Scarica Presenza Nº 881, 16 novembre 2014

Quindicinale della Comunità Italiana del Cile
www.presenza.cl
16 novembre 2014
Anno XLVI Nº 881
Franqueo Convenido • Res. Nº 1062/1979 • Santiago • Cas. 1460 • Av. Bustamante 180 • Fono: 22229328 • Fax: 26354127 • presenzapepe90@gmail.com • Aderente alla FUSIE e FSS
Ocse: eurozona ferma,
rischio mondiale
Nonostante alcuni dei Paesi membri stiano “cominciando
a risalire la china”, nel suo insieme “la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per
la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e
l’inflazione persistentemente lontana dall’obiettivo”.
Lo scrive l’Ocse nell’Economic Outlook. L’unione monetaria,
ha spiegato il capo economista Catherine Mann durante
la presentazione dell’Outlook, “corre il rischio di trovarsi
una crescita zero e un’inflazione zero”, cosa per cui l’Ocse è
“preoccupata, molto preoccupata”. “C’è una probabilità di
deflazione e di crescita zero del Pil e stagnazione - ha spiegato
- e quando questi rischi esistono deve essere un momento
capitale per i politici, per fare un passo avanti sulle loro
proposte in materia di riforme”.
Nelle sue stime di crescita, però, l’Ocse al momento preCont. in ultima pagina
Papa Francesco sarà a Torino
il 21 giugno del prossimo anno
per venerare la Sindone
Papa Francesco sarà a
Torino il 21 giugno del prossimo anno per venerare la
Sindone esposta in occasione
del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco.
A dare l’annuncio è stato il
Papa stesso in nell’udienza
generale si stamani.
“Sono lieto di annunciare
che, a Dio piacendo, il 21 giugno prossimo, mi recherò in
pellegrinaggio a Torino per
venerare la Sacra Sindone e
onorare San Giovanni Bosco,
nella ricorrenza bicentenaria
della sua nascita”.
Lo sguardo dell’Uomo
della Sindone si poserà in
particolare sui giovani e sui
malati. È soprattutto per
loro che Francesco ha voluto
l’Ostensione, in programma
neel capoluogo piemontese
dal 19 aprile al 24 giugno.
Custodi della sindone “Es-
sere custodi della Sindone
- dice ancora Nosiglia - non
vuol dire soltanto offrirla
in ostensione al mondo. Ma
sappiamo che la nostra Chiesa, dalla Passione di Cristo,
trae la forza di quell’amore
più grande - questo è il motto che abbiamo scelto per
l’Ostensione - che diventa il
veicolo di una nuova civiltà:
la civiltà dell’amore; di un
nuovo impegno della Chiesa
per essere povera in mezzo
ai poveri ma aperta all’accoglienza e all’integrazione di
tanti nostri fratelli, anche
immigrati ...
Insomma, tante sfide che
possono diventare risorse
per un rinnovamento autentico della nostra comunità”.
“L’amore più grande” Il
Cont. in ultima pagina
Napolitano: decido io quando lasciare
Le dimissioni di Napolitano? Sono una questione
nota da tempo. Anzi sin
dall'inizio del secondo
mandato al Quirinale: determinazione chiara e annunciata, che non ha mai
impedito il pieno esercizio
della funzione presidenziale.
E che, soprattutto, non affievolirà i compiti costituzionalmente assegnati al
capo dello Stato fino alla
decisione finale, che è e
rimane nell'esclusiva determinazione di Giorgio
Napolitano. Si coglie una
punta di sorpresa nella
nota con la quale il Colle
ieri è intervenuto sulle
prossime dimissioni del
presidente, dopo che in soli
due giorni si è scatenato sui
media un furioso dibattito
sulle conseguenza politiche
di una uscita di scena anticipata di Napolitano accompagnato da una moltitudine di "totonomine" sul
nome del suo successore.
Il Quirinale "non conferma e non smentisce" quelle
che definisce "illazioni"
comparse sulla stampa.
Ma la decisione è presa.
Rimane il timing da definire e su questo il presidente
invece interviene e con decisione: "restano esclusiva
responsabilità del Capo
dello Stato il bilancio di
questa fase di straordinario
prolungamento, e di con-
Fermi tutti! Le elezioni per il rinnovo dei
Comites, inizialmente previste per il 19 dicembre
2014, sono state rimandate al 17 aprile 2015
Il Consiglio dei Ministri ha
approvato il decreto sul rinvio delle elezioni dei Comitati degli Italiani all'estero.
Le elezioni si terranno il 17
aprile 2015. Le iscrizioni alle
liste per l'espressione della
volontà di voto saranno possibili fino al 18 marzo 2015.
Lo ha annunciato il Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro, in sede di
audizione al Comitato per
gli Italiani nel Mondo, rispondendo al Presidente del
Comitato per gli Italiani nel
mondo e della promozione
del Sistema Paese, On. Fabio
Porta, che aveva introdotto
l'argomento sulla base delle
informazioni ricevute
In estrema sintesi, il Sottosegretario ha sottolineato
che ci saranno, dunque 4 ulteriori mesi per predisporre
le elezioni
L'esponente di Governo
ha dichiarato che dopo aver
ascoltato quanto espresso
dai due Comitati, ed aver
esperito ulteriori approfondimenti da parte degli uffici
sulla bassa partecipazionerisultata del 2% , ovvero
60.000 iscritti degli aventi
diritto di voto ed iscritti alle
liste di voto, il Governo ha
deciso un prolungamento
dei termini.
Il rinvio è stato dettato dal
fatto che, stante il numero
limitato di partecipazioni,
si rischiava di ingenerare
limitazioni e dubbi sulla
percorribilità del sistema
che, invece, si intende applicare anche per le elezioni
politiche.
Sia il Sottosegretario Giro
che il Presidente del Comi-
tato On.Porta hanno sottolineato come si tratti di un
rinvio della data, che non
mette in dubbio quanto già
fatto finora. Dunque, ha
esplicitato Giro, le risorse
per le elezioni sono state
ripartite fra i Consolati e non
vi saranno ulteriori fondi.
seguenza le decisioni che
riterrà di dover prendere.
E delle quali come sempre
offrirà ampia motivazione
alle istituzioni, all'opinione
pubblica, ai cittadini", si
legge nella nota del Quirinale.
Nessuna data definita
quindi. Anche se il reiterato
citare il semestre di presidenza italiano dell'Unione
europea fissa con una certa
chiarezza l'orizzonte temporale che per il presidente
definisce la sua permanenza minima nelle funzioni
del suo secondo mandato.
Così come è chiaro che da
tempo Napolitano ragiona
non solo sulla tempistica
ma anche su modi e forme
della comunicazione al
Paese delle sue dimissioni.
Perchè è chiaro che Napolitano non ha mai avuto la
minima intenzione di scaricare come un fulmine a ciel
sereno sul Paese le sue pur
previste dimissioni.
L'eccezionalità dell'evento
imponeva una riflessione
accurata e un'uscita morbida: come annunciare
l'interruzione del settennato nella maniera il
meno possibile traumatica?
Meglio prima comunicarla
- seppur pubblicamente alle alte cariche dello Stato
Cont. in ultima pagina
Il Comites che vorrei
Lo vorrei come appare nel testo varato
alla sua costituzione: quindi un comitato
che “promuove” (in collaborazione con il
consolato, con le Associazioni ed Istituzioni locali), iniziative che riguardano la vita
sociale e culturale; che abbia un pensiero
costruttivo rivolto al mondo dei giovani
che è il nostro futuro. Che abbia grande
sensibilità verso i poveri e bisognosi di
assistenza. Che dia vita ad una commissione capace di inventare attività sportive
e culturali per i ragazzi.
Come si vede, il compito del Comites è
vasto e tocca i gangli vitali della nostra
comunità bisognosa di identificazione e
di futuro.
Una nota a parte merita l’avvicinamento dell’ultima emigrazione tuttora in
corso: infatti in questi ultimi cinque anni
è ripreso il flusso migratorio di giovani
italiani per il Cile. Si parla di varie migliaia. Non è facile rintracciarli perché
vengono con un titolo di studio, molti già
accasati con coniuge cileno/a (quindi con
un nucleo di appoggio già fatto), se la cavano abbastanza con lo spagnolo, in tasca
hanno da vivere per qualche mese....in una
parola potrebbero essere autosufficienti ed
indipendenti.
Diciamo subito che il Comites deve
rispettare la totale indipendenza delle
Associazioni ed Istituzioni: ricordiamo
che il suo compito è di “promuovere con...”.
Quindi: un dialogo stretto con il “Coordinatore e il suo Consiglio” sarebbe ideale.
Qualche esempio pratico: compito del Comites
è promuovere attività benefiche assieme al
Direttivo del Co.I.A, (Comitato Italiano di Assistenza) che ha bisogno di (quasi) un milione
al mese per poter compiere i suoi impegni. Lo
stesso vale con l’Hogar Italiano.
In casi di emergenze, come il terremoto
e tsunami di Concepción dove vari connazionali hanno sofferto gravi conseguenze,
organizzi collette in comunità. Ma anche
quando catastrofi colpiscono l’Italia
(terremoti: Emilia-Romagna), alluvioni
(Liguria) il Comites deve dare segni di
presenza.
Un dialogo Comites-Istituzioni-Coordinatore forse avrebbe salvato la comunità dal
piangere la perdita della sede dell’Audax;
pensate che stavamo per perdere addirittura
il nostro Stadio senza accorgerci...
Vorrei vedere in primo piano il Comites
nelle feste patrie, al Monumento, al Mausoleo... E molte altre iniziative.
Ragazzi miei, quando si assumono, attraverso una elezione democratica nazionale
come quella del Comites, degli impegni pubblici bisogna sforzarsi di compierli.
La comunità ha il diritto-dovere di giudicare la fedeltà alle promesse. Passare
tutto sotto silenzio per paura di offendere
è mancare al proprio dovere di informare
(nel caso di Presenza) o civico nel caso dei
singoli connazionali.
Anche a costo di pagare di persona come
in questo caso.
Giuseppe Tomasi
2
SPAZIO APERTO
Presenza- 16 novembre 2014
Corrispondenza
La Direzione ringrazia i lettori che le scrivono perché dimostrano interesse per i problemi e la vita della nostra comunità. Nello
stesso tempo si scusa se, per evidenti ragioni di spazio, qualche
lettera dovrà essere ridotta. La Direzione inoltre si riserva la
pubblicazione di lettere che riterrà molto conflittuali.
Osservazioni pre-Comites
Caro Padre Pepe: ho letto
Presenza e credo che é giusto
da parte mia appoggiare il
lavoro svolto dalle persone
Comites e delle istituzioni
che come me sono nate nella
Comunitá, le hanno frequentate e fatto crescere con il
proprio sforzo.
Spero come é giusto e
doveroso, questa mia breve
riflessione sia pubblicata
nel prossimo numero perché
é il sentire di molti italiani
con i quali ho avuto oportunita di parlare e mi hanno
trasmesso il loro parere in
questi giorni.
Saluti,
Silvana Di Monte
Carissima Comunitá Italiana: Abbiamo letto con molto rammarico le tristi e poco
consigliabili parole scritte
dall’avvocato Castellani e da
Padre Giuseppe nella sua
editoriale in confronto al
Comites e le nuove elezioni.
Sono parole che feriscono
ingiustamente e contrarie
allo spirito di comunitá e
non costruiscono niente.
Non abbiamo alcun dubbio
Sei di Santiago e non ricevi
regolarmente Presenza?
Chiama al Cel. 97849283
Grazie
L’ORA
ITALIANA
Il filo che ci unisce
all’Italia
RADIO SANTIAGO
Dalle 9,00 alle 10,30
La domenica mattina
Sempre in
Radio Santiago CB69 AM
www.radiosantiago.cl
EDITRICE
Parrocchia Italiana
N.S. Pompei Scalabriniana
***
RAPPRESENTANTE LEGALE
Giulio Rubin
***
DIRETTORE
RESPONSABILE
Aldo Costa
***
DIRETTORE
REDAZIONALE
Giuseppe Tommasi
***
COLLABORATORI
Paolo Castellani
Fina Franchini
Gloria Nocchi Frascoli
Consuelo Canessa
***
CORRISPONDENTI
Arica
Verónica Bibiano
Antofag. Rodolfo Sanchez B.
Iquique
Vacante
La Serena Caterina Pezzani
Quillota
E. Schiappacasse
V. Alemana Gilda Rivara
Valparaiso
Concep.
Giancarlo Carro
P. Arenas Américo Diaz B.
***
Contribuzione annua
$ 20.000. Cheque nominativo
a «Presenza»
***
Stampa C. von Plate
Esce il 1º e il 16 di ogni mese
che le persone che compongono il Comites come tutte
le persone che fanno parte
dei direttori delle nostre
istituzioni sono persone oneste e generose nell’offrire il
proprio tempo e capacitá,
e la loro partecipazione é
conseguenza dell’ amore
a una patria lontana trasmesso dai genitori, nonni e oggi anche bisnonni.
Non riusciamo a capire
perché cercare di distruggere
in poche righe lo sforzo, la
dedizione e l’amore di queste
persone che hanno lavorato
e che lavorano per tutti noi
italiani in Cile.
Consideriamo che Presenza deve portare alle nostre
case una parola di conforto,
di amore, di unione e di speranza tra tutti noi italiani in
Cile. Di conseguenza invitiamo all’avvocato Castellani e
a Padre Giuseppe a riconoscere il loro errore e riparare
il danno, purtroppo giá fatto.
Spero che questa breve rifessione sia pubblicata, come é
giusto e doveroso.
Enia Giordani Righetti e
Silvana Di Monte G.
Carissime Enia e Silvana,
avevo preparato una risposta
più elaborata, ma accorgendomi che non avete mai
letto che cosa sia il Comites
e quindi quali siano gli impegni che gli eletti si assumono
al momento di integrarlo...
lascio stare.
Diritto di opinione
Estimado P. Giuseppe
Solicito por favor la publicación de la presente carta :
Acabo de recibir la edición de
Presenza del 1° Noviembre y
no puedo evitar de escribir
inmediatamente...
En primer lugar, lamento profundamente que la
columna del Consigliere
CGIE Paolo Castellani en
este importante diario, esté
sirviendo actualmente, no
para informar temas de
interés para toda la Comunidad Italiana de Chile,
a quien Paolo representa,
sino para hacer campaña
para un lista determinada
a las próximas elecciones
del COMITES .
Hay investiduras y responsabilidades que, a mi
humilde parecer, obligan a
mantener la neutralidad pública ante ciertos eventos.
Y en segundo lugar, no
puedo dejar de hacer notar
algo leído en estas páginas,
Il bel romanticismo
Caro P. Giuseppe,
in una delle ultime edizioni di Presenza ho riletto una
poesia del Carducci che mi ha sempre tanto commossa:
troppo triste e dolorosa assai. Solo una fede molto ferma
può lenire, col tempo, un sì forte dolore.
Ed allora mi sono decisa a scrivere questa, che ho trovato
in un vecchio libro di qualche mio figlio che mi è veramente
piaciuta, sebbene di stile antico. Ma sempre si può trarre
un insegnamento.
Lascio a lei la decisione di pubblicarla (un cantuccio, comunque ci sarà per metterla). Scusi la mia calligrafia, è un
po’ malferma . Spero l’intenda.
Colgo l’occasione per mandarle tanti saluti
Erminia Rossi
Cara Erminia,
i suoi saluti, i concetti che mi esprime attraverso lo scritto
sono sempre bene accolti ed uno spazio sempre lo avrà a disposizione. Sarei contento se avessi ancora la sua calligrafia
perfettamente leggibile. Vedesse la mia. A volte mi devo rivolgere il proverbio antico:”Chi non riconosce la sua scrittura è
un asino addirittura.”. Purtroppo spesso non mi capisco. Ed
ecco i versi che mi ha inviato e che appartengono a Ferdinando Martini. I bei sentimenti che l’autore esprime entrino nel
cuore degli uomini che vogliono un mondo migliore.
Ammonimenti
Ecco la via: difendi a viso aperto
contro ogni iniqua tracotanza il vero.
Fa ciò che devi né ti dar pensiero l’altrui dissenso
o di tuo danno certo.
Ma reso a prova, della vita esperto,
porgi la mano e non mostrarti austero
a chi piange ed espia con cuor sincero
e adora l’innocenza che ha sofferto.
Quando stanco degli uomini tu sia
scendi al mar solitario
e bagna il petto nelle porpore sacre dell’aurora.
Odi la voce delle cose e oblia.
Poi torna e acceso di novello affetto,
soffri, combatti e benedici ancora.
Ferdinando Martini
que no lamento sino que
derechamente me molesta,
en virtud de mi cargo como
Presidente del Consiglio della Comunitá Italiana della
Quinta Regione.
En la mitad de su columna,
Paolo expresa haber sufrido,
(cito textual) “una desilusión
con la V° Región: nuestra
intención era elaborar en
común una lista única y unitaria. No fue posible a pesar
de nuestros esfuerzos...”
Como representante de
todas las Instituciones y
Comunidad italianas de esta
región, es mi deber dejar
expresa contancia de que
jamás fuimos contactados,
ni como comunidad ni personalmente, para proponernos
la organización de tal lista
UNICA y UNITARIA, por
lo cual deseo hacer presente
que los “esfuerzos” a los que
alude el Consigliere CGIE
Castellani jamás existieron.
Sí existieron contactos
directos y en privado con
personas determinadas de
esta zona, quienes actualmente integran la lista de
Rinnovamento, lo que es absolutamente válido pero muy
distinto al espíritu unitario
antes mencionado .
En el seno de nuestra
comunidad de la V° Región
esta vez se decidió no organizar una lista local, como
en elecciones anteriores,
por motivos muy específicos
y fundados, que no vale la
pena mencionar en estas
páginas, por cuanto no es
nuestra intención polemizar
sobre este proceso .
Nuestra única intención
es aclarar las inexactitudes
vertidas por Paolo Castellani
respecto de la Comunitá Italiana della Quinta Regione,
en su texto de Presenza de
la edición anterior, pues
creemos que son injustas y
además generan confusión
en forma absolutamente
gratuita .
Sin otro particular, saluda
muy atentamente
Paolo Bacigalupo G-L
Presidente Consiglio
Comunitá Italiana V°
Regione
P.D. Por la importancia del
tema, me permito enviar copia de la presente comunicación a las siguientes personas
: Franco Dezerega, Pio Borzone, Ines Rocca, Brunella
Moggia, Gilda Rivara, Pablo
Peragallo y Emilio Toro
Abbonamento 2014 - Fiducia reciproca
Tanti lettori fedeli ci seguono da anni dimostrando fiducia nel nostro operato. Per poter
continuare a seguirlo chiediamo ancora un segno di fedeltà.
Molti pensionati ci chiedono l’abbonamento gratuito (che neghiamo a nessuno).Il fatto
ci obbliga a creare una èlite di “sostenitori” che conguagliano gli abbonamenti gratuiti. Vi
ringraziamo cordialmente della collaborazione.
Per facilitare il versamento dell’abbonamento abbiamo aperto nel Banco de Chile la
“Cuenta de Ahorro N. 08-166-01126-03” a nome di “Giuseppe Tommasi B.”.
Una volta fatto il versamento la preghiamo di inviarci per mezzo di lettera o fax la ricevuta
o semplicemente informarci per E-mail o per telefono. Vedi in prima pagina, in alto. i dati.
Cognome.....................Nome....................... via....................................città....................
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Abbonamento sostenitore
30.000 pesos. Cheques esteso a “PRESENZA”
Informazioni
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LA PARADOJA
DE NUESTRA COLECTIVIDAD
Como evitar la exclusión y superar la ausencia de tantos
italianos a las actividades de la comunidad y del asociacionismo?
Como volver al pasado, cuando la visita de un embajador
(Michelangelo Pisani, 1990) congregaba a mil jóvenes en el
Estadio Italiano. Recuerdo las celebraciones del 2 de junio,
las cenas regionales, el Cari, las asociaciones regionales
con sus fiestas, el peregrinaje a Lo Vásquez con camping y
convivencia muy fraterna entre los italianos de Valparaíso
y Santiago, con cantos, asados y “ merenda al sacco”, con la
asistencia de tantas familias que se divertían y cantaban
hasta tarde...!
A pesar de los deterioro, hoy los italianos somos más: 63
mil con pasaporte.
En las instituciones tradicionales que prestan importantes
servicios, Estadio italiano, Escuela V.Montiglio y Humanitaria, no aumentan socios ni alumnos.
Antes no disponíamos del voto político para elegir parlamentarios; no existía el Comites, tampoco, el CGIE, establecidos para reintegrar a los italianos al país, después de
una política de abandono e indiferencia de Italia por su
rica y abundante presencia en el mundo. Una rectificación
tardía.
Cuando nuestra comunidad gozaba de muy buena salud
no existían estas formas de participación, éramos una comunidad de amigos que practicábamos el romanticismo y la
nostalgia emigratoria. A pesar de ello, en la actualidad somos
menos siendo muchos más y lo peor, no somos mejores.
Nuestra comunidad vivió siempre abandonada a su
suerte. Italia incluso en momentos de riqueza y de derroche
no se preocupó por su abundante diáspora. Una riqueza no
utilizada.
Ninguna de las estructuras que hoy nos enorgullecen tuvieron aportes públicos. Los viejos emigrantes y sus descendientes construyeron mausoleos, clubes sociales, escuelas, asilos de
ancianos, las parroquias italianas, cuerpos de bomberos, etc.
y etc. Sin hablar de las empresas e industrias de propiedad
de italianos. Somos un patrimonio por exclusivo esfuerzo y
generosidad de los emigrantes.
Una verdadera paradoja: cuando éramos menos y en
momentos de crisis del país, la comunidad era más fuerte.
(dos ejemplos, la scuola Montiglio se funda en el año de la
revolución de 1891; en 1874 en Iquique, la Pompa Ausonia,
cinco años más tarde estalla la guerra del Pacífico).
Mi intención es provocar una inversión de tendencia recuperando a muchos italianos alejados del colectivo. Pensé,
que con la elección de un nuevo Comites después de 10 años,
unido a la creación de un Consiglio de la comunidad de la R.
Metropolitana se podía poner en marcha la renovación propia
de tiempos nuevos. Este objetivo de bien común debiera ser
compartido por todos, pero cuando no existen motivos para
litigar ( ideológicos por ejemplo) se inventan, es la eterna
fatalidad humana.
A pesar de no mediar la disputa ideológica pareciera que
es más importante ganar al enemigo. Algunos olvidan que en
nuestra comunidad no existen enemigos, tal vez ambiciones
encontradas o legítimas diferencias de pareceres. Sin embargo, algunos luchan sobrepasando el límite de lo razonable.
Mi esperanza es que el nuevo Comites se integre con más
jóvenes, con más mujeres, con personas que hablen y entiendan el idioma italiano, con profesionales de alta calificación
que participan por primera vez. Todo mejoramiento pasa por
el factor humano.
Sin embargo, me parece incompresible que en nota al embajador los candidatos de la lista 2 expresan su “disappunto
e preoccupazione” por la declaración de inadmisibilidad de
una lista resuelta por el Tribunal electoral adoptada en el
ejercicio de sus facultades y competencias exclusivas, sin embargo, a vuelta de página recurren de apelación para excluir
la lista n. 1 que fue declarada a la unanimidad admisible
por el mismo Tribunal.
Y lo que es peor, con el voto favorable de la representante en
el tribunal electoral, de esa lista. Una flagrante contradicción
que merecería una explicación.
Yo hago campaña por la lista n. 1, “Rinnovamento”, no
faltaba más, participé en su composición y soy su representante. No es primera vez que lo hago, desde la primera
elección del Coemit antes que se llamara Comites año 1986;
en el año 1997 en un trabajo en equipo con Mario Rastello y
Corrado Magnani, se presentó una lista “Rinascita- Unitá e
proiezione” ” con Anita Odone ed " el joven Nello Gargiulo,
y en fin, el año 2004 la lista que encabezó Padre Tommasi,
“Un Comités per tutti “.
Las tres listas fueron primera mayoría. He sido un activo participante nunca candidato, esto no debiera ser objeto de críticas,
muy por el contrario. En nuestra comunidad no sobra nadie, al
contrario, faltan muchísimos que debiéramos rescatar.
Paolo Castellani
TERZA PAGINA
Passatempo e umore
Presenza- 16 novembre 2014
3
1945-1955, Coppi e Bartali, la rivalità e il silenzio
Tour de France 1949: Coppi e Bartali durante la 16a
tappa Cannes-Briancon Il
1° luglio 1945 il Comitato di
Liberazione Nazionale Alta
Italia concede il via libera
per il ritorno alle pubblicazioni della Gazzetta dello
Sport, costretta a interrompere un’uscita ormai divenuta più che saltuaria il 23
aprile dello stesso anno, con
il crollo definitivo della Repubblica Sociale Italiana.
Un silenzio di 68 giorni, il
più lungo nella vita del giornale, e un ritardo notevole rispetto al via libera ottenuto
da altri giornali.
Un po’ perché lo sport secondo il CLN era fra i simboli
del ventennio da cancellare,
un po’ perché la proprietà del
giornale era di una famiglia
il cui faro, il conte Alberto
Bonacossa, aveva ricoperto
durante il fascismo numerosi
incarichi di respiro nazionale, nello sport e non solo. Si
fa garante del «nuovo corso»
la Curia di Milano, auspice
il cardinale Schuster, che
rende possibile la «ripartenza» grazie a un generoso
finanziamento - con ingresso
nella proprietà - del Credito
Artigiano, una banca vicina
alla Chiesa.
Si riparte
Riprende il via, anche
se ancora in carta bianca,
un’avventura che nel decennio ci porterà alle soglie dei
Giochi di Cortina 1956, assegnati nel 1949, e di quelli
estivi di Roma, che l’Italia
ottiene a Parigi proprio nel
1955.
Obbiettivo del Paese è
la ricostruzione dalle ferite
terribili inferte da un conflitto assurdo seguito da
una guerra partigiana, di
cui sono evidenti le tracce in
tutta la penisola.
E non sarà di certo un
periodo fecondo per quello
che, nel decennio precedente, all’indomani del trionfo
romano e del bis parigino, è
divenuto la nuova passione
nazionale, soppiantando
in buona parte ciclismo e
automobilismo. Il calcio di
cui siamo campioni mondiali
in carica piange la tragedia
di Superga che
distrugge il
Grande Torino
e la Nazionale,
e ci vede subito esclusi in
Brasile 1950,
e soccombenti
persino contro
la Svizzera nella successiva
edizione, battuti dagli elvetici
due volte, nel
girone e nello
spareggio.
Rivalità a
due ruote
Ma ci soccorrono altri miti,
altri sport. Su tutti, spicca
una rivalità su due ruote
che ha lanciato i suoi segnali
nell’ultima parte del periodo
pre-bellico: parliamo del
duello fra Fausto Coppi e
Gino Bartali che letteralmente divide l’Italia in due
partiti, e che di fatto caratterizza da solo il decennio,
dopo l’antipasto offerto da
Ginettaccio con Giro e Tour,
e dal «coscritto»
Fausto Coppi con il Giro
concluso il giorno che precede il nostro ingresso nel
conflitto mondiale. E proprio
il ciclismo offre quella che
ancor oggi può essere considerata la più imponente,
coraggiosa e quasi spavalda
impresa organizzativa della
Gazzetta: l’allestimento del
Giro d’Italia del 1946, con
l’ambizioso obbiettivo di arrivare in una Trieste ancora
non «liberata» dall’influenza
jugoslava e dalle truppe
alleate.
Questa epica cavalcata fra
macerie, strade inesistenti e
malsicure, corridori appena
rientrati in patria e le più
incredibili peripezie per
garantire un corretto svolgimento della corsa, riesce
nella sostanza, aprendo nei
confronti della rosea un fronte di solidarietà nazionale
che di colpo si ricostituisce.
Anche se la Gazzetta non
esita a mascherare la realtà
di una polizia costretta a
sparare sui manifestanti
filo-jugoslavi che vogliono
impedire l’arrivo a Trieste.
Incidenti, alle porte di Rovi-
Il Mausoleo Italiano
ha un ascensore
Dr. Augusto Brizzolara
specialista in
Geriatria e
Gerontologia
El Trovador 4280
Of. 1108 -Las Condes
Fono-Fax: 2342 5139
Beeper 737 8087 -Cod 8784
Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500
go, che di fatto costringono
alla neutralizzazione della
tappa, mentre un manipolo
di arditi a gara ferma entra
egualmente nel territorio di
Trieste, un evento sottolineato con enfasi dal giornale.
Troverete diverse pagine su
questa rivalità, nella nostra
selezione, e alcune migliaia
se sfogliate l’intera collezione.
Ma trovereste poco o nulla
se cercaste traccia dell’effetto
della cavalcata di Bartali che
getta le basi per la conquista
del Tour 1948, e distrae per
qualche ora folle inferocite
dall’attentato a Palmiro Togliatti, o se vi metteste a ritrovare echi dell’arresto per
adulterio della compagna di
Fausto Coppi, la Dama Bianca, nella casa del corridore,
o della condanna - rispettivamente a tre mesi lei, a
due lui - della scandalosa
coppia nel successivo processo, nascoste con pudore qua
e là sulla Gazzetta. Quante
pagine avremmo fatto oggi
sul secondo argomento?
Quattro, sei, otto?
Quanto tempo avremmo
continuato. Anche questo è
specchio dell’epoca...
Voglia di olimpiade
Se il calcio non ci aiuta e il
ciclismo ci esalta fin troppo,
il decennio è anche ricco di
prestazioni olimpiche che
non avremmo immaginato,
ad opera di un Paese uscito
dilaniato dalla guerra, cui ha
sacrificato gli anni migliori
di una feconda generazione.
Andare ai Giochi del 1948,
dopo il timido riaffacciarsi agli Europei di atletica
di Oslo 1946, è quasi una
scommessa, sotto la guida di
un Coni che Onesti avrebbe
dovuto sciogliere e che guida
a diventare un super-ministero dello sport, e tuttavia
ci permette di scoprire un
discobolo della qualità di
Adolfo Consolini, il gigante
buono che sbanca Londra, e
un Settebello già campione
d’Europa l’anno prima a
Montecarlo, che annovera fra
le sue fila quel Cesare Rubini che primeggerà, rarità
assoluta, nel basket e nella
pallanuoto con la stessa
autorevolezza da autentico
polivalente.
Se nella ginnastica il dominio quasi imbarazzante
spesso concretizzatosi in
affermazioni a raffica fra le
due guerre appare di colpo
esaurito, il tradizionale serbatoio della scherma continua a sfornare successi di
assoluto prestigio, inclusa la
chicca di una fiorettista triestina, Irene Camber, sul tetto
del mondo a Helsinki 1952.
E, addirittura, dalle piste
dell’Abetone che già ci avevano regalato Chierroni e la
Seghi, spunta il coraggio di
Zeno Colò, discesista sommo
e all’occorrenza anche slalomista d’oro, che fra Aspen e
Oslo (1950-52) ci trasforma
d’improvviso in protagonisti
anche nello sci alpino.
Nasce la rossa
E i motori aggiungono
nuovo fascino con la nascita
della scuderia Ferrari e della
Formula 1 (allora mondiale
di velocità), e del motomondiale già all’avvio felice per i
nostri colori. Il decennio della nostra selezione si chiude
con la conquista del mitico
K2: e anche «l’omuncolo»
Brera, in prima pagina, si
inchina stupito.
Elio Trifari
Indirizzi Utili
Ambasciata d’Italia - Clemente Fabres 1050, - Providencia
Tel.: 24708400 - E-Mail: info.santiago@esteri.it
Consolato - Román Diaz 1270, Santiago
Tel: 24708400 - E-Mail:consolato.santiago@esteri.it
Camera di Commercio- Luis Thayer Ojeda 073,Piso l2, Provi.
Tel.: 562/22322618 - Fax: 562/22330973- E-Mail: si@camit.cl
Istituto Italiano di Cultura - Triana 843, Providencia
Tel.: 22360712 - Fax: 22360709 -Mail: infedoc.iicsantiago@esteri.it
ICE Agenzia per la promozione all 'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane
Clemente Fabres 1050 (Prov.) Tel. 23039330 E.mail: Santiago@ice.it
COMITES -Av.Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel. 22129455
CARI -Av. Bustamante 180 - Providencia - Tel: 22229328
Circolo di Professionisti di Origine Italiana
Av. Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel: 22425012 - 22481503
Club Stadio Italiano
Av. Apoquindo 6589, Las Condes -Tel: 24847000 Central.
Liceo Italia: Nataniel esq. Ñuble. Tel 2707-5836 - 25927558
Scuola Italiana Vittorio Montiglio
Las Flores 12707, Las Condes - Tel: 25927500
Parrocchia Italiana- Av. Bustamante 180 Providencia
presenzapepe90@gmail.com - Te: 22229328 - Fax: 26354127
Hogar Italiano - Holanda 3639, Ñuñoa - Tel: 22055476
Umanitaria - Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500
Pompa Italia - República 96 - Santiago -Tel: 26992222 - 11cia@cds.cl
www.vigilidelfuoco.cl
ACLI -Asociación Cristiana de los Trabajadores Italianos
Bustamante 180 (Parrocchia Italiana) - Tel- Fax: 26345247
COIA: Bustamante 180 -Providencia Tel. 26345247
Associazione Ligure contatto Sig.ra Rina Garibaldi 02 2192144;
4
ITALIA E ITALIANI
Presenza- 16 novembre 2014
Gianotti al Cern, due motivi di festa
Non c’è due senza
tre. Ma quando il ‘tre’
è donna la cosa assume
un fascino tutto speciale. Stiamo parlando
della freschissima nomina a direttore generale del Cern di Fabiola
Gianotti, terza italiana
dopo Carlo Rubbia e
Luciano Maiani a ricoprire questo incarico
ma soprattutto prima
donna a guidare un
laboratorio così importante.
Già balzata agli onori della cronaca per
essere stata una dei protagonisti della scoperta del ‘bosone di Higgs’, Gianotti, alla
quale «Time» ha dedicato una copertina
indicandola fra le cinque personalità più
importanti del mondo, ha sempre lavorato
con umiltà e tenacia seguendo una passione,
quella per la fisica, maturata fin dai tempi
del liceo (classico).
Affascinata dalla biografia di Marie
Curie e conquistata dalla interpretazione
dell’effetto fotoelettrico fornita da Einstein,
Fabiola capì subito cosa avrebbe voluto fare
da grande.
E a questo punto il discorso diventa banale ma pur sempre necessario. Fabiola è
sicuramente un bel fiore all’occhiello della
scienza ‘made in Italy’ e ciò torna a ono-
re della nostra scuola,
che sempre ha sfornato
grandi scienziati, alcuni
dei quali insigniti del
Nobel in fisica, chimica
e medicina.
Romana di origine, 52
anni, Gianotti si laurea
in fisica all’Università
di Milano e nel 1987,
ad appena venticinque
anni, entra a far parte
del Cern dove lavora
ad alcuni importanti
esperimenti che la porteranno alla scoperta
del celebre bosone.
Lo studio della fisica, però, non l’ha distolta da altri obiettivi e infatti oltre alla
laurea in fisica ha anche un diploma di
pianoforte conseguito al Conservatorio di
Milano. A chi le chiede il segreto del successo Gianotti risponde che non esiste alcun
segreto, ma solo un atteggiamento modesto
e la consapevolezza socratica del sapere di
non sapere.
Pensando al prestigioso incarico della
nostra scienziata non posso non pensare
a quelle donne scienziate che in passato
erano costrette a travestirsi da uomo o a
nascondersi dietro un nome maschile per
poter accedere alle discussioni accademiche.
Oggi, invece, Fabiola può ostentare senza
problemi, anzi con orgoglio, il suo camice
bianco. Buon lavoro, Fabiola!
Il whisky scozzese perde lo scettro, il
migliore al mondo è giapponese
La Scozia perde un primato, da sempre una bandiera:
un whisky giapponese è stato
definito come il migliore al
mondo dall’esperto Jim Murray nella sua celebre “World
Whisky Bible”, edizione 2015,
che gli ha attribuito un voto
di 97,5 su 100. Insomma,
se non è la perfezione, la
rasenta. Si tratta del “Yamazaki” (Yamazaki Single Malt
Sherry Cask 2013, per essere
precisi), un “single malt”
acclamato come prodotto di
superba genialità.
L’onta per Edimburgo non
finisce qui: per la prima volta
da quando esiste la “bibbia”
del whisky uno scotch non
è riuscito a piazzarsi fra
i primi cinque posti. Secondo Murray, si tratta di
Tenga el mejor
punto de vista
un «campanello
d’allarme» per le
distillerie scozzesi, in quanto
il vincitore è di
una qualità a
cui nessuno
Scotch può lontanamente avvicinarsi. Altro
segno di crisi è il fatto che il
titolo di migliore whisky europeo sia stato vinto da una
distilleria inglese, la English
Whisky Company.
Un vero smacco in questi
tempi di “devolution” in cui le
acque tardano a placarsi nel
clima post-referendario. Così
forse sarà il caso di ascoltare il consiglio di Murray
che suggerisce ai produttori
scozzesi di aggiungere ai loro
whisky «una piccola dose
di umiltà». Lo saprà lui,
l’intenditore per eccellenza,
visto che per compilare la sua
Bruxelles assegna all’Italia il record
dell’euroscetticismo
Primo record: siamo il
paese più euroscettico, nel
club della moneta unica, ed
è la prima volta. Secondo
record: l’Eurobarometro
pubblicato da Bruxelles a
ottobre dice che in Italia i
pareri negativi sulla moneta unica superano quelli
positivi, e anche in questo
caso è la prima volta.
L’umore degli italiani è
evidente, sia pur tenendo
presente che la domanda
centrale del sondaggio dice:
«pensa che l’euro sia una
cosa buona o una cattiva
per il suo paese?», insomma
non chiede un parere su
un’eventuale uscita.
Resta il fatto che gli italiani hanno scelto «cattiva»
nel 47% dei casi, «buona»
nel 43% e «non sa» o «non
ha deciso» per il resto del
campione. Il documento
tira le fila così: «in tutti
i paesi dell’area euro più
di metà degli interpellati
pensa che la moneta unica
sia una cosa buona, con l’eccezione di Cipro e dell’Italia». A prima vista, tutto
torna, l’eccezione si spiega
facilmente: si tratta di due
paesi che hanno vissuto in
maniera particolarmente
pesante l’attacco al debito
pubblico dell’eurozona tra
2011 e 2012, due paesi che
per fronteggiarlo si sono
dovuti imporre sacrifici a
base di lacrime e sangue.
I paesi più in
difficoltà
rigorosa classifica assaggia
personalmente circa 1.000
whisky diversi: le distillerie
scozzesi corrono il rischio
di produrre botti su botti di
prodotto scialbo o mediocre,
avverte, devono rendersi conto che «manca qualcosa».
L’unica magra consolazione è che di “Yamazaki”
ne circola poco: pare ne siano state prodotte soltanto
18mila bottiglie e che siano
disponibili presso pochi rivenditori particolarmente
forniti, a non meno di 120
euro a bottiglia.
Èperò altrettanto vero
che sacrifici analoghi - in
qualche caso ben più duri
di quelli che ci siamo imposti in Italia - li hanno
affrontati anche altri paesi:
eppure in quelli la moneta
unica non è percepita come
un problema dalla maggioranza della popolazione.
In Portogallo, per esempio,
«buona» è la risposta del
50% del campione. In Spagna, dove il governo Rajoy
ha imposto una cura dimagrante feroce alla spesa
pubblica - togliendo, per
scegliere tra le misure più
impopolari, la quattordicesima ai dipendenti
dello Stato - i favorevoli
arrivano al 56% (appena
sotto la media dell’Eurozona, che è 57). E la Grecia?
Nel malato d’Europa, che
durante la crisi del debito
pubblico ha lasciato sul
terreno due governi e ha
dovuto rinunciare a gran
parte delle generose elargizioni di Stato che facevano
parte della tradizione, il
59% del campione sentito
dall’Eurobarometro resta
convinto che l’euro sia «una
cosa buona», e questa è forse
davvero l’altra sorpresa di
questo sondaggio.
L’entusiasmo
di Dublino
È forse più normale trovare un sentimento favorevole nel paese che la crisi
l’ha superata, l’Irlanda,
ancorché nella prima fase
sembrasse il più inguaiato.
Ma è difficile immaginare
che gli irlandesi siano i più
euroentusiasti: a Dublino i
«buona» hanno raggiunto
quota 76%, mettendo in
Perché l’uomo deve evitare
sofferenze agli animali
Oggi il rispetto per gli
animali è un dato acquisito.
Si vanno diffondendo anche
tendenze radicali che propongono – in qualche caso
Castello Scaligero: la rocca nel Lago di Garda
P. de Valdivia 3015 F. 22690791
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San Antonio 325 F. 26325512
SILVANO TAVONATTI A.
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Non è solo la posizione
mozzafiato sul Lago di
Garda a rendere il Castello Scaligero di Sirmione
uno dei siti più gettonati
d’Italia, al 23esimo posto
tra i circuiti museali più
visitati nel 2013 secondo il
Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali.
La rocca sorge in un punto che un tempo era strategico per le attività difensive, un istmo di terra lungo
e stretto nel lago, e oggi
è cruciale per il turismo
nell’area lombardo-veneta
e sosta obbligatoria per chi
visita il Garda nel suo lato
meridionale.
Ma oltre a trovarsi in un
punto di alta concentrazione turistica, il Castello
Scaligero di Sirmione attira migliaia di visitatori
l’anno perché è uno dei
manieri italiani meglio
conservati, quasi intatto
nella sua maestosa architettura risalente al XIII
secolo, e soprattutto è uno
dei rarissimi esempi di
fortezza lacustre.
Il castello si trova infatti
completamente circonda-
to dalle acque
del vastissimo
lago, affacciandosi su esso e
lasciandosi abbracciare da
un fossato collegato al bacino
idrico. Non solo,
è uno dei rari
castelli con una
darsena ancora
esistente, esempio unico in
Italia. Insomma i connotati
per rientrare tra le prime
attrazioni turistico-culturali del nostro paese ce li
ha, e se non bastassero le
motivazioni storico-artistiche, ci pensa un pizzico
di leggenda a completare il
fascinoso quadro. Si narra
infatti che nelle notti di
tempesta si possano ancora
udire i lamenti di Ebengardo, infelice abitante del
castello che, con la moglie
fila tutti i paesi dei falchi,
dal Lussemburgo (73) a
scendere verso Finlandia
(69, il paese di Rehn e Katainen), Germania (65) e
Olanda (64). Inguaiati con
l’euro, salvati con l’euro, gli
irlandesi - o almeno la maggioranza di loro - sono giunti
alla conclusione che non è la
moneta usata per gli scambi
la causa del loro male.
Tornando all’Italia, la
situazione si sta anche deteriorando. I «cattiva» sono
cresciuti, in proporzione,
di nove punti rispetto al
2013 (a Cipro di uno solo):
e anche in questo caso Cipro e l’Italia sono i due soli
paesi nei quali il sentimento euroscettico è cresciuto
nell’ultimo anno. Chissà se
il vento della morbidezza
riuscirà a farci cambiare
idea: il quasi via libera alla
legge di stabilità dato ieri,
pochi mesi fa sarebbe stato
uno stop. I numeri non tornano, ma l’Europa fredda
analista di numeri ha fatto
un passo in direzione della
politica. Ha scelto contraddicendo le cifre: se non è
troppo tardi, una buona
notizia anche per l’euro.
Arice, offrì ospitalità in una
nottata temporalesca ad un
certo Elaberto, cavaliere
feltrino.
Egli però cercò di sedurre
la donna nel cuore della
notte, e, al rifiuto di lei,
l’accoltellò e l’uccise: Ebengardo scoprì il misfatto e
con lo stesso pugnale mise
fine alla vita del cavaliere,
ma per il resto della vita
(e anche oltre) continuò a
disperarsi per la perdita
dell’amata.
vorrebbero imporre – un
vegetarianesimo totale e
perciò anche un divieto
di usare gli animali per
qualunque sperimentazione. Si pone perciò la
questione etica dell’utilizzabilità degli animali
da parte dell’uomo per
fini alimentari, per fini di
ricerca o altro.
La riflessione etica sugli
animali non è una novità
assoluta.
I n f a t t i g i à To m m a s o
d’Aquino e Kant hanno
affermato che l’uomo non
deve distruggere il bello
della natura né tormentare gli animali, perché
altrimenti «resta attutita
in lui una disposizione
naturale molto giovevole
alla sua moralità nei rapporti con i suoi simili».
Tale fondazione del rispetto per gli animali è insufficiente in quanto essi
sono considerati solo come
strumento di educazione
morale dell’uomo.
Una base più adeguata
per questa responsabilità
non pensa agli animali
solo come mezzi di educazione dell’uomo, ma
deve partire dal rispetto
morale dell’uomo verso
se stesso.
ITALIA E ITALIANI
Il Bertinotti che non ti aspetti:
«La rivoluzione la fa Papa Francesco»
Fallito sicuramente, e non
potrebbe essere diversamente a ben 25 anni dalla caduta
del Muro. Fallito in buona
compagnia, «ma pentito no.
Le abiure non mi piacciono»,
dice Fausto Bertinotti. Ex
di molte cose: sindacalista,
segretario di Rifondazione
comunista, affossatore del
governo Prodi, presidente
della Camera. Ma l’etichetta
prevalente che gli appiccicano ora è di «comunista
fallito».
Lui non la rifiuta, «anche
se in realtà sono un socialista e mi piacerebbe un domani essere ricordato semmai
come sindacalista, operaista
per la precisione».
Nel suo ultimo libro, Sempre daccapo, conversazione
con Roberto Donadoni, propone una grande alleanza fra
le culture che in questi anni
hanno avuto più a cuore il
valore e i diritti della persona, «mentre noi siamo stati
disponibili a metterli fra
parentesi, in nome della rivoluzione». Un’alleanza contro
l’individuo «mercificato dal
capitalismo finanziario».
Un’alleanza che poteva
trovare la sua base nella
«grande occasione perduta »
per riformare il comunismo
alla luce del primato della
persona umana, il «socialismo dal volto umano» della
primavera di Praga, fiorito al
tempo del movimento del ’68
senza riuscire a influenzarlo.
Il libro, già nella prefazione
del cardinale Gianfranco Ravasi, è intriso di domande sul
cristianesimo e di attenzione
al pontificato di papa Francesco senza che da questo
derivi il dono della fede. A
sinistra non è il solo, a dire
il vero, ma è interessante che
da Bertinotti la «rivoluzione»
che vede in papa Francesco
non venga letta in contrapposizione con i predecessori,
anzi.
Ma l’operaista Fausto
Bertinotti nasce come
operaio?
«La mia è una generazione di studenti che
sentì di dover scendere
in piazza nel giugno del
1960 contro il governo
Tambroni che aveva
autorizzato il congresso
del Msi a Genova città
medaglia d’oro della
Resistenza. Ci fu un
gruppo di studenti che a
partire da allora scelse
la strada del sindacato.
Ho avuto il dono di poter lavorare con loro, iniziai
con i tessili della provincia
di Varese, poi mi trasferii a
Torino, dove divenni segretario regionale della Cgil,
ma influì molto mio padre,
macchinista ferroviere».
E politicamente? Socialista lombardiano?
«Politicamente mi definisco comunista perché non
mi piacciono le damnatio
memoriae e le abiure, ma il
mio filone culturale è quello
del socialismo utopistico e
soprattutto di Rosa Luxemburg. La nostra idea era di
democrazia diretta, partecipata, non vivevamo la fiducia
salvifica stalinista nella
funzione dello Stato».
Grillo vi ha rubato l’idea,
la partecipazione diretta con
la Rete.
«Non credo che la tecnologia possa portare la
rivoluzione. In questo sono
marxista, l’ideologia della
classe dominante si afferma
a prescindere dallo strumento.
Sto con Papa Francesco
che parla di ideologia del
mercato; ripudia la guerra
come strumento dei mercanti di armi e invita i poveri
alla 'lotta', una parola che mi
ha colpito, come strumento
di affermazione della loro
dignità senza aspettarsi da
Montezemolo in volo
verso la nuova Alitalia
Il cda di Alitalia, che si è riunito ieri, secondo quanto si
apprende, ha individuato Luca Cordero di Montezemolo,
che lo scorso 13 ottobre aveva lasciato formalmente la guida
della Ferrari, come presidente designato della nuova Alitalia.
Inoltre il ceo di Etihad James Hogan è stato designato vice
presidente.
L’incarico di
Hogan è una
novità, maturata negli ultimi
giorni, rispetto
invece alla scelta
dell’ex presidente
della Ferrari, in
piedi da prima
dell’estate. Lo
riporta il Messaggero. Il cda ha anche richiesto il versamento dell’anticipo
di 80 milioni di prestito ponte sui 300 milioni di aumento di
capitale deciso quest’estate.”Siete voi la forza della Ferrari”
NON È UFFICIALE - Non si tratta di una nomina formale però. Secondo quanto riportato dal quotidiano romano
la designazione di Montezemolo e Hogan è stata decisa
dall’attuale compagnia destinata a diventare la Holdco con
in pancia il 100% di Midco che, a sua volta, avrà il 51%
della nuova Alitalia nella quale Etihad deterrà il 49%. Le
nomine avverranno nel corso dell’assemblea fissata per il 20
novembre in prima convocazione, anche se, quasi certamente,
si svolgerà’ il 26 in seconda.
Il tutto dopo l’autorizzazione dell’Antitrust Ue che, come
riferito ieri dal presidente Roberto Colaninno, dovrebbe arrivare nei tempi previsti, lunedì 17. Il closing dovrebbe avvenire
prima del 31 dicembre in modo da far spiccare il volo alla
nuova compagnia in anticipo. Montezemolo non avrà deleghe
operative,che saranno tutte attribuite all’amministratore
delegato Silvano Cassano.
altri la liberazione. Per me è
suonato come una valorizzazione del movimento del sindacato di base, il sindacato
dei consigli, dei preti operai,
una vicenda per me molto
significativa degli anni ’70.
Una storia di dialogo intenso
fra socialisti e cristiani in
nome dell’egualitarismo».
Lei riscopre anche Giovanni Paolo II. Ma come, il Papa
di Solidarnosc, quello che ha
contribuito alla caduta del
Muro di Berlino?
«Guardi, la mia analisi è
diversa. Quando Berlinguer
lanciò l’Eurocomunismo disse che si era esaurita la
'spinta propulsiva' del comunismo reale, ma io dico:
da mo’ che si era esaurita.
Bisognerebbe andare a studiare Alexander Dubcek,
la primavera di Praga, la
riforma del comunismo era
tutta in essa contenuta: la
sfida alla mondializzazione,
la centralità della persona,
la partecipazione democratica alla gestione del potere
e del sistema televisivo.
Praga era la riforma: fallita
quella non restava che la
rivolta, la presa d’atto che un
sistema istituzionale come
quello dell’Unione Sovietica
aveva tradito le attese. E la
Polonia fu l’esito di questo
processo, di questa riforma
soffocata».
Francia e Spagna
sorpassano
il vigneto Italia
A bocce ferme - ovvero, con
tutte le uve in cantina - un
dato pare ormai sicuro: con
la vendemmia 2014, l’Italia
arretra e cede alla Francia
la medaglia di primo Paese
produttore di vino al mondo,
mentre la Spagna si aggiudica il secondo posto.
A dirlo sono i dati definitivi elaborati e divulgati da
Assoenologi, che ritoccano
le stime avanzate un paio di
mesi fa. «Rispetto alle prime
valutazioni, molte sono le differenze, sia per quantità che
per qualità, visto che in molte
zone si riscontrano produzioni decisamente più contenute
rispetto a quelle ipotizzate a
fine agosto» spiega Giuseppe
Martelli, direttore generale
di Assoenologi.
Meno uva del previsto
I numeri, dunque. Complessivamente, la quantità si
attesta intorno ai 40 milioni
di ettolitri di vino, vale a
dire -4% rispetto alle prime
previsioni e -17% rispetto ai
48,2 milioni di ettolitri del
2013 (dato Istat). La Francia
dovrebbe produrre 47 milioni
di ettolitri (+11% rispetto al
2013).
Presenza- 16 novembre 2014
5
Quanto costa una schiava:
la terribile logica del Califfato
Aspettavamo questo dato: il prezzo delle
schiave vendute dai miliziani dello Stato
Islamico. È uscito un editto il 20 ottobre
scorso, emanato dal Califfato, proprio per
fissare questo valore. Ne ha dato notizia la
stampa di Baghdad, e funzionari dell’Onu
hanno confermato. Dunque vediamo: quanto
vale una schiava? Da che cosa dipende il
prezzo? Dallo stato di salute? Dai lavori che
sa fare? Dall’età?
Naturalmente, se una persona ha un
valore quantificabile in denaro, diventa un
bene relativo. Il suo valore può scendere
anche a zero o sottozero, il che vuol dire che
puoi ucciderla. Se elimini ciò che vale zero,
non fai nessun male. Se elimini ciò che vale
meno di zero, fai un bene. Qui è compresa
l’idea che un omicidio può essere "santo".
Ogni volta che urto contro questo concetto,
e purtroppo ragionando su queste cronache
mi succede spesso, mi sale alla mente un
ricordo, non posso
fare a meno di citarlo, e se l’ho già fatto
chiedo scusa.
Il ricordo è questo: una ragazza kamikaze indossa la
cintura esplosiva
e si fa filmare per
lasciare un ricordo alla mamma,
alla quale dedica
l’addio: «Mamma
non piangere, non vedo l’ora di bussare alla
porta di Allah con i crani degli infedeli».
Le vittime che uccidi sono la chiave con la
quale ti apri la porta del paradiso. Certo,
non tutto l’islam è così. Ma qui parliamo
della fetta di islam che è così.
Per l’Is, quelli che catturi e vendi come
schiavi non devono essere della tua religione, perciò vanno bene gli yazidi o i cristiani. Nel venderli come schiavi c’è anche la
punizione perché sono infedeli. Non occorre
che siano adulti, e sappiano qualcosa della
civiltà di cui sono figli. Anzi, il valore più
alto viene assegnato ai bambini, e più sono
piccoli più valgono. Nella schiavitù presso i
romani non era così, e nemmeno nella schiavitù coloniale. Nella schiavitù coloniale,
poteva accadere che il padrone amasse una
schiava e questa facesse un bambino. Se il
bambino era nero, veniva immediatamente
schiavizzato.
L’Isis stabilisce il valore degli schiavi dividendoli per fasce d’età: 1-9 anni, 10-20 anni,
20-30, 30-40.
Voi direte che il valore più alto ce l’hanno le
schiave dai 20 ai 30 anni. Anch’io lo pensavo.
Un retaggio, forse, lasciato nel nostro cervello
dalla civiltà romana. Ma non è così: il valore
più alto ce l’hanno da 1 a 9 anni. Penso che
sia per la loro plasmabilità: a quell’età sono
una tabula rasa, puoi scriverci quello che vuoi,
e naturalmente quello che vuoi scriverci è il
tuo Dna culturale. Sui bambini di quell’età
puoi. Dopo quell’età, per scriverci qualcosa,
devi prima cancellare quello che c’è già scritto.
Una faticaccia, e non è detto che riesca. Questi
bambini che sono, diciamo così, una tabula
rasa, valgono sui 115 euro l’uno.
È poco, anche per
il Califfato. Il quale
si scusa, infatti, e fa
capire che i prezzi
sono scesi perché i
raid americani hanno spento le fonti
petrolifere, e le casse
statali han bisogno
di denaro, subito. Le
donne tra i 10 e i 20
anni valgono sui 100
euro. Tra i 20 e i 30,
sui 70. Tra i 30 e i 40, sui 50 euro. Il prezzo è
indicato in dinari iracheni, qui li sto cambiando
in euro, e posso sbagliare. Ma fin qui stiamo
commentando un testo scritto, muto e arido.
C’è anche una fonte sonora, che dice di
più. È un video. Miliziani dell’Is comprano
schiave. Uno dice (in arabo, e non tutti sono
sicuri del testo): «Voglio vedere i denti, se ha
tutti i denti pago di più». Le mie memorie
(contadine) mi ricordano le compravendite
dei cavalli. L’acquirente guardava in bocca i
cavalli, osservava il colore dei denti. C’è un
detto che dice: «A caval donato non si guarda
in bocca», ma si riferisce ai cavalli che ricevi
gratis, quelli che paghi li controlli bene. Dove
ci sono persone trattate come cavalli, la Storia
fa un salto indietro di duemila anni.
Qualcosa di nuovo anzi d’antico: l’arena del Colosseo
«Già immagino dentro al
Colosseo concerti come la
Passione secondo Matteo di
Bach, sulla scorta delle rappresentazioni sacre durante
il Medioevo». Il professor Andrea Carandini, ex presidente del Consiglio superiore dei
Beni culturali, è entusiasta
della proposta di restituire
al Colosseo l’antica arena,
avanzata dall’archeologo
Daniele Manacorda.
Il progetto ha già avuto il
placet, via twitter, del ministro dei Beni culturali e del
Turismo Dario Franceschini. «L’idea dell’archeologo
Manacorda di restituire al
Colosseo la sua arena mi
piace molto.
Basta un po’ di coraggio»
ha scritto il ministro, postando poi sul social network
anche alcune foto Alinari per
mostrare «come i visitatori
vedevano e vivevano il Colosseo sino a poco più di un
secolo fa».
L’ipotesi è
già al vaglio
della Soprintendenza speciale per i Beni
archeologici di
Roma, guidata
da Mariarosaria Barbera.
Che precisa:
«Stiamo lavorando agli approfondimenti per un possibile progetto di ricostruzione
dell’arena, inclusa l’individuazione delle migliori
soluzioni tecniche rispetto
all’ampliamento del settore
già ricostruito anni fa».
L’argomento è di quelli
destinati a suscitare dibattito e già ora c’è chi non è
d’accordo. «Purtroppo ci sono
molti Catoni - osserva ancora
Carandini, archelogo noto
per le scoperte negli scavi sul
Palatino - ma io non sono un
censore e auspico che davve-
San Luis 5358 (60-62-64) Peñalolen
(02) 298 15 58 298 24 02 Fax (02) 322 03 95
www.carnessori.cl
ro si possa ripristinare la pavimentazione dell’Anfiteatro
Flavio. Sono contento quindi
che il ministro Franceschini
abbia accolto favorevolmente
l’ipotesi.
Tanto più che non si tratta,
come ritengono alcuni, di
una rivoluzione, di un’innovazione, ma di una conservazione e valorizzazione
dell’esistente».
A partire dai sotterranei
che sarebbero sì coperti ma
«potrebbero essere apprezzati dai visitatori per quello
che rappresentavano duemila anni fa.
Vacuno
Cerdo
Sub productos
Arrollados
Hamburguesas
Cordeo Lechón
Pollo
Pavo
Jabalí Puro
Ciervo
Avestruz
Codornices
Pato Neozelandés
Conejo
Guayu 100% Orgánico
Quesos
6
Presenza- 16 novembre 2014
Editoriale:
in questo numero vogliamo dare la parola ai nostri
alunni presentandovi una piccola mostra del lavoro che
i diversi livelli hanno svolto nelle ore di italiano con
i rispettivi insegnanti in occasione della celebrazione
della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
Vi lasciamo inoltre con altre importanti attivitá:
l’Ultimo Appello, Giorno della Musica, nuovo CASI
ed i Giochi della Gioventú di La Serena.
Buona Lettura!
Gigliola Pacciarini G. / difusion@scuola.cl
Con la gentile collaborazione
della Prof.ssa Silvia Perroni
e di Ma. Gabriela Castillo,
Coordinatrice Centro Culturale.
CAROLINA MUNIZ SIMAS
Cercando la felicità
La pioggia scende
il mondo piange
scappa dai labirinti,
balla con la musica,
silenzio…
vola in libertà,
ma con paura,
sbatte
trova una chiave…
apre la porta…
felicità
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
SETTIMANA DELLA LINGUA
ITALIANA NEL MONDO
(DIPARTIMENTO DI ITALIANO)
La Settimana della Lingua Italiana nel Mondo è l’evento
di promozione dell’italiano come grande lingua di cultura
classica e contemporanea, che la rete culturale e diplomatica del Ministero degli Affari Esteri italiano organizza ogni
anno, nella terza settimana di ottobre, intorno a un tema che
serve da filo conduttore per conferenze, mostre e spettacoli,
incontri con scrittori e personalità.
Nata nel 2001 da un’intesa tra il Ministero degli Affari
Esteri e l’Accademia della Crusca, sotto l’Alto Patronato
del Presidente della Repubblica e con il contributo delle
Ambasciate della Confederazione svizzera, in cui l’italiano
è una delle lingue ufficiali, la Settimana si è sviluppata di
edizione in edizione, in qualità e quantità.
Quest’anno, la XIV° edizione della Settimana della Lingua
Italiana nel Mondo ha avuto luogo dal 20 al 25 ottobre e il
tema prescelto è stato “Scrivere la nuova Europa: editoria
italiana, autori e lettori nell’era digitale”.
Con questa scelta, si è voluto valorizzare il ruolo del libro
nelle sue molteplici connotazioni, dal cartaceo al digitale,
nello sviluppo del concetto di Europa e quale strumento
di diffusione della cultura e vettore di civilizzazione delle
società.
Il tutto si inquadra nell'ambito del semestre di presidenza
italiana dell'Unione europea, un contesto che permetterà
di programmare eventi che abbiano un'ottica rivolta alla
costruzione e sviluppo dell'identità culturale del Vecchio
Continente. Quest'ultima infatti è andata di pari passo con
il progresso tecnico del libro, dall'invenzione della stampa al
suo sviluppo, in parallelo con la crescita della società civile
europea fino al contesto odierno, caratterizzato dall'uso di
reti telematiche "globali" e dalla crescente affermazione di
nuovi supporti digitali.
Per questa celebrazione Il Dipartimento di Italiano della
scuola ha organizzato una serie di attività prendendo come
tema centrale la POESIA. Abbiamo invitato gli alunni a
scrivere le loro poesie utilizzando diverse tecniche: poesia
libera, aiku (brevi poesie della tradizione giapponese che
usano linguaggi sensoriali per catturare un sentimento o
un’immagine) e caviardage (tecnica in cui si va alla ricerca
della poesia nascosta in un testo). Venerdì 24 ottobre, il risultato del lavoro svolto dalle classi è stato presentato alla
scolaresca in una esposizione in cui i ragazzi hanno potuto
leggere e sorprendersi di fronte al proprio talento poetico.
Vi presentiamo alcune bellissime poesie scritte dai nostri
alunni.
POESIA CREATIVA
CONSTANZA MONTECINOS
Pensiero
Lo Sguardo dell´ Anima
di Mauro G. Moreno Rossi (II°A)
Nel pensiero di tutti ci sono
diversi aspetti che risaltano
ed esprimono i sentimenti,
i quali sono ingiusti o virtuosi.
Acqua e vento,
musica nel silenzio,
il tutto nel vuoto,
un bosco, un albero,
un paesaggio d’idee,
un carcere di guerra,
un serpente sull’autostrada
e la pioggia tra le nuvole.
Niente esiste, pensieri,
tutto è un portone di malinconia.
E dietro?
La vita.
L´ingiustizia risalta il buio,
la virtú evidenzia il chiarore,
che fa parte dell´ arcobaleno
e si puó trovare dentro il cuore.
POESIA CREATIVA COLLETTIVA
“I C” - 2014
di Santiago Diaz (I°A)
Il cuore tace con il dolore
e si rappresenta con le lacrime,
che escono da quegli occhi umidi;
Scivolano le lacrime
come le foglie in autunno
per un sogno morto
che si nasconde nella penombra.
Tutti siamo gli orfani della morte
sequestrati dalla vita al nascere,
ma nostra madre ritornerá
quando la vita ci lascerá andare.
con il riflesso dello splendore,
questi occhi ci parlano, gridando
dell´aggressivitá dell´esistenza.
Se i sentimenti fossero parole
rimarrei muto nell’oscurità
dei miei pensieri.
Prima di nascere non siamo niente,
bambini in un mare di solitudine
vuoto, bello, nero, infinito...
né ira né felicitá, solo pace.
Cosa fare per il futuro
Se non ho un domani?
Basterà avere fiducia in qualcuno
per compiere i miei sogni?
Vorrei volare verso il sole
alla ricerca della mia felicità
ma sono condannato dalla realtà.
Senza titolo
La vita é ingiusta, senza senso
odio, ira, paura, disturbata
a volte dalla felicitá.
Non devi avere paura, nostra
madre ritornerá e ci porterá
nuovamente al pacifico niente.
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
CASI 2015
Cara Comunitá Scuola,
Presenza- 16 novembre 2014
7
Ultimo Appello
Vi informiamo che nella votazione per il CASI 2015, realizzata il 5 novembre scorso, la lista “Dal verbo all´Azione” ha
vinto l’elezione con un 53% dei voti sulla lista “DAR”.
Lunedì 3 novembre si è
svolta l’emotiva e tradizionale cerimonia dello “Ultimo
Appello”, occasione in cui
viene fatto l’appello agli
alunni delle IV° Medie.
I nostri auguri vanno agli entusiasti candidati di entrambe
le liste e desideriamo molto successo ai rappresentanti della
lista vincitrice composta da:
José Pablo Arnés
Constanza Soffia
Catalina Jaramillo
Massimiliano Valdatta
Sebastián Bocaz
Paolo Fabia
- Presidente
- Vicepresidente
- Tesoriera
- Segretario
- Direttore di Commissioni
- Portavoce
Dopo la cerimonia, i ragazzi hanno visitato la Scuola
Materna e giocato con i più
piccoli della Scuola.
Con questa attività abbiamo già iniziato il commiato
agli alunni delle IV° che si
avvicinano velocemente a
lasciare la Scuola.
Giochi
della Gioventù 2014
Feria Libro
(Por Biblioteca)
I giorni 25 e 26 ottobre la nostra scuola ha partecipato
alla XXVI° versione dei Giochi della Gioventù, nella Scuola Italiana Alcide de Gasperi della città di La Serena. La
nostra delegazione, composta da 130 sportivi, ha viaggiato
con molta energia ed entusiasmo per partecipare a questo
tradizionale incontro tra le scuole ed i club delle istituzioni
italiane presenti in Cile.
Le nostre congratulazioni a tutti i nostri alunni che hanno
ottenuto dei buoni risultati ed hanno avuto una condotta
eccezionale.
Gli sport rappresentati sono stati: calcetto, pallavolo, pallacanestro, ginnastica, bocce ed atletica leggera.
Per vedere i risultati dei Giochi 2014, seguite il link:
http://www.scuolaitalianalaserena.cl/giochi-della-gioventu-2014/
Giorno della Musica
Giovedì 6 novembre abbiamo celebrato a Scuola il Giorno
della Musica con divertenti ed interessanti attività organizzate dal Dipartimento di Musica. I nostri alunni, dalla 1°
Elementare alla IV° Media hanno ballato ed interpretato
pezzi musicali. Alla fine della giornata si è presentata l’orchestra della Scuola.
Auguri al Dipartimento di Musica ed a tutti coloro che
hanno collaborato in questa attività.
Conferenza
sulla Tesoreria
Generale
della Repubblica
Bellezza
dello Sguardo 2014
En Biblioteca sabemos lo que te hace sentir bien, a veces
son olores, como el de los libros nuevos. Es inconfundible el
olor de un libro nuevo, ¿no te parece? Pero sólo cuando lo
abres y lo lees por primera vez. Luego ese olor se pierde y se
transforma en otro muy diferente. Uno que recuerda a los
libros de biblioteca, a las inolvidables tardes de estudio… por
eso, porque queremos verte feliz, organizamos nuevamente
una Feria pensando en ti …
La Feria del Libro de la Scuola Italiana Vittorio Montiglio
se realizó por primera vez en la primavera del 2010, cuando
diversos editores, distribuidores, libreros, escritores y profesionales de otras áreas relacionadas con el libro se reunieron
por primera vez en nuestra Scuola.
Desde entonces, la Feria ha dejado huella en el fomento
de la lectura y el desarrollo de la actividad cultural. Año
tras año, la Feria se ha encargado de impulsar el desarrollo
editorial y ser el motor de la lectura, promoción y venta de
libros dentro de nuestra comunidad escolar.
Del 13 al 15 de octubre, en esta su IV versión, la Feria
se constituyó nuevamente como un importante evento
cultural en el que participaron 28 expositores de diversas
casas editoriales.
Pero la aventura no se detiene acá, porque el libro está
vivo y es el protagonista de nuestra historia, cerraremos con
broche de oro este año.
En Biblioteca con el patrocinio del Ministerio de Relaciones
Exteriores (Ministero Affari Esteri) y del Ministerio de Patrimonio Cultural (Ministero Beni Culturali) se presentará
una Exposición itinerante de literatura italiana traducida en
el extranjero. El origen de esta exposición es una colección
privada, nacida de una forma innovadora y poco italiana de
archivar simples recuerdos: pedir a personas que viajaran
al exterior un libro italiano traducido a otro idioma. De esta
forma, se fue formando una colección de aproximadamente
2800 libros en representación de 50 idiomas. Desde el retiro
hasta el momento del transporte los libros han recorrido
180.000 km. Biblioteca se enorgullece de formar parte de
esta maravilloso desafío, acogiendo esta valiosa muestra
itinerante.
Súmate a la aventura. Están todos invitados, del 10 al 14
de noviembre, te esperamos.
BIBLIOTECA
San Francesco
Il Dipartimento di Storia della Scuola ha organizzato
un’interessante conferenza sulla funzione e sul ruolo della
Tesoreria Generale della Repubblica agli alunni delle I° e
delle III° Medie. L’incaricata di spiegare agli alunni il tema
è stata la ex alunna ed adesso genitore della Scuola Marcela
Soto (Tesoriere Provinciale di Las Condes) che ha parlato
sulle imposte, come si raccolgono, come si distribuiscono e
come si investono.
È stato inoltre presentato il tema della Riforma Tributaria
e le sue conseguenze. Ringraziamo la buona disposizione
della signora Soto per l’importanza e l’utilità di tutto quello
che ha spiegato ai nostri alunni.
Giovedì 16 ottobre scorso, come è già tradizione a Scuola,
il gruppo di Scout San Francesco ha presentato nel nostro
teatro un’opera in cui è stata narrata la vita e le opere di questo importante Santo agli alunni della Scuola dell´Infanzia
e Primaria.
8
COLLETTIVITÁ
Presenza- 16 novembre 2014
Professionisti di Origine Italiana
Cristoforo Colombo: apertura al moderno
Pranzo di amicizia
Il gruppo delle Signore dell’Azione Cattolica che si
riunisce tutti i mercoledì pomeriggio in Parrocchia ha
compiuto, anche per quest’anno, con la tradizionale
“scampagnata”.
Ma questa volta di scampagnata ha avuto solamente
il nome perché si è esaurita a pochi passi dallo Stadio
Italiano in un ristorante conosciuto. E lì, sedute assieme
al cappellano P. Giulio Rubin, hanno consumato il pranzo.
Senz'altro non in silenzio. Hanno avuto anche il tempo per
una foto ricordo.
Estimad@s amig@s de nuestro Patronato
por intermedio de este mail, queremos transmitirles
una información de suma importancia referente a la
situación que estamos viviendo los Patronatos debido a
la propuesta de Ley impulsada por el Gobierno italiano
que recortará en un 70% el presupuesto asignado para
la mantención de los mismos.
Dicho recorte acarreará graves consecuencias y probablemente el cierre de nuestra oficina en Chile, dejando
en completo desamparo a los pensionado italianos residentes en nuestro país, quienes no tendrán un referente
idóneo para realizar sus trámites de pensión.
Como Patronato ACLI Chile hemos comenzado una
campaña de recolección de firmas de todos los ciudadanos (no solo pensionados) que quieran apoyarnos y decir
"NO ai tagli ai Patronati", como una manera de ejercer
presión para que dicha ley no sea aprobada.
En este sentido quisiéramos pedir vuestra colaboración, difundiendo esta información entre las personas que
conocen y solicitarles que firmen una petición online que
en conjunto han elaborado los Patronatos INAS, INCA,
ITALUIL y ACLI.
Para ello deben entrar al siguiente link y llenar un
pequeño formulario (marcar Patronato ACLI y colocar
nombre, apellido, fecha de nacimiento, comuna de residencia, país, e-mail y teléfono)
http://www.tituteliamo.it/no-ai-tagli-ai-patronati/
También pueden acudir directamente a nuestra oficina, ubicada en Av. Bustamante 180, Of. 5, Providencia,
Santiago (interior Parroquia Italiana, metro Línea 5
– estación Parque Bustamante), de lunes a viernes, de
08:30 a 14:30 horas.
Necesitamos su firma antes del 21 de noviembre.
Agradecemos desde ya su colaboración en esta campaña.
Servizio del Patronato
ACLI
L'ufficio del Patronato attende il pubblico presso la
Parrocchia Italiana (Bustamante 180)
con il seguente orario:
da Lunedi a Venerdi
dalla ore: 08:30 alle 14:30
Tel: 2665-0340; 22225247 - E-mail: santiago@patronato.acli.it
Ultimo mercoledì di ottobre: nella serata culturale
mensile del Circolo di Professionisti di origine italiana l’Ing. Rodolfo Baffico
ha presentato, nella usuale
conferenza la figura di “Cristoforo Colombo: apertura
al moderno”.
Il Presidente Romolo
Trebbi ha invitato al brindisi in onore dell’Italia-Cile
con uno speciale ricordo a
Cristoforo nel mese della
scoperta d’America.
Così ebbe inizio la serata
alla quale hanno partecipato una quarantina di amici.
Ha preso la parola anche il
past-president Prof. Primo
Siena che ha speso poche
parole sull’avvenimento
comunitario delle prossime elezioni del Comites
e dell’obbligo morale di
parteciparvi inoltrando
un formulario di richiesta
di voto disponibile in ogni
Istituzione.
Cerchiamo di dare un
breve riassunto della conferenza. Alla fine del 15°
secolo l’Europa aveva conseguito enormi progressi in
campo tecnico e scientifico:
Scoutismo: una
manera distinta de
vivir la juventud
El escultismo es un movimiento dirigido sobre
todo a los jóvenes, que son
quienes lo viven de forma más activa y quienes
más reciben de él; pero se
puede ser scout desde los
5 años hasta el final de
la vida, no hay una edad
máxima.
El fin principal del escultismo es contribuir al desarrollo integral de los niños,
niñas y jóvenes ayudándoles a realizar plenamente
sus posibilidades físicas,
sociales,emocionales,intele
ctuales y espirituales como
p e rs o n a s y c i u d a d a n o s
r e s p o n s a b l e s, m i e m b r o s
activos de su comunidad y
partícipes de la misma.
Uno de los Grupos más
dinámicos y reconocidos de
Santiago es el de Pompeya,
de la Parroquia Italiana.
Tiene 40 años de experiencia.
Venga a un lugar especial a probar lo mejor de la gastronomía italiana.
Lo esperamos
*Providencia (Esq. Pedro de Valdivia)
la conseguenza di tali progressi furono
le navigazioni
oceaniche e le
grandi scoperte
geografiche.
Con lo sbarco in America
del 1492 il genovese Cristoforo Colombo
diventò l’eroe
di questa grandiosa avventura che permise
all’Europa di
conquistare e
colonizzare immensi .
Cristoforo Colombo nacque a
Genova, probabilmente nella
casa dell’Olivello, vicino a
Porta S. Andrea, fra l’agosto e l’ottobre 1451.
Domenico, il padre di Colombo, verso il 1470 si trasferì con tutta la famiglia a
Savona. Ma gravi problemi
economici lo fecero rientrare, assieme alla famiglia, a
Genova. Cristoforo nel 1474
lasciò la Liguria e si trasferì a Lisbona, raggiungendo
così il fratello; e cominciò
la vita di mare compiendo
alcuni viaggi nei porti del
Mediterraneo.
Colombo è entrato nel
firmamento della cosmografia, ha conosciuto il
Toscanelli e fra i due c’è
stato un interscambio di
carte geografiche nautiche.
Questi studi miravano a
convincere i finanziatori
dell’impresa che stava maturando.
E’ possibile che Colombo
abbia conosciuto Martín
Behaim “cosmógrafo de
gran criterio” durante una
visita in Portogallo ed abbia discusso del viaggio per
le Indie cammino ad ovest.
Martín integrava la Junta
de Dos Mathemáticos” che
aveva elaborato vari metodi
per misurare la latitudine
a partire dalla altitudine
dei meridiani del sole.
Teoria indispensabile
perché nell’emisfero sud la
stella polare non è visibile.
Infine la Junta ha scoperto
una maniera di navigare
mediante tavolette di declinazione del sole.
Sistema usato per varie
decadi. Importante per il
viaggio è stata anche la scoperta delle correnti marine
che facilitavano il percorso.
Nominato Ammiraglio del
Grande Oceano, il 3 agosto
Colombo salpava da Palos
per la grande avventura
che avrebbe sconvolto il
mondo.
Con lui il mastro cartografo Giovanni de la Cosa,
il fratello Francesco, due
bravi capitani Alonso Pinzon sulla Pinta, Vincenzo
Pinzon sulla Nina, e 90
marinai come “compagni
d’avventura”.
Solo la Santa Maria ne
aveva 50, le altre due caravelle ognuna 20. Dopo 12
giorni giunsero alle Canarie, il 7 settembre ripresero
il viaggio.
Dopo altri 30 di navigazione, la Terra promessa
da Colombo non appariva.
Colombo era inquieto, però
determinato a seguire, anche perchè tornare indietro
sarebbe stato un suicidio.
Finalmente all’alba del 12
ottobre, scorse la Terra.
Sbarcò in una delle isole
Lucaie cui dette il nome di
San Salvador.
Il 15 approdò ad un’altra isola, S. Maria, il 16
alla Grande Exuma, il 28
scoprì le isole poi dette
delle Grandi Antille, ed il 6
dicembre nell’isola di Haiti
che chiamò Hispaniola.
COLLETTIVITÁ
La comunità prega a Lo Vázquez con fede
Il 56esimo Pellegrinaggio
al Santuario della Madonna
di Lo Vázquez celebrato,
come di tradizione, la seconda domenica di novembre,
nella gioia spirituale di
sempre, ha sofferto quest’anno una mancanza: il
Coro Giuseppe Verdi di Valparaiso che tutti gli anni ci
accompagnava per rendere
più solenne il nostro appuntamento di famiglia italiana
con la Madonna, si trovava
felicemente in “tournée”
a Punta Arenas. Abbiamo
supplito con decenza ai
canti del Coro che la Vergine
avrà ascoltato con un sorriso
perché espressi con sincerità ed entusiasmo.
Un’altra nota: è chiaro
che, in questi ultimi anni, si
sono moltiplicate le assenze
per ovvi motivi di salute o di
assenze obbligate a causa
degli anni che inesorabilmente trascorrono. Però la
sostanza rimane: la sostanza di una comunità che non
rinuncia a ringraziare la
Madre che sempre e dovunque protegge.
Quella Madre che abbiamo imparato a venerare e
ad amare fin dal grembo
materno nei nostri paesi e
che abbiamo voluto continuare ad onorare in terra
cilena sotto un’altra invocazione. Grazie a Dio ed alla
Madonna fra i partecipanti
si dà una rotazione quasi
naturale.
Per esempio in questo
ultimo incontro abbiamo notato un buon gruppo di San
Antonio ed altri di Santiago:
volti nuovi.
Dalla Parrocchia di Santiago si è (quasi) riempito
un pullman e molti altri
pellegrini si sono aggiunti al
Santuario di Lo Vásquez con
mezzi privati di modo che,
assieme ai fedeli della Vª
Regione si è riusciti a vedere
il pieno nel tempio.
La riflessione del Vangelo verteva sulla verità
cristiana della risurrezione
dei corpi dopo la parentisi
della nostra vita terrena: e
P. Giuseppe l’ha annunciata
come un dono e conclusione
del nostro essere figli di Dio.
Un cenno anche alla maternità di Maria che, come
ha protetto Gesù nella sua
“debolezza di bambino” così
protegge anche noi.
Ormai siamo abituati alle
sorprese che Paolo Peragallo
ci dà in ogni celebrazione: in
questa occasione all’offertorio ha presentato, assieme
ad un calendario del 2015
dell’Associazione Ligure
come segno di un quotidiano
impegno per il bene della
Piantiamo l'olivo in segno di pace: nelle famiglie, in
comunità, in questo nostro Cile e nel mondo intero!
comunità, anche un olivo
simbolo di pace. Alla fine
della celebrazione coloro
che si sentivano in gamba, salimmo la collinetta
del Calvario dominata dal
grande Crocifisso recitando
il Rosario.
Prima della foto di rigore
alcuni ci siamo recati all’interno del recinto del Crocificco per piantare l’olivo.
Peccato che, nel trambusto
degli ultimi preparativi
l’amica Gilda Rivara è inciampata e, nella caduta ha
riportato varie escoriazioni.
(Auguri, cara Gilda, e torna presto alla normalità).
Quindi ognuno per i fatti
suoi, scartocciando pacchetti, aprendo pentoline, stappando bottiglie all’ombra di
grandi alberi. E contenti!
Presenza- 16 novembre 2014
9
Attività della Dante, comitato di Valparaiso
Nell´anno 14
dell´era cristiana, precisamente
due mila anni fa,
moriva nella cittá
di Nola il primo
imperatore romano: Caio Giulio
Cesare Ottaviano
Augusto. Nel ciclo
“Grandi Italiani”,
scelto quest´anno
come tema generale, la Dante Alighieri ha voluto
includere anche
questo grande romano con il quale
ha avuto inizio il
glorioso periodo
storico che Dante
considerava come
insuperabile modello di governo.
Con il titolo “Augusto,
il primo Imperatore” il
neolaureato professore di
Storia, Giuliano De Conti,
ha mostrato un grande
dominio del tema, frutto
di lungo studio come studente e come aiutante del
prefessore di Storia Antica
Raúl Buonocore, Giuliano
De Conti inizia la sua esposizione enumerando alcune
leggende costruite attorno
alla nascita del futuro imperatore e raccontate, con
molta serietá, dallo storico
Svetonio.
Poi manifesta di voler
illustrare il passaggio della
res publica romana dalla
repubblica oligarchica dei
triunvirati a una monarchia con un potere tale da
essere in grado di creare
successione dinastica.
Il governo di Augusto
segna la fine delle guerre
civili, segna pure una certa
stabilitá dell´economia, dovuta in gran parte al fatto
che il Mediterraneo diventa
un mare sicuro.
Augusto si preoccupa di
curare con molta diligenza
la sua immagine di pacificatore, di domatore dei
barbari, di iniziatore di un
regime che sembrava coinci-
Il giovane Giuliano De Conti detta la conferenza
dere con il desiderio di pace
anelato dalla popolazione.
Giuliano De Conti analizza
con precisione argomenti
tanto importanti come lo
sono le basi reali del potere
di questo primo imperatore, i metodi utilizzati per
assicurarsi l´appoggio dei
senatori, della classe equestre e del popolo, mediante
una lunga successione di
provvedimenti saggi che gli
permettono di trasformarsi da Ottaviano, erede di
Giulio Cesare, in Augusto,
restauratore della repubblica.
Una condizione questa
che conciliava nella sua
persona la somma dei poteri, tutti formalmente legittimi preché derivavano dalla
costituzione repubblicana.
Il programma di politica
interna di Augusto, osserva il prof. De Conti, mira
a consolidare l´appoggio
delle classi alte mediante
la restaurazione dei valori
tradizionali del costume
romano, con una serie di
leggi: sul matrimonio, contro l´adulterio, contro il
lusso.
Nel campo letterario, attraverso l´abile cooperazio-
ne di Mecenate, incoraggia
l´impegno con straordinari
uomini di cultura - Virgilio,
Orazio, Tito Livio – promovendo la visione della
missione civilizzatrice di
Roma.
Augusto interviene pure
nell´edilizia pubblica trasformando una cittá di legno in una cittá di marmo.
Giuliano De Conti affronta
brevemente anche il problema della successione.
Po i l a c o n c l u s i o n e :
Augusto fece propria
l´interpretazione tradizionale della storia di Roma:
Roma ha potuto conquistare il mondo perché la
societá romana era moralmente superiore: i Romani
erano uomini semplici, che
amavano la loro patria,
disposti a difenderla valorosamente come soldati,
preparati ad amministrare
la res publica con onestá.
Caro amico,
hai chiesto al consolato
il formulario di iscrizione
per il voto sal Comites?
Domandalo subito. Poi
lo compili e lo spedisci
subito al Consolato!
La comunità devotamente al Mausoleo
Il giorno in cui ricordiamo
i nostri defunti occupa sempre un momento di profonda
attenzione nella nostra comunità che lo celebra, secondo la
tradizione, il giorno anteriore, quindi il primo novembre.
Autorità italiane (la Console
Nicoletta Gliubich e il Primo
Segretario Emilio Giribone),
il Presidente dello Stadio
Vittorio Illino, il Rettore della
Scuola Prof. Italo Oddone, il
Consiglio (quasi) al completo
dell’Umanitaria guidato dal
Presidente Mario Nervi, una
folta rappresentanza della
Pompa Italia con il Direttore
Leopoldo Ratto, un gruppetto
degli Scout Pompeya della
Parrocchia.
Presenti anche religiose
italiane che hanno dato man
forte al coro nei canti liturgici. E poi stendardi delle
Istituzioni: dello Stadio, della Scuola, dell’Umanitaria,
della Parrocchia, della Casa
Riposo Italia. Insomma la
comunità c’era. Ed ha pregato per i defunti sepolti nel
Mausoleo, nei cimiteri del
Cile; un ricordo anche per i
parenti sepolti nei cimiteri
d’Italia. All’omelia il celebrante, P. Giuseppe, dopo una
riflessione sui Santi e loro
funzione nella Chiesa, ha
sviluppato un pensiero sui
defunti. Sia santi che defunti
sono i nostri compagni che
proteggono il nostro viaggio
verso le mete eterne. Nel
Mausoleo N. 2, il più antico
un ricordo particolare lo ha
riservato per i tre martiri della Pampa Italia che hanno
illuminato l’Istituzione con
il loro eroico esempio : Antonio Secchi, Carlo Giaverini
Claudio Cattoni.
Avenida Ricardo Lyon 322 (Providencia)
Reservas al (56 2) 2484-8484
10
COLLETTIVITÁ
Presenza- 16 novembre 2014
Scomparsa del Presidente
della Società Dante Alighieri,
Ambasciatore Bruno Bottai
È con immenso dolore che
la Società Dante Alighieri
comunica la triste notizia
della scomparsa del proprio
Presidente, l’Ambasciatore
Bruno Bottai.
La Camera ardente sarà
allestita a Roma, in Palazzo
Firenze, sede della Società
Dante Alighieri in Piazza
Firenze 27, domani 4 novembre dalle ore 10 alle 19, e la
cerimonia funebre si svolgerà
mercoledì 5 novembre, alle
ore 10, nella chiesa di S.
Maria in Trastevere.
L'Ambasciatore Bruno
Bottai era nato a Roma il 10
luglio 1930. All’età di soli 24
anni era entrato in carriera
diplomatica per concorso,
rivestendo presto la carica
di Vice Console a Tunisi
e Secondo Segretario alla
Rappresentanza Italiana
presso la nascente Comunità
Europea dal 1958 al 1961;
ha continuato a seguire in
particolare gli sviluppi eu-
ropei negli anni di servizio
presso la Segreteria Generale
del Ministero quale Capo
del Servizio Coordinamento
(1961- 66) e poi alla Presidenza del Consiglio quale
Consigliere diplomatico del
Presidente (1970 - 72).
Gli anni ’70 lo hanno visto
prima Capo Servizio Stampa
della Farnesina (1972-76),
poi Ambasciatore presso la
S. Sede (1979 – 81), carica
rivestita una seconda volta,
LLEVE A SU CASA PRE-PIZZA LISTA
***
PRUEBE NUESTRA FUGAZA
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dal 1994 al 1997, a chiusura
di carriera. Ambasciatore di
grado nel maggio 1981, ebbe
successivamente gli incarichi di Direttore Generale
degli Affari Politici (1981
- 85), Ambasciatore a Londra (1985 - 87) e Segretario
Generale della Farnesina
(1987 - 94).
Dall’aprile del 1995 era
Presidente della Società
Dante Alighieri.
Cordoglio del
Presidente Napolitano
Gentile Presidente,
La ringrazio per i sentimenti di cordoglio espressi
in occasione della scomparsa
del nostro Presidente Ambasciatore Bruno Bottai, che
per 20 anni ha presieduto
con passione la nostra cara
Dante.
Chi l’ha conosciuto bene
sa con quanta riservatezza
e discrezione Egli preferiva
svolgere i suoi compiti istituzionali. Il suo carattere
schivo, a volte minimalista,
perfino bruno come il suo
nome, non era altro che timidezza e uno stile di vita
improntato all’essenziale,
ma che non mancava di humor, uno humor per niente
scontato, anzi imprevedibile
e per questo ancora più
originale.
Per la Dante è stato un
modello, un esempio di attaccamento tenace al lavoro
quotidiano, direi quasi uno
sforzo, per far uscire dal
bozzolo ottocentesco, come
Egli amava ripetere in ogni
occasione, la più antica Istituzione italiana che diffonde
la nostra lingua e cultura nel
mondo.
E di questo io e tutti i
miei colleghi Gliene saremo
sempre grati. So però, che
nel suo cuore albergava
ancora l’antico amore per
la sua casa, la Farnesina, i
suoi colleghi ambasciatori, la
nostra presenza diplomatica
nel mondo.
Era molto attaccato anche
al Quirinale, sentendo sempre nella figura del Capo dello Stato l’emblema supremo
della sua amata Italia e per
questo ringrazio il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano per il bellissimo
messaggio che ci ha inviato
. Un giorno, passeggiando,
mi chiese cosa sarebbe stata
la vita dopo la morte e io,
ingenuamente, Gli risposi
che sarebbe stata la luce di
Dio, come recita Dante nell’ultimo Canto del Paradiso.
Ora questo dubbio non lo ha
più e mi auguro che la luce
in cui Egli ora vive possa
illuminare anche il nostro
futuro cammino. Cordiali
saluti.
Alessandro Masi
Con pleno éxito la Scuola Italiana
“Giuseppe Verdi” de Copiapó realizó
Conferencia sobre Educación Emocional
El pasado día
jueves 6 del
pte. en dependencias de la
Scuola Italiana di Copiapó
se desarrolló la
conferencia titulada “La Educación del Ser
Emocional”.
Cuyo invitado
especial fue el
destacado filósofo, sociólogo
y doctor en economía y sociología de la Educación Don Juan
Casassus.
Este evento
contó con la
presencia del
Vicecónsul de Italia en
Atacama y Director de la
Corporación Educacional
Don Paolo Albasini Broll
y con la participación de
docentes, apoderados y
alumnos de la Scuola,
como así mismo directores
de distintos establecimientos de la comuna los
cuales fueron invitados
por el Rector Don Waldo
Portilla Hidalgo.
Con un mensaje directo
y efectivo el Dr. Casassus
logró profundizar en la
temática de la importancia de desarrollar el
cerebro emocional, el cual
por los avances de las
neurociencias y la investigación social, constituye el
85% de nuestra capacidad
cerebral.
Al respecto enfatizó que
el clima emocional en el
aula explica las variaciones del nivel de aprendizaje de los alumnos,
evidenciando que 150
puntos más en el SIMCE
son explicados sólo por el
clima emocional al interior de la sala de clases
y las expectativas de los
docentes respecto de sus
estudiantes
Rimembranze
Scuola Italiana, 1945.
Ecco gli alunni
Enzo Peirano, Renato Raggio, Leopoldo Tassara, Mafalda Taschieri, Roberto Solari,
Riccardo Garibaldi, José Nattero y Renato Chiorino. Edda Bacigalupo, Graziella
Pendola, María Pía Piazze, Giovanni Montedonico, Giovanna Solari, Flora Andreani
y Silvia Arata.
Personajes ilustres: Leopoldo Tassara Cavada: hijo de Juan y Zarella, nace el 1º de
Febrero de 1929 en Valparaíso.
En su juventud fue basquetbolista, jugando en la Sportiva Italiana de Valparaíso e
integrando el equipo que llegó a ser campeón provincial.
También fue bogador de la “Canottieri”.Realiza sus estudios de preparatoria y
humanidades en la Scuola Italiana “Arturo Dell’Oro”, para luego entrar a la carrera
de arquitectura en la Universidad Católica de Valparaíso.
Por contingencias económicas del momento se retira del tercer año para entrar a
trabajar como periodista en el Diario El Mercurio de Valparaíso.
Desde su primera función como receptor por teléfono de las noticias desde Santiago,
en 1948, comienza una carrera que duraría 45 años de trabajo por diferentes cargos.
Reportero, jefe de informaciones (1957 - 1965), secretario de redacción (1965 - 1966)
y subdirector de El Mercurio y La Estrella (1966 - 1967) fueron otros cargos ocupados
durante su paso por esta empresa, culminando como director del diario La Estrella
(1967 - 1979) y luego director del diario El Mercurio hasta 1986, año en que se acoge a
jubilación, continuando como consejero de la empresa y manteniendo sus artículos en
ambos diarios, con los seudónimos de Tizio y TseTse respectivamente, los que con un
estilo ameno, directo y sencillo cautivaron a sus lectores hasta el día de su muerte, en
Marzo de 1993.
Care Lettrici e Cari Lettori,
se avete qualche foto di archivio (di famiglia o di comunità) e ce le inviate con
una breve didascalia, saremo felici di inserirla in questa serie di "rimembranze"
iniziativa dell'Arch. Claudio Massone
STADIO ITALIANO
Presenza- 16 novembre 2014
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SCUOLA ITALIANA VALPARAISO
Presenza- 16 novembre 2014
GIOCHI
DELLA GIOVENTÙ 2014
Quest’anno la padrona di casa, e come é ormai solito,
si é dimostrata accogliente e gentile con le istituzioni
invitate a formar parte dei XXVI Giochi della Gioventú, i giorni 24 e 25 ottobre.
La delegazione della Scuola, composta da 75 alunni
fra la Seconda Elementare e il IIº delle Superiori e 9
professori, si sono impegnati al massimo, e i nostri
sportivi hanno ottenuto trionfi significativi nelle
diverse competizioni: calcetto, pallacanestro, bocce,
pallavolo, atletica leggera, ginnastica artistica.
Ma al di lá di ogni singolo successo, quello che ci resta
é la sensazione che lo sport raduna in modo naturale,
sano e spontaneo, giovani che hanno in comune non
solo l’allenamento sportivo, ma lo spirito d’italianitá,
il cameratismo, la generositá, la perseveranza.
Valori questi che si riflettono nel loro modo di far
fronte alle sfide e di superare ostacoli, pensando alla
vittoria sí , ma senza lasciarsi abbaggliare da essa.
I nostri sportivi di Valparaiso e Viña hanno partecipato ad una emotiva cerimonia di chiusura, in cui
si é ricordato il professore Adolfo Rodríguez (RIP),
esempio vivo dei valori sottostanti allo sport, che ha
lasciato un legato duraturo in ogni alunno e in ogni
collega dell’”Alcide De Gasperi”: condivisione, empatia,
ottimismo, serenitá, disciplina, tenacia, passione.
Legato che arricchisce pure la nostra scuola e i nostri
sportivi. Come ogni anno, gli obiettivi si sono raggiunti
e si é tornati a casa soddisfatti.
Un agitato mese di Ottobre nella nostra Scuola
Ottobre é stato un mese pieno di diverse attivitá,
tanto sportive come culturali e ricreative, le quali si
sono iniziate con la celebrazione della Giornata dell’Insegnante, data nella quale gli studenti della Scuola
hanno festeggiato i loro professori ringraziando cosí la
loro dedizione, professionalitá, responsabilitá e, soprattutto, amore consegnati in ogni giorno di lavoro.
Un’altra attivitá é stata la visita del vigile del fuoco,
signore Juan Paredes, nonno di una delle nostre alunne, che con molta chiaritá e semplicitá ha spiegato le
funzioni dei pompieri e i pericoli del fuoco ai bambini
di Giardino, che hanno ascoltato attentamente quest’
importantissima informazione.
Nell’ambito sportivo, si sono realizzate due significative attivitá: per primo, la Tritlón, che ogni anno
raduna gli alunni di Terzo Anno di Scuola Secondaria
di Primo Grado e i compagni di Seconda Elementare in
una giornata di sana competizione atletica, nella quale
si rafforzano i vincoli tra studenti di diverse classi.
Posteriormente, i migliori atleti (Scuola Elementare e
Scuola Secondaria di Primo Grado) della nostra scuola
parteciparono ai Giochi della Gioventú 2014, nei quali
si sono riunite delegazioni delle scuole d’origine italiana del Cile intorno alla pratica dello sport.
Inoltre, la fanfara della Scuola partecipó orgogliosamente alla celebrazione del Centenario del Quartiere
di Miraflores, che ospita la Scuola dai suoi inizi a Viña
del Mar.
Finalmente, il Dipartimento d’Arte della scuola organizzó la Settimana della Cultura (23 e 24 ottobre),
nella quale gli alunni hanno avuto l’opportunitá di
partecipare a diversi workshop, come per esempio
fotografia, impaginazione, origami, confezione di
mandalas e cinema.
PAGINA RELIGIOSA
No al terrorismo delle chiacchiere
I religiosi sono chiamati
a dare una testimonianza
profetica di fraternità,
meglio i pugni che il terrorismo delle chiacchiere:
è quanto ha affermato
Papa Francesco ricevendo i
partecipanti all’assemblea
nazionale della Conferenza
Italiana Superiori Maggiori, conclusa oggi a Tivoli.
La prima esortazione del
Papa ai religiosi è quella
della testimonianza profetica di una vita evangelica. La “profezia non è
mai ideologica” - ha detto
- “non è alla moda” e non è
confronto con l’istituzione
perché la stessa profezia
“è istituzionale”, ma è “segno di contraddizione”. E’,
infatti, la santità che fa
crescere la Chiesa: “Perché
davanti alla testimonianza
di un fratello e di una sorella che vive veramente la
vita religiosa, la gente si
domanda ‘che cosa c’è qui?’,
‘che cosa spinge questa
persona oltre l’orizzonte
mondano?’.
Questa direi è la prima
cosa: aiutare la Chiesa a
crescere per via di attrazione. Senza preoccuparsi
di fare proseliti: attrazione!”.
Non si tratta – ha aggiunto - di “combattere
battaglie di retroguardia,
di difesa”, ma di spendersi
tra la gente, “che vive nelle
periferie della storia”. E
“un segno chiaro che la
vita religiosa è chiamata
a dare oggi è la vita fra-
terna”: “Ma, per favore,
che non ci sia fra voi il
terrorismo delle chiacchiere, eh! Cacciatelo via! Ci
sia fraternità! E se tu hai
qualcosa contro il fratello,
lo dici in faccia… Alcune
volte finirai ai pugni, non
è un problema: è meglio
questo che il terrorismo
delle chiacchiere”.
“Oggi – ha proseguito
- la cultura dominante è
individualista, centrata
sui diritti soggettivi. E’
una cultura che corrode la
società a partire dalla sua
cellula primaria che è la
famiglia. La vita consacrata può aiutare la Chiesa
e la società intera dando
testimonianza di fraternità, che è possibile vivere
insieme come fratelli nella
diversità …
Perché nella comunità
non ci si sceglie prima, ci si
trova con persone diverse
per carattere, età, formazione, sensibilità… eppure si
cerca di vivere da fratelli”:
Visita alla Sindone,
prenotazione obligatoria
Per poter visitare la Sindone, durante l’ostensione
prevista al Duomo di Torino
dal 19 aprile al 24 giugno
prossimi in occasione della
celebrazione dei 200 anni
della nascita di San Giovanni Bosco, è obbligatoria
la prenotazione, che sarà
possibile effettuare esclusivamente attraverso il sito www.
sindone.org
“Come nelle passate ostensioni la visita alla Sindone
è completamente gratuita,
poiché si tratta di un evento
religioso ed ecclesiale - ha
spiegato l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia -. Questo
è stato reso possibile grazie
al contributo dei vari enti
promotori che hanno coperto
le spese di allestimento del
percorso e dei vari servizi,
la visita alla Sindone è gratuita: Ma la prenotazione è
sempre obbligatoria per coordinare al meglio l’afflusso
dei pellegrini evitando attese
troppo lunghe per accedere al
Duomo”.
Per l’ultima Ostensione in
città arrivarono due milioni e
mezzo di visitatori. “Cerchiamo di realizzare una partecipazione analoga a quella
che c’è stata nelle occasioni
precedenti - ha detto il sindaco Piero Fassino -, e un’organizzazione che consenta
il massimo di accessibilità
e di fruibilità”. Fassino ha
anche ricordato che l’evento
sarà in parte “concomitante
allo svolgimento dell’Expo
nella vicina Milano”, cosa
che potrebbe anche portare
visitatori in più.
“Non sempre si riesce, voi lo
sapete bene. Tante volte si
sbaglia, perché siamo tutti
peccatori, però si riconosce di avere sbagliato, si
chiede perdono e si offre il
perdono. E questo fa bene
alla Chiesa: fa circolare
nel corpo della Chiesa la
linfa della fraternità. E
fa bene anche a tutta la
società”. “Ma questa fraternità – ha osservato il Papa
- presuppone la paternità
di Dio e la maternità della
Chiesa e della Madre, la
Vergine Maria. Dobbiamo
ogni giorno rimetterci in
questa relazione, e lo possiamo fare con la preghiera, con l’Eucaristia, con
l’adorazione, con il Rosario.
Così noi rinnoviamo ogni
giorno il nostro ‘stare’ con
Cristo e in Cristo, e così ci
mettiamo nella relazione
autentica con il Padre che
è nei cieli e con la Madre
Chiesa, la nostra Santa
Madre Chiesa Gerarchica,
e la Madre Maria. Se la
nostra vita si colloca sempre nuovamente in queste
relazioni fondamentali – ha
concluso - allora siamo in
grado di realizzare anche
una fraternità autentica,
una fraternità testimoniale, che attrae”.
«Cadano i muri che
dividono»
L'umanità di oggi ha
bisogno di "ponti, non
di muri", esattamente
come i popoli del Novecento non avevano
bisogno della divisione
simboleggiata dal Muro
di Berlino. Nel giorno che
ne ricordava il crollo, 25
anni fa, Papa Francesco
domenica ha lanciato
all'Angelus in Piazza San
Pietro un appello affinché
cadano, ha detto, "tutti i
muri che ancora dividono
il mondo".
Un augurio di pace e di
fraternità ripetuto anche
durante il pensiero spirituale prima dell'Angelus,
ispirato dalla festa della
Dedicazione della Basilica di
S. Giovanni in Laterano.
“25 anni fa, il 9 novembre
1989, cadeva il Muro di Berlino”. L’applauso che ha interrotto subito Papa Francesco
è un volo di colomba che ha
portato la gioia dei romani e
dei tanti stranieri da Piazza
San Pietro fino alla Porta di
Brandeburgo e alle piazze
e alle strade della capitale
tedesca dove applausi, voci,
musica, silenzi e commozione celebrano da giorni la
rinascita dell’Europa dalla
polvere e dai rottami di
cemento tra i quali 25 anni
fa implose lo scempio che,
per i trenta anni precedenti,
aveva tenuto segregati in un
cupo terrore milioni di persone. Papa Francesco condivide l’entusiasmo e offre la
sua lettura, la lettura della
Chiesa, di ciò che avvenne
con il crollo di quello che definisce “simbolo della divisione
ideologica dell’Europa e del
mondo intero":
“La caduta avvenne all’improvviso, ma fu resa
possibile dal lungo e faticoso
impegno di tante persone che
per questo hanno lottato,
pregato e sofferto, alcuni fino
al sacrificio della vita. Tra
questi, un ruolo di protagonista ha avuto il santo Papa
Giovanni Paolo II”.
La storia è maestra di
vita e Papa Francesco alza
gli occhi dal Muro che non
c’è più per chiedere l’abbattimento di tutti gli altri che
ancora oggi dividono i popoli
col cemento di altre forme di
discriminazione:
“Preghiamo perché, con
l’aiuto del Signore e la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, si
diffonda sempre più una
cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i
muri che ancora dividono
il mondo, e non accada più
che persone innocenti siano
perseguitate e perfino uccise
a causa del loro credo e della
loro religione. Dove c’è un
muro, c’è chiusura di cuore!
Servono ponti, non muri!
L’esclamazione del Papa è
strettamente collegata alla
riflessione che aveva preceduto la recita dell’Angelus.
Parlando della Dedicazione
della Basilica Lateranense,
oggi celebrata dalla Chiesa,
e sottolineando come il senso
spirituale di questa festa sia
nell’“unità” che tale Basilica
rappresenta per tutte le comunità cristiane in quanto
sede originaria “del vescovo
di Roma”, Papa Francesco
aveva osservato che proprio
la “comunione di tutte le
Chiese”… “…per analogia ci
stimola a impegnarci perché
l’umanità possa superare le
frontiere dell’inimicizia e
dell’indifferenza, a costruire
ponti di comprensione e di
dialogo, per fare del mondo
intero una famiglia di popoli
riconciliati tra di loro, fraterni e solidali”.
Presenza- 16 novembre 2014
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Cristiani i più
perseguitati nel mondo
Il rispetto della libertà religiosa nel mondo continua
a diminuire e i cristiani si confermano ancora una volta
il gruppo religioso maggiormente perseguitato. È quanto
emerge dalla XII edizione del Rapporto sulla Libertà
Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto alla
Chiesa che Soffre che è stato presentato oggi a Roma. Il
rapporto fotografa il grado di rispetto della libertà religiosa
in 196 Paesi, analizzando le violazioni subite dai fedeli di
ogni credo e non solo dai cristiani. Nel periodo compreso tra
l’ottobre 2012 e il giugno 2014, dei 196 Paesi analizzati, in
ben 116 si registra un preoccupante disprezzo per la libertà
religiosa, ovvero quasi il 60%. Nella “mappa” geografica
disegnata dall’Acs, sono 20 i Paesi identificati come luoghi
di “elevato” grado di violazione della libertà religiosa, dove
cioè la libertà religiosa non esiste. In 14 di questi Paesi, la
persecuzione è a sfondo religioso ed è legata all’estremismo
islamico. Sono: Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto,
Iran, Iraq, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Repubblica
Centrafricana, Siria, Somalia, Sudan e Yemen. Negli altri
6 Paesi, la persecuzione religiosa è perpetrata da regimi
autoritari, ovvero in Azerbaigian, Myanmar, Cina, Corea del
Nord, Eritrea e Uzbekistan. Dal Rapporto emerge anche che
nella lista degli Stati in cui si registrano gravi violazioni
della libertà religiosa, i Paesi musulmani rappresentano la
maggioranza.
Quest’anno il Rapporto contiene una graduatoria che
suddivide i Paesi in quattro categorie in base al grado
di violazione della libertà religiosa: elevato, medio,
preoccupante, lieve. L’Asia si conferma il continente dove la
libertà religiosa è maggiormente violata. Nei Paesi in cui vi
è una religione di maggioranza si riscontra un incremento
del fondamentalismo non soltanto islamico, ma anche indù
e buddista.
In Africa, la tendenza più preoccupante degli ultimi
due anni è senza dubbio la crescita del fondamentalismo
islamico - sotto l’impulso di gruppi come Al Qaeda nel
Maghreb islamico, Boko Haram e al Shabaab - e si riscontra
un aumento di casi di intolleranza religiosa in Egitto,
Libia e Sudan. Non mancano tuttavia esempi di dialogo e
cooperazione religiosa in Camerun, Nigeria, Centrafrica,
Uganda, Zambia, Sudafrica e Kenya.
In America Latina gli ostacoli alla libertà religiosa sono
quasi sempre causati dalle politiche di regimi apertamente
laicisti o atei, come quelli di Venezuela ed Ecuador, che
limitano la libertà di tutti i gruppi religiosi, senza alcuna
distinzione di credo.
La libertà religiosa è in declino anche in Europa del Nord
e Paesi come Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito,
Svezia e Norvegia compaiono nella lista dove “il grado
di violazione della libertà religiosa” è “preoccupante” e in
“peggioramento”. Ad attestarlo è il Rapporto sulla Libertà
Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto
alla Chiesa che Soffre che è stato presentato oggi a Roma.
Nei Paesi occidentali - si legge - le tensioni religiose sono
in aumento a causa di fenomeni recenti come “l’ateismo
aggressivo” e il “laicismo liberale”. Alcune tendenze destano
preoccupazione, soprattutto quelle relative a temi quali le
scuole religiose, il matrimonio omosessuale e l’eutanasia.
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Presenza- 16 novembre 2014
SPORT
Coppe Europee
Crisi dichiarata fra le milanesi
Sampdoria-Milan 2-2
Ripartenza. Il Milan reagisce alla sconfitta col Palermo
con una buona prestazione:
parte bene, stende la Samp,
impone il suo gioco per mezz’ora, si fa riprendere e superare in avvio di ripresa,
quindi con un sussulto s’aggrappa al rigore concesso per
un fallo di mano di Mesbah
e rimette definitivamente in
pari la sfida.
Ai rossoneri manca solo
la vittoria. La Samp resta
ai confini del paradiso calcistico invocato da Mihajlovic
alla vigilia. Sinisa non aveva
mai battuto i rossoneri da
allenatore, stavolta ci è andato vicino.
Sassuolo-Atalanta 0-0
Lo 0-0 contro l’Atalanta
allunga la striscia di risultati utili del Sassuolo: cinque
partite, con due vittorie e tre
pareggi. È la prima volta
per gli emiliani in Serie A.
Ma più che rallegrarsi per
il record, Di Francesco farebbe bene a rammaricarsi
per le occasioni perdute.
Poche squadre di mediabassa classifica (o forse nessuna) possono permettersi
la stessa qualità offensiva
dei neroverdi. Invece nelle
ultime due gare il tridente
del Sassuolo non è riuscito
a spremere reti e neanche
il rientro di Zaza, cancellato
da Stendardo e Cherubin, ha
cambiato il trend.
Pure Colantuono, che deve
fare i conti con il peggiore
attacco del campionato, è al
secondo 0-0 di fila: una politica conservativa adottata
per arginare l’emorragia di
sconfitte, già 5, e che piano
piano sta allontanando la
crisi. In un caso e nell’altro le
ragioni della classifica hanno
prevalso sullo spettacolo.
Vista così, il pari può essere un buon punto in ottica
salvezza.
Inter-Verona 2-2
I vecchi cantori del calcio
lo raccontano dai tempi del
bianco e nero. “Con un grande portiere e un centravanti
da almeno 15 gol a stagione
hai già più di mezza squadra”.
Ma all’Inter non bastano
neppure Samir Handanovic
e Mauro Icardi: col Verona
finisce con un 2-2 pieno
di rimpianti. I nerazzurri
vanno sotto e ribaltano la
situazione con l’argentino.
Poi restano in 10 (rosso a
Medel), resistono con la
prodezza di Handanovic sul
rigore di Toni, ringraziano la
traversa colpita da Lazaros
ma si arrendono alla grande
giocata dei nuovi entrati
Saviola e Nico Lopez.
Finisce coi fischi di San
Siro al cambio Icardi-Osvaldo e la curva che applaude la
squadra. Non arrivano i tre
punti e neppure il sorpasso
sul Milan.
A Mazzarri non gira nemmeno troppo bene: i tre punti, al netto di problemi che
restano evidenti, avrebbero
significato serenità, prima
della sosta e della doppietta
derby-Roma. Tra 15 giorni
i vari Osvaldo, Hernanes e
Guarin staranno meglio e si
potrà anche immettere un
po’ di qualità.
Roma-Torino 3-0
Alle 7 sberle della Juventus al Parma la Roma
risponde con tre schiaffi al
Torino, ma ben assestati
tanto da far male male (i
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CALIFORNIA
Galletas finas - Tortas Heladas - Pasteles
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COCKTAIL A DOMICILIO
Irarrázaval 1570 Fono 22042382
granata hanno subito in
un colpo solo un terzo dei
gol subiti in dieci gare). E
con il rientro dopo 8 mesi di
assenza di Kevin Strootman,
la ciliegina perfetta su dina
torta dolcissima. Per il Toro,
invece, un altro brutto scivolone, nonostante i 7 rientri
dopo quello di Helsinki.
Juventus-Parma 7-0
Massimiliano Allegri alla
vigilia si era lamentato per
la poca concretezza dei suoi
giocatori. “Creiamo tanto ma
facciamo pochi gol, dobbiamo
essere più cinici”.
Detto fatto: la Juventus
ha strapazzato il Parma
infilando il pallone in porta
ben 7 volte, per la gioia del
pubblico dello Stadium, che
è abituato a vedere la sua
squadra vincere ma non con
questo punteggio.
Palermo-Udinese 1-1
Finisce in pari, ma è stata
una partita piena di emozioni
Iachini. Un punto che lascia
l’amaro in bocca al Palermo
che fallisce un penalty con
Vazquez e poi trova un Karnezis in giornata strepitosa.
Iachini rinuncia a schierare
Maresca e Rigoni insieme e
conferma la squadra che ha
battuto il Milan ad eccezione
dello squalificato Morganella, al suo posto Pisano. Stramaccioni senza Di Natale,
ridisegna la squadra in modo
più muscolare con Badu al
posto di Kone.
Fiorentina-Napoli 0-1
Primo obiettivo raggiunto:
battendo la Fiorentina (1-0,
gol di Higuain), il Napoli ha
raggiunto il terzo posto dopo
un lungo inseguimento a
quella zona Champions League che resta il traguardo da
raggiungere. I progressi del
Napoli, in ogni modo, sono
evidenti.
Empoli-Lazio 2-1
Stop alla serie positiva
della Lazio, dopo 16 punti
nelle ultime 6 giornate. Stop
di quelli che lasceranno il
segno perché il 2-1 subito a
Empoli è da dimenticare al
di là del risultato negativo:
poche idee, scarsa capacità di
reagire con lucidità, imprecisione nella manovra.
Non inganni il disperato assalto finale: l’Empoli,
messo come al solito molto
bene da Sarri, è stato bravo
a gestire la partita, a subire
il maggior tasso tecnico degli
avversari senza andare in
confusione e quindi a colpire
con un uno-due letale firmato Barba-Maccarone.
Inutile il 2-1 di Djordjevic.
Lazio che abbandona il podio, Empoli che respira dopo
tre sconfitte di fila.
Cagliari-Genoa 1-1
Prosegue la serie positiva del Genoa che dopo tre
successi di fila porta via un
punto meritato dalla trasferta in Sardegna, esattamente
com’era capitato ai cugini
sampdoriani, che però si
erano fatti rimontare mentre
qui succede il contrario.
E prosegue anche il digiuno del Cagliari al Sant’Elia,
sei partite senza vittorie
cominciano a diventare un
incubo. In questa circostanza non è bastato un rigore
(sull’1-1) e l’uomo in più
per venire a capo del derby
Bayern-Roma 2-0
rossoblu. Capita infatti che
lo specialista Avelar, a bersaglio dal dischetto contro
la Samp si faccia ipnotizzare
dal giovane, esuberante e
scattante Perin.
E’ il 30’ s.t., di lì a pochi
minuti Zeman opera la sua
terza sostituzione e trenta
secondi dopo perde per infortunio Sau... Così la sfida
torna in parità di uomini,
considerato che sul rigore
era stato espulso Sturaro,
autore del fallo in area su
Conti e già ammonito in
precedenza.
Proprio Conti, il capitano,
era andato vicinissimo al
bersaglio un minuto prima
del rigore, cogliendo il palo
su punizione dalla distanza,
a portiere battuto.
Chievo-Cesena 2-1
La prima vittoria al Bentegodi e i primi gol di Pellissier
dopo oltre un anno permettono al Chievo di abbandonare
l’ultimo posto: la vittoria
contro il Cesena, a lungo accarezzata e che poi sembrava
sfumata per il momentaneo
pareggio di Djuric a due dal
novantesimo, vale oro e premia Maran, più propositivo
del collega Bisoli.
CLASSIFICA
Juventus
Roma
Napoli
Sampdoria
Lazio
Genoa
Inter
Milan
Udinese
Fiorentina
Palermo
Verona
Sassuolo
Torino
Cagliari
Empoli
Atalanta
Chievo
Cesena
Parma
28
25
21
20
19
19
18
17
17
13
13
13
12
12
10
10
10
8
7
6
Serie B
Frosinone
25
Carpi
25
Spezia
23
Avellino
23
Lanciano
22
Bologna
22
Livorno
21
Trapani
21
Perugia
20
Pro Vercelli 17
Bari
16
Catania
15
Modena
15
Varese
15
Virtus Entella15
Brescia
14
Pescara
13
Vicenza
13
Cittadella
12
Ternana
11
Latina
10
Crotone
10
Il dilemma, alla fine, è capire se è meglio perdere 7-1
provando ad essere vivi o preferire una sconfitta onorevole
(2-0) rinunciando già in partenza a giocare. In attesa di
capire la verità, il Bayern domina una Roma che cambia pelle
(4-4-2 e baricentro bassissimo), porta a casa la qualificazione
e mette in archivio la Champions almeno fino alla prossima
primavera, proprio come voleva alla vigilia Guardiola,
assicurandosi anche il primato del girone.
E la Roma? Non ha mai giocato, cercando di limitare i
danni e sperando di far male in contropiede. Ma Iturbe è
ancora lontano dai suoi standard e Destro ha lottato tanto
ma senza mai incidere. E intanto Garcia può comunque
sorridere: la vittoria del Cska a Manchester lo lascia al
secondo posto e padrone del proprio destino.
Juve Olympiacos 3-2
Buffon: “Perdere sarebbe stato ingiusto” Questa volta
niente beffa. Torino non è Istanbul e la pioggia non è la
neve, ma l’Olympiacos ha rischiato di piazzare la clamorosa
vittoria in Champions ai danni della Juve.
Il capitano bianconero può tirare un sospiro di sollievo
dopo il 3-2 , soprattutto per la rimonta completata in un
minuto scarso. “L’aspetto psicologico la fa da padrone in
queste gare. Quando crei tanto - dice Buffon -, vai avanti e ti
raggiungono su palla da fermo cominci a concedere dal punto
di vista della convinzione anche agonisticamente”.
Saint Etienne-Inter 1-1
L’Inter prende un punto, sale a 8 in classifica e lo fa con un
primo tempo che ha visto fame, forza, personalità, finalmente
il gol su azione dopo 4 partite senza, ma anche un lato B in
cui la palla in zona offensiva no, non s’è quasi mai vista.
Per fortuna ci hanno pensato Dodò prima e anche Carrizo
sul finale: la sua parata su Van Wolfswinkel vale un pari che
rimanda tutto al 27, quando l’Inter affronterà il Dnipro a San
Siro. Lì basterà un pari per il passaggio del turno.
Napoli-Young Boys 3-0.
Vittoria e primo posto. Sbrogliata la matassa del girone I
di Europa League. Obbligato a vincere, il Napoli travolge lo
Young Boys al San Paolo grazie alla tripletta dell’olandese De
Guzman e si porta in vetta con 9 punti insieme allo Sparta
Praga, che piega nell’altra sfida lo Slovan Bratislava.
In fondo ad una gara generosa, gli azzurri creano tante
occasioni e vincono con merito, imbattuti a questo punto da
8 gare europee casalinghe (6 vittorie, compresa quella di
ieri sera, e 2 pareggi).
Fiorentina-Paok 1-1:
La Fiorentina pareggia in extremis 1-1 al Franchi contro
il Paok Salonicco. Alla rete del tutto inattesa dei greci con
Martens, a 8' dalla fine, risponde Pasqual su punizione
all'89'. Tante le occasioni sprecate dalla Viola, soprattutto
nel primo tempo, ma alla fine il pareggio è sufficiente per
avere la certezza della qualificazione ai sedicesimi di Europa
League con due turni di anticipo.
Nell'altra partita del girone, il Guingamp ha battuto 2-0
la Dinamo Minsk portandosi a -3 dalla squadra di Montella.
La prossima sfida in Francia dirà di più sulle gerarchie del
girone.
Helsinki-Torino 2-1.
Primo stop europeo per i granata
Nel quarto turno del Gruppo B arriva la prima sconfitta
per gli uomini di Ventura: in Finlandia le reti arrivano nel
secondo tempo: doppio vantaggio per i padroni di casa con
Baah e Moren, poi accorcia le distanze Quagliarella
Si ferma il cammino illibato del Torino in Europa. Match
point mancato per i granata, che escono ridimensionati
dalla gelida trasferta di Helsinki: doveva essere la gara
che ipotecava i sedicesimi e invece il Toro rimette in gioco
sia la qualificazione che i finlandesi, perdendo 2-1 contro il
fanalino di coda del girone.
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SPORT
Brasile, Rosberg trionfa su Hamilton.
Ferrari, Alonso 6°
Una battaglia a ritmo di
decimi, centesimi, persino
millesimi. Sui saliscendi di
Interlagos Nico Rosberg e
Lewis Hamilton hanno dato
vita al proprio GP personale,
con le due Mercedes a viaggiare incollate l’una negli
scarichi dell’altra, sperando
in un errore, in un problema, in chissà cosa. Ma dopo
essere stato pesantemente
sconfitto nelle ultime gare,
questa volta Rosberg è stato
perfetto, conducendo sempre
una gara che solo una volta
Hamilton ha pensato seriamente di poter vincere: al
28° giro, quando per provare
a superare Nico che si era
fermato ai box per il cambio
gomme, Hamilton ha spinto
oltre il limite, ma alla curva
numero 4 è finito fuori pista,
riuscendo fortunatamente
a recuperare. Al rientro in
pista dopo il cambio gomme,
è poi riuscito a recuperare
da uno svantaggio di 7”4,
ma una volta arrivato in scia
non è mai riuscito ad attaccare davvero il tedesco.
TUTTO AD ABU DHABI
- Che con la vittoria numero
5 in stagione, per l’11ª doppietta Mercedes, recupera
qualche punto al compagno:
quando ormai manca solo
In Nazionale
torna Balotelli
Tornano Balotelli e Cerci,
assenti dal Mondiale, e El
Shaarawy; esordio assoluto
per il difensore del Torino
Emiliano Moretti e per i
centrocampisti di Genoa e
Samp, Bertolacci e Soriano
che già avevano assaggiato
l'azzurro con uno stage prima del Brasile. Sono queste
le principali novità delle
convocazioni del ct Antonio
Conte per Italia-Croazia di
domenica 16 novembre al
Meazza.
I 26 Azzurri convocati dal
Ct si raduneranno domani a mezzogiorno presso il
Centro Tecnico Federale di
Coverciano e nel pomeriggio
sosterranno il primo allenamento. Sono previste doppie
sedute di allenamento giornaliere fino a venerdì 14, con
la squadra che sabato pomeriggio partirà alla volta di
Milano. In settimana saranno diramate le convocazioni
per l’amichevole con l’Albania in programma martedì
18 novembre a Genova.
L’elenco dei convocati
Portieri: Buffon (Juventus) , Perin (Genoa), Sirigu
(Paris Saint Germain); Difensori: Chiellini (Juventus),
Moretti (Torino), Ogbonna (Juventus), Ranocchia
(Inter), Rugani (Empoli);
Centrocampisti : Bertolacci
(Genoa), Bonaventura (Milan), Candreva (Lazio), Cerci
(Atletico Madrid), Darmian
(Torino), De Rossi (Roma),
De Sciglio (Milan), El Shaarawy (Milan), Marchisio (Juventus), Parolo (Lazio), Pasqual (Fiorentina), Soriano
(Sampdoria), Verratti (Paris
Saint Germain); Attaccanti:
Balotelli (Liverpool), Giovinco (Juventus), Immobile
(Borussia Dortmund), Pellé
( Southampton), Zaza (Sassuolo).
il gran finale di Abu Dhabi,
Hamilton ora è davanti di
17 punti. E con il doppio
punteggio dell’ultima gara
chissà cosa potrà succedere.
A far festa con il duo Mercedes anche Felipe Massa,
ottimo 3° con la Williams e
protagonista di una corsa
che poteva essere macchiata
per i 5” di penalità subiti per
eccessiva velocità ai box.
Spesso Felipe ha viaggiato
al ritmo dei due leader e il
podio davanti alla sua gente
è il miglior riconoscimento
per un finale di stagione in
netta crescita.
ALONSO BATTE KIMI
- Alle spalle di Felipe un
ottimo Jenson Button, con
la McLaren, davanti a Sebastian Vettel e alle due
Ferrari di Fernando Alonso
e Kimi Raikkonen, protagoniste negli ultimi giri di un
bel duello che ha premiato
Fernando, bravo a sfruttare le coperture più fresche
rispetto al finlandese, che
ha effettuato una sosta in
meno, 2 contro le 3 di tutti gli
altri piloti. Nel Mondiale costruttori, Ferrari e McLaren
ottengono gli stessi punti, 16
e quindi la lotta per il quarto
posto resta inalterata, con
il Cavallino davanti di 43 a
Woking.
Gp Valencia, Rossi secondo E' vice campione del mondo
Marc Marquez riscrive
la storia. Vincendo anche
l'ultima gara della stagione
a Valencia, lo spagnolo della
Honda - già campione del
mondo per il secondo anno
consecutivo - colleziona la
13esima vittoria del 2014,
record mai centrato da nessuno nella storia del motomondiale. Superato anche
il precedente primato di
Doohan, fermo a 12.Per Marquez si tratta della 45esima
vittoria in carriera, tante
quante Casey Stoner.
Alle spalle di Marquez
si piazza Valentino Rossi,
partito in pole position e vicecampione del mondo grazie
al secondo posto di oggi e
il contemporaneo ritiro del
compagno di squadra Jorge
Lorenzo.Per il Dottore e' il
podio numero 196, 13 dei
quali in questo 2014. Terza
posizione per l'altra Repsol
Honda di Dani Pedrosa, con
un bravo Andrea Dovizioso
che porta la Ducati al quarto
posto.
Nona l'altra Rossa di Borgo Panigale affidata a Michele Pirro mentre e' stato
costretto al ritiro Andrea
Iannone, che aveva cominciato la gara in prima fila al
fianco di Rossi.
Gigi Riva, i 70 anni di "Rombo di tuono"
Il bomber va a segno un'altra volta. Gigi Riva compie 70
anni e raccoglie ancora una
volta tantissimi attestati di
stima, gratitudine, amicizia.
Con internet e social network
non ha molta dimestichezza,
certo non quanta ne aveva
con il gol. Chi ha inviato gli
auguri a Gigi Riva per i suoi
70 anni, sappia quindi che
quelli affidati a twitter e simili difficilmente li apprezza
di persona.
Però non restano inevasi:
ci pensa il figlio Mauro a leggerglieli, lo stesso che qualche
anno fa, per la festa del papà,
lo sorprese regalandogli un
sito dedicato a "Rombo di
tuono", come Gianni Brera
aveva ribattezzato il grande
attaccante del Cagliari e
dell'Italia.
Lui, schivo e riservato com'è, preferisce smarcarsi
dalle celebrazioni: per festeggiare nulla di meglio che una
cena con i figli. Ma in tanti si
erano segnati questo giorno
sull'agenda per mandare un
segno di stima ad un mito del
calcio degli anni Sessanta e
Settanta, ancora il miglior
marcatore della storia in
azzurro, con 35 reti in 42
presenze.
A cominciare dal presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano che si è affidato
ad un telegramma, mezzo
magari poco al passo coi tempi, e forse proprio per questo
più sentito.
"Le invio - vi si legge - i
migliori auguri a nome mio
e di tutti coloro che hanno
avuto modo di seguirla e
applaudirla negli anni che
l'hanno vista diventare simbolo della nostra sportività
nazionale".
E poi i vertici del calcio italiano, a partire dal presidente della Figc. "Dentro e fuori
dal campo - ha scritto nel suo
messaggio Carlo Tavecchio
- Gigi Riva ha dato un volto
alle più belle declinazioni del
calcio: tecnica, forza fisica,
professionalità e sensibilità
umana".
"Attraverso il tuo esempio,
come uomo e come sportivo,
prima calciatore e poi dirigente federale - è il saluto del
Ct Antonio Conte - hai saputo
unire i tuoi compagni di
squadra ed i tuoi ragazzi in
Azzurro, hai saputo regalare
sogni indimenticabili ai tuoi
tifosi, hai saputo trasmettere
i valori nei quali credi.
Tanti auguri Gigi per i
tuoi 70 anni dalla 'tua' Nazionale, ti aspettiamo presto
a Coverciano per festeggiare
insieme".
Antonio Cabrini, tecnico
della Nazionale femminile,
ricorda "un grande atleta
che ha vinto lo scudetto con
la maglia rossoblù.
La Sardegna deve tanto
a Riva, ma anche Gigi deve
tanto a questa isola che è
diventata la sua terra adottiva".
Anche la Fifa lo celebra:
"Buon compleanno Gigi
Riva, la legenda oggi ha 70
anni" è scritto in un messaggio su twitter. Mentre l'Uefa
sul proprio sito gli dedica
una rassegna dei suoi gol
più belli.
Presenza- 16 novembre 2014
15
Under 21, Euro 2015: Italia
sorteggiata con Inghilterra,
Portogallo e Svezia
La mano di Pavel Nedved poteva essere più clemente. Dall’urna di Praga l’Under 21 di Gigi Di Biagio si è ritrovata nel
girone B della fase finale di Euro 2015 (dal 17 al 30 giugno),
insieme ad Inghilterra, Portogallo e Svezia. La strada per
l’Olimpiade di Rio 2016 passa dalla Repubblica Ceca, dove
gli azzurrini dovranno qualificarsi per le semifinale per
strappare un biglietto per il Brasile.
SCORCIATOIA PER RIO — L’Olimpiade è un obiettivo,
certo, che l’Italia potrà giocarsi anche arrivando terza nel
girone in caso di qualificazione dell’Inghilterra alle semifinale. Gli inglesi infatti non possono qualificarsi per i Giochi,
dove si presentano come Gran Bretagna, e questo permetterà
eventualmente alle terze dei due gironi di giocarsi l’ultimo
posto per Rio in uno spareggio. Ma è chiaro che l’ambizione
azzurra è quella di arrivare fino in fondo all’Europeo.
DI BIAGIO: SARÀ DURA — L’Italia giocherà la fase a
girone ad Olomouc e Uherske Hradiste. Esordio il 18 giugno
contro la Svezia, poi sfida col Portogallo il 21 e ultima sfida
del girone il 24 contro l’Inghilterra, testa di serie. "È un girone
molto difficile – ha commentato il c.t. Di Biagio presente al
sorteggio – ma sono contento e ottimista, come lo sarei stato
anche se fossimo capitati con altre squadre. Le otto finaliste
sono una più forte dell’altra, quindi qualsiasi commento
lascia il tempo che trova.
L’Inghilterra ha eliminato la Croazia, il Portogallo l’Olanda e la Svezia la Francia: non le ho mai incontrate nel mio
cammino, ma è evidente che sono tre grandi squadre e che si
tratta di un girone di ferro".
La grande favorita è la Germania, finita nell’altro girone,
quello A che giocherà a Praga, con i padroni di casa della
Repubblica Ceca, la Danimarca e la Serbia.
Rugby, test match
Italia-Samoa 24-13
Missione compiuta. L’Italia del rugby ritrova il sorriso e
benedice il talismano Ascoli Piceno: nel 2009 battendo Samoa
gli azzurri interruppero qui una serie di 13 sconfitte, oggi
ancora qui e ancora con Samoa (k.o. con noi solo 2 volte su
7) la banda Brunel ha ritrovato il piacere del successo, un
anno e 9 partite dopo la vittoria sulle Figi a Cremona.
PRIMO TEMPO - I samoani provano subito a sfondare, ma
dopo 4’ in apnea l’Italia sembra ritrovarsi: bene Favaro, molto
bene Masi, la mischia e la touche azzurre funzionano e per
20 minuti Parisse e compagni riescono a costruire una serie
di azioni alla mano che però si scontrano sistematicamente
sul muro dei pacifici appena entrano nella linea dei 22, anche
per colpa di più d’una palla persa malamente.
Italia comunque avanti al 10’ con un calcio di Haimona,
il quale vola via ovale in mano aiutandosi con un paio di
calcetti a seguire e costringe al fallo i samoani. Il piede del
numero 10 azzurro non centra i pali.
Al 31’ piazzato di Tusi Pisi per il 3-3. Al 31’ Tuifua sfonda
su una rimessa laterale e Geldenhuys salva tenendo alta la
palla al momento di schiacciare. Servono due minuti per la
meta: ancora una touche vinta, maul avanzante e Lam va a
segno, conversione di Pisi per il 3-10. Si mette male.
SECONDO TEMPO - L’Italia alla prima azione conquista
un calcio per affossamento della mischia dopo 4’ e Haimona
calcia per il 6-10.
E’ battaglia: al 12’ Tusi Pisi non ci perdona con un piazzato
da 30 metri per il controsorpasso: 11-13. Tre minuti e il
calcio è azzurro da 35 metri: Haimona fa 14-13. Il match è
apertissimo e gli errori sono tanti, troppi. Ci salva Pisi al
18’ sbagliando il piazzato angolato da sinistra. E’ battaglia
di trincea finché al 24’ rubiamo una mischia, McLean vola,
dà a Masi e i samoani disperatamente commettono fallo per
interrompere in qualche modo l’azione: Haimona decide di
calciare da 37 metri: non va.
16
Presenza- 16 novembre 2014
OCSE: Eurozona
ferma
sume che il rischio negativo
non si materializzerà, ma al
contrario “le misure strutturali approvate saranno
implementate e porteranno
i loro frutti, lo stimolo monetario continuerà, cosa che
permetterà all’eurozona di
rivitalizzarsi”.
Ancora più nere le previsioni per l’Italia. Il nostro Pil
crescerà dello 0,2% nel 2015
e dell’1% nel 2016.
È quanto prevede l’Ocse
nell’Outlook economico preliminare per i Paesi del G20,
collocando, nonostante il lieve miglioramento rispetto al
+0,1% di settembre, il nostro
Paese in fondo alla classifica
per l’anno prossimo, davanti
alla sola Russia, ferma a
zero.
Il premier Matteo Renzi
ha commentato i numeri
dell’Ocse, cercando un risvolto positivo. dati Ocse
che dicono che l’Eurozona
è il problema dell’economia
mondiale, sono molto tristi
da un lato e incoraggianti
dall’altro perché dimostrano
che se l’Eurozona cambia,
può tornare a crescere anche
l’economia mondiale. Perciò
in Italia stiamo facendo una
battaglia perché l’Europa
cambi” ha detto.
Papa Francesco
sarà a Torino
motto dell’Ostensione 2015
sarà “l’Amore più grande”.
“Papa Francesco - prosegue
l’arcivescovo di Torino - ha
detto giustamente che la contemplazione della Sindone
non è la contemplazione di
un uomo morto: è un uomo
vivo. E non siamo noi che
guardiamo la Sindone: è Lui
che ci guarda e che ci spinge
quindi a quell’amore più
grande e quindi è il richiamo di una presenza forte
della Passione del Signore.
Secondo me, la verità del
Telo c’è, però la scienza non
ce lo dice ancora questo. E
allora, finché siamo in questa
incertezza, certamente per
noi prevale una certezza di
fede, perché noi troviamo la
forza e il vigore che nasce
da questo Telo: il messaggio
forte della fede cristiana,
l’amore che dona la vita, e
questa realtà te lo richiama e
te lo incarna nel cuore”.
Attese oltre 2 milioni di
persone Dal punto di vista
pratico, i due eventi - Ostensione e bicentenario di Don
Bosco - si pensa attireranno i
consueti milioni di visitatori,
forse oltre i due milioni e
mezzo che arrivarono l’ultima volta. Molto, gli organizzatori, hanno puntato sul
web sia per le prenotazioni
- obbligatorie attraverso il
sito “sindone.org” - sia per
altri aspetti di tipo logistico,
come spiega Marco Bonatti,
responsabile della comunicazione dell’Ostensione 2015.
“Contiamo molto su internet
e sulla diffusione virale delle
notizie.
Già adesso, peraltro, abbiamo buoni segnali perché
in questi mesi moltissimi
hanno avanzato richieste: ci
sono diverse diocesi, gruppi
ecclesiali e parrocchie che
hanno già segnalato che
verranno, e questo per noi
rappresenta il cuore del
pubblico che vogliamo raggiungere”.
FINALI
Napolitano: decido io quando lasciare
o ai normali cittadini , magari raccolti davanti a uno
spumante la sera di fine anno?
Interrogativi che Napolitano non scioglie ma che ormai
si intrecciano senza soluzione di continuità al dibattito
portando i più ad andare oltre la stanchezza personale
del presidente per coglierne significati politici a tutto
tondo. Si dimette perchè vuole spingere le forze politiche
a chiudere subito la legge elettorale, si interpreta da una
parte.
No, si dimette perchè nauseato dall'inconcludenza
sulle riforme, si ribatte dall'altra. Mentre c'è anche chi,
in Parlamento, si spinge fino a dire che si dimette perchè
sa già che Matteo Renzi corre verso le elezioni e lui non
vuole essere il presidente che scioglie ancora una volta
le Camere.
Ma forse questa "fase di straordinario prolungamento",
come si legge nella nota del Colle, si chiuderà grazie al
completamento di un personalissimo percorso interiore
che lo ha portato a pesare la gravosità dei suoi compiti
e dei limiti che il tempo inevitabilmente porta in ogni
essere umano.
Naturalmente insieme a un lucido riconoscimento della
portata della sua azione politica: cioè che il suo impegno
non poteva andar oltre a quello di aiutare i partiti a
mettere finalmente sul binario giusto le riforme costituzionali. A partire dalla revisione del bicameralismo perfetto
per il quale si è sempre battuto. Intanto una cosa è certa:
nessuno parli di una sorta di semestre bianco - sia esso, in
realtà, bimestre o trimestre - il presidente rimane nella
pienezza dei suoi poteri fino all'ultimo giorno.
E da palazzo Chigi questa sottolineatura viene colta.
"Massimo rispetto e riconoscenza da parte di tutto il
governo per il presidente Napolitano", premettono fonti
del governo che aggiungono: la nota del Quirinale è stata
accolta molto positivamente dal premier sottolineando il
ruolo di presidio e garanzia del Capo dello Stato.
Visco: la criminalità frena la crescita
Visco ha sottolineato come sia "complessa", rispetto alla
misurazione della diffusione della criminalità, la quantificazione del suo valore. "Dati i limiti di indicatori di tipo
oggettivo, ci si affida spesso a indicatori qualitativi - ha
spiegato - Le percezioni di imprese e individui riguardo
alla sicurezza, alla diffusione della criminalità e alla
qualità delle istituzioni nel territorio in cui operano sono
infatti cruciali nel determinarne le scelte economiche".
Già oltre 20 anni fa in Banca d'Italia, ha sottolineato
Visco, "si evidenziava l'impatto negativo della criminalità sul contesto imprenditoriale meridionale" e "non mi
sembra che molto sia cambiato da allora".
"Pur nella difficoltà di pervenire a stime quantitative aggregate, oggi disponiamo di maggiori evidenze
sulla dimensione di tale impatto - ha spiegato - Un
lavoro recente ha stimato che l'insediamento della
criminalità organizzata in Puglia e Basilicata nei
primi anni Settanta ha generato nelle due regioni,
nell'arco di un trentennio, una perdita di Pil di circa
il 16%, rispetto a un scenario controfattuale appositamente costruito in modo da ricalcare le condizioni
socio-economiche".
Bimbo lasciato in chiesa, si
chiamerà Francesco
Lo hanno abbandonato
in chiesa, avvolto in una copertina con accanto un biberon di latte caldo e qualche
omogenizzato. Un bimbo di
quattro mesi, ribattezzato
Francesco dal parroco, in
buone condizioni di salute,
è stato ritrovato sul sagrato
della parrocchia di Maria
Santissima dell'Arco di
Frignano, nel Casertano.
Il piccolo è stato ricoverato nel reparto di pediatria
dell'ospedale Moscati di
Aversa dove resterà ancora
qualche giorno.
Il bambino è stato sottoposto a un ciclo di aerosol
per un raffreddore e una
faringite, ma non ha alcun
problema di salute.
I carabinieri stanno indagando per riuscire a
scoprire chi sono i genitori
del piccolo abbandonato in
chiesa insieme al corredino, a un biberon con latte
caldo. Nessun dettaglio,
al momento, sembra dare
qualche indicazione alle
ricerche della madre e magari del padre.
Il sindaco di Frignano,
Gabriele Piatto, insieme
a un gruppo di volontari
della parrocchia, stanno distribuendo foto del piccolo
con la speranza che qualcuno possa riconoscerlo.
Questa mattina, intanto, bisognerà registrarlo
allo stato civile, poi sarà
il tribunale dei minori di
Napoli a decidere un primo
affidamento, probabilmente
presso una casa famiglia.
A ritrovare il bambino era
stato il parroco di Frignano,
don Roberto Caterino. È
stato lo stesso sacerdote a
indicare il nome Francesco
per il neonato abbandonato
in onore del papa.
"Spero che i genitori ripensino alla loro scelta, noi
siamo qui pronti ad aiutarli" è l'appello lanciato dal
parrocco affinchè la madre
del bambino si faccia viva.
1989-2014, Berlino celebra la caduta del muro.
Merkel: “I sogni possono diventare realtà”
Alla Porta di Brandeburgo, 25 anni dopo, si sente, si
vede, che il tempo è passato.
Al posto della marea umana
che festeggiò tutta la notte,
dopo aver buttato giù il muro
di Berlino, c’è una folla composta, che celebra con solennità la memoria personale
e il fatto storico: lanciando
un messaggio al mondo,
declinato dalla cancelliera
in termini insolitamente
emotivi, «i sogni possono
diventare realtà». Per molti
giovanissimi quel simbolo
della divisione del mondo che
tagliò in due la città per 28
anni è carta, nei libri, nelle foto.
Ma ci sono tantissime persone
anziane, stasera, a ricordare il
9 novembre del 1989.
Il colpo d’occhio è straordinario: la Porta di Brandeburgo inondata di colori
nella sua versione pop, le
vecchie immagini proiettate
in bianco e nero, e una serie
di testimoni, comuni e non.
E alla fine i ballons bianchi
luminosi, disseminati sul
percorso del simbolo della
cortina di ferro - ciascuno è
legato al nome di un cittadino - volano sopra il cielo di
Berlino. Salgono sul palco
Michail Gorbaciov, molti
applausi ma anche più di un
fischio - del resto ieri ha annunciato una nuova guerra
fredda «alle porte» attaccando l’occidente, e non a tutti è
piaciuto - e Lech Walesa, l’ex
leader di Solidarnosc.
Il sindaco Klaus Wowereit
prende la parola: «All’epoca
dicemmo che eravamo il
popolo più felice del mondo,
anche oggi siamo orgogliosi
di essere un popolo felice». «I
muri, quelli di cemento, come
quelli nella testa, possono
essere superati». È questo il
messaggio della caduta del
muro «da condividere col
mondo», anche nelle parole
di Angela Merkel. «La caduta
del muro ha dimostrato che
i sogni possono diventare
realtà, le cose non devono
rimanere come sono. Noi
abbiamo la forza di volgere
le cose in bene”. Un esempio
che può essere esportato altrove, soprattutto in un tempo in cui «in Ucraina, Siria,
Iraq e in molti altri posti
moltissime persone vedono
calpestata la loro libertà».
«Altri muri possono essere
demoliti - ha sottolineato la
cancelliera - i muri della dittatura, i muri dell’ideologia
e dell’inimicizia».
Le polemiche, quella interna con la Linnke, e quella
con Mosca fanno un passo
indietro. Lo stesso Gorbaciov, dopo il pesante j’accuse
lanciato ieri, ha ammorbidito
i toni: «Non è il tempo di accuse reciproche, lavoriamo
per ricostruire la fiducia».
Una ovazione lo ha accolto
al Konzerthaus nel pomeriggio, dove il presidente del
parlamento europeo Martin
Schulz ha avvertito: le tensioni sociali in Europa vanno
risolte, perché «la mancanza di speranza dei giovani
porta alla disperazione e
questa alla radicalizzazione
e all’estremismo». «Tollereremo che si costruiscano
nuovi muri e nuovi confini
in Europa?», ha chiesto con
ansia.
Due milioni di persone
sono arrivate nell’ex capitale divisa per festeggiare
l’azione straordinaria che
indicò la fine della guerra
fredda. Il «coraggio verso
la libertà» - motto della
festa berlinese - dei tedeschi
dell’est che ripresero in mano
il loro destino attraverso
una rivoluzione pacifica è il
vero protagonista di questa
festa. E sulle note dell’Inno
alla gioia dirette da Daniel
Barenboim anche sulla Porta
di Brandebuergo compare la
scritta «Freiheit».
Nella città delle 100 mila spie
C’è il museo della Berlino sotterranea, quella scavata per
passare da una parte all’altra del muro, ma anche da inglesi
e americani che crearono nel 1953, con l’Operazione Gold,
un tunnel lungo 500 metri per intercettare i cavi telefonici
dei sovietici.
La Stasi aveva 100mila informatori in ogni caffè, ogni
scuola, ogni fabbrica, ogni condominio della Germania Est.
Aveva anche circa 6mila agenti nella Germania Ovest, le
«vedette della pace», quasi tutti professionisti molto in gamba.
I tedeschi occidentali e gli americani erano invece aiutati da
10mila cittadini di Berlino Est, gente comune reclutata tra le
casalinghe, gli studenti e i professori universitari, che agivano
perché spinti dall’anticomunismo, da legami familiari o
dall’apertura di un conto in banca a Ovest. Dovevano riferire
ogni cosa sospetta, soprattutto gli spostamenti dei 400mila
soldati dell’Armata rossa stanziati nel Paese.
I libri che raccontano i 40 anni che hanno fatto di Berlino
la capitale delle spie sono infatti tutti concordi nel dire che
la più grande, capillare attività di intelligence mai condotta
non ha prodotto grandi risultati. Tutti sapevano tutto di tutti
e la maggiore attività degli uffici consisteva nel distinguere
le operazioni di disinformazione dalla verità. I russi vennero
ad esempio subito a sapere del tunnel dell’Operazione Gold, e
sui cavi intercettati trasmisero solo informazioni fasulle.
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