ROMANIA: CACCIA AL BECCACCINO

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ROMANIA: CACCIA AL BECCACCINO
IN RISAIA dall’1 al 15 SETTEMBRE
Dopo la rivoluzione di dicembre del 1989, il processo sommario e
l'esecuzione del dittatore Ceausescu, l'economia agricola statale
della Romania precipitò nel caos più profondo. Molte delle grandi
opere volute dal regime furono abbandonate a se stesse e distrutte
dal degrado, dall’incuria e dal tempo. Eguale sorte tocco' alle
migliaia di ettari di risaie situate lungo il corso del Danubio e dei
suoi affluenti che, alimentate da una rete idrica ingegnosa e
capillare di canali di irrigazione e di stazioni di pompaggio, furono
saccheggiate dagli uomini e lasciate al pascolo del bestiame brado
e delle greggi di ovini.
Oggi ad opera di investitori stranieri, soprattutto Italiani (Progetto Danubio - Riso Scotti), questo prezioso
patrimonio si sta alacremente ricostituendo e la coltivazione del riso rinasce con nuove tecnologie agroindustriali in tutta la Romania d'un tempo per cercare di raggiungere la cifra di 70mila ettari, esistenti prima
della Rivoluzione e l'ambizione di diventare, in un prossimo futuro, il più grande produttore risiero
dell’Unione Europea attualmente detenuto dall'Italia (219mila ha) e dalla Spagna (110mila ha). Al momento
sono oltre 20mila gli ettari di terreno ripristinati a risaia permanente (province Brăila, GalaŃi, Tulcea, IalomiŃa,
Călăraşi, Olt, Constanta, Giurgiu, Doly, Timiş, Teleorman) che dovrebbero aumentare a 40 mila nei prossimi
anni.
Per i “beccaccinisti” è uno stupendo paradiso venatorio! II periodo migliore per questa caccia è la prima
quindicina di settembre, prima del raccolto, anche se moltissimi beccaccini sono presenti già nel mese di
agosto.
Per non arrecare danno alle piantagioni ci si apposta, all'alba, in capanni mimetici camuffati con vegetazione
palustre locale nei luoghi di maggior traccheggio. Durante le prime ore del mattino e del tardo pomeriggio è
un susseguirsi ininterrotto di branchetti più o meno numerosi di “becchilunghi” che si rincorrono in cielo,
abbassandosi e alzandosi veloci alla ricerca di cibo e di pastura. Si spara di punta e di traverso. I tiri sono
difficili soprattutto quando gli uccelli si fiondano in picchiata, zigzagando fra loro, per posarsi nella fanghiglia
molle della risaia. Un buon fucile supera 30-40 capi al giorno.
Col sole alto i beccaccini sostano tranquilli nel folto delle spighe verdi del riso, isolati, a coppia o in piccoli
gruppetti. Si sentono al sicuro nella quiete del loro ambiente naturale e si lasciano avvicinare in silenzio a
pochi passi di distanza.
II frullo, accompagnato dal caratteristico verso, e' improvviso rumoroso emozionante! Si spara rapidamente di
imbracciata. Indispensabile per il recupero dei selvatici abbattuti l'ausilio di piccoli cani da riporto addestrati
correttamente al “dietro” senza i quali la maggiore parte delle prede e’ irrimediabilmente persa.
Prima della fine di settembre le “parcelle” vengono prosciugate per la trebbiatura e, secondo le tecniche
agricole moderne, subito arate nel giro di
pochi giorni. I beccaccini per mancanza di
habitat e di “humus” sono costretti a
sloggiare e a trasferirsi in palude o nelle
marcite limitrofe.
La caccia bella e vagabonda nelle stoppie di
riso semiallagate dalla pioggia, dove i cani
davano saggio della loro velocita’ d’azione e
della loro potenza di olfatto, appartiene ai
ricordi del passato ! Solo in GEORGIA
questa caccia è ancora possibile.