Leggi on line Il Paese Ottobre 2014

Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia · Anno XXXII n°10/2014 · Direzione e Redazione in CODROIPO (Ud) · Piazza Garibaldi, 65
Costo € 1,00
Copia Omaggio
a CODROIPO in Via Roma, 55
Tel. 0432.912030 · codroipo@infortunisticabaraldi.it
EDITORIALE
3
SOMMARIO CODROIPO: SAN SIMONE
PAGINA
3 · EDITORIALE
4 · INFO: ORARI - TEL UFFICI PUBBLICI...
5 · ENTE MORO: INAUGURATO IL CENTRO ALZHEIMER
6 · POSSIBILE CHE IL LEGGENDARIO DETECTIVE...
SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
7 · STAGIONE TEATRALE 2014/2015
8 · ENDOMETRIOSI MISTERO RISOLTO?
LA REGIONE FVG VENDE AUTO BLU
9 · STOLTEZZA EUROPEA
IL TAVAN
11 · NÊF C. STELITANO VINCE "UN ROMANC IN TRE RIIS"
ANDREA DALLA COSTA REGISTA IN "THE GIVER"...
12 · "MONTMARTRE" NELLA VERDE CORNICE DEI GIARDINI
CIRCOLO CULT. LA TRIBUNA: "I FERRI DEL MESTIERE"
13 · I MUSEI A CODROIPO
PIETRO VENUTI UN EROE (QUASI) DIMENTICATO
15 · LA GUERRA DEI SEDERI
CODROIPO-MOTOCROSS CAMPIONATO TRIVENETO
16 · LA MEDIAZIONE FAMILIARE COME STRUMENTO...
MOGHERINI E LA STRANA IDEA DELL'EUROPA
17 · LA NUOVA STAGIONE DELL'ASD ATLETICA 2000
18 · FURTI NEGLI APPARTAMENTI
LA TRISTE BALLATA DEI CRETINI
19 · IL CASO DE MAGISTRIS E L'ERRORE GIUDIZIARIO
21 · LE DECAPITAZIONI DELL'ISIS
La Fiera del Medio Friuli
Come ogni anno, il giorno 28 ottobre si
festeggia il santo che a Codroipo rappresenta la festa più importante della città.
Due fine settimana, da sabato 18, data
dell¹inaugurazione ufficiale, ma già dal venerdì pomeriggio precedente ci saranno
le bancarelle e alcune esposizioni, sino al
famoso martedì del santo. Una fiera, una
festa, un mercatino internazionale dove
confluiranno genti da tutta la regione e
dall¹estero, per incontrare le proposte ludiche, culturali e l¹importante offerta gastronomica a livello europeo che si concluderà
con il consueto concorso letterario.
Sorto tantissimi anni fa come il più importante mercato del bestiame in regione. Si
evolse in una manifestazione di dimensioni
notevoli, ampliata e arricchita con eventi
culturali, sportivi e ricreativi. Due fine settimana da vivere in centro città, per partecipare ai concerti, agli spettacoli, alle mostre
e agli eventi, che nei due weekend dei giorni 17-19 e 24-26 ottobre 2014, si susseguiranno uno via l¹altro, all¹insegna del gusto
e della tradizione. Stand informativi, giochi,
tornei sportivi e il tradizionale Grande Mercato di San Simone. Musica con gruppi che
allieteranno le serate, magari ballando per
compensare le abbuffate agli stand enogastronomici.
San Simone termina calendariamente il
28 ottobre con la cerimonia di consegna del
premio letterario in friulano, il più importante in assoluto, che quest’anno è giunto alla
trentacinquesima edizione: il premio San
Simon. Prima di allora, presso la biblioteca
civica di Codroipo, ci saranno tante occasioni per incontrare gli autori e saggiare
i testi in concorso che hanno partecipato
e comunque si sono piazzati almeno tra i
primi cinque. Questo periodo è in assoluto il più felice dell’anno: mostre, esibizioni,
eventi, concerti e spettacoli si susseguono
senza soluzione di continuità. In verità il
programma presenta talmente tante cose
che l’importante sarà avere le idee chiare,
saper scegliere cosa vedere perché alcuni
appuntamenti saranno concomitanti. Contando tutti gli eventi principali in programma si arriva a oltre cento, alcuni dei quali
I CASCHI BLU ITALIANI CONSEGNANO MATERIALE
SANITARIO ED ATTREZZATURE ALLA CROCE ROSSA...
22 · BARBARA CI HA LASCIATI
STORIE CODROIPESI. LA PINETA
24 · IVAN CUDIN, "IL RE DI SPARTA" VINCE PER LA III VOLTA
VARMO "TIMP DI LEI" UNA MARATONA...
25 · SUONAN LE CAMPANE COMPLETATO IL RESTAURO...
26 · ASSOCIAZIONE LA PANNOCCHIA: L'ESTATE E' FINITA
TAGLIARE LO SPRECO E' PERICOLOSO
27 · MICHELE PITTACOLO ANCORA SUL TETTO DEL MONDO
28 · CE BIEL!!! CHE BELLO!!!
DELITTO IN VILLA (UN GIALLO A PUNTATE)
29 · LE PAURE DEL NOSTRO TEMPO
30 · FRIULDENT: IGIENE ORALE DOMICILIARE
In caso di incidente di qualsiasi genere, lo stato
d’animo di chi ne è vittima è particolarmente vulnerabile. Ed è proprio in quel momento che si ha
bisogno di avere a fianco qualcuno di cui ci si può
fidare e che si muova nei meandri della burocrazia con grande esperienza e professionalità. Doti,
queste, che il BARALDI GROUP se le è create
in 35 anni di attività nel settore dell’infortunistica
a 366 gradi. Il gruppo, nato nel 1978 dall’intuizione dell’ ing. Pietro Baraldi, 62 anni consulente del
Tribunale di Venezia, e del fratello dott. Cesare
Baraldi, 51 anni iscritto ISVAP ruolo nazionale
dei periti assicurativi N. 6308, ha da poco festeggiato l’inaugurazione della nuova sede di
Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, che si
va ad aggiungere alle altre 10 situate a Cornuda,
sempre in provincia di Treviso, Fossò, Spinea e
si ripeteranno più giorni, quindi potremmo
festeggiare per oltre tre mesi, se diluissimo il programma nel tempo. Invece San
Simone è la più grande occasione di ritrovarci in centro, per divertirci, spassarcela
e soprattutto esporre e presentare la città,
le tradizioni, le strutture, gli enti, le opere,
la cultura e la cucina con le prelibatezze
preparate dagli chef in piazza, ma anche i
casari per dimostrare come si preparano i
formaggi tanto famosi del Medio Friuli.
Credo che quest’anno San Simone sarà
l’apoteosi delle associazioni. Come non
mai tantissime hanno trovato spazio per
organizzare qualcosa.
Mostre d’arte, incontri sportivi, spettacoli
di ogni genere, concerti di tutti i tipi di musica, danze, funghi, foto, quadri, artigianato e tutte le specialità gastronomiche del
Medio Friuli, senza dimenticare i vini tipici
per proporre i sapori delle cucine del nostro
territorio.
Tutto il Codroipese sarà coinvolto dai festeggiamenti: da nord a sud, da est a ovest.
Ci saranno interessanti appuntamenti al
Museo Civico a San Martino e a quello archeologico in piazzetta Don Vito Zoratti, in
biblioteca come al centro polisportivo, in
villa Manin, Piazza Dante, le corti in centro,
piazza Giardini, il teatro Benois – De Cecco, tutte le strade del centro con il naturale
fulcro in piazza Garibaldi.
Al momento d’andare in stampa col mensile, non sono ancora in grado di avere tutti
i dettagli del programma ufficiale che sarà
distribuito durante la fiera di San Simone,
ma dalle indiscrezioni sembrano confermate anche le partecipazioni da parte di organizzazioni straniere che dall’Austria, dalla
Slovenia, dalla Croazia, ma anche dalla
Gran Bretagna, dall’Etiopia, dalla Bolivia e
dal Perù saranno presenti con prodotti tipici da non perdere.
Lo spasso è assicurato, luna park compreso, noi ci metteremo la voglia di scatenarci, ma senza esagerare però! Inaugurazione sabato 18 alle 18. Buon divertimento
Medio Friuli!
Marco Mascioli
Sottomarina, nell’area del veneziano, Piove di
Sacco e Roncaglia di Ponte San Nicolò nella provincia di Padova, Codroipo, in provincia di Udine,
Villafranca, in provincia di Verona, per arrivare a
Montelepre, in provincia di Palermo, e Raffadali, in provincia di Agrigento. Dal 1978 la Baraldi
Group Italia S.r.l. opera nel settore dell’infortunistica stradale, della malasanità, degli infortuni sul
lavoro e danni da eventi calamitosi.
Baraldi Group Italia s.r.l. anticipa le spese
mediche e non chiede ai clienti onorari per la gestione dei danni riportati dal veicolo. Garantisce
inoltre consulenze stradali, assicurative, tecniche
e perizie in tutti i rami. Perché non non esistono
“danni giusti” spiega Cesare Baraldi - partendo
da questo semplice principio abbiamo deciso
di dare vita ad un’associazione che si ponesse
come obiettivo quello di tutelare i diritti di tutte le
persone che hanno subìto danni garantendo loro,
al contempo, un equo risarcimento. Rigraziamo
tutti i clienti che in questi anni ci hanno dato fiducia, sono ritornati e, visto che sono usciti dalla
nostra porta soddisfatti, ci portano altri clienti”.
In 35 anni di attività il Baraldi Group ha
difeso migliaia di danneggiati, molte le testimonianze che si possono leggere nel
sito www.Infortunisticabaraldi.it
OTTOBRE 2014
4
TRENITALIA
Feriali:
Partenze per Udine
00:34 ● 06:00 ● 06:34 ● 07:10 ● 07:26 ● 07:34 ● 08:10 ● 08:34 ● 09:10 ●
09:34 ● 10:10 ● 11:10 ● 11:34 ● 13:34 ● 14:10 ● 14:34 ● 15:10 ● 15:34 ●
17:10 ● 17:34 ● 18:10 ● 18:34 ● 19:10 ● 19:34 ● 20:10 ● 20:34 ● 21:10 ●
21:34 ● 23:10 ● 23.34
Festivi:
00:34 ● 07:26 ● 09:10 ● 09:34 ● 11:10 ● 11:34 ● 13:10 ● 13:34 ● 15:10 ●
15:34 ● 17:10 ● 17:34 ● 18:34 ● 19:10 ● 19:34 ● 20:34 ● 21:10 ● 21:34
● 23:10 ● 23:34
Feriali:
Partenze per Venezia
04:48 ● 05:22 ● 05:48 ● 06:22 ● 06:48 ● 07:17 ● 07:48 ● 08:22 ● 10.22 ●
10:48 ● 11:48 ● 12:22 ● 12:48 ● 13:22 ● 13:48 ● 14:22 ● 14:48 ● 15:22 ●
16:22 ● 16:48 ● 17:48 ● 18:22 ● 18:48 ● 19:22 ● 19:48 ● 20:22 ● 21:22
● 22:13 ● 22:22
Festivi:
06:22 ● 06:48 ● 08:22 ● 08:48 ● 09:22 ● 10:22 ● 10:48 ● 12:22 ● 12:48 ●
14:22 ● 14:48 ● 16:22 ● 16:48 ● 18:22 ● 18:48 ● 19:22 ● 19:48 ● 20:22
● 22:13 ● 22:22
SAF
Partenze da Codroipo per Udine
06:35 ● 06:45 ● 06:30 ● 07:05 ● 07:25 ● 08:15 ● 08:50 ● 09:00 ● 09:48 ●
12:35 ● 13.20 ● 13:30 ● 13:42 ● 15:05 ● 17:05
Partenze da Udine per Codroipo
07:35 ● 07:40 ● 10:30 ● 11:20 ● 11:45 ● 12:15 ● 12:30 ● 13.25 ● 15.00 ●
17:00 ● 17:35 ● 18:00 ● 18:15 ● 19:15 ● 19:40
Per sicurezza controllare in Internet eventuali cambi orari dell’ultimo minuto
Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia
www.ilpaesecodroipo.it
Mail: ilpaese1@libero.it
Direzione: 33033 CODROIPO (UD)
Recapito: Piazza Garibaldi, 65
33033 Codroipo (UD)
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33033 Codroipo (UD)
Direttore Responsabile: Elena del Giudice
Editore: Graphica s.c.a.r.l.
Aut. Tribunale di Udine N°19/1983
Redazione:
Del Pozzo Bruno
Petri Angelo
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FORTE & CHIARO pubblicità e immagine
Stampa: La Tipografica
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Isabella Basso 339.8443812
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Fiera di San Simone
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dal 10 al 16 ottobre 2014
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dal 03 al 09 ottobre
Guardia farmaceutica - ( 0432 778163)
www.ilpaesecodroipo.it
5
Foto MMMI
ASP
Ente
MORO
INAUGURATO
IL CENTRO
ALZHEIMER
a Codroipo
E’ stata inaugurata a Codroipo, all’interno
di quello che è considerato compiutamente il polo sanitario del Medio Friuli, la nuova
Casa di Giorno, un centro diurno per malati
d’Alzheimer, che si aggiunge al Centro di
Salute Mentale, RSA, distretto Sanitario e
Asp Daniele Moro.
Nel 2012 terminarono i lavori di ristrutturazione iniziati nel 2010, quindi si è provveduto alla progettazione e all’acquisto degli
arredi. La ditta aggiudicataria ha consegnato l’immobile arredato alla fine del mese di
luglio 2014.
La casa di giorno darà ospitalità ai pazienti dalle 08:00 alle 19:00, compresa la
somministrazione della cena. L’obiettivo è di
lavorare in sinergia con una rete territoriale, come quella che fa capo alle assistenti
sociali degli undici comuni del Medio Friuli,
della rete dei medici di famiglia e del Distretto Sanitario con i suoi molteplici servizi e i
volontari. Quello di Codroipo sarà il secondo centro di tutta l’Italia settentrionale e sarà
il riferimento regionale per capienza.
All’inaugurazione, dopo il presidente
dell’Asp Daniele Moro, è intervenuto il pre-
tua a
sidente di Federsanità Giuseppe Napoli, il
sindaco di Codroipo Fabio Marchetti, il vice
presidente della provincia di Udine Franco
Mattiussi, il consigliere regionale Vittorino
Boem, seguiti da Don Ivan Bettuzzi che ha
provveduto alla benedizione della nuova
struttura, davanti a moltissime altre autorità
in rappresentanza del Medio Friuli come i
sindaci di Camino al Tagliamento, Lestizza,
Varmo, assessori delegati per gli altri comuni, il comandante la stazione dei Carabinieri
di Codroipo e moltissimi concittadini, oltre al
personale dell’Asp Moro, alcuni volontari e
molti ospiti.
Pensando alla gravità dell’Alzheimer, consapevoli delle difficoltà delle famiglie nell’accudire ai loro congiunti, si apprezza l’avveniristica struttura inaugurata che, unitamente
all’impegno assunto dal personale dell’Asp,
potrà alleviare il duro percorso della malattia
che a tutt’oggi non trova rimedi.
ASP Ente Moro - Codroipo
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LATISANA
0431.510050
CODROIPO
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6
OTTOBRE 2014
SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
POSSIBILE che
il LEGGENDARIO
DETECTIVE
FONDATORE
DELLA POLIZIA
NAZIONALE
FRANCESE FOSSE
UN ASSASSINO,
UN TRUFFATORE,
UN LADRO E UN
FALSARIO?
Si chiamava Eugène Francis Vidocq e
nacque a Parigi nel 1775 da una famiglia di
panettieri. Pur essendo un criminale incallito, scampato a una condanna a morte, un
donnaiolo e un valente spadaccino, fu il primo capo della polizia nazionale francese, il
primo detective privato della storia e il padre
delle tecniche e delle scienze investigative
moderne. Inventò la figura dell’agente “infiltrato”, l’arte del travestimento, le indagini
balistiche, la schedatura dei pregiudicati, i
calchi plantari di gesso, l’analisi della scena
del crimine basandosi sul “modus operandi” dei criminali, l’antropometria forense e
l’inchiostro indelebile (che brevettò). A 34
anni diventò famoso per le sue evasioni e i
repentini cambi d’identità. Stanco di vivere
da fuggitivo propose di lavorare come spia
al servizio della polizia in cambio dell’immunità.
Nel primo decennio dell’Ottocento, Parigi
era piena di sale da gioco, bordelli e bistrot
frequentati da canaglie, teppisti, ladri e assassini. Visto il preoccupante fiorire della
delinquenza e la carente applicazione della
legge, nel 1811 il prefetto di Parigi mise Vidocq a capo del primo ufficio investigativo di
Francia, la sûreté; una brigata composta da
ex condannati che avevano il compito d’infiltrarsi nella malavita.
Cordero, tradotto in italiano, significa
agnello.
Il Presidente della Ferrari, Luca Agnello di Montezemolo, è stato esonerato
dall’uomo del maglione scuro.
Da oggi a domani, il Sergio ital-canadese gli ha fatto fare le valigie e l’ha spedito
a casa.
Le valigie erano piene di milioni di
Euro, quelli del TFR, ossia del trattamento di fine rapporto come si direbbe per un
comune mortale.
La fortuna del Nostro è dovuta allo
stretto legame e all’immensa simpatia
che l’Avvocato aveva per lui.
Qualche maligno ipotizzava un legame
diretto di sangue col suo quasi omonimo
Agnelli. Ma questi sono fatti che non ci
riguardano.
Io ero buon amico del marito di Clara
Agnelli, la sorella dell’avvocato Gianni.
La signora Clara, in seconde nozze,
dopo il matrimonio col Principe di Furstenberg, aveva sposato Giovanni Perdomini, un ragazzo alto, atletico, ricco di
cultura, fine dialettico, affascinante fisicamente, personaggio di gran classe.
Di rango borghese, il Re Vittorio Emanuele III gli diede il titolo di Conte. Quindi
il nome divenne Conte Giovanni Nuvoletti. Non divenne principe, ma il rango era
salvo.
Pranzavo talvolta con questi due illustri
personaggi, i quali adoravano il mio spumante millesimato.
Era sempre un gran piacere ascoltare
il Conte Nuvoletti, qualsiasi argomento
trattasse.
Nel primo anno di attività, insieme ai suoi
uomini, arrestò e fece condannare 812 grandi criminali. Con il passare degli anni, grazie
ai metodi poco ortodossi di questi detectives
e a un esercito d’informatori, i reati calarono
del 40%. Il numero d’investigatori che operavano in abiti civili alle dipendenze di Vidocq,
passò da quattro a ventotto; e tra loro c’erano anche donne. In 23 anni di carriera come
capo della sûreté, questo geniale “figliol prodigo”, che vestiva in modo sgargiante, amava i travestimenti e gli stratagemmi, allestì un
archivio con 60.000 fascicoli riservati e un
laboratorio per gli esperimenti. Nonostante i
numerosi successi, i suoi metodi non erano
apprezzati da tutti. Aveva numerosi nemici
e diede le dimissioni due volte; l’ultima, nel
1827 fu quella definitiva.
Nel 1833 fondò Le Bureau des Renseignements, un’agenzia investigativa e di polizia privata, dove lavoravano ex detenuti.
Un giorno, presente la figlia di Donna
Clara, la principessa Ira di Furstenberg, il
discorso cadde su Luca Cordero di Montezemolo, all’epoca appena arrivato in
Ferrari.
Ascoltavo e stavo zitto. Poi chiesi: Principessa Clara, Luca Cordero è vostro parente? No, rispose subito la Nobildonna.
Luca è un amico di famiglia.
Tolti questi pettegolezzi il Nostro alla
Ferrari fece furori per diversi anni, poi cominciò il declino.
Quando arrivò si trovò uno staff di ingegneri e progettisti, strateghi delle macchine da corsa e della pista. Si trovò quel
fenomeno di Schumacher che portò la
casa di Maranello nel punto più alto del
firmamento per ben sette anni.
I maligni dicono che fu molto fortunato, per una serie di circostanze favorevoli
non certamente create dal gran Luca.
La fama divenne enorme, quella della
Ferrari e quella di Luca. I salotti dell’alta
finanza, dell’alta politica, dell’alta cultura,
erano tutti ai suoi piedi.
Si illuse anche di diventare il politico salvatore della Patria. Per fortuna desistette,
probabilmente consigliato da veri amici.
Ora è arrivato il Sergione del Maglione,
e con toni bruschi gli ha indicato la porta.
Portarlo in FIAT? Nemmeno per sogno.
Il gruzzoletto, anzi il gruzzolone accumulato gli basterà per vivere alla grande
per alcuni secoli.
L’enfant gàté est allé.
Buona pensione signor Luca.
Sic transit gloria mundi.
Pietro Pittaro
La sua fama varcò i confini francesi. Nel
1832 e nel 1843 la polizia di Scotland Yard
inviò una commissione a Parigi per apprendere i suoi metodi investigativi. Meno di un
secolo dopo, anche l’FBI di J.Edgar Hoover
prese spunto dalle sue memorie, pubblicate nel 1828 in quattro volumi. E nel 1990, a
Filadelfia, l’artista e scultore Frank Bender,
insieme con alcuni medici legali, scienziati,
profilers dell’FBI, investigatori della squadra
omicidi, fondò La Vidocq Society; costituita
per risolvere gratuitamente i “casi freddi”
proposti da ogni parte del mondo. Vidocq
ispirò scrittori del calibro di Victor Hugo (I
miserabili), Arthur Conan Doyle (Sherlock
Holmes), Charles Dickens (Grandi Speranze), Herman Melville (Moby Dick e Giacca
Bianca), Edgar Allan Poe (il protagonista
August Dupin), Agatha Christie nonché autori e registi di teatro, cinema e televisione.
Franco Altan - Scrittore, criminalista
www.ilpaesecodroipo.it
7
domenica 25 gennaio 2015
BARBECUE
di e con Claudio de Maglio, Claudio Mezzelani, Massimo Somaglino
produzione: Vettori Ultramondo
Comune Di Codroipo
STAGIONE
TEATRALE
2014/2015
TEATRO COMUNALE
BENOIS-DE CECCO
domenica 16 novembre 2014
FORBICI & FOLLIA
di Paul Portner
allestimento originale americano di Bruce
Jordan e Marylin Abrams
versione italiana Marco Rampoldi
con Milena Miconi, Roberto Ciufoli, Max
Pisu, Barbara Terrinoni
e la partecipazione di Nino Formicola e Nini
Salerno
regia di Marco Rampoldi
produzione: A. Artisti Associati / Artù Produzioni
martedì 2 dicembre 2014
IL CAPPOTTO
di Vittorio Franceschi
liberamente ispirato all’omonimo racconto di
Gogol’
con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani,
Marina Pitta, Federica Fabiani,
Andrea Lupo, Giuliano Brunazzi, Matteo Alì,
Alessio Genchi, Valentina Grasso
regia Alessandro D’Alatri
produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione
giovedì 15 gennaio 2015
VELODIMAYA
con Natalino Balasso
scritto e interpretato da Natalino Balasso
produzione: Teatria
Lavasecco · Lavanderia
venerdì 6 febbraio 2015
LE CATTIVE STRADE
Casale-Scanzi per De Andrè
scritto e interpretato da Giulio Casale e Andrea Scanzi
26 Ottobre
9 Novembre
produzione: Promo Music
mercoledì 18 febbraio 2015
L’INVENZIONE DELLA
SOLITUDINE
di Paul Auster
con Giuseppe Battiston
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
produzione: Teatro dell’Archivolto
mercoledì 11 marzo 2015
LA VEDOVA SCALTRA
di Carlo Goldoni
regia di Alessandro Mistichelli
con l’Accademia Sperimentale Spettacolo
della Carnia
produzione: Associazione Teatrale Friulana
venerdì 20 marzo 2015
LAVORI IN CORSO
con Ale & Franz
scritto da Ale & Franz e Antonio De Santis
regia di Alberto Ferrari
produzione: ITC 2000 s.r.l.
Inoltre lo spettacolo vincitore del Palio Teatrale Studentesco di Codroipo 2014
venerdì 7 novembre 2014
MOLTO RUMORE
PER NULLA
di William Shakespeare
Gruppo teatrale “Il muro emozionale” (Istituto Tecnico “A. Malignani” di Udine)
Fuori abbonamento:
venerdì 27 marzo 2015
CONCERTO
DI PRIMAVERA
musiche di J. Brahms, P. Tchaikovsky, G.
Rossini, G. Verdi e altri
con la FVG MITTELEUROPA ORCHESTRA
diretta da M° VRAM TCHIFTCHIAN
produzione: Associazione Progetto Musica
Inizio spettacoli ore 20.45
Info teatro 0432/908467
teatro@comune.codroipo.ud.it
BIGLIETTI:
Interi €. 20,00
Ridotti €. 17,00
Spettacolo Palio €.
5,00
BIGLIETTI CONCERTO:
Posto unico numerato €. 10,00
Ridotti abbonati €. 8,00
ABBONAMENTO
CODROIPO:
Interi €. 110,00
Ridotti €. 100,00
Studenti €. 60,00
ABBONAMENTO
CODROIPO + LESTIZZA:
Interi €. 150,00
Ridotti €. 130,00
CAMPAGNA
ABBONAMENTI:
dal 20 al 30 ottobre dalle 17.30 alle 19.30
(escluso sab e dom) conferme
il 31 ottobre dalle 17.30 alle 19.30 cambio
posti
dal 3 al 7, il 10 e l’11 novembre dalle 17.30
alle 19.30 nuovi abbonamenti
PREVENDITA BIGLIETTI:
due giorni precedenti lo spettacolo dalle
17.30 alle 19.30 e il giorno stesso dalle 20
ad inizio spettacolo
orario dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19
a Codroipo in
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Trapunta sintetica 2 piazze € 14,00
Piumone naturale 1 piazza € 15,00
Piumone naturale 2 piazze € 17,00
Coperte merinos 1 piazza € 20,00
Coperte merinos 2 piazze € 25,00
Coperte copriletti € 10,00
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PREZZO E QUALITA' al Vs. servizio
TA
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LO SCON
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Orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10:00/22:00
sabato 10:00/20:00 · domenica 10:00/14:00 · chiuso martedì
OTTOBRE 2014
8
Furti negli appartamenti
09:00/12:00 e 14:00/18:00
È una categoria antropologica umani che
esula dal novero di coloro che sono affetti
dall’antica malattia studiata dagli archiatri ottocenteschi, e non c’entra con il cretinismo.
E’ un’affezione dell’anima. Vediamo un po’:
il principe dei cretini di questi giorni, che fa a
gara con il suo delfino di cui parlerò tra un attimo, è Giovanni Paciello da Silla di Sassano
(Caserta).
Questo cretino, folleggiando con la sua
Bmw nera comprata a rate ha ucciso suo fratello e altri tre ragazzi, perché si è schiantato
mezzo ubriaco dove loro stavano seduti a
vedere una partita in tv.
Ho sentito che si potrà configurare per lui il
reato di omicidio volontario, non colposo. Alla
buon’ora, faccia la galera che si merita.
Perdonami gentile lettore se qui il mio tono
è da pamphlet incazz., ma quando ci vuole ci
vuole, oltre ogni raffinatezza psico-antropologica. Mi lascio andare perché ho rispetto
di te, e di me.
L’altro cretino è quello che hanno riportato
sul web, mentre minge con il suo povero gingillo contro il muro di Santa Maria Novella a
Firenze, dopo aver vomitato insieme a un’orda di allegri compari, cioè cretini par suo.
Altri cretini autori di minor danni, girano
anche per le nostre strade, e sono quelli
che lanciano dalle macchine in corsa scatole vuote di sigarette (la marca Chesterfield
probabilmente attira i cretini come il miele gli
orsi), bottigliette di plastica di acqua minerale, lattine di birra e coca, scatole di chewing
gum e altre porcherie, che non si degnano di
portarsi nelle loro luride tane.
L’ultima bravata l’ho vista nel parco delle
Risorgive. Un cumulo di rifiuti dopo una gozzoviglia di gruppo su un tavolino nell’area di
sosta interna: una bottiglia di J&B, lattine di
coca, contenitori di plastica. Ho pulito tutto.
Purtroppo so chi è stato: la sera prima, infatti, era proprio lì un gruppetto di indiani. Cari
emigranti di quella grande nazione, vi par
elegante? Né di più dico.
Un certo genere di cretini, di questo incompletissimo elenco, è quello che annovera i
parlanti-male per superficialità, supponenza,
pigrizia, o ignoranza colpevole (anche quelli
che non usano il congiuntivo): una prima famiglia è costituita dagli appassionati di stereChiuso Martedì mattina e Sabato Pomeriggio
La triste
ballata dei
cretini
procurare mezzi moderni ed a sufficienza,
video telecamere in tutti i posti strategici.
I prefetti, attuare una strategia unitaria di
tutti i soggetti provinciali addetti alla sorveglianza , ai controlli e alla sicurezza. I sindaci, collaborare con le forze dell'ordine del
territorio, chiedere personale e mezzi a sufficienza, per controllare al meglio il territorio,
istituendo un coordinamento di tutte le forze
dell'ordine pubblico sul territorio, polizia municipale, carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato, per elaborare e mettere in atto
una strategia di prevenzione, di intervento
unitaria, per presidiare meglio la situazione
nelle ore più a rischio di furti, sia garantito
il pattugliamento e la sicurezza dei cittadini.
Poi coinvolgere i cittadini, invitarli a collaborare con le amministrazioni comunali e tra
di loro, i sindaci consegnando una guida ben
dettagliata, cosa fare e non fare sul tema
della sicurezza. In diversi luoghi, comuni,
parlano o sperimentano, ronde o gruppi privati per la sicurezza, io penso che le ronde
migliori e più efficaci, sia la collaborazione tra
cittadini, quando vedono situazioni sospette
o anomale, tutti possiedono di un telefonino
per fare il numero 112 per segnalarle.
Poi cari cittadini, paghiamo le tasse anche
APERTO TUTTI I GIORNI
I furti negli appartamenti negli ultimi anni,
sono aumentati considerevolmente, che è diventato ormai un'emergenza, un fenomeno
preoccupante, che deve essere, approfondito, analizzato, per poi trovare delle soluzioni
efficaci, per combattere questi ladri, questi
delinquenti, per debellare la criminalità. La
tensione dei cittadini, della gente sta salendo, mette ansia, la voglio di sicurezza nelle
proprie abitazioni,e il diritto di essere tutelati
delle forze dell'ordine, da chi di dovere, dalle
forze preposte al controllo del territorio.
Siamo arrivati ad una situazione veramente seria, che se chiediamo ai cittadini, quale
è il problema più importante, più urgente, al
primo posto metteranno la salute, ma subito
al secondo posto ci sarà la sicurezza in casa
e fuori. Allora io dico che il governo, deve
con urgenza elaborare un programma, un
piano, per combattere questa delinquenza,
risolvere il problema e garantire la sicurezza
ai cittadini, primo creando un coordinamento tra tutte le forze dell'ordine per utilizzare
al meglio le risorse, poi assumere personale a sufficienza, in base al fa bisogno della
situazione attuale, farlo subito, assumere
poliziotti in pensione, che hanno già la preparazione professionale ed esperienza, per
pattugliare e controllare meglio il territorio,
per avere un servizio, delle forze dell'ordine,
che ci garantisca la sicurezza in casa e fuori,
dobbiamo chiederlo con forza e pretenderlo,
è un nostro diritto.
Poi cari cittadini c'è la parte fondamentale, da coltivare e far crescere, la cultura
dell'onestà, del rispetto delle leggi, del rispetto delle regole, qui tutti dobbiamo fare
la propria parte per costruire una società,
più onesta, a partire dalle istituzioni ad ogni
livello, ai mezzi di informazione, alla scuola, alle associazioni, la chiesa, ricordando il
messaggio tanto bello ed efficace, di PAPA
FRANCESCO, di non portare a casa il pane
sporco, ai propri famigliari, ai propri figli, che
fa molto male a chi lo porta a casa, ma anche per tutta la società,il pane pulito è più
saporito,più sano e fa più bene a tutti.
L'onestà è un valore troppo bello, tutti dobbiamo impegnarci, perchè, prevalga in tutte
le nostre menti, in tutte le nostre azioni di ogni
giorno, dando il buon esempio di correttezza.
Se faremo questo con grande impegno e responsabilità, contribuiremo sicuramente con
efficacia, a costruire una società migliore, più
onesta, più sicura in casa e fuori in cui vivere
tutti un'po più tranquilli e più sereni.
Francesco Lena
otipi, ma questa fa poco male, perché è solo
un poco noiosamente stonata; una seconda,
invece, fa più male, perché non sai mai se
parlano così per ignoranza o per provocare (opterei, tutto sommato, prevalentemente
per la prima ipotesi); un esempio, quelli che
chiamano “matrimonio” le unioni gay, i quali,
ignorandone il significato (spesso) o nonostante lo conoscano, usano a sproposito un
termine che significa etimologicamente “ufficio della madre” (mater munus, in latinorum),
e quindi, se si vuole essere semplicemente
rispettosi del significato originario, profondo e
vero della parola, concerne solo quelle unioni
dove c’è la madre, e non le altre. Mi si dirà
che oggi la magistratura ha, “nel superiore interesse del minore”, accolto anche l’adozione in una coppia gay femminile, nella quale
una delle due è la madre naturale; mi chiedo come faranno quando la coppia umana
sarà costituita da due maschi. “Ufficio della
madre” è il matrimonio, e “ufficio del padre” è
il patrimonio. Il resto sono cazzate, cioè deficienza cognitiva, e quindi roba da cretini.
Un altro genere di cretini è quello di coloro che non vogliono mai cambiare nulla per
difendere le loro posizioni privilegiate facendole passare per diritti acquisiti. In questo
novero vi sono burocrati, funzionari pubblici,
sindacalisti bolliti, politici presuntuosi, stagionati e noiosi, e altra genia similare.
Un ultimo, per questa volta, genere di cretini, è quello di coloro che vogliono distruggere
tutto, le vite degli altri, monumenti per loro
incomprensibili, sistemi politici dove hanno
voce anche quelli che non la pensano come
loro.
I penultimi e gli ultimi, oltre a essere cretini,
sono anche cinici, ma non delle nobili scuole
di Diogene di Sinope o di Antistene, bensì di
una suburra mentale innominabile.
Ah, dimenticavo un cenno ai principi dei
cretini dell’ultimo lustro, almeno per l’Italia: il
primo in ordine di tempo è un militare, il caporal maggiore Parolisi, il secondo un civile, il
“comandante” Schettino. D’accordo?
Anche questo è l’uomo, scimmia nuda in
evoluzione (si spera).
Renato Pilutti
www.ilpaesecodroipo.it
STOLTEZZA
EUROPEA
Tutti si chiedono dove si andrà a finire,
se, sulla questione Ucraina, la diplomazia
ed il buon senso non riusciranno a trovare
ragionevoli accomodamenti che possano
fermare i pericolosi venti di guerra, che minacciano la pace in Europa. Non osiamo
nemmeno ipotizzare una guerra vera, che
sarebbe una catastrofe per tutta l’umanità.
Ma cominciamo con la storia. L’Ucraina è
sempre stata, politicamente e geograficamente, una provincia russa, che solo nel
91, è diventata Stato indipendente ed a cui,
proprio perché parte integrante dell’URRS,
nel 54, era stata convenzionalmente aggiunta la Crimea. Ai tempi degli Zar si divideva addirittura in Piccola Russia, Russia
Occidentale e Russia Meridionale. Oggi,
delicatissime industrie di componenti aerospaziali e di armamenti sono situate in
Ucraina e la base principale della Marina
Militare russa, a copertura del fronte meridionale, si trova in Crimea. Inoltre la metà
della popolazione è autenticamente russa,
per cui, solo pensare che possa togliersi
dall’ambito russo per passare alla comunità europea è semplicemente demenziale. Non solo per i Russi, ma anche
per tutte quelle persone di buon senso che
capiscono l’impossibilità della Russia di privarsi di una regione così importante, con
cui senza interruzioni, ha condiviso storia,
lingua, politica e religione.
La causa principale della guerra civile in
Ucraina è solo ed esclusivamente nostra,
che abbiamo usato i più subdoli sistemi per
illuderla di entrare a far parte dell’Unione
Europea, approfittando di un certo astio
che permane negli Ucraini, dopo le orribili stragi di Stalin. Con la caduta del comunismo, la Russia ha dovuto lasciare la
giusta autonomia a tutti gli stati occidentali
che facevano parte del suo Impero e della
sua sfera di influenza, ma è ovvio che oggi,
sull’Ucraina, non transige, non fa sconti di
nessun genere. Cercare di sfilargliela di
tasca, è stato un atto di incredibile stoltezza, fatto da dilettanti irresponsabili
che non si rendono conto delle conseguenze. E poi come si fa a credere che
la Nato, con i suoi aerei e missili, possa
insediarsi ad un passo da Mosca, senza
che Putin possa reagire? Ricordate la storia dei missili sovietici a Cuba? In realtà,
la prima cosa che ha fatto, è stata quella
di riprendersi la Crimea e di soffiare sul
fuoco dell’indipendentismo della parte Est
dell’Ucraina che è quasi completamente
Russa. Al suo posto, qualsiasi altro avreb-
be agito conformemente. E poi che interessi ha l’Europa ad annettersi uno stato povero che non avrebbe neppure i parametri
per poter entrare? Solo per far dispetto e
per mostrare i muscoli all’orso russo che
si credeva addormentato? L’inaccettabile
provocazione non poteva passare sotto silenzio ed invece di rinunciare ai nostri
demenziali propositi facendo marcia indietro, abbiamo voluto forzare la mano,
andando pure a sanzionare la Russia
per aver reagito, nonostante la buona
volontà poi, di applicare una tregua.
E’ nato così un muro contro muro, un
braccio di ferro che non si sa dove possa andar a finire ed a quali conseguenze
possa portare, certamente disastroso per
la nostra economia. E pensare che proprio
il rispetto delle zone di influenza ha dato
settantanni di pace che l’Europa non aveva
mai avuto, ma noi non le abbiamo rispettate. E pensare che con le sanzioni ci siamo
dati la zappa sui piedi da soli, stiamo uccidendo un commercio fiorente in un periodo
di vacche magre, stiamo compromettendo
lavoro di migliaia di imprese italiane che
avevano, ricambiate, ottimi rapporti con
la Russia, stiamo soffocandoci con la nostra stessa corda. La vecchia Europa deve
essere proprio affetta da demenza senile,
per non accorgersi che la strada imboccata non ha alcuno sbocco e tutti i provvedimenti si stanno ritorcendo contro di noi, visto che Putin può tranquillamente rifornirsi
di quello che gli serve, dai paesi asiatici e
sudamericani e se quest’inverno ci chiuderà il tubo del gas, staremo freschi in tutti
i sensi. Ricordiamoci di Mussolini a cui le
sanzioni servirono solo ad esacerbare gli
animi ed a gettarlo tra le braccia di Hitler,
così oggi la Russia si sta gettando tra le
braccia della Cina. Ma a chi giova questa
politica? Purtroppo dietro tutto questo clima tempestoso, ci stanno gli Stati Uniti,
che di seria politica estera non hanno mai
capito nulla, a cui però noi, servi ubbidienti
e stupidi, diamo spago. Sembra quasi una
strategia: che Europa e Russia si mettano contro, che ritorni una specie di
guerra fredda e che ci sia una reciproca
destabilizzazione.
Due debolezze, che secondo lo sprovveduto Barak Obama, potrebbero essere
utili all’America per il principio del “divide et
impera”, ma Russia e Cina unite sarebbero
un pericolo di gran lunga maggiore. Tanto
più logica e semplice, potrebbe invece essere una forte alleanza, tra Europa, Russia
e Stati Uniti anche in funzione della lotta
al terrorismo islamico, che potrebbe essere il principio di una duratura pacificazione
mondiale.
Angelo Petri
9
iL TAVAN
1
Dopo la visita del Papa a Redipuglia,
qualcuno, invece di parlare dell’agghiacciante solennità del luogo e del sacrificio di
tante giovani vite, è venuto a dirci che quel
monumento è solo un orpello dell’autocelebrazione fascista. Non si capisce se siano
maggiormente cinici o idioti. Probabilmente entrambe le cose.
2
La Bindi, con malcelata invidia e
ironia, ha detto che Renzi ha scelto le sue
Ministre perché sono “belle e brave”. Ma
lei, che non è né bella né brava e come dice
qualcuno, nemmeno molto intelligente, che
cosa vuole ancora? Stia zitta!
3
Puntualmente, come ogni anno, si è
ripetuto lo scandalo dei premi di produzione ai dirigenti pubblici, tutti indistintamente meritevoli. Scandalo? Ma che dite! Tutti
sanno, che lo stipendio, loro lo prendono
per andare in ufficio. Poi per lavorare ci
vogliono altri soldi.
4
Cresce l’ondata di disgusto per le parole di Di Battista (M5S) che ha giustificato i
terroristi tagliagole. Come pure la deputata
Corda (sempre M5S), che ha avuto parole
compassionevoli per l’attentatore della
strage di Nassirya. E’ questo il vero volto
dei grillini?
5
Fiero dell’incredibile successo
dell’operazione “Mare Nostrum” (cento-
trentamila immigrati in nove mesi e duemila morti), Alfano è andato a Bruxelles a
chiedere aiuti e comprensione, ricevendo
solo labili promesse. Ha sbagliato indirizzo.
Doveva rivolgersi al “Padre Nostrum”.
6
Il Vicesindaco di Viareggio, invece di
tagliare le spese di quel disastrato comune,
ha pensato bene di tagliarsi gli attributi. E’
diventato donna.
7
Un Cardinale ha esortato gli Italiani ad
accogliere in casa propria gli immigrati che
lo Stato non sa più dove collocare. Benissimo.
Ma perché non apre lui per primo, le porte
delle canoniche o dei seminari, ormai desolatamente vuoti? Come al solito, si danno buoni consigli, ma non si danno buoni esempi.
8
In politica, di buono, abbiamo poco.
In compenso, di pochi di buono ne abbiamo
moltissimi.
9
La riconoscenza è una malattia dei cani,
Pensierino della sera.
difficilmente trasmissibile all’uomo.
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11
ANDREA DALLA COSTA
Regista nel Film “THE GIVER”
con MERYL STREEP
Andrea Dalla Costa con Kevin Macdonald, regista e documentarista scozzese
NÊF CAMILLA
STELITANO
Vince il Concorso
“UN ROMANC
IN TRE RIIS”
Classe 2003, Nêf Camilla, si è classificata prima – e per la seconda volta – al
Concorso in lingua friulana “Un Romanc
in tre riis” , sezione 0-17 anni, promosso
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RIVOLTO di CODROIPO (Ud)
Il film di fantascienza “The Giver” o “Il
Donatore”, dall’11 settembre al cinema,
tratto dal bestseller internazionale di Loys
Lowry, contiene molti buoni motivi per
essere visto. Sicuramente per gli attori
protagonisti, Meryl Streep e Jeff Bridges,
entrambi vincitori di vari Oscar, ma anche
per una scena di cinque minuti che porta
la firma di un regista codroipese, Andrea
Dalla Costa. La stessa che Ridley Scott,
nel 2011, aveva selezionato, su 85mila
partecipanti di tutto il mondo, per Life in a
Day, il primo social movie della storia. Un
successo bissato l’anno dopo in Britain in
a Day. Andrea, infatti, è l’unico al mondo,
insieme ad un filmmaker giapponese, ad
essere presente in ambedue i movie. Ed
ora è l’unico regista esterno, oltre a quello
ufficiale, l’australiano Philyp Noice, ad essere presente nel film fantasy “The Giver”,
con una scena che dimostra la potenza
dell’amore e della famiglia.
E’ stata la produzione cinematografica
a contattarlo, chiedendogli di poter usare
le sue immagini per rappresentare la gioia
familiare. Il film, infatti, è ambientato in un
futuro dove la società ha cancellato ogni
emozione e ogni storia passata. Soltanto
il “donatore”, Jonas, conservando i ricordi della bellezza e dell’amore, riuscirà a
cambiare ogni cosa. Tra le varie immagini della memoria spiccano quelle firmate
Dalla Costa. “Non so esattamente cosa
abbiano inserito - racconta - devo ancora
vedere il film. So solo che quando mi hanno chiamato per chiedermi l’autorizzazione a usare le mie scene non ho esitato a
rispondere sì”. Dalla Costa, regista rodato
a esperienze filmiche e direttore creativo
dell’agenzia di comunicazione Unidea di
Udine, sull’onda di questo riconoscimento, qualche giorno fa è volato a Londra,
su invito personale di Ridley Scott, a visitare la sua casa di produzione, la Scott
Free. Un’esperienza di cui farà tesoro in
qualcuno dei tanti progetti filmici che sicuramente porterà a compimento. Complice
la sua cinepresa, la passione e quella sottile voglia-urgenza di catturare la fretta del
vivere.
P.G.
12
OTTOBRE 2014
Il Circolo Culturale
LA TRIBUNA
con il patrocinio del Comune di Codroipo, con la collaborazione del Museo Archeologico di Codroipo, e con il
contributo della Banca di Credito Cooperativo di Basiliano, organizza per
il giorno venerdì 24 ottobre 2014, alle
ore 18, presso la Sala Convegni della
Banca un incontro pubblico sul tema:
“Montmartre”
nella verde
cornice di
Piazza Giardini
Nonostante le minacciose previsioni del
tempo si è svolta la 19° edizione di “Montmartre in Piazza Giardini”: manifestazione artistica organizzata, come ogni anno,
dal Circolo Culturale Artistico Quadrivium.
Domenica 21 settembre Codroipo è stata, per
un giorno, il centro culturale della regione.
La partecipazione di numerosi artisti (nonostante le defezioni dell’ultima ora sempre a
causa delle previsioni del tempo) e della notevole affluenza del pubblico hanno determinato il grande successo della manifestazione
Gli artisti in concorso, provenienti da varie
regioni oltre alla nostra (c’è stata anche una
pittrice austriaca), sono stati valutati da un
giuria formata dal pubblico. La cosa ha suscitato un vero interesse nei visitatori e ben 282
persone si sono sentite coinvolte, non solo
visivamente, diventando”critici d’arte per un
giorno”: compito non facile a causa dell’alta
qualità delle opere esposte.
Le opere premiate sono state 10. Il primo
premio è andato all’opera del milanese Galasso Adriano; il secondo a Collovati Elisa;
il terzo a Mantoani Walter (tutti e due nostri
conterranei). Gli altri sette premi sono andati
a: Scaini Silva, De Sabbata Eligio, Cilio Teodoro, Bisaro Gianpietro, Pessa Pia, Valducci
Roberta e Bledig Tamara Francesca.
Alla premiazione degli artisti sono intervenuti: il vicesindaco e assessore alla cultura
di Codroipo Ezio Bozzini, il consigliere regionale Vittorino Boem e il direttore della Banca
di Credito Coperativo Bassa Friulana Rinaldo
Dell’Angela i quali hanno messo in evidenza
"I FERRI DEL
MESTIERE"
Strumenti di lavoro di epoca romana
rinvenuti nel nostro territorio
Relazioneranno:
Dott.ssa COSTANZA BRANCOLINI
Dott. ALEX GIACOMINI - Archeologo
Dott.ssa TIZIANA CIVIDINI - Archeologa
l’evoluzione e la crescita culturale della manifestazione nei diversi anni ed hanno sottolineato la sua importanza come occasione ed
opportunità per stabilire conoscenze e sinergie , indispensabili per la crescita culturale
e sociale di una comunità. Il presidente del
Circolo Quadrivium ha poi ringraziato gli artisti partecipanti, le autorità e gli sponsors che
sono stati: la BCC Bassa Friulana, l’Angolo
delle Specialità, il bar Miani e il Bar di Cuori.
Sono state ringraziate anche tutte le persone che hanno contribuito al successo della
manifestazione.
Pietro Fantini
CIRCOLO CULTURALE · LA TRIBUNA
I MUSEI
A CODROIPO
I musei sono un trait d’union col nostro passato, hanno lo scopo di mantenere viva la
memoria dell’attività culturale e artistica di una
civiltà, conservando manufatti pregiati, opere
di pittura, di scultura, salvaguardando oggetti
rari e di importanza storica, culturale e scientifica. Al centro di Codroipo abbiamo un Museo
di Archeologia, con vari manufatti rinvenuti sul
nostro territorio. Quadruvium, infatti, era un
agglomerato romano dove s’incrociavano la
Postumia, che collegava Aquileia a Roma, e
la Iulia Augusta, la via del nord. Purtroppo questo museo rimane chiuso in agosto, cioè nel
periodo di maggior afflusso turistico. Dal 2006,
inoltre, esiste il Museo delle Carrozze, allestito
nella barchessa di Villa Kechler acquistata e
restaurata dal Comune di Codroipo, dove sono
esposte quarantaquattro carrozze, in maggior
parte di simile tipologia e debole esecuzione.
In merito a tale scelta espressi a suo tempo
alcune mie perplessità, di cui la prevalente si
riferiva al fatto di non aver niente conservato
del periodo artistico più importante del nostro
passato. Tra il Rinascimento e il neoclassico ci
furono tre secoli d’oro per la storia dell’arredo
artistico europeo. Il Friuli non ne rimase fuori
e può annoverare molti abili artisti, tra i quali il
Pordenone, Nicola Grassi e Carneo per la pittura, Mattia Deganutti e il Comuzzo per gli arredi lignei, Domenico da Tolmezzo e Giovanni
Antonio Pilacorte per la scultura. Esistono inoltre manufatti appartenenti a quell’importante
periodo artistico, privi di paternità ma ricchi di
straordinaria forza caratteriale e valenza culturale. Essi infatti esprimono la cultura e il carattere della popolazione in tutte le sue sfaccettature: le loro declinazioni, soluzioni, influenze e
metamorfosi stilistiche sono un vero e proprio
linguaggio criptico ricco d’informazioni. Intendo
per questi beni le sculture lignee policrome del
Cinquecento, i mobili scrittoi dal carattere Luigi
XIV, con modanature e cornici in aggetto, ricchi di vani segreti, i tavoli con sostegni a lira o
torniti a balaustro, realizzati con piani ad asse
unica di oltre un metro di larghezza, ricavati da
piante di noce oggi non più esistenti, le belle
cassepanche in noce scolpito, la varietà di oggetti in rame sbalzato dagli stampi da budino
a svariate forme animali che arredavano le
cucine d’un tempo, i vari manufatti in pietra, in
ceramica, gli orologi in ferro con scappamento
ancora a verga, come usava prima dell’invenzione del movimento ad ancora, dei quali in
Carnia esistevano molte botteghe. E infine le
opere di pittura su tela, su vetro o a fresco, e
i magnifici alari in ferro battuto da fogolar del
6/700, pregiati simboli di friulanità. Tutte importanti testimonianze di una civiltà a cui bisogna dare uno spazio preferenziale nel museo.
Il periodo storico-artistico a cui mi riferisco inizia con la famiglia Medici: Cosimo I e Francesco I incrementarono il gusto per l’arte e il lusso, artisti e artigiani furono spronati dagli strati
più egemoni e colti della società a conseguire
i massimi risultati nelle arti decorative, vennero
istituite delle corporazioni per i mestieri di lusso
in cui vigevano leggi severissime, tese all’indiscussa qualità di quanto si produceva. Fu
in quel periodo, nel Rinascimento, che videro
la luce miriadi di nuovi arredi dalle forme magniloquenti e realizzati con altrettanta accuratezza Questo ciclo artistico della storia dell’arredo si concluse all’inizio dell’800, quando
Napoleone abolì le corporazioni per i mestieri
del lusso. Con l’emergere di una nuova committenza borghese priva di cultura, gli artigiani
produssero solamente dei revival ispirati ai raffinati modelli rinascimentali - Barocchetto, Rococò e Neoclassici - ma senza la bella tecnica
di allora. Purtroppo non c’è traccia di questo
nostro glorioso passato nei musei di Codroipo,
13
PIETRO VENUTI
Un Eroe (quasi) Dimenticato
Un giovane codroipese, quel 24 giugno
1940, aveva da qualche giorno fatto i 28
anni e la guerra era scoppiata da appena
due settimane. Questo figlio della nostra
terra si chiamava Pietro Venuti ed era imbarcato sul sommergibile Galvani, dove
ricopriva un grado e un ruolo importante :
2° Capo silurista. Quel giorno il sommergibile, impegnato in un’ardua missione di
guerra nel Mare Arabico, venne in contatto con una formazione navale britannica.
L’unità era ancora in fase di immersione,
un assetto che l’avrebbe sottratta al fuoco
dell’artiglieria nemica, quando un colpo
di cannone la colpì nella zona di poppa,
aprendo una pericolosa via d’acqua proprio nella camera di lancio dove Pietro
era di guardia. Ma lui, anziché cercare la
propria salvezza, consapevole di votarsi
a morte certa, vi si chiudeva stoicamente
non per carenza organica in questo specifico
settore nella struttura amministrativa della città, ma per la perdurante incomprensione del
suo valore e dei vantaggi anche economici
che ne potrebbero conseguire predisponendo
un contenitore museale adeguato e meritevole
di ricevere anche eventuali donazioni. Il Museo delle Carrozze potrebbe sopperire a questa esigenza e, per quanto concerne la sua
connotazione attuale, essere potenziato con
iniziative di alto livello per elevare la qualità
la collezione. Ad esempio: reperire e presen-
bloccando la porta stagna. Con questo
suo cosciente sacrificio Pietro Venuti,
il ragazzo di Codroipo che aveva scelto
una vita al servizio della Patria, evitò il
rapido allagamento di tutto il sommergibile, rendendo possibile la temporanea
emersione del battello e la salvezza di
gran parte del suo equipaggio. Poi, come
recita testualmente la motivazione della
medaglia d’oro di cui è stato decorato alla
memoria, “egli – che alla Patria e al dovere aveva offerto la vita – scompariva in
mare con l’unità che successivamente si
inabissava”. Ma la Marina non dimentica i
suoi eroi e ha assegnato il nome di Pietro
Venuti al sommergibile di nuova costruzione, matricola S 528, che entrerà in
servizio nel 2015. E anche La Tribuna, il
nostro sodalizio, non lo ha dimenticato : è
in corso un’iniziativa che consenta all’Amministrazione della nostra città di ottenere
dallo Stato Maggiore Marina l’onore di
offrire, a suo tempo, la Bandiera di Combattimento al sommergibile Pietro Venuti,
da consegnare all’Unità possibilmente
all’ormeggio in acque vicine, come Monfalcone o Trieste, per consentire a tutti
noi di Codroipo e, soprattutto ai familiari
dell’eroe, di parteciparvi.
Gino Monti
montig29@gmail.com
Brevi note sulle caratteristiche di avanguardia
del smg Venuti. In costruzione nel Cantiere di
Muggiano (SP). Lunghezza 56 m. Opera fino a
oltre 400m di profondità. Ha la propulsione subacquea elettrica a idrogeno con celle a combustibile, quindi priva di rumore. Autonomia in
immersione: 400 miglia nautiche (740 km) a 8
nodi - 1 nodo = 1 m.n./h; 1 m.n.=1852 m - Invisibile: adotta caratteristiche “stealth”con notevole segnatura acustica. In una esercitazione
negli USA il gemello Todaro è riuscito a seguire per ore, senza essere visto, un gigantesco
sommergibile nucleare americano.
tare modelli più espressivi e tipologie pregiate
allineandosi ai più importanti omonimi musei
già esistenti, porre attenzione a quanto offre il
mercato tramite le varie aste europee - come
il caso dell’Olanda dove nel 2012, a un’asta di
carrozze, bellissimi esemplari furono ceduti a
cifre irrisorie. Concludo auspicando che a Codroipo, dove non esistono altre sedi museali
oltre quella archeologica, Villa Klecher diventi
il secondo, anzi il primo grande museo della
città.
Lucien Zinutti
ristrutturazioni chiavi in mano
CODROIPO (Ud) · Viale Venezia, 134
di fronte al Tulipano
ZOPPOLA (Pn)
Via B. Aprilis, 4
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La Guerra
dei Sederi
Tra la tante guerre che insanguinano il
mondo, almeno ce n’è una senza spargimenti di sangue, senza morti o feriti, anche
se ineluttabile, inarrestabile, incontenibile.
E’ la guerra dei sederi.
Una guerra anomala e unica nel suo genere, ma spiegabile sotto il profilo umano
e tesa ad un unico scopo: la conquista di
una poltrona. Di un posto al sole, nel posto
dove il sole non batte mai, per acquisire
quella dignità che i sederi non hanno mai
avuto e per mettersi in mostra, anche se
poi non sono tanto belli da vedere.
Più la poltrona è alta e ben retribuita,
più, intorno, infuria con ferocia la battaglia.
Senza esclusione di colpi, senza un attimo
di respiro. Non si arresta davanti a nessun
ostacolo, a nessuna difficoltà. I sederi concorrenti, vanno bloccati sul nascere, vanno
soppressi nella culla, metaforicamente si
intende, ma comunque vanno fermati.
Nella lunga lotta sono diventati cinici e
diffidenti, protesi solo a fare barricate, perché la conquista è stata faticosa e sofferta.
La parola “stai sereno” li mette nel panico,
li sconvolge, gli fa drizzare il pelo. La guerra quindi, pur non essendo cruenta, anche
se qualche coltellata ogni tanto ci scappa,
è molto faticosa, per cui, arrivati alla meta,
si riposano, tirano fiato, stanno fermi e parlano poco, anche se la loro voce, talvolta
roboante, flebile o sussurrata, non è particolarmente gradita a nessuno.
E’ così che cominciano ad ingrassare. Le
loro flaccide concentrazioni di lardo, pian
piano debordano, tanto che una poltrona
non basta più, ci vuole la seconda e se ce
n’è una terza non guasta. Una completa
abulia li pervade, perdono completamente
la memoria dei loro doveri e delle promesse fatte.
Non ricordano nemmeno che per arrivare alle tanto sospirate poltrone, hanno
dovuto scendere ai peggiori compromessi,
talvolta hanno dovuto vendersi al miglior
offerente, spesso hanno dovuto disporsi in
posizioni geometricamente graduate, hanno perfino dovuto, con grande rammarico,
s’intende, tradire il loro miglior amico. Ed i
riferimenti che si fanno su di loro, normalmente riguardano la loro faccia, piuttosto
che il loro cervello. Sì perché anche i loro
ragionamenti sono poca cosa, infatti tutti
dicono che i ragionamenti fatti col sedere
non valgono nulla. Anche quel poco che
fanno è fatto male.
E’ il medesimo motivo per cui le uova si
rompono così facilmente. Sono fatte con il
sedere! Ma il potere ed i privilegi che riescono ad ottenere dalle loro “onorevoli” posizioni, li portano a sentirsi superiori, credono di essere indispensabili, anche se sono
inadeguati al ruolo che ricoprono e le loro
carriere derivano spesso da una malcelata
furbizia e molto dalla fortuna. Perché i sederi, di fortuna, notoriamente ne sono molto dotati. Sentendosi superiori agli altri non
danno spazio a nessuno, sono implacabili
nel fare terra bruciata davanti a qualsiasi
eventuale successore. Pensano che quel
posto glielo abbia dato Dio e nessun umano possa toglierglielo.
Nell’arte subdola del tradimento, non
sono secondi a nessuno. Sono profondamente machiavellici e per loro, il fine giusti-
15
CODROIPO - MOTOCROSS
CAMPIONATO TRIVENETO
Manifestazione di motocross svolta il
28.09.2014 al Crossodromo Media Friuli
di Rivolto di Codroipo, con la partecipazione di 150 piloti provenienti dal Friuli,
Veneto, Trentino, Emilia Romangna. La
manifestazione è la seconda prova del
campionato Triveneto Motocross, un
campionato molto combattutto, con molti
piloti che partecipano anche al campionato Italiano ed Europeo. C’è stato un
numerosissimo pubblico cha ha assistito
fica sempre i mezzi, per cui, anche qualche
coltellata alla schiena fa parte del gioco e
nella loro guerra non si fanno prigionieri.
Scalzarli dai loro posti, diventa un’impresa quasi impossibile, perchè giustamente,
il loro imperativo categorico è: “salvare il
deretano”, tant’è che per non avere brutte sorprese, si muniscono di mutande di
lamiera, sperando sempre che gli altri ne
siano sprovvisti. Però sono stoici, sopportano tutto, sopportano anche le più atroci
a manche al cardiopalmo, con performanche di alto livello. E’ la prima volta
che viene ospitata la prova del Triveneto,
un altro lustro per il Motoclub Risorgive.
Classifiche:
MX1:Turitto,Reginato,Trivellato
MX2: Peruch,Canestraro,Torresina
MX 125:Spongia,Mario,Ballin
MX Veteran:Rossi,Giorato,Mattiuzzo
sofferenze. Come l’edera, stanno attaccati
alla loro poltrona, fin che morte non li separa. Come dicevamo, non sono intelligenti,
ma furbescamente giocano sulla stupidità
degli altri, molti non sono onesti, ma predicano l’onestà, qualcuno perfino ruba, ma è
sempre a fin di bene, perché tutti tengono
famiglia. Del resto fin quando li appoggiano, li sostengono, li votano, hanno ragione
loro. Evviva i sederi!
Angelo Petri
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OTTOBRE 2014
16
La mediazione
familiare
come strumento
di protezione
dei figli dalla
conflittualità dei
genitori in via
di separazione
o separati.
La separazione coniugale costituisce
una problematica che diverse famiglie si
trovano a dover affrontare e sapere che
esiste uno strumento d’intervento su questo tema ci può confortare. Lo strumento
in questione è quello della Mediazione familiare, un servizio alla coppia volto alla
riorganizzazione delle relazioni familiari e
alla risoluzione o attenuazione dei conflitti
in caso di separazione o divorzio.
Una sorta di negoziato tra coniugi o conviventi in via di separazione, assistito da un
Mediatore che, in un contesto strutturato,
cerca di trovare le strategie più opportune
per facilitare la coppia nel raggiungimento
di un accordo che tenga conto, oltre che
dell’aspetto patrimoniale, economico, anche di quello relativo alla tutela dei minori.
Dalle ricerche sull’utilizzo della Mediazione familiare da parte delle coppie che
si separano, è emerso che se la coppia si
rivolge al servizio di Mediazione è perché
ha raggiunto la consapevolezza che sono i
figli la vera preoccupazione, per i quali vale
la pena trovare un accordo e se quell’ accordo si realizza poi lo osservano.
La separazione, si sa, crea sofferenza e
uno stato di confusione tra il ruolo genitoriale e quello coniugale, che impedisce ai
genitori di proteggere i propri figli da situazioni in cui non dovrebbero essere coinvolti, procurandogli non solo la perdita dei
modelli adulti di riferimento ma anche conseguenze psicologiche.
Se però il conflitto viene gestito in un
clima di cooperazione e di mutuo rispetto, ove sia possibile esprimere le proprie
emozioni, ascoltarsi e confrontarsi, si può
ritenere che si possa prevenire il disagio
minorile.
In Italia la Mediazione familiare si è
diffusa dopo l’introduzione della legge
08/02/2006 n.54 sull’affido condiviso che
ha definitivamente sostituito il precedente
principio dell’affidamento esclusivo ad un
solo genitore. Si è quindi dovuti ricorrere a
una legge per imporre ai genitori un’effettiva presenza ed una partecipazione attiva
alla cura, alla crescita ed alla educazione
dei figli, al fine di creare la condizione ideale per garantirgli il benessere.
Ma il vero benessere dei figli è vedere
che i loro genitori, nonostante la separazione, continuano ad occuparsi di loro grazie
ad accordi presi “volontariamente”, per realizzare un progetto educativo condiviso che
tenga conto dei loro reali bisogni.
Questo l’obiettivo che si prefigge la Mediazione familiare, ma è anche un traguardo da raggiungere, quale espressione di
una società evoluta che vuole cambiare la
cultura della separazione.
Dott.ssa Maria Antonietta Canestrino,
giurista, mediatrice familiare e civile
Ma.canestrino@libero.it
www.mediazioni-civ-fam-canestrino.weebly.com
Via S.Daniele, 13 · POZZO di CODROIPO (Ud) · Tel. 0432.904900
MOGHERINI
e la strana
idea dell’Europa
È una strana idea dell’Europa quella che
deve avere Giorgio Napolitano per salutare
la nomina per l’Italia di Federica Mogherini ad
Alto rappresentante per la politica estera e di
sicurezza Ue. Ricorda, non tanto alla lontana,
l’Europa che non c’è. Quando dice che l’Italia - si legge in un comunicato del Quirinale “soprattutto, ha dato un positivo contributo alla
soluzione del problema dei nuovi incarichi di
vertice dell’Unione Europea, dando una candidatura femminile” traspare tutta la pochezza
dell’idea di Europa che ha.
Il “postificio” europeo riempito dal terzo Governo Napolitano pre-fallimentare con un soggetto donna. Ma ciò che è più grave e che farà
rivoltare Oriana Fallaci nella tomba dicendo:
“Io ve l’ho detto, stupidi!” è che al posto di rappresentante per la politica estera che l’Europa
peraltro non ha (e con questa nomina l’Italia
rinuncia a tutte quelle rilevanti economiche,
grazie Renzi!), oggi che impazzano guerre
su guerre più o meno islamiche, l’Europa ha
acconsentito al capriccio di Renzi-Schettino
e nominato una donna filo-araba (vedi foto di
Mogherini con Arafat). E una ragazza che ha
il merito di non avere fatto niente sino a sei
mesi fa, quando è stata nominata sempre da
Matteo Renzi addirittura ministro degli esteri
italiano - prima era in un call center - e che
vanta una tesi in Scienze politiche - facoltà notoriamente evitata da tutti quelli che vogliono
combinare qualcosa e per lo più frequentata,
a “La Sapienza”, da albanesi e rumeni in cerca
di titolo italiano - in tema di religione islamica.
Una tesi ahimè di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell’Islam che, insieme alla foto con Arafat, è lì come un macigno a dimostrazione della sviscerata passione
islamista e delle posizioni filo-arabe e terzomondiste di derivazione Pci. Mentre cioè gli
arabi sgozzano qua e là, l’Europa è assente e
intenta a una folle austerità, l’Italia si compiace
di questa nomina, marchio evidente dello stato disastroso non solo dell’Unione europea,
ma di tutti gli Stati membri. L’Europa sbagliata
guarda e si compiace del disastro che verrà,
attrezzandosi alla bisogna con la povera Mogherini. Si ricordi il caso triste di Rocco Buttiglione che, esaminato dall’Europarlamento, è
caduto in trappola, e costretto a ritirarsi, alle
dimissioni. Probabilmente in Europa vogliono
far fare la stessa fine di Buttiglione alla Mogherini. Anche se nominata, non è detto che
resti in sella a lungo. Con buona pace del nostro caro Presidente della Repubblica che qui
non potrà mettere bocca, la nomina sarà infatti
effettiva solo da novembre 2014, se il Parlamento europeo approverà la nuova Commissione Juncker. In ogni caso, resta il marchio
vergognoso di un’Europa inetta e burocratica;
l’Europa che non esiste e che dovrà stare ben
zitta su tutti i fronti a meno di non portarci in
guerra. E si sta andando in maniera determinata da quella parte, grazie a questi incompetenti. Sostanzialmente, la Mogherini non è
solo un bidone in Europa ma per l’Europa.
Francesca Romana Fantetti
www.ilpaesecodroipo.it
17
La nuova stagione dell’ASD Atletica 2000
Dalle strategie di marketing a nuove attività nel sociale l’ASD Atletica 2000 ogni
anno rinnova le proposte ad un territorio
sempre più vasto. Infatti l’associazione si
sta muovendo in varie direzioni sia sul territorio che sulle progettualità: ormai i corsi
di psicomotricità, attività motoria, atletica,
podismo e ginnastica per adulti sono sparsi tra Codroipo, Camino, Varmo, Bertiolo,
Rivignano, Teor e Palazzolo dello Stella.
Il gruppo, presieduto da Piergiorgio Iacuzzo, sta rafforzando in particolar modo
il settore tecnico acquisendo una serie di
allenatori, educatori, specialisti del settore
che, nella maggior parte volontariamente,
offrono le proprie professionalità ai 350 soci.
La nuova stagione avrà come principali
obiettivi il rafforzamento dei rapporti con
le scuole del territorio del Medio Friuli con
l’obiettivo di offrire alle scuole e non solo la
struttura del polisportivo comunale ma anche attività di docenza e laboratori di progettualità che vedano collegarsi sport, salute, benessere e costruzione di reti sociali.
partenza dedicati a tutte le fasce d’età. I dirigenti, gli allenatori, i volontari dell’ASD Atletica 2000 augurano a tutti un nuovo anno
ricco di soddisfazioni e che lo sport porti a
quell’ottimismo e voglia di partecipare così
importanti per reagire a questo periodo di
grigiume.
Matteo Tonutti
Vice-presidente ASD Atletica 2000
ORARI CORSI:
piccoli
lun. ore 16.30/17.30 · giov. 17.00/18.00
intermedio lun. ore 17.30/18.30 · giov. 18.15/19.15
avanzato lun. ore 18.30/19.30 · giov. 19.15/20.15
L’ASD Atletica 2000 nel 2014 ha conseguito ottimi risultati a livello agonistico,
6 atleti tra le giovanili risultano tra i primi
dieci in Italia, ciò però è frutto di un lavoro certosino che mette al centro il bambino con le proprie necessità ed in secondo
piano il mero risultato agonistico. Detto in
due parole non ci riteniamo una fabbrica di
campioni ma un centro di cultura sportiva
che utilizza lo sport come mezzo di crescita
dei nostri giovani.
Altro capitolo che si aprirà quest’anno
è quello legato allo sport a favore dei diversamente abili. Il 2015 vedrà l’associazione tesserarsi alla Fispes (Federazione
Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali)
seguendo, assieme ai normodotati, alcuni
atleti disabili del territorio. L’associazione
si sta interessando ad acquisire dei fondi
da destinare a quelle famiglie che, causa la
conclamata crisi, non possono permettersi
di assicurare ai figli attività extrascolastiche
e ludico-sportive così da abbattere i costi
della retta annuale per l’attività.
Contemporaneamente, sfruttando competenze degli atleti, anche quest’anno è
stata avviata una campagna pubblicitaria
autoprodotta: la grafica dei cartelloni 6x3
metri apparsi ad agosto e settembre nonché i volantini che sono stati distribuiti casa
per casa grazie ai volenterosi podisti.
Sul sito dell’ASD Atletica 2000 troverete
tutte le informazioni per i prossimi corsi in
Da novembre partirà un corso per adulti!!!
OTTOBRE 2014
18
LA REGIONE
FVG VENDE
AUTO BLU
Foto MMMI
ENDOMETRIOSI
Mistero risolto?
Codroipo 26 settembre 2014: una conferenza, una presentazione, un dibattito
sull’endometriosi.
Mi sono presentata con il mio bagaglio
d’ignoranza, ma dopo aver sentito la presidente dell’Associazione endometriosi FVG
onlus, Sonia Manente, ho appreso che
non siamo in pochi a non sapere di cosa di
tratta. Ancor più grave il fatto che davvero
poco si sta facendo in termini di ricerca, al
punto che alcuni non la considerano nemmeno come una patologia. Di conseguenza continuano a diagnosticare disfunzioni
diverse, senza conseguire nessun risultato. Attribuendo le cause dei malori ad affezioni inesistenti.
Ospiti nella sala multimediale della BCC
di Basiliano a Codroipo grazie a Insieme
1957, mutua del Credito Cooperativo, che
ha introdotto l’evento stante l’importanza
e la delicatezza dell’argomento trattato
che, spesso inconsciamente, potrebbe
interessare moltissime donne. Con parole semplici e chiare, hanno spiegato che
l’endometriosi (da endo = dentro e metra =
utero) è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza in altri organi del tessuto
che riveste la parete interna dell’utero, cioè
l’endometrio. Questo, mensilmente, sotto
gli effetti degli ormoni ovarici, continua a
comportarsi come se si trovasse ancora
all’interno dell’utero. L’endometriosi non
è né infettiva né contagiosa, ma essendo
spesso progressiva, va riconosciuta al più
presto, per evitare la cronicizzazione dei
suoi sintomi e le conseguenze. Può localizzarsi nelle ovaie, tube, peritoneo, vagina,
intestino, retto, reni, ureteri, vescica, legamenti utero-sacrali e, nei casi più critici, anche cute e polmoni.
La causa dello sviluppo dell’endometriosi non è stata ancora chiarita, ma pare
che un ruolo decisivo lo abbiano i fattori
genetici; anche l’inquinamento ambientale
potrebbe avere un ruolo. Le sintomatologie
che potrebbero rivelare il problema, credo
portino tutte a una riflessione e un desiderio di approfondire l’anamnesi: dolori mestruali intensi; dolori durante l’ovulazione;
dolori pelvici acuti; dolore pelvico cronico;
aderenze; dolori durante e dopo i rapporti
sessuali; infertilità/sterilità; disturbi e dolori intestinali; gonfiore addominale; disturbi
urinari; infezioni genitali; dolore lombosacrale; dolori muscolari diffusi; affaticamento cronico; infiammazioni generalizzate; malessere con febbre apparentemente
non spiegabile; senso di nausea o vomito;
depressione.
Senza preoccupare nessuno, qualora
sospettaste la persistenza della sofferenza, i consigli sono logicamente di rivolgersi
al medico di fiducia per l’anamnesi (colloquio approfondito), una visita ginecologica
specialistica, magari dopo aver eseguito
un esame ecografico e RMN (risonanza
magnetica con eventuale clisma opaco o
colontac), una laparoscopia (possibilmente effettuata da ginecologo/chirurgo con
esperienza in endometriosi). Parlare con il
medico, accennando al sospetto di endometriosi, consentirà di comprendere subito
la sua competenza.
Chiara Pineta
Con l’asta di luglio, la Regione Friuli Venezia Giulia ha messo in vendita 30 autoveicoli. L’asta ha fruttato meno di 40.000
euro. Ora la Regione ha deciso di indire una
seconda asta pubblica, per vendere altri 31
mezzi. L’azione intrapresa di contenimento
della spesa, come previsto dai provvedimenti nazionali di “spending review”, sono
stati interpretati dalla giunta di Trieste mettendo all’asta ben 19 Fiat Panda, un paio
di van Mercedes, due furgoni Ducato, un
furgone Volkswagen, quattro berline Rover
45, una Fiat Marea, un pick up Nissan e una
Land Rover fuori strada ex protezione civile.
L’asta si terrà alle 9.30 del 14 ottobre,
tramite offerte segrete in aumento, rispetto
al prezzo base d’asta, presso la sede della
Regione, in Corso Cavour 1 a Trieste. Le
buste si possono presentare entro le 12.00
del 13 ottobre. I veicoli saranno visionabili
dal 6 al 10 ottobre, presso le sedi indicate
nelle schede tecniche descrittive che sono
consultabili sul sito web della Regione. Leggendo le schede delle varie vetture si riscontra che buona parte dei mezzi ha un valore
irrisorio giacché alcune sono gravemente
incidentate, motori fusi, chilometraggi superiori ai 200.000 e altri risalgono al 1991. Tutto in netto contrasto con quanto dichiarato,
cioè che le vetture sono tutte funzionanti e
utilizzate sino a pochi giorni fa.
Sarebbe interessante conoscere quante
poi saranno sostituite con auto nuove e a
che prezzo. Personalmente preferirei sapere quanti titolati non avranno più l’auto blu
(le Panda non credo siano state tolte a chi
gira per le strade con l’autista, sia dalla Regione sia dalle Provincie). Se anche donassero in beneficenza qualche auto ridotta in
condizioni pietose, risparmieremmo davvero, anche in figure meschine.
Marco Mascioli
La Malattia Paradontale del Cane e del Gatto
Rappresenta il disturbo clinico più comune, i cui
segni sono riscontrabili in 4 soggetti su 5 dopo i
3 anni d'età.Come tale rappresenta oggi, fino al
40% dei casi sottoposti all'attenzione degli ambulatori veterinari. Un regolare programma di
profilassi domiciliare previene e/o rallenta la
comparsa della malattia paradontale.
Pulizia dei denti
5 semplici passi per pulire i denti
La pulizia dei denti del cane deve iniziare progressivamente, cercando di farla diventare un'esperienza
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19
Il Caso
De Magistris
e l’errore
giudiziario
La vicenda di Luigi De Magistris è significativa per motivi che trascendono largamente la sua persona. Secondo Socrate, tutti vogliamo il bene, e se a volte di fatto vogliamo
il male è perché, sbagliandoci, lo scambiamo
per bene. Il che, se ci si pensa, corrisponde a
dire che il vero male è l’ignoranza.
La possibilità di essere accusati, in mala
fede o anche in buona fede, a seguito di una
serie di sfortunate circostanze, non può mai
essere esclusa. Per tutte queste ragioni la
severità, la voglia di ghigliottina e il giustizialismo sono pressoché sempre sbagliati. E lo
stesso garantismo non deve essere invocato
soltanto quando l’accusato è simpatico o lo
crediamo innocente: va invocato per tutti e
sempre, perché un giorno potremmo averne
bisogno noi stessi.
In questo campo De Magistris ha dimostrato i suoi limiti. Ha accusato decine di
persone del peggio del peggio, perché personalmente convinto di dover usare la massima severità nei confronti di individui moralmente negativi. E fin troppo spesso ha fatto
dei buchi nell’acqua, perché i suoi colleghi
giudicanti gli hanno dato torto, assolvendo
gli accusati. Ma ciò non ha impedito che la
sua azione abbia stroncato carriere che pure
erano giunte a livelli ministeriali: si pensi a
Clemente Mastella.
L’esperienza avrebbe dovuto insegnargli
che un magistrato, De Magistris, magari in
buona fede, può accusare un ministro, Mastella, e di fatto, secondo la verità processuale, calunniarlo. Dunque non era impossibile
che altri magistrati accusassero e condannassero un De Magistris (eventualmente)
innocente.
Oggi il sindaco di Napoli ha il diritto di invocare il garantismo, di protestare la sua innocenza e di dichiarare un errore la sentenza
che lo condanna. Viceversa non ha il diritto
di insultare i magistrati che l’hanno resa
possibile, e per giunta il suo atteggiamento è
ammorbato dal suo passato di giustizialismo
confinante con la caccia alle streghe.
Al Cristianesimo bisogna rendere la giustizia d’aver stabilito un doppio dogma: da un
lato siamo tutti peccatori, dall’altro dobbiamo
perdonare tutti. Inclusi i magistrati d’assalto,
anche se questa è una delle imprese più difficili. È infatti difficile resistere all’umanissima
voglia d’infliggere loro, per contrappasso, le
stesse sofferenze che essi hanno imposto
agli altri. Ma, come detto, il vero garantista
difende anche il colpevole antipatico.
La sinistra italiana ha sbagliato molto a
lungo e molto gravemente. Il suo garantismo
si è svegliato raramente e sempre a favore
di un compagno di partito. In questo campo
non bisognerebbe mai seguire gli umori della massa o dei giornali: la voglia di forca di
tanti italiani è uno dei più imperdonabili difetti
della nostra nazione e non bisognerebbe cavalcarlo. Invece questa pulsione plebea ha
spesso abbassato al livello di teppa la nostra
classe dirigente.
I magistrati non sono infallibili e non lo è
neppure il giudice che ha condannato De
Magistris: ma in passato a questa fallibilità
avrebbe dovuto pensare più spesso lo stesso De Magistris, guardandosi allo specchio.
dal web: SEI DI CODROIPO SE...
che ringraziamo per alcune immagini della vecchia Codroipo: Via
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informazioni sui corsi:
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NORMA DI RIFERIMENTO:
D.LGS. 81 / 2008, Decreto Min. Salute 24 aprile 2013,
Delibera n°1014 Giunta Regione FVG
La morte cardiaca improvvisa è un evento
drammatico e improvviso che colpisce circa
60.000 persone l’anno in tutti Italia, con o senza segni premonitori. Le cause sono molteplici
e a volte misconosciute. E’ ormai provato che
un precoce utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DEA) permette un incremento
considerevole dei tassi di sopravvivenza negli
arresti cardiaci grazie alla facilità e alla sicurezza del suo uso. Il corso BLSD permette di
riconoscere quando una persona:
- non è cosciente
- ha un’ostruzione delle vie aeree
- è in arresto cardiocircolatorio (ACC)
Inoltre addestra gli operatori all’utilizzo del DAE
e alle manovre rianimatorie (massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale).
Svolgimento del corso
Il corso, della durata di 5 ore, prevede una parte
teorica con lezioni frontali interattive, una parte
pratica con l’ausilio di manichini e DAE didattici
ed il superamento del test pratico finale. Al termine verrà rilasciato un attestato di certificazione
IRC di rianimazione cardiopolmonare nella comunità. L’importante accreditamento del Centro
di Formazione presso la Regione FVG, secondo
la delibera della Giunta n° 1014 del 30 maggio
2014, permette di essere certificati ed autorizzati
alla defibrillazione su tutto il territorio nazionale,
secondo le attuali disposizioni di Legge.
Destinatari
I destinatari del corso BLSD nella comunità
sono tutte le persone laiche (non sanitarie),
addetti al primo soccorso in aziende, polisportive, scuole, insegnati, custodi, responsabili
della sicurezza, ecc. Il corso è riconosciuto ai
fini concorsuali (esercito, ecc.) e anche come
credito formativo scolastico.
Aggiornamenti
La certificazione ha durata un anno, al termine del quale si svolgerà un corso di re-training
della durata di 2 ore per mantenere l’abilitazione e l’autorizzazione.
Corso 5 ore • € 60,00
Sabato 29 Novembre 08:30/13:30
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Le
decapitazioni
dell'Isis
Le decapitazioni filmate e pubblicizzate
dello Stato Islamico della Siria e del Levante potrebbero non essere quell'affare che
hanno immaginato i dirigenti che le hanno ordinate. Un tempo per la pubblicità si
credeva nel principio: "Parlate pure male
di me, purché parliate di me"; oggi chiunque non sia digiuno della materia conosce
la falsità di quell'assunto. Anche a lodare
quegli spot disumani dal punto di vista della tecnica di realizzazione, è tutt'altro che
sicuro che essi siano utili al committente.
Una pubblicità sbagliata, anche se fa un
enorme rumore, può essere un boomerang. Lo Stato Islamico voleva dimostrare
la sua risolutezza, la sua spietatezza, la
sua fedeltà al messaggio primitivo e combattivo del Settimo Secolo. In realtà ha fatto
inorridire il mondo delle persone perbene.
A Parigi sono scesi in strada, a manifestare
il loro sdegno, migliaia di musulmani.
Combattendo contro l'Isis, tutti gli Stati
si trovano in condizioni di legittima difesa.
E in primo luogo appartengono a questo
gruppo gli Stati confinanti: la Siria, l'Iraq
e l'Iran. La Turchia un po' meno, perché
la sua forza militare la mette al riparo da
qualunque minaccia proveniente da quella
regione. Ma Ankara, Londra o Washington
hanno anch'esse interesse che, in un mondo sotto attacco da parte del terrorismo,
non si crei un santuario più vicino e più pericoloso di quello di Kabul.
Tutti i partecipanti a questa partita hanno i loro motivi ma non hanno bisogno di
spiegarli o di giustificarli al grande pubblico: il mondo tollera queste alleanze, in
qualche caso addirittura innaturali, in nome
dell'orrore che è stato capace di suscitare
un esercito che decapita degli innocenti.
L'Isis ha realizzato la migliore pubblicità
possibile a favore di coloro che vogliono
distruggerlo.
L'esecuzione degli "ostaggi" innocenti,
soprattutto quando si tratta di membri di
organizzazioni umanitarie non governative,
come l'ultimo tassista inglese decapitato,
dimostra che andare in certi Paesi per fare
del bene è un errore. Agli occhi dei locali, o almeno, agli occhi di alcuni dei locali, prima di essere degli angeli soccorritori
siamo soltanto degli infedeli da rivendere,
dopo averci sequestrati, o da uccidere per
farsi pubblicità.
Ecco perché, all'orrore per la morte di
tante persone di buona volontà, si unisce
il dispetto all'idea che esse siano anche
vittime della loro imprudenza, un po' come
quei fumatori dissennati che alla fine la pagano cara.
Tutti ammettono in teoria che la tolleranza parte dall'accettazione delle differenze,
ma le differenze bisogna innanzi tutto conoscerle e non negarle. Riguardo a certe
regioni e a certi gruppi etnici, particolarmente in certi momenti, l'esperienza consiglia di tenersi alla larga.
Ci saranno popolazioni che soffrono,
bambini denutriti, epidemie senza medicinali per curarle, ma nessuno può pretendere il diritto di mordere la mano tesa per
soccorrere.
Antonio Cainero
21
I CASCHI BLU ITALIANI
consegnano materiale
sanitario ed attrezzature
ospedaliere alla
Croce Rossa di Tiro
Nei giorni scorsi, i caschi blu italiani
hanno consegnato materiale sanitario
ed attrezzature ospedaliere alla Croce
Rossa di Tiro. L’attività di cooperazione
civile-militare (CIMIC) a sostegno della
popolazione libanese è stata condotta
dai “Lancieri di Novara” di ITALBATT,
unità di manovra della Joint Task Force
Lebanon, attualmente su base Brigata
”Ariete”.
L’iniziativa, cui ha partecipato il Comandante di ITALBATT, Colonnello Elio
Babbo, è stata resa possibile grazie alla
collaborazione delle Delegazioni del Triveneto di due prestigiosi sodalizi: l’Associazione Internazionale Regina Elena
Aiuti Umanitari Onlus ed il Sacro Ordine
Costantiniano di San Giorgio.
La Direttrice della Croce Rossa di
Tiro, Muzaian Seclawi, nel corso della semplice cerimonia di consegna del
materiale, ha ringraziato gli italiani per
la generosità e la costante attenzione
nei confronti della popolazione libanese.
L’assistenza alla popolazione locale è
una delle attività più importanti condotte
da UNIFIL ed è prevista dalla Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, unitamente
al monitoraggio della cessazione delle
ostilità e al supporto alle Forze Armate
Libanesi.
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OTTOBRE 2014
22
Barbara ci ha lasciati
Barbara Scaini già campionessa di nuoto non ce
l’ha fatta.
Ha combattuto a lungo
contro una grave malattia e
alla fine un destino crudele
l’ha rapita a soli 46 anni.
Bella e brava la Barbara,
ha trascorso una vita da atleta ma neanche questo è
bastato.
Preferiamo considerarla
ancora tra noi, come dicono gli Alpini, semplicemente è andata avanti.
Avanti a tenerci il posto
perché questo non è un addio ma solo un arrivederci.
STORIE CODROIPESI
LA PINETA
Fino ai primissimi anni 60, esisteva a Codroipo la Pineta, piantata probabilmente da Daniele Moro (dato che i terreni erano suoi), verso la
fine dell’ottocento. Era situata in via Circonvall.
Sud, pressappoco a lato dell nuovo campo
sportivo e dietro ai fabbricati commerciali adiacenti la roggia, che in tempi successivi è stata
raddrizzata. Infatti, nel passato, scorreva lungo
la carreggiata, fino a raggiungere via Moraulis,
formando un’ampia U, per poi riprendere più a
Sud, il corso attuale. Il vecchio corso, in alcuni
tratti è ancora visibile. In periodi di alta piovosità, la roggia tracimava allagando i terreni più
bassi situati nella parte ad Ovest, e, appunto,
dove si trovava la Pineta, specie nella parte
più a Sud. Era composta da 20-25 alberi di alto
fusto che raggiungevano e superavano i 30 mt.
di altezza e di notevole circonferenza, tanto
che, un giorno, in quattro ragazzini dodicenni,
tenendoci per mano, non siamo arrivati ad abbracciare completamente uno dei più grossi.
Erano alberi strani, sconosciuti, che chiamavamo pini perché resinosi e muniti di piccoli aghi
che in autunno cadevano, dopo essere diventati di un bel colore rosso. Solo con il tempo
abbiamo saputo che si trattava del Taxodium
Distichum o volgarmente Cipresso Calvo (vedi
nota a lato). A distanza di tanti anni, ripensandoci, la Pineta è stata un irripetibile ed ineguagliabile parco giochi per tantissimi Codroipesi,
oggi ultra settantenni. Una digressione. Mi riferisco agli anni 50, quelli vissuti in prima persona. A quel tempo, i ragazzini di Codroipo, per
amicizia, desiderio di aggregazione, orgoglio
di appartenenza o solo per il piacere di stare
insieme, si riunivano in gruppi che si autodefinivano bande. Le più numerose erano la banda
della Stazione, quella del Corno e quella della
Pineta di cui facevo parte anch’io.
La banda della Stazione aveva il suo presidio territoriale, su di un terrapieno alto 4/5 metri parallelo a via Fiume, residuo del tentativo
di una ferrovia mai realizzata. Era composta
da quelli che abitavano tra viale Zara e viale
della Vittoria, tra cui spiccavano i fratelli Scaini, anche perché erano molto numerosi. Pure
molto gelosi del loro territorio. Un giorno, che
con altri due amici, inavvertitamente ne abbiamo varcato i limiti, siamo stati ingloriosamente
respinti a calci nel sedere. Erano più grandi
e più grossi di noi, quindi, opportunamente,
non abbiamo reagito. Nella banda del Corno,
ricordo i Bortolotti, Berti, Spagnolo, Corsin,
delle diverse famiglie che abitavano lungo le
vie Friuli, Mulini e Duodo. Avevano costruito
la loro capanna in un ampio cespuglio sulla
sponda del torrente, a fianco di un grosso
pioppo. Una corda consentiva di salire a braccia fino ai primi rami per poi arrivare ad una
piccola piattaforma. Era il posto di vedetta per
individuare “nemici” in avvicinamento.
E poi c’era la nostra Pineta. Nostra, si fa per
dire, perché la proprietà, con tutti i terreni intorno, era dell’Ente Moro, che fortunatamente li
lasciava incolti anche a causa dei frequenti allagamenti. Solo qualche periodico sfalcio. Specialmente d’estate, era il nostro Paradiso, era la
libertà, era il gioco, era la sfida delle arrampicate sugli alberi, era la scoperta della natura,
era l’inventiva e la soddisfazione di costruirci
da soli le armi per difendere il nostro territorio
da eventuali aggressioni, sicuramente suggestionati dai film western o dalla lettura de “I ragazzi della via Pal”. Anche Sandokan faceva la
sua parte ed i Kris malesi erano numerosi. Un
temperino, un pezzo di tavola di una cassa di
legno ed il pugnale era fatto. Veniva poi rifinito
sfregandolo contro il muro. C’era poi anche l’orgoglio di aver costruito l’arco che lanciava più
lontano o la mira più precisa con la fionda. La
retrostante zona delle risorgive, ci forniva tutti i
materiali. L’arco di solito veniva fatto con legno
di salice, reperibile dappertutto, ma troppo tenero e flessibile, per cui bisognava sceglierlo
da un ramo grosso, quindi pesante e poco maneggevole e poi bisognava anche farlo stagionare. Andava meglio con il legno di nocciolo,
più duro e meno flessibile, ma di difficile reperimento. Il massimo sarebbe stato il legno di
tasso ma bisognava andarlo a “rubare” in qualche giardino o parco e se venivi scoperto, le
conseguenze erano piuttosto gravi. Le frecce
invece, per lo più provenivano da un cespuglio
che produceva delle aste belle diritte della lunghezza di 70/80 centimetri, quella giusta. Venivano usati anche i cannicci, molto abbondanti
nella zona, ma erano troppo leggeri, bisognava
zavorrarli un po’. I più abili e i più perfezionisti ci
mettevano pure le piumette, ricavate rigorosamente (chissà perché) dalle penne della coda
del tacchino con cui si facevano pure i caschi
indiani. C’erano pure le pericolosissime frecce
fatte con le coste di ombrello, che si usavano
di norma per fare tiro a segno, ma che hanno
procurato anche molti guai.
Per la fionda, un altro discorso. In natura
trovavamo solo l’archetto, però abbastanza
comune nelle siepi di bosso, a cui si toglieva
subito la corteccia e si lasciava seccare. Poi,
per gli elastici, c’era il via vai, da Ferruccio
Fabris, il meccanico di biciclette, a mendicare
qualche pezzo di camera d’aria. Anche i sellai, a quel tempo, Guaran, Cinelli e Nadalin,
erano subissati da richieste di qualche ritaglio
di cuoio morbido per la toppa. Robusti spaghi
di fissaggio completavano l’opera, Per i sassi,
non c’erano problemi, le strade, per lo più non
asfaltate, ne fornivano in quantità industriali.
Con il legno di sambuco, a cui si toglieva facilmente l’interno tenero o con le canne “gargane” (bambù), a cui con un ferro rovente si
bucava l’intercapedine, si costruivano le cerbottane, non molto usate perché poco efficaci
o troppo pericolose, se lo stoppino conteneva
una punta di ferro. Però con questo arsenale,
eravamo pronti ad opporci a qualsiasi “invasore” o malintenzionato.
Tornando alla Pineta, bisogna aggiungere
che, davanti, aveva un ampio prato a cui si
poteva accedere attraverso un ponticello sulla
roggia, mentre lateralmente sulla destra, esisteva una olla di acqua sorgiva che formava
un piccolo ruscello. Qualche metro più in su,
c’era un vecchio salice ricoperto da un enorme rovo, che copriva pure i cespugli lungo le
due sponde del ruscello. Quella era la nostra
capanna, il covo della nostra banda, era un
luogo bellissimo ed il nostro orgoglio, assolutamente invisibile dall’esterno, il nostro rifugio
inattaccabile ed inespugnabile. Allargando
la volta naturale del rovo, avevamo ricavato
uno spazio che ci consentiva di stare comodamente in piedi anche in dieci di noi. Dei pioli
inchiodati al tronco del salice, ci permettevano di salire oltre il rovo per osservare, ogni
tanto, chi stava arrivando. Un tavolino ed un
paio di sediole completavano l’arredamento. Ogni tanto, nelle assolate giornate estive
compariva una bottiglia di aranciata o Coca
Cola, anche se di solito, la sorgente ci forniva acqua fresca in quantità. C’è poi da dire
che la capanna aveva due ingressi. Quello
laterale dal lato Ovest, era un piccolo pertugio in cui si poteva entrare solo strisciando e
con il pericolo di qualche spinata. Il secondo,
più usato, una ventina di metri più sotto, attraverso la sponda del ruscello, in un tunnel
di cespugli e rovi molto fitti, anche se spesso
ci bagnavamo le scarpe. La capanna veniva
utilizzata a mezzadria con un altro gruppo di
ragazzi che abitavano nelle vicinanze tra cui
Belluz, Stel, Vianello e molti altri di cui non ricordo più il nome, ma senza contrasti o gelosie, anzi, tutti cercavamo di renderla sempre
più bella, rispettando il lavoro fatto dagli altri.
Il nostro gruppo, per lo più abitava in centro
ed era formato da compagni di scuola ed altri amici di avventure, tra cui Cosivi, Degani,
Pagnini, Gualdi, Pittis, Chiarparini ed altri, tra
Il volontario
del primo
soccorso
che c’è in te...
La delegazione della Croce Rossa
Italiana di Codroipo organizza un corso base di primo soccorso per aspiranti volontari. Il corso partirà a inizio
novembre e comprenderà inizialmente sette lezioni in cui verranno trattate
nozioni di primo soccorso e verranno
descritte tutte le attività svolte dalla
Croce Rossa. L’iscrizione è aperta a
tutti coloro che vorranno avvicinarsi e
conoscere questa realtà.
Info: 331/6359133 · codroipo@criudine.it
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23
inutili, mentre i bastoni, avevano una incredibile efficacia. Ad un segnale convenuto siamo
usciti simultaneamente, urlando ancora più
forte di loro e circondandoli. In pratica c’è stato
solo l’inizio di un pestaggio, qualche nerbata
sulle gambe e sulla schiena, qualche pugno
e l’immobilizzazione dei più esagitati. Chi non
è riuscito a scappare a gambe levate, vista la
nostra soverchiante superiorità, si è arreso.
A quel punto il combattimento era finito e la
guerra era vinta. Potevamo infierire, ma siamo stati magnanimi, i prigionieri sono stati
rilasciati senza altre conseguenze, salvo la
confisca di tutte le armi. Archi, frecce, faretre,
fionde per qualche anno hanno fatto parte del
nostro bottino di guerra e da quel dì, quelli del
Corno, non ci hanno più molestati.
Per poco tempo ancora, abbiamo seguito
a frequentare la Pineta, ormai stavamo crescendo ed i nostri interessi si spostavano su
altri argomenti. Qualche anno dopo, passando per via Circonvallazione Sud, Ho visto tutti
gli alberi della Pineta a terra ed i tronchi tagliati
a pezzi. Un vero delitto.
Mi è venuto un groppo alla gola e ho pianto.
A. P.
cui Luciano Pevere, la nostra mascotte. Era
un po’ più giovane di noi e portatore di handicap, ma ci seguiva dappertutto, non ci mollava
un secondo e noi gli volevamo un gran bene,
guai a chi ce lo toccava, osava offenderlo o
fargli del male, anche se talvolta, con cattiveria tipica infantile, saltavamo i fossi, senza preoccuparci se lui ci fosse potuto cader dentro
(però poi andavamo a tirarlo su). A fianco della
Pineta, oltre il ruscello, c’era un piccolissimo
stagno, dove nuotava qualche asfittico “gobbo” (persico sole) e qualche piccola scardola
che non valeva neppure la pena di pescare.
Sì perché a quel tempo, anche la pesca era
uno dei nostri passatempi preferiti. Grovis,
Busat e Bacino ci davano molte opportunità
di prede anche sostanziose. Vicino allo stagno c’era anche il campo del tiro al piccione,
barbara usanza, cessata subito dopo la guerra. A ripensarci oggi, la nostra capanna, era
davvero una cosa unica, eccezionale. Così,
dalle nostre parti non se n’erano mai viste pur
essendone, i ragazzi di quel tempo, abilissimi costruttori. Era il nostro orgoglio, la nostra
passione e tutti cercavamo di tenerla sempre
in ordine, efficiente e pulita. Era il nostro rifugio inattaccabile ed inespugnabile.
Ma un giorno, accadde il fattaccio. Trovammo la capanna semi distrutta. Tagliata una
parte del rovo, divelti i pioli, fracassato il tavolino, sparite le sedie. Chi era stato? Alcuni
informatori ci riferirono di aver visto “quelli del
Corno” aggirarsi nei pressi con fare sospetto.
Per di più, una “spia” infiltrata, ci confermò che
erano stati loro. Ed allora vendetta, tremenda vendetta. Qualche giorno dopo, verso la
mezza, quando tutti erano a mangiare, siamo
andati a distruggere la loro capanna. L’intero
cespuglio raso al suolo con l’accetta, la corda
rubata e demolita la vedetta. La loro capanna
non esisteva più. Di conseguenza, l’immediata dichiarazione di guerra da parte della banda del Corno. Il campo di battaglia: la Pineta. Il
giorno: la domenica successiva. L’ora: le due
del pomeriggio. Le armi: archi frecce, fionde,
spade e pugnali (di legno s’intende), e qualsiasi altra arma contundente.
Si sono presentati abbastanza numerosi,
più di una decina, agguerritissimi ed armati
di tutto punto. Hanno cominciato col lanciarci frecce incendiarie (un batuffolo di cotone in
punta, intriso di alcool), che però si spegnevano durante il tragitto, lasciando solo una scia
di fumo. Effetto coreografico, ma innocuo, perché non avrebbero bruciato nulla, erano ben
visibili e quindi si potevano schivare con facilità. Noi li aspettavamo ai limiti del bosco, ma
solo alcuni, per far credere che fossimo in pochi, rispondevamo con qualche timida freccia
e qualche fiondata. Il grosso del nostro “esercito” stava nascosto dietro i grossi tronchi della Pineta, armati soprattutto di nodosi bastoni.
Credendo di averci intimoriti e vista la nostra
scarsa reazione, si sono gettati all’assalto gridando come ossessi e sono entrati nel bosco.
Male gliene incolse. Archi, frecce e fionde nel
fitto bosco e sottobosco, erano perfettamente
Sappiamo cucinare solo i prodotti
della nostra Terra come l’asparago
che cresce a Belgrado di Varmo, tenero e dolcissimo, l’oca della roggia
con il suo sapore selvatico, la prelibata anguilla che vive nelle limpidissime acque dello Stella. In autunno
dunque la “bisate in umido”, con
le nebbie dell’inverno si cena con
“polenta e baccalà”, a primavera
“risotto con lo sclopit”, d’estate poi
i nostri formaggi e il vero “frico di
STRISULIS” accompagnato dalla
freschezza degli orti. Proprio per
questo a BUGNINS la nostra Trattoria, ha più di mezzo secolo di vita,
intende ancora proporsi come punto fermo di una cultura culinaria altrove perduta o contaminata.
TAXODIUM
DISTICHUM
(Cipresso Calvo)
E’ una conifera che raggiunge l’altezza di trenta metri ed anche oltre, con
un tronco fino a due metri di diametro. Il
fusto si allarga alla base e la corteccia,
poco spessa, è di un colore rosso-bruno. Le foglie sono aghiformi lineari ed
in autunno cadono, dopo essere diventate di un rosso intenso. Da qui il nome
volgare di Cipresso Calvo. E’ una conifera d’acqua, tipica di luoghi umidi e
paludosi, frequentemente allagati, che
per sopravvivere anche in mancanza
di ossigeno, emette i pneumatofori, radici legnose che emergono dall’acqua,
appunto per respirare. Pianta originaria
del Nord-Est degli Stati Uniti, molto longeva (vive fino a 2000/3000 anni) ma
piuttosto sporadica. Esistono ancora gli
esemplari piantati da Giuseppe Verdi,
ai bordi del laghetto di casa sua. Da
noi, se ne può trovare qualcuno nel
parco della villa dei conti Mainardi a
Gorizzo, e probabilmente in altre dimore signorili della zona.
Era Ippolito Nievo che cantava le
qualità nascoste e squisite di questa
nostra terra. Di tante bellezze alcune
sono rimaste a consolarci come il vino
che lo scrittore giudicava “uno dei vini
più generosi del Friuli”.
La trattoria Da Bepo non si presenta
come il Ristorante di lusso che si finge rustico per conquistare l’avventore,
ma una vera davvero casalinga dove a
sera i vecchi ancora giocano a carte e
dove si sente il rimpianto per il mondo
contadino che pare inesorabilmente
perduto. Veniteci a trovare, Vi faremo
assaggiare il dolcissimo “masurin”,
oche ed anatre, radicchi ed erbe dei nostri orti, prodotti fondamentali per una
cucina legata alla tradizione. Questa è
la Trattoria Da Bepo di Bugnins.
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24
CODROIPO.
IVAN CUDIN,
“il Re di Sparta”
vince per la terza
volta la mitica
SPARTATHLON
Su Wikipedia si legge che Ivan Cudin è
un atleta italiano, specializzato nell’ultramaratona. Che ha ottenuto ottimi risultati nelle
100 km e nelle gare di 24 ore italiane ed
internazionali. Che è il campione europeo
della 24 ore e vincitore della Spartathlon nel
2010 e nel 2011. Non c’è ancora scritto che
l’ha vinta anche nel 2014, esattamente il 27
settembre. E che anche la terza vittoria di
Spartathlon è un trionfo tutto suo. Non c’è
scritto che è di Codroipo, classe 1975, che
dal 2001 lavora alla Sincrotrone Trieste, un
laboratorio di ricerca multidisciplinare, come
ingegnere meccanico. Che dal 2009 è il responsabile dell’ufficio tecnico ed attualmente si occupa della progettazione meccanica
di FERMI, una sorgente di IV generazione di
fotoni che verrà utilizzata per analisi chimiche, fisiche, mediche e farmaceutiche. Né
che da oltre 15 anni partecipa alle attività del
gruppo volontari codroipesi, un’associazione che organizza soggiorni estivi ed attività
di integrazione per persone diversamente
abili o che ha fatto parte di una associazione di volontariato internazionale, partecipando attivamente a due progetti per la realizzazione di ambulatori oftalmologici, uno
in Burkina Faso ed uno nei campi profughi
saharawi. Che ha giocato a calcio per oltre
10 anni, ma in seguito ad un serio infortunio
ha dovuto abbandonare questo sport. Che
da una decina di anni ha iniziato a praticare
il podismo.
Ma chi è Ivan Cudin? E’ persona semplice e, a suo modo, schiva, nonostante sia la
stella di SPARTATHLON, l’ultramaratona
mondiale, da Atene a Sparta, sulle rotte di
Filippide. La corsa di 245,3 km. che parte
dall’Acropoli di Atene ed arriva fino a Sparta,
è stata conclusa dal campione codroipese
in 22 ore, 29 minuti e 29 secondi.
OTTOBRE 2014
La Atene-Sparta conta 36 ore di tempo
massimo, 75 punti di controllo con cancello
orario (o si arriva entro una certa ora o si è
fuori senza se e senza ma). Vietato qualsiasi supporto psicologico, cellulari, mp3, o anche solo farsi accompagnare da qualcuno.
Si può avere assistenza solo in determinati
punti prestabiliti dall’organizzazione, giudici
severissimi. Questi sono i crudi numeri, ma
per capire cosa sia la Spartathlon, bisogna
viverla. Come ha fatto per ben 4 volte, di
cui 3 da vincitore, Ivan Cudin. Un ragazzo
ricco di una semplicità che lo onora, quella
tipica del “Grandi”. Che sia pure di Codroipo… beh! non può che riempirci di orgoglio.
Chapeau Ivan! www.pierinagallina.it
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Poi è salito per la terza volta sul gradino
più alto del podio mettendosi alle spalle il
tedesco Florian Reus e il polacco Andrzej
Radzikowski. Ci era già salito nel 2010,
nell’anno del 2500° anniversario delle gesta
di Filippide, aggiudicandosi la prestigiosa e
leggendaria Spartathlon, che nessun italiano aveva vinto precedentemente, bissando nel 2011 più un bronzo nel 2013. Tutto
questo oltre ad essere stato nel 2010 campione europeo della 24 ore e, a fine 2013,
e, a Taipei, aver stabilito il primato italiano
della 24 ore, inanellando ben 666 giri di pista (226,702 km in totale).
COS’E’ la SPARTATHLON? E’ annoverata tra le corse su strada più lunghe e più difficili al mondo, forse la più massacrante, ma
allo stesso tempo quella più affascinante per
una sorta di miscellanea tra storia e mito che
la circonda e adorna come un incantesimo,
rendendola pressoché unica. La prima edizione della Spartathlon avvenne nel 1983,
con la partecipazione di 45 atleti provenienti
da 11 diversi Paesi. A idearla fu un ex ufficiale della RAF, John Foden, studioso di storia
greca antica e ammaliato dalla figura di Filippide. Filippide era un emerodromo, ovvero
un soldato addestrato a correre per oltre 24
ore consecutive, caratteristica particolarmente sfruttata in tempo di guerra, per recare messaggi da una città all’altra. Racconta
Erodoto che nel 490 a.C., prima dell’inizio
degli scontri contro i Persiani, il soldato fu
inviato da Atene a Sparta per chiedere l’aiuto della città, coprendo l’enorme distanza in
poco più di un giorno. John Foden, folgorato
dall’impresa di Filippide, si chiese se anche
un uomo moderno sarebbe stato in grado di
coprire la distanza tra Atene e Sparta in così
poco tempo e nell’autunno del 1982 iniziò
a pianificare un tracciato che fosse quanto
più fedele alla strada percorsa da Filippide.
Dopo un primo tentativo compiuto con amici
per assicurarsi che fosse possibile coprire la
distanza nel tempo tramandatoci da Erodoto, l’anno successivo venne istituita la prima
edizione dell’ultra maratona. Il resto è cronaca, passata agli annali della competizione.
VARMO.
TIMP DI LEI,
una maratona
intessuta di
fiabe e parole
11 letture di bambini e di grandi per i bambini e 13 letture di grandi per i grandi, merende socializzanti, la sede di Villa Giacomini, un
caldo sole domenicale e un’organizzazione
appassionata hanno reso davvero speciale
“Timp di lei” a Varmo. Dal primo pomeriggio
a sotto sera, fiumi di parole ben scritte e ben
interpretate da uno stuolo di piccoli e grandi
lettori hanno solcato gli sguardi ed i cuori di chi
ascoltava e di chi leggeva. Di chi, insomma, fa
del leggere una passione e non ha esitato ad
accogliere l’invito della Commissione Biblioteca di Varmo e dell’Assessore alla cultura Michela De Candido, sempre in prima linea per
promuovere occasioni culturali.
La maratona ha permesso di dar voce a libri
dagli stili più variegati stili e fogge. Ecco i lettori.
Per la sezione dedicata ai bambini, Flavio Zavatteri, Anna Zanor, Luisa Pestrin, Camilla Zavatteri, Raffaella Pitton, Cristiana Carella, Giacomo de Michieli, Ambra Gaudino e Morgana
Dalla Costa, Anna De Michieli, Pierina Gallina.
Per la sezione riservata agli adulti, Lorena Liani, Serena Fogolini, Marisa Comuzzi, Cristiana
Carella, Bruno Brusadini, Antonia Festuccia,
Narisa Gregoris, Pierina Battiferro Festini, Marinella Rosin, Eugenio Busolini, Maurizio Gazziero, Nicoletta Ros e Paolo Bortolussi. I libri? Dal
Gabbiano Gaetano al Piccolo Principe, dal Signor Abbastanza alla Ninna nanna della guerra
fino ai Viaggi di Gulliver e al classico Castello
dell’orco cattivo, per la sezione per i bambini.
Da Io credo a Viva la vida, dal Cacciatore di
numeri all’Alfabeto delle emozioni al “Mont su
lis spalis”, da Margherita Dolcevita a Scarpe
rosse, tacco 15, alla conclusiva “Una passeggiata come preludio”, quale omaggio a Varmo
e alle sue bellezze.
P.G.
SICURPIÙ: SINONIMO DI QUALITÀ DI IMPIEGO NEL MONDO DELLA SICUREZZA
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25
Foto MMMI
SUONAN LE
CAMPANE
Completato il
restauro della
torre di Rivolto
Foto MMMI
MAN RAY
a VILLA MANIN
SEDE ESPOSITIVA
Villa Manin (Passariano di Codroipo)
ORARI DI APERTURA:
dal martedì a domenica: 10-19
chiuso lunedì
INGRESSI:
€ 10,00 intero · € 8,00 ridotto
€ 5,00 ridotto gruppi
Codroipo 28 set 2014. Iniziò nel 2012,
quando l’allora assessore regionale Riccardo Riccardi fece approvare il finanziamento
per la ristrutturazione della torre campanaria che presentava notevoli criticità strutturali. Si disse che entro la Pasqua di quest’anno avrebbero terminato i lavori, poi si parlò
della sagra del paese, Sant’Anna, nel mese
di luglio, ma solo pochi giorni fa assistemmo
alla rimozione dell’impalcatura e, alla vigilia del santo cui è dedicata la chiesa, San
Michele Arcangelo, è stato possibile inaugurare ufficialmente il ritorno in attività del
simbolo del paese.
La storia di Rivolto è davvero affascinante: castellieri, cortine e torre campanaria
erano parte integrante del sistema difensivo, con una zona dedita alla conservazione
e immagazzinamento dei prodotti. L’ex sindaco di Codroipo, il professor Pierino Donada, all’interno della chiesa, di fronte alle
autorità e tutta la cittadinanza, ha raccontato le evoluzioni della località che, sebbene
oggi sia famosa nel mondo solo per essere
la sede delle Frecce Tricolori, negli anni ha
rivestito un ruolo fondamentale per il preistorico “incrocio di quattro vie” oggi denominato Codroipo.
Il taglio del nastro a cura dell’attuale sindaco Fabio Marchetti, con il consigliere
regionale Riccardo Riccardi e Mons. Ivan
Bettuzzi, è stato il momento per sottolineare
come negli ultimi giorni si sia riusciti ad inaugurare strutture nel codroipese, che sono il
frutto di ben tre milioni e mezzo di Euro di
fondi pubblici: il centro per l’Alzheimer, la
scuola di Goricizza e le campane di Rivolto.
In verità sono stati completati solo gli interventi essenziali, strutturali ed esterni,
dato che all’interno della torre di Rivolto si
dovrebbero rifinire ancora i vari livelli. Per
raggiungere la cuspide ci sono una serie
infinite di scalette in legno che vi garantisco
non fanno una bellissima impressione. Però
sono riuscito a raggiungere le campane e risceso senza rischi (ma tanta polvere). D’altronde non c’è motivo di salire fino in cima
dato che l’impianto campanario è gestito
elettronicamente direttamente dalla sacrestia, però la vista è incredibile.
Per l’occasione sono arrivati da Zuglio
(UD) gli Scampanatori Friulani che al termine della cerimonia si sono impegnati in un
paio di esecuzioni musicali, utilizzando manualmente i batacchi. Giovani musicisti che
utilizzando questi strumenti enormi, riescono a produrre melodie incredibili.
Adesso le funzioni religiose e l’ora esatta,
saranno nuovamente annunciate dal meraviglioso suono delle campane e non più da
una registrazione audio amplificata come
negli ultimi due anni e il campanile ottocentesco di Rivolto torna ad essere il simbolo
del paese, in tutto il suo splendore.
MMMi
OTTOBRE 2014
26
Associazione
La Pannocchia
L’estate
è finita
L’estate di quest’anno, anche se non ha
diritto a definirsi tale, è finita pioggia, tuoni,
fulmini e saette hanno preso il posto del sole
e del caldo. Ma tant’è:
I programmi dell’associazione La Pannocchia sono saltati in gran parte. Le uscite
di studio dei pesci dei nostri fiumi, del loro
habitat, di quello che mangiano si sono
svolte regolarmente, forse perché erano al
coperto; i nostri ospiti hanno comunque imparato un po’ di più sulla vita delle trote del
Tagliamento.
Le uscite al Parco del Cormor per pittura
all’aria aperta dovevano essere una decina
ma si sono ridotte ad un paio solamente
perché qualche volta il maltempo ha impedito di muoversi all’aperto e altre volte il fresco eccessivo ha dissuaso gli operatori dal
portare i ragazzi al parco.
Una visita alla riserva del lago di Cornino
per vedere i grifoni è stata fatta. ma il maltempo ci ha messo la coda, così i partecipanti non hanno potuto camminare all’esterno ma hanno ammirato ugualmente i rapaci
dall’interno dell’osservatorio attraverso le
grandi vetrate. Hanno poi visitato il mini museo che si trova al piano sotto, osservando
i rapaci imbalsamati. L’operatrice Manuela
ha spiegato abitudini e usi dei rapaci chiusi
in una grandissima voliera.
Anche una visita alle cicogne di Fagagna
è stata eliminata, causa pioggia. Sono riusciti comunque ad imparare qualcosa di più
sulla fauna del Friuli.
A Ferragosto il gruppo degli ospiti residenziali è andato in montagna a Forni Avoltri
invitati dal gruppo AnimaSogni, dove hanno potuto ballare e divertirsi in compagnia,
sempre accompagnati dal ticchettio della
pioggia anche durante il rientro. Il maltempo
ha imperversato ed ha impedito anche l’at-
di Fabiola
tività in piscina all’aperto. A fine agosto tutti
gli ospiti sono andati alla piscina speciale di
Bibione dove ci sono acque termali a 38°.
Essa è divisa in 2 vasche, parte al coperto e
parte all’aperto. La vasca più grande ha l’acqua più calda ed è la preferita di Giulio che
è vecchietto, quella esterna è più piccola e
fresca, gradevole anche sotto la pioggia. Alla
fine tutti hanno pranzato al coperto e sono
rientrati rinfrancati dalla bella esperienza.
Il primo di settembre i ragazzi sono andati
al Palio di San Donato, nei pressi di Cividale
del Friuli. Il Palio si svolge nelle vie del centro storico di Cividale, ad esso partecipano i
cinque borghi della cittadina. Si ripropongono tradizioni culinarie, artigianali e di svago
in un contesto tipicamente medioevale. I ragazzi erano stati istruiti a non disperdersi e,
nonostante la bolgia infernale, il gruppo si è
mantenuto compatto.
Uscita a Villa Manin di Passariano nella
seconda domenica per la mostra-mercato
dei fiori. All’inizio il tempo era bello, piacevoli da vedere i cavalli, le piante e il parco. I
ragazzi sono stati tutti contenti di assaggiare
le dolci novità della nuova stagione, esposte
sulle bancarelle prima di rientrare a causa
della pioggia.
19° Manifestazione “Mont Martre in piazza” a Codroipo, con la partecipazione di
una quarantina di artisti, pittori e mosaicisti.
Sono stati esposti gli ultimi lavori importanti
degli ospiti: quadri dipinti a olio, mosaici su
ciotole grandi, oggettini in mosaico e ceramica. In contemporanea, Mostra mercato di
oggetti anche a San Valeriano dove i volontari hanno presenziato con una bancarella,
mattina e pomeriggio. Grazie di cuore a tutti.
Infine, tutti i ragazzi residenziali ed alcuni diurni, gli operatori e qualche volontario
hanno organizzato una festa a sorpresa
per dire addio ad Elisa, già coordinatrice
della cooperativa FAI, molto apprezzata da
colleghi e volontari. Le vicende della vita la
portano lontano, ma le sue scelte personali
devono essere accettate senza discussioni. Come ricordo gli ospiti hanno preparato
un album di fotografie scattate lungo i dieci
anni di convivenza con lei. Addio Elisa e tanti auguri per il tuo futuro con l’uomo che ami.
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Tagliare
lo spreco è
PERICOLOSO
L’accordo della pubblica opinione sulla necessità e urgenza dei tagli è solido
e compatto. Nessuno ha dubbi: ci vogliono, sono necessari, non se ne può fare a
meno. Ma non si riesce a farli.
Qualunque proposta, qualunque iniziativa, viene aggredita selvaggiamente da uno
fuoco di sbarramento dei vari interessati
spesso appoggiati dal demagogismo dei
giornali. È vero che alcune delle iniziative
sono state goffe e amatoriali, ma l’opposizione non distingue. Tagli? Niet.
L’ultima richiesta di Matteo Renzi ai suoi
Ministri è quella di vedere nei dicasteri di
competenza quali voci, aree, zone di spesa si possono ridurre per mettere insieme
i 20 miliardi necessari a breve termine per
non “sballare”. Si tratta di una percentuale
del 3% circa sul bilancio complessivo dello
Stato.
È ridicolo che non si riescano a trovare
20 miliardi su un bilancio di 900 miliardi,
specialmente pensando che si tratta di
spesa pubblica, ovvero di “spesa del denaro altrui”. Non è semplicemente credibile.
Mi meraviglio che un personaggio come
Sergio Chiamparino, con una vita di esperienza nella Pubblica Amministrazione, non
sappia quanto sia endemico lo spreco e la
malaspesa in quel campo. La sua indignazione è pelosa e sospettabile, come quella
degli altri governatori e dirigenti intermedi e
alti del Moloch Sanitario Nazionale.
La reazione è stata immediata con toni
da apocalisse e catastrofe. Renzi ha replicato con una apparente retromarcia: va
bene niente tagli, ma alla eliminazione degli sprechi non rinuncio.
Come se la richiesta originale non avesse
come obiettivo precisamente l’ampia area
grigia dello “spreco”: documentata, contabilizzata, nota in gran parte, ma in altrettanto
grande parte luogo di ombre, pesanti cortine e di cose che non si possono dire.
C’è una ragione per la quale in Italia è
più facile ridurre le pensioni, tagliare spese necessarie e spesso indispensabili, tagliare la manutenzione del territorio e degli
edifici, ridurre servizi, ma è impossibile eliminare gli sprechi. E non ci vuole molto a
comprenderla.
Lo spreco è il luogo delle clientele, degli amici degli amici, delle maggiorazioni
strumentali, delle aste truccate, dei servizi
inutili alla collettività, ma utili a pochissimi,
delle consulenze di comodo, dei favori illeciti, dei ricatti, dell’illecito arricchimento
a spese dalla collettività. Luogo di mafie e
di camorre, tangenti, commissioni indebite,
mance, parassiti privati e sociali.
Lo spreco è il nome vero del finanziamento sommerso ai partiti e all’associazionismo parassita travestito da servizio
sociale o, peggio, culturale.
Tagliando servizi e spese indispensabili
si danneggiano moltissimi cittadini indifesi
e non rappresentati.
Tagliando lo spreco si danneggiano pochi, ma potentissimi e vociferanti soggetti.
Per questo tagliare gli sprechi è pericoloso.
Lorenzo Matteoli
www.ilpaesecodroipo.it
MICHELE
PITTACOLO
ANCORA SUL
TETTO DEL
MONDO.
Vince il
Titolo Iridato
27
Il Campione paralimpico che difende i
colori dell’Alè Team è stato semplicemente straordinario. A Greenville (Usa) Michele
Pittacolo si laurea Campione del Mondo,
per la 5a volta. E’ sulle strade statunitensi di
Greenville che Michele Pittacolo (Alè Team)
conferma il suo valore e il suo carattere.
L’atleta giallofuo, in azzurro per l’occasione iridata, si è imposto nella categoria MC4,
dopo 82km corsi con testa, gambe e grinta.
L’ottima condizione fisica l’aveva dimostrata
già nella Prova di Coppa del Mondo, in Spagna, in cui non aveva avuto rivali e aveva
vinto nettamente. Nonostante le tante difficoltà incontrate sulla strada, l’atleta friulano, grazie ad una prova di carattere e tanta
forza di volontà ha vinto il suo quinto titolo
mondiale. Al debutto con i colori #giallofluo
regala subito emozioni e una maglia iridata:
emblema di determinazione e coraggio.
“Ringrazio la mia squadra che ha creduto
in me quando tutti, dopo la frattura di 3 vertebre lo scorso anno, mi davano per finito.
Grazie alle ditte friulane e non che hanno
scelto di appoggiarmi fino a Rio 2016. Grazie anche ai miei tifosi e a mia moglie che mi
sostengono sempre”.
Il suo palmares iridato è davvero prestigioso: nel 2009 conquista due titoli mondiali
a Bogogno (No) e l’oro mondiale su pista
nell’inseguimento individuale con Record
del Mondo a Manchester. Nel 2011, invece,
si laurea Campione del Mondo nella prova
in linea su strada. A Londra 2012, realizza
un sogno, partecipa ai Giochi Paralimpici e
vince una splendida medaglia di bronzo. 12
mesi fa non riuscì a far parte della spedizione azzurra per i Campionati del Mondo,
causa un incidente che lo ha messo fuori dai
giochi, per lui frattura di tre vertebre. La sua
rivincita, l’ha presa, ma Michele non si accontenta mai: è nato per credere nelle sfide.
“Ha vinto un uomo, prima che un atleta. La
vittoria mondiale di Michele Pittacolo è motivo
di grande orgoglio per tutto il Team” - afferma
il Presidente dell’ Alè Team, Alessia Piccolo.
“Umiltà, carattere, grinta, passione e caparbietà: sono questi gli ingredienti che lo hanno
portato a questa splendida vittoria. Siamo felici e non possiamo che prendere esempio dal
nostro campione, ora campione del mondo!”.
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OTTOBRE 2014
28
Ce biel !!! Che Bello !!!
delle scuole primarie ed hanno partecipato al
corso una quindicina . Con una certa “professionalità” , bravura ed anche paura causata
alla loro timidezza, si sono mostrati con i loro
costumi colorati inventati da loro e confezionati da nonna Anita e le mamme.“Nonôs
secul”(Nonni secoli) Jacun e Gianluca con i
loro parrucconi cercavano di presentarsi più
anziani possibile e riuscendovi con tanta
ironia, mentre le stagioni(Primevere - estât autun - unviêr) hanno dato sfogo della loro
fantasia con Beatrice - Asia - Camila - Lidia
,dimostrando carattere e caratteristiche stagionali. “Mieze gnot-Misdì”Mezzogiorno e
Mezzanotte si sono date alle caratteristiche
usuali dell’ora che hanno rappresentato,
ma le ore della giornata si sono divertite
entrando e immobilizzando gli attori in scena con un suono di violino, suonato benissimo da Alice che interpreta l’ora una, l’ora
dei sogni, mentre Filippo gioca con la sua
passione , la pesca, alzandosi alle cinque
del mattino , ma la merenda delle sedici è
di Rebecca che ritorna a casa da scuola
mentre Isabella fa l’ora di cena , le diciannove e per ultima ora , l’ora del riposo con
Cecilia che è le ore ventuno. Il sognatore Matias , che fa la sua parte di bambino
sognatore che chiede di fermare il tempo
per una sua marachella di studio. Hanno
aiutato la Scuola di Musica di Varmo con
i microfoni e nonna Laura recitando dietro
le quinte rassicurando tutti i bambini. Un
grande pomeriggio dedicato ai nonni e parenti tutti e ricordando che il prossimo anno
sarà la X edizione e chiediamo ai bambini,
che frequentano le scuole primarie, di prenotarsi perché questo corso è gratuito aiutati dalla Pro Loco “Lis aghis”, chi li dirige e
il patrocinio della giunta comunale di Varmo, senza avere soldi per la lingua friulana
perché sembra che a Trieste ed ai nostri
rappresentanti la legge costituzionale 482
non interessi. Ma ringrazio tutti quelli che
hanno collaborato ed anche quelli che non
lo hanno fatto.
- Senta, giornalista, parliamoci chiaramente,
io ero la segretaria del signor Molteni e mi creda,
se c'è una persona che voleva toglierlo di mezzo
quella era di certo Marco Fitti, il suo più acerrimo
concorrente, non lo tireranno mai in mezzo perché
ha agganci molto in alto per via di alcuni favori fatti, in passato, alle persone giuste, ma mi creda, c'è
dentro fino al collo. - Luigi la guardò stupefatto e
commentò freddamente.
- Ha qualcosa che può suffragare queste sue affermazioni? Capirà che la sua parola, per quanto
sincera, deve essere accompagnata da qualche
prova. Nessun giornale, per quanto zelante, pubblicherebbe una notizia del genere senza prove, quelli
dell'ufficio legale bloccherebbero tutto. - Ecco dove entra in gioco lei, giornalista, trovi
le prove. - Mentre la coppia conversava il giovane
barista del De Mosis si era allontanato per servire
alcuni clienti nella sala ristorante, ora era tornato e
guardava i due con aria interrogativa.
- Siamo qui da mezz'ora e non le ho ancora offerto nulla da bere, sono proprio un maleducato, mi
permetta di rimediare, che cosa prende? - Chiese il
giornalista alla donna, con fare mellifluo.
- Vorrei un calice di vino bianco secco, per me
invece un orzo, con schiuma e cacao in polvere,
grazie. A quel punto il barista intervenne proponendo un
freschissimo e profumatissimo Friulano DOC. Anna
accettò di buon grado la proposta del barista e così
anche Luigi. I bicchieri di nettare color dell'oro arrivarono subito. I due accennarono ad un brindisi e
dopo aver sorseggiato quel vino, orgoglio del Friuli,
rimasero in un imbarazzante silenzio.
- Bene, credo sia il caso di mettersi al lavoro. Disse il giornalista alzandosi dallo sgabello. - Signor
Omolle, a me interessa solo la verità. - Replicò la
segretaria di Gianni - La verità qualunque essa sia.
La saluto signora, ma soprattutto, la ringrazio.- Così
si congedò Luigi Omolle che, dopo aver pagato,
uscì dal locale. Luigi tornò al parcheggio in piazza
Giardini, dove aveva lasciato la macchina, si sedette sul sedile del guidatore e cercò, tramite il suo cellulare, l'indirizzo di questo signor Marco Fitti di cui le
aveva parlato la segretaria del povero Molteni.
- Si potrebbe fare due chiacchiere con questo signor Fitti, ma domani, ora è meglio tornare a casa.Mormorò tra se e se il giornalista.
L'indomani mattina Luigi, dopo aver fatto colazione, si mise davanti al computer per cercare qualche
informazione su questo signor Fitti, gli serviva un
punto di partenza per poter scavare nella vita di quel
uomo per svolgere l'incarico che gli era stato assegnato anche se, in cuor suo, non ne comprendeva il
motivo. Non trovò molto di più di quel che già non gli
avesse riferito Anna la sera prima, forse era il caso
di scambiare nuovamente due chiacchiere con lei.
Decise quindi di chiamarla a casa, il numero glielo
aveva scritto su quell'originale biglietto d'invito che
gli era stato consegnato il giorno prima.
- Pronto? Famiglia Quadri?- Dopo qualche istante
qualcuno rispose al telefono, era la voce di un uomo.
- Pronto? Chi parla? - Mi chiamo Luigi Omolle e
sono un giornalista, cercavo la signora Anna.- - Non
è in casa, può dire a me? Sono il marito. - Ah, capisco.- Rispose il giornalista che non si aspettava di
sentire una voce maschile al telefono. Dopo un attimo di pausa riprese a parlare: - Credo che anche lei
potrebbe essermi d'aiuto. Sto scrivendo un articolo
sulla tragica fine del signor Gianni Molteni ed ero
stato contattato da sua moglie che si era offerta di
aiutarmi. Ma se ha del tempo vorrei parlare anche
con lei, sa, per avere un punto di vista diverso. Daniele non rispose subito, dopo una breve pausa disse: - In effetti ho anche io qualche informazione che
le potrebbe essere utile.- - Bene! Posso passare da
lei stamattina? Verso le 11.00 può andare bene?- Sì, direi di sì, ma non ho molto tempo, ho la casa
sottosopra a causa dell'allagamento, comunque va
bene. - La ringrazio per la cortese disponibilità. A tra
poco quindi.- Così Luigi concluse la conversazione.
Alle 10 e 59 minuti esatti Omolle citofonava all'indirizzo della casa di Daniele Quadri.
- Sono Omolle, il giornalista, avevo un appuntamento per oggi alle 11.00.- Entri pure.- Rispose una voce maschile dall'altra
parte del filo. Il giornalista ed il bancario si trovavano
nel salotto della casa di quest'ultimo, un ambiente
arredato con mobili moderni dall'inconfondibile stile
IKEA, ordinato e pratico.
- La ringrazio di avermi concesso il suo tempo
signor Quadri e le assicuro che non ne abuserò.Esordì Luigi con tono ossequioso, per poi continuare dicendo:
- Sua moglie è in casa?- - No, è al lavoro, sa, con
quello che è successo... - Rispose Daniele Quadri.
- Capisco... Senta signor Quadri, io vorrei scrivere
un articolo che dia un'idea ai lettori di che tipo fosse
la vittima, di chi fossero i suoi amici e conoscenti,
capisce che sono cose che interessano ai lettori di
tutti i quotidiani...- Il bancario guardava il giornalista
con scetticismo, tuttavia era intenzionato a sapere
dove volesse arrivare.
.... continua nel prossimo numero
di Luca Bellomo
Foto FEDERICA TOFFOLI
Applausi!!!!! Applausi!!!!!! Applausi!!!!!!
La festa dei nonni fatta a Romans di Varmo, non ha niente da invidiare le grandi
feste in loro onore pubblicizzate a caratteri cubitali, organizzata , come ogni anno,
dalla pro loco “Lis aghis”. Per l’occasione
si è fatto il saggio del fine corso della IX
edizione del “Teatrut dai fruts” con la commedia per bambini: “La cjase dal timp”(La
casa del tempo) di Franca Mainardis in
lingua friulana.
Dopo 3 mesi di incontri bi-settimanali di
un’ora, i provetti attori hanno dato il meglio divertendo tutti i presenti, bisogna
ricordare i lettori che sono tutti bambini
Delitto in Villa
(un giallo a puntate)
- Lo sospettavo. Rispose Luigi concludendo la frase con un
sorriso, si accomodò
quindi sullo sgabello
vicino alla ragazza.
- Signor Luigi, perdoni i miei modi maldestri e forse un po'
teatrali ma oggi, davanti alla stazione dei
carabinieri, l'ho notata e qualcosa mi ha
detto che lei potrebbe
essere interessato
a delle informazioni
sull'assassinio di oggi
da inserire nel suo
articolo. - Disse gentilmente e con pacatezza Anna.
- La fermo subito signorina, prima che sorgano
equivoci, se lei intende passarmi delle informazioni
in cambio di denaro sappia che sono al verde. Mi
ritengo già fortunato ad essere uno dei pochi codroipesi la cui casa è stata risparmiata dall'acqua che
ha allagato mezza città in queste ultime settimane. - La donna rise e con un gesto fluido spostò un
ciocca dei capelli biondi e ricci che le incorniciavano
il viso, si affrettò a precisare: - Non mi ha lasciato
nemmeno finire, ad ogni modo ho capito il suo punto di vista e la rassicuro sul fatto che non intendo
chiederle soldi, a me interessa che sui giornali si
legga la verità e non le notizie filtrate dalle conferenze stampa della polizia. - Le sue parole avevano un
tono, che pur mentendosi calmo, tradiva una certa
rabbia. Poi aggiunse, quasi divertita
- Noi non siamo stati così fortunati, l'acqua ci ha
riempito la cantina e senza una pompa ad immersione mio marito si è visto costretto a darsi da fare
con dei secchi, prendeva l'acqua dalla cantina e
svuotava il secchio nella vasca da bagno purtroppo,
poi si è arreso quando la vasca si è riempita, per fortuna non ero in casa quando l’acqua ha cominciato
ad alzarsi in cantina, ero ancora al lavoro... - Luigi
sorrise e commentò: - Non si può nulla contro la furia degli elementi. -, poi aggiunse - Come si chiama
suo marito? - - Daniele Quadri. Perché me lo chiede? - - Curiosità, sono un giornalista, no? -
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29
Le paure del nostro tempo
La cronaca degli ultimi mesi è
ricca di fatti molto gravi che stanno accadendo un po’ dappertutto.
Ci troviamo in un periodo di seria
crisi economica che perdura
da qualche anno e non abbiamo
ancora visto la cosiddetta luce in
fondo al tunnel. Ci sono guerre
in varie parti del mondo, dai Paesi
dell’Africa nera, al medio oriente,
alla non lontana Ucraina. I terroristi tagliatori di teste fanno pubblico spettacolo delle loro esecuzioni,
seminando panico nel mondo occidentale. Il virus Ebola sta mietendo centinaia di vittime in alcuni Paesi dell’Africa occidentale e in tutto
il mondo ci si sta attrezzando per
prevenire il micidiale contagio. Decine di migliaia di profughi stanno
fuggendo dalle violenze di guerre
civili o da persecuzioni religiose,
ideologiche, etniche. E poi embarghi, bombardamenti, eserciti che
si preparano, e così via. Insomma,
il periodo che stiamo vivendo è a
dir poco inquietante e le “certezze”
che abbiamo consolidato negli ultimi decenni sembra che comincino
a venir meno: la pace e la prosperità conquistate nel secondo dopoguerra dovranno essere riconfermate a un prezzo che ancora non
sappiamo quale entità potrà avere.
Non vogliamo fare terrorismo
psicologico, né essere visti come i
“catastrofisti” della situazione, ma
semplicemente richiamare l’attenzione su quanto sta accadendo per
ragionarci sopra. Come sempre
la nostra proposta è di vedere la
realtà filtrandola con le “lenti” dello spirito, con l’aiuto che viene da
Dio, attraverso la Sua Parola contenuta nelle Sacre Scritture. Se da
un lato non bisognerebbe pensare
alle cose spirituali solo nei momenti
difficili, d’altro canto sono proprio la
paura, talvolta, come l’angoscia o il
dolore, che aiutano l’essere umano
a riflettere sulla propria esistenza, a
cercare di dargli un senso e a dare
il peso alle cose che veramente
contano, ai valori che arricchiscono
e che fortificano interiormente.
La prossima
conferenza
La domanda che invitiamo a porsi
è questa: in che termini può la
fede in Dio preservarci da queste
potenziali sventure (ma anche da
tante disgrazie che possono prima
o poi capitare personalmente ad
ognuno di noi)? La nostra speranza è riposta esclusivamente nei governanti e negli scienziati, oppure
aspiriamo a ottenere una pace che
non può essere perturbata dagli
accadimenti più terribili?
Questo è il tema della conferenza pubblica del prossimo 8
novembre: desideriamo vedere
dalla prospettiva cristiana quanto sta accadendo intorno a noi e
proporre gli insegnamenti del Vangelo per aiutare ad affrontare con
il giusto spirito il nostro presente,
con un sano ottimismo per il
futuro. Nell’invitarvi a partecipare
all’incontro, vi lasciamo riflettere su
alcuni brani tratti dal Nuovo Testamento:
Dio stesso ha detto: «Io non ti
lascerò e non ti abbandonerò».
Così possiamo dire con fiducia: «Il
Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l'uomo?» (lettera agli Ebrei 13,5-6).
Non abbiate paura di quelli che
uccidono il corpo, ma non hanno
potere di uccidere l’anima; temete
piuttosto colui che ha il potere di
far perire e l’anima e il corpo nella Geenna [= l’inferno] (Vangelo di
Matteo 10,28).
Il vostro cuore non sia turbato;
credete in Dio e credete anche in
me. Io vi lascio la pace, vi do la mia
pace; io ve la do, non come la dà il
mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi (Vangelo di
Giovanni 14,1 e 27).
Invito
Noi predichiamo il Cristo del Nuovo Testamento e siamo convinti
che in mezzo a una società che si
sta allontanando dai valori cristiani
ci siano ancora persone che cercano Dio, che desiderano prendere
sul serio la Sua Parola, anche con
il dialogo e il confronto. Il nostro invito è di iniziare a conoscere i temi
di attualità religiosa attraverso una
proficua lettura (e pratica) delle Sacre Scritture. La chiesa di Cristo di
Udine propone il ritorno all’originale insegnamento di Gesù.
Chiunque desideri parlare con noi,
può scriverci, telefonarci (0432299379) o visitarci nella sede a
Udine in Via Trento 73-77.
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30
IGIENE
ORALE
DOMICILIARE
Proseguendo questo nostro cammino
attraverso il cavo orale e compresi quali
sono i disagi che più spesso lo affliggono,
vediamo nel dettaglio cosa e come possiamo fare quotidianamente per mantenerne la salute.
La placca batterica è dunque il comune
denominatore di quasi tutte le patologie
del cavo orale, quali carie, gengivite, parodontite e alitosi. Lo scopo dei vari presidi
di igiene è proprio quello di disorganizzare questo agglomerato batterico in modo
meccanico (spazzolino, filo, scovolino) e
chimico (collutorio).
Un pò di storia...
lo Spazzolino...
I primi cenni di strumenti atti a introdurre
nella pratica quotidiana l’igiene orale, risalgono addirittura al 3000 a.C. con i Sumeri che utilizzavano stuzzicadenti d’oro,
mentre altre popolazioni intorno al 1600
a.C. dell’India e Musulmane utilizzavano
delle radici con estremità sfilacciata. Il primo reale modello di spazzolino in setole
naturali e manico in avorio è stato attribuito all’inglese William Addis nel 1780.
Le setole naturali dello spazzolino, che si
OTTOBRE 2014
SALUTE · SANITA’ A CODROIPO
possono ancora trovare, sono però dotate
di punte incave e sono quindi più favorevoli a essere ricettacolo di batteri (trattenendo acqua e non potendo essere arrotondate). Cosi nel 1938 grazie a DuPont
furono sostituite da quelle in fibre sintetiche nylon, poliestere, tynex.
Lo spazzolino ideale dovrebbe avere
caratteristiche di maneggevolezza, dimensioni ridotte e durezza delle setole
tale da rispettare i tessuti molli (gengive e
mucose) ma al contempo di rimuovere efficacemente la placca. Possiamo trovare
in commercio vari tipi di spazzolini che si
distinguono per la forma di testina e manico e durezza delle setole (extra morbide,
morbide, medie, dure). Sono preferibili gli
spazzolini con setole medio-morbide in linea generale, in quanto meno traumatici
sia per i tessuti duri che per quelli molli e
con una dimostrata maggior efficacia nella
rimozione della placca. Per quanto riguarda la forma della testina e la disposizione
delle setole come indicazione generale è
da considerare migliore quella più piccola e con setole a varie inclinazioni. Nelle
sedute di igiene orale professionale l’igienista saprà consigliarvi al meglio relativamente alla vostra situazione personale.
Di uso molto comune è diventato lo
spazzolino elettrico. Il primo fu inventato
e progettato in svizzera nel 1954 da Philippe-Guy Woog ; da allora l’evoluzione
di questo articolo è stata rapidissima e di
notevole impatto sulle abitudini quotidiane
di igiene orale. È stato dimostrato infatti
da diversi studi che la rimozione efficace
della placca è data senz’altro dalla tecnica
ma anche dallo strumento impiegato. Gli
spazzolini elettrici con testina rotonda e
movimento oscillante-rotante sono progettati per pulire un dente alla volta, facendo
scorrere la testina stessa dalle zone posteriori a quelle anteriori, e permettendo
l’azione dello spazzolino qualche secondo su ogni superficie (correttamente 30
secondi per emiarcata). Questo tipo di
spazzolini sono particolarmente indicati
nei pazienti :
• con particolari difficoltà motorie;
• con tecnica di spazzolamento troppo
vigorosa;
• poco motivati alle cure dentarie;
• con difficoltà ad eseguire tecniche manuali corrette.
In condizioni di salute orale adeguata,
le indicazioni generali per una concreta rimozione della placca, risultano essere di
due spazzolamenti al giorno per almeno
due minuti. Esigenze particolari vanno valutate assieme all’igienista ma è importante ricordare che :
• la durata non deve sostituire la frequenza;
• il tempo di spazzolamento sia distribuito uniformemente su tutte le zone.
Vedremo poi come migliorare l’igiene
degli spazi interdentali… il tanto adorato
filo & co.
Igienista Dentale, Sara Massarutto