nazionale - 3 - Conquiste del Lavoro

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MERCOLEDÌ 23 APRILE 2014
della Silicon Valley, da Google a Apple, da Intel a AdoUsa. Patto Igiganti
be, sono nel mirino dei giudici, con l'accusa di aver trovato
accordo segreto, ai danni dei salari dei loro dipendenti.
loro testa pesa una class action, che se avrà successo li
per tenere unSulla
costringerà a pagare un risarcimento record, di 3 miliardi di
Tanto che molti osservatori sono convinti che cerchebassi i salari dollari.
ranno un patteggiamento. Secondo l'accusa, i giganti dell'Hi
avrebbero stabilito una sorta di 'tregua’ per aggiudicarsi
dei dipendenti. Tech
i talenti dei loro esperti. Insomma, un patto di non aggressioin seguito a diverse riunioni riservate tra i grandi
I colossi necapiraggiunto
di questi colossi, come risulta da alcune mail diffuse da
sito Pando.com. Si tratta di materiale decisamente imbadell’hi tech unrazzante,
come sottolinea Bloomberg, che getta sospetti anche sul fondatore della Apple, Steve Jobs, accusato di aver
sotto accusa dato in qualche modo il via a questo tipo di collusione. Secon-
do queste carte, proprio Jobs, nel 2005, avrebbe chiamato il
co-fondatore di Google, Sergel Brin, minacciandolo di scatenare una “guerra”, se avesse assunto un certo numero di dipendenti Apple. A quel punto, Google chiese aiuto a Bill Campbell, uno dei direttori della Apple, per stringere il patto. Più
tardi, però, un cacciatore di teste, sempre di Google venne
licenziato, proprio per aver violato quell'accordo. Il processo
dovrebbe iniziare il 24 maggio. Tuttavia, non si dovrebbe arrivare al giudizio, visto che sembra che i tentativi di trovare un
accordo tra le parti sembra stiano facendo molti progressi.
Ma in mancanza di patteggiamento, l'ammontare di 3 miliardi potrebbe essere triplicato, secondo le regole dell'Antitrust. Si arriverebbe così alla cifra record di 9 miliardi. A quel
punto, a ogni lavoratore che ha fatto ricorso entrerebbero in
tasca circa 140mila dollari.
Ristrutturazioni Ue. A marzo sono stati annunciati tagli per 26mila posti a fronte di 15.600 assunzioni
conquiste del lavoro
global
Bancheepostepresentano
ilcontodellacrisiailavoratori
B
ruxelles (nostro
servizio) - Le ristrutturazioni aziendali
annunciate o avviate in Europa a marzo costeranno il posto a circa 26mila persone e prevedono la
creazione di almeno
15.600 nuovi posti di lavoro. Lo dice l’Emcc (European monitor centre on change) nel suo monitoraggio
mensile, in cui spicca soprattutto il piano-esuberi
annunciato da Unicredit
l’11 marzo scorso e che sarà avviato ufficialmente il
1 gennaio 2015 per concludersi il 31 dicembre 2017:
perdite per 15 miliardi,
8500 tagli di cui 5700 in Italia, chiusura di 500 sportelli. Ma non scherzano neanche in Germania. Una sussidiaria del gruppo Unicredit, la HypoVereinsbank,
ha iniziato il 13 marzo il taglio di 1500 posti e la chiusura di 300 dei suoi 600 uffici, che si aggiungono agli
800 posti già tagliati a marzo 2013: la digitalizzazione, spiegano, sta rendendo sempre più inutili i servizi face to face, giustificando quindi la riduzione di
personale.
La ristrutturazione interna
della T-Systems (gruppo
Deutsche Telekom), iniziata il 18 marzo e che durerà
fino al 31 dicembre del
2015 equivale alla riduzione di 2700 posti entro fine
2014 e di altri 2200 entro
la fine dell’anno prossimo.
T-Systems, che in Germania impiega circa 29mila
persone, ha già mandato a
casa 12mila lavoratori nel
2008 e 3mila nel 2009 e
nel 2010.
Il gruppo assicurativo Wustenrot & Wurttemberigsche (14mila dipendenti
nel mondo) taglierà tra i
300 e i 500 posti entro la
fine del 2015, per un totale
di circa 800 licenziamenti,
se si considera la riduzione
di altri 300 posti avviata
nel 2013: l’obiettivo è un
abbattimento dei costi pari a 140 milioni di euro. Ad
assumere, in Germania, è
la Bosch (107mila dipen-
denti nel Paese, 281mila in
tutto il mondo) che entro il
31 dicembre 2014 completerà il reclutamento di 800
neo laureati, per un piano
di espansione che prevede
9mila nuove assunzioni
nel mondo, ma principalmente in Asia (versante
Oceano Pacifico). La Royal
Mail (servizi postali inglesi) ha annunciato il 25 marzo una piattaforma di riduzione dei costi pari a 50 milioni di sterline per il biennio 2014-2015, che equivale al taglio di 1600 posti tra
manager, impiegati e staff
amministrativo, per mezzo, ma questo per ora è solo un auspicio dell’azienda, di turnover, dimissioni
volontarie e reimpiego. Il
sindacato Unite definisce
“spietato” il piano di Royal
Mail, “capace solo di pensare ai profitti piuttosto
che servire la nazione”, come dichiarato dai uno dei
suoi dirigenti, Brian Scott.
Unite chiede “condizioni
eque” nella gestione degli
esuberi e metodi “efficaci”
nella redistribuzione all’interno dell’organizzazione,
altrimenti si prenderà in
considerazione “la possibilità di mettere ai voti
un’azione sindacale”. Sempre in Gran Bretagna, la
chiusura di tre degli otto uffici di Shared Services Connected (servizi finanziari)
costerà il posto a 500 persone entro il 31 ottobre
prossimo, impiegate a
Sheffield, Leeds e Cardiff.
Il gruppo punta a dimissioni volontarie e reimpieghi,
con il consenso del sindacato di categoria, il Pcs, Public and commercial services Union, che tuttavia si
dice convinto che l’azien-
da stia pianificando attività di outsourcing nell’Est
Europa.
In Francia, la ristrutturazione di Renault Track iniziata
il 31 marzo scorso (fino al
31 dicembre 2014), prevede la riduzione di 508 dipendenti, di cui 319 a Lione, 128 a Blainville-sur-Orne e 61 a Bourg-en-Bresse.
La dismissione fa parte di
un piano più generale di riduzione della forza lavoro
già annunciata da Renault
a gennaio 2013 che comporterà entro il 31 gennaio
2016 il taglio di 7500 posti,
il 14 per cento della forza
lavoro di Renault in Francia. Poste in crisi anche in
Austria. La Oesterreichische Post rinuncerà entro
il 31 dicembre prossimo a
250-500 posti ancora vacanti, ai quali però potrebbe far seguito secondo il
sindacato di categoria Fcg,
a causa della tecnologizzazione del sistema, il taglio
di altri 500 posti lavoro.
Sul fronte assunzioni,
Emcc segnala grandi manovre delle aziende tedesche
in Romania: 1000 nuovi posti di lavoro entro il 31 dicembre 2014 annunciati
da Continental (componentistica auto) nei siti di
Timisoara, Sibiu, Iasi, Brasov, Nadab e Carei, e 500
assunzioni di Leoni Wiring
Systems nel sito di Arad. Si
muovono anche gli austriaci, con il gruppo Holzindustrie Schweighofer (legno
e carta) che aprirà un nuovo sito a Reci, per un totale
di 640 persone da assumere entro il 1 gennaio 2015.
L’americana Johnson Controls (auto) ha iniziato ad
assumere 507 persone nel
sito di Namestovo, in Slovacchia, per un investimento di 7 milioni di euro. Da
segnalare i 3mila nuovi posti annunciati in Gran Bretagna da Barrat Developments (edilizia residenziale) e le 1000 assunzioni offerte dal gruppo farmaceutico danese Novo Nordisk
(che produce principalmente insulina), di cui 900
a Copenaghen.
Per il resto è un trionfo a
mani basse dell’Europa dell’Est. Il prossimo 1 maggio
Toyota Peugeot Citroen
Automobile (TPCA) inizierà ad assumere nel sito di
Kolin (Repubblica Ceca),
per un piano di business
expansion che prevede
l’assunzione di 700 persone, dopo le 100 già ingaggiate nel 2013. In Croazia
si muove Supernova, del
gruppo austriaco M2, che
aprirà a Zagabria un centro commerciale e cerca
personale, per almeno
500 assunzioni entro il 24
maggio 2015. In Ungheria,
l’azienda locale Waberer’s
International (tir), ha annunciato l’assunzione di
600 conducenti di camion
per la regione di Budapest,
per un investimento di 58
milioni di euro in 660 nuovi camion e 700 nuovi posti lavoro, compresi i 100
autisti già assunti a febbraio 2014.
Pierpaolo Arzilla
Giampiero Falasca
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