Politica fragile

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Politica fragile
Quello che è accaduto nei giorni scorsi ai danni
del Vice Sindaco Placidi offende la nostra città.
Chi ha agito in questo modo ferisce l’intera
comunità, che non è avvezza a certi stili. Allo
stesso tempo questo gesto ci pone di fronte ad
una evidente problema: la fragilità della politica.
La società sta cambiando e la nostra città segue rapidamente questo
processo. Il tessuto sociale del nostro territorio si trasforma di
giorno in giorno in un insieme molto complesso: siamo tanti, di
diverse origini ed estrazioni sociali. E tra tanta brava gente, e una
crisi che avanza, ospitiamo anche individui capaci di azioni così
deplorevoli.
Oggi il buonsenso (quando c’è!) o il vecchio stile clientelare del fare
politica non è più sufficiente e adeguato ad un uomo pubblico per
affrontare al meglio e in sicurezza il mandato espresso dai cittadini.
Oggi il politico è fragile. E al di là delle strumentalizzazioni del fatto
specifico (opportune e meno opportune), credo sia importante
cogliere l’occasione di questo gesto ai danni di Placidi e della sua
famiglia, per riflettere in maniera seria sulla necessità di un supporto
formativo per la politica e gli amministratori comunali di oggi e di
domani, al fine di migliorare il dialogo con la città.
Il politico ha bisogno di maggiori strumenti per gestire al meglio
rapporti interpersonali con i cittadini, per poter prevenire o
padroneggiare momenti di confronto con possibili criminali e
malintenzionati, per agire sempre nella legalità, nella trasparenza e
nella sicurezza dei cittadini e della propria famiglia.
Esortiamo le forze politiche della città, prima di scegliere gli uomini
delle loro liste solo in base a criteri elettoralistici, a dare vita a corsi di
formazione diretti agli amministratori attuali e futuri e agli attivisti
della politica. Corsi nei quali professionisti della comunicazione,
della legalità e dell’intercultura, possano fornire ai partecipanti
strumenti tecnici e rafforzare le capacità critiche di chi si interessa
della cosa pubblica. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte
alle deficienze dei nostri politici. Se fatti come questi offendono
la città,cominciamo a difenderci con una maggiore conoscenza.
Iniziamo a migliorare.
Andrea Mingiacchi
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INPS VIA A LUGLIO, SCADE IL CONTRATTO D’AFFITTO
Istruzioni per chiedere il trasferimento ad Anzio
AMBIENTE, PESCA E BALNEARI
Il declino del nostro litorale
IL TRIBUNALE DI ANZIO A RISCHIO CHIUSURA
Bruschini: “Siamo pronti ad assumerci i costi”
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aprile 2012 _ n.39
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Spari contro il cancello dell’abitazione di Patrizio Placidi, vicesindaco di Anzio
SIAMO ARRIVATI A TANTO?
La notizia è di quelle toste, che appena le senti
fanno drizzare i capelli: sei colpi di pistola
sono stati esplosi contro il cancello della
villa dell’assessore all’ambiente del comune
di Anzio, Patrizio Placidi. I fatti risalgono
all’inizio del mese quando intorno alle tre del
pomeriggio, da una Smart for four di colore
grigio, ignoti hanno deciso di compiere tale
gesto. Cinque dei sei colpi di pistola sono finiti
sul cancello, mentre un altro lo ha addirittura
oltrepassato. Fortunatamente in quel momento
nel giardino non c’era nessuno; l’assessore era
da poco rientrato a casa dopo una mattinata
di lavoro in comune e stando a quanto riferito
dagli inquirenti sembrerebbe che colui che
ha compiuto un gesto simile abbia proprio
aspettato che lo stesso Placidi rincasasse.
Stando sempre alle prime ipotesi sembra
escludersi la pista mafiosa; a prendere corpo è
sempre più la possibilità che si tratti di un gesto
di qualche disperato che si sia sentito rispondere
no ad una possibile richiesta di lavoro. Già
perché sentendo ciò che dice Placidi, ormai, il
suo assessorato è diventato una sorta di ufficio
di collocamento, dove tutti, persone di destra,
sinistra e centro, vanno a chiedere. Proprio il
giorno degli spari qualcuno e più di uno pare
abbiano alzato la voce. La solidarietà è arrivata da
tutto il mondo politico locale, tanto che il giorno
dopo il fatto è stata convocata una conferenza
stampa dove era presente l’intera giunta e nella
quale il sindaco ha precisato, ancora una volta,
che la situazione è sotto controllo e non c’è alcun
condizionamento da parte della criminalità
organizzata verso l’amministrazione, oltre a
ribadire la propria solidarietà all’assessore.
Al momento di andare in stampa le indagini
sembrano avvolte nel mistero e tutte le ipotesi
sono al vaglio degli inquirenti. Placidi afferma
di non aver mai ricevuto minacce; fatto sta che
ad Anzio è la prima volta che avviene un fatto
del genere: è vero che tra il 2002 e il 2004 venne
più volte incendiato lo stabilimento balneare
dell’assessore al turismo Succi (anche se all’epoca
dei fatti era ancora consigliere comunale). Nel
2003 venne fatta esplodere una bomba carta
contro il negozio dell’ex assessore ai servizi
sociali Pennata e sempre nello stesso anno
l’auto dell’ex sindaco De Angelis fu cosparsa
di benzina e incendiata in pieno giorno e in
pieno centro da uno squilibrato. Esprimendo
anche noi di Anzio Space la nostra solidarietà
all’assessore ci auguriamo che quanto prima
venga fatta chiarezza su tale gesto.
Leonardo Tardioli
INPS VIA A LUGLIO, SCADE IL CONTRATTO D’AFFITTO
ISTRUZIONI PER RICHIEDERE IL TRASFERIMENTO NELLA FUTURA SEDE
Come gli utenti hanno potuto constatare
molti servizi dell’Inps non vengono effettuati
più nella sede di Anzio, diventata soltanto
un punto info. La decisione di sopprimere
alcuni servizi fondamentali, sui quali tutti noi
abbiamo sempre pagato il nostro contributo, è
stata affrontata in silenzio e a piccole dosi non
rimpiazzando più i dipendenti che venivano
a mancare per diversi motivi. Il Comitato
“Salviamo l’Inps di Anzio” ha incontrato
il Sindaco Luciano Bruschini, sempre
disponibile e sensibile a questo problema, per
fare insieme il punto della situazione.
Per quanto riguarda la nuova sede da assegnare
si sta mettendo a punto la convenzione
migliore nel rapporto tra lo spazio necessario
e il numero di impiegati indispensabili
a ripristinare l’Inps di Anzio come era
qualche anno fa, quando i prodotti venivano
lavorati direttamente. Tra questi vi erano
disoccupazione agricola, disoccupazione
con requisiti ridotti, pensioni marittime e di
invalidità, assegni familiari e altro che oggi
sono stati trasferiti tutti in altre sedi mentre
ad Anzio rimane un punto informazioni. Per
discutere la risoluzione logistica dovrà venire
in loco la direttrice regionale Gabriella Di
Michele e valutare le possibilità che il comune
offre. Il problema è che alcuni locali della
struttura situata nel quartiere Europa sono stati
già assegnati al Centro per l’Impiego appena
trasferito da Anzio Colonia. Non sarà possibile
quindi sfruttare tutti i 250 metri quadrati. Ma
il Sindaco garantisce che per raggiungere
la metratura necessaria e soddisfacente agli
osservatori dell’Inps è disponibile a costruire
altri vani nella piazzola antistante. Il risparmio
dell’Inps, se si accetteranno le condizioni,
sarà di diecimila euro al mese e siccome il
contratto attuale scadrà a luglio si dovrebbero
accelerare i tempi. Sia la signora Di Michele
sia il Sindaco credono possibile realizzare la
nuova Agenzia di Anzio per l’inizio dell’anno
nuovo. Non si comprende ancora quale sarà
la nuova sistemazione da luglio a gennaio,
ma il Comitato ha collaborato attivamente
alla ricerca del personale e sono ben otto le
persone qualificate che hanno richiesto il
trasferimento all’Inps di Anzio. Ricordiamo
che il centro di Anzio serve quasi 120 mila
utenti e la sua sala d’aspetto accoglie almeno
quaranta persone ogni ora. Il Comitato chiede
gentilmente alla Direttrice Inps e al Sindaco
un atto di comprensione e buona volontà
per tutta la situazione in modo da superare i
tempi biblici della burocrazia a vantaggio degli
anziani, degli invalidi, dei disoccupati e delle
donne in gravidanza di Anzio e Nettuno. red
Qui
Radio
Nerone
Possibile alchimia
Sindacus! Anch’io come te sono nato
ad Anzio e l’essere estroso, come tutte
le creature che beneficiano del clima di
Antium, mi appartiene da sempre! La
fantasia e la creatività hanno sorretto il
mio impero, e tu lo sai! Ho fatto del bene
all’umanità, pur pagando ancora oggi per le
mie strategie spesso non condivise. Credo
ancora nella capacità degli alchimisti di
trasformare il “piombo” in “oro”. Quanti
ne ho conosciuti di personaggi che
avevano quest’obiettivo! Caro Lucianus,
credo che ad Anzio tu possa farcela! Il
piombo sparato alla Domus del vostro
generale, puoi trasformarlo in oro. Come?
Metti tutti i tuoi pretoriani in pensione.
Sindacus! Pago io!
aprile 2012 _ n.39
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Space - Città
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
Anzio Space
AMBIENTE, PESCA E BALNEARI:
Anzio era soprannominata “la perla del Tirreno” non a caso. Negli anni
‘60 e ‘70 il turismo implodeva nella cittadina più amata di quei tempi,
dove il clima è da sempre stato tra i migliori e la verginità della natura
e del paesaggio erano l’unica vera attrazione. D’estate vi risiedevano
personaggi del calibro di Claudio Villa o Amedeo Nazzari, ma anche
Re Farouk d’Egitto che ogni anno ormeggiava la sua barca nel porto
e passava tutta l’estate giocando a carte con i più grossi imprenditori
di Roma, Gianni Agnelli che affidava il suo motoscafo offshore alle
cure del miglior meccanico marino dell’epoca, Pierino Gargana.
Nascevano campioni come Giulio Rinaldi che raggiunse il primato
europeo dei pesi massimi di boxe.
Al Paradiso sul Mare si giravano film come “Polvere di stelle” diretto
e interpretato da Alberto Sordi e Monica Vitti, oppure “Amarcord”
di Federico Fellini e ancora “Cleopatra” interpretata da Liz Taylor
e Richard Burton vestito da Marcantonio già ubriaco alle 11 di
mattina. Oltre a questi almeno un’altra trentina di scene di vari
film, dal dopoguerra, venivano girati in questi lidi. I villeggianti
prevalentemente di Roma se ne stavano di giorno sulle spiagge da
maggio a ottobre e la sera andavano a ballare nelle ville dei lungomare
dove c’erano feste tutte le sere con obbligo del vestito elegante.
Anzio si chiamava Portodanzio, tutto girava intorno al porto
illuminato ancora oggi da albe che lasciano senza fiato. Ma la
verginità naturale il paese l’ha persa e la crescita come città non è
stata all’altezza della gloriosa storia. Le pressioni da Bruxelles con le
nuove regole non ci hanno aiutato e i nostri governi locali non hanno
avuto mai amministratori eccezionali ma solo uomini “normali”
trascinati dagli eventi esterni come la crisi mondiale. La spontaneità
di un tempo si è tramutata in pretese megalomani di progetti atti a
colpire più la fantasia che la realtà. Una realtà produttrice di traffico,
nuovi residenti, caos e delinquenza organizzata non sempre gestiti a
dovere. Negli anni ottanta con la costruzione del Marina di Nettuno,
i vicini nettunesi anno dopo anno hanno rubato la scena turistica
ad Anzio. Situazione che non è durata molto, l’amara vicenda del
sequestro della stessa Marina per gravi infrazioni sull’ampliamento
del porto turistico ha siglato l’ultimo atto del declino del nostro
litorale.
PESCATORI FINITI NELLA NASSA
DELLE DIRETTIVE EUROPEE
fino alla sospensione temporanea dell’attività. Ogni 18 punti
persi la penalità raddoppia fino al ritiro completo della licenza
se questi punti si moltiplicassero per 5-6 volte. Tra le richieste dei
pescatori vi era l’annullamento dell’obbligatorietà a compilare il
giornale di bordo che prevede la trascrizione entro 48 ore di
ogni giornata di pesca con orari, zone di pesca, pesce pescato,
dichiarazione a chi viene venduto e il peso preciso all’ultimo
etto. Un dopolavoro per i pescatori a cui dopo 12 ore per mare si
ordina di contabilizzare tutto il pescato e la pena in caso di poche
ore di ritardo è una multa di 2 mila euro. Per quanto riguarda
la piccola pesca che fornisce il pesce bianco di prima qualità
ai ristoranti locali, le cose non vanno meglio: si impongono,
ad esempio, modalità molto particolareggiate su come devono
essere i segnali delle reti, pignolerie che porterebbero nel caso
di non rispetto della legge a multe da 4 mila euro e punti in
meno sulla licenza. Metà dei gozzi della piccola pesca sono stati
costretti a spendere ingenti somme per cambiare i motori che
non corrispondevano alla stessa potenza trascritta nelle licenze
ormai vecchie. Insomma i tempi cambiano si velocizzano i
sistemi ma i pescatori devono rimanere arretrati. Questa norma
poteva essere rivista per i gozzi che non usano i motori per
fare la pesca a strascico ma per arrivare al punto di pesca e
tornare in fretta in caso di maltempo. Venerdì 16 marzo nella
sala consiliare di Villa Sarsina-Corsini si è tenuto un dibattito
tra i pescatori, il sindaco Luciano Bruschini, i rappresentanti
sindacali e il vicepresidente della commissione pesca a Bruxelles
Guido Milana. Durante l’incontro è stato spiegato che visto
che i pesci del nostro mare sono sempre di meno e sempre più
piccoli, certi provvedimenti sono inevitabili e vanno rispettati
ma c’è l’impegno dei nostri rappresentanti a fare il possibile per
far arrivare gli aiuti economici predisposti dall’Europa per il
comparto pesca. L’aiuto per la conversione di barche da pesca
in pescaturismo, l’acquacoltura e la creazione di riserve di pesca
sfruttabili potevano essere iniziative lusinghiere e mirate alla
rinascita del turismo. Invece, spesso, la “punizione” sembra
essere l’unica vera parola d’ordine dall’Europa e dal governo
italiano che ne recepisce le direttive trasformandole in legge e
deprimendo così un settore già in crisi.
L’amata e prelibata frittura di paranza potrebbe sparire dalla
tradizione e dai ristoranti Portodanzesi, perché da Bruxelles
vengono dettate nuove misure dei pesci pescabili. Avremo
ad esempio il merluzzo che deve essere più lungo di 25
centimetri. Lo sciopero di circa due settimane, gli scontri in
Piazza Montecitorio con la polizia durante la manifestazione
dei pescatori del 25 gennaio scorso non hanno sortito alcun
vantaggio alla categoria, quindi permane il disagio e la difficoltà
aggiunta ad un mestiere già duro. I pescatori chiedevano il ritiro
della licenza a punti, un sistema che ad ogni infrazione oltre a
sancire una multa salatissima toglie punti alla licenza di pesca
Anzio Space
Space - Città
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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IL DECLINO DEL NOSTRO LITORALE
BALNEARI: DOPO ANNI D’INVESTIMENTI
RISCHIANO DI ESSERE “SLOGGIATI”
Un’altra direttiva europea, definita “Bolkstein”, dal nome del suo
promotore, reclama la libertà di qualsiasi cittadino comunitario
a lavorare e stabilirsi in ogni zona d’Europa. Per questo motivo
si richiede la possibilità per tutti di partecipare a bandi pubblici
delle concessioni balneari. Quando il precedente governo guidato
da Berlusconi recepisce la direttiva, senza consultare i relativi
sindacati, abroga l’articolo 37 comma 2 del codice di navigazione che
garantiva un rapporto fiduciario tra Stato e concessionari balneari,
chiamato “Diritto d’insistenza”, che rinnovava automaticamente
le concessioni in cambio di alcuni carichi onerosi da parte degli
imprenditori balneari.
Oltre al canone, tutti gli impianti idraulici, elettrici, fognature,
eventuali pozzi, servizi igienici, pulizia spiagge, salvataggio
nelle acque antistanti, linea telefonica, dovevano essere a carico
dell’azienda presente sul sito demaniale. In cambio lo Stato garantiva
il rinnovo automatico della concessione. Naturalmente i balneari
hanno altre spese ordinarie come l’enel, i bagnini, la manutenzione
delle cabine, ombrelloni, lettini, pattini che periodicamente vanno
anche sostituiti.
La direttiva europea è stata recepita e tramutata in legge dal nostro
Parlamento senza che si sia tenuto conto di alcune incongruenze.
Lo stabilimento balneare è un prodotto made in Italy che non
troveremo in gran parte del resto d’Europa, quindi il tedesco potrà
venire ad investire sulle nostre coste ma noi italiani non sapremo
dove andare a compensare questa perdita. Non di certo nel mare del
nord o in Inghilterra. Il rischio che il bando per le nuove concessioni
venga fatto da persone di malaffare per il riciclaggio del denaro
sporco è oggettivamente elevato. Le spiagge in concessione in Italia
sono solo il 27% in prossimità di centri abitati, se teniamo conto
che molti tratti di costa sono impraticabili per un’azienda, tipo le
zone interdette per le esercitazioni militari oppure i tratti scogliosi
ed impervi. Rimangono comunque sempre circa il 45% di spiagge
libere e potenzialmente valide ad essere concesse, non si comprende
quindi perché togliere il lavoro agli imprenditori che già sono sulla
breccia da molti anni.
Maurizio Criscuolo segretario del SIB (Sindacato Balneari) locale
afferma: “Insieme alla FIBA, Assobalneari e ITB rappresentiamo
il 97% degli operatori balneari. Nell’ottobre del 2011 abbiamo
firmato un documento unitario nel quale chiediamo al governo
che possa intercedere verso gli organi competenti per una deroga
nell’applicazione delle concessioni. Ci possono chiedere di migliorare
il servizio balneare, di tenere pulite le spiagge tutto l’anno ed altro
ma non di andarcene a casa”. Attualmente il Parlamento Europeo si
impegna a considerare ogni situazione negativa che la direttiva può
provocare. Intanto le nostre spiagge sono oggetto di strani desideri
occulti da cui non è ancora chiaro come se ne uscirà fuori visto che
l’imprenditore balneare è frenato dal fare grossi investimenti con
debiti a medio-lungo termine per il miglioramento della qualità
del servizio perché il suo futuro è troppo incerto. Nel frattempo
il 12 marzo è stato incendiato un deposito dello stabilimento Dea
Fortuna. Ogni anno poco prima di iniziare i lavori stagionali il
fuoco è una costante negli stabilimenti balneari e ancora non si
comprende se è opera di vandalismo gratuito oppure c’è qualcosa
di più grave.
IL NUOVO PORTO E PROBLEMI
AMBIENTALI IRRISOLTI
Sembra quasi naturale per queste giunte di centrodestra, una volta
spalmato di cemento il nostro territorio, affacciarsi verso il mare
come se quello spazio divenisse la loro unica attrazione d’interesse.
Neanche si dovessero costruire quelle bizzarre composizioni di
isole che solo gli arabi potevano fare nel Mar Rosso. Il nuovo porto
turistico, alias “nuova chimera”, in un periodo in cui la nautica ha
appeso compasso e squadrette per la navigazione al muro, sembra
essere rimasto solo un argomento pre-elettorale, per fortuna. Il
nuovo bacino progettato è la più grossa pazzia da evitare. L’ingresso
del nuovo canale adiacente al vecchio così come predisposto si
insabbierebbe naturalmente e farebbe insabbiare ancor di più il
vecchio canale. Ma la cosa più grave è occupare un’area di mare già
soggetta a forti correnti e onde più alte dei tratti costieri lineari.
Inoltre basti pensare a cosa succede se mettiamo un sasso dentro
un bicchiere d’acqua: questa fuoriesce. Allo stesso modo il nuovo
bacino prendendo una vasta zona di mare, in seguito questo mare
tornerà a prendersi il suo spazio altrove creando inevitabilmente
quella che chiamiamo erosione. Ma queste amministrazioni ne
sarebbero felici perché avrebbero altro lavoro da appaltare altre
dighe orribili da fare tipo quelle della riviera di ponente ormai
violentata e snaturalizzata con dighe inaccettabili, sicuramente si
poteva fare meglio per i problemi di quel tratto di costa. Mentre
per la costruzione del molo di sopraflutto del nuovo porto sarà
necessario, prima del disastro ambientale, rimuovere il relitto del
peschereccio affondato più di 4 anni fa con 16 mila litri di nafta nella
pancia. Massimo Creo (PD) e Beniamino Colantuono (PRC) hanno
fatto un’interrogazione al sindaco di Anzio Luciano Bruschini per
sapere cosa si sta facendo per la rimozione di tutto quel carburante
della nave affondata a poche centinaia di metri da Capo d’Anzio, in
prossimità del nuovo bacino da costruire. Molto probabilmente, a
breve, si farà un’altra interrogazione, stavolta in Parlamento e diretta
al Ministero dell’Ambiente assolutamente passivo al problema. Va
bene la decadenza del nostro litorale a causa di fattori esterni come
la crisi mondiale, ma se poi ci mettiamo anche noi con la nostra
inerzia e il nostro egoismo che ci fa muovere solo per interessi
personali e affaristici alla fine rischieremo davvero il totale collasso
delle risorse.
Alessandro Tinarelli
Space - Città
aprile 2012 _ n.39
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
6
Comunica anche tu ad Anzio-Space la tua proposta per migliorare
la nostra città scrivendo a redazione@anziospace.com e mettendo
come oggetto della mail “la proposta”. Saremo lieti di pubblicarla e
diffonderla. Fatti parte attiva dello sviluppo del nostro territorio. La
tua idea è importante! Associazione Culturale 00042
La
Proposta
di Benito
Gentile redazione, non sono così
bravo nell’arte dello scrivere, ma mi ha
affascinato la vostra iniziativa di dare
spazio alle idee dei cittadini, e pertanto
scusatemi in anticipo per una forma non
troppo professionale del mio scritto. Ma è
l’idea quella che conta! No?
Troppo spesso si pensa che sono i grandi
investimenti che possono migliorare
la qualità della vita del cittadino e
si trascurano soluzioni molto più
economiche e semplici, pur sempre adatte
allo scopo.
Si parla sempre della rivitalizzazione
del centro storico di Anzio, dove c’è
una grande necessità di parcheggi e
conseguentemente di passaggio di
persone. Ovviamente i primi a farci le
spese sono gli esercizi commerciali, che
stentano sempre di più a rimanere attivi
in tanto deserto, e spesso sono costretti a
chiudere.
La mia proposta è quella di ricavare dei
parcheggi abbattendo il terrapieno che
è su via Gramsci, che risulta adiacente a
Villa Adele. Solo con questa operazione si
potrebbero ricavare decine di parcheggi al
centro e volendo, visto che il terrapieno
confina con una parte della villa che non
è utilizzata né curata (quella alla destra
dell’ufficio tecnico, per intenderci), l’area
di parcheggio potrebbe essere ancora
più ampia e collegarsi con il maialetto.
In questo modo i cittadini potrebbero
beneficiare di una zona di sosta comoda e
centrale e potrebbero essere più stimolati
a fare una passeggiata in centro e dello
shopping!
Spero di essere stato di aiuto e che i nostri
amministratori possano considerare la
mia proposta.
Grazie dell’o spitalità
Anzio Space
BREVI:
Ad Anzio lo “Sportello
Donna”, un servizio gratuito
di consulenza
È stato quasi ultimato l’intervento di
potatura e bonifica della pineta in località
Anzio Due predisposto dall’assessore
alle Politiche Ambientali del comune di
Anzio, Patrizio Placidi. “Sono stati potati
circa 350 alberi – ha detto Placidi – con
la sistemazione e bonifica di un’area di
particolare pregio del nostro territorio.
Da marzo, inoltre, interverremo con
un trattore per il livellamento dell’area
che, in seguito all’intervento di potatura,
sarà particolarmente soleggiata con un
miglioramento per la fauna del parco”.
A Nettuno furto di rame e
ferro, 2 arresti
I carabinieri della stazione di Nettuno
nei giorni scorsi hanno arrestato un
34enne ed un 17enne, entrambi della
città del tridente e con pregiudizi
penali, per tentato furto aggravato
nei pressi del borgo medievale. I due
uomini sono stati sorpresi mentre
erano intenti ad “asportare” le grondaie
ed i discendenti in rame di un edificio
nonché un vaso ornamentale, sempre
in rame, di proprietà del comune di
Nettuno.
Successo per il convegno dell’Associazione Teorema
PIÙ CULTURA ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ
Legalità, rispetto dell’altro e delle
regole di una società civile. Tre concetti
fondamentali a cui l’associazione culturale
Teorema, presieduta dal senatore Giorgio
Pasetto, ha dedicato un convegno dal
titolo “Per una nuova cultura della legalità”
tenutosi lo scorso 21 marzo presso il Forte
Sangallo di Nettuno. L’incontro ha visto
la presenza tra gli ospiti del sostituto
procuratore di Velletri Giuseppe Travaglini,
dell’avvocato Stefano Bertollini, del dottore
commercialista Claudio D’Angiolella e
della sociologa Valeria Lupidi.
L’Associazione
Teorema,
attraverso
anche le parole di Pasetto ha rimarcato
l’importanza del tema della legalità, quanto
mai attuale e sviscerato in modo profondo
da diverse prospettive (quella giuridica,
fiscale e criminale). L’incontro del 21
marzo è stato solo il primo di una serie di
appuntamenti che l’associazione capitolina
proporrà sul litorale con un doppio scopo.
Il primo sarà quello di attirare l’attenzione
delle nuove generazioni, il secondo di
ridare visibilità e prestigio ad una fascia
di territorio sempre più attanagliata dalla
crisi economica e sociale. Questi sono
stati alcuni dei punti salienti espressi
dal senatore Pasetto e dal presidente del
consiglio comunale di Nettuno Nicola
Burrini. Il pm Giuseppe Travaglini ha
effettuato un’ampia dissertazione sul
concetto di legalità e su quello di rispetto
della legge e obbligo di ristabilirla da parte
degli organi preposti. Inoltre il pm ha
posto l’accento sulla non ineluttabilità del
ricorso alla magistratura e sulle carenze
della classe politica, accusata di gestire
in modo privatistico la res publica (basti
pensare a come si svolgono i consigli
comunali locali). Dura e lucida l’analisi
dell’avvocato Stefano Bertollini, che ha
puntato l’indice contro il sistema dei
partiti e allo stesso tempo ha annunciato
con amarezza l’inevitabile chiusura del
Tribunale di Anzio, nonostante lo sforzo
profuso dall’amministrazione di Nettuno.
Il commercialista Claudio D’Angiolella ha
illustrato con dovizia di particolari il tema
del riciclaggio del denaro sporco, mentre
la criminologa Valeria Lupidi quello della
devianza minorile, riuscendo ad attirare
l’attenzione di tutta la platea. Il convegno
ha riscosso un enorme successo in termini
di presenze, tra cui spiccavano quella del
sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta,
dell’assessore provinciale Aurelio Lo
Fazio e di numerosi esponenti delle forze
dell’ordine. Il dato più confortante è stato
senza ombra di dubbio la presenza di
molti giovani.
Marcello Bartoli
Comunicazione Teorema
Anzio Space
Space - Città
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
7
IL TRIBUNALE DI ANZIO A RISCHIO CHIUSURA
Nell’ultima
manovra
del
governo
Berlusconi, quella presentata ad agosto,
tra i tanti tagli che rientravano c’era
anche quello riguardante l’accorpamento
delle sedi distaccate dei tribunali a quelle
centrali. La cosa riguarda anche il tribunale
di Anzio, che è una sede distaccata di
quello di Velletri. Con tale manovra si
andrebbero a sistemare tutti quei piccoli
tribunali con meno di quindici giudici che
forniscono un servizio ridotto e per certi
versi inadeguato.
“I tagli fanno parte del decreto
competitività – ci spiega l’avvocato Mario
Marcellini - sembrerebbe che ci sia l’ipotesi
di chiudere il tribunale di Anzio per
accorparlo a Velletri. I cittadini di Anzio
e Nettuno, ai quali si aggiungono anche
quelli di Ardea, si vedrebbero privati di un
servizio così importante che raccoglie un
bacino d’utenza di 140 mila persone.” Ma
non è tutto “i servizi che offre – aggiunge
l’avvocato - sono quelli di contenziosi
ordinari, e del giudice di pace: il quale
ha competenza in temi di sinistri stradali
e ricorsi per quanto riguarda le multe.
Il tribunale di Velletri non dispone di
molte aule, per cui se si raggruppasse il
tutto nella sede centrale se ne dovrebbero
prendere delle altre: a questo punto mi
chiedo il risparmio dov’è?”
Significativo
anche
il
commento
dell’assessore provinciale alle politiche
della caccia, della pesca e dell’agricoltura,
oltre che consigliere comunale di Anzio,
Aurelio Lo Fazio: “Sia i consiglieri
BRUSCHINI:
“PRONTI AD ASSUMERCI I COSTI”
Per fare il punto sul tribunale della
città neroniana e scongiurare
la paventata ipotesi di chiudere
la sede distaccata del tribunale
di Anzio, il Sindaco di Anzio
Luciano Bruschini ha incontrato
il presidente del tribunale di
Velletri Francesco Monastero.
“Per evitare la soppressione
del tribunale abbiamo dato
la disponibilità ad assumerci
i costi di gestione dell’edificio
di proprietà del nostro comune” - commenta Bruschini “Chiudere il Tribunale di Anzio, per accorparlo a quello di
Velletri, non appare una scelta dalla quale scaturirebbero
economie di scala significative mentre, invece, sarebbero
molto più evidenti i disagi derivanti da un simile
provvedimento”. “Il Presidente del Tribunale - conclude il
primo cittadino - ha preso atto della volontà delle città di
Anzio e Nettuno di mantenere attiva la sezione distaccata
e si è riservato di trattare la vicenda con il Ministero della
L.T.
Giustizia”.
comunali di Anzio che quelli di Nettuno
hanno presentato un’interrogazione, a
metà febbraio, rispettivamente nei comuni
di appartenenza; il tema è stato poi inserito
nei rispettivi ordini del giorno: dove a
Nettuno è stato votato all’unanimità,
mentre ad Anzio se ne deve ancora
discutere. Auspico che venga approvato
il più presto possibile. Il tribunale serve
a dare un servizio alle persone e agli
avvocati; togliere il tribunale significa
privare un’utenza del genere, come quella
del litorale, di un servizio essenziale”.
Negli ultimi anni per la sede distaccata
del tribunale di Anzio era stata preposta
anche la possibilità di diventare una vera
e propria sede di tribunale autonoma, un
tribunale del litorale, per essere chiari. E
ormai stato rilevato che l’attuale sede, nel
contesto del litorale, ha assunto anche un
valore da preservare a tutela della legalità,
della sicurezza e della serenità dei cittadini.
Un provvedimento del genere causerebbe
anche lo spostamento dei dipendenti
nel tribunale di Velletri ed un costante
allungamento dei procedimenti civili
in corso. Sembra essere una situazione
pesante per tutti, senza l’ombra di un
qualche possibile risparmio.
Leonardo Tardioli
primarie pd: parla Lo Fazio
“IL RINNOVAMENTO VA FATTO
SULLA SOSTANZA,
NON SULLE PAROLE”
Aurelio
Lo
Fazio,
assessore
provinciale e consigliere comunale
di Anzio, risponde alle polemiche
diffusesi nella città neroniana
e riguardanti le primarie per
segretario regionale del Pd, dove
aveva presentato una sua lista “La
mia lista – spiega Lo Fazio - è stata la prima in tutto
il Lazio. Il partito nazionale però deve regolamentare
meglio e più dettagliatamente le primarie, altrimenti
si rischia di inquinare il voto degli elettori del Pd.
Qualcuno, in città, dice di essere il rinnovatore: ci
facesse sapere come intende rinnovare e quale è la
sua posizione su temi caldi come il porto, il piano
regolatore e il piano casa, che stando alle ultime
notizie che provengono dalla Pisana, la regione ha
bocciato la delibera con il quale è stato approvato ad
Anzio. Il rinnovamento va fatto sulla sostanza, non
sulle parole”.
L.T.
aprile 2012 _ n.39
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Space - Città
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
Parla Pietro Cesario, tecnico delle luci e rigger, sopravvissuto al crollo del palco della Pausini
“UN LAVORO BELLO MA RISCHIOSO.
LA TRAGEDIA È SEMPRE IN AGGUATO”
ore ad altezze notevoli, sollevando
pesi considerevoli, protetti dalla sola
imbracatura di sicurezza che spesso
neanche ammortizza gli eventuali urti
come dovrebbe e poi, come si è visto a
Reggio, la tragedia è sempre in agguato.
Conosciamo da tempo Pietro, vivendo
nello stesso quartiere di Anzio e
frequentando amici in comune. Pietro
fa il montatore di palchi e strutture per
concerti e grandi eventi: un lavoro duro,
dove i rischi non mancano come quello
che ha corso durante l’allestimento del
palco che avrebbe dovuto ospitare il
5 marzo a Reggio Calabria il megaconcerto di Laura Pausini. Quando il
palco è crollato a causa di un improvviso
cedimento strutturale, alcuni operai
stavano fissando le illuminazioni aeree:
tra questi c’era anche Pietro. Lui ha
riportato diverse contusioni, mentre un
suo collega, Matteo Armellini, è morto.
Un’altra vittima sul lavoro. Abbiamo
incontrato Pietro: ci ha parlato del suo
lavoro, di quello che è accaduto quel
5 marzo. “Il mio è un lavoro bello ma
rischioso – ci dice l’operaio – La tragedia
è sempre in agguato. Comunque vedo
nel mio lavoro una possibilità di crescita
personale e professionale, anche se sono
costretto a stare lontano da casa”
Pietro, di cosa ti occupi esattamente
nel mondo dello spettacolo?
Io sono tecnico delle luci e rigger, cioè
colui che si occupa di tutto ciò che sta
appeso al tetto del palco, soprattutto
dei motori elettrici che sollevano le
cosiddette “americane” , i tralicci dove
sono sistemate le luci o il materiale
scenico. Ho cominciato a lavorare
nel settore grazie alla cooperativa a
cui sono tutt’ora associato - l’azienda
cooperativa è molto diffusa nel settore
dello spettacolo - ma all’inizio ero un
semplice facchino. Dopo un anno di
quella mansione sono diventato tecnico
delle luci, cioè colui che le monta e, come
dicevamo prima, rigger. Ho lavorato ai
tour di Vasco Rossi, ogni anno allestisco
il palco per il concerto del primo maggio
a S. Giovanni, e quest’anno abbiamo
montato anche il palco per il capodanno
in piazza a Roma.
Ti piace il tuo lavoro?
Moltissimo, perché ti da la possibilità
di viaggiare, di fare esperienza e avere
occasioni di divertimento, inoltre i
compensi generalmente sono buoni.
Ma si tratta di un lavoro rischioso,
visto che si deve lavorare per lunghe
Cosa è successo quel 5 marzo durante
la fase di allestimento del palco?
Siamo partiti il 4 marzo alle ore 8 del
mattino, giunti a Reggio Calabria nel
pomeriggio, ci siamo riposati un paio
d’ore in albergo e poi siamo andati al
palazzetto dello sport dove sarebbe
dovuto avvenire il concerto la sera
del giorno dopo. Quando arrivammo
li, un’altra squadra di tecnici aveva
appena finito di montare la struttura
portante e se ne stava andando, mentre
noi nel frattempo dovevamo aspettare
l’arrivo degli autotreni con il materiale
da montare. Gli autotreni sono arrivati
solo alle ore 22 impedendoci di lavorare
fino a quell’ora. Dopo un’ora di lavoro
a terra sono salito sul tetto del palco
per effettuare i soliti montaggi di luci
e scenografia, ma ad un certo punto,
mentre mi spostavo da un lato all’altro
della struttura, mi sono accorto che
questa cedeva. Nei 10/15 secondi che ha
impiegato ad oscillare lateralmente e poi
a cadere su di un fianco sono riuscito
a tenermi saldo sulle travi metalliche
che nel frattempo erano diventate
delle micidiali altalene. Poi quando la
struttura è caduta, sono rovinato su di
essa e mi sono ritrovato a terra; mi sono
poi liberato dell’imbracatura di sicurezza
e sono rimasto immobile ad attendere i
soccorsi: l’imbracatura mi aveva salvato,
ma non mi aveva impedito di riportare
diverse contusioni al petto e alla schiena
guaribili in venti giorni.
Ti sei accorto di quanto è invece
accaduto al tuo collega Matteo
Armellini?
Per la verità no, me lo hanno riferito
solo in un secondo momento e ne sono
rimasto sconvolto! Lo conoscevo dato
che aveva cominciato a lavorare nel
settore presso la mia stessa cooperativa.
Umberto Spallotta
Anzio Space
pubblicita@anziospace.com
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
n.39 _ aprile 2012
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aprile 2012 _ n.39
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Intervista a Maria Cupelli, rappresentante dell’associazione “Sinistra Senza Aggettivi”
DONNE: UNITE NELLA LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE
Donne, accoglienza, integrazione. Ogni giorno le donne affrontano una miriade
di problemi che incidono nella loro vita quotidiana come la disugaglianza. Proprio
alle donne domenica 11 marzo in piazza Pia ad Anzio l’associazione “Sinistra
Senza Aggettivi” ha dedicato e organizzato un’importante iniziativa interculturale.
Maria Cupelli, rappresentante dell’associazione, ci racconta come è nata l’idea di
questa manifestazione dedicata al gentilsesso e ai temi interculturali.
Come si è svolto l’evento e come è nata l’esigenza di realizzare un
progetto multiculturale ad Anzio?
“L’evento è stato organizzato dalle donne dell’Associazione “Sinistra Senza
Aggettivi” che, in occasione della giornata internazionale della donna, hanno
voluto impegnarsi sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione. Le donne
dell’Associazione hanno invitato altre donne di paesi e culture diverse ad
incontrarsi in Piazza Pia per regalare le une alle altre un po’ della propria cultura
attraverso racconti di vita, lettura di brani, poesie e canzoni sul ruolo della donna.”
Quali obiettivi volevate raggiungere come associazione?
“Lo scopo era quello di incontrarsi e stare insieme per conoscersi. La sensibilità
e la concretezza delle donne vuole solo dimostrare che non ci può essere
integrazione senza un percorso di conoscenza e di condivisione. L’obiettivo
è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso una concreta
dimostrazione che nella nostra città c’è voglia di integrazione, conoscendo
e rispettando l’immigrato, affinché venga considerato un valore aggiunto.”
Quali sono le nazionalità che hanno partecipato?
“All’incontro hanno preso parte giovani donne indiane, ucraine, bulgare,
polacche e russe, le quali hanno accolto con vero interesse l’opportunità di
raccontarsi e raccontarci del nostro paese.”
Quale è stata la risposta dei cittadini anziati?
“L’iniziativa è stata voluta in Piazza Pia, il centro della nostra città, a dimostrazione
simbolica che il tema dell’accoglienza e dell’integrazione riguarda l’intera città e
non solo i quartieri dove il tema è particolarmente sentito, a causa della forte
presenza di immigrati. L’evento è stato accolto con interesse e simpatia sia dagli
abituali frequentatori di Piazza Pia, sia dai turisti della domenica. Se qualcuno ha
mal digerito l’iniziativa perché interprete di un malsano luogo comune secondo
il quale gli immigrati devono stare al “loro posto”, dovrà rassegnarsi perché la
nostra città è sensibile e attenta al tema dell’accoglienza e dell’integrazione.”
Sono stati pianificati eventi futuri?
“Eventi futuri sono in cantiere, le amiche immigrate hanno chiesto di conoscere
meglio la nostra Associazione per poter fare altre cose insieme”.
Ilaria Cioè
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n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Tra l’incredulità di residenti e commercianti, le strisce per parcheggiare sul marciapiede
LE STRISCE DELLA DISCORDIA
“In via di valle Schioia sono state
fatte delle strisce per parcheggiare sul
marciapiede”. Quando ci è arrivata questa
segnalazione in redazione, abbiamo
pensato che fosse uno scherzo. Presi
dal dubbio, ci siamo chiesti: e se fosse
vero? No, dai sicuramente sarà stato uno
scherzo, comunque controllare non costa
nulla. E così quando siamo arrivati sul
posto le strisce sul marciapiede c’e rano
davvero: alla faccia dello scherzo! Si
trovano, come già detto, in via di valle
Schioia, all’altezza della libreria “La Teca”
e sembra che siano state realizzate nei
giorni tra il 2 e il 5 marzo.
Il “grido” che arriva tra residenti e
commercianti è un misto tra incredulità
e rassegnatezza per una situazione che
ormai è diventata “un’indecenza” - spiega
un passante, che poi dice – “parcheggiano
sui marciapiedi da molto tempo, un
disabile neanche riuscirebbe a passare.
Ho chiamato i vigili, per denunciare la
situazione e mi sono sentito rispondere
dal comandante che loro i miracoli
non li possono fare. A questo punto
la denuncia non rimane che farla alla
Procura della Repubblica”. A rincarare
la dose ci pensano i commercianti che
hanno il negozio proprio nella zona
adiacente alle strisce della discordia: “Le
strisce sono state fatte da poco, almeno si
è tentato di dare un ordine al disordine.
Prima si parcheggiava come si voleva,
ora magari lo si fa un pochino meglio e
le persone possono passare. E proprio
per questo che sono state fatte, come
di fronte è stata fatta la zona di scaricomerci; addirittura inizialmente volevano
fare il passaggio pedonale nella parte
esterna del marciapiede e il parcheggio in
quella interna”. Ma i vigili in tutto questo
tempo cosa facevano? “I vigili? Prima
passavano, fischiavano e se il proprietario
della macchina non arrivava facevano la
multa. Il comune, in questa situazione, ci
ha sguazzato e mangiato per molto tempo,
almeno ora, hanno tentato di dare una
sistemata: ma per quanto si potrà andare
avanti?”. La situazione sembra essere
abbastanza chiara. L’auspicio da parte
nostra, ma soprattutto da parte delle tante
persone che risiedono a Lavinio o che
hanno una loro attività, è che i parcheggi
sul marciapiede non siano una soluzione
definitiva; d’altronde siamo nel 2012 ed
è possibile che si debba premiare sempre
l’inciviltà mentre a pagare siano i cittadini
onesti che in questo caso si sono visti
privare anche dello spazio-passaggio a
loro riservato?
Leonardo Tardioli
La voce dello zodiaco
Il Quartiere Zodiaco non è solo
rappresentato da quel comprensorio di
case di edilizia popolare che si estende
a ridosso del centro commerciale
omonimo, all’interno del quale le vie
sono parzialmente illuminate, ma
comprende anche la nuova edilizia
fatta da case bi, tri e quadri famigliari
costruite in questi ultimi anni. Il
Quartiere Zodiaco ruota lungo le strade
di collegamento fra la Nettunense e via
dell’Armellino, vale a dire via Saturno e
via della Fonderia e tutte le parallele alla
Nettunense, come via Venere e le strade
limitrofe. Il quartiere ospita centinaia
di famiglie composte da genitori, nonni
e bambini che non hanno altro modo
per muoversi che quello di utilizzare la
macchina. Infatti per raggiungere il più
vicino negozio non è possibile andare a
piedi a causa della mancanza totale di
marciapiedi. Senza contare poi la velocità
con cui le auto e le moto transitano
su queste strade. Impossibile diventa
percorrerle di sera, quando col calare del
sole rimangono completamente al buio
per la mancanza di lampioni in tutte le vie
e viette, al di fuori di via della Fonderia.
Il comune, poco tempo fa, ha effettuato
dei lavori di riqualificazione nel quartiere
Zodiaco, facendo una pista ciclabile di
circa 1km, non ultimata e del tutto inutile
in quanto inutilizzabile per vari motivi.
Se i soldi spesi per questa opera fossero
stati impiegati per mettere 10 lampioni
su via Saturno o un’altra via, sicuramente
il Sindaco Bruschini avrebbe avuto più
consensi.
Infine, a distanza di circa un anno dalla
fine dei lavori della rotonda di Lavinio
Stazione, c’è da considerare il pericolo
che corrono i cittadini che a tutte le ore
del giorno e della notte attraversano
la via Nettunense dallo Zodiaco alla
stazione e viceversa. Il passaggio
pedonale è pericolosissimo in quanto
le auto continuano ad arrivare a ridosso
del medesimo ad altissima velocità
nonostante siano state messe in atto
misure tali da indurre gli automobilisti a
rallentare. Augurandoci che vada sempre
tutto bene, invitiamo le amministrazioni
preposte nel rivedere e correggere
quell’attraversamento pedonale anche
trovando soluzioni alternative di buon
senso.
Massimo Casa
aprile 2012 _ n.39
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Space - Politica
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
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Anzio Space
Se si fosse scelta una soluzione più semplice e partecipata, l’avremmo fatto da tempo. E ora?
PORTO: RISCHIO FIUMICINO
La mania di grandezza di qualche nostro
amministratore comunale (tanto per fare
un esempio, l’ex sindaco di Anzio Candido
De Angelis), insieme all’ambizione
del nostro attuale primo cittadino
Luciano Bruschini di passare alla storia,
come l’imperatore Nerone o il Papa
Innocenzo XII che fecero i due porti di
Anzio (tanto da fare una statua a Nerone,
dimenticandosi quella al papa), insieme
alla superficialità dell’ex governatore
del Lazio Storace, che a suo tempo ha
garantito l’approvazione del progetto del
mega-porto di Anzio senza uno straccio
di prova in vasca o simili (superficialità
dimostrata anche per l’autostrada RomaLatina che, per ora, costa al Lazio 45
milioni di euro da dare ai costruttori
dell’A RCEA senza aver realizzato un
solo metro quadrato di strada): tutti
questi fattori messi insieme sono alla
base dell’attuale stato di degrado del
Porto Innocenziano, che non vede più
interventi da 15 anni, cioè dalla salita
al soglio sindacale del simpatico e
prepotente Candido.
Questi, infatti, a fronte dei diversi
precedenti progetti comunali che
prevedevano solo la sistemazione della
banchina da sempre riservata alla nautica
da diporto, decise che bisognava avere
anche un nuovo porto turistico a nord
di quello esistente e che da questo si
sarebbero reperite le risorse per rifare
non solo l’intero bacino portuale, ma
anche la riviera di levante, i cantieri
navali, il mercato ittico, i locali per tutte
le attività legate alla nautica e, infine,
una nuova cervellotica viabilità che
avrebbe sconvolto l’intero assetto viario
del centro storico, con lavori di una
durata imprecisata che avrebbero
paralizzato il centro e il suo cuore
pulsante, appunto il porto, per chissà
quanto tempo. La soluzione proposta,
e approvata in tutte le sedi, era alquanto
pericolosa proprio per i rischi che la città
poteva correre nella fase di realizzazione
dell’opera, che andava infatti ad incidere
non su una parte qualsiasi del nostro
territorio, ma sul luogo-impianto della
città, sulla struttura intorno alla quale
Anzio è risorta dopo l’abbandono
medievale, e quindi con tutti i rischi
derivanti da lavori lunghi e complessi
nel corso dei quali si sarebbero potuti
verificare eventi imprevisti che
avrebbero paralizzato la città. Come è
avvenuto in altre realtà consimili.
È notizia di questi giorni, infatti, che a
seguito dell’arresto dell’imprenditore
Francesco Bellavista Caltagirone, i
lavori del nuovo porto della scajolana
Imperia si siano fermati a causa delle
indagini della Magistratura. Inoltre quelli
del tanto atteso nuovo porto di Fiumicino,
affidati anch’e ssi a Caltagirone, sono fermi
da oltre un anno per motivi, sembra, di
disponibilità economiche. Non solo, ma
in questo caso molti imprenditori locali
che prestavano i loro servizi alla società
costruttrice sono rimasti creditori verso
la Società di Caltagirone per milioni di
euro e rischiano ora il fallimento. Sono
infatti rimbalzate sulle cronache del Lazio
le proteste delle imprese di trasporto non
pagate che hanno bloccato la città con
i loro mezzi per ottenere quanto loro
dovuto.
Se avessimo cominciato l’opera, oggi
ci troveremmo nelle condizioni di
Fiumicino, per cui già si parla di
“ecomostro” riferendosi alle opere del
porto ferme da mesi, con il Centro di
Anzio sottosopra e bloccato chissà per
quanto tempo e l’economia della nostra
città, già languente, in via di totale
fallimento.
Intanto una cosa oggi è certa e sotto
gli occhi di tutti: il porto da 15 anni
è fermo, tutte le attività che ruotano
intorno alla nautica da diporto sono
ridotte al lumicino, lo spettacolo
che offre il molo turistico è molto
deprimente, con le banchine in legno
ormai logore e pericolose; non c’è più
neanche il distributore di carburante che
era stato realizzato qualche tempo fa; le
barche di una certa importanza si sono
ormai da anni rifugiate nel moderno
porto di Nettuno o altrove; la Riviera
di Levante, a cui nessuno ha più messo
mano, è sempre più abbandonata e
malridotta, vivendo solo una grama vita
durante luglio e agosto. Non parliamo
poi della Riviera di Ponente.
E adesso? Come vuole procedere il
comune con la Società Capo d’A nzio,
cosiddetta pubblica, ma in realtà per
circa un terzo in mano a privati che
si apprestano a subentrare a Italia
Navigando, cioè alla Società di grande
prestigio che doveva fornire il sapere
e il fare, il know how per realizzare il
nuovo porto? La prevendita dei posti
barca è andata male e le prenotazioni
e i versamenti effettuati non bastano
neanche alla sopravvivenza della
Capo d’Anzio. Quindi non esistono
i mezzi finanziari per dare inizio ai
lavori e, soprattutto, per consentire di
bandire una regolare gara d’appalto
per l’assegnazione degli stessi.
A chi è giovato tutto questo?
Certamente non ai cittadini e agli
operatori economici di Anzio. Forse
solo a chi ha fatto il progetto o forse
solo a chi ha fatto su di esso diverse
campagne elettorali e che ha ottenuto
grandi vantaggi politici. Parliamo di
De Angelis, di Bruschini, comunque di
tutti i partiti, e relativi esponenti, della
maggioranza unica di centro-destra che
ha governato Anzio negli ultimi 15 anni
e che oggi appare spaccata solo per una
questione, sembra, di gestione di questo
fantomatico porto.
Altra cosa certa è che se avessimo
adottato un progetto più limitato,
magari interessante solo il molo
turistico e la darsena Pamphili, oggi
avremmo un “marina” moderno ed
appetibile sotto ogni aspetto e la città
si sarebbe giovata di una struttura
turistica di alto livello; e avremmo la
Riviera di Levante sistemata, nuovi
parcheggi, nuove attività economiche.
Iniziare in questo periodo di recessione
economica e di lotta all’evasione fiscale
la realizzazione di un’opera faraonica
quale è quella concepita dai nostri
amministratori comunali appare quanto
mai difficile e sconsigliabile; mentre
sarebbe saggio ammettere che si è
sbagliato e ricercare un consenso più
ampio per arrivare ad una soluzione
più praticabile, più adatta ai tempi
che stiamo vivendo, più condivisa con
le forze sociali ed economiche della
città, le sole che oggi continuano a
valorizzare il Porto Innocenziano:
così com’è e come piace ai residenti e
ai villeggianti affezionati.
Vito Colagrossi
Anzio Space
Space - Politica
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Intervista a tutto tondo a Ruggero Garzia, ex assessore ed ex vicesindaco di Anzio
IL PUNTO SU:
POLITICA, PORTO E CENTRO CITTADINO
Torna a parlare Ruggero Garzia. Lo avevamo
lasciato con una lettera spedita a tutte
le testate locali dove spiegava la vicenda
del suo allontanamento dall’assessorato
all’urbanistica. Oggi ha deciso di fondare un
movimento apartitico e la presentazione di
questo è stata un’occasione per fargli alcune
domande sulle ultime vicende. Un’intervista
a tutto tondo: dalla cosiddetta “cacciata”
dall’amministrazione Bruschini all’uscita dal
Pdl, per passare poi al piano regolatore, al
nuovo porto, arrivando alla tanto discussa
piazza di Anzio, bella ma dove “andrebbero
rinnovate le attività commerciali – spiega
Garzia – e migliorati i servizi perché sembra
una cattedrale nel deserto”.
Alla fine si è dimesso o l’hanno cacciata?
Mi sono dimesso, non condividevo le scelte
dell’amministrazione Bruschini in merito
all’urbanistica. Sono andato in consiglio
comunale per spiegare le mie dimissioni, ma
non mi hanno fatto parlare. Così il sindaco
ha pensato bene di mandarmi una lettera a
casa nella quale c’era scritto che mi toglieva
le deleghe.
Dal suo allontanamento ad oggi cosa è
cambiato nell’assessorato?
Si è peggiorato sempre di più, mi dicono
che siamo arrivati al livello di un mercato
settimanale con un via vai di gente che entra
ed esce a prendere le pratiche.
Come si spiega la nomina di Attoni ad
assessore all’urbanistica?
Credo che sia una figura di comodo che
è stata messa al mio posto per sorreggere
un’amministrazione arrivata al capolinea e
che non ha la qualità per amministrare una
città come Anzio.
Che idea si è fatto dell’amministrazione
Bruschini?
Intanto dovremmo sentire i cittadini. Da
cittadino mi sembra di essere tornato all’età
della mia giovinezza, gli anni ‘90, quando era
sindaco proprio lo stesso Bruschini, che è una
brava persona, ma ha dei pensieri stanchi.
Basti vedere come è organizzato il comune
che dovrebbe dare servizi e non disservizi. C’è
gente che fa la fila per giorni solo per prendere
un modulo, quando oggi è tutto ondine.
Io come gli altri cittadini vediamo la città
immobilizzata, che non ha fatto investimenti
in opere pubbliche.
Nella sua precedente intervista ad Anzio
Space ha affermato che il piano era partito
in modo “troppo veloce”. Cosa intendeva
con quel “troppo veloce”?
Non c’era una regolamentazione, è partito
tutto insieme su tutto il territorio. Sarebbe
stato meglio, sotto il profilo socio economico,
farlo partire zona per zona anche per dare
respiro ai disagi che si creano durante la
costruzione di una zona.
A chi vanno le maggiori colpe del
fallimento del piano?
(Ride). Quando un ragazzo sbaglia il 50% è
colpa sua, ma il restante 50% è dei genitori. In
questo caso il genitore sono le amministrazioni
che non hanno saputo gestire il piano. È
stato dato più spazio all’aspetto costruttivo e
commerciale.
Si è ancora in tempo per correggerlo?
Se ci fosse la volontà sì, ma se si va avanti di
questo passo…
Come mai ha deciso di lasciare il Pdl?
Ero già deciso a lasciare il partito alla
presentazione delle liste per le regionali, oggi
non si premia più la meritocrazia. Questa è
stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
L’amministrazione, per come è organizzata,
non arriverà a fine mandato.
Qualche membro del partito le ha espresso
la propria solidarietà?
No, nessuno mi è venuto a chiedere perché,
neanche il coordinatore provinciale. Ormai i
partiti sono una scatola vuota.
Ha detto di aver perso 3 anni di vita, ma
dal 2008 ad oggi di cosa si è parlato nel
Pdl?
Le uniche riunioni sono state fatte grazie a me
quando ho cominciato a dire sui giornali che
il piano regolatore era sbagliato. Da lì si sono
tutti irrigiditi e mi hanno messo sotto accusa.
A quel punto ho salutato e me ne sono andato
Oggi che rapporti ha con il sindaco
Bruschini?
Sono una persona educata, se lo incontro lo
saluto, ma a livello politico sono venuti meno
alcuni aspetti. Uno su tutti è stata calpestata
la mia figura di vicesindaco e assessore.
Cosa pensa della politica anziate?
Se la maggioranza dura, Anzio ha perso
cinque anni di sviluppo. L’opposizione è troppo
morbida
Il Fli ha fatto bene a passare all’opposizione?
Credo che la scelta sia stata dettata dal fatto
che non hanno più trovato la condivisione
del programma, logicamente non potevano
rimanere.
De Angelis si candiderà come sindaco?
Cosa ci vede dietro la sua polemica con il
sindaco Bruschini?
Ci conosciamo da tanti anni. Quando ero
consigliere c’è stato un confronto duro, ma
allo stesso tempo costruttivo. Cosa che non
ho avuto con Bruschini che sembra essere
un muro di gomma. Lo scontro tra i due
credo sia una questione di carattere dato
che l’attuale amministrazione non ha avuto
quella continuità di programma che ci si
aspettava.
Il porto riuscirà a vedere la luce?
Quale risorsa porterà questo progetto? Se tutto
andrà bene sarà realizzato tra dieci anni. Il
giorno che vedrà la luce Anzio sarà una città
fantasma, perché si sta spegnendo giorno
dopo giorno. Inoltre mi giungono voci che non
ci sono i soldi per rinnovare la concessione e
la soluzione più accreditata sembra quella di
vendere ad un privato. Farlo significherebbe
svendere il paese.
Questo progetto riuscirà ad incidere
sull’economia della città?
Se me lo avessero chiesto cinque anni fa avrei
risposto senza ombra di dubbio sì. Oggi la
nautica è in crisi, staremo a vedere che indotto
porterà sulla città.
A dieci anni dalla sua costruzione la nuova
piazza ha inciso in maniera positiva o
negativa sull’economia e sullo sviluppo
della città?
Per come è stata fatta è anche una cosa bella.
Solo che andrebbero rinnovate le attività
commerciali. Inoltre andavano fatti i servizi
perché sembra una cattedrale nel deserto. La
piazza rispecchia un po’ ciò che è il piano
regolatore della città, vanno studiate anche
iniziative commerciali, ludiche, attrattive.
Deve essere un piacere stare in piazza.
Se le dico Consulta Giovanile?
Perché ne esiste una? Sono solo proclami.
Un centro polifunzionale per i giovani ad
Anzio come lo vedrebbe?
Magari lo facessero.
Perché ha deciso di fondare un nuovo
movimento?
Voglio creare un tavolo di confronto
apartitico, dove ci sono tutte quelle unità della
società civile, come associazioni, comitati e
tante altre persone che vogliono mettere in
campo le loro idee e fare da stimolo alle future
amministrazioni.
Leonardo Tardioli
aprile 2012 _ n.39
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Space-Politica
Anzio Space
GLI SPARI ALLA CASA DI PLACIDI E I PROBLEMI ECONOMICI DELLA CITTA’
A parte lo sconcerto per quanto avvenuto in questi giorni con i colpi
esplosi contro la casa del vice-sindaco di Anzio, Patrizio Placidi,
e la doverosa solidarietà nei confronti suoi e dei familiari, rimane in
tutti noi un senso di paura per quello che può succedere a chi gestisce
la cosa pubblica ad Anzio. Paura di chi nell’ombra progetta tali atti e
degli interessi che vi sottostanno; paura per la nostra città che non
sappiamo più se è ancora la ridente cittadina in provincia di
Roma o se è la periferia del Lazio e l’inizio della competenza dei
poteri economici che già governano importanti realtà territoriali
della provincia di Latina.
Ma anche se non volessimo fare tali considerazioni, anche se ci
dovessimo limitare alle affermazioni dell’assessore Placidi, che
ritiene di poter attribuire il fatto avvenuto a questioni di posti di
lavoro, c’è veramente da rimanere allibiti di fronte al fatto che,
come da lui affermato, il suo assessorato è diventato “come un
ufficio di collocamento”. Perché questo? Perché forse la pratica del
clientelismo portata finora avanti da Placidi e compagni non può più
soddisfare le necessità di tanta gente? Perché le persone senza lavoro
sono ormai talmente tante che è impossibile dare una risposta a tutti?
Ma perché l’assessorato alla Sanità di Placidi è diventato tutto questo?
Non è certo compito suo, nell’attuale organizzazione comunale, trovare
lavoro alla gente. Meglio: non è proprio compito del comune fare
questo. Semmai è dovere degli amministratori comunali dare vita
a politiche di sviluppo che consentano la creazione di attività
economiche e, di conseguenza, di posti di lavoro.
È veramente sconfortante sentire l’assessore Placidi affermare
che nel nostro territorio non ci sono aziende che possano dare
lavoro a chi ne ha bisogno, cioè che siamo una città povera. La
cosa peggiore è che a fare tali affermazioni è uno degli amministratori

comunali più influenti degli ultimi 15 anni, una persona che in tale
periodo è statA sempre assessore e spesso vice-sindaco, e che magari
ambisce a ruoli ancora più importanti. È un capo del PDL di Anzio,
con un pacchetto di tessere tra i maggiori, e di conseguenza è una
persona che può influenzare per l’oggi e per l’immediato futuro
le scelte di questo partito che finora è stato maggioritario nella
nostra città. Di più, si dice che Placidi potrebbe abbandonare il Sindaco
Bruschini e mettersi in proprio, giocando così un ruolo determinante
nella diatriba elettorale che si annuncia piuttosto accesa, tra il PDL di
Anzio, stretto intorno a Bruschini e il FLI di De Angelis, schierato ad
oggi, in alternativa al medesimo Bruschini.
Tornando allora a quanto affermato da Placidi, è chiara dunque
l’ammissione del fallimento delle giunte di centro-destra di cui
egli ha fatto parte negli ultimi 15 anni, e quindi l’amaro destino che
aspetta i nostri giovani: non c’è più lavoro ad Anzio, specialmente
quello qualificato; non ci sono aziende che garantiscano un
impiego decente; chi vuole mettere a frutto gli studi e le qualifiche
costate anni di duri sacrifici per sé e per le proprie famiglie,
deve emigrare, cambiare città e avventurarsi in altri lidi. Qui da
noi ad Anzio non c’è speranza. Gli abitanti, come risulta dal recente
censimento, sono ormai più di 54.000, veri o fasulli, per motivi fiscali,
che siano, ma comunque troppi per un territorio piccolo, delicato nelle
sue caratteristiche ambientali e soprattutto troppi per avere un lavoro
dignitoso sul posto.
Di tutto questo dobbiamo ringraziare chi ci ha amministrato
negli ultimi decenni: i partiti di centro-destra che hanno avuto la
maggioranza assoluta, i sindaci che hanno riportato nelle elezioni
risultati “bulgari” (De Angelis e Bruschini), gli Assessori tutti
che si sono susseguiti nel tempo e che sono stati proni al potere
esercitato e pensando solo ai propri orticelli (o piantagioni, nel
caso di Placidi) di potere politico ed economico. Tutto ciò alle
nostre spalle e grazie alle tasse che ci hanno gravato addosso con
aliquote sempre più alte.
Un ringraziamento particolare lo dobbiamo infine all’esimio
Prof. Cervellati, che ha redatto la variante di Piano Regolatore che ha
consentito solo l’edificazione di case, senza criteri e senza urbanizzazioni,
ignorando che su un territorio vanno incentivate anche le attività
economiche ed imprenditoriali e non solo quelle dei costruttori.
Speriamo solo che non ci vogliano altri spari ai nostri cancelli di
casa o peggio, per poter conoscere altre amare verità sulla nostra
città, come quelle rivelateci dall’Assessore e Vicesindaco Patrizio
Placidi, al quale comunque rinnoviamo tutta la nostra umana
Vito Colagrossi
solidarietà.
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Anzio Space
Space - Giovani
n.39 _ aprile 2012
Space
/Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Space-Politica
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13
Successo per il progetto che ha coinvolto i ragazzi di Anzio, Nettuno e Ardea
GIOVANI VOLONTARI ALL’OPERA
I giovani e il volontariato: sono sempre di
più i ragazzi che ogni anno decidono di fare
esperienze in questo settore come testimonia
il successo del progetto “Giovani Volontari
all’Opera”, finanziato dal dipartimento della
gioventù della Presidenza del Consiglio dei
Ministri e dall’Anci. Al programma
hanno partecipato i ragazzi volontari
di Anzio, Nettuno e Ardea che durante
tutto lo scorso anno hanno appreso, sia
a livello teorico sia pratico, l’importanza
delle attività legate al mondo del
volontariato ma anche le opportunità
che possono nascere operando in questo
settore. Ma il progetto è stata anche
un’esperienza di crescita personale per
tutti i giovani che hanno partecipato.
Durante la cerimonia di chiusura
progetto, presenziata dal consigliere
Riccardo Iotti per il comune di Ardea,
dall’assessore Roberta Bianchi per il
comune di Nettuno e dall’assessore
Umberto Succi per il comune di Anzio, sono
state consegnate le borse di studio ai ragazzi
più meritevoli e gli attestati di partecipazione
alle associazioni che hanno collaborato
dimostrando così di essere una risorsa per il
territorio. Sono stati poi ringraziati il Nucleo
di Protezione Civile Airone, la Guardia
Nazionale Ambientale, il Foro Giovanile, la
Tartaruga Onlus e tutte le persone che hanno
dato un prezioso contributo. Inoltre, grazie
al finanziamento del progetto, il comune
di Ardea si è dotato di attrezzature come
sedie con scrivania per convegni e un video
proiettore, che saranno a disposizione di tutte
le associazioni del territorio.
Lo stesso progetto ha proposto anche un
concorso dal titolo: “Ecco la mia opera”,
indetto dai comuni di Ardea, Nettuno
e Anzio. L’iniziativa è stata ideata per
valorizzare
l’attività
di
volontariato
giovanile e incentivare la creatività e la
partecipazione dei giovani favorendo
l’espressione degli stati d’animo.
Il concorso è stato aperto a tutti i
giovani di Nettuno e Ardea che hanno
partecipato al percorso formativo dei
“Giovani volontari all’opera”, e a tutti
i ragazzi di Anzio di età compresa tra
i 16 e i 25 anni che abbiano maturato
esperienze di volontariato. I candidati
hanno dovuto descrivere il proprio
mondo attraverso un fotogramma
(foto a colori o in bianco e nero) o un
cortometraggio (video a colori o in
bianco e nero) che rispecchiasse i propri
interessi, le proprie emozioni, le priorità
e le aspettative. Le prime tre opere saranno
premiate rispettivamente con un premio di
500, 300 e 250 euro per ogni comune.
Melania Maranesi e Jessica Quaranta
Voce ai genitori che raccontano il disagio giovanile
“I NOSTRI GIOVANI
TRA PICCOLE DIFFICOLTÀ E PROBLEMI”
Immaginiamo di percorrere un sentiero
di montagna diretti ad un “rifugio” ove
raggiungeremo amici e vettovaglie per
un’allegra scampagnata. Camminiamo
allegramente, il passo è spedito e già
pregustiamo il ristoro e l’allegria degli
amici. Ad un certo punto un piccolo
corso d’acqua interrompe il sentiero;
ci fermiamo sulla sponda e iniziamo
a guardarci intorno per vedere come
superare l’ostacolo: un ponticello o il
punto più stretto del torrente in modo da
poter saltare. Non vogliamo bagnarci e
non vogliamo neanche correre il rischio
di cadere in acqua, ed è altrettanto certo,
però, che non vogliamo rinunciare a
raggiungere la meta.
Siamo lì che riflettiamo se sia
opportuno rischiare il salto, valutando
pro e contro di ogni opzione e intanto
mentre ci chiediamo come abbiano
fatto gli altri (sono stati più in gamba
di noi?) il tempo passa e iniziamo a
pensare che non raggiungeremo in
tempo la compagnia. Se l’ostacolo ci
sembra insormontabile, con scoramento
potremmo anche arrivare a pensare
di rinunciare e di tornare indietro. È
un brutto momento davvero! C’è una
forte spinta a procedere rischiando
un bagno fuori programma ma una
resistenza altrettanto forte a proseguire
per rimanere senza rischi sulla nostra
riva del torrente. Poi, girandoci intorno
notiamo dei grossi rami ed alcune pietre
e, dapprima con diffidenza, iniziamo a
porre rami e pietre in modo da costruire
un guado. Intanto che procediamo ci
sentiamo sempre più sicuri e quasi
senza accorgerci, con gioia e sollievo, ci
troviamo dall’altra parte.
Crediamo che le tappe della crescita
possano essere assimilate alla situazione
appena descritta: la crescita altro non
è se non l’attraversamento di numerosi
torrenti e, a ben ricordare, è stato così
anche per noi genitori. Il momento
di disagio è costituito proprio dalle
ansie, dalle paure di non farcela di cui
siamo stati preda prima di affidarci
alle risorse intellettuali della maturità
(reperire pietre e rami adatti alla
bisogna) ed emotive(accettare l’idea che
un bagno fuori programma non sia poi
un dramma) per tentare l’impresa. Il
superamento di ogni guado è un passo
verso l’autonomia e l’indipendenza.
A volte però non tutto procede così
liscio! Grazie allo spazio concessoci,
ci proponiamo di offrire alcuni punti
di vista circa il disagio giovanile
prendendo le mosse dall’osservazione
di quei comportamenti, infantili e
adolescenziali che sono sotto gli occhi
di tutti. Chi ci legge potrà intervenire su
Facebook (psi.co Studio di Psicoterapia
Pomezia) offrendo la propria personale
esperienza e le proprie considerazioni.
Luigi Cecchini e Alessandra Pangrazi
Space - Cultura
aprile 2012 _ n.39
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music@space
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
La band tutta al femminile conquista il pubblico con le sonorità indie, rock e pop
CALIPSO CHAOS FEMALE
L’appuntamento di music@space questa volta è
tutto al femminile. Oggi parliamo del Calipso
Chaos Female Trio. Impossibile individuare
un genere ben preciso perché le tre ragazze ne
esplorano diversi, creando così una miscela
talmente esplosiva che dà vita a performance
suggestive e originali. In ogni contesto in cui si
esibiscono creano un’atmosfera coinvolgente
al punto che chiunque assista ad un loro
spettacolo sente prima o poi il bisogno di
riascoltarle al più presto. Affermate nel
panorama musicale del nostro territorio e
già conosciute nel ben più ampio scenario
della capitale, le tre componenti della band
esprimono al meglio le
sonorità indie, rock e pop
che da sempre entusiasmano
gli amanti della buona
musica. Ma a quanto pare
non hanno limiti di genere
né etichette fisse da mettersi
addosso. Il loro forte è infatti
la sperimentazione continua,
la costante ricerca di contaminazione, che
le fa approdare inevitabilmente verso nuove
frontiere che solo loro stesse possono scoprire
e allo stesso tempo narrare nel modo migliore.
I brani inediti della cantautrice e leader del
gruppo Laura Avallone, che sembra essere
un corpo unico con la sua chitarra, vanno ad
intrecciarsi al country, al blues, allo swamp
rock dei Creedence, nonché al miglior pop di
Madonna e Lady Gaga, per arrivare poi alla
new wave made in England di Sting.
È chiaro che il carisma e le capacità della
cantante non possono da sole bastare alla
messa in pratica dello strepitoso sound che la
band produce in ogni sua esibizione. Infatti
la chitarra di Flavia Lucchetti, musicista delle
Desperate Blues Girls e il basso imperniato di
afrobeat e funk di Martina Bertini, completano
il quadro di una compagine che in maniera
sempre più dirompente si sta affermando
nella scena musicale di Roma e provincia e che
dimostra ogni momento potenzialità che ben
presto la porteranno a varcare confini molto
più lontani. Finaliste ad eventi di rilievo come il
Martelive Festival e l’Umbria Pop Festival (solo
per citarne alcuni), le Calipso Chaos Female
Trio hanno inoltre vinto il primo premio al
Festival Nazionale di Piombino e il Premio
della Critica Fegiz al Contursi Festival. Forti
del loro bagaglio e di un profilo di alto livello, si
apprestano nel prossimo maggio a presentare
il primo videoclip ufficiale. Nei prossimi
mesi sono poi previste diverse serate in loro
compagnia nei locali di Anzio e Nettuno,
ragion per cui, per non arrivare impreparati,
vi invitiamo a consultare l’omonima pagina di
Valerio Bruni
facebook e il loro myspace.
Arriva sul grande schermo il sequel firmato da Neveldine & Taylor
GHOST RIDER - SPIRITO DI VENDETTA
È il sequel di “Ghost Rider” uscito nel 2007,
ispirato ad un eroe della Marvel. In questo
primo film il protagonista, Johnny Blaze,
dopo il patto con Mefistofele per salvare la vita
di suo padre con un cancro all’ultimo stadio,
perde il genitore in un incidente. Nonostante
ciò Johnny rimane lo stesso maledetto e si
trasforma in “Ghost Rider”, uno scheletro
infuocato. In questa prima pellicola l’azione
non è particolarmente spettacolare e i nemici
che Gost Rider sconfigge sono decisamente
deboli. Del resto Ghost Rider uccide gli
antagonisti semplicemente guardandoli
negli occhi e quindi oltre l’azione manca il
movimento. A superare questi difetti sono
stati Mark Neveldine e Brian Taylor, già
segnati dal successo con “Crank” (2006) e
“Crank: High Voltage” (2009) che si sono
occupati delle riprese del nuovo Ghost Rider,
“Ghost Rider - Spirito di vendetta”, legato al
primo dall’unico filo conduttore di Nicolas
Cage, nel ruolo di protagonista in entrambi.
Nel secondo film Johnny ancora non è
riuscito a sfuggire dalla maledizione e si
nasconde nel territorio dell’Europa orientale.
Ma la sua condanna non lo lascia solo. Un
giorno il monaco Moreau bussa alla sua
porta perché ha bisogno del potere di Ghost
Rider per trovare una donna, Nadya, e suo
figlio Danny, braccati dai diavoli. Il loro
capo, Roarke, lo stesso che ha maledetto
Johnny, ha infatti mandato i suoi scagnozzi
a cercare il ragazzo. È questo lo spunto che
spinge Johnny a ricominciare la lotta contro i
demoni e contro se stesso.
Come nella serie di “Crank” degli stessi registi,
le riprese sono decisamente movimentate e
l’azione è palese rispetto al primo film ma non
eclatante. La prima causa è il modo di Ghost
Rider di uccidere le persone. La seconda è
che Ghost Rider è un eroe legato al diavolo
da un patto, quindi non un giustiziere del
male al cento per cento. Non è un perfetto
sostenitore dei giusti e dei deboli e nel suo
cuore albergano allo stesso modo vendetta
e giustizia. Ma questo alternarsi non è ben
rappresentato. Sicuramente il film avrebbe
guadagnato se avesse mostrato la lotta tra
lo spirito della vendetta e della giustizia
attraverso la battaglia tra il protagonista e i
diavoli. Ci sarebbe stato anche bisogno del
combattimento finale tra Ghost Rider, lo
scheletro di fuoco e Roarke, il diavolo. Una
visione vale comunque la pena per gli effetti
speciali dello scheletro e della motocicletta,
ma soprattutto per la presenza di Nicolas
Cage.
Yoshiro Izumi
Anzio Space
Space - Cultura
n.39 _ aprile 2012
Space /Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
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Parla Mario Contini Jr., presidente dell’associazione Pontum che si occupa d’immigrazione
A scuola s’impara
a convivere con gli altri
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con
Mario Contini Jr., immigrato di ritorno
dal Brasile, autore del libro “Italiano per
caso” e presidente dell’associazione culturale
“Pontum” (sito internet: http://www.
associazione-pontum.org; sede: Nettuno,
Via Palermo 9). Eccone un breve estratto, la
versione integrale la troverete sul nostro canale
youtube.
Di cosa si occupa l’associazione culturale
“Pontum”?
L’associazione culturale “Pontum” si occupa
principalmente di immigrazione ed è nata
a seguito di un corso di formazione per
mediatori lingustico-culturali nel territorio di
Anzio e Nettuno. Da lì è venuta l’idea di creare
quest’ass ociazione
formata al momento
da 30 persone di
17
nazionalità
diverse. Oggi siamo
conosciuti anche a
livello nazionale, il
che sembra strano
per
un’associazione
piccola come la nostra
che lavora con risorse
locali. L’associazione lavora, ad esempio,
con progetti nelle scuole con l’inserimento
dei bambini appena arrivati in Italia, specie
quando non parlano ancora italiano, anche
attraverso attività di supporto all’interno delle
classi.
Che ruolo ha la scuola all’interno del
processo d’integrazione?
Secondo me la scuola è il punto di partenza,
è da qui che deve iniziare tutto, perché è da
bambini che s’impara a convivere con gli altri.
Il razzismo è ignoranza, è muro contro muro
mentre dovremmo costruire più ponti... Con
i bambini lavoriamo in spazi senza banchi,
sedie, ostacoli... Per loro è affascinante e le
scuole, penso, dovrebbero funzionare così: in
cerchio, senza banchi. Inoltre la scuola dovrebbe
far conoscere il territorio ai bambini, mentre la
tendenza continua ad essere di dividere tutto
in compartimenti stagni. Inoltre dovrebbe
preparare alla vita in società mentre invece si
è fusa alla società. S’influenzano i bambini in
maniera negativa, e questi apprendono dagli
adulti idee che andrebbero quantomeno messe
in questione.
Sulla legge immigrazione e le tutele per i
bimbi nati da genitori stranieri. Cosa ne
pensa?
La nostra scommessa è questa: cercare di avere
una riforma delle leggi sull’immigrazione per
far ottenere la cittadinanza ai bambini nati in
Italia da genitori stranieri, così come a quelli
che arrivano qui in età scolare e che fanno tutto
il percorso scolastico in Italia. Oggi il figlio di
genitori stranieri nato in Italia può diventare
italiano a 18 anni se mantiene per questi anni
la residenza senza cambiarla mai, ma prima
di compierne 19 perché passati 18 anni perde
questo diritto e deve aspettare altri 10 anni
prima di poter richiedere la cittadinanza.
(continua su http://www.youtube.com/user/
Associazione00042...)
Manuela Vela e Gino Querini
Le foto dovranno essere inviate al comune della città neroniana entro le ore 12 del 20 aprile
CONCORSO FOTOGRAFICO:
“ANZIO, LA PESCA E IL PORTO”
Vite, storie e racconti legati al mare. Anzio
è anche questo: la sua storia quotidiana
s’intreccia con quella del mare, dei
suoi pescatori, dei gabbiani che volano
vicino ai pescherecci in arrivo al porto.
Sulla banchina i pescatori si incontrano,
lavorano, preparano le reti; mentre altri
lasciano la terraferma pronti per una
lunga giornata sulle barche. Allo stretto
legame tra Anzio e il mare, la consulta
giovanile della città neroniana ha dedicato
il concorso fotografico dal titolo “Anzio,
la pesca e il porto”. “Un’importante
iniziativa – spiega il consigliere
comunale, Roberto Giacoponi delegato
del sindaco alle politiche giovanili – che
vuole valorizzazione il nostro territorio,
attraverso il coinvolgimento di giovani
che avranno voglia di cimentarsi nella
competizione fotografica” .
Il concorso si rivolge ai ragazzi di
Anzio e Nettuno tra i 14 ed i 25 anni,
che dovranno raccontare attraverso
l’obiettivo della macchina fotografica i
temi della pesca e del porto della città
neroniana. Le foto dovranno pervenire,
in busta chiusa, presso l’ufficio
protocollo del comune di Anzio entro
le ore 12 del 20 aprile 2012. Quelle
pervenute in ritardo o non sottoposte
all’esame della giuria, perché non
conformi al regolamento, non saranno
comunque restituite. Le opere finaliste
saranno esposte dal 7 all’11 maggio
presso Villa Corsini Sarsina per
essere votate da una giuria popolare
previa esibizione di un documento di
riconoscimento. I primi tre classificati
riceveranno rispettivamente: 1- un
buono di 500 euro spendibile in negozio
di elettronica; 2- un corso di fotografia;
3 - abbonamento annuale alla rivista “Il
fotografo”.
Tutte le info relative alle modalità di
partecipazione, si possono trovare sul
sito:
www.comune.anzio.roma.it/
web/consultagiovanile/ Su Facebook è
stata creata la pagina dedicata all’evento
concorso fotografico, “Anzio: la pesca e
il porto”. Infine per ulteriori chiarimenti
è possibile contattare Andrea Battiata
chiamando al numero 327/1914773 o
mandano un’e-mail: a.battiata@hotmail.
it
aprile 2012 _ n.39
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Space - Donna
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
RITRATTI DI DONNA
margherita
Sorridente. Ironica. Garbata. Margherita. Per tutti Rita Castaldi.
FigliaMoglieMammaNonna che ogni genitore. Ogni marito. Ogni
figlio. Ogni nipote avrebbe voluto avere. Se qualcuno poi mi domandasse
cosa mi ha colpito di una donna che incontro saltuariamente e con
la quale scambio sguardi e poche parole sincere, non esiterei a dire
due cose: la sua serenità e la sua voglia giovane di capire gli altri
nonostante tutto. Potrei anche affermare che Margherita è una donna
di belle maniere. Distinta. Interessata alla vita. Intelligente. Una
donna che ha saputo accettare con pari dignità tutto il bene e tutto il
male del mondo. Una donna capace di scuotere la memoria. Svegliare
risate. Allegrie. Corse
mai dimenticate. Tacere
silenzi.
Un’infanzia
‘infanzia’ trascorsa a
Piazza Pia a giocare
sotto e sopra agli alberi.
Tra ‘uno...due…tre…
Stellaaa’ e ‘uno monta
la luna’. Un’infanzia mai
negata. Mai violata. Mai
abusata. Terza di sei figli,
Rita ricorda e sorride.
Sorride e ricorda. I
suoi occhi brillano di
una luce che solo una
vita libera, spensierata
vissuta all’ombra e la
protezione di un amore
profondo, quello di papà
Marcello e di mamma
Anna prima e di Luigi
suo
marito
dopo,
possono accendere negli
occhi di una persona anche quando il destino ha compiuto il suo
ingrato dovere. – Mia madre era polacca. Di Cracovia. Si chiamava
Anna Nikieforuk. Una storia lunga, dolorosa, a lieto fine. Mio padre
Marcello durante la seconda guerra mondiale era imbarcato sul
Cacciatorpediniere “Nicoloso Da Recco” che per una serie infinita di
ragioni militari attraccò al porto di Civitavecchia. Una serie infinita di
ragioni che gli fecero incontrare e conoscere mia madre. Si sposarono
subito. Erano gli anni della guerra e i giovani non avevano tempo.
Tempo di aspettare. Tempo di sperare. Si incontravano. Si amavano.
Si sposavano. Subito. Mia madre aveva già sofferto tanto. Il padre era
stato per lunghi anni prigioniero di guerra. Da Cracovia deportato
in Italia a lavorare nelle miniere di allume sui monti della Tolfa. In
seguito dopo essere stato liberato aveva trovato lavoro nei Cementifici
italcementi di Civitavecchia e così aveva potuto riunire la famiglia,
l’intera famiglia la quale dalla Polonia si trasferì definitivamente in
Italia. A Civitavecchia appunto. - Anzio è Anzio. È la città dove sono
nata. La mia città. La città di mio padre Marcello e di mio nonno Natale.
La amo come si ama una persona. Io non potrei vivere in un altro
luogo. Tutti i miei ricordi. Le mie nostalgie. Mi divertivo tantissimo
con i miei fratelli. Stavamo sempre insieme. Dopo la scuola e i compiti,
la piazza era la nostra seconda casa. Non c’erano pericoli di alcun
genere. Ci conoscevano tutti e noi conoscevamo tutti. Mi ricordo che
a Piazza Pia c’era la fermata del Pullman che conduceva a Nettuno e
un solo Taxi. Forse il taxi del padre di Elvio Stefanelli o di Bolero. Noi
abitavamo al centro, in Via Luciano Manara al terzo piano. Quando
giocavamo a nascondino davamo sfogo alla nostra sfrenata fantasia.
Non ci era proibito niente. I miei fratelli mi portavano sempre con loro
al mare. Andavamo all’Ondina. Ogni volta mi facevano arrampicare
sui tetti ondulati delle cabine e mi incitavano a tuffarmi giù sulla
spiaggia. Mamma dormiva sogni tranquilli. Mi sapeva in buone
mani. – Una risata composta interrompe il racconto. Un commento
ilare a sottolineare gli anni della ‘beata incoscienza’. Il ricordo torna
a Piazza Garibaldi. Alla fontana bianca a forma di conchiglia. Alle
carrozze. Ai cavalli. Ai
‘signori’ di Roma che
risalivano la spiaggia
per farsi accompagnare
a casa in carrozza. Noi aspettavamo e poi
via di corsa iniziava la
gara per sederci dietro
e farci trasportare fino
a quando qualcuno ci
imponeva di scendere.
La mia adolescenza
me la ricordo mista di
paure e di gioie. Tutta la
settimana la trascorrevo
con la paura di essere
scoperta
da
mio
padre. Papà era molto
geloso. Mi controllava
continuamente. Ciò non
mi impediva di andare
tutte le domeniche
a ballare con le mie
amiche. E la mia amica del cuore, Marisa Campagnoli. I ragazzi ci
invitavano e noi accettavamo. I luoghi deputati erano sempre le
case. Le cantine adibite a discoteche. I terrazzi quando arrivava
la bella stagione. Non facevamo nulla di male. Ci conoscevamo e
conoscevamo proprio tutto di tutti. Mio marito Luigi Marcellini l’ho
conosciuto quando avevo appena diciassette anni. Io stavo uscendo
da un negozio mentre lui passava in macchina. Ci siamo guardati. Ci
siamo piaciuti. Ci siamo innamorati. Ci siamo sposati. Il sedici Marzo
duemilaedodici abbiamo festeggiato quarantatré anni di matrimonio.
Ci siamo sposati nella Basilica di Santa Teresa. Dalla nostra unione
sono nati due figli: Mario e Luca. Due figli che adoro. Il mio destino
è quello di stare sempre con i maschi. I miei fratelli. I miei figli. I
miei nipoti. Giovanni, figlio di Mario. Adesso tutta la famiglia è in
attesa del secondo nipote. Sempre maschio. Ho due nuore stupende.
Educate. Tranquille. Rispettose. Faccio la nonna con piacere e con
affetto. Posso affermare con tranquillità di di essere stata una figlia
fortunata. Di essere una moglie fortunata. Una mamma fortunata.
Una nonna fortunata. Ringrazio la vita per tutto quello che mi ha
regalato. Anche il dolore-.
Scuoto la mia memoria Forse tra i suoi rami qualcosa Addormentato
da anni si leverà con un frullo. Wislawa Szymborska, da “La fine e
l’inizio”.
Giusi Canzonèri - Anzio, 18 Marzo 2012
Space - Donna
Anzio Space
n.39 _ aprile 2012
Space /Associazioni
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
LA RICETTA DEL MESE
TORTANO NAPOLETANO
INGREDIENTI
Per 6 persone:
- 500gr pasta per pizza
- 80gr scamorza affumicata
- 80gr scamorza bianca
- 60gr provolone piccante
- 1 cacciatorino da 100gr
- 2 uova
- 100gr formaggio cremoso tipo stracchino
- olio extravergine d’oliva
19
13
Lo sapevi che....
- La pasta secca va cotta in acqua abbondante salata. Il condimento deve
essere fresco, appena cotto in padella per qualche minuto, poi mantecato
nuovamente insieme alla pasta, scolata al dente, per 2-3 minuti a fiamma
vivace così continuerà a cuocere e a insaporirsi.
- Affinché la frittura riesca croccante e dorata, l’olio deve raggiungere un
punto di fumo ideale. Per capire se l’olio è caldo, toccarlo con la punta del
manico di un mestolo di legno: se si formeranno intorno all’utensile tante
bolle, vuol dire che è pronto per la frittura.
- Per cucinare un buon risotto, è bene utilizzare l’apposito cucchiaio di
legno con il foro al centro, che muove il riso in maniera delicata, senza
spezzare i chicchi.
- Per verificare se i fagioli sono buoni da mangiare, riponili in una ciotola
piena d’acqua, quelli che galleggiano devono essere buttati.
- Per ottenere una polenta morbida e senza grumi versala nell’acqua
appena prima che cominci a bollire.
- Nella pasta fatta in casa, per velocizzare i tempi, riscalda una ciotola di
vetro, poni della farina all’interno e quindi il panetto di pasta. In questo
modo lieviterà più velocemente.
- Per tagliare meglio il petto di pollo mettilo per qualche minuto nel
congelatore.
- Le verdure già scottate e congelate hanno tempi di cottura minori e
conservano gusto e proprietà nutritive. L’acqua di cottura delle verdure
è ricca di vitamine, conservala per la preparazione di minestre e risotti.
- Per evitare che gli aromi si guastino durante il soffritto aggiungi nell’olio
1 o 2 cucchiai di acqua.
- Secca delle bucce d’arancia vicino ad una fonte di calore e polverizzale
nel frullatore. La polverina, conservata in un barattolo di vetro, sarà
perfetta per insaporire i dolci.
E.C.
PrOCEDIMENTO:
Mettete le uova in un pentolino, copritele d’acqua e cuocetele per
7 minuti dal momento dell’ebollizione. Raffreddatele sotto l’acqua
fredda e sbucciatele. Togliete la pelle al cacciatorino, tagliatelo a fette
spesse e quindi a dadini. Fate la stessa operazione con il provolone e i
due tipi di scamorza.
Stendete la pasta con un mattarello in modo da ottenere un lungo
rettangolo di circa mezzo cm di spessore. Mescolate i cubetti di
formaggio e quelli di salame con il formaggio cremoso e stendete il
composto sulla pasta. Unite le uova sode a pezzetti, avvolgete la pasta
su se stessa e sigillate i lembi.
Adagiate il tortano in uno stampo a ciambella, spennellatelo con un
po’ d’olio e cuocetelo in forno caldo a 200° per 30 minuti.
Buon appetito!
Elisabetta Civitan
....è sapienza.” (Seneca) SEGUI LE STAGIONI
FRUTTA & VERDURA - Piazza Garibaldi, 27 - Anzio (RM)
VERDURE PULITE-SPEZIE FRESCHE
CONSEGNE A DOMICILIO-069830387
“Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e i suoi esempi....
aprile 2012 _ n.39
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Rubriche
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
DETTI PORTODANZESI
“I sordi tua co’ la capoccia mia”, molto
usato in tutta la provincia romana.
“Magna la polenta e bevi l’acqua , arza la
chiappa e la polenta scappa”, pare che bere
l’acqua mangiando polenta non sia l’ideale.
“A prima cima de vento”, qualcosa
d’importante all’inizio di un lavoro , di un
avvenimento.
“Antichità a piastrelle”, vecchia roba riproposta.
“‘Na calla è bona pure er mese d’Agosto” il cibo caldo, magari alla
brace è gradito sempre.
“A Pasqua ogni poeta abbusca e ogni morto de fame se ne casca”, di
origine romana detto comune anche ad Anzio. Evidente il vantaggio
dell’animo poetico nel periodo pasquale.
“Er santaro se frega ‘na vorta”, si dice quando si è stati ingannati,
per evidenziare che non ricapiterà.
“So’ arivati li frascatani”, quando il grecale o la tramontana
rinfrescano l’aria molti usano dire questa frase perché Frascati è
situata nell’entroterra, in una zona molto più fresca del nostro clima
marittimo .
“Sei annato a Roma hai perso la portrona... so’ stato ar Campidojio
la portrona la rivojio” battuta e controbattuta per la contesa e il
diritto di un posto perso o da conquistare.
“Se sta a mozzicà li gomiti”, pentirsi di qualcosa perso per stupidità
o per fatalità.
Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”.
amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli
SMS - Space
Anzio-Space dà spazio ai lettori
Scriveteci un sms al:
“Non vogliamo le pallottole, ma solo fiori! E non al camposanto”
Gianni D
“Questa città mi delude sempre di più. Sono residente ad Anzio
da tre anni e le decine di disservizi che riscontro a Lavinio ogni
giorno, mi fanno rimpiangere il giorno che ho venduto casa a
monte sacro! ” Luca
“Ma possibile che dietro al porto ancora c’è la sabbia usata come
base per i fuochi di Sant’Antonio dello scorso anno!? Anzio è
sempre più sporca! Vergogna! ” Patrizio
21
Stretto parente delle betulle, cresce sui terreni
umidi, argillosi e in prossimità dei corsi d’acqua.
L’ONTANO NERO
L’ontano
comune
(Alnus
glutinosa),
anche detto ontano
nero, è una delle
quattro
principali
specie presenti in
Italia e piuttosto
diffusa nella zona
di Anzio. È fra i
costituenti
della
vegetazione
delle
rive,
su
terreni
argillosi o sabbiosi
e poveri, che riesce
a
colonizzare,
arricchendoli. Vegeta
anche in ambienti
periodicamente
inondati o paludosi, formando boschetti puri o misti con pioppi,
salici ed altre piante che amano l’acqua. È un albero che di solito
ha una taglia piccola, però si può sviluppare fino a circa 10 metri
e soltanto di rado raggiunge altezze superiori. Le foglie dell’ontano
crescono una per nodo e orientate alternativamente da una parte e
dall’altra, sono caduche ed hanno i margini irregolarmente dentati.
L’ontano è una pianta monoica, cioè ha sullo stesso albero fiori
sia maschili sia femminili riuniti in amenti, una sorta di spighe
penzolanti che sbocciano tra febbraio ed aprile, quindi proprio
in questo periodo, prima della fogliazione. Gli amenti maschili
sono allungati, mentre quelli femminili sono di forma ovoidale e
marcatamente più corti.
Quest’albero caratteristico della flora anziate, imparentato con la
betulla, si può distinguere da essa per il fatto che i frutti, di aspetto
legnoso, non si sfibrano una volta maturi. Questa essenza autoctona
del nostro litorale colonizza facilmente i terreni, anche quelli poveri,
umidi, malsani. Per questa caratteristica l’ontano viene utilizzato
anche in opere di bonifica, come nella vicina palude pontina
avvenne nello scorso secolo. L’ontano cresce rapidamente e resiste a
condizioni molto sfavorevoli e per questa ragione viene impiegato
anche nella cosiddetta “bioremediation”, cioè nel recupero di cave
dismesse, di siti d’estrazione mineraria o di aree che hanno subito
gravi incendi. Questa pianta può anche ornare i nostri giardini e
si presta bene alla realizzazione di bonsai. Il legno di ontano ha
una straordinaria resistenza all’acqua, tanto che l’intera città di
Venezia è costruita su fondazioni realizzate con pali di ontano.
Per la stessa ragione veniva anche impiegato in passato per fare
secchi e grandi tinozze che fungevano da vasche da bagno. Infine,
un’ultima importante curiosità. Molti musicisti sanno che il legno
di ontano è una delle essenze più utilizzate nella liuteria elettrica
per la produzione di corpi per chitarre. La notissima marca Fender
utilizza da decenni l’ontano per le sue chitarre elettriche, che oggi
ritroviamo anche in lavorazioni sofisticate per corpi di strumenti
parzialmente cavi. L’appuntamento è al prossimo numero di Anzio
Space con un piccolo albero dai frutti gustosi che cresce spontaneo
sul nostro litorale: il corbezzolo.
Filippo Valenti
aprile 2012 _ n.39
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Space - Sport
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La giovane di Anzio è una futura promessa di questa disciplina sportiva
CRISTINA DROGHINI:
NEO CAMPIONESSA PROVINCIALE DI CARABINA
La stagione di tiro 2012 di carabina si apre
con grandi prestazioni da parte della giovane
anziate Cristina Droghini. Al suo primo anno
in categoria Juniores è già a buoni livelli,
come dimostra il titolo di Campionessa
Provinciale nella sua categoria per carabina
aria compressa specialità 40 colpi a 10 metri
conquistato il 6 marzo con il punteggio di
376.
Da quest’anno però Cristina ha anche
iniziato a tirare a fuoco e proprio con la sua
nuova carabina Walther KK300 calibro 22 ha
affrontato la prima gara in assoluto a fuoco
nelle nuove specialità. L’allenatore Generale
Pietro Di Canio le ha dato massima fiducia
portandola subito in una gara nazionale, e
infatti il 17 e 18 Marzo Cristina ha partecipato
al I° Ranking Nazionale di Firenze con due
specialità CST specialità non olimpica (60
colpi solo a terra a 50 metri ) e CS3P specialità
olimpica ( 20 colpi a terra, 20 in piedi e 20 in
ginocchi sempre a 50 metri). La prima gara
l’ha chiusa con un 563 su 600; la seconda
giornata, invece, dopo i primi 20 colpi con
ottime serie da 99 su 100 e 96 su 100, Cristina
è entrata in panico. Al cambio posizione non
ha trovato l’assetto giusto e la concentrazione,
neanche dopo i consigli e i suggerimenti
dell’allenatore, sbagliando un po’ troppo, ma
il suo carattere è uscito fuori alla terza serie
chiudendo così la competizione con un buon
538 che per essere la prima volta è un ottimo
punteggio. Grandi le emozioni e bella la
sede di gara. La giovane è rimasta entusiasta
dell’esperienza fatta e si augura di migliorare
sempre di più nel corso del tempo.
Prossimi appuntamenti sportivi sono a
maggio a Perugia, ma prima le regionali a
Roma dove spera di salire sul podio. Quando
gli chiediamo cosa vuole di più oggi, lei
con un grande sorriso ci risponde: “uno
sponsor perchè mi sono stancata di gravare
sui miei genitori”. Il tiro, infatti, anche se
ha tantissimi iscritti e porta tanti risultati a
livelli internazionali e mondiali non è molto
conosciuto al grande pubblico e i poligoni
di tiro non forniscono ai loro atleti neanche
i rimborsi spese per i vari ranking nazionali.
Sicuramente Cristina si sta facendo conoscere
anche Anzio in giro per l’Italia e continuerà
sempre più con i suoi ottimi risultati.
Fabrizio Tirocchi
Nicola Di Nicola ci parla di quest’arte marziale che sarà anche alle Olimpiadi 2012
IL TAEKWONDO AD ANZIO,
ASPETTANDO NUOVI CAMPIONI
“Avevo accompagnato mia figlia ad un corso,
quando ho visto la palestra con i materassini e
i sacchi da pugilato. Mi sono detto: Nicola, devi
fare in modo di tirarci due pugni”. Così Nicola
Di Nicola ci racconta il suo ‘incontro’ con la
palestra ‘Pianeta Sport Benessere’ di via di
Colle Cocchino, avvenuto circa un anno fa. Da
quel momento per lui, ex-atleta da un più che
decoroso passato agonistico (cintura nera, terzo
Dan), è iniziata una sfida personale: riportare
ad Anzio il taekwondo.
“Ho parlato” – continua il maestro –“col titolare
della palestra e l’ho convinto a fare questa
esperienza. Siamo partiti con pochi bambini,
adesso abbiamo all’attivo due corsi serali (il
martedì e il giovedì), formati da grandi e
bambini e a metà maggio saremo pronti per
fare le nostre prime gare ufficiali, anche perché
nel frattempo oltre ad affiliare il Circolo alla
FITA, la nostra Federazione nazionale, sono
tornato a scuola per prendere il ‘patentino’
per insegnare ed affrontare al meglio questa
‘avventura”.
Al contrario del judo, che è uno sport
puramente difensivo, il taekwondo è un’arte
marziale di ‘contatto’ ma sicura, visto che
nelle gare gli atleti indossano delle protezioni
obbligatorie (corazza, caschetto, paradenti,
paratibia, ecc.); il combattimento che si svolge
su un quadrato di 8 metri per 8, è diviso in tre
round di due minuti l’uno, con l’assegnazione
della vittoria ai punti, o al KO, qualora uno dei
due contendenti sia atterrato definitivamente.
Il regolamento della WTK, la federazione
mondiale, prevede che l’atleta possa colpire
l’avversario con calci e pugni solo sulla corazza,
mentre per i colpi alla testa si può usare solo la
tecnica del calcio. Anche se potrebbe sembrare
uno sport violento, la disciplina è dura e se
qualche ragazzo arriva in palestra con qualche
idea un po’ ‘malsana’, da bulletto, per una specie
di ‘selezione naturale’ se ne va via quasi subito,
perché insofferente alle ‘regole’. Il taekwondo,
oltre ad essere lo sport nazionale coreano, è
la seconda specialità di arti marziali ad essere
presente ai giochi olimpici, ed ha già portato
al medagliere azzurro un argento ai giochi
di Pechino, col welter Mauro Sarmiento. A
dare una mano al Maestro Di Nicola è un suo
vecchio amico, Mario Marcellini, uno dei primi
atleti taekwondisti di Anzio che aveva tentato,
alcuni anni fa, di introdurre questo sport nella
nostra cittadinama senza grande successo.
La speranza di Di Nicola è proprio che alla
riapertura dei corsi a settembre, l’entusiasmo
che potrebbe nascere da altri successi azzurri
nei Giochi Olimpici che si svolgeranno il
prossimo agosto a Londra, porti nuovi adepti
ad iscriversi ai corsi.
Maurizio D’Eramo
Anzio Space
Space - Sport
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Nelle ultime tre partite giocate i portodanzesi hanno raccolto 5 punti
ANZIOLAVINIO
UN SOGNO CHIAMATO SALVEZZA
Continua la marcia salvezza dell’Anziolavinio
che dopo l’arrivo di mister Pernarella sulla
panchina, sembra aver ritrovato voglia di
lottare, spirito di sacrificio e attaccamento alla
maglia. Diciamo che se il campionato finisse
oggi Guida e compagni sarebbero salvi senza
dover passare per i playout avendo 6 squadre
sotto in classifica. Ma il campionato è ancora
lungo, mancano 8 partite al termine e la cosa
positiva è che di questi 8 match restanti cinque
verranno giocati in casa, davanti al proprio
pubblico che dovrà dare quella spinta in più
ai ragazzi per cercare di fare bottino pieno
e dare l’ultimo allungo decisivo per tenere a
debita distanza le dirette inseguitrici affinché
quel sogno chiamato salvezza si realizzi senza
passare per la post-season.
Nelle ultime tre partite giocate, i portodanzesi
hanno raccolto 5 punti, frutto di 2 pareggi
e di una vittoria. I due pari sono arrivati
nella 24° e 25° giornata. Entrambe le partite
sono terminate 0-0, la prima in trasferta
contro la Cynthia, squadra ostica allenata dal
portodanzese Scarfini che sta lottando come
l’Anzio per raggiungere la salvezza diretta. Una
partita “jellata”, viste le tante chiare occasioni
da gol mancate dagli avanti biancazzurri. In
campo c’è stata una sola squadra, ma un po’ di
sfortuna e un po’ di imprecisione non hanno
consentito ai ragazzi di tornare da Genzano
con l’intera posta in palio. L’altro pari è arrivato
nel turno successivo, quando al Bruschini è
sceso il Civitavecchia di mr. Pirozzi. Anche lei
invischiata nella lotta per non retrocedere, ha
venduto cara la pelle, ed è uscita dal terreno
di gioco con un punto grazie anche alla mira
difettosa di Fanelli & co. che hanno tirato
tanto e male verso la porta avversaria. Un
punto comunque importante che ha mosso la
classifica e proiettato la squadra alla bella vittoria
nell’ultimo turno giocato in terra ciociara dove
un netto 0-2 ha consentito a Trippa e compagni
di espugnare il “Montorli” di Boville che pur
essendo penultimo in classifica, veniva da
diversi risultati utili consecutivi e sembrava in
netta ripresa. Tre punti fondamentali arrivati
grazie ad una bella prova di squadra con
Amassoka autore della doppietta decisiva sugli
scudi. Il distacco dalla sestultima è di un solo
punto, la lotta salvezza sarà dura fino all’ultima
giornata. Quello che possiamo fare noi è
invadere lo stadio e far capire agli ospiti che
difficilmente usciranno vincitori dall’“inferno”
del Bruschini. La salvezza passa da “casa” nostra.
Pubblico e squadra uniti per centrare l’unico
obiettivo importante. Salviamoci insieme.
Vince sempre chi più crede.
Fabrizio Tirocchi
Raggiunto il III posto in classifica. Gli ultimi 3 match hanno portato 7 punti
FALASCHE
CONTINUA LA CORSA IN CAMPIONATO
Il rullo compressore Falasche continua
spedito la corsa in campionato. Raggiunto
il terzo posto in classifica in coabitazione
con il Morandi, sembra deciso a restare nelle
parti alte della classifica fino al termine della
stagione. Quel terzo posto tanto rincorso è
stato raggiunto, ora c’è da stringere i denti e
difenderlo perché ciò significherebbe giocarsi
le proprie chance di salire di categoria tramite i
playoff. Il Falasche, ammirato negli ultimi
tre turni di campionato, è una squadra
splendida, che lascia poco o niente agli
avversari e quasi sempre esce dal campo
di gioco con l’intera posta in palio. Per
la precisione, gli ultimi 3 match hanno
portato 7 punti ma potevano essere
tranquillamente 9, se l’estremo difensore
Politi non avesse compiuto una “papera”
nell’ultimo turno di campionato contro
il Ciampino quando, al 3° di recupero
del s.t., non ha trattenuto un traversone
dai 40m che si è infilato in porta dando un
punto ormai insperato alla squadra, quando
ormai nell’aria c’era il profumo dei 3 punti che
avrebbero dato il 3°posto in solitaria.
Le due vittorie prima del mezzo passo falso
col Ciampino sono arrivate contro il Palocco
(2-1) con reti di Porcari e Maggiore e contro
il Genazzano (0-3) marcato Del Grosso,
Rito, Buchicchio. Confidiamo in un finale di
stagione ancora in crescendo perché in fondo,
sognare l’eccellenza non costa nulla. L’altra
nostra squadra impegnata in promozione
è il Nettuno di Mr. D’Agostino che sta
attraversando una fase involutiva visto che
negli ultimi 3 incontri ha racimolato una sola
vittoria e 2 sconfitte. I 3 punti sono arrivati
contro la Samagor grazie ad un 2-0 casalingo
con reti di Bastianelli e Frezzotti. Le altre due
partite di questo miniciclo hanno portato
0 punti. I verdeblu sono stati sconfitti nelle
trasferte di S. Pietro e Paolo (1-0) e contro
la corazzata S. Maria delle Mole, squadra
capolista che si appresta a vincere il girone
C che ha strapazzato il Nettuno con 4 reti.
Al termine della stagione mancano 9 turni,
il distacco dei nettunesi dal 3°posto è di 7
lunghezze. Con 27 punti ancora da assegnare
la speranza è l’ultima a morire. Deve valere il
detto “insisti, resisti, raggiungi e conquisti”.
F.T.
aprile 2012 _ n.39
Space-Lettere a redazione@anziospace.com
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Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
I lupetti sono per la differenziata
Il 4 marzo il gruppo Scout CNGEI ha organizzato nella
spiaggia di nettuno l’evento “la giornata del pensiero”
(appuntamento importante per i lupi, nel ricordo di Baden
Powel) a favore della raccolta differenziata, in programma
per il comune di Nettuno. L’evento è stato organizzato
presso il santuario di Santa Maria Goretti. I ragazzi hanno
sostenuto un confronto con passanti e negozianti sulla
differenziata, e raccolto in differenziata i rifiuti pervenuti
sulla spiaggia. Una bella giornata all’insegna di sani
principi.
I volontari del CAV di Anzio-Nettuno
grazie rita
Dopo sette mesi di sofferenze, è morta, presso la propria
abitazione, Rita Iacobelli, consorte del cardiologo Dott. Maurizio
Castellari. Aveva 59 anni, era madre di due figli, professoressa
presso una scuola media di Anzio e fino a quando le forze le
hanno consentito, ha sempre fattivamente collaborato con il
Centro di Aiuto alla Vita di Anzio e Nettuno, di cui è stata anche
presidente.
I volontari del Centro vedevano in lei una preziosa collaboratrice
in grado di affrontare con delicatezza ed efficacia molti dei casi
trattati, in cui erano in gioco le vite di nascituri e delle stesse
madri, spesso senza punti di appoggio materiali e culturali per
affrontare la maternità di una nuova creatura. Grazie, Rita, per
quanto hai fatto! Grazie, Rita, per quanto farai ancora dalla casa
del Padre a favore della vita!
I volontari del CAV di Anzio-Nettuno
lETTERA DA UN LETTORE
Egregi, ho letto “La proposta” di Arcangelo Panefresco, su
ANZIO-SPACE di marzo 2012 (p. 8), in merito alla creazione di
un percorso a mare che unisca i porti di Anzio e Nettuno. È una
proposta molto interessante.
Essendo il percorso quasi interamente in territorio nettunese,
cercherò di stimolare il Comune di Nettuno a prendere in
considerazione l’idea. Purtroppo la scarsa (o nulla) lungimiranza
della classe politica e dirigente locale non lascia molte possibilità
all’attuazione pratica del progetto.
La situazione economica del Comune di Nettuno pure. Prevedo
anche l’opposizione dei proprietari di case che si affacciano
direttamente sugli scogli. Però l’idea è talmente bella e stimolante
che va alimentata e fatta crescere; forse con l’intervento di privati
(o il sostegno della Provincia di Roma) si potrebbe creare questa
camminata a mare che valorizzerebbe il nostro territorio. In
Liguria (conosco quelli di Genova-Nervi e delle Cinque Terre)
ci sono bellissimi percorsi di passeggiate sugli scogli e sul mare,
che attirano turismo.
Il Comune di Anzio deve anche essere coinvolto in quanto di suo
interesse.
È lecito coltivare progetti interessanti, anche se sembrano
irrealizzabili. Chissà, magari salta fuori qualche politico che non
è interessato solo alla speculazione edilizia!
Cordiali saluti
Marco Mandelli, Nettuno
Anzio Space
LO CHEF-PIZZAIOLO FOTIA ALLA
CONQUISTA DI PARIGI
È in procinto di partire per
Parigi, dove dal 2 aprile
tornerà in gara davanti
ad un forno per tentare di
aggiudicarsi l’ennesimo titolo
da mettere in bacheca: il
campionato europeo assoluto.
È Marcello Fotia, 31 anni,
nato a Napoli ma trapiantatosi
ad Anzio con la famiglia
da oltre vent’anni. Titolare
della
Pizzeria-Ristorante
‘Divina Commedia’, sono in
tanti, ormai, a conoscerlo
soprattutto dopo gli exploit
dei vari titoli o posti d’onore conquistati negli ultimi due anni nelle
gare destinate al settore culinario. Ma sono in pochi a conoscere i
suoi inizi.
“Mi sono diplomato alla scuola alberghiera di Anzio”- ci racconta
Marcello - “ma come cameriere. Poi la mia passione per i fornelli
mi ha spinto a passare in cucina. Era il 2001”. Tre anni dopo lo
ritroviamo titolare del locale di via Dante, in qualità di chef, fino
a quando per necessità (il pizzaiolo si era licenziato), si ritrova
davanti al forno. “Per mia fortuna il vecchio pizzaiolo non era il
tipo che custodiva gelosamente il lavoro tutto per sé, per cui col
tempo mi aveva insegnato i trucchi del mestiere…” Ad ogni modo
Marcello decide di iscriversi al master per istruttori presso la scuola
italiana pizzaioli di Caorle dove si ‘riconverte’ nel migliore dei modi
in quella veste. Il destino sempre in agguato fa in modo di fargli
conoscere, in questa occasione, il comasco Mario Signorile, che
gli propone di fare una gara a quattro mani in un campionato del
settore. Si fa convincere e vive la gara come una semplice esperienza,
senza sapere che gli cambierà, in parte la vita.
L’inizio è decisamente sfolgorante con la vittoria, proprio nella gara
d’esordio, del campionato europeo di ‘pizza a due’, svoltosi a Parigi
nel marzo del 2010 con la ‘pizza Julienne’. Si tratta di una particolare
pizza con rucola, pesto di mandorle e fiori commestibili. “Me la
chiedono in tanti, qui ad Anzio”- ci dice – Addirittura per il 21 aprile
me ne hanno ordinate una trentina. Ma è una pizza complicata da
preparare, per via degli ingrediente, difficili da reperire”.
Come dice il detto, che in questo caso è azzeccatissimo, l’appetito
vien mangiando e Marcello viene ‘risucchiato’ da questo sistema di
gare, frequentandone parecchie e tutte con eccellenti risultati.
Mentre parla con noi è alle prese con la preparazione del piatto
che porterà a Parigi, una pizza con pasta di ceci, calamari e nero di
seppia; a vederla è proprio una leccornia. Prima di andarcene diamo
uno sguardo alla mensola che sta sul forno, dove in bella mostra
ci sono i trofei conquistati (oltre al ricordato campionato europeo,
il 2° posto ai mondiali di pizza su navi da crociera, 3° posto al
trofeo mondiale ‘Heinz Berck’, il titolo di campione italiano nello
spaghetto d’oro, 3° nella pizza in pala, 4° nella margherita d.o.c. negli
ultimi campionati nazionali organizzati dalla U.E.P.T.); speriamo di
vederne uno nuovo dopo gli europei di aprile e non ci dispiacerebbe
neanche vedere un riconoscimento da parte dell’amministrazione
comunale per un suo cittadino che porta il nome di Anzio nel
mondo. Ad Anzio, non c’è solo Nerone e Marcello col fuoco, per
fortuna, ci cucina le pizze.
Maurizio D’Eramo
Anzio Space
Space-Lettere a redazione@anziospace.com
n.39 _ aprile 2012
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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PILLOLE FISCALI
a cura del Dott. Marco Minoccheri
Settore nautico: piu cara nel 2012 la tassa annuale “di stazionamento”
L’art. 16, commi 2-10 e 15-ter del DL 201/2011, ha introdotto, a decorrere dal
1° maggio 2012, una tassa annuale di stazionamento per le imbarcazioni che
stazionano in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque
pubbliche, anche se in concessione a privati.
Con il maxiemendamento al “decreto liberalizzazioni” (DL 24 gennaio 2012
n.1), tuttavia, l’art. 60-bis ha previsto che tutte le unità da diporto dal 1° maggio
di ogni anno siano soggette al pagamento di una tassa annuale (non sarebbe
più una tassa di stazionamento in quanto tale locuzione è stata eliminata).
Gli importi della tassa, che sono notevolmente aumentati rispetto agli importi
stabiliti dal DL 201/2011, variano a seconda della lunghezza dello scafo
Secondo la nuova formulazione, infatti, la tassa annuale è stabilita
nella misura di:
- 800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12
metri (l’importo era fissato a 5 euro);
- 1.160 euro per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14
metri (era 8 euro);
- 1.740 euro per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri
(era 10 euro);
- 2.600 euro per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 20 metri
(era 30 euro);
- 4.400 euro per le unità con scafo di lunghezza da 20,01 a 24 metri
(era 30 euro);
- 7.800 euro per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri
(era 90 euro);
- 12.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri
(era 207 euro);
- 16.000 euro per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri
(era 372 euro);
- 21.500 euro per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri
(era 521 euro);
- 25.000 euro per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri
(era 703 euro).
La suddetta tassa è ridotta alla metà:
- per le unità con scafo fino a 12 metri, utilizzate esclusivamente dai
proprietari residenti, come propri mezzi ordinari di locomozione, nei
Comuni delle isole minori e della Laguna di Venezia;
- per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a vela con motore
ausiliario il cui rapporto fra superficie velica e potenza del motore
espresso in Kw non sia inferiore a 0,5.
In ogni caso, l’art. 60-bis prevede che la tassa non si applichi per il
primo anno dalla prima immatricolazione delle imbarcazioni.
Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia:
• vivibile e interessante per i giovani
• viva culturalmente
• all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio
• arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue
Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di
essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone
giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per
migliorare il territorio in cui vivono.
Al momento abbiamo tre iniziative:
• Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com
• Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di
Nettuno, info su www.shingle22j.com
• Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che
vorremmo costruire.
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Alessandro Tinarelli, Cristiano Di Rosa, Ilaria Cioè, Flavio Baldoni,
Yoshiro Izumi, Melania Maranesi, Gino Querini, Massimo Casa,
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Stampa: Tipografia Capriotti, via Pordenone 19, Pomezia (RM)
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