edizione 02/2013

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Sotto osservazione internazionale
4
Il bat fant mont 7 ha ricevuto visite dall’OSCE
Con la tecnologia più moderna
10
Il bat aiuto cond 9 scende in campo con il FIS FT
«La brigata mi mancherà»
Il brigadiere Stefano Mossi si congeda dopo sette anni
12
Editoriale
Grazie di cuore, addio e buona fortuna
Al 31 dicembre 2013 lascerò il comando della brigata. Dal 1. gennaio
2014 il colonnello SMG Maurizio Dattrino sarà promosso brigadiere
e mi succederà. Un periodo di comando di sette anni è relativamente
lungo e forse anche poco usuale, e quindi la volontà del Capo dell’e­
sercito di apportare un cambio al comando, oltre che assolutamente
legittima, è anche del tutto comprensibile. Ciononostante il distacco
da questa funzione, da questo compito, e in definitiva da tutti voi, sa­
rà comunque difficile e carico di emozioni.
Quando il 2 gennaio 2007 ho preso possesso del mio ufficio e ho ini­
ziato questa attività, ero felice e timoroso allo stesso tempo: felice per
la straordinaria opportunità ricevuta, e timoroso di fronte all’ampiez­
za e alla complessità del compito. In questi sette anni, sia perché la
brigata ha quasi raddoppiato le sue dimensioni, sia perché le condi­
zioni in cui opera l’esercito si sono fatte più difficili, l’ampiezza e la
complessità del compito sono aumentate. Il timore tuttavia è svanito
di fronte all’esperienza accumulata. Mai, in questi anni, è subentrata
la routine o, peggio, la noia. Ogni giorno ha riservato nuove sfide e
nuove esperienze, che hanno rafforzato le miei personali risorse.
I questi anni ho soprattutto apprezzato e amato il lavoro a stretto con­
tatto con la truppa, e quindi con tutti voi. I corsi dello stato maggiore
di brigata, i corsi di ripetizione dei battaglioni, gli allenamenti sui va­
ri simulatori o i corsi con i quadri, hanno rappresentato i momenti
migliori della mia attività di comandante. Il lavoro con e per la truppa
rappresenta certamente il compito principale per il comandante. Tut­
tavia per me questo contatto andava ben al di là, non era solo un mo­
do per assolvere il mio compito, bensì un’occasione privilegiata per
conoscervi e apprezzarvi.
Osservare il vostro lavoro, valutare le vostre prestazioni, cercare di
fornirvi informazioni e consigli, è sempre stato per me un piacere più
che un lavoro. E quando poi vi era anche la possibilità di scambiare
qualche parola, di sentire le vostre opinioni o le vostre idee, o magari,
come è accaduto in qualche occasione durante un impiego o un eser­
cizio di truppa, soffermarmi un po’ più a lungo per bere un caffè e di­
scutere con voi nel cuore della notte, ho veramente apprezzato il mio
compito.
Un aspetto per me importante è stata la coesione culturale e linguisti­
ca che è stata raggiunta nella nostra brigata, composta come noto da
militi della Svizzera tedesca, francese e italiana. Non ho mai percepito
le naturali differenze di mentalità come un ostacolo: al contrario que­
ste diversità sono sempre state fonte di scambi di idee e di solidarietà.
E a titolo personale, da rappresentante della minoranza italofona, ho
sempre apprezzato la gentilezza e la comprensione di tutti i camerati
tedescofoni e francofoni, che mai mi hanno rinfacciato il mio modo
di esprimermi nelle loro lingue non sempre solido e preciso.
Per me è stata una soddisfazione particolare apprezzare le vostre pre­
stazioni nel corso degli anni: quelle dei singoli, ma soprattutto quelle
dei reparti dei quali fate parte. Prestazioni che sono state generalmen­
te buone, e a volte anche eccellenti. Certo, non è sempre stato il caso:
di tanto in tanto qualche prestazione non è riuscita, e non ho potuto
fare a meno di dirvelo. Tuttavia mai ho dovuto assistere a situazioni
veramente negative e spiacevoli, che fossero da ricondurre a mancan­
2 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
za di impegno o a malanimo. No, il vostro impegno, la vostra motiva­
zione e anche il vostro orgoglio non hanno fai fatto difetto, nemmeno
quando la prestazione, alla fine, non era quelle attesa e desiderata.
Anche per questo motivo i ricordi di voi che porto con me, e porterò
sempre, sono esclusivamente positivi.
Molte volte, magari anche per incoraggiarvi dopo qualche prestazio­
ne non proprio eccellente, vi ho ricordato che il nostro è un esercito di
milizia, e che questa situazione, oltre che offrire numerosi e impor­
tanti vantaggi, comporta anche qualche svantaggio, come la brevità
dei periodi di istruzione. E allora vi ho sempre spiegato come sia pres­
soché impossibile, in questi brevi periodi, raggiungere la perfezione, e
come si tratti invece di raggiungere e mantenere una capacità e pron­
tezza di base che, in caso di bisogno, ci permetta di allenarci intensa­
mente e più a lungo per permetterci di andare in impiego. Oggi sono
fermamente convinto che la brigata fanteria montagna 9 possa conta­
re su corpi di truppa, unità e singoli ufficiali, sottoufficiali e soldati
che possiedono questa prontezza di base, e che, all’occorrenza, sa­
prebbero assolvere il compito loro assegnato. Il merito di questo è
esclusivamente vostro: di voi comandanti, di voi quadri, e di tutti voi
militi della brigata.
Io parto, ma la brigata resta, e con essa tutti voi. Il vostro compito, la
vostra responsabilità di cittadini e soldati non cambieranno, e dal 1.
gennaio 2014 continuerete a lavorare con impegno e fornire le buone
prestazioni alle quali siete abituati. Lo farete non tanto per il vostro
comandante di brigata, bensì per il vostro paese, per i vostri concitta­
dini e per le vostre famiglie, affinché noi tutti si possa continuare a vi­
vere in una Svizzera prospera e pacifica.
Per tutto quanto avete fatto, fate e farete ancora in futuro, io non pos­
so che ringraziarvi di tutto cuore, esprimendo la mia riconoscenza e
quella del nostro paese. Voglio però ringraziarvi in modo particolare
per tutti momenti belli che mi avete offerto in questi sette anni, mo­
menti che, nel loro insieme, fanno di questo periodo il più bello della
mia vita. Questi ricordi resteranno sempre nel mio cuore.
Ufficiali, sottoufficiali e soldati della brigata fanteria montagna 9,
Come da tradizione, anche in questo caso vale il motto «Servire e spa­
rire». Dopo aver servito, ora non mi resta che sparire. A voi tutti au­
guro ogni bene, per la vostra
vita militare, breve o lunga
che sia, ma soprattutto per la
vostra vita privata, famigliare
e professionale, sperando che
possano essere costellate di
felicità e successo.
Grazie, addio e buona fortuna!
Foto: zvg
Ufficiali, sottoufficiali e soldati della brigata fanteria montagna 9,
Brigadiere Stefano Mossi
Comandante br fant mont 9
Contenuto
Immagine di copertina
I lanciamine del bat fant mont 29 sulla
­piazza di tiro di Hinterrhein (GR).
(Foto: cap Christoph Merki)
Contenuto
4 Nuovo veicolo corazzato
Gli autisti dell bat fant mont 7 sul Glaubenberg hanno guidato per la prima volta il nuovo veicolo protetto per
il trasporto di truppa.
7 Nuovi volti
Nella Brigata del Gottardo ci sono due nuovi comandanti.
Una breve presentazione.
10 Nuove antenne
I soldati appassionati di tecnologia hanno potuto mettere in
esercizio per la prima volta il FIS FT.
12 Parole chiare
Dopo sette anni alla testa della Brigata del Gottardo,
il br Stefano Mossi traccia un suo bilancio.
6
Domande dirette
8
Assalto alla casa
Il cdt C Dominique Andrey
in visita al bat fant mont 48.
15 Attrazione turistica nel bunker
Sul San Gottardo, in una vecchia fortezza militare, si possono
ammirare gli spazi tematici «Sasso San Gottardo».
16 Piano dei servizi
Per potenziare il nostro team comunicazione della brigata fanteria di
montagna 9 cerchiamo:
Traduttore DE → FR
Traduttore DE → IT
La Sua lingua madre corrisponde alla lingua finale e dispone di esperienza lavorativa nel campo della comunicazione/massmedia oppure
del giornalismo? Nel nostro piccolo team ha la possibilità di svolgere il
suo servizio militare nel campo della c
­ omunicazione. Per ulteriori
informazioni o per candidature può contattare il magg Stefan
Lehmann al seguente indirizzo e-mail:
stefan.lehmann@vtg.admin.ch
Il bat fant mont 29 allena la
guerra urbana al simulatore.
Impressum
esercito.ch, la rivista dei militi della br fant mont 9, viene
pubblicato due volte all’anno
Editore: capo dell’esercito e comandante br fant mont 9
Indirizzo redazione: cdo br fant mont 9, casella postale
2018, 6501 Bellinzona
Redazione: gruppo della comunicazione br fant mont 9:
magg Stefan Lehmann, capo comca; sdt Elio Ferrari;
sdt Beda Lötscher; sdt Thomas Oswald; sdt Jonas Rüegg;
sdt Gregorio Schira
Fotografo: sdt Marco Cortesi
Traduzioni: I ten Gilles de Diesbach, sdt Elio Ferrari,
sdt Johann Roduit
Impaginazione: uff spec Christian Leeger,
sdt Fabio Henggeler
Stampa: Fratelli Roda SA, 6807 Taverne
Cambiamenti d’indirizzo: tutti i militi incorporati annunciano
i cambiamenti d’indirizzo per iscritto all’Ufficio controllo
abitanti del luogo di domicilio
Copyright: DDPS, settore Difesa
Internet: www.esercito.ch
www.armee.ch/gebinfbr9
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
3
Foto: cap Marc Liew
Impiego
Soldati del bat fant mont 7 sul Glaubenberg a nel canton Obvaldo.
Il corso di ripetizione del bat fant mont 7
Collaudo sotto osservazione internazionale
Il bat fant mont 7 ha svolto il suo CR annuale nella regione del Glaubenberg sopra Sarnen OW. Nelle tre settimane di giugno ha testato il nuovo regolamento di fanteria prima della sua introduzione. I soldati hanno brillato sotto lo sguardo critico di osservatori esteri.
Sdt Beda Lötscher
Con sguardo teso il primo tenente Marc
­Landolt della cp fant mont 7/2 osserva da una
certa distanza il limitare del bosco, dal quale
­improvvisamente appare un gruppo di fuci­
lieri che, al comando ­«ispezionare la casa!»,
prende d’assalto il complesso di case confi­
nante e inizia l’ispezione.
Presto vengono portati via i primi
­sospettati. Tuttavia, all’improvviso la situa­
zione diventa di nuovo critica: nell’aria il
rumore di spari. I soldati riescono a ritirarsi
dal campo soltanto sotto fuoco di copertura.
In seguito, la critica del direttore
­dell’esercizio Landolt: i soldati non hanno
4 esercito.ch coperto a sufficienza i loro camerati durante
i disturbi all’arma personale e non hanno
mantenuto costantemente la formazione di
combattimento. A parte questi punti deboli
il bilancio di Landolt è positivo: «Esercizio
superato!»
Terreno messo in sicurezza
La messa in sicurezza del territorio era sol­
tanto uno degli scenari dell’esercitazione
­effettuata dal bat fant mont 7 sul Glaubenberg.
Partendo, la prima settimana di CR, dalla
­ripetizione di esercizi militari fondamentali,
gli scenari sono diventati sempre più
impegnativi e sono sfociati nell’esercizio
­
­COLISEUM nella terza settimana: a livello di
Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
compagnia i soldati hanno messo alla prova
le loro capacità di mettere in sicurezza e
­ispezionare un terreno. Per il comandante di
battaglione tenente colonnello SMG Frédéric
Terrapon i vari ersercizi hanno rappresen­tato
un’occasione per testare il regolamento di
fanteria introdotto poi in luglio in seguito al
CR. Terrapon spiega così i ­vantaggi di ­questa
prova: «Qui i singoli elementi della rete inte­
grata di sensori ed effettori possono essere
eseguiti e valutati nella pratica.»
Esploratori e tiratori scelti alla prova
La rete integrata di sensori ed effettori si com­
pone di sezioni di lanciamine e sensori.
Di particolare importanza, spiega Terrapon,
Impiego
è la collaborazione tra sensori, e meglio tra
esploratori, osservatori e tiratori scelti.
La formazione del battaglione ha interes­
sato anche un pubblico internazionale. Nella
seconda settimana il bat fant mont 7 è stato
ispezionato da quattro osservatori dell’orga­
nizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa (OSCE). I rappresentanti della Bo­
snia ed Erzegovina hanno seguito una parte
degli esercizi.
Oltre al programma standard di fanteria,
come ad esempio la marcia di 12 chilometri
e la consegna della bandiera, il CR offre una
importante novità. Nell’ambito dell’eserci­
zio CORAZZA per la prima volta i soldati
hanno avuto la possibilità di istruirsi all’uso
del veicolo protetto per il trasporto di truppa
(GMTF, vedi riquadro).
L’autocritica del comandante
Due osservatori OSCE della Bosnia ed Erzegovina in visita della truppa.
Il cdt bat ten col SMG Terrapon ha effettuato
per la seconda volta un CR con la sua truppa
e, dopo essersi ambientato lo scorso anno,
ha potuto ora concentrarsi sulle singole
fasi del corso. In particolare i lavori del
corso quadri sono migliorati notevolmente
in ­confronto all’ultimo anno. In generale,
­l’andamento delle tre settimane lo ha sod­
disfatto.
Tuttavia, Terrapon muove anche una cri­
tica al suo battaglione: «Qua sul Glaubenberg
ci troviamo con tanti soldati in uno spazio
ristretto. Nel campo dell’autodisciplina dei
soldati e della vita comunitaria dobbiamo
assolutamente migliorare.» Già l’anno
­prossimo ci sarà la possibilità di dimostrarlo
al prossimo CR che il battaglione svolgerà a
Walenstadt/St. Luzisteig.
Il battaglione francofono di fanteria di
montagna 7 è composto da cinque compa­
gnie e da un effettivo di oltre 1200 militi.
Osservatore nella postazione dei tiratori scelti.
Protezione da bombe e gas tossico
L’esercito svizzero dispone di oltre 220 veicoli protetti per il trasporto di truppa (GMTF) acquistati
nel 2012 per 396 milioni di franchi per completare l’effettivo di veicoli (carri armati granatieri ruotati
93 e carri armati granatieri 2000) già in impiego.
Il GMTF, un ulteriore sviluppo del Duro-Transporter munito di mitragliatrice calibro 12,7 millimetri e
otto lancianebbiogeni, serve ai battaglioni di fanteria per effettuare operazioni di ricognizione e sorveglianza. All’interno c’è spazio per un comandante di veicolo, un conducente, un tiratore e otto soldati. Il trasportatore pesa 14 tonnellate e può raggiungere una velocità massima di 100 chilometri
all’ora.
Il primo tenente Josh Brinkerhoff, istruttore degli equipaggi GMTF, è entusiasta del veicolo: «Il GMTF
non solo ci protegge da attentati con esplosivo, ma anche da attacchi con gas tossico grazie alla sovrapressione interna. Inoltre, ogni soldato è sempre in contatto radio con il conducente e con il comandante del veicolo». Inoltre, il calcolo computerizzato della pressione degli pneumatici permette
al veicolo di adattarsi costantemente al terreno in maniera ottimale.
Uno dei 220 nuovi veicoli
protetti per il trasporto di truppa.
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
5
Impiego
Il corso di ripetizione del bat fant mont 48
Programma intenso nella regione di Vaud
Il corso di ripetizione di quest’anno ha portato il battaglione zughese nello Chablais vodese. Nonostante la canicola e il programma
intenso, nel quinto CR la truppa ha ritrovato il vecchio spirito di corpo.
Cap Joachim Adler
«Il giusto nel modo giusto», recita il motto del
bat fant mont 48. E quale miglior occasione,
per il nuovo comandante di battaglione ten
col SMG Filip Vincenz (Oberdiessbach BE),
di creare un’esperienza indimenticabile con
la presa della bandiera del 1. agosto, quando
la truppa ha cantato l’Inno nazionale davanti
alle maestosa scenografia regalata dalle Alpi
vodesi.
Il battaglione ha iniziato il servizio con
motivazione. Il programma intenso prevede­
va anche l’introduzione al nuovo veicolo pro­
tetto per il trasporto di truppa (vedi riquadro
a pagina 5). Nonostante due incidenti – senza
feriti – il battaglione ha dimostrato proprio
negli esercizi di salvaguardia delle condizioni
d’esistenza che il nuovo veicolo è molto più di
un Duro corazzato.
Sorveglianza di una raffineria
Invitati molto impressionati
Nel 2004, dopo cento anni di lunga tradizio­
ne, la riforma Esercito XXI portò allo sciogli­
mento del bat fuc mont 48. Ma il suo spirito
non è scomparso, e ha ritrovato nuova vita nel
bat fant mont 48, nato quattro anni dopo, che
ad oggi ha già svolto il suo quinto corso di
ripetizione.
Anche gli invitati che quest’anno hanno
reso visita alla truppa lo hanno notato. «Sono
impressionato di come si lavora qua», affer­
ma con stupore Urs Hürlimann, direttore del
dipartimento della Sanità del Canton Zugo e
brigadiere fuori servizio, che nell’ambito del
giorno dedicato alle autorità e agli interessati
ha assistito agli esercizi.
Il comandante di corpo Dominique An­
drey ha raggiunto la truppa in uno dei pochi
giorni di pioggia del corso di ripetizione e
si è mostrato anch’egli molto contento. Nella
discussione con i comandanti di compagnia,
il comandante delle Forze terrestri ha chiesto
informazioni sullo stato della formazione
ed è stato informato sugli aspetti positivi e
negativi del servizio attuale. Inoltre, Andrey
ha voluto sapere dai comandanti come fanno
a conciliare gli obblighi militari con quelli
professionali. Nella discussione dell’esercizio
sulla pista di ghiaccio di Monthey, il cdt di C
Andrey a colto, infine, l’occasione per ringra­
ziare i quadri e i soldati per l’impegno.
Comandante di corpo Dominique Andrey.
Congedati con applauso
La sfilata di Aigle ha rappresentato l’ultimo
momento memorabile del corso di ripetizio­
ne. Anche il ten col SMG Vincenz è rimasto
stupito dalla quantità di spettatori ai bordi
della strada venuti a rendere omaggio al suo
battaglione con un applauso.
Foto: Luca Artari
Il ten col SMG Vincenz ci teneva molto ad
allenare con il suo battaglione tutti gli aspetti
della moderna fanteria. Lo Chablais ha offer­
to varie opportunità per raggiungere questo
obiettivo: porre la raffineria di Collombey
sotto un livello di sorveglianza minimo, libe­
rare dagli estremisti la centrale termoelettri­
ca fuori servizio «di Chavalon» presso Vouv­
ry e, infine, allenare l’impiego massiccio di
tutti i mezzi di fanteria sulle piazze di tiro di
Hongrin.
Per i quadri e i soldati questo allenamen­
to ha significato immedesimarsi di volta in
volta in nuovi scenari e ponderare accurata­
mente il proprio comportamento e l’impiego
dei mezzi a disposizione.
Il bat fant mont 48 alla resa della bandiera a Aigle VD.
6 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 1 / 13
Cambiamenti nel personale
Due nuovi comandanti
alla brigata del Gottardo
Alla brigata fanteria di montagna 9 ci sono stati due cambiamenti ai vertici del bat fant mont
30 e del gr art 49. Ecco i nuovi comandanti e i loro obiettivi.
Redazione: Sdt Jonas Rüegg
Bat fant mont 30
Ultimo comandante: ten col SMG Marco Mudry
Nuovo comandante dal 1.10.2013: ten col Giovanni Ortelli
Residenza: Caneggio (TI)
Data di nascita: 22.1.1974
Stato civile: sposato, padre di una bimba di 5 anni
Professione: ufficiale professionista
Funzione militare svolta finora: Sost cdt bat bat fant mont 30
ten col Giovanni Ortelli
Obiettivi:
Alla ricerca delle orme del passato, con lo sguardo rivolto al futuro, ancorati al presente. Migliorasi
sempre e in ogni campo!
Il bat fant mont 30 si compone di 1’190 militi provenienti per la maggior parte dalla Svizzera italiana.
Tra i suoi compiti, oltre alla messa in sicurezza del territorio e alla difesa, anche quello di aiutare in ­casi
di emergenza. Si tratta prevalentemente di compiti di appoggio, che l’esercito svolge a favore d
­ ella
­popolazione civile: aiuto in caso di catastrofe, protezione di ambasciate o in occasione di conferenze
­internazionali, ma anche aiuto nell’ambito di eventi di importanza nazionale.
Gr art 49
Comandante attuale: ten col Michele Paganini
Nuovo comandante a partire dal 1.1.2014: magg SMG Manuel Rigozzi
Residenza: Giubiasco (TI)
Data di nascita: 18.6.1976
Stato civile: impegnato
Professione: gestore di uno studio d’ingegneria - Dipl. Masch.-Ing. ETH – Executive MBA
Funzione militare svolta finora: uff SMG Op 1, FGG 3 SM br fant mont 9
magg SMG Manuel Rigozzi
Obiettivi:
Gli obiettivi verranno comunicati al momento dell’entrata in servizio
Il gr art 49 è composto da 930 militi provenienti per la maggior parte dal Canton Ticino. Tra i suoi
­compiti rientra la raccolta di informazioni nell’ambito di una rete integrata, la neutralizzazione di
­infrastrutture, di posti militari e mezzi di condotta dell’avversario. È anche responsabile del sostegno
ad altri battaglioni.
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
7
Impiego
Il corso di ripetizione del bat fant mont 29
Guerra urbana nel più moderno simulatore
I soldati del battaglione fanteria di montagna 29 hanno esercitato la guerra urbana e di prossimità nel simulatore più moderno
d’Europa. Il loro impiego nella regione di Walenstadt - Sargans ha impressionato anche il capo dell’esercito.
Sdt Beda Lötscher
una tecnologia di simulazione basata sui laser.
All’inizio non succede proprio niente,­
nel villaggio d’addestramento del centro
d’addestramento al combattimento di Wa­
lenstadt (GAZ Ost). La dimostrazione alla
giornata delle porte aperte inizia senza parti­
colari eventi.
I soldati della compagnia 29/1 avanzano
concentrati e silenziosi sotto gli occhi degli
ospiti. Tra il pubblico, Urs Küchler presiden­
te del Parlamento obvaldese, Toni Moser
presidente del Parlamento urano, Josef Dittli
presidente del Governo urano e Alois Bissig,
Consigliere di stato del Canton Nidvaldo.
I soldati mettono in sicurezza le singole case
nel nucleo del paese d’esercitazione denomi­
nato «Äuli».
I soldati di fanteria si ritrovano improv­
visamente sotto al fuoco di mitragliatrice.
Evidentemente non si contano perdite reali.
L’impiego avviene con l’utilizzo del LASSIM,
Come nei videogiochi
Richieste soluzioni intelligenti
La regia dei simulatori di tutte e due le piazze
d’armi di Walenstadt e del St. Luzisteig è par­
zialmente in mano a ufficiali professioni­­sti del
Foto: cap Christoph Merki
I dati dell’esercizio convergono nel centro di
combattimento del GAZ Ost chiamato anche
«Black box», dove il tenente colonnello Paolo
Pellegatta (Walenstadt SG), comandante del
centro d’addestramento, spiega i vantaggi del
training al simulatore: «Le simulazioni ci
permettono di rappresentare in maniera rea­
listica il combattimento sia in ambiente urba­
no che sui terreni naturali.»
Tutti i partecipanti all’esercizio, le armi e
i veicoli sono muniti di sensori. Questo per­
mette il monitoraggio in tempo reale degli
eventi. Numerose telecamere garantiscono la
visione sul terreno e negli stabili.
«Come in un videogioco», dice Pellegat­
ta, «la mia gente siede davanti a uno schermo
e disturba il corso dell’esercizio inscenando
vari problemi.»
Il monitoraggio serve anche per la di­
scussione dell’esercizio con i soldati. Errori
nella condotta di combattimento, come ad
esempio l’avanzata senza copertura oppu­
re il friendly fire, possono essere mostrati
­direttamente. Per questi motivi il coman­
dante vede nel centro gestito dalla RUAG il
punto d’attrazione per gli esercizi di combat­
timento.
Le condizioni realistiche sono apprezzate
anche dal sergente Manuel Schuler (Svitto SZ),
capo gruppo nella prima compagnia. «Per noi
è difficile eseguire gli esercizi. Ma sono stupito
dell’impegno dei miei soldati.» Alla sera sono
esausti a causa del calore, del movimento conti­
nuo e del peso dell’apparecchio di simulazione.
Soldati avanzano protetti da un carro armato granatieri ruotato.
8 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
Impiego
GAZ Ost. Uno di loro, il tenente c­ olonnello
SMG Daniel Steiner (Savognin GR), dirige lo
scenario d’esercizio alla giornata delle ­porte
aperte e certifica un buon livello a­ l comandan­
te della compagnia 29/1. «Le case sono state
messe bene in sicurezza e i quadri hanno con­
dotto bene», dice Steiner. Non è sicuramente
una cosa facile quando – come nell’esercizio –
la controparte si mischia con la popolazione
civile e i s­oldati devono limitare l’uso della
forza al minimo necessario, nel rispetto della
proporzionalità.
Anche i capisezione hanno agito in m
­ odo
corretto fino all’intervento nelle ­case, dice il
regista dell’esercizio ten col SMG S­ teiner. «Poi
però si sono fatti sorprendere».
Durante il rastrellamento degli stabili­
menti alcune sezioni sono state ridotte della
metà. «Per garantire un’entrata ben protetta so­
no necessarie soluzioni intelligenti – non una
semplice carica all’arma bianca» consiglia Stei­
ner. L’irruzione dall’ingresso principale sotto
stretta sorveglianza può ad esempio essere
evitata se i soldati riescono a crearsi un’entrata
dalla finestra con l’appoggio del carro armato
granatieri ruotato.
I dati dell’esercizio di simulazione convergono nel centro di combattimento GAZ Ost.
Entusiasmo per l’infrastruttura
Gli errori inziali nel combattimento non di­
sturbano particolarmente il comandante di
battaglione ten col SMG Elmar Ebener
(Blatten/Lötschental VS). «La guerra urbana
è uno dei compiti più difficili della fanteria»,
dice Ebener. Tuttavia, in pochi giorni si sono
fatti enormi progressi.
Inoltre, Ebener ha lodato l’eccellente
infrastruttura di Walenstadt: «Al posto
di preoccuparci dei letti e degli stand di
­tiro, in questo CR possiamo svolgere cinque
­esercizi di compagnia.» Questo al contrario
del corso dell’anno prossimo, dove il bat­
taglione – nell’ambito della «Patrouille des
Glaciers» – dovrà prepararsi da solo l’infra­
struttura necessaria.
Il comandante di corpo André Blattmann discute l’andamento dell’esercizio.
VIP nella tromba delle scale
si è complimentato Blattmann. Il quale, poi, ha
paragonato la prestazione con un esercizio ­in
Belgio al quale ha assistito. «Era p
­ raticamen­te
lo stesso esercizio e non abbiamo niente da
­invidiare ai Belgi», sostiene con convinzione.
«La nostra milizia è in grado di farlo.»
Una sezione della cp fant mont 29/1 nel bel
mezzo dell’allenamento di guerra urbana
ha r­ icevuto la visita di un ospite d’eccezione.
«Al momento dell’irruzione nella casa 14,
­improvvisamente, è comparsa una p
­ ersona
­nella semioscurità delle scale», racconta
il g
­ iovane sergente Manuel Schuler, che riferisce dell’impiego del suo gruppo. «Guardando
­meglio abbiamo riconosciuto il comandante
di corpo André Blattmann».
Il capo dell’esercito osserva con curiosità
i ­soldati che assaltano una casa.
Il capo dell’esercito si è mostrato estremamente impressionato della prestazione dei s­ oldati.
«Si sente la tensione nella sezione, questo è
buon segno», sostiene Blattmann. Anche se
­l’esercito svizzero è un esercito di milizia, la sua
qualità è paragonabile a uno di professionisti, ­
La critica dell’esercizo per la compagnia ha è
stato positivo. «La sistematica evidenzia il buon
funzionamento e la truppa è convinta», sostiene il comandante di corpo. «Mi
­­ avete dimostrato
che in caso di necessità possiamo contare sulla
cp fant mont 29/1.»
Dopo la comparsa all’esercizio a Walenstadt,
Blattmann ha fatto visita ai lanciamine della
compagnia di appoggio sulla piazza di tiro di
Hinterrhein GR.
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
9
Impiego
Il corso di ripetizione
del bat aiuto cond 9
Soldati motivati
da una tecnologia
all’avanguardia
Dal CR di formazione 2013 il bat aiuto
cond 9 fa affidamento su un nuovo
sistema di comunicazione e scambio di
informazioni. Il sistema di informazione
e condotta delle Forze terrestri (FIS FT)
sancisce in ambito di comunicazione
militare l’ingresso nel XXI secolo. Una
bella notizia per i soldati appassionati di
tecnologia.
Sdt Jonas Rüegg
Foto : sdt Marco Cortesi
«I nostri soldati amano la tecnica», dice il ten
col SMG Daniele Meyerhofer (Losone TI),
comandante del battaglione aiuto alla con­
dotta 9. Si riferisce al background professio­
nale dei suoi soldati: nella vita civile sono at­
tivi principalmente in settori tecnici.
Nessun problema per loro, quindi, con
l’introduzione a partire dal CR di quest’an­
no del FIS FT. Questa è l’abbreviazione di
«sistema di informazione e condotta Forze
terrestri». Il sistema elabora in immagini e
in tempo reale la situazione delle forze im­
piegate e permette un moderno scambio di
informazioni e dati.
All’inizio del CR, durante il loro impiego
i soldati del bat aiuto cond 9 sono stati for­
mati specificamente alla loro funzione con
FIS FT. Esercito.ch ha reso loro visita durante
un esercizio di compagnia in cui il sistema è
stato impiegato per la prima volta sul c­ ampo.
«Se funziona in piccoli settori, dovrebbe
funzionare anche a distanza», sostiene il ten
col SMG Meyerhofer fiducioso. Nello stesso
tempo, però, si nota una certa tensione nel
36enne.
10 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
Le antenne sul carro RAP sono il punto
di collegamento per il trasferimento dati via
­rete RITM.
Impiego
Scenario tetro
Il sdt Reto Brunner siede nel suo Duro dove
ha installato il FIS FT, ha programmato gli
apparecchi radio e caricato il server con i
dati. Davanti a lui due schermi. «Senza check
list non funzionerebbe», sostiene il 27enne di
Altdorf. Il suo veicolo è ora pronto per l’eser­
cizio QUARTIERE.
Lo scenario dell’esercizio è molto te­
tro, e potrebbe verificarsi anche in Svizzera.
Nella valle del Reno sangallese vi é stato
un t­erremoto di magnitudo 7,2 sulla s­cala
Richter. Vi sono numerosi morti e feriti
­gravi, nonché un’infrastruttura distrutta. Per
far fronte alla catastrofe, i governi dei Can­
toni colpiti chiedono supporto all’esercito. Il
compito della cp QG 9/1 consiste nell’alle­
stire e nel gestire un posto di comando nelle
vicinanze del territorio colpito, di modo che
il comandante della formazione d’impiego
terrestre possa condurre sul posto la parte
militare dell’impiego d’aiuto.
Grande necessità di informazioni
Negli ultimi anni le esigenze nella condotta
militare sono aumentate. Ha guadagnato
sempre più importanza la comunicazione.
«Al giorno d’oggi, siamo portati a voler sape­
re tutto in ogni momento», spiega il ten col
SMG Meyerhofer. In tal senso FIS FT sanci­
sce nell’ambito della comunicazione militare
l’ingresso nel XXI secolo.
Il funzionamento della comunicazione
via FIS FT è nelle mani della cp QG 9/1, che
deve garantire il collegamento del posto di
comando con il sistema di telecomunicazione
telefonico e di dati. Dapprima bisogna met­
tersi in contatto via radio VHF (Very High
Frequency), in seguito via rete RITM (rete
integrata delle telecomunicazioni militari).
La rete RITM, una specie di internet militare,
più prestante rispetto al contatto radio VHF,
permette uno scambio di dati indipendente
dai fornitori privati di telecomunicazioni.
Salto di qualità nella condotta
Il comandante di battaglione ten col SMG
Meyerhofer opera una prima valutazione
molto positiva della formazione FIS FT del
suo battaglione: «I quadri hanno fatto un
salto di qualità nella condotta e i soldati mo­
strano grande motivazione in rapporto al
nuovo sistema».
A favore del bat aiuto cond 9 gioca
sicuramente il fatto che la piazza d’armi
di Frauenfeld offre un’infrastruttura al top.
Ma l’anno prossimo il CR si svolgerà in Le­
ventina, lontano da una piazza d’armi. Per­
tanto, il bat aiuto cond 9 sarà confrontato con
nuove sfide.
L’unione fa la forza.
Trasferimento dati dal PC di Frauenfeld.
La cp scagl cond 9/2 si esercita nell’allestimento di un posto di comando.
Il ten col SMG Meyerhofer è fiero di avere un battaglione motivato.
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
11
Foto: cap Christoph Merki
Intervista
«Dimostriamo ogni giorno come le tre lingue, culture e modi di pensare lavorano insieme senza problemi».
Intervista di commiato con il brigadiere Stefano Mossi
«È stato il coronamento
di un lungo cammino»
Per il brigadiere Mossi la condotta della brigata fanteria di montagna 9 è stata un’avventura. Ora, dopo sette anni è
arrivato al capolinea. Alla fine del 2013 Mossi consegnerà la direzione della Brigata del Gottardo al col SMG Maurizio Dattrino. Mossi spiega a esercito.ch cosa ha vissuto in questi anni e cosa e cosa gli mancherà di più.
Sdt Gregorio Schira
Brigadiere Mossi, nel 2007 ha assunto il comando della brigata fanteria
montagna 9. Che brigata e che esercito ha trovato allora e che brigata e
che esercito lascia oggi?
Nel 2007 l’esercito, rimaneggiato profondamente nel 2004 con l’attua­
zione della grande riforma Esercito XXI, stava già valutando i correttivi
necessari per ovviare ai vari problemi constatati, che si sarebbero poi
tradotti nella Fase di sviluppo 08/11. Soprattutto però l’esercito era già
confrontato con il suo principale problema, ossia quello delle risorse
finanziarie a sua disposizione. Fin dall’inizio queste risorse non sono
mai state proporzionali alle prestazioni richieste all’esercito stesso, e
questo problema si è protratto fino ad oggi ed è uno dei motivi che
rendono oggi necessaria un’ulteriore riforma. La brigata a quell’epoca
12 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
era la più piccola delle Forze terrestri, con solo quattro battaglioni
attivi, ed era esclusivamente incentrata sulla regione del Gottardo.
Oggi, a seguito appunto della Fase di sviluppo 08/11, essa consta di
sette corpi di truppa (un battaglione di aiuto alla condotta, cinque
battaglioni di fanteria e un gruppo di artiglieria), con un effettivo di
circa 7’000 militi incorporati. Soprattutto essa è divenuta la sola grande
unità trilingue delle Forze terrestri, con un territorio di riferimento che
dal Ticino si estende alla Svizzera centrale, ai cantoni di Berna, Vallese e
Vaud, per arrivare fino al Canton Friburgo. Mi piace sottolineare questa
caratteristica, perché fa della nostra brigata un modello in scala ridot­
ta dell’esercito, con il quale riusciamo a dimostrare quotidianamente
come le tre lingue, le tre culture e i tre modi di pensare possano non
solo convivere senza problemi, ma interagire per raggiungere obiettivi
comuni. Paradossalmente il momento in cui la brigata raggiunge la
Intervista
sua forma ideale, con uno stato maggiore rodato e coeso, con batta­
glioni ben preparati e ben condotti, con una chiara filosofia e solide
basi, coincide con l’inizio della fine della medesima. La futura riforma
dell’esercito, conosciuta sotto la denominazione un poco anodina di
«Ulteriore sviluppo dell’esercito», prevede infatti che, all’orizzonte del
2017, le quattro brigate di fanteria esistenti siano disciolte e i loro corpi
di truppa ricollocati altrove. Si tratta a mio avviso di una decisione im­
provvida, che rimescolerà delle strutture consolidate, e che soprattutto
indebolirà il legame vitale fra l’esercito e le regioni.
Cosa l’ha spinta, sette anni fa, ad assumere questo incarico così oneroso?
Dopo una carriera di milizia che mi aveva portato al massimo traguar­
do possibile, ossia la funzione di sostituto di un comandante di brigata,
si presentava l’occasione forse irripetibile di succedere all’allora briga­
diere Roberto Fisch. Per un ufficiale di milizia profondamente legato
all’istituzione e convinto di poter dare ancora di più al proprio Paese
il richiamo era irresistibile. Il fatto poi di poter diventare comandante
di una Grande Unità rappresentava un grande onore, il coronamento
di un lungo cammino. Tutto ciò ha fatto sì che ogni eventuale riserva
legata alla necessità di abbandonare in parte o totalmente la precedente
attività professionale, e con essa una certa qual stabilità, passasse in
secondo piano.
Oggi l’Esercito svizzero è sempre più criticato (anche se poi, come ha
dere di conoscere quali saranno le conseguenze in questo ambito della
prossima riforma. Per quanto concerne l’immagine della Brigata fan­
teria montagna 9, non spetta certamente a me formulare dei giudizi. Se
però mi è concessa una manifestazione di orgoglio, allora devo dire che
se considero le capacità e le prestazioni dei miei quadri a tutti i l­ ivelli,
allora credo di poter affrontare serenamente il giudizio degli altri.
Quali sono le maggiori sfide che attendono il suo successore?
Il colonnello SMG Dattrino avrà l’immenso piacere di poter svolgere
questa magnifica funzione di comandante, e quindi dovrà innanzitutto
essergli lasciato il tempo per assaporare questa sensazione e abituarvisi.
Poi verranno senz’altro le sfide. La prima, probabilmente, sarà quella
di fare la conoscenza della brigata, visto che il futuro comandante
non vi ha mai prestato servizio. Una conoscenza che non sarà tanto
quelle delle strutture o dell’organizzazione, ma piuttosto quella delle
persone che la compongono, e che ne sono la componente più preziosa
e importante. Poi non potrà fare a meno di continuare incessantemente
nello sforzo quotidiano di reperire nuove leve per alimentare l’effettivo
dei quadri a ogni livello. Infine dovrà gestire la transizione verso la
prossima riforma e il conseguente scioglimento della brigata: si trat­
terà infatti di mantenere ovunque alta la motivazione fino all’ultimo,
cercando in particolare di garantire ai quadri le giuste prospettive
nell’esercito del futuro. E comunque, lo so per esperienza, di nuove e
inattese sfide al nuovo comandante se ne presenteranno ogni giorno!
dimostrato la votazione federale dello scorso settembre, trova ancora un
grande consenso tra la popolazione). Qual è oggi la sua importanza, in
un mondo le cui sfide legate alla sicurezza sono in rapido cambiamento?
Non credo che l’esercito sia oggi più criticato che un tempo. Certo
un’organizzazione così grande e complessa si presta a critiche puntuali
e occasionali, a volte giustificate, altre volte meno. Tuttavia l’esercito nel
suo insieme è tuttora apprezzato e sostenuto dalla gran parte della po­
polazione. Semmai sono criticate, di volta in volta, determinate scelte
politiche che riguardano l’esercito e in generale la politica di sicurezza.
I cittadini svizzeri hanno ben compreso come il mondo in cui viviamo
e del quale facciamo parte, che ci piaccia o meno, sia oggi meno stabile
e meno sicuro che in passato. Certamente nessun nemico in senso
tradizionale sta alle nostre porte, e nemmeno dobbiamo attenderci lo
scoppio di una guerra in Europa nei prossimi anni. Tuttavia la storia
recente ci ammonisce e ci mostra come eventi epocali, e spesso violenti,
possano verificarsi in modo del tutto inatteso e senza preavviso. Nella
quotidianità viviamo ancora in una realtà relativamente tranquilla e
protetta, ma se la situazione, per un qualsiasi motivo, dovesse de­
teriorarsi, il contributo dell’esercito, in qualsiasi forma, diverrebbe
rapidamente indispensabile. L’esercito, in altre parole, è una polizza
assicurativa che copre un ampio ventaglio di rischi. Costa, e nessuno
di noi spende il denaro a cuor leggero, ma il giorno che dovesse veri­
ficarsi un «sinistro», allora al più tardi saremmo lieti di avere questa
copertura!
nell’esercito? Come viene considerata la brigata fanteria montagna
9 all’interno dell’esercito svizzero?
Intanto è bene ricordare che la brigata fanteria montagna 9, pur essen­
do ufficialmente di lingua italiana, è composta solo al 35% da militi
ticinesi. Non è quindi, in senso stretto, una formazione ticinese.
Fatta questa premessa, devo dire che il Ticino non è affatto una «ruota
di scorta». Dispone di battaglioni ben addestrati e ben condotti, e gli
ufficiali ticinesi non hanno assolutamente nulla da invidiare ai came­
rati di oltre Gottardo. Ma anche i militi ticinesi si difendono, e spesso
la loro latinità e il loro spirito di inventiva risultano vincenti. Sul piano
delle infrastrutture il Ticino poi, anche per la sua particolare posizione
geografica, non può affatto lamentarsi, e in passato ha dovuto accettare
meno rinunce che altre regioni della Svizzera. Certo bisognerà atten­
Foto: sdt Marco Cortesi
Il Ticino è spesso la «ruota di scorta» della Confederazione. Anche
«Oggi l’esercito viene criticato meno rispetto al passato».
Concludiamo questa intervista con un suo bilancio: cosa Le ha dato, a
livello personale, questo incarico che ora lascia?
Moltissimo, e da molti punti di vista. Certamente ho imparato a
­conoscere l’esercito e tutta l’amministrazione che vi orbita attorno
come altrimenti mai avrei potuto fare. Oltre a ciò ho potuto aprire
esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
13
Intervista
hanno arricchito le mie giornate e mi hanno obbligato a rimettermi
costantemente in questione, e dunque a migliorare. Proprio sul piano
umano questi sette anni mi hanno offerto le emozioni, i piaceri e le
soddisfazioni più ­intense. In nessuna altra attività professionale potrò
mai ritrovare qualcosa di simile, e tutto ciò mi mancherà. Di una cosa
sono certo: se tornassi indietro farei esattamente la stessa scelta, senza
alcuna esitazione.
Foto: cap Christoph Merki
i miei orizzonti nell’ambito della politica federale, così come anche
in quello della sicurezza. Soprattutto però ho avuto molto sul piano
umano. Il lavoro quotidiano con il mio piccolo team di collaboratori,
l’intensa interazione con i miei sostituti, i miei capi di stato maggiore
e i miei comandanti di battaglione, i contatti con i quadri di ogni
livello, e infine anche quelli con la truppa – magari in circostanze
e in orari del tutto particolari, e per questo ancora più spontanei –
«Rifarei di nuovo esattamente quello che ho fatto senza esitazione».
Il nuovo comandante di brigata
È l’ora di Maurizio Dattrino
Il Consiglio federale ha nominato, a partire dal 2014, il col SMG Maurizio Dattrino quale nuovo comandante della br fant mont 9. Il
47enne Dattrino è già il terzo comandante ticinese della Brigata del Gottardo fondata nel 2004. Finora è stato, tra le altre attività,
comandante delle Scuole sanitarie di Airolo.
Sdt Jonas Rüegg
Il ten col SMG Maurizio Dattrino è un ufficiale professionista. Nel cor­
so della sua carriera militare ha condotto, dal 1999 al 2001, il battaglio­
ne fucilieri di montagna 9. In seguito ha svolto varie funzioni nello Sta­
to maggiore del reg ter 3. Dopo gli studi, il 47enne ha svolto la sua
attività dapprima presso varie scuole di fanteria. Poi, dal novembre
2009 a fine maggio 2013, è stato comandante delle Scuole sanitarie 42
di Airolo. Attualmente il ticinese lavora a Berna, presso lo Stato mag­
giore delle Forze terrestri. Dattrino prenderà il comando della brigata il
1. gennaio 2014.
Il nuovo comandante, originario di Giubiasco, è sposato e padre di
una bambina. Dopo il defunto div Roberto Fisch e il br Stefano Mossi,
Dattrino è il terzo ticinese ad assumere il comando della br fant mont
9. La brigata del Gottardo è stata creata nel 2004, nell’ambito della ri­
forma di esercito XXI, ed è la più grande formazione t­ rilingue delle for­
ze terrestri. Dattrino assume la responsabilità per la formazione del
battaglione di aiuto alla condotta, dei cinque battaglioni di fanteria di
montagna e del gruppo artiglieria, tutti subordinati alla brigata.
14 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
Prospettive
Spazi tematici unici sul passo del S.Gottardo
Nel massiccio del San Gottardo si nasconde un’attrazione turistica. Nei pressi dell’Ospizio, in territorio di Airolo, un’antica
fortezza è stata trasformata in uno spazio tematico molto particolare, chiamato «Sasso San Gottardo». Vale una visita.
Foto: Patrik Kummer
Sasso San Gottardo
All’interno della montagna ci sono tante cose da scoprire: nella foto lo spazio d’approfondimento «clima».
Sdt Daniel Schriber
Ai tempi della Seconda guerra mondiale
e durante la Guerra fredda la fortezza del
Sasso da Pigna sul passo del San Gottardo era
segretissima. La messa fuori servizio è avve­
nuta alla fine del secolo scorso dopo oltre
cinque decenni. Ora la fondazione Sasso San
Gottardo vi ha creato un particolarissimo
mondo.
Atmosfera impressionante
Nelle impressionanti gallerie e caverne di
roccia all’interno della montagna, le sfide le­
gate alle risorse fondamentali per la vita sono
al centro dell’attenzione. Una lunga, umida
galleria di ben 200 metri conduce alle caverne
della fortezza militare messa fuori servizio.
Là, nella profondità della montagna, in un
clima secco, i visitatori entrano in contatto
con cinque spazi tematici: «acqua», «clima»,
«mobilità e spazio vitale», «energia» e «sicu­
rezza».
Un miscuglio di sensazioni
I contenuti, sviluppati in collaborazione con
partner economici e scientifici, si orientano
alle attuali conoscenze della ricerca. L’espe­
rienza coreografica unica si rivolge a un
grande pubblico. Al posto di un sentiero
didattico sterile, la fondazione Sasso San
Gottardo vuole creare «un percorso atmosfe­
rico dei contrasti, volto a suscitare nello spet­
tatore sensazioni molto forti». Questa la
spiegazione della curatrice Lisa Humbert­
Droz e dell’architetto Tristan Kobler all’aper­
tura nell’agosto 2012. Al centro dell’esposi­
zione: il rapporto dell’uomo con le risorse, le
basi vitali di tutti i popoli. «Chi visita l’instal­
lazione scoprirà in modo interattivo cosa si­
gnifica veramente sostenibilità», aggiunge
Humbert­Droz.
Un apposito spazio
per il cristallo gigante
Il visitatore trova ghiacciai sotterranei in
scioglimento, cammina sull’acqua, s’immer­
ge nella storia dei trasporti e delle loro conse­
guenze, vive la «sicurezza» sotto un nuovo
punto di vista e testa le proprie energie. Av­
volto nella musica, nelle voci e nella luce, in
un ambiente surreale e semplice i visitatori
vengono stimolati a considerare il loro rap­
porto con gli elementi fondamentali della
vita. La direzione della mostra ha, inoltre,
dedicato un apposito spazio al cristallo gi­
gante del Planggenstocks, un dono unico
della montagna.
Testimonianza della
Seconda guerra mondiale
La parte della fortezza storica «Sasso da
Pigna» sotto tutela dei beni culturali rappre­
senta la testimonianza della precedente opera
d’artiglieria della Seconda guerra mondiale.
Grazie ai nuovi spazi tematici, ora è accessi­
bile al pubblico. La struttura, adatta alle fami­
glie, si trova all’altezza del passo del San
Gottardo ed è raggiungibile a piedi in cinque
minuti dall’Ospizio.
Gli spazi tematici del Sasso San Gottardo
completano in maniera ideale la proposta
turistica della regione del San Gottardo,
si rivolgono a visitatrici e visitatori di tutte
le età e sono adatti anche alle famiglie. Il
progetto è stato realizzato su incarico della
fondazione Sasso San Gottardo con il soste­
gno di partner economici, di fondazioni e del
settore pubblico.
Gli spazi tematici «Sasso San Gottardo»sono
aperti giornalmente dalle 10 alle 18, quando
il passo è aperto. Nel prezzo d’entrata di 25
franchi è compresa anche una visita alla storica
opera d’artiglieria.
Per informazioni: www.sasso-sangottardo.ch
esercito.ch
Brigata di fanteria di montagna 9
2 / 13
15
Agenda
Piano dei servizi
6.1. – 31.1.2014
Geb Inf Bat 17
Grigioni
Impiego «WEF»
3.2. – 28.2.2014
Bat aiuto cond 9
Ticino
CQ/CR
10.3. – 13.3.2014
Geb Inf Bat 48 (–)
Thun
ELTAM
24.3. – 28.3.2014
SM br fant mont 9
Kriens
Corso SM I
14.4. – 9.5.2014
Geb Inf Bat 29
Vallese
Impiego «Patrouille des Glaciers»
5.5. – 30.5.2014
Bat inf mont 7
Walenstadt / Luzisteig
CQ/CR
19.5. – 13.6.2014
Bat fant mont 30
Ticino
CQ/CR
23.6. – 27.6.2014
SM br fant mont 9
Andermatt
Corso SM II
11.8. – 5.9.2014
Geb Inf Bat 48
Svizzera orientale
CQ/CR
29.9. – 25.10.2014
Gr art 49 (–)
Bière / Sempione
CQ/CR
27.10. – 21.11.2014
Bttr art 49/1
Bière / Sempione
CQ/CR
3.11. – 6.11.2014
Geb Inf Bat 29 (–)
Thun
ELTAM
24.11. – 27.11.2014
SM br fant mont 9
Tenero
Corso SM III
28.11.2014
Ufficiali br fant mont 9
Rapporto di brigata
16 esercito.ch Brigata di fanteria di montagna 9 2 / 13
Zugo