faib2014 31

FAIB Informa 31
Anno XIX Circolare della FAIB Confesercenti Tel. 06-47251 Fax 06- 4740750 25 Luglio 2014
www.faib.it faib@confesercenti.it
TARI, i Comuni inviano
gli avvisi di
pagamento. Ma se i
conti non tornano
chiedi l’stanza di
riesame
Eni, i gestori Faib e
Figisc di Rimini varano
pacchetto di protesta
sulla rete a marchio.
Iniziative anche in altre
parti d'Italia. Gestori in
agitazione
Leggi il comunicato su
www.faib.it
Segue a pag. 4
I Comuni cominciano a fare i conti
della nuova TARI. E sugli impianti
cominciano ad arrivare richieste
irricevibili, che non tengono conto
delle aree improduttive, di quelle
pertinenziali, delle aree soste e
manovra e di quelle a produzione di
rifiuti speciali.
Apre la BreBeMi, ma
per 62 chilometri
niente caffè né
benzina. Faib: è la crisi
di un modello
Segue a pag. 2
Esso, gli effetti
collaterali e la via
maestra
L’accordo tra la Esso e le
Federazioni di rappresentanza dei
gestori, Faib, Fegica e Figisc,
giunto dopo mesi di intense
trattative,…..
Segue a pag. 2
E’ atteso per domani, mercoledì 23
luglio, il taglio del nastro della
nuova
Autostrada
A35,
la
cosiddetta
"BreBeMi"
che
collegherà Brescia, Bergamo e
Milano immaginata per alleggerire
il traffico sulla A4, la MilanoVenezia.
Segue a pag. 4
Acquisizione Shell, Q8
a Faib, Fegica e Figisc:
acquisizione in via di
implementazione.
Disponibili a
proseguire il confronto
per il rinnovo
dell’accordo
In risposta alla nota di Faib Fegica
e Figisc che chiedevano di
conoscere
i
termini
dell’acquisizione Shell, la Q8 ha
comunicato
che
“è
stata
perfezionata l’acquisizione da parte
del Gruppo Kuwait Petroleum …
Segue a pag. 5
Faib Sicilia: riforma
normativa di settore
obiettivo non più
rinviabile. Landi,
salvaguardare la
sicurezza sugli
impianti deve essere
una priorità per
l’Europa. No agli
impianti ghost
Si è svolta il 18 luglio u.s. la
riunione della Presidenza della Faib
Sicilia. L'incontro, a cui hanno
partecipato il Direttore della
Confesercenti
Sicilia
Michele
Sorbera e il Presidente Nazionale
della Faib Martino Landi …..
Segue a pag. 5
2
TARI, i Comuni
inviano gli avvisi di
pagamento. Ma se i
conti non tornano
chiedi l’stanza di
riesame
I Comuni cominciano a fare i conti
della nuova TARI. E sugli impianti
cominciano ad arrivare richieste
irricevibili, che non tengono conto
delle aree improduttive, di quelle
pertinenziali, delle aree soste e
manovra e di quelle a produzione di
rifiuti speciali.
Compatibilmente
con
quanto
previsto nei Regolamenti IUC dei
Comuni, la Faib ha allertato le
strutture territoriali e gli uffici
tecnici nazionali, legislativo e
tributario, approntando le prime
azioni formali da opporre alle
richieste avanzate dai Comuni,
anche alla luce degli incontri avuti
dalla Confederazione con l’ANCI.
A tal proposito, si evidenzia che
nell’ambito degli incontri tra la
Confesercenti Nazionale e l’ANCI
(Associazione Nazionale Comuni
Italiani) sono stati affrontati i temi
legati ai regolamenti comunali in
materia di TARI e approntate - in
attesa di essere condivise - apposite
linee guida per gli Enti locali, con
particolare attenzione al necessario
esonero dal computo TARI delle
aree meramente accessorie ed
improduttive di rifiuti, nonché
all’auspicata armonizzazione dei
criteri di applicazione dell’imposta,
in modo da non dover registrare
quelle diversità di orientamenti
degli Enti locali in materia di
fiscalità locale che molto spesso
abbiamo registrato nel recente
passato.
Dando seguito e omogeneità di
linee alle strutture territoriali, per
quanto attiene in particolare agli
avvisi di pagamento, che stanno
cominciando ad arrivare ai gestori
associati Faib, la Federazione
raccomanda di rivolgersi alle
strutture provinciali e locali dove
potranno verificare la congruità
delle richieste pervenute dagli Enti
locali ed eventualmente valutare d’intesa con le Confesercenti - se
presentare un un’istanza di riesame.
FAIB Informa 31
Nel documento predisposto dalla
Faib Nazionale, con l’ausilio degli
uffici tecnici, l’istanza indica, ai
sensi della normativa vigente, la
necessaria detassazione delle aree
non produttive di rifiuti, trattandosi
di superfici esenti in quanto non
utilizzabili
per
l’esercizio
dell’attività ed adibite a funzioni di
natura
meramente
accessoria
rispetto all’attività stessa; di quelle
dove si producono rifiuti speciali in
quanto conferiti come tali a
recuperatori autorizzati; delle aree
improduttive di rifiuti e destinate
unicamente o alla sosta temporanea
gratuita o alla manovra degli
autoveicoli o, comunque, al confort
dell’automobilista.
Alla luce di tali considerazioni,
l’istanza
predisposta
richiede
dunque
di
procedere
alla
detassazione delle stesse aree.
In questo senso, i gestori associati
Faib possono recarsi presso la loro
sede di competenza e ritirare copia
di istanza di riesame debitamente
redatta per essere inviata al
Comune di riferimento.
Esso, gli effetti
collaterali e la via
maestra
L’accordo tra la Esso e le
Federazioni di rappresentanza dei
gestori, Faib, Fegica e Figisc,
giunto dopo mesi di intense
trattative, segna un deciso punto di
riferimento per il settore, bloccato
da tempo in estenuanti trattative
con le Compagnie petrolifere, senza
giungere ad intese.
Il rinnovo dell’accordo con la Esso,
infatti, rompe un lungo impasse nel
confronto tra Associazioni dei
gestori e Compagnie petrolifere
sulla rete ordinaria e indica al
settore la via maestra del negoziato
tra le parti in causa per affrontare
questa delicata fase di forte crisi del
comparto legata sia alla crisi degli
erogati sia ad un livello inedito di
concorrenzialità e competizione.
L’accordo,
pur
presentando
elementi di forte innovazione nel
rapporto
tra
Compagnia
e
Associazioni
dei
gestori,
riconferma in modo inequivocabile
il ruolo del gestore nella
distribuzione carburanti in Italia,
consentendo ad entrambi i soggetti
quella autonomia necessaria da una
parte per consentire ad una grande
Compagnia come è la Esso di
scegliere liberamente le proprie
strategie commerciali ed ai gestori
a marchio di rimanere competitivi
nel
mercato di riferimento,
preservando il proprio lavoro, senza
rinunciare a quel processo di
automazione
che
appare
irreversibile, nel nostro come in
altri settori; al tempo stesso
valorizzando il servizio e la
professionalità
che
questa
Categoria ha saputo mettere a
disposizione dei clienti e che viene
ancora apprezzata da tantissimi
consumatori, che continuano a
preferire il “servito”. Il dato
significativo è che questo obiettivo
venga raggiunto con una società di
cultura multinazionale americana,
un’azienda che il mercato e la
concorrenza la conosce davvero,
invece che con aziende petrolifere
tutte italiane che, abituate ad un
mercato domestico, e in qualche
caso addomesticato, ascoltando
dubbie sirene del cambiamento,
vorrebbero
stravolgere
questo
settore, confezionandosi un mercato
a proprio uso e consumo, cacciando
il settore in una spirale irreversibile
verso il fallimento di tanti addetti,
gestori in primis.
L’accordo dice anche che il nostro
modello italiano, che con la scusa
della
globalizzazione
altri
vorrebbero stravolgere, fatto di
capillarità e di presidio del
territorio, di servizio ai cittadini e al
loro diritto ad una mobilità assistita,
conferma la sua funzionalità e
conserva l’equilibrio economico
necessario al funzionamento, a
patto che i vari stadi della filiera
petrolifera sappiano mantenere
ciascuno per la sua parte i conti in
efficienza, senza caricare i vari
segmenti di costi improduttivi se
non parassitari. I grandi apparati
burocratici delle corporate sono un
peso che non possono più gravare
sulle spalle dei gestori e dei
cittadini. La crisi ha tolto
l’elasticità necessaria al pricing
utile
alle
compensazioni
improduttive che le aziende hanno
3
in casa, che non possono essere
ricercate tagliando il margine dei
gestori, il cui conto economico è
invece sempre più rigido e sempre
più esiguo.
I gestori nella delicata trattativa
hanno
mostrato la
maturità
necessaria nell’affrontare le diverse
fasi del negoziato, mettendo in
campo
determinazione
e
disponibilità ad approcciare i temi
più impegnativi che il mercato pone
alla
distribuzione
carburanti
italiana; la Compagnia dal canto
suo ha saputo valorizzare gli sforzi
che Faib, Fegica e Figisc hanno
immesso sul Tavolo, portando il
confronto
a
livelli
di
riconoscimento
economico
e
normativo tali da prefigurare una
cornice tecnico-gestionale capace
di generare una nuova spinta
competitiva.
Il confronto svoltosi tra le parti,
nell’ambito del quadro normativo
di riferimento vigente, e, in
particolare, ai sensi e per gli effetti
del d.lgs n. 32/1998, dell’art. 19
della L. n. 57/2001, con specifico
riferimento all’art. 19, comma 3,
così come modificati ed integrati
dalla normativa successiva e della
L. n. 27/2012 , ha saputo cogliere le
rispettive esigenze presenti al
Tavolo negoziale, senza quelle
pregiudiziali - addirittura contra
legem - pretestuose ed irricevibili
che erano state portate in altri tavoli
aziendali.
Gli effetti si stanno già registrando
su alcuni tavoli e presto potrebbero
registrarsi anche su altri, sia sotto il
profilo
del
riconoscimento
economico e normativo che sotto
quello gestionale e di mercato.
Ristrutturazione della rete, recupero
di risorse, valorizzazione delle
professionalità, rilancio del ruolo
del gestore sulla rete per governare
i
processi
di
automazione,
altrimenti visti come modelli
alternativi, sono stati i punti di
riferimento del negoziato. Le
Federazioni dei gestori hanno
condiviso con la compagnia la
necessità di affrontare la grave crisi
economica che ha determinato una
inedita e prolungata contrazione dei
consumi e una fortissima spinta
concorrenziale; le parti hanno
convenuto che la distribuzione
FAIB Informa 31
carburanti e la viabilità ordinaria
risentono, nel contesto generale, di
una modificazione strutturale del
mercato; e che il settore ha
conosciuto negli ultimi anni
interventi normativi - sollecitati da
più parti - che sono andati nella
direzione
di
una
maggiore
dinamicità. In questo senso sono
state valutate con attenzione le
domande che il mercato ha
elaborato e condivise scelte
strategiche, anche difficili, che
riposizionano
le
opzioni
commerciali e ricentrano le
politiche di mercato sul gestore, pur
in presenza di forti processi di
innovazione e automazione.
Alla luce di queste considerazioni
le parti negoziali hanno registrato
una convergenza sulla necessità di
individuare congiuntamente nuovi
strumenti economico-contrattuali,
in grado di valorizzare la rete Esso
e l’operatività del gestore, ritenuto
centrale nel sistema distributivo dei
carburanti e nella sua gestione,
apprezzando in questo senso che la
ripresa economica della rete Esso
dipende anche e soprattutto dalla
capacità e dalla professionalità del
gestore di cogliere le esigenze e le
richieste della propria clientela e di
essere il punto di attrazione di un
numero sempre più ampio di clienti
del marchio. In questo senso viene
ricentralizzato il servizio oil e non
oil per dare al cliente delle aree di
servizio a marchio un valore
aggiunto che il mercato sta
perdendo. Sotto questo punto di
vista si tratta di una importante
novità, già affacciatasi su altri
Tavoli, ma che altre aziende non
hanno saputo cogliere.
L’accordo conferisce opportunità
concorrenziali che altri operatori
per cogliere debbono andare in
deroga alla normativa di settore e
agli accordi in essere, ricorrendo a
quella pratica one to one tipica
dell’esercizio
di
abuso
di
dipendenza economica che diversi
tribunali stanno censurando. Ma di
questo sono essi stessi i primi
responsabili.
Questo accordo, dunque, fornisce
un chiaro ed inequivocabile
segnale, in un settore dove il
confronto negoziale per il rinnovo
degli accordi si trascina con
stanchezza e sfiducia da oltre due
anni, senza giungere ad intese. In
alcuni casi poi si assiste addirittura
alla latitanza di qualche compagnia.
E’ stato impresso un punto di
inversione ed è stato fatto con il
secondo operatore del mercato
italiano, la prima compagnia
privata.
Un risultato importante che premia
la
determinazione
delle
associazioni dei gestori ma anche
l’intelligenza dell’azienda. E dice
inequivocabilmente
che
le
condizioni per procedere ai rinnovi
ci sono, nell’ambito delle regole
che ci sono, e sono alla portata
degli operatori, se c’è buona
volontà e buona fede.
Se con la firma escono sconfitti
tutti coloro che in questi mesi
hanno frapposto, nelle negoziazioni
ai tavoli, pretesti e/o accuse al
mondo sindacale, colpevole, a loro
dire, di non saper leggere l’attuale
fase di mercato, coloro che credono
nelle possibilità di rilancio della
rete diano un segnale di apertura,
apprezzando che Faib, Fegica e
Figisc hanno saputo dimostrare di
affrontare le sfide dei tempi nuovi
Siamo
convinti
che
questo
passaggio peserà sugli altri tavoli,
mentre deve essere chiaro che non
ci sarà nessun tentennamento verso
chi perseguirà scelte che si
sottraggono
sistematicamente
persino al confronto sindacale.
Al tempo stesso, l’accordo suona o
dovrebbe suonare un avvertimento
verso
tutti
gli
osservatori
istituzionali e di mercato. Le facili
analisi, le prediche Antitrust sulla
concorrenza a singhiozzo, a
seconda dei settori, dei soggetti e
degli stadi dei processi economici,
dovrebbero trovare nell’intesa
raggiunta una sponda favorevole
alla riflessione critica
sulle
peculiarità di un sistema che
predefinisce condizioni di mercato
con ogni evidenza anomale, dalla
struttura oligopolistica che pervade
la fase distributiva e logistica,
all’integrazione
verticale
dei
soggetti operanti, al vincolo
contrattuale dei rifornimenti in
esclusiva. In un mercato siffatto,
sino
ad
oggi,
l’osservatore
istituzionale del mercato sembra
più attento alla pagliuzza che non
4
alla
trave,
come
stanno
sottolineando gli interventi di
alcuni tribunali. La liberalizzazione
delle
forme
contrattuali
nuovamente
sollecitata
dall’Antitrust - nella versione one
to one è pretesa solo da chi vuole
aggiungere ancora altre anomalie,
rafforzando
quella
posizione
dominante nel negozio contrattuale
tra gestore e compagnia già oggi
così pronunciata e sbilanciata. In
questo senso, si registra, con
rammarico,
una
sintonia
grammaticale e temporale tra le
raccomandazioni che giungono
dall’Antitrust e i sermoni che
vengono propinati dalle pagine
degli house organ di qualche
petrolifera. Dal nostro umilissimo
punto di vista l’esercizio della
vigilanza sul mercato deve essere
informato alla complessità e alle
caratteristiche proprie delle realtà
economiche e nel caso specifico al
forte disequilibrio esistente nel
negozio contrattuale di settore.
Accrescere
disequilibrio
e
disuguaglianza nel rapporto gestore
compagnia non significa certo
apportare più concorrenza, serve
solo ad accrescere il potere degli
oligopoli, l’esatto contrario della
libera
concorrenza
per
l’espletamento della quale qualche
proposta era stata avanzata non
molto tempo fa dalle stesse
Associazioni di categoria.
Eni, i gestori Faib e
Figisc di Rimini
varano pacchetto di
protesta sulla rete a
marchio. Iniziative
anche in altre parti
d'Italia. Gestori in
agitazione
Leggi il comunicato su
www.faib.it
FAIB Informa 31
Apre la BreBeMi, ma
per 62 chilometri
niente caffè né
benzina. Faib: è la
crisi di un modello
E’ atteso per domani, mercoledì 23
luglio, il taglio del nastro della
nuova
Autostrada
A35,
la
cosiddetta
"BreBeMi"
che
collegherà Brescia, Bergamo e
Milano immaginata per alleggerire
il traffico sulla A4, la MilanoVenezia. Un'opera costata 1
miliardo e 615 milioni di euro e
realizzata in cinque anni dopo
un'idea nata quasi vent'anni fa: 62
chilometri di autostrada.
Purtroppo,
però,
sarà
un’inaugurazione senza caffè e
senza benzina. Questo perché lungo
i 62 chilometri della tratta che
collega Milano e Brescia sono state
sì realizzate due aree di servizio e
ristoro, ma sono deserte. Il
problema sono i costi di gestione
troppo alti e i margini di guadagno
decisamente troppo bassi sul fronte
dei carburanti più che su quello
della ristorazione. Così le gare
indette per aggiudicare una delle
due sono andate tutte deserte.
Quindi, chi percorrerà la BreBeMi
dovrà sincerarsi di avere nel
serbatoio carburante sufficiente se
non vuole rimanere a secco.
Automobilista avvisato, mezzo
salvato dunque. Almeno fino alla
fine dell’anno quando una delle due
aree potrebbe trovare un gestore: è
difficile che avvenga prima. Non
solo. Sulla BreBeMi non ci sarà
nemmeno un tutor, 'brevetto' di
Autostrade per l'Italia. A quasi
vent'anni da quando si è iniziato a
pensarla, a 15 dal progetto
preliminare, un anno e mezzo dopo
i primi viaggi promessi, la
BreBeMi si presenta monca dei
servizi essenziali.
“Come volevasi dimostrare, siamo
alla crisi di un modello. Il punto è
che le royalties pretese dai
concessionari sono troppo elevate ha
detto
Tonino
Lucchesi,
Presidente di Faib Autostrade - c’è
una
rendita
di
posizione
inspiegabile di per sé, aggravata
dalla crisi degli erogati in
Autostrada che ha raggiunto picchi
del 50% che ha messo in
gravissima difficoltà le 430 stazioni
di servizio di cui circa il 10% è
attualmente in una situazione di
pre-fallimento. Su questo segmento
di viabilità incide enormemente la
posizione
oligopolistica
dei
concessionari autostradali che
hanno buon gioco ad imporre
condizioni di affidamento delle aree
gravemente onerose. Il peso delle
royalties e dei minimi garantiti in
misura fissa è divenuto nel corso
degli ultimi tre anni insostenibile
per il sistema della distribuzione
carburanti in autostrada, come
hanno
riconosciuto
anche
l’Antitrust e il Ministero dei
Trasporti. Non è solo la BreBeMi
ad essere senza servizi, vi sono
anche tronchi autostradali in
diverse tratte senza servizi, e l’area
delle crisi rischia di allargarsi”.
“La contrazione dei consumi - ha
continuato Lucchesi - ha fatto
esplodere le contraddizioni di un
sistema bloccato che grava sul
sistema
della
mobilità,
depauperando risorse ed asset
pubblici. Il sistema delle royalties
garantisce
alle
concessionarie
autostradali rendite da centinaia e
centinaia di milioni di euro,
derivanti dalla vendita carburanti
(mediamente dai 70 ai 90 euro Klt
con punte superiori a 100 euro/Kl,
per un complessivo di due-tre
miliardi di litri) che si sommano a
quelle ancora più corpose derivanti
dalle vendite delle aree shop e della
ristorazione, con royalties sui
fatturati dal 15 al 30%. Un sistema
che con tutta evidenza mostra la
corda e necessita di una profonda
rivisitazione. Ma occorre anche
lavorare per porre al dibattito
pubblico l’opportunità di separare
la concessione delle tratte della
viabilità autostradale da quelle delle
aree di servizio e introdurre vincoli
e conflitto di interesse tra
concessione delle tratte stesse e la
gestione delle aree oil e non oil.
Sono nodi di una tale rilevanza e
complessità che rimettiamo al
confronto pubblico e certamente
richiamano il ruolo della politica e
del Governo.”
5
FAIB Informa 31
Acquisizione Shell, Q8
a Faib, Fegica e Figisc:
acquisizione in via di
implementazione.
Disponibili a
proseguire il confronto
per il rinnovo
dell’accordo
In risposta alla nota di Faib Fegica
e Figisc che chiedevano di
conoscere
i
termini
dell’acquisizione Shell, la Q8 ha
comunicato
che
“è
stata
perfezionata l’acquisizione da parte
del Gruppo Kuwait Petroleum delle
partecipazioni nella società Shell
Italia Spa, attiva nel settore della
distribuzione carburanti che dal
30/06/2014
ha
assunto
la
denominazione di KRI.”
Nella nota la compagnia aggiunge
che “La recentissima finalizzazione
dell’operazione” è in corso di
implementazione nella strategia
della petrolifera
e per quanto
riguarda i gestori ex Shell, è ancora
in via di definizione “il loro
rapporto contrattuale con la nuova
società di riferimento, le modalità
operative dello svolgimento futuro
delle gestioni e tutto ciò che
necessariamente è ricollegabile al
processo di integrazione appena
intrapreso”
La Q8 afferma anche “di poter
evidenziare sin d’ora come la figura
dell’associato diverga in modo
sostanziale da quella del gestore per
forma e contenuti dell’attività
svolta.”
Facendo riferimento, invece, alla
trattativa
per
il
rinnovo
dell’Accordo sindacale per la Rete
a marchio Q8, la compagnia
dichiara “sin da ora la disponibilità
ad incontrarvi subito dopo il
periodo estivo”
.
Faib Sicilia: riforma
normativa di settore
obiettivo non più
rinviabile. Landi,
salvaguardare la
sicurezza sugli
impianti deve essere
una priorità per
l’Europa. No agli
impianti ghost
Si è svolta il 18 luglio u.s. la
riunione della Presidenza della Faib
Sicilia. L'incontro, a cui hanno
partecipato il Direttore della
Confesercenti
Sicilia
Michele
Sorbera e il Presidente Nazionale
della Faib Martino Landi è stata
l'occasione per approfondire e
analizzare la complessa situazione
in cui versa la categoria, sia per
quel che concerne il mancato
rinnovo degli accordi economici,
che fatta accessione per il recente e
importante risultato della ESSO
riguarda
tutte
le
Aziende
Petrolifere, sia relativamente ai
rapporti con il Governo Nazionale
che in merito alle questioni che
interessano l'azione di riforma della
normativa di settore in Sicilia.
Nello specifico appare non più
rinviabile per l'Isola portare a
compimento il progetto di riordino
del quadro normativo di settore, un
obiettivo afferma il Coordinatore
Regionale della Faib Salvo Basile,
che abbiamo sollecitato con grande
incisività ai Governi che si sono
succeduti nel corso delle ultime
legislature ma che ancora oggi non
è stato mai portato a termine.
Auspichiamo
pertanto
precisa
Basile, che il dialogo intrapreso,
ormai da un anno, con l'Assessorato
al ramo possa restituire alla Sicilia
un sistema di regole moderno in
grado di offrire più adeguate
risposte a un mercato che nel corso
dell'ultimo quinquennio è cambiato
profondamente.
Grande
attenzione
pertanto
sottolinea il Presidente Regionale
della Faib Stello Bossa viene posta
dalla categoria sui temi che
condizioneranno il futuro modello
della distribuzione carburanti della
nostra Regione. Ovvero sulle scelte
che verranno assunte dalla classe
politica
in
materia
di
razionalizzazione
e
ammodernamento
della
rete,
diffusione delle apparecchiature
self e degli impianti ghost, tenuto
conto degli effetti dell'Art. 28 del
DL 98 del 2011 smi, nonché sugli
indirizzi che verranno tracciati per
quanto riguarda la disciplina degli
orari e dei turni di apertura dei
punti vendita carburanti che
influenzano la configurazione del
sistema commerciale della rete.
Accogliamo con particolare favore
quanto segnalato dalla Faib Sicilia,
afferma il Presidente Nazionale
della Faib Martino Landi, circa la
necessità di avviare una più attenta
riflessione con gli interlocutori e
nelle
sedi
competenti
sulla
controversa
questione
della
diffusione degli impianti che
operano
attraverso
le
apparecchiature self in totale
assenza della figura del gestore.
Una prassi che sembrerebbe essere
in contrasto con alcune disposizioni
del DL 59 del 2010 di recepimento
della direttiva servizi la 123 del
2006, laddove si dispone che la
libera iniziativa economica privata
può essere limitata laddove ciò sia
ricondotto ai motivi imperativi di
interesse generale come la pubblica
sicurezza e l'incolumità pubblica.
Pertanto conclude Landi, di fronte
l'oggettiva
evidenza
che
l'erogazione dei carburanti senza
l'assistenza del gestore espone
maggiormente gli automobilisti e la
collettività a probabili eventi
dannosi per la propria e l'altrui
sicurezza rispetto a quello che
accadrebbe su impianti presidiati,
riteniamo doveroso condividere con
gli organi preposti l'opportunità, nel
rispetto
delle
prescrizioni
comunitarie, di rivisitare le
condizioni in subordine delle quale
consentire
l'utilizzo
delle
apparecchiature automatizzate
per il rifornimento delle vetture.