scarica il notiziario 4-2014 - Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori

La No tra
Salute
LA LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI INFORMA • NUMERO 4/2014
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abb­onamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze
VI DIAMO I NUMERI
ANCHE A QUESTO NATALE,
MA NON SARANNO
PER LA TOMBOLA.
Festeggia il Natale con la LILT.
Ogni contributo può essere
un aiuto prezioso
nella lotta contro i tumori.
12911509 c/c postale
N. 4 • Dicembre 2014
Direttore responsabile
Marco Rosselli Del Turco
Redazione
Elisabetta Bernardini
Segreteria
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - Sez. prov. Firenze
Viale D. Giannotti 23 - 50126 Firenze
Telefono: 055 576939, Fax 055 580152
e-mail: info@legatumorifirenze.it - http://www.legatumorifirenze.it
Progetto grafico e stampa
Elisabetta Bernardini, Gianni Cammilli - Tipografia ABC
Copertina di Francesco Fanicchi
Tariffa Associazioni senza fini di lucro:
“Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46), art. 1 comma 2° DCB Fi”
Autorizz. del Tribunale di Firenze n° 3127 dell’11.04.1983
Questo numero è stato stampato in 20.000 copie inviate e
distribuite a Soci e amici della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
Membri del Consiglio Direttivo della Lilt Firenze
Alexander Peirano
Presidente
Alessandro Bussotti
Alessandra Chiarugi
Ida Cipparrone
come
Roberta Ciurekgian Scandurra
Eleonora Frescobaldi
Elisabetta Gentile
Alessandro Piccardi
Rosangela Terrone
Elena Toppino
aiutarci
Per diventare soci, rinnovare la quota o effettuare donazioni
• c/c postale numero 12911509
• c/c bancario 05000/1000/00075424
Banca Prossima
IBAN IT95C0335901600100000075424
• Sede L.I.L.T. in Viale Giannotti, 23 - tel. 055.576939
Siamo aperti dal martedì al giovedì
con orario 9,00-13.30/14.30-18,00
e il lunedì e il venerdì dalle 9,00 alle 13,30
SOCIO ORDINARIO euro 15
SOCIO SOSTENITORE euro 100
SOCIO BENEMERITO da euro 300
Per avere informazioni sui benefici fiscali della tua donazione
consulta il sito www.legatumorifirenze.it
Grazie a te, possiamo stanziare fondi per:
• Ce.Ri.On. - Centro di Riabilitazione Oncologica Firenze
• Servizio Donna Come Prima
per le donne operate di tumore al seno
• Servizio di Prevenzione ed Educazione alla Salute
• Servizio C.A.M.O. Centro di Aiuto al Malato Oncologico
• Unità di Cure Palliative zona Nord Ovest
Hospice Torregalli (personale)
• Finanziamenti per la ricerca
Vi aiutiamo
a diventare grandi.
Con la prevenzione.
Editoriale
Presidente Alexander Peirano
mentre vi scrivo stiamo organizzando le procedure per il rinnovo degli organi elettivi della Sezione, che saranno formati sulla base del
nuovo statuto che tutte le Lilt hanno recentemente adottato, come indicato dalla Sede Centrale e come comunicato nell’ultima Assemblea dei Soci.
I membri del Consiglio Direttivo non saranno
più undici, ma cinque compreso il Presidente e
resteranno in carica un quinquennio, eventualmente rinnovabile solo per un altro mandato.
Nel prossimo Notiziario verrà data notizia dei
nuovi eletti.
Da parte mia desidero ringraziare i Consiglieri
e i Revisori uscenti per l’aiuto in questo anno e
mezzo di presidenza e mi metto a disposizione
dell’Associazione per quanto potrò fare anche
in futuro.
Il 28 settembre si è svolta Corri la vita che ha
confermato lo straordinario successo di ogni
anno, con oltre 32.000 iscritti che hanno corso e passeggiato per le strade di Firenze in una
splendida giornata di sole. Grazie a Bona Frescobaldi e a tutti coloro che rendono possibile
l’iniziativa a cui la Lilt ha il piacere e l’onore di
poter collaborare in prima fila.
Parte dei fondi raccolti da Corri la Vita andranno
a sostegno del Centro di Riabilitazione Oncologica Firenze e proprio il Cerion sarà protagonista di uno speciale sul prossimo numero del nostro Notiziario visto che a maggio festeggeremo
il decennale dall’inaugurazione.
Il modello di riabilitazione bio-psico-sociale
integrata utilizzato nella struttura di Villa delle Rose ha avuto in questi anni numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio Safety and
Quality Day della Regione Toscana. Il Centro è
inoltre stato presentato come uno dei modelli
di riferimento al Congresso Nazionale della Società Italiana di Psico-Oncologia a Brescia nel
2012, al congresso internazionale del Mascc
Multinational Association of Supportive Care in
Cancer
a New York
ancora nel
2012 e al Congresso Internazionale dell’Ipos International
Psycho-Oncology
Society di quest'anno.
Ricordiamo che il lavoro è basato sull’integrazione tra le risorse del sistema sanitario nazionale e quelle della Lilt, nell’ottica di una presa
in carico globale del malato oncologo: corpo e
mente, sogni e bisogni.
Accanto ai professionisti del Centro, operano le
nostre eccezionali volontarie del Servizio Donna come prima che accolgono le pazienti e le
indirizzano alle varie attività. La vicinanza e la
testimonianza del volontariato, infatti, sono sicuramente un aiuto prezioso per chi si trova ad
affrontare un momento particolare e impegnativo come quello che riguarda la riabilitazione
dopo un intervento oncologico.
Un appello alla solidarietà. Siamo a Natale, periodo di regali. Una donazione alla Lilt e l’augurio di Buone Feste con i nostri biglietti può
essere un modo per far conoscere l’Associazione ad amici e parenti e sostenere le attività istituzionali.
Grazie per la vostra generosità e grazie perché
possiamo sempre contare sul vostro aiuto.
Concludo ricordando una persona speciale. La
nostra volontaria Loretta Innocenti Ammannati
ci ha purtroppo lasciati ad ottobre scorso. Ho incontrato Loretta solo in alcune occasioni, ma ho
ascoltato le parole di chi ha avuto il piacere di
averla come amica e di condividere con lei l’opera di volontariato. Ci siano sempre di esempio
l’impegno, la passione e la forza d’animo con
cui aiutava il prossimo.
A tutti voi, alle vostre famiglie, ai nostri volontari e a tutto lo staff della Lilt, un sincero
augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
© Istockphoto.narivikk
Cari amici,
Gianni Cardinali, medico palliativista LILT Firenze presso Rete Cure Palliative, UCP Nord-Ovest,
Ospedale Nuovo San Giovanni di Dio
Il sostegno della Lilt Firenze alle
cure palliative del Servizio Pubblico
L
a mia esperienza, ormai quasi decennale,
come medico palliativista LILT si svolge
nell’ambito organizzativo del Coordinamento Rete Cure Palliative dell’Azienda Sanitaria di
Firenze, dove sono inserite strutture denominate
Unità Cure Palliative, indicate più frequentemente con la sigla UCP. Attraverso queste strutture viene fornita assistenza integrata a pazienti
oncologici in fase avanzata e/o terminale di
malattia, sia a domicilio che in hospice.
La scelta di occuparmi di cure palliative non è
avvenuta per caso, ma è maturata lentamente
attraverso una serie di esperienze personali e formative. Per me, che provengo da studi di medicina
e di psicologia, le cure palliative rappresentano la
sintesi perfetta tra gli aspetti tecnici e relazionali
dell’assistenza al malato.
Le cure palliative sono infatti un insieme di
interventi multidisciplinari finalizzati alla
cura totale del paziente affetto da una malattia
ormai inguaribile, cioè che non risponde più alle
terapie che hanno come scopo la guarigione. L’obiettivo è preservare la qualità di vita fino
all’ultimo istante, ponendo attenzione sia ai
bisogni fisici che psicologici del paziente.
Io svolgo la mia attività nella UCP Nord-Ovest
(che comprende Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra
a Signa, Fiesole, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa
e Vaglia) la cui sede è presso l’Ospedale Nuovo San
Giovanni di Dio, nel reparto Hospice. Qui ogni
mattina avviene la riunione di equipe dove si
discutono le necessità ed i bisogni dei pazienti. È
un momento importante dove si confrontano i
pareri dei vari operatori con l’obiettivo condiviso di
rispondere ai bisogni del paziente.
Il personale è in parte dipendente in organico ASL
ed in parte a contratto con diverse Onlus. Si tratta
di una virtuosa collaborazione tra settore
pubblico e privato, nell’ambito della quale le
associazioni di volontariato stanziano fondi per la
copertura economica di alcune figure professionali
che lavorano nelle strutture pubbliche. Questo tipo
di sinergia diventa ancora più prezioso e fondamentale in questo specifico momento di crisi economica, per continuare a garantire risorse a strutture penalizzate dagli inevitabili tagli di spesa e
dalle razionalizzazioni. In particolare la LILT
sezione di Firenze ormai da tanti anni sostiene l’attività della UCP Nord-Ovest con il finanziamento di un medico palliativista.
Il termine “palliativo” non deve intendersi esclusi-
vamente in senso negativo, come qualcosa di inutile, di non efficace. Esso va invece inteso come un
intervento che contrasta i sintomi della malattia,
però senza eliminarne le cause. In ogni caso il termine palliativo deriva dall’antico pallium, cioè dal
mantello che San Martino di Tours tagliò e condivise con un mendicante seminudo. In questo senso
le cure palliative sono intese proprio come un
mantello che avvolge il malato in un ideale
abbraccio, in modo totale in ogni suo bisogno.
Per me è molto importante ed anche molto bello
incontrare il paziente nella propria casa, nel proprio ambiente. È una prospettiva diversa, dove
prevalgono le esigenze del paziente e che permette
di conoscerlo nella sua completezza come persona
e non solo come malato. L’approccio delle cure
palliative quindi è di tipo olistico, rivolto alla
persona e non alla malattia, cercando di ottenere
la massima qualità di vita possibile per il paziente
e per la sua famiglia. La famiglia infatti è allo
stesso tempo soggetto di cura, in quanto risorsa
coinvolta nei compiti assistenziali verso il proprio
caro tramite la figura del caregiver; contemporaneamente però la famiglia è anche oggetto di cura,
in quanto presenta specifici bisogni da considerare
ed ascoltare.
All’inizio i familiari, come il paziente, si sentono
soli, senza punti di riferimento, impreparati a
seguire i nostri consigli e le nostre indicazioni.
Progressivamente la presenza regolare dell’equipe
di assistenza domiciliare, la possibilità di una
reperibilità telefonica creano una crescente fiducia
ed i familiari percepiscono un senso di maggiore
sicurezza.
Durante l’assistenza facciamo un percorso insieme, condividendo momenti decisivi. Mentre l’equipe diventa una sorta di nucleo familiare aggiuntivo, anche i familiari diventano parte integrante
dell’equipe. Il dolore della perdita trova spesso un
parziale conforto nell’intima soddisfazione di essere riusciti, con l’aiuto dell’equipe, ad accompagnare il proprio caro, a tenerlo a casa fino all’ultimo
giorno, ad averlo aiutato nei momenti critici. Sono
tantissime le lettere che riceviamo a fine assistenza dai familiari per ringraziarci del supporto
ricevuto ma anche per aver scoperto dentro di sé
risorse insospettabili.
Chi lo desidera può aiutare l’UCP Nord-Ovest
attraverso donazioni alla LILT sezione di Firenze,
indicando sempre nella causale la dicitura UCP
NORD-OVEST.
rubrica
il medico domanda il medico risponde
­­­a cura di Grazia Grazzini, Dir. Medico U.O. Screening, Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica
Il tumore dell’esofago
L’importanza della prevenzione primaria
O
tumore dell’esofago è più frequente negli uomini
rispetto alle donne. Una forma di tumore esofageo,
lo “spinocellulare” per esempio è 5 volte più frequente nella popolazione nera rispetto a quella
bianca.
Comunque mi sembra importante sottolineare che
Cara Beatrice, puoi dirci qualcosa su questo si conoscono diverse cause in grado di facilitare
organo, l’esofago, e quanto è frequente il l’insorgenza del tumore dell’esofago: ci sono fattori
tumore che si localizza in questa sede?
genetici, fattori dietetici, fattori legati allo stile di
L’esofago è il condotto attraverso cui gli alimenti e i vita e fattori infiammatori.
liquidi che ingeriamo passano dalla gola allo stoma- Cerco di spiegarli uno per volta.
co. È lungo circa 25-30 centimetri e largo 2-3 centi- Fattori genetici: il tumore esofageo è associato ad
metri, ha le pareti foderate di tessuto mucoso e cir- una rara malattia denominata tilosi (cheratosi
condate esternamente da muscoli che, contraendosi palmo-plantare: con crescita esagerata dello stato
con la deglutizione, spingono il cibo verso lo stomaco. corneo dell’epidermide).
Tra lo stomaco e l’esofago c’è una valvola, detta car- La dieta: un regime alimentare non equilibrato,
dias, che impedisce a cibo e succhi gastrici di risalire. cioè una dieta povera di verdura e frutta possono
La mucosa che riveste l’esofago è ricca di ghiandole aumentare il rischio di contrarre un tumore esofache producono muco, che lubrifica
geo. Qualche particolare sembra assole pareti facilitando il transito del
ciato ad un aumento del rischio: vercibo deglutito.
dure sott’aceto o cibi che posso ferIl tumore dell’esofago è una
mentare o ammuffire, cibi e bevande
malattia che origina dai tessuti
troppo calde, diete molto ricche di
dell’esofago e può avere sia natucereali ma povere di verdure e frutta.
ra benigna che natura maligna.
Lo stile di vita: i principali fattori di
I tumori benigni dell’esofago sono
rischio riconosciuti sono il consumo di
rari (dallo 0,5 al 4% circa di tutti i
alcool e l’abitudine al fumo di tabacco.
tumori esofagei); tra questi le tipoL’alcool è considerato una causa
logie più frequenti sono i leiomiotumorale diretta e inoltre potenzia
mi, i polipi esofagei e i papillomi
l’azione cancerogena (cioè che provoca
esofagei.
cancro, ndr) del tabacco. L’associazioI principali fattori di rischio: conI tumori maligni esofagei sono un sumo di alcool e fumo di tabacco ne alcool-tabacco incrementa quindi
po’ più frequenti, anche se sempre
esponenzialmente il rischio di conpiuttosto rari. Nonostante la loro scarsa frequenza, i trarre un tumore all’esofago.
tumori maligni dell’esofago rappresentano una delle
prime dieci cause di morte per cancro a livello mondia- Questi aspetti sono molto importanti anche
le. La malattia colpisce in particolar modo gli uomini perché un cambiamento delle abitudini ali(75% dei casi), di solito dopo i 60 anni di età. È estre- mentari e dei comportamenti individuali può
mamente più diffuso nei Paesi orientali. Sono due le essere protettivo verso questa malattia. Quella
forme maligne di tumore dell’esofago più frequenti: che i tecnici chiamano prevenzione primaria…
carcinoma dell’esofago a cellule squamose o spinocel- Sì infatti, ed inoltre l’eliminazione di questi fattolulare e adenocarcinoma esofageo.
ri di rischio lo è anche verso altre forme di tumore
e verso le malattie cardiovascolari. Per concludere
Esistono persone che sono più a rischio? Oppu- la mia spiegazione, anche l’infiammazione cronire stili di vita che possono rappresentare un ca della mucosa esofagea è un fattore di rischio
fattore facilitante nello sviluppo del tumore?
per il tumore dell’esofago. Una malattia infiamSì, come già detto, nella maggior parte dei paesi il matoria molto frequente è l’esofagite peptica, che
© Istockphoto.bisli
ggi per parlare di questo argomento ospitiamo la Dr.ssa Beatrice Mallardi, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia
Digestiva, che lavora presso l’Istituto per lo Studio
e la Prevenzione Oncologica (ISPO) di Firenze.
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il medico domanda il medico risponde
è dovuta al contatto dei succhi
gastrici con la mucosa esofagea.
Tale contatto avviene per un
difettoso funzionamento del
cardias (la “valvola” di cui si
parlava prima, che ha il compito di impedire il passaggio del
contenuto dello stomaco nell’esofago). La cronicità dell’infiammazione è causa di una
seria complicanza nota come
esofago di Barrett, in cui il rivestimento mucoso esofageo subisce una trasformazione per reagire alla continua azione acida
cui è sottoposto. L’esofago di
Barrett aumenta notevolmente
il rischio di sviluppare un tumore dell’esofago. Altra condizione
di rischio è l’acalasia esofagea,
una malattia non frequente
caratterizzata da disturbi della
peristalsi (cioè del movimento
della parete muscolare dell’esofago) e dall’incapacità di rilasciamento dello sfintere (muscolo, ndr) esofageo inferiore.
Ricordiamo poi le cicatrici provocate dall’ingestione volontaria
o accidentale di sostanze caustiche come per esempio la candeggina, l’ammoniaca, la soda caustica, ecc.
Che disturbi può dare il
tumore esofageo?
All’inizio può passare inosservato.
Il primo e più comune sintomo è la
disfagia, cioè si avverte una certa
difficoltà a deglutire, in alcuni casi
si ha la sensazione che il cibo si
fermi durante il passaggio nell’esofago. Questa difficoltà a deglutire all’inizio è solo per i cibi solidi,
ma, con il passare del tempo, si
verificano problemi anche con cibi
semisolidi o addirittura liquidi.
Altri disturbi tipici del tumore
all’esofago sono il bruciore e la
sensazione di corpo estraneo al
petto e alla gola; la dolenzia toracica spesso si irradia al dorso; si
riscontra poi un costante calo di
peso anche nei casi in cui non si ha
perdita dell’appetito.
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L’espansione del tumore può
inoltre causare una compressione del nervo laringeo che, a
lungo andare, può provocare
paralisi di una corda vocale e
raucedine. A seconda delle zone
interessate è possibile riscontrare inoltre numerosi altri sintomi
quali la nausea, il vomito, la
tosse, dolori ossei, ecc.
Come si fa la diagnosi?
Per una diagnosi precisa e la
scelta della migliore terapia possibile è indispensabile combinare diversi metodi diagnostici.
Prima di tutto è importante raccogliere in modo completo tutte le
informazioni sui disturbi e le abitudini di vita del malato, seguita
da un’accurata visita medica.
Esistono poi esami strumentali:
Esofagoscopia e gastroscopia. Il
medico introduce attraverso la
bocca un tubo sottile e flessibile –
l’endoscopio – nell’esofago e lo stomaco. Grazie a una piccola camera
si possono riconoscere le zone
sospette e al tempo stesso prelevare dei campioni di tessuto con una
piccola pinza (biopsia). I tessuti
sono esaminati al microscopio per
una diagnosi di certezza.
L’esofagoscopia può essere associata all’ecoendoscopia (ecografia attraverso l’endoscopio) per
valutare il grado di infiltrazione
del tumore nella parete esofagea
e nelle ghiandole linfatiche vicine. Importanti sono anche la
TAC torace e addome con mezzo
di contrasto e la PET.
In qualità di endoscopista, la
domanda è d’obbligo. Che
ruolo ha l’esame endoscopico, anche nella terapia?
Intanto la gastroscopia ha un
ruolo importante nella diagnosi
precoce per quei pazienti con esofago di Barrett che sono decisamente più a rischio. Durante l’esame è possibile spruzzare sulla
superficie dell’esofago dei coloranti detti “vitali” che evidenzia-
no con particolare accentuazione
di colore le cellule con displasia.
La displasia rappresenta lo stadio più precoce verso l’evoluzione
tumorale. Nei pazienti con esofago di Barrett senza displasia o
con displasia di basso grado, è
raccomandato l’esecuzione di un
controllo endoscopico annuale
con prelievi multipli. Se si riscontra un alto grado di displasia, si
consiglia una attenta osservazione (ogni 3-6 mesi) o una terapia
per l’esofago di Barrett (come la
terapia fotodinamica, chirurgica
e l’ablazione della mucosa).
Qual è il percorso di cura di
questa malattia?
I tumori maligni dell’esofago sono
neoplasie molto aggressive e nella
maggioranza dei casi la prognosi
è purtroppo infausta. Se il tumore
è trattabile con la chirurgia, questa è il trattamento di prima scelta. Controindicazioni all’intervento chirurgico possono essere la
localizzazione del tumore nella
parte più “alta” dell’esofago (esofago cervicale), la presenza di
metastasi a distanza e le cattive
condizioni generali del soggetto.
Quando non è possibile intervenire
chirurgicamente si può ricorrere
alla Radioterapia o alla Chemioterapia, di solito in combinazione. Nei
casi più avanzati, in cui non possono essere fatte le terapie che ho
appena citato, si può ricorrere a
terapie palliative, come il posizionamento di uno stent in silicone o
metallo, la dilatazione esofagea e la
laserterapia allo scopo di mantenere la pervietà (apertura, ndr) del
lume esofageo e trattare i disturbi
della deglutizione.
Dr.ssa Beatrice Mallardi, ISPO
CORRI LA VITA
XII EDIZIONE
SUPERATE LE 32.000 ISCRIZIONI!
U
n nuovo record per la XII edizione di Corri
la Vita! L’evento, organizzato in collaborazione con la Lilt e a sostegno di progetti
no-profit che aiutano le donne malate di tumore al
seno, ha riunito oltre 32.000 partecipanti, che
hanno riempito il centro storico di Firenze indossando le maglie grigie realizzate da Salvatore
Ferragamo.
L’amatissimo ex calciatore della Fiorentina Giancarlo Antognoni, insieme alla Presidente Bona
Frescobaldi, ha dato il via da Piazza Duomo alla
corsa non agonistica e alla passeggiata attraverso
mete culturali.
Oltre alle autorità di Comune e Regione, tanti gli
ospiti presenti: Gabriel Omar Batistuta, che ha
dichiarato “Sento Firenze come casa mia e Firenze
ha un cuore grande, come dimostra il successo di
questa splendida iniziativa”, Giorgio Panariello
che ha coinvolto il pubblico con la sua simpatia, i
cantanti Dolcenera e Nek, gli atleti Elena Gigli,
Pier Alberto Buccoliero e Costanza Bonac-corsi, e Agnese Renzi che, insieme al costume
caractere ufficiale di Peppa Pig, ha premiato i
primi bambini classificati.
Un altro eccezionale traguardo per Corri la Vita,
che ha raccolto 500.000 euro grazie alla generosità degli iscritti e dei moltissimi sostenitori, tra cui
ricordiamo Salvatore Ferragamo, Unicoop Firenze,
Banca CR Firenze, Universo Sport, I Gigli, Eni,
Gucci, Palestre Klab, Aboca e LeoFrance.
I fondi raccolti saranno destinati a: Ce.Ri.On.
Centro Riabilitazione Oncologica di Villa delle
Rose tramite LILT Firenze Onlus; SenoNetwork,
portale nazionale che riunisce le Breast Unit italiane; FILE Fondazione Italiana di Leniterapia
Onlus; “The Vito Distante Project in Breast Cancer
Clinical Research”, borsa di studio per giovani
ricercatori in Senologia.
Un grande ringraziamento ai volontari della Lilt
e di Firenze Marathon impegnati nelle iscrizioni
e lungo i percorsi di gara.
Prossimo appuntamento per Domenica 27
Settembre 2015!
Grazie a Matteo Brogi, Dario Garofalo, Matteo Bonan,
Gianluca Gori e Caterina Romig Ciccarelli per i servizi
grafici e fotografici.
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Le agevolazioni per i Soci LILT
Tante buone ragioni per essere socio della Lilt Firenze!
Sostenere la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori attraverso la quota sociale annuale di 15 euro, contribuisce alle attività di informazione, prevenzione, assistenza domiciliare e riabilitazione oncologica che l’Associazione porta avanti sul territorio di Firenze e
Provincia. Allo stesso tempo, essere soci Lilt dà diritto ad accedere ad una serie di Servizi
e prestazioni sanitarie a prezzo agevolato, grazie a Convenzioni con strutture esterne.
I servizi della Lilt Firenze per i suoi associati
Sede dell’Associazione in V.le Giannotti 23 - Tel. 055 576939
• Lavoro e Previdenza Informazioni sulla tutela del lavoro
per il malato oncologico e per la gestione di pratiche come
la richiesta di invalidità.
• Consulenza dietologica Elaborazione di un piano alimentare sano e personalizzato.
• Gruppi per smettere di fumare Gruppi di Disassuefazione
dal Fumo condotti da Psicologi formati al metodo della Lilt.
• Sostegno psico-oncologico Assistenza psicologica a pazienti che hanno terminato il percorso assistenziale presso il
Centro di Riabilitazione Oncologica di Villa delle Rose o a
chi abbia necessità di un supporto psico-oncologico.
• Consulenza sessuologica Supporto sessuologico con
Le prestazioni sanitarie
convenzionate
per i soci Lilt
in strutture esterne
percorso mirato, breve e mansionale al fine di tornare a vivere la sessualità in maniera soddisfacente dopo la difficile
esperienza del tumore.
• Consulenza estetica Incontri di consulenza estetica personalizzata per le donne che affrontano cure oncologiche.
Ambulatorio in Via Chiantigiana 26 presso
Misericordia di Badia a Ripoli - Tel. 055 576939
• Ambulatorio di prevenzione melanoma Visita a cura di
un medico specialista dermatologo con preparazione specifica nella diagnosi delle lesioni pigmentate. L’ambulatorio
è dotato della strumentazione necessaria per l’esame dermoscopico sia manuale che computerizzato con possibilità
di archiviazione di immagine.
©
© Istockphoto.Nobilior
Istockphoto.Nobilior
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© Istockphoto.mitarart
Istockphoto.mitarart
Istituto Prof. Manfredo Fanfani di Ricerche Cliniche,
Piazza Indipendenza 18/b - Tel. 055.49701
Studio Prof. Dott. Franco Cecchi, specialista cardiologo,
Via Iacopo Nardi 30 Firenze, Tel. 055.0136505
• Check-up prevenzione oncologica donna età superiore
ai 40 anni Ca 125 / Cea (astenersi dal fumo 24h prima dell’esecuzione) / Pap test / Citologico urine / TSH ultrasensibile / Rx Mammografia bilaterale
• Esami Cardiologici E. C. G. di base / E. C. G. + Visita
Cardiologica / E. C. G. + Ecocolordoppler Cardiaco + Visita Cardiologica / Ecocolordoppler Cardiaco / E. C. G. dinamico Holter nelle 24 h / Test da sforzo al cicloergometro
/ Monitoraggio pressorio 24 h.
• Esami Angiologici Ecocolordoppler carotideo vertebrale
/ Ecocolordoppler arterioso arti inferiori o superiori / Ecocolordoppler venoso arti inferiori o superiori
• Esami Multipli cardiologici angiologici Visita + E. C. G.
+ Eco cuore + Eco carotideo vertebrale / Ecocolordoppler
Carotideo + Eco Arterioso arti inferiori o superiori
• Ecografia Ecografia addome superiore e inferiore / Ecografia tiroidea
• Check-up prevenzione oncologica uomo età superiore
ai 40 anni Cea (astenersi dal fumo 24h prima dell’esecuzione)
/ Citologico urine / PSA Totale+Libero / TSH ultrasensibile
/ Ecografia addome completo
• Check-up prevenzione oncologica donna/uomo fumatore età superiore ai 40 anni (esame aggiuntivo) TAC
Torace (Polmonare spirale a bassa dose)
• Check-up prevenzione cardio-vascolare Ecocolor Doppler Cardiaco / E.C.G. / Visita Cardiologia
Approfondimenti su richiesta del Cardiologo:
Holter pressorio 24 ore / E.C.G. dinamico (Holter 24 ore)
Test da sforzo con cicloergometro
• Check-up menopausa Fosfatasi Alcalina Ossea (BAP) /
Paratormone / TSH ultrasensibile / M.O.C. Total Body e
dettagli femore-colonna
• Check-up senologico Visita senologica / Ecografia Mammella Bilaterale / Rx Mammografia Bilaterale
• Check-up ginecologico Visita ginecologica / Citologico
Cervico Vaginale (Pap Test) / Ecografia pelvica transvaginale
con addome inferiore
Informazioni e modalità
di accesso per i soci della Lilt
Sia i Servizi Lilt che le prestazioni sanitarie in strutture esterne godono di tariffe agevolate riservate ai Soci della Lega Italiana per
la Lotta contro i Tumori Sezione di Firenze.
Per accedere ai Servizi dell’Associazione, sia quelli in Sede che
l’ambulatorio di prevenzione melanoma, è necessario fissare un appuntamento telefonando allo 055.576939.
Per quanto riguarda le convenzioni con le strutture esterne, basterà contattare le strutture medesime e dimostrare la propria affiliazione alla Lilt per l’anno in corso attraverso la ricevuta rilasciata
dall’Associazione o l’attestazione del versamento bancario o postale.
Info 055.576939 / info@legatumorifirenze.it
rubrica
sano&buono
a cura di Simonetta Salvini
Dietista, libera professionista, www.simonettasalvini.it
L
dell’aperitivo, da qual’ ora
che decennio chiamata
soprattutto tra i giovani,
happy hour, si trasforma spesso in un’ora di eccessi. Mentre
tradizionalmente l’aperitivo consisteva in una bevanda (alcoolica o analcoolica) accompagnata
da qualche piccolo stuzzichino,
oggi l’happy hour in Italia è diventato qualcosa di più. In una
certa fascia oraria (in genere
Ricordarsi tutto non è facile.
Inoltre, con tutto quel mangiare
salato viene sete e un solo drink
non basta. Quindi alla fine della
serata un tipico frequentatore
di happy hour potrebbe aver assunto un paio di aperitivi e 20 g
ciascuno di questi stuzzichini:
patatine fritte, salatini, arachidi/
pistacchi, crostini/ bruschette/
pizzette, salame e altri salumi,
formaggio, olive e sottaceti.
“ In Italia oltre 1.000.000 sono i giovani
che fanno un consumo rischioso di alcool”
compresa tra le 19 e le 21) molti
bar, soprattutto nelle grandi
città, offrono l’aperitivo accompagnato da assaggi vari,
ad un prezzo molto vantaggioso.
Gli assaggi si sono trasformati
in veri e propri antipasti o, in alcuni bar, addirittura in “piatti”
veri e propri. Il tutto ad un costo
contenuto: una bevuta con cibo a
volontà ad un prezzo fisso molto
allettante, se si pensa che questo
aperitivo potrebbe senza problemi sostituire la cena.
Molti però non si accontentano dell’aperitivo e tornano a
casa per una bella spaghettata,
come se nulla fosse. Oppure si
mettono al volante dopo aver
allegramente bevuto alcool in
abbondanza. Parlare di aperitivi
e happy hour è quindi un’occasione per parlare di eccessi: di
alcool, di calorie e di sale.
Ma cosa e quanto si mangia
in una serata?
Questo aperitivo con assaggi fornisce 1018 kcal (chilocalorie), oltre a
43 grammi di alcool e 3.5 grammi
di sale. C’è troppo di tutto!
Parliamo dell’alcool
È del settembre di quest’anno
il piano d’azione 2014-2016
dell’Organizzazione Mondiale e
per la Sanità (OMS) sul bere dei
giovani e sul binge drinking. Il
piano definisce 6 aree di azione
per ridurre il consumo di alcoolici tra i giovani. “In Italia
circa 8 milioni sono i soggetti con
un consumo rischioso di alcool e
quindi potenzialmente suscettibili di un intervento di carattere
sanitario; oltre 1.000.000 sono i
giovani al di sotto dell’età legale,
oggi 18 anni, che fanno un consumo rischioso di alcool, 1 milione
e duecento mila circa, se si considerano i giovani sino a 24 anni”.
In Italia è facile per i ragazzi
comprare birra, vino e cocktails
preconfezionati
(breezers, alcoolpops): i negozianti non stanno attenti all’età
dei consumatori
e fanno finta di
non sapere che
bisogna aver compiuto 18 anni per
poter consumare e
comprare le bevande
alcooliche.
Ma in Italia tendiamo
a minimizzare: siamo
da sempre abituati a vedere la bottiglia di vino
in tavola, donne e uomini bevono d’abitudine
almeno un bicchiere di
vino al pasto e anche ai
bambini un dito di vino
alla domenica non
l’ha mai negato
nessuno. In
Italia, tra i
giovani il fenomeno del binge drinking, cioè del bere grosse quantità di alcool in un’unica
occasione, è abbastanza recente
e occorre fermarlo al più presto.
L’alcool danneggia le cellule
cerebrali: fino ai 18 anni l’alcool
va evitato e oggi si consiglia addirittura di evitare il consumo di
alcoolici fino ai 24 anni. Anche gli
adulti bevono troppo: se ne parla
poco, ma la cirrosi (malattia del
fegato) e molti tipi di tumore
sono strettamente legati ad un
eccessivo consumo di alcool.
L’alcool crea dipendenza, altera l’umore e accorcia la vita!
Se consideriamo che una “dose”
di alcool è per convenzione 12 g, i
due aperitivi del nostro esempio
© Istockphoto.MarceloDufflocqw
I pericoli dell’aperitivo
e dell’happy hour
sano&buono
corrispondono a circa 4 bicchieri
di vino o 4 lattine di birra. Un
adulto non dovrebbe consumare
più di 2 bicchieri di vino/2 lattine
di birra al giorno se è un uomo,
e 1 bicchiere di vino/1 lattina di
birra al giorno se è donna.
Parliamo delle calorie
Si dice spesso che l’obesità ed
il sovrappeso sono in aumento.
Abbiamo visto che un aperitivo
con qualcosa da mangiare può
facilmente fornire un migliaio di
calorie, quindi circa la metà del
fabbisogno giornaliero di una
donna, e circa un terzo di quello
di un uomo: un eccesso calorico di questo tipo, se ripetuto
con una certa costanza, si
trasforma in eccesso di grasso (viscerale e sottocutaneo) con
conseguente aumento di peso e
con tutti i danni che ne derivano.
Se siamo sopra ai 50 anni e vediamo l’ago della bilancia spostarsi verso destra, corriamo
presto ai ripari: potrebbe essere
colpa anche degli aperitivi?
Parliamo del sale
Parliamo di… alternative sane!
Non deprimiamoci. Non esiste
solo l’alcool e non esistono
solo stuzzichini pieni di calo-
© Istockphoto.fotografiche
Anche di sale (cloruro di sodio)
non vorremmo sentir parlare:
è un killer spietato. Ictus, ipertensione e alcuni tipi di tumore
sono strettamente dipendenti dal
consumo di sale. L’appello a ridurre il consumo di sale è al
primo posto in un’infografica
appena pubblicata dall’OMS
che mostra i principali problemi
alimentari in Europa.
Lo sapete che il sale aggiunto agli
alimenti, un tempo preziosissimo
perché permetteva la loro conservazione, oggi non avrebbe più ragione d’essere, se non nella preparazione di alimenti particolari
come i salumi e i formaggi? Ma ci
siamo abituati a mangiar salato
e quindi, anche se abbiamo a disposizione alternative poco salate, la scelta va sull’alimento carico di sale. L’OMS raccomanda
di non superare il consumo
di 5 g di sale al giorno: l’happy hour dell’esempio ne fornisce
circa 3.5 g. Resta ben poco sale
a disposizione per gli altri pasti
della giornata.
Per saperne di più ecco alcuni siti da consultare:
http://www.epicentro.iss.it/temi/alcool/indice_alcool.asp
http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/nutrition/
data-and-statistics/infographic-healthy-diets-save-lives-download
http://www.mondococktail.it/analcoolici.html
10
rie e sale. Un pinzimonio di verdure con olio extravergine di olive,
o con una salsina allo yogurt o un
pesto di rucola, o una salsa di ceci,
pomodori datterini, un bicchierino
di gazpacho, uno spiedino di verdure, un assaggio di ribollita, sono
alcuni esempi di antipasti naturalmente light.
Per chi non sa rinunciare alle
noccioline, esistono pistacchi,
arachidi, anacardi non salati:
sono un’ottima scelta. Se poi aggiungiamo un cocktail analcoolico, che non ha nulla da invidiare
a quelli pieni d’alcool, il gioco è
fatto: un’happy hour veramente
happy, senza problemi di guida
in stato di ebbrezza.
E non ditemi che questi cocktail
non sono allettanti!
Belvedere
Ingredienti: Basilico (80 grammi), Carota (80 grammi), Lattuga (50 grammi), Limone (50
grammi), Pomodoro (2), Prezzemolo (un rametto), Sedano (un
rametto), Sale (uno spruzzo),
Pepe (uno spruzzo).
Preparazione: Frullare il basilico, la carota, la lattuga, il limone, i pomodori ed il prezzemolo,
con tanto ghiaccio e servire in un
ampio calice da cocktail. Aggiungere una spruzzata di pepe e decorare con un rametto di sedano
ed uno di prezzemolo.
Fruit and Tonic
Ingredienti: Succo di limone
(50%), Succo di arancia (50%),
acqua tonica, mezza fetta di limone, mezza fetta di mango.
Preparazione: Preparare direttamente in un bicchiere tumbler
con alcuni cubetti di ghiaccio e
versare il succo di limone, il succo d’arancia e l’acqua tonica. Decorare con mezza fetta di limone
e mezza fetta di mango.
rubrica
voci
a cura di Giovanna Franchi,
Responsabile Servizio Psico-Oncologia della LILT presso Villa delle Rose
Parole che accompagnano
“Le donne si raccontano” diventa libro grazie al Cesvot
È
con grande emozione che
ci siamo ritrovati in tanti
il 14 ottobre, nella meravigliosa cornice del Salone dei
‘500, circondati dalle battaglie
del Vasari, per festeggiare l’uscita del volume “Le donne si
raccontano. Storie di donne
che hanno affrontato la
malattia oncologica”.
Il libro, edito nella collana “Briciole” grazie alla sensibilità e
all’interesse del Cesvot, raccoglie le storie delle donne che
hanno partecipato alle quattro
edizioni dell’omonimo premio
di scrittura della Lilt, bandito
per la prima volta nel 2007.
Ottantaquattro racconti, un
insieme eterogeneo e nello stesso
tempo armonico, pieno di emozioni e desideri, dolori e speranze
Come sanno tutte le persone che
negli anni hanno partecipato
alle varie edizioni del premio con
i loro scritti, e tutti quelli che al
premio hanno collaborato, fin
dall’inizio abbiamo pensato che
dovevamo riuscire ad arrivare a farne una pubblicazione.
Ricordo quando ci siamo trovati
nel 2007 a commentare i primi
trenta racconti alla Biblioteca
Comunale di Sesto Fiorentino,
che ci aveva generosamente ospitato: siamo stati subito travolti,
emozionati dalla bellezza, dall’intensità, dal coraggio delle storie
che venivano raccontate...
E da subito ci siamo resi
conto di quanto questi scritti
fossero preziosi, per diversi
motivi.
Prima di tutto, per cosa hanno
significato per chi ha scritto.
Al Ce.Ri.On. Centro di Riabilitazione Oncologica di Ispo e Lilt, il
punto centrale del nostro lavoro
è pensare che per riabilitare una
persona che attraversa l’esperienza di tumore bisogna prendere in cura il suo corpo ma
anche la sua mente.
La scrittura può essere uno dei
passi importanti di questo cammino.
Shakespeare nel Macbeth fa dire
da Malcom a Macduff, stroncato
dal dolore: Date parole al dolore.
Il dolore senza parole agita il
cuore oppresso e lo spinge a spezzarsi.
Chi ha attraversato l’esperienza
della malattia oncologica sa
quanto isolamento, quanta chiusura in se stesso, quanta afasia
porta con sé. La tempesta che ci
si trova ad attraversare è a volte
così violenta che mancano le
parole per descriverla. Allora
trovare il coraggio e la forza di
ascoltare le proprie emozioni,
riconoscerle, nominarle, tradurle
in parole e riuscire a trasformarle in racconto, diventa un’esperienza di crescita e di riequilibrio
delle proporzioni. Le emozioni,
quando si riesce a scriverle, si
tolgono dal cuore per metterle
sulla carta e in questo processo
si elaborano e si trasformano.
Ma preziosi anche per quello
che possono significare per
chi lavora in oncologia. Nonostante gli sforzi per riaffermare
una cultura di una medicina che
non si esaurisca nelle raccolta di
dati ma che accolga anche una
dimensione più narrativa, gli
operatori sanno bene come negli
spazi clinici ci sia poco tempo per
ascoltare. Nelle giornate affannate di chi è impegnato nei
reparti, nell’accumularsi di
situazioni tutte difficili e pesanti, è difficile potersi concedere il tempo di prestare attenzione non solo al corpo, ma
anche ai sentimenti di chi si ha
in cura. Ecco allora che questa
storie diventano un modo per
aprirsi all’esperienza di chi in
quel momento si trova ad essere
dall’altra parte della scrivania,
per mettersi dall’altra parte,
dalla parte di chi è uscito dal
mondo dei sani per entrare in
quello dei malati, per ascoltarne la voce, per aprire il cuore
a quelle parole che non c’è il
tempo di ascoltare. Le tante voci
di questi racconti diventano una
bussola insostituibile per orientarsi nel mondo della cura.
E infine preziosi perché si
tendono come una mano, anzi
una meravigliosa rete di tante
11
voci
mani, a sorreggere chi alla
malattia si affaccia. Chi nella
malattia muove i primi passi
insicuri e dolorosissimi. Quando
arriva la diagnosi di tumore
sembra che si apra un inferno
che non avrà più fine. Poter leg-
sua unicità. E che ci hanno
insegnato tanto.
L’esperienza è la stessa: la malattia oncologica. Ma ogni storia è a
sé, con i suoi particolari, i suoi
vissuti. Ecco perché non è stato
semplice inserire i racconti all’in-
Le emozioni, quando si riesce a scriverle,
“
si tolgono dal cuore per metterle sulla carta e
”
in questo processo si elaborano e si trasformano
gere i racconti di chi ci è già
passato, riconoscere incertezze,
difficoltà, paure e speranze, rendersi conto di quanti modi diversi, e tutti legittimi, ci sono di
attraversare quest’esperienza,
aiuta a riconoscere la possibilità
di un percorso, a vedere l’indicazione di una strada che,
anche se irta di ostacoli, si
può percorrere. E nello stesso
tempo porta la consolazione di
non essere soli, il conforto di
scoprire persone che capiscono e
descrivono le emozioni a cui
ancora non si riesce a dare voce.
Le donne che hanno scritto non
nascondono la sofferenza, il dolore e le difficoltà che hanno dovuto affrontare, ma la cosa che
emerge con più forza è il coraggio e la determinazione che
hanno avuto, è il messaggio di
speranza e solidarietà verso chi
purtroppo si trova ora nella loro
stessa situazione.
Per tutti questi motivi con Elisabetta Bernardini, con cui ho
condiviso il privilegio di poter
trascorrere un po’ di tempo
immerse in queste storie piene
sì di disperazione e di dolore,
ma anche ricchissime di coraggio, forza e amore per la vita,
siamo piene di emozione per
l’uscita di questo libro. Chi
avrà voglia di leggerlo scoprirà
un mondo intenso, pieno di luci
e di ombre, tante storie simili
eppure ognuna speciale nella
12
terno di capitoli. Abbiamo però
cercato di evidenziare temi
ampi e ricorrenti negli scritti, come il rapporto con i medici,
la famiglia, il sostegno del volontariato, la rinascita una volta
finite le cure e sconfitta la malattia, anche i racconti di chi non ha
vissuto direttamente la malattia
ma è stata accanto ad un familiare, ad un amico.... Non vuole
essere ovviamente una classificazione ma solo una guida di
lettura.
Le giurie che si sono avvicendate
nelle varie edizioni del Premio
hanno sempre usato lo stesso
criterio di giudizio, che è stato
quello di segnalare come vincitori i racconti più evocativi, ma di
sottolineare la significatività di
tutti. Ecco, in accordo con questo,
anche noi abbiamo deciso di non
evidenziare in maniera particolare i premiati (che sono solo
segnalati nelle note) perché condividiamo che la vittoria è davvero di tutte le partecipanti.
Un aspetto importante da sottolineare è che il premio “Le donne
si raccontano” prima e di conseguenza questo libro, nascono
all’interno del Servizio Lilt
Donna come Prima. Ricordiamo che Donna come prima prende vita nel 1986 grazie alla
determinazione di Roberta
Ciurekgian Scandurra, che ha
trasformato la sua personale
esperienza di malattia in un servizio a sostegno di altre donne
colpite da tumore al seno.
Attualmente sono circa quaranta le volontarie, meravigliose, che accolgono le pazienti
al Centro di Riabilitazione di
Villa delle Rose e ad una volontaria in particolare, Fioretta
Falorni, dobbiamo essere particolarmente grati per aver suggerito di bandire il premio di scrittura e per essersi impegnata con
tutta sé stessa per la sua realizzazione.
Ringrazio di cuore le donne che
hanno condiviso le loro storie con
noi, le politiche fiorentine che in
Palazzo Vecchio si sono strette
accanto alla Lilt dando voce ai
racconti e il Cesvot che ci ha permesso di realizzare un sogno.
Chiunque volesse avere una
copia del libro, può trovarlo alla
sede Lilt in viale Giannotti o a
Donna come prima al Cerion.
Un momento della presentazione del libro in Palazzo Vecchio
rubrica
alleniamociastarbene
a cura di Diego Petrini,
Associazione Sportiva Firenze Marathon
La corsa nel periodo invernale
Intervista al prof. Fulvio Massini
Q
uando l’amica Elisabetta mi ha chiesto di poter curare questa rubrica ne sono stato entusiasta ed orgoglioso. Ho raccolto quindi con
grande piacere il “testimone” passatomi da Eleonora
Gatti, precedente curatrice di questi articoli, ed il primo argomento che ho pensato di affrontare, visto il
mio attuale ruolo di Segretario Generale della Firenze Marathon, è quello della corsa come attività per la
ricerca ed il mantenimento di un sano stile di vita.
Ho ritenuto quindi di intervistare il Professor Fulvio Massini, attuale Direttore Tecnico della Firenze Marathon, titolare della società Training Consultant ed in generale uno dei massimi esperti italiani
della preparazione atletica legata alla corsa.
Buongiorno Fulvio e grazie per la tua disponibilità. Conosciamo tutti i benefici di una
regolare attività fisica, ma cosa succede nel
periodo invernale? Dobbiamo considerarlo
come un periodo di transizione e riposo?
L’attività fisica è dimostrato essere alla base di un
aumento delle capacità coordinative, del controllo del peso e nello specifico della perdita di massa
grassa che sono elementi caratteristici di un buon
stato fisico ed atletico di tutti noi. Deve diventare
un’abitudine quotidiana, indipendentemente dai risultati che vogliamo ottenere. Che sia un impegno
moderato, fino ad una specifica preparazione atletica, la parola chiave è regolarità, e questo vuol dire
ovviamente continuare a muoverci anche d’inverno!
Alla base di ogni preparazione o attività motoria
c’è la camminata, e successivamente la corsa: siamo nati per stare in piedi e muoverci, è quasi un
istinto primario.
Sforzarsi di lasciare la macchina a casa, prediligere gli spostamenti a piedi per i neofiti della corsa può essere già un buon inizio per attivare quei
processi che ci porteranno ad iniziare a correre nei
mesi primaverili ed estivi.
Per chi invece ha già alle spalle uno storico legato
alla corsa, Dicembre può diventare un mese importantissimo per la propria preparazione: nessun
riposo quindi, allenamenti mirati con alcuni accorgimenti, come la scelta delle ore più calde della
giornata per l’attività e l’utilizzo di un abbigliamento adeguato, termico ma traspirante.
Correre o camminare d’inverno: non esiste quindi nessuna controindicazione in questa attività?
Ovviamente come tutte le cose esistono delle controindicazioni e per questo degli accorgimenti da
attivare. Innanzitutto, come dicevo prima, attenzione a come ci vestiamo, per evitare malattie da
raffreddamento; pur muovendoci con temperature
fredde, continuano poi a dare attenzione all’idratazione; infine cerchiamo di aumentare sia le fasi
di riscaldamento che defaticamento in questi periodi, evitando bruschi cambi di ritmo. A supporto
di questo, consiglio sempre una attività di allungamento di tutte le masse muscolari coinvolte nel
gesto tecnico, con maggior attenzione a quelle degli
arti inferiori, addominali e paravertebrali.
In questo periodo quale allenamento andresti a consigliare a chi si approccia a questa
disciplina?
È un periodo perfetto per iniziare, perché le temperature basse ci permettono di contrastare la sensazione di molti neofiti del rimanere “senza fiato”
nei primi minuti di attività: consiglio di partire con
semplici passeggiate, aumentando progressivamente il ritmo e curando molto l’attenzione al gesto.
Camminare è naturale ma deve avere degli accorgimenti se vogliamo farlo bene: “sentire” una costante contrazione degli addominali ad ogni passo, regolarizzare il respiro, coordinare la spinta
degli arti inferiori ai movimenti coordinativi delle
braccia. Tutto questo diventerà il giusto approccio
tecnico per una buona postura ed adattamento al
gesto della corsa, step successivo.
Consiglio quindi di portare le sessioni di camminata almeno a 3 volte a settimana, 40-60 minuti
minimo (il giusto tempo di attivazione del metabolismo aerobico), inserendo successivamente brevi
tratti di corsa e progressivamente aumentandone
i tempi. L’obiettivo è quello di riuscire ad interval-
13
alleniamociastarbene
lare con facilità tratti di impegno
medio a sforzi più intensi: solo
così riusciremo ad aumentare la
“cilindrata” del nostro cuore.
Parliamo invece di coloro i
quali hanno già alle spalle
anni di allenamento e vogliono
sfruttare il periodo invernale
per una specifica preparazione atletica: quale può essere
l’inizio del loro percorso?
Più ci addentriamo nella preparazione atletica, più dobbiamo
diventare specifici e seguire le
singole caratteristiche degli atleti a cui ci rivolgiamo.
In generale, possiamo dividere
l’approccio alla preparazione in
due gruppi generali: chi si allena per le
gare di lunga distanza,
prevedendo di svolgere una o più maratone nel corso dell’anno
(ricordo che il termine
“maratona” sottolinea
una distanza di 42km
e 195m) e chi invece
predilige corse più brevi, di 5-15 km.
Regola generale: fare allenamenti “non usuali”, lontani dal gesto
tecnico specifico.
Nel primo caso, cioè per le corse
lunghe come le maratone, sfruttare questi mesi per gli allenamenti di potenza, di forza, come
ad esempio corsa in salita, scatti,
ripetute brevi, tutto quello che
serve ad attivare i metabolismi
anaerobici, poco utilizzati da atleti di endurance puro, ma che
dalle più recenti ricerche di fisiologia sono comunque fondamentali per sviluppare al massimo le
capacità aerobiche e di resistenza lattacida.
Nel secondo, ovvero le gare più
brevi, prediligere in questo periodo allenamenti progressivamente sempre più lunghi, con percorsi ondulati, capaci di sviluppare
quello che genericamente è chiamata capacità aerobica o più comunemente “fondo”.
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Consiglieresti a chi inizia
una preparazione dei test
specifici?
Li consiglierei a tutti, sia a chi si
sta preparando che a chi ha appena iniziato l’attività e vuole capire il proprio punto di partenza
ed i successivi risultati.
In generale, la teoria di allenamento si deve basare su semplici
valutazioni dello stato di forma
delle persone, dall’adattamento
che lo specifico allenamento sta
apportando al proprio organismo,
fino alla valutazione dei risultati
ottenuti nel lungo periodo. Test
Conconi, misurazione del lattato,
test di sviluppo della potenza, ma
anche lo studio dell’appoggio del
piede per la scelta della scarpa più
idonea sono solo alcuni delle valutazioni possibili che possono essere effettuate in questo periodo. Il
mio consiglio: costruire anche una
propria cultura all’approccio della
teoria di allenamento, guidati nel
caso da professionisti del settore.
Spesso si commette l’errore nel
ritenere che correre sia un gesto
atletico semplice ed immediato:
come tutte le attività necessità
invece di una base di teoria di
preparazione e conoscenza della
tecnica specifica.
Consiglio per questo di sfruttare questo periodo per una valutazione generale e per una programmazione dell’allenamento
dei prossimi tre mesi.
Una domanda generica riguardo al tuo mondo: tanta
gente si è affacciata negli ultimi anni al podismo, in Italia
si contano quasi 90 Maratone
organizzate durante l’anno in
tutte le regioni e centinaia di
corse più o meno impegnative
domenicali: che cosa significa?
È soltanto una moda destinata
ad affievolirsi con il tempo?
Ricordo quando negli anni '70, iniziando ad allenare futuri podisti, la
gente che incontravamo lungo la
strada ci guardava con aria incuriosita e divertita, e la battuta rivoltaci durante il nostro passaggio era
quasi di routine. Oggi, per fortuna,
le cose sono cambiate: come dicevo
all’inizio la stragrande maggioranza delle persone conosce i benefici
di quest’attività e per questo il movimento è cresciuto non solo per
quanto riguarda i praticanti-tesserati alla federazione o
enti di promozione sportiva, ma anche dei semplici appassionati non
competitivi.
Anzi, negli ultimi anni
si è scoperto un nuovo
modo di correre, meno
“attento” al tempo al
km o in generale al
cronometro, ma più interessato al lato “social” della corsa, al piacere di fare parte di un
gruppo e condividerne esperienze
ed emozioni.
Anche noi a Firenze, tramite il
progetto Firenze Corre, sessioni
di allenamento guidato con partenza ogni mercoledì da piazza
del Duomo alle 19:30 (aperto a
tutti), abbiamo semplicemente
risposto a questa esigenza: i quasi 1300 iscritti e 700 partecipanti
in media ogni sera ci fanno capire di aver imboccato la strada
giusta.
Grazie Fulvio, se i nostri lettori
volessero contattarti per avere
dei consigli sul proprio allenamento, come possono fare?
Mi possono contattare direttamente tramite mail al mio indirizzo fulvio@fulviomassini.com, o
al contatto telefonico del nostro
studio: 055-6236163.
Grazie a voi e buon allenamento!
Foto di Mauro Sani
I Bandierai degli Uffizi
a sostegno della Lilt
S
ono gli sbandieratori ufficiali della Città di
Firenze e incantano chiunque. I Bandierai
degli Uffizi rappresentano un’istituzione
storica ed è impossibile non rimanere affascinati
dalla loro bravura e dalla passione con cui si esibiscono per le strade della nostra Città e non solo.
Attenti alla solidarietà e impegnati nel sociale,
hanno scelto la Lilt come beneficiaria delle
iniziative di raccolta fondi del 2014.
“La nostra collaborazione con la Lega Italiana Lotta
contro i Tumori è iniziata in occasione del gemellaggio
del nostro gruppo con gli Sbandieratori Città de L’Aquila il 2 marzo 2014 e per tutto l’anno è continuata
con la raccolta fondi in ogni occasione”, dice Antonio Marrone Presidente dell’Associazione Amici dei
Bandierai degli Uffizi. “Abbiamo raccolto oltre 1.700
Euro che sono stati consegnati in occasione di un altro
gemellaggio, quello con i Bandierai e Musici di Castel
San Barnaba di Scarperia l’11 ottobre di quest’anno”.
“Siamo felicissimi di aver collaborato con la Lilt e
contenti di aver portato un po’ di tradizione e di
solidarietà ai nostri concittadini bisognosi di cure”,
afferma Gigi Vitali, capogruppo dei Bandierai degli Uffizi. “Ringraziamo il Presidente Alexander
Peirano e l’amica Elisabetta Bernardini per la partnership che hanno voluto fortemente. Noi ce l’abbiamo messa tutta e i risultati sono arrivati”.
Anche Filippo Giovannelli, vice Presidente dell’Associazione, ha espresso il suo plauso all’iniziativa.
“Il nostro impegno sul sociale – afferma – non mancherà anche nei prossimi anni e speriamo di poter
continuare a collaborare con la Lilt anche in futuro.
Ringrazio inoltre Enrico Bicci, bandieraio e amico,
che ci ha fatto conoscere questa splendida realtà
impegnata nella lotta alla malattia oncologica e
tutto il gruppo dei Bandierai degli Uffizi per l’impegno che hanno messo in queste manifestazioni
dedicate alla raccolta fondi”.
Tutta la Lilt Firenze esprime profonda gratitudine
agli amici Bandierai. I fondi donati all’Associazione
andranno a sostegno del Servizio Camo di Assistenza domiciliare.
15
A cura di Iolanda Giamberini e Cecilia Picchi, Lilt - Florence Dragon Lady
Entusiasmante partecipazione
delle Florence Dragon Lady in Florida
L
a squadra delle Florence Dragon Lady
della Lilt Firenze è tornata entusiasta dalla trasferta in Florida per il “2014 IBCPC
Participatory Dragon Boat Festival” (Sarasota 24-26 ottobre 2014), il festival internazionale di
dragon boat organizzato dalla International Breast
Cancer Paddle Commission IBCPC, la federazione
internazionale che riunisce squadre di ‘Donne in
Rosa’, donne operate di tumore al seno che
praticano il dragon boat come riabilitazione
psico-fisica dopo l’intervento oncologico.
I preparativi per la trasferta della squadra fiorentina erano iniziati oltre un anno fa e hanno ottenuto grande successo fino a coinvolgere l’equipaggio
completo, composto da 20 pagaiatrici, tamburino,
timoniere e allenatore, a indicare la volontà di massima partecipazione della squadra. L’equipaggio
che è andato in trasferta era composto da Patrizia
Baggiani, Anna Barone, Susanna Bausi, Susanna
Benvenuti, Maria Loreta Bernabei, Eurosia Bertoletti, Carla Bini, Lia Borgheresi, Maila Borriero,
Monica Cantagalli, Lucia De Ranieri, Rosetta Dini,
Filomena Fiori, Jolanda Giamberini, Tullia Morandi, Deanna Niccolai, Lucia Nistri, Grazia Pasqui,
Cecilia Picchi, Angela Prunecchi, Vincenza Stecchini, Daniela Vanzi, dall’allenatore Alessandro
Piccardi e da due mariti accompagnatori.
La preparazione è stata non solo con allenamenti
in barca in vista delle gare e per creare assieme
nell’equipaggio, ma anche coinvolgimento con
molte realtà cittadine che hanno dato il proprio
sostegno affinché l’impresa si concretizzasse. La
volontà di dare massima partecipazione alla tra-
16
sferta ha richiesto un grosso sforzo organizzativo
ed economico ed è stata possibile anche grazie alle
numerose realtà istituzionali ed economiche fiorentine che hanno accolto con entusiasmo il nostro
progetto e ci hanno sostenuto a vario titolo, a loro
va un caloroso ringraziamento nel desiderio che sia
l’inizio di una duratura amicizia.
Nelle acque del bacino di Nathan Benderson Park
di Sarasota, inaugurato per l’occasione, si sono incontrate oltre 3000 donne in rosa provenienti
da otto nazioni dei cinque continenti, a testimonianza della diffusione che il movimento sta raggiungendo nei suoi 18 anni di vita.
Il Festival è al tempo stesso evento sportivo e partecipativo. Oltre 100 equipaggi si sono
misurati in gare di dragon boat sulla distanza dei
acque del bacino
“di Nelle
Nathan Benderson Park
di Sarasota si sono incontrate
”
oltre 3000 donne in Rosa
500 metri. L’equipaggio fiorentino, già detentore
del titolo italiano, è entusiasta del proprio risultato sportivo internazionale che l’ha classificato 28°
testa di serie con un tempo di 2.45.90, frutto
del tenace allenamento che la squadra ha svolto
in questi mesi, misurandosi con estrema dignità
accanto a squadre di consolidata
esperienza.
La cerimonia inaugurale è stata aperta dalla prolusione di
Susan Love, oncologa fondatrice della prestigiosa Research
Foundation di Los Angeles e autrice di bestseller di divulgazione oncologica e la cerimonia di
chiusura dal discorso di Donald
McKenzie, dell’Università British Columbia di Vancouver,
fondatore del Movimento Donne
in Rosa, che ha fatto un bilancio incredibilmente positivo del
movimento, emozionandosi nel
constatare che il ‘suo’ iniziale
gruppetto di una quindicina di
donne del progetto pilota di 18
anni prima, era diventato di oltre 3000, radunate ad ascoltarlo
in quel caldo pomeriggio di fine
ottobre 2014: una spettacolare
tere un messaggio di energia e
pienezza della vita anche dopo
esperienza difficile quale la diagnosi oncologica. Sono stati giorni di intensa condivisione di racconti, di emozioni, di abbracci,
di sorrisi e di lacrime, culminati
nella spettacolare Cerimonia
dei Fiori, con 18 barche che si
Donne accomunate dal desiderio
“
di sconfiggere il tumore al seno a colpi di pagaia
e trasmettere un messaggio di energia
”
e pienezza della vita
platea di magliette rosa fluorescente, che trovavano sempre
maggior intensità di colore man
mano che i raggi del sole lascavano spazio ai raggi del tramonto.
Orgogliosa del suo ruolo è stata la portabandiera per l’Italia,
Grazina, che ha sventolato il
tricolore sul palco d’onore insieme alle rappresentanti delle altre 7 nazioni presenti, così
emozionata che ha continuato
a sventolarla anche dopo esser
scesa dal palco!
Esperienza
indimenticabile per tutte le donne resta
comunque l’aspetto partecipativo della manifestazione,
che ha riunito in barca migliaia
di donne accomunate dal desiderio di sconfiggere il tumore al
seno a colpi di pagaia e trasmet-
sono tenute per mano e abbracciate da migliaia di persone che
dalla riva si protendevano verso
le imbarcazioni, fra le struggenti note di The River e l’ondeggiare di garofani rosa e pagaie,
per ricordare chi ha ceduto alla
battaglia contro il tumore, cerimonia comunque in segno della
speranza come riecheggiavano
gli auguri di ‘stay healthy’ scambiati fra parole di commozione.
Momento di raccoglimento per le
amiche che non ci sono più, fra
le quali forte commozioni per le
fiorentine Deanna Santangelo
e Margherita Gallini.
È stato momento di ritrovo con
vecchie amicizie, e nuove ne
sono nate, fra scambi di spilline
con i loghi delle squadre e delle
magliette da gara, che è un po’
come riportare a casa un ricordo
delle altre squadre.
Progetti per prossimi festival e
promesse di rincontrarsi presto,
scambi di esperienze di gestione
delle squadre, confronti su riabilitazioni e cure, tutto in un turbinio
di migliaia di sorrisi e abbracci. Discorsi ufficiali e riunioni organizzative, scambio di contatti,
foto di gruppo e scatti rubati che
immortalano la commozione. Festival all’insegna di facebook che
ha condiviso foto e video e del drone che dalla sua posizione privilegiata ha perscrutato fra immagini
e video mozzafiato.
Emozioni che le donne fiorentine
porteranno sempre nei loro cuori.
Se desiderate vedere altre foto,
consultate il fotoalbum del nostro sito
http://www.florencedragonlady.it
17
Domenica 4 Gennaio 2015 alle ore 16,30
Teatro Comunale Giotto di Vicchio
CONCERTO
“BERLIN PIANO QUARTET”
Christophe Horak · Violino
Micha Afkham · Viola
Bruno Delepelaire · Violoncello
Kim Barbier · Piano
Programma
J.S. Bach dalla Sonata II per Organo 526 in Do minore Largo e Fuga (Trascrizione di W. A. Mozart per trio d’archi)
Christophe Horak Violino, Francesca Zappa Viola, Bruno Delepelaire, Violoncello
W. A. Mozart Quartetto per pianoforte n. 2 in Mi bemolle maggiore Kv 493
Johannes Brahms Quartetto per pianoforte n. 3 in Do minore op. 60
BERLIN PIANO QUARTET
Questo quartetto composto da giovani ma già affermati musicisti - tre archi della Berliner Philharmoniker insieme alla pianista francese Kim Barbier - debutta in Italia dopo
numerose esibizioni in Europa. Le interpretazioni del Berlin Piano Quartet sono ispirate dall’esperienza d’orchestra con i Berliner Philharmoniker dove l’incontro con i più grandi musicisti del nostro tempo ha una profonda influenza sul fare musica di questo ensemble.
– Ingresso gratuito –
Il concerto è promosso dal Comune di Vicchio
Nell’occasione verranno raccolti fondi per la
Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT) - Sezione provinciale di Firenze
info: 335.8414802 - zappamarco@hotmail.com
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Auguri d
I servizi Lilt a sostegno del malato...
Buone Feste! Servizio
Se stai per sposarti
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o per un’occasione
Sostieni la Lilt!
D
Abbraccia
anche tu il
Servizio della Lilt
“Donna come prima”
al Centro di
Riabilitazione
Oncologica
di Villa delle Rose,
che si prende cura
delle donne operate
di tumore al seno.
Festeggia il Natale con le decorazioni natalizie e il
miele toscano della Lilt!
Un piccolo contributo a sostegno delle attività istituzionali di prevenzione, assistenza domiciliare e
riabilitazione oncologica.
Grazie di cuore per il vostro aiuto!
Servizio Camo
I
l servizio Camo - Centro di Aiuto al Malato Oncologico
collabora con le Unità
di Cure Palliative
dell’Azienda
Informazioni
e prenotazioni
Sanitariainfo@legatumorifirenze.it
Fiorentina e si occupa di fornire
gratuita055.576939
mente ausili sanitari come letti ospedalieri, materassini
antidecubito, carrozzine e quanto altro possa essere utile
per facilitare e migliorare la qualità di vita del paziente
oncologico, così come l’espletamento di pratiche amministrative (richiesta di invalidità) che risultano particolarmente gravose per il paziente ed i suoi familiari.
Il servizio, relativamente alla consegna o al ritiro di
ausili sanitari, ha tempi di risposta di circa 24 ore
sulle richieste del personale delle Unità di Cure Palliative o dei familiari.
In questi anni la LILT, attraverso il Camo e la sua collaborazione con l’ASF, ha potuto cogliere importanti
occasioni per migliorare il suo contributo all’assistenza
domiciliare integrata e, in accordo con le Società della
Salute delle zone fiorentine Sud Est e Nord Ovest, ha
varato progetti
miranti
adnon
approfondire
rapporto,
Senza
di loro la
L.I.L.T.
potrebbequesto
esistere:
sono
dimostrando che la possibilità di un servizio integrato
i volontari, veri protagonisti e cuore dell’Associatra un ente pubblico ed un’Associazione ONLUS non
zione.
solo è stato positivo, ma ha raggiunto risultati consolidati
Se
vuoi diventare
volontario
e hai qualche
e ampiamente
apprezzati
da entrambe
le parti.ora di
tempo
da
dedicarci,
chiamaci
allo
055.576939
per
In particolare, la LILT stanzia annualmente fondi per
il
comunicare
la
tua
disponibilità:
le
attività
in
cui
finanziamento di un medico e di un infermiere all’Hospice
dell’Ospedale
Torregalli.
potrai
dare ildituo
prezioso contributo sono diverse
055.576939,
camo@legatumorifirenze.it
eInfo
potremo
scegliere
insieme quelle a te più adatte.
Donaci parte del tuo tempo:
diventa volontario LILT
onna Come Prima è un servizio della LILT
Firenze nato nel 1986 grazie all’impegno di
Roberta Ciurekgian Scandurra, per dare un aiuto
concreto a tutte le donne colpite da tumore del seno.
Dal 2005 il Servizio si è trasferito nella sede del CeRiOn
Centro di Riabilitazione Oncologica, nato grazie alla collaborazione tra ISPO - Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica e LILT, con la convinzione che la
presenza attiva del volontariato possa essere di grande
aiuto per le persone che si trovano ad affrontare un momento particolare e impegnativo come quello che riguarda
la riabilitazione dopo un intervento oncologico.
Attualmente sono circa 40 le volontarie formate, molte
Per rendere ancora più speciale il tuo matrimonio,
delle quali operate al seno, che si alternano per essere
puoi
scegliere
di rinunciare
tradizionali
bompresenti
dal lunedì
al venerdì alle
con orario
9-18, dando
boniere
per
devolvere
la
cifra
destinata
a
tale
scopo
informazioni, gestendo l’accesso delle pazienti ai corsi
alla
Legadal
Italiana
per
Lotta contro
i Tumori. di
proposti
Centro
e la
mettendosi
a disposizione
Noi
lettere
o, a di
scelta,
pergamene
tutteforniremo
coloro che le
hanno
bisogno
essereleascoltate.
All’interno
del Servizio
Donna
Come Prima
è nataLilt,
nel
da
dare a parenti
e amici,
insieme
alla spilla
2006
squadra
di Dragon
Boat,
in
cuiuna
viene
spiegato
il motivo
dilaun“LILT
gesto- Florence
così imDragon Lady”, composta proprio da donne operate di
portante.
tumore
al seno
che,anche
con la collaborazione
dellacomunioni,
Canottieri
Allo
stesso
modo
per compleanni,
Comunali Firenze, percorre le acque dell’Arno e di mari
anniversari o altri momenti particolari, puoi decideo fiumi internazionali, per trasmettere un messaggio di
re
di fareeun
regalo diverso,
facendo
una
donazione
speranza
dimostrare
che dalla
malattia
si può
uscire.
alla
e sostenendo l’impegno
che portiamo avanti
InfoLilt
055.32697826/827,
donnacomeprima@tin.it
da 90 anni.
Con 1€
regali un chilometro
al Servizio “Camo”
Il Servizio Camo
Centro di Aiuto al Malato Oncologico
della Lilt Firenze, si occupa di assistere i pazienti
in fase avanzata di malattia.
Ogni anno il furgone Camo percorre oltre 30.000 km
consegnando e ritirando ausili come carrozzine,
letti ospedalieri, materassini antidecubito,
portaflebo…
19
Crediamo
nel suo futuro.
senza cancro
Diventa socio Lilt o rinnova la quota 2015. Grazie di cuore
Abbiamo una preziosa collezione di autografi.
Le firme dei nostri sostenitori per il
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94051880485
Questo è il nostro Codice Fiscale
Per destinare il 5x1000 dell’Irpef alla lotta contro il cancro,
firma nell’apposito allegato dei modelli 730, CUD o Unico
e scrivi il Codice Fiscale della Lilt Firenze nella casella riservata
al “Sostegno del volontariato e delle organizzazioni
non lucrative di utilità sociale...”