6 ECONOMIA giovedì 26 giugno 2014 Sabato assemblea della controllante di Funivie Folgarida Marilleva. Il bilancio 2013 si chiude con un mini utile di 19 mila euro l'Adige Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: economia@ladige.it ● Scambio immobiliare con la controllata: a Valli lo stadio del ghiaccio che diventerà una piscina a Folgarida le stazioni telecabine FUNIVIE Valli di Sole Peio e Rabbi vende i gioielli di famiglia Terreni e immobili: obiettivo 16 milioni Nuova perizia sulle azioni, asta nel 2015 TRENTO - Valli di Sole Peio e Rabbi, la holding che possiede le chiavi societarie di Funivie Folgarida Marilleva (Ffm), comincia a vendere i gioielli di famiglia. Conclusa ormai la procedura concordataria, la società guidata dal curatore fallimentare di Aeroterminal Luca Mandrioli, dopo una serie di compravendite e di permute con la Ristorante Malghet Aut quasi ceduto Interesse per aree edificabili da 1.000 posti letto. Pacchetto Ffm da 29 milioni stessa Folgarida per mettere ordine nel patrimonio immobiliare, sta per concludere la vendita del ristorante Malghet Aut e comincia a ricevere manifestazioni di interesse per il compendio di aree edificabili di Dimaro, dove è prevista una capacità edificatoria di 1.000 posti letto alberghieri. Terreni e immobili dovrebbero fruttare fra i 13 e i 16 milioni di euro. Per il pacchetto di azioni di controllo Funivie - 51,43% delle azioni ordinarie e 11,09% delle privilegiate - ci vorrà invece tempo: l’asta potrebbe slittare ai primi del 2015 e prima di allora verrà effettuata una nuova perizia che aggiornerà la valutazione 2013, pari a 29,3 milioni. Valli, controllata dal fallimento Aeroterminal, è in assemblea sabato al centro congressi «Alla sosta dell’imperatore» per approvare il bilancio 2013, il terzo da quando è stata messa in liquidazione per cercare di realizzare il suo attivo e portare risorse all’attivo del fallimento Atv, per ora inchiodato all’incerto valore dei terreni di Venezia. All’ordine del giorno c’è anche la nomina del collegio sindacale e del revisore dei conti nonché, nella parte straordinaria, la copertura delle perdite pregresse mediante utili e riserve. I conti 2013 chiudono con un piccolo utile di 19 mila euro, meno del milione del 2012. Mentre, infatti, dal lato dei proventi si sono replicate sopravvenienze attive per 2,5 milioni, dovute in particolare all’estinzio- ne del fondo svalutazione legato alla transazione con la Fondazione Cassa di Risparmio Piacenza e Vigevano, dal lato dei costi si sono registrate svalutazioni delle immobilizzazioni per 834 mila euro e maggiori oneri finanziari per le nuove linee di credito stipulate con Unicredit (3,5 milioni) e Banca Interprovinciale (500 mila euro che si aggiungono ai precedenti 2,5 milioni). Le operazioni sul patrimonio immobiliare di Valli sono cominciate quest’anno. In primo luogo Valli ha ceduto a Funivie Folgarida la piena proprietà di una serie di compendi finora partecipati da entrambi: dalla stazione di arrivo della telecabina Folgarida alla stazione di partenza Belvedere, al ristorante «Sosta dell’imperatore». Ffm, viceversa, ha lasciato a Valli la proprietà dello stadio del ghiaccio di Dimaro, al posto del quale nella variante al Prg dovrebbe arrivare una piscina. Sul ristorante Malghet Aut, che dovrebbe fruttare 1 milione, siamo a trattative avanzate con un operatore del luogo. Sui terreni (22,5 milioni) e sul compendio del vecchio Pua, ora variante al Prg (10-13 milioni), cominciano gli interessamenti. F. Ter. CREDITO PALAZZI La sede di Funivie Folgarida Marilleva a Folgarida. Tra la società funiviaria e la sua controllante Valli di Sole Peio e Rabbi c’era un intricato complesso di comproprietà che ora è stato messo in ordine: a Funivie gli immobili strumentali, a Valli gli immobili che saranno valorizzati nell’ambito della pianificazione urbanistica di Dimaro. NORMA DEL DECRETO RENZI, A TRENTO 5 MILIONI IN MENO Camera di commercio, oneri dimezzati alle imprese TRENTO - Il decreto legge del governo Renzi sulla semplificazione e la trasparenza della pubblica amministrazione taglia gli oneri pagati dalle imprese alle Camere di commercio. All’articolo 28 del decreto, infatti, si legge che «a decorrere dall’esercizio finanziario successivo all’entrata in vigore del presente decreto, l’importo del diritto annuale a carico delle imprese di cui all’articolo 18 della legge 29 dicembre 1993 n. 580 è ridotto del cinquanta per cento». I diritti camerali sono quindi dimezzati a partire dal 2015. Per la Camera di commercio di Trento si tratta della perdita di un introito di circa 5 milioni di euro l’anno. Nel 2013 i proventi da diritto annuale ammontavano, per l’ente camerale trentino, a 9 milioni 845 mila euro, in aumento sui 9 milioni 101 mila euro del 2012. Il bilancio complessivo della Camera di commercio si attesta sui 17 milioni, per cui la quota dei diritti camerali è consistente e il suo dimezzamento comporta un calo rilevante di risorse. D’altra parte la richiesta di meno oneri e, soprattutto, di più servizi alle imprese è stata rilanciata in queste settimane da più di una voce del mondo imprenditoriale, mentre il governo prepara una riforma più ampia delle Camere di commercio e a Trento le categorie sono impantanate nei ricorsi sulla composizione del consiglio camerale. F. Ter. DATA: 26 GIUGNO 2014 TESTATA: L’ADIGE PAGINA: 6 L’allarme sindacale nelle assemblee sul rinnovo, coinvolti 2.700 bancari Rurali, dal 1° luglio stop al contratto Il segretario della Fisac Cgil del Trentino Romano Vicentini TRENTO - L’altro giorno la sala della Cooperazione era piena di bancari. Ieri altre assemblee si sono svolte a Rovereto, Borgo Valsugana e Cles. Oggi tocca a Tione e Predazzo, mentre la prossima settimana sarà la volta di Arco e Pergine. Sono le assemblee dei dipendenti delle Casse rurali trentine 2.700 contando anche Cassa Centrale e le altre società industriali - sulla piattaforma per il nuovo contratto nazionale delle banche di credito Informatica | Partnership con l’azienda toscana, si punta ai servizi alle Pmi Var Group nuovo socio di Aldebra TRENTO - Var Group, azienda informatica di Empoli partner per l’innovazione delle Pmi con un fatturato 2013 di 166 milioni di euro, 810 addetti e 23 sedi in tutta Italia, diventa socia dell’azienda trentina Aldebra, system integrator con un fatturato di poco superiore ai 25 milioni di euro e un team di oltre 170 dipendenti, che opera in tutto il Nord Italia offrendo una particolare copertura del Triveneto. La partnership, che comprende un’ampia collaborazione commerciale, è rafforzata dall’ingresso di Var Group nel capitale di Aldebra con un progressivo aumento della partecipazione e la nomina di un referente all’interno del cda dell’azienda trentina. Gli effetti dell’accordo si tradurranno in un potenziamento dell’offerta di Aldebra grazie all’introduzione di soluzioni It di Var Group, che rappresenteranno un importante polo attrattivo nei confronti di quelle Pmi che stanno cercando soluzioni e servizi in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo del proprio business, con una forte focalizzazione sull’offerta cloud. «L’alleanza con Var Group - afferma Giordano Tamanini, presidente di Aldebra - assume per noi valenza strategica in quanto ci consente di portare ai nostri clienti e al mercato della Pmi lo spettro completo dei fabbisogni informatici ai massimi livelli di specializzazione». Giordano Tamanini presidente di Aldebra azienda informatica trentina con 25 milioni di fatturato e 170 dipendenti in tutto il Nord Italia cooperativo. Ma le assemblee sono dominate prima di tutto da una preoccupazione: dal 1° luglio, martedì prossimo, le Rurali e le Bcc potrebbero non applicare più il contratto vigente. La loro organizzazione nazionale, Federcasse, ha infatti disdetto il contratto nazionale e le trattative su quello nuovo, di fatto, non sono neanche partite. Domani a Roma è previsto un incontro tra Federcasse e sindacati, ma non sembra che la Federazione del credito coop voglia tornare indietro dalle sue intenzioni. «Dal primo luglio potremmo ritrovarci senza parti del contratto» spiega Romano Vicentini, segretario della Fisac Cgil, che rappresenta il fronte sindacale insieme a Fiba Cisl, Uilca Uil e Fabi, T l’organizzazione più rappresentativa. «Certo, gli stipendi continueranno ad essere pagati. Ma parti del contratto come le indennità di responsabilità o gli scatti di anzianità potrebbero non esserlo più». I sindacati chiedono che Federcasse faccia almeno come l’Abi, l’Associazione delle banche non cooperative, che ha spostato la disdetta del contratto nazionale al 1° ottobre. Il tutto mentre la trattativa sul nuovo contratto non decolla. «Bisognava prima affrontare alcune tematiche sindacali preliminari precisa Vicentini - ma non sono state risolte neanche quelle». Nelle assemblee i sindacati illustrano ai lavoratori la piattaforma che porteranno al confronto con Federcasse. Ma al centro dei temi in discussione c’è soprattutto il futuro delle Casse rurali e delle Bcc. «La fusione tra le Casse rurali di Mori e Brentonico - afferma Vicentini - non ha ricadute né sul territorio né sui clienti o sui dipendenti. È un’operazione tra Casse sane, che viene governata in modo intelligente». Non è così nel caso della Rurale di Folgaria, che invece è in crisi e dove la fusione è parte del piano di salvataggio. «In questo caso l’ipotesi di fusione è stata subìta - prosegue Vicentini Ora arriva il commissario e dobbiamo aspettare le sue decisioni». «Il credito cooperativo deve mantenere la sua peculiarità, ma deve anche cambiare. E il cambiamento deve essere governato». Secondo il sindacalista della Cgil - ma è opinione diffusa anche nella Cooperazione le Casse rurali trentine si ridurranno entro qualche anno da 43 a 30 o poco più. «Non è possibile che ci vogliano quattro anni per una fusione - sottolinea Vicentini - L’economia non ci concede più questi tempi». Per i sindacati le Rurali e le Bcc vanno ammodernate. «Più spazio alla consulenza sintetizza Vicentini - e una banca di qualità per aiutare le piccole e medie imprese. Ormai non si tratta di aprire nuovi sportelli, ma di andare nelle aziende e portare lì la conoscenza». F. Ter. IN BREVE OFFERTA VOLKSBANK SU MAROSTICA ! BOLZANO - Oggi l’altoatesina Volksbank presenta l’offerta per l’acquisizione della Banca Popolare di Marostica.Tra i concorrenti, dovrebbe essere rimasta solo la Popolare di Vicenza. «Sarà un’offerta vincolante rilevante, seppur nell’interesse dei nostri soci afferma il direttore Johannes Schneebacher - Volksbank e Marostica sono entrambe banche retail, di stampo regionale, complementari per dislocazione di sportelli e copertura geografica». Marostica conta 7 mila soci, 401 dipendenti e 61 filiali e ha chiuso il 2013 con un pesante rosso di 42,8 milioni di euro. FESTIVAL DELLE APP CON DEDAGROUP ! TRENTO - Dopo il grande successo della prima edizione, Agorà Telematica, società specializzata in web marketing e comunicazione digitale, e Dedagroup Ict Network, tra i principali player dell’Ict nazionale, lanciano la call per partecipare ad UpperApp, Festival nazionale delle idee e applicazioni mobile ideate dai giovani delle Università italiane. Info sul sito www.upperapp.it. Corriere del Trentino Giovedì 26 Giugno 2014 11 DATA: 26 GIUGNO 2014 TESTATA: CORRIERE DEL TRENTINO PAGINA: 11 Economia Uilca Mosaner confermato TN Rinnovato nei giorni scorsi il consiglio provinciale della Uilca del Trentino. Nel ruolo di segretari sono stati confermati: Maurizio Mosaner (Unicredit spa) segretario generale; Francesca Prada (Banco Popolare) segretario territoriale comparto bancari; Salvatore Farace (Itas Assicurazioni spa) segretario comparto assicurativi. Maurizio Ceschini (Rurale Valli di Primiero e Vanoi) è il coordinatore provinciale per Federcasse. Banche Una decina le assemblee dei dipendenti sul territorio. Fronte sindacale compatto Artigiani Chelodi: la domanda c’è Fisac Cgil: disdetta, scontro forte. Pressing su Federcoop Cna «alla trentina» A settembre nasce l’associazione Contratto Rurali, stop in luglio TRENTO — I 2800 addetti delle Casse rurali trentine in questi giorni sono coinvolti in una serie di assemblee sul territorio per discutere del loro contratto: il prossimo primo luglio è in scadenza e, a differenza del contratto Abi, — a causa della disdetta dei mesi scorsi —, potrà non essere più applicato. Romano Vicentini, segretario della Fisac Cgil, riferisce che «lo scontro è forte, salvo la paga base molti articoli del contratto possono non essere più applicati». Il fronte sindacale è unitario. Maurizio Mosaner della Uilca conferma: «Le distanze con la parte datoriale sul fronte Abi sono abissali, ma anche su Federcasse le cose vanno male». La questione va inquadrata con le disdetta dei contratti nazionali promossa sia dalle banche che aderiscono ad Abi (Unicredit, Intesa e tutte le più grandi a livello nazionale), sia da quelle che aderiscono a Federcasse, vale a dire il credito cooperativo. Gli istituti hanno disdetto i contratti nazionali con l’obiettivo di rinegoziare molti punti fondamentali, evidentemente al ribasso, cosa che ovviamente ai sindacati non fa piacere. Dopo la comunicazione della disdetta sono intercorsi alcuni mesi, ma ora siamo al dunque. La differenza è che «in Abi abbiamo l’ultimo inconto il 30 giugno, le posizioni sono distanti, ma il contratto in essere viene prolungato comunque fino al 30 settembre. Non è molto, ma questo tempo ci dà modo di lavorare in luglio — spiega Vicentini —. In Federcasse invece questa proroga molto probabilmente non ci sarà. L’ultimo incontro è venerdì (domani, 2800 dipendenti Sono gli addetti che lavorano nelle Casse Rurali della provincia di Trento 37 Rappresentanti I segretari delle sigle sindacali dei bancari ndr) e finora non sono arrivati segnali positivi. Diciamo che in questa fase i falchi hanno la meglio sulle colombe». Ma cosa può cambiare nel ore L’oraio settimanale dei bancari che, disdetto il contratto, potrebbe subire modifiche dal primo luglio concreto a luglio? «L’orario di lavoro potrebbe superare le 37 ore settimanali, potrebbero saltare i buoni pasto, le indennità di trasferimento, le indennità di rischio. Vero che in molti casi subentra il contratto integrativo, ma non c’è sicurezza» dice il segretario Fisac. CLES INTESA SANPAOLO DEDAGROUP TRENTO — Adige Bitumi ha fatto ricorso al Tar (notifica lo scorso 10 giugno) contro l’annullamento dell’affidamento dei lavori per la realizzazione della circonvallazione dell’abitato di Cles sulla statale 43 della Val di Non. La società chiede anche la sospensiva. La Provincia ha deciso di resistere. L’importo è intorno ai 5 milioni. TRENTO — Grazie all'accordo tra Intesa Sanpaolo, Federazione Italiana Tabaccai e Banca Itb, i «Buoni lavoro» Inps si possono ora acquistare on line tramite il servizio di Internet Banking di Intesa Sanpaolo e riscuotere in contanti in oltre 16.000 tabaccherie. È un servizio utile per chi deve pagare prestazioni di lavoro. TRENTO — Agorà Telematica e Dedagroup Ict Network lanciano la call per partecipare ad UpperApp, Festival nazionale delle idee e applicazioni mobile ideate dai giovani delle università italiane. In palio, oltre a premi in denaro, uno stage retribuito in una delle 12 aziende del Network e la possibilità di vedere realizzata la propria idea. Brevi Circonvallazione «Buoni lavoro» Adige bitumi al Tar Paga dal tabaccaio Chimici Nel mirino le «dimissioni» Tensione in Zobele «Incontro urgente» TRENTO — I sindacati del settore chimico di Cgil, Cisl e Uil hanno patto partire in maniera unitaria una richiesta urgente di incontro indirizzata alla Zobele di Trento. A quanto pare da qualche mese nella sede trentina della multinazionale, l’attuale quartier generale per quanto riguarda le funzioni amministrative, la proprietà «chiama uno per uno i dipendenti, tecnici, commerciali, amministrativi ecc. e propone loro un incentivo all’esodo, a patto della firma delle loro dimissioni». Ciò potrebbe rappresentare un fenomeno fisiologico, se si mantenesse intorno a poche unità, ma ultimamente «ce n’è uno al giorno» denunciano i sindacati. Per questo motivo è partita la richiesta di incontro urgente, visto che sindacati ed Rsu sono «fortemente preoccupati per le numerose fuoriuscite di personale dipendente». La firma è di Alan Tancredi per la Uiltec Uil, Mario Cerutti per la Filctem Cgil e Corrado Dalvit per la Femca Cisl, d’amore e d’accordo una volta accantonate le incomprensioni delle scorse settimane. «Le dimensioni del fenomeno lasciano perplessi, ma teniamo conto che nessuno dei lavoratori coinvolti si è rivolto a noi. Gira voce che abbiano ottenuto dalle 12 alle 24 mensilità, ma dal nostro punto di vista ciò può presentare un precedente un po’ pericoloso, a prescindere dal ruolo del sindacato — dice Cerutti —. Il fatto è che Trento è diventata business unit (profumi e insetticidi solo per le private label, ndr) e ha visto impoverirsi la produzione. Rimane la testa organizzativa del gruppo, ma se escono queste professionalità allora la preoccupazione cresce». Da tenere conto che l’azionista di maggioranza, il fondo britannico Doughty Hanson, dovrà decidere entro il 2014 il futuro del suo impegno nell’azienda chimica. E. O. © RIPRODUZIONE RISERVATA «UpperApp» Seconda edizione L’altro ieri circa 300 addetti hanno partecipato all’assemblea di Trento, ieri c’è stata la replica a Rovereto, Cles e Borgo; oggi è la volta di Tione e Predazzo, poi si passerà ai primi di luglio ad Arco e Pergine. Mosaner sottolinea un passaggio: «Non è che il contratto verrà eliminato da subito, c’è un accordo implicito che ci dà tempo per fare le assemblee fino circa al 20 di luglio e in trentino andremo avanti fino ai primi di luglio. E le trattative stanno andando avanti. I dipendenti hanno votato in massa la nostra piattaforma contrattuale unitaria, il problema è riuscire a portare a casa qualcosa al tavolo con le parti datoriali». La speranza che il credito cooperativo trentino possa «smarcarsi» è presente con diverse gradazioni nelle varie sigle. «Noi andremo a sollecitare la Federazione trentina affinché non si applichi la disdetta del contratto — annuncia Vicentini — e andremo anche Cassa per Cassa. Ogni Cassa o Federazione può fare un regolamento ad hoc — continua —, o addirittura continuare ad applicarlo». Certo che ciò vorrebbe dire prendersi le proprie responsabilità rispetto alle indicazioni nazionali, ma anche evitare una serie di problemi organizzativi non trascurabili. Infine un accenno al «quasi» commissariamento della Rurale di Folgaria. «La giunta provinciale deve proporre un nome — si scalda Vicentini —, è da una settimana che stiamo attendendo e in banca l’incertezza si paga». TRENTO — A settembre nascerà anche in Trentino l’associazione Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato. Stefano Chelodi, che tira le fila in questa fase transitoria, conta di intercettare «parecchie migliaia» di aziende artigiane che nel territorio locale non sono aderenti all’Associazione artigiani di Roberto De Laurentis, «a cui però non vogliamo assolutamente contrapporci — dice —, a livello nazionale siamo tutti in Rete imprese Italia». A settembre è in previsione un «grande convegno sul lavoro», che sancirà la nascita definitiva dell’associazione. Per ora il presidente è Claudio Corrarati, alla guida di Cna Bolzano. Nei giorni scorsi si è tenuto un convegno a Interbrennero e un gruppo di artigiani ha tenuto a battesimo la «costola» trentina di fronte al notaio. «In questa fase stiamo mettendo in atto alcuni sondaggi e attività di marketing — riprende Chelodi —. La direzione provvisoria ora è composta da 14 persone. A livello nazionale siamo la seconda organizzazione, dopo Confindustria, e siamo convinti che anche in Trentino potremo incontrare una domanda adeguata». Le differenze rispetto all’Associazione artigiani, dice Chelodi, «saranno in particolare l’attenzione alla fornitura di servizi specializzati ai soci, come ad esempio l’accompagnamento di alto livello in caso di contenzioso fiscale. Inoltre costituiremo una rappresentanza forte nei confronti della pubblica amministrazione». Quello che sarà trascurato, dice il «traghettatore», è «la presenza nella bagarre di nomine e poltrone». Logo Il simbolo associativo Ieri Lorenzo Berlanda, per la direzione provinciale Cna Trentino, ha firmato una nota che comunica l’allentamento dei requisiti per fornire servizi alla pubblica amministrazione, paletti che di fatto in passato tagliavano fuori le Pmi. «Da oggi sarà più facile vendere beni e servizi alla pubblica amministrazione, attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), la piattaforma telematica che Consip gestisce per il Mef, mettendo a disposizione delle amministrazioni per gli acquisti di importo inferiore alla soglia comunitaria (134mila euro per le pubbliche amministrazioni centrali e 207mila euro per tutte le altre)». Centrale «l'eliminazione del requisito di capacità economico/finanziaria per le imprese che si abilitano: con tale misura si intende facilitare l'accesso delle micro imprese e delle startup che, pur essendo attive sul mercato, difficilmente riescono a raggiungere il requisito necessario nei primi anni di attività». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Enrico Orfano E. O. Via Calepina La validità sarà a partire dal 2015. A Trento a rischio 5 milioni. Leveghi preoccupato Enti camerali, il decreto taglia le entrate Diritti dimezzati, ieri la norma pubblicata in Gazzetta ufficiale TRENTO — Alla fine il tanto temuto taglio delle risorse alle Camere di commercio è stato inserito all’interno del decreto legge 90, «Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari». Il testo dell’articolo 28 è chiaro: «(Riduzione del diritto annuale dovuto alle camere di commercio a carico delle imprese) 1. A decorrere dall'esercizio finanziario successivo all'entrata in vigore del presente decreto, l'importo del diritto annuale a carico delle imprese di cui all'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580 è ridotto del cinquanta per cento». Il diritto camerale, che ogni azienda paga annualmente alla Camera di commercio di riferimento, in questo modo viene dimezzato. Nei giorni scorsi l’argomento è stato sondato a dovere e il segretario della Cciaa trentina Mauro Leveghi ha stimato in oltre 8 milioni l’ammontare della cifra totale, una parte cospicua del bilancio dell’ente di via Calepina, che pareggia a circa 17 milioni di euro. Il segretario a più riprese ha stimato in circa 5 milioni di euro l’ammanco derivante dall’applicazione della norma contenuta nel decreto 90. Ieri, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, Leveghi ha affermato: «Ora è chiaro che la norma sarà valida a partire dal 2015 e confermo che per il Trentino varrà circa un terzo dell’intero bilancio. A fronte di una tale diminuzione ci saranno molte valutazioni da fare. In ogni caso è giusto attendere la conversione in legge del decre- to», che ovviamente non è scontata. Al Corriere del Trentino Leveghi aveva spiegato che i dipendenti della Camera di commercio di sono 111 unità equivalenti di «tempi pieni», in realtà si tratta di 124 persone occu- Autobrennero Fondo ferrovia, trattative in corso A22 La sede di via Berlino di Autobrennero TRENTO — All’interno dei due decreti che sono stati pubblicati ieri in Gazzetta ufficiale non era inserito alcun articolo relativo ad Autobrennero e alla cessione del fondo ferrovia, da 550 milioni, alle casse dello Stato. Rispetto alla versione del decreto sulla pubblica amministrazione approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 12 giugno, dunque, l’articolo è stato stralciato. Si trattava dell’articolo 67, che prescriveva di versare il fondo ferrovia entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso. Le pressioni politiche hanno fatto cambiare idea, almeno per il momento, ma i ben informati fanno notare che il messaggio è stato forte: il governo ha bisogno di soldi. In questi giorni sono in corso contatti fra i rappresentanti locali e l’esecutivo, per cercare di trovare un accordo in tema. Il tunnel, insieme alla partita sulla concessione di A22 e addirittura il nodo Valdastico potrebbero rientrare nel decreto Sblocca Italia. pate con alcuni contratti part-time. A loro si aggiungono i 17 impiegati di Accademia d’impresa. Perché pensare all’organico? Perché si teme che sarà difficile mantenere tutte le deleghe nel 2015, se il taglio delle risorse dovesse effettivamente, e senza possibilità di dietro-front, essere confermato. Altro elemento: se si dovrà discutere con la Provincia una revisione dell’Accordo di programma che possa rimodulare la suddivisione di competenze, ciò toccherà alla nuova giunta e direttivo camerale, che però non verrà nominato il prossimo 9 luglio a causa dei ricorsi promossi da Confindustria contro le divisioni dei seggi in consiglio. L’unica nota positiva pare il fatto che la norma verrà attuata a partire dall’anno prossimo, senza la necessità di restituire somme alle imprese che le avevano già pagate per l’anno in corso. Il presidente della Camera di Bolzano, Michl Ebner, temeva questa ipotesi. E. O. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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