n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE Copia privata e Samsung HU8200 TV curvo ora l’opacità di Stato Ilcosta 05 meno Venerdì sera d’inizio estate con brutta figura: non stiamo parlando della nazionale italiana, ma del Ministro Dario Franceschini che proprio venerdì scorso ha firmato il decreto di adeguamento dei compensi per copia privata. Non è tanto la sostanza che dà fastidio: 4 euro per uno smartphone da 16 GB sono comunque tanti per una non-contropartita come la copia privata; ma data la completa arbitrarietà del sistema dei compensi, sia nella ratio originaria che nella raccolta e nella ridistribuzione, se fossero stati 5, 6 o 20 euro non si sarebbe potuto obiettare nulla. Sono cifre a caso (per non dir di peggio), senza alcun fondamento reale e anzi ampiamente contraddette dagli studi commissionati (e mai contestati) dallo stesso Ministero dei Beni Culturali, che dimostrano come la copia privata sia oramai una pratica residuale e in via di esaurimento. Quello che è offensivo è il modo in cui il Ministro Franceschini e il suo staff hanno comunicato l’avvenuta firma del decreto. Innanzitutto il momento: dopo settimane di attesa, Franceschini comunica con un tweet e un post su Facebook l’avvenuta firma poco dopo le 20 di venerdì sera, subito dopo la conclusione della partita dell’Italia, ovverosia nel momento in cui, per mille motivi, la notizia ha meno chance di essere ripresa con tempismo e quindi anche letta; strategicamente dopo le elezioni e nel cono d’ombra del primo weekend d’estate e delle discussioni sull’Italia calcistica. Unica fonte di informazione, un lungo ma incompletissimo comunicato stampa, privo della sostanza, ovverosia i nuovi compensi (se non pochi esempi); un’accozzaglia di excusatio non petita e falsi argomenti, come l’ampia citazione della petizione di 4000 autori (e come tali ben interessati ad un aumento) tacendo colpevolmente le petizioni firmate da decine di migliaia di comuni cittadini. Le tante falle della nota del Ministero sono state ampiamente descritte in queste ore nel bell’articolo di Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano, a cui rimandiamo volentieri. La nota del Ministero, di cui abbiamo dato completa pubblicazione, è tutt’altro che equidistante, come si richiederebbe alle Istituzioni e riporta una a una tutte le mozioni sostenute da SIAE e aventi diritto, trascurando le altre (compreso il fatto, da noi più volte dimostrato, di come alla fine paghino i consumatori): una brutta figura la cui responsabilità oggettiva è senza dubbio in capo al Ministro Franceschini ma della quale pare plausibile ritenere responsabili anche gli apparati del Ministero che hanno favorito questo tipo di comunicazione. Tanto che l’ufficio stampa del Ministero, perseverando nella medesima linea di nontrasparenza, per tutta la giornata di sabato e di lunedì (giorno in cui scriviamo) si è rifiutata di condividere il testo del decreto come anche solo la tabella completa dei compensi riadeguati: si tratta di fatti, non più di anticipazioni; di numeri passati alla firma: nasconderli all’opinione pubblica, tanto per far sbollire un po’ dello sdegno che nel frattempo si sta diffondendo, è offensivo nei confronti dei cittadini e contraddittorio rispetto alla tanta sbandierata trasparenza. Ma c’è un’altra vulnerabilità in tutta questa storia: il comunicato stampa del Ministero inizia con la celebrazione di un accordo tra il Ministro e Gino Paoli finalizzato a destinare l’incremento del gettito delle nuove tariffe Nokia Lumia 930 Un piccolo gioiello da 599 euro 09 Yamaha YSP 2500 Il proiettore sonoro super versatile 23 Copia Privata Franceschini firma Via libera al decreto legge Compensi a 4 euro su smartphone e tablet da 16 GB 02 02 08 Amazon Fire Phone Bello e innovativo Lo smartphone è integrato nell’ecosistema Amazon Riconosce oggetti, canzoni, film Con Creative Cloud IN PROVA Adobe esplora nuove strade 15 Le app sono totalmente rinnovate. C’è anche kit con righello e penna digitali per disegnare con l’iPad Tutti i giochi più “forti” della prossima stagione 19 “alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. In questa vicenda di cui la trasparenza non è certo la migliore qualità, il Ministro Franceschini si sostituisce al legislatore e addirittura determina con una delle parti interessate una nuova destinazione dei compensi che, invece, secondo la legge vigente, vanno semplicemente ridistribuiti agli aventi diritto. E qui si apre una discrezionalità – l’ennesima in questa storia - molto pericolosa: chi decide chi sono i giovani autori e artisti Direttamente dall’Electronic Entertainment Expo tutti i giochi che ci faranno sognare a dover beneficiare? E con quali meccanismi? Si tratterà delle solite discrezionalità all’italiana per sostenere autori ed artisti “amici” o peggio ancora organizzatori di eventi e manifestazioni ancora più “amici”? Vorremmo poter credere che la finalità sia davvero quella di aiutare i giovani autori e artisti. Permetteteci, nell’Italia dell’Expo e del Mose, di non nutrire questa fiducia, almeno a priori. Gianfranco GIARDINA 30 Huawei Ascend P7 OK il prezzo è giusto 33 LG G2 Mini, del G2 ha solo il design 35 AKG Y50, qualità e design alla moda n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MERCATO Franceschini firma, via alla riderminazione dei compensi per copia privata applicati ad apparecchi e supporti Copia privata: compensi a 4 euro su smartphone e tablet Si prende dove “girano i soldi”: diminuzioni solo per CD-R e DVD-R, che nessuno compra più. Per la serie “ti piace vincere facile...” di Gianfranco GIARDINA È lo stesso Ministro Dario Franceschini a darne conferma via Twitter (di venerdì sera e in pieno “cono d’ombra” da Italia-Costa Rica): “Firmato decreto copia privata. Il diritto d’autore garantisce la libertà degli artisti e i costi vanno sui produttori, non sui consumatori” La telenovela sui compensi per copia privata, stagione 2013-14 si chiude quindi qui: il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ha infatti promulgato l’atteso e discusso decreto ministeriale di riadeguamento dei compensi. Non si conosce ancora il testo preciso del decreto, ma in una nota diffusa dal - sono stati comunicati alcuni (pochi) elementi chiave: innanzitutto i compensi su smartphone e tablet, che passano a 4 euro (un aumento di circa il 350% per gli smartphone, che partivano da 0,90); sono stati poi comunicati anche i compensi relativi ad altre fattispecie oramai in completo abbandono, guarda caso questi al ribasso: i CD-R passano da 0,14 a 0,10 e i DVD-R da 0,41 a 0,20. Ma nulla si sa, per ora, relativamente al resto delle categorie soggette, come PC, TV, hard disk e altri apparecchi con memoria integrata. Qui di seguito le uniche cifre comunicate per ora dal Ministero, con il solito confronto con Francia e Germania e la consueta omissione degli altri Paesi che non hanno compenso o ce l’hanno inferiore al nostro. Una nota, quella diffusa dal Ministero, scritta evidentemente con il contributo di SIAE: Franceschini e Gino Paoli si impegnano, non potendo cambiare il det- tato di legge, a far sì che le associazioni che percepiscono i compensi destinino l’incremento generato dalle nuove tariffe (e quindi si sa già che si tratta di incremento) ad attività di “promozione di giovani autori e artisti e di opere prime”. Inoltre si cita ampiamente la raccolta di firme tra artisti promossa da SIAE, che ha raccolto 4000 sottoscrizioni da parte di una parte evidentemente interessata ad incassare, ma si trascura di citare le petizioni con molte più adesioni realizzate per esempio da alcune associazioni dei consumatori. Come dire: vale di più il parere di pochi aventi diritto (che sono ovviamente favorevoli agli aumenti dei propri guardagni) rispetto all’appello di molti cittadini. Una spiacevole asimmetria: il Ministro avrebbe fatto meglio a non citare né gli uni né gli altri e limitarsi al suo ruolo istituzionale, che non dovrebbe essere schierato. La nota ministeriale dedica poi ampio spazio a sottolineare, come già nel tweet di Franceschini, che l’incremento dei compensi non graverà sui consumatori. Come abbiamo più volte sottolineato, ovviamente le industrie che pagano il compenso non sostengono certo direttamente il costo ma lo ribaltano, in modo più o meno trasparente, sul consumatore, che è quello che paga davvero: il Ministro sostiene – non sappiamo sulla base di quale elementi – che invece i consumatori saranno tenuti indenni. Vi aggiorneremo preso sui dettagli del decreto non appena questi verranno resi disponibili. Qui a fianco l’intero testo della nota del Ministero. La nota del Ministero del 20-6-2014 FRANCESCHINI FIRMA DECRETO EQUO COMPENSO, SALVAGUARDATO DIRITTO D’AUTORE PER GLI ARTISTI, NESSUNA TASSA SUI TELEFONINI NUOVE RISORSE SERVIRANNO A PROMUOVERE ESORDIENTI E OPERE PRIME Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dopo un’approfondita istruttoria e un confronto che ha visto coinvolte tutte le categorie interessate, ha firmato il decreto ministeriale che aggiorna per il prossimo triennio il compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi previsto dalla legge sul diritto d’autore. Il Ministro Franceschini e il Presidente della Siae, Gino Paoli hanno convenuto di impegnarsi, per la parte incrementale di gettito delle nuove tariffe, affinché tutte le categorie di titolari dei diritti di copia privata impieghino una quota di tali somme alla promozione di giovani autori e artisti e di opere prime. GARANTITA LA CREATIVITÀ “Con questo intervento - ha commentato Franceschini - si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori.” CAPZIOSO CHI PARLA DI TASSA SUI TELEFONINI A CARICO DEI CONSUMATORI “Parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge”. NESSUN AUTOMATISMO SUI PREZZI DI VENDITA “Il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso”. AGGIORNAMENTO PREVISTO DALLA LEGGE “Ho applicato doverosamente una norma di legge vigente” ha concluso il ministro Franceschini ricordando che “è dal 2012 che le tabelle sull’equo compenso attendevano di essere aggiornate. E ho anche ricostituito il tavolo tecnico che dovrà monitorare l’evoluzione e le tendenze del mercato e che, entro 12 mesi, verificherà lo stato di applicazione di questo provvedimento. Governo e parlamento dovranno adesso riflettere sulla necessità di adeguare la norma di legge ai cambiamenti tecnologici e di mercato, in parte già avvenuti e in parte prevedibili”. L’APPELLO DEL MONDO DELLA CULTURA Il decreto corrisponde alle tante sollecitazioni del mondo della cultura. Solo un mese fa, oltre 4.000 autori hanno chiesto al governo di intervenire a tutela del diritto alla creatività e di monitorare i riflessi della costante e rapida evoluzione tecnologica nel mondo dell’arte. I FIRMATARI: DA SORRENTINO A MORRICONE Hanno firmato l’appello al ministro Franceschini tra gli altri: Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Roberto Andò, Renzo Arbore, Pupi Avati, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Al Bano, Angelo Barbagallo, Franco Battiato, Pippo Baudo, Andrea Bocelli, Fausto Brizzi, Caterina Caselli, Luca Carboni, Riccardo Cocciante, Paolo Conte, Paola Cortellesi, Maurizio Costanzo, Simone Cristicchi, Gigi D’Alessio, Maria De Filippi, Francesco De Gregori, Elisa, Roby Facchinetti, Fedez, Sabrina Ferilli, Tiziano Ferro, Elio Germano, Paolo Genovese, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Daniele Luchetti, Neri Marcoré, Franco Migliacci, Riccardo Milani, Mogol, Enzo Monteleone, Gianni Morandi, Ennio Morricone, Orchestra Piazza Vittorio, Laura Pausini, Piero Pelù, Max Pezzali, Nicola Piovani, Eros Ramazzotti, Danilo Rea, Antonio Ricci, Marco Risi, Kim Rossi Stuart, Stefano Rulli, Renzo Rubino, Stefano Rulli, Claudio Santamaria, Enrico e Carlo Vanzina, Antonello Venditti, Carlo Verdone, Renato Zero, Nina Zilli e Zucchero. torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT La Lega Calcio ha ricevuto per i diritti TV offerte per circa 1.1 mld di euro Serie A esclusiva Sky. A breve la verità Manca poco all’assegnazione dei diritti TV 2015-2018 per la trasmissione della Serie A Sky sembra essere in vantaggio con una offerta mangiatutto, digitale terrestre incluso di Roberto PEZZALI breve la Lega Calcio dovrà decidere a chi affidare i diritti TV per la trasmissione delle stagioni 2015-2018 della Serie A e la situazione non è mai stata ingarbugliata come in questa ultima asta. Sul tavolo sono arrivate offerte per circa 1.1 miliardi di euro, una cifra superiore a quanto la Lega si aspettava di incassare. Ma il rischio di dover rifare tutto è concreto, anche perché alla Lega Calcio spetta ora una decisione delicata visto che, al contrario di quanto si pensava inizialmente, Sky Italia ha spaccato la barriera tra digitale terrestre e satellite, facendo l’offerta migliore per entrambe le piattaforme. Una cosa che ha fatto anche Mediaset, ma mettendo sul piatto meno soldi. Per il pacchetto A, infatti, quello che offre le migliori 8 squadre via satellite, Sky ha offerto 355 milioni di euro superando la base d’asta di 273 milioni. Dopo Sky ci sono le offerte di Mediaset e Fox, decisamente inferiori. Il colpo a sor- A presa però c’è stato nel pacchetto B, la versione DVB-T del pacchetto A: secondo alcune agenzie di stampa Sky ha offerto 420 milioni, seguita da Fox con 400 milioni e, solo dopo, da Mediaset. La Pay TV di Piersilvio Berlusconi avrebbe però presentato la migliore offerta per il pacchetto D, ovvero l’esclusiva delle altre 12 squadre, mentre il pacchetto integrativo di interviste e immagini dagli spogliatoio non ha raggiunto la base d’asta: Sky ha offerto solo 15 milioni, la base d’asta era 66. Difficile capire cosa deciderà la Lega Calcio, anche perché le soluzioni sul tavolo sono tante. Si potrebbe, ad esempio, rifare l’asta, puntando sul fatto che il pacchetto E è risultato invenduto, ma con una nuova asta il rischio di non raggiungere più queste cifre è concreto. I presidenti dei Club premono per accettare la situazione attuale (con i soldi dei diritti TV le società minori devono fare il mercato), ma scegliendo l’offerta di Sky si potrebbe aprire un complicato ricorso legale. L’ipotesi più credibile, a questo punto, è una assegnazione dei diritti a Sky con una sorta di accordo che prevede uno scambio, per lo stesso triennio, con i diritti della Champions League che si è aggiudicata proprio Mediaset. Una pace forzata che ristabilisce l’equilibrio televisivo degli ultimi anni, una soluzione che accontenta tutti i consumatori che non si vedono costretti a pagare due abbonamenti per poter seguire Coppe e Campionati di calcio. Rai 1, la fiction in prima serata è...“riquadrata” Il 16 giugno, su Rai 1 in onda una fiction recente di produzione Rai in formato “riquadrato” Bande nere sopra, sotto, a destra e a sinistra. Così Rai 1 ha trasformato i televisori 50” in 37” A di Gianfranco GIARDINA torna al sommario 75%: tanto per fare un esempio un 50” diventa equivalente a un 37”, praticamente la metà della superficie dello schermo diventa inutile e dedicata alle bande nere. Se lo spettatore provvede autonomamente e manualmente a fare lo zoom dell’immagine operando sul TV, lo schermo si riempie ma con una risoluzione dimezzata e quindi con una qualità di certo non accettabile. La cosa che rende tutta questa storia ai limiti del credibile è che L’uomo che cavalcava nel buio, la fiction mandata in onda in questa originale modalità, è del 2009 ed è di produzione Rai: possibile che in Rai non avessero un master correttamente formattato in 16:9? E soprattutto, possibile che nessun tecnico in Rai Dopo un anno di commercializzazione in Giappone, la versione “domestica” di PS Vita si prepara al mercato americano ed europeo di Michele LEPORI ENTERTAINMENT La fiction in questione, L’uomo che cavalcava nel buio, risale al 2009 vevamo già visto questa “acrobazia” digitale di Rai, ma mai su Rai 1 e mai in prima serata. Lunedì 16 giugno, l’emittente di Stato si è superata: la fiction L’uomo che cavalcava nel buio con Terence Hill è stata mandata in onda in primissima serata e su Rai 1 in un originalissimo “black box”, ovverosia con spesse bande nere su tutti e quattro i lati. In pratica, il master utilizzato è formattato su un canvas 4:3 ma essendo girato in widescreen è stato ovviamente trasferito in letterbox. Mandando questo master in onda su un canvas che ora è nativamente 16:9, vengono aggiunte le bande nere anche ai lati. Il risultato è quello che si vede nello screen capture in alto a destra. In questo modo la porzione utile dello schermo si riduce sulla diagonale al PlayStation TV In Europa dopo l’estate abbia intercettato il problema, ponendo rimedio per tempo? Siamo oramai ai limiti del sabotaggio tecnico. Tanto per rendere la cosa ancora più grottesca, la Rai ha provato l’esperimento del “black box” anche in alta definizione nell’emissione sul canale Rai 1 HD. E per non farsi mancare nulla, per una settimana la fiction riquadrata sarà liberamente visibile su Rai Replay a questo indirizzo. All’E3, Sony ha annunciato il lancio di PlayStation TV, una sorta di “versione da salotto” di PlayStation Vita, in America ed Europa dal prossimo autunno. Ma di cosa si tratta? PS Vita, la piccola console portatile lanciata nel dicembre 2011 come erede della PSP, non ha mai fatto breccia nel cuore dei videogiocatori e la grande S ha tentato di reinventarla come console da casa con “Vita TV”, che ora è pronta a esportare in tutto il mondo. PlayStation TV, questo il nome che avrà fuori dal Giappone, è l’hardware di una PS Vita dentro uno chassis che ha le uscite e gli ingressi di una console da salotto, per collegarsi a un TV e alla rete. Le app a uso TV sono un’incognita sulla quale per ora Sony non ha fornito informazioni: in Giappone, gli utenti possono fruire contenuti cinematografici e musicali in streaming o in abbonamento in alternativa ai contenuti del PlayStation Store, cosa che non sembra sarà possibile in Occidente, perlomeno al lancio. PlayStation TV usa l’hardware della sorellina portatile e per i comandi ecco il DualShock 3, con cui sarà anche proposta in bundle con cavo HDMI, SD da 8GB e il gioco Lego Movie, in America a 139 dollari. PlayStation TV potrà essere usata per accedere e giocare anche col servizio di cloud gaming PlayStation Now. Per chi vuole acquistare la sola PlayStation TV, il prezzo è di 99 dollari. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT Al Forum Digitale Europeo di Lucca Dolby ha dimostrato come potranno essere le trasmissioni sportive del futuro Audio evoluto Dolby: lo spettatore TV decide cosa sentire Si potrà scegliere il mix tra le tracce audio e persino chattare a voce con gli amici, proprio come se ci trovassimo al bar di Gianfranco GIARDINA D stato escluso il commento e sono stati decisamente enfatizzati i rumori di gioco, come i colpi sul dischetto, mentre i suoni del tifo sono stati spostati sui canali surround. La cosa che abbiamo ritenuto più interessante e innovativa è la modalità social: lo spettatore può unire allo stream audio della partita quello proveniente da una app social, per commentare in viva voce l’andamento del match con gli amici: addio partite al bar, il bar lo si fa in casa propria... Il tutto mantenendo il mix con i rumori dello stadio e quindi senza una separazione “brusca” tra effetti sonori e chat audio. Dolby ha integrato nel proprio sistema di audio evoluto anche una serie di strumenti informativi: per esempio, lo spettatore può essere informato sia acusticamente che in grafica che su altri campi è cambiato un risultato. In un opportuno pannello si possono configurare gli eventi che devono scatenare una notifica. Si tratta, per ora, semplicemente di una proposta ai broacaster, che addirittura non ha neppure un nome commerciale: solo se si riuscirà a convincere contemporaneamente le emittenti e i produttori di TV ad aderire a questo standard potrà nascere e svilupparsi questo nuovo ecosistema audio TV. Ma Dolby ci ha insegnato negli anni che quello che gli riesce meglio è senza dubbio riuscire a mettere d’accordo tante parti diverse sul fatto che il proprio standard sia vantaggioso. Scopriremo nei prossimi anni se ce l’avrà fatta anche questa volta. Commento in lingue diverse, lo spettatore può scegliere di volta in volta quale ascoltare. La traccia audio degli effetti dello stadio è seaparata e può essere miscelata con il commento. Utilizzando microfoni posti a bordo campo è possibile ricreare l’esperienza vissuta dall’atleta. I rumori di gioco possono essere enfatizzati ottenendo un effetto molto coinvolgente. È possibile unire allo stream audio della partita il proprio commento e condividerlo con gli amici. Sono previsti anche strumenti informativi che mantengono sempre aggiornato lo spettatore. olby cerca di rivoluzionare (ancora) il mondo dell’audio, questa volta con particolare attenzione al mondo dello sport. Infatti, nel contesto del Forum Digitale Europeo di Lucca, Dolby ha presentato una soluzione di audio evoluto pensato per le trasmissioni TV, soprattutto per quelle delle trasmissioni sportive; una specie di rideclinazione dell’audio multicanale finalizzato a una personalizzazione dello spettacolo da parte dello spettatore. In pratica, la proposta di Dolby indirizzata ai broadcaster è quella di integrare nel flusso una serie di tracce audio diverse, permettendo allo spettatore una serie di opzioni di mix, alcune decisamente interessanti. Si parte, ovviamente, dagli aspetti più “scontati”, come per esempio il commento in lingue diverse: l’utente può scegliere di ascoltare in commento in una delle lingue disponibili, cosa che si fa già oggi con gli stream con più tracce audio. Ma dato che, nel progetto Dolby, la traccia audio degli effetti dello stadio è separata da quella del commento, poi lo spettatore può scegliere come miscelare la voce con i cori dei tifosi arrivando addirittura, se lo desidera, ad escludere completamente lo speaker o ad eliminare del tutto i rumori dello stadio. Inoltre, Dolby ha previsto anche un remix particolare dei microfoni attorno al campo, che ricrei direttamente l’esperienza audio vissuta dall’atleta in gioco. Nella demo alla quale abbiamo assistito (una partita di Hockey), una volta inserita la “On The Ice Experience” è torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Samsung ha lanciato sul mercato due nuovi televisori Ultra HD con schermo curvo Samsung HU8200: il TV curvo costa meno La gamma HU8200 in vendita con schermo da 55” (2999 euro) e da 65” (4499 euro) Zeus è il TV più grande al mondo, misura 8x5m metri e pesa più di 1 tonnellata, ma è solo un esercizio di stile di Roberto PEZZALI S amsung aggiunge alla lineup di TV 4K due nuovi modelli, continuando a premere l’acceleratore sul concetto di “curvo è bello”. La nuova gamma HU8200 arriverà presto in Italia in due diversi tagli, 55” e 65”, ai prezzi di 2999 euro per il 55HU8200 e di 4499 euro per il 65HU8200. Proprio il prezzo è il nodo chiave: se gli appassionati continuano a ritenere il TV curvo tanto fumo e poco arrosto, basta fare quattro passi presso i negozi della grande distribuzione per rendersi conto che effettivamente il TV curvo colpisce, proprio perchè diverso da quanto si è visto negli ultimi 15 anni (leggi: i pro e i contro di un TV curvo). Finora, però, il prezzo elevato della soluzione ha scoraggiato gli acquirenti: circa 1000 euro di differenza per la curvatura sono una cifra che in pochi sono disposti a pagare per avere l’ultimo ritrovato nel cam- di Vittorio Romano BARASSI po del design dei TV, ecco quindi che Samsung prova ad accontentare tutti con la serie HU8200. Come si intuisce dal nome, la serie è una via di mezzo tra la 8500 da noi provata (e risultata eccellente) e la serie HU7500, il modello Ultra HD piatto che viene venduto a 2799 euro di listino. Apparentemente tra HU8500 e HU8200 non ci sono differenze, tuttavia l’HU8500 di- spone di One Box Connector esterno, mentre i TV HU8200 hanno i connettori integrati (ma possono essere aggiornati tramite Evolution Kit 2.0). Tutte da verificare ovviamente le performance, ma se la serie HU8200 dovesse vedersi come la serie HU8500 da noi provata, a 500 euro in meno il nuovo Samsung sarebbe davvero un prodotto interessante. TV E VIDEO Sono arrivati i TV 4K ma i contenuti latitano, ci viene in aiuto DVDO con iScan Mini DVDO lancia iScan Mini, lo scaler 4K ultra compatto Lo scaler è in grado di ottimizzare video SD e HD sui pannelli Ultra HD, costa 349 euro di Paolo CENTOFANTI D iciamocelo, sembra quasi un film già visto. La stessa situazione infatti l’avevamo vissuta con l’avvento dei TV full HD: contenuti in HD inesistenti, ma tanti DVD e scaler all’interno dei TV non sempre all’altezza per visualizzarli al meglio. Ora siamo a punto a capo, con i TV Ultra HD e con i Blu-ray Disc o i canali HD a fare le veci dei contenuti in bassa definizione, che comunque non ci hanno ancora abbandonato neppure loro. Ecco allora che torna alla carica DVDO, marchio famoso per i suoi processori video capaci di ottimizzare e migliorare ogni tipo di contenuto alla risoluzione di uscita voluta. Pronto per il 4K arriva il DVDO iScan Mini, un piccolissimo processore con ingresso e uscita HDMI 2.0 e capace di effettuare al meglio l’upscaling di qualsiasi contenuto in 4K. Il processore integra il rinomato sistema di elaborazione di immagine VRS ClearView, che ridi- torna al sommario Costa più di 1 milione di euro il TV da 370” mensiona il segnale video filtrando il rumore e migliorando il dettaglio delle immagini. Il DVDO iScan Mini può funzionare sia in modalità automatica che manuale, per offrire agli appassionati la possibilità di intervenire su ogni parametro. Il processore utilizza preset separati per ogni tipo di contenuto (definizione standard e HD) e offre una modalità che applica i filtri di riduzione del rumore ed edge enhancement, ma senza upscaling. In più offre la funzione di “audio stripping”, per collegare tramite uscita digitale ottica dispositivi audio privi di ingresso HDMI. Tra le altre funzionalità si segnalano anche il generatore di segnale integrato e la possibilità di forzare un segnale video tramite l’editor di EDID. Il DVDO iScan Mini è disponibile in Italia a un prezzo di listino di 349 euro. Qualche giorno fa, giusto in tempo per l’inizio dei Mondiali di calcio (il tempismo è tutto nella vita!), l’azienda britannica Titan ha annunciato Zeus, un televisore mastodontico destinato a pochi fortunati che possono permettersi di spendere 1 milione di sterline, al cambio attuale circa 1,25 milioni di euro. Sì, perchè la cosa divertente è che questo TV ambisce a un’utenza domestica o comunque indoor (musei/mostre...), per quanto sia difficile ipotizzare chi possa esserne davvero attratto. Stiamo parlando del televisore più grande al mondo e che è, e ci mancherebbe, anche 4K. La diagonale è impressionante: 370 pollici. Ciò significa che per farlo entrare in casa ci sarà bisogno di uno spazio di 8x5 metri e di un pavimento in grado di sostenere l’imponente mole di circa una tonnellata. I facoltosi acquirenti di Titan Zeus saranno felici di sapere che nel prezzo finale è compreso sia il trasporto che l’installazione su un supporto ad hoc, effettuata da parte di tecnici specializzati. E non fa niente che i mondiali nessuno li farà vedere in 4K; mostrare agli amici il TV più grande al mondo: questo non ha davvero prezzo. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT Svelata l’app di Rai News, arriverà nei prossimi mesi su tutti i canali RAI Con l’app mhp Rai News TG sempre in linea È una specie di TG interattivo sempre online per costruirsi la propria informazione su TV Offre tutti i vantaggi delle news presenti sul Web, insieme a quelli del grande schermo di Gianfranco GIARDINA ta per arrivare la app TV di RAI News. Si tratta di una applicazione mhp che utilizza la rete come canale di approvvigionamento delle informazioni e che offre un’aggregazione delle principali notizie, sia testuali che video, da fruire on demand. A mostrare in anteprima la nuova applicazione, ancora in versione beta, sono stati i tecnici del Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica RAI di Torino, durante la conferenza nazionale di HD Forum Italia a Lucca. Si tratta di una buona integrazione tra contenuti testuali e immagini, rapida nella navigazione e nell’erogazione di contenuti proprio grazie al collegamento di rete. La nuova App di Rai News sarà disponibile su tutti i canali RAI, insieme alle altre app come Rai Replay e TGR, per fruirne è necessario un TV “Bollino Gold”, ovverosia dotato di interattività mhp e presa di rete, oltre che un collegamento a Internet. Le diverse sezioni della app aggregano contenuti secondo l’argomento o la tipologia. Nella sezione principale (prima pagina) si trovano tutte le news più importanti, con la possibilità di scorrere in orizzontale le pagine per accedere al altri contenuti. La presentazione è grafica e coinvolgente, non certo sul modello “televideo” o simili. Ogni “tile” contiene un articolo o un servizio filmato. Per avere molta più profondità di notizia, Amazon ha lanciato negli Stati Uniti Prime Music, il suo servizio di streaming musicale ora incluso nell’abbonamento Prime. Un milioni di brani e niente artisti Universal S di Paolo CENTOFANTI si può consultare la sezione tematica: è possibile scegliere un settore e approfondire tutte le notizie relative allo specifico argomento. Interessante anche la possibilità di vedere in streaming in qualsiasi momento l’ultima edizione di tutti i notiziari Rai. C’è poi una sezione che aggrega tutte le fotogallery, contenuti che sono spesso molto consultati su Web ma che difficilmente trovano spazio nelle app TV. L’ottima reattività della app è solo un po’ compromessa dalla logica di navigazione che, ovviamente, è legata ai tasti colorati del telecomando e che quindi non è sempre così intuitiva come si potrebbe desiderare. Speriamo che questa bella app riceva l’opportuna visibilità e che venga promossa almeno sui canali RAI e non nascosta come accaduto per molti mesi a RAI Replay: non sarebbe la prima volta che l’ottimo lavoro del Centro Ricerche RAI finisce per essere vanificato e messo in second’ordine nel viaggio tra Torino e Roma. MERCATO Eurosatellite e Rener si fondono e creano NGT: formazione professionale al top Nasce NGT, il nuovo nome della formazione hi-tech Pronti diversi Corsi e Master, tra i più interessanti figurano quelli legati all’economia verde Q di Emanuele VILLA uesta volta parliamo di chi vuole costruirsi un futuro professionale nel mondo della tecnologia, giovani, ma anche chi decide di lanciarsi in una nuova avventura professionale: a tal fine, due nomi storici della formazione, Eurosatellite e Rener, hanno annunciato la loro fusione e la contestuale creazione di un nuovo soggetto giuridico, Next Generation Training (NGT), un centro di formazione tecnica per professionisti e non, legato all’innovazione tecnologica. NGT nasce dalla confluenza torna al sommario È partito Prime Music Lo streaming di Amazon di Eurosatellite e Rener: il primo, nato nel 1989, si è sempre occupato di formare tecnici specializzati nell’ambito della ricezione satellitare di tipo domestico, mentre Rener è, invece, un nome noto nel mondo delle energie rinnovabili; insieme le due realtà si propongono, mediante la tradizionale formazione in aula e piattaforme online, di formare e certificare la competenza dei professionisti del futuro. NGT ha sviluppato il portale www.ilmioinstallatore.it e un’app per pubblicizzare e geolocalizzare i tecnici adatti per le proprie esigenze. Attualmente tra i progetti più interessanti troviamo i Master e Corsi di Mobile Application Development su piattaforma iOs: Developer iOS Basic da 40 ore, Account Manager iOS da 40 ore e Master svilppatori App iOS da 160 ore, mentre chi volesse crearsi un profilo professionale legato all’economia verde e rinnovabile sarà interessato ai Master e Corsi in Gestione dell’energia, tra cui Esperto in gestione dell’energia da 40 ore + e-learning e il master Energy & Business Management da 200 ore. Per ulteriori informazioni www.eurosatellite.it e www.rener.it Amazon entra nell’arena della musica in streaming. Lo fa a modo suo e, come da ultime anticipazioni, si tratta di un servizio integrato all’interno dell’abbonamento Amazon Prime, al momento per i soli utenti statunitensi. Amazon ha deciso di accorpare tutti i servizi musicali sotto l’unico ombrello di Amazon Music: MP3, Cloud Player e AutoRip. Per gli abbonati Prime a queste funzionalità si aggiungono ora anche circa 1 milione di brani disponibili in streaming e per l’ascolto off-line, tramite app per desktop e mobile e dispositivi Kindle. E come era già emerso dalle indiscrezioni, non ci sono le ultimissime uscite discografiche. Quello che però manca di più al momento è un accordo con una delle tre major del disco, Universal, e con esso i tantissimi artisti di primo piano dell’etichetta (U2, Madonna, Bon Jovi, Lady Gaga, giusto per citare alcuni due più famosi). Insomma, un servizio decisamente più limitato rispetto a Deezer o Spotify, ma essendo già incluso in Prime è comunque un’interessante aggiunta per gli abbonati Amazon. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MERCATO Dagli smartphone sparirà il marchio Nokia, destinato solo alla gamma economica Addio a Nokia, dal 2015 il brand sarà Microsoft Evleaks pubblica un documento destinato ai dipendenti con una tabella di marcia precisa di Massimiliano ZOCCHI device Lumia continueranno ad essere brandizzati Nokia ancora per alcuni mesi e troveremo lo storico nome anche sulla gamma Nokia X, ma solo fino alla fine del 2015. Il marchio, a cui molti clienti sono affezionati, continuerà ad esistere solo sulla gamma economica e per i cosiddetti feature phone per altri dieci anni. In pratica una conferma di quanto trapelato alcuni mesi fa, ma un documento interno all’azienda, scovato e pubblicato da Evleaks, aggiunge altri dettagli. Per quanto riguarda gli store con insegna Nokia e i Care Centers, la nota indica che per il momento rimarranno tali, per non generare confusione nei clienti, mentre da un punto di vista istituzionale Microsoft consiglia a tutti i dipendenti di attuare il cambiamento quanto prima, a partire dai semplici biglietti da visita, stampe ufficiali e pro- I mozionali, o anche slide di presentazioni. Tutto questo materiale dovrà utilizzare da subito i loghi Microsoft e non fare più cenno a Nokia. Dettagli importanti uniti a cambiamenti più di contorno, come gli account Twitter di alcuni dipendenti, che spesso contenevano nel nome un riferimento a Nokia, dovranno essere adeguatamente modificati. Inoltre, sarà richiesta maggiore attenzione nella realizzazione di campagne pubblicitarie e materiale informativo, dato che i cavilli dell’acquisizione sono molti. Ad esempio il contratto non prevede l’uso del famoso 25 milioni di clienti Wind sono stati colpiti da un blackout totale di 5 ore: l’azienda si scusa ufficialmente e spiega l’accaduto di Emanuele VILLA slogan “Connecting People”, che quindi dovrà essere evitato od eliminato dal materiale già preparato. Un cambiamento graduale, che alla fine porterà alla scomparsa del marchio Nokia in favore del nuovo Microsoft Mobile. MERCATO La società che fa capo per il 40% ai figli di Berlusconi, è stata messa in liquidazione Prezzofelice chiude: tutta colpa degli smartphone Protestano i clienti che non hanno ricevuto i loro acquisti e, a quanto pare, sono in tanti P di Roberto PEZZALI rezzofelice.it, dopo tre anni di bilanci in perdita, è stata messa in liquidazione. “Siamo spiacenti di comunicarvi che i servizi di prezzofelice. it saranno sospesi a partire da giovedì 12 giugno” campeggia sul sito, sotto un beffardo slogan “Felice lui, felice tu”, frase che ovviamente ha scatenato su Facebook le proteste di coloro che avevano appena ordinato l’ultimo ritrovato in termini di smartphone ad un prezzo scontatissimo, senza però averlo ancora ricevuto. Prezzofelice, fondata nel 2010 da Raffaele Giovine, è anche la società dei figli di secondo letto di Berlusconi, che detenevano il 40% delle quote: la colpa, secondo il CDA, sarebbe dell’ex amministratore delegato Pietro Dore che ha nascosto il cattivo andamento dei conti e le problematiche emerse nell’ultimo periodo. La vera causa del fallimento di Prezzofelice sembrano però essere gli smartphone che, grazie al prezzo super aggressivo, erano il cavallo di battaglia dell’azienda: con un solo fornitore e una vendita praticamente al torna al sommario costo Prezzofelice si è concentrata troppo su un prodotto a basso margine senza riuscire a far fruttare abbigliamento, turismo e altri settori merceologici che avrebbero, invece, garantito un certo guadagno. Anche le campagne pubblicitarie, andate in onda sulle emittenti Mediaset, erano focalizzate su prodotti a bassissimo margine, spesso tecnologici, cosa che ha portato al rapido deterioramento dei conti. Non è la prima volta che Prezzofelice finisce sotto i riflettori: già negli anni passati era stato denunciato all’antitrust per pratiche commer- Arrivano le scuse per il venerdì 13 di Wind ciali scorrette, con smartphone appena lanciati venduti sottocosto e misteriosamente esauriti a pochi secondi dal lancio dell’offerta, salvo poi essere sostituiti con prodotti meno allettanti. Chi ha comprato su Prezzofelice uno smartphone (a quanto pare sono in tanti) difficilmente riceverà qualcosa a casa, così come coloro che hanno in mano coupon e buoni per ristoranti e hotel: i fornitori dei servizi, infatti, non li accettano più. L’unica possibilità è scrivere al supporto clienti (supporto@prezzofelice.it), ma il rimborso è una ipotesi remota. Com’è noto, nella giornata di venerdì 13 (guarda caso) i clienti Wind, a prescindere dalla natura e dal tipo di contratto (fisso/mobile, consumer/business) hanno dovuto sopportare un blackout totale della durata di qualche ora. In particolare, le prime avvisaglie del problema si sono avute verso le ore 11 e, mentre quasi tutti gli utenti hanno confermato la rimessa in servizio verso le ore 16, alcuni hanno dovuto invece attendere fino alla tarda serata per poter telefonare, inviare sms e navigare in Internet. A dire il vero, Wind ha comunicato tempestivamente un danno sulla linea, ma senza dare indicazioni precise sui tempi di recupero (che poi si sono concretizzati in qualche ora) e, soprattutto, sulle cause del disservizio. Parliamo di 25 milioni di utenti, un numero enorme di persone coinvolte in quello che verrà ricordato come il venerdì nero di Wind. In tutto questo, va comunque segnalato il comportamento trasparente dell’azienda, che venerdi è intervenuta più volte via tweet per far sapere ai propri clienti di essere attiva in merito (“Abbiamo ancora difficoltà generalizzate sulla rete: i nostri tecnici sono a lavoro. Comprendiamo e ci scusiamo per il grosso disagio”), poi nella giornata di domenica ha diramato un comunicato stampa in cui, oltre alle scuse del caso e alla definizione del fenomeno come “anomalo, di carattere eccezionale e (soprattutto, ndr) irripetibile”, comunica ai propri utenti le cause del disservizio. A questo indirizzo il comunicato stampa integrale. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE Amazon presenta l’innovativo smartphone Fire Phone, integrato nell’ecosistema Amazon. Scopriamolo insieme Amazon Fire Phone vede e riconosce le cose Riconosce oggetti, canzoni, film e offre un sistema di “prospettiva dinamica” grazie a quattro fotocamere frontali di Emanuele VILLA eff Bezos aveva promesso qualcosa di innovativo, di bellissimo ma soprattutto di diverso. Diverso dai soliti smartphone con potenza da vendere, design sempre più curato ma che, in fondo, fanno tutti le stesse cose. E non ci si può stupire che qualcosa di innovativo arrivi proprio da Amazon, dall’azienda che (unica nella storia recente) ha deciso di prendere Android, di abbatterlo e ricostruirlo completamente, di mettere al centro i contenuti, costruirgli uno store ad hoc (d’altronde chi più di Amazon ha esperienza di “store”?) e di venderlo come strumento d’intrattenimento e non come concentrato di tecnologia alla ricerca di 1 GHz più degli altri o di quel GB di memoria extra che farà la differenza. All’evento di Seattle, attesissimo dalla stampa di tutto il mondo, Jeff Bezos ha inizialmente mostrato al pubblico una serie di slide relative alla crescita esponenziale dei servizi dell’azienda, in particolare di quel Prime il cui boom è stato la diretta conseguenza dell’efficienza del servizio, dell’introduzione di funzionalità extra (come Prime Instant Video, che da 5.000 titoli è passato rapidamente a 40.000) e, soprattutto, della sempre crescente fiducia dei consumatori nei confronti del marchio Amazon. Bezos sostiene che gli abbonati a Prime rinnovino sempre perché la qualità paga, e in più ormai ci sono decine di milioni di utenti di Kindle Tablet. Inoltre, anche il Fire TV, ultimo nato in casa Amazon, sta crescendo a ritmo incalzante. Prime esiste anche in Italia, per quanto i due servizi non siano paragonabili: mentre il nostro è un abbonamento mensile che consente spedizioni illimitate con consegne in 2-3 giorni lavorativi, in America è più un ecosistema che un servizio, consente l’accesso a Prime Music, un database di milioni di brani audio e playlist da ascoltare in streaming, a Prime Instant Video, che sostanzialmente incarna lo stesso concetto di Prime Music ma è rivolto a film e serie tv, e a 500.000 eBook. Ecosistema Amazon che ovviamente è il cuore pulsante del prodotto che tutti stavano aspettando: Fire Phone. Guardando le prime foto, sembrerebbe avere uno stretto rapporto di parentela con iPhone, ma addentrandoci nelle specifiche e nella finalità del prodotto, le differenze sono molteplici. Come volevasi dimostrare, le caratteristiche tecniche sono buone, ma ben lontane da un “effetto wow”: il display è un 4,7’’ HD IPS, quindi non il top di gamma a livello tecnico (altrove si è già due passi avanti, prima col Full HD poi col Quad HD) ma ugualmente interessante poiché luminosissimo J (590 nits), con polarizzazione circolare e dall’angolo visuale esteso. A livello di pura potenza troviamo un processore quad core da 2,2 GHz con grafica Adreno 330 e 2 GB di RAM, oltre alla camera principale di alto profilo, da 13 Megapixel a cinque elementi f/2.0 e con stabilizzazione ottica; le foto possono essere salvate su Amazon Cloud Drive (viene offerto spazio illimitato) e a livello audio c’è un doppio speaker stereo con Dolby Digital Plus. Più che le specifiche, ciò che conta è l’integrazione con l’ecosistema Amazon, che come abbiamo già detto ormai comprende qualsiasi cosa, dalla musica in streaming agli eBook, ai film e alle serie tv. Inoltre, Fire Phone è integrato con i servizi di Fire TV come Second Screen e supporta ASAP, il servizio che impara i gusti dell’utente, prevede ciò che questo vorrà vedere in streaming e lo precarica. Visto che è un telefono improntato sui servizi, non potevano mancare Netflix, HBO, Hulu, ESPN e via dicendo, nonostante al “core” dell’esperienza vi siano quelli di Amazon. Una Lucciola per riconoscere 100 milioni di cose diverse Giungiamo finalmente all’elemento innovativo: FireFly, letteralmente “lucciola”, il servizio di cui si parla da mesi tra congetture e indizi più o meno verosimili. FireFly è un servizio integrato nel telefono che permette il riconoscimento, non solo via fotocamera, di QR Code, codici a barre, indirizzi web, numeri di telefono, ma anche 100 milioni (sì, milioni) di oggetti ed elementi diversi, offrendo informazioni e, qualora possibile, permettendone l’acquisto. Con la musica funziona tipo Shazam, ma riconosce anche oggetti fisici (alla presentazione, ne è stato mostrato il funzionamento con un barattolo di Nutella, tra l’altro), opere d’arte mostrandone la scheda di Wikipedia, insegne e via dicendo. Bezos parla di una tecnologia di Semantic Boosting per migliorare il riconoscimento di ciò che viene inquadrato e, inoltre, FireFly usa il cloud di Amazon per tutte le operazioni di computing. Al cloud, FireFly invia solo Localizza un luogo e mostra le informazioni, comprese le valutazioni di Yelp. le informazioni essenziali per non sprecare banda (da una foto, per esempio, elimina lo sfondo e invia solo l’oggetto da analizzare). Morale: con Fire Phone uno vede un oggetto, gli piace, gli fa la foto e se lo compra online. Che sia un oggetto “in carne ed ossa”, una canzone, un film e via discorrendo: la Lucciola ha tra l’altro il suo tasto dedicato sul bordo del telefono. Quattro fotocamere per l’effetto di “prospettiva dinamica” Dimenticate il 3D di qualche anno fa, o il fatto che il telefono possa scattare immagini 3D: Fire Phone non fa nulla di tutto ciò. Piuttosto, ha quattro camere frontali che gli permettono di proporre un’interfaccia utente e segue a pagina 09 torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE Prestazioni ottime anche grazie all’integrazione del sistema operativo Windows Phone 8.1, completo e “leggero” Nokia Lumia 930 arriva a luglio. Un gioiellino da 599 € Top di gamma Microsoft Mobile per la prossima stagione. Colorato con scocca in alluminio, schermo OLED Full HD e PureView di Roberto PEZZALI arà di 599 euro il prezzo di listino dell’ultimo gioiellino Nokia, il Lumia 930. Presentato ufficialmente, lo smartphone con Windows Phone 8.1 sarà disponibile a partire da luglio, seguendo quindi il debutto dei S fortunati Lumia 630 (leggi la prova completa) e Lumia 635 dotati già del nuovo sistema operativo Microsoft. Il Lumia 930 è il nuovo top di gamma Nokia (o Microsoft) e come i modelli precedenti integra tutte le più evolute tecnologie Nokia in campo mobile, dal PureView per le foto alla ricarica wireless con caricabatterie, questa volta incluso. Il Lumia 930, che abbiamo avuto modo di toccare con mano, giustifica il suo prezzo comunque elevato con una scocca in alluminio rivestita, per dare un tocco di colore, con il classico pannello in policarbonato sul retro. Lumia 930 può contare, inoltre, su uno schermo OLED Full HD con Gorilla Glass 3, su un processore Snapdragon quad core da 2.2 GHz e ovviamente di connettività LTE. Con 2 GB di MOBILE Smartphone Amazon Fire Phone segue Da pagina 08 una funzionalità assolutamente innovativa: la prospettiva dinamica. In poche parole: le quattro fotocamere grandangolari frontali (che agiscono a coppie, ognuna copre un campo visivo di 120 gradi e sono pure dotate di raggi infrarossi), tengono traccia, istante per istante, della posizione degli occhi e del viso dell’utente rispet- Basta premere il pulsante FireFly sullo smartphone per identificare film, musica, oggetti e molto altro ancora. torna al sommario RAM (32 GB di memoria interna) le prestazioni dello smartphone Nokia 930 ci sono sembrate davvero ottime, anche perché l’hardware è pari a quello di un top di gamma Android ma come sappiamo Windows Phone è molto più leggero e snello del sistema operativo di Google. Quattro le colorazioni in cui to al telefono e propongono un quadro che tiene conto della prospettiva di visione. Spostandosi, cambia la prospettiva e il quadro si sposta in modo fluido e naturale, generando un vero e proprio effetto 3D. È quindi una combinazione di hardware (le fotocamere frontali) e software, un meccanismo che arriva ad aggiornamenti fino a 60 fps per seguire la posizione del viso e offrirgli una vera e propria visione prospettica di quanto vi è sullo schermo. Nelle intenzioni di Amazon, la prospettiva dinamica non è solo un esercizio di stile: nelle mappe, per esempio, modificando la posizione del telefono rispetto ai propri occhi cambia automaticamente la prospettiva degli edifici, e a seconda di come si pone l’utente gli sviluppatori possono decidere di mostrare solo alcuni layer, ovvero solo alcune informazioni (è l’effetto dell’immagine di cui sopra: inclinando il telefono cambia la prospettiva di visione e vengono visualizzare informazioni aggiuntive). È quell’effetto che Amazon voleva trasmettere nel suo teaser, un effetto che è molto difficile da descrivere a parole e che bisogna vedere per capire al 100%: quando lo vedremo in azione, ne valuteremo l’efficacia pratica. Ed è vero, come sostiene qualche commentatore d’oltreoceano, che siamo solo agli albori: se anche oggi la prospettiva dinamica può sembrare un “di più” di limitato valore, con una community di milioni di sviluppatori attivi sul fronte, sarà senz’altro possibile ottenere risultati tanto affascinanti quanto utili. Uno di questi è già stato mostrato: sfogliare le pagine del Washington Post semplicemente inclinando il telefono; non che non sia Lumia 930 sarà disponibile: arancio, nero, verde e bianco, anche se forse l’arancio e il verde sono quelli più caratteristici che colpiscono di più. A bordo Windows Phone 8.1, un sistema rivoluzionato e completissimo: tutte le novità della nuova release sono state approfondite in questo articolo. già possibile, ma pare che col metodo 3D di Amazon il risultato sia estremamente preciso e fluido. Staremo a vedere. Fire Phone è al momento previsto in uscita solo in USA, a 199 $ con piano AT&T (649 $ senza piano) nella versione da 32 GB di storage e con 12 mesi di Prime incluso. Tutto sta, a questo punto, ad essere capaci di attendere… Rock’n’Go. Loewe Speaker 2go. Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt. Prezzo al pubblico: 299 Euro. www.loewe.it n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE Look diverso per i due modelli ma caratteristiche tecniche analoghe e Fingerprint Galaxy Tab S, il tablet senza compromessi Presentato a New York, il tablet top di gamma con schermo AMOLED da 2.560 x 1.600 pixel Sono previste due versioni, da 8,4’’ e 10,5 pollici, in arrivo sul mercato italiano entro l’estate T Amazon, presentato il suo smartphone, dichiara che le app di App Shop sono passate da 80.000 a 240.000 in un anno. Raddoppiato anche il numero di sviluppatori di Emanuele VILLA utto come da previsione. Samsung ha concluso il suo evento “Premiere” di New York, dove il grande annuncio è stato Galaxy Tab S, il nuovo tablet top di gamma che entra direttamente in competizione con i riferimenti del settore, iPad in primis. Tutto confermato, dicevamo: Galaxy Tab S uscirà in America prima dell’estate e dovrebbe arrivare anche da questa parte dell’oceano a luglio; sarà disponibile in due versioni, da 8,4’’ e 10,5’’ a seconda delle esigenze ed entrambe disponibili in versione Wi-Fi o con (anche) connettività cellulare 3G/LTE. In attesa di una conferma da parte dell’azienda, si vocifera di un prezzo al pubblico di 399 euro e 499 euro per le due versioni Wi-Fi e di 100 euro in più per quelle con connettività cellulare. Confermato anche il fatto che, nonostante i due apparecchi abbiano (ovviamente) un look diverso, le caratteristiche tecniche sono analoghe. Partiamo con il display, che è il fiore all’occhiello del prodotto: entrambi i Galaxy Tab S disporranno di un display AMOLED in formato 16:10 con risoluzione WQXGA, ovvero 2.560 x 1.600, con tre preset a seconda della modalità di visione; troviamo, infatti, Amoled Cinema, Amoled Photo e Basic. Tra i dati di targa del display trovia- di Emanuele VILLA mo un rapporto di contrasto di 100.000:1 e una copertura di più del 90% dello spazio colore RGB. Altre caratteristiche fondamentali sono innanzitutto il design, classico ma con un peso di 465 grammi (versione Wi-Fi) e 6,6 mm di spessore per la versione da 10,5’’ e di 294 grammi e 6,6 mm per quella più piccola. Dentro troviamo 3 GB di RAM con 16 o 32 GB di storage rigorosamente espandibili via micro SD (fino a 128 GB), la batteria da 7.900 mAh (per la versione da 10.5’’) e da 4.900 mAh (per la versione da 8,4”), con capacità di riproduzione di 11 ore consecutive di video 1080p. Il processore sarà il già citato Exynos 5 Octa (1,9 GHz + 1,3 GHz), ma è prevista anche la variante dotata di Snapdragon 800 a 2,3 GHz. Notevole, per essere un tablet, il comparto fotografico, con una camera principale da 8 Megapixel e quella frontale da 2,1 Megapixel con capacità di ripresa Full HD. Entrambi i modelli disporranno di un lettore Fingerprint, derivato direttamente da Galaxy S5, e sono ovviamente basati su Android 4.4 KitKat, con diverse app e servizi preinstallati. Sotto questo profilo, Samsung segnala che, grazie ad accordi con oltre 30 aziende che si occupano di sviluppo di contenuti mobile, Galaxy Tab S dispone di alcuni servizi esclusivi, tra cui tre mesi gratis di Marvel Unlimited per accedere al catalogo di 15.000 fumetti e Kindle for Samsung per ricevere un libro gratis al mese. Clicca per vedere l’elenco di servizi previsti, con la premessa che non tutti potrebbero essere disponibili anche in Italia. MOBILE La causa è un difetto che porta al surriscaldamento. Cambio gratuito dal 18 giugno Apple sostituisce l’alimentatore di iPhone 3GS, 4 e 4S L’alimentatore A1300 venduto in bundle con gli iPhone dal 2009 al 2012 viene cambiato di Paolo CENTOFANTI pple ha annunciato un programma di sostituzione per l’alimentatore USB venduto insieme agli iPhone 3GS, iPhone 4 e iPhone 4S. L’alimentatore per il mercato europeo “in rari casi” potrebbe, infatti, surriscaldarsi tanto da compromettere la sicurezza degli utenti. Il richiamo dell’alimentatore prevede la sostituzione gratuita per tutti gli utenti presso gli Apple Store, i rivenditori autorizzati o i negozi degli operatori telefonici che offrono iPhone in Italia. La sostituzione con il nuovo modello esente da difetti inizierà il 18 giugno e tutto quello che occorrerà A torna al sommario Triplicato il numero di app su Amazon AppShop fare sarà recarsi in un punto vendita con l’alimentatore e il proprio iPhone, visto che per la sostituzione verrà presa nota del numero di serie. Ulteriori informazioni sul richiamo e l’operazione di sostituzione si possono trovare alla pagine ufficiale dell’avviso: http://www.apple.com/it/support/usbadapter-european/. Dopo aver presentato il suo primo smartphone (che promette funzionalità innovative), Amazon ha diffuso un comunicato stampa in cui annuncia che il suo Appstore (App-Shop in Italia) è letteralmente triplicato nell’ultimo anno, passando da 80.000 a 240.000 app e diventando così sempre più influente nel mondo mobile. Nel comunicato, Amazon parla non solo dell’aumento esponenziale di volume di app (3x rispetto allo scorso anno), ma anche del fatto che i propri Coin stanno diventando sempre più popolari e che il numero di nuovi sviluppatori che entrano nel mondo Amazon è quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno. Lo stesso comunicato cita uno studio di IDC secondo cui il ritorno economico per gli sviluppatori di App è almeno pari (ma spesso superiore) rispetto a quello offerto dalle piattaforme concorrenti, ovvero in particolare AppStore di Apple e Play Store di Google; il 65% degli sviluppatori ha comunicato che il proprio ricavo totale è lo stesso o superiore rispetto a quello delle altre piattaforme, ma soprattutto il 76% degli sviluppatori indica che la piattaforma Kindle Fire li ha aiutati a raggiungere nuovi segmenti di mercato, ampliando considerevolmente il proprio target e ottenendo così nuove opportunità di business. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE L’app è già disponibile su Google Play e a breve lo sarà su Samsung Apps e Amazon Rinnovamento per l’app Android di Chili User experience rivista e nuove funzionalità, tra cui Chromecast e il catalogo delle serie TV C di Emanuele VILLA hili, noto servizio di video on demand, ha annunciato il rinnovamento della propria app Android, un cambiamento totale e pensato per rendere l’esperienza utente più semplice e appagante. Parliamo di rinnovamento estetico, quindi, e di contenuti, mentre le funzionalità restano le stesse della precedente versione. Ciò nonostante, Chili è già al lavoro su alcune funzionalità che verranno rilasciate a breve: per esempio, tra un mese sarà possibile navigare anche nel catalogo delle serie TV, acquistandole o noleggiandole (oggi è possibile lo streaming e il download delle serie TV acquistate via PC e TV), mentre è prevista nel prossimo futuro anche la compatibilità Chromecast. Per quanto concerne le funzionalità già disponibili, segnaliamo la navigazione nel catalogo di oltre 3.000 film, con tanto di acqui- La divisione ricerca e sviluppo di Microsoft sta studiando diversi metodi per migliorare l’autonomia dei device portatili sto, noleggio e streaming degli stessi, lo scaricamento del film per la fruizione offline, lo streaming e il download delle serie TV (acquistate dal sito o dalla TV) e funzionalità WatchON su tutti i device Samsung. La nuova app di Chili è già disponibile su Google Play e a breve lo sarà anche su Samsung Apps e Amazon Store. MOBILE Non è un segreto che Samsung stia lavorando alla versione “compatta” del suo top di gamma Samsung Galaxy S5 mini è quasi pronto al debutto Alcune immagini leaked su SamMobile.com mostrano S5 mini insieme al fratello maggiore di Massimiliano ZOCCHI ualche settimane fa era spuntata una prima immagine rubata del presunto Galaxy S5 mini. Il sito SamMobile.com mostra un reportage completo di foto leaked di quello che sembra in effetti il modello mini del top di gamma Samsung Galaxy S5. Stesso design del modello più grande, anche per quanto riguarda la parte posteriore con la cover puntinata che tanto ha fatto discutere. Non ci sono ancora comunicati ufficia- Q torna al sommario Microsoft verso lo smartphone con 1 settimana di autonomia li da parte di Samsung ma i ragazzi di SamMobile sono sicurissimi di quelle che saranno le specifiche tecniche, che come al solito per la versione mini sono riviste un po’ verso il basso: processore Exynos quad core con architettura Cortex A7 da 1,4 GHz, 1.5 GB RAM, GPU Mali 400, 16 GB di storage oltre alla solita micro SD, fotocamera principale da 8 Megapixel e frontale da 2.1. Il tutto racchiuso nella classica scocca di policarbonato con display da 4.5 pollici Super Amoled con risoluzione 720p. Tutto il resto rimane invariato rispetto al Galaxy S5, compreso il lettore di impronte digitali, il sensore per il battito cardiaco e anche la certificazione IP67, tra l’altro senza l’uso di flap di gomma a protezione della presa micro USB. Non potevano mancare le consuete schermate dei più noti benchmark, che sembrano confermare le specifiche citate. Immagini e informazioni molto dettagliate dunque, ma trattandosi di rumor dobbiamo sempre prenderle con le pinze. Al momento l’unica informazione mancante è una data di rilascio. Manca poco all’evento Samsung Galaxy Première 2014, ma pare che in quest’occasione verrà presentato solo il tablet Galaxy Tab S. di Massimiliano ZOCCHI Arrivare a sette giorni di autonomia senza mai ricaricare, senza batterie di scorta e senza l’aiuto di battery pack o mini-pannelli fotovoltaici. Questo l’obiettivo da raggiungere per il dipartimento di ricerca Microsoft: focus sulle batterie degli smartphone, ma più avanti anche per altre applicazioni. È quanto è emerso durante il MIT Digital Summit in San Francisco. La ricerca è stata focalizzata su due aspetti: ridurre al minimo gli sprechi e la dispersione di energia, e ottimizzare il software per ridurre i consumi. Per il primo aspetto Microsoft ha pensato a una batteria composta da due unità al litio. Prendendo spunto un po’ dal funzionamento dei processori ARM multi core, in questa batteria troviamo un’unità principale che eroga corrente in modo massiccio quando il carico di lavoro lo richiede, e una seconda unità che invece mantiene lo stato di stand-by e le funzioni minime in assenza di richieste esose. Secondo Ranveer Chandra, questo meccanismo aiuterebbe non poco a risparmiare energia dispersa sotto forma di calore. Sul lato software, invece, gli uomini di Redmond stanno lavorando a “E-Loupe”, una tecnologia capace di identificare le applicazioni che consumano più batteria e di controllarle meglio, fino a congelarle quando non sono utilizzate dall’utente. Al momento il traguardo dei sette giorni è lontano, ma Microsoft dichiara che tramite i primi prototipi ha già raggiunto miglioramenti tra il 20 e il 50% dell’autonomia. Nei piani futuri dell’azienda c’è anche la possibilità di adattare il software per essere utilizzato in altri settori, come, ad esempio, quello delle vetture elettriche. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE L’applicazione memorizza gli account esistenti e suggerisce nuove robuste password 1Password disponibile anche per Android Il pratico password manager diventa completamente multi piattaforma. Gratis fino ad agosto di Paolo CENTOFANTI no dei migliori programmi per la gestione di account e password sbarca anche su Android. 1Password di Agile Bits diventa così multi piattaforma, con la versione per Android che va ad affiancarsi a quella già disponibile per PC, Mac e dispositivi iOS. L’app non solo memorizza i nostri account già esistenti, ma suggerisce anche nuove password robuste e permette di memorizzare anche i dati di carte di credito per l’inserimento automatico sui siti di e-commerce, il tutto protetto da un’unica password. I dati memorizzati all’interno di 1Password sono protetti con crittografia AES a 256 bit e le password possono venire sincronizzate tra le varie istanze dell’app su diversi dispositivi via Dropbox. Per presentare l’app anche agli utenti Android, Agile Bits ha deciso di distribuire 1Password gratui- U MOBILE Vodafone spinge sul 4G con copertura e promozioni Vodafone Italia ha annunciato un’importante accelerazione nell’estensione della copertura LTE nel resto di Italia. Come parte degli investimenti Spring sulle proprie infrastrutture (3,6 miliardi di euro), Vodafone a partire da giugno ha acceso il 4G in 100 nuovi comuni ogni mese, fino ad arrivare a una copertura del 90% della popolazione entro il 2016. Oggi sono 300 i comuni coperti dall’LTE Vodafone ed entro fine anno arriveranno a 1.000, per toccare quota 1.500 a marzo 2015. In concomitanza con l’allargamento della copertura LTE, Vodafone lancia anche una nuova tariffa promozionale per spingere la scoperta e l’utilizzo del 4G tra i suoi utenti. La nuova promozione di chiama Giga Summer e consente ai clienti Vodafone di avere per i tre mesi estivi 2 Gigabyte di traffico al mese su rete LTE, al costo di 9,90 euro una tantum. La promozione è sottoscrivibile con qualsiasi SIM Vodafone, anche quelle con solo piano vocale attivo. L’offerta è attivabile fino al 30 giugno 2014. torna al sommario Galaxy Note 4 avrà un display da 5,7’’ Quad HD Mancano un paio di mesi alla presentazione di Galaxy Note 4, ma parrebbe già sicura (o quasi) la presenza del display da 5,7’’ Quad HD e del processore Snapdragon 805 di Emanuele VILLA tamente sul Play Store fino ad agosto, dopo l’app sarà accessibile in sola lettura e occorrerà acquistare la versione completa. Attualmente l’app ha un costo di 15,99 € su iOS e 50 dollari su Windows, quindi probabilmente non sarà economica neppure su Android a regime. 1Password Considerando la timeline seguita da Samsung per l’introduzione di nuovi device, non ci stupiremmo di vedere un Galaxy Note 4 come protagonista del prossimo IFA di Berlino. Del tutto naturale, quindi, iniziare ad assistere ai primi leak di informazioni e rumor da ogni parte del globo. Uno di questi indica che Samsung non “ingrandisce” ulteriormente il display, puntando al suo posto su un incremento di MOBILE Affiancare due app nello screen di iPad si può Prove di multitasking per iPad In un video la dimostrazione N di Andrea ZUFFI ei mesi immediatamente precedenti la presentazione di iOS 8 si sono susseguiti vari rumor sulle novità che sarebbero state introdotte da Apple. Una delle voci era relativa alla possibilità che su iPad si sarebbe potuta ridimensionare la schermata per ottenere un multitasking con più quadranti visibili contemporaneamente. Stando a un video divulgato, lo sviluppatore Steve Troughton-Smith (sempre intento ad armeggiare con ogni nuova riga di codice iOS) sembrerebbe aver trovato riscontro di questa feature di split-screen. Il video mostra su un simulatore con orientazione landscape come sia possibile, tramite uno swipe a due dita, modificare le dimensioni della schermata visibile lasciando così spazio alla possibilità di aprire due app da utilizzare in contemporanea. La sequenza in realtà mostra solo il ridimensionamento al 75%, 50% o 25%, non dando evidenza di una seconda applicazione veramente “up and running”. Questa feature di sicuro interesse, peraltro già presente nel Surface di Microsoft, rimane al momento solo una porzione di codice in fase di sviluppo, che potrebbe non vedere la luce con il primo rilascio ma rappresentare una delle chicche pronte a giustificare una Split screen su iPad versione 8.1 di iOS. qualità. Parliamo dunque di un display da 5,7’’ con risoluzione Quad HD (2.560x1.440 pixel) allineata con quella dei top di gamma della prossima generazione, cui LG G3 è il precursore. Display Amoled ultradefinito, design come sempre sottile e leggero, ma per il momento non si parla di versioni in alluminio o affini (in attesa del “famoso” S5 Prime di cui si parla da mesi ma che ancora non si vede all’orizzonte); presumibilmente, Samsung confermerà il look del Galaxy S5, che infatti ha riproposto anche sui nuovi tablet, i Galaxy Tab S. Un po’ presto per le specifiche tecniche, ma avremo quasi sicuramente la medesima gamma di sensori di S5, un processore Snapdragon 805 per non rischiare rallentamenti su un display così definito, 3 GB di RAM, 16 Megapixel di fotocamera con probabile stabilizzatore ottico, certifica IP67 e lettore di impronte. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE MOBILE Costeranno 340 dollari e saranno in vendita su Amazon. Funzioneranno davvero? La ricarica wireless è integrata nei pantaloni Dalla collaborazione tra Nokia, Microsoft e lo stilista Sauvage arrivano i pantaloni che ricaricano di Roberto PEZZALI L ascia lo smartphone in tasca e lui si ricarica: l’ultima frontiera del wearable sono i pantaloni disegnati per Microsoft e Nokia da Adrien Sauvage, uno stilista e designer che ha presentato i primi pantaloni in grado di caricare senza fili uno smartphone una volta infilato in tasca. Un’idea nata in collaborazione con Microsoft, e non è un caso infatti che lo smartphone ricaricato sia un Nokia Lumia: Adrien Sauvage ha smontato e integrato in una delle tasche frontali dei pantaloni un caricatore wireless Nokia DC50. Tutto bello, anche se il costo dei pantaloni è decisamente elevato (340 $) e qualche dubbio da chiarire ancora c’è: che i pantaloni non possano essere la- “Energia wireless in tasca, comoda ma pochi si fidano” vati, sempre che il dispositivo non sia stato isolato, è abbastanza chiaro ma non si capisce neppure dove venga presa l’energia per la ricarica. Il caricatore Wireless Nokia DC50, infatti, deve essere in qualche modo alimentato, e utilizzare un battery pack nei pantaloni sarebbe davvero poco efficace vi- sta anche la dispersione della ricarica wireless e il peso. “È stato difficile lavorare con la tecnologia”, - ha affermato Sauvage - “anche perché abbiamo dovuto fare i conti con la dispersione del calore, all’inizio chi indossava i pantaloni si sentiva come all’interno di una sauna”. Samsung Galaxy S5 LTE-A “super” arriva in Corea Il nuovo modello rinnova anche il comparto hardware: Snapdragon 805 e display WQHD A torna al sommario In un video, Timothy Jordan di Google spiega come funziona Android Wear per i dispositivi portatili di V. R. BARASSI MOBILE È possibile che una versione con caratteristiche analoghe arrivi in Europa e Stati Uniti di Emanuele VILLA giudicare dai rumor, notizie e annunci degli ultimi mesi, sembra proprio che molti si aspettassero di più (a livello tecnico) dal Galaxy S5 di Samsung. Appena uscito non fece gridare al miracolo causa dell’eccessiva - a detta di molti - somiglianza con l’S4, poi si iniziò a parlare di una versione Prime con cover in alluminio, infine di Android Wear punta tutto sulla semplicità un Galaxy F e via dicendo. L’annuncio di questi giorni, sebbene (al momento) limitato al mercato coreano, suona come una prima risposta ufficiale a tutti questi rumor: Samsung ha presentato Galaxy S5 LTE-A, un modello che, nonostante sia finalizzato al supporto per la rete LTE Advanced coreana a 225 Mb/s di banda, rinnova un po’ tutto il comparto hardware del telefono: sì, perché nonostante il display continui a essere un 5.1 pollici, ora la risoluzione è da 2.560 x 1.440 (WQHD) con un valore di PPI molto elevato, pari a 576. Non plus ultra anche il processore: si passa dall’attuale Snapdragon 801 di Qualcomm a uno Snapdragon 805 da 2,5 GHz che, a dispetto della vicinanza numerica, rappresenta un vero e proprio salto generazionale grazie anche alla GPU Adreno 420. Nessuna variazione di rilievo per quanto concerne il design e la dotazione di memoria di storage, che però in questo caso parte da 32 GB, mentre la RAM, complice il nuovo SoC e un display più “oneroso” in termini di potenza, passa da 2 a 3 GB. Identica la batteria, da 2800 mAh, e nessuna variazione di rilievo sul sistema operativo, che è Android KitKat con personalizzazione TouchWiz. Possibile (probabile?), che una versione dotata di caratteristiche analoghe diventi sul serio il Galaxy S5 “Prime” per Europa e Stati Uniti: ma c’è ancora da attendere. Timothy Jordan di Google ci introduce in Android Wear, variante di Android che presto vedremo operare su diversi dispositivi indossabili (attualmente tutto è focalizzato sugli smartwatch) sviluppati da terze parti come Motorola e LG. Secondo Google, oggi passiamo troppo tempo ad estrarre lo smartphone dalla tasca e controllare le varie notifiche, operazioni che potranno essere svolte in meno tempo e in modo “smart”, senza di fatto estraniarsi da ciò che ci circonda. Tutto questo grazie, ovviamente, ad Android Wear. Google ci dà anche un assaggio dell’interfaccia standard di Android Wear, che non sarà una versione “in piccolo” del drawer per le app dello smartphone ma qualcosa a sé: semplice, intuitiva, smart e interattiva. Si potrà parlare al dispositivo e il dispositivo potrà parlare con l’utente; tutto sarà sempre sotto controllo e con un paio di tap e slide si potrà cercare ogni tipo di informazione. Qualche indicazione anche per gli sviluppatori: il sistema delle notifiche è praticamente standard e non ci sarà bisogno di fare nulla per rendere compatibili queste con la propria applicazione. Qualche linea di codice in più sarà necessaria se si vogliono sfruttare alcune funzionalità extra, ma Google assicura che il tutto sarà estremamente facile. Android Wear n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Per accedere alle tante novità di Adobe è necessario aggiornare la suite Adobe lancia la sua nuova Creative Cloud Nuove app e arriva anche un kit hardware Alle app desktop si aggiunge un kit con righello e penna oltre alle nuove app mobile di Roberto PEZZALI reative Cloud cambia ancora: gli oltre due milioni di abbonati al servizio Adobe possono ora aggiornare interamente la suite per avere accesso ai nuovi programmi creativi che Adobe ha sviluppato per questa release. Creative Cloud, ricordiamo, è il nome che Adobe ha dato a quella che fino a pochi anni fa era la Creative Suite, un gruppo di programmi votati alla creatività che includono anche i noti Photoshop, Premiere, Illustrator, Audition e After Effects (in tutto sono 14). La nuova soluzione Adobe rappresenta un po’ una chiusura del cerchio rispetto a quanto fatto fino ad oggi ma anche una apertura di nuove strade, che passano inevitabilmente tra mobile, cloud e hardware. Le novità principali sono sicuramente gli strumenti che fino ad oggi erano conosciuti come “Project Napoleon”: Adobe Ink e Adobe Slide, rispettivamente una penna e un righello digitale, permettono di trasformare l’iPad in una tavola da disegno professionale con possibilità di gestire prospettiva, disegni tecnici oppure semplici disegni artistici. Ink è in alluminio, utilizza la tecnologia Adonit Pixelpoint e permette con il tasto di accedere ai profili personali del creativo memorizzati sul proprio account Adobe. A complemento di Ink e Slide, che verranno venduti in kit a 199 euro, Adobe ha preparato una serie di nuove app (solo iOS) che non hanno bisogno necessariamente dei due strumenti per funzionare, Adobe Sketch e Adobe Line. Se Sketch è una app per iPad per rea- C torna al sommario Auto elettrica Tesla regala i suoi brevetti I brevetti accumulati da Tesla in questi anni nello sviluppo delle sue auto elettriche sono disponibili gratuitamente per tutti coloro che vorranno produrre i propri autoveicoli basati sulle tecnologie Tesla di Paolo CENTOFANTII lizzare schizzi e disegni di forme libere (ce ne sono però tante), Adobe Line è la prima app al mondo per il disegno e la scrittura di precisione su iPad. Interessante anche Photoshop Mix, una app per iPad che permette di mescolare immagini ritagliando elementi e incollandoli su altre foto alla quale sono state aggiunte potenti funzioni come il Content Aware Fill e Camera Shake Reduction, strumenti presenti su Photoshop per desktop. Adobe in questo caso sfrutta il cloud per ovviare alle performance non eccellenti dell’iPad con carichi di lavoro così complessi: la foto è inviata al server cloud per la riduzione del mosso e il server, dopo averla elaborata, restituisce diverse versioni processate in remoto. Adobe però non si ferma qui: nei prossimi mesi sarà disponibile per gli sviluppatori l’SDK completo per sfruttare sia i servizi cloud sia l’hardware, che potrà così dialogare anche con applicazioni di terze parti. Le novità di Creative Cloud si allargano anche al desktop, ma ovviamente la parte hardware e mobile è quella più interessante e anche in evidenza: nel corso dell’anno le applicazioni classiche sono state costantemente aggiornate e le nuove versioni racchiudono un po’ gli annunci fatti da Adobe in occasione di manifestazioni come il NAB, la fiera del video professionale per eccellenza. Adobe ha comunque annunciato che, oltre ad aver migliorato radicalmente le prestazioni delle app, ha anche aggiunto una serie di funzionalità molto richieste. In Photoshop CC sono presenti ad esempio novità per i fotografi, come gli effetti di motion Blur Gallery che creano una sensazione di movimento; Focus Mask, che fa risaltare i ritratti con scarsa profondità di campo, le nuove funzioni Content-Aware e il nuovo strumento Perspective Warp che è in grado di aggiustare la prospettiva di una parte specifica di un’immagine senza distorcere l’area circostante. Photoshop è stato anche rivisto per assicurare un’esperienza d’uso più reattiva sui dispositivi Windows 8 Touch come Microsoft Surface Pro 3. Per quanto riguarda Premiere la novità principale è l’integrazione di alcune librerie di After Effects che permettono funzioni video evolute sulla timeline, come i Live Text Templates e Masking and Tracking, ovvero la possibilità di applicare il tracking a un effetto senza passare dal più evoluto programma di video compositing. Ogni applicazione Adobe ha subìto molte migliorie, ma ovviamente non è questo l’ambiente per descriverle minuziosamente. Interessante anche il piano destinato ai fotografi: quello che fino ad oggi era una trial diventa ora un piano fisso, 12,29 euro al mese per Photoshop CC e Lightroom, due strumenti indispensabili per il fotoritocco e lo sviluppo dei file RAW. L’accesso al piano dà diritto ovviamente anche allo spazio cloud e alle app per iPad e iPhone di Lightroom, sincronizzabili con l’applicazione desktop. Sono queste giornate importanti per il mercato delle auto elettriche. Elon Musk, il giovane imprenditore e fondatore di Tesla Motors, infatti, ha deciso di rendere “open source” tutti i brevetti relativi alle tecnologie sviluppate dall’azienda nello sviluppo delle proprie auto elettriche. Si tratta di una mossa che punta a scuotere il mercato, incentivando altri costruttori a iniziare a sviluppare auto completamente elettriche, anche utilizzando quanto già sviluppato da Tesla Motors. In un appassionato messaggio sul blog aziendale, Elon Musk ha ribadito come la mission principale di Tesla sia quella di mandare in pensione una volta per tutte il motore a scoppio, ma per farlo occorre che anche altre aziende entrino con maggiore impegno sul mercato. In questa ottica, proteggere con dei brevetti le tecnologie che potrebbero accelerare la produzione di veicoli elettrici efficienti non sarebbe la strada giusta secondo Musk, da qui la scelta di “donare” a tutti il patrimonio di know-how acquisito in questi anni da Tesla. La sfida è lanciata, ma davvero le auto a benzina hanno i giorni contati? n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE FOTOGRAFIA Tra le specifiche, in primo piano il sensore CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione Panasonic FZ1000, la prima bridge 4K L’azienda di Osaka presenta la prima unione tra una vera fotocamera DSLR e una ultrazoom Ciliegina sulla torta della Lumix FZ1000, la possibilità di riprendere filmati in qualità 4K di Michele LEPORI anasonic potrebbe aver presentato con la Lumix FZ1000 la soluzione ideale per unire prestazioni e praticità. La nuova Lumix FZ1000 alza l’asticella sul curriculum delle ultrazoom avvicinandole alle sorelle maggiori DSLR: montati su questo body, dove il family feeling con l’ammiraglia GH4 è evidente, troviamo infatti un generoso sensore CMOS da 1” e 20 MP di risoluzione: le notevoli dimensioni del sensore vanno di pari passo con quelle dei suoi fotodiodi che sono quindi in grado di assorbire più luce e garantire risultati migliori rispetto alle compatte. Non dimentichiamo poi che la lente montata sulla FZ1000 è Leica, che questa volta installa un 25-400 f/2,8-4,0 con zoom ottico 16x in grado di compensare tanto le curvature della focale grandangolare quanto le aberrazioni cromatiche “a tutto tele”. Sotto il versante software, è da segnalare come Panasonic abbia riscritto dalle basi il proprio Venus Engine: sulla Lumix FZ1000 troviamo prestazioni nettamente migliorate in termini di resa cromatica, mentre sull’acquisizione immagine il nuovo filtro rumore riduce eventuali P FOTOGRAFIA Fujifilm XF18 135mm, super stabilizzatore e waterproof Fujifilm presenta il nuovo zoom XF18-135mm F3.5-5.6 R LM OIS WR, il primo obiettivo della serie X water resistant pensato per la sua mirrorless X-T1. Un obiettivo con un’avanzatissima tecnologia di stabilizzazione dell’immagine a 5 stop e una struttura sigillata in 20 diversi punti per una protezione quasi totale da acqua e polvere. Il nuovo XF può essere visto come uno zoom universale, con una copertura da 27 mm a 206 mm (equivalenti) che equivale a 7.5x come fattore di ingrandimento. Sarà in vendita da luglio 2014 al prezzo al pubblico di 869,99 euro. torna al sommario disturbi e - trattando il segnale sulla base dell’apertura focale - il Venus Engine elabora dettagli fini come ad esempio i capelli a frequenze molto più alte. Una fotocamera che riprende in Full HD ormai è quasi una non-notizia, ecco perché la FZ1000 vuole far parlare di sé sotto l’aspetto video poiché è la prima fotocamera “compatta” in grado di riprendere filmati in qualità 4K (3840x2160) a 25 fps ma anche nel “normale” Full HD (1920 x 1080), stavolta però a 100 fps: la capacità di riprendere tanto in MP4 quanto in AVCHD è pensata per permettere facilità di esportazione e lavorazione dei progetti mentre l’accoppiata sensore e ottica Leica, supportata da 7 opzioni di messa a fuoco (Full Area, 49-Area, 1Area, PinPoint, Low Light, Focus Peaking ed Eye Detection) e stabilizzazione ottica su 5 assi (Hybrid 5-axis Optical Image Stabilization), intende garantire risultati ottimali per ogni scena e in ogni condizione, anche in precario equilibrio. Panasonic annuncia la disponibilità sul mercato italiano per agosto ma non si hanno ancora indicazioni precise sul prezzo. Indicativamente, sul mercato americano la Lumix FZ1000 è proposta a 899 dollari. PSVita Slim in Italia a 200 € Dopo essere stata presentata al TGS 2013 lo scorso settembre e poi commercializzata sul mercato giapponese prima (ottobre) e su statunitense poi (febbraio), la nuova PS Vita Slim sbarca in Europa ed è disponibile in tutti i principali punti vendita italiani al prezzo di 199,99 €. La nuova PS Vita Slim,(PCH-2000) ha la stessa potenza di calcolo del precedente modello (processore, GPU e RAM non cambiano) ma può contare su un nuovo display LCD IPS - sempre da 960x544 pixel - che manda in pensione l’ottimo OLED visto sul modello originale e vanta un design più moderno e snello (20% più sottile e il 15% più leggera). Grandi sforzi sono stati fatti per innalzare l’autonomia della console di Sony la quale ora riesce a spuntare mediamente un’ora di più nelle sessioni di gioco (si passa da 3-5 ore a 4-6 ore) e un paio di ore in più nella visualizzazione dei filmati (da 5 a 7 ore). Presente 1 GB di storage interno, ottimo per giocare anche senza scheda di memoria esterna. FOTOGRAFIA Per ora è un prototipo, ma la mass production potrebbe non essere lontana Da Sony un sensore curvo simile all’occhio umano Il sensore Sony promette fotocamere più semplici e migliore resa in condizioni di poca luce di Roberto PEZZALI ony ha realizzato una serie di sensori ispirati alla superficie interna dell’occhio sfruttando una particolare macchina capace di curvare la superficie dei sensori rendendola convessa. Il risultato è stato esposto nel corso di un simposio alle Hawaii da Kazuichiro Itonaga, ingegnere di Sony, che ha delineato i vantaggi di un sensore curvo rispetto a uno piatto di tipo tradizionale, focalizzandosi sulla migliore efficacia nel catturare la luce. Come succede all’interno dell’occhio umano, con un sensore curvo la luce impatta in modo ortogonale sui fotodiodi periferici, permettendo di sfruttare al meglio tutta la superficie. Un sensore curvo, secondo Sony, è 1.4 volte S più sensibile di uno tradizionale al centro e due volte più sensibile ai bordi, oltre ad avere migliori performance in termini di rumore grazie a una riduzione del gap tra i diversi fotoricettori e un abbassamento della “corrente oscura”, ovvero la corrente che transita nei fotodiodi quando non sono esposti alla luce. La curvatura del sensore è stata fatta con un particolare strumento, partendo da un sensore piatto, e per stabilizzare il chip dopo il processo è stato applicato un substrato ceramico. La curvatura dovrebbe essere simile a quella dell’occhio umano, quindi un angolo abbastanza spinto. Sony al momento ha realizzato due versioni di questi sensori: uno con diagonale di 43 mm destinato alle fotocamere e uno da 11 mm destinato agli smartphone. Al momento ha curvato circa 100 sensori e il passaggio dal prototipo alla produzione potrebbe non essere così complesso, anche se difficilmente ai nuovi sensori potranno essere abbinate vecchie ottiche. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 Intel ricavi record grazie al pensionamento di Windows XP Per Intel il secondo trimestre 2014 dovrebbe chiudere con un risultato economico superiore alle aspettative. Merito, sostiene Intel stessa, del rinnovo del parco PC per il business, innescatosi in molte aziende da quando Microsoft ha terminato il supporto per Windows XP. Secondo quanto stimato da Intel, i ricavi del periodo aprile-giugno 2014 sfiorerebbero i 13,7 miliardi di dollari, questo rappresenterebbe un discreto rialzo rispetto alle proiezioni dell’azienda, che si attendeva entrate per 13 miliardi di dollari. Intel prevede, comunque, solo un lieve aumento degli utili, a causa del concomitante aumento dei costi. Oltre a beneficiare del turnover dei PC aziendali, Intel potrebbe trovare nuovo vigore per il futuro aumentando la sua presenza nel settore mobile e continuando a coltivare le nuove tendenze, in particolare nel segmento dei dispositivi indossabili. MAGAZINE PC HP rilascerà i primi prototipi l’anno prossimo, ma non sarà in vendita prima del 2018 The Machine è il computer “più veloce della luce” Può elaborare calcoli esponenziali in tempi irrisori: per HP è la nuova frontiera dell’IT di Michele LEPORI i sono delle volte in cui, per spiegare qualcosa, è necessario usare più numeri che parole. È il caso di The Machine e della sua capacità di elaborare 160 petabyte di dati in 250 nanosecondi. Numeri quasi extraterrestri, che cerchiamo di tradurre in linguaggio più comprensibile. Secondo gli stessi creatori, The Machine nasce per gestire la Internet of Things, un concetto molto di moda negli ultimi tempi, ma che ha visto la luce verso la fine degli anni ’90 e nel quale si ipotizza che una miriade di oggetti di uso comune siano connessi alla rete per dialogare. Se una quindicina di anni fa poteva sembrare lo scenario perfetto per un progetto cinematografico dei fratelli Wachowski, oggi è normale avere TV, console, le luci di casa e la fotocamera connesse e pronte a rispondere ai nostri input da computer o smartphone. Per gestire questa montagna di dati, The Machine usa un’architettura a gruppi di core specializzati che lavorano in parallelo con altri gruppi di core C generici collegati non dai “vecchi” cavi di rame, bensì da un complesso al silicio che sfrutta la tecnologia fotonica per comunicare ad altissima velocità, consumando 8 volte meno degli attuali server. A dispetto di queste spiegazioni tecniche, HP vede vantaggi tangibili applicabili nella vita di tutti i giorni: Martin Fink, Chief Technology Officer del progetto The Machine (video) spiega che un medico potrebbe essere in grado di mettere a confronto le analisi dei propri pazienti collegandosi ad un database mondiale quasi infinito ed ottenere le informazioni necessarie ad identificare le patologie in tempi brevissimi. Come spesso accade con innovazioni di questa portata, HP prevede di rilasciare i primi prototipi l’anno prossimo ma l’avvento commerciale non avverrà prima del 2018. PC Estensione della gamma iMac, il nuovo entry level è in vendita a partire da 1129 euro Apple presenta il suo iMac più economico Offre display da 21,5’’, CPU Core i5 da 1,4GHz, 8 GB di RAM e completa dotazione software di Emanuele VILLA Estratto dal quotidiano online A pple annuncia l’estensione della linea di desktop all-in-one con un nuovo modello dedicato alla massima convenienza e all’ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo: parliamo di un modello da 21,5’’ che, oltre a mantenere intatte le caratteristiche di design dei modelli superiori, offre caratteristiche tecniche quali il processore Core i5 dual core da 1,4GHz con grafica integrata Intel HD 5000, Wi-Fi ac, 8 GB di memoria RAM e un disco rigido da 500 GB. Tutto questo per un listino al pubblico di 1129 euro: di fatto si tratta di un entry level per la gamma Apple, ma pur sempre con caratteristiche tecniche tali da permettergli l’impiego in ogni ambito, semplicemente con prestazioni inferiori rispetto ai modelli superiori. A livello di connettività, il nuovo iMac da 21,5’’ offre due porte Thunderbolt e quattro porte torna al sommario MAGAZINE www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Maria Chiara Candiago, Alessandra Lojacono, Simona Zucca USB 3.0, mentre per quanto concerne il software, oltre all’immancabile OS X (aggiornabile gratuitamente a Yosemite il prossimo autunno), il nuovo iMac dispone delle suite iLife e iWork: la prima permette di montare video con iMovie, suonare con GarageBand e organizzare, modificare e condividere gli scatti con iPhoto. Dal canto suo, invece, iWork si compone dei noti tool di produttività Pages, Numbers e Keynote. Il nuovo iMac da 21,5’’ è già disponibile sull’Apple Store: le possibili personalizzazioni della configurazione base comprendono un disco rigido da 1TB, Fusion Drive da 1TB e unità flash fino a 256GB. Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni dday@dday.it Per la pubblicità adv@dday.it Innovative Curve A smartphone designed to fit you Now It’s All Possible n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE GAMING L’ultima edizione dell’Electronic Entertainment Expo si è tenuta a Los Angeles dal 10 al 12 giugno di quest’anno Da Halo 5 a Uncharted 4: i giochi “top” dell’E3 Sony, Nintendo e Microsoft hanno mostrato i muscoli sui palchi delle conferenze stampa della fiera a Los Angeles I giochi rimangono i protagonisti della kermesse californiana: andiamo alla scoperta dei titoli che ci faranno sognare di Michele LEPORI ono stati tre giorni intensi, tre giorni importanti e che gli appassionati di videogame hanno vissuto, come sempre, come un evento unico nel panorama mondiale. Se l’anno scorso le console next-gen erano le indubbie protagoniste, con l’annuncio di giochi ad hoc ma, soprattutto, con la curiosità di poterle vedere e “toccare con mano” per la prima volta, l’E3 2014 è stato completamente dedicato ai videogiochi, con qualche timida comparsa di hardware come la PlayStation TV che, peraltro, non è altro che la PS Vita TV con un nuovo nome. S PlayStation avanza, Xbox avara di “hit” Nella classica sfida tra Sony e Microsoft, quest’anno ha vinto la prima: mentre Phil Schiller parla di sé, del mercato, e di come “… you are shaping the future of Xbox, and we are better for it”, in realtà le hit Microsoft sono un video pre-renderizzato di 60 secondi scarsi di Halo 5 e uno Scalebound intrigante ma di cui non si sa ancora nulla. Un po’ pochino per rispondere degnamente alla rivale che regala ai suoi fan qualcosa di cui parlare: una nuova livrea PS4 glossy white dedicata all’uscita dell’attesissimo Destiny, beta pubblica di PlayStation Now, data d’uscita di PlayStation TV, Morpheus VR che inizia a prendere corpo e una sfilza di giochi come No Man’s Sky, Uncharted 4, il remake di Grim Fandango e l’annuncio che no, The Last Guardian non è stato cancellato: è “solo” in riscrittura completa per PS4. Millemila anni di lavoro per PS3 buttati via, ma va bene così. Microsoft, dal canto suo, ha mostrato una sfilza di giochi ma è sembrata avara di novità davvero di spicco o che generassero il più genuino “effetto wow”: dopo lo smembramento di Kinect dalla console e le pubblicità che fanno bella mostra del nuovo prezzo, puntare su nuove feature del rilevatore di movimenti sarebbe stato impossibile, ma si poteva comunque proporre qualcosa di nuovo sul fronte del design, che continua ad essere argomento di discussioni. Oppure pensiamo anche a nuove funzionalità di dashboard o Xbox Live che potevano catturare l’attenzione… Invece no, tutta l’attenzione di Microsoft è riservata ai giochi, molti dei quali senza dubbio eccellenti (pensiamo a un Assassin’s Creed: Unity, il più classico dei Call of Duty o a un The Witcher 3), ma non esclusivi o comunque difficilmente adatti a spostare gli equilibri tra le due console (diversi DLC, Project Spark, Fable Legends e i citati Halo 5 e Scalebound, per esempio). La guerra è tutt’altro che decisa e l’impegno di entrambe le aziende è davvero notevole, ma l’impressione è che Microsoft, Halo 5 a parte (e di cui si sa ancora pochino), debba davvero calare qualche asso se vuole recuperare il terreno perduto. Un buon E3 per Nintendo La casa di Kyoto, dal canto suo, ha giocato d’astuzia: basse aspettative e altrettanto basse speranze di pubblico causa nessun keynote scoppiettante hanno fatto sì che la presentazione pre-registrata con gli effetti speciali giusti al momento giusto colpisse al cuore gli affezionatissimi fan. Il nuovo Zelda, il nuovo Star Fox, Yoshi e gli Amiibo piazzano i colpi vincenti anche se praticamente tutto quanto annunciato non arriverà nei negozi prima di ottobre, ad essere otti- misti. Probabilmente è troppo tardi per recuperare terreno sulle rivali, ma storicamente i titoloni forti di Kyoto hanno contribuito a vendere milioni di console nel mondo e anche questa volta la storia potrebbe essere pronta a ripetersi. Che tifiate per una console o per l’altra, alla fine quello che conta sono i giochi e le emozioni che ci trasmettono nel tempo che trascorriamo in compagnia dei loro protagonisti: ecco perché ogni idea, ogni annuncio e ogni nuovo progetto presentato sotto le luci della ribalta californiane ci accompagneranno da questo rovente inizio d’estate fino ai mesi invernali, momento in cui inizieranno a comparire sugli scaffali blockbuster e attesissimi sequel. Abbiamo fatto un’attenta selezione di tutto quanto è stato presentato alla fiera californiana o che, nonostante fosse stato annunciato in precedenza, ha comunque occupato un ruolo da protagonista. Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One) L’ultimo, spettacolare lavoro di Hideo Kojima e Konami. Sull’eterna saga di Solid Snake si potrebbero scrivere tesi e articoli ma probabilmente ci si dimenticherebbe qualcosa: arrivata fino al 2014 dagli albori degli anni ’80 e del NES 8-bit, l’ultimo capitolo di questa saga è in realtà la seconda parte del progetto Metal Gear Solid: Ground Zeroes dove i giocatori impersoneranno Big Boss aka “Venom Snake” che - dopo i tragici eventi di Ground Zeroes e del- segue a pagina 20 torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE GAMING I giochi “top” dell’E3 ragazzi di CD Projekt RED promettono essere più grande di quello di Skyrim di un buon 20%. Appuntamento all’inizio del 2015 per imbracciare la spada e il libro degli incantesimi. Clicca qui per il video. segue Da pagina 19 l’annientamento dell’unità Militaires Sans Frontières - finisce in coma. Il risveglio avviene 9 anni dopo e coincide con la nuova fondazione di un gruppo di mercenari chiamati Diamond Dogs con i quali tenta di infiltrarsi in Afghanistan durante la guerra con l’Unione Sovietica. Lo scopo primario è la vendetta, ma la scoperta del progetto per la creazione di un’arma ancora più potente di un Metal Gear da parte dell’organizzazione Cipher cambierà i piani della missione. Clicca qui per il video. No Man’s Sky (PS4, PC) Il gioco che ha letteralmente stregato la platea presente alla conferenza stampa e che si sta imponendo su tutta la stampa specializzata pur avendo mostrato pochissimo delle sue potenzialità. In No Man’s Sky il giocatore potrà farà tutto quello che vuole, letteralmente. Il gioco prevede la possibilità di esplorare liberamente il pianeta di partenza e scoprire le specie che lo abitano, le razze che lo governano, esplorare la terra e le profondità dell’oceano aggiornando il database con dati che vanno in condivisione con la comunità dei giocatori ma - e qui entra in scena l’elemento wow - il giocatore potrà prendere una navicella spaziale ed uscire dall’atmosfera del pianeta per poter viaggiare su altri mondi liberamente esplorabili, combattere nello spazio, atterrare su stazioni orbitanti ed interagire con chi le abita, prendere parte ad alleanze intergalattiche o esplorare liberamente il mondo alla ricerca di... beh, ancora non si sa bene cosa. Hello Games promette l’infinito e noi non vediamo l’ora di metterci le mani sopra. Clicca qui per il video. Far Cry 4 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC) Il grandissimo ritorno di uno sparatutto che si è già conquistato un posto d’onore sul podio dei più amati dai giocatori. Ubisoft Montréal in collaborazione con altre sue filiali sparse nel mondo annuncia il nuovo capitolo che vedrà protagonista Ajay Ghale che, al suo ritorno nel villaggio natio sull’Himalaya si troverà coinvolto in una guerra civile molto più grande di lui. Tantissima attesa anche e soprattutto per la modalità multiplayer, da sempre cuore pulsante del genere. Clicca qui per il video. Alien: Isolation (PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One) FIFA 15 (PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One, PC, iOS, Android, PS Vita, Nintendo 3DS) U blockbuster autunnale per antonomasia, riveduto e corretto per la nuova stagione calcistica. Con una comunità online che vive praticamente solo di Ultimate Team e sfide con altri utenti sparsi nel mondo, EA dovrà solo preoccuparsi di tenere stabili i server e sistemare qualche bug di troppo del capitolo 14, specie su prestanza dei giocatori e “papere” dell’IA. Le premesse, come sempre, sono eccellenti, più che altro bisognerà valutare sul campo le differenze, in termini tecnici e di giocabilità, rispetto al già valido Fifa 14. Nel frattempo, EA ha presentato all’E3 il primo Gamaplay Trailer ufficiale. Clicca qui per il video. Assassin’s Creed: Unity (PC, Xbox One, PlayStation 4) Ubisoft non lascia ma anzi, raddoppia. La gallina dalle uova d’oro autunnale della software house canadese non mancherà l’appuntamento con i suoi fan alla fine di ottobre: quest’anno la guerra fra Assassini e Templari si svolgerà all’ombra di Nôtre Dame, nella Francia alle porte della rivoluzione del 1789. Arno Dorian, questo il nome del personaggio che interpreteremo, combatterà al fianco del popolo contro i reali e contro l’esercito al loro servizio: le probabilità che a Versailles si nascondano dei Templari è molto, molto alta. Clicca qui per il video. The Witcher 3: Wild Hunt (PS4, Xbox One, PC) Tempo di sequel anche per la saga RPG-fantasy targata CD Projekt RED, la relativamente piccola software house polacca che ha trasportato in videogioco l’omonima saga fantasy cartacea delle avventure di Geralt. Questo terzo capitolo prenderà il via dove partivano i titoli di coda del precedente episodio e questa volta ci troveremo ad affrontare un esercito invasore chiamato Wild Hunt che sta mettendo a ferro e fuoco i Northern Kingdoms. Il giocatore è chiamato a prendere in mano il destino di Geralt e farlo crescere di quest in quest in un mondo che i Tante volte si è cercato di portare il franchise Alien anche in ambito videoludico e altrettante volte ci siamo trovati di fronte a sonori fallimenti, con titoli pensati quasi esclusivamente a capitalizzare la popolarità della saga cinematografica, oppure capaci di cogliere il solo aspetto action del secondo film, diretto da James Cameron. Con Alien: Isolation, forse è la volta buona e i primi riscontri dicono che una cosa è certa: questo gioco fa paura, tanta paura. Il gioco prodotto da SEGA e sviluppato da Creative Assembly è un vero e proprio survival horror che ha l’obiettivo di proiettarci nelle atmosfere claustrofobiche del primo Alien di Ridley Scott. In Alien: Isolation impersoniamo Amanda Ripley, figlia di Ellen, intrappolata su una stazione spaziale con il mortale xenomorfo. Non avremo armi efficaci contro l’alieno, e tutto quello che possiamo fare è scappare. Se l’alieno ci vede siamo morti. Se l’alieno ci sente siamo morti. Se sente il nostro odore siamo morti. Per farci strada negli spazi contorti dell’astronave nella nostra fuga, avremo l’iconico sensore di movimento, oltre a qualche arnese di fortuna con cui affrontare gli altri abitanti della stazione spaziale, a quanto pare non meno letali dell’alieno. Insomma, un approccio molto diverso da quanto visto fino ad ora e chi ha provato il gioco ne è uscito terrorizzato. L’appuntamento è per ottobre 2014. Clicca qui per il video. Grim Fandango Remaster (PlayStation 4, PS Vita) Manny Calavera sta per tornare sulle console next-gen. I più giovani probabilmente non conoscono l’originale uscito su PSX nel 1998, quel Grim Fandango che assieme ai Monkey Island e a Full Throttle rappresenta il meglio delle avventure grafiche degli anni ‘90. Poco da dire e tanta attesa nostalgica per un grande ritorno che speriamo non soffra più delle lacune di gameplay causate - all’epoca - da poca precisione nell’interfaccia utente con tastiera e joypad. Clicca qui per il video. The Legend of Zelda (Wii U) I fan Nintendo lo aspettavano dalla presentazione della Wii U, finalmente è arrivato. Sono bastati pochi secondi di un trailer che sembra un filmato più che un pezzo di gameplay vero e proprio (ma non segue a pagina 21 torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE GAMING I giochi “top” dell’E3 segue Da pagina 20 creatura; ora, è giunto il momento per me di realizzare il mio sogno”. Clicca qui per il video. Halo 5: Guardians (Xbox One) Il titolo che ogni possessore di Xbox One aspetta. Il ritorno di Master Chief. Una Collector’s Edition in uscita a dicembre che conterrà la beta di Halo 5 in anteprima esclusiva. Queste, e praticamente solo queste le notizie rilasciate da Microsoft sulla sua killer application, anch’essa impegnata a giocare a nascondino con i fan. Clicca qui per il video. Xenoblade Chronicles X (Wii U) ditelo ad Aonuma-sensei, che giura essere un pezzo assolutamente in-game) per far gridare al miracolo e rimettere la povera, bistrattata Wii U sulla bocca di tutti. Prendete una grafica a metà tra Wind Waker e Skyrim, in un mondo completamente aperto ed esplorabile, mescolatelo con le atmosfere magiche di Zelda ed ecco servito il gioco che - probabilmente - farà vendere da solo milioni di console nel mondo. In attesa di qualcosa di più concreto, iniziamo il conto alla rovescia per il 2015. Clicca qui per il video. Uncharted 4: A Thief’s End (PlayStation 4) Naughty Dog presenta quello che - perlomeno stando a quello che il titolo sembra suggerire - sarà l’ultimo capitolo delle avventure di Nathan Drake. Il nostro Drake intraprende un viaggio in giro per il mondo alla ricerca dei misteri che coinvolgono una cospirazione storica che sta dietro a un favoloso tesoro di pirati. Viene definita dagli sviluppatori “La sua più grande avventura” che metterà alla prova le sue capacità, i suoi limiti e ciò che sarà disposto a sacrificare per salvare coloro che ama. Una trama più oscura rispetto al passato, figlia probabilmente dell’esperienza e del successo ottenuto con The last of us a cui questo Uncharted 4 deve più di qualcosa. Clicca qui per il video. Bloodborne (PlayStation 4) Miyazaki Hidetaka e From Software: un’accoppiata che i fan dei giochi difficili e con pochissimo margine d’errore conosceranno senza dubbio per Demon’s Soul e Dark Souls. L’E3 è l’occasione colta dal team giapponese per presentare Bloodborne, horror in salsa RPG in cui i giocatori si troveranno catapultati a Yharnam, una cittadina di epoca simil-vittoriana colpita da una epidemia. La malattia è talmente potente da trasformare i cittadini in mostri, di conseguenza una squadra di cacciatori avrà il compito di debellare la pericolosa minaccia. Clicca qui per il video. Scalebound (Xbox One) Platinum Games, la software responsabile di Metal Gear: Rising e The Wonderful 101 presenta a questo E3 2014 una delle pochissime esclusive per la console Made in Redmond. Scalebound, questo il titolo del gioco, decide di sfruttare un vecchio adagio del mondo dello spettacolo per creare aspettativa: non rivelare praticamente nulla. Ci dobbiamo quindi affidare al solo virgolettato di Kamiya Hideki, direttore creativo del progetto, che afferma: “Il focus del mio nuovo gioco è la gigantesca bestia che regna sul genere fantasy: il drago. I draghi hanno un potere unico di catturare l’immaginazione e ho amato i draghi sin da quando ero un bambino. Ho sempre sperato di poter creare un gioco con questa magnifica Tutti i fan di RPG cresciuti a pane e Final Fantasy (quelli belli) ogni volta che leggono “Xeno...”, magari accompagnato da una X rossa pennellata hanno quantomeno un tuffo al cuore: il ricordo di Xenogears è ancora indelebile e difficilmente se ne potrà mai andare. Monolith Software lo sa bene, e ha infatti rilanciato qualche anno fa il brand Xeno con discutibile successo: all’E3 la software house nipponica prova a calare l’asso con un titolone vecchio stampo tutto mecha e statistiche per fare la gioia dei fan più hardcore, senza perdere di vista grafica dettagliata, mondi completamente esplorabili e battaglie spaziali campali: il trailer, che strizza l’occhio agli anime di genere, ne è un ottimo esempio. Clicca qui per il video. Yoshi’s Wooly World (Wii U) Nintendo ha dato spettacolo durante il suo evento e con la presentazione di Yoshi’s Wooly World ha dimostrato di essere in forma smagliante nonostante Wii U non stia ottendendo il successo di vendite sperato. In questo platform con protagonista il simpatico dinosauro Yoshi, il giocatore dovrà esplorare un mondo aperto e mutevole in quanto composto di... lana! Yoshi, i sentieri, le montagne e i personaggi... tutto sarà composto di lana e quindi soggetto a mutamenti continui e imprevedibili: più che le parole, mai come in questo caso un video può rendere al meglio l’idea del gameplay. Clicca qui per il video. Qui sopra a sinistra, Uncharted 4, forse l’ultima avventura di Nathan Drake, e a destra Halo 5, di cui si sa ancora molto poco. torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE GAMING L’annuncio alla recente conferenza dell’E3 era stato preceduto da uno fatto al CES Sony apre PlayStation Now in versione beta Annunciata l’apertura della beta pubblica di PlayStation Now. Nel 2015 anche in Europa Accesso a videogame da giocare in streaming tramite le console, TV e prodotti Xperia di Michele LEPORI annuncio shock, l’aveva fatto al CES, ma all’Electronic Entertainment Expo Sony rincara la dose e incendia il cuore dei suoi milioni di fan annunciando l’apertura del servizio PlayStation Now a tutta la community, in versione beta e per PlayStation 4. Si parte da USA e Canada, ma il resto del mondo seguirà nel 2015. L’annuncio a gennaio del progetto PlayStation Now ruotava attorno a Gaikai, un servizio di cloud gaming che permette lo streaming di videogame riducendo al minimo i lag. Il gioco che normalmente gira sulla console di fianco al TV ora “gira” su un server da cui il giocatore sceglie fra centinaia di giochi quello che preferisce e dal quale la console attinge i dati previo login dell’utente (pagante) e lo trasmette al TV: una realtà futuristica e agli antipodi del concetto tradizionale di home entertainment. PlayStation Now è tutto questo, è stato testato in closed beta da gennaio e diventerà pubblico dal 31 luglio su PS 4 e da settembre anche su PS 3 e PS Vita ma anche sui terminali di fa- L’ La collezione di videogiochi più grande al mondo è stata venduta per 750.000 dollari; l’anonimo compratore si porta a casa oltre 11.000 videogame scia alta Xperia, che diventano veri e propri strumenti di visualizzazione o fruizione dei contenuti. Si parla anche di alcuni TV Sony di fascia alta in grado di accedere direttamente a PlayStation Now senza console: il controller potrebbe essere direttamente lo smartphone/tablet Xperia o un DualShock. Sony sta giocando una partita importante e rischiosa al tempo stesso, il cui premio sarebbe una futura console streaming-only, punto focale di un ecosistema proprietario che potrebbe abbattere il costo dei giochi a fronte di un canone mensile o modulare che al lancio sarà di 2,99 dollari al mese per l’accesso a PlayStation Now e con giochi che oscillano fra i 2,99 e i 19,99 dollari. Il grosso nodo che il colosso nipponico sarà chiamato a sbrogliare è l’Europa, dove le infrastrutture Internet sono un’incognita variabile da Paese a Paese e che - salvo alcuni casi - mal si sposa con una politica interamente basata su servizi cloud e streaming: PS 3 era Blu-Ray only, PS 4 fa del digital delivery una colonna portante… Chissà che PS 5 non sia solo un piccolo ricevitore da cui sincronizzare i dispositivi e giocare su di essi. GAMING Oculus è stata recentemente acquistata da Facebook per circa 2 miliardi di dollari Oculus Rift pronto non prima del 2015, costerà poco Oculus Rift non sarà pronto per il mercato prima del 2015, ma Zuckerberg ha le idee chiare Venderà al prezzo più basso possibile e punterà ai profitti tramite contenuti e servizi O di Massimiliano ZOCCHI culus Rift sarà pronto per il mercato di massa entro il 2015, parola di Brendan Iribe, CEO di Oculus, che dopo l’acquisizione da parte di Facebook ha mantenuto una propria identità e indipendenza aziendale. Iribe si sbilancia anche sul numero di unità che spera di vendere al lancio, circa un milione. Numeri bassi rispetto al mercato delle console, e questo perché lo scopo iniziale sarà di soddisfare al meglio i pionieri che si lanceranno nell’acquisto, e grazie a loro attirare quanti più sviluppatori possibile per creare contenuti che faranno alzare gradualmente il livello del prodotto e ampliare il suo target. Iribe ha spiegato che, al momento, l’influenza di Facebook non sta pesando torna al sommario Venduta la più grande collezione di videogiochi 750.000 dollari sul progetto. È troppo tardi per intervenire su un prodotto già in stato avanzato, per cui il “peso economico” di Zuckerberg tornerà utile quando si passerà a progettare la seconda versione di Oculus Rift. Tuttavia il leader di Facebook non sta certo a guardare, e ha espresso il suo pensiero riguardo al prezzo di vendita. Zuckerberg vorrebbe al momento ignorare il profitto diretto per puntare a guadagni futuri dati da servizi e contenuti vendibili agli utenti. Iribe, pur non completamente d’accordo, ritiene che il prezzo di vendita debba essere il più basso possibile, ma non al costo come vorrebbe Mark. Brendan Iribe ha concluso ricordando che senza gli sviluppatori Oculus può fare ben poco: non bastano, infatti, normali videogames “convertiti”, ma sono necessari contenuti creati appositamente per alzare il livello della proposta e dare ai clienti la vera realtà virtuale. Sicuramente i 40.000 developer kit che saranno spediti il mese prossimo aiuteranno a raggiungere questo scopo. di Vittorio Romano BARASSI Se la sono giocata in due ma alla fine l’asta si è conclusa a favore dell’anonimo personaggio nascosto dietro il nickname di peeps_ 10091970; questo, con un’offerta di 750.250 dollari, ha vinto un’asta la cui base era di 150.000 dollari. L’oggetto della contesa non è un’automobile e neppure un’opera di un artista famoso, bensì la più grande collezione di videogiochi del mondo appartenente al tutt’altro che ragazzino Michaer Thomasson, il quale a seguito di un “trauma infantile” piuttosto singolare (i nonni gli regalarono una console a Natale, ma dovette aspettare quello successivo per giocare al primo videogame) decise di acquistare praticamente ogni videogioco che sarebbe uscito da lì in avanti (per oltre 25 anni). Ovviamente, com’è facile intuire, i soldi per lui non sono mai stati un problema. A molti anni di distanza, decine di console dopo e migliaia di videogiochi giocati (più di 2600 sono però ancora nella plastica originale), Thomasson ha messo su famiglia e per necessità di spazio ha deciso di vendere tutto su Internet. La collezione, certificata dal Guinness dei Primati e composta da oltre 11mila videogiochi, passa dunque di mano per 750.000 dollari. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Ci siamo recati ad Amburgo, alla sede europea di Yamaha, per assistere alla presentazione dell’YSP-2500 In casa Yamaha per ascoltare il nuovo YSP 2500 ll proiettore sonoro coniuga qualità, versatilità e ingombri contenuti. Sarà in vendita da luglio, al prezzo di 899 euro di Emanuele VILLA e l’anno scorso, in occasione dei 125 anni dell’azienda, Yamaha aveva deciso di premiare i propri fan proponendo loro l’accoppiata pre-finale multicanale, le novità di quest’anno sono dedicate a una fetta più ampia di pubblico e, pur non dimenticando la tradizione del gruppo, si allineano con la tendenza di “compattare” il cinema in casa in oggetti facilmente integrabili in ambiente e dal design curato. Stiamo parlando di soundbar, di proiettori sonori, di speaker portatili, di tutto ciò che rappresenta l’ultima tendenza in fatto di audio domestico, una tendenza che fa di versatilità e minimo ingombro i propri punti di forza. S Rinnovamento in chiave soundbar Ad Amburgo veniamo condotti nella sala d’ascolto e di test audio/video per una dimostrazione dell’attuale gamma di sintoampli: si tratta di una sala da una trentina di metri quadri trattata acusticamente, dove ascoltiamo in azione l’accoppiata Blu-ray BD-S477 e amplificazione RX-V677, alternando brani tratti da Blu-ray musicali ad altri appartenenti ai blockbuster più recenti. Tutto questo col tradizionale coinvolgimento offerto dai prodotti Yamaha e dal loro “mitico” DSP; ma più che sulle doti sonore, molta enfasi è stata data alle funzionalità connesse, a partire dalle regolazioni DSP tramite smartphone (nella fattispecie, si trattava di un Galaxy Note 2) fino al meccanismo di funzionamento di Spotify Connect. Passiamo alle novità: da qui a fine anno Yamaha espanderà buona parte della propria offerta, dai prodotti di Desktop Audio all’Hi-Fi, ma senza dimenticare i sintoampli “tradizionali” e il segmento dell’Interior Audio, i cui prodotti sono veri e propri oggetti d’arredo con un’anima musicale (per esempio, il Relit LSX-700). Ma il segmento che negli ultimi anni ha offerto le più ampie possibilità di crescita è quello delle soundbar, mercato nel quale Yamaha è presente fin dagli albori e che vede un’offerta strutturata in diverse sottocategorie, tra cui sound-bar, sound-base, sound-projector e sound-booster. Il prodotto che viene presentato è l’YSP-2500, ovvero il sound-projector dedicato a chi vuole il massimo risultato senza dover ricorrere a un impianto a diffusori separati. YSP-2500, il proiettore sonoro hi-tech YSP-2500 è l’erede diretto di YSP-2200, dal quale deriva parte delle soluzioni tecniche e costruttive apportandovi tante novità: innanzitutto è più sottile, 53 mm o 73 mm con i piedini regolabili fino a 88 mm, la base è di 94,4 cm ed è spesso 144 mm; in questo modo può essere posto subito di fronte al TV (pur non potendo fungere da base) oppure anche appeso. Inoltre, è dotato di subwoofer wireless e di bluetooth aptX per la riproduzione sonora da apparecchi mobile come smartphone e tablet. Più in dettaglio, YSP-2500 è basato su uno chassis in alluminio anti vibrazioni e si compone di un array di 16 speaker (2W) con raggio di emissione “orientabile” a seconda del materiale sorgente e della torna al sommario modalità di ascolto, che passa da un comunissimo stereo fino a 5Beam+2 pensato per riprodurre in modo realistico sorgenti audio a 7.1 canali. Ma abbiamo anche il 3 Beam adatto alla maggior parte dei film e un 3 Beam + stereo pensato per la riproduzione delle sorgenti video musicali. Interessante, a tal fine, la possibilità di intervenire con l’app per smartphone Home Theater Controller (disponibile sia per iOS che per Android) modificando non solo il campo sonoro via preset, ma anche con regolazioni fini sul volume e l’angolazione di ciascun raggio sonoro, di modo tale da ottenere le riflessioni volute e quindi il coinvolgimento che si desidera. YSP-2500 si completa con il subwoofer wireless a doppio woofer da 10 cm e amplificatore analogico da 75 watt integrato. La sua conformazione assicura rigidità e, soprattutto, possibilità di installazione in orizzontale o verticale, tra l’altro senza l’assillo di cavi sparsi per la casa. Infine, l’altra novità degna di rilievo è il supporto per HDMI 2.0 con 4K a 50/60p pass-through e supporto 3D, mentre per quanto concerne i connettori, troviamo 3 ingressi HDMI, 2 digitali ottici, 1 coassiale e un ingresso analogico; le uscite sono 1 HDMI, 1 presa subwoofer e l’uscita per le cuffie. La disponibilità del prodotto sul nostro mercato è prevista per luglio, con un prezzo al pubblico di 899 euro. Coinvolgente il giusto: da provare La visita alla sede Yamaha è stata l’occasione per vedere il nuovo prodotto in azione: considerando che l’ambiente era di fatto una piccola sala conferenze, e quindi ben più ampia rispetto a un comune salotto, la calibrazione automatica e la riproduzione alternata di brani musicali e spezzoni di blockbuster recenti ha suscitato impressioni positive. Quello che ha colpito gli spetta- tori, in particolare, è stata la capacità di YSP-2500 di “scomparire” quasi completamente: i dialoghi provenivano sì da un centrale virtuale, ma localizzarne la provenienza sotto il televisore (dov’era posto il proiettore sonoro) era pressochè impossibile; poteva essere tranquillamente dietro o sopra, l’unica certezza era la provenienza frontale. Appagante, in attesa ovviamente di una prova approfondita, la capacità surround tramite riflessione delle onde sonore: pur nei limiti di una sala enorme, la localizzazione degli effetti era precisa e solo leggermente ovattata, rischio tipico di questa categoria di prodotti. Davvero notevole la pressione sonora e precisi gli interventi del subwoofer, che ci è sembrato dotato del giusto controllo e incisività. Torneremo sull’argomento con una prova approfondita, ma già così sembra che YSP-2500 abbia tutte le carte in regola per ottenere ciò che promette: coinvolgimento, minimo ingombro e versatilità assoluta. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Presentate a berlino le cuffie AKG Y, segnano l’inizio di una nuova era AKG cambia la sua filosofia con le cuffie Y Oltre che sulla qualità si punta molto anche sul design, con il concorso Inspired Award di Roberto FAGGIANO I l marchio AKG festeggia i 20 anni di appartenenza al gruppo Harman e i suoi 65 anni di attività e ha colto l’occasione per invitare a Berlino la stampa europea per presentare nuovi prodotti e la nuova filosofia del gruppo. Nello stesso periodo, infatti, è stato completamente rinnovato anche il sito Web del marchio austriaco, all’insegna del motto Inspired e con il concorso Inspired Award, dedicato ai creativi. L’obiettivo è quello di attirare il pubblico più giovane che probabilmente non conosce la storia e la fama del marchio, un blasone guadagnato in decenni di produzione di microfoni e cuffie professionali. Durante la presentazione, il designer Rafal Czaniecki ha illustrato le varie fasi del progetto e la ricerca di ogni dettaglio per personalizzare il prodotto, come la Y stilizzata presente su ogni cuffia della serie. Il concorso Inspired Awards è aperto a tutti i creativi che potranno proporre il loro disegno per i padiglioni di una cuffia della serie Y, il vincitore avrà un premio di 5.000 euro e vedrà entrare in produzione la “sua” cuffia, mentre altri quattro concorrenti meritevoli riceveranno un premio di 1.000 euro ciascuno. Per la prossima stagione, AKG strutturerà la sua gamma su tre linee di prodotto: la gamma K è quella già in vendita e comprende modelli che sono diventati veri best seller come la K45; in occasione dell’IFA verrà poi lanciata la nuova gamma top N che comprenderà cuffie e auricolari con il meglio della tecnologia AKG in una veste curata e raffinata, con prezzi conseguenti. La gamma che invece sarà disponibile nel giro di pochi giorni è la Y o Young Pro, dedicata al pubblico più giovane che non si accontenta di un AKG Y40 torna al sommario prodotto qualsiasi ma è più orientato sul migliore rapporto qualità/prezzo. La nuova gamma inizia dagli auricolari Y10 (10 euro), Y15 (20 euro) e Y16 (30 euro) già presenti sul mercato, prodotti affidabili per fare grandi numeri di vendita. i prodotti più interessanti però sono le cuffie Y40, Y45BT, Y50 e Y55DJ. Sono tutte cuffie con un veste estetica molto più personale che in passato, disponibili in colori vivaci e con il marchio sempre in bella mostra. I materiali sono studiati per la migliore affidabilità nel tempo, con particolare attenzione agli archetti e ai meccanismi di ripiegamento. Il modello di punta, e migliore rappresentante del nuovo corso, è la Y50 (99 euro), caratterizzata dal vistoso logo di fabbrica su entrambi i padiglioni. La struttura è leggera con comodi cuscini sui padiglioni, trasduttori da 40 mm, impedenza a 32 ohm, sensibilità di 115 dB SPL/V, archetto metallico, cavo separabile con microfono di tipo universale e finitura molto vistosa, nelle varianti rosso, giallo, azzurro e nero. Dopo un breve test di ascolto della Y50, eseguito a Berlino, una volta tornati a casa abbiamo avuto modo di testare in modo approfondito queste cuffie, trovate qui la nostra prova. La Y40 (89 euro) è, invece, una cuffia molto compatta e leggera, fatta per ascolti prolungati senza fatica o fastidio. AKG Y45 Proiettore LED Optoma HD90 100” di schermo da 3 metri L’HD90 è il nuovo proiettore home Optoma con tecnologia LED Offre un’elevata luminosità e può proiettare immagini fino a 100 pollici da meno di 3 metri di distanza di Michele LEPORI AKG Y50 Questo modello è disponibile in colore nero, giallo e azzurro, ha il microfono lungo il cavo, trasduttore da 40 mm, impedenza di 32 ohm e sensibilità di 120 dB SPL/V, padiglioni ripiegabili e cavo staccabile. La Y45BT (129 euro) ha le stesse caratteristiche del modello precedente ma è dotata di connessione Bluetooth con NFC ed è disponibile in versione bianca o nera. L’autonomia della batteria ricaricabile è di circa 8 ore. La Y55 (119 euro) è una cuffia dedicata ai deejay, con prestazioni professionali nella risposta in frequenza e con il massimo comfort per poter essere indossata molto a lungo. Anche questo modello ha il trasduttore da 40 mm, impedenza di 32 ohm, sensibilità di 115 dB SPL/V e il meccanismo dei padiglioni snodabile; è disponibile in colore nero con padiglioni neri, bianchi, rossi o azzurri. Qui un video di presentazione dei prodotti Optoma annuncia la disponibilità del proiettore HD90, che si affianca al modello esistente HD91 estendendone le caratteristiche di luminosità a 1200 Lumen e aumentando la dimensione dell’immagine proiettata. Grazie alla combinazione di una lente short throw e di una notevole gamma di zoom, è possibile ottenere un’immagine da 100 pollici da una distanza inferiore a 3 metri. La tecnologia LED fornisce una maggiore profondità di colore e una luminosità costante che, per il fenomeno chiamato effetto Helmholtz – Kohlrausch, viene percepita dall’osservatore come due volte superiore a quella di un proiettore equivalente che utilizza una tradizionale lampada. Tra i vantaggi dell’utilizzo dell’illuminazione a LED ci sono anche una minore produzione di calore, ciò consente di installare il videoproiettore senza i vincoli di dissipazione imposti dai modelli con lampada ad incandescenza, una accensione diretta e una durata praticamente infinita. I proiettori HD91 e HD90, con 2 ingressi HDMI v1.4a 3D, uno VGA, uno Component e uno Video, permettono anche la visione in 3D tramite gli occhiali wireless ricaricabili ZF2100 realizzati da Optoma. L’HD90 costerà 4.199 euro. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA una serie di “bollini” identificherà la qualità delle registrazioni audio Audio ad alta risoluzione, ora c’è una definizione La Consumer Electronics Association, il Digital Entertainment Group, la Recording Academy e le etichette discografiche hanno varato la definizione ufficiale di High-Resolution Audio di Paolo CENTOFANTI iverse associazioni di categoria statunitensi, in accordo con le principali etichette discografiche, hanno deciso di dare una definizione precisa di audio ad alta risoluzione o High Resolution Audio, in vista evidentemente di una prossima spinta commerciale dei formati audio ad alta qualità. La definizione è stata coniata dalla Consumer Electronics Association - l’associazione che tra le altre cose promuove il CES di Las Vegas il Digital Entertainment Group e la Recording Academy e stabilisce che si parla di audio ad alta risoluzione in riferimento a: “Audio lossless capace di riprodurre l’intero spettro sonoro da registrazioni che sono state masterizzate da sorgenti con qualità superiore a quella del CD”. All’atto pratico, potremo parlare di high resolution audio per qualsiasi file in formato lossless con risoluzione superiore ai canonici 44.1 KHz e 16 bit, a patto che anche il master di partenza sia ad alta risoluzione. Per identificare quest’ultima informazione, le associazioni hanno deciso di definire anche dei descrittori di Master Quality Recording, per indicare appunto la qualità del materiale sorgente. Questi “bollini” sono quattro e ricordano le sigle D SPARS (Society of Professional Audio Recording Services) che accompagnavano i primi Compact Disc per identificare quali dischi partivano da master digitali (AAD, ADD, DDD). Gli identificatori saranno i seguenti: • MQ-P: per sorgente PCM a 48 KHz e 20 bit o superiore (96/24 o 192/24) • MQ-A: per master analogico • MQ-C: per master di qualità CD a 44.1 KHz e 16 bit • MQ-D: per sorgente DSD/DSF a 2.8 o 5.6 MHz Ciascuno di questi descrittori certificherà che il file è stato realizzato a partire dal migliore master di partenza disponibile. Nel caso del “bollino” MQ-C non si potrà parlare tecnicamente di alta risoluzione, ma i file così con- traddistinti consentiranno comunque di ascoltare i brani “così come gli artisti, i produttori e gli ingegneri del suono gli hanno concepiti”. Per celebrare la “pietra miliare”, le tre associazioni hanno organizzato l’evento High Resolution Audio Listening Experience, che si terrà a New York presso i Jungle City Studios il 24 giugno. Qualche annuncio in arrivo? Secondo indiscrezioni, Apple avrebbe dovuto annunciare l’arrivo dell’audio ad alta risoluzione all’appena conclusasi WWDC, ma poi non si è visto nulla. Non è da escludere che le novità relative ad iTunes possano arrivare insieme ai prossimi iPhone, prodotti che anche in questo caso si mormora siano pronti per l’audio ad alta risoluzione. Beats lancia gli auricolari in-ear wireless per lo sport Fino a 6 ore di autonomia e certificazione di resistenza all’acqua IPX4, prezzo 199,95 euro P uò sembrare davvero strano, ma fino ad oggi l’apprezzata gamma di cuffie Beats by Dr.Dre non includeva anche degli auricolari wireless. La musica cambia con le nuovissime Powerbeats² Wireless, le prime cuffie in-ear Bluetooth 4.0 del produttore americano. Si tratta di cuffie dedicate soprattutto a chi pratica sport, con certificazione IPX4 di resistenza all’acqua e un comodo archetto per un aderenza più salda alle nostre orecchie durante l’attività fisica. Le cuffie sono dotate di torna al sommario Sennheiser tinge di verdeoro il piccolo gioiellino della famiglia Momentum: stessa qualità e stesso prezzo delle sorelle “regolari” in una veste limitata di Michele LEPORI HI-FI E HOME CINEMA Beats presenta Powerbeats², i suoi primi auricolari in-ear wireless di Paolo CENTOFANTI Tempo di Samba per Sennheiser sistema acustico a doppio driver per restituire il distintivo suono profondo del marchio e offrono un’autonomia di circa 6 ore a carica completa. Soli 15 minuti di carica, però, garantiscono un’ora di ascolto, sufficiente per un veloce allenamento. Le cuffie sono anche dotate di telecomando a filo RemoteTalk, che permette di controllare la riproduzione e di effettuare chiamate telefoniche. Le Powerbeats² Wireless saranno disponibili già a partire da questo stesso mese, a un prezzo di listino di 199,95 euro, si può scegliere tra tre colorazioni: nero, rosso e bianco. Sennheiser, per celebrare il Mondiale di calcio 2014, presenta una nuova versione delle apprezzatissime Momentum on-ear tutte dedicate al paese della Seleçao. Le Momentum on-ear sono tra le cuffie più apprezzate nella categoria. Tecnicamente interessanti, con una risposta in frequenza da 16 a 22.000 Hz, 112 dB di sensibilità e 18 Ohm di impedenza, queste piccole Momentum hanno saputo conquistare anche il cuore di chi vive la passione per la musica con attenzione alle tendenze della moda, grazie a materiali pregiati come l’alcantara, utilizzati per l’archetto e i padiglioni. Questa particolare Limited Edition Samba vede come colore dominante l’oro, profilato da una fascia verde sulla giuntura con i padiglioni. Che le si voglia usare per vivere l’emozione e la tensione dei match senza disturbare il resto della famiglia (che potrebbe voler dormire, vista la differenza oraria con il Brasile), che le si voglia sfruttare per rilassarsi durante l’intervallo o nell’attesa del fischio d’inizio, le Momentum On-Ear si propongono per vivere il Mondiale 2014 a tutto volume. Sono disponibili sullo store online dell’azienda tedesca e in una selezioni di negozi specializzati, al prezzo di 199€. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE SCIENZA E FUTURO Sharp ha annunciato un nuovo processo di fabbricazione dei pannelli LCD Sharp annuncia il display a forma libera Le possibili applicazioni sono tantissime, dall’automotive alle installazioni commerciali di Paolo CENTOFANTI S harp ha annunciato lo sviluppo del Free-Form Display: un nuovo processo di fabbricazione dei pannelli LCD che permette di realizzare display di qualsiasi forma. Grazie alla tecnologia IGZO e a un nuovo processo di design dei circuiti elettronici, Sharp è riuscita ad eliminare il vincolo della forma rettangolare o quadrata dei display LCD, dovuto all’integrazione nella cornice di parte dell’elettronica di controllo dei pannelli. Tramite la nuova tecnologia infatti, l’elettronica può venire distribuita uniformemente tra i pixel del display portando così alla riduzione non solo della cornice, ma eliminando anche il vincolo della forma. Tra le prime applicazioni Sharp ha presentato display su misura per il mondo delle automobili, ad esempio per la realizzazione di cruscotti. Le applicazioni sono chiaramente infinite, dagli elettrodomestici, ai cartelloni pubblicitari, fino naturalmente alla tecnologia indossabile. Per quanto riguarda la disponibilità, Sharp ha annunciato che punta a iniziare il prima possibile la produzione di massa. Unione Europea e Corea firmano l’accordo sul 5G Definito lo sviluppo comune dello standard 5G, che dovrà connettere l’Internet delle cose L di Paolo CENTOFANTI torna al sommario Il rombo delle mitiche Harley diventa un sibilo nel video che annuncia Project LiveWire, la prima motocicletta elettrica dello storico marchio Per ora è solo un prototipo di Paolo CENTOFANTI SCIENZA E FUTURO Firmato un accordo stategico per lo sviluppo delle infrastrutture wireless ’appello lanciato da Neelie Kroes per uno sviluppo armonizzato a livello globale delle reti 5G sta dando i primi frutti. L’Unione Europea e la Corea del Sud hanno firmato, infatti, un accordo per la collaborazione nella definizione e realizzazione delle reti mobili di prossima generazione. L’accordo, firmato dal vice presidente della Commissione Europea per l’Agenda Digitale Kroes e dal ministro della Scienza, Telecomunicazioni e Sviluppo della Corea Mun-Kee CHOI, propone una più stretta collaborazione sia a livello governativo, che industriale, con la prossima firma di un ulteriore memorandum di intesa tra il gruppo europeo 5G Infrastructure Association (che include Alcatel-Lucent, Atos, Deutsche Telekom, Ericsson, Nokia, Orange, Telecom Italia, Telenor e Telefonica) e il 5G Forum coreano (che include LG, KT, Qualcomm, Samsung, SK Telecom e altri). L’obiettivo dell’accordo è la stesura di standard tecnologici comuni e un’armonizzazione delle frequenze da adibire ai nuovi servizi a Project LiveWire L’Harley-Davidson diventa elettrica Pronti a dire addio al classico rombo potente e profondo che da sempre è sinonimo di Harley-Davidson? Lo storico marchio americano, infatti, ha svelato Project LiveWire: il suo primo prototipo di moto elettrica. “Ci sono pietre miliari che cambiano la storia, momenti fondamentali in cui si cambia il futuro. Questo è uno di quei momenti.” Harley-Davidson livello globale, per evitare il ripetersi di quanto successo con il 4G. Tre in particolare i punti dell’accordo: • arrivare entro la fine del 2015 a un consenso comune sulla definizione di 5G, le sue funzionalità chiave e una tabella di marcia verso il lancio delle nuove reti; • individuare e avviare progetti di ricerca comuni sul 5G da lanciare nel 2016, per arrivare alla standardizzazione delle tecnologie in seno agli organismi 3GPP e ITU; • collaborazione per facilitare le individuazione delle frequenze più adatte per soddisfare i nuovi requisiti posti dal 5G a livello globale e in concerto con l’ITU e il WRC. La sfida delle reti di prossima generazione non è solo quella di offrire semplicemente connessioni più veloci per i telefonini, ma di creare un’infrastruttura wireless in grado di connettere i miliardi di nuovi dispositivi che avranno bisogno di un’accesso a Internet: dalla smart city all’Internet delle cose, sono tantissime le nuove categorie di apparecchi interessati, ma per far questo occorrono reti ancora più veloci e in grado di gestire sempre più dispositivi connessi. Per ora non ci sono molti dettagli, se non una gallery fotografica e il video introduttivo che pubblichiamo a fondo pagina. Harley porterà Project LiveWire in un viaggio attraverso gli Stati Uniti sulla storica Route 66 per raccogliere feedback dai biker americani, prima di mostrarla in Europa e poi nel resto del mondo. Ma Project LiveWire è, per il momento, solo un prototipo e non è ancora stato diramato alcun annuncio riguardo alla disponibilità ai primi modelli commerciali. Harley-Davidson Project LiveWire La lavatrice intelligente Un concentrato di tecnologia mai visto prima. Classe energetica A+++ -40% Con un consumo energetico annuo di 118 kWh, Intelius è la lavatrice con la maggiore efficienza energetica sul mercato (giugno 2012 – GfK). Haier Smart Technologies Smart Drive Motor® Motore Inverter innestato al cestello della lavatrice per un’ incredibile riduzione delle vibrazioni e della rumorosità. Smart Dosing Grazie al serbatoio per detersivo e ammorbidente, Intelius ne dosa automaticamente la giusta quantità e il risparmio è assicurato! Smart Detecting® Un sistema intelligente di rilevamento della durezza dell’acqua si associa a Smart Dosing per avere un perfetto ciclo di lavaggio. Smart Dual Spray® Due spray intelligenti lavano fibre e pelucchi lasciati sulla guarnizione dopo ogni ciclo di lavaggio. Scopri la nuova INTELIUS. www.haier.it n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE SMARTHOME Whirlpool ha presentato alcune novità in fatto di grandi elettrodomestici Whirlpool: elettrodomestici sempre più eco Filo conduttore dei nuovi prodotti tutta una serie di tecnologie per la riduzione dei consumi di Simona ZUCCA L e ultime novità di Whirlpool in fatto di grandi elettrodomestici a libera installazione sono all’insegna della lotta allo spreco. L’azienda, da sempre sensibile al corretto utilizzo delle risorse, continua nel suo impegno di proporre apparecchi attenti ai consumi, la cui durata sia più lunga, e che prolunghino anche la vita dei nostri cibi o dei nostri capi di abbigliamento. E lo fa con tutta una serie di tecnologie proprietarie che contraddistinguono il settore del lavaggio e della conservazione degli alimenti, pensate per fa risparmiare energia, soldi, tempo e fatica. Prodotti innovativi che, come ci racconta Raffaella Berardo, Marketing Director, si basano fondamentalmente sui tre pilastri che da sempre contraddistinguono Whirlpool: performance superiori, un’esperienza d’uso intuitiva e design. 6° Senso, la tecnologia Whirlpool in grado di adattare parametri e consumi alle reali esigenze, questa volta la ritroviamo sulla nuova lavastoviglie a libera installazione PowerClean con tecnologia PowerDry (prezzo al pubblico 749 euro) che mira a risolvere il problema dell’asciugatura di stoviglie in plastica e teflon. Un video dimostrativo realizzato da Whirlpool ci mostra come in un’ora, con un apposito programma, piatti e pentole sono asciutti, anche quelli che con programmi standard necessitano di essere asciugati a mano, grazie a un particolare condensatore che trasforma il vapore in acqua e che tra l’altro risolve il problema del vapore che fuoriesce dall’apparecchio al termine del programma rischiando spesso di rovinare i mobili circostanti. A questo si aggiunge la tecnologia PowerClean i cui particolari sensori rilevano il livello di sporco e regolano i parametri del lavaggio, durata, acqua, temperatura. La classe energetica è A+++. Nessuna novità Tra le novità presentate, a destra il frigorifero Absolute Pure particolare, invece, per quanto riguarda il settore delle mente con 5 cassetti e 2 sportelli. Il lavatrici, che propone una nuova lava- congelatore è pensato per essere lettebiancheria 6° Senso Slim (549 euro al ralmente affiancato al frigorifero monopubblico) dotata sì di tecnologie volte al porta Fjord con 6° Senso Fresh Control, risparmio e a un attento utilizzo di ener- esteticamente identico. Tecnologie, gie (acqua, corrente e detersivo) ma co- queste, pensate per prolungare la vita munque già viste in precedenza su altri degli alimenti all’interno degli elettroprodotti, come ad esempio EcoDose, domestici, creando all’interno l’ambienche suggerisce la giusta quantità di de- te ideale per loro. Entrambi con classe tersivo in base al carico e al program- energetica A+++, costano rispettivama, Ecomonitor che indica il livello di mente 849 e 799 euro nella versione consumi legato al programma scelto e inox (disponibili anche in bianco). CerColours 15° che lava a 15° con gli stessi to, le dimensioni non li rendono proprio risultati di un lavaggio alla portata di tutte le case (120 cm di a 40°. Whirlpool si è larghezza per averli entrambi), ma l’imconcentrata, invece, patto estetico ci è sembrato decisamenmolto sul settore del te piacevole per coloro che dovessero freddo ed è, infatti, avere importanti necessità di conserriuscita negli ultimi vazione dei cibi. A questi si aggiunge mesi a immettere sul il combinato Absolute Pure (949 euro) mercato prodotti inte- con Active0°, cassetto a circa 0° per ressanti non solo dal carne e pesce, e il combinato da incaspunto di vista del de- so Everest (prezzo da rivenditore) con sign. Cominciamo con la recente tecnologia Stop Frost per il il nuovo congelatore congelatore: un elemento estraibile faverticale monoporta cile da sbrinare con un semplice getto a libera installazione di acqua e che lascia quindi più spazio Fjord con tecnologia al congelatore stesso. Punto di forza di 6° Senso e No Frost, questo combinato è la capienza netta Il congelatore e il frigorifero monoporta Fjord affiancati organizzato interna- di 310 litri in 193 cm di altezza. torna al sommario Aston Martin rinfresca l’aria con l’energia solare Lo storico marchio britannico doterà alcune Aston Martin da corsa di un sistema di aria condizionata ad energia solare. Lo vedremo a breve anche sulle auto di serie? di Vittorio Romano BARASSI Aston Martin ha annunciato di aver avviato una collaborazione con Hanergy Global Solar Power & Applications Group per portare aria condizionata “green” a bordo delle sportive prodotte dalla casa. Inizialmente il tutto sarà testato su veicoli da gara e, se tutto dovesse andare per il verso giusto, in men che non si dica potremmo vedere le stesse tecnologie anche sui modelli di serie. Punto centrale di tale studio è quello di offrire ai piloti delle Aston Martin da corsa (le V8 Vantage GTE) un ambiente “confortevole” nel quale guidare, senza intaccare le prestazioni globali delle vetture. I regolamenti FIA WEC, infatti, obbligano le case ad equipaggiare le vetture con sistemi di aria condizionata in grado di garantire una temperatura interna inferiore a 32 gradi o 12 gradi al di sotto di quella ambientale; i sistemi attuali riescono a “raffreddare” le vetture sfruttando l’energia del motore, riducendo però la potenza a disposizione e aumentando il consumo di carburante. Il nuovo sistema di aria condizionata permetterà di ottenere migliori risultati senza pesare su questi aspetti perchè sarà alimentato dall’energia solare. Se lo studio porterà a risultati incoraggianti la tecnologia sarà trasferita anche sulle V12 Vantage GT3 e sulle V8 Vantage GT4; se tutto dovesse davvero andare bene, non è esclusa un’estensione sulle vetture di serie. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE GADGET Il suo prezzo al momento dell’uscita sul mercato dovrebbe essere di 1500 dollari Airdog, drone cameraman per riprese aeree Airdog è il drone che segue e riprende un soggetto da svariate altezze per riprese mozzafiato G di Roberto PEZZALI oPro ha fatto scuola, e ora non c’è produttore che non abbia a catalogo una sport cam o una videocamera per ripresa soggettiva, di fatto gli unici modelli di videocamera che si riescono ancora a vendere. Chi usa assiduamente questo tipo di videocamere tuttavia inizia a capire qual è il problema principale, la modalità di ripresa a tratti noiosa: o si inquadra l’attore, ma si perde la scena, o si inquadra la scena e non si capisce chi è che compie l’azione. Airdog è quello che molti definiscono già come “l’accessorio definitivo” per le videocamere stile GoPro: è un drone cameraman, un quadricottero stabilizzato capace di seguire una persona effettuando spettacolari riprese aeree. Airdog è stato lanciato come campagna su Kickstarter, ma il prodotto già esiste, funziona e il sito sembra più una vetrina per mostrare le potenzialità di questo oggetto volante ben identificato. Grazie a un GPS e a un sistema di object tracking, Airdog è in grado di seguire una persona sfruttando una GoPro come Dalla collaborazione tra un telaista italiano e una studentessa nasce una bicicletta connessa che fa della sicurezza il suo punto cardine di Vittorio Romano BARASSI videocamera: il sistema di montaggio compensa le oscillazioni e i movimenti del volo, permettendo riprese stabili e continue. I creatori di Airdog hanno pensato quasi a tutto, anche alla scarsa autonomia: avendo solo 15 minuti di autonomia di volo il drone può essere richiamato da telecomando solo quando serve, decollando ad esempio dalla spiaggia. Il problema, ad oggi, è la questione ostacoli: non c’è ancora un sistema per evitare collisioni con oggetti in volo anche se il team ci sta lavorando. Per migliorare la qualità e l’efficacia delle riprese, Airdog dispone di diversi profili: a seconda dello sport selezionato cambierà il tipo di riprese e l’altezza. Oltre a funzionare come cameraman per riprese aeree in perfetta autonomia il drone può essere usato anche come normale drone da ripresa con telecomando separato; resta il neo del prezzo, circa 1500 dollari quando arriverà sul mercato anche se per i primi acquirenti c’è il classico “early bid” a 999 dollari. Un video di quello che Airdog può fare. GADGET Particolarmente curato il design: finitura lucida, bordi in metallo, spessore di 0.9 mm Lo smartwatch Moment ha un mese di autonomia Moment ha display e-paper curvo e touch e tastiera qwerty per rispondere ai messaggi di Emanuele VILLA senza dubbio il momento della tecnologia indossabile, tra sensori di ogni genere, smartwatch, bracciali per il fitness, life tracker, ecc. Ma una cosa è certa: lo smartwatch “definitivo”, quello che spingerà le persone a sostituire il proprio orologio classico, non è ancora arrivato; molti parlano del futuro iWatch, altri delle soluzioni LG e Motorola basate su Android Watch, ma non dobbiamo dimenticare un immenso sottobosco di soluzioni meno altisonanti ma anche più innovative rispetto a quelle dei “mostri sacri”. È il caso dello smartwatch Moment, realizzato da Momentum Labs e pronto per la produzione, qualora ovviamente riesca a raggiungere il quorum previsto in kickstarter; si tratta di un braccialetto dal look estremamente moderno e ricercato, con finitura lucida È torna al sommario Samsung SmartBike La sicurezza prima di tutto e bordi interni metallici, il tutto per 100 grammi di peso e 0,9 mm di spessore ai bordi. Innovativo lo è senz’altro: in pratica è completamente avvolto da uno (o più) display e-paper flessibili con 150dpi di risoluzione e rigorosamente touch; quello esterno mostra l’orologio, permette la gestione via gesture delle funzionalità del bracciale (per le quali l’azienda ha già coinvolto produttori di terze parti) ed eventualmente le notifiche, ma è nella parte posteriore che si nasconde una tastiera qwerty completa e che permette di rispondere a email e interagire con il massimo livello di privacy. Anche perché qui non è previsto il collegamento con uno smartphone: Moment è del tutto indipendente e può essere personaliz- zato con l’inserimento di moduli aggiuntivi che offrono allo smartwatch feature extra come la ricarica a induzione, il monitoraggio della frequenza cardiaca, ecc. Inoltre, sfruttando un display e-paper, Moment può assicurare un livello di autonomia da record (per essere uno smartwatch, ovvio), ovvero un mese in condizioni di uso costante. Niente male, nella speranza di vederlo a breve sul mercato. Clicca qui per il video. Dal programma Samsung Maestros Academy arriva SmartBike, bicicletta connessa che nasce da un progetto tutto italiano frutto della collaborazione tra il telaista Giovanni Pelizzoli e la studentessa Alice Biotti. L’idea era di creare un prodotto di nuova concezione con numerosi dispositivi di sicurezza e diversi “punti smart”. Il risultato è impressionante: nascosti in una linea moderna vi sono un modulo Arduino (con batteria), WiFi, Bluetooth e un sistema di tracking GPS. Sul manubrio c’è uno spazio per il posizionamento dello smartphone e non manca una videocamera posteriore. Pezzo forte del progetto è il sistema di LED e laser di cui è provvista la bici: i primi permettono di rendere visibile la bici anche nel bel mezzo della notte mentre i laser, due anteriori e due posteriori, disegnano una vera e propria pista ciclabile davanti e dietro al ciclista, segnalando e aiutando chi ci precede e chi ci segue la distanza di sicurezza da rispettare. Tutte le funzionalità sono orchestrate per lavorare in stretto connubio via software e la gestione di ogni caratteristica avviene tramite smartphone. C’è anche l’immancabile parte social: il ciclista potrà condividere in ogni momento il tragitto che sta percorrendo. Samsung SmartBike è solo un prototipo, ma l’idea è senza dubbio interessante e, oltretutto, totalmente italiana. Clicca qui per il video. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TEST L’Ascend P7 è uno dei prodotti migliori del catalogo Huawei e non ha nulla da invidiare ai top di gamma del momento Huawei Ascend P7: completo e al giusto prezzo Uno smartphone Android “personalizzato” contraddistinto da un design molto curato e un’ottima costruzione tecnica di Roberto PEZZALI uawei, forte della terza posizione come produttore di smartphone a livello globale, sta lavorando tantissimo per far crescere il suo marchio anche a livello di riconoscibilità. In questo senso il nuovo Ascend P7 vuole essere il prodotto “da vetrina”, quello di punta con cui il produttore cinese non ha paura di confrontarsi con nomi ben più altisonanti dell’attuale panorama. L’Ascend P7 ha infatti caratteristiche da vero top di gamma, sia per quanto riguarda i dati prettamente tecnici, che per il design. H video Huawei Ascend P7 DESIGN PREMIUM E PRESTAZIONI ADATTE A QUALSIASI UTILIZZO 399,00 la€b ll design non teme confronti con prodotti dai nomi molto più altisonanti e il display è molto bello sia come resa cromatica che per luminosità massima. Anche l’interfaccia personalizzata di Huawei è stata sensibilmente migliorata, è molto piacevole e troviamo alcune funzioni decisamente interessanti. Il processore non è forse al pari degli ultimi Qualcomm, ma nelle nostre prove, a parte qualche rallentamento, lo smartphone è risultato in grado di offrire un’esperienza di utilizzo sicuramente superiore a quella di tanti altri prodotti di fascia media. Buono il comparto fotografico anche se ci aspettavamo qualcosa di più dalla resa con scarsa luminosità. Nel complesso si tratta di un prodotto ben riuscito soprattutto alla luce del prezzo. 8.0 Design non originale, ma curato Huawei durante la presentazione ha posto molto l’accento sulla qualità della costruzione del suo nuovo dispositivo e a ragione: in questa fascia di prezzo è infatti impossibile trovare prodotti così ben costruiti. Se l’Ascend P7 ha un difetto è solo quello forse di non spiccare per originalità: Huawei sembra aver pescato un po’ dalla linea degli ultimi Sony Xperia e un po’ dagli iPhone di Apple, il che non è necessariamente un male intendiamoci. Di certo l’Ascend P7 è sottilissimo, appena 6,5 mm, leggero e appunto denota una precisione nella costruzione notevole: sono piacevoli i materiali, giunzioni e spigoli, qualità dei tasti. Il profilo laterale è in alluminio ben lavorato e il bordo inferiore è arrotondato con al centro la porta micro USB. Huawei durante la presentazione ha parlato di nano coating per la protezione dagli spruzzi accidentali, ma il telefono non ha alcuna particolare certificazione per l’impermeabilità. Il display è da 5 pollici e come impone la moda del momento con risoluzione Full HD per una densità di 445 punti per pollice e riempie ben il 72,16% della superficie del frontale dello smartphone, con una cornice laterale di meno di 3 mm. Huawei La particolare finitura della scocca posteriore dove si può vedere il micropattern creato dal vetrino a sette strati. torna al sommario Qualità 7 Longevità 8 Display luminoso COSA CI PIACE Ottima qualità costruttiva Fotocamera frontale da 8 Mp Design 9 Simplicità 8 D-Factor 8 Prezzo 9 COSA NON CI PIACE Qualche rallentamento Processore non da top di gamma non dichiara esplicitamente il tipo di display se non che utilizza la tecnologia touch “in cell” a indicare che lo strato sensibile al tocco è direttamente integrato nel piccolo pannello, il che lo rende più sottile e con immagini ancora più vicine alla superficie dello schermo stesso. Per il processore Huawei ha deciso di giocare ancora una volta in casa, optando per il SoC HiSilicon Kirin 910T che integra una CPU quad core da 1.8 GHz basata su architettura ARM Cortex-A9, e GPU Mali-450. La verà novità è però l’integrazione anche di un processore di immagine della Altek completamente dedicato all’elaborazione dei dati del sensore della fotocamera principale. Quest’ultima utilizza un sensore Sony Xmor da 13 Megapixel anche se qui la vera sorpresa è la fotocamera frontale con sensore da ben 8 Megapixel. La memoria RAM di sistema è da 2 GB e troviamo 16 GB di memoria integrata espandibili con lo slot per schede microSD. Qui, rispetto a quanto visto alla presentazione ufficiale dell’Ascend P7, purtroppo dobbiamo segnalare che la versione distribuita in Italia non implementa l’ingegnoso slot doppia funzione che permette di utilizzare lo smartphone anche in modalità dual SIM. Per quanto riguarda le restanti caratteristiche tecniche c’è ancora da segnalare la scelta di utilizzare un gel termico per migliorare la dissipazione del calore all’interno del sottile chassis, e la doppia antenna per migliorare le performance della connettività LTE cat 4 a 150 Mbit/ s. Per il resto c’è tutto quello che ci si aspetta da un moderno smartphone: Bluetooth 4.0 LE, NFC, completa dotazione di sensori e forse possiamo solo lamentare la mancata compatibilità con il Wi-Fi 802.11ac o l’802.11n dual band. Vista la struttura unibody la batteria non è chiaramente csostituibile dall’utente e ha una capacità da quasi 2500 mAh. Interfaccia custom più elegante e ricca di funzioni L’Ascend P7 è naturalmente uno smartphone Android, in particolare nella versione KitKat 4.4.2, con interfaccia custom di Huawei denominata EmotionUI, giunta alla versione 2.3. La nuova interfaccia grafica di Huawei presenta da una parte icone contraddistinte da un design nettamente migliorato, con colori e forme più morbide, dall’altra un’impostazione dell’home screen che, fatta segue a pagina 31 n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TEST Huawei Ascend P7 segue Da pagina 30 eccezione per i widget e i tasti di navigazione/funzione nella parte bassa dello schermo, può ricordare quella di iOS. Le applicazioni, infatti, non finiscono nel cassetto delle app, ma rimangono sull’home screen. Più applicazioni abbiamo installate, più pagine dovremo aggiungere. Le app possono essere naturalmente raccolte in cartelle e l’unica cosa che non ci è piaciuta del tutto è proprio la grafica di queste ultime che stona un po’ con il resto della home screen. Per disinstallare un’app, basta tenere premuta un’icona e trascinarla sul cestino che compare. Molte le funzionalità aggiunte da Huawei all’Ascend P7 specie per quanto riguarda l’ottimizzazione dello smartphone e i consumi. Tra le app pre-installate ne troviamo infatti una denominata “Gestione telefono” che permette anche in modo del tutto automatico di effettuare una sorta di scansione per liberare la memoria del telefono, oltre che controllare l’accesso a Internet delle singole app e persino gestire un “filtro molestie” che permette di nascondere chiamate e messaggi indesiderati, fino ad arrivare al blocco totale di un contatto. Nel complesso si tratta di un’app davvero ben fatta e offre notevoli possibilità di personalizzazione nell’utilizzo delle risorse dello smartphone. Le altre app di base (chiamate, messaggi, ecc) sono abbastanza standard, ma vale la pena di segnalare l’integrazione della tastiera Swype all’interno di quella di sistema, con un tasto dedicato per l’utilizzo e la sua personalizzazione. Tra le app preinstallate si segnalano il registratore vocale, le note, il file manager, la gallery con riproduzione via DLNA integrata, un’app per la creazione di backup criptati sulla memoria del telefono, la radio FM e Polaris Office. Completo il menù delle notifiche, con l’area delle scorciatoie alle impostazioni di uso più comune che si espande per mostrare praticamente tutto quanto ci può servire davvero. Qui troviamo anche il comando per avviare il mirroring dello schermo con display Miracast compatibili. Da segnalare, oltre al risparmio energetico configurabile, anche la modalità di risparmio “ultra” che in sostanza disattiva tutto tranne chiamate, SMS e rubrica. Con questa modalità lo smartphone è in grado di resistere in stand-by per quasi un giorno con il 10% di batteria a disposizione. Molto pulita anche la lock screen. Un pannellino compare con un meccanismo molto simile a quello del control center di iOS, con alcune scorciatoie come la torcia o il calendario, il meteo o il volume. torna al sommario Huawei punta molto sulla moda dei selfie e non è un caso che la fotocamera frontale sia molto curata, con un sensore BSI da ben 8 MP e obiettivo a 5 elementi con lenti asferiche. Fotocamera: focus sui selfie Per la fotocamera frontale abbiamo praticamente tutte le stesse funzionalità che solitamente troviamo per quella principale, come i filtri artistici, il riconoscimento del sorriso e soprattutto la modalità panorama che consente di realizzare quelli che Huawei ha ribattezzato groufies, cioè autoscatti realizzati combinando diverse immagini tra loro per riprendere gruppi. Sempre per la fotocamera frontale c’è poi la modalità di ripresa “bellezza”, un filtro che permette di migliorare il nostro look, con tanto di preview in tempo reale e possibilità di intervenire su parametri come naso, occhi, pelle, ecc. Passando alla fotocamera posteriore, aumentano il numero di regolazioni disponibili (ISO, bilanciamento del bianco, esposizione, ecc.) e di modalità di scatto. Ci sono l’HDR, ma anche un’interessante funzione di tracking per la messa a fuoco. Altra particolarità è la modalità di scatto rapido che consente di azionare la fotocamera posteriore da schermo bloccato, con un doppio click. Huawei dichiara un tempo di scatto minimo di 1,2 sec. dalla pressione del tasto: nei nostri test ci siamo fermati a 1,3 sec. che comunque è un valore degno di nota. La qualità della fotocamera è decisamente buona in condizioni di luminosità favorevole. Ottimi sono il livello di dettaglio, bilanciamento cromatico e pulizia delle immagini, la resa sui primi piani delle persone. La gamma dinamica è discreta e l’HDR è poco marcato e produce effetti abbastanza naturali anche se introduce in alcune situazioni qualche alone. Quando la luce è inferiore la resa è meno sensazionale. A dispetto del processore di immagine dedicato, il rumore comunque si nota. In esterni, anche all’imbrunire, nonostante un po’ di rumore sulle ombre la resa è comunque convincente, ma in interni e con poca luce il dettaglio può risentirne. Impressioni d’uso Usare Huawei Ascend P7 non ci è dispiaciuto affatto. La qualità della costruzione è qualcosa che si percepisce immediatamente al tocco ed è senza dubbio uno dei punti di forza di questo smartphone, che offre uno schermo ampio e allo stesso tempo grande leggerezza. Il retro è molto bello, ma anche un po’ troppo liscio, tanto che se non è appoggiato su una superficie perfettamente piana lo smartphone tende a scivolare. Difficile pensare di avere a che fare con uno smartphone che costa così poco in rapporto alla qualità della costruzione e al bel display. Il display è molto luminoso e l’unico limite per la visibilità in pieno sole è dato dai riflessi sullo schermo. La definizione è ottimale (pannello Full HD) e Clicca per l’ingrandimento le immagini sembrano davvero a pelo della superficie. Sempre precisa la risposta anche del touchscreen. L’inClicca per l’ingrandimento terfaccia a schermo ci è parsa generalmente fluida nelle animazioni principali, anche se in alcuni menù abbiamo Clicca per l’ingrandimento riscontrato qualche tentennamento, ma niente da pregiudicare l’esperienza di utilizzo. Il passaggio da un’applicazione all’altra è quasi sempre rapido, anche con diverse app aperte in background. D’altra parte il processore scelto da Huawei non è esattamente il più performante sulla piazza, con i benchmark che mettono l’Ascend P7 comunque dalle parti dell’HTC One dello scorso anno, il che non è poi poco. A penalizzare un po’ l’Ascend P7 sono le prestazioni pure della CPU, mentre la parte grafica non si comporta affatto male. Abbiamo giocato a Dead Trigger 2 con i dettagli al massimo, in generale con prestazioni buone incappando solo in qualche sporadico rallentamento. Stiamo parlando ricordiamo sempre di uno smartphone che ha un prezzo di listino di 399 euro. Anche la navigazione via browser è in generale fluida, ma anche qui, dopo qualche ora di utilizzo e molte app aperte si può assistere a un leggero rallentamento per lo più con i siti più complessi (nella nostra esperienza sono quelli con banner pubblicitario sullo sfondo della pagina a creare più problemi). Per quanto riguarda le funzioni prettamente telefoniche l’Ascend P7 fa quello che deve fare. L’unica cosa che ci sentiamo di segnalare è che lo speaker, anche se è in grado di emettere un consistente volume, a causa del retro completamente liscio, quando lo smartphone è appoggiato, ad esempio, su un tavolo, il suono viene soffocato di molto con il rischio che la suoneria non sia più udibile. La batteria è da ben 2460 mAh, che per un telefono così sottile non è cosa da poco e garantisce un’autonomia tutto sommato buona, che ci ha permesso di arrivare sempre a fine giornata. Difficile però arrivare a superare le 24 ore (stand-by incluso), a meno di un uso davvero light in cui si fa unicamente uso di mail e social network. Fotocamera e giochi sono naturalmente gli utilizzi che consumano maggiormente. video lab Huawei Ascend P7 in prova Concert for one Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte- nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello, da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple. Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. www.audiogamma.it n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TEST Il piccolo di casa LG oltre al design, ha poco a che vedere con il fratello maggiore, processore e performance diventano“mini” LG G2 Mini: dimensioni e prestazioni “in scala” Un dispositivo di fascia media adatto a chi non ha grandi pretese ma non rinuncia ad estetica e funzionalità del top di gamma di Vittorio Romano BARASSI rima Samsung, poi HTC e Sony e infine anche LG: da qualche tempo vanno di moda i “mini” e nessuno dei grandi produttori, per ovvi motivi di marketing, sembra volerne fare a meno. Ma ci sono mini e mini: il G2 mini di LG vuole offrire alla clientela un prodotto dal design pressoché identico a quello del più grande e costoso G2, ma in scala. Affermare che G2 Mini sia piccolo in senso assoluto però è abbastanza difficile: si tratta di un device di 129,6 x 66 x 9,8 mm che non sorprende affatto per le dimensioni generali bensì per il senso di leggerezza che si prova una volta preso in mano. Il dispositivo pesa appena 121 gr e questi sono ben distribuiti, elemento che contribuisce non poco alla sensazione di peso piuma che contraddistingue il telefono. Se da un lato fa molto piacere scoprire come LG sia stata in grado di creare un prodotto così leggero, fa meno piacere percepire come la qualità dei materiali scelti dall’azienda coreana sia tutt’altro che eccelsa: una plastica di modesta qualità avvolge l’intero dispositivo P LG G2 mini a confronto con G2: un paragone che stenta a stare in piedi. Meno potenza, meno RAM, fotocamera meno performante e un display meno definito. Ovviamente cambia anche il prezzo, e non di poco. e la particolare finitura “a griglia” della cover posteriore rimovibile non aiuta a potenziare la sensazione di solidità. LG G2 non è certo un “mostro” nella qualità delle finiture ma LG ha fatto di tutto per limitare al massimo gli scricchiolii che, pur essendo presenti, non sono mai così gravi da essere percepibili durante l’uso di tutti i giorni. Come già visto sul G2 e sul neo-arrivato G3, anche G2 mini non propone pulsanti sui lati ma questi sono raggruppati nella porzione posteriore della scocca, al di sotto dello spazio riservato alla fotocamera da 8 Megapixel (affiancata da un buon flash LED); i tasti sono tre e tutti in rilievo, con i comandi del volume che abbracciano il pulsante di accensioneblocco-sblocco del dispositivo. I pixel si vedono, ma colori e angolo di visione convincono La porzione anteriore di LG G2 mini è contraddistinta da un generoso display da 4,7 pollici che occupa circa il 71% dell’intera superficie a disposizione; da spento l’impatto video 299,00 € lab LG G2 mini UNA VERSIONE “CASUAL” DEL (MOLTO) PIÙ POTENTE G2 LG G2 mini non è nato per assicurare la stessa identica esperienza d’uso del fratello maggiore, ma si rivolge a un’utenza più ampia, dalle pretese nettamente minori, pur mantenendo un approccio analogo al top di gamma. Ecco perché è sì più piccolo, ma anche le specifiche tecniche sono state ridimensionate. Un processore meno potente, un quantitativo di RAM inferiore e un display tutt’altro che eccezionale; alquanto positiva è però la presenza di una cover posteriore rimovibile che dà accesso all’ottima batteria e agli slot microSIM e microSD. Con G2 mini ci si fa di tutto, è discreto e completo, ma è un terminale di fascia media, alla quale assicura versatilità, ma attenzione a non stressarlo troppo: se dovete pesare fortemente sul multitasking o ci tenete alle prestazioni, qui troverete purtroppo qualche rallentamento di troppo. 7.0 Qualità 7 Longevità 7 Batteria eccezionale e rimovibile COSA CI PIACE Presenza del modulo 4G Buona fotocamera Design 8 Simplicità 8 D-Factor 7 Prezzo 6 Performance non sempre di alto profilo COSA NON CI PIACE Display poco risoluto Prezzo di listino è di rilievo ma una volta acceso il dispositivo non si fa fatica a capire come la qualità del pannello scelto da LG sia inferiore a quella eccelsa del Full HD da 5,2 pollici visto sul G2 che abbiamo provato diversi mesi or sono. Quello di G2 mini è un pannello qHD da soli 540x960 pixel che su una diagonale così ampia risultano forse un po’ pochi; un occhio attento, infatti, non farà troppa fatica a notare i circa 234 pixel per pollice, soprattutto in ambienti particolarmente bui oppure con la luminosità impostata a livelli medio-alti. A proposito di luminosità è doveroso segnalare come LG abbia deciso di risparmiare sul sensore di luminosità ambientale: sul G2 mini non c’è ed è presente solo quello di prossimità. Volendo esprimere un parere generale sul pannello ci viene difficile elogiarlo incondizionatamente ma è giusto essere obiettivi: G2 mini costa la metà di G2 e qualche rinuncia è normale; il display non sarà paragonabile a quello del fratello maggiore ma ci si fa lo stesso di tutto, inoltre parliamo di un pannello tutt’altro che risoluto ma dai colori sempre molto realistici, Infine, il fatto che sia un LCD IPS permette sempre all’utente di apprezzare tonalità verosimili anche da angoli di visione estremi. Davanti al display c’è pure un Gorilla Glass 2 di Corning, elemento che permetterà di tenere il dispositivo al riparo dai graffi. Tutto è mini: anche processore e RAM Diminuiscono le dimensioni e diminuisce la potenza: sembrerebbe una cosa naturale ma non lo è affatto e Sony lo ha ben dimostrato con il suo Z1 Compact. LG G2 mini non è sicuramente un dispositivo dedicato ai maniaci delle prestazioni: lo smartphone è equipaggiato con lo Snapdragon 400 (Qualcomm MSM8226) quad-core da 1,2 GHz ormai standard dei prodotti di gamma media, supportato per la parte grafica da una GPU Adreno 305 e affiancato da un solo GB di memoria RAM. Il dispositivo resta decisamente piacevole da utilizzare nella routine quotidiana, ma nelle situazioni più difficili fa intravedere tutti i suoi limiti. Facendone un uso basilare difficilmente ci si accorgerà della poca grinta del device, e d’altronde, considerando prezzo, fascia di mercato e target preferenziale (primo smartphone con buon rapporto qualità/prezzo), la scelta di LG sulla dotazione hardware è comprensibile. Con G2 mini si può lavorare, giocare e guardare video senza problemi, ma ovviamente non si deve rientrare nella cerchia degli appassionati, pena qualche attesa di troppo (1 GB di RAM si nota) e qualche indecisione. segue a pagina 34 torna al sommario n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TEST LG G2 Mini segue Da pagina 33 A puri fini di test, che come anticipato difficilmente andranno a ricalcare le comuni condizioni di utilizzo, l’abbiamo stressato duramente, e in effetti in questo caso le incertezze vengono fuori. Nel multitasking “estremo”, per esempio: dopo aver aperto molte applicazioni lo smartphone fatica a tenere il ritmo e ci vorrà più di qualche secondo per ritornare alla normalità; in questi casi di multitasking avanzato si segnalano incertezze anche in funzioni di base come le chiamate e la messaggistica, con LG G2 mini spesso in netta difficoltà a capire quando - ad esempio - stacchiamo il telefono dall’orecchio per accedere al tastierino numerico on-screen. Morale: è un terminale di fascia media, con dotazione hardware di medio profilo e pensato per l’utilizzo “casual”. Se si vuole un telefono da stressare con 1000 applicazioni aperte, passando da una all’altra compulsivamente e non accettando attese e indecisioni di alcun genere, G2 (anzi, ora G3) è la soluzione cui puntare. LG G2 mini gira su Android KitKat 4.4.2 e presenta un’interfaccia utente molto piacevole e “giovanile” (ottima la possibilità di personalizzare i tasti on-screen); non ci ha fatto impazzire forse il design un po’ anonimo di alcune applicazioni standard come Galleria e Video (file .MOV a parte apre tutto, compresi DivX e filmati con codec AC3), ma non ci sembrerebbe giusto puntare il dito contro LG per questi piccoli dettagli. Un dettaglio certamente più importante è quello che riguarda il blocco/sblocco del dispositivo; come abbiamo detto in precedenza lo smartphone presenta tutti i tasti nella sua porzione posteriore e, di conseguenza, se LG non fosse intervenuta in qualche maniera non si sarebbe potuto sbloccare il device quando appoggiato da qualche parte. Per fortuna (ovviamente) gli ingegneri coreani hanno riproposto il pratico Knock On (doppio tap sullo schermo per il blocco e lo sblocco del device) che su G2 mini è in versione “evoluta”; il dispositivo infatti è equipaggiato con la tecnologia Knock Code, la quale permette all’utente di impostare una sequenza di tap - da 2 a 8 tocchi sui quattro quadranti del display - utile per lo sblocco. Il sistema funziona davvero bene e lo abbiamo trovato addirittura più reattivo del normale Knock On, a volte un po’ indeciso. Scomodo, secondo noi, il tasto di sblocco posteriore: è troppo prominente e spesso, soprattutto in tasche piuttosto strette, si rischia di premerlo (più volte ci è successo di tornare a casa con il telefono spento); stesso discordo per gli altri due pulsanti: a display spento se si preme Volume+ si accede a QuickMemo mentre tenendo premuto Volume- si accende la fotocamera. Forse a causa dei soli 8 GB di memoria fisica installati (quantitativo però espandibile tramite microSD fino a 32 GB ), LG non torna al sommario Clicca per l’ingrandimento Clicca per l’ingrandimento Clicca per l’ingrandimento Clicca per l’ingrandimento Software fotocamera: ricco di funzionalità (alcune anche abbastanza simpatiche) e di opzioni, ma non spicca per rapidità e immediatezza ha esagerato sotto il profilo software: ci sono tutte la app Google, un browser di sistema (ma funziona molto meglio Chrome) e poco altro. Da segnalare solo LG Backup, RemoteCall Service (app per il supporto remoto), ThinkFree Viewer per l’apertura di documenti e file PDF, Box (servizio di archiviazione cloud) e LG SmartWorld, una sorta di store dove scaricare sfondi, temi e app per il dispositivo. superiore alla media di categoria: dalla cuffia auricolare si sente bene e anche chi ci ascolta riferisce di sentirci molto bene. Piccolo appunto sulla vibrazione: anche impostata al livello più alto spesso si fa fatica a sentirla, sia che il telefono stia in una tasca sia che Non è un camera-phone ma la fotocamera è promossa Una delle caratteristiche principali di LG G2 “normale” è senza dubbio la fotocamera da 13 Megapixel con stabilizzatore ottico, elemento che probabilmente l’azienda avrebbe potuto riproporre qui ma che, a causa del ridimensionamento dell’hardware, non ritroviamo. G2 mini monta un semplice modulo da 8 Megapixel (in 4:3, 6 Megapixel se si scatta in 16:9), senza OIS, che se la cava bene in ogni situazione ma ha ben poco a che vedere con quello del fratello maggiore. Di giorno le foto e i video (1080/30p ma si può scendere fino a 176x144 pixel per gli MMS) sono sempre di buonissima qualità; certo il dettaglio non è alle stelle e la compressione JPEG degli scatti si fa sentire, ma tutto sommato non ci si può affatto lamentare. Di sera e di notte il sensore fa un po’ più di fatica ma non è poi così difficile ottenere foto e video di qualità più che sufficiente: basta stare lontano dalle luci troppo forti che “mandano in confusione” il pacchetto. La velocità di scatto non è fulminea, quasi sicuramente a causa di un sistema di messa a fuoco non proprio velocissimo. Per vedere i video di esempio clicca: video notturno - video diurno È anche un buon telefono è 4G e la batteria dura Sotto il profilo prettamente telefonico LG G2 si comporta in maniera molto positiva; la ricezione è molto buona in ogni situazione e la qualità delle chiamate è esso stia, per esempio, sulla scrivania o sul comodino. Lo smartphone in questione è 4G (LTE 800 / 900 / 1800 / 2100 / 2600) e questo, a cui si aggiunge la presenza dell’NFC, è certamente un punto a favore di un dispositivo in vendita sotto i 300 euro. Altro punto nettamente a favore di LG G2 mini è caratterizzato dalla batteria che evidentemente non risente della presenza del già citato modulo 4G: il pacchetto da 2440mAh - rimovibile - permette di superare tranquillamente la normale giornata lavorativa e se non si esagera con i giochi si rischia addirittura di coprirne due senza mai dover ricorrere al caricabatterie. LG G2 mini non manca poi di Bluetooth 4.0, Wi-Fi a/b/g/n, Wi-Fi Direct, DLNA e GPS con A-GPS e GLONASS. La piccola confezione di vendita propone anche un paio di cuffie standard: la qualità è nella media e certamente gli amanti del bel suono dovranno guardare altrove. Buono il lettore musicale proposto da LG, il quale è in grado di eseguire anche file .FLAC e .WAV. n.92 / 14 23 GIUGNO 2014 MAGAZINE TEST Cuffie più che ottime, comode da indossare e realizzate con materiali duraturi; buono anche il rapporto qualità/prezzo AKG Y50, provata in anteprima la cuffia della svolta Veste più moderna per avvicinarsi ai giovani, ma la qualità sonora per fortuna non è cambiata, adatta a ogni genere musicale di Roberto FAGGIANO l mercato delle cuffie negli ultimi anni ha visto un radicale cambiamento nelle prospettive di vendita: non più strumenti per ascoltare musica a casa propria senza disturbare il resto della famiglia ma vero e proprio status symbol da esibire in strada e sui mezzi di trasporto pubblico. Alcuni marchi, in particolare, hanno sfruttato l’immagine di vip assortiti, attraendo così chi li voleva imitare. Altri marchi hanno proseguito sulla loro buona strada, forti dell’esperienza sul campo e negli studi di registrazione ma hanno poi dovuto fare i conti con il pubblico più giovane, poco interessato alla tradizione e molto sensibile all’immagine e alle mode. I video 65 anni e li dimostra tutti Nel campo musicale sono davvero pochi i marchi che sono praticamente nati assieme agli studi di registrazione. Tra loro AKG, Akustische und Kino-Geräte, marchio austriaco specializzato in cuffie e microfoni; modelli come le Kardan 140 e 240 sono state utilizzate per registrare moltissimi dischi e hanno deliziato gli ascoltatori di vinile negli anni ‘70 e ‘80 dello scorso secolo. Chi scrive ha avuto come prima cuffia una K140, sostituita solo per il “fine vita” dei suoi cuscinetti, ormai introvabili come ricambi. Potrete quindi immaginare le nostre perplessità quando AKG ha lanciato i nuovi modelli Y con estetica molto vistosa per attirare i nuovi clienti più giovani. Non era forse meglio ricordare la fama raggiunta nel passato? Probabilmente ha, invece, avuto ragione il gruppo Harman, da tempo proprietario del marchio europeo. Per toglierci ogni dubbio abbiamo provato le nuove Y50 (99 euro), per l’occasione in una vistosa finitura rossa. Si tratta di un esemplare tra i primissimi usciti dalle linee di produzione, ma ci assicurano del tutto comparabile a quelli in vendita a breve. I dati tecnici parlano di impedenza a 32 ohm, sensibilità di 115 dB e risposta in frequenza tra 16 Hz e 24 kHz. Linea vistosa, materiali di qualità Per il nostro test abbiamo utilizzato un iPod Touch e il convertitore Denon DA-300USB in modo da poter ascoltare non solo MP3 ma anche musica su PC in formato Flac e addirittura DSD. Nella dotazione della cuffia c’è, infatti, oltre a una comoda sacca da viaggio, anche un adattatore jack da 6 mm per l’utilizzo con apparecchi casalinghi. L’analisi esterna della cuffia deve partire dal vistoso logo sui padiglioni, in pochi hanno osato tanto, nemmeno il celebrato marchio americano che ha lanciato questa moda. Molte parti sono metalliche, come il padiglione stesso e l’archetto; le parti in plastica sono di spessore adeguato e senza apparenti punti deboli. Anche il meccanismo di rotazione dei padiglioni ha un perno in metallo nei punti critici. Ottima l’imbottitura dei cuscinetti, molto morbida e avvolgente, più leggera quella sull’archetto. Il comfort è ottimo anche dopo ascolti molto prolungati e non c’è nessuna pressione eccessiva sulle torna al sommario la€b 99,00 AKG Y50 ESTETICA VISTOSA, BUONE PRESTAZIONI SONORE Per questo livello di prezzo è difficile chiedere - e ottenere - di più. Anzi bisognerà preoccuparsi di fornire alle cuffie sorgenti e musica alla loro altezza per non mortificarne le prestazioni. AKG ha cambiato filosofia ma per fortuna il progetto è rimasto quello di un tempo: passi pure l’estetica vistosa se questo può far avvicinare alla musica ben riprodotta anche quei giovani che non conoscevano il marchio austriaco. Il risultato è una cuffia di qualità più che ottima, adatta all’ascolto di ogni genere musicale, comoda da indossare e costruita con materiali duraturi. Se avesse potuto partecipare alla nostra comparativa di cuffie sotto i 100 euro, la Y50 sarebbe stata la vincitrice. Il rapporto qualità/prezzo è molto favorevole. 8.4 Qualità 9 Longevità 8 Prestazioni sonore COSA CI PIACE Costruzione accurata Rapporto qualità/prezzo Design 7 Simplicità 7 COSA NON CI PIACE orecchie, nonostante il buon isolamento dai rumori esterni. I canali destro e sinistro sono ben evidenziati all’interno del padiglione, non come certi concorrenti dove sembra abbiano studiato il punto meno visibile dove contrassegnare i due canali. Unico punto migliorabile ci pare il cavo di collegamento, separabile ma molto sottile e con microfono a un solo pulsante universale per ogni smartphone: un modo semplice per risparmiare sulla certificazione dai vari loghi di fabbrica ma scomodo nell’uso quotidiano perché impone di andare sul telefono per molte operazioni. Nuova filosofia Vecchia (ottima) qualità d’ascolto Ed eccoci finalmente all’ascolto, dove AKG non doveva certo cambiare rispetto all’ottimo passato. Avevamo già ascoltato le cuffie durante la presentazione europea a Berlino, avendo come sorgente un banco da deejay e un amplificatore Project Audio Head Box S, ricavandone un’ottima impressione. Ora possiamo dedicarci a un ascolto molto più attento e con musica ben conosciuta. La sensibilità della cuffia è nella media ma la dinamica è di ottimo livello, anche alzando al limite il volume non si colgono distorsioni o fatica d’ascolto. La risposta in frequenza è molto estesa e permette di cogliere nuovi dettagli in gamma acuta con i brani meglio registrati e meno compressi; sui bassi più profondi il controllo è notevole tranne con D-Factor 8 Prezzo 9 Estetica vistosa dei padiglioni Cavo di collegamento migliorabile brani malamente mixati per essere più coinvolgenti con gli auricolari più economici. La tridimensionalità c’è e questa è già una notizia, i suoni non vengono compressi tra le due orecchie ma si espandono verso l’esterno creando una bella scena frontale; meno apprezzabile la profondità ma non possiamo chiedere troppo a ua cuffia di questo prezzo. Dopo il primo approccio per saggiare i limiti della nuova AKG possiamo passare al piacere d’ascolto, lasciando scorrere senza problemi interi brani, un fattore raro e segnale che stiamo usando una buona cuffia. Ritorniamo sull’estremo acuto perché nonostante il grande dettaglio non si sconfina mai nel graffiante e le voci femminili non vengono penalizzate. Con i brani in alta risoluzione dal convertitore Denon si va verso un ascolto decisamente serio, dove ci siamo sforzati di trovare il limite delle Y50. Sin dai primi brani si nota la raggiunta profondità che mancava con gli MP3, con una collocazione molto accurata degli strumenti e il cantante al centro della scena. La gamma bassa è notevole ma forse senza la dinamica perfetta; ottimo il dettaglio degli strumenti e ancora nessuna fatica d’ascolto nonostante l’estrema precisione in gamma acuta. Solo a volume davvero alto si nota l’arrivo della saturazione in ingresso, ma abbiamo portato il volume del Denon quasi al massimo. Nessuna preferenza per i generi musicali, tutto scorre con la massima piacevolezza ed è proprio l’ascolto della musica a prevalere su tutto.
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