Rurali, dal 1° luglio stop al contratto

6
ECONOMIA
giovedì 26 giugno 2014
Sabato assemblea della
controllante di Funivie Folgarida
Marilleva. Il bilancio 2013 si chiude
con un mini utile di 19 mila euro
l'Adige
Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263
email: economia@ladige.it
●
Scambio immobiliare con la
controllata: a Valli lo stadio del
ghiaccio che diventerà una piscina
a Folgarida le stazioni telecabine
FUNIVIE
Valli di Sole Peio e Rabbi
vende i gioielli di famiglia
Terreni e immobili: obiettivo 16 milioni
Nuova perizia sulle azioni, asta nel 2015
TRENTO - Valli di Sole Peio e
Rabbi, la holding che possiede
le chiavi societarie di Funivie
Folgarida Marilleva (Ffm), comincia a vendere i gioielli di famiglia. Conclusa ormai la procedura concordataria, la società guidata dal curatore fallimentare di Aeroterminal Luca Mandrioli, dopo una serie di compravendite e di permute con la
Ristorante Malghet
Aut quasi ceduto
Interesse per aree
edificabili da 1.000
posti letto. Pacchetto
Ffm da 29 milioni
stessa Folgarida per mettere ordine nel patrimonio immobiliare, sta per concludere la vendita del ristorante Malghet Aut e
comincia a ricevere manifestazioni di interesse per il compendio di aree edificabili di Dimaro, dove è prevista una capacità edificatoria di 1.000 posti letto alberghieri.
Terreni e immobili dovrebbero
fruttare fra i 13 e i 16 milioni di
euro. Per il pacchetto di azioni
di controllo Funivie - 51,43% delle azioni ordinarie e 11,09% delle privilegiate - ci vorrà invece
tempo: l’asta potrebbe slittare
ai primi del 2015 e prima di allora verrà effettuata una nuova
perizia che aggiornerà la valutazione 2013, pari a 29,3 milioni.
Valli, controllata dal fallimento
Aeroterminal, è in assemblea
sabato al centro congressi «Alla sosta dell’imperatore» per approvare il bilancio 2013, il terzo da quando è stata messa in
liquidazione per cercare di realizzare il suo attivo e portare risorse all’attivo del fallimento
Atv, per ora inchiodato all’incerto valore dei terreni di Venezia. All’ordine del giorno c’è anche la nomina del collegio sindacale e del revisore dei conti
nonché, nella parte straordinaria, la copertura delle perdite
pregresse mediante utili e riserve.
I conti 2013 chiudono con un
piccolo utile di 19 mila euro, meno del milione del 2012. Mentre, infatti, dal lato dei proventi si sono replicate sopravvenienze attive per 2,5 milioni, dovute in particolare all’estinzio-
ne del fondo svalutazione legato alla transazione con la Fondazione Cassa di Risparmio Piacenza e Vigevano, dal lato dei
costi si sono registrate svalutazioni delle immobilizzazioni per
834 mila euro e maggiori oneri
finanziari per le nuove linee di
credito stipulate con Unicredit
(3,5 milioni) e Banca Interprovinciale (500 mila euro che si
aggiungono ai precedenti 2,5
milioni).
Le operazioni sul patrimonio
immobiliare di Valli sono cominciate quest’anno. In primo luogo Valli ha ceduto a Funivie Folgarida la piena proprietà di una
serie di compendi finora partecipati da entrambi: dalla stazione di arrivo della telecabina Folgarida alla stazione di partenza Belvedere, al ristorante «Sosta dell’imperatore». Ffm, viceversa, ha lasciato a Valli la proprietà dello stadio del ghiaccio
di Dimaro, al posto del quale
nella variante al Prg dovrebbe
arrivare una piscina. Sul ristorante Malghet Aut, che dovrebbe fruttare 1 milione, siamo a
trattative avanzate con un operatore del luogo. Sui terreni (22,5 milioni) e sul compendio del
vecchio Pua, ora variante al Prg
(10-13 milioni), cominciano gli
interessamenti.
F. Ter.
CREDITO
PALAZZI
La sede di Funivie Folgarida
Marilleva a Folgarida. Tra la
società funiviaria e la sua
controllante Valli di Sole Peio e
Rabbi c’era un intricato
complesso di comproprietà che
ora è stato messo in ordine: a
Funivie gli immobili
strumentali, a Valli gli immobili
che saranno valorizzati
nell’ambito della pianificazione
urbanistica di Dimaro.
NORMA DEL DECRETO RENZI, A TRENTO 5 MILIONI IN MENO
Camera di commercio, oneri dimezzati alle imprese
TRENTO - Il decreto legge del governo
Renzi sulla semplificazione e la trasparenza
della pubblica amministrazione taglia gli
oneri pagati dalle imprese alle Camere di
commercio. All’articolo 28 del decreto,
infatti, si legge che «a decorrere
dall’esercizio finanziario successivo
all’entrata in vigore del presente decreto,
l’importo del diritto annuale a carico delle
imprese di cui all’articolo 18 della legge 29
dicembre 1993 n. 580 è ridotto del
cinquanta per cento». I diritti camerali
sono quindi dimezzati a partire dal 2015.
Per la Camera di commercio di Trento si
tratta della perdita di un introito di circa 5
milioni di euro l’anno.
Nel 2013 i proventi da diritto annuale
ammontavano, per l’ente camerale
trentino, a 9 milioni 845 mila euro, in
aumento sui 9 milioni 101 mila euro del
2012. Il bilancio complessivo della Camera
di commercio si attesta sui 17 milioni, per
cui la quota dei diritti camerali è
consistente e il suo dimezzamento
comporta un calo rilevante di risorse.
D’altra parte la richiesta di meno oneri e,
soprattutto, di più servizi alle imprese è
stata rilanciata in queste settimane da più
di una voce del mondo imprenditoriale,
mentre il governo prepara una riforma più
ampia delle Camere di commercio e a
Trento le categorie sono impantanate nei
ricorsi sulla composizione del consiglio
camerale.
F. Ter.
DATA: 26 GIUGNO 2014 TESTATA: L’ADIGE
PAGINA: 6
L’allarme sindacale nelle assemblee sul rinnovo, coinvolti 2.700 bancari
Rurali, dal 1° luglio stop al contratto
Il segretario della Fisac Cgil del Trentino Romano Vicentini
TRENTO - L’altro giorno la
sala della Cooperazione era
piena di bancari. Ieri altre
assemblee si sono svolte a
Rovereto, Borgo Valsugana e
Cles. Oggi tocca a Tione e
Predazzo, mentre la
prossima settimana sarà la
volta di Arco e Pergine. Sono
le assemblee dei dipendenti
delle Casse rurali trentine 2.700 contando anche Cassa
Centrale e le altre società
industriali - sulla
piattaforma per il nuovo
contratto nazionale delle
banche di credito
Informatica | Partnership con l’azienda toscana, si punta ai servizi alle Pmi
Var Group nuovo socio di Aldebra
TRENTO - Var Group, azienda
informatica di Empoli partner
per l’innovazione delle Pmi
con un fatturato 2013 di 166
milioni di euro, 810 addetti e
23 sedi in tutta Italia, diventa
socia dell’azienda trentina Aldebra, system integrator con
un fatturato di poco superiore ai 25 milioni di euro e un team di oltre 170 dipendenti,
che opera in tutto il Nord Italia offrendo una particolare
copertura del Triveneto.
La partnership, che comprende un’ampia collaborazione
commerciale, è rafforzata dall’ingresso di Var Group nel capitale di Aldebra con un progressivo aumento della partecipazione e la nomina di un
referente all’interno del cda
dell’azienda trentina.
Gli effetti dell’accordo si tradurranno in un potenziamento dell’offerta di Aldebra grazie all’introduzione di soluzioni It di Var Group, che rappresenteranno un importante polo attrattivo nei confronti di
quelle Pmi che stanno cercando soluzioni e servizi in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo del proprio
business, con una forte focalizzazione sull’offerta cloud.
«L’alleanza con Var Group - afferma Giordano Tamanini, presidente di Aldebra - assume
per noi valenza strategica in
quanto ci consente di portare ai nostri clienti e al mercato della Pmi lo spettro completo dei fabbisogni informatici ai massimi livelli di specializzazione».
Giordano Tamanini
presidente di Aldebra
azienda informatica
trentina con 25
milioni di fatturato
e 170 dipendenti
in tutto il Nord Italia
cooperativo. Ma le
assemblee sono dominate
prima di tutto da una
preoccupazione: dal 1°
luglio, martedì prossimo, le
Rurali e le Bcc potrebbero
non applicare più il
contratto vigente. La loro
organizzazione nazionale,
Federcasse, ha infatti
disdetto il contratto
nazionale e le trattative su
quello nuovo, di fatto, non
sono neanche partite.
Domani a Roma è previsto
un incontro tra Federcasse e
sindacati, ma non sembra
che la Federazione del
credito coop voglia tornare
indietro dalle sue intenzioni.
«Dal primo luglio potremmo
ritrovarci senza parti del
contratto» spiega Romano
Vicentini, segretario della
Fisac Cgil, che rappresenta il
fronte sindacale insieme a
Fiba Cisl, Uilca Uil e Fabi,
T
l’organizzazione
più
rappresentativa. «Certo, gli
stipendi continueranno ad
essere pagati. Ma parti del
contratto come le indennità
di responsabilità o gli scatti
di anzianità potrebbero non
esserlo più». I sindacati
chiedono che Federcasse
faccia almeno come l’Abi,
l’Associazione delle banche
non cooperative, che ha
spostato la disdetta del
contratto nazionale al 1°
ottobre.
Il tutto mentre la trattativa
sul nuovo contratto non
decolla. «Bisognava prima
affrontare alcune tematiche
sindacali preliminari precisa Vicentini - ma non
sono state risolte neanche
quelle». Nelle assemblee i
sindacati illustrano ai
lavoratori la piattaforma che
porteranno al confronto con
Federcasse.
Ma al centro dei temi in
discussione c’è soprattutto
il futuro delle Casse rurali e
delle Bcc. «La fusione tra le
Casse rurali di Mori e
Brentonico - afferma
Vicentini - non ha ricadute
né sul territorio né sui
clienti o sui dipendenti. È
un’operazione tra Casse
sane, che viene governata in
modo intelligente».
Non è così nel caso della
Rurale di Folgaria, che
invece è in crisi e dove la
fusione è parte del piano di
salvataggio. «In questo caso
l’ipotesi di fusione è stata
subìta - prosegue Vicentini Ora arriva il commissario e
dobbiamo aspettare le sue
decisioni».
«Il credito cooperativo deve
mantenere la sua
peculiarità, ma deve anche
cambiare. E il cambiamento
deve essere governato».
Secondo il sindacalista della
Cgil - ma è opinione diffusa
anche nella Cooperazione le Casse rurali trentine si
ridurranno entro qualche
anno da 43 a 30 o poco più.
«Non è possibile che ci
vogliano quattro anni per
una fusione - sottolinea
Vicentini - L’economia non ci
concede più questi tempi».
Per i sindacati le Rurali e le
Bcc vanno ammodernate.
«Più spazio alla consulenza sintetizza Vicentini - e una
banca di qualità per aiutare
le piccole e medie imprese.
Ormai non si tratta di aprire
nuovi sportelli, ma di andare
nelle aziende e portare lì la
conoscenza».
F. Ter.
IN BREVE
OFFERTA VOLKSBANK
SU MAROSTICA
! BOLZANO - Oggi
l’altoatesina Volksbank
presenta l’offerta per
l’acquisizione della Banca
Popolare di Marostica.Tra i
concorrenti, dovrebbe essere
rimasta solo la Popolare di
Vicenza. «Sarà un’offerta
vincolante rilevante, seppur
nell’interesse dei nostri soci afferma il direttore Johannes
Schneebacher - Volksbank e
Marostica sono entrambe
banche retail, di stampo
regionale, complementari per
dislocazione di sportelli e
copertura geografica».
Marostica conta 7 mila soci,
401 dipendenti e 61 filiali e
ha chiuso il 2013 con un
pesante rosso di 42,8 milioni
di euro.
FESTIVAL DELLE APP
CON DEDAGROUP
! TRENTO - Dopo il grande
successo della prima
edizione, Agorà Telematica,
società specializzata in web
marketing e comunicazione
digitale, e Dedagroup Ict
Network, tra i principali
player dell’Ict nazionale,
lanciano la call per
partecipare ad UpperApp,
Festival nazionale delle idee
e applicazioni mobile ideate
dai giovani delle Università
italiane. Info sul sito
www.upperapp.it.
Corriere del Trentino Giovedì 26 Giugno 2014
11
DATA: 26 GIUGNO 2014 TESTATA: CORRIERE DEL TRENTINO PAGINA: 11
Economia
Uilca
Mosaner
confermato
TN
Rinnovato nei giorni scorsi il consiglio provinciale della
Uilca del Trentino. Nel ruolo di segretari sono stati
confermati: Maurizio Mosaner (Unicredit spa)
segretario generale; Francesca Prada (Banco Popolare)
segretario territoriale comparto bancari; Salvatore
Farace (Itas Assicurazioni spa) segretario comparto
assicurativi. Maurizio Ceschini (Rurale Valli di Primiero
e Vanoi) è il coordinatore provinciale per Federcasse.
Banche Una decina le assemblee dei dipendenti sul territorio. Fronte sindacale compatto
Artigiani Chelodi: la domanda c’è
Fisac Cgil: disdetta, scontro forte. Pressing su Federcoop
Cna «alla trentina»
A settembre
nasce l’associazione
Contratto Rurali, stop in luglio
TRENTO — I 2800 addetti
delle Casse rurali trentine in
questi giorni sono coinvolti
in una serie di assemblee sul
territorio per discutere del loro contratto: il prossimo primo luglio è in scadenza e, a
differenza del contratto Abi,
— a causa della disdetta dei
mesi scorsi —, potrà non essere più applicato. Romano
Vicentini, segretario della Fisac Cgil, riferisce che «lo
scontro è forte, salvo la paga
base molti articoli del contratto possono non essere più applicati». Il fronte sindacale è
unitario. Maurizio Mosaner
della Uilca conferma: «Le distanze con la parte datoriale
sul fronte Abi sono abissali,
ma anche su Federcasse le cose vanno male».
La questione va inquadrata
con le disdetta dei contratti
nazionali promossa sia dalle
banche che aderiscono ad
Abi (Unicredit, Intesa e tutte
le più grandi a livello nazionale), sia da quelle che aderiscono a Federcasse, vale a dire il
credito cooperativo. Gli istituti hanno disdetto i contratti
nazionali con l’obiettivo di rinegoziare molti punti fondamentali, evidentemente al ribasso, cosa che ovviamente
ai sindacati non fa piacere.
Dopo la comunicazione della disdetta sono intercorsi alcuni mesi, ma ora siamo al
dunque. La differenza è che
«in Abi abbiamo l’ultimo inconto il 30 giugno, le posizioni sono distanti, ma il contratto in essere viene prolungato
comunque fino al 30 settembre. Non è molto, ma questo
tempo ci dà modo di lavorare
in luglio — spiega Vicentini
—. In Federcasse invece questa proroga molto probabilmente non ci sarà. L’ultimo
incontro è venerdì (domani,
2800
dipendenti
Sono gli addetti che
lavorano nelle Casse
Rurali della provincia di
Trento
37
Rappresentanti I segretari delle sigle sindacali dei bancari
ndr) e finora non sono arrivati segnali positivi. Diciamo
che in questa fase i falchi hanno la meglio sulle colombe».
Ma cosa può cambiare nel
ore
L’oraio settimanale dei
bancari che, disdetto il
contratto, potrebbe subire
modifiche dal primo luglio
concreto a luglio? «L’orario di
lavoro potrebbe superare le
37 ore settimanali, potrebbero saltare i buoni pasto, le indennità di trasferimento, le
indennità di rischio. Vero che
in molti casi subentra il contratto integrativo, ma non c’è
sicurezza» dice il segretario
Fisac.
CLES
INTESA SANPAOLO
DEDAGROUP
TRENTO — Adige Bitumi ha
fatto ricorso al Tar (notifica
lo scorso 10 giugno) contro
l’annullamento
dell’affidamento dei lavori
per la realizzazione della
circonvallazione dell’abitato
di Cles sulla statale 43 della
Val di Non. La società chiede
anche la sospensiva. La
Provincia ha deciso di
resistere. L’importo è
intorno ai 5 milioni.
TRENTO — Grazie
all'accordo tra Intesa
Sanpaolo, Federazione
Italiana Tabaccai e Banca Itb,
i «Buoni lavoro» Inps si
possono ora acquistare on
line tramite il servizio di
Internet Banking di Intesa
Sanpaolo e riscuotere in
contanti in oltre 16.000
tabaccherie. È un servizio
utile per chi deve pagare
prestazioni di lavoro.
TRENTO — Agorà
Telematica e Dedagroup Ict
Network lanciano la call per
partecipare ad UpperApp,
Festival nazionale delle idee
e applicazioni mobile ideate
dai giovani delle università
italiane. In palio, oltre a
premi in denaro, uno stage
retribuito in una delle 12
aziende del Network e la
possibilità di vedere
realizzata la propria idea.
Brevi
Circonvallazione
«Buoni lavoro»
Adige bitumi al Tar Paga dal tabaccaio
Chimici Nel mirino le «dimissioni»
Tensione in Zobele
«Incontro urgente»
TRENTO — I sindacati del settore chimico di Cgil, Cisl e
Uil hanno patto partire in maniera unitaria una richiesta urgente di incontro indirizzata alla Zobele di Trento.
A quanto pare da qualche mese nella sede trentina della
multinazionale, l’attuale quartier generale per quanto riguarda le funzioni amministrative, la proprietà «chiama
uno per uno i dipendenti, tecnici, commerciali, amministrativi ecc. e propone loro un incentivo all’esodo, a patto della
firma delle loro dimissioni». Ciò potrebbe rappresentare
un fenomeno fisiologico, se si mantenesse intorno a poche
unità, ma ultimamente «ce n’è uno al giorno» denunciano i
sindacati. Per questo motivo è partita la richiesta di incontro urgente, visto che sindacati ed Rsu sono «fortemente
preoccupati per le numerose fuoriuscite di personale dipendente». La firma è di Alan Tancredi per la Uiltec Uil, Mario
Cerutti per la Filctem Cgil e Corrado Dalvit per la Femca
Cisl, d’amore e d’accordo una volta accantonate le incomprensioni delle scorse settimane.
«Le dimensioni del fenomeno lasciano perplessi, ma teniamo conto che nessuno dei lavoratori coinvolti si è rivolto a noi. Gira voce che abbiano ottenuto dalle 12 alle 24
mensilità, ma dal nostro punto di vista ciò può presentare
un precedente un po’ pericoloso, a prescindere dal ruolo
del sindacato — dice Cerutti —. Il fatto è che Trento è diventata business unit (profumi e insetticidi solo per le private
label, ndr) e ha visto impoverirsi la produzione. Rimane la
testa organizzativa del gruppo, ma se escono queste professionalità allora la preoccupazione cresce». Da tenere conto
che l’azionista di maggioranza, il fondo britannico Doughty
Hanson, dovrà decidere entro il 2014 il futuro del suo impegno nell’azienda chimica.
E. O.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«UpperApp»
Seconda edizione
L’altro ieri circa 300 addetti hanno partecipato all’assemblea di Trento, ieri c’è stata la replica a Rovereto, Cles e
Borgo; oggi è la volta di Tione e Predazzo, poi si passerà
ai primi di luglio ad Arco e
Pergine.
Mosaner sottolinea un passaggio: «Non è che il contratto verrà eliminato da subito,
c’è un accordo implicito che
ci dà tempo per fare le assemblee fino circa al 20 di luglio e
in trentino andremo avanti fino ai primi di luglio. E le trattative stanno andando avanti. I dipendenti hanno votato
in massa la nostra piattaforma contrattuale unitaria, il
problema è riuscire a portare
a casa qualcosa al tavolo con
le parti datoriali».
La speranza che il credito
cooperativo trentino possa
«smarcarsi» è presente con
diverse gradazioni nelle varie
sigle. «Noi andremo a sollecitare la Federazione trentina
affinché non si applichi la disdetta del contratto — annuncia Vicentini — e andremo anche Cassa per Cassa. Ogni Cassa o Federazione può fare un
regolamento ad hoc — continua —, o addirittura continuare ad applicarlo». Certo
che ciò vorrebbe dire prendersi le proprie responsabilità rispetto alle indicazioni nazionali, ma anche evitare una
serie di problemi organizzativi non trascurabili.
Infine un accenno al «quasi» commissariamento della
Rurale di Folgaria. «La giunta
provinciale deve proporre un
nome — si scalda Vicentini
—, è da una settimana che
stiamo attendendo e in banca
l’incertezza si paga».
TRENTO — A settembre nascerà anche in Trentino l’associazione Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato. Stefano Chelodi, che tira le fila in questa fase transitoria, conta
di intercettare «parecchie migliaia» di aziende artigiane che
nel territorio locale non sono aderenti all’Associazione artigiani di Roberto De Laurentis, «a cui però non vogliamo assolutamente contrapporci — dice —, a livello nazionale siamo tutti in Rete imprese Italia».
A settembre è in previsione un «grande convegno sul lavoro», che sancirà la nascita definitiva dell’associazione. Per
ora il presidente è Claudio Corrarati, alla guida di Cna Bolzano. Nei giorni scorsi si è tenuto un convegno a Interbrennero e un gruppo di artigiani ha tenuto a battesimo la «costola» trentina di fronte al notaio. «In questa fase stiamo mettendo in atto alcuni sondaggi e attività di marketing — riprende Chelodi —. La direzione provvisoria ora è composta
da 14 persone. A livello nazionale siamo la seconda organizzazione, dopo Confindustria, e siamo convinti che anche in
Trentino potremo incontrare una domanda adeguata».
Le differenze rispetto all’Associazione artigiani, dice Chelodi, «saranno in particolare l’attenzione alla fornitura di servizi specializzati ai soci, come ad
esempio l’accompagnamento di alto livello in caso di contenzioso fiscale.
Inoltre costituiremo una
rappresentanza forte nei
confronti della pubblica
amministrazione». Quello che sarà trascurato, dice il «traghettatore», è
«la presenza nella bagarre di nomine e poltrone». Logo Il simbolo associativo
Ieri Lorenzo Berlanda,
per la direzione provinciale Cna Trentino, ha firmato una
nota che comunica l’allentamento dei requisiti per fornire
servizi alla pubblica amministrazione, paletti che di fatto in
passato tagliavano fuori le Pmi. «Da oggi sarà più facile vendere beni e servizi alla pubblica amministrazione, attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione
(Mepa), la piattaforma telematica che Consip gestisce per il
Mef, mettendo a disposizione delle amministrazioni per gli
acquisti di importo inferiore alla soglia comunitaria
(134mila euro per le pubbliche amministrazioni centrali e
207mila euro per tutte le altre)». Centrale «l'eliminazione
del requisito di capacità economico/finanziaria per le imprese che si abilitano: con tale misura si intende facilitare l'accesso delle micro imprese e delle startup che, pur essendo
attive sul mercato, difficilmente riescono a raggiungere il
requisito necessario nei primi anni di attività».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Enrico Orfano
E. O.
Via Calepina La validità sarà a partire dal 2015. A Trento a rischio 5 milioni. Leveghi preoccupato
Enti camerali, il decreto taglia le entrate
Diritti dimezzati, ieri la norma pubblicata in Gazzetta ufficiale
TRENTO — Alla fine il tanto
temuto taglio delle risorse alle
Camere di commercio è stato
inserito all’interno del decreto
legge 90, «Misure urgenti per
la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari».
Il testo dell’articolo 28 è chiaro: «(Riduzione del diritto annuale dovuto alle camere di
commercio a carico delle imprese) 1. A decorrere dall'esercizio finanziario successivo all'entrata in vigore del presente
decreto, l'importo del diritto
annuale a carico delle imprese
di cui all'articolo 18 della legge
29 dicembre 1993, n. 580 è ridotto del cinquanta per cento».
Il diritto camerale, che ogni
azienda paga annualmente alla
Camera di commercio di riferimento, in questo modo viene
dimezzato. Nei giorni scorsi
l’argomento è stato sondato a
dovere e il segretario della
Cciaa trentina Mauro Leveghi
ha stimato in oltre 8 milioni
l’ammontare della cifra totale,
una parte cospicua del bilancio
dell’ente di via Calepina, che
pareggia a circa 17 milioni di
euro. Il segretario a più riprese
ha stimato in circa 5 milioni di
euro l’ammanco derivante
dall’applicazione della norma
contenuta nel decreto 90.
Ieri, dopo la pubblicazione
in Gazzetta ufficiale, Leveghi
ha affermato: «Ora è chiaro che
la norma sarà valida a partire
dal 2015 e confermo che per il
Trentino varrà circa un terzo
dell’intero bilancio. A fronte di
una tale diminuzione ci saranno molte valutazioni da fare. In
ogni caso è giusto attendere la
conversione in legge del decre-
to», che ovviamente non è
scontata.
Al Corriere del Trentino Leveghi aveva spiegato che i dipendenti della Camera di commercio di sono 111 unità equivalenti di «tempi pieni», in realtà si tratta di 124 persone occu-
Autobrennero
Fondo ferrovia, trattative in corso
A22
La sede di via
Berlino di
Autobrennero
TRENTO — All’interno dei due
decreti che sono stati pubblicati
ieri in Gazzetta ufficiale non era
inserito alcun articolo relativo
ad Autobrennero e alla cessione
del fondo ferrovia, da 550
milioni, alle casse dello Stato.
Rispetto alla versione del
decreto sulla pubblica
amministrazione approvato dal
consiglio dei ministri lo scorso
12 giugno, dunque, l’articolo è
stato stralciato. Si trattava
dell’articolo 67, che prescriveva
di versare il fondo ferrovia entro
30 giorni dalla data di entrata in
vigore del decreto stesso. Le
pressioni politiche hanno fatto
cambiare idea, almeno per il
momento, ma i ben informati
fanno notare che il messaggio è
stato forte: il governo ha
bisogno di soldi. In questi giorni
sono in corso contatti fra i
rappresentanti locali e
l’esecutivo, per cercare di
trovare un accordo in tema. Il
tunnel, insieme alla partita sulla
concessione di A22 e addirittura
il nodo Valdastico potrebbero
rientrare nel decreto Sblocca
Italia.
pate con alcuni contratti
part-time. A loro si aggiungono i 17 impiegati di Accademia
d’impresa. Perché pensare
all’organico? Perché si teme
che sarà difficile mantenere tutte le deleghe nel 2015, se il taglio delle risorse dovesse effettivamente, e senza possibilità
di dietro-front, essere confermato. Altro elemento: se si dovrà discutere con la Provincia
una revisione dell’Accordo di
programma che possa rimodulare la suddivisione di competenze, ciò toccherà alla nuova
giunta e direttivo camerale,
che però non verrà nominato il
prossimo 9 luglio a causa dei ricorsi promossi da Confindustria contro le divisioni dei seggi in consiglio.
L’unica nota positiva pare il
fatto che la norma verrà attuata a partire dall’anno prossimo,
senza la necessità di restituire
somme alle imprese che le avevano già pagate per l’anno in
corso. Il presidente della Camera di Bolzano, Michl Ebner, temeva questa ipotesi.
E. O.
© RIPRODUZIONE RISERVATA