DOMENICA 16 MARZO 2014 ANNO 139 - N. 64 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 Vittoria per 2-0 Oggi L’Inter espugna Verona ed è in corsa per l’Europa Vikram Chandra «Creare al computer come scrivere romanzi» Con il Corriere Salone di Ginevra Lo speciale Motori di A. Bocci, F. Fiocchini e F. Monti alle pagine 38 e 39 di Serena Danna nel supplemento Domani in edicola tutte le novità in 48 pagine La mossa di Putin dopo aver bloccato una risoluzione Onu. Oggi il referendum. L’allarme delle cancellerie occidentali «Ci invadono». Truppe russe in Ucraina Tensione al confine della Crimea. Gli Usa: Mosca si fermi o ne risponderà In primo piano I polacchi: la Nato ci protegga di FRANCO VENTURINI Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 40 3 1 6> Padiglione Italia © RIPRODUZIONE RISERVATA di M. S. NATALE ALLE PAGINE 2 e 3 AP / VADIM GHIRDA L ranno tenute di riserva. Di riserva per cosa? Per quello che non conosciamo, appunto: le scelte di Putin. Il capo del Cremlino da tempo è convinto che la Russia debba creare una cintura di sicurezza attorno a sé composta da Stati amici o neutrali. Tanto più che dopo la fine della Guerra fredda la Nato è avanzata (contro i patti, dice Gorbaciov) fino a toccare le frontiere russe. La sollevazione di piazza Maidan mentre Putin era bloccato a Sochi viene giudicata dai «suoi» servizi una manovra dei colleghi occidentali. L’indispensabile Ucraina deve per questo considerarsi perduta? Intanto riprendiamoci la Crimea. E poi... Ecco lo snodo decisivo. A Mosca sembrano rivaleggiare due scuole di pensiero. La prima: interveniamo anche nell’Ucraina orientale, tanto le sanzioni occidentali arriveranno comunque. Poi tratteremo e proporremo una federazionecuscinetto. La seconda: non possiamo permetterci di rompere con l’Occidente, il gas lo dobbiamo vendere, non vogliamo che siano gli Usa a sostituirci come fornitori e non vogliamo finire nelle braccia della Cina. Dunque sì alla trattativa e sì al gruppo di contatto, ma la Crimea resta con noi. È probabile che Putin preferisca la prima opzione e rifletta sulla seconda. L’Occidente dovrà castigarlo comunque. Ma tra le due ipotesi c’è di mezzo una possibile guerra civile, sotto gli occhi di una Europa a pezzi. Tensione altissima in territorio ucraino, al confine con la Crimea. Le autorità di Kiev denunciano la presenza di truppe di Putin (nella foto un soldato pro Mosca senza mostrine, sullo sfondo la bandiera russa) e si preparano a inviare loro ALLE PAGINE 2 e 3 Offeddu unità pronte a combattere. Scatta l’ultimatum degli Usa: Mosca si fermi o ne risponderà. Forze dell’ordine Giannelli Matteo Renzi a Parigi per il vertice all’Eliseo con François Hollande. Il presidente francese ha elogiato le riforme annunciate dal premier italiano. Renzi, che oggi sarà a Berlino da Angela Merkel: «Insieme alla Francia possiamo e dobbiamo cambiare l’Europa, ma non sforeremo il 3%». Tra i principali obiettivi comuni, la crescita e il lavoro, con la lotta alla disoccupazione. Giorgio Napolitano a Cassino: «La via maestra per superare la crisi resta l’Unione europea». di FIORENZA SARZANINI I l governo mette a punto il piano tagli in materia di sicurezza e recepisce le linee predisposte dai vertici di polizia e carabinieri: chiusura di circa 300 presidi, centrale unica per gli acquisti, disdetta dei contratti di affitto e trasferimento negli immobili demaniali, eliminazione delle auto blu. DA PAGINA 8 A PAGINA 13 A PAGINA 5 A PAGINA 2 CONTINUA A PAGINA 32 Il commento Qualche buona carta da giocare a Berlino di ANTONIO POLITO A ngela Merkel deve saperlo: dietro il Matteo Renzi che incontra domani c’è l’Italia intera, anche quella che non lo voterà mai. Non succedeva dal Berlusconi del 2001 che un presidente del Consiglio sommasse su di sé tante aspettative. Ma tutti gli italiani sono ormai convinti che l’Europa degli squilibri non può più andare avanti. A PAGINA 32 Una foto e una stampante per produrre una copia di se stessi P Il «bel gesto» annunciato dal premier con tanto di risposta su Twitter di F. BATTISTINI on prendersi troppo sul serio: ecco una lezione che Paolo Sorrentino, anche dopo l’Oscar, non sembra aver dimenticato. È vero, appena un anno fa una vetta di amabile autoironia è stata raggiunta tanto autorevolmente da un Papa appena eletto («Buonasera»): ogni paragone, con questo illustre precedente, sembra essere scoraggiato. Ma l’understatement autoironico con cui il regista de La Grande bellezza ha accolto l’onore della cittadinanza romana dice forse che la rigidità inamidata, la compunzione autocelebrativa delle cerimonie ufficiali stanno subendo colpi ben assestati. Il patto Renzi-Hollande «Ora crescita e lavoro» Auto blu e uffici Tutti i tagli alla sicurezza E Gerry Scotti rinunciò al futuro (immeritato) vitalizio ❜❜ K contro K Quel duello tra scacchisti N L’incontro di Parigi Il premier: non sforeremo il 3% di Aldo Grasso areva generosità ed era impazienza. Durante la confessione pubblica nel salotto del cardinal Vesponi, Matteo Renzi ha fatto un’importante e decisiva rivelazione: «Mi ha scritto su Twitter Gerry Scotti. Lui è stato parlamentare per cinque anni e vorrebbe rinunciare al vitalizio, ma non può. Lo aiuteremo». È bello sapere che il nostro premier, fra mille impegni, trova anche il tempo per dare una mano a Gerry, al suo nobile intento. E infatti, via Twitter, il dottor Scotti ha cinguettato: «Grazie Matteo per aver reso pubblico il mio appello. In questo momento tutti devono dare una mano, piccola o grande che sia». E poi: «Una precisazione dovuta: rinuncio ad un vitalizio previsto solo al compimento dei 65 anni, quindi tra 8. A tutt’oggi non ho percepito LE POLEMICHE AFFONDATE CON L’ARMA DELL’AUTOIRONIA di PIERLUIGI BATTISTA A UN PASSO DALL’INCENDIO a caricatura di un referendum sancirà oggi il ritorno della Crimea alla Russia, ma sono le ore della vigilia ad aver dimostrato con quanta facilità, a forza di giocare con il fuoco, l’incendio della guerra possa investire l’Europa. Sulla Rete sono apparsi appelli alla resistenza armata non si sa quanto autentici. L’esercito regolare ucraino ha spostato truppe verso Est mentre quello russo si è mosso al di là del confine. Uno scontro diretto tra soldati ucraini e forze russe è stato sfiorato a Nord dell’accesso alla penisola contesa, quando soldati senza mostrine hanno preso il controllo di un gasdotto. Si è temuto che fosse giunto il segnale che tutti in Occidente paventano: l’inizio di una invasione dell’Ucraina orientale da parte delle forze russe. E anche se così non è stato, l’acuta tensione che si è diffusa con la rapidità di una scarica elettrica in tutte le cancellerie occidentali ha confermato che la crisi ucraina si divide ormai tra alcuni eventi sgraditi ma prevedibili, e altri invece ignoti e potenzialmente esplosivi. Esistono pochi misteri sull’esito del referendum, tanto irregolare nella forma quanto rispondente alla volontà della maggioranza russa in Crimea. È scontato che il risultato sarà riconosciuto in Russia e dichiarato illegittimo a Kiev e in Occidente. Si sa che la risposta euro-americana arriverà subito, con sanzioni di media severità perché quelle estreme sa- Sorrentino Gerry Scotti nulla». E poi ancora: «Grazie a tutti. È solo un piccolo gesto di fronte ai sacrifici di tanti». Pare che Matteo Santo Subito gli abbia risposto: «È la tua risposta definitiva? L’accendiamo?». Com’è noto, Virginio Scotti detto Gerry, 57 anni, personaggio simbolo di Mediaset e tra i conduttori più amati della tv italiana, è stato eletto alla Camera alle Politiche del 1987, candidato nelle file del Psi di Bettino Craxi. La sua carriera di deputato è finita cinque anni dopo, nel 1992. Pareva generosità, ma era impazienza. Dell’attività alla Camera si ricordano ben poche cose e, da allora, per sua stessa ammissione, lo zio Gerry si porta dietro la macchia dell’assenteismo: «Ammetto di non aver brillato per presenze da deputato». La sua idea più singolare (1988) fu questa: «Perché non collegare il Parlamento con sedi periferiche?». Una sede al Nord e una al Sud per consentire ai parlamentari di votare e di non andare neanche a Roma. Gli assenteisti non hanno mai ragione, ma preservano la salute. Lo zio Gerry è un simpatico e bravo presentatore; in passato si è persino lamentato con Mediaset che lo faceva lavorare troppo, specie quando gli ascolti latitavano. Più volte è stato richiamato in campo come salvatore della patria. Sicuramente avrà messo da parte una cospicua fortuna (fa molta pubblicità), per cui a un piccolo e immeritato vitalizio si può anche rinunciare, soprattutto se serve a migliorare la reputazione. A fare i conti s’impara sempre dai ricchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Noi, piccoli Narcisi in 3D di EMANUELE TREVI L a Twinkind di Berlino, una piccola azienda digitale, utilizza la più sofisticata tecnologia per realizzare una copia in 3D del cliente. Grazie a uno speciale strumento a multicamera si riesce a produrre una statuetta in miniatura. Come i vecchi alchimisti che tentavano di far crescere gli «homunculi» nelle loro ampolle di vetro, anche i loro eredi tedeschi tengono segrete alcune fasi di lavorazione. Ancora una volta, dobbiamo riconoscere che nulla come il narcisismo aguzza l’ingegno della nostra epoca. A PAGINA 24 2 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano Ex Urss La crisi Parà ed elicotteri russi L’Ucraina in allarme: «Pronti a difenderci» Occupata striscia di territorio oltre la Crimea Oggi il voto sulla secessione della penisola I fronti Uno con Mosca, l’altro con Kiev Il duello Kasparov (a sinistra) contro Karpov(AP Photo/Alberto Saiz) Karpov - Kasparov Anche fra scacchisti si apre la battaglia DAL NOSTRO INVIATO SINFEROPOLI — Voce bassa: «Grazie d’essere qui…». Ancora più bassa: «… È un momento storico…». Un filo che si sente appena: «… La Crimea decide finalmente il suo destino…». Nell’androne vuoto del Press Center di Sinferopoli, nel mezzo d’un referendum svuotato d’ogni senso, il campione che fu parla sommesso e guarda i pochi giornalisti che ci sono: se li mangerebbe come pedoni, potesse. Qualche tv russa, pochi stranieri: da dichiarare patta e andarsene. Il deputato della Duma russa Anatoly Karpov ha una partita da finire, però. L’hanno mandato apposta. Se la gioca veloce: «Credo che la maggioranza sceglierà la Russia. Conosco bene la situazione economica ucraina. E vorrei dire agli abitanti della Crimea: state tranquilli, gli stipendi e le pensioni verranno pagati, il passaggio al rublo non sarà traumatico…». Basta così, spasibo (grazie), arrivederci a tutti. Karpov sale in auto e se ne va giù per la collina, aereo per Mosca, ha fatto quel che doveva: rispondere da qui al rivale di tutte le sue vite da scacchista e da politico, a quel Gari Kasparov che nelle stesse ore va per i microfoni delle tv americane a gridare che «questa è l’invasione d’un dittatore». K contro K. Fosse una partita a scacchi… L’unica risposta uguale che danno, per ragioni opposte, è che la scacchiera non c’entra. Dice Karpov: «Negli scacchi ci sono le regole. In Ucraina invece le regole sono saltate, perché a Kiev hanno rovesciato un governo che era stato votato dalla gente: hanno fatto un golpe». Dice Kasparov: «Quando giochi, devi rispettare le mosse. Putin non ha rispetto di nulla: quello che sta succedendo in Ucraina viola le leggi internazionali e i trattati che la Russia ha sottoscritto». Aspettando chi andrà a re, i carri armati o le sanzioni, se la vedono gli alfieri campioni. Nell’ultima settimana, il Cremlino ne ha mobilitato uno al giorno: il mondiale dei pesi massimi Nikolaj Valvev, risposta al pugile ucraino Vitali Klitschko che s’è candidato alla presidenza di Kiev; Vyacheslav Fetisov, stella dell’hockey su ghiaccio, venuto in Crimea a scaldare i filorussi… Soprattutto loro due, però. Come trent’anni fa. Il riflessivo e difensivista Karpov, 62 anni, cocco dei gerarchi e genio degli Urali, che paragonava lo scacco matto all’omicidio perfetto e ai tempi dell’Urss le vinceva tutte, finché non si scontrava con Kasparov: l’ebreo dell’Azerbaijan, allora contro il regime e oggi fiero oppositore di Putin, dodici anni di meno e tanta irruenza in più. Cinque sfide mondiali, nella Guerra fredda. Una partita mediatica, in questa pericolosa tensione riscaldata al microonde. Karpov che addormenta il gioco, come sempre: «In Crimea non ci saranno problemi con l’indipendenza. L’Ucraina era la centralizzazione, molto più sovietica di quanto non sia Mosca oggi». Kasparov che va all’attacco, come allora: «Se la comunità internazionale aspetta a reagire, Putin capirà che può fare tutto. Lo dicono i libri di storia: più tardi s’affronta un dittatore, più alto è il prezzo da pagare». Karpov che regala sogni: «Il referendum serve a mantenere qui la Flotta del Mar Nero. E se la Flotta resta qui, ci sarà più stabilità nell’area. E più benessere per tutti, soldi, meno tasse». Kasparov che se n’è andato dalla Russia e ormai va di realismo sovietico: «Il futuro? È solo un ritorno al passato. All’uccisione d’ogni libertà». Bianco muove, nero arrocca. Una partita che può durare mesi, come allora. F. Bat. © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO SINFEROPOLI — «C’invadono!». Le guardie ucraine di Kherson hanno binocoli fissi da giorni. Pattuglie mobili, radar, visori notturni. Gli occhi sulle tende russe ad Armiansk, le postazioni scavate in Crimea. L’ordine è di guardare tutto, non sparare mai: «Se a uno scappa un colpo — diceva il sottotenente Valeriy Matzko, nei primi giorni d’assedio —, è un colpo che si sente in tutta l’Ucraina». Alle cinque del pomeriggio, le guardie ci mettono un attimo a vedere, di più a non reagire: 60 parà russi che atterrano con sei elicotteri ai margini di Strilkove, il primo paesino che s’incontra in macchina uscendo dalla Crimea. Altri 60, altri elicotteri, che si calano poco dopo. Blindati, qualche Tiger Gaz-2330. Le truppe russe che si piazzano intorno a una stazione di gas naturale: «Siamo qui per proteggere le nostre infrastrutture». Dopo la Crimea, sono i primi dieci chilometri d’Ucraina che si prendono. Una vera invasione, dice Kiev. Un’escalation scandalosa, accusano gli americani. Non è la prima volta che i russi ci provano, e la posizione militare non è la più significativa. Ma è il segnale, che conta: «Chiediamo il ritiro immediato delle forze militari — avverte di nuovo l’Ucraina —, altrimenti risponderemo con tutti i mezzi». Lo dice ancora più chiaro Yuriy Sergeyev, ambasciatore all’Onu: «Ci prepariamo a difenderci. Finora siamo stati calmi. Da lunedì, si cambia atteggiamento». Basta poco. Una scintilla in una stazione di gas, e può saltare tutto. Mosca gioca a incendiare, l’Ucraina ad allarmare. Questa sera la Crimea diventerà un pezzo di Russia, quando alle otto si chiuderanno le urne per l’indipendenza, e l’aria che cambia si respira già. Strategia della tensione. I due morti di giovedì a Donetsk, nell’Est filorusso. Una misteriosa sparatoria venerdì notte a Kharkiv, zona russofona, con un putiniano delle milizie popolari ucciso assieme a un passante dall’ultradestra ucraina di Pravi Sektor, cinque feriti e trenta arrestati. Il sequestro e il rilascio lampo del cappellano ortodosso della Marina di Sebastopoli, padre Mykola Kvych, prete ortodosso che da giorni veniva minacciato. I blindati con la bandiera della Crimea indipendente che già cominciano a girare per le strade. Le decine di missili S-300 dispiegati sul mare di Kerc. Un’incursione serale nell’hotel Mosca, nella capitale crimea, dove dorme un centinaio di giornali- Il deputato italiano Fabrizio Bertot di Forza Italia, invitato da Putin: «Il referendum pare legittimo ma vigileremo» sti: pancia a terra, perquisizioni, «stiamo cercando alcuni terroristi». Mosca ha naturalmente una spiegazione, per le esercitazioni militari lanciate al confine e le nuove incursioni: «Ci sono numerosi appelli d’aiuto dei russi d’Ucraina, non possiamo ignorarli», dice il portavoce della Duma. L’intervento fraterno può estendersi, se il 21 marzo Kiev firmerà l’associazione all’Ue (ovvero quell’accordo, saltato a novembre, che portò alla cacciata di Yanukovich e all’occupazione della Crimea) e se «le violenze contro la parte russofona dovessero continuare». C’è un ultimatum ai soldati ucraini, ancora circondati nelle basi: possono arrendersi, andarsene o cambiare divisa, a loro scelta. «Moralmente — dice il comandante della base di Sebastopoli, Amore e guerra Due ragazzi ucraini delle forze di autodifesa create dal movimento europeista di piazza Maidan a Kiev si baciano alla fine di un turno di guardia sulle barricate (Epa/Ghement) il colonnello Yuli Mamchur —, non siamo pronti a sparare sui russi. Ma la situazione può peggiorare da un’ora all’altra. Che cosa devo fare? Me lo dicano, quelli che ci governano a Kiev… Le madri dei miei soldati non me lo perdonerebbero, se venisse versata una goccia di sangue». Il premier del governo locale, Sergei Aksionov, già chiede ai soldati di deporre le armi e di votare per la Russia. S’allarga: «I fratelli di Donetsk si ribellino come noi. E indicano un referendum, pure là». Vergognoso e illegale, lo definisce a nome di tutto l’Occidente la Francia: eppure oggi si terrà, un milione e mezzo di schede gialle, due domande per chiedere in sostanza se si vuole l’indipendenza e aderire alla Federazione russa, 633 giornalisti ac- creditati e nessun osservatore internazionale, a parte i 24 inviati dalla Duma russa e alcuni parlamentari sciolti d’Italia, Portogallo, Austria, Israele, Cina, Mongolia… «Sono qui per vedere se il voto si svolge in un clima di libertà», dice Fabrizio Bertot, eurodeputato di Forza Italia, invitato dagli stessi russi che hanno respinto le delegazioni Osce. Nessun imbarazzo, a legittimare una consultazione che il Parlamento europeo e la comunità internazionale non riconoscono? «Io non rappresento il Parlamento europeo, né la posizione italiana. Sono qui a titolo personale. Il referendum è stato indetto dal Parlamento, quindi è di per sé legittimo…». Anche se si tratta d’una Rada occupata dai soldati? «Non so giudicare. Io vengo per tutelare gl’interessi economici italiani. E gl’italiani che vivono in Crimea. Altro che russi: loro hanno paura dei fascisti che stanno a Kiev». Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il governo polacco considera incostituzionale il referendum in Crimea «a mitra spianati» Varsavia: «La Nato protegga gli alleati» Il ministro degli Esteri Sikorski: «Sono in gioco i valori europei» Da sempre orgogliosa della propria identità frontaliera, difesa nei secoli dalle mire dei vicini orientali e occidentali, la Polonia osserva gli sviluppi ucraini con un misto di immedesimazione e senso del dovere nei confronti del nuovo governo di Kiev che oggi confida nell’aiuto dell’Europa. Il ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski ha svolto un ruolo di primo piano, mediando insieme ai colleghi di Francia e Germania nei negoziati per il tentato accordo delle opposizioni con il presidente Viktor Yanukovich e invocando l’immediata mobilitazione della Nato di fronte al precipitare degli eventi nelle ultime settimane. In questa crisi, dice al Corriere, è in gioco lo stesso sistema di valori europeo. Ministro Sikorski, quali effetti può avere sullo scacchiere intern a z i o n a l e i l voto d i o g g i i n Crimea? «Va detto innanzitutto che, secondo la legge ucraina, un referendum nella penisola di Crimea non è vincolante; anche la decisione parlamentare di annessione alla Russia è in contrasto con la Costituzione. Un voto “a mitra spianati” è una farsa, non dissimile da scenari che abbiamo già incontrato nella storia europea. La Polonia, in quanto membro della Ue e della Nato, non In prima linea Radoslaw Sikorski, 51 anni, ministro degli Esteri polacco dal 2007, ha assunto un ruolo di primo piano nella gestione europea della crisi ucraina può consentire che la crisi ucraina diventi per il presidente russo Vladimir Putin il preludio di un ritorno a pratiche di conquista territoriale tipiche del XIX secolo. Questo vale in particolare nel contesto della situazione demografica degli Stati baltici, dove pure sono presenti minoranze russe». Cosa si aspetta la Polonia dall’Alleanza Atlantica? «Abbiamo fatto ricorso alle prerogative derivanti dall’articolo 4 del Trattato di Washington, che prevede consultazioni tra le parti nel caso in cui una di esse consideri minacciata la propria integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza. L’escalation del conflitto ha reso indispensabile la convocazione delle consultazioni. La Nato deve dimostrare al mondo di poter proteggere gli Stati alleati. Esprimo soddisfa- Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Primo Piano 3 In marcia Blindati delle forze russe ieri nei pressi della città di Dzhankoy, nel nord della Crimea (Afp/Maximov) Le reazioni L’Occidente alla ricerca di una risposta comune Usa furiosi: scandaloso Verso la cacciata dal G8 Oggi consultazioni d’emergenza in Europa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Se i suoi carri armati avanzeranno in terra ucraina, la Russia sarà espulsa dal vertice del G8, già previsto per il 4-5 giugno a Sochi, sul suo territorio. E lo stesso vertice — che a quel punto tornerà ad essere G7— troverà una nuova sede a Londra, candidata dal premier David Cameron. Lo avrebbero già deciso, secondo il giornale tedesco Der Spiegel che cita fonti della cancelleria di Berlino, gli altri 7 Paesi del gruppo, Italia compresa, su proposta britannica. Un portavoce di Angela Merkel frena, precisa che sono stati sì sospesi i preparativi per la riunione di Sochi, ma per ora non sono state prese altre decisioni, accennando però a una possibile «versione ridotta» del G8. Berlino sta- Da Parigi Hollande e Renzi hanno definito insieme «illegale» la consultazione elettorale prevista oggi in Crimea Guarda il video con una chiamata gratuita al Al voto U C R A I N A Oggi un milione e mezzo di cittadini crimeani sono chiamati a decidere sulla secessione dall’Ucraina confine LA POPOLAZIONE All’Onu La condanna del referendum non è passata ieri alle Nazioni Unite a causa dello scontato veto della Russia Strilkove Ieri 80 soldati russi, quattro elicotteri d'assalto e tre veicoli blindati avrebbero occupato il villaggio CRIMEA 59 % Russi Sinferopoli 24 % Ucraini BIELORUSSIA Sebastopoli 12% Tatari +39 029 475 48 50 0 km. RUSSIA UCRAINA ROMANIA 30 I DUE QUESITI C. D. S. Vuoi che la Repubblica autonoma di Crimea si riunisca con la Russia come parte della Federazione russa? 2 milioni La popolazione 1.5 50% milioni I votanti Il quorum richiesto zione per il sostegno assicurato dal segretario generale Anders Fogh Rasmussen agli sforzi dell’Ucraina per difendere la propria sovranità e integrità territoriale». Qual è la posta in gioco per l’Europa? «Il modo in cui l’Unione Europea agirà nei confronti dell’Ucraina sarà decisivo per capire chi siamo, così come la crisi economica ci ha imposto di ridefinire il nostro senso di comunità. Sui leader europei pesa una grave responsabilità. Gli ucraini, e il mondo intero, hanno bisogno di credere in noi. Solo se riusciremo a sconfiggere le nostre debolezze e indecisioni, potremo aiutare l’Ucraina e gli altri Paesi che sognano un ordine economico e politico pari a quello europeo. L’Unione non è uno Stato centralizzato come la Russia, si fonda su valori del tutto differenti. E’ inevitabile che 28 Stati abbiano interessi e obiettivi diversi: la Spagna e l’Italia sono più attente al bacino del Mediterraneo, i britannici sono rivolti al mondo an- Sei a favore del ripristino della Costituzione della Repubblica della Crimea del 1992 e dello status della Crimea come parte dell’Ucraina? Nella Costituzione del 1992 la Crimea è uno stato indipendente e non parte dell’Ucraina. Chi vota sì a questo quesito vota per un’autonomia rafforzata glofono. Cionondimeno le conclusioni delle ultime riunioni del Consiglio Europeo e del Consiglio per gli Affari esteri mostrano che tutti gli Stati comprendono ormai la portata della sfida costituita dalla politica di Mosca. La nostra risposta non può seguire la linea russa, per- ché questo metterebbe in moto una spirale di tensione estremamente difficile da fermare, ma anche la ricerca di soluzioni politiche deve basarsi su una chiara distinzione tra chi aggredisce e chi è aggredito. Abbiamo a disposizione diversi strumenti per affrontare la situazione, rebbe anche cercando di organizzare dei colloqui bilaterali con il Cremlino, a Lipsia. Ma decidere non è facile, per nessuno: la verità è che l’Ue non si è mai trovata in un clima così teso e confuso, dai giorni in cui crollò l’impero sovietico. La situazione si evolve di ora in ora, in sintonia con gli eventi in Crimea e nel bacino del Don: dopo settimane di indecisione e contraddizioni, l’Occidente reagisce o cerca di reagire davanti all’evidenza dei cingoli e degli elicotteri corazzati ai confini ucraini. Certo, la condanna del referendum in Crimea non è passata all’Onu per lo scontato veto russo (anche se l’astensione cinese ha provato a sorpresa che non esiste un patto Mosca-Pechino). Ma una condanna vi è stata lo stesso, anche ieri, ed è arrivata da Parigi dove Matteo Renzi e François Hollande hanno definito insieme «illegale» la consultazione la cosa più importante è che qualsiasi iniziativa sia assunta con rapidità». Il premier Yatsenyuk ha annunciato per il prossimo 21 marzo la firma della parte politica dell’accordo di associazione con la Ue. «La firma di un accordo di asso- A Mosca Sfida a Putin: migliaia in piazza MOSCA — «Mani fuori dall’Ucraina!», «Basta portare infamia in Russia»: migliaia di persone hanno sfilato a Mosca contro la politica di Putin (3 mila secondo la polizia, 50 mila per gli organizzatori). popolare nella penisola. Più di ogni parola, però, la ventilata espulsione dal G8 — cioè dal nucleo dei Paesi più industrializzati del mondo — sarebbero per Vladimir Putin uno schiaffo e un segno di isolamento difficilmente digeribili. In più, nelle ultime ore cresce anche il tono della protesta americana. Ieri Barack Obama ha riunito alla Casa Bianca la sua squadra responsabile per i problemi della sicurezza nazionale, e con essa ha passato in rassegna le ultime informazioni in arrivo da Kiev e dalla Crimea. Poche ore prima Samantha Power, ambasciatrice statunitense all’Onu, aveva dichiarato che un’invasione russa dell’Ucraina sarebbe «un’escalation scandalosa». Non solo: se accadesse, «la Russia dovrebbe rispondere delle sue azioni e potrebbe essere sottomessa a un isolamento diplomatico ed economico». Sulla stessa linea anche l’ambasciatore britannico all’Onu, Mark Lyall Grant, che parla di «escalation pericolosa, se le ultime informazioni dall’Ucraina saranno confermate». Oggi sarà una domenica di straordinario lavoro, nei palazzi della Ue di Bruxelles. Dall’inizio della serata, quando arriveranno (forse) i primi risultati parziali del referendum, i leader della Commissione e del Consiglio saranno in consultazione permanente fra loro e, al telefono, con i capi di vari governi. Si dovrà concertare una reazione politica unitaria all’esito ormai scontato del voto. Mentre non ci sarà molto da discutere sulle sanzioni, che sono sostanzialmente già concordate e che attendono solo il sigillo dal vertice dei ministri degli esteri Ue, domani: visti d’ingresso nella Ue bloccati per un numero compreso fra 30 e 90 oligarchi e alti dirigenti russi, fra cui almeno un paio del colosso Gazprom, e congelamento di vari contratti commerciali. All’inizio, erano emerse forte divisioni fra i vari Paesi anche sulle sanzioni: con Gran Bretagna, Francia e Germania schierate sulla «linea dura», e Grecia (forti legami con le banche russe), Portogallo e Spagna più possibiliste. Alla fine è stato deciso di non esitare più, e di parlare chiaro. Ma nessuno, né a Bruxelles né a Berlino né a Washington, può garantire che questo basti a fermare i cingoli che avanzano. Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA ciazione e la creazione di una zona speciale di libero scambio UeUcraina sarebbero vantaggiose per entrambe le parti. In più un aiuto finanziario, del resto annunciato dal Fondo monetario internazionale, porterebbe il Paese sulla via delle riforme necessarie al risanamento macroeconomico. L’Ucraina ha davanti a sé sfide su più fronti». Qual è il messaggio della Russia al mondo in questa fase? «Non c’è dubbio che la Russia stia cercando di rafforzare la propria posizione sulla scena internazionale e che le autorità della Federazione non siano interessate a continuare la politica del “reset” nei rapporti con gli Stati Uniti. In questo momento il compito più importante per l’amministrazione del presidente Barack Obama è trovare una risposta equilibrata e razionale alle mosse sempre più provocatorie di Mosca». Maria Serena Natale msnatale@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanzioni possibili Limiti ai viaggi per cittadini russi 1 Tra le misure che la Ue sta considerando c’è il rifiuto di visti a cittadini russi, in particolare a individui con cospicui interessi finanziari in Europa e soprattutto a Londra e a Cipro. L’azione potrebbe richiedere tempo per individuare le persone a cui applicarla. Gli Usa hanno già adottato una «lista nera» con 20 ex autorità ucraine e 18 russe Colloqui sospesi, negoziati bloccati 2 Anche questa «arma», sebbene considerata poco risolutiva, sembra di facile e probabile attuazione: sospensione dei colloqui sulla liberalizzazione dei visti tra Ue e Russia (cosa a cui Putin punta da anni) e blocco di ogni nuovo negoziato strategico tra le due parti, in settori come la cooperazione per gli investimenti, la ricerca e l’istruzione Embargo dalle armi ai trasporti 3 La Ue studia inoltre la possibilità di embarghi commerciali contro Mosca, in aree che vanno dagli armamenti ai servizi del settore energia (come assicurazioni e trasporti). Una misura estrema sarebbe il blocco dei flussi di gas e greggio dalla Russia all’Europa. Ma la Ue ne ha bisogno: il 30% del suo fabbisogno è coperto da Mosca Boicottaggio del G8 e dei Mondiali 4 Il Gruppo dei Sette Paesi più industrializzati ha sospeso i preparativi per il G8 di giugno che dovrebbe tenersi a Sochi in Russia ed è possibile che Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania decidano di boicottarlo. Sul tavolo c’è anche il boicottaggio dei Mondiali 2018 in Russia, un evento lontano. 4 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 » Dossier Primo Piano 5 La revisione della spesa per le forze dell’ordine POLIZIA, CARABINIERI E VIGILI DEL FUOCO IL PIANO PER TAGLIARE 700 MILIONI Saranno soppressi oltre 300 uffici. Sedi in affitto trasferite C in caserme dismesse o in immobili del Demanio hiusura di circa 300 presidi, centrale unica per gli acquisti, disdetta dei contratti di affitto con trasferimento degli uffici negli immobili demaniali. Il governo mette a punto il piano tagli in materia di sicurezza e recepisce le linee predisposte dai vertici di polizia e carabinieri. L’elenco delle sedi da chiudere o accorpare è stato trasmesso a prefetti e questori che adesso dovranno effettuare le proprie valutazioni. Ma le linee sono tracciate, già individuati — città per città — i reparti che saranno soppressi. E anche l’obiettivo di risparmio: 600 milioni di euro soltanto per le forze dell’ordine ai quali vanno aggiunti almeno 100 milioni di euro che invece deriveranno dalla riorganizzazione dei vigili del fuoco. I sindacati sono però sul piede di guerra e in vista della riunione convocata dal ministro Angelino Alfano per il 25 marzo prossimo, il Sap avverte: «Altro che spending review, così si mette a rischio la capacità di indagine e dunque la protezione dei cittadini». Un investimento unico per il rinnovo del parco macchine I presìdi cancellati dalla spending review Gli uffici che si intende sopprimere entro la prossima estate CARABINIERI 7 Niente affitti e auto di servizio Le indicazioni in materia di sicurezza del commissario Carlo Cottarelli — incaricato dal governo di incidere sulla spesa pubblica in maniera drastica — puntano soprattutto sull’eliminazione dei costi doppi. E naturalmente su quelli che sono ritenuti veri e propri benefit come le auto blu. I dirigenti e i direttori dei dipartimenti del Viminale non potranno più godere della macchina di servizio, mentre tutti gli uffici distaccati che attualmente si trovano in palazzi presi 72 52 17 Compagnie 72 Posti e sezioni di polizia ferroviaria ALTRI POSTI DI POLIZIA ELIMINATI DAL TERRITORIO commissariati Milano (R.I.P.S.) Arcore stradale di frontiera Bergamo Treviglio Brescia Iseo e Salò Montichiari Bolzano Bressanone Merano Udine Tolmezzo Aosta Aosta Gorizia Gorizia Trieste Duino Trieste Torino Torino Venezia Parma Parma Rovigo Porto Tolle Ravenna Savona Alassio Finale Ligure Savona Faenza e Lugo di Romagna Ancona Osima Imperia Sanremo Ascoli piceno Amandola La Spezia La Spezia Pescara Penne Pescara Livorno Roma Portoferraio Colleferro, Frascati, Genzano Roma (R.I.P.S.) Pistoia Pescia L'Aquila Castel di Sangro Perugia Per L’umbria Bari Barletta Macerata Porto Recanati Campobasso Larino Sassari Tempio Pausania Potenza Potenza Nuoro Di Fonni, Ottana, Siniscola Napoli Napoli (R.I.P.S.) Napoli L’allarme Il sindacato: «Chiudere gli uffici della polizia informatica metterà presto in seria difficoltà gli investigatori» Portogruaro Reggio Calabria Salerno Gioia Tauro Pausania Trapani Marsala Enna Nicosia Ragusa Vittoria Messina Messina mandata esclusivamente ai ministri competenti che consultano il capo della polizia e il comandante generale dei carabinieri, così come i responsabili nazionali dei vigili del fuoco». La protesta dei sindacati Non usa mezzi termini il segretario del Sap Gianni Tonelli per stigmatizzare quanto sta accadendo e avverte: «La vera finalità è raccattare qualche denaro per la spending review allo scopo di compiacere e acquietare il governo affinché non intraprenda processi di riforma che scardinerebbero l’attuale assetto dell’apparato sicurezza, mettendo in discussione e pericolo le posizioni di rendita e le prospettive di carriera delle gerarchie interne alle varie forze di polizia. Tutto questo eliminando uffici strategici come quelli della informatica, che indaga su reati Internet, truffe bancarie online, pedopornografia e cyberbullismo». Secondo il Sap «chiudere gli uffici della polizia informatica in città come Padova, Brescia, Ferrara, Modena, Prato, Avellino, Catania metterà in seria difficoltà gli investigatori». Di tutto questo si parlerà nella riunione già convocata da Alfano, anche se i margini di manovra appaiono piuttosto stretti. I tempi fissati da Palazzo Chigi sono infatti molto brevi e le indicazioni precise: «Entro l’estate la riorganizzazione deve essere completata». CORRIERE DELLA SERA Risparmi Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Casa La via del comodato d’uso, così il dirigente pubblico prova a tenersi l’auto blu ROMA — Tempo di tagli e tempo di denunce di sprechi. Come quella sulle auto blu, che Matteo Renzi vuole vendere su eBay, e sulle quali ieri il sindacato Ugl ha mosso delle accuse a proposito della Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione). Di che si tratta? «Il presidente facente funzioni della Covip, Rino Tarelli, — scrive l’Ugl — ha individuato un metodo infallibile per aggirare i costi delle auto di servizio: da oltre due anni ha stipulato con la stessa Covip un contratto di comodato d’uso per l’utilizzo della propria automobile personale, Squadre nautiche della polizia Sezioni di polizia postale Stazioni Sedi ancora da individuare Milano Polizia postale e ferroviaria Sono decine e decine i presìdi di Postale e Ferroviaria che saranno eliminati seguendo il principio di accorpare le risorse e dunque puntare sugli uffici centrali. Nel dettaglio la lista comprende 72 sezioni della Postale, 52 squadre nautiche, 72 sezioni della Ferroviaria. Ma saranno soppressi anche i Rips, Reparti di intervento della polizia stradale di Milano, Roma e Napoli. In tutto fanno 265 sezioni di polizia, ai quali si aggiungono 7 compagnie e 17 stazioni dell’Arma. Si agisce nelle grandi città, ma anche nei paesi, si tagliano alcuni commissariati importanti come quello di Colleferro e Frascati, si eliminano anche le squadre a cavallo. Sulla polizia i tagli incideranno in maniera più pesante perché il piano di ristrutturazione dei carabinieri era già stato avviato nel 2005 con la soppressione di 343 reparti, tra cui 8 compagnie, 47 stazioni, 12 posti di frontiera, 94 siti navali, 2 entrali operative e 4 centri trasmissione. E soprattutto perché, come risulta ufficialmente dalle relazioni trasmesse proprio in questi giorni a Palazzo Chigi, il riordino ha consentito di recuperare circa 10.600 uomini. Forze necessarie visto che polizia e carabinieri da tempo subiscono il blocco del turn over e dunque non hanno personale giovane da poter impiegare. POLIZIA in affitto dovranno essere spostati nelle caserme dismesse o comunque negli immobili del Demanio. Nuove regole anche per quanto riguarda gli acquisti. La decisione è quella di comprare mezzi e apparecchiature in un unico blocco in modo da poter accedere alle agevolazioni previste in casi del genere. L’esempio più calzante riguarda le auto di servizio: il cambio del parco macchine dovrà avvenire attraverso un unico investimento per polizia, carabinieri e Guardia di Finanza proprio per poter razionalizzare l’impiego dei fondi. Si tratta di linee guida ribadite durante la riunione che si è svolta due giorni fa a Palazzo Chigi. «Non c’è alcuna volontà di far scendere il livello di sicurezza — chiarisce il sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci — ma soltanto di eliminare gli sprechi e le sovrapposizioni. Non a caso questo piano è frutto di un lavoro coordinato tra le varie forze di polizia che ha come obiettivo primario quello di razionalizzare, certamente non di effettuare tagli indiscriminati. Infatti l’operatività del progetto è de- aggirando così le restrizioni imposte dagli ultimi governi». Sempre secondo quanto riporta il sindacalista Antonio Scolletta dell’Ugl, «la Covip, secondo i termini contrattuali, provvede con i propri fondi, o meglio, con i soldi dei lavoratori aderenti ai fondi pen- Denuncia L’Ugl attacca i vertici della Covip: troppi escamotage per tenersi il privilegio dell’auto a disposizione sione, a tutte le spese necessarie per il mantenimento di un’automobile di proprietà del presidente: dal carburante all’assicurazione, dai tagliandi alle tasse automobilistiche, fino al lavaggio del veicolo che avviene puntualmente, due volte a settimana». «Per avere il quadro completo della situazione, occorre inoltre precisare che, quando fu stipulato il contratto di comodato d’uso dell’auto personale del presidente Tarelli, la Covip già disponeva di un’auto di servizio a noleggio. Si potrebbe supporre — conclude il sindacalista — che per tre commissari sia necessario avere due auto a disposizione, ma fino ad oggi Tarelli è stato l’unico membro della Commissione in carica. Se la matematica non è un’opinione...». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dai costruttori ai proprietari riforma del catasto nel mirino di 14 associazioni MILANO — Quattordici associazioni che operano nel settore immobiliare si sono «alleate» per monitorare gli sviluppi della riforma del catasto, in vista dell’arrivo dei decreti attuativi. Ieri Abi, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria e Fiaip si sono riunite a Roma nella sede di Confedilizia. E hanno deciso di portare avanti una sorta di vigilanza ombra sulla riforma del catasto. Il primo passo sarà la raccolta dei dati dei valori delle compravendite e dei canoni delle locazioni nel triennio 20112013. Si tratta delle informazioni base da cui anche l’Agenzia delle Entrate dovrà partire per attribuire a ciascuna unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita. L’intenzione delle 14 organizzazioni è confrontare i propri Confronto Le associazioni del mattone incontreranno mercoledì il direttore dell’Agenzia delle Entrate valori con quelli scelti a riferimento dall’Agenzia delle Entrate. Il coordinamento dei 14 ha già fissato in agenda per mercoledì prossimo un incontro con il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. «Finché non sarà svelato l’algoritmo alla base dei calcoli non sarà possibile definire rendite e valori patrimoniali», constata Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, associazione dei proprietari immobiliari capofila del raggruppamento. «Certo è importante che i valori immobiliari di partenza rispecchino davvero il mercato», continua Fogliani. Rapido nel punzecchiare l’Agenzia delle Entrate: «Quelli dell’osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia spesso sono il triplo delle somme battute alle aste». © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano Occupazione Le misure Lavoro flessibile e apprendistato, sindacati divisi Camusso: via il decreto, in cambio discutiamo di contratto unico. Alfano: no ai diktat Cgil La giornata del freelance: le partite Iva si contano Riconoscimento, rappresentanza, senz’altro. Ma anche relazioni, sinergie, qualcuno — ricorrendo al lessico anglosassone — parla di network. Ieri Torino ha ospitato la giornata del freelance: copywriter, sviluppatori, traduttori, comunicatori, creativi, grafici, designer, giornalisti si sono dati appuntamento in uno spazio coworking (ToolBox) per gridare tutto il loro disappunto al Jobs Act renziano accusato di dimenticare il popolo delle professioni (e delle partite Iva). «Bancomat del Paese», è l’espressione cara ad Anna Soru, presidente di Acta, l’associazione che finora ha rappresentato a pieno titolo i professionisti della conoscenza e che ha partecipato ieri al ciclo di seminari e incontri organizzati in un ex capannone industriale rimesso totalmente a nuovo. In una società che veleggia verso l’economia dei servizi gli knowledge workers sono sempre di più ma si sentono vittime di un mercato del lavoro che non li contempla se non quando c’è da versare il temutissimo contributo alla gestione separata Inps (l’aliquota per chi non è iscritto ad alcun ordine è fissata al 27%, una soglia considerata troppo alta per chi stenta a far decollare il proprio giro d’affari). Spiega Aure- 725 mila circa gli autonomi della conoscenza lio Balestra, fondatore di ToolBox che freelance «non si nasce, ma si diventa» (per necessità) ma è difficile mettere a disposizione di chiunque le informazioni necessarie per essere un lavoratore autonomo. Da qui il boom dei coworking (gli spazi condivisi) che consentono di abbattere i costi e a loro modo rappresentano embrionali forme di condivisione della conoscenza. Da Acta auspicano «soluzioni normative che consentano l’aggregazione temporanea tra professionisti sul modello delle reti d’impresa». Nell’attesa di superare la vacatio legislativa il popolo dei professionisti ad alto valore aggiunto (sono quasi tutti giovani, laureati, poliglotti, spesso collaboratori a progetto) ha fatto registrare il tutto esaurito per la lezione numero uno: come aprire una partita Iva. Meglio, se con il regime dei minimi, l’inquadramento fiscale agevolato che prevede un’imposta unica sostitutiva del 5% e l’esenzione dall’Iva. Cose concrete, operative. Per smarcarsi dalla disoccupazione dilagante provando a recitare il ruolo di imprenditore di se stessi. Il prossimo passo è perfettamente rappresentato da una diapositiva diffusa ieri da Acta che recitava così: «Ottenere di essere riconosciuti come lavoratori, non venditori di servizi». Già, lavoratori. Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Si svolgerà in luglio il prossimo vertice tra i leader europei sulla disoccupazione giovanile. Dopo Berlino e Parigi toccherà a Roma ospitare il confronto già previsto nell’agenda del precedente governo Letta. «Noi siamo messi peggio sul fronte della disoccupazione giovanile», ha affermato ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi, al termine dell’incontro nella capitale francese con il presidente François Hollande. «Il pacchetto di riforme dovrà vedere un passo significativo», ha aggiunto con uno sguardo a Roma, dove il primo dei provvedimenti sul lavoro, quello che ridisegna le regole sui contratti a termine e sull’apprendistato, sta però suscitando tensioni nel sindacato e in parlamento dove si preannuncia aria di bufera. Il decreto arriverà domani al Quirinale per la firma del presidente della Repubblica. Sul provvedimento per ora non si arretra, come aveva chiesto venerdì la leader della Cgil, Susanna Camusso, dicendosi disponibile in cambio «a discutere» di un contratto unico. «Il governo non torna indietro. Non possiamo accettare i diktat della Cgil», ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno Angelino Alfano (Ncd). Camusso non si arrende: «Il decreto andrà in parlamento e proveremo a cambiarlo come si fa nella normale attività sindacale e nella dialettica tra le Il governo Al Quirinale Il pacchetto lavoro arriverà domani al Colle parti» ha detto, aggiungendo che i primi provvedimenti del governo Renzi sulla materia «sembrano contraddittori rispetto agli annunci che erano stati fatti, che parlavano di tutela del lavoro e di fiducia per i giovani: si sta determinando, invece, un cumulo di situazioni precarie». A Camusso ribatte, tornando a differenziare il percorso dopo mesi di cammino unitario, il leader della Cisl, Raf- faele Bonanni. Meno preoccupato della collega per la prospettiva di congelamento della concertazione («Ce ne faremo una ragione» dice), Bonanni critica «il furore ideologico» della Cgil. Le misure del governo, ha insistito ieri, «assicurano ai contratti a termine gli stessi salari, le stesse tutele previdenziali, gli stessi diritti sindacali dei contratti a tempo indeterminato. Meglio un contratto a termine pagato di più e tutelato che la disoccupazione e l’inedia per migliaia di giovani». Senza contare che «moltissimi contratti a termine statisticamente si trasformano a tempo indeterminato, con gli accordi sindacali e perché le aziende non vogliono perdere le professionalità acquisite dai lavoratori». Se battaglia ci deve essere, preferiamo farla, ha aggiunto, sulle «vere forme-pirata di lavoro: le D’ARCO A Torino I numeri del piano Renzi Sblocco del pagamento dei debiti della Pa -10% Taglio dell’Irap alle aziende (dal 1 maggio) 22 miliardi già pagati 3,5 miliardi Piano per le scuole 1,5 miliardi 1,7 miliardi per corsi di formazione e caccia al primo impiego per gli under 29 (dal 1° maggio) Rendite finanziarie: rimodulazione della tassa 68 miliardi entro luglio 2014 Garanzia Giovani 1,2 miliardi 26% dal 20% al credito d’imposta per i ricercatori in tre anni (dal 1 maggio) Tutela del territorio (dal 1 aprile) -10% IRPEF Revisione dell’Aspi Semplificazione apprendistato e contratti a termine più facili Costo dell’energia per le imprese (dal 1 maggio) 1.000 euro 500 milioni netti all’anno a chi ne guadagna meno di 1.500 (dal 1° maggio) di euro, il fondo per le imprese sociali (dal 1° giugno) in 6 mesi nuovo codice del lavoro e assegno universale di disoccupazione 3 miliardi Sblocco dai fondi europei, dai fondi di coesione e dalla Pac (politica agricola comune) false partite Iva, i co.co.pro. e gli associati in partecipazione che non danno alcuna tutela». Ma non c’è solo il sindacato. Sulle misure sui contratti a termine, che prevedono la possibilità di applicarli senza causale con un massimo di otto proroghe in tre anni fino al 20% del personale dipendente, ieri si sono cominciate a delineare le contrapposizioni sul fronte politico. E se l’ex ministro Mauri- Differenze Bonanni critica la Cgil: «Meglio un contratto a termine ben pagato che la disoccupazione» zio Sacconi, presidente dei senatori di Ncd, ha giudicato il decreto «un elemento decisivo in sé e per la nuova prospettiva che apre» e ha avvertito che «l’esame parlamentare, al di là degli aggiustamenti al margine, dovrà confermare questa impostazione, pena la tenuta della maggioranza», Cesare Damiano,presidente della commissione Lavoro della Camera, ha invece insistito, come Camusso, sulla possibilità di modificare il decreto in parlamento: «La filosofia del prendere o lasciare non sta scritta da nessuna parte». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA «Le rendite finanziarie? Un livello di imposizione accettabile. Tobin tax? Un intervento da inquadrare in un contesto europeo» Casero: più detrazioni per i figli e meno tasse per gli autonomi Il viceministro: la rivoluzione fiscale non finirà con i primi 80 euro nelle buste paga di maggio ROMA — «La rivoluzione fiscale non finirà a maggio e non riguarderà solo i lavoratori dipendenti. Proprio nel mese in cui i primi 80 euro entreranno nelle buste paga, attueremo quella parte della delega fiscale che consentirà ai lavoratori autonomi a basso reddito di pagare meno tasse e di farlo in maniera più semplificata. Mentre per le famiglie cercheremo di introdurre maggiori detrazioni sui figli». Luigi Casero, viceministro dell’Economia, come già nel governo Letta, anticipa alcuni passaggi della riforma fiscale che il premier Matteo Renzi ha fissato al mese di maggio. E lo fa con un occhio a quella che è una parte della platea elettorale di Ncd: i lavoratori autonomi. Di quali novità sta parlando? «Prima mi faccia dire che non è banale che il governo abbia trovato le risorse per tagliare del 10% l’Irap mentre fa una manovra da 10 miliardi sull’Irpef. Ma per i lavoratori autonomi e le imprese molto piccole non finisce qui. Pensando alle fasce di reddito più basse, che più o meno corrispondono a quelle che trarranno vantaggio dalle detrazioni Irpef, la delega fiscale prevede un alleggerimento sia in termini di maggiore semplificazione degli adempimenti, sia in termini di forfettizzazione di quanto dovrebbero versare». Qui però non ci sono buste paga ma redditi dichiarati, non c’è il rischio che qualcuno sia tentato di dichiarare meno per approfittare delle agevolazioni? «Il rischio c’è. Opereremo in modo tale da evitarlo. Non è che questo gover- no abbia allentato la presa sull’evasione fiscale». No? «No. Il fatto che non abbiamo indicato obiettivi non vuol dire che non ne abbiamo. Ma lei sa bene che gli introiti dell’evasione non possono essere adoperati prima che vengano quantificati. Dopodiché sono essenziali per le entrate dello Stato». Intanto state tentando di tagliare la spesa. Non capiamo di quanto: 3, 5, 7 miliardi? «Tutto quello che riusciremo a fare quest’anno: non porrei limiti. Ci stiamo muovendo a grande velocità e i primi ❜❜ Punto di partenza Questa manovra parte da una situazione finanziaria positiva grazie al calo dello spread ❜❜ Nuovi obiettivi Entro i primi di giugno contiamo di varare un disegno di legge sulla «voluntary disclosure» interventi ci saranno molto presto». La velocità sembra essere la caratteristica di questo governo. Al punto che provvedimenti ancora non scritti vengono comunicati anche alle cancellerie straniere. Anche a lei sembrano oziosi i discorsi sulle coperture? «Le coperture ci sono e in abbondanza, come ha detto il premier, che le ha elencate. Se vuole gliele ripeto». No, mi dica quali di quelle elencate saranno adoperate. «Il quadro sarà completo quando sarà conclusa la verifica puntuale di tutte le possibilità». Entro maggio, quando i soldi dovranno essere in busta paga? «Abbiamo preso l’impegno di maggio e lo rispetteremo». Quando parla di verifica a cosa si riferisce? «Questa manovra parte da una situazione finanziaria positiva prodotta dagli ultimi governi che ha portato lo spread sotto i 200 punti, con effetti positivi sugli interessi, e ha raggiunto l’obiettivo prestabilito del rapporto deficit/Pil sotto il 3%. Abbiamo guadagnato una buona credibilità finanziaria a livello internazionale, adesso esiste l’esigenza di fare un intervento forte sulla domanda interna per dare slancio all’economia. Il nostro intento è mantenere gli impegni: tagliare al massimo la spesa e non superare il tetto del 3%, ma muoverci entro questi limiti, cercando però di uscire dalla crisi, di questo stiamo parlando». Ammetterà che il metodo è cambiato rispetto al governo Letta. «Le ho appena detto che proprio il Chi è Gli incarichi Lombardo di Legnano, classe ‘58, Luigi Casero ha seguito Angelino Alfano nel Nuovo centrodestra. Già sottosegretario all’Economia e alle Finanze con il governo Berlusconi dal 2008 al 2011, oggi è viceministro dell’Economia. Ruolo che ricopriva già nel governo Letta Il curriculum Formazione laica, commercialista, bocconiano con specializzazione in finanza aziendale. È entrato in Forza Italia fin dalla fondazione , nel ‘94. Il primo incarico nel comune di Milano come assessore al Bilancio percorso fatto sin qui ci consente di agire in questo modo». Parliamo degli altri provvedimenti. L’intervento sulle rendite finanziarie non rischia di scoraggiare forme di investimento cui molti erano ricorsi anche dopo la stangata sul mattone? «Non mi pare proprio. È un livello di imposizione accettabile considerando che ci aspettiamo dal complesso della manovra un effetto incrementale sul Pil che dovrebbe azzerare l’effetto della maggiore tassazione». Sulla Tobin tax farete degli interventi? «Per ora ne verifichiamo gli effetti ai fini del gettito ma è una tassazione che andrebbe inquadrata in un contesto europeo. Il nostro intento durante il semestre europeo di presidenza italiana sarà proprio quello di dare un maggiore impulso a una fiscalità comune». A proposito di Europa, il commissario Tajani critica la scelta del disegno di legge per i pagamenti della Pubblica amministrazione. «Non ha da preoccuparsi: se c’è un impegno comune a andare spediti in Parlamento, così come è stato per la delega fiscale che ha accelerato sotto il governo Letta, i tempi non saranno lunghi. Intanto la fatturazione elettronica parte a giugno: un bel passo in avanti». La voluntary disclosure per il rientro dei capitali resta tra le misure di questo governo? «Certo, abbiamo ritirato il decreto proprio perché stava per scadere e non avremmo potuto reiterarlo. Adesso è già un nuovo disegno di legge che contiamo di approvare entro i primi di giugno». Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 7 8 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Primo Piano Il governo La visita L’asse di Parigi tra Renzi e Hollande per un’Europa senza austerity Scambi di complimenti e intesa su crescita e lavoro Il premier: non ci sarà lo sforamento del 3% di deficit DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L’agenda L’invito in Francia del presidente Ieri il premier Matteo Renzi ha incontrato all’Eliseo il presidente francese François Hollande. A Parigi Renzi ha ribadito la posizione, già più volte espressa in Italia, assunta dal suo esecutivo: pur senza alcuna intenzione di voler sforare gli impegni di bilancio presi in Europa, è necessario rivedere le politiche europee. Meno austerity, è la linea, per rilanciare sviluppo e crescita Domani a Berlino l’incontro con Merkel Un appuntamento chiave, in questa settimana di incontri internazionali, è quello di domani a Berlino: il premier italiano vedrà Angela Merkel. Alla cancelliera tedesca Renzi esporrà le misure previste per rilanciare il lavoro e l’occupazione. Venerdì il portavoce di Merkel ha detto: «Il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso piano di riforme dell’esecutivo Renzi» Giovedì a Bruxelles per vedere Barroso Giovedì 20 Renzi incontrerà a Bruxelles, prima dell’inizio del Consiglio Ue, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, con il quale saranno nuovamente sul tavolo gli impegni italiani nei confronti dell’Unione. Barroso potrebbe essere un prezioso alleato di Renzi per una politica alternativa all’austerità a tutti i costi La prima volta al Consiglio europeo Il premier si fermerà a Bruxelles per il Consiglio europeo (giovedì e venerdì). All’ordine del giorno i programmi di «stabilità e convergenza» degli Stati membri «e i loro programmi nazionali di riforma 2014». Il Consiglio affronterà anche la questione ucraina e farà il punto sullo stato dei preparativi del prossimo vertice Ue-Africa PARIGI — Si sono baciati davanti agli scalini dell’Eliseo, François Hollande ha fatto i complimenti a Matteo Renzi per la cravatta, «di Gucci», ha precisato il presidente del Consiglio, omaggio alla tradizione fiorentina del marchio e ai capitali francesi che lo detengono (il gruppo Kering di François Pinault). Il primo incontro bilaterale di Renzi all’estero è stato, tra molte ed esibite cordialità, un inno all’amicizia italo-francese: clima piuttosto consueto da quando Nicolas Sarkozy ha lasciato l’Eliseo e François Hollande ha preso il suo posto. Ma stavolta potrebbe esserci qualcosa di più. Renzi ha scelto la Francia e Hollande per lanciare il suo invito a una svolta in Europa: «Le relazioni tra Italia e Francia sono davvero eccellenti e lavoreremo insieme, in modo molto efficace, per l’interesse dei nostri due Paesi ma anche perché noi dobbiamo cambiare l’Europa insieme». Il presidente del Consiglio italiano ha pronunciato queste parole nella lingua di Molière, senza lasciarsi intimorire dal precedente di Enrico Letta che all’Eliseo aveva impressionato con un francese impeccabile. Hollande ha sostenuto Renzi ringraziandolo per lo sforzo linguistico, sottolineando che «Matteo arriva in un momento fondamentale». E questa in effetti è la circostanza decisiva: di «asse ItaliaFrancia per la crescita e il lavoro» in opposizione all’ortodossia budgetaria della Germania si parla dall’elezione di Hollande, maggio 2012. Ci hanno già provato, in modo più o meno aperto, Mario Monti e Enrico Letta (Hollande ha tenuto a rendere omaggio a entrambi), con scarsi risultati. Perché stavolta dovrebbe essere diverso? Il momento, appunto. A Il confronto Italia Francia La crescita (Pil) previsione 4 2 +0,2 0 -2 -1,8 2005 2006 2007 2008 2009 Deficit/Pil 2010 2011 2012 3% (dati 2013) 2013 -4 2014 2015 4,1% Disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni, tasso %) 38,4 26,1 41,7 41,5 -6 41,7 50 42,4 40 25,2 25,5 25,6 25,4 Disoccupazione (tasso %) 11,8 12,5 12,8 12,7 12,9 10,8 10,8 10,8 10,8 10,9 gennaio ottobre novembre dicembre gennaio 2013 Fonte: Fmi, Istat, Eurostat 30 20 10 2014 CORRIERE DELLA SERA maggio ci sono le elezioni europee che porteranno a un nuovo Parlamento di Strasburgo e poi a una nuova Commissione, e a luglio comincia il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. I due Paesi affrontano questi momenti cruciali in condizioni non troppo dissimili — disoccupazione, deficit pesante, crisi di competitività e di produzione industriale — e sia Hollande sia Renzi hanno presentato piani di rilancio delle economie nazionali che vanno nella stessa direzione. «Patto di responsabilità» promosso in Francia da Hollande (30 miliardi di sgravi fiscali alle aziende, finanziati dal taglio alla spesa pubblica, in cambio di assunzioni), «dieci miliardi a 10 milioni di lavoratori» annunciato in Italia da Renzi. Hollande ha messo in evidenza i «numerosi punti in comune» tra i due progetti, citando «lo sforzo sulla competitività delle nostre due economie, sulle strutture politiche e amministrative, la giustizia fiscale, e un modello sociale da salvare ma che deve evolversi». Quello di ieri all’Eliseo è stato il primo incontro di una strana coppia: Hollande, 59 anni, è un puro prodotto dell’apparato del partito socialista, da lui governato per un decennio, ed è noto per lo stile attendista, allergico agli strappi, in perenne ricerca del consenso. Renzi, di vent’anni più giovane, ha stupito i francesi per la determinazione con la quale ha estromesso Letta da Palazzo Chigi, giocando tutto sulla rottura e la velocità. Nelle prossime settimane i due leader cercheranno — Renzi lo farà già do- mani con Angela Merkel — di convincere Berlino e Bruxelles a concedere quel che finora hanno rifiutato: «Rigore sì ma a lungo termine, sul breve bisogna tenere conto delle emergenze dei singoli Paesi». In ogni caso la soglia del 3 per cento — definita da Renzi in passato «patto di stupidità» — non si tocca.. «Non ci sarà nessuno sforamento del tetto del tre per cento — ha detto il presidente del Consiglio italiano —, ma cambieremo il patto interno per consentire ai nostri figli di avere scuole degne di questo nome». «Abbiamo un obiettivo politico comune con la P maiuscola — ha aggiunto Renzi —: dire ai cittadini sfidu- Made in Italy Il presidente indica la cravatta dell’ospite: «Gucci», la risposta. Casa italiana in mani francesi ciati che l’Europa è il luogo della più grande scommessa politica. Potremo avere più euro in tasca solo se avremo più Europa nelle nostre istituzioni». Renzi ha invocato la riduzione dello «spread non economico-finanziario, ma tra cittadini ed istituzioni europee»; ma al di là dei proclami, la Francia sembra pronta a collaborare con l’Italia più sull’economia che su una nuova architettura europea: la vittoria del «no» al referendum sulla Costituzione Ue del 2005 brucia ancora. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA La moglie E Agnese al debutto va a vedere Van Gogh al Musée d’Orsay DALLA NOSTRA INVIATA PARIGI — La prima volta di Agnese come première dame, abito primaverile e giacca nera, ha i colori fiammeggianti di Van Gogh, il giallo delle spighe di grano e il blu della notte stellata. Ma al suo debutto sul palcoscenico internazionale la moglie di Matteo Renzi si ritrova a interpretare un ruolo da comparsa: arriva e riparte in sordina, senza nemmeno metter piede All’Eliseo Il presidente francese François Hollande, 59 anni, e il premier Matteo Renzi, 39 Il Quirinale A Cassino: mai più guerre Napolitano e la crisi: per superarla la Ue è la via maestra Il premier comincia una delicata missione tra Parigi, Berlino, Bruxelles e nella tappa dell’Eliseo annuncia un patto con François Hollande «per cambiare l’Europa», partendo da «un’intesa sulle priorità a lavoro e crescita» e garantendo comunque che Roma «non sforerà il tetto del tre per cento». E il capo dello Stato lo fiancheggia da Cassino con un’esortazione a tenere la barra sulla rotta di sempre perché «l’Unione Europea rimane la via maestra per progredire» e, sì, anche per «prevenire e superare crisi come quella in cui da oltre cinque anni ci dibattiamo». Sono due letture parallele, e complementari, per capire il senso della prova del fuoco in cui è impegnata l’Italia: costruire «un piano di riforme ambizioso» (come l’ha definito Angela Merkel, in attesa di conoscere i dettagli) e, al tempo stesso, convincere l’Ue ad accompagnare la nostra ansia di svolta mutando strategia in modo da «ridurre lo spread, tra i cittadini e la tecnocrazia delle istituzioni comunitarie» (come ha detto Matteo Renzi). Una sfida da affrontare con determinazione e, insieme, con cautela. Nella quale Giorgio Napolitano condivide l’impianto messo a punto da Palazzo Chigi e perfezionato nella colazione di lavoro di venerdì al Quirinale. Del re- Come nel 1993 Il presidente ricorda la visita del 1993 ai luoghi del bombardamento: anche allora si parlava di legge elettorale sto, che molto debba cambiare nell’Ue, il presidente della Repubblica lo aveva spiegato già venti giorni fa, davanti al Parlamento di Strasburgo, motivando la sempre più dilagante “sfiducia e rifiuto” verso il disegno europeo proprio con il «peggioramento delle condizioni di vita» causato dal protrarsi della crisi. Così, non a caso aveva proposto il rilancio di una strategia di «integrazione differenziata», corroborata da «regole forti di coordinamento delle politiche economiche nazionali, in maniera da assicurare coesione tra le economie degli Stati membri». Arrivando infine a sollecitare «maggiore attenzione per le effettive condizioni di sostenibilità del debito di ciascun Paese e sufficiente apertura su modi e tempi dell’ulteriore riequilibrio finanziario». Ciò che era parso quasi una richiesta di allentare — a determinate condizioni e per specifici interventi — l’arcigna tenaglia del tre per cento nel rapporto deficit-Pil. Sollecitazioni che il Quirinale ha messo agli atti e che si possono dare per sottintese nei brevi cenni che il capo dello Stato si è concesso ieri, a margine delle celebrazioni per i settant’anni della distruzione della città di Cassino e della sua famosa abbazia durante i terribili mesi in cui gli alleati cercarono di aprirsi una strada da Sud per superare la linea Gustav e liberare Roma. Un appuntamento durante il quale Na- (Ap) La vicenda La storia Cassino fu teatro durante la Seconda guerra mondiale di una aspra battaglia. Il 15 marzo 1944, i bombardieri alleati (che combattevano i nazisti) rasero al suolo la cittadina, già gravemente danneggiata dai combattimenti. Furono sganciate 1.250 tonnellate di bombe sull’abitato La commemorazione Ieri Giorgio Napolitano ha preso parte alla commemorazione (in alto, foto Ansa): «La lezione principale è quella della ferocia e della innegabile irrazionalità della guerra» politano si è più volte commosso, ricordando le 30 mila vittime dei bombardamenti e «la lezione della ferocia e dell’innegabile irrazionalità della guerra». Da un conflitto all’altro, la lezione impartitaci dalla storia ed evocata dal presidente non sembra ancora compresa. Non riusciamo a risolvere il rebus dello scontro in Ucraina, mentre «resta aperta, non lontana dai confini dell’Europa, la sanguinosa ferita della guerra in Siria, con ricadute pericolose e di milioni di profughi nei Paesi vicini». Tensioni che fanno apparire poca cosa, anche se poca cosa poi non è, certe questioni sulle quali la politica interna si dilania da tempo senza costrutto. Come le regole per il voto. Rammenta Napolitano, incontrando la giunta comunale: «L’ultima volta che venni qui a Cassino ero presidente della Camera, e anche allora ci stavamo occupando di legge elettorale… sono problemi che ritornano». Un amarcord dal sapore tra l’amaro e l’esorcistico, che ci riporta al 1993. Cioè alla bellezza di ventuno anni fa. Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Primo Piano 9 ❜❜ Renzi Non credo ci sia bisogno di convincere Hollande a cambiare verso. Credo che ci sia condivisione sul fatto che vincoli e limiti vanno rispettati ma compito della nuova Europa è ridurre lo spread tra cittadini ed istituzioni europee L’incontro Domani da Merkel con la maglia firmata di Gomez Le riforme sul tavolo Poi la chiacchierata su Caterina de’ Medici DALLA NOSTRA INVIATA ❜❜ Hollande Dobbiamo fare delle riforme. Queste riforme hanno molti punti in comune: nello sforzo profuso per garantire la competitività, in quello per la giustizia fiscale e per ridurre il costo del lavoro all’Eliseo. Una manciata di ore appena trascorse in compagnia di Giada Magliano, moglie dell’ambasciatore italiano. La presenza della signora Landini Renzi nella capitale francese dice quanto il capo del governo tenesse all’invito di Hollande, la cui situazione sentimentale ha però consigliato al cerimoniale di casa nostra di organizzarle una visita privata, lontano dal palazzo presidenziale. Agnese e madame Magliano arrivano al Museo d’Orsay quasi nell’anonimato negli stessi minuti in cui il picchetto d’onore fa gli onori militari a Renzi, approdato alle 12.35 all’Eliseo. Toccata e fuga scandite dalla visita all’esposizione «Il suicida della società», 55 capolavori di Vincent Van Gogh visti con gli occhi del commediografo e regista francese Antonin Artaud. Tra i dipinti in mostra, «Campo di grano con corvi» e «Notte stellata sul Rodano». Durante la visita al museo progettato da Gae Aulenti e il pranzo nella sede dell’ambasciata italiana, Hotel de la Rochefoucauld, le due donne hanno parlato di arte, ma soprattutto dei rispettivi figli. Agnese e Matteo ne hanno tre e per passare più tempo possibile con loro, ora che il padre è «recluso» a Palazzo Chigi, lei ha preso l’aspettativa dall’Educandato Santissima Annunziata di Firenze, dove insegna italiano e latino. «Fate conto che io non esista» disse quando il marito conquistò Palazzo Vecchio a Firenze, «non voglio che siano i figli del sindaco». Ma chissà che, ora che il marito è diventato premier, la schiva e riservata «Agne» non si lasci prendere dal fascino degli impegni istituzionali. Se invece sceglierà di confermare la scelta del basso profilo dovrà vedersela, per così dire, con le mogli che l’hanno preceduta. Flavia Franzoni Prodi non aveva imbarazzo alcuno a farsi fotografare con le buste del fruttivendolo in mano e anche Elsa Monti amava poco o nulla le occasioni ufficiali. M. Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA PARIGI — Se mai un pizzico di parigina diffidenza ha preceduto la visita di Matteo Renzi all’Eliseo, l’incontro tra il presidente francese e il capo del governo italiano è servito a convertirla in curiosità, fiducia e simpatia. Dopo il pranzo, durante la pausa caffé, la conversazione è andata a parare sulla fiorentina Caterina de’ Medici, la mecenate e regina di Francia, nata nel 1519, che fu addestrata sin da piccola all’arte della politica. Un’ora di colloquio, il doppio del previsto, di cui una buona metà senza interpreti e senza testimoni: «Caro Matteo, caro François». E a sera il premier tira le somme soddisfatto: «Clima molto positivo, si è creata una connessione. Ci siamo capiti». Per dire se è nato un asse anti-tecnocrati e anti-austerity in grado di influenzare le politiche dell’Europa nei mesi cruciali della campagna elettorale ci vorrà la prova dei fatti, ma intanto Renzi, che secondo Le Monde ha battuto in comunicazione «il suo maestro Berlusconi», è riuscito a far colpo e a gettar le basi di un’intesa che rafforza entrambi. Un Hollande in difficoltà e senza gli orpelli della grandeur ha trovato in Renzi una sponda preziosa. La promessa solenne è «lavoreremo assieme per costruire un’altra Europa», un impegno che i due rinsalderanno «concertando ogni mossa, prima dei summit europei». Superato il pre-esame di Parigi, domani il premier arriverà a Berlino, passaggio chiave del suo tour europeo. «Niente ansie da prestazione e nessun berretto in mano», ha promesso ai suoi. In valigia Renzi ha già infilato la maglia numero 33 di Mario Gomez autografata «con simpatia per Angela Merkel» dall’attaccante tedesco della Fiorentina. Ma forse il bagaglio non è ancora pieno come Renzi sperava. Il presidente francese, come il nostro capo del governo, ha molto insistito sul rispetto dei parametri europei, ma non ha offerto margini alla possibilità di futuri sfondamenti del tetto. E se la Francia ha sforato, Hollande non ha mancato di sottolineare come il debito di Parigi sia ben più basso di quello di Roma... «L’unica cosa che ti posso dire in merito a quanto va fatto è quel che non va fatto», è il consiglio da fratello maggiore che Hollande ha dispensato all’ospite con un sorriso eloquente. Sulla necessità di cambiare in futuro le regole auree del Patto di stabilità sono d’accordo entrambi, ma alla fine del vertice anche Renzi si è convinto che non sia il caso di ingaggiare (adesso) alcun braccio di ferro con i «tedeschi». Finché i numeri delle rispettive economie non torneranno a posto, Italia e Francia rispetteranno i «diktat» di Bruxelles. E anche sull’ormai famoso 0,4 di margine tra il 2,6% e il tetto del 3% di deficit, circa sei miliardi indispensabili per «coprire» le riforme, Hollande ha consigliato prudenza. «Ha capito il problema, senza stopparlo e senza incoraggiarlo», sintetizza una fonte diplomatica. D’altronde la Francia è in procedura per deficit eccessivo. E l’Italia, che ne è uscita da poco, per ottenere un allentamento dei cordoni della borsa deve incassare prima il via libera dell’Europa, poi quello del Parlamento italiano. Hollande, che lo aspettava con ansia dopo aver letto i titoli delle riforme «choc» messe in agenda da Renzi, ha mostrato un genuino interesse verso il capo del più grande partito di centrosinistra in Europa, appena entrato nel Pse. Il presidente francese è rimasto colpito dalla «cura Renzi» fino a lasciar trapelare in conferenza stampa un filo di ge- La gaffe dell’Eliseo «Matteo Renzi inizia la sua carriera politica in seno al Ppi (partito uscito dal Psi di Bettino Craxi)». È quanto si legge nella breve nota biografica del presidente del Consiglio italiano consegnata ai giornalisti dall’ufficio stampa dell’Eliseo losia per le misure di sinistra che l’ex sindaco ha annunciato. E anche se Hollande ha voluto rendere pubblicamente omaggio a Monti e Letta, l’empatia con Renzi è forte e la prima prova può dirsi superata. Durante il pranzo Hollande ha mostrato una incredibile conoscenza della situazione italiana, ha chiesto a Renzi della situazione giudiziaria di Berlusconi, dei litigi nella lista Tsipras, della riforma elettorale e di quella costituzionale e persino di Alfano, della Lega e di Grillo. E soprattutto ha voluto capire cosa bolle nel pentolone di Renzi, tra jobs act e riduzione delle tasse. Rientrato in Italia nel tardo pomeriggio, a sera Renzi si è presentato a sorpresa al comitato elettorale del renziano che ha indicato come prossimo sindaco: «Non vivete di ricordi, ma andate a votare alle primarie e scegliete Dario Nardella». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi Nel nostro Paese prevale l’idea di correggere il sistema senza abbandonarlo. Ma per il 40% i partiti anti Unione avranno successo Quasi un italiano su due è euroscettico E Bruxelles sbaglia per due terzi dei cittadini europei L’ Europa sta andando nella direzione sbagliata. Lo sostengono non solo una larga parte di opinionisti, economisti e politici, ma anche i cittadini europei. L’ultima edizione di Ipsos European Pulse ha evidenziato infatti che circa due terzi (68%) degli intervistati pensa che l’Europa stia andando nella direzione sbagliata. Più pessimisti sono italiani (77% ritiene che l’Europa corra sul binario sbagliato), francesi (77%) e spagnoli (76%) che hanno subito maggiormente gli effetti delle politiche del rigore europeo. Ma il malcontento è diffuso anche in Paesi come la Germania (61%) dove ci saremmo aspettati un’opinione più favorevole. Le politiche dell’Unione hanno un’influenza forte in molti settori: l’economia in primis (81% di intervistati pensa che abbia abbastanza o molta influenza), ma anche agricoltura (79%), legislazione (79%), il bilancio dello Stato (75%), immigrazione (74%), lavoro (65%), le decisioni nell’interesse del Paese (65%), la vita quotidiana dei cittadini (59%) e le tasse (58%). Un’Europa onnipresente quindi, finanche nella vita quotidiana del singolo cittadino. Ma l’impatto è percepito come negativo. Infatti le politiche europee, secondo i nostri intervistati, hanno un effetto sfavorevole su tutto o quasi. Una bocciatura in piena regola quindi e con due aggravanti: la percezione negativa delle politiche di austerity e la sensazione di una disparità di trattamento fra Paesi ricchi e Paesi poveri. Il 65% dei citta- dini intervistati pensa che il proprio Paese sia stato danneggiato dalle politiche di controllo dei bilanci e delle spese imposte dall’Unione. La cosiddetta politica di austerity trova molti detrattori in Olanda (77% degli intervistati), Francia (75%), Spagna (75%) e nel nostro Paese (70%), mentre trova relativamente maggiori consensi in Germania (50% di favorevoli alle politiche di austerity), Svezia (51%) e Polonia (45%). La politica del rigore professata dalla Merkel trova poco consenso anche nella stessa Germania, Paese che, secondo molti eco- DIREBBE CHE LE COSE NELL’UNIONE EUROPEA STANNO ANDANDO NELLA DIREZIONE GIUSTA O IN QUELLA SBAGLIATA? Giusta Sbagliata 32% Media Italia 23% altri Paesi 68% 77% QUANTA INFLUENZA RITIENE CHE L'UE ABBIA SUI SEGUENTI TEMI NEL SUO PAESE? E RITIENE CHE L'UE ABBIA UN IMPATTO Valori in % POSITIVO O NEGATIVO? Molta influenza Impatto positivo Economia Occupazione Finanza Tasse Italia 42 23 33 21 26 24 26 25 Media altri Paesi 40 34 21 26 41 36 32 39 DIREBBE CHE LE COSE NELL’UNIONE EUROPEA E IN ITALIA STANNO ANDANDO NELLA DIREZIONE GIUSTA? Media Italia 11% 23% altri Paesi Sondaggio condotto da Ipsos. Individui di età compresa tra 16 e 64 anni sono stati intervistati mediante Ipsos Global @dvisor, Panel Online in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Svezia e Ungheria tra il 4 e il 18 Febbraio , 2014. 1.000 circa per Paese in Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna ; circa 500 interviste per Paese in Belgio, Polonia, Svezia e Ungheria. 1.017 interviste telefoniche condotte nei Paesi Bassi tra il 18 e il 20 febbraio, 2014, su un campione rappresentativo della popolazione olandese avente diritto al voto D’ARCO (18 anni e oltre). Campione ponderato per età, sesso, istruzione, occupazione, regione e voto passato nomisti, si è più avvantaggiato dalla stessa. La politica europea inoltre aumenta le disuguaglianze: secondo il 56% degli intervistati infatti l’Unione garantisce vantaggi ai Paesi più ricchi a scapito di quelli più poveri. I cittadini che si dichiarano più d’accordo con questa visione sono gli spagnoli (73%), gli italiani (71%), i polacchi (64%) e i francesi (58%). In Germania (39%), Olanda (43%) e Svezia (45%) queste posizioni sono invece minoritarie (seppur di poco). Le forze antieuropeiste potrebbero quindi incontrare un certo consenso, almeno nella percezione di una parte importante di cittadini europei: per il 40% infatti questi movimenti avranno un ottimo successo alle elezioni che si terranno a maggio. Opinione più condivisa in Svezia (60%), Olanda (56%), Gran Bretagna (56%) e Italia (46%). Accordo minore in Ungheria (28%), Spagna (33%), Belgio (33%), Polonia (35%), Germania (36%) e Francia (37%). Nel lungo termine, solo l’11% dichiara che per l’Europa bisognerebbe lasciare le cose come stanno; 9 europei su 10 sono quindi per cambiare la situazione. Ma in che direzione? Il 19% pensa che il proprio Paese dovrebbe lasciare l’Unione mentre il 34% sostiene che dovrebbe restare in Europa ma ridurne il potere, il 19% vorrebbe rimanere in Europa e aumentarne il potere, mentre il 18% pensa che il proprio Paese debba lavorare all’unificazione politica europea. Provando a riassumere, possiamo dire che il nostro campione si divide esattamente a metà: da una parte il 52% è euro-scettico, mentre il 48% è favorevole all’Unione Europea. Dove prevalgono in misura maggiore gli euroscettici? Sicuramente in Svezia (69%), Gran Bretagna (68%), Olanda (68%) e Francia (55%). Al contrario in Germania (59%), Ungheria (58%), Polonia (56%), Belgio (56%) e Spagna (55%) prevalgono le posizioni più europeiste. E l’Italia? Nel nostro Paese euroscettici (47%) ed europeisti (53%) hanno un peso simile. E’ però inte- Scenari di Nando Pagnoncelli ressante notare che la quota di italiani che vuole creare un unico Stato europeo (28%) è la più alta in assoluto, segno forse che rimaniamo (nonostante tutto) un Paese che vede nell’Europa un’opportunità ancora attuale; un’Europa da correggere anche profondamente ma non da abbandonare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 10 Primo Piano I partiti Le scelte A teatro Il leader del Nuovo centrodestra Angelino Alfano, 43 anni, durante la Manifestazione «La scommessa europea» al Teatro Carignano di Torino. «La Tav si farà. Nessuno può fermare la decisione di uno Stato sovrano. L’opera è stata confermata dai governi, sono state ascoltate le comunità locali, si è fatto il tracciato finale che è molto diverso da quello iniziale. Lo Stato ha deciso l’opera con criteri di legalità, sovranità e ascolto. L’opera decisa è a norma», ha detto il ministro degli Interni (Ansa) Le liste Per Bruxelles il segretario pensa a Rossi ed Errani FIRENZE — Due governatori («rossi» e di peso) per fare il pieno alle Europee. È questa la strategia su cui punta Matteo Renzi, pronto a far scendere in campo Enrico Rossi e Vasco Errani, rispettivamente presidenti di Toscana ed Emilia Romagna. Il voto del 25 maggio sarà un fondamentale test politico per il premier e segretario del Pd, che dopo aver cambiato verso ai Democratici punta a superare il 30 percento. Nella volata per Bruxelles, a differenza anche dell’Italicum appena approvato alla Camera, le preferenze sono fondamentali per vincere bene. E per centrare l’obiettivo sono quindi indispensabili amministratori di lungo corso e con un forte legame con il territorio. Un profilo che corrisponde a quello di Rossi ed Errani. Il governatore della Toscana, bersanian-cuperliano convinto, è ad un anno dalla fine del suo primo mandato. Il quadro amministrativo non gli è però molto favorevole: traballano atti chiave come il piano sociosanitario e quello del paesaggio, senza contare i possibili sviluppi delle due inchieste giudiziarie per i maxi buchi delle Asl di Massa e Siena. Per Rossi, che dopo mesi di scintille ha iniziato a dialogare con Renzi, la candidatura come capolista del collegio Italia Centrale (Toscana, Marche, Umbria e Lazio) potrebbe essere una via d’uscita da non perdere. «Enrico sarebbe in grado di conquistare decine di migliaia di voti — riflettono i nuovi vertici renziani del Pd toscano — e in più ne uscirebbe con una forte legittimazione politica». Per Errani, da sempre braccio operativo di Bersani, la situazione è un po’ diversa: guida la Regione da quasi 15 anni e la sua esperienza politica si avvia alla conclusione. In un primo tempo, i renziani sarebbero stati intenzionati a candidarlo come capolista nel collegio del Nord-Est (Emilia Romagna, Veneto e Friuli), poi però come testa di lista dovrebbe arrivare l’economista prodiano Paolo De Castro, europarlamentare uscente. Errani sarà però uno dei punti di forza di un collegio in cui (specie in Veneto) la concorrenza del centrodestra è forte. Claudio Bozza @ClaudioBozza © RIPRODUZIONE RISERVATA L’attacco di Alfano a Forza Italia «Né carne né pesce, votarla è inutile» Tensioni al Senato sull’Italicum. Brunetta: Renzi non giochi ai due forni ROMA — Legge elettorale europea, legge elettorale italiana, riforma del Senato e abolizione delle Province. Quattro provvedimenti intrecciati, un groviglio che rischia di accendere veti e ricatti e di provocare un rallentamento del cammino delle riforme immaginate da Matteo Renzi. Perché la maggioranza di governo, nei prossimi giorni, si dovrà sovrapporre alla coalizione più ampia, necessaria per le riforme costituzionali. E il Pd rischia di fare le spese dello scontro sempre più acceso tra il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e Forza Italia. Come certifica, non senza una dose di sfida, il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: «Renzi non giochi ai due forni. Due maggioranze contemporaneamente funzio- nanti e non confliggenti sono impossibili. Riflessioni si impongono». Riflessioni che, per ora, riguardano soprattutto l’alternativa che si pone al Senato: completare il varo della legge elettorale Italicum, come vorrebbe soprattutto Forza Italia (entro il 25 maggio, come aveva annunciato il premier Matteo Renzi), o lasciarla in stand by e cominciare dalla riforma del bicameralismo perfetto (con la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie, senza potere di dare la fiducia al governo). Alternativa non priva di conseguenze. Il timore è che Forza Italia, una volta varato l’Italicum, possa far saltare la legislatura, portando al voto anticipato (con un sistema maggioritario alla Camera e Dopo il malore di una settimana fa Il ministro Franceschini dimesso dall’ospedale di Udine Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, è stato dimesso ieri dall’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove era ricoverato dall’8 marzo per un malore accusato mentre era in visita a Palmanova, in provincia di Udine. Lo si è appreso da Luigino Saccavini portavoce del nosocomio udinese, il quale ha precisato che il titolare del dicastero alla Cultura «ha lasciato l’ospedale con mezzi propri». Franceschini era stato ricoverato per accertamenti nel reparto di cardiologia diretto da Alessandro Proclemer e lì ha trascorso una settimana di degenza. «Non vedo l’ora di tornare al Mibac (acronimo del ministero, ndr)», aveva scritto il ministro tre giorni fa su Twitter, ringraziando per l’affetto ricevuto. © RIPRODUZIONE RISERVATA uno proporzionale al Senato). Questo è lo sfondo dello scontro nel centrodestra. Alfano, ex delfino del Cavaliere, attacca: «Forza Italia oggi non è né carne né pesce. Non può fare opposizione ma non fa parte della maggioranza». E conclude: «Votare Forza Italia alle Europee è inutile». Furente la reazione dei forzisti: «L’unico voto utile è quello a Forza Italia — dice il consigliere politico Giovanni Toti — perché le sentinelle antitasse del Nuovo centrodestra si sono addormentate al posto di guardia». E Daniele Capezzone: «Alfano? Di lui si occuperà lo sbarramento». Il primo test del groviglio di Palazzo Madama ci sarà martedì, con il voto sulla parità di genere nella legge elettorale eu- ropea. Il testo base è passato indenne in Commissione, ma ora rischia, dopo lo stop della parità alla Camera nella legge italiana. Anche perché Nuovo centrodestra e Scelta civica ne approfittano per chiedere un ribasso della soglia d’accesso europea, ora al 4 per cento. Su questo tema, si innesta il ddl Delrio sull’abolizione delle Province. Fortemente voluto da Renzi, per evitare l’imminente rinnovo dei consigli provinciali, è mercato di scambio con le altre norme. Quando toccherà all’Italicum, il Nuovo centrodestra è pronto a far battaglia su preferenze e soglie. E non è escluso che rispunti il «salva Lega». Il Pd è stretto nella tenaglia. La minoranza vuole procedere subito con la riforma del Senato e i renziani sembrano acconciarsi all’idea. «Meglio partire dal Senato — dice Doris Lo Moro, relatrice del ddl europeo —. Altrimenti Italicum e ddl Province sarebbero a forte rischio incostituzionalità». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena In programma una direzione allargata ai parlamentari dem sulle modifiche all’assemblea di palazzo Madama Il premier incalza i suoi: leggi chiave prima delle Europee «Chi vuole far saltare una svolta storica questa volta dovrà metterci la faccia» ROMA — Chi non lo conosce bene, potrebbe pensare che Matteo Renzi, impegnato in un tour europeo, e in uno sforzo di accreditamento internazionale, stia solo puntando mente, occhi e orecchie ai temi del lavoro, del fisco e dell’economia. Ma così non è. È vero che il premier, di qui a due mesi, si gioca la sua credibilità al tavolo della Ue e se la gioca anche a casa nostra, su questi temi, però lui è convinto che questo non basti. Ritiene che per far capire in patria come fuori dei confini nazionali che la «svolta» di cui tanto parla è in atto sul serio sia necessario dimostrare che anche il farraginoso sistema elettorale e istituzionale italiano possa cambiare. Per questa ragione non vuole indugiare oltre nemmeno su questo terreno, non accetta i temporeggiamenti e i tentativi di frenarlo, non vuole che tutto finisca nella «sabbie mobili» di palazzo Madama. «La riforma elettorale e quella del Senato (in prima lettura, ov- viamente ndr) devono passare a palazzo Madama entro il 25 maggio. Gli alleati e non solo loro hanno avuto le rassicurazioni che volevano. Non si va a votare subito. Quindi ora non ci sono più scuse, si deve andare avanti spediti», ha spiegato ai suoi il presidente del Consiglio. Del resto, le frasi che ha detto pubblicamente non sono state pronunciate per mera propaganda o per allisciare il pelo alla parte di elettorato di centrosinistra che è più attenta a queste tematiche. «Se non passa la riforma del Senato il governo salta e io me ne torno a casa». Il suo è stato anche un segnale a chi nel Pd pensa di prendersi la «rivincita» della «sconfitta» delle primarie o dell’ «avvicendamento» a Palazzo Chigi tra lui ed Enrico Letta. Il «tutti a casa», in genere, convince i parlamentari, anche quelli che combattono per preferenze che sanno di non avere. Questo non significa che Renzi non sappia che la sua sarà una battaglia difficile, piena di insidie, pericoli e, soprattutto, di imboscate. Lungo la stra- Il ministro Maria Elena Boschi, 33 anni, ieri a Firenze da che lo separa dal traguardo lo aspetta il fuoco amico e l’inevitabile complicarsi del rapporto con Berlusconi, in vista delle elezioni europee, perché, come si è già capito da qualche giorno, il Cavaliere non risparmierà nessun colpo, sopra o sotto la cintola, in campagna elettorale, pur di dimostrare che tra Forza Italia e Nuovo centrodestra c’è un abisso di consensi. Ma Renzi è convinto, e lo è sul serio, al di là della propaganda di cui, in frangenti come questi, è quanto mai prodigo, che riforme elettorali e istituzionali che «diano maggiore stabilità politica all’Italia», rendano il Paese «più credibile» anche nei confronti dei partner europei. Perciò insiste su questo punto e ha messo già in programma una direzione, allargata ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, in cui verrà tracciata la via della riforma dell’assemblea di palazzo Madama, del titolo quinto della Costituzione e dell’iter della legge elettorale. In quella sede tutti saranno chiamati a pronunciarsi. E anche a votare, in modo che nessuno possa poi fare finta di niente, dire che non c’era, e che se c’era dormiva. Chi deciderà di discostarsi dalla linea del partito questa volta lo dovrà fare scopertamente, perché al Senato non c’è lo scrutinio segreto, dovrà, per dirla alla Renzi, «metterci la faccia», e spiegare ai propri elettori perché vuole «far saltare una riforma che può rappresentare una svolta storica per il nostro Paese». Già, il premier, vissuto il travagliato iter della Camera, non ha nessuna voglia di farsi nuovamente «fermare dalla palude». Il presidente del Consiglio non crede a chi gli dice che i tempi sono lunghi, che ci vogliono mesi e mesi per arrivare a chiudere su entrambe le leggi. «Se c’è la volontà — è il succo del suo ragionamento — c’è il modo di completare la prima lettura della riforma del Senato e di approvare l’Italicum anche a palazzo Madama. Siamo a un passo da una svolta: dobbiamo capire tutti che o la politica dimostra di essere in grado di fare le riforme e, di conseguenza, di riformare anche se stessa, oppure non vi saranno più argini al populismo». Riuscirà a convincere tutti nel Pd? Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Primo Piano 11 Inaugurazione Giovanni Toti, 45 anni, consigliere politico di Forza Italia, durante l’inaugurazione della nuova sede del partito a Torino. «Siamo in accordo col governo su alcuni punti, quali la legge elettorale, la riforma del bicameralismo e del Titolo V, ma siamo all’opposizione», ha precisato Toti. Che è intervenuto anche sulla Tav. «Va fatta. Non c’è da discutere. Ci dovrà essere solo una parola d’ordine: si faccia la Tav nel più breve tempo possibile. È un’opera strategica» (Ansa) Don Mazzi «Perdonerei degli assassini non i giudici del Cavaliere» «Mai perdono a chi ha condannato Berlusconi. È venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che ha fatto. Sarei capace di perdonare chi ammazza qualcuno se chiede il perdono, ma un magistrato che ha in mano un potere così forte e che lo usa solo per suo interesse, commette un peccato grave»: lo ha detto don Antonio Mazzi rispondendo a Klaus Davi nel programma KlausCondicio. «Secondo me è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato sull’uomo, come anche in altri casi, diciamocelo», ha detto il sacerdote parlando del Cavaliere, che invece perdonerebbe senza esitazione: «Lo assolverei in cinque minuti. L’uomo per un verso è stato sottovalutato, e ha sviluppato la parte più superficiale di se stesso, ma ha grandi qualità e verrà rivalutato». La vicenda Dietro le quinte Da Verdini il consiglio di essere prudente Berlusconi e la sfida per candidarsi: non lo farò a tutti i costi I timori di ritorsioni del Pd sulle riforme © RIPRODUZIONE RISERVATA Il think tank Liberadestra, Fini lancia le adesioni fino a 500 euro Gianfranco Fini lancia, attraverso i social network, le sottoscrizioni per la sua fondazione Liberadestra: il thinkthank, già annunciato, per rilanciare l’azione politica dell’area vicina all’ex presidente della Camera dopo che Futuro e libertà non è riuscito a entrare in Parlamento alle Politiche del 2013. «Aderire a Liberadestra è semplice», scrive su Facebook e Twitter, e seguendo il link ecco la pagina delle iscrizioni con tanto di quote: si va dal sostenitore non iscritto, con 10 euro di contributo minimo, ai soci ordinari, da 100 euro, e sostenitori, dai 500. Non sono mancate le reazioni, con l’hashtag #liberadestra. E accanto ai messaggi di sostegno è arrivata anche qualche critica («vuoi #liberadestra dopo averla incatenata?»). Scatenati, in particolare, i sostenitori delle altre sigle che si rifanno all’eredità di An. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Quella per la mia candidatura alle Europee non è una battaglia per me stesso. È una battaglia di libertà, che dovrebbe essere di tutti. Ma so bene che non posso farla a tutti i costi…». Non è ancora una frenata. Ma il day after di Silvio Berlusconi, che coincide con l’appello di Daniela Santanchè a raccogliere milioni di firme per la grazia, è quantomeno all’insegna della prudenza. Dopo aver analizzato le reazioni del Pd sulla sua sfida alla legge Severino, il Cavaliere s’è reso conto di avere davanti a sé due strade. La prima è quella di accelerare, ed è compresa in un piano d’azione già messo a punto da Niccolò Ghedini. L’avvocato ha messo in fila tutti i tasselli del puzzle. L’ex premier formalizza la sua candidatura, la Corte d’appello la respinge e a quel punto — come recita un memorandum predisposto dal suo legale — da Arcore partirebbero due ricorsi al Tar. Uno nel merito, l’altro per richiedere una sospensiva rispetto alla verosimile decisione dei giudici che «a quel punto», come ha fatto notare Giovanni Toti, «obbligherebbe la Corte di giustizia europea a prendere una decisione». Ma c’è una seconda strada. Ed è quella di muoversi con prudenza. La stessa che gli sta consigliando chi, come Denis Verdini, ha già manifestato privatamente qualche perplessità sull’ipotesi di sfidare a viso aperto la legge Severino. «La partita delle riforme», è stato il ragionamento che il plenipotenziario del dossier ha op- Gli anziani Ai club annuncia un piano per gli anziani. Nel partito c’è l’idea di una raccolta di firme per la grazia posto a Berlusconi, «è ancora tutta da giocare. E visto come ha reagito il Pd, dobbiamo evitare che usino quella della tua candidatura come una scusa per violare i patti…». S’è convinto ieri mattina, il Cavaliere, che il rischio paventato dall’«amico Denis» è qualcosa di più di uno spauracchio. Le uscite dei Democratici sul possibile anticipo del primo voto sulla riforma costituzionale rispetto all’approvazione dell’Italicum al Senato non gli sono piaciute. Come non gli è piaciuto il fatto che Maria Elena Boschi abbia negato la presenza del «salva Lega» nel patto sottoscritto con Matteo Renzi: «Queste fughe in avanti non mi piacciono». Quanto all’emendamento che favorirebbe i partiti a connotazione territoriale come il Carroccio, per l’ex premier «sta nei patti, eccome». E l’allarmismo forzista sulle ultime mosse dei renziani s’è allargato fino a coinvolgere anche Renato Brunetta: «Renzi non giochi ai due forni». Morale della favola? Preoccupato come non lo era da giorni, il Cavaliere ha anche accarezzato l’idea di fare quello che il Mattinale — house organ del gruppo alla Camera — ha recitato La condanna Ad agosto la Cassazione ha confermato per Silvio Berlusconi la condanna a 4 anni, di cui 3 coperti da indulto, per frode fiscale. La Suprema corte ha stabilito che la pena accessoria andava ricalcolata Legge Severino e interdizione In base alla legge Severino , Berlusconi è incandidabile per sei anni. C’è poi la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici: la Cassazione deciderà a partire dal 18 marzo sui 3 anni stabiliti lo scorso ottobre dalla Corte d’appello Le liste Il Cavaliere ha annunciato di avere intenzione di presentarsi come capolista di tutte le 5 circoscrizioni previste per le Europee. Questo non sarebbe possibile se la Cassazione confermasse l’interdizione entro il 15 o 16 aprile, data entro cui si devono presentare le candidature Il ricorso I legali di Berlusconi potrebbero far ricorso contro l’esclusione di Berlusconi dalle liste elettorali prevista dalla legge Severino al Tar o in Cassazione. Se venisse sollevata una questione di costituzionalità potrebbe aprirsi uno spiraglio per l’ex premier ieri. E cioè «pubblicare integralmente» l’accordo firmato con Renzi. Suggestione che potrebbe tornare utile in futuro. Candidatura o no, in vista di un programma che s’annuncia difficilissimo da scrivere, Berlusconi affila le armi. «I voti del Pd sono difficili da raggiungere. Puntiamo al 50% di quelli che vogliono astenersi e al 56% di delusi dal M5S», ha spiegato ieri al telefono intervenendo all’inaugurazione del club di Forza Italia creato da Lara Comi. E tra i proclami che sanno di evergreen — «La sinistra vuole eliminarmi per via giudiziaria», «Potremmo creare un partito delle vittime della giustizia» — il Cavaliere ha annunciato due chicche. La prima è un «piano anziani» da inserire nel programma, proposte dedicate ai pensionati che «meraviglieranno anche voi». La seconda, invece, è una serie di lezioni sull’Europa che l’ex premier in persona registrerà e diffonderà su Internet. Da «presidente» a «onorevole», passando per «deputato» e «senatore», quei galloni li ha conquistati tutti. «Professore», però, ancora gli mancava… Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Il percorso Da martedì potrebbe arrivare dalla Suprema corte un’altra interdizione dai pubblici uffici per tre anni La corsa a ostacoli tra divieti, Tar e Cassazione Le liste vanno presentate il 15 e 16 aprile Davanti a un no la strada difficile dei ricorsi ROMA — Le candidature per le Europee del 25 maggio si presentano il 15 e il 16 aprile, ma per quella data il condannato Silvio Berlusconi (4 anni definitivi per frode fiscale, di cui tre condonati, inflitti lo scorso 1° agosto al termine del processo Mediaset) potrebbe essere anche interdetto dai pubblici uffici perché la Cassazione deciderà a partire da martedì 18 marzo. E, dunque, in questo caso le chance del Cavaliere di correre per un seggio a Strasburgo sarebbero ridotte al lumicino. Il tempo, insomma, anche questa volta rema contro l’ex presidente del Consiglio. E così l’annuncio di Berlusconi di presentarsi come capolista di tutte le 5 circoscrizioni previste per europee — è appeso alla decisione della Corte di cassazione. Tra due giorni infatti i giudici di piazza Cavour sono chiamati a esprimersi sulla sentenza della Corte d’appello di Milano che lo scorso 19 ottobre ha condannato il Cavaliere a 3 anni di interdizione dai pubblici uffici, come pena accessoria della frode fiscale. Se la Corte confermerà la qualità di interdetto del condannato, Berlusconi già martedì potrebbe essere privato per 3 anni del «diritto di elettorato o di eleggibilità in qualsiasi comizio elettorale e di ogni altro diritto politico». In altre parole, non potrà essere eletto né votare. Solo se questa eventualità non si dovesse verificare per il Cavaliere si aprirebbe un minimo spiraglio in fondo al tunnel della legge Severino (legge 180 del 2012) che, oltre ad avere determinato la sua decadenza da senatore il 27 novembre scorso, lo rende incandidabile Il presidente di Mediaset Confalonieri «Matteo? Silvio con 40 anni meno» «M «Matteo Renzi è un Berlusconi con quarant’anni di meno. Silv Silvio ha il marketing inc incorporato, e Renzi pure». A dir dirlo, in un’intervista al Foglio, è Fed Confalonieri, presidente Fedele Me Mediaset e amico di una vita di Ber Berlusconi: «La cifra della gen genialità di Berlusconi, come di Ren sta nella sua semplicità». Renzi, per sei anni (fino al 1° agosto del 2019). Ecco, dunque, il percorso che si aprirebbe se Berlusconi potesse arrivare all’appuntamento con la presentazione delle liste per le Europee (15-16 aprile) senza avere sulle spalle la sentenza definitiva sull’interdizione. 1) Il 15-16 aprile Forza Italia presenta Silvio Berlusconi come capolista nelle 5 circoscrizioni allegando l’autocertificazione prevista dalla legge Severino (in cui il Cavaliere dovrebbe per forza dichiarare di essere stato condannato), il certificato che attesta la qualità di elettore, l’accettazione della candidatura. 2) Entro il 23 aprile, davanti alle ordinanze di diniego della candidatura di Berlusconi, emessa dai 5 uffici elettorali circoscrizionali (Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Milano), i legali rappresentanti di FI promuovono davanti ai Tar (o in Cassazione) il ricorso contro l’ordinanza che esclude il leader dalle liste. 3) Se e quando i giudici amministrativi dovessero sollevare una questione di costituzionalità sulla legge Severino, sospendendo l’ordinanza che esclude il condannato dalle liste, Berlusconi potrebbe insistere nel candidarsi. Pena, però, vedere cancellati ex post i suoi voti di preferenza (non quelli di lista) se la Consulta dovesse poi dargli torto. Questo percorso, ammette Ignazio Abrignani (responsabile elettorale di Forza Italia) è subordinato alla decisione della Cassazione sulla pena accessoria: «Ecco, l’unica notizia buona può arrivare dall’Europa (dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo presso la quale pende il ricorso di Berlusconi contro la legge Severino, ndr) che potrebbe avere la forza di sospendere anche gli effetti di un’eventuale pena accessoria». Resta da vedere che cosa succederà a partire dal 10 aprile al Tribunale di sorveglianza di Milano. Berlusconi si gioca tutto sull’esecuzione della pena: verrà accettata la sua domanda di accedere ai servizi sociali (la messa in prova se ha esito positivo estingue la pena)? Negare questa possibilità a Berlusconi sarebbe irragionevole perché viene concessa a chiunque la chieda. Ma lui (che ha definito i servizi sociali «ridicoli») potrebbe essere, oltre che condannato e interdetto, anche recluso. Ai domiciliari per nove mesi. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Primo Piano 13 I partiti Il Movimento Grillo e i suoi in missione anti Expo: vinco le Europee, andrò io a Berlino Il leader nei cantieri: non c’è niente. E lascia spazio ai parlamentari Il sindaco M5S Il raduno di Pizzarotti: nessun complotto MILANO – La carica dei 320 (potenziali) sindaci. Ieri a Parma si è svolto l’incontro tra Federico Pizzarotti (nella foto) e i candidati Cinque Stelle alle prossime Comunali. Molte foto postate su facebook. E qualche ora di colloquio in un agriturismo. Una giornata di studio dedicata a rudimenti dell’amministrazione, un meeting finito nell’occhio del ciclone nei giorni scorsi per la «scomunica» di Beppe Grillo, che aveva parlato di «incontro non concordato». E proprio il leader — in visita ieri ai cantieri Expo — era il grande assente. Pizzarotti ha spiegato che con Grillo «era stata solo evidenziata la necessità di un confronto che c’è stato e la presenza delle tante persone oggi va in questa direzione». E ancora: «Con lui è tutto a posto, state tranquilli — sorride —. Anche questa mattina gli ho rinnovato l’invito: è impegnato a Milano, ma se rientrando a Genova vuole passare di qui...». «Quello che stiamo facendo oggi non ha niente a che fare con le polemiche degli ultimi giorni — ha chiarito il sindaco —. Non c’è nessun complotto perché qui parliamo solo di amministrazione». Pizzarotti ha anche svelato che dopo la «scomunica» sono arrivate altre richieste di adesione all’iniziativa, tra cui anche quella di una candidata amministratrice del Partito democratico. Il sindaco di Parma ha scritto nei giorni scorsi a Matteo Renzi — sostenendo di aver solo risposto alla richiesta di Palazzo Chigi — per evidenziare le esigenze «dell’edilizia scolastica locale». E.Bu. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — La novità è tutta in una immagine: Luigi Di Maio invita Beppe Grillo a salire sul «palco» — il retro di un furgone — e gli porge il microfono. È il ribaltamento degli schemi che hanno caratterizzato il Movimento finora con il leader carismatico e un gruppo anonimo di comprimari. Ed è lo stesso Grillo che lo fa notare — ammiccando anche ai Cinque Stelle al suo fianco come Alessandro Di Battista e Roberto Fico —: «Anni fa, quando parlavo io mi ascoltavano ma se ne andavano quando arrivavano loro. Adesso li ascoltano, anzi le piazze sono piene. Ci vanno loro a parlare e io sto a casa mia». Scherza Grillo, ma ieri è stata (anche) la prova generale della prossima campagna elettorale. Con i parlamentari in prima fila. Tre appuntamenti in tre luoghi diversi di Milano, tema centrale l’Expo. In mattinata visita ai cantieri. La delegazione è di 120 persone. I consiglieri lombardi indossano magliette bianche con la scritta «Expo invaders». Scambio di battute tra Beppe Grillo e Giuseppe Sala. Il commissario unico di Expo 2015 ha detto che «le carte sono trasparenti, tutto è trasparente». E Grillo ha risposto: «Qui era partito in un altro modo, con altri nomi... Ma noi comunque facciamo un po’ di fiato sul collo, non dovete offendervi, veniamo e diamo due occhiatine...». Dopo la visita, un break per pranzo. Il gruppo si divide: Grillo va all’Osteria «Alla grande», i parlamentari raggiungono Cascina Bellaria. L’atmosfera è rilassata. C’è chi guarda il Condannata dalla Corte dei conti siciliana La segretaria regionale (confermata da Crocetta) dovrà pagare 1,3 milioni PALERMO — Al di là di ogni diceria, accanto a tutti i governatori di Sicilia, fra le stanze del potere, da Cuffaro a Lombardo fino a Crocetta, ha sempre dimostrato di saperci fare nell’applicazione delle leggi. Altrimenti la stella di Patrizia Monterosso, il più alto dirigente della Regione, Segretario generale di un esercito con oltre 20 mila dipendenti, non avrebbe resistito a tutte le tempeste della politica siciliana. Capace di mediare e attutire, incassare e rilanciare, in equilibrio ad ogni frana, spera adesso di non farsi disarcionare da quei pignoli giudici della Corte dei conti che l’hanno condannata a pagare 1 milione e 300 mila euro accusandola di avere sganciato nel 2007 fondi non dovuti agli enti di formazione. Per questa bionda ed elegante cinquantenne dal sorriso seducente, alternato a occhiatacce scostanti, è una stangata da condividere con altri otto burocrati e politici, compreso l’ex presidente Lombardo, per un totale dovuto all’Erario di circa 4 milioni. La botta era nell’aria da tempo, ma la donna che il governatore Rosario Crocetta ha riconfermato al suo fianco non se l’aspettava l’intransigenza del pm contabile Gianluca Albo, ancorato a un principio elementare: si deve spendere quanto si riceve, senza sforare il budget. E invece gli «extrabudget» erano diventati la regola. Con indagini che puntano a un Dirigente ammanco di 25 milioni. Un disastro Patrizia Monterosso, segretario nell’isola che rischia il default, come ha denunciato venerdì il presidente di generale della Confindustria Sicilia Antonello Montante, Regione Sicilia capofila di «una politica dalle carte in regola» rievocata dallo stesso Crocetta nei tanti proclami enunciati sempre in sintonia con la segretaria generale al centro di un colossale paradosso. Da un anno, infatti, è lei a dare consigli continui alla giovane assessore-studentessa alla Formazione Nelli Scilabra chiamata a scoperchiare proprio la maleodorante pentolaccia della Formazione con 287 milioni all’anno finiti in «manciugghia», come dice Crocetta, in «magna magna». Dribbla così ogni critica la «regina della Regione» temuta dai più alti dirigenti, forse anche dal marito Claudio Alongi, commissario di un’agenzia regionale, indifferente a supposti conflitti di interesse. Con il Crocetta rottamatore che blocca ogni irruenza e difende «la funzionaria irreprensibile in lotta contro la corruzione». Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA menù, declinato per onnivori, vegetariani e vegani: vellutata di zucca e porri, lugànega (un insaccato, ndr) e salamella con polenta, ma anche ratatouille e fontina /funghi. Senatori e deputati scherzano: «Attenti alle ricevute», dice qualcuno. Dopo il pranzo, anche qualche tiro a canestro con Di Battista, Nicola Insieme Da sinistra: il deputato Roberto Fico, il braccio destro di Grillo Pietro Dettori, Beppe Grillo e i parlamentari Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista (Newpress) La giornata Morra e Riccardo Fraccaro. Poi tutti di nuovo insieme, appunto, al Parco delle Cave. Grillo dal palco improvvisato attacca. Parla del sopralluogo. «Expo? Ci hanno detto “guardate”, ma non c’è un c..., non c’è niente, c’è un campo». E ironizza: «Devono venire 20 milioni di persone, ma chi ci va a Rho?». Poi si scaglia sul tema Europa: «O l’Europa ci permetterà di cambiare le regole» a partire dalla «condivisione del debito» oppure «faremo un bel referendum sulla sovranità monetaria e decideranno gli italiani se uscire dall’euro». ««Vinceremo in modo assoluto alle Europee — ha aggiunto —. Andrò dalla Merkel la guarderò negli occhi». A margine del comizio parla di Matteo Renzi. «È falso e ipocrita. Dice tutto e il contrario di tutto», sostiene. L’ultimo lampo della giornata è una lezione al Politecnico di Emilio Battisti sull’Esposizione «diffusa e sostenibile». Intanto sul blog proseguono gli attacchi contro la stampa. Ieri nel mirino della rubrica «giornalista del giorno» è finito il vicedirettore del Corriere della Sera Daniele Manca, per un articolo critico nei confronti dei Cinque Stelle in rapporto ad Expo. E i rapporti con i media potrebbero anche riservare una sorpresa. Gianroberto Casaleggio, in un’intervista al programma di Italia 1 Lucignolo 2.0, ha parlato della possibilità di un intervento in tv suo e di Grillo. «Non è escluso». A breve? «Non è escluso». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe Beppe Grillo e una delegazione composta da parlamentari e consiglieri del Movimento Cinque Stelle hanno visitato i cantieri di Expo. Dopo una pausa pranzo di un paio d’ore (nella foto il menu per i Cinque Stelle al costo di 12 euro), i parlamentari e Grillo hanno tenuto un comizio al Parco delle Cave Gli impegni Alle 17,30 appuntamento invece al Politecnico di Milano per una lezione pubblica del docente Emilio Battisti sull’esposizione «diffusa e sostenibile». In serata la truppa dei parlamentari è stata impegnata, divisa in quattro macro-aree, in una serie di interventi nell’hinterland 14 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 15 Esteri La crisi Se l’Italia è la principale porta d’ingresso per i richiedenti asilo, la penisola scandinava è spesso la destinazione finale Una stanza tra gli alberi per Najeen Il sogno svedese dei siriani in fuga «crisi sociale», come dice lei, il crollo dell’economia e la montata dell’estrema destra non l’hanno convinta ad andar via. Ora che è a Mariestad, tenta di rendersi utile, collabora con la municipalità, organizza i connazionali, tiene i rapporti (buoni) con i vicini, che non avevano mai visto dei profughi prima. Per un anno è stata all’ex ospizio, adesso lo Stato le paga un alloggio. Ed è già una prima risposta alla domanda: perché lei, come tanti riFamiglia divisa fugiati, ha scelto la Svezia? La stanza di Hala mostra una lettera Najeen, in un'ex che ha appena recuperato casa di riposo di dalla cassetta della posta: Mariestad (Sve«È per mia figlia, soldi per zia) attrezzata la scuola». C’è uno spirito come centro di scandinavo pratico e acaccoglienza per cogliente («Prima di farti richiedenti asilo. firmare delle carte, ti danLa donna, siriano un letto e un pasto, cona di Aleppo, ha me per dirti: qui sei al siraggiunto la curo»), una decennale Scandinavia con tradizione di apertura ai il figlio minore. I profughi impostata dallo due maggiori storico leader socialdesono in Italia, mocratico Olof Palme. Ma bloccati dal rela ragione, alla fine, è sogolamento di prattutto economica: il Dublino: non governo (ora conservatopossono ragre) di Stoccolma a chi fuggiungere la mage dalla guerra in Siria dà dre (foto di Alesin tempi rapidi un persandra Coppola) messo permanente, al quale si associano un doscafo ha imbarcato acqua, «stavamo cumento d’identità, un codice fiscale affondando», finché non è arrivata e un percorso di avviamento al lavoro. una motovedetta e li ha tratti in salvo. «Per il corso di lingua svedese, ti paIn qualche modo hanno raggiunto Ca- gano. Tutta l’istruzione è gratuita. Le tania e da lì «non sapevamo che c’era spese sanitarie, pure. Per due anni ti il treno»: hanno pagato 1.200 euro un segue un assistente personale per aiutaxi per arrivare a Milano. Il tempo di tarti a trovare un impiego, e nel mencapire come riprendere il viaggio: «Un tre ricevi anche un sussidio». uomo per 3.500 euro ci ha portati in «La domanda non è perché vengomacchina direttamente in Svezia». no tutti qui, ma perché non vogliono Domanda d’asilo a Göteborg, verifica fare richiesta d’asilo in Italia». Nel suo al database Eurodac: il ragazzo è stato ufficio al palazzo del governo, affacschedato in Italia. «E adesso è uno dei ciato sulla città vecchia di Stoccolma, dubliners», dice in inglese Hala, gente il ministro dell’Immigrazione, Tobias del regolamento di Dublino: la richie- Billström, legge dal tablet alcune cifre, sta va presentata nel primo Paese del- fonte Eurostat: «Dall’inizio del conl’Unione in cui si mette piede; chi vie- flitto, la Svezia ha accolto 24.726 rifune fermato altrove torna alla casella giati siriani, l’Italia 1.535, che è più o europea di partenza. meno il numero di persone che adesCosì è stato stabilito a Bruxelles. so noi riceviamo al mese». Una critica Nella realtà è una scommessa, dieci a a Roma che lascia passare e scarica il uno: molti passano, qualcuno perde. problema? Billström sorride: «Dob«Quelli che ce la fanno sono i più forti biamo evitare uno scontro Nord-Sud. — continua la donna —, e anche i più Noi siamo tra i primi tre Paesi ad accoricchi: per arrivare in Svezia ci voglio- gliere rifugiati siriani, l’Italia è la prinno molti soldi». Tra i siriani, Hala cipale porta d’ingresso: parliamoci, Akari, 42 anni, ha una storia speciale. cerchiamo di capirci, anzi alleiamoci Attivista per i diritti umani, separata, per coinvolgere l’Est», che è in fondo due figli, viveva in Grecia, finché la alle classifiche d’accoglienza. «La crisi siriana è destinata a durare ancora a lungo». E la strategia di glissare non Ospitalità funziona. «Con tutte le difficoltà, vo«Per il corso di lingua svedese, gliamo essere ancora un Paese aperto, ma l’Europa deve essere più solidale». Il Paese dà ai profughi casa, lavoro e la speranza di riunire la famiglia DALLA NOSTRA INVIATA MARIESTAD (Svezia) — La fortuna è sulla punta delle dita. «Ai miei due figli maggiori hanno preso le impronte e sono rimasti bloccati in Italia — dice Najeen mostrando le mani —. A me no, e sono arrivata fin qui». Alberi, acqua e ancora alberi. Qualche catasta di legno, prati gibbosi di rocce e aghi di pino, poche sparute case dai tetti spioventi e una bella luce bianca che annuncia la primavera. Mariestad è verso l’interno, dove la Svezia si fa più rada, ventimila abitanti sulla riva di un lago, a metà strada tra Stoccolma e Göteborg. A corto di alloggi pubblici, l’«ufficio migrazioni» del governo ha affittato qui una struttura color crema che è stata un ospizio, conserva un odore tenace di orina e disinfettante, e adesso ospita decine di richiedenti asilo, la gran parte siriani. Najeen è di Aleppo, ed è un ricordo straziante: «Vivevo bene», moglie di 24.726 Via dalla guerra Identità Hala Akari, siriana, mostra la carta d’identità svedese I rifugiati siriani accolti dalla Svezia dall’inizio del conflitto. L’Italia ne ha ospitati 1.535 (più o meno il numero di persone che Stoccolma ora accoglie ogni mese) un uomo d’affari, «non mi mancava niente». Ora divide la stanza col più piccolo dei suoi ragazzi, una finestra stretta, la luce al neon, una pila di stoffe indecifrabili, il bagno in comune con un’altra donna con bambino. «Mio marito è in Turchia, una figlia è rimasta in Siria, un’altra in Grecia, i due grandi in Italia — s’affligge — : il mio sogno è riunire la famiglia». Non è l’unica. Di madri, padri, sorelle e fratelli dispersi l’edificio è pieno. La moglie di Mohamed Said, 57 anni, è in un campo in Libano. Tra le molte cose che le regole svedesi permettono con facilità c’è il ricongiungimento: «La farò venire». Nell’attesa, ha un altro problema da risolvere: attraversato il Mediterraneo, al figlio ventenne hanno preso le impronte. È successo a metà della rotta: da Damasco al Cairo in aereo, quindi via mare, da un punto imprecisato nell’area di Alessandria fino alle coste della Sicilia, non sa dire dove. Per due giorni lo Najah Dalla Siria alla Svezia, attraversando il Mediterraneo Alloggio Alcuni ospiti nel giardino dell’ex ospizio di Mariestad ti pagano. L’istruzione e le spese sanitarie sono gratuite» Nuova legge Riad, vietato chiamarsi Re o Alice Che l’Arabia Saudita sia un Paese «diverso» spesso incomprensibile anche per il resto del Medio Oriente è cosa nota. Ma a volte le decisioni di Riad lasciano stupito anche chi lo conosce. Come l’ultimo dei (tanti) divieti imposti ai suoi cittadini: 50 nomi propri da ora sono proibiti, vietato chiamare così i neonati. I motivi, ha spiegato il ministero degli Interni, spaziano dal ritenere quei nomi «blasfemi», al fatto che siano stranieri, alla relazione con la famiglia reale. Che in Arabia è l’argomento tabù in assoluto: perfino i media più aperti non possono nè vogliono infrangerlo. E così, iniziando da quest’ultima categoria, fuorilegge sono Malik (re), Malika (regina) e Amir (principe), nomi comunissimi nel mondo arabo (ma Amira, principessa, non c’è nella lista, chissà perché). Vietati Sumuw (altezza) e Mamlaka (regno). Tra gli appellativi «blasfemi» alcuni sono forse comprensibili: Nabi e Nabiya (profeta e profetessa), Malaak (angelo). Altri spiegabili con l’ossessione tutta saudita per l’idolatria: quelli che iniziano con Abdul (servo di) sono ammessi solo se seguiti da un nome di Allah (come Abdul Rahman); ma se uniti a Nabi o Rasul (profeta) per Riad indicano l’adorazione di Maometto, ovvero blasfemia. Sottili questioni teologiche che non spiegano invece perché tra le centinaia di nomi stranieri solo tre siano stati vietati: Alice, Linda e Elaine. Mentre Binyamin, per l’Islam figlio del profeta Giacobbe, pare sia stato bandito perché il premier israeliano Netanyahu si chiama così. Alessandra Coppola C.Zec. @terrastraniera © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Il governatore dell’istituto centrale denuncia l’ammanco e accusa alti funzionari. E il presidente lo licenzia. Ma lo scandalo e le proteste non si placano Nigeria: la banca, il petrolio e i 20 miliardi scomparsi «Mancano 20 miliardi di dollari, dove sono finiti?». Da anni attivisti e giornalisti denunciano la gestione opaca dei proventi del petrolio in Nigeria — l' 80 % delle entrate statali —, la corruzione pervasiva in un Paese che galleggia sull’oro nero ma sprovvisto di servizi base come acqua e luce, con oltre il 70% degli abitanti che sopravvive con meno di 2 dollari al giorno. Voci che non fanno paura. Ma se a parlare è un personaggio di peso interno al sistema, le cose cambiano. Così quando un mese fa il governatore della Banca Centrale nigeriana Lamido Sanusi ha riferito, dati alla mano, di un buco da 20 miliardi di dollari nelle casse dello Stato per proventi dirottati altrove dai funzionari del- l’Agenzia petrolifera nazionale, il caso ha assunto i contorni dello scandalo politico-finanziario, dentro e fuori il Paese. Sanusi prima è stato, invano, invitato a dimettersi, poi è stato rimosso dal capo dello Stato, accusato di «cattiva condotta e spregiudicatezza finanziaria». Il suo mandato doveva scadere a giugno. Ma la sua denuncia pubblica lo ha reso inviso all’establishment. D’altra parte il Sanusigate, com’è stato ribattezzato, sta scuotendo la presi- Conseguenze La rimozione di Sanusi ha causato una fuga di capitali e scosso i mercati denza di Goodlack Jonathan, in un momento in cui l’energia politica è già focalizzata sulle elezioni del 2015. Sanusi non ha solo mostrato conti che non tornano. È andato oltre: alla riunione dei banchieri ha esortato i presenti a rendere noti i movimenti bancari; in un intervento al Senato ha dichiarato che il Paese è «violentato da interessi legalizzati», un sistema che sottrae sistematicamente risorse allo Stato e alla popolazione. Il governo ha rigettato le accuse. Sanusi ha insistito: mancano i soldi, rischiamo il collasso della moneta. Uno scenario diverso da quello che stavano per presentare gli statistici governativi, pronti ad annunciare che la Nigeria ha superato il Sudafrica Lamido Sanusi 52 anni, capo della banca centrale della Nigeria dal 2009 allo scorso 20 febbraio come maggiore economia del continente con un Pil di 400 miliardi di dollari, 40 in più di Pretoria. Cifre prive di senso per la stragrande maggioranza dei nigeriani il cui Pil pro capite non arriva a 2.400 dollari l’anno: meno di un terzo di quello sudafricano. Altro paradosso è il fatto che malgrado sia il primo produttore e esportatore di greggio in Africa, la Nigeria è costretta a importare carburante perché sprovvista di raffinerie. Proprio contro l’abolizione dei sussidi governativi pagati agli importatori per calmierare il prezzo della benzina si erano mobilitati due anni fa migliaia di «indignados» nigeriani al grido di «Remove corruption, not subsidy». Ora Sanusi ha invitato la gente a tornare in piaz- za, e «sfidare l’élite dominante non solo su Facebook». Parole da rivoluzionario. Ma la spina nel fianco di Jonathan è il rampollo di una delle più potenti famiglie aristocratiche del Nord (la parte più povera del Paese, a maggioranza musulmana, dove si concentrano gli attentati dei fondamentalisti). Un economista dal sangue blu che guarda a sinistra, apprezzato a livello internazionale («governatore dell’anno» 2011 per il Financial Times e tra i 100 personaggi più influenti secondo Times). Il suo siluramento ha scosso i mercati finanziari, spaventato gli investitori stranieri e provocato una fuga di capitali. Acclamato all’estero per aver fatto scendere l’inflazione a una sola cifra e aver «ripulito» nel 2009 il settore bancario chiudendo gli istituti fraudolenti, Sanusi ha una reputazione controversa in casa. Qualcuno lo accusa di avere ambizioni politiche. Lui stesso ha ammesso che «mettendo in questione l’operato dell’Agenzia del petrolio, viene minacciata la fonte per finanziare le elezioni». La reazione del governo è stata quella di screditarlo e architettare una campagna denigratoria con email ai media da un prestanome che legavano l’ex governatore agli estremisti islamici Boko Haram. Sanusi non si scoraggia. Anzi promette battaglia in tribunale per riavere il suo posto. La prima udienza è stata aggiornata al 19 marzo. Ed è probabile che quella domanda torni a riecheggiare: dove sono finiti quei 20 miliardi di dollari? Alessandra Muglia © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Esteri 17 La svolta Il governo Usa abbandona il suo ruolo centrale nell’assegnazione dei nomi dei siti. Una risposta allo scandalo dell’Nsa L’America cede il controllo di Internet La gestione dei domini web passerà a un organismo internazionale DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Per i conservatori Usa è un altro cedimento di Barack Obama che, dopo aver ridimensionato l’impegno militare americano nel mondo, ora riduce anche il controllo degli Stati Uniti sulla gestione di Internet. Ma per gli altri governi, a cominciare dall’Unione Europea che aveva chiesto il cambiamento di rotta a gran voce, questa è una svolta positiva lungamente attesa. La decisione comunicata venerdì sera dal ministero del Commercio di Washington della rinuncia degli Usa a continuare a controllare l’Icann, l’ente che assegna i domini di Internet, apre, comunque, una fase di transizione lunga e dagli esiti ancora incerti. Sulla decisione americana ha probabilmente pesato il clima di sospetti che si è diffuso nel mondo dopo le rivelazioni di Edward Snowden sulle attività di spionaggio della Nsa che, si è scoperto, sono praticamente planetarie e vengono realizzate in gran parte utilizzando le reti digitali. Ma il governo Usa nega che questo sia stato un fattore nelle sue scelte e, del resto, una riflessione era in corso già da anni: come ha ricordato ieri, nel dare l’annuncio, il direttore per le Telecomunicazioni del dipartimento Usa del Commercio, Lawrence Strickling, fin dalla fondazione dell’Icann, nel 1988, quello del governo Usa 2015 Dal 1988 Ente «Icann» è il nome dell’ente, nato nel 1988, che assegna i domini di Internet. Venerdì sera il ministero del Commercio di Washington ha annunciato la decisione degli Usa di rinunciare a continuare a controllarlo Rodaggio Il ruolo di «supplenza» svolto dagli Usa era da sempre stato concepito in attesa che il nuovo organismo internazionale, basato comunque a Los Angeles, si rafforzasse, ed è durato più del previsto, un quarto di secolo Transizione Il problema è ora di dar vita a un nuovo organismo internazionale che rappresenti il mondo del web in tutte le sue componenti senza essere assoggettato a un controllo politico o burocratico da parte dei governi Appuntamento Il 24 marzo a Singapore si riuniranno i diversi organismi e le personalità internazionali che già oggi fanno parte dell’Icann La data di scadenza della convenzione dell’Icann (Internet Corporation of Assigned Names and Numbers) col governo Usa (ma le parti sono d’accordo di prorogare questo termine in caso di problemi) era stato concepito come un ruolo di supplenza in attesa che il nuovo organismo internazionale, comunque basato negli Stati Uniti, a Los Angeles, si rafforzasse e imparasse a camminare con le sue gambe. Questo «rodaggio» è durato più del previsto, un quarto di secolo, ma è anche vero che in questi anni l’Icann (sigla che sta per Internet Corporation of Assigned Names and Numbers) ha funzionato molto bene garantendo a tutti un acces- Colloquio Il voto di oggi visto dallo scrittore Vladislav Bajac Serbia, Vucic verso il trionfo «Belgrado ama i leader forti» DALLA NOSTRA INVIATA BELGRADO – Con la Russia per amore, con l’Europa per convenienza. Se Aleksandar Vucic, 44 anni, leader del Partito progressista serbo, Sns (una piattaforma populista e tendenzialmente conservatrice, a dispetto del suo nome) e vice premier uscente, vincerà o, meglio, stravincerà questa sera le elezioni parlamentari anticipate in Serbia, è perché in fondo rispecchia abbastanza fedelmente i sentimenti profondi del Paese. Tuttora in cerca di un onnipotente patriarca e di un fiero giustiziere. Come pochi altri politici, Vucic, ultranazionalista sotto il regime di Slobodan Milosevic e ora convinto europeista, ha saputo coagularne il consenso, dopo una furibonda campagna anticorruzione (condotta soprattutto nelle fila avversarie). I sondaggi gli danno oltre il 44% delle preferenze. Se è così, potrà governare quasi da solo. L’opposizione dei Democratici, recentemente scissi in due partiti, è in caduta libera e si accontenterebbe di riconquistare almeno Belgrado, che proprio oggi elegge anche il suo nuovo sindaco. L’astensione alle urne si prevede altissima. «Un po’ egoisticamente, sono contento di essere in Germania questo fine settimana – ammette lo scrittore ed editore di Geopoetika, Vladislav Bajac, a Lipsia per presentare il suo libro Hammam Balcania (pubblicato anche in Italia, da Jaca Book) -. Perché così evito il dilemma di scegliere a chi dare il mio voto. Sono consapevole degli svantaggi del mio atteggiamento ma è un modo simbolico per esprimere il disagio di molti serbi, stanchi di promesse, in particolare da parte di gente in politica da così tanto tempo. E alcuni di noi ricordano quale fu il loro ruolo nella distruzione delle nostre speranze e dello stesso paese». Che sia per rassegnazione o per sfiducia, la scarsa Scrittore Vladislav Bajac (qui sopra), 60 anni, autore di «Hammam Balcania». Vede con disappunto l’attesa vittoria di Aleksandar Vucic (in alto) affluenza alimenta le aspettative dei progressisti e del loro leader: «Ci serve una vittoria schiacciante – ha detto Vucic – per creare posti di lavoro, fare riforme a pieno regime, lottare con tutte le nostre forze contro la corruzione». Ma Bajac, come molti altri moderati, vede con disappunto sorgere un’autocrazia nel nome di Vucic: «I serbi amano i leader forti, ma è un amore sbagliato. I veri colpevoli tuttavia sono i vertici dell’opposizione – accusa lo scrittore belgradese – e tutti coloro che hanno creato troppi piccoli partiti, uno opposto all’altro. Un’altra caratteristica dei serbi». Da Bruxelles lo sguardo è più benevolo: il partito di Vucic, che è lo stesso del presidente nazionalista Tomislav Nikolic, negli ultimi due anni ha migliorato in modo spettacolare i rapporti con il Kosovo (che ha comunque acconsentito di malavoglia ad aprire oggi i seggi elettorali per i serbi kosovari) e si sta spianando la strada per l’ingresso a pieno titolo nella Ue, forse addirittura entro il 2020. «Ne sono felice per la Serbia – commenta Bajac -. Ma non tanto perché io pensi che tutti i nostri problemi si risolvano automaticamente entrando in Europa. Quanto perché l’Unione Europea può indurci a mettere ordine nel nostro governo e nel nostro stato. Non siamo sufficientemente disciplinati per farlo da soli. Abbiamo bisogno di un supervisore (ma mi auguro non un colonizzatore), che metta in riga per primi i nostri politici. L’omicidio del nostro primo ministro Zoran Djindjic, 11 anni fa, ha riportato la Serbia indietro di anni. Quel delitto politico, i cui mandanti sono ancora sconosciuti, mise da parte il meglio della classe media del paese. Esiste ancora, è indignata, ma non è più motivata». Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA so alla rete ordinato, rapido e privo di condizionamenti. L’ente ha aumentato i domini a seconda delle necessità: dopo quelli più vecchi come .com, .org e quelli nazionali, sono arrivati .info e tanti altri men- Timori Il cambiamento spaventa le grandi multinazionali dell’economia digitale tre ora si prepara anche l’apertura a di domini personalizzati o riferiti a settori merceologici (.clothing, .shop), a servizi (.hospital), o basati su lingue con caratteri diversi da quelli latini (cirillico, cinese e arabo). Il problema vero, adesso, è quello di dar vita a un nuovo organismo internazionale che rappresenti il mondo del web in tutte le sue componenti senza essere assoggettato a un controllo politico o burocrati- Al computer Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama passeggia nel giardino della Casa Bianca con il tablet. I conservatori negli Stati Uniti lo hanno criticato per aver ridotto il controllo dell’America sulla gestione di Internet (Afp) co da parte dei governi. Già due anni fa un primo tentativo di cambiare era fallito perché alla vigilia del vertice dell’Itu che voleva trasferire l’Icann sotto il controllo dell’Onu, il Congresso di Washington votò all’unanimità una risoluzione nella quale si chiedeva un impegno a mantenere Internet lontano da ogni possibilità di controllo da parte di governi autoritari. E, con l’Icann sotto l’ombrello delle Nazioni Unite, anche governi come quelli di Pechino e Mosca che pongono limiti all’uso di Internet, avrebbero avuto voce in capitolo. Ora comincia la ricerca di un nuovo equilibrio. Primo appuntamento, una riunione che si terrà il 24 marzo a Singapore, tra i diversi organismi e le personalità internazionali che già oggi fanno parte dell’Icann. Partirà da lì, sotto la guida del presidente dell’Istituto, Fadi Chehade lo sforzo di costruire un nuovo assetto istituzionale coinvolgendo le grandi imprese della Internet economy e anche entità non governative e le non-profit più attive sul web. Repubblicani a parte, anche le grandi multinazionali Usa dell’economia digitale sono spaventate dal cambiamento: temono che le pressioni politiche che comunque ci saranno producano limiti, barriere o tolgano fluidità a un sistema che fin qui ha funzionato bene. Ma il governo Usa promette che si ritirerà solo quando sarà certo che ciò non avverrà: Strickling ha detto ieri che l’America farà un passo indietro solo quando sarà certa che sul ponte di comando della nuova società ci saranno azionisti che hanno interesse al buon funzionamento del web come la Internet Engineering Task Force, o le associazioni che tutelano la sicurezza, l’apertura e la stabilità dei canali di comunicazione digitale. Un lavoro complesso, ma c’è tempo: la convenzione dell’Icann col governo Usa scade il 30 settembre 2015, ma le parti sono già d’accordo di prorogare questo termine se a quella data ci saranno ancora problemi aperti. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 18 Cronache Retroscena Registi del traffico di droga e acquirenti ora sanno dei controlli L’arresto della dama bianca e la talpa che protegge i vip Qualcuno ha svelato l’esistenza dell’inchiesta ROMA — C’è l’ombra di una talpa sullo sfondo dell’operazione antidroga che giovedì ha portato all’arresto, all’aeroporto di Fiumicino, di Federica Gagliardi, e al sequestro di 24 chili di cocaina che la bionda accompagnatrice di Berlusconi in alcuni viaggi del 2010, quando era premier, aveva trasportato dal Venezuela. E non una talpa che ha favorito gli investigatori spifferando la dritta giusta, ma che, al contrario, li ha danneggiati rischiando di pregiudicare un’indagine sul traffico internazionale di stupefacenti che sicuramente ha dimensioni vastissime e potrebbe svelare coinvolgimenti altissimi. Infatti non tutto è andato co- Fermato un bidello a Messina Violenza su una bimba di 6 anni Violenza sessuale nei confronti di una bambina di sei anni. Con questa accusa la polizia ha arrestato un bidello cinquantenne impiegato in una scuola a Messina, ora ai domiciliari. La misura cautelare è stata disposta dal gip presso il Tribunale di Messina Maria Giovanna Vermiglio, su richiesta del pm Federica Rende. La vicenda ha avuto inizio a ottobre, quando la bimba ha confidato ai genitori di essere stata toccata dal bidello mentre si trovava in bagno. In seguito alle dichiarazioni della piccola e alla denuncia sporta dal padre, i poliziotti, specializzati nei reati contro i minori, hanno avviato le indagini, ascoltato testimoni e individuato il responsabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA A Panama Francesca Gagliardi (nel tondo) nel giugno 2010 con l’allora premier Berlusconi e Valter Lavitola (Photomasi) me avrebbe dovuto, tre giorni fa a Fiumicino. Non come avrebbero preferito in Procura a Napoli, dove l’indagine è condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. Quest’ultimo particolare, l’esistenza dell’inchiesta, non sarebbe dovuto diventare di dominio pubblico. Se l’arresto di Federica Gagliardi e il sequestro della dro- ga fossero apparsi casuali (cosa comprensibilissima, visto che la donna trasportava quell’enorme quantitativo in un trolley e in uno zainetto, senza nessun tentativo di occultamento) non avrebbe creato allarme tra i molti — e pare anche molto potenti — che potrebbero essere coinvolti nel giro. Chi aveva investito il suo capitale in quel carico (almeno cinque milioni di euro, che in dollari diventano quasi sette) ci avrebbe rimesso pesantemente, ma nessuno avrebbe avuto la certezza di essere finito nel mirino degli investigatori. E quando chi è indagato non sa di esserlo, è facile che si tradisca, che porti involontariamente gli investigatori sempre più avanti. Al contrario, la consapevolezza di una inchiesta induce alla prudenza, a non usare i telefoni, a interrompere ogni contatto. E probabilmente era proprio questo lo scopo di chi ha voluto far trapelare la notizia che l’arresto di Federica Gagliardi era avvenuto nell’ambito di un più vasto lavoro investigativo della Dda napoletana, che ha delegato le indagini alla Guardia di Finanza. Chi possa essere questa talpa è per ora un mistero. Ma non si può escludere che abbia a che fare, direttamente o indirettamente, con la copertura sulla quale la Gagliardi riteneva di poter contare per passare indenne i controlli a Fiumicino. Così come li aveva passati a Caracas al momento dell’imbarco, dove pure qualcuno deve averla aiutata a non far bloccare quelle due borse che a un semplice scanner potevano anche sembrare piene di panetti di esplosivo al plastico, visto come era stata confezionata la cocaina. Non si può invece escludere che i destinatari dell’informazione che la talpa ha veicolato fossero non solo, e non tanto, i clan camorristici che potrebbero essere dietro al traffico di droga, ma i non pochi insospettabili che, a quanto emergerebbe dalle indagini, erano interessati al carico portato in Italia da Federica Gagliardi. Che era molto ben inserita in una «rete» di politici, imprenditori e uomini d’affari, un giro in cui molti potrebbero essere interessati anche alla sua attività di corriere della droga. Certamente la Gagliardi era stata ingaggiata per questo viaggio da un broker, un mediatore internazionale del traffico di stupefacenti. Gli investigatori ritengono anche di averlo già individuato, e anche lui potrebbe rivelarsi un canale per arrivare ancora più in alto. Poi bisognerà capire quale sarà l’atteggiamento della donna quando sarà interrogata dai magistrati napoletani. Per ora resta a disposizione dell’autorità giudiziaria di Civitavecchia dove in tempi rapidi (bisogna aspettare solo il deposito delle perizie tecniche che documentino ufficialmente che i panetti sequestrati sono di cocaina) sarà processata per traffico internazionale di droga. Colta in flagranza di reato non potrà che essere condannata. E rischia almeno dieci anni di carcere. Fulvio Bufi Fiorenza Sarzanini © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricostruzione L’atterraggio e l’arresto Giovedì scorso Federica Gagliardi (nella foto sotto), 31 anni, soprannominata la «dama bianca», è stata arrestata all’aeroporto di Fiumicino dagli uomini della Guardia di Finanza. La donna era appena sbarcata da un volo partito da Caracas, in Venezuela, e portava nel bagaglio a mano 21 panetti di cocaina per un totale di 24 chilogrammi I dubbi degli inquirenti e i silenzi in carcere Di fronte al giudice, nell’aula per le convalide del carcere di Civitavecchia, Gagliardi si è avvalsa della facoltà di non rispondere. «Mi hanno incastrata», aveva spiegato la donna subito dopo essere stata arrestata. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sospettano che Gagliardi anche in passato possa aver effettuato viaggi analoghi La presenza in viaggi istituzionali Federica Gagliardi è diventata famosa quando è apparsa in viaggi istituzionali al fianco dell’allora premier Silvio Berlusconi. Tra le missioni diplomatiche ci sono quelle di giugno 2010 al vertice internazionale del G8 di Toronto, in Canada, ma anche in America Latina, a Panama — sempre lo stesso anno — e in Brasile Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Cronache 19 Caso Parioli Il racconto delle baby prostitute ai magistrati La vicenda La ragazzina con i clienti: «Ero infelice e pensavo è questione di un’ora» L’inchiesta I contatti online e gli incontri La Procura di Roma ha scoperto un giro di prostitute minorenni. Le due ragazzine coinvolte contattavano i clienti prima sul web — attraverso il sito «Bakekaincontri» —, poi la comunicazione si trasferiva sul telefonino attraverso chiamate, sms e messaggi su WhatsApp. Gli incontri con i clienti avvenivano nel quartiere dei Parioli Processo immediato per sei persone ROMA — Lo schifo, la paura, quasi il terrore per quegli incontri con sconosciuti. Uomini grandi, molto più grandi di loro. Perché evitavano i giovanissimi nel timore di incrociare qualche ragazzo che le conoscesse. Ma i soldi facili, dopo i primi dubbi, hanno preso il sopravvento: nell’appartamento-alcova dei Parioli, il quartiere della medio-borghesia romana, Angela e Aurora (così si facevano chiamare), le giovani con famiglie semi-disastrate attratte dalla «griffe a tutti i costi», hanno vissuto i primi giorni di quei rapporti sessuali a pagamento come un incubo. Poi, finché non sono intervenuti i carabinieri e i magistrati, l’escalation di appuntamenti. E l’orrore messo da parte: «Svuotavo la testa e dicevo “vabbé, tanto è un’ora, poi è finito”», ha raccontato la più piccola durante l’incidente probatorio. In quei momenti «provavo a non pensarci, cercavo di mettermi nei panni di una persona che stava facendo un lavoro normale, un qualcosa che non fosse quello». E ricordando lo squallido locale affittato ad hoc nella strada dei ristoranti frequentati dalla Roma che conta, a due passi da una delle zone della movida alla moda, Ponte Milvio: «Che gente mi capita? — si chiedeva la minorenne in attesa del volto sconosciuto —. Chissà se ti violentano? Poi piano piano ho capito che erano tutti deficienti... Se andavo a casa del cliente o se lui mi veniva a prendere, rispondevo alle domande il minimo indispensabile. Ma non ero io, cioè ero proprio un’altra persona». E ancora: «Non segnavo sull’agenda quelli che venivano anche perché non ero così tan- Protagonisti A sinistra Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini. A destra una delle immagini del pedinamento dei carabinieri messa agli atti dell’inchiesta sulle baby squillo (foto Ansa) to felice, anzi non ero felice per niente...». Un passo indietro, agli inizi: «Stavamo cercando di fare un lavoretto che fosse adatto un po’ alla nostra età. Per esempio dog sitter, volevamo andare a Ponza...». Poi: «Pur essendo confusa, vedevo che la mia amica aveva tanti soldi, che poteva spenderli come le pareva. Aveva una sua indipendenza economica e mi sono fatta prendere un po’ anch’io da questa cosa, alla fine mi sono fatta un po’ trascinare. “Dai, se vuoi prova”, mi diceva la mia amica. Alla fine ci ho provato... Fingevamo di essere maggiorenni. All’inizio erano due o tre clienti al giorno», spiega. E svela che l’altra, forse per farle vincere le resistenze, la portò con lei ad un incontro. «Lei era sul letto con un cliente, io ero seduta in poltrona, ero imbarazzatissima...». Ricordi drammatici, interrotti dal pianto, dalla descrizione dei rapporti difficili con le famiglie. O con ciò che ne restava, dopo separazioni e vite turbolente. Una di loro che dorme su pianerottolo, «la madre o non le apriva perché aveva fatto tardi, o non sentiva il campanello o non stava in casa». Una ragazzina che «con la madre non si sentiva praticamente mai», spiega l’amica. Eppure quella mamma poi ha denunciato tutto ai carabinieri e ha dato il via all’inchiesta. Diverso il rapporto che l’altra giovane aveva con la madre (arrestata con l’accusa di sfruttare I nomi La lista dei clienti «eccellenti» Gli inizi «Volevo guadagnare qualche soldo con un lavoretto adatto alla mia età, tipo dog sitter» la figlia), che l’ha difesa e ha cercato di tirarla fuori dai guai: «Le avevo detto che spacciavo, non che mi prostituivo, le davo 100 euro al giorno». E poi: «Mio padre? L’ho visto l’ultima volta a 3 anni, mio fratello è iperattivo e ha problemi». E la preoccupazione, l’altra paura: «Mia madre ha avuto un periodo di debolezza. Voglio che almeno il rapporto con lei si possa recuperare, non ci ha mai fatto mancare niente, è stata sempre una brava mamma. Io non posso stare senza di lei e lei senza di me». Ora si va verso la fine dei filoni d’inchiesta. Il marito della parlamentare di Forza Italia Alessandra Mussolini, Mauro Floriani, dopo aver ammesso di essere stato con una delle due minori rischia il giudizio immediato. Lo stesso può accadere agli altri 40 clienti, tra cui il figlio di un altro parlamentare del centrodestra. Nel frattempo quasi certo è il processo per sei persone: Mirko Ieni (ritenuto il promotore del giro di prostituzione), Nunzio Pizzacalla, Mario De Quattro (ha cercato di ottenere 1.500 euro dopo aver filmato un incontro), la madre di una delle ragazze, Riccardo Sbarra e Marco Galluzzo; il primo, commercialista, aveva anche materiale pedopornografico, l’altro avrebbe ceduto cocaina in cambio di sesso. Flavio Haver Nell’ambito delle indagini i magistrati hanno scoperto che sarebbero diversi i clienti «eccellenti» delle baby prostitute. Tra questi: il figlio di un parlamentare di centrodestra, un dirigente di Bankitalia, alcuni funzionari della Fao, almeno un manager della società di revisione «Ernst & Young» e Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini I verbali La versione di Floriani Floriani si è sposato con la parlamentare Mussolini nel 1989 quando era ufficiale della Guardia di Finanza. Insieme hanno avuto tre figli. Quando si è presentato in Procura per essere interrogato l’uomo ha ammesso di aver incontrato una delle due minorenni, ma ha anche aggiunto di essere convinto di avere a che fare con una 19enne © RIPRODUZIONE RISERVATA Grosseto Dopo la Cassazione Il coraggio di Jessica: il mio ex mi ha ridotto così Gli ex dirigenti di Parmalat in arresto per il crac ORBETELLO (Grosseto) — Ha deciso che il suo viso segnato dalla violenza dell’ex fidanzato non dovesse essere solo una «questione giudiziaria». E dopo la denuncia contro quel ragazzo di 21 anni, ha deciso di rendere pubblico lo scempio. Jessica Rossi (foto), 23 anni, grossetana, commessa in un negozio nel centro storico della città, dopo essere stata medicata al pronto soccorso di Orbetello, ha chiesto all’avvocato di chiamare i giornali e di diffondere le foto della vergogna, quelle con il volto tumefatto, gli occhi gonfi, il collare e lo sguardo agghiacciante di ragazza violata. Jessica è coraggiosa. L’ex fidanzato, che la tormentava da tempo, le ha chiesto un ultimo incontro. Lei ha accettato, è salita sulla sua Punto per andare a parlare davanti alla spiaggia della Feniglia, e quando lui ha iniziato a colpirla ha avuto anche la forza di registrare tutto col telefonino. «Mi picchiava e mi diceva che mi avrebbe ammazzato, bruciato l’auto, rovinato», ha detto ai carabinieri. «Mi ha schiaffeggiato, poi mi ha dato il primo pugno in faccia», ha raccontato. Lei ha tentato di scendere dall’auto ma l’ex l’ha strattonata e picchiata ancora. Solo l’intervento di alcuni passanti l’ha salvata. Poi la denuncia. E il coraggio di mostare a tutti quello che ha subito. Marco Gasperetti Sono a poca distanza l’uno dall’altro, in due padiglioni differenti, ma sempre all’ospedale Maggiore di Parma. Sono Domenico Barili e Calisto Tanzi, un tempo direttore marketing e presidente di Parmalat, oggi condannati in modo definitivo per il crac del gruppo di Collecchio. Dal 5 maggio 2011, quando la condanna milanese per aggiotaggio era diventata definitiva, l’ex patron di 76 anni era tornato dietro le sbarre. Dal 7 marzo dell’anno scorso è in detenzione domiciliare in ospedale. Ieri è toccato al suo ex braccio destro (foto in basso). La Procura generale di Bologna ha infatti emesso gli ordini di carcerazione per tutti i condannati dopo che una settimana fa in Cassazione sono state confermate le condanne del filone emiliano dell’inchiesta. Per due di loro, Domenico Barili e Luciano Silingardi (quest’ultimo l’ex commercialista della famiglia Tanzi), si sono aperte le porte del carcere. Il primo, 80 anni compiuti lo scorso mese di novembre, è però molto malato e ieri, al momento di essere trasferito in cella, si è sentito male ed è stato portato appunto in ospedale. Di otto anni più giovane (ha infatti 73 anni) Luciano Silingardi (foto in alto) è invece finito nel penitenziario parmigiano di via Burla nonostante la sua pena, tolti i tre anni dell’indulto, sia di due settimane inferiore alla soglia dei quattro anni, limite indicato dalla nuova legge «svuota carceri» per poter aver diritto all’affidamento in prova. I legali di Silingardi presenteranno immediatamente ricorso. Nell’elenco di coloro che, coinvolti nel crac Parmalat, ora rischiano il carcere resta solo Fausto Tonna. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 20 Cronache Il mistero 43 10 I Paesi coinvolti nella ricerca dell’aereo scomparso I velivoli che sorvolano sulle possibili rotte del Boeing 777-200 La dinamica CINA Le navi che stanno setacciando l’area 8 I satelliti che la Cina sta utilizzando per le ricerche AFGHANISTAN AFGHANISTA S A STA STAN IRAN passeggeri I dispersi 239 6 8 Ecco cosa è successo dalle ore 00.41 dell’8 marzo TAGIKIS AG G TAGIKISTAN 5 7 NEPAL 227 12 equipaggio BANGLADESH INDIA ARABIA AR SAUDITA MYANMAR PENANG YEMEN 2 SOMALIA STRETTO DI MALACCA 8 2 Ore 01.01 Il velivolo raggiunge l’altezza di crociera a 35 mila piedi (circa 10.700 metri) 1 KUALA LUMPUR 3 Ore 01.07 Qualcuno spegne l’«Acars», il dispositivo con il quale l’aereo mantiene i contatti con le stazioni a terra 4 Ore 01.21 Il transporder del velivolo lancia l’ultimo segnale di identificazione: la rotta è ancora quella prevista 5 Poco dopo l’aereo si porta a 13.700 metri, sopra il limite approvato per il Boeing 777-200, e vira verso ovest 6 Ore 02.15 Il radar militare della Malaysia rintraccia un segnale tra Penang e Phuket (Thailandia) 7 Ore 02.40 Ultimo contatto radar con il volo MH 370, nello Stretto di Malacca, prima del lungo silenzio CAMBOGIA THAILANDIA MALAYSIA A Sud: da Ja ka verso l’Oce rta (Indonesia) ano Indian o Satellite Sat a 35.000 km di quota 5 8 VIETNAM LAOS dia ilan an Tha enist a l l m da Turk do ten n e par ista rd: Kazak o A N no a efi 3 1 Ore 00.41 Il volo MH 370 decolla dall’aeroporto di Kuala Lumpur, Malaysia. Destinazione: Pechino BHUTAN PAKISTAN OMAN OMA AN A 4 Rotta previst a 14 58 Pechino N TURKMENISTAN Le forze in campo Kuala Lumpur INDONESIA 8 Ore 08.11 Un satellite rintraccia l’aereo a 7 ore e 31 minuti dal decollo in due possibili corridoi 8 Fonti: Governo della Malaysia, Dipartimento dell’aviazione civile della Malaysia, Flightradar24.com, Malaysia Airlines, Gebco, Reuters, Associated Press, Boeing – tutti gli orari sono relativi al fuso locale Il caso Indagini per pirateria e terrorismo. Controlli sulla vita dell’equipaggio. L’ipotesi che sia stato abbattuto Dirottato e pilotato per sfuggire ai radar Il Boeing malese ha volato per altre 7 ore L’esperto Usa: può essere atterrato su piste della Seconda guerra mondiale di GUIDO OLIMPIO e GUIDO SANTEVECCHI sersi costruito un «flight simulator» in casa. Il copilota, Fariq Abdul Hamid, 27 anni, si era appena qualificato per il Boeing 777 dopo aver accumulato 2.763 ore su altri apparecchi. Stava per sposarsi, dice l’imam della moschea che frequentava a Kuala Lumpur e lo ricorda come «un bravo ragazzo, un buon musulmano tranquillo». Però sul rigore professionale di Fariq c’è qualche dubbio: una passeggera sudafricana ha riferito che nel 2011 l’ufficiale l’aveva invitata in cabina insieme con una sua amica, durante un volo da Phuket a Kuala Lumpur. «Abbiamo riso, fumato e flirtato», ha detto la ragazza e ha anche mostrato delle foto che si erano scattati in cabina. Ora il primo ministro malaysiano dice che bisognerà indagare con maggiore attenzione sull’equipaggio e sui passeggeri e ieri la polizia si è decisa a fare una visita alle case dei piloti. H a volato fino alle 8.11 di sabato 8 marzo, più di 7 ore dopo che si erano persi i contatti con la torre di controllo di Kuala Lumpur, il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines scomparso nel nulla con i suoi 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Dopo una settimana di voci, falsi avvistamenti, reticenze, smentite e disperazione il primo ministro malaysiano ieri ha ammesso che il volo MH370 non è arrivato a Pechino «per l’azione deliberata di qualcuno che era sull’aereo». Ma chi lo ha dirottato è finito in fondo al mare o è riuscito a nascondersi su una pista di fortuna? Conto alla rovescia All’1.07, meno di un’ora dopo il decollo, una mano ignota ha spento l’Aircraft Communications Addressing and Reporting System, apparato con il quale l’aereo mantiene i contatti con le stazioni a terra. Quindi, 14 minuti dopo, è stata la volta del transponder che emette segnali di identificazione. Due eventi non contemporanei, quindi non dovuti a un incidente improvviso, dicono gli analisti. Per giorni si è cercato al largo della costa vietnamita. Poi una fonte di intelligence ha detto La mano esperta alla stampa Usa che i motori Rolls-Royce Una mano esperta Boeing avevano avrebbe prima bloccato del continuato a mani contatti e poco dopo dare dei «blip» utilizzati dal costruttospento il transponder re per verificare il funzionamento, non per controllare la posizione. Ora l’annuncio che un satellite ha rilevato il Boeing fino alle 8.11. Oltre a cercare l’aereo si indaga per pirateria e terrorismo, si studiano i profili di equipaggio e passeggeri. In mare Un marinaio della Malaysia impegnato nella ricerca dell’aereo (Reuters) Kuala Lumpur I messaggi di speranza sulla sorte dei 239 dispersi (Ansa) Fuga nella notte I dati satellitari dicono che il volo MH370 ha cambiato più volte rotta e altitudine in modo drammatico e non casuale. I controllori malaysiani avevano detto di averlo perso quando era a 35 mila piedi, la quota di crociera normale. Ma ora si scopre che subito dopo si era portato a 45.000 piedi (circa 13.700 metri), sopra il limite approvato per il Boeing 777, compiendo una virata profonda verso Ovest. Più tardi ricompare a 23.000 piedi (7 mila metri) sotto la quota regolamentare, prima di rialzare il muso e puntare a Nordovest, sopra lo Stretto di Malacca, verso l’Oceano Indiano. «Qualcuno con quelle manovre ha cercato di mascherare la sua posizione», dicono fonti di intelligence. Ma chi? Gente esperta di pilotaggio. I piloti Ai comandi c’erano due piloti molto preparati. Il capitano, Zaharie Ahmad Shah, 53 anni di cui trenta passati alla Malaysia Airlines, aveva 18.365 ore di volo ed era tanto appassionato del suo lavoro da es- I due corridoi Le mappe, riviste dopo la rivelazione che il Boeing ha volato oltre sette ore dopo aver cambiato rotta, evidenziano un raggio di ricerche enorme lungo due corridoi: a Nord fino al Kazakhstan e al Turkmenistan partendo dalla Thailandia, a Sud tra Indonesia e Oceano indiano meridionale. Fonti malaysiane hanno indicato un’area di confine «tra Kyrgyzstan e Cina». Il corridoio a Nord attraversa o tocca alcune tra le zone più militarizzate e instabili del mondo, controllate da guerriglieri vari; ma sono anche regioni ad altissima concentrazione militare, con sistemi di difesa aerea efficienti, dall’India, al Pakistan, all’Iran e all’Afghanistan. Strane segnalazioni Il mattino di sabato 8 si erano diffuse voci secondo le quali il Boeing era atterrato in emergenza in Vietnam. Tony Fernandes, amministratore delegato di AirAsia aveva twittato che la radio di bordo aveva avuto un guasto ma che tutti erano salvi. L’informazione era stata subito smentita da Malaysia Airlines e il tweet cancellato. Poi un’altra segna- La curiosità E due milioni di persone lo cercano online Una ricerca senza precedenti. Non solo per l’area geografica coinvolta. Ma anche per gli uomini sul campo: più di 2,3 milioni di persone. Oltre alle 43 navi e ai 58 velivoli che stanno setacciando il Sud-Est asiatico, infatti, da alcuni giorni è possibile — da casa — dare una mano. Una società statunitense ha messo a disposizione degli internauti i propri satelliti, puntati sulla zona in cui l’8 marzo si sono perse le tracce del Boeing 777-200 e attraverso il sito tomnod.com (nella foto) si può analizzare uno spicchio dell’area di ricerca, nel Mar Cinese meridionale. Le foto sono ad alta risoluzione e l’iniziativa è stata lanciata da DigitalGlobe, una società che vende immagini satellitari per uso civile. Gli utenti possono «taggare» le foto, che arriveranno poi, per un’ulteriore analisi, a un team di esperti e, solo successivamente, ai soccorritori impegnati nelle ricerche del velivolo. Fino a ieri erano più di 650 mila gli oggetti segnalati. © RIPRODUZIONE RISERVATA lazione: atterraggio d’emergenza a Nanning in Cina e nuova smentita. Ma ora qualcuno spera che in qualche modo il Boeing non sia finito in fondo all’oceano. Piste sulle isole In mare non si trovano resti dell’apparecchio. Quindi in teoria potrebbe essere precipitato in una delle numerose giungle della zona o anche essere atterrato. Ron Carr, quarant’anni nell’aeronautica militare e poi civile degli Stati Uniti e ora docente all’università della Florida, ha detto che «ci sono diversi campi d’aviazione abbandonati dopo la Seconda guerra mondiale laggiù, a questo punto non si può escludere che il volo MH370 sia riuscito ad atterrare o ci abbia provato». Ipotesi abbattimento Non è da escludere che una volta individuato l’aereo «silenzioso» si sia deciso di intercettarlo ed abbatterlo per evitare un altro 11 settembre. Chen Cheng, direttore del cinese Sina.com aviation channel ha dichiarato alla «Xinhua»: «In genere se si scopre un aereo non identificato si manda un caccia a osservare, senza l’ordine di sparare immediatamente». Giusto, ma è altrettanto vero che nessuno ha fretta e voglia di dire al mondo «siamo stati costretti a fermarlo con un missile». La lista di chi possa aver ordinato l’azione drastica è lunga quanto la rotta coperta dal Boeing 777. Il piano È un’azione di terrorismo? Gli americani, che sanno molto, la considerano una delle variabili, i malaysiani parlano solo di «gesto deliberato». È misterioso però il fine dell’eventuale operazione. Nei giorni scorsi era stata valutata la possibilità che nel mirino ci fossero le Torri Gemelle Petronas a Kuala Lumpur, ma il jet si è subito allontanato, secondo le fonti, verso Ovest. Oppure il Boeing doveva (o deve) servire per una manovra a sorpresa, a lungo I servizi segreti preparata. E questo Del mistero dell’aereo spiegherebbe l’assi stanno occupando senza di rivendicazioni. Poi c’è un dato quattordici Paesi: «storico» che riporta al lavoro i servizi segreti ancora a Kuala Lumpur. Esattamente al 5 gennaio del 2000. Per diversi giorni, Nawaf al Hazmi e Khalid al Midhar, due dei futuri kamikaze dell’11 settembre parteciparono a una riunione con alcuni esponenti di al Qaeda proprio per definire le future missioni. Il mistero africano Nella storia recente dell’aviazione si sono registrati casi misteriosi. Il primo è il dirottamento nel 1996 di un jet etiope finito poi in mare alle Comore perché aveva terminato il carburante. I pirati volevano arrivare in Australia. Quindi il caso dell’Helios Airways, il 737 precipitato vicino ad Atene dopo che i piloti erano stati storditi da un gas sprigionatosi per un’avaria. Infine la storia più intrigante. Quella di un Boeing 727 rubato sulla pista di Luanda, Angola, nel 2003, da Ben Charles Padilla. Non lo hanno mai trovato. La sorella del pilota ha sempre sostenuto che il jet sarebbe caduto in qualche foresta dell’Africa. Una sola certezza: le intelligence dei Paesi coinvolti (e sono 14) hanno rivelato molto meno di quello che sanno. C’erano 154 passeggeri cinesi a bordo. Ieri notte a Pechino i parenti hanno cominciato a sperare che siano stati sequestrati: un sogno disperato. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Cronache 21 Napoli I punti Il falso comunicato Il 18 aprile viene annunciata l’uccisione di Moro e l’abbandono del cadavere nel lago della Duchessa. Si trattò di un depistaggio dai contorni mai chiariti Il covo di via Gradoli Quando arrivò l’informazione, il blitz scattò nell’omonimo paesino laziale La lettera di Paolo VI Il Papa indirizza una lettera agli «uomini delle Brigate Rosse» per salvare Moro. Si sospettano pressioni sul Pontefice perché non «aprisse» eccessivamente alla trattativa Il video choc che incastrò gli scippatori Le carte di via Montenevoso Vengono trovate 12 anni dopo la scoperta del covo milanese Il dossier Il gruppo del Pd alla Camera pubblica 400 pagine di documenti parlamentari Caso Moro, l’antologia dei misteri e le risposte non date alla vedova Da Gradoli alla polizia «impreparata»: tutte le incongruenze 16 marzo 1978 L’auto su cui viaggia Aldo Moro, presidente della Dc, viene bloccata in via Fani da un nucleo armato delle Brigate Rosse. I terroristi uccidono i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci), i tre poliziotti sull’auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il leader politico. Dopo 55 giorni di prigionia, il cadavere di Moro viene ritrovato il 9 maggio in via Caetani ROMA — «Posso soltanto dirle che nel 1978 lo Stato era assolutamente impreparato rispetto a emergenze di quel tipo. Non sapeva quasi niente della realtà del terrorismo». Peccato che quando sequestrarono Aldo Moro uccidendo i cinque agenti di scorta, le Brigate rosse esistessero da otto anni e avessero già messo a segno rapimenti clamorosi, assassinato magistrati, avvocati, uomini delle forze dell’ordine, sparato su politici, giornalisti, dirigenti carcerari. Eppure, disse candidamente nel 1992 l’allora capo della polizia Vincenzo Parisi, «si era in una situazione di debolezza neanche lontanamente sospettabile; perciò, vedendo in retrospettiva come fu condotta la gestione del sequestro Moro, posso dire che essa fu del tutto artigianale e non adeguata alla situazione». Sarà. Ma rilette oggi, queste frasi pronunciate davanti alla commissione d’inchiesta sulle stragi nel gennaio ‘92 suonano come la conferma di uno degli enigmi che resistono a trentasei anni di distanza dal fatidico 16 marzo 1978, giorno della strage di via Fani e del rapi- mento del presidente democristiano, ammazzato dopo 55 giorni di prigionia: come mai le istituzioni erano così «impreparate» di fronte alla pericolosità delle Br che imperversavano e proclamavano ai quattro venti di voler attaccare «il cuore dello Stato»? È solo una delle tante domande senza risposta racchiuse in una vera e propria «antologia dei misteri» del caso Moro pubblicata sul sito internet dei deputati del Pd a cura del vicepresidente Gero Grassi (pugliese come Moro), che vorrebbe una nuova indagine parlamentare. Utile non si sa quanto, a tanto tempo dai fatti. Tuttavia il riassunto, in 400 pagine, di testimonianze e relazioni raccolte dalle precedenti commissioni d’inchiesta certifica i troppi punti oscuri sul delitto politico che maggiormente ha segnato la storia della Repubblica. Custoditi negli archivi del Parlamento. Una giungla di quesiti (non tutti ugualmente importanti) in cui ciascuno può approfondire quelli che più lo inquietano. Alcuni però sembrano più macroscopici di altri, anche per come sono emersi — e rimasti irrisolti — dagli stessi atti. Via Gradoli e il ruolo di Moretti Ad esempio l’informazione su Gradoli, ufficialmente arrivata dalla parodia di una seduta spiritica, il famoso «gioco del piattino», a cui parteciparono Romano Prodi e altri professori che in seguito avrebbero ricoperto cariche importanti. Fu lo stesso Prodi a trasmetterla ai vertici della Dc. «Anche se ci siamo trovati in questa situazione ridicola, noi siamo esseri ragionevoli — spiegò nell’audizione del 1981 —. Se soltanto qualcuno avesse detto di conoscere Gradoli, io mi sarei guardato bene dal dirlo. È apparso un nome che nessuno conosceva, allora per ragionevolezza ho pensato di dirlo». A parte la credibilità dell’origine della notizia, il mistero ulteriore è che le ricerche si concentrarono nel paese di Gradoli dove non c’era nulla, senza andare in via Gradoli dove invece abitava Mario Moretti, il capo brigatista che in quei giorni interrogava l’ostaggio. Eleonora Moro, moglie del presidente dc, chiese perché non si cercasse una strada romana con quel nome. «La risposta che ancora oggi mi lascia senza parole è stata: “Non c’è nelle pagine gialle!”», riferì in Parlamento. Invece c’era, e c’erano pure i brigatisti. Ma il covo fu scoperto solo il 18 aprile, a causa di una strana infiltrazione d’acqua. In casa non c’era nessuno e Moretti si salvò, alimentando i dubbi manifestati nel ’95 da Corrado Guerzoni, collaboratore di Moro: «Moretti ha stabilito con qualcuno una convenienza reciproca per la gestione del sequestro, e ha potuto viaggiare tranquillo per l’Italia senza che nessuno lo fermasse. Nessuno ha avuto interesse a trovare Moro». Le carte sparite e il Vaticano Lo stesso giorno fu recapitato il falso comunicato numero 7 delle Br, secondo il quale l’ostaggio era stato ucciso e il cadavere gettato nelle acque (ghiacciate) del lago della Duchessa, sulle montagne tra Lazio e Abruzzo. L’ex sottosegretario all’Interno Lettieri ammise nel 1980: «È un altro di quegli episodi scon- certanti che si sono verificati. Non voglio esimermi da responsabilità, ma tutti abbiamo dato credito a quella pista». In realtà il magistrato inquirente nemmeno andò sul posto, tanto il comunicato era palesemente inattendibile, mentre il ministro dell’Interno Francesco Cossiga lo accreditò per ore. Altro mistero, insieme a quelli su chi l’ha ideato e chi l’ha confezionato. Sulla scomparsa dei resoconti su indagini e riunioni svolte al ministero indagò la commissione stragi che nel ‘92 concluse: «La mancanza negli archivi del Viminale di tutta la documentazione non trova alcuna plausibile giustificazione... Si conferma una costante dell’“affare Moro”: prove importanti sulla gestione della crisi sono sottratte agli organi istituzionali, ma non è escluso che altri ne disponga e le utilizzi o minacci di farlo nel momento più conveniente». Anche sul ruolo del Vaticano e di don Antonello Mennini, «postino» di alcune lettere di Moro, restano quesiti aperti. Come le pressioni su Paolo VI per evitare ogni apertura nella lettera agli Un’anziana, casalinga di 68 anni, cammina lungo una via di San Giorgio a Cremano (Napoli). Viene accostata da due ragazzi a bordo di uno scooter che le scippano la borsa e continuano a guidare il mezzo trascinandola, così, per terra per almeno dieci metri. La donna sviene, riporterà un trauma cranico. La sequenza è documentata dall’impianto di Dopo il sequestro La linea della fermezza venne decisa subito dopo la strage di via Fani e mai più messa in discussione «uomini delle Brigate rosse», o i sospetti che quel sacerdote sia stato anche un «canale di ritorno» dalla prigione del presidente dc. È tutto scritto nelle carte del Parlamento, dai piduisti al vertice dei servizi segreti alle tante forzature sulla «non autenticità» delle lettere di Moro, al loro ritrovamento insieme a pezzi di memoriale in via Montenevoso, 12 anni dopo la scoperta del covo milanese. Fino alle domande di Eleonora Moro, che due anni dopo la morte del marito si chiedeva, a proposito delle Br: «Certo, ci sarà stata la loro parte di lavoro. Ma chi ha armato e animato questa gente a fare queste cose? Chi ha tenuto le fila in modo tale che non si poteva comunicare durante il tempo che mio marito era sequestrato? Come mai questa linea di condotta così dura era già stata presa così nettamente, un’ora dopo la strage di via Fani?». La signora Moro è morta nel 2010, senza avere le risposte che cercava. videosorveglianza di un negozio, e proprio da quelle immagini del 21 febbraio partono le indagini dei carabinieri che hanno portato, il 12 marzo, a individuare due diciottenni come responsabili dello scippo: uno, accusato di essere l’autore, era agli arresti domiciliari dopo il furto di uno smartphone; anche il complice, alla guida dello scooter, era già conosciuto alle forze dell’ordine. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Vaticano Appuntamento il 21 marzo. Don Ciotti: «Grande attenzione del Pontefice al tema delle ingiustizie sociali e della corruzione» Il Papa pregherà con le famiglie di 700 vittime di mafia ROMA — Il Papa incontrerà 700 familiari delle vittime delle mafie che insanguinano l’Italia, e pregherà con loro, in una veglia nella chiesa romana di Gregorio VII, venerdì prossimo, 21 marzo. Il primo giorno di primavera si celebra la «Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie» promossa dalla Fondazione «Libera», presieduta da don Luigi Ciotti. Il sacerdote ha spiegato che «la disponibilità del Papa ad accompagnare i familiari a questo momento carico di dolore ma anche di speranza, è segno di un’attenzione e di una sensibilità che loro hanno colto sin dal primo momento. Attenzione verso tutta l’umanità fragile, ferita».«Molte di quelle vittime — ha aggiunto don Ciotti — erano “giusti”. Persone che non hanno esitato a mettere la propria vita al servizio di quella degli altri, anche a costo di perderla». Ma Francesco dimostra — ha sottolineato don Ciotti in una dichiarazione diffusa dalla Sala stampa vaticana — «attenzione anche per lo specifico tema delle mafie, della corruzione, delle tante forme di ingiustizia che negano la dignità umana. Voce di una Chiesa che Don Puglisi In passato Bergoglio aveva ricordato il ruolo di don Puglisi: «Sottraeva i ragazzi alla malavita» salda il Cielo e la Terra, e che della denuncia fa annuncio di salvezza». Non è la prima volta per il Pontefice. Nel maggio dell’anno scorso, il giorno dopo la beatificazione a Palermo di don Pino Puglisi,assassinato da Cosa Nostra, aveva detto all’Angelus: «Educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto, con Cristo risorto». «Io penso — aveva aggiunto a braccio Francesco — a tanti dolori di uomini e donne, anche bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li costringono a fare il lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali. Dietro questi sfruttamenti, queste schiavitù, ci sono mafie, ma preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo, non possono fare i nostri fratelli schiavi. Preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio». Una posizione «forte», che si unisce a quanto Francesco sta facendo anche per la trasparenza delle finanze vaticane e dello Ior, tanto che lo scorso novembre il procuratore aggiunto di Sicilia Incendio alla raffineria di Gela Una colonna di fumo nero e fiamme, ma danni limitati e nessun ferito nell’incendio alla Raffineria Eni di Gela, Caltanissetta (Ansa) Reggio Calabria, Nicola Gratteri ha messo pubblicamente in guardia dai possibili rischi che «la mafia finanziaria» potrebbe fargli correre. Quanto agli ultimi Papi, nessuno può dimenticare il «grido» scagliato contro la mafia da Giovanni Paolo II, il 9 maggio del ‘93, ad Agrigento, quando chiese ai mafiosi di convertirsi, ammonendo che un giorno sarebbe venuto il giudizio di Dio. «La mafia» è «una strada di morte, incompatibile con il Vangelo», è stata la condanna pronunciata nel 2010 al teatro Politeama di Palermo da Benedetto XVI, il quale pure nel 2007 a Napoli condannò la camorra. M.Antonietta Calabrò @maria-mcalabro © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 22 IL BUONO DEL BIOLOGICO DAL 1978 Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 La storia Cronache 23 Gordon Samel, 52 anni, non si è fermato all’alt e la polizia dell’Alaska gli ha sparato. Nel ‘92 aveva scoperto il bus abbandonato in cui morì Christopher McCandless Ucciso l’uomo che trovò il cadavere del ragazzo perso nelle terre selvagge Recuperò il corpo dello studente che ha ispirato il film di Sean Penn DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Un incidente cruento come ne capitano tanti sulle strade americane: la polizia che cerca di fermare un pick up il cui guidatore sembra in stato d’ubriachezza. Il gippone pare fermarsi, ma poi accelera improvvisamente, tentando la fuga. Gli agenti sparano, l’uomo al volante viene ucciso. Una scena vista al cinema o letta sui giornali cento volte. Ma stavolta l’ordinaria tragedia ha qualcosa di straordinario. Per il luogo in cui si è consumato il dramma: le strade deserte della gelida Alaska, dove le armi da fuoco e anche l’alcol hanno un valore diverso rispetto al resto dell’America, diventando spesso strumenti di difesa da una natura ferocemente ostile e dal freddo polare. Ma fuori dall’ordinario è anche l’identità della vittima: Gordon Samel, 52 anni, è il cacciatore di alci che, insieme a due compagni, nel 1992 trovò nelle foreste ai piedi del monte McKinley l’autobus abbandonato che fu l’ultimo rifugio e poi il sepolcro di Chris McCandless: lo studente-modello della Virginia, innamorato della letteratura russa e con un’anima profondamente inquieta che, dopo una laurea conseguita in modo brillante, viaggiò per un anno negli angoli più remoti d’America per poi scegliere di andare a perdersi nella natura dell’Alaska, ultima tappa di un viaggio alla ricerca di sé stesso. Gordon lo trovò quattro mesi dopo nella carcassa arrugginita dell’autobus numero 142 della città di Fairbanks. Il cadavere di Chris ancora avvolto in un sacco a pelo. Al suo fianco lo splendido e tremendo diario della sfida estrema lanciata alla natura da questo ragazzo sempre in bilico tra voglia di perdersi e di sopravvivere: i racconti della gioia di vivere nei boschi, il piacere della solitudine, i disorientamenti, i calcoli sbagliati, la fine delle provviste, i goffi ten- Il viaggio Realtà e cinema Alla vicenda di Chris McCandless (qui sopra, nella foto Ap), raccontata anche in un libro, nel 2007 si è ispirato Sean Penn per «Into the wild» (nella foto grande una scena del film) tativi di trasformarsi in cacciatore, lo sforzo di sopravvivere nutrendosi di bacche. Poi settimane senza cibo nel gelo invernale, fino alla fine. Un diario che servirà a Jon Krakauer per scrivere «Into the Wild», un libro sulla sua storia delicata e tragica che poi diventerà il celebre film diretto da Sean Penn. Una storia struggente, una tragedia romantica: quella del ragazzo modello che giorno dopo giorno certificava sul suo diario gli errori ingenui che commetteva, addentrandosi con poche provviste nei luoghi selvaggi dei romanzi di Jack London. Eppure, quando otto anni fa andai a ripercorrere quegli stessi sentieri, fui colpito dalla freddezza degli abitanti del luogo che di quell’avventura percepivano solo l’azzardo sconsiderato di un ragazzino forse viziato e affetto da qualche turba psichica. «Come quasi tutti noi» si affrettavano quasi sempre a precisare: «Non si viene a vivere in Alaska se non si ha un carattere particolare. Chi non è nato Animali Un’orsa marsicana morta in Abruzzo Timori di contagio Un’orsa dall’età stimata di 5-6 anni è morta nel centro di sorveglianza del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, a Pescasseroli (L’Aquila). Il plantigrado era stato trovato dai guardiaparco in gravi condizioni nei dintorni di Sperone, una frazione alle porte di Gioia dei Marsi, sempre in territorio aquilano. Presentava tremori e problemi di coordinamento motorio. L’orsa era stata immediatamente sedata dai veterinari e portata nel centro dove è morta alcune ore dopo, nonostante le prime cure. I guardiaparco hanno eseguito prelievi nell’ambiente circostante per escludere la presenza di esche avvelenate. Alcuni campioni sono stati inviati all’Istituto zooprofilattico di Teramo e alla Facoltà di veterinaria. Timori per una possibile «patologia contagiosa» vengono dal presidente della Società di storia della fauna di Baranello (Campobasso), Corradino Guacci: «Costituirebbe, se acclarata, un serio rischio per la sopravvivenza della popolazione dell’orso marsicano». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo il sequestro Tirreno Power: a casa i lavoratori delle ditte appaltatrici Prime conseguenze sull’occupazione dopo il sequestro dei due gruppi a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, disposta martedì scorso dal giudice per le indagini preliminari di Savona, Fiorenza Giorgi, su richiesta della procura guidata da Francantonio Granero. Da domani molti dei 270 lavoratori delle ditte appaltatrici di servizi all’interno dell’impianto resteranno a casa. Ai dipendenti delle aziende è arrivata la circolare che comunica l’interruzione di ogni rapporto di lavoro con la centrale vadese. Ancora da definire cosa accadrà dal punto di vista sindacale: difficile il ricorso agli ammortizzatori sociali per tutti. «È una situazione decisamente difficile — sottolinea Maurizio Perozzi, della Rsu della Tirreno Power —. Non tutti i lavoratori dell’indotto potranno usufruire della cassa integrazione in deroga». Tra le ditte coinvolte ci sono la Mib, che si occupa di pulizie industriali, e che opera in Tirreno Power da più di 20 anni, con 70 operai; e la Cmt che si occupa di ponteggi, con 40 operai. © RIPRODUZIONE RISERVATA La dinamica Fermato dagli agenti ha iniziato a girare in circolo, poi è fuggito qui sa di scegliere un posto inospitale, disabitato, dove sei quasi sempre solo». Un posto dove rischi tutti i giorni: basta uscire ubriachi da un pub dimenticando il cappotto e addormentarsi su una panchina: il giorno dopo verrà trovato un cadavere congelato. Sempre che non arrivi un orso a farlo sparire. La vicenda Alla fine l’Alaska ha deciso di liberarsi anche di quel monumento a McCandless: l’autobus 142 abbandonato nella boscaglia. Era diventato luogo d’attrazione per troppi turisti che, cercando di raggiungerlo su sentieri impervi e guadando torrenti impetuosi, spesso si cacciavano nei guai e dovevano a loro volta essere soccorsi. Troppo complicato e costoso: si è deciso di rimuovere quella carcassa arrugginita. Settecentomila abitanti, per metà concentrati ad Anchorage. Il resto Il cacciatore sparso su una superficie grande più di Una settimana fa la Texas e California messi insieme. Quepolizia dell’Alaska ha sta è l’Alaska dove McCandless e tanti ucciso Gordon Samel, 52 altri come lui vanno a perdersi (ci sono anni (sopra), dopo che anni in cui qui scompaiono oltre 3 mila con il suo pick up non si persone senza lasciare tracce). Questa era fermato a un posto di è la terra in cui si è consumato, sere fa, blocco. Cacciatore di alci, anche il dramma di Gordon Samel. nel 1992 Samel scoprì Troppo alcol e colpi sparati con troppa insieme a due colleghi il facilità. In queste terre impervie dove corpo di Christopher l’uomo fatica a sopravvivere dovrebbe (Chris) McCandless in un esserci più solidarietà. Sembrano renautobus abbandonato dersene conto anche i trooper della ponei boschi dell’Alaska lizia di Wasilla, il villaggio di Sarah La zona in cui è stato Palin: hanno trovato il corpo aperto un’inchiedi McCandless A L A S K A sta per stabilire se l’uso della forza Parco nazionale di Denali Mare fino al punto di di Bering Fairbanks risultare mortale, in questo caso Anchorage fosse giustificato. In altre parti Canada Golfo d’America in casi dell’Alaska simili non ci si fa nemmeno assaliUSA Juneau re dal dubbio. Fermato dalla polizia, Gordon è ripartito cominciando a girare in circolo, In autostop vorticosamente. Poi è scappato. Ma Nato nel 1968, McCandless adesso tutti, anche i poliziotti, ricononel 1990 aveva lasciato la scono: «Era fatto così, un tipo strano, sua vita di studente per come molti cacciatori di alci. Ma non avventurarsi in autostop avrebbe mai investito i poliziotti». «alla ricerca del vero Massimo Gaggi contatto con la natura» © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 24 Cronache Tecnologia La proposta di una start up: tutto grazie a una stampante La miniatura 3D di se stessi Il sogno di Narciso è realtà di EMANUELE TREVI L a Twinkind di Berlino è una piccola azienda che utilizza la più sofisticata tecnologia digitale per produrre oggetti che hanno l’inconfondibile sapore della magia e della follia. Basta entrare negli studi di questa geniale start up, farsi fotografare simultaneamente da un centinaio di obiettivi, e dopo qualche giorno riceverete a casa una perfetta copia in miniatura di voi stessi. I prezzi variano a seconda della grandezza della copia che si desidera, ma sono tutto sommato accessibili: una statuetta di quindici centimetri costa poco più di duecento euro, quelle più grandi sono più care ma più ricche di particolari. Come i vecchi alchimisti che tentavano di far crescere gli «homunculi» nelle loro ampolle di vetro, anche i loro eredi berlinesi tengono segrete alcune fasi del processo di lavorazione. Ma a noi interessa di più il prodotto finito, e le sue implicazioni filosofiche e psicologiche. Cosa accade quando, aperto il pacco, possiamo finalmente tenere in mano queste miniature di noi stessi? Ancora una volta, dobbiamo riconoscere che nulla come il narcisismo aguzza l’ingegno della nostra epoca. In tempi più romantici, era la miniatura dell’amato o dell’amata che ci si portava appesa al collo, o nel taschino del panciotto. E se ci si faceva confezionare la propria immagine, era per regalarla a qualcuno che ci ricordasse, aspettando il nostro ritorno. Al contrario, sospetto che queste bamboline, con la loro straordinaria verosimiglianza, rimangano Il servizio Chi sono La start up Twinkind, con sede a Berlino (twinkind.com), permette di realizzare una copia in 3D di se stessi Come funziona Il primo passo è prenotare e recarsi nello studio della società. Poi si scelgono le dimensioni delle riproduzioni e le opzioni. Infine si va allo scanner: uno speciale strumento a multicamera che realizzerà una copia perfetta del cliente. Infine viene realizzata una versione digitale, per verificare i dettagli e si avvia la riproduzione con una stampante 3D Costi e dimensioni Si possono scegliere riproduzioni dai 15 ai 35 centimetri, con costi da 225 euro a 1.290 per la maggior parte nelle mani dei loro proprietari. Come un materiale pornografico, sono destinate al desiderio, con tutti i suoi riti e i suoi fantasmi. Ma anche le più raffinate fantasie sessuali impallidiscono di fronte a questo, che forse è il più inconfessabile di tutti i desideri: il desiderio di essere se stessi. È su questa potente e sottile leva psicologica che la Twinkind e le ditte che la imiteranno potranno basare le loro fortune. Perché quando si parla di narcisismo, si pensa sempre, troppo superficialmente, a qualcuno che si piace, che è appagato dal contemplarsi. Ma il mito racconta una storia ben diversa: Narciso è un uomo angosciato, perché non può afferrarsi, non può possedersi. Esistono molte forme di amore impossibile, ma non ce n’è una più impossibile dell’amore per noi stessi. Ovidio ci racconta un particolare tremendo: anche dopo la morte, il povero Narciso non riesce a rinsavire, e ancora cerca la sua immagine nelle ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA Creare e contemplare la propria riproduzione «Homunculi» I vecchi alchimisti tentavano di far crescere i loro «homunculi» all’interno di ampolle di vetro scure acque dei fiumi infernali, condannato in eterno a una forma di demenza capace di perpetuarsi oltre i confini della vita. E dunque, possiamo anche definire i prodotti della Twinkind dei semplici giocattoli tecnologici, ma solo a patto di ricordare che i giocattoli, da che Il maxi-studio sui neonati I maschietti? Sorridono più delle bambine A sorridere si impara da piccolissimi e i maschietti sembrano avere più senso dell’umorismo delle femminucce. La quasi totalità dei neonati, il 90%, sorride già entro i primi due mesi di vita, di solito al cospetto di mamma e papà. I maschietti sorridono mediamente 50 volte al giorno rispetto alle 37 delle bambine. A descrivere i contorni di quello che ancora rimane uno dei più affascinanti misteri, la risata dei neonati, è una ricerca della London Birkbeck University che nei laboratori dedicati al cervello e allo sviluppo cognitivo ha creato un «Babylab» che ha come scopo quello di indagare sul motivo per il quale i neonati sorridono. Il dottor Caspar Addyman ha raccolto negli ultimi anni i dati di circa 1.400 questionari somministrati a genitori di 25 Paesi. Le domande erano tese a conoscere le abitudini dei neonati, le canzoni, i gesti e le parole che li facevano sorridere. Dai due ai quattro mesi i piccoli perfezionano i cosiddetti «sorrisi sociali» rivolti ai genitori, dai quattro ai sei ridono in risposta a uno stimolo (per esempio il solletico), e dai sei agli otto mesi rispondono agli stimoli dei giochi. © RIPRODUZIONE RISERVATA mondo è mondo, possono trasformarsi negli oggetti più pericolosi che si possano maneggiare. La loro finta innocenza e la loro gratuità sono il calco perfetto delle mancanze che ci corrodono, scavando in noi gli abissi più incolmabili. Queste bamboline sono un diversivo, un sedativo. Ci permettono di tenerci in mano, come se fossimo dei giganti buoni che ci proteggeranno da tutti i pericoli. Ma questa è solo l’illusione che producono. La realtà è che le nostre immagini sono sempre più potenti di noi stessi, perché non ci ricambiano affatto dello stesso desiderio che riversiamo su di loro. E in amore, come si sa, vince sempre chi fugge. E a noi, Narcisi sconfitti, non resta che ripeterci l’amara verità: non siamo che le immagini delle nostre immagini, i riflessi dei nostri indifferenti riflessi. E non esiste, né mai esisterà, una tecnologia così raffinata da riscattarci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Cronache 25 Beni culturali Palazzi e siti in rovina e preda dei ladri per mancanza di fondi e tutele pubbliche Palazzi principeschi che cadono a pezzi sotto le macerie dei solai. Ville patrizie in totale abbandono, con gli affreschi sfigurati. Fortezze militari del XVIII secolo in rovina, anche se rappresentano forse gli ultimi esempi europei di fortificazioni permanenti. Interi arredi (il «contesto» interno) spariti e dispersi. L’elenco dei 750 siti che il Fondo per l’ambiente italiano meritoriamente aprirà durante la 22ª Giornata di primavera, fissata per sabato 22 e domenica 23 marzo, offre molte sorprese positive (tesori curati e magnificamente mantenuti), ma anche gallerie degli orrori, simili alla reggia borbonica di Carditello a Caserta, solo poche settimane fa assicurata alla proprietà pubblica e sottratta alle mire della camorra dopo anni di devastazioni e ruberie, diventata il simbolo di un’Italia che dimentica e lascia perire le proprie ricchezze culturali. A Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, il Fai non potrà aprire il rinascimentale palazzo Chigi Albani, ideato dal Vignola. Semplicemente perché i solai hanno ceduto ed entrare è pericolosissimo: sono state sfondate anche le maestose vetrate. Irrimediabilmente disperso l’arredo interno: abitato dagli Albani fino agli anni ‘80, il palazzo venne venduto a un privato che, senza scrupolo e soprattutto senza alcun controllo da parte degli organi di tutela, mise mobili e quadreria all’asta per poi cedere una scatola vuota e in pessime condizioni al Comune nel 2004. Da anni le forze politiche locali si confrontano sul suo futuro, senza approdare a nulla di concreto. La settecentesca Villa Raffo a Palermo (una delle tante residenze nobiliari abbandonate della città, si può scoprire purtroppo molto altro sul patrimonio palermitano grazie al sito palermoindignata.wordpress.com) è di proprietà della Regione ed è da anni ridotta a meta preferita delle incursioni di bande organizzate di ladri. Sono stati strappati via persino gli impianti elettrici, e gli affreschi settecenteschi devastati a colpi di punteruolo. Il complesso settecentesco della cittadella di Alessandria, 74 ettari di superficie e una magnifica pianta esagonale, considerata un raro esempio in tutta Europa, è un capitolo solo parzialmente positivo. Dal 2007 i militari l’hanno abbandonata e da allora è in stato di degrado: crolli parziali, infiltrazioni, solai in dissesto, infissi fradici. Nei giorni scorsi il Demanio, che ne ha la proprietà, ha finalmente pubblicato un bando di gara per la concessione di valorizzazione, da un minimo di 6 fino ad un massimo di 50 anni. I termini della gara chiuderanno il 9 settembre 2014. La cittadella potrà ospitare, con specifici limiti, attività ricreative, museali, artigianali, commerciali e di promozione delle eccellenze del territorio. C’è da sperare che tutto avvenga rapidamente, prima che la cittadella soccomba definitivamente. Palazzo Carducci a Taranto è ora vuoto (non è inserito quest’anno nell’elenco Fai, ma lo è stato negli anni scorsi). Dopo la vendita al Comune di questo gioiello del XVII secolo nel cuore della vecchia Taranto, nel 2004, per mesi ladri indisturbati hanno sottratto mobili e Palermo Villa Raffo è una delle tante residenze nobiliari abbandonate nella città di Palermo. Di proprietà della Regione Sicilia, è da anni meta di incursioni da parte di bande organizzate Sono stati strappati via persino gli impianti elettrici e gli affreschi settecenteschi sono stati devastati a colpi di punteruolo A sinistra, un esterno del complesso (foto Alessandro Fucarini) Soffitti crollati e statue senza testa I tesori che l’Italia non sa difendere A Villa Raffo, Palermo, strappato anche l’impianto elettrico Alessandria Nella cittadella, abbandonata dai militari nel 2007, crolli parziali, infiltrazioni e solai in dissesto Soriano nel Cimino A Palazzo Chigi Albani, ideato dal Vignola, i solai hanno ceduto Taranto Palazzo Carducci ora è vuoto: i ladri hanno sottratto mobili e preziose cinquecentine dalla biblioteca Bassano Romano Villa Giustiniani-Odescalchi, nel Viterbese, è bersaglio dei ladri per le loro razzie. Crollato in parte il casino di caccia preziose cinquecentine dalla biblioteca di seimila volumi. Dopo la scoperta delle razzie, gli arredi sono stati chiusi nel Palazzo di città e i libri messi al sicuro nella biblioteca comunale. Una vasta porzione del soffitto in legno è crollata. L’assessore regionale all’urbanistica, Angela Barbanente, promette uno stanziamento di 2.689.200 euro da fondi europei. Ma per ora il palazzo resta com’è, vuoto e in pericolo. Abbandono e incredibile chiusura per la cinquecentesca villa Giustiniani-Odescalchi a Bassano Romano, in provincia di Viterbo. Dal 2004 è di proprietà pubblica dopo la vendita da parte degli Odescalchi. Il casino di caccia è in parte crollato. Il corpo della villa per ora è solido ma nel marzo del 2012 sparì la testa di uno dei busti dei Cesari collocati a lato del Palazzo. Lo stupefacente giardino all’italiana è irriconoscibile rispetto alle foto di mezzo secolo fa. Nei decenni molte «visite» di ladri hanno cancellato il patrimonio di statue e di marmi, già nel 1957 il grande archeologo Giovanni Becatti parlò di «squallido abbandono» della collezione di marmi. A tutt’oggi, non c’è alcun piano certo di valorizzazione né si parla minimamente di riapertura. Sono interi pezzi di storia del nostro Paese che si sbriciolano e spariscono per sempre. C’è l’insipienza della mano pubblica, l’incapacità di programmare tutela e adeguata valorizzazione. C’è la mancanza di fondi pubblici. E c’è anche (se non soprattutto, talvolta) una cultura ossessivamente statalista, anti-storica, nemica sempre e comunque dell’intervento dei privati nella sfera del nostro patrimonio. Meglio un palazzo Chigi Albani sottratto alla rovina anche grazie al contributo di un mecenate, magari con la prospettiva di un uso misto sotto doverosa vigilanza dello Stato, o un bene crollato e in macerie, ma rigorosamente in mano statale? Come dimostrano fin troppi casi italiani, la cultura legata alla seconda posizione vince troppo spesso la partita. Con la sconfitta, però, del patrimonio. Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Piacenza La tela era stata sottratta nel 1997 dalla galleria Ricci Oddi. Le nuove tecniche hanno permesso di riconoscere tracce sulla cornice Klimt rubato 17 anni fa, ora un’impronta fa riaprire il caso Non c’è solo l’inarrivabile firma di Gustav Klimt sul Ritratto di signora trafugato 17 anni fa dalla galleria d’arte moderna Ricci Oddi a Piacenza con modalità talmente misteriose che ancora oggi ci si romanza sopra, scomodando trame di film e ladri acrobati. Si scopre ora, grazie ai progressi dell’attività investigativa scientifica, che ci sono anche altre firme su quel dipinto del grande pittore viennese (1862-1918), valutato nel ’97 attorno ai 5 miliardi di lire dopo essere stato acquistato da Giuseppe Ricci Oddi a Milano nel 1925 per 30 mila lire. Le nuove firme, emerse dalle fatiche di un’indagine che pareva essersi arenata, sono quelle lasciate dai ladri sulla cornice, ritrovata vuota dopo il furto (19 febbraio del 1997) nelle vicinanze di un lucernario della galleria d’arte. Sono di due tipi, a quanto appreso: l’ombra di parte di un’impronta e alcune particelle biologiche che vengono normalmente emesse dal corpo umano durante la respirazione. Tracce invisibili all’epoca, ma non adesso. E che consentono ai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza non solo di riaprire l’indagine, ma di sperare, seppur tra Valore inestimabile Valutato 5 miliardi di lire al momento del furto il quadro è tra le opere più ricercate d’Europa prudenze e silenzi tattici, in una svolta radicale della vicenda, ricavando una serie di profili genetici del Dna da mettere a confronto con alcune delle persone sospettate in questi anni senza però mai trovare elementi forti nei loro confronti (gli unici indagati furono i tre custodi della galleria, poi prosciolti dal gip). Realizzata negli ultimi anni della vita di Klimt, questa tela alta 68 centimetri e larga 55 campeggia dal giorno del furto in cima alla lista delle opere più ricercate d’Europa (la seconda). La sua scomparsa scatenò polemiche a non finire a Piacenza, con richieste di dimissioni e accuse incrociate. Poche le certezze. «Nessun dubbio che si sia trattato di un furto su com- La vicenda Il furto Nel febbraio del 1997 a Piacenza nella galleria d’arte moderna Ricci Oddi è stato rubato il «Ritratto di Signora» di Gustav Klimt (a sinistra, foto Ansa) Le indagini Dopo 17 anni i carabinieri hanno riaperto il caso grazie a un’impronta parziale lasciata sulla cornice del quadro al momento del furto missione», hanno sempre affermato gli investigatori, e non solo per l’assenza di richieste di riscatto ma perché si tratta di un pezzo impossibile da piazzare, essendo conosciuto in tutto il mondo. Come disse all’epoca il direttore della galleria, Ferdinando Arisi, «chi l’ha fatto rubare voleva quel quadro tutto per sé: vicino c’era un disegno di Klimt, ma non è stato preso». Un lavoro fatto da gente specializzata se si pensa che non è ancora del tutto chiara la dinamica del blitz. Inizialmente si pensava che i ladri si fossero calati dal tetto come nel film Topkapi di Jules Dassin (Usa, 1964) dove con corde, ventose e arpioni si impadroniscono di un pugnale costellato di smeraldi. Poi invece è prevalsa una ricostruzione più minimalista e per certi versi sorprendente: i ladri sarebbero entrati e usciti dall’ingresso principale. Ritratto di signora è da sempre sotto i riflettori. Poco prima del furto, una studentessa trovò sotto il quadro un altro Ritratto di signora dipinto da Klimt nel 1910 e di cui si erano perse le tracce. La scomparsa della tela avvenne alla vigilia di una mostra, «Da Hayez a Klimt», di cui il capolavoro del maestro viennese avrebbe dovuto essere il pezzo forte. Per non lasciare uno spazio vuoto, gli organizzatori, nel caos di quei giorni, esposero una copia trovata in un mercatino a Rapallo. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 27 Economia La lente «COMPRO CASA O ASPETTO», LA GUIDA DI CORRIERECONOMIA M eglio approfittare di una congiuntura che vede i valori immobiliari e tassi dei mutui ai minimi e possibilità di scelta ampia come non mai, o aspettare che il mercato diventi ancora più favorevole per chi vuole comprare? I conti in tasca questo dilemma li trovate su CorrierEconomia, l’inserto economico del Corriere della Sera in edicola domani con il quotidiano, insieme alla mappa delle ultime quotazioni e alla misurazione degli spread bancari sui prestiti che sembrano perdere qualche punto. Il dilemma (compro o aspetto) da qualche anno ormai se lo pongono gli italiani che hanno l’intenzione (e anche la possibilità) di acquistare casa. Che la maggior parte dei potenziali compratori abbia optato per la seconda soluzione nel 2013 lo ha certificato l’Agenzia delle Entrate, che ha contato lo scorso anno solo 403 mila transazioni, con un calo del 9,2% rispetto al 2012. Al consuntivo finale manca qualche decina di migliaia di compravendite, slittate da dicembre 2013 al gennaio 2014 per usufruire delle migliori condizioni fiscali entrate in vigore da inizio anno, ma con tutta evidenza anche i rogiti ritardati non basterebbero a colmare la differenza. L’unico dato significativo in controtendenza è la buona performance di Milano. Il capoluogo lombardo ha messo a segno un incremento del 9% di transazioni nell’ultimo trimestre 2013 e del 3,4% su base annua. Resta da capire se la ripresa di interesse di Milano sia destinata a rimanere un segnale isolato o se la città anticipa la tendenza di tutto il mercato. La risposta dipende da come evolveranno tre fattori critici: le richieste dei venditori, la legislazione fiscale e la disponibilità delle banche a concedere credito. Gino Pagliuca © RIPRODUZIONE RISERVATA Energia «Altri progetti? Nei rifiuti puntiamo a raddoppiare le quantità trattate» «Acea ritorna allo sviluppo Pronti a crescere nell’acqua» Il manager Fr. Bas. «Ci vogliamo concentrare sulle cose che sappiamo fare bene e la distribuzione del gas non è nel nostro core business. Nella produzione di energia elettrica, continueremo a rinnovare i nostri impianti idroelettrici e costituiremo un polo importante di cogenerazione nel Comune di Roma, per promuovere l’efficienza energetica». Nel settore idrico avete annunciato 1,3 miliardi di investimenti. «Nell’acqua siamo leader nazionali di mercato e vogliamo continuare a esserlo. Degli investimenti annunciati, 800 milioni saranno nel Lazio, la maggior parte nella provincia di Roma con ricadute importanti sul territorio e l’economia locale. Ammoderneremo la rete, potenzieremo la depurazione e introdurremo nuove tecnologie. Vogliamo estendere a Roma l’esperimento dei contatori intelligenti per l’acqua, effettuato a Firenze con la nostra Publiacqua». Si è tornato a parlare di superutility. Cosa ne pensa? «Eravamo stati convocati al ministero dello Sviluppo, insieme alle altre grandi del settore, per fornire suggerimenti su come favorire l’aggregazione delle società più piccole. Siamo favorevoli, nel settore idrico, alle aggregazioni là dove siano presenti numerosi gestori di piccole dimensioni. Noi abbiamo partecipazioni in Toscana e Umbria. In Toscana ci sono sei gestori e noi abbiamo partecipazioni in cinque società. Se ci fossero le condizioni e i soci pubblici fossero d’accordo, i gestori potrebbero ridursi, con la capacità di affrontare maggiori investimenti e realizzare importanti sinergie». Acea viene spesso ricordata per le bollette «pazze». «Abbiamo quasi azzerato il fenomeno, peraltro causato da scelte pregresse. Non sono però bollette “pazze”: a seguito del cambio dei sistemi informativi sono arrivate bollette che coprivano un periodo più lungo del classico bimestre, corrispondente all’intervallo tra una fatturazione e l’altra, e quindi alcuni clienti si sono ritrovati con importi significativi, che però hanno potuto rateizzare. A fine anno sono stati deliberati 55 milioni di euro investimenti per migliorare ulteriormente i sistema informativi nei prossimi tre anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesca Basso Gallo: nel settore idrico vogliamo restare i primi in Italia MILANO — Com’è in questi giorni il clima con gli azionisti? «Il nostro compito è quello di far crescere la società secondo il nuovo piano industriale, che prevede investimenti per 2,4 miliardi». Taglia corto su questo tema Paolo Gallo, amministratore delegato di Acea, la multiutility che ha come socio di maggioranza il Comune di Roma (51%), seguito da Francesco Caltagirone (16,34%) e Suez Environnement (12,5%) del colosso francese GdfSuez. Eppure sono state settimane di tensione con il sindaco Ignazio Marino, che all’inizio di marzo ha scritto al consiglio di amministrazione per chiedere un’integrazione all’ordine del giorno dell’assemblea, che includesse la riduzione da 9 a 5 dei consiglieri e la nomina di un nuovo board (l’attuale è stato indicato un anno fa dall’ex sindaco Gianni Alemanno proprio poco tempo prima delle urne). Una mossa non gradita dai soci privati. È intervenuta anche la Consob, segnalando che la titolarità del 51% di azioni Acea è dell’assemblea capitolina e non del sindaco né della giunta. Nel frattempo, lunedì scorso è stato presentato il piano industriale, il sindaco ha incontrato separatamente Caltagirone e Suez, il mercato ha reagito bene ai numeri di Acea e il sindaco, che incasserà una maxi cedola (0,42 euro per azione, payout 63%) ha infine cambiato tono: «Acea è una società quotata in Borsa e va rispettata. Non bisogna pronunciare frasi che possano somigliare a una ingerenza della politica». Dopo un anno è tempo di bilanci. Com’è cambiata Acea? «Sono stati mesi molto intensi, perché ci eravamo dati obiettivi importanti che avevamo comunicato agli azionisti e al mercato. E li abbiamo I numeri Suez Environnement Company Sa Mercato Gli azionisti 18,15 Dati % 12,483 Roma Capitale Norges Bank 51 2,020 Caltagirone Francesco Gaetano 16,347 +0,89% L’andamento del titolo nell’ultimo mese 10,25 euro 10,1 9,8 9,6 9,3 9,0 8,7 20 feb 26 feb Fonte: Consob e Borsa Italiana 4 mar 10 mar 14 mar D’ARCO raggiunti: abbiamo stabilizzato la nostra posizione finanziaria netta, siamo riusciti a essere più efficienti nell’attività quotidiana e a migliorarne la qualità. Nella classifica sul servizio al cliente dell’Autorità siamo saliti dalla ventesima alla quattordicesima posizione. E ci aspettiamo di migliorare ancora». Quali sono gli obiettivi per i prossimi cinque anni? «Vogliamo crescere nei settori dove siamo presenti. Nel trattamento industriale dei rifiuti vogliamo diventare il terzo operatore nazionale: ora siamo il quinto. Puntiamo a raddoppiare la quantità di rifiuti trattati e ad arrivare a 1,5 milioni di tonnellate, investendo 246 milioni di euro». Negli altri settori cosa farete? «Sul fronte energia il nostro obiettivo è migliorare il livello di servizio che offriamo ai clienti. Vogliamo anche crescere ulteriormente nella commercializzazione del gas, attraverso offerte ad hoc ai nostri clienti che sono un milione e mezzo». Siete interessati alle gare per la rete di distribuzione gas? Nella foto Paolo Gallo, amministratore delegato di Acea. Cinquantadue anni, torinese, ingegnere aeronautico, ha un passato in Fiat Avio e in Fiat Energia. Ha le deleghe operative della multiutility che ha come socio di maggioranza il Comune di Roma (51%), seguito dall’imprenditore Francesco Caltagirone (16,34%) e Suez Environnement (12,5%) del colosso francese Gdf-Suez. Una piccola quota (il 2,02%), poco sopra la soglia di comunicazione Consob, è in carico a Norges Bank, la banca centrale norvegese Il socio di Parigi Gdf-Suez a Marino: board e vertici restino invariati Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha incontrato a Parigi i vertici di Gdf-Suez, azionisti attraverso Suez Environnement, di Acea con il 12,4%. L’incontro è avvenuto a margine del viaggio istituzionale di Marino nella capitale francese per ricambiare la visita del sindaco di Parigi Bernard Delanoë. Il Campidoglio è azionista di maggioranza di Acea e a Parigi ha rinnovato la richiesta, già resa pubblica con una lettera al board agli inizi di marzo, di una riduzione del numero di componenti del consiglio e di un cambio dei vertici. Gdf–Suez ha confermato la posizione della società, nettamente contraria alla riduzione del board, così come al cambio del management. Martedì scorso Marino aveva già incontrato a Roma il rappresentante in Italia di Gdf-Suez Giovanni Giani, che è anche membro del consiglio di Acea. Una decina di giorni fa il sindaco aveva incontrato l’altro azionista privato, Francesco Caltagirone (16,34%), anche lui critico verso le proposte del Campidoglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso L’obiettivo di Lactalis potrebbe essere quello di costruire un comitato parti correlate senza «esterni» Parmalat, i dubbi Consob sulla governance «francese» L’Autorità sta vigilando sulla richiesta di ridurre da 2 a 1 i consiglieri indipendenti Collecchio senza pace: una saga tradizionale sarebbe forse meno lunga e sicuramente meno triste. A dieci anni inoltrati dal crac Parmalat per l’assemblea del 17 aprile si preannuncia l’ennesima battaglia. Questa volta nel mirino dei francesi di Lactalis, che controllano la società, ci sono i consiglieri indipendenti, rei ai loro occhi di avere sollevato a più riprese dei dubbi sulle decisioni del consiglio come l’acquisto di Lag. E questo ne fa un caso potenzialmente interessante per il futuro della governante delle società quotate a Piazza Affari. La battaglia degli indipendenti a Collecchio pare quella degli Highlander, ne deve restare solo uno così come richiesto dalla maggioranza che ha convocato sempre per il 17 aprile un’assemblea straordinaria che approvi la modifica statutaria poche ore prima che si vada al rinnovo del consiglio. Il destino sembrerebbe segnato visto che Emmanuel Besnier, patron di Lactalis, detiene tramite la Sofil Sas l’intero pacchetto dell’83,3%. Ma i francesi potrebbero avere fatto i conti senza la Consob. Vista la natura della modifica — la richiesta messa all’ordine del giorno è ridurre da 2 a 1 i consiglieri indipendenti, un passaggio chiave visto che uno solo non può convocare il board — il voto dei rappresentanti dei Besnier potrebbe essere in conflitto di interessi. Sono già in corso degli atti di vigilanza e l’Autorità guidata da Giuseppe Vegas starebbe analizzando i verbali dei consigli di amministrazione per capirne di più della strana mossa con cui tutti i consiglieri espressi dalla maggioranza hanno presentato le proprie dimissioni qualche settimana fa con tanto di elogio da parte della stessa Lactlais. Sarà interessante vedere se la stessa squadra sarà presentata nella lista che dovrà essere comunicata entro il 27 marzo. I fondi americani come Amber che possiede l’1,5% e Fidelity che dovrebbe avere una partecipazione sotto la soglia del 2% probabilmente chiederanno ancora una volta al consigliere indipendente Umberto Mosetti di restare nel board in rappresentanza delle minoranze. Nell’attesa dei nomi, tra i quesiti sotto la lente ci sono i dubbi posti in consiglio sul progetto di riduzione degli indipendenti. Era in corso da tempo o nasce all’ultimo momento? Come mai il notaio della società è lo stesso del consiglio di amministrazione? Da chi arriva l’idea delle dimissioni in blocco? Il sospetto è che dalle manovre francesi possa emergere una Parmalat depotenziata con soli 4 consigli di amministrazione formali all’anno per analizzare i conti mentre, di fatto, le operazioni potrebbero passare da un comitato parti La compagnia assicurativa e la richiesta Antitrust UnipolSai cede ad Allianz attività per 440 milioni Carlo Cimbri Trattative fino all’ultima ora disponibile per la cessione da parte del gruppo UnipolSai di asset della vecchia Milano Assicurazioni ad Allianz: alla fine si è arrivati a un prezzo di 440 milioni per attività che comprendono 1,1 miliardi di premi nel ramo danni, 729 agenzie e 500 addetti. Per UnipolSai, dopo che i belgi di Ageas non avevano superato un’offerta da 300 milioni, non è stata una trattativa facile, soprattutto per questioni di tempo. L’Antitrust ora deciderà se la vendita è sufficiente per evitare una multa e aveva chiesto la cessione proprio per dare il via libera alla fusione con la galassia Ligresti: il perimetro delle vendita è un po’ cambiato nei mesi e una prima scadenza l’Autorità per la concorrenza l’aveva posta al 19 dicembre scorso. Ora si attende per domani mattina la reazione del mercato azionario a questo accordo. © RIPRODUZIONE RISERVATA correlate senza la presenza di un consigliere indipendente, un ulteriore passo che i francesi dovrebbero fare emergere solo a cose fatte. Nella sostanza una nuova operazione come quella della vendita di Lag America da parte della controllante Lactlalis alla controllata Parmalat potrebbe non passare più sotto gli occhi dell’unico consigliere indipendente. Peraltro rimane da capire in questo contesto così mobile chi sia effettivamente a gestire Lag America. Insomma, sebbene la richiesta di ridurre a uno solo i consiglieri indipendenti rispetti la legge ci sono ancora molti nodi da sciogliere sulle motivazioni e sugli obiettivi di questa mossa. È un fatto che mai come in questo caso gli indipendenti hanno fatto la differenza: in seguito ai loro rilievi il Tribunale di Parma ha costretto a rivedere il prezzo dell’operazione su Lag e richiesto la rimozione di Marco Reboa, ex sindaco di Lactalis Italia e Galbani, che in consiglio aveva un posto come «indipendente». Massimo Sideri msideri@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 28 Pasqua sull’Alpe Cimbra fra antiche e moderne tradizioni Safari in Botswana con Il Gabbiano Livingston e Belmond All’Agriturismo Podere Picciolo, per un weekend all’insegna del relax e dei buoni sapori Il delta dell’Okavango in Botswana è uno di quei luoghi unici al mondo, un’oasi di vita incontaminata dove gli animali sono i padroni di casa e gli uomini semplici spettatori. Immense distese d’acqua, in un susseguirsi infinito di canali, lagune, isole ricoperte da palme e grandi radure dove vivono liberi tutti gli animali africani, dai maestosi elefanti alle più piccole antilopi, e dove leoni, leopardi, iene e licaoni regnano incontrastati. Insomma, un paradiso da visitare almeno una volta nella vita per chi cerchi l’emozione del vero safari, soggiornando in campi tendati predisposti per coccolare con charme e lusso gli appassionati della natura. Una continua scoperta da vivere con safari fotografici in fuoristrada aperti ed escursioni in piroghe mokoro, guidati da esperti ranger locali. È qui che, per lanciare una stagione ormai alle porte, Il Gabbiano Livingston Tour Operator di Milano specialista d’Africa, in collaborazione con Belmond Safaris, nuovo marchio della Orient-Express Hotels Ltd, propongono uno speciale safari in quest’angolo d’Africa. Richiesta la prenotazione entro aprile per un soggiorno nel mese di agosto. L’offerta prevede: sei notti nei suggestivi campi tendati della Belmond Safaris, tra delta dell’Okavango e pianure del Savute, compresi i voli di trasferimento, ad un prezzo speciale a partire da 4.930 euro. Per informazioni: tel. 02 26111440, info@gabbianolivingston.com, www.gabbianolivingston.com. Il verde dei campi e le fioriture di primavera, le primule spontanee, le violette selvatiche, le passeggiate in mezzo alla natura incontaminata costituiscono uno stimolo per una gita e qualche giorno di relax. L’Agriturismo Podere Picciolo di San Donato in Fronzano è facile da raggiungere dall’autostrada A1, ed offre, a quindici minuti dall’uscita di IncisaReggello, un luogo ideale dove poter ricreare lo spirito e fare un pieno di energia, in armonia con il risveglio primaverile della natura. L’estesa uliveta e i campi terrazzati offrono spazio sufficiente per fare passeggiate e godere di una pace assoluta tra boschi e profonde vedute, addirittura fino alle Alpi Apuane. Dopo l’appetito non manca... e qui entrano in gioco i prodotti del luogo. In primis l’olio, di cui l’Agriturismo Podere Picciolo è produttore di extra vergine di qualità superiore. Le olive, conservate in modo totalmente naturale, sono il degno coronamento di gustosi antipasti a base di “Prosciutto DOP del Pratomagno”, di “Tarese,” una particolare lonza che viene sapientemente prodotta con soli aromi naturali, di pecorini e caprini prodotti da pastori rimasti fedeli custodi della tradizione. La cucina di Grazia apre un orizzonte sui piatti tipici toscani: “la ribollita”, “la pappa al pomodoro”, “le zuppe di legumi”, ma anche un’infinità di ricette con la pasta fatta in casa e le carni, con elaborazioni tipiche come“il Peposo dell’Impruneta”. Le confetture che allietano la colazione del mattino sono “fatte in casa” con la frutta del podere e i frutti del sottobosco locali, il miele, la melata del vicino apicoltore. Chi non vuole rinunciare ad un tuffo nello shopping, troverà ad un quarto d’ora d’auto gli outlets The Mall, Fashion Valley, Dolce & Gabbana. E per chi invece è amante della cultura, l’Agriturismo Podere Picciolo è un ideale punto di partenza per escursioni nelle vicine città d’arte: Firenze, Siena, Arezzo o per borghi meno noti, ma altrettanto interessanti. Come Certaldo, Poppi in Casentino e Cortona. Offerta dal 10 al 18 aprile - 2 notti (da venerdì alla domenica) € 210,00, in camera doppia per 2 persone, con ricca colazione, 1 snack di benvenuto. Offerta dal 04 al 18 maggio - 3 notti € 255,00, in camera doppia per 2 persone, inclusa ricca colazione, 1 snack di benvenuto. Tante opportunità da cogliere al volo. Informazioni: tel. 055.8652165 – mob. 333.2112620; www.agriturismopoderepicciolo.com; info@agriturismopoderepicciolo.com; skype: agriturismopoderepicciolo. a cura di RCS MediaGroup Pubblicità Folgaria, Lavarone e Luserna, tre altipiani incastonati tra i rilievi prealpini del Trentino sud-orientale, sono la meta perfetta per una vacanza a misura di bambini e famiglie, alla scoperta di un territorio ricco di storia e di grande fascino. Pasqua è il momento ideale per conoscere da vicino i riti della tradizione e trascorre ore d’allegria partecipando al vivace programma di giochi e manifestazioni organizzati dalle tre cittadine. La vacanza si traduce poi in altre e molteplici proposte che vanno dalla suggestiva passeggiata a Luserna, lungo il Sentiero dell’immaginario, all’esplorazione di alcune importanti testimonianze della Grande Guerra, come il Forte Museo Belvedere Gschwent di Lavarone. Esperienze che si accompagnano alla generosa gastronomia locale. Info: tel. 0464.724100; www.folgarialavaroneluserna.it; info@folgarialavaroneluserna.it. Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Economia 29 # Il caso Quote in Unicredit, Intesa, Ubi, Generali, Telecom. Ma il gruppo ha un portafoglio di 4.300 miliardi di dollari BlackRock, il colosso Usa del risparmio gestito che dilaga a Piazza Affari Fondato nel 1988 dall’ebreo californiano Larry Fink Il manager Laurence Douglas “Larry” Fink è l’amministratore delegato di BlackRock Di origine ebraica, è cresciuto tra le aule della University of California DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK – Cresciuto tra le aule della University of California, dove si è laureato, e il negozio di scarpe del padre a Van Nuys, periferia nord di Los Angeles, Larry Fink, un ebreo californiano che in pochi decenni è riuscito a creare dal nulla la più grossa compagnia finanziaria del mondo, è ancor oggi tutto solo al comando di BlackRock: il colosso americano del risparmio che attualmente gestisce oltre 4.300 miliardi di dollari di investimenti nel mondo, comprese quote molto rilevanti di importanti banche e imprese italiane. Il gruppo americano ha fatto notizia nei giorni scorsi nel nostro Paese per essere diventato, salendo al 5,24 per cento del capitale, il primo azionista di Unicredit: un incremento della quota (in precedenza era già al 4,9 per cento) comunicato proprio mentre la banca italiana effettuava una imponente operazione di «write off», ripulendo il suo bilancio dopo aver dichiarato una perdita di 14 miliardi. Perdita colossale, certo, ma che ora rimette l’istituto in condizione di ripartire. La sensazione che hanno in molti a Wall Street è che la decisione di Unicredit - all’avanguardia di un’operazione che probabilmente dovrà essere ripetuta da molti altri istituti europei - sia stata supportata dai suoi grandi investitori. Primo fra tutti proprio BlackRock che, oltre che nella banca guidata da Federico Ghizzoni, ha una posizione di primo piano in Intesa San Paolo (secondo azionista col 5 per cento), in Ubi Banca (era poco sotto il 5 per cento, poi non ha più comunicato variazioni nella partecipazione), in Telecom Italia (7,78 per cento), Generali (3 per cento circa), Fiat Industrial (4 per cento), Mediaset (2 per cento), Atlantia, Azimut e Prysmian (circa il 5 per cento in tutti e tre i casi). Non si può dire che BlackRock, che ha un portafoglio di partecipazioni sterminato gestito da diecimila dipendenti sparsi in 30 Paesi del mondo, abbia sposato in modo particolare l’Italia: il gruppo investe ovunque, supportato dal sistema Aladin, una piattaforma elettronica che analizza continuamente i rischi connessi a tutti gli investimenti che vengono fatti. Ma, come nel caso di altri investitori Usa, la sensazione è BlackRock abbia deciso che valga la pena di aumentare l’esposizione sul nostro Paese, in una stagione che potrebbe essere di profondi cambiamenti per l’Italia. Anche perché, nel frattempo, le prospettive di altri economie emergenti sono diventate meno brillanti, con rischi in forte crescita. Di rischi Fink nella sua carriera ne ha sempre presi molti, con risultati complessivamente positivi, ma non sempre eccellenti. Qualcuno, ad esempio, ha fatto notare di recente che i profitti di BlackRock non sono molto diversi come ammontare rispetto a quelli della ben più piccola Blackstone, la società di “private equity” sotto il cui ombrello Fink costruì inizialmente la sua compagnia quando, nel 1988, lasciò il suo primo datore di lavoro: la società d’investimenti First Boston. Nel 1994 Fink divorziò in modo abbastanza traumatico dal gruppo guidato da Stephen Schwarzman. Da allora è cominciata la rapidissima ascesa di BlackRock, alimentata anche dalle acquisizioni di Merrill Lynch Investment Managers nel 2006 e di Barclays Global Investors nel dicembre 2009. Larry Fink, un finanziere abituato a discutere di ogni questione in modo molto diretto, senza esigere barriere davanti all’interlocutore, ha creato sicuramente una struttura decentrata per gli investimenti «overseas», ma mantiene un forte controllo sulle scelte di fondo del gruppo da lui fondato oltre 25 anni fa. Tanto che l’ex ministro del Tesoro Tim Geithner, al quale era stata offerta una posizione di vertice a BlackRock, ha preferito andare alla ben più piccola Warburg Pincus dove, evidentemente, ritiene di poter contare di più. BlackRock investe in tutti i mercati mondiali, ma ha anche un rapporto molto solido col governo americano da quando, scoppiata la tempesta finanziaria del 2008, è stata chiamata dalla Federal Reserve e dal Tesoro a dare un contributo di primo piano al salvataggio di Wall Street. Ha ricevuto riconoscimenti (ma ha sollevato anche qualche dubbio di conflitto d’interesse) per come ha aiutato il governo americano a smaltire l’enorme mole di titoli immobiliari «tossici» che si erano accumulati, ad evitare il tracollo delle finanziarie immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac, a smantellare in modo non traumatico la Bearn Stearns (la banca d’affari che crollò poco prima della Lehman Brothers) e a salvare il gruppo assicurativo AIG. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVAT L’analisi Cosa accade se Pechino lascia fallire le aziende DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Qualcuno lo ha definito il «tranquillo Momento Lehman di Pechino», riferendosi al 2008 quando il crollo della Lehman Brothers segnò l’inizio della grande crisi. Il 7 marzo la Chaori, piccola azienda di pannelli solari di Shanghai ha dichiarato di non poter onorare gli interessi per 14 milioni di dollari in obbligazioni. La prima bancarotta sul mercato cinese dei bond. Le dimensioni ridotte avrebbero relegato la notizia in una breve, se si fosse trattato di un’azienda europea. Ma in Cina lo Stato era sempre intervenuto con salvataggi a favore degli investitori e di quelle industrie che non sanno stare sul mercato. Chaori era piccola e decotta. Ma secondo i calcoli di Standard&Poor’s il debito industriale in Cina è arrivato a 14 mila miliardi di dollari e quest’anno maturano interessi per 1.300 miliardi. Il primo default potrebbe aprire la diga, hanno osservato diversi economisti. Non è successo. Ma questa settimana c’è stato un altro buco nel muro del debito: le acciaierie Haixin, nella provincia settentrionale dello Shanxi, non sono riuscite a restituire un prestito bancario. Anche il settore dell’acciaio in Cina è afflitto da eccesso di produzione. Il problema di Haixin è che era impegnata in una triangola- zione da finanza creativa di garanzie ad altri prodotti obbligazionari che sostenevano industrie minerarie locali. Ancora un anno fa i governi locali della Cina e le banche avevano concesso prestiti ponte a 62 società nella zona per tenerle a galla. Questi tempi sono finiti, a quanto pare. Giovedì a Pechino il premier Li Keqiang ha incontrato la stampa e si è concesso alle domande. Tutte concordate in anticipo, anche quella del Financial Times che ha chiesto: «La comunità internazionale guarda con preoccupazione ai rischi per l’economa globalizzata connessi al- 14 mila miliardi di dollari il debito industriale in Cina la situazione del debito in Cina». Significativo che Li avesse accettato in anticipo la domanda. E ha risposto: «Ho letto anche io queste visioni non ottimistiche, ma ricordo che erano uguali l’anno scorso e la Cina ha centrato il suo obiettivo di crescita al 7,7%. Il debito da investimento è sicuro. Ma default di obbligazioni sono inevitabili e il governo non li impedirà». Resta da vedere se quella eccezionalità che ha permesso alla Cina di evitare un «momento Lehman» continuerà. Guido Santevecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro «I diavoli» e i meccanismi che hanno stritolato i mercati dal 2008 in poi La crisi e il mondo della finanza visto dalla sua «scatola nera» MILANO — All’inizio la domanda (scontata) è: chi sono, I diavoli? Rispondere pare facile. Cominci a leggere e ne trovi due, cinque, dieci. Il mondo — o meglio: La finanza raccontata dalla sua scatola nera — sembra (sembra) diviso in buoni e cattivi. Così il primo diavolo, in ordine di esplicita dichiarazione, è René. Il secondo si rivela (ma già si era intuito) Derek. Poi però, in fondo, un po’ di anima nera c’è anche in Massimo: con tutta la sua etica e i suoi scrupoli e i suoi tormenti nemmeno lui, il protagonista, scampa del tutto. E su ognuno e su ogni cosa, su ogni azione spietata e ogni simbolo di cinismo, I diavoli per eccellenza sono ovviamente i mercati. Non sempre. Non per forza. Non senza chance di riscatto. E tuttavia quando, come adesso, sono governati dal neoliberismo, ecco: è allora, sostiene l’autore, che non c’è via d’uscita dal meccanismo infernale, alimentato o subito dagli Stati con il braccio armato di certa grande finanza, in cui tutti siamo rimasti stritolati dal 2008 in poi. O per meglio dire. «Tutti» è un eufemismo. Sta per «classe media». La più ampia, la più estesa. La più povera, oggi: precipitata sempre più in basso durante e dopo la Grande Crisi, è semplicemente finita ad allargare le schiere di chi povero lo era già. I diavoli, sottotitolo La finanza raccontata dalla sua scatola nera (Rizzoli), è il primo libro di Guido Maria Brera. Mantiene quello che promette, e qualcosa di più. Perché è lui, la scatola nera, e in fondo anche uno dei diavoli. Fa giusto quel mestiere, comprare e vendere e spostare titoli. Lo fa ad alti livelli. E lo faceva anche «ieri». Di più: lo faceva in massima parte da Londra, vale a dire da uno dei quartier generali della guerra mai dichiarata ma non per questo meno reale. È evidente che da quella, anzi, da «questa» postazione il fascinoso banker quarantacinquenne, sposato, separato, felicemente riaccasato con la conduttrice Tv Caterina Balivo — la biografia potrebbe continuare, e con note meno gossip: ha tre figli, è profondamente cattolico, colto di una cultura non da salotto— da quella postazione, insomma, Brera poteva meglio di qualunque economista raccontare cosa sia successo sul serio dietro le quinte. Non l’ha fatto per ragioni ideologiche (anche se è vero: il neoliberismo lo fa veder rosso). E scordatevi The Wolf of Wall Street. Quel mondo tutto cocaina e quotazioni, sesso e adrenalinici trading, è un mondo già passato, finito come gli anni ’80-’90, «andato in frantumi — per citare I diavoli — con il venerdì nero dell’87». Certo, come no, la coca gira ancora. Ma anche the Il romanzo I diavoli, sottotitolo La finanza raccontata dalla sua scatola nera (Rizzoli), è il primo libro di Guido Maria Brera, banker quarantacinquenne, nel quale svela gli eccessi della finanza nella Grande Crisi Stati Uniti Mc Donald’s, la causa dei lavoratori I lavoratori di Mc Donald’s degli Stati di New York, California e Michigan hanno deciso di fare causa al colosso degli hamburger. L’accusa è di essere illegalmente sottopagati. masters of univers, «i padroni dell’universo» nell’obbligato omaggio di Brera a Tom Wolfe, hanno fatto il salto. L’adrenalina, adesso, più che il denaro (comunque a palate) è il potere. Quel potere arriva (o parte) su su fino agli Stati. E quegli Stati, a un certo punto, hanno cominciato a giocare alla «guerra 2.0». La guerra delle monete, dei debiti sovrani. Della nuova povertà occidentale. Infiniti saggi hanno provato a raccontarla, o a negarla. Ci sarà però una ragione se è un romanzo — questo — ad aver venduto in poco più di un mese 14 mila copie, più altre 10 mila «ordinate da un amico», finanziere come l’autore, «per regalarle ai clienti». Quella ragione è che, sì, Brera scrive sorprendentemente meglio di tanti scrittori professionisti. E sì: la storia personale di «Massimo», per forza autobiografica, è una storia che si intreccia e completa la storia finanziaria. Riscatti ( o meno) compresi. Ma sta in fondo da un’altra parte, il clou. Ciascuno di noi li ricorda, i giorni in cui abbiamo iniziato a tremare per l’euro. La «scatola nera» racconta, e soprattutto fa capire, com’è andata. All’osso: la Cina che smette di comprare titoli del Tesoro Usa, gli Usa che vedono il potere del dollaro in pericolo, l’Europa che «deve diventare più povera, l’euro più debole, tutto per nascondere la fragilità del dollaro». È in questo modo che uno dei personaggi, Bruno, la riassume nel libro. È questo che Brera ripete fuor di pagina. Pur se alla fine, quando the devil credi di averlo finalmente individuato (e che si sia d’accordo oppure no con l’autore), la risposta alla domanda d’avvio resta quella, inquietante, del Baudelaire richiamato nel romanzo: «Il più bel trucco del diavolo sta nel convincerti che non esiste». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA TRIBUNALE DI GENOVA Concordato preventivo Adriafruit Italia S.r.l. in Liquidazione - C.P. n. 4/2012 Si informa che si da corso alla vendita in lotto unico dei marchi della società Adriafruit Italia S.r.l. (già S.p.A.) in liquidazione e precisamente ”Don Pedro”, “Adria”, “Adriasole” e “Bioadria” come risultanti registrati a nome della medesima nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano; schede dettagliate pubblicate su http://www.fallimentigenova.com. Prezzo base € 30.000 (trentamila). Le offerte irrevocabili di acquisto dovranno pervenire presso lo studio del Commissario Liquidatore Dott. Massimo Scotton in Genova, Piazza Verdi 4/8, ovvero via PEC all’indirizzo cp4.2012genova@pecfallimenti.it entro e non oltre le ore 12:00 del 31 marzo 2014, e dovranno contenere, pena l’irricevibilità delle stesse, assegno circolare ovvero copia del bonifico sul c/c intestato alla procedura riportante il numero di CRO di € 5.000 a titolo di cauzione. In caso di più offerte si procederà a gara tra gli offerenti presso lo studio del Commissario il giorno 7 aprile 2014 alle ore 15. Saldo prezzo e atto notarile di trasferimento entro 30 giorni dal ricevimento dell’avviso di aggiudicazione da parte del Commissario. Oneri accessori, IVA e spese notarili a carico dell’aggiudicatario. Designazione del notaio rogante da parte della procedura. Per maggiori informazioni tel. 010/542966. EQUITALIA S.p.A. EQUITALIA S.p.A. ESTRATTO BANDO DI GARA Equitalia S.p.A. Via G. Grezar n. 14, 00142 Roma, tel. 06989581, fax 0695050435. Procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/06, per l’acquisizione dei servizi ICT, suddivisa in due lotti: Lotto 1 Nuovi sviluppi e manutenzione adeguativa e correttiva (CPV 72267100-0; 72514300-4; 72000000-5; 72230000-6; 72262000-9; 72263000-6; 72253000-3; 72267000-4) Lotto 2 Certificazione del software, verifiche prestazionali e servizi di coordinamento (CPV 72254100-1, 72254000-0 e 72261000-2; 72260000-5); valore complessivo presunto Lotto 1 € 5.543.660,00, oltre IVA; Lotto 2 € 2.472.400,00, oltre IVA. Durata appalto per ciascun Lotto: 36 mesi dalla data di avvio delle prestazioni. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ultimo per la presentazione delle offerte: 05.05.2014 alle ore 12,00. Ritiro documentazione: sul profilo committente www.gruppoequitalia.it - Sezione Bandi e Avvisi. Responsabile del procedimento: Dott. Luciano Foti. Data trasmissione GUUE: 04/03/2014. Data pubblicazione GURI: 12/03/2014 n. 29. AVVISO GARA AGGIUDICATA Equitalia S.p.A. Via G. Grezar n. 14, 00142 Roma, tel. 06989581, fax 0695050435. Procedura aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/06, per l’acquisizione di servizi di supporto sistemistico ed assistenza alla gestione ed ai collaudi: (CPV 72261000-2; 72254000-0; 72254100-1); valore complessivo presunto € 4.999.775,00, oltre IVA. Durata appalto: dal 14 febbraio 2014 al 13 febbraio 2017. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Numero di offerte ricevute: 2. Aggiudicatario: RTI Capgemini Italia S.p.A., Sesa Business Solutions S.r.l. ed Eustema S.p.A.. Valore finale dell’appalto: 3.983.604,75, oltre IVA. Data trasmissione GUUE: 04/03/2014. Data pubblicazione GURI: 12/03/2014 n. 29. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano ISTITUTO GIANNINA GASLINI Ist. Pediatrico di Ricovero e Cura V. Gerolamo Gaslini 5 – 16147 Genova AVVISO DI GARA In esecuzione del provvedimento n. 68 del 27 gennaio 2014, è indetta una procedura "aperta", per la Fornitura di Risonanza Magnetica da 3 Tesla e relativi accessori – codice C.I.G. 564346811F. Importo a base d’appalto Euro 2.230.000,00. L’aggiudicazione avverrà col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art.83 comma 3 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n.163 sulla base degli elementi indicati nel bando di gara, provvedendo alla valutazione delle offerte anomale, ai sensi degli art.86, 87 e 88 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n.163. Possono partecipare alla gara raggruppamenti temporanei in possesso dei requisiti di cui agli articoli 38, 39, 40, 41 e 42 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n.163 indicati nel bando di gara. Le offerte dovranno pervenire entro il termine perentorio delle ore 12,00 del giorno 30 APRILE 2014 al seguente indirizzo: Istituto "Giannina Gaslini" - Ufficio protocollo - Direzione Generale - Via Gerolamo Gaslini n. 5, 16147 Genova. Il bando integrale e la relativa documentazione saranno resi disponibili presso l’U.O. Gestione Servizi Tecnici nei giorni da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 15,30 e sul sito www.gaslini.org Genova, lì 10 MARZO 2014 IL DIRETTORE GENERALE (Dott. Paolo Petralia) Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 30 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 I sette giorni su Twitter di Marco Meriggi Tutte le settimane un ospite suggerisce un libro al giorno ai follower de @La_Lettura. Ecco i consigli dello storico Marco Meriggi. 31 Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Jaroslav Hašek, Il buon soldato Sc’veik. Antidoto esilarante alla retorica delle guerre Marc Bloch, La società feudale. Tra le più suggestive scritture di storia di ogni tempo Suketu Mehta, Maximum City. Orrori e poesia di Mumbai, metropoli del nuovo millennio Gao Xingjian, La montagna dell’anima. Per la ricerca del sé, in una Cina imprevedibile Paul Celan, Poesie. Nel mondo dei Lager. Mandorla è la più intensa e la più amara Alice Munro, Nemico, amico, amante. Memoria e solitudine in un Canada concreto e surreale Ugo Fabietti, L’identità etnica. Critica tagliente a molti pregiudizi inconsapevoli Cultura Vittorio Criscuolo è il nuovo #twitterguest Da oggi lo storico Vittorio Criscuolo sceglie i libri per i follower de @La_Lettura Il Premio Rigoni Stern va a Mauro Corona Va a Mauro Corona (nella foto Ansa) e al suo La voce degli uomini freddi, pubblicato da Mondadori, il Premio Mario Rigoni Stern per la narrativa: sabato 29 marzo 2014 la cerimonia di premiazione a Riva del Garda, in Trentino. La giuria — costituita da Eraldo Affinati, Marie Hélène Angelini, Margherita Detomas, Paola Maria Filippi, Paolo Rumiz e Graziano Riccadonna (coordinatore) — ha selezionato opere in italiano, tedesco e ladino. ✒ Maestri Una mostra e una lezione. «Sono diversamente senatore. Renzi? Sto a disposizione, niente di definito» Improvvisi di SEBASTIANO VASSALLI L’albatro di Chivasso si mangia la poesia V Sopra: l’allestimento della mostra inaugurata ieri nel Palazzo della Ragione nell’ambito della Biennale intitolata a Barbara Capocchin (www.barbaracappochinfoundation.net). A sinistra: uno schizzo preparatorio dell’allestimento firmato dallo stesso architetto. A destra: i modelli del centro culturale Tjibaou di Noumea, nella Nuova Caledonia francese (1998) La mia architettura è come un film 26 GENNAIO 2014, COLOMBA DEL PAPA ATTACCATA DA UN GABBIANO Le immagini iviamo un’epoca di grandi trasformazioni e di grandi migrazioni, non solo umane. Gli uccelli marini hanno cominciato, già da parecchio tempo, a trasferirsi sulla terraferma, con buona pace dei poeti che non possono più servirsene per immaginare i grandi spazi della natura e i grandi voli del pensiero. Non so che fine abbia fatto una rivista letteraria spagnola del secolo scorso che si intitolava «Cormorán y delfin»: so la fine che hanno fatto i Padova celebra Renzo Piano: «Noi progettisti dovremmo vivere 150 anni» dal nostro inviato a Padova STEFANO BUCCI L’ architettura è come il cinema e quindi impossibile, o quasi, da raccontare in una mostra. Parola di Renzo Piano, il progettista italiano oggi più famoso al mondo, nuovo simbolo della possibile Grande Bellezza d’Italia ma anche di un’altra idea di fare architettura: quella dell’estetica che non dimentica l’etica. La citazione sul cinema non arriva a sproposito, visto che proprio Piano sta progettando in contemporanea l’Academy Museum of Motion Picture di Los Angeles, di fatto il museo del Cinema e degli Oscar, e la Fondazione Pathé di Parigi, ancora una volta votata al cinema. Una citazione che ieri ha costantemente accompagnato Piano (con le memorie commosse di Claudio Abbado, Italo Calvino, Luigi Nono, al quale ha aggiunto un rimando a Paolo Conte) durante tutta la sua lunga giornata a Padova. Una giornata divisa tra l’inaugurazione della monografica a lui dedicata fino al 15 luglio nel Salone del Palazzo della Ragione e l’affollatissima lectio magistralis nell’Aula Magna Galileo Galilei dell’Università: quattrocento i presenti nella sala principale, tra cui Richard Rogers, compagno di avventura del Beaubourg («eravamo e siamo ancora due ragazzacci, quel progetto ce l’hanno fatto fare solo perché non l’avevano capito»); trecento stipati in altre due aule; oltre mille in diretta streaming; il corso principale della città bloccato dai giovani davanti ai maxischermi allestiti per l’evento. Questa grande monografica è l’ennesima sfida dell’architetto nato a Genova nel 1937 da una famiglia di piccoli costruttori: «Mi consideravano un figlio degenere perché ho voluto fare l’architetto, ma non mi hanno mai ostacolato». La cifra del mestiere e del saper fare contrassegna da sempre il lavoro del suo Renzo Piano Building workshop, il suo studio diviso tra Genova, Parigi e New York. «Che cos’ha questa mostra di diverso dalle altre che mi hanno dedicato, a Milano o a Los Angeles? Lo spazio, uno spazio straordinario, un universo dove i miei lavori flirtano con gli affreschi, dove i tavoli con i miei progetti richiamano Padova con l’antichissima tradizione della sua università e i suoi studenti, Galileo compreso». Nessuna voglia di celebrazione: «Gli architetti — ironizzava ieri Piano — dovrebbero vivere almeno 150 anni perché i primi 75 sono necessari solo per imparare e per mettere insieme tutte le conoscenze». Piuttosto il desiderio di «raccontare il percorso dei miei progetti, l’idea di un lavoro collettivo, fatto come di tanti ripensamenti proprio come accadeva nell’arte». Sono trentadue i progetti presenti nel Salone, in un allestimento giocato su una serie di grandi tavoli, uno per ogni progetto, con tante sedie attorno «perché questo deve essere anche un luogo dove si studia». La mostra è in- per l’omaggio, ci ha tra l’altro confidato una riflessione. La poniamo in margine al convegno bresciano e al numero monografico della rivista da cui questo incontro è nato: «Tutti i miei interlocutori, anche i critici veri e propri, si prendono cura della verità. Essa è la Luna, quel che dico il dito — la Luna che contiene ogni possibile altro spettacolo, per quanto “urgente”, “concreto”, “profondo”. Non è un paradosso. Infatti la verità è tale solo in quanto nega l’errore ed è tanto più concreta quanto più l’errore è concreto, fiorisce, è robusto, coerente, razionale, suggestivo. Lo spettacolo di cui parlavo mostra innanzitutto la necessità che le cose differenti differiscano. Ma anche i miei critici intendono dire qualcosa che differisce da quello spettacolo, cioè tengono in gran conto la differenza delle cose tra loro differenti». della mostra accompagnata da un imponente volume di Francesco Dal Co per Electaarchitettura, con oltre seicento pagine e mille illustrazioni. Il gioco dell’architettura deve così essere «effimero e leggero», un «lavoro corale, dove non c’è nemmeno quasi più bisogno di parlare, perché ci intendiamo solo con lo sguardo», ha raccontato ieri Piano con l’orgoglio del professionista e con la sua solita gentilezza: «Ogni progetto è però anche un’avventura: nei 38 mesi del cantiere di Osaka abbiamo avuto 36 terremoti; a Berlino abbiamo trovato le bombe, sull’Oceano abbiamo dovuto combattere i tifoni». Eppure questa sua (solo presunta) voglia di leggerezza non ha mai sottomesso l’impegno, sfociato pochi mesi fa nella nomina a senatore a vita: «Sono un diversamente senatore, sto cercando di trovare il modo giusto per essere utile al mio Paese. Vorrei fare mie le parole di Norberto Bobbio: sono indipendente dalla politica ma non indifferente alla politica». Guardando sempre ai giovani: ai giovani è dedicata la Fondazione Renzo Piano e non a caso porta la sua firma il Tavolo dell’architettura realizzato in pietra di Vicenza come emblema del Premio Cappochin che propone direttamente on the road le 58 migliori opere selezionate, tutte di giovani. Come giovane è il gruppo che si sta dedicando al tema del recupero delle periferie: premiato con il Priztker nel 1988, unico italiano con Aldo Rossi a essere stato insignito del Nobel dell’architettura, Piano gli ha destinato il suo stipendio di senatore. Aggiunge: «Bisogna fare più concorsi, solo così si scopriranno nuovi talenti». E il premier Renzi, un altro giovane, che le ha chiesto una mano per riprogettare l’edilizia scolastica italiana, cominciando magari dalle periferie? «È la prima volta che succede, per ora non c’è niente di definito, ma io mi metto a disposizione. Sono contento che mi abbia interpellato perché credo che insieme si potranno fare buone cose». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’evento Renzo Piano Building workshop. Pezzo per pezzo, Padova, Palazzo della Ragione, fino al 15 luglio. La mostra rientra nell’ambito della VI edizione della Biennale internazionale di architettura «Barbara Cappochin». Sopra: Piano durante la lectio magistralis di ieri (tutte le foto sono di Marco Bergamaschi). serita nell’ambito delle manifestazioni della VI Biennale internazionale d’architettura Barbara Cappochin da sempre particolarmente attenta alla realtà dei giovani architetti: in scena («ho voluto essere il più rispettoso possibile, ho scelto la leggerezza») sta un vero e proprio itinerario ideale tra poesia, tecnologia e impegno, qualcosa — museo, università, casa privata, spazio industriale — che riesce a restare felicemente sempre in bilico «tra il bullone e la folle idea che il mondo possa essere cambiato». Dal Porto Antico di Genova all’Aeroporto di Osaka, dal California Academy of Sciences di San Francisco all’Astrup Museum of Modern Art di Oslo, dal Muse di Trento alla Scheggia di Londra («è l’edificio più alto d’Europa, ma ha pochissimi parcheggi perché è l’unico modo per incrementare il trasporto pubblico»): tutto l’universo del Rpbw, cioè lo studio di Piano in sigla, è stato ricostruito «pezzo per pezzo», come recita il titolo Filosofia Numero speciale della rivista «Il pensiero» presentato domani a Brescia Severino e la verità: «La nostra Luna» di ARMANDO TORNO L e tematiche del pensiero di Emanuele Severino (nella foto) sono sempre più al centro dell’attenzione e non soltanto in Italia. Convegni, analisi, ricerche si stanno moltiplicando. Diremo tra i numerosi esempi che Davide Spanio ha da poco curato per Morcelliana i testi del convegno di Venezia del 2012 dal titolo Il destino dell’essere. Dialogo con Emanuele Severino (pp. 335, 25). Ed è appena uscito un numero speciale della rivista semestrale di filosofia «Il pensiero», diretta da Vincenzo Vitiello (Edizioni Scientifiche Italiane), con un Omaggio a Emanuele Severino. Proprio quest’ultima pubblicazione, che contiene undici saggi sul filosofo, sarà presentata domani 17 marzo alle 17.30 presso l’Auditorium Santa Giulia di Brescia (via Piamarta, 4). Coordinati da Dino Santina, interverranno Massimo Cacciari, Carlo Sini e lo stesso Vincenzo Vitiello; Emanuele Severino sarà presente. Il quale, commosso e grato cormorani, diventati l’incubo delle associazioni di pescatori nelle valli alpine dove fanno strage di trote. Per non parlare dei gabbiani. Quelli bianchi e neri, i ridibundi, arrivano a migliaia sui campi appena arati nella valle del Po; gli altri più grandi, i gabbiani reali, si sono insediati stabilmente nelle nostre città e nelle nostre discariche. Da predatori di pesci si sono trasformati in predatori di animali a sangue caldo: recentemente ha fatto notizia la colomba bianca del Papa, afferrata in volo da un gabbiano e uccisa con un colpo di becco alla nuca. In un’intervista comparsa sulla rivista «Airone» nel marzo del 1987, Il gabbiano di Chivasso, un esemplare di quella specie confessava candidamente all’intervistatore Primo Levi di apprezzare come cibo le pantegane. Il giorno che a Chivasso verrà segnalato un albatro (quello di Baudelaire) potremo dire, mestamente, che «non c’è più poesia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 32 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile SORRENTINO «CIVIS ROMANUS» ✒ Quanto conta il fattore ideologico nella valutazione del curriculum di un professore universitario? La risposta dovrebbe essere «zero», altrimenti si ritornerebbe all’incubo degli anni Settanta, quando in alcuni atenei e in alcune materie difficilmente riuscivi ad andare in cattedra se non professavi la fede nel «metodo marxista». Il pregiudizio ideologico nei concorsi universitari in realtà non è scomparso né è valsa ad eliminarlo la riforma Gelmini che ha istituito liste nazionali di abilitazioni. Le cronache dei concorsi recenti parlano di candidati bocciati insoddisfatti, cosa del tutto normale. Ma anche di scandalo tra i colleghi a leggere certe motivazioni negative. A Simonetta Bartolini, biografa di Ardengo Soffici, come rilevava ieri Renato Besana su «Libero», è capitato di essere bocciata al concorso di abilitazione a professore associato perché, come si legge nella valutazione di uno dei commissari, Mario Sechi, omonimo del giornalista, «presenta un profilo marcatamente militante», essendosi occupata di «autori rivendicati dalla destra politica come fondativi di una tradizione alternativa a quella “vincente” ed egemonicamente cano- nizzata: da Soffici a Barna Occhini, di cui ha pubblicato il carteggio, a Papini e Guareschi...». Insomma, va bene tutto, ma guai a occuparsi di autori di destra. Un po’ lo stesso criterio con cui è stata negata l’abilitazione a professore ordinario a uno studioso più noto, come Alessandro Campi, autore di saggi su Niccolò Machiavelli e Carl Schmitt, Giovanni Gentile e Gianfranco Miglio. Commentando i diciotto titoli presentati per ottenere l’abilitazione da ordinario in storia delle dottrine politiche, l’esaminatore Angelo d’Orsi ha commentato: «Buona parte di tali lavori affronta il fascismo e i movimenti politici reazionari. Suscita perplessità il carattere fortemente ideologico di tanta parte della sua produzione...». Un giudizio duro per uno storico affermato, non condiviso dalla comunità accademica. Tanto che un’autorità della sinistra come il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky ha invitato Campi nel comitato scientifico di Biennale democrazia che si svolge a Torino. I casi di valutazione ideologica sono diversi e sembra siano già partiti molti ricorsi. Dino Messina © RIPRODUZIONE RISERVATA PERMESSI E DIVIETI SUL CIRCO MASSIMO NON SI DIFENDONO COSÌ I BENI CULTURALI ✒ Sì, no, forse. Povero Circo Massimo, addossato al colle Palatino, da quando ospitò il ratto delle Sabine è uno dei luoghi più discussi di Roma. Anche per l’evento musicale dell’anno, il concerto dei Rolling Stones, unica data italiana il 22 giugno, la scelta della spianata di 620 metri ha scatenato uno scontro di pareri. Entusiasta il sindaco Ignazio Marino che vuole trasformarlo in «un luogo di riferimento per i grandi eventi culturali». Nettamente contraria la Soprintendenza archeologica che denuncia «rischi per la conservazione del patrimonio archeologico». Ma il «no» della massima autorità chiamata a vigilare sulla conservazione della Roma archeologica è stato superato dal «sì» del direttore regionale del ministero per i Beni culturali, Federica Galloni. Ha ragione Edoardo Sassi che ieri, sulla cronaca di Roma di questo giornale, ha rivelato per primo lo scontro: il ministero contro il ministero. Condito da altri pareri: quello favorevole della Soprintendenza ai beni architettonici, che ha competenza ma solo per la parte paesaggistica, e quello della Sovrintendenza capitolina, retta da un «interim» e che difficilmente avrebbe potuto smentire il suo sindaco. Ma chi decide su luoghi così delicati e fragili? Non è la prima volta che la Soprintendenza perde la sua battaglia, tanto che in Campidoglio, hanno sottolineato, «non dà mai parere favorevole». E infatti l’area è stata occupata dai festeggiamenti per gli scudetti della Roma (2001) e della Lazio (2002), dai Genesis (2006) e da Lady Gaga (2011). Il sindaco Marino sembra intenzionato a usare il Circo Massimo come fosse cosa sua. Ma allora la Soprintendenza dello Stato che ci sta a fare? E in caso di danni all’area archeologica — come avvenne nel 2001 — chi ne risponde? La Soprintendenza l’ha messo nero su bianco: il Campidoglio se ne assume la responsabilità. Basta questo a giustificare la posizione un po’ farisaica di un ministero per i Beni culturali, che da una parte scatena l’allarme sui rischi e dall’altra autorizza l’evento? Roma meriterebbe un po’ più di chiarezza. Paolo Fallai pfallai © RIPRODUZIONE RISERVATA QUELLA CIRCOLARE A TUTELA DELLA SCUOLA MA DOCENTI E FAMIGLIA DEVONO ALLEARSI ✒ In un passato non troppo lontano la scuola e la famiglia costituivano un fronte educativo unitario. La funzione del padre era simbolicamente rappresentata a scuola dalla figura del preside, il quale, in casi estremi, convocava i genitori per celebrare la somministrazione di una punizione all’alunno. Non era necessario alcun accordo preventivo, le basi etiche erano note e l’intento educativo condiviso. Poteva anche accadere che l’insegnante tirasse uno schiaffo e che, proprio per questo, il bambino, tornato a casa, subisse lo stesso discutibile gesto da parte del genitore. Per molti fondati motivi le cose non stanno più così. La crisi dell’autorità paterna e lo sviluppo di una famiglia affettiva e relazionale hanno promosso, insieme a molte altre trasformazioni culturali e sociali, importanti cambiamenti. Uno dei più evidenti riguarda la rottura del patto tra scuola e famiglia. Le due più importanti agenzie educative faticano enormemente ad individuare nuove coordinate per la costruzione di un’alleanza educativa moderna, che tenga conto della complessità del funzionamento di entrambe le istituzioni. In alcuni ca- si, l’angoscia suscitata dagli avvenimenti spinge a reazioni scomposte, dove le accuse reciproche sfociano in denunce, spesso non necessarie, quasi sempre testimonianza di una resa educativa adulta. Non sappiamo con precisione le ragioni che hanno spinto la dirigente dell’istituto scolastico di Lizzanello (Lecce) ad emettere una circolare che vieta qualsiasi contatto fisico tra allievi e personale della scuola. È però noto come sempre più spesso i dirigenti scolastici sentano messa in discussione la legittimità della propria istituzione e individuino strumenti a tutela dei comportamenti del proprio personale, passibili di fraintendimenti e denunce. È importante che il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, introdotto da pochi anni, non resti solo una firma in fondo ad un documento, ma costituisca l’avvio di un’autentica alleanza tra genitori e insegnanti, sulla base di iniziative culturali comuni e frequenti occasioni di incontro. Matteo Lancini Psicoterapeuta Istituto Minotauro Docente Psicologia Milano-Bicocca © RIPRODUZIONE RISERVATA Non prendersi troppo sul serio può valere più di un premio di PIERLUIGI BATTISTA SEGUE DALLA PRIMA Lo tengano bene in mente i polemisti indefessi delle onorificenze altrui. Quelli che con una professionalità puntuale ogni volta eccepiscono su una cittadinanza, un’onorificenza, un ambrogino, un premio, una targa, una menzione, un’intestazione, e prorompono in tonitruanti invettive per un nonnulla. In Campidoglio Sorrentino, davanti alle autorità cittadine, al sindaco Marino che con la fascia tricolore voleva calamitare un po’ di gloria direttamente da Hollywood, ha risposto così ai professionisti del veto, della puntualizzazione ideologica, del rancore da par condicio che già rumoreggiavano per la cittadinanza onoraria di Roma: «grazie ai funzionari che si sono opposti, nessuno meglio di me può comprenderli perché io al loro posto avrei fatto esattamente la stessa scelta». Niente, i funzionari in questione sono stati costretti a battere in ritirata. Il sindaco Marino, che già stava per deplorare con solenni parole di censura, i funzionari di cui sopra, ha dovuto soprassedere. Come distruggere con l’ironia una polemica inutile. Come gelare la tentazione degli oppositori dei premi prossimi venturi. Una risata li seppellirà. E se poi Sorrentino annuncia che una lancinante sensazione di inadeguatezza lo ha afferrato di fronte ai nomi eccellenti che lo hanno preceduto nella cittadinanza capitolina (da Manzoni e Verdi, passando per Franklin Delano Roosevelt, fino a Rita Levi Montalcini), allora davvero una ventata di autoridimensionamento ironico potrebbe bloccare la mano di chi è già pronto a vergare un manifesto di protesta, una vibrante accusa, la contestazione di una cerimonia. Perché tra i politici italiani niente è stato più gratificante che giocare sul simbolico anziché misurarsi con l’ingrata fatica della buona amministrazione, della soluzione di piccoli problemi ma fondamentali per i cittadini, quelle cose così banali e noiose come: pulire le città, assicurare trasporti decenti, curare il decoro delle strade, non lasciare interi quartieri nelle mani dei prepotenti malavitosi. Tutte cose che a Roma mancano ma su cui la polemica è minima, mentre è massima se si decide di dare la cittadinanza onoraria a un regista come Sorrentino che, insomma, bene o male, in qualche modo, una lustratina DORIANO SOLINAS PER SUPERARE L’ABILITAZIONE UNIVERSITARIA VIETATO STUDIARE GLI AUTORI DI DESTRA all’immagine di Roma nel mondo (sia pur degradata, eccetera eccetera) l’ha pure data. Con un discorso Sorrentino ha smontato i suoi severissimi censori. E ha indirettamente fermato la mano dei censori che nelle città e nei villaggi cominciano sempre con la domanda: «e ❜❜ L’autoironia con cui il regista ha accettato la cittadinanza in Campidoglio è una lezione di stile ❜❜ L’artista ha ringraziato anche quei «funzionari che si sono opposti. Nessuno meglio di me può comprenderli» perché lui e non altri?», per soppesare, bilanciare, parificare, equilibrare: uno di destra, se c’è quello di sinistra, una donna se c’è l’uomo, e poi trentaquattro anni fa il premiato ebbe a dichiarare, e poi no a questo, no a quello. Lo sport nazionale degli amministratori, dei politici di Roma e lontano da Roma. E non ci sono nemmeno molti precedenti all’antiretorica con cui Sorrentino ha messo a tacitare i suoi detrattori del Comune di Roma. Alla retorica della protesta ha infatti risposto quasi sempre la retorica della Celebrità Offesa che dal palco lancia moniti a chi ha osato criticare l’onorificenza solenne. Ha sempre risposto il trombonismo di un celebre personaggio di Carlo Verdone che dal palco sparava solenni vuotaggini in politichese spinto: «sempre tesi!». Ha sempre risposto in modo molto diverso dal modo scelto da Sorrentino che non fa la ruota quando viene insignito dell’onore del nuovo «civis romanus». Mentre invece potrebbe essere questo il modo per far vincere l’antiretorica. L’ha fatto il Sommo Pontefice, lo possono fare i peccatori del nostro mondo contemporaneo. Come insegnamento per i prossimi polemisti in erba. Una cerimonia è una cerimonia. E che sarà mai? Bravo Sorrentino. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL VIAGGIO IN EUROPA Qualche buona carta da giocare a Berlino di ANTONIO POLITO L a signora Merkel deve sapere, quando domani l’incontrerà, che dietro Matteo Renzi c’è l’Italia intera. Anche quella che non l’ha mai votato e mai lo voterà. Era dal Berlusconi del 2001 che non si avvertiva un tale carico di aspettative sulle spalle di un uomo politico. Il fatto è che gli italiani sono sostanzialmente d’accordo su un punto: l’Europa degli squilibri, nella quale i nostri deficit corrispondono ai surplus tedeschi, non può durare ancora a lungo. Dopo le elezioni europee di maggio arriverà inesorabilmente il momento delle scelte. Renzi chiederà alla Merkel di anticiparlo, per consentire a lui di non soccombere nelle urne, e all’Italia di avere così il tempo e la stabilità necessaria per proseguire sul cammino delle riforme. La Cancelliera, perfettamente informata del dossier italiano, ascolterà con simpatia e benevolenza, sarà prodiga di incoraggiamenti, ma difficilmente prenderà domani degli impegni: così come Renzi, anche lei è in campagna elettorale, e per un altro partito. Gli applausi di Hollande, copiosamente ricevuti ieri dal nostro premier, non servono a molto perché il presidente francese è così debilitato che non ha altra strada che tenersi rigidamente agganciato alla Germania, mentre declama il suo credo social-mediterraneo. L’incontro chiave è dunque quello di domani. Se il nostro giovane premier è l’ecceziona- le venditore che tutti dicono, a Berlino dovrà stavolta vendere serietà in cambio di flessibilità. Una cosa è se i Paesi forti d’Europa si convincono che ciò che chiediamo serve alla crescita; un’altra è se sospettano che è solo un modo di comprare consenso o, peggio, un ritorno alla dolce vita degli anni da cicale. Da questo punto di vista la manovra di Renzi presenta due lati deboli. È stato forse imprudente ipotizzare di finanziarla almeno in parte con un aumento del deficit, seppure sotto il 3%, perché questo obbliga a una difficile trattativa preventiva con la Commissione europea; bene farà il premier se, come sembra, lascerà per il momento cadere questa idea. In secondo luogo lo sconto Irpef da dieci miliardi non è visto in Europa come l’annunciato taglio del cuneo fiscale, perché non migliora in niente la competitività, cioè il vero grande problema dell’Italia, e lascia ❜❜ Un patto con la Germania basato sulle riforme per la crescita, prima delle quali è la riduzione della spesa pubblica immutato il costo del lavoro per le aziende. E se anche gli 85 euro mensili a testa serviranno a rilanciare un po’ di consumi della faccia bassa, si tratterà in massima parte di beni di importazione. Eppure oggi ci sono le condizioni per un nuovo patto tra Italia e Germania. Quello che strinsero Mario Monti e la Merkel nel 2012 consentì, in cambio del rigore italiano, di dare via libera a Draghi, che anche contro la Bundesbank poté pronunciare le paroline magiche «difenderemo l’euro a ogni costo». Bastò a salvare l’Italia dallo spread e la moneta unica dal fallimento. Oggi l’Italia di Renzi è chiamata ad offrire riforme per la crescita, invece che austerità. E la prima e più importante è una ristrutturazione radicale della spesa pubblica. La scelta del premier di portare Cottarelli a Palazzo Chigi (e al Tesoro uno come Morando) fa ben sperare. Perché è solo in quei 32 miliardi annui di risparmi a regime che ci sono le risorse che cerchiamo per stimolare la crescita. Abbassare le tasse aumentando il deficit non risolve l’equazione italiana agli occhi dei tedeschi. Abbassarle cambiando i meccanismi di spesa, cambiando le regole di un mercato del lavoro bloccato, abbattendo barriere e corporazioni, sarebbe tutta un’altra cosa. E non solo per l’Europa, come ama dire Renzi, ma per i nostri figli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 33 Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Lettere al Corriere UN CARDINALE SCOMODO PER TUTTI PROCESSO E CARCERE DI MINDSZENTY Risponde Sergio Romano A proposito del 1956, il suo accenno alla liberazione del cardinale polacco Wyszynski mi ha fatto ricordare la vicenda di un altro grande cardinale, l’ungherese Mindszenty. Quali furono i motivi usati dal regime del suo Paese per imprigionarlo? Marta Colletti, Milano Cara signora, capi d’accusa, nel caso del cardinale Mindszenty, furono tradimento, complotto mirante ad abbattere la repubblica ungherese e traffico di valuta estera. I primi due (tradimento e complotto) erano le classiche imputazioni con cui gli Stati comunisti si sbarazzavano dei loro nemici. Il traffico di valuta estera fu ag- giunto per buona misura ed era la pennellata infamante con cui il regime voleva screditare l’imputato agli occhi della società nazionale. È probabile che il Primate d’Ungheria, negli anni difficili dell’immediato dopoguerra, avesse ricevuto un sostegno finanziario dalla Santa Sede, o da istituzioni cattoliche di altri Paesi. Ed è altrettanto probabile che quella valuta pregiata, destinata a diocesi e opere di carità, fosse finita, come d’abitudine, sul mercato nero. In altre circostanze l’infrazione sarebbe stata punita con una multa o un po’ di prigione. Nel caso di Mindszenty serviva a rendere il personaggio esecrabile e ancora più meritevole di una condanna a morte che fu com- LEGGE ELETTORALE VITA DA PENSIONATO Secondo turno Con meno di 3.000 euro Caro Romano, si sta criticando la proposta del secondo turno alle elezioni, affermando che «il partito che ottenesse, anche solo, il 20% di voti potrebbe così vincere le elezioni. Non sarebbe però “legittimato”». Ma, se vincitore, non avrebbe forse ottenuto anche più del 30% di «seconde scelte»? Non sarebbero queste legittimanti? Nella vita, quante sono le seconde scelte che facciamo; non sposiamo il primo amore, non facciamo il primo mestiere desiderato, e potrei continuare. E quante volte la seconda scelta, fatta, non col cuore, ma con la ragione, si è rivelata migliore della prima? Dopo aver avuto una carriera di livello medio alto; dopo aver cambiato molte aziende industriali; dopo aver soggiornato all’estero per anni, avendo fatto parte di quello che si chiamava — con qualche rispetto — il ceto medio produttivo, mi preparavo — nel gennaio 1995 — ad una «serena vecchiaia» forte di un assegno mensile di ben 5 milioni di lire nette (2.500 euro). Da quel momento sembra che si sia scatenata una guerra; non c’è stato giorno che la stampa non abbia parlato di pensioni. I più cialtroni si sono cimentati nella ricerca delle definizioni più bieche per additarci all’opinione pubblica come dei ladri. E qualcuno ha cominciato a I Natale Cadonna cadnat@hotmail.it Esiste un altro fattore che rende il suo ragionamento molto realistico. Nei sistemi a due turni, l’elettore vota la prima volta per il partito o il candidato a cui vanno le sue preferenze. E vota spesso la seconda volta per evitare che l’elezione sia vinta dal partito o dal candidato che non gli piacciono. Due scelte altrettanto legittime. La tua opinione su sonar.corriere.it Raffaele Bonanni (Cisl): chiediamo a Renzi di fare qualcosa per i pensionati, almeno per i più poveri. Ha ragione? mutata in ergastolo. Jozsef Mindszenty (1892-1975) fu sempre un personaggio scomodo. Negli anni Venti e Trenta era un sacerdote intransigente, molto noto nel Paese per omelie integraliste in cui vi erano spesso, secondo François Fejtö (brillante storico e giornalista di origine ungherese), tracce di giudeofobia. Ma nell’ultima fase della Seconda guerra mondiale, quando Budapest era occupata dai tedeschi, non esitò a denunciare gli occupanti anche per la loro politica razzista e fu incarcera- to per qualche mese. Più tardi, dopo la fine del conflitto, divenne il più eloquente e impavido critico del regime comunista. Liberato durante la rivoluzione ungherese del 1956, ebbe appena il tempo di pronunciare un discorso in Parlamento e sfuggì a un nuovo arresto trovando rifugio nell’ambasciata degli Stati Uniti. La sua ultima battaglia, paradossalmente, fu quella contro la sua Chiesa. Non approvava la ostpolitik della Santa Sede, iniziata con le prime aperture di Giovanni XXIII e proseguita durante il papato di Paolo VI. Quando Agostino Casaroli cominciò a negoziare con le autorità ungheresi un compromesso (la liberazione contro l’esilio), Mindszenty si oppose con tutte le sue forze. Non poteva tollerare l’idea di contribuire così involontariamente alla riabilitazione del regime comunista. Ebbe un gelido colloquiò con Casaroli all’ambasciata degli Stati Uniti e partì per Vienna soltanto dopo un pressante invito di Paolo VI. In un articolo redatto per «30 giorni» nel 2007 Giulio Andreotti scrisse che «una personalità come Mindszenty era in realtà d’impaccio per la diplomazia vaticana. (…) Quando il cardinale perseguitato venne in visita a Roma non trovò molto calore anche sull’altra sponda del Tevere. Per quel che ricordo fu sconsigliata anche una pubblica manifestazione di solidarietà». che finalmente faccia giustizia. Palazzo Madama. Abolire anche il Parlamento? Aveva detto d’Azeglio nel 1861 che, fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani. Ma sono stati fatti così. Abolire anche quelli? Bartolo Barovero 37baba@ gmail.com chiedere che il concetto di diritti acquisiti venisse cancellato, perché era una forma giuridica a tutela dell’ingiustizia. Il risultato? Non molto soddisfacente: oggi verso contributi di solidarietà per artigiani e commercianti e per insegnanti-pensionati dopo 19 anni 6 mesi ed un giorno di lavoro. La mia pensione? Dopo 20 anni, con una perdita di potere d’acquisto pari al 60%, io ho avuto un incremento del mio unico reddito di poco meno che il 20%. Non arrivo a 3.000 euro netti con i quali mantengo 2 persone e ne aiuto 3. I risparmi di 36 anni di lavoro li presto allo Stato in attesa di un’imposta patrimoniale SCANDALI 90 No Gianfranco D’Aronco Soluzioni non radicali Siccome in questi tempi si sono moltiplicate le notizie di scandali e di ruberie ad opera di consiglieri regionali da Milano a Roma a Palermo, qualcuno ha scritto che l’unica cosa da fare sarebbe quella di abolire le Regioni (oltre, si sa, alle Province). Di quella strada vien da dire che, per impedire ogni ulteriore dilagare di reati, occorrerebbe abolire anche Comuni, Consorzi, Comunità e, per farla corta, tutti gli enti locali. Dimenticavo: scandali e ruberie se ne sono viste anche a Montecitorio e a SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 La domanda di oggi Berlusconi: sono pronto a candidarmi alle elezioni europee in tutte le circoscrizioni. Fa bene? Togliano di Torreano (Ud) DEBITO PUBBLICO Non può crescere Il patto finanziario stipulato nel marzo 2012 con l’adesione di tutti i Paesi dell’Ue ad eccezione di Regno Unito e Repubblica Ceca, messo in Costituzione con l’articolo 81 prevede che il rapporto debito/Pil rientri al 60% entro vent’anni. Orbene all’Italia servirebbe un surplus del 3% annuo anziché un deficit di pari entità. Però incredibilmente la nostra classe politica sprizza euforia per il fatto che il deficit è al 2,6% e si tende ad arrivare al 3%. In tal caso nel 2033, dopo i citati venti anni, il nostro debito sarà al 163% e non al 60%. Purtroppo per noi l’aritmetica non è un’opinione. Paolo Haffner paolo.haffner@ tin.it @ E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Più o Meno di Danilo Taino Statistical Editor Il valore della fedeltà nell’era digitale C hi arriva direttamente su un sito web di informazioni ci sta in media tre volte più a lungo di chi ci arriva attraverso Facebook o un motore di ricerca. Per la precisione 4 minuti e 36 secondi contro un minuto e 41 secondi di chi ci è arrivato passando prima dal social network e un minuto e 42 secondi di che proviene da un sito qualsiasi di ricerca. I visitatori diretti vedono anche in media circa il quintuplo delle pagine viste da chi ci arriva indirettamente: per la precisione, su basi mensili, 24,8 pagine contro 4,2 (Facebook) e 4,9. E visitano il sito di informazioni 10,9 volte al mese, contro le 2,9 indotte dal social di Mark Zuckerberg e le 3,1 derivanti da una ricerca. Questo in quello che è probabilmente il Paese più avanzato e sofisticato in termini di utilizzo dell’informazione digitale, gli Stati Uniti. I risultati derivano da una analisi del Pew Research Center condotta assieme alla John S. and James L. Knight Foundation su 26 dei maggiori news website americani studiati attraverso il sito comScore Data Web. Di base, mostrano come fare business diventi via via più complicato e via via più affascinante. Nel caso specifico, indicano che il modo in cui una persona entra in un sito di informazioni ne cambia l’esperienza e quindi il comportamento. Il primo fatto che rivelano è l’alto livello di coinvolgimento e di lealtà che le persone dimostrano nei confronti del sito d’informazioni che scelgono e dei suoi contenuti. Inoltre, aprono una finestra sulle sfide che le imprese di media hanno di fronte nel cercare uno spazio nel mondo digitale e nel realizzare piani di sottoscrizione per La fiducia degli l’accesso ai loro siti web. E aiutano chiarire il loro rapporto con i soutenti e lettori acial media e i motori di ricerca verso le testate (Google, Yahoo, eccetera): in sostanza, Facebook e le ricerche soin rete rimane no essenziali per portare grandi quantità di occhi su un sito d’infondamentale formazione ma la connessione che stabiliscono con il sito stesso e con la società di media che gli sta dietro «sembra piuttosto limitata», commenta Pew. Lo studio fornisce anche indicazioni più specifiche. Il website americano con la percentuale maggiore di traffico diretto, per esempio, è Cnn: 60%. Ma un suo visitatore unico vi si ferma in media solo un minuto e mezzo ogni volta, vede 13,1 pagine al mese e torna su Cnn.com 8,7 volte al mese. È insomma piuttosto attraente, è un brand forte ma forse può migliorare la sua capacità di trattenere chi vi entra. Foxnews.com, invece, ha il 42% di visitatori diretti ma riesce a trattenerli ogni volta per 9 minuti e 6 secondi, a fargli vedere 29 pagine al mese e a farli tornare 11,1 volte ogni 30 giorni. Il sito sul quale i visitatori si fermano per meno tempo è quello del Guardian, 54 secondi, quello su cui si fermano mediamente di più ogni volta che lo visitano è nydailynews.com, 17 minuti e 18 secondi (che è anche il website con il maggior numero di pagine viste mensilmente, 52,6). I modelli di business cambiano, dunque, diventano più complicati e interessanti. Lo studio sembra però indicare che il coinvolgimento di chi si informa e la fedeltà a una testata di notizie restano fondamentali anche nell’era digitale. @danilotaino ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Giulio Violati: non conosco la Gagliardi Dama bianca e Centro democratico Non roviniamo i ricordi Meglio gli stipendi mensili In ordine all’arresto di Federica Gagliardi e, in particolare, con riferimento alle sue pregresse esperienze lavorative, figura la falsa affermazione che sarebbe stato lo scrivente nel 2010 a presentare la Gagliardi al comitato elettorale delle elezioni regionali del Lazio per l’allora candidata Renata Polverini (Corriere, 14 marzo). La notizia è completamente falsa: all’epoca, la Gagliardi venne presentata alla lista Civica «Insieme Cambiamo per Renata Polverini» dall’allora consigliere comunale con delega all’Ambiente della Giunta Alemanno, Francesco Maria Orsi. Lo scrivente non aveva mai incontrato prima di allora la signora Gagliardi, né ricorda di averla mai incontrata anche dopo la fine della campagna elettorale. Non basta sentirsi (chissà) elettori per poter essere definiti collaboratori. La signorina Federica Gagliardi, la cosiddetta Dama bianca, non è mai stata iscritta al Centro democratico, non ha mai avuto nessun incarico né formale né informale da parte del Centro democratico e del suo leader, nessun ruolo nel partito, nessun rapporto professionale, nessuna candidatura a qualsivoglia elezione (nazionale, regionale, comunale, municipale). Scrivere che è «ex collaboratrice di Tabacci», come pubblicato sul Corriere di ieri, è, pertanto, del tutto infondato e insensato. Il soprannome «La Dama bianca» rese celebre presso il grande pubblico, sportivo e non, Giulia Occhini (1922-1993), la compagna di Coppi e il suo grande, e contrastato, amore, con il Campionissimo, dopo la tappa di St. Moritz del Giro d’Italia del 1954. Fu allora che Pierre Chany, inviato speciale dell’Équipe, scrisse: «Vorremmo sapere di più di quella “dame en blanc” ( per via del montgomery color neve), che abbiamo visto vicino a Coppi». Perché sporcare il ricordo di quella intensa, romantica relazione sentimentale, il riserbo e lo stile della signora Occhini — che sfidò la rigida morale dell’epoca, lasciando il marito, per stare accanto a Fausto, anche lui sposato — usando lo stesso soprannome per la donna, di recente finita in cella, con la grave accusa di traffico di droga? Un lettore (Corriere di ieri) crede che se gli stipendi dei lavoratori dipendenti venissero assegnati settimanalmente, potrebbero attenuare i problemi economici di tanti nuclei familiari che ora non riescono ad arrivare a fine mese. Secondo me, in un Paese in cui i cittadini debbono pagare a costi altissimi sia i servizi, sia le tasse, sarebbe ancora peggio. Specialmente, per esempio, durante la settimana in cui le famiglie dovranno pagare le spese per il riscaldamento, per l’energia elettrica, per il telefono, per l’acqua, per il canone Rai, per la tassa di possesso e per l’assicurazione dell’auto e per tutte le altre spese condominiali; oppure per la Tasi, per l’Imu, per le addizionali regionali e comunali e si potrebbero elencare ancora tante altre uscite Giulio Violati Pino Bicchielli Coordinatore dell’Organizzazione nazionale del Centro democratico Pietro Mancini, Cosenza © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- quotidiane, tralasciando gli imprevisti. Ciò che invece cambierà sarà la «preoccupazione» del premier di turno; perché poi sarà costretto a dire: per aiutare le famiglie ad arrivare alla fine della settimana. Giovanni Papandrea, giovannipapandrea@iol.it L’articolo di Gianluca Amadori Nell’articolo di Gian Antonio Stella sulla mega liquidazione data dal Consorzio Venezia nuova al suo ex presidente Giovanni Mazzacurati e pubblicato ieri, per un errore commesso in redazione, tutta la citazione dell’articolo di Gianluca Amadori sul Gazzettino è stata stravolta con il cambiamento di tutte le virgolette. Ci scusiamo con i lettori. E ovviamente con Amadori, Mazzacurati e Stella. na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. 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ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 La tiratura di sabato 15 marzo è stata di 484.330 copie 190; Turchia TL 6,5; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 600; U.S.A. USD 4,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-0263.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni). * Con “Sette” € 2,90; con “Io Donna” € 2,90; con “Style Magazine” € 3,40; con “Living” € 4,90; con “Claudio Abbado e i Berliner Philharmoniker” € 11,30; con “Il tribunale del bene” € 11,30; con “Supereroi. Il Mito” € 11,39; con “Lucio Dalla. Quattro tempi” € 11,39; con “Giorgio Scerbanenco e il giallo italiano” € 8,30; con “Le grandi storie Disney” € 9,39; con “Barenboim, il mio Beethoven” € 8,39; con “Grandangolo” € 7,30; con “Sampei” € 11,39; con “Il Cosmo” € 12,30; con “I dolci di Benedetta” € 9,39; con “12 anni schiavo” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Manara, maestro dell’Eros” € 12,39; con “Holly e Benji” € 11,39; con “Il giovane Montalbano” € 11,39; con “Luigi Pirandello. Romanzi, novelle e teatro” € 9,30; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 34 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 35 Spettacoli L’intervista Il protagonista della «Grande bellezza» smette le giacche sgargianti del suo Gambardella: dopo Hollywood si rischiava l’ubriacatura, così sono tornato subito in scena Indiscrezione «Gli uccelli» di Hitchcock, Naomi Watts favorita per il remake Naomi Watts sarebbe la favorita per interpretare il remake di Gli uccelli, il famoso film del 1963 di Alfred Hitchcock. Secondo la rivista New!, l’attrice australiana avrebbe già ottenuto la parte Istrionico A sinistra, Toni Servillo in «Il Divo» (2008), film scritto e diretto da Paolo Sorrentino, in cui interpreta il senatore Giulio Andreotti. La pellicola, una delle quattro che attore e regista hanno girato assieme, ottenne numerosi premi Servillo «L’ Oscar? Un sogno da accarezzare con la fantasia, ben sapendo che mai accadrà». Parola di Toni Servillo, protagonista de La grande bellezza, film che l’Oscar se l’è portato a casa. E allora capita che il sogno si avveri. «Quando abbiamo sentito: “The winner is…” Paolo Sorrentino e io ci siamo guardati. Nessuna parola, solo uno sguardo incredulo e felice che riassumeva tutto. La gioia pubblica per quel riconoscimento straordinario e un’altra gioia, privata, per la lunga avventura cominciata insieme 12 anni fa con L’uomo in più. Mai allora avremmo immaginato… Poi sono arrivati gli altri film, Le conseguenze dell’amore, Il Divo... I David di Donatello, i Nastri d’Argento. Infine l’Oscar». E nell’arco di poche ore lei è passato dalla ribalta del teatro dove recitava «Le voci di dentro» di Eduardo a quella scintillante di Hollywood. «Quel brusco passaggio è stato la mia fortuna. In scena al Petruzzelli di Bari venerdì sera, l’aereo di notte per Los Angeles, tre giorni di magnifico stordimento e di nuovo in aereo. Dritto a Padova per riprendere Eduardo al Teatro Verdi… Quei chilometri messi di mezzo hanno aiutato a ridurre la distanza tra sogni e realtà, a dare la giusta misura a quel che era accaduto». Vere docce scozzesi... «Una lezione di vita. Quell’emozione planetaria poteva dare alla testa. Poterla iscrivere nell’esercizio quotidiano del mio mestiere mi ha aiutato a ristabilire l’ordine delle cose, a contenere l’ubriacatura». Il teatro era, e resta, la sua passione prima. «Il teatro è concretezza. Costringe chi lo pratica a mettersi a nudo davanti a se stesso, a confrontarsi con i desideri e le frustrazioni, le ambizioni e le sconfitte. Un esercizio che ogni giorno porta la sua pena e la sua gioia». Gioia soprattutto, visti gli esiti di questo «Voci di dentro». «Un secondo Oscar… Abbiamo debuttato giusto un anno fa a Marsiglia e abbiamo girato già mezza Europa e ricominceremo l’anno prossimo. Una vera tournée all’antica, ma anche un percorso di conoscenza dello stato delle cose del teatro in Italia. Ci sono città di provincia come Modena o Ferrara dove è stato ben seminato e il pubblico è ricettivo ed esigente. Altre invece, narcotizzate dalla tv, si sorbiscono solo degli squallidi intrattenitori di scuola televisiva». Premiato Toni Servillo, attore e regista, è nato ad Afragola (Napoli) il 9 agosto 1959. Nella sua carriera ha vinto 3 David di Donatello e 4 Nastri d’Argento come miglior attore protagonista (Foto Contrasto) mentre Brad Fuller, co-proprietario della Platinum Dunes che produrrà il film, ha rivelato: «Naomi è l’attrice che ci piacerebbe avere per la parte principale». In regia l’olandese Van Rooijen. Set e palcoscenico A sinistra, l’attore con Galatea Ranzi in una scena di «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino. Sopra, con il fratello Peppe (53 anni) con il quale recita in «Le voci di dentro» di Eduardo De Filippo, spettacolo di cui Toni è anche regista «L’Italia è un popolo di fratricidi Non perdo la testa per l’Oscar» ❜❜ Domani saremo ricevuti al Quirinale, a differenza di molti politici il presidente frequenta i teatri Martedì intanto debuttate al Carignano di Torino. «E dopo cinque giorni saremo al Barbican di Londra… È dal ‘95, da quando Strehler vi portò i suoi Giganti della montagna, che uno spettacolo italiano non arrivava in quel teatro. Stavolta persino in napoletano!». Insomma, teatro e cinema sono ancora prodotti da esportazione. «La cultura resta il nostro miglior biglietto da visita all’estero. Un credito illimitato pari solo all’incredulità degli stranieri per la nostra incapacità di valorizzare tale patrimonio». È la nostra vocazione a farci del male da soli. «Umberto Saba sosteneva che gli italiani sono incapaci di uccidere i padri e quindi fare la rivoluzione, ma invece chiedono ai padri il permesso di uccidere i loro fratelli. O quanto meno misconoscerli. All’estero Rosi, Fellini, Petri, Visconti, Bertolucci, Bellocchio godono di un rispetto straordinario. Così come Eduardo, Strehler, il Piccolo Teatro, la Scala. Da noi invece sono spesso trascurati o dimenticati». La cultura è l’ultimo dei pensieri dei nostri governanti. «A prescindere da qualsiasi colore politico. La cultura è un seccante problema di spesa, mai un investimento. Parigi ogni anno spende per la cultura quanto noi stanziamo per l’intero Paese». Su questo il governo Renzi le dà qualche speranza? ❜❜ Autolesionisti Non uccidiamo i padri e non sappiamo fare le rivoluzioni, ma snobbiamo Rosi e Fellini ❜❜ All’estero La cultura è il nostro miglior biglietto da visita all’estero, ma siamo incapaci di valorizzarla ❜❜ Personaggio Jep ora è una maschera Benigni per quel ruolo? Sorrentino ne ha parlato con me sin dall’inizio «Preferisco aspettare un po’ prima di pronunciarmi. Il voler liquidare subito ogni novità fa parte di un malcostume nazionale insopportabile. Viviamo in un costante stato di sovreccitazione di cui anche i media sono responsabili. E questo annebbia qualsiasi considerazione critica di natura razionale». A proposito di media, il suo Jep Gambardella è un giornalista. Osservatore cinico di una «Bellezza» grande e degradata. «Il suo sguardo fa da filtro consapevole agli aspetti di un mondo di cui non si può andar fieri. In Italia ma non solo. Roma caput mundi… A quel degrado Jep vorrebbe opporsi ma la sua inerzia emotiva, la sua attrazione per l’errore, lo spingono a reiterare gli sbagli. La sua vita è una scia di occasioni perdute. Registi come Cuarón, Scorsese, Tom Hanks hanno riconosciuto in lui tratti universali». Così universali che Jep ha creato uno stile, è diventato una maschera. «Nel senso più nobile del termine. I francesi hanno parlato di una “Jep attitude” alludendo al suo modo di muoversi, di vestire. Jep non è un contenitore vuoto ma un vuoto che non trova un contenitore. Per questo gli servono giacche sgargianti, scarpe alla moda, occhiali pesanti. Sorrentino, che lavora per immagini, l’ha costruito su di me come un abito su misura». Umberto Contarello, sceneggiatore del film, avrebbe detto che il ruolo all’inizio era stato pensato per Benigni. Poi ha rettificato precisando che si trattava di un altro progetto. «Cado dalla nuvole. Paolo mi ha parlato di Jep fin dall’inizio». Il prossimo film non lo farete insieme. «Paolo avrà come protagonista Michael Caine. La riprova della sua fama». Ma forse sarà Sorrentino a fare la regia del dvd de «Le voci di dentro». «Me lo auguro. Lui aveva già curato il dvd di Sabato, domenica e lunedì. Se accadrà, tra cinema e teatro sarà il nostro sesto incontro». Domani intanto al Quirinale sarete ricevuti da Napolitano... «Siamo onorati. Lo conosco prima ancora che diventasse presidente. A differenza della maggior parte dei politici, è sempre stato un affezionato frequentatore di cinema e teatri. Del resto, credo che in gioventù abbia anche calcato le scene». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA Grazie al crowdfunding «Veronica Mars», dalla serie tv al grande schermo Grazie alla madre di tutte le operazioni di crowdfunding, «Veronica Mars», la serie tv interpretata da Kristen Bell in onda dal 2004 al 2007, è diventata un film: in due mesi, su Kickstarter, sono stati raccolti 5 milioni e 700 mila dollari (i primi 2 milioni di dollari in sole 10 ore) donati da 92 mila sostenitori in tutto il mondo. La pellicola, diretta dall’ideatore della serie Rob Thomas e con molti degli attori della versione tv — più qualche sorpresa come James Franco —, a maggio in dvd, è disponibile in rete da venerdì Detective Kristen Bell (33 anni) scorso (in Italia su Chili tv, Google Play, Xbox, Cubovision, Psn, oltre che su iTunes), dove è balzata in testa ai film più scaricati , e in circa 300 sale Usa. La strada verso il film (si parla già di sequel) è stata segnata dai record, come il numero più alto di sostenitori raggiunto per un’iniziativa su Kickstarter e la cifra più corposa mai raccolta (e alla velocità maggiore) per un progetto cinematografico. Un traguardo per cui regista e cast si sono impegnati in prima persona, sapendo di poter contare sull’amore dei fan per la serie. 36 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Il personaggio Spettacoli 37 Il giudice spiega il successo al debutto per i piccoli aspiranti cuochi: il segreto è che si divertono e fanno divertire Barbieri con i bimbi di Masterchef: loro sanno giocare, Almo senza stile «Il verdetto su Federico era unanime. I sospetti sono ridicoli» MILANO — «Non sono certo uno che le manda a dire», premette Bruno Barbieri per chi ancora non avesse capito bene il carattere di questo chef da sette stelle Michelin. Lui, che è solito chiudere le sue frasi scandendo un plateale «punto», mai come questa volta ne ha diversi da mettere. Perché dalla finale di «Masterchef» sono successe diverse cose e su tutte Barbieri ha le idee chiare. Partendo dal debutto di «Junior Masterchef»: un esordio che ha fatto gli stessi ascolti della versione per adulti (700 mila spettatori medi). «Un successo ne segue un altro. E’ stato bello vedere che chi guardava “Masterchef” non ha mollato. La gente si è divertita, in diversi si sono anche commossi. Anche Avvenire lo ha apprezzato. E’ un programma con cui si poteva rischiare un sacco». Per via dei bambini? «Si, quando ci sono i piccoli di mezzo tutti sono pronti a polemizzare. Qualcuno ha detto che poteva non essere giusto farli competere, ma allora le partite di calcio la domenica cosa sono? E le gare di sci?». Lì non ci sono le telecamere... «Allora lo “Zecchino d’oro”? Ma sono competizioni sane, come la nostra». Barbieri crede anche che il programma possa avere un valore educativo: «Nella prima puntata abbiamo parlato di spezie, alcuni bambini hanno scoperto cosa è il curry o la noce moscata. Era quello che faceva mia nonna con me e mia sorella. I bambini poi si divertivano». Co- In onda Bruno Barbieri, 52 anni, con un piccolo cuoco a Masterchef to la sconfitta. Federico ha vinto perché ha cucinato meglio. Punto». C’è stata l’unanimità? «Eravamo tutti e tre d’accordo, al 100%». La moglie di Almo ha detto di averla sentita dire che il polipo di Federico sapeva di detersivo... «Forse non ha sentito quando ho detto che il fegato grasso di Almo sapeva di ciccioli. La finale è come una partita di calcio: vince chi segna. Almo ha cucinato peggio. E’ come con le guide per noi chef: un tuo collega vince una stella e tu no. A quel punto cosa dici? “Sì però io cucino meglio?” No dai...». Piuttosto, sostiene, conviene impegnarsi per migliorare. Una lezione da applicare anche ai 12 minuti di diretta della finale? «Quella era una festa che ❜❜ Stelle e gol In cucina è come sul campo di calcio: vince chi segna. Protestare dopo non serve a nulla Primo e secondo Federico Ferrero (a sinistra) e Almo Bibolotti: sono arrivati primo e secondo a «Masterchef» sa ne pensano gli psicologi? Non tutti hanno applaudito al programma. «Non sono uno psicologo. Io ho visto i ragazzi giocare con il cibo. E i genitori non mi sembravano ossessionati: facevano il tifo. Ho trovato tutto molto normale». Normalità: non ce n’è stata molta dopo la finale di «Masterchef». Cosa pensa del «caso scommesse»? «Una vicenda ridicola. Il “caso” riguarda una società di scommesse maltese che ha accettato puntate su un programma registrato, cosa che il Monopolio di Stato aveva vietato. Sembra un trucco di questa società per avere pubblicità». Il pepe sulla finale lo ha aggiunto anche Almo, secondo classificato: ha detto che la vittoria spettava a lui, ha parlato di «farsa». «Il problema è che il giudizio spetta ai tre giudici. A nessuno piace perdere ma Almo poteva metterci un po’ più di stile. Non ha accetta- volevamo regalare ai nostri fan al termine di un’edizione con numeri enormi: è stato il programma di intrattenimento più visto di sempre di Sky. Dieci minuti di divertimento in cui per la prima volta, con uno show inattaccabile, abbiamo mostrato una gamba. E tutti si sono accaniti. Ma vorrei tranquillizzare: alla fine siamo andati a dormire e ci siamo svegliati come ogni giorno, noi giudici e il pubblico». In ogni caso, con la prossima edizione si potrà fare meglio, no? «Ma non so neanche chi saranno i giudici della prossima edizione». Però questa sembra tanto una bugia. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso «Le due leggi», con Elena Sofia Ricci, spostata al 25 marzo. Modifiche per i riferimenti a una società esistente, il tema è scottante Slitta la fiction sulla banca, il mistero della lettera alla Rai U na fiction che scotta. Questo è uno dei pochi punti certi. Si intitola «Le due leggi», protagonista è la brava attrice Elena Sofia Ricci che interpreta una direttrice di banca. Dapprima «cattiva», poi redenta e «buona». Quel che emerge dal film tv sono truffe continue di questa banca ai danni dei clienti. La Rai prevede la messa in onda l’11 e 12 marzo. Ma d’improvviso la fiction, il giorno prima, viene sospesa. Motivo ufficiale poco chiaro. Pare ci fosse una banca (secondo alcuni), una società finanziaria vicino al fallimento (secondi altri), con nomi troppo vicini a nomi realmente esistenti. Quin- di l’ufficio legale Rai avrebbe intravisto un pericolo serio e avrebbe fermato la messa in oda per valutare e porre rimedio. Possibile che questioni di una tale importanza vengano valutate all’ultimo minuto? Coincidenza vuole che l’Abi, Associazione bancaria italiana, qualche giorno prima avesse scritto una lettera alla presidente Rai, Annamaria Tarantola, (che nel suo prestigioso curriculum vanta anche un’alta carica dirigenziale nella Banca d’Italia) per sensibilizzarla sui temi trattati dalla fiction. Nelle anticipazioni, trailer, schegge del web, era possibile infatti constatare la «pesantezza» dei temi Trailer Elena Sofia Ricci, 52 anni, nella fiction è la direttrice di banca Adriana Zanardi. Tra i suoi successi in tv si ricordano «I Cesaroni» e la fiction su Falcone trattati: una direttrice che ruba i soldi ai clienti, un imprenditore che si suicida proprio all’interno della banca che gli nega i soldi di cui ha bisogno. Abi resta senza parole. Si preoccupa seriamente per la fotografia che esce da «Le due leggi», per la gravità della narrazione. E decide di scrivere appunto una lettera alla presidente. Abi dice di non aver ricevuto al momento alcuna risposta dalla Tarantola, per cui di non sapere cosa la Rai abbia deciso di fare rispetto alle questioni sollevate dall’Associazione. Quel che si sa è che la messa in onda è slittata al 25-26 marzo e che attualmente si sta provvedendo, in post produzione, a modificare, rivedere il doppiaggio, togliere i richiami visivi e il logo della banca che riportano a nomi e loghi esistenti. E sulle scene forti? Sui contenuti più drammatici ci sono modifiche in corso? Resta il mistero. A viale Mazzini fanno notare che se la Rai non avesse voluto trattare certi temi non avrebbe girato la fiction e non sarebbe certo un taglio a cambiare il senso del film tv. Quanto alla lettera dell’Abi, si fa notare ancora che se fosse vera dimostrerebbe solo che il vertice Rai è impermeabile a pressioni esterne. Maria Volpe © RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Salta il ritorno di Ruggeri da Bignardi, lite con La7 Adesso bisognerà capire se alla fine ci andrà davvero. Perché Enrico Ruggeri non ha preso benissimo quello che dalla redazione di «Le invasioni barbariche» giurano sia stato solo un banale spostamento. Il cantante, ospite (nella foto) della puntata del 12 marzo del talk di Daria Bignardi, doveva tornare mercoledì. Ma l’appuntamento è saltato. Ruggeri ha scritto sui social network che da La7 avrebbero motivato così la scelta: «Il programma è in crisi di ascolti e gli ospiti vengono scelti dalla rete e non dalla redazione, né dalla conduttrice». «Sono rammaricato per Daria Bignardi, non più in grado di decidere la linea della trasmissione, né di mantenere la parola data», ha scritto Ruggeri, avanzando l’ipotesi della censura: «Credo che in realtà l’ascolto della canzone “L’Onda” abbia determinato questa maldestra e disonorevole retromarcia: forse il testo ha messo in imbarazzo qualcuno». In molti sul web hanno applaudito al suo coraggio, tra cui Rita Pavone e Red Ronnie, ma dalla redazione del programma hanno ribadito: «Era solo uno spostamento». La7 non ha gradito lo sfogo: «E’ assolutamente fuori luogo parlare di censura a La7. Probabilmente Ruggeri è in calo con la prevendita e quindi in cerca di pubblicità». E sull’ipotesi della Bignardi «commissariata» per la scelta degli ospiti: «Non è così. Gli ospiti vengono scelti dalla redazione, come sempre». Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 38 Sport il sondaggio da uno dei nostri inviati a Verona Marquinho attacca 6 RAFAEL Beffato dal tocco ravvicinato di Palacio, sul raddoppio di Jonathan deve prendersela con i suoi difensori. Incolpevole. 6 CACCIATORE Spinge moltissimo cercando l’uno-due con Romulo. 5 MORAS Il vecchio marpione si fa sorprendere dall’esuberanza di Icardi. E nell’area interista, di testa, fallisce la clamorosa occasione per riaprire i giochi. 4 MAIETTA Bruciato da Palacio sul primo gol, regala il secondo a Jonathan. Serata nera. 4 ALBERTAZZI Sull’1-0 l’errore più grave è il suo perché, pur scivolando, dà il via libera a Jonathan per il cross. Complice anche sul raddoppio nerazzurro. 5,5 SALA Alla prima da titolare, con appena 110 minuti di campionato sulle gambe, gioca contratto, quasi intimorito. 5 DONATI Preferito a Donadel, fa poco filtro e non riesce a organizzare le ripartenze. 6,5 MARQUINHO Dà fiato alle trombe veronesi, attaccando bene sul centro sinistra. Suo il cross-assist per Moras. 5 ROMULO Giocando nei tre davanti gli manca lo spazio per allungare, che è la sua caratteristica principale. Spreca un bel contropiede e alla fine, proprio sotto gli occhi di Prandelli, gioca una delle partite più anonime della stagione. 6 TONI L’anima del Verona, il suo punto di riferimento. Ranocchia lo ingabbia, ma il centravanti ci prova sino alla fine. Il c.t. in tribuna prende appunti: Luca, con la crisi di attaccanti che c’è, sta diventando un’opportunità per il Brasile. 6,5 ITURBE Primo tempo grigio, nella ripresa invece sgasa sulla sinistra creando molti pericoli. 6 MANDORLINI Due punti nelle ultime sei partite in casa. Il Bentegodi non è più un fortino sicuro, ma terra di conquista. Senza Jorginho è tutto più difficile. Festeggia male le centocinquanta panchine con l’Hellas. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le pagelle Inter da uno dei nostri inviati a Verona Hernanes magistrale 6,5 HANDANOVIC Doppia parata bellissima nel recupero: prima su Iturbe e poi su Romulo. 6 CAMPAGNARO Fa il suo. Solido e concreto, soffre la velocità di Iturbe. 7 RANOCCHIA Fa a sportellate con Toni, vincendo quasi ogni duello. E nella ripresa due chiusure salva-Inter: la prima in scivolata, la seconda di testa. Sta tornando buono anche per la nazionale. 6,5 ROLANDO Porta fuori Toni con tempismo evitando un pericolo. 7 JONATHAN Prima l’assist per Palacio e poi il gol, il terzo in campionato. Chirurgico e anche padrone assoluto della fascia destra. 6 GUARIN Il cross per la traversa di Icardi e un bel lancio in profondità per lo stesso Maurito. Ma quando il Verona alza il ritmo, il colombiano si prende un turno di riposo. E il tiro proprio non funziona. 6 CAMBIASSO Soffre moltissimo la velocità, non sempre costruttiva, degli avversari. 6,5 HERNANES Il Profeta sino all’intervallo gioca troppo basso. Dinamico e dentro il gioco nella ripresa in cui, con una punizione a girare, colpisce l’incrocio dei pali. Magistrale l’apertura per Jonathan nell’azione del raddoppio. 6 D’AMBROSIO Il debutto da titolare è favorito da un affaticamento muscolare che ferma Nagatomo. Comincia bene, poi va in difficoltà. Al 70’, infortunato, lascia al capitano Zanetti. 6 ICARDI Formidabile incornata sulla traversa e gran palla all’indietro per Guarin nella ripresa. Ha numeri da campione però è discontinuo. 6,5 PALACIO Tredici gol come Toni, 37 nell’Inter. Un bel modo per festeggiare il rinnovo del contratto. 7 MAZZARRI Si sgola nel primo tempo perché la squadra sta troppo bassa. Ma alla fine festeggia: seconda vittoria di fila, sesto risultato utile e, almeno per una notte, scavalca la Fiorentina al quarto posto. Alberto Contador (Tinkoff) si è aggiudicato la quarta tappa della Tirreno-Adriatico, 244 km con arrivo Cittareale Selvarotonda in provincia di Rieti. Lo spagnolo, che ora insegue il leader Kwiatowski a 16’’, ha preceduto di 1’’ il colombiano Quintana e l’altro spagnolo Moreno. Parigi-Nizza: tappa in volata all’olandese Slagter, il colombiano Betancur resta leader. Vota con uno squillo. Chiamata gratuita A Le pagelle Verona Ciclismo, alla TA vince Contador L’Inter ha vinto anche contro il Verona dell’ex Mandorlini. Secondo voi i nerazzurri meriterebbero di terminare il campionato al quarto posto (A) o in una posizione più arretrata (B)? +39 029 475 4851 B +39 029 475 4852 L’anticipo La squadra di Mazzarri è apparsa trasformata e ha colpito anche due traverse con Icardi e Hernanes. Toni lotta ma è sempre murato DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VERONA — È un’altra Inter, un’Inter che adesso funziona. Questo ha detto il successo con il Verona, che in casa non vince dal 22 dicembre (Lazio), ma che aveva rimontato due gol alla Juve e che resta una bella squadra, anche se in un momento in cui non tutto gira per il verso giusto, come vorrebbe Mandorlini (150 panchine gialloblù). Non sono soltanto i due gol (Palacio, 13° rete, giusto per bagnare il contratto e Jonathan, uno per tempo) a dare il senso di un’Inter trasformata, rispetto a quella di dicembre-gennaio e non sono nemmeno i numeri, che pure certificano il buon momento (14 punti nella ultime sei partite, senza sconfitte) o il quarto posto in attesa della Fiorentina. È il modo in cui i nerazzurri hanno cominciato a muoversi, a giocare, a credere in se stessi, ad essere squadra, che autorizza l’idea di una metamorfosi reale, rispetto alla squadra che stentava contro tutti e tutto. Mazzarri 0 2 Verona Inter Marcatori: Palacio 14’ p.t.; Jonathan 19’ s.t. VERONA (4-3-3): Rafael 6; Cacciatore 6 (Martinho s.v. 30’ s.t.), Moras 5, Maietta 4, Albertazzi 4; Sala 5,5, Donati 5 (Cirigliano s.v. 41’ s.t.), Marquinho 6,5 (Cacia s.v. 41’ s.t.); Romulo 5, Toni 6, Iturbe 6,5. All.: Mandorlini 6 INTER (3-5-2): Handanovic 6,5; Campagnaro 6, Ranocchia 7, Rolando 6,5; Jonathan 7, Guarin 6 (Kovacic s.v. 29’ s.t.), Cambiasso 6, Hernanes 6,5 (Kuzmanovic s.v. 46’ s.t.), D’Ambrosio 6 (Zanetti s.v. 25’ s.t.); Icardi 6, Palacio 6,5. All.: Mazzarri 7 Arbitro: Banti 6 Ammoniti: Donati, Cambiasso, Albertazzi Recuperi: 0’ più 3’ Inter vista Europa ha vissuto mesi tremendi, ma, salvo smentite dal campo, è proprio nel periodo più buio che ha costruito, attraverso la sofferenza, una squadra non più all’anno zero. L’Inter è partita forte ed è arrivata al riposo in vantaggio, ma con il fiatone e tra molti tormenti. Nei primi venti minuti, ha colpito la traversa con Icardi (colpo di testa), ha avuto un’altra buona occasione ancora con l’argentino (a lato), è andata in vantaggio con Rodrigo Palacio, liberissimo in area, per correggere il cross dal fondo di Jonathan (14’) e ha continuato a spingere con forza, cercando il raddoppio. Gioco veloce, buona occupazione del campo, movi- Atalanta - Sampdoria LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,35 2,90 3,40 1 X 2 2,70 3,10 2,70 1 X 2 2,30 3,20 3,15 ore 12.30 Under 1,63 Over 2,15 ore 15.00 Under/Over 2,5 Under 1,60 Over 2,20 Livorno - Bologna LIVE Risultato Finale menti negli spazi, cross dal fondo: i nerazzurri hanno rubato l’iniziativa all’avversario e hanno messo in vetrina un calcio rigoroso e organizzato. Il Verona è entrato in partita a metà primo tempo e la scossa è venuta da una conclusione a lato di Mar- Under/Over 2,5 Cagliari - Lazio LIVE Risultato Finale Palacio e Jonathan abbattono il Verona I nerazzurri salgono al quarto posto ore 15.00 Under/Over 2,5 Under 1,63 Over 2,15 quinho. È qui che ha cominciato a giocare anche Toni, rimasto senza rifornimenti fino a quel momento ed è iniziato il duello rusticano con Ranocchia, sfociato nell’episodio che alla mezz’ora ha creato una specie di sollevazione popolare: il contatto Milan - Parma LIVE Risultato Finale 1 X 2 1,85 3,50 4,25 ore 15.00 Under/Over 2,5 Under 1,85 Over 1,85 Sassuolo - Catania LIVE Risultato Finale 1 X 2 2,25 3,20 3,20 Under 1,68 Over 2,07 Fiorentina - Chievo LIVE Risultato Finale 1 X 2 1,53 3,85 6,50 ore 15.00 Under/Over 2,5 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,80 Over 1,90 Genoa - Juventus LIVE Risultato Finale 1 X 2 a. b. SNAI S.p.A. concessione n° 4028 - 4311 - 4801 - 4501 - 15215a 8,50 4,00 1,43 Risultato Finale 1 X 2 3,25 3,25 2,20 Under 1,87 Over 1,83 domani, ore 19.00 Under/Over 2,5 Under 1,85 Over 1,85 Roma - Udinese LIVE Risultato Finale 1 X 2 Consulta le probabilità di vincita dei giochi con vincita in denaro su www.aams.gov.it, www.snai.it o presso il tuo Punto SNAI E’ vietato il gioco ai minori di anni 18 Il gioco può causare dipendenza patologica 1,40 4,25 8,50 ore 20.45 Under/Over 2,5 Torino - Napoli LIVE Le quote sono soggette a variazioni. Aggiornamenti nei Punti SNAI o sul sito www.snai.it © RIPRODUZIONE RISERVATA in area fra i due piedi c’è stato, il rigore non sarebbe stato illegittimo, ma Toni, in equilibrio precario, ha accentuato la caduta, dopo aver perso l’equilibrio e questo ha indotto arbitro (Banti) e giudice di porta (Rocchi) a non fischiare il rigore (e a non ammonire l’attaccante per eventuale simulazione). Sulla spinta di uno stadio sempre più in ebollizione, il Verona è andato avanti con violente accelerazioni e l’Inter ha cominciato a sbandare, anche se ha dato l’impressione di riuscire sempre a tenere in fase difensiva, con linee vicine e compatte. Toni ha cercato in tutti i modi di fabbricarsi lo spazio per colpire, ma in un gioco di spinte date e domani, ore 21.00 Under/Over 2,5 Under 2,00 Over 1,73 Il dopopartita Jonathan si candida «Se Prandelli vuole io sono italiano» VERONA — Rodrigo Palacio ha fatto 13 e l’Inter è tornata da Verona con la convinzione di aver fatto un passo quasi decisivo verso l’Europa League. «Da qui a fine campionato dobbiamo continuare a giocare come abbiamo fatto col Verona. Hernanes? L’abbiamo voluto perché ho individuato in lui il giocatore in grado di far giocare la squadra come voglio». Poi il tecnico ha voluto precisare: «Ho un contratto sino al 2015 con l’Inter e intendo rispettarlo, il resto sono solo strumentalizzazioni». Andrea Ranocchia ha fornito la sua versione sul contatto in area tra lui e Luca Toni, che ha protestato con Banti chiedendo il rigore. «Ci siamo trattenuti a vicenda, poi lui ha messo il piede sopra il mio e si è tuffato. Ho tanto lavorato in allenamento per tornare ai massimi livelli e continuerò a farlo. Prandelli in tribuna? Per ora penso solo a giocare». Sorride Jonathan: «Vittoria molto importante: ora il Verona è più lontano. Siamo quarti in classifica in attesa di Fiorentina-Chievo e facciamo il tifo contro la squadra viola. Ho la nazionalità italiana e se Prandelli mi dovesse chiamare sono pronto». Prima della partita Piero Ausilio ha annunciato che dopo il rinnovo di Palacio è in arrivo pure quello di Guarin. «Ci stiamo lavorando: presto troveremo un accordo anche col colombiano. Iturbe? Sono convinto che abbia tutto per fare bene anche in un grande club: il problema è che il giocatore piace a tanti, non solo a Mazzarri». Nemanja Vidic, intanto, alla tv ufficiale del Manchester United si presenta agli interisti. «A fine stagione si chiuderà una parte importante della mia carriera, ma così è la vita e non vedo l’ora di affrontare questa nuova sfida con la maglia dell’Inter». Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Sport 39 Combinata, Pittin è terzo Volley, Città di Castello avanti Basket, Cantù aspetta Brindisi Combinata nordica: Alessandro Pittin 3° nella Gundersen di Falun. A Lenzerheide finali di Coppa del mondo di sci: Ligety (Usa) vince il gigante, 5° Nani. Nello slalom donne prima la Shiffrin (Usa), Costazza 9ª . Svindal rinuncia allo slalom (RaiSport1 ed Eurosport, 8.30 e 11), la Coppa va all’austriaco Hirscher. Oggi anche gigante donne (RaiSport1 ed Eurosport, 9.45 e 12.25). Serie A1, 21ª giornata. Ieri: Città di Castello-Latina 3-0; oggi, ore 17.30: Trentino-Perugia (RaiSport1); ore 18: Piacenza-Verona, Ravenna-Macerata, Vibo Valentia-Cuneo, Modena-Molfetta. Classifica: Macerata 52; Piacenza 51; Perugia 42; Trentino 36; Cuneo 29; Città di Castello e Modena 28; Verona 25; Ravenna 21; Vibo Valentia 19; Molfetta 17; Latina 15. Serie A, 23ª g. Oggi, ore 16.30: Sassari-Venezia; 18.15: Milano-Roma, Cremona-Avellino, Pistoia-Siena, Bologna-Reggio E., Caserta-Montegranaro, Pesaro-Varese; 20.30: Cantù-Brindisi (RaiSport1). Class.: Milano 34; Brindisi 32; Siena e Cantù 30; Roma e Sassari 28; Reggio E., Caserta, Venezia e Avellino 20; Pistoia 18; Varese e Bologna 16; Cremona e Montegranaro 14; Pesaro 12. Contro il Parma L’allenatore corregge il Milan super offensivo: Montolivo trequartista Seedorf: «Le colpe non sono mie Chiamato per costruire il futuro» Attacco ad Allegri e difesa di Balo (titolare). La gaffe su De Sciglio MILANO — Un allenatore assoluto, come l’ablativo. Sciolto da vincoli, risultati, responsabilità. Per tutto questo ripassare l’anno prossimo, perché qua è in corso la costruzione del futuro del Milan. Il presente (6 sconfitte su 11 partite, fuori da Coppa Italia e Champions)? È colpa del governo precedente. «Io non sono responsabile della situazione che si è creata, io sono venuto qui per cercare di migliorarla, è diverso». Clarence Seedorf ribadisce: lui è l’antivirus, se il paziente non migliora è perché il male era particolarmente radicato. Il predecessore Massimiliano Allegri non viene nominato, ma è difficile interpretare diversamente la frase «ho trovato una squadra fisicamente e mentalmente ai limiti. Il Milan recuperava le partite in extremis? Era la forza della disperazione». Forte dell’investitura di Silvio Berlusconi, lasciato indenne dal furore popolare che (così è stato annunciato) si indirizzerà verso l’ad Adriano Galliani e il giocatore divenuto simbolo dello scarso impegno, Mario Balotelli (oggi titolare e proprio per difenderlo), il tecnico olandese è sicuro che sarà sulla panchina del Milan anche il prossimo anno. È probabile che sia così. È difficile, però, che possa considerarsi immune troppo a lungo dalla logica dei risultati. Anche perché, a fine anno, Seedorf avrà allenato il Milan per un intero girone di ritorno. E per quanto la squadra abbia limiti oggettivi di cui non è certo il responsabile, in qualche infortunio pure lui è già incappato: per esempio quando ha spiegato la panchina di De Sciglio a Madrid con la necessità di risparmiare il giocatore per il Parma. Ma De Sciglio oggi sarà squalificato: in un clima di malumori diffusi, la gaffe non è passata inosservata. Poi c’è l’obiettivo fissato dalla società (l’ingresso in Europa League) con cui dovrà fare i conti. «Io a rischio? È un discor- Freddezza Rodrigo Palacio realizza il gol del vantaggio nerazzurro contro il Verona (Liverani) ricevute è sempre stato murato dagli avversari. Resta il fatto che pur contenendo gli impeti gialloblù, soprattutto sulla corsia di destra, dove D’Ambrosio e Hernanes hanno offerto una modesta resistenza e non sono mai riusciti a ripartire, l’Inter ha molto ballato e ha perso troppe palle. I nerazzurri hanno ripreso in mano la partita a inizio ripresa, dopo un intervento decisivo di Ranocchia in area. Hernanes ha colpito la traversa su punizione, ma è stata tutta la squadra che ha trovato i tempi e lo spazio per distendersi, arrivando abbastanza facilmente a portare il pallone nella zona calda. E dopo l’errore di Iturbe, i nerazzurri hanno costruito il secondo gol, nato da una intuizione di Hernanes, per Jonathan: primo tiro ribattuto da Rafael, che nulla ha potuto sul secondo. Il Verona ha avuto il merito di non arrendersi e il pallone per riaprire la gara, ma Moras di testa, solo in area, ha mandato alto (27’). E allora è uscita di nuovo l’Inter, che ha fatto possesso palla e che ha 13 16 Serie A Ieri VERONA-INTER Oggi, ore 12.30 ATALANTA-SAMPDORIA Ore 15 CAGLIARI-LAZIO LIVORNO-BOLOGNA MILAN-PARMA SASSUOLO-CATANIA Ore 20.45 FIORENTINA-CHIEVO GENOA-JUVENTUS Domani, ore 19 TORINO-NAPOLI Ore 21 ROMA-UDINESE Partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata su gol di Palacio senza rigori in 28 partite in A quest’anno gol segnati dalla difesa sui 46 totali realizzati in campionato dall’Inter ottenuto la possibilità del tris. È stato Handanovic a negare al Verona anche un gol, con un doppio intervento nel recupero su Iturbe e poi su Romulo. Ma sarebbe stato comunque tardi. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA struire un Milan competitivo». In realtà è già capitato al Milan, stagione 1996-97, e ad Arrigo Sacchi, chiamato a sostituire Tabarez e poi non riconfermato. «Ma la situazione è diversa. Io sono venuto qui per cercare di finire la stagione al meglio, ma soprattutto per costruire il futuro». Il presente però propone oggi alle 15 la sfida contro il Parma, già caldissima, per la contestazione annunciata («Dobbiamo rispettare i sentimenti dei tifosi, sono sicuro che ci sosterranno»), perché il Parma di un ex amato come Donadoni (15 risultati utili consecutivi) è avversario diretto per l’Europa e naturalmente per tutto quello che è successo dopo la batosta di Madrid. Non a caso, sarà affrontata con un deciso cambio di rotta rispetto al proclamato ❜❜ La carota Mario? Io uso solo carota o non carota Ho trovato una squadra ai limiti Difeso Mario Balotelli, 23 anni, messo sotto accusa da compagni e tifosi, giocherà titolare contro il Parma (Ansa) 28a giornata 0–2 Prossimo turno Atalanta Sampdoria Cagliari Lazio Fiorentina Chievo Genoa Juventus (4-4-1-1) 47 Consigli 29 Benalouane 2 Stendardo 33 Yepes 27 Del Grosso 20 Estigarribia 21 Cigarini 17 Carmona 10 Bonaventura 11 M.Moralez 19 Denis (4-2-3-1) 1 Da Costa 29 De Silvestri 28 Guastaldello 8 Mustafi 19 Regini 10 Krsticic 14 Obiang 11 Gabbiadini 23 Eder 21 Soriano 9 Okaka (4-3-1-2) 25 Avramov 14 F. Pisano 15 Rossettini 34 Del Fabro 29 Murru 21 Dessena 5 Conti 27 Vecino 7 Cossu 51 Pinilla 23 Ibarbo (4-3-3) 22 Marchetti 29 Konko 20 Biava 85 Novaretti 26 Radu 15 A. Gonzalez 24 Ledesma 5 Biglia 14 Keita 11 Klose 19 Lulic (3-4-3) 1 Neto 3 Diakité 2 Gon. Rodriguez 5 Compper 11 Cuadrado 21 Ambrosini 10 Aquilani 88 Anderson 66 Vargas 27 Wolski 33 M. Gomez (4-3-1-2) 28 Agazzi 21 Frey 3 Dainelli 12 Cesar 33 Rubin 8 Radovanovic 27 L. Rigoni 23 Guarente 56 Hetemaj 39 Stoian 43 Paloschi (3-4-3) 1 Perin 4 De Maio 8 Burdisso 15 Marchese 21 Motta 27 Matuzalem 91 Bertolacci 13 Antonelli 77 Konaté 11 Gilardino 10 Sculli (3-5-2) 1 Buffon 15 Barzagli 19 Bonucci 3 Chiellini 26 Lichtsteiner 23 Vidal 21 Pirlo 6 Pogba 22 Asamoah 9 Osvaldo 14 Llorente Arbitro: CERVELLARA di Taranto Tv: ore 12.30 Sky Calcio 1, Premium Calcio Arbitro: IRRATI di Pistoia Tv: ore 15 Sky Sport 1, Sky Calcio 2, Premium Calcio 2 Arbitro: MASSA di Imperia Tv: ore 20.45, Sky Calcio 2, Premium Calcio 1 Livorno Bologna Milan Parma Sassuolo Catania (3-5-2) 1 Bardi 17 Ceccherini 23 Emerson 85 Coda 15 Mbaye 24 Benassi 27 Biagianti 19 Greco 11 Mesbah 21 Belfodil 9 Paulinho (3-5-1-1) 1 Curci 5 Antonsson 14 Natali 22 Mantovani 33 Kone 4 Khrin 15 Perez 19 Christodoulopoulos 3 Morleo 99 Cristaldo 12 Acquafresca (4-2-3-1) 32 Abbiati 20 Abate 25 Bonera 17 Zapata 28 Emanuelson 15 Essien 34 De Jong 16 Poli 18 Montolivo 22 Kakà 45 Balotelli (4-3-3) 83 Mirante 2 Cassani 19 Felipe 6 Lucarelli 3 Molinaro 5 Gargano 32 Marchionni 16 Parolo 7 Biabiany 11 Amauri 99 Cassano (4-3-3) 79 Pegolo 33 Mendes 28 Cannavaro 6 Ariaudo 3 Longhi 45 Chibsah 4 Magnanelli 7 Missiroli 17 N. Sansone 9 Floccari 83 Floro Flores (4-3-3) 21 Andujar 2 Peruzzi 14 Bellusci 3 Spolli 22 P. Alvarez 13 Izco 10 Lodi 15 F. Rinaudo 26 Keko 9 Bergessio 28 Barrientos Arbitro: BERGONZI di Genova Tv: ore 15, Sky Calcio 3 so senza logica. Quante volte è successo nel calcio che uno, con un contratto di due anni, venga chiamato a metà stagione e poi mandato via dopo 3-4 mesi? Non sta in piedi. Ho un contratto e la fiducia della società: insieme faremo di tutto per co- Arbitro: CELI di Bari Tv: ore 15, Sky Calcio 1, Premium Calcio 1 Arbitro: VALERI di Roma Tv: ore 15, Sky Calcio 4 Premium Calcio 3 Arbitro: MAZZOLENI di Bergamo Tv: ore 20.45, Sky Sport 1, Sky Calcio 1, Premium Calcio 2 Viola Mario Gomez GENOA SAMPDORIA ATALANTA UDINESE CAGLIARI CHIEVO BOLOGNA LIVORNO CATANIA SASSUOLO (**) una partita in più; (*) una partita in meno © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì SPEZIA-PESCARA Ieri BARI-AVELLINO CITTADELLA-CARPI JUVE STABIA-TERNANA LATINA-TRAPANI MODENA-EMPOLI PALERMO-BRESCIA SIENA-CESENA REGGINA-CROTONE VARESE-PADOVA V. LANCIANO-NOVARA Classifica 72 58 55 47 45 43 40 38 36 35 Arianna Ravelli Serie B Sabato 22/3, ore 18 TORINO-LIVORNO Ore 20.45 CHIEVO-ROMA Domenica 23/3 ore 12.30 PARMA-GENOA Ore 15.00 BOLOGNA-CAGLIARI INTER-ATALANTA SAMPDORIA-VERONA UDINESE-SASSUOLO Ore 18.30 NAPOLI-FIORENTINA Ore 20.45 CATANIA-JUVENTUS LAZIO-MILAN JUVENTUS ROMA* NAPOLI INTER** FIORENTINA PARMA* VERONA** LAZIO TORINO MILAN calcio tutto offensivo: dentro molti centrocampisti (Essien e De Jong in mediana, Montolivo avanzato dietro le punte con Poli e pare Kakà) e un solo attaccante: Balotelli, che Seedorf difende da tutti e tutto. «Io uso solo carota o non carota. Il bastone è stato usato fino a quando sono arrivato io e abbiamo visto dov’era il Milan — è l’ultimo attacco ad Allegri rilasciato a Milan Channel —. Ho trovato una squadra fisicamente e mentalmente ai limiti. Io lavoro con il sorriso e non intendo cambiare. Le punizioni non servono, cerchiamo di costruire rapporti tra adulti». 35 34 34 31 29 24 23 21 20 18 29a giornata 0-1 1-0 1-0 2-3 0-1 0-0 2-0 1-0 1-4 0-3 2-1 Classifica Palermo 56; Empoli e V. Lanciano 47; Trapani, Crotone e Latina 45; Avellino 44; Cesena 43; Siena (-7) 42; Pescara 41; Spezia 40; Carpi 39; Ternana 38; Brescia e Modena 37; Varese 36; Bari (-3) 35; Novara 31; Cittadella e Padova 26; Reggina 25; Juve Stabia 15 Prossimo turno Venerdì 21/3, ore 19: Trapani-Varese; ore 21: Avellino-Siena; sabato 22/3, ore 15: Brescia-Spezia, Cesena-Juve Stabia, CrotoneBari, Empoli-Reggina, Modena-Latina, Novara-Carpi, Padova-Cittadella, Pescara-Palermo, Ternana-V. Lanciano ✒ Una confusione da risolvere in un solo modo di DANIELE DALLERA È il momento di essere arrabbiati, delusi, ma non di contestare squadra e società, inutile espressione di forza, per nulla costruttiva. Lo capiscano gli ultrà del Milan. Prendersela per esempio con Adriano Galliani è un non senso, un dirigente da ringraziare, per il lavoro svolto e anche per quello che non gli è stato consentito di fare. Se fosse stato per lui, al Milan sarebbe arrivato Tevez, Pato sarebbe stato ceduto prima con un beneficio finanziario maggiore per la società. Non sarebbe nemmeno arrivato Seedorf che Galliani non ama. È inaccettabile dimenticare vittorie imprese scudetti coppe gioie campioni, storia rossonera scritta anche da Galliani a cui, ovviamente, come a ogni «scrittore» sono capitate pagine non riuscite. Ma i suoi libri pieni di vittorie sono da conservare in biblioteca, non certo da stracciare. Galliani non deve neppure sbagliare il prossimo capitolo, il più duro, il più faticoso da scrivere, il titolo è «Il passo indietro». Un uomo avveduto come lui, prima di tutti noi, ha capito che forze nuove si sono affacciate al Milan avendo nei cromosomi tutti i diritti di questo mondo per chiedere il giusto spazio. Barbara Berlusconi ha idee diverse, è fin troppo chiaro, le si dia la possibilità di prendere in mano il Milan e di guidarlo. Il duopolio creato, questa convivenza dirigenziale confusa e pasticciona Galliani&Barbara Berlusconi non ha ragione di esistere e di resistere, la può sciogliere con un gesto elegante (ovviamente ben ricompensato) solo Galliani. P.S. Si dia tempo a Seedorf, sicuramente non è il primo colpevole della povera situazione attuale, ma scenda dal piedistallo perché se da campione ci poteva stare e dare lezioni, da allenatore per adesso non può salire in cattedra. Farà grandi cose. La prima? Ascoltare e imparare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 40 ESPERTO SALES & MARKETING Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care inglese francese pc offerte ordini offresi. 331.12.23.422 ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. Contattare 334.16.25.041 dalle 18 alle 19,30 AIUTO contabile, impiegata commerciale con pluriennale esperienza offresi. Automunita. 340.59.89.168. 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Partita scorbutica, caratterizzata dalla doppia espulsione di Willian e Ramires. Il gol decisivo per l’Aston Villa porta la firma di Delph. Oggi Manchester United-Liverpool e TottenhamArsenal. In Spagna una rete di Cristiano Ronaldo (24° gol in campionato) permette al Real Madrid di passare a Malaga, un successo che consente ai bianchi di Ancelotti di conservare la leadership nella Liga, portandosi a quota 60. Oggi Barcellona-Osasuna. In Germania il Bayern Monaco supera 2-1 il Bayer Leverkusen, porta a +23 il vantaggio sul Borussia Dortmund e centra la 50a partita senza sconfitte. Record. © RIPRODUZIONE RISERVATA Capolista Assenti anche Marchisio, Giovinco, Pepe e Vucinic La Juve senza Tevez per blindare lo scudetto e pensare alla Coppa incombente — è la gestione delle risorse. Certe scelte possono apparire micragnose, ma è Conte ad avere sotto controllo la situazione e a stabilire le priorità. Dunque a Genova non ci sarebbero «rotazioni». Difesa titolare davanti a Buffon, 476 come Zoff (auguri), Vidal e Pogba saranno i giannizzeri di Pirlo, Lichtsteiner e Pogba nei corridoi di competenza. Il Genoa non è quello dell’andata, Gasperini ha rego- Contro il Genoa via ai 15 giorni di fuoco DAL NOSTRO INVIATO Serie B Palermo vola Rivoluzione al Varese Il Varese rianima il Padova perdendo in casa 3-0 e caccia l’allenatore Gautieri e il d.s. Milanese. In panchina ritorna Sottili. In classifica continua la fuga solitaria del Palermo che costringe il Brescia alla quarta sconfitta consecutiva e approfitta del pareggio dell’Empoli a Modena per aumentare a nove i punti di vantaggio. Il Lanciano aggancia proprio l’Empoli al secondo posto e anche il Trapani si fa sotto, battendo il Latina e agganciandolo al quarto posto. Dove sale anche il Crotone che stravince il derby calabrese sul campo della Reggina. A scuola di calcio GENOVA — Un vuoto apparentemente allarmante quello di Carlitos Tevez sul bus sociale che scende dal Turchino, spazzato dalla tramontana, verso Genova. Il capocannoniere del campionato non è stato convocato per la seconda partita consecutiva, a causa dell’infiammazione al tendine rotuleo. Dopo l’Europa League con la Fiorentina salta anche il Genoa. Nella lista dei convocati mancano anche Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco, oltre a Pepe e Vucinic, ma le loro assenze erano previste per via degli infortuni muscolari subiti contro la Fiorentina, entrambi meno gravi del previsto. «Niente lesioni, qualche giorno e si torna in squadra» ha scritto su Facebook Marchisio. Tevez, invece, ha «cinguettato» gli auguri a suo padre. «Mi hai insegnato a essere uomo i miei dolori sono i tuoi e i miei suc- cessi le tue soddisfazioni». Malgrado la seconda assenza consecutiva, alla Juventus non sono preoccupati. L’acciacco dell’Apache è considerato meno grave di quelli di Marchisio e Giovinco. Antonio Conte onora il sabato del silenzio e convoca verso sera 21 giocatori, tra cui due ragazzi della Primavera, il centrocampista Vykintas Slivka e l’attaccante Younes Bnou-Marzouk. Le punte saranno Osvaldo e Llorente, con Quagliarella, che a volte ritorna. Contro il vecchio Grifo rivitalizzato da Gasperini, che all’andata si immolò di 17 i punti di vantaggio che oggi la Juve in caso di vittoria avrebbe sulla Roma con 2 gare in meno fronte a Madama bisognosa di cerotti dopo le due batoste consecutive di Firenze (campionato) e Madrid (Champions), cominciano le due settimane che potrebbero cambiare l’anno sociale bianconero. Oltre Parola di Gasperini «Abbiamo la voglia giusta, possiamo metterli in difficoltà, le voci societarie non ci hanno distratto» Verso il titolo Arturo Vidal, 26 anni e 11 reti in campionato e Pablo Daniel Osvaldo, 28 anni (Ansa) Genoa, Fiorentina (Europa League), Catania, Parma e Napoli, in caso di vantaggio inalterato o addirittura aumentato (con la Roma domani, stasera la Juve potrebbe trovarsi a quota 75, 17 lunghezze più dei gialloros- si: fa effetto anche se ci sono due partite da recuperare), Conte virerebbe decisamente sull’Europa League, se riuscisse la rimonta a Firenze. Per tutto il mese di marzo il campionato è al primo posto dei pensieri bianconeri. Lo scudetto rimane l’obbiettivo primario, anche se Madama farà di tutto per ribaltare l’1-1 che ora premia i viola. Il problema, a questo punto del tragitto — considerando anche il Mondiale larizzato la stagione e sarebbe pure messo meglio se non fosse incappato in qualche svista arbitrale. È tornato Gasperson, manager all’inglese, a maggior ragione in questo momento, in cui si parla di cessione della società, anche se Enrico Preziosi smentisce. «La Juve è la squadra più tosta per vedere quanto siamo cresciuti. Abbiamo la voglia giusta, possiamo metterli in difficoltà, ma nessuno pensi che si possa travolgere i bianconeri. La squadra si è allenata bene. Le voci societarie non ci hanno distratto. Anzi, mi è capitato di sentire Preziosi e l’ho trovato fiducioso e soddisfatto di quanto abbiamo fatto». Manca Tevez, ma non un buon motivo per accomodarsi al Ferraris. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Dai bianconeri alla Samp, dal Sassuolo al Brescia, tutti colpiti da una struttura che in pochi anni ha quadruplicato gli spettatori di un club di seconda serie Brighton esempio virtuoso, l’Italia vuol lasciare l’ultimo stadio Una delegazione di presidenti in visita all’impianto inglese Mazzia, ad della Juve: «È tutto il sistema che deve evolversi» DAL NOSTRO INVIATO BRIGHTON — «Tutti — e dico tutti — i seggiolini, come potete vedere, sono imbottiti per dare la massima comodità allo spettatore, anche nel settore ospite. In due anni e mezzo ne abbiamo sostituiti appena sei...». L’umore della insolita comitiva in visita guidata all’Amex Stadium di Brighton, 28 mila tifosi presenti per la partita di martedì sera contro il Queens Park Rangers (vinta 2-0), tende alla depressione profonda: troppo bella questa struttura dove si celebrano anche i matrimoni, troppo costosa, troppo perfetta, soprattutto pensando al filo spinato, alle gabbie, ai petardi e all’inciviltà complessiva di molti stadi italiani. Ma un viaggio sulla luna — organizzato dalla figlia d’arte Ludovica Mantovani e dal suo attivissimo forum «Football Avenue» — serve a tenere lo sguardo verso l’alto, anche quando si torna a casa: presidenti e dirigenti di A, B e Prima divisione sono sbarcati sulla costa sud dell’Inghilterra a visitare gli incredibili impianti di una squadra di Championship, il Brighton & Hove Albion, che lotta per l’accesso alla Premier. Lo stadio da 120 milioni di euro e il centro sportivo ancora in costruzione da 40 però sono già di categoria superiore. Grazie all’American Express, che è di Brighton, e al presidente campione di poker Tony Bloom. I rappresentanti di Juventus, Sampdo- Vittorio Garrone «Il divario tra noi e gli altri è profondo, abbiamo buttato via dieci anni e tantissime risorse. Ora dobbiamo osare» ria, Sassuolo, Brescia, Varese, Lanciano, Entella, assieme al d.g. della Lega B Paolo Bedin e al responsabile dei progetti sportivi del Comune di Firenze, Jacopo Vicini, sono venuti a vedere come una società, grazie al suo nuovo impianto, sia passata in tre anni da 6 mila a 27 mila spettatori a partita (23 mila mila quelli abbonati) dando lavoro a 1.200 persone: erano 180, nel 2011 con il Brighton in terza serie. Il bilancio del viaggio di istruzione è agrodolce. Ma qualcosa, come dimostrano le accelerazioni del Milan, il progetto ormai pronto della Roma, gli esempi virtuosi di Juve, Udinese, Sassuolo, sta cominciando davvero a muoversi sulla questione stadi. «Quello che abbiamo visto è la conferma che siamo sulla strada giusta — dice Aldo Mazzia, amministratore delegato della Juventus —. Siamo molto contenti di vedere che in Italia ci Gioiello A sinistra, una vista dall’alto dell’American Express Community Stadium di Brighton, inaugurato nel 2012: tiene fino a 30 mila spettatori nella serie B inglese. Sopra, la visita nel cantiere del nuovo centro sportivo: a sinistra il ceo del Brighton Paul Barber parla con l’a.d. della Juve Aldo Mazzia. Nel tondo, il dettaglio del centro, con 15 campi, che comprende anche l’Academy sono altre realtà disposte a seguire il nostro esempio, perché è tutto il sistema che deve evolversi». Le altre — considerato che la legge di stabilità prevede procedure semplificate per l’approvazione dei progetti e misure compensative per attirare gli investitori privati — hanno sempre meno alibi: «L’esperienza di un viaggio come questo — dice Vittorio Garrone della Sampdoria — non la dovremmo fare solo noi proprietari delle squadre, ma anche i sindaci e i tutti i vari burocrati del nostro sistema. Non pensavo che il divario con certe realtà fosse così profondo. Abbiamo buttato via dieci anni e tantissime risorse. Adesso dobbiamo avere coraggio, osare, spingere per costruirci una casa nostra, altrimenti non ha più senso continuare». «Viste dall’Inghilterra la lentezza e le difficoltà italiane sono evidenti — dice Lorenzo Pierini, architetto della londinese Kss che ha progettato lo stadio di Brighton e che ha deciso di avvalersi di un partner per la conoscenza delle nostre procedure urbanistiche —. Ma tutti gli interlocutori con cui ci siamo confrontati sono molto interessati a sviluppare i loro progetti. Brighton è un modello molto alto, ma ogni società può fare lo stadio secondo le proprie finanze». Gli altri proprietari al seguito, Corioni del Brescia, Laurenza del Varese, Maio del Lanciano, Gozzi dell’Entella, annuiscono convinti. Portare presto a casa un pezzetto del modello inglese, lasciando ovviamente in pace i seggiolini, ormai è una necessità. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 42 Sport Ippica Nel «Premio Calvairate» Priore Philip corre per la vittoria contrastato dal rivale Adams San Siro riapre e fa il «miracolo» In pista per le future classiche Per la prima volta un drone garantirà inquadrature dall’alto MILANO — C’è una sola magia più affascinante di un Gran premio di purosangue: la vigilia della prima giornata delle corse primaverili di preparazione ai futuri Gran premi, quando alla riapertura dell’ippodromo di San Siro gli impensabili (in città) alberi monumentali e le lussureggianti fioriture di uno degli ultimi polmoni verdi della metropoli nutrono la brezza che accarezza e agita le grandi scuderie come i minuscoli proprietari, tutti sognanti che il loro cavallino, alle gabbie di partenza delle prime gare della stagione, si riveli un grande campione. E nel rosa dei fiori di pesco, nel verde abbagliante dell’erba della favolosa pista invidiata da tutta Europa, nel bianco delle tribune liberty disegnate nel 1920 da Vietti Violi, nella tavolozza delle giubbe colorate dei vari fantini, anche il semplice appassionato si sente per un paio di minuti, il tempo della corsa del suo beniamino, più ricco dello sceicco Maktoum, più aristocratico della Regina Elisabetta o più ippicamente competenti dell’Aga Khan. Il miracolo si ripete oggi a San Siro nelle prime 7 corse dell’anno dalle ore 14.30 alle 18. E di autentico miracolo si tratta, giacché le 50 mila persone che in Italia vivono di galop- po e di trotto (nell’agricoltura degli allevamenti, nella finanza delle aste e delle società di corse, nello sport agonistico degli allenatori e dei fantini e degli artieri) sono tra le vittime maggiori, eppure misconosciute, dei ritardi dello Stato nel pagare i propri debiti: che nel caso specifico sono i premi vinti a traguardo dal 2012, per i quali anche qui l’Europa ippica ha dato all’Italia un ultimatum che scade a fine mese, pena l’espulsione nel 2015 dalla seria A internazionale. Ecco perché ha del miracoloso l’apertura di San Siro, più an Simo di S ppodro successi di i te dell’i se va i o d n n re ri m tribune , il tre anni auto Gran Criteriu 95 il 9 colo Le Spetta ra, Priore Philip cere nel 2013 nel lontano 1 o n p ro e, so o capace di vi o ci era risuscit at n st ia È al o it fila. e l’ultim dopo ch ma, Ansa) m (Fotogra ancora che per il drone radiocomandato che per la prima volta trasmetterà dall’alto inquadrature inedite delle corse e del tondino. E l’apertura, come da tradizione dal 1921, festeggia appunto il «Premio Apertura», un handicap sui 1.600 metri, cioè una corsa nella quale il periziatore cerca di equilibrare le chance dei partenti caricando i più forti di qualche chilo in più sotto la sella dei fantini so- litamente pesanti fra i 50 e il 54 chili. Tra i 98 iniziali iscritti si era così creata una scala potenziale che andava dai 70 chili del panzer tedesco Orsino ai 48 chili del più debole Goldrake. In questa fisarmonica hanno accettato il peso assegnato 9 concorrenti fra i 60 e i 54 chili, che si disputeranno un successo tradizionalmente (e l’ippica è prima di tutto sport di cultura e tradizione) tra i più cari agli Sport e attrazioni Le riprese In tv (su UnireSat, canale 220 di Sky, e UnireTv) o davanti ai maxischermi dell’ippodromo si potrà godere per la prima volta delle riprese realizzate da un drone radiocomandato a distanza, che offrirà immagini dall’alto delle piste, del tondino, delle tribune, delle corse e del pubblico. Una camera-cap, sarà invece utilizzata da un fantino in occasione dei premi Apertura (montepremi 19.800 euro) e Calvairate Iniziative Tra le iniziative c’è un’attività di animazione per i bambini fino a 12 anni, disponibile presso il «Paddock Garden». I papà potranno invece ammirare una McLaren Mp4-12C, capace di sviluppare una potenza di 600 Cv a 7.500 giri al minuto e una velocità di 330 km/h Carabinieri a cavallo L’ippodromo ospiterà inoltre un drappello di Carabinieri a cavallo, in occasione del 126° anniversario dall’inaugurazione di San Siro che cade nel 2014, ma soprattutto per festeggiare i 200 anni della fondazione dell’Arma Sculture floreali Vicino all’ingresso della Scala Reale, nella Palazzina del Peso, saranno esposte numerose sculture floreali realizzate dall’artista Maria Cecilia Serafino I biglietti I biglietti d’ingresso possono essere acquistati via Internet sul sito www.ippodromomilano.it € 199 2 minuti di luce = 24 ore di energia € 199 € 179 Energia inesauribile, è ciò che ti distingue. Debiti di Stato Ultimatum dell’Europa all’Italia per il pagamento dei premi del 2012, pena l’espulsione dalla serie A al bizzarro Alegro apparso un pazzo furioso (com’era peraltro suo padre Montalegre) ma molto promettente nella sua solitaria galoppata di testa nell’unica corsa sinora disputata, e a Dress Drive combattivo come il suo papà inglese Yeats, eroe di tante edizioni della maratona della Gold Cup di Ascot Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA INESAURIBILE CRONO SPORT aficionados milanesi, benché non sia un Gran premio e neppure una gara ricca (20 mila euro il montepremi). Accanto all’«Apertura», però, le più attese sono appunto le gare di preparazione alle future classiche. Come il «Premio Calvairate» nel quale rientra dal «letargo» invernale il 3 anni Priore Philip, sei successi di fila, in particolare capace nel 2013 di vincere il «Gran Criterium» dopo che l’ultimo italiano ci era riuscito nel 1995: per l’alfiere della romana scuderia Ste.Ma., che porta il nome di un personaggio di un libro di Ken Follett, il principale avversario si annuncia Adams, raccomandato da una buona prova a Pisa e soprattutto dal prestigio della giubba della Dormello Olgiata. Battuto proprio da Priore Philip nel «Gran Criterium», Grey Grizzly sarà invece al via del «Premio Lodi Vecchio» sui 1.800 metri, dove dovrà stare attento all’imbattuto Dylan Mouth reduce da due vittorie romane con distacchi abissali, Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Sport 43 Sport paralimpici Formula 1, così al via a Melbourne In Australia è partita la caccia a Vettel e alla Red Bull il Gp d’Australia, prima prova del Mondiale 2014 di Formula 1, è partito questa mattina alle 7 (ora italiana) sul circuito di Albert Park a Melbourne (5.303 m), 58 giri per un totale di 307,574 km. La gara, trasmessa in diretta su Sky Sport F1 HD, verrà riproposta in differita alle 14 anche su Raiuno. Aggiornamenti in tempo reale durante la corsa e classifiche a fine gara sul sito www. corriere.it Pole Lewis Hamilton (Epa) Pole position per la Mercedes di Lewis Hamilton, che ha preceduto la Red Bull meno attesa, quella di Ricciardo. Quinto posto per Fernando Alonso, 11° per l’altro ferrarista Kimi Raikkonen proprio davanti al campione del mondo Vettel. 1ª fila Hamilton (Gbr) Mercedes 1’44’’231 Ricciardo (Aus) Red Bull 1’44’’548 2ª fila Rosberg (Ger) Mercedes 1’44’’595 Magnussen (Dan) McLaren 1’45’’745 3ª fila Alonso (Spa) Ferrari 1’45’’819 Vergne (Fra) Toro Rosso 1’45’’864 4ª fila Hülkenberg (Ger) Force India Kvyat (Rus) Toro Rosso 5ª fila Massa (Bra) Williams Button (Gbr) McLaren 6ª fila Raikkonen (Fin) Ferrari Vettel (Ger) Red Bull 7ª fila Sutil (Ger) Sauber Kobayashi (Gia) Caterham 8ª fila Bottas (Fin) Williams Perez (Mes) Force India 1’46’’030 1’47’’368 1’48’’079 1’44’’437 1’44’’494 1’44’’668 9ª fila Chilton (Gbr) Marussia Bianchi (Fra) Marussia 10ª fila Ericsson (Sve) Caterham Grosjean (Fra) Lotus 11ª fila Maldonado (Ven) Lotus Gutierrez (Mes) Sauber 1’45’’655 1’45’’867 1’34’’293 1’34’’794 1’35’’157 1’36’’993 s.t. 1’35’’117 LA GARA E I RISULTATI del Gp di Australia di Formula 1 su www.corriere.it 1’48’’147 1’47’’293 Rugby Dodici mesi fa il quarto posto, ieri il quinto cucchiaio di legno nel Sei Nazioni Disfatta finale con l’Inghilterra L’Italia si ritrova all’anno zero Sconfitta per 52-11. Brunel: «Difficile salvare qualcosa» ROMA — Solo 12 mesi separano il miglior Sei Nazioni di sempre da uno dei peggiori e se un anno fa l’Italia era quarta con 2 vittorie e una differenza punti di -36, ieri ha chiuso a quota zero (quinto cucchiaio di legno, il penultimo nel 2009) con un saldo negativo di 109. La tappa finale del calvario, la sfida all’Inghilterra, seconda nel Torneo vinto dall’Irlanda, è andata come peggio non sarebbe potuto: 52-11, 7 mete a 1. Un’altra Caporetto dopo quella di Dublino (7-46), con la sostanziale differenza che si giocava all’Olimpico (esaurito e in festa grazie anche a 15 mila inglesi) e le ultime tre vittorie dei bianchi a Roma erano state, nell’ordine, per 4, 5 e 4 punti. Dopo aver sperato nella svolta, il rugby italiano si ritrova dunque all’anno zero, senza punti di riferimento, con tanti, troppi problemi e la sensazione di non saper dove sbattere la testa. Jacques Brunel, il c.t., ammette che la situazione è più o meno disperata («Difficile salvare qualcosa»), ma chiarisce che entro due, tre settimane bisognerà decidere da dove, e soprattutto come, ripartire, perché nel 2015 c’è la Coppa del Mondo e avanti così non si può andare. «Dobbiamo trovare risposta a tre domande: dove vogliamo arrivare, come possiamo lavorare per arrivarci e in Il tabellino Italia-Inghilterra 11-52 Marcatori: cp Orquera 7’, cp Farrell 11’, m Brown tr Farrell 13’, cp Orquera 22’, m Farrell tr Farrell 32’, m Brown tr Farrell 38’ p.t.; m Nowell tr Farrell 13’, m Vunipola tr Farrell 21’, m Tuilagi tr Farrell 27’, m Sarto 28’, m Robshaw tr Farrell 40’ s.t. ITALIA: McLean; Esposito, Campagnaro, Garcia (Masi 32’ s.t.), Sarto; Orquera (Allan 2’ s.t.), Tebaldi (Gori 27’ s.t.); Parisse, Barbieri, Furno (Derbyshire 16’ s.t., Biagi 22’ s.t.); Bortolami, Geldenhuys; Cittadini (De Marchi 6’ s.t.), Ghiraldini, Aguero (Rizzo 7’ s.t., Cittadini 38’ s.t.). All.: Brunel INGHILTERRA: Brown; Nowell, Burrell (Tuilagi 24’ s.t.), Twelvetrees (Ford 31’ s.t.), May; Farrell, Care (Dickson 27’ s.t.); Morgan, Robshaw, Wood (Johnson 27’ s.t.); CourtneyLawes, Launchbury (Attwood 31’ s.t.); Wilson (Thomas 31’ s.t.), Hartley (T. Youngs 24’ s.t.), Vunipola (Mullen 37’ s.t.). All.: Lancaster Arbitro: Gauzere (Francia) Calci: Orquera 2/2, Allan 0/1, Farrell 8/8 Giallo: Bortolami 11’ s.t. Le altre partite Galles-Scozia Francia-Irlanda Delusione I giocatori inglesi esultano dopo una delle sette mete messe a segno contro un’Italia inconsistente (Ap) quale contesto dovremo muoverci». Breve spiegazione per chi non conosce le questioni interne. Il rugby tricolore ha affidato il suo futuro a due franchigie professionistiche, le Zebre di Parma e il Benetton Treviso, la prima mantenuta dalla Federazione, la seconda che riceve un contributo federale. I rapporti non sono mai stati perfetti e quest’anno ad affossare la nazionale ha contribuito la crisi di Treviso, che ha pure comunicato di non avere intenzione di 51-3 20-22 Classifica PG VN P F S D Irlanda 8 5 4 0 1132 49 +83 Inghilterra 8 5 4 0 1138 65 +73 Galles 6 5 3 0 2122 79 +43 Francia 6 5 3 0 2101100 +1 Scozia 2 5 1 0 4 47138 -91 ITALIA 0 5 0 0 5 63172-109 L’Irlanda si è aggiudicata il Sei Nazioni per la miglior differenza punti proseguire l’attività (ora ci sta ripensando). Risultato: giocatori che non sanno chi gli pagherà lo stipendio, confusione massima e nazionale in pezzi. «Le franchigie sono la palestra di chi gioca e giocherà in nazionale — spiega il presidente federale Alfredo Gavazzi —, per questo le finanziamo. Il sistema di gioco delle franchigie deve essere lo stesso della nazionale». Lavorare insieme per un obiettivo comune, come una squadra di rugby, ma dirlo è semplice, farlo molto più complicato. Gavazzi non fornisce alibi agli azzurri: «Con i giovani si corrono dei rischi, ma i giovani devono giocare. Semmai Le domande del c.t. «Dobbiamo capire dove vogliamo arrivare, come possiamo lavorare e in quale contesto muoverci» Domenico Calcagno © RIPRODUZIONE RISERVATA Pennetta, la vita (ri)comincia a 32 anni «E adesso scusami, ma non riesco a smettere di sorridere...». Splendente di quell’ultimo perentorio rovescio in lungolinea con cui ha firmato il match, Flavia Pennetta se ne sta piantata nella notte di Indian Wells come se dal centrale non se ne volesse più andare, il ventaccio del deserto che aveva scompigliato il quarto con la Stephens è diventato una piacevole brezza da cui farsi accarezzare inseguendo Li Na per il campo in semifinale, mentre in diretta tv, negli Usa e nel mondo, l’eterna ragazza di Brindisi, Italy, irradia fascino mediterraneo, tennis vintage di ottima fattura e, appunto, sorrisi. Strana la vita, vero Flavia? «Un anno esatto fa ero qui, in California, con il polso destro appena rioperato e serissimi pensieri di ritiro per la testa...». Un anno dopo, con polso nuovo, cuore fresco di tumulti (archiviato l’ultimo amorazzo, occhio al giovane e aitante connazionale, da poco tornato sin- 15 la classifica Wta che la Pennetta raggiungerà domani (n. 14 se vince). Con Errani e Vinci l’Italia avrà tre atlete nelle top-15 gle, che tifa per lei in tribuna: tale Fabio Fognini da Arma di Taggia, vecchio e buon amico e forse, ultimamente, qualcosa di più...) e, soprattutto, animo leggero («Non ho più niente da dimostrare e nulla da perdere» ripete, come un mantra, a ogni match), Flavietta si ritrova in finale dove meno se lo sarebbe aspettata («Se me l’avessero detto prima di partire per gli Usa, avrei pensato a uno scherzo»), in quel torneo di Indian Wells che viaggia appena una spanna sotto la first class dei quattro Slam ma, per quanto la riguarda, decisamente tre metri sopra il cielo. Dopo aver infilzato sullo spiedo di un gioco mai così concreto, aggressivo, denso, Stosur, Giorgi, Stephens (20 anni, undici meno di lei), l’insostenibile leggerezza della Pennetta è piombata come un macigno sulla numero 2 del mondo, Li Na, assurta a testa di serie n. 1 nell’assenza di Serena Williams, la prima donna cinese che già l’aveva eliminata all’Australian Open. Ma poiché anche Flavia, nel suo piccolo, è pioniera da prime volte (prima azzurra nelle top10: da domani sarà n. 15 del ranking, n. 14 in caso di vitto- Nove tornei vinti Flavia Pennetta, brindisina, 32 anni, in carriera ha vinto 9 tornei. Quella di Indian Wells è la finale più prestigiosa (Afp) SOCHI — «Una straordinaria vetrina per lo sport»: così Phil Craven, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, definisce la Paralimpiade che si chiude questa sera a Sochi (diretta su RaiSport2 dalle 17) ed stata un successo organizzativo e di pubblico: venduti oltre 315 mila biglietti, 85 mila più di Vancouver. Non sono stati i Giochi dell’Italia: zero medaglie (a meno che oggi la Porcellato o Masiello nel fondo e la Corradini nell’alpino non invertano la tendenza) non capitava dal 1980, anno della prima partecipazione. Ma allora vi era un solo atleta. Unica soddisfazione il sesto posto della nazionale di ice sledge. Lontani dal podio nello sci: sesti in alpino (la coppia Daldoss-Negrini) e fondo (Masiello). Luca Pancalli, presidente Cip, guarda al futuro: «Mai avrei immaginato questi risultati. Guardo avanti: penso alla Corea fra 4 anni. Ma chiedo anche di essere messo nella condizione di provare, con sgravi per società e famiglie». Claudio Arrigoni © RIPRODUZIONE RISERVATA noto che alcuni veterani spesso non sanno esercitare la giusta leadership». Sergio Parisse, il capitano, sembrerebbe l’obiettivo. Non ha invece nulla da dire sul c.t.: «Ha un contratto fino al 2016, è un ottimo allenatore, ho fiducia in lui, al 100 per 100». L’allenatore, almeno quello, non si cambia. Quasi tutto il resto probabilmente sì. Contro l’Inghilterra l’Italia ha solo sofferto, devastata da Brown e Farrell, i due cavalieri dell’Apocalisse in maglia bianca. In 12 mesi si può precipitare, ma anche risalire. A condizione di arrampicarsi in fretta perché le buone notizie per l’Italia in fondo al Sei Nazioni 2014 sono solo due: Sarto (una meta da ala vera anche ieri) e la fine del Torneo. Tennis In forma strepitosa e con Fognini tifoso speciale in tribuna, impresa dell’azzurra che un anno fa meditava di ritirarsi Elimina la n. 2 del mondo Li Na e vola in finale a Indian Wells «Non riesco a smettere di ridere» Sochi amara per gli azzurri Oggi chiusura ria), ecco maturare la sorpresa del torneo: the italian veteran, come la chiamano gli americani (è revival: nella finale maschile c’è Federer), batte in due set (7-6, 6-3) la campionessa cinese tradita da servizio e dritto, diventando (ancora una volta) la prima azzurra così avanti a Indian Wells. «Sono sorpresa io stessa, ma tanto felice». Ora che ci ha dimostrato che nulla è impossibile, sostenuta da una forma fisica straripante e da un umore che ha preso il volo, stasera (Supertennis e SkySport1 ore 20) la Pennetta si presenta al cospetto del muro Agneszka Radwanska (4-2 per la polacca i precedenti ma l’azzurra ha vinto nettamente l’ultima sfida, in febbraio a Dubai) con spirito ultraleggero e braccio pesante. «Sarò aggressiva». Roar. Il ruggito della Flavia. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Zanardi ancora testimonial di «SciAbile» Un’iniziativa che ha ormai 11 anni di vita, e che da 11 anni ha come testimonial Alex Zanardi: prosegue con successo il Progetto SciAbile, che nella stagione in corso ha contato circa 140 allievi con la previsione di arrivare a 170. È un’iniziativa, promossa da Bmw Group Italia in collaborazione con la Scuola Sci Sauze d’Oulx Project, che si propone di insegnare a sciare a tutte le persone disabili. Un’operazione cominciata nel 2003, con oltre 7.600 ore di lezione svolte sul campo e un totale di circa 700 allievi di tutte le età provenienti dall’Italia e dall’estero. Con un testimonial d’eccezione fin dalla nascita, Alex Zanardi: «Ogni anno torno qui con grande piacere perché mi piace sciare in compagnia di questi ragazzi e dei loro maestri e soprattutto perché credo nell’utilità e nell’importanza di questo progetto». E quest’anno diversi ragazzi parteciperanno ai Campionati italiani disabili Fisip. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 45 CorriereSalute LE PAGINE DEL VIVERE BENE www.corriere.it/salute Diritto Medicina Alimentazione Medicina Campus europeo delle cure palliative in Emilia Le infiammazioni croniche dell’intestino Il «porzionometro» che è sempre a portata di mano Le prospettive per il rene policistico a pagina 51 a pagina 49 a pagina 50 di DANIELE DALLERA L a balbuzie è una brutta bestia. Ma la si può battere. Fa male, ferisce, cambia, stravolge provocando nella sua vittima reazioni opposte: c’è chi si nasconde rinchiudendosi in se stesso o chi passa all’aggressività. Questo è quello che si prova: avere un mondo da dire, raccontare, spiegare, magari avere la battuta simpatica, felice, che conquista, ma, dannazione, non esce dalla bocca, da quelle labbra che si serrano, la lingua si ritrae, non aiuta, il respiro si fa affannoso. E allora stai zitto, si rinuncia a parlare. Una sconfitta. Perché se ti azzardi a parlare, maledizione, balbetti. Da bambino studiavo le poesie, come tutti gli altri miei compagni, mi piacevano, le declamavo nella mia cameretta, il giorno dopo a scuola, davanti alla maestra e ai miei compagni era una sofferenza, niente da fare, parole e rime imparate alla perfezione uscivano a fatica, sudate nel loro nascere, le consonanti, quelle dentali, erano le più dure, quelle sibilanti facevano brutti scherzi, perché quelle “esse”, quelle “zeta” facevano ridere, diventavano un suono comico e fastidioso. La balbuzie vinceva, batteva l’alunno che, aiutato dalla maestra, intelligente e paziente, arrivava alla fine di una poesia che diventava pesante e lunga come una maratona. C’è stata anche l’insegnante, per nulla intelligente e paziente, che il tempo non lo concedeva e ti mandava al banco con un 4 sul registro. La balbuzie dell’adolescente è un nemico, diventa una battaglia quotidiana, ma la si può sconfiggere. Migliaia di ragazzi ce la fanno, se vogliono anche gli adulti se non si rassegnano. Ne ho visti a centinaia, io sono tra questi. Incontrare le persone, gli uomini e le donne giuste nella vita è fondamentale, basta scartare gli imbecilli e gli approfittatori. Quarant’anni fa, sfinito da psicologi e farmaci mixati insieme, incontrai un pioniere della cura della balbuzie, il professor Vincenzo Mastrangeli, fondatore di Villa Benia a Rapallo. Anche il professore era un ex balbuziente. Da vittorioso e da studioso del fenomeno, ha passato la vita a dare la parola al balbuziente che, d’incanto, sfruttando e applicando il metodo psicofonetico da lui sperimentato, diventava amico della parola, detta e non scritta. Con lui allungavi le vocali, aprivi bene la bocca, aiutavi il respiro, cantilenavi, con sua figlia Cristina, che continua la sua opera, mettevi in gioco psiche, testa, mente, anima, cuore, conscio e inconscio e la parola diventava musica, amica e non nemica. La balbuzie richiede impegno, ma la si batte, addirittura poi si diventa innamorato della parola e non ci si nasconde più e non si picchia più quello che a scuola ti prende in giro. ? Perché il mio bambino parla male Invertire le sillabe, incespicare nell’esprimersi, confondere i significati sono difficoltà che si rilevano già nella prima infanzia. Tutte superabili, con interventi di logopedia mirati di DANIELA NATALI e RUGGIERO CORCELLA alle pagine 46-48 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il numero Allarme degli internisti In calo la ricerca indipendente Ricerca indipendente a rischio in Italia: in 5 anni gli studi indipendenti (cioè non finanziati dalle aziende) sui medicinali si sono ridotti di circa il 38%. Lo denuncia la Società scientifica di medicina interna Fadoi. In Italia il 32,3% della ricerca scientifica sui farmaci è non profit; un contributo importante, soprattutto se si considera che in Europa la percentuale è del 19,8%. Eppure nonostante gli studi clinici non commerciali È il numero siano percentualdegli studi clinici mente più rilenon commerciali vanti rispetto alla censito dall’ultimo media europea, rapporto dell’Agenzia questa preziosa italiana del farmaco risorsa per il Pae- ( ) 225 se rischia l’impasse. Infatti, come segnalano i dati dell’Agenzia italiana del farmaco nel 2° Rapporto nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali, la quota di ricerca non profit in Italia è passata dal 41,4% del 2008 al 35,7% del 2010, fino al 32,3% del 2012. E così dai 364 studi registrati nel 2008 si è arrivati a 225 nel 2012. Una contrazione preoccupante: quello della ricerca indipendente è un settore promosso da strutture ospedaliere, universitarie, da associazioni scientifiche o professionisti per migliorare la pratica clinica e l’assistenza sanitaria. Finalizzato quindi solo a un interesse pubblico. PER SAPERNE DI PIÙ Rapporto Aifa sulla sperimentazione dei medicinali www.agenziafarmaco.gov.it ILLUSTRAZIONE DI PAOLA FORMICA IL RISCATTO DALLA BALBUZIE a pagina 53 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 46 Salute dossier medicina Informazione per le famiglie straniere Dopo aver appena dedicato la Giornata europea della logopedia ai problemi legati al multilinguismo, la Federazione logopedisti offre, sul proprio sito (www.fli.it), materiale informativo tradotto in tante lingue a disposizione di professionisti, operatori scolastici, famiglie e comunità straniere presenti in Italia. Oltre al sito sono disponibili anche un numero di telefono (049.8647936) attivo da domani 17 marzo al 21 marzo (dalle 10 alle 12) e un indirizzo email (info@fli.it) sempre attivo. Disturbi del linguaggio Competenti per una riabilitazione efficace sono i logopedisti. Insieme con i genitori Come aiutare a esprimersi i piccoli di «poche parole» C Multilinguismo I tempi giusti per imparare l’italiano Sono oltre 800 mila gli studenti stranieri in Italia, e circa 300 mila sono bambini tra i 6 ai 12 anni. Considerando una prevalenza media dei disturbi del linguaggio del 5%, è facile ipotizzare che circa 15 mila di loro avrebbero bisogno del logopedista. Ma spesso i disturbi del linguaggio vengono scambiati per semplici difficoltà ad apprendere la nuova lingua e il problema viene sottovalutato. «Per aiutare gli insegnanti a capire se si può pensare a veri e propri disturbi del linguaggio — chiarisce Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani — va tenuto presente che , in genere, occorrono due anni di permanenza in un Paese per raggiungere una buona capacità linguistica; però, se dopo 6 mesi di permanenza in Italia, il bambino non è per niente in grado di esprimersi in italiano, è necessario un approfondimento. Eventuali difficoltà nel parlare anche nella lingua madre non faranno che confermare la necessità di un’attenzione immediata e di una valutazione logopedica». he buffo quel bambino, ha detto “poto”. Ma intendeva “topo”. Sarebbe soltanto buffo, e del tutto normale, se il bambino non avesse già quattro anni. E sarebbe simpaticamente curioso anche il bambino che dice: “io contento no”, “io mangiare male”, oppure: “cosa stanno fanno?”, se non avesse già sei anni. In questi casi, ci dicono i logopedisti, siamo in presenza di un “disturbo specifico del linguaggio”. Ne soffre il 3 per cento della popolazione. Niente a che vedere con la balbuzie e niente a che vedere con un quoziente intellettivo al di sotto della norma, o con una psicopatologia, o con un contesto sociale o familiare che non ha favorito lo sviluppo della parola. Spiega infatti Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani, l’associazione nata nel 1989 che raccoglie circa 3 mila soci: «I disturbi specifici del linguaggio sono proprio quello che dice il loro nome: in chi ne soffre non c’è patologia neurologica o deficit intellettivo, di percezione o di attenzione, nessun disturbo della sfera comportamentale, nessun danno organico all’apparato fonatorio. L’unica area colpita è quella della parola». Se si parla di disturbi al plurale vuole dire che ce ne sono di diversi? «Direi piuttosto che ci sono espressioni differenti dello stesso problema. C’è il bambino che pronuncia male, o non pronuncia del tutto, alcuni suoni che dovrebbero già essere presenti alla sua età, e quindi si “arrangia” con quelli che sa usare, rendendo però incomprensibile quello che dice. C’è il bambino che costruisce in modo alterato le parole, invertendo per esempio le sillabe. C’è chi ha un disturbo della comprensione del linguaggio, il più grave dei tre: é come se le parole faticassero ad “entrare” oltre che a “uscire”. Su C’è il bambino che pronuncia male, quello che inverte le sillabe e quello che ha difficoltà nella comprensione. In ogni caso, però, il problema può essere superato questi disturbi bisogna intervenire precocemente, io lavoro con i i bambini già a partire dai 36 mesi. Ma se si è sospettato, e poi diagnosticato, un disturbo anche di comprensione del linguaggio si può intervenire già a due anni». Ma non si dice sempre che ogni bambino ha i suoi tempi: c’è chi è precoce, o tardivo nel Frequenza Presenta questo tipo di ostacoli di comunicazione il tre per cento della popolazione Valutazione Test specifici consentono di capire quanto la situazione sia grave camminare, chi nel parlare... «Anche se c’è molta variabilità, il linguaggio è un percorso che ha le sue tappe. A 6 - 9 mesi la comunicazione è fatta di gesti, vocalizzi, sillabe ripetute, del tipo pa-pa-pa, ta-ta, mama. Tra i 9 e i 12 mesi compaiono sequenze di più sillabe, con consonanti e vocali diverse, simili a parole, accompagnate dal gesto di indicare, per comunicare ciò che si vuole. E via via si arriva allo sviluppo di un vocabolario, attraverso le esperienze condivise nell’ambiente familiare, a 14 - 16 mesi; contempo- raneamente il bambino impara a capire il significato delle parole, tanto è vero che agisce in modo adeguato in risposta a semplici comandi. Tra i 16 e i 20 mesi c’è il vero boom del linguaggio: il vocabolario, che intorno a quell’età è di circa 50 parole, molto velocemente si arricchisce e compaiono le prime combinazioni». Scandire così puntualmente le tappe di sviluppo del linguaggio non rischia di suscitare allarmismi eccessivi per eventuali “ritardi”? «Intendiamoci, queste tappe non sono scolpite nella pietra, ma sono utili indicatori per individuare chi è in difficoltà. Ci sono appunto i parlatori tardivi, bambini che a due, tre anni quasi non spiccicano parole. Ma se dopo qualche mese del primo anno di asilo - che dà una spinta forte alla socializzazione e quindi dovrebbe spronare a parlare non cambia nulla, allora bisogna intervenire. E non perché noi genitori fatichiamo ad accettare bambini con minori abilità rispetto ai coetanei, ma perché per il bambino non riuscire a esprimersi come vorrebbe è una sofferenza. Una sofferenza che può portare a rinchiudersi in se stessi, rinunciando quasi a comunicare, o che può tradursi in rabbia e quindi in comportamenti oppositivi, provocatori. Senza contare che, se chi ha un disturbo del linguaggio non viene seguito, quando andrà a scuola avrà nel 30-40 per cento dei casi, la probabilità di sviluppare anche un disturbo specifico dell’apprendimento, come la dislessia». Una volta persuasi dell’urgenza di un intervento, cosa possono fare concretamente i genitori per far superare quelle difficoltà ai loro bambini ? «Moltissimo. Infatti, quando il problema riguarda bimbi molto piccoli lavoriamo più sui genitori che sui figli. I genitori debbono imparare a diventare “facilitatori” del linguaggio, e noi spieghiamo come farlo». E come? «Premetto che ogni bambino segue un percorso diverso, perché test specifici ci consentono di individuare la gravità e la pervasività delle difficoltà, che possono riguardare: la fonologia (per esempio: tatoleto per fazzoletto, sakola per scatola); il lessico (con la semplificazione delle parole, nana per banana, ane per cane); la morfologia (per esempio, li bambini, la luva per l’uva); la sintassi (mettere i verbi all’infinito: io bere acqua, Disfonie Gli accorgimenti per migliorare la qualità della voce «stressata» Logopedia e voce: il legame non potrebbe essere più stretto, ma se tempo fa il lavoro del logopedista si focalizzava principalmente sulla qualità dell’emissione vocale, «oggi, — dice Antonella Cestaro, specializzata in questo settore della logopedia — non solo si riabilita la voce, ma si valuta quanto la “disfonia” impatti sulla vita del paziente e si fa un lavoro mirato alla sua specifica situazione. In un primo colloquio si valuta l’esposizione a fattori di rischio, come rumorosità ambientale, presenza di polveri, tipo di professione. Poi con questionari ad hoc, si chiede al paziente che cosa pensa del suo problema; si valuta la presenza di raucedine, soffi, disfonia globale e si misura “oggettivamente” la problematica vocale , con analisi strumentali come la spettrografia ». Completato l’inquadramento logopedico, e in presenza di una diagnosi medica, quali sono le “armi” terapeutiche ? «Usiamo “tecniche di facilitazione” — spiega Cestaro —. Si cura il confort dell’emissione vocale, partendo da una corretta respirazione e si spiega come portare la voce lontano col minimo sforzo (utilissimo per insegnanti, guide turistiche, cantanti e attori). Si insegna l’”igiene vocale”: non urlare, e in ambienti rumorosi usare comportamenti “alternativi (per esempio, più gli studenti strillano, più l’insegnante dovrebbe abbassare la voce); deglutire o bere invece di raschiare la gola. Se si è disfonici, senza la tecnica giusta ci si “arrangia”, per esempio, “gonfiando” la muscolatura esterna del collo o allungandola per alzare la laringe, col risultato di irrigidirla, mentre deve essere elastica». E in caso di persone con laringectomia totale? «Insegniamo a utilizzare la struttura vibrante che ha sostituito la glottide (cioè le corde vocali) — dice l’esperta — facendo rifornimento d’aria dall’esofago, oppure si facilita l’emissione attraverso la protesi fonatoria». Per paralisi o danni alle corde vocali? «Si può manipolare la laringe per facilitare l’attività delle corde sane. Con l’aiuto di un logopedista la qualità della voce può sempre migliorare, che si tratti di danni organici o disfonie. E’ fondamentale però una buona collaborazione tra medico,logopedista e paziente». io mangio no), oppure tutte le quattro aree. «Chiarito tutto questo , arrivo ai genitori: noi li aiutiamo a diventare allenatori del bambino. Niente di strano o di complicato: è quello che molti genitori fanno già, ma che va semplicemente fatto con più attenzione e più pazienza. E quindi, attenzione all’ambiente: rumore e luci forti sono da evitare; quando si deve parlare, stare comodi e guardare il bambino negli occhi; rispettare i turni comunicativi; non far fretta al piccolo, non incalzarlo con continue domande; usare anche la mimica e gesti; mai fingere di aver capito quello che in realtà non si è compreso, si deve piuttosto guidare il bambino a riformulare il messaggio. E per finire: non ” bamboleggiate”, usate un linguaggio adatto all’età del bambino. E usate i CD che propongono esercizi divertenti per aiutare i bambini a imparare a parlare, rimanendo sempre vicini e con loro». E il logopedista che cosa fa direttamente con il bambino? «Il logopedista prima di ogni intervento esegue una valutazione e fa un bilancio di tutte le competenze necessarie a sviluppare un profilo comunicativo-linguistico adeguato. Solo dopo si stabilisce un programma riabilitativo con obiettivi di lungo e medio termine da raggiungere attraverso attività ambulatoriali e domiciliari se serve un potenziamento e un rinforzo. Le attività sono adatte all’età, quasi sempre si tratta attività ludiche, giochi di ruolo, con utilizzo di giocattoli, libri, video, registrazioni e drammatizzazioni. Il lavoro può essere individuale o a piccoli gruppi». In quali tempi ci si può aspettare un miglioramento? «Il tempo di programma varia dai sei ai 12 mesi, con possibilità di ripetere il trattamento a seconda della gravità». Daniela Natali © RIPRODUZIONE RISERVATA Se si «inciampa» La diagnosi arriva in genere tra i 2 e i 5 anni, ma la maggior parte delle volte tutto si risolve spontaneamente Con la balbuzie, tanto per cominciare, non bisogna mai avere fretta N on ha nulla a che fare con traumi psicologici o problemi fisiologici, piuttosto la ricerca si è orientata verso l’ipotesi genetica. Stiamo parlando della balbuzie, un disturbo che interessa l’1,2 per cento della popolazione, colpisce più i maschi delle femmine e si manifesta prevalentemente tra i due e i cinque anni, ma fortunatamente nel 75 per cento dei casi scompare spontaneamente. «Rimane però un 25 per cento di bambini che va aiutato» sottolinea Donatella Tomaiuoli, direttrice del Centro Ricerca Balbuzie di Roma, centro pubblico, in cui sono impegnati 30 logopedisti e 25 specialisti tra medici e psicologi, che offre un servizio di riabilitazione per persone di tutto il Lazio e un servizio di diagnosi per utenti provenienti da tutta Italia. La balbuzie può presentarsi in diversi modi, c’è una forma in cui si ripetono sillabe, parole , frasi, e una forma caratterizzata da piccoli spasmi, ai quali possono associarsi movimenti involontari del volto, ma anche di spalle, gambe, mani, e c’è poi la forma mista». Ma c’è davvero bisogno di ricorrere a specialisti anche quando la balbuzie si presenta in forma “leggera”? «Non dobbiamo pensare solo alla gravità del disturbo, ma a quanto influisce negativamente sulla vita della per- sona» sottolinea Tomaiuoli. Ecco perché oggi si consiglia un approccio multidisciplinare e logopedista, psicologo e neuropsichiatra infantile lavorano insieme. L’obiettivo della terapia non è la regressione completa del sintomo, anche se talvolta può avvenire, bensì aiutare la persona che balbetta a convivere con la sua balbuzie. In concreto, che cosa si fa per i pazienti? «Con i bambini piccoli, — risponde Tomaiuoli — comin- Strategie Doppiaggio, «telefonoterapia» e public speaking sono alcune delle tecniche utilizzate A scuola Gli insegnanti non dovrebbero interrompere o interrogare facendo premura ciamo con un percorso di favole per stimolare l’autoironia, la comunicazione non verbale e le capacità di “problem solving” (come, per esempio, trovare un’alternativa a una parola considerata difficile da pronunciare). Alla terapia diretta sul bambino si affianca un lavoro specifico sulla famiglia». Che consigli si possono dare ai genitori? «Evitare di chiedere al bambino di parlare più lentamente: si rischia di richiamare la sua attenzione sulla sue difficoltà; è sufficiente essere un buon modello verbale: non mangiarsi le parole e non parlare troppo velocemente, perché il bambino tende a imitare gli adulti; creare un clima di fidu- cia e stima verso le capacità del piccolo indipendentemente dalla sua balbuzie. In presenza di spasmi forti, è consigliabile evitare di completare le parole al posto suo: attendere che il bambino finisca il discorso». E quando il bambino cresce? «Si lavora sul “public speaking “, sulla comunicazione non verbale attraverso la gestione del corpo e dello spazio e si propongono training specifici tra cui il doppiaggio». Doppiaggio? «Per un balbuziente gestire l’inizio del discorso è molto difficile, quando si doppia un attore, o il personaggio di un cartone animato, bisogna invece riuscire a parlare in sincrono con l’attore da doppiare — spiega Tomaiuoli —. Un esercizio efficace e divertente. Inoltre è previsto un training di “telefonoterapia” per imparare a gestire la tensione verbale che nasce dal dover comunicare con un interlocutore senza poterlo vedere». Le “tecniche” di linguaggio non si usano più? «Certo che si usano, si tratta, per esempio, di insegnare ad addolcire il suono, ammorbidire le parole, allungare le sillabe, aiutare il paziente a imparare a fermarsi prima del “blocco” verbale». A scuola sono previsti aiuti per i bambini che balbettano? «Niente di specifico, — si rammarica l’esperta — ma potrebbero bastare semplici accorgimenti. Sarebbe bene non interrompere o anticipare l’allievo mentre balbetta e aspettare che finisca la frase; non interrogarlo negli ultimi cinque minuti di lezione per non aumentarne la tensione; evitare di farlo sedere nell’ultima fila». Perché? Chi balbetta ha spesso anche problemi di udito? «No, ma avere gli sguardi dei compagni di classe puntati su di sé può aumentare l’insicurezza degli alunni con queste difficoltà» conclude Donatella Tomaiuoli. D. N. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Come si sviluppa il linguaggio Salute 47 Raggiunge un vocabolario di circa 50 parole Fa «domande» (acqua?) Combina più parole in successione, per lo più nomi e aggettivi con un linguaggio di tipo «telegrafico» DA 1 A 2 ANNI DISTURBI SPECIFICI Comunica i suoi desideri con frasi semplici Sa richiamare l’attenzione sull’oggetto che vuole Sa quasi sempre farsi comprendere dalle persone che lo conoscono DA 2 A 3 ANNI Sa raccontare quello che ha fatto Riesce a farsi capire anche dagli estranei Usa frasi composte da più parole, con articoli, verbi e preposizioni DAI 3 AI 4 ANNI COME DIVENTARE «ALLENATORI DI LINGUAGGIO» Colpiscono il 5% dei bambini in età prescolare È balbuziente l’1% circa della popolazione Guardate negli occhi il bambino Usate tutti i canali comunicativi, anche quello mimico Più colpiti i maschi delle femmine, con un rapporto di 3 a 1 Non fingete di aver capito, aiutate il bambino a riformulare il messaggio Ripetete ciò che avete capito e attendete conferma da parte del bambino non pronuncia del tutto o pronuncia male suoni che dovrebbero essere già presenti alla sua età È balbuziente il 5% dei bambini tra i 3 e 5 anni Usate un linguaggio adeguato al livello del bambino: un bimbo che non parla spesso non è un bambino che non capisce ha una costruzione della frase «semplificata» e non adeguata all’età I CONSIGLI PER I GENITORI Non dite al bambino di parlare più lentamente, serve solo ad attirare l’attenzione sul suo problema, mortificandolo Siate di buon esempio: parlate chiaramente Non parlate al posto del bambino e non finite al suo posto parole e frasi Non interrompete mai il bambino, specie quando inizia a parlare: per lui è il momento più critico Sfruttate ogni opportunità per inserire il bambino nella conversazione costruisce in modo alterato le parole, invertendo per esempio le sillabe nei casi più gravi, ha un disturbo di comprensione del linguaggio DAI 4 AI 5 ANNI BALBUZIE Fate attenzione all’ambiente, evitando rumori e luci forti SI PUÒ SOSPETTARE UN PROBLEMA QUANDO IL BAMBINO Usa frasi sempre più dettagliate Padroneggia correttamente quasi tutti i suoni della lingua madre Usa le stesse espressioni dei familiari Inizia a riconoscere alcune lettere dell’alfabeto e a contare Nel 75-80% di questi casi la balbuzie si risolve spontaneamente (questi consigli sono comunque utili ai genitori per una buona comunicazione con tutti i bambini) Non fategli premura Mostrate fiducia nei confronti delle capacità del bambino Aiutatelo a sviluppare il senso dell’ironia e dell’autoironia D’ARCO Afasie Quando la causa è una vera e propria lesione neurologica, provocata da malattie oppure traumi cranici Quelle capacità residue da sfruttare al meglio Il cervello è intelligente ed è in grado di trovare un suo adattamento A lla domanda: «Che cos’è esattamente l’afasia, basta tradurre con il termine mutismo?», Carlo Caltagirone, direttore scientifico dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Santa Lucia, di Roma, risponde così: «Parlare è come fare musica: servono uno strumento e qualcuno che lo suoni. Lo strumento è l’apparato che serve per articolare le parole, il musicista è il cervello. Se il problema riguarda il cervello si tratta di afasia. L’afasico può avere problemi di comprensione del linguaggio, o di emissione delle parole, oppure entrambi». «Le cause — precisa Caltagirone — possono essere molte: malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson, traumi cranici, tumori, ictus. Per ogni paziente bisogna pensare a una riabilitazione su misura; in tutti i casi non si tratta tanto o solo di re-imparare un linguaggio, quanto di imparare a usare le competenze residue per potenziare le capacità comunicative». Questa «riabilitazione alla comunicazione» come avviene? «Si parte — risponde Caltagirone — da una valutazione puntuale fatta da un neurologo e un logopedista per capire se si è in presenza di un disordine dei fonemi, di un disordine sintattico oppure semantico. O di un mix di tutto. Mi spiego più semplice- mente. Se la difficoltà riguarda i fonemi, scambio “c” con ”t” e dico “tavolo” invece di “cavolo”. Se è la sintassi il problema, dico: “io domani andare a casa”. C’è invece un handicap semantico, cioè di significato, se mi esprimo così: “io taglio con il bicchiere”, perché ho perso il significato della parola bicchiere». Il neurologo non può curare quello che nel cervello sta alla ba- Negli anziani Anche se si tratta di malattie degenerative si può fermare il deterioramento se di queste difficoltà? «Può provarci — chiarisce lo specialista — anche ricorrendo a nuove tecniche, come la stimolazione magnetica trans-cranica o la TDCS (basse correnti galvaniche continue che hanno un’azione di stimolo sulle aree cerebrali attigue a quelle lese), ma poi entra in gioco il lavoro del logopedista. Si può fare sempre qualcosa, anche nelle malattie neurodegenerative si può fermare il deterioramento delle capacità comunicative o almeno rallentarlo. Il logopedista, per esempio, — detta- glia Caltagirone — davanti a un disordine sintattico che impedisce l’accesso alla comprensione delle parole può servirsi di oggetti, di fotografie, chiedendo di nominarle. E se il paziente chiama sedia una bottiglia, il terapista punta sul contesto: non può essere una sedia, sta su tavolo apparecchiato...». «Se gli errori sono fonemici (“tavolo” invece di “cavolo”) si Reazione All’inizio bisogna accettare che il paziente sia arrabbiato o depresso possono fare esercizi di ripetizione, — prosegue l’esperto — se il paziente dice “cimena” invece di “cinema” ci si concentra sulla sequenza delle sillabe. Ci si può servire anche della musicoterapia: quello che è impossibile dire diviene “dicibile” accompagnandolo con una melodia; poi si riduce la componente melodica e si potenzia quella linguistica». Sembrerebbe un lavoro lungo... «Ci vogliono mesi e mesi di impegno paziente da parte del malato e del logopedista, ma anche della famiglia, perché i fami- liari vengono invitati a imparare esercizi da fare con il paziente». Il paziente meno curabile? «È quello che non si rende conto di avere difficoltà di comunicazione e si arrabbia perché crede siano gli altri a non capirlo — conclude Caltagirone — . Certo, in una fase iniziale, poco dopo l’esordio del problema, è normale essere arrabbiati, aggressivi o depressi, ma la maggioranze delle persone, se ne ha l’opportunità, capisce che vale la pena impegnarsi». «Le lesioni cerebrali, qualunque sia la loro origine, sono irreversibili, ma il cervello è intelligente e cerca un suo adattamento utilizzando per comunicare vie secondarie, che non sono però quelle “specializzate” — aggiunge Giuseppe Mancini, logopedista specializzato in riabilitazione neuropsicologica zal lavoro all’ospedale di Tivoli (Roma) — . In alcuni casi si ha un recupero spontaneo della parola, in altri serve il logopedista. Quando le situazioni sono medio-gravi — e mi riferisco, tipicamente, a un ictus —, c’è bisogno di una riabilitazione intensiva già in fase acuta e post-acuta (anche perché ai problemi di parola spesso si accompagnano quelli di deglutizione). E l’intervento deve coinvolgere la famiglia, per orientarla fin dai primi giorni di ricovero. Quello che tutti devono avere presente è che l’afasico non è un bambino piccolo, non è una per- Gravi deficit dell’udito Esercizi che «amplificano» gli effetti degli impianti cocleari U dito e parola sono le due facce di una stessa medaglia, se il primo è compromesso lo è anche la seconda. E anche se oggi gli impianti cocleari danno ottimi risultati, l’intervento riabilitativo è sempre necessario. Spiega Alessandro Martini, direttore del reparto di Otochirurgia dell’Azienda ospedaliera- Università di Padova , 110 impianti cocleari eseguiti solo nello scorso anno: «Il bambino nato sordo profondo con la riabilitazione impara a riconoscere la stimolazione elettrica che arriva al cervello — grazie agli elettrodi impiantati nella coclea — come una stimolazione sonora. Con esercizi, sotto forma di gioco, si guida il bambino ad analizzare prima i suoni e i rumori dell’ambiente, poi i toni e l’intensità del discorso in se stesso e infine a distinguere le parole e le frasi. Se l’impianto cocleare — fatte tutte le dovute verifiche sulla sua effettiva necessità e sulla presenza delle condizioni necessarie perché funzioni — viene fatto intorno ai 12-18 mesi di vita, la riabilitazione durerà fino ai 4- 6 anni. I risultati saranno eccellenti: i bambini parlano con l’accento di casa propria segno che l’informazione acustica è completa». Aggiunge Sara Panizzolo, logopedista del Centro di riferimento regionale per sordità e impianti cocleari dell’ospedale Monaldi di Napoli e consigliere della Federazione Logo- pedisti italiani : «Differente è quello che accade se si utilizzano unicamente le protesi acustiche, che permettono di sentire amplificate solo le frequenze conservate rendendo molto faticosa la conquista del linguaggio. Linguaggio che risulta impreciso nell’articolazione e accompagnato spesso da voce nasale e priva di intonazione, poiché il feedback acustico è carente». Se l’impianto cocleare si fa su un adulto diventato sordo quali tempi richiede la riabilitazione? «La riabilitazione è più rapida rispetto a quella dei bambini piccoli — risponde Panizzolo — perché si tratta di ripristinare una funzione che era già presente, e possono bastare tre-sei mesi. Più complesso il caso degli adulti nati sordi e poi impiantati, per i quali la riabilitazione logopedica richiede generalmente tempi più lunghi. A proposito dei bambini piccoli vorrei però aggiungere che, pur intervenendo sul ritardo del linguaggio che comunque c’è quando l’impianto è stato messo a 12 mesi, un grande contributo deriva dall’apprendimento spontaneo attraverso l’ascolto. Sono auspicabili, quindi, interventi di diagnosi e riabilitazione precoci». D. N. © RIPRODUZIONE RISERVATA sona con deficit intellettivi e non va trattato come tale. Ci tengo anche ad aggiungere che non bisogna scoraggiarsi se le lesioni evidenziate dalle TAC sono gravi: concordo pienamente sul fatto che sul linguaggio si può sempre lavorare, a patto che il malato non venga isolato perché il quotidiano e le relazioni stesse sono una cura». «Ora — conclude Mancini — abbiamo più armi che in passato. Per esempio, oltre a lunghi training basati su un approccio restitutivo del linguaggio (che pure si usano ancora nei casi di afasia meno gravi), oggi si è capito che è utile creare situazioni di gruppo, in cui il paziente può scegliere come esprimersi sfruttando i suoi punti di forza, magari la mimica o la gestualità, e soprattutto crearle in un contesto simile al vivere e comunicare quotidiano. Importante è pure “mirare” meglio al reinserimento lavorativo: se si è davanti a un ingegnere, varrà la pena puntare sul lessico che gli serve per la sua professione». D. N. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 48 Salute dossier medicina Per saperne di più Il Report di Agenas sullo screening audiologico universale www.agenas.it www.ccm-network.it La mappa dei controlli Quanti neonati (in percentuale) accedono allo screening uditivo 89-100% 34- 89% 0-34% Sordità Lo screening non è ancora garantito a tutti Il test neonatale per sentire (e parlare) senza limitazioni Il progetto Una banca dati che piace anche all’estero Il modello di coordinamento e di incremento dello screening neonatale, progettato e realizzato da Luciano Bubbico, del Dipartimento di Scienze biomediche Isfol di Roma, interessa anche altri Paesi impegnati a trovare soluzioni per la sordità attraverso la prevenzione. «Si tratta di un intervento a basso costo — spiega Bubbico, invitato come relatore per presentarlo in un prossimo congresso a Pechino —. Il progetto pilota prevede la realizzazione di un sito Internet che raccoglie le segnalazioni delle Neonatologie e può servire come piattaforma per un futuro Registro italiano delle sordità». M ai cantare vittoria. Tre anni fa sembrava che lo screening uditivo dei neonati si sarebbe finalmente diffuso a macchia d’olio in tutto il Paese. Invece, dopo l’entusiasmante salto in avanti registrato nel 2011 rispetto al 2008 (80% contro il 60,2%), la media in percentuale dei bambini sottoposti all’esame è rimasta di fatto immutata. «Le Regioni sostanzialmente si sono comportate bene — spiega Luciano Bubbico, referente dell’Osservatorio Disabilità del Dipartimento di Scienze biomediche ISFOL-Istituto Italiano di Medicina Sociale —, ma un blocco di tipo burocratico e amministrativo, di cui sono responsabili le Asl, sta provocando ritardi nell’acquisto dei macchinari per l’esame audiologico. E se manca l’apparecchio, il programma di screening non può partire. Ci sono poi situazioni paradossali: in alcune realtà del Sud, ad esempio, gli ap- L’opportunità L’esame delle otoemissioni acustiche permette un intervento molto precoce La carenza Non esistono norme che rendano obbligatoria questa indagine in tutto il Paese parecchi sono stati acquistati, si sono rotti, ma la ditta è fallita e non c’è possibilità di fare la manutenzione». Lo screening audiologico universale, entro i primi 3 o 4 mesi di vita, è la soluzione per scoprire subito i problemi di sordità di un bambino e di intervenire in una fase precoce. In assenza di visite specialistiche la sordità infantile viene scoperta intorno ai 2-3 anni di vita, rischiando di compromettere le capacità sociali, linguistiche, cognitive del bambino. «Credo non ci siano dubbi sul fatto che l’acquisizione del linguaggio dipenda da una normale funzione uditiva — sottolinea Alessandro Martini, direttore del reparto di Otochirurgia dell’Azienda ospedaliera Università di Padova —. Quindi se una famiglia desidera che il figlio abbia uno sviluppo normale del linguaggio, il presupposto è che lui abbia un udito normale. Da qui l’importanza di uno screening precoce: serve a identificare non solo le sordità profonde ma anche quelle gravi e medio gravi che, se non riconosciute subito e corrette con l’utilizzo delle protesi, procurano ai bambini problemi scolastici IL COSTO DEL SINGOLO ESAME In Italia 13,32 euro 20-25 euro Fonte: Dipartimento Scienze biomediche ISFOL-Istituto Italiano di Medicina Sociale, dati 2011 importanti».Il test di primo livello ha costi molto contenuti (un apparecchio per l’esame delle otoemissioni acustiche costa 5 mila euro) e garantisce al bambino e alla sua famiglia una vita normale, oltre a risparmi notevoli per la collettività. Si stima che un bambino sottoposto a diagnosi in ritardo e destinato quindi al sordomutismo, abbia un costo sociale di 750 mila euro nell’arco della vita, contro i 17 mila di un bimbo che invece la diagnosi l’ha ottenuta in tempo. Il punto è che non esistono ancora norme che rendano obbligatorio lo screening in tutto il Paese. In passato, si è tentato di inserirlo nei Livelli essenziali di assistenza. E nel Piano sanitario nazionale 2011-2013 «l’estensione dello screening audiologico neonatale della sordità congenita per raggiungere almeno il 90% dei neonati» viene indicata come una delle priorità del percorso nascita. Ma tocca poi alle Regioni agire. Di fatto solo in dodici hanno adottato una normativa apposita sullo screening. Si sperava di aggirare l’ostacolo attraverso l’adozione delle Linee guida nazionali pubblicate dal Ministero della Salute nel 2011. Il provvedimento è all’esame della Conferenza Stato-Regioni da oltre un anno e non se ne è saputo più nulla. Sarebbe già un buon punto di partenza, sempre che le Regioni decidano poi di conformarsi. Perché occorre un ulteriore sforzo: individuare i Centri audiologici di secondo e terzo livello per la conferma della diagnosi e l’eventuale impianto cocleare. A febbraio si è provato senza successo a far passare lo screening audiologico con la legge di Stabilità 2014 che prevede la sperimentazione dello screening neonatale per la diagnosi precoce di patologie metaboliche con uno stanziamento di 5 milioni di euro. Ad aprire uno spiraglio potrebbe contribuire il Report appena pubblicato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas, investita anche del ruolo di Centro di coordinamento sugli screening neo- In Europa (costo medio) CORRIERE DELLA SERA natali) sulla «Valutazione del costo-efficacia di un programma di screening audiologico neonatale universale nazionale» finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) con 600 mila euro. Le conclusioni? «Sicuramente lo screening universale è fattibile e va fatto — sintetizza Marina Cerbo, responsabile scientifico del progetto — . Il danno che deriva dal non poterne usufruire non è solo fisico, ma è un danno sociale vero e proprio». Lo stanziamento non ha mancato di suscitare perplessità tra gli addetti ai lavori, alcuni dei quali rilevano come il Report fotografi una realtà ampiamente superata ( i dati sono del 2010) e non porti alcuna novità rispetto a quanto già si sapeva. «Si tratta comunque di un lavoro importante — ribadisce Alessandro Martini — . Spero che venga preso in considerazione a livello ministeriale per superare la situazione di stallo». Ruggiero Corcella © RIPRODUZIONE RISERVATA La testimonianza Il diritto a una vita normale Ancora troppi ostacoli sulla strada del recupero D iagnosi di sordità tardive e famiglie costrette a “migrare” da una regione all’altra per mancanza di Centri specializzati quando c’è l’indicazione ad impiantare protesi cocleari ai bambini. Nonostante i buoni passi avanti, la realtà italiana fa purtroppo registrare ancora casi come quello di un bimbo di 4 anni di Palermo. «Guido è nato alla 24esima settimana di gestazione — racconta Claudia, la mamma —. Definito grave prematuro, ha avuto vari problemi da superare e per questo motivo ha dovuto assumere parecchi farmaci, alcuni tossici per l’orecchio. Nonostante la sua predisposizione al problema della sordità, non ha effettuato lo screening corretto, nè prima della dimissione nè tanto meno dopo». Visto che il bimbo non parlava ancora, a due anni e mezzo la mamma ha deciso di fargli fare una visita audiometrica in un altro ospedale della città. «Dopo l’audiometria, le otoemissioni e l’esame audiometrico a potenziali evocati, — continua la mamma — si è scoperto che Guido era affetto da ipoacusia neurosensoriale bilaterale profonda con una perdita di 90db n e l l e f re q u e n z e d a 5 0 0 a 2000hz. È stato subito protesizzato, ma senza alcun beneficio. Anche con le protesi riusciva a recuperare solo fino a 60db, troppo poco per riuscire a sen- La richiesta Servono più Centri in grado di seguire le famiglie in ogni tappa delle cure tire, comprendere e imparare il linguaggio». I medici hanno allora consigliato una visita di valutazione per un eventuale impianto cocleare. «In Sicilia non ci hanno indicato centri specializzati e siamo stati “costretti” a rivolgerci al Policlinico di Padova. A gennaio 2013, mio figlio è stato operato bilateralmente. I con- trolli e i mappaggi di regolarizzazione degli impianti continuano ancora, ogni 6 mesi ». Quello di Guido è solo uno dei numerosi casi segnalati a Jodi Cutler, portavoce di un movimento di genitori e animatrice di un forum su Facebook (Affrontiamo la Sordità Insieme: Forum Impianto Cocleare) diventato punto di riferimento per oltre mille famiglie. «Il Governo deve approvare lo screening a livello nazionale — dice —, per proteggere i nostri figli assicurando centri di eccellenza che siano in grado di seguire una famiglia in ogni parte del percorso». «In assenza di uno screening, come concorda tutta la letteratura scientifica internazionale, il rischio è di arrivare alla diagnosi fra i due e i tre anni — aggiunge Stefano Martinelli, segretario del Gruppo di studio organi di senso della Società italiana di neonatologia — . E le famiglie potrebbero aprire contenziosi legali, per i danni subiti dai loro figli». R. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Salute 49 medicina pratica Percorso diagnostico-assistenziale WEB Ci sono pazienti che aspettano anni per avere una diagnosi di malattia cronica infiammatoria intestinale. E altri che spendono centinaia di euro per esami e medicinali perché alcune delle prestazioni necessarie non rientrano nei Livelli essenziali di assistenza. Per questo Cittadinanzattiva e Amici onlus hanno proposto un Pdta - Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per garantire standard di qualità e assistenza omogenei su tutto il territorio nazionale. L’esperto risponde alle domande dei lettori sui problemi dell’apparato gastrointestinale all’indirizzo forum.corriere.it/gastroenterologia Mi spieghi dottore Che cosa sono malattia di Crohn e colite ulcerosa? Lo specialista La malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa sono le più note malattie infiammatorie croniche intestinali. Sebbene vengano spesso accomunate, in realtà si tratta di due condizioni chiaramente distinte Due patologie infiammatorie croniche dell’intestino di ANTONELLA SPARVOLI M alattia di Crohn e colite ulcerosa sono due condizioni caratterizzate da un’ infiammazione cronica dell’intestino. Vengono spesso accomunate, ma hanno più differenze che analogie. «Entrambe sembrano legate a un’anormale risposta Silvio di “difesa” verso stimoli potenzialmente Danese nocivi, come tossine, germi o altre Centro malattie sostanze, con il risultato che a farne le infiammatorie spese sono le strutture che dovevano intestinali essere protette. Non ci sono, invece, Istituto clinico Humanitas, Milano prove sulla “colpevolezza” di particolari alimenti — spiega Silvio Danese, responsabile del Centro malattie infiammatorie intestinali dell’Istituto clinico Humanitas di Milano —. In circa un terzo dei casi queste malattie esordiscono intorno ai 20 anni, ma possono comparire anche alla soglia della pubertà. La malattia di Crohn può interessare tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano; la mucosa sana è in genere intervallata a quella malata, e l’infiammazione penetra fin negli strati sottomucosi dell’apparato digerente. La rettocolite ulcerosa, invece, colpisce solo il retto e/o il colon con un’infiammazione continua, limitata a strati più superficiali della mucosa intestinale». Quali sono i sintomi? «Nel Crohn i disturbi sono variabili, in relazione all’area interessata. La forma più comune (circa i due terzi dei malati), è quella ileo terminale e in genere si manifesta con tre sintomi non necessariamente presenti allo stesso tempo: diarrea cronica, calo di peso e dolore addominale ricorrente. I sintomi tipici della rettocolite ulcerosa, che si presentano dall’esordio, sono dolore addominale e diarrea frammista a sangue». Come si può avere una diagnosi certa? «Per il Crohn serve innanzitutto un esame endoscopico del tratto intestinale interessato, con esame istologico. In genere occorrono anche altri esami (ecografia delle anse intestinali, clisma dell’intestino tenue, Tac o risonanza magnetica a seconda dei casi). Nella rettocolite ulcerosa i sintomi sono chiari e per una conferma in genere bastano colonscopia ed esame istologico». Quali sono le terapie? «Nessun farmaco guarisce, ma tutti possono contenere o far regredire, almeno in modo temporaneo, i sintomi e ridurre il rischio di complicazioni. Per la malattia di Crohn si usano immunosoppressori e nuovi farmaci biologici. La rettocolite ulcerosa risponde bene agli aminosilicati, ma talora si ricorre anche agli immunosoppressori e ai farmaci biologici. Se i farmaci non bastano ci si rivolge alla chirurgia. Nel Crohn serve soprattutto per risolvere possibili complicazioni, come stenosi, ascessi e fistole. Si basa su tecniche conservative, volte a risparmiare più intestino possibile, poiché sono alte le possibilità di interventi chirurgici ripetuti. Nella rettocolite ulcerosa la rimozione del colon è totale. Grazie alla quotidiana collaborazione fra gastroenterologi e chirurghi specializzati oggi è possibile ottimizzare la tempistica dell’intervento, riducendo il rischio di complicanze e permettendo al paziente di riprendere più rapidamente la propria vita sociale e lavorativa». Colpisce tutto l’apparato digerente. Le aree più interessate sono quelle evidenziate nell’immagine qui sopra. L’infiammazione può svilupparsi in tratti non contigui FENDITURA RETTOCOLITE ULCEROSA LA LOCALIZZAZIONE Colpisce solo la zona compresa tra colon e retto. Le aree più interessate sono quelle evidenziate nell’immagine qui sopra. La malattia si estende in maniera continua ULCERAZIONI GRASSO Riguarda tutto il tessuto intestinale, cioè la parete intestinale a tutto spessore Riguarda solo il tessuto che riveste l’intestino (mucosa) L’INFIAMMAZIONE MUCOSA INDURITA MUCOSA SUPERSTITE PARETE ISPESSITA I sintomi sono più subdoli e dipendono dall’area interessata. Nel caso della forma ileo terminale, che è la più comune, sono tre i sintomi tipici (anche non presenti contemporaneamente): diarrea cronica calo di peso dolore addominale ricorrente Le complicanze sono abbastanza frequenti e spesso sono la prima spia della malattia. Possono riguardare l’apparato digerente (fistole, ascessi, stenosi), ma essere anche extraintestinali (uveite, problemi articolari, stomatite aftosa, steatosi epatica, ecc.) 4.214 casi ogni 100 mila persone Per accertare la presenza della malattia di Crohn, per prima cosa occorre eseguire un esame endoscopico del tratto intestinale interessato con esame istologico. Spesso per chiarire il quadro si rendono necessarie anche indagini come l’ecografia delle anse intestinali, il clisma dell’intestino tenue, la Tac o la risonanza magnetica a seconda del caso specifico I SINTOMI LE COMPLICANZE LA DIFFUSIONE LA DIAGNOSI I sintomi tipici, che si presentano all’esordio della malattia, sono: dolore addominale diarrea frammista a sangue Eventuali complicanze sono in genere rare. Tra i possibili problemi rientrano il mega colon tossico (infiammazione così grave da richiedere un intervento in urgenza), emorragie intestinali e possibile evoluzione in senso tumorale 8.246 casi ogni 100 mila persone La diagnosi di rettocolite ulcerosa si basa sull’osservazione dei sintomi e sull’esecuzione di una colonscopia con l’esame istologico che permette di valutare lo stato della mucosa intestinale © RIPRODUZIONE RISERVATA Una colpisce il tubo gastrointestinale «a pezzi» e in profondità, l’altra in modo continuo e più superficialmente ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI ❜❜ MALATTIA DI CROHN La terapia della malattia di Crohn si basa soprattutto sull’impiego di immunosoppressori e farmaci biologici che bloccano il Tnf (Tumor necrosis factor). In alcuni casi si rende necessario un approccio chirurgico che ha lo scopo di rimediare a eventuali complicanze, rimuovendo porzioni di intestino. La chirurgia prevede, ove possibile, strategie conservative per risparmiare più intestino possibile, poiché i pazienti andranno spesso incontro ad interventi chirurgici ripetuti LE CURE Nella maggior parte dei casi la rettocolite ulcerosa può essere tenuta sotto controllo con farmaci della famiglia degli aminosalicilati come la mesalazina, ma vengono anche utilizzati immunosoppressori e farmaci biologici. Talvolta può rendersi necessario il ricorso alla chirurgia con l’intervento di rimozione del colon (colectomia), indicato in caso di fallimento delle cure farmacologiche di complicanze acute o in presenza di degenerazione tumorale Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 50 Salute alimentazione A tavola Gli amici che fanno ingrassare Se si deve perdere peso, le probabilità di successo sono inferiori se si hanno molti amici o se si ha un «take away» vicino a casa. A suggerirlo sono due studi, condotti da ricercatori delle Università inglesi di Birmingham e di Cambridge. L’influenza «negativa» di persone che sollecitano a mangiare in compagnia, nonché la presenza di rivendite che inducono alla pigrizia nel prepararsi i pasti in modo sano, sono condizioni capaci di incrementare in misura significativa il rischio di accumulare chili di troppo. Piatti pieni Errori di valutazione, quasi sempre in eccesso Quanto pollo posso mangiare? «Un palmo» Un metodo semplice per riuscire a «soppesare» gli alimenti La guida (molto pratica) alle porzioni Sulle etichette Le scritte che possono confonderci A fare ancora più confusione sul concetto di porzione a volte ci si mettono le etichette dei cibi, sulle quali spesso si parla di “serving size”, che non è esattamente la stessa cosa. Si tratta infatti della quantità raccomandata dai nutrizionisti per un’alimentazione sana e bilanciata, quantità che frequentemente è diversa da quella che mangiamo realmente (la porzione, appunto), per la quale dovremmo quindi ricalcolare calorie, grassi e nutrienti in generale. A vremmo tutti bisogno di un “porzionometro”, una guida per capire quanto grandi possono essere le quantità di cibo che mettiamo nel piatto, perché spesso non riusciamo a giudicare bene. Un’indagine recente dello United States Department of Agricolture ha confermato che la maggioranza di noi si inganna, di solito sovrastimando le proprie porzioni di frutta, latticini e carne rispetto a quelle reali e ritenendo, al contrario, di mangiare meno dolci e grassi di quelli davvero consumati. Secondo gli esperti americani il problema dipende dalla scarsa conoscenza delle caratteristiche che dovrebbe avere una razione di formaggio, di condimento, di carne. Per questo Shape Up America, organizzazione che da ven- L’esperto risponde alle domande dei lettori sugli argomenti di nutrizione all’indirizzo Internet http://forum.corriere. it/nutrizione WEB t’anni cerca di educare all’alimentazione, ha messo a punto un “porzionometro” di facile interpretazione: è molto più semplice portare in tavola la porzione di formaggio giusta se, ad esempio, si sa che corrisponde grosso modo al proprio dito indice; sarà più facile non sbagliare con i condimenti se sappiamo che il cucchiaino di burro che potremmo concederci coincide più o meno alla punta di un dito. «Anche gli italiani spesso Esagerazioni Uno studio ha dimostrato che la maggioranza di noi sovrastima le razioni ideali non fanno attenzione alle porzioni e non conoscono le corrette quantità di cibo per ciascun tipo di alimento — commenta Giovanna Cecchetto, presidente dell’Associazione Nazionale Dietisti (Andid) —. Tuttavia le razioni che mettiamo nel piatto devono essere considerate con una certa flessibilità, nell’ambito dell’alimentazione complessiva giornaliera e settimanale. Bisogna cioè valutare il proprio fabbisogno di nutrienti in un’ottica globale: se amiamo la pasta e ce ne serviamo una dose abbondante, poi basta limitare la quantità di cibi con gli stessi nutrienti, come il pane. Alla fine della giornata dovremmo aver consumato tre porzioni di carboidrati complessi: se per il proprio gusto o le situazioni e i contesti in cui ci si viene a trovare queste arrivano soprattutto da una pietanza non è un male, a D’ARCO Come si «misurano» le quantità giuste Cibo Porzione ideale Assomiglia a... Cibo Porzione ideale 40 grammi Una tazza Pasta, riso, Pa fagioli Formaggio Il dito indice 85 grammi Carne, pollame, (cibo cotto)) pesce Il palmo di una mano femminile (o un mazzo di carte) Patate Cereali da colazione 30 grammi Due calzini arrotolati assieme Un frutto medio Frutta Assomiglia a... Una patata media Il mouse del computer 40 grammi Noci e frutta secca a guscio Condimento di Un pugno (o una palla da tennis) per l'insalata patto di restare entro il fabbisogno complessivo quotidiano». Uno strappo alla regola quindi è concesso: secondo l’esperta basta sapere quante sono le porzioni giornaliere raccomandate per ogni nutriente, attenendosi a quelle, per limitare automaticamente le quantità di cibo. Oltre alle 3 porzioni di carboidrati complessi bisogna assicurarsene 5 di frutta e verdura, 1 o 2 di proteine animali, 2 o 3 di grassi da condimento; naturalmente però occorre sapere che con una quota di proteine non si intende una bistecca intera, ed è proprio a questo che servono le tabelle intuitive proposte dagli americani. «Oltre che sul bilan- Una palla da tennis Una manciata Un cucchiaio ciamento delle dosi di alimenti di una stessa categoria nutrizionale, per rientrare nei fabbisogni ideali si può modificare anche la frequenza di consumo — sottolinea Cecchetto —. Se un dito di formaggio non ci soddisfa possiamo mangiarne una Fissazioni Pesare tutto può diventare una vera mania, trasformando i pasti in un incubo Il pollice quantità maggiore, per toglierci la voglia: basterà poi, per pareggiare il conto, non portarlo ancora in tavola nel resto della settimana. Questo anche perché non bisognerebbe mai cadere nella “dipendenza da grammi” che spinge molti a pesare tutti i cibi rendendo ogni pasto un incubo: dovremmo recuperare la capacità di ascoltare il nostro corpo, che è in grado di dirci quando siamo sazi o di quali nutrienti abbiamo bisogno. In questo modo riusciremmo spontaneamente a controllare le porzioni, mantenendoci nel giusto equilibrio». Elena Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Prevenzione Rischio d’ammalarsi ridotto di oltre il 20% Yogurt per difenderci meglio dal diabete C hi rinuncia ai latticini perché li ritiene troppo grassi non fa una buona scelta. La ricerca scientifica, infatti, li assolve con formula piena dal causare le principali malattie legate ai chili di troppo. E, anzi, uno studio dell’Unità di epidemiologia dell’Università di Cambridge (Regno Unito), pubblicato sulla rivista Diabetologia, ha evidenziato che certi prodotti derivati dal latte proteggono dal diabete di tipo 2, quello che si sviluppa da adulti, legato a obesità e sovrappeso. A determinare l’effetto sono in particolare i latticini fermentati a basso contenuto di grassi (come la panna acida e la ricotta), che abbassano del 24% il rischio di ammalarsi. Per lo yogurt, poi, la riduzione arriva anche al 28%, dato rilevato nelle persone che ne consumano almeno quattro o cinque vasetti alla settimana. Gli altri latticini sono invece neutri nei confronti della malattia: non la favoriscono, ma neppure la contrastano. Altri studi in passato avevano rilevato il beneficio, ma i dati non andavano tutti nella stessa direzione e «la natura dell’associazione restava quindi poco chiara» come scrivono gli epidemiologi inglesi. Questa volta però i ricercatori hanno usato un metodo più affidabile. «Per accertare le abitudini alimentari dei soggetti partecipanti agli studi, fino a oggi ci si era affidati a interviste, in cui le persone dovevano riferire che cosa avevano mangiato, affidandosi alla memoria» spiegano i ricercatori. In questo ultimo studio, in- vece, gli oltre 4 mila volontari presi in esame, arruolati fra il 1993 e il 1997, hanno compilato un diario alimentare in cui per una settimana è stata scrupolosamente registrata la composizione di ogni pasto, merenda o snack. «Questo modo di procedere è meno soggetto a errori e dà una forza maggiore ai risultati» conferma Andrea Ghiselli, del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Cra-Nut) di Roma. Ma sebbene il risultato sia ora più netto, «neppure questi dati sono sufficienti a suggerire che un’efficace strategia per la Il meccanismo L’ipotesi è che i batteri probiotici producano sostanze con effetti protettivi specifici prevenzione del diabete dovrebbe includere il consumo di yogurt e latticini fermentati — precisa Pietro Rampini, responsabile dell’Unità di diabetologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano —. Servono ulteriori conferme e, soprattutto, occorrono studi che spieghino il meccanismo biologico che starebbe alla base dell’effetto protettivo». Gli epidemiologi di Cambridge ammettono la lacuna, e ipotizzano che un ruolo potrebbe essere svolto dalla vitamina K2, particolarmente abbondante in questi alimenti, o dai bat- teri probiotici, che produrrebbero sostanze con un effetto antidiabetico, documentato anche da altre ricerche. «I probiotici potrebbero in effetti spiegare almeno in parte l’effetto, mentre l’azione della vitamina K2 è meno plausibile, dato che questa sostanza è presente anche in molti altri cibi che non riducono il rischio di sviluppare il diabete» commenta Ghiselli, che chiama invece in causa i biopeptidi prodotti dalla digestione del latte e dei latticini. «I biopeptidi — dice infatti l’esperto — attraverso meccanismi ancora non chiari sembrano proteggere dalla malattia». In attesa che la ricerca faccia chiarezza, un dato è tuttavia certo. “A causa del contenuto di grassi saturi, i derivati del latte sono percepiti come dannosi per la salute, - si legge su Diabetologia - ma questi alimenti contengono nutrienti preziosi, il cui consumo è raccomandato, come il calcio, la vitamina D, il magnesio e altri”. «Sui latticini ci sono molti pregiudizi, che vanno sfatati: — conferma Ghiselli — il loro contenuto in grassi saturi non è affatto elevato. Nel latte intero, per esempio, queste sostanze rappresentano circa il due per cento del peso. Significa che chi beve 250-300 grammi al giorno di questo latte (ovvero la quantità consigliata dalle linee guida) assume circa sei grammi di grassi saturi. Non è molto, considerando che la dose giornaliera raccomandata è tre volte tanto». Margherita Fronte © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Salute 51 diritto Filantropia L’Hospice di Bentivoglio (Bologna) è costituito da un corpo centrale e cinque settori. Al centro è collocata la postazione medico-infermieristica, su cui si affacciano la sala da pranzo, il soggiorno, la sala di preghiera. Tre settori sono destinati a degenza, con un totale di 27 camere che ospitano un paziente e un eventuale familiare ciascuna. Un altro settore è destinato ai servizi medici, con otto ambulatori e day care. L’ultimo braccio ospita i servizi generali. Hospice La struttura modello della Fondazione Seràgnoli di Bologna Baluardo contro la sofferenza, voluto da una famiglia di industriali U Il progetto Un centro regionale per i bambini La Fondazione Seràgnoli lavora a un progetto già approvato dalla regione Emilia Romagna di hospice pediatrico. In Italia, dove sono 11 mila i minori bisognosi di cure palliative, ne esiste solo uno, a Padova. Un altro è in progettazione al Gaslini di Genova sostenuto dalla Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus, impegnata, con il ministero della Salute nel «Progetto bambino», che ha come obiettivo la creazione di una rete di cure palliative specifica per il paziente pediatrico. L’hospice dell’Emilia Romagna sorgerà vicino all’ospedale Bellaria e avrà 10 posti letto. Per saperne di più sulle attività della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus www.hospiceseragnoli.it L’edificio nel verde Il campus europeo delle cure palliative n cristallo di neve: così appare da lontano il complesso dell’Hospice Seràgnoli di Bentivoglio, adagiato su antiche paludi, poi terre di mondine, a 15 chilometri da Bologna . L’agorà, il corpo centrale della struttura, è pensato come punto di ritrovo per i briefing quotidiani del personale e asse di orientamento per gli ospiti. Da lì si snodano i cinque bracci che ospitano le 27 stanze singole (altre tre sono in fase di allestimento) per i pazienti con malattie “inguaribili” e un loro familiare. La struttura è a disposizione di tutti, in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. È un concentrato di luce, verde e silenzio, un baluardo «contro la sofferenza inutile, per il rispetto della vita» come recita il motto della Fondazione Maria Teresa Chiantore Seràgnoli Onlus, presieduta da Isabella Seràgnoli, imprenditrice italiana dedita alla filantropia ed erede della dinastia di industriali a capo di una multinazionale di macchine automatiche. La Fondazione è nata nel 2002 per rispondere ai bisogni dei pazienti in fase avanzata e progressiva di malattia, promuovendo il valore fondamentale delle cure palliative. Sostegno Per i pazienti e i familiari IN ITALIA 230 (dati 2011) 55.242 I malati in fase terminale assistiti a domicilio Gli hospice 318 Le Unità per le cure ppalliative 37% La quota di malati inguaribili che ha usufruito di cure palliative (dato 2008) FONTE: Rapporto sull’attuazione della Legge 38/2010 ❜❜ Non soltanto assistenza, ma anche didattica e ricerca Allora in Italia esistevano solo cinque strutture dedicate all’assistenza di questo tipo di pazienti. L’Hospice Bentivoglio è stato il primo progettato e realizzato appositamente per accoglierli. Dieci anni dopo, quei terreni sono diventatati la sede di un vero e proprio Campus, il primo in Europa interamente dedicato alla medicina palliativa. Mattoncini non a caso color rosso Ferrari (la casa automobilistica di Maranello ha finanziato una parte delle residenze), ospitano docenti e Pensa la salute di Riccardo Renzi studenti del Centro di formazione e del Centro di ricerca dell’Accademia delle scienze di medicina palliativa voluta dalla Fondazione. «Fin da subito — racconta Rosanna Favato, direttore generale della Fondazione — ci siamo resi conto che sulle cure palliative bisognava intanto fare promozione culturale e poi impegnarci costantemente nella formazione. Abbiamo il vantaggio di avere l’hospice vicino al centro di formazione. Possiamo davvero applicare i principi dell’evidence based medicine: quello che impari in aula puoi subito verificarlo sul campo». Nel decennio trascorso, la Asl di Bologna ha riconosciuto la bontà del modello (assistenza, formazione e ricerca) e ha affidato alla Fondazione la gestione degli altri due hospice della Rete provinciale, all’ospedale Bellaria e accanto alla Residenza sanitaria assistenziale di Casalecchio. Un’esperienza unica nel panorama nazionale. Due le sfide per il futuro: «Primo, la presa in carico anticipata, con un’attivazione ancora più efficace degli ambulatori — spiega Favato —. Poi l’apertura anche ai pazienti non oncologici». Finalmente si considera l’opinione del malato S i sta finalmente facendo strada in medicina il concetto che forse conviene dare retta anche ai malati. Intendiamoci, il buon medico ha sempre saputo che gli conviene ascoltare il paziente per fare meglio il proprio lavoro. Ma raramente questo avveniva nella ricerca, nelle scelte generali, nella medicina dei grandi numeri. Ora qualcosa sta cambiando. Per esempio l’Ema (l’Agenzia europea del farmaco), che ha uno stile piuttosto diverso dal M5S, ha avviato la consuetudine di proporre consultazioni pubbliche, via Internet, su alcune scelte. L’ultima riguarda le linee guida dei farmaci per Alzheimer e demenze Chi è coinvolto senili. Difficilmente saranno i in prima persona malati stessi a partecipare, ma possono farlo le associazioni dei può evidenziare parenti dei malati in tutta Europroblemi e carenze pa. In Italia l’istituto superiore di Sanità, impegnato a redigere il Registro delle malattie rare, ha deciso di raccogliere non solo i dati ma anche le esperienze e le storie dei pazienti, perché queste possono evidenziare, meglio delle tabelle, i problemi e le criticità esistenti. Terzo esempio: si è appena conclusa una ricerca (VBMH) nel campo delle malattie del fegato volta a identificare gli indicatori di esito delle diverse malattie, cioè gli strumenti per capire se le cure funzionano o no. Nel corso della sperimentazione, è stato raccolto il parere dei malati, ai quali è stato chiesto se si sentivano meglio, e di quanto, alla fine delle terapie. Si è finalmente capito insomma che è importante sapere se un intervento è perfettamente riuscito, ma che è altrettanto importante sapere se il paziente è ancora vivo. ❜❜ Ruggiero Corcella © RIPRODUZIONE RISERVATA Ridiamoci su Dignità e affetti fino all’ultimo A vere il tempo per prepararsi. Tutti. Le cure palliative hanno significato questo per Alessandra (il nome è di fantasia), formazione in counselling, e la sua famiglia. Prepararsi: «Perché — racconta la donna — bisogna accettare il fatto che l’obiettivo guarigione non è raggiungibile, quindi occorre spostare la nostra prospettiva verso la consapevolezza che ci resta un tempo limitatissimo, e sull’importanza che quel tempo ha». La persona con il destino segnato era il marito di Alessandra, un musicista Consapevolezza Bisogna imparare ad accettare il fatto che l’obiettivo guarigione non è raggiungibile bolognese di 50 anni. «L’ho perso nell’agosto del 2012, a 53 anni, dopo una malattia relativamente lunga. Nel marzo del 2010 gli era stato diagnosticato un carcinoma. È stato operato. Ma quasi subito sono ricomparse le cellule tumorali. Ha iniziato un ciclo di chemioterapia. Anche per questo c’è stato un crollo vertebrale, un intervento molto importante alla schiena e da dicembre 2011 la perdita dell’uso delle gambe». Fermarsi su una sedia a rotelle è stata durissima per lui che adorava la montagna ed era un gran camminatore. «È stato molto difficile anche per mio figlio, che allora aveva 19 anni». L’incontro con il circuito delle cure palliative è avvenuto all’ospedale Maggiore. «Quando fu chiaro che non si poteva pensare alla guarigione e che la malattia stava procedendo ci venne prospettata la possibilità di un trasferimento all’hospice. L’invio venne fatto secondo me in maniera molto buona: venne presentato come un servizio nel quale noi famigliari finalmente avremmo potuto esercitare fino in fondo il nostro ruolo, quindi stare accanto al nostro caro senza doverci preoccupare troppo di tutto quello che capitava attorno. E così è stato» . L’hospice era quello della Fondazione Seràgnoli all’ospedale Bellaria. «Ci siamo sentiti totalmente accolti e seguiti» dice Alessandra. Grazie al supporto del circuito delle cure palliative, sia all’hospice che a domicilio, fornite dall’associazione Ant di Bologna, la famiglia è riuscita a trasferirsi in montagna e a vivere lì l’ultimo mese del proprio caro. «Anche negli ultimi quattro giorni di vita di mio marito, all’hospice, sono rimasta con lui per tutto il tempo. Quando se n’è andato, all’alba di un venerdì, ero lì e in quel momento stavamo dormendo insieme, uno di fianco all’altro, mano nella mano. Se n’è andato così. Non è poco per lui, che ha potuto avere la vicinanza della sua famiglia fino all’ultimo dei suoi respiri. E non è poco per la famiglia, che sa di averlo accompagnato fino alla fine». R. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA In breve Per (ri)conoscere il tumore ovarico ACTO onlus, Alleanza contro il tumore ovarico, lancia una campagna di raccolta fondi per finanziare la realizzazione di una guida sul tumore ovarico: storie, testimonianze, mappe di orientamento clinico-assistenziali. Il volume, da distribuire gratuitamente, aiuterà le donne a parlare con il proprio medico di questo tumore, al fine di poterlo riconoscere per tempo e combatterlo con le armi migliori. Per fare una donazione (a partire da 10 euro): www.retedeldono.it, sulla pagina ACTO Onlus Le uova di Pasqua che aiutano l’AIL Nei giorni 4, 5 e 6 aprile torna l’iniziativa Uova di Pasqua AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma): i volontari offriranno un uovo di cioccolato a chi verserà un contributo (minimo di 12 euro) per sostenere la ricerca, l’assistenza domiciliare per adulti e bambini, realizzare Case Alloggio per pazienti non residenti, supportare il funzionamento dei Centri di ematologia. Per sapere quali sono le 4 mila piazze dell’iniziativa 06/70386013 oppure www.ail.it Una Giornata sulla sclerodermia Sabato 22 marzo, nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano (via Festa del Perdono 7, ore 9.15) XX Giornata per la lotta alla Sclerodermia, promossa dal GILS Onlus. Malati, provenienti da tutta Italia, familiari, medici, ricercatori e rappresentati delle Istituzioni potranno confrontarsi e approfondire il tema della diagnosi tempestiva della malattia, anche anni prima che si manifesti. La diagnosi precoce può salvare la vita. Per informazioni: G.I.L.S numero verde 800.080.266 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 52 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo SINDROME METABOLICA Colpisce un quinto degli adulti, circa 20 milioni di individui Zona Industriale Piano Tavola C.da Pantano sn Belpasso, 95032 - Catania Tel. +39 095 7223908 Fax +39 095 386640 E-mail: ljpharma@ljpharma.com Sito web: http://www.ljpharma.it Un rischio per la salute da non sottovalutare Oggi è possibile tenere sotto controllo le conseguenze di questa patologia grazie al nuovo nutraceutico lanciato da LJPharma È noto quanto dilaghino fin dall’infanzia comportamenti sbagliati: adulti e bambini, tra computer, tablet e cellulari, trascorrono la maggior parte del tempo rimanendo seduti. Se all’immobilismo aggiungiamo una dieta ricca di grassi, si crea un cocktail negativo che predispone l’organismo a rischi pesanti a distanza di anni. grassi, senza smaltire questi eccessi con un’adeguata attività fisica, l’organismo alla lunga è costretto ad aumentare la quantità di insulina, l’ormone che se non è più in equilibrio predispone al diabete di tipo 2 (quello che insorge in età adulta, e che è in grande aumento). Un tasso di trigliceridi superiore a 150 mg/dL è già un sintomo negativo. Se anche la glicemia a digiuno supera i 110 mg/dL, il Effetti della menopausa sui componenti della sindrome metabolica Grasso viscerale Metabolismo glucidico insulina e glicemia insulino-resistenza Metabolismo lipidico trigliceridi colesterolo totale, LDL, ApoB HDL e ApoA Ipertensione arteriosa (aumenta sodio-sensibilità) Infiammazione Stato procoagulativo: fibrinogeno e PAI-1 Questo cocktail si chiama sindrome metabolica, un problema di salute venuto alla ribalta negli ultimi tempi in quanto interessa quote sempre crescenti di popolazione. Ma di che cosa si tratta? Di un insieme di parametri che, nel tempo e in modo del tutto silenzioso, iniziano ad alterarsi. Se introduciamo quotidianamente troppi zuccheri e I nutraceutici, grazie alle loro caratteristiche, rappresentano una valida scelta anche in menopausa colesterolo “buono” HDL è basso, si soffre di pressione alta e allo stesso tempo si sono accumulati chili in più proprio nella fascia addominale, dove si crea il grasso più pericoloso per la salute, ecco create le condizioni che predispongono a patologie serie come quelle cardiovascolari, tumori, diabete. La sindrome metabolica non insorge all’improvviso e all’inizio non dà sintomi particolari. Infatti, per identificarla occorre che almeno tre dei parametri prima indicati siano alterati in contemporanea. È come una bomba innescata di cui per anni si può ignorare la presenza. Solo con i dovuti controlli medici, e intervenendo prima possibile con la prevenzione, si può spegnere la sua miccia. CAMBIARE LO STILE DI VITA Non è semplice cambiare lo stile di vita se lo si è adottato fin dalla giovinezza, ma occorre farlo, magari agendo con gradualità. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che si possono regolarizzare parametri importanti come la presenza di insulina nel sangue, la quantità di colesterolo cattivo (LDL) facendo una regolare moderata attività fisica. L’ideale non è lo sforzo pesante e saltuario, che può invece danneggiare le articolazioni e stressare il muscolo cardiaco, ma una camminata di mezz’ora a passo deciso per almeno tre-quattro volte a settimana, oppure fare le scale a piedi, qualche passeggiata in bici, senza mai arrivare al fiato corto. L’altro punto importantissimo riguarda l’alimentazione. Oggi mangiamo troppo alimenti ricchi di zucchero e di sale e questo è un problema. Dimenticarsi della saliera Sindrome metabolica componenti Insulino-resistenza Ridotta tolleranza ai carboidrati Diabete mellito tipo 2 Obesità viscerale Dislipidemia aterogena: ipertrigliceridemia colesterolo HDL ridotto LDL piccole e dense Ipertensione arteriosa Iperuricemia Iperfibrinogenemia Infiammazione cronica subclinica a tavola aiuta a limitare questo minerale che è già contenuto in quasi tutti gli alimenti confezionati, e che favorisce l’ipertensione e la ritenzione idrica. Le bibite gasate forniscono un eccesso di zuccheri semplici di pronta assimilazione che finiscono subito nel sangue, facendo impennare la glicemia. Ma anche i cibi e i condimenti troppo grassi andrebbero limitati a poche occasioni. UN GRANDE AIUTO DAI NUTRACEUTICI Nell’ambito della prevenzione e quando la sindrome metabolica non è ancora di grado severo si può intervenire con i nutraceutici, costituiti da ingredienti funzionali dotati di proprietà in grado di migliorare e spesso ristabilire lo stato di benessere. Nel caso di malesseri “borderline” possono diventare una vera e propria terapia capace di scongiurare l’insorgere di eventuali patologie. LJ Pharma, grazie alla ricerca dei suoi la- Per contrastare la sindrome metabolica occorre fare un’attività fisica moderata ma costante boratori, ha messo a punto un nutraceutico funzionale innovativo, Chirofol Lipid, costituito da un’associazione di molecole in grado di riprogrammare il metabolismo alterato di soggetti affetti da sindrome metabolica. L’accurata scelta dei principi funzionali di questo nutraceutico non solo contribuisce a ristabilire l’equilibrio metabolico-energetico, ma è in grado di contrastare l’iperomocisteinemia, ricostruire la fisiologica riserva di importanti vitami- LJ PHARMA, UN’AZIENDA LA CUI MISSION È IL BENESSERE E LA SALUTE La mission della LJ Pharma si ispira alla declatoria del 1947 dell’O.M.S. che ha definito la salute come “stato di benessere fisico, psichico, relazionale”; di conseguenza, nel momento in cui uno di questi tre elementi è alterato, si può parlare di stato di malattia. In quest’ottica la LJ Pharma è continuamente impegnata nella ricerca e nella commercializzazione di nutraceutici funzionali e nutraceutici a fini medico speciali in grado di contribuire a ristabilire lo stato di benessere o affiancare la terapia farmacologica per il trattamento di patologie che, non di rado, rappresentano un’emergenza sanitaria. La LJ Pharma, che si avvale di uno staff di professionisti del settore farmaceutico, persegue la politica di continui investimenti nella ricerca, per ottenere prodotti che abbiano comprovati effetti salutari e una positiva ricaduta sulla salute pubblica, sia in termini di cura, sia di prevenzione, per prolungare lo stato di salute e di benessere della popolazione. ne e “micronutrienti essenziali”. Contiene: D-Chiro-inositolo, sostanza fisiologicamente presente nel nostro organismo, che tiene a bada l’iperglicemia e la resistenza insulinica; l’acido alfalipoico, la cui azione è sinergica al D-Chiroinositolo, e inoltre contrasta lo stress ossidativo; la Monacolina K, principio attivo estratto dal riso rosso fermentato che contrasta l’ipercolesterolemia come le moderne statine, ma senza effetti indesiderati; la Berberina utile nel trattamento degli stati di ipertrigliceridemia; l’acido folico, la vitamina B12 e la D, utili nel fronteg- te, e serve per evitare che la sindrome metabolica evolva verso patologie impegnative. Si acquista in farmacia e nelle parafarmacie senza ricetta, ma è sempre bene assumerlo sotto controllo medico, perché non va associato a farmaci come le statine (inoltre, non va preso in gravidanza e durante l’allattamento)”, conclude Di Fazio. Chirofol Lipid, per le sue caratteristiche, rappresenta un approccio di prima scelta anche per il trattamento della sindrome metabolica in menopausa. Negli ultimi 70 anni la vita media delle donne si è allungata dai 56 anni agli 80 e oltre attuali, in pratica un terzo dell’esistenza una donna lo trascorre senza ciclo. Questo rappresenta un grande successo, però il crollo degli ormoni estrogeni espone la donna a iperinsulinemia, iperglicemia, variazioni dell’assetto lipidico, giare l’iperomocisteinemia, nonché nutrienti essenziali come il cromo e il manganese, indispensabili per lo svolgimento di importanti processi metabolici. La sindrome metabolica non insorge all’improvviso e all’inizio non dà sintomi particolari RISCHI ANCHE IN MENOPAUSA Ma quante compresse bisogna assumerne e per quanto tempo? “Nel trattamento della sindrome metabolica di grado lieve e moderato l’indicazione è di due compresse al giorno durante i pasti”, spiega Gaetano Di Fazio, Direttore Scientifico di LJ Pharma. “L’efficacia comincia a manifestarsi dopo 30/60 giorni a seconda del tipo di pazien- stress ossidativo, maggiore sensibilità al sodio, ipertensione e stato infiammatorio sub-clinico, osteoporosi. Se ne deduce che la fine dell’età fertile, benché sia uno stato naturale dell’organismo, ha i suoi risvolti negativi, per questo motivo la prevenzione è d’obbligo contro l’insorgenza della sindrome metabolica. Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 Salute 53 corriere.it/salute Inviate le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all’indirizzo di posta elettronica di Daniela Natali salute@corriere.it WEB Chiedete agli esperti Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum VIVERE CON IL WEB Segnalato da voi Dal forum dei nostri esperti Quando sarà disponibile una cura efficace per il rene policistico? Sono affetto da rene policistico e ho ventotto anni. Fortunatamente ho una funzione renale normale e normali sono anche i valori pressori. Sono però ugualmente preoccupato per il mio futuro. Mi hanno parlato di ricerche che hanno evidenziato l’efficacia dell’octreotide nella cura del rene policistico in persone con funzionalità renale normale. Visto che io sono proprio in questa condizione, potrei usufruire di questa cura? È già concretamente disponibile in commercio? E, soprattutto, pensa che in futuro con questo farmaco potrei evitare la dialisi? Risponde Arrigo Schieppati Dirigente Medico Un. Nefrologia e Dialisi Osp. Papa Giovanni XXIII, Bg. Questa interessante domanda, ci dà l’occasione di aggiornare chi ci scrive, e tutti i lettori, sullo “stato dell’arte” della ricerca sulla malattia renale policistica, la più comune malattia genetica, caratterizzata dalla comparsa progressiva di cisti (“bolle” piene di liquido) nel rene soprattutto, ma anche in altri organi come il fegato. Queste cisti aumentano di numero e volume durante la vita, riducendo la quota di tessuto renale funzionante. Dunque, dopo un certo numero di anni (in genere tra la quarta e la quinta decade di età) la funzione renale è così ridotta che bisogna ricorrere alla dialisi o al trapianto. Attualmente non abbiamo una cura di provata efficacia in grado di rallentare la crescita di numero e di dimensione delle cisti renali nella malattia renale policistica, e di prevenire, di conseguenza, la perdita della funzione renale. Da qualche anno sono però stati individuati, grazie agli studi negli animali, alcuni farmaci che potrebbero diventare quella cura che tanto ci manca. Per verificare se questi farmaci sono sicuri, tollerati ed efficaci anche nell’uomo, sono stati messi in cantiere studi clinici, che tuttavia sono ancora in corso. Per ora sappiamo che le ricerche con un farmaco, la Rapamicina o sirolimus, hanno dato purtroppo risultati sfavorevoli e non credo che questa linea di ricerca proseguirà. Recentemente sono stati anche pubblicati i risultati di uno studio con il tolvaptan, un antagonista dell’ormone antidiuretico. I dati questa volta sono incoraggianti, anche se un apparente rischio di effetti indesiderati richiede un’ attenta verifica con altri studi. Un terzo farmaco, la somatostatina (o meglio un suo analogo, l’octreotide di cui lei parla nella lettera), è stato oggetto di altri studi coordinati proprio dal nostro centro. Un primo studio, su un piccolo numero di pazienti con rene policistico, ha dimostrato che era ben tollerato. Un secondo studio, sempre condotto con pazienti con funzione renale normale, è stato completato e ha dato risultati molto incoraggianti. Ora è in corso un terzo studio nei pazienti con insufficienza renale. L’efficacia della terapia viene valutata con controlli periodici dei reni tramite la risonanza magnetica (che ci permette, grazie all’applicazione di sofisticate tecniche informatiche, di verificare quanto sono cresciute le cisti) e con metodi precisi di misurazione delle funzione renale. Dunque si sta facendo molto, anche se al momento nessun farmaco ha ricevuto un’autorizzazione all’immissione in commercio ed è quindi utilizzabile per curare questa patologia. L’interesse dei ricercatori in questo campo è molto alto, per cui siamo fiduciosi che nei prossimi anni una terapia verrà messa a punto. L’obiettivo che si pongono i ricercatori è quello che lei si augura: che in un prossimo futuro sia possibile grazie ai farmaci, rallentare o arrestare l’evoluzione della malattia renale policistica. Ed evitare a chi ne soffre la dialisi. La più cliccata Il sito della settimana Psicologia www.amiloidosi.it Il matrimonio si salva al cinema Aiuto in rete per una malattia rara Le amiloidosi sono malattie rare causate dal deposito in vari tessuti di proteine anomale. Possono interessare diversi organi, soprattutto rene e cuore. Informazioni su queste malattie e un aiuto per le persone che ne soffrono, si possono trovare sul sito www.amiloidosi.it, curato dal Centro per lo studio delle amiloidosi sistemiche del Policlinico San Matteo di Pavia, dove ha sede la Società italiana per l’amiloidosi. Nella sezione «Per i www.corriere.it/salute/forum pazienti», cliccando su «Cosa sono le amiloidosi» si accede alle informazioni sui diversi tipi di malattia, quando sospettare l’amiloidosi, come viene diagnosticata, come si cura. L’area «Quali sono i centri» contiene l’elenco delle strutture di riferimento presenti nelle diverse Regioni italiane. Una sezione specifica è poi dedicata ai medici: contiene approfondimenti sulle amiloidosi e le linee guida scientifiche su come diagnosticarle e curarle. Cliccando su «Sperimentazioni» sono disponibili i link agli studi scientifici sulla malattia, mentre in «Invio campioni» ci sono le istruzioni su come inviare in casi selezionati, attraverso il medico curante, campioni biologici al Centro di riferimento di Pavia per eseguire esami che non possono essere effettuati in altre strutture. Cosa c’è di Nuovo In uno studio è stata sperimentata, con risultati interessanti, la «cineterapia d’amore» al posto della psicoterapia di coppia tradizionale Malattie infettive Influenza con febbre alta Bisogna preoccuparsi? Due mesi fa l’influenza mi ha messo KO e la temperatura per tre giorni è salita a 39°. È normale? Ci sono persone più predisposte ad avere temperature alte? Risponde Massimo Galli Direttore Divisione Clinicizzata Malattie infettive, osp L. Sacco, Milano Il virus dell’influenza A spesso causa i sintomi descritti e il periodo in cui le è capitata questa esperienza coincide con quello in cui le infezioni da virus influenzali sono più frequenti. In Dermatologia Fitoterapia Brufoli a quarant’anni La pulizia del viso è utile? A che cosa servono la Griffonia e la Mucuna? Ho 40 anni; da adolescente ho sofferto di acne e anche ora ho brufoletti durante i giorni del ciclo. La pulizia del viso periodica può essere utile? A che cosa serve esattamente la Griffonia simplicifolia? Ed è ammessa nella composizione degli integratori? E la Mucuna pruriens? È ammessa? Risponde Carla Nobile Risponde Fabio Firenzuoli Direttore Servizio di dermatologia, ospedale di Brunico (Bolzano) Centro medicina integrativa, Azienda osp.-universitaria Careggi, Firenze La comparsa di alcune lesioni acneiche nelle fasi mestruali può verificarsi anche in età adulta, ma non richiede alcun trattamento specifico. Per prevenirne l’insorgenza, piuttosto che la periodica pulizia del viso, le consiglierei l’uso regolare di creme non comedogeniche a base di sostanze sebo-regolatrici, in grado di ridurre foruncoli e punti neri. La Griffonia è utilizzabile negli integratori; può servire per mantenere un buon tono dell’umore, per ottenere un senso di rilassamento, per migliorare la qualità del sonno e, in generale, il benessere “mentale”. Può contribuire, inoltre, al controllo della sensazione di fame. L’utilizzo della Mucuna pruriens, invece, non è ammesso negli integratori. Cardiologia Il video Quale può essere la causa di tachicardia al risveglio? Quando mi sveglio il mio cuore va in tachicardia parossistica e io temo possa cedere. Ho fatto un Holter, servono altri esami per capire la causa del disturbo? Ortopedia La sindrome della cuffia dei «rotatori» Da domani su Corriere.it/salute video-intervista con Alessandro Castagna, primario chirurgia spalla e gomito, Ist. Humanitas, Milano realtà più virus diversi che infettano le prime vie respiratorie possono essere responsabili di quadri clinici del tutto simili, anche nei mesi in cui imperversa l’influenza. E si parla infatti di sindromi simil-influenzali per riunire tutti i disturbi da lei descritti e per i quali non si disponga di una diagnosi di laboratorio certa. Limitando il discorso al virus dell’influenza A, stanno emergendo evidenze su particolari caratteri genetici che determinano un decorso più grave anche in assenza di malattie debilitanti. Si tratta comunque di situazioni infrequenti. L’intensità dei sintomi varia molto anche in chi ha un decorso favorevole e il senso di debolezza dopo i consueti tre giorni di febbre si protrae per un periodo e con un’intensità diversi da caso a caso. La febbre però è segno di una robusta reazione dell’organismo che facilità la guarigione. Può preoccupare solo se si protrae oltre i tre giorni iniziali. Risponde Gaetano Lanza Dirigente medico Dip. cardiologia, Policlinico A . Gemelli, Roma Molte tachicardie riferite dai pazienti sono semplici accelerazioni del normale battito cardiaco e non richiedono alcun trattamento, se non notizie dalle aziende l’eliminazione delle eventuali cause. Le tachicardie “parossistiche”, in genere sopraventricolari, sono invece aritmie ben definite, che possono essere trattate con farmaci oppure con l’ablazione. Va anche escluso che le “tachicardie” siano dovute ad altre aritmie (per esempio fibrillazione atriale). L’ECG-Holter consente la diagnosi solo se la tachicardia si verifica durante la registrazione. Se ciò non avviene, bisogna cercare di eseguire un ECG (in Pronto soccorso) durante l’aritmia (se dura a sufficienza) o effettuare un monitoraggio ECG più prolungato con appropriati registratori di eventi. In ogni caso, se il cuore è strutturalmente sano, non c’è alcun pericolo di “cedimento”. a cura di RCS MediaGroup Pubblicità NASO LIBERO CON NUTRABALM RINITIS ISDIN LE SOLUZIONI PHONAK PER I BAMBINI COLESTEROL ACT PLUS 400MG NUOVO LATTE DETERGENTE SENSIMILK IL GEL DENTIFRICIO GUM STAR WARS ISDIN, laboratorio farmaceutico spagnolo, presenta Nutrabalm Rinitis, il nuovo spray nasale a base di ingredienti naturali che riduce i sintomi associati alla congestione causata da raffreddore e rinosinusite. Ideale nel trattamento di questi due fastidiosi diturbi, è una soluzione ipertonica che elimina l’eccesso di liquido della mucosa congestionata, togliendo l’infiammazione e liberando il naso consentendo una migliore respirazione. Grazie all’Ectoina al 2%, sostanza naturale con proprietà protettive, migliora i meccanismi di difesa della mucosa, attraverso l’attivazione dei sistemi di protezione e la riduzione dei processi infiammatori. 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Non si devono avere timori se in questo periodo si verifica un aumento di caduta dei capelli. Si tratta infatti di un fenomeno fisiologico normale, che avviene anche in autunno, anche se le cause di questo aumento stagionale di caduta non sono ancora del tutto conosciute. Va detto inoltre che a cadere sono i capelli in fase telogen, cioè quelli alla fine del loro ciclo vitale. I capelli infatti sono soggetti a un continuo ricambio e la loro vita segue un ritmo ciclico suddi- viso in tre fasi distinte. La prima, detta anagen dura dai due ai sette anni ed è quella della formazione e della crescita del nuovo capello. Seguono la fase catagen che dura circa due settimane, durante la quale la crescita del cappello rallenta fino a fermarsi e la fase telogen che ha una durata di circa tre mesi al termine dei quali il capello viene eliminato e sostituito da un altro. Ogni capello conduce, inoltre, una vita indipendente dagli altri, non si trovano mai Nuovo Bioscalin® SincroBiogenina®, cresce la forza dei tuoi capelli Dalla Ricerca Anticaduta Giuliani arriva SincroBiogenina®, la nuova e innovativa formulazione di Bioscalin, linea di prodotti che da oltre 20 anni individua soluzioni mirate e sicure per i capelli. Una volta al giorno, una sola compressa, preferibilmente da prendere con la colazione del mattino o durante il pasto principale, Bioscalin SincroBiogenina® un integratore costituito da CronoBiogenina, Biotina, Zinco e da un esclusivo complesso brevettato di anti-ossidanti: Olea Europea, Vitis Vinifera e Selenio. La sinergia di questi importanti anti-ossidanti produce una mirata attività di protezione delle cellule dallo stress ossidativo generato dai radicali liberi. Adatto sia agli uomini sia alle donne, Bioscalin® SincroBiogenina® è prodotto con R-Plus, un esclusiva tecnologia brevettata che combina uno speciale rivestimento della compressa con la consolidata tecnologia di rilascio Retard. Mentre lo speciale rivestimento permette agli attivi di arrivare intatti nell’intestino, la tecnologia Retard favorisce il rilascio graduale delle sostanze nutritive per favorirne l’ottimale assorbimento da parte dell’organismo. Grazie a questa tecnologia risulta migliorataanche la digeribilità. Così, nei periodi in cui i capelli risultano deboli e fragili, quindi con tendenza a cadere, a causa dello stress, cambi di stagione e alimentazione non corretta, arriva dalla Ricerca Anticaduta Giuliani una novità per la cura dei tuoi capelli: Bioscalin® SincroBiogenina®. Puoi trovare la confezione da 30 compresse in farmacia. 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AZIONE TESTATA CLINICAMENTE Testato in uno studio clinico in doppio cieco per 3 mesi su 60 soggetti sani, randomizzato, versus placebo, per valutarne l’efficacia e la tollerabilità in soggetti con caduta temporanea ed eccessiva dei capelli (risultati medi) ® ® [1] da Dissolution Test, vs Bioscalin con CronoBiogenina [2] aumento della resistenza dei capelli alla trazione (pull test) *vs Bioscalin ® con CronoBiogenina ® capelli nella stessa fase contemporaneamente e di solito uno cade è perché sotto ne è presente uno nuovo che sta crescendo e che assicura un corretto ricambio. UNA QUESTIONE DI NUMERO In linea generale è del tutto fisiologica una caduta giornaliera di circa 50-60 capelli al giorno, che però in primavera aumenta a circa 100 capelli e in alcuni casi anche di più. Possono per altro contribuire a questo aumento, oltre alla stagione, periodi di stress prolungato, traumi improvvisi, l’avere avuto nei mesi precedenti dei problemi di salute debilitanti e l’avere assunto per lungo tempo alcuni tipi di farmaci. In ogni caso se questo aumento di perdita continuasse a protrarsi per un paio di mesi oltre il periodo del cambio di stagione, è certamente consigliabile rivolgersi a un dermatologo per verificare la salute dei propri capelli. Nel frattempo però si può favorire il ricambio e la crescita di nuovi capelli seguendo una dieta varia e in particolare ricca di quei principi nutritivi che sono particolarmente utili per la salute dei capelli: vitamine, come la A, quelle del gruppo B, la H (biotina) e la E; minerali quali ferro, rame, zinco e magnesio e tre aminoacidi, cistina (cereali e carne), metionina (carne, frutta secca, aglio e cipolla) e cisteina (riso, grano, banane). Sono certamente di grande aiuto anche alcuni specifici integratori alimentari studiati appositamente per un’azione rinforzante sui capelli. PIÙ TEMPO PER LORO Per donare però nuovamente ai capelli un aspetto sano e morbido è anche necessario dedicargli un po’ di tempo in più, dal lavaggio alla pettina- Non è vero che fare lo shampoo troppo spesso rovina i capelli, l’importante è utilizzare il prodotto giusto Quattro consigli per tutti A volte i capelli incominciano a indebolirsi e a cadere per nostri errori. Ecco quattro semplici avvertenze che aiutano a non aumentare i rischi Evitare le diete drastiche e invece seguire un regime alimentare sano, dando ampio spazio a frutta, verdura e altri cibi che contengono vitamine e minerali. Consumare anche la carne in quanto l’assorbimento del ferro, minerale che è indispensabile anche per una chioma sana, è favorito da alcuni aminoacidi presenti esclusivamente in questo alimento. Proteggere il cuoio capelluto e i capelli dalle radiazioni solari e da quelle delle lampade abbronzanti in quanto hanno un’azione negativa sulla struttura dei capelli rendendoli più deboli e inducendone la perdita. Non fumare perchè la nicotina si deposita a livello dei capelli creando una sorta di pellicola che ne favorisce la caduta. E questo vale anche per il fumo passivo. Non tenere i capelli sempre legati, specialmente stretti, perché si sfibrano, si indeboliscono e si strappano. tura. Per quanto riguarda la frequenza di lavaggio, in linea generale i capelli vanno lavati ogni 2-3 giorni e non appena si avverte una sensazione di prurito al cuoio capelluto. Ovviamente dipende anche dal tipo di capelli, di attività lavorativa e da dove si abita. Chi vive in città dove l’inquinamento è elevato può aumentare la frequenza dei lavaggi in quanto le sostanze inquinanti alterano i ‘ponti’ che tengono insieme le cellule di cheratina nel fusto dei capelli che quindi appaiono opachi, si spezzano e cadono con maggiore facilità. In questo periodo è consigliabile per lavarli non ricadere sul solito prodotto, ma utilizzarne uno molto delicato, sicuramente rispettoso del pH della pelle e che inoltre unisca all’azione detergente anche un effetto nutritivo e riparatore assolutamente necessario per i capelli sciupati. Oggi per altro c’è solo l’imbarazzo della scelta in quanto esistono in commercio molti prodotti specifici, sia shampoo sia olii detergenti. Più cura anche nel lavaggio: lo shampoo si versa sul palmo della mano, si diluisce con un po’ di acqua, si applica sui capelli, si massaggia per un paio di minuti e si risciacqua con molta cura. È sempre importante poi applicare il balsamo o una crema apposita in quanto oltre a rendere i capelli morbidi, più pettinabili e brillanti,forma una pellicola protettiva che li protegge dai danni ambientali. Chi, però, ha i capelli molto rovinati e spenti, può anche fare, una volta la settimana, una maschera che rinforza e reidrata ridando così corpo, elasticità e luminosità ai capelli. Per non vanificare tutte queste cure, è anche necessario proteggere i capelli dall’azione aggressiva dell’aria calda del phon. Oltre che a non impiegarlo alla potenza massima, a muoverlo in continuazione e a tenerlo ad almeno due-tre spanne di distanza, è opportuno vaporizzare sui capelli lavati, dopo averli tamponati con l’asciugamano, un prodotto termoprotettivo. Più attenzioni anche con pettine e spazzola, che vanno impiegati in modo delicato, senza strappare i nodi o tirare i capelli e soltanto il tempo necessario per acconciare i capelli. Infine in questo periodo sarebbe meglio non esagerare con piastre e arricciacapelli elettrici. Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 55 PRIMAVERA IN FORMA Con l’arrivo della bella stagione torna il desiderio di perdere qualche chilo di troppo accumulato durante l’inverno Come ritrovare una linea invidiabile con attenzione al benessere carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali. Sulla tavola devono essere presenti nelle giuste proporzioni pasta, pane, riso carne, pesce, latticini, verdura e frutta. Queste ultime due vanno consumate in abbondanza in quanto forniscono anche fibre, ma per quanto riguarda la frutta si deve dare la preferenza a quella meno ricca di zucchero. Si devono preferire anche i metodi di cottura più semplici e salutari, escludendo quelli ricchi di intingoli e riducendo anche l’uso dei grassi come condimento; impiegare le spezie Per liberarsi del peso in eccesso con attenzione alla salute sono necessari un regime alimentare bilanciato e una regolare attività fisica L’attività fisica accelera il metabolismo ed aiuta a non recuperare i chili persi DALLA RICERCA SCIENTIFICA SPECCHIASOL che rendono le pietanze appetitose, promuovendo un effetto benefico sulla digestione. Vanno certamente limitati gli insaccati, i salumi, il burro, i formaggi grassi e i dolciumi. Inoltre vanno evitati gli alcolici e i superalcolici, limitandosi come bevanda all’acqua bevendone da un litro e mezzo a due al giorno. È anche importante non concentrare tutto l’apporto calorico in un unico pasto, ma suddividerlo fra tre pasti e, se si desidera, uno o due spuntini. Saltare uno dei pasti crea scompensi, esalta i meccanismi che portano alla deposizione di grassi di riserva, oltre a provocare nausea, mal di Peso Balance: per tornare in forma… naturalmente I chili di troppo non sono un problema soltanto estetico. C’è in gioco molto di più: possono con il passare del tempo mettere a rischio il benessere dell’organismo. Questo non vuol dire però seguire diete drastiche e sconsiderate: questo tipo di regimi alimentari, infatti, sono il più delle volte incompleti e possono portare ad importanti carenze nutrizionali, con conseguenti ripercussioni negative sulla salute. Per favorire l’equilibrio del peso corporeo ed un sano benessere è necessario, invece, pianificare un programma basato su una dieta che sia ipocalorica, ma che comprenda tutti i nutrienti in modo vario ed equilibrato, oltre che una costante e regolare attività fisica. Favorire la perdita dei chili di troppo, però, è anche dipendente da un corretto funzionamento del metabolismo, perché quando il metabolismo è rallentato l’organismo tende a depositare l’eccesso di calorie sotto forma di riserva di grassi con un conseguente aumento di peso e di massa grassa. Proprio per contribuire a ritrovare l’equilibrio del proprio peso corporeo, favorendo il benessere globale dell’organismo, Peso Balance la ricerca Specchiasol ha messo a punto Peso contiene Balance. Si tratta di un un’associazione integratore alimentare a unica base di specifici estratti di fitocomplessi vegetali che, lavorando in sinergia, ottimizzano denominata il funzionamento del Green 4 fit™ metabolismo, ossia di quell’insieme di reazioni che avvengono nel nostro organismo e che permettono la trasformazione degli alimenti in energia. Peso Balance contiene infatti un’associazione unica di fitocomplessi denominata Green 4 fit™, costituita da un particolare estratto di Tè verde liposomiale, di elevata qualità e biodisponibilità, che favorisce l’equilibrio del peso corporeo; estratto di Caffé verde titolato al 45% in acido clorogenico e a ridotto contenuto di caffeina (massimo il 2%), conosciuto in letteratura scientifica per le sue proprietà utili a favorire il metabolismo degli zuccheri; estratto secco titolato e microincapsulato di Capsico, noto come stimolante del metabolismo energetico ed estratto di Pepe nero titolato al 95% in piperina, utile per le sue proprietà antiossidanti. Formulato in pratiche capsule vegetali, Peso Balance va associato a una dieta ipocalorica e a un corretto stile di vita. Si consiglia l’assunzione di 1 capsula, 2 volte al giorno, con un po’ d’acqua dopo i pasti. Il prodotto non contiene glutine ed è venduto in farmacia, parafarmacia ed erboristeria. PER MAGGIORI INFORMAZIONI: WWW.SPECCHIASOL.IT F inalmente è arrivato il momento di mettere via piumini e maglioni pesanti. Mentre si provano davanti allo specchio gli abiti leggeri, capita più o meno a tutti di guardarsi con aria critica e di notare con raccapriccio di avere accumulato durante l’inverno qualche chilo di troppo: il giro vita è lievemente ingrossato e le cosce sono meno affusolate. Per ritrovare il proprio peso forma non ci si deve però buttare a capofitto in un regime alimentare punitivo, in quanto le diete che promettono perdite di peso velocissime hanno un contenuto calorico molto basso e di conseguenza fanno assumere un quantitativo limitato di nutrienti che non copre il fabbisogno giornaliero dell’organismo, soprattutto per quanto riguarda vitamine, minerali ed oligoelementi, provocando uno stato di sofferenza generalizzato del nostro organismo. Ecco allora stati di carenze nutrizionali, cali di pressione, stanchezza, senso di vertigini, irritabilità fino ad arrivare a disturbi anche più gravi. Lo stesso vale per le diete basate su un solo alimento o monotone che sono ancor più squilibrate nei principi nutritivi che apportano. Ad esempio i regimi dimagranti a base in prevalenza di alimenti proteici comportano un surplus di questi nutrienti che causa un sovraccarico di lavoro per i reni e il rischio, se la dieta è protratta nel tempo, di patologie a carico di questi organi, mentre quelli con pochissimi carboidrati possono provocare uno stato di acidosi con formazione di alcune particolari sostanze, i corpi chetonici, che causano uno stato di affaticamento a livello epatico. NON RISOLVONO IL PROBLEMA La perdita di peso che tutti questi tipi di diete producono è un piacere che dura vera- mente poco in quanto quando si dimagrisce in modo drastico scattano determinati meccanismi a livello fisiologico, che si oppongono al dimagramento. L’organismo infatti abbassa il proprio metabolismo basale di circa il 30%, riducendo così il consumo di energia. Questo fa sì che si riacquistino immancabilmente i chili persi subito dopo aver interrotto la dieta. Questo fenomeno è conosciuto come effetto rimbalzo, o effetto yo yo: è un continuo dimagrire e rimettere nuovamente su i chili persi. Inoltre quando si dimagrisce troppo in fretta, si perde una quantità eccessiva di massa magra rispetto alla massa grassa, mentre quando si ingrassa nuovamente si recupera soprattutto quella grassa. Così, alla il nuovo testa e stanchezza. Inoltre fa sì che si arrivi troppo affamati a tavola e che quindi si esageri con le porzioni. GLI AIUTI IN PIÙ Per avere un aiuto si possono abbinare alla dieta anche alcuni specifici integratori alimentari a base di sostanze naturali studiati per favorire l’equilibrio del peso corporeo. In soccorso vengono anche alcune piante officinali sotto forma di tisana. In particolare nei primi giorni di dieta per dare una “sferzata” di energia, va bene una tisana di karkadè e menta: è tonificante, rinfrescante e ricca di vitamina C. Si prepara con tre cucchiai di karkadè e due cucchiaini di menta in un litro di acqua bollente. Lasciare in infusione per dieci minuti, filtrare e bere durante il giorno. Infine è tassativo effettuare anche una regolare e moderata attività fisica. Il movimento stimola un aumento del dispendio energetico nel momento in cui lo si svolge, accelera il metabolismo basale per cui il consumo calorico è più alto anche parecchie ore dopo la sua sospensione e aumenta la probabilità di non recuperare il peso perso. Infine, rinforza la massa muscolare e tonifica il corpo che durante la dieta può perdere un po’ della sua compattezza. Gli sport più adatti? Sicuramente la bicicletta, il nuoto e la corsa. Per chi non ha mai fatto attività fisica è importante iniziare con gradualità: 20 minuti almeno tre volte alla settimana fino ad arrivare a 45-50 minuti, sempre a giorni alterni. programma bilanciato per tornare in forma naturalmente. Le diete che fanno perdere peso rapidamente possono essere dannose per la salute fine, dopo tutta questa serie sequenziale di aumenti e perdite di peso, l’organismo ha subito numerosi contraccolpi che si ripercuotono negativamente in quanto aumenta la percentuale di grasso rispetto a quella presente prima della dieta, il metabolismo basale rallenta, non si riesce più a dimagrire ma si tende viceversa ad aumentare di peso più facilmente e velocemente. BILANCIARE I NUTRIENTI Per non correre rischi e perdere i chili accumulati, in linea generale la dieta deve essere solo leggermente ipocalorica, cioè deve fornire un numero di calorie dal 10% al 20% in meno di quelle necessarie. È fondamentale però che fornisca tutti i nutrienti necessari all’organismo: NATURALMENTE IN LINEA! Dalla ricerca scientifica Specchiasol nasce la linea Snell BALANCE, un programma studiato appositamente per favorire l’equilibrio del peso corporeo e contribuire al benessere del proprio corpo. www.specchiasol.it - seguici su IN FARMACIA, PARAFARMACIA ED ERBORISTERIA Vi aspettiamo al Cosmofarma - PAD 25 STAND A60-B59 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 56 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo PRIMAVERA IN FORMA La zona del contorno occhi è particolarmente delicata e mostra subito i segni della stanchezza e dell’età Cure speciali per dare nuova vita allo sguardo È indispensabile nutrire e idratare quotidianamente la pelle attorno agli occhi e contrastare la formazione di rughe È già in assoluto la prima parte del viso a denunciare stanchezza e stress e a mostrare i segni dell’età, ma con queste prime giornate di sole il contorno occhi sembra ancora di più la meta preferita di occhiaie, gonfiori , borse, rughe. D’altra parte proprio per la sua struttura la pelle che circonda gli occhi ha bisogno di cure attente e mirate. La pelle del contorno occhi è molto delicata e con poche difese. Ha infatti una struttura e fisiologia particolari: uno spessore molto più sottile rispetto a quello delle altre zone del viso; una scarsa quantità di elastina e collagene, le due fibre della pelle fondamentali per la sua consistenza; e poche ghiandole sebacee con la conseguenza che il film idrolipidico, cioè quell’invisibile velo costituito da acqua e grasso che ricopre la superficie della cute, in questa area è estremamente sottile e quindi non svolge al meglio la sua azione di difesa dalle aggressioni climatiche esterne. Inoltre nella zona perioculare la microcircolazione venosa e linfatica è superficiale e questo comporta spesso un suo rallen- La formazione delle rughe è facilitata dalle continue contrazioni muscolari tamento che causa una scarsa ossigenazione dei tessuti e la comparsa di occhiaie e borse. IN PERENNE MOVIMENTO Contribuiscono alla formazione di rughe in questa zona anche le continue sollecitazioni legate alla sua grande mobilità muscolare. Perché tutte le emozioni passano sempre dallo sguardo, mettendo in movimento ben 22 piccoli muscoli per un totale di migliaia di contrazioni muscolari ogni giorno. Per dare un’idea di quanto sono quotidianamente i movimenti muscolari in questa zona, basti pensare ai circa 1000 battiti di ciglia al giorno indispensabili per l’idratazione della cornea. A tradire, però, la zona intorno agli occhi, e questo ad ogni età, sono anche le cattive abitudini: mancanza di ore di sonno, eccesso di fumo, abuso di alcolici, affaticamento eccessivo e un’ alimentazione disordinata e non equilibrata. SCEGLIERE BENE Per la bellezza e la freschezza dello sguardo la prima regola è di utilizzare prodotti cosme- Solo per i tuoi occhi tici appositamente studiati e formulati per questa zona, meglio se ipoallergenici e a base di ingredienti naturali. Hanno tutti un’azione mirata a nutrire e idratare la pelle perioculare e vanno scelti in base alla propria età ed alle esigenze ed obiettivi che si vogliono raggiungere. Infatti a seconda degli ingredienti che contengono hanno anche altre proprietà: lenitiva e disarrossante, antiossidante, antirughe, riempitiva, riparatrice e decongestionante e drenante per borse ed occhiaie. E’ meglio orientarsi su cosmetici arricchiti anche con filtri solari in modo da proteggere la sottile cute perioculare dall’azione nociva dei raggi ultravioletti, ritardandone il precoce invecchiamento. In base al proprio gusto si può scegliere fra prodotti per il contorno occhi con svariate texture e sono dispo- I cosmetici per il viso non sono indicati per la cura del contorno occhi nibili anche con applicatori differenziati che consentono una precisa applicazione del prodotto nella zona da trattare. Per garantirsi dei risultati è però basilare utilizzare il cosmetico scelto con regolarità, sia la mattina prima di procedere al trucco sia la sera dopo avere struccato gli occhi, in piccole quantità, applicando- lo sulla parte alta dello zigomo dove si formano le rughe e sulla zona dove hanno origine borse e occhiaie, picchiettandolo delicatamente con i polpastrelli fino al completo assorbimento. Un altro punto fermo per la salute e bellezza del contorno occhi è la detersione: va eseguita con cura sia la mattina sia la sera con un apposito prodotto struccante compatibile con il liquido lacrimale e prima di applicare i cosmetici specifici. Infine un ottimo rimedio per attenuare le occhiaie e i gonfiori così frequenti in questo periodo primaverile, è applicare sulla zona perioculare per 10-15 minuti due dischetti di cotone precedentemente inumiditi con dell’ acqua termale oppure con della camomilla e lasciati mezz’ora nel freezer. Perfect Eyes, una risposta a tutte le esigenze del contorno occhi Prendersi cura della zona perioculare è essenziale per mostrare un viso radioso e sentirsi belle e più giovani. Da questa consapevolezza e da anni di ricerca cosmetica è la nata la linea Perfect Eyes di Planter’s. La linea si compone di 6 prodotti, ognuno dei quali pensato per fornire una risposta ad un’esigenza specifica del contorno occhi, dalla detersione al make-up. Il Reduction Gel Intensive Action è una concentrazione di principi attivi che favorisce un’intensa azione decongestionante, idratante, drenante, tonica e protettiva: aiuta a contrastare il gonfiore, le antiestetiche occhiaie e i segni della stanchezza, rendendo lo sguardo più fresco e riposato. Il Micellar Gel pH 7,2 è uno struccante delicato compatibile con il liquido lacrimale che rimuove efficacemente, ma con dolcezza, il make-up e le impurità sulla pelle degli occhi, anche la più sensibile. La BB Eye Cream è un correttore per il contorno occhi che, grazie ad un mix di attivi normalizzanti ed emollienti, aiuta ad alleviare le occhiaie e segni di stanchezza: una crema confortevole dal colore unico e intenso che mimetizza le imperfezioni senza appesantire l’incarnato, conferendo luminosità e freschezza allo sguardo. Fanno parte della linea anche Relax Eyes Crystal Gel, Lift Effect Serum Gel e 6D Mascara Extra Black: tutti i prodotti sono senza parabeni e testati per il nichel. Per maggiori informazioni: www.planters.it Serì: bozzoli di seta per un viso radioso Per uno sguardo naturalmente “perfetto”. Una concentrazione di ingredienti attivi specifici per migliorare la luminosità del tuo sguardo. Sei prodotti dedicati al benessere globale della zona perioculare (contorno occhi, palpebre e ciglia), dalla detersione all’idratazione e al make-up: un Detergente micellare; una Maschera ad effetto defaticante immediato; un Siero ad effetto idratante, liftante e antiage; un Gel ad effetto lenitivo, tonificante, protettivo e anti-age; una BB Cream Eye e un Mascara ad effetto ristrutturante e make-up. Nelle migliori erboristerie e farmacie. NUOVA LINEA Senza Parabeni - Testati per il Nichel Efficacia testata - Oftalmologicamente testati www.planters.it Seguici su N AT U R A L M E N T E . . . C O N P L A N T E R ’ S È V I E TAT O I N V E C C H I A R E ! Serì, è un prodotto innovativo e completamente naturale per un trattamento di pulizia profondo e delicato della pelle del viso che riacquista la sua luminosità. Affonda le sue radici nel medio ed estremo oriente, dove nei secoli passati le principesse dei grandi imperi orientali, amavano farsi massaggiare il viso con i bozzoli di seta per illuminare il viso. Serì, bozzoli di seta pura rendono la pelle luminosa e levigata, rimuovono l’eccesso di sebo, prevengono punti neri ed eruzioni cutanee, creano sulla pelle un film idratante e non occludente che regola il pH fisiologico della pelle e favoriscono l’assorbimento cutaneo dei cosmetici. Serì, bozzoli di seta dopo essere stati lasciati un minuto a bagno in acqua calda vanno massaggiati sul viso con movimenti circolari insistendo nelle zone dove la pelle presenta particolari in estetismi, come punti neri. Alla fine la pelle va bagnata con l’acqua in cui erano stati messi i bozzoli di seta in quanto essendo ricca di sericina ha una benefica attività dermosmetica e idratante. Serì bozzoli di seta sono prodotti con la migliore seta per la cura della pelle, tramite una filiera italiana frutto della collaborazione fra FIMO srl e CRA-API Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura- Unità di Ricerca di Apicoltura e di Bachicoltura. Per maggiori informazioni: www.seriskincare.it Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 57 PRIMAVERA IN FORMA I mesi invernali hanno messo a dura prova la cute del viso che appare opaca, disidratata e poco sana Obiettivo: una pelle liscia come la seta Con qualche cura in più e scegliendo i prodotti più idonei alle proprie esigenze è possibile ritrovare un viso luminoso C on il cambio di stagione arriva anche il momento di dare una sferzata di energia alla pelle del viso. Il clima freddo, l’inquinamento, lo stress e la vita sedentaria con la complicità della tipica alimentazione invernale povera di vitamine e di sali minerali e invece ricca di grassi e carboidrati, l’hanno strapazzata rendendola arida, con un aspetto spento, priva di compattezza e con qualche macchia qua e là. Per contrastare l’aspetto opaco, disidratato e ruvido della pelle del viso, tipico del periodo di fine inverno, è necessario rimuovere a fondo le cellule morte dello strato superficiale effettuando uno scrub. Questo trattamento aiuta il turnover cellulare, stimola la microcircolazione sottocutanea e la rivitalizzazione della pelle. In base al tipo della propria pelle si può scegliere fra molti tipi di scrub, dando però la preferenza a quelli a base di ingredienti naturali. Il trattamento va effettuato massaggiando il prodotto delicatamente sulla pelle, insistendo sulla zona fronte, naso e mento, dove si concentrano le impurità, ed evitando il contorno occhi e labbra perché qui l’epidermide è più sottile. Si risciacqua con acqua tiepida e si asciuga senza strofinare: la pelle appare immediatamente soffice e sana. In questo periodo il trattamento andrebbe ripetuto una-due volta alla settimana; se invece la pelle è facilmente irritabile andrebbe eseguito ogni 15 giorni. NUTRIRE BENE LA PELLE Dopo lo scrub, la pelle ha bisogno di nutrimento. Una soluzione valida è fare una maschera rigenerante e ammorbidente, anche in questo caso scegliendola a base di ingredienti naturali. Si può anche preparare in casa: schiacciare con la forchetta mezza banana matura, aggiungere due gocce di succo di limone, un cucchiaino di yogurt intero e mescolare bene. Appli- care sul viso e sul collo per dieci minuti e risciacquare con acqua tiepida. In questo periodo è anche necessaria particolare cura nella scelta creme da giorno e da notte da impiegare. Meglio sempre orientarsi su creme, sieri o gel a base di ingredienti naturali verificando che abbiano un’ azione idratante, nutriente, restituiva e antiossidante. Quella da giorno inoltre deve contenere anche dei filtri solari. Just Italia, un anniversario “da 30 e lode” Just, azienda di spicco nella vendita di cosmetici naturali svizzeri, compie 30 anni in Italia. Ha infatti iniziato a operare nel 1984, puntando sulla qualità dei prodotti realizzati in Svizzera secondo precisi principi (alta presenza di ingredienti naturali; rigorosa selezione dei migliori oli essenziali ed estratti vegetali; formulazioni che sposano in armonia il tradizionale metodo galenico e la moderna cosmetologia) e scegliendo come unico canale distributivo la vendita a domicilio. Una scelta che il mercato ha premiato con numeri in costante crescita e la fedeltà di migliaia di famiglie italiane. Elemento fondamentale del successo è infatti la creazione di una rete capillare di Incaricati alle Vendite e la scelta di presentare i prodotti attraverso i classici Party, incontri diretti in un contesto informale e amichevole: qui il Cliente riceve consigli personalizzati e informazioni sui prodotti, che può provare senza obbligo di acquisto. Seguendo le orme del fondatore svizzero Ulrich Jüstrich, che nel 1930 diede inizio all’espansione internazionale di Just, l’Azienda italiana ha coltivato con speciale attenzione la relazione con i Clienti. Su questo fronte, Just Italia ha sviluppato strategie innovative e destinato investimenti rilevanti alla formazione dei propri incaricati, in grado di fornire non solo informazioni e consigli sui cosmetici Just, ma anche di ascoltare, dialogare, stabilire un rapporto personale di stima e fiducia. Per maggiori informazioni: comunicazione Just Italia : ufficio.stampa@just.it - tel 045 8658185 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 58 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo PRIMAVERA IN FORMA Con la bella stagione arriva anche il momento di scoprire i piedi e bisogna assicurarsi che siano pronti D opo mesi trascorsi in scarpe e stivali pesanti e in previsione del periodo dei sandali, anche i piedi hanno bisogno di cure e attenzioni. Hanno un aspetto trascurato, la loro pelle appare secca e screpolata, su alcune dita ci sono degli antiestetici ispessimenti ed anche le unghie non hanno una bella forma e non sono lucide. Anche i piedi devono essere al top Grandi lavoratori, hanno bisogno di attenzioni costanti per non essere stanchi e indolenziti Epitact®: per alleviare l’alluce valgo L’alluce valgo, più comunemente noto come “cipolla”, interessa dal 5 al 10 % della popolazione e provoca dolori insopportabili, dolori articolari, tendiniti e infiammazione della cipolla sottoposta alle pressioni della calzatura. Consiste nell’allontanamento del primo osso metatarsale, quello dell’alluce, dal secondo e nella deviazione dell’alluce verso le altre dita. La forma del piede cambia e l’articolazione alla base dell’alluce punta verso l’interno allargando il piede e provocando dolore. Proprio per correggere l’alluce valgo e per alleviarne i dolori l’azienda francese Millet Innovation ha sviluppato, in collaborazione con alcuni podologi francesi, uno specifico Dispositivo Medico: Epitact®, Ortesi Correttiva Alluce Valgo. Per la sua concezione brevettata ed ultra sottile, integrante la tecnologia Epithelium™ Flex, l’Ortesi Correttiva si adatta facilmente a qualsiasi tipo di calzatura e contrariamente alle Ortesi rigide agisce quando si cammina su tutte le cause che aggravano la deformazione. Infatti, il tirante esterno in silicone brevettato Epithelium™ Flex permette di raddrizzare l’alluce e di assorbire le pressioni sulla “cipolla” (esostosi) dando sollievo ai dolori, mentre la pastiglia Epithelium™ crea un comodo sostegno di contrapposizione alla scarpa e permette di spingere il primo metatarso. Inoltre, la fascia tubolare di contenimento estremamente fine, previene l’appiattimento ed evita l’allargamento dell’avampiede. L’ortesi correttiva Epitact® è facilmente riutilizzabile in quanto è lavabile in lavatrice a 40°, grazie al sacchetto per il lavaggio fornito con il prodotto. I piedi sono delle strutture molto complesse e sofisticate formate da ventisei ossa che sono in rapporto tra loro mediante trentatre articolazioni, una ventina di muscoli e centoquattordici legamenti. Vengono sottoposti quotidianamente a 16 ore di lavoro intenso e pesante; per dare un’idea, camminando per un giorno ammortizzano e sollevano un peso equivalente a 115 tonnellate e in 70 anni di vita percorrono circa 190 mila chilometri, l’equivalente di più di 4 volte il giro del nostro pianeta. Eppure dei piedi ci si ricorda soltanto quando fanno male, pretendendo da loro sempre molto senza per contro avere molti riguardi. Per maggiori informazioni: QualiFarma srl www.qualifarma.it, e-mail chiara.lusignani@qualifarma.it la pelle e renderla più liscia. Dopo cinque minuti, lavarli energicamente con sapone e spazzola in modo da eliminare le cellule morte della pelle, asciugarli frizionandoli anche fra le dita per eseguire una specie di massaggio e applicare una buona crema nutriente ed idratante specifica per i piedi. Ogni settimana oppure ogni due, dopo il pediluvio tagliare Tutti i giorni vengono sottoposti a ben 16 ore continuate di lavoro intenso e pesante le unghie in modo che siano diritte sul davanti e corte. Non tagliarle e non limarle mai agli angoli perché c’è il rischio di provocare delle infezioni assai fastidiose. Infine anche i piedi hanno bisogno della loro ginnastica per mantenersi elastici, resistenti alla fatica e con una buona circolazione. Bastano quindici minuti tre volte la settimana. Due suggerimenti. SEMPRE AL NOSTRO SERVIZIO Il lavoro a cui sono continuamente sottoposti i piedi nell’arco della vita produce una loro “usura”: le ossa diventano più fragili, le articolazioni e i legamenti si irrigidiscono, i muscoli perdono in forza di contrazione, l’irrorazione sanguigna peggiora e c’è una perdita di sensibilità dovuta a modificazioni del metabolismo delle cellule nervose. Con il risultato finale che con il tempo compaiono i primi squilibri nell’appoggio, c’è una minore stabilità, dolore durante i movimenti e iniziano a dare segno di sé alcune deformità più o meno gravi. A peggiorare la situazione contribuisce una cattiva gestione protratta, come l’utilizzo di calzature sbagliate, le posture abituali scorrette, la scarsa igiene e la trascuratezza nel trattare piccoli traumi, con la conseguenza di mettere a ri- Alcuni esercizi aiutano a mantenere i piedi elastici e più resistenti alla fatica schio il loro benessere e di non prevenire molti disturbi che possono colpirli. Fra questi, l’alluce valgo, estremamente diffuso e in prevalenza femminile, l’alluce rigido, le dita a martello, il neuroma di Morton, la fascite plantare, la spina calcaneare ed altri ancora. A PROVA DI SANDALO Al pari del resto del corpo, anche i piedi per mantenersi in salute hanno bisogno di cure e di attenzioni. Per avere piedi in forma ed esteticamente gradevoli ogni sera è necessario fare un pediluvio con acqua tiepida a cui va aggiunta una manciata di sale marino se i piedi sono stanchi, oppure una tazza di aceto di mele per tonificare VIENI A SCOPRIRLO IN FARMACIA Stando seduti intrecciare le dita delle mani con quelle dei piedi cercando di muoverle in tutte le direzioni e allargandole a ventaglio. Fare ruotare con la pianta del piede nudo una pallina di gomma piena, aumentando a poco a poco la pressione su essa. Eseguire l’esercizio prima con un piede e poi con l’altro, cinque minuti per volta. Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 59 PRIMAVERA IN FORMA In questo periodo sono in molti a non sentirsi al loro meglio e a non essere soddisfatti del loro aspetto fisico Benessere e bellezza per tutto il corpo È arrivato il momento di realizzare un vero prendersi cura del proprio programma quotidiano di trattamenti mirati a una sua ‘remise en forme’ completa esigenze. Lo scrub si massaggia delicatamente con movimenti circolari sulla pelle bagnata partendo dalle caviglie e risalendo fino al resto del corpo, insistendo nelle zone dove la pelle è più sciupata. Si risciacqua con acqua tiepida e si asciuga tamponando. Dopo lo scrub vanno sempre Con lo scrub si eliminano le cellule morte dello strato superficiale della pelle applicati sulla pelle dei prodotti cosmetici, possibilmente a base di ingredienti naturali, con proprietà idratanti e nutritive. Sono particolarmente adatti gli oli di tipo vegetale, preferibilmente biologici, in quanto sono eccezionalmente dermocompatibili, ricchi di principi benefici per la pelle e penetrano in profondità. A nche chi è riuscito durante i mesi invernali a mantenere il peso ideale, si ritrova in questo periodo, spesso, con un corpo poco tonico, che ha perso l’armonia delle sue proporzioni e che ha assunto dei vizi di postura. Contribuisce a rendere il suo aspetto un po’ dimesso e nel complesso poco vitale, anche la pelle che appare opaca e poco elastica. A questo quadro si unisce una sensazione di spossatezza e di stress psico-fisico che rende difficile e faticosa ogni iniziativa. Le variazioni della temperatura e della lunghezza del giorno, infatti, attivano in modo esagerato l’apparato endocrino dell’organismo che però dopo il lungo periodo invernale non ha sufficiente energia per aumentare le sue prestazioni e lo segnala. Per ritrovare una sensazione di Floradix, per un cambio di stagione senza stanchezza Il cambio di stagione porta spesso ad un senso di stanchezza che, soprattutto alla sera e al mattina, mette a rilento il nostro fisico. Una delle cause di queste sensazioni può essere la mancanza di ferro, elemento indispensabile al nostro organismo. Salus Floradix ® è un efficace integratore alimentare di ferro e vitamine: composto da gluconato ferroso, da vitamine del gruppo B (tra le altre, la B12), da vitamina C, da un decotto di piante digestive e fortificanti, da un estratto di rosa canina e di germi di grano. Inoltre non contiene alcol, lattosio né conservanti. Il prodotto a base di erbe e succhi di frutta, è assorbito facilmente dall’organismo e reintegra velocemente le riserve di ferro. Grazie alla sua formula, risulta digeribile, non provoca stitichezza e ha un sapore gradevole. Preso regolarmente, fornisce 15 mg al giorno di ferro in forma altamente assimilabile, pari al 108% della Dose giornaliera raccomandata. Le vitamine presenti all’interno della formulazione sono composti chimici indispensabili per la regolazione del metabolismo cellulare ed ormonale. Sono fondamentali per la riproduzione, la crescita, la digestione e la corretta utilizzazione degli alimenti, per le funzioni cognitive e per la resistenza alle infezioni. I succhi di frutta e gli estratti, oltre a rendere il prodotto molto gradevole al gusto, sono fonti naturali di acidi organici, fruttosio, vitamine e minerali, tutti elementi fondamentali per il funzionamento ottimale dell’organismo, per contrastare lo stress e sostenere l’integrità del sistema immunitario; in più, apportano principi attivi dalle proprietà digestive e depurative, migliorando la complessiva tollerabilità del prodotto e i suoi effetti benefici. Salus Floradix® è disponibile nei formati da 250 ml e 500 ml, monodose e in tavolette. Inoltre è disponibile Salus Floravital® senza lievito e glutine (in bottiglia da 250 ml). In vendita nelle migliori farmacie, erboristerie e nei negozi di prodotti alimentari. Distribuito da “Eurosalus Italia srl”. Per maggiori per informazioni: www.eurosalusitalia.it benessere con un occhio di riguardo all’estetica è allora necessario agire su più fronti. CARICARSI DI ENERGIA Per dare all’organismo la carica necessaria è necessario depurare l’organismo dalle tossine accumulate ed equilibrare il metabolismo. Per raggiungere l’obiettivo si dovrebbe seguire una dieta a base di cibi freschi e leggeri e specialmente ricca di verdure crude e frutta, che aiuta a disintossicare e a facilitare l’attività del fegato; effettuare del regolare esercizio fisico, che assicura un miglioramento energetico rendendo l’organismo più pronto a reagire; dormire un numero di ore sufficienti e cercare di evitare lo stress eccessivo. È anche certamente utile per il periodo primaverile assumere un integratore alimentare specifico, chiedendo consiglio al proprio farmacista. Quelli più indicati sono generalmente quelli a base di vitamine, quali quelle del gruppo B e la C, e di minerali. RIDARE LUMINOSITÀ Per rendere luminosa ed uniforme la pelle del corpo è necessario togliere le cellule morte dello strato superficiale in modo da aiutare il ricambio cellulare. Come suggerisce Monica Benzi, specializzata in cosmesi naturale e titolare del Centro estetico La Bottega del Benessere, la soluzione è fare nel periodo del cambio stagionale uno scrub ogni dieci giorni. Ne esistono diversi tipi che vanno scelti in base alle caratteristiche della propria pelle, preferendo quelli a base di sostanze naturali. In alternativa si può preparare in casa lo scrub al sale che inoltre aiuta a contrastare la ritenzione idrica. È sufficiente mescolare del sale marino fine con 3-4 cucchiai di latte detergente a cui si può aggiungere 1 cucchiaino di olio essenziale, come calendula, lavanda, jojoba, limone, da scegliere in base alle proprie L’olio vegetale di limone ha un effetto drenante contro i gonfiori alle gambe TONIFICARE, DRENARE E RILASSARE In questo periodo è anche necessario tonificare e rassodare il corpo. È una valida soluzione eseguire durante la doccia o il bagno quotidiano una ‘spazzolatura’ con una spugna di luffa, una fibra vegetale che non provoca irritazioni. Come consiglia Monica Benzi per potenziare l’azione esercitata dall’automassaggio con la luffa si può inoltre immergere questa spugna in uno specifico bagno doccia agli oli vegetali, meglio se di origine biologica. Si può scegliere: il melograno per un effetto rigenerante e tonificante, il limone per la sua attività drenante, particolarmente preziosa per contrastare i gonfiori delle gambe, la lavanda per alleviare la stanchezza e dare una sensazione di benessere. Dopo essersi sciacquati ed asciugati delicatamente senza strofinare, è consigliabile dedicare ogni giorno cinque minuti a un massaggio della pelle di tutto il corpo con un apposito olio vegetale biologico. Oltre che nutrire e idratare in profondità la pelle, in base al tipo di essenza che si sceglie, si tonifica il corpo, si drenano i gonfiori specialmente alle gambe, o semplicemente si ottiene un effetto rilassante e armonizzante che cancella lo stress. Oli corpo Weleda, nutrimento profondo per la pelle e per i sensi Weleda ha formulato una Linea di Oli per il corpo, completamente naturale e altamente dermocompatibile, ideale per il trattamento quotidiano della pelle. Ogni Olio trattante vegetale Weleda è ricco di acidi grassi insaturi e vitamine naturali che vengono subito riconosciuti ed accettati dalla pelle e proprio per questo penetrano in profondità con un’azione più idratante e nutriente. Gli oli vegetali, infatti, racchiudono in sé tutte le forze formative delle piante dalle quali hanno origine e, a differenza di quelli minerali che impediscono la naturale traspirazione cutanea, nutrono, proteggono e lasciano respirare la pelle, stimolandone così gli scambi vitali. Applicati dopo un bagno ristoratore o una doccia rilassante sulla pelle ancora umida, ne migliorano l’elasticità ed aiutano a creare intorno al corpo un guscio protettivo. Lavanda, Melograno, Rosa mosqueta, Olivello spinoso, Limone e Calendula non si limitano ad agire esclusivamente sui processi fisici ma stimolano anche gli organi olfattivi, attraverso i quali è possibile percepire le qualità ed i singoli profumi che la natura sprigiona. Il connubio di queste due peculiarità agisce attivamente sul benessere dell’intero organismo, donando così equilibrio e armonia tra corpo e sensi – in accordo con uomo e natura. Per maggiori informazioni: www.weleda.it Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 60 Francesca e Alice con immenso dolore annunciano la morte del loro amatissimo papà Marco Marco Villa Essere parte della tua vita è stato un privilegio, sei nei nostri cuori.- Laura, Brando e Asia. - Milano, 15 marzo 2014. e insieme alla loro mamma Valeria ringraziano gli infermieri Alessio, Luca e Simo per le amorevoli cure, il dottor Barbieri e il dottor Alberto Testori.- Non sono graditi fiori.- I funerali si terranno a Milano lunedì 17 marzo presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie alle ore 11. - Milano, 14 marzo 2014. Hai saltato più in alto che potevi col tuo kite.Ora non scendi più.- Ciao papà La tua Franci. - Milano, 14 marzo 2014. Caro papà ti sento già nel mio cuore.- Sarò i tuoi occhi e le tue mani in questo mondo, tu la mia forza, il mio coraggio da lassù.- Ti voglio bene come tutti i granelli di sabbia del mondo.- Ali. - Milano, 14 marzo 2014. Marco ci siamo conosciuti da bambini, siamo diventati prima complici e poi fratelli.- Questo siamo, ieri, oggi e domani.- Buon viaggio brother.- Stefano. - Milano, 14 marzo 2014. "E ti dico ancora: qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me mi trovi sordo al tuo appello.- Mai!". Marco ti cercherò ancora, mi hai lasciato un vuoto troppo grande.- La tua Vale. - Milano, 14 marzo 2014. Un uomo grande, uno zio speciale.- Hai lascito un segno particolare e unico nei nostri cuori.- Ti vogliamo tanto bene.- Ci mancherai zio Marco Marco e Dudu. - Milano, 14 marzo 2014. Marco il tuo sorriso rimane nei nostri cuori.- Stefania e Luca. - Milano, 14 marzo 2014. I nonni Angelo e Gabriella abbracciano Francesca, Alice e Valeria e ricordano un papà speciale Marco - Milano, 14 marzo 2014. Partecipano al lutto: Gigliola, Enzo e Lina Medetti. Zia Paola, Giosi, Laura, Carla e famiglie abbracciano Filippo, Francesca, Alice, Valeria nel grande dolore per la perdita dell'amatissimo Marco - Milano, 15 marzo 2014. Isotta José e Michele si uniscono al profondo dolore di Valeria Francesca Alice Filippo e famiglia per la perdita di Marco Caro Marco amico mio di sempre, mi mancherai.- Livio. - Milano, 15 marzo 2014. Livio e Alessandra, piangono l'amico Marco Vivrà indimenticato nei nostri cuori. - Milano, 15 marzo 2014. Pietro e Elvira Strazzera con Anna, Livio, Marina, Margherita e le loro famiglie, abbracciano affettuosamente Valeria, Francesca, Alice e Filippo nel ricordo del carissimo Marco - Milano, 15 marzo 2014. Partecipa al lutto: Lo Studio Strazzera. Marco con enorme affetto.- Guia Marta Stefania e Massimo Pradella. - Milano, 15 marzo 2014. Caro Marco te ne sei andato troppo presto e troppo in fretta, ma il tuo sorriso e il tuo sguardo amico rimarranno per sempre ben impressi nel nostro cuore.- Ti abbracciamo forte e ci uniamo al dolore dei tuoi cari e soprattutto dei due più bei gioielli che hai saputo creare, le tue adorate Francesca e Alice.Gino, Simona, Martina, Maria Francesca e Leonardo. - Milano, 15 marzo 2014. Marchino da sempre e per sempre dentro l'anima mia.- Annina. - Madonna di Campiglio, 15 marzo 2014. Francesca ed Enrico con Sole ed Angelica si stringono con tanto affetto e commozione a Valeria, Francesca ed Alice in questo doloroso momento per la scomparsa di Marco - Milano, 14 marzo 2014. Gli amici Beppe Alessandra Stefano Mary Alvise e Monica ricorderanno con grande affetto il caro Marco e stringono in un forte abbraccio Valeria Francesca e Alice. - Milano, 15 marzo 2014. Anna Attilio Filippo De Luca, Laura Paolo Filippo Reda sono vicini a Filippo Villa e famiglia per la scomparsa del caro Marco - Milano, 15 marzo 2014. Profondamente addolorati ci stringiamo con affetto ad Alice Francesca e Valeria nel dolore per la prematura scomparsa di Marco che continuerà a vivere nei nostri cuori con affetto e tenerezza. - Milano, 14 marzo 2014. Nadia Michele Amanda e Nicolò. - Milano, 15 marzo 2014. Tato e Chicchi, Lorenzo e Fanny abbracciano con tanto affetto Valeria Francesca e Alice nel ricordo del caro amico Marco con affetto. - Milano, 15 marzo 2014. Un semplice ed affettuoso ciao, caro Marco - Milano, 15 marzo 2014. Ciao il suono della tua armonica ci accompagnerà per tutta la vita.- Marco e Teresa. - Milano, 15 marzo 2014. Renata con Luisa e Greta si stringe a Valeria Francesca ed Alice ricordando il caro Partecipano al lutto: Giuseppe e Bianca Alemani. Marco Laura e Pigi si stringono forte a Valeria Francesca Alice e Nicolò Sofia Filippo ricordando con tanto tanto affetto il caro Marco - Milano, 15 marzo 2014. Ciao zio Marco ti vogliamo tanto bene.- Nicolò e Sofia. - Milano, 15 marzo 2014. Quanti ricordi belli ritornano pur nel grande dolore.- Lola Cynthia Ugo Andrea abbracciano Alice Francesca Filippo e Valeria e non dimenticheranno il sorriso di Marco - Milano, 15 marzo 2014. Marco sei stato il mio amore, il mio migliore amico, la mia certezza.- Sei parte di me.- Per sempre.- Ilaria. - Milano, 15 marzo 2014. Filippo Codazzi insieme alla famiglia è vicino con profondo affetto ad Alice nel ricordo del caro papà Marco - Milano, 14 marzo 2014. Vale, Franci, Ali vi abbracciamo forte ricordando i tanti momenti bellissimi passati con voi e Marco Roberta con Endi. - Milano, 15 marzo 2014. Partecipa al lutto: Gustavo. Monica, Alberto e Cesare Franchini sono affettuosamente vicini a Filippo e famiglia per la perdita del caro Marco - Milano, 15 marzo 2014. Ciao lo ricordano con molto affetto, come amico stimato e amato da tutti. - Milano, 15 marzo 2014. Marco Villa Lo ricordano con tanta simpatia Amalita, Piero e Rossana Pellegatta. - Milano, 15 marzo 2014. Tony e Maria Pia sono vicini con affetto a Filippo in questo tristissimo momento nel ricordo di Marco - Sankt Moritz, 15 marzo 2014. Marco stai volando sulle onde più alte.- Sei nei nostri cuori.- Eva e Moreno. - Milano, 15 marzo 2014. Giorgio Amina Nicolò e Roberto partecipano al dolore di Francesca e Alice e di tutta la famiglia Villa per la perdita dell'indimenticabile amico Marco Saranno sempre presenti nella memoria e nel cuore i momenti felici e le belle vacanze trascorse insieme. - Milano, 15 marzo 2014. Nicolò e Roberto Forni profondamente tristi sono vicini a Franci e Alice in questo doloroso momento e non potranno mai dimenticare le belle gare di golf giocate insieme al loro grande papà e campione Marco Villa - Milano, 15 marzo 2014. Carissimo Marco sentirò la tua mancanza.- Antonio. - Milano, 15 marzo 2014. Vale, amica mia carissima quanti brutti momenti la via ci riserva...? E questo è per te il peggiore di tutti Marco era la tua luce e tu la sua sicurezza.- Ti sono vicina con il cuore, la mente e tutto l'affetto che ci lega.- Un abbraccio fortissimo ad Alice e Francesca che sanno che il loro papà è e sarà sempre al loro fianco.- Cristina Passadore. - Milano, 14 marzo 2014. Paolo Pinardi Delfina e Massimo addolorati abbracciano Filippo e famiglia per l'immatura scomparsa dell'indimenticabile amico Marco - Bruxelles, 15 marzo 2014. Ciao Marchino Simona e Miryam Bordone con Rebecca e Micol abbracciano Filippo, Francesca, Alice e Valeria. - Milano, 15 marzo 2014. Ciao Marco con affetto.- Mauro Momo Borella e famiglia. - Milano, 15 marzo 2014. Marco caro amico, non sono bastati la tua forza e l'amore della tua meravigliosa famiglia.- Siamo di passaggio, si sa, ma tu hai lasciato il segno nei nostri cuori.- Uomo e papà straordinario, per sempre ricorderemo il tuo stile e il tuo sorriso fanciullesco.- Una carezza ad Alice, Francesca e Valeria.Willy e Valentina, Ale Rossi e Anna, Beppe e Monica con Sabrina. - Milano, 14 marzo 2014. Marco amico forte e coraggioso.- Gio e Sel con Filo e Stefy abbracciano con affetto Valeria Francesca ed Alice in questo momento di profondo dolore. - Milano, 15 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. Marco Villa Al nostro guru Annamaria, Marina ed Emanuela ricordano il cugino Marco Aldo e Giuseppe Torrisi con grande commozione si stringono a Valeria e alla famiglia per la prematura perdita dell'amico Il tuo sorriso era unico, sempre così ti ricorderemo.- Ciao Marco Partecipiamo alla dolorosa perdita di Marco Villa Luigi Giuliana Poggetti, Emanuela Guia, Paolo Ripamonti. - Milano, 15 marzo 2014. Giorgio e Nicky abbracciano forte forte Filippo Valeria e tutti i ragazzi ricordando con tanto affetto il caro Marco Sergio, Nicolò e Gaia con Matteo annunciano con immenso dolore l'improvvisa scomparsa di Partecipano al lutto: Piero Luciana Falcini. Sara e Federica Marini. Roberta e Alfredo Silvestri. Paolo Emanuela Monestiroli. mammina sei e sarai sempre la donna più importante della nostra vita.- Sei la nostra "Drema" più buffa del mondo.- Ti amiamo, Nico e Gaia. - Milano, 15 marzo 2014. Paolo e Titti Revel con i figli partecipano con affeto al grande dolore di Valeria Francesca e Alice per la dolorosa perdita di Marco Villa - Torino, 15 marzo 2014. Angela, Cochi, Laura, Annalisa, Barbara, Marcella, Deborah, Antonella, Angela, Chiara, Manuela, Luisella, Benedetta, Gilda, Aurora, Costanza, Tania, Ingrida, Elisa, Letizia, Annalisa, Cristina, Bruna, Guendalina, Olga, Arabella, Francesca, Frediano, Rosario si stringono con tanto affetto a Valeria, Francesca e Alice nel ricordo di Keep on Rocking per sempre.- Ghost Town Band. - Milano, 15 marzo 2014. Il Presidente, il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Revisori, i soci, la Direzione e la Segreteria del Golf Club Carimate si uniscono al dolore di Alice, Francesca e familiari per la prematura scomparsa di Marco Villa - Carimate, 15 marzo 2014. Partecipano al lutto: Giuseppe, Elide Crippa. Giuseppe Nava. Alessandro, Tiziana Perego. Alberto, Nuccia Marinelli. Lorenzo, Gianpaolo, Marilena Minghetti. Marco Villa Marco - Milano, 15 marzo 2014. Un'infanzia insieme felici a Carimate, un'amicizia rara inalterata nel tempo, solo ricordi belli Marco era tutto questo.- Se ne è andato un uomo buono.- Stefano Beppe Lidia Ezio Duccio Livio Stefano Anna Roberta Bea Paola sono vicini a Valeria Francesca ed Alice in questo momento di grande dolore. - Carimate, 15 marzo 2014. Partecipano al lutto: Alvise e Megghi. Federico e Claudia. Ciao Marco Marco non ti dimenticheremo.- Chicca e Chicco Stazzi. - Milano, 16 marzo 2014. sarai sempre con noi.- Casiga e Rodolfo con Lulli e Barbara. - Milano, 15 marzo 2014. Partecipano al lutto: Virginia Rossi. Fabio e Andrea Stock. Roberto D'Anna e Nora. ri Ci ha lasciati circondata dall'affetto dei suoi ca- Josette (Sisi) Rossi Carmi Commossi lo annunciano i figli Massimo con Emanuele e Paola, Susanna con Michele e Tommaso, Maira con Marco Carlotta e Giacomo. - Milano, 15 marzo 2014. Vittorio, Lidia con Roberto e Sabrina partecipano al dolore di Massimo e famiglia per la scomparsa della mamma Sisi Rossi Carmi - Milano, 15 marzo 2014. Alberto e Barbara sono affettuosamente vicini a Chicco e alla sua famiglia per la perdita di Mirella - Milano, 15 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. Lucio e Cinzia con Vale e Davide, Angelo e Bene con Cami, Davide e Alessandro, Dado e Silvana si stringono a Sergio, Nico, Gaia, Matteo e Chicco con il fraterno affetto di sempre, nel dolore e nel ricordo di Silvana Conti annuncia la morte della sua adorata mamma Miri che resterà nei loro cuori per sempre. - Milano, 15 marzo 2014. Partecipano al lutto: Elli. Liliana e Luca Cignoni. Lauro e Patrizia con Francesca. Anna, Popi e Fabrizio si stringono con grande affetto a Sergio, Nicolò e Gaia per la perdita della cara Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Mirella un'altra stella nel cielo.- Anna e Roberto. - Milano, 15 marzo 2014. Ciao Miri sei stata la mia amica per quarant'anni.- Ci siamo volute bene.- Mi mancherai tantissimo.- Rossella Palleni. - Milano, 15 marzo 2014. Ci uniamo a Sergio, Nicolò e Gaia nel dolore per la prematura scomparsa della cara Mirella Roberto Anna Daniela e Paola. - Milano, 15 marzo 2014. Franco e Roberta Alemani Molteni con Billa, Alberto e figli abbracciano Chicco e Sergio nel ricordo dei tanti anni di affetto, amicizia e stima fra le nostre famiglie e ricordano affettuosamente Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Tato Chicchi e Gianmaria si stringono con affetto all'amico Chicco e a Riccardo Nicolò e Gaia nel triste momento della scomparsa di Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Micaela e Giorgia stringono affettuosamente Francesco Danesi per la scomparsa dell'amata sorella Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Micaela e Giorgia sono vicine all'avvocato Sergio Ravaglia e ai figli Gaia e Nicolò per la scomparsa della signora Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Marco - Milano, 15 marzo 2014. Mirella Danesi Ravaglia Lidia Alberto e Andrea Calvi con Laura e Mariagrazia sono vicini a Valeria Francesca e Alice nel loro dolore.- Ciao Villone, sei stato il mio grande amico negli anni più difficili.- Ti voglio bene.- Marco Olmo. - Milano, 15 marzo 2014. Manuela Cigna e Laura Miani si stringono con profondo affetto a Sergio Nicolò e Gaia nel dolore per la perdita della cara I condomini, l'amministrazione e i custodi di via Dell'Annunciata 23/4 Milano partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa della signora Marco, Bianca e Michele De Luca, profondamente rattristati, partecipano con affetto al dolore di Sergio, Nicola, Gaia e Chicco per la perdita della cara Marco Mirella nel rassicurante miglior ricordo che ho di lei.Carlo Francesco Dettori. - Milano, 15 marzo 2014. Miri Umberto e Alessandra Verga sono vicini alla famiglia per la perdita dell'amico Partecipano al lutto: Valerio Verga e famiglia. I dipendenti della Orologeria Luigi Verga. Partecipo con cordoglio alla prematura dipartita di Pietro e Alessandra con Daniela e Marco profondamente addolorati si stringono a Sergio, Nicolò e Gaia con Matteo per la scomparsa della cara Barbara e Alfredo abbracciano con affetto Valeria, Alice e Francesca. - Milano, 15 marzo 2014. Marco non è più fra noi.- Lo comunicano con immenso dolore Laura, Alice e Silvia con le loro famiglie.I funerali si terranno martedì 18 marzo alle ore 11 presso la chiesa di San Gioachimo via Fara, 2 Milano. - Milano, 15 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. Dott. Gianfranco Rezzaghi Mirella - Milano, 15 marzo 2014. Mirella Danesi Ciao - Milano, 15 marzo 2014. Marco Fabio Mara e Roberta si stringono a Sergio Nicolò e Gaia per l'improvvisa scomparsa di Miri Danesi Ravaglia Un grazie di cuore a Vittorio Vacchini e Stefano Di Donato per la grande ed affettuosa amicizia di questi anni.- I funerali saranno celebrati in Milano, lunedì 17 marzo alle ore 9 nella Basilica di San Marco con successiva tumulazione nel cimitero di Soffiano e Firenze. - Milano, 15 marzo 2014. Mirella ricordandone l'amicizia di tanti anni. - San Michele di Pagana, 15 marzo 2014. Stefania Crespi con Francesco si stringe forte a Sergio, Nicolò e Gaia in questo momento di dolore per la perdita della cara signora Mirella Danesi Ravaglia - Milano, 15 marzo 2014. Stefania Crespi, Laura Caiani, Paola Ghezzi e Angelo Carrara sono vicini all'avvocato Ravaglia, Nicolò e Gaia in questo tristissimo momento per l'improvvisa scomparsa della signora Mirella Danesi Ravaglia - Milano, 15 marzo 2014. Vi siamo vicini con tanto affetto nel ricordo della cara Maria Favero ved. Conti - Milano, 15 marzo 2014. Cara Mariuccia sei stata la migliore delle suocere che un genero possa avere.- Ti ricorderò sempre con grande affetto.- Luigi - Milano, 15 marzo 2014. Andrea e Luca ricordano con affetto la nonna Mariuccia nel momento del suo salto più lungo. - Milano, 15 marzo 2014. Ciao Mariuccia con grande affetto.- Giovanni e Maria Teresa. - Milano, 15 marzo 2014. Il fratello Raimondo con Giovanna e figlie; la sorella Marcella con Gianalberto e figli si stringono commossi a Silvana e familiari nel dolore per la morte della mamma Mariuccia Favero ved. Conti - Lodi, 16 marzo 2014. Mario Adele e Maria Cristina con Cristina Alessandro e Beatrice sono vicini con tutto il loro affetto ai carissimi cugini Silvana Luigi Andrea e Luca per la perdita della cara zia Mariuccia - Vedano Olona, 15 marzo 2014. Fulvio e Mary, con Francesca, Alessia e Leonardo, sono affettuosamente vicini a Silvana, Luigi, Andrea e Luca e ricordano la carissima zia Mariuccia figura garbatamente "d'altri tempi" per discrezione e signorilità. - Vedano Olona, 15 marzo 2014. Partecipano al lutto: Gina Conti vedova Ferrario. Carla Vai vedova Frangi. Alessandro e Susi Bottinelli con Elena, Alberto, Paolo e Luca profondamente commossi sono particolarmente vicini a Silvana e familiari tutti partecipando al grande dolore per la scomparsa della cara signora Maria Favero Conti - Milano, 15 marzo 2014. Patty, Paolo e Francesco annunciano la dolorosa scomparsa del loro amatissimo Claudio Baj I funerali si svolgeranno presso la chiesa Santa Maria Liberatrice, via Solaroli 11, per giorno e ora telefonare allo 02.29002015 lunedì 17. - Milano, 15 marzo 2014. Fabio con la zia Liliana e gli zii Luigi e Giac piange con immenso dolore la perdita dell'adorato Claudio - Milano, 15 marzo 2014. Anna e Alfredo, Antonio, Carla, Graziella, Guya, Mariagrazia e Claudio ricordano con affetto Claudio caro amico dalla profonda bontà e gentilezza d'animo. - Milano, 15 marzo 2014. Ciao carissimo Claudio te ne sei andato troppo presto.- Ti ricorderemo sempre.- I tuoi amici: Alberto e Maria, Amedeo e Tullia, Fabrizio e Lorena, Fiorenza, Gianfranco e Simonetta, Giorgio e Cristiana, Loris e Elena, Lucio e Paola, Marco e Antonella, Maurizio, Michaela, Rodolfo e Francesca. - Milano, 15 marzo 2014. Abbiamo perso un pezzo della nostra vita Miri Claudio Giulio e Mariolina, Luca e Michela, Carlo e Buba, Giulio e Marisa, Piero e Anna, Gianri e Clara, Michele e Francesca, Paolo e Marina. - Bogogno, 15 marzo 2014. Infiniti i momenti di crescita, di gioia, di difficoltà, di spensieratezza vissuti assieme e che restano indelebili nella mente e nel cuore.- Amico di sempre e per sempre oggi ti salutiamo, Marco Fabio Fabrizio con Sandra Francesca Nelly e ragazzi. - Milano, 15 marzo 2014. Aldo Torrisi abbraccia con grande affetto l'amico di sempre Chicco e si stringe alla sua famiglia per la perdita della cara sorella Miralla Danesi Ravaglia - Milano, 15 marzo 2014. Gerolamo e Lodovico vicini nel dolore a Niccolò e Gaia ricordano Mirella con tanto affetto. - Milano, 15 marzo 2014. Ciao Miri amica cara.- Marco e Antonella, Roberto e Cristina, Paolo e Lorenza, Roberto abbracciano con affetto Sergio, Nicolò e Gaia. - Milano, 15 marzo 2014. Claudio Baj è stato per me l'amico buono, tenero e fragile di tutta una vita.- Non sarà possibile dimenticarlo.Simonetta lo abbraccia con tanto affetto ancora una volta. - Milano, 15 marzo 2014. Lasciando un vuoto incolmabile, il 9 marzo è improvvisamente venuta a mancare all'affetto dei suoi cari Gunnel Staedler Intonti Continuerà a guidarci il suo esempio di forza e lealtà, sempre unite alla sua immancabile, sobria eleganza.- Il figlio Stefano e Ada con i nipoti Francesco e Margareta. - Roma, 9 marzo 2014. Partecipano al lutto: Gabriella e Thierry Oungre. Umberto Maiocchi. Caro Gianfranco per la tua Fatina, nel bene e nel male, sei sempre stato il centro del mondo.- Un giorno con gioia ti ritroverò.- Un grosso abbraccio. - Milano, 15 marzo 2014. Caro papà Ha raggiunto la casa del Padre Rosa Sorrentino ved. Ferraro Lo annunciano con immenso dolore le figlie, i nipoti e i pronipoti tutti.- I funerali avranno luogo lunedì 17 marzo alle 14.45 presso la chiesa di Santa Maria Segreta. - Milano, 14 marzo 2014. Mia cara signora Rosa la ricorderò sempre con immenso affetto e sono vicina a Pinuccia, Tina e Rosanna.- Mariapia. - Milano, 15 marzo 2014. Claudio, Antonella, Daniela, con Oliviero, Giulia, Camilla, Lucrezia, Matilde, Arianna, Emma, Steffi, Sophie, Andy, Luca e Alex annunciano la morte di Roswita Colmignoli - Roma, 14 marzo 2014. tra le onde del mare hai navigato una lunga vita piena di affetti e di amore, ora approda serenamente in un porto di pace.- Che il tuo burbero ed affettuoso sorriso mi accarezzi sempre da lassù!- Tua Silvia. - Milano, 15 marzo 2014. Titta abbraccia un'ultima volta l'amatissimo fratello Fausto, Francesco, Giacomo e Sofia ricorderanno sempre con tanta allegria e affetto il loro e si stringe ad Augusta, Fabrizio e Simona.- Con lei Franchino, Giovanni, Marco, Silvia, insieme ai famigliari. - Milano, 15 marzo 2014. nonno Gianfranco - Milano, 15 marzo 2014. Arrigo e Gloria abbracciano Laura per la scomparsa di Gianfranco Rezzaghi - Milano, 15 marzo 2014. Antonella con Maurizio e Nadia si stringe con tanto affetto a Laura nel ricordo dell'indimenticabile amico Gianfranco Gaetano (Nino) Ruocco Gli amici di sempre piangono la prematura scomparsa di Jole De Mattei Sono vicini all'amico fraterno Nino, Cesare, Ester e Marco. - Milano, 16 marzo 2014. Come da suo desiderio, a esequie avvenute, la moglie Anna, i figli Giorgia Claudio con Paola ed Ilaria annunciano la scomparsa di Emanuele Mazzei - Sarto, 13 marzo 2014. - Milano, 15 marzo 2014. Maria con Federico Matteo ed Elena abbraccia forte Silvia per la dolorosa perdita del caro papà Gianfranco Rezzaghi il cui ricordo rimarrà sempre vivo nella sua memoria. - Milano, 15 marzo 2014. Alberto Cozzi partecipa al dolore della moglie Laura e delle figlie Silvia e Alice per la scomparsa del caro amico Gianfranco Rezzaghi - Milano, 15 marzo 2014. Nicoletta e Dario con i propi figli e le loro famiglie, addolorati e sgomenti per la prematura scomparsa della loro giovane nipote 1993 - 2014 Camilla Bertoldi 1999 - 2014 Romana Bertoldi Sempre nel cuore di Silvio e Cecilia. - Milano, 16 marzo 2014. Giovanna Pessina Vanna è un anno che sei volata via.- Ti sento vicina, aspettami.- Tullio. - Milano, 16 marzo 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Laura Fugazzi in Gorla ne ricordano l'amorevolezza stringendosi in un forte abbraccio di solidarietà a Mario e ai suoi bambini, eredi e custodi del suo grande amore e dedizione fino all'ultimo respiro. - Abbiategrasso, 15 marzo 2014. Massimo Ciceri abbraccia forte l'amico Mario e i suoi bambini per la scomparsa di Laura donna dolce e meravigliosa che sono orgoglioso di aver avuto come amica. - Sovico, 15 marzo 2014. La famiglia Ciceri stringe con un fraterno abbraccio Mario Gorla e i figli nel ricordo della cara moglie e mamma Laura Fugazzi - Sovico, 15 marzo 2014. Il Consiglio di Amministrazione di Beta Utensili SpA partecipa al grave lutto che ha colpito la famiglia Gorla per la perdita di Laura e porge le più sentite condoglianze. - Sovico, 15 marzo 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Ciao Laura rimarrai per sempre nei nostri cuori.- Ruggero Annalia Santin con Gigliola e Laura. - Monza, 15 marzo 2014. Pietro, Marina, Roberto, Livia abbracciano Mario, Marcello e Ottavia in ricordo della dolcissima Laura Fugazzi in Gorla che rimarrà sempre nei nostri cuori. - Abbiategrasso, 15 marzo 2014. "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". Il 14 marzo ci ha lasciato Erminio Frigerio Lo annunciano le figlie Emma, Maria con Maurizio e Stefano, la nuora Marzia, Magdalena e la piccola Maria Stella.- I funerali avranno luogo lunedì 17 marzo alle ore 11 presso la chiesa dei SS. Quattro Evangelisti, via Pezzotti, 53. - Milano, 15 marzo 2014. Martina e Luca Galimberti annunciano la scomparsa dell'adorata mamma Dott.ssa Arch. Dolores Lazzari - Milano, 14 marzo 2014. Partecipano al lutto: Diano. Maurizio e famiglia Pecile. Patrizia e famiglia Carenzi. Guelfo e Fabrizio con Floriana e Marilynn, Alice e Fabrizio, Aaron e Valentino, Valentina con Alessandro comunicano la scomparsa della cara mamma e nonna Elisa Bazzocchi Le esequie saranno celebrate lunedì 17 marzo 2014 alle 14.45 nella chiesa di Santa Maria della Passione in via Conservatorio a Milano. - Milano, 15 marzo 2014. Aldo e Cristina con Giorgia, Annamaria e Sergio con profonda tristezza annunciano che la cara Fausta Borroni Tagliazucchi si è spenta serena nel sonno.- Un ringraziamento particolare a Renzo e Giorgio e signora Franca per la assistenza affettuosa durante gli ultimi anni. - Milano, 15 marzo 2014. Il giorno 15 marzo si è spento Ivan Tognarini Ne ricordano generosità, rettitudine e impegno civile la moglie Gabriella ed il figlio Niccolò.- La cerimonia si terrà presso l' Antiquarium Costantini a Fiesole, domani dalle ore 14. - Firenze, 16 marzo 2014. Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO : Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 61 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 3<8 *2( 3*3 ** 37( *73 3*8 **< 38< **2 377 *7< 37 *7* 38* **2 38 *8* 38 *8* -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" % $600') '60% %/6%$ )'6$'9') 110 +0)666$ %%/%6 +011$)' )' 6&+) 1&+0 16$% &+$&'6 1)% $6) +0 $:01$ $)0'$ ')0 1%:) 9' & $)0 +0;$% '9:)%)1$6 % )0 %)%$ '1&'6$ 19$ 166)0$ %+$'$ 11)$6$ )%$ +$):1"$ ) $)"$ )%60 $ *,<<4*,<< &, 01) &6 166$&' +0)11$& 10 +)11$$% 9' & $)0 +01'; $ '9$ 1)+066966) % )0#16 19% ')0 ++''$') & )' 101$ ')&'$, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )16 )0$') '): )%) ' )& &+)11) , %0$ 6'$ $%') 0'6) ';$ 0$16 $0'; 09 $ ')' .-9$% +)%$ 0$ )6'; 6 $-%( %0&) % "0) %$0$ 90 $ %$ )% 9:)%) )+06) $) $ ):1$ &+)0%$ : )06) )06 )%6) )06 %&) %8 ')' )16 0$ )%) ' )%;') 01$ %$0$ 3 0 0 3 / ); )0 )0 ) )' )0 )' )/ 0') $) $ %8 )4 ); ' ); ) )0 ) )' ) )/ 4) 9:)%)1) .-9$% 11$' $%') +)%$ %$ %0&) &+)0% %"& %8 )) )) )0 )/ )' )' ) )' ) )+06) 1 Puzzles by Pappocom 3 Altri giochi su www.corriere.it %"& %8 3 )4 3 )' )0 ) )0 )3 ) )' ):1$ )& )0$') 0'6) 0$16 $' ';$ 0)' %"& %8 3 8 5 2 9 LA SOLUZIONE DI IERI 1 4 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 8 3 9 5 2 1 7 6 4 2 6 4 9 3 7 5 1 8 7 5 1 8 4 6 2 9 3 3 8 6 2 5 4 1 7 9 4 1 7 3 6 9 8 5 2 5 9 2 7 1 8 4 3 6 6 2 8 1 7 3 9 4 5 9 7 3 4 8 5 6 2 1 -.6" - (&- "6 -$"&( %.2-% 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" (% -$$(& ".(& "-& 2& 5&"." $-" 0 / )' )' ) ) ) )0 )' $!" !&!" &#(# 1 4 5 6 9 2 3 8 7 Lotto Estrazioni di sabato 15 marzo 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 78 37 63 46 22 80 59 53 11 63 76 55 84 29 1 54 64 87 16 14 90 84 24 41 74 68 41 13 77 11 90 43 33 37 45 40 84 28 33 3 3 49 1 40 27 53 46 80 53 70 42 67 60 67 19 &(56- 9&9 &2"( 7 (-# 1 11 14 16 22 24 29 37 46 53 54 55 59 63 64 78 80 84 87 90 (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( I più letti 1 5 22 24 41 43 38 numero Jolly 71 numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso:7.800.000,00 Ai 6: - Ai 4: 266,32 Ai 3 stella: 1.376,00 3: 13,76 Ai 2 stella: 100,00 Ai 5+ - Ai Ai 5 stella: - Agli 1 stella: 10,00 Ai 5: 18.333,79 Ai 4 stella: 26.632,00 Agli 0 stella: 5,00 Lotto Svizzero 14 17 26 27 32 35 4 Joker 512231 Replay 6 Web Addio domini Usa Gli Stati Uniti pronti a cedere il controllo dei domini web per una governance globale SuperenalottoCombinazione vincente www.corriere.it/giochiepronostici "( &"-( 5&(. "-. "-(" Oggi su www.corriere.it 10eLottoI numeri vincenti Chance !"( $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 $ (#9( -. ((2 5$ !"&( Giochi e pronostici 7 5 8 7 5 2 7 1 6 6 3 4 2 0& 09 $ 10 $1 )6'; , %0$ $&$'$ : Sudoku Diabolico 7 9 5 6 2(($% (*&!& $66) %"& &+)11) 6'$ 0)6)' 9') $0'; '): &+0$ )11) %"& $."&#" .$( "%5-( )% $ )00'6$ 0 06$" $'6011') % '$':$ % 0 $)'$ ')0)0$'6%$ )' '9$ %)%$ ':$6 $') $' +$'90 19%% )0: $ &0$$)'% -9)6 11 19%% 0 '9$' 166'60$)'%$, '1&'6$ )' %)%$ +$) 0 $9' )') '" %/16 %% 0&'$ %/9160$ % +9%$ '9$ $00 )%0$ )' +$):1"$ 19% )0 % ') '$6), %6 +011$)' )' % 6&+) %60):, Multimedia parla una delle prostitute minorenni: 1 Parioli, «Ci trattavano come macchine». Aereo scomparso in Malesia: sempre 2 più verosimile la tesi del dirottamento. La Russa e la nonna: «Geronimo 3 Ignazio vittima di un complotto dello zio». F1, Australia: la prima pole è di Hamilton 4 La Ferrari di Alonso parte in quinta posizione. felice di candidarmi alle Europee 5 Berlusconi: Puntiamo agli elettori del Movimento 5 Stelle. Grillo a Milano Il leader dei CinqueStelle dentro i cantieri dell’Expo 2015: le foto e i video La curiosità Harry Potter in rete La scrittrice Rawling mette in rete la storia della Coppa del Mondo di Quidditch Formula 1 La prima Iniziata la stagione in Australia: risultati commenti e foto in tempo reale Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera 62 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RIFLETTERE Quante novità in casa Martini Quando la tv aiuta i bambini Eccoci, fan del «medico» : da stasera arriva la nona edizione. Anche se il «medico» Lele non c’è perché si è trasferito a Parigi (Giulio Scarpati non ha voluto essere presente in questa edizione) la serie continua raccontando amori e peripezie della famiglia Martini. Quindi dopo ben 15 anni di programmazione la big family, allargata più che mai, torna in una veste completamente nuova, con nuovi personaggi. Ma come sempre a reggere le redini e a portare ordine in casa c’è il simbolo della famiglia tradizionale italiana per eccellenza: Nonno Libero (Lino Banfi, foto a capotavola) Undicesima edizione di «La fabbrica del sorriso», iniziativa di solidarietà promossa e realizzata da Mediafriends (onlus fondata da Mediaset, Mondadori e Medusa). Obiettivo principale di questa nuova edizione è offrire a molti bambini sfortunati la speranza di un futuro migliore. Sono state scelte due associazioni: la Lega del Filo d’Oro e Cesvi. A queste saranno destinati i fondi che verranno raccolti in due settimane, da oggi a domenica 30 marzo. Tutte le reti Mediaset saranno infatti impegnate in una grande maratona benefica. Un medico in famiglia 9 Rai1, ore 21.30 La fabbrica del sorriso Reti Mediaset ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°Îä 1 "// ° 6>ÀiÌD £ä°ää 1" ", " --,° ,ÕLÀV> £ä°Îä -1 ° ÌÌÕ>ÌD £ä°xx - / -- - - "6 //-/ - " , -®° ,i}i £Ó°ää , / ½ 1- *<< - */,"° ,i}i £Ó°Óä 6,° V £Î°£x , *," 1-/, ",1 £\ *i «ÃÌ £È°ää ½, ° 6>ÀiÌD /*" ° £È°Îä / £° £È°Îx " ° 6>ÀiÌD £n°xä ½,/° +Õâ Óä°ää /", ° Óä°Îx , / -*",/° ,ÕLÀV> -, Óä°{ä , /1"° 6>ÀiÌD° `ÕVi >Û Ã> Ó£°Îä 1 " ° -iÀi° >v] i> 6ÕÌV] >Õi> À>` /£ Èä - " ° ÓΰÎx -* /£° ÌÌ n°£x - / 7",° ÌÌÕ>ÌD °äx "-/," " ,9° /iiv £ä°Îä ," ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä <<"", " ° 6>ÀiÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x +1 -*// "° /> £x°{ä +1 "° 6>ÀiÌD £Ç°äx / Ó °°-° /" Ó° £Ç°£ä -/" -*, /° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi ÀV 6>ÀÀ>i £n°£ä äc 1/"° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi À>V >ÕÀ £°Îx -+1, -* ", ££ -<" Ó° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° n°£x ½," -/,° ] Ì>>] £{n® °{ä ,//" -"," *,//"° VÕiÌ °xä ",,6 ½ "° ÌÌÕ>ÌD £ä°{x / ,° ÌÌ ££°£ä /, -/"6-/° ÌÌ ££°Îä /, ," 1,"*° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /, /,, "° ,i«ÀÌ>}i £Ó°xx £Ó *, ,- /° ÌÌÕ>ÌD £Î°Óx 1", +1,"° ÌÌ £{°ää / ," ° / ," /"° £{°£x / ΰ £{°Îä £ÉÓ ",° ÌÌÕ>ÌD £x°äx {§ /,, " ,/ "\ x§ Ì>««> Và £È°£ä ,"° ÌÌ £°ää / ΰ £°Îä / ," ° /"° n°xä /° VÕiÌ>À °Óx - / " -* ", 6 " +1"/ "° V £ä°ää - / --° ,i}i £ä°xä * / ,° ÌÌ ££°Îä / { /", £Ó°ää * / ,° ÌÌ £Ó°xx , // ½/ ° ÌÌ £Î°xx " 66 /1,° ÌÌÕ>ÌD £{°{x / /6½-/",9° >] 1Ã>] £ÈÈ®° ,i}> ` >V -} Ì £Ç°ää " -*," - 1 /"° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £xn® £n°xx / { /", £°Îx -,/"° Ûi> Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> n°ää / x // ° n°{x / "° n°xä ," /, " -*,/"° ÌÌÕ>ÌD °{ä -* ° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx /,"° -iÀi £ä°{ä -1*, ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä -/", 6,° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää 6,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°{ä ½, "° ÌÌÕ>ÌD £{°ää " 6° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi *> Ã] ÕV> >ÕÀiÌ Óä°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì n°xä - ""9""t -/," <"° ÛÛiÌÕÀ>] >>`>ÉÕÃ>] Óää®° £ä°Îä , 79 Ó° ÛÛ°] 1Ã>] £x® £Ó°Óx -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì -*",/ -/ 88° £{°ää , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°Óx ½"--° Ì}V] LÉiÀ>>ÉÀiV> ÉÌ>>É1Ã>] £Ç®° £n°ää -*-" ° >ÀÌ -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° £°ää "- /1// Ó° -iÀi £°Óä -/* 1* ΰ À>>ÌV] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` ° Õ° - >À 6î Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ ££°xä 1-9t i`>] LÉÕÃ>] £ä® £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä , "° À>>ÌV] 1Ã>] £ÈÓ® £È°{ä / -/, /° /iiv° À>} /° iÃ] >Ì > >*>}> £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i >ÃiÞ Óä°ää / Ç° £x°Îä -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £È°Óä £È /° 6>ÀiÌD £Ç°xä /-\ - //½ -iÀi £n°£ä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°£ä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD Óä°£ä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD Ó£°£ä *"" 9 /° ] 1Ã>] Óääx® Óΰää /-/" ° -iÀi Óΰxä *""° -iÀi ä°xä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD Ó£°ää ° °°-° /iiv° >À >À] V >i 7i>Ì iÀÞ] *>ÕiÞ *iÀÀiÌÌi Ó£°{x / ° /iiv° ÓÓ°{ä " -*",/6° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi *>> iÀÀ>À Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä /*" ° /> à ܰ `ÕVi >L >â° ««> >}iÀL>V ÓÓ°{x / ΰ ÓÓ°xx / ," ° Óΰää -/,* ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi `Ài> i >À Ó£°£x , ,° À>>ÌV] 1Ã>] £È£®° ,i}> ` V >à ,>Þ ä°Óx -/6 ,{° ÌÌÕ>ÌD ä°Îä /9 --/" "/<° À>] 1Ã>] £Ç®° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä --° 6>ÀiÌD° `ÕVi *> iÃÃÃ}Õ] ÕV> ââ>ÀÀ ÓΰÎä , ,/" £Î ,--1 /"° ,i>ÌÞ Óΰxä /,8° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Îä 1 "" Ó°ä° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >ÀV iÀÀÞ] ÀV ,Õ}}iÀ ä°Îx , 9 "9\ -/", 1 1"" -*6 " /, " 1 "° i`>] 1Ã>] ÓääÈ®° Óä°Îä ,"<< *- ,6° 6>ÀiÌD° `ÕVi >ÕÀâ Àââ> Ó£°£ä 1", ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} *>À>}i Ó£°{ä ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} *>À>}i ä°{ä / £ "//° /*" ° £°äx 1 ," - ,//", /6° ÌÌ Ó°äx -// "/° ÌÌÕ>ÌD £°ää / Ó ° £°Óä *,"/-/ /-"° ÌÌÕ>ÌD /" Ó° £°xx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD ä°Îx / ΰ ä°{ä /" ΰ ä°{x " *,* 6, -" Óä£{\ iÀ> ` V ÕÃÕÀ> Ó°Îx ½ " /° À>] À>ÉÌ>>] £ÇÈ®° ,i}> ` ÕV 6ÃVÌ° >V>À >® £°Óä / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì £°xä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó°{x , ,/" £Î° ,i>ÌÞ Î°äx -*",/ -/° {°ää / 8 1", /*" --"° À>>ÌV® Ó{°ää ½, / "° }À>vV] À>É-«>}>É1Ã>] Óään®° ,i}> ` -ÌiÛi -`iÀLiÀ} ii>Þ /6 £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää " " "° V £n°xx 9 /° £°ää ,/9 -89 " 9° /iiv Óä°ää -/ " ", *-1° ÕÃV>i Óä°Îä " 1*9 9 / -/ " 1- ° ÕÃV>i Ó£°ää 9 / ,8° 6>ÀiÌD ÓÓ°Îä , ",,", -/",9 Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi Luca & Paolo Bersani e Floris nuovo show comico da Fabio Fazio ,>{ Al via il nuovo programma comico firmato da Antonio Ricci e condotto da Luca & Paolo. Parodie, ironie, gag. E tra le «vittime» Fiorello (prima dell’incidente). Giass Canale 5, ore 21.10 Puntata domenicale per Fabio Fazio e Luciana Littizzetto (foto). Ospiti stasera Fabrizio Gifuni e Francesco Bruni, protagonista e regista di Noi 4; Bersani, Giovanni Floris, i Perturbazione. Che tempo che fa Rai3, ore 20.10 Da Paragone si parla di Renzi Abdulaye Mbodj diventa avvocato Da Gianluigi Paragone si parla di Matteo Renzi. Tra gli ospiti, Gianfranco Rotondi (Pd), Pietro Ichino (Scelta Civica), Mario Giordano (direttore Tg4) e Marco Fratini (economista). La Gabbia La 7, ore 21.10 Abdulaye Mbodj ha fatto molta strada: è il primo avvocato africano del foro di Milano. Lo racconta lui stesso, ricordando il suo arrivo in Italia quando suo padre vendeva accendini. Tg3 Persone Rai3, ore 12.15 ,>x À>°Ì À>°Ì È°Óä -, 7,-° ÌÌÕ>ÌD È°Îä 1- ° ÌÌÕ>ÌD È°xä ,- *° -iÀi Ç°Îx ,- *° -iÀi n°Óx -, 7," ", 9" x° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä * /-° /iiv ££°äx " /", 7"° -iÀi £Ó°Îx " 1,",° £{°Óä , 9° £x°{ä -/,° ÌÌ £È°äx 1,° -iÀi £È°xä -- /" --° -iÀi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx ,1-° /iiv £n°{x -*" /° -iÀi £°Îä "-/ 7-*,,° -iÀi Ó£°£ä 8/,° -iÀi Óΰää -/,° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÓx 1,", "*- ",° âi®° ,i}> ` 7i° £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°Îx ,° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x , - 1/1,° VÕiÌ>À ÓÓ°£ä "" /"1, ,/° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> £n°Îä /-/" /*"° VÕiÌ £°ää 6,/ /6 ,<<° V £°Îä ,- -/ //° V Óä°ää , x{° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x " -/",° VÕiÌ ÓÓ°£x ° °° ° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°Îä , 7- ", "° £Ç°Îx // ,9 9° £°Óä "- ,-/ "° ÃiÀi Ó£°£ä " ½/° 6>ÀiÌD Óΰxä 1 , ° -iÀi £°{ä , 7- "//° £°{x *"/° -iÀi À>°Ì À>°Ì £{°Óx " *,//° £È°ää 6 /," /"° £Ç°xx , 7- ", "° £n°ää E "1/° £°{ä ," /,*° Ó£°£x 1 / *,- <° Óΰ£ä nn 1/° £°ää , 7- "// ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý V>ÃÃ°Ì >Ç` `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°Îä 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x , ° /iiv £°Îä " - , " -// *,° Óä°xx 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°£ä 1 1 * ° >ÀÌ £n°£ä /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1 / *, 1 -*"-° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä ½/" -" ° ÌÌ Óΰäx / <<° ÌÌÕ>ÌD ä°äx "9 <,,° ÌÌÕ>ÌD ££°£ä , E ,6° ÌÌÕ>ÌD £Î°{ä -- Ç° ÌÌÕ>ÌD £{°Îä /6 "° ÌÌÕ>ÌD £È°ää */° -° ÌÌÕ>ÌD £°ää 7E",,° /iiv Óä°{ä , 1",° £n°Îx " //"\ -1*, ,° ÌÌÕ>ÌD £°ää " *1 ° VÕiÌ>À £°Îä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä " / , 7,-° VÕiÌ>À ÓÓ°ää , /1// "-/° VÕiÌ>À £n°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD £n°xx / Ç° £°ää 5 //° ÌÌÕ>ÌD £°xx "" ° ÌÌ Óä°Óä 1" ° ÌÌ Ó£°Óä " "° ,i>ÌÞ ä°Óä " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ ,> 99 Àà i >x /Û Óäää £È°£x £È°{x £Ç°Îx £n°ää £n°Îä £n°xx £°£ä £°Îä À>°Ì "9° >ÀÌ *** *° >ÀÌ * ΰ >ÀÌ -1 6/ * ",° >ÀÌ **° >ÀÌ "9° >ÀÌ - * / 6®° >ÀÌ - /"*" "° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £Ç°ä{ "6 , 1 , ",° £°ä£ /1,-/ *, -"° Ó£°äÎ 1" " ---- "° ÓΰÓn , -" ,- //"° £°Îx 7-° £°Î /" -" ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £Ç°ää -/"* E "° >V £n°Óä ,/ ,° 6>ÀiÌD £°Óx , 1"° V Óä°Óx , ° 6>ÀiÌD Ó£°Óä -*,/ 1-\ 1,, /° /iiv ÓÓ°Îä -/"* E " /° >V £Ç°xä 9 9 / -° 6>ÀiÌD £n°{ä " /" -*"- , ° VÕiÌ>À £°Îä 8/, "6, " /" ° V Ó£°£ä ,"9 * -° /v Óΰää *½ /1 ° /iiv ÌÛÓäää°Ì £°xä " ° ÌÌ £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,-° ,i}i Óä°Îä - / ½ ,/ ,/, ", ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°ää --" ° ÓÓ°Óx <" " ,° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Domenica 16 Marzo 2014 63 Pay Tv Film e programmi Coppia assassina uccide i ragazzini La storia di Myra Hindley e Ian Brady (foto insieme), due fidanzati che, nell’Inghilterra degli anni 60, commisero una serie di crimini orrendi a sfondo sessuale: uccisero cinque ragazzi tra i 10 e i 17 anni. La coppia che odiava i bambini Crime Investigation, ore 21.50 Carell vuole ritrovare l’ex amore Knightley -Þ i> -«ÀÌ £{°Îx , " " -*, *5 //" 1 >}>Ìi `ii VÃÌÀÕâ ÛÕi `iÀi > V>Ã> ` Õ½>â>> Ûi`Û>] > > «Ì> `i> Ûi`Û> i` iÀLi «i`À>° -Þ i> >Þ £x°£x / -/ -/ ½1/ - « Õ «>ÃÃ>Ì > à }iiÃ] ÃViÀvv ,>Þ "Üià à m ÌÀ>ÃviÀÌ Õ «VV ViÌÀ° +Õ>` Õ >ÀVÌÀ>vvV>Ìi iÛ>`i°°° -Þ i> £ £È°ää / 6 // Õ > ` `ÃÌ>â> `> v>ÌÌ >ÀÀ>Ì º Û ÌÀÛiÀ¢»] ½iÝ >}iÌi `i> > ÀÞ> à ÌÀ> >âi «iÀ Ã>Û>Ài > ÃÕ> v>}>° -Þ i> >Ý £Ç°ää / ," , *iV> >Ì>â> ` ° *>ÀiÌ `i ÓääÇ° *ÀÌ>}ÃÌ ° i -V>] ° 9iëV> i ° i Õ}° «À`ÕVi ° i >ÕÀiÌð -Þ i> £ £n°xä /" , -- -/, /, ½ÌiÀ«ÀÃi ÃÌ> ÀÌÀ>` ÛiÀà V>Ã> µÕ>` ½iµÕ«>}} ÃV«Ài Õ> ÌiÀÀvV>Ìi vÀâ> >½ÌiÀ `i½À}>ââ>âi° -Þ i> £ £°£x ,* -* /1//" 1 ViiLÀi «iÀÃ>}} `i Û`i}>i `i «>ÃÃ>Ì m ÃÌ>V `i ÃÕ ÀÕ i ÛÕi `ÃÌÀ>Ài > ÌÕÌÌ i ÃÕi µÕ>ÌD ` iÀi LÕ° -Þ i> >Þ Ó£°ää ""9 E ½>}iÌi `i> > >>Þ ÃÌ> À}>ââ>` Õ½«iÀ>âi Õ *>iÃi >vÀV> > `iÛi vÀÌi}}>Ài «>ÀiVV «ÀiÛÃÌ° -Þ i> >ÃÃVà " / -"/9 1 iÀ «ÀviÃÃÃÌ> ÛiÃÌ}> «iÀ VÌ `i> >v> ÃÕ Õ> À>«> ivviÌÌÕ>Ì> `> ÌÀi À>}>ââ `ÕÀ>Ìi Õ> «>ÀÌÌ> ` «iÀ° -Þ i> ÕÌ ½1"" / ," /À>ÌÌ `> À>â º/ i *ÃÌÀV >»] À>VVÌ> Óää > ` ÛÌ> ` Õ ÀLÌ V i «>À> > «iÃ>Ài i ÃiÌÀi Vi Õ Õ° -Þ i> >Þ 6" *,-" ,V Õà i V>ÀViÀi iÃÃV> ` *ÕiLÌ] ÀÛi ° Lî ÌÀÛ> Õ> ëiÀ>â> }À>âi > Õ À>}>ââ ` >° -Þ i> >Ý -" " ½, £Çä° « Õ ÌiÀÀLi V`iÌi Õ VÃVi ½>vv>ÃV>Ìi *> V µÕ>i `iV`i ` ÌÀÀ>ÃviÀÀà vÀV>° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä , - ", *, " " > vi `i ` À>> >i «ÀÌi] > }i ` `}i vÕ}}i Û> Õ Ã iÌÌi ÃÕi ÌÀ>VVi `i> ÛiVV > v`>â>Ì>° -Þ i> £ / > «>À>L> `i V>`>Ìi 7 Ì>iÀ V i] `« Õ >ÌÌiÀÀ>}} `½iiÀ}iâ> i Ã>Û>Ì>}} `i «>ÃÃi}}iÀ] Ûii `>}>Ì° -Þ i> Ìà ÓÓ°{x Ó££ Õ> "ÛiÀ m > ÃÕ «À V>ÀV `> ÃiV` Õ V>ÀViÀi ` >ÃÃ> ÃVÕÀiââ>° - «ÀiÃiÌ> > >ÛÀ V Õ }À `½>ÌV«° iÌÀi ÛÃÌ> LÀ>VV «Ù «iÀVà Ûii V«Ì `> Õ vÀ>iÌ `½Ì>V°°° -Þ i> ÕÌ ÓÓ°xä ½ " / >ÌÀ ` /Õ i Õ>>] V««> LÀ} iÃi i> ,> ` vi nää] ÌÀ> >Ài i vi`iÌD° 1Ì v `ÀiÌÌ `> 6ÃVÌ° -Þ i> >ÃÃVà ÓÓ°xx 888 1 }Û>i >>Ìi `i} ëÀÌ iÃÌÀi] 8>`iÀ >}i 6° iÃi®] Ûii ÀiVÕÌ>Ì `> }ÛiÀ >iÀV> «iÀ Õ> ÃÃi° ° À}iÌ° -Þ i> £ Óΰää -, ,i>i `i> v>Û> `i £x{ `ÀiÌÌ> `> ° 7`iÀ° -° *>V «iÀ > «>ÀÌi ÌiÀ«ÀiÌ>Ì> `> ° i«LÕÀ] ÃVi}i > i VÛViÌi ° "À`° -Þ i> *>Ãà Óΰ£x -/" ,/1 ] }Û>i >««Ài`ÃÌ> >}] `iÛi VÀi>Ài ÕÛ V>Ìià `> ÃiÀÀi i ÃÕ LÀ ` >}>° â >ÕÌiÀ>° -Þ i> >Þ ÓΰÎx 7°° 7, 7- > ÃÌÀ> ` `Õi `i vÀ>} > `iÌiÀ>Ìi i Ãi«>À>Ìi `> «Ù ` Ãi `iV>`\ 7>Þ 7Ì À« i 7>à -«Ã° ,i}> ` >`>° -Þ i> Ìà £{°ää "\ * 1,"* /"1, /À« mi >ÃÃ> ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £{°xx "\ , <" -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £x°{x +1/<" \ -1/ ,ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°Óx *6""\ / /, / " -, -/9 *,1 >«>Ì Ì>> vii ,>-«ÀÌ £ £Ç°Îä -"\ /, 1,,/° £ä /ÀÀi `À>ÌV° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää -/\ *" -* ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó £°ää "\ /,<" /*"] " " " ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Óä°Óx -/\ +1 6/- /5 , - -iÀi >ÃV i ,>-«ÀÌ £ Óä°{ä "\ " 16 /1- -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Óä°{x "\ -* **" ««> `i ` ii 1£Ç° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ ÓÓ°ää / -\ /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää `> 7ið ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ Ó Óΰää ,"\ >Õ 7À` "«i° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ÓΰÎä ,-/9\ "** " " Óä£{ ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää £x°Óä £È°Óä £Ç°Óx £n°Îä £°ää £°xä £{°Óx *, "" 6,/ 1 , /," -Þ 1 £x°ää , 79 ,> Õ« £È°Îx *," / ,1 79 / Ý vi £Ç°{ä 1 ", -/, / -Þ 1 £°£x 11/", -, £°Îä 1 " "<, " Ý vi Óä°{ä 7 9 71 1,,, *, , ÃiÞ >i Ó£°£ä , - " /- /-/ -Þ 1 ÓÓ°äx ½1-" -/ ,-- -Þ 1 ÓÓ°xx +1//," /," / Ý vi Óΰäx / **, / / -Þ 1 Óΰ£x /"1, ÃiÞ >i £È°ää -/9 1- " - ,"// i`à £n°äx "9 // - , i`à £°ää / "" 9 /1 - -"7 iÀ>} Óä°ää /" i`à Óä°£x * /, ,"- E "° iÀ>} Óä°Óä "9 // - , Ó Óä°Îx /" i`à Óä°{x 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°äx / , -"7 iÀ>} Ó£°£ä 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£x / ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £{°£ä /", ½<<," >Ì> i}À>« V £x°£ä \ 6, -/", ÃÌÀÞ >i £È°£ä / ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°ää , 1" 7 9", ÃÌÀÞ >i £n°£ä , ½"," ÃVÛiÀÞ >i £°äx 91" \ 1/ /", ÃVÛiÀÞ >i Óä°ää /-", / ÃÌÀÞ >i Ó£°£ä "- " ,, ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°{x "- / ,6"¶ >Ì> i}À>« V £Ó°ä , ° /iiv " £Ó°Ón , ,*/° ,ÕLÀV> *ÀiÕ i> £Ó°{Ó 1"6" " "° *ÀiÕ i> £Ó°xÇ / 6*, ,-° /iiv 9 £Ó°xn , ° /iiv " £Î°£ä - " -1"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Î°{x £Î°{Ç £{°£x £x°ÓÈ £x°ÎÓ £È°£Î £È°ÓÓ £È°xx £Ç°ä{ £Ç°ä{ 1," ",,° /iiv " £Ç°äÇ " /, ° /iiv 9 £Ç°£x " *"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°xÇ " /, ° /iiv 9 £n°{x , ,"/ /" ,,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{È ,/ " 8° /iiv 9 £n°xÎ , ," ° *ÀiÕ i> Un asteroide sta per colpire la Terra e per il pianeta sembra che non ci siano più speranze. Dodge (Steve Carell, foto con Keira Knightley) ha un solo desiderio: rivedere il suo amore di gioventù. Cercasi amore per la fine del mondo; Sky Cinema 1, ore 21.10 Debra Missing affitta un finto fidanzato Kate (Debra Missing, foto), single, deve partecipare al matrimonio della sorellastra. Decide di «affittare» un accompagnatore di professione, per farlo passare poi come suo nuovo boyfriend... The Wedding Date Cinema Emotion, ore 21.15 Óä°£x Óä°Îä Ó£°Îx Ó£°{ä Ó£°{x Ó£°xx ÓÓ°ää ÓÓ°Óx ÓÓ°{ä /1//" ,/" ÃiÞ >i -8 E / /9 Ý vi / /",9 Ý ° °°-° Ý Ài ,9½- /"9 Ý vi /1//" ,/" ÃiÞ >i 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i 6 E ÃiÞ >i / /",9 Ý - E / Vi`i -/, 7,-\ / " 7, >ÀÌ iÌÜÀ , Ý - < /, Ý Ài /- ÃiÞ >i / -*"6, 1 ÃiÞ >i /- " -°°°°°° Ý Pitt feroce killer fa strage per la mafia i`>ÃiÌ *ÀiÕ Un implacabile killer (Brad Pitt) viene assoldato dalla mafia per indagare su una rapina. Per portare a termine la missione dovrà lasciarsi dietro una lunga scia di sangue. Cogan - Killing Them Softly Sky Cinema Cult, ore 21 £ä°äx , 1° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £ä°ÓÓ /,°°° 8/,-° *ÀiÕ i> £ä°Î£ / ", -° /iiv 9 ££°£ , 1° /iiv 9 ££°Óä , ° /iiv " ££°Îä *,,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ó°än / 6*, ,-° /iiv 9 9° /iiv 9 , ° /iiv " 9° /iiv 9 -1/-° /iiv " *, /""° /iiv 9 1," ",,° /iiv " " /, ° /iiv 9 <""° - Ü *ÀiÕ i> *1 /" ½*//"° *ÀiÕ i> La televisione in numeri Le parodie di Crozza battono i talk seriosi «I l mio governo sarà uno show bellissimo», dice il premier Renzi-Crozza dal palco del Paese delle Meraviglie. Ecco qui sintetizzato il lato più appealing della politica italiana: la sua capacità di essere oggetto di parodia. È ricominciato su La7 il programma di Maurizio Crozza, e subito è stato chiaro un dato: il Paese delle Meraviglie è la trasmissione più seguita della rete, più dei seriosi talk dei Formigli e dei Paragone. L’esordio, il 7 marzo, ha raccolto poco più di 2.500.000 spettatori, per uno share del 9,2%, perforTop & Flop mance top per il network di Urbano Cairo. La seconda «Don Matteo 9» puntata ha tenuto con Hill riflette su rapine in farmacia 2.400.000 spettatori, e una share dell’8%. Il pubblico di Crozza ha un’ovvia affinità con quello che segue la poppolitica dei Razzi & Formigoni: è adulto (anche se il «Don Matteo 9 - Sotto programma piace anche a accusa»: 7.631.000 venti-trentenni), maschile spettatori, 25,81% di share. (oltre il 10% di share), diploRai1, giovedì 13 marzo, ore mato o, soprattutto, laurea21.24. Minuto picco: to (oltre il 20% di share). 8.071.000 spettatori, mentre Con uno stile di satira Don Matteo (Terence Hill) molto differente, ha costruiriflette sui furti in farmacia to un seguito crescente di fan anche «Gazebo», il pro«Sex and the City» gramma di Diego «Zoro» Via al serial con Parker/Carrie Bianchi che ha reso ampiamente popolare Marco Damilano e il gruppo di stralunati commentatori che popola la trasmissione: 770.000 spettatori medi per «Sex and the City»: la seconda/terza serata di 363.000 spettatori, 1,24% Rai3, e un pubblico molto di share. La7, martedì 11 simile a quello di Crozza marzo, ore 21.45. Minuto (con la sola differenza della picco negativo: 341.000 presenza maggiore di donspettatori, inizia l’episodio ne sugli uomini). La particon Sarah Jessica Parker nei panni di Carrie (ore 21.46) colarità di Gazebo è il suo legame col palinsesto: vola quando completa una serata coerente, come accade il martedì con «Ballarò». In un periodo in cui i talk più seri fanno più fatica di un tempo, la politica resta estremamente popolare se oggetto di satira, di scherno, di ironica presa di distanza. E dopo il ventennio berlusconiano, Matteo Renzi e i giovani del suo governo sembrano dare nuova benzina ai comici. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel © RIPRODUZIONE RISERVATA £°Î{ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°xx , ,*/° ,ÕLÀV> *ÀiÕ i> Ó£°£x / ,- /° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ", -° /iiv 9 Ó£°£x " 1*° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°ä{ / ° /iiv " ÓÓ°äx *,//9 // ,-° /iiv 9 ÓÓ°Ó *,- , ,/" ° /iiv " ÓÓ°xÈ , ° /iiv " Óΰ{£ 9° /iiv 9 Óΰ{Ç , ° /iiv " ä°£Ó 9° /iiv 9 ä°Ó{ ,< " 6 ,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 64 Domenica 16 Marzo 2014 Corriere della Sera
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