Gazzettino 14-06-2014

> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
ANNO XXXIV • N. 20 • GIARRE, SABATO 14 GIUGNO 2014 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
> E sembra spirare aria di trionfalismo
> Consiglio comunale... tutti a casa!
Giarre: per l’approvazione del Consuntivo
2013 il sindaco Roberto Bonaccorsi parla
di importanti obiettivi raggiunti...
> a pag. 2
Francavilla di Sicilia: é stata ufficialmente
decretata la decadenza del civico
consesso. Ma qualcuno ancora spera...
> a pag. 7
E torna il tintinnio di manette...
Mascali, terremoto giudiziario Riposto, un’utentica bomba
E
d alla fine arrivò il
momento degli avvisi
di conclusione indagini per 36 tra ex sindaco, ex assessori, funzionari comunali e un
notaio, nell’ambito del nuovo segmento dell’inchiesta sfociata nell’operazione Town Hall dello scorso 10
dicembre, riguardante Mascali. I carabinieri della Compagnia di Giarre
hanno notificato 36 avvisi di garanzia. Tra i nomi di spicco, quelli dell’ex sindaco Filippo Monforte, dell’ex presidente del Consiglio comunale Biagio Susinni e del dirigente
dell’Ufficio
Urbanistica
di
Giarre, arch. Venerando Russo.
Pesanti le accuse contestate a
questi ultimi (abuso d’ufficio in concorso): “con più azioni esecutive di
un medesimo disegno criminoso, ovvero al fine di realizzare – per sé e
altri – i profitti derivanti da speculazioni immobiliari commesse all’approvazione del nuovo Piano Regolatore di Mascali, agendo in concorso
tra loro, Filippo Monforte in qualità
di sindaco di Mascali, Biagio Susinni in qualità di presidente del Consiglio, Venerando Russo, in qualità di
dirigente dell’Ufficio Urbanistico ed
edilizia del Comune di Mascali,
adottavano una pluralità di delibere
illegittime ed in particolare con delibera n. 84 del 2-7-2010, istituivano
una nuova area amministrativa, denominata VII Settore”.
E le stesse accuse contestano
agli imputati la violazione del principio di razionalizzazione economica
che impone agli enti pubblici territoriali di “razionalizzare e snellire le
strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti
di uffici con l’obiettivo di ridurre
l’incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in carico”. Invece,
sempre le accuse, in questo caso a
carico di Susinni, dopo la rimozione
dell’ing. Leotta dalla direzione del
Settore Urbanistica / Edilizia, conferivano analogo incarico all’arch. Venerando Russo (estraneo all’amministrazione), in violazione alle norme che consentono di conferire incarico dirigenziale a figura esterna “solo in assenza di professionalità analoghe presenti all’interno dell’Ente”.
Altri punti dell’accusa riguardano la “adozione di una variante urbanistica illegittima”; una serie di
lottizzazioni, con terreni agricoli diventati edificabili, intestati a prestanome, con l’indubbio aumento di valore; aree agricole che diventavano
edificabili; l’approvazione della graduatoria “per l’assegnazione in pro-
prietà delle aree edificabili nell’ambito dei piani per l’edilizia economica popolare, mancante, però, della
preventiva pubblicazione del Bando
Pubblico e preventiva pubblicazione
dei criteri per la determinazione del
punteggio e infine senza approvazione della graduatoria da parte della
Giunta Municipale”; assunzioni senM.P.
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L
a notizia, a Riposto,
circolava già da tempo ma adesso è diventata realtà. Infatti, sono stati notificati 3
avvisi di conclusione
indagine per l’accusa di tentata
estorsione in concorso. I provvedimenti, a firma del Pm Agata Santonocito, hanno raggiunto gli attuali
consiglieri comunali Biagio Daidone e Antonino Virgitto e l’ex deputato regionale Antonino Amendolia
che sono difesi dall’avv. Iofrida e
dall’avv. Peluso. Vittima del reato
contestato sarebbe l’attuale vicesindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara. I fatti risalgono al lu-
glio 2013 e le indagini, sulla scorta
anche di registrazioni audio, sono
partire nel gennaio scorso e condotte
dalla Guardia di Finanza di Riposto,
su delega della Procura di Catania.
Il primo intervento ufficiale sulla vicenda è arrivato da un comunicato del vice sindaco Pappalardo
Fiumara. In una nota afferma: “In riferimento alla notifica dei tre avvisi
di conclusione indagini a carico dei
consiglieri Biagio Daidone, Nino
Virgitto e dell’ex deputato regionale
Nino Amendolia e alle motivazioni
in esse contenute ho ben poco da aggiungere; ho piena fiducia nella
giustizia e soprattutto ho fiducia che
anche a Riposto si cambi rotta. La
politica è una cosa seria e i cittadini
devono fare scelte che contribuiscano a dare moralità, a dire no al malaffare e a dare una mano ai giudici
e alle forze dell’ordine per poter essere un presidio di legalità per tutti,
denunziando ogni tentativo di corruzione e pretendere che chi gestisce la cosa pubblica e chi li rappresenta non abbia a perpetrare ricatti
di qualsiasi forma, approfittando
del ruolo e della politica al fine di
arricchimenti personali. Sulla vicenda specifica mi astengo da ogni
commento, speriamo di avere al più
presto una sentenza che condanni i
fatti delittuosi di cui sono stato oggetto; certamente ho vissuto con apprensione e disagio questi mesi ma
la mia decisione di denunziare i fatti
alla magistratura mi hanno dato
speranza e fiducia. Nella vicenda ho
avuto la piena solidarietà del Sindaco Enzo Caragliano che mi è stato
vicino: in lui ho riposto la mia fiducia perché egli come Primo cittadino ha preso un impegno con gli elettori all’insegna della onestà e della
trasparenza. E questo è un segnale
forte che viene dato ai cittadini di
Riposto. Ringrazio i miei genitori, la
mia famiglia. Senza di loro non ce l’
avrei proprio fatta!”.
A queste affermazioni ha subito
replicato un intervento del difensore
di Daidone e Virgitto, avv. Enzo Iofrida: “Da una prima lettura delle
dichiarazioni rese dalla presunta
persona offesa, dalla lettura delle
registrazioni effettuate dalla medesima (registrazioni incomplete e
parziali non apprezzabili nella loro
Corrado Petralia
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Nulla dies sine linea!
“N
ulla dies sine linea”, sì, “Nessun giorno senza una
linea”: un motto, diffuso già nel Medioevo
(Walther 18899) e tuttora usato per dire – giovane
premier Matteo Renzi – che bisogna esercitarsi con continuità,
costanza e forza di volontà. Proprio così, come si può facilmente desumere dal romanzo autobiografico “Ricordanze della mia
vita” dello scrittore e patriota napoletano Luigi Settembrini,
membro della Giovine Italia, il quale, per la sua attività antiborbonica, dovette scontare tre anni di carcere dal 1839 al 1842. E
non solo questo, dal momento che, costretto a fuggire a Malta
dopo la pubblicazione anonima della “Protesta del popolo delle
Due Sicilie” (1847), tornò in Italia per partecipare ai Moti del
’48, per essere poi coinvolto nella repressione e condannato alla
pena capitale (1851), poi commutata in ergastolo.
Una vicenda umana, quella del Settembrini, assai dolorosa e triste, che ci ricorda ancora altri avvenimenti. E infatti, dopo aver
evitato, grazie all’intervento del figlio, la deportazione in Argentina, dovette comunque fuggire in Gran Bretagna (1859), da
dove ritornò in Italia dopo il 1860, per essere poi, nel 1872, eletto senatore. Proprio così, una vicenda umana che resta negli annali della storia d’Italia come uno degli esempi più alti di impegno civile, al quale tutti noi, e in primis quanti vengono chiamati a gestire cariche pubbliche, a qualsivoglia livello, dovrebbero
guardare per assimilarne impegno, costanza e forza di volontà.
E non solo la classe politica, ma anche quanti vivono a carico
della pubblica amministrazione: burocrati e dirigenti per primi,
sparsi lungo le complesse e variegate pieghe della res publica.
Tutto questo per dirti, giovane premier Matteo Renzi, che il
Paese Italia ha bisogno, sì, urgente bisogno di una svolta storica, cosa oggi a te possibile dato il tuo grande successo alle ultime elezioni europee. Un successo che oggi ti consente di affrontare qualsivoglia problema e di risolverlo nel tempo più
breve, a cominciare dal taglio della spesa pubblica, a cominciare dai tanti, molti, innumerevoli privilegi della “casta politica”,
la quale, senza scrupolo alcuno, non ha fatto altro, dal secondo
dopoguerra ad oggi, che accumulare ricchezze, rubando a più
non posso a spese della cosiddetta gente comune, riducendola
piano pianino alla povertà più nera, così come è facile a tutti noi
riscontare dando anche un fuggevole sguardo alle giornaliere
statistiche che a noi vengono offerte, ripetutamente, dagli organi di informazione.
Organi di stampa che ripetutamente, giorno dopo giorno, ci
informano a più non posso che la disoccupazione nel Paese Italia non fa altro che aumentare sempre più. E tutto ciò mentre
nuovi scandali vengono alla luce: dopo quello dell’Expo 2015,
si scopre ora quello legato ai lavori del Mose, sistema realizzato
per difendere Venezia e l’intero territorio lagunare dalle acque
alte. Scandalo dove è coinvolta non solo la classe politica, i soliti tecnici e funzionari della pubblica amministrazione, ma anche
diversi magistrati: ladroni imbiancati che meritano non solo di
“essere presi a calci”, giovane premier Matteo Renzi, ma di
perdere, sì, tutto ciò che è in loro possesso. Vergogna rincorra
tutti loro per l’intera vita. “Ladroni senza cuore” che non sanno
guardare a quanti oggi sono costretti a vivere nella miseria più
nera.
Eia ergo, giovane premier, vai avanti: “Magnis itineribus”!
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N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014
giarre
di Giarre
Giarre, aria di trionfalismo
È
Per l’approvazione del Consuntivo 2013 il sindaco Bonaccorsi
parla di importanti obiettivi raggiunti
stato approvato lunedì 9 giugno il bilancio
consuntivo
2013 del Comune di
Giarre, con l’obiettivo del risanamento,
reso ancora più urgente per l’Amministrazione Bonaccorsi già all’indomani del suo insediamento, a
metà del 2013. Le prime dichiarazioni del Primo cittadino Bonaccorsi sono improntate ad un trionfalismo che ben poco ha di moderato:
«Abbiamo avuto a disposizione pochi mesi per lavorare al risanamento, ciononostante sono stati raggiunti importanti obiettivi: il Comune di Giarre non è più un “Ente
strutturalmente deficitario”; il Comune di Giarre ha rispettato i parametri del “Patto di stabilità”».
Ma vediamo quali sono state le
strade imboccate dall’Amministrazione comunale per arrivare al documento contabile finale.
Sulle “spese amministratori”, è
stata ridotta l’indennità del 30 %;
nelle “spese provveditorato, economali, istituzionali, di amministrazione generale”, sono state abbattute le spese di cancelleria, degli autoveicoli diversi da autovetture, di riscaldamento, di telefonia mobile,
con l’eliminazione dei “telefonini”
in utilizzo alla Giunta ed ai Consiglieri comunali.
Nell’ambito delle “spese telefonia fissa e rete informatica”, sono
stati risparmiati 422.865,00 euro
l’anno, con la disattivazione di tutti
i servizi non indispensabili, tra cui il
contratto relativo al noleggio applicativo Softecno, al noleggio Applicativo Web e al noleggio servizi applicativi non standard, il cui valore ammontava ad Euro 70.477,50
bimestrale.
Per la “Pubblica Illuminazione”
si sostenevano oneri finanziari pari
a circa 210.000,00 euro annui, è stata razionalizzata la gestione e dismesso contratto Enel Sole per circa
un migliaio di punti luce.
Per le “Spese Contenzioso e Patrocinio Legale”, sono stati risparmiati fino a 540mila euro l’anno,
grazie alla definizione di un collegio di difesa che, per poco più di
800 euro pp al mese, si occuperà
della difesa del Comune. Il team costerà all’Ente 60.000 euro, una cifra
notevolmente inferiore a quella sostenuta negli scorsi anni quando, per
gli incarichi legali, si arrivava a
spendere fino a 600mila euro l’anno.
È stato anche ridotto di
166.128,02 euro il disavanzo di amministrazione, con l’anticipo di un
anno rispetto alla scansione temporale prevista nel piano di risanamento. Il disavanzo di amministrazione
registrato nel rendiconto della gestione 2012, pari ad € 4.844.260,90,
è stato ridotto di € 166.128,02, con
un risultato finale di € 4.678.132,88.
Significa che, al lordo dei fondi vincolati, pari ad € 721.353,57, la ridu-
zione del predetto disavanzo ammonta ad € 887.481,59.
Nella “Gestione di competenza”
si sono registrate entrate superiori
alle spese di € 1.409.639,10. Nel
2012, invece, le spese furono superiori alle entrate di € 1.738.948,20.
È stato anche ridotto di €
2.033.008,52 il ricorso all’anticipazione di cassa. Ricordiamo che l’anticipazione di cassa è lo strumento
tramite cui si fronteggia lo sfasamento temporale che può verificarsi
nei flussi delle spese rispetto a quello delle entrate. Nel 2013, il ricorso
all’anticipazione di cassa è diminuito, rispetto all’esercizio finanziario
2012, da € 3.893.707,31, ad €
1.860.698,79.
Adesso, tocca alle forze politiche valutare questi dati ed offrire le
proprie riflessioni.
Corrado Petralia
Donna, altruismo è generosità
La presentazione del libro di Laura Efrikian diventa occasione
per conoscere l’impegno umanitario della “fidanzata d’italia”
L
aura Efrikian è stata ospite del prestigioso “Salone
degli Specchi” del Palazzo di Città di Giarre, lo scorso 6
Giugno. L’incontro è nato in occasione della presentazione del
suo nuovo libro dal titolo “La
vita non ha età”, opera che comprende due passate pubblicazioni: “Come l’olmo e l’edera” dedicata alla prima parte
della sua vita, e “L’altra metà”,
che racconta gli anni dal della
separazione con Gianni Morandi fino al progetto per l’Africa. I
tre volumi sono editi da MGC
EDIZIONI. La serata si è svolta alla
presenza del Consigliere comunale
Tania Spitaleri e dell’Assessore comunale Antonino Raciti.
Laura Efrikian, oltre che scrittrice, è attrice e presentatrice TV, la
ricordiamo protagonista di due importanti sceneggiati televisivi, “La
cittadella” e “David Copperfield”,
entrambi sotto la direzione di Anton
Giulio Majano. Nel 1961, condusse
Canzonissima e, nel 1962, presentò
con Renato Tagliani e Vicky
Ludovisi il Festival di Sanremo.
La “Fidanzata d’Italia” è stata,
tra l’altro, la prima moglie di
Gianni Morandi, dal quale ha
avuto due figli, Marianna e
Marco.
La Efrikian, oggi, è molto
attiva su due fronti: essendo
un’armena di terza generazione,
si batte per il riconoscimento,
da parte della Turchia, del genocidio che nei primi del ’900 ha
interessato il popolo armeno;
inoltre, è molto presente in
Kenya, dove ha adottato alcune
famiglie donando loro sussidi per
acqua, cibo e istruzione. Per
quest’ultima causa nasce la raccolta
fondi “Laura ForAfrica” che si occupa, appunto, di portare aiuti alla
popolazione africana.
Anche a Giarre, dopo la presentazione del libro, è stato istituito un
banchetto per la raccolta presso il
quale i cittadini giarresi hanno dimostrato la loro generosità con il
loro personale contributo.
La serata è stata organizzata con
l’aiuto di alcune fan storiche giarresi di Laura Efrikian, capitanate da
Maria Indelicato, che non hanno
mai abbandonato il loro idolo,
seguendone sino ad oggi la storia, e
che con passione e dedizione hanno
organizzato, oltre all’incontro giarrese, un piccolo tour in varie librerie
delle province siciliane, per fare
conoscere la Efrikian anche alle
nuove generazioni, come esempio
di donna dello spettacolo, ma soprattutto come donna generosa e altruista.
Roberta Musumeci
La ricchezza dei nuovi talenti
Firenze ha battezzato e “consacrato” la giarrese Maria Privitera artista fra i
grandi geni pittorici europei. Ne hanno discusso nella città di Dante gli esperti
dell’università delle Nazioni Unite contestualmente all’evento “Satoyama
Initiative European Regional Workshop In Florence”
N
el prestigioso Palazzo Coppini di Firenze – “Centro
Studi e Incontri Internazionali” - si è svolta, nei giorni
26/27/28 maggio scorsi, la mostra
virtuale di pittura “Natura” dell’artista giarrese Maria Privitera, laureanda alla facoltà di Giurisprudenza di Catania. La mostra si è aperta
in contemporanea ai tre giorni di
workshop fra Palazzo Coppini e
l’Auditorium al Duomo di Firenze,
dove, gli esperti dell’Università delle Nazioni Unite hanno discusso circa la tematica della rivitalizzazione
dei paesaggi produttivi in Europa, in
collaborazione con la “Satoyama
Iniziative”, con l’Ipsi (partenariato
composto da 155 organizzazioni
che lavorano insieme per realizzare
società in armonia con la natura),
con la Fondazione “Romualdo Del
Bianco” e il suo Istituto Internazionale “Life Beyond Tourism”.
Visibili per l’occasione, e in
omaggio alla natura, le immagini
dell’artista siciliana Maria Privitera
che, con le sue opere pittoriche ispirate alla sua terra, ha suscitato la
sentita partecipazione degli ospiti
del workshop. Unitamente alla
proiezione dei quadri (prima mostra
virtuale a Palazzo Coppini), la pittrice – poetessa ha anche trasmesso i
suoi pensieri attraverso alcune poesie che sono state proiettate nel cor-
so della tematica della mostra,
sia in lingua italiana che in lingua inglese. La traduzione delle poesie in lingua inglese è
stata curata dalla dott.ssa Anna
Maria Betti, membro FidapaBPW che affianca la Fondazione ed il suo Istituto per contribuire allo sviluppo delle relazioni per il dialogo tra le culture e la pace nel mondo. I dipinti e le poesie di Maria Privitera sono stati molto apprezzati, non solo dagli ospiti stranieri coinvolti dal convegno che
si è svolto a Firenze (la prima
volta in Europa), ma anche dalla cittadinanza fiorentina, dalla Fidapa
sez. Firenze, dai passanti e dai turisti ai quali l’artista ha voluto rilasciare copia delle sue poesie che sono state anche sentitamente recitate
da alcuni partecipanti.
Durante la mostra l’artista è stata intervistata a Palazzo Coppini dal
giornalista Fabrizio Borghini,
esperto d’incontri d’arte, che ha apprezzato e valorizzato il messaggio
che l’autrice ha voluto trasmettere
attraverso le sue immagini e le sue
poesie. Maria Privitera esprime nelle sue poesie, una dedica all’incanto
della natura, “tutta la natura riaccende colori e movimento, raccolta
nell’equilibrio misterioso della sua
essenza, dinanzi alla quale ogni
presenza acquisisce bellezza e riconoscenza”. Un messaggio dunque di
attenzione e rispetto verso “Madre
Natura” che dona instancabilmente
bellezza, vita e sostentamento, dinanzi alla quale la mano dell’uomo
si pone, purtroppo, in modo devastante e pretenziosa e che dovrebbe
invece donare, secondo l’autrice, rispetto, equilibrio e amorevole condivisione.
Durante la sessione plenaria
svoltasi presso l’Auditorium al
Duomo di Firenze, il presidente,
dott. Paolo Del Bianco, alla presenza di oltre 67 rappresentanti dei Paesi dell’Est, ha presentato l’artista, la
quale, a sua volta, ha voluto ringraziare la Fondazione “Romualdo Del
Bianco” e la “Fidapa- BPW” omag-
giandole con le sue opere artistiche “Verso l’infinito” e “Il risveglio della natura”, entrambe
raffiguranti tramonti e albe dove gli elementi - il fiore del ciliegio e le farfalle - hanno simboleggiato ancora una volta il
messaggio della pittrice. Il suo
possente messaggio così si
esprime: “come il fiore e la farfalla hanno un ciclo vitale di
nascita, splendore e ritorno alla terra, anche l’uomo nel suo
ciclo di vita, volge verso l’infinito per ricongiungersi al luogo
da dove ogni forma di vita proviene. Vita avvolta nell’eterno amore di madre natura, fonte di ristoro
e di nutrimento e per questo meritevole di essere amata e rispettata”.
L’evento è stato e lo è tutt’ora
visibile con la community del portale Life Beyond Tourism finalizzato
a valorizzare il dialogo tra le culture
nel mondo. La mostra è stata promossa dalla Fondazione “Romualdo
Del Bianco”, dall’Istituto Internazionale “Life Beyond Tourism” e
dalla “FIDAPA – BPW” Sez.di
Taormina con a capo la presidente
Hanne Salsa Simonsen e dalla sez.
di Giarre-Riposto presieduta dalla
Prof.ssa Maria Rosa Tedesco di cui
la giovane Maria Privitera è socia
stimata.
Lucia Brischetto
da pag. 1 - Mascali, terremoto giudiziario
za requisiti; rimborso non dovuto di spese legali. Un elenco lungo
che contiene il castello accusatorio proposto dai Pubblici ministeri
Alessia Natale e Antonella Barrera.
Tra i nomi di spicco figurano anche gli ex assessori Agostino
Mondello e Giuseppe Barbarino, il responsabile dell’ufo staff del
sindaco Santi Moschetti, il dirigente comunale Claudio Brischetto.
E ancora numerosi tecnici, tra cui l’ing. Francesco Ruello, ing. Alfio Musumeci e il geom. Giuseppe La Rosa. Tra gli indagati c’è
anche il notaio Sebastiano Micali.
M.P.
da pag. 1 - Riposto, un’autentica bomba
interezza), non mi pare che vi siano elementi dai quali desumere
responsabilità penali a carico dei miei assistiti. Rilevo inoltre alcune stranezze in tutta la vicenda. Per esempio, mi chiedo come
mai tali fatti, che se realizzati sarebbero certamente gravi, non
siano stati denunciati subito, ma a distanza di 8 mesi. La Procura
avrebbe certamente disposto delle intercettazioni che oggi avrebbero fornito risultati quantomeno più oggettivi e garantiti, rispetto
a delle registrazioni effettuate da un soggetto che sa di registrare e
può ipoteticamente condurre il dialogo ed iniziarlo o interromperlo a proprio piacimento. In ogni caso, non rinvengo in atti alcuna
richiesta estorsiva; nessuna violenza o minaccia neppure velata,
elementi questi necessari a qualificare il reato di tentata estorsione ed, infine, mi chiedo e non comprendo, che senso avrebbe avuto
chiedere del denaro ad un assessore in cambio di una non pressante opposizione. Fare attività politica in modo libero non può
essere intesa come la minaccia di un male ingiusto. Confidiamo
anche noi come l’assessore, presunta persona offesa, nella Giustizia. Giustizia che a questo punto farà il proprio corso accertando
se e cosa realmente sia accaduto e chi sia o siano gli eventuali responsabili”.
Come si evince, una vicenda che, inevitabilmente, farà sentire
i suoi effetti e le sue pressioni anche all’interno del Consiglio comunale. Il Civico consesso, infatti, vede il sindaco Caragliano impegnato in un’opera di “illustrazione” della bontà delle sue scelte
politiche, così da poter tornare ad avere una maggioranza consiliare effettiva. Per il momento, ad essere stata “folgorata” dalla bontà
di programmi ed intenzioni amministrative è stata la consigliera
Paola Emanuele, quota Megafono. Ma non è escluso che le sirene
ammaliatrici non siano pronte ad accalappiare qualche altro novello Ulisse…
Corrado Petralia
Aurora
Aurora tanto attesa ed agognata inondami!
dammi una rossa alba di luce pervasa
non brume, non fosche nuvolaglie
ma un sole di rosso scarlatto
che ci accompagni per il lungo percorso.
No, non ti nascondere sole al tramonto!
soffermati a lungo e alto nel cielo.
Rigenera, riscalda questo vetero e stanco mondo,
risollevalo dal buio squallido e profondo
mille, mille e mille ancora di queste aurore
e di albe che illuminano il cielo d’amore.
1/6/2014
Rosario Pistorio
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di Giarre
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caleidoscopio
di Giarre
N. 20 • Sabato 14 Giug no 2014
3
H umana
cconsilia
Trotula e la scuola medica di Salerno H
umana
T
rotula, Trotta, Trocta,
Trottula de Ruggero,
sono le varianti del nome; è un’autorevole
donna-medichessa dell’antichità, vissuta a Salerno mille ani fa. È la matrona salernitana che emerge possente dalle pagine di storia della medicina di Salvatore De Renzi, Giorgio Nino Valobra,
Antonio Sinno, Antonio Mazza, e di
altri autori. Non è né la prima, né l’ultima nella storia dell’uomo. Costei è
appartenente a una famiglia nobile di
Salerno fra le più cospicue; è vissuta
al tempo dell’ultimo principe longobardo di Salerno, Gisulfo II (dal 1058
al 1075), e prima dell’arrivo di Costantino l’Africano; vissuta operativamente nell’esercizio della professione della medicina, della chirurgia
nella seconda metà del sec. XI.
Compiuti gli studi primari e secondari, del trivio e del quadrivio, ha
proseguito in quelli superiori proprio
nello “Studium Salerni”, la ”Hippocratica Civitas Studium Salerni”, definita comunemente dagli storici
“scuola medica di Salerno”, la cui secolare tradizione s’innesta in quella
delle scuole cristiane. In detto Studium consegue il diploma di laurea in
medicina, in chirurgia; e in esso è nominata subito a insegnare medicina
con specializzazione, in ostetricia e in
ginecologia, in urologia. La sua rinomanza è conosciuta in tutta l’Europa
a tal punto che è chiamata a Parigi per
insegnare medicina. Qui, il dettaglio
storico. Da tutta l’Europa, si spostavano a Salerno per studiare medicina,
per conseguire il grado accademico
che ha valenza europeo “urbem et orbem”. Vi pervengono anche per farsi
curare.
In quel tempo, sec. XI, in quello
scenario sanitario salernitano, per l’esercizio e l’insegnamento universitario dell’arte medica (dentro apposito
palazzo), fa da caposcuola Guarimpoto, cassinese, il più illustre medico
e docente di quel tempo (dal 1020 al
1050), seguito da un altro caposcuola,
da Pietro, o Petrocello (fiorito nel
1035), chierico e medico, autore del
manuale Practica Petrocelli Salernitani. Altri “lettori” sono presenti e
fanno parte dell’equipe, rappresentanti la scuola di medicina e della dottrina medica salernitana, questa ancora priva di arabismi. La Trotula ha ricevuto gl’insegnamenti nella medicina da costoro e dai docenti, dai “lettori” allora presenti nello Studio. Le date nel testo e nel diagramma sono in-
dicative della loro attività didattica.
A quel tempo, vi sono a Salerno
anche alcune presenze siciliane, che
possono essere riscontrate nell’archivio del monastero Trinità della Cava.
È presente Pietro, siciliano e medico,
fiorito negli anni 1054-1075, di conclamata rinomanza, vissuto al tempo
del principe longobardo della città,
Gisulfo II, del quale è stato medico e
ne ha ricevuto molti cospicui doni.
Per mezzo di un diploma rogato nel
1102, al tempo del conte Ruggero II,
di Sicilia e di Calabria, unitamente alla madre Adelasia, rileviamo la citazione di Pietro Medico Siculo del genitore Scolario (Messina). Mentre in
un altro diploma, al tempo di Guglielmo Duca di Puglia, è citato Giovanni,
figlio di tale Pietro Medico Siculo
(nella precedente citazione) e con
questo diploma gli sono confermati
metà dei beni. Aggiungiamo, inoltre,
Giovanni medico figlio di Costantino
Siciliano, per un diploma del 1103 al
tempo di Ruggero duca (discendente
di Roberto il Guiscardo) per un passaggio di proprietà di un viridario
(impianto di giardino anche per l’uso
della materia medica) a favore del
detto Giovanni Medico.
Il manuale derenziano non dà
chiarimenti, mentre noi rileviamo che
il citato Scolario va rivisitato; se è lo
stesso Scolarios da Messina, membro
della famiglia Graffeo, qui personaggio emergente con molti possedimenti in Sicilia e in Calabria, vissuto nella
seconda metà del sec. XI, fondatore
di cenobi, dopo papas, egumeno basiliano, nominato cappellano del palazzo di Corte del normanno conte Ruggero I a Reggio Calabria. Questo personaggio storico disimpegna, in effetti, il mandato politico del detto conte
che operava il processo di ricristianizzazione della Sicilia, smussando e
sedando l’animosità del clero e della
popolazione greca contro il conte,
mandato eseguito con grande incisività e lieto successo. Il terzo figlio di
Scolarios ha proprio il nome Pietro.
Ritorniamo alla nostra Trotula e
al detto Studium. Qui, si insegnava
teologia, medicina, chirurgia, filosofia (retorica), diritto, lettere, fisica.
Non possiamo lasciare dette affermazioni in aria. Qui, gli studi settoriali di
medicina e chirurgia duravano cinque
anni, più l’esecuzione di un’autopsia;
a questo corso erano propedeutici tre
anni di studi di filosofia. Dopo, si potevano sostenere gli esami per il conseguimento della laurea e della patente. A quel tempo, i Principi normanni
ritraevano da quello Studium salernitano i medici per la loro Curia; e nei
testi storici, nei documenti, si rinvengono citazioni di cancellieri medici,
di notari medici.
Detta donna-medico è autrice di
numerosi trattati, testi, allora scritti e
copiati a mano, che vengono usati e
diffusi in Europa, dove vi sono centri
di studio della medicina. Noi ne citiamo alcuni, mentre rileviamo che il
contenuto dei suoi libri è riversato,
con trascrizione e citazione, nei trattati dei “lettori” salernitani successivi. Il pensiero medico-chirurgico di
Trotula costituisce autorità di dottrina, da riportare sui manuali per parecchio tempo dopo la sua scomparsa.
Infatti, costei lascia ai posteri insegnamenti innovatori e pratici con la
sua operatività chirurgica; è ideatrice
proprio dell’applicazione, per la prima volta, dei punti di sutura sulle
donne nel post-partum. La sua presenza nello “Studium Salerni” nella
qualità di donna-“lettrice” non è isolata, vi sì pratica una condizione al
femminile di “par condicio ante litteram”, a fianco e in parità con gli uomini. Altre dottoresse sono presenti
in questo ateneo salernitano e vi esercitano la “lectio”; nel proseguire nel
ricordo degli eventi storici rileggiamo
Rebecca Guarna, Abella, Mercuriade,
Costanza Calenda, per fare alcune citazioni, mentre altre donne seguiranno su questa scia.
In questa struttura di insegnamento superiore rileviamo che a Salerno nel sec. XI vi è un clima culturale in sviluppo, in effervescenza, al
quale hanno dato il loro contributo le
donne. È una struttura universitaria
dotata di una propria attività ambulatoriale, con un sistema di ospedaliz-
zazione affiancata all’università, nel
quale è possibile posizionare e tenere
in osservazione, i pazienti per stabilire le terapie più adatte alla cura delle
varie patologie. Vi è l’addestramento
alla cura infirmorum nelle aule d’insegnamento dello Studium e nelle
corsie dell’ospedale, da parte dei “lettori” sia per gli studenti, sia per gli infermieri. Pertanto, vi è contiguità fra
la scuola teorica per apprendere i presupposti dottrinari, per gli studentiaspiranti medici, e scuola pratica per
quelli e per gli infermieri, il personale
paramedico. Salerno, in età tardo medievale, ha ben cinque ospedali. In
questo ambiente di studio, di insegnamento, di esercizio pratico della medicina, della chirurgia, le donne-medico sono passate, hanno sottolineato
quanto questa scienza meridionale
abbia saputo debellare i limiti del volubile, del piacevole, anche perché rinomata è stata la bellezza delle donne
salernitane, per dare spazio all’impegno culturale delle donne che vi si sono dedicate con professionalità.
Va rilevato il dato storico che a
Salerno le donne preferivano essere
visitate dalle donne-medico, gli uomini dal medico-uomo. Sic! Non vi è
alcunché da meravigliarsi. Bisogna
rifarsi all’ordinamento giuridico protempore vigente. A Salerno, vi erano
donne che studiavano medicina, chirurgia, in forza degli ordinamenti civili, degli usi e dei costumi del popolo, che allora questi ultimi avevano
valore di legge; e sono condizioni di
vita culturale e sociale già consolidate al tempo. Il tema delle donne-medico nella qualità di docenti pone il
tema delle mulieres salernitanae; fra
queste hanno rilevanza anche le infermiere (come sopra riportato). Si tratta
delle rappresentanti delle famiglie
nobili della città che vanno a scuola
per apprendere, oltre alla preparazione culturale generale, per acquisire
specifiche preparazioni di attività infermieristica, importante e preziosa
qualificazione, specialmente quando
la città è sotto assedio da parte di
truppe nemiche, al fine di dare tempestiva assistenza sulle ferite causate
dalle frecce avvelenate. Lo Studium,
la “Schola Salerni”, è rinomata in tutta l’Europa per la presenza in essa di
docenti altamente specializzati nell’insegnamento della preparazione
dei veleni e dei contro veleni, l’antidotarium (anche per le morsicature
da parte degli animali velenosi). (fine
prima parte).
Tonio Troina
L’elisir di lunga vita
L’olio di oliva è davvero così miracoloso? Guardando a tutte le
sue proprietà ed ai suoi molteplici usi sembrerebbe proprio di sì
F
in dall’antichità, l’olio di oliva
era un elemento base per la preparazione di impacchi e balsami contro le ustioni, le ulcere, il mal
d’orecchio, era usato come purgante e
per ammorbidire i calli. Conosciute
anche le sue proprietà idratanti, era
un miracoloso prodotto di bellezza.
Come viene descritto nel papiro egiziano Ebers, di contenuto medico e
scientifico, con l’olio di oliva veniva
preparata una ricetta contro le rughe,
insieme al latte e con grani d’ incenso, cera e bacche di cipresso finemente tritati. Il tutto veniva amalgamato e
questo trattamento di bellezza doveva
essere fatto per 6 giorni consecutivi.
L’olio di oliva veniva usato, soprattutto, dai greci come unguento per rilassare i muscoli degli atleti, oppure,
dai romani, come idratante dopo le
sedute termali.
Anche ai giorni nostri sono riconosciute e convalidate molte proprietà all’olio di oliva, soprattutto a
quello extravergine. Infatti, i grassi
sono necessari al nostro organismo
ma non tutti i grassi sono “buoni” per
il nostro stesso organismo. In linea di
massima, sono da preferire quelli vegetali a quelli animali, ma vi sono anche delle eccezioni, come la margarina.
L’olio di oliva, essendo ricavato
dalla spremitura del frutto e non da
processi chimici, è sicuramente il migliore condimento per una dieta mirata, soprattutto, al mantenimento efficiente dei processi digestivi dell’intestino ed alla prevenzione di malattie
cardiovascolari. Infatti, per la sua alta
digeribilità, l’olio d’oliva aiuta il fegato e il pancreas ad intervenire correttamente nel metabolismo globale
dei grassi e dei carboidrati, e contribuisce all’abbassamento del livello di
LDL (“colesterolo cattivo”) nel sangue, senza rischiare di abbassare i livelli di HDL (“colesterolo buono”).
Quest’ultimo, ripulisce le arterie, grazie all’azione degli acidi monoinsaturi come l’acido oleico, componente
principale dell’olio di oliva ed essenziale per le strutture delle cellule del
nostro organismo.
L’olio di oliva svolge anche una
importante azione antiossidante. Infatti, gli acidi grassi dei lipidi sono
soggetti ad ossidazione e possono
produrre radicali liberi che, per la loro natura reattiva, se presenti nel corpo umano, possono essere nocivi,
tanto da promuovere malattie cardiovascolari e tumorali per non parlare
dell’invecchiamento precoce. L’acido oleico è meno soggetto ad ossidazione e contiene molte sostanze antiossidanti, utili a contrastare l’attacco dei radicali liberi, come la vitamina E, i flavonoidi, i fenoli e i pigmenti pirrolici. Inoltre, prevenendo l’invecchiamento dell’organismo migliora la salute dello strato cutaneo e dei
capelli, nutrendoli con sostanze che il
nostro corpo non riesce a produrre da
solo e favorendo l’assorbimento delle
vitamine.
Per questi motivi, l’olio è importante per la dieta degli anziani ma anche dei bambini, fin dallo svezzamen-
to, perchè completa le
pappe a base di cereali
e carne con una piccola dose di grassi. L’olio extra vergine di oliva è assai utile nelle
diete degli sportivi e
delle donne durante la
gravidanza, ai primi
soprattutto per la alta
digeribilità e nei secondi casi, principalmente, perchè favorisce uno sviluppo ottimale del sistema nervoso del nascituro.
Comunque, gli oli di oliva vanno
preferiti crudi perchè non subiscono
alterazioni nella cottura e nella frittura, a differenza degli altri condimenti
che formano composti tossici. È opportuno, comunque, usare degli accorgimenti, come non aggiungere sale e spezie agli alimenti durante e dopo la frittura, in quanto si accelererebbe l’alterazione degli oli. Evitare
temperature che superino i 180° C,
utilizzando friggitrici con termostato,
e comunque controllare che non si
imbrunisca troppo l’olio e si formi
una schiuma abbondante. Inoltre, è da
evitare di aggiungere olio a crudo dopo la frittura.
Ma l’olio di oliva aiuta a ringiovanire e a mantenere il corpo più giovane non solo all’interno del nostro
organismo, ma anche all’esterno, essendo un elemento base per la cosmetica. Oltre ai saponi e a gli oli da bagno, in grado di lenire la pelle ed ammorbidirla, si trovano in commercio
oli da usare al posto di creme per il
corpo. Questi oli possono essere completati dall’essenze di altre piante utili per determinati problemi, come migliorare la circolazione e calmare i
dolori muscolari, grazie all’uso di
olio ed estratti di rosmarino. Oppure,
massaggiando il corpo con olio unito
ad essenze ricavate dalla lavanda si
può avere un’ azione calmante e rilassante. Questi sono solo alcuni esempi
ma l’olio di oliva può essere utile anche usato in “ricette fai da te”. Immergendo le unghie in un contenitore
con dell’olio di oliva si potranno ammorbidire le pellicine intorno e rimuoverle facilmente; con l’aggiunta
di qualche goccia di limone si potrà
rinforzare le unghie più fragili e portate a spezzarsi. Per rendere, invece,
più lucenti e morbidi i capelli che si
sono opacizzati si può mescolare a
cinque cucchiai di olio di oliva, il
succo di un limone e con questo composto massaggiare la cute della testa e
poi lasciare riposare per circa
mezz’ora, completando il tutto con il
lavaggio, usando uno shampoo delicato.
Gaetano Bonaventura
onsilia
di Urty Tagay
Quoque tu, Brute, fili mi?
Anche tu, Bruto, figlio mio?
È
la frase che Cesare avrebbe pronunciato le Idi di Marzo,
cioè il 15 marzo del 44 a.C, vittima di una congiura cui parteciparono una sessantina di cospiratori, mentre veniva colpito da ventitré pugnalate da Marco Giunio Bruto e da Giunio
Cassio all’ingresso della Curia, ai piedi della statua di Pompeo.
Svetonio non conferma, scrivendo: «Etsi tradiderunt quidam
Marco Bruto irruenti dixisse», benché da alcuni sia stato asserito
che dicesse a Marco Bruto in greco quando questi lo assalì: «Anche tu, figliolo». Mentre, invece, Shakespeare nella tragedia
“Giulio Cesare” (atto III, 1) fa dire al dittatore prima di morire:
«Et tu, Brute?» (“Anche tu, Bruto?”). Da qui, dunque, il semplice
“Tu quoque”, usato per significare il comportamento sorprendente di una persona, specialmente se si lascia trasportare da una moda giudicata deteriore. «Per quanti secoli a venire / – scrive
Shakespeare in “Cesare deve morire” – / questa grandiosa scena
verrà rivissuta / in paesi ancora da nascere / in idiomi ancora
sconosciuti!».
E in effetti, lungo i secoli, poche scene sono state rivissute
come quella del “cesaricidio”. Congiura che egli avrebbe potuto
evitare, dal momento che pochi giorni prima delle Idi di marzo, a
Cesare era stato riferito che i cavalli da lui consacrati al dio del
fiume Rubicone rifiutavano il cibo piangendo. E ancora, qualche
giorno dopo, gli si riferiva che uno stormo di uccelli aveva fatto a
pezzi un uccellino che volava verso il luogo dove egli sarebbe stato ucciso. Presagi, entrambi, che riflettevano una forte e tutt’altro
che infondata sensazione di pericolo, a ben riflettere, alla luce di
quel preciso momento storico di transito a Roma dalla repubblica
alla dittatura.
Le ragioni erano abbastanza chiare: e infatti, Cesare era ormai il solo e unico padrone di Roma. Fuor di dubbio alcuno, dal
momento che proprio un mese prima di quel fatidico 15 marzo, e
precisamente il 14 febbraio, gli era stata conferita la dittatura a vita, a seguito della quale anche molti, che nel passato lo avevano
sostenuto, pensavano che con lui fosse finita la libertà repubblicana. Tra questi anche Cassio, alleato storico di Pompeo. E non solo, visto che alla congiura aveva aderito persino Decimo Giùnio
Bruto, un uomo nato, si diceva, dalla lunga relazione di Cesare
con Servilia, matrona romana figlia di Quinto Servilio Cepione e
sorellastra di Catone Uticense, sposata, in prime nozze, a Marco
Giùnio Bruto.
Quel giorno, insomma, le ragioni per non recarsi in Senato
non mancavano. Ma Cesare, malgrado fosse stato ripetutamente
informato di quei due presagi, non era tipo da rinunciarvi. E così,
senza pensare affatto a quanto gli era stato consigliato, volle lo
stesso incamminarsi verso il Senato, venendo da lì a poco trafitto
da ben ventitré pugnalate. Quando capì di non avere più speranze,
non gli restò che coprirsi il volto, morendo come una vittima sacrificale. Le sue uniche, celebri parole sarebbero state: «Quoque
tu, Brute, fili mi?».
In futuro nasce
sui banchi
Taormina: quando la
Scuola…abbraccia la “Musica
e il Canto”, creando lavoro
N
ell’Istituto tecnico
commerciale
“XXIV Maggio
1915”- paritario della città
di Taormina, la gestione,
la presidenza ed il corpo
docente hanno saputo, sapientemente, accorpare
cultura, istruzione, musica
e canto, offrendo lavoro
che genera ricchezza.
In un mondo che diventa sempre più piccolo perché mass media e aerei, annullando le distanze, avvicinano i popoli, in un mondo dove la globalizzazione ha reso sempre più agguerrita la competitività e, quindi, emergere diventa sempre più difficile, perché
la concorrenza è sempre più spietata, ancora una volta la Scuola diventa strumento e mezzo per preparare giovani sempre più competitivi. L’istituto, nel suo Pof (Piano dell’Offerta Formativa), nella
parte riguardante le attività extracurriculari, ha inserito un progetto
canoro “Artista per Passione”, aperto a tutti i giovani del meridione che si esibiranno pubblicamente, tramite le tappe del Talent
“Uno Voice”.
Il Talent partirà il prossimo 20 giugno a Catanzaro e toccherà i
capoluoghi ed i centri nevralgici della Calabria, della Puglia e della Sicilia, e si concluderà a Taormina, giorno 06 settembre. Il Progetto, sostenuto anche dall’associazione “Viver Meglio Club”, dà
la possibilità ai giovani artisti di farsi conoscere nel campo della
musica. Quattro giudici, già noti al grande pubblico, saranno impegnati nel talent: Alessandro Bentivoglio, istruttore vocale, responsabile casting “Festival di Castrocaro”, direttore Musicale “Il Cantagiro”, seminarista in tecnica specialistica di canto; Davide Papasidero, interprete, vincitore “Festival di Castrocaro 2013 ” e protagonista di “X Factor 5”; Francesca Pignatelli, interprete, musicista,
vocal coach e protagonista di X Factor 5”; Tommaso Gavazzi, Interprete, arrangiatore e protagonista di “The Voice of Italy” edizione 2013.
Alla finalissima i giovani talenti si esibiranno con una band
dal vivo e il vincitore, che emergerà nel campo della melodia e della canzonettistica, sarà premiato con la realizzazione di un singolo,
arrangiato da Nicco Valenti, autore di Giusy Ferreri, Emma Marrone, Annalisa, Davide Papasidero… e con la produzione di un videoclip.
La partecipazione al progetto, nel rispetto allo spirito in cui è
stato ideato, consentirà di ottenere crediti scolastici per quei giovani che frequentano la Scuola secondaria di secondo grado.
Glia spiranti artisti che intendono partecipare al progetto canoro possono rivolgersi al prof. Domenico La Croce, info:
3208150803/3349243490, itc24maggio@virgilio.it
Francesco Bottari
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> S E T T I M A N A L E IDG
acese
N. 20 • Saba to 14 Giugno 2014
Acireale ha scelto Barbagallo
Vittoria netta al ballottaggio contro lo sfidante Di Re, per il giovane
ingegnere eletto ottantaduesimo Sindaco della città
È
il dott. ing.re Roberto Barbagallo, classe 1977, il
neo sindaco di Acireale,
risultato vincitore in queste Amministrative 20014 con ben
15.573 voti di preferenza, al ballottaggio dell’8 e 9 giugno scorsi.
Per la cronaca aggiungiamo che
l’ottantaduesimo sindaco della
Città, dall’Unità d’Italia, coniugato con la gentile sig.ra Paola da
meno di un anno, è un libero professionista e che, da ben cinque
anni, svolge il ruolo (centrista) di
consigliere comunale acese essendo stato nella precedente tornata elettorale il consigliere più
votato grazie ai suoi 1.100 voti di
preferenza! Il suo diretto avver-
sario, il dott. ing.re Michele Di
Re, ha ottenuto 8.930 voti di preferenza.
Il neo sindaco Roberto Barbagallo (foto) ha ottenuto il successo sostenuto da quattro liste
civiche: Democratici per Acireale, Cambiamo Acireale, Popolari
per Acireale e Acireale Futura. A
pomeriggio inoltrato del 9 giugno, verificata la sua elezione a
Sindaco si è subito recato nella
frazione acese di Aci Platani, suo
luogo di origine e residenza, per
un primo bagno di folla e successivamente in Città per un altro
bagno di folla in piazza Duomo,
e quindi l’appuntamento con il
sindaco uscente, l’avv. Nino Ga-
rozzo, per uno scambio di saluti.
Alla fine dell’incontro, Garozzo, così ha concluso il suo saluto: “A Roberto Barbagallo, il
nostro sindaco, auguriamo ogni
fortuna”. E il neo sindaco Barbagallo a sua volta ha così concluso: “Un grazie di cuore a mia
moglie Paola, per l’incoraggiamento e il sostegno ricevuto, e a
tutti gli acesi che vogliono la rinascita di Acireale”.
Della Giunta faranno parte:
Nando Ardita, Francesco Fichera, Adele Chiara D’Anna, Adriana Finocchiaro e Saro Raneri.
Dal Gazzettino gli auguri di un
sereno e fattivo lavoro.
Camillo De Martino
In cucina con Dadra
Mini arancini
al finocchietto
“A
rancini” versus “arancine”… Sicilia orientale versus Sicilia occidentale… la questione è annosa,
ma poco conta! Quello che mi interessa, a prescindere da come li possiate chiamare, è che
proviate questi “agglomerati di riso” per poterne testare la “croccante croccantezza”
esterna e la saporitissima e al contempo delicata, morbidezza interna… un “cuore” gustoso che profuma di Sicilia…
Ingredienti per 20 arancinetti circa
200 di riso arborio
3 cucchiaiate di ricotta di pecora che ha riposato un giorno (in modo da aver tempo di perdere l’eccesso di siero)
1 uovo
50 gr di burro
2 cucchiai di pecorino grattugiato
3 cucchiai di grana grattugiato
Sale q.b.
Pepe nero appena macinato q.b.
Un mazzetto di finocchietto fresco
Pangrattato (non troppo sottile) circa 100 gr
Farina 00 3 cucchiai
Acqua q.b.
Da fare con largo anticipo (se possibile il
giorno prima): nettate il finocchietto, sciacquatelo abbondantemente sotto acqua corrente, lessatelo in abbondante acqua salata. Nella
stessa acqua in cui avete lessato il finocchietto, portate il riso a cottura, non serve aggiungere nulla altro. Scolatelo e conditelo col burro, grana e pecorino. Mettete da parte e quando sarà a temperatura adeguata, passatelo in
frigo.
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Almeno 3 ore prima di accingervi a friggere i vostri mini arancini, unite l’uovo, precedentemente sbattuto e salato, nella terrina
che contiene il riso e mescolate bene; se risultasse poco, dipende dalle dimensioni dell’uovo stesso, sbattetene un altro e aggiungetelo a
cucchiaiate finché il riso non sia ben condito.
È questo il momento di aggiungere il finocchietto, lesso e tagliuzzato con una mezzaluna, e la ricotta. Amalgamante perfettamente i
vari ingredienti col riso e cominciate a formare i mini arancini, grandi quanto una noce,
non di più. Schiacciate il riso con le mani,
pressate bene; finite il riso condito che avete a
disposizione, formando tutti gli arancinetti e
metteteli in frigo per almeno 1 ora, così si assesteranno ben bene.
Sul piano di lavoro mettete una ciotolina
con dentro la farina lavorata a pastella con
sufficiente acqua (la pastella deve essere li-
quida) e, in un piatto piano, il pangrattato.
Trascorsa l’ora di riposo in frigo, passate
gli arancinetti nella pastella, di modo che ne
siano completamente ricoperti, ma ne serve
un velo e non di più… dopo passateli nel pangrattato che aderirà perfettamente proprio grazie alla pastella.
Quando tutti gli arancini saranno, finalmente, pronti… fiamma vivace, padella a bordi alti, capiente, olio di semi di arachide o extravergine d’oliva (non vi consiglio nulla altro
per friggere) molto abbondante e via… tuffateli nell’olio che sfrigola! Dobbiamo essere
sui 180° per una frittura ben asciutta e in totale immersione in olio, pochi pezzi per volta fino alla perfetta doratura. Quindi, con una
schiumarola, adagiate i miniarancini su cartapaglia per eliminare l’eccesso di unto e via subito in tavola.
di Giarre
La scuola diventa
condivisione
Acireale: il saggio di fine anno delle
classi terze elementari del 4° circolo
didattico dell’Istituto comprensivo “G.
Galilei” (plesso Ferretti) diventa il
prologo per la manifestazione “A
Nivarata - il rito della granita siciliana”
L
a classi terze elementari del 4° circolo didattico dell’Istituto comprensivo “G. Galilei” (plesso Ferretti) di Acireale hanno scelto lo
splendido scenario della piazza del Duomo per realizzare il saggio di
fine anno, che ha fatto anche da allegro prologo all’inizio della manifestazione “A Nivarata - il rito della granita siciliana”, giunto alla sua terza edizione.
Settantacinque bambini delle quattro sezioni, coordinati da dieci insegnanti, hanno messo in scena uno spettacolo molto divertente, durante il
quale i presenti hanno potuto apprezzare le coreografie di alcuni dei più famosi successi de “Lo Zecchino d’Oro” (44 gatti, Il caffè della Peppina, Il
valzer del moscerino) e l’esibizione canora di Simone Cavallaro. Al termine, tutti i bambini si sono scatenati sulle note dell’ormai celebre canzone
“Happy” di Pharell Williams.
Le insegnanti hanno voluto, quest’anno, collegare il progetto, nato come attività interna all’istituto scolastico, all’ormai nota manifestazione gastronomico-culturale ‘A Nivarata che ha preso il via ad Acireale, per lanciare un segnale di condivisione e pieno appoggio a queste ed altre iniziative analoghe, che intendano rilanciare la nostra città, promuovendone e valorizzandone quelle risorse ancora inespresse.
Le insegnanti Mirella Fresta e Pinella Santangelo, intervistate al termine della manifestazione, hanno sottolineato la preziosa collaborazione prestata dai genitori degli alunni, che hanno dato il loro contributo, innanzitutto condividendo le loro scelte didattiche e, successivamente, aiutandole anche nella creazione dei costumi. Impresa non semplice, considerati i tempi
assai ristretti a disposizione per la realizzazione del progetto (poco più di
un mese). Le insegnati hanno, inoltre, ringraziato, anche a nome delle colleghe, il dirigente scolastico, prof. Giuseppina Montella, per il supporto ricevuto ed il Comune di Acireale per aver concesso l’utilizzo della piazza e
dell’impianto di amplificazione.
Guido Leonardi
S
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ogno di volare insieme a te
Ti guardavo mentre una luce
illuminava la tua pelle,
splendevi come una stella.
Anche quando mi allontano ti sento vicino,
il tuo viso è dentro il mio cuore.
La poesia mi fa sentire libero…
sogno di volare insieme a te
come gli uccelli.
Vito Cutuli
> S E T T I M A N A L E IDG
attualità
di Giarre
N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014
La Rosa dei Venti
Viabilità e topografia
della Sicilia antica
Una struttura tesa ad orientare, come potrebbe significare
la sua denominazione, i diversi gruppi eversivi
«È
stato operato il tentativo
forse più pericoloso che la
destra reazionaria abbia
tentato e portato avanti dalla Liberazione ad oggi… Questo tentativo disgregante, che è stato portato con una
trama che aveva radici organizzative e
finanziarie consistenti, che ha trovato
delle solidarietà probabilmente non
soltanto di ordine interno ma anche di
ordine internazionale, questo tentativo
non è finito; noi sappiamo in modo documentato che questo tentativo è ancora in corso».
Questo grido di allarme veniva
lanciato il 5 novembre 1972 da parte
dell’on. Arnaldo Forlani (nella foto),
allora segretario della Dc, in un pubblico comizio a La Spezia. Erano trascorsi due anni dal golpe Borghese e le parole del leader democristiano testimoniano il clima di trame eversive che
perdurava nel paese. Dopo alcuni anni
di omertà, tentativi di copertura e connivenze negli anni 1970-1974, le inchieste giudiziarie hanno portato in
parte alla luce alcune organizzazioni
con le relative operazioni che misero in
atto manovre golpiste destabilizzanti.
La Rosa dei Venti era stata costituita come struttura di collegamento
fra diversi gruppi e movimenti: in essa
si collegavano gruppi terroristici della
destra extra parlamentare, associazioni
d’arma create o rafforzate allo scopo di
realizzare delle reti di sostegno ai militari, ufficiali dell’esercito inseriti nelle
strutture di sicurezza, movimenti di
opinione pubblica in favore dello Stato
forte, gruppi di militari americani facenti parte delle strutture di sicurezza
della Nato in Italia, e gruppi di massoni
tra i quali alcuni della P2 (Alliata di
Montereale, Edgardo Sogno), e altri
facenti parte del vertice dell’obbedienza di Piazza del Gesù del Gran Maestro
generale Giovanni Ghinazzi. Non è
chiaro se la Rosa dei Venti fosse
un’autonoma struttura tesa ad orientare
(come potrebbe significare la sua denominazione), i diversi gruppi eversivi
o se si trattasse di una specie di coordinamento di 20 diverse organizzazioni.
Certo è che essa dipendeva o, comunque, si coordinava con una struttura interna al servizio segreto ufficiale, il cosiddetto Sid parallelo, ma non coincideva completamente con essa.
Il più importante protagonista che
testimoniò, Roberto Cavallaro, mise in
rilievo come l’organizzazione della
Rosa perseguisse, attraverso l’intermediazione di gruppi terroristici, finalità
che non erano il colpo di Stato ma una
strategia del disordine e del terrore che
giustificasse un intervento volto a ristabilire l’ordine. Sulle deposizioni del
Cavallaro fu apposto, dal presidente
del Consiglio dell’epoca, Mariano Rumor, il segreto di Stato. Successivamente, in un’intervista del 17 ottobre
1974, Cavallaro affermava: «L’organizzazione esiste di per sé, ha una
struttura legittima il cui scopo è di impedire turbative alle istituzioni. Quando queste turbative si diffondono nel
paese (disordini, tensioni sindacali,
violenze e così via), l’organizzazione si
mette in moto per creare possibilità di
stabilire l’ordine. È successo questo:
che se le turbative non si verificavano,
esse venivano create ad arte da “organizzazioni” attraverso tutti quegli organismi di estrema destra, ma anche di
estrema sinistra, ora sotto processo
nel quadro delle inchieste sulle cosiddette trame nere (Rosa dei Venti, Ordine Nero, la Fenice, il Mar di Fumagalli, i Giustizieri d’Italia e tanti altri)».
Molteplici sono le testimonianze che
affermano che le diverse manovre di
quella stagione furono costruite su tre
dimensioni: quella puramente operativa e strumentale, quella ufficiale e semiufficiale operante dentro le forze armate e i servizi segreti, e quella internazionale di collegamento con la Nato.
Lo conferma il colonnello Amos
Spiazzi, uno dei principali protagonisti
imputati nei procedimenti del Sid parallelo e della Rosa dei Venti. Nella
commissione d’inchiesta Spiazzi dichiarava di considerarsi per la prima
volta sciolto dal vincolo della riservatezza in merito a materie coperte dal
segreto militare e di Stato. Il colonnello, lungamente operante in posizione
dirigente nell’Ufficio I (sicurezza e
informazione) dell’esercito, affermava
che nell’ambiente delle forze armate
erano sempre esistiti due strumenti:
«Un piano di emergenza interna e un
(segretissimo) piano di sopravvivenza». Il primo strumento prevedeva la
selezione di personale fedelissimo dell’esercito disponibile a partecipare ad
operazioni delicate; il secondo entrava
in funzione in caso di vacanza della
presidenza della Repubblica, di conflitto elettorale con il diretto intervento
dell’esercito e in caso di invasione
esterna. Il piano di sopravvivenza prevedeva, secondo Spiazzi, anche l’intervento, accanto ai militari, di raggruppamenti fidati, indicati in particolari schedature, e agiva sostanzialmente come un organismo potenzialmente
partigiano. Con la sua deposizione
Spiazzi forniva informazioni e spiegazioni del significato più autentico, anche se più recondito, di tutte le varie
operazioni messe in atto dal golpe
Borghese in poi. Si voleva cioè provocare, attraverso il cosiddetto disordine
spontaneo o innescato, l’attuazione di
piani di intervento militari e paramilitari, sostanzialmente ufficiali anche se
segreti, ma noti alle alte gerarchie militari e ai responsabili politici.
Quelle manovre eversive e destabilizzanti, comunque, non possono essere circoscritte a una dimensione nazionale e politica, risultando abbondanti le tracce del collegamento internazionale con gli ambienti Nato. Alcuni dei principali imputati nei processi
per eversione di quel periodo, il generale Francesco Nardella, ex capo del
Movimento Nazionale Opinione Pubblica, e il colonnello Angelo Dominioni, avevano avuto la responsabilità dell’Ufficio guerra psicologica presso il
comando Ftase (Forze Terrestri Alleate Sud Europa) della Nato: un ufficio
dalle attività misteriose che sembra
avere avuto tra i suoi compiti, in collegamento con la Cia, quello di studiare
le varie attività psicologiche da usare
in caso di colpi di Stato, guerre civili,
sommosse, controguerriglia e anche di
approfondire l’uso “scientifico della
strategia della tensione”. Al di là dei
tanti punti di collegamento fra settori
delle forze armate e settori dei servizi
segreti con le organizzazioni della Nato, sono le stesse fonti ufficiali che rivelano l’esistenza di questa dimensione internazionale propria dell’integrazione militare dell’Italia nella Nato.
Interrogato dalla Corte di Assise di
Roma, il 14 dicembre 1977, nell’ambito dell’istruttoria del Super Sid, il generale Miceli, alla domanda se esistesse, all’interno del Sid, una struttura parallela che si affiancasse a quella ufficiale con i suoi organismi occulti, rispose: «Vuole sapere se esiste un organismo segretissimo nell’ambito del
Sid. Ho parlato delle dodici branche in
cui si divide. Ognuna di esse ha come
5
“V
appendici altri organismi, altre organizzazioni operative sempre con scopi
istituzionali. C’è, ed è a conoscenza
anche delle massime autorità dello
Stato. Vista dall’esterno, da un profano, questa organizzazione può essere
interpretata in senso non corretto, potrebbe apparire come qualcosa di
estraneo alla linea ufficiale. Si tratta
di un organismo inserito nell’ambito
del Sid comunque svincolato dalla catena di ufficiali appartenenti al servizio I, che assolve compiti pienamente
istituzionali, anche se si tratta di attività ben lontane dalla ricerca informativa. Se mi chiedete dettagli particolareggiati, dico: non posso rispondere.
Chiedeteli alle massime autorità dello
Stato, in modo che possa esservi un
chiarimento definitivo».
Più volte sollecitato, Miceli precisava che i ministri della Difesa dell’epoca, Tanassi, Restivo e Andreotti,
erano perfettamente a conoscenza dell’organismo segretissimo.
La P2 si collocava e operava in un
ambito in cui si incrociavano e reagivano reciprocamente strutture segrete
e parallele dei servizi, manovre eversive e golpiste, organismi speciali delle
forze armate depositari di piani d’emergenza, velleità d’ordine, volontarie
connivenze dei politici pronti a strumentalizzare le trame internazionali
Nato. Sarebbe però errato attribuire alla Loggia, come tale, una funzione direttiva di tutta la strategia della tensione. L’organizzazione gelliana divenne,
piuttosto, il crocevia dei gruppi militari
e civili che tramavano talora come
punto di incontro, talaltra come collegamento e coordinamento e qualche
altra volta come centro di propulsione.
(6. – “Mezzo secolo di intrecci”
2014)
Salvatore Musumeci
«Occorre conoscere il passato per dare risposte al futuro» (Giuseppe Casarrubea)
iabilità e topografia
della Sicilia antica”,
vol. II, di Luigi Santagati, Edizioni Lusssografica, Caltanissetta 2013, è la seconda parte
(autonoma) di un’opera dedicata
all’argomento; il primo volume è
ormai irreperibile in forma cartacea, ma è consultabile su internet,
mentre il terzo aspetta ancora di
essere pubblicato e riguarderà il
tracciato delle Regie Trazzere.
Questo che presentiamo è incentrato sulla Sicilia alto-medievale ed arabo-normanna, specialmente della seconda metà del XII secolo, vista con l’occhio di alIdrisi, il famoso geografo arabo, ed è corredata da un prezioso dizionario topografico della Sicilia medievale. Non solo, il lavoro di
ricerca molto innovativo dell’architetto Santagati riguarda anche la
Sicilia tardo-medievale, all’incirca dalla prima metà del XV secolo,
quando risultò distrutto il sub strato di casali sparsi per tutta l’Isola
durante il regno di Federico II di Svevia e dei suoi successori Angioini ed Aragonesi, e fino all’anarchia che ne seguì.
Un capitolo dell’opera è dedicato alle fonti di conoscenza geografica arabo-normanna, con un’attenzione speciale ai geografi e
agli storici, al famoso “Libro di Ruggero” di Al-Idrisi, che è come
una guida turistica per visitare “il mondo”. Del libro vengono presentate e discusse le traduzioni, a cominciare da quella di Giovanni
Battista Raimondi del 1592, di Bernardino Baldi del 1600 e quella
in latino del 1619, pubblicata a Parigi. Seguono le trasposizioni più
recenti di autorevoli studiosi e, di ciascuna, si mettono in luce i pregi e i difetti. Una parte dello studio è incentrata, altresì, sui documenti medievali più importanti, sulla Carta della Sicilia dell’inizio
del secolo XI ritrovata alla fine del secolo scorso da Jeremy Johnson, professore dell’Università di Oxford e che è riprodotta in copertina: essa raffigura la Sicilia rivolta al Nord e, contrariamente alla solita maniera araba in cui le carte sono orientate verso il Sud,
“presenta l’isola ridotta ad un rettangolo dai lati arrotondati con
un incavo ed un cerchio nella parte superiore rappresentante la
città di Palermo”. Nel medesimo capitolo vengono passati in rassegna i testi fondamentali distinguendo Archivistica, Storia e Bibliografia.
Il capitolo II è dedicato alle divisioni amministrative e geografiche medievali, a cominciare da quelle religiose, con l’elencazione
delle diocesi romano-bizantine e di quelle normanne e oltre. Per
quanto riguarda gli aspetti amministrativi, si apprezza la rassegna
sui “Valli” e i loro confini e sugli insediamenti abitativi. Il capitolo
III, costituisce un unicum e passa in rassegna le concezioni matematiche arabe e le grandezze di misura. Finalmente, il capitolo IV
affronta il tema di fondo che dà il titolo all’opera e la qualifica tra le
più interessanti tra quelle pubblicate di recente. Infatti, offre una panoramica delle vie di comunicazione nel periodo arabo-normanno e
medievale, dei ponti esistenti all’epoca di Idrisi e di quelli risalenti
all’età greca, romana e normanna, delle permanenze e dell’utilizzo
della rete stradale romana.
Il dizionario topografico della Sicilia medievale, che costituisce il nucleo “forte” dell’opera, è davvero frutto di certosine ricerche, che mettono a disposizione degli studiosi e degli appassionati
di storia la rassegna dei toponimi e le notizie più importanti su ciascun sito. Nulla viene trascurato e, in taluni casi, vengono messi in
risalto ambiguità e dubbi. Al libro sono abbinate due utilissime tavole, realizzate dall’autore, sulla viabilità e la topografia medievale
della Sicilia.
Giovanni Vecchio
Quando la Storia… diventa territorio
A Sant’Alfio si rinnova la ricorrenza del VI anniversario del riconoscimento Unesco
conferito al Castagno dei Cento Cavalli quale “Monumento messaggero di pace nel mondo”
L
a vetusta “Pianta” simbolo
di Sant’Alfio, il Castagno
per eccellenza, è stato riconosciuto, il 18 maggio 2008, dall’Unesco “Monumento Messaggero di pace nel mondo” per la seguente motivazione: ”Meta agognata in ogni tempo e rifugio di uomini e donne di qualsiasi condizione, uniti dal comune desiderio di
ritrovare se stessi mediante il pacifico contatto con la natura…”. Ad
aprire l’evento celebrativo è stato il
sindaco Giuseppe Nicotra, il vice
sindaco Rosario Tornabene, il presidente del Consiglio comunale
Renato Finocchiaro, insieme alla
presidente del Club Unesco di Acireale, Nellina Ardizzone. Apertura
che è stata accompagnata dall’inaugurazione della mostra dei fumetti dal tema “La Castagna del
sorriso”, giunta alla seconda edizione. La mostra è stata allestita
nell’atrio del Palazzo comunale, le
immagine sono state commentate
da Fulvio Viesi, presidente dell’associazione “La Tutela dei Marroni”, di Castiglione di Brentonico
nel Trentino, città gemellata con
Sant’Alfio.
Il gruppo dei visitatori ha raggiunto il Castagno dove è stata allestita un’altra esposizione di oggetti, realizzata dagli studenti del
liceo artistico statale “Brunelleschi” di Acireale e dell’istituto
d’arte “R. Guttuso” di Giarre, as-
sieme ad una produzione di piccoli
souvenir che rinnovano le antiche
usanze e la tradizione del Castagno. Alcuni brani musicali eseguiti
dagli studenti del Liceo classico
“Amari” hanno accompagnato l’evento dell’inaugurazione di una
targa ricordo, allocata sotto la chioma del Castagno e donata dai consiglieri di maggioranza di Sant’Alfio.
La Presidente del Club Unesco
di Acireale, Nellina Ardizzone, ha
consegnato il Premio “Sant’Alfio
Fonte di Pace 2014”, alla giornalista Viviana Mazza, inviata nei paesi in guerra del Mediterraneo per
seguire storie di donne e di uomini
afflitti dalle tragedie della guerra e
della povertà, e all’artista delle croci di Lampedusa Franco Tuccio,
impegnato a cogliere l’attenzione e
dare il giusto valore alle migliaia di
vite di migranti spezzate durante il
viaggio in terra di fortuna. Ha concluso la ricorrenza dell’anniversario del Riconoscimento Unesco la
celebrazione della santa messa con
raccolta di fondi per l’ attività CoAction a favore delle popolazioni
delle Filippine colpite dal tifone
Haiyan.
Il “Castagno Millenario” è stato cantato e descritto da numerosi
viaggiatori e studiosi, soprattutto
nel ‘700 e nell’ 800, con rituali e
leggende. È diventata una pianta
ricca di fascino, legata a quel mito
che vuole che, in una notte burrascosa, una regina di nome Giovanna sia stata amata da cento cavalieri del suo seguito e che con lei avevano trovato rifugio sotto la chioma e negli anfratti del tronco del
maestoso albero. Albero che, per
tantissimi secoli, ha forgiato la storia della “Pianta” e del “territorio
di Sant’ Alfio, oggi meta di visitatori di tutto il mondo”.
Anna Fichera
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> S E T T I M A N A L E IDG
catania e provincia
N. 20 • Sa bato 14 Gi ugno 2014
di Giarre
Iniziano le grandi manovre?
C
Randazzo: la consigliera comunale Stefania Salanitri lascia il gruppo
“Per Francesco Sgroi Sindaco” e si dichiara indipendente
on una dichiarazione
letta durante la seduta
del consiglio comunale
dello scorso giovedì 5
giugno, la consigliera
comunale Stefania Salanitri, ha ufficializzato la sua uscita
dal gruppo “Per Francesco Sgroi Sindaco”. “È trascorso un anno dalle elezioni e oggi ho maturato la decisione
di lasciare il mio ex gruppo consiliare
[adesso composto da Alfio Pillera e
Carmelo Scalisi, ndr] per intraprendere una strada da indipendente – dichiara la consigliera Salanitri, che aggiunge –. Sono consapevole e certa di proseguire il mio percorso basato su principii solidi quali l’umiltà, la serietà,
l’onestà e la lealtà nei confronti sia
della cittadinanza, sia del consiglio comunale, sia del gruppo consigliare da
cui provengo. Ho preso le distanze dal
gruppo per una scelta
personale, pertanto –
conclude – d’ora in poi
valuterò
autonomamente le proposte di deliberazione che mi si
presenteranno e come
sempre voterò con
scrupolo e attenzione
per il bene della città”.
Il capogruppo della
lista “Per Francesco
Sgroi Sindaco”, Alfio
Pillera, dal canto suo,
commenta così l’episodio: “Prendiamo atto
della scelta della consigliera Salanitri
e rispettiamo la sua decisione personale. Nonostante l’uscita dal gruppo della consigliera – continua Pillera –, la
nostra opposizione sarà ferma e rigorosa poiché la situazione politico-am-
ministrativa non promette nulla di buono per il
futuro, il paventato cambiamento rispetto al passato propagandato in
campagna elettorale dal
sindaco Mangione non vi
sarà, anzi appare chiaro
a tutti che tra non molto
avverrà la “restaurazione” del vecchio modo di
fare politica”.
Intanto, la situazione
nel civico consesso rimane fluttuante e in continua evoluzione e il dibattito politico locale rimane sempre ancorato alla risoluzione dell’eventuale
allargamento della maggioranza (che,
attualmente, conta soltanto otto consiglieri su venti), necessaria per far quadrare i conti in consiglio. Già da qual-
che tempo, circolano indiscrezioni riguardo a un possibile accordo tra l’attuale maggioranza e il gruppo “Del
Campo Sindaco”, ma allo stato attuale,
nonostante i tatticismi, questa possibile
alleanza di governo non si è ancora
concretata. Tuttavia, alla luce della
fuoriuscita della consigliera Salanitri e
dei malumori che insistono nella stessa
maggioranza su possibili aperture verso altri gruppi formati da ex amministratori, il quadro politico consiliare si
arricchisce di nuovi elementi, prospettandosi uno scenario inedito. L’attuale
maggioranza potrebbe attrarre a sé singoli consiglieri, senza pregiudizi e con
il consenso anche dei dissidenti.
Gaetano Scarpignato
Cinque anni per una svolta
San Gregorio: il Consiglio comunale revisiona lo Statuto allargando le sfere di
rappresentanza della cittadinanza ma alcuni orizzonti restano ancora preclusi
D
opo una lunga gestazione, durata più di cinque anni, il Consiglio comunale di San Gregorio ha revisionato lo Statuto comunale
della propria cittadina. Le modifiche
apportate, nella maggioranza dei casi,
sono degli adeguamenti di legge proposti dai segretari comunali che, nel
tempo, si sono succeduti. Le novità, invece, che il Consiglio comunale precedente aveva proposto e che quello attuale ha accolto ampiamente, aprono
l’istituzione comunale ai cittadini, anche a quelli più piccoli. Saranno, infatti, rappresentati sportivi, immigrati,
amanti degli animali che certamente
porteranno più linfa all’attuazione di
politiche che daranno maggiore sostegno alla vivibilità della cittadina sangregorese.
Il Primo cittadino, però, invita tutti
ad evitare sterili polemiche: “Non cadiamo nelle futili polemiche dell’opposizione – ha commentato il sindaco,
Carmelo Corsaro –, questo Statuto andava approvato già tre anni fa; la passata Amministrazione solo per un disegno di spartizione di poltrone ne aveva
ritardato l’approvazione. Ringrazio,
quindi, tutti i consiglieri comunali che
ci hanno aiutato, accelerando questo
percorso, a presentare nuovi strumenti
amministrativi che fino ad oggi non
erano applicabili. Tanti emendamenti
sono stati accolti ove questo è stato
possibile, ritengo, però, che bisogna
rispettare le culture e i valori dei consiglieri comunali”.
Più volte, si è parlato di convivenza e unioni di fatto e qualche emendamento in merito è stato respinto: “La
nostra società – ha spiegato il dott.
Corsaro – non ci sembra ancora pronta
a metabolizzare queste scelte che, comunque, a gran voce dovrebbero essere discusse e legiferate dagli organi
superiori competenti”.
Michele Milazzo
Atto d’amore per il futuro
È
A Catania nasce il primo modello italiano di solidarietà scolastica,
rivolto a tutti gli studenti del territorio nazionale
stata presentata ufficialmente
lunedì mattina, a Catania, l’associazione culturale “G. Turrisi
Colonna”, primo modello italiano di
solidarietà scolastica, iniziativa è rivolta a tutti gli studenti del territorio nazionale.
Un supporto economico per l’immatricolazione all’Università, per il
conseguimento delle certificazioni linguistiche e della patente informatica,
l’erogazione di borse di studio, e ancora diverse agevolazioni per partecipare
ai viaggi d’istruzione o per acquistare i
libri di testo: sono alcune delle attività
che verranno promosse, a partire dal
prossimo anno scolastico, dall’Associazione culturale “G. Turrisi Colonna”, la prima Onlus italiana che ha l’obiettivo di aiutare gli studenti meno abbienti, ma meritevoli, di intraprendere
il miglior percorso di studi, che possa
valorizzare le loro eccellenti capacità.
Un modello di solidarietà che fa
del diritto all’istruzione e della formazione gli strumenti con cui combattere
la povertà, sia economica che culturale, un’iniziativa di matrice europea voluta in Italia dalla scuola più antica di
Catania – lo storico liceo “G. Turrisi
Colonna” – grazie all’impegno della
sua dirigente Anna Maria Di Falco, di
numerosi docenti e del personale Ata.
Un valido esempio di sussidiarietà
sociale che intende proporsi alle altre
scuole della penisola italiana e al Ministero dell’Istruzione: «Facciamo appello anche alla pubblica cittadinanza
– ha affermato la dirigente Di Falco,
durante la presentazione ufficiale nella
sede dell’Istituto – affinché tutti possano contribuire, con le proprie competenze e capacità, allo scopo virtuoso
dell’Associazione. Il nostro primo
compito sarà quello di scegliere i crite-
ri trasparenti con cui individuare le intelligenze da premiare, nel nostro territorio ma anche nel resto del Paese».
L’importanza dell’iniziativa è stata
compresa appieno dalla forze sociali
della città etnea. Sono intervenute, infatti, le maggiori autorità locali: l’arcivescovo di Catania mons. Salvatore
Gristina, esprimendo un sentito plauso,
ha benedetto la targa in cui è stato dipinto il logo dell’Associazione, realizzato dagli studenti del Liceo tramite un
concorso di idee; il viceprefetto Anna
Maria Polimeni ha sottolineato «la
preziosa opportunità» offerta; il rettore
dell’Università catanese Giacomo Pignataro ha ribadito, invece, la necessità
della «filiera dell’istruzione» di lavorare in unità e per la continuità degli
studi; il presidente del Tribunale dei
Minori, Maria Francesca Pricoco, ha
sottolineato come questa iniziativa riconosca «i diritti inviolabili dell’uomo,
chiamato ad adempiere i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, come sancito dall’art. 2
della Costituzione»; il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale di Catania, Antonio Gruttadauria, ha voluto rilevare l’alto valore della scuola catanese dimostrato con quest’azione; in rappresentanza dell’Amministrazione comunale sono intervenuti gli assessori
Valentina Scialfa (Politiche scolastiche), Angela Mazzola (Attività produttive), e Luigi Bosco (Lavori pubblici),
definendo la nuova Onlus «un dono
per Catania, un atto d’amore nei confronti del futuro della città rappresentato proprio dai giovani studenti promettenti». Presente anche Giovanni
Russo, luogotenente per la Sicilia dell’Ordine equestre del Santo sepolcro di
Gerusalemme.
Antonio Percolla
“Maria
di Nazareth”
Mascali: andato in scena con
grande successo il Musical
che ha accompagnato la
celebrazione dell’anniversario
dell’apertura della chiesa
mariana della Nunziatella
G
iorno 8 giugno presso il Collegio delle Figlie di
Maria Ausiliatrice è andato in scena il Musical
“Maria di Nazareth”. Questa rappresentazione
nata da una iniziativa del parroco Arciprete don Carmelo Di Costa e della regista Claudia Marchese, per ricordare l’evento dell’apertura della chiesa mariana della
Nunziatella e dell’anno Giubilare indetto dal 7 novembre 2013, giorno della apertura della suddetta chiesa, al
giorno 7 novembre 2014.
Partendo proprio dallo slogan dell’anno Giubilare,
“Gesù è il Signore nato da Maria”, Claudia ha rielaborato 4 musical famosi, apportando delle modifiche e
coinvolgendo molti parrocchiani di varia età. La commedia musicale è divisa in 2 atti, con regia e scenografia di Claudia Marchese, coreografie di Mariarita Ricca, Stefania Quisillo, Giusy Bafera, Sara La Rosa ed
Agata Messina; trucco e capelli Martina Scaffidi, video
e musiche Suor Enza Cavallaro, tecnico luce-scene ed
aiuto regia Leonardo Licciardello, suggeritrice Iolanda
Catalano, presentatrice Giovanna Lo Giudice, montaggio video Annalisa Patanè, alle riprese Valeria Finocchiaro, alla fotografia Lucy Fresta, abiti di Salanitri
Grazia e Giovanna Lo Giudice.
Attori, ballerini e cantanti sono stati: Claudia Marchese (nel ruolo di Maria di Nazareth da giovane nel
primo atto e, nel secondo atto, nel ruolo della Maddalena); Isidoro Finocchiaro (nel primo atto nel ruolo di
San Giuseppe, nel secondo atto nel ruolo di Gesù); Viviana Tomarchio (nel ruolo della Madonna, nel secondo atto); Mariarita Ricca (nel ruolo di Miriam); Agata
Messina (nel ruolo dell’arcangelo Gabriele); Sara La
Rosa e Giusy Bafera (nel ruolo degli angeli); Mario
Privitera (nel ruolo di Giacomo); Danilo Santitto (nel
ruolo di Pietro); Mario Finocchiaro e Giuseppe Musumeci (nel ruolo di centurioni); Dino Reale (nel primo
atto, nel ruolo del diavolo, nel secondo atto, nel ruolo di
Pilato); arciprete don Carmelo Di Costa (nel ruolo di
Simeone); Gianmarco La Rosa (nel ruolo di Josek);
Marinella Acquafermata (nel ruolo di Falek); Antonino
Messina (nel ruolo di Tommaso); Mariangela Cardillo
(nel ruolo di Santa Elisabetta); Giulio Marchese, Mariachiara Marchese, Tiziana Messina, Serena Santitto,
Alice Messina, Martina Blanco, Matilde Rizzo, Miriam
Rizzo, Carmen Russo, Rosario Russo, Elena Gangemi,
Antonio Stella, e Stefania Quisillo (farisei, nazzareni).
Il successo è stato sancito in maniera chiara dagli
applausi ma, soprattutto, dall’impegno che i protagonisti hanno speso sia nella fase della preparazione e delle
prove, sia, in quella più emozionante, della messa in
scena del musical.
Giuseppe Musumeci
Riceviamo e pubblichiamo
Elezioni europee ed amministrative a Giardini Naxos
I
n relazione all’articolo del
“Gazzettino” titolato “Giardini
Naxos, il responso delle urne”
pubblicato nell’edizione del 7 giugno u.s. a firma di Francesco Bottari, desideriamo esprimere alcune
nostre considerazioni. L’argomento trattato si riferisce alla politica
giardinese a seguito delle recenti
elezioni europee.
Non confutiamo la legittima
soddisfazione del prof. Bottari in
quanto è evidente nei numeri ed
anche perché, da liberaldemocrati-
ci, rispettiamo le opinioni altrui.
Pur tuttavia, riteniamo doveroso
chiedere:
- perché l’autore del suddetto
articolo ha attribuito a Forza Italia
il 16% e non la percentuale ottenuta da tale partito nella nostra città,
che è il 21,71% (voti 677)?
- perché lo stesso ha usato nei
confronti del Movimento 5 Stelle e
di Forza Italia gli attributi di “inchiodato” per il primo e di “umiliata” per la seconda? Forse il giornalista avrebbe fatto bene ad attende-
re i ballottaggi delle elezioni comunali di qualche giorno fa.
Per quanto ci riguarda, non ci
sentiamo umiliati in quanto davamo per scontato il calo dei nostri
consensi, conseguenza anche delle
recenti separazioni politiche, che
speriamo di neutralizzare con la
creazione di una nuova formazione
di Centrodestra; a Giardini Naxos
stiamo lavorando anche per questo,
e siamo sulla buona strada.
Il Club di “Forza Italia” di
Giardini Naxos, che i sottoscritti
rappresentiamo, ha un obiettivo
primario: formare gruppi di lavoro
che si dedichino ai rispettivi settori
di competenza, avendo come unico
obiettivo l’interesse della città e
come imperativi “Passione”, “Onestà”, “Altruismo” e, soprattutto,
“Serenità”.
Si sono avvicinati a noi, caro
preside Bottari, giovani uomini e
donne che fanno onore alla cultura,
all’arte ed allo sport; ma anche meno giovani intenzionati a ridare dignità alla politica: noi puntiamo
sulla qualità, e non ci interessa la
“quantità” ad ogni costo; e potremmo anche perdere ma non “perderci”.
Parteciperemo, pertanto, alle
prossime elezioni amministrative
di Giardini Naxos all’interno di
una coalizione che avrà un programma finalizzato a ridare lustro
alla nostra bella città.
Per quanto riguarda l’attuale
Amministrazione Comunale, sappiamo bene che ha vinto con tremila voti e che, pur tuttavia, non ha
prodotto gli effetti sperati.
Ormai è troppo tardi, caro preside Bottari: le sue esortazioni sarebbero dovute venire prima.
Ci permettiamo di aggiungere
che desideriamo una campagna
elettorale senza esasperazioni, incentrata su proposte e progetti fattibili e non su spartizioni di incarichi
e promesse di lavoro.
Alfio Marano e Mario Roma
(presidente e portavoce del Club
“Forza Italia” di Giardini Naxos)
7
> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
N. 20 • Saba to 14 Giugno 2014
Consiglio Comunale a Francavilla: tutti a casa
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ufficialmente decretato la decadenza dell’organo
consiliare della cittadina dell’Alcantara, “colpevole” di non aver approvato entro i termini il Bilancio 2013.
Si continua, tuttavia, a sperare nel buon esito del ricorso contro il precedente atto di sospensione
A
lla fine della settimana
scorsa, mentre il nostro
“Gazzettino” era già in
stampa, agli ormai ex
quindici consiglieri comunali di Francavilla di
Sicilia veniva notificato il decreto con cui
il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha ufficialmente proceduto allo scioglimento del civico consesso francavillese per non essere riuscito ad approvare
entro i termini il Bilancio 2013.
Adesso, dunque, è ormai assodata la
decadenza del Consiglio Comunale della
cittadina dell’Alcantara, anche se continua
a pendere la “spada di Damocle” del ricorso che alcuni consiglieri, rappresentati dagli avvocati Andrea Lo Presti e Francesco
Silluzio, hanno presentato nei giorni scorsi
contro il preliminare provvedimento di sospensione.
Potranno i vizi di tale atto propedeutico (tra cui la mancata indicazione della durata del periodo di sospensione e delle autorità cui fare ricorso) inficiare anche il
successivo recente provvedimento con cui
è stata sancita la decadenza dell’organo
consiliare francavillese? Gli avvocati Sil-
luzio e Lo Presti ci stanno ragionando sopra, riservandosi ulteriori iniziative giudiziarie.
Sta di fatto che da ormai una settimana
la comunità di Francavilla di Sicilia si trova a tutti gli effetti (soprattutto giuridici)
ad essere guidata solo dal sindaco Lino
Monea e dai suoi assessori, mentre i consiglieri comunali, eletti esattamente due anni
fa, non hanno più alcuna voce in capitolo.
Ed a meno di successive “sorprese”, tale poco “democratico” scenario caratterizzerà la vita politico-amministrativa dei
prossimi tre anni in quanto, stando alle nor-
mative vigenti, sembrerebbe
assodato che, capitolando il
Consiglio Comunale, gli organi esecutivi, ossia il sindaco e
la Giunta, possono tranquillamente rimanere in carica sino
alla scadenza naturale del
mandato elettorale.
A fare le veci dell’organo consiliare
provvederà un commissario regionale (in
questa prima fase è la dottoressa Maria Riva, la quale è anche segretario comunale a
Giardini Naxos), che comunque non potrà
spingersi oltre gli atti di ordinaria ammini-
strazione, probabilmente non sufficienti a
dare una “scossa” ad una comunità in preda ad una profonda recessione economica
ed al conseguente malessere sociale.
Rodolfo Amodeo
A Graniti un angolo di Lourdes
È in contrada Postoleone, dove cinquant’anni fa la signora Giovanna Longhitano ha miracolosamente “scoperto” un ambiente
naturalistico molto simile a quello francese in cui la Madonna apparve a Bernadette. La grotta con la statua di Maria e l’annessa
cappelletta sono assurte a luoghi di culto e meta di pellegrinaggi annuali per tantissimi fedeli della Valle dell’Alcantara
M
ezzo secolo di fede cristiana: è quello intensamente vissuto dalla signora Giovanna Longhitano, la
quale non ha tenuto per sé la propria spiritualità, ma ha voluto condividerla con un’intera comunità,
ossia quella di Graniti, ridente Comune della Valle dell’Alcantara in
cui la mistica risiede.
E quest’anno, nella ricorrenza
di questo mezzo secolo, nel paesino alcantariano sono stati particolarmente solenni i festeggiamenti
in onore di Santa Maria di Lourdes,
il cui culto a Graniti e dintorni si
deve proprio alla signora Longhitano in quanto è per iniziativa di quest’ultima che, esattamente cinquant’anni fa, in una campagna
della contrada denominata “Postoleone” (immediatamente adiacente
alla Strada Statale 185) venne collocata una statua della Vergine apparsa nel 1858 alla giovane contadina francese Bernadette Soubirous.
Così qualche settimana addietro, in occasione di tale cinquantenario, la festa granitese della Madonna di Lourdes, celebrata ogni
ultimo giorno di maggio, ha registrato una più che mai massiccia
partecipazione di pellegrini devoti
provenienti dai vari Comuni del
comprensorio guidati dai rispettivi
parroci nonché la presenza di
Mons. Carmelo Lupò, vicario
generale dell’Arcidiocesi di
Messina, Lipari e Santa Lucia
del Mela.
Abbiamo incontrato Giovanna Longhitano alla vigilia
dell’importante momento di
religiosità, mentre era intenta
nei preparativi per rendere accogliente quel lembo di territorio in cui si staglia una grotta
evocante proprio quella di
Massabielle dove, oltre un secolo e mezzo fa, la Vergine ebbe a mostrarsi a Bernadette.
Ciò nonostante, la fervente devota ha cordialmente accettato di
dedicarci alcuni minuti per rispondere a qualche nostra domanda
sulla sua profonda ed esaltante
esperienza di fede.
- Signora Longhitano, cosa
l’ha realmente indotta a “regalare” ai suoi concittadini, e più in
generale all’intera Valle dell’Alcantara, questo luogo di preghiera e spiritualità?
«Semplicemente un sogno che
feci nel 1962, all’età di ventidue
anni, nel quale mi vedevo alle prese con la realizzazione, in una
campagna poco distante da dove a
tutt’oggi abito, di una cappelletta
in cui collocare una piccola statua
della Madonna. Due anni dopo,
alla grotta, che con i dovuti restauri ed adeguamenti strutturali, effettuati grazie ai contributi economici di diversi fedeli
di Graniti e dintorni, ho trasformato in cappella. L’altare di
marmo ai piedi della grotta è
stato, invece, costruito per volontà dell’allora parroco di
Graniti, Filippo Calabrò».
- Come ha vissuto i due anni intercorsi tra il “sogno” ed
il suo avverarsi?
«Di quel sogno non ne parlai con nessuno, tranne che con
il compianto parroco Calabrò.
Giovanna Longhitano e la grotta con la Madonna Dell’intuizione avuta due anni
di Lourdes in contrada Postoleone dopo riprendendomi da quello
svenimento in contrada Postoleone misi, invece, al corrente
mentre mi recavo a piedi in contra- sognato».
da Postoleone, venni colta da un
- Ha fatto tutto a sue spese sia Padre Calabrò che mia madre.
improvviso malore. Quindi mi ac- oppure le sono venuti incontro i Comunque, come solitamente avcasciai a terra, e quando rinvenni fedeli locali con le loro libere of- viene in casi del genere, in famiglia
cominciarono a nutrire dei dubbi
il mio sguardo si trovò di fronte ferte?
uno sperone di roccia ingarbuglia«Diciamo che per prima cosa sulla mia sanità mentale…».
- Questo suo spiccato misticito tra rami ed erbacce varie. Al- ho chiesto alla proprietaria di quel
l’improvviso, però, una fortissima terreno il permesso di collocare smo, dunque, le ha creato dei
folata di vento scostò violentemen- nella roccia la statua di Maria; do- problemi a livello sociale?
«Purtroppo sì, anche se ne sote quella vegetazione, consentendo podiché mi sono prodigata io stesdi rivelare ai miei occhi l’esistenza sa per decespugliare la zona, far no sempre uscita fuori a testa alta.
in quella roccia di una grotta, po- costruire una scala di accesso alla Furono i miei stessi familiari a farsta a circa dieci metri dal suolo e grotta ed, ovviamente, acquistare il mi visitare da un neuropsichiatra il
straordinariamente somigliante al simulacro della Madonna. Succes- quale, pur non considerando grave
luogo in cui la Vergine apparve a sivamente ho comprato anche, per il mio stato, mi fece ugualmente riLourdes: è proprio lì che ho realiz- quattordici milioni delle vecchie li- coverare in una casa di cura, da
zato quanto, due anni prima, avevo re, una piccola casa rurale attigua cui poi mi “liberò” mio marito. Sta
di fatto che oggi mi reputo una persona assolutamente “normale”,
con due figli pienamente realizzatisi nella vita, di cui uno psicologo a
Roma il quale ci tiene sempre a
presenziare all’annuale celebrazione mariana di fine maggio in
contrada Postoleone».
- A parte quel sogno di cinquantadue anni fa, grazie al quale le comunità di Graniti e di tutta la Valle dell’Alcantara hanno
rafforzato la loro devozione alla
Madre di Gesù, ha avuto altre visioni nel corso della sua vita?
«Certamente: mi è apparso
spesso San Francesco d’Assisi, ragion per cui mi onoro di militare
nell’Ordine laico delle Terziarie
Francescane. Ma sono anche molto devota a Padre Pio, il quale è
personalmente venuto a conoscenza dell’esistenza della sottoscritta
tramite la mia madrina taorminese
Maria Giaquinto, che gli inviò una
lettera descrivendo il mio impegno
religioso, alla quale seguì una missiva di risposta in cui si leggeva
che il Frate (oggi Santo) di Pietrelcina avrebbe “pregato per me”.
Ed, in effetti, sono ancora qua; e,
nonostante i tanti ostacoli che ho
incontrato sul mio cammino di fede, tutto mi è andato bene».
R.A.
La dolce “Pausa” di Angelo Zagari
A Francavilla di Sicilia e dintorni sta letteralmente spopolando la simpatica competizione
ideata da un appassionato buongustaio, il quale sottopone al suo insindacabile e “severo”
giudizio i dessert e le altre varie leccornie che si è soliti preparare in casa
I
cosiddetti “social network”, ed
in particolare “Facebook”, sono
ormai protagonisti della vita
quotidiana di ognuno di noi, transitando da essi tutte le comunicazioni e le informazioni di cui bisogna
necessariamente tenere conto per
rimanere “aggiornati” ed essere
“cittadini del nostro tempo”. Ma i
“new media” consentono anche di
“autogenerare” personaggi ed
eventi che, sino a qualche anno fa,
si sarebbero potuti imporre all’attenzione dell’opinione pubblica
(sicuramente con maggiori difficoltà e non sempre meritatamente)
solo tramite i mass media tradizionali. Così, a Francavilla di Sicilia e
nei viciniori Comuni della Valle
dell’Alcantara, grazie alla “contagiosa” creatura di Mark Zuckerberg sta ormai da diversi mesi spopolando la “Pausa” di Angelo Za-
gari, ossia una simpatica gara individuale a chi realizza il miglior
dolce (torte, crostate, pasticcini,
ecc.) per poi essere premiati con la
consegna di un artistico grembiule,
la cui “cerimonia”, che vede nelle
vesti di brillante “presentatore” lo
stesso Zagari, viene spesso videoripresa e postata sull’apposita pagina
di Facebook e, quindi, condivisa
nei profili di tutti gli interessati.
L’originale trovata di colui il
quale ormai tutti identificano come
“Mister Pausa”, sta riscuotendo
molto successo, e qualcuno ravvisa
in essa un autentico “fenomeno
massmediatico” essendo incentrata
su di un semplice buongustaio che,
tramite il “tam-tam” di Facebook,
si ritrova quotidianamente nella
propria abitazione decine di persone (in particolare casalinghe) le
quali sottopongono al suo insindacabile giudizio quanto da esse prodotto per soddisfare gli esigenti palati di familiari ed amici. Al di là
dell’aspetto competitivo, dunque,
l’iniziativa consente di potersi avvalere di un esperto “assaggiatore”.
«Ma “Pausa” – ci dice “filosoficamente” al riguardo il suo ideatore Angelo Zagari (nella foto) –
vuol anche essere un ideale invito
ad interrompere, almeno qualche
minuto al giorno, la freneticità delle nostre esistenze per assaporare
quanto di “dolce” la vita può ancora, nonostante tutto, offrirci».
Alla faccia… del diabete, della
glicemia e dei chili di troppo, abbiamo quindi contattato “Mister
Pausa” per saperne di più su questa
sua “dolce” iniziativa “gastromediatica”.
- Caro Angelo, come ti è venuta l’idea di “Pausa”?
«La pausa è un momento di relax tra un impegno e l’altro; ossia
una manciata di minuti per rilassarci, durante i quali tanti esseri
umani siamo soliti deliziarci i palati con alcune prelibatezze, che
non possono certo essere piatti di
pasta o secondi (consumati a pranzo o a cena), ma semplici dolciumi.
Tale mia iniziativa è nata spontaneamente, grazie anche ai gusti ed
alle cognizioni che ho maturato
con i miei studi giovanili presso un
istituto alberghiero, ma che non ho
potuto mettere a frutto professionalmente in quanto il “destino” mi
ha portato a trovare impiego in
tutt’altro settore (un’industria car-
taria, ndr)».
- Come si svolge esattamente
tale “sfida” e come scegli i singoli
partecipanti?
«Ormai i concorrenti mi vengono a trovare direttamente a casa
per sottoporre al giudizio del mio
palato le loro specialità. Sono, comunque, disposto a venire a “fare
esami” anche a domicilio. Per il
resto, una volta degustate le leccornie che mi vengono proposte,
decido in totale autonomia se
“promuovere” o “bocciare”: nel
primo caso do in premio il grembiule con su scritto “Pausa” e l’inserimento (con foto o filmato) nella
relativa pagina che ho creato su
Facebook».
- Sino ad oggi hai impartito
più “promozioni” o più “bocciature”?
«Devo dire che, purtroppo, sono in maggioranza i bocciati».
- E cosa dici a chi non supera
la prova, magari dopo aver tu
trangugiato tutto il suo dolce?
«Il dolce lo trangugio tutto se
mi piace, altrimenti mi fermo e dico a chi l’ha preparato di riprovare con un altro dolce in quanto
quello presentatomi non è da…
Pausa».
- Ma chi provvede all’acquisto degli allegri grembiuli che dai
in premio (uno dei quali, addirittura, è stato avvistato sugli spalti
dello “Juventus Stadium” durante un’importantissima partita del recente campionato di Serie A)?
«Diciamo che, in attesa di
qualche “benefattore” appassionato di dolci come me, per adesso
mi sto autofinanziando. Quanto
prima, comunque, al grembiule aggiungerò altri gadget».
- Quali sono i tuoi ricordi più
belli di tale particolare esperienza in questa fase iniziale?
«Sicuramente i premi che ho
dato a donne di fuori paese (ossia
di Giardini Naxos, Taormina, Letojanni, Calatabiano, ecc.) venute
appositamente a cercarmi per sottoporsi alla gara. Anch’io dunque,
nel mio piccolo, con questa iniziativa contribuisco a rendere “famosa” Francavilla di Sicilia».
- E qual è stato l’episodio più
curioso in cui ti sei imbattuto?
«Quando una signora mi ha
presentato una torta dall’aspetto
stupendo, ma con un ingrediente
“da incubo”: lo zucchero dietetico!… Naturalmente mi sono rifiutato di assaggiarla, con conseguente… sonora bocciatura».
- Viceversa, dovendo proclamare un vincitore assoluto, a chi
assegneresti il principale grembiule di questi primi mesi di
“Pausa”?
«Sicuramente alla signora
Giusy Ricciardo, di Francavilla di
Sicilia, ed alla sua meravigliosa
crostata alla marmellata».
- I tuoi familiari sono contenti della tua “Pausa”?
«Devo dire che ne sono orgogliosi sia mia moglie Giovanna che
i miei figli Antonino e Gaetano. E
di quest’ultimo sono particolarmente orgoglioso anch’io in quanto milita nella gloriosa banda musicale “Vincenzo Bellini” di Francavilla. Comunque, dopo questa
lunga intervista, anche tu ti meriti
una… Pausa. Ah… Ecco! Stanno
proprio suonando alla porta: è una
signora che vuole esaminato il suo
“tiramisu”. Non c’è miglior occasione per fare Pausa insieme a
me…».
R.A.
8
> S E T T I M A N A L E IDG
N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014
attualità
di Giarre
Un raduno, il futuro è… Verde Azzurro
Randazzo: Try Out di Baseball per Ragazzi e Cadetti, unica selezione in Sicilia
per formare la Nazionale Sud che parteciperà al MundialHit
A
l campo di baseball di
Randazzo, si è tenuto il
Try Out Baseball categorie Ragazzi e Cadetti, per
il progetto Verde Azzurro
MundialHit. Il raduno è
stato svolto con il coordinamento tecnico
del responsabile dalla nazionale sud, Ivani
Licciardi, e dallo staff del progetto Verde
Azzurro, composto da Riccardo Messina e
Antonio Russo. I ragazzi selezionati avranno la possibilità di partecipare al prossimo
MundialHit che si terrà dal 6 al 10 agosto a
Nettuno.
L’occasione è diventata opportunità
per dare una chance alle nuove leve del baseball, che spesso non hanno la possibilità
di partecipare a tutti i tornei giovanili a
causa della posizione geografica della Sicilia, avendo così tante difficoltà, logistiche ed economiche, che non permettono di
spostamenti agili. La Sicilia, tuttavia, ha
un grande potenziale, che deve essere sviluppato con il supporto di progetti come
quello del Verde Azzurro.
“Lo scouting per la nazionale sud – dice il responsabile Licciardi – ci consente di
fare ampie selezioni in regionali quali la
Puglia, Basilicata, Campania, Lazio e appunto Sicilia. Questo è il terzo Try Out,
l’ultimo che svolgiamo ed anche l’unico in
tutta la regione. Pensiamo che tutti i ragazzi possano avere un futuro in questo
sport ma è importante che giochino molto.
La realtà siciliana la conosco bene, perché
ho giocato qui per dieci anni, in città come
Ustica, Catania e Messina, per
cui è scontato dire che più si
pratica questo sport, più si allena e più si impara, altrimenti
diventerebbe tutto più difficile.
Qui ci sono molti ragazzi con
talento, che abbiamo potuto osservare e valutare, poi le decisioni definitive le prenderemo
quando andremo a comporre
una prima rosa composta da 25
ragazzi, che parteciperanno ad
ulteriori raduni dai quali arriveremo ai 18 che andranno a
giocarsi il MundialHit in agosto”.
Licciardi però non dimentica l’importanza dell’impianto sportivo in questo
sport: “Questa è una struttura già buona di
per se – conclude – ma spero che magari
quando tornerò di trovarla ulteriormente
migliorata in uno stato adeguato, perché
serve a far crescere i nostri ragazzi e dare
loro gli stimoli giusti”.
I ragazzi hanno vissuto questo Try Out
come una sorta di esame scolastico, consapevoli che quest’occasione rappresenta
una possibilità di confronto ed il passaggio
al baseball che conta: “Abbiamo iniziato la
giornata con delle prove fisiche, che comprendono test sulla velocità e corsa sulle
basi. Dopo ciò – ha proseguito Licciardi –,
si è proseguito con le valutazioni per singoli ruoli e con la pistola radar abbiamo
misurato la velocità per i lanciatori, il
bloccaggio ed il tiro in base. Le battute le
hanno fatte tutti i ragazzi, perché alla loro
età non possono essere perfettamente inquadrati in un ruolo specifico. Molti di loro li conosco già ed hanno potenzialità e
fisico e ad alcun sono pronti per salire di
livello”.
In collaborazione con la Randazzese
Baseball, il Try Out ha suscitato interesse e
premiato il lavoro della società randazzese,
che ha prestato attenzione ai propri ragazzi
ed è riuscita, negli ultimi anni, a poter usufruire della palestra comunale per svolgere
le attività: “La scelta di svolgere il raduno
nel nostro campo ci ha fatto enormemente
piacere – dice Salvatore Grasso, presidente della Randazzese Baseball –. Questo
sport continua a regalarci momenti di aggregazione, oltre che di attività agonistica,
ed è per questo che se avessimo già avuto
una struttura completa ed efficiente saremmo potuti andare anche oltre, ospitando anche la nazionale italiana, in virtù del
fatto che il nostro terreno di
gioco è a misura internazionale. Anche società del nord
Italia ci hanno chiesto la disponibilità dell’impianto,
ma lo stato di cose non consente di ospitare eventi di
alto livello. Le possibilità di
aprirsi a nuovi scenari ci
potrebbero essere, anche
perché il progetto di ristrutturazione del campo è stato
approvato, ma ad oggi i fondi, che provengono dalla comunità europea, sono bloccati e noi siamo ulteriormente penalizzati.
Ci tolgono pure quel poco che ci è rimasto,
basti vedere il campo di Messina destinato
all’ospitalità dei profughi”.
Molte società di baseball, sono costrette all’autofinanziamento per pagarsi gli attrezzi di gioco e le trasferte. Non si chiedono grossi finanziamenti ma piccoli aiuti:
“Basterebbe supportaci con una collaborazione fattiva – conclude Grasso –, piccole cose ma utili, come il mettere a disposizione quanto il nostro Comune ci può offrire, al massimo provvedere all’acquisto di
materiali in piccole quantità. I genitori dei
ragazzi, sentono più di altri la crisi, spesso
i ragazzi sono anche costretti ad abbandonare l’attività sportiva e, probabilmente, si
ritroveranno a percorrere vie dannose per
la comunità ma soprattutto per loro stessi”.
Salvatore Rubbino
Lo chef nell’era digitale
Taormina: lingue e web per diventare ambasciatori nel mondo di stile e sapori dell’Etna:
l’esperienza di “Soste di Ulisse” nella speciale Lectio di Civita
N
el mondo che diventa un unico scenario, che annulla distanze e divisioni, anche le professioni di trasformano, diventano qualcosa che va oltre.
Ed è così anche per lo chef. Infatti, oggi,
non basta la passione per i fornelli e neppure rivisitare ad hoc la vecchia ricetta della nonna per diventare un master chef, ma
saper essere ambasciatore di stile e sapori,
parlare le lingue del mondo globalizzato e
dialogare con la generazione digitale. “E
certamente, non bastano tre ore di lezioni
apprese in tv”.
Un prezioso insegnamento, quest’ultimo, che viene da Enrico Briguglio, chef
con quarant’anni di esperienza alle spalle,
oggi presidente de “Le Soste di Ulisse”,
l’associazione dei migliori ristoratori che,
sotto l’effige di Ulisse, rappresentano l’eccellenza siciliana. Sono stati loro, per primi in Sicilia, a costituire una rete fondata
sulla qualità, proponendo il Gran Tour dell’isola in chiave enogastronomica. E saranno proprio loro, gli chef pluristellati “a salire in cattedra”, a settembre, all’apertura
del nuovo anno scolastico, per una iniziativa rivolta agli studenti dell’Istituto alberghiero “Pugliatti” di Trappitello, a Taormina.
Si tratta di una sorta di speciale lectio
in stile master chef. Una novità presentata
al pubblico nell’aula magna del “Pugliatti”, da Nanda D’Amore e Umberto Iacono
della società catanese “Civita”. È stata
quest’ultima, infatti, ad ideare il progetto,
inteso come momento didattico nell’ambito del piano formativo Teseo (TaorminaEtna: Sviluppo E’ Occupazione), con la
collaborazione di “Soste di Ulisse” e del
dirigente scolastico dell’alberghiero taorminese, Luigi Napoli. Un Piano formativo,
finanziato da Fondimpresa, che è stato
pensato e sviluppato nel cuore di un territorio incastonato tra l’Etna, i Nebrodi ed il
parco fluviale Gole dell’Alcantara. E parliamo di un piano che si rivolge ad un centinaio di imprese che costituiscono il tessuto economico di questa terra ai piedi del
vulcano, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Un Piano che punta
l’accento proprio sulle ricadute positive in
termini di crescita occupazionale derivanti
dal sapere costruire una rete di realtà imprenditoriali sane e innovative. Ad aderire
al Piano di formazione continua Teseo sono albergatori, produttori vitivinicoli e caseari, imprenditori tessili e agricoli. In questo contesto di forte investimento verso un
futuro da immaginare e costruire facendo
rete, non potevano mancare gli studenti
dell’istituto “Pugliatti”.
I ragazzi, infatti, saranno i protagonisti
dell’iniziativa che, per due giorni, li vedrà
al fianco dei migliori cuochi siciliani, sottoposti a difficili prove davanti ai fornelli,
ma protagonisti soprattutto della crescita
di un territorio, avente il suo fulcro in
Taormina e dintorni. Un territorio vocato,
da sempre, al turismo, per le sue bellezze
architettoniche e naturalistiche e anche per
la sua importante esperienza nel campo
della enogastronomia e della vitivinicoltura e che deve saper mantenere al top i livelli di eccellenza.
“Puntare sulla formazione significa
offrire i migliori servizi e una nuova e più
qualificata occupazione – ha spiegato
Nanda D’Amore –. Questo è uno dei primi
obiettivi che si prefigge Fondimpresa e in
questo senso, gli studenti di un istituto alberghiero ben radicato nel comprensorio,
possono diventare la punta di diamante di
un processo virtuoso che parte proprio dai
banchi di scuola, per crescere in qualità e
competenza e affrontare un mercato sempre più esigente e in continuo cambiamen-
E Giarre resta a guardare
Stresa: magnifiche note sulle due sponde del Lago
Maggiore sono il biglietto da visita per un’offerta
musicale che attira turisti da tutto il mondo
M
entre a Giarre si abbandona l’esperienza della scuola musicale, intitolata al maestro Francesco Pennisi, frequentata settimanalmente
da numerosi elementi veramente, appassionati di musica, presso la scuola media
“Macherione”, plesso “Giovanni Verga”
di via Guglielmo Marconi, ma che, per le
diatribe finanziarie, tra Comune e provincia regionale di Catania, ha sospeso
l’attività con gli strascichi giudiziari intentati dal personale docente, esistono,
in Italia, altri comuni che, con la musica
riescono ad attrarre un notevole flusso
anche turistico, si pensi per esempio a
Spoleto, a Torino e Milano. In questi
giorni, è stato reso noto il programma
dello Stresa Festival 2014, che si aprirà
il 24 luglio, con un concerto all’aperto
sul lungolago La Piazzola della ridente
cittadina piemontese sul lago Maggiore,
ospiti un duo composto dai maestri Stefano Bollani al pianoforte ed Hamilton
De Holanda al mandolino nell’ambito
del “Midsummer Jazz Concerst” che
comprende altre cinque esecuzioni, l’ul-
tima delle quali è prevista domenica 27
luglio, alle ore 21, e vedrà esibirsi la
John Scofied Uberjam Band composta
dallo stesso John Scofiel e da Avi Bortnick alla chitarra elettrica, da Andy Hess
al basso elettrico e da Terence Higgins
alla batteria.
Il programma delle “Meditazioni in
musica” vede due sole esibizioni sulla
sponda opposta, nel famoso eremo di
Santa Caterina del Sasso di Leggiuno,
to. Innovare, crescere, aggregarsi e integrarsi sono le condizioni per potersi aprire
ai mercati internazionali (gli unici in crescita in questo momento), cogliendo le opportunità della globalizzazione, che crea
una taglia unica e personalizzata, consentendo il protagonismo di quelle comunità
locali che riescono ad integrarsi e che comunicano al mercato e ai consumatori”.
Cibo e vino vanno di pari passo, si sa,
diventano uno spartito musicale fatto di
materie prime, aromi e colori che può essere suonato dappertutto: “Tanto a New York
quanto a Copenaghen – racconta Enrico
Briguglio agli studenti –, quello dello chef
è l’unico mestiere che si comprime in valigia, lo porti con te e ovunque tu vada diventi ambasciatore della tua terra. Ma non
ci sono scorciatoie per raggiungere l’eccellenza, la passione va accompagnata allo studio per acquisire le competenze necessarie”.
Una riflessione che è stata fatta propria
dal dirigente scolastico del “Pugliatti”,
Luigi Napoli: “Il ragazzo che si iscrive all’alberghiero sa che non prenderà la semplice qualifica, consapevole che il percorso di studio si completa in cinque anni.
Crediamo moltissimo nel rapporto di collaborazione con il mondo del lavoro: il
compito della scuola è saperne leggere i
segnali e preparare i giovani a essere protagonisti nel mondo lavorativo. La nostra
scommessa è quella di aprire un colloquio
costante e stabile con le attività produttive
del territorio”.
Daniela Greco
col maestro di violoncello
Johannes Moser che eseguirà,
il 19 ed il 20 agosto, musiche
di Bach appositamente scritte
per questo strumento. Molto
più vario e ricco di appuntamenti il programma di “Musica in movimento” che si aprirà
il 22 agosto, nel modernissimo e dalla meravigliosa acustica del Palazzo dei Congressi di Stresa, e vedrà esibirsi
l’Orchestra e Coro del Teatro Regio di
Torino, diretto dal maestro Gianandrea
Noseda, con brani musicali del Guglielmo Tell di Rossini e della Rossiniana di
Respighi; mentre il concerto di chiusura
del 6 settembre vedrà la London Philharmonic Orchestra, diretta dal maestro
Vladimir Jurowski, con musiche di Drorak e Brahms.
Domenico Pirracchio
Volgiamo lo
sguardo a Sud
Giardini Naxos: le perplessità
del sindaco Nello Lo Turco
sulle città metropolitane
e sull’atteggiamento assunto
dal primo cittadino di Messina
L
a città di Messina presto diventerà Città Metropolitana ed erediterà i poteri e le competenze, in passato divise fra Regione e Provincia. Accorperà 14 Comuni e si muoverà in armonia amministrativa anche con la città di Reggio
Calabria.
La Città Metropolitana è un Ente locale previsto per la prima volta dalla legge 8 giugno 1990 n°
142, che tutela e disciplina la riforma degli Enti
Locali. Il decreto legge del governo Monti, convertito nella legge n° 135 del 7 agosto del 2012, stabiliva che entro il 1° gennaio del 2014, l’istituzione
delle Città Metropolitane doveva essere completata. Il processo di riforme, introdotto dalla legge
Monti, ha incontrato numerosi ostacoli e la sua
scadenza è stata rimandata di un anno e precisamente al 1° gennaio del 2015. Ripreso dal ministro
Delrio, ha previsto una nuova geografia politica
del territorio ed è stato approvato alla Camera. Attualmente, è all’esame della Commissione Affari
Costituzionali del Senato, dove sta suscitando, ancora una volta, pesanti polemiche e perplessità che
hanno visto nascere nuovi emendamenti.
Fra le tante perplessità, segnaliamo quelle del
Sindaco di Giardini Naxos, prof. Pancrazio Lo
Turco che lamenta l’apatia con quale la nascitura
Città metropolitana di Messina, tratta l’accorpamento dei paesi che dovrebbero farne parte. Il sindaco Lo Turco evidenzia il poco e quasi nullo dialogo del Primo cittadino messinese con i paesi che
dovrebbero essere inclusi nella macro istituzione,
che avrà come guida la Città di Messina. In particolare, Nello Lo Turco così si esprime: “Dopo essere stati per lungo tempo la periferia della provincia, abbiamo il timore di diventare la periferia
della Città Metropolitana che se nascerà, il parto
sarà stato senza nessuno incontro. Messina non
emette nessun segnale, mentre la Città di Catania,
con il suo Sindaco Enzo Bianco, dimostra la sua
totale disponibilità e la sua apertura, affinché l’erede della mitica Naxos, Giardini, graviti nella sua
sfera di influenza. Da molto tempo aspettavamo di
discutere con Accorinti, Sindaco di Messina, il
quale ha deciso di convocare per il 6 giugno 2014
scorso i 14 paesi che dovrebbero costituire l’entità
territoriale della macro città. Considerato che il
suo orientamento è sbilanciato verso i paesi dello
stretto, non ne condivido l’impostazione, perché
non è giusto che i Comuni della Valle dell’Alcantara ne siano esclusi. Sono molto perplesso sulla ridistribuzione territoriale dei vantaggi e delle opportunità in quanto nulla è stato detto per i Comuni Alcanterini. La Città di Catania preme affinché
la Città Metropolitana che dovrà nascere, abbracci i territori di Catania, Siracusa, i paesi del Val
Demone e le città di Taormina e Giardini Naxos”.
Messina ed il suo Sindaco, tacciono; silenzio.
Siamo in attesa; aspettiamo. Abbiamo una serie di
istanze che se verranno recepite porteranno alla nascita della Città Metropolitana di Messina, altrimenti non aderiremo. Non vogliamo essere sacrificati all’asse Messina-Reggio Calabria. Francavilla
di Sicilia, Moio Alcantara, Graniti e gli altri 10 Comuni estromessi, dovranno essere inclusi, così da
far nascere un polo territoriale ampiamente rappresentato e molto rappresentativo. Giardini Naxos e i
paesi della Valle dell’Alcantara rappresentano la
zona territoriale più visitata e più richiesta dal turismo nazionale ed internazionale.
Le gole dell’Alcantara, con il loro mitico fiume, chiamato da Tucidide Akesines, per la qualità
delle sue acque ritenute purificatrici e salutari, sono un patrimonio unico al mondo.Il fiume nasce
dai monti Nebrodi e si sviluppa nella sua eterna
corsa, per trovare riposo e pace, nella spiaggia della più antica colonia greca di Sicilia: Naxos. Prima
però di trovare pace e riposo, entrando nel bacino
vulcanico dell’Etna, il fiume torna a scorrere maestoso e veloce fra le antichissime lave, fra le gole
corrose profondamente, percorrendo quelle che
oggi è chiamata “ La valle dell’Alkantara”, una
delle zone più belle e più suggestive della Sicilia,
dove il visitatore non preparato, resta attonito e
stupefatto al cospetto delle altissime pareti che giocano a sfiorarsi e atterrito dal cupo fragore delle
sue acque che impetuose scorrono verso il loro ultimo destino: il mare.
Siamo pronti a discutere e a confrontarci; se
così non sarà, vuol dire che gireremo la testa e
guarderemo più a Sud, dove la vicinanza è maggiore e l’accoglienza più calorosa.
Francesco Bottari