ADM 47 - A+D+M Network

Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno X - Numero 47 - 2013/14 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP
# 47
DANTE O. BENINI
&PARTNERS ARCHITECTS
in questo numero / in this issue
Architetti con la valigia
The architects with a travel bag
PadiglioneItaliaExpo2015
Italian Pavilion Expo 2015
Super leggeri per
soluzioni smart
Super lightweight for smart solutions
From beauty to wellbeing
Dal bello
al benessere
| Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use |
L’anno
editoriale
Simona Finessi
«
che verrà
In totale controtendenza con gli andamenti di mercato, che vedono sempre più le
riviste ridimensionare i propri numeri o persino chiudere, A+D+M nel 2014 avrà una
forte accelerata verso un processo d’internazionalizzazione che aveva già avuto i
suoi prodromi nel 2013, attraverso l’organizzazione di eventi di divulgazione presso
i Professionisti in Europa. Un processo quasi inevitabile dal punto di vista della
coerenza editoriale, ma non per questo scontato, in quanto uno sviluppo di
questo tipo, se fatto seriamente, impone un impegno di mezzi e risorse notevoli. Dato il periodo,
oltre che visione e passione, ci vuole sicuramente coraggio. Quindi, passatemi il fatto che per una
volta l’editoriale non condivida con voi riflessioni generali, bensì sottolinei il notevole sviluppo
di A+D+M, oltre che nei contenuti, anche in termini di uscite e distribuzione.
D’altra parte questo passo è stato possibile grazie alla volontà dell’Editore
di continuare ad investire in un prodotto nato nel decennio storico
peggiore della storia dell’Editoria. E questo è un fatto sicuramente
degno di nota. Veniamo ai numeri: le uscite nell’anno passano
da 6 a 8. La tiratura e la distribuzione della versione cartacea in
doppia lingua (italiano e inglese) avrà un incremento poiché, oltre
alla distribuzione delle 15.000 copie in abbonamento postale,
A+D+M sarà acquistabile (numero singolo o abbonamento)
presso una rete di librerie specializzate in Italia e all’estero.
Gran parte del processo d’internazionalizzazione, dunque, riguarderà
la versione digitale della rivista che verrà tradotta integralmente in
inglese e russo e resa disponibile con free download sul sito, tradotto
- anch'esso - in tutte le principali lingue del mondo. La disponibilità della
rivista verrà amplificata da un’imponente attività di direct email marketing verso i professionisti a livello
mondiale, già abituati all’utenza dei prodotti editoriali in versione digitale. Questa serie di azioni mirate
all’amplificazione della distribuzione, renderà la visibilità di A+D+M a livelli altissimi e come nessun altro
prodotto editoriale in questo settore sia riuscito a realizzare fino ad ora. Basti pensare che la diffusione
complessiva (versioni cartacee e digitali) annuale internazionale raggiungerà le 700.000 copie.
Questo significherà massima visibilità per gli Studi che vedranno pubblicati i propri progetti e massima
visibilità per le aziende che sceglieranno A+D+M per la propria comunicazione; ma inevitabilmente
significherà anche maggiore selezione dei contenuti e maggiore presenza di progetti e Cover Story
non italiani. Pensare all’architettura in chiave esclusivamente ”nazionale” ci sembrerebbe davvero
anacronistico: d’altra parte il confronto e la competizione hanno sempre reso migliori i competitors
e siamo certi che un maggiore equilibrio darà il proprio contributo anche in questa direzione.
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A+D+M | MAGAZINE |2013-14| # 47
1
Inattuale
2
editorial guest
Atelier Mendini, Complesso per uffici e logistica Alessi-Fao, Omegna (Vb), 1995
Atelier Mendini
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
L
ciclico
a parabola del gusto è veloce per la
moda, media per il design, lenta per
l’architettura. La moda è veloce come
i suoi eventi, il design è al passo della
sua obsolescenza fisica, l’architettura usa la
lentezza della sua durata quasi che il suo sia
un progetto di cadaveri che coprono più tempo
di quello biografico. Queste sono le dinamiche
temporali, e proprio perché le opere vivono al
loro interno, la qualità che infine resiste è quella
inattuale. Dunque, anche se il principio di realtà
del proprio tempo non va eluso, ne deriva che
esso vada altrettanto disatteso se si ha di mira la
qualità, dato che questa non può che resistere se
non come inattualità.
Ph. Cristina Pica
Il tempo inattuale della qualità che si sottrae
agli umori fuggevoli del gusto, è anche il tempo
ciclico, non lineare. Nel nostro Atelier oggi
ritroviamo amici con cui già in passato avevamo
collaborato, e che nel modo errabondo degli
incontri di ogni vita, abbiamo felicemente
ritrovato. Nell’Atelier, questo tempo ciclico porta
a fenomeni persino di simbiosi nello stesso
immaginario delle persone, quasi che infine si
debba tutti avere un’identica calligrafia: volendo,
tutti saremmo in grado di usare la stessa firma
senza con ciò sentirla falsa.
L’Atelier, in quanto gruppo di lavoro è inattuale,
e in quanto non schiavo del finalismo che sta a
fondamento di molta retorica del progetto, vive
della propria caducità organica: fa parte del gruppo
nascere, vivere, mutare e morire per motivi interni.
L’Atelier, in quanto modello di collaborazione,
è allora naturalmente ciclico. In esso si
costruiscono e connettono i flussi del progetto
contemporaneo, ma gli sviluppi dell’esperienza
estetica, biografica e affettiva, procedono senza
date consequenziali, grazie al ritorno e al riflusso
di idee lontane e all’intreccio stellare tra i molti e
diversi contributi.
La qualità inattuale e il tempo ciclico non prevedono
scadenze né anticipano i progressi. L’Atelier è un
fatto labirintico, uno spazio simile al bosco senza
sentieri tracciati e dove il fungo cresciuto nella
stagione attuale è diverso eppure uguale, non
evoluto o in ritardo, rispetto al fungo trovato nella
stagione precedente o immaginato per quella che
verrà: proprio il contrario di una scuola.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
3
CONTENTS
THIS COLOR ISSUE
1
2
4
Editorial
50%
VIBRANT ORANGE 16-1364
per 8 uscite annuali
Green design
Editorial guest
Editorial guest
Sommario
29,00€ anziché 58,00€
Campagna Abbonamenti 2014
Green Zero
74 Anteprime
80 Designer
Previews
Contents
Current Affairs|Attualità
8
# 47
65 Green design
Editoriale
Abbonati subito e
approfitta dello sconto
Il tema
Designer
Ora-Ïto.
Brand New World
Focus
La sacralità dell’intuizione
The sacredness of intuition
Scenarios
The architects with a travel bag
Eco-Materials
Arte
Arts
Green
Macchine per abitare + Gabriele Basilico
Machines for living + Gabriele Basilico
28
Storia di copertina
Cover Story
From beauty to wellbeing
News
News
Eventi
Il progetto raccontato
Description of the Project
Un tesoro all'interno
A treasure inside
A partire da un taglio
From a cut
Di fronte al mare
In front of the sea
Ipouffici
4
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
96 Profili
98
102 Focus
106 Agenda
108 Memo
110 Libri
112 Indirizzi
SPECIALE SERRAMENTI E PARTIZIONI INTERNE
Focus
Events
Projects|Progetti
42
Toscana e green economy
Profiles
Dante O. Benini & Partners Architects
Dal bello al benessere
36
38
84 Materiali
88 Eco-Materiali
92 Green
Materials
Architetti con la valigia
22
Reviews|Rassegna
Calendar
Memo
Books
Addresses
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14
Scenari
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Direttore Responsabile / Editor in Chief
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Responsabile Redazione / Managing Editor
Chiara Dadda - c.dadda@publicomm.it
Direttore Creativo / Creative Director
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Cover photo by Enrico Basili
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A+D+M architettura design materiali
Anno X numero 47 - 2013/14
Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005
ISSN 1826-0985
Editore / Publisher
Publicomm S.r.l.
Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy
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Redattori / Editors
Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda,
Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari,
Filippo Pozzoli, Domenico Tassone
Collaboratori / Collaborators
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Si ringraziano / With thanks to
Atelier Mendini
Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects
Anna Masello - a.masello@publicomm.it
Traduzioni / Translations
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6
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Italcementi
Italcementi Group
IL TEMA
Text by
Filippo Pozzoli
econdo il celebre storico angloteutonico Nikolaus
Pevsner, l'architettura non è un prodotto di
materiali e di funzioni, ma dello spirito instabile
di epoche mutevoli. È, in effetti, lo spirito stesso
di un'epoca che pervade la sua vita sociale, la sua
religione, la sua scienza, la sua arte, divenendo, pertanto, un
manifesto intellettuale del proprio tempo e del proprio contesto
più di ogni altra espressione artistica più liberamente scaturibile
da intimità individuali e soggettive, legate al genio di un
interprete piuttosto che alle condizioni al contorno. Una lettura
sociale dell'architettura assolutamente condivisibile e attuale, i
cui effetti tangibili su scala estesa sono facilmente percepibili,
ad esempio, nell'evoluzione semantica dell'architettura sacra
S
Nuove libertà
espressive per
l’architettura religiosa
LA SACRALITÀ
THE SACREDNESS
OF INTUITION
New free
expression for
religious architecture
8
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 47
nel corso della Storia. Se difatti non v'è testo di storia dell'arte,
dai sussidiari per le scuole secondarie ai più blasonati trattati
accademici, che esiti un solo istante nel cadenzare con cinico
rigore le supponibili soglie storiche sulla base dei connotati
formali attribuibili alle strutture religiose, tracciando, ad
esempio, un'intransitabile frontiera tra Romanico e Gotico
sulla base di parametri quantitativi ravvisabili anche dall'occhio
meno sensibile, a partire dal Ventesimo secolo l'architettura
sacra ha intrapreso uno sfumato e morbido polimorfismo, a
braccio con il progressivo dissolversi dell'ingerenza formale
delle istituzioni religiose nell'assetto politico internazionale
e, soprattutto, italiano. Basti pensare all’eterogeneità
monumentale delle espressioni più seguite del Novecento,
ciascuna codificabile secondo caratteristiche uniche, forti di
una matrice contestuale al contorno sempre meno vincolata
a canoni aprioristici e sempre più attratta dal misticismo
e dall'introspezione fornita dall'occasione e dal genius loci,
con una potente e rispettosa sconsacrazione della forma
apparente verso una celebrazione dell'intimità più profonda.
A partire dall’intimità della cappella di Notre Dame du Haute a
DELL’INTUIZIONE
Ronchamp di Le Corbusier (1950), perla destrutturata tra le
geometrie meccaniche del Movimento Moderno e disegnata
da una luce policroma e appena accennata nella pienezza
monumentale della viscerale massa muraria al contorno. Un
linguaggio perpetuato e reinterpretato in una diversa veste
formalenellaChiesadellaLucediTadaoAndoadOsaka(1989),
dove l’irreprensibile modularità del pannello in calcestruzzo
a vista si sfuma e dilata nella luce che invade lo spazio
interno divenendo, nel crocifisso, la stessa manifestazione
del sacro. Di un monumentalismo più celebrativo e
formalista è invece la Chiesa di Dio Padre Misericordioso a
Roma (1995), opera dello statunitense Richard Meier per
un’adeguata celebrazione del Giubileo del nuovo millennio
e che, come tale, si propone per il pellegrino di essere
come limpido faro verso una grandezza sicura e celestiale.
Un credo rivoluzionario, che non viene tacciato di presunzione
gratuita da parte delle istituzioni che ne fruiscono ma che
anzi viene accolto come stimolo dialogico e di crescita, come
testimoniano i premi rivolti all'architettura sacra e alla ricerca
verso essa promossi dalle stesse. Tra quelli di maggiore
interesse, ne segnaliamo uno che negli ultimi anni ha saputo
premiare, con lungimiranza e senso critico, gli esempi più
emblematici di questo nuovo filone, soprattutto in Italia.
È il caso dei concorsi di progettazione di nuovi complessi
parrocchiali banditi dal Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto
dellastessaConferenzaEpiscopaleItaliana,giuntoallasuasesta
edizione coinvolgendo firme internazionali nella progettazione
di strutture necessarie e successivamente realizzate.
Tre i casi studio banditi nell’ultima edizione, uno per area
geografica italiana: il primo, rivolto alla parrocchia di San
Giacomo Apostolo in Ferrara, è stato assegnato a Benedetta
Tagliabue (EMBT Arquitectes Associats) per un progetto
innovativo e di assoluta qualità, in cui la dimensione simbolica
dell’impianto viene definito dalla particolare composizione
volumetrica e dalla configurazione della copertura, accostati
ad una connotazione epiteliale originale e accattivante.
L’eccezionalità dell’opera risiede nella preziosità che l’atelier
catalano sa conferire in maniera naturale, leggera e mai
ostentata alle proprie opere, ricorrendo anche ad eccentriche
edesportabilivariazionitematichequaliilcampanile-dislocato
Chiesa della Luce,
Osaka (1989),
Tadao Ando. Ph.
Bergmann
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
9
LA SACRALITÀ DELL’INTUIZIONE
THE SACREDNESS OF INTUITION
IL TEMA
Model of St. Nicholas Greek
Orthodox Church, 2013
New Model in progress
Proprietà Studio Calatrava
© Santiago Calatrava
come porta d’accesso al recinto sacro - e la continuità con
l’assetto urbano limitrofo, a rivendicare un’attualissima
umanità del mondo liturgico senza dissacrazione alcuna.
Il secondo bando premia Francesca Leto per il suo
progetto indirizzato alla parrocchia di Sant’Ignazio da
Laconi in Olbia, per un’architettura considerevole e
significativa senza ridondanze a limitarne l’accessibilità
e la comprensione, avvicinando il suolo alla sensibilità e
alla cultura percettiva di una comunità locale semplice e
di estrazione vernacolare. L’attacco a terra interpreta in
chiave suggestiva un recinto dalla morfologia semplice
ed elegante, connotandosi come espressione del
radicamento della chiesa di persone sul territorio. Gli
spazi esterni esaltano il ruolo del sagrato e del portale
nella sua funzione mediatrice e diaframmatica, mentre
gli interni vengono modellati da una sapiente e ponderale
gestione della luce come elemento architettonico
strutturale, senza dover ricorrere ad appesantimenti
stilistici e decorativi per ovviare a una povertà comunicativa
che qui non si può assolutamente lamentare.
Terzo progetto premiato è la proposta di Mario Cucinella
(MC Architects) per la parrocchia di Santa Maria
Goretti in Mormanno (CS), opera di elevatissimo livello
architettonico nella comprensibilità della sua semplicità
ed eleganza, pur riconoscibile come espressione unica
della forza estetica e simbolica che scaturisce dalla
chiesa in relazione con i volumi adiacenti del complesso
parrocchiale e del territorio adiacente. L’edificio centrale
si configura come scultura abitata, divenendo punto
attrattivo di riferimento nella monumentalità della
sua massa che digrada e si alleggerisce nel simbolico
coronamento, che proietta la percezione verso una mistica
elevazione verso l’alto al pari di quanto avviene all’interno
con la presenza del velario, in un recinto flessibile e
facilmente adattabile a modifiche nell’assetto liturgico.
Anche in questo caso, il sagrato dialoga col tessuto
urbano limitrofo, modulando un percorso di avvicinamento
alla facciata della chiesa che favorisca la previsione di una
nuova viabilità d’accesso. | www.admnetwork.it | follow us on |
A
ccording to famous historian Nikolaus
Pevsner, the architecture is not a
product of materials and functions,
but the spirit of unstable changing
times. It is the very spirit of an age that
pervades its social life, its religion, its science, its
art, and it has therefore become an intellectual
manifesto of its time and its environment more than
any other artistic expression born out of individual
and subjective intimacy, related to the genius of an
interpreter rather than to the boundary conditions.
A very current social reading of architecture,
which tangible effects at an extended scale are
perceptible, for example, in the semantic evolution
of holy architecture along history. If in fact
there is no historical text that avoids cadencing
chronological thresholds, with rigorous cynicism,
on the basis of formal characteristics attributable
to the religious structures, tracing, for example,
a strict border between Romanesque and Gothic
eras on the basis of handbooks consulted also by
less sensitive eye, from the twentieth century holy
architecture has undertaken a nuanced and softer
polymorphism, meeting the gradual dissolution of
the formal interference religious institutions had
in political international world. Just think of the
heterogeneity of most outstanding monumental
expressions of the Twentieth century, each coded
according to unique features thanks to an array
for the contextual boundaries getting less and
less dependent on a priori canons and more and
more attracted by the mysticism and introspection
provided by the occasion and by the genius loci,
with a powerful and respectful desecration of the
form towards a celebration of deeper intimacy.
As a start, consider the intimacy of the chapel
of Notre Dame du Haute in Ronchamp by Le
Corbusier (1950), unstructured pearl between
mechanical geometries of the Modern Movement
Auteur & Éditeur.
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A+D+M
A+D+M
| MAGAZINE
| MAGAZINE
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LA SACRALITÀ DELL’INTUIZIONE
THE SACREDNESS OF INTUITION
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M A D E I N I TA LY
12
A+D+M | MAGAZINE 2
013-14 #|47
# 47
| 2013-14
ZZZFSSDUTXHWLW
and designed by a polychromatic and barely
visible light in the fullness of the visceral mass
in the monumental boundary wall. A language
perpetuated and reinterpreted in a different formal
layout in Tadao Ando’s Church of Light in Osaka
(1989), where the irrepressible modularity of the
concrete panel expands and fades in the light
that fills the interior space, becoming the very
sacred manifestation in the sign of the crucifix. Of
a more celebratory and formalist monumentality,
however, is the Church of God the Merciful Father
in Rome (1995), by the American architect Richard
Meier designed in order to work out a proper
celebration of first new millennium Jubilee and
that, as such, is proposed for the pilgrim to be
like clear beacon towards a safe and celestial
greatness. A revolutionary philosophy, which has
never been accused of presumption by institutions
who receive them but rather is welcomed as a
stimulus for dialogue and growth, as evidenced
by the awards addressed to holy architecture
promoted by the religious institutions themselves.
Among the most interesting ones, we want to
go deeper in one that in recent years has been
able to reward, with foresight and critical sense,
the best examples of this new trend. This is the
case of a design contest for new parishes banned
by the National Service for the Construction of
the Italian Bishops' Conference, now in its sixth
edition with three contests - one for each Italian
region. The first, aimed at the parish of St. James
in Ferrara, was assigned to Benedetta Tagliabue
(EMBT Arquitectes Associats) for a project where
the symbolic dimension of the system is defined
by the particular volumetric composition and
configuration of the coverage, combined with an
original and captivating epithelial connotation.
The exceptional nature of the work lies in the
preciousness that the Catalan atelier can
give their own works, also through eccentric
changes in themes such as the bell tower deployed as a gateway to the sacred precinct
- and the continuity with the neighboring urban
planning, to reclaim the humanity of the world
without any liturgical desecration. The second
call rewards Francesca Leto for her project
directed to the parish of St. Ignatius of Laconi
in Olbia, on architecture without considerable
redundancy to limit the understanding,
bringing the soil to the perceptual sensitivity
of a local vernacular community. The footprint
interprets in an elegant way a morphological
fence, establishing itself as an expression of
the rootedness of the church in a territory made
out of people. The external spaces enhance
the role of the churchyard and the portal in its
diaphragmatic function, while the interiors are
shaped by a cared management of light as an
architectural structural elements, without the
need for burdensome stylistic and decorative
to overcome poverty in communicating asset.
Third award-winning project is Mario Cucinella’s
(MC Architects) proposal for the parish of St.
Maria Goretti in Mormanno (CS), recognizable
as a unique expression of symbolic power
that comes from the church in connection
with neighboring volumes and the adjacent
territory. The central building is thought as an
inhabited sculpture, becoming an attractive
point in the monumentality of its mass that
descends and becomes lighter in the crown,
projecting the perception towards a mystical
elevation up to par with what is happening in
the inside, with a flexible enclosure curtain
positioned to suit any liturgical changes. Even
in this case, the churchyard converses with
the adjacent urban fabric, modulating a path
towards the front of the church.
Chiesa di Dio Padre
Misericordioso,
Roma (1995),
Richard Meier
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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THE ARCHITECTS WITH A TRAVEL BAG
The Italian architects move, travel, build themselves abroad, fulfill projects of
their dreams conquering important roles and contributing significantly to the
evolution of architectural research at the international level. A one-way journey?
SCENARI
Text by
Anna Nosari
Images courtesy of
MAXXI Roma
↑ AWP office for territorial reconfiguration, The Lantern, Sandnes, Norvegia, 2006-2008. © Thomas Liu
← Renzo Piano - Piano + Rogers, Centre Georges Pompidou, Parigi, Francia, 1971-1977.
© Gianni Berengo Gardin
GLI ARCHITETTI ITALIANI SI
SPOSTANO, VIAGGIANO, SI
AFFERMANO ALL'ESTERO,
REALIZZANDO PROGETTI VISIONARI,
CONQUISTANDO RUOLI DI RILIEVO
E FORNENDO UN IMPORTANTE
CONTRIBUTO ALL'EVOLUZIONE
DELLA RICERCA ARCHITETTONICA A
LIVELLO INTERNAZIONALE.
UN VIAGGIO DI SOLA ANDATA?
14
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
I
gioielli dell'architettura mondiale – dal grattacielo più alto
d'Europa progettato da Renzo Piano, alle realizzazioni nei
Paesi in via di sviluppo che uniscono stile locale a soluzioni
avveniristiche attente all'ambiente – portano molto spesso
la firma del talento “made in Italy”. I confini si allargano,
le competenze si confrontano in collaborazioni sempre
più internazionali, neolaureati e professionisti si muovono
all'interno di contesti che hanno sempre meno limiti geografici.
Prossima destinazione: il mondo.
Del resto, il dato non stupisce, visto che ogni quattro
architetti europei uno è italiano (per un totale di 147.000
professionisti, che operano prevalentemente in piccoli studi,
dibattendosi tra scarse prospettive di carriera, burocrazia
e difficoltà di crescita), e che il mercato italiano, concentrato
prevalentemente sul recupero dell'esistente, è saturo; inoltre
il 90% dello sviluppo urbano sta avvenendo al di fuori di Europa
↑ LinaBoBardi, Museu de Arte de São Paulo (MASP), San Paolo, Brasile, 1957-1968.© Nelson Kon
↓ Romaldo Giurgola - Mitchell Giurgola Architects, New Australian Parliament House,
Canberra, Australia, 1981-1988.
e Nord America. Il fenomeno non è nuovo, ma si inserisce in
una tradizione inaugurata da pionieri che trovarono fortuna
all'estero, come Lina Bo Bardi in Brasile o Romaldo Giurgola
negli USA e in Australia, proseguita poi dallo stesso Renzo
Piano o da Massimiliano Fuksas, fino ai più recenti Benedetta
Tagliabue, attiva a Barcellona da diversi anni, i Lot-Ek ed
Elisabetta Terragni a New York, Carlo Ratti a Boston, lo studio
LAN a Parigi e molti altri.
Si tratta spesso di un viaggio di sola andata, motivato in
particolare, secondo una recente ricerca CSAPPC-CRESME,
dal desiderio di crescita professionale, di gratificazione non
solo economica e da nuove opportunità di lavoro. Una tendenza
in costante crescita, come conferma il rapporto ACE, secondo
il quale ben il 40% degli architetti italiani sta progettando di
andare a lavorare all'estero, magari per tornare in Italia dopo
qualche anno. “Partire, tornare, restare”, recitava il titolo di
una mostra alla Casa dell'Architettura di Roma qualche mese
fa, che presentava il lavoro di una cinquantina di studi italiani
attivi in Paesi europei ed extraeuropei.
Ad un cambio di mentalità ha contribuito indubbiamente
la diffusione di programmi accademici di scambio, come
l'Erasmus, a cui – secondo la già citata ricerca CRESME
– ha partecipato il 37% degli architetti italiani, rivolgendosi
soprattutto ai Paesi europei (il 70%), seguiti da Stati Uniti e
altri. Proprio a questo fenomeno è dedicata “Erasmus Effect.
Architetti italiani all'estero”, una mostra da poco inaugurata
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
15
inspiring wellness
↑ Durisch + Nolli, Centro di formazione professionale SSIC, Gordola, Svizzera, 2004-2010. © David Willen
↑Pietro Belluschi, Cathedral of Saint Mary of the Assumption, San Francisco, USA, 1967-1971.
↓Carlo Ratti Associati, Our Universe - MyWing freestanding, Torino, Italia, 2013.
16
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
al MAXXI di Roma (aperta fino al 6 aprile 2014). All'interno
di un allestimento composto da frammenti di container
vengono raccontate le storie, le scelte e le ragioni dell'esilio
di molti progettisti ma anche il loro desiderio di tornare e di
contribuire allo sviluppo della professione in Italia. Oltre a
modelli, disegni, fotografie e video-interviste, una rassegna
di importanti progetti che, in poco più di un secolo, hanno
portato il talento italiano ai quattro angoli del pianeta: dal
MoMA di Chengdu in Cina al Museo di Arte Moderna di San
Paolo del Brasile, dal Beaubourg parigino ai Parlamenti
australiano e scozzese, dagli archivi di Bure in Francia al
progetto Waka Water in Etiopia.
“La possibilità di andare o essere chiamato a esportare il
proprio sapere in un luogo diverso da quello di origine pare
essere da sempre una prerogativa della natura stessa
dell'architetto”, commenta Pippo Ciorra, curatore della
mostra. Il programma Erasmus, a partire dagli anni '80,
ha fornito a molti studenti la possibilità di allargare i propri
confini, spostandosi verso Paesi e città più aperte e innovative
dal punto di vista dell'architettura. Se all'inizio degli anni '90
la destinazione era l'Europa, ora ci si sposta sempre più
verso Asia e America Latina.
In questi ultimi anni, la “migrazione” degli architetti si inserisce
nel fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”. “Si va o si
resta all'estero soprattutto perché gli spazi per una professione
dignitosa e appagante in Italia si sono molto ristretti”, continua
Ciorra, “perché il mercato del progetto e delle opportunità
si muove velocemente nel mondo e dev'essere seguito
senza indugi”. La questione non è, naturalmente, limitare il
movimento in uscita di questo enorme capitale umano, ma
favorirne il rientro alimentando un equivalente o superiore
flusso in ingresso. | www.admnetwork.it | follow us on |
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17
1938
75 2013
75° ANNIVERSARIO
↑ Benedetta Tagliabue - EMBT, Scottish Parliament, Edimburgo, UK, 1998-2004. © Scottish Parliament Corporate
T
↑Marpillero Pollak Architects, Terminal Iron Works Renovation, Bolton Landing, New York,
USA, 2011-2013.
©ICHTO
18
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
he jewels of the world architecture - from the highest skyscraper
of Europe designed by Renzo Piano to the items in developing
countries that combine the local style with futuristic environmentally
oriented solutions - very often they bear the signature of the talented
‘made in Italy’. The borders broaden, the skills are fused in more
and more international collaborations, graduates and professionals
move within contexts that have ever fewer geographical limits. Next
destination: the world.
Furthermore, the data is not astonishing, given that in every four
European architects one is Italian (for a total of 147,000 professionals,
who work mainly in small firms, stifled by poor career prospects,
bureaucracy and difficulty of growth), and that the Italian market,
focused mainly on the recovery of the existing, is oversaturated, in
addition, 90% of the urban development is taking place outside of
Europe and the North America. The phenomenon is not new, but is
a part of a tradition started by the pioneers who found their fortune
abroad, such as Lina Bo Bardi in Brazil or Romaldo Giurgola in the
U.S. and Australia, followed by Renzo Piano or Massimiliano Fuksas,
up to the newest Benedetta Tagliabue, creating in Barcelona for
several years, the Lot-Ek and Elisabetta Terragni in New York, Carlo
Ratti in Boston, LAN in Paris and many others.
It is often a one-way trip, motivated in particular, according to
the recent research by CSAPPC - CRESME, by the aspiration for
professional growth, gratification which is not only economic, and
job opportunities. It is a constantly growing trend, as confirmed
by the ACE report, according to which as much as 40% of Italian
architects are planning to go abroad for work, and possibly return
to Italy after few years. ‘To leave, to come back, to stay’, says the title
of an exhibition at the Architecture House in Rome a few months
ago, where work of some fifty Italian firms operating in Europe and
overseas were presented.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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19
↑Studio Fuksas, Maison des Arts, Université Michel De Montaigne, Bordeaux, Francia, 1992-1995. © Philippe Ruault
↑Correia / Ragazzi Arquitectos, Casa nel Gerês, Caniçada, Vieira do Minho, Portogallo, 2003-2006.
© Juan Rodriguez
↓Paolo Soleri, Space IV, 1984.
The change of mentality was undoubtedly encouraged by the
diffusion of academic exchange programs such as Erasmus,
where - according to the aforementioned CRESME study - 37%
of Italian architects were enrolled, paying particular attention to
the European countries (70%), followed by the United States and
others. This is the phenomenon to which ‘Erasmus Effect: Italian
Architects abroad’ is dedicated, an exhibition recently opened at
MAXXI in Rome (open until April 6, 2014). Within decorations made
of fragments of containers there are the stories, the choices and
the reasons for the exile of many designers but also their desire
to come back and contribute to the development of the profession
in Italy. In addition to models, drawings, photographs and video
interviews, a review of major projects which, in little more than a
century, led the Italian talent to the four corners of the planet: from
the MoMA in Chengdu in China to the Museum of Modern Art of San
Paulo, Brazil; from the Parisian Beaubourg to yhe Australian and
Scottish parliaments, from the archives of Bure in France to Waka
Water project in Ethiopia.
‘The opportunity to go or be called to export one’s knowledge
in a place other than that of origin, seems to be always the
prerogative of the very nature of an architect’, says Pippo Ciorra,
the exhibition coordinator. The Erasmus program, starting from
the '80s, has provided many students with an opportunity to exceed
their boundaries, moving to countries and cities more open and
innovative from the architectural point of view. If at the beginning of
the 90s the destination was Europe, now we are moving closer and
closer towards Asia and the Latin America.
In the past years, the ‘migration’ of architects has entered in the
phenomenon of so-called ‘brain drain’. One leaves or stays abroad
mainly because the space for a dignified and rewarding profession
in Italy is very tight,’ adds Ciorra, ‘because the market of the project
and the opportunities is running fast in the world and one must
catch up with it’. Certainly, it is not about restricting the outflow of
this huge human capital, but about favoring its return fostering an
equal or greater inflow. | www.admnetwork.it | follow us on |
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20
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Text edited by
Cristina Bigliatti
Photos courtesy of
Galleria Civica di Modena
MACHINES FOR LIVING
+ GABRIELE BASILICO
ARCHITECTURE AND PHOTOGRAPHY MEET
IN MODENA
Naoya Hatakeyama, River Series N. 4, 1993-1999 © Naoya
Hatakeyama. Raccolta della fotografia, Galleria Civica di Modena.
Gabriele Basilico, Modena, Via Sgarzeria, 1994, stampa alla
gelatina d'argento © Gabriele Basilico. Raccolta della fotografia,
Galleria Civica di Modena
Gabriele Basilico, Dancing in Emilia, 1978, stampa alla gelatina
d'argento © Gabriele Basilico. Raccolta della fotografia, Galleria
Civica di Modena
Marilyn Bridges, Chrisler Building, N.Y, 1998, © Marilyn Bridges.
Raccolta della fotografia, Galleria Civica di Modena
MACCHINE PER ABITARE
ARTE
+ GABRIELE BASILICO
ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA SI INCONTRANO
A MODENA
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
L
’architettura accarezza l’arte e la fotografia fa da testimone. Succede a Modena
dove, alla Galleria Civica, è stata inaugurata lo scorso 23 novembre una doppia
mostra, esposta al pubblico sino al 26 gennaio 2014.
Nella sede centrale del Palazzo Santa Margherita è stata, infatti, presentata “Macchine
per abitare. Fotografie e disegni d’architettura dalla Collezione della Galleria Civica
di Modena”. Curata da Francesca Mora e Gabriella Roganti, viene esposta al pubblico
un’accurata selezione di fotografie e progetti su carta di architetture, proveniente
dagli archivi della Galleria. Queste opere, prodotte da architetti e fotografi noti a
livello internazionale, non rappresentano soltanto asettici edifici, ma simboleggiano
gli alti risultati raggiunti unendo l’architettura alle più moderne sperimentazioni
avviate in campo artistico durante il 20° secolo. Gli architetti chiamati in causa sono
Carlo Aymonino, Andrea Branzi, Guido Canella, Paolo Portoghesi, Aldo Rossi, Cesare
Leonardi e Tullio Zini. Un’intera sezione è stata dedicata agli utopistici e surreali
progetti dell’eclettico Ico Parisi.
Il colore regna nella sala destinata a fotografi del calibro di Franco Fontana, Luigi
Ghirri, Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, il duo Andreoni_Fortugno e Marco Zanta; i quali
propongono palazzi e architetture che fanno parte del quotidiano, ma che vengono
presentati a noi secondo i loro unici e personali punti di vista. Questo pot pourri Made
in Italy viene arricchito dalle immagini di André Kertész, Marilyn Bridges, Lewis Baltz,
Reinhart Wolf, Naoya Hatakeyama e Jun Shiraoka, accompagnate dalla proiezione del
documentario di Eric Bricker “Visual Acoustics: The Modernism of Julius Shulman”,
narrato dalla voce di Dustin Hoffman.
Il protagonista della Palazzina dei Giardini è, invece, il bianco e nero. Le sale della sede
distaccata, immersa nell’autunnale cornice dei Giardini Pubblici, ospitano tre temi
indagati dal maestro Gabriele Basilico: le architetture Modenesi, la “riqualificazione
delle aree urbane in Emilia Romagna” e il mondo delle discoteche. Oltre alle lineari
architetture del centro storico di Modena, Basilico immortala aree dismesse, ex
fabbriche e testimonia il rinnovamento di alcune aree urbane ed extraurbane del
territorio Emiliano.
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FEED YOUR
CREATIVITY
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Olivo Barbieri, Via Gaspare Tribraco, Modena, 1994 © Olivo
Barbieri. Raccolta della fotografia, Galleria Civica di Modena.
Gabriele Basilico, Dancing in Emilia, 1978 - stampa alla
gelatina d'argento © Gabriele Basilico. Raccolta della
fotografia, Galleria Civica di Modena
Aldo Rossi, Macchina modenese, 1983 - disegno su fotocopia,
colore a pastello. © Eredi Aldo Rossi. Raccolta del disegno,
Galleria Civica di Modena.
Luigi Ghirri, Il cimitero di Modena, 1983 © Eredi Ghirri.
Raccolta della fotografia, Galleria Civica di Modena.
24
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
La sezione intitolata “Dancing in Emilia” è dedicata al mondo delle discoteche e
delle balere. Qui il fotografo ci mostra il divertimento in primo piano: dalle coppie di
ballerini delle balere, alle discoteche che pullulano di giovani scatenati. Questa serie
è nata verso la fine degli anni ’70, quando il maestro venne incaricato dalla rivista
Modo di analizzare attraverso il mezzo fotografico, l’universo delle discoteche sparse
all’interno della regione Emilia Romagna. L’intero lavoro è stato pubblicato nell’ultima
edizione del libro “Dancing in Emilia. Gabriele Basilico”, con testi di Silvia Ferrari, Gustavo
Pietropolli Charmet e con una conversazione inedita tra Gabriele Basilico, Massimo
Vitali e Giovanna Calvenzi. Nella mostra alla Palazzina dei Giardini viene, inoltre,
proiettato il documentario dedicato al fotografo, realizzato nel 2009 e intitolato,
appunto, “Gabriele Basilico”.
La mostra si chiude con cinque opere provenienti dalla Fondazione Fotografia,
rappresentanti alcune bellissime grandi vedute di città europee. Questa rassegna
dedicata al maestro, a soli 9 nove mesi dalla sua scomparsa, è curata da Silvia Ferrari
con la collaborazione della moglie di Basilico, Giovanna Calvenzi.
Sino al 30 marzo 2014 al MAXXI di Roma sono esposte in una mostra, curata
da Giovanna Calvenzi e Francesca Fabiani, oltre 70 fotografie provenienti dalle
collezioni del MAXXI Arte e del MAXXI Architettura che raccontano la lunga e felice
collaborazione tra il museo e uno dei massimi interpreti della fotografia di architettura
in Italia: il MAXXI rende così omaggio a Gabriele Basilico, un grande maestro che
attraverso le sue fotografie ha saputo offrire suggestioni, riflessioni, visioni proprie
di un grande artista.
Galleria Civica di Modena
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
25
T
he architecture caresses the art and the photograph is the witness. It happens in
Modena where last November 23, at the Galleria Civica, was inaugurated a double
exhibition, on display to the public until 26 January 2014. At the headquarters of
the Palazzo Santa Margherita was, in fact, presented "Machines for living. Photographs
and architectural drawings from the collection of the Galleria Civica of Modena". Curated
by Francesca Mora and Gabriella Roganti, a fine selection of photographs and projects
on paper architectures is presented to the public, from the archives of the Gallery. These
works, produced by internationally known architects and photographers, not only represent
aseptic buildings, but symbolize the high results achieved by combining the most modern
architecture in the artistic field trials initiated during the 20th century. The architects are
called upon Carlo Aymonino, Andrea Branzi, Guido Canella, Paolo Portoghesi, Aldo Rossi,
Cesare Leonardi and Tullio Zini. An entire section is dedicated to the utopian projects of
the eclectic and surreal Ico Parisi. The color reigns in a room designed for photographers
Aldo Rossi, studio per Mantova, 1981 - china, pennarello
acquerellato su carta. © Eredi Aldo Rossi. Raccolta del
disegno, Galleria Civica di Modena.
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Erich Kees, Senza titolo, 1980, © Erich Kees. Raccolta della
fotografia, Galleria Civica di Modena
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of the caliber of Franco Fontana, Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Mimmo Jodice, the duo
Andreoni_Fortugno and Marco Zanta, which offer palaces and buildings that are part of
everyday life, but that are presented to us in accordance with their unique and personal
points of view. This pot pourri Made in Italy is enriched by images of André Kertész, Marilyn
Bridges, Lewis Baltz, Reinhart Wolf, Naoya Hatakeyama and Jun Shiraoka, accompanied
by the screening of Eric Bricker 's documentary "Visual Acoustics: The Modernism of Julius
Shulman," narrated by the voice of Dustin Hoffman. The protagonist of the Palazzina dei
Giardini is, however, the black and white. The rooms of the surrounded branch, in the autumn
frame of the Public Gardens, accomodate three topics investigated by the master Gabriele
Basilico: Modena architectures, the "regeneration of urban areas in Emilia Romagna" and the
world of nightclubs. In addition to the linear architecture of the historic center of Modena,
Basilico captures brownfields, old factories and witness the renewal of some urban and
suburban areas of the Emilian territory. The section entitled "Dancing in Emilia" is dedicated
to the world of nightclubs and dance halls. Here the photographer shows us the fun in the
foreground: the pairs of dancers of the dance halls, clubs that are full of young triggered.
This series was born in the late '70s, when the master was commissioned by the Modo
magazine parse through the medium of photography, the world of nightclubs scattered
within the region of Emilia Romagna. The entire work has been published in the latest
edition of the book "Dancing in Emilia. Gabriele Basilico", with lyrics by Silvia Ferrari, Gustavo
Pietropolli Charmet and with an unusual conversation between Gabriele Basilico, Massimo
Vitali and Giovanna Calvenzi. In the exhibition at the Palazzina dei Giardini is also dedicated
to the screening of the documentary photographer, built in 2009 and entitled, precisely,
"Gabriele Basilico". The exhibition closes with five works from the Photography Foundation,
representing some beautiful views of the great European cities. Just 9 nine months after his
death this exhibition dedicated to the master, is curated by Silvia Ferrari in collaboration with
the wife of Basilico, Giovanna Calvenzi.
Until March 30, 2014 at MAXXI in Rome are displayed in an exhibition, curated by
Giovanna Calvenzi and Francesca Fabiani, over 70 photographs from the collections
of MAXXI Art and MAXXI Architecture that tell the long and successful collaboration
between the museum and one of the greatest interpreters of architectural photography
in Italy: the MAXXI pays tribute to Gabriele Basilico, a great teacher who through his
photographs has been able to offer suggestions, reflections, visions of a great artist.
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Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy Dante O. Benini & Partners Architects
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From beauty to wellbeing
COPERTINA
DANTEO.BENINI&PARTNERS ARCHITECTS
The anthropocentrism in social perception
← Arch. Luca Gonzo, Partner
→ Arch. Dante O. Benini, Chairman Founder
Dal bello
al benessere
L’antropocentrismo nella percezione sociale
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he oggi sia ipocrita parlare di valori
millenari in una società cannibale
e soggetta alle leggi anarchiche di
una giungla tanto politica quanto
ideologica, è una verità che non
si cela dietro alcun tendaggio di
stantio e annaspante buoncostume.
È, però, altrettanto solare che alcuni
indiscutibili insegnamenti maiuscoli,
provenienti dalla Storia e dalla più
contemporanea delle classicità, abbiano saputo
ciclicamente salvare la nave dell’uomo dal suo scarrocciare
prosciolto nel mare blando dell’accondiscendenza e di una
legittimità verso il tutto. Dante O. Benini, allievo di Carlo
Scarpa e raro testimone di quella generazione di maestri per
i quali il dibattito architettonico rappresentava una necessità
programmatica più che la pantomima di un talk show
generalista da prima serata, spiega come si corregga la
rotta nella più naturale delle maniere: riscoprendo lo spazio
come unica matrice del pensiero, diagonalizzabile all’uomo
che lo permea e che vi abita.
Il necessario come sola generatrice dello spazio
progettato: come si superano modelli canonici e
riferimenti intellettuali aprioristici, concedendo alle
forzanti funzionali la totale paternità delle opere?
È evidente che dalla funzione non si possa prescindere:
noi non produciamo opere d’arte, ma involucri all’interno
dei quali le persone debbono potersi muovere e
sviluppare i propri modelli di interazione abitativa. È
necessario, inoltre, un salto di audacia che ci consenta
di uscire dagli accrocchi di schemi dogmatici in cui le
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14| # 47
29
↑ Complesso Residenziale, Cagliari, 2006-2012
↓ Breathing Building, Milano, 2010
manifestazione tangibile di democrazia: questo definisce
un nuovo ordine di importanza tra l’ottimizzazione dei
costi e la celebrazione della virtuosità del progettista,
che deve sapere quando e come fermarsi, attraverso
una profonda conoscenza tecnologica e materica anche in rapporto a problemi ecologici sempre più
ingerenti. L’onestà professionale conferisce un senso
alla professione: non bisogna cadere nell’equivoco del
buongusto, in architettura è fondamentale saper migrare
il bello nel benessere.
↑ Ex Sieroterapico, Milano, 2004-2012
accademie spesso ingabbiano. Chiunque abbia avuto
grandi maestri è naturale che prenda spunto da loro,
la coscienza professionale di ciascuno troppo spesso
deriva da quello che è stato insegnato. Si perpetua,
in questo modo, una sorta di tradizione, che bisogna
conoscere e da cui, successivamente, prendere le
distanze in maniera filologica e rispettosa. Ogni involucro
deve essere contestualizzato, diceva Zevi, per analogia
o per contrasto, attraverso rotture che conducano a un
processo evolutivo dell’architettura, rendendo obsoleto
l’esistente attraverso un tracciato che sia logico e
percorribile, mai gratuitamente scenico.
30
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Questo gusto per una ritrovata onestà professionale,
con la responsabilità di condurre i progettisti anche
verso scelte votate all'economia e alla prestazione,
può essere considerato come la basilare definizione
di sostenibilità contemporanea, soprattutto in tempi
delicati come quelli correnti?
L’onestà professionale è un dogma, l’autocelebrazione è
un termine da abolire nel vocabolario di ogni architetto.
Il progetto è una strada da percorrere a braccio con
l’utente finale, capendone le finalità, le necessità e le
possibilità. Una casa per tutti, ad esempio, è il primo
blasone di dignità per un essere umano, la principale
Architettura, urbanistica, interni, design e progetti
navali: come si perpetua il continuum "dal cucchiaio
alla città" di lascito gropiusiano in un proliferare
di professionalità costantemente più specializzate
e settoriali? Come si può tratteggiare una cultura
del progetto unitaria e coerente per tutte le scale
coinvolte?
Non è tanto nelle categorie o nelle scale di applicazione
di progetto che si distingue l’architettura: questa è un
concetto ontologico universale che coinvolge testa,
cuore e braccio. La genericità sta nella disonestà
professionale di cui parlavamo prima, nelle presunzioni
di tuttologia che non sono legate all’architettura, ma alle
sue supposte specializzazioni spesso ingiustificate dalle
effettive competenze di chi dice di praticarle. Sono stato
in effetti un pioniere in Italia della multidisciplinarità, ma
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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↑ Globe Town, Nizhniy Novgorod (Russia), 2008
coltivata attraverso collaborazioni mirate per le quali
diviene fondamentale che siano orientate dall’architetto
come curatore del progetto a tutto tondo. Il progettista
deve saper dare una linea di sviluppo a tutti gli
specialisti coinvolti, dei quali risulta basilare saper
comprendere le ragioni e il pensiero.
↑ Lamborghini Centro, Milano, 2010
↓ Vodafone Village - Auditorium, Milano, 2008-2012
E come una lettura spaziocentrica e zeviana del
progetto si può applicare, per esempio, a opere di
design, in cui la dimensione vivibile ed esplorabile
dello spazio viene deontologicamente negata?
La visione zeviana dello spazio è asimmetrica,
sposando il concetto straordinario della quarta
dimensione nella dinamicità nello spazio. Il dogma
zeviano si applica a qualsiasi oggetto di natura
organica, ovvero privo di una simmetria ragionata ed
imposta a priori, dove l’improvvisazione e la materia
vengono strumentalizzate per ottenere una forte
emozione, rispondendo rigorosamente ai requisiti di
funzione.
Superato il dogmatismo high-tech che ha mosso
i principali interpreti degli ultimi decenni del
Novecento, in un'architettura che, oggi più che mai,
deve mostrarsi figlia del suo tempo, quale ruolo deve
essere riconosciuto alla tecnologia e al virtuosismo
tecnocratico?
Fatico a identificare delle definite correnti dogmatiche
dell’architettura, catalogandola in high-tech, classica,
32
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↑ TAI Abdi Ibrahim Tower, Istanbul, 2003-2008
↑ TAI Abdi Ibrahim R&D Building, Istanbul, 2003-2008
post moderna e quant’altre elucubrazioni scaturite,
quasi esclusivamente, dalla connotazione epiteliale
con cui l’architettura si manifesta. Un architetto deve
sempre trarre vantaggio da tutti gli strumenti e le
innovazioni a sua disposizione, purché non prescinda
da una profonda conoscenza della materia e non
si faccia attrarre da stilemi pratici e invarianti che
conducano a dei falsi intellettuali e tettonici. Trovo che
la tecnologia sia un aspetto fondamentale della mia
professione, non come processo meccanico ma come
processo applicativo, da usare dove occorre. Come
in un’orchestra: v’è una giusta misura di suoni che
concorrono alla creazione di una composizione limpida
ed emozionale. Se si eccede, tutto diviene cacofonia,
per quanto la tecnica possa essere virtuosa.
Il dibattito architettonico in Italia ai giorni nostri: al
crepuscolo dell'epoca dei maestri e delle filosofie
connotate e radicali quanto reciprocamente
contrastanti, come orientarsi con giudizio critico
in un panorama anarchico di sbiadito eclettismo e,
talvolta, di protagonismo gratuito?
Con grande rammarico, oggi mi sento di identificare
l’architettura italiana in un tema intellettuale
pressoché inesistente e inesportabile, non lasciando
al nostro Paese alcuna concreta possibilità di
sperimentazione e, conseguentemente, non
incentivando alcun dibattito su quel poco di nuovo
che viene concepito. La sbiaditezza cui accenna
- che trovo straordinariamente calzante come
qualificativo per questo periodo di oggettiva magra
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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culturale - si deve al prevalere delle avidità
commerciali sulla deontologia professionale,
ovvero, del marketing più becero sulla buona
architettura. Vi è, poi, un’architettura straordinaria
in Italia che vive di globalizzazione, creando esempi
ed emulazione nella misura in cui l’insegnamento,
tratto da un’architettura internazionale, interpretata
come gesto di apertura a tutte le culture, venga qui
trasferito e contestualizzato.
↑ Living Art, Pavshino (Russia)
↑ Eurocetus, Amsterdam, 1980
↓ Spider Special Edition, Cantieri di Sarnico, 2010
34
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Di tutti i suoi progetti, differenziati per scala, temi
e scelte formali, quali crede siano i più tacciabili a
manifesto di una filosofia progettuale strutturata e
riconoscibile? Se dovesse parlarci di uno realizzato
nei primi dieci anni della sua carriera e di uno
sviluppato negli ultimi dieci, quali sarebbero?
Tra tutti i progetti di gioventù, pieni di entusiasmo
quanto degli errori tipici di un’esuberanza
ancora difficilmente gestibile, quello che ritengo
più significativo è l’Eurocetus che progettai
ad Amsterdam nel 1980: un'opera a cui faccio
riferimento perché la vedo come origine di un
pensiero chiaro, di una dichiarazione di intenti
più programmatica che formale, alla quale,
penso di poter dire, (che) ho tenuto fede in tutta
la mia carriera. Tra i gesti più plateali degli
ultimi anni credo di non poter non citare la Tai
Tower Abdi Ibrahim ad Instanbul dove, con
pudore, riconosco anch’io una minima dose di
autocelebrazione nell’aver voluto posizionare
qualcosa di assimilabile ad un fiore in mezzo
a un oceano di grattacieli anonimi e cannibali,
sempre concentrando l’attenzione sul benessere
e sul valore aggiunto percepito da chi occuperà
gli spazi interni prima che sull’iconicità e la forza
della forma finale.
Progetti in corso? Quali solchi si possono tracciare
attraverso le opere contemporanee per abbozzare
nuovi riferimenti intellettuali in un ginepraio di
individualità sedicenti e supposte archistars?
Il solco che noi stiamo tracciando con la nostra
opera mette assolutamente al centro di qualsiasi
pensiero la poliedrica percezione dell’uomo che
vive lo spazio, spostando ogni interesse, come
dicevamo, dalla bellezza al benessere. L’obiettivo
cui miriamo è creare una riconoscenza nei fruitori
dei nostri progetti prima che riempire le copertine
delle riviste. Il lavoro più rappresentativo di questo
filone, ora in fase di completamento, è un progetto
di cinque grattacieli per edilizia sociale a Mosca,
dove la canonicità dell’alternanza pannellofinestra, tipica dei paesi in via di sviluppo - in cui
la quantità richiesta è solitamente inversamente
proporzionale alla qualità espressiva – viene
trasfigurata attraverso l’arte e la tecnologia,
grazie a collaborazioni con chi condivide il
nostro credo filantropo in termini di bontà della
progettazione. Un buon contesto da realizzare è
quello che libera l’utente dal gravame della vita
quotidiana, consapevoli dell’insegnamento di
Winston Churchill secondo il quale noi modelliamo
i nostri edifici, ma i nostri edifici in seguito
modelleranno noi. |www.admnetwork.it |follow us on |
is an inconcealable truth that, today, it sounds
Ia thypocritical
to talk about age-old values, in
cannibal society, which is subject to the laws
of an anarchic political and ideological jungle.
However, it is equally indisputable that some
bold teachings coming from history and from
the most contemporary classicism, have been
able to periodically prevented mankind’s ship
from drifting in the bland and acquiescent sea
where all is legit. Dante O. Benini, pupil of Carlo
Scarpa and rare witness of that generation of
teachers for whom the architectural debate
represented a programmatic need more than
a generalist primetime talk show, explains how
to correct the route in the most natural of ways:
rediscovering space as the unique matrix of
thought, diagonalizable to man permeating and
living there.
The necessary as the only generator for designed
space: how to overcome canonical models and
intellectual references, allowing the functional
forcings the total authorship of the works?
It is clear that the function could not be disregarded:
we do not produce works of art, but envelopes
within which people should be able to move and
develop their own models of spatial interactions.
A leap of courage is also necessary, in order
to allow us to get out of dogmatic schemes in
which academies often encase. Anyone who has
had great masters is led to take their cue, too
often resulting in a professional consciousness
mirroring what has been taught. A sort of tradition
is being perpetuated this way, a tradition you have
to know and, subsequently, to make some distance
from in a philological and respectful way. Each
envelope must be contextualized, Zevi said, by
analogy or contrast, through breakups that lead
to a process of evolution of architecture, making
obsolete the existing through a path that is logical
and feasible, never just scenic.
This newfound taste for a professional honesty,
with the responsibility for designers of taking
choices also rating economy and performance,
can be considered as the basic definition of
contemporary sustainability, especially in
troubled times as delicate as current ones?
Honesty is a professional dogma, self-celebration
is a concept to be erased from the vocabulary
of every architect. The project is a way to walk
together with the final user, by understanding
goals, needs and possibilities. A home for
everyone, for example, is the first blazon of
dignity for a human being, the main tangible
manifestation of democracy: this concept
defines a new order of importance between cost
optimization and the celebration of the virtuosity
of the designer, who needs to know when and
how to stop through a deep understanding of
technologies and materials - also in relation
to increasingly meaningful ecological problems.
The professional honesty gives a sense of the
profession: we must not fall into the ambiguity of
good taste, in architecture it is essential to know
how to migrate beauty in well-being.
Architecture, urban planning, interior design
and naval projects: how can you perpetuate the
continuum "from the spoon to the town" from
Gropius’ legacy in a proliferation of steadily more
specialized professions? How you can sketch a
unified and consistent design culture for all the
involved scales?
It is not in the categories or in the scales of
application design that architecture stands out:
this is a universal ontological concept that involves
head, heart and hand. The vagueness lies in the
professional dishonesty we talked about earlier, in
the presumptions not related to architecture, but
to its supposed specializations often unjustified
by actual skills of those who say they do them. I
was in fact a pioneer in Italy of multidisciplinarity,
cultivated through targeted collaborations
for which is fundamental to be oriented by the
architect as an overall curator of the project. The
designer must be able to give a development line
to all the specialists involved, whose reasons and
thinking need to be understood.
And how a spatial reading of the project can be
applied, for example, to design works, in which
the dimension of livable and explorable space is
deontologically denied?
Bruno Zevi’s vision of the space is asymmetrical,
marrying the unique concept of the fourth
dimension in the dynamic space. This dogma
applies to any object of an organic nature, which
is devoid of a rational symmetry and formerly set,
where improvisation and matter are manipulated
to achieve a strong emotion, strictly responding to
functional requirements.
Exceeded the high-tech dogmatism that inspired
the leading performers of the last
decades of Twentieth century, in
an architecture that now, more
than ever, must show to be child
of its time, what role must be
recognized to technology and
technocratic virtuosity?
I find it difficult to split architecture
in dogmatic streams, such
as high-tech, classical, postmodern and so on, most time
exclusively determined from the
epithelial connotations in which
architecture manifests itself.
An architect should always take
advantage of all the tools and
innovations available to him,
provided that he can rely on a
deep knowledge of the subject
and that he will not pursue
pragmatic invariants that can
lead him to intellectual and
tectonic false. I think that technology is a key
aspect of my profession, not as a mechanical
process but as an operational process, to be used
where needed. As in an orchestra: there is a fair
measure of sounds to be combined to create a
clear and emotional composition. If you go beyond,
everything becomes a cacophony, maybe in spite
of a virtuous technique.
The Italian architectural debate today: at the twilight
of radical as mutually conflicting philosophies
of our great masters, how could we orient with
critical judgment an anarchic landscape of faded
eclecticism, sometimes free of any leadership?
With great regret, today I would say that the
intellectual theme of Italian architecture is almost
non-existent, being barely possible to find in our
country any glimpse of experimentation and,
therefore, not stimulating any debate on what
little new is conceived. The fading process you
mention - which I find extraordinarily suiting this
period of objective cultural lean - is due to the
prevalence of commercial greed on professional
ethics, that is, the most vulgar marketing
getting above good architecture. There is, then,
a sort of unique architecture in Italy which is
experiencing globalization, creating examples and
emulation due to an higher teaching, based on
an international architecture and interpreted as
a gesture of openness to all cultures, is here
transferred and contextualised.
Among all your projects, differentiated by scale,
themes and formal choices, which ones do
you believe are the most relevant to express a
structured and recognizable design philosophy?
If you were to talk about one developed in first ten
years of your career and about one developed in
last ten, which would they be?
Among all my early projects, filled with enthusiasm
because as well as those typical mistakes still
difficult to manage, the one I believe to be the
most significant is the Eurocetus I designed in
Amsterdam in 1980, a work to which I refer because
I look at it as a source of clear thinking, a declaration
of intent which is more programmatic than formal,
to which, I think I can say, I kept faith in my entire
career. Among the most blatant acts of recent
years I do not think I can not quote the Tai Abdi
Ibrahim Tower in Istanbul, where, I recognize a
very small dose of self-congratulation in wanting to
place something similar to a flower in the middle of
a ocean of anonymous and cannibal skyscrapers,
always focusing on the wellbeing perceived by those
who occupy the interior rather than on an iconic
image and on the communicative strength of the
final shape.
About your projects now in progress? What furrows
can be traced through contemporary works to
draft new intellectual references in a quagmire of
individuality and self-styled archistars?
The groove that we are tracking with our work
put man's multi-faceted perception absolutely in
the middle of any thought on the living space,
moving every interest, as we already said, from
beauty to well-being. The goal we are aiming is
to inspire a thankful feeling in our customers,
before being proud of looking our projects on top
magazines. The most representative work of this
thought, now close to be completed, is a system
of five social housing nuildings in Moscow, where
the canonicity of alternating panels and windows,
typical of developing countries - where the quantity
demanded is usually inversely proportional to the
expressive quality - is transfigured through art and
technology, thanks to partnerships with those who
share our philanthropist belief in terms of design
goodness. A good environment to realize is what
frees the users from the burden of daily life, aware
of the teaching of Winston Churchill according to
which we shape our buildings, but our buildings
will shape us afterwards.
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
35
Materials
← Modello del Palasport
(scala 1:250), Roma,
Università degli Studi di
Roma Tor Vergata, 2005.
Proprietà Studio Calatrava
© Santiago Calatrava
→ Morphing Yellow, 2009
Alluminio, cm 183 x 13 x 183
Proprietà Studio Calatrava
© Santiago Calatrava
Nei monumentali spazi del
Braccio di Carlo Magno ai
Musei Vaticani, è aperta al
pubblico, sino al 20 febbraio
2014, la mostra “Santiago
Calatrava. Le metamorfosi
dello spazio”, una raccolta di
140 opere del geniale architetto
e ingegnere valenciano.
L’esposizione, a cura di Micol
Forti (Curatore della Collezione
d’Arte Contemporanea dei
Musei Vaticani) è promossa dai
Musei Vaticani e dal Pontificio
Consiglio della Cultura. Un
selezionato nucleo di modelli
architettonici è accompagnato
non solo dai relativi studi
preparatori, ma anche da
dipinti ad acquerello, nati da
una vena creativa del tutto
autonoma dalla genesi dei
“UN DESIGNER PER LE IMPRESE 2013”
alla Triennale di Milano
Nato dalla collaborazione
tra Material ConneXion Italia
e la Camera di Commercio
di Milano con lo scopo di
favorire l’incontro tra mondo
imprenditoriale e giovani
designer, il progetto “Un
36
a+d+m | magazine | 2013-14 | # 47
Designer per le Imprese” ha
raggiunto il suo obiettivo per
il quarto anno consecutivo:
generare innovazione nelle
piccole e medie imprese del
territorio lombardo attraverso
il design.
mv.vatican.va
splendida torsione delle vele
che danno vita al progetto
per il Palasport a Roma, per
l’Università di Tor Vergata,
è accostata a tre bellissimi
dipinti di figure accovacciate:
una tensione dinamica quasi
inespressa, contenuta, nello
studio sul bilanciamento tra
le forze. La verticalità delle
Torri di Malmö o di Chicago
si rispecchia nell’equilibrio
progetti stessi, e da una ricca
instabile delle sculture ad esse
antologia di sculture, sia
abbinate. La riflessione sul
monumentali come di formato volto umano trova compiutezza
più ridotto, realizzate in bronzo, nelle rotondità delle sculture
marmo, alabastro, legno. Il
in marmo ed alabastro, nella
grande modello architettonico forma racchiusa dell’Opera
della Chiesa greco-ortodossa
House di Tenerife, ovvero
di St. Nicholas a New York,
sembra dissolversi nella
progettata per Ground Zero, è trasparenza delle superfici
affiancato a suggestivi disegni colorate di una serie di
ad acquerello, così come la
acquerelli geometrici.
www.materialconnexion.it
L’iniziativa è cresciuta negli
anni coinvolgendo anche la
Provincia di Milano e le Camere
di Commercio di Como e Monza
Brianza, diffondendo a livello
regionale questa importante
opportunità di sviluppo per le
imprese, che ha consentito
l’industrializzazione di alcuni
dei progetti vincitori del
concorso, oltre ad aver fatto
nascere nuove collaborazioni, in
alcuni casi stabili, tra imprese e
giovani designer.
Quest’anno 100 studenti
provenienti da Domus
Academy, Istituto Europeo di
Design (IED), Nuova Accademia
di Belle Arti (NABA), Scuola
del Design del Politecnico di
Milano, Accademia di Belle Arti
Aldo Galli di Como e Politecnico
di Milano Polo Territoriale di
Como hanno partecipato al
Concorso di Idee promosso dal
progetto. I giovani designer
hanno lavorato a stretto
contatto con 24 aziende,
selezionate sul territorio
lombardo attraverso bandi
promossi dalle Camere di
Commercio, sviluppandone
i brief di progetto con
il supporto di Material
ConneXion Italia.
Ogni azienda ha poi scelto il
suo progetto preferito tra le
proposte delle diverse scuole
partecipanti e lo ha premiato
realizzandone il prototipo.
La mostra con tutti i prototipi
e i progetti è visitabile dal 10
dicembre 2013 al 2 febbraio
2014, presso La Triennale
di Milano - Spazio Material
ConneXion.
Energy &
Efficiency
Staging
news
news
SANTIAGO CALATRAVA. Le metamorfosi dello spazio
Technology
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Architecture
& Design
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The hot topics of EuroShop 2014
www.euroshop.de/visitors-world
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Fax +39 02 48953748
a+d+m | magazine | 2013-14 | # 47
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37
(9(17,
Per chi accende le idee
PREVIEW
A+D+M INVITATION 2014
Lo scorso dicembre si è tenuto l'atteso evento in cui si annuncia la meta
dell'A+D+M Invitation 2014 che, anno dopo anno, allarga il suo novero di
commensali radunati dalle copertine e dalle aziende del network. Ricco,
consueto antipasto per la Preview, ospiti di Vimar nell’incantevole cornice
euganea di Villa dei Vescovi.
Luvigliano di Torreglia (Padova), 1 dicembre 2013 – Briosa e
rilassata atmosfera veneta a condire la suspense e la curiosità
sfrigolante nell’aria dell’ultima Invitation Preview. Dopo la
cava di Carrara, la Commenda di San Giovanni di Prè a Genova
e la serra nel pistoiese, la marosticense Vimar - leader in
domotica e materiale elettrico e main sponsor dell’evento accende le luci di Villa dei Vescovi, testimonianza esemplare
dell’architettura civile italiana che nelle ville venete trova
alcune delle sue espressioni più significative.
Grand opening con i saluti di Simona Finessi, Direttore
Responsabile della testata della quale viene presentato
il nuovo corso di crescita e internazionalizzazione, a
confermare un’audacia e una lungimiranza programmatiche
che sanno andare oltre le difficoltà universali e circostanziali.
La parola, poi, a Daniele Peruzzi, Key Account Manager
di Vimar e per l’occasione orgoglioso padrone di casa nel
declamare le bellezze della villa e gli interventi mirati su di
essa dalla stessa azienda.
38
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Segue il momento più atteso, ovvero la dichiarazione
della meta dell’Invitation 2014: mentre sullo schermo si
susseguono il Ponte delle Catene sul Danubio e il Castello
Vajdahunyad Vara, tra gli ospiti in platea comincia ad
echeggiare la soluzione: Budapest!
La serata prosegue nell’ormai consolidato clima conviviale
e rilassato, in cui le relazioni professionali che hanno
determinato il successo del network declinano spesso
nella confidenza, nell’amicizia e nella goliardia più sincera,
perfino nell’inatteso after party in albergo prima di
ricaricare le batterie per il giorno seguente, con la visita
aziendale presso gli stabilimenti produttivi e direzionali
Vimar e i saluti finali.
Save the date: Budapest, dal 16 al 19 maggio 2014. Un
weekend denso di occasioni culturali e ricreative ma
soprattutto di incontro e di confronto, con il naturale
obiettivo di rinfoltire e consolidare le relazioni che hanno
solcato la Storia del network.
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Photos by courtesy of Moscow Design Week
MOSCOW DESIGN WEEK
↑ Gregorio Spini
↑ Alchimia, Design Super Anti Heroes, MDW 2013 ® Hans Fonk
← Design Super Anti Heroes, MDW 2013
↓ Massimo Giacon
↓ Design Super Anti Heroes, MDW 2013
↓ Brad Ascalon
↓ De-Evolution by Brad Ascalon for DEDAR, MDW 2013
Incubatore di progresso
e design in azione in Russia
Nella meravigliosa cornice di Artplay, quartiere a
Sud-Ovest di Mosca, interamente dedicato alle arti
e al design, si è svolta lo scorso ottobre la quarta
edizione di Moscow Design Week, un progetto culturale
e commerciale ideato da Alexander Fedotov, Founder
della prestigiosa Art Trading Group che comprende
il gruppo ARTCOM Media Group - leader nel settore
dei servizi di comunicazione e marketing sul mercato
russo. MDW è un progetto culturale e commerciale
per il duplice obbiettivo che persegue, ovvero creare
cultura del design in una società ancora vergine ma
affamata di conoscenza, impostando allo stesso tempo
un modello di business efficace che permetta a questo
appuntamento di diventare, tra qualche anno, un vero
punto di riferimento per la ricerca e l’avanguardia sui
temi della progettazione e del design.
Contrariamente alle scorse edizioni, che focalizzavano
l’attenzione sulle eccellenze autoctone, quest’anno la
MDW si è basata su un’esposizione di più ampio respiro,
coinvolgendo professionisti ed aziende provenienti
da diverse parti del mondo. Grande successo per il
progetto italiano curato da Gregorio Spini “Design
Super Anti-Heroes” con la straordinaria partecipazione
di Alessandro Guerriero e una raccolta di opere di
Alchimia, the last and latest design avantgarde. Tra
i Super Anti Heroes di Spini anche Massimo Giacon
40
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
con le sue eccezionali creature
ceramiche, assieme ad Andrea Salvetti
e Alessandro Ciffo, questi ultimi riuniti
sotto la magistrale cura di Sergio
Riva e della Galleria Dilmos, veicolo
straordinario di cultura del design
italiano ed internazionale e primo
punto di riferimento di avanguardia in
tal senso. A saldare la liaison extracontinentale, gli avveniristici spunti
di riflessioni dell’artista statunitense
Brad Ascalon per Dedar, che ha
presentato a Mosca “De-Evolution”,
una riflessione sul ruolo politico e
sociale degli Stati Uniti d’America e
sulla rottura del concetto di sogno/mito
americano. Grande partecipazione
anche da parte della Slovenia e
della Russia stessa. Serratissimo il
programma di conferenze e workshop
volti a sensibilizzare l’ampio pubblico
non solo sul dibattito e sulla conoscenza
del design contemporaneo, ma anche
sulla storia e sui protagonisti che hanno,
a tutti gli effetti, creato la prima forma
d’arte funzionale mai esistita.
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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IL PROGETTO RACCONTATO
Un tesoro
all'interno
A TREASURE INSIDE
Mont de Marsan Mediatheque, Mont de Marsan (France), 2012 – project by archi5, photos by Didier Boy de la Tour and Gaston F. Bergeret
A covered cultural square, a place of
discovery, gatherings and exchanges.
Una piazza culturale
coperta, luogo
di scoperta, di incontri
e scambi.
L
a Biblioteca multimediale è un simbolo culturale
importante per l'area urbana di Marsan. Costituisce un
luogo di scoperta, di incontri e scambi per i suoi utenti.
Si tratta di un edificio visibile e caratteristico, senza essere
invadente.
42
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 47
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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La Biblioteca multimediale si trova al centro della
caserma Bosquet; molta attenzione è stata posta
per aumentare il dialogo con il forte insieme
architettonico del luogo. Con il suo involucro pulito di
pure linee geometriche, di circa 60 x 60 mq, l'edificio
è conforme al layout classico ma contrasta con
la sua austerità compensando con un angolo di
apertura sulla città. Le sue facciate riflettono
la caserma circostante come un rispettoso e
deferente specchio.
L'edificio è stato progettato come una piazza
culturale coperta, rendendo le facciate trasparenti e
unito il pavimento, anche attraverso la sua posizione
al centro della caserma.
Questo disegno viene letto estendendo il tetto verde
per far sembrare di essere in bilico sopra la terra.
La pendenza erbosa che circonda l'edificio attira
l'occhio verso l'alto, poi lascia il posto alternando
facciate in vetro trasparenti e riflettenti.
La posizione centrale della Biblioteca multimediale
nel cortile di addestramento militare ha ispirato un
edificio con quattro lati principali, variandoli uno
44
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
45
dall'altro semplicemente adattandoli alla direzione
che devono affrontare. La Biblioteca multimediale
conferma la sua identità da qualunque angolazione la
si consideri. Di notte diventa una lanterna che porta vita
alla piazza, trasformandosi in un accogliente spazio,
aperto e trasparente. Lo spazio interno al piano terra
è completamente aperto e centrato intorno a un patio,
il cui progetto è stato ispirato da foglie d'acanto dipinte
da Matisse, ed i cui volumi ricordano i vasi di Alvar
Aalto. Le varie funzioni sono organizzate naturalmente
sulla superficie aperta del pavimento, che mantiene
continuità visiva e diffonde luce in modo uniforme.
Si tratta del primo cortile utilizzato da una libreria
multimediale come sala di lettura aperta. È un luogo
che offre un'atmosfera rilassata e contemplativa per i
suoi utenti. L'intimità dell'utente viene creata dai forti
elementi architettonici che ispirano interazione visiva.
Può ben essere questo patio, quasi nascosto, «a
sorpresa», che rende l'edificio così popolare al pubblico.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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47
YEAR OF FOUNDATION
2003
ASSOCIATES
Laurent Boudrillet, Thomas
Dryjski, Bernard Guillien, Anne
Pezzoni, Jacques Sebbag
CONTACT
48-50 rue Voltaire
93100 Montreuil, France
NO. OF COLLABORATORS
30
contact@archi5.fr
www.archi5.com
archi5
Laurent Boudrillet, Thomas Dryjski, Bernard Guillien,
Anne Pezzoni, Jacques Sebbag
CORE BUSINESS
Lo studio archi5 è stato fondato nel 2003, come
frutto dell'esperienza comune dei suoi fondatori
che condividono lo stesso approccio verso
l'architettura. Un approccio basato sul contesto
è fondamentale: il sito, il programma, le sfide
sociali e culturali sono esaminate, analizzate e
confrontate. Queste informazioni vengono poi
trasformate in domande.
I progetti offrono una risposta dinamica e
globale a quelle tematiche, al livello più elevato
che è divenuto identificativo di archi5. Questo
approccio è visibile e riscontrabile in ogni
edificio. Conferisce significato e forma, e si
percepisce nelle applicazioni dei progetti, negli
spazi e nell'impatto ambientale. È l'essenza
della nostra fiducia in architettura, la sua
capacità di valorizzare l'ambiente del genere
umano. Dietro le immagini proponiamo una
interpretazione di una forma di architettura che
è sensibile alle sfide di cui si occupa, memore di
coloro che vivono con e in essa, ambiziosa nelle
sue convinzioni.
MAIN PROJECTS
Marsan Mediatheque - Mont de Marsan, France
Léo Lagrange Stadium - Toulon, France
Marcel Sembat high school - Sotteville lès Rouen
La Fontaine Multisports complex - Antony, France
Lamoricière School - Paris, France
Archeology National Museum - Rabat, Morocco
Projeto Z8, masterplan - Maringa, Brazil
Masterplan - Sunchales, Argentina
AZIENDE / COMPANIES
arredi / furnitures
Silvera
illuminazione / lightning
iGuzzini
vetrate interne / inner glass façade
Pilkington
CORE BUSINESS
archi5 was founded in 2003, the fruit of its
founders’ common agency experience and the
approach they share to architecture.
A context-based approach to projects is key:
the site, the program, the social and cultural
challenges are all examined, analyzed and
compared. These data are then transformed
into questions.
The projects offer a dynamic and
comprehensive response to those issues to the
highest standard that has come to be archi5’s
trademark. This approach is visible, legible in
every building. It confers meaning and form
and is perceptible in the projects’ applications,
spaces and environmental impact. It is the
essence of our confidence in architecture, its
capacity to enhance humankinds’ environment.
Behind the images we propose an
interpretation of a form of architecture that
is sensitive to the challenges it deals with,
mindful of those who will live with and in it,
ambitious in its convictions.
T
he Media Library is a strong cultural symbol
for the Marsan urban area. It is a place of
discovery, gatherings and exchanges for its
users. It is a visible, distinctive building without
being overpowering.
The Media Library stands in the middle of the
Bosquet barracks, and care has been taken to
augment the dialogue with the place’s strong
architectural whole. With its clean envelope of
pure geometric lines, a 197 ft x 197 ft square,
the building complies with the classical layout
yet contrasts with its austerity by offsetting the
system with a corner opening onto the city. Its
façades reflect the surrounding barracks like a
respectful, deferential mirror.
The building has been designed as a covered
cultural square by making the façades
transparent and the floor uniform, also through
its position in the middle of the barracks.
This design is read by extending the planted roof
to make it seem to be hovering above the ground.
The grassy incline that surrounds the building draws
the eye upwards, then gives way to alternating
transparent and reflecting glass façades.
The Media Library’s central location in the
military drill yard inspired a building with four
main sides, varying from one another by simply
adapting to the direction they face. The Media
Library confirms its identity from whatever
angle it is viewed. At night it becomes a lantern
that brings the square to life, turning it into an
inviting, open and transparent space.
The interior space on the ground floor is completely
open and centres around a patio, the design of
which has been inspired by Matisse’s paintings
of acanthus leaves, and the volumes of which
recall Alvar Aalto’s vases. The various functions
are organised naturally on the open floor space,
which maintains visual continuity and diffuses
daylight evenly. It is the first patio used by a Media
Library as an open reading room.
It is a place that provides a relaxed, contemplative
atmosphere for its users. User intimacy is
created by the strong architectural elements
that inspire visual interplay. It may well be this
«surprise», almost hidden, patio that makes the
building so popular with the public.
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48
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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IL PROGETTO RACCONTATO
Dolomitenblick, Sesto (Bz), 2012 - project by PLASMA studio, photos by Hertha Hurnaus
OM
R
F
50
A volume which grows out of its natural
surrounding topography and blends
again into it
UT
C
A
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Apartireda
un taglio
Un volume abitativo
che nasce dalla naturale
topografia esistente
fondendosi in essa
’edificio costituisce il limite di un’area residenziale
localizzata nel paesaggio collinare delle Dolomiti.
Il volume è stato sviluppato a partire dalla richiesta
funzionale di allocare sei appartamenti indipendenti,
collegati da uno spazio comune destinato alla circolazione
interna: attraverso un “taglio”, che configura l’ingresso
principale e la ripartizione delle unità abitative, il
volume viene diviso in due parti. Oltre a un significato
legato all’organizzazione funzionale, questa incisione
L
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
51
diventa l’elemento principale nella definizione
dell’edificio: a partire da entrambi i margini del
taglio, due fasce si dispiegano andando a formare
le balaustre di generose terrazze coperte, per poi
raccordarsi alla topografia circostante. Seguendo
progressivamente con ogni piano dell’edificio il
ripido versante della collina, le fasce e l’intera
facciata si inclinano di conseguenza.
Ogni unità abitativa è stata concepita in modo da
preservare il massimo grado di intimità: grazie
alla divisione del volume in due parti e alla
presenza delle balaustre, dall’interno, viene
impedita la possibilità di vedere le altre abitazioni
e, allo stesso tempo, di essere visti dai passanti
sulla strada. Ogni appartamento gode di ampie
terrazze panoramiche riparate dal sole che,
ad ogni piano, terminano in un piccolo giardino
privato. L’uso del larice locale definisce gli spazi
dell’abitare all’interno e all’esterno. Ampie
vetrate a tutta altezza permettono la massima
veduta panoramica e, grazie all’esposizione a
sud, il massimo ricavo energetico. La presenza
di elementi parasole esterni e dell’ampio aggetto
delle terrazze permettono di minimizzare il
surriscaldamento estivo.
La circolazione principale, molto compatta, si
costituisce come una continuazione del “taglio” che
definisce i volumi e, lungo il suo sviluppo, viene
riproposto lo stesso codice cromatico della facciata
e l’uso del larice locale. Si è deciso di contrastare
un contesto architettonico privo di alcuna coerenza
stilistica, generando un volume che nasce a partire
dalla naturale topografia esistente e si fonde in essa,
cercando di mantenere un carattere estremamente
locale nella scelta dei materiali: essenza di larice e
rame pre-ossidato. Il nuovo volume trova un dialogo con
il contesto pre-esistente attraverso la riproposizione
del colore scuro, tipico delle antiche facciate di larice
bruciato dal sole, delle tradizionali cascine circostanti.
Grande importanza è stata attribuita al progetto delle
balaustre rivestite di rame che nascono a partire dalla
topografia naturale, acquisiscono plasticità diventando
balaustre sospese, si legano al volume dell’edificio
raccordandosi al “taglio” che ne definisce lo sviluppo
per poi, infine, ripiegare di nuovo verso la topografia
esistente, discostandosi nuovamente dall’edificio. Nel
punto in cui avviene il distaccamento della balaustra
dal volume, le lastre metalliche sono divise in fasce
orizzontali che descrivono geometrie curve iperboliche–
paraboliche. La forma della copertura deriva dalla
normativa locale che impone, per questo lotto, l’uso
di un tetto a falde: evitandone la semplice ripetizione,
il modello convenzionale di copertura a spioventi è
leggermente deformato per integrarsi con la nostra
idea di progetto, quello che nasceva come un vincolo
viene esplorato in modo da indagarne le potenzialità
latenti. | www.admnetwork.it | follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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dal design di prodotto, all'architettura
e all'urbanistica.
CORE BUSINESS
Plasma studio works on all scales: from
design objects, to architecture and urban
planning.
MAIN PROJECTS
Built
Competitions
Beijing Sunken Garden, Beijing Garden Expo,
China, 2013
One Hall one Garden, Guangzhou, China
Dolomitenblick, Sesto (Bz), Italy, 2012
Mobility Centre San Candido (Bz), Italy
1st Prize, in detailed development
Paramount Residence Alma, Sesto (Bz),
Italy, 2012
Wuhan Horticultural Expo, Wuhan, China
2nd Prize
Flowing Gardens, Xi’an International
Horticultural Expo 2011, Xi’an, China
1st Prize in international competition,
completed 2011
Mercedes-Benz Campus , Daimler Real
Estate/ Mercedes-Benz Stuttgart
T
he building is located on a hillside in the Dolomites,
at the end of a residential area. The volume has
been developed mainly from its pragmatic functional
request to host 6 independent apartments with one
common circulation: through a cut that marks the
main access and the division of the units the volume
is splitted into 2 halves. Besides its functional meaning
this incision becomes the main defining element
of the building: from the cut at either side a strip
unfolds that forms the balustrade of a generous
covered balcony and ends into the surrounding
topography. Following the steep natural hillside with
each floor the strips and the façade jump back.
Each private unite is designed to get a maximum of
privacy: through the division of the whole building
volume into 2 parts, through the stepped balustrades
which avoid insight from the above unit and from
the passing by street. Each apartment gets by a
covered sun and view facing terrace which at each
floor ends in a small private garden. Local larch
wood defines internal and external living areas. Floor
to ceiling glazing allows the maximum view and
energetic gain as directed to south, external sun
blinds and the overhangs of the above balconies
Wuxi Municipal Planning Museum, Wuxi,
China - 1st Prize
Cube Haus, Sesto (Bz), Italy, 2008
Tetris Haus, San Candido (Bz), Italy, 2007
Strata Hotel, Alto Adige, Italy, 2007
Under construction
Low Carbon Exhibition Centre, Wuxi, China 1st Prize invited competition
Deichmanske Main Library, Oslo, Norway
Ggantija World Heritage Park, Malta - Invited
competition in collaboration with DeMicoli
Associates
‘Celestial Fabric’, Sculpture for the lobby
of Burj Dubai - Invited competition in
conjunction with SOM
AZIENDE / COMPANIES
general contractor
porte tagliafuoco / fire doors
Tschurtschenthaler Werner GmbH
Ninz
rivestimenti metallici facciata / metal sheets facade
pavimenti in resina / resin floor
Zandonella CarloH
Zingerle Bonifaz GmbH
ascensore / lift
strutture metalliche / metall structures
Lenzi
Weitlaner
sanitari e arredobagno / sanitary items
Wolf Artec
Duravit, Hansgrohe, Linea Beta,
Makkan, Villeroy & Boch
finestre in PVC / PVC windows
sauna
Firma Feba
Klafs
finestre / windows
54
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
minimize overheating during summertime. The main
circulation is very compact and a continuation of
the volume defining gap and repeats the use of the
local larch wood and the color code of the façade.
We focus to contrast this non-coherent appearance
surrounding by generating a volume which grows out
of its natural surrounding topography and blends again
into it, by minimizing the used materials to a very local
code: larch wood and pre oxidised copper. Through the
repetition of the colours of old, close-by farmhouses
with dark, sunburned larchwood facades this building
volumes blends into its natural surroundings.
Focuswasgiventothedesignofthecopperbalustrades
which start from the natural topography, grow,
become balustrades, attach to the building where the
gap defines the volume, peel again off and end finally
in the surrounding topography. When peeling off, the
metal sheets which are divided into horizontal strips
describe a curved hyperbolic-parabolic geometry.
The form of the roof itself derives from local planning
regulation which allows only a pitched roof in this
specific plot: slightly deformed it merges with our
design intention but also with the traditional typology
of pitched roofs by not simply repeating but rather
exploring what new potentials of a traditional typology
can be. | www.admnetwork.it
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
55
IN FRONT OF THE SEA
Di fronte
almare
IL PROGETTO RACCONTATO
University LLSH, Nouméa (New Caledonia), 2012 - Project by CoCo architecture, photos by courtesy of Cédric Ramière, Philippe Jarcet and SCB.
A functional,
safe and welcoming place
Un luogo
funzionale,
sicuro e accogliente
L
'università di Nouméa è ubicata nelle sedi di Nouville e
Magenta. Questi due siti, uno troppo lontano dall'altro,
creano un problema di organizzazione che l'università
risolve oggi, lasciando il posto dilapidato di Magenta, al fine
di sviluppare il sito di Nouville come un vasto campus. A
56
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Nouville l'università sfrutta lo slancio che
le ha portato il fatto di ospitare i Giochi
del Pacifico 2011: il campus è esteso e
riorganizzato.
La costruzione del dipartimento di ‘Lettere,
Lingue e Scienze Umane’, è l'opportunità
per creare un luogo funzionale, sicuro
e accogliente che parteciperà alla
strutturazione del nuovo campus.
Il nuovo edificio si trova nella prima fila del
viale James Cook, situato lungo la collina,
di fronte al mare. Questo è un elemento
molto importante per il campus. L'edificio
sta rafforzando lo sviluppo del campus
dandogli un'immagine forte: l’integrazione
al sito, il collegamento tra tutti i dipartimenti
e le attrezzature universitarie. La parte
architettonica selezionata sottolinea la
linearità della topografia altimetrica e si
adatta agli edifici esistenti.
58
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Il progetto si sviluppa su due ali parallele
che sposano la collina senza rimodellarne
il terreno naturale. I piloni di cemento in
forme scavate fanno in modo che l’edificio
galleggi senza la necessità di realizzare
scavi. Così, una parte importante del terreno
dell'edificio rimane paesaggio. Il progetto
sfrutta la topografia del sito integrandone in
modo coerente gli elementi naturali: il mare,
la baia, le colline, le terrazze.
In termini di organizzazione dello spazio,
le stanze sono allineate in una lunga fila e
separate da aree aperte (passaggi, gallerie),
dando così flessibilità e trasparenza
all'edificio. Il guscio di legno protegge le
facciate così come il tetto dai raggi diretti
del sole e permette la loro ventilazione
naturale. La sala conferenze è posizionata
in cima, su piloni, come simbolo per il nuovo
campus.| www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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YEAR OF FOUNDATION
2005
CONTACT
La Touille
24250 CENAC (France)
ASSOCIATES
Cédric Ramière
Claudia Staubmann
NO. OF COLLABORATORS
7
T
coco@cocoarchitecture.fr
www.cocoarchitecure.fr
CoCo architecture
Cédric Ramière, Claudia Staubmann
CORE BUSINESS
CoCo Architecture è un giovane studio
di architettura e progettazione urbana
situato in Francia. È stato fondato da due
architetti europei: Claudia Staubmann
laureata a Vienna, Austria e Cédric Ramière
di Bordeaux in Francia. CoCo Architecture
si occupa di progetti locali e commesse
internazionali.
La maggior parte dei progetti riguarda gli
edifici pubblici come: scuole, cliniche, musei,
centri logistici,...
Architectura CoCo è molto coinvolta nella
ricerca di soluzioni sostenibili.
Ci divertiamo nel fare architettura creativa,
il nostro obiettivo principale è quello di dare
prospettive ottimistiche per il futuro.
CORE BUSINESS
CoCo architecture is a young office for
architecture and urban design in France. It
has been founded by two European architects:
Claudia Staubmann graduated in Vienna,
Austria and Cédric Ramière from Bordeaux
in France. CoCo architecture is working
on local projects as well as international
commissions.
Most of the projects are concerning public
buildings such as: schools, health care,
museums, logistic centers...
CoCo architecture is very involved in finding
sustainable solutions.
We enjoy making creative architecture, our
main target is to give optimistic perspectives
to the future.
MAIN PROJECTS
Build
University LLSH, Noumea - New Caledonia
Lycée Albert Claveille, Périgueux - France
Collège Léo Testut , Beaumont du Périgord - France
Dojo, Saint Cybranet - France
Site Museum, Plage aux Ptérosaures, Crayssac France
Maison Cornilleau, Nabirat - France
Maison Jelowicki, Sarlat - France
On progress
Psychiatric Services Center, Libourne - France
Cultural Center, Olemps - France
Parking Silo, Mourenx - France
Logistic Center, Koutio - New Caledonia
Social Housing Bloc, Bordeaux - France
Geriatric Services Center, La Rochefoucauld - France
Library, Gourdon - France
Competitions
Collège Calendreta, Pau - France
Itin Escia Group, Pontoise - France
Lycée du Mont Dore, Mont Dore - New Caledonia
School, Montpon Ménésterol - France
School Ravine Blanche, St. Pierre de la Réunion - France
Lycée Français Théodore Monod, Nouakchott Mauritania
Cultural Center, Saint Pierre et Miquelon - France
Cultural Center, Baraqueville - France
Cultural Center, Pessac - France
Cultural Center, Pau - France
Library, Panazol - France
Logistic Center, Saint Pierre et Miquelon - France
Housing Bloc and Hospital, Vienne - Austria
Social Housing Bloc, Coulounieix Chamier - France
Hospital, Le Tampon - France
Social Center, Ambarès et Lagrave - France
AZIENDE / COMPANIES
60
struttura principale / main structure
aria condizionata / air conditioning
Société Calédonienne de Bâtiment
Clim'Expair
strutture in acciaio / steel structures
coperture / roofing
Sotramont
Socalet
strutture in legno / wooden structures
verniciatura / painting
Ecobois
Capart
vetrate / glass facade
opere idrauliche / plumber
Batical
Art Lequin
opere paesaggistiche / landscaping
Phytocal, TPNC
pareti leggere e controsoffitti / light walls and
ceiling
sistemi elettrici, di sicurezza e illuminazione /
electricity, security and lighting
ascensore / elevator
RIEE
Socometra
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Appi
he university of Nouméa is distributed on
the sites of Nouville and Magenta. These
two sites, too far away one of the other, raise
problems of organization which the university
ends today by leaving the dilapidated place of
Magenta in order to develop the site of Nouville in
a vast campus. At Nouville, the university takes
advantage of the impulse which brings her the
hosting of the Pacific Games 2011: the campus
is extended and reorganized. The construction
of the department of "Letters, Languages and
Human Sciences” is the opportunity to create a
functional, safe and welcoming place and will
participate in the structuring of the new campus.
The new building is in the first row of the avenue
James Cook, situated along the hillside way, in front
of the sea. It is a strong element for the campus.
The building is reinforcing the development of the
campus by giving it a strong image: integration to
the site, connection of all the departments and
university equipments. The chosen architectural
party underlines the linearity of the terraced
topography and fits between the existing buildings.
The project develops on two parallel wings
which marry the hillside without remodeling
the natural ground. Concrete pilots in hollowed
out forms let the building float without realizing
of excavations. So, an important part of the
building ground remains landscape. The
project benefits from the topography of the site
by fitting in a coherent way with the natural
elements: the sea, the bay, the hills, the terraces.
In terms of spatial organization rooms
are lined up in a long row and separated by
in-between open areas (passageways, galleries),
which gives flexibility and transparency to
the building. The wooden shell protects
facades as well as roof from the direct sun
rays and allows their natural ventilation.
The lecture hall is positioned in head,
perched on pilots, as signal for the new
campus. | www.admnetwork.it | follow us on
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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IL PROGETTO RACCONTATO
Nuovi uffici GF Group S.p.A., Albenga (Sv), 2013 - Project by Armellino&Poggio, photos by Massimo Armellino
IPOUFFICI
Energy reduction, very good livability and
low impact on the environment
thanks to a building partly underground.
Contenimento energetico,
alta vivibilità, basso
impatto ambientale
grazie ad un edificio in
parte ipogeo.
I
l progetto Ipouffici ha costituito un percorso progettuale
caratterizzato da forti vincoli che hanno però determinato
risultati positivi: contenimento energetico, alta vivibilità, basso
impatto ambientale.
La committenza dei nuovi spazi ad ufficio è una holding
internazionale, leader nell'Europa mediterranea per
l'importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi,
con sede ad Albenga.
62
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Come spesso accade, la presenza di vincoli rende
il progetto complicato ma, allo stesso tempo,
offre l'opportunità di raggiungere risultati più
interessanti. In questo caso, pur essendo il contesto
un'area periferica industriale, il vincolo principale
è rappresentato dalla presenza, nelle immediate
vicinanze, di una torre medievale (Torre Pernice) che
il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico
Ligure individua come “emergenza” da tutelare.
In sostanza, l'altezza fuori terra dei nuovi edifici è
limitata ad una quota tale da non occultare la torre.
Scaturisce così l'opportunità di realizzare un edificio
in parte ipogeo. Un unico corpo, apparentemente
diviso a metà da una corte interna, con un solo
livello fuori terra e due interrati. La percezione della
torretta come landmark è salva. La progettazione
mirata ad un'alta vivibilità degli spazi interni ed al
contenimento energetico è risolta.
Le due ali contrapposte si articolano attorno
alla corte che disimpegna e dà luce a tutti livelli,
interamente destinati ad uffici, per un'area
complessiva di ca. 3.000 mq.
Lo sviluppo della maggior parte dell'edificio ad
una quota inferiore del livello di campagna non
pregiudica il funzionamento dell'organismo edilizio,
anzi permette un miglior inserimento dello stesso
nel contesto circostante con un impatto visivo molto
limitato, aumenta notevolmente le caratteristiche
di contenimento energetico nonché la vivibilità
degli spazi interni che si affacciano sulla corte,
caratterizzata da una pavimentazione in legno e da
un'ampia area a verde piantumata ad olivi.
Le strutture portanti sono rivestite da pannelli
trafilati in alluminio e tamponate da ampie vetrate
altamente performanti, sia per il contenimento
energetico sia per la resistenza sonora.
La protezione dall'irraggiamento solare è ottenuta
attraverso l'uso di tende esterne movibili in tessuto
di PVC e, nella corte, dove l’incidenza del sole
è zenitale, da una pensilina/balaustra con vetri
serigrafati. | www.admnetwork.it | follow us on |
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CONTACT
P.za Diaz 11/1f
17100 Savona
YEAR OF FOUNDATION 1992
NO. OF COLLABORATORS 9
ap@armellinopoggio.it
www.armellinopoggio.it
Ph. Angelo Dadda
Armellino&Poggio Architetti Associati
Arch. Massimo Armellino e Arch. Fabio Poggio
CORE BUSINESS
Lo studio Armellino & Poggio architetti
associati nasce nel marzo del 1992 da
Massimo Armellino, classe ’62, e Fabio
Poggio, classe ’65. Negli anni, lo studio,
realizza interventi sia per la committenza
pubblica che privata. In particolare si occupa
di edilizia residenziale e ricettiva, di restauro,
di piani urbanistici attuativi, di programmi
complessi d’intervento e di opere pubbliche
MAIN PROJECTS
Progettazione area industriale e terziario in Vado
Ligure (SV), 2013.
Riqualificazione palazzina per uffici Verallia Saint-Gobain a Lonigo (VI), 2012.
Masterplan riqualificazione aree industriali
Fresia, Millesimo (SV), 2011.
Progetto di restauro e rifunzionalizzazione del
Palazzo del Monte di Pietà e ampliamento della
Pinacoteca Civica di Savona, 2010.
Realizzazione di sede direzionale Cime di Leca,
Albenga (SV), 2009.
Progetto per edificio per uffici denominata “torre
Libertatii”, Bucarest, 2008.
Progettazione e realizzazione di un complesso a
destinazione mista (residenziale, commerciale,
direzionale e ricettivo) all'interno dell'area del
Forte Baldissera, Asmara (Eritrea), 2008.
Restauro Conservativo Castello di Saliceto (CN),
2000-2008.
Riqualificazione ex area industriale Saint Gobain
a Cogoleto (GE), 2007.
Riqualificazione urbana del porto di Savona
“Vecchia Darsena - Complesso della Torre”,
2002-2007.
Nel 2011 lo Studio vince la medaglia d’oro al
Premio Internazionale “Domus Restauro e
Conservazione” (Università degli Studi di Ferrara)
con il Restauro del Castello di Saliceto (CN).
CORE BUSINESS
The study Armellino & Poggio architects
associated was established in March 1992 by
Massimo Armellino, class '62, and Fabio Poggio,
class '65.
Over the years, the study, undertake actions
for both public and private customers.
In particular, it deals with housing and
accommodation, restoration, implementation
of urban plans, complex programs of
intervention and public works.
MAIN PROJECTS
Design of new industrial area in Vado Ligure
(SV), 2013.
Recovery of the office building Verallia - Saint
Gobain, Lonigo (VI), 2012.
Redevelopment master plan industrial areas Fresia,
Millesimo (SV), 2011.
Restoration project and new functions of the Palazzo
del Monte di Pieta - expansion of the Art Gallery of
Savona, 2010.
Creation of Peaks headquarters of Leca, Albenga
(SV), 2009.
Project for the office building known as Tower
Libertatii, Bucharest, 2008.
Design and implementation of a complex
mixed-use (residential, commercial, office and
accommodation) within the area of Fort Baldissera,
Asmara (Eritrea), 2008.
Conservative Restoration Castle Saliceto (CN),
2000-2008.
Recovery of abandoned industrial area in Cogoleto
Saint Gobain, 2007.
Urban regeneration of the port of Savona
"Old Dock - the Tower Complex", 2002-2007.
In 2011 the study wins the golden medal at
the International award “Domus Restauro
e Conservazione” (Ferrara University) with
Conservative Restoration Castle Saliceto (CN).
AZIENDE / COMPANIES
general contractor
66
Beni Immobiliari
pavimenti e rivestimenti servizi / floor and wall
coverings bathroom
strutture / structures
GranitiFiandre
Castiglia Costruzioni
pannelli in alluminio / aluminium panels
facciate / facades
Alucobond
G. Stramandinoli
impianti elettrici / electrical systems
profili / profiles
SIE
Wicona
corpi illuminanti / lighting
pavimentazione piazzale esterno / outdoor
large square paving
Zumtobel
Pavesmac
NBC
A+D+M | MAGAZINE | 2013
2013-14
| # 47
| # 47
impianti meccanici / mechanical systems
I
pouffici was a project characterized by
strong constrictions which however, gave
positive results: energy reduction, very good
livability and low impact on the environment.
The customer of the new office spaces
is an international holding company with
headquarters in Albenga. They are leaders
in Mediterranean Europe for the import and
distribution of fresh fruit and vegetables.
As often happens, the presence of constraints
makes the project complicated but offers the
opportunity to get more interesting results. In
this case, although the context is an industrial
area, the main limitation is the presence, in
the immediate vicinity, of a medieval tower
(Torre Pernice) that the Ligurian Territorial
Coordination of Landscape Planning identifies
as an "emergency" to be protected. In
essence, the above ground height of the
new buildings is limited because it must not
hide the tower. This creates the possibility
to realize a building partly underground. A
single body, apparently divided in half by an
internal courtyard, with only one level above
ground and two underground. The perception
of the tower as a landmark is safe. The project
aimed at high livability in the interior spaces
and energy containment is resolved. The two
opposite wings are articulated around the
courtyard that disengages and gives light
entirely to all the levels destined to be offices
for a total area of about 3,000 square metres.
The development of most of the building at a
lower level than the ground does not affect the
operation of the building organism, in fact it
allows a better integration of the same in its
surroundings with very limited visual impact,
and it greatly increases the characteristics of
energy savings as well as the livability of the
interior spaces that overlook the courtyard
characterized by wooden flooring and a
large green area planted with olive trees.
The support structures are covered with
aluminum panels and buffered by large high
performance windows for both energy savings
and sound resistance. The protection against
solar radiation is obtained through the use of
external adjustable blinds in PVC fabric and in
the courtyard, where the sun is at its zenith,
by a cantilever roof/ balustrade with frosted
glass.| www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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GREEN DESIGN
Green_Zero, Revine Lago (Tv), 2013 – project by Studio di Architettura Daniele Menichini, photos by Diego Fava
A suite entrenched in a sustainable shell
Una suite racchiusa
in un guscio
eco-sostenibile
D
Green Zero
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
alla reinterpretazione del concetto di “ospitalità diffusa”
nasce il progetto Green_Zero, il nuovo modulo abitativo
dedicato all’ospitalità: una suite racchiusa in un guscio
eco-sostenibile da installare ovunque il territorio lo consenta.
Il contenitore Green_Zero e il suo contenuto sono in naturale
simbiosi con il tema degli edifici eco-responsabili e caratterizzano
il contesto in cui vengono inseriti: il loro essere “naturalmente
chic”, sottolinea la perfetta integrazione tra l’ambiente che
li ospita e la loro natura interna che non rinuncia a un tocco di
eleganza.
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Linee semplici e pulite abbinate ad un tocco di
colore sono alla base dell'area camera della suite
“naturalmente chic”, caratterizzata dalla testata
del letto fatta da rami e tronchi stilizzati e da una
parete interamente vetrata che mette in rapporto
con la natura esterna. L'area bagno è caratterizzata
da un taglio della struttura che ingloba una betulla
preesistente, divenendo parte integrante e suggestiva
dello spazio interno.
La responsabilità nei confronti dell'ambiente è il filo
conduttore del progetto che combina l'architettura
modulare di Green_Zero e l'interior di Naturalmente
Chic. Gli elementi più evidenti dell'eco-responsabilità
del progetto sono rappresentati dai sistemi dei
pannelli fotovoltaici che si trovano all’esterno sulla
“buccia” dell'involucro, e dall’utilizzo di erogatori di
acqua con portata massima di 5 l/min; tutto il resto
è nascosto sotto la pelle dell'involucro e ne diventa il
cuore pulsante. | www.admnetwork.it | follow us on |
Il progetto è finalizzato a dare vita a un nuovo sistema
di ricettività alberghiera fortemente connessa con il
territorio che, abbinando diverse tipologie di moduli,
dal bungalow con bagno al bi-locale, permetta
di incrementare qualitativamente il panorama
turistico globale.
Il design generale del modulo è un tratto essenziale
messo in evidenza dalla fascia perimetrale, una “c”
ricucita su un lato da sottili fili metallici, lasciando che
all'interno si sviluppi naturalmente il progetto. Il modulo
Green_Zero è un sistema architettonico prefabbricato,
in cui il guscio strutturale è realizzato completamente in
legno con sistema a telaio e una stratigrafia, per le parti
sia orizzontali sia verticali, caratterizzata da elementi
portanti e isolanti, che permettono il passaggio delle
impiantistiche, e la presenza di camera di ventilazione,
per ottenere un assemblaggio specifico in relazione al
contesto climatico, e consentendo così la classificazione
CasaClima A o CasaClimaOro.
L'edificio è suddiviso in area outdoor, area camera,
area bagno e area locale tecnico per ospitare le
dotazioni impiantistiche; nella parte terminale del
modulo, in corrispondenza delle aree curve, sono
previsti i serbatoi ed i macchinari per il recupero e il
trattamento delle acque in ingresso e uscita.
Green_Zero è un sistema flessibile e personalizzabile
per ogni cliente, mantenendo inalterati i suoi principi di
costruzione e funzionamento.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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YEAR OF FOUNDATION 1996
CONTACT
Lungomare G.Marconi 236a/240
57025 Piombino (Li)
NO. OF COLLABORATORS 3
ec2.it/danielemenichini
info@studiomenichini.it
Studio di Architettura Daniele Menichini
Daniele Menichini
CORE BUSINESS
Lo studio si occupa di progettazione,
interni, allestimenti, design, comunicazione
visiva ed art direction di aziende nel
settore dell’arredamento home e contract.
All’accurata ricerca teorica Daniele
Menichini affianca un attento lavoro pratico
nel campo dell’architettura degli interni
dedicandosi allo studio delle problematiche
dell’abitare, del vivere contemporaneo,
dell’ospitalità, della ricettività, della vendita
in showroom, della ristorazione, del
divertimento e del benessere. Particolare
attenzione allo sviluppo di concept ecobased ed al dettaglio a partire da un
percorso basato su ricerche e progetti in
tema di progettazione integrata e sostenibile
riferita ai paesi del nord europa che con
le esperienze maturate hanno portato
alla stesura dei progetti Green Room e
Green_Zero.
CORE BUSINESS
The firm engages in project development,
interiors, fitting, design, visual communications,
and art direction for companies in the home
and contract furniture industry. Daniele has
tackled with accurate practical studies in the
architectural field of interior design, committing
with all issues regarding housing, contemporary
living, accommodation solutions, hospitality
industry, sale showrooms, food industry, as well
as entertainment and wellness sectors, together
with his careful attention to the development
of environment-friendly concepts and care
for details. His approach is rooted in a path
based on researches and studies analysing
the integrated and sustainable development of
projects in Northern European countries. All
this, together with his personal experiences, has
led to the development of the projects Green
Room and Green_Zero.
MAIN PROJECTS
Locanda del buon formaggio, Tito (Pz), 2010
Resort Velanera, Sisan (Croazia), 2011
Garden Room “Il bosco del Cadelach”,
Revine Lago (Tv), 2011
Toscana Design Hotel, Figline Valdarno (Fi), 2013
MAIN PROJECTS
Locanda del buon formaggio, Tito (Pz), 2010
Resort Velanera, Sisan (Croazia), 2011
Garden Room “Il bosco del Cadelach”,
Revine Lago (Tv), 2011
Toscana Design Hotel, Figline Valdarno
(Fi), 2013
AZIENDE / COMPANIES
general contractor
tende tecniche / technical curtains
Tirolhaus Italia
Pellini
superfici decorative in legno / wooden
decoration fittings
pavimenti, rivestimenti, sanitari e rubinetterie
/ flooring, cladding, bathroom furnishing and
appliances, tap fittings
Alpi
testata letto e sedute imbottite / bed
headboard and upholstered seating
solutions
Artex
illuminazione tecnica, sistemi audio e
complementi / technical lighting, audio systems
and products
pannelli solari e corpi radianti / solar panels
and radiators
porte interne / internal doors
Sensai by Check Up
Brandoni
Tondin Porte
rivestimenti esterni in legno / external
wooden fitting
materiale elettrico e sistema domotico /
electrical materials and domotics system
Mantese Legnami
Vimar
illuminazione decorativa / decorative lighting
laminato zinco titanio lattoneria / tinworks and
production of zinc-titanium membranes
Marioni
trattamenti superciali interni e esterni /
surface treatment for interiors and exteriors
Oikos
72
Porcelanosa Grupo Italia
A+D+M | MAGAZINE | 2013
2013-14
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VM Zinc by Umicore Building
Products Italia
T
he project Green_Zero has its roots from a new
interpretation of the all-Italian concept “ospitalità
diffusa”. It's a new modular housing devoted to the
accommodation sector; a suite entrenched in a
sustainable shell to be installed wherever the landscape
permits. The Green_Zero shell and its content are
sinergycally committed to the concept of environmentfriendly buildings, they also represent a unique feature of
the context in which they are placed. Perfect integration
arises between the hosting landscape and the inner
nature of the constructions, always with a touch of
elegance for they be naturally chic, just as their name
Naturalmente Chic suggests. The project’s objective is
giving rise to a new hotel accommodation system that is
tightly interwoven with its environment and leads to the
quality improvement of the global tourism offer through
the combination of different modular solutions, from
bungalows with bathroom to two-room apartments.
The overall design of the module represents one of its
distinctive traits, further highlighted by the element
marking its perimeter, a C - sewn on one side with thin
metal threads - which enables the project to naturally
develop inside the shell. The Green_Zero module is a
prefabricated architectural system, in which the structural
shell is made entirely from wood; it is provided with a
frame and its stratigraphy, of both horizontal and vertical
parts, is characterised by load-bearing and insulating
elements, which allow the passage of installations, and
the presence of an air chamber, created to obtain a
specific assembly in accordance with climate conditions
and thus being awarded the classification KlimaHaus A
or KlimaHaus Gold. The building includes different areas,
i.e., outdoor, bedroom, and bathroom, and a mechanical
room to accommodate all installations. The end of the
module, where the curved surfaces are, is intended
to accommodate tanks and equipment for rainwater
recovery and management of incoming and outgoing
water. Green_Zero is a dynamic and customisable
system able to meet every client’s need, keeping however
intact its building and functioning principles. Minimal and
pure lines blend with a hint of colour creating the basis
for the bedroom area of the Naturalmente Chic suite,
characterized by the bed headboard enriched by stylised
branches and trunks, and by a fully-glazed partition
liaising the inside with the nature outside. The bathroom
area is distinguished by an architectural indentation
that cuts the shell’s structure to embrace a pre-existing
birch, thus becoming an integral and impressive part of
the interiors. Our responsibility towards the environment
is in fact the leitmotif of the whole project, which blends
the modular architecture of Green-Zero with the interior
design of Naturalmente Chic. In particular, the project’s
sustainabilitycomesintheforegroundinseveralelements,
such as the photovoltaic cells covering the outside surface
of the shell and the use of water pumps with a maximum
capacity of five litres per minute. All the rest is hidden
underneath the “skin” of the shell, finally becoming its
beating heart. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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CPVGRTKOG
EXPO MILANO 2015
PADIGLIONE ITALIA
Expo Milano 2015
74
Il progetto esecutivo del Padiglione
Italia è stato presentato lo scorso 7
novembre al Quirinale con la mostra
“Padiglione Italia. Dal progetto a Expo
Milano 2015. La mostra, allestita
nella Sala della Guardia d’onore del
Quirinale, resterà aperta al pubblico
fino al 15 gennaio 2014.
The executive project of the
Italian Pavilion was presented on
November 7th at the Quirinale
with the exhibition “Italian Pavilion.
From design to Expo Milano 2015.
The exhibition, held in the Hall of
Honor Guard of the Quirinale will
be open until 15 January 2014.
Una “foresta urbana” in cui il
visitatore potrà immergersi e
scoprire una suggestiva
architettura-paesaggio
La Partecipazione Italiana a Expo
Milano 2015 è organizzata nell’area del
Cardo, uno dei due assi perpendicolari
che, insieme al Decumano, struttura
la griglia del masterplan di Expo
Milano 2015. Così come il Decumano
rappresenta e ospita i Paesi
Partecipanti, il Cardo è il luogo dove il
visitatore può vivere, all’interno e lungo
una serie di spazi innovativi, compositi,
accessibili e di alto intrattenimento
tematico e culturale, un’esperienza
altamente qualificante del tema
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
The Italian participation at Expo
2015 is being organized in the
area of the Cardo, one of the two
perpendicular axes, which, together
with Decuman, the grid structure
of the master plan of Expo Milano
2015. As well as the Decuman
and is home to the Participating
Countries, the Cardo is the place
where the visitor can live inside and
along a series of innovative spaces,
composites, affordable and high
themed entertainment and cultural
experience of highly qualifying
An “urban” forest that it completely
surrounds the visitor because
of the trees and volume
of which it is composed
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Location
Expo Milano 2015, Milano
Designed by
Nemesi & Partners S.r.l., Proger S.p.A., BMS Progetti S.r.l.
In particolare la Partecipazione Italiana,
riassunta nella definizione di Padiglione
Italia, si sviluppa secondo due diverse
modalità alle quali corrispondono
due organizzazioni spaziali differenti:
gli spazi del Cardo e Palazzo Italia.
I manufatti e gli spazi aperti che si
affacciano sull’asse del Cardo – un
viale pavimentato largo 35 metri e
lungo 325 metri e coperto da tende,
che congiunge la Piazza d’Acqua a
nord con la piazza della Via d’Acqua
a sud – ospitano una molteplicità di
attività espositive ed istituzionali che
vogliono rappresentare la varietà e
la ricchezza dell’Italia, delle diverse
identità riconoscibili nei suoi territori,
delle istituzioni locali, dei paesaggi, dei
prodotti e delle culture. A nord-ovest
del Cardo è situato il Palazzo Italia, un
elemento di straordinaria rilevanza nel
Sito Espositivo, perché destinato a luogo
istituzionale e di rappresentanza dello
Stato e del Governo Italiano; il Palazzo
si rivolge verso la Piazza d’Acqua,
spettacolare scenario per eventi e area
di accoglienza e sosta per i visitatori.
Sono stati inoltre riservati, nella parte
settentrionale del Cardo che si rivolge
alla Piazza d’Acqua, spazi istituzionali,
espositivi e di rappresentanza per
istituzioni europee; la posizione di
questi spazi, di fronte a Palazzo Italia e
strettamente connessi con il sistema
del Cardo, evidenzia in modo simbolico
la stretta relazione tra l’Italia e l’Europa.
Il punto d’incontro dei due assi e virtuale
centro dell’intero Sito è Piazza Italia,
che diventa anche simbolicamente il
luogo dove il mondo incontra l’Italia,
spazio che per la sua dimensione (74m
x 74m) e posizione è luogo di transito
e scambio adatto ad accogliere eventi
temporanei organizzati da Expo 2015,
dai Partecipanti e dalle realtà italiane.
Il progetto del Padiglione Italia è il
risultato di un concorso internazionale
di progettazione aggiudicato da Expo
2015 S.p.A. nell’Aprile 2013.
Il raggruppamento costituito da Nemesi
& Partners S.r.l., Proger S.p.A., e BMS
Progetti S.r.l. di Milano ha proposto un
progetto che si presenta come una
“foresta urbana”, in cui l’architettura
assume, attraverso la propria pelle ed
articolazione volumetrica, le sembianze
di una foresta in cui il visitatore potrà
immergersi e scoprire una suggestiva
theme "Feeding the Planet, Energy
for Life."
In particular, the Italian
participation, summarized in the
definition of the Italian Pavilion,
is developed in two different ways
which correspond to different
spatial two organizations: the
spaces of the Cardo and Palazzo
Italia. The artifacts and open
spaces that overlook the axis
of the Cardo - a paved driveway
width of 35 meters and 325 meters
long and covered by curtains,
which connects Piazza d'Acqua
to the north by the square of
the Via d'Acqua to the south hosts a variety of exhibitions
and institutions who want to
represent the variety and richness
of Italy, the various identity
recognizable in its territories,
local institutions, landscapes,
products and cultures. To the
northwest of the Cardo is located
the Palazzo Italia, an element
of extraordinary importance
in the Expo site, because it is
bound to place institutional and
representative of the State and the
Italian Government, the Palace
is directed towards the Piazza
d'Acqua, spectacular scenery for
events and reception area and
parking for visitors.
They were also reserved in the
northern part of the Cardo that
caters to the Piazza d'Acqua,
institutional spaces, exhibition and
representation to the European
institutions, the location of these
spaces, in front of Palazzo Italia
and closely connected with the
system of the Cardo, highlights in a
symbolic way the close relationship
between Italy and Europe. The
meeting point of the two axes and
the virtual center of the entire
site is Piazza Italia, which also
becomes symbolically the place
where the world meets Italy, the
space for its size (74 meters x 74
meters) and location is a place of
transit exchange and adapted to
receive temporary events organized
by Expo 2015, by the Participants
and the Italian reality .
CPVGRTKOG
ITALIAN
PAVILION
Project
Padiglione Italia
The Italian Pavilion project,
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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CPVGRTKOG
EXPO MILANO 2015
architettura-paesaggio.
Palazzo Italia è il cuore simbolico
dell’intero progetto, destinato a
rimanere anche nel periodo post-Expo
come polo dell’innovazione tecnologica
al servizio della città. I manufatti del
Cardo invece sono concepiti come
edifici temporanei realizzati con
tecnologie prefabbricate.
Il concept generale del Palazzo Italia è
quello di una architettura-paesaggio,
in cui l’edificio assume, attraverso
la propria pelle ed articolazione
volumetrica, le sembianze di un
alberoforesta in cui il visitatore potrà
immergersi e vivere una esperienza
emozionale.
Palazzo Italia: una architettura
naturale
Il progetto interpreta il Tema di Expo
Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia
per la Vita”, declinandolo secondo i
caratteri peculiari dell’Identità Italiana,
da sempre identificata con l’energia
che scaturisce dallo stare insieme,
che vuol dire amicizia, comunità,
accoglienza: l’energia della comunità
è rappresentata dalla Piazza centrale
coperta di Palazzo Italia, cuore
simbolico e partenza del percorso
espositivo.
Inoltre l’identità della comunità in Italia
è strettamente relazionata con le forme
del Paesaggio, naturale e antropizzato.
Il progetto di Palazzo Italia è un
racconto esperienziale in cui il visitatore
si perde a contatto con un’architetturapaesaggio ricca di percorsi densi di
suggestioni visive e vibrazioni luminose.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Location
Expo Milano 2015, Milano
Designed by
Nemesi & Partners S.r.l., Proger S.p.A., BMS Progetti S.r.l.
Il progetto ricerca, attraverso il disegno
della pelle esterna ramificata, una
sintesi e un’astrazione che richiamano
l’essenzialità e la naturalezza di
alcune opere di artisti della Land
Art, definite “Architetture Naturali”.
Palazzo Italia rappresenta a suo modo
una “Architettura Naturale”, in cui
poetica progettuale e sperimentalità
tecnologica si fondono, dando vita
ad un organismo spettacolare ed
energeticamente sostenibile.
winner of the international design
competition awarded by Expo 2015
S.p.A. in April 2013.
The grouping formed by Nemesi &
Partners S.r.l., Proger S.p.A., and
BMS Progetti S.r.l. has proposed
a project that presents itself as
an "urban forest", in which the
architecture has, through its skin
and volumetric articulation, the
appearance of a forest where
visitors can dive in and discover a
charming landscape architecture.
The Palazzo Italia is the symbolic
heart of the whole project, destined
to remain even after the end of
the Event. The general concept
of the Palazzo Italia is that of an
architectural landscape, in which
the building assumes, through
its very skin and volumetric
distribution, the appearance of a
tree-forest in which visitors can
immerse themselves and live an
emotional experience.
Palazzo Italia: a natural
architecture
The Italian identity is
interconnected with the size of
the landscape. The Palazzo Italia
project is an experiential story
where the visitor loses himself
in an architectural landscape,
evocative of an “urban” forest that
it completely surrounds the visitor
because of the trees and volume of
which it is composed. The Palazzo
Italia, with its skin of branches,
evocative of a natural architecture,
Palazzo Italia, un organismo osmotico
con l’ambiente
Le volumetrie del progetto costruiscono
un’architettura viva ed interattiva,
in grado di scambiare energia con
l’esterno. Il concept dell’alberoforesta infatti prende forma anche e
soprattutto grazie alla messa a punto di
accorgimenti tecnologici, impiantistici
ed energetici che rendono l’edificio un
organismo osmotico con l’ambiente,
con cui interagisce e scambia energia,
attraverso forme molteplici, a partire
dalle prestazioni offerte dall’involucro
dell’edificio: in primis la pelle esterna
ramificata in cemento premiscelato
fotocatalitico e la copertura-chioma
vetrata fotovoltaica che cattura l’energia
solare e contribuisce alla definizione
del microclima della piazza sottostante;
altre strategie energetiche prevedono il
recupero dell’acqua di falda dal terreno,
l’impiego del concrete cooling system
per il riscaldamento e raffrescamento
degli ambienti di lavoro con scambio di
calore per attivazione della massa e la
movimentazione passiva dell’aria per
conformazione geometrico-spaziale
della piazza coperta.
In particolare per la facciata in cemento
premiscelato si è sviluppato un sistema
a layer sovrapposti tali da determinare,
nelle diverse combinazioni, una
produzione di pannelli tutti diversi, per la
realizzazione di una texture geometrica
unica ed originale.
Per quanto riguarda la copertura
vetrata a chioma si è invece sviluppato
uno schema geometrico innovativo che
ne asseconda le linee morbide e curve.
Organizzazione funzionale
di Palazzo Italia
Palazzo Italia è organizzato secondo
quattro blocchi funzionali collegati
tra loro, vere e proprie quinte urbane
is a metaphor of the Tree of Life.
The project researches, through
the design of the branched outer
skin, a synthesis and abstraction
that recalls the simplicity and
naturalness of some artworks by
artists of Land Art, called “Natural
Architecture”. The Palazzo Italia
in its own way, represents a
“Natural Architecture”, in which
a poetic design and experimental
technology merge, giving life
to a spectacular organism and
sustainable energy.
The branches represent the
nursery garden. The vertical
development of the skin forms
a mesh of branches that rises
and stretches towards the sky,
indicating the upsurge of Italy
towards the future, thanks to the
young talents who represent the
Nursery of Ideas. The roots- a
recall to tradition. Big feet/roots
sinking in the earth, seeking
nourishment (a metaphor of the
deep relationship between the
Italian identity and tradition).
CPVGRTKOG
ITALIAN
PAVILION
Project
Padiglione Italia
Palazzo Italia, an osmotic
organism with the environment
The dimensions of the project
builds an architecture that is alive
and interactive, that, like a tree,
is able to exchange energy both
actively and passively with the
outside. The building is bioclimatic
that will follow the Class A+
certification. The concept of the
tree-forest takes shape primarily
thanks to the strategic placement
of the technological and energetic
framework of device points that
makes the building an osmotic
organism with its environment.
The tree building exchanges
energy through:
- The branched outer skin in
premixed photocatalytic cement
- The glass photovoltaic canopy
that captures solar energy and
contributes to the formulation of the
microclimate of the square below.
Palazzo Italia: functional
organization
Palazzo Italia is organised in
accordance with four functional
blocks connected by bridge
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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CPVGRTKOG
EXPO MILANO 2015
78
che definiscono il grande vuoto della
piazza centrale, luogo di accoglienza e
simbolo di comunità; i blocchi funzionali
ospitano rispettivamente la zona
Espositiva (Blocco Ovest), la zona Eventi
(Blocco sud), la zona Uffici (Blocco Nord)
e la zona Istituzionale (Blocco Est).
Nel blocco espositivo-eventi si sviluppa
il percorso di visita che attraversa
l’intero edificio, portando il pubblico
a scoprirne gradualmente le diverse
angolazioni e consistenze. Il percorso
espositivo sarà un vero e proprio
percorso esperienziale, di viaggio e
scoperta all’interno dell’edificio-albero,
che appoggia le proprie radici a terra e
libera i rami e la chioma verso l’alto, più
massivo nel basamento e più leggero
mano a mano si sale. Il visitatore infatti
attraverserà tutti i quattro livelli dell’area
espositiva, fino a raggiungere la terrazza
panoramica, e da qui ridiscendere
attraverso un nuovo e diverso itinerario
fino alla piazza centrale, dove prende
vita la foresta pietrificata.
elements, real urban scenes that
defines the great emptiness of the
central square, a place of welcome
and a symbol of the community.
The functional blocks respectively
host the Exhibition area (West
Block), the Auditorium area (South
Block), the office areas (North
Block) and the Delegations room
(East Block).
The project interprets the overall
theme “Feeding the Planet, Energy
for Life”, valorising the concept
of the community: the energy of
the community is represented
by the Piazza del Palazzo Italia,
the symbolic heart and starting
place of the exhibition. The project
originates from the energy that
derives from being together, which
means friendship, community and
acceptance. The symbol of the
community is the square, big and
empty around which the exhibition
is organized.
Manufatti del Cardo
In termini progettuali il Cardo è
concepito in coerenza con il progetto
del Palazzo Italia, definendo l’immagine
dell’intero asse secondario del Sito Expo
ed accompagnando il visitatore alla
scoperta del Sistema Italia.
Gli spazi, disposti in quattro lotti,
ospiteranno diverse tipologie di
funzioni: il Cardo Nord è dedicato alla
rappresentazione dei Territori e delle
Regioni italiane mentre il Cardo Sud
racconterà le filiere del Made in
Italy attraverso l’eccellenza delle
aziende italiane.
In corrispondenza della testata nord-est
del Cardo si trova l’area dedicata alla
partecipazione dell’Unione Europea.
L’articolazione volumetrica del progetto
richiama l’immagine del Borgo Italiano,
formato da volumi edilizi giustapposti
alternati a piccole piazze, terrazze con
caffè e percorsi porticati.
Cardo Pavilions
The Cardo Pavilions have been
designed in keeping with the
project of Palazzo Italia and
represent the discovery of the
Italian territory. The volumetric
distribution of the project is based
on the idea of typical Italian villages
consisting of building of various
dimensions juxtaposed with small
squares, terraces with cafe bars
and archways.
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Location
Expo Milano 2015, Milano
Designed by
Nemesi & Partners S.r.l., Proger S.p.A., BMS Progetti S.r.l.
CPVGRTKOG
ITALIAN
PAVILION
Project
Padiglione Italia
DATI
DATA
Palazzo Italia:
- Dimensioni: L 57,5 m x L 57,5 m
x H 25 m
- Superficie Lorda Pavimentata
complessiva (include spazi di
distribuzione, scale, etc): 13.275mq
- Spazi espositivi: 2.500 mq
- Spazi per eventi: 1.920 mq
- Spazi di rappresentanza: 2.350 mq
- Spazi per la ristorazione: 1.050 mq
Cardo:
- Superficie Lorda Pavimentata
complessiva (include spazi di
distribuzione, scale, etc.): 10.700mq
- Spazi espositivi: 4.350 mq
- Spazi eventi: 820 mq
- Spazi di rappresentanza: 920 mq
- Spazi per la ristorazione: 1.100 mq
Palazzo Italia:
- Dimension: L 57,5 m x L 57,5 m x H 25 m
- Gros floor area: 13.275 sqm
- Expo spaces: 2.500 sqm
- Event spaces: 1.920 sqm
- Rappresentative spaces: 2.350 sqm
- Food service spaces: 1.050 sqm
PADIGLIONE ITALIA – IL TEAM DI
PROGETTO
Nemesi & Partners S.r.l.:
- Capo progetto
- Responsabile progettazione
architettonica
Proger S.p.A./BMS progetti S.r.l.:
- Coordinamento tecnico ingegneria
- Progettazione strutturale
- Progettazione impiantistica
Prof. Livio De Santoli:
- Sostenibilità energetica
Cardo:
- Total Paved Gross Leasable Area
(includes distribution spaces, stairs,
etc.): 10.700 sqm
- Expo spaces: 4.350 sqm
- Event spaces: 820 sqm
- Rappresentative spaces: 920 sqm
- Food service spaces: 1.100 sqm
THE ITALIAN PAVILION – THE
PROJECT TEAM
Nemesi & Partners S.r.l.
- Project Manager
- Responsible for architectural design
Proger S.p.A. / BMS progetti S.r.l.:
- Coordination of technical engineering
- Structural Design
- Designing plant
Prof. Livio De Santoli:
- Sustainable energy
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
79
'(6,*1(5
Text edited by Filippo Pozzoli
Photos by courtesy of Ora-Ïto
Ora-Ïto
Brand New World
Get branded or fake trying
↑ Ora-Ïto Mobility, 2013 - © S. Veronese
Ora-Ïto
Brand New World
Photo by S. Veronese
Disegna firmato o fingi di farlo
80
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
toria, know-how e legittimità: questi, secondo l'ex enfant
prodige della scena del design internazionale, i voti cui giurare
fedeltà nell’avventurarsi in ogni nuova sfida progettuale.
Incontriamo Ora-Ïto in occasione di Cersaie 2013, a margine di una
sua conferenza nell'ambito del programma culturale "Costruire,
Abitare, Pensare", dove ci racconta l'incredibile storia di un designer
quindicenne - con un certo talento in fatto di hacking - divenuto in
vent’anni una delle personalità più influenti del pianeta.
S
maison è troppo propensa ad affidarti un progetto, puoi solo fingere
che sia successo. Non lo feci per ottenere un lavoro, non per diventare
famoso né per imbrogliare nessuno. Fu solo per me, per dimostrare
a me stesso che avrei avuto qualcosa da dire se uno dei top brand
dei miei sogni mi avesse mai chiamato. Ho sempre trovato
impossibile progettare qualcosa senza marchio addosso. La nostra
generazione è cresciuta in un mondo brandizzato, diversamente
da tutte quelle precedenti.
Da Ito Morabito a Ora-Ïto: come si disegna il proprio nome prima
di tutto?
Amo questa professione perché permette di trasformare L’etichetta
Ora-Ïto è stata la mia prima opera di design. Lo devo alla volontà
di tracciare la mia strada personale pur venendo da una famiglia
di architetti e designer, senza rinnegare alcunché, anzi: credo che
sia stato grazie a un ambiente tanto stimolante che ho cominciato
così presto.
Simplexity: come spiegare la tua filosofia in una parola sola?
Riguarda solo il design o è qualcosa che intellettualmente si
protrae oltre?
Io la chiamo simplexity per l’enorme quantità di tempo necessaria
per progettare qualcosa di apparentemente molto semplice. La
maggior parte delle volte è impossibile per i clienti cogliere il percorso
di progettazione e prototipazione, questi cercano semplicemente di
comprendere il prodotto dando un'occhiata al risultato finale.
È vero che tutto nacque da alcuni “falsi d’autore” pubblicati sul tuo
sito, che catturarono l'attenzione dei clienti quando delle aziende?
Credo che sia successo circa vent’anni fa per un bisogno di
gratificazione che non riuscivo a trovare altrimenti: quando sei un
ragazzo senza alcuna competenza o abilità certificate, nessuna
È questa la chiave di volta tra un linguaggio minimale e dettagli
tecnici virtuosi e organici? Da dove cominciano le tue creazioni?
Amo questo lavoro perché amo scoprire e inventare, non mi attrae
l’idea di avere un metodo fisso e invariabile. Ogni progetto è una
nuova sfida, non guardo mai a quanto ho già progettato. Tutto inizia
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
81
↑Table, Roche Bobois, 2012
↑Ufo, Vondom, 2013
↑Flagship Store Lancaster, Paris, 2012
dal marchio con cui sto lavorando, dalla sua storia, il suo know-how e la sua
filosofia. Il progettista non è il solo genitore del design, è una sorta di matrimonio
con le aziende e, come nella vita, bisogna sapere chi si sta per sposare.
History, know-how and legitimacy: these, according to former enfant
prodige of international design scene, the holy commandments to swear
your loyalty when you are approaching a new design challenge. We meet
Ora-Ïto on the occasion of Cersaie 2013, at the margin of his lecture as
part of the cultural program “Building, Dwelling, Thinking” where he tells
us the amazing history of a fifteen aged designer – with certain skills and
foresight in hacking - who turned himself, in twenty years’ time, to one of
the most followed personalities all over the world.
philosophy. Remember that the designer is not the only dad of design, it
is sort of a fifty – fifty with the companies and, as in life, you have to know
who you are going to marry.
Quanti delle vostre creazioni visionarie si trasformano in prodotti reali e
quante sono invece solo concepts, sia nel design e nell'architettura? Qual è,
oggi, il valore della ricerca concettuale fine a sé stessa?
Tutto quello che si può vedere sul mio sito web sono prodotti reali, fatta eccezione
per la falsa borsa Louis Vuitton che ho tenuto come testimonianza della mia
prima apparizione come designer. Molte altre cose che ho progettato non sono
sul mercato e non ho motivo di mostrarle. Ci sono anche alcuni prodotti che ho
disegnato come pezzi unici, non indirizzati alla produzione di massa: non furono
per amor di progettazione, ma per le aziende, per le quali è bene avere delle linee
guida concettuali che orientino la propria filosofia di brand nel lungo periodo.
Il tuo nuovo label Mobility: come possono i dispositivi futuristici con il tuo
nome su di loro attraccare in un mercato fin troppo saturo?
Quando sono entrato in questo campo, mi guardai attentamente intorno e mi
resi conto che era un mondo costellato di piccoli elettrodomestici da cucina.
Pensavo alla mia collezione come qualcosa di più vicino al settore della moda
e del vestito che al negozio di elettronica, perché dovrebbe essere qualcosa che
ti piace indossare, non solo per un bisogno funzionale. Siamo entrati in questo
campo in un modo inesplorato da nessun marchio elettronico, con l’obiettivo di
riempire i negozi di design e i bookshop dei musei. I nostri prodotti sono qualcosa
di completamente diverso da quello che si può trovare ovunque. Non possiamo
dire che sono il top della tecnologia, ma non ne avremmo alcuna ragione: i
prodotti tecnologici di fascia alta sono costosi e di breve durata, essendo ben
presto rimpiazzati da altri più avanzati. La volontà è quella di dare qualcosa di
nuovo e significativo che costi non più di quanto un cliente medio spenderebbe
di buon grado.
How does Ito Morabito turn into Ora-Ïto? How your brand name first came to birth?
Ora-Ïto label has been my first work of design. It is due to my will to
track my own path coming from a family of architects and designers,
without rejecting them at all: I think it is because of their heritage that
I began so young, taking advantage of the very inspiring environment
I grew up in.
Is it true that it all came out of some fake brand products you posted on your own
website, grabbing the attention of both customers and companies?
I think it happened about twenty years ago because of a need for egogratification I could not find otherwise: when you are just a kid without
any certified reference or skill and you are not very likely to work for
the top brand you would want to, you still can pretend to. It was not to
get any job, not to get famous nor to cheat anybody. It was for me, for
proving myself that I would have had something to say if one of my favorite
major brands had ever called me. Pretending to work for them was kind
of the only way for me, I found it impossible to design something with
no brand on it. We grew up in a branded world, our parents did not. And
that was my reason.
E perché adesso?
Ho aspettato molto tempo per lanciare il mio marchio, perché penso che debba
riflettere la mia generazione e la mia storia. Ho scelto il campo della tecnologia
perché è parte del nostro tempo e la mia carriera di designer è cominciata in
simbiosi con essa – fui uno dei primi designers sul web.
Simplexity: how could you explain your complex design philosophy in a simple way?
Is it just a design thing or is it something going beyond?
As you said, it is a way to define my vision in one word. I call it simplexity
because of the huge amount of time I often need to design something
looking extremely simple. Most times it is impossible for customers to
catch the heavy load of design and prototyping tries simply taking a look
to the final product.
Qualche progetto straordinario per il presente o il futuro?
In questo momento sono molto gasato per il museo che ho aperto tre mesi
fa a Marsiglia, nella palestra sul tetto della Cité Radieuse di Le Corbusier. Si
tratta di uno spazio di arte contemporanea che ho comprato per esporre le
opere di designer e artisti che mi piacciono – le uniche che non esporrò mai,
paradossalmente, sono le mie.
Is this approach the key-stone to link an overall minimal language with organic and
very high tech details? Which is the starting point for your widely varied production?
Actually, I love this job because I love discovering and inventing, I definitely
hate doing the same thing twice. Every project for me is a new challenge, I
never look at what I have already designed before. Every time it all starts
from the brand I am working with, from its history, its know-how and its
How many of your visionary creations turn into real products and how many are
just concepts instead, both in design and in architecture? Which is, nowadays, the
value of bare conceptual research?
All you can see on my website are real products, except for the fake Louis
Vuitton bag which I kept as a footprint of my first appearance as a designer.
There is much more stuff I designed which is not in the market and therefore
I have no point in showing it. There are also some products I designed as
bare concepts, not addressing them to mass production: those are not for
design’s sake, but for companies, which find it good to have conceptual
guidelines to orient their own brand philosophy along time.
Your brand-new Mobility label: how can your futuristic devices with your name on
them dock on an almost overfilled market?
When I entered this field, I took a deep look around and realized it
was a world made of sort of small kitchen appliances. I thought my
Mobile collection as something closer to fashion and dress industry
than to electronic warehouse, because they should be something you
like to wear, and not just need to. My staff and I succeeded because we
entered in this field in a way no electronic brand had entered before,
filling design stores and museum shops. Our products are something
completely out of the box from what you can find everywhere. We
cannot say we are the best in technology, but we have no point in it:
high-end techno products are expensive and short lasting, being soon
replaced by more advanced ones. The point is giving something new
and meaningful costing no more than an average customer would
be keen on spending.
↑Hotel O, Paris, 2012
↑Foodshelf, Scavolini, 2012
↑Eva, Zanotta, 2013
And why now?
I waited a long time to launch own brand because I think it should reflect my
generation and my history. I chose the field of technology because it is part
of our time and I have been working dealing with it since the beginning – I
was one of the first designers coming up on the internet.
Any remarkable project for present and future?
By now, I am really proud of my own museum I opened three months
ago in Marseille, on the rooftop gym of Le Corbusier’s Cité Radieuse.
It is a contemporary art space that I bought to expose the works of
designers and artists I like – the only I will never expose are surprisingly
mine.| www.admnetwork.it | follow us on |
↑MAMO(Marseille Modulor), terrazza per la Cité Radieuse di Le Corbusier, Marsiglia, 2013
82
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
'(6,*1(5
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
83
MATERIALI
Super leggeri per
soluzioni smart
Super lightweight for
smart solutions
Text by
Simonetta Pegorari
Photos by courtesy of
Advanced Transports
Carmenta
CCG Composites Consulting Group
Diab
Herzog & de Meuron
Tecformas
I compositi non solo
offrono grande libertà
progettuale per le grandi
strutture, ma anche per il
design di oggetti e arredi.
The composites not only offer
great freedom of design for
large structures, but also
for the design of objects and
furnishings.
84
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Tra le più recenti e interessanti
applicazioni di materiali compositi
in architettura vi è quella per la nuova sede
della Banca di Bilbao a Madrid. Progettata da
Jacques Herzog e Pierre de Meuron, è stata
subito soprannominata La Vela. Una forma
ellittica che si alza per diciannove piani su 93
metri di altezza. Intorno all’ellisse è prevista
una struttura complessa di uffici e servizi che
copre 114.000 metri quadrati. Attualmente,
sono già stati trasferiti nella parte completata
2.000 dipendenti e si prevede che nel 2015 la
struttura venga completata per poi ospitare
6.000 lavoratori. Con questo progetto gli
architetti Herzog & de Meuron hanno affrontato
una sfida difficile. Avevano bisogno di fondere
funzionalità per oltre 6.000 spazi di lavoro
con una forma piacevole e un basso impatto
ambientale. I costi energetici per raffreddare
l’edificio sarebbero stati molto alti nei mesi estivi
e quindi bloccare i forti raggi del sole è risultato
fondamentale. Era però necessario che la luce
entrasse in abbondanza per creare un ambiente
di lavoro piacevole. Composites Consulting
Group (CCG) è intervenuta attraverso il partner
Tecformas per progettare e realizzare un
frangisole veramente unico per questo progetto.
Circa 3.000 “ali” montate in facciata, con una
geometria caratteristica con più di 20 differenti
dimensioni, da 4 a 10 metri. Progettate con una
struttura a sandwich in composito e acciaio
ibrido, utilizzando il Divinycell P, le ali sono molto
forti e possono resistere sia alle esplosioni sia
a forti carichi di vento. Per realizzarle sono stati
utilizzati i materiali prodotti da Diab, azienda
svedese ben nota nel settore dei compositi,
che ha fornito una soluzione nel contempo
elegante e capace di fare risparmiare sui costi
energetici. Grazie all’utilizzo del composito,
il peso è molto ridotto rendendo l'installazione
rapida. Il sandwich in composito è conforme
anche ai nuovi regolamenti europei per il
fuoco e i fumi. Il CCG si è anche occupato della
ingegnerizzazione delle facciate, compresa la
Finite Element Analysis e l’ottimizzazione del
laminato. CCG ha inoltre fornito la consulenza
per Martifer, il produttore delle facciate.
L'alta resistenza, il peso ridotto e la formabilità
dei materiali compositi hanno permesso
agli architetti di realizzare la loro visione
progettuale offrendo una soluzione pratica
per una più efficiente edilizia sostenibile.
I compositi, per la loro grande adattabilità ai
desideri dei progettisti, non solo offrono grande
libertà progettuale per le grandi strutture,
ma anche per il design di oggetti e arredi
come nel caso di Carmenta, una azienda che
da anni opera nel settore dell’arredobagno
e wellness e che ha sviluppato, grazie ad
una tecnologia unica una serie di materiali
compositi innovativi dalle eccellenti prestazioni:
isolanti fonoassorbenti, rigidi, resistenti
all’acqua ed alle alte temperature, riciclabili. Il
componente fondamentale di questi materiali
è il Divinycell PX di Diab che viene impiegato sia
per le pareti delle saune sia per complementi
di arredo come la chaise longue della serie
Mamba. Per ottenere la forma sinuosa di
↑ White Mamba, Carmenta, Studio D73 Arch.M.Vismara &
Arch.A.Viganò, in collaborazione con il Designer G.Damiani
→ Banca di Bilbao a Madrid, Herzog & de Meuron
particolare delle ali in composito progettate da Tecformas CCG
↓ Banca di Bilbao a Madrid, Herzog & de Meuron - facciata
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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↑ Metropolitana milanese, interno convoglio
↓ Panca per treni metropolitani, Advanced
Transports - struttura in solo materiale composito
White Mamba, è stato utilizzato Divinycell PX 60
e resine epossidiche. Il processo di produzione
è particolare, i fogli da 10 mm di PX60, dopo
essere stati termoformati a 180°- 200°, vengono
formati nella pressa e quindi tre sono incollati
con resina epossidica. Questo processo, anche
se non molto veloce, permette di ottenere delle
proprietà meccaniche altissime che consentono
l’utilizzo di White Mamba sia come arredo da
esterno che da interno. La Advanced Transport,
società specializzata nella progettazione e
realizzazione di parti in materiale composito
per l’industria ferroviaria, automobilistica
e aereonautica, che da molti anni lavora
nel settore dei compositi, ha già realizzato
tutti gli arredi interni di nuova concezione,
sia per i materiali sia per le tecnologie di
fabbricazione, per la MNG (Metropolitana di
Nuova Generazione) dell’ATM, Azienda Trasporti
Milanesi. Il convoglio, realizzato dall’Ansaldo
Breda/Firema, è attualmente in esercizio
sulle linee M1, M2 e M3. Grazie all’impiego di
materiali compositi avanzati, mai utilizzati nel
settore ferroviario in maniera così massiccia, e
di tecnologie di produzione ad elevato contenuto
innovativo è stato possibile ottenere sia una
forte riduzione del peso sia migliorare le
caratteristiche di resistenza meccanica degli
arredi in modo da poter soddisfare i severi
standard normativi. Infatti, per la prima volta
nel campo ferroviario, è stato utilizzato per
la realizzazione della maggior parte degli
arredi interni il carbonio pre-impregnato,
generalmente utilizzato in ambito aereonautico.
La nuova tipologia di panca realizzata per
treni metropolitani presenta una struttura
esclusivamente in materiale composito,
eliminando in questo modo le sottostrutture
in lega di alluminio generalmente presenti in
altri tipi di panche. La struttura è realizzata
interamente in vetroresina ed in prepreg con
core, ottenendo pertanto una riduzione del peso
di circa il 30% rispetto a una panca delle stesse
dimensioni ma con sottostruttura in alluminio
e inoltre il numero di parti che compongono
l’oggetto è ridotto a due, semplicemente
assemblate mediante elementi metallici.
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86
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 47
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Among the most recent and interesting
applications of composite materials in
architecture there is one for the new
headquarters of the Bank of Bilbao in Madrid.
Designed by Jacques Herzog and Pierre de
Meuron, was quickly nicknamed La Vela. An
elliptical shape that stands up to nineteen floors
of 93 meters in height. Around the ellipse there
is a complex structure of offices and services
which covers 114,000 square meters. Currently,
2,000 employees have already been transferred
to that part completed and is expected that the
facility will be completed in 2015 and then will
accommodate 6,000 employees. The architects
Herzog & de Meuron have faced a difficult
challenge with this project. They need to merge
functionality for more than 6,000 work spaces
with a nice shape and a low environmental
impact. The energy costs for cooling the
building would have been much higher in the
summer months and so to lock the strong rays
of the sun was crucial. But it was necessary
that the light came in abundance to create a
pleasant working environment. Composites
Consulting Group (CCG) has intervened through
the Tecformas partner to design and build a
really unique solar shading for this project.
About 3.000 "wings" mounted on the facade,
with a feature geometry with more than 20
different sizes, from 4 to 10 meters. Designed
with a sandwich structure in composite and
steel hybrid, using Divinycell P, the wings are
very strong and can resist both to explosions
both at high wind loads. To realize them have
been used materials produced by Diab, a
Swedish company well known in the composites
industry, which has provided an elegant
solution and able to do to save on energy costs,
at the same time. Thanks to the use of the
composite, the weight is much reduced making
installation quick. The sandwich composite is
compliant to the new European regulations
for fire and smoke. The GCC is also involved
in the engineering of facades, including Finite
Element Analysis and optimization of the
laminate. GCC has also provided advice to
Martifer, the producer of the facades. The
high strength, low weight and formability of
composite materials have allowed architects
to realize their design vision offering a practical
solution for a more efficient sustainable
building. Composites, because of their great
adaptability to the wishes of the designers, not
only offer great freedom of design for large
structures, but also for the design of objects
and furniture as in the case of Carmenta, a
company that has been working in the field of
bathroom and wellness and has developed
a unique technology thanks to a series of
innovative composite materials with excellent
performance: soundproofing insulation, rigid,
water resistant to high temperatures, can be
recycled. The key component of these materials
is Divinycell PX Diab which is used both for the
walls of saunas both for furnishings like chaise
longue of Mamba series. To get the sinuous
shape of White Mamba, was used Divinycell PX
60 and epoxy resins. The production process
is particular, the 10 mm sheets of PX60, after
being thermoformed at 180° - 200°, are formed
in the press and then three of them are glued
with epoxy resin. This process, although not
very fast, allows to obtain high mechanical
properties that allow the use of White Mamba
both as outdoor furniture both as inside
furniture. The Advanced Transport, a company
specializing in the design and manufacture
of composite parts for the railroad industry,
automotive and aviation, who for many years
worked in the composites industry, has already
made all the vessels newly designed interior,
both for materials for both manufacturing
technologies for the MNG (Metro New
Generation) of ATM, Azienda Trasporti Milanesi.
The convoy, made by Ansaldo Breda/Firema,
is currently in operation on the M1, M2 and
M3. Through the use of advanced composite
materials, never used in the railway sector
in a manner so massive, and production
technologies highly innovative it was possible
to obtain both a significant reduction in the
weight, both improving the mechanical strength
of the furniture in order to able to meet the
stringent regulatory standards. In fact, for the
first time in the railway field, the carbon preimpregnated was used for the implementation
of most of the interior furnishings, generally
used in the field of aeronautics. The new type of
bench, designed for underground trains, has a
structure exclusively in the composite material,
eliminating in this way the substructures
aluminum alloy generally present in other
types of benches. The structure is made
entirely of fiberglass and prepreg with core,
thus obtaining a weight reduction of about 30%
compared to a bench of the same size but with
aluminum substructure and also the number
of parts that make up the object is reduced to
two simply assembled with metal elements.
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↑ White Mamba, Carmenta, Studio D73
Arch.M.Vismara & Arch.A.Viganò, in
collaborazione con il Designer G.Damiani
↓ White Mamba, Carmenta - particolare della
struttura con fogli Divinycell incollati con resina
epossidica
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Eco-innovazione
con i materiali
ECO MATERIALI
Text edited by
Eco-innovations with materials
Redazione A+D+M
Photos by courtesy of
MATREC - EcoMaterials Library
Intervista a Marco Capellini,
ideatore e CEO di
MATREC - EcoMaterials
Library
Interview with Marco Capellini,
founder and CEO of
MATREC - EcoMaterials Library
Negli ultimi 5 numeri abbiamo
presentato una serie di articoli
di approfondimento in merito ad alcune
tipologie di materiali a valenza ambientale.
Questi articoli sono stati realizzati
grazie alla collaborazione con Matrec,
la prima EcoMaterials Library dedicata
ai materiali ambientalmente sostenibili.
Abbiamo quindi pensato di fare il punto
con Marco Capellini, ideatore e CEO di
Matrec, riguardo le modalità con cui
l’eco-innovazione applicata ai materiali,
può guidare le imprese allo sviluppo
sostenibile dei nuovi prodotti.
Innanzi tutto va chiarito che il requisito
ambientale è uno dei tre aspetti che
caratterizzano il concetto di “sostenibilità”,
oltre ai requisiti sociale ed economico. In
secondo luogo che la sostenibilità non è
88
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 47
un indicatore che permette di capire cosa
è giusto o sbagliato; nello specifico quando
parliamo di materiali, la “sostenibilità”
non permette certo di assegnare dei
punteggi di merito. Sono altri gli aspetti
che ci permettono di valutare l’impatto
ambientale, sociale ed economico di un
materiale e/o prodotto. L’insieme di questi
aspetti, confrontati anche con indicatori
di riferimento, ci permettono di capire
quanto e come il materiale concorre a
migliorare l’ambiente verso uno stato di
sostenibilità per il nostro ecosistema.
Per questo motivo è fondamentale
per progettisti e imprese, sia essere
aggiornati in merito all’evoluzione
legislativa in materia di ambiente, sia
valutare le diverse soluzioni materiche a
valenza ambientale proposte/impiegate a
livello internazionale per capire al meglio
le soluzioni progettuali percorribili.
Negli ultimi due/tre anni sono stati
sviluppati nuovi materiali con diverse
caratteristiche ambientali, sia provenienti
dal processo di riciclo, sia naturali
da fonte rinnovabile. In particolare le
nuove proposte di materiali riciclati
provengono, nella maggior parte dei
casi, da scarti di produzione e rifiuti
industriali destinati alla discarica:
questo è un aspetto interessante in
quanto mette in evidenza come, a
fronte di un continuo aumento dei costi
di smaltimento, le aziende valutino/
cerchino soluzioni redditizie anche
attraverso la valorizzazione dei rifiuti.
Quando si parla di eco-innovazione
applicata ai materiali, nella maggior
parte dei casi si pensa ai materiali
riciclati e non ai materiali naturali. È
giusto seguire questo principio?
Direi proprio di no!
In molti casi è luogo comune associare
il concetto di “eco-materiale” a qualcosa
che deriva dal riciclo in quanto si
accomuna il problema dei rifiuti al
riciclo dei materiali. Il 70% delle ricerche
in Matrec sono dedicate ai materiali
riciclati e il restante 30% ai materiali
naturali. È sorprendente questo aspetto
in quanto negli ultimi anni le proposte
più interessanti sono da associare ai
materiali naturali da fonte rinnovabile.
Per chiarezza va detto che non è
possibile stabilire a priori che i materiali
riciclati siano più/meno “ambientalmente
sostenibili” dei materiali naturali. In
alcuni casi queste considerazioni non
hanno senso, in quanto ci sono “materiali
naturali riciclati, riciclabili” e “materiali
riciclati, non naturali e non riciclabili”:
per stabilire chi tra i due materiali
abbia un minor impatto ambientale,
è necessario condurre delle attente
valutazioni del ciclo di vita del materiale/
prodotto. È possibile che il risultato
si inverta a seconda delle soluzioni di
impiego degli stessi materiali.
Quello che possiamo assolutamente
dire è che risulta importante, prima di
fare una scelta materica di progetto,
esplorare tutte le possibili soluzioni
↑ Marco Capellini, MATREC - EcoMaterials Library
← Materiale realizzato da fonte rinnovabile tramite
l'incollaggio di sottilissimi fogli di sughero naturale su
dei supporti tessili. I supporti utilizzati sono molteplici,
tra cui cotone, poliestere e poliammide fino alla
microfibra. Il tessuto ottenuto può essere utilizzato per
le stesse applicazioni della pelle e dei tessuti per la
realizzazione di tappezzeria e abbigliamento.
Materiale naturale: sughero e cotone.
Consumi energetici CED: 19,56 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,40 kg CO2 eq/kg
MATREC code: NCOTCOR1555
www.matrec.com
↗ → Pannello composito realizzato in fibre di
cellulosa riciclate da carta kraft e scarti di lavorazione
della canna da zucchero. Trova impiego come
alternativa al legno impiallacciato MDF o truciolare,
nella realizzazione di arredamenti o allestimenti in spazi
commerciali.
Materiale riciclato: fibre di cellulosa e bagassa.
Altri materiali presenti: colla organica.
Riciclabile, ottenuto da fonte rinnovabile.
Consumi energetici CED: 0,40 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,03 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RPAPBAG1049
www.matrec.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
89
proposte dal mercato valutando
attentamente i benefici ambientali
dei materiali. Non ci devono essere
preclusioni di nessun tipo ma bisogna
essere in grado di capire bene quelle che
possano essere le soluzioni percorribili
per il raggiungimento del risultato che
vogliamo ottenere.
↑ Materiale realizzato in fibra di fico d'India
attraverso un processo che consente l'estrazione
della fibra dalla pianta ancora verde, seguita da
una lenta essiccazione che trasforma la fibra
vegetale in resistente fibra legnosa.
Trova impiego come rivestimento nella realizzazione di arredi ed oggettistica.
↓Materiale realizzato in legno di noce, frassino e betulla
proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, accoppiato ad
un tessuto tramite l'utilizzo di presse a calore. Sono state studiate
delle trame che permettono al legno di flettersi come un tessuto
impiegato nella realizzazione di accessori di abbigliamento.
Materiale vergine: tessuto. Materiale naturale: legno.
Riciclabile, ottenuto da fonte rinnovabile.
Il materiale ha la tracciabilità certificata delle materie prime impiegate.
Materiale naturale: fibre di fico d'India.
Da fonte rinnovabile.
Consumi energetici CED: 21,17 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,84 kg CO2 eq/kg
Sito web: ligneah.com
MATREC code: NOTH0958
www.matrec.com
MATREC code: NWOO1594
www.matrec.com
Quindi quanto è importante per
professionisti e imprese poter attingere
e saper gestire informazioni complete ed
esaustive sui materiali eco-innovativi?
Molto importante e direi fondamentale se
l’obiettivo è sviluppare progetti ad elevata
valenza ambientale. Non basta sapere
che il materiale sia riciclato, naturale da
fonte rinnovabile o che venga identificato
con un “bollino verde” nella categoria
“materiali ecologici” (concetto che si
applicava 15 anni fa). I progettisti hanno
bisogno di completezza di informazione
per capire e valutare attentamente
caratteristiche tecniche, benefici
ambientali, costi e grado di innovatività
derivanti dalle scelte compiute. Matrec
da anni sta lavorando in questa direzione
e non ha caso aziende ed istituzioni (tra
cui il Ministero dell’Ambiente) ci ha scelti
per collaborare in diversi progetti a
livello nazionale ed internazionale. Oggi
ci stiamo concentrando sull’ulteriore
implementazione delle informazioni
ambientali da associare ai materiali
presenti nella library oltre alla
creazione di “indici di rinnovabilità” che
permettono alle aziende di conoscere
il tempo di rigenerazione dei materiali
da loro impiegati. Questa è la strada
che deve prendere chi vuol fare vera
eco-innovazione. Le informazioni sui
materiali “eco-innovati” non mancano
e sono disponibili ricerche nazionali ed
internazionali sulle modalità di impiego
e sui benefici ambientali. Fare ecoinnovazione vuol dire anche avere la
forza di valutare le novità materiche
proposte dal mercato e sperimentare
nuove soluzioni. Del resto tutti i rapporti
sullo stato dell’ambiente dimostrano che
nonostante gli sforzi fatti dai diversi paesi
negli ultimi anni, c’è bisogno di migliorare
ancora se si vuole arrivare realmente ad
uno stato di sostenibilità socio-ambientale.
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90
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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In the last 5 issues we published a series of in-depth
articles regarding certain types of materials having
an environmental value. These articles have
been published thanks to the collaboration with
Matrec, the first EcoMaterials Library dedicated to
environmentally sustainable materials. We have
therefore decided to make the point with Marco
Capellini, founder and CEO of Matrec, about the
way the eco-innovation applied to materials can
guide companies towards sustainable development
of new products. First of all, it should be made
clear that the environmental requirement is one of
the three aspects that characterize the concept of
"sustainability", in addition to social and economic
requirements . Secondly, that sustainability is not
an indicator that allows to understand what is right
and what is wrong, particularly, when we speak
about materials, "sustainability" does not allow to
give scores of merit. There are other aspects that
enable us to evaluate the environmental, social
and economic impact of a material and/or product.
The combination of these aspects, compared with
benchmark indicators allow us to understand how
and how much the material contributes to improve
the environment to sustainability of our ecosystem.
For this reason it is crucial for designers and
companies to have updated information on changes
in environmental legislation, as well as assess various
environmentally significant material solutions
offered/used internationally to better understand the
viable design solutions. In the past two/three years,
new materials with various environmental features
have been developed, both from the recycling,
and the natural ones from renewable sources.
In particular, new solutions of recycled materials
mostly come from production waste and industrial
waste be discharged to landfills: this is an interesting
aspect as it highlights how, with continuous increase
of waste management costs, companies consider/
seek cost-effective solutions by utilizing the waste.
When we speak about the eco-innovation applied
to the materials, in the majority of cases we think
about recycled materials rather than natural
materials. Does this principle make sense?
I wouldn’t say so!
In many cases, it is common to associate the
concept of ‘eco-materials’ to something that comes
from recycling because it links the issue of waste
management to the recycling. 70 % research in
Matrec is dedicated to recycled materials and
the remaining 30% to natural materials. This
aspect is surprising because in the recent years
the most interesting proposals were associated to
natural materials from renewable sources. To be
clear, it is not possible to declare a priori that the
recycled materials are more/less ‘environmentally
sustainable’ than the natural materials. In some
cases, these considerations do not make sense,
since there are ‘recycled, recyclable natural
materials’ and ‘non-natural and non-recyclable
recycled materials’: to determine which of the two
materials has a lower environmental impact, it is
necessary to carry out comprehensive assessments
of the life cycle of the material/product. It is possible
to have a reversed result depending on the utilization
solutions of the materials. What we can say for sure
is that before choosing materials for a project it is
necessary to explore all possible market solutions
assessing the environmental benefits of materials.
There must be no preclusion of any kind but you have
to be able to understand what could be the possible
solutions for achieving the desired outcome.
So how important is it for professionals and
companies to get and be able to manage full and
comprehensive information on eco-innovation?
It is very important and, I would say, vital if the goal is
to develop projects with high environmental value. It
is not enough to know that the material is recycled,
natural, from renewable sources or that is identified
with a ‘green dot’ in the ‘green materials’ category (a
concept that was applied 15 years ago). Designers
need comprehensive information to understand
and consider the technical and environmental
benefits, cost, and degree of innovation resulting
from their choices. Matrec has dedicated many
years to this direction and it is not random that
companies and institutions (including the Ministry
of the Environment) have chosen us for several
projects at the national and the international level.
Today, we are focused on further implementation
of the environmental information to be associated
with the materials present in the library as well
as the creation of ‘renewability index’ that allows
companies to learn the time of material regeneration
from their employees. This is the rout one must
take to accomplish real eco-innovation. There is
much information on 'eco – innovative’ materials
and there is national and international research
on the ways of utilization and taking advantage of
the environmental benefits. Doing Eco-innovation
also means having the strength to evaluate the
novelty of the materials proposed in the market
and experiment with new solutions. Moreover, the
reports on the state of the environment show that
despite the efforts made by various countries
in recent years, there is still the need to
improve if you really want to reach social and
environmental sustainability.
↑ Materiale biodegradabile riciclabile
realizzato in bagassa pressata, fibra ottenuta
dai residui di lavorazione della canna da
zucchero. Trova impiego come rivestimento
murale interno in applicazioni residenziali e
commerciali.
Materiale riciclato pre-consumo: bagassa.
Da fonte rinnovabile.
Consumi energetici CED: 0,60 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,01 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RBAG0855
www.matrec.com
↓ Tessuto realizzato in cotone riciclato,
precedentemente tinto, accoppiato con un
filato di poliestere proveniente dal riciclo
delle bottiglie in PET. Caratterizzato da elevata traspirabilità, è principalmente indicato
nella realizzazione di indumenti.
Materiale riciclato: 75% cotone, 25% PET.
Parzialmente da fonte rinnovabile.
Consumi energetici CED: 10,79 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,01 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RPLACOT0926
www.matrec.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
91
GREEN
Text and photos by
Gruppo Giardini
Vannucci Piante
TOSCANA
E GREEN ECONOMY
Per interrompere la
teoria dell’edificato,
recuperare il verde
perduto, ritrovare un
equilibrio prezioso
per la nostra salute
fisica e mentale.
92
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Perché la Toscana è così amata
e ricercata? Certamente per la
sua gente, l’arte e la cultura ma, anche,
più o meno inconsciamente, per il suo
paesaggio naturale e costruito; la Versilia
ospitale con il suo mare, le sue isole e la
selvatica Maremma ma anche le spettacolari
vigne del Chianti e di Montalcino, la Val
d’Orcia con la sua civiltà contadina e i suoi
paesaggi evocativi, gli oliveti della Toscana
centrale e i dintorni di Firenze: un modello di
campagna costruita che il mondo intero ci
invidia. La testimonianza di civiltà ambientale
che i Medici hanno lasciato con l’intero
Montalbano, sapientemente modellato a
misura d’uomo, nel rispetto della natura è la
dimostrazione che ‘si può fare‘!
Ma la modernità avanza e il progresso,
come si dice, vuole le sue vittime; il
paesaggio sta cambiando, non è più quello
di un tempo e bisogna pertanto trovare
nuove soluzioni alla ‘fame’ di spazio delle
attività umane.
Dobbiamo finalmente affrontare il problema
con un approccio diverso, consapevole;
città e paesi, industrie e campagne possono
e devono trovare il modo di convivere
con scelte ‘davvero’ sostenibili, senza
sprechi, lungimiranti e, soprattutto, a tutela
dell’interesse comune.
Innanzitutto non bisogna perdere tempo,
bisogna invertire la tendenza, rendersi conto
degli errori fatti e provare a ripartire.
Belli i parchi pubblici e le alberate cittadine,
i giardini storici e le Oasi del WWF ma
adesso dobbiamo pensare più in grande
e preoccuparci davvero per il futuro del
pianeta e per le nuove generazioni. Il nostro
pensiero corre e immagina un grande,
immenso, parco naturale, ricostruito sui
‘resti’ del nostro territorio divorato dalle
costruzioni e dalla nuova viabilità; un modo
intelligente per interrompere la teoria
dell’edificato, recuperare il verde perduto,
ritrovare un equilibrio prezioso per la
nostra salute fisica e mentale.
E bisogna cominciare dalle periferie
degradate dove l’impegno per migliorare
la qualità della vita con il verde avrà
sicuramente un importante ritorno sociale.
La nostra prossima Euroflora deve essere
un impegno serio per l’ambiente!
La nostra nuova frontiera deve essere
‘restituire‘ verde, ovunque possibile, con
un programma che interpreti le stazioni
forestali dei vari contesti ambientali; un
percorso virtuoso per dare una speranza al
Bel Paese che fu.
L’Italia ha la grande fortuna di possedere
un sistema Clima -Territorio davvero
eccezionale, ricco ancora (!) di bellezze
naturali oltre a splendide città d’arte e ha la
vocazione fondamentale di saper ospitare;
in ogni stagione possiamo ricevere visite in
campagna, al mare, in montagna.
Possiamo intercettare il turismo del
benessere e della cultura; dobbiamo
però mettere in sicurezza, riordinare e
mantenere pulito e accogliente il nostro
ambiente, investendo sul futuro, piantando
alberi per recuperare il tempo (e il
paesaggio) perduto. Si può iniziare subito
con una revisione degli interventi sbagliati
per cominciare a ridare dignità al territorio
(a volte non si capisce nemmeno in che
posto siamo); dobbiamo poi recuperare
le giuste cure per i nostri boschi, che
dobbiamo imparare a conoscere e
valorizzare. In questo contesto, l’avventura
del vivaismo paesaggistico pistoiese trova
nuovi stimoli con la green economy. Nella
fertile pianura di Pistoia, per esempio,
si coltiva e si prepara l’ingrediente
insostituibile per fare nuovo verde: le
piante, piccole, medie e grandi che vanno in
tutto il mondo. Un compito importante, una
realtà preziosa per il nostro tempo e per i
suoi problemi.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
93
Hosting synergies
Quali servizi rivolgete in prima entità a progettisti,
aziende e imprese? Quali benefici vengono invece
indotti naturalmente dall'associazione a una realtà
come la vostra?
Alle aziende aderenti offriamo iniziative di promozione
collettiva che modificano l’approccio di lettura delle
azioni stesse: un convegno di una sola azienda è
spesso catalogato in un ambito commerciale, mentre
analoghe iniziative organizzate da trenta aziende
possono ambire ad un diverso livello. Per i progettisti
un raggruppamento di aziende complementari è un
potenziale pool di specialisti che li può aiutare nello
sviluppo e nell’ingegnerizzazione.
PROFILI
Text edited by
Photos by courtesy of
Exposynergy
EXPOSYNERGY,
THE ITALIAN WAY
OF WELCOMING
AND RESEARCHING
STRUCTURED
RELATIONSHIPS
FOR INTERNATIONALIZATION.
EXPOSYNERGY
Via Vincenzo Monti 36
20123 Milano
Tel. +39 02 45409204
www.exposynergy.it
94
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
↑ Conferenza Atelier Mendini 2010
AlinktotheuppercaseExpoawaitingusin2015onlyin
name oreven inthe aimsand objectives?
Our name is not related to Expo 2015, but only to the idea
of exposing the result of synergies. I do not deny that the
Un premio al progetto dell'ospitalità e
assignment of the Expo in Milan has been an incentive in
dell'accoglienza: come si riconosce, oggi, uno dei
communication: in 2011 we dedicated to the Expo the first
valori più ancestrali e - attualmente - bistrattati della edition of the competition in hospitality design, targeted
civiltà occidentale?
to the project aids to accommodate visitors with physical
Accogliere i viaggiatori è un’alchimia complessa
disabilities. The third finalist project, Dino, is now under
alla quale concorre l’intero paese. Con il concorso
development by our partner ECOSUN .
Filippo Pozzoli
EXPOSYNERGY,
LA VIA ITALIANA
DELL’ACCOGLIENZA E
DELLA RICERCA
DI RELAZIONI
STRUTTURATE
PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE.
Interactionsthatoccurspontaneouslyorratherare
mediatedbymomentsofcollectiveconfrontation,collected
underapunctuallycalledtheme?
A project that is based on dialogue and trust needs time and
meeting opportunities. We have created numerous and
varied ones, leading managers to listen to stories of over
thirty architects in a real training process, encouraging
interaction with designers and creating new products and
solutions.
Sinergie
d’accoglienza
Consolidare sinergie tra progettisti
e imprese per affrontare il mercato
internazionalecondividendo risorse, strutture e
competenze. Nicola Sardano, ideatore di Exposynergy,
racconta la strategia che ha determinato il successo di
una mission ambiziosa per un mercato complesso ed
eterogeneo come quello attuale.
Quale denominatore accomuna le aziende di prodotto
e i servizi per l'architettura nella vostra strategia di
networking?
L’unico denominatore è produrre per la filiera del
costruire, per il resto le aziende sono molto eterogenee.
Da chi produce arriva un grande contributo al
miglioramento del processo costruttivo, grazie a
un sano pragmatismo che ben si unisce alla visione
anticipatrice propria dei progettisti.
Interazionicheavvengonospontaneamenteopiuttosto
vengonomediatedamomentidiconfrontocollettivo
raccoltisottountemapuntualmentedefinito?
Un progetto che si fonda sul dialogo e fiducia ha
bisogno di tempi e di occasioni d’incontro. Noi ne
abbiamo create di numerose e differenziate, portando
i manager delle aziende ad ascoltare racconti di
oltre trenta architetti in un vero percorso formativo,
favorendo l’interazione con i progettisti e dando vita a
nuovi prodotti e soluzioni.
Un legame con l'Expo maiuscolo che ci attende nel
2015 solo nel nome o anche nelle finalità e negli
obiettivi?
Il nome non è legato ad Expo 2015, ma solo all’idea
di esporre il risultato delle sinergie. Non nego
che l’assegnazione di Expo a Milano sia stato un
incentivo nella comunicazione e negli stimoli:
nel 2011 all’Expo dedicammo la prima edizione
del concorso di design dell’accoglienza, mirato
al progetto di ausili per accogliere i visitatori in
condizioni di disabilità. Il progetto classificatosi
terzo, Dino, è ora in via di sviluppo da parte della
nostra partner EcoSun.
↑ Riunione di giuria d.prize 2011 al Teatro Franco Parenti
abbiamo proposto l’accoglienza per tutti, orientando
l'energia dei designer in settori non consueti.
Whatservicesdoyouaddresstodesigners,companiesand
businesses?Whatbenefitsareinsteadnaturallyinducedby
Nomi stellari per le giurie e i comitati: come si
situationsliketheonesyoupromote?
coinvolgono i più grandi attori sulla scena in progetti We give participating companies initiatives to promote
trasversali e strutturali, volti alla gratificazione
collective that change the reading approach of the
dell'architettura virtuosa ed emergente?
shares: a convention of a single company is often called
I grandi attori, come li definisce lei, sono grandi
in a commercial environment, while similar initiatives
anche nella capacita di individuare le qualità di fondo
gathering thirty companies can aspire to a different level.
in un’iniziativa, e quando vi riconoscono passione e
For designers, a grouping complementary businesses
coerenza si spendono per incoraggiarle. Agli architetti is a potential pool of specialists who can help them in the
stranieri offriremo un ufficio a Milano per proporsi in development and product engineering.
occasione di Expo, venendo accompagnati dai loro
colleghi milanesi in un tour tra cantieri e showroom,
coerenti a un’accoglienza strategica tutta italiana.
Strengthensynergiesbetween
designersandcontractorstoaddress
theinternationalmarket bysharingresources,
facilities and expertise. Nicola Sardano, founder of
Exposynergy, tells the strategy that led to the success of an
ambitious mission for a complex and heterogeneous market
like the current one.
Whatcommondenominatorcompaniesproductand
servicestoarchitectureinyournetworkingstrategy?
The common denominator is to produce for the supply
chain of construction, for the rest the companies are very
heterogeneous. From the producer it is possible to gain a
great contribution to the improvement of the construction
process, thanks to a healthy pragmatism that well meets
designers’ anticipatory vision.
↑ Premiazione 1° ed. A.prize in Triennale
Anawardtohospitalitydesign:howtorecognize,today,one
ofthemostancestraland-currently-downtroddenvalues
ofWesterncivilization?
Welcoming travelers is complex alchemy helping the
entire country. With the competition we have proposed the
welcome to all, directing the energy of designers in fields they
are not used to explore.
Outstandingnamesforjuriesandcommittees:howto
involvethegreatestactorsonthesceneincross-sectional
andstructuralprojects,aimedatthegratificationof
emergingvirtuousarchitecture?
The great actors, as you calls them, are great also in the
ability to identify the fundamental qualities of initiatives, and
when they see passion and consistency in our proposals
they are very keen on encouraging them. We will offer
foreign architects an office in Milan to present themselves
at the Expo, being accompanied by their colleagues in
Milan on a tour between yards and showrooms, fully
coherently with the Italian definition of strategic hospitality.
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↑ B. Tagliabue consegna il premio A.prize 2012 a P. Campos Costa
↑ Presentazione d.prize 2013 con il presidente della giuria L. Scacchetti
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
95
Art, technique and passion
e delle tecniche di curvatura e di angolatura, a mio
avviso necessarie in ogni ambiente, non soltanto
sulla barca, per dare originalità e carattere agli
spazi. Un altro punto di forza è aver trasportato
l’ottimizzazione necessaria sulle barche agli
altri ambienti come, ad esempio, gli interni
commerciali. Punti vendita come le profumerie,
gli ottici, le gioiellerie, hanno necessità, infatti,
di ottimizzare gli spazi in maniera accurata e
intelligente, mantenendo allo stesso tempo un
elevato livello di stile, eleganza e originalità.
PROFILI
Text edited by
Chiara Dadda
ATTENZIONE AI
DETTAGLI, SCELTA
ACCURATA DEI
MATERIALI E
“RISPETTO PER
IL LEGNO” SONO I
VALORI FONDANTI
DI GP PROGROUP.
ATTENTION
TO DETAILS,
ACCURATE CHOICE
OF MATERIALS
AND ‘RESPECT FOR
THE WOOD’ ARE
FUNDAMENTAL
VALUES OF GP
PROGROUP.
GP PROGROUP
Loc. Bessiche 75
15070 Tagliolo Monf.to (AL)
Tel. +39 0143 882350
www.gpprogroup.com
96
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Arte,
tecnica e passione
La grande abilità manuale e la
ricerca della perfezione hanno
reso la GP PROGROUP punto di
riferimento soprattutto per importanti studi
di architettura e design. Abbiamo incontrato
Giuseppe Piromalli, fondatore e amministratore
della GP PROGROUP.
Da giovane Maestro d’Ascia alla guida della GP
PROGROUP. Vuole raccontarci la sua storia?
La mia storia è stata profondamente segnata da
quando ho scoperto la passione personale per la
lavorazione del legno. All'età di quindici anni, ho
dovuto abbandonare gli studi di ragioneria per far
fronte a necessità familiari dopo la scomparsa
inaspettata di mio padre. Il caso ha voluto che
entrassi a lavorare nella bottega di un Maestro
d’Ascia e imparassi, partendo dal basso, a fare
quelle piccole cose necessarie per costruire le
grandi opere: carteggiare, ripulire, lucidare il legno.
Tutto rigorosamente a mano, perché è solo così
che si impara a “sentire” la materia, a capire come
trattarla. Il lavoro a macchina è venuto soltanto
quando ho imparato a riconoscere al tatto e con
uno sguardo ogni caratteristica, ogni nervatura,
ogni aspetto dei legnami.
Un biennio di studio in una scuola specializzata e
subito dopo sono stato scelto per entrare in una
fabbrica di mobili in legno a Ovada; quindici anni nei
quali ho imparato a trasportare la mia creatività
nella capacità manuale e dove ho compiuto
una escalation personale e professionale. È
così che nel 1999 ho deciso di fare il passo verso
l’imprenditoria: ho fondato la GP PROGROUP con
l’idea di realizzare elementi di arredo secondo il
mio stile personale.
Quali sono i vostri punti di forza?
Innanzitutto aver mantenuto nei nostri prodotti
le caratteristiche della lavorazione del legno
artigianale. Essere Maestro d’Ascia, infatti,
presuppone una perfetta conoscenza dei materiali
A two-year study in a specialized school and soon
after I was elected to go into a factory of wooden
furniture in Ovada, in the fifteen years of which I
learned to transform my creativity into manual
skills and where I reached a personal and
professional escalation. And thus in 1999, I decided
to take a step towards my own business: I founded
GP PROGROUP with the idea of producing furniture
in my personal style.
What are your strong points?
First of all it’s the preservation in our products of the
Oltre a punti vendita e locali per la ristorazione
characteristics of woodworking craftsmanship. To be
avete realizzato anche installazioni più grandi?
the Axe Master means to possess perfect knowledge
Sì, abbiamo realizzato una struttura ricettiva sui
of the materials and techniques of curvature and
campi da sci del Piemonte, uno chalet battezzato
angle, in my opinion, necessary in any environment
“The White House”. Comunque la più estesa
, not just on a boat; to add originality and character
realizzazione ad oggi è il porticciolo turistico di
to a space. Another strong point is bringing the
Loano, dove ci è stato affidato il compito della totale optimization required on boats to other environments
ristrutturazione.
such as, for example, commercial interiors. Sell
outlets such as perfume stores, optician centres,
Collaborate con studi di architettura e design?
jewelleries, need to bring volume to space in an
Per fornire un servizio completo la GP PROGROUP accurate and smart way, preserving the high level of
ha una propria divisione di progettazione che
style, elegance and originality.
consente di far fronte a esigenze ove non ci sia
un professionista. Naturalmente noi lavoriamo
con architetti e designer che ci commissionano
lavori per i propri committenti. Una delle grandi
soddisfazioni personali di questi anni è essere
stato scelto da professionisti di fama internazionale
come Luca Scacchetti, con il quale collaboro fianco
a fianco da tempo, e Anna V. Medleva.
Qual è il segreto di tanto successo?
Nessun segreto, ma un credo: “pensare è
fare”. Dietro a questa frase così semplice c’è
il lavoro di tutta la mia vita: non perdere mai la
creatività, mettere in pratica sempre le proprie
idee senza rimandare. Con tenacia, passione e,
possibilmente, con il sorriso.
The great manual skill and the
aspiration for perfection have made
the GP Progroup ithe point of reference
especially for major studios of architecture and
design. We met Giuseppe Piromalli, the founder and
director of GP PROGROUP.
Years and years as the Axe Master who guides GP
PROGROUP. Could you tell us your story?
Have you done any projects larger than sales outlets
and restaurants?
Yes, we have built a structure on the ski slopes of
Piedmont, a chalet called The White House. However
the biggest achievement so far is the tourist port
of Loano, where all renovation operations were
assigned to us.
Do you cooperate with architecture and design
studios?
To provide a complete service, GP PROGROUP has
its own design subdivision that allows to cover the
demands where we lack professionals. Of course
we collaborate with architects and designers that
commission work for their customers. One of the
great personal rewards in the past years has been
the cooperation with internationally renowned
professionals like Luca Scacchetti with whom I
have been working in closely for some time, and
Anna V. Medleva.
What is the secret of such a success?
It is no secret, but a creed, ‘to think and to act’.
Behind this simple sentence there is the work
of my whole life: never lose your creativity,
always and at once put into practice own ideas.
With tenacity, passion and, possibly, a smile.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
97
BARAUSSE
SECCO SISTEMI
SOFIA
IN BREVE
SPECIALE
serramenti
Edited by
Chiara Dadda
e partizioni interne
anche di scegliere l’estetica semi-strutturale.
È possibile, in questo modo, creare le più varie
espressioni architettoniche utilizzando un’ampia
gamma di copertine che, poste sulle fughe,
permettono di accentuare la linea orizzontale e
verticale della facciata. Le facciate SG lasciano
agli architetti la massima libertà di progettazione,
senza penalizzare l’isolamento termico che è
stato perfezionato così da raggiungere valori di
eccellenza (nella versione a elevato isolamento
termico SG.SI - Super Insulation - raggiungono i
livelli di Casa Passiva).
Le facciate a montanti e traversi Schüco della
serie FW 50+ e FW 60+ sono tra le più apprezzate
dal mercato, che ne riconosce la semplicità di
progettazione, di fabbricazione e di montaggio,
oltre che la notevole flessibilità di utilizzo. Oggi
queste soluzioni sono disponibili anche nelle
versioni FW 50+ SG.SI e FW 60+ SG.SI, che
98
A+D+M | MAGAZINE | 2013
2013-14
| # 47
| # 47
OS2 | Nato per soddisfare la specifica esigenza
di dotare edifici storici e monumentali di serramenti
che fossero visibilmente assimilabili al ferro finestra,
OS2 oggi amplia la sua gamma passando da 6 profili
a 36 profili, inserendo l’acciaio inox tra i materiali
disponibili.
OS2 è dotato di sezioni in vista di soli 47 mm per il
nodo laterale e di 62 mm per il nodo centrale, il tutto
realizzato con profili a taglio termico ottenuto con
l’innovativa tecnologia Secco Sistemi che permette
un taglio netto tra interno ed esterno.
OS2 oggi è indicato per molteplici architetture e,
grazie alle infinita componibilità del suo sistema,
si mette al servizio del progettista.
1000 Lines | Un ampio sistema di suddivisione
dello spazio. Le porte e i sistemi scorrevoli dal design
coordinato sono caratterizzati da un essenziale profilo
rigato in alluminio che funge anche da maniglia. I profili
anodizzati o laccati si abbinano ad un’ampia gamma di
pannelli decorativi in vetro o legno.
Design by Vicente García Jiménez & Cinzia Cumini.
Sofia è un’azienda di dimensioni e cultura internazionale,
nella quale convivono diverse anime. La grande tradizione
industriale russa, l’innovazione tecnologica tedesca,
la creatività e l’eccellenza italiana. Un patrimonio di
competenze personali ed eccellenze culturali che si
fondono in un’unica realtà, di altissimo livello qualitativo:
nel processo produttivo completamente automatizzato, nei
rapporti di partnership, nei servizi. .
www.barausse.com
www.seccosistemi.it
www.sofiadoors.com
XXXXX
ESSENZA
SCHÜCO
Massima libertà di progettazione,
senza compromessi per
l’isolamento termico
Graffiata | Le incisioni che scavano la superficie
lignea, il chiaroscuro che dona profondità e matericità
all’essenza e l’irregolarità degli intagli danno vita
alla porta Graffiata. Dall’aspetto contemporaneo,
la porta Graffiata caratterizza gli ambienti senza
essere invasiva lasciando un segno distintivo
capace di trasmettere valori di semplicità e qualità
del materiale. Racconta Massimo Iosa Ghini:
“Solitamente quando si parla di legno ci s’immagina
una superficie liscia, levigata, rifinita,compatta.
Al contrario per me la vera anima del legno è espressa
nella matericità della corteccia piena di solchi resinosi
e forti chiaroscuri. Ed è proprio questo l’aspetto che ho
voluto raccontare nella porta Graffiata.”
Design: Massimo Iosa Ghini
rappresentano l’evoluzione delle prime linee
di prodotto, nella direzione di una ancora più
evidente libertà compositiva e di una maggiore
efficienza energetica. Nelle varianti SG (Structural
Glazing) infatti, consentono di ottenere un effetto
uniforme della facciata grazie all’utilizzo di profili
portanti visibili solo dall’interno. Dall’esterno
invece restano a vista solo le superfici vetrate
caratterizzate da giunti sottili, per un effetto
“tutto vetro”. Oltre a permettere la realizzazione
di vetrate strutturali, le soluzioni SG consentono
www.schueco.com
Oltre la trasparenza
ESSENZA, brand del Gruppo GSG International
SpA, ha presentato in anteprima a MadeExpo
2013, il nuovo sistema ad angolo fisso e ante
scorrevoli. Un programma che amplia così
l’innovativa offerta di ESSENZA, caratterizzata
da serramenti con ante frameless, sia sul lato
interno, sia su quello esterno, che creano una
superficie continua, completamente vetrata.
Questo nuovo sistema presenta un angolo fisso
tutto vetro, realizzato con la stessa tecnologia
delle ante mobili, al quale vanno a convergere
due ante scorrevoli. Qui convergono design,
innovazione ed eccellenti prestazioni, garantite
dall’altissima qualità di ESSENZA.
Questa configurazione di prodotto prevede le
ante alza e scorri ESSENZA (con portata fino a
300 kg per una superficie massima di 6 mq) che,
caratterizzate da una linea pulita, presentano
un profilo di alluminio ossidato a taglio termico
incollato tra le due lastre e occultato tramite
una doppia fascia di serigrafia realizzata sulla
faccia interna dei due vetri, disponibile nei
colori bianco, nero e grigio, con possibilità di
personalizzazione.
Caratteristiche tecniche:
Isolamento termico: Uw < 1,4 W/m2K
Isolamento acustico: dipende dal vetro utilizzato
(standard o acutisco) fino a 40 dB (EN 140/3, EN717/1)
Permeabilità all’aria: Classe 4 (EN12207)
Tenuta all’acqua: E 900 (EN12208)
Resistenza al vento: Classe C5 UP TO 2.000 Pa
(EN12210)
www.essenzafinestra.it
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
99
EKU
DIERRE
XXXXX
INTERNORM
indicato per i climi freddi e che permette un
maggior guadagno di energia solare (valore
g=62%). Dal punto di vista del design, KV 440
presenta una piacevole estetica interna, grazie
alla ferramenta completamente nascosta e agli
scontri di chiusura del design. Ciò comporta anche
una maggiore sicurezza di base, già a partire dalla
versione standard. La doppia finestra KV 440 è
disponibile nelle diverse gamme (Studio, Home
Pure, Home Soft, Ambiente). Realizzabile in una
varietà di colori, KV 440 può essere combinata
con sistemi di oscuramento, di protezione dagli
sguardi indiscreti e zanzariere.
IN BREVE
Eku 170 AS TT | La serie EKU 170 AS TT per alzanti
scorrevoli e scorrevoli a taglio termico è stata progettata per
realizzare serramenti di grandi dimensioni, con ampie superfici
vetrate, in grado di coniugare eleganza, praticità e prestazioni.
Ideale per l’edilizia sia privata che commerciale, l’alzante EKU
170 AS TT offre la massima luminosità all’ambiente abitativo,
assicurando un’adeguata protezione dagli agenti atmosferici
e un alto isolamento termico e acustico. EKU 170 AS TT è
dotato di una ferramenta che consente di aprire e chiudere le
grandi ante con un movimento fluido, leggero e silenzioso, e
di una soglia ribassata, completamente isolata, in linea con
le normative sull’eliminazione delle barriere architettoniche. È
possibile l’integrazione di un sistema automatizzato di apertura
dotato di appositi sensori che arrestano il movimento delle
ante in presenza di ostacoli.
Hibry | La porta blindata che unisce l’affidabilità
delle tradizionali serrature meccaniche alla comodità di
un’apertura automatica con chiave elettronica. Una soluzione
che offre il meglio di due diverse tecnologie estendendo
ad ogni tipo di abitazione -al costo di una normale porta di
sicurezza- l’utilizzo dei serramenti di ultima generazione. Per
aprire Hibry infatti, basta avvicinare alla porta la speciale
Easy Key, un dispositivo di derivazione automobilistica
che integra nello stesso oggetto una chiave tradizionale e
un trasmettitore automatico (transponder) che sblocca i
catenacci. Per aprire completamente l’anta, è sufficiente
ruotare la maniglia azionando il cosiddetto “scrocco”.
La chiave tradizionale all’interno della Easy Key resta un
elemento di sicurezza, da utilizzare solo in caso di blackout
improvviso.
www.eku.it
www.dierre.it
KV 440
La nuova doppia finestra in PVC/alluminio di
Internorm, è un innovativo sistema finestra a 5
camere con inserto opzionale in termoschiuma
altamente isolante. Di serie è dotata di canalina
ISO (warm edge) e vetro con basso emissivo LIGHT,
fissato al telaio in modo continuo ed ininterrotto
grazie alla tecnologia FIX-O-ROUND. Ciò si traduce
in maggiore stabilità e più elevata sicurezza
antieffrazione, oltre che in migliori performance
di isolamento termico del serramento. Dal punto
di vista delle prestazioni, KV 440 assicura un
isolamento termico UW 0,97 W/m2K (con vetro
doppio di serie LIGHT e lastra singola) ed un
isolamento acustico fino a 44 dB, con opportuno
vetraggio. Risulta altresì disponibile il vetro con
speciale trattamento SOLAR+ particolarmente
www.internorm.com
XXXXX
HÄFELE
FAKRO
Silent Aluflex
La vasta gamma di prodotti FAKRO si arricchisce
con le nuove finestre per tetti piani, che
assicurano un elevato apporto di luce naturale
anche negli ambienti in cui non è possibile
installare una classica finestra da tetto FAKRO,
offrendo alta funzionalità ed ottimi parametri
termoisolanti.
FAKRO, anticipando i concorrenti, ha introdotto
sul mercato una gamma di finestre per tetti piatti
100
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 47
in un’innovativa versione senza cupola (finestra
tipo F). Esteticamente più pregevole, non viene
associata ad un prodotto per "edilizia industriale".
La finestra per tetti piatti senza cupola può essere
prodotta anche "su misura", rispetto allo standard
già in uso, peculiarità che offre agli architetti,
ai designer, ai progettisti, una soluzione fattibile
per ogni esigenza, mantenendo invariati i valori
isolanti di FAKRO.
Le finestre di tipo C sono dotate di serie di
una doppia vetrocamera P2, con il vetro interno
laminato ed antieffrazione di classe P2A, e di
cupola realizzata in policarbonato, resistente ai
colpi e ai fattori atmosferici.
Entrambe le soluzioni sono disponibili in 3
versioni: con apertura elettrica, manuale e
non apribile. La superficie del telaio visibile
dall'esterno è bianca, caratterizzata dall’alta
resistenza agli acidi e dal basso assorbimento
di umidità, che garantiscono l’installazione della
finestra in ogni vano.
www.fakro.it
Le esigenze ed i bisogni di ciascuno variano in
base alle necessità contingenti e all’evolversi dei
gusti e delle tendenze del momento. Allo stesso
modo vorremmo che gli spazi in cui viviamo e
lavoriamo seguissero e assecondassero questi
mutamenti offrendo una flessibilità spesso
non prevista a livello progettuale. Ecco quindi
l’importanza di sistemi di partizione degli interni
in grado di soddisfare le specifiche esigenze
adattandosi agli ambienti nei quali vengono
inseriti. Il sistema Silent Aluflex di Häfele offre
la possibilità di ripartire gli ambienti con altezza
fino a 3 metri tramite pareti scorrevoli, di sfruttare
spazi altrimenti scarsamente utilizzabili, quali
vani sottoscala e sottotetto, e perfino di realizzare
interi ambienti separati grazie alle soluzioni
angolari. Il telaio in alluminio delle pareti Silent
Aluflex, così come i binari di scorrimento, sono
fornibili su misura in tutti i color RAL oltre che
in finitura anodizzato alluminio, nero e color
acciaio inox. Medesima flessibilità è offerta dai
pannelli di riempimento che possono essere
forniti in legno in diversi colori o essenze, in
vetro, o in materiale acrilico con inserti naturali.
La funzionalità e la flessibilità del sistema Silent
Aluflex permettono agli spazi in cui viviamo di
adattarsi alle nuove e mutevoli esigenze dettate
dalla società moderna con un design in grado di
soddisfare i gusti di ognuno.
www.hafele.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
101
FOCUS
Photos by courtesy of
Marina Barac
Design
e tradizione
LA PIETRA NATURALE
MARGRAF
GIOCA UN RUOLO
DA PROTAGONISTA
NEL NUOVO DOUBLE TREE
BY HILTON A ZAGABRIA
MARGRAF
Via Marmi 3
36072 Chiampo (Vi)
Tel. +39 0444 475900
www.margraf.it
102
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Margraf da oltre un secolo affianca
architetti di fama internazionale
nelle realizzazioni di pregio, in Italia e all’estero,
ed è diventata un simbolo dell’eccellenza “made
in Italy” nel mondo: dai palazzi liberty ai primi
grattacieli americani, dall’Italia degli anni Cinquanta
all’aeroporto di Pechino di Norman Foster.
Fin dagli inizi, nel lontano 1906, l’Industria Marmi
Vicentini ha fornito il materiale e le professionalità
per la realizzazione di progetti importanti, come
l’edificio della Banca d’Italia a Milano, il Palazzo
del Governatore del Cairo, il Coca Cola Building ad
Atlanta, l’IBM Tower in Georgia, il Winter Garden
del World Financial Center a New York, la Main
Tower del Canary Wharf a Londra e il nuovo Four
Seasons Hotel di Baku. Oggi sempre di più hotels,
abitazioni private di pregio e luoghi pubblici sono
realizzati con la pietra naturale e i marmi Margraf.
La realizzazione più recente, il Double Tree by Hilton
a Zagabria, è il primo albergo aperto dalla catena
americana in Croazia. Design all’avanguardia per un
edificio che si articola su 10 piani, con 152 camere,
6 appartamenti, 1 ristorante, lounge bar, business
center e SPA. Qui la pietra naturale Margraf gioca
un ruolo da protagonista, creando un’atmosfera
elegante e raffinata in tutti gli ambienti: dal marmo
Grigio Tao delle aree comuni, degli ascensori e della
lobby, dove oltre al pavimento è stato utilizzato come
rivestimento per un moderno e accogliente camino,
al marmo Botticino Semiclassico dei bagni comuni,
fino al marmo Nero Marquinia presente nei bagni
delle camere, degli appartamenti e nelle rifiniture
delle porte. Eccellenza, esclusività ed eternità sono
le caratteristiche che hanno reso celebri nel mondo i
marmi Margraf.
Marmi utilizzati:
Grigio Tao
• finitura levigata, 60x60 cm, spessore 2 cm, per il
pavimento della hall, delle aree pubbliche al piano
terra e al secondo piano, dei bagni pubblici e degli
ascensori. Quantità: 280 m2;
• finitura levigata, 120x60 cm, spessore 2 cm per i
rivestimenti dei bagni pubblici. Quantità: 32 m2;
• finitura lucida, tagliato a misura, spessore 3 cm,
per i top dei bagni pubblici;
• finitura levigata, tagliato a misura, spessore 2 cm
per il camino della zona reception ed accoglienza.
Botticino Semiclassico
• marmette modulari, lucide, 61x30.5 cm, spessore
1 cm per i rivestimenti dei bagni pubblici.
Nero Marquina
• finitura levigata per i pavimenti dei bagni e TOP
delle stanze. Quantità: 60 m2.
Hotel: Double Tree by Hilton (Hilton Worldwide).
Indirizzo: Vukovarska Avenija 269a, Zagabria, Croazia.
Categoria: 4+ stelle.
Descrizione: edificio costituito da 17 piani.
Developer: B.P. Pluto d.o.o., Zagreb.
Progetto: Green Gold Center, shopping and business
center con hotel.
Totale investimento: 80 milioni di Euro di cui circa 30
milioni di Euro per l'hotel.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
103
FOCUS
Photos by courtesy of
Philips
Una Cometa
per il MICO
PHILIPS FIRMA
LA SCENOGRAFICA
STRUTTURA LUMINOSA
DEL NUOVO CENTRO
CONGRESSI DI MILANO
PHILIPS S.P.A.
DIV. LIGHTING
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 20131
www.philips.it/illuminazione
104
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
L’importante ed innovativo progetto
di riqualificazione che ha coinvolto
l’area della ex Fiera di Milano è nato
su commissione diretta della Fiera e concepito
dall’architetto Mario Bellini, volto al restauro e al
rinnovo del complesso esistente. È stata prevista
un’estensione ed un’integrazione della struttura
con una parte interamente nuova, per trasformare
l’area nel moderno e tecnologico polo dedicato
al Centro Congressi di Milano: nuovo simbolo e
ponte virtuale tra passato storico e futuro di questo
quartiere milanese.
Partner ideale per la realizzazione della Cometa
che sormonta e abbraccia la nuova testata, è stata
Philips, azienda leader nel settore delle soluzioni
innovative a base LED impiegate per la valorizzazione
architettonica e artistica delle città, che ha seguito
la realizzazione e l’installazione luminosa. Questa
innovativa sfida ha assunto la forma di un innesto di
corpi metallici e di vetro - tre affusolati foyer a livelli
diversi - con spettacolari viste a 180 gradi sulla vita
cittadina - per dare una svolta radicale e concludere
il vecchio capo edificio che è rimasto incompleto
fino ad ora. La Cometa, scenografica protagonista
della facciata esterna, è stata il frutto di una lunga
ricerca per ottenere una struttura aerea - argentea
nella sua veste diurna e pronta ad assumere
favolose connotazioni colorate dal tramonto in poi.
La realizzazione tecnica, curata da Philips grazie
alla sua esperienza nel campo dei LED, ha saputo
reinterpretare l’illuminazione dell’intera struttura in
una chiave nuova, trasformandola in un’impattante
“scia luminosa”: un sistema di luce dinamica a LED
capace di dare forme e colori mutevoli.
Per dare movimento alla struttura è stata scelta una
luce dinamica con sistemi di controllo in grado di
creare scenografie luminose per rendere il MICO un
punto di attrazione e in grado di scandire gli eventi
legati alla città. Il progetto ha visto l’utilizzo di 2
differenti proiettori a LED con sistema RGB, punte di
diamante per l’illuminazione architetturale.
Sono stati utilizzati:
11 proiettori ColorReach Powercore
ColorReach Powercore è il primo apparecchio a
LED abbastanza potente da illuminare in modo
brillante e dinamico facciate architettoniche di
grandi dimensioni. ColorReach Powercore combina
tutti i vantaggi dell'illuminazione e del controllo
basati su tecnologia LED in un apparecchio
elegante appositamente concepito per le
installazioni di grandi dimensioni.
27 proiettori ColorBurst Powercore
ColorBurst Powercore è un apparecchio di
illuminazione a LED ad alta emissione, adatto all'uso
in ambienti esterni, concepito per l'illuminazione
d'accento e di spazi all'aperto. Gli apparecchi
Architectural e Landscape in formato standard e
compatto offrono un'emissione luminosa a colori
per supportare una gamma di applicazioni di
illuminazione dinamica verso l'alto, a proiezione
e decorativa. L'impiego di questi due tipi diversi
di proiettori con cablaggio standard semplifica
notevolmente l'installazione e contribuisce a ridurre il
costo totale del sistema.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
105
DOMOTEX
Klimahouse
11-14 gennaio 2014 | Hannover (Germany)
23-26 gennaio 2014 | Bolzano
La prossima DOMOTEX, il salone leader mondiale
dei tappeti e delle pavimentazioni, rivolgerà più che
mai la propria attenzione alle ultimissime tendenze
dell’industria delle pavimentazioni. Riflettori puntati
sulle novità a “Innovations@DOMOTEX”, la nuova
iniziativa che farà luce sulle innovazioni di prodotto
che interessano moquette, pavimentazioni resilienti,
parquet, laminati e tappeti moderni fatti a mano.
Nelle “Innovations@DOMOTEX Areas”, speciali aree
espositive allestite nei pad. 6, 9 e 17, i visitatori in cerca
di nuove idee e di ispirazione potranno avere una
visione d’insieme delle novità.
Il nuovo format interpella in modo particolare architetti,
interior designer epianificatori, richiamando la loro
attenzione su pavimentazioni, trend innovativi e nuovi
materiali per il settore del contract.
La ricerca di soluzioni innovative per il risanamento
energetico degli edifici e la riqualificazione dell’immenso
patrimonio del costruito sono le principali sfide che il
mondo dell’edilizia dovrà affrontare nei prossimi anni.
In questo contesto la nona edizione di Klimahouse,
fiera internazionale per l'efficienza energetica e
il risanamento in edilizia, si propone di evidenziare e
valorizzare nuove risposte al problema della riduzione
del consumo di energia degli edifici, al fine di migliorarne
la qualità abitativa e di aumentarne il valore immobiliare.
Tra le iniziative collaterali: Enertour, Go to Klimahouse
2014 e City Parcours: tre proposte di Fiera Bolzano
per mostrare concretamente a progettisti, committenti,
operatori e utenti finali esempi tangibili di edifici e di
applicazioni costruttive energeticamente efficienti.
www.domotex.de
www.klimahouse.it
Expo Riva Hotel
Surface Design Show
Euroshop
26-29 gennaio 2014 | Riva del Garda (Tn)
4-6 febbraio 2014 | London (UK)
16-20 febbraio 2014 | Düsseldorf (Germany)
Expo Riva Hotel, appuntamento storico e
irrinunciabile per il settore dell’Ospitalità e dell’HO.
RE.CA. taglia il traguardo delle 38 edizioni con le
4 aree tematiche: RIVA CONTRACT & DESIGN,
RIVA BENESSERE HOTEL, RIVA ECO HOTEL e
RIVA FOOD & BEVERAGE con SOLOLIO, mostra
dell’eccellenza olearia italiana. Tra le novità del 2014
un layout rivisitato: a partire dalla prossima edizione
l’ecosostenibilità di RIVA ECO HOTEL incontra il
wellness di RIVA BENESSERE HOTEL e dà vita ad
un’unica grande area espositiva dove il benessere
delle persone e quello dell’ambiente vanno di pari
passo. Importanti iniziative si profilano anche per tutti
gli altri settori merceologici. Una fra tutte saranno i
corner dedicati a “La parola alle Aziende”. Si tratta
di spazi speciali, allestiti all’interno di ciascuna area
tematica e riservati ad incontri B2B.
Surface Design Show è l'unico evento nel Regno Unito
che si occupa di superfici per interni ed esterni ed è
un palcoscenico di presentazione dei nuovi prodotti
al pubblico di architetti e designer di interni. La fiera
dedicata all’innovazione e al design delle superfici per
interni ed esterni si svolgerà presso il Business Design
Centre di Londra. Centinaia di aziende esporranno
pavimenti, moquette, piastrelle, superfici riciclabili,
tetti, rivestimenti, illuminazione architettonica
e tanto altro. Numerosi gli eventi in programma
come convegni, seminari e presentazioni. Tra gli
eventi anche la PechaKucha evening in cui architetti
e interior designer (tra questi Adam Furman, dello
studio di Ron Arad, Dan Hopwood, Mark Ridler,
Robert Sakula e Don Gray) invitati da Surface Design
Show presenteranno un proprio progetto o concetto
tramite 20 immagini in 20 secondi
Attesissimo l'appuntamento con Euroshop, la più
importante manifestazione fieristica europea a
cadenza triennale, dedicata al mondo del retail. Tra le
novità: l’illuminazione sarà il tema dominante in tutto
il padiglione 11 con 16.600 mq. di superficie espositiva.
Qui verranno presentate le più innovative tecnologie
d’illuminazione per il retail, sia essa come elemento
emozionale nel design del negozio, oppure come
illuminazione architettonica sostenibile. Nel pad. 11
andrà in scena la Lighting Designer´s Zone che si
affianca al “Designer Village”, un'area speciale per
architetti e designer.
Come di consueto, parallelamente ad EuroShop si
terrà la Retail Design Conference con il conferimento
degli EuroShop Retail Design Awards, così come
l’assegnazione dell'ambito Retail Technology Awards
Europe.
www.exporivahotel.it
www.surfacedesignshow.com
www.euroshop.de
AGENDA
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A+D+M
A+D+M| MAGAZINE
MAGAZINE| 2013-14
2013-14| # 47
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
107
MEMO
Photos by courtesy of
Il primo
appuntamento
mondiale
Salon Batimat 2013
Grande successo
per lo svolgimento
simultaneo dei
saloni BATIMAT,
INTERCLIMA+ELEC
e IDEO BAIN dal 4
all'8 novembre
a Paris Nord
Villepinte.
dell’edilizia e
dell’architettura
108
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
Un successo a tutti i livelli:
• Un evento trasversale unico al mondo per dimensione e
completezza nell’universo dell’edilizia e dell’architettura;
• Una manifestazione che risponde alle necessità degli
operatori francesi ed internazionali (19% delle presenze 2013)
e il cui format ha soddisfatto gli operatori;
• Le innovazioni al centro della manifestazione hanno costituito
un motore per tutta la filiera;
• Oltre 200 conferenze su temi tecnici o presentazioni
d'architettura;
• Eventi altamente qualitativi e Consegne di Premi importanti (Il
Concorso dell'Innovazione, l'Energy Performance + Architecture
Award, Smarthome Awards...);
• Un lancio, in anteprima, dell'applicazione “In Situ”, scaricabile
dal 4 novembre, e dal sito web BATIMAT In Situ (per accedere
cliccare su: http: //www.batimat.com/site/FR/Evenements/
BATIMAT IN SITU/Batimat In Situ accueil
Reed Expositions: «Questa unione, in fase con l’approccio globale
atteso dagli industriali e dagli operatori, risponde direttamente
ai cambiamenti del settore: collaborazione di tutte le professioni
dell’edilizia e della costruzione, nuove sfide della società attuale
(risparmio energetico, accessibilità, comfort…)».
«Abbiamo creato un evento di riferimento mondiale nell’edilizia
riunendo INTERCLIMA+ELEC e IDEO BAIN a fianco di BATIMAT.
Le diverse professioni si sono avvicinate nell’ambito di una
stessa piattaforma che ha dimostrato tutta la sua pertinenza per
quanto riguarda le sfide nell’ambito del risparmio energetico!
L’appuntamento è fissato per il 2015», ha dichiarato Joseph Le
Jollec Presidente del salone INTERCLIMA+ELEC.
«L’edizione 2013 è stata un vero successo per il salone IDEO
BAIN. Associato a BATIMAT e INTERCLIMA+ELEC, il salone ha
più che mai raggiunto il suo nuovo obiettivo di appuntamento
professionale di qualità», ha dichiarato Serge Lecat, Presidente
del salone IDEO BAIN.
Una sfida e un’unione di successi: le testimonianze degli
organizzatori dei 3 saloni:
Per Stéphanie Auxenfans, Direttrice della Divisione Costruzione di
Una settimana centrale per la filiera dell’edilizia, protagonista
principale della transizione energetica, in una congiuntura
economica ancora difficile.
In questo contesto, gli espositori e gli esperti presenti nell’ambito
dei 3 saloni hanno posto il risparmio energetico e il rinnovamento
termico al centro di tutta la riflessione per l’edilizia del futuro.
L’innovazione, punta di diamante di questa edizione 2013 ne è la
principale risposta.
A questo titolo, l’edizione 2013 del Concorso dell’Innovazione, vera
vetrina dell’innovazione, è stata, per la prima volta, trasversale ai
tre saloni e sottolinea l’importanza d’integrare tutte le professioni
dell’edilizia in un contesto globale rivolto verso l’innovazione.
Trovate tutte le innovazioni dei nominati del Concorso e l’Albo
d’Oro dei vincitori su: www.batimat.com
3 saloni: riflesso del dinamismo di un settore chiave
dell’economia in Francia
Cécile Duflot, Ministro dell’Uguaglianza dei territori e dell’alloggio,
che ha inaugurato la serata di consegna dei premi del Concorso
dell’Innovazione ha messo l’accento sull’«importanza di un
settore che innova e che dimostra il suo impegno nei confronti
delle sfide correlate al risparmio energetico per l’edilizia del
futuro. Le imprese premiate al Concorso dell’Innovazione ne
sono l’esempio perfetto».
«Gli imprenditori dell’edilizia vanno oltre, soprattutto per quanto
riguarda la riqualificazione energetica. Grazie all’unione dei 3
saloni, hanno potuto ampliare le loro conoscenze e know-how
sull’edilizia del futuro. La mobilitazione delle nostre federazioni
è stata totale e riuscita», ha dichiarato Didier Ridoret, Presidente
della Federazione Francese dell’Edilizia.
Un trasferimento percepito positivamente dagli attori della
filiera: Paris-Nord-Villepinte, uno spazio all’altezza delle sfide
dell’evento
Il successo dell’edizione 2013 e lo svolgimento dei 3 saloni in un
nuovo luogo, all’altezza dell’evento, corrisponde alle attese degli
espositori, convinti da questo quartiere fieristico che ha permesso
una settorizzazione logistica delle attività per padiglione e un
eccellente flusso tra ogni spazio. I risultati e l’esperienza acquisita
durante questa prima edizione permetteranno di migliorare gli
aspetti logistici e le condizioni d’accesso al quartiere espositivo.
Per i visitatori, Paris-Nord-Villepinte ha offerto un’accoglienza
migliore, soprattutto per le delegazioni internazionali venute
numerose e ha permesso di rendere più fluida la circolazione
tra gli stand.
Appuntamento per la prossima edizione, dal 2 al 6 novembre
2015 a Paris Nord Villepinte!
A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
109
SEATEC E’ MEMBRO DI/
IS A MEMBER OF:
BOOKS
COMPOTEC
QUALITEC
DESIGN AWARD
components
production & furniture
QUALITEC
TECHNOLOGY AWARD
www.compotec.it
SHUHEI ENDO
architettura
paramoderna
Mondadori Electa, 2013
Pag. 336
In occasione dei venticinque
anni di attività di Shuhei Endo,
Electarchitettura pubblica l'edizione
ampliata e aggiornata della monografia
dedicata all'opera dell'architetto
giapponese.
"Skintecture", "Springtecture",
"Rooftecture" sono alcuni dei nomi
coniati da Endo per sintetizzare i
caratteri formali e strutturali delle
sue architetture, siano esse diafane e
poetiche pensiline ferroviarie, piccoli e
aggrovigliati padiglioni, o case private
il cui tratto distintivo, innovativo e
personale, risiede nella scelta del
materiale: economico, standardizzato,
resistente, duttile, polivalente,
riciclabile. Negli ultimi dieci anni
l'opera di Endo si è evoluta e rinnovata,
incarichi di rilievo lo hanno spinto verso
organismi architettonici più complessi
che ha dato origine a nuove forme
espressive accompagnate dalla ricerca
su nuovi materiali e soluzioni tecniche.
Tra le opere di rilievo realizzate negli
ultimi anni ricordiamo: il crematorio
di Osaka Taishicho, lo stadio per il
tennis e hub logistico della protezione
civile Miki, il centro di controllo e
rifugio antitsunami del porto di Futura,
Minamiawaji, tutti nella prefettura di
Hyogo. Il volume introdotto da saggi di
Hiroyuki Suzuki e Frédéric Migayrou
e da una selezione di scritti recenti
di Shuhei Endo, presenta in modo
esaustivo circa quaranta opere tra
progetti e realizzazioni.
Alberto Apostoli
xxxxxxx
DELLE SPA
Editrice Il Campo, Bologna, 2012
Pag. 160
Un terzo di creatività e cultura del
benessere, un terzo di tecnica e
capacità progettuale, un terzo di
conoscenza degli aspetti manageriali
e gestionali connessi con il benessere.
Ecco gli ingredienti di questo testo
che non intende esaurire la materia
(estremamente complessa e in divenire)
né diventare o essere un “manuale” di
progettazione tecnica quanto essere
testo fondante per chi desidera un
approccio maturo e multidisciplinare
alla tematica del benessere. Negli ultimi
anni, il numero di imprese legate al
mondo del benessere ha conosciuto
una notevole crescita percentuale.
Non tutte le strutture, però, sono
riuscite a ottenere risultati economici
di un centro benessere, a partire dagli
soddisfacenti e in grado di ripagare
ambiti creativi, passando da quelli legati
i notevoli investimenti sostenuti. La
alle tecnologie e agli impianti, fino ad
causa di molti fallimenti va ricercata
esaminare alcuni concetti di marketing
nella visione parziale e limitata
e di comunicazione; il tutto alla luce di
dell’imprenditore.
considerazioni gestionali, economiche e
Scritto da un architetto con grande
finanziarie. Si evidenziano, inoltre, come
esperienza nella progettazione di centri
sottofondo all’iter progettuale, alcune
benessere e spa in tutto il mondo, e di
considerazioni etiche e filosofiche, legate
conseguenza, da un particolare punto
ad un mondo che si incarica di incidere
di vista, il volume siwww.sea-tec.it
propone di illustrare sull’equilibrio psicofisico ed emotivo delle
nella sua complessità la progettazione
persone e della collettività.
seatec
THE HUB OF EXCELLENCE
COMPOTEC
FORMICA FOREVER
Metropolis Books, 2013
Pag. 408
Il Gruppo Formica, l'azienda che
ha inventato il laminato, festeggia
100 anni di design a livello
mondiale con “Formica Forever”,
un libro commemorativo che segue
l'evoluzione dell'azienda in un intero
secolo, attraverso cambiamenti
culturali, incertezze economiche,
esplorazione delle tendenze e
crescita globale. Progettato da
Abbott Miller, un collaboratore di
Pentagram, la rinomata agenzia di
consulenza di design internazionale, il
volume contiene oltre 400 immagini
ed è realizzato sul modello di un
campionario di laminati Formica
degli anni '60. Formica Forever
copre 100 anni di patrimonio visivo a
livello internazionale, che comprende
campagne pubblicitarie, loghi e
campioni di prodotti organizzati per
colore. All'interno del volume vi sono
tre monografie in cui autori di spicco
danno prospettive diverse alle varie
storie del Gruppo Formica che si sono
snodate nel corso dell'ultimo secolo.
L'opera contiene stralci di opere che
fanno riferimento al marchio Formica e
che dimostrano sia la sua importanza
nella cultura popolare che le sfide
affrontate dal Gruppo Formica per
proteggere con rigore il marchio.
Oltre a creare il libro, il collaboratore
di Pentagram Abbott Miller e ipartner
Michael Bierut e Daniel Weil hanno
contribuito alla creazione degli elementi
del marchio per il centenario, alla
collezione di laminati Formica Laminate
Anniversary Collection e al concetto di
base dell'esposizione celebrativa.
REGIONE
TOSCANA
110
a+d+m | magazine | 2013
2013-14
| # 47
| # 47
EDITION
EDITION
Phil Patton, Alexandra
Lange, Peter York
seatec
Tom Kovac, Deszö Ekler, Toyo Ito,
Due volumi dedicati al progetto di
ricerca “Tea & Coffee Towers” lanciato Doriana e Massimiliano Fuksas,
da Alberto Alessi nel 2000 che aprono Dominique Perrault, Future Systems,
RASSEGNA
INTERNAZIONALE
RASSEGNA INTERNAZIONALE un nuovo filone all'interno
Juan Navarro Baldeweg, Kazuyo
della
TECNOLOGIE,
SUBFORNITURA
COMPOSITI E TECNOLOGIE
Sejima e Ryue Nishizawa, David
collana
delle
Design
Interviews,
nata
E DESIGN PER IMBARCAZIONI,
CORRELATE
dal desiderio di conoscere
da vicino
YACHT
E NAVI Chipperfield, Alessandro Mendini)
Un progetto
di Francesca
INTERNATIONAL
EXHIBITION i progettisti attraverso il racconto in
a progettare un servizio da
INTERNATIONAL chiamati
EXHIBITION
COMPOSITES
RELATED
Appiani,
Museo AND
Alessi
tèSUBCONTRACTING
e caffè per Alessi come se fosse
prima persona della loroTECHNOLOGIES,
esperienza e
TECHNOLOGIES
AND DESIGN FORuna
BOATS,
micro-architettura. È stato chiesto
del loro metodo.
xxx xxxx
MEGAYACHTS
AND
loro SHIPS
- alcuni hanno reagito in modo più
I volumi raccolgono le interviste
ad
TEA & xxxx TOWERS
spontaneo, per altri è stato un po' più
una serie di architetti internazionali
vol. 1 e vol. 2
difficoltoso - di spiegare le motivazioni
(William Alsop, Wiel Arets, MVRDV,
Corraini Edizioni, Mantova, 2011
e la storia del loro
progetto, che cosa
Gary
Chang,
UN
STUDIO,
Greg
Lynn
CON
IL PATROCINIO
SPONSOR UNICO BANCARIO/ SOLE SPONSORING BANK:
ORGANIZZATORE/ORGANIZER:
Libro
+ DVD DI/SUPPORTED BY:
c'era dietro e come l'avevano vissuto.
Form, Thom Mayne Morphosis,
EDITION
5 / 6 / 7 F E B . 2 0 1 4 C A R R A R A _ I TA LY
GRUPPO BANCA CARIGE
Ad ogni libro è associato un dvd: una
video intervista realizzata in esclusiva
dal Museo Alessi ( regista e autrice
YARE
BUSINESSche
WEEK
Anna Pitscheider)
costituisce
YACHTING
AFTERSALES
una
testimonianza
unica
& REFIT EXPERIENCE di riflessioni,
esperienze e considerazioni sul “fare
In
cooperation
with: del filmato,
design”.
La trascrizione
NAVIGO - PENTA
curata in modo da conservare la
Viareggio
4-7 February
spontaneità-eCarrara,
l'immediatezza
della
Details
on www.yarenetworking.com
conversazione,
è presentata all'interno
del libro insieme alle istantanee
più significative del video stesso,
a fotografie,
a schizzi e a studi
YARE CO-ORGANIZER:
preparatori dei progetto più vari.
Cassa
di Risparmio
di Carrara S.p.A.
PR O M OZ I ON E
La lista completa dei patrocini e degli sponsor è pubblicata sui rispettivi siti web / Visit our websites to read the full list of sponsors and cooperators
Business on the Move
a+d+m | magazine | 2013-14 | # 47
CarraraFiere, Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 Marina di Carrara (MS) - Italy - Tel. +39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 - e-mail: info@carrarafiere.com
111
INDIRIZZI
MATREC - EcoMaterials Library
CarraraFiere
Viale Galileo Galilei 133
54033 Marina di Carrara (Ms)
Tel. +39 0585 787963
www.carrarafiere.com
Ceramica Sant'Agostino
Via Statale 247
44047 S. Agostino (Fe)
Tel. +39 0532 84411
www.ceramicasantagostino.it
CP Parquet
Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20
00159 Roma
Tel. +39 06 4440286
www.matrec.com
Messeplatz
Stockhumer Kirchstraße 61
40474 Düsseldorf
Germany
Tel. +49 (0)2114560-01
www.messe-duesseldorf.de
Mitsubishi Electric Europe
Via Rosset 2
31017 Crespano del Grappa (Tv)
Tel. +39 0423 53305
www.cpparquet.it
Centro Direzionale Colleoni
Viale Colleoni 7
20864 Agrate Brianza (Mb)
Tel. +39 039 60531
www.mitsubishielectric.it
Élitis
Performance in Lighting
Via Savona, 97
20144 Milano
Tel. +39 02 42296677
www.elitis.fr
GP Progroup
Loc. Bessiche 75
15070 Tagliolo Monferrato (AL)
Tel. +39 0143 882350
www.gpprogroup.com
Honegger Gaspare
Via F. Carlini 1
20146 Milano
Tel. +39 02 4779141
www.honegger.it
Icas
S.S. 415 km. 28,650
26010 Vaiano Cremasco (Cr)
Tel. +39 0373 278045
www.icas.it
Italcementi Group
Via Camozzi 124
24121 Bergamo
Tel. +39 035 396111
www.italcementi.it
Jacuzzi Europe
S.S. Pontebbana Km 97.200
33098 Valvasone (Pn)
Tel. +39 0434 859111
www.jacuzzi.eu
A XON C
Messe Düsseldorf Gmbh
Viale del Lavoro, 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
Tel. +39 045 6159211
www.performanceinlighting.com
Philips - Div. Lighting
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2031
www.philips.it/illuminazione
POLI.design
Consorzio del Politecnico di Milano
Via Durando, 38/a
20158 MILANO
Tel. +39 02 2399 7206
www.polidesign.net
Popai Italia
P.tta U. Giordano 4
20122 Milano
Tel. +39 02 76016405
www.popai.it
Pordenone Fiere
Viale Treviso 1
33170 Pordenone
Tel. +39 0434 232111
www.fierapordenone.it
Riva del Garda Fierecongressi
Parco Lido
38066 Riva del Garda (Tn)
Tel. +39 0464 570133
www.rivadelgardafierecongressi.it
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51039 Quarrata
(Loc. Piuvica) Pistoia
Tel. +39 0573 79701
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Viale Achille Papa 30
20149 Milano
Tel. +39 02 33611663
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48-50 rue Voltaire
93100 Montreuil, France
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Tel. +39 019 8489346
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A+D+M | MAGAZINE | 2013-14 | # 47
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Tel. +39 02 55185185
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Tel. +33 (0)5 53311042
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Via di Pietralata 159
00158 Roma
Tel. +39 06 45439167/8
www.nemesistudio.it
Montante
Ora-Ïto
8 place des Victoires
75002 Paris, France
Tel. +33 (0) 1 42 460009
www.ora-ito.com
Cassonetto luminoso
Pannello per Blister
Plasma studio
Via Laner 18
39030 Sesto (Bz)
Tel. +39 0474 710435
www.plasmastudio.com
Base
Studio di architettura Daniele Menichini
Lungomare G. Marconi 236a
57025 Piombino (Li)
Tel. +39 0565 44037
AXON C è un prodotto, dalle elevate caratteristiche tecnologiche, che risponde a tutte le nuove esigenze
del negozio moderno: funzionalità, adattabilità, flessibilità espositiva. Il sistema AXON C ha una struttura
metallica autoportante che consente la canalizzazione degli impianti e la personalizzazione con differenti
finiture (legno, laminati specchi, vetro, metallo). Il programma prevede: gondole, cassonetti luminosi, ripiani inclinati, e un nuovo reggipiano con dispositivo di sicurezza antiribaltamento posizionabile a qualsiasi
altezza della struttura. La logica organizzativa del sistema AXON C sfrutta l’addizionabilità, la flessibilità
e la combinazione degli elementi, ne consegue la facilità di eseguire rapidamente nuove soluzioni in una
serie pressochè illimitata di schemi espositivi ed altezze, ottimizzando ogni spazio del punto vendita.
Axon 100 - Axon 60 - Axon 52 - Axon 25
112
pe r i l ne goz i o d el f u t u ro
ICAS S.R.L. S.S. 415 Km 28,650 26010
Vaiano Cremasco (Cremona) Italy
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web site www.icas.it e-mail comm@icas.it
NUOVA ERA
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