stiagricola Ottobre - Dicembre 2013 In questa edizione: Pag. 4: Nasce Agrinsieme Moscato All’interno lo speciale Annata agraria 2013 Agrifidi, Pac e progetto caccia E molto altro... Seguici anche su www.confagriasti.com confagriasti.blogspot.it facebook twitter RITORNO AL FUTURO (IMPEGNI, PROGRAMMI E CERTEZZE PER FAR CRESCERE L’AGRICOLTURA DI DOMANI) NOTIZIE da CONFAGRICOLTURA ASTI ADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE GENERALE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL’ UFFICIO P.T. DII 4100 ASTi CORR. E PACCHI DETENTORE DEL CONTO.PER LA RESTiTUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATiVA TARIFFA. Edizione fuori commercio. Il notiziario viene inviato gratuitamente agli associati Confagricoltura Asti, Org. E Uffici pubbl. della Prov. E della Reg.Piemonte Direttore: FRANCESCO GIAQUINTA - Direzione ed Amministrazione: c/o CONFAGRICOLTURA - VIA MONTI 15 – 14100 ASTIPoste Italiane Spedizione in a.p. DL335/2003 (conv.in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 ASTI Autorizzazione Tribunale di Asti in data 20/01/1976 n.1/76 La presenza di Confagricoltura nel territorio nazionale si concretizza, in modo capillare, attraverso le Federazioni regionali (19), le Unioni provinciali (95), gli uffici zona e le delegazioni comunali (2.143), nonché attraverso le Federazioni di categoria e le Federazioni di prodotto. Confagricoltura raggruppa: 145.200 imprese agricole assuntrici di manodopera; 222.000 imprese agricole diretto coltivatrici e lavoratori autonomi; 301.000 imprese tra contoterzisti, manutenzione del verde, concedenti a mezzadria e colonia, soccidanti. Confagricoltura è rappresentata nel CNEL e presso tutte le principali sedi istituzionali, nazionali ed internazionali, direttamente collegate all’agricoltura o che abbiano, comunque, attinenza con essa. E’ parte attiva di tavoli di concertazione fra parti sociali e Governo. Stipula contratti collettivi nazionali per operai, impiegati, dirigenti agricoli oltre al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle imprese del verde. Fa parte del COPA - Comitato delle organizzazioni agricole europee, del GEOPA - Coordinamento europeo delle organizzazioni datoriali - e del CES - Comitato economico e sociale europeo. Confagricoltura assicura ai propri associati, a livello nazionale, regionale e provinciale, i servizi di: • consulenza legale; • informazione economica e sindacale; • formazione ed assistenza tecnica per la gestione dell’azienda; • gestione del personale e libri-paga; • gestione dei premi Pac e disbrigo delle pratiche burocratiche connesse all’attività d’impresa; • assistenza fiscale e tributaria. Attraverso ENAPA - Ente Nazionale Assistenza Patrocinio Agricoltori - istituto di patronato che svolge GRATUITA MENTE per agricoltori e cittadini le pratiche relative alle pensioni, alla contribuzione e alle prestazioni in materia infortunistica. Attraverso il CAF Confagricoltura Pensionati svolge attività di assistenza fiscale per i lavoratori dipendenti, i pensionati ed i collaboratori a progetto. Il CAF Imprese Confagricoltura svolge attività di assistenza fiscale nei confronti delle imprese associate. Attraverso il CAA - Centro Assistenza Agricola – Confagricoltura cura le attività collegate alla gestione dei premi PAC. La Confederazione cura anche le problematiche dei giovani imprenditori agricoli, del settore agrituristico, delle donne imprenditrici in agricoltura e degli agricoltori anziani rappresentati, al proprio interno, rispettivamente da: Associazione Nazionale dei Giovani Agricoltori – ANGA Agriturist Confagricoltura Donna Pag 2 Sindacato Nazionale Pensionati Editoriale Un paese come una matrioska In Italia esistono tante “Italie” diverse tra loro. C’è l’Italia che rispetta le regole, che ossequia le istituzioni, che obbedisce alle leggi, che paga le tasse, che non supera i limiti di velocità e che paga le multe. Ma c’è anche l’Italia della burocrazia, quella che non guarda in faccia nessuno, nemmeno sé stessa, quella autoreferenziale, che è sorda alle proteste, specialmente se giuste, e che quando parla non può essere contraddetta, che ci vede benissimo, ma solo con spessi paraocchi, che si muove rapida quando deve incassare, ma è lenta come un bradipo quando deve restituire il maltolto o aiutare un’impresa a crescere e svilupparsi. E c’è pure l’Italia dei furbetti, quelli che non pagano mai le multe, anzi, a loro, manco le fanno, che se ne infischia di tutto e di tutti perché c’è sempre un santo a cui votarsi e da votare. È la fotografia di un’Italia frammentata e disperata che trova in ambito agricolo la sua rappresentazione più fedele. In agricoltura ci sono decine di enti controllori. Solo nel settore vino sono 23. E non si parlano tra loro. Spesso, anzi, si sovrappongono. In agricoltura molte leggi e regole deprimono invece di favorire la crescita e lo sviluppo delle imprese rurali, le uniche imprese che oggi in quest’Italia strangolata dalla crisi ancora danno lavoro e tengono in territorio positivo la bilancia tra consumi interni e esportazioni. vorremmo una sola, ma che funzioni davvero, che faccia crescere le imprese agricole invece di ostacolarle, che sveltisca la burocrazia, che pensi a creare servizi all’impresa rurale e non ad ostacolarla, che valorizzi l’agroalimentare Made in Italy anche attraverso regole e controlli condivisi, giusti, rapidi e non vessatori. Controlli da cui derivino punizioni certe ed esemplari per chi ha sbagliato e, magari, agevolazioni per chi ha sempre rispettato le norme. Solo così avremo imprese agricole moderne e un’Italia unica. Magari anche un po’ più unita. EDITORIALE L a Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana – Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Riconosce nell’imprenditore agricolo il protagonista della produzione e persegue lo sviluppo economico, tecnologico e sociale dell’agricoltura e delle imprese agricole. Francesco Giaquinta direttore Confagricoltura Asti L’agricoltura? In Italia è quasi una “mission impossible” In questa Italia, certo, i controlli vanno fatti. A tutti, però, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Oggi, invece, la sensazione è che ci siano aree più tartassate di altre. E c’è da chiedersi se chi rispetta le regole sia sempre torchiato sempre di più, e chi, invece, le elude diventi addirittura invisibile ai controlli. Se tutti fossero controllati, nel modo giusto, nei tempi giusti, con le sanzioni certe e giuste, beh, forse l’Italia diventerebbe meglio della Svizzera dove, sia detto per inciso, le etichette dei prodotti alimentari sono tra le più fantasiose del mondo e lasciate alla creatività dei produttori. Veniamo da un’estate tormentata, da un autunno non promette nulla di buono e andiamo verso un inverno che si preannuncio tra i più freddi degli ultimi decenni. Sembra un bollettino meteo, invece è lo stato d’animo di chi, tutti i giorni, si impegna in agricoltura. Dunque sì ai controlliu, ci mancherebbe, ma da meno enti, senza inutili sovrapposizioni e costosi doppioni, e soprattutto che siano fatti a valle, cioè sugli scaffali dei supermercati, dei negozi, delle enoteche. Controlli periodici, su tutti i prodotti alimentari, freschi e non. Per controllare origine, sanità, e rispetto di quello che c’è scritto in etichetta. Smettendola di multare (4 mila euro!) un produttore vinicolo perché ha scritto Piemonte Dolcetto invece di Dolcetto Piemonte. Di quale crimine si è macchiato quel produttore? Quale abuso ha compiuto nei confronti del consumatore? Ci sono troppi errori formali trattati con pene esasperate. In questo la burocrazia è sorda e ingiusta. Del resto l’apparato burocratico dei controlli ha costi immensi incassando il 30/40% di quello che spende. Tanto varrebbe “congelarlo”. Mantenere gran parte dei “controllori” fermi costerebbe molto meno. Se fosse un’azienda privata avrebbe chiuso da tempo. Come sta accadendo a tante imprese tartassate dalla burocrazia e tasse. Tra tutte queste Italia, tuttavia, noi di Confagricoltura ne In altre nazioni non è così. Basta andare oltre confine e scoprire come le rivendicazioni dei nostri colleghi siano, non solo esposte con veemenza, come facciamo noi, ma prese anche in grande considerazione come non accade in Italia. Su queste pagine, e anche a livello nazionale, è stato denunciato più volte: lo Stato italiano “dimentica” regolarmente l’importanza strategica in campo economico e sociale che ha il lavoro dei campi, sia a livello interno che all’estero. Lo abbiamo detto più volte e lo ripeteremo fino alla nausea: i controlli ci devono essere ma senza doppioni, senza scadere nell’assurdo e vessare l’impresa; le tasse devono essere pagate, ma in modo coerente e equo, senza l’odiosa sensazione da parte del contribuente agricolo di essere diventato una mucca da mungere; gli strumenti per lo sviluppo delle imprese devono essere accessibili da tutti senza astrusismi ministeriali che fanno diventare il lavoro in agricoltura come una “mission impossible”. Noi auspichiamo che questi nodi vengano sciolti. Di segnali positivi, in mezzo ad un oceano di intoppi, ce ne sono. Bisogna vedere se i timonieri avranno abbastanza acume da seguirli. Pag 3 Agriturismo È nato Agrinsieme Moscato «Siamo la novità e faremo grande una filiera vitivinicola che ha bisogno di stabilità e sviluppo» Nicoletta Candelo eletta presidente Agriturist Asti A Cirio Pietro grinsieme Moscato è una realtà. Da Agrinsieme, il nuovo soggetto di rappresentanza agricola nazionale che riunisce Confagricoltura, Cia e Aci (l’alleanza delle cooperative che raggruppa Confcooperative, Lega Coop e Agci) è nato il “tralcio” vinicolo che si occuperà del mondo del moscato. Un settore che ha bisogno di stabilità, da anni, e che ora può contare su una struttura che ne rappresenta una grande parte. Il numero più significativo che identifica questa nuova struttura è quello della superficie agricola: Agrinsieme Moscato, infatti, rappresenta oltre tremila ettari vitati a moscato. Un fatto senza precedenti, anche a livello nazionale, che apre nuovi scenari nel teatro della rappresentatività rurale e vitivinicola la quale risulta allargata e condivisa, «La migliore possibile» l’hanno definita i neo consiglieri del direttivo di Agrinsieme Moscato. L’atto formale, davanti ad un notaio, nei primi giorni di ottobre scorso nella sede di Confagricoltura Asti. Riuniti rappresentanti e delegati della associazioni partners del progetto. Del direttivo della neonata associazione fanno parte, per la componente delle associazioni agricole, Luca Brondelli di Brondello (Confagricoltura Alessandria), Pietro Cirio (Confagricoltura Asti), Roberto Abellonio (Confagricoltura Cuneo), Carlo Ricagni e Piero Giovanni Trinchero (Cia Alessandria), Ivano Andreos della Cia di Asti. Per la componente cooperazione-Aci, i neo consiglieri sono: Elio Pescarmona e Stefano Ricagno (Vignaioli Piemontesi) con Barbara Pastorino (Cantina Maranzana), Paolo Ricagno (cantina Vecchia Alice), Gianpaolo Menotti (Cantina La Torre) e Giovanni Frola (Cantina di Fontanile) Lo scopo dichiarato è quello di portare avanti, con una unica voce, progetti e istanze che favoriscano lo sviluppo del comparto, troppo spesso al centro di polemiche e contrapposizioni. A costituzione avvenuta molti i commenti positivi sulla nuova organizzazione di rappresentanza vitivinicola. Per Pietro Cirio, produttore vincolo e già vicepresidente di Confagrimoscato, confluita in Agrinsieme Moscato, quello che sta alla base del nuovo soggetto è la voglia dei viticoltori di essere rappresentati al meglio: «Volevamo essere liberi di tutelare i nostri interessi, senza intermediari che non ci hanno mai rappresentato. Ora potremo portare avanti i nostri progetti con le nostre risorse». Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria, spiega: «Al primo posto di Agrinsieme Moscato ci sono gli agricoltori. È questo l’assioma da cui partiamo e che rispetteremo sempre e fino in fondo». Per Carlo Ricagni, presidente della Cia di Alessandria, la nuova struttura arricchisce la democraticità del settore: «Siamo per la rappresentatività allargata e condivisa. È un concetto nuovo, che fa crescere tutti, Noi e i nostri associati per primi». Roberto Abbellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, pone l’accento sulla condivisione degli scopi di cui Agrinsieme Moscato si farà carico: «Sulle cose concrete siamo tutti d’accordo. È questo lo spirito giusto per risolvere i problemi del settore e rilanciarlo. Con le divisioni non si va da nessuna parte». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Domenico Sorasio, direttore di Confcooperative Piemonte: «Agrinsieme Moscato rafforza il settore. Ci saranno risultati positivi perché il mondo della cooperazione crede da sempre nel valore del lavoro comune in agricoltura». Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi, parla apertamente di passo storico: «Ora una grande parte della cooperazione vinicola legata al moscato è rappresentata da un unico organismo ed è evento». Paolo Ricagno, rappresentante della sezione moscato della Vignaioli Piemontesi, presidente della Cantina sociale Vecchia Alice e anche alla guida del Consorzio di Tutela del Brachetto, è fiducioso: «Finalmente il moscato è rappresentato anche da un soggetto che esprime una larga porzione di imprenditori e vignaioli. Gente che conosce le necessità e i problemi di un settore che va rifondato al più presto per cogliere nuove opportunità di sviluppo». Nicoletta Candelo, giovane imprenditrice agricola, titolare dell’agriturismo “Bastian” di Fontanile, è la nuova Presidente di Agriturist Asti. «Il nostro compito – commenta Nicoletta Candelo, che è anche referente della sezione provinciale di Confagricoltura Donna - non è facile, specialmente in un contesto di crisi economica difficile come quello che stiamo attraversando. Tuttavia sono convinta che la determinazione e la tenacia dei nostri imprenditori siano gli elementi ideali per mantenere il comparto competitivo e al passo con i tempi. Le sfide da affrontare sono molte e molto impegnative, e a questo proposito vorrei ricordare come il prossimo anno, a marzo, Asti ospiterà il Forum nazionale Agriturist, un appuntamento prestigioso che varrà da vetrina e rilancio per le aziende del nostro territorio. E Agriturist – conclude la presidente – è e sarà sempre al fianco di queste aziende, con la forza e la progettualità della nostra associazione, anche soltanto per ascoltare e, se possibile, dare qualche consiglio utile». Agriturist è l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio, prima associazione agrituristica in Italia, costituita dalla Confagricoltura nel 1965, per promuovere e tutelare l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente (ha ottenuto per questo, nel 1987, il riconoscimento ministeriale di Associazione ambientalista), il paesaggio, la cultura rurale. Attualmente l’Agriturist associa circa 5.000 aziende agricole (soci “ordinari”) che svolgono o intendono svolgere attività agrituristica, assistendole sotto il profilo normativo, organizzativo e promozionale. Un sistema informativo “on-line” diffonde in tempo reale notizie ed aggiornamenti sui principali aspetti della gestione agrituristica. L’Agriturist associa anche 12.000 appassionati di agriturismo, ai quali distribuisce la Guida nazionale pubblicata annualmente dal 1975. AGRI TURIST In primo piano Infine i commenti positivi di Massimo Forno e Francesco Giaquinta, presidente e direttore di Confagricoltura Asti. «Agrinsieme Moscato è la dimostrazione che possono esistere sinergie virtuose pur tra differenti impostazioni di come intendere le politiche agricole» annota Forno. Per Giaquinta la costituzione di Agrimoscato è «il primo atto per costruire una nuova identità del mondo del moscato, slegata da logiche superate e controproducenti e rivolta ad un futuro libero da condizionamenti localistici». Carlo Ricagni Pag 4 Pag 5 Intervista a Carlo De Biasi, agronomo del gruppo veneto con vigneti nell’Astigiano Gianni Zonin C arlo De Biasi, classe 1968, da 14 anni nel Gruppo Zonin, è l’agronomo responsabile dei vigneti dell’azienda veneta. Un mare di vigne che dal Nord Est d’Italia si è estende in molte regioni italiane e all’estero. In Piemonte, nel territorio del Comune di Asti, c’è Il Castello del Poggio, 160 ettari, soprattutto a moscato e barbera, distribuiti attorno ad una villa padronale e una cantina ultramoderna (una sessantina gli addetti) perfettamente inserite nel paesaggio dove resistono i ruderi di un maniero che domina una delle valli più belle dell’Astigiano. Anche qui Zonin sta applicando tecniche d’avanguardia di agricoltura verde. Niente decrescita felice, niente strani agro-riti, piuttosto, come spiega ad Asti Agricola, Carlo De Biasi, un ritorno all’antico, a quello che facevano i viticoltori di una volta, per trovare una dimensione compatibile tra vigna e paesaggio. Tecniche antiche, ma tanto efficaci che all’agronomo di Casa Zonin quest’anno è stato assegnato il premio Green Personality of the Year, una delle categorie del premio Green Awards assegnato dalla rivista “The Drink Business”. “De Biasi – si legge nelle cronache della premiazione - è diventato pala- Pag 6 Carlo De Biasi dino e portatore di una cultura “green” che ha saputo applicare nel suo campo d’azione insieme a tutta la squadra Zonin con il risultato di praticare una viticoltura che preserva l’habitat e l’espressività del terroir. Ha saputo sintetizzare, portando evidenti risultati, un modus operandi che contempla tutte le azioni e le tecniche rispettose dell’ambiente”. «A cominciare dall’accortezza nell’uso dei trattamenti in vigna - spiega–. Nel 2008 – racconta – l’azienda ha avviato una serie di studi finalizzati a mettere in pratica una reale e concreta ecosostenibilità della viticoltura». È nata subito una collaborazione con i laboratori dell’Università di Udine. Una sinergia che ha portato a soluzioni sorprendenti. Come quella di dotare le irroratrici “a tunnel”, macchinari per il trattamento della vigna con agrofarmaci, di piani di raccolta per evitare la deriva, cioè che il prodotto irrorato si disperda nell’aria e nel terreno. Oltre ad ottimizzare l’uso dei prodotti e ridurre fortemente la loro dispersione nell’ambiente, questa tecnica rappresenta anche un risparmio economico per l’azienda che riduce all’osso sprechi costosi e inutili. Conferma De Biasi: «L’ottimizzazione nell’irrorazione degli agrofarmaci ha permesso di annullare gli sprechi di un buon 99%. Il prodotto raggiunge solo ed esclusivamente la pianta e non si disperde né nell’aria né nel terreno. Questo consente il rispetto delle aree cosieddette sensibili, cioè quelle vicine a insediamenti abitativi o vie di comunicazione. Inoltre l’eliminazione della “deriva” nei trattamenti ha consentito un risparmio stimato in almeno il 35% delle spese in agrofarmaci». Risultati e numeri tutt’altro che irrisori per un Gruppo che opera su appezzamenti di vigne grandi, in media, 150/160 ettari, e che in totale, in Italia, raggiungono i 2000 ettari vitati, a cui ne vanno aggiunti 90 negli Stati Uniti, a Barboursville Vineyards, in Virginia. Il Gruppo Zonin ha 5 macchine irroratrici che consentono la raccolta e il riciclo degli agrofarmaci. Test saranno effettuati anche al Castello del Poggio, nella frazione Portacomaro Stazione di Asti.Dunque, trattamenti mirati e ambiente più pulito con un risparmio economico rilevante. Un ottimo risultato che sembra aprire scenari riguardo il rapporto tra imprese vitivinicole e ambiente. Ma l’impegno Zonin per la viticoltura “green” non finisce qui. «Oggi – afferma Carlo De Biasi – le tenute del Gruppo sono dotate di impianti fotovoltaici, a tetto e quindi ad impatto ambientale e visivo zero, e di altri sistemi ad energia rinnovabile, che ci consentono di autoprodurre il 40% dell’energia che ci serve per le nostre attività».Poi ci sono le “buone pratiche agricole” direttamente in vigna: «Tra i filari coltiviamo veccia, trifoglio, erba medica, orzo e segale, che aiutano il mantenimento di un terreno sano e produttivo. Sono consuetudini agronomiche antiche che oggi sono riscoperte e diventano utili per riprendere il preservare il ciclo produttivo naturale della vite».Novità in vista anche per quanto riguarda il controllo dell’inerbimento tra i filari. «Si stanno sviluppando macchine di costruzione tedesca – dice De Biasi – in grado di tagliare gli infestanti senza danneggiate le piante di vite. Una specie di decespugliatore intelligente e in grado di lavorare su grandi appezzamenti di vigneto».Il Gruppo Zonin, quindi, persegue una politica “verde”. «E non è solo una questione di convenienza, anche se il risparmio economico è rilevante – avverte Carlo De Biasi -. C’è la questione ambientale, nel rispetto di una eco-sensibilità che sta crescendo sempre di più a tutti i livelli della società civile. Ma – assicura il capo degli agronomi di Casa Zonin – c’è anche la volontà della proprietà, e direttamente del presidente del Gruppo, Gianni Zonin a cui, tra l’altro, quest’anno la rivista americana Wine Enthusiast ha assegnato il prestigioso premio alla carriera Lifetime Achievement Award, a preservare il paesaggio, i vigneti, i boschi e i prati, secondo uno stile agricolo che ha sempre messo al primo posto la bellezza e salubrità dei luoghi da raggiungere attraverso il rispetto e la tutela dell’ambiente naturale. In questi anni, nelle tenute Zonin, abbiamo messo a dimora più di 50 mila tra alberi ad alto fusto, arbusti e alte varietà arboree. Da questi concetti e da queste azioni – annota De Biasi – non possono che nascere splendidi vini». INTERVISTA La filosofia “verde” di Zonin: irroratrici a tunnel per risparmiare agrofarmaci e tutelare l’ambiente Pag 7 Oltre 2 mila agroaziende “in rosa” nell’Astigiano dalla Regione un progetto per supportarle Un momento dell’incontro con la presidente di Confagricoltura Donna Lombardia Gabriella Poli (nella foto seconda da destra) U n aiuto alle imprese agricole condotte da donne. Non il solito proclama, ma un’iniziativa concreta. La Commissione regionale pe le Pari Opportunità (CRPO) in collaborazione con il consorzio Il Nodo, che si occupa di Formazione, consulenza e ricerca, ha, infati, avviato un progetto di valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari a titolarità Femminile. Gli scopi sono quelli di aiutare le imprese agroalimentari e agricole femminili a migliorare la propria performance economica, offrire nuove opportunità di sviluppo congiunto nel territorio piemontese e dell’Unione Europea; rendere evidenti criticità, bisogni, opportunità delle imprese al femminile a opinione e enti pubblici per valorizzare le capacità attrattive del territorio sul quale queste imprese operano.Il progetto prevede la creazione di una piattaforma tra le imprese agricole “in rosa”, le associazioni di categoria e le istituzioni, per condividere informazioni e le opportunità di sviluppo. In cantiere anche un vademecum d’impresa che promuova la nascita di nuove imprese agricole e zootecniche e momenti di dialogo e confronto nelle scuole e in occasione di manifestazioni pubbliche.A marzo 2013 si è costituito un tavolo di lavoro permanente in cui sono coinvolte, oltre alla CRPO, le principali associazioni di categoria (Confcooperative Fedagri Piemonte, Commissione Regionale Dirigenti Confcooperative Piemonte, Coldiretti Piemonte Donne Impresa, Confagricoltura Donna Piemonte, CIA Piemonte Donne in Campo).L’11 settembre ad Asti, alla Camera di Commercio, si è svolto il convegno “Donne e imprese agricole: un binomio per la crescita”, un momento di dialogo e confronto che ha presentato storie d’impresa rurale al femminile davvero suggestive e interessanti. Del resto nei settore dei campi opera la maggior parte delle imprese “al femminile” in provincia di Asti. I numeri sono significativi: su un Pag 8 totale di 6.198 imprese gestite da donne, 2.190, pari al 35,3%, sono attività agricole. È stato questo uno degli spunti di riflessione emersi al convegno promosso dalla Commissione regionale per le Pari opportunità. Durante l’incontro, che ha visto la presenza di rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni di categoria, è stato innanzitutto illustrato il progetto valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari al femminile promosso dalla Commissione e messo a punto dal consorzio “Il Nodo”. Ha spiegato la coordinatrice Alessandra Brogliatto: «L’obiettivo è aiutare le imprese femminili a migliorare la performance economica; offrire nuove opportunità di sviluppo lavorando in rete; evidenziare le criticità e i bisogni delle imprese “al femminile”, ma anche le opportunità in termini di attrattività dei territori». A questo scopo sono state definite le varie fasi progettuali: tra queste la nascita di un tavolo di lavoro politico-istituzionale, composto anche da donne imprenditrici, quindi la creazione di una mailing list e di un data base per lo scambio di informazioni e documenti, la realizzazione di un vademecum per le donne che vogliono avviare un’impresa agricola o di allevamento, lo sviluppo di scambi di esperienze e collaborazioni tra imprenditrici, anche di Paesi diversi per favorire l’internazionalizzazione, e l’organizzazione di incontri per stimolare la nascita di nuove imprese nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento. Tra le relatrici che sono intervenute al convegno astigiano Barbara Pastorino, presidente della cantina sociale di Maranzana, Nicoletta Candelo dell’agriturismo “Bastian” di Fontanile, e Mariuccia Borio della cantina Cascina Castlet di Costigliole d’Asti. Nicoletta Candelo Interessante l’analisi di Anna Maria Carrer, presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio. «In base agli ultimi dati disponibili – ha detto - , allo scorso 30 giugno in provincia di Asti le imprese gestite da donne sono 6.198. I settori in cui sono maggiormente rappresentate sono l’agricoltura, con 2.190 imprese (35,3% del totale); i servizi, con 1.815 aziende (29,2%); il commercio, con 1.403 aziende (22,6%). Nel primo semestre 2013 - ha ricordato ancora la Carrer - sono nate 224 nuove imprese, a fronte di 304 cessazioni. L’indice di natalità è negativo ormai presente da alcuni anni. Ma questo andamento – ha avvertito - riflette il trend generale che caratterizza il sistema imprenditoriale, sia a livello regionale sia nazionale» La presidente carrer ha anche evidenziato come a livello generale Asti sia seconda in Piemonte, dopo Alessandria, e comunque sopra la media nazionale, per incidenza di imprese femminili (24,6%) sul totale delle imprese. E aggiunto un dato sul ruolo delle do- nen in agricoltura nell’astigiano: «Se le aziende “in rosa” in provincia di Asti sono più di 6 mila, oltre il doppio sono le cariche di responsabilità ricoperte da donne all’interno delle aziende». Ancora numeri sull’agricoltura “rosa” nell’Astigiano: delle imprenditrici che hanno scelto i campi 1.200 si dedicano alla viticoltura, 500 alla cerealicoltura, 136 all’allevamento, 140 alla coltivazione di ortaggi e frutta. Molte di queste integrano il reddito aziendale con attività aggiuntive, quali l’agriturismo, le fattorie didattiche, la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti. Ha concluso la Carrer: «Auspico che queste attività, che nascono dalla capacità creativa delle donne, contribuiscano alla promozione del territorio e, al tempo stesso, producano incrementi significativi del reddito familiare».Riguardo, poi, alla gestione delle aziende, è intervenuta Gabriella Sanlorenzo, che ha illustrato la ricerca redatta nell’ambito del dottorato presso il Centro studi per lo sviluppo rurale della collina che ha sede all’Università di Asti. La ricercatrice, con la collaborazione di Coldiretti, Cia e Unione agricoltori, ha visitato 95 aziende e ne ha intervistato i titolari. Tra i risultati emersi il fatto che, trattandosi quasi esclusivamente di imprese individuali, il titolare è il componente di una famiglia, per cui le decisioni vengono prese “in casa”, ovvero dai vari componenti della famiglia. Le donne, indipendentemente dal ruolo in azienda, hanno facoltà di decidere soprattutto in merito alle attività innovative, amministrazione e contabilità. CONFAGRICOLTURA DONNA Campi e donne All’incontro in Camera di Commercio è seguito, negli uffici di Confagricoltura Asti, un summit di parte del direttivo di Confagricoltura Donna Piemonte con la presidente di Confagricoltura Donna Lombardia, Gabriella Poli (nella foto) Da sinistra: Barbara Pastorino della Cantina di Maranzana, Nicoletta Candelo e Mariuccia Borio di Cascina Castlet Al centro Maria Teresa Melchior presidente Confagricoltura Piemonte Pag 9 Approfondimenti tecnici Pac: c’è l’accordo politico I trattamenti dell’albicocco di prendere in conto anche i costi salariali). La degressività può non essere applicata se lo Stato membro decide di utilizzare lo strumento del pagamento redistributivo per i primi ettari, utilizzando a questo scopo un minimo del 5% dell’enveloppe nazionale. Resta invece facoltativo il plafonamento. Sempre in tema di regolamento sui pagamenti diretti, non è stata accolta la richiesta del PE di diminuire il tasso massimo per i trasferimenti di fondi dal 2° al 1° pilastro, rimanendo del 15% (25% per i paesi che ricevono meno del 90% della media nazionale UE dei pagamenti diretti). C on l’accordo politico del 23 settembre scorso tra Consiglio, Parlamento e Commissione sugli ultimi punti « aperti » della riforma della PAC si è finalmente concluso il lungo iter negoziale che ha portato alla definizione delle nuove regole per la PAC dopo il 2014 (o meglio, dopo il 2015, visto lo slittamento già annunciato dell’entrata in vigore del nuovo sistema dei pagamenti diretti). Non resta ora che passare alla fase di finalizzazione, con i voti della plenaria di Strasburgo (il 19-20 novembre) e del Consiglio (16 dicembre). In breve, viene introdotta una degressività obbligatoria minima del 5% sopra i 150.000 euro (da applicarsi sul solo pagamento di base, senza quindi imputare ad “imponibile” la componente di aiuto di greening, i pagamenti accoppiati, e prevedendo la possibilità Resta invariato anche il sistema di convergenza esterna, che permetterà a tutti gli Stati membri di raggiungere un livello di pagamenti diretti minimo (e vicino al 90% della media UE) entro il 2019. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il Parlamento ha ben accolto il passo avanti del Consiglio che ha accettato un aumento all’85% dei tassi massimi di cofinanziamento nelle regioni meno sviluppate e ultraperiferiche (in pratica le zone ex obiettivo 1), mantenendo invariate le altre percentuali di cofinanziamento stabilite dal Consiglio di febbraio (73% e 63%, a seconda dei casi, nelle regioni in transizione, 53% nelle altre zone). Ancora per quanto riguarda lo sviluppo rurale, le dotazioni finanziarie per Stato membro saranno inserite in allegato al regolamento di base e potranno essere modificate, solo in giustificati e ben determinati casi, dalla Commissione attraverso atti delegati. Nella scheda seguente riportiamo i principali trattamenti richiesti nella coltivazione dell’albicocco. Le indicazioni riportate sono conformi ai disciplinari di produzione integrata previsti dalle misure agro-ambientali. NEWS DAL SETTORE TECNICO In breve SISTRI: aggiornamento I l decreto legge 101/13 (Gazzetta Ufficiale n. 204 del 31 agosto 2013) ha introdotto una serie di semplificazioni sul SISTRI (Sistema di tracciabilità dei rifiuti) prevedendo che dal 1 ottobre 2013 il Sistri venga utilizzato solo dalle aziende che gestiscono, trasportano e smaltiscono i rifiuti pericolosi. Dai 70mila previsti, il sistema interesserà così, alla sua partenza, circa 17mila utenti. Per tutte le altre aziende, comprese quelle agricole, l’obbligo sarà in vigore – invece - a partire dal 3 marzo 2014. Il decreto non risponde pienamente alla necessità di riformare il sistema di tracciabilità, che era stata manifestata anche al tavolo di consultazione delle Organizzazioni imprenditoriali e degli Enti coinvolti nell’attuazione del Sistri. Tuttavia lo slittamento dell’operatività al 3 marzo 2014 per tutti i produttori di rifiuti pericolosi, anche per quelli con più di dieci dipendenti e l’alleggerimento del sistema sanzionatorio, almeno per il primo periodo, rappresentano delle novità positive. Rimangono alcune perplessità sulle difficoltà generali di applicazione del sistema. Le prossime tappe applicative del Sistri riguardano l’emanazione dei decreti per identificare le categorie soggette al sistema di tracciabilità e per semplificare la gestione del sistema. Occorrerà attendere, quindi, la conversione in legge del decreto legge 101/13 per avere il nuovo quadro normativo, auspicando che in questa fase siano comunque reintrodotte l’esclusioni precedentemente previste per gli imprenditori agricoli. Open SKY e internet V i ricordiamo che Confagricoltura ha stipulato una convenzione con Open Sky, principale operatore italiano TLC che fornisce il sistema Tooway – internet via satellite, per garantire ai suoi associati un collegamento anche nelle cosiddette “aree bianche”, tipicamente non coperte da Adsl. Il settore agricolo è – infatti - uno dei comparti in cui Pag 10 si sta perseguendo fortemente l’innovazione e questa non può prescindere dalla rete e da internet. Numerosi operatori del settore agroalimentare hanno già scelto Open Sky come partner tecnologico per la loro attività e Confagricoltura non vuole essere da meno nell’offrire ai suoi soci dei servizi all’avanguardia. Info presso i nostri uffici Pag 11 L obesia botrana, comunemente noto come tignoletta della vite, è un lepidottero tortricide presente in tutta Italia, con prevalenza nelle aree più meridionali, ma anche nei nostri ambienti, attacchi frequenti si riscontrano nella zona del Roero e non solo. Le infestazioni, influenzate dalle condizioni climatiche e microambientali, variano da un anno all’altro. I danni arrecati dalle larve vanno dalla distruzione dei bottoni fiorali e dei racimoli, allo svuotamento e disseccamento dei grappoli. I danni ai bottoni fiorali generalmente non sono particolarmente gravi, grazie alla capacità del grappolo di compensarli con una maggiore allegagione; quelli agli acini, invece, oltre a provocare perdite di peso, possono predisporre i grappoli ad attacchi di botrite e di marciume acido.Le larve della prima generazione (antofaga) riuniscono con fili sericei gruppi di bottoni fiorali e formano dei glomeruli all’interno dei quali si sviluppano, distruggendo i fiori e successivamente i piccoli acini appena allegati.Le larve della seconda e terza generazione (carpofaghe) penetrano negli acini in accrescimento e in quelli in via di maturazione svuotandoli in parte. Gli acini danneggiati imbruniscono e disseccano. Le ferite possono essere colonizzate da infezioni successive di botrite e/o marciume acido. La Lobesia botrana è essa stessa in grado di trasportare i propaguli della muffa grigia sia internamente (li disperde con le feci) che esternamente. Si possono quindi distinguere due tipologie principali di danni causati dalla tignoletta della Vite: • danni diretti derivati dalla distruzione degli acini, quindi con perdita di prodotto, e dei bottoni fiorali; • danni indiretti legati alla diffusione di muffa grigia (botrite) o di marciume acido, con conseguente perdite sia dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista qualitativo del prodotto. Quando trattare? Contro la Tignoletta della Vite si utilizza la lotta guidata basan- Pag 12 dosi sulle tecniche di campionamento o con l’uso di trappole a feromoni. Il campionamento si esegue controllando i grappoli (circa 100 ogni ettaro di vigneto), scelti casualmente sul tralcio, su un certo numero di ceppi casuali in vigneto.I campionamenti devono essere eseguiti in tre epoche prestabilite che corrispondono più o meno alle tre generazioni; in particolare alla fioritura (prima generazione), dalla mignolatura alla prechiusura del grappolo (seconda generazione) e dalla invaiatura alla prima decade di settembre (terza generazione). Con il campionamento le soglie di intervento sono: • 1° generazione: 35-50% di grappoli infestati; • 2° generazione: si può intervenire ai primi attacchi sugli acini, nelle zone a rischio; oppure con una soglia del 5% di grappoli infestati da larve oppure in presenza di uova o con fori di penetrazione; • 3° generazione: si interviene ad una soglia del 5% di grappoli infestati. Uso di trappole a feromoni. La determinazione della soglia di intervento può essere eseguita anche mediante l’uso di trappole a feromoni per monitoraggio. Queste vanno installate (1 o 2 per ettaro) da aprile; occorre cambiare la capsula di feromoni, circa 10 giorni prima del previsto volo della generazione successiva. Normalmente le catture della prima generazione sono solamente indicative della popolazione esistente (non conviene trattare). Per le altre generazioni la soglia indicativa proposta in alcuni ambienti è di 15-20 maschi catturati per trappola per settimana (es.: traptest). Se non si vuole considerare la soglia di intervento, si può trattare circa 10-12 giorni dopo le prime catture, nel caso sia sufficiente un solo trattamento; oppure si può trattare a 9-13 giorni, con un successivo intervento dopo 7 giorni, dal momento in cui la fase di cattura dei maschi è crescente. Quale principio attivo utilizzare? Il mercato offre diversi principi attivi, la cui scelta dovrà essere valutata caso per caso, in base alle caratteristiche della sostanza. Per migliorare l’efficienza dei trattamenti ed evitare l’insorgere di resistenze da parte dei patogeni, si deve impostare una strategia di difesa che alterni sostanze attive con una diversa modalità d’azione. Riportiamo, in breve, le caratteristiche dei principali principi attivi presenti sul mercato. Indoxacarb è un insetticida appartenente alla classe delle ossadiazine, specifico per la lotta ai più comuni lepidotteri e per la lotta alle cicaline. Attivo prevalentemente per ingestione e contatto sulle larve (su alcune specie possiede anche attivita’ ovicida), agisce attraverso un nuovo meccanismo d’azione inibendo l’ingresso dello ione sodio nelle cellule nervose con conseguente paralisi e morte del parassita. Grazie ad un profilo eco-tossicologico estremamente_ _favorevole ed alla selettività verso i principali artropodi utili e’ un insetticida ideale per i programmi di difesa integrata. Per la bassa tossicità e il favorevole profilo residuale ha un breve intervallo pre-raccolta. Emamectina benzoato sostanza attiva che appartiene alla famiglia chimica delle avermectine, di derivazione naturale, agisce a dosaggi ridotti soprattutto per ingestione, causando nella larva la paralisi. E’ caratterizzato da attività translaminare e rapida degradazione sulla superficie vegetale. La molecola viene rapidamente assorbita e traslocata verticalmente nelle cellule della pagina opposta. Risulta particolarmente efficace nei confronti dei lepidotteri quando viene ingerita col tessuto vegetale trattato. Il rapido degrado per foto-ossidazione sulle superfici dei vegetali conferisce alla sostanza attiva una azione di contatto molto breve nel tempo ed una ragguardevole selettività sugli organismi utili. Una volta ingerita dall’insetto, la molecola agisce stimolando il rilascio del neurotrasmettitore Acido Gamma-Amino-Butirrico (GABA) nel contesto delle cellule nervose inibitorie. Ciò provoca un continuo flusso di ioni cloro nelle cellule del muscolo e la successiva inibizione della contrazione del muscolo che si palesa visivamente con il blocco dell’alimentazione e la paralisi nel giro di poche ore. In ragione del suo particolare meccanismo d’azione, è scongiurata l’insorgenza di fenomeni di resistenza incrociata con gli insetticidi disponibili per la lotta ai lepidotteri fitofagi. Clorantraniliprole sostanza attiva appartiene alla famiglia chimica delle antranilammidi. E’ dotata di una spiccata attività biologica su diversi fitofagi (lepidotteri, coleotteri, ditteri, isotteri). La sua azione insetticida avviene a carico dei canali del calcio presenti sulle fibre muscolari, cui si lega attivando il rilascio incontrollato degli ioni di calcio all’interno del cytosol cellulare ed esaurendone le riserve. Ciò provoca l’arresto immediato delle contrazioni motorie, con sintomi di atassia seguiti da paralisi e morte dell’insetto. La paralisi che segue è quasi immediata e comporta la rapida cessazione dell’attività trofica, da pochi minuti a qualche ora dopo l’ingestione. La morte dell’insetto avviene normalmente nelle 24-72 ore successive all’assunzione. Il prodotto agisce principalmente per ingestione e secondariamente per contatto. Metoxifenozide (MAC) è un regolatore di crescita, analogo mimetico dell’ecdisone (MAC), specifico per la lotta contro le larve dei lepidotteri sulle quali agisce per ingestione, inducendo sulle medesime il processo di muta, prematura, provocandone così la morte. E’ indicato per interventi contro i principali lepidotteri dannosi su pomacee, drupacee, vite e agrumi. Tebufenozide (MAC) insetticida larvicida selettivo per la lotta contro le larve di lepidotteri che agisce per ingestione e, secondariamente, per contatto. Può essere considerato il capostipite dei prodotti MAC (Moulting Accelerating Compounds) composti che simulano una particolare sostanza (ecdisone) presente negli insetti e preposta a regolare i processi di muta. Una volta ingerito dall’insetto, ne inibisce il corretto procedere della metamorfosi (inducendo una muta prematura e letale). Manifesta inizialmente un’azione antifeeding (entro poche ore dall’ingestione) mentre la morte dell’insetto avviene entro 2-4 giorni. Spinosad è un principio attivo di derivazione naturale. Appartiene alla famiglia degli spinosoidi, sostanze derivate da tossine prodotte da batterio Saccharopolispora spinosa. Agisce sul sistema nervoso degli insetti (lepidotteri, coleotteri, ditteri, imenotteri, isotteri, sifonatteri e tisanotteri) in maniera diversa da altri insetticidi senza presentare quindi resistenza crociata con altre modalità d’azione. E in agricoltura biologica? In agricoltura biologica la lotta non è difficile, ma si deve operare senza seguire gli schemi della lotta tradizionale. Diversi nemici naturali frenano lo sviluppo della Tignoletta, tra questi sono noti vari insetti utili ma è anche interessante l’apporto di vari microrganismi (CPV, Batteri, Beauveria bassiana, Metarrhizum anisopliae). Per il controllo della Tignoletta si può utilizzare il Baccilus thuringiensis var. Kurstaki, lo Spinosad e la confusione sessuale. Quest’ultimo metodo richiede l’esposizione precoce dei diffusori per impedire gli accoppiamenti già a partire dalla I generazione; l’ostacolo principale è il costo elevato di applicazione. I migliori risultati si ottengono operando su superfici abbastanza ampie e con densità di popolazione dell’insetto non elevata. In aree ad elevata densità di attacco è necessario controllare già la generazione antofaga (cioè la I) con trattamenti a base di B.thuringiensis, eseguendo uno o più interventi in funzione dell’evoluzione dell’attacco in seconda generazione. L’impiego di B. thuringiensis va guidato con l’ausilio di trappole a feromoni. Il trattamento con B. thurigiensis deve essere eseguito quando la maggior parte delle uova ha raggiunto la fase di “testa nera” (indice di prossima schiusura). Resta ferma la possibilità di intervenire sulla II generazione se l’evoluzione dell’infestazione lo richiederà. È da sottolineare che un controllo biologico efficace della tignoletta è fondamentale per ridurre la presenza di Ocratossina A nei vini biologici. NEWS DAL SETTORE TECNICO Tignoletta della vite: impostare una corretta difesa Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki va distribuito prima che le larve siano entrate negli acini; esso si impiega con buoni risultati contro le larve della seconda generazione, distribuendolo due volte (la prima a 7-9 giorni e la seconda a 15-16 giorni dall’inizio della fase crescente delle catture) oppure 1 sola volta tra i1 9° ed il 13° giorno dall’inizio della fase crescente delle catture. Contro la terza generazione, si applica a 2 e 3 settimane dall’inizio delle catture dei maschi. In questi interventi è opportuno, per migliorare l’effetto dei trattamento, aggiungere circa 500-1000 g di zucchero per ettolitro di acqua. In caso di piogge essendo il prodotto facilmente dilavabile è necessario ripetere l’intervento. Pag 13 Nel caso della Tignoletta della vite i trattamenti dovranno essere eseguiti in base ai monitoraggio e alle soglie di danno. Le nome tecniche di difesa integrata (ex. 2078) non consentono interventi contro la prima generazione, per le generazioni successive prevedono una soglia di intervento al 5% dei grappoli infestati se si utilizza Bacillus thuringiensis e al 10% se si utilizzano principi attivi appartenenti ai gruppi I.G.R. o MAC o Indoxacarb. Gli acceleratori di muta o M.A.C. sono caratterizzati dall’attività ovicida, associata ad un’azione sulle larve neonate e da una durata di protezione che copre l’intero periodo di nascita larvale, manifestano inoltre un’azione di riduzione della fertilità delle femmine entrate in contatto con l’insetticida. Il metoxifenozide, grazie all’azione combinata ovo-larvicida, è particolarmente valido anche per la lotta alle generazioni carpofaghe. Indoxacarb ha un effetto collaterale contro Scafoideus titanus (cicalina della Flavescenza dorata). Nella tabella seguente alcuni esempi pratici. La PAC verso il 2020: il greening NEWS DAL SETTORE TECNICO La strategia anti-tignoletta in pratica Con l’accordo politico di giugno è stato dato un assetto pressoché definitivo alla riforma della PAC ‘verso il 2020’ e anche al sistema dei nuovi pagamenti diretti. Previste varie forme di pagamento che si sommano tra loro sulla medesima superficie. Al pagamento di base disaccoppiato si aggunge anche un pagamento di inverdimento detto “greening”. Riguarda tutte le superfici aziendali a fronte di tre tipologie di impegno che prevedono in via generale: • una diversificazione dei seminativi (due, nelle aziende con seminativi compresi tra 10 e 30 ettari e tre nelle aziende con superfici a seminativo superiore a 30 ettari); • un divieto di conversione delle foraggere permanenti in seminativo; • l’obbligo, per le aziende con superficie superiore a 15 ettari, di destinare a “focus ecologico” il 5% della superficie aziendale (escluse foraggere permanenti ed arboree). Dei 3,84 miliardi di euro totali stanziati a regime, per i pagamenti diretti dell’Italia, al greening saranno destinati circa 1,1 mrd di euro per anno. Ma quante aziende saranno davvero assoggettate a questi nuovi impegni di “inverdimento”? In base alle prime stime, l’impatto reale sulle aziende è molto ridotto a causa delle varie esenzioni previste dalla normativa. Ad esempio, il premio spetta senza alcun impegno alle aziende al di sotto di determinate estensioni. Le aziende biologiche sono ammesse “ipso facto” al greening. Esistono altre forme di esenzione nel caso di colture arboree, di colture in sommersione per una parte prevalente del ciclo produttivo. Dalla tabella 1 è possibile constatare su quali aziende e su quali superfici graverà l’impegno di diversificazione dei seminativi. In totale si tratta di poco più di 60 mila aziende (meno del 4% del totale) e di meno del 20% della SAU aziendale nazionale. Saranno assoggettati a diversificazione meno del 30% dei seminativi italiani. Pag 14 Pag 15 SPANDIMENTO 2013 La Giunta regionale, a voti unanimi, ha d e l i b e r ato di approvare per la stagione invernale 2013/2014, un periodo di divieto allo spandimento dei liquami zootecnici con decorrenza dal 1 dicembre 2013 al 28 febbraio 2014 compresi. Di tale decorrenza sarà data comunicazione al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell’art. 25 comma 2 bis del regolamento regionale 10/R/2007. Consulenza Sicurezza sul lavoro: D.lgs. 81/08 e successive modifiche Fin dai tempi immemorabili ormai, si sono susseguiti Decreti e Leggi riguardanti la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro che abbracciavano tutti i campi del “pianeta lavoro” fosse autonomo o dipendente. Dall’Asia ecco il Goji, frutto dell’eterna giovinezza? Da noi è arrivato da poco e in sordina, come spesso capita alle novità vegetali, ma in Tibet, sull’Himalaya e in Cina, nelle valli del NingXia, le proprietà del Goji sono conosciute da centinaia di anni: per i frutti dati dalle coltivazioni più quotate si parla addirittura di “red diamonds” ovvero diamanti rossi. Perché queste bacche sono così pregiate in quei luoghi? Grazie alle loro proprietà: secondo la medicina cinese, le bacche del Goji (Lycium barbarum) sarebbero una potentissima risorsa contro l’invecchiamento. E le buone notizie non finiscono qui: l’arbusto del Goji può vivere anche in vaso sul balcone… Al loro interno le bacche del Goji conterrebbero una forte quantità di nutrienti e anti-ossidanti che assicurerebbero salute e grande longevità. In Inghilterra le si assume sotto forma di tè, ma è diffuso anche il succo o il frutto disidratato, che assomiglia esteticamente all’uva sultanina: si dice che abbia un sapore piacevole una volta ben maturo. Pag 16 Da noi è ancora poco conosciuto, ma nelle mostre-mercato di giardinaggio, alcuni vivaisti intrapprendenti hanno cominciato a proporre questo arbusto. Gli appassionati di piante e di benessere stanno così scoprendo che il Goji si può coltivare facilmente persino in un grosso vaso sul balcone. Intanto la voce si sta diffondendo anche tra i piccoli agricoltori, che stanno provando a coltivarlo per profitto. Originario com’è di zone con inverni assolutamente rigidi, il Goji si può mettere in vaso senza timore del gelo o del freddo. Forma un arbusto decorativo piuttosto alto (sui 2 metri), con lunghi rami dal portamento ricadente, coperti di piccole foglie lanceolate. La fioritura si compone di moltissimi fiorellini lilla a forma di stella (simili a quelli della patata: il Lycium appartiene anch’esso alla famiglia delle Solanacee) che daranno poi vita alle bacche, che da fresche appaiono sulla pianta come piccoli pomodorini scarlatti. Solo un’accorgimento da tenere presente, se volete cimentarvi: la pianta di Goji ha bisogno di qualche anno d’età prima di cominciare a produrre i frutti e cresce con grande lentezza. Meglio comprarla già pronta a fruttificare! Molte disattenzioni, grandi imprecisioni, infinita selva di normative all’italiana e quindi, disattenzione da parte dell’utenza in genere e di coloro che avrebbero dovuto applicare queste norme e/o beneficiare di esse. Nasce, quindi, la necessità di creare una struttura organizzativa molto semplice anche nel campo della nostra azienda che, in questo modo, si pone l’obiettivo di diventare sempre più professionale. Per sviluppare un sistema di sicurezza efficace, per garantire la salute e sicurezza nei posti di lavoro, la valutazione dei rischi è il punto di partenza. E’ lo strumento fondamentale che permette al datore di lavoro di individuare le misure di prevenzione e protezione e di pianificarne l’attuazione. SANZIONI - Per chi non nomina il Medico Competente, ammenda da 2.500 a 10.000 euro - Per chi omette la valutazione di tutti i rischi vi è l’arresto da 4 a 8 mesi o una ammenda da 5.000 a 15.000 euro - Per chi non svolge i corsi per il servizio di Prevenzione e Protezione vi è l’arresto da 2 a 4 mesi o un’ammenda da 800 a 3.000 euro - Per chi non designa preventivamente i lavoratori incaricati alla prevenzione incendi e al primo soccorso, vi è l’arresto da 2 a 4 mesi, o un’ammenda da 800 a 3.000 euro NEWS DAL SETTORE TECNICO La tabella di sintesi (tabella 4) dimostra come uno degli strumenti più innovativi della riforma ‘verso il 2020’ in realtà beneficerà tutte le imprese agricole (il premio viene comunque erogato a tutti i soggetti), ma con impegni concentrati su una ristretta minoranza di imprese, probabilmente le più strutturate e competitive. Innanzi tutto si parte dal presupposto che non basta più dichiarare di aver fatto un valutazione dei rischi, ma si è ravvisata la necessità per tutti di dotarsi di un Documento di Valutazione dei Rischi relativi alle nostre attività lavorative anche di piccola entità. Finalmente si è capita la necessità di una formazione specifica, di una validità pregressa della formazione o esperienza acquisita e, quindi, la possibilità di non essere totalmente subissati da immediate pressioni finanziarie e normative per lo svolgimento di corsi per l’abilitazione allo svolgimento in sicurezza relative a lavori da noi sempre eseguiti. SORVEGLIANZA SANITARIA La sorveglianza sanitaria è l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. DOCUMENTO VALUTAZIONE DEI RISCHI Pag 17 I nostri corsi RSPP: CORSO DI FORMAZIONE RSPP per il datore di lavoro che vuole assumersi l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione PRIMO SOCCORSO. Il datore di lavoro ha l’obbligo di designare gli addetti al primo soccorso e gestione delle emergenze. CORSO ANTINCENDIO: La normativa antincendio prevede la formazione di uno o più addetti a seconda delle tipologia e delle dimensioni aziendali. CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI Nel 2014 determinante l’accesso alla riserva titoli per i seguenti casi: aziende agricole che nel 2013 avevano solo vigneto, ortaggi, patate, piante ornamentali. Oltre ai giovani agricoltori hanno diritto di ricevere l’assegnazione gratuita anche gli agricoltori che si trovano in situazioni particolari, coloro che sono sottoposti a programmi di ristrutturazione e/o di sviluppo e gli agricoltori che dichiarano un numero di ettari inferiore rispetto ai titoli in portafoglio. Qualora le risorse disponibili non fossero sufficienti a soddisfare tutte le richieste di accesso alla riserva nazionale, si applicano i seguenti criteri di priorità stabiliti con decreto Mipaaf: • Criterio anagrafico, con preferenza per l’agricoltore che abbia un’età inferiore o uguale a 40 anni al momento della presentazione della domanda • Criterio territoriale, con preferenza per montagna e collina • Qualifica professionale e livello di istruzione, con priorità per iap e soggetti che hanno frequentato scuole agrarie • Criterio di genere, con priorità per imprenditoria femminile. Molta importanza avrà la richiesta di accesso alla riserva nazionale nel 2014, in quanto consentirà a chi non ha beneficiato dei pagamenti diretti nel 2013, e quindi non soddisfa i requisiti per la prima assegnazione dei titoli della nuova pac, di essere considerato lo stesso come soggetto ammissibile. Le regole per l’attribuzione dei nuovi titoli pac nel 2015, cosi come ricavate dall’ultima versione della proposta di regolamento in via di approvazione del 25 settembre scorso e disponibile solo in lingua inglese, stabiliscono che per essere considerati beneficiari dei nuovi titoli di base gli agricoltori devono possedere il requisito che l’azienda agricola abbia avuto un pagamento diretto nel 2013. A discrezione dello Stato membro è possibile anche assegnare nuovo diritti a chi non è stato beneficiario di aiuto nel 2013, Pag 18 INCENTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO DI LAVORATORI GIOVANI Va considerato al netto delle diminuzioni occupazionali verificatesi in società controllate o collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile o facenticapo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto. A All’incentivo di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui all’articolo 4, commi 12, 13 e 15, della legge 28 giugno 2012, n. 92. l fine di promuovere forme di occupazione stabile di giovani fino a 29 anni è previsto un incentivo per i datori di lavoro che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori di età compresa tra i 18 e i 29 anni che rientrino in una delle seguenti condizioni: a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; L’incentivo è pari a un terzo della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per un periodo di 18 mesi, 12 mesi in caso di trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, ed è corrisposto al datore di lavoro unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, fatte salve le diverse regole vigenti per il versamento dei contributi in agricoltura. Il valore mensile dell’incentivo non può comunque superare l’importo di seicentocinquanta euro per lavoratore assunto ai sensi del presente articolo. L’incentivo è corrisposto, per un periodo di 12 mesi, entro i limiti di seicentocinquanta euro mensili per lavoratore, nel caso di trasformazione con contratto a tempo indeterminato. L’incremento occupazionale è calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti all’assunzione. DALL’ UFFICIO PAGHE La pagina sindacale Ecco le condizioni secondo le quali si ha diritto all’incentivo: regolarità degli obblighi contributivi, osservanza delle norme poste a tutela delle condizioni di lavoro (sicurezza decreto 81/2008 collegare al corso del 18 novembre), incremento netto della media occupazionale dell’anno precedente (circolare INPS 138 del 27/09/2013) INCENTIVI PER NUOVE ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO DI LAVORATORI SOCIALMENTE SVANTAGGIATI La legge n. 92/2012 favorisce i datori di lavoro che assumano, dal 2013, determinate categorie di lavoratori socialmente svantaggiati. I relativi benefici consistono nella riduzione del 50% dei contributi di previdenziali dovuti all’Inps dai datori di lavoro, in relazione ad assunzioni, con contratto di lavoro subordinato, a partire dal 2013, delle previste categorie. La durata di tali agevolazioni varia, a seconda della tipologia di contratto di lavoro. Nel caso di assunzione con rapporto a tempo determinato, il beneficio spetta per 12 mesi, qualora il rapporto di lavoro, originariamente stipulato a tempo determinato, venga trasformato a tempo indeterminato la riduzione al 50% della contribuzione previdenziale viene prorogata sino al diciottesimo mese dalla data dell’iniziale assunzione. Pag 19 SULLA RATEIZZAZIONE CONTRIBUTI IN FASE AMMINISTRATIVA Ecco i requisiti dei lavoratori socialmente svantaggiati la cui assunzione determina le agevolazioni contributive. L’Inps ha chiarito che ai fini dell’accoglimento dell’istanza di pagamento in forma dilazionata, si deve presentare un’unica domanda che comprenda tutti i debiti maturati in fase amministrativa. Si tratta di lavoratori che hanno superato i 50 anni di età e disoccupati da oltre 12 mesi. Il lavoratore dovrà essere un disoccupato registrato presso il servizio competente (cioè il centro per l’impiego competente per domicilio) e la durata della disoccupazione deve essere superiore a 12 mesi, in base alle regole fissate dagli articoli 2 e 4 del citato decreto legislativo. Considerate lavoratori svantaggiati anche le donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi ovunque residenti. Diversamente la domanda sarà respinta. . ANCORA . BASTIMENTO . CORALLO . GRANCHIO . MURENA . NAUFRAGHI . ONDA . PALOMBARO . PESCHERECCIO . PLANCTON . REMI . SABBIA . SCOGLI . SOGLIOLA . SOTTOMARINO . SQUALO . TIMONE . TONNO Può riguardare periodi contributivi di solo un trimestre ed essere concessa nel limite massimo di 6 rate. BENEFICI CONTRIBUTIVI IN AGRICOLTURA In fase di semplificazioni per il rilancio economico del cosiddetto Decreto del Fare è importante l’acquisizione d’ufficio del Durc, ossia il documento unico di regolarità contributiva, e che lo stesso ha validità di 180 giorni dalla data di emissione. Pertanto sono confermate le riduzioni nella misura del 75% nelle zone montane e di 68% nelle zone svantaggiate, in misura proporzionale alla quantità del prodotto coltivato dai propri soci in zone svantaggiate o montane. N ei mari tropicali vivono tre pesciolini che nuotano sempre insieme. Il primo ha due occhi enormi, il secondo una lingua lunghissima e il terzo una bocca smisurata. I pescatori li hanno soprannominati “I tre Ti”. Se vuoi sapere i loro nomi, cancella dallo schema le parole che trovi qui sotto. Possono essere scritte in orizzontale, verticale o diagonale, anche al contrario o a testa in giù. Quando le hai trovate tutte, leggi una dopo l’altra le lettere rimaste e troverai i tre nomi che stai cercando. La rateizzazione breve può essere richiesta una sola volta nel corso della rateizzazione principale. IL DURC DEL “FARE” L’inps ha confermato la concessione dei benefici contributivi a favore di cooperative in relazione ai prodotti conferiti provenienti da zone montane o svantaggiate, chiarendo che l’agevolazione è applicata sia al prodotto conferito direttamente dai soci della cooperativa, sia conferito da questi avvalendosi di soggetti terzi. Il quadrato magico L’istituto ha ribadito inoltre che è possibile dilazionare anche la quota conto dipendente. (Circolare INPS 111 del 24.07.2013) RELAX Qualora, infine, l’assunzione sia a tempo indeterminato, la durata del beneficio contributivo è pari a 18 mesi dalla data dell’assunzione. C’è l’invito alla regolarizzazione entro il termine di 15 giorni in caso di irregolarità Le ricette LASAGNE DELLA VIGILIA L’INPS E L’ORARIO DI LAVORO AGRICOLO L’Istituto ha chiarito che le giornate per i braccianti agricoli sono da 6,5 ore, pertanto se l’orario giornaliero dichiarato è inferiore è necessario indicare il fase di denuncia delle retribuzioni, per la tariffazione dei contributi all’Inps, la motivazione di tale riduzione d’orario. In ogni caso la riduzione è consentita se il dipendete lavora part time (dichiarato in fase di assunzione agli enti preposti), in caso di calamità atmosferiche che hanno interrotto il normale svolgimento del lavoro o in caso di rottura dei mezzi di lavoro. L’azienda per ricorrere alla riduzione dell’orario giornaliero deve sapere che oltre ad indicare la corretta motivazione, deve tenere traccia dell’accaduto conservando elementi probatori idonei (pezze giustificative per la riparazione mezzi di lavoro, o segnare i giorni di maltempo) poiché l’istituto si riserva di effettuare verifiche a riguardo, sia in sede amministrativa che ispettiva. Pag 20 • Ingredienti: • 3 acciughe • 40 gr. di burro • 6 cucchiai d’olio d’oliva extravergine • 500 gr. di porri • un bicchiere di passata di pomodoro • pepe nero • 40 gr. di parmigiano reggiano • 500 gr. di farina • 4 uova • sale D issalate 3 acciughe e mettetele in un piccolo tegame di coccio con 2 spicchi d’aglio, 20 gr di burro e 3 cucchiai d’olio di oliva extravergine facendo cuocere a fuoco. Prendete i porri, eliminate le radici e la parte verde, lavateli e affettateli sottilmente facendone tanti anelli che metterete a stufare in una terrina con 20 gr. di burro e 3 cucchiai d’olio d’oliva extravergine. La cottura deve essere dolcissima per evitare che prendano colore e diventino amari e si dovrà protrarre per quasi un’ora aggiungendo, se necessario, qualche cucchiaio di brodo o latte per evitare che brucino. Proseguire la cottura per 15 minuti e aggiungere le acciughe e del pepe nero. Condite le lasagne (meglio se fresche). Al momento di servire, cospargete con parmigiano ben stagionato e qualche fiocco di burro. Si ringrazia l’agriturismo Cascina Dani di Agliano d’Asti Pag 21 Annata agraria: i dati dell’ultimo triennio U Meno agroimprese per salto generazionale tengono produzione e lavoro con giovani e donne n tempo il Natale era all’insegna della semplicità, un modo intimo per festeggiare la nascita di Gesù. La preparazione del presepe era un rito importante e c’era molta attenzione nella scelta delle statuine che rappresentavano i personaggi nelle loro attività di tutti i giorni. L’albero di Natale è un’invenzione nordica moderna, come pure l’uso del vischio, ma fin dal Medioevo esisteva, anche dalle nostre parti, l’usanza di un ceppo da bruciare tutta la notte e gli edifici, anche quelli più poveri, venivano decorati con ramoscelli di edera e di pino. Queste usanze traevano origine dalle feste romane per il solstizio, festa della luce e della vita. Un personaggio che appartiene invece alla nostra tradizione è Gelindo che, secondo la leggenda popolare, era il pastore accorso per primo, nella notte di Natale, quando la stella cometa guidò la gente verso la capanna dove era nato Gesù. La sacra rappresentazione del “Gelindo” è una delle più vecchie tradizioni delle popolazioni contadine piemontesi, è una storia antica, alle origini del teatro italiano, collegabile ai “presepi viventi” di francescana memoria, diventato poi dramma sacro con elementi profani di cui ci restano testi dall’Ottocento ad oggi. Intorno all’atteso evento, la nascita del Bambin Gesù, si muove Gelindo con la sua famiglia e i garzoni, a commentare i fatti noti (il censimento, la stella cometa, i re magi, ecc.), e quelli più attuali, perché il testo si presta infatti alle improvvisazioni degli attori e degli autori. Gelindo è ancora oggi rappresentato in molte zone del Monferrato Alessandrino e Astigiano, e conserva intatta la sua freschezza, con il pastore rappresentato con una gallina che finirà bollita e Alinda, sua moglie, che porta le fasce per il bambinello Gesù; c’è poi la figlia Aurelia e il garzone Mafè e in qualche rappresentazione c’è anche il cognato Maté che non ha proprio nulla da offrire e suona il suo piffero per rallegrare i presenti. La prima rappresentazione del pastore Gelindo venne messa in scena a Vezza nel 1872, ma spesso, alla vigilia di Natale, la stalla diventava lo scenario ideale in cui si svolgeva la recita della sacra rappresentazione. Gli attori non erano altri che i contadini e l’ultimo nato della famiglia era il Bambinello. Fino a pochi anni fa, la musica che si suonava durante la messa di mezzanotte era chiamata “La pastorale di Gelindo” e un tempo, per annunciare l’arrivo del Natale, era abitudine dire “a ven Gelindo”. I PROVERBI DIMENTICATI AFORISMI Per cunose ùn a bsogna mangeje pi d’na volta anse- Al saggio non può capitare nulla di male: non si mema. scolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del Per conoscere qualcuno bisogna stare in tavola con mare, né l’attenuano, così l’impeto delle avversità lui più di una volta. non fiacca l’animo dell’uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che lo circonda. Lucio Anneo Seneca Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini. Dante Alighieri Pag 22 SPECIALE ANNATA AGRARIA Il racconto: Gelindo R eperire i dati globali dell’annata agraria diventa di anno in anno sempre più difficile. Per la scomposizione della base da analizzare spalmata su diverse associazioni di categoria, ma anche per la lentezza, crediamo necessaria, con cui organismi che monitorano le attività imprenditoriali recuperano numeri e flussi. Facendo, comunque, leva sui dati della Camera di Commercio di Asti, si riescono ad avere indici relativamente attuali (2012/2013) delle attività agricole. Secondo l’Osservatorio della Congiuntura dell’ente camerale astigiano, cioè l’ufficio che analizza lo stato delle imprese astigiane, in agricoltura le attività si sono ridotte in due anni, del 3,3%. Oggi le imprese rurali sono 7.273, erano circa 7.500 nel 2012, 7.800 nel 2011 e ben 9.900 nel 2003. Una costante decrescita, dovuta verosimilmente sia all’invecchiamento progressivo dei conduttori dei fondi, che Pag I Pag II Mais day a Montiglio Monferrato U come il lavoro agricolo sia in controtendenza rispetto agli altri settori economici. Infine qualche dato estratto ancora dalla Giornata dell’Economia che, però, riporta numeri di tre anni fa. Dunque nell’Astigiano la superficie totale agricola è di circa 80.500 ettari di cui 65 mila utilizzati. Il resto sono terreni da arboricoltura da legno, boschi annessi a aziende agricole e aree non utilizzate. Per cui la Sau, la superficie agricola utilizzata, è pari all’80,4 del totale, leggermente superiore alla media regionale fissata a 77,9%. Della Sau astigiana 33,5 ettari sono coltivati a seminativi, 16 mila a vite, poco più di 4 mila ad altre colture e orti, mentre 11 mila sono pascoli e prati permanenti. Le produzioni di cereali in quintali: grano tenero, 450 mila; frumento duro, 2300; 162; orzo, 92 mila; avena 1400; mais, 900 mila; sorgo 11 mila. La zootecnia nella provincia astigiana resta una voce importante con più di 48 mila bovini, quasi 19 mila suini, 5.500 ovini e caprini e 1,2 milioni di capi avicoli. na giornata “a tutto mais” con interventi di esperti agronomi che hanno parlato di come coltivare al meglio le piante e preservarle da malattie e parassiti; di veterinari che hanno spiegato il ruolo del mais nell’alimentazione animale; e di tecnici delle energie alternative che hanno illustrato i vantaggi di una centrale alimentata a biomassa, una tecnologia che collega ancora più strettamente mais e zootecnia. Tutto si è svolto domenica 10 novembre e ha avuto come scenario l’azienda Alma di Montiglio Monferrato di proprietà della famiglia Razzano. Un’impresa moderna e all’avanguardia che ha ospitato il forum “Mais Day” organizzato da Pioneer Hi-Bred Italia in collaborazione con Confagricoltura Asti e un pool di aziende: Vitasol, Timac Agro Italia, Moritz aratri, Alma Commerciale, Dupont. Sul palco, ad aprire il forum, condotto dal direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta, l’agronomo Michele Scarabello (Pioneer) il quale prima di tutto ha sgombrato il campo sull’utilità della coltivazione del mais per molteplici attività e prodotti umani, no solo cibo, ma anche medicine, combustibili, lubrificanti, tessuti. Quindi ha parlato delle varietà selezionate che possono produrre al meglio resistendo a patologie e parassiti. Silvano Locardi, della Timac Agro, ha parlato di fertilizzanti e di come, le più moderne generazioni di questi prodotti, possano ottimizzare la coltivazione del mais mettendo a disposizione della pianta quegli elementi nutritivi necessari alla sua crescita sana e rigogliosa. A Stefano Pozzetti, veterinario di Vitasol, è toccato illustrare quali siano i vantaggi di una buona alimentazione in zootecnia con mangimi a base di mai privi di elementi che possono nuocere al benessere dei capi; mentre Raffaello Carrescia, manager Vitasol, ma descritto tecnologie e strategia dell’azienda leader nella produzione di mangimi di qualità. Parentesi eco-tecnologica con Flavio Pasotti, della Eng.In. Group, che ha presentato le ultime novità in materia di centrali a biomasse. Impianti non più grandi, ma dimensionati alle ne- cessità delle aziende agricole, con enormi margini di risparmio e produzione di energia ottenuta dai reflui animali, e grandi prospettive di sviluppo, sia in ambito economico che tecnologico, nel solco di una assoluta tutela ambientale. Una svolta “verde” che da tempo l’agricoltura ha imboccato, a differenza di altri settori produttivi, sia in Italia sia nel resto del mondo. Infine, in tema di interventi, da segnalare, dopo il benvenuto del padrone di casa, Davide Razzano, il saluto del sindaco di Montiglio Monferrato, Dimitri Tasso, che ha posto l’accento sulla necessità per i centri agricoli di aprirsi alle nuove agrotecnologie, centrali a biomasse comprese, nel rispetto rigoroso del paesaggio, dell’ambiente naturale e della salute umana; e quello del vicepresidente nazionale di Confagricoltura, l’astigiano Ezio Veggia, che ha confermato l’intensa attività che l’organizzazione di categoria sta portando avanti su argomenti delicati come tasse, risorse pubbliche, sviluppo, accesso al credito e competitività. Nel pomeriggio, dopo il pranzo a base di carne alla griglia cucinata dalla pro loco di Tuffo, una dimostrazione “sul campo” con una pesata del mais e una visita all’impianto di biogas dell’azienda agricola Ricovar. Mettere la dida: Ezio Veggia, vicepresidente nazionale Confagricoltura Davide Razzano (al centro) con i rappresentanti Pioneer SPECIALE MAIS DAY all’accorpamento di varie proprietà sotto un unico padrone. L’ipotesi di una chiusura di attività agricole per crisi commerciale va valutata, anche se, sia per cultura che per solidità strutturale e patrimoniale, è fatto eccezionale nel tessuto rurale astigiano. Restano comunque i numeri: le imprese agricole in provincia di Asti diminuiscono. Altro dato quello riferito al Turismo, che in parte coinvolge anche l’agricoltura attraverso agriturismo e B&B, spesso realizzati ad integrazione di una attività agricola. Ebbene secondo i dati di riferiti nella Giornata dell’Economia a maggio scorso, nell’Astigiano si contano 190 strutture turistiche. Quanto le attività agricole, nel loro complesso, incidano sul territorio astigiano lo si evince da un documento InfoCamere che fa riferimento al 2012, secondo il quale agricoltura e attività connesse incidono sul totale della provincia di Asti per il 30,3%, il 13,6 su base regionale. Percentuali considerevoli per un settore che non sempre ottiene attenzione altrettanto importante da parte di enti e istituzioni pubblici. Ancora riferito al 2012, il dato delle attività giovanili in agricoltura, che sono 419, il 5,6% su base provinciale; mentre le imprese rurali condotte da donne sono ben 2.296, quasi il 31% delle attività rurali in provincia di Asti. Da segnalare anche le 177 imprese a conduzione non italiana, il 2,4%. Ma se la crisi comincia a mordere duro anche l’agricoltura, i campi continuano a garantire lavoro. I dati parlano, per quanto riguarda lo scorso anno, di poco più di 7.600 addetti, lo 0,6% in più rispetto al 2011. Un lieve aumento che, tuttavia, dimostra Pag III C ome sarà, o almeno come si pensa sarà, la nuova Pac, cioè la politica agricola comunitaria, ossia le regole e le risorse attraverso le quali l’Unione europea intende sviluppare e favorire la crescita dell’agricoltura nei 28 Stati membri. Uno strumento varato nel 1962 che oggi, tra alterne fortune, risulta completamente rinnovato in scopi e applicazioni. Se ne è parlato martedì 29 ottobre nell’aula magna dell’Università di Asti in occasione del convegno dal titolo “La nuova Pac, illusioni o speranze?” organizzato da Confagricoltura Asti. Relatore è stato Vincenzo Lenucci, responsabile dell’area economica di Confagricoltura. Una relazione, quella di Lenucci, puntuale e molto accurata, che ha cercato di fare luce su argomenti complessi e, per la maggior parte, ancora al vaglio degli enti nazionali, Stato e Regioni, che dovranno mettere in pratica le direttive emanate da Bruxelles. «E io spero – ha commentato Lenucci – che l’Italia sappia cogliere e interpretare al meglio queste direttive. Se lo saprà fare avremmo la possibilità di sfruttare al meglio le occasioni di sviluppo che l’Europa riserva al mondo agricolo, pur con tutte le difficoltà di questo momento storico-economico». È proprio la disponibilità delle risorse europee e le nuove regole per la loro distribuzione sono stati i temi centrali a cui hanno fatto riferimento sia l’esposizione di Lenucci che gli interventi di Massimo Forno e Francesco Giaquinta, presidente e direttore di Confagricoltura Asti, e di Ezio Veggia, già presidente provinciale e oggi vicepresidente nazionale di Confagricoltura. «Avremo meno fondi da distribuire secondo regole che saranno decise, secondo quanto ha indicato la Ue, dallo Stato e dalle Regioni. Un fatto, questo, che non può non preoccupare data la lentezza con la quale gli enti pubblici italiani decidono procedure alla base dello sviluppo economico del Paese» ha detto Forno. Giaquinta ha sottolineato le vessazioni a cui sono sottoposte le imprese agricole che hanno diritto alle risorse della nuova Pac, fornendo un dato eclatante: «La burocrazia agricola costa quattro volte i fondi europei erogati. Un’assurdità tutta italiana a cui nessuno fino ad ora pensa di mettere mano. Di questo passo l’agricoltura italiana rischia i collasso». Ezio Veggia ha assicurato che Confagricoltura farà tutto quanto è il suo potere per favorire una Pac meno impattante sulle imprese rurali: «Il nostro compito – ha detto – è quello di fare gli interessi di una categoria strategica per l’economia nazionale». Lenucci ha indicato anche le strategie che le imprese agricole italiane dovranno mettere in atto per accedere al meglio alla nuova Pac 2014-2019: «Per le il pagamento unico, essenzialmente condurre più terreni, anche attraverso affitti, nel 2015 e verificare la storicità dei pagamenti avuti nel 2013. Per il greening, cioè le attività ecocompatibili che sono obbligatorie per chi vuole usufruire della nuova Pac, verificare gli adempimenti da fare e valutare le esenzioni».Ha quindi ricordato il capitolo della selettività a favore degli agricoltori attivi e dei piccoli agricoltori che avranno vantaggi dalla nuove norme europee. Dalla platea, relativamente alle regole che la nuova Pac impone in termini di distribuzione delle risorse – sostanzialmente meno soldi, ma spalmati su una platea più grande a discapito delle categorie che fino ad oggi avevano quote importanti anche tra i 2 e i 3 mila euro -, sono emersi dubbi su come alcune filiere, come quella zootecnica, potranno bilanciare una drastica riduzione di aiuti Ue. «È un capitolo che decidono gli Stati membri – ha detto Lenucci -. In questo senso c’è ottimismo perché l’Italia sarebbe orientata nel tutelare quelle filiere che sono strategiche a discapito di nuovi soggetti inseriti nella Pac». Tradotto: allevatori non fasciatevi la testa ora. Non resta che attendere le decisioni di Stato e Regioni. Per quanto riguarda i diritti di impianto di vitigni, un argomento che interessa molto l’Astigiano, Leunucci ha detto che saranno gestisti dalle Regioni secondo le necessità territoriali, ma nell’ambito di precisi paletti: non oltre il +1% su base nazionale. Resta sempre l’incognita su come e quando le Regioni applicheranno queste regole. Infine da Luisella Torchio, la responsabile per la Pac di Confagricoltura Asti, l’ultima rassicurazione: «È un tema complesso – ha detto -, ma noi di Confagricoltura – ha aggiunto – siamo a disposizione dei nostri associati per fugare ogni dubbi e dare supporto per ogni necessità d’impresa che dovesse sorgere». Intervento del preside Massimo Forno «Il futuro dell’Agricoltura moderna sta nella sinergia con l’agroindustria» P er questa edizione di Asti Agricola mi è stato chiesto di pronosticare il futuro dell’agricoltura astigiana. Per farlo dovrei avere la sfera di cristallo, tuttavia ci sono indicatori che segnalano alcune strade che l’agricoltura dovrà necessariamente percorrere per stare al passo con i tempi e non imboccare quel tunnel di “decrescita” che alcuni, ignoranti di quello che significa, auspicano. L’agricoltura astigiana, come quella nazionale e mondiale, non può prescindere dal suo compito principale: quello di sfamare, di fornire quanto più possibile cibo di qualità, tutelato e garantito, ad una umanità sempre più numerosa e bisognosa di cibo genuino, autentico, sano. In questo senso le “nicchie” vanno bene per il marketing ma non aiutano. Ci deve essere, a mio avviso, un importante potenziamento della sinergia tra produzioni agricole e aziende agroindustriali. È solo attraverso questa collaborazione che si può immagine un’agricoltura all’avanguardia, attuale, proiettata verso il futuro per una vera colonizzazione verde del pianeta, ma fuori da ortodossie green che oggi sono tanto di moda ma lasciano il tempo che trovano e soprattutto non offrono il benché minimo programma di crescita agricola. Sia ben chiaro, la mia non è un’ode al tecnicismo a tutti i costi, ma al pragmatismo rurale sì. I nostri vecchi sapevano bene, con la saggezza degli antichi, come trattare la terra, rispettandola, ma anche piegandola alle necessità dell’uomo. Il rapporto tra uomini e campi e una storia vecchia di decine di migliaia di anni. Fatta di innovazione tecnologiche e di scoperte. Non si può e non si deve tornare indietro. Sarebbe una iattura, e non solo per chi, sui campi ci vive e ci lavora, ma anche per il concetto di società civile e avanzata come la conosciamo noi ora. Ci dovranno essere aggiustamenti, rodaggi, correzioni. È giusto. Ci sono sempre stati. Ma per favore teniamo dritta la barra del timone agricolo Pag IV SPECIALE ANNATA AGRARIA La nuova PAC: illusioni o speranze? che impone, prima di tutto, la tutela del ruolo dell’agricoltore e la garanzia di un reddito rurale dignitoso. Se vengono meno questi assiomi l’agricoltura rischia il default, e con lei tutta la filiera dell’alimentazione umana e animale. Non è poco. Come vedo il futuro dell’agricoltura astigiana? In salita, ovviamente; tra intoppi e problemi, certamente; senza troppa attenzione da parte delle istituzioni pubbliche, come al solito. Epperò resto fiducioso. Perché a contrastare tutto e tutti c’è i grande spirito di adattamento e di sacrificio di noi agricoltori. Che non è la condizione di chi accetta supinamente, magari con fatalismo, decisioni che gli cadono dall’alto. Ma è l’atteggiamento di chi, nonostante la grandinata di tasse che bersagliano le nostre risorse, la tempesta perfetta della burocrazia che colpisce le nostre risorse, nonostante il gelo dell’indifferenza statale e sferzante ottusità di quella europea, nonostante tutto questo noi restiamo sulla nostra terra, a fare quello che sappiamo fare meglio, con amore e passione: lavorare i nostri campi, le nostre colline, allevare i nostri animali, vendemmiare le nostre uve. Perché essere agricoltori non è solo il nostro lavoro, è la nostra stessa vita. Massimo Forno presidente Confagricoltura Asti Pag V Premi per chi abbatte più cinghiali dannosi «La caccia sia risorsa di territorio e ambiente» Intervista a Davide Martelli di Agrifidi «Con noi garantito l’accesso al credito bancario per sviluppare al meglio le imprese rurali» agricolo, è croce e delizia di imprenditori di tutte le dimensioni e, in generale, di tutti coloro che abbiano necessità di risorse esterne per realizzare un progetto imprenditoriale. D Davide Martelli avide Martelli è il segretario di Agrifidi, la società cooperativa piemontese nata attraverso Confagricoltura Novara e Vco con uffici anche ad Alessandria e Asti, che fa da tramite tra imprenditori agricoli e banche garantendo i prestiti che servono a sviluppare le aziende rurali. Spiega tra un intervento e l’altro davanti ai responsabili di zona che saranno chiamati a offrire questo servizio ai soci di Confagricoltura delle rispettive aree: «Non siamo una mera interfaccia, siamo una cooperativa di garanzia, sul modello di quelle che già operano in altri settori economici».Un tema, quello dell’accesso ai finanziamenti bancari che da sempre, in Italia e non solo in campo U n premio a chi caccia più cinghiali che stanno infestando le campagne dell’Astigiano, collaborazione con gli agricoltori e gli agriturismo per far diventare il contenimento della popolazione di questi ungulati una risorsa del territorio e dell’ambiente. È con questo spirito che Confagricoltura Asti, Agriturist e Federcaccia Asti, nella prospettiva di una sempre maggiore collaborazione tra cacciatori e mondo agricolo, hanno deciso di organizzare, per la stagione venatoria 2013/2014, un Gran Premio riservato alle squadre di caccia al cinghiale della provincia di Asti aderenti a Federcaccia Asti. Spiegano Aldo Rosio, segretario di Federcaccia Asti, Massimo Forno e Francesco Giaquinta, rispettivamente presidente e direttore di Confagricoltura Asti: «L’iniziativa tende a premiare l’impegno profuso dalle squadre di cinghialai nell’intento di arginare il grave problema provocato dagli ungulati alle colture Pag VI Il Piemonte agricolo in questo settore aveva un gap da colmare. «Oggi stiamo rimediando – assicura Martelli -. Le esigenze delle imprese agricole stanno cambiando in modo veloce. C’è bisogno di adeguarsi al tempi. Innovare e modernizzare le tecniche di produzione e di approccio ai mercati. In questo senso l’accesso ai finanziamenti bancari non era sempre immediato e semplice per le imprese agricole. Ecco che una cooperativa di garanzia come la nostra può fare la differenza, mettendo in collegamento non solo la domanda con l’offerta, ma anche fornendo le garanzie necessarie affinché tempi burocratici e iter di assegnamento delle risorse siano più brevi possibile». Un risultato, quello di ridurre i tempi, che sembra già un primo successo, insieme a quello di accedere alle risorse bancarie. E il fatto che Agrifidi si occupi non solo di imprese agricole ma anche di quelle agrituristiche sembra testimoniare come anche nel mondo delle banche e delle cooperative di garanzie la tutela del paesaggio stia cominciando ad essere considerata un investimento da aiutare. Un risultato, quello di ridurre i tempi, che sembra già un primo successo, insieme a quello di accedere alle risorse bancarie. E il fatto che Agrifidi si occupi non solo di imprese agricole ma anche di quelle agrituristiche sembra testimoniare come anche nel mondo delle banche e delle cooperative di garanzie la tutela del paesaggio stia cominciando ad essere considerata un investimento da aiutare. SPECIALE CREDITO Intesa tra Federcaccia, Agriturist e Confagricoltura Asti agrarie, senza dimenticare gli incidenti stradali provocati da esemplari di questa specie che ormai infestano le campagne e le periferie dei centri abitati». Al termine della stagione venatoria saranno stilate due classifiche: la prima premierà le tre squadre che avranno abbattuto più cinghiali in assoluto, la seconda le tre squadre che avranno maggiormente incrementato in percentuale, rispetto alla scorsa stagione, il numero di abbattimenti. Si è anche stilata una convenzione tra Agriturist e Federcaccia che prevede uno sconto del 10% ai soci Federcaccia che intenderanno usufruire degli agriturismo aderenti ad Agriturist. A febbraio 2014, inoltre, in una struttura di Agriturist sarà organizzata una manifestazione conviviale, aperta a tutti i cacciatori e simpatizzanti, per la consegna dei premi. Menù, ovviamente, a base di cinghiale. Pag VII RELAX Accadde oggi... un secolo fa E’ il 1881, quando il più famoso ingegnere dell’epoca, Ferdinand de Lesseps, dà inizio al grande sogno di unire con un canale, come aveva fatto a Suez, due mari, l’Atlantico e il Pacifico. Questa volta, però, l’impresa è al di sopra delle sue forze, e Lesseps e i suoi sono costretti a rinunciare. E’ il presidente americano Franklin Delano Roosvelt a raccogliere la sfida: per lo scavo degli 81 kilometri gli americani impiegheranno 48 mila persone e 300 milioni di dollari, ma le condizioni di lavoro nella foresta sono proibitive e gli uomini muoiono a migliaia di malaria e febbre gialla. Ma sarà soltanto il 10 ottobre 1913 che il 28° presidente, Thomas Woodrow Wilson, farà brillare l’ultima mina ponendo fine alla diga di Gambao e allo stretto di Panama. Curiosità: Con deliberazione del Consiglio Comunale del 7 dicembre 1918 San Giorgio Monferrato conferì la cittadi nanza onoraria a Wilson “...per i meriti eccezionali acquisiti nella Grande Guerra combattuta per la libertà e la giustizia del mondo...”. 1 2 dicembre 1913: Vincenzo Peruggia è arrestato a Firenze per il furto de La Gioconda di Leonardo da Vinci. L’imbianchino italiano aveva rubato il famoso quadro nell’Agosto del 1911 dal Museo del Louvre, ove il capolavoro era custodito. Il furto, avvenuto con imbarazzante semplicità, è sempre stato giustificato da Peruggia come un’azione patriottica per riparare a quanto maltolto da Napoleone. Mai tanto patriottismo è stato usato male: l’opera, infatti, è correttamente di proprietà dello stato francese; pare probabile che lo stesso Leonardo da Vinci l’abbia ceduta al re di Francia, Luigi I, nel 1516. Libri L’Agenda della Luna 2014 - Vivere in armonia con le fasi della luna ogni giorno dell’anno di Johanna Paungger e Thomas Poppe Edizioni TEA Libri D agli autori dei best seller Servirsi della luna l’agenda settimanale tascabile a colori ci guida ancora una volta nella scelta del momento giusto per svolgere con successo qualsiasi tipo di attività: dal giardinaggio al taglio dei capelli, dai lavori di bricolage, all’agopuntura e alla dieta disintossicante. Per ogni giorno dell’anno vi sono le indicazioni di base, come il segno zodiacale, la fase della luna, la parte del corpo più influenzata, e dei simboli chiari e immediati che indicano ciò che è consigliabile fare o invece evitare. Frutta e Verdura di Stagione: calendario Goloso 2014 di Allan Bay Salani Edizioni O gni mese un elenco completo delle varietà dell’orto e del frutteto, e una squisita ricetta suggerita dall’autore. Allan Bay, laureato in Economia Politica alla Bocconi con una tesi in storia economica, è giornalista nel settore eno-gastronomico; scrive sul “Corriere della Sera”, “Vivi Milano”, “Diario della settimana”, “Viaggi e Sapori”. Professore incaricato di cucina presso l’Università di Pavia, ha pubblicato diversi libri gastronomici. Cucinare è sempre stato il suo hobby preferito. Pag VIII Pag 23 ARAMENGO (si ringrazia l’ATL per il prezioso contributo) visi tra i Marchesi del Monferrato, il Vescovo di Vercelli e altri feudatari. Il paese si snoda a semicerchio addossato all’altura scoscesa che ospitava il Castello distrutto nel XV sec. Sulle rovine del maniero fu edificata la chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio Abate, bell’esempio di architettura tardobarocca di fine Settecento, progettata dall’Architetto Giovanni Maria Molino nel 1770. Per la costruzione della chiesa pervennero laterizi ed altri materiali da un distrutto castello dei Conti Radicati, mentre dalla Certosa di Asti, smantellata per ordine napoleonico, giunsero i marmi per l’altare maggiore, le statue ed i vasi in terracotta che adornano il timpano della facciata. In borgata Masio da vedere la chiesa di San Giorgio, con abside romanica. I l nome di Aramengo deriva dal latino Ara Mea diventato Aramengo nella dizione longobarda. In epoca romana il borgo doveva rivestire un’importanza strategica per il controllo dell’antica strada che univa Asti alla valle del Po. Nel basso medioevo i territori di Aramengo furono concessi ai conti Radicati, poi passarono ai conti di Cocconato, in seguito suddi- Il laboratorio di Restauro Nicola, che opera in tutti i settori del restauro di opere d’arte, è uno dei più prestigiosi in Italia. Nelle aziende agricole è diffuso l’allevamento dei bovini di razza piemontese. Altri prodotti tipici sono i salumi, il miele e il rinomato tartufo bianco. La produzione vinicola vede in particolare il Freisa e il Barbera Lo sapevi che ... La Stampa è il quotidiano più “social” d’Italia Lo studio realizzato dalla società di consulenza Innova et Bella piazza il giornale al 15esimo posto della classifica mondiale. La top-five è dominata dagli americani: il New York Times precede il Los Angeles Times, mentre completa il podio il Washington Post. A seguire il britannico The Guardian e il francese Le Parisien. Solo due quotidiani italiani su dieci hanno ottenuto la “tripla A”: La Stampa (quindicesimo posto) e Corriere della Sera (sedicesimo posto). Mentre le altre testate perdono posizioni. La ricerca ha preso in analisi per ogni testata esaminata dodici criteri: 1. gestione di una massa critica di portatori d’interesse; 2. sviluppo della la partecipazione dei lettori alla fruizione, alla condivisione e alla produzione dei contenuti; 3. coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse (lettori, giornalisti, dipendenti, imprese e istituzioni) nelle proprie strategie di relazione; 4. sviluppo di App dedicate a promuovere l’accesso mobile all’offerta di relazione, prodotto e servizio; 5. offerta ai lettori di opportunità di relazione diretta con i propri giornalisti; 6. l’“ascolto” dei propri lettori; 7. l’offerta al pubblico della partecipazione all’agenda editoriale e la produzione di contenuti foto e video e dei lettori; 8. il valore aggiunto dei propri contatti, oltre il semplice “mi piace”, con l’offerta di relazioni personalizzate su interessi profondi; 9. l’integrazione delle proprie strategie editoriali su più canali aperti: carta, online, app, blog, facebook, twitter, pinterest, 10. youtube, google+; 11. lo sviluppo dell’offerta di contenuti per specifici target; 12. la valorizzazione “pubblica” delle relazioni sviluppate con i propri lettori.. Pag 24 Il patronato vi ricorda ... INFORTUNIO el momento in cui un lavoratore, sia autonomo sia dipendente) si infortuna sul lavoro, ha l’obbligo di denunciare il fatto all’INAIL. La modalità di invio della denuncia è variata a decorrere dal primo luglio 2013. In via provvisoria si trasmette tramite Pec, la posta elettornica certificata che tutte le imprese devono avere. A breve sarà operativo anche l’invio telematico secondo uan procedura di cui daremo comunicazione tempestivamente. Non è comunque sufficiente fare la denuncia, ma bisogna rivolgersi il prima possibile al Patronato, che provvederà all’immediata richiesta di pagamento: temporanea, danno biologico e rendita. Se il parere dell’Inail è giudicato inesatto il beneficiario può fare opposizione.Dalla data di denuncia di infortunio si hanno 10 anni di tempo per richiedere una revisione. I motivi possono essere vari: se si continua ad avere dolore, se si deve affrontare un intervento, se le condizioni di salute peggiorano a causa dell’infortunio. Ogni caso sarà valutato dal nostro ufficio con il medico a noi correlato. ASSEGNO ORDINARIO DI INVALIDITA’ È una prestazione economica, erogata a domanda, in favore di coloro la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale. Hanno diritto all’assegno di invalidità i lavoratori: •dipendenti; •autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti,coloni e mezzadri); •iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria. Sono richiesti: • riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di infermità o difetto fisico o mentale; • almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di con tribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda. Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa. RIDUZIONE ULTRA 65ENNE: È il beneficio a cui hanno diritto sia i CD (titolare/coadiuvante) che gli IAP. Consiste nella riduzione degli importi annuali (4 rate) versati nella gestione Inps. Non è automatica, ma bisogna fare richiesta scritta e inviarla all’ente. Ne hanno diritto tutti coloro che, pur essendo pensionati INPS, versano ancora i contributi. Deve essere fatta nell’anno in cui si compiono i 65 anni e possibilmente entro marzo. VARIAZIONI DI FASCIA I contributi agricoli vengono versati in 4 rate all’anno e in periodo posticipato. Le scadenze sono luglio, settembre e novembre dell’anno in corso; e gennaio dell’anno successivo.L’importo annuale è determinato in base al reddito agrario dell’azienda, quindi quando la superficie condotta aumenta dovete comunicarlo all’Inps per non incorrere in multe retroattive. La pratica deve pervenire entro il 20 marzo dell’anno in corso N PENSIONE ANTICIPATA (EX ANZIANITA’) Si ottiene con il raggiungimento degli anni contributivi Fino al 31.12. 2013 per gli uomini sono richiesti: 42 anni e 2 mesi + 3 mesi di speranza di vita - Per le donne sono richiesti : 41 anni e 2 mesi + 3 mesi di speranza di vita - Nel 2014 per gli uomini sono richiesti: 42 anni e 3 mesi + 3 mesi di speranza di vita - Per le donne sono richiesti: 41 anni e 3 mesi + 3 mesi di speranza di vita PENSIONE VECCHIAIA: Si ottiene con l’età anagrafica Fino al 31.12.2013 : - per le lavoratrici autonome sono richiesti: 63 anni e 6 mesi + 3 mesi di speranza di vita - per i lavoratori autonomi sono richiesti: 66 anni + 3 mesi di speranza di vita Nel 2014 : - per le lavoratrici autonome sono richiesti: 64 anni e 6 mesi + 3 mesi di speranza di vita - per i lavoratori autonomi rimangono 66 anni + 3 mesi di speranza di vita TESSERA LIBERA CIRCOLAZIONE PER PERSONE DISABILI La tessera di libera circolazione, detta comunemente “tessera gialla”, è un documento di viaggio regionale che permette alle persone disabili di viaggiare gratuitamente nell’ambito della Regione Piemonte senza limiti di orari e di corse su tutte le linee di trasporto pubblico (L.R. 4 gennaio 2000 n. 1): • urbane, suburbane ed extraurbane (tram e autobus), • metropolitana di Torino, • treni regionali e regionali veloci con partenza ed arrivo nelle città piemontesi, • treni regionali e regionali veloci che collegano il Pie monte con la Lombardia e la Liguria di competenza della Regione Piemonte, • autobus sostitutivi, suppletivi ed integrativi di servizi ferroviari della Regione Piemonte. Hanno diritto al rilascio della tessera di libera circolazione i residenti nella Regione Piemonte che rientrano in una delle seguenti categorie: • ciechi assoluti e ventesimisti (con residuo visivo non superiore ad 1/20), • sordomuti, • grandi invalidi (invalidi di guerra, civili di guerra e per servizio) appartenenti alle categorie dalla 1^ alla 4^. Alle persone della 1^ categoria con l’assegno della superinvalidità viene rilasciata la tessera con accompagnatore, • minori invalidi sino al compimento della maggiore età, • beneficiari dell’indennità di accompagnamento, • ultrassessantacinquenni con difficoltà persistenti nello svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età, risultante dalla certificazione della commissione sanitaria, • disabili (invalidi civili e del lavoro) con percentuale di invalidità superiore/uguale al 67%.Per i ciechi, i minori invalidi e i disabili con percentuale di invalidità al 100% la gratuità del viaggio è consentita anche all’eventuale accompagnatore Perché venga rilasciata la tessera il richiedente deve compilare apposita domanda fornita in modulistica, alla quale si allega fotocopia del documento di identità in corso di validità, fotocopia del codice fiscale e fotocopia del certificato di invalidità del richiedente, rilasciato dalla commissione medico legale La tessera ha validità pluriennale e viene rinnovata con scadenze stabilite dalla Regione CONTRASSEGNO INVALIDI DA AFFIGGERE ALL’AUTO : Tra le varie agevolazioni previste per facilitare la mobilità dei disabili c’è il contrassegno per auto che, in deroga ad alcune prescrizioni di legge, mette al riparo i soggetti portatori di handicap e/o invalidi da improprie contestazioni o verbalizzazioni di infrazioni. Se sul verbale rilasciato (da maggio 2013) a seguito di visita della commissione Asl, viene riportato : Ricorrono le previsioni di cui: all’art 381 del DPR/1992. E’ sufficiente recarsi al Comune di residenza per il rilascio del contrassegno “INVALIDI” da apporre all’auto. ENAPA I comuni del nostro territorio Si ricorda che l’assistenza del Patronato è GRATUITA Pag 25 «Il paesaggio astigiano? È ok, ma attenzione a cementificazione e invasione di animali dannosi» prescrizioni che vengono inserite nelle autorizzazioni alle modificazioni del suolo in aree vincolate. Al centro, in divisa, la dirigente Chiara D ottoressa Arnaudo, come i Forestali che operano nell’Astigiano si confrontano con un territorio così vario fatto di boschi, ma anche e soprattutto di colture? Da sempre i Forestali vigilano non solo sulla corretta gestione dei boschi, al fine di tutelarne le molteplici funzioni, ma anche sul rispetto delle norme poste a garanzia a della stabilità idrogeologica dei versanti e della qualità del paesaggio, norme che riguardano il territorio in generale, forestale, agricolo ed urbano. Il C.F.S. è la “polizia di prossimità” delle aree agricole e forestali e svolge il suo servizio “con gli scarponi ai piedi” per venire incontro alle richieste ed ai problemi di coloro che operano in settori fondamentali della nostra economia: quello paesaggistico-forestale e quello agroalimentare. La vigilanza su tali settori comporta anche talvolta interventi di tipo repressivo nei confronti di chi, non comprendendo l’importanza, per la sicurezza della collettività e per lo sviluppo dell’economia, di una attenta tutela del territorio e del paesaggio, deturpa questo bene comune; ma resta prioritario nell’animo dei Forestali l’intento di informare e sensibilizzare i cittadini, perché abbiano piena coscienza dell’importanza di una gestione sostenibile delle risorse e del ruolo che ognuno di noi ha nella salvaguardia dell’ambiente. In particolare le Stazioni forestali sono a disposizione dei cittadini per fornire chiarimenti sull’applicazione del Regolamento forestale approvato nel 2011 dalla Regione Piemonte, sulle corrette modalità di trattamento dei residui di potatura e più in generale sulle norme di tutela ambientale, non sempre di facile interpretazione.Di particolare importanza è poi l’attività di controllo svolta dai Forestali sulle aree sottoposte a vincolo idrogeologico. I numerosi vigneti che tappezzano le colline astigiane, sono fragili sotto il profilo della stabilità: il terreno, scoperto per buona parte del ciclo vegetativo, è esposto all’erosione superficiale e, in assenza di adeguati sistemi di canalizzazione e drenaggio, può diventare instabile. E’ quindi molto importante, anche ai fini della tutela della pubblica incolumità, il controllo sul rispetto delle Pag 26 I Forestali sono osservatori privilegiati dell’ambiente. Qual è lo stato dell’ambiente e del paesaggio astigiani? L’Astigiano è un territorio di grande pregio paesaggistico, dove riserve naturali, siti di Importanza comunitaria ed aree protette si inseriscono in un tessuto agricolo, forestale ed architettonico di notevole bellezza e peculiarità, dove domina storicamente la coltura della vite, portatrice di benessere e creatrice di un paesaggio di particolare piacevolezza. Nel complesso lo stato dell’ambiente e del paesaggio di questa provincia è buono, ma la corsa alla cementificazione, cancro che avanza inesorabilmente nei siti più pregevoli d’Italia, non risparmia questo territorio, dove i Forestali accertano ogni anno numerosi illeciti edilizi che riguardano prevalentemente aree soggette a vincolo paesaggistico o comunque di particolare valore ambientale. Ritengo sia un fatto in parte culturale ed in parte economico. Culturale perché manca una seria ed efficace pianificazione paesistica e perché non sempre la scuola educa i giovani, che sono il nostro futuro, a cogliere l’eleganza e l’armonia degli edifici storici, il fascino dei borghi arroccati in cima alle colline vitate, la bellezza delle antiche cascine disseminate tra campi e vigneti. Economico perché in assenza di sostanziose agevolazioni da parte dello Stato, risulta più facile e meno dispendioso demolire e ricostruire piuttosto che restaurare e conservare un patrimonio architettonico che, insieme a quello eno-gastronomico, potrebbe favorire un richiamo turistico di grande rilievo, con un notevole ritorno finanziario e possibilità di creare nuovi posti di lavoro per i giovani, che in numero crescente negli ultimi anni si indirizzano verso il settore agricolo mirando a produzioni ecologicamente sostenibili e di alta qualità. Danni alle colture da parte degli animali selvatici. Il tema è d’attualità. I Forestali si trovano spesso a rilevare danneggiamenti dovuti alla crescita della popolazioni di cinghiali e caprioli nell’Astigiano? Effettivamente è un tema di non trascurabile importanza, in particolare per la specie cinghiale e per alcune aree dell’Astigiano, ove sembra non siano sufficienti i piani di contenimento posti in atto dagli ATC. Viene segnalata negli ultimi tempi alle Stazioni forestali una presenza di caprioli e di cinghiali di grandi dimensioni (forse derivanti da ibridazioni con maiali) superiore a quella abituale. È tuttavia anche tema delicato, che suscita accalorate discussioni tra agricoltori, cacciatori ed ambientalisti e che coinvolge molti aspetti, compreso quello sanitario (problema della trichinosi nella carne di cinghiale).Ritengo indispensabile cercare di dare una impostazione il più possibile scientifica al problema, effettuando attenti censimenti e raccogliendo accurata documentazione dei danni alle colture e degli incidenti stradali causati dalla selvaggina, in modo che gli organi competenti possano intervenire in modo efficace ed ecologicamente sostenibile. È poi di fondamentale importanza il controllo sui possibili alle- -vamenti non autorizzati di tali specie e su eventuali immissioni illegali di animali: a tal fine gli agricoltori potrebbero essere un utile supporto per l’operato dei Forestali. Va ancora detto che la Regione Piemonte ha di recente emanato la D.G.R. 276193 che autorizza i Sindaci ad emettere ordinanze con tingibili ed urgenti di abbattimento di cinghiali o caprioli ad opera della Polizia municipale o della Vigilanza faunistico-venatoria della Provincia: tuttavia il presupposto di tali ordinanze deve essere un concreto e documentato pericolo per la pubblica incolumità, non essendo sufficienti per l’adozione del provvedimento i danni alle colture. Nell’Astigiano ci sono parchie oasi naturalistiche. È sintom0 di un benessere dell’ambiente oppure si potrebbe fare di più anche qui? Credo che a tutela dell’ambiente si possa sempre fare di più (ed in tal senso sarebbe indispensabile poter disporre di molti più forestali sul territorio), ma ritengo che, come già accennato prima, si dovrebbe pensare non soltanto alla creazione di limitate aree a tutela speciale, ma ad una pianificazione paesistica complessiva che possa garantire la conservazione di quelle molteplici caratteristiche che rendono così piacevole il territorio astigiano. Un rilevante impegno dei Forestali nell’ambito della tutela ambientale è quello profuso nel contrastare l’abbandono o la illegale gestione dei rifiuti, che spesso deturpano strade, corsi d’acqua e siti di pregio architettonico o paesistico. Anche in questo caso si tratta essenzialmente di un problema culturale e di civiltà; è fondamentale che si capisca che ciò che viene abbandonato, se non si riesce ad individuare il responsabile, dovrà essere recuperato a spese del Comune e che il costo di tale recupero ricadrà su tutta la collettività. Altrettanto importante è che si comprenda che un paesaggio deturpato da rifiuti allontana il turismo, motore essenziale dell’economia. C’è collaborazione con gli agricoltori e gli allevatori? E come questa collaborazione potrebbe essere migliorata? Come già detto, il mio auspicio è che agricoltori ed allevatori possano vedere nel Forestale il “poliziotto di prossimità”, che consiglia, previene la commissione di illeciti, aiuta e soccorre in occasione dei sempre più frequenti eventi atmosferici che richiedono l’intervento del C.F.S. quale forza di protezione civile. Ovviamente il Forestale è anche chiamato a far rispettare le leggi poste a tutela dell’ambiente e delle produzioni agricole, ma questa attività è volta a tutelare coloro che con senso di responsabilità, impegno e fatica concorrono a rendere competitiva l’agricoltura ed apprezzati in tutto il mondo il cibo ed i prodotti italiani. Dal canto loro gli agricoltori possono svolgere, a favore dei Forestali, l’utilissima funzione di “sentinelle del territorio” segnalando i problemi, non ultimo quello degli incendi boschivi, di cui vengono a conoscenza grazie alla capillare diffusione delle loro aziende ed alla diuturna presenza sui campi.Le Stazioni forestali, pur nella grave limitatezza dell’organico attualmente presente sul territorio, sono a disposizione, così come il personale del Comando provinciale di Asti, di tutti i cittadini ed in particolare di coloro che presidiano quel bene insostituibile che è il territorio agricolo e forestale. INTERVISTA Intervista alla dirigente della Forestale, Chiara Arnaudo EcoCloud, è lo spazio che, sul sito di Confagricoltura www.confagricoltura.it, è dedicato alle buone pratiche sostenibili che le aziende aderenti al progetto confederale “Produttività e Sostenibilità delle imprese agricole” mettono in atto al loro interno. Si tratta di buone pratiche legate alla sostenibilità in ambito economico, ambientale e sociale. La ricerca sul catalogo on line, contenente una scheda dettagliata per ciascuna azienda, può essere fatta attraverso diversi criteri (ragione sociale, regione, provincia, tema, settore produttivo e multifunzionalità). Visita la pagina! Pag 27 Restano (e vanno a regime) gli sconti della PPC R esta in vigore l’agevolazione cosiddetta della “piccola proprietà contadina” ossia l’applicazione dell’imposta di registro e ipotecaria in misura fissa e dell’imposta catastale nella misura dell’1% per l’acquisto di terreni agricoli e relative pertinenze da parte di coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali e società agricole IAP. Lo prevede il disegno di legge di stabilità per l’anno 2014. Come noto l’agevolazione era stata abolita con il decreto legge n. 104/2013 dello scorso mese di ottobre. Il disegno di legge di stabilità 2014, oltre ad aver ripristinato l’agevolazione PPC, ha anche fissato nuove aliquote di imposta di registro. In particolare: - 12% per l’acquisto di terreni da parte di soggetti non coltivatori diretti né imprenditori agricoli professionali; - 9% per l’acquisto di altri immobili (es. fabbricati) - 2% per l’acquisto della prima casa. Il disegno di legge di cui trattasi ha inoltre abolito l’agevolazione del compendio unico. Particolare importanza riveste il fatto che, se la legge di stabilità verrà approvata, l’agevolazione PPC diventerà definitiva e non dovrà dunque più essere prorogata anno per anno. colta dei rifiuti; Il momento di effettuazione delle operazioni corrisponde: mese di dicembre; - la Tasi, imposta che copre i servizi indivisibili dei comuni quali ad esempio manutenzione strade, illuminazione pubblica ecc.. - per i beni mobili con la consegna o la spedizione b) per i soggetti con liquidazioni trimestrali, entro il 17/03/2014. - per i beni immobili con la data di stipula del rogito La prima sarà calcolata sulla superficie calpestabile e sarà dovuta esclusivamente dal soggetto che occupa l’immobile; la seconda sarà dovuta dai proprietari dell’immobile e dagli inquilini La nuova tassa andrà versato in quattro rate trimestrali con scadenza 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 dicembre. - per i servizi con la data di pagamento Il mantenimento dell’IMU L’IMU non si pagherà più sugli immobili adibiti ad abitazione principale, fatta eccezione per gli immobili di lusso. L’Imu graverebbe solo sui proprietari di un immobile di pregio, con una stretta ulteriore rispetto al sistema odierno visto che la detrazione per ogni nucleo familiare potrebbe essere limitata a 200 euro al posto dei 600 per chi ha 4 figli. Immobili concessi in uso ai familiari La legge di conversione del c.d. decreto IMU, che ha cancellato la prima rata dell’IMU sull’immobile adibito ad abitazione principale, risolve la questione aperta sugli immobili abitativi concessi in comodato ai figli, concedendo ai Comuni la possibilità di assimilarle all’abitazione principale. Tra le altre disposizioni spicca, dunque, per importanza la reintroduzione delle regole Ici che consentivano di assimilare all’abitazione principale gli immobili concessi in comodato gratuito ai figli. Nel disegno di legge di stabilità, spicca la riforma del prelievo sul mattone. In particolare, nella tassazione immobiliare sta per irrompere un altro acronimo con cui gli italiani dovranno familiarizzare il prima possibile: il TRISE (Tributo sui servizi comunali) che dal 2014 sostituirà la TARES (Tassa rifiuti e servizi). Il nuovo tributo di competenza e gestione del comune è composto da due componenti: - Pag 28 la Tari, che servirà a coprire i costi del servizio di rac- - per le cessioni nei confronti di Stato, enti pubblici, enti ospedalieri, università con la data di pagamento Da quanto sopra consegue che l’aliquota del 22% deve essere applicata: - per i beni mobili e le merci consegnati dal 1° ottobre 2013 - 2013 per i beni immobili ceduti con rogito dal 1° ottobre - per i servizi pagati dal 1° ottobre 2013 - per le operazioni intracomunitarie quando il trasporto è iniziato dal 1° ottobre 2013 - per le cessioni nei confronti dello Stato, degli enti pubblici, degli enti ospedalieri quando il pagamento è avvento dal 1° ottobre 2013 Nel caso di pagamento di acconti farà fede la data del pagamento. Altre novità previste dalla legge di Aliquota IVA 22%: casi particolari stabilità Come ormai ben noto, dal 1 ottobre 2013, l’aliquota ordinaria L’introduzione del Tributo sui servizi comunali (TRISE) - per le operazioni intracomunitarie con l’inizio del trasporto IVA è salita dal 21 al 22%. Restano ferme le aliquote del 4 e del 10 per cento. Rimangono invariate anche le aliquote di compensazione per i produttori in regime speciale agricoltura . L’Agenzia delle Entrate con comunicati stampa e con la recente circolare del 5/11/2013 è intervenuta al fine di chiarire alcuni dubbi interpretativi. Cerchiamo di riassumere gli aspetti più interessanti. L’incremento dell’aliquota ordinaria al 22% riguarda in generale le operazioni effettuate a partire dal 1 ottobre 2013. Infine, per le note di variazione (note di debito e credito) emesse in data successiva all’incremento dell’aliquota si dovrà tener conto dell’aliquota applicata alla operazione originaria. L’ Agenzia delle Entrate ha precisato che per ragioni di ordine tecnico che impediscono l’aggiornamento tempestivo dei programmi software per la fatturazione e dei misuratori fiscali non saranno applicate sanzioni nel caso di fatturazione con l’aliquota del 21 per cento qualora venga effettuata la variazione in aumento (nota di debito) ex predetto art. 26, se la maggiore imposta, collegata all’aumento dell’aliquota, è versata: a) per i soggetti con liquidazioni mensili, entro il 27 dicembre p. v., per le fatturazioni dei mesi di ottobre e novembre, ed entro il 17/03/2014 per le fatturazioni del Entro i termini indicati dovranno quindi essere regolarizzate le fatture erroneamente emesse con la minor aliquota del 21%. UFFICIO IVA Fiscal news Spesometro e soggetti passivi IVA I soggetti passivi IVA devono comunicare, in via telematica, all’Anagrafe tributaria l’ammontare delle operazioni rilevanti ai fini del tributo relativamente alle cessioni di beni e alle prestazione di servizi rese e ricevute. Il provvedimento, a decorrere dal 1 gennaio 2012, riguarda tutte le operazioni per le quali sussiste l’obbligo di emissione della fattura, indipendentemente dal superamento della soglia dei 3.000 euro, limite vigente prima delle modifiche. Resta ferma la soglia dei 3.600 euro, comprensiva dell’IVA, per la comunicazione delle operazioni per le quali non sussiste l’obbligo dell’emissione della fattura (commercio al minuto, ecc.). Il termine per la trasmissione delle operazioni relative all’anno 2012 è stato recentemente fissato al 31 gennaio 2014. Relativamente alle comunicazioni per il 2013 e annualità successive, i soggetti che effettuano le liquidazioni mensili sono tenuti a trasmettere la comunicazione entro il 10 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento e gli altri soggetti entro il 20 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. Per quanto riguarda gli imprenditori agricoli esonerati, ex art. 34, c. 6, del DPR n. 633/72, l’obbligo della comunicazione è stato stabilito a far data dal 1 gennaio 2013 da presentarsi entro il 20 aprile 2014. Formano oggetto della comunicazione le cessioni dei beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute soggette all’obbligo di fatturazione per ciascun cliente e fornitore, indipendentemente dall’ammontare dell’operazione; Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese e ricevute per le quali non sussiste l’obbligo di emissione della fattura qualora l’importo unitario dell’operazione sia pari o superiore a 3.600 euro al lordo dell’IVA. Pag 29 L’ufficio zonale Luisella Torchio, Marco Terzuolo, Giusy Veglio L a Zona di Villanova si caratterizza per la presenza di grandi aziende cerealicole e zootecniche, è l’allevamento dei bovini il motore dell’attività delle aziende agricole della zona. Alla pianura dell’altopiano di Poirino si contrappongono le colline vitate del comprensorio che vede a capo il comune di Castelnuovo Don Bosco, che trovano l’eccellenza nella produzione del caratteristico vino rosso dolce Malvasia. Il consiglio di zona Il consiglio di zona, che ringraziamo per la fattiva partecipazione alla vita dell’associazione, è composto dai seguenti membri: L’ufficio zonale di Villanova d’Asti raggruppa nella provincia di Asti i paesi di Buttigliera d’Asti, Cellarengo, Cortazzone, Dusino San Michele, Ferrere, Montafia, Piea, San Paolo Solbrito, Valfenera, Viale d’Asti, Villafranca d’Asti, Villanova d’Asti e nella provincia di Torino: Arignano, Isolabella e Riva presso Chieri. All’ufficio zona fa capo la sotto zona di Castelnuovo Don Bosco che raggruppa i paesi di: Albugnano, Berzano di San Pietro, Castelnuovo Don Bosco e Passerano Marmorito. L’ufficio zonale, oltre a coprire tutti i servizi necessari ad una moderna azienda agricola e ad essere uno degli sportelli informativi previsti dalla misura 111.1.B, svolge anche la funzione di sede provinciale dell’ufficio CAA (Centro Assistenza Agricola) per l’intera struttura di Confagricoltura Asti. Oltre alle aziende agricole anche i cittadini e i pensionati trovano un utile supporto nell’ufficio grazie al Patronato Enapa - per la consulenza previdenziale ed assistenziale gratuita - ed al servizio CAAF per l’assistenza fiscale. L’assistenza per le pratiche agricole è svolta da Luisella Torchio e Marco Terzuolo, Giusy Veglio coordina il Patronato ENAPA e il servizio CAAF. CARDONA RENATO (presidente di zona), ARRI ELIO, BAIOTTO PIERINO, BECHIS ARMANDO, BERRINO FABIO, CAVAGLIA’ PIERO, DAVANZO ANGELO, GILLI EMILIANO, LANFRANCO TOMASO, PELASSA CARLO, PERUCCA FRANCESCO, RAVERDINO CLARA, SCLAVERANO PIERINO, SITO GIUSEPPE Le manifestazioni della zona Le principali manifestazioni sul territorio sono la Rassegna Zootecnica di Valfenera che si svolge a fine Agosto, la fiera della “Zucca delle meraviglie” che si tiene a Piea nel mese di Settembre e la fiera della Gallina Bionda a Villanova d’Asti che nel mese di Novembre. FIERA DELLA GALLINA BIONDA DI VILLANOVA SPECIALE ZONA DI VILLANOVA D’ASTI Speciale zona di Villanova d’Asti FIERA DELLA ZUCCA PIEA D’ASTI Ufficio Zonale di Villanova Via Per San Paolo 19, 14015 - Villanova d’Asti (AT) Lunedì, martedì, mercoledì e venerdì: 8.30 – 12.30 Giovedì: 8.30 – 12.30 / 14.30-18.00 Tel. 0141.94.76.26 – Fax 0141.94.77.91 Pag 30 Recapito di Castelnuovo Don Bosco Via Roma 12, 14022 – Castelnuovo Don Bosco (AT) Presso il Municipio Il secondo e il quarto Giovedì del mese Dalle 9.00 – 12.00 Tel. 0141.94.76.26 – Fax 0141.94.77.91 Pag 31 provenienti da vigneti composti da: Malvasia di Schierano e/o Malvasia Nera Lunga: dall’ 85% al 100%; la restante parte da Freisa: dallo 0% al 15%.La zona di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” comprende i territori dei comuni di Albugnano, Castelnuovo don Bosco Passerano Marmorito, Pino d’Asti, Berzano S. Pietro e Moncucco Torinese. La coltivazione dei vigneti deve rispondere ai seguenti requisiti: - terreni devono essere argillosi / limosi / sabbiosi / calcarei e loro eventuali combinazioni; - giacitura: esclusivamente collinare. Sono esclusi i terreni di fondovalle, umidi, pianeggianti non sufficientemente soleggiati; - altitudine: non inferiore a 150 m s.l.m. - esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione delle uve. - densità d’impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari dell’uva e del vino. Il numero di ceppi a ettaro non deve essere inferiore a 3.300. Il “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” presenta un colore rosso cerasuolo, mantiene l’aroma fragrante dell’uva, il sapore è dolce, aromatico e caratteristico. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% Vol di cui effettivo almeno 5,50 %Vol e comunque non superiore a 7,00 % Vol; Il “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” spumante si caratterizza per il processo di vinificazione che ne prevede la spumantizzazione. Si presenta con un colore rosato più o La zucca di Piea La ricetta Ingredienti per 6 persone 1 kg di zucca 100 g di farina 150 g d’amaretti 100 g di zucchero 2 uova un pizzico di cannella 2 cucchiai di panna liquida un cucchiaio di Grappa mezza bustina di lievito sale q.b. burro per ungere la teglia zucchero a velo q.b I prodotti tipici della zona I prodotti che più caratterizzano la zona sono la famosa Gallina Bionda di Villanova e le Zucche a cui il paese di Piea dedica la festa. Per quanto riguarda i vini la fanno da padrone la Freisa, la Bonarda e naturalmente l’ottima Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, un vino rosso dolce che si presente come alternativa ori- Pag 32 ginale a classici vini dolci bianchi. Il Malvasia di Castelnuovo Don Bosco I vini a Denominazione di Origine Controllata “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” devono essere ottenuti dalle uve meno intenso, la spuma è fine e persistente, il sapore dolce e leggermente aromatico. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00 % Vol di di cui effettivo almeno 6,0 %Vol e comunque non superiore a 7 ,00 % Vol; acidità totale minima: 5 g/l ; La Freisa d’Asti Il vino “Freisa d’Asti” è ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti dal vitigno Freisa coltivate nelle zone collinari della provincia. Il vino ha un colore da rosso granato a cerasuolo piuttosto chiaro, con tendenza a leggero arancione quando il vino invecchia. L’odore è caratteristico delicato di lampone e di rosa; il sapore è amabile, fresco con sottofondo di lampone. Nel tipo secco e con breve invecchiamento diventa delicatamente morbido. La gradazione alcolica minima complessiva è di gradi 11. La Bonarda Tra i vini prodotti in zona la Bonarda è uno dei più tradizionali. Prodotto con uve derivanti almeno per l’85% dal vitigno Bonarda è un vino che si caratterizza per il colore rosso rubino intenso, l’odore intenso gradevole, il sapore asciutto abboccato o amabile, leggermente tannico, fresco e talvolta vivace; il titolo alcolometrico volumico minimo è 11 % vol. SPECIALE ZONA DI VILLANOVA D’ASTI RASSEGNA ZOOTECNICA DI VALFENERA Tra i prodotti più caratteristici della zona e recentemente riscoperti è da ricordare la Zucca. Alimento una volta considerato povero, ma che grazie alle sue caratteristiche nutrizionali è stato riscoperto in cucina con gli usi più diversi . La zucca è facile da coltivare e presenta un’elevata resistenza naturale agli attacchi dei parassiti, motivo per cui nella coltivazione non sono necessari trattamenti con fitofarmaci. Un alimento quindi che unisce il pregio di avere un alto potere nutrizionale, una lunga conservabilità e l’assenza di residui di prodotti fitosanitari, oltre ad un basso costo. Torta di Zucca Tagliate 1 kg di zucca in pezzi piuttosto grossi e fateli cuocere in forno a 150°C per 40 minuti circa in modo che si caramelli. Una volta pronta, con un cucchiaio rimuovete la polpa della zucca, che ora pesa circa 500 grammi, mettetela in una ciotola e mescolatela per bene e passatela con il setaccio in modo da ottenere un composto piuttosto morbido e omogeneo. Separate gli albumi delle uova dai tuorli e montate gli albumi a neve con una frusta, elettrica o manuale. In una ciotola unite i tuorli allo zucchero e mescolate con una frusta per un paio di minuti fino ad ottenere un composto di colore molto chiaro. Quindi, sempre continuando a mescolare, aggiungete una alla volta la cannella, la panna liquida, la purea di zucca e la farina divisa in due o tre parti per poterla amalgamare più facilmente all’impasto. Sbriciolate poi gli amaretti e uniteli all’impasto e, dopo averlo mescolato, unitevi il lievito e la grappa. Dopo aver ulteriormente amalgamato l’impasto, aggiungetevi gli albumi montati a neve e mescolate delicatamente. Aggiungete infine un pizzico di sale. Prendete una teglia circolare, imburratela accuratamente, cospargetela con un po’ di farina che aderirà al burro, e rimuovete quella in eccesso. Versate l’impasto della vostra torta di zucca nella tortiera, spalmatelo con una paletta, e fatela cuocere in forno già caldo a 160°C per 45-50 minuti. Quando la torta sarà cotta, toglietela dal forno e lasciatela raffreddare per almeno un’ora. Toglietela dalla teglia, guarnitela, se volete, con dello zucchero a velo, e servite. Pag 33 Il documento di prassi, infatti, ha precisato che i Comuni possono anche decidere di far slittare al 2014 l’ultima rata della Tares, prevista per dicembre, ma ha altresì affermato che la maggiorazione statale di 0,30 centesimi a metro quadrato deve comunque essere pagata entro il 16 dicembre. Ciò implica che, se un Comune ha stabilito, come scadenza dell’ultima rata della Tares, il 30 dicembre o i primi mesi del 2014, deve inviare ai contribuenti un altro bollettino a parte per permettere loro di pagare la maggiorazione della Tares entro il 16 dicembre. asti@confagricoltura.it Quali mobili e quali elettrodomestici si possono detrarre e fino a che data ho tempo per effettuare la spesa? (Carla, Asti) Risponde l’ufficio redditi Possono essere detratti al 50% solo gli acquisti di mobili ed elettrodomestici “agganciati” ad una ristrutturazione. L’acquisto deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2013 Ecco, in sintesi: I mobili agevolabili devono essere nuovi. Anche se questo requisito non è indicato nella norma, esso deve intendersi implicito. I mobili non devono essere per forza collegati con l’ambiente ristrutturato: questo significa ad esempio che posso detrarre l’acquisto del letto anche se i lavori di ristrutturazioni sono stati eseguiti solo sul bagno. Ciò che conta ai fini del beneficio fiscale è che l’immobile sia stato Se un Comune ha fissato la scadenza dell’ultima rata della Tares al 30 dicembre o ai primi mesi del 2014, deve inviare ai contribuenti un altro bollettino a parte per permettere loro di pagare la maggiorazione della Tares entro il 16 dicembre? (Antonio, Cocconato) CONTATTI Lettere agli uffici di Confagricoltura Asti Confagricoltura Asti è in Via Monti n. 15 Potete contattare i nostri uffici centrali via telefono: 0141.434943 via fax: 0141.434922 via email: asti@confagricoltura.it L’orario di apertura al pubblico è il seguente: martedì, mercoledì, giovedì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18. Nelle giornate di lunedì e venerdì l’orario è dalle ore 8.30 alle ore 12.30 Sito web: www.confagriasti.com Seguici anche su CONFAGRICOLTURA ASTI VI RINNOVA GLI AUGURI PER UN FELICE NATALE E UN SERENO ANNO NUOVO I testi di questo numero del trimestrale ASTIAGRICOLA sono a cura di: Silvia Alessio, Roberto Bocchino, Wilma Bugnano, Annalisa Cespoli, Francesco Giaquinta, Filippo Larganà, Davide Martelli, Enrico Masenga, Raffaella Mulas, Martina Pappalardo, Daniela Prasso, Luisella Torchio, Giusy Veglio Ringraziamo per le foto dello speciale: Filippo Larganà e Roberto Signorini Cerca la nostra sede più vicina a Te: Ufficio zona di Costigliole: Viale Marconi 2 – telefono: 0141.961523 / fax 0141.962480 costigliole@confagriasti.com Ufficio zona di Montechiaro: Regione Reale 28 – telefono 0141906524 / fax 0141.906840 montechiaro@confagriasti.com Ufficio zona di Nizza Monferrato: Piazza Garibaldi 51 – telefono 0141/721816 / fax 0141.724291 fax ufficio vino: 0141.725933 nizzamonferrato@confagriasti.com Ufficio zona di San Damiano: Via Roma 28 – telefono 0141.982188 / fax 0141980166 sandamiano@confagriasti.com Ufficio zona di Villanova: Strada per San Paolo 19 – telefono 0141.947626 / fax 0141.947791 villanova@confagriasti.com Risponde l’ufficio tributario La Risoluzione n. 9/DF del Dipartimento delle Finanze relativa alla Tares ha sollevato alcuni dubbi. Pag 34 Fare rete insieme è la nostra forza! E’ on line il nuovo sito www.confagricoltura.it Pag 35
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