terra quando pensiamo che ad Aversa ai bambini è difficile pure garantire il servizio di mensa scolastica. 45 LA NOTIZIA Diverse Università si prenotano per fare ricerca presso il Centro Studi «Le Reali Case dei Matti» Quando la storia insegna Abbiamo incontrato il direttore del Centro, Nicola Cunto La razionalizzazione degli spazi, lo spostamento dell’archivio e, soprattutto, i nuovi progetti di ricerca sulla psichiatria del domani Nicola De Chiara N 46 uovo passo in avanti per il Centro studi «Le Reali Case dei Matti» che conserva la memoria storica dell’ex manicomio civile di Aversa con le migliaia di cartelle cliniche e la storica biblioteca. Ora di questo grande patrimonio, custodito, difeso ed inventariato dal direttore dott. Nicola Cunto, con la collaborazione preziosissima di Candida Carrino e di Salvatore Misso, si interessano le università e non solo le nostre. Ma sentiamo Nicola Cunto. «Abbiamo razionalizzato tutti gli interni - ci dichiara. Stiamo spostando l’archivio nella parte praticabile. Abbiamo riservato un’ala all’archivio e alla ricerca storica ed l’altra ala ai progetti di ricerca sulla psichiatria del domani, per cominciare ad agire sul territorio per un’opera di prevenzione primaria delle malattia mentali. Il nostro obiettivo è fare benessere psicologico per non fare ammalare i giovani, combattendo così le droghe, l’alcolismo, combattendo le neo pa- fare ricerca presso il nostro centro studi sul tema «Gli spazi della mente» ovvero il rapporto tra la spazialità e le malattie mentali, che mi sembra un argomento abbastanza attuale. All’università di Fisciano, invece, vogliono creare delle borse di studio da destinare al manicomio per fare una ricerca storica sulla malattia mentale, Le antiche pandette del manicomio pronte per essere consultate soprattutto quella di fine Ottocento e tologie mentali. Partiamo dalla storia di inizio Novecento”. per guardare al futuro». Le università Al centro studi «Le Reali Case dei sono particolarmente attive sul fronte Matti», ospitato al piano terra dell’ex della ricerca storica. «La nostra facoltà manicomio di Aversa, è possibile accedi Architettura - continua Cunto - ha dere tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, deciso di mandare un’intera classe a dalle ore 9,00 alle 13,00. inVito@pranzo I l riso Basmati è originario di una regione fra l’India settentrionale e il Pakistan. E’ un riso dal chicco allungato particolarmente adatto per le insalate di riso, piatti a base di pesce. La scarsa presenza di zuccheri (0,1 per 100 grammi) e di grassi (0.5 ogni 100 grammi) lo rendono adatto alle diete con un giusto apporto di proteine e carboidrati. Per questo mi sono proposto di farne una ricetta da mangiare calda o fredda a seconda dei gusti e della stagione. Ingredienti per 4 persone: 400 grammi di riso Basmati, 200 grammi di gamberi (completamente sgusciati e privati di testa e interiora), due bustine di zafferano, sale q.b. di Vito Faenza Riso Basmati, zafferano e gamberi Preparazione: Fate cuocere il riso Basmati in acqua salata, ma non abbondante. Il riso deve “consumare” tutta l’acqua. A metà cottura aggiungete i gamberi e quando l’acqua di cottura sarà quasi tutta assorbita aggiungete le bustine di zafferano. Mescolate energeticamente il tutto. Volendo, potete aggiungere una spruzzata di pepe macinato fresco, oppure, in alternativa, una spruzzata di buccia di limone grattugiata. Se lo servite caldo non necessita di ulteriore manipolazione. Se invece lo servite freddo, come ho fatto io, con un coppa pasta, create delle porzioni individuali che decorerete con listelle di carote e un mezzo pomodoro alla sommità. E’ molto gustoso, non richiede eccessivo tempo (al massimo venti-venticinque minuti) ed è molto gustosa e anche scenograficamente piacevole. Una ricetta che vi invito a fare perché ne verrà fuori un piatto particolarmente ...attraente. L’INCHIESTA Quelli della «Gioventù bruciata» erano ...angioletti rispetto ai giovani d’oggi La famiglia, la scuola e la Chiesa alzino la guardia Abbiamo sentito don Pasqualino De Cristofaro in merito all’aggressività giovanile: «Gli adulti non hanno saputo offrire modelli costruttivi e non hanno saputo arginare, contrastare quelle modalità educative che hanno invece rafforzato gli atteggiamenti trasgressivi» Geppino De Angelis «L 48 a nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani...”: da quando il filosofo greco Socrate ebbe ad esprimersi così, oltre duemila anni fa, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima ma, purtroppo, le cose sono notevolmente peggiorate. I mebri della gang protagonista del famosissimo film “Gioventù bruciata”, interpretata da James Dean nel 1955, sono da considerarsi dei veri ...angioletti rispetto a tantissimi giovani di oggi. Basta dare uno sguardo ai giornali, seguire servizi televisivi per venire a conoscenza di stupri di gruppo, aggressioni da parte del “branco”, senza ignorare che, non di rado, i social network anonimi diventano arene protette dove prendere di mira la vittima di turno, fino a volte spingerla al suicidio, com’è avvenuto recentemente con la 14enne Nadia che a Cittadella (Padova) si è gettata dal sesto piano di un hotel abbandonato, spinta al suicidio dalle molestie su Ask. Stando a preoccupanti dati statistici, nello scorso anno una decina di adolescenti nella sola Europa si sono suicidati perché vittime di bullismo su Ask. Perché si verifica tutto questo? La risposta l’abbiamo chiesta a don Pasqualino De Cristofaro che, come docente negli istituti superiori e rettore della chiesa di San Francesco di Aversa, è da una vita in mezzo ai giovani. “II disagio giovanile - ci ha dichiarato il nostro amico e padre spirituale - che riguarda moltissimi giovani di oggi è l’espressione di una problematica che li investe: dipendenze dalle droghe, anoressia, bulimia, forti difficoltà rela- Jame Dean nel film “Gioventù bruciata” - 1955 zionali in famiglia e fuori. Gli episodi che ogni giorno ci riferiscono con dovizie di particolari sono la parte visibile del grande disagio sociale e l’assenza di un codice di comportamento che dovrebbe essere calato dentro ognuno, giovani e meno giovani. Il problema dell’aggressività giovanile o bullismo fino alla stupro di gruppo ha raggiunto proporzioni tali che sembrano sfuggire ad ogni controllo. Ci siamo abituati e siamo in altre faccende affaccendati! L’aggressività è qualitativamente diversa dal passato. Gli studiosi del fenomeno danno analisi puntuali e diverse per la molteplicità delle cause, tra le quali metterei al primo posto un spaventosa carenza o deformata affettività che scatenano nei giovani atteggiamenti violenti. Si è presi dall’emergenza ma non si gettano le basi culturali e morali per costruire per il loro avvenire. Dalla mia esperienza, lunga ...lunga, posso dire che l’aggressività che si manifesta in tutti gli ambienti e a tutti i livelli non è altro che il prodotto di una società in evoluzione e in regressione. Non si è saputo trasmettere nella famiglia, nella scuola e nella convivenza civile gli elementi fondanti del vivere civile quali il rispetto della persona, l’autocontrollo e soprattutto il rispetto delle regole. Il vero concetto di libertà, di persona, di affettività sono tutti da riscoprire per poterli vivere in pienezza. Gli adulti non hanno saputo offrire modelli costruttivi e non hanno saputo arginare, contrastare quelle modalità educative che hanno invece rafforzato gli atteggiamenti trasgressivi. Tutti colpevoli? No. Ma tutti responsabili sì. Fortunatamente, però, nonostante questa visione pessimistica della realtà giovanile del nostro tempo, non mancano momenti in cui assistiamo ad esperienze altamente positive in certi gruppi ecclesiali o non, la gioia di affermazione a scuola, nel lavoro, nella vita e la capacità di produrre azioni di solidarietà e attenzione al prossimo. La collettività, la farniglia, la scuola e la Chiesa devono alzare il livello di guardia perché i fenomeni negativi di cui sono protagonisti i nostri giovani devono essere contenuti fino a scomparire”. L’INCONTRO Abbiamo incontrato il prof. Giuseppe Luongo, tra i maggiori vulcanologi e non solo italiani Il Vesuvio minaccia Aversa? L’esperto, giunto ad Aversa per un Convegno del Rotary presieduto da Giovanni Costanzo, afferma: «Starete tranquilli fino a quando non si risveglieranno i Campi Flegrei!» Giuseppe Lettieri D 50 alle finestre e dai balconi di molte case aversane si può ammirare la grande montagna, il Vesuvio, considerato uno dei vulcani più pericolosi del mondo, che non è vicinissimo ma neanche lontano, in quanto dista in linea d’area meno di 25 chilometri dalla nostra città. Quali sono i pericoli che Aversa e gli aversani potrebbero correre in caso di risveglio? Ne abbiamo parlato, in occasione di un convegno sul rischio Vesuvio, organizzato dal Rotary Club di Aversa Terra Normanna, con il professor Giuseppe Luongo, tra i maggiori vulcanologi non solo italiani, per anni ai vertici dell’Osservatorio Vesuviano (il primo centro vulcanologico fondato addirittura dai borboni), già presidente Consiglio Scientifico e poi direttore dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia del Giuseppe Lettieri è con Giuseppe Luongo CNR, docente presso la Federico II e anche con alcune esperienze in politica, come consigliere comunale a Napoli e Pozzuoli (fine anni Ottanta), dove fu tra l’altro Coordinatore Responsabile per l’Attività del bradisismo (1984) e Senatore della Repubblica nel 1992. Allora professore, l’abbiamo ammirata già dagli anni Ottanta, nelle le sue sortite televisive, quando era considerato un catastrofista? Io non lo sono mai stato. Sino a metà degli anni Settanta, nessuno parlava di un rischio Vesuvio. Così sollevando l’allarme, fui considerato un catastrofista. In realtà, dalla fine degli anni Sessanta era iniziata una speculazione edilizia alle falde del vulcano e quindi erano in ballo molti interessi. Oggi che a livello mondiale tutti presentano il Vesuvio come una sorta di minaccia assoluta, io resto più cauto. Tuttavia non è in dubbio se il Vesuvio erutterà o meno, ma solo quando, e ciò al momento, per la scienza, è difficile prevederlo. Certo, con tutti i documentari catastrofici L’INCONTRO ed i film, non ultimo l’inglese Pompei nelle sale dallo scorso febbraio, la nostra montagna è diventata un grande attore. In caso di eruzione, ci saranno gravissimi pericoli per la popolazione? Ovviamente dipenderà dal tipo di eruzione. Ci sono quelle più deboli come l’ultima del 1944, o quelle più forti come quella del 1631, definita sub pliniana. Quella più forte di tipo pliniano definita così dal nome dello storico Plinio che la descrisse, è quella del 79 d.C. quando appunto furono sommerse Pompei, Ercolano, Oplonti, etc... Oggi lo scenario è cambiato: si è costruito tantissimo e ci sono centinaia di migliaia di persone che vivono nella cosiddetta zona rossa che, oltre a correre rischi immediati in caso di eruzione, avranno anche problemi in futuro. In che senso professor Luongo? Che il piano attuale contro il rischio Vesuvio, prevede delle scelte incomprensibili. Prenda ad esempio Portici. Se venisse rasa al suolo i suoi abitanti dovrebbero trasferirsi in Lombardia. Ma a far cosa? Chi ha qui la propria attività, il proprio mondo, avrebbe un contraccolpo psicologico non indif- ferente. Dove abiterebbero? Pensate ai vari terremoti avuti in Italia dove ancora molte persone vivono nei prefabbricati o in alloggi di fortuna. Piuttosto occorreva negli anni de- Il Vesuvio: l’eruzione del 1944 congestionare la zona più a rischio, e costruire altrove in Campania. E Aversa corre pericoli in caso di una forte eruzione? Tutto sommato credo sia sicura. Le scosse di terremoto provocate dal fenomeno vulcanico qualche problema, non di certo preventivabile, potrebbe- ro causarlo agli edifici. Ed ancora la ricaduta delle ceneri, ma non in maniera copiosa, anche a causa dei venti, che solitamente soffiano da norde st, e quindi le stesse colpirebbero più la zona amalfitana. Salvo che quel giorno non spirino venti contrari, come lo scirocco, allora la caduta di cenere su Aversa sarebbe certamente più copiosa. Oggi è difficile prevedere che tipo di eruzione sarà. Il fatto che il Vesuvio sia dormiente da ormai settant’anni non autorizza di certo a pensare che quando si sveglierà ci sarà un’eruzione violenta. Ma non possiamo affermare neanche il contrario, né prevedere con largo anticipo quando la stessa eruzione avverrà! Comunque Aversa resta al sicuro? Certo, fino a quando non si risveglieranno i Campi Flegrei! Ci lascia sorridendo il professor Luongo, sapendo bene che tutti parlano di Vesuvio, ma pochi dei Campi Flegrei, la cui caldera vulcanica è molto più grande di quella vesuviana. L’assenza di coni vulcanici visibili li rendono meno appetibili ai media, ma se decidessero di dare un segnale della loro vitalità a noi non resterebbe che fare una cosa: fuggire il più lontano possibile! 51 SALUTE Viene anche definita implantologia one-day perché permette l’applicazione dei denti entro poche ore L’implantologia guidata al computer L’ 52 implantologia computer assistita è una metodica che permette l’applicazione degli impianti dentari anche senza incisioni gengivali, cioè spesso senza l’utilizzo del bisturi, in maniera semplice e sicura. Questa metodica, grazie all’ausilio di uno specifico software che utilizza i dati ottenuti da una TAC del paziente, dalla scansione dei modelli ottenuti dalle impronte, permette di ottenere un modello tridimensionale della bocca e delle ossa mascellari, su cui si può simulare l’intervento chirurgico che si farà poi nella bocca . Dalla simulazione si può realizzare poi una “mascherina chirurgica” che guiderà l’odontoiatra nella disposizione degli impianti in maniera sicura, rapida e minimamente invasiva, mantenendo un grado di precisione altissimo. Non vi sarà pertanto il gonfiore tipico degli interventi eseguiti in maniera tradizionale, così come il dolore post operatorio risulterà assente o minimo perché è tutto eseguito nel pieno rispetto dell’anatomia del paziente. L’implantologia computer assistita viene definita anche implantologia one-day, poiché permette l’applicazione degli elementi dentari entro poche ore dall’intervento. Grazie infatti alla pianificazione preliminare dell’intervento, è possibile conoscere in anticipo la disposizione degli impianti. Ciò permette di ottenere preliminarmente un modello riprodu- cente la posizione tridimensionale finale degli impianti nella bocca del paziente, il quale permette a propria volta all’odontotecnico di realizzare gli elementi dentari protesici, che spesso possono essere applicati direttamente nella stessa seduta dell’intervento. Spesso si pensa che questa metodica vada limitata solo ai casi estremamente complessi, invece dovrebbe rientrare nelle metodiche di routine, anche l’ABS delle auto prima era riservato solo alle auto di lusso, ma adesso è presente su tutte le auto, la sicurezza degli automobilisti e dei pazienti prima di tutto. dott. Massimiliano Arlotta STORIA NOSTRA Al Vescovo di Aversa Zelo arrivò una lettera anonima contro il «promesso» parroco di S. Paolo Nell’Anno del Signore 1857. Diocesi e ...simonia! Il sacerdote don Ferdinando Garofano era accusato di «molti intrighi ed impegno grande» verso il Vescovo e di aver promesso denaro per diventare ad ogni costo il parroco della Cattedrale. Il Vescovo era, dunque, invitato ad «evitare lo scandalo e la simonia» Salvatore di Grazia U 54 n cardinale del 1500, Sartori, paragonò la Chiesa all’arca di Noè che “attraversa le acque del diluvio ma resta salda malgrado «sedizione, eresia scisma e delitti». Questa frase mi è tornata alla mente quando nella collezione dell’amico Carmine Tabarro ho scovato un altro pezzettino di storia nostra, una lettera, stavolta religiosa. Dopo averla letta, ho pensato che dopo aver attraversato «le acque del diluvio», l’arca aversana era incorsa in una «trubbeja», un temporale estivo, che riguardava da vicino i componenti della nostra millenaria Diocesi. Prima, è meglio ricordare che la “simonia” è un termine ecclesiastico che indica il commercio degli ordini e delle cariche sacre. La sua eccezionale gravità per la Chiesa stava nel fatto che, oltre che come peccato, si configurava come eresia. In termini pratici, si potrebbe parlare di corruzione o meglio, nel caso che segue, di un sospetto di corruzione che, purtroppo, talvolta accompagna l’esercizio del potere di qualsivoglia natura, sia civile che religioso. Ma andiamo con ordine. Siamo nel 1857 e dalla buca delle Poste di Aversa esce una missiva anonima indirizzata al Vescovo, Monsignor Domenico Zelo (che con l’Unità d›Italia verrà segnalato come sospetto filo-borbonico dal Comandante della Guardia Nazionale di Aversa al Governatore di Terra di Lavoro) che oltre all’indirizzo reca sul verso la scritta: “affari di coscienza”. “In nome di Gesù e Maria” Eccellenza Reverendissima, Il seminario e popolo di Aversa umilmente espongono all’E.V. come trovansi aggravate le loro coscienze per lo scandalo di simonia propagata, a causa dello ordinario con- La lettera a Zelo e, sotto, il fronte fessore Garofano di San Biagio, per occupare la piazza di parroco di S. Paolo non solo ha fatto molti intrighi ed impegno grande verso V.E. ma ancora ha fatto promessa di denaro ad uno dè prebennati (presbiteri) forse all’E. vostra ben noto di essere approvato per parroco di S. Paolo, e doppia promessa di denaro ha dimandato il prebennato da farlo tra poco tempo canonico, vera più vera simonia notabilissima; ora tutti siamo in nome di Dio a pregare l’E. Vostra che si compiaccia accomodare le nostre coscienze per questo scandalo già saputo di simonia ed ordinare come regolava Sua E. De Luca (predecessore del Vescovo Zelo n.d.a) che le Parrocchie non si danno per via di impegno, intrighi e denaro affinché non regna lesione alla nostra Città la simonia e nominava a suo piacere e coscienza i soggetti per tali cariche acciò si evitava lo scandalo e la simonia. Dunque preghiamo la E.V. che si compiaccia riserbare a sé tale nomina del parroco di San Paolo affinché il vostro nome maggiormente si rende di gloria verso Dio e di più lode rispetto ed amore gli verrà compartita dal suo popolo tutto. Iddio sia sempre con V.E. e Maria”. L’incarico di parroco della Cattedrale doveva essere di grande importanza e questa lettera testimonia quanto fermento l’affare procurò nel clero aversano, anche se essa non può che essere valutata come una semplice tessera degli equilibri diocesani, o dell’invidia umana che si cela sotto qualsiasi vestimento. Ricevuta la lettera il Vescovo si limitò a datarla e decretarla come segue: “Ricorso contro il Sac. Don Ferdinando Garofano per Parroco di S. Paolo”. In realtà, per valutare l’importanza di questa “anonima” missiva, bisognerebbe sapere se per Don Garofano arrivò mai la Bolla di nomina a parroco della Cattedrale. Ma cosa accadde poi non c’è dato saperlo, solo in Vescovado sanno com’è finita. LE CELEBRAZIONI La storia misconosciuta dei resti di Jommelli, andati dispersi nell’ipogeo di una cappella della chiesa S. Agostino alla Zecca e le ossa ...fantasma! Le incredibili rivelazioni dell’operaio che fu incaricato, nel 1924, da Salvatore Di Giacomo di recuperare la cassetta: «Nel portarla su mi cadde dalle mani aprendosi. Scesi subito e quando vidi che la cassetta era vuota la riempii con le ossa che trovai sotto mano per non perdere le venti lire di compenso...» Antonio Marino Q 56 uando il cav. Salvatore De Santis ritorna a Napoli per prelevare l’urna contenente i resti di Niccolò Jommelli, in compagnia di chi scrive, viene freddato dalla ...latitanza del rettore, padre Mennino, che adduce un certo testamento spirituale (mai dimostrato in concreto) secondo il quale il musicista prima di morire avrebbe espresso il desiderio di essere sepolto in quel luogo ameno. Il colloquio con padre Mellino dura poco. Il padre si congeda quasi subito, lasciandoci con i nostri dubbi. Rimasti soli tentiamo il tutto per tutto. Puntiamo gli occhi sullo scaffale dov’era depositata la cassetta e decidiamo di prenderla, a qualsiasi costo. Siamo nell’autunno del 1973. Saliamo su uno sgabello e ci impossessiamo della preziosa urna che mettiamo in una grossa borsa portata per l’occorrenza. Usciamo dalla chiesa ed imbocchiamo il Rettifilo. Ma, fatti pochi passi, il cav. De Santis si ferma, cominciando ad avere degli scrupoli: non se la sente di coronare un così tanto atteso sogno ...truffaldinamente. Cosa avrebbe detto al Vescovo di Aversa che gli aveva aperto le porte di S. Agostino alla Zecca? Così, anche se a malincuore, torniano indietro e rimettiamo l’urna al suo posto. Per nostra fortuna nessuno ci vide. Il ritorno ad Aversa fu davvero sconsolante. Qualche mese dopo, siamo nel 1975, mentre l’amministrazione comunale onorava Jommelli con una discutibilissima manifestazione, l’agostiniano Antonio Farinaro faceva tumulare silenziosamente, su una parete della chiesa partenopea, i resti del nostro Jommelli. Una tumulazione che chiudeva inglo- appreso dall’agostiniano padre Finelli agli inizi degli anni Sessanta che, un Le confidenze dell’agostiniano giorno, ebbe a dirci: «Caro fratello, voi padre Finelli ci hanno cercate ciò che non esiste!», troncando consentito di ricostruire subito il discorso. la vera storia dei resti del Nei giorni successivi padre Finelli, nostro musicista, andati però, cedette alle nostre insistenze, dispersi molto probabilmente rivelandoci quanto sapeva (per averlo ...come quelli di Cimarosa sentito dire). Secondo il suo racconto le cose non sarebbero andate come si disse ...nel lontano 1924. A parlare della cosa, dieci anni dopo, nel 1934, era stato proprio l’operaio che ebbe l’incarico da Salvatore di Giacomo di recuperare i resti di Jommelli. Al ritorno dai funerali di don Salvatore, questi agli amici, sorseggiando una birra, così avrebbe confidato: «Don Salvatore era un brav’uomo assai ma una volta non mi sono comportato onestamente. Nel portare su la cassetta con le ossa di Jommelli mi scappò dalle mani perché era molto sporca ed unta di grasso umano e ricadde nel pozzo, aprendosi (da notare che parlava in lingua dialettale). Scesi subito e quando vidi che la Il monumento nella chiesa di S. Agostino alla Zecca cassetta era vuota la riempii con le ossa che trovai sotto riosamente la partita per gli Aversani. mano per non perdere il compenso Quel monumento oggi è ancora là in promessomi di venti lire. Salito sopra una chiesa chiusa ed abbandonata ...da poi la consegnai a don Salvatore ...ma quando il terremoto del 1980 la rese quel fatto l’ho ancora sulla coscienza». inagibile. Parole che passarono evidentemente di Interessante è anche quello che uffi- bocca in bocca, arrivando anche alle cialmente ...non si sa sul recupero dei orecchie dei padri agostiniani. Stando resti di Jommelli dal fondo dell’orrendo così le cose, dunque, i resti di Jommelli ipogeo della cappella di S. Tommaso avrebbero fatto la stessa fine dei resti di di Villanova. Il particolare (non secon- Cimarosa, andando dispersi. dario) che vi raccontiamo lo abbiamo 2 - fine STORIA NOSTRA Il popolino la teneva in grande considerazione per i suoi ritrovati medicamentosi Guarirella, la locandiera del Ponte Mezzotta Originaria del giuglianese, donna Flora, non bella ma fisicamente ben dotata, faceva del suo meglio per essere sempre all’altezza del compito sublimandosi quando capitava nel locale qualche persona importante. E un governatore dell’Annunziata aveva per Lei un gran ...trasporto Antonio Marino U 58 n centinaio di anni fa e anche di più il Ponte Mezzotta, già di Friano, contava soltanto poche casupole sparse. Che si allineavano lungo i binari del tram, raggruppate intorno ad un attivo Mulino e vicino ad una chiesetta campestre. Una quasi Cappella che fugava di tanto, con i rintocchi della sua campanella, la monotonià del luogo. Situato all’estrema periferia sud di Aversa lungo l’Appia, la sola e più importante strada che conduceva nel capoluogo campano, il Ponte Mezzotta (da un ponte che probabilmente esisteva) costituiva un punto di sosta e di ristoro per i viandanti dell’epoca. Aversa, Porta Napoli a inizio Novecento Principalmente per i carrettieri, alcuni dei quali solevano fermarsi (soprattutto di sera) per una frugale cena prima di rincasare. Ben accolti e confortati dall’accoglienza di una certa Flora Castellone che, col padre Tanino, gestiva una sorta di piccola, rustica locanda e sapeva preparare gustosi piatti. Una cucina casareccia la sua, che solo pochi conoscevano, il cui profumo si spandeva tutto dintorno sperdendosi tra il verde dei campi circostanti. Dove facevano capolino, tra gli alti filari di viti, piante di loti e di aranci che erano una meraviglia a vedersi quando, stracarichi di frutti, baciavano la sottostante vegetazione. Originaria del giuglianese, donna Flora, STORIA NOSTRA non bella ma fisicamente ben dotata, faceva del suo meglio per essere sempre all’altezza del compito sublimandosi quando capitava nel locale qualche persona importante. Come ad esempio don ...., un governatore dell’Annunziata, che aveva per Lei un gran trasporto e col quale aveva rapporti molto intimi tanto - ci è stato detto- da far fare le ore piccole. E la protezione di un uomo così influente, oltre a giovarle economicamente, la poneva al di fuori d’ogni pericolo di sorta facendola anche rispettare dal popolino. Che, oltre ad apprezzarla per le sue capacità culinarie, la teneva in grande considerazione - perciò ne parliamo - per i suoi ritrovati medicamentosi che riuscivano ad alleviare (senza ricorrere al medico) i mali più comuni. Forte infatti di un volumetto (Come curarsi con le erbe) donatole da un monaco di passaggio, proveniente dalla Badia laziale di Casamari, la nostra Flora, apprendendo i segreti della natura, si era improvvisata anche “guaritrice” mettendosi a dare consigli e a curare molte afflizioni della gente. Con l’andar del tempo sapeva tutto delle piante e delle erbe, soprattutto medicinale, ed aveva imparato una serie di formule fitoterapiche con le quali (facendole applicare correttamente) riusciva a lenire tante sofferenze. In questo - va detto - le era di aiuto l’amico governatore che, per accattivarsela di più, le procurava le erbe officiali e gli ingredienti di cui aveva bi sogno. Con i quali preparava, nelle ore libere, infusi, decotti e pomate per chi glieli chiedeva e che ricambiava (la pagava) generalmente in natura …barattando roba utile, Con l’eclissarsi del Governatore, Guarirella (rimasta sola e per giunta calunniata) conobbe la via del declino che fu lento ma inesorabile. Fu trovata morta dietro la locanda di prima necessità. A Lei ci si rivolgeva per un’emicrania, una foruncolosi, la pressione alta, le emorroidi, un attacco di fegato, per la febbre alta, per gli ascessi che originavano fistole, per le fratture, la gastrite, una infiammazione gengivale, per la gotta, per la nevrastenia, l’obesità, l’orticaria, l’infiammazione della prostata, le scottature, per le coliche renali, per la costipazione e tante altre cose del genere. Per queste sue virtù curative, che spesso davano l’effetto desiderato, la “tuttofare” Flora era comunemente chiamata Guarirella (perché guariva), un appellativo di cui andava assai fiera. Che, ponendola all’attenzione, la mise un po’ - come suol dirsi – nell’occhio del ciclone esponendola alle maldicenze del volgo. Con l’ecclissarsi del governatore, che pensò opportuno cambiar aria, Guarirella (rimasta sola e per giunta calunniata) conobbe la via del declino che fu lento ma continuo ed inesorabile. Scemando la clientela, aumentò la sua solitudine e, perdendo lo smalto che l’aveva sempre animata, perse l’amore per la vita. Sta di fatto che, venendo meno il vecchio padre Tanino, ebbe a lasciare la sua attività, isolandosi dal mondo. Fu trovata morta dietro la locanda, nel cortiletto con pergolato che si apriva sulla distesa dei campi da lei tanto amati. Non aveva ancora raggiunta la soglia dei cinquant’anni e, ironia della sorte, qualche tempo dopo (a seguito di un forte acquazzone) la lava proveniente dai Camaldoli portò via con sé gran parte della struttura della sua locanda cancellandola dal luogo. 59 TRADIZIONI E’ uno dei componenti fondamentali del nostro pranzo di Pasqua e di Pasquetta Tortano o casatiello, solo questo il dilemma Qual è il nome vero di questa specialità? In realtà non esiste una vera differenza. La possibile spiegazione può essere ricercata nella storia di Napoli. Ed allora il termine «casatiello» prenderebbe il nome dal pasticcio spagnolo quesadilla e «tortano» dalla sua forma a ciambella Giuliana Andreozzi S 60 i avvicina Pasqua e, nelle nostre case o almeno in quelle dove ancora si seguono le tradizioni, si cominciano a considerare i diversi elementi che andranno a costituire il pranzo di Pasqua e quello di pasquetta. Tra gli altri, uno dei componenti fondamentali è rappresentato dal tortano o casatiello. Si tratta di una forma rotonda di pasta di pane, con un foro centrale, lavorata con sugna, pepe e ciccioli ed imbottita con salame e formaggio parmigiano e pecorino, il tutto tagliato a cubetti. Talvolta sulla superficie fanno bella mostra di sé alcune uova intere, spesso tenute ferme da due listelli di pasta che si incrociano. Ma quale è il nome vero di questa specialità? Tortano o casatiello? Per cercare di spiegare questa duplice denominazione di uno stesso prodotto, Tortano o casatiello? qualcuno sostiene che il tortano sarebbe privo delle uova sulla superficie, uova che sarebbero invece presenti nel casatiello e identifica nei due listelli di pasta il simbolo della croce. In realtà non esiste una vera differenza tra i due pro- dotti. Per capire a cosa potrebbe essere dovuta la diversità nella denominazione dobbiamo considerare che, mentre nel napoletano prevale il termine casatiello, nel casertano predomina il termine tortano. In casa mia, mio padre, la cui famiglia era originaria di Giugliano, lo chiamava casatiello come si usa ancora oggi a Napoli mentre mia madre, la cui madre era di Casapulla e quindi del casertano, lo chiamava tortano anzi “tortano condito”. Una possibile spiegazione può essere ricercata nella storia di Napoli che, nella prima metà del Quattrocento, fu conquistata dagli Aragonesi. Questo fatto portò ad una profonda penetrazione della lingua spagnola nell’uso quotidiano. Non solo la Corte e la Cancelleria parlavano e scrivevano spagnolo ma anche i letterati e i nobili, quasi nel tentativo di fondersi HA PARTECIPATO AI 40 ANNI DI ATTIVITA’ DE «IL GIARDINO DEI SEMPLICI» Peppe Cirillo, arriva un nuovo cd C’ era anche l’aversano Peppe Cirillo a festeggiare i 40 anni di attività de «Il giardino dei Semplici» al Teatro Cilea di Napoli l’ 11 aprile scorso, in una serata che non può non definirsi memorabile non solo per chi ama l’amarcord. Oltre a Cirillo tra gli altri ospiti, presenti anche Francesco Boccia e Giada Caliendo. Una scelta non casuale quella della band napoletana famosissima a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta con brani come Miele e M’innamorai oltre alla versione ultramoderna di un classico come Tu can un chiagne. I quattro, infatti, hanno una sincera stima di Cirillo (napoletano d’origine, ma, oramai, aversano da oltre 40 anni) non solo come cantante ma anche come autore e musicista. Non a caso Cirillo ha interpretato il brano “Damme”, compreso nel cd “Più a Sud”, rivisitato per l’occasione e reso più acustico, accompagnato dalla band napoletana. Peppe Cirillo, autodidatta, giunto alla musica in tarda età e solo ed esclusivamente per passione, sta lavorando agli ultimi ritocchi del suo nuovo cd: «Favole, amore e bossanova», 10 brani inediti già presentati in anteprima all’Auditorium D’Aponte, mentre si sta lavorando ad un progetto con la riproposizione di otto brani classici napoletani più quattro inediti per una produzione nuova. Tra Peppe Cirillo le attività del ‘nostro’ si sta lavorando anche all’ipotesi di un mega concerto al Teatro Metropolitan di Aversa dove Cirillo sarà accompagnato da interpreti di rilievo della musica partenopea. Nicola Rosselli TRADIZIONI con i dominatori. Ancora nel Seicento Napoli era nota come la città “dove per lo più si va alla lingua spagnuola” e solo alla fine del Settecento lo spagnolo fu soppiantato, almeno nel linguaggio di corte, dal francese che si affiancò al napoletano. Tutto questo portò ovviamente al trasferimento di molte parole ed espressioni nel linguaggio popolare per cui il casatiello prenderebbe il nome dalla quesadilla, un pasticcio ripieno di formaggio che in spagnolo si dice queso. Da dove potrebbe derivare invece il termine tortano? Come abbiamo detto, la base del tortano o casatiello che dir si voglia è rappresentata dalla pasta di pane. Un tempo, quando il pane si faceva in casa, le forme possibili erano fondamentalmente tre: la pagnotta, rotonda come una luna piena, il palatone o palata o cocchia a seconda delle dimensioni, di forma oblunga, e il tortano, a forma di ciambella, con un foro centrale. Ancora oggi, quando si va a comprare il pane, accanto alla miriade di forme e di tipi che sono disponibili nelle salumerie, si può comprare un tortano di pane. Ed è da qui che nasce l’uso di chiamare tortano anche quello che si prepara nel periodo pasquale ed è chiara anche la distinzione che faceva mia madre quando lo definiva tortano condito. La presenza poi delle uova sulla superficie sarebbe solo un ulteriore arricchimento di un cibo già di per sé molto ricco tanto è vero che si possono trovare sia tortani con sopra le uova sia senza, a seconda dei gusti. Non tutti, infatti, gradiscono la presenza delle uova che devono essere messe crude, con tutto il guscio, e che si cuociono insieme al tortano. Mia madre, donna dal palato fine, sosteneva che, nei punti dove venivano inserite le uova, la pasta non riusciva a crescere bene mentre noi le volevamo anche perché l’uovo, cuocendo al riparo della pasta di pane, acquista un sapore diverso da quello che avrebbe se venisse semplicemente infornato. La diatriba è ovviamente insolubile. Qualcuno cerca di mediare introducendo delle uova sode intere all’interno dell’impasto ma anche questa non è una soluzione. Ad ogni modo, tortano o casatiello, con o senza le uova sulla superficie, il sabato santo nelle case e nelle panetterie si potrà sentir aleggiare il profumo inconfondibile della tradizione. 61 E’ happy mania anche ad Aversa: basta collegarsi a youtube «Aversa Happy», con AGstudio si può Un vero e proprio inno alla gioia di essere aversani quello realizzato da Nino Gravino, con il contributo di numerosi talenti nostrani. Un breve video per mettere in evidenza il positivo Mirko Rambone H 62 appy mania anche ad Aversa. Grazie ad una produzione dell’AGstudio, con la regia di Nino Gravino e l’organizzazione generale di Annamaria Iodice, pure la città normanna impazza nella rete, sulle note della celeberrima hit di Pharrell Williams, “Happy”. Basta collegarsi sul canale internet di Youtube e cercare Happy from Aversa: come per magia appare un video, la cui durata supera di poco i cinque minuti, che in appena quattro giorni è stato già visto da oltre ventimila utenti del web, ricevendo consensi unanimi. Mette allegria vedere i cittadini di Aversa ballare sulle note di questa allegra canzone, giovani, meno giovani e giovanissimi. Come location alcuni dei luoghi più belli della città. Tra cui via Roma ed il parco Pozzi, la villa comunale, posta di fronte al municipio, la casa dove nacque Domenico Cimarosa e via Seggio, una delle strade che di recente è stata rivalutata tantissimo grazie all’apertura di tanti nuovi bar e graziosi ristorantini. Anche i ragazzi del seminario vescovile hanno deciso di partecipare a questa iniziativa e poi mangia fuoco, giocolieri e chi più ne ha più ne metta. Regalarci spensieratezza e sorrisi: questo il messaggio! Aversa è una città che vanta una grande patrimonio artistico, grandi tradizioni enogastronomiche ed è proprio questo che emerge dal video. Ma nel contempo siamo coscienti del fatto che le cose non vanno sempre come dovrebbero andare, ma anche se imperfetta io Aversa la amo così, con i suoi pregi ed i suoi difetti! I ballerini professionisti della Ck Streeet Dance danno il tocco in più al nostro video. Sul canale youtube attualmente sono stati pubblicati 1032 video da 305 nazioni differenti in tutto il mondo. Ma quello su Aversa ha una marcia in più. Per questo i commenti positivi impazzano sulla rete, con tantissimi aversani che dichiarano di ...amare la propria città. Insomma, la bella stagione è iniziata col piede giusto. Allora diamo il benvenuto al caldo con un grande sorriso e speriamo davvero per il futuro in una ...happy Aversa! La giovane fotografa aversana debutta con la sua prima mostra, «Bio-Style» Angelica Casaccia, talento fashion I n un noto locale della zona sud di Aversa, si è tenuta, il 4 Aprile, la prima mostra fotografica di Angelica Casaccia. La giovane e talentuosa aversano, appena ventuno anni, diplomata al «Siani» è attualmente iscritta, dopo aver superato con successo la difficile selezione, all’ambito corso di laurea in Design per la Moda della Facoltà di Architettura Luigi Vanvitelli della Seconda Università di Napoli. Va ricordato poi che la stessa da anni è impegnata con successo nella compagnia teatrale «I Figli delle Stelle» diretta da Emilia Cantile. Da qualche tempo, Angelica svolge anche il lavoro di fotoreporter nell’ambito del fashion, facendo scatti ed immortalando scene, volti, emozioni e sensazioni nei lounge bar, disco, locali ed anche feste private. “Non sono una fotografa professionista - ci dice Angelica - ma piuttosto mi sento una spugna che vuole, attraverso la macchina fotografica, assorbire ciò che non mi appartiene. La fotografia per me assume un valore catartico, in cui mi rifugio dimenticando i dispiaceri e le cose negative, che la vita ogni giorno può riservarci nel quotidiano”. La mostra, visitata all’inaugurazione da oltre duecento persone, tanto che a breve sarà bissata, è denominata “Bio Style….quando la natura domina il corpo..”. Tale titolo si svela subito attraverso le immagini esposte, ma anche attraverso la presenza fisica delle belle e simpatiche giovani che si sono prestate per Angelica a fare da modelle, Angelica Casaccia e le sue modelle Anna Mottola, Maria Pignatiello, Claudia Melchiorre e Gaia Mazzella. Queste ultime, nonostante la serata non certo estiva, sfidando il freddo, hanno dato il meglio di loro, creando una sorta di performance nella performance. Speranza Cardillo
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