Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@outdoormag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 186 del 20 marzo 2007 Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Anno 7 - Numero 1 / 2014 Anno 7 - Numero 1 / 2014 redazione@outdoormag.it BRAND PROFILE / Focus on the brand founded by Pete Hutchinson and Pete Crew in 1961 INTERVIEWS / 32-34 ME, the British icing on the outdoor market A story of mountains and alpinists, which began in an old farm in Manchester. A story that has been continuing for more than 50 years relying on competence, innovation and environmental responsibility FOCUS ON / 18 22-23 Lafuma: looking to the future Current results, outlook for the future and investments: we met with Marco Sancandi, responsible for LMO Italia, to sum up the current state of affairs of the group, focusing especially on the recent acquisition by Calida down the JINBAR FALL / 20-21 BRAND AMBASSADORS / 26-27 Men and women according to KARPOS What an experience in Ethiopia… The Frecce Tricolori on Marmolada Shane McConkey / 28-29 The man who flew between sky and snow products guide FW 2014/15 collections REPORTAGE / 36-38 Eos: 1st edition in Stockholm Footwear, apparel, equipment & accessories: a great, exclusive preview with pictures and technical descriptions ALSO IN THIS ISSUE / • China is still an opportunity • Smalls steps in footwear and apparel • White circus on the sea with Elan • The snow is cooler with EA7 • Valtellina Wine Trail: in it to wine it! • Highline Meeting on Monte Piana editoriale / a cura di Benedetto Sironi Insieme conviene Come di consueto questo primo numero di Outdoor Magazine del nuovo anno è una ricchissima special edition internazionale per Ispo 2014 che “si sdoppia” offrendovi anche in alleato una guida prodotti di 50 pagine dedicata alle collezioni FW 2014-15. Molte delle quali svelate proprio nel corso della fiera tedesca (26-29 gennaio), dove ovviamente non mancheremo: ci trovate allo stand A1 – 513 e in giro perenne tra i padiglioni a carpire spunti, stimoli e trend che vi racconteremo sul prossimo numero. Ispo sarà come sempre un ottimo termometro per misurare la salute del mercato outdoor europeo. Nel quale da qualche anno è in atto una tendenza decisamente positiva in quasi tutti i paesi e anche a livello continentale: quella di “fare gruppo”. Nel nostro settore vi sono ormai numerose e ben assortite associazioni nazionali che cercano di promuovere a più livelli la cultura dell’outdoor e di favorire il business dei propri associati. Tra le più attive c’è lo Scandinavian Outdoor Group, che tra l’altro ha tenuto a battesimo con ottimi risultati il nuovo corso del summit europeo dell’outdoor partito da Stoccolma (vedi il nostro report alle pagine 36-37). Da sottolineare anche la nuova e promettente collaborazione tra l’Italian Outdoor Group e l’OSV francese, presente per la prima volta con un French village nel padiglione A3 – 214D (vedi dettagli a pag 8). Una partnership volta a portare più dealer in fiera e a coinvolgerli con iniziative ad hoc. A proposito di negozi e associazioni, degna di nota anche l’iniziativa firmata European Outdoor Group e Ispo, che ha permesso di invitare 70 retailer specializzati da tutta Europa che non hanno mai visitato la fiera in passato o che sono stati assenti per almeno 3 anni. A loro è stato garantito un trattamento VIP comprensivo di accesso gratuito e accomodation. Certo, come abbiamo sottolineato altre volte, negli USA sono molto più avanti in quanto ad associazionismo e strategie comuni, tanto che l’Outdoor Industry Association americana conta centinaia di membri tra aziende, dealer e altre realtà. Ma proprio dai “cugini” americani possiamo imparare molto. Ottimi spunti e brillanti visioni per il futuro del nostro mercato arrivano proprio da un progetto firmato OIA e ben esposto dal suo presidente Frank Hugelmeyer: “Outdoor Retail of the future” (vedi articolo a pag 38). Per un outdoor più moderno, trasversale, accessibile, inclusivo e partecipato. Più “insieme” conviene, sotto tutti i punti di vista. TOGETHER IS BETTER As usual, the first issue of Outdoor Magazine this year is a rich, international special edition in view of ISPO 2014. This is a double edition with a 50-page product guide dedicated to the FW 2014-2015 collections, many of which will be revealed during the German trade fair (January, 26-29) for the first time. Obviously, we will also be there: you will find us at stand A1-513 and walking around the whole fair looking for the news, trends and ideas we are going to write about on the next issue. As always, ISPO will be a perfect gauge of the health of the outdoor market in Europe. In the last few years, there has been a very sound trend in our market in almost every country in Europe and worldwide: coming together. There is now a number of different national associations that are active in the promotion of outdoor activities at all levels. One of the most active among these associations is the Scandinavian Outdoor Group, that has recently organised the European outdoor summit that started in Stockholm (see our report on the event on page 36-37). We also should welcome the promising, new collaboration between the Italian Outdoor Group and the French OSV, which will be present at ISPO for the first time with its French Village at stand A3 - 214D (see article on page 8). The partnership aims at bringing more dealers at the trade show and at involving them in special activities. Also worthy of a mention is the initiative organised by the European Outdoor Group and ISPO, who has invited 70 European specialised retailers, which have never visited the fair or have not been present in the last three years. They have been granted a VIP treatment with free entrance and accommodation. We have noted many times that the USA is miles ahead in terms of associations and common strategies - the Outdoor Industry Association has hundreds of members among companies, dealers and other stakeholders. We should follow the lead of our American “cousins”. Great ideas and interesting points of view have emerged during a meeting organised by OIA and well described by its president Frank Hugelmeyer: “Outdoor Retail of the future” (see article on page 38). A better, more modern, more accessible and inclusive outdoor business is the goal. Now it’s the time to work together. Editore: Sport Press Srl Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: RICCARDO COLLETTI Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. 0362.600469 Fax 0362.600616 Email: redazione@outdoormag.it Website: www.outdoormag.it Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Redazione USA: DNF Media, Inc 1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050 Tel: 001.408.261.8809 - www.odrmag.com Anno 7 - N.1 / 2014 Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti. Chiuso in redazione il 15 gennaio 2014 6 1 / 2014 GSI Outdoors in Italia e Polonia H&M ora anche nello sport L’accordo ha avuto inizio il 1° gennaio 2014: ora GSI Outdoors verrà distribuito in Italia e in Polonia grazie a Künzi S.p.A. e Ravenoutdoor S.C.. L’intento dell’azienda statunitense è quello di rafforzare la propria presenza in questi 2 paesi europei attraverso la grande esperienza dei distributori. Künzi ad esempio è presente sul mercato da oltre 70 anni (fondata nel 1936 a Milano), vanta una vastissima gamma di prodotti (più di 40 marchi) dedicati all’outdoor ma non solo e lavora con una rete multicanale di negozi. “Questa peculiarità di Künzi aiuterà l’ingresso dei prodotti GSI Outdoors nei negozi tradizionalmente focalizzati nell’outdoor così come in quelli principalmente domestici”, ha spiegato Andreas Ruhs, GSI EU sales manager. Per rafforzare invece la propria posizione nell’est Europa, il marchio si è affidato alla polacca Ravenoutdoor. Di base a Cracovia, l’azienda distribuisce in esclusiva alcuni dei brand più importanti nell’equipaggiamento da montagna, nel camping e nei cibi liofilizzati. I prodotti GSI Outdoors sono attualmente distribuiti in 19 paesi europei. La catena svedese H&M, a partire dal mese di gennaio del nuovo anno ha presentato nei negozi la sua nuova linea dedicata alle attività sportive. La collezione aveva già avuto un pre-lancio nel corso di varie iniziative, come i temporary shops aperti durante gli ultimi Giochi Olimpici di Londra. Ora però diventa fissa e soprattutto molto più estesa. La linea Sport è proposta per donna, uomo e bambino con un approccio multidisciplinare. Il running è al centro della collezione per adulto, insieme a una gamma di prodotti outdoor, mentre la collezione femminile è particolarmente focalizzata sullo yoga. Quest’ultima comprende inoltre reggiseni adatti a diverse pratiche sportive. Per i più piccoli le proposte comprendono un maggior numero di sport: kit per il calcio, l’atletica, il tennis, la danza o il nuoto. Per quanto riguarda i materiali, il comfort assume un ruolo di primo piano. L’offerta è stata elaborata con l’aiuto degli atleti del team olimpico svedese, di cui H&M è partner, e propone tecniche di asciugatura rapide e funzionalità traspiranti e idrorepellenti. Il tutto è disponibile sull’e-shop dell’azienda e in una selezione di megastore all’interno di corner dedicati. GSI Outdoors in Italy & Poland GSI Outdoors just announced its cooperation with Künzi S.p.A. in Italy and Ravenoutdoor S.C. in Poland. Starting January 1st, 2014 the U.S. based company sees bestin-class distribution of their popular products in Southern and Eastern Europe. With more than 70 years experience, Künzi is a well-known distributor of household and outdoor products in Italy and serves a multi-channel dealer network. “This will help us to get GSI Outdoors products into traditional shops with an outdoor focus as well as into shops with a focus on household products”, said Andreas Ruhs, GSI EU sales manager. “For us it is important to have a strong partner for the highly competitive Italian market”. Founded in Milan in 1936, Künzi represents more than 40 brands in Italy. To strengthen their position in Eastern Europe, GSI Outdoors is partnering with Polish distributor Ravenoutdoor. The Krakow based company is an exclusive representative of some leading brands of camping and mountaineering equipment. Ravenoutdoor is also the importer of the largest manufacturer of freeze-drie Reusch entra nell’outdoor Conosciuto principalmente per i suoi guanti da sci e per quelli da portiere di calcio, Reusch ha deciso di entrare nel mondo outdoor con una serie di prodotti specifici, 10 modelli funzionali che saranno presentati in anteprima a Ispo Munich 2014. Per supportare il lancio della nuova linea, l’azienda ha deciso di sponsorizzare come prima alpinista Gerlinde Kaltenbrunner, la prima donna ad aver scalato tutti i 14 Ottomila. La stessa Gerlinde si è già messa all’opera per collaborare con Reusch e mettere a disposizione la propria esperienza e i propri feedback. I modelli della Mountaineering line sono più leggeri di quelli da sci e tendono a prevenire la formazione di sudore in eccesso. Linea e costruzione sono state disegnate per hiking, climbing e una serie di altre attività relative alla montagna, via ferrata compresa. Frutto del lavoro e dello studio di 2 anni, la nuova collezione outdoor è stata realizzata da Erich Weitzmann nel corso di un processo di diversificazione prodotto per l’azienda. Reusch into the outdoor sector Known for its highly technical ski gloves and goalkeeper gloves, Reusch is moving into the outdoor sector with its first line of outdoor-specific gloves, bringing out a series of ten functional models for the next spring/summer season. The line will be presented at Ispo Munich show. To support the launch, the company has teamed up with Gerlinde Kaltenbrunner as its first premium mountaineering sponsoring partner. She has already been working closely with the company, providing feedback based on her expertise. The models in the new Mountaineering line of Reusch are generally lighter weighted than its ski gloves and they prevent excessive sweating. Their shape and construction is designed for hiking, climbing and several other mountain-related activities, but it’s only a start. Erich Weitzmann, who has run the company from its international base in Bolzano, began to study the outdoor sector two years ago as part of a diversification process that has led Reusch to put out a specific line of gloves for freeride skiing. H&M enters the sports sector Starting from January, the Swedish chain H&M has presented in the stores its new line dedicated to sports. The collection already had a pre-launch during various initiatives, such as at the temporary stores that opened during the last Olympic Games in London. Now, however, the collection becomes official and above all much more equipped. The sport line is available for women, men and children with a multidisciplinary approach. Running is at the heart of the adult collection along with a range of outdoor products, while the female collection is especially focused on yoga. The latter also includes bras suitable for different sports practices. For the kids, proposals include a greater number of sports: soccer kits, athletics, tennis, dancing or swimming. Regarding materials, the comfort takes on a leading role. The offer has been worked out with the help of athletes from the Swedish olympic team of which H&M is a partner offering fast drying techniques and breathable and water repellent features. Everything is present on the e-shop of the company and in a selection of megastores through dedicated corners. Scott acquisisce Powderhorn Scott Sports ha allargato la propria offerta di prodotti. A partire dal 1° gennaio infatti l’azienda svizzera ha acquisito i diritti per il marchio Powderhorn. Anch’esso elvetico, il brand produce abbigliamento e attrezzatura per il freeride.Fino allo scorso anno è stato gestito sotto la guida del chief executive Christian Bättig, che continuerà il suo percorso in azienda come consulente. Grazie alla forza di Scott ci si aspetta una crescita nella distribuzione del giovane brand, un rafforzamento a livello internazionale e lo sviluppo del ciclo di approvvigionamenti. Come primo passo però Scott cercherà di riorganizzare la distribuzione, lasciando probabilmente le vendite per il mercato svizzero nelle mani di Chris Sports. Scott acquires Powderhorn Scott Sports is about to widen its offer to include garments by Powderhorn. Effective, Jan.1, Scott Sports SA acquires the rights to the Powderhorn trademark. Powderhorn is a Swiss brand of ski and freeride apparel, which has been led by as chief executive. Bättig will continue to develop Powerderhorn as a consultant. It is expected that Scott as new partner will enhance the young clothing brand’s distribution power, strengthen it at an international level and improve the supply chain. As a first step, Scott will work on re-organizing Powderhorn’s distribution, but it was said that sales in the core Swiss market will remain in the hands of the current distributor, Chris Sports. news Grandinetti Group Brand Ambassador Vibram In un’ottica di riorganizzazione e potenziamento delle strutture aziendali messi in atto dal nuovo AD Antonio Dus, Giuseppe Grandinetti (foto sopra) è stato nominato Vibram Group brand ambassador. Una posizione nota negli Stati Uniti e da poco adottata dalle maggiori realtà europee: avrà la funzione di assicurare coerenza tra l’identità del brand e le modalità con le quali Vibram si interfaccia esternamente e internamente in termini di immagine percepita e reputazione. Grandinetti vanta una significativa esperienza nel marketing e comunicazione ed è in azienda da più di dieci anni. È stato international marketing manager per Vibram FiveFingers (progetto nato nel 2002) e nel corso dei suoi incarichi ha contribuito allo sviluppo e alla notorietà del brand, vestendosi sempre dei valori d’innovazione e ricerca che da oltre 70 anni fanno di Vibram un’azienda d’esempio in tutto il mondo. Sin dagli anni 30, con la creazione della prima suola in gomma vulcanizzata e del famoso disegno “carrarmato”, il marchio italiano, infatti, si è posizionato come standard di riferimento per il mercato dell’outdoor, fornendo suole considerate insostituibili compagne d’avventura. Grandinetti new Group Brand Ambassador Vibram In order to reorganize and to strengthen its business structure, Vibram S.p.A.appointed Giuseppe Grandinetti Vibram Group brand ambassador. The new corporate position, already known in the United States and recently adopted by the major European realities, will act to ensure coherence between the brand identity and the ways in which Vibram interacts externally and internally in terms of perceived image and reputation. The manager will work in very close contact with the new MD Antonio Dus. Grandinetti, that has worked with the Italian firm for more than ten years, praises a long experience in the field of marketing and communication. He was in charge of the international marketing management for Vibram FiveFingers. During his career Giuseppe has contributed to the development and the fame of the brand, always delivering the values of innovation and research that, for more than 70 years, made Vibram an exemplar company worldwide. Indeed, since the 30s, with the creation of the first vulcanized rubber sole and of the famous “carrarmato” design, the Italian brand is positioned as a benchmark for the outdoor market, providing soles that are considered irreplaceable adventure companions. IOG & OSV: doppio evento e collaborazione a Ispo Italian Outdoor Group e Outdoor Sports Valley hanno stretto una collaborazione e danno reciproco appuntamento a Ispo in due importanti occasioni. Si parte domenica 26 dalle 9.30 alle 11.30 con un Breakfast Meet & Greet dedicato agli operatori italiani all’interno del nuovo “Camp de Base” (hall A3-214D). Ben 39 i marchi francesi che hanno ricevuto assisetnza da parte di OSV per Ispo, molti dei quali saranno presenti in questo nuovo French Village. Tra I quali ABK Climbing, Arva, BV Sport, Cool Shoe, TSL Outdoor, Zag, Inook, NST. Oltre agli stand l’area di 400 mq, allestita con materiali riciclati, ospiterà reception, ristorante, lounge schermo per la proiezione di filmati, appuntamenti pomeridiani e serali e un’area dedicata all’innovazione. Martedì 28 dalle 9.00 alle 11.00 è la volta dell’Italian Industry breakfast firmato IOG (Turmblick restaurant, East Entrance) dove stampa internazionale, buyer e opinion leader incontreranno le aziende italiane membri di IOG con i relativi prodotti. L’occasione anche per annunciare il nuovo premio “Negozio storico outdoor”. IOG sarà presente come di consueto anche con il nuovo numero del suo magazine internazionale Spirito Outdoor, che illustra le iniziative del gruppo e alcune novità FW 14-15 delle aziende. Outdoor Magazine è media partner di entrambe le iniziative. IOG & OSV: double date and collaboration at Ispo Italian Outdoor Group and Outdoor Sports Valley agreed upon a collaboration and give appointment at Ispo for two important occasions. Starting Sunday 26th from 9.30 to 11.30 with a Breakfast Meet & Greet dedicated to the Italian operators within the new “Camp de Base” (hall A3-214D). The number of French brands that received support by OSV for Ispo is 39, many of whom will be present in this new French Village. Among these ABK Climbing, Arva, BV Sport, Cool Shoe, TSL Outdoor, Zag, Inook, NST. In addition to the stand, there will be an area of 400 sqm, equipped with recycled materials, that will host a reception, a restaurant, a lounge to project screen movies and to host afternoon and evening appointments to conclude with an area dedicated to innovation. Tuesday, 28th from 9.00 to 11.00 is the time of the Italian Industry breakfast signed IOG (Turmblick restaurant, East Entrance) where the international press, buyers and opinion leaders will meet Italian companies and the related products that are members of IOG. It will be the opportunity to announce the award “Negozio Storico Outdoor” as well. As usual, IOG will participate even with the new issue of his international magazine Spirito Outdoor, which illustrates the brand’s initiatives and some innovations regarding FW 14-15. Outdoor Magazine is media partner for both the initiatives. Cremonese festeggia 50 anni in Manifattura Valcismon 20 anni di qualità e innovazione per Ferrino HighLab Non sono molti a poter dire di aver condiviso Per anni è stato il fiore all’occhiello nel campo della progettazione e sviluppo prodotti di un’azienda che ha sempre fatto dell’innovazione e della tecnicità la propria vocazione. Il il successo con alcuni dei maggior campioni progetto HighLab venne inaugurato da Ferrino nel 1994, con sportivi italiani degli ultimi anni. Eppure dopo l’apertura della sede di ricerca permanente sul Monte Rosa avere ereditato dal padre l’azienda Manifattura all’interno del rifugio Quintino Sella (a 3.585 metri di altezza). Valcismon, Giordano Cremonese ha contri- Sono passati esattamente vent’anni dunque dalla nascita di buito a far diventare l’impresa un punto di questa struttura che ha permesso di raggiungere i più elevati riferimento nel mondo del ciclismo, dello sci di standard funzionali e qualitativi, grazie alla prova sul campo fondo e, più recentemente, dello sci alpinismo in condizioni estreme di materiali e prototipi. Ogni estate e dell’outdoor attraverso i marchi Sportful, inoltre, alpinisti ed escursionisti possono partecipare libera- Castelli e Karpos. Per festeggiare i suoi 50 anni di carriera e ricordare alcuni dei momenti Centa, Paolo Bettini e Andrea Tafi: vale a dire più significativi e gloriosi, i figli Dario, Gioia, le due staffette oro olimpico a Lillehammer Alberto e Alessio hanno fatto a Giordano una 1994 e Torino 2006, e tre ciclisti che hanno grande sorpresa. Lo scorso 18 dicembre in saputo vincere Fiandre e Roubaix, Sanremo e occasione della consueta cena aziendale di Lombardia, Olimpiadi e Campionati del Mon- fine anno, sono stati invitati i campioni che do. Nel corso della serata sono stati anche hanno fatto segnare grandi imprese indossan- proiettati i filmati storici di questi momenti. do i capi del brand feltrino. Da Maurilio De Zolt “Grazie a tutti per i 50 anni trascorsi insieme”, a Maurizio Fondriest, passando per Silvio Fau- ha commentato il patron aziendale al termine. ner, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta, Pietro “Sono stati molto impegnativi ma pur sempre Piller Cottrer, Christian Zorzi e Giorgio Di belli e ricchi di soddisfazione”. mente ai test e toccare con mano i modelli in cantiere per le stagioni future. Grazie al successo di quest’esperienza, recentemente è stato avviato anche il progetto collaterale HighLab Pro Team, un pool composto da alcuni dei massimi esperti e professionisti del mondo outdoor. Cremonese celebrates 50 years in Valcismon Manufacture Not many people can claim to have shared the success with some of the greatest Italian sports champions of recent years. Yet after having inherited from his father the Manifattura Valcismon, Giordano Cremonese helped the company grow thanks to the brands Sportful, Castelli and Karpos thus becoming a benchmark in the cycling and cross-country skiing panoramas and recently gaining success both in the Alpine skiing and in the outdoor sectors. To celebrate his 50 years of career and to remember some of the most significant and glorious moments, his children Dario, Gioia, Alberto and Alessio decided to surprise Giordano. On December 18th, during the usual year-end company dinner, the champions that marked big business wearing clothing from the manufacture were invited. From Maurizio Fondriest, to Maurilio De Zolt, Silvio Fauner, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta, Pietro Piller Cottrer, Christian Zorzi and Giorgio Di Centa, Paolo Bettini and Andrea Tafi: namely the two relay gold medals won at the Olympics in Lillehammer in 1994 and in Turin in 2006 and three cyclists who won Flanders and Roubaix, Sanremo and Lombardia and both the Olympics and the World Championships. During the evening historical videos of these moments were projected. “Thank you everyone for these 50 years together,” commented the company boss at the end. “These years were very demanding but still beautiful and full of satisfactions”. 8 1 / 2014 20 years of quality and innovation for Ferrino HighLab The HighLab project started in 1994 with the establishment of a research lab having a permanent seat located on Mount Rosa, near Quintino Sella Hut at 3,585 metres of altitude. An exclusive ultramodern lab conceived to test materials and prototypes in the field and in estreme conditions. Since the HighLab represents the future in the outdoor but overall it states Ferrino philosophy: drive oneself wherever nobody else ever reached. The result is a series of products consistent with the highest quality and functional standards, ensuring high performances in every weather condition. The HighLab is open every summer to all mountaineers and trekkers whoi wish to take part in the tests, thus participating in the development processo f Ferrino products. A few years later the HighLab Pro Team was created, comprising of the most wellknown experts of the mountaineerin and outdoor environment. / green news Un 2013 da grandi numeri quello chiuso dall’EOCA Per quanto il 2013 ha fornito in termini di conservazione, l’industria outdoor può essere certamente orgogliosa dei risultati raggiunti tramite l’European Outdoor Conservation Association, che ha annunciato il resoconto finale dell’anno. I numeri sono notevolissimi e segnalano una crescita fortissima: 31 nuovi membri (crescita del 39%), 134.600 visitatori unici nel sito, più di 2.500 followers su Facebook e 500 su Twitter, oltre 9 milioni di persone raggiunte nel corso del round di votazioni primaverile, 57.000 voti registrati e 181.000 euro impegnati per 8 progetti di conservazione in 7 paesi del mondo. Una crescita tale permette all’EOCA di lanciare un secondo giro di voti nel 2014, quindi un’ulteriore possibilità per i progetti che verranno presentati. Per il prossimo anno sono già stati raccolti 200.000 euro. A great 2013 for European Outdoor Conservation Association The outdoor industry can look back with pride at what has been achieved in its name for conservation. The European Outdoor Conservation Association (EOCA) has announced what has been achieved in the last 12 months. 2013 has been one of tremendous growth for EOCA: 31 new members (equates to a 39% growth in membership), 134.600 unique visits to its websites, over 2.500 followers on Facebook and 500 followers on Twitter, over 9 million people reached during the spring voting round, and 57.000 votes registered for conservation, 181.000 euro committed to 8 conservation projects in 7 countries. Looking forward, the tremendous growth in members in 2013 will enable EOCA to launch a second annual voting round in 2014. 200.000 euro has already been earmarked to spend on conservation projects in the coming year. www.outdoorconservation.eu Nuovo focus sui sistemi di isolamento ibrido Le diverse discussioni sul prezzo e sul rispetto degli animali hanno causato un calo di interesse verso la piuma d’oca naturale negli USA a vantaggio dei sistemi di isolamento sintetico per abbigliamento, sacchi letto e altri prodotti outdoor. Coleman Company ha annunciato di non voler più utilizzare piuma d’oca. Mentre The North Face ha registrato una grande richiesta per Thermoball, che offre un ottimo rapporto calore/peso nonostante si tratti di un isolamento sintetico. Halogen, giacca sintetica al 100% firmata da Outdoor Research, ha conquistato il premio Gear of the Year dal magazine Outside. C’è da dire che la piuma d’oca offre un elevato rapporto calore/peso ed è estremamente comprimibile. Per questo Patagonia si è detta intenzionata a continuare a utilizzarla, anche perché è ora in grado di assicurare il rispetto di standard pensati per il benessere degli animali lungo tutta la catena di fornitura. D’altro canto l’isolamento sintetico è meno costoso e lavora meglio rispetto alla piuma in condizioni di umidità. La soluzione ideale pare dunque essere un compromesso tra i due materiali. Un esempio può essere il nuovo Turbo Down di Columbia (vedi anche nostra guida prodotti) che combina uno strato di piuma con uno o due strati dell’isolamento termico Omni-Heat. Anche PrimaLoft presenterà a breve una tecnologia di isolamento ibrido, come anticipato nella news a pagina 12. Hybrid insulation systems emerge in the market Considerations about pricing and animal cruelty have diminished the attractiveness of natural down as an insulation material in the U.S. to the advantage of synthetic insulation systems for outerwear, sleeping bags and other outdoor products. The Coleman Company announced its decision never to use down again in its products. The North Face has recorded strong demand for Thermoball, which is said to offer a high warmth-to-weight ratio through a synthetic insulation made of small high-loft clusters. Halogen, a 100% synthetic jacket by Outdoor Research, got a Gear of the Year award from Outside magazine. But down offers a very high warmth-to-weight ratio and is extremely packable, explaining why Patagonia announced its ongoing support for down as it has been able to ensure animal welfare standards throughout the supply chain. On the other side synthetic insulation is less expensive and works better than down in wet conditions. The ideal solution would seem to be a compromise between natural and artificial materials. An example is the Turbo Down by Columbia Sportswear, that combines a layer of down with one or two layers of its Omni-Heat thermal insulation product. Also PrimaLoft will unveil a different hybrid insulation technology, as disclosed in the news on page 12. Greenpeace: ancora critiche sull’apparel outdoor Lo scorso 12 dicembre Greenpeace ha pubblicato in Germania un “Detox Report” con i dati dell’ultima analisi condotta nel mercato dell’apparel outdoor e riferita alla presenza di PFC e altri agenti chimici dannosi, come NPE. Secondo lo studio dell’associazione alcune di queste sostanze possono essere pericolose se rilasciate nell’aria. Greenpeace ha testato 15 giacche e 2 paia di guanti. Tutti i campioni contenevano PFC. Dei 17 prodotti, 15 contenevano PFOA e 15 erano contaminati con FTOH. Inoltre NPE sono stati trovati in 13 dei 17 campioni testati. Greenpeace ha richiesto un rapido intervento al mercato. Gore d’ora in poi utilizzerà nella sua produzione materie prime totalmente prive di PFOA. Sympatex eliminerà invece PFC il prima possibile dai prodotti dedicati al mercato apparel outdoor, ribadendo comunque che il suo laminato ha conquistato i migliori risultati nel Detox Report. Per la collezione summer 2015, poi, Salewa intende eliminare PFC dal 20% dei materiali tessili utilizzati nella produzione. Il suo intento è quello di portare questa percentuale al 50-60% entro la collezione summer 2016. Vaude e Jack Wolfskin hanno infine confermato il loro obiettivo di eliminare completamente PFC dai loro prodotti entro il 2020. Greenpeace: again criticisms on the outdoor clothing The Greenpeace organization in Germany published last Dec. 12 a “Detox Report” on the findings of a new investigation into the presence of PFCs and other hazardous chemicals, such as NPEs, in outdoor clothing. The report indicated that some of these substances can be harmful when they are released into the air. Greenpeace tested 15 jackets and 2 pairs of gloves. All the samples contained PFCs. Of the 17 products tested, 15 contained PFOA and 16 were markedly contaminated with FTOH at much higher levels than the ionic PFCs. Moreover NPEs were found in 13 of the 17 samples tested. Greenpeace urged the industry to take quick action. Gore eliminated PFOA from all of its raw materials thus using now PFOA-free materials in its manufacturing processes. Sympatex will ban PFC as soon as possible from the products of the outdoor clothing industry, pointing to the fact that its laminate had received by far the best test results in the Detox Report. For its summer 2015 collection, Salewa expects that 20% of the textiles used in their production will be PFC-free. Its aim is to raise the amount to 50-60% for its summer 2016 collection. Vaude and Jack Wolfskin confirmed their goal to phase out PFC completely by 2020 from their garments. 1 / 2014 9 news / ABC nominato miglior nuovo distributore per Inov-8 Edy Wayne, proprietario e fondatore di Inov-8, ha consegnato nelle mani di Alberto Penne il premio dedicato al miglior nuovo distributore dell’anno. Direttore di ABC Distribution, Alberto ha commentato: “È un grande onore, ho sempre creduto nel potenziale fortemente innovativo di Inov-8”. Specializzata nel settore dello sport all’aria aperta, ABC Distribution gestisce per il mercato italiano anche i marchi Hoka One One, Skins e MIO. Da sinistra: Edy Wayne e Alberto Penne ABC Distribution 0463.422401 - info@abcdistribution.it ABC is the best new distributor for Inov-8 Edy Wayne owner and founder of Inov-8, has delivered directly in the hands of Alberto Penne the prize dedicated to the best new distributor of the year. Director of ABC Distribution, Alberto commented: “It is a great honor, I have always believed in the potential highly innovative Inov-8”. Specializing in the field of sport in the open air, ABC Distribution manages other international brands for the Italian market: Hoka One One, Skins, MIO. Polartec main sponsor della Scarpa ISMF World Cup 2014 Polartec sostiene la prossima edizione del circuito Scarpa ISMF World Cup, presentato il 6 e il 7 dicembre a Verbier (Svizzera) alla presenza della stampa internazionale. In qualità di main sponsor della World Cup, il brand lavorerà con l’International Ski Mountaneering Federation e con Scarpa per esaltare le qualità uniche dello sci alpinismo, promuovendo anche standard di sicurezza sempre più avanzati. Inoltre Polartec collaborerà con Montura in un’attività di joint marketing che porterà per il 2015 alla creazione di un capo di abbigliamento innovativo, in tutto e per tutto dedicato allo scialpinismo agonistico. La World Cup è in programma per il 18 e il 19 gennaio con i percorsi delle prove “Individual” e “Vertical” e coinvolgerà atleti di prestigio internazionale come, tra gli altri, Yannich Ecoeur, Florent Troillet, Alexis Sevennec, Jennifer Feichter, Denis Trento, Gloriana Pellissier, Seppi Rottmoser, Cornelius Unger. Tra le location d’eccezione del circuito: Courchevel (Francia, 25/26 gennaio), Val Comelico/Sappada (Italia, 31 gennaio/2 febbraio), Les Diablerets (Svizzera, 1/2 marzo) e Tromso (Norvegia, 12/13 aprile). Polartec main sponsor of the 2014 Scarpa ISMF World Cup The 2014 Scarpa ISMF World Cup circuit was presented on 6th and 7th December in Verbier, Switzerland. This season along with Scarpa, the main sponsor, there’s the new addition of Polatec who’ll be collaborating with Montura. The result of this collaboration will lead to the launch of a new range of innovative products dedicated to competitive ski mountaineering for the 2015 season. The Individual and Vertical races are going to open the 2014 World Cup season on 18 & 19 January. After Ver- bier the 2014 Scarpa ISMF World Cup moves on to Courchevel in France on 25 & 26 January, followed by Val Comelico/Sappada in Italy on 31 January and 2 February. The circuit then returns to Switzerland on 1 & 2 March in Les Diablarets, with the final leg taking place in Tromso, Norway on 12 & 13 April. The Italian athlete Gloriana Pellissier has agreed to become an ISMF Ambassador assisting with the development of youth projects with a particular emphasis on young women. Una mozione per portare l’ice climbing alle Olimpiadi La federazione mondiale del mercato sportivo (WFSGI) ha dichiarato che la federazione internazionale di alpinismo e climbing (UIAA) sta preparando una proposta per far ammettere l’ice climbing tra gli sport protagonisti dei giochi olimpici invernali entro il 2022. Alcuni rappresentanti della federazione si sono incontrati con l’associazione dell’IOC Recognised International Sports Federations (ARISF) per discutere dell’argomento. La UIAA ha già assicurato di avere i fondi per organizzare una salita sul Peak Lenin e un festival di arrampicata in Mongolia. Durante l’anno la comunità internazionale di climbing aveva già condotto una campagna per inserire questo sport tra quelli ospitati dai Giochi Estivi di Tokyo 2020. Il climbing già rientrava in una ristretta rosa di candidati insieme ad altre attività ma ha poi ceduto il posto al wrestling, che farà da ora parte dei Giochi Olimpici su base regolare. Ice climbers want to feel the Olympic spirit by 2022 The World Federation of the Sporting Goods Industry (WFSGI) reports that the International Mountaineering and Climbing Federation (UIAA) is preparing a bid to have ice climbing added to the list of sports in the Winter Olympic Games by 2022. Representatives of the federation have recently met with the Association of IOC Recognised International Sports Federations (ARISF) to discuss the matter. The UIAA has already 10 1 / 2014 granted funds to organize a climb of Peak Lenin and a climbing festival in Mongolia. As reported previously, the international climbing community campaigned earlier this year to have climbing included in the summer games to be held in Tokyo in 2020 and beyond. Climbing was short-listed along with various other sports and finally lost out to wrestling as the last sport that will be part of the Olympic competitions on a regular basis. Thermore presenta a Ispo un’Aria migliorata Frutto della più innovativa ricerca operata da Thermore, la nuova evoluzione di Aria verrà presentata alla fiera Ispo a Monaco di Baviera (aperta dal 26 al 29 gennaio). Lanciata lo scorso anno sul mercato e accolta da un grande successo, questa tecnologia è stata ulteriormente migliorata ed è il risultato di una maggiore attenzione alla sostenibilità da parte dell’azienda. È prodotta grazie all’utilizzo di uno specifico blend di fibre riciclate e all’attuazione di una strategia di impresa attenta e supportata da un preciso impegno a escludere le sostanza chimiche PFOA e PFOS da tutti i suoi prodotti, come raccomandato da Greenpeace. Le sue caratteristiche riproducono quelle della piuma d’oca vera con un risparmio di costi fino all’80%. Questa nuova versione risulta inoltre ancora più leggera grazie all’impiego di un tessuto di rivestimento che non supera i 30 gr di peso e all’imbottitura realizzata in tre varianti da 60, 115 e 170 gr. Thermore continua insomma a percorrere con sempre maggiore decisione questa linea “green”, dopo che le linee Classic, Ecodown, Rinnova e Thermosoft hanno ricevuto la certificazione Bluesign. Thermore presents at Ispo an improved Aria The newest version of Aria technology developed by Thermore will be presented at the Ispo fair, which will be hosted in Munich, Germany from 26th to 29th January. The Aria range was launched last year to great acclaim, and with measurable brand adoptions. Now Thermore has gone one step further with this mext generation of Aria: an evolutionary product with the added new focus on more sustainable product design, using a new recycled fibre blend, underpinned by a commitment to exclude all PFOA and PFOS chemicals from all products, as recommended by Greenpeace. This equally exceptionally mimics real down insulation in every aspect, offering up to an attractive 80% cost competitive saving. Thermore understands exactly how to amplify the impalpabile lightness of this new Aria insulation, and recommends appropriately marche fabric shells, even as light as 30 grams. The three selected weights of fill consists 60, 115 and 170 grams. Stile giapponese per le nuove Vibram FiveFingers Furoshiki è una parola che in giapponese fa riferimento al tradizionale modo di portare con sé gli oggetti avvolgendoli all’interno di un telo di stoffa che, piegato e annodato con cura, viene trasformato in una sorta di borsa per facilitarne il trasporto. Furoshiki è anche il nome del modello di calzatura minimalista presentato da Vibram FiveFingers in occasione dell’ultimo evento Pitti Uomo (7-10 gennaio). Il brand di Albizzate ha realizzato una calzatura dal look unico e originale, caratterizzato da fasce laterali che avvolgono il piede aderendo perfettamente alla sua forma e garantendo la massima libertà di movimento. Come da tradizione per il marchio dalle cinque dita, anche in questo caso elevata sensibilità e resistenza sono assicurati dall’esclusiva tecnologia Vibram che da oltre settant’anni accompagna sportivi e non solo nella vita di tutti i giorni. Asolo Eiger GV “Best in Gear” per Rock and Ice Dopo il successo del 2013 con la linea di calzature Natural Shape e la conquista del titolo “2013 Editors’ Choice Awards” assegnato dalla rivista Backpacker Magazine USA per la categoria hiking, Asolo riceve un nuovo importante riconoscimento. Si tratta del “Best in Gear” (BIG), prodotto dell’anno 2014, conferito dal magazine americano Rock and Ice allo scarpone Eiger GV. Dopo ore di test e prove sul campo, gli esperti della rivista hanno dichiarato questo scarpone il migliore del 2014 per le attività di arrampicata su misto e ghiaccio. Il riconoscimento Best in Gear è conferito ogni anno a sei prodotti considerati particolarmente innovativi sia in termini di qualità e design. La leggerezza, i materiali tecnologici che assicurano impermeabilità e traspirazione e la tomaia rivestita in Gore-Tex Duratherm sono solo alcune delle caratteristiche che hanno fatto di Eiger GV il vincitore tra gli altri candidati della stessa categoria. Perfetto per arrampicare su ghiaccio, roccia e misto, è la scelta vincente per tutti gli atleti che esigono grandi performance dalla propria attrezzatura. Gli altri marchi vincitori e relativi prodotti sono stati: Black Diamond X4 Camalot, Petzl Sirocco helmet, ClimbTech Wave bolt, Petzl Laser Speed Light ice screw, Arc’teryx Aperture chalk bag. Asolo Eiger Gv “Best In Gear” by Rock and Ice After the success of 2013 with the Natural Shape line of footwear and the conquest of the title “2013 Editors’ Choice Awards” awarded by Backpacker Magazine USA for the hiking category, Asolo won the “Best in Gear” (BIG) product of the year 2014 conferred by the American magazine Rock and Ice to the Eiger GV boot. After hours of testing and practical verifications, experts of the magazine named this product the best boot of 2014 for ice and mixed climbing. This recognition is conferred each year to six products that stand for their innovation both in terms of quality and design. The lightness, the technological materials that guarantee waterproofness and breathability, the uppers lined in Gore-Tex Duratherm are just some of the features that made the Eiger GV the undisputed winner among competitors in its class. Perfect for ice, rock and mixed climbing, this is the winning choice for all those athletes who demand great performance from their equipment. Other winners: Black Diamond X4 Camalot, Petzl Sirocco helmet, ClimbTech Wave bolt, Petzl Laser Speed Light ice screw, Arc’teryx Aperture chalk bag. www.asolo.com Japanese style for the newest Vibram FiveFingers In the Japanese culture the word Furoshiki refers to the tradition of wrapping, holding and carrying the most varied objects, bending and knotting a cloth towel to turn it into a bag to carry items. Furoshiki is also the name of the latest preview presented by Vibram FiveFingers in occasion of Pitti Uomo. This model is characterized by a unique and original look where design and innovation play a key role through ergonomics, wrapping bands that perfectly adhere to the foot to guarantee maximum comfort and freedom of movement. Furoshiki represents a new turning point in the field of footwear: a minimalist shoe for everyday, resistant and original but as always provided with Vibram that has accompanied sports lovers in their everyday life for more than seventy years. Briko con Mangia Trekking per la promozione del territorio L’associazione ligure Mangia Trekking ha stretto un accordo di collaborazione con il marchio italiano Briko, sponsor ufficiale della nazionale di Triathlon. Per Mangia Trekking, che conta già sulle partnership con Aku e con Camp, si tratta di un risultato importante in quanto premia l’attività svolta dall’associazione e accresce notevolmente la qualità, la visibilità e anche le motivazioni che la muovono. Tale collaborazione quindi darà maggior risalto all’impegno turistico-sportivo che Mangia Trekking ha sviluppato in luoghi bellissimi e di antiche tradizioni: dalla città di Lerici al parco di Porto Venere, dalla Val di Vara alla Lunigiana, fino a tutto l’Appennino Tosco Emiliano. 1 / 2014 11 news Claudio Angaran sales & marketing per Garmont Garmont ha assunto Claudio Angaran in qualità di international sales and marketing manager. Nel suo nuovo ruolo Claudio, che prende il posto di Gian Luca Farinazzo, si occuperà di sviluppare e implementare strategie commerciali per aumentare le vendite, la penetrazione di mercato e le nuove opportunità di business del brand veneto, riportando al direttore generale, Flavio Favero. Angaran vanta un’esperienza quindicennale nel settore dell’outdoor e nell’industria calzaturiera, avendo ricoperto in precedenza diversi ruoli presso Trezeta, La Sportiva e Aku. “L’anno scorso abbiamo deciso di cessare la produzione di scarponi da sci per dedicarci esclusivamente al nostro core business, le calzature outdoor, settore che rappresentava quasi l’80% del fatturato societario a livello mondiale”, ha commentato Achille Morlin, presidente Garmont. “Questo ci ha permesso di focalizzare ancora di più l’attenzione sulla progettazione. Con un approccio orientato ai risultati e alla capacità di pensare strategicamente, sono certo che Claudio avrà un ruolo chiave nell’implementare lo sviluppo di soluzioni innovative, nell’accrescere la presenza di Garmont nei mercati e di aumentarne la redditività attraverso una continua attuazione di strategie di sostegno alla crescita aziendale”. Claudio Angaran sales & marketing for Garmont Garmont hired Claudio Angaran as new international sales and marketing manager. In his new role Claudio, that takes the place of Gian Luca Farinazzo, will develop and implement marketing strategies to increase sales, market penetration and new business opportunities of the Venetian brand while referring to Flavio Favero, the brand general manager. Angaran praises a 15-year experience in the outdoor sector and in the footwear industry, having previously played different roles at Trezeta, La Sportiva and Aku. “Last year we decided to stop the production of ski boots in order to exclusively dedicate ourselves to our core business, outdoor footwear, which accounted for almost 80% of worldwide corporate revenues, that are now in a continuous growth,” said Achille Morlin, President of Garmont. “This allowed us to focus even closer on the design, on the introduction of new technical solutions and on the development of products that were acknowledged very positively by the market. With a results-oriented approach and with an ability to think strategically, I am sure that Claudio will play a key role in implementing the development of innovative solutions, in increasing the presence of Garmont in the markets and in boosting profitability through a continuous implementation of supportive strategies for the business growth“. John Roskelley è il sesto Piolet d’Or Carrière Dal 2009 il Piolet d’Or Carrière premia una carriera alpinistica eroica, capace di ispirare le generazioni successive, rispettando i criteri stabiliti dalla Carta dei Piolets d’Or. Dopo Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot e Kurt Diemberger sarà quest’anno John Roskelley a ricevere l’ambita “Piccozza d’Oro”. Il riconoscimento, intitolato dal 2012 a Walter Bonatti, verrà consegnato all’alpinista in occasione della 22ª edizione dei Piolets d’Or, in programma dal 26 al 29 marzo a Courmayeur e Chamonix Mont-Blanc. Roskelley, nato nel 1948, vive nello stato di Washington. Uno dei suoi primi banchi di prova sono state negli anni ’70 le Montagne Rocciose e le grandi cascate canadesi. La sua fama ha tardato a raggiungere l’Europa, al punto che negli anni in cui John cominciava a fare parlare di sé, il magazine Mountain intitolò il suo ritratto “Who is this man?”. Scala dal 1976 e ha all’attivo numerose prime ascensioni tra cui anche la prima salita dell’Uli Biaho (6.109 mt). Anche oggi John è attivo: nel 2009 scala la cascata Slipstream e nel 2012 ha fatto il bis con la Goats Beard. Autore di numerose pubblicazioni dedicate alle sue spedizioni, Roskelley si è dato alla politica. John Roskelley, Piolet d’Or Carrièr “Premio Walter Bonatti” 2014. La vetta dell’Uli Biaho John Roskelley is the sixth Piolet d’Or Carrière From 2009 the Piolet d’Or Carrière honors a heroic mountaineering career able to inspire later generations while respecting the criteria established by the Charter of the Piolets d’Or. This year, after Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot and Kurt Diemberger, John Roskelley will receive the coveted “Piccozza d’Oro”. The reward, entitled to Walter Bonatti since 2012, will be delivered to the mountaineer on the occasion of the 22nd edition of the Piolets d’Or that is scheduled from March 26th to March 29th in Courmayeur and in Chamonix Mont-Blanc. Born in 1948, Roskelley lives in Washington State. The Rocky Mountains and the great Canadian waterfalls represented one of his first test benches in the 70s. His reputation delayed to reach Europe to such an extent that in years, when people started to talk about him, the magazine Mountain named his portrait, “Who is this man?”. He has been climbing since 1976 and he praises numerous first ascents including the first ascent to the Uli Biaho (6109 m). Even today John is very active: in 2009 he climbed the Slipstream waterfall and in 2012 he did an encore of the Goats Beard. Author of many publications dedicated to his expeditions, Roskelley dedicated to politics. 12 1 / 2014 / nuove cariche, tecnologie, rebranding Un 2014 ricco di novità per PrimaLoft Rinnovato il team marketing europeo di PrimaLoft, che da gennaio collabora con due nuovi professionisti. Michael Jakob è diventato European marketing manager. Diplomato in economia dello sport, ha base a München/Holzkirchen e risponde al global marketing manager David Newey, operativo da Albany. In precedenza ha lavorato nel gruppo Oberalp per il marchio Salewa come marketing manager Germania e per W.L. Gore maturando così esperienza nel settore ingredient brand. Kathrin Pildner è subentrata a Birgitte Norenberg nel ruolo di European trade marketing manager. In carriera ha lavorato per Intel GmbH nelle aree di lingua tedesca, oltre che per Mountain Elements GmbH, W.L. Gore e Intercongress GmbH. Ha studiato tempo libero e turismo presso l’Università di Trier e acquisito conoscenze nel settore social media, con focus su SEO e SEM e Affiliate. Sempre sul fronte operativo, dal 1° gennaio PrimaLoft ha aperto un ufficio vendite e marketing che si occuperà del mercato russo e più in generale dell’Europa dell’Est. Tale operazione fa seguito a quelle simili intraprese in Gran Bretagna e Scandinavia. La filiale sarà guidata da Bartosz Lassak, che in azienda collaborava già da 2 anni e mezzo e che riporterà al managing director per l’Europa, ovvero Jochen Lagemann. Lassak aveva fondato una propria azienda, Escape 360, che rappresentava diversi brand nella regione. Si presume che essa sarà a breve chiusa così da consentire a Bartosz di concentrarsi unicamente nello sviluppo di PrimaLoft nell’Est Europa. Novità anche in termini di prodotto dove PrimaLoft ha sviluppato una nuova tecnologia di isolamento ibrido già adottata da oltre 20 brand. Si tratta del nuovo Performance Down Blend Insulation, che sarà presentato a Ispo di Monaco congiuntamente al nuovo logo aziendale. Il nuovo prodotto non ha fluorocarburi ed è certificato bluesign. Utilizza unicamente piuma di qualità premium testata dalla International Down & Feather Testing Laboratory (IDFL) e dall’European Down & Feather Association (EDFA). Questa soluzione combina i vantaggi di piuma d’oca (funzionale, resistente e idrorepellente) e microfibra (con proprietà idrofobiche). Pertanto il prodotto garantisce protezione, isolamento termico e comfort. Trattiene il 90% del calore originale in condizioni di bagnato e può essere lavato in lavatrice senza comprometterne le funzionalità. Questa tecnologia è solo la prima di una serie di novità che PrimaLoft intende raggruppare in tre serie: Gold, Silver e Black. A 2014 full of news for PrimaLoft The PrimaLoft European marketing team has been renewed with the addition of two new professionals. Michael Jakob became European marketing manager. Graduated in sports business, he lives in München/Holzkirchen and he refers to the global marketing manager David Newey, operating from Albany. Michael previously worked in the Oberalp group for Salewa as the marketing manager for Germany and W.L. Gore thus gaining experience in the ingredient brand sector. Kathrin Pildner took over to Birgitte Norenberg as the European trade marketing manager. In her career she worked for Intel GmbH in the German-speaking areas, as well as for Mountain Elements GmbH, W.L. Gore and Intercongress GmbH. She studied tourism at the University of Trier and she acquired knowledge in the social media industry, with a focus on SEO, SEM and Affiliate. Always on an operative basis, effective Jan. 1 PrimaLoft opened its own sales and marketing office in the eastern European and Russian markets. This move comes shortly after establishing own operations in the U.K. and Scandinavia. The eastern business will be run by Bartosz Lassak who has been with the company on a freelance basis for the past two and a half years. He will report to Jochen Lagemann, managing director of PrimaLoft Europe. The 36-yearold Pole ran his own company, Escape 360, which represented various brands in the region. This firm will now be shut down to allow Lassak to fully concentrate on the development of PrimaLoft in the region. News also in terms of products where PrimaLoft developed a new hybrid insulation technology adopted by at least 20 brands. It’s the new Performance Down Blend Insulation that will be announced during the Ispo Munich show together with the new corporate image. The product has no fluorcarbon and is certified by Bluesign Technologies. It only uses premium quality down, tested by the International Down & Feather Testing Laboratory (IDFL) and the European Down & Feather Association (EDFA). It combines the advantages of engineered down (functional, durable and waterresistant) and its own microfiber (with hydrophobic properties). It’s said to guarantee permanent protection, thermal insulation, comfort. It retains 90% of the original warmth in wet weather and it goes in the washing machine. It’s only the first of a series of new products that are meant to provide “ultimate comfort solutions” all yearround. They will be grouped into three series: Gold, Silver and Black. Nel 2015 il primo ISPO summer show in Cina La data e la location sono ancora in fase di definizione. È però certo che Messe München sta organizzando una fiera ISPO per la stagione estiva in Cina. I responsabili di ISPO hanno così risposto a un’esigenza espressa dagli operatori del mercato sportivo cinese, che hanno commentato positivamente la potenziale nuova manifestazione sia in occasione dell’ultimo ISPO Beijing sia durante l’ISPO Academy tenutosi lo scorso giugno a Shanghai. Quest’ultimo è stato frequentato da almeno 250 rappresentanti del mercato sportivo cinese, che hanno contribuito con le proprie idee alla definizione del nuovo progetto fieristico. Il primo ISPO summer show è previsto per il 2015. Il focus della manifestazione sarà su categorie chiave quali outdoor, performance water sports, action sports e fashion. “Trento Film Festival 365” tra Italia e estero “Trento Film festival 365” between Italy & abroad Il Trento Film Festival si ripropone tutto l’anno grazie a decine di appuntamenti organizzati in tutta Italia. A partire dal 2014 questa attività avrà una nuova identità: “Trento Film Festival 365” che indica proprio la continuità della promozione della cultura cinematografica dedicata alla montagna. Nel corso del 2013 il tour del Trento Film Festival ha toccato 11 regioni italiane per un totale di 174 serate di proiezioni. Si è trattato per lo più di singole serate ma non sono mancate mini-rassegne su più incontri. Agli eventi italiani vanno aggiunti alcuni incontri esteri tra cui 6 serate in Corea tra luglio e ottobre e 5 serate ad Addis Abeba (Etiopia) ad aprile. Sempre ad Addis Abeba a novembre è stata allestita l’esposizione “Dancalia” di Paolo Ronc, già presente al 60° Trento Film Festival. Ad aprile poi si è rinnovata la presenza di MontagnaLibri (rassegna dell’editoria di montagna affiancata al Trento Film Festival) alla Rassegna BergBuchBrig nella città svizzera di Briga. L’appuntamento con la 62° edizione del Trento Film Festival è dal 24 aprile al 4 maggio 2014. Trento Film Festival takes place year-round thanks to dozens of events organized throughout Italy. Starting from 2014 this activity will have a new identity: “Trento Film Festival 365” highlighting its ongoing promotion of the film culture dedicated to the mountain. During 2013 the tour of Trento Film Festival has involved 11 Italian regions with a total of 174 evenings of screenings. It was mostly single evenings but there have been minireviews on more meetings. Foreign meetings including 6 evenings in Korea between July and October needs to be added to the Italian stages together with 5 nights in Addis Ababa (Ethiopia) in April. In November, always in Addis Ababa, the exhibition “Dancalia” by Paolo Ronc, already present at the 60th edition of Trento Film Festival, was organised. In April, the presence of MontagnaLibri renewed at the BergBuchBrig show in the Swiss town of Brig. The appointment with the 62nd edition of the Trento Film Festival is from April 24th to May 4th 2014. www.trentofestival.it ISPO to launch its summer show in China The date and location have yet to be confirmed, but Messe München is going to organize its own ISPO trade show for summer business in China. ISPO’s organizers have responded to calls from within the Chinese sporting goods industry, receiving positive feedback on this suggestion from local market players both at last ISPO Beijing as well as at the ISPO Academy in Shanghai in last June. This last was attended by no less than 250 representatives from the Chinese industry who contributed their own ideas for the upcoming project. The first ISPO summer show is scheduled for 2015. There focus will be on the most important categories such as outdoor, performance water sports, action sports and fashion. A febbraio torna a Roma l’Outdoors Experience Un anno fa erano stati 93.000 i visitatori provenienti da tutta Italia in occasione del Salone del Turismo e dello Sport all’Aria Aperta Outdoors Experience. Per il 2014 a questo punto è lecito attendersi un’altra grande risposta di pubblico. L’appuntamento è in calendario per i giorni dal 12 al 16 febbraio e ancora una volta si terrà a Fiera di Roma in contemporanea con il Salone della Nautica e del Mare Big Blu. Durante l’evento patrocinato da ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e da FISSS – Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale, saranno aperte diverse aree tematiche dove gli appassionati potranno mettersi alla prova con l’aiuto dei professionisti del settore: climbing, bouldering, parkour, trekking, ponte tibetano, tiro con l’arco e percorsi avventura. In grande evidenza il mondo del 4x4 all’interno dello spazio Offroad Experience, con spazi espositivi, percorsi esterni e lo svolgimento della gara di campionato regionale autocross organizzata da Asal racing e la gara di fuoristrada estremo con piloti dei campionati nazionali wti e xtc. Ai ragazzi delle scuole medie sarà dedicato il progetto di educazione ambientale Passaporto per l’Avventura, tra i cui partner c’è l’Esercito Italiano. 1 / 2014 13 data & statistics / focus sulla ricerca firmata China Outdoor Commerce Alliance a cura di: Monica Viganò Cina, crescita continua e nuove opportunità Nel 2012 hanno operato in Cina 823 marchi (711 nel 2011) di cui 405 domestici. Sono stati monitorati 6.000 negozi outdoor, 2.000 core shop e oltre 300 siti di e-commerce. Canali che hanno portato a registrare vendite per 145,2 miliardi di yuan (+34,94% sul 2011). Un mercato che è ancora agli albori ma che si dimostra sempre più florido. Si tratta dell’industria outdoor cinese, che negli ultimi anni è passata da un approccio al business quantitativo a uno qualitativo. Questo le ha consentito di crescere rapidamente, superando senza troppi intoppi la turbolenza causata dal clima avverso dello scorso anno. In generale nel 2012 ci sono stati tre fattori che ne hanno influenzato lo sviluppo. Il primo comprende la crescita rallentata della macroeconomia, l’aumento dei costi di impresa e il livellamento dei profitti. Il secondo è il palcoscenico: i prodotti outdoor in Cina sono ai primi step della scala dei consumi. Il terzo fattore è interno e riguarda lo sviluppo degli sport outdoor. Nonostante le attività siano in forte crescita, la partecipazione aumenta in maniera più contenuta. Questi tre fattori hanno contribuito a ridefinire il panorama outdoor cinese che ha, in particolare, visto la nascita e l’espansione di nuovi brand, la crescita di vari canali di vendita, il livellamento dei margini di profitto, il rallentamento della crescita degli store outdoor, l’aumento dell’influenza sul mercato outdoor dell’elettronica e molto altro. Di certo l’andamento del mercato nel 2012 non ha rispecchiato le aspettative, pur mantenendosi a un elevato tasso di crescita. continuano a crescere. Anche la gestione delle imprese cinesi è in continuo miglioramento, e sta dando vita a vere e proprie società moderne. Tra brand e categorie prodotto - Nel 2012 sono stati registrati 823 marchi outdoor nel mercato domestico, con un tasso di crescita del 14,78% (erano 711 nel 2011). Tra essi, 405 sono brand cinesi (con un tasso di crescita del 18,08%) e 418 sono esteri (con un tasso di crescita dell’11,7%). Il maggior sviluppo è rappresentato da brand di aziende con background manifatturiero. Non mancano marchi nati e cresciuti nel mondo sportivo. Importante poi l’ingresso nel mercato cinese di realtà internazionali. Lo sviluppo dei brand comporta una modifica nella struttura industriale. Il grafico 2 illustra come sono cambiate le linee prodotto negli ultimi anni. Il termine “wholeline brand” si riferisce a marchi outdoor che hanno a collezione abbigliamento, calzature, zaini e attrezzatura. Con “multi-line brand” si intende invece un marchio che propone almeno due linee prodotto tra le sopra elencate. Infine “single line brand” è un marchio che ha solo una delle suddette categorie prodotto. Analizzando la tabella, è evidente come le linee prodotto di brand sia domestici che stranieri siano in forte crescita. La tabella 3 analizza invece le varie categorie, ovvero prodotti raggruppabili in grado di soddisfare un’unica esigenza. Stando al metodo di categorizzazione di COCA, sono state identificate 6 categorie: abbigliamento, calzature, zaini, attrezzatura, accessori e dispositivi elettronici. Le ultime due categorie in elenco sono state considerate congiuntamente. Questa analisi consente di meglio definire lo sviluppo del mercato. Può inoltre mostrare chiaramente il profilo del settore ed eventuali problemi. Panoramica del mercato - Sul fronte acquisti, secondo 8264.net (portale del mercato outdoor cinese) ogni anno l’11% della popolazione locale (che in Cina si attesta tra i 150 e i 170 milioni di persone) acquista prodotti outdoor. Ciò premesso, le vendite a livello retail sono state pari a 145,2 miliardi di yuan (tasso di crescita del 34,94%) mentre a livello wholesale si sono attestate a 72,9 miliardi (tasso di crescita del 36,1%). Stando alla ricerca COCA, lo sviluppo dell’intero mercato outdoor cinese tende a essere in costante espansione dal 2008 (vedi anche grafico 1). Il mercato è potenzialmente enorme e continuerà a crescere grazie all’evoluzione dei consumi e all’immissione di nuovi capitali. Inoltre sempre più brand sono attirati da questo mercato e i marchi locali I marchi stranieri - Stando alle dichiarazioni di COCA, ci sono ancora numerosi brand europei e americani che intendono affacciarsi al mercato cinese. Si tratta per la maggior parte di aziende di grosse dimensioni. Ma a 1 YUAN = 0,12 EURO 1 Il mercato outdoor cinese dal 2000 al 2012 Tasso di crescita retail: 34,94% Tasso di crescita wholesale: 36,11% Totale: 100 milioni 2 Confronto delle linee prodotto dei marchi Totale in numero Totale Abbigliamento Calzature Zaini Accessori ed elettronica Attrezzatura Accessori ed elettronica Totale Domestici Esteri Totale Domestici Esteri Tasso di crescita dei marchi Numeri (%) Totale Domestici Esteri 3 Analisi delle categorie prodotto Abbigliamento Calzature Numero brand Numero brand Zaini Numero brand Attrezzatura Numero brand Accessori ed elettronica Numero brand Domestici Esteri Totale Percentuale 5 Sviluppo dei canali outdoor dal 2009 al 2012 4 Nazionalità dei maggiori brand esteri presenti in Cina Totale in numeri Negozi specializzati America Abbigliamento 14 1 / 2014 Italia Calzature Germania Zaini UK Attrezzatura Francia Corea Accessori ed elettronica Spagna Grandi magazzini Vendite online e altri canali causa dei canali di vendita professionali ancora in fase di sviluppo, queste realtà stanno incontrando difficoltà ad aprirsi un varco nel panorama cinese. Analizzando il grafico 4 notiamo che nel 2012 i marchi stranieri presenti nel mercato outdoor cinese provenivano da 5 continenti: Europa (187), Nord America (149), Asia (45), Oceania (22) e Sud America (9). In generale il numero di marchi outdoor è in crescita dal 2009. Per tracciare questo grafico sono stati presi in considerazione brand che hanno venduto i propri prodotti in Cina senza tuttavia verificare i metodi di vendita e le modalità di management. Pertanto sono stati considerati anche marchi che non hanno operato nel mercato cinese in forma ufficiale. I migliori dati di vendita sono stati registrati da calzature italiane e accessori spagnoli, entrambi richiesti grazie all’indubbia qualità garantita dalla tradizione manifatturiera alle loro spalle. I canali di vendita - Nel 2012 la Cina ha assistito a un forte e rapido sviluppo del canale dei department store. Come evidente dal grafico 5, ci sono in totale quasi 6.000 negozi outdoor, quasi 2.000 punti vendita specializzati e più di 300 canali di vendita online. La maggior parte dei negozi fisici si trova in centri commerciali e questo contribuisce al rapido sviluppo del mercato. Inoltre alcuni operatori outdoor entrano in negozi multimarca con formula shop-in-shop. Al contrario la nascita di negozi outdoor indipendenti e al di fuori di centri commerciali risulta rallentata. Da segnalare lo straordinario sviluppo dei canali online e dei siti di e-commerce che hanno contribuito ad accrescere le vendite. Sono proprio questi i canali più promettenti. Canali di vendita nelle città - Per meglio definire lo sviluppo dei negozi specializzati outdoor sono state analizzate 12 città e in particolare Pechino, Shanghai, Guangzhou, Tianjing, Chongqing, Shenzhen, Hangzhou, Xi’an, Chengdu, Nanjing, Shenyang e Urumuqi. In tutte queste città, la nascita di negozi outdoor è rallentata soprattutto a causa della difficile economia generale. Nei 5 principali centri urbani (Pechino, Urumuqi, Xi’an, Chengdu e Chongqing) ci sono oltre 60 shop outdoor in linea con il livello di sviluppo del mercato outdoor cinese e con l’economia locale. Tuttavia i clienti di canali professionali sono in calo e i piccoli negozi outdoor sono in difficoltà. Al contempo i negozi più grandi rallentano l’apertura di nuovi punti vendita. In generale i negozi fisici risentono dell’aumentato interesse verso l’e-commerce. Rallenta anche, ma a un tasso inferiore, lo sviluppo dei centri commerciali. Il profilo delle vendite outdoor Come già anticipato (e come riportato anche nel grafico 6), il mercato outdoor cinese a livello retail nel 2012 ha registrato 145,2 miliardi di Yuan. Il totale registrato allo stesso livello da negozi outdoor specializzati è pari a 34,4 mi- liardi (+12,42%). Sul fronte department store, invece, parliamo di 85,3 miliardi (+25,26%). Infine gli altri canali valgono 25,5 miliardi (+186,52%). A livello wholesale sono stati registrati 73,9 miliardi (+36,10%). I brand domestici hanno chiuso l’anno a 37,4 miliardi (+35,51%) mentre i risultati wholesale dei marchi esteri sono stati di 36,5 miliardi (+36,71%). Stando a questi numeri, il mercato nel 2012 ha proseguito il trend di crescita che lo caratterizza da 10 anni. Da segnalare che i dati riportati non considerano altri canali di vendita quali supermercati e ipermercati (aggiungendo questi canali, le vendite dell’intero mercato crescerebbero di almeno 20 miliardi). Inoltre la maggior parte delle vendite proviene da realtà domestiche, a dimostrazione che i brand cinesi occupano una posizione relativamente affermata. Tuttavia lo sviluppo di marchi esteri procede a passo più spedito di quello di marchi locali. Altra considerazione: nel 2011 molti marchi hanno preso provvedimenti in riferimento all’ecommerce cercando di regolarizzarlo tramite canali ufficiali. Le vendite retail per categoria - I cambiamenti nelle vendite per categoria riflettono il grado di sviluppo del mercato. Analizzando i retailer, nel 2012 il 23,69% era rappresentato da negozi specializzati outdoor, il 58,75% da department store e il 17,56% da altri canali di vendita. Ciò detto, considerando il canale dei negozi specializzati outdoor, l’apparel ha influito per il 51,63% sul totale delle vendite retail. Le calzature hanno influito per il 27,35%, gli zaini per l’11,98%, l’attrezzatura per il 4,69% e i rimanenti prodotti per il 4,35%. Parlando invece degli shop generalisti, l’apparel outdoor ha influito per il 61,33% sul totale delle vendite retail, le calzature per il 26,09%, gli zaini per il 10,76%, l’attrezzatura per l’1,17% e i rimanenti prodotti per lo 0,65%. In linea di massima non ci sono grandi differenze tra le due tipologie di negozio (vedi grafico 7). I risultati wholesale dei principali brand Nel 2012 nel mercato cinese hanno operato 823 marchi. Di essi, 17 hanno registrato vendite per oltre 100 milioni di yuan, 13 tra i 50 e i 100 milioni, 22 tra i 30 e i 50 milioni e 13 tra i 10 e i 30 milioni. A livello wholesale questa ripartizione sarebbe: 65 marchi oltre 10 milioni di yuan, 52 oltre 30 milioni, 30 oltre 50 milioni e 17 più di 100 milioni. In confronto al 2011, il numero di brand che hanno superato i 10 milioni (wholesale) nel 2012 è cresciuto di 4 unità. Da segnalare che i 65 marchi con dati wholesale superiori ai 10 milioni rappresentano il 79,57% dell’intero mercato. I 17 marchi che superano i 100 milioni, invece, rappresentano il 54,94% (vedi tabella 8). Questo dimostra come i grandi brand stiano combattendo contro marchi emergenti e contro una forte segmentazione del mercato. Ciononostante continuano (e continueranno per diversi anni) a essere i leader del settore outdoor cinese. China, a market that is still an opportunity 2012 is a significant year for the outdoor products industry in China which is still in its early stage and changed from a quantitative to a qualitative approach. Throughout 2012 there are three important factors that have affected the development of this market. The first one is the slow growth of macroeconomic environment, rising cost of enterprise and falling profits. The second one is the stage. Outdoor products in China belongs to the category in its early stages. The third one is internal factors, the development of outdoor sports with a participation that is growing very slowly. In general the development of the industry in 2012, it is different from expectation but still maintained a highspeed growth. An overview of the market - The retail sales is 14.52 billion yuan (growth rate 34.94%), the wholesale is 7.29 billion yuan (growth rate 36.1%). According to the research of COCA, development of the industry tend to be continuously expansion from 2008. The market has a huge potential and it will keep growing with consumer upgrades. capitail driven, market evolution, and the innovation model. At the same time. more and more international brands pay attention to outdoor industry. The management level of outdoor industry constantly improves: modern enterprise characteristics are more and more evident. Brand and product categories There were 823 outdoor brands in the domestic market in 2012, with a growth rate of 14.78% (717 brands in 2011). There were 405 domestic brands with a growth rate of 18.08%, and 418 foreign brands with a growth rate of 11.77%. The brands with factory background are increasing. There are some new brands with a sport background and that mainly use network channels. At the same time, some heavyweight international brands enters the market. With the development of brands, the industrial structure has changed. From Table 2, we can find that product line at home and abroad both have a steady growth. Comparing to the year before, the growth rate is relatively reduced except for the wholeline brand in 2010/11. From the report 2008, we added the analysis of the product category (table 3). COCA divided the domestic outdoor products into 6 categories, including apparel, shoes, backpacks, equipments, accessories and appliance. Because there are not many products of the appliance category referred in the statistics, we put together the accessories and appliance as one category. Analysis on product category can better reflect the who- le view of the development, and also can reflect the feature of the industry and some possible problems. Foreign brands - There is a large number of European and American brands which want to enter Chinese market. Most of them are high-end with small or mediumsized brands. Due to the domestic market stage and the relatively narrow professional sales channels, these foreign brands are encountering difficulties in entering the market quickly. In 2012, the foreign brands in China outdoor market are from 5 continents: Europe (187), North America (149), Asia (45), Oceania (22) and South America (9). The statistics cover the foreign brands that have indeed sold their products in China but does not verify their sales methods and management modes. Sales channels - In 2012, the development of the department stores was rapid. There were 6,000 specialized outdoor terminals with a growth rate of 50% comparing to 2011. Moreover there are 2,000 core shops and more than 300 e-comeerce websites. The outdoor market began rapid development since it stands on the ground in the malI. Even some special outdoor channel operators go into the store in the form of agenting brand or brand shop in shop. Outdoor stores grow slowly, relating to the rapid expansion of the mall. Extraordinarily rapid growth of the network channels. The performance of the e-commerce in 2012 gives the outdoor products a huge boost in network channels. Outdoor sales profile - In 2012, the gross retail amount of China outdoor market was 145.2 billion Yuan. The total retail amount of specialized outdoor stores is 34.4 billion Yuan, of the department store channel is 85.3 billion Yuan and of the other channels is 25.5 billion Yuan. The annual gross wholesale amount of brands is 73.9 billion Yuan (domestic brands closed the year at 37.4 billion Yuan). Retail sales per category - For the outdoor shop channels apparels account for 51,63% of total retail sales of the outdoor store channels, while shoes account for 27,35%, backpacks for 11,98%, equipment for 4,69% and others for 4,35%. For the department store channel, apparel products account for 61,33%, shoes for 26,09%, backpacks for 10,76%, equipment for 1,17% and others for 0,65%. There are no big changes in the proportion of each category of the department store channels and specialty store channels. 1 YUAN = 0,12 EURO 6 Vendite annuali nel mercato outdoor cinese 7 Vendite annuali per categoria Tasso di crescita (%) Negozi specializzati Totale retail Totale retail di negozi outdoor Totale retail di grandi magazzini Totale retail di altri canali Totale wholesale Totale wholesale di marchi domestici Totale wholesale di marchi esteri 8 Vendite annuali Totale wholesale Marchi/ Numero di aziende Totale wholesale Percentuale di aziende oltre i 10 milioni totale wholesale Grandi magazzini Accessori Accessori ed elettronica 4,35% ed elettronica 0,65% Attrezzatura 4,69% Attrezzatura 1,17% Zaini 11,98% Zaini 10,76% Calzature 27,35% Calzature 26,09% Abbigliamento 51,63% Abbigliamento 61,33% source: del mercato outdoor cinese 1 / 2014 15 15 datA & statisticS / I risultati nei 5 principali mercati d’Europa a cura di: Davide Corrocher Footwear e apparel: 2012 a piccoli passi Le vendite dei due segmenti nei 5 mercati top registrano un segno leggermente positivo sia a volume che a valore. Con qualche distinguo: bene Germania, Uk e Francia. Male la Spagna. Benino l’Italia, che cala nell’abbigliamento ma si consolida nel footwear. NPD Group ha realizzato una ricerca sui consumi nei cinque principali mercati europei ovvero Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna. Stando ai dati raccolti, rispetto allo stesso periodo del 2011 le vendite di calzature sono cresciute del 3,4% (quasi 9 miliardi di euro) e quelle dell’apparel dell’1,2% (quasi 14 miliardi di euro). Questo sviluppo è dovuto in parte a un leggero incremento del prezzo medio di vendita in alcuni dei paesi considerati. La Germania - Segno positivo sia in termini monetari che in volume per tutti gli altri paesi in entrambi i settori. Analizzando la performance rispetto al 2012, la Germania la fa da padrona sia nelle vendite di calzature (+8% in moneta e +6,3% in volume) che in quelle di abbigliamento (+2,6% in moneta e +4,8% in volume). Unico calo registrato, quello nel prezzo medio di vendita dell’apparel (-2,1% a quota 27,75 euro). La Spagna - Più nel dettaglio, in termini monetari, le vendite sul fronte footwear sono calate in Spagna dello 0,4%. Sono al contrario cresciute in volume dell’1,5%, delineando un calo (pari all’1,9%) del prezzo medio di vendita che si attesta sui 32,98 euro. La Spagna ha vissuto un calo anche nelle vendite di abbigliamento. Questa volta si parla di uno stallo sia in moneta (-1,7%) che in unità (-0,4%), per un calo dell’1,3% del prezzo medio di vendita (attestatosi a quota 21,24 euro). La Francia - Non così equa tra apparel e footwear la situazione in tutti gli altri stati considerati. La Francia ad esempio si posiziona alle spalle della Germania nel footwear in termini monetari (+4,4%) ma dietro l’Italia parlando di unità vendute (+2,8%). È poi alle spalle del Regno Unito sul fronte apparel in termini monetari (+1,8%) e dietro la Germania in termini volumetrici (+3,5%). L’Italia - Simile, in riferimento al segmento apparel, la situazione in Italia. Qui è stato registrato un calo in termini monetari nelle vendite (-0,8%). Al contrario, parlando in volume, l’Italia ha segnato un +0,8%. Ciò si traduce in un calo nel prezzo medio di vendita pari all’1,6% (a quota 32,62 euro). Rimanendo in Italia, è da notare il segno più nelle vendite footwear sia in volume (+3,3%) che in moneta (+0,3%). Nonostante ciò cala del 2,9% il prezzo medio attestandosi a quota 48,92 euro. Il Regno Unito - Da ultimo il Regno Unito, che sebbene non si posizioni in cima alla classifica di vendita in termini monetari, è in assoluto il primo tra i 5 paesi considerati se consideriamo le unità sia di calzature che di apparel vendute. Parlando del suo tasso di crescita, il paese si trova alle spalle della Francia nel footwear sia in termini monetari (+2,2%) che di unità vendute (+1,6%). È poi in seconda posizione dietro la Germania sul fronte apparel in termini monetari (+2,3%) e alle spalle dell’Italia in termini volumetrici (+0,6%). 2012: smalls steps in footwear and apparel Sales in both segments in the five top markets in Europe registered a slight increase in terms of volume and value. With some countries - Germany, UK and France - faring better. The Spanish market was not as good. Italy resists: apparel was weaker while the footwear segment kept growing. NPD Group recently published a research on sales in the top five European markets (UK, France, Germany, Italy and Spain). According to the data, year-on-year footwear sales grew 3.4% (approximately €9 billion) and apparel sales grew 1.2% (almost €14 billion). The growth was partially spurred by a slight rise in average sell-out prices in some of the countries. Germany - In all other countries revenues and volumes scored more positive results in both sectors. In the year-on-year comparison on 2012, Germany emerges as the top market. Footwear sales grew 8% value and 6.3% in terms of volume. The apparel segment also grew: 2.6% value and 4.8% volume. The only decrease was in the average sell-out price for apparel (-2.1%, at €27.75). Spain - In terms of value, sales in the footwear segment declined 0.4% in Spain. Volume sales grew 1.5%, highlighting a 1.9% decline in average sell-out price: €32.98. Apparel sales also declined in Spain: -1.7% in value and 0.4% in volume. The average sellout price declined 1.3%, at €21.24. France - The situation in France and in the UK is not as clear-cut. France is behind Germany considering footwear value sales (+4.4%) but falls behind Italy in volume sales (+2.8%). France also did worse than the UK in apparel value sales (+2.8%) and is behind Germany in terms of volume (+3.5%). Italy - The situation of the apparel segment in Italy is similar to that of Spain. Value sales declined 0.8% while volume sales slightly grew at 0.8%. The average sell-out price declined 1.6% (reaching €36.62). Footwear sales in Italy grew both in terms of volume (3.3%) and in terms of value (0.3%). However, the average sell-out price still declined 2.9%, at €48.92. United Kingdom - Even though the UK was not the top country in terms of value, it is the best selling country in terms of volumes, both in the apparel and footwear sector. The UK recorded lower growth rates than France in the footwear segment (+2.2% value, +1.6% volume). It also grew less than Germany in the apparel segment (+2.3% value) and Italy (+0.6% volume). NPD’S RETAIL ESTIMATES Sports Footwear Sales (in ‘000 euros) 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 8,929,878 3.4 UNITED KINGDOM 1,969,338 2.2 FRANCE 2,153,342 4.4 GERMANY 2,139,443 8.0 ITALY 1,604,127 0.3 SPAIN 1,063,629 -0.4 Sports Footwear Volumes (in ‘000 pairs) 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 212,330 3.0 UNITED KINGDOM 55,057 1.6 FRANCE 52,696 2.8 GERMANY 39,537 6.3 ITALY 32,792 3.3 SPAIN 32,247 1.5 Sports Footwear Av. Price in euros 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 42,06 0.4 UNITED KINGDOM 35,77 0.6 FRANCE 40,86 1.6 GERMANY 54,11 1.6 ITALY 48,92 -2.9 SPAIN 32,98 -1.9 Sports & Leisure Apparel Sales (in ‘000 euros) 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 13,860,900 1.2 UNITED KINGDOM 3,104,158 2.3 FRANCE 3,154,126 1.8 GERMANY 3,301,478 2.6 ITALY 2,529,263 -0.8 SPAIN 1,771,875 -1.7 Sports & Leisure Apparel Sales (in ‘000 units) 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 555,037 2.0 UNITED KINGDOM 143,040 0.6 FRANCE 132,086 3.5 GERMANY 118,955 4.8 ITALY 77,528 0.8 SPAIN 83,429 -0.4 Sports & Leisure Apparel Av. Price (in euros) 2012 % change TOTAL BIG 5 COMBINED 24,97 -0.9 UNITED KINGDOM 21,70 1.7 FRANCE 23,88 -1.7 GERMANY 27,75 -2.1 ITALY 32,62 -1.6 SPAIN 21,24 -1.3 Source: NPD GROUP - sgi - sgieurope.com 16 1 / 2014 testo e foto: Michele Dalla Palma focus on / A settembre sulla regina delle dolomiti Frecce in Marmolada Una sfida e una scommessa con se stessi: questa la motivazione che ha spinto quattro piloti d’aereo appartenenti alle Frecce Tricolori, fiore all’occhiello della nostra Aeronautica Militare, a cimentarsi con la scalata di una grande cima come la Marmolada. Questi uomini sono certamente atleti eccezionali, allenati a resistere a uno stress fisico che pochi sono in grado di sopportare, ma scalare una montagna è un’altra cosa. Significa utilizzare attrezzi inusuali, quali ramponi, piccozza e imbragatura, e soprattutto confrontarsi con un ambiente naturale severo e impegnativo, dove più che sulla tecnologia bisogna far conto sulle proprie risorse fisiche. La Regina delle Dolomiti - La Marmolada è una sintesi perfetta di tutto quello che si può trovare durante una salita alpinistica: un suggestivo avvicinamento su tavolati di pietra, l’attraversamento di un ghiacciaio con crepacci, la scalata di una parete rocciosa con l’ausilio di una via ferrata, l’arrivo sul panettone sommitale coperto di neve e, spesso, immerso nelle nuvole. Per la sua altezza, che supera abbondantemente i 3300 metri, la Marmolada, oltre a essere la cima più alta delle Dolomiti, è considerata una salita di alta montagna e, nell’arco di una giornata, il tempo e il clima possono cambiare varie volte, con sbalzi di temperatura anche importanti. È perciò fondamentale conoscere tutti i pericoli a cui si è esposti ed essere perfettamente attrezzati per affrontare qualsiasi evenienza e imprevisto. L’unica “garanzia” che si può avere in montagna è la presenza di un professionista esperto capace di “interpretare” e prevenire gli umori della montagna: il “coach” di questa squadra di aviatori, per una volta coi piedi per terra, è stato Massimiliano Zortea, Guida Alpina di San Martino di Castrozza. Cronaca di una sfida - Nuvole basse e una pioggerellina insistente sono il biglietto da visita che la montagna presenta all’arrivo all’hotel Dolomia, Passo Fedaia, base per la scalata. Prima della partenza Stefano Centioni, Filippo Barbero, Massimiliano Salvatore e Vigilio Gheser discutono con Max Zortea, Aldo Felici (responsabile commerciale di Dolomite e organizzatore di questo evento) e il sottoscritto su come gestire la salita. Dopo la consegna dei materiali tecnici, ovvero le calzature da montagna messe a disposizione da Dolomite, l’abbigliamento Montura e l’attrezzatura tecnica di Kong, e un’irresistibile cena tipica, si va a riposo confidando in un clima più mite. Alcuni piloti della leggendaria pattuglia delle Frecce Tricolori hanno deciso di mettersi alla prova scalando una delle grandi montagne che di solito guardano dall’alto mentre sfidano la gravità con le loro fantastiche evoluzioni acrobatiche in cielo. Per fortuna la mattina si presenta splendida e offre orizzonti strepitosi dalla telecabina che porta fino ai 2.650 mt di Pian dei Fiacconi, sotto la parete nordest della Marmolada. Da qui, solo gambe e fiato consentono di raggiungere la cima. Il primo tratto, a gradoni di roccia che salgono ritmati verso il bordo inferiore del ghiacciaio, è un ottimo banco di prova per le scarpe. A circa 2.800 mt la prima sosta serve a indossare ramponi e imbragatura, indispensabili per progredire. Max lega in cordata tutti i componenti del gruppo e insieme si inizia a risalire il ghiacciaio, passaggio di crepaccio compreso. Ma la Marmolada non si smentisce e verso le 11, vicini alla parete di roccia, nuvole scure avvolgono rapide la montagna e il clima cambia repentino: la mattinata di sole lascia il posto a un clima umido e freddo, mentre la visibilità scompare in un limbo dove non ci sono più dimensioni e contorni. Sulla parete la via ferrata consente di superare un primo tratto di circa 200 mt di dislivello che, senza l’ausilio del cavo d’acciaio, rappresenterebbe una difficoltà in arrampicata del II/III grado. La nebbia che avvolge tutto non consente di orientarsi né di vedere, ma alla fine della ferrata non è difficile scorgere, sulla neve che copre la cupola sommitale della Marmolada, la traccia battuta che porta verso la cima. I 3.200 mt di quota si fanno sentire sui polmoni, ma lentamente, un passo avanti all’altro, viene superato anche il percorso su neve che porta alla grande croce di ferro che segna la vetta della Regina delle Dolomiti. A 3.343 mt di quota, il gagliardetto delle Frecce Tricolori sbatte nel vento. Grazie all’organizzazione di Dolomite e al supporto tecnico di Kong e Montura. The Frecce on Marmolada A challenge and a bet: this is the reason why four pilots of the Frecce Tricolori, the best squad in the Italian Areonautica Militare, decided to climb such a difficult mountain as the Marmolada. These men are exceptional athletes, trained to withstand physical stress that few other are able to endure. However, climbing a mountain is something altogether different from what they’ve been used to do. It entails using unusual equipment such as climbers, ice axes, climbing harnesses. Most importantly, it means being faced with a difficult and challenging natural environment where one’s own physical resources are more important than technology. The queen of the Dolomites - Marmolada is a perfect synthesis of all you can expect to find while climbing in the Alps: a striking walk on slabs of stone, the crossing of a glacier full of clefts, the climbing of rock walls with a “via ferrata” (a protected climbing route), the arrival at the top plateaux, covered in snow and often shrouded by clouds. Because of its altitude (more than 3,300 metres) Marmolada – the highest mountaintop in the Dolomites – is considered a high climb and the weather can chan- 18 1 / 2014 ge very quickly during the day. Thus, it is vital to know the dangers one is going to face and to be perfectly equipped to face any unexpected event. The only “guarantee” you can have in the mountains is the presence of an experienced guide capable of “interpreting” the mountain. The guide of this group of pilots, who for once were on the ground, was Massimiliano Zortea, an alpine guide from San Martino di Castrozza. Chronicle of a challenge - The mountain greeted the athletes with low clouds and a steady drizzle when they arrived at the starting point of the climb, the Dolmia hotel at Passo Feldaia. Before setting out on their journey, Stefano Centioni, Filippo Barbero, Massimiliano Salvatore and Vigilio Gheser discussed the details of the expedition with Max Zortea, Aldo Felici (commercial manager of Dolomite and organiser of the party) and myself. After giving them the technical material (footwear provided by Dolomite, clothing by Montura and technical equipment by Kong) and taking part in an exceptional dinner we all went to bed hoping for milder weather. Luckily, the following morning was sunny and clear, and we were afforded stunning views from the gondola lift that took us up the 2,650 metres to Pian dei Fiacconi, on the northeast wall of Marmolada. From now on, the athletes have to walk. The first track follows high stone steps up to the glacier and is a perfect test for the shoes. At 2,800 metres of altitude the party takes a break to wear the climbers and the harness – essential to be able to go on. Max prepares the roped party and we climb together up the glacier. Marmolada is treacherous and towards 11, while we are close to the rock walls, fast, dark clouds gather around the mountain and the climate changes suddenly: the sun- ny morning gives way to cold and humidity while the scenery around us disappears. On the wall the via ferrata allows us to climb the first 200 metres. Without the steel cable this would be a grade II/III climb. The mist covers everything and it becomes difficult to see. Eventually we reach the snow and we sett off on the final track that leads to the summit. The altitude (3,200 metres) is starting to take its toll on our breath but slowly and steadily we reach the iron cross that marks the summit of the Dolomites. 3,343 metres altitude, and the pennant of the Frecce Tricolori flutters in the wind. IMPRESE / Dal 15 al 17 novembre la spedizione di un team italo-spagnolo sui a cura di: Monica Viganò Jinbar Fall, Inigo San Martin sull’ultima calata prima della cascata da 500 mt Alla base della cascata da 70 mt nella parte bassa che impresa in Etiopia... I sette protagonisti, tra cui gli italiani Matteo Rivadossi e Stefano Panizzon, riescono in tre giorni a ridiscendere i 500 mt dell’impressionante cascata. Portando a termine uno dei percorsi torrentistici più belli del mondo. Lo scenario è quello degli altipiani etiopici e più precisamente della regione di Amhara, caratterizzata da panorami mozzafiato quali quelli dei monti Simien. Questi monti, che rientrano nel patrimonio dell’Unesco, sono circondati da scarpate e orridi che precipitano verso una distesa con campanili di origine vulcanica. Tanto interessanti da attirare, in passato, persino l’attenzione del grande Bonatti. Uno degli spot più fotografati dei Monti Simien è la cascata di Jinbar, una delle cadute d’acqua più alte del mondo. Si getta nel tetro Geech Abyss per oltre 500 metri e la sua portata è variabile a seconda delle precipitazioni. Proprio qui dal 15 al 17 novembre una squadra italospagnola ha effettuato la prima discesa assoluta, percorrendo sia il tratto di canyon superiore che la profondissima gola inferiore. Il team e la tecnica adottata - Protagonisti dell’avventura sono stati i due italiani Matteo Rivadossi (Brescia) e Stefano Panizzon (Vicenza) insieme a cinque spagnoli di Pamplona: José Zubikoa, Evaristo Retegui, Ismael Izquierdo, Inigo San Martin e Iker Castel. Il team ha utilizzato la tecnica della torrentistica che consiste nel discendere i corsi d’acqua più stretti lungo il flusso dotati della sola muta in neoprene, tuffandosi nelle vasche più profonde, scivolando sui toboga e utilizzando una corda recuperabile dove non è possibile farne a meno. I numeri dell’impresa - La gola di Jinbar ha i numeri per essere considerata uno dei canyon più incredibili al mondo mai scesi: ben 1.400 mt di dislivello con una cascata di 500 mt nel mezzo e un incassamento titanico. Si tratta di un’impresa sportiva di livello mondiale ma al tempo stesso di una vera e propria esplorazione geografica che ha avuto come scopo la descrizione e la documentazione di un luogo assolutamente imperscrutabile dall’esterno. 2020 1 / 2014 Matteo Rivadossi al cospetto di Jinbar Fall, sul bordo di Geech Abyss. Nel testo sotto il racconto della spedizione da parte dello stesso Matteo oscurità nasconde pozze e cascate di rara bellezza; il tratto inferiore, sempre incassato e privo di vie di fuga pur tra pareti minori, lungo 3 km (da quota 2.200 mt a quota 1.800 mt) e caratterizzato da caos di blocchi intervallati da almeno 3 approfondimenti oscuri. Finalmente a quota 1.800 mt la prima uscita comoda in riva dx dove il team abbandona il fiume per il lungo e difficile sentiero di rientro. I primi giorni di avventura - Il 15 novembre è dedicato alla parte alta. Sabato 16, partiti all’alba, scendiamo la cascata in 7 ore: mentre siamo tutti e sette appesi a metà, un forte temporale trasforma il circo in un imbuto La preparazione del viaggio - Avevo notato questa cascata in secca nel marzo 1997 durante un trekking con il compianto Giacomo Rossetti, Luca Tanfoglio e Paolo Pezzolato. Poi, anni dopo, le immagini su internet della cascata in acqua e il progetto di ritornarvi. L’anno scorso, biglietto alla mano, l’amico Giorgio si rompe una caviglia quindi tutto rimandato. A queste peripezie si aggiunge la “batosta” dello scorso ottobre: partiti in compagnia di altri 5 amici italiani e 1 francese (tutti membri di Odissea Naturavventura), abbiamo dovuto arrenderci dopo 12 giorni di attesa tra permessi di ingresso nel paese e meteo avverso. Ad aggravare il morale la notizia al nostro rientro di una spedizione spagnola che sarebbe partita con lo stesso obiettivo. Ho subito cercato di organizzare un secondo tentativo ma senza riuscire a costruire una squadra autosufficiente. A me e Stefano non rimaneva che chiedere una collaborazione agli spagnoli che hanno accettato la proposta. Questa volta tutto è filato per il verso giusto e in una sola settimana siamo riusciti a incasellare ogni attimo di una grande avventura umana e tecnica. Da sin: Stefano, Iker, Ismael, José, Inigo, Evaristo e Matteo a 3.300 mt di quota La suddivisione del canyon - È possibile dividere il canyon del torrente Jinbar in 4 parti: quella superiore (dal guado d’entrata posto a quota 3.200 mt fino alla sommità della cascata a quota 2.980 mt) dove troviamo un lungo corridoio incassato con uno sviluppo di 1.500 mt costellato da varie cascate; la grande cascata che precipita per 500 mt fino a quota 2.500 mt; l’incredibile incassamento inferiore profondo oltre 1 km che nella sua semi- Una cascata da 20 mt nella parte superiore infernale. In un attimo parecchi metri cubi di acqua al secondo spazzano il corridoio alla base. La rapidità del deflusso ci consente di arrivarvi senza problemi 3 ore dopo (Josè il primo a toccar terra) ma ormai nell’oscurità della sera. Alla luce di una piccola lampada frontale, attrezzo una successiva cascata da 80 mt tra la nebulizzazione della grande cascata che continua a crescere. Alla base un lago tenebroso, spazzato dal vento e dal turbinio d’acqua. Decidiamo che oltre in quelle condizioni non possiamo andare. In meno di 2 ore trasformiamo l’unica piazzola pietrosa in un buon bivacco: un muretto a secco e un telo, il pavimento di corde e sacchi. Nemmeno il tempo per entrarvi che un secondo temporale, tuonante come un terremoto, trascina ancora acqua e pietre proprio sopra di noi. Comprensibile una certa apprensione ma in fondo non abbiamo nessun posto migliore per consumare una zuppa calda, spogliarci dalle mute gelate e infilarci nei sacchi a pelo. Il terzo giorno - L’alba è tragica al momento di rinfilarci le mute. Poi però la giornata si riscatta: con una rapidità ormai automatica attrezziamo la parte più incredibile del percorso, trovando il tempo di stupirci e divertirci in quello che probabilmente è l’incassamento più profondo mai sceso. Sono ben 30 calate senza respiro. Poi fuori al sole, le palme all’orizzonte ma con tanta strada ancora da fare. Infinito è infatti il tratto di trasferimento: siamo carichi di materiale inzuppato, di centinaia di metri di corde, trapani e materiale da bivacco. Per ben 3 volte il canyon si stringe in profondi budelli costringendoci ad attrezzare ancora parecchio. L’uscita pare non arrivare mai. Pur muovendoci rapidi ci troviamo ancora una volta nell’oscurità, con il materiale che ormai scarseggia e senza l’ombra di un’uscita oltre che delle guide che dovremmo incontrare. L’arrivo alla base - Io davanti con Stefano sono comunque determinato attrezzando senza sosta: ancora l’ennesima calata, sempre più difficile per il getto e la pozza rotante alla base. Poi, in fondo al lungo nero corridoio, finalmente la luce di una torcia. Sono gli scout armati, le nostre guide, commossi più di noi. Urla, abbracci e anche pianti. Siamo fuori, tutto è davvero alle spalle. Mentre aspettiamo gli ultimi compagni, apprendiamo dalle guide la loro apprensione: ci hanno visto sparire nei flutti della piena il giorno prima. Ora un giorno intero d’attesa trepidanti per il fatto di aver notato anche un leopardo scendere verso il greto. Bello sapere che saremmo potuti essere prede dell’animale più aggressivo dei Simien! La fine dell’avventura - Il terzo bivacco è sotto un enorme albero poco sopra il greto, sotto la luna piena, trangugiando le ultime provviste pieni di una gioia irreale. Una notte incantata, di quelle che capitano troppo poco spesso nella vita. Lunedì 18 avremmo sopportato volentieri anche la grande fatica, un rientro da ben 2.500 mt di dislivello con i suoi faticosissimi e pericolosi passaggi esposti di 2° e 3° grado e alcuni attrezzamenti rudimentali piuttosto precari. Ormai sappiamo cosa c’è in fondo alla gola segreta di Jinbar, sappiamo che diventerà oggetto di tante ambite ripetizioni. Soprattutto sappiamo di avere dei fratelli a Pamplona. Sappiamo di essere vivi. Thanks to… - I ringraziamenti vanno alla nostra guida Melese Beza, alla direzione del parco dei Simien, agli scout e ai portatori di Muchila Camp, agli sponsor tecnici Gaibana, Alp Design, Raumer, Amphibius, ai tanti amici. Ma soprattutto ai compagni del primo tentativo senza i quali non avremmo mai potuto raccontare questa bellissima avventura. monti Simien, in Etiopia Jinbar Fall nei periodi di piena Scendendo la cascata da 500 mt. Jinbar Fall, what an experience in Ethiopia The setting is the Ethiopian plateaux in the region of Amhara, characterised by the breathtaking scenery of the Semien mountains. One of the most photographed locations of the region is the Jinbar waterfall that dives deep in the Geech Abyss in a 500 metre fall. A mixed Italian-Spanish expedition, from the 15th to the 17th of November 2013, was the first to attempt the descent. They explored both the higher canyon and the cleft below. The team and the techniques - The members of the team were two Italians, Matteo Rivadossi and Stefano Panizzon, and five Spanish men, José Zubikoa, Evaristo Retegui, Ismael Izquierdo, Inigo San Martin and Iker Castel. The technique they applied consisted in descending the narrower creeks wearing only the neoprene suit, diving in the deeper pools and sliding on toboggans - using a retractable rope only when strictly necessary. into sunlight and saw palm trees on the horizon. We still had a lot of road ahead. The next segment looked as if it would never end. For three times the canyon narrowed and we had to climb in and out of deep gorges. The exit never seemed to arrive. Accampamento a 3.300 mt di quota nei pressi di Jinbar Fall Matteo Rivadossi recounts the expedition The preparation - I first set my eyes on this dry fall in March 1997 during a trekking tour with the late Giacomo Rossetti, Luca Tanfoglio and Paolo Pezzolato. Last year, while we were almost boarding, Giorgio broke his ankle and we had to postpone everything. Then, in October, a further delay: our team (which included other five Italians and a Frenchman) had to give up after waiting for 12 days for the visa and because of persisting bad weather. On top of that, we felt even worse when we found out that a Spanish team was going to attempt the same expedition. Giorgio and I then asked them if we could join in and luckily they accepted. The sections of the valley - It is possible to divide Jinbar creek in four parts: a higher section (from the entry spring at 3,200 metres of altitude to the top of the waterfall, at 2,980 metres) where there is a long, narrow corridor, 1,500 metres long, which features a number of waterfalls; a middle section, the great waterfall proper, that descends from 2,500 metres of altitude by 500 metres; the in- credible canyon below, more than a kilometre deep, which shrouds deep pools and beautiful waterfalls in darkness; and finally the lower track, narrow and without side tracks, 3 km long and characterised by chaotic blocks and at least three deeper pools. The exit from the track is at 1,800 metres of altitude, on the right bank of the river, where the team was able to leave the river and start on the difficult trail to get back. The first days - On November 15th we crossed the higher section. On November 16th we descended the waterfall. It took us 7 hours and while we were hanging at mid height a fierce storm broke. In seconds many litres of water washed down the corridor. The storm did not last long and we were able to arrive at the base after three hours, although by then it was already dark. We tried to set up the following 80-metre waterfall by the light of a small lamp. We eventually gave up under those conditions and set up a small camp in less than two hours. The third day - We set up the most incredible part of our journey very quickly: thirty descents without a pause. Then we emerged Arriving at base camp Eventually, at the end of a long, dark corridor we saw the light of a torch: the armed scouts, our guides. While we were waiting for the last teammates to arrive we found out that our guides had been worrying all the time: they saw us disappearing in the storm the day before. They also spotted a leopard descending towards the bank of the river and they spent all day anxious about our fate. The end of the adventure - We set up the third camp under an enormous tree close to the riverbank. The following day we would face our last challenge: a final track with 2,500 of altitude gap with dangerous, difficult second and third grade passages, with only rudimentary equipment. However, by then we knew what lies at the heart of the secret canyon of Jinbar and we know it will be the destination for many more expeditions. Thanks to... - Our thanks go to our guide Melese Beza, the management of the Simien National Park, to the scouts of Muchila Camp and to our technical sponsors Gaibana, Alp Design, Raumer, Amphibius and to our many friends. A special thanks goes to the team members of our first attempt, without whom we would have never been able to tell this wonderful adventure. 1 / 2014 21 21 interviews / parla Marco Sancandi, responsabile LMO Italia a cura di: Simone Berti Lafuma Group, ecco i nostri orizzonti La sede aziendale di Calida Risultati, prospettive e investimenti, a livello internazionale e italiano. Abbiamo fatto il punto relativo al gruppo, protagonista recente dell’acquisizione da parte dell’azienda svizzera di intimo Calida (35 milioni di euro per il 50,6% del capitale). Gli obiettivi sono ambiziosi e il riassetto coinvolgerà tutti i marchi di proprietà. Gli sviluppi più recenti ve li avevamo raccontati sul magazine e, in via più “live”, sul nostro sito web. L’interesse mostrato da parte dell’azienda elvetica Calida a rilevare la quota maggioritaria del Lafuma Group aveva condotto il consiglio d’amministrazione del gruppo francese a dare via libera, vista la bontà dell’operazione. E visti soprattutto i problemi finanziari un cui versa lo stesso gruppo. Marco L’obiettivo ora è quello Sancandi di riportare una crescita solida e continuativa nei marchi di Lafuma Group attraverso una ristrutturazione dell’intero gruppo. Per saperne di più e conoscere tutti i dettagli a medio e lungo termine abbiamo intervistato il responsabile della filiale italiana, Marco Sancandi. Ci aggiorni sulla situazione del gruppo Lafuma in relazione all’annunciata acquisizione della quota di maggioranza da parte del gruppo svizzero Calida? Calida è un gruppo di forte riferimento internazionale, sinonimo di qualità, design, innovazione e servizio. Recentemente è stata annunciata l’approvazione di Lafuma Group al piano di ristrutturazione proposto da Calida. Quale sarà la quota acquisita da Calida e quali i principali cambiamenti a livello generale? La volontà espressa da Calida, con l’investimento di 35 milioni di euro per il 50,6% del capitale, è di riportare una crescita strutturata e continuativa nei marchi di Lafuma Group attraverso una ristrutturazione dell’intero gruppo. I piani di sviluppo e gli investimenti sono già stati individuati e verranno a breve attivati. Questi piani di sviluppo e investimento quali paesi riguarderanno? Gli obiettivi attuali sono di crescita. Non sono previsti cambiamenti nella gestione delle filiali. La ristrutturazione è iniziata con l’attuazione di una piattaforma logistica unica per tutto il gruppo, la conferma del sito Anneyron per Lafuma Mobili e la creazione di un polo montagna e outdoor ad Annecy per Millet, Eider e Killy. Infine il traUna foto dell’ultima edizione del Ciaspatour, sponsorizzato Eider 22 1 / 2014 sferimento di Lafuma outdoor ad Annecy. Quali sono le vostre aspettative nei confronti del nuovo management e dei cambiamenti in atto? Ci puoi dare qualche informazione in più sul gruppo Calida? Il nuovo assetto dà ampie assicurazioni nei riguardi degli obiettivi di sviluppo e consolidamento generali. Dal 1941 Calida è il marchio svizzero leader nel settore dell’underwear. Ogni giorno nel mondo vengono venduti 28.000 prodotti Calida in oltre 4.000 punti vendita presenti in 20 nazioni. Inoltre ogni anno vengono sviluppati 850 articoli, mentre 4.500 km di tessuto vengono trasformati in 8,5 milioni di capi. Parlando dei marchi del gruppo, a livello globale qual è quello che sta performando meglio? I nostri brand sono molto ben posizionati: Millet nei settori alpinismo, scialpinismo, arrampicata, fast hiking; Eider nello sci e nel freeride; Lafuma nell’area outdoor, montagna, sci, trail running; Killy nello sci di alta gamma; Oxbow decisamente orientato negli spazi surf e snowboard. In Italia, grazie a un lavoro meticoloso e all’offerta di un servizio affidabile e professionale, tutti i brand del gruppo sono in costante e significativa crescita da due stagioni. Il marchio Millet è sicuramente il brand più importante in termini di fatturato europeo e globale del nostro gruppo, seguito dagli altri. Ha colpito l’assenza dopo molti anni di Lafuma alla fiera di Friedrichshafen e, a quanto sappiamo, non sarà presente nemmeno a Ispo. Si tratta di assenze momentanee o è in atto un cambio di strategia o un riposizionamento del marchio, meno orientato alla tecnicità e all’outdoor? Il mercato outdoor è in evoluzione e così pure marchi e prodotti in generale. Il compito del nuovo gruppo è mantenere alta la brand awareness dei marchi Lafuma Group, compreso lo stesso Lafuma. Quest’ultimo è in fase di riposizionamento e la sua assenza è momentanea. Siamo comunque presenti in fiera con i marchi Millet, Eider, Killy. Come chiudete il 2013 e quali sono le prospettive per l’anno prossimo? Come detto, in Italia registriamo da diverse stagioni una continua crescita confermata anche per il 2014 riferito all’estate. Le collezioni invernali 14/15 sono state implementate in termini di offerta con nuove tecnologie, linee meglio definite e prodotti top dal punto di vista del design e della tecnicità. Di base abbiamo la consapevolezza di poter lavorare molto bene. Quali gli aspetti più positivi del mercato attuale e quali quelli più critici? Ultimamente anche nel mondo montagna e sport invernali si vede molta più attenzione e cura relativamente alle opportunità offerte dal settore e-commerce, certamente molto più sfruttato da altri comparti com- Lafuma Group: looking to the future Current results, outlook for the future and domestic and international investments: we met with the manager of the group to sum up the current state of affairs of the group – focusing especially on the recent acquisition by the Swiss underwear company Calida (a €35 Million buyout of 50.6% of the capital). The whole group will be reorganised with ambitious goals. We have reported on the most recent developments on-line and in our magazine. Calida showed considerable interest in acquiring shareholder majority in Lafuma and managed to convince the French group to approve the operation - given the financial difficulties that were troubling the company. The goal is to reorganise the entire group in order to help the brands of Lafuma Group achieve stable, continual growth. We interviewed Marco Sancandi, manager of the Italian branch of Lafuma, to gain insight in the future of the company. Il nuovo modello FW 14-15 Touring Neo Jkt della collezione LTK Series da ski alp, una delle linee best seller per Millet What is the situation of the acquisition of Lafuma by Calida? Calida is a strong international group and is renowned for its quality, design, innovation and excellent service. Lafuma Group has recently announced it has approved the restructuring plan laid out by Calida. How many shares did Calida acquire and what is the group planning? Calida bough out 50.6% of the capital for €35 Euros. The company plans to restore consistent and continuing growth to all the brands owned by Lafuma Group through a thorough restructuring operation. The investments and development plans are in place and will soon be operational. Considering that the reorganisation has already been planned, which countries will be affected by cuts? Is Italy among them? The current goals are to restore growth. There is no planned change in the management of local branches. The reorganisation has begun with the centralisation of logistics, the confirmation of the Anneyron plant for Lafuma Mobili and the creation of a new mountain and outdoor division in Annecy for Millet, Eider and Killy. Lafuma outdoor will also be moved to Annecy. What do you expect from these changes and from the new management? The new structure of the group will certainly enable us to achieve our growth and consolidation goals. Calida has been the leading Swiss underwear brand since 1941. The company is present in 20 nations with 4,000 stores and 28,000 Calida products are sold in the world every day. Every year Calida designs 850 new product and transforms 4,500 km of fabric in 8.5 million clothing items. Speaking of the groups brands, which are the ones that are achieving the best results? Our brands are very well positioned: Millet in the alpine, alpine skiing, climbing and fast hiking segments; Eider in the skiing and freeride segment; Lafuma in the outdoor world, and in mountaineering, trail running and skiing; Killy in high-level skiing; and Oxbow in the surf and snowboard sectors. Thanks to our thorough job and our professional and reliable services we have been able to achieve growth across all brands in Italy in the past two seasons. Millet is certainly the most important brand in terms of European and global revenues. Many commentators were surprised by the absence of Lafuma at the latest Friedrichshafen trade show and the company will not be at ISPO, too. The outdoor business is constantly evolving and so are the brands and products in this segment. The aim of the new group is to raise brand awareness for Lafuma Group’s brands - including the Lafuma brand. Our absence from these trade show with this brand is temporary. We will be present with the Millet, Eider and Killy brands, though. What were your results in 2013 and what is the outlook for next year? As I mentioned, we have experienced continuous growth in Italy during the last seasons and the outlook for the Summer 2014 collection is already very good. The 2014/2015 Winter collections have been improved with new technologies, design and technical details. We are very confident in our potential. What do you believe are the positive and the challenging aspects of the current market situation? Sotto: foto di gruppo di una parte dello staff LMO. A fianco veduta esterna della sede di Montebelluna e showroom interno E-commerce - which has still to reach its true potential in Italy - is one of the most promising directions for the mountain and winter sports industry. Retailers are starting to get organised. I also believe that distribution channels will become increasingly specialised - this will lead to a better and more focused product offering that will certainly benefit oriented consumers in well-assorted and competent stores. How long has the Italian branch been active and how long have you been working for the group? Which was the best year in terms of revenue and how would 2013 fare in a top-year chart? The Italian offices were established in 2000. I had the honour to start it up and 14 years have already gone by. Before this I worked for Benetton Sport System in the outdoor/ski sector. 2012 has been our best year yet. Our revenues had a slight decline during winter 2012/2013 because of the general economic crisis in Italy and of the smaller product quantities distributors decided to stock. The 2013/2014 fall/winter season is showing some positive signs with a double-digit increase in our sales. And we expect similar results for the 2014 SS season. New stores are opening and many of our customers have met their cash-flow and stock challenges. What is Italy’s position in the group’s European ranking? We are the third most important European branch of the group, after Germany and Belgium. And we are the second most important European market for the Millet brand, after France. Which is the top-selling segment among clothing, equipment and footwear? Why? Our sales portfolio is well balanced between summer and winter (40-60%). Our clothing line is undoubtedly our best selling segment but in summer sales are better on equipment such as backpacks, cords, sleeping bags and travel accessories. Our female lines account for roughly 40% of total sales, thanks to a very Mediterranean feel and design that is very popular with our Italian female customers. We have to improve our sales on the footwear segment, where we are “surrounded” by the giants of the sector. What were you top sell-out products in 2013? Looking at the alpine collection, our topseller was the Trilogy line by Millet. The LTK line was the strongest in the alpine ski segment. All Lafuma Mobili lines achieved great results in the high-end segment. I gather you took part in the winter company meeting in France. What are the key elements of the new FW 2014/2015 lines? What are the main novelties that you are going to launch at ISPO for Millet and Eider? The winter meeting is always a great opportunity to share projects and excitement for the new season. There will be a lot of new product launches proving the constant R&D work we carry out for our collections. Technical features will be one of the main focuses of the new Millet collections. We are also launching a number of new products which use the new Gore-Tex Pro and hybrid materials to ensure protection, comfort and warmth. We have designed a well balanced colour palette and have paid great attention to the functional details of our backpack collections. Eider will launch a new marketing campaign highlighting the importance of design, of its sartorial attention to details and of the well-being that stems from physical activity and being in contact with nature. High-quality materials are one of the most important features of our collections: Made in Italy fabrics and the new Gore-Tex Active Knit. What are the main projects you are planning locally and globally? We are working on many national and international projects. In Italy, we are certainly going to focus on the new edition of Tour du Rutour, a big alpine ski event sponsored by Millet. Eider will sponsor Ciaspatour 2013/2014. During the spring we will be present in the Play Outdoor section of Rimini Wellness and in summer we are organising the new edition of Millet Garda Climbing Challenge. What would you say to retailers and customers about the outlook for the next few years? The outdoor market is very wide: alpine skiing, mountaineering, walking, hiking, trekking, ski, freeriding, trail running… Thanks to its specific features this is one of the very few sectors that is still growing despite the difficult economic situation. The constant update of brands and products is what will help this market remain dynamic and keep growing. Be curious, believe in your potential and you will be successful. merciali all’estero rispetto all’Italia. Gli stessi retailer si stanno organizzando. All’interno della distribuzione italiana continuerà a esserci una maggiore specializzazione, che porterà a un’offerta complessiva più chiara e supporterà il consumatore nella fase di acquisto tecnico, indirizzandolo nei punti vendita più attrezzati e competenti. Ci ricordi da quanto è attiva la filiale italiana del gruppo e da quanto ci lavori? Qual è stato l’anno d’oro in termini di fatturato e come si posiziona il 2013 in un’ideale classifica degli ultimi anni? La filiale italiana è stata creata nel maggio 2000, ho avuto il piacere di avviarla e da allora sono già passati 14 anni. Precedentemente ero in Benetton Sport System, settore sci/outdoor. L’anno di maggior fatturato è stato il 2012. Abbiamo subito un leggero calo di fatturato nell’inverno 12/13 e nell’estate 2013 a causa della crisi di consumo in Italia e della generale contrazione dei livelli di stock da parte della distribuzione. I segnali dalla FW 13/14 ci fanno intravedere un aumento delle nostre vendite con un tasso a doppia cifra, e lo stesso vale per la presa d’ordine SS 14. A questo si aggiunge l’apertura di nuovi punti vendita e una maggiore serenità da parte dei clienti che hanno risolto i loro problemi di magazzino e stock. L’Italia come si posiziona per il gruppo nel ranking europeo? Siamo la terza filiale a livello di gruppo dopo la Germania e il Belgio. Per il marchio Millet siamo il secondo mercato europeo dopo la Francia. Quale segmento fra abbigliamento, attrezzatura e footwear vende meglio? Il nostro portfolio vendite fra estate e inverno è ben bilanciato (60-40%). La linea abbigliamento è sicuramente la prima delle nostre vendite, d’estate invece l’attrezzo inteso come zaini, corde, sacchi a pelo e accessori viaggi. Le collezioni femminili pesano sempre circa il 40%, grazie a un design e a una vestibilità molto latina che piace alla clientela femminile italiana. Dobbiamo migliorare il segmento calzature, siamo oltretutto attorniati dai “giganti” del settore. Quali sono stati i vostri prodotti best seller nel 2013? Della linea alpinistica il best seller è la linea Trilogy di Millet. Per lo scialpinismo la linea LTK. Inoltre tutte le linee Lafuma Mobili riscontrano un posizionamento nel settore alto di gamma. Immagino avrai partecipato al meeting invernale in Francia, quali sono stati i principali focus delle nuove linee FW 14/15? Quali le principali novità che presenterete a ISPO con Millet ed Eider? Il meeting è sempre un momento particolarmente efficace per condividere progetti ed entusiasmo in vista delle nuove stagioni. Molte novità verranno presentate a testimonianza del grande lavoro di ricerca e sviluppo che viene sempre dedicato a ogni collezione. Per Millet sono tantissimi gli argomenti tecnici impostati, in particolare, sull’utilizzo di materiali di altissima qualità e sulle tecnologie più avanzate. Molto presente anche l’utilizzo del nuovo Gore-Tex Pro e delle costruzioni ibride, con attenzione agli aspetti di protezione, comfort e termicità. La gamma colore è armonica e c’è molta attenzione ai dettagli funzionali nelle varie linee di zaini. Per Eider ci sarà un nuovo claim che sottolinea l’importanza del design, come spirito sartoriale e cura dei particolari, e del benessere che deriva dal contatto con la natura e dal movimento. Importante è poi la ricerca di materiali di alta qualità, tra i quali i tessuti made in Italy e il nuovo Gore-Tex Active Knit. Quali i principali progetti e le strategie future sia in termini globali che locali? Numerosi sono i progetti internazionali e nazionali. In Italia a breve ci concentreremo sicuramente sulla nuova edizione del Tour du Rutor, grande evento di scialpinismo del quale siamo sponsor con Millet. Eider invece è sponsor del Ciaspatour 2013/14. Parteciperemo in primavera a Rimini Wellness nella sezione Play Outdoor e poi in estate alla nuova edizione del Millet Garda Climbing Challenge. Cosa senti di dire ai vostri negozianti e in generale ai vostri partner come prospettiva per i prossimi anni? Il mercato montagna e outdoor è molto ampio: alpinismo, scialpinismo, ciaspolate a livello escursionistico e agonistico, sci, freeride, trekking e viaggi, trail running. Con le sue specificità è sicuramente uno dei settori più stabili e in leggera crescita anche in questo momento economico difficile. L’aggiornamento costante delle offerte dei marchi e delle tecnologie per ogni sport di montagna saranno sempre l’arma vincente di questo mercato così dinamico. Siate curiosi, credendoci sarete vincenti. Due immagini del Tour Du Rutor, celebre evento di sci alpinismo sponsorizzato Millet (la 17esima edizione è in programma dal 28 al 30 marzo 2014) 1 / 2014 23 23 FOCUS ON / Un affiatato team di promoter per il marchio di Manifattura Valcismon a cura di: Monica Viganò Uomini e donne secondo Karpos L’outdoor è comune denominatore delle 20 personalità scelte, al centro della comunicazione del brand on e offline e decisamente importanti anche per lo sviluppo tecnico dei prodotti, che spaziano sempre più nell’outdoor a 360°. Riccardo Innocenti, Stefano Codazzi, Michele Malfione e Rolando Tagliapietra. In piedi dietro da sinistra: Omar Geniuin, Attila Dalla Palma, Michele Dalla Palma, Andrea Peron, Marco Bergamo, Alain Seletto, Magda Zbrzeska e Filippo (figlio di Gioia Cremonese). In centro seduti sulla panca, da sinistra: Antonella Giacomini, Gioia Cremonese, Nancy Paoletto, Luciano Ferrari e Manrico Dell’Agnola. Infine seduti in terra, da sinistra: Alessandro Follador, Massimo Faletti, Marcello Sanguineti, Marco Capretta, Maurizio Giordani ed Enrico Vazzoler Parafrasando una discutibile trasmissione in onda su Canale 5 e riportandola al mondo a noi caro dell’outdoor abbiamo scelto il titolo di cui sopra per questo articolo. Dedicato a uno dei marchi più brillanti sul mercato ma soprattutto alle persone che lo rappresentano. Stiamo parlando di Karpos, al quale avevamo dedicato alcuni numeri fa un’ampia cover story. Ma vale la pena ricordare che si tratta di una realtà nata nel 2007 e parte di Manifattura Valcismon. Un’azienda a conduzione famigliare presente in svariati settori merceologici come il ciclismo e lo sci nordico (con i marchi Sportful e Castelli). Karpos risponde alle esigenze degli amanti della vita all’aria aperta, firmando una linea di abbigliamento tecnico molto trasversale. Che spazia dal trekking all’arrampicata, dalla mountain bike allo sci alpinismo: il marchio è anche sponsor tecnico della nazionale di scialpinismo e ha realizzato la nuova tuta race ufficiale (vedi foto nonché articolo sullo scorso numero di Outdoor Magazine). Il tutto puntando su eccellenza, cura dei particolari e puntuale servizio di supporto alla clientela. “Tutti elementi strettamente correlati fra loro, che hanno consentito al brand di registrare crescite a doppia cifra negli ultimi anni”, ha dichiarato il responsabile comunicazione Marco Capretta. “Questo anche grazie a una forte internazionalizzazione delle attività e dunque a un’incentivata presenza nei mercati esteri oltre che in quello domestico”. I promoter del brand - La crescente importanza di questa realtà nel mercato è attestata anche dalla recente creazione di un team di ambassador. O meglio di promoter, come precisa Marco: “L’appellativo è provvisorio perché non rende giustizia allo splendido lavoro che queste persone stanno facendo. Di certo il loro supporto in termini di comunicazione è per noi un elemento di suc- 26 1 / 2014 cesso imprescindibile in questo momento. Dal nostro punto di vista, un gruppo è sempre fucina di stimoli, idee e spunti per crescere e migliorare. La montagna è fatta di incredibili individualità, che però hanno molte sinergie derivanti da gruppi di lavoro. Direi quindi che la montagna esalta il singolo ma anche il gruppo. E l’outdoor è il comune denominatore per tutti loro”. Il team - Karpos può contare su una ventina di ambasciatori. “Le quote rosa sono quelle su cui punteremo di più in futuro, visto che a oggi possiamo contare solo su tre donne”. Si tratta di Antonella Giacomini, Elena Spalenza e Nancy Paoletto, che coprono a 360° il mondo outdoor con le loro competenze alpinistiche. Tra i tanti uomini, il team annovera anche istruttori, accademici, guide alpine, un professore universitario, product manager, responsabili comunicazione, maestri di sci, giornalisti e fotografi. “Insomma, un compendio di tutte le anime dell’outdoor”. Gli uomini Karpos a oggi sono: Alessandro Follador, Fabio Jacchini, Marco Garbin, Marcello Sanguineti, Yuri Parimbelli, Marco Bergamo, Simone Favero, Omar Genuin, Michele Dalla Palma, Massimo Faletti, Luciano Ferrari, CRITERI DI scelta - Alcuni di questi personaggi hanno sempre collaborato con Karpos, per cui il passo verso l’elezione a promoter è stato molto breve. “In altri casi abbiamo cercato personalità che ci consentissero di coprire l’intero territorio nazionale. Sia da un punto di vista territoriale che umano, scegliendo ad hoc età e disciplina”. I promoter faranno affidamento a tre coordinatori: Maurizio Giordani, Manrico Dell’Agnola e Giuseppe Lira. “Si tratta sostanzialmente di una collaborazione a due vie. I promoter legittimeranno Karpos nell’uso quotidiano dei prodotti. Karpos dal canto suo legittimerà i promoter con le sue attività di comunicazione e con lo sviluppo di nuovi test prodotto e materiali. La parte Race e i suoi atleti sono invece coordinati da Andrea Peron”. Il meeting di presentazione - A fine 2013 Karpos ha invitato tutti i suoi promoter presso la sede aziendale di Fonzaso (BL). “Era per noi fondamentale che tutti conoscessero le linee d’azione e di sviluppo in progress in azienda per le prossime stagioni e che entrassero in diretto contatto con la realtà aziendale per essere consapevoli delle potenzialità di Karpos e delle opportunità che può loro offrire da un punto di vista professionale e personale”. Il meeting ha pertanto previsto una presentazione del gruppo e del suo modo di operare, una visita all’azienda per scoprire come nasce un prodotto e un approfondimento dei vari progetti di comunicazione. Immancabile la session di climbing in palestra, che ha ulteriormente compattato e motivato il gruppo. Gli appuntamenti futuri - I promoter sono attualmente impegnati in diversi meeting con la forza vendite sia nazionale che internazionale. Saranno poi presenti a Ispo e protagonisti di una serie di viaggi ancora in via di definizione. “Da questi viaggi scaturiranno immagini, spunti e video che arricchiranno le pagine social di Karpos e il suo sito ufficiale, online entro la prossima primavera”. Nelle foto alcuni momenti della climbing session organizzata durante il meeting aziendale” I due modelli best seller Karpos 2013: Loft Jacket e Cevedale Pant in versione maschile e femminile Da sinistra: Marco Bergamo, Alessandro Follador e Maurizio Giordani Men and women according to KARPOS Outdoor activities bind together the 20 people chosen for the promotion of the brand on online and traditional media. People that were also a key element of the technical development of the company’s complete range of products. Karpos is one of the most brilliant brands in the market today. We dedicated a full-lengh cover story to this company in a recent issue. Now we are going to talk about the people representing the brand. The company was born in 2007 and is part of Manifattura Valcismon, a family-run company with a wide product range, from Nordic ski (with the brands Sportful and Castelli) to cycling. Karpos was created to meet the needs of customers who love the outdoors, offering a versatile, technical clothing line: from trekking to climbing, from mountain bike to alpine ski. Karpos is also the official sponsor of the Italian alpine ski team and has designed their uniform (you can find the article and the pictures on the past issue of Outdoor Magazine). Excellence, attention to detail, competent service and customer support are at the core of the activity of Karpos. “These are all tightly linked elements that have helped us in achieving the double-digit growth rate of the last few years,” says Marco Capretta, communication manager for the brand. “Our growth has also been helped by our strong presence on international markets.” key element of our success. I believe that a team is always an opportunity to inspire new ideas and suggestions that can help to develop and improve ourselves. There are incredible individuals in mountain sports but synergies are also essential. I would say that individual and team work are both staples of mountain and outdoor activities.” The importance of the group - The increasing importance of this brand in the market is also demonstrated by the recent creation of a team of ambassadors. Or, better, of promoters, as Marco points out. “This name is still not quite right because it cannot fully describe the splendid job these people are doing. Right now, their support of our communication is a How they were chosen - Some of the ambassadors have already been working with Karpos for many years so it was only natural to chose them as ambassadors for the brand. “In some other cases we looked for famous athletes from all over Italy representing all the different disciplines. The promoters will be managed by three coordinators: Maurizio Giordani, Manrico Dell’Angola and Giuseppe Lira. “This The team - Ther are twenty ambassadors in Karpos’ team. “We are going to invest more on women in the future. There are only three women in our team today.” Antonella Giacomini, Elana Spalenza and Nacy Paoletto are the three female ambassadors. Together they represents the full range of the outdoor world. Among many men, the team also includes alpine guides, a university lecturer, a product manager, communication managers, ski trainers, journalists and photographers. “It’s a team representative of the entirety of the outdoor word.” The male ambassadors of Karpos are Alessandro Follador, Fabio Jacchini, Marco Garbin, Marcello Sanguineti, Yuri Parimbelli, Marco Bergamo, Simone Favero, Omar Genuin, Michele Dalla Palma, Massimo Faletti, Luciano Ferrari, Riccardo Innocenti, Stefano Codazzi, Michele Malfione and Rolando Tagliapietra. is a two-way collaboration. The promoters will showcase Karpos in their daily use of our products. Karpos will help their career with its communication activities and with the development of new product and material tests.The Race business and its athletes are managed by Andrea Peron.” The introduction meeting – At the end of 2013, Karpos invited all their promoters at the headquarters in Fonzaso (BL). “We wanted them to be familiar with all our activities and developments for the new season and to give them the live experience of our company so as to be aware of the potential of Karpos and of the opportunities we can offer them personally and professionally.” During the meeting the group was introduced and the ambassador team had a chance to visit the company, to see how Karpos’ products are developed and to gain in-depth knowledge of the communication plan for the season. The meeting was concluded by a fun team-building and motivational session with climbing activities in the company gym. Future events - The promoters are currently meeting the national and international sales force. They will be present at Ispo and will take part in a series of travels that are being planned out. “Pictures, ideas and videos will be produced during these travels and they will help to liven up our social media pages and our official website, which will be online by next spring.” 1 / 2014 27 1 / 2014 27 people / L’acclamato docu-film dedicato al mito di shane mcconkey a cura di: Monica Viganò La leggenda di Shane, l’uomo volante tra cielo e neve Sciatore, freerider, freeskier e base jumper: un grande e provocatorio precursore, scomparso troppo presto, nel 2009. A lui è dedicata la pellicola, prodotta da Red Bull Media House, il ritratto di un atleta visionario e di un uomo dalla grande sensibilità e intuizione. “ È stato uno dei pionieri del freeski e anzi lui stesso ne ha coniato il nome. La sua opera di ridefinizione dei confini dello sci lo ha spinto a inventare, insieme ad altri appassionati di sport estremi, lo ski BASE-Jumping. La sua maestria ha consentito ai migliori film maker del settore, spesso impegnati a inseguirlo e riprenderlo, di spingere le proprie competenze a un livello superiore. Parliamo di Shane McConkey, protagonista di uno dei filmdocumentari più acclamati di recente dalla critica. Scomparso all’età di 39 anni proprio mentre faceva ciò che più amava. A coloro i quali credono che Shane non avrebbe dovuto rischiare troppo, rispondo che in realtà non ha dato per scontato alcun rischio. Era un gran lavoratore, si documentava su tutto e passava ore a fare ricerche. Ha rinunciato a centinaia di BASE jumps a causa del vento o di atterraggi poco sicuri. È sempre stato prudente. Era un vero atleta ed era dannatamente bravo in tutto ciò che faceva “ Un protagonista temerario che si lascia facilmente amare anche da chi non lo ha mai sentito nominare the Hollywood Reporter La storia di Shane Shane era un abile sciatore. Finché un giorno ha sperimentato il paracadutismo ed è divenuto adepto del BASE-Jumping. Si è subito reso conto delle incredibili possibilità che avrebbe potuto ottenere con la tuta alare. Ha pertanto coniugato la disciplina del free-ski con il BASE-Jumping: in pratica scendeva i versanti innevati per poi lasciare gli sci e volare in tuta alare fino a paracadutarsi a terra. Nel 2007 ha portato il BASEJumping a un livello record, saltando dal più alto casinò del mondo a Reno (Nevada) e risultando il primo nella storia a fare ski-BASE da un edificio. Tutta la sua esistenza ha risposto al motto da lui stesso più volte ripetuto: “La vita è una sola. Vivila!”. Come ha avuto modo di dimostrare, era per lui impossibile immaginare una vita vissuta sottotono. La sua personalità fuori dal comune, unita al talento e alla forte determinazione, gli ha consentito di perseguire la sua passione progettando meticolosamente ogni sua iniziativa. Ma anche l’atleta più preparato non è esente dagli imprevisti. Così il 26 marzo 2009 all’età di 39 anni un incidente sulle Dolomiti lo strappa all’affetto degli amici, ma soprattutto della moglie Shelly e della figlia di 4 anni Ayla. Che sono state tra le prime a sostenere la sua carriera e, oggi, il docu-film proiettato tra il 25 e il 27 novembre nelle 36 sale The Space Cinema di tutta Italia. la moglie Sherry McConkey “ Biografia personale o meno, il film è senza dubbio una stupenda storia umana powder Shane con la moglie Sherry e la figlia Ayla Il docu-film “McConkey” Prodotta da Red Bull Media House in collaborazione con la Matchstick Productions (con la quale lo stesso Shane ha collaborato durante il picco della sua carriera dal 1995 al 2009), questa pellicola offre un ritratto sincero della vita “ Pubblico ad Annecy per la proiezione del film 28 1 / 2014 Per molti di noi, Shane non era solo il protagonista del film. Era anche un caro amico. Questo documentario è un tentativo di condividere il suo spirito straordinario. Shane era più brillante di come si descriveva, la sua visione del design dello sci ha rivoluzionato il mercato. Certamente ha incontrato diversi ostacoli e il modo in cui li ha superati è una vera lezione per l’umanità. Shane è l’icona di una vita vissuta al massimo, come lui stesso amava dire di un uomo che è riuscito a conquistare i propri sogni e ha lasciato un’importante eredità nel campo delle discipline sportive di cui è stato innovatore. Shane McConkey è venerato come pioniere del freeski e dello ski-BASE Jumping e, attraverso il suo talento e la sua peculiare vena umoristica nell’affrontare le difficoltà, è riuscito a ispirare moltissimi appassionati. Abile collage di incredibili filmati d’azione, video amatoriali girati dallo stesso Shane e testimonianze degli amici più vicini, il film getta uno sguardo molto personale su Shane e il modo in cui ha vissuto. I successi della pellicola Il docu-film McConkey è stato applaudito dalla critica al New York Tribeca Film Festival lo scorso aprile e ha raccolto grandi successi al San Sebastian Film Festival (Spagna, 26 settembre). Ha inoltre registrato il tutto esaurito alle premiere nazionali di Annecy (29 settembre), Londra (30 settembre), Mosca (1° ottobre). Oltre che durante uno strabiliante e fitto tour americano in oltre 20 location, iniziato il 5 ottobre di fronte 4.500 fan a Squaw Valley (California) e terminato il 12 dicembre a Banff (Alberta). Tanti e tutti positivi i commenti espressi da chi ha assistito alle proiezioni. Tra tutti riportiamo quello della sciatrice e base jumper norvegese Karina Hollekeim che ha dichiarato: “La cosa speciale di questo film, anche per chi non è appassionato di sport estremo, è vedere l’amore, l’affetto e la passione per la vita dimostrati dal protagonista. Ti spinge a trovare qualcosa che ti renda felice, qualcosa che ti dia un motivo per alzarti la mattina e affrontare la vita con un grande sorriso”. Inquadra il qr con il tuo smartphone per il trailer del film i registi, David Zieff e Rob Bruce www.mcconkeymovie.com SHANE MCCONKEY CAREER ACCOMPLISHMENTS The legend of Shane, the man who flew between sky and snow 2008 Skier, freerider, base jumper: a brave and provocative pioneer, who unfortunately died too early (in 2009, in the Dolomites). Red Bull Media House produced a documentary on this visionary athlete, a man of great intuition and sensitivity. 2005 He was one of the pioneer of free-ski – he actually invented the name. His continuous challenge to redefine ski activities led him to invent, together with other extreme sports lovers, ski BASE-jumping. His mastery enabled some of the best filmmakers on the field who followed him to take their skills to the next level. We are talking about Shane McKonkey, who has been recently portrayed in one of the most critically acclaimed documentaries of the last few years. He died at 39 while doing what he loved to do. The story of Shane Shane had always been a skilled skier. One day he tried parachuting and developed a passion for BASE-jumping. He immediately recognised the potential of the wing suit. He then proceeded to combine free-ski with BASE-jumping: he would ski down mountains, leave the skis behind and fly with his wing suit reaching the ground. In 2007 he broke all BASE-jumping records, jumping off the world’s tallest casino, in Reno (Nevada) and becoming the first man to ski-BASE from a building. He lived according to the motto “You have one life: live it!” And he proved that it was unimaginable for him to live in the shadows. His extraordinary personality, talent and determination led him to pursue his passions planning each stunt down to the tiniest detail. Unfortunately even the best athlete is not immune to chance. On March, 26th 2009 a tragic accident in the Dolomites took him away from his friends and especially from his wife Shelly and his 4-year-old daughter Ayla. He was 39. His wife had always supported him in his career and she is actively promoting the film today. In Italy the movie was shown in all 36 The Space Cinema theatres on November, 26th-27th. The film Produced by red Bull Media House in collaboration with Matchstick Production (with which Shane worked during at the height of his career, from 1995 to 2009), this movie is a heartfelt portrayal of the life of a man who was able to conquer his own dreams and leave an important legacy in all the sports disciplines he practiced and often innovated. Shane McConkey is revered as a pioneer of freeski and ski BASE-jumping and inspired countless other through his talent and his trademark humour in the face of adversity. The movie itself is a skillful collage of incredible action videos, amateur videos shot by McConkey and his friends and interviews with his closest friends. The film offers a personal insight on the athlete and his life. Critical reception Applauded by critics at last year’s New York Tribeca Film Festival in April, the movie was also very successful at the San Sebastian Film Festival (Spain, September, 26th). Thousands have attended the national film premieres around the world, including Annecy (September, 29th), London (September, 30th) and Moscow (October, 1st). The North American tour reached 20 towns: kicked off in Squaw Valley (California), before an audience of 4,500 fans and ended on December, 12th, in Banff (Alberta). The film inspired many positive comment. Among these we want to quote Norwegian BASE-jumper Karina Hollekeim: ““What’s special about this movie for someone who’s not into action sports at all is just about seeing the love, the affection and the passion for life. To find something that makes you happy, something that makes you want to get up every morning and attack life with a huge smile.” Placed 2nd in the World Base Race. (Wing suit speed flying competition) 2007 Did first ever ski base jump off of a building 2006 K2 Released his new powder ski called the Pontoon Ranked by Powder Magazine as 3rd most influential skier in the past 35 years Nominated for Laureus World Sport Award - World Alternative Sportsperson Of The Year - Won Powder Magazine’s Full Throttle Award again 2004 Won Powder Magazine’s Full Throttle award 2003 Began ski base jumping. Skied previously impossible lines with ease up in the Coast Range of BC 2002 Ranked #1 in Powder Magazine’s Reader Poll - Released the Volant Spatula ski with reverse camber and reverse side cut 2001 ESPN Action Sport Awards Skier of the Year 2000 Nea Award Winner - Freeskiing Male - Gravity Games Big Mtn. Champion 1999 ESPN X-Games Skier Cross - 2nd Place 1998 IFSA World Tour of Freeskiing Champion 1996 European Freeskiing Champion 1995 U.S. National Freeskiing Champion 1994 South American Freeskiing Champion 1993 Pro Mogul Tour Event at Copper Mtn. - 1st Première di Mosca 1 / 2013 29 PEOPLE / I contributi di Shane al mondo dello sci Le seguenti dichiarazioni sono state rilasciate da Shane a un giornalista nell’agosto 2008. “ Credo di essere stato il primo, nel 1996/97, a spingere le aziende e gli atleti a utilizzare il termine ‘freeskiing’ e non ‘extreme skiing’. Quest’ultimo è un modo particolare di sciare e solo una parte di ciò che fa un freeskier. Ciò che facevamo era qualcosa lontano dallo sci tradizionale. Che fosse discendere ripidi versanti o realizzare manovre freestyle, ciò che facevamo era puro freeskiing. Eravamo liberi di sciare seguendo il nostro stile e le nostre condizioni”. “ L’aggiunta di un paracadute è stato il mio contributo allo sci backcountry. Lo ski base jumping è ancora agli albori ed è una nicchia molto piccola dello sci. Credo che continuerà a crescere e a consentire agli sciatori di affrontare uscite quotidiane. Ho subito compreso le qualità di questi sci che garantivano maggior agilità a sciatori di qualsiasi corporatura ed età. Ho iniziato a promuoverli ai pro skier e ai principali esponenti del mercato e in due anni il mondo sci ha recepito il messaggio. Ho anche sciato parecchio insieme al campione Brant Moles che nel 1997 ha vinto i campionati nazionale e mondiale con sci fat”. linee irraggiungibili senza paracadute. Non sono stato il primo a fare ski base jumping. Ma insieme a JT Holmes ho per primo compreso il potenziale impatto che l’attività avrebbe avuto sullo sci big mountain”. “ Ho giocato un importante ruolo nella promozione degli sci fat. Nel 1996 ho iniziato a utilizzare i Volant Chubb (ampi 90 mm) per le mie “ Le idee di reverse camber, rocker, reverse sidecut e sci tail tapered sono state il mio contributo al design di sci per un uso in powder. In pochi anni penso che quasi tutte le aziende del mercato sci creeranno prodotti rocker o con reverse sidecut. Queste mie intuizioni sono quelle di cui vado più fiero. Tra l’altro mi sono divertito tantissimo a scoprire e testare queste migliorie”. Shane’s contributions to the ski world “ I pushed the term ‘Freeskiing’ to the industry and athletes. Back in 1996/97 I preached to everyone that this new movement should be called freeskiing and not extreme skiing. This is a specific type of skiing and only one part of what we were doing. What we were doing was free form skiing, free of rules and most any kind of boundries. Whether it was steep, extreme descents or new freestyle, what we were doing was freeskiing. Free to ski our own style on our own terms”. “ The addition of a parachute has been my contribution to skiing lines in the backcountry. While still in its infancy ski base jumping is a very small nitch in skiing. Ski base jumping will continue to grow and allow skiers to ski lines that were previously impossible without a parachute. I was not even close to being the first person to do a ski base jump, but it was myself along with JT Holmes who first realized the potential impact the activity would have on skiing lines in the big mountain arena”. “ I played a big part in the popularization of fat skis. In 1996 I began using the Volant Chubb (90 mm waist) as my every day ski. I quickly realized the abilities that fatter skis gave any skier young or old, skinny or fat and began spreading the word among pro skiers and at competitions and to the rest of the industry. The ski world immediately caught on over the next two years. I did a lot of skiing back then with Brant Moles, who went on to win the National and World Championships in 1997 both on fat skis”. “ The ideas of reverse camber, rocker, reverse side cut and tail tapered skis was my contribution to powder ski design. Over the next few years we will see just about every company in the ski industry create some form of rockered or reverse side cut ski. This point is probably the one I’m most proud of. It has been incredibly fun discovering these huge improvements to powder ski design”. Il freeski esordisce con pipe e slopestyle. Novità anche nello snowboard a cura di: Silvio De Sanctis Sochi 2014: freer style Sochi 2014: sempre più freestyle Sono passati 90 anni dalla nascita dei Giochi Olimpici Invernali, svolti per la prima volta a Chamonix nel 1924. Allora furono 14 le discipline che assegnarono le medaglie d’oro, distribuite in 5 differenti categorie: sci alpino, bob, pattinaggio su ghiaccio (velocità e artistico), hockey su ghiaccio. Ai nastri di partenza si presentarono 16 nazioni per un totale di 258 atleti. Dopo quella storica data sono state disputate altre 20 edizioni (con un buco di due edizioni a cavallo degli anni ’40 per via del conflitto bellico). Con il passare dei decenni le specialità si sono moltiplicate, di pari passo con la popolarità della rassegna e con il numero dei Paesi partecipanti e degli atleti. Fra pochi giorni sarà Sochi a stabilire un nuovo record con più di 80 nazioni iscritte e un totale di oltre 2.600 atleti. Un numero destinato ad assestarsi perché nei prossimi due mesi saranno logicamente in palio le qualificazioni nelle rispettive specialità. Sulle rive del Mar Nero saranno 98 i titoli da assegnare per un numero complessivo di 15 discipline, con un incremento di 12 medaglie d’oro rispetto a Vancouver 2010. Le novità riguardano soprattutto snowboard e sci freestyle. Soltanto quattro anni fa, in Canada, lo snowboard schierava tre specialità: snowboardcross, halfpipe e gigante parallelo. Dal prossimo febbraio, alle specialità confermate, si aggiunge- 30 1 / 2014 ranno lo slalom parallelo e lo slopestyle. Se lo slalom non è altro che il naturale proseguimento del gigante (la differenza sta nelle porte che sono molto più vicine con conseguente diminuzione della velocità), c’è molta curiosità per lo slopestyle. Stesso discorso per lo slopestyle riferito allo sci freestyle, che esordisce insieme al pipe. Si tratta quindi di fatto di uno storico debutto per il “freeski” così come lo conosciamo e lo intendiamo anche su Outdoor Magazine (e non nella sua accezione più tradizionale presente già da molti anni alle Olimpiadi con le classiche “gobbe”). Un bel passo avanti rispetto ai tempi in cui gareggiava Shane McConkey (e si parla in realtà non di moltissimi anni fa) e non a caso abbiamo inserito questo box proprio a chiusura dell’articolo dedicato alla sua figura, così importante e influente per il mondo freeski da aver probabilmente coniato lo stesso termine di “freesking (vedi dichiarazioni sopra). Da segnalare anche l’esordio delle donne nel salto con gli sci e la tendenza da parte del Comitato Olimpico Internazionale a puntare sulle competizioni a squadre. Ne sono esempi l’inserimento del pattinaggio artistico per nazioni, la staffetta mista nel biathlon (due uomini più due donne) e la staffetta a squadre nello slittino artificiale comprendente un singolo maschile, un singolo femminile e un doppio maschile. 90 years have passed since the birth of the Winter Olympic Games. The event was first held in Chamonix in 1924. 14 disciplines were part of the games, divided in five groups: alpine ski, bobsledding, ice skating (short track and figure skating) and ice hockey. 16 nations and 528 athletes took part in the games. After this historic date, 20 other editions of the games have been organised (with a gap in the ‘40s due to the war). The number of specialties has been constantly increasing during the years, following the rising popularity of the games and the increase in the number of countries and athletes taking part. In less than three months, Sochi will establish a new record: more than 80 countries and a grand total of 2,600 athletes have enrolled. A number that will certainly be rounded off in the next two months after the qualifications for each specialty. 98 medals will be awarded on the shores of the Black Sea, divided among 15 discipline groups – 12 gold medals more than Vancouver 2010. The novelties are especially in the snowboard and freestyle ski sections. Four years ago, in Canada, snowboard had three disciplines: snowboardcross, halfpipe and parallel giant. Next February, parallel slalom and slopestyle will be added to the games. While slalom seems to be a natural extension of the parallel giant (the difference is in the velocity and the distance of the posts), there is a lot of curiosity about slopestyle. Slopestyle will also be introduced in the freestyle ski section together with pipe. This is an historical debut for “freeski” as we know it at Pointbreak Magazine (as opposed to its traditional form, which was already present in past edition of the Winter Olympic Games). And this is a great step forward from the times when Shane McConkey was competing at the Olympics (which wasn’t too many years ago, to be honest). It is no coincidence that we added this box on the Olympics to close the article about such an influential, important figure of the freeski world – probably the one to create the name itself. This year women will be debuting in ski jumping and the committee seems to be focusing on team sports such as nation’s figure skating, the relay race in the biathlon (two men and two women), and team relay bobsledding with male’s single, woman’s single and men’s doubles. brand profile / focus sul brand fondato nel 1961 da Pete Hutchinson e Pete Crew a cura di: Paolo Grisa ME, la ciliegina dal sapore British del mercato outdoor Una storia di montagne e alpinisti, partita da un vecchio pollaio di Manchester. Una storia che dura da più di 50 anni, all’insegna della competenza, dell’innovazione e della responsabilità ambientale. Siamo nel 1961. Ben 13 dei 14 Ottomila esistenti sono già stati conquistati, così come tutte le pareti più difficili delle Alpi. Persino i due poli sono stati raggiunti. Ovviamente non mancano creste e cime intatte, o vie nuove, in grado di attirare con il loro fascino alpinisti da tutto il mondo in cerca di mete o imprese originali. E gli Ottomila rimangono sempre nel mirino dei migliori. I nuovi progetti, sempre più difficili e dispendiosi (per fatica e impegno), richiedono attrezzatura e abbigliamento estremamente tecnici e performanti. Così parte il ragionamento di Pete Hutchinson, fondatore di Mountain Equipment, che inizia a comprendere di cosa necessitino le grandi sfide della montagna: temperature gelide e aria sottile richiedono infatti abbigliamento molto caldo e leggero. Proprio nel 1961 intraprende la sua attività in un vecchio pollaio nei dintorni di Manchester, in Inghilterra, dove inizia a sviluppare e produrre giacche, tute e sacchi a pelo in piuma. Caldi, leggeri e poco ingombranti. Nasce Mountain Equipment. Il carattere prettamente alpinistico del marchio si evidenzia fin da subito: i migliori alpinisti britannici del tempo come Don Whillans, Doug Scott, Chris Bonington, Peter Broadman sono ospiti fissi del “pollaio” di Pete e forniscono tante idee e suggerimenti. Il marchio cresce e diventa protagonista di numerose spedizioni in tutto il mondo. Fino ai giorni nostri, con il medesimo spirito: “Non abbiamo la pressione di dover allargare l’assortimento. Altri magari crescono con il Lifestyle, noi cresciamo con la nostra competenza alpinistica”, spiega Hamish Dunn, direttore di Mountain Equipment. L’azienda è inoltre una delle prime a utilizzare Gore-Tex, fleece e softshell. Competenza e innovazione diventano le peculiarità più caratteristiche, unite alla responsabilità per la tutela dell’ambiente e degli animali, un fattore che vede Mountain Equipment in prima fila. In Italia il marchio è gestito dal 2011 da Hannes Oehler, che opera da oltre 20 anni nel settore dell’outdoor. “Facciamo una distribuzione molto selettiva, per tenere alto il valore del marchio. La torta del mercato outdoor è molto ampia, ma non vogliamo una grande fetta. Noi vogliamo la ciliegina”. In particolare Mountain Equipment 32 1 / 2014 è presente in 50 punti vendita concentrati nel nord d’Italia. Abbiamo posto qualche breve domanda ad Hannes. Oltre alla sede centrale di Manchester, in UK, dove siete dislocati? A Eurasburg, in Germania, e Leavenworth, Washington, USA. In quanti paesi siete presenti attualmente? Diciannove. Quali sono per voi i mercati più forti? UK, Germania, Austria, Francia, USA, Norvegia. Quali invece quelli con maggior potenziale? Perché? Sicuramente gli Stati Uniti, in quanto il marchio viene distribuito da soli 2 anni e il potenziale rimane enorme. E l’Italia come si posiziona? Stiamo facendo dei passi importanti, i punti vendita e il fatturato crescono. Siete una delle prime aziende ad aver utilizzato la membrana Gore-Tex. Quali partner contate attualmente nella realizzazione dei vostri prodotti? Gli altri partner di cui sfruttiamo le tecnologie sono Polartec, PrimaLoft, Pontetorto, Polygiene, YKK. Fin dagli inizi avete puntato forte sull’alpinismo. Quante e quali personalità conta attualmente il vostro parco atleti? Fra i più recenti e importanti vi è il climber Dave MacLeod. Poi ancora Nick Bullock, Andy Turner, Andy Houseman, Bem Saunders, Stephen Venebles, Andy Parkin, Heinz Zak. Che ruolo ricoprono all’interno dell’azienda? Sono solo ambasciatori o supportano la realizzazione dei prodotti? Come è sempre stato fin dagli inizi dell’azienda, gli alpinisti sono molto coinvolti nello sviluppo prodotto e collaborano strettamente con il reparto R&D in Inghilterra. Che rapporto avete con l’ambiente? Grazie al Down Codex siamo diventati la prima azienda a introdurre la piuma tracciabile, assicurando la tutela degli animali (per maggiori informazioni vedi box nella pagina seguente). Inoltre Mountain Equipment fa parte delle Fair Wear Fundation ed è membro attivo dell’EOCA. milestones 1961 Fondazione dell’azienda da parte di Pete Hutchinson e Pete Crew. I primi prodotti sono i piumini Redline e Snowline e i sacchi a pelo in piuma 1963Supporto alla spedizione di Don Whillians e Chris Bonnigton sul Central Tower of Paine 1965 L’azienda si sposta nella Cloug End Farm a Broadbottom, Cheshire 1970Sviluppo della prima giacca con imbottitura sintetica Viene sviluppata l’Annapurna Jacket insieme a Don Whillians Sviluppo della prima tuta interna in piuma Supporto alla spedizione britannica sulla parete sud dell’Annapurna 1974 Mountain Equipment si sposta a Gorge Street, Glossop, Derbyshire. Prima ascesa con piumini Mountain Equipment sul Changabang a opera di Bonnignton, Boysen, Haston e Scott 1975 Prima ascesa britannica dell’Everest con Scott e Haston, ovviamente supportata da Mountain Equipment 1977 Viene presentata la prima giacca in Gore-Tex: Cascade Jacket 1978 Prima ascesa senza ossigeno sull’Everest di Peter Habeler e Reinhold Messner, utilizzando piumini e i sacchi a pelo Mountain Equipment 1979 Viene lanciato il piumino ultraleggero Lightline Jacket 1980Introduzione delle camere verticali nei sacchi a pelo della linea Extreme 1983 Andy Parkin raggiunge il Broad Peak in stile alpino e conclude la prima ascensione invernale del pilastro Walker 1985 Viene presentato il primo Ultrafleece L’azienda si sposta a Leech Street, Staybridge, Cheshire 1987 Viene prodotta la prima giacca Microlite 2-layer in Gore-Tex 1988Stephen Venables conclude la prima ascesa britannica sull’Everest senza l’utilizzo di ossigeno aggiuntivo 1991Stephen Venables scala per la prima volta il Kusum Kanguru Leo Dickenson sorvola l’Everest con una mongolfiera 1993 L’azienda si sposta a Dawson Street, Hyde, Cheshire, dove si trovano oggi gli uffici 1997 Prima ascesa in stile alpino sulla nord del Changabang di Andy Cave e Brendan Murphy 1998 Viene supportata la 50esima spedizione sull’Everest 2000 Viene sviluppato il G2 Ultimate Mountain Pant in collaborazione con la W.L. Gore. Prima ascesa libera della via Checa del Fitzroy a opera di Mullin e Thaw 2002 Nasce la prima giacca con imbottitura sintetica in PrimaLoft 2003 Dave MacLeod entra nel team Mountain Equipment 2005 Vengono introdotti i nuovi sacchi a pelo della linea Xero 2006 Dave MacLeod è il primo a completare Rhapsody (difficoltà E11) 2009 Viene lanciato il progetto Down Codex 2011 Mountain Equipment vince l’Outdor Industry Award Gold per il sacco a pelo Titan 2012 Prima ascesa del Mazeno Ridge sul Nanga Parbat di Sandy Allen e Rick Allan Reinhold Messner sull’Everest, 1978 Dave MacLeod, LongHope 2011 (credit Lukasz Warzecha) brand profile / Le direttive certificano l’intero processo di produzione della piuma DownCodex: il primato di Mountain Equipment Heinz Zak ME, the British icing on the outdoor market A story of mountains and alpinists, which began in an old farm in Manchester. A story that has been continuing for more than 50 years relying on competence, innovation and environmental responsibility. This story began in 1961. Thirteen out of the fourteen eight-thousand metre mountains had already been conquered together with all the most difficult climbs in the Alps. Even the two Earth poles had already been reached. However, there were still many mountaintops to climb for the first time that could attract adventurous alpinists from all over the world, looking for new goals and locations. Eightthousand metre mountains still are one the wish-list of the best athletes. New, complex and challenging projects require equipment and clothing that are technical and provide great performance. This was the idea of Pete Hutchinson, founder of Mountain Equipment, who knew right from the start what the challenges and the necessities of the mountains are: freezing temperatures and thin air call for warm and light clothing. He thus started his activity, in a farm in Manchester, were he started producing jackets, tracksuits and sleeping bags. Lightweight, warm and slim: trademark elements of Mountain Equipment from the very beginning. The brand was immediately recognised by some of the best British alpinists: Don Whillans, Doug Scott, Chris Bonington, Peter Broadman were some of the regulars at Pete’s farm and gave him ideas and suggestions. The brand has been steadily growing since, featuring in many expeditions the world over. “We do not feel the pressure to expand our product range. While other companies grow through ‘Lifestyle’ product lines we grow thanks to our alpine knowledge,” says Hamis Dunn, director of Mountain Equipment. The company has been one of the first to use Gore-Tex, fleece and softshell. Know-how, innovation are among its features – together with environmental responsibility and attention to animal welfare, issues championed by the Mountain Equipment. Since 2011, the brand has been managed in Italy by Hannes Oehler, who has been working in the outdoor field for more than 20 years. “We distribute selectively - we want to keep the level of our brand very high. The outdoor market is very wide, but we do not want a big piece of the cake. We want the icing.” Mountain Equipment is present in 50 stores in 34 1 / 2014 the North of Italy. Outdoor Magazine has interviewed Hannes. Besides the Manchester headquarters, where are the other offices of the company? In Eurasburg, Germany and in Leavenworth, Washington, USA. How many countries do you operate in? 19. What are your strongest markets? UK, Germany, Austria, France, USA, Norway. Which have the strongest potential? The USA without a doubt. We started selling there only two years ago and the potential is enormous. What is the position of Italy? We are improving our position in Italy, stores and revenues keep growing. You were one of the first companies to use Gore-Tex. How many partners do you have for your products? Besides Gore-Tex, we use technologies by Polartec, Primaloft, Pontetorto, Polygiene, YKK. You have been focusing on alpinism since the beginning. How many athletes do you currently sponsor? Among the most recent, Dave MacLeod, a climber. We also work with Nick Bullock, Andy Turner, Andy Houseman, Bem Saunders, Stephen Venebles, Andy Parkin, Heinz Zak. Are they only ambassadors or do they take part in the development of the products? From the very beginning, the athletes have always played a role in the development of new products and they work closely together our R&D department in the UK. What are your environmental policies? Thanks to Down Codex we were the first company to introduce traceable feathers, ensuring the well-being of animals (see box for more information). Mountain Equipment is also a member of the Fair Wear Foundation and an active member of EOCA. Tra i fiori all’occhiello della produzione Mountain Equipment ci sono sacchi a pelo e abbigliamento in piuma di qualità, per i quali il brand investe molto tempo ed energie nella selezione dei migliori materiali. Il concetto di qualità per il marchio ha una componente etica molto importante per quello che riguarda la tutela dell’ambiente e dei diritti degli animali. Per questo Mountain Equipment collabora dal 2008 con il laboratorio indipendente Daunen- TÜV IDFL (International Down and Feather Laboratory) all’applicazione delle direttive presenti nel cosiddetto DownCodex. 1. Utilizzo esclusivo di piuma della migliore qualità 2. Tutta la piuma utilizzata proviene da allevamenti destinati al consumo alimentare e viene presa da animali precedentemente uccisi in modo etico 3. Lo spiumaggio di animali vivi è assolutamente bandito 4. Gli animali non provengono da allevamenti intensivi 5. Gli animali vivono in condizioni idonee alla loro natura 6. Le piume raccolte vengono pulite e selezionate con metodi che utilizzano l’acqua, senza solventi 7. Ogni lotto di piume viene controllato per pulizia, composizione e capacità di riempimento dal laboratorio IDFL ll DownCodex è basato sulle direttive dell’associazione inglese per la tutela dei diritti degli animali RSPCA e non tiene in considerazione le norme vigenti nell’industria alimentare. L’organizzazione indipendente IDFL esegue controlli a sorpresa a tutti i livelli del processo produttivo, verificando anche il rispetto del DownCodex. Mountain Equipment è stata la prima azienda a livello mondiale a controllare e garantire l’applicazione delle norme sulla tutela degli animali all’interno del processo produttivo tramite un’organizzazione esterna. www.thedowncodex.me.uk DownCodex: Mountain Equipment achievement As a specialist sleeping bag and down clothing manufacturer, Mountain Equipment has over the years committed a great deal of time and effort to obtain the very best raw materials for its product requirements. Down is a very special natural product and, to ensure a certain product quality, the brand only uses down from the best sources. Furthermore the quality demand also contains very high ethical requirements. To bring evidence and document the transformation of its requirements, Mountain Equipment started working with the independent down supervisor IDFL (International Down and Feather Laboratory) in 2008. Resulting in the DownCodex and its realization. 1. Mountain Equipment obtains top quality down form variety of sources across the world 2. All down is by-product of food-production and is obtained after birds have been humanely slaughtered 3. There is no live plucking, or harvesting of Mountain Equipment down 4. No birds are force fed during the fattening process before slaughter 5. The birds are kept in good conditions and to high welfare standards 6. After collection the down is cleaned and sorted, using modern water based methods that do not require the use of solvents 7. The company tests each batch of down that it buys for cleanliness, composition and fill power. It uses the IDFL to provide this service The DownCodex is based on rules of action according to the English animal rights group RSPCA not on guidelines of the food industry. The independent organization IDFL implements unannounced visits during the whole supply chain and checks the compliance of the DownCodex. Collaborations will be quitted immediately, when a supplier can’t fulfill these guidelines or when IDFL can’t check. As the first company worldwide, Mountain Equipment is inspecting the compliance with animal protection guidelines through a third party. reportage / il 16-18 ottobre in Svezia l’iniziativa EOG, in collaborazione con l’EOS dai nostri inviati: Benedetto Sironi e Daniele Denegri EOS, bella e “calda” atmosfera a Stoccolma Oltre 300 partecipanti da 15 paesi (compresi Nord America e Asia) hanno preso parte al nuovo appuntamento dedicato all’outdoor industry europeo. Ottima l’organizzazione e il risconto dell’evento, che ogni anno sarà organizzato in un diverso paese. Per il 2014 appuntamento in Germania sul lago Tegernsee, nei pressi di Monaco, il 15/16 ottobre. Per tre anni l’European Outdoor Forum organizzato dall’OSV francese ad Annecy è stato un punto di riferimento per l’outdoor industry europeo. Come vi avevamo annunciato, a causa di alcune incomprensioni, di fatto l’European Outdoor Group ha poi deciso di organizzare il forum autonomamente, in collaborazione con partner nazionali, e di renderlo itinerante. Anche per questo c’era grande attesa per questa prima edizione in collaborazione con lo Scandinavian Outdoor Group in quel di Stoccolma (16-18 ottobre). Noi di Outdoor Magazine, come capitato in tutti i precedenti forum, c’eravamo di persona e in qualità di media partner. E dobbiamo dire che l’evento c’è davvero piaciuto, regalando fin dalla prima sera un’atmosfera calda (nonostante il clima) e piacevole tra tutti i partecipanti. Proseguita per tutta la durata dell’evento tra momenti di lavoro e altri più easy, compresa la piacevole cena con sottofondo di musica jazz in compagnia della chef e food ambassador svedese Fia Gulliksson. NUMERI E FEEDBACK - Oltre 300 delegati provenienti da 15 paesi hanno aderito all’invito e tutti hanno espresso commenti positivi a chiusura del summit. “Uno dei principi fondamentali dell’EOG è la convinzione che il nostro mercato possa rafforzarsi grazie a proficui confronti, incontri informativi e opportunità di networking”, ha molti parchi cittadini e nella città la percentuale di “verde” è molto alta. TOUR DEALER E ATTIVITà - L’edizione di lancio è stata aperta con un imperdibile “retail tour” nei dintorni di Stoccolma per conoscere più da vicino i principali luoghi di acquisto. I partecipanti al tour hanno visitato 25 negozi rappresentativi dell’offerta sport, outdoor e lifestyle della città. Non sono mancati appuntamenti post summit. In particolare la società membro dell’SOG Point 65 ha organizzato un’uscita di 3 ore in Kayak per scoprire Stoccolma dall’acqua. È stato poi proposto un tour sui tetti della città con spiegazione degli edifici storici (e garanzia di un panorama mozzafiato). dichiarato Mark Held, segretario generale dell’EOG. “Abbiamo ideato l’European Outdoor Summit per proporre una piattaforma stimolante e credo che l’edizione di Stoccolma abbia soddisfatto se non addirittura superato le aspettative. Considerando i feedback raccolti post evento, sono felice di constatare che i delegati sono d’accordo con questo mio pensiero”. location - La prima edizione dell’EOS è stata ospitata presso l’Operakällaren, che sorge all’interno dello stesso edificio della Royal Opera e dell’Opera terrace. Il nome Operakällaren, che significa “le fondamen- ta dell’Opera”, risale al 1787 e si riferisce al ristorante che ai quei tempi era situato nello scantinato del teatro di Gustav III. Oggi è uno dei Royal Warrant Holder e vede in cucina il famoso chef Stefano Catenacci, responsabile dei pasti serviti al Royal Castle. La zona ristorante attualmente non è più situata al piano seminterrato, avendo lasciato il posto a uno dei più celebri night club di Stoccolma (Cafè Opera). Operakällaren è parte integrante del panorama cittadino ed è situato nei pressi di un corso d’acqua dove è possibile pescare, nuotare e uscire in kayak. Le attività outdoor peraltro sono praticate in pubblico - Circa la metà dei 300 partecipanti, tutti di alto profilo, proveniva dalla Scandinavia. I rimanenti sono accorsi per la maggior parte da paesi europei. Non sono tuttavia mancate personalità dal Nord America e dall’Asia. Gli invitati rappresentavano marchi outdoor, retailer, fornitori di materiali e servizi oltre a inviati media. Tutti hanno avuto la possibilità di prender parte a seminari e workshop diretti da opinion leader che hanno toccato diverse tematiche come il futuro del retail, delle acquisizioni e delle fusioni, ma anche le sfide della sostenibilità in tutti gli aspetti del mercato. From the 16th to the 18th of October the event organised by EOG in partnership with EOS in Sweden EOS, a cool and “hot” atmosphere in Stockholm For three years the European Outdoor Forum organised by the French OSV in Annecy has been a reference point for the European outdoor industry. As we told you in advance, after some misunderstandings, the European Outdoor Group decided to organise the forum by itself in collaboration with national partners and to make it itinerant. For this reason there were high expectations for this first edition, organised in collaboration with the Scandinavian Outdoor Group in Stockholm (16th/18th October). As we have always done at past forums, Outdoor Magazine took part in this edition in first person and as media partners. We have to say that we appreciated the event very much, thanks to its hot (despite the weather) and pleasant atmosphere, which continued during the whole event’s working and leisure moments, such as the dinner with Swedish chef and 36 1 / 2014 food ambassador Fia Gulliksson and jazz music in the background. NUMBERS & FEEDBACKS - The event attracted over 300 delegates from 15 countries. A post event survey of delegates has revealed an overwhelmingly positive response to the summit. Mark Held, secretary general of the EOG, comments: “One of the guiding principles of the EOG is that we believe that our industry can be stronger through meaningful shared communications, learning and networking on key overarching issues. We launched the European Outdoor Summit to provide a stimulating platform for all of that and, in my opinion, the Stockholm event delivered great results when measured against that objective. Looking at the post summit survey, I am delighted to see that delegates agree with my assessment.” Location - The Summit venue was be the Operakällaren, one of the bestknown landmarks in the Stockholm city landscape. The building is located in downtown Stockholm, right across from the Royal Castle which forms a majestic view from the conference windows. It is located in the same building as the Royal Opera; the Operakällaren opened in 1787 when a famous restaurant establi- shed itself in the cellar of Gustav III’s opera house. Today, the restaurant is a Royal Warrant Holder and its chef, besides being in charge of the Operakällaren, is also responsible for all dinners at the Royal Palace. Dealer tour and activities The Pre-Summit program included an inspirational tour of outdoor retail venues in Stockholm. The participants visited 25 core shops representing sport, outdoor and lifestyle proposal of the city. After the Summit, participants were then invited for a sightseeing tour of Stockholm by kayak, roof-top climbing or city trekking & boating. The region of Jämtland, hosting partner of the EOS Hosting, welcomed anyone to an add-on outdoor weekend in Sweden´s leading outdoor region. The audit - Of the 300 delegates who attended the European Outdoor Summit, around half originated in Scandinavia, with the rest travelling mainly from around Europe, but also from North America and Asia, representing outdoor brands, retailers, materials and service providers, and the media. EOS participants were given access to opinion leading speIl discorso d’apertura del creative director Johan Rönnestam sull’importanza dell’innovazione nel business outdoor. speaker - I relatori del summit sono stati attentamente selezionati e sono rappresentanti del settore outdoor e non. Speaker del calibro di Sally McCoy (ceo di Camelbak), Frank Hugelmeyer (presidente e ceo dell’OIA americana), Stefan Herzog (ceo di Sport Scheck) e Larry Pluimer (ex Amazon) hanno garantito una prospettiva internazionale alla conferenza. Non sono mancati interventi finalizzati a evidenziare la competenza e l’abilità imprenditoriale delle realtà scandinave. Si tratta degli incontri con Stefan Ytterborn (ceo e fondatore di POC) e Mats Georgsson (l’uomo che sta dietro alla strategia di Bluetooth Branding). Inoltre le ultime analisi riferite al del 50% (spendendo dunque 500 euro anzichè 1000 euro). edizione 2014 - Durante la sessione finale dell’evento, gli organizzatori hanno anticipato ai presenti che l’edizione 2014 dell’EOS sarà realizzata in partnership con Fachgruppe Outdoor, membro della tedesca Bundesverband der Deutschen Sportartikel-Industrie, e sarà ospitata sul lago Tegernsee nei pressi di Monaco il 15 e il 16 ottobre. Il trasferimento verso il centro Europa è in linea con l’impegno dell’EOG di organizzare il summit in sempre nuove location con l’intenzione di mostrare ai delegati partecipanti diverse regioni ogni anno. Logo dell’evento e location futuro dei social media e l’intervento della più rinomata agenzia pr nella gestione delle crisi (con clienti quali il governo svedese) hanno ulteriormente acceso il dibattito con seminari illuminanti. In tutto oltre 20 relatori hanno preso parte al summit. Tra gli interventi che più ci hanno colpito quello di Frank Hugelmeyer, al quale abbiamo dedicato un articolo (pag. 38). Kairos Future - I presenti al summit hanno inoltre avuto la possibilità di prender parte a una ricerca che si è focalizzata sul futuro del retail e dei consumi nel mercato outdoor europeo. La domanda non è “se” ma “quando e come” i comportamenti evidenziati dall’analisi si verificheranno. Questa ricerca è parte di uno studio più ampio condotto da uno dei gruppi di consulenza strategica più importanti d’Europa: Kairos Future. Fino al 30 agosto gli interessati hanno potuto partecipare in prima persona alla ricerca compilando dei format online. Chiunque abbia aderito a questo invito, ha poi ricevuto un riassunto dei risultati e ha avuto la possibilità di acquistare l’analisi completa con uno sconto Commenti finali - David Udberg, presidente dell’EOG, ha dichiarato: “La nostra associazione vuole ringraziare gli speaker, gli sponsor e lo Scandinavian Outdoor Group per aver contribuito al successo dell’European Outdoor Summit. L’evento ha ricevuto molti consensi da parte dei partecipanti e crediamo abbia ben rispecchiato l’elevato profilo del mercato outdoor europeo e di quello scandinavo”. Martin Kössler, segretario generale dello Scandinavian Outdoor Group, ha invece aggiunto: ”In qualità di partner dell’evento inaugurale, siamo felici di aver ricevuto così tanti complimenti sull’organizzazione e sul contenuto. Soprattutto perchè i delegati erano rappresentanti d’elite del mercato outdoor. La decisione di sfruttare il summit per affrontare le principali sfide del mercato e per cogliere al meglio le opportunità ha contribuito alla creazione di un’atmosfera collaborativa e costruttiva. I rappresentanti dell’intera catena di fornitura hanno dato vita a discussioni produttive”. europeanoutdoorsummit.com Larry Pluimer, CEO e fondatore di Indigitous consulting ed ex dipendente Amazon, in una presentazione dedicata alle vendite online. La presentazione di Pernilla Jonsson e Jörgen Jedbratt (Kairos Future) sul futuro del retail e dei consumi nel mercato outdoor europeo. Jörgen Jedbratt (Kairos Future) akers who covered topics ranging from the future of retail and mergers and acquisitions, to the challenges of sustainability in all aspects of the outdoor industry. Speakers - The speakers have been chosen in and outside the outdoor industry. Important figures like Sally McCoy (Camelbak CEO), Frank Hugelmeyer (American OIA President and CEO), Stefan Herzog (Sport Scheck CEO) and Larry Pluimer (ex Amazon) granted an international perspective to the meeting. There have also been speeches aimed at underlining the entrepreneurial skills of Swedish businesses, e.g. the meetings with Stefan Ytterborn (POC CEO and founder) and Mats Georgsson (the man behind the Bluetooth Branding strategies). Moreover the most recent studies about the future of social media and the presence of the most re- nowned PR agency in managing crisis (with clients like the Swedish government) has prompted a rather heated debate. In general more than 20 speakers took part in the summit. Among the speeches we liked the most we covered the one by Frank Hugelmeyer in and in-depth article on page 38. Kairos Future - The participants had the possibility to take part in the first ever global online survey on fu- ture key impact factors of the outdoor industry. This survey focuses on future developments in consumer, retail, logistic and communication behaviour, which already has an impact on other industries. The question is not “if” but “when and where” things will happen in our industry. This is a part of a larger study conducted by the trend research company Kairos Future. All outdoor industry professionals could participate in the survey by Aug. 30 by completing online forms. Everyone who participated in the survey received a summary of the results, and were able to claim a 50% discount when purchasing the complete final report (€ 500, compared to the full price of € 1000). 2014 edition - During the final session of the 2013 event, it was announced that the next EOS will be organised in partnership with Fachgruppe Outdoor (FGO) - part of the German Bundesverband der Deutschen Sportartikel-Industrie (BSI) - and will be held at Lake Tegernsee near Munich, on 15 and 16 October 2014. The move to central Europe for the next summit was no surprise and is in line with the EOG’s commitment to move the summit to a new region each year, showcasing different regions to delegates. This follows on from the EOG’s previous support, for three years, of the Outdoor Forum in the south east of France. Final comments - David Udberg, president of the EOG, comments: “All of us on the board of the EOG would like to extend our thanks and appreciation to the Speakers, Sponsors and the Scandinavian Outdoor Group for delivering a highly successful European Outdoor Summit. The event has already received glowing tributes from attendees and we believe it has represented our outdoor industry in Europe and also the Scandinavian market in a positive and high profile way.” Martin Kössler, general secretary of the Scandinavian Outdoor Group, adds: “As the launch partner and inaugural hosts of the European Outdoor Summit, we are very happy to have received so many compliments about the event’s organisation and content, particularly as the delegates were from the outdoor industry’s top tier of management. Our decision to use the summit to address the major future global challenges and opportunities for the sector, helped create a collaborative and constructive atmosphere. Representatives from every part of the supply chain engaged in meaningful and progressive debate and discussion and that was very encouraging to witness.” 1 / 2014 37 37 FOCUS ON / Frank Hugelmeyer ha illustrato il progetto “Outdoor Retail for the Future” a cura di: Benedetto Sironi “Il futuro del retail secondo noi” “Vendete un’esperienza, non solamente prodotti”. Questo uno dei credo alla base del nuovo progetto firmato OIA e IDEO. Con l’obiettivo di oltrepassare il vecchio e tradizionale modello di business, verso un outdoor più connesso, inclusivo, accessibile, esperienziale, integrato nella vita quotidiana e urbana. Nel corso dell’EOS di Stoccolma Frank Hugelmeyer (foto a destra), presidente dell’Outdoor Industry Association americana, ha esposto il progetto “Outdoor Retail for the Future”, realizzato in collaborazione con la società di consulenza sull’innovazione IDEO. Questa iniziativa traccia un nuovo profilo del retail specializzato outdoor alla luce delle più attuali tecnologie e di un mercato in continua evoluzione. Frank ha dichiarato che l’ispirazione alla base del progetto proviene in parte dell’osservazione di un cambiamento demografico: il 70-80% della popolazione americana vive oggi in un contesto urbano o suburbano. Questo, insieme a diverse altre variabili, delinea un segmento di consumatori “amatoriali e occasionali” che non è ancora sfruttato. finalità della ricerca - L’obiettivo della ricerca è quello di definire un moderno profilo di retail che sia in sintonia con il consumatore di oggi e che possa servire come punto di riferimento per tutti gli operatori del mercato. I quali spesso si rivolgono solo al grande appassionato outdoor tralasciando una fetta consistente di potenziali clienti. Per approcciare con successo il futuro è indispensabile “distruggere” il vecchio e tradizionale modello di business. Ma soprattutto concentrarsi sulla creazione di esperienze e non sulla mera vendita di prodotti. Per fare ciò è necessario puntare sulle seguenti 4 opportunità di sviluppo. Social and Connected - Da un punto di vista sociale, entro il 2030 il 22% della popolazione sarà rappresentato dalla generazione Y (ovvero quella composta da giovani nati dopo il 1982 e divenuti dunque maggiorenni nel nuovo millennio). Questa generazione ha una cultura digitale la cui influenza la porta a pensare e a comportarsi diversamente rispetto al passato. I consumatori cresciuti in quest’epoca non necessariamente vogliono allontanarsi totalmente dal digitale. La mentalità del consumatore odierno è più “social” e si aspetta immediatezza. L’attività outdoor si traduce per questo target in un’opportunità di socializzazione, non si tratta più dunque di sola avventura. Il mercato deve pertanto definire soluzioni che consentano alle persone di “connettersi socialmente”, invitando ad esempio i clienti ad appuntamenti che contribuiscano alla creazione di una community. In questo modo il retailer diventa parte integrante della rete sociale di clienti. Inclusive - Le persone con diverso background culturale non sempre percepiscono l’outdoor come attività prestazionale. Ad esempio può essere interpretato come occasione di svago, come tempo da dedicare alla famiglia e come momento meditativo. I consumatori non sempre quindi sono in cerca di sfide o avventure. Piuttosto cercano un’occasione per rilassarsi e per apprezzare la vita all’aria aperta. Il retailer deve pertanto riflettere gli interessi dei nuovi “adepti” al mondo outdoor e cercare di definire una proposta onnicomprensiva. Accessible - Coloro che vivono in contesti urbani valutano la prossimità del luogo dove svolgere attività all’aperto, il comfort e la convenienza. Si delinea così un nuovo modo di intendere l’outdoor, che risulta non troppo distaccato dalla vita di tutti i giorni. Il nuovo outdoor è quindi integrato nella vita quotidiana e urbana. È più vicino a una pausa caffè che a una spedizione di 6 mesi. Il mercato deve per questo allontanarsi dal concetto di “remoto” e rendere l’attività in montagna accessibile, ampliando i propri orizzonti al di là della clientela core per soddisfare le esigenze di un target più generalista. Experiential - In linea di massima i consumatori si stanno allontanando dal concetto di possesso, abbracciando quello di accesso. Questo perché, da un punto di vista pratico, i giovani adulti odierni guadagneranno meno rispetto ai loro genitori. Per questo la tendenza è quella di ricercare l’accesso a un bene e non necessariamente la sua proprietà. La priorità è oggi più sull’esperienza che sul possesso. Il focus è sulla storia, non sul contorno. Il che significa che i consumatori sono concentrati sul collezionare esperienze più che attrezzature. Il retailer deve dunque imparare a raccontare una storia più che vendere un prodotto. L’outdoor deve diventare un’esperienza. Frank Hugelmeyer showed us the “Outdoor Retail for the Future” project “The future of retail in our opinion” During the Sockholm EOS Frank Hugelmeyer, president of the American Outdoor Industry Association, unveiled the “Outdoor Retail for the Future” project made in partnership with market research consultants IDEO. This initiative traces a new profile of the specialised outdoor retail considering modern technologies and an ever changing market. Frank said that the inspiration for the project came, in part, from the observation of a demographic shift: today, 70-80% of the US population lives in an urban or suburban environment. This trend, in combination with many other variables, has elicited a broader consumer segment that, in the eyes of the OIA, has remained virtually untapped. Focus of the research - The project is focused on helping the industry understand the change in definition of the outdoor business and figuring out how to capture a much broader consumer segment of customers than those we are used to speaking to right now. To successfully approach the future it’s important to “demolish” the old and the traditional business model and to focus on the creation of experiences rather than just on the sales of products. These are the 4 development opportunities to keep in mind. empowered and social; immediacy is expected. The outdoor is an opportunity for social connection. It’s not about a solo adventure. The market must therefore design ways for people to be social and connected like inviting match up and dating groups. In this way the reailer becomes part of the social network of clients. Inclusive - People with different cultural backgrounds have other exceptions of the outdoors than adventure and excellence. For example, the outdoors can be viewed as a place for leisure, family time, or meditative appreciation. Consumers are not looking for adventure and challenge. They’re looking for something different - whether it’s about relaxation, leisure, or appreciation of the outdoors. The retailer must reflect the interests of new participants and enthusiasts trying to define an inclusive proposal. Accessible - Urban citizens value walkability, proximity, and convenience over ownership and isolation - or separation. The outdoor is therefore nearby, and it’s not that different from real life. The new outdoor is integrated into urban, daily life. It is a coffee break, not a 6-month expedition. The market must shift away from a point of view of around remoteness and make the outdoor activity accessible by broadening its horizons towards a more generalist target. Experiential - At the edges, consumers are shifting away from ownership in favour of sharing and access. Economic drivers and shifting values go hand in hand; consumers are increasingly prioritizing experiences over possessions. It’s about the story, not the stuff. Consumers are drawn to and collect experiences rather than gear. The retailer must tell a story rather than selling gear and focusing on transactions. Social and Connected - Under a social point of view, millennials (young people born after 1982) will be 22% of the population by 2030. The influence of digital culture means we are thinking, behaving and interacting differently. Consumers who grew up digital don’t necessarily want to ‘get away from it all’. This mindset is more 38 1 / 2014 outdoorindustry.org/reinventretail EVENTS / Dal 13 al 15 ottobre a Portoroz, in Slovenia a cura di: Simone Berti White circus on the sea L’evento Elan Ski ha portato bambini e atleti in una pista artificiale vicino alla laguna. Aperta dalla tavola rotonda “Bring kids back to the snow”, la manifestazione aveva lo scopo di incentivare e promuovere lo sci fra i più piccoli. White circus on the sea Da sinistra: Filip Flisar (campione mondiale skicross), Matjaz Sarabon (presidente Federazione Sci Slovena), Luka Grilc (PM Elan) e alcuni dirigenti FIS Come portare una pista da sci in città. L’ha fatto Elan, organizzando a ottobre (dal 13 al 15) un evento molto particolare nella località slovena di Portoroz: “White circus by the sea”. Per l’occasione è stata allestita, nella scalinata che dalla laguna alla chiesa di St. Bernardin, una vera e propria pista con neve artificiale. E proprio lì diversi bambini si sono cimentati con sci Elan in compagnia di alcuni top atleti internazionali del marchio (fra i quali spiccava l’inconfondibile cresta di Glen Plake). “White circus by the sea” è stato infatti organizzato allo scopo incoraggiare i più piccoli a spendere più tempo in pista e, più in generale, all’aperto. Tavola rotonda - Visto l’intento promozionale rivolto ai bimbi verso le attività di montagna e su neve, l’evento è stato anche l’occasione per una tavola rotonda curata dagli organizzatori dal titolo “Bring kids back to the snow”. L’incontro ha contato ospiti istituzionali e rappresentativi di alto livello: Jernej Pikalo, ministro sloveno per l’Educazione, lo Sport e le Scienze, Andrew Cholinski e Matjaž Šarabon a rappresentare rispettivamente la FIS (International Ski Federation) e la Ski Association of Slovenia, il brand and products director di Elan Luka Grilc e il freestyler Filip Flisar. Ne è conseguita una discussione interessante dalla quale si è evinto come lo sport attivo sia diventato sempre più vitale negli ultimi anni per i bambini, per i quali è purtroppo cresciuto in maniera allarmante il tasso di obesità, secondo diverse ricerche internazionali. 40 1 / 2014 In pista - In seguito alla tavola rotonda sono poi giunti in laguna gli atleti del team Elan e alcune leggende dello sci, pronti a essere accolti dalla folla festante già presente a bordo pista. Tra questi, solo per citarne alcuni: Christian Mayer, il già presente Filip Flisar, Andrej Šporn, Mitja Valenčič, Matic Skube, Peter Prevc, Jaka Hvala, Bojan Križaj, Davo Karničar, Glen Plake e Urška Hrovat. Alcuni di loro si sono divertiti ad accompagnare i bimbi in pista, sia in discesa che in salita, dopo l’apertura ufficiale della pista operata dal sindaco di Pirano, Peter Bossman. Per l’occasione Bojan Križaj ha portato con sè gli sci con i quali aveva concluso la sua carriera a Saalbach, presi in prestito dal museo di Tržič. La pista si è estesa su uno spazio di 400 mq e la neve artificiale, completamente chemical-free, era stata precedentemente mantenuta per 5 giorni in speciali stanze refrigeranti. Soddisfazione alla fine dell’evento è stata espressa dagli organizzatori e dalle istituzioni presenti. Primož Ulaga, presidente della Ski Association of Slovenia, ha dichiarato: “Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’evento e, nonostante alcuni dubbi iniziali, ora vediamo che ne è valsa la pena. C’è il desiderio che diventi una tradizione, in modo da incoraggiare il più possibile i bambini a iniziare a sciare, rivelando magari talenti nascosti”. Ancora più contenti si sono rivelati i rappresentanti di Elan, che hanno inoltre presentato la tecnologia U-Flex, novità assoluta del marchio. “I nuovi sci Elan con tecnologia U-Flex sono i più morbidi sul mercato. Permettono ai più piccoli di imparare con facilità e, cosa più importante, di divertirsi. Speriamo incoraggi sempre più ragazzi a entrare nel meraviglioso mondo degli sport invernali”, conclude Luka Grilc, brand and products director per Elan. How to bring ski to the city? Elan did it, organising in October (from the 13th to the 15th) a special event in Portoroz, Slovenia: “White circus by the sea”. An artificial ski slope was set up on the staircase that leads from the church to the lagoon. Many kids had thus the chance to ski with Elan skis and the help of some of the athletes sponsored by the brand. The round-table discussion The event was also the occasion for a the “bring back kids to the snow” workshop hosted by Elan. The meeting involved high-level institutional guests: Slovenian Minister of Education, Science and Sport Dr Jernej Pikalo, a representative of the International Ski Federation (FIS) Andrew Cholinski, a representative of the Ski Association of Slovenia Matjaž Šarabon, brand and products director of Elan Luka Grilc and freestyle skier Filip Flisar. During the workshop some very interesting points emerged: in recent years active sport has become increasingly vital for kids, considering the alarming results of international researches that highlight the alarming increase in child obesity rates globally. On the slopes After the workshop, some ski legends and Elan athletes reached the lagoon. Among them: Christian Mayer, Filip Flisar, Andrej Šporn, Mitja Valencic, Matic Skube, Peter Prevc, Jaka Hvala, Bojan Križaj, Davo Karnicar, Glen Plake and Urška Hrovat. Some of them had fun helping the kids on the slope after the official opening by Peter Bossman, mayor of Pirano. The slope measuring 400 square metres was made out of artificial snow, which had been in the making for five days prior to the event in special freezer rooms. The snow was completely chemical-free. The organisers of the event and local institutions were very happy with the outcomes of the event. Primož Ulaga, president of the Ski Association of Slovenia said: “We are pleasantly surprised with the response to the event, and although we had some initial doubts, we now see that the event was really worth it. We wish this could become a tradition, which would encourage as much children as possible to take up skiing.” Representatives of Elan were also pleased with the event, which they used to present their global innovation, the so-called U-Flex ski. EVENTS / IL BRAND SPORTIVO DI ARMANI PROTAGONISTA SULLA NEVE La neve è più “cool” con EA7 a cura di: Benedetto Sironi Il Winter Tour in viaggio in 11 prestigiose località italiane ed europee. Tra test prodotti, ski challenge, photoshooting, apres ski e aperitivi. In un’atmosfera esclusiva ma accessibile e con un’ottima risposta in termini di afflusso e interazione con il pubblico. Splendido scenario per la tappa di Cortina Armani, oltre che sulle passerelle di tutto, il mondo è sempre più protagonista nello sport con il brand EA7. Innanzitutto la squadra di basket Olimpia di Milano, sponsorizzata proprio dal marchio sportivo di “Re Giorgio”. Poi sarà nuovamente in vetrina alle Olimpiadi Invernali di Sochi come official outfitter della nazionale italiana. EA7 sta animando le nevi italiane e non solo con il suo nuovo tour invernale, organizzato come lo scorso anno dall’agenzia bergamasca Spia Games in 11 località di prestigio tra Italia, Francia, Svizzera e Austria, fino ai Pirenei di Andorra. Tra i momenti clou l’EA7 Skiing Challenge e i test dei prodotti: abbigliamento ma anche snowboard e sci marchiati EA7 (questi ultimi prodotti dall’italiana Blossom). L’EA7 Winter Tour è partito il 7-8 dicembre a Courmayeur. Ecco il report delle successive 4 tappe, in attesa di Cervinia, Alta Badia, Kitzbuhel, St. Moritz Celerina, Andorra, Courchevel, Val d’Isere e infine di nuovo a Courmayeur per il gran finale (21-23 marzo). Bormio-27/28 dicembre Ski Area Bormio 2000 Le due giornate di sole post 25 dicembre hanno evidenziato un’altissima affluenza all’interno dell’igloo e nella ski area (presenza di molti italiani come abitudine ma numerosi anche gli stranieri viste le prove della discesa libera maschile). Gradita la presenza di Christof Innerhofer, atleta di punta della nazionale italiana e testimonial EA7. Grande collaborazione con la Scuola sci Bormio alta Valtellina sponsorizzata EA7. Organizzato un apres ski con il punto vendita Rino Sport Gallery, EA7 e la partnership con Aperol Spritz. Oltre 12mila le presenze e 100mila i passaggi registrati a Bormio nel weekend. Livigno-30/31 dicembre Ski Area Carosello 3000 Le due giornate soleggiate in concomitanza del capodanno, hanno determinato un’ottima affluenza anche da parte degli stranieri. La grande richiesta di capi tecnici e non della collezione invernale EA7 presso i negozi Zinermann e Dany Sport hanno riconfermato il successo della scorsa stagione, aumentando le aspettative grazie a nuove richieste e ordinativi ad hoc per la clientela all’interno dell’igloo. Nel weekend livignasco registrati 23mila presenze e 140mila passaggi. M. Di Campiglio-2/3 gennaio Ski Area FortinI Località nuova rispetto allo scorso anno, ha portato a grande successo grazie al favorevole periodo. Quasi 100 prodotti testati, 1.000 persone nell’area igloo, oltre 60 iscritti alla gara. Numeri che hanno fatto primeggiare la località sia sulle tappe dello scorso anno svoltesi nello stesso periodo che quelle di questo tour natalizio. Serafini Sport, entusiasta dell’attività organizzata e del responso all’interno del punto vendita, ha esaltato la grande attenzione della clientela verso i prodotti EA7. Rilevanti anche i numeri generali della località con 25mila presenze e 155mila passaggi. Cortina-6 gennaio Ski area Socrepes Da sottolineare la partecipazione di 137 bambini che hanno affrontato la gara, con grande partecipazione ed entusiasmo, organizzata dalla prestigiosa Scuola sci Cortina sponsorizzata EA7. Il rientro di tante persone ha portato un’affluenza ridotta il secondo giorno ma il negozio Cooperativa di Cortina ha comunque ricevuto molte soddisfazioni grazie alla richiesta di numerosi prodotti EA7 visionati all’interno dell’igloo. www.armani.com/it/ea7 The snow is cooler with EA7 The fashion designer’s Winter Tour is travelling to 11 prestigious locations in Italy and Europe featuring product tests, photo shootings, après ski events and cocktail parties. An exclusive yet approachable atmosphere, which has been able to attract and engage a large audience. Besides being an essential presence at fashion show all the world round, Armani is also becoming more important in the sports sector with their new brand EA7, gaining visibility from the next Winter Olympics as the official outfitter for the Italian teams. EA7 is also present at many Italian and international skiing destinations thanks to the Winter Tour, which the company has organised with Bergamo-based agency Spia Games in 11 top locations in Italy, France, Swiss, Austria and in the Pyrenees. Among the most exciting events the EA7 Skiing Challenge and the product test. The brand does not only offer clothing, but also EA7branded snowboards and skis. The EA7 Winter Tour took off on December, 7th-8th in Courmayeur. Here is the report of the four following stops, waiting for Cervinia, Alta Badia, Kitzbuhel, St. Moritz Celerina, Andorra, Courchevel, Val d’Isere and the closing event, back in Courmayeur on March, 21st-23rd. Bormio December - 27th28th - During the two sunny days after December, 25th many people turned up at the igloo and the ski area. Christof Innerhofer, a leading Italian athlete, was present. Rino Sport Gallery organised an après ski event with Aperol Spritz and EA7, which also partnered with the ski school of Alta Valtellina in Bormio. During the weekend more than 12 thousand people stayed in Bormio and 100 thousand people visited the town. people in the igloo area and more than 60 athletes in the competition. The store Serafini Sport organised the event and was very happy with the results and with the popularity of EA7 products with its customers. 25 thousand Livigno December - 30th31st - Events during the two sunny days before New Year’s Eve were very well attended by Italian and international tourists. Demand for EA7 clothing at the Zinermann and Dany Sport stores was very high, proving the lasting success of the collection. 23 thousand people stayed in town during the weekend, and 140 thousand visited Livigno. people stayed in town during the weekend, while the number of visitors was over 155 thousand. Madonna di Campiglio - January, 2nd/3rd - This new location added to the previous year’s tour was very successful. Almost 100 tested products, 1,000 I maestri della Scuola sci Bormio alta Valtellina e della Scuola sci Cortina (al centro) entrambi sponsorizzati EA7. A destra veduta interna dell’igloo Cortina - January, 6th 137 enthusiastic children took part in the ski competition organised by the prestigious Scuola Sci Cortina (Cortina’s ski school) and sponsored by EA7. Being the last day of the Christmas holidays the attendance was slightly reduced on the second day. Nonetheless at the Cooperativa store in Cortina the managers were very happy with the success of the EA7 products tested by customers in the igloo. 1 / 2014 41 events / Lo scorso 24 novembre l’esordio con quasi 700 runners a cura di: Marta Villa Valtellina Wine Trail, un contest “di-vino” Numeri importanti quelli della prima edizione dell’evento, con due percorsi (lungo da 42 km e breve da 20 km) che hanno attraversato i vigneti valtellinesi e alcune cantine vitivinicole locali. Tra i “vip” presenti, Giovanni Storti che ha presentato a Sondrio il suo nuovo libro. Ottimi risultati quelli registrati dalla prima edizione del Valtellina Wine Trail, che si è corsa lo scorso 24 novembre. Ben 635 atleti hanno tagliato il traguardo posto in piazza Garibaldi a Sondrio. Erano invece circa 700 gli iscritti ai nastri di partenza, che hanno fatto chiudere le iscrizioni con circa 3 settimane di anticipo. I partecipanti si sono sfidati lungo i vigneti della Valtellina su due tracciati: quello lungo con partenza da Tirano (42 km con 1.830 mt di dislivello positivo) e quello corto con partenza da Chiuro (20 km con 732 mt di dislivello positivo). Entrambi, con traguardo in Piazza Garibaldi a Sondrio, hanno regalato bellissime vedute sulla vallata valtellinese e hanno compreso passaggi lungo i vigneti e all’interno di alcune cantine vitivinicole locali. Da segnalare il mini-trail promozionale dedicato a bambini e ragazzi organizzato nei pressi del traguardo. La classifica dell’half trail - Tutti i 20 km del percorso “breve” sono stati dominati dall’azzurro di corsa in montagna Luca Cagnati, che ha chiuso la sua gara in 1h 19’ 46”. Il 23enne bellunese ha lasciato spazio nella prima parte di gara al tricolore di maratona Migidio Bourifa, primo al traguardo volante posto all’ingresso della splendida Cantina Negri dopo 3 km di gara e infine quinto all’arrivo. Poi via verso il traguardo, guadagnando progressivamente spazio su Andrea Regazzoni, secondo di giornata con un tempo di 1h 21’ 21”. Chiude il podio il primo dei valtellinesi, Enrico Benedetti, in 1h 24’ 56”. Sul fronte femminile, vince la la francese Maud Gobert che in 1h 41’ 14” ha lasciato a debita distanza l’inglese Anne Buckley (seconda con un tempo di 1h 49’ 15”) e l’italiana Serena Piganzoli (terza con un tempo di 1h 49’ 44”). Il podio della maratona - Profilo internazionale anche per il percorso più lungo, partito da Tirano. Merito dell’ungherese Simona Staicu, sempre solitaria al comando 42 1 / 2014 Valtellina Wine Trail: IN IT TO WINE IT! e prima in 3h 56’ 00” davanti a Cinzia Bertasa (4h 14’ 45”) e Anna Conti (4h 21’ 33”). Il podio maschile è stato invece conquistato dallo svizzero Beat Ritter che in un concitato finale è riuscito a contenere la straordinaria rimonta del valtellinese Cristian Pizzati. Soli tre secondi a dividerli, con il cronometro a fissare in 3h 22’ 48” il tempo con cui inaugurare l’albo d’oro. Terzo in classifica Giorgio Compagnoni di Bormio, che ha chiuso la gara in 3h 25’ 23”. L’obiettivo dell’evento - L’iniziativa è stata organizzata dal pluricampione mondiale di corsa in montagna Marco De Gasperi (che ha tracciato il percorso), insieme agli atleti di corsainmontagna.it, ad Asd Pentacom e a tutti i 10 Comuni coinvolti. L’intenzione era quella di aprire una finestra sulla Valtellina e sui suoi prodotti tipici, a cominciare dal vino. Un filo conduttore per entrambi i percorsi di gara, davvero apprezzato da tutti gli iscritti tra i quali anche un “famoso della tv”: Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), presente a Sondrio anche per promuovere il suo libro “Corro perchè mia mamma mi picchia” scritto insieme a Franz Rossi, con lui in gara nella prova più breve. Le dichiarazioni del tracciatore - Marco De Gasperi, a chiusura dell’evento, ha dichiarato: “È stata una bella esperienza, ma anche molto dura. Devo ammettere che da solo non ce l’avrei mai fatta. Per questo devo ringraziare ogni amico e ogni volontario che si è reso disponibile per la buona riuscita dell’evento. Da atleta è molto più facile: devi allenarti, indossare un pettorale e correre cercando di fare il meglio possibile. Da organizzatore, invece, vi sono un milione di variabili che devi prendere in considerazione e quando pensi che tutto è a posto, eccone ancora un milione che non avevi minimamente considerato”. I feedback “istituzionali” - Cinzia Cattelini, assessore agli eventi, turismo e attività produttive del Comune di Sondrio, ha commentato come segue la buona riuscita dell’iniziativa: “Un bellissimo appuntamento sportivo che ha permesso di promuovere la nostra Valle sia da un punto di vista paesaggistico sia culturale, attraverso un evento di turismo sostenibile così vicino all’identità del nostro territorio. L’attenzione all’ambiente di questa manifestazione si è potuta vedere in ogni dettaglio e siamo molto felici del positivo riscontro che ha ottenuto. I nostri bellissimi paesi, i terrazzamenti, ma anche i buonissimi prodotti enogastronomici di cui la nostra terra è così ricca hanno coronato il successo del primo Valtellina Wine Trail”. The results of the first edition of Valtellina Wine Trail are exceptional. The competition was held on November, 24th 2013. 635 athletes reached the finish line in Piazza Graibaldi in Sondrio. The total participants at the start of the race were 700. The athletes run against each other in the vineyards of Valtellina following to different courses: a long one started in in Tirano (42 km with 1,830 metres of altitude gap) and a short one beginning in Curno (20 km with 732 metres of altitude gap). Beautiful views of the Valtellina valley could be enjoyed from both courses, which went through the vineyards and cellars of some wine producers. The half-trail top chart - The 20 km of the “short” track were conquered by Luca Cagnati, who finished the race in 1h 19’ 46”. Migido Bourifa stayed ahead of the 23-year-old from Belluno during the first half of the competition, although he arrived fifth eventually. Andrea Regazzoni arrived second in 1h 21’ 21”. Third place to Enrico Benedetti (1h 24’ 56”). Maud Gobert (France, 1h41’14”) was the first woman to finish, followed by Anne Buckley (England, 1h49’15”) and Serena Piganzoli (Italy, 1h49’44”). The marathon - Many international athletes also competed in the long marathon. Simona Staicu (3h 56’ 00”) was first, followed by Cinzia Bertasa (4h14’45”) and Anna Conti (4h21’33”). The male podium was conquered by Beat Ritter after he managed to overcome Cristian Pizzati’s attempt to come back. The two finished at just three seconds from one another - Ritter arriving first in 3h 22’ 48”. Third place went to Giorgio Compagnoni, from Bormio, who finished in 3h 25’ 23”. The goal of the event - The initiative was organised by the mountain running world champion Marco De Gasperi together with the athletes of corsainmontagna.it, ASD Pentacom and 10 municipalities of the area. The goal was to showcase Valtellina and its products - especially its wine. A theme that linked both race tracks and that was appreciated by the participants. Among which there was a famous Italian TV personality, Giovanni Storti (of Aldo, Giovanni e Giacomo fame) who was in Sondrio to promote his new book “Corro perché mia mamma mi picchia”, co-written with Franz Rossi. The organiser - Marco De Gasperi stated: “It’s easier as an athlete: all you have to do is to practice, wear your uniform and run as best as you can. As an organiser there are millions of things you have to take into account… and when you think you have everything under control, a million more require your attention.” events / Sul Monte Piana la seconda edizione del meeting a cura di: Simone Berti La carica dei 100 highliner Nove giorni all’insegna dell’highline nel campo base stabilito alla capanna Carducci. Tantissimi i partecipanti giunti da venti Paesi, non solo europei, per l’iniziativa organizzata dall’A-team di Alessandro d’Emilia, Armin Holzer, Aldo Valmassoi e Niccolò Zarattini. La prima edizione, svoltasi lo scorso anno, aveva lasciato nei cuori dei partecipanti un desiderio pieno di replicare l’Highline Meeting, magari coinvolgendo più partner e, di conseguenza, riuscendo ad attirare più amanti della slack. E così, il gran lavoro fatto dall’Ateam, organizzatrice dell’evento, è stato premiato con un’edizione ricca in ogni aspetto, per la gioia dei partecipanti come dello stesso team (composto da Alessandro d’Emilia, Armin Holzer, Aldo Valmassoi e Niccolò Zarattini). La location non poteva che essere confermata: il Monte Piana, con la sua meravigliosa panoramica sulle Dolomiti di Sesto e le memorie della grande guerra. Importante il supporto dei main sponsor Scarpa e Bailo e la collaborazione organizzativa di Le Lepri di Misurina. 100 e più - I nove giorni trascorsi all’insegna di highline, musica e amicizia, hanno portato al campo base della capanna Carducci più di cento giovani highliner accorsi da oltre venti Paesi diversi, da tutta Europa e non solo. Rispetto alla scorsa edizione è aumentata sensibilmente la partecipazione di atleti di alto livello, dal tedesco Alexander Schulz al polacco Jan Galek, ma anche gli italiani non sono stati da meno, segno che la nuova disciplina si sta velocemente diffondendo nella penisola. facendo divertire tutte le squadre che vi hanno preso parte e offrendo qualcosa di diverso rispetto alla consueta atmosfera di unione e non competitività della manifestazione. A trionfare nella staffetta è stato il “team 3P” della Repubblica Ceca, che è riuscito a completare il circuito in meno di sei minuti. Nel mentre, grazie alla collaborazione con Ticket to the moon, azienda produttrice di amache tecniche, è stato possibile effettuare il primo record mai provato di amache appese alle highline: ben 15 per un totale di 17 persone. On the slack - Grazie soprattutto al supporto di Scarpa e Bailo, numerosi highlights hanno arricchito l’intensa settimana sulla cima del Monte Piana. Come la prima edizione dello Scarpa Slack Trail, un fun team contest che ha ravvivato lo spirito di tutti gli iscritti. Si tratta di una staffetta a squadre lungo un percorso misto di highline, arrampicata e corsa. Il format, ideato appositamente dall’A-Team, ha riscosso un enorme successo, oltre ogni aspettativa, A corollario - Ma non di solo slackline sono state impegnate le 9 giornate del Meeting. Ben tre gruppi musicali, Leverins, C+c=Maxigross e Matahari, hanno dato inizio ai giochi il primo giorno, accompagnando con la loro musica i passi sospesi sul vuoto dei giovani highliner e creando un’atmosfera al campo base davvero emozionante. Sotto la guida della cortinese Marzia del Favero si è tenuto invece un workshop di meditazione in contemplazione 1 / 2014 Oltre ai main sponsor già citati, sono state diverse le realtà e le aziende che hanno offerto il loro prezioso sostegno: il Comune di Auronzo di Cadore, il Consorzio turistico di Auronzo e Misurina, il Soccorso Alpino di Sesto, gli sponsor tecnici quali Landcruising, Autrialpin, Nordica, Orange, Monvic, e quelli locali come Panificio Happacher, Seiterhof, Mondolatte Tre cime, Macellerie Sperandio, Kiku, Centro Frutta di Auronzo, Birra Dolomiti e Moser. Inoltre sono stati numerosi i volontari che hanno reso possibile la manifestazione. Questa seconda edizione dell’Highline Meeting ha trasformato ancora una volta il Monte Piana, teatro di una delle più sanguinose guerre della storia, in un luogo di pace e di incontro. E tutti i partecipanti hanno saputo ricordarne la storia e vivere assieme la montagna nel rispetto dell’ambiente. highlinemeeting.com One hundred and one highliners The first edition of Highline Meeting was so successful that participants were eager to replay. ATeam - organising the event - managed to create a rich and interesting second edition. The location was already perfect: Monte Piana, with its amazing views overlooking the Dolomites of Sesto and the places of World War I. Important support was given by the two main sponsors, Scarpa and Bailo, while Le Lepri di Misurina partnered in the organisation of the event. 100 and more - The nine days dedicated to highline, music and friendship brought to the base camp more than one hundred enthusiastic young highliners from over twenty different European 44 del tramonto. Inoltre, per chi avesse avuto bisogno di sgranchirsi dopo le notti trascorse nel sacco a pelo, ogni giorno Dominik Baldessari è stato a disposizione dei partecipanti per praticare acroyoga. Da non dimenticare poi il Knödel night party offerto dal gestore del rifugio Carducci, tutto a base di canederli. and non-European countries. Compared to the previous edition the participation of high-level athletes has increased. Among the participants there were Alexander Schulz from Germany, Jan Galek from Poland. There were also many Italian athletes, a sign that the discipline is quickly taking on in Italy. On the slack - Numerous highlines were set up for the week-long event on Monte Piana, thanks to the support of Scarpa and Bailo. The fun team contest Scarpa Slack help set the atmosphere: the competition consisted of a mixed relay race with highline walking, climbing and running. The format, devised by A-Team, was very successful. Thanks to the cooperation of Ticket to The Moon, a company specialising in hammocks, a record was broken: fifteen hammocks were hanged to the highlines, hosting seventeen people. More than slacklining - The nine days of the Meeting were not only dedicated to slacklines. Three musical groups opened the event: Leverins, C+c=Maxigross and Matahari. Marzia del Favero guided a workshop on meditation at sunset. Every day Dominik Baldessari was available for guided practice of acroyoga. And finally, the Knödel Night Party was offered by the managers of the Carducci dew.
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