CALENDARIO EVENTI XC = gare MTB XC Granfondo

·
SETTEMBRE 2014
·
3,50 E
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio-Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ISSN1125-1549
N°383
Per Camozzi e MP Filtri
mezzo secolo di successi
Il futuro del Co-Design
è sempre più social
SUPPLEMENTO
FLUIDOTECNICA
DOSSIER
MACCHINE UTENSILI
Progetto2_Layout 1 22/10/10 09.17 Pagina 1
ORGANIZZATO DA:
FOC
PACKA U S
GING
LA MOSTRA
IL CONVEGNO
I LABORATORI
In uno spazio specifico sarà allestita
un’esposizione a cura delle aziende
partecipanti, in cui sarà possibile confrontarsi con l’attuale offerta commerciale.
Nel corso della giornata si susseguiranno seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30
minuti ciascuno.
Nati con il proposito di offrire gratuitamente cultura e conoscenza in una
modalità semplice e in grado di dare
un ritorno di immagine alle aziende
che si metteranno in gioco proponendo
il corso.
CON IL PATROCINIO DI:
Quest’anno Machine Automation punterà i riflettori sul mondo del Packaging
con particolare riferimento alle applicazioni per i settori Food & Beverage e Life
Science. In questi ambiti l’utilizzo di sistemi di automazione smart, di controlli
‘embedded’ sempre più performanti, unitamente all’impiego di tecnologie
per l’identificazione e la tracciabilità, si rivela un fattore competitivo a cui chi
opera nel settore manifatturiero.Dal punto di vista tecnologico, il focus sarà su
componenti e sistemi per l’identificazione e la tracciabilità in produzione quale
chiave di volta per migliorare la qualità dei prodotti e ottimizzare i processi in linea
e a fine linea. Le tecnologie per la visione artificiale giocano un ruolo importante
al servizio di queste funzioni e saranno tra i protagonisti di MA – Machine
Automation 2014.
A CHI SI RIVOLGE
L’evento si rivolge a manager, tecnici,
progettisti, specialisti e opinion leader
che operano nel mondo produttivo in
qualità di costruttori OEM, costruttori
di impianti e linee di produzione,
system integrator, utilizzatori finali
(automotive, meccanica, elettronica/
elettrotecnica, alimentare, energia,
farmaceutico, chimico ecc.) e fornitori
di servizi ad elevato valore (studi di
progettazione, R&S ecc.).
Per aderire
Online all’indirizzo ma.mostreconvegno.it
La partecipazione ai seminari, alla mostra e ai laboratori è gratuita.
Tutta la documentazione sarà disponibile on-line.
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014
Come arrivare
a IBM Client Center – Segrate MI
Auto
Tangenziale Est – Linate uscita nr. 6. Seguire
indicazioni Aeroporto. Al semaforo in prossimità
dell’aeroporto girare verso sinistra procedendo
CON LA COLLABORAZIONE DI:
sulla S.S. Paullese. Alla terza rotonda girare verso
destra seguendo le indicazioni per Paullo-Peschiera
Borromeo. Percorrere l’intera circonvallazione e alla
prima rotonda girare a sinistra per l’ingresso in IBM.
Coordinate per uso del GPS: Lat. 45.466 – Long. 9.295
+45° 27’57.60”, + 9° 17’42.00”
Treno
Milano Centrale - Navetta gratuita da e per Lambrate
Metropolitna Linea 2 (verde) fino alla stazione di Lambrate,
poi Navetta gratuita fino a IBM
IBM Client Center –
Circonvallazione Idroscalo 20090 Segrate MI
Perr in
P
Pe
inf
informazioni
f o rmaz
form
aziio
i o nii
Tel 02 49976533 – 335 276990
machineautomation@fieramilanomedia.it – ma.mostreconvegno.it
ORGANIZZATO DA:
FOC
PACKA U S
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LA MOSTRA
IL CONVEGNO
I LABORATORI
In uno spazio specifico sarà allestita
un’esposizione a cura delle aziende
partecipanti, in cui sarà possibile confrontarsi con l’attuale offerta commerciale.
Nel corso della giornata si susseguiranno seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30
minuti ciascuno.
Nati con il proposito di offrire gratuitamente cultura e conoscenza in una
modalità semplice e in grado di dare
un ritorno di immagine alle aziende
che si metteranno in gioco proponendo
il corso.
CON IL PATROCINIO DI:
Quest’anno Machine Automation punterà i riflettori sul mondo del Packaging
con particolare riferimento alle applicazioni per i settori Food & Beverage e Life
Science. In questi ambiti l’utilizzo di sistemi di automazione smart, di controlli
‘embedded’ sempre più performanti, unitamente all’impiego di tecnologie
per l’identificazione e la tracciabilità, si rivela un fattore competitivo a cui chi
opera nel settore manifatturiero.Dal punto di vista tecnologico, il focus sarà su
componenti e sistemi per l’identificazione e la tracciabilità in produzione quale
chiave di volta per migliorare la qualità dei prodotti e ottimizzare i processi in linea
e a fine linea. Le tecnologie per la visione artificiale giocano un ruolo importante
al servizio di queste funzioni e saranno tra i protagonisti di MA – Machine
Automation 2014.
A CHI SI RIVOLGE
L’evento si rivolge a manager, tecnici,
progettisti, specialisti e opinion leader
che operano nel mondo produttivo in
qualità di costruttori OEM, costruttori
di impianti e linee di produzione,
system integrator, utilizzatori finali
(automotive, meccanica, elettronica/
elettrotecnica, alimentare, energia,
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progettazione, R&S ecc.).
Per aderire
Online all’indirizzo ma.mostreconvegno.it
La partecipazione ai seminari, alla mostra e ai laboratori è gratuita.
Tutta la documentazione sarà disponibile on-line.
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014
Come arrivare
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dell’aeroporto girare verso sinistra procedendo
CON LA COLLABORAZIONE DI:
sulla S.S. Paullese. Alla terza rotonda girare verso
destra seguendo le indicazioni per Paullo-Peschiera
Borromeo. Percorrere l’intera circonvallazione e alla
prima rotonda girare a sinistra per l’ingresso in IBM.
Coordinate per uso del GPS: Lat. 45.466 – Long. 9.295
+45° 27’57.60”, + 9° 17’42.00”
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03.05.2013 13:33:23
EDITORIALE
LUCA ROSSI
Il manifatturiero è il nostro futuro
Il fenomeno di propagazione massiccia di finanza nell’economia italiana, avvenuto negli anni
90, ci aveva fatto pensare che nel nostro Paese il manifatturiero tramontasse lentamente a
favore del terziario e dei servizi. A fronte di uno scenario internazionale estremamente mutato
e di un clima recessivo, che dal 2009 ha cambiato irreversibilmente le dinamiche mondiali di
domanda e offerta, le aziende italiane hanno dovuto resistere alla crisi. L’emergere dei Paesi
in via di sviluppo come produttori di beni da immettere sul mercato internazionale ha portato
a un aumento della competitività in termini di offerta ma anche di prezzi, con la conseguente
delocalizzazione dei siti produttivi. Ma la storia economica dimostra che oggi solo ritornando alla
fabbrica l’Italia può ripartire.
Da un’indagine condotta UniClub MoRe Back Reshoring,
nell’ambito delle dinamiche
che stanno caratterizzando
il manifatturiero stiamo
assistendo ad un fenomeno
nuovo, noto come back
reshoring, ossia riportare
in patria i siti produttivi
precedentemente delocalizzati all’estero. Secondo
recenti questi studi l’Italia è
il secondo Paese nel mondo
per rimpatri produttivi, alle
spalle solo degli Stati Uniti e
quindi primo in Europa.
Per quanto riguarda gli
interventi di politica industriale che il Governo dovrebbe approntare per favorire il ritorno del
manifatturiero in Italia, il 30% delle aziende ritiene che la priorità sia la riduzione del cuneo
fiscale, più di un quarto di esse la semplificazione della burocrazia e il 18% del campione la
detassazione degli utili in ricerca e sviluppo. Un altro dato interessante che emerge in questa
analisi è come siano maggiormente le aziende che hanno messo in atto politiche di back
reshoring a dimostrarsi particolarmente aperte al cambiamento tecnologico, all’innovazione
e ai nuovi modelli organizzativi. Sulla sensibilità nei confronti dell’innovazione, è significativo
notare come secondo le aziende rientrate, i principali meccanismi di stimolo siano tutti rivolti
al miglioramento del prodotto finale.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
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Editoriale
11 Il manifatturiero è il nostro
futuro
Scenari
44 L’automazione corre a due cifre
G. Peloso
La divisione meccatronica MDS,
di Bonfiglioli, ha iniziato a macinare
successi.
L. Rossi
Scenari
28 Camozzi il successo
di fare impresa
L. Rossi
Camozzi celebra quest’anno mezzo
secolo del Gruppo leader a livello
internazionale.
Scenari
38 Più smart, più lean
A. Pellegrini
Rollon prosegue il suo percorso
di crescita migliorando prodotti e
servizi.
Scenari
42 Dassault Systèmes presenta
le strategie
Inchiesta
58 Rivoluzione elettrica
nell’automotive
Scenari
48 Formare i professionisti
del futuro
M. Zambelli
La tecnologia è pronta, gli incentivi
statali sono allocati, le prestazioni
sono superiori.
A. Marzetta
Realizzare un ponte tra scuola e
lavoro, favorendo l’alternanza fra
questi due mondi.
Scenari
34 Il mercato della robotica
L. Rossi
MP Filtri festeggia cinquant’anni di
storia. Oggi è una realtà di successo
internazionale.
Co-Design, progettazione collaborativa
o social design sono sinonimi di
sviuluppo prodotto.
Economia
64 Un crescendo in controtendenza
L. Rossi
Il fatturato dell’industria italiana dei
dii tr
trasmissione movimento è
sistemi
mi d
trasmissio
in crescita.
Inchiesta
52 I vantaggi (e i segreti)
del Co-Design
G. Peloso
Economia
70 Segnali di ripresa
DOSSIER
D
O SS
S
T. Bosotti
Per le imprese italiane costruttrici di macchine
ma
acchine
ne
utensili si comincia a sperare.
Ricerca
Ricerc
rca
a
74 Le macchine utensili di domani
Automazione
72 Lavorare l’albero motore
efficacemente
M. Scherer
Comau progetta una nuova serie di
equipaggiamenti per questo componente.
L. Rossi
Un successo il quinto 3DX Partners
Forum: evento annuale di Dassault
Systèmes.
MACCHINE
M
A CCH
H
UTENSILI
M. Leonesio
Si basano su nuove tecnologie,
materiali e strutture le macchine
utensili del futuro.
SOMMARIO
PROGETTARE
N. 383 SETTEMBRE
34
48
28
38
42
44
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
13
DOSSIER
D
O S SI
MACCHINE
M
AC
C CH
UTENSILI
Meccanica
Mecc
cca
an
Cuscinetti
ad altissima
78
8 C
i
velocità
E. Castello
NSK ha sviluppato una nuova
gamma di cuscinetti a sfere a
contatto obliquo.
Automazione
80 Tutto inizia da un buon
progetto
P. Ficetti
Fanuc ha sviluppato nuovi e più
avanzati controlli numerici per
macchine utensili.
Software
86 L’antenna c è ma non si ‘vede’
F. De Vita, S. Di Marco, F. Costa, P. Turchi
Gli aeroplani e le navi ‘stealth’ hanno
antenne che trasmettono in incognito.
Automazione
90 Nuove soluzioni al lavoro
M. Bausch
Parker Hannifin estende la sua gamma
di elettrocilindri con il nuovo ETH125.
J. Di Blasio
Celebrazioni e novità per i dieci anni
dello stabilimento Lenze di Ruitz, centro
logistico altamente automizzato
Automazione
104 Navette LGV dal progetto alla
produzione
E. Biondini, C. Sinatra
Nella produzione di veicoli automatici
LGV, Ocme utilizza i sensori del
produttore Sick .
Automazione
92 Dedicati alla linea produttiva
J. Di Blasio
Le più recenti soluzioni per il movimento
nelle proposte di Sew Eurodrive.
Rassegna Bi-Mu
108 Componenti in fiera
a cura di S. Viviani
29° Bi-Mu, vetrina biennale dedicata
al mondo delle macchine utensili.
Meccanica
94 Prodotti robusti per i minerali
A. Alessandri
Per trasportare minerale sullo Yangtze si
usano motoriduttori Nord Drivesys
Software
82 Soluzioni che illuminano
la progettazione
M. Bausch
Osai utilizza Autodesk per
automatizzare il ciclo di vita delle
sue realizzazioni.
Automazione
100 Meccatronica sotto i riflettori
RUBRICHE
Automazione
98 Efficienza al massimo stadio
M. Busch
La sicurezza nelle arene rimane anche
dopo i campionati mondiali.
12
Elenco inserzionisti
21
News
114
Contatti utili
SOMMARIO
PROGETTARE
N. 383 SETTEMBRE
100
92
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progettare
proge
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getta
ge
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3•
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SETTEMBRE
SET
TTEMBRE
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2
2014
01
14
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relativa all’analisi vibrazionale livello 1 e 2, rilasciata dal prestigioso BINDT (British Institute of Non-Destructive Testing).
Per iscrizioni chiamare il numero verde 800 019711 oppure visitare il sito www.skf.it (sezione corsi)
e compilare il modulo di adesione.
Calendario corsi di formazione SKF luglio-dicembre 2014
Formazione
Certificazione
ISO 18436
Manutenzione
Affidabilità
e diagnostica
Progettazione
Ingegneria di
manutenzione
Nome del corso
Durata
Data
Analisi Vibrazionale livello 1.
32 ore
20-24 Ott
Analisi Vibrazionale livello 2.
40 ore
7-12 Lug, 10-15 Nov
Bearing Basics. Corso base sui cuscinetti volventi.
1,5 giorni 3-4 Lug, 27-28 Ott
Bearing Maintenance. Corso sul montaggio/smontaggio dei cuscinetti volventi e loro manutenzione. 1 giorno
4 Set, 19 Nov
La trasmissione di potenza.
5 Set, 11 Dic
1 giorno
Corso sulla conoscenza e l’utilizzo dei riduttori industriali.
2,5 giorni 6-8 Ott
Tecniche di allineamento e bilanciamento.
1,5 giorni 17-18 Nov
Corso sulla gestione della lubrifi cazione.
1,5 giorni 15-16 Set, 15-16 Dic
Corso sulla conoscenza e sulla diagnostica dei motori elettrici.
2 giorni
Analisi e classificazione dei danneggiamenti dei cuscinetti volventi.
1,5 giorni 1-2 Lug, 22-23 Set, 9-10 Dic
17-19 Set
Corso sulle tecniche di diagnostica e analisi non distruttive su macchine rotanti.
2,5 giorni 14-16 Lug
Corso base sull’analisi vibrazionale.
2 giorni
8-10 Set, 24-26 Nov
Corso avanzato sull’analisi vibrazionale.
2 giorni
10-12 Set, 26-28 Nov
Corso di specializzazione sull’analisi vibrazionale.
1,5 giorni 9-10 Ott
Bearing Applications. Scelta e dimensionamento dei cuscinetti volventi.
3 giorni
13-16 Ott, 1-4 Dic
Failure Mode, Effects and Criticality Analysis.
1 giorno
20 Nov
Corso sulle strategie di manutenzione.
1,5 giorni 24-25 Set, 3-4 Nov
Corso sulle metodologie per misurare l’efficacia di manutenzione.
1 giorno
26 Set, 5 Nov
SKF Solution Factory – via Guido Rossa 2, Moncalieri, Torino
www.skf.it
The Power of Knowledge Engineering
® SKF è un marchio registrato del Gruppo SKF. | © Gruppo SKF 2013
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INSERZIONISTI
AZIENDA
PAG.
AIGNEP
AZIENDA
fluidotecnica 6
ALFAMATIC
63
API
fluidotecnica III COPERTINA
AVENTICS
19
AZ PNEUMATICA
MAYR ITALIA
41
MESAGO MESSE
77
MESSE FRANKFURT
METAL WORK
fluidotecnica 21/97
fluidotecnica II COPERTINA
fluidotecnica 5
MONDIAL
8
7
MP FILTRI
18
BOSCH OIL CONTROL
57
NADELLA
47
CIMSYSTEM
46
NORD MOTORIDUTTORI
27
BONFIGLIOLI RIDUTTORI
COMSOL
9
COSTANTE SESINO
fluidotecnica IV° COPERTINA
OMT
fluidotecnica 8
OP
fluidotecnica 4
CPM
24
PNEUMAX
III COPERTINA
EFIM - EMO 2015
56
PRECISION MOTION INDUSTRIES
IV COPERTINA
ELESA
20
ROLLON
67
RS COMPONENTS
12
RW ITALIA
68
SALCA
89
SEW EURODRIVE
85
SKF INDUSTRIE
15
SMALLEY
21
ELETTROTEC
fluidotecnica BATTENTE
EURAL GNUTTI
II COPERTINA
FAI FILTRI
fluidotecnica 3
FESTO
I COPERTINA
GAMAVUOTO
23
GIMATIC
fluidotecnica 10
HAWE ITALIANA
10
HYDAC
fluidotecnica 13
ITALCUSCINETTI
SMC ITALIA
VUOTOTECNICA
6
IN COPERTINA
Presa versatile come la mano umana
·
SETTEMBRE 2014
·
3,50
3
50 E
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N°383
Festo S.p.A.
Per Camozzi e MP Filtri
mezzo secolo di successi
16
PAG.
Il futuro del Co-Design
è sempre più social
SUPPLEMENTO
FLUIDOTECNICA
progettare 383 •
Via Enrico Fermi, 36/38
20090 Assago (Milano)
www.festo.it
Tel 02 457881
Fax 02 4880620
Email: info_it@festo.com
DOSSIER
MACCHINE UTENSILI
SETTEMBRE
2014
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NEWS
La stampa 3D open di Autodesk
Red Dot Award ad ABB
Autodesk abbraccia il mondo della
stampa 3D, con la piattaforma open
software Spark, intesa a rendere più
affidabile e facile la stampa di modelli
3D, semplificando il processo di
stampa del modello, e la sua relativa
stampante 3D, che fungerà da punto
di riferimento per l’implementazione
di Spark, dimostrando la potenza della
piattaforma. “Per molti anni ho vissuto
sentimenti contrastanti verso la stampa
3D - spiega Carl Bass, presidente e
ceo Autodesk -, affascinato dalle sue
possibilità ma frustrato dalla mancanza
di soluzioni adeguate. Autodesk porta
oggi il suo contributo con queste
due innovazioni: Spark sarà una piattaforma aperta e concessa in
licenza gratuita ai produttori hardware e a chiunque fosse interessato,
così come avverrà per la nostra stampante 3D, il cui progetto sarà
disponibile pubblicamente per consentire sperimentazioni, essendo
anche in grado di usare un’ampia gamma di materiali prodotti anche
da altri, e ulteriori sviluppi, mentre lavoreremo anche all’integrazione
di Spark in stampanti 3D già esistenti e future”. Gli interessati possono
registrarsi su www.autodesk.com/spark.
ABB ha ricevuto il Red Dot Design Award
2014 per il Sace Emax 2, interruttore
aperto di bassa tensione che, primo sul
mercato, integra in un solo dispositivo le
funzioni di protezione e di misura e controllo
dell’energia: vero e proprio Power Manager
che trova piena compatibilità di applicazione
in smart grid e nei programmi di demand
response. Grazie a un algoritmo brevettato,
il Sace Emax 2 monitora i consumi degli
impianti e interviene gestendo i carichi
al raggiungimento dei limiti impostati, a
prevenzione di picchi, sovraccarichi e blackout, riducendo fino al 15% la quota potenza e
fino al 4% il consumo di energia, con risparmi
sulla bolletta elettrica mantenendo inalterata la
produttività dell’impianto. Il premio è andato al
dispositivo ABB come miglior proposta nella
categoria Product design/Industrial devices,
sia per la superiorità tecnologica, ergonomica
e costruttiva sia per la sua sicurezza e facilità
d’uso. Questo, tanto in fase di installazione,
set-up e manutenzione, così come per
l’utente finale, con interfaccia operatore
touch-screen e connessione all’interruttore da
tablet o smartphone iOS e Android.
L’integrated industry che avanza
LBP-005-B (IT 90 X 120).ai 1 4/30/2014 6:31:48 AM
Bosch Rexroth sostiene la crescita dell’integrated industry, l’integrazione
tra automazione e ambiente informatico con interfacce aperte e standard
di programmazione che velocizza la
realizzazione di piccoli lotti e prodotti
personalizzati in modo economico
e fl essibile. Un’evoluzione naturale dell’intelligenza decentralizzata
nell’engineering meccanico, con soluzioni innovative come la tecnologia
di interfaccia Open Core Engineering
dell’azienda che porta la comodità
d’uso di smartphone e tablet nell’utilizzo e diagnostica di sistemi di
handling e macchine, con applicazioni native e filosofie di comando
touch che facilitano estremamente
anche il training degli operatori. “La
capacità di operare con più linguaggi
della soluzione consente inoltre di
programmare le macchine senza bisogno di scrivere una riga di codice
PLC - spiega Lucas Wintjes, senior vice president sales and industry sector
management Bosch Rexroth -, anche grazie agli oltre 550 strumenti virtuali
della nostra libreria, guardando già a nuove partnership con specialisti
di automazione, costruttori di macchine e utenti finali per nuove sfide in
ottica di connected industry”.
NEWS
Veicoli green,
sinergia da premio
Synergy Award for Innovation 2013
a Maplesoft, Toyota Manufacturing
Canada e all’Università di Waterloo
dall’Engineering research council
canadese, per la ricerca congiunta
nella progettazione di sistemi e
controlli automotive model-based
per migliorare sicurezza e comfort
dei veicoli riducendo consumi di
carburante ed emissioni. Il dr. John
McPhee, professore presso l’ateneo
e responsabile della congiunta
Ricerca industriale sulla modellazione
matematica e progettazione,
Nuova sede Schneider a Milano
Schneider Electric ha inaugurato la propria nuova sede milanese, situata nel
Color Building di via Stephenson 73, nei pressi della zona dove sta sorgendo
Expo2015, al fine di rafforzare la presenza commerciale in Italia: la nuova
sede sarà una delle più importanti del Gruppo nel nostro Paese, e integra
tre unità organizzative per aumentare la collaborazione tra loro, ovvero area
commerciale Lombardia Ovest, business unit buildings e business unit IT,
prima situate nelle due sedi di Baranzate e Desio. Il nuovo edificio consta
di un moderno
green building a
elevato contenuto
tecnologico,
progettato
e realizzato
secondo criteri
di sostenibilità
ed efficienza
energetica,
con impianti a
basso impatto
ambientale e
svariate soluzioni
Schneider Electric
per la distribuzione elettrica, l’automazione dell’edificio e la misurazione
dei consumi elettrici. Tra queste, quadri elettrici in media e bassa tensione,
impianti antintrusione, regolazione accessi, rivelazione incendi e sistema
di supervisione, sistema di gestione illuminazione e Hvac, armadi di rete e
cablaggio strutturato e pavimento flottante.
Siemens acquisce Tesis PLMware
ha sviluppato con il suo team la
tecnologia core al centro di MapleSim,
la piattaforma di modellazione
e simulazione di Maplesoft,
customizzando nella collaborazione
con Toyota, utente finale della
tecnologia, i modelli software per
batterie, motori, sospensioni e altri
componenti di veicoli elettrici ibridi,
portando a cicli di progettazione
più brevi, collaudi meno costosi e
qualità superiore dei prodotti, con una
migliore esperienza di guida. “Queste
nuove metodologie e tecnologie di
modellazione ci consentiranno di
distinguerci dai nostri concorrenti nel
significativo trend globale della green
automotive”, ha commentato Jim
Cooper, presidente e ceo Maplesoft.
22
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Siemens ha definito un accordo per
l’acquisizione di Tesis PLMware, azienda
specializzata nell’integrazione di software
per la gestione del ciclo di vita, PLM,
con altri applicativi per le imprese. Con
questa acquisizione Siemens amplierà
ulteriormente la propria offerta di software.
Tesis aiuta le aziende utilizzatrici a
migliorare i costi e l’efficienza dei sistemi
IT grazie a una soluzione collaudata per
l’integrazione del software Teamcenter
di Siemens con i principali sistemi ERP e
altri gestionali come MES, CRM e SCM. In
seguito all’accordo, Tesis diventerà parte
dell’offerta di Siemens PLM Software,
business unit di Siemens Industry
Automation Division. L’accordo prevede
Chuck Grindstaff, presidente e CEO di Siemens
anche l’acquisizione della società Tesis
PLM Software.
PLMware, con sede a Monaco, e della sua
divisione negli Stati Uniti. L’integrazione di
software aziendali, in particolare l’interoperabilità PLM/ERP, è fondamentale per
ottenere un flusso di informazioni efficiente e continuo, necessario alle aziende per
mantenere sotto controllo i costi e restare competitive.
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origine biologica, tutti attualmente
in fase di presentazione di
campionatura ai clienti. Le
bioplastiche sono oggi circa lo
0,1% delle materie plastiche
prodotte nel mondo, e il loro
impiego cresce al ritmo del 30%
annuo, ideali per realizzare prodotti
dal ciclo di vita relativamente
breve o in applicazioni dal ridotto
bilancio di CO2, come ad esempio
costruzione di stand fieristici,
in automobili e nei componenti
per i trasporti, architettura da giardino e del paesaggio, tecnologia
medicale, termoformatura e industria alimentare. In particolare, i primi
processi di termoformatura dei singoli tipi di PLA hanno mostrato
notevole lavorabilità. Simona sta inoltre realizzando un nuovo centro
tecnologico a Kirn, con impianti di estrusione avanzati concepiti
per ridurre i tempi di sviluppo progetti e aumentare il potenziale
innovativo, oltre a poter testare nuovi processi e materiali in un
contesto separato dalla produzione.
Premio Customer
Value a Victrex
Victrex ha ricevuto il premio European customer value leadership conferito da Frost
& Sullivan per la sua gamma di compound
che migliorano le prestazioni nei contesti
aggressivi dell’industria automobilistica
aggiungendo valore ai clienti, unitamente al servizio eccellente. In particolare,
i prodotti premium Victrex WG offrono
leggerezza, affidabilità e maggior efficienza e durata, con coefficiente di frizione
e indice di usura ridotti, fattori critici in
applicazioni sotto cofano. La sostituzione
dei metalli con i termoplastici in peek consente ai produttori automotive di ridurre
le emissioni e i consumi, grazie a motori sempre più piccoli e potenti e trasmissioni
più efficienti. I termoplastici in peek sono la soluzione ideale in grado di sopportare
un vasto spettro termico e condizioni operative prolungate in contesti aggressivi, e la
possibilità di sovrastamparli velocizza i tempi di produzione e assemblaggio, riducendo i costi di sistema. Victrex riceve il premio anche in virtù della capacità di fornire
personalizzazioni e di assicurare prontezza e sicurezza delle forniture, con consegne
di prodotti standard in max 5-7 giorni.
Simulazione fondi
per i Nobel
La Fondazione Nobel ha scelto le soluzioni MatLab
di MathWorks per supportare le strategie di assetliability management del proprio portafoglio da 500
milioni di dollari, tra azioni, proprietà, investimenti in
hedge fund e obbligazioni, impiegando modelli a 30
anni per comprenderne l’evoluzione, considerando
gli scenari di rischio e la redditività, in modo da poter
garantire riconoscimenti monetari a lungo termine ai
futuri premiati. Malgrado la Fondazione abbia infatti
costi relativamente fissi, il motore di simulazione
degli scenari di rischio di MatLab impiegherà modelli
costruiti con metodi di simulazione Monte Carlo per
analizzare, modellare e fare proiezioni della redditività
stimata degli asset, delle correlazioni significative
e delle deviazioni standard, con orizzonte a 30 anni
inizialmente per poi potenziarsi con lo sviluppo
dell’architettura del modello fino a 100, per poter
definire in anticipo contromisure orientate alla
solvibilità in caso di imprevisti, come i crolli delle
banche del 2008.
Convegno Stanimuc
Appuntamento alla Bi-Mu con Stanimuc, la libera
associazione a carattere tecnico che opera, al fianco
di UNI, nell’ambito delle attività prenormative e
normative per il settore delle macchine utensili e
dei sistemi di produzione. Dando continuità al suo
impegno convegnistico verso i costruttori e gli
utilizzatori di macchine utensili, anche per la 29a
edizione della Bi-Mu, Stanimuc ha organizzato, in
collaborazione con Ucimu-Sistemi per produrre
un incontro tecnico dal titolo: ‘Qualità, sicurezza e
ambiente: le norme a supporto dell’innovazione
e della sostenibilità delle macchine utensili’. Si
tratta di tematiche attuali e di grande interesse su
cui il mondo normativo si sta confrontando e che
vedono l’industria nazionale protagonista, nella
consapevolezza che qualità, sicurezza e attenzione
all’ambiente e all’efficienza energetica sono fattori
irrinunciabili di competitività. Il convegno si svolgerà
il 3 ottobre, dalle 14.00 alle 17.00, presso il Centro
Congressi Stella Polare all’interno del quartiere
espositivo Fieramilano-Rho. Impatto ambientale ed
efficienza energetica, distanze di sicurezza e tempi
di arresto delle parti pericolose, collaudo dei centri di
lavoro e teste accessorie, compensazione degli errori
geometrici, collaudo delle fresatrici e alesatrici: sono
questi i principali argomenti che verranno trattati dai
relatori e dibattuti con progettisti, tecnici di produzione
e collaudatori di macchine utensili presenti.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
25
NEWS
Sinergie nei compositi
Plasan Carbon Composites (PCC) ha stretto una
partnership con Toray Industries, che prevede
l’acquisizione da parte di quest’ultima del 20% di
PCC, operazione che mira a potenziare l’offerta
di materiali e tecnologie per i clienti dei settori
commerciale e automotive. “Per espandere il
mercato delle applicazioni in materiali compositi
in fibra di carbonio (Cfrp) nell’automotive, sia
per applicazioni di Classe A sia strutturali, è
necessario realizzare sinergie e siamo per
questo entusiasti della nostra nuova partnership
con Toray - ha dichiarato Jim Staargaard,
presidente e ceo di PCC -. Riteniamo che le
nostre capacità combinate con le tecnologie di
trasformazione dei materiali di Toray, già nostro
principale fornitore, saranno a tal fine di grande
aiuto. In un settore industriale e tecnologico
tanto dinamico, continueremo a sviluppare il
modo più conveniente per offrire tecnologie in
fibra di carbonio, così come facciamo con l’Oak
Ridge Lab Consortium, per sostenere la crescita
futura”. Tra le altre cose, PCC commercializza un
processo brevettato di stampaggio a pressione
ad alta velocità per pannelli della carrozzeria di
Classe A in Cfrp.
PTC, crescono bilancio e previsioni
Bilancio positivo per PTC nel secondo
semestre fiscale 2014, con ricavi cresciuti
su tutta la gamma di soluzioni, trainate
dall’attività PLM estesa e dal SLM: 85 milioni
di $ i ricavi da licenze, +8% anno su anno,
con Americhe ed Europa cresciute del 14
e 6%, a compensare il calo di Giappone e
Pacific Rim, -10 e -6%. I ricavi da licenze PLM
sono saliti del 12%, quelli da licenze SLM
dell’11%, rientrando qui anche quelle Enigma
e ThingWorx, dedicata al segmento in forte
crescita dell’Internet of things. Recupera
anche il CAD, con +3% nelle licenze. Risultati
che, insieme ai 35 grandi contratti e ai 3 mega
contratti conclusi nel trimestre, portano PTC a
rivedere in crescita il target ricavi per il 2014, a
una cifra tra 1,335 e 1,350 miliardi di $. In Italia,
PTC ha registrato forte crescita dei ricavi sia sul
canale che nelle vendite dirette, spinte queste
soprattutto dalla vendita di nuove licenze
a tre grandi aziende, Luxottica, Marposs e
Caleffi: quest’ultima in particolare ha scelto
Windchill come piattaforma standard per la
gestione strategica di tutti i processi di sviluppo
prodotto, incluse integrazione ERP e gestione
dati CAD.
26
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Tecnologie per cibi
sostenibili
Innovazione per Whirlpool è
far collaborare competenze
diverse per dare nuove
esperienze al consumatore,
come spiega Mauro Piloni,
vice presidente ricerca
e sviluppo Whirlpool
Corporation, e si esprime
nelle nuove tecnologie che
l’azienda sta sviluppando
nell’ambito di un
programma di riduzione
degli sprechi di cibo:
frigoriferi che dialogano
con gli alimenti grazie a
transponder inseriti nel
packaging, per una loro
gestione ottimale, sia in
termini sanitario-nutrizionali
che sensoriali. Innovazione
complessa che richiede
competenze appannaggio
di diverse aziende: a tal fine
è nata la Whirlpool Research & Development, società che
gestisce un ecosistema di università, aziende alimentari e
non e soggetti normativi, coordinato da un ‘change agent’.
La società ha dato vita a Sifood, associazione intesa allo
sviluppo di soluzioni tecnologiche di sostenibilità alimentare,
coinvolgendo tracciabilità e connettività, sensoristica e
packaging, preparazione, distribuzione e conservazione del
cibo, per rivoluzionare i modi di conservazione, preparazione
e consumo dei cibi, con frigoriferi e congelatori dalle
funzioni e applicazioni sempre più sofisticate.
Volkswagen sceglie MSC
Volkswagen ha scelto la soluzione di simulazione dinamica Adams/
Machinery di MSC Software per prevedere il comportamento
dinamico dei propri sistemi meccanici: Adams/Machinery è una
soluzione completamente integrata in ambiente Adams/View, studiata
per la modellazione di componenti meccanici grazie a moduli di
modellazione che consentono di costruire velocemente componenti
comuni quali ingranaggi, cinghie, catene, cuscinetti, cavi e motori
elettrici. I moduli contengono utili informazioni sui componenti e le
loro connessioni, e permettono diverse metodologie di modellazione,
con livelli diversi di difficoltà e completezza. Gli utenti sono
guidati da specifici wizard nella configurazione del modello, che
consentono di manipolare facilmente i parametri del modello e le
opzioni di modellazione, senza dover ricorrere alla creazione della
geometria e delle connessioni tra i sottosistemi, attività che vengono
automatizzate con grande risparmio di tempo.
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SCENARI
Camozzi
il successo
di fare impresa
LUCA ROSSI
Camozzi celebra quest’anno mezzo secolo di storia. Dai sacrifici
degli inizi adibendo la casa di famiglia in officina alla creazione di
un Gruppo leader a livello internazionale. Camozzi rappresenta a
pieno titolo un esempio di successo della classe imprenditoriale
italiana: un mix fatto di passione, creatività e lungimiranza.
Ripercorriamo le tappe con Marco Camozzi, direttore generale
di Camozzi SpA
Camozzi festeggia quest’anno mezzo
secolo di storia. L’azienda bresciana
rappresenta il prototipo dell’impresa
di successo. Nata cinquant’anni fa
in un angolo della casa di famiglia
dalla passione e dal desiderio dei
tre fratelli Camozzi, oggi è una delle
aziende leader al mondo nel settore
della pneumatica e parte del Gruppo omonimo. Un percorso segnato
dalla lungimiranza nelle strategie di
espansione e nelle scelte gestionali. Come l’ingresso della seconda
generazione che oggi è entrata a
pieno titolo alla guida delle aziende
del Gruppo.
Ripercorriamo le tappe salienti di
questo crescendo con Marco Camozzi, direttore generale di Camozzi SpA.
28
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Camozzi celebra cinquant’anni di attività: ci racconta gli esordi del Gruppo?
“La data ufficiale di nascita dell’azienda è
il 1964. Aiutati dal proprietario dell’azienda in cui lavoravano, che aveva dato loro
un piccolo lavoro conto terzi, tre fratelli
avevano cominciato a costruire piccoli
raccordi per acqua e manopole adibendo
la casa a piccola fabbrica. Erano i fratelli
Camozzi: Luigi, il più anziano, pensava
alla produzione; Attilio si occupava della
vendita, mentre il terzo fratello Geromino
aveva mantenuto il proprio lavoro per assicurare alla famiglia uno stipendio fisso.
Venuti poi a conoscenza di cosa fosse un
raccordo pneumatico ad aria compressa,
cominciarono a produrne per conto di
un’azienda svizzera. I tre fratelli lavoravano come operai tornitori in un’azienda
lumezzanese, ma spinti dalla volontà di
fare qualcosa in proprio ipotecarono la
casa di famiglia per acquistare un piccolo
tornio. Ma le misure della macchina da
installare in casa non erano state prese
correttamente: per riuscire a caricare le
Nella foto i tre
fratelli Camozzi (da
sinistra Geromino,
Attilio e Luigi) nel
1958 e oggi.
barre si dovette abbattere una parte di
muro del bagno di casa, che quando
si lavorava restava pertanto inagibile a
causa della barra che ostruiva completamente il passaggio. Un episodio che ci
è caro ricordare, in quanto testimonia la
passione e i sacrifici che hanno animato
fin dagli esordi i nostri fondatori”.
Due generazioni
al timone
Uno dei segreti del successo di
Camozzi è aver saputo gestire con
grande oculatezza il passaggio generazionale. Nel 1964 l’azienda nasce
dai tre fratelli: Luigi il più anziano
che seguiva la produzione; Attilio che
si occupava della vendita; Geromino
che aveva mantenuto il proprio lavoro
per assicurare alla famiglia uno stipendio fisso. Il 2002 è l’anno in cui
in passaggio generazionale viene
affrontato e brillantemente risolto:
per una settimana tutta la famiglia
Camozzi viene riunita dal presidente
in un hotel per approfondire, con
l’aiuto di un consulente, il percorso
di cambio generazionale.
Oggi in Camozzi lavora tutta la
famiglia. Degli otto cugini ognuno
ha un proprio compito e un ruolo
ben definito nelle diverse società
del Gruppo: da chi si occupa degli
acquisti a chi segue la parte legale
o di qualità, oltre ai direttori delle
quattro Divisioni.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
29
SCENARI
CAMOZZI IERI E...OGGI
Tre immagini storiche degli anni 1975 e 1977 della sede di Polpenazze. E tre immagini di oggi della sede di Brescia e delle filiali di Cina e Crimea.
Quali sono state le tappe più significative che hanno segnato questo mezzo
secolo di crescendo rossiniano?
“Lavorando per questa società svizzera che dava loro lavoro conto terzi,
30
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
tra il ’67 e il ’68 i tre fratelli Camozzi
diedero vita al primo vero stabilimento
a Lumezzane. Seppur piccolo, qui vennero aggiunti altri due torni. Nel 1972 i
tre fratelli ebbero l’idea di ampliare la
produzione, passando dai raccordi ai
cilindri e alle valvole, a cui quelli andavano poi applicati. Risale al ’72 la prima
acquisizione fatta, quella della milanese
Anti & Casolo, che permise di avviare la
Passione
e lungimiranza
Era il 1964 quando i tre fratelli Camozzi cominciano a costruire piccoli raccordi per acqua
e manopole di lavorazioni meccaniche di precisione. Spinti dalla volontà di fare qualcosa in
proprio ipotecarono la casa di famiglia per acquistare un piccolo tornio. Tra il ’67 e il ’68 nasce
lo stabilimento di Lumezzane. Risale al ’72 la prima delle acquisizioni che verranno fatte negli
anni: quella della milanese Anti & Casolo. L’internazionalizzazione di Camozzi coincide col 1981
con la costituzione della Camozzi Germania. Negli anni si sono poi succedute molte altre filiali
nel mondo. Oggi Camozzi è un Gruppo globale che conta 1.300 dipendenti, dei quali circa 470 in
Italia e 24 filiali nel mondo, tra cui quattro sedi produttive tra Cina, Crimea, India e Stati Uniti,
che operano sul territorio vendendo localmente il loro prodotto. Negli anni il Gruppo è cresciuto
anche attraverso diversificazioni, investimenti e acquisizioni di altre società, fino a diventare un
nome leader nell’odierno comparto dell’automazione con Camozzi SpA. La società fa parte del
Gruppo Camozzi, che comprende oggi 11 aziende facenti capo a quattro divisioni: automazione,
macchine utensili, macchine tessili e manufacturing, che include sette aziende che si occupano di
trasformazione di materie prime e della lavorazione di componenti.
produzione delle valvole. Nel ’72 venne
costruito un altro piccolo stabilimento a
Polpenazze del Garda, dove si iniziarono
a costruire i cilindri e sempre nello stesso anno venne acquisita la Walter-Bi di
Milano (valvole).
Contemporaneamente, in quegli stessi
anni l’azienda aveva cominciato a lavorare anche con un distributore tedesco,
un’organizzazione europea che cominciò a distribuire i prodotti Camozzi in
Europa. Per ampliare ulteriormente la
gamma nel 1985 venne quindi acquisita
un’azienda bolognese, la ‘Mazzanti’ che
produceva componenti per il trattamento dell’aria (FRL)”.
In questo percorso di ricostruzione, arriviamo a un altro tassello fondamentale
nella storia Camozzi: il suo percorso di
internazionalizzazione. I mercati esteri
sono pertanto da sempre nel DNA di
Camozzi…
“L’internazionalizzazione vera e propria
è partita nel 1981, con la costituzione
della Camozzi Germania. Alla nascita
dell’azienda fece seguito anche la partecipazione alla prima fiera di Hannover,
con cui si cominciò a far conoscere
il brand in tutta Europa. Negli anni si
sono poi succedute molte altre filiali
nel mondo: già nel 1985 sbarcammo
Oltreoceano, con la filiale negli Stati
Uniti, e un importante passo successivo
fu poi l’espansione in Unione Sovietica,
nel 1991: erano anni difficili, la guerra
fredda era ancora in corso, ma l’aver conosciuto una struttura governativa che
operava in quello che oggi potremmo
chiamare settore idraulico-pneumatico
permise di entrare anche nel mercato
russo. Fondamentale fu poi la costituzione di una joint-venture in Cina, nel 1992:
quello fu un passo decisivo, in quanto
già al tempo cominciammo a diffondere
il nostro nome in quel mercato, dove
all’epoca i costruttori europei erano
praticamente sconosciuti”.
Che tipo di attività svolgono le filiali
estere del Gruppo?
“Le nostre filiali all’estero sono nate per
permetterci di essere più vicini ai mercati, proponendo non solamente lo stesso
prodotto che facciamo in Italia ma anche
lo stesso sistema di fare fabbrica che
abbiamo qui. Gli stabilimenti in Cina,
Stati Uniti, Crimea e India sono la fotocopia di quelli di Polpenazze del Garda
e di Lumezzane: sono progettati e gestiti
allo stesso modo, i macchinari acquistati
sono esattamente gli stessi. Camozzi si
fregia di essere un’azienda globale ma
con un servizio locale: aprire sedi all’estero per noi significa essere presenti
nei diversi Paesi non solo con un’unità
che produce, assembla o esegue certe lavorazioni in loco, ma che porta
localmente un certo modus operandi.
Questo vale ad esempio anche per tutte
le certificazioni che conseguiamo in
Italia, che vengono tramandate anche
nelle nostre attività all’estero: in quei
Paesi serviamo infatti gli stessi clienti
che seguiamo in Europa, per cui assicurare loro lo stesso livello di qualità e
servizio diventa un’esigenza. Vi sono poi
settori che richiedono specifici processi
produttivi, dal controllo qualità alla tracciabilità totale. L’internazionalizzazione
in Camozzi è sempre stata fatta con una
precisa strategia alle spalle: questo lo
dobbiamo alla lungimiranza del nostro
presidente, che ha sempre visto lontano
fin dagli inizi, investendo nei diversi
Paesi e dove la presenza sul posto porta enormi vantaggi in termini di brand
recognitioning. Questo ha portato oggi
Camozzi ad avere una percentuale di
export superiore all’80%”.
E arriviamo ad oggi. Attualmente alla
guida di Camozzi è presente la seconda
generazione della famiglia. Quel processo di cambio generazionale, spesso
critico nelle imprese, in Camozzi invece
è stato brillantemente gestito. Come è
avvenuto questo passaggio?
“La prima generazione in azienda ha
sempre puntato molto su questo, tanto che possiamo dire che il passaggio
generazionale è stato il nostro punto
forte. Oggi in Camozzi lavora tutta la
famiglia: siamo 8 cugini, e ognuno ha
un proprio compito e ruolo ben definiti
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SETTEMBRE
2014
31
SCENARI
Tutto nasce così
La data ufficiale di nascita della Camozzi è
il 1964. I tre fratelli lavorano come operai
tornitori in un’azienda lumezzanese e,
aiutati dal titolare dell’azienda, ottengono
un piccolo lavoro conto terzi per costruire
piccoli raccordi per acqua e manopole. Per
fare questo adibiscono parte della casa
in cui abitano a laboratorio. Spinti dalla
volontà imprenditoriale i tre ipotecano la
casa di famiglia per acquistare un piccolo
tornio (nella foto). Ma le misure della
macchina utensile da installare in casa
non erano state prese correttamente e
per riuscire a caricare le barre sul tornio
i fratelli dovettero abbattere una parte di
muro del bagno di casa con una piccola accortezza: quando il tornio lavorava la barra
che lavorava ostruiva completamente il
passaggio al locale di servizio rendendo
così inagibile l’uso del bagno di casa. Un
piccolo aneddoto che però testimonia la
passione e la determinazione che sono
state la scintilla che ha dato origine a una
grande impresa.
nelle diverse società del Gruppo, da chi
si occupa degli acquisti a chi segue la
parte legale o di qualità, oltre ai direttori delle quattro Divisioni. La prima
generazione ci ha sempre insegnato il
valore del denaro e che l’azienda è un
bene al di sopra delle esigenze personali. Il passo fondamentale è stato fatto
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progettare 383 •
SETTEMBRE
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nel 2002, quando il nostro presidente
ci ha riuniti tutti per fare un percorso
di passaggio generazionale: per una
settimana ci siamo chiusi in un hotel
con un consulente specializzato che con
esercizi e prove ci ha aiutati a capire
cosa questo significasse. Il percorso è
servito anche alla prima generazione,
in quanto spesso si fatica a delegare
responsabilità nella ricerca di evitare
ai figli di commettere errori. Noi siamo
invece stati abituati a metterci alla prova
fin da giovani: la seconda generazione
è passata per tutti i processi aziendali,
dalla lavorazione meccanica all’ufficio
tecnico, qualità e via dicendo. Abbiamo
anche ovviamente puntato sulla managerialità, arruolando manager e talenti
in azienda, e abbiamo adottato sistemi
di lean manufacturing oggi molto in
voga ma che noi abbiamo cominciato a
implementare già nel 2005. Un processo
che naturalmente non termina mai: per
questo abbiamo costituito un team di
lavoro interno chiamato Camozzi Innovation System, che segue tutto quanto
concerne l’innovazione, dal prodotto
ai processi, anche per automatizzare il
lavoro e aiutare le persone a operare
con gli strumenti più moderni a disposizione”.
Camozzi da molta centralità alla componente umana del fare impresa. Quanto hanno contato le risorse umane nel
vostro successo?
“La centralità delle maestranze è fondamentale in Camozzi: abbiamo costituito
un codice etico, distribuito in copia a
tutti i dipendenti, così come a tutti i
fornitori e i clienti. Ma quello su cui
puntiamo moltissimo è la comunicazione: il nostro sistema di formazione
continua coinvolge attivamente tutte le
470 persone che lavorano in Italia, con
moltissime ore di formazione interna sul
prodotto ma anche sui processi, sulla sicurezza e sul perché chiediamo ai nostri
dipendenti di operare in modo diverso
rispetto al passato. Altro aspetto da non
sottovalutare è l’impegno per creare
quello che definiamo lo spirito aziendale Camozzi, condividendo con tutti
i nostri collaboratori momenti anche
extra aziendali. Come la giornata dello
sportivo Camozzi, che coinvolge tutti i
livelli aziendali in una lunga giornata
di divertimento al di fuori del contesto
lavorativo, un momento molto intenso e conviviale. E così per festeggiare
questi 50 anni abbiamo in programma
un evento in cui coinvolgeremo tutti coloro che hanno reso possibile il
raggiungimento di questo importante
traguardo, dai dipendenti, ai colleghi
delle filiali esteri, ai partner e clienti di
tutto il mondo. L’evento è in programma
per il 12 settembre presso il Museo Mille
Miglia di Brescia: sarà un’occasione per
rivivere insieme questo cammino, che
verrà poi raccontato in un libro dedicato
interamente all’azienda”.
Un altro aspetto di questa valenza etica del fare impresa è la sinergia col
Tecnologia
d’avanguardia
Un altro dei segreti che ha contribuito al successo
sso
di Camozzi è l’innovazione tecnologica. Grazie al
supporto del Centro Ricerche Camozzi, dedicato allo
lo
sviluppo delle nuove tecnologie, è stato possibile
ile
produrre la serie K8, una valvola miniaturizzata dal
al
diametro di 8 mm che rappresenta il cuore da cui
sono stati realizzati numerosi prodotti caratterizzati
ati da
ingombri minimi, compatti e in grado di integrare
re l’elettronica per realizzare vere e proprie soluzioni meccatroniche.
catroniche.
La serie K8 (in foto) è prodotta grazie ad una linea
nea totalmente
automatizzata ed equipaggiata completamente con componentistica
ti ti
Camozzi.
territorio circostante e con le ricadute
nel sociale. Quanto contano queste
tematiche in Camozzi?
“Attenzione al sociale e al territorio per
noi sono valori centrali, in quanto il territorio ci ha dato tanto e noi facciamo
del nostro meglio per contraccambiare facendolo crescere a nostra volta.
Promuoviamo diverse attività rivolte
al sociale e allo sport, con una particolare attenzione allo sport per i
diversamente abili e lavoriamo molto con le scuole, gli istituti tecnici
e le università, fornendo materiale
didattico per insegnare agli studenti
cosa significa automazione. Anche in
un territorio prettamente industriale,
come il nostro, non è infatti facile
reperire persone e talenti: la scuola
può dare molto in termini teorici ma
spetta poi alle imprese dare una formazione pratica.
Grazie ad accordi stretti con università e istituti tecnici, ci vengono segnalati i migliori talenti, che poi noi
formiamo al nostro interno: lo scorso
anno, a livello di Gruppo abbiamo
erogato 8.600 ore di formazione, specialmente sui processi, e sui sistemi
informatici di un certo livello, come la
piattaforma SAP su cui oggi abbiamo
centralizzato tutti i nostri sistemi”.
Un altro aspetto caratterizzante un
Gruppo come Camozzi è anche quello
di essere un punto riferimento per
l’eccellenza del livello di innovazione
tecnologica. Come è strutturata la
Ricerca in Camozzi?
“L’innovazione per noi inizia dall’ascolto e dal dialogo con i clienti.
Questo ci permette di individuare gli
specifici driver di mercato nei vari
settori: per ogni settore abbiamo identificato 2/3 clienti con i quali abbiamo
un rapporto particolarmente stretto.
Abbiamo quindi al nostro interno dei
business development manager dedicati ai diversi settori, e un gruppo di
product manager divisi per prodotto,
che raccolgono informazioni sulle esigenze del mercato e le riportano
in azienda. Inoltre, tutto il flusso di
sviluppo prodotto in Camozzi è stato
rivisto, applicando anche qui tecniche
lean e sistemi di ultima generazione,
che oggi ci consentono di avere un
time-to-market molto più veloce rispetto al passato. Abbiamo tre Centri
di sviluppo prodotto: quello principale è in Italia, e si concentra sullo
sviluppo di prodotti molto complessi
su ambiti molto richiesti dal mercato
caratterizzati dalla miniaturizzazione
dei componenti e dall’impiego di tec-
nologie proporzionali. Uno
nolog
degli ambiti in cui è partideg
colarmente impegnato in
co
questo periodo è inoltre
q
quello del controllo dei
q
fluidi, che trova impiego
in numerosi settori tra
cui il life science e medicu
cale. In particolare sul fluid
cal
control una nuova divisione
cont
creata in azienda per il life
science e il medicale.
Il Centro CRC intrattiene strette colllaborazioni
b
i i con i Centri sviluppo nelle
consociate in Cina e Russia, che seguono più i settori trasporti e automotive. Collaboriamo poi con numerosi
Centri di ricerca italiani e stranieri,
che ci aiutano a capire e approfondire
certe tecnologie e nuovi materiali. Il
tutto è coordinato dal Camozzi Research Center, una divisione distaccata
che lavora trasversalmente al Gruppo
per individuare le future innovazioni
e mantenere i contatti con Centri di
ricerca e università. Attività fondamentale per meglio mirare gli investimenti:
oggi l’R&D è infatti molto complessa,
in quanto non si tratta più di creare
solo componenti ma vere e proprie
soluzioni”.
E il futuro? Guardando all’orizzonte
cosa si vede per Camozzi?
“Questo traguardo dei 50 anni per
noi significa che il consolidamento è
stato fatto. Quello che ora vogliamo
è rafforzare alcuni Paesi, continuando a investire in quelli emergenti, i
cosiddetti Brics, dove continuiamo a
esplorare alla ricerca di opportunità per aprire nuove attività e filiali.
Certamente un continente cui stiamo
guardando è l’Africa, forse l’unico
in cui non siamo ancora presenti.
Ma sicuramente per il nostro futuro
intendiamo lavorare molto per rafforzare laddove non siamo ancora
presenti”.
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SCENARI
Mezzo secolo
di filtri
LUCA ROSSI
MP Filtri festeggia
cinquant’anni di storia. Partita
da un laboratorio artigiano
oggi è una realtà di successo
internazionale. Alla guida
dell’azienda la seconda
generazione, Giovanni e
MP Filtri celebra 50 anni di attività.
Mezzo secolo di storia che ripercorriamo con Giovanni Pasotto. Il figlio
del fondatore Bruno e attuale amministratore delegato, porta avanti
(insieme alla sorella Monica, direttore amministrativo e finanziario) e
con lo stesso entusiasmo paterno
l’azienda: dalla nascita a Milano in
un piccolo laboratorio artigiano alla
ribalta di oggi dei mercati internazionali. La scrupolosa attenzione alla
qualità del prodotto unita alla ricerca
di soluzioni tecniche innovative, in
un continuo dialogo con gli uffici
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tecnici dei clienti costruttori, fanno
ancora oggi la forza del Gruppo.
Così MP Filtri guarda ora con grande fiducia alle nuove opportunità
di sviluppo, rafforzando la propria
presenza storica in Canada, ma soprattutto con la prossima apertura
di una nuova filiale commerciale
a Singapore, punto strategico per
servire al meglio i mercati in crescita
dei Paesi in quella parte del mondo.
Monica, figli del fondatore
Bruno Pasotto. Il segreto
della continua crescita è nella
vocazione per la qualità e la
continua partnership coi clienti.
A Progettare ne parla Giovanni
Cura per la qualità
Pasotto, amministratore
MP Filtri nasce nel 1964 dall’intuizione e dall’entusiasmo del fondatore
delegato
Bruno Pasotto, in un modesto laboratorio artigiano in una via poco
centrale di Milano, dove quattro
operai iniziano a produrre filtri per
oleoidraulica, novità per il mercato
del tempo. Da allora l’azienda ne
ha fatta di strada, sempre ponendo meticolosa attenzione alla
qualità del prodotto, conquistando dapprima il successo nazionale, e quindi
allargandosi
nei mercati internazionali già
nei primi anni
70. Oggi MP Filtri è un Gruppo
che dà lavoro
solo in Italia a
circa 250 persone,
e a un altro centinaio di
collaboratori nel mondo. “MP Filtri oggi è
un grande Gruppo
con un sito
pro-
Storia di successo
MP Filtri nasce nel 1964 dall’intuito di Bruno Pasotto, che inizia a produrre
filtri per oleoidraulica in un piccolo laboratorio in via Giacosa a Milano. Il
successo del prodotto, nuovo per l’epoca, è immediato, tanto che già nel 1971
l’azienda si sposta in una sede più grande a Gorgonzola. Dai primi anni 70 la
società aumenta il numero di dipendenti e inizia a esportare prodotti all’estero,
forte di un’offerta già al tempo concorrenziale con i principali
produttori internazionali. Nascono i primi punti vendita, e del 1981
è il trasferimento a Pessano con Bornago, alle porte di Milano
(nella foto a sinistra). Nel corso degli anni 80 vengono aperte le
prime filiali commerciali all’estero, Inghilterra, Germania, Stati
Uniti e Canada. Proprio per incrementare l’attenzione a R&D
e qualità nasce il Gruppo MP Filtri, costituito da tre imprese
attive nel settore, con l’acquisizione di un’officina per le
lavorazioni meccaniche e la costituzione di una fonderia,
per consentire il controllo completo di tutto il processo
produttivo. Il figlio Giovanni entra in azienda a fine anni 90,
realizzando con il padre nuovi importanti obiettivi grazie alla
passione condivisa e a una vincente sinergia di idee. MP Filtri diviene una
realtà leader per l’oleoidraulica in Italia, e un nome riconosciuto e apprezzato
nel mondo: nuovi uffici commerciali vengono aperti in Francia, Russia e Cina,
e nel 2007 l’azienda si trasferisce in una nuova sede a Pessano
con Bornago, costruita per raddoppiare la capacità produttiva.
Oggi la società conta due siti produttivi in Italia, a Pessano
e Lurano, e un terzo in Inghilterra, e una rete di filiali
commerciali nel mondo, tra Inghilterra, Germania, Stati
Uniti, Canada, Francia, Cina, India e Russia. Nella foto il
fondatore, Bruno Pasotto, con la moglie e i figli Giovanni
e Monica attualmente entrambi in azienda.
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SCENARI
MP FILTRI IERI
Un’immagine d’epoca della fonderia e uno scorcio dell’interno del capannone MP Filtri.
duttivo a Pessano con Bornago racconta Giovanni Pasotto -, e un
altro a Lurano, vicino a Treviglio,
che ospita un’officina meccanica e
una fonderia, create con il preciso
obiettivo di poter seguire e controllare per intero il ciclo produttivo dei
nostri prodotti, dal panetto di alluminio fino alle fasi di assemblaggio
pezzi”. L’attenzione scrupolosa alla
qualità, dalle primissime fasi di progettazione e produzione fino alle fasi
finali di imballaggio e spedizione del
prodotto finito, continua a caratterizzare la storia dell’azienda, trasmessa
anche nel passaggio generazionale.
“Ancora oggi l’elemento filtrante,
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E...OGGI
L’interno della modernissima sede MP Filtri e una postazione CAD.
cuore dei nostri prodotti, è sottoposto a scrupolose analisi, prove
e controlli, per verificare il potere
filtrante, la capacità di accumulo
dell’inquinante e la resistenza nel
tempo - continua l’amministratore
delegato -. Controlli dimensionali
meticolosi sulle parti meccaniche
assicurano invece l’assoluta conformità dei componenti ai disegni”.
Elevata qualità del prodotto e prezzi
fortemente competitivi sui mercati
globali hanno consentito a MP Filtri
di abbracciare con successo la via
dell’internazionalizzazione già dagli
anni 70: il Gruppo conta oggi una
serie nutrita di filiali nel mondo,
succedutesi nel tempo in Inghilterra,
Germania, Nord America e Canada,
Francia, Cina, India e Russia. Tutte le
filiali sono aziende complete a 360°,
fatta esclusione per la produzione,
dotate di uffici commerciali e magazzini molto grandi per garantire
ai clienti un supporto qualitativo
e logistico di primo livello nelle
nazioni servite, comprensivo di personale di manutenzione, assistenza
tecnica, servizi pre e post vendita.
Unica altra filiale estera che ospita
una divisione produttiva importante
è l’Inghilterra, dove viene prodotta
tutta la parte di elettronica per la determinazione della contaminazione
del fluido: “Un’apertura che è stata
una scelta obbligata quando abbiamo deciso di cominciare questa
nuova avventura - spiega Giovanni
Pasotto -: l’Inghilterra è la patria di
questo genere di componenti, e gli
ingegneri elettronici che già li sviluppavano per aziende concorrenti
erano tutti inglesi.
Abbiamo pertanto deciso di sfruttare
il know-how presente, e oggi questa
tipologia di componenti viene prodotta completamente dalla nostra
filiale inglese per tutto il mondo,
Italia compresa”.
Focus sulla filtrazione
L’offerta MP Filtri si articola oggi
su quattro linee di prodotto, filtri,
lanterne, giunti e accessori, tracciando un’evoluzione di prodotto
che concentra tutte le risorse nell’oleoidraulica, per offrire sempre il
meglio in termini di performance e
qualità. “Essenziale per il continuo
miglioramento dei nostri prodotti
è il dialogo con i clienti - spiega
l’amministratore delegato -: siamo
ben inseriti nei diversi uffici tecnici dei più importanti costruttori
di macchine nel mercato mobile,
e questo continuo dialogo ci aiuta
molto a crescere”. Infatti, le mac-
chine cambiano continuamente, e
la tendenza del mercato è quella
di avere macchine sempre più piccole e compatte, in grado però di
offrire prestazioni sempre migliori.
“Parlare con i costruttori è pertanto
fondamentale - si addentra -, e ci
permette di vedere quello che magari loro ancora non percepiscono
come un possibile problema, ma che
potrebbe diventarlo, per anticiparlo
e lavorare insieme per risolverlo”.
Motore del continuo lavoro di sviluppo prodotto in MP Filtri sono l’ufficio tecnico e di qualità, e le sezioni
ricerca e sviluppo e progettazione
del Gruppo, che occupano in tutto
una ventina di persone. “Ogni serie
di filtri che produciamo richiede dai
sei ai nove mesi di sviluppo - illustra
-, dal momento in cui viene approvato il progetto, con tutto il lavoro
dei nostri tecnici a monte.
Abbiamo alcuni prodotti speciali,
ma quello che facciamo soprattutto
è personalizzare lo standard sulle
specifiche esigenze del cliente: attività per noi di primaria importanza,
in quanto ci permette di offrire la
soluzione ottimale alle problematiche dei costruttori, fidelizzando i
clienti, e al contempo di sviluppare
un know-how spendibile poi per
risolvere problemi analoghi che altri
possono avere”.
Prospettive di crescita
MP Filtri oggi realizza quasi il 70%
del proprio giro d’affari sui mercati
internazionali, mentre la restante
quota del 30% di mercato interno
porta l’azienda ad essere un fornitore leader sul mercato italiano. E
grandi sono le prospettive di crescita
per il futuro, soprattutto puntando
a due regioni dove l’azienda vede
ampi spazi di sviluppo: “Vogliamo
penetrare maggiormente in quelle
aree dove non siamo ancora presenti, o non quanto vorremmo per
cogliere tutte le opportunità che i
costruttori locali offrono - spiega Pasotto -. Innanzitutto il Canada, dove
già operiamo da molti anni, ma dove
vogliamo implementare e rafforzare
la nostra forza vendita. Altra zona
nevralgica dove intendiamo investire fortemente è quindi sicuramente
Singapore, in quanto da qui potremo
servire Paesi confinanti in grande
sviluppo quali Malesia, Indonesia
e Thailandia. Servendo questi mercati con un partner locale potremo
rispondere molto più velocemente
alla domanda, risparmiando quattro
o cinque ore di volo, per la merce
che viaggia per via aerea, e giorni
per quella via mare, potendo così
acquisire quote di mercato anche
in quelle regioni”. Singapore rappresenterà poi un importante punto
strategico per migliorare il servizio
verso Nuova Zelanda e Australia,
dimezzando al 50% i tempi di consegna. Al momento l’azienda è in
fase conoscitiva e di esplorazione,
alla ricerca di persone che abbiano la
competenza e le conoscenze necessarie a vendere il prodotto MP Filtri
apportando il giusto valore, fattore
centrale nella strategia di internazionalizzazione del Gruppo. “La nostra
grande forza consiste nel rapporto
qualità/prezzo che oggi offriamo ai
mercati globali, grazie a un bagaglio
di 50 anni di storia e specializzazione
sulle spalle - conclude Pasotto -: per
noi è importante trovare persone
che condividano questa nostra filosofia, perché riteniamo che una
volta trovate il 95% del lavoro sia
fatto. Il mercato odierno non sarà
grande quanto lo era tra fine anni
90 e inizi 2000: ma di macchine se
ne costruiscono ogni giorno, e ogni
nuova macchina ha bisogno di filtri.
Ci sono ancora tanti nomi e tanti
costruttori presso i quali non siamo
inseriti, e siamo molto fiduciosi che
facendo bene la nostra parte abbiamo ancora grandi opportunità per
crescere”.
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SCENARI
Più
smart,
più lean
ANTONELLA PELLEGRINI
Rollon prosegue il suo percorso
di crescita grazie a una
strategia basata su investimenti
in nuovi prodotti, miglioramenti
nei servizi ai clienti e
potenziamento della forza di
vendita su tutto il territorio.
Nasce Rollon Lab, fiore
all’occhiello della tecnologia
aziendale. Ne parliamo con
Roberto Toniolo, marketing
manager del Gruppo Rollon
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progettare 383 •
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La chiave del successo di ogni
impresa è spesso un’attitudine al
miglioramento costante e continuo su tutti i fronti, non solo sul
prodotto, condizione comunque
essenziale per affrontare le sfide
dei mercati, ma anche sulle politiche commerciali e di marketing.
È il caso del Gruppo Rollon, da
quasi quarant’anni protagonista
nel settore dei sistemi per la movimentazione lineare, che continua il suo percorso all’insegna
dell’innovazione. Roberto Toniolo,
marketing manager di Rollon, con
entusiasmo e grande soddisfazione ci anticipa le caratteristiche
del nuovo ‘gioiello’ di casa, la
famiglia di attuatori R-Plus System: “Abbiamo fatto una macro
analisi di quali fossero le richieste
del mercato. Da qui lo sviluppo
di questo nuovo sistema,
con la combinazione
cremagliera-pignone,
che ci permetterà di
servire ancora più
efficacemente quei
settori in cui sono
presenti portali di
grandi dimensioni e
dove si richiedono
tutta una serie di caratteristiche ag-
giuntive: una su tutte, la rigidezza
in presenza di corse importanti”.
Questa è la novità più significativa
per quanto riguarda l’offerta produttiva, ma non mancano cambiamenti di rilievo anche nell’ambito
delle strategie aziendali. In Rollon,
infatti, si continua a investire, nelle
risorse umane e in ricerca e sviluppo, cuore pulsante dell’azienda. Inoltre, è stato da poco inaugurato un moderno ed efficiente
laboratorio, Rollon Lab, realizzato
con strumentazione e attrezzature
all’avanguardia, in grado di effettuare i test più impegnativi.
La crescita non si arresta
“Rollon è una realtà in crescita
sia a livello internazionale sia in
Italia”, afferma Roberto Toniolo. La domanda, dunque, sorge
spontanea: come si spiega questo
processo di espansione anche nel
nostro Paese, dove, nonostante
i segnali di ripresa, il mercato
sembra essere ancora un po’ assopito? “Ciò è dovuto al fatto che
abbiamo una politica commerciale
decisamente vivace - replica il
manager -: abbiamo sviluppato
nuovi prodotti, e possiamo contare
su una forza vendita che stiamo via
via rafforzando: una nuova figura
professionale per coprire il centrosud, così come il Piemonte”. Peculiarità di Rollon è poi quella di
fondare la propria politica commerciale
su un servizio
di assistenza al cliente di elevato
livello, oltre che sullo sviluppo
di applicazioni. “Abbiamo voluto
migliorare questo aspetto, per essere più incisivi e vicini ai clienti
in termini concreti, di supporto
ai progetti”. Dall’acquisizione di
El.More, nel 2011, l’area commerciale è stata strutturata in una
doppia rete ciascuna destinata alle
due macro-famiglie di prodotto:
la guida lineare e telescopica, il
prodotto core business di Rollon,
seguita dalla forza vendite storica,
mentre per quanto riguarda gli
attuatori (El.More) è stata dedicata
una rete commerciale al prodotto,
proprio per conservare una forte
specializzazione sull’attuatore. A
tre anni dall’acquisizione il manager non ha dubbi: “Questa acquisizione è stata una mossa strategica
per Rollon - spiega - che voleva
rafforzare la propria gamma di prodotti, per proporsi al mercato sempre più come un fornitore globale
di soluzioni per il moto lineare. La
scelta è ricaduta su El.More, che
secondo le nostre ricerche già al
tempo era un protagonista primario nel mercato italiano. Si trattava
di un’azienda piccola, snella e veloce. Dopo l’acquisizione, abbiamo
integrato tutto il personale tecnico
e di vendita”. Due organizzazioni
commerciali specifiche, dedicate
alle due macro linee di prodotti,
perché le conoscenze e
le competen-
Investire
nel prodotto
Rollon completa la gamma di attuatori con
la serie R-Plus System con azionamento a
pignone e cremagliera. Il nuovo sistema, con la
combinazione cremagliera-pignone, si esprime
al meglio in portali che prevedono corse lunghe
e nelle applicazioni verticali. La nuova proposta arricchisce e completa la linea di prodotti
dedicata agli attuatori, per la quale il Gruppo
Rollon è già un protagonista nel mercato in
Italia con i suoi attuatori con trasmissione a
vite e a cinghia. La serie R-Plus System si distingue per la capacità di mantenere invariate
le sue caratteristiche di rigidezza ed elevate
spinte assiali per tutta la lunghezza della
corsa, con accelerazioni fino a 20 m/s2 e valori
di ripetibilità di precisione di +/- 0,05 mm,
senza presentare alcuna criticità. La lunghezza
del sistema varia dagli 800 ai 5.700 mm e,
grazie a speciali giunzioni Rollon, è potenzialmente illimitata. Inoltre, la particolarità
di poter ospitare sullo stesso asse più carri
indipendenti con relativo pignone consente
di gestire più movimentazioni, a vantaggio di
una notevole flessibilità nella lavorazione. Per
questo il nuovo prodotto trova applicazione
soprattutto in quegli ambiti in cui le linee di
produzione sono molto lunghe (ad esempio il
mondo del bianco e dell’automotive) e dove
l’automazione è subordinata al processo di
asservimento alla macchina con la necessità, in
diversi casi, di gestire più attività contemporaneamente: dal pick & place
alla palettizzazione.
R-Plus System, nuova attuatore con
azionamento a cremagliera e pignone e le
tre serie di attuatori: a cinghia, a vite, e a
cremagliera e pignone.
progettare 383 •
SETTEMBRE
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39
SCENARI
ze sono differenti, come spiega il
marketing manager “L’attuatore è
già una semi-macchina, il primo
passo di un robot - spiega -,
possiamo anche fornire un robot
cartesiano già montato, completo.
Il componente è invece parte di un
sottosistema. Per queste ragioni,
gli approcci sono differenti. Ecco
perché abbiamo voluto mantenere
una specializzazione diversificata”.
Un interno del reparto
produzione e un dettaglio
delle lavorazioni.
Verso i mercati esteri
L’85% della produzione di Rollon
è destinata all’export: “In primis
Germania, Francia e Stati Uniti,
dove abbiamo le nostre filiali, per
proseguire nei Paesi emergenti
dove abbiamo rafforzato la nostra
presenza diretta con personale locale”. Sono state aperte una filiale
in Cina a Shanghai, una filiale in
India a Bangalore, un ufficio di
rappresentanza in Russia, a Mosca,
e un’organizzazione commerciale in Brasile”. Per meglio gestire
l’ufficio vendite e il customer service dall’Italia, Rollon ha anche
assunto personale madrelingua:
“Questo per la lungimiranza di
voler sviluppare il business con
le persone locali, creando ponti di
comunicazione più forti là dove ci
sono culture di fatto diverse. Negli
altri Paesi non coperti dall’organizzazione Rollon ci avvaliamo di
una fitta rete di distributori, indipendenti ma capaci di promuovere
il prodotto secondo la filosofia di
Rollon. I nostri clienti beneficiano così di una presenza estesa e
articolata di Rollon nel mondo, in
grado di offrire loro assistenza,
consulenza e tempi di consegna
ridotti a livello globale.”
Rollon Lab
Recentemente inaugurato, il nuovo
Rollon Lab si distingue per essere
tecnologicamente all’avanguar-
40
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
dia: “In questo contesto si integra
come un tool fondamentale, in
quanto è un laboratorio che serve
per la prova dei nuovi prodotti,
che qui vengono tutti testati nelle
condizioni più critiche. Ma la cosa forse ancora più interessante
è che Rollon Lab viene messo a
disposizione di prove specifiche
che vengono fatte per simulare le
applicazioni studiate con i clienti:
questo in particolare quando ci
sono prodotti che devono avere
un’affidabilità spinta. Si tratta
di un ulteriore supporto ai nostri
clienti - aggiunge Toniolo -. Parliamo ad esempio dell’ambito transportation, come l’apertura delle
porte dei treni, piuttosto che la
movimentazione dei sedili degli
aerei, che devono assicurare non
solo un’affidabilità intrinseca in
termini di performance e di durata,
ma anche una sicurezza elevata per
i passeggeri”. Il nuovo laboratorio,
Rollon Lab, esisteva da anni, ma
è stato rinnovato, ammodernato
e ampliato. Le stazioni di prova
sono organizzate in modo tale da
fornire tutta una serie di dati che
vengono raccolti da un programma, elaborati, archiviati, storicizzati e se necessario confrontati. Su
un monitor vengono fissati tutti
i parametri di prova, i target e
di volta in volta le performance
vengono registrate. Che tipologia
di clientela può usufruirne? “I nostri clienti spaziano tra moltissimi
settori: l’industriale per definizione
dal quale veniamo, e dove Rollon ha fondato le proprie radici, il
ferroviario, l’aeronautico i veicoli
speciali in generale, la logistica”.
Tempo di cambiamenti anche in
fabbrica. “Siamo sotto totale ristrutturazione della fabbrica, e
questo ci rende una mosca bianca
nel tessuto industriale italiano. Ormai da anni, ogni anno investiamo
oltre un milione di euro in nuovi
macchinari. Per noi, fare innovazione significa anche riorganizzare
in termini di processi produttivi
lean, già da tempo iniziati”.
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SCENARI
Dassault Systèmes
presenta
le strategie
LUCA ROSSI
le francese ha fatto
Lo scorso luglio la capita
izione del 3DX
da cornice alla quinta ed
aziende
Partners Forum: oltre mille
partecipato
da tutto il mondo hanno
sault
all’evento annuale di Das
e giorni è stato
Systèmes. Ad aprire la du
multinazionale
il presidente e CEO della
arlès
transalpina, Bernard Ch
“Noi amiamo i nostri partner”: con
questa dichiarazione del presidente
e CEO di Dassault Systèmes, Bernard Charlès, si è aperta la quinta
edizione del 3DX Partners Forum. A
ospitare l’evento - svoltosi lo scorso
9 e 10 luglio a Les Docks - è stata la
cornice affascinante di Parigi. A partecipare sono state oltre mille aziende provenienti da tutto il mondo
fra VAR, system integrator, società
di consulenza, partner accademici
e partner del canale SolidWorks.
Accanto a loro erano schierati al
gran completo il management e lo
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progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
staff della multinazionale francese,
leader nelle tecnologie di progettazione e simulazione in 3D, realtà
virtuale e gestione del ciclo di vita
dei prodotti.
La sessione plenaria
Nella sessione plenaria della prima
giornata, aperta anche alla stampa
specializzata, Bernard Charlès ha
presentato il proprio gruppo dirigente, i cui rappresentanti si sono
avvicendati sul palco per illustrare
concretamente le strategie di Dassault Systèmes. Monica Menghini,
ria della prima
Nella sessione plena
il
arlès ha presentato
giornata, Bernard Ch
sul
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gruppo dirigente, che
strategie di Dassault
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corp
corporate
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e
strategy, industry and marketing, ha
dato una visione ad ampio spettro di
tutti i mercati ai quali la corporation
francese si rivolge, con un valore potenziale di ben 32 miliardi di dollari
(attualmente
Dassault Systèmes ha
(att
(a
tt l
un giro d’affari nell’ordine dei 2,2
miliardi di euro).
Bruno Latchague, senior EVP, americas market and global sales
operations, responsabile di tutte
le attività di vendita e dell’intero
ecosistema, ha poi spiegato come
i partner possano trarre grande
vantaggio dall’attuale posizione di
Dassault Systèmes come leader del
‘mercato dell’esperienza’, grazie alla
Piattaforma 3DExperience.
René Lo Negro, vice president of
sùervices di Dassault Systèmes, ha
assicurato ai partner che “Dassault
Systèmes è qui per prepararvi la
strada”. Nel mondo iperconnesso,
le dimensioni sono molto importanti
e Dassault Systèmes ha creato un
ecosistema che può contare complessivamente su oltre 3.500 partner. A loro era interamente riservata
la seconda giornata, articolata in
quattro sessioni parallele. La Academic Partner Session si è focalizzata
sulle strategie di DS per il mondo
dell’istruzione e della formazione,
con particolare attenzione alla piattaforma 3DExperience in versione
online e cloud. Nella sessione dedicata a società di consulenza e
system integrator, DS ha illustrato
tutte le strategie e le opportunità di
alleanze e collaborazioni. Ai rivenditori di SolidWorks è stata riservata
una sessione specifica per i partner
del Professional Channel, mentre
i VAR del canale Value Solutions
sono stati coinvolti in una serie di
sessioni plenarie alternate a sessioni su argomenti specifici gestite con
un approccio più ‘provocatorio’, in
forma di dibattiti animati da professori della Babson University.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
43
SCENARI
GABRIELE PELOSO
L’automazione
corre a due
cifre
La divisione meccatronica MDS, di
Bonfiglioli, ha iniziato a correre. La business
unit della società emiliana ha macinato
numeri da record sia nel fatturato sia negli
ordinativi. Inoltre, l’andamento dei primi
mesi del 2014 è di buon auspicio per il
futuro: parola di Marco Bertoldi,
responsabile commerciale
della Mechatronic Drives
& Solutions per il settore
industriale
“Innovare. La parola si è logorata con
l’uso - ha esordito Marco Bertoldi,
responsabile della divisione meccatronica italiana di Bonfiglioli -. La vera innovazione è l’integrazione dei prodotti
e dei sistemi, magari anche maturi, ma
in grado di migliorare le performance
di una macchina industriale, di un sistema o di un processo”. Ecco allora
che la missione della divisione MDS
è quella di diventare un partner sul
mercato della trasmissione di potenza
ad alta efficienza energetica, con l’obiettivo a lungo termine di trasformare
Bonfiglioli in una figura chiave nel
44
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
settore degli azionamenti e delle soluzioni meccatroniche. MDS, quindi, ha
l’ambizione di concentrarsi sull’offerta
ai propri utenti di soluzioni integrate
complete che minimizzino il loro consumo di energia, riducano il loro costo
totale di proprietà, recuperino energia
dai loro processi e offrano soluzioni
ad alta precisione per soddisfare le
loro specifiche esigenze. Insomma, la
divisione meccatronica non si occupa
della fornitura di semplici prodotti, ma
della fornitura di soluzioni complete e
adatte alle singole esigenze. Questa
strategia sembra aver dato ragione
all’azienda emiliana: la business unit
MDS italiana nel primo semestre 2014
ha avuto un incremento del fatturato
di oltre il 20% (rispetto al 2013) con
un risultato sul territorio italiano in
termini assoluti intorno ai 12 milioni
di euro. Gli ordini nel primo semestre 2014 sono in costante crescita. A
livello mondiale, invece, la divisione
meccatronica ha incrementato dell’8%
il fatturato, pari a 30 milioni di euro. È
importante sottolineare che la divisione meccatronica Bonfiglioli raggiunge
circa il 14% del giro d’affari dell’impresa bolognese.
La soluzione completa Bonfiglioli per il motion control. A destra i servomotori BMD e riduttori epicicloidali
di precisione serie TQ di Bonfiglioli.
Un esperimento riuscito
La divisione meccatronica si basa su
due centri di ricerca dedicati alle moderne tecnologie, uno a Krefeld in
Germania che produce inverter e uno
a Rovereto, in provincia di Trento, che
realizza i progetti dei motori brushless
e dei moderni servoriduttori. Naturalmente qui c’è anche la sede degli uffici
commerciali e la logistica. “Questo
tipo di organizzazione - ha detto Bertoldi - ‘azienda nell’azienda’ offre ai
nostri utilizzatori di usufruire di personale qualificato per risolvere singole e
specifiche problematiche. Insomma, i
tecnici MDS lavorano gomito a gomito
con il cliente”. Questo approccio, ha
rimarcato il responsabile, avviene fin
dalle prime fasi della progettazione
di una macchina o di un sistema.
Ma non è tutto. La divisione MDS va
oltre la partnership con l’utente. Essa
si impegna a seguirlo quando decide di delocalizzare la sua produzione
all’estero.
Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dall’Istat (maggio 2014), i primi
mesi dell’anno in corso hanno visto
un’inversione di tendenza del fatturato
dell’industria manifatturiera. I costruttori italiani di macchine e sistemi, in
questo periodo, hanno incrementato
produzioni e vendite.
Bonfiglioli ha colto questo trend di
crescita approcciando nuovi comparti
industriali, fornendo soluzioni complete di motori, azionamenti, servo drive,
riduttori di precisione, ecc. I settori che
hanno dato maggiore impulso alla
divisione meccatronica sono quelli
delle macchine per la lavorazione della
lamiera e piegatura dei tubi, macchine
alimentari, dell’imbottigliamento, della plastica e le applicazioni che coinvolgono i motori per elettromandrini.
Questi ultimi componenti hanno caratteristiche molto particolari, poiché
vengono prodotti secondo le esigenze
dell’utilizzatore. I comparti di utilizzo
sono differenti: dalle macchine utensili
per il metallo, fino alle macchine per
la lavorazione del vetro e del legno.
Alcuni modelli raggiungono velocità
di rotazione fino a 30.000 giri/min e
frequenze di pilotaggio fino a 1.000
Hz. Bonfiglioli ha sviluppato queste
soluzioni integrate tra loro e non solo
il singolo prodotto. Ciò comporta la
convergenza di competenze in ambito meccanico, elettrico, elettronico e
applicativo.
Soluzioni secondo le esigenze
Le competenze tecniche del personale della sede di Rovereto sono il
riferimento per gli utilizzatori. Si tratta
di una struttura flessibile in grado di
sviluppare sia prodotti innovativi sia di
collaborare con il cliente per specifiche
problematiche. Alcune applicazioni, se
necessario, sono sviluppate in partnership con l’utente finale.
Questa filosofia coinvolge non solo
l’ufficio tecnico, ma anche la produzione e la logistica di MDS. “Grazie a
questa organizzazione abbiamo incrementato fatturato e ordini con numeri
importanti. In un mercato molto competitivo, non possiamo permetterci
che il cliente non abbia delle risposte
concrete ai suoi problemi produttivi”, ha spiegato Bertoldi. Ecco allora l’importanza del confronto tra gli
application engineering di MDS con
l’utilizzatore. Ciò si traduce non solo
nell’adottare prodotti di ultima generazione targati Bonfiglioli, ma aspetto
più importante, integrarli tra loro. Valutare nell’insieme tutto il progetto della
catena cinematica.
L’integrazione di prodotti e servizi
sembra essere la sfida dell’industria
manifatturiera occidentale, al fine di
aumentare la catena del valore ed
essere più competitivi sul mercato.
Un mercato non solo domestico, ma
internazionale. “La divisione MDS ha
respiro internazionale - conclude il responsabile - e si è organizzata per la di-
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
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multifunzionali, contro mandrini,
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tecnologiche per qualsiasi macchina
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progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
stribuzione delle proprie
soluzioni tramite filiali in
alcuni Paesi significativi
come: Spagna, Francia,
Germania, Turchia, Cina, India e USA. Per il
mercato europeo sono
impiegati circa quaranta addetti. Invece, per il
L’interfaccia
uomo/macchina (HMI).
mercato cinese e indiano sono circa tredici i
tecnici/commerciali dedicati a queste due importanti nazioni”.
Automazione industriale
Vediamo qui di seguito alcune soluzioni tecnologiche presentate dalla divisione meccatronica di Bonfiglioli, alla scorsa fiera
SPS Italia 2014. Per i singoli inverter, la gamma di potenza dei
nuovi azionamenti è di 160 - 400 kW.
Collegando in parallelo in modo facile e a basso costo fino a
tre azionamenti, è possibile realizzare applicazioni con gamma
di potenza fino a 1.200 kW consentendo uno spazio minimo
sul quadro. Passando ai servomotori BMD sono disponibili con
sei nuove grandezze nell’intervallo di coppie (da 1,7 a 50 Nm),
velocità (1.500 - 6.000 giri/min) e multiple opzioni di feedback.
Grazie alla possibilità di progettare avvolgimenti dedicati per
le combinazioni velocità/coppia l’utente può ottimizzare la sua
applicazione. Secondo le necessità applicative sono disponibili più configurazioni: controllo della velocità a basso costo
in modalità open loop. In abbinamento agli inverter AgilE, il
motore BMD con l’opzione sensorless consente una soluzione
più economica ed efficiente sul mercato; per le applicazioni di
posizionamento i motori BMD con opzioni resolver controllati
dagli inverter Active Cube rappresentano una soluzione ottimale; il motore BMD può essere equipaggiato di serie con
le versatili opzioni di feedback assoluto EnDat o Hiperface in
versione single-turn o multi-turn. Segnaliamo anche la recente
soluzione dell’interfaccia uomo/macchina (HMI), una soluzione
completa e coerente. Sono disponibili tre taglie di HMI con
pannello touch screen da 3,5, 7 o 10” all’interno di un involucro
piatto e robusto con grado di protezione IP65. Significative
le prestazioni del display da 800 x 480 pixel a 65.536 colori
e retroilluminazione led, che può essere letto da un angolo
laterale fino a 70 gradi. Per la comunicazione interna, Ethernet,
RS232/485 e USB sono di serie.
Per la configurazione è possibile utilizzare il Tool V+ universale
di Bonfiglioli Drives. In abbinamento agli inverter Bonfiglioli,
questa interfaccia rappresenta una soluzione potente e a costi ottimizzati per svariate applicazioni industriali anche ‘PLC
less’. Infine, i riduttori epicicloidali di precisione serie TQ di
Bonfiglioli sono adatti per tutte le esigenze di motion control
e posizionamento. Entro la fine dell’anno saranno disponibili
i nuovi azionamenti integrati sul motore brushless, compatti,
performanti e versatili.
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SCENARI
Formare
i professionisti
del futuro
ALBERTO MARZETTA
Realizzare un ponte tra scuola e lavoro, favorire l’alternanza fra il
mondo dell’istruzione e il mondo della produzione, preparare gli
studenti, nello specifico, al mondo della robotica e dell’automazione
industriale. Queste le basi dei progetti formativi messi in campo da
Comau per le nuove generazioni
Creare un ponte tra il mondo dell’istruzione e il mondo del lavoro,
favorire l’alternanza scuola/lavoro,
preparare in maniera adeguata studenti degli istituti tecnici, e laureati, all’ambito produttivo e, nello
specifico, al mondo della robotica e dell’automazione industriale.
Queste le premesse alla base dei
progetti formativi messi in campo
da Comau per le nuove generazioni
di professionisti.
Un impegno a tutto campo che
abbraccia la formazione della scuola secondaria, la formazione post
universitaria, e anche la formazione post diploma per studenti neo
diplomati o per tutti coloro che
desiderano riprendere un percorso
di studi applicati anche a distanza
dal diploma.
Un’offerta completa affinché siano intercettate le esigenze, e le
speranze, di chi - subito dopo le
scuole secondarie o dopo il percorso accademico - cerca un approdo
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progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
esperienza valorizzata da un vero
e proprio contratto di apprendistato retribuito - per comprendere
le dinamiche aziendali, conoscere
il mondo del lavoro e costruire la
propria base esperienziale utile per
il lavoro che verrà.
Un progetto specifico
A sinistra, uso del ‘teach pendant’,
l’interfaccia uomo robot per
la programmazione. In basso,
i partecipanti al master in
automazione industriale anno 2014.
al mondo del lavoro e si interessa
di processi e di automazione industriale.
Il percorso formativo per universitari si concretizza nel ‘master’ in
automazione industriale realizzato
in collaborazione con il Politecnico
di Torino. Durata biennale e programma ricco di formazione, ma
soprattutto di esperienze e applicazioni dirette; sono le caratteristiche di fondo dell’offerta formativa
che, giunta alla terza edizione con
quella iniziata nel gennaio 2014,
mantiene la caratteristica di master
internazionale. Le richieste di iscrizione, infatti, sono giunte da tutto il
mondo per i 25 posti disponibili: un
successo garantito proprio dall’offerta formativo/professionale: ogni
studente, durante il percorso di
studi, è inserito in una divisione
aziendale per lavorare, da subito
e concretamente, sui progetti e
affrontare sfide e problematiche.
Un training doppio, dunque: da
un lato la formazione - in aula, nei
reparti produttivi, con laboratori e
applicazioni tecniche individuali e
di gruppo - dall’altro negli uffici,
Comau è anche partner, per il secondo anno consecutivo, di un
progetto formativo dedicato a chi
desidera continuare, o riprendere,
il percorso di studi tecnici nell’ambito dei sistemi meccatronici per
l’industria. Il progetto, denominato
Its, istituto tecnico superiore, arricchito dalla presenza di altre aziende
torinesi di rilievo, si rivolge a tutti
i periti che intendono approfondire
le conoscenze in tecnologie robotiche e in tecniche di progettazione
e produzione industriale.
Basato su lezioni in aula e su esperienze dirette in fabbrica, attraverso visite applicative e uno
stage finale (esperienza che viene
confermata secondo disponibilità
anno per anno) i corsi affrontano
i diversi ambiti dell’engineering progettazione meccanica, elettrica,
fluidica – di diretta applicazione
nelle ‘business unit’ Comau ovvero body welding, powertrain e
robotics.
Comau contribuisce al progetto
con 90 ore di formazione complessiva, divise tra le 55 della divisone
robotics, 25 di body welding e 15
di powertrain.
Nell’ambito della formazione robotica il percorso prevede, inoltre,
l’esperienza diretta di programmazione di un robot nella sede
aziendale di Grugliasco.
Nella prima edizione, a seguito
di un processo di ‘assessment’,
due partecipanti al corso hanno
preso parte allo stage e oggi sono dipendenti assunti dall’azienda
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
49
SCENARI
A sinistra, scuola di programmazione
del robot per movimento utensile.
In basso, laboratorio per la
programmazione del robot.
Comau è partner del progetto ‘Rete
robotica a scuola’, dedicato agli
studenti delle scuole secondarie
superiori. Il progetto è coordinato
dal professor Enzo Marvaso
(nella pagina a fianco).
con contratto di apprendistato. A
conferma di quanto siano concreti,
e misurabili, gli sforzi di Comau,
non solo in ambito di ore messe a
disposizione, ma anche di effettive
opportunità di lavoro offerte.
Comau inoltre è partner del progetto ‘Rete robotica a scuola’, dedicato agli studenti delle scuole
secondarie superiori. Il progetto,
coordinato a livello nazionale dal
professor Enzo Marvaso, è iniziato
nel 2011 con la firma del protocollo
d’intesa inter-istituzionale per lo
sviluppo della robotica e della meccatronica e, successivamente, con
la firma, a Roma in Campidoglio,
del protocollo sulla robotica ludica
e competitiva.
Aiuti concreti
L’accordo di rete sulla robotica
educativa, primo protocollo d’intesa inter-istituzionale a livello
nazionale sull’uso della robotica a
scuola, prevede la realizzazione di
celle robotizzate per istituti tecnici
professionali, al fine di trasferire
concretamente agli studenti conoscenze e competenze strategiche
per il mondo del lavoro.
Comau, in seno all’accordo, diven-
50
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
ta fornitore ufficiale di: celle didattiche standard - idonee a essere
installate in ambiente scolastico e
personalizzabile in casi particolari
- facilmente integrabile con altri sistemi di automazione; un ambiente
di utilizzo e sviluppo del software
di simulazione di celle robottizzate
Sim 3D Lite; formazione adeguata a
docenti e studenti dell’ultimo anno
di corso.
La cella didattica, progettata direttamente con le scuole aderenti al
progetto ‘Rete robotica a scuola’
è composta da un Robot Smart5
NS 16 con carico al polso di 16 kg
e sbraccio di 1,65 m, controllato
da un Controllo C5G (il controllo
Comau di ultima generazione) allestito per applicazioni di manipolazione attraverso diversi organi
di presa.
Viene inoltre fornito un ‘teach pendant’, la pulsantiera operatore per
la programmazione del robot, i
software specifici per la software
collision detection e l’automatic
payload identification oltre ai ripari
antinfortunistici disposti sui 4 lati
della stazione con porta di accesso
con ‘micro’ di sicurezza.
La formazione è articolata in due
momenti: un corso introduttivo
riguardante l’uso e la programmazione del sistema robotizzato
con controllo C5G, in cui vengono fornite, nei 5 giorni di corso,
informazioni generali sul sistema Comau, una descrizione delle
principali parti componenti dove
sono illustrate funzioni, comandi
dell’unità di controllo e norme di
sicurezza specifiche.
A questa prima fase è possibile
aggiungere un secondo corso avanzato dedicato alla struttura e
alle caratteristiche del linguaggio
PDL2 con particolare attenzione ai
concetti fondamentali della programmazione del robot. Il corso avanzato consente ai partecipanti di
sfruttare al massimo le potenzialità
del controllo tramite il linguaggio
stesso.
A contatto con l’azienda
I corsi sono supportati dal manuale ‘Uso dell’unità di controllo’ e
dal manuale ‘Programmazione del
movimento’.
L’offerta formativa, dopo una prima fase teorica di applicazione a
scuola, prevede ulteriori sbocchi
a diretto contatto con l’azienda. È
infatti previsto un ulteriore corso,
presso la sede di Comau a Grugliasco (TO) organizzato nell’ambito
dei progetti di alternanza scuola/
lavoro. Il corso, tenuto da professionisti nell’ambito della progettazione e dell’engineering, affronta
temi legati alla meccanica (metodi e
strumenti di calcolo e progettazione
dei bracci robotizzati), all’hardware
(struttura del controllo, architettura
componenti del controllo e parte di
potenza) e al software (algoritmi di
controllo, struttura del software, interfacciamenti con reti, applicazioni
alto livello).
Al corso può succedere uno stage,
da concordare con Comau in merito
a partecipanti e argomentazioni,
che può riguardare, a scelta, i diversi ambiti di studio e applicazione
della robotica: programmazione,
controllo, schemi elettrici, sistema
3D di simulazione celle, manutenzioni e interventi di assistenza.
I numeri del progetto ‘Rete robotica
a scuola’, diffusi direttamente dal
professor Marvaso durante l’edizione 2014 di RomeCup, tenutasi
a Roma lo scorso marzo, (evento
dedicato proprio alle applicazioni
di robotica da parte degli studenti
delle scuole e che ha il proprio momento apicale nella cerimonia di
premiazione dei migliori progetti)
sono davvero lusinghieri.
Sono 7 le Regioni che hanno firmato il protocollo ‘Accordo di rete
sulla robotica educativa’, 6 le reti
costituite sul territorio nazionale,
ben 44 le scuole secondarie superiori che stanno sperimentando il
progetto. Le tipologie di scuole che
hanno attuato le ‘curvature’ sulla
robotica nel blennio e nel triennio
sono gli istituti tecnici e professionali che hanno anche approfittato
degli stage formativi in Comau.
Il lavoro del futuro
A livello formativo questo significa
oltre 110 docenti formati e 3.500
studenti coinvolti i quali, nel 75%
dei casi, hanno ottenuto un lavoro
a tempo indeterminato nell’arco
dei 3/6 mesi successivi al termine
degli studi potenziati dal corso di
robotica concordato con Comau.
Il dato sottolinea, sotto un altro
punto di vista, come l’automazione
e la robotica siano davvero il lavoro
del futuro.
A dimostrarlo ci sono sia i dati divulgati dall’International federation
of robotics - guidata dal manager
Comau, Arturo Baroncelli - con un
incremento su scala mondiale del
15% circa delle vendite dei robot,
sia dati prettamente ‘scolastici’: il
numero degli iscritti alle scuole in
cui si insegna robotica crescono,
in controtendenza rispetto ad altri
istituti tecnici, con percentuali a
doppia cifra.
Attualmente sono attivi o in via
di attivazione, quasi 30 laboratori di robotica, suddivisi nei 9 del
Piemonte, i 14 della Campania nell’ambito della ‘Rete robotica
Campania’ - uno in Veneto, uno in
Calabria e uno nelle Marche. Due
ulteriori laboratori sono in avviamento in Veneto.
Questi dati di successo hanno
valso, inoltre, l’individuazione di
Comau come azienda destinataria
del progetto europeo su robotica
e meccatronica deciso nel memorandum Italia-Germania dell’ottobre 2013 e la sperimentazione
del modello duale tedesco con la
Germania, tramite un accordo intergovernativo tra i due ministeri
dell’Istruzione italiano e tedesco.
“L’Italia - come asserito durante
RomeCup dal professor Marvaso
- non è seconda a nessuno nell’ambito della formazione in robotica
per ogni livello scolastico. È necessario insistere sui progetti di rete
e di sensibilizzazione affinché le
potenzialità del settore siano completamente espresse, in termini di
tecnici preparati e posti di lavoro
assegnati”.
Comau, dunque, si conferma azienda all’avanguardia non solo per
l’offerta tecnologica innovativa, ma
anche per una visione di insieme
del mondo della robotica, attenta ai
professionisti del futuro e stimolo
per il mercato del lavoro, in difficoltà in questo momento storico, ma
particolarmente promettente negli
ambiti della robotica e dell’automazione industriale.
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INCHIESTA
I vantaggi
(e i segreti)
del Co-Design
GABRIELE PELOSO
Co-Design, progettazione
collaborativa o social
design sono tutti termini
che indicano un metodo
per lo sviluppo prodotto.
Oggi l’innovazione passa
La progettazione più avanzata non si
limita al calcolo strutturale, ai materiali
e alla geometria del prodotto, ma investe tecnologie un tempo impensabili:
il Web, l’elettronica, l’informatica, la
possibilità di trasmettere e ricevere
dati da un oggetto, possibilmente in
modo semplice e immediato. Ecco
allora la necessità che l’intero progetto sia portato avanti da professionisti
dalle competenze tecniche differenti. La conoscenza è al centro dello
sviluppo. Essa può arrivare da chi
sviluppa, dai clienti, dagli utilizzatori.
52
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SETTEMBRE
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Quali sono allora gli strumenti per il
Co-Design? È difficile fare Co-Design?
Cosa ha di nuovo questa metodologia
di sviluppo? A queste e ad altre domande hanno risposto alcuni progettisti
e designer italiani. La parola a: Luca
Bedon, engineering technologies leader di Avio Aero; Luciano Galimberti,
presidente di ADI-Associazione per il
design industriale; Ernesto Carretta,
responsabile Metra Consulting; Flavio
Manzoni, direzione design Ferrari, incontrato alla XXIII edizione del Compasso d’Oro; Luigi Pascali, application
attraverso la creazione
di nuovi oggetti sempre
più complessi, funzionali
e con uno stile in grado
di conquistare il gusto
dei consumatori. Pena
l’esclusione dal mercato.
Come fare?
I PROTAGONISTI
“Questo approccio - sottolinea LUCA BEDON,
engineering technologies leader di Avio Aero- consente di ridurre significativamente
il tempo necessario a finalizzare il prodotto
minimizzando inoltre i rischi di ricircoli dovuti
alla non condivisione a monte delle scelte di
progettazione. Anche nel mondo aeronautico
non si può più prescindere da concetti di time
to market e ‘buono subito’. Dopo diversi anni
di lavoro secondo questo approccio, per i nostri
ingegneri è naturale pensare e progettare pensando alle possibili implicazioni derivanti dalle
loro scelte in termini di industrializzazione e
impatto sul costo del prodotto”.
“È nel DNA delle aziende appartenenti al
Gruppo Metra - ha detto ERNESTO CARRETTA, responsabile Metra Consulting- l’attitudine a sviluppare, in collaborazione con il
cliente, l’applicazione che preveda l’impiego
dell’estruso in alluminio, mettendo in campo la propria esperienza sulle tecnologie di
competenza lungo tutta la filiera di riferimento: fonderia di riciclo, estrusione, finiture
superficiali, lavorazioni meccaniche. Più nello
specifico, Metra Consulting, supporta il cliente
nell’ottimizzazione del disegno della sezione
estrusa in relazione a tutti gli aspetti che la
caratterizzano”.
“Il Co-Design, - commenta LUCIANO GALIMBERTI, presidente di ADI-Associazione
per il design industriale - unisce in un
unico tavolo le competenze multidisciplinari
necessarie alla definizione del percorso
progettuale, l’utente finale, coinvolto come elemento attivo, è determinante nella
contribuzione all’esito positivo del progetto.
L’adozione sistematica del Co-Design può
permettere di ridurre il time to market in
maniera sensibile ed è in grado di rispondere in modo mirato ai desideri inespressi
dell’utente comune”.
engineer food&beverage and PA di
Festo.
Collaborazione, ricerca e innovazione
sono argomenti importanti non solo
a livello aziendale o di singolo Paese,
ma coinvolgono anche le Istituzioni
UE (programma Horizon 2020) e le
imprese di tutto il mondo. Ecco come i team di progettazione applicano
questa metodologia di progettazione.
fornitori. Dallo studio delle forme, ai
materiali, la produzione degli stampi, la
prototipazione rapida, i controlli della
qualità e i collaudi. L’approccio è davvero a 360°. I vantaggi sono tangibili,
sia nel risultato finale sia dal punto di
vista economico e dalla riduzione del
time to market.
“Il Co-Design - esordisce Galimberti -,
unisce in un unico tavolo le competenze
multidisciplinari necessarie alla definizione del percorso progettuale, l’utente
finale, coinvolto come elemento attivo,
è determinante nella contribuzione
all’esito positivo del progetto, l’adozione sistematica del Co-Design può
permettere di ridurre il time to market
in maniera sensibile ed è in grado di
rispondere in modo mirato ai desideri
inespressi dell’utente comune. È una
pratica strategica nella definizione del
processo di industrial design, le interconnessioni e i contributi concettuali
dei diversi attori del progetto, e non
ultima la partecipazione attiva degli
utenti finali quali stakeholder, arricchiscono il magma tecnico culturale che
la sapiente regia del designer può plasmare in tempi contenuti nel prodotto/
servizio che l’industria andrà a offrire”.
“Questo approccio - dice Bedon - consente di ridurre significativamente il
tempo necessario a finalizzare il prodotto minimizzando inoltre i rischi di
ricircoli dovuti alla non condivisione
a monte delle scelte di progettazione.
Anche nel mondo aeronautico non
si può più prescindere da concetti
di time to market e ‘buono subito’.
Un prodotto migliore
La progettazione tramite Co-Design
investe molte aree aziendali, clienti e
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I PROTAGONISTI
INCHIESTA
“Il Co-Design - interviene FLAVIO MANZONI
della Direzione design Ferrari - è un aspetto sicuramente importante per lo sviluppo di nuovi prodotti.
Esso permette la collaborazione con altri soggetti
capaci esterni al committente, generalmente sono
professionisti molto preparati. È un arricchimento
di professionalità per entrambi. Si tratta di super
esperti di determinate tecnologie e il confronto
di idee rappresenta un momento di crescita per
tutti i soggetti coinvolti. Infatti, alcune aziende del
comparto automobilistico si affidano a veri e propri
strategic partner, anche internazionali, utilizzando
le loro specifiche conoscenze”.
“L’attività di Co-Design - risponde LUIGI PASCALI, application engineer food&beverage and PA
di Festo - è spesso necessaria in quanto non sempre
i prodotti a catalogo sono adatti all’applicazione
del cliente. In questo modo nascono dei prodotti
completamente nuovi o delle varianti di prodotti
già esistenti. Nel settore food & beverage, per
esempio, abbiamo sviluppato diversi prodotti in
Co-Design lavorando fianco a fianco con i tecnici
di grandi aziende utilizzatrici che sono leader di
mercato nel loro settore. È da queste importanti
realtà, infatti, che nascono esigenze sempre nuove,
che ci spingono a realizzare prodotti vincenti”.
Dopo diversi anni di lavoro secondo
questo approccio, per i nostri ingegneri è naturale pensare e progettare
pensando alle possibili implicazioni
derivanti dalle loro scelte in termini di
industrializzazione e impatto sul costo
del prodotto”.
“L’attività di Co-Design - risponde Pascali - è spesso necessaria in quanto
non sempre i prodotti a catalogo sono
adatti all’applicazione del cliente. In
questo modo nascono dei prodotti
completamente nuovi o delle varianti
di prodotti già esistenti. Nel settore
food & beverage, per esempio, abbiamo sviluppato diversi prodotti in CoDesign lavorando fianco a fianco con
i tecnici di grandi aziende utilizzatrici
che sono leader di mercato nel loro
settore. È da queste importanti realtà,
infatti, che nascono esigenze sempre
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2014
nuove, che ci spingono a realizzare
prodotti vincenti. I sistemi che si sviluppano in queste circostanze sono
quelli che successivamente saranno
richiesti anche da tutti gli altri utenti.
Per questo motivo investiamo molto
tempo e risorse in questa attività”.
“Il Co-Design - ha esordito Manzoni - è
un aspetto oggigiorno importante per
lo sviluppo di nuovi prodotti. Esso permette la collaborazione con altri esperti
di progettazione esterni al committente, generalmente sono professionisti con forte know-how in un settore
specifico. È un arricchimento di professionalità per entrambi. Si tratta si
super esperti di determinate tecnologie
e il confronto di idee rappresenta un
momento di crescita per tutti i soggetti
coinvolti. Infatti, alcune aziende del
comparto automobilistico si affidano
a veri e propri strategic partner anche
internazionali; grazie al loro expertise
sono varie le componenti dell’auto
che vengono sviluppate in Co-Design:
dall’impianto frenante, all’elettronica
di bordo, dai pneumatici all’interfaccia
uomo-macchina”.
“È nel DNA delle aziende appartenenti al
Gruppo Metra - ha detto Carretta l’attitudine a sviluppare, in collaborazione con il cliente, l’applicazione
che preveda l’impiego dell’estruso
in alluminio, mettendo in campo la
propria esperienza sulle tecnologie
di competenza lungo tutta la filiera di
riferimento: fonderia di riciclo, estrusione, finiture superficiali, lavorazioni
meccaniche. Più nello specifico, Metra
Consulting, supporta il cliente nell’ottimizzazione del disegno della sezione
estrusa in relazione a tutti gli aspetti
che la caratterizzano. Sicuramente - ha
continuato - l’approccio integrato tra
produttore e fornitori per la migliore definizione di un nuovo prodotto,
risulta la via ottimale per arrivare ad
un buon esito del progetto. Per centrare al meglio gli obiettivi ricercati è
necessario un pieno coinvolgimento
di tutti i detentori delle tecnologie che
concorrono alla realizzazione dei vari
componenti. È importante un dialogo
su tutti i tavoli di discussione, e una
piena comunicazione delle eventuali
criticità da superare, in modo da procedere in maniera coordinata all’avanzamento degli sviluppi richiesti”.
Gli strumenti per il Co-Design
Lo scambio di idee e progetti condivisi
sono un aspetto della progettazione
collaborativa. Ma non è tutto. Quali
moderni strumenti tecnici sono messi
in campo per affrontare metodi di
Co-Design? Studio dei materiali, immagini da utilizzare, disegni, relazioni
di fattibilità, analisi dei risultati emersi,
social network ecc.
“Per portare avanti queste attività commenta Pascali - ci incontriamo
periodicamente con i tecnici delle aziende clienti discutendo l’applicazione
specifica in cui verrà utilizzato il prodotto, successivamente viene illustrata
la proposta avvalendosi di modelli
CAD e disegni tecnici. In una fase più
avanzata si analizzano i risultati dei test
a cui sono stati sottoposti i prototipi
e infine il prodotto è validato direttamente sulla macchina del cliente con
specifici field test a cui siamo chiamati
a partecipare attivamente dando suggerimenti e supporto. In ognuna di
queste fasi possono scaturire input per
apportare delle modifiche al progetto
del prodotto”.
“I prodotti, sempre più chiaramente
proposti a una determinata fascia di
mercato - prosegue Manzoni - possono
essere sviluppati secondo i bisogni
degli utenti finali, ma vanno progettati
soprattutto anticipando i loro desideri
inespressi, precorrendo per così dire
la naturale evoluzione delle cose. Ecco
allora la necessità di utilizzare le nuove
tecnologie in ‘ottica user-centered’.
Chi investe in innovazione tecnologica
generalmente ne ha un beneficio e un
ritorno economico. L’integrazione dei
processi è una delle strategie aziendali
più coinvolgenti. Prima su tutte posso
segnalare l’utilizzo del PLM, un approccio integrato, basato su metodologie di
organizzazione del lavoro collaborati-
vo, che permette anche di apportare
innovazioni di prodotto durante tutto
il ciclo di vita. La progettazione crea
oggi una mole di dati decisamente
utili per una serie di aree aziendali che
vanno anche oltre la fase di disegno
progettuale. Infine, l’utilizzo della rete
e lo scambio di informazioni via Web è
un metodo interessante che sta emergendo in questi ultimi anni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è Bedon:
“Il PLM, per la condivisione dei modelli
3D dei nostri componenti, strumenti di
analisi integrati con le macchine usate
in produzione, condivisione di process capability sono solo alcuni degli
strumenti fondamentali del co-design.
Ingegneri e tecnologi condividono costantemente queste informazioni per
giungere a una definizione del prodotto in grado di soddisfare la specifica
tecnica tenendo in conto degli aspetti
realizzativi. Tutto questo proiettato
sempre più su una scala globale con
siti localizzati in Paesi diversi”.
“Calando il Co-Design nel processo
di invenzione-produzione del prodotto - interviene Galimberti -, il product
lifecycle management è senza dubbio
uno degli strumenti più utilizzati per
connettere le risorse interne ed esterne a un’azienda e il cloud computing
è la fonte comune alla quale poter
attingere i dati necessari allo svilup-
po. L’uso dei social network,
ha un carattere decisamente
più esplorativo, il coinvolgimento di social media user
può sostituire in modo più
diretto i focus group”.
“Il supporto di Metra Consulting - dice Carretta -, oltre
alle indicazioni progettuali
basate sul know-how delle
leghe alluminio e dell’estrusione, utilizza anche strumenti evoluti per le verifiche
di dettaglio. Nell’ambito della rappresentazione grafica
sono impiegati CAD 2 e 3D,
con tool di ausilio specifici per la progettazione meccanica, per dettagliare
i componenti che insieme all’estruso
realizzano un sotto-assieme funzionale. A completare l’offerta software vi
è un programma di calcolo FEM su
piattaforma MSC Nastran che permette la simulazione strutturale lineare e
non lineare sia statica sia dinamica,
l’analisi di contatto, l’analisi termica
stazionaria o di transitorio. In aggiunta all’attività di simulazione virtuale,
è possibile realizzare dei prototipi in
grado di replicare la morfologia del
componente tramite stampanti 3D per
le verifiche di idoneità geometrica. In
questo modo il lancio delle attrezzature
d’estrusione è effettuato quando sono
state verificate, con ragionevole certezza, tutte le condizioni di eventuale
criticità funzionale”.
Difficoltà e soluzioni
Il Co-Design è un metodo organizzativo
che sempre più sta interessando le
attività di sviluppo di nuovi prodotti e
che, in ambiti di tecnologia spinta, aerospazio, difesa e automotive è ormai
consolidato da tempo. Quali sono le
difficoltà, se esistono, e le relative soluzioni? La risposta arriva dalle aziende.
“Il Co-Design richiede una guida abile
e sensibile alle istanze di ciascuno degli
interlocutori raccolti attorno al tavolo
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SETTEMBRE
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INCHIESTA
della discussione di indirizzo lavori afferma Carretta -, ma al contempo determinata nel rispetto degli obiettivi di
prestazione, costo e tempo di sviluppo.
Non è un esercizio semplice, ma, oggi,
in un mondo sempre più competitivo, è
la strada obbligata per l’ottimizzazione
dell’attività nella quale si è impegnati
e dalla quale dipende buona parte del
successo del progetto o prodotto che si
vuole realizzare, con vantaggi reciproci
per tutti coloro che sono chiamati al
suo sviluppo”.
“Direi che di per sé non è un’attività
difficile - conclude Pascali - ma è molto
complessa in quanto occorre interfacciarsi con molte persone all’interno
dell’azienda cliente, dai tecnici progettisti ai manutentori, ai responsabili
del progetto, ognuno con le proprie
necessità.
Spesso emergono degli input molto
diversi, a volte anche in contrasto tra
loro, e bisogna essere in grado di discernere cosa sia più utile per realizzare
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il prodotto più adeguato a soddisfare
l’applicazione del cliente”.
Bedon aggiunge che: “Può non essere
immediato e richiede uno sforzo da
parte di tutti per andare aldilà delle
funzioni e saper lavorare nella matrice.
È l’espressione più completa del concetto di lavoro in team interfunzionale
in cui tutti condividono il medesimo
obiettivo finale e non si è più responsabili solo della propria parte. Quando
ciò accade, i risultati sono eccezionali”.
“Non è un metodo difficile da applicare - commenta Manzoni - anche
perché il Co-Design esiste ormai da
decenni. Oggi, il vantaggio è quello di
poter utilizzare nuove tecnologie che
facilitano la progettazione collaborativa. Ciò avviene anche per periodi
relativamente brevi, ma molto intensi,
in stretta sinergia.
Gli strumenti utilizzati dal team di progettisti che coordino sono la realtà
virtuale e il rapid prototiping. Queste
tecnologie non solo permettono una
più facile collaborazione nello sviluppo
in tempo reale dell’idea, ma anche
di modificare in itinere prodotti esistenti”.
“Calare il processo di Co-Design - conclude Galimberti - nella realtà produttiva italiana, come dice il mio collega
designer Massimo Farinatti, che mi
affianca nel Comitato direttivo ADI, può
incontrare ancora degli ostacoli, legati
in egual misura a una scarsa definizione del tavolo di regia, che dovrebbe
essere affidato al designer, come anche
alla scarsa attitudine alla cooperazione
fra le parti. L’analisi dei desideri inespressi degli utenti finali è utilizzata
ancora in modo marginale, l’uso dei
social è visto più come un possibile
mezzo di pubblicità virale piuttosto che
come uno strumento di conoscenza.
L’auspicio è che il co-design, strumento
strategico focalizzato a quello che viene
definito human centered design possa
diventare pratica comune del processo
creativo-produttivo”.
Soluzioni intelligenti
avvicinano il nostro futuro
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2014
novembre
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INCHIESTA
Rivoluzione
e lettrica
nell’automotive
MARCO ZAMBELLI
La tecnologia è pronta, gli incentivi statali sono
allocati, le prestazioni sono superiori alla tipologia
tradizionale ed è caratterizzata da un modello
industriale più leggero: le
e opportunità della nuova
mobilità elettrica sono
davvero molteplici. Vediamo
ono davver
quali sono anche
he in Italia
I veicoli elettrici sono un fenomeno
destinato ormai a prendere piede,
con molte case automobilistiche
che già presidiano questo nuovo
paradigma della mobilità, che offre
vantaggi in termini di costi energetici e sociali congiuntamente a
prestazioni del motore superiori, a
fronte di una maggiore semplicità
costruttiva. Un’opportunità anche
cos
l’Italia, dove sono già diversi i
per l’I
costruttori attivi nel comparto eletcostrutto
dove molto si deve ancora
trico, ma do
un’infrastruttura
ffare,
fa
re, sia per creare
c
dii postazi
postazioni di ricarica, sia per
d
quanto concerne i fondi a suppordell’acquisto di veicoli elettrici,
to d
pure previsti dal nuovo Decreto crep
scita che pone però ancora attenzione maggiore al termico a basse
emissioni. Fattore che lascia l’Italia
indietro rispetto alle esperienze già
sorte in altri Paesi europei.
Semplicità costruttiva
Veicoli ibridi plug-in con motore
elettrico e termico in parallelo, veicoli extended range, con un picco-
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progettare 383 •
SETTEMBRE
EMBRE
2014
GIAMPIERO CAMILLI, membro Anie Gruppo
E-Mobility: “La mobilità elettrica è già una
realtà, e rappresenta una grande opportunità per l’industria italiana, in quanto la
maggiore semplicità costruttiva del veicolo
permette di entrare nel mercato senza grossi
investimenti: un veicolo elettrico non ha
infatti cambio, né frizione, né olio. Offre
inoltre superiori prestazioni, a partire dalla
silenziosità di guida, ma anche in fase di
accelerazione, in quanto un motore elettrico
ha coppia massima a qualsiasi numero di
giri, deve anzi intervenire l’elettronica
a limitare l’accelerazione, che altrimenti
sarebbe pari a quella di un missile”.
I PROTAGONISTI
lo motore termico che ricarica un
motore elettrico posto in serie, e
infine veicoli elettrici a batteria veri
e propri con completa autonomia in
elettrico. Sono le tipologie di veicoli
elettrici stradali e di tecnologie oggi
già disponibili, un nuovo paradigma
pronto a rivoluzionare il mondo
automotive, grazie a prestazioni
superiori e modalità costruttive
semplificate rispetto alle vetture
con power train tradizionale, come
spiega Giampiero Camilli, membro
Anie Gruppo E-Mobility: “La mobilità elettrica è già una realtà, e rappresenta una grande opportunità
per l’industria italiana, in quanto
la maggiore semplicità costruttiva
del veicolo permette di entrare nel
mercato senza grossi investimenti:
un veicolo elettrico non ha infatti
cambio, né frizione, né olio. Offre
inoltre superiori prestazioni, a partire dalla silenziosità di guida, ma
anche in fase di accelerazione, in
quanto un motore elettrico ha coppia massima a qualsiasi numero di
giri, deve anzi intervenire l’elettronica a limitare l’accelerazione, che
altrimenti sarebbe pari a quella di
un missile”.
Diversi sono i vantaggi offerti dalle
auto elettriche, ovvero veicoli con
produzione di CO2 inferiore ai 50 g/
km. I vantaggi possono essere considerati su tre parametri: innanzitutto, a livello di bolletta energetica,
per cui dati del Cives (Commissione
italiana veicoli elettrici stradali) mostrano un milione di veicoli in Italia
farebbero risparmiare 3 miliardi
in petrolio, risorsa il cui costo è
previsto in aumento nel prossimo
futuro. Ma vi sono anche risparmi
legati ai costi sociali nella sanità, dal
momento che la diffusione dei veicoli elettrici porterebbe a eliminare
le polveri sottili, dovute per il 74%
al traffico urbano. Non da ultimo,
le Direttive europee impongono la
GIANLUCA DONATO, membro Anie Gruppo
E-Mobility: “Guidare un’auto elettrica è
un’esperienza completamente nuova, che
offre emozioni uniche e totale affidabilità:
in un anno e mezzo da che la utilizzo, non ha
mai richiesto manutenzione. Altro discorso
ancora è quello dell’autonomia. Guidare
un’auto elettrica comporta un cambio di
prospettiva, non più pensare di uscire per
fare il pieno di carburante, ma pensare
di uscire con l’auto carica a sufficienza
per coprire il percorso da fare, tornando
quindi a casa ancora con un poco di carica
residua, e oggi l’autonomia che le auto
elettriche offrono è di almeno 100 km,
più che sufficiente a coprire le esigenze di
tutti i giorni”.
riduzione di CO2, possibile con i
veicoli elettrici: “Nel complesso spiega Camilli - sommando questi
tre parametri è possibile valutare il
costo per il Paese dei veicoli tradizionali a combustione interna in 6
centesimi di euro al km, contro 1,8
centesimi degli elettrici o ibridi”.
Rinnovabili e smart grid
Il veicolo elettrico si presta molto
bene anche allo sfruttamento delle
fonti energetiche rinnovabili: è possibile infatti immaginare postazioni
di ricarica integrate dove bastano
20 m2 di pannelli solari che forniscono 3 kW di energia per ricaricare
in 7-8 ore il veicolo, consentendo di
percorrere gratuitamente 150 km al
giorno. “E viaggiando con il sole
c’è anche da aspettarsi agevolazioni
fiscali - spiega ancora Camilli -. Il
discorso vale anche per l’eolico, una
grande turbina da 3 MW potrebbe
far funzionare 750 veicoli elettrici per un anno. Su questo fronte,
anche il discorso dello storage energetico sta avanzando: vi sono
turbine a vento che stanno ferme
quando non c’è richiesta, mentre
progettare 383 •
SETTEMBRE
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INCHIESTA
Un esempio di infrastruttura integrata
con un sistema fotovoltaico.
avendo in rete le auto collegate
con le batterie, sarebbe possibile
immagazzinare l’energia quando
disponibile, per poi utilizzarla nei
momenti di picco, anche per alimentare le utenze domestiche,
implementando il concetto di smart
grid e smart city”.
A fronte di superiori prestazioni
e maggiore semplicità costruttiva, il problema dei veicoli elettrici
restano ancora le batterie: oggi ci
sono diverse tecnologie disponibili,
batterie ai sali fusi, usate su grossi
mezzi come bus, e batterie a ioni
di litio per le auto, che forniscono
24-25 kWh per un’autonomia di
circa 150 km. “Studi in corso che
ipotizzano la possibilità di aumentare di 10 o anche 20 volte la densità
energetica - illustra Camilli -: batterie a ioni di litio aria, con catodo di
ossigeno, o a ioni litio alluminio o
zolfo. Servono però ancora alcuni
anni per l’industrializzazione, ma vi
si sta lavorando molto, e il giorno in
cui il problema verrà risolto, l’auto
elettrica sarà del tutto sostituibile all’auto a benzina”. Inoltre, le
60
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
batterie agli ioni di litio devono
lavorare in range di temperatura
idealmente compreso tra i -5 e i
40/50 °C, richiedendo pertanto un
sistema di condizionamento dedicato che, insieme all’elettronica a
bordo che gestisce la ricarica, fa
lievitare il costo del pacco batterie,
oggi nell’ordine dei 10-12 mila euro, tenendo alto il prezzo di questa
tipologia di veicoli.
Per quanto riguarda il problema
dell’autonomia, chi già impiega
un’auto elettrica sostiene trattarsi
più che altro di un problema psicologico, come spiega Gianluca
Donato, membro Anie Gruppo EMobility: “Guidare un’auto elettrica è un’esperienza completamente
nuova, che offre emozioni uniche
e totale affidabilità: in un anno e
mezzo da che la utilizzo, non ha
mai richiesto manutenzione. Altro
discorso ancora è quello dell’autonomia. Guidare un’auto elettrica
comporta un cambio di prospettiva,
non più pensare di uscire per fare il
pieno di carburante, ma pensare di
uscire con l’auto carica a sufficien-
za per coprire il percorso da fare,
tornando quindi a casa ancora con
un poco di carica residua, e oggi
l’autonomia che le auto elettriche
offrono è di almeno 100 km, più che
sufficiente a coprire le esigenze di
tutti i giorni”. Con al limite la possibilità di ricorrere alla cosiddetta
tecnica del biberonaggio, ovvero
fare un piccolo rabbocco in modalità di ricarica rapida fuori casa,
per avere un poco di autonomia
aggiuntiva.
Panorama normativo
La normativa europea in tema di
mobilità elettrica in Europa è già
molto avanzata, e anche per l’Italia
la proposta di direttiva uscita a gennaio 2013 prevede 150 mila punti
di ricarica pubblici entro il 2017,
ma nel nostro Paese ne sono previsti dieci volte di più privati, con
previsione pertanto di circa 1.200
mila punti di ricarica, una grande
opportunità per installatori e per
l’industria collegata. “Il panorama
normativo è però complesso - spiega Camilli - per cui occorre che gli
installatori siano a conoscenza delle norme impianti, delle tipologie
di ricarica e di connessione possibili per sapere come muoversi”.
Innanzitutto, la ricarica può infatti
essere privata, nel garage di casa,
oppure semi-pubblica, ad esempio
nei parcheggi di grandi centri commerciali, o ancora pubblica, con
colonnine di ricarica in giro per la
città, con modalità di ricarica lenta
(da casa con disponibilità di 3 kW
che richiede circa 8 ore per la ricarica completa), oppure semi-veloce,
magari nel parcheggio aziendale
dove dispongo di una potenza maggiore e posso ricaricare in un’ora,
e infine rapida o ultra-rapida, con
possibilità di ricaricare in 10-15
minuti. Vi sono poi 4 tipi di connettori, tra cui il tipo 3A impiegato per
i veicoli leggeri in Italia, e un tipo
universale 3C proposto dai tedeschi
con speciali schermi di protezione
che impediscono di toccare spinotti
e alveoli.
Vi sono poi diverse tipologie di
collegamento del cavo e quattro
modalità di connessione ammesse:
il modo 1, tramite semplice prolunga, è ancora permesso in ambienti
privati sotto stretta sorveglianza
del proprietario. Il modo 3 prevede
invece un sistema di comunicazione di sicurezza tra colonnina e
veicolo, detto PWM, pulse width
modulation, onde quadre a frequenza variabile con cui veicolo e
colonnina dialogano, trasferendo
tutta una serie di informazioni intese a ottimizzare la ricarica, per non
stressare il pacco batterie e garantirne la durata (ad oggi garantita in
circa dieci anni dai costruttori, con
mantenimento delle prestazioni di
carica del 70%), ad adattare la potenza erogata al tipo di caricabatterie, alla dimensione del cavo di
connessione, alla disponibilità di
energia e al costo corrente, oltre
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INCHIESTA
che a raccogliere dati per tracciare
l’impiego a livello di rete, tutte funzioni al momento ancora allo stato
progettuale. Esistono poi un modo
2, che prevede una in-cable Control
box, un generatore di segnali che
svolge tutte le funzioni della colonnina, e infine un modo 4 per la
ricarica rapida in corrente continua
con sistema chiamato ChadeMo.
“Attualmente la Comunità europea
sta lavorando per giungere a una
unificazione - spiega Camilli -, ma
ci vorrà ancora forse un anno prima che vi si giunga, anche se ciò
62
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SETTEMBRE
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non rappresenta un problema in
quanto i costruttori possono garantire piena interoperabilità fornendo
tutti i cavi, le prolunghe e le prese
necessari”.
Incentivi all’elettrico
Intanto, anche il panorama legislativo italiano si muove nel senso della
mobilità elettrica: fino al 2015 il Decreto crescita stanzia 120 milioni di
euro per l’acquisto di veicoli a basse emissioni, comprese però anche
le altre categorie a basso impatto,
gas, metano e GPL. Nello specifico,
dei 50 milioni di fondi statali per il
2013, 35 sono destinati alle aziende,
nella forma di un incentivo pari a
un massimo di 5mila euro, per accedere al quale l’azienda deve però
rottamare un veicolo che abbia 10
anni, appesantimento che il Cives
si sta impegnando a far togliere.
Altri 15 sono destinati a privati che
acquistano un veicolo ecologico,
dei quali 5 milioni nello specifico
per elettrici (veicoli con emissioni
fino a 50 gr di Co2), con 2.500 euro
dal venditore e 2.500 dal Ministero,
per un totale di 2.000 veicoli nel
2013, già tutti venduti. Il Decreto
nel 2012 ha inoltre stanziato 20
milioni per la messa in atto di un
piano infrastrutturale di colonnine
di ricarica da parte delle amministrazioni pubbliche, mentre dal 1°
giugno 2014 un’altra disposizione
prevede l’obbligo di un punto di
ricarica per auto elettrica per ogni
posto auto in edifici non residenziali superiori ai 500 m2. “Rispetto alle
esperienze in altri Paesi europei,
c’è ancora molto da fare - conclude
Camilli -: pensiamo all’Estonia, che
ha inaugurato una infrastruttura
di ricarica con postazioni ogni 50
km, o alla Danimarca, dove è nato
un gestore dedicato alla mobilità
elettrica.
Con il Cives stiamo cercando di
lavorare con le commissioni ministeriali perché l’anno prossimo si dia
un incentivo superiore all’industria
dell’elettrico e ibrido, e meno al
termico ecologico, le cui economie
di scala industriali sono già state
ottenute.
Così come ci stiamo impegnando
per far sì che il prossimo anno i fondi per l’infrastruttura vengano dati
anche ai privati, affinché la mobilità
elettrica possa finalmente decollare
anche nel nostro Paese”.
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ECONOMIA
Un crescendo
in controtendenza
LUCA ROSSI
Il fatturato dell’industria italiana dei
sistemi di trasmissione movimento
e potenza nel 2013 ha superato
i 6 miliardi di euro, in leggera
crescita (+0,7%) rispetto all’anno
precedente. La prima parte del 2014
evidenza un trend di sostanziale
stabilità che caratterizzerà anche
la chiusura d’anno. È l’analisi
che emerge dall’ufficio studi di
Assiot, l’associazione italiana dei
costruttori di organi di trasmissione,
movimento e potenza
64
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
In un contesto macroeconomico
ancora debole e nonostante i dati
generali del comparto manifatturiero siano ancora negativi, l’industria
italiana dei sistemi di trasmissione
movimento e potenza si conferma
in salute. È questo quanto emerge
dall’analisi elaborata dall’ufficio
studi di Assiot, l’associazione italiana dei costruttori di organi di
trasmissione, movimento e potenza. Rispetto alla flessione del fatturato complessivo del 2012 (-5,2%),
che si confrontava con il sostenuto
recupero del biennio precedente
2011-2010 caratterizzato da tassi di
crescita elevatissimi, per l’industria
italiana di settore il 2013 si è chiuso con un fatturato complessivo
che supera i 6,2 miliardi di euro e
con un leggero incremento (+0,7%)
rispetto all’anno precedente. La
prima parte di quest’anno evidenzia un trend di sostanziale stabilità
rispetto al 2013, con un andamento
molto diverso a seconda dei mercati di sbocco: in particolare risultano
stabili i comparti automobilistico e
agricolo, positivi quello dei veicoli
industriali e oil&gas mentre soffrono eolico e siderurgico. Una sostanziale tenuta è stimata anche per i
restanti mesi del 2014, nonostante
il perdurare di un clima incerto e
un quadro generale debole. Nel
panorama mondiale delle trasmissioni di movimento e potenza l’Italia continua a giocare un ruolo di
primissimo piano mentre in Europa
segue a ruota la Germania.
Carraro confermato
presidente
Anche per il prossimo biennio è stato riconfermato
presidente di Assiot Tomaso Carraro (Carraro
Group), che verrà affiancato da Paolo Ramadori
(Oerlikon Graziano) e da Assunta Galbiati (Galbiati Group) nel ruolo di vicepresidenti (nella foto).
Rinnovato il Comitato esecutivo e il Consiglio direttivo. Alla riconferma a capo di Assiot si aggiunge
per Tomaso Carraro anche la nomina a nuovo
presidente di Eurotrans, il comitato europeo dei
produttori di sistemi per la trasmissione di potenza
che rappresenta gli interessi di 600 aziende con
un fatturato aggregato pari a oltre 37 miliardi di
euro e 160.000 collaboratori. Il neo presidente
europeo ha lanciato la proposta di creare un tavolo di lavoro con le varie associazioni nazionali
che dovrà sfociare in breve tempo nella condivisione da parte di tutti di alcuni principi. “A questo
seguirà una fase di lavoro per costruire una nuova Eurotrans che rappresenti al meglio le nostre
industrie partendo dall’assioma che ogni singola azienda, ma direi di più ogni singola nazione, nel
lungo termine non sarà in grado di affrontare da sola la sfida dei mercati globali - aggiunge - e
che al contrario come settore industriale europeo unito saremo in grado di mantenere la leadership
delle nostre imprese”.
“Dopo le forti perdite del 2009 e il
rimbalzo del 2010, possiamo affermare di essere ritornati ad una situazione di cosidetta normalità nonostante la crisi abbia negativamente
impattato in termini di erosione del
margini e riduzione della capacità di
programmazione - ha commentato
Tomaso Carraro -. Dopo la crisi del
2009 è evidente che le nostre aziende hanno dovuto cambiare pelle,
diventare più flessibili, con tempi
di risposta più rapidi e sempre più
reattive anche nella diversificazione
dei propri prodotti”.
Analisi nel dettaglio
Analizzando le singole voci commerciali le consegne su mercato
interno presentano un dato sostanzialmente positivo (+0,4% 2013 rispetto al 2012) dovuto principalmente a due fenomeni: il primo,
più strutturale, legato alle ‘esporta-
zioni indirette’ ovvero la vendita di
componenti a clienti nazionali che
esportano prodotto finito all’estero
e il secondo, che sta prendendo piede nell’ultimo anno, del cosiddetto
reshoring ovvero la rilocalizzazione
di alcune produzione in Italia a
seguito di una prima fase di internazionalizzazione.
Passando invece ad analizzare le
importazioni si evidenzia una buona tenuta dell’Europa, anche in parte ricollegabile all’effetto reshoring
all’interno dello stesso continente
europeo, e un buon trend dell’America settentrionale. In calo le
importazioni dall’America centromeridionale. Si registra un dato
ancora più negativo per l’Asia,
che pesa oltre il 25% del totale,
in particolare dovuto al crollo del
Giappone (-42,0% che perde circa
1,7% punti percentuali). A questo
proposito il forte calo può essere
imputabile non solo all’avvento di
nuovi, agguerriti concorrenti (in
primis la Corea) ma anche a nuove
politiche commerciali da parte di
diverse multinazionali giapponesi
non più concentrate sul mercato
europeo e su paesi con bassi tassi
di crescita quali l’Italia. A livello di
export tiene l’Europa, in particolare
grazie all’ottimo trend dei Paesi fuori dall’Unione monetaria (+9,8%),
che presentano tassi di crescita
particolarmente vivaci, mentre si
evidenzia un calo dell’esportazioni
verso l’America settentrionale, dovuta al calo degli Stati uniti (-6,9%);
questo dato negativo potrebbe essere dovuto a un sempre minore
ricorso a produzioni estere da parte
degli Stati Uniti, a fronte comunque
di tassi di crescita positivi e ad un ritorno al manifatturiero inteso come
asset importante per una concreta
ripresa economica. Il primo Paese
a cui vengono destinate le nostre
esportazioni resta la Germania, storico partner commerciale, positivi
anche i trend del Belgio (+6,8%),
importante centro logistico che attrae investimenti di multinazionali
e della Cina (+16,1%), in ripresa
dopo il calo del 2012. Da evidenziare
un dato particolarmente significativo, ovvero che i primi 10 Paesi
in termini di export (70% circa del
totale giro d’affari) presentino una
performance globale sotto media
(0,4% di variazione dal 2013 al 2012
vs il dato globale pari a +0,9% 2013
vs 2012) mentre il restante 30% dei
Paesi verso cui si esporta registri un
trend molto più vivace (+2,1% di variazione dal 2013 rispetto al 2012).
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
65
NEWS
È LA VOLTA DI USA
E REPUBBLICA CECA
Continuano i lavori di realizzazioni
dei padiglioni per ospitare i Paesi
che hanno aderito a Expo. È la volta
di USA e Repubblica Ceca.
Il Padiglione USA a Expo Milano
2015 agirà da catalizzatore per stimolare il dibattito e le conversazioni per affrontare le sfide globali
sull’alimentazione. Il segretario di
Stato degli Stati Uniti, John Kerry,
ha partecipato all’evento di inaugurazione in collegamento simultaneo
via satellite tra Washington e Milano per celebrare l’inizio dei lavori
del Padiglione USA. Nel corso dell’evento si è tenuta la posa della prima
pietra del Padiglione USA che, con il
tema ‘American Food 2.0: United to
Feed the Planet’, presenterà il ruolo
chiave degli Stati Uniti per il futuro
66
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
dell’alimentazione in tutto il mondo. Il Padiglione, progettato da James
Biber architetto di fama mondiale, avrà al suo interno una fattoria verticale completamente funzionante e celebrerà la storia dell’agricoltura
degli Stati Uniti e il suo successo guidato dall’innovazione con numerosi
programmi ed eventi, da esibizioni interattive a esperienze di tasting, da
esposizioni e workshop a acceleratori di innovazione, creati con contributi
di donatori privati e partner.
L’acqua diventa il fulcro con cui la Repubblica Ceca si presenta all’Esposizione Universale in un progetto ambizioso e altamente tecnologico. Il
concept con cui il Paese si presenta a Expo Milano 2015 si richiama al Laboratory of Life, ovvero all’esperienza nell’innovazione nella gestione
delle risorse idriche e del loro uso, ai risultati degli istituti di ricerca biochimica e nanotecnologici di ricerca applicata nella cura dell’ambiente,
nella salute umana e animale e nella produzione di alimenti sicuri. Le regioni del Paese verranno presentate nello spazio Fantasy and Fairy Tale,
il sistema multimediale nasce da un progetto patrocinato dal Ministero
dell’Industria e del Commercio su proposta degli studenti dell’Università
tecnica di Praga Cvut.
Nuovi attuatori Rollon: ora con cremagliera
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IL GIUNTO
DOSSIER
Foto United Grinding Group
MACCHINE UTENSILI
Tecniche
di produzione
Materiali leggeri, strutture composite, schiume di smorzamento delle
vibrazioni, alta velocità. Si basano su questi aspetti tecnologici
le macchine utensili del futuro. I progettisti del comparto
hanno davanti a loro immense possibilità di creare,
innovare e inventare nuovi sistemi per
produrre
ECONOMIA
Segnali
di ripresa
TONY BOSOTTI
Per le imprese italiane costruttrici
di macchine utensili si stanno
concretizzando alcuni elementi che
fanno ben sperare. Come emerge dai
dati di previsione elaborati dal Centro
studi e cultura di impresa di Ucimu,
nel 2014 l’industria italiana di settore
tornerà a numeri positivi ma una vera
svolta è ancora lontana
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progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Per l’industria italiana costruttrice
di macchine utensili, robot e automazione, il 2013 si è rivelato sotto
le aspettative; in deciso calo: produzione, export, consumo e consegne
dei costruttori sul mercato italiano.
Nonostante ciò, l’industria italiana di settore ha riconquistato la
quarta posizione nella graduatoria
mondiale dei produttori, superando
al fotofinish la Corea del Sud, e si
è confermata terza nella classifica
degli esportatori.
In particolare, la produzione, in calo
del 7%, si è attestata a 4.487 milioni
di euro. Sul risultato ha pesato sia
il calo delle esportazioni, scese del
6,5%, a 3.385 milioni di euro, sia
l’ulteriore riduzione del consumo,
sceso, a 2.047 milioni di euro, il 2%
in meno rispetto al valore dell’anno
precedente. L’indebolimento della
domanda interna ha penalizzato, infatti, le consegne dei costruttori che
sono arretrate, dell’8,5%, a 1.103
milioni di euro. Le importazioni, in
crescita del 6,8%, si sono attestate
a 944 milioni di euro. Il rapporto
export su produzione è cresciuto al
75,4%. La quota di consumo coperta dalle importazioni ha registrato
un incremento di quattro punti percentuali, passando dal 42,3% (del
2012) al 46,1% del 2013.
Questo in sintesi il quadro 2013
illustrato dal presidente Luigi Galdabini, nel luglio scorso, in occasione dell’annuale assemblea dei
soci Ucimu.
Archiviato l’anno trascorso, come
emerge dai dati di previsione elaborati dal Centro studi e cultura di
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Luigi Galdabini, presidente di Ucimu.
impresa di Ucimu, nel 2014, l’industria italiana di settore tornerà
a crescere.
Nel dettaglio, nell’anno in corso, la
produzione salirà, del 4,4%, a 4.685
milioni di euro. Le esportazioni cresceranno, del 4,7%, a 3.545 milioni.
Anche il consumo italiano tornerà
di segno positivo, registrando un
incremento, del 3,3%, a 2.115 milioni di euro, dando nuovo impulso
alle consegne dei costruttori italiani
attese in aumento, del 3,4%, a 1.140
milioni di euro. Cresceranno anche
le importazioni (+3,3%) ma rimarrà
stabile la quota import su consumo.
Salirà ulteriormente il rapporto export su produzione al 75,7%.
Con riferimento all’export, nel 2013,
la Cina si è confermata primo mercato di destinazione del Made in
Italy di settore, seguita da Stati
Uniti, Germania, Russia, Francia,
Brasile.
Aumenta l’export
L’ultima rilevazione disponibile,
relativa al periodo gennaio-marzo
2014, evidenzia una ripresa delle vendite oltreconfine che si è
concretizzata in un incremento del
2,1% rispetto al primo trimestre del
2013. La Germania torna a guidare
la graduatoria dei Paesi di sbocco,
in virtù di un incremento del 17,6%
degli acquisti di macchine utensili
italiane, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Seguono
Cina (-16,3%) e Stati Uniti (-11%) in
forte rallentamento. Bene la Francia
(+30,2%).
A chiudere le posizioni di vertice
della graduatoria: Russia (-5,8%) e
India (-35,3%).
“Inserita in un panorama europeo
già poco brillante, l’Italia sta vivendo una fase particolarmente
complessa che non pare ancora
completamente archiviata - ha commentato Luigi Galdabini -. Il sistema
Italia, ancora troppo statico e ingessato, rischia di compromettere
ulteriormente l’industria manifatturiera del Paese che, dal 2008, ha
praticamente smesso di investire in
macchinari di produzione”.
La crisi generalizzata ha infatti completamente bloccato gli acquisti in
tecnologie di produzione.
La mancata sostituzione dei macchinari obsoleti (nel 2005, anno
dell’ultima rilevazione, un quarto
del parco macchine utensili installato in Italia aveva più di 20 anni)
sommata all’incremento, in tempi
recenti, di acquisizione di nuovi
sistemi da parte degli utilizzatori
dei mercati emergenti, fa temere,
un pericoloso arretramento della
nostra industria rispetto ai concorrenti stranieri.
“Abbiamo accolto con favore l’entrata in vigore della nuova ‘legge
Sabatini’ che, in questi primi tre
mesi effettivi di operatività, ha dato impulso ai consumi italiani di
macchine che restano però ancora
deboli.
Allo stesso modo non possiamo che
essere favorevoli all’attuazione del
provvedimento, inserito nel decreto
legge 91, che permette il credito di
imposta pari al 15% dell’ammontare degli investimenti in macchinari,
effettuati dalle imprese, consegnati
entro il 30 giugno 2015. Si tratta di
due strumenti utili per facilitare la
ripresa dei consumi ma purtroppo
insufficienti a sostenere il necessario processo di rinnovamento
dei sistemi di produzione di cui ha
forte bisogno l’industria italiana”,
ha dichiarato Galdabini.
Il presidente ha sollecitato l’intervento delle autorità di governo,
perché lavorino all’attuazione di
una misura volta a stimolare il processo di rinnovamento del parco
macchine installato nelle fabbriche italiane, in modo che i sistemi
di produzione possano rispondere
alle nuove esigenze di produttività, risparmio energetico e rispetto
delle norme di sicurezza sul lavoro
che l’Europa oggi impone.
“Dobbiamo avere ansia di manifatturiero perché, per progredire, si
deve produrre - ha aggiunto Luigi
Galdabini - occorre una scossa per
la manifattura e per chi investe in
tecnologia”.
progettare 383 •
SETTEMBRE
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71
AUTOMAZIONE
Lavorare
l’albero motore
efficacemente
Comau ha progettato una nuova serie di
equipaggiamenti per la produzione di questo
componente fondamentale per l’automotive.
Si tratta di sistemi più flessibili, economici e
produttivi che si adattano facilmente a tutte
le esigenze. Tutto inizia dal progetto
Conosciuto per le soluzioni all’avanguardia, Comau persegue da quarant’anni lo sviluppo di sistemi per
la lavorazione dell’albero motore,
un componente complesso da produrre. “Attualmente ci sono più di
500 macchine Comau per la lavorazione dell’albero motore, installate
negli stabilimenti automobilistici di
tutto il mondo”, dichiara Denis Marty, product manager presso Comau
France. Come Responsabile dello
sviluppo di una nuova generazione di macchine, Marty ha seguito
l’evoluzione straordinaria di questi
sistemi. “Negli anni Sessanta gli
utenti cercavano dei sistemi che
potessero garantire una produzione di massa”, ci spiega l’esperto.
“Trent’anni dopo, verso la fine degli
anni Novanta, sono comparse le
prime macchine multifunzione, ovvero sistemi in grado di assicurare
operazioni di tornitura, tornitura e
72
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
fresatura e fresatura. Partiva così la
ricerca di flessibilità e di un sistema
di produzione che si adattasse alle
necessità dell’utilizzatore”.
In primo piano la flessibilità
L’obiettivo della massima flessibilità resta comunque estremanente
attuale, dal momento che i costruttori di automobili devono considerare l’andamento della domanda
di mercato e l’allineamento della
produzione di motori alla domanda
stessa. Bisogna quindi adattare i
sistemi a una domanda fortemente variabile, cosa che rende ancora più complicato il compito dei
costruttori di macchine. Il centro
R&S Metalcutting di Comau, situato nello stabilimento di Castres
nel Tarn, ha quindi l’obiettivo di
progettare nuove macchine che si
adattino ai nuovi modelli di albero
motore. “I motori hanno ridotto le
MIREL SCHERER
proprie dimensioni, di conseguenza anche gli alberi motore hanno
dovuto seguire questa tendenza”,
sottolinea Marty. È stato quindi
necessario ridimensionare i sistemi, rispettando però il principio di
‘versatilità’ imposto dagli utenti e
proponendo loro, più specificatamente, una macchina di base, ma
evolutiva, che possa cioè adattarsi,
grazie all’aggiunta di moduli, a una
domanda in continua evoluzione. In
altre parole, le linee di produzione
devono essere in grado di fabbricare diversi tipi di prodotto, ovvero
alberi a gomito per motori a 2, 3, 4
o 6 cilindri, in maniera semplice e
senza mettere in difficoltà l’utente,
la cui esigenza d’investimento diventa così progressiva. Il messaggio ricevuto da tutti gli ingegneri
Comau è chiaro: bisogna sviluppare
un altro tipo di macchina, adattata a
un alto livello di flessibilità, insom-
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ma una macchina camaleontica, in
grado di adattarsi agilmente alle
variazioni della domanda. “È quindi
necessario poter ‘clonare’ le linee di
produzione in un batter d’occhio”,
spiega Marty, tenendo sempre conto delle esigenze particolari dei vari
utenti che Comau annovera in tutti
gli angoli del mondo. Europa, Stati
Uniti o Asia con i volumi maggiori
rappresentati dalla Cina. La domanda e le esigenze tecniche non sono
ovunque le stesse.
Le soluzioni progettuali
Gli ingegneri Comau hanno messo
a punto delle soluzioni adatte alle
diverse esigenze. Sviluppate conformemente agli standard qualitativi richiesti e con strumenti CAD
(progettazione assistita da calcolatore) e di calcolo a elementi finiti,
come SolidWorks o SolidWorks Simulation, le macchine sono state
progettate seguendo vincoli rigorosi. Sono più rigide per garantire
maggiore precisione e consumano
inoltre meno energia, grazie a una
struttura innovativa e all’utilizzo
di componenti pensati per essere
eco-sostenibili, come ad esempio i
motori. I diversi studi e simulazioni,
nonché di analisi Amdec (analisi
dei modi di debolezza, dei loro
effetti e criticità) hanno soddisfatto
i criteri di economicità, affidabilità
e sicurezza degli utenti futuri. Di
fatto, una volta provate in condizioni reali, le macchine soddisfano
i severi requisiti di fabbricazione
dei componenti con standard di
tolleranza sfidanti.
Il primo modulo di macchina multifunzione è pronto per essere sottoposto ai test negli stabilimenti
di produzione degli alberi motore.
Tornitura, tornitura-fresatura, fresatura, le operazioni si susseguono
sulla macchina, al fine di ultimare
un componente di difficile fabbricazione. Una
soluzione originale, pensata come
una sorta di ‘lego’, che può essere
equipaggiato di uno o due utensili
per la tornitura, in base alla richiesta dell’utente.
La stessa configurazione è disponibile per la fresatura, un’operazione
che utilizza un utensile con una
potenza di 20 o 30 kW. In questo
modo, quando l’utensile di destra
esegue la tornitura, quello di sinistra si occupa della fresatura offrendo un risparmio di tempo non
indifferente. La macchina è ergonomica e presenta anche un controllo
numerico Siemens o Fanuc.
Componenti e accessori
Estremamente dinamico, il sistema è dotato di motori lineari e di
elettromandrini. Sono state considerate anche le soluzioni di carico
e scarico dei pezzi, le quali, secondo il principio della flessibilità, si
adattano facilmente alle esigenze
dei clienti e sono quindi manuali,
in caso di produzione più contenuta, o automatiche (con robot o
trasportatore) per le grandi serie.
L’impianto è in grado di produrre
alberi motore con lunghezza da 250
a 600 mm e si adatta facilmente a
tutte le situazioni.
Tuttavia, prima della lavorazione,
l’albero motore deve passare su
un sistema di centraggio. Al momento gli ingegneri Comau stanno
mettendo a punto una
nuova macchina per il
bilanciamento (Mass Centering Machine) a controllo numerico (Siemens o Fanuc) che offrirà all’utente
un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Il bilanciamento è un’operazione
altamente tecnica che influenza
tutto il processo produttivo, poiché,
se al termine della produzione, l’albero motore risulta perfettamente
equilibrato, ciò comporta un enorme risparmio di tempo e quindi di
denaro. “L’utente non è costretto
a eseguire ulteriori operazioni per
equilibrare il pezzo e di conseguenza riduce il ciclo di produzione”,
ci spiega il progettista. Comau è
inoltre uno dei pochi fornitori di
sistemi che possono offrire soluzioni complete, dotate cioè di una
macchina per il bilanciamento e
per la lavorazione e di un’unità di
equilibratura finale, con in più tutti
i vantaggi di un unico interlocutore,
che riesce ad aggiungere alle linee
di produzione centri di lavorazione
a gran velocità come Urane. Al momento il sistema di bilanciamento
è ancora in fase di sviluppo, ma
sarà introdotto sul mercato alla
fine dell’anno.
M. Scherer, caporedattore Micronora
Informations Fabrication Mécanique.
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SETTEMBRE
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73
RICERCA
Le
macchine
utensili di
domani
MARCO LEONESIO
Materiali leggeri, strutture
composite, schiume di
smorzamento delle vibrazioni,
alta velocità. Si basano su questi
aspetti tecnologici le macchine
utensili del futuro. I progettisti del
comparto hanno davanti a loro
immense possibilità di creare,
innovare e inventare nuovi sistemi
per produrre
La progettazione delle macchine
utensili è sempre stato un compito
estremamente difficile ed articolato. Esso implica, infatti, l’analisi e il
soddisfacimento di numerose esigenze quali il controllo delle forze e
delle vibrazioni scambiate durante
la lavorazione, il comportamento
termoplastico dell’intera struttura,
la precisione di posizionamento
ecc., tutti aspetti interdipendenti
che devono essere considerati secondo un approccio ‘olistico’, cioè
alla luce delle loro interazioni.
Come aumentare le prestazioni?
Un elemento centrale dal punto
di vista delle prestazioni è indubbiamente la struttura meccanica.
L’impiego dei materiali finora utilizzati nella produzione di macchinari, essenzialmente materiali
74
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metallici ferrosi (acciai e ghise),
limita notevolmente l’incremento di prestazioni, a causa dell’elevata massa specifica, cui non
corrispondono valori di rigidezza
altrettanto elevati. Inoltre, accanto
ad un’intrinseca limitazione delle
caratteristiche meccaniche, le elevate masse in gioco portano a
una penalizzazione dell’efficienza
energetica, aspetto che oggigiorno
è divenuto imprescindibile.
Ma l’importanza di limitare le masse è legata soprattutto alle prestazioni dinamiche.
La competizione sempre crescente
sui mercati internazionali spinge
i produttori verso cicli di progettazione più brevi e diminuendo
i tempi di produzione e dei costi
per la loro costruzione. Questa
tendenza genera una domanda di
sistemi intelligenti e più veloci di
lavorazione che sono in grado di
ridurre drasticamente i tempi di
lavorazione, pur migliorando la
precisione finale.
L’obiettivo più probabile per i prossimi dieci anni sarà l’ottenimento
di accelerazioni due a tre volte
Nella pagina a sinistra:
uso di schiuma metallica come
elemento smorzante nelle guide,
(cortesia Fraunhofer – IWU).
Sotto: semilavorati in Cfrp.
superiore rispetto a quelli convenzionali, con una precisione di
posizionamento micrometrica.
Oltre ad una riduzione delle masse
in gioco e un aumento della rigidità, anche smorzamento e stabilità
termica sono elementi necessari
per garantire un traguardo tecnologico così ambizioso.
Per fortuna oggigiorno l’ingegneria dei materiali ha affiancato alle
soluzioni tradizionali (ghisa, acciaio saldato e, in alcuni casi, leghe
di alluminio) nuovi paradigmi che
hanno notevolmente ampliato lo
spettro di possibilità dei progettisti. Tali gradi di libertà, tuttavia,
vanno sfruttati con cognizione di
causa.
La selezione dei materiali si può
basare sulla valutazione di due
indici di merito principali: un indice di rigidezza, definito come
il modulo di Young del materiale
(elevato alla 1/3) diviso per la sua
densità (E 1/3/ȡ) e un coefficiente di
smorzamento relativo (Ș). Più il
primo indice è alto, più la struttura
è leggera a parità di rigidezza. Il
fattore di smorzamento, invece,
rappresenta l’atteggiamento dei
materiali rispetto alle vibrazioni,
ovvero la loro capacità intrinseca
di dissiparle.
La tabella riporta il valore degli
indici di merito per i seguenti
materiali: ghisa; acciaio; leghe
di alluminio; leghe di magnesio;
schiume di alluminio; Cfrp (Carbon
Fibre Reinforced Polymer, polimeri
rinforzati con fibra di carbonio),
considerando tre tipi di fibre di carbonio: HS (High Strength, ad alta
resistenza); HM (High Module, ad
alto modulo di Young); UHM (Ultra
High Module), cioè con modulo di
Young maggiore di 700 Gpa.
I materiali
Come si può vedere dalla tabella,
il materiale caratterizzato dai valori
più elevati dell’indice strutturale è
l’UHM Cfrp.
D’altra parte, la schiuma di alluminio mostra sia un buon valore
dell’indice strutturale (benché inferiore rispetto a quello della fibra
di carbonio) sia un ottimo indice di
smorzamento.
In realtà, anche le leghe al magne-
Macchina Dynapod con portali in sandwich di schiuma di alluminio (cortesia Fraunhofer – IWU).
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
75
RICERCA
Esempio di
applicazione
di strutture in
Cfrp (Demat),
(cortesia
Tecnalia).
sio vantano un alto valore di smorzamento, ma questo materiale è
estremamente costoso, soprattutto a causa del processo produttivo
non banale.
La schiuma d’alluminio, quindi, si
candida a essere una delle armi
più promettenti di cui il progettista di macchine utensili si può
E1/3/ l
d
Ghisa
0.63
1.2e-3 ÷ 1.7e-3
Acciaio
0.77
6e-4 ÷ 1e-3
Leghe Alluminio
1.5
2e-4 ÷ 4e-4
Leghe Magnesio
1.9
1e-3 ÷ 1e-2
HS Cfrp
3.3
1.5e-3 ÷ 3e-3
HM CFRP
4.0
1.5e-3 ÷ 3e-3
UHM Cfrp
4.4
1.5e-3 ÷ 3e-3
Schiume di alluminio
2.9
4e-3 ÷ 1e-2
avvalere. In generale, più schiuma
viene inserita in un sottoassieme di
macchina, maggiore è il potenziale
di smorzamento. In particolare, le
schiume metalliche possono essere collocate laddove vi è eccitazione della struttura - o comunque in
punti soggetti a importanti flussi
di forza - agendo come elemento
isolante.
Per esempio, risultano particolar-
76
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
mente efficaci sotto le guide, cioè
tra l’elemento portante e la struttura che deve essere mossa. Oppure,
un più leggero sandwich di acciaio
riempito di schiuma d’alluminio
può convenientemente sostituire
una parete di acciaio elettrosaldato particolarmente soggetta a
vibrazioni.
Il componente in questione, idealmente, dovrebbe essere costituito
da una struttura estremamente
snella di materiale ad alto modulo
di Young (per esempio, acciaio),
riempito di schiuma in alcuni punti specifici; inoltre, la massa e il
volume della schiuma deve essere significativamente maggiore di
quello della struttura ‘contenitore’.
Un buon esempio di connubio
tra dimensionamento leggero e
smorzamento realizzato mediante
l’impiego di schiume d’alluminio
è costituito dalle traverse della
macchina Mikromat 30V 5D (Dynapod), sviluppata nell’ambito del
progetto europeo ISF-Light Cornet,
che ha coinvolto tra gli altri l’istituto Fraunhofer IWU di Chemnitz
(Germania).
I due portali di questa macchi-
na utensile (fresatrice per stampi)
sono stati progettati e realizzati
utilizzando componenti saldati costituiti principalmente da sandwich
di acciaio e schiuma di alluminio,
che si estendono per una superficie
di 1.200 mm × 1.200 mm e 35 mm
di spessore.
La figura mostra la macchina nel
suo complesso e un portale in
fase di setup, dove si è ottenuta
una deflessione dovuta al peso
proprio del 53% inferiore rispetto
alla soluzione convenzionale.
La massa della soluzione con
schiuma di alluminio è pari a 6.6
t, solo di poco superiore a quella
della soluzione in acciaio che vale
6.3 t. Le frequenze dei primi modi
flessionali della traversa in X e Z
sono pari a 37.9 e 75.5 Hz rispettivamente, mentre lo smorzamento
relativo oscilla tra il 2.3% e il 2.9%,
valori superiori a quelli normalmente presenti in strutture saldate
di questo tipo.
Pesi piuma
Per quanto riguarda l’uso di Cfrp,
un esempio significativo è rappresentato dai risultati di un lavoro
portato avanti nell’ambito del progetto europeo Demat, terminato in
dicembre 2013.
Accanto a tanti altri aspetti che
esulano dal tipo di materiale impiegato, il cuore delle attività era
focalizzato sulla progettazione di
macchine utensili molto leggere la
cui struttura è ottenuta assemblando una serie di moduli predefiniti la
cui rigidezza è garantita attraverso
l’applicazione del principio delle
travature reticolari.
Ogni modulo è costituito da un
parallelepipedo i cui 8 vertici sono
uniti tra di loro da barre in fibra
di carbonio; unendo tra di loro
questi moduli è possibile ottenere
un componente strutturale della
DOSSIER
SSIE
ER
MACCHINE
M
ACCHI
HINE
E U
UTENSILI
TE
E NS
NSII LI
dimensione desiderata, secondo
un approccio che ricorda molto le
costruzioni fatte col ‘Lego’.
La struttura a travatura reticolare
fa sì che ciascuna barra in Cfrp sia
caricata soprattutto in direzione
assiale, ossia quella di maggior
rigidezza: in tal modo, oltre alle
qualità intrinseche della fibra di
carbonio, abbiamo un incremento
di rigidezza determinato dalla topologia di distribuzione del materiale, dimodoché anche la quantità
di Cfrp impiegata risulta essere
contenuta.
È sufficiente guardare il blocco
stesso per rendersi conto di quanto
questo possa essere più leggero
rispetto a una classica soluzione in
acciaio saldato: infatti, la riduzione
di massa può raggiungere il 70%.
L’utilizzo della fibra di carbonio,
inoltre, si limita a semilavorati
standard (tubi) i cui costi risultano
essere piuttosto contenuti.
I costi
Quando si parla di nuovi materiali,
un aspetto da non sottovalutare (e
che, infatti, non viene mai sottovalutato) è quello legato al costo.
Se da un lato i materiali innovativi
sono indubbiamente più costosi
di quelli tradizionali, è pur vero
che una seria analisi costi/benefici
può essere fatta solo attraverso un
approccio LCA (Life Cycle Analysis)
che non si fermi ai meri costi di
produzione. Ad esempio, una macchina caratterizzata da una struttura più leggera consumerà meno
energia elettrica e avrà prestazioni
dinamiche migliori con cicli di lavoro più rapidi, due aspetti che si
riverberano immediatamente in un
abbattimento di costi per il cliente.
Un ultimo aspetto importante da
considerare è legato ai criteri di
progettazione e alle metodologie
di calcolo.
Infatti, l’utilizzo di materiali specia-
li spesso non può essere affrontato
con metodologie di progettazione
tradizionali. Basti pensare al comportamento anisotropo di molti
compositi in fibra di carbonio, che
implica la possibilità ottimizzare le
proprietà meccaniche del materiale in funzione dello specifico stato
di carico.
Tale ottimizzazione deve essere
ben presente nella mente del progettista e deve essere supportata
da adeguati codici di calcolo.
Come detto in precedenza, i ‘gradi
di libertà’ messi a disposizione dai
nuovi materiali per la progettazione meccanica vanno sfruttati con
cognizione di causa.
Di sicuro non può essere un atteggiamento pregiudizialmente entusiastico o negativo a determinarne, rispettivamente, il successo o
l’insuccesso.
M. Leonesio, ricercatore CNR Itia.
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progettare 383 •
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SETTEMBRE
2014
77
MECCANICA
Cuscinetti
ad altissima
velocità
ELENA CASTELLO
Grazie alla collaborazione con diversi produttori di
macchine utensili e di mandrini, NSK ha sviluppato
una gamma di cuscinetti a sfere a contatto obliquo
adatta per le applicazioni sui mandrini delle macchine
utensili con un ampio range di velocità di esercizio.
Col beneficio di un aumento delle prestazioni delle
macchine utensili
Per offrire una velocità di taglio
superiore e una maggiore precisione, i mandrini devono raggiungere
velocità molto elevate, per questo i
cuscinetti per mandrino rappresentano la condizione indispensabile
per garantire la precisione di una
macchina. Sono questi cuscinetti
che definiscono, molto di più rispetto ad altri componenti, il limite
massimo di velocità del mandrino.
Per assicurare velocità elevate NSK
ha investito nello sviluppo di nuovi
materiali e di tecniche di produzione per fornire un’ampia gamma di
cuscinetti di super precisione, che
permette alle macchine utensili di
operare ad alte velocità e di garan-
78
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
tire livelli elevati di prestazione e di
precisione.
Per consentire ai mandrini di macchine utensili di raggiungere velocità di taglio superiori mantenendo
livelli elevati di precisione si utilizzano cuscinetti di super precisione,
di cui i cuscinetti a sfere a contatto
obliquo rappresentano la tipologia
più diffusa per tali applicazioni.
Grazie alla collaborazione con produttori di macchine utensili e mandrini, NSK ha sviluppato una gamma di cuscinetti a sfere a contatto
obliquo adatta per applicazioni su
mandrini di macchine utensili con
un ampio range di velocità di esercizio.
DOSSIER
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MACCHINE
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HINE
E U
UTENSILI
TE
E NS
NSII LI
Cuscinetti garantiti
Il range garantito è il più completo
tra quelli forniti da un singolo produttore ed è stato ottenuto grazie
all’attività di Ricerca e Sviluppo
del Centro Tecnologico Europeo
(ETC) di NSK, tra le strutture più
avanzate di questo tipo in Europa.
L’ETC effettua test approfonditi sui
cuscinetti a sfere a contatto obliquo
con nuovi tipi di grasso e con lubrificazione aria-olio. Lo scopo di
questi test è quello di stabilire come
le proprietà fisiche dei lubrificanti
possano influire sulle prestazioni
del cuscinetto.
La necessità di effettuare frequenti
cambi utensile sui macchinari moderni, come nei centri di lavoro,
richiede l’ottimizzazione dei tempi
di produzione che si può ottenere
non solo attraverso l’aumento della
velocità del mandrino ma anche
attraverso accelerazioni e decelerazioni più rapide.
Tuttavia, durante le fasi di accelerazione e decelerazione rapida, i cuscinetti per mandrini sono soggetti
a condizioni severe di carico. Queste sono generate dai cambiamenti
drastici nell’ambiente di esercizio
dovuti al calore del motore, al raffreddamento dell’alloggiamento e
ad altri fattori.
La soluzione di NSK a questi problemi è rappresentata dai cuscinetti
della serie Robust, progettati per
mandrini ad altissima velocità. La
serie Robust di cuscinetti ad altissima velocità utilizza un numero maggiore di sfere di diametro inferiore
come elementi volventi, questo garantisce velocità di rotazione del
20% più elevate rispetto ai design
standard. La serie Robust ha dimensioni esterne identiche rispetto ai
cuscinetti a sfere a contatto obliquo
standard e, di conseguenza, garantisce la massima interscambiabilità.
Tuttavia, la massa ridotta degli elementi volventi genera una minore forza centrifuga delle sfere e,
quindi, l’attrito e la produzione di
calore vengono limitati. La forza
centrifuga delle sfere è ridotta in
caso di velocità elevate e le sollecitazioni interne sono inferiori, perciò
è possibile raggiungere velocità di
3 milioni dmN con lubrificazione
aria/olio.
Condizioni per le performance
Prestazioni di questo livello sono
possibili grazie al sostanziale contributo delle migliori condizioni di
contatto degli elementi volventi
all’interno del cuscinetto.
Queste garantiscono una minore
produzione di calore e riducono
le temperature di esercizio che si
possono ottenere con la versione
standard di un cuscinetto a sfere
a contatto obliquo. Sicuramente,
la riduzione dell’attrito e il raffreddamento più efficiente aumentano
l’affidabilità di un cuscinetto, un
vantaggio ancora più importante
grazie all’integrazione di un singolo
spallamento per garantire una migliore distribuzione del lubrificante
nel cuscinetto.
La serie Robust offre agli utilizzatori
un’ampia gamma di opzioni per migliorare la configurazione standard.
Questi cuscinetti possono essere
dotati di sfere in ceramica (nitruro
di silicio) oppure possono essere
realizzati con anelli in acciaio SHX,
un nuovo materiale sviluppato da
NSK. SHX è stato realizzato grazie
a materiali speciali di proprietà
esclusiva e ad un innovativo trattamento termico.
Questo materiale garantisce prestazioni ad altissime velocità e una
durata a fatica estesa, per questo
è particolarmente indicato per i
mandrini delle macchine utensili,
che raggiungono velocità molto
elevate con un apporto minimo
di lubrificante. La sua resistenza
termica è quasi uguale a quella
dell’acciaio M50, un materiale ampiamente utilizzato per i cuscinetti
dei motori a reazione, mentre la
resistenza all’usura e al grippaggio
e la durata definiscono nuovi standard per il settore.
Per lo sviluppo di materiali per cuscinetti ad altissima velocità sono
state utilizzate anche alternative
per la costruzione di gabbie. La
versione standard prevede l’uso
di una gabbia in resina fenolica,
mentre in caso di specifiche particolari si consiglia l’utilizzo di una
gabbia in poliammide. Per prestazioni elevate, dove si richiedono velocità superiori a 2,5 milioni dmN,
è disponibile la gabbia Peek che
garantisce un’eccellente resistenza
termica.
Il design del cuscinetto per applicazioni caratterizzate da velocità
così elevate deve garantire una lubrificazione adatta per offrire livelli
elevati in termini di prestazioni e
durata. Alcune applicazioni richiedono una lubrificazione a getto
d’olio e ciò significa che il design
della macchina utensile deve integrare tale sistema, oltre alla quantità di olio necessaria, garantendo
un’adeguata capacità di filtraggio.
Un’alternativa è rappresentata dalla lubrificazione aria-olio, un metodo che permette di applicare olio
lubrificante sotto forma di spray
nebulizzato da aria compressa.
Questo metodo richiede una macchina utensile dal design meno
complesso, utilizzando una minore
quantità di olio. Inoltre, il design
del cuscinetto è semplificato dato
che non vi è la necessità di integrare fori di lubrificazione all’interno
degli anelli.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
79
AUTOMAZIONE
Tutto inizia da un
buon progetto
PIETRO FICETTI
Fanuc ha sviluppato
controlli numerici per
macchine utensili
caratterizzati da una
maggiore affidabilità,
integrazione, riduzione del
tempo di programmazione
e facilità d’uso. Anche i
motori e gli azionamenti
rientrano nel programma
di miglioramento continuo
introdotto dall’azienda
giapponese
80
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Fanuc è una multinazionale giapponese
specializzata nell’automazione industriale, con oltre tre milioni di CNC e 330.000
robot industriali installati in tutto il mondo. Con tre divisioni di prodotti l’impresa
sviluppa e produce internamente tutti i
componenti principali. La filosofia di Fanuc riguardo all’innovazione tecnologica
si basa su tre pilastri fondamentali, che
da sempre guidano lo sviluppo dei prodotti quali essi siano dai CNC ai robot fino
ai robot machine. Vediamo di che cosa
si tratta: incremento delle prestazioni di
lavorazione velocità, precisione, finitura;
facilità d’uso e massima semplificazione
dell’utilizzo del CNC; incremento dell’affidabilità per ridurre quasi a zero i fermi
macchina dovuti a guasti. La società
durante l’ultima open house, che si è
tenuta lo scorso aprile in Giappone, ha
annunciato una serie di novità che riguardano i controlli numerici.
Il controllo numerico
Il CNC serie 0i, è un dispositivo dall’ottimo rapporto prezzo/prestazioni particolarmente adatto a costruttori di macchine
utensili sia di fascia entry level sia avanzata è stato ulteriormente migliorato e
arricchito: aumentato il numero di assi
e di canali; nuove funzioni G per il con-
trollo dei caricatori; nuove funzioni per la
riduzione del tempo ciclo; connessione
in fibra ottica (Fssb) per gli assi e per il
mandrino. Il modello 0i, alla pari dei suoi
fratelli maggiori, è dotato della funzionalità Nano Interpolation, ulteriormente
migliorata grazie all’introduzione di nuovi algoritmi e all’implementazione delle
funzioni HRV, che soddisfa le richieste
più esigenti in termini di lavorazioni complesse, ad alta velocità e avanzamento
rapido. L’interpolazione nanometrica
consente la realizzazione rapida di superfici lisce grazie al controllo degli assi
ad alta velocità ed elevata precisione.
Sono, inoltre, state implementate alcuni
componenti hardware come il monitor
a 15” e I/O link i. Per quanto riguarda il software, invece, sono disponibili
funzioni dedicate per caricatori a portale; assegnazione flessibile dei canali
di lavorazione; PLC multicanale; vasta
libreria di function block; assegnazione
arbitraria nomi assi; maschiatura rigida
ad alta velocità; integrazione robot e
CNC. I bus di campo disponibili sono:
Field Bus Profinet sia master sia slave;
Field Bus Ethernet/IP. L’introduzione del
Profinet e di Ethernet/IP rende il CNC
completamente aperto all’integrazione in
sistemi complessi e permette di utilizzare
DOSSIER
L’innovazione
tecnologica
per Fanuc.
MACCHINE UTENSILI
Realizzazione
rapida
di superfici
lisce grazie
al controllo
degli assi.
Funzione di integrazione tra
robot e CNC e riduzione del
tempo di programmazione.
componentistica standard di mercato.
Sul fronte della sicurezza anche la Dual
check safety, che monitorizza le componenti più delicate della macchina, in
osservanza agli standard riconosciuti
a livello internazionale per la sicurezza
degli operatori e delle macchine è stata
migliorata introducendo il nuovo protocollo I/O link i che grazie a una maggiore
velocità consente di gestire la sicurezza
delle macchine in modo più semplice
utilizzando un solo canale I/O e riducendo
il numero di componenti hardware.
Integrazione robot-CNC
In osservanza alla filosofia Fanuc sono
state introdotte nuove funzioni per migliorare la facilità d’uso del CNC che si rivolgono sia all’operatore della macchina
per un uso più confortevole della stessa,
sia al costruttore per facilitare lo sviluppo
del software che gestisce l’ambiente operativo della macchina utensile. A questo
proposito è nata una nuova funzione che
permette di gestire in modo semplice e
intuitivo l’integrazione di un robot e della
macchina utensile: trasferire i segnali,
compresi quelli di sicurezza da robot a
CNC e viceversa con un solo cavo I/O link
i; i segnali di interfaccia tra robot e CNC
vengono assegnati automaticamente; la
visualizzazione dello stato di robot e il
funzionamento manuale del robot sono
possono essere gestiti dallo schermo del
CNC oppure da quello portatile del robot.
Il software Manual Guide i, per la programmazione facilitata, è stato ulteriormente migliorato e arricchito di nuove
funzioni per permettere all’operatore di
programmare la macchina utensile in
maniera sempre più facile ed intuitiva.
Questo software combina in un unico
strumento due metodi di programmazione: tradizionale Iso o assistito. Tra le
nuove funzioni che sono state aggiunte
segnaliamo: un nuovo help in linea più
ricco e completo; simulazione dei programmi CNC con visualizzazione step by
step; miglioramento programmazione
del piano inclinato; possibilità di ridurre/
ingrandire/ruotare le animazioni; nuovi
cicli di lavorazione; nuovi e migliorati
cicli di misura.
Ridurre gli errori
Il terzo pilastro su cui si basa l’innovazione tecnologica secondo Fanuc è il
miglioramento continuo dell’affidabilità
dei suoi prodotti.
I CNC e ancora di più i motori e gli
azionamenti sono usati in condizioni
gravose che mettono a dura prova i vari
componenti, la produzione per sua natura richiede l’utilizzo continuativo delle
macchine spesso senza seguire gli interventi di manutenzione programmata.
Fanuc a sua volta produttrice all’interno
delle proprie fabbriche testa ogni giorno
i propri prodotti e mette a frutto l’esperienza maturata nel produrre a grandi
cadenze introducendo continuamente
dei miglioramenti nell’hardware, nell’ergonomia e nei processi software che
governano le macchine di produzione.
L’introduzione della tecnologia per il
controllo degli errori ECC fa parte di
questa filosofia di miglioramento continuo. La ECC in modo completamente
automatico corregge gli errori durante il
trasferimento dei dati. Questa tecnologia
brevettata da Fanuc è presente in tutti i
componenti chiave.
L’intero sistema è protetto da ECC per
ottenere un’elevata affidabilità. In questo
modo la frequenza degli errori si riduce,
e il tempo di fermo macchina è ridotto
al minimo.
L’innovazione tecnologica vera è quella
che permette di costruire oggetti migliori
sempre più rapidamente e facilmente
grazie a sistemi di affidabili.
P. Ficetti, FA sales executive.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
81
SOFTWARE
Soluzioni
che illuminano
la progettazione
MATT BAUSCH
Specializzata nella costruzione di macchine speciali per l’assemblaggio e il
collaudo di componenti per l’industria, Osai Automation Systems utilizza Autodesk
Vault per automatizzare il ciclo di vita delle realizzazioni e ottimizzare la condivisione
e la ricerca di informazioni e materiali utilizzati da tutti i settori produttivi
Osai Automation Systems è una realtà
à
italiana attiva dal 1991 nel settore della
a
costruzione di macchine speciali perr
l’assemblaggio e il collaudo di compo-nenti per l’industria dell’automobile,,
degli elettrodomestici e per l’elettro-tecnica. Nel corso della sua storia
a
l’azienda si è focalizzata anche nella
a
produzione di dispositivi nell’ambito
o
dell’automazione di processi e della
a
tecnologia laser. Osai ha la sua sede
e
in un’antica cartiera ubicata a Parella
a
(TO), presso la quale operano 80 per-sone tra tecnici, progettisti e personale
e
vario. L’azienda oggi esporta il 50%
%
della sua produzione oltre i confinii
europei e può contare su filiali in Ger--
82
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
mania, Cina, Stati Uniti e Messico.
L’azienda realizza soluzioni per il mondo dell’automazione, con una vision
completamente diversa da chi costruisce solo macchine: “Puntare su
soluzioni custom fa la differenza e ci
consente di ottenere commesse da
realtà importanti a livello internazionale - sostiene Fabio Benetti, quality
safety and environment manager di
Osai - le nostre macchine sono infatti
progettate per rispondere all’esigenza
del cliente e vengono realizzate su
specifici requisiti di funzionalità, forma
e dimensione”.
Tutte le fasi della produzione vengono seguite in stretto contatto con i
clienti, un ulteriore punto a favore di
Osai: “Vendiamo soluzioni frutto della
collaborazione con il cliente in fase
di realizzazione e dell’affiancamento
nello sviluppo del prodotto - continua
Benetti - il che ci avvicina più al ruolo
di partner e di consulenza che a quelli
di semplici fornitori”. Non solo: le soluzioni Osai sono riconoscibili anche
per il lato estetico, oltre che per la
funzionalità, un fattore davvero non
comune.
Strumenti avanzati
L’azienda utilizza strumenti di progettazione tridimensionale da oltre dieci
anni, Osai infatti si avvale di Autodesk
DOSSIER
SSIE
ER
MACCHINE
M
ACCHI
HINE
E U
UTENSILI
TE
E NS
NSII LI
Product Design Suite in molte delle
fasi di lavorazione, a cui negli ultimi
tempi si è aggiunta l’integrazione della
componente di gestione dati Autodesk
Vault per automatizzare il ciclo di vita
delle soluzioni e ottimizzare la condivisione e la ricerca di informazioni
e materiali utilizzati da tutti i settori
produttivi. Grazie alla standardizzazione dei processi consentita da Autodesk Vault e dalla sua integrazione
con Microsoft Sharepoint, Osai ha a
disposizione un ambiente operativo
‘efficace per ridurre i tempi, migliorare la collaborazione e aumentare
l’efficienza operativa’.
Autodesk Vault mette infatti a disposizione una piattaforma dedicata a dati e
materiali condivisa, che consente di lavorare meglio grazie a una più efficace
funzionalità di ricerca e riutilizzo delle
informazioni relative alla gestione delle revisioni, il tutto per ridurre il rischio
di errori e automatizzare il ciclo di vita
del prodotto o del progetto. “Stiamo
puntando molto su Vault per ottimizzare la gestione dei disegni e dei dati
e per superare una gestione manuale
macchinosa - sottolinea Franco Cresto,
responsabile progettazione meccanica
presso Osai - la possibilità di utilizzare
un contenitore unico tale da consentire
l’accesso a tutte le informazioni con
qualunque dispositivo attraverso il
web è una risposta efficace alle nostre
esigenze”.
Per l’ufficio tecnico di Osai era fondamentale infatti dotarsi di un archivio
virtuale unico per tutte le informazioni
in cui fosse presente sempre la versione più aggiornata, tale da evitare
la compresenza di più copie degli
elaborati nelle stazioni in uso presso
i progettisti o altri server. In un’ottica
- tipica delle realtà come Osai - di semplificare la progettazione e di lavorare
di più sugli standard, uno strumento di
PDM come Vault è molto utile. Senza
contare che l’introduzione di un sistema centralizzato per la gestione delle
informazioni non può prescindere da
un’attività di sensibilizzazione sulle
persone circa l’importanza di confluire
verso un metodo comune di lavoro, in
modo da avere a disposizione moduli
già pronti da adattare volta per volta
ai nuovi progetti e dipendenti sempre
aggiornati sullo stato dei lavori, per un
risparmio di tempi e risorse.
Una partnership importante
Nella fase di analisi della migliore soluzione da integrare, Osai si è avvalsa
di Man and Machine, azienda di livello
europeo per la rivendita e la consulenza su soluzioni software CAD Autodesk
2D, 3D e PLM. Essa ha optato per un
sistema di gestione e condivisione dati
come Autodesk Vault, da integrare con
Microsoft Sharepoint per mettere a disposizione di tutti i settori dell’azienda
un completo ambiente collaborativo e
ottenere il massimo dall’automatizzazione dei processi.
“Avevamo sviluppato un software di
business intelligence per il monito-
raggio in tempo reale degli obiettivi
di commessa su piattaforma web dice Benetti - sull’onda del successo
di questa iniziativa, abbiamo pensato di dotarci di un sistema analogo
di riferimento per tutto: progettisti,
commerciali che hanno bisogno di
reperire informazioni su un ordine o
altri: chiunque nella ricerca di documentazione doveva poter utilizzare lo
stesso strumento”.
Come in tutte le organizzazioni che seguono internamente l’intero ciclo della
produzione, la principale criticità era
costituita proprio dalla compresenza
di fonti di informazione eterogenee.
“A seconda della funzione ricoperta
occorrono informazioni diverse - chiarisce Cresto - i progettisti hanno bisogno di accedere a un ambiente di PLM
per tutte le risorse, mentre chi cura la
documentazione è interessato solo alla componente di manualistica o all’archivio delle distinte dei materiali”. Ma,
per tutti, in caso di modifiche effettuate
su un documento, è fondamentale che
il sistema ne aggiorni immediatamente la release e che informi gli utenti che
in quel momento stanno operando
sullo stesso file. Attraverso un lavoro
di personalizzazione portato a termine
in collaborazione tra l’ufficio tecnico di
Osai e i consulenti di Man and Machine
è stato sviluppato così un sistema di
pubblicazione e riconoscimento dei
disegni e della documentazione da
Vault direttamente in ambiente Sharepoint. “Un punto di partenza che
Due schermate di Autodesk Inventor.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
83
SOFTWARE
Osai Automation Systems opera nel settore della costruzione di macchine speciali per l’assemblaggio e il collaudo di componenti per l’industria dell’automobile,
degli elettrodomestici e per l’elettrotecnica.
cercheremo di migliorare in futuro
per ottenere sempre più efficienza”,
afferma Cresto.
Risparmio di tempo
L’impiego di Autodesk Vault consente a Osai di impiegare più risorse
contemporaneamente sullo stesso
progetto, una funzionalità che riduce
i tempi di lavorazione e fa anticipare
le consegne. “Prima dell’impiego di
Vault occorreva almeno un anno per
portare a termine l’intero processo di
lavorazione di una commessa - prosegue Cresto - ora siamo in grado di
ultimare un impianto in circa 6 mesi,
dimezzando i tempi di consegna e, di
conseguenza, raddoppiando la produzione”.
Presto ogni progettista acquisirà lo
stesso modello operativo consentendo a Osai di sviluppare una metodologia di lavoro in team e incrementare
la collaborazione tra colleghi. Ciò renderà il personale dell’ufficio tecnico in
grado di intervenire su ogni componente del progetto anche se sviluppata
precedentemente da altri.
“Grazie all’integrazione di Vault potremo migliorare la comunicazione tra
coloro che operano al montaggio e i
progettisti meccanici - continua Cresto
- i progettisti forniscono agli addetti al
montaggio i disegni complessivi sui
84
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
quali devono essere prodotte informazioni di ritorno. Si tratta di note che
prima venivano riportate su disegni
cartacei o in forma di appunti provvisori con il rischio di essere equivocate,
senza contare i ripetuti confronti tra i
due reparti e le conseguenti perdite di
tempo”. Oggi gli appunti delle revisioni vengono registrati tramite l’utilizzo
del viewer di Autodesk Inventor, sul
quale si possono appuntare note e tenerne traccia. “Grazie all’integrazione
con Sharepoint - dice Cresto - oltre a
rendere disponibili i file al montaggio,
condividiamo anche i progetti comprensivi di queste indicazioni dettagliate, il tutto con un sistema di avvisi
ai progettisti sulle nuove release dei
disegni pubblicati”.
Meno margini di errore
Oggi Osai ha ridotto i tempi di chiusura
dei progetti, non corre più il rischio
di disperdere informazioni abbattendo così i margini di errore, ha una
maggiore visibilità sullo status delle
attività che necessitano di intervento,
è in grado di verificare priorità e urgenze per un miglioramento generale
dei processi. Il tutto a vantaggio della
collaborazione. “A volte la semplice
comunicazione tra colleghi è difficile
in quanto lo scambio a due preclude la
visibilità sulla trasmissione delle infor-
mazioni - afferma Benetti - utilizzando
una piattaforma di collaborazione in
modo tale che vi sia tracciabilità delle
informazioni e delle decisioni prese e
che siano sempre disponibili, si ottengono numerosi vantaggi dal punto di
vista della produttività e del metodo
operativo”.
L’integrazione tra Vault e Sharepoint
ha portato benefici anche a chi gestisce la qualità, che ora ha un pannello
di controllo delle attività che vengono
svolte in azienda dall’arrivo dell’ordine fino alla consegna e alla fase di
assistenza post-vendita. Il modello
vincente messo a frutto da Osai si
può riassumere nella capacità di investire in innovazione e tecnologia:
“La nostra strategia è quella di sovradimensionare laddove possibile, per
essere pronti quando si presentano
le esigenze - conclude Benetti - un’azienda di 80 persone che nel 2012 è
cresciuta di 15 unità, circa il 20%, è un
elemento non trascurabile.
Al momento della crescita eravamo
tecnologicamente pronti e siamo stati
in grado di cogliere la sfida.
Se fossimo stati presi alla sprovvista
avremmo perso un’occasione. Per
questo cerchiamo sempre di proiettarci in avanti. Le soluzioni Autodesk
che abbiamo scelto riflettono questa
mentalità”.
SEW-EURODRIVE–Driving the world
SEW-EURODRIVE
muove il mondo.
La tecnica innovativa degli azionamenti di SEW-EURODRIVE è presente in tutto il mondo in svariati campi di
applicazione e con numerose opzioni disponibili. Che stiate guidando un'automobile, bevendo una bottiglia
d’acqua o ritirando i bagagli all'aeroporto, sareste sorpresi di sapere quante azioni nel vostro quotidiano sono
rese possibili da SEW-EURODRIVE. Le esigenze di massima qualità, elevata efficienza energetica e riduzione
dei costi di impianto non hanno confini. Così come le nostre soluzioni di azionamento.
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SOFTWARE
L’antenna
c’è ma non si
‘vede’
FRANCESCA DE VITA,
SIMONE DI MARCO, FABIO COSTA,
PAOLO TURCHI
Gli aeroplani e le navi ‘stealth’ non devono
rivelarsi ai radar ma le loro antenne, normalmente
rilevabili, hanno bisogno
di trasmettere
e ricevere
senza
farsi scoprire. Un team del
Gruppo Altran studia soluzioni ottimali
avvalendosi della grande capacità
di simulazione di Comsol Multiphysics
Da quasi 30 anni il Gruppo Altran è
leader mondiale nella consulenza
e nello sviluppo di soluzioni ingegneristiche innovative e dall’elevato contenuto tecnologico.
L’azienda fornisce i propri servizi
alle maggiori compagnie attive nei
settori aerospaziale, ferroviario,
automotive, energetico, finanziario, sanitario e delle telecomunicazioni, ed è in grado di intervenire
su ogni fase dello sviluppo di
un prodotto, dalla pianificazione
strategica alla produzione.
86
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
Il nostro team lavora prevalentemente nel settore aerospaziale e
in quello della difesa e ha sviluppato progetti relativi allo studio
del posizionamento delle antenne,
come anche al controllo e alla
previsione della sezione radar equivalente.
Uno di questi studi riguarda uno
dei maggiori passi avanti nelle
tecnologie di difesa sviluppate
negli ultimi anni: gli aeroplani e le
navi ‘stealth’ in grado di sottrarsi
al rilevamento radar.
Generalmente questo è reso possibile grazie alla combinazione di
diverse tecnologie, tra cui l’uso
di materiali radar-assorbenti e
la progettazione di superfici che,
grazie alla loro forma, possono
riflettere e respingere l’energia
che arriva dalla sorgente (radar).
In ogni caso, se l’antenna di una
nave o di un dispositivo aereo deve funzionare correttamente, essa
non può essere completamente
mascherata.
L’antenna rimane così un compo-
Dall’alto: un esempio
di superficie selettiva in
frequenza (FSS) costituita
da una serie di strisce
metalliche; la funzionalità
PBC di Comsol accelera
in modo significativo la
risoluzione dello studio
sulla FSS, simulando una
sola cella unitaria; un
esempio semplice di FSS
basato sull’allineamento
di una striscia metallica, con la sua mesh (a
destra) e la curva della
risposta in frequenza (in
basso a sinistra).
nente dotato di un’ampia sezione
radar equivalente (RCS), che può
sostanzialmente annullare l’invisibilità ai radar dell’intero sistema.
L’RCS dipende dalla polarizzazione e dalla frequenza dell’onda
incidente.
Quando un’onda elettromagnetica
colpisce un oggetto, su questo
vengono indotte delle correnti elettriche e dall’oggetto si propaga una radiazione secondaria che
produce un’onda diffusa.
Il campo diffuso viene parzialmen-
te riflesso in modo diretto verso
la sorgente dell’onda incidente e
questo è il principio su cui il radar
si basa. Il picco dell’onda riflessa
è correlato al guadagno standard
di ricezione di un’antenna e alla
superficie effettiva della zona di
picco.
L’antenna come punto debole
In questo caso si verifica quindi
una singolare contraddizione: i
progettisti delle antenne normalmente cercano di massimizzarne
la ricezione, ma per ridurre l’RCS
devono fare l’opposto, ovvero cercare di ridurla.
Un modo per aggirare il problema
è quello di impiegare una superficie selettiva in frequenza (FSS).
Essa consiste in una combinazione
di fori o superfici sagomati su un
substrato ed essenzialmente crea
un filtro passa-banda (bandpass
filter).
Nella gamma di frequenza voluta,
per esempio quella in cui gli operatori radio trasmettono o ricevono,
l’antenna agisce normalmente; ad
altre frequenze, la FSS assorbe
la radiazione incidente invece di
rifrangerla.
Le antenne sono generalmente alloggiate in una struttura protettiva
chiamata radome; nei dispositivi
aerei, questa è spesso situata nel
muso.
Se questa struttura è fatta di una
superficie selettiva in frequenza,
la sua sezione radar equivalente
può essere ridotta per tutte le
frequenze tranne quelle operative.
Le superfici selettive in frequenza
sono generalmente costituite da
strutture metalliche dalla forma
geometrica arbitraria, disposte in
sequenza periodica.
Possono essere costituite da aperture su di uno schermo metallico
o da strutture metalliche su substrato dielettrico.
La prestazione di una superficie
selettiva in frequenza è correlata
alla sua forma, al suo spessore,
alla scelta del substrato e alla
fasatura tra i singoli elementi.
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87
SOFTWARE
Il team di Altran che si occupa di simulazione, da sinistra a destra: Fabio Costa, Simone Di Marco,
Francesca De Vita e Paolo Turchi.
Noi ci siamo focalizzati sulle configurazioni fisiche e sulle frequenze di risonanza per determinate
ampiezze d’onda e Comsol Multiphysics è stato uno strumento
di fondamentale importanza per i
nostri studi.
Una superficie selettiva in frequenza è costituita da una serie
di elementi geometrici.
Le FSS possono avere dimensioni
elettriche molto ampie, in termini
di lunghezza d’onda, con un numero elevatissimo di elementi. Simulare l’intera superficie sarebbe
quindi estremamente scomodo e
dispendioso in termini di tempo e
potenza di calcolo.
Una risposta efficace
Fortunatamente, Comsol Multiphysics ha fornito una risposta
molto efficace a questo problema
grazie alla funzionalità periodic
boundary condition (PBC). Essa
consente di simulare una singola cella e, quindi, di riprodurre
un processo che richiede meno
tempo.
88
progettare 383 •
SETTEMBRE
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Questa funzionalità dà continuità ai campi elettrici e magnetici,
permettendoci di ottenere risultati
equivalenti a quelli che avremmo
simulando l’intera struttura.
Siamo rimasti impressionati dalla
quantità di tempo e di memoria
che è stato possibile risparmiare
grazie al PBC, pur mantenendo il
grado di accuratezza di cui avevamo bisogno per studiare il comportamento di una data geometria.
Per una struttura semplice, senza
un substrato dielettrico, stimiamo
che i tempi di simulazione subiscano una riduzione nell’ordine
di 100; per una struttura elettrica
molto ampia, potrebbe persino
trattarsi di una riduzione pari a
1.000 volte o più.
Per validare la nostra simulazione, abbiamo prima analizzato un
caso già affrontato in letteratura
e abbiamo replicato in Comsol
Multiphysics i risultati noti, con
l’intento di mettere a punto la
procedura di simulazione. In un
secondo passaggio, abbiamo ripreso questa stessa simulazione
già validata e abbiamo modellato
altri tipi di superficie selettiva in
frequenza, cambiando geometrie
e materiali e valutando l’impatto
di questi cambiamenti sulle prestazioni delle FSS.
Abbiamo utilizzato il software per
studiare le risposte in frequenza di
una varietà di dimensioni e forme
semplici e la loro distribuzione su
una superficie.
È anche possibile rendere il progetto più complesso, usando due
strutture con un comportamento
complementare. In questo modo
possiamo, per esempio, creare
una struttura con frequenze di
risonanza multiple.
La possibilità di prendere in considerazione un qualsiasi numero
di forme evidenzia la capacità del
software di supportarci in modo
efficace nella ricerca di una soluzione soddisfacente.
Molto lavoro in meno
L’alternativa sarebbe in realtà
quella di fabbricare e testare sperimentalmente varie forme per la
superficie selettiva in frequenza
e ciò richiederebbe un dispendio
di tempo e denaro di gran lunga
superiore.
Grazie alla modellazione, in pochi minuti possiamo determinare
se vale la pena proseguire più
dettagliatamente l’analisi di un
determinato pattern.
Ora stiamo iniziando ad ampliare
il nostro modello per includervi gli
effetti del substrato dielettrico. In
aggiunta, ci auguriamo di iniziare
presto a lavorare con gli algoritmi
di ottimizzazione: di aiuto nei casi
in cui ci troviamo a dover tener
conto di vincoli, come una dimensione massima della cella unitaria.
F. De Vita, S. Di Marco, F. Costa, P.
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AUTOMAZIONE
Nuove soluzioni
al lavoro
MATT BAUSCH
Parker Hannifin estende la sua gamma di elettrocilindri con il nuovo
ETH125 con forze di spinta fino a 11.400 N. Le applicazioni tipiche di questo
prodotto includono il material forming e le lavorazioni con presse, le
macchine per l’alimentare e del packaging, l’automazione industriale.
Prevista anche una versione Atex e nuovi motori tubolari ETT
Parker Hannifin ha nuovamente ampliato la sua gamma di elettrocilindri ETH. Il
nuovo ETH125 che combina i vantaggi
dell’idraulica con quelli dell’elettronica,
ha un design robusto e di conseguenza
anche una vita di servizio elevata. Le
applicazioni tipiche includono il material
forming e le applicazioni con presse, le
macchine per l’alimentare e del packaging, l’automazione industriale e quelle
applicazioni che richiedono risparmio
energetico, posizionamento preciso e
controllo di forza. Come già per gli
ETH032, ETH050, ETH080 e ETH100,
anche lo sviluppo dell’ETH125 si è focalizzato sull’eccezionale densità di forza
(paragonata alla taglia del cilindro).
La vite di precisione a ricircolo di
sfere è il componente centrale del prodotto. Il cilindro ETH
offre basso attrito, ef-
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ficienza fino al 90%, operatività regolare
all’interno dell’intera gamma di velocità
e durata di funzionamento elevata. Grazie alla disponibilità della vite a ricircolo
di sfere, è possibile garantire tempi di
consegna brevi e prezzi interessanti.
Come per i suoi fratelli minori, l’ETH125
dispone di serie del meccanismo antirotazione dell’asta che consente di
integrare semplicemente il cilindro nel
sistema dell’utilizzatore. Il foro centrale
per la lubrificazione, collocato nel corpo del cilindro,
permette di ri-
durre al minimo i costi di manutenzione
e i tempi di fermo macchina. L’ETH125
è disponibile con passo vite da 10 mm
e 20 mm. Può raggiungere forze di
spinta fino a 11.4000 N, velocità fino a
635 mm/s e accelerazioni fino a 10 m/
s2. L’elettrocilindro è disponibile con
lunghezze standard tra i 100 mm e i
2.000 mm e può anche essere personalizzato in passi da 1 mm. Con una
ripetibilità fino a 0,05 mm, l’ETH125 ha
tutto quello che serve per movimenti,
posizionamenti e installazioni precise.
Come per tutti i cilindri della serie
ETH, l’ETH125 è disponibile per
il montaggio del motore in
linea oppure in parallelo.
Grazie a una varietà di
opzioni di montaggio,
da scegliere in base alle
esigenze dell’utilizzatore, è possibile abbinare
al cilindro molteplici motori e riduttori.
L’elevato numero di configurazioni per
il fine asta e le opzioni di montaggio,
offrono flessibilità di integrazione dell’elettrocilindro nell’applicazione. Sensori
e cavi possono essere inseriti direttamente nel profilo dell’ETH e protetti da
una copertura per ottenere un design
più pulito e sicuro da maneggiare.
Diverse versioni
Gli ETH sono disponibili di serie in
IP54 con viti galvanizzate. È disponibile
anche nella versione con viti in acciaio
inossidabile o con classe di protezione
IP65. In questo ultimo caso, il cilindro
dispone di una protezione addizionale
per le applicazioni più esigenti.
Per semplificare la selezione e il montaggio del cilindro, Parker offre un
pacchetto completo che comprende
servoazionamento, controllore, motore
e riduttore. Tutti questi componenti
vengono selezionati e programmati in
modo semplice con l’ausilio del tool
software per l’azionamento Compax3.
Parker Hannifin ha presentato anche
una nuova versione ETH Atex mettendo
a disposizione le capacità di movimentazione e posizionamento preciso di
questo prodotto anche a quelle applicazioni in ambienti a rischio di esplosione.
Un’atmosfera esplosiva è una miscela
con aria e sostanze infiammabili come
gas, vapori, liquidi, piccole fibre, nebbie
o polveri che, in determinate condizioni, può generare un’esplosione. In
questi ambienti è necessario operare
con apparecchiature che dispongano
della certificazione Atex. A beneficiare
della nuova versione ETH Atex saranno
i settori dell’oil & gas, petrolchimico,
farmaceutico, automotive (paint shops),
generazione di biogas, costruzione di
turbine a gas, stampa e distillazione.
Tutte le richieste applicative
passeranno al vaglio del
team R&D di Parker Hannifin che si occuperà di testare l’ETH Atex selezionato,
utilizzando i dati (carico, velocità, ciclo di
lavoro) forniti dal cliente. In questo modo si garantisce la conformità Atex per
ciascuna applicazione. Oltre ai settori
dell’handling, packaging e automazione
industriale, le grosse taglie dell’elettrocilindro ETH Atex possono trovare posto
in applicazioni normalmente gestite
con cilindri idraulici. L’ETH Atex ha una
densità di potenza eccezionale e la serie
è disponibile nelle taglie 032, 050, 080 e
100. La gamma di elettrocilindri fornisce
forze di spinta fino a 56.000 N con corse
fino a 2.000 mm, ripetibilità pari a ±0,03
mm e accelerazioni fino a 10 m/s².
Qualità certificata
La nuova serie ETH Atex dispone della
certificazione per apparecchiature gruppo II, categoria 2 in atmosfere esplosive
con gas. L’abbinamento degli ETH ai
servomotori EX (anch’essi certificati
Atex), consente a Parker Hannifin di
completare l’offerta con un pacchetto
dedicato a questo tipo di applicazioni.
La divisione Electromechanical Europe
di Parker, specializzata nella fornitura di
tecnologie per il motion control, sta per
lanciare il suo nuovo motore tubolare
ETT ad ampliamento della sua offerta
nel campo dei motori lineari. La serie
di motori tubolari ETT, disponibile in tre
lunghezze e tre taglie, è capace di fornire
valori di coppia di picco fino a 474 N,
velocità fino a 4 m/s e accelerazioni fino
a 200 m/s2. Con una ripetibilità pari a
±0,05 mm, ETT è la soluzione ideale per quelle applicazioni
di handling
e pick &
place che richiedono elevate forze dinamiche. Controllo e posizionamento
precisi sono garantiti dall’impiego di un
encoder 1 Vpp Seno/Coseno. ETT è un
attuatore economico ad alta efficienza
energetica, dicono in azienda, pertanto
il suo impiego costituisce un’alternativa
molto vantaggiosa ai cilindri pneumatici in applicazioni dove sono richieste
maggior flessibilità e controllo. La piena
compatibilità con lo standard DIN ISO
15552:2005-12 semplifica l’integrazione
meccanica dell’ETT nel sistema e consente la riduzione dei costi di progettazione. ETT è un attuatore ‘direct drive’
dove il movimento viene generato senza l’impiego di elementi di trasmissione
meccanica come viti a sfere, cinghie
dentate e riduttori che richiedono costi
elevati per l’ installazione, l’operatività e
la manutenzione. Una delle caratteristiche importanti dell’ETT è che il motore
può sopportare cicli di lavoro elevati
senza l’ausilio di sistemi di raffreddamento addizionali. Per questa ragione e
per l’elevata efficienza termica del motore, affidabilità e vita meccanica dell’ETT
risultano estremamente elevate. ETT è
stato progettato per il controllo tramite
un servoazionamento a 230 V, senza la
necessità di impiegare un azionamento speciale in bassa tensione. Parker
dispone inoltre di un’ampia gamma di
servoazionamenti e opzioni per l’impiego con ETT, offrendo agli utilizzatori una
soluzione motion completa acquistabile
da un unico fornitore. Il montaggio è
reso semplice grazie a una vasta scelta
di accessori disponibili a corredo del nuovo motore
tubolare.
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AUTOMAZIONE
Dedicati alla linea
produttiva
JACOPO DI BLASIO
Tra le più recenti soluzioni
per il movimento nella
linea produttiva sono
da contare le proposte
di Sew Eurodrive,
che comprendono i
motoriduttori Movigear,
per realizzare macchine
e sistemi di produzione,
e le navette autonome
Movitrans per la
movimentazione in
magazzini e linee produttive
In un recente incontro con la stampa specializzata, Sew Eurodrive
ha illustrato le scelte strategiche
che hanno portato ad alcune delle
più interessanti novità nell’offerta
dell’azienda.
L’attività di Sew Eurodrive può essere esemplificata dal suo slogan
‘dal prodotto alla soluzione’, che
sintetizza la volontà dell’azienda, in
risposta alle istanze che ha raccolto
provenienti dal mercato, di fornire
soluzioni sempre più specializzate dal punto di vista tecnologico,
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sempre più flessibili e con un forte
orientamento ai servizi, che vada
oltre la semplice sostituzione del
pezzo di ricambio in tempi brevi.
In termini pratici, la specializzazione
per Sew Eurodrive ha comportato
l’identificazione di richieste precise che gli utilizzatori si aspettano
che siano soddisfatte dalle soluzioni proposte dall’azienda, queste
si possono riassumere in richieste
di risparmio energetico e riduzione
degli spazi di lavoro per ottenere lo
stesso risultato finale.
Efficienza energetica
Dal punto di vista dell’efficienza energetica la risposta di Sew Eurodrive è
nei nuovi Movigear, delle unità meccatroniche complete in classe energetica IE4, mentre la risposta per quanto
concerne la riduzione degli spazi è
costituita dalle navette automatiche
per la movimentazione del materiale
(AGV). Si tratta di due tecnologie molto differenti, indirizzate a mercati industriali profondamente diversi, che
rispondono però all’esigenza comune
di gestire il movimento di materiali
A sinistra una delle unità meccatroniche Movigear
di Sew Eurodrive.Navetta AGV con sistema
induttivo per il trasferimento dell’energia.
e componenti nella linea produttiva
in modo efficiente. Infatti, Movigear
incorpora un motore elettrico particolarmente adatto, per esempio, per
realizzare i convogliatori utilizzati nel
settore del beverage. Infatti, anche le
più recenti realizzazioni meccatroniche di Sew Eurodrive sono particolarmente adatte ai settori industriali che
costituiscono tradizionalmente quelli
di riferimento per l’azienda, come
beverage, food, logistica e packaging.
Complessivamente, la proposta di
Sew Eurodrive prevede dei pacchetti
per uso specifico, con una particolare attenzione per la modularità, che
l’azienda ha sottolineato come suo
punto di forza.
Per i servizi offerti in congiunzione
con le soluzioni meccatroniche, come
motori e riduttori, l’azienda propone
un’offerta che prevede una vera e
propria ottimizzazione del magazzino
ricambi, che deve essere ridotto al
minimo per ottimizzare l’investimento degli utilizzatori finali, e la stesura
di piani di manutenzione preventiva.
Infatti, per un utilizzatore finale, prevenire l’attivazione di un servizio di
manutenzione ha un costo più basso
che richiederne uno. I servizi offerti
comprendono anche procedure di
manutenzione predittiva e di gestione
avanzata che comprende la mappa-
tura dello stabilimento con dati che
possono riguardare, per esempio,
anche la temperatura e consumo di
energia.
Inoltre, le soluzioni meccatroniche
sono progettate in modo da essere
semplici e, di conseguenza, affidabili,
conciliando diverse esigenze come,
per esempio, quelle del produttore della macchina (OEM), che vuole
minimizzare l’impegno finanziario richiesto dalle fasi di montaggio e start
up, con le esigenze dell’utilizzatore
finale che chiede di facilitare la manutenzione e la gestione del magazzino.
Movimentazione robotica
Per una gestione ottimizzata degli
spazi, con tecnologie in grado di
integrarsi e sfruttare quelle di movimentazione della produzione e di
gestione intelligente del magazzino,
Sew Eurodrive ha messo a punto
delle navette AGV, dove ha applicato
la sua tecnologia Movitrans. Questi
AGV sono sistemi che permettono il
trasporto e la movimentazione di materiali senza l’ingombro di una struttura fissa, contrariamente a quanto
succede, per esempio, con un sistema
di trasporto a rulli.
Le navette realizzate da Sew Eurodrive, che trovano un ampio utilizzo
nell’industria automobilistica, sono
dotate di un sistema di trasmissione dell’energia senza contatti striscianti basato sull’induzione. Una
rete di cavi conduttori posta sotto
il pavimento dello stabilimento permette di generare, direttamente a
bordo delle navette per induzione
magnetica, la potenza necessaria al
funzionamento dei sistemi. A bordo,
l’energia è accumulata in un banco
di super-condensatori che tollerano
bene le correnti elevate, permettendo
così dei tempi estremamente ridotti
per la carica. Oltre ai sistemi di bordo, i super-condensatori alimentano anche la trazione che si avvale
di inverter gestiti dalla centralina di
bordo. Queste navette AGV, che comunicano via wireless e operano tra
il magazzino automatico e l’area di
picking, dispongono di una potenza
installata di 82 kW che permette loro
di spostare carichi fino a 1.500 kg e
raggiungere velocità di 50 m/min. Per
queste navette, che sono in grado di
seguire in modo autonomo un percorso articolato e di interfacciarsi con i
PLC di produzione, la precisione nel
posizionamento è nell’ordine dei 5
mm. Il sistema di guida si basa sulla
rilevazione del campo magnetico generato dai cavi di alimentazione interrati e le navette hanno la possibilità
di deviare dal percorso in prossimità
di incroci e diramazioni, in base alla
programmazione.
Manutenzione
Per gli interventi di manutenzione,
è previsto un percorso supplementare in sicurezza e, grazie al sistema
di super-condensatori che accumula
l’energia elettrica in forma fisica invece che chimica, queste navette non
necessitano dell’attività di manutenzione, ricarica e smaltimento delle
batterie che è tipica dei sistemi basati
su accumulatori chimici.
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MECCANICA
Prodotti robusti
per i minerali
ATTILIO ALESSANDRI
Per trasportare più minerale sullo Yangtze sono utilizzati motoriduttori
Nord Drivesystems per i macchinari di movimentazione sfusa in un porto
di trasbordo. Tutti i componenti lavorano in condizioni ambientali estreme
Il Wuhan Iron and Steel Group
(Wisco), una delle maggiori aziende
che operano nel settore dell’acciaio
cinese, ha costruito un nuovo porto di
trasbordo per movimentare in modo
più efficiente le crescenti quantità di
minerale importato in arrivo dal Mare
Orientale Cinese. Il porto consiste in
numerosi banchine e depositi, dove
è possibile scaricare fino a 15 milioni
di t di minerale all’anno da enormi
navi oceaniche. I vari macchinari di
movimentazione sfusa installati nel
porto da tre OEM differenti hanno
una cosa in comune: su tutti questi
caricatori, scaricatori e impilatorirecuperatori super dimensionati,
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un totale di oltre 170 motoriduttori
forniti dal produttore tedesco Nord
Drivesystems assicurano che tutto rimanga affidabilmente in movimento.
Spesso considerato, oggi, un paradiso insulare, l’arcipelago di Zhoushan
comprende oltre 1.300 isole e isolette sceniche al largo della costa
orientale cinese. I porti di Zhoushan
sono i principali magazzini della regione per tutti i tipi di beni. Essi
includono merci industriali, come il
minerale ferroso, prevalentemente
destinato al Wuhan Iron and Steel
Group, il più vecchio gigante della
Cina, che ha sede a circa 400 miglia
all’interno, lungo lo Yangtze. Tutta-
via, Wisco ha in Cina una serie di
miniere. Di conseguenza, l’azienda
deve acquistare all’estero la maggior
parte del suo ferro. Il trasporto fluviale sullo Yangtze è stata la scelta
più ovvia, efficiente ed economica, ma le importazioni del gruppo
industriale arrivano normalmente
nel Mare Orientale Cinese su enormi navi oceaniche. Inevitabilmente,
queste devono attraccare in un porto
costiero, dove i cargo possono essere scaricati e trasferiti su navi più
piccole, già nella parte inferiore dello
Yangtze, le grosse navi mercantili
sarebbero bloccate dal ponte fluviale
di Nanjing. Le navi da 10.000 dwt
Wisco ha installato
motoriduttori Nord
Drivesystems per carichi
elevati, ma a bassa
manutenzione.
Grossi impilatori-recuperatori
assistono i depositi di
minerale ferroso nel porto.
arrivare navi enormi che trasportano
fino a 300.000 dwt. Tre banchine di
scarico hanno una profondità di 15
m e possono accogliere navi più
piccole - una è adatta per navi classe
50.000 dwt, due sono ritagliate per
navi da 10.000 dwt. Progettati per
movimentare fino a 5.000 t di minerale all’ora, i caricatori delle navi, gli
scaricatori e gli impilatori a ruota a
secchielli installati lungo le banchine
e i depositi nel porto di Wugang Port
sono le apparecchiature più grandi
del loro tipo per l’uso civile in Cina.
Soluzioni di azionamento affidabili
(tonnellaggio di portata lorda), possono invece passare sotto il ponte e
procedere verso Wuhan.
La domanda di prodotti Wisco è cresciuta nettamente nel corso dell’ultimo decennio. Poiché Wuhan richiede
materie prime in quantità continuamente crescenti, stabilire delle basi
addizionali di scarico e carico lungo
la costa - preferibilmente sotto la direzione della stessa Wisco - è diventato qualche tempo fa una questione
pressante. Creando una partner con
due cofinanziatori, Wisco è finalmente giunta a ottenere una quota nel
progetto di costruzione di un nuovo
porto nella città insulare di Wugang,
nella parte meridionale dell’arcipelago Zhoushan. Tutti gli impianti del
porto di Wugang sono stati costruiti
nel 2010 e 2011. Il produttore tedesco
di soluzioni di azionamento complete
Nord Drivesystems, ha fornito oltre
170 motoriduttori per carichi pesanti.
Poiché le ispezioni, i cicli di test e le
approvazioni per il funzionamento a
pieno regime si sono conclusi a metà
del 2012, Wugang serve ora come
terminal di trasbordo principale per
Wisco, con una capacità cargo massima di 30 milioni di t di minerale
all’anno. Il porto include una banchina di scarico con una profondità
dell’acqua di 27 m, dove possono
I requisiti chiave di Wisco per tutti
i macchinari pesanti erano un’affidabilità estremamente elevata e caratteristiche di bassa manutenzione.
Una squadra di manutenzione proveniente dalla costa o dall’aeroporto di
Zhoushan Zhujiajian impiega almeno un’ora per raggiungere Wugang
tramite nave, oltre a possibili ritardi
dovuti al cattivo tempo, cosa che
potrebbe escludere anche l’alternativa degli elicotteri. In ogni caso,
seri problemi con i macchinari provocherebbero molto probabilmente
costi eccessivi per le riparazioni e,
naturalmente, disturbi dei processi
di scarico e carico dovuti alle apparecchiature in disfunzione. Pertanto,
erano richieste soluzioni di azionamento altamente affidabili per fare
in modo che le grandi gru a portale,
i convogliatori e così via continuassero a funzionare regolarmente. Nord
Drivesystems è stata incaricata di
fornire motoriduttori per carichi pesanti. Benché Nord abbia ora una
considerevole presenza in Cina, che
include numerosi stabilimenti di produzione e assemblaggio e una serie
di uffici regionali, l’azienda tedesca
ha messo piede nel Paese solo pochi
anni fa. Tuttavia, la qualità superiore e la durevolezza dei prodotti di
azionamento, nonché i servizi di pre
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MECCANICA
Tutti i riduttori
sono prodotti da
un singolo blocco
carcassa.
e postvendita offerti dallo specialista degli azionamenti hanno spinto
Wisco a equipaggiare i macchinari
di movimentazione sfusa del porto
di Wugang con motoriduttori forniti dalle filiali cinesi dell’azienda
tedesca. Oltre 170 unità sono state
integrate nelle gru e nei sistemi di
convogliamento, fornite da più OEM
cinesi differenti. Tutti i partner hanno
collaborato molto bene, e il team
Nord è stato prontamente disponibile per il supporto agli OEM durante
tutto il progetto. Dal giorno dell’inaugurazione del porto di Wugang,
tutte le macchine sono state utilizzate
quasi sempre alla massima capacità
e gli azionamenti hanno compiuto in
modo affidabile il loro dovere.
Motoriduttori per condizioni
impegnative
Tre grandissimi scaricatori a conchiglia (da 2.500 t/h) servono la
banchina da 300.000 dwt. Queste
macchine incorporano complessivamente 72 unità ad assi ortogonali a tre stadi Nord. Due imponenti
caricatori mobili per navi (da 5.000
t/h) sono equipaggiati ciascuno con
16 motoriduttori ad assi ortogonali
a tre stadi e un riduttore elicoidale
a due stadi. Tali azionamenti sono
96
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
in grado di muovere questi grossi
sistemi su binari lungo la banchina
per posizionarli come richiesto per
accedere alle varie aree operative.
Altri 72 motoriduttori ad assi ortogonali a tre stadi sono stati installati in
tre impilatori-recuperatori a ruota a
secchielli (da 500 t/h) per i depositi
di minerale nel porto.
Tutti i motoriduttori di Wugang sono
caratterizzati da una carcassa per
carichi pesanti che li rende adatti per l’uso in esterni e condizioni
atmosferiche severe. Ben sigillati
contro l’ingresso di umidità e dotati
di componenti resistenti alla corrosione e all’umidità, essi offrono un
elevato grado di protezione contro i
tipici problemi degli ambienti marittimi. Rivestimenti di vernice speciale
sono stati applicati contro l’atmosfera salina. Queste unità sono anche
abbastanza robuste da resistere a
considerevoli urti meccanici. La maggior parte delle unità è dotata di parti
opzionali specifiche all’applicazione,
inclusi per es. freni con protezione
contro la polvere e la corrosione,
microinterruttori per il monitoraggio
continuo dei freni o doppie calotte
utilizzate come coperchi antigocciolamento sui ventilatori dei motori.
Tali caratteristiche rendono questi
motoriduttori ancora più affidabili.
Questo progetto assicura una resistenza ottimale alle forze assiali
e radiali, oltre a elevata efficienza,
elevate coppie d’uscita, bassa rumorosità e operazioni di manutenzione
minime nel corso di una lunga vita
di servizio.
Le soluzioni per gru e carrelli sono
caratterizzate da un’ampia scelta di
rapporti di riduzione. Il produttore
offre progetti a due o tre stadi con
albero cavo o pieno come richiesto. Gli utenti possono scegliere fra
modelli con montaggio con piedi,
a flangia e pendolare. Tutti i tipi
sono dotati della stessa carcassa
salvaspazio, che permette la facile
integrazione. Benché i motori utilizzati nelle gru e nei carrelli funzionino
spesso 24 ore su 24, alcuni impianti
di carico possono anche rimanere fermi per determinati periodi di
tempo. Lo standard di costruzione degli azionamenti assicura la
possibilità di riprendere il normale
funzionamento direttamente dopo
fasi anche prolungate di questo tipo,
senza alcun requisito di manutenzione particolare. Se richiesto, inoltre,
tutti i modelli sono disponibili anche
nelle versioni protette contro le esplosioni (Atex).
1ma edizione
24 settembre 2014 - BERGAMO, Kilometro Rosso
LE AZIENDE PARTECIPANTI
ABB
B&R AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
BECKHOFF AUTOMATION
BONFIGLIOLI MECHATRONIC
RESEARCH
BOSCH REXROTH
24 settembre 2014
EMERSON INDUSTRIAL AUTOMATION
EPLAN SOFTWARE & SERVICE
ESA ELETTRONICA
BERGAMO, Kilometro Rosso
FESTO
HEIDENHAIN ITALIANA
LAPP ITALIA
LENZE ITALIA
INNOVARE E
COMPETERE CON
LE TECNOLOGIE
DELL’AUTOMAZIONE
OMRON ELECTRONICS
PANASONIC ELECTRIC
WORKS ITALIA
PHOENIX CONTACT
RITTAL
ROCKWELL AUTOMATION
SEW-EURODRIVE
SIEMENS
WITTENSTEIN
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
9.45-10.30
10.30-13.00
14.00-16.30
Apertura lavori
“Innovare e competere con le
tecnologie dell’automazione”
Tavola rotonda - FOCUS OEM
“Progettazione meccatronica i vantaggi per la filiera:
integrazione e innovazione”
Tavola rotonda - FOCUS END USER
“Essere più efficienti grazie alla
meccatronica: consumi, flessibilità
e manutenzione”
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AUTOMAZIONE
Efficienza
al massimo
stadio
MATT BAUSCH
I campionati mondiali passano ma
le attrezzature sportive rimangono e
devono garantire sempre la maggiore
funzionalità e sicurezza. Grazie alla
tecnologia Schneider Electric, la
sala di controllo del Maracanã fa di
quest’icona brasiliana una delle arene
più moderne, sicure ed efficienti al
mondo
Il controllo di tremila impianti
luce che costituiscono il monumentale sistema di illuminazione,
17 ascensori, 12 scale mobili, 292
bagni, 60 bar e oltre 500 contatori d’energia e dispositivi per la
protezione elettrica dello stadio
Jornalista Mário Filho, meglio
noto come Maracanã, avviene da
un’unica postazione, la sala di
controllo e monitoraggio. Al di
98
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
là del monitoraggio del consumo
elettrico dello stadio in tempo reale, nella sala di controllo vengono
gestite anche altre sezioni come
le aree di illuminazione comuni,
l’aerazione, gli scarichi e il sistema
di condizionamento, i generatori,
i gruppi di continuità (UPS), il
controllo degli accessi, il sistema
antincendio, le TV a circuito chiuso e i sistemi idraulici.
Rispettando gli standard internazionali imposti dalla FIFA, Schneider Electric, lo specialista globale
nella gestione dell’energia, e i
suoi partner, hanno sviluppato un
progetto di automazione con una
rete intelligente che integra diversi sistemi che tengono conto di
oltre 36.000 variabili differenti. “Il
Maracanã si aggiunge all’elenco
esclusivo di stadi intelligenti nel
mondo con un’architettura tecnologica che permette di gestire
diverse informazioni in tempo reale per velocizzare e rendere più
efficiente il processo decisionale”,
ha affermato João Carro Aderaldo,
vice president of partner business
di Schneider Electric Brazil.
L’illuminazione dello stadio è controllata da una serie di sistemi che
utilizzano i protocolli DMX e KNX
che, unitamente all’integrazione
con la rete, permettono combinazioni di illuminazione pre-programmate come i colori e la creazione di scenari differenti. Inoltre,
elabora in tempo reale i messaggi
zione di tutti i sistemi e processi,
è possibile conseguire risparmi in
termini di energia che raggiungono il 36%.
Il sistema di gestione dell’acqua
dello stadio è stato progettato per
controllare e ridurre la quantità
utilizzata nei bagni. Per prevenire
odori sgradevoli, le valvole rilasciano l’acqua a intervalli meno
frequenti quando lo stadio non è
in uso; al contrario gli intervalli
si accorciano durante le partite
di calcio.
Schneider Electric ha inoltre for-
i dati della sorveglianza vengono analizzati e contrassegnati in
automatico; gli allarmi vengono
inviati agli operatori solo quando si rileva un’attività sospetta.
Tramite i dati dinamici e in tempo
reale, gli incidenti possono essere
facilmente identificati e risolti,
fornendo un ambiente più sicuro.
Schneider Electric si è inoltre occupata della fornitura di tutte le
attrezzature per la distribuzione
elettrica, incluso l’elettricità in
ingresso a medio voltaggio, trasformatori, bus blindati per i pannelli di distribuzione e i centralini
nonché di soluzioni per le varie
di guasto sui sistemi monitorati,
mostrando i valori attuali per ogni
situazione e i messaggi di avviso
quando vengono superati i limiti
prestabiliti, rendendo così lo stadio più sicuro ed efficiente.
Distribuiti all’interno dell’impianto sportivo vi sono oltre 300 moderni pannelli di automazione che
utilizzano protocolli di comunicazione aperti. Al di là dell’integra-
nito allo stadio il sistema di sicurezza, composto da videocamere
ad alta definizione, sistemi di monitoraggio intelligenti e archiviazione delle immagini. Il sistema
di monitoraggio integrato offre
un’unica interfaccia per l’acquisizione video, adeguamenti per le
aree e il controllo degli accessi. Il
sistema di archiviazione delle immagini svolge il lavoro pesante:
aree a basso voltaggio.
La portata complessiva delle soluzioni fornite da Schneider Electric
assicura una maggior efficienza
elettrica e operativa all’ente che
amministra lo stadio e, più importante, la sicurezza dei visitatori.
Quando le attrezzature utilizzate
sono prive di sostanze nocive,
l’azienda garantisce la certificazione Leed.
Monitoraggio intelligente
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
99
AUTOMAZIONE
Meccatronica
sotto
i riflettori
i
JACOPO DI BLASIO
Nel corso delle celebrazioni per il decennale dello stabilimento
francese di Ruitz e anche nell’ambito della Fiera di Hannover,
Lenze ha presentato una serie di novità di prodotto. Le nuove
proposte dell’azienda sono mirate alle esigenze dei costruttori di
macchine e alle applicazioni nelle linee di produzione
Due eventi, di recente, hanno portato
Lenze al centro dell’attenzione del
mondo dell’automazione elettrica e
della meccanica: tanto la celebrazione
per il decennale del suo stabilimento
francese di Ruitz, quanto i lanci di prodotto in occasione della Fiera di Hannover 2014 sono stati l’occasione per
Lenze di presentare diverse
novità. Questi
e-
venti hanno costituito una sorta di
palcoscenico internazionale grazie al
quale Lenze ha potuto diffondere informazioni e dettagli
sulle sue più recenti proposte in ambito meccatronico,
presentando un insieme di
prodotti che ha esteso e
profondamente rinnovato
la sua offerta per gli utilizzatori di
sistemi e dispositivi d’automazione
industriale, cominciando dai costruttori di macchine.
Oltre agli aspetti che riguardano le
novità di prodotto, certamente rilevanti, nel corso delle celebrazioni per il
decennale dello stabilimento nel Nord
della Francia, è stato anche possibile
avere una panoramica e una conferma
delle strategie produttive di una realtà
manifatturiera come quella di Lenze,
che ha saputo valorizzare in modo
razionale le risorse e le possibilità offerte dall’economia comune europea.
Dal punto di vista manifatturiero, Lenze prevede che i suoi prodotti basati
sulle più recenti tecnologie, che sono
quelli più impegnativi anche da un
punto di vista economico, siano introdotti a partire dai suoi siti produttivi
in Germania, dove il costo del lavoro
è più alto e giustifica un impegno di
questo tipo, mentre in Italia le realtà
manifatturiere di Lenze, come per
esempio lo stabilimento di Verona,
sono impegnate nella produzione
delle soluzioni più consolidate
Lenze Fast comprende dei moduli software per
implementare velocemente le funzioni di controllo
degli azionamenti di macchine e linee produttive.
100
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
dell’azienda, che costituiscono una
parte importante dell’offerta Lenze e
possono comunque contare su una
manodopera caratterizzata da un elevato livello di formazione.
Lo stabilimento Lenze di Ruitz è un
centro logistico altamente automatizzato che non si limita ad avere
una gestione evoluta dei magazzini,
ma ha un ruolo attivo nel supporto
post vendita e nella produzione. Qui
infatti, vicino al confine con il Belgio, è
effettuata la manutenzione dei motori
e dei motoriduttori per i diversi Paesi
dell’area e gli azionamenti vengono
personalizzati, per esempio, accoppiando i motori con i relativi riduttori
e convertitori. In questo stabilimento
sono anche assemblati dei motori, con
parti prodotte in Germania e Italia, e
dei convertitori, per i quali viene anche
effettuato il collaudo elettrico su linee
completamente automatizzate.
Competenza italiana
Il valore e il grado di competenza dei
siti produttivi di Lenze in Italia è testimoniato anche dal fatto che nel nostro
Paese si è svolta la formazione di parte
dei tecnici impegnati nelle
attività a Ruitz.
In pratica, Lenze può
essere considerata una realtà manifatturiera europea che implica benefiche
ricadute occupazionali in tutta Europa
pur mantenendo, come è giusto per
un’impresa efficiente, un approccio
razionale alla produzione e un solido
assetto economico.
Naturalmente, un aspetto rilevante
delle strategie produttive di Lenze
comprende le attività di ricerca e sviluppo del prodotto, che hanno portato alle più recenti novità hardware
(riduttori, motori, convertitori ecc.) e
software. Anche in ambito meccanico, infatti, lo sviluppo del software
di controllo degli azionamenti è una
parte fondamentale nella realizzazione di una macchina e può assorbire
risorse rilevanti per un costruttore,
per questo Lenze ha sviluppato delle
librerie software che permettono di
semplificare lo sviluppo di applicazioni meccatroniche, ricorrendo a moduli
software specifici e già pronti.
Si
tratta di una proposta software che
si inquadra in un’offerta incentrata
attorno al concetto di ‘motion centric
automation’ di Lenze, che prevede di
semplificare e velocizzare, attraverso
un approc-
cio modulare, tutti gli aspetti più importanti dell’attività di integrazione
degli azionamenti in macchine e linee
produttive, con strumenti evoluti per
lo sviluppo del sistema di controllo
del movimento e per la progettazione
del sistema di attuatori (con scelta e
dimensionamento dei motori).
I produttori di macchine, quando si
trovano di fronte alla necessità di progettare e realizzare delle applicazioni
software, possono quindi avvalersi
di Lenze Fast che è un pacchetto espressamente pensato per offrire tutti
gli strumenti di sviluppo di cui hanno
bisogno. In pratica, i moduli tecnologici di Lenze, insieme all’Application
Template, consentono agli sviluppatori di implementare progetti software
senza dover scrivere del codice per
una funzione specifica e in maniera
modulare.
Un modulo software specifico
Per esempio, in base alla filosofia del
‘motion centric automation’, Lenze
ha recentemente offerto un modulo
software specifico per macchine con
sistemi di svolgitura e avvolgitura,
che incorpora tutto il know-how necessario all’impiego di azionamenti in
applicazioni di questo tipo. In pratica,
il programmatore non ha più la ne-
Sopra, i riduttori epicicloidali
g700 di Lenze sono pensati per
applicazioni servo a elevata
dinamica e in grado di gestire
sovraccarichi meccanici. A destra,
Smart Motor di Lenze abbinati al
riduttore g500.
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
101
AUTOMAZIONE
cessità di inserire manualmente i moduli PLCopen nel codice
del programma, ma deve solamente integrare il modulo tecnologico, che è costituito da un blocco funzione standard IEC
61131, che può essere istantaneamente incorporato nel sistema
di controllo degli azionamenti. I moduli base preconfigurati
Lenze Fast sono disponibili per un’ampia gamma di funzioni
di controllo delle macchine e comprendono la possibilità di
gestire l’alimentazione, lo svolgimento, la saldatura, il convogliamento ecc. Di ogni modulo tecnologico sono disponibili
versioni differenti, in modo da permettere al costruttore di
realizzare strategie di azionamento diverse, con tutte le funzioni
necessarie per i diversi motori della macchina. In ogni modulo
base sono già incluse numerose funzioni di azionamento standard, come: jogging manuale, ritorno al punto zero, homing,
posizionamento ecc. Una volta che il modulo è stato integrato
dal programmatore nel sistema di controllo, l’azionamento può
essere subito utilizzato. Le novità di Lenze, naturalmente, non
si limitano al software. A dimostrazione di questo, Lenze ha
recentemente esteso il proprio portafoglio di soluzioni orientato
alle applicazioni meccatroniche introducendo i nuovi g700, una
famiglia di riduttori a struttura epicicloidale adatta a essere
accoppiata con i motori intelligenti di più recente produzione.
Prodotti mirati
L’ingranaggio
che mancava
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A pochi mesi dal lancio della serie g500, composta da riduttori
per applicazioni standard, Lenze ha presentato i nuovi g700, che
costituiscono un insieme di prodotti appositamente pensati per
applicazioni servo di fascia media, ma con esigenze stringenti
in materia di sovraccarico e dinamica. I nuovi riduttori rappresentano un tipo di prodotto capace di incrementare la flessibilità operativa dei motori di Lenze, rendendoli particolarmente
appetibili per il mercato italiano dei costruttori di macchine.
I riduttori della serie g700 sono progettati per essere utilizzati
sia con i motori Lenze sincroni, sia con quelli asincroni. Per
esempio, i riduttori g700 possono essere accoppiati con motori
sincroni, gestiti dai servo controller Lenze i700, in applicazioni
di tipo multi-asse, come quelle di material handling. I nuovi
riduttori epicicloidali g700, disponibili in cinque diverse taglie,
sono costituiti da una struttura compatta che può comprendere
da uno a tre stadi meccanici di riduzione dei giri, coprendo valori
di coppia da 20 a 800 Nm. Gli ingranaggi che compongono
questi riduttori sono rettificati e sottoposti a un trattamento di
indurimento superficiale, in modo da incrementare la resistenza, l’efficienza e le prestazioni in termini di rigidità e di dinamica.
La filosofia con cui Lenze si presenta ai costruttori di macchine
è bene riassunta da Giuseppe Testa, direttore commerciale di
Lenze Italia, che ha così commentato l’introduzione dei g700:
“Il nostro portafoglio è scalabile e offre soluzioni su misura
per qualsiasi specifica applicazione. L’obiettivo principale è
semplificare le attività di progettazione e per questo mettiamo
a disposizione del cliente una gamma di prodotti per tutta la
catena cinematica, dalle macchine più semplici a quelle più
complesse, consentendogli di trovare facilmente la soluzione
più adatta per le sue applicazioni”.
&
Gllili uomini
Gli
mini
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imp
imprese
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STRATEGIE ƕ MACROECONOMIA ƕ NUOVI MERCATI ƕ INTERNAZIONALIZZAZIONE ƕ FINANZA ƕ FORMAZIONE ƕ INNOVAZIONE
La rivista per il management
AUTOMAZIONE
Navette
LGV,
dal
progetto
allaproduzione
Nella produzione di veicoli automatici LGV, Ocme utilizza i
sensori Sick che contribuiscono a consolidare l’affidabilità e
la sicurezza delle macchine. La collaborazione tra questi due
protagonisti del mercato globale è garanzia di un risultato
finale a elevato standard qualitativo
104
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
ENRICA BIONDINI,
CLAUDIO SINATRA
Ocme, fondata a Parma nel 1954, è
una società italiana che si colloca tra
i protagonisti di spicco nell’ambito
dell’imballaggio a livello internazionale con più di 10.000 macchine
installate. È presente con le sue filiali
in cinque Paesi (Gran Bretagna, Stati
Uniti, Messico, Francia e Cina) e vanta una rete di circa 40 agenti distribuiti in tutto il mondo. Questa realtà,
attiva principalmente nei settori del
food and beverage, detergenza, petrolchimico e tessile, conta circa 400
dipendenti e nel 2011 ha registrato
un fatturato di 97 milioni di euro.
Il suo piano di produzione comprende macchine per l’imbottigliamento,
macchine per il confezionamento
primario, macchine per il confezionamento secondario, macchine per
il fine linea e la logistica.
Già nel mercato con le sue macchine
per il confezionamento e per il fine
linea, nel 2003 ha dato inizio al suo
nuovo progetto, la realizzazione di
veicoli automatici LGV. Ocme, infatti,
ha investito molto nella R&D, soprattutto nel primo anno, e partendo con
un piccolo gruppo formato da tre
ingegneri, quali Paolo Miceli (LGV
System Designing), Marcello Martinucci e Roland Guglielmetti, con alle
spalle un’esperienza decennale nella
progettazione di veicoli a guida laser,
ha sviluppato un sistema che è il padre di quello correntemente in uso,
il cui software è stato interamente
Navetta Ocme modello Auriga.
progettato da Ocme: un CAD per
disegnare i percorsi della navetta,
un gestore del traffico per disporre
di più veicoli LGV nell’impianto, un
sistema di supervisione dell’impianto e il software del veicolo stesso.
Nel mondo dei costruttori di navette
laser-guidate LGV si possono perseguire due strade: ci si rivolge a
un fornitore che offre un pacchetto
completo, comprensivo di tutti gli
strumenti di sviluppo (hardware e
software), ossia pronto per l’installazione e la produzione, oppure si
deve realizzare un software che gestisca le informazioni provenienti da
diversi sensori per la navigazione del
veicolo. Ocme ha scelto la seconda
opzione per diverse ragioni, tra le
più importanti quella di mantenere il
know-how all’interno della sua società. Questa soluzione ha sicuramente
comportato un notevole impegno
iniziale, ma ha altresì consentito di
avere il pieno controllo della soluzione sviluppata.
La realizzazione
Dopo quasi più di sette mesi di lavoro, nel 2004 Ocme ha realizzato il
primo prototipo, dandolo in conto
visione per qualche mese a una nota
azienda produttrice di beni a largo
consumo e di servizi.
Grazie ai riscontri positivi ottenuti dal
suo primo prototipo, Ocme ha così
iniziato a produrre e vendere navette
LGV in serie, completando l’intero
ciclo dall’imballaggio al fine linea.
L’obiettivo, però, era quello di soddisfare le esigenze dei clienti che
richiedevano non solo il fine linea,
ma anche le navette, e questo sia
per un discorso di automazione, vale
a dire ottimizzazione e risparmio di
tempo, sia per garantire una maggiore sicurezza sul posto di lavoro,
evitando così spiacevoli incidenti.
Infatti, i carrelli elevatori sono una
tra le maggiori cause d’incidenti sul
posto di lavoro, spesso gravi o addirittura mortali.
Proprio per garantire la massima
affidabilità e sicurezza, Ocme ha
puntato a realizzare una macchina
in cui fossero curati tutti gli aspetti
nel dettaglio ed è per questo motivo
che si è rivolta a Sick. “Abbiamo
cercato un fornitore che fosse al top,
riconosciuto dai nostri clienti, e che
fosse in grado di garantire i nostri
stessi valori; a volte quasi imposto
dai nostri clienti internazionali” ci
spiega Paolo Miceli. “Ocme fornisce
prodotti medio alti distribuiti in tutto
il mondo, quasi più di15.000 pezzi,
quindi anche lo standard qualitativo
dei componenti installati deve essere
necessariamente di alto livello”.
Automazione e sicurezza
Nel dettaglio su alcuni modelli LGV
Ocme, oltre ai 4 laser scanner di
sicurezza di Sick (serie S300 posti
sui lati e serie S3000 posti sui due
fronti di marcia) che coprono interamente il veicolo per la sicurezza
delle persone, sono montati anche
3 laser scanner anticollisione S100
che hanno la funzione di rilevare la
presenza di eventuali ostacoli sul
tragitto dei veicoli, come ad esempio
un carroponte sospeso oppure un
muletto parcheggiato erroneamente
in un’area vietata. I tre sensori S100
vengono utilizzati per rilevare carichi
sospesi su tre piani diversi in funzione della velocità della navetta: uno
per distanze elevate, quando è richiesto un movimento molto rapido,
uno per distanze intermedie, quando
la velocità è moderata e l’ultimo per
distanze molto ravvicinate, quando
lo spostamento è molto lento. In
questo modo viene attivato un sensore piuttosto che un altro in base
alle necessità del momento.
Il veicolo automatico è stato completamente rinnovato sia dal punto
vista meccanico, con un nuovo disegno del telaio che ridistribuisce i
pesi ottimizzando il baricentro della
macchina in modo da trasportare, a
parità d’ingombro, carichi maggiori,
e sia del punto di vista elettrico, passando da una tecnologia classica,
quindi da un pc industriale con delle
schede I/O che andavano a governare tutti i sensori della macchina, a
una tecnologia più avanzata in cui
viene utilizzata una sola scheda di
rete CANOpen che gestisce, tramite
questo bus di campo, tutti i sensori
del veicolo.
La navetta e l’isola robotizzata realizzate da Ocme fanno sì che non siano
necessari i trasportatori di pallet. Un
esempio tipico è quello dell’operatore che vede che sta finendo la
bobina nella macchina fardellatrice e
con un palmare chiama la missione
cosicché la navetta vada a prendere
il pallet con la bobina in magazzino
e la porti alla destinazione richiesta.
Grazie agli scanner di sicurezza
Sick S300, installati sui veicoli LGV,
gli incidenti al personale presente
all’interno dell’impianto sono scongiurati.
I veicoli prodotti da Ocme, volutamente, si inseriscono nella fascia
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
105
AUTOMAZIONE
alta del mercato; anche il più piccolo
dei particolari, installato nelle sue
macchine, deve essere di ottima
qualità per garantire un prodotto
finale sicuro e performante sotto
tutti gli aspetti.
L’obiettivo di Ocme è stato raggiunto: un rinnovo totale del veicolo, dal
design più snello e compatto che le
ha consentito di ridurre i costi di produzione, con particolare attenzione
alla sicurezza e all’affidabilità.
Sick è in
grado di
realizzare
nuovi prodotti in base alle
esigenze dei
clienti.
Cambio batteria
automatico
Inizialmente il cambio batteria delle
navette avveniva in
modo manuale, cioè
la navetta si affiancava verso una rulliera
in cui c’erano altre
batterie sottocarica
e l’operatore doveva manualmente rimuovere la batteria
scarica fuori e inserire quella carica. Con la nuova
direttiva macchine è richiesta una
maggiore attenzione all’ergonomia.
Questo ha spinto Ocme a studiare una nuova soluzione che si muovesse
in tal senso. Infatti, grazie anche alla
richiesta del mercato, è stata sviluppata la macchina CBA, acronimo
di cambio batteria automatico, che
assomiglia molto ad un magazzino
automatico di batterie.
La CBA ha sotto carica un determinato numero di batterie a servizio
della navetta. Durante il ciclo di
funzionamento, la navetta, quando
ha la batteria in esaurimento, si
dirige in completa autonomia verso la macchina, con la quale è in
continuo dialogo, affiancandosi. A
questo punto, il CBA pone sulla
bocca d’uscita la rulliera libera e la
navetta deposita la batteria scarica
su di essa.
I vantaggi sono svariati: dall’ergono-
106
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
mia all’ottimizzazione del processo;
diversamente, invece, sarebbero
necessari degli operatori destinati
solo a questo tipo di operazione,
tenendo in considerazione che possono esserci in circolo dieci/quindici
navette e che la durata di una batteria può variare mediamente dalle
7 alle 10 ore. Inoltre, è da tenere in
considerazione l’ottimizzazione del
tempo ricavata dal non dover più
compiere il cambio manualmente
della batteria e, quindi, evitare il fermo del veicolo LGV. Naturalmente
in un sistema automatico di cambio
batteria, come il CBA, vengono associate batterie senza manutenzione
(al GEI o Xfcflex).
La scelta del partner
Nel veicolo LGV sono collegati alla
centralina di sicurezza Sick della
serie Flexi Soft due scanner di Sicurezza Sick della serie S3000, due
della serie S300 e tutte le parti di
sicurezza. La centralina Flexi Soft
funge da PLC di sicurezza, consentendo di passare da una logica del
quadro cablata a una logica programmata, e permettendo così a
Ocme di abbassare i costi nella realizzazione di un quadro elettrico
più semplificato. La navetta Ocme,
quindi, è più semplice, più affidabile e soprattutto più sicura. Inoltre,
è montato un sensore di distanza
Sick, della serie DT50, accanto al
sistema di navigazione laser della
serie LMS200 che viene utilizzato
come anticollisione negli attraversamenti di porte automatiche; questo
per evitare che, nell’eventualità di
un mal funzionamento della porta
che rimane socchiusa, la navetta
continui a procedere, andando di
conseguenza a sbattere e danneggiando il sistema di navigazione.
Questo comporterebbe un grave
danno a livello economico, sia per
il fermo macchina sia per il danno,
a volte irreversibile, del sistema di
navigazione laser.
Qualche cliente ha anche richiesto
di equipaggiare le macchine di fotocellule proiettore e ricevitore per
fare muting, in modo da migliorare
l’aspetto di sicurezza tra baia di carico e la stessa navetta.
Mostre
Convegno
2015
10 marzo
m
2015
MC4-Motion Control for 2015
MC4-M
18 giugno 2015
ITE Day – Industrial Technology Efficiency Day 2015
INDUSTRIAL D
TECHNOLOGY A
EFFICIENCY Y
Data da segnare in agenda! Impossibile mancare
all’edizione 2015 di
d MC4-Motion Control for
che in questi anni si è sempre confermata essere
l’appuntamento di riferimento per chi vuole
conoscere in modo approfondito tutte le tecnologie
per il controllo del movimento al servizio di macchine
e impianti. Un solo giorno, una vera full immersion.
15 ot
ottobre 2015
S&PI – Sensors a
and Process Instrumentation 2015
S PI
&
Dopo il riscontro positivo registrato da parte delle
aziende espositrici e dei partecipanti, Fiera Milano
Media propone in linea con la scorsa edizione una
sessione plenaria realizzata con l’autorevole
contributo di Business International, le sessioni di
presentazione dei prodotti ad opera delle aziende
espositrici e i laboratori organizzati dalle
Redazioni in collaborazione con primarie aziende
del settore durante i quali i visitatori potranno
imparare veramente qualcosa sui prodotti, come
utilizzarli, e come realizzare vere e proprie
applicazioni sotto la guida di esperti.
10 dicembre 2015
Machine Automation
SENSORS
& PROCESS
INSTRUMENTATION
Unica mostra convegno
convegn dedicata all’automazione,
alla sensoristica e alla strumentazione di processo,
quest’anno con una formula rinnovata
S&PI si presenta ques
e ricca. Due le sessioni
session importanti: “Tech”, nella quale
di rilevazione e misura
si parlerà delle metodologie
metodo
nell’attuale scenario tecnologico,
più promettenti nell’att
bus di campo e wireless,
di comunicazione, di b
e “Industry” in cui ci si focalizzerà su alcuni tra i più
applicativi per le soluzioni
rilevanti settori applica
strumentazione di processo:
di automazione e strum
Oil & Gas,Acqua e Life Science.
O
L’evento quest’anno si focalizzerà sul tema del packaging
con particolare attenzione ai settori applicativi
del food&beverage e del life science: focus principale
saranno la tracciabilità dei prodotti e l’identificazione,
con interessanti excursus nel mondo della visione artificiale
quale chiave di volta per migliorare la qualità dei manufatti
e ottimizzare i processi in linea e a fine linea. La formula
proposta è teorico-pratica: in una sola giornata si potrà
partecipare alla sessione convegnistica ‘tecnologica’,
alla parte espositiva e ai tanto attesi laboratori.
Una modalità in grado di fare davvero ‘cultura’.
Per informazioni: Elena Brusadelli Tel. 335 276990
www.mostreconvegno.it
elena.brusadelli@fieramilanomedia.it
RASSEGNA
A CURA DI STEFANO VIVIANI
Componenti
in fiera
I mille volti dell’industr
dell’industria
ria ma
manifatturiera, gli sforzi di
suoi protagonisti, in questa
ricerca e innovazione d
dei su
spettro dedicata alla 29° Bipanoramica ad ampio spett
Mu,
dedicata a macchine utensili a
M
u, vetrina biennale d
dedica
asportazione,
deformazione e aspor
rttazion robot, automazione e
componenti
R
Roemheld,
h ld azienda
i d di cuii C
Camar è concessionaria
i
i esclusiva
l i per l’It
l’Italia,
li presenta il sistema di controllo
della pressione senza fili il quale, grazie allo scambio di informazioni in tempo reale, permette di
visualizzare immediatamente le cadute di pressione evitando così la rottura delle attrezzature. Sono
disponibili tre differenti modelli per pressioni fino a 16, 250 e 500 bar. Il trasmettitore è in classe di
protezione IP 67, quindi non teme la presenza di refrigeranti o trucioli. Oltre alle interfacce analogiche
e digitali RS485, è disponibile anche un profilo Profibus Gateway. L’unità ricevente può rilevare 16
trasmettitori montati su differenti attrezzature, ognuno dei quali può rilevare i valori della pressione in
intervalli tra 0,5 e 3.600 s. Il trasmettitore viene azionato con una batteria al litio che ha una durata di
12 mesi, con funziona di avviso non appena viene raggiunto un livello di carica più basso.
CAMWorks è il software di ultima generazione per
fresatura, tornitura e EDM proposto da CIMsystem che, grazie alla partnership con Geometric
Technologies, azienda americana che sviluppa il software, può fornire anche in Italia un CAM
efficiente, adattabile e completamente automatico. CAMWorks è uno strumento potente, intuitivo
e facile da utilizzare, in grado di eliminare gli aspetti più ostici della programmazione di CNC
grazie all’automazione delle ‘Lavorazioni intelligenti’. CAMWorks utilizza le interfacce conosciute di
SolidWorks e Solid Edge, per cui l’apprendimento e l’utilizzo risultano molto semplici. Il software è in
grado di riconoscere e sfruttare tutte le feature geometriche disegnate a CAD in modo da associare
le lavorazioni stabilite dall’operatore e guadagnare così tutto il tempo che bisognerebbe spendere
per creare manualmente le strategie di lavoro.
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SETTEMBRE
2014
Ma g g i o ri a p p ro f o n d i me n t i s u : w w w . me c ca nica - plus.it
Il sistema modulare Easybarrier, proposto da Della Casa Reti, delimita zone di accesso riservato, dando completa
soluzione a ogni esigenza con una razionale suddivisione degli spazi-lavoro. I vari elementi che lo costituiscono
permettono grande versatilità di configurazione, in modo da ottenere una struttura conforme a qualsiasi richiesta.
Le porte sono dotate di maniglie di sicurezza, con un chiavistello speciale che ne impedisce la chiusura senza un
gesto volontario da parte dell’operatore. La continua evoluzione tecnica ha consentito di realizzare e brevettare
il nuovo piastrino di fissaggio Skatto che rende ancora più facile, comodo e veloce il montaggio della struttura. Il
posizionamento in opera di Easybarrier alla corretta distanza dalle zone pericolose consente di rispettare i parametri di
sicurezza previsti dalle norme armonizzate.
Forte della sua nuova app per la consultazione dei prodotti, disponibile su Apple Store, Dropsa presenta,
ultima arrivata nella famiglia dei dosatori progressivi, la nuova linea nP (nano Progressive). Si tratta
di dosatori di ultima generazione dalle piccole dimensioni, soluzione ideale per le applicazioni di
lubrificazione a grasso che richiedono un dosaggio minimo ma accurato di lubrificante in uno spazio
ridotto. Vantaggi dei dosatori nP sono: l’innovativo meccanismo ‘Rigidlock’, che permette il fissaggio
rigido fra gli elementi, tipico dei dosatori monoblocco, mantenendo però la flessibilità dei dosatori
modulari; la combinazione fra le dimensioni ridotte e la modularità in un singolo blocco che collocano il dosatore nP
allo stesso livello di performance dei dosatori progressivi di alta gamma, ma con una riduzione di costi. Il dosatore nP è disponibile anche nella innovativa
versione nPR (nano-Progressive Replaceable) che utilizza un sistema ‘rail & lock’ che permette agli elementi di essere sostituiti o spostati senza dover
smantellare completamente il blocco dosatore e senza l’aggiunta del costo di una base separata.
La presenza di GOM Italia a Bi-Mu 2014 ha coinciso con la presentazione dei sensori Atos Core, Pontos e
della nuova versione software V8.0. Atos Core è uno scanner ottico 3D compatto e versatile, indicato per la
digitalizzazione di oggetti di piccole-medie dimensioni, che può essere usato come stand-alone, ma anche come
volume di misura aggiuntivo per ulteriori applicazioni. Pontos è un sistema di analisi di deformazione dinamica,
innovativo rispetto ai convenzionali sistemi di misura dello spostamento, con il quale è possibile una migliore comprensione del comportamento dinamico dei
componenti, agevolata da una rappresentazione animata dei risultati misurati. La versione V8.o del software è la nuova piattaforma di gestione universale dei
sistemi GOM, che racchiude in sé tutte le funzionalità relative sia alla scansione 3D sia all’analisi di deformazione.
Nella recente versione software 4 il controllo numerico TNC 640 Heidenhain offre un’intera serie di funzioni inedite ed evolute.
La simulazione grafica 3D, estremamente dettagliata, supporta l’operatore nell’identificazione di dati mancanti o incongruenze
nel programma senza pericolo per pezzo, utensile e macchina appena prima della lavorazione. È così possibile rilevare in
anticipo situazioni critiche, apportare rapidamente le modifiche necessarie ed evitare scarti e danni. La funzione standard ADP
(Advanced Dynamic Prediction) di TNC 640 consente l’ottimizzazione del controllo degli assi di avanzamento nella fresatura a 3
e 5 assi. ADP calcola in anticipo il profilo in modo dinamico e può così adattare tempestivamente le velocità degli assi al fine di
gestire opportunamente i valori di accelerazione e jerk ottenendo un percorso utensile ottimale che generi un profilo fedele a
quanto programmato e privo di discontinuità. ADP permette così maggiori velocità di traiettoria e inferiori tempi di lavorazione,
assicurando allo stesso tempo superfici impeccabili e profili perfetti. TNC 640 offre la possibilità di combinare le lavorazioni di
fresatura e tornitura in una sequenza qualsiasi sulla stessa macchina.
Obiettivo della gamma readychain igus è rendere il montaggio in macchina dei sistemi per catene portacavi il più semplice
possibile. Una nuova idea dell’azienda di Colonia promette di rivoluzionare il campo delle catene portacavi con cavi connettorati,
‘readychain speed’. I progettisti hanno combinato connettori e attacco della catena in un unico pezzo collegabile direttamente
al quadro di comando, mediante un’operazione semplice di pochi secondi, che non richiede l’uso di alcun utensile. In
generale i moduli premontati sono vantaggiosi perché testati in tutti i componenti per la loro compatibilità reciproca. Questo
è particolarmente importante nelle catene di montaggio, dove consentono di ridurre i tempi di processo. L’uso dei sistemi
readychain speed igus permette di ridurli ulteriormente, il che si traduce in un aumento nella produzione di macchine senza la
necessità di aumentare la produttività del lavoro o l’ingombro della linea. readychain speed può essere utilizzato con successo
sia in linee di produzione di pezzi ad alto valore aggiunto sia in quelle ad alta velocità per grossi volumi.
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RASSEGNA
Kabelschlepp, propone la sua guaina portacavi TKA 55, che solo un anno fa si è aggiudicata l’iF design award. Le
guaine portacavi con la loro particolare struttura a tenuta IP54, proteggono i cavi da polvere, trucioli e schizzi, fino alla
zona di connessione. La struttura completamente chiusa previene efficacemente la penetrazione di corpi estranei. La
struttura ottimizzata della banda laterale e dei coperchi previene efficacemente problemi funzionali causati dall’adesione o penetrazione di trucioli e sporcizia. I
coperchi completamente chiusi s’incastrano a tenuta uno con l‘altro, e fungono da barriera protettiva contro la penetrazione di corpi estranei. Tutti i tipi di TKA
sono disponibili, a richiesta, anche in esecuzione con materiale estremamente resistente alle alte temperature: un materiale speciale, che resiste sino a 850 °C,
protegge i cavi in modo sicuro dall’azione, ad esempio di trucioli roventi.
La serie IM-6120 a campo ampio di Keyence è un dispositivo di misura che può competere con proiettori di profilo, microscopi di misura o
macchine di misura CNC automatiche. Keyence di fatto semplifica la misurazione con un solo pulsante. Sono sufficienti 3 secondi per misurare
fino a 99 caratteristiche con documentazione completa inclusa e senza che sia necessario un training specifico per gli operatori. IM-6120
è dotato di un piatto di alta precisione per misurazioni immediate con dimensioni pezzo fino a 200 mm. La messa a fuoco viene regolata
automaticamente in funzione della forma dei target. Anche quando non è possibile eseguirla in un’unica operazione, viene regolata rilevando
l’altezza in ciascun punto di misurazione. Il corpo particolarmente rigido e il sensore di temperatura integrato consentono l’installazione
ovunque. È possibile limitare le deformazioni e la compensazione della temperatura garantisce misurazioni accurate sul campo. L’unita può
essere installata ovunque siano disponibili uno spazio sufficiente per distendere un foglio di carta formato A3 circa e una normale presa di
corrente CA.
Le tastiere a membrana InduKey, distribuite in Italia da KeyPlus, sono ideali per l’impiego nell’industria poiché
sono una perfetta sintesi di robustezza (hanno un’alta resistenza agli urti e ai graffi), protezione (sono IP65,
completamente protette dalle polveri e resistono ai getti d’acqua) e comodità di manutenzione (grazie alla
assenza di interstizi fra i tasti, possono essere pulite con uno straccio e una soluzione detergente, in una comoda
passata). Sono disponibili diversi sistemi di montaggio nella versione da scrivania, da montaggio a pannello con
viti posteriori, da montaggio su struttura rack con fori frontali, o in cassetto. Per quanto riguarda il sistema di
puntamento, sono disponibili versioni con trackball, con touchpad o con joystick integrato. Su richiesta specifica,
le tastiere possono essere anche personalizzate con l’aggiunta di pulsanti speciali, porte USB integrate, loghi
aziendali.
Il giunto rotante KT sviluppato da Maier Heidenheim, impegnata da oltre 80 anni nella costruzione di giunti rotanti, può lavorare
con diversi tipi di fluidi: lubrorefrigeranti tradizionali, lubrificazione minimale e aria secca. La tecnologia brevettata Tess a ‘scarico
termico’ della tenuta meccanica consente la rotazione del giunto in qualsiasi condizione di lavoro e di poter ruotare a secco in
pressione e alla massima velocità contemporaneamente fino a 42.000 giri/min. Maier Italia progetta e realizza inoltre soluzioni
personalizzate di giunti rotanti MP multipassaggio per diversi fluidi combinati anche con collettori elettrici rotanti per la trasmissione di
potenza e segnali.
Con V-Lock, Metal Work presenta un sistema modulare per realizzare movimentazione automatizzata. V-Lock
collega tutto con tutto: pinze con slitte, rotanti, unità di guida, ma anche con strutture di profilati in alluminio di
qualsiasi marca; collega inoltre ogni orientamento spaziale. Il collegamento, rigido e ripetibile, è semplice, veloce
da serrare, accessibile da ogni lato. Non sono necessarie piastre di adattamento tra un componente e l’altro. Tutti
i componenti della serie V-Lock presentano una coda di rondine larga 40 mm ed estesa per tutta la lunghezza del
componente. Trasversalmente vi sono delle scanalature precise, larghe 6H7, con passo di 20 mm, in cui s’inserisce una
speciale chiavetta forata. Per collegare tra loro due componenti è sufficiente accostarli l’uno all’altro e stringere le viti
M5 del fissaggio universale, chiamato K. Il catalogo V-Lock, in continuo ampliamento, comprende slitte di precisione, unità di guida accoppiate con cilindri
ISO 15552 e 6432, cilindri senza stelo, attuatori rotanti, pinze, attuatori lineari elettrici, pinze elettriche e numerosi accessori.
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M aggi or i appr of ond i me n t i s u : w w w . me c c a n i c a - p l u s . i t
Microsystem, filiale italiana di Cimatron, ha presentato a Bi-Mu le ultime versioni dei sistemi CAD/CAM
CimatronE, la suite di applicazioni dedicate all’industria degli stampi e delle attrezzature, e di GibbsCAM,
il completo e avanzato pacchetto applicativo per la programmazione delle macchine utensili CNC, dai semplici torni tradizionali alle più complesse macchine
multitask pluriasse e plurimandino. La nuova versione CimatronE 12 comprende un’ampia gamma di nuovi strumenti e funzionalità in ogni ambiente operativo,
costruiti e basati su potenti algoritmi allo stato dell’arte. Risulta potenziata nel suo complesso e a livello delle singole applicazioni verticali. Le novità interessano
tutti i moduli, offrendo importanti benefici sia ai progettisti CAD sia ai programmatori CAM. Si distingue come un sistema completamente integrato, ideale per
risparmiare tempo prezioso e aumentare la produttività in ogni fase del ciclo di sviluppo, in ufficio tecnico e in officina.
La nuova versione mette a disposizione degli utenti nuove funzionalità e perfezionamenti per garantire maggiori vantaggi attraverso tutto il processo di
realizzazione di uno stampo.
NSK ha ampliato la gamma di cuscinetti ad alte prestazioni della serie NSK HPS, introducendo anche le tipologie di
cuscinetti radiali rigidi a sfere, radiali a rulli cilindrici, a sfere a contatto obliquo, sia nella versione industriale sia di Super
Precisione, e i cuscinetti assiali a sfere a contatto obliquo per supporto vite sia in versione aperta sia schermata. Tali
tipologie si affiancano ai cuscinetti radiali orientabili a rulli della serie NSK HPS già disponibili sul mercato sia con gabbia
stampata in acciaio sia massiccia in ottone. La prerogativa di queste nuove versioni è quella di offrire, a seconda delle
tipologie, capacità di carico e precisione più elevata, tolleranze ridotte, disegni interni ottimizzati. Questo si tramuta
per gli utilizzatori finali in possibili ‘downsizing’, maggiore durata (fino al doppio rispetto alla serie standard) e una
più alta affidabilità, maggiore velocità (fino a +20%), generazione di calore ridotta, maggiore flessibilità di impiego
(accoppiamenti universali per i cuscinetti accoppiabili).
Bi-Mu 2014 ha coinciso con i vent’anni di attività di Open Mind, che festeggia rilasciando due versioni dei suoi
due prodotti principali hyperMILL e hyperCAD-S. Dopo il rilascio della versione hyperMILL 2014.1, software CAM
per lavorazioni fino a 5 assi e hyperCAD -S 2014.1 il CAD per l’officina meccanica, alla 29° edizione del salone della
macchina utensile ha presentato le nuove evoluzioni di entrambe le soluzioni. In particolare il nuovo hyperMILL
2014 offre alle aziende che l’hanno adottato maggiore visione d’insieme per ridurre gli errori, verificare il progetto
e i dati CAM/CAD prima di avviare la produzione. Finora gli utenti delle macchine utensili ricevevano dall’ufficio
programmazione CAM solo i programmi NC, con il nuovo modulo hyperMIL Shop Viewer i dati di hyperCAD-S e
hyperMILL possono essere visualizzati direttamente accanto alla macchina. In questo modo ogni operazione in fase
di produzione può essere verificata in dettaglio sullo schermo prima della preparazione della macchina. La soluzione
CAD CAM di Open Mind, continua a essere completata dal modulo hyperMAXX, la strategia High-Performance-Cutting (HPC) per hyperMILL, basata
su VoluMill di Celeritive Technologies.
KrpxNg è la gamma di azionamenti a pignone e cremagliera di Redex, specificamente progettata
per le macchine utensili a portale o a colonna mobile. Il riduttore Krpx è uno degli esempi della
stretta collaborazione fra Redex e i suoi partner OEM nel campo delle macchine utensili. Composta
da due riduttori planetari, la soluzione Krpx - TwinDrive è stata progettata per adattarsi su
entrambi i lati del carro o della colonna della macchina. Il precarico elettrico garantisce la completa
eliminazione dei giochi meccanici sull’azionamento pignone e cremagliera. I valori di rigidità
radiale sono considerevoli.Questa versione è già disponibile in tutte le taglie e include la nuova
tecnologia di finitura degli ingranaggi HQ-GF, che aiuta a ridurre il consumo di energia grazie a un
miglioramento del rendimento fino al 15% grazie a ingranaggi conformi allo standard di qualità
DIN 6, permettendo di risparmiare migliaia di kWh durante la vita di servizio della macchina.
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RASSEGNA
Sacemi, specializzata in elettropompe per applicazioni industriali, vanta un programma di produzione
che comprende un’ampia gamma di elettropompe centrifughe a stelo immerso con un elevato numero
di varianti. Queste sono progettate per essere utilizzate sulle machine utensili e principalmente per
l’impiego su sistemi di lubrificazione e refrigerazione, macchine per lavaggio, evacuatori di truciolo e dovunque serva una efficace
circolazione di emulsioni acqua-olio, olio da taglio puri, con portate che arrivano fino a 1.200 l/min e prevalenza fino a 16 bar.
Le guide Minirail di Schneeberger sono la soluzione ideale in grado di garantire sempre movimenti lineari
ultraveloci e precisi. Per questo sono utilizzate soprattutto nel campo della tecnologia laser, di quella
medica e dei sistemi di misurazione, nel settore delle nanotecnologie, della microelettronica e dell’industria
dei semiconduttori. Le dimensioni delle guide includono otto misure per la larghezza e quattro misure
per la lunghezza del carrello. Inoltre il cliente può scegliere tra due classi di precisione e due categorie di
precarico. Un fattore importante per qualsiasi tipo di applicazione è la produttività ottenibile, un’esigenza
che le guide Minirail non trascurano, grazie alla loro capacità di accelerazione che raggiunge valori fino a
300 m/s2 e alla loro velocità di 5 m/s. I sistemi di ricircolo delle sfere inseriti nel carrello, capaci di rispondere
a requisiti elevati, sono un elemento fondamentale per raggiungere questi risultati.
Da diciotto anni il core business di Visual ruota attorno allo sviluppo e alla
personalizzazione di prodotti CAD/CAM interni all’azienda, che garantiscono
duttilità e adattabilità a situazioni differenti (fresatura fino a 5 assi, tornitura,
tornitura motorizzata, applicazioni robot). Visual è proprietaria e depositaria dei
codici sorgenti dei suoi applicativi, le sue soluzioni personalizzate sono state
impiegate per sviluppi speciali per gli stampi dei pneumatici, l’occhialeria, gli
stampi per calzature, l’arte orafa, la creazione di coclee di movimentazione
materiali, gli strumenti musicali, la tecnologia laser e le applicazioni con
impiego di robot antropomorfi (pick’n’place e fresatura). L’azienda lavora con
diverse tipologie di clienti, dalle multinazionali (seguendo progetti specifici di sviluppo CAD/CAM) ai costruttori di macchine utensili e controlli
numerici e terzisti di varia grandezza.
‘Potenti, silenziosi, precisi’: Wittenstein alpha presenta così la nuova serie di riduttori a
coppia conica, ideali per impiego nel settore delle macchine utensili, sia su assi principali sia
ausiliari. I nuovi riduttori a coppia conica sono una valida soluzione per applicazioni che devono
raggiungere performance notevoli con bassi rapporti di riduzione, vale a dire 1:1 e 1:2, offrendo
coppie di accelerazione massima da 10 a 315 Nm, con un gioco torsionale che non supera i 4
arcmin. L’esecuzione con stadio epicicloidale integrato, con uscita ad albero (SPC+) o flangia
(TPC+) presenta coppie di accelerazione comprese tra i 42 e i 1.600 Nm. L’ottimizzazione
geometrica della dentatura si riflette in una miglior uniformità di funzionamento e una capacità
di carico maggiore, che assicurano estrema affidabilità e massima silenziosità anche con
dinamiche molto sostenute. I rendimenti sono compresi tra il 95% e il 97% la lubrificazione
è a vita e i riduttori si possono montare in qualsiasi posizione. L’ampio portfolio Wittenstein consente anche l’abbinamento di varie
tipologie di cremagliere e pignoni per differenti esigenze applicative.
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SETTEMBRE
2014
CONTATTI UTILI
ABB PROCESS
Tel. 02 24151170
Fax 02 24143096
21
FERRARI
Tel. 0536 949111
Fax 0536 949049
52
ADI ASS. DISEGNO IND.LE
Tel. 02 33100241
Fax 02 33100878
info@adi-design.org
52
FESTO
Tel. 02 457881
Fax 02 4880620
info_it@festo.com
52
ANIE
Tel. 02 3264214
Fax 02 3264395
comunicazione@anie.it
58
ASSIOT
Tel. 02 3264241
Fax 02 3264308
assiot@assiot.it
64
AUTODESK
Tel. 02 575511
Fax 02 57510105
infoita@autodesk.com
21/82
AVIO
Tel. 011 0084031
Fax 011 0084163
52
BONFIGLIOLI
Tel. 051 6473111
Fax 051 6473126
bonfiglioli@bonfiglioli.com
44
BOSCH REXROTH
Tel. 02 923651
Fax 02 92365500
marketing@boschrexroth.it
21
CAMAR
Tel. 011 9591626
Fax 011 9594101
108
CAMOZZI
Tel. 030 37921
Fax 030 2400464
info@camozzi.com
28
CIMSYSTEM
Tel. 02 87213185
Fax 02 61293016
marketing@cimsystem.com
108
CNR ITIA
Tel. 02 23699926
74
COMAU
Tel. 011 6849111
Fax 011 6849692
info@comau.com
114
48/72
GOM ITALIA
Tel. 02 457.01.564
Fax 02 457.12.801
info-italia@gom.com
HEIDENHAIN ITALIANA
Tel. 02 270751
Fax 02 27075210
info@heidenhain.it
109
109/110
PARKER HANNIFIN
Tel. 02 451921
Fax 02 4479340
parker.italy@parker.com
90
PTC
Tel. 039 65651
Fax 039 6565680
web-commenti@ptc.com
26
REDEX-ANDANTEX
Tel. 0033 238944200
Fax 0033 238944299
ROLLON
Tel. 039 62591
Fax 039 6259205
infocom.it@rollon.com
112
SCHNEEBERGER ITALIANA
Tel. 0331 932010
Fax 0331 931655
info-i@schneeberger.com
112
109
KABELSCHLEPP ITALIA
Tel. 0331 350962
Fax 0331 341996
infoksi@kabelschlepp.it
110
KEYENCE ITALIA
Tel. 02 6688220
Fax 02 66825099
info@keyence.it
110
SCHNEIDER ELECTRIC
Tel. 035 4153118
Fax 035 4152221
comunicazione@it.schneider-electric.com
KEYPLUS
Tel. 02 66504927
Fax 02 66505754
info@keyplus.it
110
SEW EURODRIVE
Tel. 02 96980294
Fax 02 96799781
sewit@sew-eurodrive.it
LENZE ITALIA
Tel. 02 270981
Fax 02 27098290
mail@lenzeitalia.it
100
SICK
Tel. 02 274341
Fax 02 27409087
marketing@sick.it
MATHWORKS
Tel. 011 2274700
Fax 011 2309093
info@mathworks.it
25
METRA
Tel. 030 68191
Fax 030 6810363
metra@metra.it
110
52
MICROSYSTEM
Tel. 051 4145611
Fax 051 725314
info@microsystem.it
111
38
SACEMI ELETTROPOMPE
Tel. 0421 307389
Fax 0421 65428
IGUS
Tel. 039 59061
Fax 039 5906222
igusitalia@igus.it
METAL WORK
Tel. 030 218711
Fax 030 2180569
metalwork@metalwork.it
111
22/98
92
104
SIEMENS ITALIA
Tel. 02 24361
Fax 02 24364333
ufficiostampa@siemens.it
22
SIEMENS PLM SOFTWARE
Tel. 02 21057.1
Fax 02 2640618
22
SIMONA
Tel. 02 250851
Fax 02 2508520
mail@simona-it.com
25
STANIMUC - ENTE FEDERATO UNI.
Tel. 02 262551
Fax 02 26255892
segreteria.amministrativa@stanimuc.it
25
TEORESI
Tel. 011 2408000
Fax 011 2408024
r.romano@teoresi.it
22
COMSOL
Tel. 030 3793800
Fax 030 3793899
info@comsol.it
86
34
UCIMU SISTEMI PER PRODURRE
Tel. 02 262551
Fax 02 26255884
ucimu@ucimu.it
70
MP FILTRI
Tel. 02 957031
Fax 02 95740188
sales@mpfiltri.com
42
MSC SOFTWARE
Tel. 011 5151811
Fax 011 549082
info.it@mscsoftware.com
26
VICTREX PLC
Tel. 035 925071
Fax 035 926882
eurosales@victrex.com
25
DASSAULT SISTEMÈS ITALIA
Tel. 02 3343061
Fax 02 33430645
94
VISUAL INSPECTION SYSTEMS
Tel. 02 48205197
Fax 02 48205199
visual@visualinspections.it
112
NORD MOTORIDUTTORI
Tel. 051 6870711
Fax 051 827749
info@nord-it.com
VOLKSWAGEN GROUP ITALIA
Tel. 045 8091111
26
WHIRLPOOL EUROPE
Tel. 0332 758907
Fax 0332 759635
Chiara_Zanzi@email.whirlpool.com
26
DELLA CASA RETI
Tel. 059 283390
Fax 059 280975
d_casa@tin.it
109
DROPSA
Tel. 02 250791
Fax 02 25079767
vendite@dropsa.it
109
FANUC FA ITALIA
Tel. 02 45795444
Fax 02 45795323
info@fanuc.it
80
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
NSK ITALIA
Tel. 02 995191
Fax 02 99025778
info-it@nsk.com
OPEN MIND TECHNOLOGIES ITALIA
Tel. 02 93162503
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sales.italy@openmind-tech.com
78/111
111
WITTENSTEIN - ALPHA
Tel. 02 2413571
Fax 02 24135730
info@wittenstein.it
112
AGENDA
AMB
lavorazione della lamiera
72° Esposizione mondiale del motociclismo
Stoccarda (Germania)
16-20 settembre 2014
Mack Brooks Exhibitions Ltd
Eicma
Tel. +44 1727 814400
Tel. 02 6773511
Salone internazionale sulla lavorazione del
Fax +44 1727 814401
eicma@eicma.it
metallo
info@euroblech.com
Landesmesse Stuttgart
Tel +49 711 18560-0
Fax +49 711 18560-2440
PTC ASIA
info@messe-stuttgart.de
Shanghai
27-30 ottobre 2014
The World Power Transmission and Control
Central Asia Machine World
Almaty (Kazakistan)
12-14 novembre 2014
Salone internazionale sulle macchine
BI-MU
Deutsche Messe
utensili per asportazione e lavorazione
Rho (Italia)
30 settembre – 4 ottobre 2014
Tel. +49 511 890
lamiera
Fax: +49 511 8932626
go lite - agenzia per Italia & Europa
Esposizione di utensili a deformazione
iris.frick@messe.de
Tel. 339 3829681
marinella.croci@gmail.com
e asportazione, robot, automazione,
tecnologie ausiliarie
CEU-Centro Esposizioni Ucimu
Tel. 02 26255225
Fax 02 26255890
promotion.adv@ucimu.it
VISION
Stoccarda (Germania)
4-6 novembre 2014
The Heart of Vision Technology
Bologna (Italia)
12-16 novembre 2014
Landesmesse Stuttgart
Esposizione internazionale di macchine per
Tel +49 711 18560-0
SFORTEC
Rho (Italia)
30 settembre – 4 ottobre 2014
Esposizione sulla subfornitura tecnica &
servizi per l’industria
CEU-Centro Esposizioni Ucimu
Tel. 02 26255225
Fax 02 26255890
promotion.adv@ucimu.it
Fax +49 711 18560-2440
info@messe-stuttgart.de
JIMTOF
Tel. 06 432981
eima@federunacoma.it
METALEX
Fiera internazionale sulle macchine utensili
JIMTOF Fair Management
Bangkok (Tailandia)
19-22 novembre 2014
Tel. 03 55301333
Fiera internazionale sulle macchine utensili
Fax 03 5530122
e lavorazione lamiera
go lite - agenzia per Italia & Europa
Tel. 339 3829681
TMTS
Fiera internazionale sull’automazione
P. E. Schall GmbH & Co. KG
Biennale internazionale di macchine utensili,
Tel. +49 7025 9206-0
asportazione, lamiera, automazione, utensili
Fax +49 7025 9206-620
go lite - agenzia per Italia & Europa
www.schall-messen.de
Tel. 339 3829681
marinella.croci@gmail.com
marinella.croci@gmail.com
DMP
Dongguan, Guangdong (Cina)
19-22 novembre 2014
Salone internazionale sulla lavorazione
stampi, stampaggio, pressofusione,
materie prime
EUROBLECH
Manifestazione internazionale sulla
FederUnacoma
Tokio (Giappone)
5-9 novembre 2014
Taichung (Taiwan)
5-9 novembre 2014
Hannover (Germania)
21-25 ottobre 2014
l’agricoltura e il giardinaggio
Fax 06 4076370
MOTEK
Stoccarda (Germania)
6-9 ottobre 2014
EIMA
EICMA
go lite - agenzia per Italia & Europa
Rho (Italia)
6-9 novembre 2014
Tel. 339 3829681
marinella.croci@gmail.com
progettare 383 •
SETTEMBRE
2014
115
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