scarica il programma di sala - Orchestra Filarmonica Marchigiana

ministero per i beni e le attività culturali
regione marche assessorato alla cultura
in collaborazione con
consorzio marche spettacolo

sinfonica
Incontro con
RACHMANINOV
(parte I)
pianoforte
Alexander Ullman
Vitaly Pisarenko
(silisti del Keyboard Trust di Londra)
direttore
Federico Mondelci
giovedì 8 maggio 2014, ore 21.15
Fabriano, Teatro Gentile
venerdì 9 maggio 2014, ore 21.00
Ancona, Teatro delle Muse
In collaborazione con
Società Amici della Musica “G. Michelli”
sabato 10 maggio 2014, ore 21.00
Pesaro, Teatro Rossini
In collaborazione con Ente Concerti Pesaro
orchestra filarmonica marchigiana
filarmonicamarchigiana.com
Programma
S. Rachmaninov (Oneg, Novgorod, 1873 – Beverly Hills, California, 1943)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1
in fa diesis min., op. 1
I. Vivace
II. Andante
III. Allegro vivace
(pianoforte ALEXANDER ULLMAN)
- intervallo -
Concerto per pianoforte e orchestra n. 2
in do min., op. 18
I. Moderato
II. Adagio sostenuto
III. Allegro scherzando
(pianoforte VITALY PISARENKO)
Note
«La musica, secondo me, deve essere espressione della complessa personalità del compositore. La musica deve esprimere il paese di nascita del
compositore, i suoi amori, la sua religiosità, le letture che l’hanno influenzato, le pitture che ama. Deve essere la somma totale delle sue esperienze...
La musica è una calma notte di luna, un frusciare estivo di foglie, uno scampanio lontano nella sera. La musica nasce solo dal cuore e si rivolge solo al
cuore. È amore. Sorella della musica è la poesia e madre la sofferenza».
In queste semplici e sincere parole Rachmaninov racchiuse tutta l’essenza della sua arte. Un’arte quasi interamente votata al sentimento della
nostalgia e del rimpianto: per la patria, innanzitutto, l’amatissima Russia,
che il compositore fu costretto ad abbandonare nel 1918 dopo la
Rivoluzione d’Ottobre e a sostituire con una nuova patria, gli Stati Uniti,
posta culturalmente agli antipodi rispetto a quella natale; e altrettanto
intensamente per una stagione musicale, il Romanticismo, che aveva prodotto i mezzi più idonei ad esprimere quella che, secondo la sua sensibilità, era la missione più profonda e autentica della musica: rappresentare
la vita interiore, la totalità dei sentimenti umani.
Questa fede spontanea e un poco ingenua nei valori romantici professata in
pieno Novecento procurò a Rachmaninov ammirazione e insieme disprezzo:
il pubblico, specie quello americano che lo condusse al successo internazionale, lo considerò come l’ultimo grande compositore-pianista romantico
e ne fece il campione della difesa dei valori tradizionali; i musicisti e la cri-
tica lo trattarono per lo più come un irritante sopravvissuto che si ostinava
ad attardarsi su posizioni culturali ormai definitivamente tramontate.
Oggi, a oltre settant’anni dalla morte, il giudizio sulla sua opera espresso a
seguito di analisi degli elementi tecnico-musicali libere da preconcetti
ideologici è più sereno e obiettivo. Ci si è accorti, finalmente, che in
Rachmaninov il culto dei valori musicali dell’Ottocento, parallelo alla diffidenza verso le audaci e “troppo cerebrali” innovazioni linguistiche del
secolo successivo, non era affatto un comodo ripiegamento su una tradizione che, in quanto a lungo filtrata e assorbita dal pubblico, poteva assicurargli un vasto successo, bensì nasceva da un ampio e profondo progetto artistico radicato in un terreno culturale assolutamente novecentesco.
Un progetto che nella produzione per pianoforte e orchestra del compositore, quattro concerti e una rapsodia coprenti un periodo di circa quarantatre anni, trova forse la sua più completa forma di realizzazione.
In queste opere, così calde e seducenti nella loro melodiosità e ricchezza
armonica, si ritrova tanta parte degli autori del romanticismo europeo:
Chopin, Liszt, Brahms, Čajkovskij. Eppure nessun ascoltatore un poco
attento potrebbe collocarle nell’Ottocento. Nemmeno i primi due concerti per pianoforte, composti a cavallo fra i due secoli: il Concerto n. 1 in fa
diesis min., op. 1, scritto nel 1891 ma poi largamente revisionato nel 1917
(questa seconda versione, la più comunemente eseguita, è quella qui proposta), e il Concerto n. 2 in do min., op. 18, del 1901.
Entrambi poggiano sul classico impianto architettonico in tre movimenti
strutturato secondo il collaudato schema allegro-adagio-allegro, con un
primo tempo assai articolato sul piano formale e basato su una scrittura
sinfonica particolarmente densa che si intreccia ad una parte solistica di
grande impegno tecnico-espressivo, un secondo tempo a carattere liricomeditativo, strutturalmente più lineare, e infine un terzo tempo virtuosistico molto vivace riconducibile alla tipologia del rondò. Tuttavia, le dilatazioni a volte spropositate e casuali della forma che in certi punti producono stramature e varchi da cui la musica fuoriesce disperdendosi a macchia d’olio; il continuo, lento digradare dell’armonia verso abissi profondi lungo un percorso a spirale che si tinge di infiniti colori trascorrendo
zone di luce e di ombra; i lunghi, misteriosi incantamenti presso angoli
bui e nascosti, improvvisamente abbandonati per librarsi in alto tracciando archi melodici di un’ampiezza straordinaria; i vasti e profondi riflussi
della “Madre Russia” accoglienti nel proprio grembo gli slanci amorosi e
commossi del figlio, come quello, splendido, che dà avvio al celebre
Secondo Concerto, richiamato nelle primissime battute dalla potente formula di invocazione del pianoforte solo che fa lentamente oscillare lo strumento nel tempo e nello spazio come un gigantesco pendolo cosmico; tutti
questi elementi insieme esprimono un qualche cosa di più profondo e
radicale di una banale nostalgia per il passato: essi divengono simbolo del
rimpianto di uno stato originario di semplicità e naturalezza del cuore
ormai definitivamente perduto che, nella sua universalità e incurabilità, è
parte integrante di quel profondo disagio esistenziale da cui trae origine
la cultura stessa del Novecento.
Cristiano Veroli
Alexander Ullman pianoforte
Alexander Ullman è nato in Inghilterra nel 1991 e ha studiato alla Purcell School
of Music sotto la guida di William Fong, il direttore del Keyboard.
Nel maggio del 2013 si è laureato presso il Curtis Institute of Music di
Philadelphia, dove ha studiato con Leon Fleisher, Ignat Solzhenitsyn e Robert
McDonald, vincendo la borsa di studio intitolata a Gerry e Marguerite Lenfest.
Ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali di pianoforte, quali ad esempio il primo premio al Concorso Internazionale In Memoriam Ferenc Liszt, il
Concorso Internazionale Lagny-sur-Marne, il Concorso Internazionale per
Giovani Concertisti Tunbridge Wells, il Concorso Internazionale Evangelia
Tjiarri, l’International Marlow Concerto Competition, il Christopher Duke Piano
Recital Competition e il Concorso Internazionale One Thousand Islands.
Recentemente ha vinto il secondo premio all’Isidor Bajic Memorial International
Piano Competition.
Ha realizzato tournée in Europa e in Asia, tenendo concerti in Italia, Francia,
Spagna, Germania, Ungheria, Olanda, nelle Repubbliche Baltiche, in Danimarca,
India e Cina. Si è esibito nelle principali sale da concerto in Inghilterra e in
America e ha debuttato da poco con la Philadelphia Orchestra presso il Mann
Center di Philadelphia.
Negli ultimi mesi ha tenuto recital a Shanghai, Pechino, Parigi e in California,
oltre che ad Oxford e a Budapest.
I suo concerti sono stati trasmessi dal terzo canale radio della BBC, da MDR
Classic e da Radio France.
Vitaly Pisarenko pianoforte
Vincitore del Primo Premio al Concorso Internazionale di Pianoforte ‘Franz Liszt’.
“Pianista immensamente dotato… con una tecnica prodigiosa, una miriade di sfumature e una precisione scrupolosa…” New York Times.
Nel 2008 il pianista russo Vitaly Pisarenko ha vinto il Primo premio all’Ottavo
Concorso Internazionale di Pianoforte Franz Liszt a Utrecht. Subito dopo ha suonato al Concertgebouw di Amsterdam con la Netherlands Radio Philharmonic
Orchestra, sotto la direzione di Damian Iorio.
Pisarenko si è esibito per la prima volta in pubblico all’età di sei anni. Dopo i primi
studi musicali a Kiev (con Natalia Romenskaya) e a Kharkov (con Garry Gelfgat),
ha studiato presso la Scuola Centrale di Musica e poi al Conservatorio Statale di
Mosca con il professor Yuri Slesarev. Successivamente si è perfezionato con lo stesso insegnante ed è stato inoltre sia allievo al Conservatorio di Rotterdam, con
Aquiles Delle Vigne, sia all’Oxana Yablonskaya Piano Institute in Italia. Dal 2012
Pisarenko sta studiando per conseguire il master presso il Royal College of Music
di Londra, grazie alla borsa di studio intitolata a Kenneth e Violet Scott.
Dalla vittoria al Concorso Liszt, Pisarenko si è esibito in oltre venticinque Paesi,
tra cui Germania, Italia, Ungheria, Polonia, Austria, Svizzera, Gran Bretagna,
Norvegia, Lituania, Indonesia, Brasile, Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Cina,
Giappone, Messico e Stati Uniti. Ha suonato per il Piano Pic Festival in Francia, al
Festival Internazionale di Musica di Berlino, al Festival di Musica da Camera di
Delft e al Festival ‘Busoni’ di Bolzano.
Nel 2009 è stato impegnato in una lunga tournée con la North Netherlands
Symphony Orchestra e si è esibito al Festival Beethoven di Varsavia con la Polish
National Philharmonic Orchestra e all’Ushuaia Festival in Argentina con la
Moscow Symphony Orchestra. Nello stesso anno ha suonato in tournée con il
Quartetto Heath e ha interpretato la Rapsodia su un tema di Paganini di
Rachmaninoff per la cerimonia di riapertura della De Doelen Concert Hall a
Rotterdam. Ha preso parte inoltre all’European Liszt Nights Tour e ha suonato al
Festival di Pianoforte di Vilnius.
Nel 2010 si è esibito a Shanghai per il World EXPO ed è stato impegnato in una
tournée con la Gelders Orkest, interpretando il Concerto per pianoforte n. 4 di
Rachmaninov. Nel 2011 è stato invitato in Giappone per una lunga tournée con la
Brno Philharmonic Orchestra. Nel 2012 ha debuttato al Colon di Buenos Aires, al
Musikverein di Vienna, ad Antwerp e al Palazzo delle Arti di Budapest. Si è inoltre esibito in Cina, a Pechino e a Shanghai, e ha preso parte all’International Liszt
Piano Academy, studiando con Elisabeth Leonskaya.
Nel 2013 ha debuttato al Seoul Arts Centre in Sud Corea con la KBS Symphony
Orchestra e in alcuni prestigiosi festival, quali l’International Chopin Piano
Festival di Duszniki (Polonia), l’Euro Music Festival di Halle (Germania), il
Grachtenfestival (Amsterdam) e il Diaghilev Festival di San Pietroburgo.
Nel 2014 Pisarenko sarà impegnato con l’attore Warre Borgmans in Liszt’s
Confession, uno spettacolo che andrà in tournée in Belgio, nonché in una serie di
recital solistici e di concerti con orchestra negli Stati Uniti, in Italia, in Cina, in
Canada e in Gran Bretagna.
Federico Mondelci direttore
Docente, camerista, Solista, Federico Mondelci è da oltre venti anni uno dei maggiori e più apprezzati interpreti del panorama musicale internazionale.
Diplomato in sassofono al Conservatorio di Pesaro, ha studiato anche canto, composizione e direzione d’orchestra; ha perfezionato gli studi al Conservatorio
Superiore di Bordeaux sotto la guida del M° Jean-Marie Londeix, diplomandosi
con “Medaglia D’Oro” all’unanimità.
Federico Mondelci svolge la sua carriera a fianco di orchestre quali la Filarmonica
della Scala con Seiji Ozawa, I Solisti di Mosca con Yuri Bashmet, la Filarmonica di
San Pietroburgo e la BBC Philharmonic sui palcoscenici più famosi del mondo: in
Europa, Usa, Australia e Nuova Zelanda.
Alla apprezzatissima carriera di solista, il maestro Mondelci, nel tempo, affianca una
sempre più rilevante carriera nella Direzione D’Orchestra, dirigendo con crescente
passione e convincente professionalità orchestre e solisti di fama mondiale.
Ed ultimi quindi, ma non meno importanti, proprio i successi conseguiti nella
direzione d’orchestra, al cui centro spiccano i nomi di celebri solisti, come Ilya
Grubert, Michael Nyman, Kathryn Stott, Pavel Vernikov, Nelson Goerner,
Francesco Manara, Natalia Gutman e Luisa Castellani.
Le sue apparizioni come solista e come direttore solista comprendono l’Orchestra
del Teatro Alla Scala, la New Zealand Symphony Orchestra, la BBC Philharmonic,
la Filarmonica di san Pietroburgo, l’Orchestra da Camera di Mosca, l’Orchestra
Sinfonica di Bangkok.
Nella occasione del bicentenario della nascita di Adolphe Sax, inventore del sassofono, ha ricevuto l’invito dalla Filarmonica di San Pietroburgo ad esibirsi come
direttore e solista in un concerto di gala in data 26 giugno 2014, nella prestigiosa
stagione diretta da Yuri Termirkanov.
Fondatore inoltre nel 1982 dell’Italian Saxophone Quartet e nel 1995 dell’Italian
Saxophone Orchestra, si esibisce con entrambe queste apprezzate formazioni sia
in Italia che all’estero, riscuotendo grande successo di pubblico e critica.
Il suo repertorio non comprende solo le pagine “storiche” ma è particolarmente
orientato verso la musica contemporanea e Federico Mondelci affianca il suo nome
accanto ai nomi dei grandi autori del Novecento (quali Nono, Kancheli, Glass,
Donatoni, Sciarrino, Scelsi, Gentilucci, Graham Fitkin, Nicola Piovani e altri compositori della nuova generazione); eseguendone le composizioni spesso a lui
espressamente dedicate, produzioni di straordinario successo che lo conclamano
come raffinato solista di raro e straordinario talento.
Federico Mondelci ha registrato il repertorio solistico con orchestra (sia il repertorio per duo con pianoforte sia per ensemble) per le etichette Delos e Chandos, e
numerose produzioni che riflettono il suo grande entusiasmo per la musica contemporanea, come il CD RCA dedicato ad autori italiani e quello monografico su
Giacinto Scelsi (per l’etichetta francese INA); quest’ultimo ha in fine ottenuto il
“Diapason D’Or”. Tale interesse verso la nuova musica lo ha portato a collaborare
con grandi compositori, tra i quali Philippe Glass, Giya Kancheli, Luciano Berio,
Giacinto Scelsi, Michael Nyman, Franco Donatoni, Henri Pousseur, Graham Fitkin.
OrchestraFilarmonicaMarchigiana
Violini I
Alessandro Cervo **
Giannina Guazzaroni *
Alessandro Marra
Lisa Maria Pescarelli
Cristiano Pulin
Laura Calamosca
Elisabetta Matacena
Matteo Metalli
Emanuele Rossini
Violini II
Simone Grizi *
Laura Barcelli
Baldassarre Cirinesi
Alberto De Stefani
Simona Conti
Sandro Caprara
Sergio Morellina
Viole
Ladislao Vieni *
Massimo Augelli
Cristiano Del Priori
Lorenzo Anibaldi
Martina Novella
Violoncelli
Alessandro Culiani *
Antonio Coloccia
Gabriele Bandirali
Nicolino Chirivì
Luca Bacelli
Contrabbassi
Luca Collazzoni *
Andrea Dezi
Marco Cempini
Flauti
Francesco Chirivì *
Saverio Salvemini
Oboi
Gianluca Tassinari *
Marco Vignoli
Clarinetti
Danilo Dolciotti *
Luigino Ferranti
Fagotti
Luca Franceschelli *
Giacomo Petrolati
Trombe
Giuliano Gasparini *
Manolito Rango
Tromboni
Massimo Gianangeli *
Eugenio Gasparrini
Diego Giatti
Tuba
David Beato
Timpani
Adriano Achei *
Percussioni
Corni
Alessandro Carlini
David Kanarek *
Giovanni Cacciaguerra Deny Mina
Roberto Quattrini
Alessandro Fraticelli
** Primo Violino di Spalla
* Prime parti
Ispettore d’orchestra
Michele Scipioni
FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
Via degli Aranci, 2 - 60121 Ancona | Tel. 071 206168 - Fax 071 206730
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