ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 CURARE FONDAZIONE MADRE CABRINI ONLUS Un sorriso…. SOMMARIO Eitoriale 3 Contributi Professionali 5 Focus 9 Argento vivo 11 La ricetta 15 Tempo di bilanci- Appuntamenti-Corsi 18 Logo Fondazione 19 Pagina 2 CURARE pubblicazione trimestrale della Fondazione Madre Cabrini onlus Collaboratori:operatori e personale della fondazione madrea cabrini. E-mail : cdr.santangelo@libero.it Se vuoi inviare contributi alla rivista marco_ferri@alice.it (Si prega di specificare nell’oggetto della mail come “articolo per curare”) ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 3 EDITORIALE Il riso abbonda...o abbandona Le tematiche di questo ultimo numero mi hanno un poco sorpreso. Quando , durante la riunione di redazione è stato proposto di scrivere un numero “allegro” che riportasse un poco delle cose sciocche che abbiamo sentito nel nostro lavoro quotidiano, ne sono stato contento. Adesso sono qui ad attendere che mi giungano gli articoli e non arriva nulla! Mi sento un poco rammaricato e rifletto…. Perché non arriva nulla sul sorriso? Nulla di umoristico? Il nostro quotidiano è così triste? Il nostro agire è così monotono e tedioso? Quando osservo la gente che sorride mi si apre il cuore. Quando vengo in RSA vedo molte cose non particolarmente allegre. Non le osservo con superficialità. A volte mi trovo a ridere e fare battute con le donne sedute intorno al tavolo del nucleo Cedro. Cerco di strappare loro un sorriso sottolineando una posa particolare che hanno involontariamente assunto. Sorrido con una delle “ragazze” e gli dico che “oggi è particolarmente elegante”. Altre volte vado al centro diurno e mentre Paola dice pazientemente i numeri della tombola io esclamo altri numeri a caso facendo un po’ di confusione e suscito qualche urlo, a volte qualche malumore. Ma se grido 110 (!) immancabilmente qualcuno insorge dicendo….”el ghè no!!!” Una volta mi è capitato di dover dire quasi un intero rosario per poter riuscire a far fare delle inspirazioni un po’ profonde ad una paziente cui stavo facendo una ecografia avendo scoperto che, mentre passava alla seconda parte dell’Ave Maria, per dare maggiore enfasi alla “S” di "Santa Maria" faceva un gran respiro ed invocava il cielo con tutta grande trasporto...e fiato! Solo pensare che il nostro agire sia fatto di pannoloni per contenere il nostro peggio, supposte per evocarlo (il nostro peggio), fleboclisi per tirarsi su, gli antibiotici che buttano giù, la lingua impaniata (c’è su un panino o c’è steso un panno ad asciugare?), l’addome batracIAAAno o altre simili cose...mi viene un poco da sorridere. Sorridere, già. Qualcuno potrebbe dirmi: ma tu sorridi della sofferenza altrui? Ma non ti sembra di essere insensibile e anche un po’ fetente..per non dire altro? Tu ti prendi gioco delle sofferenze di questi poveri anziani indifesi! Sei un essere insensibile!Questo potrebbe dirlo chi conosce gli anziani come una categoria astratta! Ho imparato molto dalle persone anziane. Da molte di loro ho imparato il sorriso che spesso celava la osservazione profonda della realtà Ho imparato che per sorridere è necessario osservare, comprendere la realtà e riuscire a vederne gli aspetti ironici. Solo una attenta osservazione della realtà e una sua profonda comprensione può permettere di sorridere anche di cose apparentemente difficili. Nel sorridere si sdrammatizza si cerca di rendere commedia ciò che può essere tragedia. Il sorriso, il motto di spirito ci permettono di sublimare le nostre paure almeno per un po’. Ci permettono di giungere alla profondità del significato delle nostre paure perché siamo costretti ad analizzarle, altrimenti, non potremmo riderne. Pagina 4 Molto spesso le barzellette che ci raccontiamo o le battute che ci hanno fatto ridere di più sono legate alla interpretazione, ironica e con i giusti tempi comici, di fatti o situazioni imbarazzanti, scabrose o addirittura tragiche che, viste alla luce di un corretto spirito, assumono un significato completamente diverso o capovolto. Allora mi domando: la nostra realtà è così triste o ci facciamo scivolare la quotidianità senza più osservarla, non la guardiamo più e quindi non siamo più capaci di scrivere e riportare le cose ironiche che abbiamo sentito? Non ci interessa più? O siamo semplicemente occupati in molte altre cose? Se così fosse almeno guardiamo con più rispetto e con un punto di vista diverso chi sorride e cerchiamo nuovamente di sorridere nella nostra giornata. Ed allora mi sia permesso di augurare Buon Natale a tutti. Che un sorriso possa maggiormente riempire i nostri occhi ed il nostro cuore. Almeno uno ogni giorno. ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 5 CONTRIBUTI PROFESSIONALI Non si può ridere di tutto e di tutti, ma ci si può provare (F. Nietzsche). A cura del servizio TdR T utti gli studi nel campo della salute ci assicurano che dovremmo cominciare col ridere di più, perché RIDERE FA BENE. Anzi fa benissimo! Per il buddismo Zen quindici minuti di risate equivalgono a sei ore di meditazione. Da sempre si sa, le persone allegre e ottimiste vivono più a lungo, e soprattutto vivono meglio. In particolare, la risata incrementa l'apporto di ossigeno ai polmoni, aumenta la resistenza cardiopolmonare (un minuto di risata equivale a dieci minuti di esercizi sul vogatore), rilassa i muscoli, massaggia gli organi interni, migliora la circolazione sanguigna, favorisce il sonno calmo e rilassato. La risata riduce la depressione e aumenta le difese immunitarie. Pagina 6 Beati quelli che sanno ridere di se stessi perché non finiranno mai di divertirsi (S.Agostino). Qui di seguito ecco una serie di “perle di saggezza” con cui sia chi le ha pronunciate sia chi le ha ascoltate ha avuto di che divertirsi… - Ho avuto una estorsione alla caviglia del piede sinistro. (distorsione) - Devono comunque operarmi perchè ho un menischio rotto (menisco) - Ma per fare il massaggio devo togliermi anche la maglietta della carne? - Dovrei fare un ciclo di attrazioni cervicali (trazioni) - Ho provato anche a fare le cure termiche ma niente (termali) - Ma il laser fa perdere i capelli? - - Il medico mi ha prescritto l'ecografia della cuffia dei nuotatori (rotatori). - Devo fare un ciclo di magnoterapia. (magnetoterapia) - Mia mamma deve fare un ciclo di ginnastica perché ha avuto un iptus.(ictus) - Vorrei prenotare un ciclo di magneticoterapia. - Il medico mi ha detto che ho l’ iperlardosi lombare. (iperlordosi) - Si deve pagare seduta standa? - Avresti bisogno di un bravo massaggista (massaggiatore) - Soffro spesso di granchi al polpaccio! (crampi) - La cinesiterapia voglio farla da voi perché dei cinesi non mi fido. (standard) ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 7 LA RICETTA DELLA FELICITA' A cura del serivizio animazione Raduno auto d’epoca 4 cucchiai di buona volontà 20gr di simpatia aggiungete una buona dose di impegno una larga quantità di feste e musica una spruzzata di allegria 400gr di sorrisi una spolverata di tutte le età 250gr di benessere una manciata di spensieratezza mescolate con un pizzico di "Si può fare!" e senza fretta aggiungete una buona boccata di aria fresca, versare la fede a pioggia e la preghiera profonda aggiungete un grosso arrivederci e otterrete con capacità la famosa torta della Felicità. ? ? Pagina 8 Anche i medici nel loro piccolo…ne sentono di tutti i colori. Io non sono medico, nella mia ignoranza penso che sia giusto guardare dal punto di vista del paziente. Non voglio giudicare ma penso che lei sbagli…con tutto il rispetto. Sa io mi occupo di tutt’altro ma lo zio di mio cugino è medico in un grande ospedale e mi ha detto che non si fa in questo modo e poi ho guardato su internet. E’ sicuro che sia giusta questa terapia? A volte si assistono a discorsi semplici come questi che mi evocano tenerezza e mi suscitano comprensione. Altre volte, specie in ambulatorio si sentono cose che ormai devono essere nel gergo comune in quanto si trovano anche in rete, probabilmente sentite da molti colleghi. A volte i nostri diari medici fanno proprio ridere se riletti Alcuni esempi: Dottore quanto ho di depressione? La paziente riferisce di aver vomitato la supposta dopo due ore dall’assunzione Si richiede Rx apparato digerente per dolori per tutta la vita Si richiede Rx apparato digerente per dolori per tutta la vita Suo marito e' iperteso? No, e' benzinaio. Pulire con acqua ossigenata e medicare con tintura d’odio. Ferita al braccio sinistro da addentamento di cane la cui famiglia asserisce essere in regola con le vaccinazioni Nel cadere urtava violentemente piede e ginocchio sinistro riportando trauma cranico Si medica la mano di ieri Trauma contusivo in sede glutea da cornata di animale non bene identificato per la repentina fuga del paziente...forse capra Mi manca una dottrina all’occhio sinistro Dottore, non riesco a prendere l’ascensore perché soffro di gastrofobia Salve, mi servirebbe un container per le urine Scusi dottore, quant'è il suo onorevole? Lei russa? Sì, ma solo quando mi metto in posizione suina. Devo assolutamente fare una gastronomia. Si commettono molti errori sia nel dire che nello scrivere. I diari dei medici a volte sono esilaranti. Spesso coloro che si ritengono colti scrivono strafalcioni, quelli più semplici invece, più facilmente accentano e cercano di addolcire con un gusto tutto personale termini che sembrano loro molto brutali. In ogni caso è importante ricordarsi che il sorridere ci fa essere maggiormente felici e questa comporta, anche in termini biochimici, un miglioramento della secrezione di molteplici sostanze sia ormonali che di altro tipo che ci aiutano a mantenere un buon stato di salute. Quindi sorridere fa bene e sorridere di sé stessi ancora meglio. Però vi prego… quando si fa un intervento chirurgico di solito lo fa il chirurgo e non il paziente quindi nessuno di noi “ si opera” ma viene operato!!!! Pagina 9 FOCUS Il sorriso....una faccenda molto seria. Breve excursus sul sorriso.... Ippocrate e Galeno, (V e IV sec. a.C.): la risata ha la potenzialità di migliorare il decorso delle malattie,l'umore malinconico può impregnare il sangue di sostanze velenose. Kant trovava nella risata “un’aspettativa carica di tensione che si trasforma in nulla” Herbert Spencer: “le emozioni e le sensazioni tendono a generare movimenti fisici, per cui quando la coscienza si trasferisce senza accorgersene dalle grandi alle piccole cose, la forza nervosa così liberata si diffonde per i canali di minor resistenza, cioè nei movimenti corporei del riso”. Sigmund Freud ha scritto un libro nel 1905 “Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio” e dice: “Il sogno serve più che altro a difendere dall’ansia,mentre il riso serve a procurare un piacere; tutte le nostre attività psichiche si incontrano in questi due scopi”. “L’umorismo è il più eminente meccanismo di difesa” (1927). Con la risata, le inibizioni interne ricordate sopra vengono spazzate via; gli impulsi (ad es. quelli aggressivi), non più ostacoli, sono quindi soddisfatti con un mezzo che è piacevole per sé e accettato dagli altri Il sorriso, l'ironia, il motto di spirito sono elementi apparentemente molto banali ma molto profondi sui quali si sono interrogati eminenti filosofi. Mi piace sottolineare, oltre ai citati esempi, Aristotele che nella Poetica ha paralato della tragedia e della comicità. Secondo Aristotele, il comico sarebbe "ciò che è fuori tempo e fuori luogo, senza pericolo" (con pericolo ci sarebbe il tragico). Per Aristotele il comico è qualcosa di sbagliato che si verifica quando in una sequenza di avvenimenti si introduce un evento che altera l'ordine abituale dei fatti. Il comico suppone in colui che osserva un senso di superiorità e di distacco. Non così l'umorismo, che può coinvolgere l'osservatore stesso che venga a trovarsi in altro momento o situazione dell'esistenza. Aristotele trattò del comico come esplicazione finale del suo studio sul tragico (nella "Poetica"). Questa parte sul comico tuttavia andò perduta. In generale si può affermare che il filosofo greco considera l'elemento comico (commedia) un genere letterario inferiore rispetto a quello tragico (tragedia). La letteratura recente (Umberto Eco con Il nome della rosa) si è interrogato sul perchè si sia persa la parte inerente la comicità e l'umorismo di Aristotele e ha sviluppato un romanzo molto bello ambientato nel medioevo. In tale storia si narra la lotta fra un frate "illuminato", Guglielmo e il Venerabile Jorghe un vecchio frate accecato forse, oltre che fisicamente, anche dalla follia. Il primo che rappresenta una fede che non esclude la ragione ed il secondo interpreta la fede solo come strumento di asservimento dell'uomo a Dio, un Dio forse non molto giusto... Il vecchio frate avrebbe distrutto l'antico libro di Aristotele e tutte le copie che gli amanuensi avevano trascritto perchè non fosse tramandato. E' molto bello il dialogo fra frate Guglielmo ed il venerabile Jorge mentre distrugge l'ultima copia rimasta della poetica di Aristotele. Ecco le folli motivazioni del frate cieco e sordo alla voce della ragione. Eco alcuni passi... ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 10 «Ma cosa ti ha spaventato in questo discorso sul riso? Non elimini il riso eliminando questo libro.» «No, certo. Il riso è la debolezza, la corruzione, l’insipidità della nostra carne. È il sollazzo per il contadino, la licenza per l’avvinazzato2, anche la Chiesa nella sua saggezza ha concesso il momento della festa, del carnevale, della fiera, che scarica gli umori e trattiene da altri desideri e da altre ambizioni… Ma così il riso rimane cosa vile, difesa per i semplici. Ma qui, qui…» ora Jorge batteva il dito sul tavolo, vicino al libro che Guglielmo teneva davanti, «qui si ribalta la funzione del riso, lo si eleva ad arte, gli si aprono le porte del mondo dei dotti, se ne fa oggetto di filosofia, e di perfida teologia… La Chiesa può sopportare l’eresia dei semplici, i quali si condannano da soli, rovinati dalla loro ignoranza [...]. Il riso libera il villano dalla paura del diavolo, perché nella festa degli stolti anche il diavolo appare povero e stolto, dunque controllabile. Ma questo libro potrebbe insegnare che liberarsi della paura del diavolo è sapienza. Quando ride il villano si sente padrone, perché ha capovolto i rapporti di signoria: ma questo libro potrebbe insegnare ai dotti gli artifici arguti con cui legittimare il capovolgimento. Allora si trasformerebbe in operazione dell’intelletto quello che nel gesto irriflesso del villano è ancora e fortunatamente operazione del ventre. Che il riso sia proprio dell’uomo è segno del nostro limite di peccatori. Ma da questo libro quante menti corrotte come la tua trarrebbero l’estremo sillogismo, per cui il riso è il fine dell’uomo! Il riso distoglie, per alcuni istanti, il villano dalla paura. Ma la legge si impone attraverso la paura, il cui nome vero è timor di Dio. E da questo libro potrebbe partire la scintilla luciferina che appiccherebbe al mondo intero un nuovo incendio: e il riso si disegnerebbe come l’arte nuova, per annullare la paura. E cosa saremmo, noi creature peccatrici, senza la paura? E questo libro, giustificando come miracolosa medicina la commedia che produrrebbe la purificazione dalle passioni attraverso la rappresentazione del difetto indurrebbe i falsi sapienti a tentar di redimere l’alto attraverso l’accettazione del basso. Disse un filosofo greco (che il tuo Aristotele qui cita, complice e immonda auctoritas) che si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà. Ma se qualcuno un giorno, agitando le parole del Filosofo portasse l’arte del riso a condizione di arma sottile, se alla retorica della convinzione si sostituisse la retorica dell’irrisione, oh quel giorno anche tu e tutta la tua sapienza, Guglielmo, ne sareste travolti!» «Perché? Mi batterei, la mia arguzia contro l’arguzia altrui. Sarebbe un mondo migliore di quello in cui il fuoco e il ferro rovente di Bernardo Gui (un inquisitore spietato) umiliano. (mod da Il nome della Rosa. Umberto Eco) La leggerezza dello spirito non è da confondere con la superficialità dell'esistere; il sorridere che succede ad una osservazione arguta comporta un cuore aperto e una mente acuta; l'accettare l'ironia comporta una relazione...insomma il ridere e sorridere di noi stessi è il segnale di riflessione molto più di quanto non si creda. Insomma una risata ci salverà dalla cattiveria. Pagina 11 ARGENTO VIVO ARGENTO VIVO ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 12 Gli anziani del gruppo ROT ricordano il S. Natale… La Sig. Francesca M. ci racconta così: alla vigilia di Natale andavo a letto presto perché il giorno dopo mi alzavo per vedere quale regalo arrivava: ogni anno trovavo sempre una bambola (la stessa) e poi un piattino con un torroncino, un mandarino e un’armonica a bocca. La bambola era di legno e il viso di porcellana. Mi ricordo che alle sette del mattino si andava alla S. messa tutti insieme. Poi quando si ritornava a casa c’era la tradizione di mangiare il panettone con il vino bianco. Per il pranzo di Natale si mangiava la gallina ripiena, poi c’era la frutta secca e in particolare le noci, a pranzo venivano anche i miei nonni. La Sig. Domenica M. invece ricorda il S. Natale così: in casa eravamo in undici perciò non c’erano regali per tutti noi. Però mi ricordo che la mattina del giorno di Natale la mia mamma ci vestiva per bene e poi tutti insieme andavamo alla S. messa. Il pranzo di Natale era preparato dal mio papà, in particolare ricordo i ravioli con il ripieno di carne (buonissimi!) e la frutta secca. La Sig. Cinzia F. mi racconta: ogni anno per il S. Natale ricevevo una bambola diversa, erano molto belle, in plastica e con delle vestine colorate. La mattina del giorno di Natale tutti insieme andavamo alla S. messa, poi a pranzo la mia mamma mi cucinava un buon pollo arrosto con patate, ravioli di carne e come dolce il panettone.Il Sig. Delfino G. si ricorda che andava alla S. Messa di mezzanotte con i fratelli e i suoi genitori. Poi il giorno di Natale arrivavano dolcetti, mandarini e tante caramelle di zucchero. A pranzo ricordava che c’era anche la nonna materna e tutti insieme brindavano con il panettone e il vino bianco. Pagina 13 La Sig. M. Antonia P. ricorda in particolare l’attesa per S. Lucia. Mi ricordo che c’era un tavolino con la poltroncina in vimini. Sopra c’era un vaso con all’interno dei biscotti, caramelle, torroncini e cioccolatini. Andavo alla S. Messa la vigilia di Natale con i miei fratelli e i genitori. Mio papà il giorno di Natale per pranzo cucinava il pollo arrosto e la mamma comperava sempre il panettone e dei biscotti buonissimi. ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 14 La poesia E’ nato! Alleluia! Di Guido Gozzano E’ nato il sovrano bambino, E’ nato! Alleluia! Alleluia! La notte che già fu sì buia risplende di un astro divino. Orsù, cornamuse, più gaie suonate! Squillate, campane! Venite, pastori e massaie, o genti vicine e lontane! Non sete, non molli tappeti, ma come nei libri hanno detto da quattromill’anni i profeti, un poco di paglia ha per letto. Da quattromill’anni s’attese quest’ora su tutte le ore. E’ nato! E’ nato il Signore! E’ nato nel nostro paese. Risplende di un astro divino la notte che già fu sì buia. E’ nato il Sovrano Bambino, e’ nato! Alleluia! Alleluia! Sandro Botticelli Natività mistica Pagina 15 La ricetta Biscotti di Natale Il giusto impasto per i biscotti di Natale è una semplice pasta frolla, aromatizzata con i profumi delle feste, come cannella, zenzero e chiodi di garofano. Ecco la ricetta: 300 grammi di farina 00 150 grammi di burro 120 grammi di zucchero 1 uovo 2 tuorli 1 limone non trattato 1 bustina di zucchero a velo 1 pizzico di sale. Procedimento: Amalgamare il burro con la farina, versando la farina sulla spianatoia ed aggiungendo il burro freddo a pezzetti, con la punta delle dita o con due coltelli, in modo da non scaldare l’impasto. Bisogna ottenere un composto sbriciolato. Fare un incavo al centro del composto ed aggiungervi lo zucchero, l’uovo intero ed i due tuorli, il sale e la scorza grattugiata del limone. Se si desidera ottenere una frolla più morbida, aggiungere un cucchiaino di lievito per dolci. Aggiungere a piacere le spezie, utilizzandole con parsimonia. Basta un cucchiaino di cannella e uno di zenzero, una punta di noce moscata e di chiodi di garofano per profumare i biscotti ed ottenere subito il profumo del Natale…. Con l’impasto formare una palla, avvolgerla con della pellicola e farla riposare in frigorifero per almeno un’ora. Togliere l’impasto dal frigo e stenderlo sulla spianatoia, aiutandosi con un mattarello. Utilizzando formine dalle classiche forme natalizie, intagliare i biscotti, stenderli sopra la placca del forno ed infornare per circa 15-20 minuti a 180°. Prima di servire, spolverizzare con dello zucchero a velo. ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 16 Giochi e piccole battute fra noi Da più in alto d'un palazzo casco a terra e non m'ammazzo. Sono bianca, sono lieve, indovina, son... (NEVE) Non son mela, non son pera, ho la forma di una sfera. Il mio succo nutriente è una bibita eccellente. Non procuro il mal di pancia. L'hai capito? Son... (ARANCIA) Son dura, tondetta, color del caffè, son chiusa in un riccio, ma non per capriccio. Mi trovo in montagna, A quale velocita' va il cammello dei Re Magi? (A tutta mirra!) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Pinocchio parla con Babbo Natale: - Pinocchio, ti piace l'animaletto che ti ho portato? - Ma... Babbo Natale, ti avevo chiesto un cane! Cani non ce n'erano più! - Potevi portarmi un gatto! - Anche i gatti erano finiti. - Va bene, ma il castoro proprio non lo voglio! Ho messo la calza e la befana non mi ha portato niente. Forse era meglio metterne una pulita. Pagina 17 ANNO 8, NUMERO 4 DICEMBRE 2014 Pagina 18 S. Natale 10 dicembre ore 9.45: Auguri di S.Lucia, Scuole Morzenti 18 dicembre ore 9.45: Spettacolo Scuole Collodi 19 dicembre ore 9.45: Spettacolo di Natale con Lydia 23 dicembre ore 9.45: Babbo Natale ci fa visita! Segui le nostre iniziative e le nostre pubblicazioni anche ONLINE! www.fondazionemadrecabrini.org Sede legale ed operativa Via Cogozzo n° 12 26866 Sant’Angelo Lodigiano (Lo)
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