Il profumo pasquale nella liturgia - Diocesi di Anagni

in breve
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Fiuggi Family Festival
Pagina a cura
dell'Ufficio Comunicazioni Sociali
ANAGNI
ALATRI
Via dei Villini
03014 Fiuggi (FR)
Tel.: 0775/514214
e-mail:
Ladri di Carrozzelle hanno entusiasmato il pubblico di Fiuggi il giorno
dell’Epifania. La band di artisti disabili
ha offerto la migliore occasione alla presidente del Fiuggi Family Festival per
anticipare il tema della settima edizione in programma dal 19 al 26 luglio:
‘Regalami un sorriso’. In un momento
di crisi come quello che stiamo vivendo c’è più che mai bisogno di sorrisi veri e autentici.
I
laziosetteanagni@gmail.com
Domenica, 9 febbraio 2014
formazione. Una serie di corsi proposti dall’Ufficio diocesano per approfondire
il valore dell’addobbo floreale nella dimensione estetica della celebrazione
Il profumo pasquale nella liturgia
Il programma
Incontro laboratorio liturgico
Affiancare la competenza tecnica
con una preparazione specifica
teologica spirituale e pastorale
DI LUCIA
L
GIOVANNA MARTINI
a liturgia della Chiesa ha un
rapporto intrinseco con la
bellezza. Essa rende presente
il mistero pasquale che è
l’espressione massima dell’amore
di Dio per il mondo e, quindi,
della vera bellezza. Nelle
celebrazioni della fede essa non è
un fattore estrinseco all’azione
liturgica ma è piuttosto elemento
costitutivo, in quanto è attributo
6 – 7 marzo laboratorio di musica e canto sul
repertorio pasquale. Appuntamento a Fiuggi,
presso il centro pastorale diocesano dalle
16.30 alle 19.30.
14 – 15 marzo incontro a Fiuggi, presso la
parrocchia di Santa Teresa, su come fiorire il
tempo di Pasqua; con suor Cristina Cruciani
dell’istituto Suore Pie Discepole del Divino
Maestro.
Per informazioni e iscrizioni Patrizia Giacomini 3472596821
di Dio e della Sua
rivelazione (cfr
“Sacramentum
caritatis, 35). A servizio della
dimensione estetica della
celebrazione sono le parole, il
canto e il linguaggio dei simboli
e, tra queste
espressioni
simboliche, anche
il linguaggio dei
fiori introduce
all’esperienza di
Dio. Si tratta di un linguaggio che
tutti apprezzano ma, al pari delle
altre espressioni simboliche, esso
eccede la comprensione più
immediata. Una
composizione di fiori,
infatti, può essere
apprezzata da tutti
anche se non è detto
che tutti possano
comprendere
pienamente il suo
significato ultimo che,
animazione
appunto in quanto
simbolico, è aperto a
Lettori, voci di una Parola viva
molteplici letture. I
ufficio del lettore non consiste solo nel leggere ad alta
fiori qualificano “i
voce, ma significa e richiede: che uno si impegni con tutluoghi” dove Dio si fa
Addobbo pasquale
te le forze a capire un testo; metta a disposizione la propria
particolarmente
voce come uno strumento; si metta al servizio della parola di
presente al Suo popolo
Dio. Esso è un servizio particolare reso alla fede del popolo di Dio radicae dove con esso rinnova
to nella parola di Dio. Perciò i lettori di una parrocchia dovrebbero costil’Alleanza nuziale ed è giusto,
tuire un gruppo, che si raduna regolarmente. Tali riunioni dedicate soperciò, che tali spazi siano
prattutto ad approfondire la formazione liturgica, al fine di contribuire resegnati da una bellezza sobria ed
sponsabilmente e comunitariamente con gli altri ministranti alla buona riuelegante, caratterizzata da un
scita delle celebrazioni liturgiche parrocchiali. Importante è lo studio e la
tono festoso e nobilitata da un
discussione di questioni fondamentali della scienza biblica nonché lo stutocco di gratuità. L’ufficio
dio delle letture scritturistiche da proclamare. Oltre a questo bisogna preliturgico, nel suo impegno di
star continuamente attenzione anche all’educazione della voce. Proprio per
formazione degli animatori, ha
questo la diocesi non lascia inattesa la preparazione di quanti si adoperada sempre riservato un’attenzione
no in questo ministero. Nell’organizzare i corsi di animazione liturgica si
particolare a coloro che svolgono
pensa a dare ai lettori delle parrocchie, non solo la giusta preparazione bitale ministero promuovendo
blica e liturgica, ma anche una buona tecnica per poter comunicare la Paincontri specifici con esperti. Tali
rola nella comunità. Passando in rassegna i vari testi si educano i lettori a
incontri sono ispirati dalla
dare alle diverse tipologie di linguaggio, presenti nel testo Sacro, il giusto
consapevolezza che lo specifico
modo di essere letti: dall’epistola ai testi dell’Antico e Nuovo Testamento.
di tale servizio ecclesiale consiste
Fabio Bianchi
non solo esclusivamente nel
migliorare le competenze e le
L’
abilità tecniche (obiettivo
favorito attraverso la pratica
laboratoriale) ma affiancando e
supportando tale competenza
con una preparazione di tipo
teologico, spirituale e pastorale.
La decorazione floreale nella
liturgia ha infatti valore quasi
‘sacramentale’ perché non
risponde a criteri puramente
estetici e decorativi, ma concorre
con la specificità del suo
linguaggio a manifestare
l’attualizzarsi dell’evento
salvifico. La varietà delle
composizioni floreali nella
diversità delle strutture, nella
molteplicità dei colori e dei
profumi, si colloca in un
‘contesto’, dato da un luogo e un
tempo liturgici, entrando in
dialogo con essi, così
concorrendo ad esaltarne la
puculiarità e sprigionando un
anelito spirituale. E’ per questo
che coloro che svolgono tale
servizio ecclesiale esercitano un
vero ministero, poiché possono
contribuire a rendere i membri di
un’assemblea più sensibili alla
presenza del Mistero. Di qui la
necessità di conoscere i luoghi
più significativi dell’evento
celebrato poiché in essi si rende
presente il Signore che incontra la
sua Chiesa: l’altare che
rappresenta Cristo, l’ambone
come luogo privilegiato della
Parola, il fonte battesimale che ci
ricorda il dono della vita nuova
in Cristo, il luogo della custodia
eucaristica che dice la presenza, il
portale d’ingresso che è memoria
della nostra appartenenza
ecclesiale. Ancora, leggere l’anno
liturgico come tempo di grazia
che ci consente di rivivere
nell’attualità i misteri della vita di
Cristo come eventi di salvezza per
i quali, come per gli altri
linguaggi, l’arte floreale è
chiamata a modularne il ritmo,
in armonia con lo specifico di
ogni celebrazione. Il corso
organizzato quest’anno prosegue
un cammino formativo che già
negli anni trascorsi ha coinvolto
persone provenienti da diverse
realtà parrocchiali e nel passato
ha sviluppato le seguenti
tematiche: alcune forme basilari
di composizione floreale (la
forma sferica, il colonnare,
ecc…); la fioritura dell’aula
liturgica in occasione dei
Sacramenti dell’iniziazione
cristiana (Battesimo, Eucaristia,
Confermazione) ed, in ultimo, la
corona nel tempo di Avvento.
Quest’anno sarà messo a tema il
triduo pasquale e, in particolare,
la fioritura della croce e del luogo
della custodia eucaristica per
l’adorazione del giovedì santo. A
guidare l’incontro sarà Suor
Cristina Cruciani, esperta
nell’arte floreale, delle Pie
Discepole del Divin Maestro nelle
giornate del 14 e 15 marzo.
*direttrice Ufficio Liturgico
neocatecumenali in diocesi
Quando è lo Spirito
a guidare il cammino
l Cammino Neocatecumenale è presente nella diocesi di Anagni–Alatri da quasi 40 anni: era il lontano 1975 quando a
Morolo, a seguito di un ciclo di catechesi, nacque la prima comunità voluta dall’allora parroco don Giuseppe Santucci e con
l’approvazione del vescovo Umberto Florenzani. Quello del Cammino è un carisma nato dopo il Concilio Vaticano II, e si prefigura come parte integrante per la pastorale della comunità parrocchiale attraverso un percorso di iniziazione cristiana che porta a scoprire e sviluppare le potenzialità racchiuse nel sacramento del battesimo. Con il consenso dei presuli che si sono succeduti sulla cattedra di Anagni–Alatri e con il contributo di catechisti
provenienti dalla parrocchia romana della Gran Madre di Dio
con gli anni questo itinerario si è diffuso in molte città della diocesi. Annualmente si fanno cicli di catechesi perché altre persone
possano iniziare il cammino. Nella diocesi di Anagni–Alatri ad
oggi si contano quasi venti comunità a servizio delle parrocchie.
Sono a presenti a Tecchiena,
Guarcino, Acuto, Fiuggi, Anagni,
Torre Cajetani, Alatri e Collelavena. La più anziana comunità,
quella di Morolo appunto, ha
rinnovato le promesse battesimali durante la Veglia di Pasqua
dello scorso anno in Cattedrale
ad Anagni, alla presenza del Vescovo Mons. Lorenzo Loppa: “Vi
ringrazio per quello che state facendo – furono le parole del Vescovo in quell’occasione – e vi incoraggio a continuare su questo
itinerario di crescita spirituaLa prima comunità
le”.“Sono grato a Dio di avermi
fatto scoprire questo cammino
di fede, – sono le parole di Enzo,
Un percorso
responsabile della comunità di
di iniziazione
Morolo – in questi anni il Signore
mi ha dato la grazia di scoprire
cristiana, iniziato
che Lui è fedele, testimoniando
circa quarant’anni
con fede la Sua presenza in fatti
concreti della mia vita ed in quelfa, che porta
della mia famiglia”. Famiglie
a scoprire e sviluppare la
che rappresentano il punto focale per la trasmissione della fede
le potenzialità
ai figli. E’ da qui che nascono le
racchiuse
vocazioni per la vita consacrata,
per i seminari e per formare una
nel sacramento
famiglia cristiana che porterà il
del Battesimo
Vangelo alle periferie del Mondo. Sabato 1° febbraio Papa
Francesco ha inviato numerose famiglie in diciassette nuove “Missio ad Gentes”, piccoli nuclei di evangelizzazione pronti a partire verso le zone più scristianizzate della Terra. L’udienza, tenutasi nell’Aula Paolo VI è stata fortemente voluta dall’equipe internazionale del Cammino Neocatecumenale, anche per rendere
grazie al Pontefice delle meraviglie che il Signore ha compiuto durante l’Anno della Fede, con la missione nelle piazze del mondo
che il Cammino ha svolto durante tutto il periodo di Quaresima.
L’ispirazione che ebbe l’iniziatore, lo spagnolo Kiko Arguello, fu
proprio quella di formare delle “piccole comunità che vivano in
umiltà, semplicità e lode, come la Sacra Famiglia di Nazareth, dove l’altro è Cristo”. E’ quanto lo stesso Kiko ha impresso in uno
dei suoi dipinti più famosi, che raffigurano la Vergine Maria con
il bambino. Comunità che quotidianamente sperimentano quello che viene chiamato “miracolo morale”, cioè che è possibile amarsi e perdonarsi tra persone di diversa età ed estrazione sociale. Un’impresa possibile grazie allo Spirito Santo: unico e vero protagonista di ogni comunità neocatecumenale.
Daniele Trenca
I
San Lorenzo. Nasce dal silenzio
l’esigenza della preghiera
Uno sguardo attento sulla diocesi
erso il Beato Andrea Conti la devozione della
Fraternità è sempre stata profonda, attraverso
preghiere, atti di culto, visite alla grotta e alla chiesa,
partecipazione alle due feste annuali in onore del Beato
che, con la sua vita, ci ha lasciato due insegnamenti
essenziali: la ricerca del silenzio e l’adorazione. Momenti
altamente significativi sono la preghiera comunitaria, il
ricordo del Serafico Padre e della protettrice dell’O.F.S. Il
convento di San Lorenzo dove passò S. Francesco,
soggiornarono per qualche tempo S. Benedetto Da
Norcia e S. Carlo da Sezze, visse il B. Andrea Conti, venne
S. Massimiliano Maria Kolbe in visita a P. Quirico
Pignalberi confondatore della Milizia dell’Immacolata, è
stato sempre un luogo privilegiato per incontri,
partecipazione a celebrazioni liturgiche, esercizi
spirituali. È un’oasi di spiritualità francescana: tutto parla
dell’Altissimo, basta tacere e saper ascoltare; in quel
luogo si attinge forza vitale, coraggio, letizia francescana,
incitamento a continuare il cammino intrapreso,
speranza.
Giorgio Alessandro Pacetti
A Folgarida il vescovo
col clero e i direttori
degli Uffici pastorali
verso il convegno
V
DI
ROBERTO MARTUFI
n buon cammino
diocesano ha il suo
slancio maggiore
quando ci si mette intorno
ad un tavolo e lo si guarda
con occhi e mente liberi. Il
vescovo, i presbiteri e gli
altri direttori degli uffici
pastorali, riuniti intorno
all’ormai tradizionale
tavolo di Folgarida, hanno
U
speso il loro tempo per
guadagnare il bene della
Diocesi. Dieci i punti
trattati dal 26 al 31 gennaio
e tutti ben analizzati.
Partendo dalla verifica di
ciascun ufficio si è passati a
vedere il tema e l’obiettivo
del prossimo convegno
diocesano che si terrà dal
28 al 29 giugno. Convegno
che avrà come protagonisti i
catechisti e il loro impegno
nella Diocesi. Se lo sguardo
cade sugli animatori della
catechesi nasce la riflessione
su come permettere loro di
servire al meglio e su come
aiutarli a non sentire, sulle
proprie spalle, il peso di
tutto il cammino di
iniziazione. La discussione
dà forma al progetto e viene
fuori l’esigenza di cammini
formativi, più mirati e più
pratici, organizzati dalla
Diocesi e riletti nelle diverse
foranie. Dopo aver guardato
attentamente al tema dei
catechisti, lo sguardo passa
al Consiglio Pastorale
Diocesano che,
ultimamente, è soggetto alla
defezione di alcuni suoi
membri. Di fronte a questa
problematica occorre
ripensare come animare e
rendere più vivo questo
organismo di
partecipazione. Il tema che
ha richiesto una riflessione
più approfondita è stato
quello vocazionale, in
particolare per quelle al
ministero ordinato. Come
far nascere nei giovani il
desiderio di spendere la
propria vita a servizio della
Chiesa nel sacerdozio? Da
cosa e da dove partire?
Matura così la
consapevolezza di una
maggior attenzione ai
ministranti; la necessità di
creare luoghi dove aiutare
quanti desiderano vivere il
sacerdozio come risposta
alla Vocazione universale
che è dono di Dio. Ma
prima di tutto occorre
stimolare di più i presbiteri
a non lamentare tanto la
mancanza di sacerdoti
quanto piuttosto a
testimoniare la loro vita
come “vita bella”, una vita
donata per il bene della
Chiesa e degli uomini.
Diradata la foschia che
copriva queste e altre
problematiche si guarda
alla vita della Diocesi con il
coordinamento tra gli uffici.
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