NEW OPEN UP

N.3 september / settembre 2014
MARKETS
OPEN UP
OPPORTUNITIES
N.3 september / settembre 2014
Trimestrale – Poste italiane S.p.A. – sped. A: P: - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1.c.1: CMP Bologna
NEW
EDITORIAL / EDITORIALE
Italy always focused on food safety
Italia sempre attenta alla sicurezza alimentare
by/di Duccio Caccioni
Head of marketing and quality control at Bologna’s Municipal Market /
Direttore marketing e qualità del Centro AgroAlimentare di Bologna
he new law regarding
the processing,
packaging and
distribution of Freshcut produce in Italy is
a milestone. It contains
precise standards for
the safety and quality of
products that have become
enormously popular in the
domestic market in the last
ten years and eliminate
a gap in EU regulations,
again demonstrating Italian
awareness about food
quality and safety. It is
no accident that Italy has the lowest incidence of food poisoning
among advanced economies. By contrast, emergencies are not
infrequent in the US due to contamination of ready-to-use products
by dangerous strains of Salmonella, Escherichia and Listeria
bacteria.
Fresh-cut products need good field practices and state-of-the-art
processing technology. The trade in Italy has achieved technical
mastery thanks in part to the efforts of high-tech line manufacturers
who export throughout the world.
The act is also notable for making eco-compatible packaging
compulsory, bringing Italy into line with other developed countries.
Marketing experts see many fresh-cut products as mature. Nearly
65% are now sold under private label. So the act moves the bar
higher for the big chains and their co-packers. Relations between
the two can often be contentious because of profit margins. Yet
the new legislation is no substitute for common sense: cooperation
between them will always be important for convenience foods need
innovation and technological upgrading to meet consumer demands
and market growth.
T
a legge sulla preparazione, il
confezionamento e la distribuzione dei
prodotti ortofrutticoli di IV gamma emanato
dal governo italiano è un passo importante per
il comparto. La normativa contiene disposizioni
precise sulla sicurezza e la qualità di questi
prodotti, che negli ultimi anni hanno avuto una
larga diffusione in Italia e colma un vuoto nei
regolamenti europei, sottolineando una volta di
più la grande sensibilità degli italiani verso qualità e
sicurezza alimentare. Non a caso l’Italia, tra i paesi
sviluppati, è uno di quelli con il minor numero di
intossicazioni alimentari.
Oltre alle buone pratiche di produzione in campo,
per i prodotti di IV gamma è necessario disporre
di sofisticate tecnologie di lavaggio, taglio e
confezionamento. Anche in questo l’Italia è
all’avanguardia, grazie ad aziende leader nella
produzione di macchinari tecnologicamente
avanzati, che esportano in tutto il mondo.
Un altro aspetto della legge riguarda l’obbligo
dell’impiego di imballaggi eco-compatibili: qui
l’Italia si allinea a una pratica già in voga nei paesi
più sviluppati.
I prodotti di IV gamma sono ormai di uso comune
e perciò sono considerati in alcuni casi maturi
dal punto di vista del marketing. Circa il 65%
viene venduto dalle private label. Una normativa
di carattere qualitativo mette allora dei paletti ben
precisi nei rapporti fra le catene distributive e i copacker. Rapporti che spesso possono diventare
tesi a ragione di conflitti sui margini economici.
La legge però non deve supplire il buon senso:
la cooperazione fra produttori e distributori al
dettaglio rimane importante, perché per i prodotti
convenience l’innovazione e l’aggiornamento
tecnologico sono aspetti di fondamentale
importanza per la soddisfazione delle sempre
nuove esigenze del consumatore e quindi per lo
sviluppo del mercato.
L
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
3
www.freshpointmagazine.com
FreshPoint @FreshPointItaly
Year XVII - Issue N° 3 - settembre 2014
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Executive editor/Direttore responsabile: Ivo Alfonso Nardella
Contributors to this issue/Collaboratori: Duccio Caccioni, Mario Schiano Lo Moriello, Silvia Zucconi, Paolo Battistel, R. Manzini, R. Accorsi,
M. Bortolini, F. Tampieri, F. Garbellini, F. Evangelisti, Carlo Bridi, Manuela
Soressi, Simone Martarello, Daniela Utili, Davide Bernieri, Jessika Pini
English version/Versione inglese: David Verzoni
Russian version/Versione russa: Zhanna Antipova
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SUMMARY
SOMMARIO
1
EDITORIAL / EDITORIALE
Italy always focused on food safety
Italia sempre attenta alla sicurezza alimentare
Duccio Caccioni
4
DOSSIER RUSSIA
Россия – рынок, нуждающийся в поддержке
Russia, minding a market
Russia, un mercato da tutelare
by / di Mario Schiano lo Moriello
14
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Экономика на спаде, но фрукты в спросе
Consumption braking, fruit accelerating
Consumi a rilento: la frutta accelera
by / di Silvia Zucconi
18
Москва делает ставку на аграрный сектор
Moscow, more muscle in agriculture
Mosca punta forte sull'agricoltura
by / di Paolo Battistel
24
Бизнес на World Food Moscow
WorldFood Moscow: the business is here
WorldFood Moscow: il business è qui
52
BIG RETAIL / GDO
Big retails, the future is for small
Gdo, il futuro è dei piccoli
by / di Simone Martarello
56
Produce shoppers turn back to bulk
Spesa, per l’ortofrutta si torna allo sfuso
by / di Daniela Utili
60
28
CONSUMPTION / CONSUMI
Organic riding high
Biologico senza freni
by / di Duccio Caccioni
32
Fresh is served
Il fresco è servito
by / di Davide Bernieri
664
Fruit and vegetable sales keep sliding
Frutta e verdura, vendite ancora giù
As
showcases
o cases aspa
asparagus
agus
and radicchio
Una vetrina per asparagi e radicchio
by / di Davide Bernieri
by / di Duccio Caccioni
36
MARKETS / MERCATI
Cool chain under x-ray
Catena del freddo ai raggi X
by / di R. Manzini, R. Accorsi, M. Bortolini,
F. Tampieri, F. Garbellini, F. Evangelisti, M.
Gamberi, S. Soli
68
Italy acts on Fresh-cut
L’Italia ha una legge sulla IV Gamma
by / di Jessika Pini
41
CROPS / PRODUZIONI
Apple, Trentino a leader in world
Mele, dal Trentino alla conquista del mondo
72
Organics, a winning hand
Biologico, la carta è vincente
by / di Daniela Utili
by / di Carlo Bridi
Kiwi, Italy’s gold
Kiwi, l'oro italiano
Cibus Tec - Food Pack 2014 fully booked
Cibus Tec - Food pack 2014
ha già fatto il pieno
by / di Manuela Soressi
by / di Duccio Caccioni
76
48
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
4
DOS
DOSSIER
OSS
SSIE
SS
IER
ER
E
RR
RUS
RUSSIA
USSIA
US
USS
SIA
SIA
A
Россия – рынок,
нуждающийся в
поддержке
Russia, minding
a market
Russia, un mercato
da tutelare
by / di Mario Schiano lo Moriello - Ismea
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
DOSSIER RUSSIA
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
5
6
DOSSIER RUSSIA
RUSSIAN PRODUCE IMPORTS (1,000 TONS)
IMPORTAZIONI DI ORTOFRUTTA DELLA RUSSIA
(1.000 TONNELLATE)
RUSSIAN PRODUCE IMPORTS (€ MILLION)
IMPORTAZIONI DI ORTOFRUTTA DELLA RUSSIA
(MILIONI DI EURO)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
5.000
7.000
4.500
6.000
4.000
5.000
3.500
3.000
4.000
2.500
3.000
2.000
1.500
2.000
1.000
1.000
0
0
Vegetables/Ortaggi
Fruit and citrus/Frutta e agrumi
–
краинский кризис и как следствие напряженность
между Россией и Европейским сообществом могут
повлиять на коммерческие отношения между этими
странами. Россия является основным поставщиком
газа метана в Европу, и с другой стороны одним из самых
важных рынков сбыта фруктов и овощей: в 2013 году 28
стран членов ЕС экспортировали в Россию примерно 2.6
миллионов тонн свежих фруктов и овощей на сумму более
чем 2 миллиарда евро.
Россия стоит на пятом месте в мире по количеству импортируемых в страну фруктов и овощей, после Америки, Германии, Англии и Нидерландов. Согласно данным таможенных служб за период 2013 года импорт Россией составил
6.1 миллион тонн фруктов и цитрусовых и 2.8 миллиона
тонн овощей на сумму примерно 6.8 миллиардов евро (см.
Рис. 1 и 2).
Помидоры и бананы – вот основные импортируемые продукты
Основными сельскохозяйственными продуктами, которые
импортирует Россия, являются помидоры (791 млн евро),
бананы (740 млн евро) и мелкие цитрусовые такие как мандарины, клементины и их разновидности (600 млн евро).
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Vegetables/Ortaggi
Fruit and citrus/Frutta e agrumi
he deepening of the crisis in Ukraine and its attendant tensions between Russia and the European Union could lead to serious repercussions
on trade. While on the one hand Moscow is the
EU’s biggest natural gas supplier, it constitutes on the other a
key market for EU produce exports. Indeed, the 28 EU member states despatched nearly 2.6 million tons of produce to
Russia in 2013, a spending spree totalling more than €2 billion.
Russia is the world’s fifth-ranking importer of produce behind
the US, Germany, the UK and the Netherlands. According to
2013 Customs figures, the country imported 6.1 million tons
of fruit and citrus and 2.8 million tons of vegetables, with the
overall bill coming to nearly €6.8 billion (figs. 1 and 2).
T Tomato and banana top the charts
Russia’s leading produce imports are tomato at €791 million, banana at €740 million, and small citrus like tangerine and mandarin at €600 million. These three categories
combine to account for nearly a third, or 31%, of Russia’s
produce imports. Behind these three in the top seven are
apple, orange, pear, peach and nectarine (fig. 5). A look at
these imports from 2009 to 2013 shows that volumes, ave-
FRUIT AND CITRUS SUPPLIERS IN 2013 (% BY VALUE)
RUSSIA I PRINCIPALI FORNITORI DI FRUTTA E AGRUMI
NEL 2013 (% IN VALORE)
4%
4%
4%
South Africa
Sudafrica
Egypt
Egitto
Marocco
Marocco
4%
4%
Argentina
Argentina
United States
Stati Uniti
5%
China
Cina
6%
Spain
Spagna
32%
Others
Altri
8%
Poland
Polonia
14%
15%
Turkey
Turchia
Ecuador
Ecuador
acuirsi della crisi ucraina e le conseguenti tensioni tra Russia e Unione europea potrebbero avere serie ripercussioni negli scambi commerciali. Se da un
lato Mosca è il principale fornitore di gas metano per
l’Ue, dall’altro costituisce un importante mercato di sbocco per
i prodotti ortofrutticoli: nel 2013 i 28 Paesi Ue hanno esportato verso la federazione circa 2,6 milioni di tonnellate di ortofrutta, per un valore che ha superato i due miliardi di euro.
La Russia è al quinto posto tra gli importatori mondiali di prodotti
ortofrutticoli, alle spalle di Usa, Germania, Regno Unito e Paesi
Bassi. Secondo i dati delle dogane, nel 2013 sono state importate
6,1 milioni di tonnellate di frutta e agrumi e 2,8 milioni di tonnellate di ortaggi, con un esborso economico di circa 6,8 miliardi di
euro (fig. 1 e 2).
L’
Pomodori e banane in testa
I principali prodotti ortofrutticoli importati dalla Russia sono pomodori (791 milioni di euro), banane (740 milioni) e piccoli agrumi,
ossia clementine, mandarini e simili (600 milioni). Questi prodotti
coprono circa un terzo della spesa complessiva per le importazioni di ortofrutticoli della Russia (31%). Nella lista dei primi sette
prodotti più importati, alle spalle di pomodori, banane e piccoli
8
DOSSIER RUSSIA
Эти 3 продукта составляют 1/3 всех импортируемых Россией плодовощных продуктов (31%). В списке семи основных продуктов после помидор, банан и мандарин следуют :
яблоки, апельсины, груши, персики и нектарины (см.рис.5).
На графике рисунка номер 5 сравниваются годы 2009 и 2013
по количеству ввезенных в Россию фруктов и овощей. В
особенности вырос импорт помидор с 687 тыс. тонн до 798
тыс.тонн (+16%). Объем закупок в денежном отношении
вырос на 70%, чему поспособствовало увеличение средних
закупочных цен на 46%. Бананы занимают второе место
в списке ввозимых Россией фруктов. За период с 2009 по
2013 годы объем закупок банан увеличился на 342 тыс тонн
(+35%), средняя цена выросла на 21%. Стоит отметить также рост закупок мелких цитрусовых с 525 тыс тонн до 831
тыс тонн (+58%), средняя цена выросла на 23%. Импорт
яблок увеличился с 1.089.000 до 1.279.000 тонн (+17%),
рост цены составил +24%. Импорт апельсин увеличился на
15%, средняя цена увеличилась на 11%. А также рост импорта груш замечен на уровне + 15%, рост цены составил
+29%. Импорт персиков и нектарин вырос на 38% несмотря
на очень высокий рост цены почти на 81%.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
rage prices and the accompanying bills all rose significantly.
Tomato went from 687 to 798 thousand tons, up 16%. Up
too are the bill, by 70%, and the average price, up a hefty 46%. Banana, Russia’s second-leading produce import,
also rose by 342 thousand tons, or 35%, and the average
price by 21%. Noteworthy too is the increase in citrus from
525 to 831 thousand tons, or 58%, along with its 23% rise
in average price. Apple strode from 1,089,000 to 1,279,000
tons, up 17%, with the average price up 24%. Orange rose
15% by volume and 11% in average price, pear up 15% by
volume and 29% in average price, and peach and nectarine
rose a ‘mere’ 38% despite an 81% leap in average price.
Global trade
To ensure a supply of produce at once year-round and complete in assortment, Moscow has established trade ties with
a hundred countries on all continents. Relations are particularly strong in Asia, China at the top, followed by Iran,
Pakistan, the Philippines and Israel.
Europe is another key trade bloc. Russia’s major partners
here are Turkey, Lithuania, Poland and Spain. Important
RUSSIA’S MAIN SUPPLIERS OF VEGETABLESAND
TUBERS IN 2013 (% BY VALUE)
RUSSIA I PRINCIPALI FORNITORI DI ORTAGGI E TUBERI
NEL 2013 (% IN VALORE)
4%
Egypt
Egitto
3%
Azerbaijan
Azerbaijan
15%
Others
Altri
4%
20%
Marocco
Marocco
Turkey
Turchia
4%
Iran
Iran
8%
Spain
Spagna
14%
9%
Israel
Israele
China
Cina
9%
10%
Poland
Polonia
Netherlands
Paesi Bassi
agrumi, si piazzano mele, arance, pere, pesche e nettarine (fig.
5). Relativamente a questi prodotti, il confronto tra le importazioni del 2009 e quelle del 2013 evidenzia come siano cresciute le
quantità, i prezzi medi e la spesa. In particolare, le importazioni
di pomodori sono cresciute da 687 a 798mila tonnellate (+16%).
La spesa è aumentata del 70%, trainata dall’aumento del prezzo
medio del 46%. Le banane sono il secondo prodotto più importato dai russi. Tra il 2009 e il 2013, gli ordini sono cresciuti di
342mila tonnellate (+35%) e il prezzo medio del 21%. Notevole
anche l’incremento delle importazioni di piccoli agrumi da 525 a
831mila tonnellate (+58%), il cui prezzo medio è salito del 23%.
Le importazioni di mele sono balzate da 1.089.000 a 1.279.000
tonnellate (+17%) il prezzo ha fatto registrare un +24%. Gli acquisti di arance della Russia sono cresciuti del 15% in volume e il
prezzo medio è aumentato dell’11%. Bene anche le pere: +15%
a volume, con prezzi in salita del 29%. Da sottolineare come le
importazioni di pesche e nettarine, siano aumentate del 38%, nonostante una vera e propria impennata del prezzo medio: +81%.
Un mercato globale
Allo scopo di garantire un approvvigionamento di ortofrutta con-
10
DOSSIER RUSSIA
RUSSIA: THE TOP SEVEN PRODUCE
IMPORTS (BILL IN € MILLION)
RUSSIA: I SETTE PRODOTTI PIÙ
IMPORTATI (SPESA IN MILIONI DI EURO)
465
Tomatoes
Pomodori
791
452
Bananas
Banane
740
308
Small citrus
Piccoli agrumi
600
392
Apples
Mele
537
278
Oranges
Arance
356
190
Pears
Pere
Source: data from various sources reworked by the author
Fonte: elaborazioni dell’autore su dati di varie fonti
Peaches
Pesche
Глобальные коммерческие связи
С целью беспрерывного снабжения своих граждан свежей
плодоовощной продукцией в течение всего года, Россия заключила коммерческие отношения с более, чем 100 странами , экспортерами этой продукции. Особенно интенсивны коммерческие связи с азиатскими странами, прежде
всего с Китаем, а также с Ираном, Пакистаном, Филлиппинами и Израилем.
Европа тоже является важным коммерческим партнером
России. В особенности Турция, Литва, Польша и Испания. А
также и африканский континент является немаловажным
коммерческим партнером России (Марокко, Египет, Южная
Африка), и южная Америка (Эквадор и Аргентина).
Что касается Европы, то здесь надо отметить, что Литва
играет важную роль в коммерческих связях между Россией
и остальной Европой, являясь своего рода логистической
платформой. В 2013 году
импорт через Литву в сторону России достиг 650 млн
евро, что составляет примерно одну треть прямого
импорта из Европы. Участие Литвы в коммерческом
обмене между Европой и
Россией выросло с 20% в
2009 году до 32% в 2013
году. Польша тоже является
важным партнером России
в этом секторе. За 2013 год
Польша экспортировала в
Россию фруктов и овощей
на сумму 512 млн евро, что
составляет 25% от всего
282
94
235
partners are also in Africa, led by Morocco, Egypt and South
Africa, and in South America with Ecuador and Argentina.
A closer look at the EU trade zone shows a new wrinkle in
the trade pattern Lithuania has now begun to play a very
particular, and active, role in that it serves as a kind of staging area for Russian logistics. In effect, Russian imports
from Lithuania amounted to some €650 million in 2013, accounting for nearly a third of all imports from the 28-member
European Union. THus Lithuania’s relative market share of
exports to Russia rose, unsurprisingly, from 20% in 2009
to 32% by 2013. Poland too is a pre-eminent commercial
partner. Warsaw exported €512 million worth of produce to
Russia in 2013, or 25% of the EU’s overall share. Here, once
again, we see a share rise from 19% in 2009 to 25% by
2013. Poland is followed on the list by Spain, which registered a rise in its market share from 7% to 11% over the
tinuo nell’arco
nell’arc dell’anno e
punto di vista delcompleto dal pu
Mosca intrattiene
la gamma, M
scambi commerciali
con
co
centinaio di paesi di
un centi
tutti i continenti.
Partic
colarmente
colarme intensi sono
con i paesi
gli scambi
sca
asiatici,
asiat Cina su tutti,
ma anche Iran, Pakistan, Filippine e
kista
Israele.
Isra
L’Europa
rappresenL’Eu
un’altra importanta un
te aarea di scambio.
In particolare
Turp
chia, Lituania,
Polonia e
Lit
Spagna ssono i principali
partner ddella Russia. Altre
importanti
importa aree di approvvigionamento
sono
provvig
l’Africa (Marocco, Egitto e Rep. Sudafricana) e il Sud America (Ecuador e Argentina).
Per quanto riguarda i partner dell’Unione europea, la Lituania
svolge un ruolo molto particolare, rappresentando una sorta di
piattaforma logistica della Russia. Nel 2013 le importazioni russe dalla Lituania ammontavano a circa 650 milioni di euro, ossia
quasi un terzo di quelle dell’Ue a 28. Il peso relativo della Lituania
è cresciuto dal 20% del 2009 al 32% del 2013. Anche la Polonia
costituisce un partner privilegiato. Nel 2013, Varsavia ha esportato
ortofrutta per 512 milioni di euro: il 25% dell'export complessivo
dell’Ue a 28. Anche in questo caso, si è passati dal 19% del 2009
al 25% del 2013. Alle spalle della Polonia si piazza la Spagna, con
un incremento della quota di mercato nel periodo in esame dal
7% all’11% delle esportazioni Ue verso la Russia. Questi tre paesi
rappresentano in valore il 69% delle esportazioni del Vecchio continente verso la Russia.
Progressi delle performance esortative sono stati realizzati anche
dalla Grecia, che, nonostante non muova grandi volumi, tra 2009
e 2013 ha addirittura raddoppiato la sua quota, passando dal 3 al
6%. Di contro, si è ridimensionato il ruolo di Belgio e Paesi Bassi
che in precedenza svolgevano il ruolo di redistribuzione ora svolto
da Lituania e Polonia. Si pensi che nel 2004 l’Olanda realizzava
il 37% delle esportazioni Ue verso Mosca e che questa quota è
scesa al 26% nel 2009 e addirittura al 7% nel 2013.
In calo anche la fetta di torta dell’Italia, scesa dal 5,1% del 2009
al 3,6% del 2013. Trend simili si riscontrano anche per Germania
e Francia.
FIERE PARMA
DOSSIER RUSSIA
объема товарооборота Европы с Россией. В случае с Польшей тоже увеличился товарооборот с 19 до 25%. За Польшей следует Испания, товароборот которой в этом секторе
с Россией увеличился за исследуемый период с 7 до 11% от
всего европейского объема. Эти 3 страны вместе взятые
имеют долю в экспорте в Россию из всей Европы 69%. Греция тоже сделала большие прогрессы по поставкам свежих фруктов и овощей в Россию: с 2009 по 2013 год объем
увеличился в 2 раза, от трех до шести процентов от всего
европейского объема. А вот доля Бельгии и Нидерландов,
которые в свое время тоже являлись логистическими платформами для дистрибьюции фруктов и овощей в Россию,
наоборот снизилась. Например в 2004 году на Голландию
приходилось 37% всех европейских поставок в Россию, в
2009 году эта доля снизилась до 26%, а в 2013 году – до 7%.
В процессе снижения также и доля Италии, в период с 2009
года по 2013 год она снизилась с 5.1% до 3.6%. Примерно
такая же ситуация с Германией и Францией.
same period. These three countries accounted for a combined 69% of EU export receipts to Russia during the period
in question.
There is one perfrormer who stands out above all the others
and that is Greece: the country doubled its export share to
Russia from 3 al 6% from 2009 to 2013. By contrast, the
roles of Belgium and Holland, which once handled the reexporting that has now been taken over by Lithuania and
Poland, have been notably pared down. Suffice it to note
that Holland, which held 37% of total EU market share for
exports to Russia in 2004, watched that figure sag to 26%
by 2009 and then plunge in free fall to a mere 7% by 2013.
The same downward trend is also evident for Italy, which
saw its share slide from 5.1% in 2009 to 3.6% by 2013.
Germany and France also posted a similar trend in the time
frame under discussion.
14
DOSSIER RUSSIA
Экономика на спаде
но фрукты в спросе
Spending braking
fruit accelerating
Consumi a rilento
la frutta accelera
by / di Silvia Zucconi - Nomisma
кономика России находится в стадии снижения по
сравнению с тремя годами раньше, когда был зафиксирован рост 4.3%. Эта тенденция отражается и на поведении потребителей: индекс доверия
продолжает снижаться, что ведет к снижению уровня потребления. 65% покупателей считают, что данный момент
не самый лучший для траты денег, а 34% опрошенных
говорят о том, что концентрируют свое внимание на сохранении собственных сбережений более, чем когда либо.
На фоне этого общего климата замедления потребления
есть и секторы, которые продолжают расти. Например
в секторе фруктов и овощей наблюдается следующая
тенденция - продажи растут по двум причинам: с одной
стороны стремление граждан к более здоровому образу
жизни, а с другой стороны расширяется тенденция к предпочтению свежих фруктов и овощей, которые постепенно
все больше вытесняют консервированные. Этой тенденции способствует и рост объема импорта из разных странпроизводителей.
Все о яблоках, мандаринах и бананах
Самыми популярными среди российских потребителей
являются 5 видов фруктов, которые покрывают 74%
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
DOSSIER RUSSIA
ussia’s economy is somewhat sluggish if compared to three years ago, a time when it was humming along at a 4.3% growth rate. It’s a trend
that’s evident even when we look at how consumers are spending their money. The index of consumer
confidence is declining, a fact that is translating into more
caution, more thrifty shopping habits. A survey shows that
some 65% of consumers feel this is not a good time to decide what to spend their money on and 34% say they are
now more inclined to save it rather than spend it. Yet, despite this overall wait-and-see picture, there are still certain
items that consumers are more than willing to spend for.
And fruit appears to be one of them. Fruit sales keep rising
because there is a more general tendency to lead healthy
life styles and because Russian consumers are gradually
turning away from tinned items and want more fresh fruit
for their money, a trend that is being boosted by the greater
variety on offer that importers keep supplying throughout
the year.
R
It’s mostly about apples, tangerines and bananas
There are 5 fruit categories that, when combined, accounted for some 74% of Russia’s 2013 fruit sales. Apple
economia della Russia è in fase calante rispetto a tre anni fa,
in cui vantava una crescita del 4,3%. Questo trend si riflette
anche sul comportamento dei consumatori: l’indice di fiducia
sta continuando a scendere e questo si trasforma in uno stile di
acquisto più cauto. Il 65% dei compratori ritiene che questo non sia un
buon momento per le decisioni di spesa tant’è vero che il 34% dichiara di
essere più concentrato sul risparmio di denaro rispetto a prima. In questo
clima generale di attesa ci sono comunque categorie di consumo che
continuano a crescere. È il caso della frutta: le vendite sono in progressiva espansione sia perché c’è una generale tendenza ad adottare stili di
vita sani, sia perché i russi privilegiano il consumo di frutta fresca che sta
progressivamente sostituendo quella inscatolata, una tendenza favorita
dalla maggior varietà disponibile grazie alle importazioni.
L’
Quasi tutto su mele, mandarini e banane
Il consumo attuale di frutta in Russia fa riferimento di fatto a
5 tipologie, che coprono il 74% delle vendite in quantità registrate nel 2013. I prodotti più popolari sono mele (1,7 milioni di tonnellate pari al 24% del totale delle vendite di frutta);
seguono agrumi (18%), banane (16%) uva da tavola (8%) e pere (8%).
Per quanto riguarda le mele, i consumatori russi apprezzano soprattutto varietà quali Semerenko, Beliy Naliv, Ranet, Slva Pobeditelya, Royal
Gala, Golden Delicious, Red Delicious e Granny Smith. Per le mele, come
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DOSSIER RUSSIA
Var %
Var CAGR
2013-2009 2013-2009
Peaches/Nectarines
Pesche/Nettarine
Cherries
Ciliege
Strawberries
Pesche
Pears/Quinces
Pesche
Pineapple
Pesche
Oranges, Tangerines
and Mandarins
Arance, mandarini
Grapes
Uva
Other fruits
Altri frutti
Plums/Sloes
Pesche
Bananas
Banane
Cranberries/
Blueberries
Mirtilli
Apples
Mele
Grapefruit/Pomelo
Pompelmo
Lemon and Limes
Limoni e Lime
TOTAL FRUIT
TOTALE FRUTTA
43% 9,3%
39% 8,6%
36% 8,1%
32% 7,3%
31% 7,0%
29% 6,6%
28% 6,4%
28% 6,3%
23% 5,4%
18% 4,3%
18% 4,3%
18% 4,1%
7% 1,6%
5% 1,2%
24% 5,5%
Source: Data reworked by Euromonitor / Fonte: elaborazione dati Euromonitor
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
всех продаж за период 2013 года. А именно: яблоки (1.7
млн тонн, что составляет 24% от всего объема проданных фруктов), цитрусовые (18%), бананы (16%), виноград
(8%) и груши (8%).
Что касается яблок, то самыми популярными являются
следующие сорта: семеринка, белый налив, ранет, слава
победителю, ройал гала, голден делишиус, ред делишиус
и гренни смит. Российские потребители предпочитают в
первую очередь отечественные сорта яблок (это впрочем
касается и всех других фруктов), которые покупают в сезон с августа по ноябрь. Все остальные месяцы года отечественные яблоки почти не предлагаются к продаже по
причине прежде всего отсутствия в России технологии их
хранения. Поэтому по окончанию отечественного сезона
яблоки импортируются прежде всего гипер – и супермаркетами. В гипер- и супермаркетах продаются на сегодняшний день 41.2% всех яблок, ввезенных в Россию (для
сравнения: в 2011 году этот процент был на уровне 34.7).
Наиболее популярными в России сортами груш являются
вильям и ред бартлет. Закупка груш не привязана к какому либо сезону, их покупают круглый год.
Рост спроса на персики и черешню
Как мы говорили выше, яблоки и груши являются пожалуй самыми популярными видами фруктов в России, но в
последние годы наблюдается также рост спроса на другие фрукты. Прежде всего на персики: уровень продаж с
2009 по 2013 год вырос на 43%, рост в год составил примерно 9.3%, это почти в 2 раза больше, чем зарегистрированный рост спроса на другие фрукты (примерно 5.5%
в год). Вырос спрос также и на черешню (+81.% в года) и
на клубнику (+7.3% в год).
Прогнозы на 2014 год тоже позитивные, ожидается
рост спроса на 4%. Поэтому российский рынок остается очень важным рынком для Италии, рынком с большим потенциалом, где одним из самых важных критериев при выборе фруктов потребителями все-таки
является цена.
FRUIT SALES IN RUSSIA: MARKET SHARE IN VOLUME
BY TYPE, 2013.
RUSSIA I PRINCIPALI FORNITORI DI FRUTTA E AGRUMI
NEL 2013 (% IN VALORE)
8%
8%
Pears/
Quinces
Pere
Grapes
Uva
26%
Other fruit
Altri frutti
16%
registered the lion’s share at a 24% share, or 1.7 million
tons, followed by citrus at 18%, banana at 16%, and both
table grape and pear at a share of 8%.
The most popular apple varieties among Russian consumers are Semerenko, Beliy Naliv, Ranet, Slva Pobeditelya,
Royal Gala, Golden Delicious, Red Delicious and Granny
Smith. As with other kinds of fruit, Russian shoppers clearly prefer locally grown apples they can buy in season, a
marketing window which stretches from August to November. Yet there is practically no locally grown apple during
the rest of the year largely because local growers lack the
adequate storage faculties needed to keep supplies in the
pipeline. This means that imported apples must take up
the slack, and importers make sure they are available for
sale at retail year round mainly in super- and hypermarkets.
To see how important this sales channel is, all we need do
is to look at its expanding market share, which is more often than not to the detriment of municipal markets. In fact,
hyper- and supermarkets today account for 41.2% of apple
sales by volume, a share that stood at only 34.7% in 2011.
Which brings us to pear. While pear is available all year as
it has no specific season in Russia, Russian consumers
evince a clear preference for Williams and Red Bartlett.
Bananas
Banane
18%
Orange/Tangerins
Arance e mandarini
24%
Apples
Mele
per altre tipologie di frutta, gli acquirenti russi hanno una forte preferenza per le mele di produzione locale che preferiscono acquistare in
stagione (da agosto a novembre). Durante il resto dell'anno, le mele
coltivate localmente sono pressoché assenti principalmente a causa della mancanza di adeguati impianti di stoccaggio dei produttori
locali. Negli altri periodi sono quindi le mele importate, disponibili
tutto l'anno, a essere acquistate soprattutto in iper e supermercati.
L’importanza di tale canale per le mele è testimoniato dalla quota
delle vendite sempre crescente (a discapito dei mercati rionali): in
iper e super sono vendute oggi il 41,2% delle mele a volume (solo
nel 2011 tale quota era pari al 34,7%). Per le pere, Williams e Red
Bartlett sono invece le varietà su cui ricadono le preferenze dei russi.
Il consumo di pere non è associato con una stagione definita e sono
acquistate tutto l'anno.
Peach and cherry are strong in demand
Although apple and pear are among the favourites of Russian consumers, other kinds of fruit are showing notably
strong emerging demand. Peach is the one that heads the
list with a 43% rise from 2009 to 2013, for a yearly growth
rate of 9.3%, or nearly double the 5.5% rate for fruit in
general. Cherry at an 8.1% growth rate and strawberry at
7.3% are also putting in a good performance.
The projections for 2014 are also looking up, with sales
volumes expected top rise by 4%. Russia is thus a market
of big potential and big opportunities for Italy’s produce trade. There is the usual proviso, however: price is the name
of the game as it is always the only real determining factor
when consumers have to reach into their pockets.
Pesche e ciliegie a gonfie vele
Nonostante mele e pere siano tra le varietà preferite dal consumatore
russo, in termini di tendenze si osserva un incremento elevato soprattutto per le altre tipologie di frutta. Sono le pesche a registrare il maggior
incremento delle vendite: +43% tra il 2009 e il 2013, con un tasso di
crescita medio annuale del 9,3%, quasi doppio rispetto a quello registrato per la frutta in generale (+5,5%). Ottime performance anche per
ciliegie (+8,1% l’anno) e fragole (+7,3%).
Le previsioni per il 2014 sono ancora una volta positive (+4% le vendite
a volume). Il mercato russo rimane così un mercato ad alto potenziale
con grandi opportunità per le produzioni italiane, dove però la vera sfida è il prezzo, che rappresenta quasi sempre il vero e unico criterio di
scelta del consumatore.
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by / di Paolo Battistel
Ceres S.r.l. – Agricultural Consultants
Ceres S.r.l. – Società di consulenza in agricoltura
President Putin has called on national authorities, lawmakers and business
operators to invest in agriculture. / Il presidente Putin ha sollecitato autorità politiche e operatori economici nazionali a investire nell'agricoltura.
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•
ри четверти национального богатства России зависят от экспорта газа, нефти и других полезных ископаемых, тогда как две трети потребляемых в России
фруктов и овощей импортируются страной. Именно
поэтому, а также на фоне последних событий между Россией, Украиной и Европой, в Кремле все больше призывают к
инвестициям в области сельского хозяйства.
Государственные организации и частные инвесторы все
больше идут в направлении вкладывания денег в развитие продовольственной независимости, поэтому именно
сектор сельского хозяйства в ближайшее десятилетие
будет все больше развиваться. Государство в этом глубоко
убеждено и поэтому поддерживает этот сектор введением
новых благоприятствующих его развитию законов и экономических стимулов.
Уровень жизни населения России ,несмотря на ослабление
рубля в период 2013/2014 годов, продолжает улучшаться и
DOSSIER RUSSIA
Москва делает ставку
на аграрный сектор
Moscow
more muscle
in agriculture
Mosca punta forte
sull'agricoltura
hile three-quarters of Russia’s national income comes from oil, gas and mineral exports,
two-thirds of the fruit and vegetables it consumes come from imports. Thus, given the
current political tensions hovering over Moscow and Kiev,
as well as the spill-over with the European Union, it’s easy to
see why the Kremlin is pushing investments in agriculture.
With Russian lawmakers, government authorities and
domestic investors striving for greater self-sufficiency in
food supply, agriculture is poised to become the industry with the greatest potential for business development
over the next decade. And the government is backing
it with specific legislation and economic incentives.
Despite a notable dampening between late 2013 and early
2014 due to devaluation of the rouble, the Russia’s standard of living keeps improving and the demand for fruit
and vegetables of higher quality keeps increasing. Moscow
W
re quarti della ricchezza nazionale russa dipende dalle
esportazioni di gas, petrolio e risorse minerarie, mentre due
terzi della frutta e della verdura consumate in Russia arriva
dall’estero. Ecco perché, anche a causa delle recenti tensioni
politiche tra Mosca, Kiev e l’Europa, il Cremlino sta cominciando a
investire sull’agricoltura.
Autorità e investitori russi si stanno indirizzando sempre più verso
una maggiore autonomia alimentare, per cui il settore agricolo sarà
quello con le maggiori potenzialità di sviluppo in Russia nel prossimo
decennio. Il governo ne è fortemente convinto, tanto da sostenerlo
anche con leggi e incentivi economici specifici.
Il tenore di vita della popolazione, nonostante una notevole flessione
tra fine 2013 e inizio 2014, causa un’importante svalutazione del
rublo, continua a migliorare e così c’è la tendenza a consumare più
ortaggi e frutta e di miglior qualità: Mosca rappresenta ben l’8%
dell’import mondiale di frutta fresca.
Anche per l’Europa, quindi, è un mercato strategico: oggi il 60%
T
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Gum Department Store in Moscow’s Red Square; an Italian built 20-hectare tunnel of two-play sheeting in the Caucasus area. The short, prickly,
aromatic cucumber is a cash crop in Russia: in winter it can command 120-160 roubles a kilo (€3-4/kg) for farmers.
I magazzini Gum nella Piazza Rossa a Mosca; una serra di 20 ettari in doppio film, di costruzione italiana, nel Caucaso e il cetriolo aromatico corto spinoso che in
Russia è una coltura da reddito: in inverno può arrivare a 120-160 Rubli/kg per il produttore (3-4 €/kg).
в связи с этим растет тенденция не просто к увеличению
объемов потребления фруктов и овощей, но и к стремлению потреблять сельскохозяйственную продукцию лучшего качества. Россия потребляет 8% от всего импорта фруктов в мире. Для Европы этот рынок остается стратегически
очень важным: сегодня примерно 60% всех импортируемых
Россией свежих фруктов и овощей приходятся на долю Китая, Турции, но также и из южной Европы (Испании, Франции, Италии).
Цель – яблоки.
По данным статистики в России употребляют меньше
фруктов и овощей на душу населения, чем в Европе (45
кг в год на душу населения), самым употребляемым и импортируемым в наибольшем количестве фруктом остается
тем не менее яблоко. Яблоки растут и на юге России и в
Казахстане например, климатические условия позволяют
выращивать их в южных широтах.
Соответствующие структуры российского государства различными методами стимулируют инвестиции в этот сектор, всячески субсидируя его. В Краснодарском крае, на
Поволжье, а также в кавказских республиках посадили
новые и современные яблочные сады (некоторые достигают размеров 150-300 гектар). Некоторые инвесторы дабы
обеспечить себя всем необходимым на месте уже начали
довольно эффективную питомническую деятельность по
прививанию растений, а также по приобретению таких необходимых для питомников средств как цементные столбы, стальные проводы, системы орошения и т.д.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Через 10 лет в авангарде тепличного хозяйства.
Как известно, климат в России зимой холодный, даже в
южных районах иногда температура понижается до -20
градусов, поэтому в России ориентируются на создание
теплиц отапливаемых и высоко технологических. Сейчас
в России имеются примерно 1800-2000 гектар теплиц, половине из которых более 30 лет, и еще есть теплицы семейного хозяйства на дачных участках, и все это для населения в почти 147 миллионов человек. Наиболее популярные
культуры это – помидоры (80% приходится на сорт биф,
160-220 грамм каждый) и огурцы (80% сорта «короткие колючие» от 100 до 120 грамм весом каждый). За последние
годы ассортимент прилавков супермаркетов расширился
присутствием помидоров черри и готовых к употреблению
Growing Dutch-type cucumber during the winter in northern Russia requires artificial lighting. Low gas costs and high retail prices ensure economic sustainability. / Per produrre cetriolo di tipologia olandese in inverno
nel Nord della Russia, è necessaria l’illuminazione artificiale. La sostenibilità
economica è garantita dal basso costo del gas e dagli alti prezzi di vendita.
DOSSIER RUSSIA
now accounts for 8% of the world’s fresh fruit imports.
So Russia is a strategic market for the EU too. Today it
relies for 60% of its produce imports on China, Turkey,
neighbouring countries and on Spain, France and Italy in
southern Europe.
Target: apple
Although per-capita produce consumption is only 45 kilos
mand
in Russia, lower than in the EU, the fruit most in demand
g, the
and most widely sold is apple. Botanically speaking,
he clifact that apple is native to Kazakhstan, means that the
mate in southern Russia is ideal for growing the crop..
nThe government is sparing no effort to stimulate inevestment in the apple industry with a variety of meern
asures, including a range of subsidies. New, modern
re
orchards, even some as big as 150-300 hectares, are
ey
being planted in the Krasnodar area, the Volga valley
p
and the Caucasus. Some investors have already set up
ks,
modern local nurseries to supply dwarfing rootstocks,
ssary
while others have companies providing such necessary
on symaterials as concrete trellising, steel wire and irrigation
stems for the plantations.
Tunnels to the top in 10 years
Russia’s has very cold winters, and even in its southern
areas the temperature can drop to -20°C. So high-tech
heated greenhouse operations are clearly the way to go.
A yawning tech gap in Russia’s protected vegetable industry has opened over the years and needs to be closed in a
hurry. While the country’s population stands at nearly 147
million, the industry has only 1,800-2,000 covered hectares, with half of these being at least 30 years old and in dire
need of repair, and an unknown number of small, very lowAn apple orchard in the Kabardino-Balkaria Republic. Intensive apple
growing has expanded into southern Russia these past few years thanks
in part to Italian technology and nurseries. / Meleto nella Repubblica Kabardino-Balcaria. Negli ultimi anni nel Sud della Russia si è molto sviluppata
la melicoltura intensiva, anche grazie alla tecnologia e alla vivaistica italiana.
dell’approvvigionamento di frutta e ortaggi della Russia dipende da
Cina, Turchia, paesi confinanti, ma anche dal Sud Europa (Spagna,
Francia e Italia).
Obiettivo mela
Anche se i russi mangiano meno frutta e verdura degli europei (45 Kg
pro capite l’anno), il frutto più consumato e importato è in assoluto la
mela, che tra l’altro nasce da queste parti, dal punto di vista botanico
(in Kazakistan, per la precisione), quindi significa che le condizioni
climatiche sono ideali per il suo sviluppo nel sud della Russia.
Le autorità russe stanno stimolando
in vari modi grandi investimenti in questo settore,
con vari tipi di sussidi.
Nuovi e moderni meleti,
alcuni anche di grande
estensione (150-300
ettari) stanno sorgendo sia nell’area di
Krasnodar, che nella valle
del Volga e nelle repubbliche
caucasiche. Alcuni investitori
hanno già avviato anche un’efficiente attività vivaistica locale, per
auto approvvigionarsi di piante innestate su portainnesti nanizzanti,
e di unità produttive per realizzare in loco tutti i materiali necessari
all’impianto dei frutteti (pali in cemento, cavi d’acciaio, impianti d’irrigazione, etc.).
Tra dieci anni al top con le serre
Il clima russo è assai rigido d’inverno: anche nelle regioni meridionali la temperatura può scendere fino a -20°C, quindi è evidente che
l’orientamento è quello di realizzare soprattutto serre riscaldate altamente tecnologiche.
L’orticoltura protetta russa ha accumulato un gap enorme in questi anni, che va quindi recuperato velocemente: dispone oggi di solo
1.800-2.000 ettari di serre, di cui quasi metà vecchie di almeno 30
anni e in cattivo stato di manutenzione, più una quantità imprecisata
di piccoli tunnel familiari in plastica, dalle rese bassissime, per una
popolazione di circa 147 milioni di abitanti.
Le due colture orticole più importanti sono il pomodoro, per l’80%
di tipologia “beef” da circa 160-220 g/frutto, e il cetriolo, per l’80%
rappresentato dalla tipologia “corto-spinosa” e molto aromatica, da
circa 100-120 g/frutto.
Negli ultimi due anni, tuttavia, si sono affacciate sugli scaffali dei
supermercati anche molte specialità ad alto valore aggiunto, quali i
pomodori cherry da snack o insalate pronte, di provenienza soprattutto olandese e italiana.
La presa di coscienza della forte dipendenza dall’estero e le recenti
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A wholesale municipal market in St Petersburg. It often stocks a larger assortment than elite stores. A big beef tomato and a modern supermarket in
the centre of St Petersburg: produce prices here are 30-50% higher than elsewhere.
Mercato cittadino all’ingrosso di San Pietroburgo, spesso ha a disposizione una maggior varietà rispetto ai negozi d'élite. Il pomodoro “beef” di grossa pezzatura
e un moderno supermercato nel centro di San Pietroburgo: qui i prezzi dell’ortofrutta sono del 30-50% più alti che altrove.
салатов, импортируемых в основном из Голландии или из
Италии. Осознание того, что российский рынок пока еще
очень зависит от импорта свежей фруктово-овощной продукции, а также последние события на международном
политическом уровне, толкают российских предпринимателей инвестировать деньги на расширение местного производства. В России появляется все больше современных
теплиц размером от 5 до 50 гектар, оснащенных газовым
обогревом и распределением теплой воды. 90% этих теплиц оснащены компьютерным контролем атмосферы,
орошения и интегрированной фитосанитарной защиты. В
последующие 10-15 лет Россия станет лидером тепличного
хозяйства в мире.
Рост спроса на биопродукты
В России растет также спрос на биопродукты. Предложение
локальных био родуктов почти отсутствует, поэтому спрос
на импорт биопродуктов в ближайшие годы может вырасти
до 10% от всего импорта фруктов и овощей. Что касается
этикетирования биопродуктов, то оно пока на уровне «автосертификации», поэтому государственные органы занимаются сейчас разработкой законов по нормам этикетирования для защиты прав потребителей. Выставка продуктов
питания (World Food Moscow ), которая пройдет в Москве
уже в 23-й раз, является важным местом для поиска новых
поставщиков и для рекламы собственной продукции. Это
без сомнения самая главная выставка продуктов питания
в России. За последние годы число экспонентов достигло
более чем 1600 из 70 стран мира на площади почти 60000
метров квадратных. И эти цифры будут еще расти.
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cropping family-run tunnels well below demand.
The biggest vegetable crops are tomato, 80% being the
beef type of 160-220 g/fruit, and cucumber, with 80%
being the very aromatic ‘short-prickly’ kind of 100-120 g/
fruit.
Yet supermarkets have lately begun stocking a number of
value-added specialities like cherry and snack tomato and
ready-to-eat salads that are mostly imported from Holland
and Italy.
Awareness of dependence on imports and the recent international political tensions are behind Russia’s drive to boost production. Blocs of tunnels from 5 to 50 hectares are
rapidly being installed throughout the country. These structures are built either in glass or with doubly-ply plastic sheeting of high per-unit cubic capacity, are gas-heated and
equipped with hot water. About 90% are soilless operations with computer-controlled climate and nutrient inputs
and run under integrated pest management. There can be
little doubt that world’s premier professional greenhouse
farming will be found in Russia within the next 10-15 years.
Organics expanding too
Organic produce is a growth industry right now as domestic demand is growing at an exponential rate and supply,
which is now practically nil, could easily climb to 10% of total produce sales in just a few years. Since ‘voluntary selfcertification’ is still the norm right now, the government’s
priority is to enact regulations for clear and specific labelling to protect consumers and encourage their spending.
Now in its 23rd year and the main food industry show in
DOSSIER RUSSIA
tensioni politiche internazionali spingono la produzione locale: stanno
rapidamente sorgendo in tutta la Federazione blocchi di serre da 5 a
50 ettari, con strutture in vetro o doppio film di elevata cubatura unitaria, tutte dotate di impianto di riscaldamento a gas e distribuzione
ad acqua calda. Al 90% si tratta di colture fuori suolo, con controllo
computerizzato di clima e nutrizione e con difesa fitosanitaria integrata: nei prossimi 10-15 anni la serricoltura professionale mondiale
sarà sicuramente in Russia.
Cresce anche il biologico
A hall of World Food Moscow, Russia’s major food industry show. It’s a
must for anyone who wants to do business in the Russian market.
Un padiglione del World Food Moscow, la principale fiera agroalimentare russa.
È un appuntamento irrinunciabile per chi vuole conoscere il mercato russo.
Russia, World Food Moscow (Wfm) is definitely the best
place to meet the right business operators and promote
one’s products. With nearly 60,000 square metres of exhibition space, WFM has welcomed over 1,600 exhibitors
from 70 countries in the last few years and is bound to get
bigger still.
Anche il settore dell’ortofrutta biologica è di grande interesse, in
quanto la domanda è in crescita esponenziale, contro un’offerta interna ancora quasi nulla, e potrebbe raggiungere facilmente in pochi
anni fino al 10% del totale. Per ora siamo ancora a livello di “autocertificazione volontaria”, per cui l’obiettivo prioritario delle autorità
è quello di regolamentare un’etichettatura chiara e specifica, che
tuteli e incentivi il consumatore.
Il World Food di Mosca (Wfm), giunto alla 23ma edizione, è sicuramente un luogo d’incontro importante per cercare i giusti referenti
commerciali e per valorizzare al meglio i propri prodotti: è senza
dubbio la principale fiera agroalimentare della Russia. Negli ultimi
anni ha visto la presenza di oltre 1.600 espositori, provenienti da 70
paesi, distribuiti su quasi 60.000 metri quadrati di superficie, ed è
destinato a crescere.
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Бизнес на World Food
Moscow
WorldFood Moscow:
the business is here
WorldFood Moscow:
il business è qui
–
краинский кризис и как следствие напряженность
между Россией и Европейским сообществом могут
повлиять на коммерческие отношения между этими странами. Россия является основным поставщиком газа метана в Европу, и с другой стороны одним из
самых важных рынков сбыта фруктов и овощей: в 2013
году 28 стран членов ЕС экспортировали в Россию примерно 2.6 миллионов тонн свежих фруктов и овощей на
сумму более чем 2 миллиарда евро.
Россия стоит на пятом месте в мире по количеству им-
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
DOSSIER RUSSIA
ome 1,600 businesses from more than 60 countries
and regions will gather in the Russian capital from the
15 to 18 September 2014. Focus will shift to the food
and beverage industry and the 23rd WorldFood Moscow trade exhibition.
Consurfrut, Roveg, Ongkorn Special Foods, Yonatans Farm, AG
Ankor and Pink Lady are just a few of the global fruit and vegetable labels that will be exhibiting at the international food and
beverage show. WorldFood Moscow is a real must for the fresh
produce trade as domestic fresh fruit and vegetable supplies
S
on 290 aziende provenienti da oltre 40 paesi, frutta e
verdura saranno protagoniste alla 22esima edizione del
WorldFood Moscow 2014, la fiera internazionale dedicata
a cibo e bevande in programma dal 15 al 18 settembre
nella capitale russa.
Consurfrut, Roveg, Ongkorn Special Foods, Yonatans Fattoria e Pink
Lady, sono solo alcuni dei marchi globali che partecipano all’expo
moscovita. Un appuntamento ormai irrinunciabile per le imprese del
fresco, in quanto questo comparto offre una serie di opportunità per
chi vuole fare business, dato che solo una piccola quota del consu-
C
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
25
26
DOSSIER RUSSIA
портируемых в страну фруктов и овощей, после Америки, Германии, Англии и Нидерландов. Согласно данным
таможенных служб за период 2013 года импорт Россией
составил 6.1 миллион тонн фруктов и цитрусовых и 2.8
миллиона тонн овощей на сумму примерно 6.8 миллиардов евро (см. Рис. 1 и 2).
Помидоры и бананы – вот основные импортируемые продукты
Основными сельскохозяйственными продуктами, которые импортирует Россия, являются помидоры (791
млн евро), бананы (740 млн евро) и мелкие цитрусовые
такие как мандарины, клементины и их разновидности
(600 млн евро). Эти 3 продукта составляют 1/3 всех импортируемых Россией плодовощных продуктов (31%).
В списке семи основных продуктов после помидор, банан и мандарин следуют : яблоки, апельсины, груши,
персики и нектарины (см.рис.5). На графике рисунка
номер 5 сравниваются годы 2009 и 2013 по количеству
ввезенных в Россию фруктов и овощей. В особенности
вырос импорт помидор с 687 тыс. тонн до 798 тыс.тонн
(+16%). Объем закупок в денежном отношении вырос
на 70%, чему поспособствовало увеличение средних
закупочных цен на 46%. Бананы занимают второе место в списке ввозимых Россией фруктов. За период с
2009 по 2013 годы объем закупок банан увеличился на
342 тыс тонн (+35%), средняя цена выросла на 21%.
Стоит отметить также рост закупок мелких цитрусовых
с 525 тыс тонн до 831 тыс тонн (+58%), средняя цена
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Business operators involved in B2B meetings during the show.
Operatori impegnati in incontri B2B durante la fiera.
выросла на 23%. Импорт яблок увеличился с 1.089.000
до 1.279.000 тонн (+17%), рост цены составил +24%.
Импорт апельсин увеличился на 15%, средняя цена
увеличилась на 11%. А также рост импорта груш замечен на уровне + 15%, рост цены составил +29%. Импорт персиков и нектарин вырос на 38% несмотря на
очень высокий рост цены почти на 81%.
Глобальные коммерческие связи
С целью беспрерывного снабжения своих граждан свежей плодоовощной продукцией в течение всего года,
Россия заключила коммерческие отношения с более,
чем 100 странами , экспортерами этой продукции. Особенно интенсивны коммерческие связи с азиатскими
странами, прежде всего с Китаем, а также с Ираном,
Пакистаном, Филлиппинами и Израилем.А вот доля
Бельгии и Нидерландов, которые в свое время тоже являлись логистическими платформами для дистрибьюции фруктов и овощей в Россию, наоборот снизилась.
Например в 2004 году на Голландию приходилось 37%
всех европейских поставок в Россию, в 2009 году эта
доля снизилась до 26%, а в 2013 году – до 7%. В процессе снижения также и доля Италии, в период с 2009 года
по 2013 год она снизилась с 5.1% до 3.6%. Примерно
такая же ситуация с Германией и Францией.
DOSSIER RUSSIA
cover only a small share of the Russian market.
Almost 300 fruit and vegetable companies exhibit
annually, congregating from around 40 countries.
mo di frutta e verdura fresca in Russia è coperto
dalla produzione nazionale.
Un paese in crescita
Growth marks the spot
Russia’s GDP and income per-capita are strong
forces driving the demand for fresh produce. Nor
is it just a matter of volume, domestic consumers
are now (more than ever) selecting food based on
quality, and are wanting to experience new flavours
and greater variety in their produce.
Russia’s retail sector must cater to the needs of a
country with 143 million inhabitants.
According to figures released by Russia’s Federal Customs Service, the biggest selling produce imported are tomatoes with 28.6% share by
volume, followed by potatoes with 15.3%. Estimates also point to expanding imports of massmarket fruit like apples, bananas and citrus over
the coming years.
Il prodotto interno lordo e la ricchezza pro capite stanno crescendo, questo fa aumentare le
richieste di frutta e verdura fresca. Ma oltre alle
quantità, i consumatori russi sono sempre più
attenti alla qualità e chiedono nuovi sapori e varietà. Inoltre, si sta sviluppando sempre di più il
canale della grande distribuzione moderna, che
deve rifornire una popolazione di 143 milioni di
abitanti.
Secondo il servizio federale delle dogane russo,
la più grande quota del mercato ortofrutticolo appartiene ai pomodori, che costituiscono il
28,6% del volume totale delle importazioni, al
secondo posto le patate con il 15,3%. Inoltre, si
prevede che le spedizioni di frutta per il mercato
di massa, come mele, banane e agrumi, potrebbero aumentare nei prossimi anni.
A World of opportunities
WorldFood Moscow is an annual show and is especially suited
to the players of the international produce trade and their business-to-business dealings. The events exhibitors showcase a
great range of products and attract a spectrum of supply chain
representatives’ from distributors, wholesalers, restaurateurs, retailers and Russian food producers.
For visitors, WorldFood Moscow offers a focused platform for
sourcing new products from national and international industry players, and for exhibitors the event is a place to estimate
demand trends, strike new business deals and develop current
commercial relations.
One of this year’s debuts will be an area earmarked for promoting food products of the health and wellness sector, the emphasis clearly on organics and the producers and exporters of food
and beverages. The idea is to capture Russian interest in health
products and promote this trade.
The ‘Russian Food Forum’ will take place alongside WorldFood
Moscow. This is an opportunity for industry experts to gather,
compare notes and discuss the latest developments in Russia’s
produce marketplace. Those attending WordlFood Moscow will
also be able to meet for direct talks with local representatives of
Russia’s big retail chains, producers and suppliers during scheduled meetings at the events Retail Centre.
Inaugurated in 1991, WorldFood Moscow is Russia’s oldest and
most important produce trade show. This year it is anticipated
that over 26,000 top visitors will attend.
Una fiera piena di opportunità
WorldFood Mosca è una mostra specializzata nel business-to-business per i professionisti del settore ortofrutticolo internazionale. La
fiera annuale ospita aziende che propongono una vasta gamma di
prodotti e attira tutti i componenti della filiera: dai supermercati leader ai distributori, fino ai grossisti, e poi ristoratori, dettaglianti e società di produzione di cibo russi e degli stati della federazione russa.
La mostra offre una piattaforma focalizzata per gli operatori del settore nazionali e internazionali per lanciare nuovi prodotti, valutare
la domanda, stringere nuove partnership commerciali e sviluppare
rapporti commerciali esistenti.
Tra le novità di quest’anno ci sarà un settore dedicato a promuovere
l'interesse della Russia per i prodotti alimentari del comparto salute e
benessere. Il nuovo settore è dedicato al cibo biologico e ai produttori
e fornitori di bevande. Il forum “Cucina russa” si svolgerà in contemporanea alla mostra. Si tratta di una piattaforma in cui gli esperti
del settore si riuniscono per condividere le conoscenze e discutere
gli ultimi sviluppi nel mercato di frutta e verdura della Russia. I partecipanti al WorldFood Moscow saranno anche in grado di condurre
negoziati diretti con i rappresentanti di catene di vendita al dettaglio,
con produttori e fornitori russi in occasione degli eventi in programma al Reatail center.
Attiva dal 1991, WorldFood Moscow è la più antica e importante manifestazione del settore in Russia. Saranno 1.600 le aziende presenti
per presentare i loro prodotti a un pubblico che dovrebbe superare i
26.000 visitatori.
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28
CONSUMPTION / CONSUMI
Organic riding high
Biologico senza freni
by / di Duccio Caccioni
hat the world-wide organics trade is enjoying
robust growth is not news. What is is that supply and demand drive on despite hard times. Organic Monitor estimates world organic acreage
has grown four-fold in 15 years, standing now at some
40 million ha against 11 million in 1999. The world market
shows the same trend, jumping from US $15.2 billion in
1999 to $63.8 by 2012.
T
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
he il settore della produzione biologica nel
mondo sia in forte crescita non è una novità. Ma i dati sorprendono comunque: l’incremento dell’offerta e della domanda non
accenna a diminuire a dispetto della crisi economica.
Secondo le stime di Organic monitor, nel mondo, gli
ettari coltivati con metodi biologici si sono quasi quadruplicati in 15 anni: oggi sfiorano i 40 milioni contro gli
11 del 1999. Anche il valore del mercato mondiale del
biologico conferma lo stesso trend: dai 15,2 miliardi di
dollari del 1999 ai 63,8 del 2012.
Il maggior sviluppo si è avuto nei paesi industrializzati, anche se segnali molto positivi arrivano da nazio-
C
30
CONSUMPTION / CONSUMI
GLOBAL MARKET: DISTRIBUTION OF RETAILS SALES
VALUE BY COUNTRY
MERCATO GLOBALE: DISTRIBUZIONE DEL VALORE
DELLE VENDITE AL DETTAGLIO PER PAESE
8%
14%
Germany
Germania
France
Francia
4%
Italy
Italia
4%
44%
Spain
Spagna
Usa
Usa
4%
Canada
Canda
4%
United Kingdom
Gran Bretagna
3%
19%
Switzerland
Svizzera
Others
Altri
Retail sales in million euro/Vendite al dettaglio in milioni di euro
Source/Fonte: FiBL - AMI Organic Data Network survey 2014
+
420%
22,6
+ 62%
growth of world organics
sales in 15 years
l’incremento del valore del
mercato bio in 15 anni
billion US organics
sales
miliardi di euro il valore
del bio negli Usa
per-capita spending on
organics in France
l’aumento delle esportazioni
di prodotti bio della Francia
Most growth has come in advanced economies, although
there are encouraging signs in emerging ones like China,
Brazil and Russia. The US market is worth €22.6 billion,
just shy of 50% of world sales a decade-long expansion
due in part to chains like Whole Food. While upper income
groups were once the main consumers, sales today run into
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
ni emergenti come Cina, Brasile e Russia. Negli Stati
Uniti il mercato dei prodotti biologici ha raggiunto la
considerevole cifra di 22,6 miliardi di euro (poco meno
del 50% del totale del consumo mondiale). La crescita continua con ritmi notevoli da oltre dieci anni, anche per opera di catene di supermercati specializzate come Whol Food. Se fino a poco tempo fa erano i
ceti più abbienti a mangiare bio, oggi il consumo si sta
estendendo alla classe media come testimonia la presenza di vasti assortimenti bio anche in alcuni negozi
delle insegne più popolari come Walmart.
In Europa i maggiori consumatori di biologico sono i
tedeschi, con un mercato valutato in circa sette miliardi di euro. Nonostante la produzione interna sia
aumentata, la Germania rimane ancora un fortissimo
importatore, soprattutto di frutta e ortaggi. Ma negli
ultimi tempi le maggiori performance di crescita sono
state fatte registrare dalla Francia, dove secondo i dati
Agence Bio il mercato è più che raddoppiato a valore
negli ultimi sei anni: dai 2 miliardi del 2007 ai 4,5 del
2013. Parigi è autosufficiente per il 75% del biologico
che consuma e sta sviluppando le esportazioni, schiz-
CONSUMPTION / CONSUMI
31
THE TEN COUNTRIES WITH THE LRGEST MARKETS
FOR ORGANIC FOOD (2012)
I DIECI PAESI CON I PIÙ GRANDI MERCATI PER GLI
ALIMENTI BIOLOGICI (2012)
Usa/Usa
22.590
Germany/Geramania
7.040
France/Francia
4.004
Canada/Canada
2.136
UK/Gran Bretagna
1.950
Italy/Italia
1.885
1.520
Switzerland/Svizzera
lower groups, as the vast assortment of organics in popular
chains like Walmart shows.
Europe’s biggest consumer is Germany, a market of some
€7 billion. While domestic production has grown, it is still a
big importer, especially of fruit and vegetables. Yet the most
robust growth is in France, where Agence Bio reports market value more than doubled in seven years from €2 billion
in 2007 to €4.5 by 2013. It is 75% self-sufficient in organics
and is expanding exports, which jumped 62% in a year from
€192 to €309 million. Organics cost most in ‘small and rich’
countries: the Swiss spend €200 a year per capita and Denmark and Luxembourg €150, Lichtenstein €150.
Austria (2011)/Austria
1.065
Japan/Giappone
1.000
998
Spain/Spagna
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
Source/Fonte: FiBL - AMI Organic Data Network survey 2014
zate in alto del 62% in un anno: da 192 a 309 milioni
a valore. Gli stati dove si spende di più per acquisti
bio sono “piccoli e ricchi”: la Svizzera sfiora i 200 euro
l’anno a persona, Danimarca e Lussemburgo arrivano
a 150 euro, il Lichtenstein a 129.
32
CONSUMPTION / CONSUMI
Fruit and vegetable
sales keep sliding
Frutta e verdura
vendite ancora giù
by / di Duccio Caccioni
roduce is finding fewer Italian consumers. As
reported in early June by the CSO Centre for
Produce Services at a conference in Bologna,
the numbers for fruit and vegetable sales in Italy
leave no room for doubt. While the average Italian household consumed 46 kilos of fruit and vegetables yearly at
the dawn of the millennium, that figure fell to 323 kilos by
2013, a 30% drop in 13 years. The upshot is fewer apples,
peaches, pears, tomatoes and salad greens on Italian tables, but the bill is more or less the same €549 a year in
2000 against €542 in 2013, a rise from €1.20 to €1.70 a kilo.
According to the most basic laws of marketing, it’s not
surprising if consumption is contracting.
P
34%
+
increase in
strawberry sales
since 2000
l’aumento degli
acquisti di fragole dal 2000 a oggi
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
li italiani sono sempre meno attratti dall’ortofrutta. Non lasciano spazio a interpretazioni dubbie i
numeri del rapporto Cso (Centro Servizi Ortofrutticoli), sui consumi di frutta e verdura in Italia, presentato ai primi di giugno a Bologna. Se a inizio millennio la famiglia italiana tipo consumava 461 kg di prodotti ortofrutticoli
l’anno, nel 2013 la quantità è scesa a 323 kg: un calo del 30%
in 13 anni. Dunque sempre meno mele, pesche, pere, pomodori e insalata, sulle tavole delle famiglie italiane, nonostante
la spesa sia rimasta più o meno la stessa: 549 euro l’anno nel
2000 contro i 542 del 2013. Il che significa che i prezzi sono
aumentati da 1,20 a 1,70 euro al chilo.
Quindi, secondo le più elementari leggi del marketing, non ci
si può meravigliare se il consumo è in contrazione.
G
Cambiano gli stili di vita
L’aumento del prezzo unitario giustifica solo in piccola parte
quello che è dovuto a una radicale modifica delle abitudini
alimentari degli italiani. Nel secondo dopoguerra il grande
scienziato statunitense Ancel Keys scoprì sulle coste del Cilento la dieta mediterranea: una specie di elisir di lunga vita
basato sul consumo di frutta e verdura. Oggi le popolazioni del Sud Italia presentano (assieme a quelle di altri paesi
dell’Europa mediterranea, Grecia e Malta in testa) i maggiori Body mass index (Indice di massa corporea) dell’Unione
europea. Come dire che l’alimentazione mediterranea è
diventata sempre più continentale e comprende una gran
quantità di cibo spazzatura, alimenti di basso profilo alimentare (dalle merendine ai gelati industriali) che sostituiscono la
frutta e la verdura.
CONSUMPTION / CONSUMI
30%
58%
-26%
-30%
+50%
-
decline in Italian household
spending for produce since 2000
il calo dei consumi di ortofrutta delle
famiglie italiane dal 2000 a oggi
big retail market share of produce
sales in 2013 against 37% in 2000
la quota di ortofrutta venduta nella
gdo nel 2013: nel 2000 era il 37%
¯
decline of apple sales since
2000
il calo dei consumi di mele dal 2000
a oggi
decline of pear sales since
2000
il calo dei consumi di pere dal
2000 a oggi
increase in fresh-cut vegetable
sales since 2000
l’aumento degli acquisti di verdure
IV gamma dal 2000 a oggi
Changed life-styles
Il ruolo dei canali d’acquisto
Yet the rise in unit price plays only a bit part in what is due
to a radical change in the eating habits of Italians. Along
the coasts of Cilento after WW II remowned US scientist
Ancel Keys stumbled upon the Mediterranean diet a kind
of elixir of longevity in a regime of fruit and vegetables.
Today the inhabitants of southern Italy, along with those
of Europe’s other Mediterranean countries, exhibit the
highest Body Mass index in the European Union, along
with Greece and Malta. In short, the Mediterranean diet
has become increasingly continental, including a lot of
junk food low in dietary profile like snacks and industrial
ice cream substituting for fruit and vegetables.
Cambiano le condizioni socio-economiche ma anche i canali
di acquisto. Se nel 2000 il 37% dei prodotti ortofrutticoli veniva
acquistato nella distribuzione moderna, l’anno scorso si è arrivati al 58%, un aumento di venti punti percentuali a discapito
soprattutto dell’ambulantato e, in misura minore, dei negozi
tradizionali e specializzati. Da notare che la maggior decrescita
dei consumi si è avuta nelle regioni meridionali, dove la gdo
si è sviluppata di più a partire dal 2000. È quindi tutta colpa
delle grandi catene distributive? Sarebbe un’equazione troppo
semplice (anche se un legittimo sospetto permane), di certo
con i grandi retailer, responsabili oggi della maggior parte della distribuzione ortofrutticola al dettaglio, bisogna confrontarsi
per trovare soluzioni al problema.
Al convengo Cso era presente Francesco Pugliese, presidente
di Adm, (Associazione distribuzione moderna), che ha evidenziato la negatività della pressione promozionale, che finisce
Distribution channels
As socio-economic conditions change, so too do retail
channels. While the big chains sold 37% of all produce
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
33
CONSUMPTION / CONSUMI
items in 2000, they rang up 58% last year, a rise of twenty
percentage points mostly to the detriment of outdoor vendors and, to a lesser extent, traditional grocery and specialty shops. Worth noting is that most of this decline has
occurred in southern regions where the big chains have
seen most expansion since 2000. So is all this the fault
of big retail? While that would be far too simplistic, even
though there may be something to it, the big chains must
be brought into the picture to deal with the issue since they
handle most of today’s retail produce sales.
One of those attending the Cso conference was Francesco
Pugliese, President of Adm (Modern Distribution Association). He underscored the negative nature of promotional
pressure as it often ends up sapping a product’s value.
One response to the lingering consumer-spending crisis
might come from quality. For, while it starts in the field, and
growers often try very hard to attain it, it must also be maintained, and valuated, on supermarket shelves.
61%
+
increase
in radicchio
sales since
2006
l’aumento
dei consumi
di radicchio
dal 2006 a oggi
spesso per togliere valore al prodotto.
posta all’annosa crisi dei consumi può venire dalla
Una risposta
qualità, che nasce già dal campo (e spesso i produttori fanno
grandi sforzi per ottenerla) ma che deve essere mantenuta (e
valorizzata) anche sugli scaffali dei supermercati.
Easy riders & hard sells
Penalizzati i prodotti “scomodi”
Yet quality must also be seen as a response to consumer
demand. It’s no accident that, practically speaking, the
easiest to use and eat produce shows less of a slide or
even higher sales. On the up side since 2000, for example, are tangerine and apricot at 9% and nectarine at
21%. Up too are items that consumers perceive either as
health-enhancing like kiwi at 57% or of higher quality like
strawberry at 34% and melon at 14%.
On the downside, consumers are staying away in droves
from less ‘practical’ items. Since 2000, apple, a fruit to be
Ma per qualità si deve intendere anche una risposta alle esigenze dei consumatori. Non è un caso che i prodotti a maggiore praticità di uso e consumo segnino cali meno marcati o
addirittura crescano: per la frutta le clementine (+9% dal 2000),
le albicocche (+9%), le nettarine (+21%). Salgono anche prodotti ai quali viene attribuito un valore salutistico (kiwi +57%)
ma soprattutto dove è percepita dai consumatori una maggior
qualità: è il caso delle fragole (+34%) e dei meloni (+14%).
All’opposto c’è una vera e propria fuga dei consumatori dai
frutti meno “pratici”. Come le mele (-26% dal 2000), perché
300
fruit/frutta
CONSUMER SPENDING FOR
PRODUCE IN ITALY: YEARLY
HOUSEHOLD SALES BY QUANTITY
I CONSUMI DI FRUTTA E VERDURA
IN ITALIA: GLI ACQUISTI ANNUI PER
FAMIGLIA IN QUANTITÀ
Source: GFK data reworked by CSO
Fonte: elaborazioni dati CSO su dati GFK
vegetable/verdura
250
200
Kg house-hoòd/kg famiglia
34
150
100
50
-
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2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
CONSUMPTION / CONSUMI
500.000
PRODUCT AND PROCESS
INNOVATION STIMULATES SALES
L'INNOVAZIONE DI PRODOTTO E DI
PROCESSO STIMOLA GLI ACQUISTI
2000
2006
2013
800.000
700.000
-
32%
2013/00
600.000
-
5%
9%
2013/10
2013/12
500.000
tons/tonnellate
-
400.000
300.000
200.000
19%
+
100.000
Source: GFK data reworked by CSO
Fonte: elaborazioni dati CSO su dati GFK
2013/10
0
total tomatoes/pomodori totali
peeled, has fallen 26% and pear 30%, quite a contrast
with strawberry. If Italians are supposedly dedicating less
and less time to buying, coking and even eating food, vegetables are paying for it most of all. Sales here are down
across the board except for fresh-cut items, up 50% since
2000, and ‘high-end’ items like asparagus, up 8%, and radicchio, up 61% since 2006. The Cso numbers also reflect
the fact that price appears less of a factor when quality
is perceived as falling. Banana is a good case in point.
While they cost far less than fifteen years ago because of
international deregulation, sales are off 20%.
cvv traditional /cvv tradizionali
from 2010 to 2013/
dal 2010 al 2013
cvv cherry/cvv ciliegino
from 2010 to 2013/
dal 2010 al 2013
richiedono la sbucciatura: o le pere (-30%), mentre le fragole
fanno segnare un +34%. Se è vero che gli italiani destinano
sempre meno tempo per acquistare, cucinare e addirittura
consumare il cibo, a farne le spese sono soprattutto le verdure:
qui il calo di consumo è generalizzato e si salvano solo i prodotti della IV gamma (+50% dal 2000) o referenze di “alta gamma”
come gli asparagi (+8%), o il radicchio (+61% dal 2006).
L’analisi del centro ferrarese fa quindi riflettere sulla minor incidenza del prezzo quando la qualità percepita si abbassa: è il
caso delle banane, che costano assai meno rispetto a quindici anni fa (per effetto della deregulation internazionale) eppure
hanno fatto registrare una flessione dei consumi del 20%.
Innovate for growth
News that’s looming on the horizon was pointed out by
MEP Paolo De Castro. He reminded the audience that
autumn will bring the latest reform of the EU’s CMO for
produce under the revisions already outlined in the White
Paper. So work must begin immediately on the new regulatory codes for promotional programmes and for organics, areas worth nearly €200 million a year for the Italian
produce industry. Promote yet innovate at the same time.
And, as Emilia-Romagna Region’s Agricultural Commissioner Tiberio Rabboni noted, the new guidelines for the
Rural Development Scheme will give priority to innovation
of the supply chain, logistics and youth training. While reversing the trend won’t be easy, now is the time to start.
Innovare per crescere
Fra le novità all’orizzonte quelle segnalate dall’europarlamentare Paolo De Castro, che ha ricordato che in autunno ci sarà
la riforma dell’Ocm ortofrutta con modifiche che fanno riferimento al Libro Bianco: è necessario quindi lavorare da subito
al nuovo regolamento sui programmi di promozione e sul biologico, che per le imprese italiane significano circa 200 milioni di euro all’anno. Promuovere, quindi, ma anche innovare.
Come ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione
Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, le nuove linee del piano di
sviluppo rurale daranno priorità all’innovazione delle filiere, oltre che alla logistica e alla formazione dei giovani. Invertire la
tendenza sarà difficile, l'importante è impegnarsi da subito.
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36
MARKETS / MERCATI
The cool chain
under x-ray
Catena del freddo
ai raggi X
a logistica è la disciplina che più di ogni altra attività
aziendale gioca un ruolo strategico nel controllare e
tutelare la qualità di un frutto fresco o di un ortaggio,
specialmente quando questo è costretto a viaggiare alcune migliaia di chilometri dal paese di origine al luogo di consumo. Spesso il consumatore non sa che un frutto consumato
fuori stagione può impiegare alcune settimane per viaggiare via
nave. Si pensi ad esempio a un grappolo d’uva dal Cile in Italia.
Oppure un kiwi raccolto in Romagna può essere destinato al
mercato americano dopo un lungo viaggio di 25 giorni. Allo
ogistics plays the pre-eminent strategic role in scopo è necessario l’impiego di container refrigerati che ricora company’s managing and protecting the qual- dano “grossi frigoriferi” in grado, almeno sulla carta, di controlity of fresh produce, especially when markets lare temperatura e umidità al loro interno.
are thousands
Stiamo parlando di proof kilometres away
dotti “vivi” il cui stato è
from point of origin.
molto variabile già all’oConsumers are often
rigine in ragione del mounaware that out-ofmento scelto per la racseason fruit may have
colta, delle condizioni
to travel several weeks
climatiche, dei macchinari
by ship before reachutilizzati per la raccolta,
ing them. A bunch of
ecc. Ciò va a influire, unitable grapes from Chile
tamente alle condizioni
to Italy is one example.
di temperatura e umidità
Another is kiwi. It may
mantenute durante il viagbe picked in Romagna
gio, sullo stato di qualità
for export to the US, a
del prodotto nel luogo di
25-day sea voyage neconsumo. Se poi aggiuncessitating huge cold- A refrigerated container shipment at the port of Valparaiso, Chile.
giamo che i container restore containers that, in Carico di un container refrigerato al porto di Val Paraiso, Chile.
frigerati non sempre garanby / di Riccardo Manzini, Riccardo Accorsi, Marco
Bortolini, Ferdinando Tampieri, Federica Garbellini,
Filippo Evangelisti, Department of Industrial Engineering,
Bologna University / Dipartimento di ingegneria Industriale
dell'Università di Bologna
Mauro Gamberi, DTG – Padua University / Dipartimento
Dtg - Università di Padova;
Stefano Soli, Ciao Srl
L
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L
MARKETS / MERCATI
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38
MARKETS / MERCATI
Tests show that
logistics plays a key
role in protecting
produce in storage
and maintaining its
shelf-life
I test hanno mostrato
come la logistica sia
determinante nella
conservazione del
prodotto
Detail of a postharvest kiwi handling line and a fruit undergoing a
test for firmness.
Particolare di un impianto di movimentazione di kiwi dopo la raccolta e test di
durezza effettuato su un frutto.
theory, can control inside temperature and moisture levels.
Fruit and vegetables are ‘live’ products, a status subject
to notable variations even in the field with picking date,
weather conditions, any harvesting machinery, and so on.
All of this, together with the temperature and moisture during transport, impinges on the quality of the produce at
retail. Uncertainty grows stronger if we add the fact that
refrigerated containers do not always ensure proper temperature and moisture control.
Temperature swings
A recent trial on fresh produce logistics run jointly by the
Food Supply Chain Center of Bologna University (http://
foodsupplychain.diem.unibo.it/) and several Italian companies provides a precise gauge of this uncertainty. We’ll
look at a few findings gleaned from the produce supply
chain for kiwi that is exported by a Romagna-based company to North Europe and the US. While the nominal temperature is typically about 0°C, swings recorded under
continuous monitoring during a few critical shipments
ranged from -5°C to +20°C during loading and unload-
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
tiscono il controllo atteso di temperatura e umidità, l’incertezza
cresce ulteriormente.
Sbalzi di temperatura
Una recente ricerca condotta sulla logistica del fresco dal
Food Supply Chain Center dell’Università di Bologna (http://
foodsupplychain.diem.unibo.it/) in collaborazione con alcune
aziende produttrici italiane ha misurato con precisione questa
incertezza. A scopo esemplificativo riportiamo alcuni risultati
ottenuti nella filiera del kiwi distribuito da un’azienda romagnola verso Stati Uniti e nord Europa. La temperatura di targa si
attesta tipicamente intorno agli 0°C, ma si possono registrare
fluttuazioni pure di -5°C e +20°C durante le attività di carico e
scarico, come hanno dimostrato monitoraggi eseguiti in continuo lungo alcuni viaggi particolarmente critici. La tolleranza
ammessa nel trasporto, pari a più o meno 2°C, è spesso violata compromettendo lo stato di salute e di maturazione del
prodotto, specialmente al suo arrivo a destinazione.
Il centro di ricerca che fa capo alla Scuola di Ingegneria e Architettura dell’ateneo bolognese è in grado di monitorare profili di
temperatura, umidità e vibrazioni cui è sottoposto un prodotto
deperibile. Il centro ha lavorato recentemente con vino, olio d’oliva, cous cous, cioccolato, prodotti da forno, prodotti caseari,
frutta e verdura. Al monitoraggio condotto mediante l’impiego
di una batteria di datalogger inseriti in posizioni diverse di un
container segue la ricostruzione in laboratorio degli stress subiti
MARKETS / MERCATI
ing. The allowed transport tolerance of more or less 2°C
is thus often breached, thereby compromising product
integrity and ripening at destination.
Affiliated with the University’s Engineering and Architecture School, the centre’s researchers can monitor the
temperature, moisture and vibrations affecting perishable
produce. They have also recently monitored wine, olive
oil, cous cous, chocolate, baked goods, dairy products,
fruit and vegetables. Performed using dataloggers positioned in various places within a container, monitoring is
followed by reconstructing in laboratory the stresses a
shipment undergoes using climate chambers to replicate
the logger readings. Monitoring and simulation can even
be followed by physical-chemical and sensory testing of
the packaging and its contents to verify whether their integrity has been compromised in any way.
It is, in effect, a form of pro-active and ex-post traceability as it provides input in formulating guidelines for
consumer protection and in making decisions that will
have an impact on product quality, food safety, cost
efficiency and, not least, environmental sustainability.
These decisions can range from the best suited packaging, means of transport air, sea, road the temperature
durante il viaggio, mediante l’impiego di camere climatiche in
grado di replicare quanto è stato monitorato. Al monitoraggio e
alla simulazione possono seguire l’analisi chimico-fisica e sensoriale del packaging e del contenuto, per poter verificare se
hanno subito processi di deperimento e/o peggioramento delle
proprie prestazioni.
In questo senso si può parlare di tracciabilità ex-post e proattiva perché a supporto nella stesura di linee guida a tutela del
consumatore finale e di supporto alle decisioni che impattano
oltre che sulla qualità del prodotto, sulla sicurezza alimentare,
l’efficienza di costo e non da ultimo la sostenibilità ambientale. Queste decisioni possono spaziare dal packaging adottato,
alla modalità di trasporto (aerea, via mare, gomma, etc.), passando attraverso i livelli di temperatura e umidità scelti per lo
stoccaggio e/o il trasporto della merce.
L’esperimento
Vediamo ora come è stata eseguita una prova di laboratorio
condotta nel centro bolognese con lo scopo di conoscere più
da vicino il processo di maturazione di un kiwi lungo il tragitto di
un viaggio intercontinentale. A scopo esemplificativo viene illustrata sinteticamente una prova che ha interessato un viaggio
della durata di 25 giorni con un container refrigerato. Nell’arco
39
MARKETS / MERCATI
16
°BRIX TREND
CONFRONTO GRADI BRIX
15
14
13
The graph shows the °Brix trend
with lidded (red curve) and unlidded
(green curve) boxes.
Il grafico mostra l’andamento nel tempo dei
gradi Brix nei trasporti con (curva rossa)
e senza copertura (curva verde).
°Brix/Gradi Brix
40
12
11
10
9
8
7
6
5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Measurement/Rilevazioni
Lidded packaging
Packaging con copertura
Lidless packaging
Packaging senza copertura
It’s interesting to measure upstream of transport the combined
effects of (1) mechanical shocks and vibrations, (2) moisture and (3)
temperature (3) through the supply chain from field to fork. Bologna
University has a special equipment system for closed-loop simulation
for measuring these effects so as to propose pro-actively solutions
supporting food quality control and safety.
Interessante è misurare l’effetto combinato di shock meccanici e vibrazioni
(1), umidità (2) e temperatura (3) a valle di un trasporto multimodale lungo
la filiera dal campo alla tavola del consumatore. L’Università di Bologna si è
dotata di un complesso sistema di simulazione in close-loop, cioè in catena
chiusa, utile per misurare tale effetto e proattivamente proporre soluzioni di
supporto al controllo della qualità e della sicurezza alimentare.
and moisture levels for storage and/or transport.
temporale di prova sono stati svolti a intervalli costanti di una
settimana due tipi di prove: una prova di durezza e il test di Brix
indirizzato alla misura del contenuto di zuccheri. La temperatura impostata all’interno della camera climatica utilizzata era
nel range di 0,4 °C per simulare le condizioni ambientali mantenute entro il container. I kiwi sono stati conservati all’interno
di differenti configurazioni di imballo per misurare l’effetto del
packaging a tutela del prodotto al consumatore. Ad esempio
sono state utilizzate cassette di cartone “aperte”, cioè senza
copertura, e cassette di cartone chiuse.
Per eseguire i test sui campioni di kiwi sotto stress sono stati
utilizzati:
t un penetrometro manuale per valutare la durezza del frutto,
ovvero la resistenza alla penetrazione per compressione;
t un rifrattometro per valutare la quantità di zucchero presente
nel frutto (valutata in gradi brix).
Con l’andamento del tempo ci si aspettava che la durezza del
kiwi diminuisse e che aumentasse il contenuto di zucchero.
Così è avvenuto. Ma la simulazione ha permesso di misurare gli andamenti con precisione lungo il percorso. L’obiettivo è
stabilire linee guida utili a preservare il prodotto in ragione della
lunghezza del viaggio, del sistema di packaging utilizzato e di
altre condizioni non sempre controllabili ex ante da produttori
o distributori.
Testing
Let’s take a look at lab tests carried out at the Bologna
centre so we can get a better grasp of how kiwifruit ripens
in a refrigerated container during a 25-day intercontinental
sea voyage. Two trials were run at timed intervals over a
week: one on fruit firmness and the other on sugar content
measured as °Brix. The climate chamber’s temperature
was set in a 0.4°C range to simulate the ambient conditions inside the container. The kiwifruits were placed in different kinds of packing, i.e. open, or lidless, cartons and
those closed with a lid.
The stress tests on kiwi samples employed:
tBNBOVBMQFOFUSPNFUFSUPNFBTVSFmSNOFTTJFSFTJTUance to pressure penetration;
t B SFGSBDUPNFUFS UP NFBTVSF TVHBS DPOUFOU BT ¡#SJY.
While, as expected, firmness diminished and sugar content increased over time, the simulation made it possible
to measure these changes precisely as they occurred.
The idea is to establish guidelines for product storage in
relation to voyage duration, packaging and certain other
conditions that are not always verifiable beforehand by the
producer or distributor.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
CROPS / PRODUZIONI
Apple, Trentino
a leader in world
Mele, dal Trentino alla
conquista del mondo
by / di Carlo Bridi
he 2014 apple season is nearing its end with
fairly good results for Trent’s growers, the area’s
biggest cash crop. In the last six years production here has ranged from a minimum of 420,658
tons in 2009 to a maximum of 504,801 in 2012, with a
slight 1.9% dip in 2013 on the year. With the crop from
South Tyrol, the average yield of the two areas is a million
and a half tons against a national production ranging from
1,900,000 to 2,200,000 tons. Increasing in importance too
are exports, which now exceed 50% of total sales volumes.
Yet the industry is not resting on its laurels. Growers are focusing even more on new varieties and field practices while reducing environmental impact and increasing their organic crop.
We’ve asked three of the industry’s major players here for
their views: Michele Odorizzi of Melinda, Armando Paoli
of the Valli del Trentino producer organisation (PO) and La
Trentina CEO Simone Pilati.
T
a campagna melicola 2014 si avvia alla conclusione con risultati abbastanza soddisfacenti per i produttori del Trentino, dove il comparto
mele ha una grande importanza, essendo quello che assicura la maggior produzione lorda vendibile del settore agricolo. Il raccolto negli ultimi sei anni è
oscillato fra il minimo di 420.658 tonnellate del 2009, al
massimo delle 504.801 del 2012. Nel 2013 si è riscontrato un lieve calo nell’ordine dell’1,9% sull’anno precedente. Mediamente, il Trentino produce assieme all’Alto
Adige un milione e mezzo di tonnellate sul totale italiano
che va dal milione e 900mila ai 2 milioni e 200mila. L’esportazione sta assumendo un’importanza sempre maggiore con punte che superano il 50% dei volumi totali.
Ma il comparto non può restare a guardare, ecco allora che
innovazioni varietali e di processi produttivi, una sempre
maggior attenzione all’ambiente e alle coltivazioni biologiche
sono aspetti su cui tutti i produttori si stanno concentrando.
Nelle pagine seguenti ecco cosa ne pensano tre dei maggiori player del settore: Michele Odorizzi di Melinda, Armando Paoli della Op Consorzio Valli del Trentino e il direttore di La Trentina Simone Pilati.
L
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
41
42
CROPS / PRODUZIONI
Melinda looks to
innovation and
sustainability
Melinda punta tutto su
innovazione e sostenibilità
Michele Odorizzi,
President of Melinda
Michele Odorizzi,
presidente Op Melinda
elinda,
li d with
i h an average crop off 350,000
350 000 tons,
is one of the most important POs in the fruit
trade. We asked Michele Odorizzi, PO president since 2003, why exports and sustainable
management practices are key factors for his consortium.
Exports play an increasingly important role for
Melinda today. What are your key foreign markets
and how much of crop do you export?
«We usually export 20 to 25% depending on market conditions from year to year. In fact, we’ve been delivering to
far more countries in the last few years, going from about
a dozen a decade ago to some 40 today. Then too there’s
been a shift in share as volumes going to traditional partners like Germany have dipped while those to Scandinavia
and North Africa have been rising on strong demand».
I What about trade with Russia, seeing that it’s one
of the export countries handled by FROM, the sales
and marketing cooperative you and the Bolzano POs
have put together?
«Russia is still the world’s biggest apple importer. So producers and exporters everywhere have their eyes on it. Yet
M
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
aO
Op Melinda
M li d con lle sue 350mila tonnellate di produzione media è una delle più importanti realtà associative del mondo frutticolo. Dal 2003 è presieduta da Michele Odorizzi, frutticoltore di Rallo, che
spiega come oggi lo sguardo sia rivolto soprattutto all’estero e a un’agricoltura sempre più sostenibile.
L’esportazione sta giocando un ruolo sempre più importante per la vostra Op, quali sono le piazze estere più importanti e qual è la percentuale di prodotto
esportato sul totale della produzione?
«In base alle condizioni che si verificano sul mercato nei
diversi anni, esportiamo tra il 20 e il 25% della nostra produzione. Negli ultimi anni sono aumentati i paesi nei quali
esportiamo, passati da una decina di inizio secolo ai 40
di oggi. È anche variato il peso delle destinazioni: in calo
quelle storiche come la Germania, in forte aumento le spedizioni verso Scandinavia e Nord Africa».
E invece quali rapporti avete con la Russia, considerando che è uno dei Paesi coperti da From la società
cooperativa costituita fra le Op di Trento e Bolzano?
«La Russia continua a essere il principale importatore di
L
CROPS / PRODUZIONI
you have to be realistic in this business with sales targets
since Moscow has close ties to big apple producers like
Poland and China and its domestic crop is on the rise».
You’ve emphasised innovation under a multi-year
financial plan involving handling and warehouse facilities. Where are you now in these operations and
cutting down on overhead?
«We’re right in the midst of our 2012-2020 industrial investment campaign. The last of our big new packing houses is
on to schedule and will be operational by October 2014. It
will have a yearly handling capacity of 90,000 tons and all
the lines are state-of-the-art high technology for fruit sorting
and packaging. Meanwhile, we’re also right on track with
regard to new cold-store facilities and in overhauling our
existing warehouses and packing lines».
When it comes to innovative varieties, it seems that
your new Evelina apple is becoming a big hit with
your PO’s growers. When is the first crop expected
to be marketed?
«Melinda Evelina should be ready by early 2015, and all our
warehouses, staff and lines are getting ready to handle it».
Health is a subject that your PO has always had a
focus on. What are the latest innovations in orchard
management practices that you’re employing to
boost what’s environmentally friendly?
«True, this has always been and will continue to be one of
our top priorities. As a matter of fact, it’s thanks to our constant commitment in this regard that today I can proudly
say without the slightest doubt that no other apple producer
mele del mondo e quindi è logico che sia oggetto di grande
interesse per tutti i produttori. Tuttavia dobbiamo anche tenere ben presente sia la vicinanza di Mosca a Paesi grandi
produttori di mele come Polonia e Cina, sia un tendenziale
incremento della produzione interna e quindi darci obiettivi
realistici».
Innovazioni di processo sono state portate avanti con
un progetto pluriennale dalla vostra Op. A che punto
siamo con la razionalizzazione delle sale di lavorazione
che ha portato a ridurre i costi generali?
«Siamo nel pieno dell’esecuzione del piano industriale 2012
– 2020. Per ottobre 2014 è prevista l’entrata in attività del
nostro ultimo nuovo grande centro di confezionamento che
avrà una capacità di 90.000 tonnellate l’anno e che rappresenterà lo stato dell’arte della tecnologia applicata alla
selezione e confezionamento della frutta. Nel frattempo,
proseguono come previsto anche tutti gli altri investimenti
nel settore della frigo-conservazione e per il rinnovamento
dei centri di confezionamento già esistenti».
Fra le innovazioni di prodotto più interessanti c’è l’introduzione della varietà Evelina che sta avendo una rapida diffusione, quando porterete sul mercato le prime
partite?
«Il lancio di Melinda Evelina è previsto per l’inizio del 2015
e tutti i diversi reparti del nostro consorzio stanno già da
tempo lavorando anche in questa direzione».
Il tema della salubrità è da sempre all’attenzione della
vostra Op. Quali sono le più recenti novità per la realizzazione di una frutticoltura sempre più compatibile con
l’ambiente?
«È vero questo tema è sempre stato, è tuttora e continuerà per sempre a essere una delle nostre priorità. Ed è proprio grazie a questo
impegno continuo che sono oggi
particolarmente orgoglioso di poter affermare con assoluta certezza
che non esistono a livello planetario
organizzazioni di produttori di mele
di dimensioni paragonabili a Melinda che possano vantare standard
di compatibilità ambientale superiori ai nostri. Ciò ovviamente non
ci basta e quindi continuiamo a im-
Apple orchards in bloom
Meleti in fiore
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
43
44
CROPS / PRODUZIONI
organisation in the world comparable to Melinda in size can
boast of higher environmental standards than ours. It’s still
a work in progress, though, and we’ll keep or hands to the
task ahead by developing and immediately implementing
all the new techniques we can that will help us set the bar of
those standards ever higher. The two latest developments
in this regard are probably the use of pheromone traps
which are now used in 80%, or more than 5,000 hectares,
of our orchards thanks to the new puffer releasers and our
rapid introduction of anti-drift sprayer units».
pegnarci con tenacia nello sviluppo e nella rapida diffusione
di tutte le soluzioni tecniche che potenzialmente possano
aiutarci a migliorare ulteriormente i nostri standard in tale
ambito. Direi che i due più recenti e rilevanti esempi concreti che posso citare sono la diffusione della tecnica della
confusione sessuale – che ormai interessa più dell’80% del
nostro catasto frutticolo (oltre 5mila ettari ndr), grazie anche
alla disponibilità dei nuovi diffusori denominati “puffers” – e
il programma per l’introduzione accelerata di atomizzatori
dotati di equipaggiamenti antideriva».
La Trentina, teamwork
makes for export success
La Trentina fa squadra
per vincere all'estero
Simone Pilati, La Trentina CEO
Simone Pilati, direttore di La Trentina
he country’s fourth-leading apple producer with
a crop of 67 thousand tons a year, La Trentina is
a consortium ff 1,300 family farms. Nearly half its
production is earmarked for export. CEO Simone
Pilati spoke about the season’s results and the future.
How did the 2013-2014 season go?
«We’re pretty pleased with the results. Supply volumes
managed to stay in line with market demand, and everything was despatched to customers on time without any
T
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
uarto polo a livello nazionale nella produzione di
mele con 67mila tonnellate di raccolto, il consorzio
La Trentina rappresenta 1.300 aziende familiari.
Circa la metà della produzione è destinata ai mercati esteri. Il direttore Simone Pilati spiega risultati e obiettivi.
Com’è andata la campagna melicola 2013-2014?
«Siamo moderatamente soddisfatti dei risultati ottenuti. Le
quantità di prodotto sono riuscite a far fronte alle richieste
del mercato segnando un equilibrio tra la domanda e l’offerta
Q
CROPS / PRODUZIONI
hiccups to speak of».
How important are
e
exports for La Trentina and what countries are your bestt
customers?
«We send 50% of our
crop to 40 countries,, including Germany, those in eastern
Europe and Scandinavia,
avia, as well
as to Libya, Egypt and
nd those in the
Middle East. We’ve managed to put
this network togetherr over the years by
strategically pursuing
g market diversification
by selling different types
ypes of apple to different
customers».
What’s your trade with Russia like since it’s one of
the countries FROM handles and yours is one of the
founder member POs?
«Like our partners Melinda, Vip-Val Venosta and Vog Terlano, we’re pursuing common marketing strategies for
Russia, India and the United States. With this joint effort,
we’ve got the critical marketing muscle needed to succeed in these key countries».
You’ve also got a critical issue regarding a surplus of
Golden Delicious in the South Tyrol valleys. How are
you addressing it?
«We drew up plans in 2010 to come up with a new cultivar
assortment that best fits the soil and micro-climate of our
districts. We need to concentrate our Goldens in highland
areas and grow Gala, Granny Smith, Red Delicious and Fuji
in the lowlands. We also want to develop new apple varieties. In fact, several years ago we bought stakes in Cif and
Novamela, two firms intent on breeding novel cultivars for
different growing areas. I future, novel varieties will have
to meet such basic criteria as having distinctive colouring,
taste, nutritional properties and even being easier to eat».
How much of your acreage is under organic regime?
And what’s the market like for this crop?
«Organic production stands at 5% of our overall crop and
is expected to reach and level off at 7/8% in the next
few years. We’re firm believers in organic apples at La
Trentina. In fact, we’ve been active these past few years
in meeting the needs of our members who grow them
and in successfully promoting their apples in distribution
channels under our TrentinaBio label. Northern European
consumers are very receptive and even those in Italy now
are becoming more and more so».
con fornitura regolare
rego
verso tutti i canali
commerciali».
Quale ruolo gioca l’esportazione
per la vostra Op e quas
li sono
i Paesi nei quali
spedite la maggior
parte della merce?
«Il 50% del nostro prodotto viene esportato
i 40 paesi tra cui Gerin
E
mania, Est Europa,
Scandinavia, Libia, Egitto e Medio Oriente. Questa rete è
diversific
stata creata grazie alla diversificazione
delle destinazioni che la Trentina ha strategicamente perseguito in questi anni
per le varie tipologie di prodotto».
Che rapporti avete con il mercato rrusso, avendo presente che è uno dei Paesi coperti da From, la società cooperativa costituita fra le Op di Trento e Bolzano della quale
anche voi siete soci fondatori?
«Per Russia, India e Stati Uniti continuano le strategia condivise con le nostre consorelle regionali (Melinda, Vip-Val Venosta, Vog Terlano), attraverso From, per arrivare uniti e compatti, quindi con maggior forza, su queste importanti piazze
commerciali».
Uno dei maggiori problemi per la Valle dell’Adige è quello
dell’eccessiva presenza della varietà Golden. Come procede il piano rinnovi?
«La Trentina ha dato vita dal 2010 a un processo di ricerca
di un nuovo assetto varietale, puntando a sfruttare la diversa vocazione e il microclima delle nostre valli di produzione
concentrando Golden nelle zone collinari, in fondo valle Gala,
Granny, Red Delicious e Fuji. Contemporaneamente continua
lo sviluppo per nuove varietà di mele. Negli ultimi anni la Trentina è entrata a far parte di due società – Cif e Novamela – che
in ambiti distinti, sono alla ricerca di nuove varietà. La mela
del futuro dovrà soddisfare le nuove esigenze provenienti dal
mercato e dai consumatori, rispettando alcune caratteristiche
fondamentali: essere distintiva per colore, per gusto o per
qualità nutrizionali o ancora per facilità di consumo».
Quanto spazio dedicano i vostri soci produttori alle coltivazioni biologiche? E come va il mercato per questo tipo
di prodotto?
«A oggi la produzione biologica rappresenta il 5% della nostra
raccolta e nei prossimi anni si stabilizzerà sul 7/8%. La Trentina crede nel biologico, da alcuni anni è attenta alle esigenze
dei soci che la producono e tramite il marchio TrentinaBio la
valorizza al meglio sui canali distributivi. Il Nord Europa è molto ricettivo, ma anche in Italia c’è un interesse crescente».
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46
CROPS / PRODUZIONI
Valli Trentine:
«A good year»
Valli Trentine:
«Un'annata positiva»
Mauro Coser and Armando Paoli, President and
M
Executive Director of PO Valli Trentine.
Mauro Coser e Armando Paoli
presidente e direttore della OP Valili Trentine.
ata di recente da una costola de La Trentina, la Op
Consorzio Valli Trentine è
presieduta da Mauro Coser, presidente della Società frutticoltori
colto Trento (SFT) e vera anima della
nuova Op. Alla direzione è stato nominato Armando
Ar
Paoli, direttore di Sft. Il
prodotto conferito alla Op è mediamente
di 40mila to
tonnellate e proviene in larga parte dalla Valle
Va
dell’Adige e dalla Vallagarina.
La vostra Op
O vista anche la conformazione
del vostro p
portafoglio prodotti è molto imver
pegnata verso
l’esportazione di una consistente quota di prodotto. Quali sono i vostri
mercati princip
principali e quali le cultivar più richieste
all’estero?
rifer
«I nostri mercati di riferimento
sono Nord Africa e Medio
Oriente in generale, oltre a Est e Nord Europa e Russia».
In che percentuale la vostra produzione viene esportata?
«Siamo ormai arrivati al 60% di prodotto che prende la strada dell’estero. La Russia in particolare ci chiede una pezzatura 75 e le varietà maggiormente richieste sono la Golden
Delicious e la Granny Smith. Questo per noi è molto importante perché abbiamo ancora una consistente percentuale
di Golden Delicious».
Ci stiamo avvicinando alla conclusione della campagna
N
n off-shoot of La Trentina,
the Valli Trentine is a consorr
tium headed by Mauro Coser,
President of Società Frutticoltori
Trento (SFT) and soul of the new PO, and Sft director Armando Paoli has been appointed as Executive Director.
The 40 thousand average tons of apple Valli Trentine handles come mostly from Valle dell’Adige and Vallagarina.
A look at your portfolio shows you earmark a lot of
crop for export. What are your major markets and best
selling cultivars?
«Our main markets are North Africa and the Middle East in
addition to Russia, eastern and northern Europe. As for…».
How much of your overall crop goes to export?
A
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
CROPS / PRODUZIONI
«We now send 60%. Russia is a particular market because the demand there is for size 75. As I was saying,
our most popular varieties are Golden Delicious and
Granny Smith, a demand we’re pleased about because
we still grow a lot of Golden».
As the end of the season nears, how are farmgate prices shaping up for your growers?
«It’s fair to say that we’re more or less satisfied. The main
reason is the fact that crop quality was hard hit at season
outset by scab outbreaks of unrecorded which infected
nearly half of our crop».
How do you expect things to turn out given the fruit
set data from your growers and the fruit drop you’re
experiencing now?
«Compared to early projections, fruit set was very good
and, hail permitting, we should see a bumper crop, although
that’s expected throughout Europe this year as well».
What are your plans for organic apple?
«Organic apple is a sector that keeps expanding in orchards and at retail. But it comes with a proviso. Growing
a crop under organic regimes is no simple matter. Indeed,
we advise our growers that only those who are experts in
managing these orchards should go ahead so that what
appear to be good market prospects don’t end up as
farm income casualties because of yields that are far too
low and of poor quality».
What about variety assortment, at what point are your
plans here?
«While Golden Delicious is till are biggest cultivar, we’re
implementing a policy that will give us a portfolio containing no more than 30% Golden Delicious through an
increase of Gala and Fuji while keeping to our current
production numbers for Pink Lady, Red Delicious and
Granny Smith».
2013-2014, a grandi linee quali saranno i prezzi che riuscirete a liquidare ai vostri associati per le principali
varietà?
«Possiamo ritenere l’annata che si sta concludendo sufficientemente soddisfacente, anche in virtù della qualità della
produzione che avevamo a disposizione che era fortemente
compromessa già all’inizio della campagna produttiva da attacchi di ticchiolatura mai registrati prima d’ora che avevano
contaminato metà della nostra produzione».
Quali prospettive si presentano per la stagione attuale
dai primi dati dopo l’allegagione nelle varie zone produttive e la cascola in corso?
«Rispetto alle previsioni per l’annata in corso, si può confermare che l’allegagione è stata ottima e si prevede una
produzione record, grandinate permettendo, come peraltro
si presume lo sia in generale per tutta l’Europa».
Quali saranno le vostre strategie future per le mele biologiche?
«La produzione delle mele biologiche è in costate crescita e
si nota una tendenza all’aumento del consumo. Deve essere però chiaro che produrre con il metodo biologico non è
affatto semplice, per questo consigliamo questa scelta solamente a imprenditori agricoli specializzati per evitare che le
buone prospettive di mercato si traducano in scarsi bilanci
aziendali a causa di produzioni inadeguate sia dal punto di
vista qualitativo che quantitativo».
Il progetto sul fronte del rinnovo varietale a che stadio
si trova?
«Considerato che la nostra varietà principale è ancora la
Golden Delicious sosteniamo una politica di rinnovi che ci
porti ad avere in portafoglio non più del 30% di Golden Delicious aumentando la produzione di Gala e Fuji, mentre puntiamo a mantenere intatta la produzione di Pink lady, Red
Delicious e Granny Smith».
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CROPS / PRODUZIONI
Kiwi, Italy’s gold
Kiwi, l'oro italiano
by / di Manuela Soressi
rop volumes are stable, quality is up, prices
are higher, exports strong, and profits in for
the entire supply chain it’s one of those golden moments for Italy’s kiwifruit. This upbeat
profile is backed on the one hand by the bad weather
that’s hit Chile’s crop and the Psa bacteria attacks devastating New Zealand’s, and on the other by the marketsavvy investments of Italian growers that have produced
better yields, are driving new cultivar plantings and put
C
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olumi stabili, qualità in crescita, prezzi più alti,
export a gonfie vele, redditività garantita per tutta la filiera. Il kiwi italiano sta vivendo un periodo d’oro, favorito dai guai causati dal maltempo alle coltivazioni cilene e dalla batteriosi Psa a quelle
neozelandesi, ma soprattutto dagli investimenti fatti nel
corso degli anni dai produttori, sia per migliorare le rese,
sia sul fronte dell’innovazione varietale che della promozione. Tanto che oggi l’offerta spazia da frutti a polpa
gialla, rossa e verde, di calibro grande, medio e piccolo,
fino a quelli con buccia liscia o pelosa, quindi in grado
di accontentare le più diverse esigenze dei consumatori.
L’ultimo arrivato nell’ormai affollata famiglia dei kiwi italiani è Dorelì, un frutto a polpa gialla prodotto dall’azien-
V
CROPS / PRODUZIONI
more muscle into promootional efforts. Today, in fact,,
the country’s supply range
e
includes fruit of yellow, red
d
and green flesh, of small
all
medium and large sizes, and
of both smooth and fuzzy skin, an
assortment array capable of meeting the preferences of the
he most
demanding consumers. The latest
member of the already large
ge Italian
Italia
i n kiwi
family is Dorelì, a yellow-flesh fruit grown by Gullino Farms
in Piedmont. As EU’s biggest kiwi producer and second in
world rankings only to New Zealand, Italy posted a 2013
crop of 420 thousand tons, up 6% over 2012.
Kiwi, produce of Italy symbol
More than 70% of Italy’s kiwi crop is earmarked for export
to more than eighty countries around the world. These
are numbers that make kiwi a veritable global ambassador of the finest produce of Italy and one of its leading exports. And the trade balance reflects it, showing
a healthy surplus. Although demand is sluggish among
Italy’s traditional EU trading partners, new markets of
enormous potential like North America, the United Arab
Emirates, China, Russia and South Korea are more than
taking up the slack. It’s a marketplace that’s also driving
growers to increase acreage. For example, those in Lombardy alone have raised their acreage a solid 35% in just
seven years. Another example fuelling kiwi’s success is
the recent promotional and marketing campaign carried
out by Apofruit in Far Eastern markets for its new “Solemio” brand. Plans initially called for seventy
containers but demand pushed it
to ninety, so next year’s
goal is to market more
than a hundred. Now,
too, there’s even linkage of kiwi to the Mediterranean diet. The Rustichella
d’Abruzzo firm has just introduced durum-wheat pasta with a
fruit base, including kiwi, for children
under the label Rigoletti Zerotre Bio.
da piemontese
piem
Gullino. L’Italia è il primo produttore
europeo di actinidia e il secondo mondiale dopo
europ
Zelanda: nel 2013 il raccolto è stato di
la Nuova
Nu
420mila tonnellate, +6% rispetto al 2012.
420m
Il kiwi simbolo del made in Italy
O
Oltre
il 70% dei kiwi raccolti in Italia finiscono all’estero, in più di ottanta stati diversi.
n
Numeri che rendono il frutto verde un vero
N
e proprio ambasciatore del Made in Italy nel
mondo e anche uno dei prodotti più esportati. Il trend
commerciale è positivo: ai tradizionali mercati europei
con domanda in flessione, si aggiungono nuove piazze
con un notevole potenziale come Nord America, Emirati
Arabi, Cina, Russia e Corea del Sud. Questo spinge gli
agricoltori ad aumentare le coltivazioni, tanto che la sola
Lombardia ha fatto registrare un +35% di superficie dedicata nel giro di sette anni. Un altro esempio del successo
del kiwi italiano in Asia è l’esperimento di Apofruit, che
nei mesi scorsi ha compiuto un’articolata operazione di
promozione e commercializzazione del proprio prodotto
nei mercati del Far East con il marchio “Solemio”. L’obiettivo era di piazzare settanta container di kiwi, ma le
richieste sono state superiori e i container sono diventati novanta e per il prossimo anno l’obiettivo è superare
quota cento. E per rimarcare il legame tra kiwi e dieta
mediterranea l’azienda Rustichella d’Abruzzo ha appena
lanciato sul mercato una pasta di grano duro alla frutta,
Kiwifruit under the
"Solemio" label bound
for the Far East
I kiwi a marchio "Solemio" spediti in Estremo
Oriente
A concentrate of quality
A powerful anti-oxidant concentrate of vitamins
A, C and K, kiwi scavenges free radicals, slows
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
49
50
CROPS / PRODUZIONI
cell-tissue ageing and increases the defences of our immune system.
Thanks to its high fibre content, it also quiets your appetite and sates hunger so it’s an ideal food for anyone
on a diet. Then too its high vitamin content and low sugar
count make it just the thing for athletes. Kiwi is even a
versatile fruit: for not only is it easy to eat fresh since it is
readily peeled and all you need is a spoon once you’ve
sliced it in half, it is also a wonderful ingredient in fruit
salads and smoothies, as well as a garnish for desserts
and flavour enhancer for yogurt.
It seems that Italians too have come round to the same
realisation as domestic sales keep rising and rising. In
point of fact, they have jumped 57% in the fourteen years
since the turn of the millennium.
tra cui il kiwi, pensata apposta per i bambini: sono i Rigoletti Zerotre bio.
Un concentrato di qualità
Italian kiwifruit
are very prized all over
the world for their
taste and flavour
I kiwi italiani sono molto
apprezzati in tutto il mondo
per le loro caratteristiche
organolettiche
Vero e proprio concentrato di vitamina A, C e K dal potente
effetto antiossidante, il kiwi contrasta l’azione dei radicali
liberi, rallenta l’invecchiamento cellulare dei tessuti e aumenta le difese immunitarie.
Grazie al suo elevato contenuto di fibre, garantisce un appagante senso di sazietà diventando un alimento ideale per
chi è a dieta, mentre il basso apporto di zuccheri e l’alta
carica vitaminica lo rendono un frutto adatto anche agli
sportivi. E poi il kiwi è un frutto versatile: facile da mangiare
fresco, basta sbucciarlo o raccoglierlo con un cucchiaino
dopo averlo tagliato a metà, si presta a diventare ingrediente per macedonie
e frullati, per guarnire
dolci o dare più gusto
allo yogurt.
A quanto pare anche
gli italiani se ne sono
accorti, dato che i consumi interni sono cresciuti moltissimo nel
giro di poco più di un
decennio, con un incremento del 57% dal
Duemila a oggi.
Kiwi in Italy
Il kiwi italiano
Large-scale production of kiwifruit began in the early
1980s in Italy. The most widely grown cultivars are Hayward and Greenlight, and the leading producer is Lazio
with nearly 8,000 hectares, or 30% of the national acreage, followed by Piedmont’s 20% at over 5,000 ha, Emilia-Romagna with 16% and Veneto with 15%. Most of the
crop is grown by big holdings that have more market
muscle. And, given kiwi’s continuing commercial success, acreage is expected to increase.
The quality of Italian kiwi is guaranteed by organisations
like Kiwifruit of Italy which inspect orchards to determine
the proper picking date.
Growers today are leaning towards more yellow-flesh
kiwi, which is very popular in Asia. The crop in the upcoming season is expected to be higher than in 2013 as
growers have reported an earlier than usual bloom. This
is one more sign that gaining new markets, especially
countries beyond Europe, is increasingly important.
In Italia la produzione su larga scala di kiwi è iniziata negli anni Ottanta. Le varietà più coltivate sono Hayward e
Greenlight. La principale regione produttiva è il Lazio, con
quasi 8.000 ettari (30% della superficie nazionale), seguita dal Piemonte con oltre 5.000 (20%), Emilia-Romagna
con il 16% e Veneto con il 15%. La gran parte della produzione è in mano ad aziende grandi, che possono agire
in maniera efficace sul mercato. Dato il successo commerciale che il kiwi sta avendo, si prevede un’espansione
delle superfici. La qualità dei kiwi italiani è garantita da
organizzazioni come Kiwifruit of Italy che esegue controlli
nei frutteti per decidere l’esatto momento per la raccolta.
Per il futuro i produttori sono orientati a incrementare le
quantità di kiwi giallo, apprezzato soprattutto in Asia. La
campagna 2014 si annuncia con volumi in aumento rispetto al 2013, per via di una fioritura precoce che fa ben sperare i produttori. Anche per questo è sempre più strategico
conquistare nuovi mercati, soprattutto extra-europei.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
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BIG RETAIL / GDO
Big reteilers, the
future is for small
Gdo, il futuro
è dei piccoli
I
B
by / di Simone Martarello
ig retail’s future?
Rewrite the script
says Belgium’s Dirk
De Brabander, retail & food service innovator, world famous consultant
to the trade and founder of
Afc, the international agency
that serves up new ideas for
Dirk De Brabander
fresh-food retail. «For decades the big chains have bet
the store on high-volume sales and low prices, often
pushing seasonality to the limit – said De Brabander.
– Now they’re back to quality products and a short
supply chain at lower energy inputs to meet consumer demands. It’s a changed mind-set: more and more
physicians are recommending natural foods for health,
and the economic crisis has changed the perceptions
of shoppers. Waste less is the imperative».
The winner wastes less
Energy to start with. De Brabander sees the cost of
energy doubling over the next five years from 2% of
a chain’s overhead today to 4% too high. The survival of the big chains will thus mean downsizing to
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
l futuro della gdo? Tutto da riscrivere secondo Dirk De Brabander, retail & foodservice innovator, consulente di fama
mondiale nel dettaglio alimentare e fondatore di Afc, agenzia internazionale che fornisce nuove soluzioni per i retailer
del fresco. «Dopo decenni nei quali le grandi catene hanno
puntato tutto su quantità e prezzi bassi spesso anche forzando i ritmi della natura – spiega De Brabander – oggi si assiste
a un ritorno ai prodotti di qualità, alle filiere corte con ridotti
consumi di energia. Perché è questo che i consumatori chiedono. È cambiata la sensibilità: i medici propongono sempre
di più prodotti naturali per la salute e la lunga crisi economica
ha modificato la visione del mondo dei clienti. Sprecare meno
è diventato un imperativo».
Chi spreca meno vince
A partire dall’energia: l’esperto belga prevede che nei prossimi cinque anni il costo dell’energia raddoppierà. Se oggi vale
il 2% nel conto economico di una catena di gdo, tra un lustro
sarà il 4%: troppo. Per sopravvivere la distribuzione moderna
dovrà quindi organizzarsi in punti vendita singoli o piccole catene di negozi, magari saltando una catena della filiera come
i mercati, per offrire un prodotto più fresco. «In Belgio, per
esempio, i macellai hanno stipulato contratti con gli allevatori
locali o gestiscono loro stessi degli allevamenti: le carni costano il 20% in meno che sui banchi della gdo».
Un altro modo per ridurre gli sprechi e creare valore è quello di
proporre ai clienti confezioni con prodotti tagliati e lavati, oppure cotti o pronti da cuocere, recuperando i freschi non più
vendibili a scaffale. «In Italia la grande distribuzione è in grossa
difficoltà perché nel corso degli anni c’è stata una saturazione
53
Fresh Point Magazine n.1 february / febbraio 2014
54
BIG RETAIL / GDO
4%
20%
cost of energy in chain budgets
gets
five years from now
l’incidenza dell’energia sul conto
nto
economico delle imprese tra 5 anni
savings at butcher shops under
nder
zero Km in Belgium
il risparmio nelle macellerie a Km
zero in Belgio
individual stores or small-outlet chains, even to the
point of skipping a link in the pipeline like municiunicipal markets so as to offer fresher food. «In Belgium
elgium
butchers have contracts with local livestock farmers or even begun managing their own stables.
s. The
e
meat costs 20% less than at the supermarket».
a ke
ar
et»
t .
Another way to cut waste and add value is to recoup
ecoup
fresh foods after the best-by date and offer customers packaged produce that’s washed and sliced,
cooked or ready to cook.The big chains in Italy have
serious problems. Outlet numbers have reached
saturation and rival price wars are killing profits.»
De Brabander has some tips, even radical ones.
«Small retailers in France have joined forces so
now you can find greengrocer, butcher and baker
in the same outlet. It’s one way to best big retail».
Afc’s founder took a dig at big retail over service. «As
profits fell, the chains tried to save money by cutting
staff. But service suffers when you do so. Shoppers
demand service and will get it at small outlets».
dei punti vendita e un’eccessiva competizione tra catene sui
prezzi. Questo ha portato a un crollo degli utili».
Per restare sul mercato De Brabander propone soluzioni anche radicali: «In Francia i piccoli negozi si sono messi insieme,
così nello stesso punto vendita trovi il fruttivendolo, il macellaio e il panettiere. In questo modo hanno vinto la sfida con
la gdo». Il fondatore di Afc non risparmia un altro affondo alle
grandi catene quando si parla di servizio: «Quando i fatturati
hanno iniziato a calare, i grandi marchi hanno ridotto il personale per risparmiare, ma diminuendo il numero di addetti
peggiora il servizio. Invece il cliente pretende il servizio e può
trovarlo solo nel piccolo negozio».
Adding value with restaurants
La ristorazione per creare valore
Carrefour Asia’s former fresh-food head thinks big retail can best survive with restaurant service in retail
outlets. «The space is there and so’s the raw material
as they can use foods beyond best-by date that would
otherwise be wastage. If you sell produce, you can offer freshly squeezed juices, smoothies, even individual
portions of washed and sliced fruit». Note too that food
service is a trade worth billions in Italy. It’s a profitspinner. Look at Market Cafè in the US and Lidl Garden
in Belgium to see what can be done.And if you ask him
about Amazon’s selling produce on-line, De Brabander
wastes no words. «It won’t fly. You can’t buy fruit and
vegetables without sensory input. You have to see,
smell and touch things you can’t do in front of a PC».
L’ex responsabile del fresco per Carrefour in Asia ritiene che
per sopravvivere la gdo deve mettersi a fare ristorazione all’interno dei punti vendita: «Gli spazi ci sono e anche la materia
prima: quella non più vendibile, che altrimenti andrebbe buttata. Chi vende ortofrutta può proporre spremute e frullati o
preparare frutta lavata e tagliata in porzioni singole».
Del resto il mercato della ristorazione veloce vale miliardi in
Italia, bisogna sfruttarlo, come hanno fatto molti marchi in diversi paesi: Market Cafè negli Usa o L’orto Lidl in Belgio.
E se gli si chiede delle vendite on line di frutta e verdura messe in piedi da Amazon, De Brabander risponde secco: «Non
funzionerà. L’acquisto di frutta e verdura non può prescindere
dall’aspetto sensoriale: bisogna guardare, annusare e toccare, tutte cose impossibili da fare davanti a un pc».
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
56
BIG RETAIL / GDO
Produce shoppers
turn back to bulk
Spesa, per l’ortofrutta
si torna
allo sfuso
i risparmia e si dà una mano
all’ambiente. Fino a qualche anno fa era una sorta di
esperimento da molti tacciatto di ideologismo. Oggi è una tendenza a rapida diffusione. Lo
L shopping alla spina si sta diffondendo in tutta Europa. L’ultimo esempio di supermercato senza
packaging è a Berlino, e il suo nome, Original Unverpackt
(spacchettato), non lascia spazio a errate interpretazioni.
Anche in Italia questo tipo di vendita al dettaglio sta trovando
terreno fertile, soprattutto per i freschi. A Torino e Roma ci sono
negozi targati col franchising “Negozio leggero”; poi c’è “Fcorta” (dove F sta per filiera). Aperture sono previste anche al sud.
Chiari i vantaggi: i prodotti sfusi costano meno e senza imballaggi, calano i rifiuti.
S
by / di Daniela Utili
ou save money and do the environment a favour.
Just a few years ago it was a kind of experiment
many saw as ideologically tainted. But today
it’s a rapidly spreading trend. ‘Zero-package
shopping’ is alive and well in Europe. The latest example
is the Original Unverpackt (unpackaged) supermarket in
Berlin, a name that leaves no room for mistaken identity.
This retail format is also finding fertile terrain in Italy, especially for fresh foods. For instance, there are several
shops in Turin and Rome under the “Negozio leggero”
(light-weight shop) franchising logo and the sign “Fcorta”
Y
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Un modello unico
Unica nel suo genere è L’Ape Bianca, nata nel maggio 2012 a
Forlì, con un’impostazione che è andata oltre la spesa alla spina.
Sul modello del piccolo centro commerciale, propone un’offerta
integrata di prodotti e servizi (alimentari e non) basata su un minimo comune denominatore: l’ecosostenibilità. Tutto quello che
BIG RETAIL / GDO
49%
+
(short pipeline). Openings in the south are coming. The
advantages are easy to see: unpackaged bulk products
cost less and make for less waste.
One of a kind
Ape Bianca (White Bee) is truly one-off. Opened at Forlì
in Emilia-Romagna in 2012, it has a format that goes well
beyond bulk dispensers. Using a boutique mall model, it
combines food and non-food items and services under
the minimum common denominator of eco-sustainability. Everything you see inside its 1,100 square metres,
including the nearly 200 of the ‘biobottega’ shop selling
unpackaged, 0-km, ecological, organic foods and detergents from dispensers, comes from recycling from the
building materials of the shops themselves to the few
packaging containers allowed. There you’ll find the fashion and green design shop, natural cosmetics in the Bella
Bio shop, the “Ben Essere” (Wellness) area and, if you’re
rise in receipts of the Ape
Bianca shops in the last
9 months
l’incremento del fatturato del
negozio gestito dall’Ape Bianca
negli ultimi nove mesi
si trova all’interno dei 1.100 metri quadrati dello store, di cui circa
200 dedicati alla biobottega, con prodotti alimentari e detersivi
biologici, ecologici, alla spina, e a km zero, proviene da riciclo:
dai materiali con cui sono stati realizzati i diversi negozi ai pochi
imballaggi consentiti. Si può trovare la bottega di moda e design
green, la cosmesi naturale nel negozio Bella Bio, l’area “Ben Essere” e, se si è affamati, il bistrot Verdepaglia.
La scelta sembra essere stata vincente: «Il fatturato è aumentato del 49% circa negli ultimi 9 mesi» afferma Alice Cubeddu,
vicepresidente di Ecoliving, la cooperativa sociale che ha ideato e gestisce l’Ape Bianca.
Il bello di servirsi da soli
Il fiore all’occhiello è la biobottega, dove salta agli occhi lo schieramento di dispenser e barattoli da cui ognuno può servirsi nella
quantità desiderata: diverse qualità di riso e cereali, pasta, legumi, farine e sale, semi, frutta secca, spezie e una vasta scelta di
vini, birre artigianali, olio e aceto, tutti da mescere direttamente.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
57
58
BIG RETAIL / GDO
hungry, the Verdepaglia bistro.
Given the way it’s been going since it first
opened, Ape Bianca appears to be a real
success story. «Our growth curve gets
stronger month after month and receipts
have risen about 49% over the last three
quarters» said Alice Cubeddu, Vice-president of Ecoliving, the social cooperative
that devised and manages Ape Bianca.
The beauty of self-service
The centre-piece here is obviously the
organics ‘biobottega’, where your eye is
immediately attracted to the shop’s array
of dispensers and jars that let you choose
what you want in the amount desired various kinds of rice and grains, pasta, beans,
flours, salt, seeds, nuts, spices and a vast
selection of white and red wines, artisanal
beer, oil and vinegar, all to be mixed on
the spot.
Every product is strictly organic, including the fresh and extra-fresh foods that
local producers deliver for sale every day in vans of low
environmental impact whenever possible. So the supply
chain is short and transport costs are low. And twice a
week eight producer-suppliers sell their items directly under the pergola produce, meat, cheese, dairy products,
honey.
Ogni prodotto è rigorosamente biologico, compresi i freschi e
freschissimi che si possono trovare ogni giorno, portati dai produttori del territorio. Filiera corta, quindi, e riduzione dei costi di
trasporto che, quando è possibile, viene realizzato con mezzi a
basso impatto ambientale. Due volte alla settimana, poi, sotto il
pergolato, otto produttori-fornitori vendono direttamente la loro
merce: ortofrutta, carni, formaggi e latticini, miele.
Rule no. 1: common sense
While “low environmental impact bulk” shopping has its
advantages, how can it meet the demands of a life-style
that places a lot of added value on ‘ready-to-eat’ foods?
Well, things are not just black or white even for those who
choose this kind of shop.
«We can’t be extremists – noted Cubeddu. – You must
be able to meet people’s needs. For instance, you can’t
pretend that celiac disease doesn’t exist, and our organic
line of these foods is packaged because the law requires
it. Or take mozzarella. You can’t sell it unpackaged. To be
sure, you’ll never find in our biobottega shop products
in plastic bags or containers. We package some of them
ourselves: we hire disadvantaged persons to shell peas,
green beans and broad beans. Our ready-to-eat foods
are in recyclable paper or mater-bi bags».
In short, there’s more than one way to package and packaging too can be environmentally friendly.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Prima regola: il buon senso
Se lo “sfuso e a basso impatto ambientale” ha i suoi vantaggi,
come si concilia con le esigenze dettate da uno stile di vita che
attribuisce al “pronto da mangiare” un enorme valore aggiunto? L’alternativa non è così rigida, anche per chi fa scelte come
questa. «Non possiamo essere integralisti – afferma Cubeddu –
bisogna fare i conti con le esigenze delle persone. Ad esempio,
c'è il problema della celiachia e la nostra linea bio per celiaci è
confezionata, perché la legge lo impone. Oppure, se vogliamo
offrire ai nostri clienti la mozzarella, non possiamo venderla sfusa. Certo è che alla biobottega non si troveranno mai prodotti
in sacchetti o contenitori di plastica. Alcuni li confezioniamo noi:
facciamo inserimento per persone disagiate che sgranano piselli, fagioli e fave. I prodotti pronti sono in sacchetti di carta o di
mater-bi, quindi riciclabili».
Insomma, c’è modo e modo di confezionare e anche il packaging può essere amico dell’ambiente.
60
BIG RETAIL / GDO
Fresh is served
Il fresco è servito
by / di Davide Bernieri
ooking for a fast-food eatery offering wholesome,
fresh and natural food for every eating occasion?
Viva is it. A pret a manger salad-bar chain that’s
just opened its third outlet in Milan, Viva gives the
US-bred model a fresh twist by tweaking it with salads
and other dishes featuring grains, whole-wheat pasta,
cold and hot soups, and fruit-filled yogurt, all incorporating fresh ingredients in season. Customers can mix the
salads they want choosing from the ingredients on offer
L
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
n fast food che offe cibo buono, fresco e naturale per tutte le occasioni di consumo: è Viva, catena di insalaterie pret a manger che ha aperto
il suo terzo punto vendita a Milano, ricalcando
la tradizionale formula del cibo veloce made in Usa, ma
declinandola su insalate e altre pietanze a base di cereali,
pasta integrale, zuppe calde o fredde e yogurt con frutta,
partendo solo da ingredienti freschi e di stagione. Il cliente può comporre a piacimento la propria insalatona scegliendo tra diversi ingredienti e poi consumarla al tavolo
oppure portarla in ufficio o a casa, secondo un format
pensato non solo per i vegetariani, ma per tutti coloro
che vogliono un pasto leggero, fresco e di alta qualità a
un prezzo abbordabile.
U
62
BIG RETAIL / GDO
and eat it at a table or take it home or to the office. It’s a
formula designed as much for vegetarians as for anyone
who wants a light meal of fresh, high-quality food at affordable prices.
Flavour and health
«Viva – said Corrado Menozzi, who hit on the idea with
Giuseppe Parolini – came about almost as a joke. The two
of us started brainstorming and knocking ideas back and
forth. Both of us have a passion for cooking and wanted
to bring something new to the city of Milan. We started
from the idea that healthy meals all too often mean tasteless ones, no colour, no creativity, and paying sky-high
prices for them. We took our cue from convenience eateries that do well in other countries but have a hard time
taking off in ours. What we saw in cities like London, Paris
and New York taught us that a good take-away establishment offering genuinely fresh foods can be a winner if
you’re organised and manage it properly. The challenge
is to put together a package that blends high-profile efficiency, creativity, style and especially primary ingredients
that you find only in our country».
But you can also have sandwiches and tramezzini, all
made with quality fillings, including the bread. Anoth-
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Gusto e salute
«Viva – dichiara Corrado Menozzi, ideatore del format
insieme a Giuseppe Parolini – nasce quasi per gioco,
dai discorsi e dagli scambi di idee di due ex colleghi
uniti dalla passione per la cucina e dal sogno di realizzare qualcosa di nuovo nella metropoli milanese. Siamo
partiti dalla constatazione che mangiare sano, in troppi casi significa rinunciare a gusto, colore e creatività
o rassegnarsi a pagare prezzi improponibili. Ci siamo
ispirati a locali di somministrazione che all’estero funzionano bene ma che nel nostro paese faticano ad affermarsi. Proprio le esperienze in città come Londra,
Parigi e New York ci hanno insegnato che locali con
una proposta prettamente take away, che partono da
prodotti freschi, possono essere replicati, se organizzati e gestiti in maniera efficiente. La sfida sta nel coniugare questi livelli di efficienza con la creatività, lo stile
e soprattutto materie prime che solo nel nostro paese
possiamo trovare».
Non mancano panini e tramezzini, tutti realizzati partendo da ingredienti di qualità, pane compreso, mentre un
altro punto di forza dei locali sono frullati e centrifugati
di frutta, rigorosamente di stagione. Lo yogurt arriva da
un’azienda agricola della provincia di Milano (Passoni
BIG RETAIL / GDO
er forte of Viva’s eateries is
smoothies and fruit shakes with
in-season ingredients only. The
yogurt comes from the Passoni
di Bellinzago dairy farm in Milan Province, and home-made
deserts and a coffee bar round
out the meals. Everything is
freshly made daily and preservative-free. Naturally, there is a
delivery service bringing Viva
foods in low environmental impact packaging to home or office that covers all of Milan.
Entrance to the establishment in Largo Porta Lodovica in Milan
L'ingresso del locale in largo di Porta Lodovica a Milano
Layout, simple and green
Viva eateries feature a layout underscoring the chain’s
“green” credentials: simple and linear, natural materials
everywhere to emphasise their proximity to nature, including dried-grass panelling of the counter and recycled
wood from old hilltop farms for the furnishings. A model
for export: «We wouldn’t mind – concluded Menozzi – replicating viva in other cities, whether in Italy or abroad, so
long as we can keep top quality in the foods on offer».
di Bellinzago), completano
l’offerta caffetteria e dolci di
produzione casalinga. Tutto
rigorosamente “di giornata”
e senza conservanti. Naturalmente è attivo anche un
servizio di delivery che copre
tutta Milano, per ricevere direttamente a casa o in ufficio
i prodotti Viva confezionati
in pack a basso impatto ambientale.
Layout semplice e green
Il layout del locale rispecchia il posizionamento “green”
della catena e punta sulla massima semplicità e linearità, con l’uso di materiali naturali a sottolineare la vicinanza alla natura: pannelli d’erba essiccata utilizzati per
rivestire il bancone o il legname recuperato da vecchie
cascine di montagna per comporre gli elementi di arredo. Un format da esportare: «Non nascondiamo – conclude Menozzi – che ci piacerebbe replicare Viva in altre
città, in Italia o all’estero, a patto di poter mantenere il
presidio costante sulla qualità dei prodotti offerti».
63
64
BIG RETAIL / GDO
A showcases
asparagus
and radicchio
Una vetrina
per asparagi e radicchio
by / di Davide Bernieri
romoting local produce via prompt priming of
the supply pump to the big chains is the idea
behind Dai Nostri Dintorni (From around here).
Thought up by Iper La Grande I supermarkets, it
is intended to recoup forgotten rural traditions and meet
the increasing demand for environmentally sustainable
P
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
romuovere i prodotti ortofrutticoli del territorio attraverso una presenza più puntuale anche sul canale
moderno, fino a qualche tempo fa sinonimo di basso
prezzo e qualità mediocre. Questo lo scopo dell’iniziativa “Dai Nostri Dintorni” lanciata dalla catena di supermercati “Iper, la grande I”, per sostenere il recupero delle tradizioni
rurali perdute e dare risposta alla richiesta di maggior sostenibilità nei confronti dell’ambiente anche nei consumi, riducendo
gli sprechi, per ritrovare un rapporto più diretto con l’origine di
quello che mangiamo.
Non si tratta di un’operazione nostalgica, oggi la gdo è ritenu-
P
66
BIG RETAIL / GDO
LOCAL GOES GLOBAL VIA
TECHNOLOGY
CON LA TECNOLOGIA IL LOCALE DIVENTA
GLOBALE
Trial runs of EcoOrt, a system for transporting fresh produce throughout the world are at a crucial stage. Using an
ionisation-based technology of passive refrigeration, it is
designed to keep produce appearance, firmness and flavour properties intact over long hauls. EcoOrt will make it
possible to export Veneto radicchio to far-off key markets
like Russia, China, Australia and Japan, thereby increasing business while cutting transport costs.
Entra nel vivo la sperimentazione del sistema EcoOrt che permette il
trasporto di ortaggi freschi in tutto il mondo, attraverso una tecnologia di refrigerazione passiva basata sulla ionizzazione che permette
una lunga conservazione dei prodotti, dall’aspetto alla consistenza
e le caratteristiche organolettiche. Ad esempio EcoOrt permetterà di
spedire il radicchio veneto tipico in importanti mercati lontani come
Russia, Cina, Australia e Giappone, permettendo un abbattimento
dei costi di trasporto e un incremento del business.
consumption, for reduction of food wastage and for a
more direct rapport with the land our food comes from.
This is no nod to nostalgia. Today the big retail chains,
seen not so long ago as purveyors of food at low prices
and of mediocre quality, are now the key sales vector for
local foods at home and even a driving force for their success in export markets. Consumers also perceive local
products as safer, another important factor when making
choices about what to put in their trolleys.
ta uno dei veicoli più importanti per diffondere le produzioni a
forte connotato locale, che rappresentano una delle possibili
chiavi di successo dell’agroalimentare tipico italiano. Anche per
l’export. E poi i prodotti locali sono percepiti dai consumatori
come più sicuri, un'altra caratteristica sempre più importante
nel determinare le scelte d’acquisto.
Niche items beside best sellers
One example of the ties between big retail and local producers can be seen at the Iper La Grande I’s outlet in
Castelfranco Veneto. Here, in Treviso Province, the spotlight shines on PGI Badoere asparagus and PGI Treviso
radicchio. These mutually inclusive ties set up a double
feedback loop. On the one hand selling local produce
boosts the image of the outlet, its produce department
and its reputation with consumers who are looking for flavour and what’s fresh for their supermarket trolleys while
encouraging a more educated, seasonally orientated
kind of shopping. On the other, they bring growers closer
to and raise their visibility in the marketplace. White and
green PGI Badoere asparagus, which are really small
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Prodotti di nicchia in grandi reparti
Un esempio di questa connessione sempre più stretta tra distribuzione moderna e produttori locali di specialità si può vedere all’Iper la grande I di Castelfranco Veneto (TV), nel quale
l’iniziativa ha tra i prodotti di punta gli asparagi di Badoere Igp e
il radicchio di Treviso Igp.
Questa collaborazione ha una duplice ricaduta: da un lato la
presenza di ortaggi e frutta locali valorizza il punto di vendita, impreziosisce il reparto ortofrutta e funge da richiamo nei
confronti dei consumatori, che ricercano gusto e freschezza
anche nei prodotti acquistati in gdo, educandoli a un consumo più consapevole e orientato dalla stagionalità. Dall’altro la collaborazione con la distribuzione moderna innalza la
connessione degli agricoltori con il mercato, aumentandone
la visibilità. Come nel caso degli asparagi bianchi e verdi di
Badoere Igp, una piccola produzione di nicchia, circa 150
tonnellate il raccolto del 2013. Il radicchio di Treviso è forse
BIG RETAIL / GDO
niche items as only 150 thousand tons were marketed in
2013, are a good case in point. Another one, although it is
perhaps more widely known, is Treviso radicchio.
«Our results – said Iper’s produce sales manager Gianluca Ciccarelli – are always good, always solid. Sales keep
rising because local produce items attract consumers
and arouse their curiosity. In the end, they have the power to convince consumers to give them a try. Then, too,
we also provide all the essential details about produce
provenance, quality and intrinsic properties».
More information and ideas, more sales
If information is important in encouraging consumers to
buy local items, which may cost a little more, so are cooking tips as these foods are not very familiar fare outside
their native environs. This viewpoint can change the way
you display produce by looking to category management.
For example, placing next to a local item being promoted
others like ‘ingredients’ helpful in cooking it boost its value.
«In fact – concluded Ciccarelli – that’s how we advertise our
produce items, their quality and freshness. The message to
consumers is that what they see is good, it comes from the
soil, and they may even know the farm where it grew».
più conosciuto, ma resta un prodotto locale che ha bisogno
di essere valorizzato.
«I risultati sono sempre positivi – spiega il responsabile vendite ortofrutta dell’Iper Gianluca Ciccarelli – lievitano gli acquisti
perché il prodotto in esposizione attira, incuriosisce, fa venire
voglia di provarlo, tanto più che sono fornite informazioni essenziali su origine, qualità e proprietà».
Più informazioni e idee per vendere
Per convincere i consumatori ad acquistare i prodotti tipici,
che magari costano un po’ di più degli altri, è importante fornire informazioni, ma anche spunti di utilizzo in cucina, perché
si tratta di cibi difficilmente conosciuti al di fuori dei propri territori d’origine. In questo modo anche l’esposizione degli ortofrutticoli tipici può essere influenzata in un’ottica di category
management, per esempio accostando al prodotto oggetto
della promozione anche altri “ingredienti” necessari per cucinarlo e valorizzarlo.
«Così – conclude Ciccarelli – noi comunichiamo i nostri prodotti, la loro qualità, la loro freschezza e diamo un messaggio al consumatore per dirgli che quello che vede è buono,
viene dalla terra, può persino conoscere l’azienda dove è
stato coltivato».
67
68
Italy acts
on
Fresh-cut
L’Italia ha una
legge sulla
IV Gamma
by / di Jessika Pini
taly is the first EU member to enact legislation for the
Fresh-cut trade. Act no. 77/2011 regulating the processing, packaging and retail distribution of Freshcut produce took effect in late June, and businesses have a year to comply. It specifies sanitary-hygiene
standards for processing and distribution and introduces
new labelling criteria so consumers know what product
they’re buying and what’s in it, as well as how to eat and
store it once open, whether it’s ready-to-eat or needs
cooking, and sell-by date. It also covers the cool chain,
I
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Italia è il primo paese europeo a dotarsi di una legge sulla IV gamma. A fine giugno è stato emanato il
decreto attuativo della legge n° 77/2011 sulla preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei
prodotti ortofrutticoli di IV gamma. Le aziende hanno un anno
per adeguarsi. Il decreto chiarisce i parametri igienico sanitari
da rispettare nel ciclo produttivo e nella distribuzione, introduce
nuove informazioni in etichetta che rendono immediatamente
evidenti al consumatore le caratteristiche del prodotto, come
diciture obbligatorie e omogenee che esplicitano le modalità
d’impiego e di conservazione dopo l’apertura della confezione,
la caratteristica di pronto utilizzo tal quale o cucinato e la data
di scadenza. Stabilisce, inoltre, che deve essere rispettata la
catena del freddo, mantenendo il prodotto a una temperatura
inferiore a 8 °C a partire dalle celle frigorifere degli stabilimenti di
L’
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stipulating that products must be kept below 8°C from
processors’ premises to retail shelves, and makes ecopackaging compulsory.
produzione, fino agli scaffali della distribuzione e introduce l’obbligo di usare imballi ecocompatibili.
Più informazioni e sicurezza
More information and safety
The Act clarifies the difference between unwashed packaged vegetables and their washed, packaged and readyto-eat Fresh-cut counterparts: no compulsory sell-bydate for the former but there is for the latter. Fresh-cut
packaging must also indicate storage temperature and
that products are to be consumed within two days of
opening. The Act’s details include product type, minimum
standards defining who is and is not a Fresh-cut processor, one example being the need for two washing tubs.
«The associated businesses of Aiipa Fresh-cut – said the
La normativa contribuisce a fare chiarezza sulla distinzione tra
verdura imbustata di I gamma (da lavare) e quella di IV gamma
(già lavata e pronta per il consumo). Nel primo caso non è obbligatoria l’indicazione della data di scadenza, mentre lo è sulla
referenza di IV gamma. Sulla busta fresh cut dovranno inoltre
essere date indicazioni sulla temperatura di conservazione e sulle modalità di gestione del prodotto, da consumare entro due
giorni dall’apertura. Vengono date indicazioni di tipo produttivo,
sui requisiti minimi degli stabilimenti per essere considerati trasformatori di IV gamma, come per esempio la presenza di almeno due vasche di lavaggio.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
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group’s chair Domenico Stirparo – account for 85% of
Italy’s production and will not have to bear the costs
of compliance because ten years ago we adopted as
compulsory for our members everything contained in
the new Act».
Before the enactment, Italy and the other EU countries
complied with the general standards for fresh produce.
«The fresh-cut trade – added Stirparo – is very particular
in that the ingredients it uses like baby-leaf greens have
variety traits that differ from those of fresh bulk produce».
«Gli associati di Aiipa IV gamma – afferma il responsabile del
gruppo Domenico Stirparo – equivalenti all’85% della produzione italiana, non dovranno sostenere particolari costi di adeguamento poiché da dieci anni abbiamo adottato linee obbligatorie
per gli associati, che comprendono già quanto indicato dalla
legge 77/2011». In Italia, prima della legge e negli altri paesi europei si seguono le norme generali sui prodotti freschi. «Ma la
IV gamma – aggiunge Stirparo – è un settore molto specifico a
partire dalla materia prima che ha caratteristiche varietali (baby
leaf) diverse da quella destinata alla I gamma».
Shelf-life standards next
Ora serve la shelf life minima garantita
Italy is the EU’s leading exporter of produce for the freshcut trade. One of the best suited growing districts is Piana del Sele in Campania, and the UK, Austria and Germany are leading markets.
L’Italia è il principale esportatore di ortofrutta destinata al fresh
cut in Europa. Tra le aree più vocate la Piana del Sele in Campania, e tra i principali mercati Gran Bretagna, Austria e Germania.
«Le nuove regole – commenta Gianfranco D'Amico, presidente
More safety: product
packaging must
include sell-by date
and storage
instructions
Più sicurezza: sulle buste
dei prodotti dovranno
essere riportati la data
di scadenza e le modalità
di conservazione
«The new rules – noted Gianfranco D'Amico, President of
Aiipa Fresh-cut – promote the role and position Italy has
earned in the EU market».
To further streamline the supply chain, Aiipa has been lobbying for a minimum guaranteed shelf-life for a while now,
a proposal based on estimated market demand that, in
Stirparo’s view, would be a perfect fit with the new law
a sit would strengthen producer-distributor relations.
«The idea is to convince big retail so as to get the entire
supply chain to comply with the cool chain standards. A
minimum guaranteed shelf-life means processors will no
longer have to handle unscheduled orders and so will always be able to supply products that have been handled
at their best quality conditions, including stabilising time.
We hope to see everyone complying with the new law and
that the big chains see the benefits of Aiipa’s proposal».
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
di Aiipa IV gamma – valorizzano il ruolo e le dimensioni acquisite
dall'Italia nell’ambito del mercato unico europeo».
Per migliorare l’efficienza della filiera, Aiipa ha proposto da tempo
l’applicazione della shelf life minima garantita, un modello basato
su valutazioni previsionali della domanda che, a detta di Stirparo,
sarebbe un’integrazione perfetta al decreto, perché contribuirebbe a migliorare il rapporto tra produzione e distribuzione: «È lo
strumento che proponiamo alla gdo per garantire a tutta la filiera
la conformità della norma della catena del freddo. Con la shelf life
minima garantita le aziende di lavorazione non dovranno più affrontare richieste impreviste di maggior prodotto e saranno quindi
capaci di offrire sempre una materia prima lavorata al massimo
della sua condizione qualitativa perché in grado di poter rispettare sempre i tempi di stabilizzazione. Auspichiamo che ci sia una
sostanziale adesione al decreto e alla strategia commerciale proposta da Aiipa da parte della distribuzione moderna».
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Almaverde’s ready-to-eat organics line
La linea ready to eat di Amaverde bio
Organics
a winning hand
Biologico, la carta
è vincente
by / di Daniela Utili
ashed, sliced, ready-to-eat and residuefree organics may hold the winning card to
revitalise the fortunes of a fresh-cut trade
that has slumped in the last three years. It
is a gambit that finds support in the positive trend of organic produce and of certified foods in general, despite
their higher prices and an economic crisis that has significantly curtailed consumer spending.
W
As Coop sees it
At the Cibus trade show, Coop Italia emphasised this
window of opportunity by suggesting that the Fresh-cut
sector should also take advantage of the success of organics.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
avata, tagliata, pronta da mangiare e senza residui. Potrebbe essere il biologico la carta vincente da giocare
per risollevare le sorti della IV gamma che, negli ultimi
tre anni, ha segnato una flessione. L’ipotesi trova fondamento nel trend positivo di frutta e verdura bio e in generale
degli alimenti certificati, nonostante i prezzi più alti e, soprattutto, in un quadro di crisi economica che ha ridotto significativamente i consumi.
L
Il punto di vista di Coop
Così, in occasione di Cibus, Coop Italia ha messo sul piatto
della bilancia tutto il peso di questa opportunità suggerendo di
cavalcare anche in IV gamma il successo del biologico.
«Il totale delle vendite a volume di IV gamma verdure – spiega Marco Malferrari, responsabile freschi della direzione prodotto a marchio – sono state negli ultimi due anni in leggera
flessione (-2,5%). Quelle del marchio Coop sono state stabili
(+1/2%), mentre quelle del Vivi Verde sono cresciute del 6,5%».
Attualmente le referenze Vivi Verde sono 4 su un totale di 31
74
«Total sales by volume of Fresh-cut organic vegetables
– noted Marco Malferrari, the company’s private label
fresh-food manager – have sipped a slight 2.5% over
the last two years. While our Coop brand sales have
held steady at 1/2% up, those of Vivi Verde grew 6.5%».
There are 4 Vivi Verde items out of a total 31 under the
Coop label and the potential room for expansion is
clearly there.
«For example, while most of our Vivi Verde line is of the
single-variety type, the mixed ones (46% share) are the
best performing segment. It’s a profile that shows pretty
good growth potential for organics».
Almaverde, innovation first
Almaverde took this opportunity to heart. A pioneer of
organics in many sales categories, the company’s Freshcut items are registering growth in Italy and abroad.
«I think we’re the only company selling Fresh-cut organics nation-wide – said CEO Paolo Pari. – So we’re
convinced that a product here must be innovative, conceptually advanced and of high service content. Clearly, while this kind of approach can help boost sales, it
won’t overcome the trade’s overall slump. There are
many other factors to contend with, from quality to innovation. Another segment where organics appears to
have growth potential is premium bulk produce. Tender
leafy greens that are chopped but not washed are an
example. We’ve already started selling 4-5 such items in
tubs under promotion and they’re doing well».
Yet there is much work still to do even where innovation is concerned since even the increase in Fresh-cut
organics sales is not comparable to the increase their
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
Plastic packaging is not for organics consumers: more ecological
solutions are needed
Il packaging plastico non piace ai consumatori di biologico: occorrono
soluzioni più eco
a marchio Coop ed è evidente quanto possa essere ampia la
possibilità di sviluppo. «Ad esempio, con Vivi Verde siamo presenti soprattutto nelle “monovarietà”, mentre il segmento più
significativo è quello delle “miste” (incide per il 46%). In questo
quadro, il biologico ha un discreto potenziale di crescita».
Almaverde, serve innovazione
Un’opportunità accolta a braccia aperte da Almaverde, azienda pioniera del bio in tante categorie commerciali, che anche
per la IV gamma registra un trend di crescita non solo in Italia,
ma anche all’estero.
«Penso che siamo gli unici a distribuire la IV gamma bio su tutto
il territorio nazionale – afferma il direttore Paolo Pari – quindi
siamo convinti che occorra puntare su un prodotto innovativo,
evoluto e ad alto servizio come questo. Certo è che una scelta
del genere può aiutare ad aumentare le vendite del comparto,
ma non risolve lo stallo in cui si trova. Bisogna fare attenzione
anche a tanti altri aspetti, dalla qualità, all’innovazione. C’è un
altro comparto dove il bio può offrire molte possibilità di crescita: la I gamma evoluta bio. Ad esempio, le insalate tenere,
sfalciate e non lavate; noi abbiamo già messo in commercio
4-5 referenze di questo genere in bauletto e con valore promozionale: stanno funzionando».
E, a proposito di innovazione, occorre rimboccarsi le maniche
perché se è vero che c’è stato un incremento nelle vendite della
IV gamma bio, non è paragonabile a quello del convenzionale di
qualche anno fa.
75
conventional counterparts rang up a few years ago.
Packaging pitfall
«This may be due to a certain ideological divide that often attaches to industrially processed products – said
Roberto Maresca, of Ccpb’s office of inspection and
certification. – Even the idea of plastic packaging is
anathema to regular consumers of organics. Many companies are trying to overcome this hurdle using bags
and punnets of Pla, a polymer of renewable plant origin
that is 100% biodegradable and compostable. This kind
of upgrading coupled with greater consumer awareness that Fresh-cuts can also help to reduce wastage
from initial handling to discard management should help
Fresh-cut organics to increase their market share».
Federbio (Italian Federation for organic and biodynamic agriculture) is of the same idea. «Fresh-cut organics have yet to develop to their full potential, although
growth will not likely be exponential. They still suffer
from being generally perceived as more of a processed
product and so still seen as somewhat less natural than
uncut fresh produce».
Penalizzati dal packaging
«Forse ciò è dovuto alle reticenze di carattere ideologico che
spesso riguardano i prodotti processati industrialmente –
afferma Roberto Maresca, dell’ufficio attività di controllo e
certificazione del Ccpb –. Anche il concetto di packaging
plastico risulta indigesto agli abituali consumatori del biologico: per superare questo ostacolo molte aziende stanno
realizzando buste e vassoi in Pla, un polimero di origine vegetale ricavato da materie prime rinnovabili, biodegradabile al 100% e compostabile. Con questi accorgimenti e una
maggior consapevolezza dei consumatori che la IV gamma
possa aiutare a ottimizzare gli sprechi (da quelli collegati alla
lavorazione dell’ortofrutta, fino ad arrivare alla gestione degli
scarti), anche il biologico di IV gamma potrà incrementare il
proprio mercato».
Una tesi condivisa da Federbio (Federazione italiana per l’agricoltura biologica e biodinamica) secondo cui «la IV gamma
bio non ha ancora sviluppato tutte le potenzialità, ma probabilmente non aumenterà in modo esponenziale. Sconta
il fatto che è ancora generalmente percepita un po' come
prodotto più processato e quindi, in qualche maniera meno
naturale di un prodotto fresco uncut».
FOTO CIBUS YOUEXPO
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Cibus Tec-Food pack
2014 fully booked
Cibus Tec-Food pack 2014
ha già fatto il pieno
by / di Duccio Caccioni
lthough it will run from 28-31 October in Parma, the Cibus Tec-Food Pack 2014 show is a
success even before it opens. All the exhibition space had been booked by June. And,
thanks to the new Food Pack and Tecno Meat sections,
all the new high-tech food processing and packaging
lines will be on display. The show’s agenda is also full
A
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
ibus Tec – Food Pack 2014 la manifestazione che
si terrà a Parma dal 28 al 31 ottobre 2014 è già
un successo ancor prima di cominciare. A giugno
gli spazi espositivi erano già esauriti. In più grazie
alle nuove sezioni Food Pack e Tecno Meat, quest’anno alla
grande fiera si potranno vedere tutte le tecnologie del food
processing e del packaging. L’agenda è ricchissima, con una
lunga serie di convegni arricchiti da letture serali, in totale oltre
30 appuntamenti. Molte le sezioni che interessano il comparto del fresco ortofrutta: dal packaging alle bio plastiche fino a
tutto il settore della IV gamma (Fresh Point Magazine coordinerà un grande meeting tecnico internazionale). Il cuore della
C
FOTO CIBUS YOUEXPO
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to the brim with an array of more than 30 conferences
garnished with evening readings. Many sections too will
be showcasing fresh produce: from packaging with bioplastics to everything that’s Fresh-cut (Fresh Point Magazine will chair a big international trade meeting). The
show’s core is still its profusion of business meetings that
attract operators from all over the world, a core that this
year will see more than 500 experts from every continent
focusing on key areas of potential industry growth.
Italy in the high-tech front row
Cibus Tec-Food Pack is changing the geography of food
industry high-tech shows thanks to the deal between
the Fiere di Parma and Cologne’s Koelnmesse convention centres. The deal will provide the high-tech industry linked to the food & beverage trade an extraordinary
public: the vast reservoir of food companies that exhibit
at Anuga and Cibus, the first and second-ranking food
trade shows in the world. Nor has it come about by accident since Italy is the world’s second leading exporter of
food handling lines with a market share of 25.5% behind
Germany with 28.2%, and Italy’s industry has posted an
annual 7.9% growth rate since 2009.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014
manifestazione rimangono gli incontri business tra operatori
di tutto il mondo, che sarà focalizzato sulle principali aree di
sviluppo potenziale, cui hanno già aderito oltre 500 addetti
provenienti da ogni continente.
Italia in prima fila sulla tecnologia
Cibus Tec - Food Pack sta già cambiando la geografia delle fiere
dedicate alle tecnologie del settore agroalimentare - grazie all’accordo strategico siglato tra Fiere di Parma e Koelnmesse (Fira di
Colonia) che offrirà all’industria delle tecnologie legate alla filiera
del food & beverage una audience straordinaria: l’enorme platea delle aziende alimentari che partecipano ad Anuga e Cibus,
rispettivamente prima e terza nello score delle fiere dedicate al
food nel mondo. Una strategia non casuale, se è vero che l’Italia
è il secondo paese esportatore al mondo di macchinari per il
cibo (25,5% del mercato mondiale) dopo la Germania (28,2%)
e l’industria italiana specializzata nei macchinari dal 2009 ha un
tasso di crescita medio annuo del 7,9%.
Un calendario ricco di appuntamenti
Non solo esposizione fieristica, ma piattaforma completa al
servizio di tutti gli operatori del settore, Cibus Tec-Food Pack
offrirà un ricco calendario di convegni che metteranno al centro
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A strong events calendar
Trade show-cum-full service business platform, Cibus
Tec-Food Pack is a cornucopia of conferences spotlighting industry challenges: food safety and wastage,
sustainability, logistics and the new packaging frontiers.
Important here will be the international congress of the
European Hygienic Engineering & Design Group, 30-31
October, and “TechAgrifood: Euromediterranean Business Meetings”, for the produce, wine-viticulture, grain
and oilseed trades and innovations in processing and
packaging. Cibus Tec will also host the World Food Forum. A project of the Emilia-Romagna regional authorities
for Expo 2015, it seeks to set up an international R&D
think tank-cum-hub to boost the competitive edge of
Italian and EU businesses in the global marketplace. The
WFF meeting will take up food safety and quality.
Also with a nod to Expo 2015 is “Looking forward to Expo
2015 – Leftovers, Bio products and food waste: new industry and growth opportunities for agri-businesses”.
Slotted on 29 October and held jointly with Parma University, the conference will seek to chart emerging market
trends, and the opportunities they offer, driven by new
food processing ideas.
le future sfide del comparto agroalimentare: sicurezza e sprechi, sostenibilità, logistica, e le nuove frontiere del packaging.
Importanti contributi arriveranno dal congresso internazionale
dell’Ehedg (European Hygienic Engineering & Design Group)
del 30 e 31 ottobre e dal “TechAgrifood: Euromediterranean
Business Meetings”, corposo programma di incontri B2B rivolti
alle imprese della filiera ortofrutticola, vitivinicola, cerealicola e
olearia che offrono e ricercano tecnologie innovative nell’ambito della trasformazione e del confezionamento. Cibus Tec sarà
poi la terza tappa del World Food Forum, il progetto realizzato
dalla Regione Emilia-Romagna in occasione di Expo 2015, con
l’obiettivo di costruire una think tank e un hub internazionali
che partendo dalla ricerca nel settore alimentare, rappresenti
un asset strategico per la competitività delle imprese e delle
filiere produttive per l’Italia e l’Ue, sui mercati mondiali. Il focus
di Parma sarà dedicato alla sicurezza e qualità alimentare.
Sempre in vista di Expo 2015, il 29 ottobre, in programma anche “Looking forward to Expo 2015 – Left over, Bio products
e food waste: nuove opportunità di business e di sviluppo per
le produzioni agroalimentari”, convegno organizzato in collaborazione con l’Università di Parma per identificare le possibili
evoluzioni di mercato offerte alle aziende alimentari dai nuovi
processi produttivi in ambito food processing.
Fresh Point Magazine n.3 september / settembre 2014