Gazzettino 14-05-2011

Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 1
> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
NNO XXXI • N. 16 • GIARRE, SABATO 14 MAGGIO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
> “A Caputaula s’assitò la pace”
Si è mosso nel segno del ricordo e di un
impegno assiduo contro tutte le illegalità
l’evento “Ora Legale a Giarre”
> a pag. 2
> Diciamo “basta fiori sull’asfalto!”
Ottimo successo per la partita di beneficenza
“Un Gol per la vita” che ha riproposto il delicato
e scottante tema della sicurezza sulle strade
> a pag. 5
Adesso è davvero finita...
Quel che
resta del mito
Ultimi rantoli di agonia per il “San Giovanni di Dio e San Isidoro” di Giarre, mentre gli avvoltoi
sono pronti a dividersi le ultime spoglie. Alla faccia dei cittadini e del diritto alla salute
Tre uomini in
gommone: viaggio
intorno alle coste
di Sicilia
T
ira un’aria di smobilitazione, si diceva
qualche tempo addietro, riferendosi all’Ospedale “San Giovanni di Dio e San
Isidoro” di Giarre. Profeti di sventura, ci
dissero. E qualcuno si piccò, offeso, perché non si teneva conto degli sforzi fatti
dai rappresentanti locali per “difendere” l’Ospedale.
Proprio in questi giorni, però, una “capatina” fatta al
Nosocomio di via Forlanini potrebbe davvero essere
istruttiva. Istruttiva perché mostra la realtà, oltre le parole, oltre i proclami, oltre il fumo creato ad arte da chi
“si è sempre speso in questi anni per difendere l’Ospedale di Giarre”. Ci riferiamo a commissioni consiliari
varie, associazioni e politici di vario spessore che, guarda caso, hanno prodotto “tanto rumore per nulla!”.
Ritorniamo alla realtà dei nostri giorni. Torniamo a
vivere la quotidianità dell’abbandono. Posti letto? Ne
erano previsti 110, ma la realtà parla di appena 50 posti
letto. Cosa vuol dire? Che siamo sotto il limite minimo
richiesto e si potrebbe benissimo procedere allo smantellamento e chiusura del Nosocomio di Giarre, con il
conforto dei numeri previsti dal Piano di rientro per la
sanità in Sicilia. Date un’occhiata al documento allegato e vedrete quale dissonanza esiste tra la realtà e quello
che si doveva realizzare a Giarre e non lo è stato. Le responsabilità? Vediamo chi è più veloce ad individuarle...
Potremmo parlare della Commissione consiliare
straordinaria sull’Ospedale (in realtà la denominazione
è più complessa, ma andiamo a semplificare, dai...).
Quanti viaggi fatti dal Direttore generale della Asl 3
Calaciura, o dall’assessore regionale alla Sanità Russo.
Prescindendo dall’eventuale indennità di trasferta (argomento che potrebbe interessare in prima persona solo
le malelingue...), cosa è riuscita ad ottenere? Ha messo
Calaciura e Russo con le spalle al muro, nel lodevole
tentativo di difendere il diritto alla salute di circa
100mila cittadini? Vorremmo proprio saperlo... Poi troviamo la Rete delle associazioni. In prima fila nell’attaccare, argomento per argomento, il Manager Calciura,
per poi arrivare alla nomina del suo coordinatore Angelo D’Anna a membro della Commissione consultiva
istituita da Calaciura. Si tratta dell’ennesima presa per i
fondelli (come temono in tanti...) oppure di una reale
apertura alle esigenze del territorio che ha nell’Ospedale di Giarre il suo punto di riferimento? Sarebbe stato
interessante chiarirlo prima della costituzione di questa
Commissione ma tant’è... E il Tribunale per i Diritti del
Malato? A giudicare dalla sua assidua azione di pungolo e di difesa ad oltranza dell’Ospedale di Giarre sembra esistere solo sulla carta... Ed il Sindaco di Giarre?
Rimarrà scolpita nella memoria collettiva la sua strenua
resistenza al ridimensionamento del “San Giovanni di
Dio e San Isidoro”. Certo, sarà stata una difesa a beneficio di pochissimi intimi, ma qualcuno giura che c’è stata (“il cugino del vicino di casa del quinto dei non eletti
della seconda lista alle Amministrative del 2005”, mi
pare...).
Perché la Commissione consiliare, la Rete delle Associazioni, il Sindaco, i vari consiglieri comunali non
hanno pensato di denunciare il tutto alle due Commissioni d’inchiesta sulla sanità, quella del Senato coordinata da Ignazio Marino, e quella parlamentare coordinata da Leoluca Orlando? Mistero...
Intanto, a Giarre, troviamo un Pronto Soccorso ridotto ai minimi termini, nonostante lo spirito di sacrificio e gli inevitabili sacrifici richiesti al personale medico ed infermieristico. Non esiste ancora il Triage. Inoltre, visto che all’Ospedale di Giarre è stata tolta la Pediatria bisognerebbe attivare il Pronto Soccorso Pediatrico. Ma, leggendo il Contratto collettivo nazionale dei
medici pediatri di base ci sarebbe da rimanere a bocca
aperta: non si fanno visite domiciliari se non si telefona
il giorno prima, o prima delle otto del mattino. Dalle otto del mattino non è assicurata la risposta. Se un bambino è ammalato e la febbre non supera i 39°, invitano ad
attivarsi per fargli abbassare la temperatura con adeguate medicina, prima di portare lo stesso bambino a controllo. Immaginiamo una madre sola, con il proprio
bimbo che sta male, costretta ad aspettare che si abbassi
la febbre e poi, caricarselo di peso e portarlo nello studio del Pediatra... Certo, esistono le lodevoli eccezioni,
di pediatri umani e sensibili, ma la salute di oltre
100mila cittadini non può basarsi sulle eccezioni. Purtroppo, e da tempo, le regole non esistono più.
Corrado Petralia
“...Seguendo più innanzi per spatio di due miglia et un quarto, si va per un certo serpeggiamento detto le timpe di Marinata, il quale per le rupi altissime et scoscese non è men sicuro dell’altre sopradette…”. Nel 1583, il vicerè di Sicilia, Marco Antonio Colonna nominò Camillo Camilliani architetto
militare, con lo specifico incarico di fare il repertorio
delle torri costiere d’avvistamento e integrare il sistema di prevenzione delle incursioni piratesche.
Camilliani, fiorentino di nascita, affrontò l’impresa
nell’unica maniera possibile, per il suo tempo:
montò a cavallo e partì da Palermo verso occidente, facendo il giro dell’intera isola. E dove il cavallo
Marzia Vaccino
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> S E T T I M A N A L E IDG
giarre
N. 1 6 • s abato 14 mag gio 201 1
di Giarre
“A Caputaula s’assittò la pace”
Nel segno del ricordo e dell’impegno contro tutte le illegalità l’evento “Ora Legale
a Giarre”, organizzato dal gruppo Effetto Domino all’interno del teatro Rex
L’
evento “Ora Legale a Giarre”,
abilmente organizzato dal gruppo Effetto Domino è stato una
toccante iniziativa senza precedenti
nella città Jonica-etnea. Il teatro Rex
si è riempito di curiosi e simpatizzanti, interessati alla legalità del territorio. Un teatro allestito con la centralissima immagine di Falcone e Borsellino e quella di Don Pino Puglisi e in testa una frase di Pippo Pollina: “A Caputaula s’assittò la pace”.
La toccante proiezione dell’intervista alla madre di Peppino Impastato
è stata d’anticipazione al racconto di
Giovanni Impastato che ha ricordato
il fratello. Ha voluto ricordare le origini mafiose della loro famiglia, il coraggio della madre e di Peppino stesso. Peppino che si è sempre impegnato nel sociale, nella lotta alla mafia, ed
ha creato una spaccatura verso la legalità nella sua famiglia con il rischio
della vita dei propri cari e della sua.
Ha raccontato le indagini e le difficoltà per avere giustizia sulla morte di
Peppino. E pensare che Peppino iniziava denunciando le irregolarità del
potere mafioso nella sua Cinisi, ma la
ricerca di questa coscienza comune e
sociale lo ha portato incontro ai nemici. Peppino faceva comunicazione
con Radio Out, si limitava a deridere
coloro che volevano deridere la legalità. La sua morte è stata la nascita di
una lotta senza precedenti.
Presenti all’evento il questore di
Catania, Pinzello, che ha ben accettato l’invito di Libera e dei ragazzi di
Effetto Domino. Non ha usato mezzi
termini per condannare l’illegalità,
non ha fatto giochi di parole per denunciare il disagio dell’illegalità nei
giovani, senza dimenticare di non cedere ai ricatti, di denunciare e sostenere la lotta per la legalità. La voglia di
combattere e il ricordo alla memoria
di Peppino. Ricordando che, a soli
100 passi da casa di Peppino, c’era la
Mafia. Ciò non dava occasione di
averne paura, ma lo incitava a lottare,
l’essere inermi è nemico della legalità.
Pippo Pollina sottolinea come “la
musica debba, oggi più che mai, occuparsi di temi sociali”. Ricorda il
suo esordio in una piccola redazione
di Catania (I Siciliani) dove, negli anni ‘80, da studente universitario, si avvicinava al giornalismo. Non abbandona l’idea che “solo la musica, solo
l’arte… l’artista non può mentire mai,
i politici mentono spesso… gli artisti
non possono farlo”. È stato detto che
in un momento di vuoto e di smarrimento, la società civile e gli artisti devono dare il loro contributo nel migliore dei modi.
Vengono proiettate alcune interviste ad alcuni ragazzi degli istituti
superiori di Giarre, che rivelano una
forte voglia di legalità nei giovani ma
anche, in alcuni casi, un senso di abbandono e rassegnazione, che potrebbe essere il punto di non ritorno alla
legalità e alla fiducia nelle istituzioni.
Arriva la testimonianza del vicepresidente della Confcommercio di Giarre,
Gaetano Bonanno, che racconta come
ha reagito al racket delle estorsioni
nel 1995, e di come abbia trovato il
sostegno delle istituzioni e delle associazioni antiracket. Denunciare allora
era un atto complesso, farlo oggi risulta più semplice, con vantaggi per
chi denuncia. La voglia di lottare, la
sensibilità di combattere l’estorsione
si sposa al meglio con la forza e la volontà dei giovani che pretendono legalità.
Valori fermamente sostenuti dal
portavoce delegato di “Effetto Domino”, Massimiliano Raciti, che mostra
come i giovani del gruppo abbiano le
idee chiare e pretendano la legalità sul
loro territorio. Non è loro intenzione
inquadrarsi come un progetto politico
o un’associazione, e senza la ricerca
di interlocutori, vogliono semplicemente essere dei liberi cittadini che
fanno il loro dovere. “Superare il muro della paura, del timore, per se stessi e per le persone a loro vicine, allora qualcosa si può fare. Non c’è biso-
gno di essere qualcosa, ma bensì di
sentire veramente qualcosa”.
Sul nostro territorio un problema
c’è e va affrontato, lo sappiamo tutti, è
sotto gli occhi di tutti. Sappiamo i nomi, sappiamo chi sono e sappiamo anche come reagire in sostanza. Viene
fuori dai questionari, che sono stati divisi tra i cittadini, tra le associazioni,
le scuole e i commercianti. Un allarme viene dall’omertà di molti commercianti, che hanno finanziato l’iniziativa, ma al medesimo tempo hanno
chiesto di rimanere anonimi, di non
comparire nell’iniziativa stessa.
Avranno forse paura di farsi vedere a
sostegno della legalità? Un dato che
fa venire i brividi a molti, ma ci riporta a quella quotidianità a cui siamo
abituati.
Rimarcando il percorso dei ragazzi di “Effetto Domino”, ricordano che
hanno preso parte alla lotta in difesa
dell’ospedale di Giarre (e ricordano
un insuccesso e una delusione gli esiti
della questione, nota a tutti oramai), e
successivamente l’iniziativa del Flash
Mob a Natale. E ora la voglia di riprendere una di quelle che molti definiscono una “battaglia persa”: la lotta
alla legalità.
Forse è solo un’utopia l’Effetto
Domino, e che cosa è l’utopia? Potrebbe essere l’orizzonte, che fai un
passo e lui s’allontana di un passo, se
ne fai due si allontana di due, se tu
corri lui si allontana alla tua corsa. Allora a cosa serve l’utopia? Serve a
camminare. Don Pino Puglisi ha detto
che “se ogni giorno si fa qualche cosa
si può fare molto”. Ed infine, si vuole
ribattezzare il detto “l’occasione fa
l’uomo ladro” in “l’occasione fa l’uo-
Il futuro parte dal passato
U
n incontro tra il passato ed il presente, che
ha avuto il suo fulcro nel Liceo Artistico
“Renato Guttuso”. Il passato di Giarre e
della Sicilia tutta, infatti, ha incontrato il presente
della cittadina, rappresentato dagli alunni della
scuola, che hanno accolto con attenzione l’appuntamento, ospitato nella sala-biblioteca del Liceo
Artistico “Renato Guttuso” di Giarre. Un momento davvero importante, rappresentato dalla conferenza di presentazione di un significativo documento, risalente al 1907. Si tratta di un documento
con cui il Regno d’Italia assegnava alla municipalità giarrese delle somme di denaro da destinare,
in segno di gratitudine, ai combattenti locali che
parteciparono all’impresa garibaldina.
Ad appassionare i ragazzi è stato, soprattutto,
il racconto del modo in cui si è arrivati al recupero
del documento: appartenente ad un privato, era
stato messo in vendita su Internet tramite il noto
portale di aste “E-Bay”. La giornalista Gabriella
Leonardi, accortasi di tale offerta, si è fatta promotrice di una colletta tra i suoi concittadini per
poter acquistare l’interessante reperto; all’appello
hanno risposto, tra gli altri, il presidente della locale sezione della Confcommercio, Armando Ca-
Appuntamento
Domenica 15 maggio, alle ore 17, sarà inaugurata
la nuova sede di LiberiCittadini, in piazza Bonadies 7, con ingresso da via Sartori.
Sarà presente all’inaugurazione il consigliere provinciale Salvo Patanè.
storina, Gabriella Garozzo ed Angelo D’Anna.
Tre giarresi che si sono spesi in prima persona
per salvaguardare la storia cittadine e che, assieme alla Leonardi che ha fatto da moderatrice, sono stati i protagonisti della mattinata al “Guttuso”,
dove ad ascoltarli c’erano i liceali nonché gli
alunni delle classi II e III della scuola media annessa al liceo artistico. I relatori hanno annunciato
di voler donare al Comune di Giarre il documento
acquistato, nell’intento di stimolare l’interesse
dell’Ente locale al recupero del ricco archivio storico comunale.
Nel corso dell’incontro al “Guttuso” è stato
anche proiettato un documentario, in diapositive,
sui monumenti di Giarre dedicati ai personaggi
dell’epoca risorgimentale. Ancora una volta, insomma, l’Istituto, guidato dal dirigente scolastico
Alfredo Pappalardo, si è mostrato capace di avvicinare i giovani al loro territorio, scegliendo una
formula dinamica ed efficace che ha parlato la
stessa lingua degli studenti che puntano a trarre
dalla storia del proprio territorio la basi per diventare protagonisti del proprio futuro.
Elisa Torrisi
mo onesto” perché si sceglie di rinunciare alla tentazione di delinquere, di
sbagliare, di percorrere l’illegalità.
Numerosi interventi in solidarietà
sulla legalità sono giunte dai presidenti di Confcommercio di Giarre e
Riposto, rispettivamente Armando
Castorina e Daniele Trombetta, che
seguono a quelli del dott. Dario Montana di Libera e del dott. Totò Grosso
di Addio Pizzo. L’interessante riflessione finale è quello di Francesca, di
“Effetto Domino”, che s’interroga come mai le autorità invitate non siano
presenti. Il Sindaco di Giarre, o un suo
rappresentante, non è presente al tavolo, e il Capitano dei Carabinieri di
Giarre, nonostante sia stato invitato,
non ha fornito risposta sulla sua assenza. Due presenze fondamentali se
si parla di legalità nella propria città,
unanime riflessione comune dei presenti. Al medesimo tempo si ricorda
la promessa di intitolare una strada a
Peppino Impastato, e lo si ricordano
simbolicamente con un palo che indica il nome di due vie vicine: una chiamata Ora Legale e accanto quella Via
Peppino Impastato. Ricorda come dai
questionari si evince una sfiducia nelle istituzioni e al medesimo modo una
grande rassegnazione di molti giovani.
Una sfida viene lanciata da Gaetano Bonanno, in tono ironico: suggerisce di riproporre una giornata simile
sulla legalità e garantisce che, questa
volta, le istituzioni ci saranno, perché
la volontà di oggi è quella di fare sul
serio.
Concetto Barone
Le note di
mille emozioni
Non solo cultura, ma anche grande attenzione alle arti musicali. E grande impegno della scuola e dei
genitori per poter avere una location all’altezza delle
performance proposte. Parliamo dell’Orchestra Macherione, curata dai Maestri Angelo La Spina, Giuseppe Mignemi,Vito Gioieni e Patrizia Mangiagli, che
opera ormai dal gennaio 2001 e che ha raggiunto livelli notevoli nel proporre un repertorio musicale di
primissimo livello. Il 26 maggio la Scuola, con il patrocinio del Comune di Giarre, puntando a ricordare anche con la musica il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, presenterà un programma suddiviso in tre momenti: brani risorgimentali, brani colti, brani di musica
leggera. La serata si concluderà con la premiazione
del 2° Concorso Nazionale Musicale “Salvo Lombardo”, dedicato ad uno studente musicista della scuola
Macherione scomparso in giovane età nel 2003.
«L’orchestra ha ottenuto, in Italia, vasti consensi di
critica e di pubblico – ricorda il dirigente scolastico,
Carmelo Torrisi – ed è stata invitata in diverse manifestazioni provinciali e nazionali. Recentemente, è
stata invitata nelle manifestazioni organizzate dall’Ufficio scolastico provinciale di Catania sul 150 anniversario dell’Unità d’Italia e nella serata conclusiva della
XII edizione del Festival internazionale del Teatro
Francofono di Catania».
Valeria Scalisi
Continua da pag. 1
non passava, montava in barca e proseguiva, prendendo appunti su quel che vedeva e, soprattutto, su quel che avrebbe
voluto vedere.
“Lo sguardo di Camilliani, da professionista architetto ed
ingegnere quale era, comprendeva il passato e il futuro. E sarebbe interessante scoprire cosa penserebbe della Sicilia di
oggi il nostro Camilliani, vedendo ciò che oggi rimane di quella
costa. L’idea del nostro viaggio consiste in questo: nel fare la
circumnavigazione dell’isola di Sicilia, andando alla scoperta
degli Approdi del Mito. Un Mito che nei secoli si è evoluto e
contaminato, nel bene e nel male”. Sono le parole di tre uomini
in barca. Anzi: su un gommone. Un marinaio, Alessandro Zerilli, un fotografo, Salvatore Pipia, e uno scrittore, Roberto Alajmo, che con sensibilità professionale diversa provano a dare
una risposta a questa domanda.
Tre uomini in partenza sulle orme di Camillo Camilliani.
Tre uomini che, soprattutto, andranno alla ricerca di un’isola
ideale da un punto di vista naturalistico, culturale, e in senso
più ampio, addirittura spirituale. Un’avventura alla scoperta
della Sicilia eterna, ma senza pregiudizi. Per scoprire come
l’eternità si sia dovuta piegare alle esigenze della modernità.
Un viaggio che, per restare fedeli all’idea base così come proposta dai tre “navigatori della storia”, approderà inevitabilmente alla concretizzazione di un evento culturale multimediale:
un progetto editoriale, dove le parole dello scrittore Alajmo si
mescoleranno, senza soluzione di continuità, alle suggestive
immagini, registrate lungo il percorso, dal fotografo Pipia, condotti intorno all’isola del mito dalle rotte del marinaio Zerilli.
Il viaggio alla ricerca di “quel che resta del mito”, prevede
la partenza, il 17 giugno 2011, da Porticello (Santa Flavia),
proseguendo con cinque approdi (Marsala, Pozzallo, Siracusa, Acitrezza, Capo D’Orlando), prima dell’arrivo a Palermo.
“Nei luoghi di approdo – spiegano gli organizzatori dell’evento – si terranno piccoli incontri di discussione sul tema oggetto dell’iniziativa, con proiezione di slideshows, Questi avverranno, preferibilmente, in club culturali o pub sensibili al tema mare. In tali occasioni, verrà dato ampia comunicazione
sul web ed alla stampa, e verrà diffuso il materiale stampato
con i loghi degli sponsors. Sul gommone verrà posto un tendalino, in posizione, ben visibile con i loghi di tutti gli sponsor partecipanti all’impresa. Saranno contattate, per un loro effettivo
coinvolgimento, tutte le trasmissioni televisive che si occupano di temi nautici, (Linea Blu, Mediterraneo, ecc...), per garantire la copertura dell’evento, anche per via radiofonica e via
web. Inoltre, una pagina Facebook sarà aperta per l’occasione”.
La ragazza solitaria
del mio cuore
Il vento mi trascina verso di te,
attraverso i tuoi occhi
vedo dentro di me una luce...
che mi aiuta a scoprire
i miei sogni.
Ho tanta voglia di volare,
per poter vedere le stelle da vicino.
Adesso sono con te,
e non ho paura di niente...
Tu sei la ragazza solitaria
del mio cuore.
Vito Cutuli
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Nuova edizione 16-12-1994
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caleidoscopio
di Giarre
N. 1 6 • s aba to 14 mag gio 2011
Wojtyla, il papa della giovinezza
“Vi auguro di non lasciarvi
invecchiare; ve lo dico io,
giovane vecchio e vecchio
giovane”
«S
palancate le porte a Cristo» era l’invito
di Papa Wojtyla, scritto in lettere cubitali
sul colonnato del Bernini e, sotto questo
colonnato, il primo maggio, erano in migliaia i giovani che osannavano il “loro” Papa che, dal balcone,
alcuni giorni prima di morire, con grande fatica, si
era così rivolto loro: «Vi ho cercato, adesso voi siete
venuti da me e per questo vi ringrazio». Un aspetto
che ha fortemente caratterizzato il pontificato di Papa Giovanni Paolo II è stato, senza dubbio, il rapporto di simpatia, di fiducia, si direbbe quasi di «alleanza» con i giovani. «Ma quanto chiasso! Mi date la
parola?» rimbrottò scherzosamente i giovani in una
delle sue prime udienze nella Basilica vaticana.
«Quando sento questo chiasso - proseguì – penso
sempre a San Pietro che sta qui sotto. Mi chiedo se
sarà contento, ma penso proprio di sì...». Fu così
che cominciò un lungo e bellissimo rapporto tra Papa Wojtyla e i giovani nel novembre 1978, circa un
mese dopo essere stato eletto Pontefice. «Porterà i
giovani dove Lei vorrà», gli aveva detto lo scrittore
e giornalista francese Andrè Frossard nel 1980.
«Credo piuttosto che saranno loro a guidarmi», gli
aveva risposto Giovanni Paolo II.
Un colloquio che si è rivelato come una profezia, perché tra Papa Wojtyla e i giovani si é creato un
legame così stretto e straordinario, che ciascuna parte ha ricevuto e donato all’altra coraggio, forza ed
entusiasmo. Non c’è stato, infatti, viaggio apostolico, visita pastorale o udienza settimanale in cui Egli
non si sia incontrato con loro, non abbia rivolto loro
la parola o non li abbia esortati a impegnarsi in qualcosa. Durante il suo primo Angelus, dalla finestra
che si affaccia sulla piazza del colonnato della Basilica Vaticana, di fronte a milioni di fedeli, il Papa rivolgendosi ai giovani ha detto: «Voi siete l’avvenire
del mondo, voi siete la speranza della Chiesa, voi
siete la mia speranza». Era il 22 ottobre 1978. Nella
sua visita a Catania, nel 1994, aveva confessato con
palese sincerità: «A me piace sempre incontrare i
giovani; non so perché ma mi piace; i giovani mi
ringiovaniscono». E nel suo libro “Varcare la soglia
della speranza” aveva scritto: «Abbiamo bisogno
della gioia di vivere che hanno i giovani: in essa si
riflette qualcosa della gioia originaria che Dio ebbe
creando l’uomo». A Cracovia, da parroco, aveva inventato “l’apostolato dell’escursione”, portandosi
ragazzi e ragazze in montagna, o nei campeggi o sui
laghi. E per non dare nell’occhio, si vestiva con abiti
civili e gli studenti lo chiamavano “Wujek”, zio.
Da Papa, il 31 marzo 1985, quando decine di migliaia di ragazzi e ragazze, provenienti da tutto il
mondo, si incontrarono a Roma per celebrare l’Anno
Internazionale della Gioventù, indetta dall’Onu,
proclamava la prima Giornata Mondiale della Gioventù, la cui celebrazione si svolse a Roma il 23
marzo 1986. Fu il primo di una lunga serie di appuntamenti tra i ragazzi e il “Papa dei giovani”. In quell’occasione, si rivolse ai giovani di tutto il mondo
con la lettera intitolata «Sempre pronti a testimoniare la speranza che è in Voi». Durante quelle Giornate mondiali, ai toni ufficiali, Giovanni Paolo II, parlando ai giovani, ha sempre preferito usare parole
semplici e amichevoli: «Vi parla un Papa che conta
ormai ottant’anni, ma conserva un cuore giovane
perché ha sempre voluto e intende continuare a
camminare con voi che siete la speranza della Chiesa e della società».
Con i ragazzi, è vero, ha sempre
scherzato, parlato a braccio, costruendo una nuova immagine di Pontefice
romano, lontana da quella ieratica di
molti dei suoi predecessori. Lui stesso
ne era cosciente. «Non chiamatemi
Giovanni Paolo II, è un nome da vecchio, chiamatemi Karol», aveva detto
ai giovani riuniti a Manila. Ma è ancor
più vero che, durante quegli incontri,
Giovanni Paolo II non ha mai blandito
i giovani, non ha pronunciato discorsi
facili e immediatamente accattivanti.
Di fronte ad un’immensa platea a Tor
Vergata, ad esempio, ha spronato i
suoi giovani interlocutori a un impegno coraggioso e militante dicendo:
«Voi difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di
fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo
terreno,vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti».
«Vi auguro di rimanere sempre giovani, aveva
detto nel dicembre 1998 in visita a una parrocchia
romana, se non con le forze fisiche, di rimanere giovani con lo spirito; questo si può ottenere e raggiungere e questo io sento anche nella mia esperienza.
Vi auguro di non lasciarvi invecchiare; ve lo dico io,
giovane vecchio e vecchio giovane».
Il Papa non parlava solo di Chiesa, di religione,
ma anche dei loro problemi esistenziali, dell’amore,
del lavoro, del matrimonio. E forse tutto ciò spiega
perché i giovani che Egli chiamava “le sue sentinelle
del mattino”, gli erano vicini e perché Egli traeva da
loro una grande energia spirituale. Per tutti, giovani,
uomini, donne, genitori ed educatori quel «Vi auguro di non lasciarvi invecchiare», dovrebbe essere il
leit-motiv della vita. I giovani hanno la possibilità di
cambiare il mondo perché sono il futuro dell’umanità e, quindi, le istituzioni hanno il dovere di restituire loro la speranza svegliando il desiderio sopito
della capacità d’impegno per non lasciarsi invecchiare.
Amalia C. R. Musumeci
Quando si cede alle emozioni
N
ell’aula magna dell’Istituto
Tecnico Industriale “E. Fermi” di Giarre è stata presentata l’ultima fatica letteraria di poesia e
narrativa di Lio Tomarchio dal titolo:
“Filosofia dell’Autore ed Altro - Libero Pensiero del Siciliano Lio Tomarchio”. Ad accogliere l’autore, i relatori
e i numerosi intervenuti il dirigente
scolastico dell’Istituto, prof. Mario
Gregorio, che ha elogiato «le tante iniziative culturali che si svolgono nella
grande aula del “Fermi”, aperta agli
eventi culturali che, in quest’ultimo
periodo, si sono parecchio intensificati. Ed è interessante ed emozionante
ascoltare le testimonianze in versi dell’autore che a suo dire afferma come
“la cultura è la crescita dell’uomo
nella ricerca della verità che lo migliora. È maestro colui che sa apprendere anche dai suoi allievi. Solo se alla cultura erudita affianchiamo la cultura popolare avremo cultura».
Il volume è stato presentato dai
nostri storici locali, il prof. Nicolò Mineo e il prof. Girolamo Barletta, che si
sono soffermati sull’impulso poetico e
narrativo che domina nell’animo di
Lio Tomarchio, uomo che vive fra i
giovani e per i giovani, lanciando
messaggi che ci inducono a riflettere
sull’evoluzione della società che ci
circonda. Tomarchio è un siciliano
che ama la sua meravigliosa terra e rispetta religiosamente il passato, ricco
di suggestive tradizioni, e capace di
Giarre: la presentazione del nuovo
volume “Filosofia dell’Autore ed
Altro - Libero Pensiero del Siciliano Lio
Tomarchio”, diventa occasione per un
viaggio nei mille sentieri della poesia
foto Di Guardo
impartirci basilari insegnamenti con il
suo poetare e narrare: l’amore per la
famiglia, l’amore per la sua “Signora”,
unica donna della sua vita. E scrive
che la mente e il cuore, dandosi la mano, trovano lo spunto necessario che
lo trasporta in quella realtà vissuta e
sofferta che a volte lo scoraggia, ma
quasi sempre l’avvicina a Dio. Nella
sua poesia “Cristo senza Varva” si
sprigiona una forte spiritualità di un
Cristo che si è speso per noi e che
l’uomo spesso non capisce…
Spesso l’autore, nelle sue poesie,
nella sua narrazione, non vuole anticipare niente prima ancora che si inizi a
leggerle, in quanto pensa che sia più
saggio affidarle al giudizio disinteressato del lettore. La maggior parte delle
sue poesie sono scritte in vernacolo e,
a tal’uopo, l’autore spesso aggiunge la
traduzione in italiano, affinché le nuove generazioni siciliane, e quanti fuori
dalla Sicilia, leggendole, possano capirne il significato. Intanto, nel pensare e scrivere i suoi capolavori, quasi
come fossero delle sue creature, considera il tempo impiegato come momen-
ti particolari della sua esistenza, le sue
poesie sono ricche di una forza graffiante che, a volte, sprigiona una sana
rabbia interiore. Lio vuole compiere
un nobile messaggio per la società:
non ha mai ceduto alle mode, ma che
ha sempre ceduto alle forti emozioni
del suo essere cittadino del mondo. Il
suo poetare si sprigiona a contatto con
la natura, la verve poetica spesso lo rapisce e lo trasporta, specie nel silenzio
della montagna, ed è lì che gli provengono dal di dentro le emozioni più intense per esprimersi con solenne
profondità e passione. Ama il suo poetare in versi con l’ansia di comunicare
e oggi Tomarchio si può definire il comunicatore per eccellenza che sa affrontare la ricerca della verità.
Le tante pubblicazioni di Lio Tomarchio arricchiscono il patrimonio
culturale specie del territorio Jonico
Etneo e non ha caso la dott.ssa Teresa
Sodano, Sindaco di Giarre, presente
insieme al sindaco di Riposto, Carmelo Spitaleri, e al Primo cittadino di
Mascali, Filippo Monforte, assieme
all’assessore provinciale Giuseppe Pagano, ha apprezzato lo scrutare della
vita in versi di Lio Tomarchio, conferendo, qualche anno fa, la cittadinanza
onoraria giarrese al poeta che ben si
distingue non solo per i versi, ma anche e soprattutto per la sua attività
sportiva.
Anna Fichera
Nunziata: il risorto... in rock
I
n data 6 maggio, alle ore 20.30, presso i tetro del
Collegio FMA di Nunziata si è svolto il Musical
“Il Risorto”, scritto da Daniele Ricci. La rappresentazione, in versione rock, della passione, morte e
resurrezione di Gesù è stata interpretata dai ragazzi,
giovani e giovanissimi della parrocchia Maria SS.
dell’Idria di Nunziata.
La regia, scenografia e coreografia sono stati curati dalla dottoressa Claudia Marchese. Il gruppo di
ballo è stato diretto dalla signorina Cristina Venezia-
no, mentre la direzione del
coro è stata a cura della
professoressa Agata Spina.
Grande successo e commozione grazie alla rappresentazione e interpretazione di Francesco Marchese,
che ha interpretato il ruolo
di Gesù.
Antonio Giliberti
3
Letture
ad alta voce
Mascalucia: il 16 ed il 30
maggio invito in Biblioteca
per i più piccoli
accompagnati da genitori,
nonni e zii
Il sistema bibliotecario di Mascalucia organizza un laboratorio di lettura ad alta voce: “Lunedì da favola… in biblioteca”. L’attività fa parte del progetto “Nati per Leggere”,
ed è un’occasione per ricordare agli adulti che leggere ad
alta voce ai bambini, anche molto piccoli, e mettere loro a
disposizione i libri adatti, influisce positivamente sullo sviluppo emotivo, favorisce una relazione genitore-bambino
più profonda, aiuta lo sviluppo cognitivo e l’amore per i libri
e la lettura.
Il pediatra Agatino Torrisi introdurrà l’attività, parlando
ampiamente dei benefici della lettura ad alta voce: gesto
d’amore ed aiuto alla crescita. La direttrice della biblioteca,
dott.ssa Maria Grazia Sapienza Pesce, esporrà il piano organizzativo del progetto e del beneficio psicologico della
lettura e l’anticipo del giro con il cavallino. Il pomeriggio si
svolgerà con l’accoglienza dei bimbi e dei loro genitori, con
il rilascio tessera della biblioteca a chi ne è sprovvisto, la
lettura di una favola illustrata e, contemporaneamente, saranno proiettate le immagini. Seguirà una breve pausa-merenda gustata sul prato, e poi appuntamento con il cavallino!
Pediatri e bibliotecari saranno alleati nel raccomandare
e promuovere ai genitori la lettura ad alta voce, in quanto
strumento di salute e crescita culturale. Infatti, produce
vantaggi cognitivi e relazionali in età prescolare; la lettura
rivolta ai piccoli favorisce assiduità, familiarità e, contemporaneamente, l’uso continuativo dei libri da parte degli adulti
arricchisce i piccoli di un vocabolario più ampio e di un linguaggio più evoluto, capacità espressive ed anche miglior
rendimento a scuola. Ascoltare la voce familiare dei genitori o dei nonni favorisce, nell’infanzia, la stimolazione di zone cerebrali che, se non addestrate nei primi anni di vita, rischiano di “addormentarsi”. Al termine della giornata, il Pediatra risponderà alle domande dei genitori, coadiuvato dallo staff della biblioteca: Lucia Giordano, Alfina Trovato, Orsola D’Agata, Michele Signorelli ed alcuni lettori volontari.
Gli appuntamenti, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, sono
due e precisamente il 16 ed il 30 maggio e si svolgeranno
presso la Biblioteca, sezione speciale dei diversamente
abili della vista di via del Bosco 19, con ingresso da corso
San Michele a Massannunziata. In questi pomeriggi, i piccoli potranno anche fare gratuitamente un giro con un cavallo messo a disposizione dal Gruppo Giacche Verdi di
Mascalucia, accompagnati da istruttori esperti. Il Sindaco,
Salvatore Maugeri, e l’assessore alla Cultura, Adriano
Prezzo, hanno apprezzato ed incentivato il progetto rivolto
ai bimbi che, hanno detto, “saranno il nostro futuro”. I dottori Angelo Salice e Stefano Borgese si sono messi ha disposizione, con la loro associazione Giacche Verdi Sicilia, per
collaborare al progetto, stante che i bambini amano i cavalli. La Biblioteca di Mascalucia non è nuova ad iniziative originali e fattive: nel 2002 ha ricevuto una menzione speciale
per l’attività rivolta ai non vedenti; nel 2004 si è classificata
prima al concorso Nazionale per il progetto “Nati per Leggere”, a Roma, in occasione di Bibliocom 2004; nel 2009,
con il progetto “Una Biblioteca per Tutti”, è stata scelta ed
inserita nel sito istituzionale del Governo per il settore “Non
Solo Fannulloni”, una iniziativa del Ministro della Pubblica
Amministrazione ed lnnovazione in collaborazione con Forum Pa. La Biblioteca Centrale e la Sezione speciale per i
non vedenti di Massannunziata sono poli di cultura e di attività rivolti agli utenti di tutte le fasce d’età dai tre mesi a
cent’anni e più!
Michele Milazzo
Vittorio Emanuele II
Vittoriu Emanueli re d’Italia,
Vinisti a ruvinari la Sicilia!
Ittasti fora l’udiatu burbuni
E vinisti ccu li to’ lazzaruni,
Di tanna a ora adaggiu, adaggiu
Ama jutu di mali in peggiu
È propriu veru ca o peggiu nan c’è fini
Picchì semu arriddutti peggiu i l’abissini!
Garibaldi Pippinu cchi vinisti a libbirari
a varba a n’autra banna nan ti putevi rattuliari?
ti vinniru d’arreri tutti li picciotti
pinsannu ca sariumu risorti,
però si torni n’autra vota cci poi jurari
cauci no d’arreri sulu ti poi pigghiari.
Fini cchiù infami nan ci puteva tuccari
ca semu riddutti macari a dumannari,
unni è cchiù l’antica nazzioni
digna di rispettu e d’ammirazioni,
macari u nostru celu n’arrubbastuu
cca chi cimineri tuttu ammurbastuu!!!
È ura cca cci a finemu ccu sta farsa
semu taliani sulu ppi cumparsa,
Siciliani, na ni facemu cchiù baggianari
mustramu i denti e facemuni rispittari!!!
Saro Pistorio
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4
> S E T T I M A N A L E IDG
acese
N . 16 • sa bato 1 4 m aggio 2011
di Giarre
Una vestale di nome Ginevra
L’
atto unico dal titolo
“Una vestale di nome
Ginevra”, liberamente
tratto da un lavoro di
Rita Caramma, su una
figura femminile colta
e misteriosa dei primi del Novecento, ci riporta indietro nel tempo, alle Vestali, sacerdotesse della dea Veste, divinità romana
figlia di Saturno e di Opi. Giovani fanciulle
di nobili e potenti famiglie che, nella Roma
antica, venivano scelte dal Pontefice Massimo per formare il collegio delle vergini,
con il compito del culto alla dea, nonché,
della custodia del fuoco sacro e del “focolare” domestico e pubblico, cioè della famiglia e dello Stato. Vergini sacerdotesse
che venivano punite con la morte in caso di
violazione del voto di castità.
Oggi, all’inizio del XXI secolo, usiamo l’espressione vestale solo in senso figurativo, per indicare chi sostiene e tutela un
grande valore ideale, un principio irrinunciabile, con intransigenza e rigore. Pertanto
Rita Caramma la giovane giornalista, poetessa e scrittrice, nata ad Augusta, acese
d’adozione, conoscendo molto bene la bre-
ve e triste vita della pittrice Ginevra Bacciarello, finita in tragedia proprio ad Acireale, e volendo riscriverne la storia, ha
giustamente intitolato il volume “Vestale
di Maschere”. Una storia vera questa della
Bacciarello, nata ad Ancona nel 1890 e
morta (suicida o assassinata) il 9 luglio
1913, ad Acireale, dove era arrivata l’anno
precedente da Roma, dopo avere sposato
un giovane acese studente in scultura, Luciano Condorelli, conosciuto e frequentato
presso il Regio Istituto di Belle Arti. Una
storia che la Caramma ha voluto riproporre
“per non essere dimenticata, in quanto intrisa di quell’attualità che rende eterno il
suo ricordo di giovane donna, artista e
sposa”.
E il Teatro del TRE, diretto da Gaetano
Lembo, ha saputo ben rappresentare nell’atto unico questa breve vita, questa storia,
questa tragedia, con la regia dello stesso
Lembo che ha bene inserito, in alcuni momenti della scena, brani tratti da “Elettra”
di Euripide, da “Romeo e Giulietta” di W.
Shakespeare, dagli atti del processo di Artemisia Gentileschi. Perché la cara Ginevra
Bacciarello, in effetti, ha incarnato e ci ri-
Acireale: un atto
teatrale unico,
liberamente tratto
da un lavoro di Rita
Caramma, racconta
una figura femminile
colta e misteriosa dei
primi del Novecento
corda ancora oggi questi personaggi entrati
nella “Mitologia” del teatro, “per il suo ardore, l’amore per l’arte, la presenza di un
tragico evento alla fine della sua esistenza”, come sottolineato dal regista Lembo
(a sinistra, nella foto) che nel lavoro interpreta la parte del padre di Ginevra. Belle e
brave, Melania Puglisi (al centro, della foto) che ha interpretato la Bacciarello, Ornella Falsaperla quale voce fuori scena di
Elettra, Giulietta e Artemisia, nonché Martina Minissale, Lucy Russo e Ramona Vic-
chitto, “spiriti” vaganti e muti. Un atto unico, in conclusione, ben riuscito (suggestivo) e ben rappresentato anche per la scelta
delle musiche (suoni), la scenografia e le
luci.
Camillo De Martino
Lo splendore della fede Il sacro nell’arte
Benedetta dal Vescovo la restaurata edicola del SS. Salvatore
V
enerdì
22
aprile, alla
presenza del
Vescovo di Acireale,
Pio Vittorio Vigo,
delle autorità cittadine e dei fedeli, è stata
benedetta l’edicola
votiva sita nei pressi
della chiesa del SS.
Salvatore; edicola
che è stata oggetto di
un integrale intervento di restauro, interamente finanziato con
le offerte dei fedeli. I
lavori hanno fatto
emergere le linee e la
struttura originarie dell’altarino, che custodisce un antico
dipinto su lamiera con la raffigurazione della crocifissione
di Gesù. Il tema non è casuale.
Nell’aprile del 1656, infatti, il padre gesuita Luigi La
Nuza individuò in questo luogo, sopraelevato (allora all’estrema periferia della città), il sito più consono per rappresentare la scena della Passione di Gesù e vi fece innalzare
tre croci, proprio a fianco dell’antica pieve che, da allora,
viene anche designata col nome di chiesa del Calvario e dove per antica tradizione di fede, ancora molto sentita, gli
acesi si recano per raccogliersi in preghiera al cospetto del
simulacro del Cristo morto. La statua settecentesca, pregevole opera in cartapesta realizzata da autore anonimo e donata nel 1732 all’Arciconfraternita del SS. Crocifisso in
San Pietro, rimane solennemente esposta durante l’intera
giornata del Venerdì Santo per essere poi condotta in processione, in serata, per la vie della città.
Guido Leonardi
Si è chiusa con successo la Collettiva di pittura, scultura, poesia e fotografia sul tema “Il sacro nell’arte” organizzata dall’Accademia “Cavalieri di Federico II” Federiciani, per il numero e varietà dei partecipanti nonché per l’elevata fattura
delle opere. I temi dominanti scelti dai partecipanti provenienti da tutta la provincia etnea, dato
che la Collettiva si è svolta nel periodo della Pasqua, sono stati principalmente quelli riguardanti
il Cristo (Vita, Miracoli, Calvario) e la Madonna
(con il Bambino Gesù, ai piedi della Croce). I pittori partecipanti con opere ad acquerèllo, acrilico
e tempera, sono stati Anna Bella, Innocenza
Alessi, Anna Enza Calì, Emilia Coco, Carmelo
Famà, Angela Fichera, Giuseppe Mario Frezza,
Giovanna Leocata, Giò Grasso, Letizia Pace, Benedetto Poma, Gabriella Privitera, Salvatore Rapaglià, Damiano Rubino, Antonella Seratore,
Alessandra Viola. La pittrice Rosa Libra vi ha partecipato con una sua collezione. L’unica scultura
presente è stata quella di Mary Imbiscuso. Numerosi anche i poeti: Anna Bella, Sara Celano,
Giovanni Di Bella, Costanza Isaja, Concita Russo e Nicola Raciti. La felice coincidenza con il periodo pasquale e la conseguente tematica sviluppata legata al detto periodo, tematica ben riportata ed espressa nelle varie opere, hanno avuto
una valenza elevata che portava i visitatori della
mostra, giovani e meno giovani, ad una riflessione e ad un valore educativo. Per la cronaca aggiungiamo che il presidente dell’Accademia, il
Principe Don Salvatore Coco, grazie alla sua lunga esperienza, ha organizzato la Collettiva nel
migliore dei modi: affidando la cura della mostra
al critico d’arte federiciano, dot.ssa Rita Nicotra;
facendo seguire all’inaugurazione una riflessione
su “ Fede e feste” sviluppata da due alti prelati,
don Salvatore Pappalardo e don Poltera. Il tutto,
infine, si è sempre svolto sotto l’occhio vigile del
Cerimoniere dell’Accademia il Barone Nunzio
Spitaleri e del federiciano Barone Rosario Viola.
Complimenti!
C.D.M.
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> S E T T I M A N A L E IDG
catania e provincia
di Giarre
5
N. 1 5 • sa bato 1 4 m aggio 2011
Basta fiori sull’asfalto!
Pezzo dopo
pezzo... il pericolo
Ottimo successo della partita di beneficenza
“Un Gol per la vita” che ha riproposto il tema della sicurezza sulla strada
A San Pietro Clarenza
un rudere costituisce
un grave pericolo per
automobili e pedoni,
ma ancora nessuno
interviene
S
ono stati oltre duemila gli spettatori che
hanno assistito la partita di beneficenza
“Un gol per la vita”, ospitata allo stadio
comunale di Trecastagni, che ha visto la
Nazionale calcio attori sfidare la rappresentativa Vip e giornalisti Siciliani. Al
di là del risultato finale di 4 a 2 a loro favore, gli attori
sono rimasti entusiasti per il calore del pubblico e per
il risultato ottenuto nella raccolta fondi, che ha raggiunto circa cinquemila euro, che saranno utilizzati
per realizzare il progetto di prevenzione e sicurezza
stradale in alcune scuole medie, individuate dall’associazione SaperexGuidare, delle zone più degradate
della città di Catania. All’evento erano presenti i rappresentanti dell’associazione “Familiari Vittime Delle
Strada” che hanno esposto, in direzione del pubblico,
uno striscione con la scritta “Basta fiori sull’asfalto”.
Un messaggio chiaro, diretto che è stato recepito dal
pubblico, che include numerosi studenti dell’istituto
Alberghiero di Nicolosi, dell’industriale di Belpasso e
delle scuole medie di Viagrande e Trecastagni.
Le due squadre sono state accompagnate in campo
dai piccoli calciatori dell’Unione sportiva dilettantisti-
ca della Scuola calcio di Trecastagni, diretta da Salvatore Cavallaro, mentre il cantautore catanese Daniele
Barbagallo ha proposto la sua canzone “Sabato sera”,
che parla degli incidenti stradali che coinvolgono i
giovanissimi. Tra il primo e il secondo tempo si sono
esibiti i ragazzini del “Centro Studi Danza” di Valverde che hanno intrattenuto il pubblico con i loro balletti. A conclusione della manifestazione, è arrivato il
sorteggio di 3 caschi, rimanendo sempre nell’ambito
del messaggio di prevenzione affidato alla manifestazione, tra il pubblico presente. Caschi che sono poi
stati consegnati dagli attori Enrico Lo Verso, Sebastiano Somma e Francesco Giuffrida. Le squadre hanno ricevuto alcuni trofei realizzati e offerti da Francesco Boria, tutte ceramiche di Caltagirone. La partita è
stata commentata dal comico Giuseppe Castiglia, ormai da molti anni testimonial dell’associazione SaperexGuidare.
Al termine della manifestazione le emozioni si sono materializzate attraverso le toccanti le parole degli
attori Danilo Brugia (“non ho mai partecipato ad una
partita più bella e con un pubblico così caloroso”) ed
Enrico Lo Verso(“Sono felice di aver partecipato a
questa manifestazione finalizzata ad uno scopo così
importante e confermo la mia disponibilità a sostenere anche in futuro i progetti dell’associazione SaperexGuidare”), di Francesco Giuffrida (“l’organizzazione ha superato le aspettative ed il pubblico è stato
numeroso e caloroso”), del presidente dell’associazione, Giovanni Calì (“ringrazio tutte le persone che
hanno consentito la realizzazione della manifestazione tra cui il presidente della Provincia di Catania,
Giuseppe Castiglione, e l’assessore Pippo Pagano, il
sindaco di Trecastagni, Giuseppe Messina, l’assessore comunale allo Sport, Salvo Lo Monaco, il pubblico,
gli sponsor e le squadre che hanno partecipato. Parecchi gli attori e i personaggi di entrambe le squadre
che mi hanno dato la loro disponibilità per il prossimo evento. Vorrei, inoltre, fare un ringraziamento
speciale a Giuseppe Castiglia che è stato presente per
tutta la campagna pubblicitaria sino alla conclusione
dell’evento”). A conclusione, l’assessore provinciale
Pippo Pagano si è complimentato con Calì per la riuscita dell’evento e per le finalità sociali.
Giuseppe Musumeci
Roma e Nettuno conquistate!
Passione e impegno per il secondo appuntamento del progetto
“I Giovani scoprono l’Italia”, a sorpresa la visita del presidente FIBS Riccardo Fraccari
N
ettuno e Roma, protagoniste
del secondo raduno delle ragazze e dei ragazzi coinvolti nel
programma che unisce i valori dello
sport, cultura, peculiarità regionali e
passione per il diamante. Il secondo
grande appuntamento con i raduni nazionali del Progetto “I Giovani Scoprono l’Italia”, nucleo di sviluppo per
le Accademie Regionali FIBS, si è rivelato essere una grande testimonianza di
vita e sport. Per chi vive con passione la
disciplina della mazza e del guantone,
recarsi a Nettuno, seconda tappa della
kermesse sportiva/culturale, ha ovviamente il fascino tutto particolare del ritorno alle origini, ed è stata proprio la
cittadina tirrenica la sede prescelta per
la tappa “I Giovani Scoprono il CentroItalia”.
a sorpresa del presidente FIBS, Riccardo Fraccari, intervenuto al raduno per
salutare i giovani atleti e trascorrere con
loro le ore del dopo cena per la festa di
benvenuto, ma anche per illustrare le attività progettuali e cimentarsi con loro
durante le dimostrazioni laboratoriali.
Fraccari ha voluto sottolineare come si
stia traendo il massimo profitto sportivo
dal Progetto Giovani, iniziativa che non
grava minimamente sulle casse federali, grazie al coinvolgimento del Ministro delle Gioventù, e all’opera delle
entità che si stanno impegnando tantissimo nel condurlo: “I giovani rappresentano il futuro della Federazione e
qui, insieme, toccano con mano come la
passione e l’impegno possano spianare
la strada a grandi risultati sia nell’ambito sportivo che nella vita quotidiana”.
Diversi i momenti esaltanti della
manifestazione: il primo è stato certamente durante la cerimonia di apertura,
che ha visto il diamante pieno di ragazzi
e ragazze, insieme ai loro tecnici, ai tecnici delle Nazionali, le autorità, centinaia di bandiere e l’inno d’Italia a sugellare la fratellanza e sottolineare il
sentimento comune nel centocinquantesimo dell’unità nazionale. Il secondo
momento è stato senza dubbio la visita
“Al termine di una programmazione come sempre frenetica, ma minuziosa – commenta soddisfatto Michele
Bonaccorso, coordinatore dell’iniziativa – tutto si è svolto nel migliore dei
modi, all’insegna della passione sportiva. Alla base di tutto, voglio ancora sottolineare la grande, preziosa cooperazione dei tecnici”.
“Nettuno, poi – prosegue il presidente del Comitato regionale siciliano
della FIBS –, si è confermata una città
a disposizione dei nostri ragazzi con i
suoi impianti, i suoi tecnici attraverso
la proficua collaborazione del Comitato regionale Lazio. Un plauso - doveroso - va anche all’amministrazione comunale di Nettuno e al suo sindaco,
Alessio Chiavetta, che ci ha fornito un
supporto fondamentale”.
La formazione tecnica è stata infatti
il grande, importantissimo valore ag-
Lo sport e la cultura, costituiscono
un binomio eccellente che ha portato al-
giunto del raduno: ragazze e ragazzi sono stati protagonisti di test di velocità,
esercizi sul lancio e battuta, ma anche
di vere e proprie sfide agonistiche.
Dimes Gamberini, con il suo staff, ha
guidato il try out della Nazionale
Cadetti, cogliendo l’occasione per svolgere un proficuo lavoro. Marina Centrone, “motore instancabile, leader e
centro motivazionale di giovani e tecnici”, come vuole definirla Bonaccorso,
ha guidato per il softball un vero e proprio gruppo di lavoro a livello nazional
e
.
Marco Mazzieri, con la sua visita, ha
voluto ancora una volta testimoniare la
sua vicinanza e attenzione verso i giovani e l’intero progetto.
la visita delle vie di Roma, che per un
giorno è stata capitale anche all’atto
pratico, visto che le strade antiche della
“città eterna”, già invase dai turisti, sono state ulteriormente riempite dal suono pluri-dialettale dei ragazzi del progetto, provenienti da tutte le parti d’Italia. Formidabile, nello stimolare l’entusiasmo, si è rivelata anche la visita notturna allo stadio Steno Borghese di Nettuno per l’incontro di IBL1 tra Danesi
Caffè e De Angelis Knights. I ragazzi
hanno fatto rientro a casa ma le attività
non si sono certo esaurite: centinaia di
adolescenti di tutta Italia, vero motore
di un progetto che sta facendo parlare di
sé anche fuori dal contesto dei diamanti, sono già in moto per proseguire con
le attività di laboratorio, con i raduni regionali e con nuove proposte di lavoro.
Un lavoro incessante e che non conosce
tregua, soprattutto per gli organizzatori
che stanno già delineando il terzo ed ultimo incontro nazionale.
“L’entusiasmo mostrato in questi
giorni dai ragazzi ci conferma di aver
lavorato bene, cancella la stanchezza
delle scorse settimane e soprattutto ci
da’ la giusta energia per continuare a
lavorare nei prossimi mesi – conclude
Bonaccorso –. Le aspettative e le potenzialità da mettere in campo sono ancora tantissime; l’obiettivo rimane quello
della vigilia: ovvero, che i ragazzi partecipanti possano scoprire non solo le
bellezze dell’Italia ma anche principi e
ideali che da giovani atleti li aiuteranno a diventare i giovani donne e uomini
di domani. Una grande scommessa che
sta per essere vinta nel nome del baseball e del softball. Nel nome dello sport
e dei suoi sani valori”.
Salvatore Rubbino
A San Pietro Clarenza un grave pericolo incombe sulla testa dei cittadini ma anche di tutti gli utenti
della strada, da e per Mascalucia e paesi limitrofi,
che transitano per la centralissima via Umberto, strada provinciale III/3. Proprio all’ingresso del centro
abitato clarentino, lato Mascalucia, dopo un tratto di
strada abbastanza largo, la carreggiata si restringe,
dove vi è una pericolosa curva a gomito, teatro di tanti incidenti. E proprio in quella curva (come si evince
dalla foto), vi è uno stabile per civile abitazione privato, da anni disabitato ed abbandonato, ridotto quasi a
rudere.
Nell’edificio vi sono tre aperture a piano terra,
mentre al primo piano si affacciano due balconi, i cui
ballatoi stanno per crollare, anche i muri perimetrali
presentano diverse crepe. Di conseguenza, esiste il
pericolo di crollo, sia per la vetustà del fabbricato,
che per le vibrazioni prodotte dall’intenso traffico veicolare che transita in questa strada, da e per Mascalucia, Belpasso, Paternò e paesi limitrofi, con passaggi quotidiani di autobus dell’Ast, e privati, e grossi
autocarri. Il pericolo deriva anche dal restringimento
della carreggiata, senza marciapiedi, con tanti mezzi
meccanici che ci vanno spesso a sbattere. I cittadini
delle abitazioni vicine, passanti abitudinari di quella
strada, pedoni o motorizzati, sono in preallarme per
quello che potrebbe accadere in caso di crollo, con il
verificarsi una strage. Noi stiamo girando l’appello
dei cittadini al sindaco Vincenzo Santonocito, per risalire ai proprietari dell’immobile, ed invitarli ad eliminare il grave pericolo incombente.
Michele Milazzo
Solarino: conferenza di
Bongiovanni, Caria e Frisone
Domenica 15 maggio prossimo, alle ore 16.00,
presso la sala Conferenze del Museo Etno-antropologico di Solarino, l’Accademia Discipline Bio Naturali (ADBN) in collaborazione con l’Associazione culturale “Giordano Bruno” e l’Associazione culturale “Dal
Cielo alla Terra – Catania”, presentano la conferenza
dal titolo “I messaggi segreti della Madonna”. Gli argomenti trattati saranno molteplici e strettamente interconnessi, e riguarderanno i vari aspetti del contatto fra Cielo e Terra, che si manifesta in maniera ricorrente nella storia dell’Umanità. Si parlerà, tra le altre
cose, delle principali apparizioni mariane degli ultimi
150 anni e dei numerosi segni in cielo e in terra, che
coinvolgono anche e non soltanto la fenomenologia
extraterrestre.
Le varie tematiche saranno accompagnate dalla
proiezione di materiale audiovisivo inedito e straordinario, proveniente da tutto il mondo, che sarà presentato con estrema professionalità dal noto ricercatore e documentarista Pier Giorgio Caria. L’intervento dello stigmatizzato Giorgio Bongiovanni avrà il
principale obiettivo di spiegare l’aspetto messianico e
profetico degli eventi sopracitati, e la stretta correlazione con la profezia della seconda venuta di Cristo.
All’incontro interverrà anche il noto fisico nucleare siciliano Fulvio Frisone, che da tempo si occupa dello
studio di un sistema per la produzione di energia pulita, attraverso il cosiddetto processo di “fusione fredda”. L’ingresso è gratuito ma, nel corso dell’incontro,
si raccoglieranno fondi per i progetti di solidarietà internazionale realizzati dall’Associazione Onlus “Funima International”.
M.M.
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6
N . 16 • sa bato 1 4 maggio 2011
catania e provincia
Ecco il Piano formativo 2011
Confindustria, Odecec Catania e Aiti aprono allo “Small business Act” Regionale
e promuovono soluzioni e progetti innovativi per le imprese
“L
a vera sfida
dei manager
di oggi non è
applicare le
regole dei manuali di gestione delle imprese, ma saper incrociare le competenze professionali delle
risorse umane con le loro esperienze
personali”. Queste le parole di Gioacchino Lavanco, docente di Psicologia
delle Comunità all’Università di Palermo, che ha spiegato così l’idea che sta
alla base del progetto di ricerca sul legame tra formazione e innovazione delle imprese. Questa l’idea che ha ispirato
il Piano formativo 2011 “Creare Valore
= Gestire Conoscenza – Management
per l’Innovazione”, presentato a Palermo nella sede di Confindustria Sicilia.
“Il gruppo formato da manager siciliani e laziali che parteciperà al progetto finanziato da Fondirigenti – ha
continuato Lavanco – diventerà modello di studio per un’analisi della percezione del benessere e dell’incisività di
quest’ultima sui processi di stimolo e
crescita del business, il cui consuntivo
verrà presentato alla fine del 2011”.
Quando un’azienda vive in stato di
benessere? Nel caso in cui la sua produttività aumenta o piuttosto quando il
clima organizzativo e psicologico producono insieme valori positivi? Spesso
la prima deriva dalla seconda. All’incontro erano presenti imprenditori, dirigenti e soprattutto studenti universitari
che intendono intraprendere la carriera
manageriale. Più che una lezione didattica, l’incontro ha trasmesso “valori”,
dimostrando come “la formazione impatta positivamente sulla performance
aziendale – ha affermato Massimo Plescia, coordinatore didattico del Piano e
amministratore di Sdi Soluzioni d’impresa – per creare un contesto favorevole all’innovazione dei prodotti e dei
servizi e alla formazione delle risorse è
la più preziosa chiave di sviluppo”. Sono intervenuti, inoltre, Filippo Vullo di
Aidp Sicilia, Associazione italiana per
la direzione del personale, Antonio
Marletta (Human resources manager
Acies srl) e Raffaele Mazzeo, vicepresidente Andaf Sicilia, Associazione nazionale dirigenti amministrativi e finanziari. Inoltre, è stato presentato il libro
“Gestire valore è creare conoscenza,
scritto a quattro mani da Massimo Plescia e Monica Mandalà, docente dell’Università palermitana.
“Il capitale umano è più importante
di quello economico-finanziario” ha dichiarato nel suo intervento il direttore
di Confindustria Caltanissetta, Giovanni Crescente, affiancato dal presidente
Unione Regionale Sicilia Federmanager, Leonardo Grassi che auspica “una
maggiore considerazione delle Pmi
(piccole e medie imprese) nei confronti
della formazione, spesso considerata
una sottrazione agli impegni lavorativi”.
Al palazzo Esa di Catania, invece,
nel corso del convegno “Small Business Act: una nuova politica produttiva
(Think small first)”, organizzato da
Confindustria Catania, Ordine dei dottori Commercialisti e degli Esperti contabili (Odcec) di Catania e Aiti Sicilia
(Associazione italiana tesorieri d’Impresa) in collaborazione con Andaf,
Marino Consulting e Banca Nuova, con
il contributo del Gruppo Banca Popolare di Vicenza; sono emersi dati significativi, con un richiamo ad una “apparente umiltà imprenditoriale” che suo-
na quasi come una contraddizione, ma
che in realtà non lo è. A saperlo sono
ancora in poche micro, piccole e medie
imprese: le stesse che costituiscono all’incirca il 90% del tessuto produttivo
nel Meridione. C’è una “mano tesa”
protesa verso queste realtà: si chiama
“Small business Act” (Sba) e si traduce
in semplificazione normativa, riduzione degli oneri amministrativi, apertura
dei mercati che intendono mettere al
centro di una nuova politica produttiva
questa tipologia di aziende, permettendogli di lasciarsi alla spalle la crisi “divoratrice” di quella fetta sana dell’economia.
“Il comparto produttivo siciliano,
formato in gran parte da micro imprese
a gestione familiare – ha affermato il
presidente Odcec Catania, Margherita
Poselli – risente della scarsa informazione sui tanti vantaggi e opportunità di
crescita che lo Stato e l’Unione Europea riservano loro. Il convegno nasce
proprio con l’obiettivo di far sapere ai
nostri imprenditori che esistono gli
strumenti e le soluzioni per superare la
crisi. Al loro fianco svolgono un ruolo
chiave i professionisti e in particolare i
commercialisti, in grado di supportare
le microaziende dalla fase di start-up a
quella di crescita e consolidamento”.
Al convegno hanno preso parte anche: il responsabile delegazione Aiti Si-
di Giarre
“Naturalmente
a Bronte”
Parco dei Nebrodi e
Comuni propongono sette
incontri per promuovere
ambiente e territorio
cilia, Roberto Marino - coordinatore dei
lavori -, il capo area Sicilia orientale
Banca Nuova, Carmelo Lauritano, il
presidente Andaf Sicilia, Filippo D’Amico, il responsabile delegazioni regionali Aiti, Rosario Maccarrone, Francesco Renne, docente area Finanza Fondazione Cuoa, Vito U. Vavalli, vice
presidente Aiti e Marco Vitale, consigliere Odcec Catania.
Dalle parole ai fatti, cosa vuol dire
concretamente “Pensare in piccolo”?
Come va interpretato? A rispondere il
tesoriere di Confindustria Catania, Nino Mirabile: “In due parole: fare rete.
Non sarebbe ipotizzabile chiedere ai
micro, piccoli e medi imprenditori un
ridimensionamento delle aspettative e
della competitività, una rinuncia al
raggiungimento di livelli più elevati di
benessere e prosperità. Andrebbe piuttosto considerata l’incentivazione di
processi di aggregazione, attraverso
strumenti quali il Fondo Italiano di Investimento, la costituzione di Ati (Associazione temporanea di imprese), i contratti di Rete, così da attuare una politica di aggregazione che abbatta i costi
di produzione, gestionali e distributivi e
le renda maggiormente competitive”.
Se è vero che lo Sba rappresenta
una corsia preferenziale per la piccola
impresa, è anche vero che serve fare un
passo avanti, come sottolineato da Leone La Ferla, presidente Piccola Industria di Confindustria Catania: “Definita l’ossatura normativa e i principi guida adesso occorre dare tempi certi alla
loro attuazione sui diversi territori regionali. A tal proposito, nell’ambito
delle priorità della revisione dello Sba
è stata aperta la strada a un migliore
raccordo tra politiche nazionali e regionali, attraverso la creazione di Sba
regionali che tengano conto delle peculiarità territoriali. Sarebbe ora auspicabile anche la nomina di un Mr. Pmi
regionale, che rappresenti un interlocutore unico per le imprese industriali
ed artigiane”.
Parte da Bronte una proposta di promozione del
proprio patrimonio ambientale, con Comune e Parco
dei Nebrodi che, fino al 23 giugno prossimo, hanno organizzato 7 interessanti incontri tematici sull’ambiente, la natura, ed i parchi, dal titolo “Naturalmente a
Bronte”. Il filo conduttore riguarderà la conoscenza e
la fruizione delle aree protette, con uno sguardo attento rivolto, soprattutto, alla consapevolezza di appartenere ad un territorio incastonato tra Etna, Nebrodi, Alcantara e Simeto di innato pregio naturalistico ed
escursionistico. Gli incontri saranno animati da esperti nel settore provenienti da realtà professionali ed associative di grande competenza ed esperienza e saranno ospitati nel “Centro visite del Parco dei Nebrodi”, ubicato nell’antico e centrale Palazzo Virzì di via
Umberto a Bronte.
I convegni si svolgono ogni giovedì sera alle ore
19, ed hanno avuto inizio il 5 maggio con “Lo sport in
Montagna, l’esperienza della UISP Lega Montagna” a
cura di Santino Cannavò. Seguiranno, nei prossimi
giovedì, gli incontri su: “Obiettivo natura - La fotografia
naturalistica in preziosi scatti” a cura di Gino Fabio;
“La Sicilia e la Diversità Paesaggistica – Il racconto di
un camminatore esperto”, a cura di Fabrizio Meli; “Flora e Fauna del territorio Etneo – L’attenta raccolta degli elementi naturalistici” a cura di Vincenzo Crimi; “Il
cielo sopra di noi: astronomia porta dell’infinito” a cura
del Gruppo Astrofili Catanesi; “Iblei Storie e Luoghi di
un Parco – Proiezione del documentario sul Parco degli Iblei” a cura di Renzo Lo Presti; “Il Sentiero Italia –
La mappa del Sentiero Italia raccontata dal CAI” a cura di Mario Vaccarella e Giuseppe Oliveri.
«Si tratta di una serie di incontri particolarmente
interessanti – ha commentato il sindaco di Bronte, Pino Firrarello –, frutto dell’amore che Attilio Caldarera
nutre per la natura, l’ambiente ed il nostro territorio.
Un ringraziamento particolare va al Parco dei Nebrodi, impegnato, insieme con noi, nella promozione delle bellezze ambientali di questo territorio dalla bellezza abbacinante».
Salvatore Rubbino
Marco Sidoti
Costruire opportunità sul turismo
mento approvato dal Consiglio provinciale, ed hanno incontrato la soddisfazione
delle stesse Pro Loco, anche se resta un
fondo di amarezza per la scarsità di risorse
a disposizione. Il punto della situazione è
stato fatto nel corso dell’assemblea che si è
tenuta nella sede della Provincia, convocata dal presidente Castiglione per far conoscere ai presidenti e agli associati delle Pro
loco il nuovo regolamento.
«A fronte della diminuzione di fondi, le
Pro loco devono avere la capacità di spendere in modo più razionale quanto viene
loro assegnato – ha dichiarato il presidente
della Provincia, Giuseppe Castiglione –.
Questo documento è stato approvato con
la condivisone di tutte le parti e non potrà
che avere effetti benefici. Difatti, alcune
Pro Loco hanno già presentato dei progetti per fare promozione turistica. La Provincia, da parte sua, farà da coordinamen-
Le Pro Loco
riceveranno
i contributi dalla
Provincia di Catania,
assieme all’invito per
un uso più razionale
delle somme loro
spettanti
A
ccanto ai meriti che le sono stati
assegnati, la Provincia regionale di
Catania può fregiarsi di un ulteriore primato: a quanto risulta, ad oggi, è l’unico Ente ad aver assegnato alle Pro Loco
una grossa cifra. I contributi, relativi agli
anni 2010 e 2011, fanno seguito al regola-
Un abbraccio a chi soffre
Catania: presentazione della manifestazione di solidarietà “Una speranza in più in un sorriso”
M
artedì 17 maggio, alle 16.30, nei locali dell’Associazione Rima onlus di via Cifali 3/A
a Catania si terrà la conferenza stampa di
presentazione dell’happening di solidarietà “Una speranza in più in un sorriso”, in programma sabato 21
maggio, alle ore 20 nei locali delle Ciminiere a Catania. Nel corso della conferenza stampa, organizzata
dall’Associazione presieduta da Rita Nicotra, saranno
presentati gli artisti che sabato 21 maggio infiammeranno il palco delle “Ciminiere” di Catania per una nobile causa: recuperare le libere offerte del pubblico e
dei partecipanti per l’acquisto di materiale medico e
paramedico in favore di coloro che soffrono e che non
hanno le risorse economiche per tutelare la propria sa-
lute.
Ad allietare la serata del 21 maggio, presentata da
Ruggero Sardo, la presenza di artisti di fama riconosciuta e di giovani talenti in rampa di lancio. Tra questi, i “Dolci e gabbati”, Laura De Palma, “I tiramisù”,
il cabarettista Marco Mazzaglia, direttamente dal laboratorio di Zelig, il duo musicale “I cashmire”, il tenore
Alfio Marletta Valori, i soprani Santina Calì e Angela
Curiale, lo “chansonnier” Toti Sapienza, il pianista
Giovanni Randino, i giovani artisti e i comici della
Nuova Compagnia Odeon, guidata da Rita Nicotra.
Alla conferenza stampa e alla serata di beneficenza
prenderanno parte il prof. Antonino Iuppa e i dottori
Marco Aurelio Da Costa Vieira, Salvatore Salluzzo,
Vincenzo Sarnataro, Massimo Martino, Rosario Coltraro e Salvatore Rizzo.
Il presidente dell’Associazione Rima onlus, Rita
Nicotra, invita a partecipare perché «è proprio in occasioni così importanti che occorre stringersi attorno
per una nobile causa. Dal momento che poi uniremo al
breve ma significativo incontro con i nostri specialisti
e dottori, la verve del divertimento più puro e sano,
credo che non ci si possa tirare indietro. Ricordo sempre che donare è un atto d’amore per salvare una vita.
Quindi, invito tutti coloro che hanno un cuore grande
a prendere parte in maniera convinta e generosa alla
nostra iniziativa».
Michele Milazzo
to e nel sito web saranno riportati giorno e
data delle manifestazioni che si susseguono nelle varie località. Sarebbe utile, in occasione dei 150 anni di Unità della Provincia, progettare una iniziativa che coinvolga tutte le Pro Loco. Fare rete è indispensabile nel campo del turismo. Lungo questo versante si sta impegnando la dirigente
provinciale Santa Caruso che, con il suo
staff, sta riorganizzando il Servizio turismo, facendo proprie le competenze che
prima spettavano alle Apt».
Il presidente dell’Unpli Sicilia, Antonino La Spina, ha dato atto al Consiglio
provinciale e al presidente Castiglione di
aver preso delle iniziative a sostegno delle
Pro Loco ed ha assicurato progetti di grande richiamo per il turismo della nostra Provincia.
Valentina Consoli
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> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
N. 1 6 • s aba to 14 magg io 2011
7
Francavilla di Sicilia, gli “angeli” del Municipio
L’impianto idrico e quello fognario hanno posto, negli ultimi mesi, non pochi problemi, ingenerando disservizi e
disagi per i cittadini. Ma l’Ufficio Comunale di Protezione Civile, guidato dall’architetto Salvatore Damino,
si è dimostrato all’altezza di affrontare interventi alquanto complessi per riportare la situazione alla normalità
S
ettimane particolarmente intense, le ultime, per il personale dell’Ufficio Tecnico del
Comune di Francavilla di Sicilia, diretto dall’ingegnere
Nino Seminara: oltre all’impegnativa predisposizione logistica della
tappa del Campionato Mondiale di Enduro
in corso in questi giorni nella cittadina dell’Alcantara, ha anche dovuto fronteggiare
tutta una serie di emergenze ed imprevisti
la cui risoluzione, però, dovrebbe assicurare alla comunità locale un futuro più roseo
dal punto di vista dell’efficienza dei servizi
erogati dall’ente municipale.
“Drammatiche”, in particolare, sono
state le tre giornate consecutive, tra il 12 ed
il 14 aprile, durante le quali i rubinetti dei
francavillesi sono rimasti completamente a
secco a causa di un guasto al collettore dell’acquedotto comunale nel tratto ubicato in
contrada S. Caterina. La particolare collocazione del segmento d’impianto in cui bisognava intervenire ha fatto presagire il
peggio, trovandosi nel pieno alveo del fiume Alcantara e senza alcuna via d’accesso
in quanto l’originario sentiero pedonale per
poterci arrivare era stato “cancellato” dal
tempo e dalla proliferazione indiscriminata
della vegetazione spontanea.
Si è, quindi, messa immediatamente in
moto l’“eroica” macchina dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile, diretto dall’architetto Salvatore Damino, che con un
intervento di somma urgenza e con il prezioso ausilio di un’impresa edile privata ha
provveduto, lavorando per tre giorni pressoché ininterrottamente anche nelle ore
notturne, ad effettuare le necessarie opere
di sbancamento onde ricavare il sentiero
con cui poter raggiungere il luogo del gua-
L’intervento di pulitura del canale fognario sottostante P.zza Annunziata e, nei riquadri (dall’alto e da sinistra in senso
antiorario), l’arch. Damino ed i benemeriti dipendenti comunali Guardione, Scirto e Rigano
sto, che il personale comunale è riuscito a
riparare nella mattinata del 14 aprile, con
gran sollievo dei cittadini francavillesi, i
quali non avevano mai subito una così prolungata interruzione (tre giorni di seguito)
dell’erogazione dell’acqua potabile.
Ancora una volta, dunque, l’Ufficio di
Protezione Civile del Comune di Francavilla di Sicilia (già destinatario, nel recente
passato, di riconoscimenti speciali da parte
della Regione Siciliana e di “Legambiente”) si è mostrato efficiente e capace, senza
perdersi d’animo, di affrontare un intervento che, a prima vista, presentava difficoltà insormontabili.
Nella lunga e complessa operazione si
sono, in particolare, distinti tre dipendenti
comunali delle squadre esterne, ossia Salvatore Guardione, Antonino Rigano e Tindaro Scirto; per loro il funzionario respon-
sabile Salvatore Damino, nella sua relazione conclusiva sull’intervento, ha suggerito
al sindaco Salvatore Nuciforo di prevedere
un apposito encomio con le seguenti rispettive motivazioni: «Guardione, sempre presente alle operazioni, si è attivamente prodigato per rintracarticolare nel prosciugamento del sito di lavoro; è da evidenziare il
suo tentativo, nella serata del 13 aprile, di
liberare la tubazione in acciaio per dotarla
della fascia di riparazione immergendosi
con le mani nell’acqua estremamente fredda. Rigano, anch’egli sempre presente alle
operazioni, si è pure lui prodigato attivamente per rintracciare e riparare il guasto; è da sottolineare il suo tentativo, nella
serata del 13 aprile, di liberare la tubazione in acciaio per dotarla della fascia di riparazione immergendosi con le mani nell’acqua particolarmente fredda. Scirto, infine, si è speso generosamente nelle operazioni logistiche e di supporto, mettendosi a
completa disposizione dell’Ufficio e provvedendo, altresì, a rifornire di acqua potabile la popolazione tramite gli automezzi
comunali».
Un altro apprezzato intervento dell’Ufficio Tecnico Comunale francavillese è
stato posto in essere nei giorni scorsi con
riferimento alla rete fognaria, consentendo,
tramite operazioni di pulitura e la realizzazione di un nuovo chiusino, di eliminare
contestualmente due disagi avvertiti da
tempo: l’odore nauseabondo che fuoriusciva ad ogni arrivo della bella stagione dal
tombino all’incrocio tra Piazza Annunziata
e Via Regina Margherita ed il riversarsi di
reflui maleodoranti (e probabilmente inquinanti) nei fondi agricoli serviti dal cosiddetto “Canale S. Vito” (nella zona della
Guardia Medica e dell’ex macello comunale).
A quanto ci è stato riferito negli uffici
municipali, l’“olezzo” in Piazza Annunziata e l’inquinamento di contrada S. Vito erano strettamente collegati e, pertanto, con
un solo intervento sono stati eliminati ambedue i problemi.
Rodolfo Amodeo
Giardini Naxos come… Lampedusa?
Strade di Francavilla: ci pensa la Provincia
Lo teme Giuseppe Russo, responsabile territoriale del
sindacato Ugl, il quale esorta il sindaco Nello Lo Turco a
porre in essere tutte le opportune iniziative preventive
di vigilanza affinché eventuali sbarchi di migranti
nella prima colonia greca di Sicilia non arrechino
un danno alla già critica economia locale
Già completati i lavori nelle contrade “Cucco”
e “Mancina - S. Giovanni”, ma presto inizieranno anche
quelli sulle altre arterie rurali
G
iardini Naxos come Lampedusa? Chissà… meglio non sottovalutare tale rischio e non farsi
trovare impreparati in caso di eventuali sbarchi
di migranti provenienti dai Paesi del Nordafrica. Questa, in sintesi, l’esortazione contenuta in una lettera che
il responsabile comprensoriale del sindacato “U.G.L.”,
Giuseppe Russo, ha inviato nei giorni scorsi al sindaco
della prima colonia greca di Sicilia, Nello Lo Turco.
«La cronaca di queste settimane - scrive Russo impone anche alla nostra comunità una riflessione sull’immigrazione data la vicinanza geografica di Giardini Naxos alle zone del Nordafrica attualmente scenario
di guerre (Libia) e sommovimenti politici (Tunisia,
Egitto, ecc.). Riteniamo, pertanto, utile suggerirle di
non sottovalutare il rischio concreto che anche nel nostro territorio si possano verificare sbarchi; non ci si
dimentichi che, qualche settimana fa, un barcone è approdato nelle spiagge tra i vicini Comuni di Mascali e
Riposto.
«Nella sciagurata ipotesi che fenomeni del genere
si verifichino anche da noi, il danno economico, come
se già non bastasse la generalizzata crisi, sarebbe enorme per una cittadina turistica come la nostra, che andrebbe sicuramente incontro ad una quantità enorme di
disdette.
«A lei ed alla sua Amministrazione Comunale, così
attiva su vari fronti, chiediamo dunque di intraprendere
tutte le iniziative istituzionali e di vigilanza onde scongiurare nel nostro territorio simili eventi, tenuto anche
conto dell’estensione e della conformazione della costa
naxiota: paradossalmente potremmo ritrovarci i migranti tra i bagnanti, e lei stesso, data l’ubicazione del
Palazzo Municipale, nella sua… stanza al Comune!
«Mi preme sottolineare – conclude il massimo
esponente locale del sindacato Ugl - che questo nostro
intervento non vuole essere in alcun modo razzista, ma
è unicamente dettato dall’esigenza di salvaguardare gli
interessi sociali ed economici della nostra comunità,
che non può né deve certamente subire una situazione
anche lontanamente simile al “Caso Lampedusa”».
R.A.
A
lcune stanno per essere
avviate ed altre sono già
state portate a compimento: sono le opere di “restyling” e
messa in sicurezza delle arterie
rurali ricadenti nel territorio del
Comune di Francavilla di Sicilia,
ma di competenza della Provincia
Regionale di Messina. Oltre che
dai numerosi fruitori di queste strade (soprattutto
agricoltori che le utilizzano per recarsi nelle rispettive proprietà terriere), la conferma giunge anche
dall’assessore provinciale ai Lavori Pubblici e Viabilità Lino Monea (nella foto), particolarmente fiero di tali interventi, riguardando essi la cittadina da
cui proviene ed in cui risiede nelle giornate libere
dagli impegni politico-amministrativi nel capoluogo peloritano.
I lavori sono già stati ultimati nelle strade che
attraversano contrada Cucco e contrada Mancina San Giovanni, mentre stanno per iniziare su altre arterie rurali, ma di fondamentale importanza per l’economia locale in quanto, come prima si accennava, costituiscono spesso l’unica via di accesso ai
fondi agricoli che, altrimenti, non potrebbero essere
coltivati.
Si tratta, prevalentemente, di strade che, all’origine, appartenevano all’ex Comunità Montana la
quale, una volta soppressa, le ha cedute alla Provincia Regionale.
In alcuni casi si è anche dovuto procedere a vere
e proprie operazioni di consolidamento (come è avvenuto, ad esempio, per la strada di contrada Cucco) su aree particolarmente a rischio di crolli e
smottamenti che costituivano una seria minaccia
anche per il sottostante centro abitato.
In termini finanziari, la somma complessiva impegnata dall’Amministrazione Provinciale di Messina per gli interventi in favore della rete viaria
francavillese ammonta a circa ottocentomila euro.
«Ancora una volta – ha dichiarato soddisfatto
l’assessore Monea – ho fatto di tutto per dare risposte concrete ai problemi dell’area territoriale da
cui provengo e che spesso, in passato, veniva “dimenticata” dalle istituzioni superiori. Con questi
interventi di viabilità, in particolare, Francavilla di
Sicilia si ritrova con un territorio più sicuro e con
tanti cittadini che possono riprendere a coltivare i
loro poderi potendo finalmente raggiungerli agevolmente, senza più dover affrontare i disagi causati dalle avversità atmosferiche».
R.A.
Alfio Cantarella, il “Prof” della pizza
Il maestro pizzaiolo residente a Castiglione di Sicilia ha di recente
trionfato al Trofeo “Spina”, disputato a Giarre in Piazza Duomo
E’
uno dei quarantenni “di successo” espressi dal territorio della
Valle dell’Alcantara. Di lui ci
siamo occupati spesso nelle nostre cronache perché, in qualità di docente presso l’Istituto Alberghiero “Enrico Medi” di Randazzo, ha condotto i suoi allievi alla vittoria in alcune prestigiose competizioni nazionali di gastronomia e ristorazione. Ma
nei giorni scorsi è stato lui stesso a trionfare in un’importante gara svoltasi a Giarre
(suo paese natio) incentrata su quella che è
la sua specialità: la pizza.
Il maestro Alfio Cantarella, infatti, della pizza è a tutti gli effetti un “professore”,
come sanno bene gli avventori del noto ri-
trovo di Motta Camastra (frazione Fondaco) “I Due Compari” e come si evince dal
primo piazzamento da lui conquistato
qualche settimana fa al Trofeo “Antonio
Spina” in una delle sezioni in concorso
(“Pizza Veloce”). Si trattava di una gara,
disputata a Giarre nella centralissima ed
elegante Piazza Duomo, tra pizzaioli professionisti provenienti da tutta Italia, organizzata dall’“A.P.I.” (Associazione Pizzaioli Italiani).
Ma tra Cantarella e la pizza il rapporto
è, per così dire, “atavico”. «Mia mamma –
ci racconta - durante la gravidanza aveva
voglia di… pizza ed io divenni un provetto
pizzaiolo già all’età di sedici anni. Ed è
grazie alla pizza che ho potuto conseguire
il diploma all’Istituto Alberghiero di Giarre in quanto, attraverso i proventi economici che mi dava quel lavoro che tanto mi
piaceva, sono riuscito a pagarmi gli studi».
Alfio Cantarella è, dunque, un professionista che viene realmente dalla cosiddetta “gavetta”. «A dodici anni – ci dice
quando andiamo a trovarlo nel locale “I
Due Compari” di Motta Camastra, che attualmente beneficia della sua maestria –
iniziai l’apprendistato in un bar-ristorante-pasticceria ed il mio interesse per il
mondo della ristorazione cresceva sempre
più. Quindi, sia pur con qualche anno di
ritardo, mi iscrissi alla Scuola Alberghiera
di Giarre per poi diplomarmi “operatore
turistico” presso l’Istituto “Camillo Golgi” di Brescia. Ma non ho mai smesso di
viaggiare alla ricerca di novità, culture e
ricette professionali diverse da quelle che
usualmente conosciamo. Così, alla fine degli Anni Novanta, riuscii a meritarmi la
cattedra di docente presso la Scuola Alberghiera di Brescia ed a conquistarmi la stima
degli
esclusivi
ambienti
dell’“A.M.I.R.A.” (Associazione Maitre
Italiani Ristoranti Alberghi), di cui sono
divenuto socio istruttore (nel 2000) e fiduciario per la sezione di Brescia (2008)».
Oggi Alfio Cantarella, che risiede a
Castiglione di Sicilia dove è felicemente
sposato, oltre ai numerosi “fans” della sua
succulenta pizza ha anche tanti giovani allievi. E sapete qual è il principio di base
che inculca a questi ultimi prima di andare
a parlare loro di ingredienti, impasti e tempi di cottura? Uno nobilissimo e fondamentale, che dovrebbe ispirare qualsiasi
operatore della ristorazione, dal grande
chef all’ultimo dei camerieri: «Servire gli
altri non è un dovere, bensì un piacere».
R.A.
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> S E T T I M A N A L E IDG
attualità
N. 16 • sabato 14 ma ggio 2 01 1
di Giarre
La rivolta del “Sette e Mezzo”
L
a misura era ormai colma,
l’animo dei siciliani esacerbato; il primo agosto 1866
si costituì a Palermo un comitato segreto per organizzare una insurrezione armata contro il violento e dispotico governo
piemontese. Il 15 settembre 1866, alle prime luci dell’alba, comparvero sulle montagne di Palermo le prime bande armate; a
centinaia calarono in città per infiltrarsi fra
la gente dei quartieri popolari. Nelle vie
più importanti sorsero barricate per tagliare ai piemontesi i principali accessi al centro storico. Fra i ribelli c’erano molti renitenti alla leva, disertori, ex impiegati borbonici, preti che avevano avuto i beni ecclesiastici espropriati, ex garibaldini, mazziniani. Tutti uniti da un profondo odio antisavoiardo. Gridavano: «Viva Francesco
II, viva Santa Rosalia, viva la Repubblica». Furono attaccati con violenza i posti
di polizia, il dazio, i depositi di armi; un
gruppo di rivoltosi guidato da Turi Miceli,
che alla Ficuzza aveva indicato a Garibaldi
la via per Palermo, assalì il carcere dell’Ucciardone con lo scopo di liberare i
2.000 detenuti ospiti. Ma l’attacco fallì
perché le spesse mura del carcere, ben difese dalle guardie, risultarono inespugnabili.
I piemontesi furono colti di sorpresa e
si rifugiarono a palazzo Reale, nel Municipio e persino in Arcivescovado. Gli insorti
ebbero un iniziale successo: decimarono
un drappello di bersaglieri e massacrarono
una colonna di trecento soldati comandati
dal maggiore Giulio Fiastri che, crivellato
di colpi, morì durante l’attacco. A Partinico fu sterminata una compagnia di granatieri che stava tornando in città in tutta fretta. Un battaglione di bersaglieri proveniente da Messina fu accolto da una fucileria
micidiale e fu decimato, dovette rifugiarsi
nei bassi di Palazzo Moncada; nei pressi di
via Maqueda fu sorpresa una pattuglia di
cinque carabinieri che furono fulminati da
una grandinata di proiettili. Il 16 settembre
comparvero sulle mura dei palazzi alcuni
I giornali italiani nascosero il massacro dei
siciliani e stamparono poche righe con
caratteri minuti a fondo pagina…
“Per meglio comprendere la cesura unitaria”
manifesti che incitavano alla rivolta armata
per sterminare “la banda di ladri che ha governato l’Italia per sei anni”. Il giorno dopo si sollevò anche Monreale, fu attaccata
la caserma dei carabinieri e furono uccisi
quasi tutti i militari; il capitano Epeneto
Zavattini riuscì a fuggire con alcuni militi e
si rifugiò presso un reggimento di granatieri che, attaccato a sua volta, dovette battere
in ritirata.
La rivolta si estese rapidamente in tutto
il palermitano: a Misilmeri, a Bagheria, a
Villabate, Piana dei Greci, Parco, Portella
della Paglia, Boccadifalco. Fu costituito un
comitato provvisorio di governo al quale
parteciparono alcuni membri dell’aristocrazia palermitana: il principe Bonanno di
Linguaglossa, il principe di San Vincenzo,
il Marchese di Torrearsa, il barone Riso e
quello di Sutera e un Monsignore della Curia dell’Arcivescovado. Il sindaco di Palermo marchese Antonio Starabba di Rudinì
(nella foto), collaborato dal colonnello Comandante i Reali Carabinieri, Edoardo
Sannazzaro, si preoccupò di difendere il
porto, poiché aveva già telegrafato a Torino comunicando la rivolta e chiedendo aiuto. Il porto era un punto strategicamente
importante per consentire l’attracco delle
navi cariche di rinforzi. Ambedue, in seguito, furono premiati con il collare dell’Ordine Militare di Savoia.
A Palermo, nel frattempo, furono ripristinati i simboli borbonici; fu occupato il
tribunale e furono restituiti i vecchi nomi al
Cassaro e al foro borbonico, che i piemontesi avevano ribattezzato Corso Vittorio
Emanuele e Foro Italico. Il 17 settembre
insorsero: Torretta, Montelepre, Lercara
Friddi, Casteldaccia, Santa Flavia, Marineo, Racalmuto, Aragona, Termini Imere-
se, San Martino delle Scale, Corleone e
Prizzi. I carabinieri e gli altri militi piemontesi di stanza in quei centri dovettero
fuggire lasciando sul terreno morti e feriti.
Gli insorti, al grido antico del Vespro:
“Morte ai piemontesi”, issarono la bandiera con i gigli e fecero a pezzi il tricolore dei
Savoia.
La reazione piemontese non si fece attendere: il 18 settembre la nave Roslino Pilo sbarcò 1.000 bersaglieri al comando del
capitano Acton. Il giorno 21 attraccarono
nel porto sei fregate e due corazzate che
sbarcarono 6.000 uomini di fanteria; le navi provenivano da Livorno e Napoli ed erano comandate dall’ammiraglio Augusto
Riboty; subito dopo lo sbarco, l’artiglieria
di grosso calibro della flotta aprì il fuoco,
bombardando indiscriminatamente la città
di Palermo, ci furono centinaia di morti e
migliaia di feriti fra i civili. Nella stessa
giornata del 21 giunsero altre tre navi cariche di truppe: Washington, Città di Napoli
e Principe Oddone. I militari comandati
dal generale Angeletti iniziarono la controffensiva; appoggiati dall’artiglieria riuscirono ben presto a distruggere le barricate, costringendo i rivoltosi a rifugiarsi nelle
vie collaterali. Malgrado tutto, gli insorti
riuscirono ad annientare un battaglione comandato dal capitano Brunetta. Ma ormai
la partita era perduta; i rivoltosi si dileguarono sui monti di Palermo lasciando in
città pochi manipoli di coraggiosi che ancora resistevano.
Il 22 sbarcò, con pieni poteri, il generale Raffaele Cadorna, reduce dalla disfatta
di Custoza, alla testa di tre battaglioni di
bersaglieri, ed ebbe inizio la più feroce rappresaglia che la storia di Sicilia ricordi. I
bersaglieri entrati in città spararono a bru-
ciapelo contro inermi cittadini che, per disgrazia, si trovavano a passare per via; in
un solo giorno ci furono 2.000 morti mentre circa 3.600 cittadini inermi furono arrestati. Si sparava a vista senza preavviso
contro chiunque fosse stato sorpreso fuori
di casa. Il giorno 23, ottanta insorti che erano stati catturati ancora con le armi in pugno, vennero gettati in un fossato e mitragliati finché morirono tutti. Le fucilazioni
durarono mesi e per mesi, la popolazione
assistette al passaggio di migliaia di detenuti in catene che, a pugni e a calci, venivano spinti nelle carceri. Finì in carcere anche il colto e mite vescovo di Monreale,
Benedetto D’Acquisto, di novanta anni,
che il Cadorna ebbe a definire «il noto brigante D’Acquisto». Fu persino vietata la
festa di Santa Rosalia, poiché era stata invocata dagli insorti, al grido: «Santa Rosalia e repubblica!».
Lo stato di assedio durò fino al 31 gennaio 1867; non fu possibile alcun censimento, ma si calcola con approssimazione,
che le vittime furono circa 35.000; il colera, portato in città da alcuni marinai piemontesi, fece il resto, desolando Palermo.
Si calcolarono circa 50.000 morti. Il procuratore del re, Giuseppe Borsani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudizia-
rio, ebbe il coraggio di dire che la giurisdizione militare aveva prodotto una giustizia
violenta senza forme né garanzie. I nobili
che avevano fatto parte del Comitato Provvisorio di Governo, furono prosciolti purché confessarono di avere accettato l’incarico perché «costretti dalla forza della plebaglia». Fu quella l’ennesima prova che
gli aristocratici, i ricchi, la borghesia mercantile emergente, tutto quel mondo vicino
alla mafia altolocata si era schierato dalla
parte dei padroni piemontesi.
La rivolta di Palermo è passata alla storia come quella del “Sette e Mezzo”, perché tanti erano stati i giorni dell’insurrezione armata. I giornali italiani nascosero il
massacro dei siciliani e stamparono poche
righe con caratteri minuti a fondo pagina. I
giornali francesi, spagnoli e inglesi riportarono i fatti con una certa tempestività; ma
si limitarono a scrivere che si era trattato di
una rivolta repubblicana ad opera di bande
di briganti (la solita etichetta!). Il Giornale
di Sicilia, da sempre filogovernativo, sostenne la tesi che di bande di fuorilegge si
era trattato. Su proposta dell’editore Ardizzone indisse una colletta per i soldati piemontesi morti negli scontri e per le loro famiglie. Furono raccolte 10.750 lire. Per i
siciliani fu sufficiente la fossa comune al
Cimitero dei Rotoli.
Tutte quelle ombre gridano ancora oggi, vendetta e chiedono giustizia nel nome
della libertà dei popoli. I Savoia sono stati
già giudicati dal tribunale della storia che li
ha condannati all’esecrazione perpetua di
tutti i meridionali.
Così i Fratelli d’Italia celebrarono l’unità della patria su un cumulo tragico di
morti ammazzati. Vittorio Emanuele II “il
galant’uomo, il padre della patria”, ebbe
soddisfazione di quei miserabili che avevano osato levare le armi nell’antico nome
dell’indipendenza e della libertà della Sicilia.
(56. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011)
Salvatore Musumeci
«Il silenzio dei Meridionali e dei Siciliani sui fatti di casa propria rischia di offrire una sponda ideale proprio ai Padani, che ci tacciono anche d’omertà storica!» (Samus)
All’insegna della solidarietà
Sarà una festa dedicata agli “ultimi” la 35ª edizione della Giara
d’Argento che si preannuncia ricca di novità importanti
U
na festa di solidarietà nei confronti degli ultimi. È questa l’immagine che il Grand’Ufficiale
Alfio Di Maria, patron del prestigioso
appuntamento, sta concretizzando per
l’edizione n. 35 della Giara d’Argento,
lavorando sulla traccia di una storia che
ha segnato, ininterrottamente, la storia
della “Sicilia pulita ed intelligente. Trentacinque anni sono davvero una vita ma
la Giara d’Argento, invece di mostrare
segni di stanchezza o di invecchiamento,
si specchia nella sua storia per dimostrare (“in un momento di incredibili difficoltà”, sottolinea il patron Di Maria) che
si può, che si deve andare avanti, oltre
ogni ostacolo ed ogni pensiero di resa.
E si deve andare avanti, con l’orgoglio di un lungo elenco di premiati, che
sono prestigio e sprone per arrivare ad un
nuovo traguardo, ad un ulteriore orizzonte di classe, eleganza e prestigiosi ospiti.
Come dimenticare il gotha del giornalismo, italiano ed internazionale, che ha ri-
cevuto la Giara d’Argento ed è venuto
personalmente a ritirarla, a Giarre? I nomi sono quelli di Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Enzo Biagi, Lilli Gruber,
Paolo Mieli, Ezio Mauro, Gad Lerner,
Pietrangelo Buttafuoco. Ed accanto, ci
sono i rappresentanti del mondo dello
sport,i campioni del mondo delle rispettive specialità, i grandi uomini, esempio su
campo come nella vita: troviamo Yuri
Chechi, Manuela Di Centa, Antonio Rossi, Giacinto Facchetti, Sara Simeoni, Luca Cordero di Montezemolo, Jean Todt,
Jean Alesi, Piero Ferrari. Poi, lo sguardo
volge alla scienza, al mondo della cultura
e dell’imprenditoria. E troviamo Charles
Dubost, Angelo Majorana, Antonio Zichichi, Ruggero De Maria, Claude Panché, Carlo Bo, Monica Guerritore, Mario
Soldati, Aligi Sassu, Salvatore Fiume,
Giuseppe Migneco, Turri Ferro, Mariella
Lo Giudice, Tuccio Musumeci, Pippo
Baudo, Renzo Arbore, Mara Venier, Marianna Demicheli, Salvatore Cundari, Se-
bastiano Pappalardo, Salvatore Torrisi. Il
mondo delle cariche istituzionali ai più
alti livelli? Presente con, tra gli altri, con
i vertici, negli anni, della Polizia di Stato,
dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,
dell’Esercito, della Marina, dell’Aviazione, le Frecce Tricolori e gli uomini
che, quotidianamente, garantiscono ai
cittadini sicurezza e protezione. Ed il
mondo della solidarietà, con Banco Alimentare, Croce Rossa, Unicef.
Un lunghissimo e prestigioso elenco,
costretto ad una sinteticità che nulla toglie al suo valore, che si arricchirà presto
di nuove personalità, di uomini e donne
che rappresentano l’eccellenza italiana
ed internazionale dei propri ambiti professionali. Ma la Giara d’Argento n. 35,
riunirà, come ha già annunciato il
Grand’Ufficiale Alfio Di Maria, passato,
presente e futuro in una unico, grande,
prestigioso abbraccio, che sfilerà, come
tradizione, sotto il cielo illuminato dalle
stelle, nel Parco di Villa Solaria, il prossimo 17 luglio 2011, con le immancabili,
attese, novità provenienti dalla vulcanica
immaginazione del patron. Una edizione
che, già dalla sua presentazione, ha voluto rendere giusto omaggio al 150° dell’Unità d’Italia. Il tricolore abbraccia
l’invito e i manifesti, dando il benvenuto
“in Sicilia”, “nella Provincia di Catania”,
“a Giarre”. Salvo La Rosa e Gabriella
Correnti nelle vesti di presentatori, Nino
Giuffrida a curare la scenografia, Guido
Pistone in cabina di regia, con l’organizzazione generale di Danilo Di Maria, sono i pilastri su cui la 35ª edizione del Premio Internazionale “Giara d’Argento”
sta costruendo il suo prossimo appuntamento con la gloria. Seguendo una stella
guida che risponde al nome di Alfio Di
Maria.
Corrado Petralia
Grande impegno a
tutti i livelli
Consegnati a Nicolosi i “Premi dell’anno” dell’Ussi
Sicilia ai protagonisti dello sport isolano
C
ome ogni anno si è guardato all’impegno nello sport, non solo ai massimi livelli agonistici ma anche nell’attività di base e nel sociale. E come ogni
anno, rispondendo a queste caratteristiche,
oltre 30 atleti e dirigenti hanno ricevuto, a
Nicolosi, il riconoscimento dei giornalisti
sportivi dell’Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) Sicilia, nell’ambito della 51ª edizione dei “Premi dell’anno-Candido Cannavò”, manifestazione realizzata con il contributo del Comune di Nicolosi ed il patrocinio dell’Associazione siciliana della stampa, rappresentata dal segretario regionale
Alberto Cicero, e l’organizzazione di Italia
Eventi di Luca Napoli.
La cerimonia di quest’anno ha fatto registrare un momento di profonda commozione, con il minuto di silenzio, in ricordo
del ciclista belga Wouter Weylandt, morto a
causa di un incidente durante la tappa del
Giro d’Italia, per poi proseguire sotto l’attenta regia di Sergio Magazzù e Nino Randazzo, presidente e segretario regionale dell’Ussi, condotta sul palco da Umberto Teghini ed Elisa Lisitano.
Ed i veri protagonisti della serata sono
stati atleti e sportivi come Anna Incerti, seconda nella maratona agli Europei di Barcellona 2010; Filippo Di Mulo, artefice dei
successi dei velocisti azzurri dell’atletica
leggera; Sandro Campagna, tecnico della
nazionale maschile di pallanuoto; il Palermo calcio, e Nino Pulvirenti, presidente del
Calcio Catania, felice per la salvezza matematica ottenuta con due giornate di anticipo, che ha annunciato l’inaugurazione ufficiale, il 18 maggio prossimo, del Centro
sportivo della società. I riconoscimenti sono
stati assegnati, tra gli altri, alla società Addiopizzo basket di Palermo, per l’impegno
sociale; a Veronica Floreno, per il tiro con
l’arco, a Dandolo Flumini, 94enne in perfetta forma, già calciatore di Catania, Palermo
e Siracusa. Un Premio speciale è stato assegnato al presidente emerito dell’Ussi Sicilia, Luigi Prestinenza che, insieme a Luigi
Tripisciano, è stato il fondatore dei Premi
dell’anno.
“La manifestazione è perfettamente riuscita – hanno sottolineato gli organizzatori
–, grazie al coordinamento del Sindaco di
Nicolosi, Nino Borzì, e degli assessori comunali Giuseppe Di Mauro e Marisa Mazzaglia. Ma non ci fermiamo qui. Infatti, la
manifestazione avrà un’appendice domenica prossima: in occasione della MessinaEtna il presidente dell’Ussi Sicilia, Sergio
Magazzù, e Nicola D’Agostino, responsabile del comitato organizzatore della tappa,
consegneranno il Premio “Candido Cannavò” al ciclista messinese Vincenzo Nibali”.
Antonio Percolla