n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 I clienti “drogati” di opportunismo I prezzi dei TV che nel giro di tre mesi scendono del 40% non sono (solo) un effetto della crisi, ma nascono da previsioni sbagliate. Previsioni di vendite che in negozio non si avverano; previsioni di prezzi che si credevano adeguati e che invece sono troppo alti per il mercato; previsioni di quantità che restano in magazzino. Vista la malaparata, soprattutto sulla gamma media e alta, sono già partiti i saldi “violenti” e questo ben prima della stagione natalizia. Ora è stata abbattuata l’ultima frontiera: lo sconto sul prezzo mai praticato. Unieuro sta promuovendo infatti, anche con una campagna sui grandi mezzi di comunicazione, un’offerta su un TV curvo Samsung da 55” presentato in agosto a 1590 euro, mai visto nel negozi prima d’ora e adesso in vendita a 990 euro. Praticamente, a forza di giocare di anticipo, il super-saldo arriva addirittura con la prima disponibilità della merce e su una categoria, l’LCD curvo, che vede Samsung praticamente “monopolista”; e tutto lascia pensare che questo sia solo il primo step di riduzione dei prezzi. Oramai si tratta di un vero e proprio “allenamento” del consumatore a comperare solo in promozionalità. Un “training opportunistico”, quasi una tossicodipendenza, che oramai ha creato intere generazioni di acquirenti che, soprattutto su alcune categorie e su determinati marchi sono oramai più intenti a comprare lo sconto che il prodotto. Dopo anni di questo allenamento e ritmi via via crescenti stagione dopo stagione, oramai è impensabile che un acquirente “sconto-dipendente” compri al lancio del prodotto e lo faccia a prezzi simili a quelli di listino. Con ancora la “siringa in vena” di mesi e mesi di prezzi in diminuzione (sugli stessi prodotti), il cliente-tossico non compra più, se non quando non ne può fare a meno. E comprando sa che in qualche modo il rischio di essere “fregato” dal ribasso di prezzo di domani è altissimo. Tra i pochi brand che ha disintossicato i propri acquirenti e che, almeno in genere, riesce a vendere a prezzi di listino c’è Apple; marchio che, guarda caso, ha abituato i propri clienti a prezzi stabili per tutto il ciclo di vita dei prodotti; Apple, ancora guarda caso, che è l’unico marchio che riesce a mantenere un mercato dell’usato a prezzi decorosi. Con le dinamiche di prezzo ribasssite si fanno male tutti: i produttori, che sono costretti a correre dietro alle rivalutazioni costanti dello stock; i reatiler che fanno la parte di quelli che “fregano” i consumatori, almeno quelli che hanno comperato l’altro ieri; e anche i clienti, che non sanno mai quando è il momento giusto di comperare e rimandano; e se non rimandano, poi vedono il loro prodotto sugli scaffali costare sempre meno, da nuovo ovviamente, con la naturale frustrazione che ne deriva. Il futuro del mercato non può che passare da prezzi immediatamente ragionevoli e non soggetti a erosione costante. I produttori dovranno cambiare strategia e inziare da listini subito bassi e più stabili; i retailer da idee migliori del solo “svacco” dei prezzi; e i clienti da una nuova educazione all’acquisto dell’elettronica: devono sapere che quasi sempre una buona scelta non è la più conveniente. Ma per questo serviranno un po’ di stagioni di disintossicazione. Ma guarire si può. Gianfranco GIARDINA MAGAZINE Ultra HD Pioneer cede il 100% Sky: una stagione dell’audio-video tutta all’insegna Loghi diversi a Onkyo 02 di serial e talent 05 per Europa e USA 09 Tutte le novità del Photokina Reflex al top, mirrorless sempre più compatte e versatili Per il resto si punta soprattutto sulla fotografia creativa 10 12 11 Canon EOS 7D Mark II Nikon D750 Panasonic LX100 e GM5 Prestazioni super Leggera e sensibile Mirrorless ultra compatte Il Kindle diventa touch Leggere è ancora più facile e divertente 22 Svelato il nuovo Kindle, offre nuove funzionalità hardware, come lo schermo touch, e FreeTime per avvicinare alla lettura e divertire anche i più piccoli Abbiamo provato iOS 8 Apple cambia e convince ancora 30 Offre maggiore libertà agli sviluppatori, ciò permetterà di accorciare il gap con Android in termini di personalizzazione Nuova Ford Focus Un carico di sensori e tecnologia 33 È un’auto proiettata nel futuro, l’abbiamo testata per due giorni in anteprima n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MERCATO Pioneer cede l’home audio-video a Onkyo, in cambio del 15% delle azioni di quest’ultima A Onkyo il 100% dell’audio-video Pioneer Pioneer sta cercando acquirenti anche per la divisione DJ, con la quale è leader di mercato di Gianfranco GIARDINA ioneer Corp. ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Onkyo per la cessione della propria divisione Home Electronics che comprende tutte le attività sul fronte audio-video (tranne l’area DJ), le cuffie e telefonia (quest’ultima non distribuita in occidente). Finisce così un vero mito dell’Hi-Fi che, dopo anni di difficoltà (e di prodotti comunque interessanti), passa di mano pur rimanendo in terra giapponese. In una prima versione dell’accordo, trapelata alcuni mesi fa, la maggioranza della divisione Home Electronics sarebbe dovuta andare a Baring, un fondo di investimento, mentre a Onkyo sarebbe rimasto il 49%. Pare invece che nel frattempo il fondo si sia tirato indietro mentre Onkyo abbia deciso di farsi carico dell’intera operazione. L’accordo definitivo dovrebbe essere perfezionato entro ottobre e il passaggio vero e proprio delle attività dovrebbe terminare entro marzo 2015, giusto P La morsa del mercato in crisi si fa sentire anche in casa Toshiba che si allontana dal mercato PC consumer per concentrarsi su quello professionale Previsti tagli per 900 posti di lavoro in tempo per la chiusura dell’anno fiscale giapponese, tradizionalmente il 31 marzo, Non sono stati resi noti i dettagli dell’operazione, salvo il fatto che Pioneer dovrebbe acquisire, non si sa se come contropartita unica, il 15% delle azioni di Onkyo. Va detto che Onkyo è già parte della galassia Gibson, società che ultimamente sta facendo incetta di marchi: l’ultima acquisizione notevole riguarda la divisione audio di Philips. Secondo le agenzie internazionali, Pio- neer - che smentisce - sarebbe in cerca anche di acquirenti per la divisione DJ, con la quale è leader assoluto del mercato: ovviamente il pensiero corre ancora a Gibson, vicino al mondo dei DJ e della produzione musicale per mille motivi e che sembra essere il più probabile acquirente. Le ultime attività che Pioneer conserverebbe, dopo questo riassetto, sono quelle “car”, riguardo alle quali non ci sarebbero progetti di vendita. MERCATO Sony rivede le stime sulle perdite a causa degli scarsi risultati della divisione mobile Per Sony perdite quattro volte superiori al previsto Gli smartphone non vanno, niente dividendi agli azionisti e 1000 licenziamenti in vista di Paolo CENTOFANTI C irca 230 miliardi di yen di perdite nette (1,6 miliardi di euro circa) contro i 50 miliardi previsti inizialmente. Questa l’entità della revisione delle stime annunciata dal board di Sony per quanto riguarda il bilancio dell’anno fiscale in corso, che si concluderà a marzo 2015. Una mazzata per Kazuo Hirai che, per la prima volta dall’entrata in borsa del colosso giapponese, non staccherà alcun dividendo agli azionisti. Buona parte delle perdite è da imputare alla divisione mobile, ancora in fase di ristrutturazione dopo lo scioglimento della joint venture Sony Ericsson, e che non è ancora riuscita a guadagnare quote di mercato significative con i suoi tablet e smartphone, specialmente nei mercati chiave di Cina e Stati Uniti. Nonostante l’aumento del 10% anno su anno delle torna al sommario Toshiba ristruttura il settore PC Tagli in vista? vendite di prodotti della divisione mobile, Sony aveva comunque tagliato le stime da 50 milioni di pezzi venduti a 43 milioni all’ultima presentazione dei dati finanziari lo scorso luglio. Hirai ha dichiarato di voler a tutti i costi raggiungere la profittabilità della divisione en- tro fine anno, obiettivo che richiederà tra le altre cose il taglio di almeno 1000 posti di lavoro, pari al 15% dei dipendenti di Sony Mobile. La non riuscita del piano di ristrutturazione potrebbe metterebbe seriamente in discussione la leadership di Kazuo Hirai in Sony. di Emanuele VILLA A parte il colosso Lenovo, che sembra non risentire degli effetti della crisi, il mondo dei PC è in declino un po’ ovunque: Sony abbandona Vaio, HP è in calo significativo e gli altri seguono a ruota. Toshiba non fa eccezione: l’azienda giapponese annuncia una forte ristrutturazione che vedrà il suo segmento PC focalizzarsi sul B2B e uscire, in molti mercati, dal ramo consumer. In ambito professionale, Toshiba punta a rimanere un nome di spicco e a rendere sempre più ricca la propria offerta, dai laptop ai tablet alle workstation. Le risorse dell’(ex) ramo consumer verranno parzialmente dirottate su altri progetti; in particolare, l’azienda intende cavalcare la moda del momento e sostenere l’Internet delle Cose, facendo perno sulle molte tecnologie di cui dispone. Toshiba conta di far crescere le vendite B2B del 50% durante l’anno fiscale 2016. Nonostante i molti progetti in ballo, il pesante ridimensionamento dell’area PC consumer non porterà solo a un rallentamento (blocco?) nello sviluppo di nuovi prodotti, ma anche a un ridimensionamento della forza lavoro: si parla di 900 tagli, che si aggiungono ai 300 già annunciati lo scorso luglio e relativi alla divisione TV. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MERCATO Apple regala su iTunes il disco degli U2, ma i riluttanti del regalo si ribellano Apple, gli U2 e la “Profezia di Lavezzi” Si avvera la profezia di Mario Lavezzi: “Il futuro della musica è gratis con la pubblicità” di Gianfranco GIARDINA iversi anni fa, in un convegno moderato da chi vi scrive allo SMAU, Mario Lavezzi, il celebre cantautore, prevedeva un futuro “strano” per la musica: “Nei prossimi anni l’unico modo per produrre musica sarà quello di realizzare dei CD che contengano degli spot pubblicitari non saltabili: questi dischi saranno regalati”. L’età, già allora non verdissima, di Lavezzi gli fece riporre troppa fiducia nel supporto fisico; ma la logica preconizzata da Lavezzi, pur trasportata nel mondo “liquido”, si è puntualmente avverata. Oggi i servizi di streaming musicale funzionano anche gratuitamente a patto di sorbirsi qualche spot pubblicitario e gli utenti ne sono mediamente molto felici. Solo chi vuole la massima qualità e soprattutto la possibilità di fruire di tutta la musica anche in mobilità, paga qualcosa. Stessa cosa su YouTube: molte case discografiche pubblicano e rivendicano i video dei propri artisti, che sono così liberamente visibili ed ascoltabili, in cambio della loro quota sui ricavi pubblicitari. Tutto sommato una logica simile è quella che ha riguardato il nuovo album degli U2, regalato da Apple a tutti i propri utenti iTunes (qui la nostra news). È come dire che Apple ha sostenuto parte del costo per la produzione del disco, compreso il cachet degli artisti e il mancato ritorno della casa discografica per il periodo della promozione. L’operazione – seppur limitata nel tempo – è rivoluzionaria e ha sollevato un grande polverone mediatico, comprese anche delle inattese proteste. Evidentemente le strade della creatività e quelle della pubblicità si intersecano sempre più; e sempre più, che piaccia o no, a mettere i capitali per finanziare la produzione artistica saranno editori “atipici”, società che non hanno nella vendita del disco (fisico o liquido che sia) i loro principali ritorni ma puntano ad altro. La musica si ascolta ancora, eccome. Ma evidentemente, se il sistema scarroccia verso questi nuovi equilibri, la gente non è disposta a pagarla come una volta. O semplicemente un buon decennio abbondante di pirateria Internet, con scaricamenti massivi gratuiti per molti, ha lasciato trasparire il concetto che la musica potesse essere gratis o almeno D torna al sommario decisamente a buon mercato. Le case discografiche in crisi in questi anni hanno fatto le loro cure dimagranti (in larga parte anche necessarie a prescindere); ma evidentemente non basta e la “Profezia di Lavezzi” ha raggiunto con la questione Apple-U2 la sua piena concretizzazione: musica gratis in cambio di promozione. Ma torniamo alle proteste: una quota parte di utenti – a nostra sensazione largamente minoritaria – ha sollevato un enorme polverone mediatico dichiarandosi infastidita nel trovarsi a propria insaputa il disco degli U2, anche solo virtualmente, sistemato nel proprio scaffale musicale di iTunes. Va detto che i file non vengono scaricati automaticamente, non c’è consumo di banda; c’è solo il diritto di scaricarli e l’icona già pronta come se si fossero già comperati i diritti; diritti che se non esercitati scompariranno il prossimo 13 ottobre. Malgrado ciò, gli “schizzinosi digitali” si sono irritati perché il loro spazio “cloud” sarebbe stato violato: a caval donato, evidentemente, si guarda in bocca, eccome. Una protesta stupida, che ricorda una lontana vertenza sindacale in cui alcuni (pochi) dipendenti di una media azienda protestarono aspramente per la torta di alta pasticceria che veniva regalata a ogni dipendente il giorno del proprio compleanno: si trattava – secondo costoro - di una pratica “paternalistica” e non richiesta; dicevano, una specie di “elemosina” senza che nessuno tendesse la mano. Ovviamente il datore di lavoro sospese immediatamente la consuetudine, peraltro non dovuta, a danno di tutti coloro, la maggior parte, che invece gradivano il pensiero. Apple ha segnato una nuova via: il lancio di un nuovo prodotto può essere un motivo valido per regalare della musica; estendendo il concetto, la partnership pubblicitaria può dare ossigeno all’industria della creatività (che vive momenti difficili) e parallelamente offrire l’accesso gratuito ai contenuti ad utenti oggettivamente sempre meno propensi a spendere. Una protesta come quella che ha invaso i social network riguardo all’affare Apple-U2, proprio come per la vertenza della torta, può dissuadere Apple e altre aziende dal riprovarci, facendo morire sul nascere questa sorta di nuovo mecenatismo (interessato, ovviamente) che però così brutto non ci sembra. Bisogna osservare come il popolo degli indignati del regalo non ci sembra che si sollevi alla stessa maniera quando è alle prese, per esempio, con i mille servizi gratuiti (e molto interessati) di Google: non a caso proprio Google, grazie a tutti i servizi che offre e per i quali gli utenti normalmente non pagano nulla, oramai intermedia la stragrande maggioranza della pubblicità della rete. E tutto ciò proprio grazie alle informazioni che più o meno consapevolmente gli utenti si lasciano “scappare”. Apple non è una Onlus. Google non è una Onlus. E neppure gli U2 lo sono. In un mondo più tradizionale il disco degli U2 costerebbe 20 euro anche a tutti gli utenti iTunes; Gmail costerebbe 40 euro all’anno (tanto pagano le aziende per ogni account “professionale”); Youtube costerebbe qualche decina di cent a visualizzazione. E così via. E le proteste ne siamo certi - sarebbero decisamente superiori. Nessuno regala nulla a nessuno, né le aziende, né gli utenti. Ma non ha senso accorgersene solo sulle note di Songs of Innocence. Gli U2: “Apple al lavoro su un nuovo formato che tornerà a far comperare musica” In un’intervista rilasciata dagli U2 al Time, la band dice che sta lavorando con Apple a un progetto segreto che rifarà nascere la voglia di acquistare musica di Paolo CENTOFANTI Si torna a parlare di Apple e U2: Bono ha rivelato in un’intervista al TIME di stare collaborando con Apple su un progetto segreto per rilanciare le vendite di musica: “Un nuovo formato digitale di musica che sarà così irresistibile per gli appassionati di musica che farà tornare loro la voglia di acquistare musica - sia album interi che singoli brani.” Nessuna indicazione su quale possa essere questo nuovo formato digitale, anche se da tempo si vocifera che Apple possa lanciare il download di musica in alta risoluzione oppure in formato lossless. In precedenza Apple aveva lanciato su iTunes il formato iTunes LP, contenuti interattivi accessibili dopo l’acquisto di un disco direttamente all’interno di iTunes, con artwork e video, iniziativa che non è che abbia poi mai fatto “il botto”. A meno dell’arrivo di qualcosa di simile ad iTunes LP ma per iOS (attualmente iTunes LP funziona solo su iTunes per PC e Mac e addirittura la prima Apple TV), l’unica cosa che ci può venire in mente è proprio solo audio in migliore qualità. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MERCATO Pubblicata una nuova categoria di contenuti, gli articoli sono scritti dalle aziende Su DDAY.it arrivano gli articoli “branded” Le aziende ci sostengono informando In definitiva, pubblicità ma più intelligente e con più informazioni. E alla luce del sole di Gianfranco GIARDINA D DAY.it è gratuito per tutti i lettori. Da sempre. E vorremmo che restasse tale per sempre. Anche per questo motivo, su DDAY.it i hanno fatto il loro debutto i contenuti “branded”, ovverosia articoli di marchio. Si tratta di brevi articoli informativi che le aziende – a pagamento – possono chiedere di pubblicare sul nostro sito. Articoli chiaramente identificabili come farina del loro “sacco”, con una grafica riconoscibile e colori diversi, che eviteranno ogni equivoco, ma comunque inseriti nel nostro flusso di notizie. E – lo ripetiamo – per la cui pubblicazione le aziende pagano un contributo. Abbiamo preferito, seguendo la strada tracciata dalle più autorevoli testate internazionali, la via della chiarezza e della trasparenza. Non tolleriamo - e non dovrebbero essere tollerati da nessuno - i contenuti pubbli-redazionali all’italiana: sostenuti economicamente dalle aziende, non dichiarati come tali e presentati come articoli normali, come frutto originale del pensiero indipendente della redazione. Noi abbiamo scelto di mantenere e alimentare il rapporto di lealtà con il nostro lettore con una condotta limpida. I contenuti “branded” di certo na- torna al sommario scono per rappresentare una fonte di reddito per DDAY.it: nessuno paga per leggere i nostri articoli e un’attività di questo tipo ci permette di contribuire alla copertura dei costi della redazione e agli investimenti che sono necessari per creare le condizioni di crescita che è nelle nostre (e spero anche vostre) aspettative. Ma – ci sentiamo di poter dire – che i contenuti “branded” hanno un altro ruolo rilevante, che spero venga colto: sono uno strumento in mano alle aziende per informare e spiegare i propri prodotti. Da queste pagine più volte abbiamo spronato le case produttrici a investire nella creazione di una classe di utenti più consapevole, più preparata. Insomma, più utenti e meno “utonti”, il tutto anche a vantaggio dell’industria e della distribuzione, che farebbero meno fatica a valorizzare le tecnologie integrate nei loro prodotti. I contenuti “branded” sono un strumento che va in questo senso: le aziende possono comunicare con un taglio più giornalistico e meno da “brochure” o da pagina pubblicitaria, con un approccio teso ad aiutare la potenziale clientela a conoscere meglio le loro proposte. Infatti oggi, con le complessità intrinseche degli ecosistemi e delle tecnologie, spesso la sfida per le aziende non è più sedurre un potenziale cliente con uno slogan altisonante ma far capire al lettore che c’è un prodotto che è in grado di soddisfare un suo bisogno. Un messaggio che molte volte è difficile passare in una intera pagina pubblicitaria, figurarsi in un banner. Ovviamente – inutile nasconderlo – negli articoli “branded” sarà impossibile leggere appunti critici ai prodotti, lo saprà bene anche il lettore, che potrà – volendo – applicare una propria “tara”. Noi stiamo chiedendo alle aziende, in ogni caso, di provare a comunicare in maniera equilibrata, perché questo va a loro vantaggio. “Spararla grossa” su un aspetto invaliderebbe tutti gli altri argomenti, magari corretti, presenti nell’articolo: ci auguriamo di essere ascoltati. I contenuti “branded” quindi vanno visti con “simpatia” e letti con interesse e questo per due motivi: innanzitutto contribuiscono a far sì che DDAY.it possa esistere, a vantaggio dell’intera comunità. E poi perché – alla fine – possono essere utili a tutti, anche a coloro che pensavano “di sapere già”. Per questo vi chiediamo, non appena escono gli articoli di questa categoria, di cliccare e leggerli, di sentirveli “amici” e vicini come tutti gli altri contenuti di DDAY.it. Microsoft compra Minecraft per 2,5 miliardi Minecraft continuerà ad essere sviluppato e supportato su tutte le piattaforme di Emanuele VILLA Microsoft ha annunciato l’acquisizione di Minecraft per l’imponente cifra di 2,5 miliardi di dollari, che comprendono il gioco e la software house svedese che lo sviluppa, Mojang. La notizia è la testimonianza del ruolo che Microsoft attribuisce al settore del gaming, smentendo di fatto tutti i rumor che vedevano l’azienda americana “allontanarsi” addirittura dal proprio prodotto di punta, Xbox One. Minecraft è un gioco open world che ha conquistato il cuore dei player diventando uno dei prodotti mainstream di maggior successo di sempre, che si è prima imposto come gioco per PC, poi come uno dei più importanti giochi per dispositivi mobile (iOS e Android), infine come punto saldo delle console. Contestualmente all’acquisizione dell’azienda, i tre fondatori (Carl Manneh, Markus Persson e Jakob Porsér) hanno rassegnato le loro dimissioni dichiarando che si occuperanno di altro. Che se ne farà Microsoft di MInecraft? Difficile a dirsi, resta il fatto che l’azienda ha subito tranquillizzato i milioni di utenti affermando che continuerà il suo sviluppo su tutte le piattaforme, cui aggiungerà eventualmente anche Windows Phone: parrebbe un’acquisizione basata puramente sui numeri di Minecraft (non che non siano sufficienti, s’intende), ma presumibilmente il gioco di Mojang fa parte di una strategia Microsoft più articolata e di medio/lungo periodo. I prossimi mesi ce lo diranno. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT Tra gli impegni di SKY anche quello sul fronte del 3D, con prossime visioni di film ed eventi sportivi SKY presenta i palinsesti della stagione 2014-15 A tutto “serial” e “talent”. In arrivo Gomorra 2 I punti chiave saranno i grandi serial internazionali e le produzioni originali SKY. Annunciati anche due nuovi canali Fox di Gianfranco GIARDINA S KY ha presentato i propri palinsesti della stagione che sta per iniziare alla stampa a Milano in un evento che oramai tradizionalmente si chiama SKY Upfront. E la parola ricorrente tra i manager SKY intervenuti è stata “Casa”: SKY si sente la “casa” dei contenuti, la casa dell’intrattenimento TV. SKY, casa delle tecnologie La fotografia che SKY dà dei propri abbonati è ad alta propensione tecnologica. Lo raccontano i dati interessanti diffusi dall’azienda sulla penetrazione delle tecnologie più evolute fra i propri abbonati: sono 80% gli utenti che posseggono un decoder HD e più del 60% ha un MySKY HD con funzionalità di registrazione. Sono più di 1 milione e 100mila gli utenti che hanno connesso il decoder MySKY HD a Internet per utilizzare i servizi on demand, con oltre 100 milioni di download, il 40% dei quali utilizzati per il servizio Restart, che permette di vedere dall’inizio un film in onda ma già iniziato. Quanto a SKY Go, sono 2 milioni e 200mila gli utenti che hanno attivato questo servizio e mediamente ogni settimana si collegano al servizio 660mila abbonati. Sul fronte del 3D, SKY ha confermato l’impegno nel canale specifico (il 150) con 45 prime visioni cinematografiche nel corso della stagione, tra cui Frozen, Thor, The Amazing Spiderman 2, Capitan America, Rio2 e Noah. Anche la Serie A vedrà alcune produzioni 3D, a partire da Milan-Juventus del 20 settembre, Juventus-Roma e Inter-Napoli a ottobre e Milan-Inter e Roma-Milan a dicembre. Ci saranno poi dei documentari in 3D di produzione SKY: uno sulla canonizzazione dei Papi e l’altro, dopo quello sui Musei Vaticani, che racconterà Firenze e gli Uffizi. Sempre sul fronte documentari, ma non di produzione SKY, va segnalata la serie Cathedrals of Culture; 6 episodi curati da Wim Wenders in cui vengono raccontati altrettanti monumenti contemporanei in 3D. Nessuna notizia, invece, su produzioni 4K, destinate eventualmente a messe in onda future. SKY Uno sempre più “talent-show” Una delle reti SKY che nelle scorse stagioni ha ottenuto maggior successo è SKY Uno, in forza soprattutto di alcuni realty molto seguiti come XFactor e MasterChef Italia; reality che proseguono anche in questa stagione. XFactor avrà una nuova giuria composta dai confermati Mika e Morgan, affiancati dai nuovi ingressi Victoria Cabello e Fedez. Una volta terminato XFactor, a dicembre, sarà la volta di MasterChef Italia che sarà poi seguita da Junior MasterChef 2. Sempre Carlo Cracco sarà protagonista della nuova serie di Hell’s Kitchen. Il nuovo inserimento nel palinsesto (anche se proviene da Mediaset) è la nuova edizione di Italia’s Got Talent, migrata ora su SKY e con una giuria completamente rivista (Claudio Bisio, Luciana Litizzetto, Frank Matano e Nina Zilli) come molto rivisitata dovrebbe essere la produzione: SKY promette un salto in avanti rispetto alla produzione Mediaset, un po’ come accadde con XFactor quando passò da Rai Due a SKY stessa. Non mancheranno, poi, le edizioni internazionali dei principali talent, come MasterChef USA, Got to Dance, The Face Australia, la nona stagione di America’s Got Talent e la terza di Bar da incubo. Nel 2015 è attesa anche XFactor UK. SKY ci prende gusto a produrre serie TV Sul fronte fiction, da sempre uno dei capisaldi dell’offerta SKY, si annuncia una stagione con 2000 film e 300 prime TV, tutti in alta definizione e senza interruzioni pubblicitarie. Di questi, oltre 800 titoli saranno sempre disponibili su SKY On Demand e SKY Go. Ma le maggiori novità arrivano dal mondo serie TV prodotte in Italia: dopo il successo strepitoso della serie Romanzo Criminale di qualche stagione fa, bissata con ancora maggior successo da Gomorra, SKY prosegue nella strategia di produrre contenuti fiction seriali in Italia. Per le prossime stagioni sono infatti previsti diversi progetti, alcuni in continuità con il passato e altri originali, il tutto con firme importanti. Partiamo proprio da Gomorra: al successo italiano della serie, sta seguendo una enorme popolarità internazionale. Gomorra è stata venduta infatti in oltre 70 Paesi e addirittura, pur mandata in onda in lingua originale e con i sottotitoli, ha ottenuto share incredibili in UK e in Spagna (7%). SKY ha annunciato che è in corso di scrittura la sceneggiatura della seconda serie, che sarà sempre diretta da Sollima e le cui riprese inizieranno in primavera per una presumibile messa in onda nella seconda parte del 2015. Prima però arriveranno due nuovi capitoli de I delitti del BarLume al cui cast si aggiungerà Alessandro Benvenuti. Prosegue anche In Treatment, il serial con Sergio Castellitto protagonista a cui si aggiungerà Michele Placido nel ruolo di antagonista e Maya Sansa. Ci sono poi delle produzioni al debutto: è il caso di 1992, una serie in 10 episodi che racconta le vicende di mani pulite, ideata e interpretata da Stefano Accorsi. Oltre a questa, ci sarà anche Diabolik – la serie, una delle prime produzioni di SKY paneuropea segue a pagina 06 torna al sommario n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT SKY, stagione 2014-15 segue Da pagina 05 (a riflettere appunto il nuovo assetto del gruppo) che vedrà le scenografie, importantissime per un titolo di questo tipo, firmate dal tre volte premio Oscar Dante Ferretti. E ancora di premio Oscar si tratta parlando della serie Il Papa giovane, otto episodi che saranno diretti da Paolo Sorrentino alle prese con la sua prima esperienza con una serie TV. Tra le anticipazioni, che però vedremo solo nella stagione 2015-16, è trapelata anche la notizia di un serial in lavorazione ideato e interpretato da Corrado Guzzanti e realizzato dallo stesso gruppo dell’acclamato Boris. Sui tempi, anche SKY non ha certezze: “Lavorare con un genio come Guzzanti ha degli effetti collaterali – ha commentato un manager di SKY -: non sai mai quando finirai davvero”. Tra le produzioni SKY non fiction, da segnalare anche Ogni volta Vasco: Vasco Rossi si racconta in 5 episodi per SKY Arte (in onda entro la fine dell’anno), due dei quali nuovi. Uno sarà un intero concerto live realizzato in esclusiva per questa produzione, l’altro una sorta di “testamento spirituale” del cantautore di Zocca. SKY Atlantic, serial che vince non si cambia Uno dei fenomeni della scorsa stagione è stato il successo di SKY Atlantic, che ha portato in Italia molti serial diventati oramai di culto. Nel corso della stagione arriveranno più di 400 episodi inediti, tra cui spiccano le importanti produzioni HBO di cui SKY detiene l’esclusiva. Tra queste due titoli molto attesi: dal 23 settembre debutta la nuova stagione di House of Cards; ma soprattutto dal 3 di ottobre arriverà anche in Italia la serie cult True Detective. Di queste due serie SKY ha affermato di aver acquistato i diritti completi, quindi non sarà possibile vedere queste importanti serie su canali free, almeno nell’orizzonte temporale dei prossimi 5-6 anni. Dal 15 ottobre debutta anche Les Revenants, una serie francese noir soprannaturale, mentre da dicembre arriverà Fargo, miniserie ispirata al film dei fratelli Coen. Tra gli altri titoli in arrivo, anche il poliziesco The Fall, The Knic (ambientato a inizio ’900) e la sit-com di successo Silicon Valley. Infine, in primavera, arriverà in contemporanea con gli USA la quinta stagione de Il trono di spade. Due nuovi canali Fox: Animation e Comedy Fox è ovviamente strettissimo partner di SKY, appartenendo al medesimo gruppo. Fox ha annunciato il lancio il prossimo novembre di due nuovi canali: Fox Animation e Fox Comedy. Non ci si faccia ingannare dal nome: Fox Animation, che occuperà il numero 127 della piattaforma, non è un canale per bambini, ma farà programmazione sì in animazione ma destinata a ragazzi e soprattutto ad adulti. Questo canale, che nasce da alcune esperienze di programmazione temporanea che hanno incontrato un successo oltre le aspettative, avrà come titoli portanti I Simpson, I Griffin e American Dad e alcune esclusive assolute come Bob’s Burger, Brickelberry e King of the Hill. In arrivo anche la nuova serie Bordertown di Seth MacFerlane che racconta satiricamente delle tensioni culturali al confine tra USA e Messico. Fox Comedy (numero 128 di SKY) aggregherà invece serie commedia, un genere che, dopo i fasti degli anni ’80 (con serie peraltro ancora programmate su molti canali) sta riscoprendo negli USA una nuova giovinezza: secondo Fox il successo ci sarà anche dalle nostre parti e di lì la nascita di questo canale che proporrà serie già note come per esempio Modern Family e New Girl e nuove proposte come Friends with Better Lives e Welcome to the Family. Su Fox arriva Wayward Pines con Matt Dillon Fox cavalca la rinnovata popolarità delle serie TV e Anche quest’anno Carlo Cracco sarà protagonista di Hell’s Kitchen. torna al sommario annuncia di aver previsto una prima per ogni sera della settimana. Particolare enfasi è stata data all’arrivo per marzo prossimo, in contemporanea con gli USA, di Wayward Pines, una serie legal thriller con un lieve sapore di soprannaturale che in molti hanno paragonato a Twin Peaks, quanto meno per le atmosfere. Protagonista Matt Dillon, intervenuto direttamente alla conferenza stampa e alla prima vera esperienza con una produzione TV: “Non ha senso paragonare Wayward Pines a Twin Peaks – ha detto Dillon -; David Linch resta un maestro irraggiungibile”. Malgrado ciò, la serie fa ben sperare, grazie anche alla regia Shyamalan (tra gli altri Il sesto senso e Umbreakable) e al promo reel molto coinvolgente. Fox Life punta sui reality e il pubblico femminile Il canale Fox Life conferma la sua vocazione di indirizzo verso un pubblico femminile con una proposta definita “emotiva ed emozionale”. Gli ingredienti sono un mix di serie TV e reality: tra questi ultimi, oltre alle conferme di Quattro matrimoni e Cucine da incubo, arriverà nella prossima stagione anche l’edizione italiana del format Fremantle, Farmers Wants a wife, una specie di incrocio tra La fattoria e La pupa e il secchione che sarà condotto da Simona Ventura: le riprese saranno condotte la prossima primavera, la messa in onda è prevista di conseguenza nei mesi successivi. National Geographic anche con produzioni italiane Alle consuete produzioni internazionali, National Geographic affiancherà anche un paio di prodotti concepiti e realizzati in Italia. Si tratta di un episodio tutto italiano della serie Anni ’90, realizzato da Matteo Bordone e con interviste a Fiorello, Vialli, D’Alema e Simona Ventura. Su Nat Geo People (al 410 di SKY) verrà invece mandato in onda il reportage di un coastto-coast fatto in America per realizzare il sogno di un diciottenne italiano affetto da una rara malattia che causa invecchiamento precoce. Matt Dillon, intervenuto alla serata SKY, sara il protagonista della serie tv Wayward Pines. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Le dichiarazioni di Ken Hong di LG rilasciate durante un’intervista a CNET Nei televisori OLED LG è 10 anni avanti tutti LG afferma che ha un vantaggio competitivo enorme sui competitor in materia di OLED Ed è tutto merito del white OLED. Parola del direttore della comunicazione globale di LG di Emanuele VILLA rmai sono anni che parliamo di OLED, dalla partenza in grande stile del CES di qualche anno fa fino al progressivo abbandono da parte di larga parte dell’industria, che ha lasciato LG come unica vera proposta del mercato. Si dice sia costosissimo, si dice che gli scarti industriali siano troppo elevati, fatto sta che ormai il mondo della tecnologia punta tutto sul 4K e lascia l’OLED a una nicchia per intenditori. Sotto questo profilo, è davvero interessante un’intervista rilasciata da Ken Hong, direttore della comunicazione globale di LG, a CNET, un’intervista che di fatto spiega il motivo di una situazione che vede LG come unico sostenitore attivo della tecnologia. Il motivo, secondo Hong, è che mentre i consumatori sono pronti per l’OLED, non lo sono i produttori di TV. E questo perché LG fu in grado, nell’ormai lontano 2009, di comprendere le potenzialità della tecnologia white OLED di Kodak (nata nel O eBay si allontana dalle origini “umili” delle aste online e si propone come negozio online su misura. Ora con Collezioni possiamo farci ispirare e ispirare gli altri nelle intenzioni di acquisto 2004 e acquistandola per 100 mln USD), mentre tutti gli altri la ritenevano inutile: LG non ebbe concorrenza all’epoca, ma oggi produrre un TV da 55’’ basato su white OLED costa esattamente la metà di quando costerebbe produrre un OLED usando la tecnologia RGB. Ecco perché i competitor non ce la fanno: un business del genere non sarebbe in alcun modo conveniente. Nella stessa intervista, Hong parla del vantaggio competitivo di LG rispetto ai competitor stabilendo che - sempre a causa dell’OLED bianco - i benefici per l’azienda si vedranno per 10 anni e che, in ogni caso, nessuno sarà in grado di raggiungerla per i prossimi 2 o 3 anni, il che rappresenta un divario immenso. Se poi il mercato dei TV dovesse riprendersi e tornare com’era tempo fa, i vantaggi sul bilancio LG potrebbero essere davvero importanti. TV E VIDEO Il TV è destinato a un pubblico particolarmente abbiente e attento al design Gran classe e 20.000 euro per il TV 85’’ 4K di B&O Bang & Olufsen annuncia la disponibilità immediata del televisore BeoVision Avant 85 Un gigante da 85’’ con pannello 4K e design di altissimo livello. Come il prezzo: € 19.995 di Emanuele VILLA B ang & Olufsen, storico marchio hiend, ha deciso di fare le cose davvero in grande e di affiancare al TV BeoVision Avant 55 anche l’immensa versione da 85’’ (BeoVision Avant 85), ovviamente dedicata a un pubblico facoltoso che vuole un prodotto di gran classe. Ecco perché nel comunicato di presentazione molta enfasi è data al design, fiore all’occhiello dell’azienda: il concetto è di ridurre il più possibile gli ingombri realizzando un prodotto con doppia opzione di posizionamento, su stand motorizzato o su staffa, di modo tale da integrare completamente il prodotto in ambiente oppure lasciarlo “a sé” esaltandone le forme. Inoltre, lo stand motorizzato da pavimento consente al torna al sommario eBay Collezioni E lo shopping diventa ispirazione virale televisore di spostarsi fino a 90 gradi dalla parete, di modo tale da posizionarsi sempre frontalmente allo spettatore. A livello tecnologico, BeoVision Avant 85 è un TV Ultra HD (4K) di tipo Full LED con 2D backlight dimming e tecnologia di ottimizzazione d’immagine VisionClear con Automatic Picture Control per l’adattamento delle caratteristiche del video alle condizioni di illuminazione della stanza. Molta enfasi è data all’audio, per il quale è presente un modulo a tre canali integrato con 8 amplificatori, uno per ogni driver (3 x 60 watt per gli alti, 3 x 60 watt per i midrange, 2 x 60 watt per i bassi); è inoltre possibile estendere l’audio del TV fino al surround 7.1 anche in modalità Wireless, grazie alla tecnologia Immaculate Wireless Sound inclusa nel TV. La disponibilità è immediata ed esclusiva dei punti vendita B&O: il prezzo consigliato è di 19.995 euro, comprensivi di BeoRemote One. di Paolo CENTOFANTI C’erano una volta le aste online di cui eBay era il re incontrastato. Ma oggi il sito di e-commerce si sta sempre più allontanando da queste origini per diventare prima di tutto un immenso centro commerciale online. Il nuovo passo in questa direzione, che arriva poche settimane dopo l’apertura di eBay Elettronica, che a sua volta è nato sulla scia di eBay Design ed eBay Moda, è eBay Collezioni, una nuova funzionalità del sito di eBay o meglio una nuova vetrina, in questo caso social. Con Collezioni ogni utente può creare più liste di oggetti desiderati acquistabili su eBay, creando una sorta di propria vetrina virtuale del negozio dei propri sogni. Il “gioco” sta nella possibilità di condividere con gli altri sui social network le proprie Collezioni create sul sito, oppure di lasciarsi “ispirare” da quelle create dagli altri utenti eBay. Le vetrine più belle saranno scelte dal team redazionale di eBay e verrano evidenziate quelle di VIP testimonial, ma gli utenti potranno anche seguire altri shopper per cercare idee su cosa comprare. Benvenuti nell’era dello shopping compulsivo 2.0. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE TV E VIDEO DIGITALEUROPE e CEA sono le due associazioni dei produttori di Europa e USA Europa e USA, certificazioni TV Ultra HD Due mondi, due loghi e tanta confusione Europa e Stati Uniti annunciano certificazioni diverse per l’Ultra HD con rispettivi loghi In quello europeo sparisce la dizione 4K, mentre la CEA tiene conto anche dell’HEVC di Paolo CENTOFANTI D opo DIGITALEUROPE, anche l’americana CEA ha pubblicato il suo logo per certificare i TV Ultra HD e non coincide con quello dell’associazione di categoria europea. I produttori, con ogni probabilità, si troveranno ad apporre sugli imballi due loghi diversi per le diverse sponde dell’Oceano Atlantico, o probabilmente li utilizzeranno entrambi. Se DIGITALEUROPE ha deciso di lasciar “decadere” il termine 4K dal suo logo Ultra HD, la CEA per contro ha preferito mantenerlo, e così la certificazione ufficiale americana sarà 4K Ultra HD. I requisiti minimi per i TV previsti dalle due certificazioni sono essenzialmente i medesimi, pur con qualche distinzione che ci accingiamo a vedere, ma il rischio è che il 4K Ultra HD possa essere percepito come qualcosa di più del semplice Ultra HD per i non addetti ai lavori. Entrambe le certificazioni prevedono requisiti semplici: risoluzione minima del pannello di 3840x2160 pixel in formato 16:9; supporto per segnali almeno a 8 bit, con colorimetria ITU BT.709 e frame rate minimo 24p, 25p, 30p, 50p, 60p (per la CEA le frequenze “PAL” non sono prese in considerazione); almeno un ingresso HDMI compatibile con i suddetti segnali e supporto per la protezione dalla copia HDCP 2.2. La CEA richiede anche la funzione di upscaling di contenuti a bassa definizione e alta definizione in Ultra HD, mentre DIGITALEUROPE ha incluso una clausola che richiede tassativamente che i TV permettano la riproduzione dei contenuti Ultra HD nativa senza cambio di risoluzione o frame rate tra ingresso e riproduzione a schermo. In sostanza non sono certificabili TV con sezione di processing del segnale che lavorino in “downscaling” degradando le sorgenti Ultra HD. A parte queste distinzioni, le due certificazioni sono identiche nella loro formulazione base. Nessuna delle due fa alcun riferimento alla ricezione via tuner, ma solo a sorgenti esterne. La CEA però ha messo a punto un secondo livello di certificazione denominato 4K Ultra HD Connected che impone ai TV certificati la capacità di riprodurre contenuti in streaming codificati in HEVC, tramite WiFi o connessione cablata e app per la rispettiva piattaforma scelta dal produttore del TV. In questo caso si chiede qualcosa di più rispetto alla certificazione europea, per cui un TV “Ultra HD” potrebbe essere anche “4K Ultra HD”, ma non “4K Ultra HD Connected”. HIFI E HOME CINEMA Bose non è nuova a prodotti “mini”, come i diffusori Acoustimass Soundbar miniaturizzata? La nuova sfida Bose CineMate 15 è molto più compatta rispetto ai concorrenti. E arriva anche un Solo più grande di Roberto FAGGIANO ose propone una normale soundbar, ma in una versione molto più compatta rispetto alla CineMate 1. La nuova CineMate 15 (650 euro) è formata dal diffusore e da un subwoofer separato: la nuova soundbar misura solo 305x85x70 mm (LxAxP), il subwoofer 367x222x485 mm (LxAxP) e va collegato via cavo alla soundbar. Il collegamento al televisore va fatto tramite cavo digitale (ottico o coassiale) o in modo stereo analogico. Sul retro del subwoofer c’è una manopola per regolare direttamente il volume dei bassi. Per controllare l’intero sistema c’è un nuovo telecomando universale, di tipo B torna al sommario programmabile tramite codice per gestire un intero sistema home theater; la finitura è nel consueto standard Bose, più robusta che elegante. Bose ha presentato anche una seconda versione del Solo TV, Solo TV 15 (450 euro), più grande del modello già noto per adattarsi meglio a TV con schermo fino a 50’’, contro i 42 dell’altro modello. Le dimensioni salgono a 628x76x356 mm (LxAxP) in modo da poter sopportare televisori fino a 34 kg di peso. Rispetto all’altro modello non ci sono cambiamenti nei collegamenti, che non prevedono l’HDMI ma privilegiano gli ingressi digitali (ottico e coassiale) o il normale cavo stereo. Il Solo 15 ha una manopola per regolare il livello dei bassi e un telecomando di tipo universale programmabile (adatto a TV e sorgenti delle principali marche) rispetto allo scarno comando del diffusore più piccolo. Mediaset lancia Mediaset Italia Online, il canale per i residenti all’estero Mediaset ha lanciato Mediaset Italia Online, un canale in streaming per gli italiani all’estero con il meglio della programmazione delle reti del biscione. In abbonamento in media a 5 euro al mese di Paolo CENTOFANTI Per coloro che risiedono fuori Italia e vogliono accedere in modo facile ai contenuti delle reti Mediaset, la TV italiana ha lanciato un nuovo servizio denominato Mediaset Italia Online. Si tratta di un canale visibile in streaming e che raccoglie il meglio della programmazione delle reti nazionali, i tre canali ammiraglie più alcuni contenuti delle reti tematiche. Il canale trasmetterà anche eventi sportivi in diretta, i telegiornali, fiction e programmi di approfondimento. Mediaset Italia Online è visibile unicamente dall’estero e in abbonamento con canone che varia da regione a regione e che in media è pari a 5 euro al mese, con una trial di 15 giorni. L’abbonamento è però trimestrale o annuale, senza comunque vincoli di alcun tipo: scaduti i primi tre mesi si può tranquillamente decidere di non rinnovare l’abbonamento. Per abbonarsi basta andare alla pagina web del servizio, disponibile a questo indirizzo. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA La 7D MK II è una macchina molto attesa, una “game changer” per il mondo della fotografia semi-professionale Canon 7D MK II, tutto quello che c’è da sapere Per la prima volta Canon non guarda alla gamma e realizza una reflex in grado di impensierire la top di gammaEOS 1D X D di Roberto PEZZALI opo il breve annuncio a Colonia abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza con la 7D MK II di Canon, il nuovo top di gamma nel segmento APS-C del produttore giapponese. La nuova 7D è importante perchè a dispetto di un prezzo comunque abbordabile, pesta (e non poco) i piedi all’ammiraglia EOS 1D X. Una scelta inedita per Canon che è sempre stata molto atenta a distribuire, in modo certosino, le tecnologie nelle varie macchine per evitare sovrapposizioni. Non siamo riusciti a scattare fotografie “belle”: a Colonia con campioni di pre-produzione abbiamo solo saggiato raffica e messa a fuoco con un paio di atleti saltellanti su un tappeto elastico, ma ovviamente questo non basta per dare un giudizio che è fondamentale. Se la 7D Mark II, a 6400 ISO, riuscisse a tirare davvero fuori file di altissimo livello ci troveremmo davanti ad una reflex eccezionale per il target sportivo / naturalistico, per il quale è stata pensata. Nata per la massima velocità La 7D Mark II è costruita per la velocità, il livello di reattività è simile alla EOS 1D X con 10 fps contro i 12 del modello top: una differenza minima, compensata da 55 ms di shutter lag identico per le due reflex. Le altre fotocamere Canon, per intenderci, hanno un valore più elevato. Per capire quanto la 7D sia veloce si possono anche guardare le performance di raffica: 31 file RAW continui contro i 25 del modello precedente e soprattutto file Jpeg fino a esaurimento della scheda. Questo vuol dire che tenendo premuto il tasto di scatto la 7D scatta a 10 fps in continuazione saturando la memory card. Come sulla EOS 1D X la velocità della raffica si può personalizzare, ma per la prima volta nel mondo EOS è possibile impostare anche la velocità dello scatto silenzioso. Tante altre piccole migliorie rendono EOS 7D MK II superiore ad altri modelli, anche di segmento più elevato: l’otturatore ad esempio è garantito fino a 200.000 cicli contro i 150.000 della 5D MK III. In questo caso la EOS 1D X, con 400.000 cicli, resta su un livello più alto. La struttura dell’otturatore e dello specchio della 7D sono comunque stati rivisti interamente: una serie di guarnizioni e ammortizzatori permettono scatti più puliti in raffica. Messa a fuoco super Uno degli aspetti fondamentali per l’uso sportivo è la messa a fuoco: è qui che Canon ha stupito di più proponendo un sistema fatto da 65 punti tutti a croce sensibili a f/5.6 con un punto centrale a doppia croce f/2.8 – f/8 con sensibilità minima di -3 EV. In questo caso la 1D X ha 5 punti centrali a croce doppia, ma la 7D può contare su una precisione maggiore in condizioni di scarsissima luce, ad esempio ad un concerto. Tra le modalità di messa a fuoco sulla 7D Canon ha aggiunto anche una nuova modalità di misurazione Large Zone AF, con il reticolo di messa a fuoco segmentato in tre zone orizzontali. Una piccola leva posta attorno torna al sommario al jog permette di passare rapidamente tra le diverse modalità AF. L’influenza della 1D X si vede anche dall’adozione dell’EOS iTR AF, Intelligent Tracking and Recognition, che guadagna però un nuovo algoritmo dedicato all’inseguimento dei soggetti non umani. Questo grazie ad un nuovo sistema di misurazione RGB IR a 150.000 punti e al doppio processore Digic 6 (la 1D X ha un doppio Digic 5+): nessuna altra reflex Canon ha una potenza di calcolo simile. Per poter gestire al meglio l’autofocus a inseguimento sono previsti anche i menù della 1D X con le modalità professionali di fuoco e le regolazioni di accelerazione, decelerazione e scambio automatico del punto AF del soggetto. Dopo la messa a fuoco riveste un ruolo fondamentale anche il sensore: il sensore DualPixel è particolare perché in realtà ogni “pixel” è composto da due pixel distinti e pilotati singolarmente. Nel caso della 7D Mark II l’unità è un CMOS APS-C da 20.2 Megapixel e i numeri lasciano pensare che si tratti del sensore della 70D, il primo sensore Dual Pixel Canon. In realtà l’azienda ci ha assicurato che è un sensore totalmente diverso, con una struttura di lenti diverse e una migliore sensibilità. Il CMOS arriva a 16000 ISO sia per i video che per le foto, e per i video è espandibile fino a 25600 ISO (per le foto 51200). Canon, dov’è il display touch? Novità anche per quanto riguarda il mirino: Canon ha inserito una nuova riga nel mirino con modo di scatto, bilanciamento bianco, raffica, fuoco, jpeg/raw, esposizione e livella. Le opzioni sono ovviamente configurabili. A qualcuno potrebbe non piacere un mirino così affollato, ma in ogni caso è un qualcosa in più. Qualche critica la merita però il display: Canon per una questione di robustezza ha scelto di tenere un display fisso e non articolato (cosa comprensibile) ma purtroppo lo schermo non è touch. Sappiamo che i fotografi ritengono il touch un qualcosa di inutile ma chi ha provato il touch to focus sulla 70D sa che con il dual pixel CMOS è una killer application. Canon avrebbe potuto mettere un pannello touch con la sola funzione di touch to focus abilitata, togliendo ogni altro orpello, che sarebbe stato superfluo o inutile. Tra le altre caratteristiche che a prima vista non emergono della Mark II troviamo la porta USB 3.0 e il doppio slot CF / SD configurabile a piacere. La porta USB, vista la mole di dati da gestire, è una piacevole novità. C’è anche il GPS con bussola digitale: supporta anche i satellite Glonass e funziona bene o male come il GPS della 6D. Canon fa infine risparmiare i 179 euro del telecomando esterno TC-80N3: la macchina integra un intervallometro configurabile per Time Lapse e Bulb Timer fino a 99 ore. Cambia qualcosa anche nel video: oltre al MOV è selezionabile il formato Mp4 in diverse modalità: All-IFRAME, IPB e IPB Light, ma al momento non sappiamo dare un’idea del bitrate. L’HDMI in uscita, inoltre, è pulito e non compresso sia per audio che per video. Un’ultima chicca riguarda la messa a fuoco automatica sui video: la velocità di passaggio tra due punti di fuoco è regolabile in modo automatico per dissolvenze così rapido è più lente e fluide. A chiudere il cerchio c’è il corpo in magnesio sigillato: la macchina non è tropicalizzata come la 1D X ma ha una buona protezione per umidità e polvere. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Nikon lancia la D750: ha un peso piuma (750 gr) grazie a carbonio e magnesio D750: arriva la nuova full frame Nikon Ha un sensore da 24 MPX FX Full e può contare su una messa a fuoco con poca luce al top N di Roberto PEZZALI ikon annuncia la D750, full frame che si posiziona tra la Nikon D810 e la D610, è un qualcosa in più di un rimpiazzo della D700, ormai datata. Nikon infatti ha “saccheggiato” la D810 e la D4S per creare una reflex che fa del peso una delle sue caratteristiche migliori: al magnesio Nikon affianca la fibra di carbonio che permette alla D750 di registrare alla bilancia 750 grammi. Un vero peso piuma, inferiore alle altre reflex Nikon e anche a modelli analoghi di casa Canon, come la 6D. Nikon ha curato la costruzione in corpo maniacale: carbonio e magnesio sono assemblati con una serie di guarnizioni che rendono la fotocamera tropicalizzata, mentre lo schermo da da 3.2” è orientabile. La D750 ha un sensore da 24 Megapixel formato FX Full totalmente nuovo, supportato dallo stesso processore Expeed 4 usato sui modelli superiori: la novità rispetto agli altri modelli Nikon è proprio la sensibilità raggiunta dal sensore, da 10 a 12800 ISO con messa a fuoco a -3EV (exposure value). Nessun altro modello Nikon era in grado di ottenere una precisione di messa a fuoco così elevata con poca luce, nemmeno la D4S che si fermava a -2EV. Dai modelli superiori la D750 prende anche l’esposimetro e il sistema di messa a fuoco, 51 punti totali con 15 punti a croce, 8 dei quali lavorano fino a f/8. Una macchina eccellente se guardiamo ai dati, ed è forse per questo che Nikon ha “limitato” la raffica a soli 6.5 fps: un valore più elevato avrebbe cannibalizzato anche la fascia più alta. La D750 integra Wi-Fi, doppio slot per le memorie e piene funzionalità di ripresa video con registrazione fino a 1080p a 60 fps. Il prezzo europeo, da confermare per l’Italia, sarà di 2149 euro. Nikon D750, product tour È davvero giunto il momento di acquistare una Leica Fascino e tecnologia si fondono nelle nuove Leica e per chi può ci sono i modelli celebrativi eica al Photokina gioca in casa e a Colonia ha portato tante novità, per tutti i gusti e tutte le tasche, a partire dalla Leica M Edition 60 che sarà realizzata in edizione numerata e limitata in soli 600 esemplari per festeggiare l’anniversario del sistema a telemetro. Un prodotto unico, dal peso notevole e caratterizzata da un anima digitale priva di schermo LCD: un mix tra vecchio e nuovo, dove si scatta, si salva un file ma non si può rivedere subito il risultato. Prezzo 15.000 euro, messa a fuoco a telemetro e un obiet- tivo Leica Summilux-M 35 mm f/1.4 di eccelsa qualità. Chi vuole assaporare il piacere di avere tra le mani una macchina leggendaria senza però fa troppi sacrifici troverà nelle nuove Leica X due macchine fotografiche decisamente interessanti: la X e la X-E hanno in comune un sensore APS-C da 16 Megapixel e sono distinguibili, oltre che dal corpo, anche dai due obiettivi fissi utilizzati, un 24 mm f/2.8 per la X-E e un 23 mm f/1.7 per la X. La prima sarà venduta nei Leica Store a 1490 euro, la seconda a 1850 euro, almeno in Germania. Chi vuole realizzare anche video è tut- tavia obbligato a scegliere la X: solo lei infatti ha abilitato le funzioni di registrazione. Nessuna delle due fotocamere ha un mirino ottico o elettronico, ma c’è sempre la possibilità di aggiungerlo come accessorio. Per finire la Leica M-A: come la M Edition 60 fa parte dei prodotti celebrativi, ma questa volta ci troviamo di fronte ad una fotocamera analogica che verrà venduta in bundle con la leggendaria pellicola Kodak Tri-X 400 Monochrome. Il fascino della pellicola non tramonta mai, e crediamo che più di un nostalgico non si farà scappare questa chicca. Il prezzo, però, è ancora tabù. Leica M Edition 60, prezzo 15.000 euro. Leica X, in Germania costa 1850 euro. Leica X-E, in vendita 1490 euro. L torna al sommario Sony annuncia ufficialmente SmartEyeGlass e relativo SDK. Non solo: per l’occasione, Sony suggerisce agli sviluppatori alcuni ambiti di utilizzo di Emanuele VILLA FOTOGRAFIA Al Photokina Leica ha portato tantissime novità, con prezzi per tutte le tasche di Roberto PEZZALI Sony spiega a cosa servono gli Smart Glass Non c’è ancora una data di rilascio nè un prezzo, ma Sony conta di spedire le prime unità agli sviluppatori entro la fine dell’anno fiscale; l’SDK è disponibile fin da subito. La notizia non è tanto l’annuncio degli occhiali, quanto il fatto che, rilasciando l’SDK, Sony mostra al mondo le prime potenziali applicazioni dei propri occhiali, che richiederanno il collegamento Bluetooth a uno smartphone Android 4.1 (o superiori) e che potranno fare affidamento su diversi sensori, tra cui accelerometro, giroscopio, luminosità ambientale, bussola elettronica e via dicendo. Non c’è il GPS, poichè gli occhiali fanno affidamento su quello dello smartphone. Il display ha un indice di trasparenza dell’85%, è spesso 3 mm e viene utilizzato per “mostrare in sovraimpressione informazioni quali testo, simboli e immagini” ed è monocromatico, anche per non pesare troppo sull’autonomia dell’apparecchio. Il design non è il più fine del mondo, con in più un modulo esterno (contenente sensore touch, batteria e microfono) collegato via cavo, ma sono possibili “ritocchi” prima del rilascio definitivo. Dicevamo, la notizia più interessante sono gli ambiti di utilizzo che Sony consiglia a tutti gli sviluppatori: dalle semplici notifiche alla realtà aumentata, dai libri di cucina “2.0” al fitness. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Dopo settimane di indiscrezioni, Panasonic ha annunciato due mirrorless ultra compatte della gamma Lumix Panasonic LX100 e GM5, due mirrorless ricche di sorprese La LX100 ha un nuovo sensore 4:3, obiettivo Leica Summilux e riprende video in 4K. Avrà un prezzo intorno ai 900 euro La GM5 conquista il mirino elettronico e tante funzioni della GX7 nello stesso formato della GM1, prezzo da 849 euro P di Paolo CENTOFANTI anasonic ha annunciato finalmente due nuove mirrorless della gamma Lumix, la compatta evoluta LX100, che succede alla LX7 e discende dalla gloriosa LC1, e la fotocamera a lenti intercambiabili micro quattro terzi GM5, evoluzione della GM1 presentata 1 anno fa. Partiamo dalla LX100, si tratta di una fotocamera a lente fissa che, in dimensioni paragonabili a quelle della LX7, integra un sensore in formato 4:3 (1,33 pollici) da 16 Megapixel (12,8 Megapixel effettivi), abbinato a un nuovo obiettivo Leica Summilux da 24 - 75 mm equivalenti, con apertura di F1.7 - F2.8. Proprio l’obiettivo è una delle caratteristiche di punta di questa piccola grande compatta, visto che al di là dei dati di targa di assoluto rispetto (oltre al co-branding Leica), vanta anche caratteristiche ottiche molto interessanti. Il diaframma, ad esempio, è a 9 lamelle (contro le 7 dei migliori obiettivi Leica/Panasonic) per produrre, insieme all’apertura massima di F1.7, un bokeh morbido e pulito. La costruzione prevede 11 elementi in 8 gruppi, tutti mobili, con un design derivato da quello utilizzato per ottenere l’ottica super zoom in un corpo compatto nella FZ1000, e comprende 5 lenti asferiche di cui 2 ED. Il sensore viene sfruttato in modo da garantire la ripresa in multi formato sempre sfruttando il massimo angolo di ripresa, per cui indipendentemente da che si scelga un rapporto 4:3, 3:2 o 16:9 si avrà sempre un angolo equivalente alla focale di 24 mm. Il rapporto d’aspetto in ripresa può venire scelto direttamente con un selettore sulla ghiera dell’obiettivo, dove troviamo anche il selettore per il tipo di messa a fuoco (singolo, continuo o manuale), oltre alla ghiera dell’apertura del diaframma. La ghiera della mese a fuoco è multi-funzione e può controllare anche zoom ed esposizione a seconda della modalità di utilizzo della fotocamera. Come la LC1, però, la LX100 nasce soprattutto per essere utilizzata come macchina manuale e così i controlli principali comprendono la ghiera dei tempi di esposizione e quella per la correzione dell’esposizione automatica ad intervalli di 1/3 di stop e fino a +/-3 stop. Gradito ritorno per tutti gli appassionati il mirino elettronico, con risoluzione di 2,764 milioni di punti, che fa così della LX100 una piccola macchina davvero com- Le due colorazioni della LX100: nera e silver. torna al sommario pleta. A livello di funzionalità, la LX100 eredita molte delle caratteristiche della GX7, tra cui tonnellate di filtri creativi, editing di file RAW in camera, controllo delle curve per ombre e alte luci, scatto a raffica fino a 11 fps, autofocus DFD (Depth From Defocus) con sensibilità fino a -3 EV e velocità massima di 0,14 secondi con tracking a 6,5 fps, modalità silenziosa con otturatore elettronico fino a 1/16000. C’è anche la slitta attiva per l’installazione di accessori, tra cui anche il piccolo flash incluso nella confezione e per il quale non c’era proprio spazio sul corpo macchina. L’altra caratteristica di punta della LX100 riguarda il video, visto che questa piccola compatta è in grado di riprendere filmati in risoluzione 4K a 24, 25 e 30p. Abbinata al versatile e luminoso obiettivo Leica, questa caratteristica dovrebbe produrre video di tutto rispetto e da quello che abbiamo potuto vedere alla presentazione sembra che sarà proprio così. Abbiamo potuto spendere qualche minuto con dei campioni di pre-produzione (non giudicabili a livello di prestazioni fotografiche) , apprezzando la qualità della costruzione, la robustezza e allo stesso tempo leggerezza della fotocamera, ma anche la buona ergonomia dei controlli principali. La LX100 arriverà verso novembre ad un prezzo indicativamente intorno ai 900. L’altra novità Panasonic è la nuova GM5 che è praticamente una GM1 rivista e potenziata. Il form factor non cambia e rimane una delle fotocamere mirrorless a lenti intercambiabili più piccole del mondo. Per questa nuova versione, Panasonic ha ridotto ancora di più il gap a livello di prestazioni e funzionalità con l’ammiraglia rangefinder GX7. Sensore e processore continuano a rimanere gli stessi della GM1 e della GX7, ma la GM5 acquisisce funzionalità come il focus peaking, sviluppo RAW in camera, controllo delle curve, nuova modalità Panorama con 18 filtri creativi e nuova funzione di connessione WiFi con QR Code per un abbinamento rapido e indolore a smartphone e tablet tramite l’apposita app. La novità più importante di tutte però, e che rende più interessante la GM5 rispetto alla GM1, è la sostituzione del flash a scomparsa con un graditissimo mirino elettronico con risoluzione di 1,166k punti, che affianca La nuova GM5 (a destra) e la GM1 (sinistra) Spicca la comparsa del mirino elettronico, ma c’è anche un nuova rotella per rendere più agevoli i controlli manuali. nell’utilizzo il display LCD da 3 pollici con risoluzione di 960.000 punti Tra le altre novità si segnalano ancora la ripresa video, che passa dal full HD a 60i a 60p, la slitta accessori, che permette tra le altre cose di collegare il flash fornito in dotazione nella confezione, la nuova modalità video “snapshot movie”, che consente di riprendere brevi video di pochi secondi “alla Instagram” (da 2 fino a 8 secondi) e di editarli e caricarli direttamente sui social network con l’app per smartphone e tablet. C’è infine anche una nuova modalità Bulb che consente di premere una volta il pulsante di scatto e vedere l’immagine comporsi fino alla successiva pressione del pulsante per terminare l’esposizione. La GM5 sarà disponibile in tre finiture, nera, verde e rossa, e arriverà a novembre a partire da 849 euro con il piccolo obiettivo 12 - 32 mm. Al Photokina, Panasonic ha annunciato anche due nuovi obiettivi micro quattro terzi: lo zoom compatto collassabile 35 - 100 mm F4 - 5,6 e la versione nera del piccolo grandangolo 14 mm - F2,5 (H-H014A) che aveva debuttato in versione silver nel lontano 2010. Entrambi gli obiettivi hanno dimensioni talmente compatte che ne fanno i compagni ideali proprio per la GM5 (e la GM1 naturalmente). n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Samsung presenta una mirrorless di fascia alta e un’ottica zoom professionale Con la NX1 Samsung rilancia la fotografia Ha caratteristiche e funzionalità di tutto rispetto, può girare anche video in 4K e HEVC S di Paolo CENTOFANTI e c’è un mercato in cui Samsung non è ancora riuscita a imporsi è quello difficile della fotografia. Le intenzioni del colosso coreano, tuttavia, sono serissime, come conferma NX1, fotocamera con cui Samsung non solo dice “ci siamo anche noi”, ma prova a farsi notare anche dall’utenza professionale. La NX1 è una fotocamera mirroless con corpo macchina da reflex in lega di magnesio, che monta un sensore in formato APS-C da 28,2 Megapixel, il primo BSI di così grande formato. Samsung, per il lancio del prodotto, spinge soprattutto su due aspetti della nuova fotocamera: il nuovo sistema di messa a fuoco e il processore di immagine che offre anche interessanti caratteristiche per la ripresa video. Il sistema di messa a fuoco Auto Focus (AF) System III offre infatti una velocità di aggancio del soggetto di 0,055 sec e lavora a rilevamento di fase su 205 punti sul 90% dell’inquadratura. La NX1 è dotata di otturatore meccanico con velocità massima di 1/8000 di secondo e permette di scattare raffiche fino a ben 15 fps e offre un range ISO da 100 a 25600, espansibili fino a 51000 ISO. Ciò che mette però in competizione la nuova macchina Samsung con prodotti come la GH4 di Panasonic, è la capacità non solo di riprendere video in formato 4K (fino alla risoluzione di 4096x2160 in 24p e a 3840x2160 a 30p), ma grazie al nuovo processore di immagine DRIMe V, anche con codifica HEVC. Per il resto si segnalano il display orientabile Super AMOLED da 3 pollici con risoluzione di 720x480 pixel e il mirino elettronico, sempre in tecnologia OLED con risoluzione 1024x768 pixel. La NX1 è dotata di connettività WiFi (fino a 802.11ac), Bluetooth ed NFC, ed è resistente a spruzzi e polvere, anche se Samsung precisa che la macchina non è impermeabile né sigillata, per cui non è comunque adatta ad ambienti “estremi”. Canon ha presentato a Photokina G7X È una compatta con sensore CMOS da 1’’ e ottica zoom grandangolare 4,2x Viene proposta a 700 euro di listino di Emanuele VILLA Per festeggiare l’arrivo della NX1, Samsung ha annunciato al Photokina anche un’ottica premium, lo zoom 50-150mm 2.8 S ED OIS, con focale equivalente di 77 - 231 mm, apertura F2,8 su tutta l’escursione e stabilizzatore ottico di immagine multi-asse. Il prezzo del corpo macchina della NX1 sarà di 1499 euro, sarà disponibile da novembre. FOTOGRAFIA Fujifilm ha annunciato la nuova mirrorless XT100, sarà in vendita a 1249,99 euro Fujifilm annuncia la X100T, con mirino migliorato La XT100 utilizza un sensore X-Trans da 16,3 Megapixel e un’ottica fissa Fujinon 23 mm di Paolo CENTOFANTI F ujifilm ha annunciato l’evoluzione della mirrorless X100S, la X100T e si tratta ancora una volta di un vero e proprio gioiellino, anche se forse le novità non sono poi così tante. Come il precedente modello, anche la X100T è basata sull’innovativo sensore X-Trans CMOS II di Fuji, in formato APS-C e con risoluzione di 16,3 Megapixel e sull’ottica fissa Fujinon 23 mm (equivalente a un 35 mm full frame circa) F2.0. Ciò che distingue dal mucchio delle varie mirrorless la serie X100 di Fujifilm è il suo mirino ibrido ottico/elettronico che replica il funzionamento del telemetro ottico/meccanico dei tempi andati. Un angolo del mirino ottico viene utilizzato per riprodurre elettronicamente un ingrandimento dell’area di messa a fuoco, operazione che avviene con procedimento simile appunto a quello delle fotocamere a telemetro. Sulla X100T il torna al sommario mirino è stato ulteriormente migliorato, portando la copertura dell’inquadratura dal 90 al 92% del frame ed è stata aggiunta la funzione di Real-time Parallax Correction per avere un’inquadratura nel mirino più fedele. La nuova ghiera meccanica per la selezione dell’apertura dell’obiettivo permette l’impostazione a 1/3 di stop, mentre la ghiera per la correzione dell’esposizio- PowerShot G7X Una piccola dal grande sensore ne è stata estesa fino a +/-3 stop. Altra novità il nuovo otturatore elettronico che arriva fino alla velocità di 1/32000 secondi (quello meccanico resta fermo a 1/1000 alla massima apertura e arriva al massimo 1/4000 secondi) mentre la sensibilità ISO è stata portata fino a 51200. La nuova Fujifilm X100T sarà disponibile a partire da novembre a un prezzo di 1249,99 euro, in versione nera e silver. Canon ha presentato al pubblico una compatta ad alte prestazioni, il modello PowerShot G7 X, le cui principali caratteristiche (leggerezza e compattezza a parte) sono l’ampio sensore CMOS da 1’’ con 20,2 Megapixel e l’ottica zoom grandangolare (24mm) 4,2x f/1,8-2,8, il tutto condito con le più recenti tecnologie di imaging by Canon. Una compatta di alto livello, cosa confermata anche da un listino di 701 euro (disponibilità italiana da novembre). Tra le altre caratteristiche meritevoli di menzione, sicuramente la sensibilità ISO fino a 12.800, il processore Digic 6, il sistema AF avanzato a 31 zone e una velocità di scatto continuo di 6,5 fps per un massimo di ca. 700 fotogrammi, mentre per quanto concerne la semplicità d’uso, è presente una ghiera di controllo personalizzabile e un display touch inclinabile con funzionalità di Touch AF. PowerShot G7X riprende anche in Full HD fino a 60fps e dispone di funzionalità creative, come l’HDR senza treppiede o la modalità Star, così come quelle di condivisione, rese possibili dalla connettività Wi-Fi e NFC integrate. Rock’n’Go. Loewe Speaker 2go. Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt. Prezzo al pubblico: 299 Euro. www.loewe.it n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Lumix DMC-CM1 è una vera fotocamera, scatta in raw e puo riprendere in 4K Lumix DMC-CM1, il miglior camera phone Panasonic Lumix DMC-CM1 offre le personalizzazioni e le modalità di una compatta hi-end Lo smartphone, comunque incluso, è solo un accessorio. Chi ne vuole uno a 900 euro? A Si allarga l’offerta di fotocamere compatte pensate per il pubblico giovane e social Il Sensore da 16 MP e il design sono le sue caratteristiche principali di Roberto PEZZALI nche se lo abbiamo appena fatto, non chiamatelo camera-phone, Panasonic si arrabbia: DMC-CM1 è una vera fotocamera dove la parte smartphone, comunque presente, è da considerare solo una feature come può esserlo la connettività Wi-Fi di molte altre compatte. Lanciato con il marchio Lumix e dotato di ottica Leica il DMC-CM1 è proprio il prodotto che non ti aspetti, una delle novità più grandi di questo Photokina un po’ “fiacco” e senza idee. Panasonic ha lavorato in gran segreto ed è riuscita a realizzare una fotocamera piccolissima e sottile con sensore da 1” e 20 Megapixel, lo stesso che troviamo ad esempio nella Sony’s Cyber-shot RX100 III e quasi 7 volte più grande dei sensori usati per produrre gli smartphone tradizionali. Un sensore di queste dimensioni non poteva che essere accoppiato con un obiettivo di qualità, e Panasonic per tenere ridotte le dimensioni rinuncia allo zoom per montare un obiettivo Leica 28 mm equivalente con apertura F2.8. Sulla carta, Lumia inclusi, il DMC CM1 è il dispositivo con funzione telefonica che offre oggi la migliore qualità di scatto sul mercato. Ci abbiamo giocato per qualche ora e Panasonic ha effettivamente fatto un eccellente lavoro sotto il profilo della dimensione, del peso e dei materiali utilizzati, con un rivestimento similpelle che migliora il grip e una scocca in alluminio che conferisce leggerezza e robustezza allo stesso tempo. Un lavoro che però si riflette sul prezzo del prodotto, 900 euro circa: Panasonic inizierà a venderlo in Germania e in Francia, poi si vedrà. Il canale non sarà quello degli smartphone, ma quello dei fotografi tradizionali, perché l’idea di Panasonic non è offrire un rimpiazzo per il proprio smartphone ma una semplice alternativa per quando si è in viaggio o si vuole comunque viaggiare leggeri. torna al sommario Powershot N2 Il ritorno della fotocamera quadrata Canon di Michele LEPORI Parlando con chi ha lavorato allo sviluppo del prodotto siamo riusciti a delineare alcune situazioni di utilizzo tipo che Panasonic suggerisce: weekend a Parigi, CM1 nella borsa con sim turistica e sim italiana nello smartphone: abbiamo così una fotocamera connessa che può condividere foto e allo stesso tempo uno smartphone completo per la lettura delle mail, la navigazione e il browser. Solitamente, se vogliamo una SIM turistica, siamo costretti a cambiare in continuazione oppure a usare due telefoni. DMC-CM1, oltre ad essere una eccellente fotocamera, è infatti anche uno smartphone completo basato su Snapdragon 801, schermo da 4.7” Full HD, 16 GB di memoria interna e Android KitKat 4.4. Panasonic ha lasciato ovviamente Android liscio e si è dedicata interamente alla parte fotografica: l’applicazione dedicata alle fotografie, infatti, permette di configurare ogni singola funzione di scatto, con un menu praticamente analogo a quello delle Lumix irrorless, rivisto ovviamente per un uso esclusivo con il touch. C’è ad esempio la ghiera per le modalità di scatto, ma anziché essere fisica è simulata a schermo: CM1 scatta in manuale, scatta in RAW e riprende video a 1080p. In realtà, grazie allo Snapdragon, è in grado anche di riprendere in 4K ma il frame rate limitato a 15 fps rende la cosa abbastanza inutile. Per la regolazione dei parametri di scatto manuali c’è una pratica ghiera attorno all’obiettivo, mentre lo zoom, assente, è sostituito da uno zoom digitale 2x che sfrutta il crop del sensore per scattare foto da 10 megapixel senza perdita di qualità. CM1 è stata realizzata pensando ad eventuali espansioni future: l’obiettivo filettato permette l’aggancio di lenti addizionali e una serie di contatti a vista nella parte bassa lasciano intendere l’arrivo di un battery grip per migliorare autonomia e impugnatura. Difficile dire se questa soluzione avrà successo: lo svantaggio di avere un prodotto che fa tutto è quello di avere due elementi, la camera e lo smartphone, che invecchiano insieme. Panasonic fa bene a dipingerlo come fotocamera, ma a 900 euro si possono acquistare fotocamere più versatili, e ci riferiamo soprattutto all’ottica fissa. Il mercato delle fotocamere realizzate per il popolo degli amatori dei selfie è in continuo fermento, Powershot N2 è la proposta di Canon. In realtà non è esattamente una proposta nuova al 100% poiché la casa giapponese l’anno scorso aveva presentato prima la Powershot N e successivamente la Powershot N100, caratterizzate da una particolarissima forma quadrata e non rettangolare asimmetrica come tutte le fotocamere compatte: l’idea alla base era, ed è anche sulla Powershot N2, quella di essere facile da tenere in mano per destrorsi e mancini. La nuova Powershot N2 prenderà il posto della prima Powershot N ed affiancherà la Powershot N100, offrendo ai suoi acquirenti un sensore da 16,1 MP con un più veloce processore DIGIC 6 ed un obiettivo 28-224mm f/3.0-5.9 con zoom ottico 8x. Inoltre, è dotata di Wi-Fi ed NFC e della possibilità di riprendere filmati in Full HD a 30 fps, senza contare un pacchetto di filtri ad hoc per migliorie veloci e selfie a prova di like. L’arrivo sul mercato della Canon Powershot N2 è previsto per dicembre, ad un prezzo stimato di 300 dollari. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA In un momento di crisi per il settore servono importanti cambiamenti di strategia Lytro e Panono: il futuro della fotografia? Lytro con la Illum e Panono con la sfera a 360° propongono alternative alla foto classica di Roberto PEZZALI l mercato delle reflex sta crollando, le mirrorless non crescono come dovrebbero e le videocamere in ambito consumer stanno sparendo. La “fotografia” dello stato di salute del mondo dell’immagine ci mostra un paziente malato da tempo e per il quale ancora non si è trovata una cura. Le cause sono però note: intossicazione da smartphone e selfie, e un mercato che non riesce a trovare alternative all’aumento dei Megapixel, dei punti di messa a fuoco e della velocità. Qualcuno ci ha provato: fotocamere con Wi-Fi e NFC, camera-phone e nuovi form factor non hanno riscosso il successo desiderato, segno che forse l’errore sta proprio nello spingere ancora una fotografia bidimensionale, improntata ancora alla stampa della foto come formato di output finale e troppo legata al megapixel. Al mondo della foto servono idee nuove, I e sono proprio quelle che provano a portare startup come Lytro e Panono. Lytro non è certo una scoperta: la prima Light Field Camera ha ormai qualche anno di vita e ora la Lytro Illum si prepara a sbarcare sul mercato europeo e anche su quello italiano a inizio 2015. Lytro elimina il concetto di Megapixel (la risoluzione massima di uscita è di circa 5 Megapixel) ma propone una foto dove gli elementi fondamentali sono le scelta del punto di fuoco e dell’apertura, che possono essere variati in fase di post produzione. Con un sensore da 40 Megaray e un obiettivo 8x F2 la Lytro Illum permette di giocare letteralmente con gli scatti più di quanto si possa fare con il migliore dei RAW, il tutto con una interfaccia semplice e immediata multipiattaforma. Il limite resta il prezzo, 1499 euro sono ancora tanti anche se le potenzialità sono enormi: ci ha letteralmente stupito per flessibilità e possibilità di utilizzo. L’ingegnere che ha realizzato il sensore ci ha spiegato che tecnicamente sarebbe possibile usare una tecnologia simile in ambito mobile, tuttavia la richiesta di lenti di qualità molto luminose al momento rende la cosa impossibile. Un altro trend in forte crescita è quello della foto panoramica: l’idea di una piccola startup, Panono, è qualcosa di davvero geniale e diverso: una palla ricoperta da fotocamere può essere lanciata in aria per scattare una foto panoramica di qualità che viene unita in un solo scatto. Il risultato, visionabile con un tablet dotato della particolare app, è anche Oculus Rift Ready e proprio con il visore Oculus abbiamo provato a passeggiare a Time Square con uno scatto panoramico globale. La qualità è notevole, anche se la bassa risoluzione del visore VR penalizza lo scatto. Panono non è la prima a puntare sulla foto a 360°: altre aziende stanno realizzando supporti per unire tra loro più camere come le GoPro al fine di ottenere una copertura globale di quello che c’è attorno al punto di ripresa o scatto. FOTOGRAFIA Coolpix S6900 ha schermo orientabile, stand incorporato e doppio pulsante di scatto Nikon Coolpix S6900: la selfie-camera compatta Wi-Fi e NFC sono integrati, per consentire la condivisione facile e immediata delle foto di Massimiliano ZOCCHI N ikon strizza l’occhio alla moda dell’autoscatto e lancia Coolpix S6900: segno distintivo, il display orientabile. Il Vari-Angle LCD monitor ha piena libertà di movimento ed è quindi ideale per situazioni insolite, come gli autoscatti, conosciuti anche come selfie. Ma non solo, visto che S6900 offre altri accorgimenti per facilitare queste operazioni: lo stand integrato sul retro della fotocamera, che permette sia un posizionamento in verticale che in orizzontale, e poi il pulsante di scatto, che oltre alla classica posizione ha un gemello nella parte frontale della macchina al torna al sommario fianco del gruppo ottico. La compatta è dotata anche di Wi-Fi e NFC, così da permettere la condivisione immediata dei vostri scatti con smartphone e device portatili. Sul piano tecnico la fotocamera offre 16 Megapixel di risoluzione, con sensore CMOS da 1/2.3, focale equivalente a 25-300 mm con apertura f/3.3-6.3. Lo zoom ottico arriva a 12x mentre il digitale a 4x e gli ISO sono variabili da 125 a 6400. Sul fronte video la macchina cattura filmati in Full HD e la memoria è espandibile con lo slot SDXC. Sul fronte software la S6900 è dotata di tre modalità d’effetto immediato. Glamour Mode: applica effetti per enfatizzare i volti e i contorni con possibilità di visionare i risultati durante lo scatto. Self-Collage: la macchina scatta da 4 a 9 immagini in sequenza e crea un’unica foto con un collage del multiscatto, consentendo al soggetto di cambiare posa durante gli scatti, con tempo selezionabile. Selective Softening: la macchina applica un filtro di sfocatura tranne alle aree delineate prima di applicare l’effetto, per enfatizzare il soggetto al centro della scena. Olympus Ecco lo zoom da professionisti Olympus lancia M.ZUIKO 40-150 mm F2.8 PRO, la sua ottica più ambiziosa per l’ecosistema micro quattro terzi. È impermeabile e resiste alla polvere e al gelo di Paolo CENTOFANTI A Colonia è arrivato l’annuncio ufficiale del nuovo obiettivo serie Pro di Olympus, il M.ZUIKO DIGITAL ED 40-150 mm F2.8 PRO, che va ad affiancarsi al M.ZUIKO DIGITAL ED 12-40mm 1:2.8 PRO già in gamma. Si tratta di uno zoom equivalente 80 - 300 mm, molto luminoso e dalle soluzioni costruttive molto interessanti. L’ottica è impermeabile e resistente a polvere e gelo e integra un nuovo sistema di messa a fuoco che con doppio motore lineare permette un autofocus veloce e silenzioso. I gruppi ottici si muovono tutti internamente, per cui l’obiettivo mantiene le stesse dimensioni a tutte le focali, una caratteristica questa che segue la filosofia di ingombro minimo del sistema micro quattro terzi. Lo zoom ha una distanza minima di ripresa di 70 centimetri, è dotato di paraluce scorrevole e, opzionalmente, è disponibile un moltiplicatore 1,4x per aumentare il range di ingrandimento. L’ottica ha una lunghezza di 16 centimetri e un peso di 880 grammi e sarà disponibile da novembre a un prezzo di listino di 1399 euro, con il moltiplicatore a 1599 euro (singolarmente l’accessorio avrà un costo di 349 euro). n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE VIDEO CREATIVO Specifiche interessanti: sensore CMOS da 14 MP e registrazione in Full HD Ricoh WG-M1, l’action cam che sfida GoPro La proposta di Ricoh per gli avventurieri è impermeabile, resistente alle cadute e alla polvere di Michele LEPORI l fenomeno GoPro ha risvegliato l’istinto del fotovideoamatore in tanti appassionati e sul “carro” delle action cam sta per salire anche Ricoh con la sua WG-M1, appena annunciata e già pronta ad arrivare nei negozi americani. Se dal punto di vista del design abbiamo qualche riserva, le caratteristiche tecniche sono invece riflesso di tutto quello che ci potremmo aspettare da un prodotto di questo tipo: impermeabilità fino a 10 metri, resistenza alle cadute fino ad un massimo di 2 metri e termoresistente senza sofferenze fino a -10 °C: praticamente un carro armato per affrontare di tutto. Il sensore CMOS da 14 MP e la capacità di registrazione in Full HD a 30 fps dovrebbero garantire ottimi risultati e lo schermo da 1,5” presente nella parte superiore della WG-M1 permetterà acces- I so immediato ai propri lavori per valutarne il risultato. Presente anche l’ormai immancabile suite di creative tools per modificare in real time i filmati: Motion Detection, Loop Recording, Time Lapse Recording e anche qualche filtro fotografico. La Ricoh WG-M1 si dovrebbe assestare a 199 dollari, con a supporto un catalogo di tantissimi supporti opzionali per adattarsi a ogni situazione e una doppia colorazione “all black” o “orange/black”. VIDEO CREATIVO Full HD e Wi-Fi ora disponibili anche su action cam non top di gamma Più compatte e leggere le action cam MINI di Nilox La action camera Nilox MINI F Wi-Fi è leggera e compatta e tecnologicamente dotata Lanciato anche un modello senza Wi-Fi. Prezzi rispettivamente di 169.99 e 129.99 euro L’ di Andrea ZUFFI italiana Nilox amplia la gamma delle proprie action camera con due nuovi modelli accessibili. Nilox MINI F e MINI F WI-FI si distinguono per dimensioni compatte e peso ridotto (71 g per entrambe) e vantano notevoli miglioramenti rispetto al precedente modello MINI. A partire dalle ottiche potenziate, dalla risoluzione fotografica portata a 8 MP per MINI F WI-FI e a 12 MP per MINI F e soprattutto dalla capacità di riprendere filmati in Full HD a 30 frame al secondo. La connettività Wi-Fi rappresenta comunque la novità di maggior rilievo per la serie MINI e rende MINI F WI-FI controllabile da smartphone o tablet nel raggio di 20 metri con l’app gratuita disponibile per Android e iOS, così come già avviene per la top di gamma F-60 EVO. Il modello MINI F “standard” ha un display da 2” mentre il modello Wi-Fi torna al sommario sfrutta il display dello smartphone (o tablet) cui si connette. La presenza del Wi-Fi permette inoltre la condivisione sul web dei contenuti su tutti i canali social. Il salvataggio di foto e filmati avviene su scheda Micro SD in dotazione ed espandibile fino a 32 GB. Oltre agli accessori per il fissaggio su casco, auto o altre superfici, entrambi i modelli hanno in dotazione la custodia waterproof che garantisce immersioni fino a 55 metri per MINI WI-FI e 10 metri per MINI F. I nuovi modelli MINI sono compatibili con gli accessori della linea Nilox Foolish e F-60 e hanno un prezzo consigliato al pubblico di 129,99 e 169,99 euro rispettivamente per il modello MINI F e MINI F WI-FI. Apple taglia i prezzi di iCloud 20 GB a 0,99 euro al mese Apple taglia i prezzi del servizio di storage online: 20 GB costano 99 centesimi al mese. 200 GB 3,99 euro. Ma l’offerta gratuita resta ferma a 5 GB di Paolo CENTOFANTI Con iOS 8 e OS X Yosemite, iCloud acquisterà nuove funzionalità e in particolare sarà reso più versatile il servizio di file hosting con il nuovo iCloud Drive e il salvataggio online della propria libreria fotografica con l’app Photo che debutterà nel 2015. Per rendere più appetibile il suo servizio, e per avvicinarsi a quanto offerto dalla concorrenza, Apple ha annunciato un taglio dei prezzi sugli abbonamenti allo spazio cloud. L’offerta gratuita (appena sufficiente per il backup di un dispositivo con poche foto e video) rimane ferma a 5 GB, ma lo step successivo da 20 GB costa 0,99 centesimi di euro. Ci vorranno 3,99 euro al mese per 200 GB, 9,99 euro per 500 GB e infine 19,99 euro al mese per un TB. Nonostante il taglio dei prezzi iCloud continua a essere più caro della concorrenza. Sia Google Drive sia Microsoft One Drive, offrono gratuitamente 15 GB di spazio. Lo step successivo di Microsoft e Google è da 100 GB anziché di 200 GB, anche se il prezzo è essenzialmente identico a parità di spazio: One Drive costa 1,99 euro per 100 GB, mentre Google Drive costa 1,99 dollari (circa 1,5 euro al cambio). Google rimane imbattibile sul taglio da 1 Terabyte, che costa solo 9,99 dollari al mese, mentre Microsoft offre l’opzione solo in abbinamento a un piano Office 365. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE Alcuni analisti finanziari considerano che la mossa chiave di Apple sia stata proprio l’introduzione di iPhone 6 Plus Apple iPhone 6 Plus: è la vera “next big thing”? La versione “Plus” in realtà è l’ingresso di Apple in un nuovo segmento, un nuovo capitolo della sfida a Samsung di Emanuele VILLA n sede di presentazione, Apple ha “liquidato” i due iPhone 6 in 20 minuti per lasciare spazio a Apple Watch e al concerto degli U2. Comprensibile, d’altronde questo è il sesto iPhone mentre di orologi Apple non se ne sono ancora visti, ma alcuni analisti finanziari considerano che la mossa chiave di Apple, finalizzata a un nuovo round di crescita, sia stata l’introduzione di iPhone 6 Plus. A prima vista potrebbe sembrare un controsenso: iPhone 6 Plus non offre chissà quale valore aggiunto rispetto alla versione da 4,7’’, è una sorta di iPad Mini Mini con possibilità di utilizzo in modalità landscape e stabilizzatore ottico d’immagine. Costa un po’ di più di iPhone 6 ed è leggermente più spesso: non ha un’interfaccia nuova, non ha funzionalità da “effetto WOW”, non ci stanno neppure più icone. E allora perchè iPhone 6 Plus potrebbe essere il prossimo punto di forza dell’azienda? Semplicemente perché è il primo phablet targato Apple, ovvero il primo prodotto con cui Apple entra in una fetta di mercato dotata di crescita vorticosa, fetta di mercato il cui leader indiscusso è il nemico di sempre, Samsung. che allo stato dell’arte: display Super AMOLED da 5,7’’ con 2560x1440 punti di risoluzione, il tutto alimentato da un SoC Snapdragon 805 con 3 GB di RAM a supporto e storage interno da 32 GB. Ovviamente LTE, con fotocamera principale da 16 Megapixel dotata di stabilizzazione ottica. I Un mercato in rapida ascesa Nel mercato dei phablet, o più specificamente degli smartphone con display superiore ai 5’’, Samsung ha più del 40% del mercato: si può dire che abbia letteralmente inventato questo segmento con il Galaxy Note, giunto recentemente alla quarta incarnazione. Impossibile per Apple non voler entrare in un mercato che ha fatto registrare un +369% nel Q1 rispetto allo scorso anno. Secondo gli ultimi dati forniti da IDC, il mercato dei phablet chiuderà il 2014 con un +209,6% rispetto allo scorso anno: i volumi non sono (ovviamente) quelli degli smartphone “regolari” (i phablet sono circa il 10% del mercato dei Connected Devices, gli smartphone oltre il 60%), ma la crescita è esponenziale; mentre si stima un +12,4% per questi ultimi (2014, YoY), la crescita dei phablet sarà sempre maggiore, raggiungendo nel 2018 un +16,6% contro il +3,2% degli smartphone. iPhone 6 Plus esce con un timing perfetto per le festività natalizie, ma bisogna capire se la disponibilità sarà sufficiente per coprire la domanda o Apple incorrerà in problemi di shortage che potrebbero avere ripercussioni sul proprio bilancio: su questo punto, non ci resta che attendere. Ma di sicuro la mossa di Apple è azzeccata, al massimo ci si stupisce sul motivo per cui abbia atteso anni prima di entrare in questo segmento: forse i numeri non erano tali da giustificare lo sforzo, resta il fatto che ora torna al sommario Sony Xperia Z Ultra: il gigante abbordabile l’azienda si trova in rincorsa sul competitor di sempre, che può contare su anni di esperienza nel campo e infinite ottimizzazioni software/hardware pensate per gli utenti di phablet (dal pennino S-PEN alle varie funzionalità software per prendere appunti...). iPhone 6 Plus e gli altri: le alternative A chi è dedicato iPhone 6 Plus? Quale il suo target preferenziale? Si parte senz’altro dal business, un aspetto che Apple non ha mai sottovalutato nei propri prodotti ma che si esalta su display di ampio formato: non per niente iPhone 6 Plus potrà essere utilizzato anche con interfaccia in modalità landscape, a differenza della versione regolare. Non ha un pennino e, salvo smentite, non ha particolari ottimizzazioni lato software: sotto questo profilo ci si affida agli sviluppatori di app, che potrebbero voler ottimizzare i propri prodotti per l’elevata risoluzione del display di iPhone 6 Plus (Full HD). Ovviamente ci saranno ripercussioni positive anche sotto il profilo multimediale: la limitata portabilità del prodotto (rispetto agli altri) sarà compensata da video “più grandi”, foto più dettagliate e giochi più coinvolgenti. Chi fosse interessato all’acquisto, che com’è noto sarà possibile anche in Italia da fine settembre, apprezzerà una carrellata dei principali competitor, ovvero dei “phablet” attualmente di riferimento. Eccoli: Galaxy Note 4: il prossimo riferimento Erede di una famiglia di successo, Galaxy Note 4 (che uscirà entro fine anno) si presenta con caratteristiche tecni- È davvero un gigante Xperia Z Ultra, con il suo display da 6,4 pollici con risoluzione Full HD. Manca davvero pochissimo al tablet in senso stretto, ma formalmente siamo ancora nella categoria dei “telefoni”. Prezzo di fascia medio/alta (399 euro di listino), per un SoC Qualcomm MSM8974 quad core da 2,2 GHz, fotocamera da 2,2 mpixel con sensore Exmor RS e la tipica “corazza” Sony con tanto di certifiche IP55 e IP58. Nokia Lumia 1520, il Windows Phablet Anche Windows Phone può contare su un tablet di alta gamma, che risponde al nome di Nokia Lumia 1520: look curato e coloratissimo, 6’’ di display IPS con risoluzione Full HD, il tutto gestito da uno Snapdragon 800 da 2,2 GHz. La fotocamera fa uso della tecnologia PureView ed è un modulo da 20 Megapixel. Come prezzo, siamo sui 599 euro. LG G3: smartphone o phablet? LG G3 è la dimostrazione tangibile di quanto la linea di confine tra smartphone e phablet sia labile: i suoi 5,5’’ di diagonale lo posizionano nella seconda categoria, ma tutti lo considerano uno smartphone. Questioni terminologiche a parte, è il più evoluto e potente terminale LG, con tanto di display Quad HD, fotocamera in grado di riprendere in 4K, processore Snapdragon 801 e un look davvero curato. Anche qui, siamo sui 599 euro. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE Dal 26/9 i nuovi iPhone saranno negli Apple Store, per chi si sarà messo prima in fila Gli iPhone 6 in Italia dal 26 settembre Prezzi compresi tra 729 a 1059 euro. Riposizionati il 5s e il 5c, ma avranno meno memoria P di Gianfranco GIARDINA oco dopo la conclusione della presentazione dei nuovi iPhone 6 e iPhone 6 Plus arrivano anche le notizie sui prezzi e sulla disponibilità in Italia. I nuovi iPhone saranno disponibili presso gli Apple Store (anche quello online) a partire dalle ore 8 del 26 settembre (quindi una settimana dopo gli Stati Uniti). I clienti - ci tiene a sottolineare Apple - verranno serviti nell’ordine in cui si presenteranno al negozio, facendo quindi, presumibilmente, la fila nella notte. iPhone 6 (quello con schermo da 4,7”) non avrà il taglio da 32 GB, giudicato probabilmente né carne né pesce, e nel nostro Paese sarà venduto a questi prezzi: iPhone 6 16 GB 729 € 64 GB 839 € 128 GB 949 € iPhone 6 Plus (quello con lo schermo da 5,5”, anch’esso privo del taglio da 32 GB) costerà ovviamente di più e precisamente: iPhone 6 Plus 16 GB 839 € 64 GB 949 € 128 GB 1059 € Come si può vedere si tratta di prezzi “ottici”, quindi senza centesimi di euro e con cifra finale 9. Si mette fine, quindi, alla polemica con SIAE a causa degli aumenti degli iPhone 5s e 5c all’introduzione delle nuove tariffe del compenso per copia privata. Qui i prezzi comprendono il compenso SIAE ma ovviamente non si può più capire quanto ricada sul consumatore finale e quanto no. Vengono ovviamente riposizionati di prezzo gli altri modelli. Ora l’iPhone 5s è disponibile sin da subito a prezzi ridotti, ma solo nei tagli più piccoli, da 16 e 32 GB (prima arrivava fino a 128 GB). Questi i prezzi fissati da Apple: iPhone 5s 16 GB 629 € 32 GB 679 € Quanto all’iPhone 5c, anch’esso è già disponibile in un solo taglio da 8 GB al prezzo di 429 euro. Da Sony il corredo Bluetooth per lo smartphone Oltre al Bluetooth c’è l’abbinamento NFC e il prezzo è accessibile: 120€ (diffusore) e 70€ (cuffia) torna al sommario tono di variare il volume, accettare una chiamata e cambiare traccia musicale. Il peso della nuova cuffia è di soli 125 grammi per la massima libertà di movimento mentre il trasduttore è da 30 mm. Per la ricarica della batteria si usa una presa mini USB per un’autonomia dichiarata di 13 ore di utilizzo. Entrambi i modelli sono disponibili con finitura bianca oppure nera, i prezzi di listino non sono stati ancora confermati, ma dovrebbero essere attorno ai 120 euro per il diffusore e 70 euro per la cuffia. CUFFIA SBH 60 S DIFFUSORE BSP10 molto bene a ogni testa grazie ai padiglioni posti su guide metalliche scorrevoli. Il collegamento allo smartphone avviene senza cavo tramite Bluetooth con NFC, ma in caso di emergenza si può usare il cavo minijack in dotazione. I comandi sono concentrati su un padiglione a portata di mano, consen- Un rappresentante Apple avrebbe confermato a Cult of Mac che l’NFC di iPhone 6 servirà solo per i pagamenti via Apple Pay. Almeno per un anno, non ci saranno altre applicazioni di Emanuele VILLA MOBILE Due nuovi prodotti Bluetooth, diffusore e cuffia compatti, da collegare allo smartphone di Roberto FAGGIANO ony ha presentato un’interessante coppia di strumenti da collegare senza fili agli smartphone, cuffia e diffusore per ascoltare musica e conversare in ogni situazione. Il diffusore BSP10 ha forma rotonda e misura 78 mm di diametro x 60 mm in altezza, pesa 300 grammi e quindi si può facilmente mettere anche in tasca o nello zaino. I comandi sono solo quelli essenziali, dato che oltre al Bluetooth c’è l’abbinamento diretto NFC, rimane comunque il controllo diretto del volume e il pulsante per rispondere alle chiamate quando il telefono non è in vista. La ricarica della batteria interna può avvenire tramite cavetto USB oppure con il sistema Qi, l’autonomia dichiarata è pari a 10 ore. La cuffia SBH 60 è estremamente leggera e si adatta L’NFC di iPhone 6 funziona solo con Apple Pay Apple, come si sa, ha introdotto la tecnologia NFC su iPhone 6 e iPhone 6 Plus. La scelta di inserire una tecnologia a lungo “rinnegata” è stata causata dall’altra novità dell’ultimo evento Apple, ovvero Apple Pay, il sistema di pagamenti con cui l’azienda vuole rivoluzionare il mondo. Certo, ma è anche vero che gli utenti iPhone si sarebbero aspettati un impiego completo di NFC: per accoppiare dispositivi bluetooth, per trasferire file, scambiare foto e via dicendo. E invece no: un rappresentante Apple (anonimo, il che le rende comunque un rumor) avrebbe confermato a “Cult of Mac” che l’NFC servirà solo per Apple Pay. Almeno all’inizio: Apple ha dichiarato di voler “nascondere” l’NFC agli sviluppatori almeno per un anno, poi si vedrà. Ecco perché NFC non è e non sarà considerato da Apple come un plus su cui impostare campagne marketing: è parte di Apple Pay, non una feature versatile dei telefoni. La notizia è ancora un rumor, ma avrebbe senso: un po’ come fece con Touch ID, limitato alla sua funzione originaria e non passibile di “estensioni” da parte di software di terze parti, Apple ha un’idea precisa di come sfruttare NFC ed è intenzionata a tenervi fede. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE Microsoft non userà più il brand Windows Phone: restano da capire i tempi e i modi Il primo telefono Windows (senza Phone) È comparso un telefono My Go con il logo Windows anziché quello di Windows Phone di Emanuele VILLA a news di GeeksOnGadgets relativa all’eliminazione del brand Nokia dai dispositivi Lumia ha fatto il giro del mondo, è stata confermata da altri autorevoli mezzi d’informazione statunitensi (The Verge in primis) e, oltretutto, è estremamente logica: Microsoft non ha acquisito Nokia nella sua globalità ma “solo” la sua divisione Mobile, che pur avendo un peso preponderante rispetto alle altre attività dell’azienda, non costituisce il 100% dell’attività. PIù che logico, dunque, arrivare a una situazione in cui i Lumia diventino formalmente “Microsoft Lumia”. Meno appariscente, invece, la mossa di Microsoft di eliminare il logo Windows Phone dai telefoni, confermata dalle immagini di un terminale My Go (produttore che opera soprattutto sul mercato inglese), che riporta infatti il tradizionale logo Windows anzichè L MOBILE 512 GB in una SD Card? SanDisk ce l’ha fatta Extreme PRO SDXC UHS-I è la nuova memory card di SanDisk , il supporto ideale per far felici chi con l’audiovideo ci lavora ad alto livello. Parliamo soprattutto di videomaker attratti dal fenomeno del 4K, che inizia a fare capolino anche nel mondo consumer. Con i suoi 512 GB di spazio e 95 MB/s di velocità, la neonata Extreme PRO non teme confronti di prestazioni ma purtroppo - anche di prezzo: l’importo addebitato sulla carta di credito si attesterà sui 799 dollari di listino, anche se le possibilità di trovare online prezzi molto più vantaggiosi sono concrete, tant’è che la ben più piccola Extreme PRO da 64GB secondo SanDisk sarebbe da vendere a 338 dollari ma sui noti rivenditori online la si trova a meno di 100. torna al sommario Apple Watch è il futuro del gaming Il capo della divisione gaming mobile di Electronic Arts ammette che c’è già un team al lavoro per integrare Apple Watch e gli altri smartwatch nell’esperienza videoludica di V. R. BARASSI quello di Windows Phone. Potrà sembrare poca cosa, d’altronde il sistema operativo non cambia di una virgola, ma è il chiaro segnale che qualcosa di grosso sta per arrivare: da mesi si vocifera l’intenzione di Microsoft di unificare tutti i propri sistemi operativi sotto il brand Windows, eliminando prima Windows RT (del quale, d’altronde, non si mai sentita una vera esigenza) e poi Windows Phone, cosa peraltro confermata anche da Satya Nadella in un recente intervento. Restano da capire le modalità operative con cui ciò accadrà e i tempi, ma la prossima presentazione di Windows 9 sarà senz’altro un momento chiave della vicenda. La nostra previsione? Un annetto... MOBILE Promette bene, con la fotocamera che ruota di 360° Oppo N3 è qualcosa di diverso di Emanuele VILLA inalmente qualcosa di diverso. Diverso non tanto dai suoi predecessori (N1 in primis), quanto dal resto dell’offerta mondiale: le immagini di Oppo N3, pubblicate da GSM Arena e ricevute da una fonte anonima, fanno chiaramente parte di un press kit ufficiale, il che significa che la presentazione del telefono è imminente. La cura dei dettagli, il bordo estremamente sottile e l’impiego dell’alluminio (si suppone) identificano un prodotto d’alta gamma, le cui caratteristiche tecniche non sono ancora note ma si suppongono sul livello dei vari top di gamma di questa generazione (Snapdragon 801, 2 o 3 GB di RAM, Android 4.4): colpisce come sempre il modulo dedicato alla fotocamera, che può ruotare di 360° e quindi fungere sia da fotocamera principale che frontale, realizzando selfie di qualità e, soprattutto, potenzialmente assistiti dal flash dual LED. F L’arrivo di Apple Watch, in un modo o nell’altro, ha sconvolto tutti e una cosa è certa: non si era mai parlato così tanto di uno smartwatch. Per il resto, attendiamo il 2015 e le news che faranno chiarezza su alcuni punti lasciati scoperti da Apple. Quello a cui pochi hanno pensato è che Apple Watch potrebbe essere rivoluzionario almeno sotto un profilo: quello del gaming mobile. A pochi giorni dalla presentazione, Electronic Arts ha fatto sapere di aver già creato due team di lavoro che studieranno e svilupperanno possibili soluzioni con cui integrare Watch e gli altri dispositivi analoghi all’interno dei videogiochi futuri. Si parla di integrazione dell’orologio con lo smartphone e delle modalità con cui i due strumenti potrebbero interagire per un’esperienza videoludica coinvolgente: il GPS del telefono, i sensori dell’orologio, la connettività always on, ecc... Frank Gibeau di EA, capo della divisione gaming mobile, non ha rilasciato molte informazioni, ma l’intenzione dell’azienda è di sfruttare a fondo l’ “effetto Watch” per estendere l’esperienza di gioco anche ai wearables. Con l’arrivo dello smartwatch di Apple arriveranno anche i primi videogiochi da giocare “in combo” tra iPhone e Watch? Probabile. È solo questione di tempo e ne gioveranno anche Android e Android Wear. Insieme faremo cose meravigliose A SETTEMBRE CON LG TUTTO è pOSSIBILE L’innovazione LG vuole rendere speciale ogni momento della tua vita. Oggi puoi scegliere il prodotto che sognavi con il finanziamento LG a Tasso 0%. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Offerta di credito finalizzato, valida dal 28/08/2014 al 01/10/2014 in 10 e 20 mesi come da esempio rappresentativo: Prezzo del bene € 1.000, TAN fisso 0%, TAEG 0%, in 10 rate da € 100,00, (per importi fino a € 1.000) oppure 20 rate da € 50 (per importi superiori a € 1.000), spese e costi accessori azzerati. Importo totale del credito: € 1.000,00. Importo totale dovuto dal Consumatore: € 1.000,00. Al fine di gestire le tue spese in modo responsabile e di conoscere eventuali altre offerte disponibili, Findomestic ti ricorda, prima di sottoscrivere il contratto, di prendere visione di tutte le condizioni economiche e contrattuali, facendo riferimento alle Informazioni Europee di Base sul Credito ai Consumatori (IEBCC) presso il punto vendita. Salvo approvazione di Findomestic Banca S.p.A.. Promozione proposta da Lg Electronics Italia mediante l’intermediazione delle insegne aderenti all’iniziativa, che operano quali intermediarie del credito per Findomestic Banca S.p.A., non in esclusiva. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE Tutto ciò che ha reso famoso Kindle ritorna sulla nuova versione, con processore più veloce e batteria che dura di più Kindle diventa touch e avvicina i più piccoli alla lettura Lo schermo è finalmente touchscreen e FreeTime per divertire anche i più piccoli. Le spedizioni inizieranno il 2 ottobre di Michele LEPORI mazon ha svelato al pubblico il nuovo Kindle, con nuove funzionalità quali lo schermo touchscreen ed altre più “didattiche” quali Kindle FreeTime per avvicinare i più piccoli al mondo della lettura. A prima vista le differenze generazionali non saltano all’occhio, ma analizzando quello che si nasconde sotto la scocca troviamo un processore da 1 GHz più veloce del 20% rispetto alla scorsa generazione, una batteria che (a Wi-Fi spento) “giura” due settimane di autonomia, uno spazio di archiviazione raddoppiato a 4 GB e - sorpresa - un’interfaccia touchscreen per permettere l’utilizzo di funzioni A quali vocabolario integrato ed evidenziatore. Presente ancora lo schermo antiriflesso a luminosità che si adatta in base al livello di illuminazione della stanza. Non mancano nemmeno Whispersync per la sincronizzazione con l’app Kindle per iPad e Libri in 60 secondi per non dover aspettare neanche un minuto (letteralmente) per poter avere a disposizione il testo ed il vastissimo catalogo Amazon da oltre 3.000.000 di libri multilingue e 15.000 a meno di 2 euro. Una delle vere novità è però Kindle FreeTime, un portale d’accesso ai contenuti di Kindle rivisto e corretto per la fruizione da parte dei bambini. Con Kindle FreeTime si potrà creare un profilo personalizzato dedicato ai più piccoli e farli così accedere ad una selezione di titoli presenti nella libreria dei genitori, dove i contenuti sono scelti e resi disponibili senza paura che si possa incappare in qualcosa di inadatto: FreeTime stimolerà la lettura e la fruizioni di contenuti regalando badge, distintivi e premi ai bambini che raggiungeranno obiettivi prefissati e farà vivere loro l’esperienza di lettura come un gioco e procederà ad informare i genitori sui successi conseguiti e sul numero di pagine lette piuttosto che sul numero di parole cercate ed apprese sfruttando il vocabolario e tanto altro ancora. Il nuovo Kindle è disponibile n pre- ordine a €59 su www.amazon.it/kindle e le spedizioni inizieranno il 2 ottobre. MOBILE Il colosso di Seattle non si limita al nuovo Kindle e rinnova tutta la gamma tablet preordinabili e spediti dal 4 novembre Amazon a tutto tablet, arrivano i nuovi Fire HD e Fire HDX Il nuovo Fire HD da 6” e 7” e il flagship Fire HDX da 8,9” avranno sistema operativo Fire OS “Sangria” e diversi accessori di Michele LEPORI l keynote di Bezos e soci dal palco di New York non si è limitato al solo piccolo Kindle, ma è stata l’occasione buona per presentare il rinnovo completo della gamma tablet di Seattle: il nuovo Fire HD e il fratello maggiore Fire HDX portano avanti il progetto iniziato nel settembre 2012 di ricavare una buona fetta di mercato. I due nuovi tablet monteranno Fire OS4 “Sangria”, che a detta dello stesso Bezos “…non è semplicemente un sistema operativo, ma un modo di intendere la completa interazione fra i dispositivi e l’idea di servizi cloud che offre Amazon con infinite possibilità di sincronizzazione” Fire OS4 “Sangria” vedrà una nuova interfaccia grafica e la possibilità di gestire più profili su un singolo dispositivo, tenendo così separati social network, fotografie e applicazioni così come la funzionalità ASAP (Advanced Streaming and Prediction) mutuata da Fire TV, che sarà in grado di consigliare film o episodi di serie TV in base al nostro utilizzo del dispositivo. Entrando nel dettaglio tecnico dei due tablet, Fire HD esisterà in due versioni da 6” e 7”, entrambi dotati di schermo HD da rispettivamente 252 e 216 ppi, processore quad-core da 1,5 GHz e doppia fotocamera, la posteriore in notevole anche la lente posteriore da 8 MP f/2.2 stabilizzata. Come per il fratellino Fire HD, anche Fire HDX ha un catalogo di accessori ragguardevole, che parte dalla nuova custodia “origami” più leggera del 20% rispetto alla precedente e in grado di fare da sostegno orizzontale/verticale oltre che di attivare/mandare in standby il tablet, fino ad arrivare agli adattatori audio/video e USB. Come per il neonato Kindle, anche Fire HDX è disponibile solo in preorder su www.amazon.it/hdx a partire da 379€ con spedizioni in partenza dal 4 novembre. I torna al sommario grado di riprendere a 1080p. Grande attenzione da parte di Amazon anche al comparto audio, caratterizzato da Dolby Digital Plus per evitare distorsioni, e alla sicurezza del dispositivo grazie al display Gorilla Glass e ad un ventaglio di custodie a catalogo optional. Kindle Fire HD è già acquistabile sul sito Amazon a partire da 99€ per la versione da 8 GB in 5 colorazioni: nero, bianco, blu cobalto, magenta e giallo limone. Sul Fire HDX, invece, si concentrano gli sforzi e le speranze di Amazon di far breccia nel mercato dei terminali di fascia alta dove iOS e iPad Air regnano incontrastati (o quasi). Fire HDX punta tutto sul display da 339 ppi, il migliore sul mercato, con regolazione dinamica della luminosità in grado di offrire, a detta di Amazon, la migliore esperienza possibile di lettura e fruizione contenuti. Questi ultimi potranno spaziare dai social network ai giochi più realistici poiché a sostegno avranno il processore più potente della gamma Fire, il quadcore da 2,5 GHz più veloce del 70% rispetto al precedente HDX. Dal punto di vista della connettività, Fire HDX offre wifi 802.11ac MIMO e, soprattutto, la possibilità di sfruttare le reti dati 4G LTE per navigare, sfruttare i contenuti cloud e videochiamare con l’app di Skype integrata e la fotocamera anteriore HD: n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE GADGET Si va dal premiatissimo Pebble Steel al nuovo e discusso Watch di Apple; ecco i modelli che si possono acquistare oggi Smartwatch, tutti i migliori modelli a confronto Una panoramica delle principali caratteristiche degli smartwatch presenti sul mercato e di quelli in arrivo; quale il migliore? di Roberto PEZZALI pple ha già vinto: chi fino ad oggi ignorava l’esistenza degli smartwatch sarà portato a credere che è stata Apple la prima azienda a crearne uno. Le opinioni relative a Watch hanno invaso social network, prime pagine di quotidiani e scatenato reazioni da tutto il mondo, sia da parte dei competitor sia da parte di chi orologi li produce da una vita. Il segmento smartwatch tuttavia non è stato creato da Apple: il primo smartwatch che i tempi moderni ricordano è quello di Sony, arrivato ora alla sua terza generazione. Ecco una panoramica di quello che si può acquistare oggi, paragonato a quello che, almeno sotto il profilo mediatico, è già il re degli orologi intelligenti, Apple Watch. Pebble Steel Motorola Moto 360 • Dimensioni: 46x34x10.5 mm • Peso: 56 grammi • Protezione: water resistant fino a 5 ATM (50 metri) • Processore: 120 MHz single core ARM Cortex M3 • Storage: 1 MB • RAM: 96 KB • Schermo: LCD da 1.26” e 168 x 144 pixel di risoluzione • Sensori: accelerometro e magnetometro • Batteria: 130 mAh • Autonomia: 5 -7 giorni • Ricarica: tramite cavo proprietario • Connettività: Bluetooth 4.0 • App: un migliaio di applicazioni disponibili • Compatibilità: iOS e Android • Versioni disponibili: acciaio e nero, diversi cinturini • Sistema operativo: PebbleOS • Prezzo: 249$ Il punto di forza Durata della batteria superiore alla media e compatibilità sia con iOS che Android • Dimensioni: 46mm di diametro e 11.5 mm di spessore • Peso: 49 grammi • Protezione: IP67 (30 min a 1 m) • Processore: Texas Instruments OMAP 3 • Storage: 4 GB • RAM: 512 MB • Schermo: LCD da 1.56” e 320 x 290 pixel di risoluzione • Sensori: contapassi e battito cardiaco • Batteria: 300 mAh • Autonomia: un giorno • Ricarica: sistema di ricarica wireless • Connettività: Bluetooth 4.0 LE • App: tutte le app Android che gli sviluppatori adatteranno per essere estese anche a Android Wear • Compatibilità: Android • Versioni disponibili: black, silver • Sistema operativo: Android Wear • Prezzo: 249 euro Il punto di forza Schermo tondo, design moderno e ottime finiture Samsung Gear S LG G Watch R • Dimensioni: 39.8x58.3x12.5 mm • Peso: 67 grammi • Protezione: IP67 (30 min a 1 m) • Processore: Exynos dual core da 1 GHz • Storage: 4 GB • RAM: 512 MB • Schermo: Super-AMOLED da 2” e 360 x 480 di risoluzione • Sensori: GPS, contapassi, accelerometro, magnetometro, battito cardiaco • Batteria: 300 mAh • Autonomia: 3 giorni • Ricarica: docking di ricarica proprietaria con batteria aggiuntiva integrata • Connettività: Bluetooth 4.1 LE, 3G e Wi-Fi • App: per Tizen sono disponibili circa 1.000 app • Compatibilità: Android • Versioni disponibili: bianco e nero con svariati cinturini • Sistema operativo: Tizen • Prezzo: 349 euro / 399 euro Il punto di forza Grazie alla SIM integrata funziona anche se per alcune funzioni è indispensabile lo smartphone • Dimensioni: 46,4 mm di diametro e 11.1 mm di spessore • Peso: nd • Protezione: IP67 (30 minuti a 1 metro) • Processore: Snapdragon 400 1.2 Ghz • Storage: 4 GB • RAM: 512 MB • Schermo: 1.3” P-OLED da 320 x 320 pixel • Sensori: contapassi, battito cardiaco • Batteria: 410 mAh • Autonomia: più di un giorno • Ricarica: docking dedicata • Connettività: Bluetooth 4.0 LE • App: tutte le app Android che gli sviluppatori adatteranno per essere estese anche a Android Wear • Compatibilità: Android • Versioni disponibili: nero (in futuro silver) • Sistema operativo: Android Wear • Prezzo: 299 euro Il punto di forza Sembra un vero orologio e ha una batteria più capiente rispetto agli altri modelli A torna al sommario Apple Watch • Processore: S1 SiP • Schermo: Retina • Sensori: battito cardiaco, accelerometro, giroscopio, magnetometro, NFC • Ricarica: connettore Magsafe • Connettività: Bluetooth 4.0 e Wi-Fi • App: grazie a WatchKit dal prossimo anno gli sviluppatori creeranno app • Compatibilità: iOS, da iPhone 5 in su • Versioni disponibili: due dimensioni, tre modelli e tantissimi cinturini • Sistema operativo: iOS • Prezzo: a partire da 349$ Il punto di forza Costruzione curata e una possibilità di personalizzazione quasi infinita Sony Smartwatch 3 • Dimensioni: 36 x 51 x 10 mm • Peso: 45 gr (senza cinturino) • Protezione: IP68, fino a 2 m • Processore: Snapdragon 400, 1.2 GHz • Storage: 4 GB • RAM: 512 MB • Schermo: 1.6” transflective LCD • Sensori: accelerometro, contapassi, magnetometro, GPS • Batteria: 420 mAh; autonomia: fino a 2 giorni • Ricarica: micro USB • Connettività: Bluetooth 4.0 LE, NFC • App: quelle che saranno estese a Android Wear • Compatibilità: Android • Versioni disponibili: nero e giallo • Sistema operativo: Android Wear • Prezzo: 229 euro Il punto di forza Ha il GPS integrato e una discreta autonomia Asus ZenWatch • Dimensioni: 50.6 x 39.8 x 7.9-9.4 mm • Peso: 50 grammi, 25 grammi di cinturino • Protezione: IP55, spashproof • Processore: Snapdragon 400 da 1.2 GHz • Storage: 4 GB • RAM: 512 MB • Schermo: AMOLED 1.63” e 320x320 px • Sensori: accelerometro, battito cardiaco • Batteria: 1.4 Wh; autonomia: 1 giorno • Ricarica: docking dedicata • Connettività: Bluetooth 4.0 LE • App: quelle che saranno estese a Android Wear • Compatibilità: Android • Versioni disponibili: silver e rose gold • Sistema operativo: Android Wear • Prezzo: 199 euro Il punto di forza Prezzo competitivo con caratteristiche analoghe agli altri Android Wear n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE Arriva Western Digital My Passport Wireless nelle versioni da 500 GB, 1TB e 2 TB Western Digital salva il fotografo distratto My Passport Wireless è un supporto ideale per chi scatta tante foto e gira lunghi filmati I di Roberto FAGGIANO preziosi archivi portatili di Western Digital compiono dieci anni e con l’occasione viene lanciato il modello My Passport Wireless. Come deducibile dal nome, il dispositivo può caricare contenuti in modalità senza fili e anche in mancanza di rete Wi-Fi preesistente: il dispositivo è infatti in grado di creare una propria rete Wi-Fi indipendente, cui è possibile collegare fino a 8 dispositivi contemporeanei. Il MyPassport Wireless è disponibile nelle versioni da 500 GB (150 euro), 1TB (200 euro) e 2 TB (300 euro) e si candida come compagno ideale del fotoamatore o del professionista che non desidera utilizzare numerose SD card per archiviare i propri lavori oppure più semplicemente si dimentica di procurarsi un’adeguata scorta di memoria per la sua fotocamera o per lo smartphone. Per questo scopo, My Passport Wireless ha anche un comodo slot per card SD per poter caricare direttamente foto e filmati. Questo dispositivo è già compatibile con l’applicazione My Cloud controllabile da PC e dispositivi mobili, in modo da gestire i contenuti e verificare lo spazio disponibile in memoria. All’interno del My Passport Wireless possono essere archiviati anche altri tipi di file con le consuete funzioni di archivio e back-up. Oltre al Wi-Fi di tipo N con tecnologia MIMO, si può usare un cavetto USB già in versione 3.0 per una migliore velocità di trasferimento. La batteria integrata ha un’autonomia di circa 6 ore durante l’utilizzo oppure 20 ore in stand-by. Microsoft annuncia l’arrivo di Windows Phone su diversi dispositivi non-Nokia: all’IFA si è visto anche il nuovo Archos Cesium 40. Obiettivo? Ampliare il più possibile l’offerta di V. R. BARASSI Per festeggiare il decimo anniversario del Passport sono state presentate anche due versioni in edizione limitata del modello Ultra, la Metal Edition e la Anniversary Edition (da 110 euro), degli hard disk portatili molto compatti e leggeri realizzati metallo con finitura nera, argento o champagne con capacità da 1 o 2 TB. MOBILE Fonti non meglio definite considerano possibile il lancio degli occhiali smart di Samsung Gear Blink, gli smart glass di Samsung a marzo? Indiscrezione da verificare, ma forse qualche produttore potrebbe “insidiare” Google Glass I di Massimiliano ZOCCHI n molti a IFA 2014 si aspettavano gli smart glass di casa Samsung, quelli che (pare) si chiameranno Gear Blink, ma nulla è stato rivelato nella kermesse berlinese. Secondo i ragazzi di tizenexperts.com, “fonti industriali” non meglio definite considerano probabile il lancio a marzo 2015, probabilmente in concomitanza con la presentazione del nuovo smartphone top di gamma di big S. Indiscrezioni tutte da verificare e da prendere con le pinze, ma resta un dato di fatto che alla fiera di Berlino si sia visto ogni genere di device indossabile e si aspetti dunque una mossa di qualche produttore per dare filo da torcere a Mountain View anche in questo settore. Sempre secondo le stesse fonti, Samsung continuerebbe la strada già intrapresa con alcuni device della gamma Gear, tra cui il Gear S visto proprio ad IFA 2014, equipaggiando l’ipotetico prodotto con il suo sistema proprietario Tizen, che per quanto visto finora sembra particolarmente adatto ai wearables. Inoltre sono comparse immagini regi- torna al sommario strate all’equivalente dell’ufficio brevetti in Corea, riguardanti una sorta di realtà aumentata, per far comparire una tastiera in sovrimpressione alle proprie mani (foto a destra), permettendo anche di rispondere a messaggi o scrivere email, senza usare i comandi vocali. Staremo a vedere quanto di queste indiscrezioni si riveleranno reali o pura fantascienza, in ogni caso l’inizio del 2015 vedrà grande fermento nel mondo dei device indos- Anche Archos sale sul treno di Windows Phone sabili, segnandone probabilmente il definitivo sdoganamento alla massa. Dopo aver siglato l’accordo con Qualcomm, Microsoft annunciò che ben presto moltissimi produttori sarebbero saliti sul carro di Windows Phone; ad alcuni mesi di distanza le aziende che hanno deciso di seguire il colosso di Redmond sono diventate 14 e sono stati 22 i nuovi dispositivi annunciati. Tra l’IFA 2014 e il CTIA di Las Vegas sono stati diversi i dispositivi Windows Phone presentati: ci sono device di marche sconosciute e che sbarcheranno esclusivamente sui mercati d’oltreoceano (vedi KAZAM Thunder340W, BLU Win JR, BLU Win HD e YEZZ Billy 4.7), ma anche prodotti che avranno una commercializzazione un po’ più estesa. Tra questi abbiamo già parlato dell’italiano NGM Harley-Davidson ma non del nuovo Archos 40 Cesium, primo dispositivo con Windows Phone 8.1 lanciato dall’azienda francese e con cui Archos intraprende la nuova avventura nel mondo di Windows Phone. Il device in questione nasce con l’intento di mettersi in competizione con il Lumia 530; schermo da 4’’, design giovane e prezzo competitivo (99 dollari) sono i principali punti di forza con cui Archos punta a ritagliarsi un po’ di spazio nel difficile mercato degli entry-level. Anche se, con un futuro best-seller come il Lumia 530 (offerto praticamente allo stesso prezzo), sarà davvero dura. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE È il primo processore di Intel realizzato con il nuovo processo di produzione a 14 nm e il suo più efficiente di sempre Intel sfida ARM con i nuovi processori mobile Core M È più piccolo dei processori Intel per Ultrabook di quarta generazione e consuma molto meno, a parità di prestazioni di Paolo CENTOFANTI on è un mistero che ARM stia dando filo da torcere a Intel, specie quando si parla di dispositivi portatili come i tablet, ma con la nuova generazione di processori a basso consumo, Intel si prepara a una risposta più che mai agguerrita. Annunciato per la prima volta al Computex, il nuovo processore Core M è pronto per fare la sua comparsa nei primi prodotti commerciali che arriveranno sul mercato già questo autunno, prodotti che nel form factor di un tablet Android, potranno offrire tutte le potenzialità di un PC Windows 8.1 completo. Ma cos’è Core M? È la prima generazione di processori Intel basata su processo di produzione a 14 nm (nome in N Processore Intel Core M-5Y70 con clock fino a 2,6 GHz e tecnologia Intel vPro. codice Broadwell-Y), qui in declinazione squisitamente mobile e avanguardia dei nuovi processore Intel Core che arriveranno nel 2015. Lavorando sui 14 nm con la seconda generazione di transitor Tri-gate, Intel è riuscita a realizzare il suo processore più efficiente di sempre e ad abbassare l’impronta TDP fino a 4,5 Watt, il che vuol dire essenzialmente minori consumi e soprattutto la possibilità di utilizzare i nuovi processori in implementazioni completamente senza ventole, esattamente come i chipset ARM. Il tutto senza sacrificare le prestazioni, anzi. Secondo quanto rilasciato da Intel, infatti, rispetto ai processori Core i5 low power di quarta generazione (comunque progettati per una TDP massima di 11,5 Watt), il nuovo processore Core M-5Y70 è in grado di assicurare fino al 50% in più di prestazioni della CPU e del 40% in più a livello di GPU con la nuova scheda integrata Intel HD5300, il tutto con fino a 1,7 ore in più di autonomia. I nuovi processori sono più piccoli degli Intel Core di quarta generazione e possono essere così impiegati per la realizzazione di tablet e PC convertibili ancora più sottili e leggeri. I processori Core M sono stati progettati per ben precise categorie di prodotto. La prima è quella dei nuovi Ul- trabook 2 in 1, ovvero notebook in cui la tastiera è removibile per trasformare il portatile essenzialmente in un tablet, oppure in configurazione “ribaltabile”. La seconda è quella dei tablet Windows 8.1 con display da almeno 10 pollici. Nulla vieterebbe di creare tablet più piccoli, ma il costo dei nuovi processori offre secondo Intel un miglior bilanciamento prezzo/prestazioni sui tablet di fascia alta, cioè intorno agli 800 euro. I primi prodotti a utilizzare Core M sono già stati annunciati (qui in alto una panoramica), con alcuni modelli che arriveranno già ottobre. Intel ha annunciato che complessivamente sono circa 20 i prodotti basati su Core M su cui i produttori OEM sono già al lavoro, molti dei quali arriveranno in tempo per la stagione natalizia. I primi processori Core M saranno disponibili nelle versioni M-5Y10/5Y10a fino a 2 GHz in turbo boost, mentre il top di gamma sarà l’Intel Core M-5Y70 con clock fino a 2,6 GHz e tecnologia Intel vPro, indirizzato soprattutto ai dispositivi per utilizzo business. Questa prima infornata supporterà la tecnologia Wireless Display 5.0, ma Intel sta lavorando anche all’integrazione del supporto allo standard WiGig, anche se la compatibilità con la docking wireless più volte annunciata da Intel, sarà con ogni probabilità inclusa a partire dalla prossima generazione di processore Intel Core. MOBILE Su Kickstarter compare un progetto/concept simile a quello del Samsung Gear VR Con AirVR l’Oculus Rift te lo fai con iPhone 6 Plus Si monta sul tablet o il phablet Apple per trasformarlo in un visore per la realtà virtuale di Paolo CENTOFANTI L’ idea alla fine non è troppo diversa da quella del Gear VR di Samsung, solo che in questo caso anzi di un Galaxy Note c’è bisogno di un iPad Mini o un nuovissimo iPhone 6 Plus. È una nuova trovata che cerca fortuna su Kickstarter, AirVR, un visore oculare da montare sul tablet o il phablet Apple per trasformarlo in un visore per la realtà virtuale. Il dispositivo è completamente passivo e si appoggia al solo set di processore e sensori del tablet o dello smartphone e degli eventuali controller collegati ad essi. Per il tracking dei movimenti AirVR uti- torna al sommario lizza la videocamera del dispositivo ad esso collegato e dei marker che presumiamo andranno piazzati da qualche parte. Nel caso della versione per iPad mini, che ha lo schermo in formato 4:3, parte del display viene utilizzata per visualizzare dei controlli touch, una feature denominata TouchStrip. AirVR verrà fornito insieme a diverse app per riprodurre contenuti come foto, filmati e panorama a 360 gradi, ma è prevista anche un SDK basato su engine Unity per permettere agli sviluppatori iOS di realizzare app dedicate. Il punto di forza di AirVR rispetto a soluzioni della concorrenza (leggi Oculus e Samsung appunto) è però il MAGAZINE Estratto dal quotidiano online www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Simona Zucca, Maria Chiara Candiago, Alessandra Lojacono Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 prezzo visto che AirVR partirà da 49 dollari. Il goal della campagna di Kickstarter è fissato a 20.000 dollari e ha già ottenuto circa 10.000 dollari di finanziamento. Il video a questo link. Per informazioni dday@dday.it Per la pubblicità adv@dday.it n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE PC In realtà ci vorranno mesi prima che i produttori adeguino i loro prodotti a questo standard DisplayPort 1.3 per iMac con display 5k? Annunciato il nuovo standard con banda di 32,4 Gbps; è tempo di nuovi prodotti informatici S di V. R. BARASSI ta facendo il giro del mondo la notizia del rilascio dello standard VESA DisplayPort 1.3, che potrebbe dare il via libera a una nuova generazione di prodotti informatici. La caratteristica di base della nuova release dello standard è una banda teorica che raggiunge i 32,4 Gbps, il che rappresenta un valore più che doppio rispetto a quello di HDMI 2.0 e offre così supporto a risoluzioni di monitor 8K, monitor 4K@60fps con supporto simultaneo per un USB 3.0 e doppio monitor 4K con un solo cavo DisplayPort 1.3. Inoltre, VESA suggerisce l’utilizzo di DisplayPort 1.3 come soluzione per i monitor 5K, nonostante manchi una qualsiasi forma di standardizzazione di questo formato. Ed è da questa notizia che la stampa statunitense si è sbizzarrita, riprendendo le indiscrezioni su un possibile nuovo display Apple destinato ai professionisti; facendo due-più-due con la scoperta - risalente a giugno - del fatto che OS X Yosemite supporti risoluzioni fino a 6.400x3.600 (probabilmente un 3.200×1.800 in HiDPI) e considerando come l’attuale modello sia piuttosto datato, pensare a un nuovo monitor Thunderbolt 5K risulta più che lecito. I più ottimisti guardano anche oltre: molto presto potrebbero arrivare anche i primi iMac con pannello super-risoluto. Analizzando la situazione a mente lucida, però, risulta difficile immaginare annunci imminenti: DisplayPort 1.3 è stato appena presentato e ci vorranno mesi prima che i produttori si adeguino a questo nuovo standard. HDMI 2.0 è già da tempo una realtà ma a più di un anno di distanza le sue applicazioni sul mercato si contano col Samsung gioca la carta dello schermo curvo anche nei monitor con S27D590C, un display da 27 pollici Full HD pensato soprattutto per i momenti di svago di Massimiliano ZOCCHI contagocce; pur volendo fare le cose di fretta difficilmente arriverà qualcosa di concreto con DisplayPort 1.3 prima di sei mesi, anche se, spesso, Apple ha saputo stupire. In attesa di vedere cosa farà l’azienda di Cupertino e come si muoveranno giganti come Nvidia e AMD, Dell ha già presentato il suo monitor 5K, le cui specifiche complete non sono ancora state pubblicate: supporterà il nuovo standard? PC In attesa della presentazione, continuano i rumors sul nuovo sistema operativo Microsoft Windows 9 verrà (forse) presentato il 30 settembre Un video conferma le indiscrezioni: le tile dell’interfaccia Metro saranno integrate nel menu di Michele LEPORI icrosoft sta per presentare al mondo Windows 9 e l’attesa è alta. Se ne parla da mesi, sono filtrate immagini ed addirittura dei video, per non parlare di Microsoft Cina che “si lascia scappare” addirittura il logo. Il 30 settembre è il giorno X e gli inviti che Microsoft ha rilasciato alla stampa specializzata lascerebbero ben poco spazio alle sorprese: si parla di Windows e delle sue nuove applicazioni per il futuro del mercato consumer ma si fa riferimento nello specifico al mercato business, dove Redmond sembra aver puntato i fari per consolidare ed espandere quote di mercato. Va detto che difficilmente Microsoft renderà disponibile Windows 9 nel breve periodo, ben più realistico un annuncio che reindirizzi a una release nella prima parte del 2015. Come sempre, i rumor però non mancano. Dopo alcune immagini riguardanti il redivivo menù Start, arriva anche un video a confermare quanto visto negli screenshot M torna al sommario leaked. In pratica il nuovo menù sarà un ibrido tra il passato e la nuova interfaccia Metro. Si nota chiaramente nel video dimostrativo come le tile vengano perfettamente integrate all’interno del menù proprio come accade nella home di Windows (8 oppure 9 che sia). Avremo quindi la possibilità di scegliere il posizionamento, la grandezza delle tile, aggiungere nuovi programmi o eliminare quelli non desiderati. Come previsto dai rumor di questo periodo, il menù si autoadatta a seconda della quantità e grandezza delle tile cambiando la propria larghezza in modo dinamico. Una cosa interessante che si nota nel video è l’apertura di app Metro direttamente dalla modalità desktop, o addirittura dalla schermata principale ma con la possibilità di ridimensionarle e tenerle aperte nel desktop. Ricordiamo, comunque, che si tratta di una versione preliminare rilasciata ai partner di Microsoft, e prima della build definitiva pronta da commercializzare potranno cambiare molte cose. Affianca tre monitor curvi e sei nel cuore dell’azione Windows 9 in video Samsung crede nei display curvi e con S27D590C percorre questa strada anche nel mondo dei monitor. Diagonale da 27” con angolo di visione di 178 gradi, Full HD, contrasto dinamico di 3.000:1 e luminosità di 350 cd/m2 compongono la scheda tecnica di un prodotto con cui la Casa coreana vuole creare il massimo coinvolgimento, anche nel gaming. La spiegazione è sempre la stessa utilizzata in tutte le implementazioni dei display curvi, cioè che il monitor segue in modo più naturale la capacità dell’occhio umano, dando maggiore coinvolgimento e facilitando la visione di tutte le parti. Samsung specifica che questo prodotto rende al massimo con i giochi in prima persona (simulatori, giochi di guida, sparatutto). Questione che alimenta un continuo dibattito: marketing, reale beneficio o un mix di entrambe le cose? Probabilmente la risposta più equilibrata sta nel mezzo, ma di sicuro in una configurazioni multi-monitor, la curvatura dei monitor ravvicinati crea uno scenario di gioco a prima vista davvero notevole. Parlando di gaming, Samsung dichiara che la nuova modalità game mode (attivabile con la pressione di un tasto) analizza l’immagine in ogni zona modificando contrasto e colori per migliorare la visione durante l’azione. Completano la dotazione gli speaker integrati da 5 watt. Il prodotto sarà disponibile nei principali mercati a un prezzo, al momento solo per gli USA, di circa 450 dollari. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE GAMING Esce il 3 ottobre il videogioco ambientato nel mondo “ufficiale” della saga di Tolkien Tremate, sta arrivando L’ombra di Mordor Un RPG open world sofisticatissimo, con un sistema che rende il mondo vivo e dinamico I Ogni ufficiale dell’esercito di Mordor viene creato dinamicamente con i suoi punti di forza e i suoi punti deboli che andranno attentamenti studiati per preparare un piano di battaglia. NVIDIA ha svelato al mondo la sua nuova generazione di prodotti basati sull’architettura Maxwell. TDP di 165W e HDMI 2.0, ma niente DisplayPort 1.3. di Roberto PEZZALI l 3 ottobre uscirà nei negozi il nuovo videogioco ambientato nell’universo de Il Signore degli Anelli di Tolkien, o meglio nella sua trasposizione cinematografica: La Terra di Mezzo: l’Ombra di Mordor. Si tratta forse del capitolo videoludico più ambizioso per Warner Bros Interactive e il primo ad arrivare per console di nuova generazione (a novembre uscirà anche la versione per PS3, Xbox 360 e PC). Il nuovo gioco, che si configura come un action RPG in terza persona in un ambiente open world, è stato sviluppato da Monolith Productions ed è ambientato a cavallo tra gli avvenimenti che separano Lo Hobbit e la trilogia de Il Signore degli Anelli. Pur facendo riferimento all’universo narrativo di Tolkien per quanto riguarda gli avvenimenti principali, a livello di design dei personaggi e atmosfere L’Ombra di Mordor si rifà naturalmente alla saga cinematografica, di cui Warner detiene i diritti esclusivi. La trama, scritta da Christian Cantamessa, noto per la sua sceneggiatura dell’acclamato Red Dead Redemption, ci porta a impersonare uno dei ranger di Gondor, Talion, ucciso insieme alla sua famiglia dall’esercito di Sauron durante il ritorno di quest’ultimo a Mordor in una battaglia al Nero Cancello. Resuscitato da un misterioso spirito, che ben presto si scoprirà essere quello di Celebrimbor, l’elfo che forgiò gli Anelli del Potere, Talion cercherà la sua vendetta contro le orde di Sauron direttamente sul suolo di Mordor, in un’avventura che incrocerà anche la storia di Gollum e naturalmente la ricerca per l’Unico Anello. Al di là della trama principale, ciò che rende davvero interessante L’Ombra di Mordor è l’engine procedurale Nemesis System, che renderà ogni partita unica. Il grosso del gioco, torna al sommario GeForce GTX 980 È un mostro ed è pure “eco” di V.R. BARASSI infatti, ruota intorno all’individuazione degli ufficiali dell’esercito di Sauron e la loro sistematica eliminazione. Questi personaggi sono creati dinamicamente da Nemesis e vivono con noi nel mondo del gioco, seguendo una loro indipendente lotta tra i ranghi per scalare la gerarchia dell’esercito. I boss di rango più alto avranno le loro guardie del corpo e il giocatore potrà seguire diverse strade per arrivare al suo obiettivo. Potrà innescare lotte intestine tra i ranghi, soggiogare gli ufficiali sottoposti per utilizzarli come alleati verso i capitani, oppure andare dritto contro al proprio bersaglio, creando però un vuoto di potere che verrà presto riempito dagli altri luogotenenti. E quando disgraziatamente dovessimo morire in battaglia, prima del nostro rientro il gioco ci mostrerà come perseguirà la lotta di potere nell’esercito di Mordor durante la nostra assenza. Altro aspetto interessante è che ogni volta che incontriamo uno degli ufficiali dell’esercito (conducendo essi una loro “vita” indipendente all’interno del gioco, potremo imbatterci in loro in ogni momento), questi ricorderanno sempre ogni interazione che abbiamo avuto con loro. Se scapperemo ce lo rinfac- L’ombra di Mordor- trailer ceranno in un incontro successivo, oppure sapranno come difendersi da un nostro tipo di attacco che abbiamo utilizzato in precedenza e porteranno le cicatrici degli scontri a cui saranno sopravvissuti (fino a quando non gli taglieremo la testa, i boss non scompariranno dal gioco). Come detto, Nemesis è un sistema procedurale, questo vuol dire che l’esercito di Sauron viene creato dinamicamente in ogni partita, quindi ogni giocatore affronterà una sua sfida personalizzata. Il sistema di combattimento predilige scontri molto dinamici e spettacolari, con un’impostazione decisamente arcade, fatta di combo e mosse speciali. la componente RPG spunta soprattutto nella possibilità di personalizzare l’albero delle abilità (separato per Talion e lo spirito di Celebrimbor) e nel potenziamento delle armi, create seguendo con cura la filosofia tolkeniana. Naturalmente il mondo di gioco sarà costellato di quest secondarie e di oggetti speciali da scovare in giro per Mordor, che non è ancora la terra vulcanica de Il Signore degli Anelli, ma un paese verde pieno di roccaforti nemiche e rovine delle ere precedenti della Terra di Mezzo. L’Ombra di Mordor è in uscita per Plystation 4 e Xbox One il 3 ottobre e per Playstation 3, Xbox 360 e PC il 18 novembre. NVIDIA ha annunciato al mondo la sua nuova punta di diamante GeForce GTX 980 e gli occhi degli appassionati brillano già solo all’idea di avere un nuovo mostro da mettere a disposizione delle macchine da gaming più hardcore. Il gioiello di casa NVIDIA punta tutto sull’architettura Maxwell a 28 nm e su una GPU da 5,2 miliardi di transistor e 2.048 CUDA core attivi. Rispetto alla precedente generazione ci sarà anche una svolta “green”: GeForce GTX 980 avrà infatti un TDP di soli 165W, valore decisamente inferiore ai 250W di GeForce GTX 780 Ti Kepler dell’anno scorso. NVIDIA GeForce GTX 980 è equipaggiata con ben tre connettori DisplayPort 1.2 (nessun supporto al neo-annunciato standard DisplayPort 1.3) e può contare, oltre che sulla “classica” uscita DVI-I, anche su una porta HDMI 2.0, novità assoluta per questa categoria di prodotti. Veniamo alle dolenti note e cioè al prezzo: GeForce GTX 980 costerà 558 euro (IVA inclusa). La GPU GeForce GTX 980 sarà venduta in Italia anche all’interno di sistemi completi, da diversi partner. La lavatrice intelligente Un concentrato di tecnologia mai visto prima. Classe energetica A+++ -40% Con un consumo energetico annuo di 118 kWh, Intelius è la lavatrice con la maggiore efficienza energetica sul mercato (giugno 2012 – GfK). Haier Smart Technologies Smart Drive Motor® Motore Inverter innestato al cestello della lavatrice per un’ incredibile riduzione delle vibrazioni e della rumorosità. Smart Dosing Grazie al serbatoio per detersivo e ammorbidente, Intelius ne dosa automaticamente la giusta quantità e il risparmio è assicurato! Smart Detecting® Un sistema intelligente di rilevamento della durezza dell’acqua si associa a Smart Dosing per avere un perfetto ciclo di lavaggio. Smart Dual Spray® Due spray intelligenti lavano fibre e pelucchi lasciati sulla guarnizione dopo ogni ciclo di lavaggio. 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Abbiamo assistito a una presentazione del nuovo prodotto, nella quale il robottino girava indisturbato per un appartamento raccogliendo pezzetti di carta e petali volutamente buttati per terra all’interno degli ambienti di casa: sicuramente poco per valutarne anche solo sommariamente l’efficacia, ma ci hanno colpito la compattezza e la sicurezza nei movimenti; ci hanno poi spiegato che, a parte la caratteristica forma a D, VR200 ha anche dei “supporti per dislivelli” che gli permettono di salire su gradini anche più alti di 2 cm e questo dovrebbe impedire uno dei problemi tipici di questi prodotti, ovvero tornare a casa e trovarlo “impigliato” da qualche parte. Passiamo alle caratteristiche: abbiamo uno scanner laser per la mappatura della stanza e gli ultrasuoni per l’identificazione degli ostacoli, la capacità di memorizzare forma e caratteristiche dell’ambiente e la programmazione completa dei cicli di pulizia. C’è anche un comando a infrarossi per il controllo: peccato che al momento non sia controllabile via smartphone, ma potrebbe diventarlo nel prossimo futuro. Una delle differenze più importanti rispetto alla generazione precedente è proprio l’efficacia di aspirazione, che è circa tre volte quella di VR100, mentre la rumorosità ci è parsa (l’ambiente era affollato, per cui il tutto va preso con le pinze) contenuta, sicuramente nella norma. Anche l’autonomia è standard: 90 minuti di lavoro e poi se ne torna nella sua base per la ricarica. Infine, una cosa interessante di questo prodotto è il contenitore della polvere, che può essere svuotato manualmente oppure, grazie all’apposita apertura, svuotato mediante un ulteriore aspirapolvere. Nuovi robot Hoover, Wi-Fi e intelligenza Advanced Hoover ha presentato la terza generazione dei propri robot aspirapolvere Robo.com Molto sottili, hanno 120 minuti di autonomia e svariate tecnologie. Prezzi da € 449,90 O di Emanuele VILLA torna al sommario Quattro sensori da posizionare negli pneumatici, un’app e il collegamento Bluetooth: con Fobo Tire, la pressione delle gomme è monitorata 24/7 di Emanuele VILLA SMARTHOME La connettività Wi-Fi permette il controllo da smartphone iOS e Android rmai un po’ tutti i grandi nomi del mondo del “bianco” sono entrati nel settore dei robot per le pulizie, e Hoover non fa eccezione. La sfida si combatte sul terreno della capacità aspirante, delle tecnologie di navigazione, della capacità di evitare e superare gli ostacoli e, in definitiva, sul livello di “intelligenza” che le varie soluzioni sono in grado di offrire. Hoover presenta Robo.com3, la terza generazione di robot aspirapolvere; tra le sue caratteristiche, merita sicuramente la tecnologia AAI Algoritmic Advanced Intelligence, che ottimizza i percorsi del robot in funzione delle caratteristiche della stanza, ma anche la connettività Wi-Fi per il controllo da smartphone Ecco l’app che ti avvisa se fori una gomma (iOS e Android), lo spessore ridotto di 68 millimetri che gli permette di infilarsi sotto i mobili e i divani e un’autonomia fino a 120 minuti continui. A livello di pura tecnologia si segnala Dust Sensor, capace di attivare un percorso più o meno intensivo a seconda della quantità di polvere che incontra, la modalità Auto che sceglie in autonomia il programma di pulizie adeguato, i programmi Turbo, Full&Go e Scheduling, permettono di effettuare pulizie veloci ed efficaci quando si ha poco tempo, i sensori a infrarossi di rilevamento ostacoli, i 5 sensori anti caduta e i muri virtuali per delimitare l’area da pulire. I modelli sono tre, diversi per dotazioni, colore e funzioni: quello blu costa 449,90 €, quello grigio 499,90 € e quello titanium metallic 549,90 €. La sicurezza in auto viene prima di tutto, e per questo il nuovo gadget Fobo Tire ci è parso subito interessante: non solo a noi, visto che dei 28.000 dollari richiesti su Indiegogo per finanziare il progetto, la startup asiatica ha già superato i 100.000. Di che cosa si tratta è presto detto: 4 sensori, uno per pneumatico, da installare in prossimità della valvola e capaci di monitorare la pressione delle gomme in tempo reale, 24 ore al giorno. I sensori sono dotati di trasmettitori Bluetooth e comunicano con l’apposita app, segnalando quando bisogna gonfiare un po’ le gomme o quando si è forata. In questo caso, molto spesso ci si accorge del fattaccio quando si torna in macchina dopo un po’, ma se si ha Fobo Tire installato, il telefono inizia a suonare con vigore appena arriva in range di Bluetooth. Per quanto riguarda la durata della batteria, i creatori di Fobo Tire sostengono che l’autonomia non sia inferiore ai due anni, mentre sotto il profilo della sicurezza, si dice che i sensori non possano operare con uno smartphone che non sia quello dell’utente originale; i creatori del gadget stanno già lavorando a una sorta di lucchetto che prevenga fisicamente l’estrazione da parte di malintenzionati. n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE AUTOMOTIVE Un’automobile proiettata al futuro, alla sicurezza sulla strada e all’intrattenimento. Ecco le prime impressioni Ford Focus: un carico di sensori e tecnologia Abbiamo provato le tecnologie a bordo della nuova Focus: laser, sensori a ultrasuoni, videocamere e un touchscreen da 8” di Roberto PEZZALI novembre arriverà nei concessionari italiani la Ford Focus edizione 2015: non un semplice restyling, ma una macchina totalmente rinnovata con un fortissimo carattere tecnologico. Obiettivo di Ford è portare il maggior numero di tecnologie per la sicurezza e il comfort a bordo di un’auto di classe C, rendendole disponibili e accessibili a tutti: dal riconoscimento automatico dei cartelli stradali al parcheggio automatico, passando per il sistema di navigazione e entertainment Sync 2. Abbiamo guidato uno dei primi esemplari disponibili nel corso di un test drive di due giorni, giusto il tempo per apprezzare non solo le finiture di una macchina che è stata completamente rivista, ma anche tutti quei piccoli particolari che rendono Focus 2015 un piccolo parco giochi per chi adora sensori, videocamere, connettività, ecc. Guidare una macchina non è un gioco, sia chiaro, ma vedere come la tecnologia ha reso più sicura la guida e come un sensore e un processore possono salvarci da un tamponamento, è una cosa che non lascia indifferenti. Ford ha lavorato su due aspetti, uno legato alla sicurezza e uno all’intrattenimento; venendo da un mondo dove touchscreen, connessioni Bluetooth e streaming sono all’ordine del giorno, siamo rimasti più impressionati dal primo aspetto. A Un numero impressionante di sensori Sotto la carrozzeria della nuova Ford Focus ci sono 18 sensori: 12 a ultrasuoni, affogati nella carrozzeria, che rilevano la distanza tra l’auto e gli ostacoli in tutte le direzioni, una videocamera frontale per il riconoscimento tramite OCR dei più comuni cartelli stradali, la videocamera posteriore per il parcheggio, tre radar, uno frontale e due posteriori per rilevare veicoli in arrivo quando si esce da un parcheggio in retromarcia e un laser centrale per misurare la distanza con le auto che ci precedono. L’utilizzo di tutti i sensori, combinati a gruppi, permette di accedere a una serie di funzionalità di assistenza alla guida che viene adottata dalla maggior parte dei produttori. Il pregio di Ford è di mettere a disposizione queste tecnologie su un automobile di classe media. Non aspettatevi in ogni caso un’auto con la dotazione completa: per poter avere una Ford Focus come quella che abbiamo guidato noi bisogna aggiungere, al modello più costoso, qualche migliaio di euro. Piacevole alla guida, la tecnologia aiuta ma all’inizio disorienta Chi è abituato a guidare un’auto con qualche anno alle spalle resterà un po’ disorientato e allo stesso tempo sorpreso dalla nuova Focus: oltre al lato pratico, con una guida piacevole e un abitacolo davvero silenzioso, quello che impressiona sono gli aiuti alla guida, dal sistema di controllo delle corsie alla lettura dei cartelli. La Focus riconosce all’istante quasi tutti i cartelli che si trovano a lato della carreggiata, dai divieti ai limiti di velocità: nel corso del nostro tragitto solo alcuni cartelli tem- video lab poranei di lavori e alcuni posizionati male non sono stati letti. Eccellente la sensibilità dei sensori e dei radar: il sistema ci ha avvisato all’istante dell’arrivo di un altro veicolo mentre uscivamo da un parcheggio in retromarcia, veicolo che non eravamo riusciti a vedere a causa di un’altra auto che ci ostruiva la visuale. Comodissima la videocamera posteriore e indispensabile, dopo averlo provato, il parcheggio automatico in perpendicolare: basta usare freno e acceleratore, lasciando il volante all’auto, per entrare anche in un parcheggio stretto con precisione millimetrica. Clicca qui per vedere un breve video. Tra le tecnologie di bordo, quelle che ci hanno impressionato di più sono il controllo della “guida stanca” e delle corsie. Il primo cerca di stabilire, analizzando l’andatura, se il guidatore ha bisogno di riposare: abbiamo simulato un’andatura un po’ sbandata e in pochi secondi è arrivato il richiamo. Il secondo, utilissimo, controlla se stiamo seguendo la carreggiata e non stiamo uscendo di strada: varcando una linea continua veniamo avvisati da una vibrazione sul volante e l’auto automaticamente cercherà di portarci di nuovo in strada. Il livello d’intervento può essere configurato dal guidatore, tuttavia è incredibile vedere come la macchina, da sola, possa seguire la strada e fare le curve anche senza mettere le mani sul volante. Il sistema funziona bene se le linee sono tracciate, non funziona su strade prive di segnalazione o con segnalazione rovinata: è una cosa a cui bisogna fare un po’ di abitudine, perché a tratti, quando si taglia, ad esempio, una curva su un tornante, sembra che l’auto voglia opporsi alla traiettoria del pilota cercando di sterzare nella direzione opposta. Con tutti i livelli attivi, l’impressione che abbiamo avuto è simile a quella di un videogioco di guida con volante dotato di force feedback. Tra le altre novità troviamo anche il Pre-Collision Assist che avvisa se il veicolo che ci precede frena bruscamente e, se il guidatore non interviene, attiva automaticamente i freni e l’Adaptive Cruise Control, che permette di impostare e mantenere automaticamente la distanza dal veicolo che precede. Sync 2, 8” touch con navigatore e comandi vocali Sulla nuova Focus debutta anche la seconda generazione del sistema Sync 2 powered by Microsoft. Basato sempre sui comandi vocali, la seconda generazione arrivata ora in Europa sfrutta un grande schermo touchscreen da 8” che sostituisce il piccolo schermo monocromatico presente sulla passata generazione. L’upgrade è notevole, anche se chi è abituato a un tablet troverà un po’ datato lo schermo resistivo e con risoluzione poco elevata: la scelta di Ford sembra comunque obbligata visto che lo schermo è in grado di sopportare il calore fino a 100°, fatto molto importante segue a pagina 31- torna al sommario n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE AUTOMOTIVE Ne potranno beneficiare i consumatori che non dovranno rinunciare a usare le app che già di solito utilizzano General Motors sta per passare a CarPlay e Android Auto Goodbye MyLink, welcome CarPlay e Android Auto: sarebbe questo, in estrema sintesi, il pensiero di General Motors di Andrea ZUFFI L a decisione di General Motors di abbandonare MyLink, ovvero il proprio concetto di auto connessa, potrebbe rivelarsi una scelta sensata e lungimirante. MyLink è (o forse sarebbe meglio dire “era” stando a quanto diffuso da GigaOm), una piattaforma ideata da General Motors per consentire agli sviluppatori di realizzare applicazioni web per i sistemi di bordo di una vasta gamma di veicoli a partire dal 2015. Nelle intenzioni della casa automobilistica, un sistema di questo genere avreb- be portato nell’abitacolo applicazioni di terze parti del calibro di Pandora, NPR, Slacker Radio o ancora il servizio mappe Glympse. Quanto annunciato negli ultimi mesi da Apple e Google in ambito automotive ha però scombinato non poco le carte. Fino al punto di spingere General Motors a riflettere sul reale successo che avrebbe potuto riscuotere MyLink. Infatti, l’ultima cosa che qualunque produttore vorrebbe è dedicare tempo e risorse finanziarie per portare sul mercato una tecnologia che, non essendo compatibile con gli ecosistemi più diffusi, rischi di essere criticata o addirittura snobbata. La strada per General Motors sarebbe quindi segnata e la starebbe portando a sposare le soluzioni CarPlay di Apple e Android Auto di Google. A beneficiarne saranno i consumatori che potranno scegliere un’au- tomobile del gruppo General Motors sapendo che non dovranno rinunciare alle app che già utilizzano e che possono trovare sempre aggiornate sugli store dei due big mondiali dell’informatica e del mobile. AUTOMOTIVE Ford Focus 2015 segue Da pagina 30 SENSORI A 360° - Nella carrozzeria sono presenti 12 sensori a ultrasuoni che indicano la distanza di ogni ostacolo. INDICATORE DI PUNTO CIECO - È sullo specchietto e mentre rientriamo da un sorpasso ci avvisa se c’è qualcuno dietro di noi. CONTROLLO CARREGGIATA - I sensori integrati avvisano con una vibrazione se stiamo uscendo. L’auto di corregge la traiettoria in modo autonomo. di streaming: Sync 2 riproduce musica da sorgenti integrate (radio analogica, DAB e CD player) oppure da smartphone tramite Bluetooth o USB, porta quest’ultima che permette anche di collegare una chiavetta. Ford ha inoltre alimentato a 2A le porte USB che ora possono ricaricare non solo smartphone ma anche tablet. Eccellente la resa audio, anche se l’auto che abbiamo usato montava il sistema Sony con 10 diffusori e subwoofer: andrebbe ascoltata anche la versione base. Chi la vuole super tech deve spendere un po’ La nuova Ford Focus arriverà in Italia a fine novembre, a un prezzo che partirà da 18.750 euro per la versione 1.0 Ecoboost da 100 cavalli. Tutte le motorizzazioni saranno EURO 6, e oltre a questo motore sarà disponibile anche un benzina 1.5 Ecoboost e una coppia di diesel 1.5 TDCi e 2.0 TDCi con potenza da 95 a 150 cavalli. Sync 2, RILEVAMENTO CARTELLI - La CROSS TRAFFIC ALERT - Un sistema PARCHEGGIO SEMIAUTOMATICO ufficialmente disponibile solo sulle versioni videocamera legge i cartelli stradali ci avvisa dell’arrivo di veicoli mentre Focus è la prima Ford con parcheggio Titanium e Titanium X, verrà comunque ofmemorizzando la velocità del tratto di stiamo uscendo in retromarcia. Il semiautomatico anche perpendicoferto dai concessionari su tutte le versioni strada ed eventuali divieti. raggio del radar è di 40 metri. lare. perché rappresenta uno dei punti di forza dell’auto. Per poter accedere a tutte le tecnologie il prezzo lievita e non di poco: il pacchetto possono essere dati tutti in una volta sola, con le chiavi quando si parla dell’abitacolo di un’auto. La nuova inActive Park Assist Upgrade con sensori di parcheggio concatenate. Un bel upgrade rispetto alla generazione terfaccia utente è ben strutturata: quattro angoli attivi e parcheggio semi automatico costerà 750 euro, il Driprecedente, dove era necessario impartire i comandi per gestire telefono, navigazione, radio e clima. Tutte spezzando le frasi, anche se il sistema resta blindato le funzioni possono essere controllate tramite touch ve Assistance Pack con lettura segnali stradali, mansu alcuni comandi e non si possono usare sinonimi o o comandi vocali, questi ultimi decisamente migliorati tenimento corsia, frenata automatica e controllo stato frasi alternative. Sync 2 non è Siri e neppure Google rispetto a quelli delle versioni precedenti. La possibidel conducente a 1.250 euro. Tra gli extra c’è anche il Voice, è un comando vocale “vecchio stile” che però Winter Pack, che include il parabrezza riscaldato per lità di sfruttare la voce è una delle funzionalità chiave è migliorato parecchio e ha il pregio di poter essere scongelamento rapido d’inverno e il volante riscaldato di Sync e Ford ha cercato di rendere il riconoscimento utilizzato offline, quindi senza una connessione. Tramia 750 euro. Per tutte le configurazioni e le combinaziopiù naturale possibile permettendo anche l’uso di cote Sync si può gestire a voce anche il climatizzatore e mandi abbinati: “Ho fame ristorante cucina italiana” opni si potrà trovare ampia documentazione sul sito Ford interagire con il telefono. Restano invariate le funzioni pure “Riproduci album U2 casuale”, sono comandi che non appena verranno ufficializzati i listini. torna al sommario Concert for one Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte- nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello, da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple. Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. www.audiogamma.it n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE TEST Apple convince ancora una volta con un sistema molto cambiato non solo nelle funzionalità ma anche nei concetti iOS 8 in prova: Apple cambia e convince ancora Una maggiore apertura permette agli sviluppatori di accorciare il gap con Android sul fronte della personalizzazione di Roberto PEZZALI ilioni di utenti di iPhone e iPad hanno aggiornato ad iOS 8, il nuovo sistema operativo Apple annunciato nel corso del MWC 2014. Qualcuno, probabilmente i possessori dell’iPhone 4S, starà cercando di capire se l’eventuale update possa in qualche modo, e non sarebbe una novità, rallentare lo smartphone o portare ad un consumo di batteria anomalo, e in questo caso consigliamo davvero di attendere perché i primi test non sono incoraggianti. iOS 8, che dal punto di vista della grafica non è certo rivoluzionario come iOS 7, rappresenta per iOS un vero punto di svolta. Apple, per la prima volta, ha infatti aggiunto una serie di funzionalità attese da tempo e votate ad una piccola apertura nei confronti di chi da sempre addita iOS come un sistema chiuso. Le app possono finalmente parlarsi tra di loro, la tastiera Apple può essere sostituita con tastiere di terzi e altri piccoli limiti delle versioni precedenti sono venuti a cadere rendendo di fatto superfluo, tranne per chi ama il rischio e le app gratis, un eventuale jailbreak. A Cupertino sono impazziti? No, hanno solo fatto bene i loro calcoli: una maggior apertura del sistema verrà sicuramente apprezzata dagli utenti che sono abituati alla flessibilità di Android, e iOS 8 con il nuovo iPhone 6 Plus possono davvero attirare quel target che non ha mai visto di buon occhio Apple. In ogni caso, giusto per mettere le cose in chiaro, se da una parte Apple si apre offrendo nuove possibilità agli sviluppatori, dall’altra ha implementato una serie di funzioni che esaltano la superiorità del connubio iOS - Yosemite spingendo di fatto le persone verso il suo mondo “chiuso”. Se è vero che ci sono milioni di persone con in tasca un iPhone o nella borsa un iPad, è anche vero che molte di queste hanno a casa un PC M video o un notebook Windows: non sanno cosa si perdono. Continuity e Handoff, ad esempio, sono due killer application che solo chi appartiene alla grande famiglia Apple potrà apprezzare, e la stessa funzione Family Sharing sembra fatta apposta per spingere verso una adozione globale di iOS all’interno di un nucleo famigliare. Abbiamo provato iOS 8 partendo dalle prime beta e arrivando ora alla versione finale su un iPad 2 un un iPhone 5: non una scelta coraggiosa, ma semplicemente la voglia di vedere se con hardware più datato calano le prestazioni e la durata della batteria. La risposta ovviamente nelle conclusioni. Per molti, ma non per tutti Come ogni aggiornamento di iOS anche la versione 8 taglia la compatibilità con alcuni modelli di iPhone e iPad passati: la vittima illustre in questo caso è l’iPhone 4 che resterà a iOS 7. Dall’iPad 2 fino alla quinta generazione di iPod Touch sarà possibile aggiornare a iOS 8, anche se non tutte le feature saranno presenti. L’app Salute, ad esempio, non sarà 1 2 3 disponibile su iPad per ovvi motivi mentre Continuity funziona solo dall’iPhone 5 in poi. Alcune funzionalità poi, come il contapassi, sono legati alla presenza di hardware specifico: non è presente per esempio sull’iPhone 5 da noi usato per l’assenza del processore M7 ma funziona 1) I widget possono ora essere personalizzati. Ogni app potrà avere un widget se su un’altro iPhone previsto dallo sviluppatore. 2) All’interno delle app si potranno trovare elementi 5S che abbiamo di altre app: non sarà più necessario fare svariati passaggi. 3) Il control center è in redazione. Al ancora l’unico elemento che non può in alcun modo essere toccato. termine del corpo- lab so aggiornamento, fatta eccezione per le nuove app, l’utente si trova comunque in un ambiente che ormai conosce bene: iOS 8 non è assolutamente diverso da iOS 7 dal punto di vista grafico, ma sotto il cappello ha una serie di novità sostanziali. Se iOS 7 è stato rivoluzionario per quanto riguarda l’interfaccia, iOS 8 è altrettanto rivoluzionario per le funzioni e i miglioramenti che apporta all’intero sistema operativo. Rivoluzione “extensibiliy” Le app finalmente parlano tra loro iOS porta un numero notevole di novità, ma sicuramente il primo posto del podio lo merita l’apertura del sistema app e di iOS stesso alla possibilità di estensione da parte degli sviluppatori. Una scelta questa che va controcorrente rispetto a quanto fatto vedere da Apple fino ad oggi, ma anche una cosa indispensabile per far crescere iOS. Fino ad oggi iOS prevedeva una serie di applicazioSwiftKey è una tastiera ne isolate, chiuse per alternativa ma va instalmotivi di sicurezza in lata e configurata dalla una sendbox e incapasua applicazione ci di interagire una con l’altra: lo sviluppatore di un reader di feed, ad esempio, non poteva interagire con Safari per poter aggiungere direttamente il feed di un sito dalla pagine del sito ma era obbligato a copiare il link negli appunti, aprire l’app dei reader RSS e aggiungerlo a mano. Ma non solo: fino ad oggi era impossibile aprire un editor particolare di foto direttamente dalla fotocamera, grazie a “extensibility” ora si può. Una piccola ma utile rivoluzione che vedrà sbocciare un numero elevatissimo di estensioni per segue a pagina 34 torna al sommario n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 TEST iOS 8, la recensione completa segue Da pagina 33 applicazioni che aumenteranno l’interazione tra app e app e tra app e iOS. Grazie a questa funzionalità si possono anche sostituire elementi di iOS: la tastiera, ad esempio, può essere rimpiazzata da tastiere di terze parti e la maggior parte delle famose tastiere predittive usate su Android stanno arrivando anche su iOS. C’è da dire, però, che Apple ha migliorato molto la tastiera nativa che ora si adatta anche allo slang e al tipo di scrittura utilizzato: l’uso della K al posto del “ch” sarà non solo tollerato ma anche assimilato da iOS come abitudine dell’utilizzatore. Di questo ne parliamo però più avanti. Anche se possono intervenire su moltissimi aspetti gli sviluppatori non possono ancora toccare elementi di iOS come il Control Center e la springboard: Apple vuole evitare che troppe personalizzazioni possano in qualche modo inficiare l’usabilità e l’eleganze del sistema. Ogni estensione, dai widget alle tastiere, non vengono però scaricati dall’App Store in quanto tali ma devono essere pacchettizzati in una applicazione: non ci sarà quindi un widget meteo senza una applicazione meteo e non potrà esserci una tastiera senza l’app dedicata. Una scelta questa particolare: sta allo sviluppatore di una applicazione sviluppare le estensioni “ufficiali” per la sua app, e non sarà possibile per esempio creare solo l’estensione per una serie di app per le quali le estensioni non sono previste. Una logica, questa, totalmente diversa da quella delle estensioni di Chrome o di Firefox. Tutto quello che facevi prima ora lo fai nella metà del tempo Come ogni sistema operativo iOS 8 raccoglie anche una serie di features e piccole migliorie che a volte appaiono insignificanti ma che possono rendere davvero più facile e veloce l’uso dello smartphone. Tra queste ne segnaliamo solo alcune, ma siamo certi che usandolo a fondo scopriremo moltissime shortcut e piccole chicche che a prima vista è difficile cogliere. Sotto questo punto di vista i cambiamenti alla luce del La ricerca di Spotlight funziona anche su web, ma può essere disattivata da menu MAGAZINE sole sono la possibilità di interagire direttamente con le notifiche, rispondendo ad esempio ad un messaggio senza chiudere l’app in esecuzione e una versione migliorata della schermata “multitasking”, che oltre alle apps aperte guadagna una fila di icone con le ultime persone contattate e i contatti segnalati come preferiti. Certo, ci sono anche accedendo dall’icona telefono ma così è tutto più semplice. Tra le aggiunte gradite anche la possibilità di aggiungere rapidamente un contatto se riceviamo una mail da una persona che non è nella nostra rubrica e la facilità con cui ora si possono cancellare le mail, ovvero una bella “botta di pollice” da destra a sinistra sulla singola missiva. La possibilità di aggiungere poi una serie di widget al pannello notifiche ci evita di dover richiamare necessariamente una applicazione, il tutto con l’obiettivo di accorciare i tempi. Una schermata home con tempi, orari dei mezzi di trasporto usati, risultati delle partite e azioni di borsa che si aggiorna dinamicamente potrebbe essere il tipico esempio di uso dei widget. Un altro passo avanti verso Android, che certe cose le aveva già da tempo. Migliora anche Spotlight per uniformarsi al nuovo Spotlight di Yosemite: inserendo una chiave il motore cerca ovunque, anche sul web (Bing e Wikipedia) trasformandosi così in una sorta di motore di ricerca globale che ancora una volta accorcia i tempi di esecuzione: per cercare qualcosa non si deve più aprire Safari e andare su Google. Questo ovviamente nelle idee di Apple: per la ricerca preferiamo affidarci ai vecchi metodi, ma se cerchiamo un app o una mail allora va più che bene. La ricerca su web, ovviamente, può essere esclusa. La tastiera indovina le parole e se non vi piace si cambia L’apertura di Apple alle tastiere di terze parti renderà in moltissimi casi obsoleta la tastiera di default di iOS: sull’iPhone 6 Plus, ad esempio, una tastiera come SwiftKey o Swype potrebbe rivelarsi più pratica e utile di una tastiera classica dove si deve battere ogni singolo tasto con precisione. Apple ha comunque rivisto la tastiera di base aggiungendo un sistema di rilevamento predittivo che aiuta non solo nella composizione dei messaggi ma anche nelle risposte rapide. Denominato QuickType il sistema di Apple apprende i nostri usi e le nostre abitudini in fatto di scrittura, adattandosi non solo allo slang usato ma anche al tipo di linguaggio che teniamo con determinati contatti. Ad un messaggio di tipo “ci sei” inviato dalla fidanzata Quicktype suggerirà un “eccomi amore” o “dimmi cara”, suggerimenti che non si adattano ad esempio ad un contatto di lavoro o ad un amico. QuickType tuttavia non condivide i suggerimenti tra le varie app, e impara solo se si usano le app native, quindi Mail o iMessage: se usate Whatsapp o Skype non state addestrando in alcun modo QuickType. Non abbiamo ovviamente rinunciato a provare anche tastiere di terzi: in questo caso la tastiera non solo va aggiunta ma bisogna dargli i pieni permessi. Apple avvisa l’utente dei pericoli che ci possono essere: usando una tastiera di un produttore esterno i dati digitati finiscono nel cloud e questo include anche conversazioni e numeri di carte di credito. Se non si “accetta” la cosa la tastiera non funziona, con Apple che ovviamente scarica sulla decisione dell’utente e sullo sviluppatore delle apps la responsabilità di quello che potrebbe succe- 1 2 1) Finalmente si può interagire direttamente con una notifica. 2) La vista “multitasking” è utilissima ora, ci sono anche i contatti e i preferiti dere nel caso in cui il cloud di uno di questi sviluppatori venisse violato. Famiglia: il papà compra per tutti Un’altra funzione utilissima introdotta da iOS 8 è la possibilità di creare un gruppo famigliare raggruppando fino a 6 Apple ID. Fare parte della famiglia vuol dire condividere gli acquisti di app senza dover necessariamente condividere un account come probabilmente molte persone hanno fatto fino a oggi. Apple ha anche aggiunto la possibilità di creare album famigliari e un calendario condiviso (tramite iCloud), piccole cose che possono rivelarsi però utili. Un’altra funzione del pacchetto “Famiglia” è la possibilità di richiedere l’autorizzazione ad un acquisto: i figli potranno chiedere ai genitori di acquistare un app per loro e i genitori potranno rifiutare, il tutto grazie ad un miglioramento nel parental control. Anche se si è in famiglia la privacy è comunque importante: ogni membro potrà decidere di non mostrare una eventuale applicazione comprata o acquista al gruppo. A capo c’è il “padre di famiglia”, l’organizzatore che non solo gestisce il gruppo ma condivide i dati della sua carta di credito. Sempre della suite fa parte anche la possibilità di vedere la posizione degli altri membri della famiglia. Messaggi: Apple punta Whatsapp Whatsapp ha ormai monopolizzato il mondo della messaggistica istantanea forte della sua compatibilità multipiattaforma e della sua versatilità, ma nonostante questo Apple ha scelto di migliorare e inserire nella sua applicazione messaggi una serie di funzionalità che riguardano soprattutto iMessage. Il primo è il “Tap To Talk”, ovvero la possibilità di mandare brevi messaggi audio ad un contatto, la seconda è la possibilità di mandare selfie e video veloci sfruttando una gestire sull’icona fotocamera: se al posto di premerla fate uno swype verso l’alto l’iPhone scatterà un selfie e lo manderà all’istante senza chiedere conferma. Pericolosissimo. Interessante sempre nell’ambito della messaggistica di inserire il “mute” in una chat per non ricevere più notifiche e di vedere uno storico dei file e dei contenuti audio e video scambiati con un utente. segue a pagina 35 torna al sommario n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 TEST iOS 8, la recensione completa segue Da pagina 34 Fotocamera, dallo scatto in manuale all’editor completo Una delle applicazione più utilizzate dell’iPhone è sicuramente la fotocamera: Apple migliora l’applicazione di base aggiungendo il Time Lapse e e il timer per lo scatto a 3 o 10 secondi (il flash lampeggia durante il countdown). Nulla di eclatante, anche se le cose miglior le vedremo solo con le apps di terze parti dato che Apple ha finalmente aperto alla gestione manuale dei controlli della fotocamera: Pro Cam 2, già disponibile sullo store, è la prima app che sfrutta queste possibilità. Novità anche per quanto riguarda l’applicazione Foto: si possono marcare come preferite delle foto cliccando sul “Cuore”, e allo stesso tempo nell’elenco degli album compaiono anche album creati o salvati con altre apps, nel nostro caso Play Memories Mobile. Rivoluzionato interamente l’editor, un piccolo Photoshop a portata di dito: si possono ora non solo ruotare le foto ma anche controllare tutti i parametri dell’immagine correggendo luci, ombre e tanto altro. Davvero ben fatto. Continuity ti fa capire l’importanza di avere un Mac e non un PC (se hai un iPhone) iOS e Yosemite sono collegati ora da un filo comune: grazie a Continuity e a funzionalità come Handoff Mac e iPhone si parlano in continuazione senza bisogno di effettuare alcune configurazione. Al momento il funzionamento del sistema non è ancora in fase beta: iOS è pronto, Yosemite non ancora e proprio per questo stiamo usando un MacBook Pro Retina 2014 con a bordo la public Beta 3. Le funzioni “Continuity” sfruttano Bluetooth 4.0 e connettività wireless, e il bello è che non serve alcuna configurazione per attivarle: sfruttando la logica di iBeacon Yosemite rileva la presenza dell’iPhone, vi accede in remoto grazie allo stesso account e stabilisce da solo il collegamento. Nella schermata di blocca schermo dell’iPhone vediamo le attività in sospeso sul Mac e possiamo accedervi direttamente, così come sul Mac possiamo aprire schede di Safari o continuare a comporre mail MAGAZINE che abbiamo iniziato su iPad o iPhone. La sinergia tra Mac e iDevice si fa più stretta quando si tratta ad esempio di scambiare file: AirDrop ora funziona tra OSX e iOS. Oltre alla possibilità di gestire apps e documenti tra diverse piattaforme abbiamo apprezzato in modo particolare la possibilità di rispondere al telefono da Mac: la qualità è discreta, c’è un po’ di ritardo ma funziona davvero bene ed è comodo, soprattutto se c’è l’iPhone in carica sul comodino. La stessa cosa dovrebbe valere per gli SMS, che al momento però non risultano implementati e lo saranno solo a fine ottobre. L’unica cosa che ancora manca alla parte “telefonica” è un vero keypad: se durante la telefonata ci viene chiesto ad esempio di inserire un codice di riconoscimento non abbiamo un tastierino per farlo. 1 2 3 1) Ora è possibile impostare il timer di scatto: 3 o 10 secondi con il flash che segnala il countdown. 2) Il timelapse scarta un frame ogni due: il risultato è comunque piacevole. 3) ProCam 2 è la prima app di terze parti con controlli manuali. Healthkit per ora è “malato” ma promette bene L’applicazione “Salute” è una delle vere novità di iOS 8. Healthkit, la piattaforma per permettere lo scambio di informazioni tra applicazioni di fitness è al momento in stand by per un non precisato bug ma in queste settimane siamo stati comunque in grado di apprezzare alcune piccole chicche che non erano emerse prima. Una di queste, utilissima, è la cartella clinica: è possibile inserire i propri dati dal gruppo sanguigno ai contatti per le emergenze nella cartella clinica che sarà richiamabile dalla loco screen anche se c’è il codice inserito. Una piccola cosa, ma in caso di incidente se chi porta i primi soccorsi è sufficientemente smart avere a portata di mano certe informazioni può davvero salvare la vita. Chi possiede però un iPhone 5S o a breve avrà un nuovo iPhone 6 può già sfruttare ad esempio il contattassi interno per arricchire la schermata home. iCloud Drive è un Google Drive più caro Una importante novità di iOS 8 riguarda il modo in cui Apple gestisce i file sul cloud. Questa a dire il vero è una feature per utenti un po’ smanettoni, perché per la maggior parte della gente il passaggio ad iCloud Drive sarà trasparente e indolore. Ad oggi le apps che supportano iCloud, come Pages o Numbers, sincronizzano in automatico i contenuti con le stesse apps su iPad o OSX ma non è possibile seguire questo scambio di file che avviene in modo totalmente trasparente per l’utente. L’aggiornamento a iCloud Drive apre invece le porte a questo mondo: sarà possibile copiare i file sul cloud, aprire le cartelle delle apps per vedere cosa c’è dentro e spostare file da cartella a cartella nel cloud in modo facile e intuitivo. Una sorta di Dropbox, insomma, anche se manca un vero e proprio client su iOS: non c’è un finder e neppure un esplora risorse per gestire i file del cloud, e l’unica soluzione è andare su beta.icloud.com oppure usare il Mac con OSX. iCloud Drive è una feature pensata più per un uso desktop, e il vantaggio il ambito mobile è la possibilità di copiare dei file in una cartella e accedervi poi con un app: al momento le apps ottimizzate sono pochissime, ma a breve molti reader di PDF e app di produttività potranno cercare file nel cloud come già oggi si può fare ad esempio con Dropbox o Google Drive. In ogni caso consigliamo di appoggiarsi ad altri sistemi come Dropbox o Google Drive: iCloud infatti oltre a costare più dei competitor, anche se il prezzo è sceso, viene usato da iOS anche per i backup dei device e quindi lo spazio libero per la gestione dei file rischia di essere davvero poco. “Hey Siri”, svegliati e rispondimi Anno dopo anno Siri diventa più intelligente: la nuova versione di Siri per iOS 8 ha imparato a riconoscere anche le canzoni grazie all’integrazione con Shazam e ovviamente ci consiglia l’acquisto su iTunes per ogni match positivo. La feature che riteniamo però più importante, anche se va attivata manualmente dal menu, è la possibilità di richiamare Siri anche a telefono in stand-by semplicemente dicendo “hey Siri”. Questa funzione è particolarmente interessante nel caso di utilizzo hand-free, quindi quando siamo in macchina e vogliamo chiamare qualcuno o farci dare indicazioni di navigazione senza distogliere lo sguardo dal volante. “Hey Siri” sostituisce un po’ il tasto “Siri” che Apple aveva proposto ad alcuni costruttori di auto e che non ha trovato adeguata risposta sul mercato per svariati problemi. L’unico limite di questa funzionalità è le necessità di avere lo smartphone collegato alla presa di ricarica: restare sempre in ascolto, per l’iPhone, comporta un consu- segue a pagina 36 torna al sommario n.96 / 14 22 SETTEMBRE 2014 MAGAZINE MOBILE HealthKit è una delle novità più interessanti del nuovo iOS 8 di Apple Un Bug rinvia HealthKit di 10 giorni A causa di un bug Healthkit non sarà pienamente utilizzabile fino a fine mese di Emanuele VILLA n occasione del lancio di iOS 8, Apple ha scoperto un bug relativo al framework Healthkit e ha immediatamente eliminato dallo store tutte le app di terze parti che ne fanno uso. Un peccato, perchè Healthkit e l’app Salute sono senz’altro due tra le novità più interessanti di questa nuova release del sistema operativo. La prima segnalazione è giusta I da Brian Mueller, uno sviluppatore che realizza l’app Carrot Fit: Brian dice di aver ricevuto da Apple una segnalazione sullo stato della sua App, app messa “in attesa” a causa di un problema di Healthkit, che al momento non risulta ancora pronto per il lancio. Poi Apple ha rasserenato tutti gli sviluppatori affermando che non è in alcun modo colpa loro, il bug è lato-Apple e la situazione verrà ripristinata nel minor tempo possibile tramite un piccolo Fix software, ma resta il fatto che chi vuole usare Salute al 100% dovrà attendere ancora qualche giorno. Nessuna dichiarazione ufficiale circa la causa del problema, quel che è certo è che Apple è già al lavoro con molte risorse per la soluzione e conta di essere operativa entro la fine del mese. TEST guida o un app sui trasporti locali, ma nel nostro caso, quartiere periferico di Milano, non suggerisce nulla di particolare. segue Da pagina 35 Anzi, ci propone un app del Milan, neppure quella ufficiale: sarà per la vicinanza con la nuova sede? mo notevole di batteria. Qualcomm ha una tecnologia Sempre in App Store Apple ha inserito analoga che funziona senza impattare sui consumi, implementata via hardware nei chip Snapdragon, ma una nuova modalità “App Suggerite” che è brevettata: probabilmente i processori A di Apple consiglia all’utente di scaricare l’app relanon sono dotati di una funzionalità simile. tiva ad un posto o ad un negozio nei paraggi. Passeggiando di fronte a McDonald dovrebbe suggerirci l’app del fast food, ma al momento, nonostante un bel giro Come ogni aggiornamento di iOS anche le app nain Corso Vittorio Emanuele e il Galleria a iMessage è stata profondamente rivoluzionata. Manda audio tive ricevono una serie di migliorie. Non le abbiamo Milano non siamo riusciti a farci suggerire messaggi, foto e video con un semplice gesto. Da segnalare analizzate tutte, ma vogliamo raccontare le più cunulla. il suggerimento, oltretutto, compa- che gli audiomessaggi funzionano anche tra iOS 7 e iOS 8, riose (fatta eccezione per quelle già descritte sopra). Partiamo dall’AppStore, che non ha subito stravolgire nella loco screen: qualcuno parla già anche se risultano non consegnati. Arrivano a destinazione di pubblicità, secondo noi sono i primi senza alcun problema. menti se non una funzione che permette di suggerire tentativi di implementazione di iBeacon. le app in base alla posizione. App Store chiede l’auOra arriva il suggerimento dell’app, poi il torizzazione all’utente per sfruttare la sua posizione prossimo step saranno sconti, coupon o altro. Cambia e in base a qualche criterio particolare cerca di dare leggermente anche Safari: la novità più apprezzata app utili: nel caso di una città potrebbe suggerire una sibilità ancora maggiori per gli sviluppatori che posin Italia è sicuramente la possibilità di richiedere un sono finalmente lavorare offrendo non solo app, ma sito in versione Desktop “raggirando” così il paywall anche estensioni. Nonostante uno spazio occupato di Corriere e Gazzetta: anche leggermente maggiore di iOS 7, il nuovo iOS non ha sotto copertura Tre richiedenassolutamente appesantito i vecchi terminali e non 2 1 3 ha avuto alcun effetto negativo, almeno nel nostro do la versione desktop si vecaso, sulla batteria. Qualche problema in più potrebdono tutti i contenuti senza più pagare. Altra piccola aggiunta bero averlo i possessori di iPhone 4S, un po’ per le prestazioni un po’ perché comunque tra notifiche, a Safari è la possibilità di selenuova vista multitask e nuovo control center iOS si zionare DuckDuckGo, il motosta evolvendo sempre di più verso schermi di grande re di ricerca anti Google che formato, e già sull’iPhone 5 qualche vista dell’internon raccoglie alcun dato delle tue ricerche. Va ovviamente faccia inizia a sembrare un po’ sacrificata. Qualche impostato a mano, e come mobug c’è, qualche applicazione non aggiornata ha fatto un po’ le bizze ma nel complesso non ci sono motivi tore di ricerca non è proprio il per attendere. Con iOS 8 non ci sono praticamente massimo. più scuse neppure per il jailbreak: con le possibilità di personalizzazione l’unico vero motivo per modificare il device è evitare l’acquisto di app, anche se nessuno 1) I dati di tutti i sensori e delle altre app vengono aggregati in una lo ammetterà mai. Ci sono alcune funzioni di iOS 8 dashboard configurabile dall’utente. 2) Alimentazione, attività fisica e pa- iOS 8 è un aggiornamento dedicate ovviamente ai nuovi iPhone 6 e 6 Plus: le rametri vitali: tutto si gestisce da un utile pannello. 3) La cartella clinica abbiamo lasciate in stand-by in attesa della prova obbligato: offre tantissimo racchiude i dati sensibili di un utente. Potrebbe essere davvero utile. completa dei nuovi smartphone. all’utente finale, ma offre pos- iOS 8, la recensione completa Miglioramenti globali a tutte le app Tanta carne al fuoco senza diminuire le prestazioni torna al sommario
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