La No tra Salute LA LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI INFORMA • NUMERO 4/2014 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze VI DIAMO I NUMERI ANCHE A QUESTO NATALE, MA NON SARANNO PER LA TOMBOLA. Festeggia il Natale con la LILT. Ogni contributo può essere un aiuto prezioso nella lotta contro i tumori. 12911509 c/c postale N. 4 • Dicembre 2014 Direttore responsabile Marco Rosselli Del Turco Redazione Elisabetta Bernardini Segreteria Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - Sez. prov. Firenze Viale D. Giannotti 23 - 50126 Firenze Telefono: 055 576939, Fax 055 580152 e-mail: info@legatumorifirenze.it - http://www.legatumorifirenze.it Progetto grafico e stampa Elisabetta Bernardini, Gianni Cammilli - Tipografia ABC Copertina di Francesco Fanicchi Tariffa Associazioni senza fini di lucro: “Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46), art. 1 comma 2° DCB Fi” Autorizz. del Tribunale di Firenze n° 3127 dell’11.04.1983 Questo numero è stato stampato in 20.000 copie inviate e distribuite a Soci e amici della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Membri del Consiglio Direttivo della Lilt Firenze Alexander Peirano Presidente Alessandro Bussotti Alessandra Chiarugi Ida Cipparrone come Roberta Ciurekgian Scandurra Eleonora Frescobaldi Elisabetta Gentile Alessandro Piccardi Rosangela Terrone Elena Toppino aiutarci Per diventare soci, rinnovare la quota o effettuare donazioni • c/c postale numero 12911509 • c/c bancario 05000/1000/00075424 Banca Prossima IBAN IT95C0335901600100000075424 • Sede L.I.L.T. in Viale Giannotti, 23 - tel. 055.576939 Siamo aperti dal martedì al giovedì con orario 9,00-13.30/14.30-18,00 e il lunedì e il venerdì dalle 9,00 alle 13,30 SOCIO ORDINARIO euro 15 SOCIO SOSTENITORE euro 100 SOCIO BENEMERITO da euro 300 Per avere informazioni sui benefici fiscali della tua donazione consulta il sito www.legatumorifirenze.it Grazie a te, possiamo stanziare fondi per: • Ce.Ri.On. - Centro di Riabilitazione Oncologica Firenze • Servizio Donna Come Prima per le donne operate di tumore al seno • Servizio di Prevenzione ed Educazione alla Salute • Servizio C.A.M.O. Centro di Aiuto al Malato Oncologico • Unità di Cure Palliative zona Nord Ovest Hospice Torregalli (personale) • Finanziamenti per la ricerca Vi aiutiamo a diventare grandi. Con la prevenzione. Editoriale Presidente Alexander Peirano mentre vi scrivo stiamo organizzando le procedure per il rinnovo degli organi elettivi della Sezione, che saranno formati sulla base del nuovo statuto che tutte le Lilt hanno recentemente adottato, come indicato dalla Sede Centrale e come comunicato nell’ultima Assemblea dei Soci. I membri del Consiglio Direttivo non saranno più undici, ma cinque compreso il Presidente e resteranno in carica un quinquennio, eventualmente rinnovabile solo per un altro mandato. Nel prossimo Notiziario verrà data notizia dei nuovi eletti. Da parte mia desidero ringraziare i Consiglieri e i Revisori uscenti per l’aiuto in questo anno e mezzo di presidenza e mi metto a disposizione dell’Associazione per quanto potrò fare anche in futuro. Il 28 settembre si è svolta Corri la vita che ha confermato lo straordinario successo di ogni anno, con oltre 32.000 iscritti che hanno corso e passeggiato per le strade di Firenze in una splendida giornata di sole. Grazie a Bona Frescobaldi e a tutti coloro che rendono possibile l’iniziativa a cui la Lilt ha il piacere e l’onore di poter collaborare in prima fila. Parte dei fondi raccolti da Corri la Vita andranno a sostegno del Centro di Riabilitazione Oncologica Firenze e proprio il Cerion sarà protagonista di uno speciale sul prossimo numero del nostro Notiziario visto che a maggio festeggeremo il decennale dall’inaugurazione. Il modello di riabilitazione bio-psico-sociale integrata utilizzato nella struttura di Villa delle Rose ha avuto in questi anni numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio Safety and Quality Day della Regione Toscana. Il Centro è inoltre stato presentato come uno dei modelli di riferimento al Congresso Nazionale della Società Italiana di Psico-Oncologia a Brescia nel 2012, al congresso internazionale del Mascc Multinational Association of Supportive Care in Cancer a New York ancora nel 2012 e al Congresso Internazionale dell’Ipos International Psycho-Oncology Society di quest'anno. Ricordiamo che il lavoro è basato sull’integrazione tra le risorse del sistema sanitario nazionale e quelle della Lilt, nell’ottica di una presa in carico globale del malato oncologo: corpo e mente, sogni e bisogni. Accanto ai professionisti del Centro, operano le nostre eccezionali volontarie del Servizio Donna come prima che accolgono le pazienti e le indirizzano alle varie attività. La vicinanza e la testimonianza del volontariato, infatti, sono sicuramente un aiuto prezioso per chi si trova ad affrontare un momento particolare e impegnativo come quello che riguarda la riabilitazione dopo un intervento oncologico. Un appello alla solidarietà. Siamo a Natale, periodo di regali. Una donazione alla Lilt e l’augurio di Buone Feste con i nostri biglietti può essere un modo per far conoscere l’Associazione ad amici e parenti e sostenere le attività istituzionali. Grazie per la vostra generosità e grazie perché possiamo sempre contare sul vostro aiuto. Concludo ricordando una persona speciale. La nostra volontaria Loretta Innocenti Ammannati ci ha purtroppo lasciati ad ottobre scorso. Ho incontrato Loretta solo in alcune occasioni, ma ho ascoltato le parole di chi ha avuto il piacere di averla come amica e di condividere con lei l’opera di volontariato. Ci siano sempre di esempio l’impegno, la passione e la forza d’animo con cui aiutava il prossimo. A tutti voi, alle vostre famiglie, ai nostri volontari e a tutto lo staff della Lilt, un sincero augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo. © Istockphoto.narivikk Cari amici, Gianni Cardinali, medico palliativista LILT Firenze presso Rete Cure Palliative, UCP Nord-Ovest, Ospedale Nuovo San Giovanni di Dio Il sostegno della Lilt Firenze alle cure palliative del Servizio Pubblico L a mia esperienza, ormai quasi decennale, come medico palliativista LILT si svolge nell’ambito organizzativo del Coordinamento Rete Cure Palliative dell’Azienda Sanitaria di Firenze, dove sono inserite strutture denominate Unità Cure Palliative, indicate più frequentemente con la sigla UCP. Attraverso queste strutture viene fornita assistenza integrata a pazienti oncologici in fase avanzata e/o terminale di malattia, sia a domicilio che in hospice. La scelta di occuparmi di cure palliative non è avvenuta per caso, ma è maturata lentamente attraverso una serie di esperienze personali e formative. Per me, che provengo da studi di medicina e di psicologia, le cure palliative rappresentano la sintesi perfetta tra gli aspetti tecnici e relazionali dell’assistenza al malato. Le cure palliative sono infatti un insieme di interventi multidisciplinari finalizzati alla cura totale del paziente affetto da una malattia ormai inguaribile, cioè che non risponde più alle terapie che hanno come scopo la guarigione. L’obiettivo è preservare la qualità di vita fino all’ultimo istante, ponendo attenzione sia ai bisogni fisici che psicologici del paziente. Io svolgo la mia attività nella UCP Nord-Ovest (che comprende Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Fiesole, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa e Vaglia) la cui sede è presso l’Ospedale Nuovo San Giovanni di Dio, nel reparto Hospice. Qui ogni mattina avviene la riunione di equipe dove si discutono le necessità ed i bisogni dei pazienti. È un momento importante dove si confrontano i pareri dei vari operatori con l’obiettivo condiviso di rispondere ai bisogni del paziente. Il personale è in parte dipendente in organico ASL ed in parte a contratto con diverse Onlus. Si tratta di una virtuosa collaborazione tra settore pubblico e privato, nell’ambito della quale le associazioni di volontariato stanziano fondi per la copertura economica di alcune figure professionali che lavorano nelle strutture pubbliche. Questo tipo di sinergia diventa ancora più prezioso e fondamentale in questo specifico momento di crisi economica, per continuare a garantire risorse a strutture penalizzate dagli inevitabili tagli di spesa e dalle razionalizzazioni. In particolare la LILT sezione di Firenze ormai da tanti anni sostiene l’attività della UCP Nord-Ovest con il finanziamento di un medico palliativista. Il termine “palliativo” non deve intendersi esclusi- vamente in senso negativo, come qualcosa di inutile, di non efficace. Esso va invece inteso come un intervento che contrasta i sintomi della malattia, però senza eliminarne le cause. In ogni caso il termine palliativo deriva dall’antico pallium, cioè dal mantello che San Martino di Tours tagliò e condivise con un mendicante seminudo. In questo senso le cure palliative sono intese proprio come un mantello che avvolge il malato in un ideale abbraccio, in modo totale in ogni suo bisogno. Per me è molto importante ed anche molto bello incontrare il paziente nella propria casa, nel proprio ambiente. È una prospettiva diversa, dove prevalgono le esigenze del paziente e che permette di conoscerlo nella sua completezza come persona e non solo come malato. L’approccio delle cure palliative quindi è di tipo olistico, rivolto alla persona e non alla malattia, cercando di ottenere la massima qualità di vita possibile per il paziente e per la sua famiglia. La famiglia infatti è allo stesso tempo soggetto di cura, in quanto risorsa coinvolta nei compiti assistenziali verso il proprio caro tramite la figura del caregiver; contemporaneamente però la famiglia è anche oggetto di cura, in quanto presenta specifici bisogni da considerare ed ascoltare. All’inizio i familiari, come il paziente, si sentono soli, senza punti di riferimento, impreparati a seguire i nostri consigli e le nostre indicazioni. Progressivamente la presenza regolare dell’equipe di assistenza domiciliare, la possibilità di una reperibilità telefonica creano una crescente fiducia ed i familiari percepiscono un senso di maggiore sicurezza. Durante l’assistenza facciamo un percorso insieme, condividendo momenti decisivi. Mentre l’equipe diventa una sorta di nucleo familiare aggiuntivo, anche i familiari diventano parte integrante dell’equipe. Il dolore della perdita trova spesso un parziale conforto nell’intima soddisfazione di essere riusciti, con l’aiuto dell’equipe, ad accompagnare il proprio caro, a tenerlo a casa fino all’ultimo giorno, ad averlo aiutato nei momenti critici. Sono tantissime le lettere che riceviamo a fine assistenza dai familiari per ringraziarci del supporto ricevuto ma anche per aver scoperto dentro di sé risorse insospettabili. Chi lo desidera può aiutare l’UCP Nord-Ovest attraverso donazioni alla LILT sezione di Firenze, indicando sempre nella causale la dicitura UCP NORD-OVEST. rubrica il medico domanda il medico risponde a cura di Grazia Grazzini, Dir. Medico U.O. Screening, Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica Il tumore dell’esofago L’importanza della prevenzione primaria O tumore dell’esofago è più frequente negli uomini rispetto alle donne. Una forma di tumore esofageo, lo “spinocellulare” per esempio è 5 volte più frequente nella popolazione nera rispetto a quella bianca. Comunque mi sembra importante sottolineare che Cara Beatrice, puoi dirci qualcosa su questo si conoscono diverse cause in grado di facilitare organo, l’esofago, e quanto è frequente il l’insorgenza del tumore dell’esofago: ci sono fattori tumore che si localizza in questa sede? genetici, fattori dietetici, fattori legati allo stile di L’esofago è il condotto attraverso cui gli alimenti e i vita e fattori infiammatori. liquidi che ingeriamo passano dalla gola allo stoma- Cerco di spiegarli uno per volta. co. È lungo circa 25-30 centimetri e largo 2-3 centi- Fattori genetici: il tumore esofageo è associato ad metri, ha le pareti foderate di tessuto mucoso e cir- una rara malattia denominata tilosi (cheratosi condate esternamente da muscoli che, contraendosi palmo-plantare: con crescita esagerata dello stato con la deglutizione, spingono il cibo verso lo stomaco. corneo dell’epidermide). Tra lo stomaco e l’esofago c’è una valvola, detta car- La dieta: un regime alimentare non equilibrato, dias, che impedisce a cibo e succhi gastrici di risalire. cioè una dieta povera di verdura e frutta possono La mucosa che riveste l’esofago è ricca di ghiandole aumentare il rischio di contrarre un tumore esofache producono muco, che lubrifica geo. Qualche particolare sembra assole pareti facilitando il transito del ciato ad un aumento del rischio: vercibo deglutito. dure sott’aceto o cibi che posso ferIl tumore dell’esofago è una mentare o ammuffire, cibi e bevande malattia che origina dai tessuti troppo calde, diete molto ricche di dell’esofago e può avere sia natucereali ma povere di verdure e frutta. ra benigna che natura maligna. Lo stile di vita: i principali fattori di I tumori benigni dell’esofago sono rischio riconosciuti sono il consumo di rari (dallo 0,5 al 4% circa di tutti i alcool e l’abitudine al fumo di tabacco. tumori esofagei); tra questi le tipoL’alcool è considerato una causa logie più frequenti sono i leiomiotumorale diretta e inoltre potenzia mi, i polipi esofagei e i papillomi l’azione cancerogena (cioè che provoca esofagei. cancro, ndr) del tabacco. L’associazioI principali fattori di rischio: conI tumori maligni esofagei sono un sumo di alcool e fumo di tabacco ne alcool-tabacco incrementa quindi po’ più frequenti, anche se sempre esponenzialmente il rischio di conpiuttosto rari. Nonostante la loro scarsa frequenza, i trarre un tumore all’esofago. tumori maligni dell’esofago rappresentano una delle prime dieci cause di morte per cancro a livello mondia- Questi aspetti sono molto importanti anche le. La malattia colpisce in particolar modo gli uomini perché un cambiamento delle abitudini ali(75% dei casi), di solito dopo i 60 anni di età. È estre- mentari e dei comportamenti individuali può mamente più diffuso nei Paesi orientali. Sono due le essere protettivo verso questa malattia. Quella forme maligne di tumore dell’esofago più frequenti: che i tecnici chiamano prevenzione primaria… carcinoma dell’esofago a cellule squamose o spinocel- Sì infatti, ed inoltre l’eliminazione di questi fattolulare e adenocarcinoma esofageo. ri di rischio lo è anche verso altre forme di tumore e verso le malattie cardiovascolari. Per concludere Esistono persone che sono più a rischio? Oppu- la mia spiegazione, anche l’infiammazione cronire stili di vita che possono rappresentare un ca della mucosa esofagea è un fattore di rischio fattore facilitante nello sviluppo del tumore? per il tumore dell’esofago. Una malattia infiamSì, come già detto, nella maggior parte dei paesi il matoria molto frequente è l’esofagite peptica, che © Istockphoto.bisli ggi per parlare di questo argomento ospitiamo la Dr.ssa Beatrice Mallardi, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, che lavora presso l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze. 5 il medico domanda il medico risponde è dovuta al contatto dei succhi gastrici con la mucosa esofagea. Tale contatto avviene per un difettoso funzionamento del cardias (la “valvola” di cui si parlava prima, che ha il compito di impedire il passaggio del contenuto dello stomaco nell’esofago). La cronicità dell’infiammazione è causa di una seria complicanza nota come esofago di Barrett, in cui il rivestimento mucoso esofageo subisce una trasformazione per reagire alla continua azione acida cui è sottoposto. L’esofago di Barrett aumenta notevolmente il rischio di sviluppare un tumore dell’esofago. Altra condizione di rischio è l’acalasia esofagea, una malattia non frequente caratterizzata da disturbi della peristalsi (cioè del movimento della parete muscolare dell’esofago) e dall’incapacità di rilasciamento dello sfintere (muscolo, ndr) esofageo inferiore. Ricordiamo poi le cicatrici provocate dall’ingestione volontaria o accidentale di sostanze caustiche come per esempio la candeggina, l’ammoniaca, la soda caustica, ecc. Che disturbi può dare il tumore esofageo? All’inizio può passare inosservato. Il primo e più comune sintomo è la disfagia, cioè si avverte una certa difficoltà a deglutire, in alcuni casi si ha la sensazione che il cibo si fermi durante il passaggio nell’esofago. Questa difficoltà a deglutire all’inizio è solo per i cibi solidi, ma, con il passare del tempo, si verificano problemi anche con cibi semisolidi o addirittura liquidi. Altri disturbi tipici del tumore all’esofago sono il bruciore e la sensazione di corpo estraneo al petto e alla gola; la dolenzia toracica spesso si irradia al dorso; si riscontra poi un costante calo di peso anche nei casi in cui non si ha perdita dell’appetito. 6 L’espansione del tumore può inoltre causare una compressione del nervo laringeo che, a lungo andare, può provocare paralisi di una corda vocale e raucedine. A seconda delle zone interessate è possibile riscontrare inoltre numerosi altri sintomi quali la nausea, il vomito, la tosse, dolori ossei, ecc. Come si fa la diagnosi? Per una diagnosi precisa e la scelta della migliore terapia possibile è indispensabile combinare diversi metodi diagnostici. Prima di tutto è importante raccogliere in modo completo tutte le informazioni sui disturbi e le abitudini di vita del malato, seguita da un’accurata visita medica. Esistono poi esami strumentali: Esofagoscopia e gastroscopia. Il medico introduce attraverso la bocca un tubo sottile e flessibile – l’endoscopio – nell’esofago e lo stomaco. Grazie a una piccola camera si possono riconoscere le zone sospette e al tempo stesso prelevare dei campioni di tessuto con una piccola pinza (biopsia). I tessuti sono esaminati al microscopio per una diagnosi di certezza. L’esofagoscopia può essere associata all’ecoendoscopia (ecografia attraverso l’endoscopio) per valutare il grado di infiltrazione del tumore nella parete esofagea e nelle ghiandole linfatiche vicine. Importanti sono anche la TAC torace e addome con mezzo di contrasto e la PET. In qualità di endoscopista, la domanda è d’obbligo. Che ruolo ha l’esame endoscopico, anche nella terapia? Intanto la gastroscopia ha un ruolo importante nella diagnosi precoce per quei pazienti con esofago di Barrett che sono decisamente più a rischio. Durante l’esame è possibile spruzzare sulla superficie dell’esofago dei coloranti detti “vitali” che evidenzia- no con particolare accentuazione di colore le cellule con displasia. La displasia rappresenta lo stadio più precoce verso l’evoluzione tumorale. Nei pazienti con esofago di Barrett senza displasia o con displasia di basso grado, è raccomandato l’esecuzione di un controllo endoscopico annuale con prelievi multipli. Se si riscontra un alto grado di displasia, si consiglia una attenta osservazione (ogni 3-6 mesi) o una terapia per l’esofago di Barrett (come la terapia fotodinamica, chirurgica e l’ablazione della mucosa). Qual è il percorso di cura di questa malattia? I tumori maligni dell’esofago sono neoplasie molto aggressive e nella maggioranza dei casi la prognosi è purtroppo infausta. Se il tumore è trattabile con la chirurgia, questa è il trattamento di prima scelta. Controindicazioni all’intervento chirurgico possono essere la localizzazione del tumore nella parte più “alta” dell’esofago (esofago cervicale), la presenza di metastasi a distanza e le cattive condizioni generali del soggetto. Quando non è possibile intervenire chirurgicamente si può ricorrere alla Radioterapia o alla Chemioterapia, di solito in combinazione. Nei casi più avanzati, in cui non possono essere fatte le terapie che ho appena citato, si può ricorrere a terapie palliative, come il posizionamento di uno stent in silicone o metallo, la dilatazione esofagea e la laserterapia allo scopo di mantenere la pervietà (apertura, ndr) del lume esofageo e trattare i disturbi della deglutizione. Dr.ssa Beatrice Mallardi, ISPO CORRI LA VITA XII EDIZIONE SUPERATE LE 32.000 ISCRIZIONI! U n nuovo record per la XII edizione di Corri la Vita! L’evento, organizzato in collaborazione con la Lilt e a sostegno di progetti no-profit che aiutano le donne malate di tumore al seno, ha riunito oltre 32.000 partecipanti, che hanno riempito il centro storico di Firenze indossando le maglie grigie realizzate da Salvatore Ferragamo. L’amatissimo ex calciatore della Fiorentina Giancarlo Antognoni, insieme alla Presidente Bona Frescobaldi, ha dato il via da Piazza Duomo alla corsa non agonistica e alla passeggiata attraverso mete culturali. Oltre alle autorità di Comune e Regione, tanti gli ospiti presenti: Gabriel Omar Batistuta, che ha dichiarato “Sento Firenze come casa mia e Firenze ha un cuore grande, come dimostra il successo di questa splendida iniziativa”, Giorgio Panariello che ha coinvolto il pubblico con la sua simpatia, i cantanti Dolcenera e Nek, gli atleti Elena Gigli, Pier Alberto Buccoliero e Costanza Bonac-corsi, e Agnese Renzi che, insieme al costume caractere ufficiale di Peppa Pig, ha premiato i primi bambini classificati. Un altro eccezionale traguardo per Corri la Vita, che ha raccolto 500.000 euro grazie alla generosità degli iscritti e dei moltissimi sostenitori, tra cui ricordiamo Salvatore Ferragamo, Unicoop Firenze, Banca CR Firenze, Universo Sport, I Gigli, Eni, Gucci, Palestre Klab, Aboca e LeoFrance. I fondi raccolti saranno destinati a: Ce.Ri.On. Centro Riabilitazione Oncologica di Villa delle Rose tramite LILT Firenze Onlus; SenoNetwork, portale nazionale che riunisce le Breast Unit italiane; FILE Fondazione Italiana di Leniterapia Onlus; “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, borsa di studio per giovani ricercatori in Senologia. Un grande ringraziamento ai volontari della Lilt e di Firenze Marathon impegnati nelle iscrizioni e lungo i percorsi di gara. Prossimo appuntamento per Domenica 27 Settembre 2015! Grazie a Matteo Brogi, Dario Garofalo, Matteo Bonan, Gianluca Gori e Caterina Romig Ciccarelli per i servizi grafici e fotografici. 7 Le agevolazioni per i Soci LILT Tante buone ragioni per essere socio della Lilt Firenze! Sostenere la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori attraverso la quota sociale annuale di 15 euro, contribuisce alle attività di informazione, prevenzione, assistenza domiciliare e riabilitazione oncologica che l’Associazione porta avanti sul territorio di Firenze e Provincia. Allo stesso tempo, essere soci Lilt dà diritto ad accedere ad una serie di Servizi e prestazioni sanitarie a prezzo agevolato, grazie a Convenzioni con strutture esterne. I servizi della Lilt Firenze per i suoi associati Sede dell’Associazione in V.le Giannotti 23 - Tel. 055 576939 • Lavoro e Previdenza Informazioni sulla tutela del lavoro per il malato oncologico e per la gestione di pratiche come la richiesta di invalidità. • Consulenza dietologica Elaborazione di un piano alimentare sano e personalizzato. • Gruppi per smettere di fumare Gruppi di Disassuefazione dal Fumo condotti da Psicologi formati al metodo della Lilt. • Sostegno psico-oncologico Assistenza psicologica a pazienti che hanno terminato il percorso assistenziale presso il Centro di Riabilitazione Oncologica di Villa delle Rose o a chi abbia necessità di un supporto psico-oncologico. • Consulenza sessuologica Supporto sessuologico con Le prestazioni sanitarie convenzionate per i soci Lilt in strutture esterne percorso mirato, breve e mansionale al fine di tornare a vivere la sessualità in maniera soddisfacente dopo la difficile esperienza del tumore. • Consulenza estetica Incontri di consulenza estetica personalizzata per le donne che affrontano cure oncologiche. Ambulatorio in Via Chiantigiana 26 presso Misericordia di Badia a Ripoli - Tel. 055 576939 • Ambulatorio di prevenzione melanoma Visita a cura di un medico specialista dermatologo con preparazione specifica nella diagnosi delle lesioni pigmentate. L’ambulatorio è dotato della strumentazione necessaria per l’esame dermoscopico sia manuale che computerizzato con possibilità di archiviazione di immagine. © © Istockphoto.Nobilior Istockphoto.Nobilior © © Istockphoto.mitarart Istockphoto.mitarart Istituto Prof. Manfredo Fanfani di Ricerche Cliniche, Piazza Indipendenza 18/b - Tel. 055.49701 Studio Prof. Dott. Franco Cecchi, specialista cardiologo, Via Iacopo Nardi 30 Firenze, Tel. 055.0136505 • Check-up prevenzione oncologica donna età superiore ai 40 anni Ca 125 / Cea (astenersi dal fumo 24h prima dell’esecuzione) / Pap test / Citologico urine / TSH ultrasensibile / Rx Mammografia bilaterale • Esami Cardiologici E. C. G. di base / E. C. G. + Visita Cardiologica / E. C. G. + Ecocolordoppler Cardiaco + Visita Cardiologica / Ecocolordoppler Cardiaco / E. C. G. dinamico Holter nelle 24 h / Test da sforzo al cicloergometro / Monitoraggio pressorio 24 h. • Esami Angiologici Ecocolordoppler carotideo vertebrale / Ecocolordoppler arterioso arti inferiori o superiori / Ecocolordoppler venoso arti inferiori o superiori • Esami Multipli cardiologici angiologici Visita + E. C. G. + Eco cuore + Eco carotideo vertebrale / Ecocolordoppler Carotideo + Eco Arterioso arti inferiori o superiori • Ecografia Ecografia addome superiore e inferiore / Ecografia tiroidea • Check-up prevenzione oncologica uomo età superiore ai 40 anni Cea (astenersi dal fumo 24h prima dell’esecuzione) / Citologico urine / PSA Totale+Libero / TSH ultrasensibile / Ecografia addome completo • Check-up prevenzione oncologica donna/uomo fumatore età superiore ai 40 anni (esame aggiuntivo) TAC Torace (Polmonare spirale a bassa dose) • Check-up prevenzione cardio-vascolare Ecocolor Doppler Cardiaco / E.C.G. / Visita Cardiologia Approfondimenti su richiesta del Cardiologo: Holter pressorio 24 ore / E.C.G. dinamico (Holter 24 ore) Test da sforzo con cicloergometro • Check-up menopausa Fosfatasi Alcalina Ossea (BAP) / Paratormone / TSH ultrasensibile / M.O.C. Total Body e dettagli femore-colonna • Check-up senologico Visita senologica / Ecografia Mammella Bilaterale / Rx Mammografia Bilaterale • Check-up ginecologico Visita ginecologica / Citologico Cervico Vaginale (Pap Test) / Ecografia pelvica transvaginale con addome inferiore Informazioni e modalità di accesso per i soci della Lilt Sia i Servizi Lilt che le prestazioni sanitarie in strutture esterne godono di tariffe agevolate riservate ai Soci della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione di Firenze. Per accedere ai Servizi dell’Associazione, sia quelli in Sede che l’ambulatorio di prevenzione melanoma, è necessario fissare un appuntamento telefonando allo 055.576939. Per quanto riguarda le convenzioni con le strutture esterne, basterà contattare le strutture medesime e dimostrare la propria affiliazione alla Lilt per l’anno in corso attraverso la ricevuta rilasciata dall’Associazione o l’attestazione del versamento bancario o postale. Info 055.576939 / info@legatumorifirenze.it rubrica sano&buono a cura di Simonetta Salvini Dietista, libera professionista, www.simonettasalvini.it L dell’aperitivo, da qual’ ora che decennio chiamata soprattutto tra i giovani, happy hour, si trasforma spesso in un’ora di eccessi. Mentre tradizionalmente l’aperitivo consisteva in una bevanda (alcoolica o analcoolica) accompagnata da qualche piccolo stuzzichino, oggi l’happy hour in Italia è diventato qualcosa di più. In una certa fascia oraria (in genere Ricordarsi tutto non è facile. Inoltre, con tutto quel mangiare salato viene sete e un solo drink non basta. Quindi alla fine della serata un tipico frequentatore di happy hour potrebbe aver assunto un paio di aperitivi e 20 g ciascuno di questi stuzzichini: patatine fritte, salatini, arachidi/ pistacchi, crostini/ bruschette/ pizzette, salame e altri salumi, formaggio, olive e sottaceti. “ In Italia oltre 1.000.000 sono i giovani che fanno un consumo rischioso di alcool” compresa tra le 19 e le 21) molti bar, soprattutto nelle grandi città, offrono l’aperitivo accompagnato da assaggi vari, ad un prezzo molto vantaggioso. Gli assaggi si sono trasformati in veri e propri antipasti o, in alcuni bar, addirittura in “piatti” veri e propri. Il tutto ad un costo contenuto: una bevuta con cibo a volontà ad un prezzo fisso molto allettante, se si pensa che questo aperitivo potrebbe senza problemi sostituire la cena. Molti però non si accontentano dell’aperitivo e tornano a casa per una bella spaghettata, come se nulla fosse. Oppure si mettono al volante dopo aver allegramente bevuto alcool in abbondanza. Parlare di aperitivi e happy hour è quindi un’occasione per parlare di eccessi: di alcool, di calorie e di sale. Ma cosa e quanto si mangia in una serata? Questo aperitivo con assaggi fornisce 1018 kcal (chilocalorie), oltre a 43 grammi di alcool e 3.5 grammi di sale. C’è troppo di tutto! Parliamo dell’alcool È del settembre di quest’anno il piano d’azione 2014-2016 dell’Organizzazione Mondiale e per la Sanità (OMS) sul bere dei giovani e sul binge drinking. Il piano definisce 6 aree di azione per ridurre il consumo di alcoolici tra i giovani. “In Italia circa 8 milioni sono i soggetti con un consumo rischioso di alcool e quindi potenzialmente suscettibili di un intervento di carattere sanitario; oltre 1.000.000 sono i giovani al di sotto dell’età legale, oggi 18 anni, che fanno un consumo rischioso di alcool, 1 milione e duecento mila circa, se si considerano i giovani sino a 24 anni”. In Italia è facile per i ragazzi comprare birra, vino e cocktails preconfezionati (breezers, alcoolpops): i negozianti non stanno attenti all’età dei consumatori e fanno finta di non sapere che bisogna aver compiuto 18 anni per poter consumare e comprare le bevande alcooliche. Ma in Italia tendiamo a minimizzare: siamo da sempre abituati a vedere la bottiglia di vino in tavola, donne e uomini bevono d’abitudine almeno un bicchiere di vino al pasto e anche ai bambini un dito di vino alla domenica non l’ha mai negato nessuno. In Italia, tra i giovani il fenomeno del binge drinking, cioè del bere grosse quantità di alcool in un’unica occasione, è abbastanza recente e occorre fermarlo al più presto. L’alcool danneggia le cellule cerebrali: fino ai 18 anni l’alcool va evitato e oggi si consiglia addirittura di evitare il consumo di alcoolici fino ai 24 anni. Anche gli adulti bevono troppo: se ne parla poco, ma la cirrosi (malattia del fegato) e molti tipi di tumore sono strettamente legati ad un eccessivo consumo di alcool. L’alcool crea dipendenza, altera l’umore e accorcia la vita! Se consideriamo che una “dose” di alcool è per convenzione 12 g, i due aperitivi del nostro esempio © Istockphoto.MarceloDufflocqw I pericoli dell’aperitivo e dell’happy hour sano&buono corrispondono a circa 4 bicchieri di vino o 4 lattine di birra. Un adulto non dovrebbe consumare più di 2 bicchieri di vino/2 lattine di birra al giorno se è un uomo, e 1 bicchiere di vino/1 lattina di birra al giorno se è donna. Parliamo delle calorie Si dice spesso che l’obesità ed il sovrappeso sono in aumento. Abbiamo visto che un aperitivo con qualcosa da mangiare può facilmente fornire un migliaio di calorie, quindi circa la metà del fabbisogno giornaliero di una donna, e circa un terzo di quello di un uomo: un eccesso calorico di questo tipo, se ripetuto con una certa costanza, si trasforma in eccesso di grasso (viscerale e sottocutaneo) con conseguente aumento di peso e con tutti i danni che ne derivano. Se siamo sopra ai 50 anni e vediamo l’ago della bilancia spostarsi verso destra, corriamo presto ai ripari: potrebbe essere colpa anche degli aperitivi? Parliamo del sale Parliamo di… alternative sane! Non deprimiamoci. Non esiste solo l’alcool e non esistono solo stuzzichini pieni di calo- © Istockphoto.fotografiche Anche di sale (cloruro di sodio) non vorremmo sentir parlare: è un killer spietato. Ictus, ipertensione e alcuni tipi di tumore sono strettamente dipendenti dal consumo di sale. L’appello a ridurre il consumo di sale è al primo posto in un’infografica appena pubblicata dall’OMS che mostra i principali problemi alimentari in Europa. Lo sapete che il sale aggiunto agli alimenti, un tempo preziosissimo perché permetteva la loro conservazione, oggi non avrebbe più ragione d’essere, se non nella preparazione di alimenti particolari come i salumi e i formaggi? Ma ci siamo abituati a mangiar salato e quindi, anche se abbiamo a disposizione alternative poco salate, la scelta va sull’alimento carico di sale. L’OMS raccomanda di non superare il consumo di 5 g di sale al giorno: l’happy hour dell’esempio ne fornisce circa 3.5 g. Resta ben poco sale a disposizione per gli altri pasti della giornata. Per saperne di più ecco alcuni siti da consultare: http://www.epicentro.iss.it/temi/alcool/indice_alcool.asp http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/nutrition/ data-and-statistics/infographic-healthy-diets-save-lives-download http://www.mondococktail.it/analcoolici.html 10 rie e sale. Un pinzimonio di verdure con olio extravergine di olive, o con una salsina allo yogurt o un pesto di rucola, o una salsa di ceci, pomodori datterini, un bicchierino di gazpacho, uno spiedino di verdure, un assaggio di ribollita, sono alcuni esempi di antipasti naturalmente light. Per chi non sa rinunciare alle noccioline, esistono pistacchi, arachidi, anacardi non salati: sono un’ottima scelta. Se poi aggiungiamo un cocktail analcoolico, che non ha nulla da invidiare a quelli pieni d’alcool, il gioco è fatto: un’happy hour veramente happy, senza problemi di guida in stato di ebbrezza. E non ditemi che questi cocktail non sono allettanti! Belvedere Ingredienti: Basilico (80 grammi), Carota (80 grammi), Lattuga (50 grammi), Limone (50 grammi), Pomodoro (2), Prezzemolo (un rametto), Sedano (un rametto), Sale (uno spruzzo), Pepe (uno spruzzo). Preparazione: Frullare il basilico, la carota, la lattuga, il limone, i pomodori ed il prezzemolo, con tanto ghiaccio e servire in un ampio calice da cocktail. Aggiungere una spruzzata di pepe e decorare con un rametto di sedano ed uno di prezzemolo. Fruit and Tonic Ingredienti: Succo di limone (50%), Succo di arancia (50%), acqua tonica, mezza fetta di limone, mezza fetta di mango. Preparazione: Preparare direttamente in un bicchiere tumbler con alcuni cubetti di ghiaccio e versare il succo di limone, il succo d’arancia e l’acqua tonica. Decorare con mezza fetta di limone e mezza fetta di mango. rubrica voci a cura di Giovanna Franchi, Responsabile Servizio Psico-Oncologia della LILT presso Villa delle Rose Parole che accompagnano “Le donne si raccontano” diventa libro grazie al Cesvot È con grande emozione che ci siamo ritrovati in tanti il 14 ottobre, nella meravigliosa cornice del Salone dei ‘500, circondati dalle battaglie del Vasari, per festeggiare l’uscita del volume “Le donne si raccontano. Storie di donne che hanno affrontato la malattia oncologica”. Il libro, edito nella collana “Briciole” grazie alla sensibilità e all’interesse del Cesvot, raccoglie le storie delle donne che hanno partecipato alle quattro edizioni dell’omonimo premio di scrittura della Lilt, bandito per la prima volta nel 2007. Ottantaquattro racconti, un insieme eterogeneo e nello stesso tempo armonico, pieno di emozioni e desideri, dolori e speranze Come sanno tutte le persone che negli anni hanno partecipato alle varie edizioni del premio con i loro scritti, e tutti quelli che al premio hanno collaborato, fin dall’inizio abbiamo pensato che dovevamo riuscire ad arrivare a farne una pubblicazione. Ricordo quando ci siamo trovati nel 2007 a commentare i primi trenta racconti alla Biblioteca Comunale di Sesto Fiorentino, che ci aveva generosamente ospitato: siamo stati subito travolti, emozionati dalla bellezza, dall’intensità, dal coraggio delle storie che venivano raccontate... E da subito ci siamo resi conto di quanto questi scritti fossero preziosi, per diversi motivi. Prima di tutto, per cosa hanno significato per chi ha scritto. Al Ce.Ri.On. Centro di Riabilitazione Oncologica di Ispo e Lilt, il punto centrale del nostro lavoro è pensare che per riabilitare una persona che attraversa l’esperienza di tumore bisogna prendere in cura il suo corpo ma anche la sua mente. La scrittura può essere uno dei passi importanti di questo cammino. Shakespeare nel Macbeth fa dire da Malcom a Macduff, stroncato dal dolore: Date parole al dolore. Il dolore senza parole agita il cuore oppresso e lo spinge a spezzarsi. Chi ha attraversato l’esperienza della malattia oncologica sa quanto isolamento, quanta chiusura in se stesso, quanta afasia porta con sé. La tempesta che ci si trova ad attraversare è a volte così violenta che mancano le parole per descriverla. Allora trovare il coraggio e la forza di ascoltare le proprie emozioni, riconoscerle, nominarle, tradurle in parole e riuscire a trasformarle in racconto, diventa un’esperienza di crescita e di riequilibrio delle proporzioni. Le emozioni, quando si riesce a scriverle, si tolgono dal cuore per metterle sulla carta e in questo processo si elaborano e si trasformano. Ma preziosi anche per quello che possono significare per chi lavora in oncologia. Nonostante gli sforzi per riaffermare una cultura di una medicina che non si esaurisca nelle raccolta di dati ma che accolga anche una dimensione più narrativa, gli operatori sanno bene come negli spazi clinici ci sia poco tempo per ascoltare. Nelle giornate affannate di chi è impegnato nei reparti, nell’accumularsi di situazioni tutte difficili e pesanti, è difficile potersi concedere il tempo di prestare attenzione non solo al corpo, ma anche ai sentimenti di chi si ha in cura. Ecco allora che questa storie diventano un modo per aprirsi all’esperienza di chi in quel momento si trova ad essere dall’altra parte della scrivania, per mettersi dall’altra parte, dalla parte di chi è uscito dal mondo dei sani per entrare in quello dei malati, per ascoltarne la voce, per aprire il cuore a quelle parole che non c’è il tempo di ascoltare. Le tante voci di questi racconti diventano una bussola insostituibile per orientarsi nel mondo della cura. E infine preziosi perché si tendono come una mano, anzi una meravigliosa rete di tante 11 voci mani, a sorreggere chi alla malattia si affaccia. Chi nella malattia muove i primi passi insicuri e dolorosissimi. Quando arriva la diagnosi di tumore sembra che si apra un inferno che non avrà più fine. Poter leg- sua unicità. E che ci hanno insegnato tanto. L’esperienza è la stessa: la malattia oncologica. Ma ogni storia è a sé, con i suoi particolari, i suoi vissuti. Ecco perché non è stato semplice inserire i racconti all’in- Le emozioni, quando si riesce a scriverle, “ si tolgono dal cuore per metterle sulla carta e ” in questo processo si elaborano e si trasformano gere i racconti di chi ci è già passato, riconoscere incertezze, difficoltà, paure e speranze, rendersi conto di quanti modi diversi, e tutti legittimi, ci sono di attraversare quest’esperienza, aiuta a riconoscere la possibilità di un percorso, a vedere l’indicazione di una strada che, anche se irta di ostacoli, si può percorrere. E nello stesso tempo porta la consolazione di non essere soli, il conforto di scoprire persone che capiscono e descrivono le emozioni a cui ancora non si riesce a dare voce. Le donne che hanno scritto non nascondono la sofferenza, il dolore e le difficoltà che hanno dovuto affrontare, ma la cosa che emerge con più forza è il coraggio e la determinazione che hanno avuto, è il messaggio di speranza e solidarietà verso chi purtroppo si trova ora nella loro stessa situazione. Per tutti questi motivi con Elisabetta Bernardini, con cui ho condiviso il privilegio di poter trascorrere un po’ di tempo immerse in queste storie piene sì di disperazione e di dolore, ma anche ricchissime di coraggio, forza e amore per la vita, siamo piene di emozione per l’uscita di questo libro. Chi avrà voglia di leggerlo scoprirà un mondo intenso, pieno di luci e di ombre, tante storie simili eppure ognuna speciale nella 12 terno di capitoli. Abbiamo però cercato di evidenziare temi ampi e ricorrenti negli scritti, come il rapporto con i medici, la famiglia, il sostegno del volontariato, la rinascita una volta finite le cure e sconfitta la malattia, anche i racconti di chi non ha vissuto direttamente la malattia ma è stata accanto ad un familiare, ad un amico.... Non vuole essere ovviamente una classificazione ma solo una guida di lettura. Le giurie che si sono avvicendate nelle varie edizioni del Premio hanno sempre usato lo stesso criterio di giudizio, che è stato quello di segnalare come vincitori i racconti più evocativi, ma di sottolineare la significatività di tutti. Ecco, in accordo con questo, anche noi abbiamo deciso di non evidenziare in maniera particolare i premiati (che sono solo segnalati nelle note) perché condividiamo che la vittoria è davvero di tutte le partecipanti. Un aspetto importante da sottolineare è che il premio “Le donne si raccontano” prima e di conseguenza questo libro, nascono all’interno del Servizio Lilt Donna come Prima. Ricordiamo che Donna come prima prende vita nel 1986 grazie alla determinazione di Roberta Ciurekgian Scandurra, che ha trasformato la sua personale esperienza di malattia in un servizio a sostegno di altre donne colpite da tumore al seno. Attualmente sono circa quaranta le volontarie, meravigliose, che accolgono le pazienti al Centro di Riabilitazione di Villa delle Rose e ad una volontaria in particolare, Fioretta Falorni, dobbiamo essere particolarmente grati per aver suggerito di bandire il premio di scrittura e per essersi impegnata con tutta sé stessa per la sua realizzazione. Ringrazio di cuore le donne che hanno condiviso le loro storie con noi, le politiche fiorentine che in Palazzo Vecchio si sono strette accanto alla Lilt dando voce ai racconti e il Cesvot che ci ha permesso di realizzare un sogno. Chiunque volesse avere una copia del libro, può trovarlo alla sede Lilt in viale Giannotti o a Donna come prima al Cerion. Un momento della presentazione del libro in Palazzo Vecchio rubrica alleniamociastarbene a cura di Diego Petrini, Associazione Sportiva Firenze Marathon La corsa nel periodo invernale Intervista al prof. Fulvio Massini Q uando l’amica Elisabetta mi ha chiesto di poter curare questa rubrica ne sono stato entusiasta ed orgoglioso. Ho raccolto quindi con grande piacere il “testimone” passatomi da Eleonora Gatti, precedente curatrice di questi articoli, ed il primo argomento che ho pensato di affrontare, visto il mio attuale ruolo di Segretario Generale della Firenze Marathon, è quello della corsa come attività per la ricerca ed il mantenimento di un sano stile di vita. Ho ritenuto quindi di intervistare il Professor Fulvio Massini, attuale Direttore Tecnico della Firenze Marathon, titolare della società Training Consultant ed in generale uno dei massimi esperti italiani della preparazione atletica legata alla corsa. Buongiorno Fulvio e grazie per la tua disponibilità. Conosciamo tutti i benefici di una regolare attività fisica, ma cosa succede nel periodo invernale? Dobbiamo considerarlo come un periodo di transizione e riposo? L’attività fisica è dimostrato essere alla base di un aumento delle capacità coordinative, del controllo del peso e nello specifico della perdita di massa grassa che sono elementi caratteristici di un buon stato fisico ed atletico di tutti noi. Deve diventare un’abitudine quotidiana, indipendentemente dai risultati che vogliamo ottenere. Che sia un impegno moderato, fino ad una specifica preparazione atletica, la parola chiave è regolarità, e questo vuol dire ovviamente continuare a muoverci anche d’inverno! Alla base di ogni preparazione o attività motoria c’è la camminata, e successivamente la corsa: siamo nati per stare in piedi e muoverci, è quasi un istinto primario. Sforzarsi di lasciare la macchina a casa, prediligere gli spostamenti a piedi per i neofiti della corsa può essere già un buon inizio per attivare quei processi che ci porteranno ad iniziare a correre nei mesi primaverili ed estivi. Per chi invece ha già alle spalle uno storico legato alla corsa, Dicembre può diventare un mese importantissimo per la propria preparazione: nessun riposo quindi, allenamenti mirati con alcuni accorgimenti, come la scelta delle ore più calde della giornata per l’attività e l’utilizzo di un abbigliamento adeguato, termico ma traspirante. Correre o camminare d’inverno: non esiste quindi nessuna controindicazione in questa attività? Ovviamente come tutte le cose esistono delle controindicazioni e per questo degli accorgimenti da attivare. Innanzitutto, come dicevo prima, attenzione a come ci vestiamo, per evitare malattie da raffreddamento; pur muovendoci con temperature fredde, continuano poi a dare attenzione all’idratazione; infine cerchiamo di aumentare sia le fasi di riscaldamento che defaticamento in questi periodi, evitando bruschi cambi di ritmo. A supporto di questo, consiglio sempre una attività di allungamento di tutte le masse muscolari coinvolte nel gesto tecnico, con maggior attenzione a quelle degli arti inferiori, addominali e paravertebrali. In questo periodo quale allenamento andresti a consigliare a chi si approccia a questa disciplina? È un periodo perfetto per iniziare, perché le temperature basse ci permettono di contrastare la sensazione di molti neofiti del rimanere “senza fiato” nei primi minuti di attività: consiglio di partire con semplici passeggiate, aumentando progressivamente il ritmo e curando molto l’attenzione al gesto. Camminare è naturale ma deve avere degli accorgimenti se vogliamo farlo bene: “sentire” una costante contrazione degli addominali ad ogni passo, regolarizzare il respiro, coordinare la spinta degli arti inferiori ai movimenti coordinativi delle braccia. Tutto questo diventerà il giusto approccio tecnico per una buona postura ed adattamento al gesto della corsa, step successivo. Consiglio quindi di portare le sessioni di camminata almeno a 3 volte a settimana, 40-60 minuti minimo (il giusto tempo di attivazione del metabolismo aerobico), inserendo successivamente brevi tratti di corsa e progressivamente aumentandone i tempi. L’obiettivo è quello di riuscire ad interval- 13 alleniamociastarbene lare con facilità tratti di impegno medio a sforzi più intensi: solo così riusciremo ad aumentare la “cilindrata” del nostro cuore. Parliamo invece di coloro i quali hanno già alle spalle anni di allenamento e vogliono sfruttare il periodo invernale per una specifica preparazione atletica: quale può essere l’inizio del loro percorso? Più ci addentriamo nella preparazione atletica, più dobbiamo diventare specifici e seguire le singole caratteristiche degli atleti a cui ci rivolgiamo. In generale, possiamo dividere l’approccio alla preparazione in due gruppi generali: chi si allena per le gare di lunga distanza, prevedendo di svolgere una o più maratone nel corso dell’anno (ricordo che il termine “maratona” sottolinea una distanza di 42km e 195m) e chi invece predilige corse più brevi, di 5-15 km. Regola generale: fare allenamenti “non usuali”, lontani dal gesto tecnico specifico. Nel primo caso, cioè per le corse lunghe come le maratone, sfruttare questi mesi per gli allenamenti di potenza, di forza, come ad esempio corsa in salita, scatti, ripetute brevi, tutto quello che serve ad attivare i metabolismi anaerobici, poco utilizzati da atleti di endurance puro, ma che dalle più recenti ricerche di fisiologia sono comunque fondamentali per sviluppare al massimo le capacità aerobiche e di resistenza lattacida. Nel secondo, ovvero le gare più brevi, prediligere in questo periodo allenamenti progressivamente sempre più lunghi, con percorsi ondulati, capaci di sviluppare quello che genericamente è chiamata capacità aerobica o più comunemente “fondo”. 14 Consiglieresti a chi inizia una preparazione dei test specifici? Li consiglierei a tutti, sia a chi si sta preparando che a chi ha appena iniziato l’attività e vuole capire il proprio punto di partenza ed i successivi risultati. In generale, la teoria di allenamento si deve basare su semplici valutazioni dello stato di forma delle persone, dall’adattamento che lo specifico allenamento sta apportando al proprio organismo, fino alla valutazione dei risultati ottenuti nel lungo periodo. Test Conconi, misurazione del lattato, test di sviluppo della potenza, ma anche lo studio dell’appoggio del piede per la scelta della scarpa più idonea sono solo alcuni delle valutazioni possibili che possono essere effettuate in questo periodo. Il mio consiglio: costruire anche una propria cultura all’approccio della teoria di allenamento, guidati nel caso da professionisti del settore. Spesso si commette l’errore nel ritenere che correre sia un gesto atletico semplice ed immediato: come tutte le attività necessità invece di una base di teoria di preparazione e conoscenza della tecnica specifica. Consiglio per questo di sfruttare questo periodo per una valutazione generale e per una programmazione dell’allenamento dei prossimi tre mesi. Una domanda generica riguardo al tuo mondo: tanta gente si è affacciata negli ultimi anni al podismo, in Italia si contano quasi 90 Maratone organizzate durante l’anno in tutte le regioni e centinaia di corse più o meno impegnative domenicali: che cosa significa? È soltanto una moda destinata ad affievolirsi con il tempo? Ricordo quando negli anni '70, iniziando ad allenare futuri podisti, la gente che incontravamo lungo la strada ci guardava con aria incuriosita e divertita, e la battuta rivoltaci durante il nostro passaggio era quasi di routine. Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate: come dicevo all’inizio la stragrande maggioranza delle persone conosce i benefici di quest’attività e per questo il movimento è cresciuto non solo per quanto riguarda i praticanti-tesserati alla federazione o enti di promozione sportiva, ma anche dei semplici appassionati non competitivi. Anzi, negli ultimi anni si è scoperto un nuovo modo di correre, meno “attento” al tempo al km o in generale al cronometro, ma più interessato al lato “social” della corsa, al piacere di fare parte di un gruppo e condividerne esperienze ed emozioni. Anche noi a Firenze, tramite il progetto Firenze Corre, sessioni di allenamento guidato con partenza ogni mercoledì da piazza del Duomo alle 19:30 (aperto a tutti), abbiamo semplicemente risposto a questa esigenza: i quasi 1300 iscritti e 700 partecipanti in media ogni sera ci fanno capire di aver imboccato la strada giusta. Grazie Fulvio, se i nostri lettori volessero contattarti per avere dei consigli sul proprio allenamento, come possono fare? Mi possono contattare direttamente tramite mail al mio indirizzo fulvio@fulviomassini.com, o al contatto telefonico del nostro studio: 055-6236163. Grazie a voi e buon allenamento! Foto di Mauro Sani I Bandierai degli Uffizi a sostegno della Lilt S ono gli sbandieratori ufficiali della Città di Firenze e incantano chiunque. I Bandierai degli Uffizi rappresentano un’istituzione storica ed è impossibile non rimanere affascinati dalla loro bravura e dalla passione con cui si esibiscono per le strade della nostra Città e non solo. Attenti alla solidarietà e impegnati nel sociale, hanno scelto la Lilt come beneficiaria delle iniziative di raccolta fondi del 2014. “La nostra collaborazione con la Lega Italiana Lotta contro i Tumori è iniziata in occasione del gemellaggio del nostro gruppo con gli Sbandieratori Città de L’Aquila il 2 marzo 2014 e per tutto l’anno è continuata con la raccolta fondi in ogni occasione”, dice Antonio Marrone Presidente dell’Associazione Amici dei Bandierai degli Uffizi. “Abbiamo raccolto oltre 1.700 Euro che sono stati consegnati in occasione di un altro gemellaggio, quello con i Bandierai e Musici di Castel San Barnaba di Scarperia l’11 ottobre di quest’anno”. “Siamo felicissimi di aver collaborato con la Lilt e contenti di aver portato un po’ di tradizione e di solidarietà ai nostri concittadini bisognosi di cure”, afferma Gigi Vitali, capogruppo dei Bandierai degli Uffizi. “Ringraziamo il Presidente Alexander Peirano e l’amica Elisabetta Bernardini per la partnership che hanno voluto fortemente. Noi ce l’abbiamo messa tutta e i risultati sono arrivati”. Anche Filippo Giovannelli, vice Presidente dell’Associazione, ha espresso il suo plauso all’iniziativa. “Il nostro impegno sul sociale – afferma – non mancherà anche nei prossimi anni e speriamo di poter continuare a collaborare con la Lilt anche in futuro. Ringrazio inoltre Enrico Bicci, bandieraio e amico, che ci ha fatto conoscere questa splendida realtà impegnata nella lotta alla malattia oncologica e tutto il gruppo dei Bandierai degli Uffizi per l’impegno che hanno messo in queste manifestazioni dedicate alla raccolta fondi”. Tutta la Lilt Firenze esprime profonda gratitudine agli amici Bandierai. I fondi donati all’Associazione andranno a sostegno del Servizio Camo di Assistenza domiciliare. 15 A cura di Iolanda Giamberini e Cecilia Picchi, Lilt - Florence Dragon Lady Entusiasmante partecipazione delle Florence Dragon Lady in Florida L a squadra delle Florence Dragon Lady della Lilt Firenze è tornata entusiasta dalla trasferta in Florida per il “2014 IBCPC Participatory Dragon Boat Festival” (Sarasota 24-26 ottobre 2014), il festival internazionale di dragon boat organizzato dalla International Breast Cancer Paddle Commission IBCPC, la federazione internazionale che riunisce squadre di ‘Donne in Rosa’, donne operate di tumore al seno che praticano il dragon boat come riabilitazione psico-fisica dopo l’intervento oncologico. I preparativi per la trasferta della squadra fiorentina erano iniziati oltre un anno fa e hanno ottenuto grande successo fino a coinvolgere l’equipaggio completo, composto da 20 pagaiatrici, tamburino, timoniere e allenatore, a indicare la volontà di massima partecipazione della squadra. L’equipaggio che è andato in trasferta era composto da Patrizia Baggiani, Anna Barone, Susanna Bausi, Susanna Benvenuti, Maria Loreta Bernabei, Eurosia Bertoletti, Carla Bini, Lia Borgheresi, Maila Borriero, Monica Cantagalli, Lucia De Ranieri, Rosetta Dini, Filomena Fiori, Jolanda Giamberini, Tullia Morandi, Deanna Niccolai, Lucia Nistri, Grazia Pasqui, Cecilia Picchi, Angela Prunecchi, Vincenza Stecchini, Daniela Vanzi, dall’allenatore Alessandro Piccardi e da due mariti accompagnatori. La preparazione è stata non solo con allenamenti in barca in vista delle gare e per creare assieme nell’equipaggio, ma anche coinvolgimento con molte realtà cittadine che hanno dato il proprio sostegno affinché l’impresa si concretizzasse. La volontà di dare massima partecipazione alla tra- 16 sferta ha richiesto un grosso sforzo organizzativo ed economico ed è stata possibile anche grazie alle numerose realtà istituzionali ed economiche fiorentine che hanno accolto con entusiasmo il nostro progetto e ci hanno sostenuto a vario titolo, a loro va un caloroso ringraziamento nel desiderio che sia l’inizio di una duratura amicizia. Nelle acque del bacino di Nathan Benderson Park di Sarasota, inaugurato per l’occasione, si sono incontrate oltre 3000 donne in rosa provenienti da otto nazioni dei cinque continenti, a testimonianza della diffusione che il movimento sta raggiungendo nei suoi 18 anni di vita. Il Festival è al tempo stesso evento sportivo e partecipativo. Oltre 100 equipaggi si sono misurati in gare di dragon boat sulla distanza dei acque del bacino “di Nelle Nathan Benderson Park di Sarasota si sono incontrate ” oltre 3000 donne in Rosa 500 metri. L’equipaggio fiorentino, già detentore del titolo italiano, è entusiasta del proprio risultato sportivo internazionale che l’ha classificato 28° testa di serie con un tempo di 2.45.90, frutto del tenace allenamento che la squadra ha svolto in questi mesi, misurandosi con estrema dignità accanto a squadre di consolidata esperienza. La cerimonia inaugurale è stata aperta dalla prolusione di Susan Love, oncologa fondatrice della prestigiosa Research Foundation di Los Angeles e autrice di bestseller di divulgazione oncologica e la cerimonia di chiusura dal discorso di Donald McKenzie, dell’Università British Columbia di Vancouver, fondatore del Movimento Donne in Rosa, che ha fatto un bilancio incredibilmente positivo del movimento, emozionandosi nel constatare che il ‘suo’ iniziale gruppetto di una quindicina di donne del progetto pilota di 18 anni prima, era diventato di oltre 3000, radunate ad ascoltarlo in quel caldo pomeriggio di fine ottobre 2014: una spettacolare tere un messaggio di energia e pienezza della vita anche dopo esperienza difficile quale la diagnosi oncologica. Sono stati giorni di intensa condivisione di racconti, di emozioni, di abbracci, di sorrisi e di lacrime, culminati nella spettacolare Cerimonia dei Fiori, con 18 barche che si Donne accomunate dal desiderio “ di sconfiggere il tumore al seno a colpi di pagaia e trasmettere un messaggio di energia ” e pienezza della vita platea di magliette rosa fluorescente, che trovavano sempre maggior intensità di colore man mano che i raggi del sole lascavano spazio ai raggi del tramonto. Orgogliosa del suo ruolo è stata la portabandiera per l’Italia, Grazina, che ha sventolato il tricolore sul palco d’onore insieme alle rappresentanti delle altre 7 nazioni presenti, così emozionata che ha continuato a sventolarla anche dopo esser scesa dal palco! Esperienza indimenticabile per tutte le donne resta comunque l’aspetto partecipativo della manifestazione, che ha riunito in barca migliaia di donne accomunate dal desiderio di sconfiggere il tumore al seno a colpi di pagaia e trasmet- sono tenute per mano e abbracciate da migliaia di persone che dalla riva si protendevano verso le imbarcazioni, fra le struggenti note di The River e l’ondeggiare di garofani rosa e pagaie, per ricordare chi ha ceduto alla battaglia contro il tumore, cerimonia comunque in segno della speranza come riecheggiavano gli auguri di ‘stay healthy’ scambiati fra parole di commozione. Momento di raccoglimento per le amiche che non ci sono più, fra le quali forte commozioni per le fiorentine Deanna Santangelo e Margherita Gallini. È stato momento di ritrovo con vecchie amicizie, e nuove ne sono nate, fra scambi di spilline con i loghi delle squadre e delle magliette da gara, che è un po’ come riportare a casa un ricordo delle altre squadre. Progetti per prossimi festival e promesse di rincontrarsi presto, scambi di esperienze di gestione delle squadre, confronti su riabilitazioni e cure, tutto in un turbinio di migliaia di sorrisi e abbracci. Discorsi ufficiali e riunioni organizzative, scambio di contatti, foto di gruppo e scatti rubati che immortalano la commozione. Festival all’insegna di facebook che ha condiviso foto e video e del drone che dalla sua posizione privilegiata ha perscrutato fra immagini e video mozzafiato. Emozioni che le donne fiorentine porteranno sempre nei loro cuori. Se desiderate vedere altre foto, consultate il fotoalbum del nostro sito http://www.florencedragonlady.it 17 Domenica 4 Gennaio 2015 alle ore 16,30 Teatro Comunale Giotto di Vicchio CONCERTO “BERLIN PIANO QUARTET” Christophe Horak · Violino Micha Afkham · Viola Bruno Delepelaire · Violoncello Kim Barbier · Piano Programma J.S. Bach dalla Sonata II per Organo 526 in Do minore Largo e Fuga (Trascrizione di W. A. Mozart per trio d’archi) Christophe Horak Violino, Francesca Zappa Viola, Bruno Delepelaire, Violoncello W. A. Mozart Quartetto per pianoforte n. 2 in Mi bemolle maggiore Kv 493 Johannes Brahms Quartetto per pianoforte n. 3 in Do minore op. 60 BERLIN PIANO QUARTET Questo quartetto composto da giovani ma già affermati musicisti - tre archi della Berliner Philharmoniker insieme alla pianista francese Kim Barbier - debutta in Italia dopo numerose esibizioni in Europa. Le interpretazioni del Berlin Piano Quartet sono ispirate dall’esperienza d’orchestra con i Berliner Philharmoniker dove l’incontro con i più grandi musicisti del nostro tempo ha una profonda influenza sul fare musica di questo ensemble. – Ingresso gratuito – Il concerto è promosso dal Comune di Vicchio Nell’occasione verranno raccolti fondi per la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT) - Sezione provinciale di Firenze info: 335.8414802 - zappamarco@hotmail.com annunci i Auguri d I servizi Lilt a sostegno del malato... Buone Feste! Servizio Se stai per sposarti Donna comeparticolare... prima o per un’occasione Sostieni la Lilt! D Abbraccia anche tu il Servizio della Lilt “Donna come prima” al Centro di Riabilitazione Oncologica di Villa delle Rose, che si prende cura delle donne operate di tumore al seno. Festeggia il Natale con le decorazioni natalizie e il miele toscano della Lilt! Un piccolo contributo a sostegno delle attività istituzionali di prevenzione, assistenza domiciliare e riabilitazione oncologica. Grazie di cuore per il vostro aiuto! Servizio Camo I l servizio Camo - Centro di Aiuto al Malato Oncologico collabora con le Unità di Cure Palliative dell’Azienda Informazioni e prenotazioni Sanitariainfo@legatumorifirenze.it Fiorentina e si occupa di fornire gratuita055.576939 mente ausili sanitari come letti ospedalieri, materassini antidecubito, carrozzine e quanto altro possa essere utile per facilitare e migliorare la qualità di vita del paziente oncologico, così come l’espletamento di pratiche amministrative (richiesta di invalidità) che risultano particolarmente gravose per il paziente ed i suoi familiari. Il servizio, relativamente alla consegna o al ritiro di ausili sanitari, ha tempi di risposta di circa 24 ore sulle richieste del personale delle Unità di Cure Palliative o dei familiari. In questi anni la LILT, attraverso il Camo e la sua collaborazione con l’ASF, ha potuto cogliere importanti occasioni per migliorare il suo contributo all’assistenza domiciliare integrata e, in accordo con le Società della Salute delle zone fiorentine Sud Est e Nord Ovest, ha varato progetti miranti adnon approfondire rapporto, Senza di loro la L.I.L.T. potrebbequesto esistere: sono dimostrando che la possibilità di un servizio integrato i volontari, veri protagonisti e cuore dell’Associatra un ente pubblico ed un’Associazione ONLUS non zione. solo è stato positivo, ma ha raggiunto risultati consolidati Se vuoi diventare volontario e hai qualche e ampiamente apprezzati da entrambe le parti.ora di tempo da dedicarci, chiamaci allo 055.576939 per In particolare, la LILT stanzia annualmente fondi per il comunicare la tua disponibilità: le attività in cui finanziamento di un medico e di un infermiere all’Hospice dell’Ospedale Torregalli. potrai dare ildituo prezioso contributo sono diverse 055.576939, camo@legatumorifirenze.it eInfo potremo scegliere insieme quelle a te più adatte. Donaci parte del tuo tempo: diventa volontario LILT onna Come Prima è un servizio della LILT Firenze nato nel 1986 grazie all’impegno di Roberta Ciurekgian Scandurra, per dare un aiuto concreto a tutte le donne colpite da tumore del seno. Dal 2005 il Servizio si è trasferito nella sede del CeRiOn Centro di Riabilitazione Oncologica, nato grazie alla collaborazione tra ISPO - Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica e LILT, con la convinzione che la presenza attiva del volontariato possa essere di grande aiuto per le persone che si trovano ad affrontare un momento particolare e impegnativo come quello che riguarda la riabilitazione dopo un intervento oncologico. Attualmente sono circa 40 le volontarie formate, molte Per rendere ancora più speciale il tuo matrimonio, delle quali operate al seno, che si alternano per essere puoi scegliere di rinunciare tradizionali bompresenti dal lunedì al venerdì alle con orario 9-18, dando boniere per devolvere la cifra destinata a tale scopo informazioni, gestendo l’accesso delle pazienti ai corsi alla Legadal Italiana per Lotta contro i Tumori. di proposti Centro e la mettendosi a disposizione Noi lettere o, a di scelta, pergamene tutteforniremo coloro che le hanno bisogno essereleascoltate. All’interno del Servizio Donna Come Prima è nataLilt, nel da dare a parenti e amici, insieme alla spilla 2006 squadra di Dragon Boat, in cuiuna viene spiegato il motivo dilaun“LILT gesto- Florence così imDragon Lady”, composta proprio da donne operate di portante. tumore al seno che,anche con la collaborazione dellacomunioni, Canottieri Allo stesso modo per compleanni, Comunali Firenze, percorre le acque dell’Arno e di mari anniversari o altri momenti particolari, puoi decideo fiumi internazionali, per trasmettere un messaggio di re di fareeun regalo diverso, facendo una donazione speranza dimostrare che dalla malattia si può uscire. alla e sostenendo l’impegno che portiamo avanti InfoLilt 055.32697826/827, donnacomeprima@tin.it da 90 anni. Con 1€ regali un chilometro al Servizio “Camo” Il Servizio Camo Centro di Aiuto al Malato Oncologico della Lilt Firenze, si occupa di assistere i pazienti in fase avanzata di malattia. Ogni anno il furgone Camo percorre oltre 30.000 km consegnando e ritirando ausili come carrozzine, letti ospedalieri, materassini antidecubito, portaflebo… 19 Crediamo nel suo futuro. senza cancro Diventa socio Lilt o rinnova la quota 2015. Grazie di cuore Abbiamo una preziosa collezione di autografi. Le firme dei nostri sostenitori per il 5x1000 94051880485 Questo è il nostro Codice Fiscale Per destinare il 5x1000 dell’Irpef alla lotta contro il cancro, firma nell’apposito allegato dei modelli 730, CUD o Unico e scrivi il Codice Fiscale della Lilt Firenze nella casella riservata al “Sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale...”
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