Vacanze da cristiani Consigli utili

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Vacanze da cristiani
Consigli utili
AZB 3007 Bern
Mensile delle Missioni di
Missione Cattolica Italiana · Bovetstrasse 1 · 3007 Bern
Anno XX · n. 7/8 · Luglio-Agosto 2014
Sommario
4
10
11
24
26
Francesco
in Terra Santa
Scuola: l'Italia tra
gli ultimi in Europa
Dalle Missioni
11-14Berna
15-17Burgdorf-Utzenstorf
Langenthal
18-19Olten-Schönenwerd
20-21Solothurn
22 Konolfingen
23 Oberland Bernese
Dieci consigli utili
per una vacanza da ...
Fermiamo
le barbarie in Sudan
Foto copertina: archivio
Mensile delle Missioni di:
Berna, Burgdorf-Utzenstorf,
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Olten-Schönenwerd, Solothurn,
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 Editoriale
I.B.I.
Il coraggio dei reietti
È difficile parlarne e trovare le parole giuste.
Preferiremmo passare sotto silenzio la raccapricciante fine delle due cuginette indiane di 14 e 15 anni, nemmeno trent’anni in due, ripetutamente violentate, poi
strangolate e appese ad un albero di mango.
Sarebbe però un silenzio colpevole, un tradimento nei confronti degli abitanti di
quel lontano villaggio di Katra, una mancata risposta alla loro ferma volontà di
rompere, di farla finita proprio attirando l’attenzione dei media.
Vogliono giustizia e, poveri e reietti, ma
coraggiosi, hanno compreso che, per
ottenerla, devono far vedere al mondo
ciò che può accadere a due ragazzine
in una società in cui ancora sopravvivono codici arretrati, maschilisti, violenti, lontani dal più elementare rispetto della dignità umana.
Si sono raccolti intorno all’albero di
mango, in protesta silenziosa e decisa
e hanno impedito il trasporto dei cadaveri in ospedale. “Non ci muoveremo di qui fino a quando i responsabili non
saranno stati arrestati”.
Le immagini parlano chiaro, mostrano la verità nuda e cruda, in questo caso agghiacciante, e le due vittime sono state lasciate appese all’albero perché le televisioni e i fotografi potessero riprenderle.
Hanno detto basta al silenzio e all’indifferenza.
In un Paese di 1,2 miliardi di abitanti, che sta sforzandosi di diventare un grande
Paese, lo stupro di massa è una piaga. I dati ufficiali parlano di una violenza ogni
ventidue minuti; a Nuova Delhi la media è di sei al giorno, ma molte aggressioni
non sono denunciate per vergogna o paura di ritorsioni.
La violenza carnale è ovviamente criminalizzata dal codice penale indiano e le
pene, data la situazione, sono state inasprite. È però noto che nei villaggi la violenza contro le donne è un fenomeno antico e drammatico, parte di una dimensione castale dura a morire. I dalit, i fuori casta, sono trattati da “Untermenschen” e
non sono ancora riusciti ad ottenere il riconoscimento, se non dell’uguaglianza,
della pari dignità umana.
Tutto ciò, nonostante una religione ispirata dalla non violenza, il messaggio del
Mahatma Gandhi e le promesse della democrazia. Nei villaggi le donne “fuori casta” sono spesso considerate a “disposizione” dei maschi appartenenti alle numerose caste indiane, sia che si tratti di nobili bramini o di lavoratori manuali shudra.
La violenza è spesso considerata una sanzione tribale e un mezzo per intimorire
e tenere a bada. Si sa anche che nei villaggi la polizia è portata a ignorare i delitti
compiuti contro gli intoccabili nell’indifferenza generale. Se qualcosa si è mosso
contro la violenza è infatti in seguito a quella subita da una studentessa, non da
una donna “fuori casta”.
Si legge che nel branco che ha usato violenza e ucciso le due adolescenti ci fossero anche due poliziotti. Alcuni agenti sono sotto inchiesta per non essersi mossi
in seguito alla denuncia di scomparsa sporta dai parenti delle vittime.
Il neoeletto primo ministro indiano, Narendra Modi, ama twittare e sembra lo
faccia spesso, ma per ora ha taciuto sull’orrendo crimine. Speriamo non tardi una
sua presa diposizione pubblica ed energica. Speriamo assicuri la giustizia e l’applicazione delle pene previste, giustamente severe.
Il mondo guarda a lui; accettare la sfida che gli si pone sarebbe un bel modo democratico di iniziare il suo governo: l’India è il Paese di tutti gli indiani, al di là delle
differenze di genere, di religione, di casta.
La legge e la giustizia sono uguali per tutti. E la violenza sulle donne, un fenomeno non solo indiano, deve essere punita e stroncata ovunque.
Luglio-Agosto 2014
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