Aprile 2014 221 Aprile 2014 www.automazioneindustriale.com n. 221 anno 25 Automazione New Business Media Srl - Via Eritrea, 21 - 20157 Milano - Rivista mensile una copia € 5,00 Automazione Industriale SPECIALE Plc/Pac/Ipc Industriale COMPONENTI, SISTEMI E SOFTWARE PER L’AUTOMAZIONE In copertina Silenzio, legge Cognex Speciale Plc/Pac/Ipc Automazione applicata Industria alimentare Garantiamo la consegna in 24 ore. SÌ E’ FACILE TROVARE QUELLO CERCO? Sono NO Non rischio. SEMPRE PUNTUALI NELLE CONSEGNE? NO SÌ SÌ HANNO UN EFFICIENTE Aaargh! Garantiamo la disponibilità immediata per oltre 500.000 prodotti da più di 2.500 brand di cui ti Ƃdi. Il nostro sito web rende la ricerca dei prodotti facile e veloce. NO SERVIZIO CLIENTI? Hanno una VASTA GAMMA di prodotti dai maggiori NO BRAND LEADER? Oh no ... così non va. NO AFFIDAMENTO SÌ MI OFFRONO Non proseguire. Su chi posso fare Ti basta una chiamata per ricevere una risposta veloce, puntuale e professionale. VALORE AGGIUNTO? 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Detlef Zuehlke, direttore scientifico dell’Innovative Factory Systems del German Research Center for Artificial Intelligence, presente all’Hannover Messe 2014, ne saremo testimoni da oggi per i prossimi dieci anni. Un decennio determinante, nel quale l’automazione si farà sempre più massiccia e pervasiva, senza tuttavia appesantire o rallentare i processi. Anzi.Tra gli elementi di rottura più forti con l’automazione odierna, colpiscono quella che Zuehlke definisce “la scomparsa della piramide gerarchica tradizionale”, in favore della diffusione di smart Cps network, e “la sostituzione dei controllori logici classici con piattaforme di controllo decentralizzate e service-oriented, in grado di gestire micro-unità logiche connesse tramite standard Internet”. Lo scenario apre a una produzione di massa di articoli personalizzati in base alle mutevoli preferenze del consumatore, creati da linee agili, con tempi di setup e cicli di produzione molto brevi. Gli articoli stessi portano con sé il loro storico dati, mentre le macchine si auto-organizzano all’interno delle rete di fabbrica. “Sarà come comporre un Lego”, dice Zuehlke, “i cui mattoncini sono rappresentati dai moduli Cps e dai loro indirizzi IP, connessi l’uno all’altro, non più in senso verticale, ma orizzontale”. Strategiche per la creazione di smart factory saranno la connessione flessibile tra i componenti di fornitori diversi e la convergenza verso standard unici di comunicazione. La vera chiave di accesso al mondo Cps è per Zuehlke “l’engineering e la programmazione”, attraverso piattaforme di facile programmazione e in grado di parlare linguaggi multipli. Valeria Villani Aprile 2014 - Automazione Industriale ■ 005 Sommario Aprile 2014 misuri, meno consumi 022 Più di Valeria Villani Microelettronica comunicazioni 058 Più nella fabbrica del futuro Smart city 024 di Antonello Messina La gestione efficiente dell’energia sale in cattedra Software di Massimiliano Luce Mes I cavalieri dell’automazione 060 Informazioni in tempo reale = denaro di Luigi De Bernardini impianti per pastifici 026 Fava, di Valeria De Domenico Prodotti Hot topic 062 a cura di Franco Gori Rassegna Security il punto di vista 028 Security, delle pmi Da 33 anni Cognex realizza soluzioni di visione e identificazione per l’industria. Spirito ‘glocal’, investimenti in R&D e sguardo attento al cliente contribuiscono al successo della multinazionale statunitense. www.cognex.com Editoriale di Giorgia Andrei Automazione applicata Alimentare security non può aspettare 032 La di Massimiliano Cassinelli perfette con un 066 Bollicine processo ben monitorato di Andrea Peraboni 036 i-Like, cresce del 20% 068 Con l’efficienza di Sirap Gema di Alice Alinari avanti 005 Pensare di Valeria Villani 070 Visti dal campo Speciale il magazzino senza 010 Gestire mani Plc/Pac/Ipc di Valeria De Domenico Prima fila la tradizione sposa 036 Quando l’innovazione di Massimiliano Luce In copertina legge Cognex 012 Silenzio, di Alice Alinari Prodotti 038 Rassegna a cura di Massimiliano Luce Tecnicamente Mercato di Valeria Villani di Carolina Mirò deciso 072 L’aroma dell’integrazione di Laura Rubini Attualità e nuvola, il futuro 014 Mobilità della produzione? che alimentano 070 Soluzioni la produttività Pc industriali dell’hardware 048 Ilè valore nella qualità laser per formaggi 076 Marcatura di qualità di Laura Rubini di Massimiliano Cassinelli System Integration guarda 018 L’integrazione oltreoceano di Valeria Villani Reti scelta giusta non passa 050 La mai dal cavo sbagliato di Loredana Coscotin Aziende e soluzioni e programmare 020 Progettare la cyber-industria si protegge 054 L’automazione in rete di Valeria Villani 006 ■ Automazione Industriale - Aprile 2014 di Antonello Messina buon infuso si vede 078 Un dalla bustina di Enrica Biondini birrificio a prova di futuro 080 Un grazie alla simulazione di Carolina Mirò Controllo totale a portata di mano? Sicuramente. Le soluzioni integrate di processo ABB riuniscono nella piattaforma 800xA il controllo di processo, i sistemi di sicurezza, le telecomunicazioni, la distribuzione e gestione di potenza e i treni elettrici per le stazioni di compressione e pompaggio, riducendo la necessità di personale specializzato sugli impianti. ABB è uno dei più grandi produttori di sistemi e prodotti elettrici e di automazione; l’alta efficienza della gamma di prodotti forniti soddisfa tutti gli standard dell’industria di processo. L’elevata affidabilità e le prestazioni delle nostre soluzioni migliorano la produttività attraverso ridotta manutenzione, basso consumo di energia, minori fermo macchina e un migliore asset management. www.abb.it/controlsystems ABB S.p.A. Process Automation Division LBU Control Technologies Tel. 02 2414.1 Email: controlsystems@it.abb.com Per saperne di più Aziende citate anno 25 - numero 221 - Aprile 2014 www.automazioneindustriale.com DIRETTORE RESPONSABILE: Giuseppe Nardella REDAZIONE: Valeria Villani (Responsabile di Redazione), Virna Bottarelli, Massimiliano Luce UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani, Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli SEGRETERIA DI REDAZIONE NEW BUSINESS MEDIA: Anna Alberti, Donatella Cavallo, Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni redazione.automazione@newbusinessmedia.it COLLABORATORI: Alice Alinari, Giorgia Andrei, Enrica Biondini, Massimiliano Cassinelli, Andrea Colombo, Loredana Coscotin, Luigi De Bernardini, Valeria De Domenico, Franco Gori, Antonello Messina, Carolina Mirò, Andrea Peraboni, Laura Rubini PROPRIETARIO ED EDITORE: New Business Media srl SEDE LEGALE E OPERATIVA Via Eritrea, 21 - 20157 Milano - Tel. +39 02 3909.0 UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: commerciale@newbusinessmedia.it STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l. 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Computer Group _____ 045 National Instruments _______ 020 Omron _________________ 072 Panasonic Electric Works _044, 076 Paulaner ________________ 080 Pepperl-Fuchs ___________ 064 Phoenix Contact __________ 046 Pilz ___________________ 043 Prima Electro _____________ 063 Pro-face ________________ 041 Rockwell Automation ____039, 054 Schneider Electric _________ 039 Sick ___________________ 078 Siemens _____________024, 046 Siemens Plm Software _____ 080 Sirap Gema _____________ 068 Sistemi Avanzati Elettronici __ 039 Socomec _______________ 022 Teamac ________________ 078 Telestar ________________ 044 Tex ____________________ 038 Texas Instruments _________ 058 Unitronics _______________ 044 Veuve Clicquot ___________ 066 Vipa ___________________ 044 Zucchetti _______________ 010 SERVIZIO CLIENTI PERIODICI: Tel. +39 02 3909.0440 servizioclienti.periodici@newbusinessmedia.it Attivo tutti i giorni, per informazioni sullo stato del proprio abbonamento e per supporto ai nuovi ordini Registrazione Tribunale di Milano n.186 del 14-03-2005 ROC n. 24344 del 11 marzo 2014 ASSOCIATO A: Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista. Ai sensi del D.Lgs 196/03 garantiamo che i dati forniti saranno da noi custoditi e trattati con assoluta riservatezza e utilizzati esclusivamente ai fini commerciali e promozionali della nostra attività. I Suoi dati potranno essere altresì comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscenza dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi al numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di retificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03. Inserzionisti Abb ____________________ 007 Beckhoff Automation _______ 053 Bosch Rexroth ____________ 031 Cognex ________________ I cop. EPLAN Software & Service ___ 029 Kabelschlepp _____________ 004 Keller __________________ 081 Kontron _________________ 041 Moog ________________ IV cop. National Instruments _______ 003 Panasonic Electric Works ____ 015 Parker __________________ 009 Phoenix Contact ___________ 017 Repcom ______________ III cop. RS Components ___ II cop. - inserto Sew Eurodrive ____________ 065 SPS/IPC/DRIVES 2014 ______ 075 Stelvio Kontek ____________ 035 Tex Computer ____________ 057 Insieme, possiamo fornire prestazioni senza compromessi a meno di quanto vi immaginate Il nostro nuovo Micro Drive AC10 è un inverter in grado di fornire ottime prestazioni e qualità del controllo motore nelle applicazioni di tutti i giorni, come, ad esempio, nastri trasportatori, centrifughe, ventilatori o miscelatori. Le sue dimensioni molto compatte e le sue caratteristiche, normalmente associate a drive di livello superiore, potrebbero farvi dimenticare che l’AC10 viene proposto ad un prezzo imbattibile. L’AC10 è stato ottimizzato per fornire una soluzione economica, semplice ed affidabile senza compromessi nelle prestazioni. 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Siamo venuti a visitarlo poiché Zucchetti già da qualche anno ha introdotto a Gozzano (NO) il sistema gestionale Wms Easystore, che ha notevolmente snellito il flusso di materiali, riducendo tempi e costi 010 Automazione Industriale - Aprile 2014 proprio qui Zucchetti, che ha sempre continuato nel tempo ad aggiornare il proprio sistema di produzione, ha realizzato anche di recente importanti investimenti in innovazione. Il livello di automazione della produzione di rubinetteria di design è necessariamente poco uniforme, ovvero alcune fasi sono supportate dall’intervento di macchine automatiche e controllate elettronicamente a monte, nella fase di lavorazione meccanica dei metalli, e a valle, nelle rifiniture sempre più ricercate di questi oggetti, per i quali il dato estetico ha assunto una rilevanza assoluta. “Il core della nostra produzione”, spiega l’ingegner Genovese, direttore di stabilimento di Zucchetti, che ci accoglie e ci farà da cicerone, “è la lavorazione dell’ottone che viene trasformato in rubinetti, attraverso quattro fasi principali. I macchinari per la prima fase di produzione/lavorazioni meccaniche sono torni e centri di lavoro a controllo numerico altamente automatizzati e flessibili, serviti da robot antropomorfi. La seconda fase, quella della pulitura durante la quale il prodotto viene rifinito all’esterno in modo da esser pronto per la cromatura, è eseguita a mano o da macchinari robotizzati ed automatizzati a seconda della complessità e delle caratteristiche dei pezzi da lavorare. La terza fase è quella della finitura galvanica, con la quale al prodotto si conferisce l’aspetto definitivo: cromato, satinato, dorato ecc. Anche in questo reparto negli ultimi anni la necessità di una sempre maggiore Visti dal campo flessibilità ha avuto il sopravvento portando a modifiche significative anche di impianti così complessi. Il ciclo produttivo dei nostri rubinetti si conclude con l’assemblaggio”. In generale osserviamo che Zucchetti applica un mix tra automazione e manualità. “D’altronde”, spiega ancora Genovese, “in Italia si sopravvive solo se si fa artigianato di qualità! La nostra realtà, sicuramente industriale, è molto vicina ai valori tipici della artigianalità: la differenza tra un prodotto industriale e un prodotto di alta gamma come il nostro sta nei dettagli e nella perfezione delle lavorazioni, nella cura e nell’esperienza produttiva di tutte le persone che lavorano con noi con passione. In un’ottica di miglioramento continuo abbiamo negli anni fatto sempre più nostri i principi della Lean Production, investendo sia sulle persone sia negli impianti. L’ultimo degli interventi ha interessato la logistica interna con l’introduzione del sistema gestionale Wms Easystore, che ha notevolmente snellito il flusso di materiali, riducendo tempi e costi. L’investimento è stato effettuato con la collaborazione di Incas, che già nel passato aveva automatizzato il reparto spedizioni prodotti finiti”. Zucchetti Il sistema Voice Picking, costituito da una cuffia e da un dispositivo a cintura, consente agli operatori di adempiere al lavoro di magazzino senza impedimenti Presso il magazzino di Gozzano, Zucchetti, azienda affermata nel panorama internazionale del mondo della rubinetteria design- oriented, inizia la sua attività nel 1929. Oggi il Gruppo è costituito da quattro stabilimenti produttivi e un’unità distributiva: 72.000 m2 occupati da uffici, laboratori, impianti di produzione e stoccaggio, 400 dipendenti. Zucchetti ha adottato il sistema Voice Picking sviluppato da Incas Una logistica ‘vocale’ La logistica dello stabilimento di Gozzano gestisce semilavorati e componenti necessari all’alimentazione delle linee di produzione, movimentati con contenitori standard. Per questa ragione meglio si prestava a sperimentare l’ultimo ritrovato della tecnologia per quanto riguarda i sistemi di picking. “Pochi mesi fa Incas ha implementato nei nostri magazzini il sistema Voice Picking, che consente ai nostri operatori di adempiere le funzioni di identificazione e recupero del materiale stoccato in magazzino non più tramite il tradizionale palmare, ma servendosi di un dispositivo a cintura che recepisce gli ordini elaborati dal Wms Easystore e li trasmette in stringhe vocali attraverso una cuffia. L’operatore a sua volta può utilizzare una serie limitata di comandi vocali per comunicare un feedback o per chiedere un chiarimento, attraverso un microfono. Il risultato più evidente è che l’operatore si ritrova ad affrontare tutto il lavoro con le mani libere, garantendo la massima efficienza”. Il dispositivo adottato è prodotto dall’azienda americana Vocollect. Possiamo assistere a una dimostrazione: il dispositivo, che si può considerare in sé un’espansione del sistema Wms Easystore, riceve e trasmette dati tramite Wi-Fi, offre la possibilità di scegliere la modalità operativa solo voce, solo scanner o combinata in funzione del prodotto o dell’area in cui si opera, garantisce funzionalità anche in situazioni critiche, quali basse temperature, e risulta molto intuitivo nell’utilizzo, quindi richiede tempi di adattamento da parte dell’operatore davvero bassi. Aprile 2014 - Automazione Industriale 011 Prima fila In copertina Silenzio, legge Cognex Da trentatré anni Cognex realizza soluzioni di visione e identificazione per i più svariati settori industriali. Uno spirito ‘glocal’, degli ingenti investimenti in R&D e uno sguardo sempre attento al cliente contribuiscono al successo della multinazionale statunitense di Alice Alinari Giuliano Collodel, direttore commerciale della filiale italiana di Cognex “C ognex è cresciuta con il mercato della visione e il mercato della visione è praticamente cresciuto con noi”, dice Giuliano Collodel, direttore commerciale della filiale italiana di Cognex. “Dal 1981 il gruppo ha sperimentato tutte le tappe dell’evoluzione di questo mercato, determinate in particolar modo dalla progressiva semplificazione delle schede hardware e delle librerie software e dall’introduzione di dispositivi 012 Automazione Industriale - Aprile 2014 sempre più ‘smart’, in grado di rendere accessibili le applicazioni di visione a una fascia sempre più ampia di utilizzatori e industrie”. Creare soluzioni per ‘vedere’ e ‘leggere’ è sempre stato il focus di Cognex che, oltre ai sistemi di visione, sviluppa in parallelo un altro filone tecnologico, quello dell’identificazione. “Ispezionare un processo industriale, leggere un prodotto sono i presupposti per conoscerli, controllarli e migliorarli, per tenere sotto controllo la qualità, lo stato, gli eventuali scarti e difetti e le possibili cause”, aggiunge Collodel. “Sono queste le esigenze primarie dei nostri clienti e sono questi i nostri focus, poiché lo studio dei bisogni del cliente è per noi il primo vero punto di partenza di qualsiasi attività di sviluppo”. Cognex, che oltre alla sede principale statunitense a Natick, in Massachusetts, si avvale di filiali e distributori ubicati in Nord America, Europa, Asia, Giappone e America Latina, collabora con numerosi integratori sul territorio che “sanno ascoltare il cliente”, per tarare al meglio ogni soluzione, e lo assistono in 24 ore, fornendo servizi di pre e post-vendita, dallo sviluppo dell’applicazione alla ricambistica, dalla formazione al training. “Supportiamo il cliente nel dimensionamento delle soluzioni hardware e software, affinché siano sempre adeguate alle reali esigenze operative: la conoscenza dell’applicazione del cliente, del suo processo o dell’oggetto, è il primo step per un progetto di successo”. Quello che contraddistingue la In copertina Prima fila L’ID secondo Cognex società, presente in Italia dal 1999, come spiega ancora Collodel, è “la capacità di affermarsi sul mercato come global leader e local expert, di essere localmente vicini ai clienti e allo stesso tempo assisterli a livello internazionale, sviluppando soluzioni totalmente aperte, che non sono vincolate a specifici protocolli proprietari”. Investire per crescere Investire in attività di R&D è insito nella natura di Cognex. A livello globale la società investe annualmente circa l’8% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Negli ultimi anni, insieme alla visione, gli ingegneri Cognex si sono concentrati sullo sviluppo di sistemi fissi e portatili per l’identificazione automatica. “Con le nostre soluzioni di codifica affianchiamo gli utilizzatori nella messa a punto di soluzioni di tracciabilità di prodotto e garantiamo il raggiungimento di livelli eccellenti di lettura, anche in presenza di superfici con caratteristiche tecniche complesse, nei più diversi settori, dall’automotive al food & beverage, al consumer, agli orologi, senza dimenticare altri settori come aerospaziale, assemblaggio di componenti elettronici, elaborazione e stampa di documenti, scienze naturali e sicurezza dei prodotti”, spiega Collodel. “Lavoriamo con costruttori di macchine, end-user e system integrator”. Nel reparto R&D europeo di Cognex a Budapest, centro di eccellenza mondiale per la ricerca e lo sviluppo hardware e software nel settore dell’identificazione, sono ingegnerizzate le soluzioni ID della famiglia DataMan. È proprio dal La famiglia DataMan di Cognex è composta da diverse soluzioni di identificazione. Si va dai lettori compatti DataMan 50/60, nel settore degli scanner laser a linea singola, ai lettori fissi ID DataMan 100 e 200, per passare poi ai DataMan 300, utilizzabili su linee indicizzate o ad alta velocità. La famiglia include anche i DataMan 500, basati su un chip di visione con centro di Budapest che arrivano il nuovo lettore portatile di codici a barre industriale DataMan 8050 e la release 5.2 del software DataMan. I lettori DataMan 8050 permettono la decodifica di codici - marcati a getto di inchiostro o laser - 1D, 2D e Dpm (Direct Part Mark), anche nel caso di danneggiamento, deformazione, graffiatura, basso contrasto o stampa di bassa qualità, grazie agli algoritmi brevettati 1DMax+ con Hotbars di Cognex. L’aggiornamento software riguarda invece le opzioni di regolazione e di test per i lettori ID fissi DataMan. La nuova release 5.2 del software DataMan prevede nuove funzionalità di regolazione e scripting, una nuova modalità test per i lettori di codici a barre DataMan 300 e 503. Sono aumentati i tassi di lettura grazie tecnologia proprietaria Cognex VSoC (Vision System on a Chip), e la serie DataMan 9500 di lettori di codici con pc portatile per applicazioni che richiedono la lettura dei codici e la visualizzazione dei dati con dispositivo mobile, come la rilavorazione di pezzi semi-assemblati, la riparazione o la manutenzione, la gestione degli inventari e il rintracciamento dei processi. alla capacità di leggere codici 1D a bassa risoluzione e alle funzionalità di regolazione intelligente che permettono di adattarsi a tutte le simbologie, incluse Aztec, MaxiCode e Pdf417. Il software è anche in grado di leggere, oltre ai Dpm, simbologie come codici a barre 1D, MaxiCode e codici QR. Offrendo anche nuove funzioni di scripting per il DataMan 300, la nuova release del software migliora la logica e il processo decisionale nel campo della lettura dei codici e introduce nuovi strumenti di valutazione qualitativa dei codici 1D in grado di ottimizzare i processi degli utenti. “L’impegno di Cognex continuerà in una direzione ben precisa: investire costantemente per diversificare l’offerta e ingegnerizzare soluzioni sempre più efficaci ed efficienti in grado di semplificare le operazioni complesse nelle applicazioni dei nostri clienti”, conclude Collodel. “Confermiamo il nostro orientamento alla massima trasparenza e alla partnership duratura con il cliente: ci prendiamo in carico la complessità applicativa dei nostri clienti, affinché possano risolverla attraverso le nostre tecnologie!”. Aprile 2014 - Automazione Industriale 013 Attualità Mercato Mobilità e nuvola, il futuro della produzione? Incontriamo Antonio De Bellis per un confronto sulle tecnologie che potrebbero esercitare un’influenza rilevante negli ambienti industriali ‘intelligenti’ di Valeria Villani I l mercato del cloud computing cresce. Secondo una delle ultime indagini dell’Osservatorio Cloud & Ict as-a-Service della School of Management del Politecnico di Milano, realizzata su un campione di 201 grandi aziende, con più di 250 addetti, e 507 pmi in Italia, nel 2013 il cloud computing registrava una crescita dell’11% rispetto al 2012. Sempre nel 2013, nel nostro Paese tale mercato sfiorava un volume di affari di mezzo miliardo di euro (493 milioni di euro). Per quanto riguarda i dispositivi mobili, lo scorso gennaio Idc considerava che “la penetrazione 014 Automazione Industriale - Aprile 2014 di device mobili e app nell’industria privata e in alcuni comparti della pubblica amministrazione aumenterà sensibilmente nei prossimi due anni, sulla spinta dell’evidenza di come l’enterprise mobility stia abilitando nuovi modelli ed efficienze operative, migliorando produttività e collaborazione”. Sulla stessa tecnologia mobile, Cisco Systems prevede invece che nel 2016 si conteranno 10 miliardi di dispositivi mobili attivi a livello mondiale. Il traffico dati su tali dispositivi mobili, sempre secondo Cisco, è destinato a crescere del 78% su base annua nel periodo 2011-2016. Pur trattandosi di tecnologie innovative e dall’alto potenziale, soprattutto in termini di efficienza e produttività, faticano ancora a entrare diffusamente negli ambienti industriali, quasi fossero in un certo senso tenute a debita distanza dal processo produttivo. A penalizzarne la diffusione contribuisce anche il fatto che non solo in alcune imprese italiane la comunicazione tra reparti - sistemi informativi, produzione e ingegneria - sia meno aperta di quanto dovrebbe essere, ma anche, più in generale, che si tende ancora ad associare facilmente le applicazioni web-oriented a una serie di minacce e vulnerabilità dei sistemi. “È in atto una vera e propria evoluzione a 360 gradi per quanto riguarda cloud computing e tecnologia mobile, usiamole bene e senza esserne completamente succubi!”, ha esordito Antonio De Bellis, vicepresidente di Anie Automazione e presidente del Gruppo di Lavoro ‘Telecontrollo, Supervisione e Automazione delle Reti’ dell’associazione, con il quale recentemente a Milano ci siamo confrontati sui driver di crescita e sugli ostacoli nell’adozione di queste tecnologie nei contesti di produzione. “Nei nostri contesti industriali questa Fare le cose giuste. Gli esperti Panasonic al tuo fianco. 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Attualità Mercato fase evolutiva è senz’altro molto più lenta, del resto il nostro ambiente è storicamente caratterizzato da una maggiore lentezza nella familiarizzazione con le nuove tecnologie rispetto al mondo consumer”. Tra i driver che possono incoraggiare l’adozione di sistemi di cloud e device mobili nella produzione industriale, De Bellis ne individua tre: il desiderio delle imprese nazionali di aggredire con rinnovata forza nuovi mercati esteri, l’esigenza di ottimizzazione del processo produttivo vero e proprio e la trasformazione globale dei mercati secondo il concetto di ‘smart community’. “Pensate solo a quanto valore aggiunto si ottiene in una trattativa commerciale con la possibilità di condividere il prototipo di prodotto ingegnerizzato dall’ufficio tecnico sul tablet, con le diverse simulazioni che questo può consentire”, ha commentato De Bellis, “oppure, all’efficientamento della produzione distribuita in vari siti produttivi, grazie alla possibilità di condividere informazioni da remoto attraverso piattaforme IT e infrastrutture di rete avanzate e adeguatamente protette”. In che modo la diffusione di queste tecnologie nell’industria è legata al concetto di smart community? In una smart community, la ‘intelligenza’ e l’adozione di tecnologie digitali che la abilitano permeano tutta la filiera di comunità, il cui perimetro consiste nelle merci e nelle persone, con relazioni reciproche estremamente complesse. Sebbene non sia direttamente in prima linea, in questa filiera l’industria ha un ruolo fondamentale tanto nella 016 Antonio De Bellis, vicepresidente saving, efficienza e sostenibilità, non solo per le loro realtà, ma anche per quelle dei loro clienti. di Anie Automazione Nel settore manifatturiero ci sono e presidente ambiti nei quali cloud computing e del Gruppo dispositivi mobili trovano già reale di Lavoro applicazione? ‘Telecontrollo, Sì, in particolare alcuni dispositivi mobili come i tablet si confermano già validi e riconosciuti strumenti nelle operazioni di assistenza e manutenzione degli impianti. Ad esempio, dotando il personale addetto di tablet sincronizzati con barcode reader wireless per la diagnostica, si ottengono informazioni in tempo reale sullo storico di ogni macchinario, ricavando un inestimabile valore, non solo in termini di produttività, ma anche di affidabilità degli interventi e della riduzione dei fermi di servizio. Inoltre, l’adozione di tecnologie mobile e del cloud già mette gli utilizzatori nella condizione di poter essere sempre connessi ai propri impianti, qualunque sia la loro ubicazione fisica. Supervisione e Automazione delle Reti’ gestione di queste relazioni quanto nella diffusione e nella circolazione delle informazioni, dei dati. L’impatto di tecnologie digitali abilitanti la ‘smartness’ nell’industria si percepisce sia a livello di efficienza, nella produzione e nella distribuzione dei beni, sia di sostenibilità, nella riduzione dell’impatto dei processi produttivi sull’ambiente. Quale ruolo hanno le aziende del comporto Anie Automazione in questo ‘percorso verso l’intelligenza’ e nell’adozione di nuove tecnologie? Esistono invece applicazioni Le aziende del comparto Automazione Industriale in Italia rappresentate da Anie Automazione hanno un ruolo di forti innovatori, grazie ai loro significativi investimenti in attività di R&S che si aggirano sul 5-6% (il dato di Anie Confindustria nel complesso è del 4%, ndr) del loro turnover annuo (nel 2012 il fatturato totale era di 3,6 miliardi di euro, ndr). Da tempo queste aziende stanno esplorando idee e concetti innovativi in questi percorsi e si stanno rivolgendo con interesse alle tecnologie mobile e al cloud computing, guidati da esigenze di ottimizzazione della produzione, cost ‘esplorative’, ma con buone Automazione Industriale - Aprile 2014 potenzialità? Un altro ambito di applicazione importante, sebbene sia ancora ancora esplorativo, riguarda la possibilità di gestire in modo integrato, grazie a queste tecnologie, componenti diverse di una filiera produttiva, come il processo relativo alla produzione dei manufatti, quello relativo alla produzione dell’energia necessaria ad alimentare il funzionamento di una fabbrica e, infine, quello relativo alla gestione delle flotte di movimentazione e distribuzione delle merci. La flessibilità è tutto Phoenix Contac SPS IPC t ti aspetta a 20 - 22 M DRIVES, aggio, P presso lo arma Stand E 037 - Pa diglione 2 Gestire il singolo componente o l'automazione di un intero impianto non è da tutti Con la vasta gamma di soluzioni per l'automazione industriale, integrabili tra loro e compatibili con i più diffusi standard di comunicazione del mercato, Phoenix Contact risponde alle esigenze di produttività della tua azienda. 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Di questi passi, uno importante è appena stato compiuto, con la certificazione internazionale Csia, rilasciata dall’omonima associazione statunitense di Valeria Villani A utoware, system integrator vicentino specializzato in sistemi Mes/Mom per il settore manifatturiero, conta 26 persone e dal 1996 si pone in modo indipendente sul mercato per poter sviluppare la soluzione più adeguata alle necessità specifiche dei clienti. Negli anni ha stretto collaborazioni importanti con alcuni vendor, fra cui la più solida e rilevante con WonderwareInvensys. Il fatturato dell’azienda è prevalentemente realizzato sul mercato italiano, intorno all’80%, mentre il 20% proviene all’estero; i clienti italiani di Autoware conservano comunque una forte vocazione all’export. Per i prossimi anni, l’obiettivo del system integrator è incrementare la quota estera e puntare sull’internazionalizzazione del business, attraverso un approccio che Luigi De Bernardini, Ceo dell’azienda, definisce “a piccoli passi”. Di questi piccoli passi, uno importante è appena stato compiuto, con la certificazione internazionale Csia, rilasciata dalla statunitense Control Systems Integrator Association. 018 Automazione Industriale - Aprile 2014 Come è iniziata la vostra collaborazione con Csia? Il nostro percorso con Csia è iniziato quasi in modo casuale. Non conoscevamo l’associazione fino a quando, nel 2008, decidemmo di aderire ad Automation Alliance Group (Aag), un consorzio di 14 system integrator distribuiti in quattro dei cinque continenti. Uno dei requisiti per entrare in Aag era quello di essere membri anche di Csia e di valutare il loro processo di certificazione. Associandoci ad Aag, dunque, ci accostammo anche a Csia. Nel 2009, un anno particolarmente complesso e difficile per il nostro mercato e per la nostra azienda allora di 13 persone, partecipai per la prima volta alla Csia Conference di Naples, in Florida. In quell’occasione ebbi modo di percepire e apprezzare il grande valore attribuito al confronto sulle soluzioni tecnologiche, allo scambio di informazioni e alla condivisione di esperienze tra aziende che svolgono le stesse attività, affrontando problematiche simili, anche se in mercati diversi. La Csia Conference fu quel che si dice ‘una svolta’. Perché? Direi proprio di sì. L’evento ha stimolato un forte interesse e la volontà di partecipare in modo attivo alla realtà associativa, cogliendo tutte le opportunità di apprendimento che essa metteva a disposizione per far crescere Autoware. In azienda ho così avviato un processo di riorganizzazione interno, secondo le linee guida Csia, che è proseguito dal 2009 ad oggi, con il conseguimento della certificazione. Quando esattamente l’avete ottenuta e con quale risultato? Abbiamo completato con successo l’audit di certificazione, effettuato dall’azienda statunitense Asr con ottimi risultati, ottenendo 286 punti totali contro un minimo richiesto di 211 e una media delle aziende del settore di 248 punti e lo scorso 10 febbraio abbiamo acquisito la certificazione Csia all’interno del programma ‘Best Practices and Benchmarks’. Su quali aspetti siete stati valutati e in base a quali criteri? L’audit ha valutato le performance di Autoware utilizzando criteri orientati alle esigenze del cliente in un’ampia gamma di aree di gestione aziendale, project management e sviluppo di sistemi: gestione aziendale; gestione delle risorse umane; gestione System Integration Attualità finanziaria; marketing, business development e vendite; project management; system development lifecycle; attività di supporto; qualità; servizi e assistenza. In pratica, si tratta di tematiche che abbracciano l’azienda nel suo complesso. Ciò che più ho apprezzato è che Csia non impone ‘il come’ devi fare le cose, ma suggerisce un metodo di gestione aziendale per evitare di trascurare alcuni aspetti importanti al successo aziendale, come ad esempio la gestione dei talenti o dei progetti. Che cosa significa per un integratore come Autoware questa certificazione? Ha il valore di una profonda riorganizzazione della gestione aziendale, è un processo durato anni che ci ha portato ad essere più competenti, più efficaci e più collaborativi nei confronti dei nostri clienti. Ci permette di confermarci come azienda innovativa, siamo i primi system integrator indipendenti in Italia (oltre ad Autoware, un’altra azienda italiana, Alfamation, Platinum Alliance Member di National Instruments, possiede la certificazione, ndr) e tra i pochi in Europa (un’azienda certificata in Germania, tre aziende nei Paesi Bassi, una nel Regno Unito, ndr) ad avere ottenuto questo riconoscimento. a presidiare con maggiore forza e serenità mercati altamente regolamentati come il farmaceutico o l’alimentare, permettendoci di offrire servizi specifici in base alle loro esigenze. Inoltre, molte procedure interne sono ora più fluide ed ottimizzate, come, ad esempio, la gestione dei pagamenti o il processo di selezione del personale. Oltre ad Automation Alliance Group e Csia, collaborate con altre realtà associative internazionali? Sì, dal 2012 aderiamo anche all’organizzazione statunitense Mesa (Manufacturing Enterprise Solutions Association), Si tratta di una realtà molto orientata alla diffusione della cultura e della conoscenza teorica in ambito Mes, ancora poco attiva in Italia. Come valutano i clienti e i vendor questa certificazione? Perché un integratore italiano La certificazione Csia è un tratto distintivo nei confronti di entrambi. Per i clienti è la garanzia che Autoware sia gestita in modo professionale, non solo al livello tecnico, ma anche manageriale. Alcuni ancora poco conoscono il significato di questo percorso, ma nel momento in cui gli è illustrato lo apprezzano molto. Diversi vendor, come Wonderware-Invensys, Rockwell Automation, Siemens, sono invece ben consapevoli di questo valore e spesso inseriscono la Csia Certification tra i requisiti preferenziali nei loro programmi di partnership con i system integrator. ha scelto tre associazioni di riferimento statunitensi? Perché se miri all’eccellenza in un campo è necessario che tu vada dove le regole di ciò che fai vengono scritte e gli orizzonti disegnati. Per noi è questo che il Csia, l’Aag e il Mesa rappresentano. In Europa la presenza di queste associazioni finora è stata limitata, ma dal 2014 il Csia ha deciso di incrementare in modo consistente la propria presenza nel vecchio continente, rendendo più facile alle aziende italiane associarsi o intraprendere il percorso di certificazione. Chiuso questo percorso, quali sono i prossimi passi di Autoware? Implica anche un valore economico e finanziario? Ovviamente sì, nel senso che ci porta a non tralasciare la gestione accurata dei rischi del nostro business e a individuare le policy più adeguate per mitigarli. La migliore organizzazione nella gestione tecnica dei progetti è propedeutica Luigi De Bernardini, amministratore delegato di Autoware Il 31 gennaio 2014 non è la fine di un percorso, ma è solo il termine di una fase intensa di riorganizzazione e crescita dell’azienda nel suo complesso, alla quale seguirà un processo di miglioramento continuo e di ottimizzazione dei processi che ci permetterà di verificare la nostra certificazione nei prossimi anni, attraverso gli audit triennali con Csia. Continueremo a lavorare nella fornitura di soluzioni efficaci di automazione e gestione delle operation che siano affidabili e sicure. Aprile 2014 - Automazione Industriale 019 Attualità Aziende e soluzioni Progettare e programmare la cyber-industria NIDays 2014, 5 marzo, Roma: National Instruments si prepara a sostenere la community nell’affrontare le sfide future dai sistemi cyber-fisici nell’era 4.0 di Valeria Villani N el venticinquesimo anno di attività in Italia, lo scorso marzo a Roma National Instruments ha fornito le premesse di quella che può essere definita la ‘nuova era della progettazione’, le cui sfide saranno essenzialmente dettate dalla necessità di sviluppare e implementare i cosiddetti Cps (Cyber Physical System), nelle loro tre componenti base di calcolo, controllo e comunicazione, in diversi ambiti applicativi, dall’industria all’energia, dalla mobilità alla sanità. “Negli scenari futuri di Cps è realistico ipotizzare la presenza di singole unità, di sistemi embedded basati su software e interfacce utente dedicate, tra loro comunicanti via wireless e connessi in Internet, in grado di individuare e determinare autonomamente configurazioni, condizioni di operatività e ambiti di attività. In particolare negli ambienti industriali questo scenario 020 Rahman Jamal, Technical and Marketing Director Europe di National Instruments, intervenuto lo scorso marzo a Roma, in occasione di NIDays 2014 Automazione Industriale - Aprile 2014 comporterà la nascita di sistemi di produzione capaci di prevedere il processo produttivo, di reagire e autoorganizzarsi in real-time e in grado di abilitare una personalizzazione estrema della produttività”, ha detto intervenendo all’NIDays 2014 Rahman Jamal, Technical and Marketing Director Europe di National Instruments. “Affrontare le sfide tecnologiche future poste dai Cps significa essenzialmente far fronte alla crescente diffusione di sensori e sistemi di misura distribuiti e alla notevole eterogeneità di dispositivi e protocolli di comunicazione, molti dei quali già presenti sul mercato, i quali funzionano perfettamente da soli, ma faticano a comunicare agevolmente e in modo diretto tra loro”. La progettazione e l’implementazione di sistemi cyber-fisici presuppongono una forte interazione tra le diverse tecnologie e i linguaggi di programmazione, rendendo dunque indispensabile l’adozione di nuovi tool e nuovi modelli software-based in grado di supportare architetture multiprocessore e interfacce di comunicazione avanzate. “Progettare in ambito Cps richiede un’architettura fortemente riconfigurabile e un approccio software-centric. A livello di controllo, sarà fondamentale la comunicazione tra le unità logiche, le macchine industriali e i componenti a bordo. I sistemi Cps richiedono anche una nuova generazione di controllo, basata su controllori software-designed, in sostituzione dei tradizionali plc, i quali in un certo senso rappresentano un’evoluzione estrema delle piattaforme pc-based, riuscendo a sostenere nuove forme di intelligenza delle macchine e di sistemi di misura dinamici e distribuiti”. Aziende e soluzioni Attualità Premiata l’eccellenza di Infn e Cnao Mondi riconfigurabili A Roma National Instruments ha ribadito il proprio ruolo nel sostenere la community di utenti - industriali e appartenenti al mondo accademico e della ricerca - nella progettazione e nell’implementazione di sistemi cyber-fisici. “Nei prossimi anni NI sarà impegnata a fornire tool e moduli software che consentano alla community di affrontare la quarta rivoluzione industriale, i cui nuovi paradigmi saranno i sistemi Cps e i Big Analog Data”, ha detto Jamal. “Crediamo fermamente che un approccio alla progettazione platform-based, come quello di Graphical System Design che proponiamo, sia il miglior percorso da intraprendere per affrontare le sfide tecnologiche poste dai Cps. Inutile dirvi che la piattaforma NI LabView e l’architettura NI Rio (reconfigurable I/O), CompactRio in primis, sono e saranno gli elementi base di questo approccio”. Un approccio che sarà subito messo alla prova con i primi ‘work in progress’ per i Cps, lo sviluppo di nuove interfacce uomo-macchina intelligenti e di nuove modalità di interfacciamento con sensori distribuiti. L’NIDays 2014 è stato anche un’occasione per presentare alla community italiana alcune delle ultime novità lanciate dalla corporate di Austin e per confermare la strategia di National Instruments, che punta sull’innovazione e sulla semplificazione della complessità. Tra queste, nelle keynote della giornata sono stati illustrati l’NI CompactRio-9068 con il nuovo NI Come di consuetudine nel corso dell’evento NIDays, anche quest’anno è stato consegnato il premio Nicola Chiari, che riconosce le migliori applicazioni di automazione e misura. Per il 2014 il riconoscimento è stato assegnato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) per la realizzazione di un sistema di controllo e gestione in tempo reale dell’erogazione della dose rilasciata nel tumore durante un trattamento di adroterapia basato su LabView Real-time e LabView Fpga su piattaforma Pxi. L’applicazione, presentata da Simona Giordanengo Linux Real-Time OS e, per quanto riguarda LabView 2013, l’accesso diretto a LabView Tools Network, il network dedicato agli add-on di terze parti, e la possibilità di interfacciarsi con dispositivi mobili di ultima generazione, grazie a Data Dashboard 2.1 disponibile per iOS e ora anche per tablet con Android. Alcune demo sono state invece dedicate anche al nuovo sistema NI CompactVisionSystem1457RT come parte integrante dell’architettura LabViewRio. “Il sistema NI Cvs-1457RT è un grande balzo in avanti per i sistemi di visione NI”, ha affermato Jamie Smith, direttore Product Marketing Sistemi Embedded di National Instruments durante l’evento. “Questo sistema è lo strumento migliore per coloro che sono coinvolti nella progettazione di macchine, nell’ispezione automatizzata, nella produzione o nel controllo qualità”. Con processore Intel Atom a 1,66 GHz, (Infn), Marco Donetti e Maria Adelaide Garella (Cnao) all’interno della categoria ‘Controllo Avanzato’, riguarda il sistema di distribuzione della dose, reso necessario dalla specifica tecnica di irraggiamento dei tumori in uso al Cnao di Pavia, basato sull’utilizzo di rivelatori di particelle, di magneti per lo spostamento del fascio e di interfacce hardware e software con sistemi esterni per la sincronizzazione delle operazioni e l’interruzione dell’erogazione. Il controllo del sistema è caratterizzato da un fast control e uno slow control alloggiati in due chassis indipendenti ed equipaggiati in totale con 15 moduli NI e quattro moduli custom. due porte indipendenti GigE Vision con Power over Ethernet, triggering deterministico della telecamera Ethernet e I/O controllabili via Fpga, l’NI Cvs-1457RT consente agli utenti l’alimentazione della telecamera, l’invio dei trigger e l’acquisizione delle immagini da un unico cavo Ethernet. Gli I/O controllabili via Fpga possono essere combinati con le librerie Vision Rio per sincronizzare i risultati di ispezione con altre parti del sistema, come encoder, espulsori e sensori di prossimità. Il sistema NI Cvs1457RT è programmabile con NI LabView o NI Vision Builder for Automated Inspection. Infine, un regalo particolare alla community di studenti NI lo ha fatto proponendo a Roma anche l’NI myRio, una piattaforma didattica compatta per la progettazione di sistemi di controllo embedded reali, che permette di esplorare i concetti base della progettazione real-time e Fpga in LabView Rio. Aprile 2014 - Automazione Industriale 021 Attualità Aziende e soluzioni Più misuri, meno consumi Obiettivo ‘crescita continua’, quattro divisioni per presidiare i mercati di riferimento, impegno forte per la qualità e il monitoraggio dell’energia nel manifatturiero e nel fotovoltaico: così Socomec affronta il 2014 di Valeria Villani I l Gruppo Socomec, che nel nostro Paese conta 330 persone e cinque sedi, affronta con decisione il 2014 dichiarando un obiettivo di ‘crescita continua’ che pare perfettamente in linea con l’incremento medio annuo dichiarato del 10% del fatturato globale negli ultimi tre anni. Nel corso del triennio infatti la società francese è passata da 300 milioni di euro agli attuali 437 milioni. Per mantenere questo ritmo e perseguire l’obiettivo espresso, 022 Per il settore manifatturiero, Socomec propone soluzioni per la protezione delle reti elettriche e per il monitoraggio dei consumi Automazione Industriale - Aprile 2014 come dichiara lo stesso Francesco Sangermani, Commercial Director Italia del Gruppo Socomec, è stata confermata una nuova strategia di business che ha portato il gruppo a proporsi al mercato non più come specialista di prodotto, ma come specialista di soluzioni, attraverso quattro divisioni che si rivolgono a quattro settori di riferimento, Critical Power, Power Control & Safety, Solar Power ed Energy Efficiency. “Socomec intende continuare a crescere presidiando il mercato attraverso le quattro Business Application Division, in modo da rispondere al meglio alle richieste di soluzioni sempre più segmentate e orientate a bisogni e applicazioni specifiche”, dice Sangermani. “L’obiettivo ‘crescita continua’ è perseguito anche attraverso un’attenta differenziazione rispetto alla concorrenza, dalla quale Socomec si distingue grazie alla prossimità al cliente e al forte focus sull’innovazione, sullo sviluppo di nuove tecnologie e sul rafforzamento del know-how tecnico”. Protezione e monitoraggio Per quanto riguarda l’industria manifatturiera, Socomec conferma il suo impegno, attraverso le divisioni Critical Power ed Energy Efficiency, nella protezione delle reti elettriche nei processi industriali critici e nel Aziende e soluzioni Attualità Sunsys Hps, per generare e immagazzinare energia miglioramento delle performance energetiche degli impianti e degli edifici, con l’intenzione di supportare il cliente sia nell’utilizzo e nella gestione di una ‘energia di qualità’ - che si traduce anche in una produzione di qualità - sia nel conseguimento di una politica mirata di energy saving. In particolare, per quanto riguarda la protezione delle reti nei contesti industriali, Giulio Matteo Zucconi, Critical Power Business Application Director, mette in evidenza le principali criticità. “Alcune applicazioni industriali richiedono attrezzature robuste in grado di funzionare in ambienti ostili. In simili contesti, le interruzioni di corrente possono dar luogo a problemi estremamente gravi quali perdita di produzione, danni alle apparecchiature o rischi per la sicurezza”, dice Zucconi. “L’utilizzo di un ups a protezione dei processi diventa indispensabile per garantire la qualità della produzione ed evitare costi dovuti allo scadimento della qualità”. Il ruolo di Socomec è risolvere tali problematiche. “Grazie alla vocazione industriale e alla vicinanza al cliente, Socomec conosce in maniera approfondita queste problematiche e propone una gamma sempre più completa di soluzioni ups per le applicazioni industriali, come ad esempio Masterys IP+, pensate proprio per dare sicurezza e continuità al servizio anche in ambienti industriali critici”, aggiunge Zucconi. “Questa linea si integra alla perfezione con tutti gli ambienti industriali e le reti elettriche ed è stata progettata per garantire il funzionamento degli impianti industriali anche nelle situazioni più La novità tecnologica più recente di Socomec arriva dalla divisione Solar Power, che in febbraio ha presentato il nuovo sistema ibrido di alimentazione Sunsys Hps (Hybrid Power System) per il mercato del fotovoltaico off-grid. Il sistema intende soddisfare un’esigenza ben precisa, quella di una più efficiente gestione dei sistemi di accumulo e dei picchi nell’ambito delle rinnovabili. Con potenze standard da 40 a 200 kVA e architettura modulare configurabile in parallelo per una scalabilità di potenza fino a 1,2 MVA, Sunsys Hps permette di combinare funzioni di generazione fotovoltaica e di storage dell’energia. L’energia prodotta dal pannello fotovoltaico può essere trasformata in corrente alternata pronta all’uso, oppure accumulata in batterie per un utilizzo successivo. difficili. È questa è la direzione in cui Socomec si sta muovendo nel settore industriale”. Sul fronte efficienza energetica ricorda invece Sangermani quanto la misura sia un elemento indispensabile in qualsiasi progetto di energy efficiency. “Gestire Verso l’iperdigitalizzazione Secondo le previsioni di Socomec, nei settori manifatturiero, smart grid e medicale continuerà ad aumentare la richiesta di alimentazione critica legata a trend quali l’iperdigitalizzazione, nei datacenter e nelle infrastrutture IT, ma anche la crescita della complessità dei processi industriali, le esigenze di incremento della produttività, la diffusione di IoT, cloud e Industrial Ethernet. l’energia significa individuare ed eliminare le perdite e gli sprechi, evitare la diminuzione e la ‘deriva’ dei rendimenti, utilizzare l’energia al momento giusto, in base ai bisogni reali”, spiega Sangermani. “Solo introducendo dispositivi di misura e soluzioni per un monitoraggio dettagliato dell’utilizzo delle risorse nei contesti industriali di produzione si può fare un uso più razionale dell’energia e intraprendere eventuali interventi di miglioramento per ottenere un risparmio annuo valutabile tra il 3 e il 5% sui consumi legati all’elettricità”. E il monitoraggio inizia necessariamente con l’installazione di analizzatori di rete, software di gestione e soluzioni Hmi appropriati. “Affianchiamo gli utilizzatori con strumentazione, software e servizi. Si va dai trasformatori di corrente, dai contatori centrali multifunzione e dagli analizzatori alla linea software Vertelis (Vision e Hyperview), con un corollario di servizi per l’efficienza energetica che includono studio della qualità della rete e diagnostica, consulenza, creazione di un piano di conteggio dei consumi, sviluppo di software specifici, messa in funzione, formazione e manutenzione”. Aprile 2014 - Automazione Industriale 023 Attualità Smart city La gestione efficiente dell’energia sale in cattedra Dalla collaborazione con Siemens, presso il campus di Savona dell’Università di Genova è nato il progetto Smart Polygeneration Microgrid: l’obiettivo è di supervisionare e garantire una gestione efficiente degli impianti di produzione di Massimiliano Luce P er dipingere una parete grande, ci vuole per forza un grande pennello? Non proprio. Infatti, nelle sfide economiche della globalizzazione non sempre la spunta il più grosso. Anche chi è dotato di un piccolo pennello può dire la sua e diventare un modello vincente. Basta operare con intelligenza. Il locale microturbine trigenerative a gas 024 Automazione Industriale - Aprile 2014 La globalizzazione ‘smart’ L’esempio - è il caso di dire: finalmente - giunge proprio dal nostro Paese, l’Italia. Oltretutto, da dove meno ci si aspetterebbe, da una realtà tutt’altro che dotata del famoso ‘grande pennello’, ovvero il campus di Savona dell’Università di Genova, che ha supplito alle famose dimensioni puntando su un approccio ‘smart’ alle attuali sfide tecnologiche ed economiche in campo energetico, calando perfettamente le proprie attività di ricerca nella storia del proprio territorio di riferimento, la provincia di Savona. Ebbene, progettata dall’Università di Genova e realizzata da Siemens, nel campus universitario di Savona è stata inaugurata la Smart Polygeneration Microgrid (Spm), un vero e proprio laboratorio per sperimentare la smart city. La microgrid di Savona è ‘smart’ perché in grado di gestire in modo efficiente l’energia prodotta al suo interno, bilanciando generazione e carichi con conseguenti risparmi economici e riducendo l’impatto ambientale dal punto di vista delle emissioni di CO2. Paragonabile a un quartiere cittadino con funzioni urbanistiche differenziate, il Campus è ora quasi completamente autonomo per consumi elettrici e Smart city Attualità Uno degli aspetti maggiormente innovativi presenti nella Spm è legato alla mobilità elettrica riscaldamento. Questo risultato è ottenuto grazie al collegamento di diversi impianti di generazione, rinnovabili e ad alta efficienza, governati da un software centrale, per una capacità complessiva di 250 kW elettrici e 300 kW termici. Le componenti della microrete Il cuore della microrete è la sala di controllo situata all’interno del Campus. Da qui è possibile supervisionare l’intero sistema e garantirne la gestione intelligente, seguendo strategie operative ideate e validate con successo dall’Università di Genova. La piattaforma di energy management Dems (Decentralized Energy Management System) di Siemens permette di prevedere i consumi globali e la generazione da fonte rinnovabile e di effettuare la pianificazione dell’esercizio, controllando in tempo reale le unità di generazione tradizionali presenti in campo e ottimizzando i cicli di carica e scarica dei sistemi di accumulo per valorizzare al meglio la produzione da fonte rinnovabile. Le componenti della microrete si snodano all’interno del polo universitario. Vi sono tre microturbine a gas ad alta efficienza, un chiller ad assorbimento per la produzione contemporanea di elettricità, calore per il riscaldamento in inverno ed energia frigorifera per il raffrescamento in estate, una rete di teleriscaldamento, due colonnine di ricarica, due veicoli elettrici e due biciclette elettriche, tre parabole per la produzione di energia da solare a concentrazione, quattro quadri elettrici collegati tra loro ad anello, un sistema di accumulo elettrochimico in grado di bilanciare generazione e carichi e, se necessario, compensare gli sbilanciamenti dovuti alla variabilità della generazione da fonte rinnovabile, una dorsale di comunicazione basata su unità di raccolta dati, collocate nei quadri principali. L’impianto solare termodinamico Un trampolino per il futuro “Con l’inaugurazione della nostra rete energetica intelligente si completa il primo tassello del progetto ‘Energia 2020’, un intervento ambizioso dell’Università degli Studi di Genova nell’ambito delle direttive comunitarie sull’energia sostenibile, che prevede la realizzazione presso il Campus di Savona oltre che della Smart Polygeneration Microgrid, di uno smart building completamente ecosostenibile e automatizzato e di una serie di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti”, spiega Federico Delfino, responsabile scientifico per l’Università degli Studi di Genova del progetto Smart Polygeneration Microgrid. “Nel corso del prossimo biennio 2014-15 contiamo di rafforzare la collaborazione virtuosa università-impresa con Siemens, per consolidare presso il nostro polo ciò che è ormai diventato un importante centro di competenza nel settore delle smart grid e della smart energy, con possibili ricadute formative per i nostri studenti”, continua Delfino. Evidente anche la soddisfazione di Siemens. “Con i progetti di smart city, ci mettiamo in ascolto delle esigenze specifiche del territorio”, sottolinea Federico Golla, Ceo di Siemens. “Metteremo a frutto le esperienze di Savona nella sperimentazione di questa microgrid, per sviluppare iniziative future, prima fra tutte Expo 2015”. Aprile 2014 - Automazione Industriale 025 I cavalieri dell’automazione Fava, impianti per pastifici Ha la stessa età della sua azienda. Ne ha vissuto da protagonista i successi, puntando sempre sull’innovazione. Enrico Fava è uno dei nuovi Cavalieri del Lavoro nominati lo scorso autunno, esempio di passione e intelligenza imprenditoriale di Valeria De Domenico “F ava è stata fondata da mio padre Augusto a Cento (FE) nel 1937, lo stesso anno in cui sono nato io”. È iniziata così la nostra intervista con Enrico Fava, titolare dello storico marchio produttore di macchine per la lavorazione industriale della pasta, insignito a ottobre 2013 del titolo di Cavaliere del Lavoro della Repubblica. E questa coincidenza di date la dice lunga sul rapporto che l’ingegnere ha con la sua azienda: un’unica storia, iniziata con una grande passione per un mestiere che Fava non si è limitato a ereditate dal padre, ma ha saputo coltivare dal 1956, quando iniziò a occuparsi di montaggi e collaudi presso i maggiori pastifici italiani ed esteri, per conoscere a fondo il lavoro. Enrico Fava assunse la direzione generale dell’azienda nel 1970 e puntò subito sullo sviluppo di molte innovazioni tecnologiche brevettate, tanto da ottenere nel 2005 la Laurea Onoris Causa in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Ferrara. 026 Cosa significa per lei il riconoscimento ricevuto dal Presidente Napolitano? La linea di produzione delle macchine per pasta lunga ITRG Automazione Industriale - Aprile 2014 È stata una bellissima emozione. Credo che questa onorificenza trovi la sua giustificazione in quella dedizione e rispetto per il lavoro che ho ricevuto da mio padre Augusto e ho cercato di trasmettere ai miei figli e a tutti i miei collaboratori. L’azienda è alla sua terza generazione: sono affiancato dai miei figli Luigi e Riccardo che da alcuni anni dirigono le aziende di famiglia, mentre mia figlia Emanuela è responsabile del settore marketing e comunicazione. Quali sono le caratteristiche della vostra produzione? Fava è specializzata nella progettazione e costruzione di linee per l’industria pastaria. All’interno dei nostri stabilimenti, che si estendono su una superficie complessiva di 40.000 m2, si costruiscono linee per la produzione di pasta lunga, pasta corta e paste speciali su telai e linee per cous cous, con potenzialità che vanno da 1.000 a 10.000 Kg/h. Annoveriamo tra i nostri clienti tutti i principali pastifici in Italia e nel mondo. Il volume della produzione sfiora i 100 milioni di euro, oltre un terzo del mercato mondiale. Mondiale nel vero senso della parola perché l’azienda oltre a vantare circa l’85% sul totale delle linee di essiccazione installate nei numerosi pastifici italiani, esporta il 90% dei propri prodotti. Come si è evoluto il mondo delle macchine per la produzione di pasta secca? L’industrializzazione nella produzione della pasta è iniziata nell’immediato dopoguerra. Fino alla fine degli anni Quaranta la pasta veniva essiccata in celle statiche e la movimentazione ottenuta mediante carrelli spostati a mano. I cicli di essiccazione erano lunghissimi (oltre le 24 ore) e le temperature utilizzate attorno ai 45 °C. Le prime macchine I cavalieri dell’automazione Enrico Fava, nuovo Cavaliere del Lavoro a ciclo continuo si devono a mio padre. Finalmente la produzione poteva contare su metodi che movimentavano il prodotto senza la necessità dell’intervento dell’uomo. Pertanto, in questa prima fase, l’obiettivo principale fu quello di ottimizzare la movimentazione del prodotto e contemporaneamente assicurargli le migliori condizioni per la sua essiccazione. Questo comportava la costruzione di tunnel a più piani realizzati con pareti coibentate per il contenimento delle strutture meccaniche e il mantenimento delle condizioni termo-igrometriche dell’essiccazione. I tempi di essiccazione si attestavano sulle 18-20 ore. Solo alla fine degli anni Cinquanta si poté contare su materiali adatti a resistere a temperature intorno ai 50 °C, che permisero di migliorare la qualità dell’essiccazione e ridurre i tempi di trattamento. Così, con il passare degli anni, in modo graduale ma continuo sono state progettate e costruite linee sempre più efficienti e veloci. Negli anni Settanta si impose l’uso di temperature più elevate capaci di trasformare la struttura della pasta rendendola molto resistente alla cottura, con un colore più vivace ed attraente ed esente da qualsiasi carica batterica. Una vera rivoluzione, che ebbe inizio proprio dalla nostra azienda! Negli anni seguenti, indirizzammo le nostre energie verso la ricerca di metodi finalizzati ad aumentare la potenzialità degli impianti. Questa ricerca ci ha permesso di inserire in spazi relativamente limitati linee capaci di produrre quantità tra quattro e otto volte più grandi rispetto a quelle della generazione precedente. Le produzioni di pasta sono passate dai 500-1.000 kg/ora degli anni Cinquanta e Sessanta, ai 5.000-10.000 kg/ora di oggi, con un pasta di altissima qualità. Quali sono le tecnologie sulle quali avete puntato? La linea di produzione delle macchine per pasta corta TCM Ecosystem Credo di poter affermare con un certo orgoglio che Fava ha immesso sul mercato tecnologie mai sperimentate, modelli costruttivi, modularità, sistemi meccanici. Da sempre e in particolare in questi ultimi anni, abbiamo compiuto investimenti eccezionali in ricerca e sviluppo. Si è evoluta in modo significativo la tecnologia di essiccazione e gli ambiti di applicazione dei controlli elettronici, quindi ad esempio, è oggi possibile tracciare l’intero processo produttivo che parte dalla materia prima fino al prodotto finito. Come ‘consumatori’ di automazione, invece, cosa potete raccontarci? In azienda sono state applicate apparecchiature robotizzate là dove la produzione di elementi in grande serie ne rendeva interessante l’utilizzo. Così, a fianco di lavorazioni manuali nel montaggio dei diversi particolari, disponiamo di un’isola robotizzata per montaggio e controllo qualitativo delle canne utilizzate nelle linee di pasta lunga, servita da un’altra per il taglio e il controllo dimensionale dei profili, di vari torni a cnc con torretta utensili multipli di ultima generazione, di magazzini automatici a vassoi collocati nei diversi reparti, di una cabina di verniciatura automatica LG 7000 LU 15000 H 4000 per alto solido o vernicianti idrosolubili. In che misura a suo modo di vedere l’innovazione tecnologica può contribuire a fronteggiare il periodo di congiuntura finanziaria ed economica? In questo momento in cui le fragili condizioni del mercato ci impongono di competere con tutto e con tutti, l’innovazione tecnologica assume un’importanza vitale, offrendoci forse l’unica possibilità di eccellere e conquistare i mercati esteri. Recentemente Fava ha ampliato le esportazioni a diversi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, nei quali si registra un sensibile aumento del consumo della pasta. Aprile 2014 - Automazione Industriale 027 Hot topic Security Security il punto di vista delle pmi Una ricerca di Idc rivela il livello di percezione del rischio informatico da parte delle piccole e medie imprese, a poche settimane dalla data di fine supporto a Microsoft XP e, quindi, dal giorno in cui cesserà anche il rilascio degli aggiornamenti per mantenere un livello base di sicurezza del sistema operativo di Giorgia Andrei I consueti processi di aggiornamento del software e dei sistemi operativi sono lo strumento essenziale per garantire il mantenimento di base della sicurezza dei sistemi. In questa prospettiva non passerà inosservata la data dell’8 aprile 2014 (End-of-Support Day, EoS Day): da quel giorno, infatti, Microsoft non supporterà più il sistema Windows XP, ossia non saranno più disponibili né gli aggiornamenti automatici per la sicurezza, né il download di Microsoft Security Essentials. “A livello internazionale la sofisticazione degli attacchi si sta affinando, con la comparsa di nuovi attori nell’arena del cyber-crime e della cyber-war, che sfruttano in modo sistematico le vulnerabilità software esposte da qualsiasi sistema operativo, industrializzando i processi di produzione di malware per attaccare gli interessi di qualsiasi impresa”, dice Giancarlo Vercellino, Research and 028 Automazione Industriale - Aprile 2014 Consulting Manager di Idc Italia, che ha seguito l’indagine ‘La sicurezza IT nelle pmi e la fine del supporto tecnico per Windows XP’. “La diffusione di una cultura aziendale legata alla sicurezza informatica, soprattutto nel segmento delle piccole e medie imprese, fatica però a consolidarsi, nonostante la grande attenzione sul tema da parte della stampa specializzata e internazionale”. Commissionata da Microsoft, la ricerca di Idc presenta i risultati dell’indagine condotta approfondendo la percezione del rischio delle pmi all’approssimarsi dell’EoS (End of Support) Day. Sono state interpellate, tra gennaio 2013 e febbraio 2014, 850 pmi (realtà tra i 6 e i 499 addetti) operanti nei settori industria, commercio, finanza, pubblica amministrazione locale e servizi. Le aziende, con sede in Italia, sono state campionate su un universo di riferimento di circa 446mila imprese. Di seguito riportiamo alcuni tratti salienti della ricerca. Consapevolezza, fattori di rischio e responsabilità Dall’analisi dei risultati principali del survey, Idc stima che oltre l’86% delle imprese ritenga di avere un adeguato livello di conoscenza del tema della sicurezza informatica: le maggiori incertezze prevalgono nelle classi sotto i 50 addetti, dove emergono dubbi rilevanti rispetto al tema, mentre sopra i 50 addetti le imprese raggiungono un livello di strutturazione tale per cui ritengono di dominare il problema senza incertezza a livello organizzativo. Al campione è stato chiesto anche di evidenziare su una scala da 1 a 10 la gravità del rischio percepito rispetto a diversi veicoli di attacco: per la maggior parte delle imprese i fattori Security Hot topic di rischio sono ancora quelli più comunemente conosciuti (messaggi e-mail 31,5%, navigazione web 27,2%). Ciò induce a pensare che per molte aziende le problematiche della sicurezza IT siano rimaste sostanzialmente inalterate nell’ultimo decennio: i fattori di rischio emergente, con riferimento ai social network e alle installazioni di app da store on-line sono infatti sottostimati, raggiungendo rispettivamente solo il 9,3 e il 4,7 %. Un altro aspetto messo in evidenza dall’indagine è la carenza a livello organizzativo della gestione della security. Il 44,1% delle imprese non ha alcuna struttura per la gestione della sicurezza informatica ed è priva di referenti interni ai quali Per la maggior parte delle imprese i fattori di rischio sono ancora quelli più comunemente conosciuti (messaggi e-mail e navigazione web) attribuire tale responsabilità. In questo scenario, il ruolo dei partner/ consulenti esterni (32,8%) risalta in modo particolare per colmare carenze e lacune. Soprattutto le imprese di dimensioni più modeste si avvalgono in misura sostanziale del contributo di professionisti esterni (34,9%), mentre le imprese di maggiori dimensioni hanno figure strutturate legate al dipartimento IT (IT Manager o risorse afferenti all’IT Manager nel 63,9% dei casi per le imprese tra 250 e 499 addetti). Finalmente un modo per arrivare prima Prima è meglio. La Piattaforma EPLAN ti fa progettare in meno tempo. Automatizza il sistema di progettazione fornendo una documentazione di progetto senza errori, macro che permettono la standardizzazione, grazie al database costantemente allineato. Questo ti lascia più spazio per occuparti di quello che davvero devi fare: migliorare i tuoi prodotti. Allora, quando pensi di provare anche tu l’effetto e? www.eplan.it Hot topic Security Nuove tecnologie e investimenti in security Più i dispositivi informatici e i sistemi informativi si moltiplicano in azienda, più la gestione della sicurezza informatica richiede un approccio integrato e una strategia complessiva. A questo proposito l’indagine di Idc si è posta l’obiettivo di raccogliere elementi utili a valutare come la percezione della sicurezza delle pmi stia evolvendo, tenuto conto della diffusione sempre più capillare, in ambito aziendale, dei nuovi dispositivi mobili. Nel perimetro di campionamento analizzato, l’indagine evidenzia che l’impiego dei nuovi dispositivi in azienda, per la gestione delle attività di base di desktop automation e la vendita, è un fatto consolidato in un numero sempre maggiore di imprese. Nel corso dell’indagine si è chiesto di confrontare il livello di sicurezza percepito rispetto ai tablet con quello dei tradizionali notebook/pc: nonostante la stampa specializzata e diversi osservatori della sicurezza informatica da anni evidenzino l’intrinseca vulnerabilità dei tablet, soprattutto di sistemi aperti come Il segmento di mercato coinvolto nella ricerca ritiene che i rischi che si corrono impiegando i nuovi dispositivi siano in larga misura equivalenti a quelli dell’uso di notebook/pc La maggior parte delle imprese (73,5%) destina soltanto una percentuale inferiore al 10% del proprio budget IT alla gestione della sicurezza Android, presentando un’ampia aneddotica di attacchi che hanno coinvolto tali sistemi negli ultimi anni, il segmento di mercato coinvolto nella ricerca ritiene i rischi che si corrono impiegando i nuovi dispositivi in larga misura del tutto equivalenti ai notebook/pc (72,6%). Tali valutazioni, del resto, sono coerenti con la cultura complessiva della sicurezza espressa dal segmento pmi, che solo nel 4,7% dei casi evidenzia un rischio specifico riconducibile all’installazione di applicazioni dagli store virtuali. Come dice ancora Giancarlo Vercellino: “Nel nuovo ambiente IT che viene configurandosi attorno a dispositivi sempre nuovi e nuovi sistemi operativi, le pmi rischiano concretamente di confrontarsi con problematiche di sicurezza che non riescono ancora a percepire chiaramente, esponendosi a rischi economici che vanno dalla sottrazione di informazioni sensibili fino al fermo dei sistemi”. A chiudere il cerchio, c’è anche la ristrettezza dei budget disponibili per le infrastrutture informatiche, determinata in parte dalla razionalizzazione di risorse imposta dalla crisi economica e in parte da fattori culturali. In uno scenario simile, le potenzialità di espansione della spesa per la sicurezza informatica, soprattutto per le pmi, appaiono ancora limitate. La maggior parte delle imprese (73,5%) destina soltanto una percentuale inferiore al 10% del proprio budget IT alla gestione della sicurezza. Come osservatori del mondo industriale, un dato, in conclusione, colpisce in particolare: solo il 26,2% delle imprese appartenenti al settore industria pensa di investire, nei prossimi 12 mesi, tra il 10 e il 20% del proprio budget IT in soluzioni di security. Evidentemente, queste aziende ancora non attribuiscono alla sicurezza informatica una valenza strategica ed economica tale da destinarle maggiori risorse. Scopri i contenuti aggiuntivi Leggi il white paper ‘La sicurezza IT nelle pmi e la fine del supporto tecnico per Windows XP’ sul sito www.automazioneindustriale.com 030 Automazione Industriale - Aprile 2014 Applicazione innovativa soluzione intelligente Perfetto Massima produttività con il minimo consumo energetico: i controlli CNC intelligenti, abbinati ad azionamenti elettromeccanici, idraulici e pneumatici, aumenteranno la produttività della vostra macchina. L‘interazione ottimale fra tecnologia e funzioni di controllo Rexroth, ottimizzate per i diversi settori, e la facilità di utilizzo e di programmazione ottimizzeranno i tempi operativi e di inattività. Apposite funzionalità vi indicheranno i margini di risparmio per tutti i processi e per tutte le unità macchina. In questo modo si riducono i costi di gestionee le emissioni di CO2. Possiamo trovare una soluzione intelligente anche per la vostra applicazione! Bosch Rexroth S.p.A. S.S. Padana Superiore 11, n. 41 - 20063 Cernusco s/N MI www.boschrexroth.it Hot topic Security La security non può aspettare Il Rapporto Clusit 2014 evidenzia il costante ritardo delle aziende nell’affrontare concretamente i rischi degli attacchi cyber-criminali di Massimiliano Cassinelli P er anni la sicurezza, intesa nella sua declinazione di security, ovvero di sicurezza informatica, non ha interessato il mondo dell’automazione industriale, ben protetto dall’impiego di protocolli proprietari, ma soprattutto dall’utilizzo di reti chiuse, ovvero prive di connessioni verso l’esterno. Nell’ultimo decennio, però, molte 032 Automazione Industriale - Aprile 2014 cose sono cambiate, a partire dall’impiego del protocollo Ethernet a livello di campo, e anche gli impianti industriali sono divenuti un obiettivo per i cyber-criminali, professionisti del crimine alla ricerca di dati sensibili (come le ricette produttive o i progetti esecutivi), ma interessati anche a compiere azioni di sabotaggio. Un’attività, quest’ultima, finalizzata a estorcere denaro all’aggredito o a provocare disastri ambientali paragonabili a quelli di un attentato, ma anche a interrompere la produzione di un impianto concorrente o di un Paese nemico. Le possibilità sono moltissime e, come dimostrano i recenti casi di spionaggio internazionale, proprio gli Stati Uniti sono sempre più attivi in questo ambito. Al punto che, come è emerso a metà marzo scorso, l’Nsa (National Security Agency) ha sfruttato Facebook per reindirizzare gli utenti sui propri server, infettando i pc con un virus in grado di raccogliere dati e spedirli direttamente al governo americano, attraverso un meccanismo sempre più ‘automatico’, che non richiede nemmeno l’impiego di personale espressamente dedicato all’analisi dei singoli dati, ma con soluzioni in grado di lavorare su larga scala e a fronte di un investimento che sembra abbia sfiorato i 68 milioni di dollari. Il tutto per raccogliere i dati più svariati, compresi quelli industriali. Una pratica alla quale sono ben addestrati anche gli orientali, come rivelato da uno studio pubblicato dall’intelligence americana, secondo il quale le cyber-spie cinesi e russe stanno cercando di sottrarre segreti industriali e tecnologie alle aziende occidentali. Realizzando quella che l’Office of the National Counterintelligence definisce “una vera minaccia per la ricchezza e la sicurezza degli Stati Uniti”. Una minaccia temuta e che, come si legge nel “Foreign spies stealing US economic secrets in cyber-space”, si va concretizzando grazie al fatto che, attualmente, la maggior parte delle informazioni sensibili transita attraverso le reti informatiche e può essere carpita senza rischi dalle spie. Security Hot topic arriva dal ‘Rapporto Clusit 2014 sulla sicurezza Ict in Italia’, presentato a marzo dal Clusit, l’Associazione Italiana di Sicurezza Informatica. Dallo studio, infatti, emerge come gli unici attacchi ai quali sia stata concessa rilevanza mediatica sono quelli compiuti dagli attivisti di varia estrazione che, ovviamente, hanno tutto l’interesse a pubblicizzare i propri successi e, quindi, costringono un’azienda ad ammettere la violazione. È il caso del Porto di Gioia Tauro, vittima di un attacco condotto da attivisti contrari alla realizzazione di un rigassificatore nella città. Nell’aprile dello scorso anno, inoltre, un attacco DDoS, seguito dalla diffusione di quasi 700 credenziali personali, è stato scatenato, per protestare contro la morte dei cetacei, nei confronti del porto di Livorno, Grimaldi Lines e Grandi Navi Veloci. Nel mese di agosto, per protestare contro l’inceneritore di Parma, è stato invece colpito il portale di Saipem, al quale sono stati sottratti anche vecchi progetti di sviluppo di oleodotti e gasdotti. Il documento fa espressamente riferimento solo a Cina e Russia anche se, negli ultimi due anni, appaiono in crescita i tentativi di violazioni compiuti da aziende e singoli individui. Inoltre, appare legittimo ritenere che un attacco molto sofisticato veda, necessariamente, il coinvolgimento di un governo o di un servizio di spionaggio. In particolare, come emerge dal rapporto, i settori più a rischio sono le Ict, le tecnologie militari, l’energia e l’industria farmaceutica. Siamo tutti obiettivi Il furto di progetti e segreti aziendali, però, non lascia tracce visibili. Spesso, inoltre, le vittime si rendono conto dell’accaduto solo quando trovano sul mercato un prodotto identico al proprio, tipicamente offerto a un prezzo sensibilmente inferiore. Allo stesso modo, un’azienda vittima di un attacco in grado di bloccare o modificare il proprio processo produttivo preferisce non comunicare la notizia all’esterno e cercare di risolvere il problema senza far trapelare la notizia, che avrebbe comunque un effetto negativo sull’immagine aziendale. Inoltre, a differenza di quanto accade in altri Paesi, una violazione a livello informatico non deve essere tassativamente denunciata alle forze dell’ordine. Una situazione che, pur tutelando l’immagine aziendale, non contribuisce a far crescere la cultura e il corretto approccio alla sicurezza in ambito industriale. Una conferma della limitata visibilità data a queste violazioni A marzo è stato presentato il Rapporto Clusit 2014 sulla sicurezza Ict in Italia Comprendere gli attacchi Al di là di questi eventi, significativi anche per il mondo industriale, il rapporto Clusit ha analizzato e studiato ben 1.152 attacchi. Un’analisi particolarmente dettagliata, perché ha potuto contare anche sui dati relativi agli incidenti rilevati, aggregati in forma anonima e classificati dal Security Operations Center di Fastweb. Emerge come, malgrado gli attacchi analizzati e conosciuti siano una percentuale minima rispetto a quelli effettivi, la maggior Aprile 2014 - Automazione Industriale 033 Hot topic Security L’Europa investe in sicurezza parte delle minacce arrivi ancora tramite software malevoli utilizzati principalmente per due tipologie di attività: crimine e spionaggio industriale. Gli attacchi DDoS crescono invece in maniera esponenziale rispetto agli scorsi anni e costituiscono il 14% degli eventi rilevati, confermando la tesi per cui la possibilità di essere colpiti da uno di essi è più probabile di quanto si pensi. Scendono invece i defacement, cioè le azioni volte a modificare una o più pagine web di un sito (per lo più per motivi dimostrativi). Questi numeri assumono tali proporzioni in quanto sia i virus che, più in generale, i malware costituiscono la categoria maggiormente ‘consolidata’ di minacce informatiche e accessibile per chiunque si dedichi a questo tipo di attività. Lanciare attacchi tramite malware è, oltre che molto remunerativo, poco rischioso, in quanto raramente gli autori di un malware vengono rintracciati e puniti. L’impennata rilevata nell’ultimo trimestre del 2013, invece, non deve rappresentare un fenomeno preoccupante, in quanto dovuta all’evoluzione delle tecniche di rilevazione di nuovi malware, che in passato rimanevano ‘invisibili’ alle statistiche. Ovviamente, a causa della loro natura, non è dato sapere quale sia il valore delle categorie di attaccati non classificati secondo lo schema classico. Valori sicuramente meno appariscenti in termini di quantità, ma non meno in termini di minaccia, come gli Apt (Advanced Persistent Threat) o più in generale attacchi 0day. 034 Nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020, l’Unione Europea ha messo a disposizione 85 milioni di euro per il 2014 per progetti di cyber-sicurezza. L’obiettivo è sviluppare soluzioni IT che possano garantire un ambiente digitale sicuro e affidabile in Europa. Complessivamente, si prevede un investimento di almeno 500 milioni in sette anni per progetti che riguardano cybersicurezza e privacy on-line. Questo tipo di minacce, infatti, è difficile da intercettare e, allo stesso tempo, costituisce una percentuale estremamente bassa, in quanto tali tecniche vengono utilizzate per attacchi mirati e raramente scoperti. Il furto di progetti e dati aziendali spesso non lascia tracce visibili Automazione Industriale - Aprile 2014 Qualche previsione sull’evoluzione delle minacce Il Rapporto Clusit cerca anche di prevedere l’evoluzione futura di questi fenomeni, partendo dalla considerazione che la “situazione non è affatto rosea”. Esiste infatti un “gap tra il livello di protezione delle aziende e l’evoluzione delle nuove minacce”. Un divario che appare in “continua crescita” e si concretizza di un “aumento della percentuale di attacchi che, con un minimo di determinazione, possono andare a segno”. I fattori che contribuiscono a fare in modo che questo accada sono molteplici, a partire dal fatto che “i tempi necessari a pianificare gli investimenti sono troppo lunghi rispetto all’evoluzione delle minacce, c’è una tendenza a far nascere per ogni nuova minaccia una nuova tecnologia che finisce spesso per essere dimenticata dopo poco tempo, c’è una mancanza di un punto di riferimento serio ed affidabile che funga, non tanto da coordinamento, ma quantomeno da faro per poter fornire una visuale chiara di quello che sta succedendo ed infine vi è una quasi totale assenza di volontà di condividere le informazioni”. Secondo gli esperti di Clusit, inoltre, è necessario “consolidare e concentrare le tecnologie, frenando l’inutile tendenza a riempirsi di piattaforme troppo verticali. I tempi di progettazione, approvvigionamento, configurazione e messa in esercizio finiscono spesso per arrivare fuori tempo massimo rispetto alla minaccia. Inoltre dopo breve tempo c’è il forte rischio che ne venga trascurata la manutenzione, rendendo la tecnologia inefficace”. Alla luce di questa situazione, la formula suggerita, soprattutto per le pmi italiane, è quella di definire “il livello di sicurezza che si intende raggiungere e rivolgersi a professionisti per l’ottenimento dello stesso. Questo permetterà di dedicarsi unicamente alle attività core per l’azienda, evitando di sprecare risorse in un campo che segue delle dinamiche di evoluzione troppo elevate rispetto alle energie che un’azienda di queste dimensioni può investire”. Speciale Plc/Pac/Ipc Quando la tradizione Per alcuni aspetti maturo, per altri sempre in grado di reinventare se stesso. Il mercato Plc/Pac/Ipc continua a dare prova di grande vitalità, coniugando sapientemente le certezze della tradizione con l’esigenza di innovare di continuo di Massimiliano Luce 036 Automazione Industriale - Aprile 2014 Plc/Pac/Ipc Speciale sposa l’innovazione C i sono tecnologie che assomigliano molto a un caro collaboratore fidato, uno di quelli di lungo corso, da cui probabilmente non è lecito attendersi grandi sorprese, tanto lo conosciamo, ma che è pur sempre in grado di ripagare la sua affievolita propensione all’originalità con l’estrema e consolidata affidabilità che è in grado di assicurare ogni giorno. Anzi, di fronte a un mercato che non dà più certezze, la possibilità di contare in modo puntuale su tecnologie solide e mature permette di affrontare le sfide di tutti i giorni con la confortante consapevolezza di essere di base ben attrezzati nel complicato agone della globalizzazione. Tra questi collaboratori fidati si segnalano senz’altro i dispositivi plc e Pac, una tecnologia sì matura, ma che fortunatamente pare ancora ben lontana dall’avere esaurito la propria spinta creativa. In grado, perciò, di unire l’affidabilità alla capacità di reinventare se stessa continuamente. Parola di Arc Advisory Group, che segnala nell’integrazione di molteplici funzioni - su tutte quelle di safety, cyber-security ed energy management - l’orizzonte presente e futuro delle piattaforme plc. L’integrazione rende più semplice la vita degli utenti e consente di ritagliarsi in modo costante dei significativi vantaggi competitivi. Ciò risulta fondamentale, dal momento che la concorrenza sul prezzo è sempre più incalzante, anche in seguito all’ingresso sul mercato di nuove realtà provenienti dalle economie emergenti. Non sorprende, quindi, che le migliori notizie per il mercato plc/Pac giungano effettivamente dall’Asia, che spicca per effervescenza grazie ai risultati conseguiti da India e Cina e che a oggi, sempre secondo Arc Advisory Group, rappresenta quasi il 38,5% del mercato mondiale. Merito delle prospettive positive della domanda interna e della rapida industrializzazione. E i pc industriali? Buone notizie giungono anche da qui. Secondo Ims Research, le tecnologie di controllo pc-based continuano a godere della maggiore fiducia accordata dai tecnici che si occupano di controllo. In particolare, le soluzioni per montaggio su guida Din sono destinate a rappresentare le più vivaci dell’intero comparto. Infatti, dato che le reti aziendali sono tipicamente pc-based, i pc industriali su guida Din consentono un’integrazione totale senza soluzione di continuità. Oltre al tradizionale settore delle applicazioni industriali, l’impiego dei pc industriali su guida Din continuerà a crescere nei trasporti e nella building automation. Aprile 2014 - Automazione Industriale 037 Speciale Plc/Pac/Ipc a cura di Massimiliano Luce Precisione matematica T ex propone una gamma completa di controllori Pac con sistema operativo real-time multitasking, non basato su tecnologia pc, per svolgere efficacemente le funzioni di plc, Hmi e cnc. Da un lato si segnala un plc in grado di gestire eventi a interrupt, task secondari, database, comunicazioni e motion control; dall’altro, un Hmi programmabile a oggetti, con comandi grafici ad alto livello, touchscreen e supporto di lingue non Ascii come, ad esempio, il cinese; infine, si segnala un cnc multicanale, organizzato in blocchi facilmente riusabili e modificabili, completo di interprete Iso e di funzionalità tipiche da controllo numerico quali Mdi (Manual Data Input), TC (Tool Correction), Tcp (Tool Center Point), Lookahead (coda dei movimenti). La matematica in virgola mobile a 64 bit genera traiettorie con precisione nanometrica e rampe a S con Jerk parametrizzabile indipendentemente sui tratti iniziali e finali delle traiettorie. Infine, un’ampia gamma di configurazioni cinematiche inverse, sia seriali sia parallele, gestisce applicazioni di robotica. Oltre alle configurazioni già implementate nel sistema operativo, è possibile crearne autonomamente di nuove facendo eseguire i calcoli matriciali tramite una speciale istruzione del plc sincronizzata al task Pid che gestisce gli assi. Piattaforme di automazione integrate G efran propone le nuove soluzioni di automazione integrate GCube che garantiscono all’utente flessibilità progettuale. Con GCube si riducono i tempi di sviluppo degli applicativi e della manutenzione, diminuiscono i rischi di errore e si ottimizzano gli ingombri nella macchina, rispondendo così alle specifiche esigenze del cliente per la gestione delle isole di automazione. Le piattaforme GCube integrano Hmi, plc e software, scalate e con un rapporto prezzo/prestazioni attento alle 038 Automazione Industriale - Aprile 2014 esigenze del costruttore. Quattro le versioni disponibili: GCube Modula e GCube Advanced per la gestione di isole di automazione evolute che richiedono elevati standard prestazionali. A queste si aggiungono le ultime nate GCube Compact per macchine mediopiccole, e GCube Fit, ideale per rispondere a necessità di tipo custom. In termini di scalabilità le soluzioni GCube offrono display da 3,5”, 6,5”, 7”, 10”, 12,1” e 15” nelle versioni sia orizzontali sia verticali. Tutti i sistemi sono real-time. Gcube è in grado di comunicare con differenti prodotti dell’isola di automazione quali sensori, drive, unità di potenza, termoregolatori Pid, I/O remoti e controllori. Plc/Pac/Ipc Speciale Tris di controllori I controllori compatti Allen-Bradley CompactLogix e GuardLogix di Rockwell Automation utilizzano un motore di controllo comune con un ambiente di sviluppo unico per garantire un controllo delle applicazioni midrange in un ambiente di facile utilizzo. Una solida integrazione tra il software di programmazione, il controllore e i moduli I/O riduce il tempo di sviluppo e i costi durante la messa in servizio e il funzionamento normale. Questi componenti comuni forniscono un’integrazione economica di una macchina o applicazione di sicurezza in un sistema di controllo a livello di impianto, in quanto integrano funzioni di sicurezza, motion e azionamento in un unico controllore. I controllori CompactLogix 5370 serie 1769 sono ideali per macchine di piccole o medie dimensioni e forniscono i vantaggi di Integrated Architecture per macchine compatte. I controllori CompactLogix e i controllori Compact GuardLogix serie 1768 sono ideali per applicazioni di dimensioni piccole o medie che richiedono sicurezza, movimento e/o comunicazioni complesse. I controllori CompactLogix serie 1769 sono ideali per applicazioni di controllo di media complessità che non richiedono motion o funzionalità di sicurezza. Computer industriale fanless ultracompatto A CS-2160 è un computer industriale fanless ultracompatto prodotto da Aplex e distribuito da Sistemi Avanzati Elettronici che presenta dimensioni di 139,8x246,25x29,2 mm e peso di 1,8 kg. La soluzione è indicata nelle applicazioni nelle quali l’occupazione, intesa come ingombro, è un parametro di elevata importanza. Questo computer industriale è inoltre a basso consumo e con a bordo il processore Intel Atom D2550 da 1,86 GHz e 2 GB di memoria Ram Dd3 su bus a 800 MHz. Per lo storage di dati e software applicativi è predisposto per alloggiare un Hdd da 1,8” Sata2 e una scheda SD fino a 32 GB che ha una posizione di accesso facilmente raggiungibile. Il pc ha un’alimentazione estesa compresa tra 9 e 36 V e possiede uno slot di espansione con formato mini-Pcie che consente di inserirlo in una wireless Lan 802.11 b/g/n. Lo chassis in alluminio è già predisposto nella sua parte posteriore con un foro per inserire l’eventuale antenna. Il primo ePac non si scorda mai M odicon M580 è il primo ePac proposto da Schneider Electric. Nato dalla storica gamma di Pac Modicon, il prodotto riprende le caratteristiche dimensionali ed ergonomiche del precentente modello M340, ma grazie ai nuovi backplane con connessione Ethernet diretta e nativa permette l’utilizzo di nuove architetture, in completa conformità con gli standard Odva e Fdt/Dtm. Le nuove cpu della famiglia Modicon M580 sono dotate di processori dual core di ultima generazione; la compatibilità con le famiglie di I/O Modicon X80 e Stb offre la possibilità di scegliere sempre i moduli con le funzionalità più adatte e la scalabilità delle soluzioni e delle architetture. Le funzionalità di cyber-security integrate e certificate secondo i più recenti standard garantiscono la massima protezione dei dati e delle trasmissioni via Ethernet. Aprile 2014 - Automazione Industriale 039 Speciale Plc/Pac/Ipc Inverter e plc, coppia perfetta G Cpu con interfaccia Isp Q tp 12/R84 è un plc completo di pannello operatore proposto da Grifo per realizzare velocemente applicazioni complete di controllo. Oltre all’interfaccia operatore, dispone di otto ingressi optoisolati con linee di conteggio veloce, quattro relé di uscita, interfaccia seriale con protocolli di comunicazione come RS232, RS422, RS485, Current Loop, linea Can e I2C Bus. Qtp 12/R84 è disponibile con display alfanumerico da 20 caratteri per due righe, del tipo Lcd retroilluminato con piano luminoso a Led o fluorescente, oppure con display grafico da 140 per 16 punti. A completamento del frontale del pannello operatore ci sono una tastiera da 12 tasti a membrana, una tasca di personalizzazione e un Led gestibile da software. La sezione di cpu, dotata di una Flash da 32/64 K, ha un’interfaccia Isp che le consente di essere programmata direttamente tramite la sola linea seriale. 040 Automazione Industriale - Aprile 2014 hisalba propone nei suoi impianti Hvac di automazione la serie GH2000CP che integra un plc gratuitamente agli inverter fino a 630 kW. Il controllo delle sequenze e dell’automazione è gestito dalla cpu integrata da 10 kstep che rende disponibili otto ingressi digitali, tre-sei uscite a relè, tre ingressi analogici e due uscite analogiche. La programmazione avviene tramite il software di programmazione gratuito scaricabile dal sito dell’azienda, compatibile con tutta la gamma di plc tradizionali serie Dvp. Tramite bus di campo GHlink è possibile stabilire il collegamento con il pannello grafico integrato o esterno a colori. Il plc, tramite diversi bus di campo disponibili, può essere gestito come master o slave di un network di campo quale Modbus (gratuito), CanOpen, Profibus, Ethernet e altri. Un Pac da formula 3 A utomata ha messo a punto il sistema di controllo programmabile F3 Pac. Il processore del sistema permette di effettuare calcoli complessi in tempo reale, mentre i sottosistemi di I/O comprendono stadi di acquisizione dati e condizionamento dei segnali che rendono trasparente la lettura dei dati dai sensori e l’invio di comandi agli attuatori. Il software applicativo è un ambiente di sviluppo avanzato, simile se non identico a quello impiegato dai sistemi di controllo e/o supervisione su pc. La flessibilità del controllo software, infatti, permette di ottimizzare le prestazioni del sistema. Da quest’ultimo punto di vista, una delle applicazioni tipiche di un Pac è quella di sistema autonomo di raccolta dati, in grado di generare direttamente dei report specifici e di immetterli in rete agendo da server. L’invio dei dati può avvenire automaticamente man mano che sono raccolti o in corrispondenza di particolari eventi. Una modalità, questa, che permette di utilizzare F3 Pac per realizzare sistemi di datalogging virtualmente esenti da perdita di informazioni. Automata ha sviluppato un ambiente integrato per lo sviluppo di tali soluzioni, la suite software Compas. Semplice e funzionale come un touchplc I l nuovo LT4000M di Pro-face è costituito da due distinte unità (display e unità centrale) che facilitano il montaggio attraverso un foro di diametro 22 mm praticato nella carpenteria. Due sono i display che è possibile scegliere: da 3,5” o da 5,7” entrambi Tft a 65 K colori. L’unità centrale, che ospita l’intelligenza, le morsettiere I/O e il resto della connettività, può anche essere montata su guida Din all’interno del quadro grazie al cavo di remotazione da 3-5 m che viene messo opzionalmente a disposizione. Ricca la dotazione di I/O on-board che include digitali, analogiche e ingressi temperatura, oltre a due ingressi veloci e due uscite a impulsi. La porta CanOpen integrata consente la gestione di I/O distribuiti e il dialogo con dispositivi diversi. La porta Ethernet consente anche la programmazione del dispositivo, oltre all’instradamento dei dati di processo verso applicazioni su pc; offre inoltre la remotazione/duplicazione attiva dell’interfaccia grafica su pc, tablet o smartphone e i servizi di Ftp e Web Server. » Riduzione iduzi ne dei costi di di manutenzione m nee « È possibile ridurre i costi operativi e aumentare l‘affidabilità dell‘applicazione. Scegliete un sistema Kontron - sono studiati per un funzionamento senza manutenzione. Micro Client 3W Controllo della linea produttiva Controllori compatti con I/O integrati I l sistema X20 di B&R si amplia con una nuova serie di controllori compatti dotati di I/O integrati. Come per tutte le cpu X20, è possibile collegare moduli I/O addizionali sia localmente sia remotati per mezzo di un collegamento via cavo. Questi nuovi controllori compatti sono disponibili in numerose varianti per differenti livelli di prestazioni e di caratteristiche. Ogni sistema è equipaggiato con 32 canali di I/O digitali e analogici integrati e con un processore x86 nella configurazione standard. Sono, inoltre, disponibili interfacce Powerlink, Ethernet standard, » 15,6" Display » Design Fanless grazie ad Intel® Atom™ D2550 Processore Dual Core » Opzioni Wifi e RFID Can, RS232 e Usb. I controllori compatti sono disponibili con due differenti cpu con frequenze di 200 MHz e di 400 MHz. A seconda del modello, è possibile avere a bordo fino a 256 MB di Ram e 16 kB di Ram non volatile. KBox C-101 Industrial Box Pc » Design senza manutenzione » Processore Intel® Core™ di quarta generazione » Scalabile ed espandibile Per saperne di piu‘: kontron.de/ industries/ industrial-automation The pulse of innovation Speciale Plc/Pac/Ipc Acquisizione dati? Ci pensa Caravaggio E urolink sta investendo fortemente nel settore industriale, sia nazionale sia estero. È proprio nell’ambito dell’acquisizione dati che da poco è nata una famiglia di prodotti chiamata Caravaggio, che consiste in una serie di sistemi high-end per la veloce acquisizione e gestione di dati. Si tratta di una serie di pc host su diversi tipi di configurazione ma principalmente 2U e 4U, con la capacità di alloggiare moduli basati su Fpga Xilinx e/o Altera, possibilità di acquisire segnali D/A e A/D con campionamento fino a 3,6 Gsps e 16 bit di precisione. La piattaforma Caravaggio si presta per l’utilizzo in ambienti industriali e di ricerca; può essere utilizzata in tutti quei casi di sviluppo in laboratorio e ricollocazione con hardware simile ma in versione ‘ruggedizzata’ sui sistemi da installare in campo e definiti come target. Il fattore Q della tecnologia pc-based L a tecnologia pc-based, nata in ambito molto differente da quello del plc, si è affermata anche nel mondo dell’automazione e del manifatturiero in generale. Mitsubishi Electric integra le potenzialità pc nella piattaforma iQ. iQ Platform integra fino a quattro differenti cpu su un unico backplane ad alta velocità. Cpu Plc, Motion, Robot o Cnc coesistono integrandosi su un unico sistema ad alte prestazioni. iQ Platform dispone 042 Automazione Industriale - Aprile 2014 anche di cpu programmabili con linguaggio di alto livello (C-Controller) e offre la possibilità di integrare un vero e proprio pc industriale (Q-pc). Il C-Controller ha la potenza del sistema operativo real-time Vx Works e consente di realizzare compiti complessi in modo semplificato. La possibilità di realizzare il progetto con un linguaggio C o Visual Basic è molto utile per tutti gli utenti che non conoscono i linguaggi di programmazione plc classici (ladder, Fbd). Il Q-pc è in grado di gestire le applicazioni pc tipiche (Scada, supervisione, gestione database) e allo stesso tempo può controllare direttamente le periferiche dei moduli I/O presenti sul backplane. L’automazione con un solo touch C on la nuova generazione dei pannelli di comando IndraControl V di Rexroth, i costruttori di macchine possono introdurre nell’automazione il comando tramite touchscreen ispirandosi agli smartphone e ai tablet. Bosch Rexroth agevola infatti la progettazione delle interfacce di comando mediante un unico software valido per tutte le famiglie dei propri Hmi. WinStudio consente una progettazione efficiente grazie al riutilizzo di moduli software, tutto ciò sull’intera gamma: dalle Hmi compatte su base controller con Windows CE fino ai grandi display per pc industriali. I nuovi pannelli di comando compatti vengono offerti con display da 4 a 9” e controller dedicato, per comando single-touch o multi-touch. Nuovi display widescreen per pc industriali, da 15, 18 e 21”, offrono lo spazio adeguato per una grande profondità d’informazione e una moderna visualizzazione multitouch, necessaria per le applicazioni di automazione su base pc. Plc/Pac/Ipc Speciale Tutti i linguaggi dell’automazione Il controllo logico del terzo millennio D isponibile in versione compatta per le automazioni più semplici o in versione estendibile fino a 50 I/O, il controllore logico Millenium 3 di Crouzet può essere utilizzato in svariate applicazioni: imballaggio, controllo accessi, distributori automatici, impianti di irrigazione, gestione pompe, controllo climatizzazione e riscaldamento. Grazie a maggiore memoria, numero di I/O e software migliorato, Millenium 3 beneficia di tutte le evoluzioni di un controllore logico di ultima generazione. I suoi punti forti sono: display Lcd retro-illuminato di grandi dimensioni, protezione programmi con password, salvaguardia dati per 10 anni (anche in caso di mancanza di alimentazione), due linguaggi di programmazione (Ladder e Fbd/Grafcet Sfc), nuovi blocchi funzione. Computer embedded per il mondo industriale L a serie di computer embedded Matrix di Adlink, partner di Goma Elettronica, rappresenta un’offerta completa e articolata di sistemi embedded fanless dedicati al mondo industriale. La serie Matrix include oltre 15 modelli, in versione integrata ed espandibile, si distingue per l’ingegnerizzazione e per l’assenza di cablaggio interno che semplifica l’installazione e la manutenzione del prodotto, oltre a consentire di raggiungere valori di Mtbf assai elevati. I computer Matrix integrano architetture scalabili da Intel Atom (Mxc-2300 con Baytrail) a core 2 Duo fino a Intel I7/i5/I3 di quarta generazione (Mxe-5400) e si caratterizzano per l’estesa serie di funzionalità di I/O disponibili sul prodotto base come doppie o triple porte Lan, I/O digitali, multiseriali, Usb e uscite grafiche con supporto multihead. Inoltre, grazie alle espansioni mini-Pci è possibile aggiungere funzionalità wireless, 3G, Bluetooth. L a piattaforma di controllo Pss 4000 è proposta da Pilz come prezioso alleato nella realizzazione di impianti caratterizzati da un’estrema decentralizzazione degli I/O e delle funzionalità di controllo. Tra i più recenti sviluppi del sistema Pss 4000 di Pilz vi è l’editor di programmi Pas LD (Ladder Logic), grazie al quale è possibile gestire la logica di programma in modo intuitivo e facilmente interpretabile. Inoltre, Pas LD fa parte della serie di editor aderenti ai linguaggi dello standard Iec61131-3 e offre all’utilizzatore la possibilità di programmare le funzioni standard e di sicurezza sulla stessa base standardizzata. Questi linguaggi aderenti a Iec61131-3 sono classificati anche come linguaggi Lvl (Low Variability Language): grazie ai controlli e alle limitazioni integrate in Pas 4000 e al supporto di strumenti di immissione, il Tüv Süd ha classificato i linguaggi aderenti allo standard Iec-61131-3 offerti in Pas 4000 come linguaggi Lvl. Aprile 2014 - Automazione Industriale 043 Speciale Plc/Pac/Ipc Il sistema modulare all-in-one per il controllo U Il plc delle sette meraviglie nitronics, rappresentata in Italia da Telestar, ha lanciato Unistream, la nuova generazione di prodotti per il controllo. Unistream offre una combinazione basata sull’architettura a doppia cpu (tempo di scansione fino a 2.048 I/O, oltre 2 MB di memoria per utilizza Unilogic, ambiente intuitivo di programmazione per la configurazione hardware, la programmazione del plc e dell’Hmi. F P7 rappresenta la nuova generazione di controllori programmabili modulari di Panasonic Electric Works, sviluppata sulla base di sette principi con lo scopo di realizzare un’architettura di controllo non solo ad alto contenuto tecnologico e prestazionale, ma anche con funzionalità che permettono all’utente di ridurre il time-to-market. Le innovazioni introdotte riguardano tutti gli aspetti del plc: dimensioni, prestazioni della cpu (11 ns/ passo per istruzione base), capacità di integrazione, funzioni di motion control avanzate, moduli analogici a elevate prestazioni, diagnostica e tracciabilità delle informazioni. La piattaforma FP7, di fascia medio-alta ma con dimensioni da sistema compatto, si avvale di funzionalità di diagnostica che facilitano la manutenzione predittiva, informazioni che permettono la riduzione dei tempi di fermo macchina/ impianto e, quindi, della produttività. 044 Automazione Industriale - Aprile 2014 le variabili), una serie di pannelli touch di elevata qualità e una facile installazione dell’I/O sia locale sia in remoto. Il sistema modulare ‘all-in-one’ porta ai costruttori di macchine e agli integratori un vantaggio competitivo nella riduzione di costi, spazio e tempo di programmazione. Unistream consente di personalizzare, in base alle esigenze, ogni tipo di applicazione. Unistream Configurazioni senza confini V ipa ha arricchito la gamma Slio con le nuove cpu Slio che si collocano nella fascia coperta dai sistemi 1200/1500 e 151-8 del produttore di plc programmabili con Step7 e Tia. Le due versioni hardware base danno origine a 24 tipi di configurazioni possibili semplicemente acquistando un codice installato su SD card, con un enorme vantaggio nei costi di stoccaggio. L’hardware delle cpu si inserisce nel bus di collegamento con gli I/O di Slio, che può sostenere fino a 64 moduli in linea alla eccezionale velocità di 48 Mb/s, con un’ampia varietà di moduli digitali, analogici e funzionali. Plc/Pac/Ipc Speciale Nato per l’embedded computing C ontradata presenta EC800, l’Embedded System in formato Palm Size di Dfi. EC800 è disponibile con diversi processori Intel Atom, dal power efficient N2600/N2800 per applicazioni low power al D2550 per applicazioni che richiedono performance elevate. EC800 offre un’ampia gamma di interfacce high speed per lo storage dei dati. Il socket CFast, accessibile dal pannello frontale, utilizza l’interfaccia Sata con una velocità di read/write maggiore rispetto alle classiche Compact Flash, che utilizzano invece l’interfaccia Ide. Per ulteriore spazio di archiviazione è disponibile uno slot mini-Pcie per poter installare un modulo mSata. Il processore grafico integrato nel processore Intel Atom offre alte prestazioni attraverso l’interfaccia Dvi-I. Il motore grafico supporta applicazioni multimediali in full HD, con una risoluzione fino a 1.920x1.200. EC800 supporta moduli opzionali Wi-Fi e 3G/Gprs. Tris di controllori multifunzione S i chiamano Nexus, Vega+ e Neos e rappresentano la serie completa di controllori multifunzione progettati e prodotti da Elap con l’obiettivo di rendere più semplici e veloci le operazioni di programmazione e controllo dei cicli di lavoro sulle macchine industriali. A questo scopo i controlli sono stati dotati di un plc interno flessibile e di un’interfaccia grafica completamente personalizzabile, grazie ai quali i sistemi si configurano per integrarsi perfettamente nelle molteplici realtà applicative. In tutti i controlli della serie, il plc dispone, in aggiunta alle consuete operazioni di conteggio, temporizzazione e logica, di una serie di funzioni complesse per la gestione di variabili, stringhe, puntatori, operazioni matematiche, linea seriale e così via, che consentono al programmatore di realizzare applicazioni articolate in modo semplice ed efficace. Ideale per il settore marino I l sistema μICron-II/i7 di N.C.S. Computer Group è stato progettato e viene prodotto per operare in ambienti molto ostili (temperatura operativa da -20 a +70 °C). Il sistema si basa sulle cpu i3/i5/i7, una gestione di memoria Dimm fino a 8 Gb. Il sistema μICron-II è disponibile anche in versione fanless con cpu Atom N270 e Atom N2600 (64 bit). Sono disponibili modelli in versione Box o con Tft da 8,4” a 23” e Tft da 10” a 19” con luminosità fino a 1.600 cd/m² per il settore marino. Aprile 2014 - Automazione Industriale 045 Speciale Plc/Pac/Ipc Box pc embedded personalizzati S i prestano a essere utilizzati per semplici azioni di controllo e di comunicazione così come per la raccolta dati nell’industria meccanica e impiantistica, nell’automazione degli edifici, nella tecnologia dei trasporti e nelle applicazioni di trasferimento di dati energetici. Stiamo parlando dei pc industriali VL Bpc 1000 e VL Bpc Mini di Phoenix Contact, parte della gamma di Box pc embedded per ambienti industriali particolarmente gravosi. I pc industriali sono progettati per l’impiego continuo, 24 ore su 24, senza necessità di manutenzione, per resistere alle alte temperature, alle vibrazioni e agli urti, nonché con protezione da interferenze Emc. Il Box pc compatto VL Bpc 1000 è in grado di operare con temperature comprese tra 0 e +50 °C, con una tensione d’ingresso di 24 Vcc (+/-20%). Il VL Bpc Mini può invece operare a temperature comprese tra -40 e +65 °C, con una tensione d’ingresso tra 9 Vcc e 36 Vcc. Le dimensioni compatte di 155x145x49 mm, il montaggio diretto su guida Din e l’uso di componenti affidabili permettono al cliente una facile messa in esercizio e una soluzione di sistema personalizzata. Controller di fascia medio-alta C on il lancio di Simatic S7-1500, la Divisione Industry Automation di Siemens introduce una famiglia di controllori di nuova generazione per le macchine di fascia medio-alta e per gli impianti. Tra le caratteristiche più importanti: funzionalità integrate di serie facilmente implementabili, tra cui Motion Control, Security Integrated per la sicurezza informatica, e Safety Integrated per la sicurezza delle applicazioni. La nuova generazione di controllori Simatic S7-1500 sarà lanciata sul mercato in più fasi. Il portafoglio iniziale era costituito dai tre 046 Automazione Industriale - Aprile 2014 tipi di cpu 1511, 1513 e 1516 per la fascia di potenza media e con diverse caratteristiche prestazionali. Recentemente il controller Siemens Simatic S7-1500 ha ampliato la gamma con due nuove cpu standard e due cpu Failsafe. Le cpu failsafe appartengono alla gamma di fascia alta e sono la 1518-4 F-PN/DP e la 1516-3F-PN/DP. La cpu 1515-2 PN è progettata per applicazioni di medio livello nell’automazione delle macchine e degli impianti. La cpu 1518-4 PN/ DP è ora uno dei dispositivi più potenti all’interno della gamma dei controller ed è pensato per applicazioni high-end. Inoltre, il nuovo firmware V1.5, disponibile per le esistenti cpu, amplia notevolmente le funzionalità di tutti i controllori S7-1500, ad esempio con la funzione di Option Handling su configurazione centrale e con le prime funzionalità di Team Engineering. Plc/Pac/Ipc Speciale Protagonisti grazie alla Open Automation C milioni di colori in formato 4/3 (15”), in formato 5/4 (17” e 19”) e in formato Wide 16/9 (15,6”, 18,5”, 21,5”). La mother board all-in-one dei sistemi è basata sulla piattaforma Intel Ivy Bridge e processori Celeron Dual Core, Core i3, Core i5 e Core i7 di terza generazione; sulla stessa board è possibile configurare la memoria di sistema fino a 16 Per i professionisti delle tecnologie Novembr e GLIABILE PCB SFO UICI SU E SEG TWITTER n. 196 anno 22 LEGGI 2011 on i Panel Pac LP30 e LP31 (in foto), Asem propone sistemi che, con una sola cpu monocore Arm Cortex, gestiscono contemporaneamente le funzioni di SoftPlc, visualizzazione e tele-assistenza. I nuovi sistemi sono basati su processori Arm Cortex A8, sistema operativo Wec7 e sono disponibili con Lcd Tft Led Backlight a 16 milioni di colori da 5,7” a 15,6” in formato 4/3 e 16/9. I sistemi LP30 e LP31 consentono anche l’esecuzione contemporanea del software di visualizzazione Premium Hmi e del software per la teleassistenza Ubiquity. Tra le ultime novità Asem vi è anche la coppia HT5000 e PB5000, due nuove famiglie di Panel pc e Box pc progettate in conformità ai New Asem Standards. I sistemi HT5000 sono disponibili in configurazioni con Lcd Tft Led Backlight a 16 n.1 AIO 2012 GENN TI RIVISTA CIRCUI A SUI 2011 www.auto mazionein TI STAMPA ITALIAN Automazione Industriale Il Sole 24 ORE S.p.A. SPECIALE – Sede operativa via Carlo Pisacane Safety negli In caso di mancato 1, ang. SS Sempione recapito inviare al - 20016 Pero (Milano) cmp di Milano Roserio per la restituzione - Rivista mensile, una al mittente previo pagamento copia € 5,00 resi 2012 GENNAIO n.1 azine PCB Mag € 5,00 una copia mensile, - Rivista (Milano) IL SOLE S.p.A. 24 ORE PERO - 20016 co SS Sempione 1, ang. Test elettri SPECIALE: - Sede operativa - Via Carlo Pisacane Per informazioni: www.automazioneindustriale.com www.elettronicanews.it dustriale.c om elettroniche COMPON ENTI, SISTEMI E SOFTWA RE PER L’AUTOM AZIONE impianti industriali A LA PRIM 196 Novembre Automazion e Industriale GB con due moduli Sodimm Ddr3 a 1.600 MHz. Infine, Asem propone i frontali multitouch P-Cap a quattro tocchi da 15,6”, 18,5” e 21,5” in formato 16/9, compatibili e utilizzabili, in alternativa agli altri tipi di frontali, nelle famiglie di Panel pc HT700, HT2000, HT3000 e HT5000 e negli Industrial Monitor della famiglia MH. Speciale Safety negli impianti industriali Focus Trasporti In copertina Phoenix Contact propone la stampante Bluema Led con tecnolog rk ia UV Il meglio delle tecnologie elettroniche in tre prodotti di prestigio, da sempre punto di riferimento nel panorama dell’editoria tecnica specializzata. Un osservatorio privilegiato del settore, che spazia dai componenti microelettronici ai circuiti stampati, dai connettori agli strumenti di laboratorio dalle attrezzature per la produzione, all’automazione industriale Tecnicamente Pc industriali Il valore dell’hardware è nella qualità Alcune considerazioni, di tipo pratico ed economico, sul confronto tra pc industriali e office di Massimiliano Cassinelli P erché acquistare un costoso Industrial Pc (noto con l’acronimo Ipc), quando nelle catene di elettronica è possibile trovare pc, con prestazioni decisamente superiori, a un costo molto più contenuto? È questa la domanda che si pongono, spesso, i costruttori al momento di scegliere la piattaforma hardware attraverso la quale controllare installazioni e impianti. Una domanda alla quale Gianni Damian, presidente di Contradata e del gruppo embedded & industrial computer di Assodel, ha risposto Il controllo di un impianto non può essere affidato a pc nati per impieghi differenti 048 Automazione Industriale - Aprile 2014 durante Mecha-Tronika. Un intervento nel quale ha sottolineato come, in molti casi, l’attenzione dei costruttori di macchine, focalizzata sulla competitività, trascuri invece la reale innovazione e, soprattutto, gli investimenti in termini di qualità. Una modalità operativa che sembra dimenticare come la forza del tessuto produttivo italiano risieda invece nell’alta qualità. Lo testimonia il fatto che, in ambito internazionale, l’Italia ha successo con prodotti caratterizzati da un’elevata qualità e da un costo, oltre che da un margine, altrettanto significativo: auto e accessori di lusso, moda e prodotti di design. Al contrario, nelle applicazioni industriali, si sceglie troppo spesso il basso profilo, come conferma la cattiva abitudine di implementare pc office sulle macchine. Questo perché, all’atto dell’acquisto, il costo risulta decisamente inferiore. Anche se, in realtà, il presunto ‘risparmio’ può costare molto caro nel tempo. L’impianto non è una scrivania Il primo aspetto da considerare nella scelta è legato al fatto che i comuni pc da ufficio sono stati ingegnerizzati per operare in ambienti caratterizzati da condizioni di temperatura e umidità ottimali, così come dall’assenza di agenti aggressivi. L’esatto contrario di quanto possiamo trovare in un comune ambiente produttivo, dove queste macchine possono essere chiamate a funzionare senza interruzioni anche per anni. Un’esigenza che, tipicamente, non si riscontra in un comune computer da scrivania. Quest’ultimo, infatti, viene realizzato con una priorità: contenere il prezzo, anche in considerazione di quanto viene richiesto dal mercato. Per limitare i costi, quindi, i produttori adottano, legittimamente, motherboard in grado di funzionare in un range di temperatura relativamente limitato. Inoltre, non prevedono la possibilità di selezionare i componenti, così come non viene Pc industriali Tecnicamente definita una schermatura per i campi elettromagnetici e non viene testata la resistenza alle vibrazioni. Al contrario, i pc industriali sono tipicamente privi di componenti in movimento, ovvero i più soggetti a usura e al conseguente rischio di rottura. Il tutto seguendo il banale principio ‘quello che non c’è non può rompersi’, che porta a soluzioni fanless (senza ventola), diskless e cable-free. Caratteristiche che contribuiscono a innalzare in modo significativo il Mtbf, ovvero il tempo medio che intercorre fra un guasto il successivo. Un valore che, stando a una serie di analisi compiute da enti indipendenti, si dimezza a fronte di ogni aumento di 5 °C della temperatura operativa. Le condizioni di un ambiente industriale impongono l’impiego di macchine adeguate Affidabili per anni In ambito industriale, soprattutto quando un pc è chiamato a esegue il controllo e la gestione di un impianto, l’affidabilità rimane una condizione prioritaria. In un comune ufficio, infatti, è sufficiente prevedere un adeguato backup per consentire a un operatore di riprendere rapidamente la propria attività, tipicamente senza aver perso dati, anche a fronte di un guasto. Al contrario, in ambito manifatturiero, anche pochi secondi di perdita di controllo possono comportare conseguenze devastanti e, quindi, non tollerabili. Il tutto aggravato dal fatto che gli impianti industriali possono trovarsi in qualunque angolo del mondo, con problematiche in termini di raggiungibilità e disponibilità locale dei componenti necessari. A questo si aggiunge che un impianto industriale, attraverso i suoi controlli, deve garantire una corretta funzionalità per anni. Alla luce di questa considerazione, i prodotti classificati come industriali, anche nell’ambito dei pc, devono garantire almeno sei anni di disponibilità dei componenti sostitutivi per fronteggiare eventuali guasti. Al contrario, a distanza di pochi mesi dall’acquisto, è spesso impossibile trovare i componenti adatti a un ‘vecchio’ pc da ufficio, senza dimenticare che, necessariamente, un Ipc dispone di interfacce ‘speciali’, una dotazione chiaramente non necessaria a un computer destinato all’impiego interno di un ufficio che, quindi, vede sensibilmente ridotta a propria flessibilità. Anche la scelta del sistema operativo deve essere valutata con estrema attenzione. In ambito industriale, infatti, numerose realtà utilizzano piattaforme apparentemente ‘superate’, ma che sono caratterizzate da un’elevata stabilità. Una caratteristica spesso testata nelle condizioni più estreme. Al contrario i pc di tipo office, in quanto indirizzati principalmente a un’utenza consumer, sono necessariamente costretti a inseguire il più recente sistema operativo, anche se questo può andare a scapito della loro stabilità. Quanto costa davvero Nella valutazione di un pc, che deve funzionare in un ambiente industriale, non possiamo trascurare la probabilità di un guasto. Un evento tutt’altro che remoto se consideriamo che, come emerge da una ricerca di Intel Technology, nei primi tre anni di vita si guasta il 6% degli hard disk di un comune pc. Una percentuale che, drammaticamente, sale al 27% dopo il terzo anno. L’analisi di Damian, però, va oltre e prende in considerazione il Mtbf dei componenti fondamentali di questi due tipologie di pc. In particolare, occorre riflettere sul fatto che in un’applicazione industriale, costantemente accesa, l’utilizzo di un pc è di 8.700 ore all’anno. Un valore che corrisponde, in quattro anni, a oltre 35mila ore di funzionamento. In un simile lasso di tempo, la probabilità di guasto a un pc office è superiore al 140%, mentre tale valore si ferma al 60% nei pc industriali. Una differenza significativa, soprattutto per i costi connessi all’indisponibilità di queste macchine. Costi che, presumibilmente, vanno ben oltre il risparmio sul costo iniziale. Sempre sulla scorta di calcoli di tipo statistico, emerge che un pareggio apparente dei costi si avrebbe, considerando solo la riparazione o la sostituzione ogni quattro anni, nel caso in cui un pc industriale costasse circa il triplo di un prodotto office. A questo valore, però, è necessario aggiungere i costi di intervento, le conseguenze di una possibile instabilità e i costi di fermo macchina. Tutti valori che inducono a riflettere sulla necessità di investire in qualità e di non cercare il risparmio anche a scapito dell’affidabilità. Aprile 2014 - Automazione Industriale 049 Tecnicamente Reti La scelta giusta non passa mai dal cavo sbagliato Quando si scelgono switch, cavi e connettori, è necessario prendere in considerazione l’intero sistema di reti di comunicazione per capire dove è più probabile che possano verificarsi guasti e quanto le reti costino in termini di tempo fuori servizio, riparazioni e sostituzioni di Loredana Coscotin* C i si aspetta che le reti di comunicazione e controllo funzionino in modo costante e affidabile in ogni tipo di ambiente. Tuttavia, nelle applicazioni di importanza critica e/o negli ambienti estremi, i sistemi di comunicazione nelle reti industriali devono essere eccezionalmente robusti e durevoli. Dove si verificano i difetti di rete (Fonte Datacom) 050 Automazione Industriale - Aprile 2014 Qualsiasi deterioramento fisico o guasto elettrico nei componenti fondamentali della trasmissione dati possono comportare prestazioni di rete inaffidabili e/o problemi di sicurezza, che potrebbero in definitiva condurre a perdite di dati critici, a costosi tempi di arresto e persino a guasti catastrofici. Secondo un’analisi Datacom, i componenti e i cavi di rete sono causa di oltre il 70% dei guasti, mentre i sistemi operativi pesano appena per il 20% e gli altri programmi occupano il resto. È quindi evidente che gli utenti dovrebbero concentrarsi sull’hardware. Questo argomento è ulteriormente rafforzato dal fatto che i costi dei componenti incidono in misura minima rispetto ai costi dei guasti di rete, dove i tempi di indisponibilità si possono valutare su una scala di migliaia di euro al minuto. L’importanza della rete industriale In un ufficio tipico, l’infrastruttura Ethernet è installata in un ambiente relativamente pulito e tranquillo, dove i cavi passano nei muri o nei soffitti, mentre i componenti hardware e la connettività sono al riparo in aree protette. Al contrario, i contesti industriali presentano un’altra realtà. Qui, molti, se non tutti i cavi, connettori, switch e componenti attivi di rete sono parte integrante di sistemi di automazione e strumentazione e controllo, che li pone in situazioni gravose e potenzialmente rischiose. Persino i migliori sistemi Ethernet ‘preconfezionati’ (Cots, Reti Tecnicamente La scelta del cavo adeguato parte dall’identificazione del tipo di applicazione Commercial-off-the-shelf) non sono fatti per sostenere queste condizioni nel tempo. Condizioni difficili richiedono cablaggi irrobustiti e soltanto i componenti di sistemi Ethernet di livello industriale sono costruiti in modo sufficientemente robusto per sopportare i rischi e pericoli a cui sono esposti giorno dopo giorno. Per connettere singoli componenti - dagli armadi, alla sala telecomunicazioni al pavimento di fabbrica, per finire fino alla macchina vera e propria - gli acquirenti devono scegliere soluzioni per cavi e connettività Ethernet industriali in grado di garantire il massimo livello di affidabilità, qualità e prestazioni, con prodotti adatti per essere usati in ambienti con elevata abrasività, in contatto diretto con idrocarburi, derivati e solventi, tenendo conto delle interferenze elettromagnetiche (Emi), elevate temperature di funzionamento, condizioni termiche dell’ambiente, fluttuazioni nella potenza e nella tensione, vibrazioni di macchine, rischi meccanici e molto altro ancora. Come selezionare il giusto supporto Ethernet Per contribuire a ottimizzare i costi e individuare la tecnologia più adatta, vi sono cinque passi nella selezione del cavo giusto. Il primo passo consiste nell’identificare l’applicazione e nel comprendere dunque per quale tipo di applicazione sia richiesto il cavo: - armadi/sale controllo e installazioni permanenti, ambienti chiusi, dove le vibrazioni sono contenute; in queste applicazioni, un conduttore solido rappresenta la giusta scelta, predisposta per il futuro con elevata capacità di banda; - area di fabbrica con moderata flessione, area di fabbrica e TABELLA 1. SCELTA DEL TIPO DI CAVO CORRETTO Velocità dati Classe canale Iso/Iec 11801 Fino a 100 Mb/s Fino a 1 Gb/s Fino a 10 Gb/s Classe D Classe D Classe E Categoria cavo Belden consigliato Cat. 5e (2pr) Cat. 5e (4pr) Cat. 7 Categoria cavo patch Belden consigliato Cat. 5e (2pr) Cat. 5e (4pr) Cat. 6 Aprile 2014 - Automazione Industriale 051 Tecnicamente Reti TABELLA 2. CARATTERISTICHE DEI DIVERSI TIPI DI GUAINA Funzione Resistenza al petrolio Resistenza all’abrasione Flessione continua Attributi specifici PVC ** ** ** Utilizzo generale, buona resistenza meccanica FRNC ** * * Ritardante di fiamma, bassa emissione di fumi se brucia Costo di installazione Tipo di applicazione $ $$ Installazione permanente Installazione permanente Flessione moderata Flessione moderata Legenda: * = discreta, ** = buona, *** = eccellente, **** = eccezionale di lavoro, con elevati livelli di vibrazioni, probabile esposizione dei cavi a petrolio, prodotti chimici, maneggio senza cura, abrasione, radiazioni UV, variazioni di temperatura e rumorosità elettromagnetica (Emi e Rfi); - flessione continua (alta flessione), da utilizzare sulla macchina stessa, dove le vibrazioni e le temperature sono molto elevate e dove occorrono cablaggi altamente flessibili, resistenti al trascinamento e alla torsione, con esigenza di alto livello di protezione della connettività contro i liquidi (M12 con protezione IP67). Il secondo passo consiste nel definire i requisiti di velocità dati: fino a 100 Mb/s, fino a 1 Gb/s o, ancora, fino a 10 Gb/s. La Tabella 1 può facilitare la scelta del tipo di cavo corretto. Il terzo passo consiste invece nel selezionare il tipo di guaina più adatto. Come indicato nella Tabella 2, sono disponibili diversi tipi di guaina, con le rispettive caratteristiche. Il quarto passo, invece, riguarda la scelta tra cavo schermato e cavo non schermato. I cavi non 052 TPE *** *** **** Eccellente per applicazioni con flessione e resistenza molto buona ad oli e refrigeranti PUR *** **** **** Resistenza all’abrasione, alta flessione ed elevata tolleranza a solventi $$$ Flessione continua $$$ Flessione moderata Flessione continua solidi e intrecciati. La discussione su conduttori solidi/intrecciati dovrebbe essere inclusa nel primo passo, quello della scelta dell’applicazione, poiché questa è direttamente legata al tipo di conduttore (armadi=solido, flessione moderata=intrecciato, flessione continua=altamente intrecciato/trascinamento/torsione). I cavi a coppia unità forniscono resistenza ai rigori dell’installazione, utilizzando una tecnica produttiva che fissa l’isolamento delle coppie lungo i loro assi longitudinali, in modo che non si possano creare degli spazi tra coppie di conduttori. Al contrario, una struttura a coppie non saldate può dare luogo a spazi tra le coppie durante l’installazione e a differenze di impedenza. schermati possono essere utilizzati nella maggior parte degli ambienti; i cavi schermati sono consigliati specialmente per ambienti con elevato rumore. La schermatura è ottenuta tipicamente utilizzando un foglio o un trefolo per proteggere l’integrità del segnale e per schermare qualunque interferenza o rumore indesiderato. Per fornire durata e protezione aggiuntive può essere utilizzata una combinazione foglio/trefolo. Infine, il quinto passo riguarda la selezione del tipo di conduttore, a coppie intrecciate o a coppie unite (bonded). Qui la discussione dovrebbe riguardare solamente la scelta tra coppie intrecciate o coppie unite, per entrambe le opzioni sono disponibili conduttori Automazione Industriale - Aprile 2014 *Loredana Coscotin, Product Marketing Manager Industrial Cable Emea di Belden, è responsabile delle attività di Belden nel campo dei cavi industriali, inclusa la linea DataTuff. I cavi a coppia unita forniscono maggiore resistenza in fase di installazione Scopri i contenuti aggiuntivi Tecnicamente Reti L’automazione si protegge in rete Con l’alleanza strategica tra Rockwell Automation e Cisco Systems si estende il portafoglio di prodotti per l’infrastruttura di rete del fornitore di Milwaukee, con nuove soluzioni per architetture di comunicazione sempre più integrate di Antonello Messina È ormai evidente come le strutture manifatturiere stiano rapidamente migrando le loro reti di comunicazione verso degli standard molto più aperti rispetto al passato. In questo senso, le reti Ethernet e il protocollo Tcp/ IP la fanno indubbiamente da padrone. Offrendo un ecosistema tecnologico collaudato e aperto, l’accoppiata Ethernet-Tcp/IP permette non solo di fare dialogare i sistemi di produzione tra loro, ma 054 Automazione Industriale - Aprile 2014 addirittura di integrare l’ambiente di fabbrica con tutte le altre funzioni aziendali, dando vita a una struttura totalmente connessa che può abbracciare tutto ciò che va dall’approvvigionamento delle materie prime all’assistenza postvendita, dalle attività commerciali al customer service. La ricchezza di risorse hardware e software che ha a disposizione chi implementa una rete di questo tipo consente anche di fruire delle funzionalità necessarie per gestire l’evoluzione verso l’uso di architetture big data, verso il cloud computing e verso la virtualizzazione delle risorse. Non è quindi un caso se Rockwell Automation abbia definito il concetto di EtherNet/IP. Tale concetto prevede dei sistemi di rete di fabbrica basati su tecnologie standard che consentono il controllo e lo scambio di informazioni in tempo reale nell’ambito di applicazioni discrete, di processo, batch, di sicurezza, di azionamento Reti Tecnicamente e così via. La rete EtherNet/IP collega i dispositivi di campo - quali sensori o driver per motori - ai rispettivi controllori, ai sistemi di interfacciamento con l’operatore nonché ai centri informativi aziendali. In pratica, EtherNet/ IP supporta le comunicazioni sia industriali sia non industriali, estendendole alle infrastrutture di rete di tutta l’organizzazione. EtherNet/IP rappresenta oggi lo standard industriale più diffuso al mondo, con una base di installato di vari milioni di nodi e con oltre 300 fornitori di apparati. A tale proposito, Rockwell Automation e Cisco Systems hanno stabilito da tempo un’alleanza strategica che ha permesso di consolidare due competenze specifiche in settori apparentemente lontani - l’ambiente di fabbrica e il mondo d’ufficio dando vita a una serie di prodotti, soluzioni, servizi e sviluppi in cui convergono cultura IT e cultura manifatturiera. Sulla base di questa intesa, Rockwell Automation offre oggi oltre 4mila prodotti di automazione dotati di interfacce di rete integrate o equipaggiabili con moduli di comunicazione opzionali. A questo si aggiunge un ampio portafoglio di soluzioni di infrastruttura EtherNet/ IP costituito da switch, router, modem e così via. Tali prodotti sono progettati in modo specifico per operare negli ambienti industriali nel contesto di una ‘Integrated Architecture’ aperta all’universo Ethernet e Tcp/IP standard. Cresce la famiglia Stratix La linea di prodotti EtherNet/IP di Rockwell Automation è in costante evoluzione; recentemente la società ha ampliato la famiglia di router e switch industriali Allen-Bradley Stratix con una serie di nuove soluzioni. L’ampliamento riguarda lo switch Ethernet industriale Stratix 5700, dotato di funzionalità opzionali di Network Address Translation (Nat), e il router di servizi Stratix 5900, che offre contemporaneamente capacità Vpn e protezione firewall. Lo switch Allen-Bradley Stratix 5700 nasce da un’esigenza specifica: semplificare la messa in servizio degli apparati di rete. L’integrazione delle macchine su un’unica infrastruttura di rete a livello industriale può infatti rivelarsi un compito complesso poiché gli indirizzi IP assegnati dai costruttori raramente soddisfano i requisiti della rete dell’utente finale. Di solito, infatti, tali indirizzi sono sconosciuti fino al momento dell’installazione degli apparati, e configurare le macchine può rappresentare un vero e proprio Fig. 1. I nuovi switch Stratix 5700 punto di arresto, sia per i costruttori sia per gli utenti. Tale operazione può pertanto comportare costi aggiuntivi e tempi di messa in servizio più lunghi, con onerosi ritardi nell’avvio della produzione. Automatizzata all’interno dell’hardware, la funzionalità Nat consente prestazioni superiori e una notevole semplificazione della fase di mappatura sulla rete degli indirizzi IP, sia quelli locali, sia quelli dei singoli macchinari, sia ancora quelli attivi sulla rete d’utente. Se questo rappresenta un beneficio importante quando si devono integrare macchine del medesimo produttore sulla stessa linea di produzione, lo è ancor di più quando le apparecchiature provengono da costruttori diversi. Lo Stratix 5700 con funzionalità Nat consente di offrire macchine standard che non necessitano la programmazione di indirizzi IP unici. L’utente finale, grazie alla funzionalità Nat, può integrare più semplicemente le macchine facilitando inoltre la manutenzione. La funzionalità Nat evita il ricorso a componenti aggiuntivi, che di solito richiedono spazio, cavi supplementari e supporto aggiuntivo per le fasi di configurazione e gestione. Oltre a questo, gli switch Stratix 5700 con tecnologia Nat offrono agli utenti l’opportunità di segmentare o di isolare il traffico di rete. Ciò permette di rendere visibili a una rete più estesa solo parte dei dispositivi. Limitando l’accesso a determinati dispositivi e isolandoli dal traffico della rete estesa, è possibile ottimizzare le prestazioni della rete locale. Aprile 2014 - Automazione Industriale 055 Tecnicamente Reti Fig. 2. Il router Allen-Bradley Stratix 5900 La linea di switch Stratix 5700 è oggi disponibile in tre configurazioni base, a 6, 10 e 20 porte. Le caratteristiche del prodotto includono: un sistema di sincronizzazione basato sullo standard Ieee 1588, funzioni QoS (Quality of Service) e Rep (Resilient Ethernet Protocol). Alcune funzionalità aggiuntive consentono di aumentare la disponibilità e le prestazioni a livello di comunicazione, offrendo maggiore precisione nell’isolamento dei problemi. Ogni switch Stratix 5700 comprende un doppio ingresso di alimentazione, allarmi di ingresso e di uscita, porta per la consolle esterna, slot Sfp predisposti per fibra ottica, montaggio su guida Din, e un arco di temperature di funzionamento tra -40 e +60 °C. Le opzioni dei diversi modelli includono: Nat, due porte Gigabit, scheda Secure Digital Flash, rivestimento protettivo e due diverse configurazioni software per un totale di 20 modelli diversi, ognuno studiato per soddisfare al meglio le esigenze applicative delle macchine e dell’utente finale. Nell’ambito della famiglia Stratix 5700 è da segnalare la versione ArmorStratix. Si tratta di un modello immunizzato con protezione IP67 e montabile pertanto anche esternamente all’armadio dati. Questa unità da 24 porte è 056 Automazione Industriale - Aprile 2014 disponibile in varianti Gig e Power over Ethernet (PoE) da 10 e 18 porte. Le soluzioni in standard PoE e PoE+ (Power over Ethernet) consentono di sfruttare lo stesso cavo per trasportare dati e alimentazione. Oltre al costo, un evidente vantaggio è la maggiore flessibilità di spostamento e riconfigurazione dei macchinari, due operazioni che sono di solito fortemente condizionate dai cablaggi. Router con protezione firewall e Vpn integrati Il secondo annuncio relativo ai prodotti Ethernet/IP riguarda i router per servizi Allen-Bradley Stratix 5900. Questi nuovi router sono i primi del catalogo di prodotti di rete Rockwell Automation a fornire simultaneamente funzionalità Vpn (Virtual Private Network) e protezione firewall. Tali capacità rendono i nuovi router ideali per sviluppare aree e zone protette, oltre che per connetterle da una postazione remota attraverso una rete non sicura. Grazie alla contemporaneità delle funzioni Vpn e firewall, i router per servizi Stratix 5900 permettono di circoscrivere e regolare le comunicazioni dando vita a un perimetro di sicurezza all’interno del quale scambiare informazioni senza pericoli di intrusioni o interruzioni. Le Vpn permettono anche di creare una canalizzazione protetta delle comunicazioni server-apparato, proteggendo le aree e le celle da accessi indesiderati da parte di altri apparati presenti nella stessa struttura. Le funzionalità firewall permettono invece di monitorare e bloccare input o output che non soddisfano la politica di sicurezza preconfigurata. In combinazione, Vpn e firewall contribuiscono a definire una rete più sicura e robusta, ideale per le comunicazioni dei sistemi sia industriali sia business. Il router consente inoltre ai siti produttivi di collegarsi e comunicare con località remote, poste a qualsiasi distanza. Questa rappresenta un’applicazione comune non solo negli impianti petroliferi o di depurazione delle acque - dove gli apparati sono dislocati su vaste aree - ma anche nelle fabbriche ‘distribuite’ che si vanno sempre più spesso delineando, le quali devono comunicare tra loro per portare a termine un processo comune. Il router industriale Stratix 5900 gira su piattaforma software d’infrastruttura Cisco IoS, e include una porta Wan (Wide Area Network) e quattro porte Fast Ethernet. L’hardware include alcune dotazioni embedded quali Nat, filtraggio protocollo Nbar e funzionalità Access Control List (Acl) e Quality of Service (QoS) per l’assegnazione delle priorità. Questa versione offre un’elevata resistenza agli shock e alle vibrazioni: fornita in versione per montaggio su guida Din, opera in un range di temperature da -25 a +60 °C, tipico degli ambienti industriali. Tecnicamente Microelettronica Più comunicazioni nella fabbrica del futuro L’evoluzione del settore del controllo industriale, legata a trend quali la miniaturizzazione delle funzioni e la crescente pervasività delle comunicazioni, sta progressivamente modificando i paradigmi di produzione dei semiconduttori. Ne parliamo con Texas Instruments di Antonello Messina L a crescita del settore dell’automazione industriale non può prescindere dallo sviluppo delle nuove tecnologie. Le tendenze in atto porteranno sicuramente a una maggiore integrazione dei componenti di 058 Automazione Industriale - Aprile 2014 base, ma la vera crescita prenderà direzioni del tutto nuove. Alcuni dei trend più esplosivi riguardano la miniaturizzazione delle funzioni e la crescente pervasività delle comunicazioni. Questo comporterà lo sviluppo di fabbriche adattative, multiprocessing e interconnesse. Le comunicazioni basate su Ethernet/IP stanno permeando sempre più il mondo dell’automazione, arrivando a coinvolgere non solo gli apparati Microelettronica Tecnicamente e i processi di fabbrica, ma addirittura le relazioni con i fornitori e i processi aziendali, spingendosi fino ai device mobili dei collaboratori. Già oggi questa evoluzione sta favorendo lo sviluppo di ecosistemi industriali totalmente ‘Internet-enabled’, che offrono ai produttori l’opportunità di fare leva, in qualsiasi momento e in qualsiasi contesto aziendale, dalla progettazione all’approvvigionamento dei ricambi, su informazioni storiche o in tempo reale sempre corrette e aggiornate. Le sfide dell’automazione Efficienza energetica, comunicazioni e sicurezza rappresentano le sfide principali sulle quali si stanno concentrando molti fornitori di semiconduttori per automazione industriale. Abbiamo chiesto a Thomas Leyrer, Head Industrial Automation Lab Emea di Texas Instruments, quali sono secondo Texas Instruments le macrotendenze in atto nel mercato dell’automazione di fabbrica. “Stiamo assistendo al passaggio dalla classica piramide dell’automazione a un’architettura più eterogenea, organizzata in cluster”, ha detto Leyrer. “Nell’automazione industriale questo significa maggiori livelli di intelligenza e di flessibilità distribuiti a livello di campo. Significa anche una maggiore efficienza in termini di produttività e di consumi di energia nel processo manifatturiero. A questo si aggiunge la perfetta integrazione del processo manifatturiero nel ciclo di vita del prodotto”. Quali possono essere le conseguenze per l’industria dei semiconduttori? Tra gli effetti pratici spiccano l’integrazione di funzioni di comunicazione industriale nei controller standard utilizzati a livello di campo, di funzioni di comunicazione wireless a bassa potenza, nonché di sensori alimentati in remoto tramite Rfid e Nfc (Near Field Communication). Come risponde Texas Instruments a questa evoluzione? Texas Instruments supporta diversi standard di comunicazione wired e wireless utilizzati nell’automazione industriale e integra Industrial Ethernet nei processori Arm standard. Ad esempio, il processore Sitara AM335x prevede un blocco Industrial Ethernet con comunicazioni multiprotocollo, quali Profinet ed EtherCat. Oltre a questo Texas Instruments offre dei sensori intelligenti che affiancano, all’interfaccia analogica di rilevamento, delle funzioni di comunicazione digitale in protocollo Thomas Leyrer, Head Industrial Automation Lab Emea di Texas Instruments Hart e IO Link. L’integrazione di funzioni Nfc nei sensori ultralowpower, come l’RF430RFL, consente inoltre di alimentare a distanza e di comunicare in modo bidirezionale con il dispositivo. Dal punto di vista pratico, TI supporta questa evoluzione con un set completo di progetti di riferimento, come ad esempio la Profinet Communications Development Platform. Questa comprende una piattaforma hardware di comunicazione industrial, un kit per lo sviluppo di software industriale e un’implementazione Profinet certificata. Per le comunicazioni con i macchinari, TI offre dei sensori Rfid quali il dispositivo RF430FRL. Questi sono sensori senza batteria con comunicazioni remote Nfc, tecnologia Fram integrata e rilevamento di temperatura on-chip. Come crede si modificherà il processo produttivo nella fabbrica del futuro? La fabbrica del futuro aumenterà ulteriormente i livelli di efficienza del flusso manifatturiero e dei consumi di energia. Le caratteristiche dei prodotti potranno essere modificate in tempo reale accogliendo i requisiti e le richieste dei clienti. Sempre più prodotti saranno inoltre in grado di ricordare la propria storia, migliorando ulteriormente il servizio e la diagnostica. L’evoluzione verso un nuovo livello di comunicazione wired e wireless consentirà di migliorare l’assistenza e la diagnosi nei processi di fabbricazione. Aprile 2014 - Automazione Industriale 059 Software Mes Informazioni in tempo reale = denaro Con sistemi Mes/Mom ‘che partono dal basso’ si possono migliorare l’efficienza e ridurre i costi legati ad aspetti qualitativi o manutentivi di Luigi De Bernardini* N egli scenari competitivi tipici dell’attuale situazione di mercato la maggior parte delle aziende sta concentrando investimenti significativi nella realizzazione di sistemi di raccolta e analisi delle informazioni acquisite da linee di produzione o, più in generale, dalle Operations. Questo può essere finalizzato, a seconda dei casi, ad analizzare aspetti che riguardano la qualità, l’efficienza, la produttività o i costi del personale. La scelta ovviamente dipende da quello che ciascuna azienda ritiene essere l’elemento più critico per migliorare o mantenere la propria competitività. La maggior parte delle aziende con le quali io normalmente entro in contatto è però focalizzata principalmente nel rendere disponibili ai manager o ai responsabili di produzione informazioni e report relativi a quelli che possono essere considerati i risultati nel passato più o meno vicino (l’ultimo turno, l’ultimo giorno, l’ultima settimana, l’ultimo mese e così via), per confrontarli poi con informazioni analoghe di altri periodi e con i dati-obiettivo che erano stati fissati. Tutto ciò è estremamente utile in quanto consente di imparare dal passato per evitare di ripetere nel futuro quegli errori che possono aver compromesso il risultato atteso. È un processo di miglioramento continuo che, basandosi sull’esperienza, identifica le azioni correttive da intraprendere nel futuro. È però veramente questo il modo migliore per fare efficienza? Spesso, quando sto discutendo con qualche cliente di questo tipo di progetti, dico loro che questo approccio è simile a quello della persona che, arrivata in casa, scopre di aver perso tutti i soldi che aveva in tasca a causa di un buco del quale non si era accorto. Il fatto di riconoscerlo gli consente di cucire la tasca ed evitare che il medesimo episodio si verifichi anche il giorno successivo. Diverso sarebbe stato se avesse sentito qualche moneta cadere e avesse potuto spostare il denaro in un luogo più sicuro o almeno tenere una mano sulla tasca fino a che non arrivava a casa, per evitare che anche gli altri soldi uscissero. Riconoscendo il problema prima, avrebbe potuto intervenire per ridurre fin da subito le perdite. Riconoscere il problema è il primo passo per risolverlo Esattamente lo stesso ragionamento si può trasferire e adattare a qualunque azienda produttiva. 060 Automazione Industriale - Aprile 2014 Mes Software È sicuramente importante poter analizzare i dati di produzione per comprendere quali siano stati i fattori che hanno causato perdite di qualità, produzione o efficienza. È però molto più utile poter riconoscere in tempo reale l’insorgere di un qualsiasi problema e poter intervenire perché questo non comprometta, o almeno comprometta nel modo più limitato possibile, l’obiettivo produttivo. Questa differenza di approccio è la medesima che si trova nei sistemi Mes/Mom ‘calati dall’alto’, rispetto a quelli che ‘partono dal basso’. I primi, per loro intrinseca natura, si concentrano sul raccogliere informazioni che consentano di produrre resoconti più o meno frequenti che possono essere analizzati per prendere decisioni operative. I secondi, che normalmente sono direttamente connessi alle linee produttive e quindi alle cause dei problemi, hanno a disposizione informazioni granulari che possono essere rese disponibili in tempo reale per consentire a tutti gli attori coinvolti nella gestione della produzione, a partire dagli operatori di linea, di conoscere come le cose stanno andando e non come sono andate. Questo consente loro di intervenire prima che l’eventuale problema completi il suo effetto sul risultato di produzione e di indurre quindi un immediato risparmio. In una recente realizzazione che abbiamo implementato nel reparto di confezionamento di un’azienda alimentare abbiamo potuto toccare con mano il valore della disponibilità di informazioni in tempo reale. Il cliente era dotato di un sofisticato sistema di reportistica generata dalle informazioni raccolte e imputate nel sistema gestionale. Questo gli consentiva una dettagliata analisi per turno. Non soddisfatto ha deciso di realizzare un sistema di raccolta dati in tempo reale dalle linee di confezionamento, di elaborare tali informazioni per rendere disponibili, attraverso un grande schermo dedicato a ciascuna linea, i dati di efficienza in tempo reale confrontati con i target. Nel giro di pochi mesi la disponibilità di queste informazioni, consentendo agli operatori di intervenire non appena riconoscevano che l’andamento iniziava a discostarsi da quello atteso, ha comportato un miglioramento dell’efficienza complessiva del reparto di una percentuale a due cifre. Ciò si è ovviamente tradotto in un importante risparmio economico che ha consentito di ripagare il sistema con una rapidità inattesa. Questo è solo un esempio di come la disponibilità delle corrette informazioni in tempo reale si traduca direttamente in denaro, guadagnato per un aumento dell’efficienza o risparmiato per una riduzione dei costi legati ad aspetti qualitativi o manutentivi. * Ceo di Autoware. Aprile 2014 - Automazione Industriale 061 Prodotti News a cura di Franco Gori Controllo e visualizzazione integrati con QuickPanel+ di GE G E lancia QuickPanel+, il primo prodotto della nuova linea di soluzioni per interfacce operatore studiate per sfruttare i vantaggi offerti dalle reti Internet industriali. Con tecnologia touchscreen, QuickPanel+ integra funzioni di controllo, visualizzazione e funzioni embedded di storicizzazione dei dati in un unico dispositivo. QuickPanel+ è un’interfaccia operatore per applicazioni generiche, in grado di collegarsi a diversi plc e pac industriali, che, grazie al sistema operativo Windows EC7, fornisce agli utenti un browser completo e un supporto multimediale per ricavare reale valore dalle operazioni di visualizzazione. La soluzione è in grado di migliorare la produttività e la condivisione delle conoscenze assicurando agli utenti la disponibilità immediata di risorse quali documentazione e video di formazione. Il primo modello di QuickPanel+, già disponibile, prevede il formato con schermo panoramico da 7”, cui seguiranno presto altri modelli. Flussostato Sby con risposta di 10 ms i fm electronic ha presentato il flussostato Sby, che funziona secondo il principio del pistone con supporto a molla, mentre un sensore induttivo rileva la posizione del pistone 062 Automazione Industriale - Aprile 2014 e provvede a fornire l’uscita digitale. Per altre versioni del flussostato, dei sensori analogici rilevano la posizione del pistone tramite campo magnetico. La tensione della molla garantisce un ritorno sicuro del pistone nella sua posizione iniziale se il flusso diminuisce e questo permette di installare il flussostato indipendentemente dalla posizione, evitando un riflusso. Con un tempo di risposta inferiore o uguale a 10 ms, una ripetibilità dell’1% e un campo di pressione fino a 25 bar, questi dispositivi sono resistenti a variazioni di temperatura e di pressione e sono idonei ad ambienti difficili per il monitoraggio di cicli di raffreddamento in processi termici. Le soglie di commutazione sono regolabili tramite potenziometro. News Prodotti Estensimetri Hbm per ambienti critici N ei test strutturali in ambienti critici la protezione meccanica affidabile degli estensimetri rappresenta un fattore determinante per l’efficacia della misurazione. Né gli agenti atmosferici né la lunghezza dei cavi possono influenzare e compromettere il risultato di misura. A questo scopo Hbm Test and Measurement ha realizzato un estensimetro incapsulato con quattro fili di collegamento: l’incapsulamento offre una protezione ottimale dell’estensimetro (Serie V di Hbm) contro urti e umidità. I quattro fili di collegamento da il circuito esteso di Kreuzer (brevettato). Le misurazioni all’aperto, ad esempio sui binari ferroviari, sulle navi e nei camini, diventano in questo modo molto più semplici. La Serie V di Hbm con quattro fili di collegamento è disponibile anche con una resistenza di 120 Ohm, nonché nella variante a 350 Ohm, e offre all’utente la massima flessibilità nell’esecuzione di test strutturali. 3 m dell’estensimetro sono ideali per il collegamento agli amplificatori di misura Hbm con Da Prima Electro, inverter Arc da 70 a 150 kVA P rima Electro ha introdotto una famiglia di inverter Arc, progettati per applicazioni industriali di controllo dei motori asincroni e Ipm brushless, mediante algoritmo sensorless per la regolazione di coppia e velocità, con un range di potenza medio-alta, da 70 a 150 kVA. La linea Arc è progettata per l’alimentazione diretta da rete trifase da 380 a 460 Vca, ed è pensata per operare in condizioni ostili, ad esempio in presenza di polvere o con temperature e umidità elevate. La comunicazione run-time con l’inverter avviene in CanOpen, mentre per la manutenzione e la messa in servizio è disponibile una porta Ethernet. Il commissioning è facilitato dall’autoidentificazione dei parametri di controllo e delle caratteristiche elettriche del motore; grazie a un oscilloscopio virtuale è possibile monitorare costantemente tutte le variabili interne. Infine, le operazioni di manutenzione risultano semplificate: la scheda di controllo e le ventole di raffreddamento, infatti, sono state sviluppate per essere sostituite in-field. Aprile 2014 - Automazione Industriale 063 Prodotti News inoltre disponibile il supporto alle specifiche di protocollo v1, v2c e v3, compresi i messaggi Trap/ Inform e la sicurezza v3, oltre al supporto per la generazione automatica dei tag e per l’importazione dei file Mib. Il driver Snmp estende diverse funzionalità di KepServerEX. Con KepServerEX V5, le applicazioni client possono accedere ai dati Snmp tramite Disponibile il driver Snmp per KepServerEX K epware Technologies ha reso disponibile il driver Snmp (Simple Network Management Protocol) per KepServerEX, la piattaforma per la comunicazione basata su Opc UA, distribuita in Italia da Efa Automazione. Il protocollo di rete Snmp consente la configurazione, la gestione e la supervisione di dispositivi collegati a una rete. Con il nuovo driver, gli utilizzatori di KepServerEX possono ora comunicare con una sola licenza con migliaia di dispositivi che utilizzano Snmp; è Opc DA, Opc UA, Opc AE, Opc .Net, SuiteLink/FastDde, iFix Native, Dde, AdvancedDde, e NetDde. Con il plug-in Advanced Tags, KepServerEX può automaticamente scambiare i dati tra i dispositivi Snmp e i controllori che non supportano il protocollo Snmp. Con il datalogger, KepServerEX può effettuare il log di tutti i dati forniti dai dispositivi Snmp ai database Odbc. Moduli di I/O remoto per l’automazione di processo P epperl+Fuchs ha completato la gamma di I/O ultrasottili con nuovi moduli di ingressi digitali da otto canali, pensati per l’automazione di processo. Le custodie dei nuovi moduli, caratterizzate da Led di stato per ciascuno degli otto canali per velocizzare diagnostica, messa in servizio e manutenzione, hanno una larghezza pari alla metà di quella della versione precedente, grazie alla costruzione compatta dei connettori. Ciascuno dei 064 Automazione Industriale - Aprile 2014 due connettori a innesto sulla parte frontale della custodia ha otto contatti. I nuovi moduli richiedono circa il 40% di spazio di installazione in meno in un sistema di I/O remoto completo, inclusi l’unità di accoppiamento di comunicazione e l’alimentatore, in base alla combinazione di segnali. Larghi solo 16 mm, i moduli ad alta densità possono anche essere inseriti su backplane esistenti. SEW-EURODRIVE–Driving the world SEW-EURODRIVE muove il mondo. La tecnica innovativa degli azionamenti di SEW-EURODRIVE è presente in tutto il mondo in svariati campi di applicazione e con numerose opzioni disponibili. Che stiate guidando un'automobile, bevendo una bottiglia d’acqua o ritirando i bagagli all'aeroporto, sareste sorpresi di sapere quante azioni nel vostro quotidiano sono rese possibili da SEW-EURODRIVE. Le esigenze di massima qualità, elevata efficienza energetica e riduzione dei costi di impianto non hanno confini. Così come le nostre soluzioni di azionamento. www.sew-eurodrive.it Automazione applicata Alimentare Bollicine perfette con un processo ben monitorato Il software PcVue di Arc Informatique consente a Veuve Clicquot di produrre champagne di qualità superiore V euve Clicquot, produttore francese di champagne nato nel 1772, opera da sempre seguendo il motto ‘Solo una qualità, la migliore’. Per produrre costantemente nel rispetto di questa filosofia, l’azienda, oggi filiale del Gruppo Lvmh, deve eseguire un monitoraggio preciso dei suoi sistemi di produzione. Per questo, alla fine del 2012, Veuve Clicquot ha rinnovato il suo sistema di supervisione delle cantine di fermentazione, ossia dei luoghi dove, dalle uve mature pigiate, si produce il vino. Monitorare un processo fondamentale Nel processo produttivo di Veuve Clicquot la supervisione dei serbatoi per la fermentazione alcolica e malolattica (evento fermentativo innescato dai batteri lattici in conseguenza all’incremento della temperatura, ndr) è cruciale. Nel 2012, il software utilizzato dall’azienda francese era alla fine 066 Automazione Industriale - Aprile 2014 (Fonte www.veuve-clicquot.com) di Andrea Peraboni del suo ciclo di vita ed era venuto meno anche il supporto da parte del suo editore; il cambiamento doveva propendere verso una soluzione duratura, che potesse essere supportata per molti anni a venire. “Oltre a considerare vari fattori tecnici e di costo, abbiamo scelto la suite software PcVue 10 sulla base del rapporto di fiducia sviluppato e mantenuto con Arc Informatique”, ha affermato Stéphane Fournier, manager di SF2I, l’azienda che ha configurato e integrato il software di supervisione presso Veuve Clicquot. A facilitare il passaggio, è stato poi il fatto che PcVue avesse la stessa interfaccia grafica del software precedente e offrisse una maggiore facilità di modifica e programmazione. Come ha detto Guy Jendryka, Manager del reparto elettrico, automazione e informatica industriale di Veuve Clicquot: “Con il precedente sistema, era necessario essere un vero specialista IT per riuscire a modificare il software, mentre con PcVue quest’operazione è più semplice e può essere fatta in base alle necessità”. Poiché le cantine di fermentazione di Veuve Clicquot contengono 400 serbatoi di vari tipi e volumi (da 50 hl a 725 hl), gli sviluppatori dovevano essere in grado di utilizzare dei modelli per ridurre i tempi di programmazione e di manutenzione. I serbatoi, inoltre, sono dotati di un massimo di tre sensori di controllo della temperatura e di valvole manuali o automatiche. L’applicazione, nello specifico, doveva quindi gestire circa 40 variabili per serbatoio, per un totale di 16.000. A facilitare l’implementazione del software di supervisione è stata l’architettura di sviluppo di PcVue, basata sugli oggetti. “Questo tipo di architettura permette Alimentare Automazione applicata Veuve Clicquot ha selezionato PcVue di Arc Informatique per il suo sistema di supervisione Jendryka, che può ora monitorare tutti i suoi serbatoi dal suo PC desktop, aggiunge: “Il supervisore PcVue ha reso intelligenti le nostre cantine di fermentazione, perché è possibile monitorare ogni aspetto del controllo di temperatura da un unico luogo”. delle cantine di fermentazione di risparmiare tempo e semplifica le operazioni; una volta creato un modello per la dozzina di serbatoi esistenti, si è trattato semplicemente di instanziare gli oggetti per generare automaticamente le variabili di comunicazione”, ha detto ancora Fournier. Con la sua architettura virtuale, PcVue è eseguito su un server installato in una stanza sicura, con aria condizionata e filtrata, protetta contro l’umidità. La manutenibilità dell’applicazione e la sua portabilità su nuove macchine fisiche sono quindi semplificate. Non meno importante è infine il fatto che, in un ambiente virtualizzato come questo, il software, disaccoppiato dall’hardware, consente tempi ridotti di reinstallazione e messa in servizio in caso di guasto. Una supervisione agevole Cinque client basati su web permettono ai responsabili delle cantine di osservare il sistema di supervisione e selezionarne i set point dai loro PC. Gli operatori possono anche monitorare e controllare il software tramite un touch screen a 42” installato nell’atrio delle cantine e alla portata di tutti i visitatori; il software comunica con i controllori programmabili attraverso una rete Modbus Tcp/IP, mentre un link Vpn (Virtual private network) permette di raccogliere informazioni dai serbatoi esterni alle cantine di fermentazione della casa. Quattordici moduli di fermentazione sono situati nella cantina principale di Reims e quattro in varie località nei vigneti dello Champagne, a distanze da 30 a 200 km dalla cantina principale. “Potere eseguire la supervisione di tutte le nostre cantine di fermentazione da un unico punto elimina la necessità di recarci presso ogni cantina”, dice Fournier. “Se si manifesta un serio problema di controllo della temperatura, il sistema di supervisione emette un allarme”. Gli operatori possono anche monitorare e controllare il software tramite un touch screen a 42” installato nell’atrio delle cantine Un software che ha più di una funzione Incoraggiati da questa prima esperienza positiva, i team tecnici di Veuve Clicquot hanno rapidamente compreso come poter utilizzare PcVue altrove. Oltre alla supervisione della fermentazione del vino nei serbatoi, il sistema monitora anche la produzione del freddo durante la fase di stabilizzazione a freddo dopo la miscelazione finale. Va notato che PcVue non controlla queste operazioni ma è usato per osservare le loro impostazioni, archiviare, registrare e seguire le temperature, i guasti e altri dati. Esso ha anche funzioni di monitoraggio degli effluenti nei due impianti di trattamento, dove gestisce i livelli degli acidi e dell’idrossido di sodio, tiene sotto controllo i valori di pH e di portata e manda via e-mail allarmi di rifornimento ai responsabili quando i livelli diventano bassi. Prossimamente il software sarà impiegato anche in altre aree degli stabilimenti Veuve Clicquot, come la linea d’incellophanatura, ossia la linea che dispone le capsule di stagnola e le etichette sulle bottiglie prima della spedizione. “Stiamo per utilizzare PcVue, in particolare, per recuperare gli ordini di produzione da Sap e ottenere l’ID laser da applicare sul vetro e sull’etichetta posteriore”, conclude Jendryka. Aprile 2014 - Automazione Industriale 067 Automazione applicata Alimentare Con i-Like, cresce del 20% l’efficienza di Sirap Gema L’azienda attiva nel settore del packaging alimentare potenzia produttività e qualità delle informazioni dei processi grazie alla soluzione di Holonix per la gestione dell’intero ciclo di movimentazione interna dei siti aziendali di Alice Alinari P rosegue con soddisfazione reciproca il progetto di automazione informativa di Sirap Gema, basato sulla piattaforma i-Like di Holonix e volto ad aumentare l’efficienza e la qualità logistica dell’azienda, attiva nel settore del packaging in plastica termoformata per i prodotti alimentari. “Il progetto di Holonix nel primo sito Sirap iniziò nel dicembre del 2011 a Verolanuova (Brescia)”, spiega Jacopo Cassina, Ceo di Holonix. “Forti dei risultati positivi raggiunti, nel maggio del 2012 è stato esteso a Castelbelforte 068 Automazione Industriale - Aprile 2014 (Mantova), sono state ampliate le funzionalità a Verolanuova e, in seguito, è stato implementato anche a Castiglion Fiorentino (Arezzo), mentre a partire dal 2014 la soluzione di Holonix sarà applicata anche a San Vito al Tagliamento (Pordenone) e a Poznan in Polonia”. L’estensione della collaborazione tra Sirap Gema e Holonix è “il risultato del successo ottenuto dall’implementazione della piattaforma i-Like di Holonix per la gestione del Warehouse Management System (Wms) e l’integrazione Rfid nella sede di Castelbelforte”. Oggetto di questa estensione si conferma il Wms: “Lavorando sempre sulla piattaforma di Wms abbiamo introdotto varie funzionalità a step e, in particolare, per il sito in Polonia abbiamo iniziato con i semilavorati e, successivamente, estenderemo il Wms anche al prodotto finito”, aggiunge Cassina. Migliora il ciclo produttivo Ad oggi, cinque degli otto stabilimenti produttivi totali di Sirap Gema contano dunque sulla tecnologia i-Like per la gestione del magazzino e l’evasione degli ordini. La piattaforma coordina l’intero ciclo produttivo, dal passaggio dalla materia prima al prodotto finito, e inizia il processo di tracciabilità dalla foglia di estrusione fino all’output finale, oltre a gestire i processi di pallettizzazione, stoccaggio e distribuzione del prodotto finito. Queste ultime operazioni sono rese possibili grazie all’integrazione della piattaforma i-Like con uno specifico sistema - Erp o gestionale - che prevede l’utilizzo di codici a barre per i prodotti e tag Rfid per i magazzini. Tutti i processi sono gestiti centralmente attraverso una web-app remota, disponibile anche su mobile, mentre le attività dei magazzini sono condotte dagli operatori attraverso Pda. “Complessivamente, i-Like si Alimentare Automazione applicata interfaccia con l’Erp aziendale di Sirap e con uno specifico software interno in uso per la gestione delle consegne”, dice Cassina. “La tecnologia di i-Like ci ha permesso di usare in maniera intelligente i dati aziendali e ottimizzare processi cruciali come l’organizzazione del magazzino e dei prodotti finiti. Dati i brillanti risultati ottenuti finora siamo certi che la collaborazione con Sirap Gema continuerà anche in futuro”. L’implementazione della piattaforma i-Like ha portato benefici concreti e tangibili, primo fra tutti un incremento di circa il 20% della produttività e della qualità delle informazioni dei processi. Il raggiungimento di questo traguardo ha assicurato un netto miglioramento dell’intero ciclo: dalla produzione alla gestione del lavoro degli addetti. Per ottenere i migliori risultati in termini di performance ogni Wms è stato customizzato tenendo conto delle specifiche esigenze di ogni magazzino e l’utilizzo di una soluzione uniforme ha portato a un superiore livello di interazione tra gli stessi. “La collaborazione con Holonix ci ha consentito di dare una risposta alla complessità della nostra realtà aziendale sia dal punto di vista della movimentazione dei materiali che dell’integrazione all’intera infrastruttura IT”, dichiara Stefano Pellegatta, direttore Supply Chain di Sirap Gema. “Grazie agli importanti successi riportati a Castelbelforte è stato per noi naturale ripensare ad i-Like come soluzione standard per allineare e gestire gli altri nostri magazzini sia italiani che esteri. Ci aspettiamo molto da questo progetto ma stiamo già riscontrando evidenze di un incremento sostanziale dell’intero ciclo produttivo e organizzativo”. La piattaforma Wms coordina l’intero ciclo produttivo in Sirap Gema Aprile 2014 - Automazione Industriale 069 Automazione applicata Alimentare Soluzioni che alimentano la produttività Le macchine prodotte da Abm sono un punto di riferimento internazionale nell’industria Abm, Oem di rilievo internazionale nel settore della panificazione e della pasticceria, ha selezionato sui suoi macchinari le soluzioni di automazione Mitsubishi Electric per il controllo e la visualizzazione dolciaria di Carolina Mirò N ell’industria dolciaria le macchine Abm, prodotte dall’omonima azienda di Rovigo, sono un punto di riferimento internazionale. Dal 2006 Abm opera sui mercati esteri e, dal 2012, il 97% della sua produzione è destinato all’export. Le macchine Abm sono installate in tutto il mondo e sono particolarmente apprezzate in quei Paesi emergenti “sempre più orientati alla qualità”, come dice Antonio Benvegnù, fondatore dell’azienda veneta. “Le nostre macchine offrono affidabilità, un sostanziale miglioramento della sicurezza sul posto di lavoro, pulizia d’impianto, linearità di sistema, differenziazione e, ovviamente, design Made in Italy”. L’automazione dei macchinari Abm è firmata Mitsubishi Electric. 070 Automazione Industriale - Aprile 2014 Un unico referente per l’automazione Prima di scegliere Mitsubishi Electric, Abm ha eseguito test comparativi su componenti di vari produttori prendendo in considerazione le dimensioni, le caratteristiche tecniche, le prestazioni, la gamma di modelli, l’affidabilità e, non ultimo, il costo. Il risultato delle verifiche ha portato l’azienda ad adottare i prodotti Mitsubishi Electric in tutte le macchine, anche all’interno delle più semplici e di profilo meno alto, dove in precedenza erano adoperate schede elettroniche e componentistica custom. “Dopo i primi test con i componenti Mitsubishi Electric”, dice ancora Benvegnù, “non abbiamo avuto dubbi circa l’affidabilità e la versatilità dei suoi prodotti; inoltre apprezziamo il modo di lavorare di Mitsubishi Electric, focalizzato sulla soddisfazione del cliente sotto il profilo della sicurezza di funzionamento e orientato a consentire una produttività continua”. Un altro elemento importante per Abm è la possibilità di avere un unico referente per l’automazione delle sue macchine e in Mitsubishi Electric ha trovato un fornitore in grado di capire le problematiche di un comparto complesso come quello alimentare e di sviluppare soluzioni per tutte le fasi del processo di produzione. “Con la collaborazione dei nostri ingegneri abbiamo ottimizzato le prestazioni di ogni componente e abbiamo potuto realizzare macchine precise e facili da usare per l’operatore”, evidenzia Benvegnù. Abm si avvale anche della collaborazione di numerosi tecnici per testare le macchine, come i tecnologi alimentari che approvano ogni tipologia d’impasto. Alimentare Automazione applicata Una scelta accurata per controllo e visualizzazione Nel dettaglio, Abm ha installato i plc Melsec FX3G e i pannelli operatore GT1055. Il plc FX3G è stato progettato da Mitsubishi Electric con dimensioni molto compatte, per applicazioni ridotte ma con prestazioni spesso critiche e si adatta a qualsiasi esigenza grazie alla grande varietà di funzioni; il controllore impiega lo stesso hardware e software della serie FX e garantisce il controllo diretto di sistemi motion e inverter senza bisogno di hardware aggiuntivo. Ciò aumenta la semplicità d’implementazione e consente di realizzare sistemi multi-asse affidabili senza altri costi per un controllore specifico. Oltre a poter operare autonomamente, gli FX3G possono integrare facilmente gli altri componenti di un sistema: le istruzioni standard adottate, infatti, agevolano il controllo tramite un collegamento digitale preciso e affidabile. La semplicità di collegamento a uno o più inverter (ad esempio, FR-D700), oltre a permettere un funzionamento più preciso del motore, ottimizza anche il consumo energetico. La serie è progettata con due bus: il primo collega i moduli I/O e i blocchi funzionali FX, per offrire una gamma completa di I/O e moduli funzione analogici e di rete. Il secondo bus utilizza invece i moduli Adp della serie FX3U per aggiungere funzioni di comunicazione ad alte prestazioni e analogiche collegate direttamente alla cpu. Un simile approccio costruttivo permette di aumentare I pannelli operatore GT1055 sono stati selezionati da Abm per la semplicità di utilizzo e di programmazione, la leggibilità e l’assenza di manutenzione Abm ha installato sulle sue macchine i plc Melsec FX3G, progettati da Mitsubishi Electric per applicazioni ridotte ma in grado di offrire grande varietà di funzioni le prestazioni, riducendo la programmazione, con tempi di sviluppo rapidi e una maggiore produttività. I pannelli operatore GT1055 sono stati invece selezionati per la semplicità di utilizzo e di programmazione, la grande leggibilità, l’assenza di manutenzione e il rapporto prezzo/ prestazioni. Secondo Antonio Benvegnù: “Per un’azienda internazionale come la nostra, è stato importante il supporto multilingua, che consente di individuare e risolvere possibili errori scambiando informazioni in dieci lingue diverse”. La programmazione del terminale operatore è dinamica, grazie al software GT Designer3, ed efficiente grazie alla porta Usb integrata, che accelera lo scambio dei dati. La dotazione di serie dei dispositivi di comando comprende la gestione di ricette e l’elaborazione degli allarmi e dei segnali, che possono essere visualizzati sullo schermo in qualsiasi momento, per fornire una guida all’operatore ed eventualmente salvati come storico. Aprile 2014 - Automazione Industriale 071 Automazione applicata Alimentare L’aroma deciso dell’integrazione Utilizzando la piattaforma integrata per l’automazione Sysmac di Omron, Betti ha sviluppato un applicatore di dispenser in polietilene per una linea di confezionamento che opera in cella frigorifera a 120 pezzi al minuto di Laura Rubini C reare confezioni complesse in campo alimentare può essere un problema, soprattutto quando sono richieste precisioni e prestazioni importanti in impianti che lavorano all’interno di celle frigorifere con escursioni termiche molto elevate. Orto Verde S.c.a.p.a di Cesano di Senigallia, una società che opera nel settore della produzione, della trasformazione e del confezionamento di prodotti agricoli coltivati in regime integrato, cercava una soluzione efficace per il confezionamento dei suoi prodotti di aromi surgelati in astuccio. In particolare, aveva bisogno di una linea capace di confezionare il prodotto in scatole dotate di dispenser salva freschezza, operando ad alta velocità, in modo affidabile, senza problematiche di posizionamento tipiche di questo genere di applicazioni. La sfida è stata raccolta da Betti, azienda faentina con oltre 50 anni di esperienza nel settore del packaging che, utilizzando come struttura di base un’astucciatrice standard, ha sviluppato un sistema innovativo di applicazione del dispenser basato su piattaforma Sysmac di Omron. A spiegarne il funzionamento e i vantaggi sono gli La linea sviluppata da Betti nasce per confezionare aromi surgelati in scatole dotate di dispenser salva freschezza Veduta generale della linea di confezionamento 072 Automazione Industriale - Aprile 2014 stessi responsabili della società. Chiarisce Matteo Betti, responsabile commerciale per l’estero in Betti: “L’innesto di un dispenser in una confezione di surgelati rappresenta un valore aggiunto per l’industria del freddo, tale da valorizzare il marchio del prodotto. È un elemento che permette di salvaguardare la freschezza del prodotto, consentendo al marketing di presentarsi sul mercato con un’offerta molto più attraente”. Apri e chiudi senza intoppi Nello specifico, Orto Verde aveva la necessità di acquistare su richiesta di un suo cliente una linea per aromi surgelati in astuccio dotato di dispenser in polietilene, con una produzione di 120 pezzi al minuto. Per arrivare a questo risultato, Betti ha sfruttato il progetto di un’astucciatrice standard opportunamente modificata Alimentare Automazione applicata I cinque assi dell’astucciatrice sono comandati da altrettanti servosistemi Omron G5 che azionano il master per i movimenti della catenaria principale, il profilo di camma relativo all’inserimento dell’astuccio nel percorso macchina, l’applicazione del dispenser e il pressino di supporto all’incollaggio mediante l’innesto di un sistema di presa e deposito basato su tecnologia Omron. Cuore del sistema è un’unità dedicata che si occupa di eseguire tre operazioni cruciali: alimentare i dispenser (tramite alimentatori a base vibrante e deviatori), applicarli nell’astuccio tramite pistole hot melt ‘zero gravity’, e inserirli, con relativa zona di pressatura, a ciclo continuo nell’astuccio. La qualità dell’applicazione (in termini di incollaggio, integrità e posizionamento) è verificata da un controllo di visione e, ancor prima, dalla precisione dei sincronismi in gioco. Spiega Roberto Scarpelli, responsabile commerciale Italia in Betti: “Ci siamo preoccupati di assicurare l’affidabilità della soluzione a monte del processo con un obiettivo in particolare: garantire l’applicazione del dispenser sulla confezione in modo preciso, sia per ciò che riguarda l’orientamento sia per ciò che concerne le eventuali tracce di colla all’interno e all’esterno dell’area di incollaggio”. Gli sforzi di Betti si sono così concentrati sulla qualità dei movimenti in gioco e in modo particolare sull’inseguimento e sull’esecuzione dei profili in camma elettronica. Da qui l’idea di sviluppare l’impianto intorno alla piattaforma Sysmac di Omron che, come dice Scarpelli, “è stata una scelta motivata dalle eccellenti doti di integrazione del sistema e dalla possibilità di ridurre a zero i rischi di lesione meccanica legati all’interazione fra gli assi”. Sincronismi rispettati I cinque assi dell’astucciatrice sono comandati da altrettanti servosistemi Omron G5, con relativi riduttori, che si occupano di azionare il master per i movimenti della catenaria principale, il profilo di camma relativo all’inserimento dell’astuccio nel percorso macchina, l’applicazione del Cuore del sistema di confezionamento Betti è un’unità dedicata che si occupa di eseguire tre operazioni cruciali: alimentare i dispenser, applicarli nell’astuccio tramite pistole hot melt ‘zero gravity’ e inserirli a ciclo continuo nell’astuccio dispenser (due motori in sincrono) e il pressino di supporto all’incollaggio, che lavora a inseguimento. Il tutto è coordinato da un controllore NJ a 16 assi, con i vari I/O locali e remoti Smartslice, e da inverter J1000. Il monitoraggio sul campo è affidato a un pannello touchscreen Omron NS8, dal quale l’operatore può monitorare le informazioni di stato dei singoli posizionamenti, i comandi manuali sugli assi nonché tutte le varie notifiche relative ad allarmi e diagnostica. L’integrazione fra plc e motion in un’unica piattaforma ha consentito allo staff tecnico Betti di ridurre al minimo la complessità. Rispetto a soluzioni adottate in passato, il vantaggio è stato sensibile soprattutto nella fase di deployment. “Pur senza alcuna esperienza pregressa, abbiamo compreso il funzionamento del sistema in maniera molto facile”, tengono a sottolineare Danilo Santandrea, responsabile TecnicoElettronico, e Fausto Gordini di Betti. La presenza di un controllore NJ rappresenta in questo senso la chiave di volta del sistema, un elemento in grado di garantire precisione e stabilità del sistema: i sincronismi sono rispettati, sottolineano i responsabili Betti, in quanto la piattaforma di automazione e quella di programmazione escludono Aprile 2014 - Automazione Industriale 073 Automazione applicata Alimentare Il monitoraggio qualsiasi collisione laddove entrano in gioco le interazioni fra assi. Le doti di una rete rapida qual è EtherCat completano il quadro, consentendo una drastica riduzione del cablaggio: fra componenti di derivazione e cavi eliminati su ogni singolo asse, Betti ha potuto contenere gli ingombri in maniera sensibile, con un risparmio di circa il 5% sui costi associati alla progettazione e allo sviluppo dello schema elettrico. La linea è coordinata da un controllore Omron NJ a 16 assi. I sincronismi sono rispettati: la piattaforma di automazione e quella di programmazione escludono qualsiasi collisione laddove entrano in gioco le interazioni fra assi 074 Un investimento per il futuro Le richieste di OrtoVerde S.c.a.p.a e in particolare quelle riguardanti velocità e precisione nel posizionamento del dispenser sono state pienamente soddisfatte. L’astucciatrice, oggi in funzione presso gli stabilimenti OrtoVerde, è in grado di operare alla velocità richiesta con una percentuale di scarto del due per mille. La semplificazione delle operazioni di cablaggio, il dimensionamento dell’impianto e la messa in servizio in tempi brevi hanno fornito ulteriore valore all’impianto, consentendo a Betti di acquisire, al di là della commessa, anche un prezioso know-how da utilizzare nell’immediato futuro. Mutuando Automazione Industriale - Aprile 2014 sul campo è affidato a un pannello touchscreen Omron NS8: da qui l’operatore può monitorare le informazioni di stato dei singoli posizionamenti, i comandi manuali sugli assi e le notifiche relative ad allarmi e diagnostica l’esperienza acquisita su piattaforma Sysmac, in particolare, la società può ora spingersi su applicazioni più complesse, rispondendo meglio e più rapidamente alle specifiche che riguardano velocità, cambi formato e riduzione dei costi. Una piattaforma come Sysmac migliora in questo senso la capacità dell’azienda di modellare i propri progetti in funzione del prodotto da lavorare e di sviluppare macchine flessibili che, in molti casi, riescono a lavorare varie tipologie di prodotti sfruttando un’unica applicazione. Non trascurabile a questo proposito, la possibilità di sfruttare un’architettura software molto razionale che permette di programmare in maniera molto semplice i blocchi relativi agli inseguimenti, variando in modo opportuno il profilo di camma. Nel complesso, l’investimento sull’architettura Omron ha migliorato il livello di integrazione fra meccanica ed elettronica. Conclude Matteo Betti: “Storicamente, il nostro punto di forza sta proprio nell’integrazione fra diversi sistemi di riempimento all’interno di singole applicazioni; il mercato ci riconosce una grande capacità nella progettazione e realizzazione di macchine in grado di lavorare diversi tipi di astucci. Crediamo che la complessità debba rimanere dietro le quinte, che il cliente cioè non debba percepire le problematiche che ogni progetto reca in sé: deve semplicemente poter lavorare in autonomia. I plc e tutti gli altri componenti Omron di ultima generazione vanno proprio in questa direzione, permettendoci di integrare le varie peculiarità dell’applicazione su un’unica linea e di offrire all’utente finale, e in particolare all’operatore, una soluzione pratica e al tempo stesso gratificante”. Automazione applicata Alimentare Marcatura laser per formaggi di qualità Caseificio Palazzo ha rinnovato i processi di tracciabilità interna scegliendo la tecnologia di Panasonic di Laura Rubini D a oltre cinquant’anni Caseificio Palazzo è specializzato nella produzione di mozzarelle, 076 Automazione Industriale - Aprile 2014 cacioricotta, burrate, scamorze e Caciocavallo Silano Dop. La storica azienda di Putignano (BA) si contraddistingue sul mercato nazionale per la qualità dei propri formaggi, nel rispetto delle più antiche tradizioni locali. Il ciclo artigianale è governato da meticolosi e quotidiani controlli e sulla materia prima e sul prodotto finito. Come tutte le aziende del settore alimentare, anche Caseificio Palazzo deve rispettare la normativa sulla tracciabilità. Mentre un tempo ci si limitava a conoscere le caratteristiche di un prodotto alimentare attraverso l’etichetta, oggi diventa sempre più importante conoscere anche la sua storia. La tracciabilità è l’identificazione delle aziende che hanno contribuito alla definizione di un determinato prodotto Alimentare Automazione applicata alimentare e viene incontro alle richieste del consumatore riguardo l’origine e la qualità degli alimenti. Essa permette di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione. In sintesi, è la possibilità di risalire alla storia, alle trasformazioni o alla collocazione di un prodotto alimentare attraverso informazioni documentate. L’identificazione è basata sul monitoraggio dei flussi materiali dal produttore della materia prima fino al consumatore finale. Caseificio Palazzo si trovava nelle condizioni di dover sostituire tutte le sue linee di marcatura a getto di inchiostro dei contenitori plastici. La ricerca è stata sin da subito indirizzata verso la tecnologia laser che offre numerosi vantaggi in termini di affidabilità, qualità di marcatura e velocità di incisione. La selezione della soluzione laser più adeguata ha richiesto però molto tempo perché alcuni produttori di marcatori erano sì in grado di garantire elevata leggibilità, ma non di marcare ad alte velocità, o viceversa. Alla fine, la scelta Caseificio Palazzo produce mozzarelle, cacioricotta, burrate e scamorze Per la marcatura dei contenitori plastici, Caseificio Palazzo ha scelto la soluzione LP-430 di Panasonic è ricaduta sul marcatore laser LP-430 di Panasonic Electric Works, con sorgente laser a CO2, 30 W di potenza e spot di 95 μm, particolarmente adatto alla marcatura sulle confezioni di plastica. L’elemento fondamentale in base al quale è stata realizzata la soluzione di tracciabilità è la marcatura laser: la versatilità e la precisione, nonché la possibilità di marcare scritte leggibili e permanenti hanno permesso di soddisfare le richieste del cliente di gestire al meglio la tracciabilità, di avere un sistema poco invasivo, di concentrare un buon numero di informazioni in uno spazio ridotto. I sistemi a corollario hanno poi permesso di gestire le informazioni permettendo un corretto interfacciamento verso i sistemi informativi aziendali. La possibilità di marcare direttamente con il laser sulla plastica ha permesso quindi di risolvere i problemi di tracciabilità con un impatto minimo con il vantaggio di avere marcature senza contatto e soprattutto senza ‘consumabili’. Infatti la tecnologia laser non utilizza, a differenza dell’ink-jet, materiale di consumo, consentendo di ottenere un Roi in un periodo molto breve. Aprile 2014 - Automazione Industriale 077 Automazione applicata Alimentare Un buon infuso si vede dalla bustina La sensoristica Sick applicata alla lettura delle foglie di tè, della carta filtro e delle cuciture dei sacchetti massimizza la produttività delle macchine Teamac di Enrica Biondini F ondata nel 1993 nella Packaging Valley bolognese e dal 2003 parte del Gruppo Marchesini, attivo nel settore del confezionamento alimentare, cosmetico e farmaceutico, Teamac è un’azienda specializzata nella produzione di macchine per il confezionamento del tè in sacchetti filtro a doppia camera, con filo ed etichetta, chiuso utilizzando due nodi, senza punti metallici o altri materiali aggiuntivi. Da sempre molto attenta alle richieste del mercato, la società ha sviluppato diverse soluzioni basandosi su alcuni requisiti essenziali come la qualità, l’efficienza e la versatilità. Questi requisiti, insieme all’evoluzione tecnologica delle macchine e, non da meno, la nostra appartenenza al Gruppo Marchesini, hanno contribuito al successo internazionale di Teamac. L’azienda ad oggi ha installato oltre 078 Automazione Industriale - Aprile 2014 120 macchine in tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, all’Asia e all’Africa. Teamac produce due modelli di macchina, MD20 e MD20 Plus. Lanciate sul mercato nel 2002, le macchine MD20 e MD20 Plus, rappresentano la sintesi della tradizione, della competenza e dell’innovazione nella produzione delle bustine doppia camera senza punto metallico. Il modello MD20 nasce per rispondere alla richiesta di semplicità, mentre la macchina MD20 Plus si concentra sulla flessibilità di produzione. Entrambe le macchine non utilizzano punti metallici per fissare il filo alla bustina e all’etichetta, bensì chiudono la bustina effettuando due nodi con lo stesso filo, un tipo di chiusura innovativo e completamente ecologico. La macchina MD20 produce bustine doppia camera confezionate in busta esterna termosaldata e può essere dotata di uscita con conteggio per prelievo manuale, oppure con inscatolatore automatico, mentre la macchina MD20 Plus, soprannominata ‘la macchina versatile’, può produrre bustine doppia camera semplici, bustine confezionate in busta esterna termosaldata, oppure confezionate in busta esterna zigrinata. La macchina è fornita anche con un gruppo optional atto ad alimentare, aprire, riempire e chiudere le scatole automaticamente in file singole o multiple di bustine precontate. Con entrambe le macchine, è possibile lavorare diverse tipologie di scatole (flip-top, tuck-in), incluse scatole speciali e completamente chiuse con sistemi di apertura incollati ‘a strappo’. I componenti delle macchine sono prodotti in Italia all’interno di Alimentare Automazione applicata fabbriche specializzate del Gruppo Marchesini, con garanzia di alta qualità, efficienza e affidabilità che garantisce una velocità di produzione di 200 pezzi al minuto, in qualsiasi configurazione. Grazie alla speciale tecnologia del sistema di annodatura, le macchine Teamac consentono anche di abbassare sensibilmente i costi di produzione, riducendo il consumo dei materiali e dei pezzi di ricambio rispetto alla concorrenza. Con le agenzie di rappresentanza Teamac dislocate in 20 Paesi nel mondo, offriamo ai clienti un forte supporto a livello internazionale, servendoci di un’efficiente e tempestivo servizio di post-vendita e assistenza locale, con tecnici specializzati, istruiti in Italia. Qualità e costanza, grazie ai sensori Per dare un valore aggiunto alle sue macchine, Teamac ha scelto di equipaggiarle con i prodotti Sick, a partire dalla sensoristica di base fino a quella più sofisticata. La versatilità dei prodotti Sick ne ha consentito l’utilizzo in molteplici applicazioni, dalla lettura delle foglie di tè, tramite il sensore capacitivo CM30, sino alla lettura, in movimento, della carta filtro che forma il sacchetto con il sensore di contrasto KT mini. Inoltre, attraverso la tecnologia di Sick i tempi di cambio materiali delle macchine si sono ridotti, ottimizzando così i costi di produzione. Grazie alla flessibilità e alla facilità di set-up di questi sensori, infatti, il cambio di materiali, di stampa e di colore diventa un’operazione di pochi secondi. In precedenza, in queste fasi venivano riscontrati svariati problemi di messa a punto dei sensori, dovuti principalmente alla natura polverosa dell’ambiente in cui si opera. Come le principali macchine di ultima generazione, le bustine di tè sono chiuse con un punto di cucitura (senza punto metallico) e, per garantire ai clienti finali il miglior livello qualitativo, Teamac ha scelto di installare la telecamera di visione Inspector di Sick, che controlla, oltre al sacchetto, anche la corretta cucitura. Il sensore di visione Sick, mediante il controllo dei pixel, discrimina il prodotto corretto dalla condizione di scarto. La velocità di elaborazione e la ripetibilità dei suoi tempi di risposta permettono a Inspector di eseguire il controllo anche alla massima velocità della macchina, senza porre limiti alla capacità di produzione. Inspector, come Teamac, rappresenta l’ultima generazione di soluzioni tecniche, che consentono di operare in ambienti polverosi dove sono maggiormente richieste doti di affidabilità, facilità di manutenzione, resistenza all’abrasione e ai detergenti usati per la pulizia. “La telecamera Inspector è un prodotto eccezionale per come è stato sviluppato e installato sulle nostre macchine, in quanto i nostri sacchetti vengono chiusi con un nodo cucito ed è necessario utilizzare sensori in grado di discriminare anche il più piccolo difetto. Inspector è in grado di effettuare proprio questo tipo di controllo”, spiega lo staff tecnico di Teamac. “Siamo molto soddisfatti di aver optato per Inspector perché mantiene costanti le sue performance anche dopo anni e soprattutto non risente degli ambienti polverosi. Grazie a questa telecamera di visione, l’affidabilità delle nostre macchine è garantita”. Teamac ha trovato in Sick un partner di fiducia in grado di garantire la massima efficienza per le sue macchine, oltre ad offrire una gamma di prodotti a 360°. “In particolare, abbiamo apprezzato di Sick la ripetibilità delle performance dei sensori nel tempo e tra diverse forniture”, concludono i responsabili dello staff tecnico di Teamac. Aprile 2014 - Automazione Industriale 079 Automazione applicata Alimentare Un birrificio a prova di futuro grazie alla simulazione Utilizzando il software Plant Simulation di Tecnomatix, soluzione per il digital manufacturing di Siemens Plm Software, il birrificio Paulaner ha organizzato in modo efficiente i suoi processi e potenziato la propria attività di Carolina Mirò La simulazione è uno strumento completamente convalidati e, quindi, fin dall’inizio corretti: scenari di progettazione alternativi possono essere confrontati per determinare il miglior equilibrio tra prestazioni, flessibilità e costi. Utilizzando la simulazione è facile identificare le sfide e pianificare la migliore strategia per soddisfare completamente la domanda dei clienti. L’esperienza di Paulaner, storico birrificio tedesco, conferma quanto detto. fondamentale in un impianto complesso come quello di Paulaner, nel quale è quasi impossibile stimare manualmente quali saranno le performance del sistema S ono diversi i fattori che devono essere presi in considerazione quando si progetta un birrificio: la richiesta stagionale, il fatturato, la flessibilità nella realizzazione di nuovi prodotti e la varietà delle confezioni, la qualità e la freschezza della birra stessa. Per gestire 080 Automazione Industriale - Aprile 2014 efficacemente questi elementi si utilizzano tecnologie automatizzate e attrezzature costose e occorre quindi garantire che i processi soddisfino i requisiti attuali e futuri dell’impianto. Non sorprende, dunque, che la simulazione sia lo strumento ideale per implementare processi Sistemi e processi ottimizzati Ogni anno in oltre 70 Paesi sono bevuti più di due milioni di ettolitri di birra Paulaner. La prima menzione ufficiale del Birrificio risale al 24 febbraio 1634, anno della sua fondazione. Da allora Paulaner è parte integrante della cultura, della tradizione e della storia di Monaco e ha via via superato i confini della città bavarese acquistando una popolarità internazionale. Questo è particolarmente vero per la Paulaner Hefeweissbier che, oggi, è una delle birre più famose al mondo. Per sostenere un ritmo di crescita così importante, il sito produttivo Paulaner avrebbe dovuto espandersi ma, vista la mancanza di spazio e l’insufficienza dei collegamenti di Per applicazioni di sicurezza in zone a rischio di esplosione per polveri e gas Manometri Digitali Manometri digitali a sicurezza intrinseca Trasmettitori di Pressione Trasmettitori di pressione a sicurezza DQWLGHÁDJUDQWH Trasmettitori di pressione a sicurezza intrinseca per applicazioni industriali www.keller-druck.com Automazione applicata Alimentare trasporto vicini, non era possibile, per lo stabilimento, ospitare un maggior volume di prodotto. Paulaner ha così iniziato la pianificazione di un nuovo birrificio nella periferia di Monaco di Baviera. Per facilitare la costruzione di uno stabilimento a regola d’arte, iSilog, fornitore di servizi di simulazione, ha proposto a Paulaner il software Plant Simulation, parte del portafoglio Tecnomatix di Siemens Plm Software. La soluzione comprende macchinari specifici per il birrificio, come Brew House, le vasche di fermentazione, i filtri, i serbatoi di birra luminosi, le linee di riempimento e di stoccaggio. L’utilizzo di questi strumenti rende più semplice l’analisi del processo di produzione e la valutazione di diverse strategie di pianificazione e di scenari. iSilog, fornitore di servizi di simulazione, ha proposto a Paulaner il software Plant Simulation, parte del portafoglio Tecnomatix di Siemens Plm Software Valutazione delle prestazioni I dati di input del modello di simulazione sono definiti in un documento condiviso, strutturato in diversi registri con input per la domanda dei clienti e per la proprietà delle fasi del processo (Brew House, fermentazione, filtro, Bbt, riempimento e magazzino). Grazie a Plant Simulation, è possibile poi definire la capacità del serbatoio (numero, dimensioni), la disponibilità di linee di riempimento e definire il calendario per le diverse fasi del processo. “Possiamo sfruttare le potenzialità di questo software senza la conoscenza dettagliata di come si crea un modello di simulazione, perché è sufficiente definire i dati di input nei fogli di calcolo”, spiegano in 082 Automazione Industriale - Aprile 2014 Paulaner. Dopo l’importazione in Plant Simulation, i componenti del modello sono generati e configurati automaticamente secondo i dati di input. “Oltre a essere semplice da utilizzare, la soluzione adottata crea la possibilità di ricercare efficacemente scenari differenti in breve tempo e offre diversi indicatori di performance per valutare le prestazioni del birrificio”, sostengono gli interessati. Paulaner può così valutare l’influenza dei vari fattori che intervengono nel processo (domanda dei consumatori, guasti ecc.) e confermare che si stiano facendo i giusti investimenti in serbatoi e attrezzature. Obiettivi centrati Continuare a migliorare gli indicatori chiave di performance, inclusi i requisiti Ogni anno in oltre 70 Paesi sono bevuti più di due milioni di ettolitri di birra Paulaner di calore, il consumo di energia e quello di acqua e la perdita di estratto, implementare l’energia ecosostenibile e garantire che i processi, i flussi di lavoro e le capacità fossero equilibrati e ottimizzati erano gli obiettivi che Paulaner si era prefissata all’avvio del progetto. Con Plant Simulation, l’azienda ha saputo affrontare e superare una serie di problematiche fondamentali, tra cui identificare le sfide esistenti e sviluppare strategie migliori, come la pulizia, la conversione, le dimensioni dei lotti, la pianificazione e il controllo della produzione. Il tutto è stato ottenuto rispondendo alla domanda dei clienti, tenuto conto dei limiti del nuovo stabilimento di birra in rapporto ai prodotti e alle richieste future. La simulazione ha quindi consentito a Paulaner di adottare l’approccio migliore per armonizzare la domanda dei clienti, il flusso delle merci in entrata, la dimensione dei lotti e le linee di confezionamento e di affinare strategie differenti in funzione del mix e della quantità di prodotto. Nei sistemi complessi con grandi interdipendenze, come negli impianti di produzione di birra, è quasi impossibile stimare manualmente quali saranno le performance del sistema, per questo una tecnologia come Plant Simulation è uno strumento fondamentale per trasformare la gestione di tali interdipendenze in realtà. “Il software di Siemens rappresenta per noi uno strumento di pianificazione essenziale”, concludono in Paulaner. Centro assistenza non autorizzato Centro assistenza Moog Ugelli otturati Accumulo di detriti Superficie liscia e pulita dopo l’ assistenza originale Moog Motore lineare servovalvola ©2013 Moog. Tutti i diritti riservati DIFFERENZA CHIARA, BENEFICIO EVIDENTE. CON IL SERVIZIO ASSISTENZA MOOG. MOOG GLOBAL SUPPORT®. VITA LUNGA AI VOSTRI SISTEMI. Affida le prestazioni dei tuoi sistemi al Servizio Assistenza Moog, trasforma i benefici evidenti di un servizio esclusivo in un vantaggio competitivo, capace di durare nel tempo. Solo Moog Global Support garantisce ricambi originali Moog, qualità costante nel mondo e rapidità nel processo riparazione. Rivolgiti a Moog per ogni informazione, troverai tutta l’esperienza e la competenza necessarie per risolvere ogni problema di assistenza, semplice o complesso, nel migliore dei modi. 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