4. Maggio

Alle ciliegie non si resiste
Territorio e divertimento
Tesori da scoprire:
il medioevo abita a Civate
Buon cibo
Quanta voglia di grigliata!
Salute, benessere e famiglia
La primavera
in un viso splendente
Anno 1 - Numero 4
maggio 2014
Costo € 1, una copia omaggio per i
possessori di CartAmica
Una tira l’altra,
è una tentazione
più che uno slogan
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RivistAmica
Dolci e succose, ci
dicono che l’estate
è vicina. Viaggio
attraverso i campi
sperimentali
di Valtellina, le
innumerevoli varietà
e qualche idea
originale per gustarle e
conservarle
Primo piano
Si possono consumare semplicemente, in ogni momento
della giornata, una a una, perdendo il conto e inebriandosi di questi frutti gustosissimi, oppure si possono mettere
nella macedonia, o anche farne marmellate e conserve. I
cuochi più fantasiosi le usano come condimento per alcuni
piatti di carne, in particolare la selvaggina. Ci ricordano
terre lontane come il Giappone, dove i ciliegi in fiore sono
uno spettacolo per gli occhi e regalano dolcissimi doni,
simbolo di prosperità, ma i nostri territori non sono certo da
meno: in Valtellina la produzione avviene però in quantità
molto limitate.
Sperimentazione e qualità in Valtellina
In particolare, a Sondrio e a Ponte di Valtellina, esistono campi sperimentali con diverse varietà, che vengono
studiate ed esaminate dalla Fondazione Fojanini di Studi
Superiori di Sondrio, centro didattico sperimentale per le
coltivazioni locali e più in generale per l’agricoltura alpina.
Regina e Kordia sono le piante di ciliegio coltivate in questi
campi valtellinesi e la sperimentazione, che prevede la valutazione della produttività, è realizzata in collaborazione con
il gruppo di lavoro internazionale Alpe Adria, rappresentato oltre che dall’Italia anche da Slovenia, Austria, Croazia,
Serbia, Bosnia e Ungheria. Valutazioni circa la qualità e la
conservabilità dei frutti permettono di poter dare indicazioni agli agricoltori e ai tecnici locali per introdurre nuove
varietà nell’ambito frutticolo valtellinese, con l’intento di diffondere in special modo le tecniche di agricoltura biologica
e a ridotto impatto ambientale.
Una grande famiglia
Oltre a quelle già citate, fra le tipologie di ciliegia più diffuse c’è l’Amarena, dal colore rosso intenso e il sapore acidulo: matura a partire da giugno ed è disponibile fino a luglio.
La si usa per la produzione di sciroppi, marmellate e liquori;
i suoi frutti sono ottimi anche canditi, ideali per decorare
i dolci. La varietà Durone di Verona è fra le più presenti
nei banchi dei nostri punti vendita, in quanto Iperal ha selezionato una serie di produttori diretti che garantiscono
raccolto e consegna nei negozi in una stessa giornata. Riconoscibile per i frutti grossi e carnosi e il colore tendente
al nero, si trova a partire dalla seconda metà di giugno.
Dalla fine dello stesso mese è presente anche l’Anellone
detto altrimenti Durone dell’Anella, molto dolce, dal colore rosso brillante. Già da fine maggio, invece, è possibile
acquistare la Bigarreaux, dalla polpa molto tenera e la buccia rosso intenso. Tipica del Trentino Alto Adige, piccola e
dolce, è invece la famosa Bell’Italia. Anche questa varietà,
particolarmente tenera, è disponibile dalla fine di maggio.
Per preparare marmellate o per la conservazione sotto spirito (vedi la ricetta a pagina 4) è consigliato il Durone della
Marca: lo riconoscerete dal colore tendente all’arancio. Si
chiama Badacsony un tipo di ciliegia di forma allungata: la
sua buccia è rosso scura, anche la polpa è di un bel colore
rosso, e al palato è consistente e dal sapore deciso.
Varietà meridionali sono la pugliese Ferrovia, la campana
ciliegia del Monte, e la Malizia, anche quest’ultima campana, che matura a maggio e ha un colore rosso rubino e
invitanti frutti piuttosto grandi. La Mora di Cazzano viene
dalla provincia di Verona, si presenta rosso brillante, dalla
consistenza croccante e con il giusto equilibrio fra dolcezza
e acidità: per la raccolta, si farà attendere fino a giugno. Toscana è invece la tipologia Bella di Pistoia: polpa di colore
rosa, croccante e saporita, ciliegie di grandi dimensioni.
D’Oltralpe, infine, coltivata in Francia, è la varietà Vesseux:
si distingue per la buccia rugosa rosso scuro, all’interno
invece è rosa e la polpa si stacca facilmente dal nocciolo,
la si raccoglie entro la prima settimana di giugno.
Tanto gusto e poche calorie
Provate questo antipasto davvero originale. Accoppiate le
ciliegie snocciolate e ben asciugate con delle mozzarelline,
piccole e tonde proprio come questi squisiti frutti. Negli
stecchini di legno alternate formaggio e frutta e sentirete
che piacevole matrimonio di gusto. Il connubio con alimenti
nutrienti come in questo caso è favorito dal fatto che le ciliegie, oltre ad essere una bontà, sono anche amiche della
[ segue ]
3
Primo piano
linea: apportano soltanto 38 kilocalorie per 100 grammi.
Per sceglierle al meglio: preferite quelle sode e dal colore
vivace, con i peduncoli verdi e non secchi. Conservatele in
frigorifero (temperatura ideale + 2°) anche fino a 4-5 giorni
dall’acquisto, ma abbiate cura di avvolgerle in un sacchetto
di carta: non usate mai la plastica e tenetele lontane da alimenti molto aromatici, in questo modo preserverete la qualità dei frutti e farete in modo che non assorbano gli odori
degli altri cibi. Le ciliegie, ma solo se desiderate utilizzarle
in un secondo momento in preparazioni che prevedono la
loro cottura, si possono anche congelare, con o senza nocciolo, coperte con un po’ di zucchero semolato.
Ciliegie sotto spirito,
buone tutto l’anno
Raccolte e consegnate
lo stesso giorno
nei nostri punti vendita
A maggio nei
nostri negozi
Si consumano generalmente fresche, ma anche sotto
spirito o candite sono gustose e ideali per impreziosire
dolci come torte, gelati e creme al cucchiaio. Le ciliegie
sono alla base di squisite confetture da spalmare sul pane
a colazione o da usare per condire una fragrante crostata. I
dolci a base di questi squisiti frutti si sposano divinamente
con i vini rossi aromatici.
Durone di Verona
Frutti di grosse dimensioni, dalla buccia
rosso-nerastra. La polpa è rosso scura e
consistente, mediamente succosa e dal
buon sapore dolce. Sono ottime consumate
da sole ma, per i più golosi, consigliamo di
utilizzare queste ciliegie per una tarte tatin o
per realizzare un gelato alla frutta.
Ferrovia di Vignola
Queste ciliegie sono piuttosto grosse e si
caratterizzano per il peduncolo lungo, la buccia
rosso brillante e la polpa molto consistente, di
colore rosa vicino al nocciolo. Abbinatele a una
coppa di gelato alla crema oppure servitele in
macedonia insieme ad altri tipi frutta.
Per concedersi l’assaggio delle ciliegie anche in pieno inverno, un ottimo metodo è quello di conservarle
sotto spirito: questo è il periodo più adatto per farlo.
Lavate e asciugate un chilo di ciliegie e accorciate il
gambo a metà. Inserite i frutti all’interno di vasi ermetici
e dentro ognuno mettete una stecca di cannella. Per
lo sciroppo versate in un pentolino 350 ml di acqua e
200 g di zucchero, fate bollire per qualche minuto e
quando il liquido diventerà limpido lasciatelo raffreddare e poi unite 500 ml di alcol. Versate il tutto sulle
ciliegie: i barattoli devono riposare al buio per circa 3
mesi. Le vostre ciliegie avranno un sapore intenso e
delicato: potrete servirle anche con un budino al cioccolato, una bavarese o una crema chantilly.
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RivistAmica
Anellone di Vignola
Polpa soda, frutti grandi dal colore rosso–
amaranto. Questo tipo di ciliegia ha la consistenza croccante e poco succosa, quasi
non aderente al nocciolo. È perfetta per la
“ciliegiata”, che prevede la cottura dei frutti
nel vino e nello zucchero, oppure per realizzare salse per condire la cacciagione.
Kordia del Trentino
Le troverete nei nostri negozi solo a partire
dalla metà di luglio, per la loro caratteristica di
essere le ciliegie tardive del Trentino: grosse,
di colore quasi nero, molto saporite, hanno un
gusto così intenso che ricorda la confettura.
Ideali proprio per realizzare queste profumate
e gustose conserve.
Indice
primo piano
Una tira l’altra, è una tentazione più che uno slogan
2
TERRITORIO e DIVERTIMENTO
Tesori da scoprire: il medioevo abita a Civate
8
14 Castello di Breno, millenni di incredibili storie
16 Intervista ad Arianna Fontana, campionessa di short track
18 A Besana Brianza weekend di festa
con il “Maggio Cazzanese”
20 Parigi di maggio, sempre più bella
2
BUON CIBO
22 Quanta voglia di grigliata!
26 Zucchine d’Italia: jolly ai fornelli per vincere in tavola
LE BUONE RICETTE DI IPERAL
32 Risotto alle ciliegie
34 Pasta verde primaverile
35 Filetto di pollo “vestito”
36 Tortini di asparagi ai gamberetti
38 Crespelle cioccolato, vaniglia e fragole
39 Risotto asparagi e limone. La ricetta di Luca Manfè
22
IN EVIDENZA
42 È il Taleggio la punta di diamante di casa Gildo Ciresa
PRIMIA
44 Tisane Primia, delicato piacere naturale
46
SALUTE, BENESSERE e FAMIGLIA
46 La primavera in un viso splendente
50 Fai da te... il regalo per la Festa della Mamma
AMBIENTE E COLLETTIVITÀ
54 Ecco il bricolage di primavera: istruzioni per l’uso
IPERAL INFORMA
59 Più bollini oggi, più sconti domani
60 I tesori del forno Iperal
64 I nostri clienti, la più preziosa fonte di informazioni
66
Lo sapevate che...
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smartphone e tablet
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Foto: © Associazione Amici di San Pietro
Tesori da scoprire:
il medioevo
abita a Civate
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RivistAmica
Un capolavoro
dell’arte romanica,
nei pressi di Civate:
è la Basilica di San
Pietro al Monte, che
contiene un prezioso
ciclo di affreschi
risalente all’XI secolo,
ricco di riferimenti
simbolici e di
influenze bizantine
Territorio e divertimento
Immaginate di percorrere un sentiero tra i boschi silenziosi
e poi di trovarvi, all’improvviso, di fronte a una chiesa medievale in stile romanico, semplice, austera. Sotto di voi, il
lago di Como, il lago di Annone e le alture dell’Alta Brianza.
Provate ad entrare. Vi troverete di fronte a uno dei più preziosi cicli pittorici dell’Alto Medioevo. Siete nella Basilica di
San Pietro al Monte, nei pressi di Civate (Lecco), un luogo
magico per lo spirito e un vero scrigno di opere d’arte.
Storia e leggenda
L’origine del monastero è avvolta nella leggenda. Si narra che
l’ultimo re longobardo, Desiderio (sovrano tra il 756 e il 774),
giunse un giorno a Civate, “luogo molto grazioso, straordinariamente ameno e dal clima molto salubre, ricchissimo di
vigneti ed adorno di boschi, bagnato da abbondanti acque
che offrono a tutti una gran varietà di pesci” (le parole sono
del cronachista milanese Galvano Fiamma). In un’epoca di invasioni e saccheggi, a Civate Desiderio ritrovò la pace. Un
giorno il figlio Adalgiso uscì per una battuta di caccia sui mon-
Foto: Veduta d’insieme della basilica di San Pietro
al Monte © Associazione Amici di San Pietro
ti circostanti. Trovò un enorme cinghiale che divorava ghiande
e castagne. I cani lo assalirono, ma il cinghiale riuscì a difendersi e fuggì nella boscaglia. Giunse a una radura. Lì viveva
un eremita di nome Duro, un sacerdote che aveva costruito
lassù una chiesetta dedicata a San Pietro. Il cinghiale si pre-
cipitò nella chiesa e, deposto ogni segno di ferocia, si acquattò presso l’altare. Adalgiso entrò nella chiesa intenzionato ad
uccidere il cinghiale, ma mentre stava per colpirlo, divenne
cieco. Duro, testimone di questo prodigio, pregò il Signore.
Il ragazzo, disperato, promise di erigere, in quel luogo, una
grande chiesa, se Dio gli avesse restituito la vista. Dopo quella solenne promessa, gli occhi, miracolosamente, tornarono a
vedere. E su quel luogo venne eretta la Basilica di San Pietro
al Monte, poi ampliata e affrescata nell’XI secolo.
L’Oratorio di San Benedetto
Entrati nella radura e superato l’arco di ingresso, la prima
costruzione che incontriamo è l’Oratorio di San Benedetto.
All’interno c’è un pregevole altarino decorato con pitture
in stile bizantino, dove compare un Cristo risorto con la
Madonna e San Giovanni, San Benedetto e Sant’Andrea.
Quest’ultimo, associato alle litanie per i defunti, suggerisce
una destinazione dell’oratorio a cappella funebre. Dietro
l’altare sono visibili i resti di una crocifissione del ‘500.
Foto: Panorama sul paese di Civate
© Associazione Amici di San Pietro
La Basilica
Superato l’oratorio, una maestosa scala conduce all’ingresso della Basilica. Le mura che circondano la scalinata ricordano quasi una fortezza, e tale dovette essere il complesso
poco dopo l’anno mille, sotto la guida di un abate bene[ segue ]
9
Territorio e divertimento
dettino fedele all’Imperatore. La scala conduce a un ampio
atrio. Le mura esterne, un tempo, erano ricoperte da intonaco bianco, che oggi rimane solamente in corrispondenza
dell’abside d’ingresso, attorno al dipinto dei Santi Pietro e
Paolo: portando sulle mani due drappi, ricevono da Cristo
le chiavi, simbolo del potere della Chiesa, e il Vangelo. La
struttura dell’edificio è quanto mai originale, con una navata
unica e due absidi laterali, una più stretta e l’altra più ampia,
sulla quale si aprono delle finestre, bifore.
La Gerusalemme Celeste
A sbalordire, però, è il ciclo pittorico. Siamo nell’XI secolo,
non è ancora arrivato né Giotto, né il Rinascimento: ogni
figura, più che rappresentare personaggi vivi nella loro
umanità, è carica di significati simbolici e teologici, con
uno stile fortemente influenzato dalla pittura bizantina. Oltre la porta ci sono gli affreschi del nartece, una sorta di
ingresso interno alla chiesa. Vi sono raffigurati i papi San
Marcello e San Gregorio, continuatori dell’opera di Pietro
e Paolo, che accolgono i peccatori. Su entrambe le pareti
compare il simbolo del pesce, usato dai primi cristiani per
identificare il Cristo, mentre Abramo è raffigurato nell’atto
di sorreggere il popolo dei fedeli.
In alto, sulla prima volta, Cristo è seduto al centro della
Gerusalemme Celeste: una città quadrata, fortificata agli
angoli dalle quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e nelle cui mura si aprono dodici porte. Il Cristo è raffigurato tra i due alberi della vita, mentre
ai suoi piedi compare l’agnello sacrificale. Sotto l’agnello
sgorga l’acqua che si divide in quattro ruscelli, diretti verso l’interno della chiesa. Nella volta successiva, da quattro
otri sgorga l’acqua dei fiumi del Paradiso terrestre: Tigri,
Eufrate, Nilo e Gange.
L’Apocalisse
Il vero capolavoro compare però nella parete esterna del
nartece. È il capitolo 12 dell’Apocalisse. Una donna partoriente viene minacciata da un terribile dragone dalle sette
teste e dalle dodici corna, simbolo del male, trafitto dall’arcangelo Michele e dalle sue legioni angeliche. Il figlio della
donna partoriente è Cristo, che domina la schiera degli angeli. Degli affreschi sulle pareti rimangono pochi frammenti.
L’altare è invece sormontato da un ciborio, con dipinti e altorilievi che rappresentano alcune scene della vita di Gesù.
Le cappelle
A destra si trova la Cappella dei Santi con il martirio di San
Giacomo, gli Evangelisti e i santi, divisi in patriarchi, profeti, apostoli ed evangelisti, martiri, pontefici e anacoreti.
In alto, su tutti, domina il Cristo. A sinistra c’è la Cappella
degli Angeli: i sette angeli dell’Apocalisse con le trombe
del Giudizio Universale e poi, sotto di loro, le schiere celesti suddivise in angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù,
dominazioni e troni. I cherubini e i serafini sorreggono il
Cristo.
[ segue ]
10
RivistAmica
Foto: Interno della chiesa di san Pietro al monte
© Associazione Amici di San Pietro
Territorio e divertimento
La cripta
Da una scala si accede alla cripta, la parte più antica della chiesa. Sorretta da colonne, presenta pochi affreschi sopravvissuti
al trascorrere dei secoli. Dell’antico monastero, infine, rimangono solo poche tracce. La chiesa è raggiungibile parcheggiando
l’auto in via del Pozzo, via Cerscera o via Polvara. È aperta tutti
i sabati, da marzo a ottobre, dalle 10.00 alle 12 .00 e dalle
13.00 alle 15.00; altrimenti, tutte le domeniche e i giorni festivi.
Per gli altri giorni, su prenotazione (anche con guida) telefonando al 346-3066590 (www.amicidisanpietro.it).
Sali al Cornizzolo
e scendi in caverna
Laciada, deliziosa
frittella del lecchese
Semplicità, bontà e tradizione: a tavola tutto questo
si traduce nella Laciada, sorta di frittella dolce tipica della zona di Civate. Per prepararla, mescolate
200 g di farina bianca con mezzo litro di latte e un
pizzico di sale. Lasciate riposare per circa un’ora.
Riempite una padella per friggere di olio di semi.
Prima di accendere il fornello, versate nella padella
una parte dell’impasto, quanto basta per coprire il
fondo della padella. Accendete la fiamma e cuocete l’impasto come se fosse una frittata, prima da
un lato e poi dall’altro. Tirate fuori la Laciada, e poi
continuate con il resto dell’impasto. Cospargete le
frittelle con zucchero a piacere e servitele calde.
Buon appetito!
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Moscato d’Asti
DOCG Fontanafredda 75 cl
Foto: Panorama dalla cima
del Monte Cornizzolo in direzione est
La Basilica di San Pietro al Monte sorge su un monte,
il Cornizzolo (1241 m), considerato sacro già prima
dell’avvento del Cristianesimo: a testimoniarlo è il Buco
della Sabbia, raggiungibile sempre a piedi partendo da
via del Pozzo, a Civate. Si tratta di una caverna funeraria preistorica dove sono state ritrovate ossa, utensili
e graffiti. Partendo dalla Basilica, un sentiero conduce
invece alla cima del Monte Cornizzolo, dove si trovano
una chiesetta, una croce opera dei fabbri di Canzo e il
Rifugio Marisa Consigliere (con bar, ristorante e albergo), raggiungibile anche in auto da una strada che parte da Eupilio. Paradiso dei deltaplanisti, il Cornizzolo è
ricco di bellezze naturali di numerose specie di fauna
e di flora. Interessante, in questo senso, anche una visita alla vicina Riserva Naturale del Sasso Malascarpa,
raggiungibile anche in auto dalla cima del Cornizzolo.
Tra i pascoli, i boschi di conifere e i faggeti si possno
avvistare il falco pellegrino, il nibbio bruno, la lepre, il
cinghiale e il muflone. Interessanti anche le spettacolari conformazioni geologiche come i campi solcati e
le lame di roccia, oltre alle numerose testimonianze
della presenza dell’uomo come la chiesa di San Miro
al Monte e le “casote”, rifugi tipici della zona utilizzati
durante il pascolo.
11
I AT
. . .e innovazione.
Castello di Breno,
millenni di
incredibili storie
Su uno spuntone di roccia a strapiombo sul fiume Oglio, dove lo
sguardo volge alle cime delle montagne che circondano la valle,
sorge il castello di Breno. Il suggestivo scenario è quello della
Valcamonica, la più vasta delle valli bresciane. Profondamente
legata alle proprie antichissime radici, deve al periodo medievale
un’eredità monumentale e urbanistica di eccezionale rilievo che
le dona un fascino singolare. Tra incisioni rupestri, parchi naturali, pievi, santuari e castelli, la Valcamonica è ricca di angoli tutti
da scoprire. Il castello di Breno, in questo contesto, rappresenta
l’emblema di una storia variegata e millenaria.
Il complesso architettonico
La costruzione si fa risalire presumibilmente prima dell’anno
1000; posto al centro di un imbuto naturale a dominio dell’in-
14
RivistAmica
Un gioiello
che domina la
Valcamonica. Con
il suo equilibrio fra
cultura e divertimento
è l’ideale meta da
riscoprire per le gite
domenicali nella bella
stagione
tera vallata, le sue sorti sono state sempre legate alla città di
Breno. Questa cittadina di origine romana, nel cuore della Valcamonica, acquistò grande importanza nel XIV secolo quando i
Visconti di Milano scelsero Brescia come potenza dominante in
questa parte della valle e il castello passò sotto il loro controllo.
Particolarmente strategico, quest’ultimo fu poi conquistato dalla
Repubblica di Venezia che lo usò come roccaforte chiave per il
controllo militare del territorio, fino ad abbandonarlo con il progressivo sviluppo delle armi da fuoco. Gli elementi più antichi
sono le due torri maggiori, entrambe visitabili. Ben conservata
la vasta cinta muraria, insieme alla torre-porta che anticamente
vigilava sull’ingresso principale. Di fatto, parlare di questo complesso semplicemente come di castello non gli rende giustizia
Territorio e divertimento
perché ciò che appare è il risultato architettonico di un insieme
di costruzioni edificate nei secoli per scopi diversi. Basti pensare, infatti, che sulla cima e sul fianco più ripido della collina dove
sorge, scavi archeologici hanno portato alla luce una serie di
abitati preistorici sovrapposti, risalenti al periodo del Neolitico.
La visita, tra manifestazioni ed eventi
Visitare il maniero brenese è l’occasione ideale per apprezzare
la proverbiale accoglienza della comunità camuna. Da aprile a
maggio il castello è aperto (l’ingresso è gratuito) il sabato e la
Foto: Cortile interno e Torre Maggiore © Luca Giarelli
domenica dalle 9.30 fino a sera, con la possibilità di usufruire del
bar e del ristorante. Durante la settimana, invece, le visite sono
possibili solo su prenotazione, sempre con ingresso libero. Con
soli 2 euro si può usare un’audioguida senza auricolari, utilizzabile da più persone. Da giugno fino a metà settembre, quando ha
inizio la stagione estiva di Breno, il castello è aperto tutti i giorni
dalle 9.30 fino a tarda sera. Anche in questo periodo l’ingresso
è libero. Nei mesi più caldi, ad animare il castello c’è poi una
corposa programmazione di eventi e iniziative che va dalle cene
camune a quelle a tema, dall’aperitivo panoramico ai dj set, fino
agli spettacoli musicali e teatrali e alle domeniche dedicate ai più
piccoli con giochi e laboratori didattici. Posto su una collina a
300 metri sopra Breno, il castello si raggiunge esclusivamente a
piedi (la strada è in ottime condizioni) e se avete cani al seguito,
potete portarli con voi al guinzaglio e con museruola.
Appuntamenti da non perdere, ormai diventati una tradizione,
sono il Castel Show nel mese di luglio – che vede il raduno di
Vespe e Lambrette d’epoca e durante il quale è possibile anche fare campeggio all’interno del castello – e le Camunerie di
agosto, rievocazione storica medioevale degli abitanti della Valcamonica. Per informazioni: www.castellodibrenohappening.it.
Un giorno da arciere
nel campo di Darfo
Se volete far divertire i più piccoli e mettere alla prova le vostre abilità sportive, iscrivetevi ad un corso di tiro con l’arco
diretto dalla A.S.D Compagnia Arcieri del Castello di Breno,
immancabili protagonisti delle Camunerie agostane. Rivolto
a tutti (i bambini sono accettati dai 9 anni in su), il corso
base dura 8 lezioni. Ma se siete visitatori di passaggio e non
volete rinunciare a cimentarvi con arco e frecce, il campo
estivo allestito vicino Darfo vi accoglierà insegnandovi ad
essere, almeno per un giorno, dei guerrieri medioevali (Per
informazioni: 338-2217200).
Pà e strinù, la vera
merenda camuna
Per la merenda camuna tradizionale, non c’è niente di meglio
che pà e strinù: il pane con la salamella tipica della Valcamonica. Il nome deriva dal dialetto “strinàt” ovvero “bruciato” e
indica il modo in cui lo strinù viene servito. Tagliato nel senso
della lunghezza, viene cotto sulla piastra o sulla brace fino
a far bruciacchiare la pelle. L’impasto è composto da carne
mista suina e bovina con l’aggiunta di pepe, cannella, noce
moscata, chiodi di garofano e vino. Una curiosità: in antichi
manoscritti si narrano le proprietà afrodisiache dello strinù.
15
Territorio e divertimento
Intervista
Arianna Fontana
Umiltà e lavoro,
i valori della mia terra
anche nello sport
Con un argento e due bronzi conquistati agli ultimi Giochi invernali di Sochi, l’ultima a dare lustro alla Valtellina, terra di
sportivi e di campioni, è Arianna Fontana, “leonessa” dello
Short Track e regina del ghiaccio azzurro.
Nata e cresciuta sportivamente in Valtellina, che rapporto hai con la tua terra e quali sono le carte vincenti
tue e dei tuoi colleghi conterranei?
Sono molto legata alla mia terra, alle tradizioni, al dialetto: è
la mia casa, la mia famiglia. Qui ho iniziato ad amare questo
sport ed ho imparato a dare il 110% in tutto quello che faccio.
Provenendo dalla stessa terra, poi, io e le mie compagne (con
le quali ha vinto il bronzo in staffetta, ndr) possiamo contare
su un livello di affiatamento che solo poche altre squadre possono vantare.
Quali valori ti ha trasmesso la tua terra, che ti hanno
aiutato nello sport?
Mi ha insegnato il valore dell’umiltà e del lavoro. Mi ha insegnato che i rapporti personali sono molto importanti, e quando le cose non vanno bene è sempre bello poter contare su
tante persone. Con le mie compagne di squadra ci capiamo
subito, parliamo lo stesso linguaggio non solo a parole ma
anche nei comportamenti.
Per seguire la tua passione hai viaggiato moltissimo.
C’è qualcosa secondo te che rende la Valtellina un posto diverso e unico al mondo?
Credo che viaggiare sia molto bello, ma tornare a casa dopo
essere stata tanto tempo fuori, lo è ancora di più. Credo che
la cosa che rende la Valtellina unica al mondo siano i suoi
abitanti che sono persone straordinarie, di un calore unico.
Il 31 maggio sposerai Anthony Lobello, anche lui campione di Short Track e atleta della nazionale italiana...
Per noi ragazze è bello sognare un po’ in questi momenti e
mi immagino una giornata perfetta. Abbiamo scelto il lago di
Como come romantica location e la meta del viaggio di nozze
sarà Bora Bora.
16
RivistAmica
Arianna Fontana
Nata a Sondrio il 14 aprile
1990, Arianna Fontana, pattinatrice di Short Track con
le Fiamme Gialle, ha vinto
un argento nei 500 metri e
due bronzi nei 1500 e nella
staffetta ai Giochi invernali
di Sochi 2014.
Luogo preferito
Case Nuove di Chiareggio, a Chiesa Valmalenco. Ho passato molte estati lì con la mia famiglia e ho tanti ricordi di
passeggiate, grigliate, scampagnate nei boschi alla ricerca
di funghi. Mi piace ancora tornarci e arrampicarmi sull’albero
dove c’è la casetta che io, mio fratello Alessandro e i nostri
cugini Eric e Paolo, avevamo costruito una di quelle estati.
Piatto “scelto”
Direi proprio i pizzoccheri! Ricordo ancora un progetto
portato avanti alle scuole medie: con i miei compagni
abbiamo coltivato e raccolto il grano saraceno e poi
abbiamo preparato dei buonissimi pizzoccheri per noi
e le nostre famiglie.
Gli eventi
più belli
A Besana Brianza
weekend di festa
con il “Maggio
Cazzanese”
Besana Brianza è pronta per il “Maggio Cazzanese”, la
carrellata di eventi e serate gastronomiche organizzate dal
Centro Culturale San Clemente, in collaborazione con l’Aido (Associazione italiana donatori di organi) e l’associazione Jahkarlo. Le serate si svolgeranno in via San Clemente,
nella zona besanese di Cazzano. Si comincerà venerdì 16
maggio, con la serata “Burraco al chiar di luna”. Sabato 17,
invece, serata musicale con i Night of the Guitars. Domeni-
18
RivistAmica
Divertimento
per tutti con gli
appuntamenti
organizzati dal
Centro Culturale
San Clemente
nel quartiere di
Cazzano: cene, gara
di torte artistiche e
serate musicali
ca 18 si aprirà, alle 9.00, con un mercatino di dischi usati;
seguirà un concorso di disegni sponsorizzato dall’AIDO al
quale prenderanno parte gli alunni di seconda media delle
scuole di Besana Brianza, Renate, Veduggio e Briosco. Alle
21.00, presso la bella Chiesa di San Clemente, risalente agli
inizi del ‘900 e costruita in un originale stile neo-medievale,
la giornata si concluderà con un concerto gospel con il gruppo dei Jubilant Singer.
Territorio e divertimento
Sabato 24 maggio, spazio alla gastronomia nel segno della
tradizione, a base di puntine e salamelle: cuochi e cuoche
del gruppo San Clemente si daranno da fare per una serata in allegria. Mentre domenica si terranno delle lezioni e un
concorso per sfidarsi nella decorazione di torte, al quale è
possibile iscriversi al momento: i concorrenti si sfideranno a
colpi di torte, più belle o più buone decidetelo voi! Seguirà,
alle 18, una sfilata di moda, con vestiti, acconciature e gioielli
messi a disposizione da negozi e parrucchieri locali. Sabato
31 maggio, cena vegana rigorosamente vegetale. La kermesse si concluderà “sconfinando” nel mese di giugno, sabato
7 per la precisione, con una grande Tombolata sotto le stelle
organizzata dall’Aido. Tutti gli eventi, a parte la gara di torte
artistiche e il concorso di disegno, si svolgeranno all’aperto.
Per maggiori informazioni: www.comune.besanainbrianza.mb.it.
Dove, come, quando
La festa si svolgerà, agli orari e nelle date prima indicate, presso gli spazi del Centro Culturale San Clemente, in via San Clemente 2, nella zona besanese
di Cazzano. La zona, separata dal resto del centro
abitato di Besana Brianza dalla ferrovia, fino al 1869
era un comune autonomo. Dopo l’annessione al comune di Besana Brianza, lo stesso abitato di Cazzano è stato man mano inglobato dall’espansione del
capoluogo. Il concerto gospel avverrà nella vicina
Chiesa di San Clemente.
L’agenda degli eventi da non dimenticare
Da giovedì 1 a sabato 31 maggio 2014,
Maggio dello Sport – Calolziocorte (LC)
Per tutto il mese, la Pro Loco e il Comune organizzeranno il “Maggio dello Sport”, una serie di tornei a cui parteciperanno le associazioni sportive del territorio. Si terranno presso i cinque oratori, il palazzetto dello sport e Piazza Vittorio Veneto: ci saranno
calcio, danza, pallavolo, basket, boxe, kick-boxing, spinning, judo
e anche giochi popolari tradizionali. Domenica 9 maggio, dalle
8.00 alle 18.00, si svolgerà il Mercatino dell’Antiquariato nel Parco Martiri delle Foibe. Qui, domenica 16 maggio, toccherà poi
a Crea ed Esponi (artigianato) e Commerciante per un Giorno
(oggetti usati). Informazioni su: www.prolococalolziocorte.info.
Sabato 24 maggio, Chiavenna in Fiore – Chiavenna (SO)
Fiori ai balconi, teatro e stand gastronomici: tutto questo è Chiavenna in Fiore, il tradizionale appuntamento di primavera nella cittadina
dei crotti. Dalle 10.00 alle 18.00, le case che si affacciano sulle
piazze San Pietro, Bertacchi e Pestalozzi verranno addobbate con i
fiori donati dal Comune. Mentre, in strada, i ragazzi dell’Istituto alberghiero Crotto Caurga offriranno a tutti le pietanze della cucina tipica
valtellinese e chiavennasca, oltre a piatti ispirati alla grande cucina
regionale italiana. I ragazzi organizzeranno anche spettacoli teatrali
(www.prochiavenna.it).
Domenica 25 maggio, Cantine Aperte
Chiuro, Tirano, Brianzone, Berbenno (SO)
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Cantine
Aperte, irrinunciabile per gli amanti del vino: degustazioni, visite guidate, tradizioni locali. Ad essere coinvolte, in Valtellina,
saranno l’azienda agricola Sesterzio a Berbenno di Valtellina,
la case vinicole Piero Nera e Nino Negri a Chiuro, Triacca a
Bianzone e Conti Sertoli Salis a Tirano. La manifestazione si
svolgerà dalle 10.00 alle 17.00: acquistando un solo bicchiere dal costo di 10 euro, si potranno effettuare varie degustazioni in tutte le strutture che aderiscono all’iniziativa.
(www.movimentoturismovino.it).
Domenica 25 maggio, Festa del Bastardino – Erba (CO)
Una festa per i nostri amici a quattro zampe, ex ospiti del canile di
Erba e da qualche tempo adottati da nuovi padroni: è la Festa del
Bastardino, organizzata dai gestori e dall’associazione Gli Amici
del Randagio. I cani sfileranno affrontando un piccolo percorso di
agilità, per poi essere premiati. Le iscrizioni sono aperte dalle 11
alle 13, e la gara si svolgerà dalle 14.00 alle 19.00, in via Manara.
Sarà anche l’occasione per una visita ai cani ospitati nella struttura per una nuova adozione. Ci saranno anche i rappresentanti dei
gattili del territorio (www.gliamicidelrandagio.it).
19
Parigi di maggio,
sempre più bella
Non c’è bisogno di scuse per visitare la Ville Lumière, affascinante in ogni periodo dell’anno. Ma proprio a maggio
Parigi fiorisce di un entusiasmo avvolgente che pervade
chi visita la città. La tarda primavera si esibisce in un
coinvolgente risveglio: questo è il periodo più consigliato
per scoprire la capitale francese. Tanto che un senso di
appartenenza pervade la Ville e il turista non potrà che
trovarsi d’accordo con la frase di Ernest Hemingway: “Ci
sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi”.
Arte, musei e sport: un fiorire di eventi
Tanti stimoli in un’atmosfera ideale. A maggio Parigi, dal
clima continentale, ha una temperatura media di circa
20
RivistAmica
In questo periodo
la capitale francese
ospita tante iniziative
culturali in un clima
ideale per scoprire la
sua bellezza
16 gradi, perfetta per ogni escursione. La città si colora
di turisti e di nuove iniziative: tra quelle in programma
per maggio 2014, una delle più interessanti è la “Grand
Marché d’Art Contemporain”. A Piazza della Bastiglia, tra
l’1 e il 5 maggio, troverete oltre 500 artisti con dipinti,
sculture e ceramiche che celebrano l’arte contemporanea. Una meravigliosa disarmonia di linee e colori che
si può tradurre musicalmente nelle jam-session del Jazz
Festival di Saint Germain, in programma per tutto il mese
di maggio sull’affascinante Rive Gauche parigina. Dal 30
aprile all’11 maggio, i fortunati visitatori della Ville potranno anche perdersi nel “Foire de Paris”, la fiera più
grande della città dove si vendono prodotti per la casa,
Territorio e divertimento
per il tempo libero ed etnici. Nella settimana successiva,
e solo il 17 maggio, è prevista un’iniziativa che riscuote successo fin dalla sua istituzione nel 2005: “La Nuit
des Musées”. Oltre mille musei, tra cui il Louvre, saranno
aperti al pubblico – e gratuiti – per tutta la notte. Tra le
tante iniziative di maggio, spiccano ancora due eventi:
l’“Art St-Germain-des-Prés”, che tra Rue de Seine e Rue
Mazarine ospita oltre 50 gallerie aperte agli appassionati, e ancora il French Open, uno dei quattro tornei del
Grande Slam di tennis in programma dal 25 maggio all’8
giugno. Naturalmente, allo stadio del Roland Garros.
Un’opera d’arte a cielo aperto
Oltre alle iniziative specifiche di maggio, la capitale francese è la culla di innumerevoli meraviglie. E visto che,
come scriveva Jean Cocteau, “Tutti a Parigi vorrebbero
essere attori e nessuno spettatore”, resta a voi cosa scegliere: ecco qualche spunto su come potreste iniziare
a scoprire la città. Il primo appuntamento è all’Arc de
Triomphe, dopo una breve visita prendete il bateau e at-
Fantasia e gioco
a Disneyland Paris
A Marne-la-Vallée, vicino Parigi, troverete il sogno di ogni
bambino che saprà affascinare gli adulti: Disneyland Paris.
Non solo giostre, ma show, hotel tematici, ristoranti, negozi:
è il parco divertimenti più visitato d’Europa. Visto dall’alto,
il complesso riprende nella sua forma il viso di Topolino e
comprende due parchi a tema: Parco Disneyland (l’ex EuroDisney), dedicato agli eroi e alle storie del mondo Disney, e
il più recente Parco Walt Disney Studios, ispirato al mondo
del cinema. I prezzi non sono economici, ma prenotando in
anticipo avrete ottimi sconti e bonus.
Come arrivare
con un comodo volo
traversate la Senna per arrivare alla Torre Eiffel: l’arcinota
struttura più alta di Parigi, che punta alle 150 candeline,
vi aspetta in cima per mostrarvi la città. Oppure dedicatevi ai musei: il Rodin e l’Orsay. Tra questi, troverete
l’Hotel des Invalides, il magnifico complesso di strutture
parigino. Un altro itinerario per scoprire Parigi parte dal
Pantheon e passa dall’imponente Notre-Dame: la vista
della Cattedrale sarà una fotografia che vi rimarrà impressa nei ricordi per sempre. Ristoratevi con un pastis
sugli Champs-Élysées prima di affrontare il Louvre. E
quindi chiudete con un giro nella basilica del balletto,
l’Opéra national de Paris. La sera vi meritate le luci di
Parigi: una cena a Montmartre e poi non perdetevi una
notte effervescente al Marais. Così il mattino seguente
avrete un’ottima scusa per un’abbondante colazione a
Place des Vosges. Bon voyage!
Raggiungere Parigi in aereo è il modo più facile e veloce, specie se si parte dalle nostre zone: Alitalia e Air France, così
come compagnie low-cost come Easyjet e Ryanair, hanno
numerosissimi voli che partono dagli scali lombardi verso i
due aeroporti parigini, Paris Roissy Charles De Gaulle e Paris
Orly. Le tariffe aeree variano con la stagionalità e la richiesta:
il consiglio è sempre quello di prenotare in anticipo: potreste
riuscire a trovare voli a partire da 90 euro a persona andata e
ritorno (tasse e bagaglio inclusi).
21
Carni perfette
alla griglia
Quanta voglia
di grigliata!
22
RivistAmica
Inquadra con il
tuo smartphone
il QR qui a lato e
scopri come ottenere una cottura perfetta
Non solo Fiorentina, esiste
anche la Scottona: tutti
i consigli per preparare
una perfetta bistecca alla
griglia. Con la cottura giusta
e ottimo olio extravergine
d’oliva
Buon cibo
Scottona: tenera e dal
gusto inconfondibile
In tutti i punti vendita Iperal, la linea di carne principale, fra le rosse bovine, è rappresentata dalla Scottona. Si tratta di esemplari femmine di bovino adulto,
generalmente di età fra i 16 e i 18 mesi, che non
hanno mai partorito. Rispetto al vitellone, la Scottona ha caratteristicamente una giusta infiltrazione di
grasso nel tessuto muscolare, che conferisce alla
carne particolare tenerezza e gusto. Di questo tipo
di carne, spiccatamente saporito rispetto agli altri,
esistono diversi tagli. Perfetta per una grigliata è ovviamente la Fiorentina, la tipica bistecca con l’osso
detta “T-bone” steak. Ottimi da grigliare sono anche
lo scamone, il roastbeef e il filetto. C’è poi la polpa,
ideale per la preparazione delle fettine da cuocere in
padella semplicemente o con della panatura. La polpa è adatta anche per gli stracotti e per gli spezzatini. Della Scottona esistono inoltre tagli indicati per
realizzare pietanze crude come carpacci e tartare: il
magatello, ad esempio, oppure la sottofesa, perfetta da macinare sminuzzandola con il coltello. Dalla
pancia, ma anche da alcune parti di altri muscoli, si
ricavano i tagli per bolliti, lessi e brasati.
O
*V
OC
Barolo DOCG Versi Divini 75 cl
GL
IN
O N SI
I AT
Con le belle giornate, cresce la voglia di barbecue o di camino
all’aperto: quale occasione migliore per preparare una bella
bistecca, meglio ancora se alla Fiorentina? Una tradizione toscana ma non solo, visto che oltre all’inimitabile vitellone di
razza Chianina, possiamo utilizzare anche altri tipi di carne, e
inventarci una bella “Lombarda”.
Le origini
Non è del tutto chiaro quando e come i toscani iniziarono a
cucinare questa specialità: la versione più accreditata tra gli
storici della cucina fa risalire la sua comparsa alla festa di San
Lorenzo, il 10 agosto. In quell’occasione i Medici, la famiglia
dei signori di Firenze, molto devota al santo, organizzavano
una grande festa che coinvolgeva tutta la popolazione, durante la quale grandi fuochi venivano accesi lungo l’Arno. I falò
non solo illuminavano la città, ma venivano utilizzati per arrostire enormi quantità di carne, che poi venivano donate alla
popolazione: un lusso che quasi nessuno poteva permettersi.
La razza
La carne, dunque: la Fiorentina vera e propria si ottiene dalla
lombata di bovino adulto di razza Chianina, bovino di grossa
taglia allevato in Toscana e in Umbria. L’osso, in corrispondenza del taglio, deve presentare la tipica forma a “T”: T-bone steak, non a caso, la chiamano gli inglesi. L’osso separa il filetto
dal controfiletto, ed è una delle caratteristiche che distingue
la Fiorentina da una semplice bistecca. Anche il taglio e le
sue caratteristiche sono importanti. Lo spessore, in particolare, deve arrivare a 5-6 cm, e in corrispondenza dell’osso deve
essere tale da far stare in piedi l’intera bistecca. Per ottenere
un taglio morbido, la frollatura (vale a dire la permanenza della
carne in cella frigorifera) deve essere di circa 15 giorni.
Sulle tavole del Nord Italia, assai più frequente della Chianina
è la Scottona. Entrambe sono carni molto magre, ma con le
giuste infiltrazioni di grasso tra le masse muscolari, che donano un sapore inconfondibile. Anche la Scottona può essere
utilizzata per una signora bistecca: leggermente più magra
della Chianina, si può trovare in commercio sia con il taglio a
“T” che di solo controfiletto, ma con uno spessore inferiore,
2-3 cm al massimo; il tempo di frollatura è di 8 giorni.
La cottura
Oltre alla razza, il vero segreto di una buona bistecca è la
cottura. Va ricordato che, una volta acquistata la carne, avete
al massimo un paio di giorni per mangiarla: prima di cucinarla,
inoltre, bisogna tirarla fuori dal frigorifero almeno un paio d’ore,
in modo da farle prendere la temperatura ambiente. Una vera
Fiorentina va fatta cuocere su una griglia, con brace abbondante e molto vicina alla carne. In questo modo, si crea sui lati
una sottile crosticina capace di trattenere il succo all’interno.
Tempo di cottura, 3-5 minuti per lato. Va girata una volta sola
e molto delicatamente, bucandola il meno possibile. Niente
forchettoni, quindi. Se le dimensioni lo permettono, va cotta
anche “in piedi”, dalla parte dell’osso, fino a far scomparire da
quest’ultimo ogni traccia di sangue. Gli stessi principi posso[ segue ]
23
Buon cibo
no essere seguiti anche per le normali bistecche: la prescrizione dei 3-5 minuti per lato va mantenuta anche se lo spessore
è inferiore. Si ottiene così una bistecca media o ben cotta, ma
non secca. Attenzione: la carne va sempre cotta senza nessun
tipo di condimento, né sale, né olio.
Se non disponete di camino o barbecue, provate a cuocerla
su una griglia elettrica, che però deve essere molto potente.
Il rischio, infatti, è che una cottura troppo progressiva faccia
rinsecchire la nostra preziosa carne vaccina. Altra soluzione,
la piastra, anche se il risultato, inutile nasconderlo, è assai inferiore a livello qualitativo.
Per quanto riguarda i tagli della Scottona adatti alla cottura
sulla griglia, il metodo di cottura è il medesimo: ciò che cambia è invece il tempo, in base allo spessore del taglio scelto.
Lo scamone, per esempio, deve essere tagliato dai 3 ai 5 cm
per essere fatto alla griglia (se si sceglie di tagliarlo più sottile,
allora sarà ottimo cotto alla piastra o in padella), deve cuocere
al massimo 3 minuti per lato. Le stesse indicazioni valgono per
il roastbeef. Il filetto invece ha uno spessore di 2-3 cm e di
conseguenza il tempo di cottura diminuisce: bastano un paio
di minuti per lato, al massimo.
Il condimento
Sarebbe meglio aggiungere il condimento soltanto dopo la
cottura: è sufficiente un pizzico di sale e soprattutto del buon
olio extravergine d’oliva. Potete anche aggiungere un po’ di
pepe e un ramoscello di rosmarino. Bandita ogni salsina. Se
invece siete amanti della marinatura, fate uno strappo alla regola e condite la carne prima (ad eccezione del sale, che va
messo sempre dopo, altrimenti la bistecca rischia di indurirsi):
insieme all’olio, scegliete pepe, rosmarino e salvia.
Il contorno ideale:
patate al cartoccio
Lavate bene le patate, senza sbucciarle (la buccia, infatti,
contiene oltre la metà delle fibre del tubero), incidetele con
un coltello e avvolgetele nella carta d’alluminio. Mettetele
sotto la brace del camino o del barbecue. Lasciatele lì per
almeno un’ora: dopodiché, tagliate in due la patate e procedete con il condimento. Potete utilizzare semplicemente
sale e olio d’oliva, oppure aggiungere prezzemolo tritato o
panna acida. È possibile prepararle anche al forno. Oppure,
per abbreviare i tempi, provate a tagliarle a fette, condirle
con un filo d’olio d’oliva e a cuocerle sulla griglia fino a farle
arrostire: risultato garantito!
Wurstel di salmone,
“sano come un pesce”
Una novità stuzzicante made in Italy da cuocere sulla griglia
e accompagnare con una freschissima insalata? Il “wurstel
di salmone”, creato da Fjord, azienda della provincia di Varese nata negli anni Sessanta, leader nel settore del salmone
affumicato. Con il suo gusto delicato e gradevole, è la soluzione ideale per far mangiare il pesce ai più piccoli, presentandolo in una maniera invitante e originale. È preparato
solo con filetto di salmone allevato in Norvegia (81% degli
ingredienti, il resto è fatto di acqua e fibre naturali di agrumi
che servono come addensanti): privo di pelle, si cuoce in
soli 3 minuti. Tagliato a rondelle, potrete usarlo anche come
condimento di fantasiosi primi piatti, pizze o torte salate.
24
RivistAmica
Buone,
tutto l’anno
Zucchine d’Italia:
jolly ai fornelli per
vincere in tavola
26
RivistAmica
Tante specie, tutte
originarie del nostro
Paese, per un gusto
delicato da esaltare in
mille modi: grigliate,
ripiene, come
condimento per pasta,
risotti e minestroni.
Ecco come sceglierle
e come cucinarle
Buon cibo
Maggio, tempo di zucchine. Non che l’ortaggio, anche
nei mesi autunnali o invernali, manchi dalle tavole degli
italiani: ma è da ora a settembre che lo possiamo gustare
al massimo del suo sapore e della sua genuinità. Povera di
calorie e ricca di sostanze benefiche per il nostro organismo,
la zucchina è, forse, in assoluto la verdura più versatile della
nostra gastronomia. Grigliata o ripiena, fritta o al tegame, la
possiamo utilizzare anche come condimento per la pasta o
per un buon risotto. Per non parlare del suo utilizzo come
base per peperonate o caponate. Eppure, c’è ancora tanto
da scoprire sul mondo delle zucchine.
Quanti tipi!
A cominciare dalle sue origini, ancora avvolte nel mistero.
Con la scoperta dell’America arrivò infatti nel nostro Paese
la zucca, coltivata dagli Indios per consumarne i semi. Ma
fu probabilmente in Italia che, a partire dal XVI secolo, le
varie specie di zucca vennero selezionate fino a ottenere
la zucchina che oggi conosciamo. Che altro non è che il
frutto immaturo di alcune specie di zucca: lo Zucchino Nero
di Milano, dalla buccia verde intenso, diffuso soprattutto
nell’Italia Settentrionale; al Centro, più frequente è lo
Zucchino Fiorentino dalla buccia striata di color verde
chiaro e dalla sezione zigrinata. Stesse caratteristiche per le
zucchine dalla forma sferica, la verdissima Tonda di Piacenza
e la più chiara Tonda di Firenze, a cui si aggiunge la Tonda
di Nizza, appiattita ai poli. Al Sud troverete facilmente la
Romanesca, simile alla Fiorentina ma ancora più sottile e
zigrinata, e la Cocuzzella di Napoli o Striata d’Italia, di color
verde scuro e con striature chiare. In tutta Italia è possibile
trovare la Bianca di Trieste, di color verde pallido; mentre
hanno diffusione regionale lo Zucchino Siciliano e la Zucca
Ligure, che rispetto alle altre zucchine sono più strette,
lunghe e dalla forma arcuata. Insomma, la zucchina è un
ortaggio talmente italiano che viene chiamato anche “Zucca
d’Italia” e perfino gli anglosassoni, per identificarla, usano la
parola italiana “zucchini”.
Dal supermercato alla cucina
Tutte le specie di zucchina presentano un sapore delicato,
neutro. Come contorno si adattano a qualsiasi tipo di
pietanza, dalla carne al pesce. Le specie tonde sono perfette
per la riempitura o per essere tagliate a cubetti, mentre quelle
lunghe sono buone a fette.
Attenzione, però. Le zucchine deperiscono facilmente, e
quindi necessitano di particolare attenzione al momento della
scelta. La zucchina ideale deve essere soda, con la buccia
lucida e ben tesa, senza ammaccature. Occhio al picciolo,
che deve essere molto piccolo. L’ortaggio va conservato al
fresco e consumato entro tre o quattro giorni. Se non cenate
a casa tanto spesso, potete trovarle anche in barattolo (al
naturale o sott’olio) e surgelate.
Sbizzarritevi nel mixarle nei sughi per un buon piatto di pasta:
deliziose sono le tagliatelle alle zucchine e gamberi, oppure
Non dimentichiamoci
dei fiori di zucca
Non solo i frutti, anche i fiori. Dalla pianta di zucchina nascono infatti i deliziosi fiori di zucca (o fiorilli): si riconoscono per il loro colore giallo intenso, tendente all’arancione.
Sono estremamente delicati, ancor più del loro frutto, e
si conservano al massimo per due giorni dopo l’acquisto. Vengono solitamente fritti in pastella: c’è la variante
più tradizionale che li vede riempiti con un condimento di
mozzarella e acciughe, e poi fritti in olio bollente, ma potete provare anche a imbottirli con ricotta, prosciutto cotto e
basilico, per un sapore meno deciso.
Farfalle alle zucchine,
zafferano e speck
Una ricetta di semplice preparazione ma dal gusto raffinato.
Lavate le zucchine, tagliatele a dadini e cuocetele per una ventina di minuti in padella assieme a zafferano (fatto sciogliere
in una tazzina di brodo), speck a cubetti e prezzemolo, dopo
aver fatto dorare la cipolla nell’olio. Il condimento può essere
preparato aggiungendo la panna da cucina, diventando così
più cremoso. La pasta (farfalle, ma anche fusilli o mezze maniche) va scolata al dente, quindi fatta saltare in padella con le
zucchine e il resto del condimento preparato per poi servirla
calda, con una spolverata finale di Parmigiano grattugiato.
[ segue ]
27
Buon cibo
con zucchine, pancetta e zafferano. Per quanto riguarda i
contorni, sono famosissime le zucchine alla scapece, tipiche
della cucina partenopea, fritte e condite con aceto e menta.
Per i più golosi, sono irrinunciabili anche in un buon piatto di
peperonata, che a dispetto del nome è basata su un mix di
zucchine, peperoni, melanzane, pomodori e cipolle.
In Lombardia, invece, le troviamo più spesso come ingredienti
di risotti e minestroni: basta pensare al minestrone alla
milanese, a base di riso Arborio e verdure miste; oppure il
risotto alle zucchine, quello con speck e zucchine, con pesto
di zucchine e caprino, e così via. Per chi vuole tenersi leggero,
poi, c’è sempre la possibilità di gustarle crude, tagliate alla
julienne in una buona insalata, oppure grigliate, condite a
fine cottura con un filo di buon olio extravergine d’oliva.
Fanno bene
A livello nutrizionale si caratterizzano per l’altissimo contenuto
(il 95% circa) di acqua, il basso apporto calorico e la
presenza di potassio, vitamine C ed E e acido folico. Questa
sostanza è particolarmente utile per le donne in gravidanza,
poiché riduce il rischio di malformazioni al sistema nervoso
del bambino. Occorre solo stare attenti al tipo di cottura e ai
suoi tempi, dato che si tratta di una sostanza molto sensibile
al calore. La zucchina, inoltre, è un aiuto per chi ha problemi
di digestione o di stitichezza, è un buon antinfiammatorio e
ha numerose capacità disintossicanti per la sua purezza.
28
RivistAmica
Sfiziose da gustare
nell’insalata
Con l’estate, cresce la voglia di piatti freschi e leggeri: perché, allora, non mettere le zucchine in una
buona insalata? Abbiamo due possibilità: utilizzarle
crude o grigliate. Nel primo caso, è consigliabile tagliare le zucchine alla julienne o “a fiammifero”, vale
a dire a striscioline molto sottili, magari aiutandosi
con la grattugia. Possiamo mescolarle a una normale
insalata verde, oppure condirle con grana a scaglie,
pomodorini, olive taggiasche, pinoli, sale e olio extravergine d’oliva. Ottime anche le zucchine tagliate
a rondelle, condite semplicemente con grana, aceto
balsamico e menta, oltre all’immancabile olio extravergine d’oliva. Se invece avete optato per un’insalata di zucchine grigliate, allora, dopo averle cotte sulla
piastra o alla brace, conditele con aglio, olio, sale,
pepe e prezzemolo tritato e poi tenetele in frigo per
un’ora. Servitele semplicemente così oppure aggiungendo pezzetti di grana e qualche foglia di menta: in
ogni caso, l’abbinamento fra zucchine e menta è una
garanzia. Buon appetito!
Le buone ricette di Iperal
Le buone
Ricette di Iperal
da staccare e conservare
Anno 1 - Numero 4
maggio 2014
Scopri su www.iperal.it tutte le ricette che i clienti
come te hanno realizzato per noi, oppure accedi
direttamente alla pagina inquadrando con il tuo
smartphone il QR qui a lato
31
In tavola
originale e prelibato
32
RivistAmica
Le buone ricette di Iperal
Risotto
alle ciliegie
Ingredienti
4 persone
Tempo di preparazione: 40 min
Grado di difficoltà: facile
OC
O
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IN
O N SI
Lavare, snocciolare e tritare le ciliegie. Far sciogliere
in una padella, a fuoco lento, 4 cucchiai di burro;
aggiungere la cipolla e farla imbiondire. Unire il riso
facendogli assorbire il burro e mescolando continuamente. Quindi alzare la fiamma e bagnare il riso
prima con il vino, che lascerete evaporare, e poi
con 2 mestoli di brodo bollente, sempre mescolando. Appena tutto il liquido è stato quasi assorbito,
aggiungere le ciliegie insieme ad altri 2 mestoli di
brodo. Ripetere questa operazione ancora per 4-5
volte, mescolando spesso. Appena il riso è al dente, toglierlo dal fuoco e condirlo con un cucchiaio
di burro e un po’ di sale. Lasciarlo riposare per 5
minuti per la mantecatura e poi servirlo dopo avere
spolverato con un po’ di pepe.
I AT
Procedimento
GL
400 g di ciliegie
mezza cipolla tritata finemente
500 g di riso Carnaroli
100 g di burro
mezzo bicchiere di vino bianco
secco
1 l di brodo vegetale
sale, pepe
ERBALUCE DI
CALUSO DOC
Scheda vino a pagina 38
33
Con verdure
di stagione
Pasta verde primaverile
Ingredienti
Tempo di preparazione: 50 min
Grado di difficoltà: facile
OC
O
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Procedimento
Sgusciare le fave. Lavare e mondare i fagiolini verdi. Lavare le taccole e sgusciare i piselli. Portare all’ebollizione 1,5 litri d’acqua e sale e lessarvi prima
le fave per circa 5 minuti, poi le taccole per circa 3-4 minuti, quindi i piselli
per circa 2-3 minuti ed infine i fagiolini per circa 8 minuti. Tirare fuori tutte le
verdure con una schiumarola e sistemarle in una scodella capiente facendole
intiepidire.
Aggiungere ancora un po’ d’acqua a quella di cottura delle verdure, salare e
portare nuovamente all’ebollizione. Quindi versarvi la pasta, cuocerla al dente
(piuttosto dura), scolarla tenendo da parte un po’ di acqua di cottura e aggiungerla subito nella scodella con le verdure. Insaporire il tutto con 4-5 cucchiai
d’olio, pepe e succo di limone. Dare una bella mescolata e aggiustare di sale
e succo di limone. Far intiepidire. Prima di servire unire 1-2 cucchiai di acqua
di cottura ed il prezzemolo.
4 persone
I AT
il succo di 1-2 limoni
400 g di fusilli
4 cucchiai di prezzemolo tritato
finemente
sale, pepe
GL
300 g di fave fresche
300 g di fagiolini verdi
200 g di taccole
200 g di piselli freschi
olio extra vergine d’oliva
DOLCETTO D’ALBA
DOC MARCHESI
FIORAVANTI
Scheda vino a pagina 38
34
RivistAmica
Le buone ricette di Iperal
Con la ricotta
e il prosciutto di Parma
Filetto di pollo “vestito”
Ingredienti
2 petti di pollo interi senza osso
5 cucchiai di ricotta
2-3 cucchiaini di timo essiccato
foglie di salvia
16 fette di prosciutto di Parma
olio extra vergine d’oliva
100 ml di brodo di pollo
200 ml di vino bianco semisecco
sale, pepe
4 persone
Tempo di preparazione: 45 min
Tempo di cottura in forno: 15 min
Grado di difficoltà: facile
O
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I AT
Procedimento
Riscaldare il forno a 150°C. Mescolare la ricotta con il timo, sale e pepe, amalgamando bene. Tagliare i petti di pollo longitudinalmente dividendoli in due
filetti. Con un coltello affilato fare un lungo e profondo taglio verticale, in modo
da poter aprire ed allargare ogni filetto di pollo. Stenderli quindi sul piano da
lavoro, salare e pepare e farcirli con la crema di ricotta. Insaporire ogni filetto
con 2-3 foglie di salvia, poi chiuderli ripiegandoli. Arrotolare ogni filetto con 4
fette di prosciutto crudo, formando un involucro ben chiuso (a questo scopo
utilizzare eventualmente degli stuzzicadenti). Riscaldare 4 cucchiai d’olio in
una padella capiente e antiaderente, aggiungere circa 10 foglie di salvia e
mettervi a friggere i filetti di pollo a fiamma moderata. Far cuocere per circa 10
minuti rigirandoli di tanto in tanto. Avvolgere ogni filetto in foglio d’alluminio e
terminare la cottura nel forno caldo per circa 15 minuti. Nel frattempo versare
il brodo nel fondo di cottura della padella, dare una mescolata e unire il vino,
poi portare all’ebollizione. Far addensare a fiamma moderata per circa 5 minuti; insaporire con sale e pepe. Tirare fuori dal forno i filetti di pollo, eliminare
la carta d’alluminio e sistemarli nella salsetta di vino coprendoli per circa 2-3
minuti. Servire subito.
PINOT GRIGIO
DELLE VENEZIE
ALLEGRINI
Scheda vino a pagina 38
35
Un delizioso
antipasto
Tortini di asparagi
ai gamberetti
6 tortini
Tempo di preparazione: 50 min
Grado di difficoltà: media
Ingredienti
36
RivistAmica
OC
O
*V
IN
O N SI
Procedimento
Sbucciare gli asparagi, metterne da parte le bucce e farli cuocere in acqua e sale con
zucchero e limone. Quindi estrarli con una schiumarola, sciacquarli sotto l’acqua corrente
fredda e tamponarli con carta da cucina. Versare le bucce degli asparagi nell’acqua di
cottura degli stessi e continuare a cuocere a fiamma bassa per 20 minuti. Dopodiché filtrare il brodo di asparagi ottenuto eliminando tutte le bucce. Mescolare 600 ml di brodo di
asparagi con la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda. Salare se necessario, insaporire con il pepe e aggiungere il prezzemolo tritato. 1 Foderare una teglia con un
bordo di 1-2 cm di altezza con pellicola trasparente e versarvi la gelatina ancora liquida
(fino a raggiungere un’altezza circa 0,5 cm). Sistemare la teglia nel frigorifero e far rassodare. Mettere da parte il resto della gelatina ancora liquida e porre gli anelli di metallo nel
congelatore. 2 Tirare fuori la teglia dal frigorifero e, utilizzando un righello, tagliare la gelatina di asparagi in strisce di 3 cm di larghezza e 23 cm di lunghezza. 3 Foderare gli anelli
di metallo con le strisce di gelatina (la pellicola trasparente dev’essere rivolta verso l’esterno) e poi riporre il tutto in frigorifero. 4 Tagliare gli asparagi, includendo anche le punte, in
60 pezzi di circa 4 cm di lunghezza. 5 Ridurre le parti restanti degli asparagi in fettine di 1
cm di spessore da mescolare poi con i gamberetti. 6 Disporre i pezzi di asparagi verticalmente tutt’attorno ai bordi degli anelli. 7 Sistemare invece nella parte centrale la miscela
di asparagi e gamberetti. Riempire con il resto della gelatina ancora liquida messa da
parte e mettere in frigorifero. 8 Tirare via l’anello, eliminare la pellicola trasparente e servire
i tortini con un’insalata e una salsa all’uovo.
Inoltre:
6 anelli di metallo di 8 cm di diametro
e 3 cm di altezza
pellicola trasparente di circa 16 x 23
cm
teglia o stampo per sformati di circa
16 x 23 cm
I AT
Per la gelatina:
600 ml di brodo di asparagi
10 fogli di gelatina
2 cucchiai di prezzemolo tritato
sale, pepe
GL
600 g di asparagi bianchi
100 g di gamberetti cotti e sbucciati
sale
zucchero
mezzo limone
SOAVE DOC
ALMORANO
Scheda vino a pagina 38
Ricetta passo-passo
Le buone ricette di Iperal
1
Versare la gelatina ancora liquida in una
teglia foderata di pellicola trasparente. Sistemare la teglia nel frigorifero e far rassodare.
2
Tagliare la gelatina di asparagi in
strisce di 3 cm di larghezza e 23 cm
di lunghezza
4
Tagliare gli asparagi, includendo anche
le punte, in 60 pezzi di circa 4 cm di
lunghezza
3
Foderare gli anelli di metallo con le
strisce di gelatina
5
Mescolare con i gamberetti le parti restanti degli asparagi ridotte in fettine da 1 cm
di spessore
7
Sistemare nella parte centrale la miscela di
asparagi e gamberetti e riempire con il resto
della gelatina
6
Disporre i pezzi di asparagi verticalmente
tutt’attorno ai bordi degli anelli
8
Una volta rassodati in frigorifero tirare
via l’anello, eliminare la pellicola trasparente e servire
37
Le buone ricette di Iperal
Crespelle cioccolato,
vaniglia e fragole
Ingredienti
Per la pastella:
2 uova
300 ml di latte
150 g di farina
2 cucchiai di cacao
1 cucchiaio di zucchero
burro per friggere
Per farcire:
400 g di fragole
200 g di quark
3-4 cucchiai di panna da cucina
4 cucchiai di zucchero vanigliato
zucchero per cospargere
Procedimento
Fare una pastella mescolando le uova con il latte, la farina, il cacao e lo zucchero. Far riposare il composto per 20 minuti.
Nel frattempo lavare le fragole, pulirle e tagliarle a fettine sottili. Mescolare il
quark con la panna e lo zucchero vanigliato.
Far sciogliere poco burro in una padella per ogni crespella da cuocere. Versare ogni volta un mestolo piccolo di pastella nella padella, farla “allargare”
muovendo la padella in modo da coprirne tutto il fondo e far cuocere per 1-2
minuti. Poi voltare la crespella e finire di cuocerla per 1-2 minuti dall’altro lato.
Prima di servire le crespelle farcirle con il quark e le fragole e ripiegarle fino a
creare un involucro a forma di salvietta. Metterne due su ogni piatto, aggiungere una spolverata di zucchero in polvere e servire subito.
4 persone
Tempo di preparazione: 15 min
Tempo di riposo: 20 min
Tempo di frittura: 20 min
Grado di difficoltà: facile
I vini
che vi abbiamo
consigliato
ERBALUCE DI CALUSO DOC cl75
Regione: Piemonte
Vitigno: Erbaluce
Colore: giallo paglierino con riflessi verdolini
Profumo: delicato, fesco, erbaceo, con intensi
sentori di fiori di campo
Gusto: armonico con note agrumate e minerali
Gradi alcolici: 12,5% vol
Temperatura di servizio: 6°-8°C
DOLCETTO D’ALBA DOC
MARCHESI FIORAVANTI cl75
Regione: Piemonte
Vitigno: Dolcetto 100%
Colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei
Profumo: Vinoso, gradevole, intensamente fruttato
Gusto: asciutto, di moderata acidità, di buon corpo, armonico, gradevolmente amarognolo
Gradi alcolici: 12,5% vol
Temperatura di servizio: 16°-18°C
PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE
ALLEGRINI cl75
Nazione: Veneto
Vitigno: Pinot Grigio 100%
Colore: giallo paglierino brillante
Profumo: tenue e delicato nell’esprimere i
suoi profumi. Si caratterizza per una sottile
ed elegante nota floreale cui segue la mela
golden ed una nitida nota vegetale
Gusto: al palato è asciutto e di medio corpo;
ottima corrispondenza gusto olfattiva ed una
sapida ed appagante beva, semplice e di
grande piacevolezza
Gradi alcolici: 12,68% vol
Temperatura di servizio: 10°C
SOAVE DOC ALMORANO cl75
Regione: Veneto
Vitigno: “90% Garganega, 10% Trebbiano di Soave“
Colore: paglierino tenue
Profumo: delicatamente fruttato
Gusto: fresco e gentile
Gradi alcolici: 12% vol
Temperatura di servizio: 10°C
38
RivistAmica
Le buone ricette di Iperal
Da preparare
con prodotti
Risotto asparagi
e limone
La ricetta
di Luca Manfè
Il vincitore di MasterChef America regala ai lettori di RivistAmica un
primo piatto tratto dal suo nuovo libro di cucina “My Italian Kitchen”
“Vuoi che muoro?”, “mappazzone”. Queste parole vi dicono qualcosa? Gli appassionati dei programmi di cucina hanno sicuramente
capito di cosa stiamo parlando. Ovvero di MasterChef, lo show
televisivo dedicato ai cuochi dilettanti, condotto in Italia dai temibili
giudici Joe Bastianich (è sua l’espressione italo-americana “vuoi che
muoro?”), Bruno Barbieri (che firma il tormentone bolognese “mappazzone” che significa più o meno “miscuglio pesante”) e Carlo
Cracco. Ebbene, la versione americana del programma è stata vinta
nell’ultima stagione (la quarta) da un italiano. Si chiama Luca Manfè,
ha 32 anni ed è originario di Aviano, in provincia di Pordenone. Luca
si è fatto strada nella Mecca delle trasmissioni di cucina Usa, sbaragliando i concorrenti con le ricette della mamma e della nonna (a
portarlo in finale proprio un frico rivisitato, piatto povero tipico friulano), carisma e lealtà nel gioco. «È la prova che i bravi ragazzi non
finiscono sempre ultimi» ha detto di lui Bastianich. Luca, che potete
seguire su lucamanfe.com, ha regalato ai lettori di RivistAmica la ricetta del risotto asparagi e limone, contenuta nel suo primo libro “My
Italian Kitchen”, in uscita il 14 maggio negli Stati Uniti. Cimentatevi
anche voi in una preparazione da chef con i prodotti Primia.
La ricetta – Risotto con asparagi e limone
Riempite una ciotola grande con acqua e ghiaccio. Portate una pentola di acqua a ebollizione, aggiungete gli asparagi e cuocete per
circa 3 minuti. Utilizzando un mestolo forato, trasferite gli asparagi nel
bagno di ghiaccio preparato. Lasciate raffreddare per un minuto, poi,
togliete gli asparagi e asciugateli con un tovagliolo di carta. Quindi
tagliateli a pezzi di circa 1 centimetro. In una casseruola, portate a
ebollizione il brodo. Sciogliete 2 cucchiai di burro con l’olio d’oliva,
scalogno, quindi fate tostare il riso, mescolando, per circa 3 minuti.
Aggiungete il vino e fate cuocere finché si sia assorbito, per circa 5
minuti. Da qui in poi, continuate a mescolare aggiungendo il brodo
caldo. Dopo circa 5 minuti, aggiungete la scorza di limone, poi gli
asparagi e 1 cucchiaio del burro rimanente. Continuate a mescolare per ottenere un risotto molto cremoso. Dopo circa 20 minuti di
cottura togliete dal fuoco e aggiungete i restanti 50 grammi di burro
(precedentemente tagliato a dadini), il formaggio grana, il prezzemolo e il succo di limone. Mescolate energicamente e quando il burro è
completamente sciolto, il risotto è pronto. Condite con sale e pepe
e servite subito. Buon appetito, con il vostro piatto da MasterChef!
Il carrello Primia
Procuratevi 1 mazzetto di asparagi (circa 400 g); 1 litro di
brodo vegetale fatto in casa o di buona qualità comprato al
supermercato; 100 g di burro non salato; 1 cucchiaio di olio
extravergine di oliva; 1 scalogno grande tritato finemente; 200
g di riso Arborio; 250 ml di vino bianco; 2 cucchiai di scorza
di limone finemente grattugiata; 100 g di Grana Padano DOP
grattugiato fresco; 10 g di prezzemolo fresco tritato; 1 cucchiaio di succo di limone fresco; sale e pepe nero macinato.
39
In evidenza
È il Taleggio la punta di
diamante di casa Gildo Ciresa
Da quando Gildo Ciresa realizzò il primo caseificio di Bindo, in Valsassina, è passato oltre
mezzo secolo. Nei nostri supermercati l’eccellenza dell’azienda è presente da più di dieci anni
«Lavoro e casa sono sempre stati una cosa sola. L’attività
dell’azienda fa parte della vita di tutti i giorni». A parlare è Walter Ciresa, della Gildo Ciresa, che prosegue il mestiere iniziato
dal nonno Giovanni nei primi anni del Novecento e trasmesso
dal papà Gildo, continuando a produrre formaggi che rapprensentano alcune fra le eccellenze della Valsassina, nota come
“polmone verde” dei milanesi ma soprattutto per le condizioni
climatiche che storicamente favoriscono la stagionatura dei
formaggi. «Avevo soltanto 13 anni quando è scomparso il nonno, ma del papà sono stato il primo collaboratore», continua
Walter Ciresa, responsabile commerciale dell’azienda, dove
lavora con i fratelli Ettore, Michele e Rita; oggi la produzione avviene anche nell’insediamento di Introbio. Accanto alla
linea dei formaggi classici stagionati c’è la gamma dei prodotti
freschi: «L’azienda per tradizione è legata a Taleggio e Gorgonzola, formaggi nostrani d’alpeggio, ma da circa 15 anni ci
dedichiamo anche ad un settore nuovo e riscoperto, quello dei
formaggi di capra».
La tradizione in tavola
Fiore all’occhiello di casa Gildo Ciresa è il Taleggio, che beneficia della stagionatura all’interno delle storiche grotte naturali
dell’800, dove l’aria fresca degli anfratti dà origine al fenomeno dei “soffioni”, che creano il microclima ideale in grado di
donare al prodotto il suo inconfondibile sapore. «Confezioniamo forme da circa 2 Kg (con il marchio Consorzio Tutela
Taleggio impresso sulla crosta,
il prodotto ha
anche il riconoscimento D.O.P.
a livello Europeo)
che vendiamo intere avvolte in un
incarto in pergamena», aggiunge
Walter Ciresa.
Nei supermercati
42
RivistAmica
Iperal viene venduto da più di dieci anni: si può richiedere la
quantità desiderata direttamente al banco di salumi e formaggi, ma è anche possibile servirsi di comode porzioni take away,
confezionate giornalmente nei nostri punti vendita. Qualche
consiglio per usare in cucina il formaggio principe della Valsassina? «Buonissimo a inizio pasto oppure come secondo
piatto – conclude Ciresa – si può unire a quasi tutti i primi,
dal risotto alla pasta, perfetta nella classica versione ai quattro
formaggi, anche se io suggerisco di provare a condirla con
una crema a base di solo Taleggio, per sentirne tutto il gusto».
Uno chef in famiglia
«Sul sito www.gildociresa.net prossimamente sarà integrata un’area con ricette specifiche per ogni prodotto»,
spiega Walter Ciresa. Ad occuparsene sarà Giovanni
(un altro dei nove fratelli), che non lavora nell’azienda ma
è un noto chef. Fra i suoi piatti forti, proprio i ravioli con
ripieno al Taleggio. «A Giovanni va il merito di aver portato i nostri formaggi in Paesi dove non erano conosciuti,
per esempio Giappone o Singapore, grazie al suo lavoro
in giro per il mondo», dice Walter. Del resto, nonostante
il mercato principale di Ciresa sia quello italiano, il 15%
del fatturato proviene dalle esportazioni che toccano Europa, Asia, Stati Uniti, Australia e Madagascar.
PURO NETTARE DI FRUTTA
IN PURA ACQUA SANT’ANNA.
Fonti di Vinadio, leader nazionale del settore acqua minerale con
il marchio Sant’Anna, prosegue sulla strada dell’innovazione. Dopo
Bio Bottle e SanThè, la prima bottiglia biodegradabile al mondo nel
formato da 1,5 l e l’infuso di tè che dopo poco tempo dal lancio è
già diventato il terzo brand del mercato, strappando quote ad attori
storici del settore, arriva SanFruit Sant’Anna, puro nettare di frutta
nei gusti pera, pesca e albicocca.
La qualità come sempre per Fonti di Vinadio è la base per partire alla
conquista dei gusti e delle scelte delle persone: in questo caso si tratta infatti dei primi e unici nettari di frutta contenuti all’interno di un
bicchierino da 200 ml con l’apposita cannuccia, così pratico da portare con sé e da consumare in ogni momento della giornata.
Senza glutine e con un contenuto minimo garantito di frutta del 50% per la pera e la pesca e del 40% per l’albicocca, i
nettari SanFruit sono preparati con pura acqua Sant’Anna dalla sorgente Rebruant, posta a 1.950 metri nel cuore delle
Alpi piemontesi, conosciuta per le sue straordinarie caratteristiche di leggerezza e purezza, oltre a essere indicata, tra le
poche in Italia, per la preparazione degli alimenti dei neonati.
Quasi come addentare un frutto dall’albero, i nettari di frutta SanFruit Sant’Anna offrono un’esperienza straordinaria di
bontà, in particolare per mamme e bambini, più sensibili di tutti al gusto della qualità.
Come sostiene Alberto Bertone, presidente e a.d. di Fonti di Vinadio, “per sviluppare questo nuovo prodotto siamo
partiti come sempre dalla massima attenzione e garanzia di qualità, valore che premia sempre. Negli anni abbiamo
saputo conquistare la preferenza dei consumatori grazie a trasparenza e qualità; siamo convinti che questa sia la strada
vincente anche per SanFruit, che si rivolge in particolare ad un target a noi molto caro, quello di mamme e bambini.”
Primia
Tisane Primia,
delicato piacere naturale
Tre diversi prodotti dal sapore amabile che sfruttano le qualità di erbe e fiori per aiutare
l’organismo a depurarsi, digerire e rilassarsi
Un concentrato di gusto delicato e benessere per concedervi
rilassanti momenti di pausa che facciano bene anche al vostro
organismo. Sono queste le qualità delle tre tisane che vanno ad
arricchire la gamma dei prodotti Primia, che potete trovare nei
punti vendita Iperal, ognuna con una funzione specifica indicata già dai nomi: la tisana “Benessere”, la “Dopo pasto” e quella
“Relax”.
Elisir di benessere
Ad accomunare queste tre tisane è la composizione 100% naturale, il limpido colore giallo dorato, il sapore amabile e il profumo
intenso. La composizione di ognuna è attentamente studiata, sia
per quanto riguarda gli ingredienti, sia per la loro proporzione nella ricetta, affinché ciascuna possa, non solo soddisfare il palato,
ma svolgere anche una precisa funzione amica dell’organismo.
Così la Tisana Benessere favorisce un’azione depurativa e drenante sfruttando le qualità di melissa, ortica e sambuco, la freschezza della menta e l’effetto diuretico dell’equiseto. Finocchio,
liquirizia e melissa conferiscono invece un sapore particolarmente aromatico alla Tisana Dopo Pasto, efficace nel facilitare una
corretta digestione e un riequilibrio della flora intestinale. La Tisana Relax, con la sua ricetta a base di tiglio, melissa e camomilla,
è infine utile per aiutarvi a combattere lo stress e infondervi una
sensazione distensiva e rilassante.
Salute per tutta la giornata
Le nuove tisane Primia sono un aiuto per l’equilibrio psico-fisico, facilissime da preparare. Ogni confezione contiene 20 filtri,
ognuno sufficiente per una tazza: basterà lasciarlo in infusione
in acqua bollente per 5 minuti, per poi consumare la bevanda
44
RivistAmica
calda o a temperatura ambiente. Al palato risultano amabili, ma
se preferite dolcificarle potete arricchirle con un cucchiaino di
zucchero o di miele. Per godervi il piacere delle tisane Primia in
ogni momento della giornata, il consiglio è di provare tutte e tre le
tipologie: la Dopo Pasto è infatti perfetta per essere consumata
in prossimità di pranzo o cena, la Benessere per iniziare nel migliore dei modi la mattina a colazione e la Relax per una pausa
pomeridiana o per concludere in maniera distensiva la giornata
sorseggiandola prima di andare a dormire.
Fonte: Agorà Network
Partner
Ufficiale
Della Nazionale
LO SHAMPOO
DELLA NAZIONALE
Più Forza all’Italia,
Più Forza ai tuoi Capelli!
PROMOZIONE N.33 DEL 2014
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La primavera
in un viso
splendente
46
RivistAmica
Inquadra con il
tuo smartphone
il QR qui a lato
Molta crema, poco
sole e un bicchiere di
acqua calda al mattino:
i consigli dell’esperta
di estetica del volto
per avere una pelle
uniforme e luminosa,
pronta per affrontare
l’estate
Salute, benessere e famiglia
Quando è liscia, pulita e senza imperfezioni, basta anche solo
un filo di eyeliner o di mascara e il risultato è splendido: uno
dei segreti della vera bellezza è avere una pelle del viso perfetta. Lo sanno bene le modelle e le dive di Hollywood, che girano sempre con occhiali da sole e cappelli a larghe falde per
proteggere la cute dal sole, dallo smog e dagli agenti atmosferici che potrebbero aggredirla. Per avere una pelle da star
basta prestare attenzione a come la si cura: in questo periodo
dell’anno in cui ci lasciamo alle spalle l’inverno, attraversiamo
la primavera e guardiamo all’estate, ci sono degli accorgimenti
da seguire per proteggerla al meglio.
Una corretta “routine estetica”
Prima regola: togliere il grigiore dei mesi freddi e pulire alla
perfezione la pelle mattina e sera con prodotti specifici. Per
quest’operazione, preferite sempre l’applicazione con batuffoli
di cotone e limitate invece l’uso delle salviette, che non vanno
a fondo nella pulizia. «Se si deterge correttamente la pelle, la si
può mantenere pulita e sana più a lungo – spiega Eugenia Petriccione, consulente di cura del viso presso Recupero look, a
Milano – Chi ha la cute secca, per struccarsi dovrebbe utilizzare
un latte, che è corposo e nutre mentre deterge. Per chi ha un
tipo di pelle mista, la scelta del detergente dovrà cadere su uno
che elimina il trucco e normalizza il pH. Per chi invece ha una
pelle più grassa, è bene che si orienti su una lozione micellare
che in maniera meccanica toglie l’impurità già da sola». Dopo
essersi struccate, non bisogna dimenticare di picchiettare sulla
pelle un tonico che chiude i pori. Un consiglio per donne mature con acne tardiva? «Provate ad utilizzare l’acqua in bottiglia,
meno calcarea di quella del rubinetto», suggerisce l’esperta.
Prima di mettersi a letto, dopo la detersione è importante spalmare una crema, che anche in questo caso va scelta a seconda
del tipo di pelle: «Se si ha la cute secca, bisogna orientarsi
verso una crema da notte nutriente. Se la pelle è grassa si deve
scegliere una crema normalizzante, fluida e leggera e non aggressiva». La mattina appena sveglie basterà applicare la stessa “routine estetica” per la detersione. E il gioco è fatto.
Mai senza crema
Seconda regola: spalmarsi bene la crema. «In inverno solitamente usiamo creme corpose che riparano dal freddo e dagli
sbalzi termici. Col sopraggiungere della bella stagione arrivano
i primi raggi di sole e subito cerchiamo di abbronzarci, sottovalutando il fatto che la pelle non è più abituata – aggiunge
Eugenia Petriccione – Quando si esce la mattina, mai scordarsi
la crema sul viso. La cosa migliore è applicarne una specifica
per il giorno con protezione solare per limitare l’insorgere di
macchie e rughe ed evitare il peggioramento della couperose».
Per chi è solita applicare un trucco mattutino, i più indicati per
proteggere la pelle sono quei fondotinta, sia fluidi che compatti,
che hanno all’interno un fattore di protezione (il minimo consigliato è 15). Quando si programma un weekend al mare o fuori
porta però è d’obbligo mettere in borsa una crema protettiva
per il viso.
Alimentazione,
segreto di bellezza
La pelle è resa luminosa anche da quello che mangiamo.
«Per avere un viso perfetto, l’alimentazione deve essere varia
– suggerisce Eugenia Petriccione – quindi bisogna mangiare di tutto in piccole quantità: la pelle è nutrita da tutti gli alimenti pertanto è bene evitare di eliminare i carboidrati o altri
alimenti». Ulteriori alleati di bellezza sono i centrifugati con la
frutta di stagione e alcuni rimedi che si trovano in erboristeria, come l’olio di borragine, ricco di vitamina E. In caso di
imperfezioni della pelle, è questo il momento per depurare
il fegato: sì a tisane e decotti di tarassaco, ortica e cicoria».
Acqua e limone,
elisir di lucentezza
«Un ottimo rimedio naturale che consiglio sempre a tutte le
donne è bere la mattina un bicchiere di acqua tiepida con il
succo mezzo limone spremuto – consiglia l’esperta – È perfetto per la linea e per la pelle. L’acqua deve essere meno
calda di quella che si usa per il tè, si deve sorseggiare con
calma e, prima di fare colazione, è bene aspettare almeno
15 minuti: quella che avete preparato è una spremuta di
vitamina C pura, antiossidante e depurativa, l’ideale per risvegliare il corpo in bellezza».
[ segue ]
47
Salute, benessere e famiglia
Sì alle maschere nutrienti
Attenzione a non intervenire in maniera troppo decisa sull’epidermide: «Tutti in questo periodo consigliano uno scrub, ma
io sono cauta – avvisa la consulente di bellezza – perché al
giorno d’oggi le pelli sono molto sensibili e fragili e uno scrub,
se non usato in maniera corretta, potrebbe addirittura risultare dannoso, aggredire la pelle causando microlesioni oppure,
in caso di pelle grassa, stimolare una maggior produzione di
sebo». Se si sentisse comunque l’esigenza di fare un procedimento esfoliante, l’importante è non farlo vicino agli occhi
dove la pelle è più sottile. «Personalmente – continua l’esperta
– consiglio di applicare una maschera di bellezza idratante. Se
si vuol fare in casa con prodotti naturali, vi suggerisco questa
ricetta: mescolate in una terrina un vasetto di yogurt bianco,
un cucchiaino di miele e il succo di mezzo limone. Tenetela in
posa 15 minuti, poi rimuovetela con l’acqua tiepida. Fate tutto
al momento, non conservate la crema in frigo per successivi
utilizzi». Fondamentale quando si applica sia la crema sia la
maschera è il modo in cui la si spalma: «Non limitatevi a passarla sul viso ma stendetela anche su collo e décolleté, per
avere un risultato uniforme».
“Guida alla bellezza”:
utile, ma con ironia!
Titolo semplice e
diretto per questo
manuale che vuole
insegnare a essere
belle senza impazzire dietro a una distesa di trousse piene
di cosmetici, creme
e profumi. Scritto
da Anita Naik (per
Morellini
Editore,
pubblicato nel 2006
nella collana Pink
Generation), il libro
affronta uno dei temi
più cari alle donne
con sorriso e leggerezza. Si tratta di una guida completa e divertente alle piccole emergenze di ogni giorno, dal classico “brufolo della festa” alla noiosissima
(ma indispensabile) operazione della depilazione. Capitoletti dedicati a mani, piedi, viso, zone critiche e
corpo. In coda, come in ogni vademecum degno di
questo nome, c’è un utilissimo glossario da consultare nei momenti in cui si viene assalite dal dubbio
su quale tonico usare o su quale crema esfoliante
applicare prima di andare a letto. Ogni paragrafo si
conclude con qualche riga sui “miti da sfatare”, particolarmente utili per chi non si considera un’esperta della materia ma ha deciso di smettere di credere
alle leggende metropolitane e di cominciare a darsi
da fare con creme e affini. Compratelo attraverso LibrOnline su www.iperal.it: con il 15% di sconto sul
prezzo di copertina lo pagherete soltanto 6,72 euro.
Libr Online
48
RivistAmica
Fai da te... il regalo
per la Festa
della Mamma
50
RivistAmica
11 MAGGIO
Tante idee divertenti
e originali per
realizzare pensieri
fatti a mano, usando
materiali da riciclo
o pasticciando ai
fornelli, insieme
all’aiuto di un adulto
Salute, benessere e famiglia
Al mese di maggio, dedicato alla Madonna, è legata una
delle più belle ricorrenze dell’anno: la Festa della Mamma
che, come da tradizione, cade nella seconda domenica del
mese. Non si può dimenticare, quindi, di preparare qualcosa di originale, tenero, spiritoso e rigorosamente fai da
te, da donare alla mamma in questo giorno speciale. Ecco
allora qualche simpatica idea per far divertire i bambini e
stimolare il loro lato più creativo, con l’aiuto di papà, fratelli
maggiori, nonni e zii.
Parola d’ordine: fantasia
Le idee più originali spesso nascono dall’arte del riciclo
e utilizzando materiali già a disposizione in casa. Bastano
quindi un paio di forbici (a punta tonda per i più piccoli),
colla stick o liquida, cartoncini colorati, spaghi, mollette,
bottoni, tessuti, scatole a cui dare nuova vita e tutto quello
che si può facilmente riconvertire per creare piccoli oggetti fatti a mano. Un’idea davvero facile da realizzare, anche
per i bimbi che non hanno molta manualità e che sarà sicuramente apprezzata dalle mamme, è un portagioie. Per
realizzarlo, procuratevi una confezione di cotton fioc, colla
vinilica, nastri colorati a volontà e pezzi di tessuto. Ricoprite l’esterno della scatola e del coperchio con i ritagli di
tessuto e incollate il nastro sui bordi. Per dare un tocco di
originalità, si possono aggiungere sul coperchio piccoli e
grandi fiocchetti realizzati con nastri di altri colori o delle
piccole rose di stoffa.
Un regalo che sicuramente farà contente le mamme più
alla moda è la borsa di cartone, un lavoretto semplice da
realizzare con materiale da riciclo come carta regalo, cartone, perline e paillettes insieme con corda, colla, forbici
e nastro adesivo trasparente. Per creare la struttura della
borsa, ritagliate dal cartone una striscia orizzontale e due
stampi uguali tra loro e della forma che volete, incollateli
con il nastro adesivo e con lo stesso nastro rinforzate i
lati della borsa al suo interno. Per il manico, divertitevi ad
infilare le perline colorate e le paillettes nella corda e dopo
aver praticato due piccoli fori sui lati della borsa, fatela
passare nelle fessure e fate dei piccoli nodi su entrambi i
lati. A questo punto non vi resta che rivestire tutto con la
carta da regalo colorata (la colla liquida è la più adatta) e
applicare qualche decorazione una volta terminata l’opera.
Auguri Mamma! Bigliettini artistici
Non meno importanti dei regali, i biglietti di auguri possono essere essi stessi un pensiero originale e prezioso
per la Festa della mamma. Oltre a disegni e cartoncini con
le impronte delle manine, si può realizzare velocemente
qualcosa di più elaborato ma facile anche per i più piccoli:
il biglietto con un morbido cuore al centro. Procuratevi un
cartoncino bianco e uno rosso, della carta crespa o della
carta velina bianca, un pennarello color oro, colla e forbici.
A seconda dell’età del bambino, aiutatelo a ritagliare un
rettangolo dal cartoncino bianco (sarà la base del bigliet-
Fiori speciali di carta
ritagliati con amore
Tante manine di carta colorata saranno i fiori più belli da donare alla mamma. Si tratta di un pensiero facilissimo da realizzare anche per i più piccoli, con l’aiuto di un adulto. Tracciate il
contorno delle vostre mani e di quelle del bimbo su cartoncini
colorati e poi ritagliatele. Per ottenere i petali, arricciate le dita
arrotolandole su una matita o su una penna. Per fare il gambo
dei fiori usate i bastoncini di ciniglia per pulire le pipe o del filo
di rame. Chiudete le basi delle manine intorno allo stelo (usate
colla o nastro adesivo) e scegliete piccoli bottoni colorati per i
pistilli. Con un nastrino legate gli steli tra loro e il vostro mazzo
di fiori sarà pronto.
La presina da cucina
“scioglicuore”
Gli oggetti d’uso quotidiano che possiamo trovare in
casa senza grosse difficoltà, sono spesso lo strumento più divertente per mettere alla prova la fantasia dei
più piccoli. Ad esempio, una semplice presina che può
diventare un originale dono per la mamma che della cucina, si sa, è la regina. Prendete una presina bianca o
colorata che non abbia scritte o figure, procuratevi dei
pennarelli adatti a scrivere su stoffa e poi lasciate che
i bimbi la colorino e ci disegnino sopra. Per un maggiore effetto sorpresa, una volta conclusa la piccola opera
d’arte, lasciatela appesa sopra i fornelli.
[ segue ]
51
Salute, benessere e famiglia
to) e poi a ritagliare una forma geometrica un po’ squadrata da quello rosso. Disegnate un bel cuore grande sul
cartoncino bianco e dopo aver strappato piccoli pezzi di
carta velina, arrotolateli fino a formare tante piccole palline. Incollatele sul cuore, fino a ricoprirlo completamente;
attaccate il cuore sulla sagoma rossa e, a sua volta, sulla
base bianca rettangolare. Infine, scegliete un bel messaggio d’amore per la mamma e con il pennarello decorate il
bigliettino.
Dolcetti e gioielli di pasta, tante idee in cucina
Pasticciare in cucina è una delle attività più amate dai
bambini e la Festa della Mamma è una buona occasione
per farli divertire tra farina e stampini. Per fare una bella
sorpresa alla mamma, con l’aiuto di un adulto, si possono
preparare dei biscotti personalizzati a forma di cuore o di
letterine che formino il suo nome o un pensiero affettuoso.
Per rendere tutto ancora più speciale, una volta cotti, tingete i biscottini con i colori alimentari: farete un figurone!
Altra idea semplice, adatta per stimolare la fantasia dei
bimbi, è realizzare gioielli con la pasta cruda. Procuratevi
della pasta che si possa infilare (penne, maccheroni, conchiglie, ruote), delle ciotole con dentro vari colori a tempera e dei fili elastici. Colorate qualche pezzo di pasta immergendolo nella tempera colorata e lasciatelo asciugare
per bene. A questo punto divertitevi a infilare la pasta nel
filo elastico creando l’alternanza di colori e la fantasia che
più vi piace e poi chiudete con un nodino. La mamma sarà
contenta di poter sfoggiare bracciali, collane o orecchini
dalle forme originali e dai colori sgargianti fatti solo per lei!
52
RivistAmica
Carta, polistirolo e
spilli: e voilà, un
quadretto per l’ufficio
Tra le tante originali idee che si trovano sul blog
Mamma Felice (www.mammafelice.it), una in particolare si addice ai bambini dai 6 anni in su a cui
piace divertirsi con carta e colori e che hanno una
buona manualità. Si tratta di un quadretto realizzato su una base di polistirolo, ideale per dare un
tocco di colore alle pareti dell’ufficio della mamma o alla sua scrivania. Per iniziare, procuratevi un
quadrato di polistirolo di uno spessore di almeno 2
cm – potete riciclarlo anche da confezioni o pacchi – ritagliate un foglio di carta double face o di
cartoncino e preparate una serie di spilli con la
capocchia colorata. Fissate la carta al polistirolo
sui quattro angoli (basterà un po’ di colla e 4 spilli
colorati) e aiutate il piccolo artista a ritagliare da
giornali e vecchie riviste, le illustrazioni e le figure
con cui realizzare il quadretto. Fiori, animali, farfalle, oggetti: la scelta delle immagini sarà la parte più divertente. A questo punto, per dare forma
all’opera d’arte, basterà fissare la carta al polistirolo con l’aiuto di altri spilli colorati.
Nei nostri Punti Vendita
dal 19 maggio all’11 giugno
catalogo Bricolage e Fai da te
Ecco il bricolage
di primavera:
istruzioni per l’uso
54
RivistAmica
È il momento giusto
per imbiancare la casa,
verniciare le nostre
ringhiere oppure
piantare una staccionata
in giardino: ecco
qualche consiglio utile.
Con i prodotti adatti,
risparmio e lavoro ben
fatto sono garantiti
Ambiente e collettività
Con la primavera, arriva il momento di rimboccarsi le maniche: è il momento giusto per effettuare quei piccoli lavori
che possono rendere la nostra casa più bella e più accogliente. A cominciare dai muri. Una bella imbiancatura è
quello che ci vuole per rimettere a nuovo qualche nostra
stanza, se non l’intera abitazione, magari giocando con i
colori.
Ad ogni muro la sua vernice
Il primo passo è la scelta dei prodotti giusti, a cominciare
proprio dal colore. Con il bianco, il panna e l’avorio non
si sbaglia mai, per ogni ambiente e stile di mobili. Il rosa
e giallo chiari possono aggiungere un pizzico di calore in
più, soprattutto in sala e nel soggiorno. In camera si può
osare con i colori pastello, ma attenzione a non usare tinte
troppo forti: l’ambiente deve rimanere rilassante. Il grigio
conferisce eleganza, mentre l’arancione è perfetto con i
mobili wengé. I colori accesi, dal rosso pompeiano al blu
elettrico, riservateli a singoli elementi, ad esempio una sola
parete.
Scelto il colore, concentriamoci sulla giusta tipologia di
vernice. Generalmente è consigliato l’utilizzo di un’idropittura lavabile, non tossica, già pronta oppure da diluire con
acqua. Di solito è disponibile una base bianca, mentre i
colori si ottengono applicando fiale di prodotto concentrato. Per il bagno e la cucina, dove maggiore è il tasso di
umidità, meglio scegliere le idropitture traspiranti o, meglio
ancora, igienizzanti (per prevenire le muffe) o termoisolanti
(contro la condensa). La classica tempera, non lavabile e
poco resistente all’umidità, destinatela solo a garage e ripostigli. Occhio alle quantità: un litro di idropittura copre,
di solito, 11-15 m2 di parete.
Al lavoro
Spostate o coprite i mobili con gli appositi teli di nylon.
Poi coprite il pavimento, le prese elettriche, gli interruttori
e i battiscopa con carta di giornale e nastro adesivo da
carrozzieri. Valutate se sono necessarie alcune operazioni
preliminari: stuccate eventuali buchi o crepe (lisciando poi
l’intervento con carta vetrata), eliminate le muffe con gli appositi prodotti antimuffa e togliete, se possibile, l’eventuale
strato di pittura a tempera, bagnando i muri con acqua calda e agendo con una spazzola a setole dure. Prima della
vernice, può essere utile una mano di fissativo o primer, ma
solo in determinati casi: se il muro è nuovo, su grosse stuccature recenti, oppure dopo aver tolto lo strato di tempera.
Lasciate asciugare i prodotti utilizzati, poi procedete con
l’imbiancatura vera e propria, utilizzando rulli o pennelli.
Verniciate cominciando dal soffitto, poi passate alle pareti,
sempre dall’alto verso il basso, sovrapponendo leggermente le pennellate per ottenere un effetto uniforme. Per i punti
più difficili utilizzate pennelli tondi, più piccoli. Dopo 4-5 ore
passate una seconda mano, prestando particolare attenzione nei punti dove la prima mano non appare uniforme.
E ora tocca
alle persiane
Se alle finestre avete delle persiane, e se queste sono
particolarmente esposte ai raggi del sole, ogni 5-6 anni è
necessario riverniciarle. Smontatele, disponetele su due
cavalletti (o due appoggi adatti) e poi carteggiatele ben
bene per togliere la vecchia vernice. Passate una mano
di vernice per legno: normalmente si utilizza una vernice impregnante, ad alto potere protettivo e impermeabile, meglio se in due mani. Altrimenti, per le finestre più
esposte al sole, potete optare per una mano supplementare di flatting, vernice trasparente che crea un’efficace
patina protettiva.
Cornici d’autore
con il decoupage
Una decorazione fatta in casa per le nostre foto? Detto,
fatto. Comperate una cornice in legno grezzo. Diluite una
parte d’acqua con quattro parti di colla vinilica. Ritagliate
della carta di vostro gusto: fogli colorati, giornali, carta regalo. Passate la colla sul retro dei ritagli con un pennellino.
Incollateli sulla cornice e poi passate la colla su tutta la sua
superficie. Dopo 3-4 ore si asciugherà. Poi passate una
mano di flatting lucido trasparente, che si asciugherà in 5-6
ore. Posizionate l’immagine, un cartoncino posteriore e un
gancetto. La cornice è pronta da appendere.
[ segue ]
55
Ambiente e collettività
Ringhiere, ruggini e vernici
La tarda primavera è il periodo ideale anche per verniciare
le ringhiere in ferro del balcone o delle scale. Il nemico
numero uno, in questo caso, è la ruggine: toglietela utilizzando carta vetrata o spazzole con setole d’acciaio, a
mano o con strumenti elettrici. Dove la ruggine resiste,
applicate con un pennello un apposito liquido, il convertitore di ruggine: non passatelo nelle zone non danneggiate. Lasciate asciugare per 24 ore. Dopodiché, togliete
con una spatola gli strati penzolanti della vecchia vernice.
Gli strati scoperti, passateli con del liquido antiruggine (è
un prodotto diverso dal precedente). Lasciatelo essiccare
e passate uno strato di smalto sintetico o all’acqua. Per
un risultato migliore, passate anche una seconda mano
dopo 24 ore se avete usato smalto sintetico o dopo 6 per
quello all’acqua.
Una staccionata in giardino
Abbiamo fatto un passo fuori dalla casa. Ora, se vogliamo organizzare un po’ meglio il nostro giardino, perché
non applicare un reticolo di piccole recinzioni mobili? In
questo modo possiamo creare aiuole e piccoli viali con
graziose staccionate, oppure separare, solo visivamente,
l’orto dai fiori, le zone seminate da quelle calpestabili. In
commercio si trovano file di staccionate, di varia lunghezza e altezza, facilmente piantabili nel terreno. Se invece
volete creare una recinzione più robusta, acquistate dei
pali portanti dotati di lunghe punte, conficcateli nel terreno e poi procedete con il resto della staccionata.
L’enciclopedia
del fai da te
Per abbracciare un argomento come il faida-te, non basta certo
un articolo, e nemmeno
un’intera rivista: servono i libri! “Manuale
Completo del Fai Da
Te” (Giunti Demetra,
2012, 640 pagine,
prezzo di copertina
14,90 euro) vi spiega
tutto quello che c’è
da sapere per lavori
di idraulica, muratura,
elettricità, falegnameria, bricolage in giardino e manutenzione dell’automobile. Non solo consigli utili e
descrizione dei materiali per le piccole riparazioni,
ma anche progetti ambiziosi. Se poi, oltre al creare, avete bisogno anche di organizzare, “Tutto Casa.
1000 Consigli per la Sopravvivenza” (Giunti Demetra, 2011, 512 pagine, 8,99 euro) è il libro che fa
per voi. E se, infine, anche i vostri figli voglio darsi al
bricolage, ecco allora “Bricolage per Ragazzi” (Grillo
Parlante, 2011, 344 pagine, 14,90 euro), con tante
idee per cominciare a sviluppare la loro creatività nel
fai da te. Ricordate che potete acquistare questi e
altri libri attraverso il sito www.iperal.it nella sezione
LibrOnline: basta registrarsi per ottenere il 15% di
sconto sui prezzi di copertina sopra indicati.
Libr Online
56
RivistAmica
PAG. PUBBLICITARIA
Iperal informa
4 BOLLINI
di sconto sulla spesa
Più bollini oggi,
più sconti domani
Dall’8 al 28 maggio 2014 in tutti i punti vendita, ricevi 1 bollino adesivo ogni 30€ di spesa effettuata calcolata su un
unico scontrino. Completa con 4 bollini la cartolina che ti verrà
consegnata nel punto vendita e fino al 25 giugno 2014, ogni
cartolina completata ti darà diritto ad uno sconto del valore di
10€, utilizzabile ogni 40€ di spesa effettuata (scontrino unico).
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almeno un prodotto
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L’iniziativa è riservata ai titolari di CartAmica. Libera a tutti i clienti nel nuovo
punto vendita di Carate Brianza. Regolamento completo disponibile presso i punti vendita.
di sconto sulla spesa
59
I tesori
del forno Iperal
Prodotti selezionati, massima trasparenza nei confronti
dei nostri clienti e attenzione costante alla qualità. Iperal
si dà, da sempre, poche ma chiare
regole e lo facciamo per ogni
prodotto che vendiamo, con
particolare attenzione alle
produzioni che siete abituati a conoscere grazie
all’etichetta “Fatto da noi”.
Un’eccellenza rappresentata dai nostri prodotti da forno,
grazie ai quali ogni giorno, con un prodotto sempre fresco
e di qualità, serviamo le vostre tavole.
60
RivistAmica
Pane e prodotti dolciari
sono un vero fiore
all’occhiello delle nostre
preparazioni. Cura delle
materie prime e personale
qualificato garantiscono
ogni giorno la freschezza
sulle tavole dei nostri clienti
Dall’impasto alla vendita
Per tutti i negozi il punto di riferimento è il nostro forno centralizzato di Andalo Valtellino, dove giornalmente 16 panettieri e
5 pasticceri sono impegnati nella produzione del pane e dei
prodotti di pasticceria. Qui si svolgono tutte le operazioni necessarie alla preparazione dei diversi tipi di pane: dall’impasto
alla lievitazione, fino alla spezzatura e alla precottura.
Questi prodotti costituiscono la categoria del “semilavorato
fresco”, ovvero ogni giorno vengono lievitati e precotti e poi
inviati nei vari punti vendita, dove la cottura viene completata in più momenti della giornata, a garanzia di una freschezza sempre costante. Inoltre, nei punti vendita di Castione e
Piantedo sono presenti due forni completamente attrezzati:
Iperal Informa
qui avvengono la produzione degli impasti, la lievitazione e la
cottura della gran parte del pane venduto nel negozio. L’uso
di una selezione di farine di vari grani e semole è sinonimo di
garanzia nella scelta delle materie prime. Le farine provengono
soltanto da fornitori certificati e storici, come il Molino Anselmo Colombo di Paderno d’Adda, con il quale lavoriamo da più
di vent’anni.
Pane per tutti i gusti
Produciamo oltre trenta referenze di pane: i volumi giornalieri si
aggirano intorno ai 50 quintali, cifra che negli ultimi cinque anni
ha visto un aumento costante. Fra le tipologie vendute si trovano,
accanto a quelle più classiche, quelle che rispondono alle diverse
esigenze dei clienti: dalla ciabatta al pane stirato, dal pane arabo
a quello all’olio, fino agli sfiziosi bocconcini multicereali, per citarne alcune. Un esempio di qualità, fra i tanti, è il pane di semola fatto soltanto con semola italiana pugliese, mentre il pane di segale,
con i suoi numeri di vendita, fa onore alla tradizione valtellinese:
ne vengono prodotti mediamente 190 chili al giorno, equamente
distribuiti nei formati ciambella e bocconcini.
Pasticceria “personalizzata”
Nel forno di Andalo vengono preparate anche altre referenze da
forno di tipo dolciario: crostate, torte, biscotteria confezionata in
porzioni per quattro persone. Se non lo avete ancora fatto, assaggiate la “schiacciata valtellinese”, una nostra produzione del tutto
Il nostro personale
qualificato
Due responsabili di produzione, da15 anni all’interno di
Iperal, si occupano costantemente di garantire la qualità e la freschezza dei prodotti da forno con l’etichetta
“Fatto da noi”. Ogni giorno decidono le materie prime
da usare e stabiliscono i prodotti da inserire nell’assortimento. Sono inoltre responsabili della formazione del
personale neoassunto. Fra i panettieri di Iperal, diversi
sono stati scelti sulla base delle precedenti esperienze
in panetterie locali del territorio.
Dai cassettoni
al take away
originale, realizzata solo con prodotti tipici della zona: si tratta di
un dolce fatto con farina, zucchero, burro e frutta secca, richiesto
in ogni stagione dell’anno e distribuito in tutti nostri punti vendita.
È possibile, inoltre, ordinare dei prodotti personalizzati per le ricorrenze come compleanni, anniversari, battesimi, cresime. I punti vendita di Castione, Piantedo, Adamello, Civate e Lecco hanno
al loro interno laboratori che producono pasticceria fresca, venduta poi nel negozio stesso e negli iperstore vicini. In tutti questi
punti vendita, oltre alle referenze acquistabili ogni giorno, si possono richiedere prodotti personalizzati per festeggiare occasioni
importanti in famiglia o con gli amici: anche una torta per cento
persone “a misura di festeggiato”, basta farne richiesta!
Le referenze di panetteria sono vendute nella modalità a
“cassettoni” (con il vantaggio per il consumatore di scegliere personalmente e pesare il pane che porterà in tavola) oppure confezionate: di norma il contenuto è sufficiente
per un minimo di 2-3 persone. Per la pasticceria, invece, c’è
la possibilità di servirsi tradizionalmente al banco, nei punti
vendita che dispongono del laboratorio interno. In alternativa, si può acquistare in modalità take away: vassoi di biscotti
o altri dolci pensati per 3-4 persone oppure crostate e torte
a partire da un peso di 400 g.
61
®
®
I nostri clienti, la
più preziosa fonte
di informazioni
Entrare in contatto con i nostri clienti è un’attività a cui
noi di Iperal dedichiamo molta attenzione e dedizione. Lo
facciamo attraverso tanti strumenti ai quali lavoriamo quotidianamente: il Servizio Clienti, i nostri volantini promozionali, la newsletter Iperalmagazine, il sito www.iperal.it, il
volantino digitale e la RivistAmica. Ma entrare in contatto,
oltre a pubblicare contenuti, significa anche ascoltare le
segnalazioni e i suggerimenti che tutti i giorni ci arrivano
e ci aiutano a risolvere piccoli problemi, stimolandoci a
trovare nuove soluzioni e punti di vista. Ci contattate telefonicamente chiamando il numero verde, ci inviate mail
scrivendo al servizio clienti, parlate con noi attraverso Facebook, oppure vi rivolgete direttamente al personale dei
64
RivistAmica
È grazie ai
propri clienti che
Iperal continua
a migliorare. Per
questo è importante
coinvolgervi ogni
giorno: così i vostri
suggerimenti
diventano parte delle
nostre scelte
nostri negozi: informazioni che ci consentono di migliorare
e di intervenire influendo positivamente sulla qualità del
nostro lavoro.
Progetto “inascolto”
Per rispondere alle crescenti aspettative di clienti sempre
più consapevoli delle proprie esigenze, esposti a condizioni
mutevoli del mercato, avevamo bisogno di qualcosa in più:
conoscere ed interpretare in anticipo i vostri pareri e le vostre aspettative. È con questa
finalità che nel 2013 abbiamo
avviato il progetto “inascolto”.
Si tratta di un’iniziativa che coinvolge tutte le funzioni di Iperal
in contatto con i clienti: un grande aiuto è arrivato dal per-
Iperal Informa
sonale di tutti i nostri negozi, che ha provveduto a trovare i
clienti necessari per realizzare il panel. Abbiamo contattato innumerevoli clienti per arrivare a selezionarne 1200 che hanno
accettato di fornirci il loro prezioso aiuto, coinvolti in una serie
di sondaggi realizzati tramite la compilazione di questionari telefonici e on line.
Per tutta la parte che riguarda i questionari online e per l’elaborazione delle informazioni raccolte, ci avvaliamo della collaborazione di uno dei maggiori istituti di ricerca italiani, AstraRicerche
di Milano. «Il panel dei consumatori Iperal è suddiviso in due
gruppi da 600 persone – spiega Cosimo Finzi, amministratore delegato di AstraRicerche – coinvolte alternativamente, in
modo che per ciascun cliente, fra un’intervista e l’altra, passi
un ragionevole lasso di tempo. Sia il gruppo A che il gruppo B
sono strutturati per età, sesso e area di provenienza (Brianza,
Lecco, Valcamonica, Valtellina, etc.) e costituiscono un campione rappresentativo estremamente puntuale e scientifico».
I risultati dei sondaggi
Questi sondaggi sono strumenti i cui risultati si traducono in
suggerimenti e indicazioni di grande utilità nel prendere importanti decisioni operative future. Il primo, su “La qualità delle nostre iniziative promozionali”, è stato effettuato lo scorso settembre: i risultati hanno confermato l’importanza dei volantini e delle
nostre iniziative promozionali, come offerte e sconti sul prezzo,
per la gran parte della clientela, ormai abituata a pianificare i
propri acquisti attraverso la lista della spesa.
Il secondo sondaggio, eseguito a gennaio di quest’anno, ha avuto l’obiettivo di cercare un riscontro sulle iniziative di fidelizzazione realizzate nel corso del 2013 (la raccolta punti del Catalogo
Amica, le raccolte bollini, etc.) e fornirci suggerimenti su come
orientarci per la campagna di fidelizzazione 2014: per i classici
premi o servizi, come quelli proposti nella passata edizione del
Catalogo Amica 2013, sembra essere arrivato un periodo di
arresto, mentre è emersa in modo evidente la preferenza per la
possibilità di convertire i punti della raccolta annuale in sconti
sulla spesa e iniziative volte alla convenienza.
Volete partecipare
ai prossimi sondaggi?
Stiamo realizzando il terzo sondaggio, con lo scopo di
raccogliere dei giudizi sulla qualità e sugli assortimenti
dei nostri reparti freschi: i salumi e formaggi, la panetteria, le nostre carni, la frutta e verdura. Ne seguiranno
altri nei prossimi mesi: se anche voi volete periodicamente partecipare ai nostri questionari per collaborare
con noi in questo nostro percorso di continua evoluzione e miglioramento, contattateci chiamando il numero verde
800-232730 oppure scrivendo
a servizio.clienti@iperal.it.
Se le vostre caratteristiche risponderanno alle esigenze del
panel, sarete inseriti e contattati per le successive edizioni.
AstraRicerche
e Iperal
«Alcune decisioni vanno prese dopo aver sentito la viva
voce dei clienti», spiega l’ad di AstraRicerche Cosimo
Finzi. L’istituto di ricerca, che collabora con Iperal dal
2013, ha un’esperienza trentennale (è nato nel 1983) e
mira a una “analisi intelligente” dei risultati. «La nostra è
un’attività che si pone a metà fra la ricerca di mercato e
la consulenza nel campo del marketing e della comunicazione – conclude Finzi – lavoriamo prevalentemente
per il settore privato e nel mercato italiano (85% contro
il 15% di quello estero)».
65
Lo sapevate che…
curiosità, storie e leggende dal territorio
Editore e proprietario
IPERAL S.P.A.
Sede legale:
Via Manzoni,41 20121 Milano
Direttore responsabile
Giorgio Gaspari
Marketing e coordinamento:
Alessandro Pizzen
Testi, grafica e impaginazione a
cura di
Imaginor s.r.l.
Fotografie
Iperal, Giuseppe Godi, Olycom/
Stockfood, Fotolia, Wikipedia,
Marco Bucci, Valentina Locorotondo, Associazione Amici di San
Pietro, Luca Giarelli
I proverbi del mese
Matrimoni di una volta
L’8 maggio è San Vittore, patrono di Caiolo, paese di appena mille abitanti nel cuore del Parco
delle Orobie Valtellinesi. Qui, la prima domenica
dopo l’8 maggio, si festeggia il Santo martire.
E ad Albosaggia, al confine con Caiolo, si dice
“S’el piöv per San Vitùr ne fa mal la vaka e él
pastùr” (se piove il giorno di San Vittore fa male
alla mucca ed al pastore). Si celebra il bel tempo
anche a Ponte in Valtellina: “Del bèl témp e dèla
bóna gént se stüfa mai”: del bel tempo e della
buona gente non ci si stanca mai!
Dopo il sacramento, in Valtellina la novella sposa
tornava nella casa dei genitori e si nascondeva
all’interno. Fuori dalla porta, i suoi parenti aspettavano lo sposo. Arrivato con amici e familiari, dopo
aver bussato più volte alla porta, gli venivano presentate una a una le donne più vecchie e goffe del
paese! Naturalmente le rifiutava tutte, finché uno
dei suoi accompagnatori non gli portava la moglie,
scovata nel suo nascondiglio: applausi della folla e
confetti per tutti. Per tradizione la sposina donava
a ogni uomo invitato un garofano e un fazzoletto.
I “fantasmi”
di Fiumelatte
La piccola Atlantide
del Lario
Il brevissimo corso d’acqua chiamato Fiumelatte
(appena 250 metri), nel territorio di Varenna (LC),
da fine marzo a inizio ottobre è caratterizzato da
una particolarità: l’acqua si getta nel lago spumeggiando fragorosamente. Un “mistero” che ha
alimentato alcune credenze popolari, come quella secondo la quale il torrente sarebbe controllato
dai fantasmi delle donne morte di parto. Il fenomeno ha invece una spiegazione scientifica: il Fiumelatte rappresenta il troppopieno di un sistema
carsico (il carsismo è l’attività chimica esercitata
dall’acqua su rocce calcaree).
Lenno, piccolo comune della provincia di
Como, che dal 21 gennaio 2014 è compreso
in quello di Tremezzina, secondo la leggenda
ha una sua piccola Atlantide, che si troverebbe sotto le acque del Lario. L’isola sotterranea
comunicherebbe con gli abitanti del paese attraverso il suono delle campane, udibile nelle
giornate di forte vento, in un punto vicino alla
riva del lago. Lenno prende il nome dall’isola
greca di Lemnos: nel 59 a.C. Giulio Cesare vi
sbarcò con 500 greci che rimasero affascinati
dalla bellezza del luogo.
Stampa
RDS Web Printing s.r.l.
via Belvedere, 42
20862 Arcore (MB)
Reg. Trib. Sondrio N. 404/2013 del
18/10/2013
Una copia omaggio per
i possessori di CartAmica.
Distribuito presso i punti vendita del
gruppo Iperal.
Anno 1 - numero 4
Chiuso in redazione il 16/04/14.
© IPERAL S.P.A. - Tutti i diritti
riservati.
È vietata la riproduzione anche
parziale di testi e foto.
Tutte le informazioni contenute nel
presente numero sono aggiornate
alla data di chiusura e potrebbero
subire variazioni per cause non
dipendenti dalla volontà della
redazione.
Le immagini riportate sono a scopo
illustrativo. Le ricette sono proposte
e redatte secondo scienza e
coscienza. Non possiamo assumere
responsabilità per la riuscita dei piatti.
Errata Corrige
La fotografia pubblicata sul
numero 2 a pag. 12, non è ricondcibile al comune di Bormio,
bensì alla chiesa di S. Bernardo,
in valle di Rezzalo, e ricade
quindi sul territorio di Sondalo.
Ci scusiamo con i lettori.
www.iperal.it
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Per le vostre segnalazioni, curiosità
e suggerimenti contattateci a:
rivistamica@iperal.it
RivistAmica C/O Gruppo Iperal
Via La Rosa, 354 Piantedo (SO)