Giornale Maggio 2014.pmd

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ALCHERA
MAGGIO 2014
ANNO 21° - N° 5
P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE
ALL’INTERNO
Inaugurazione Nuova
Biblioteca “don L. Milani”
pag. 2
SOMMARIO
Il Fungo e il Tempio
Un’altra Storia Falchera Nuova
Un viaggio nella Circoscrizione
Un’offesa per la Falchera
L’intervista a...
Falda di Falchera....
Le emozioni a Falchera
Il giornale della scuola
Città Metropolitana
La Festa dei Vicini
Regolamento Polizia Urbana
Punti interrogativi
Come eravamo
25 Aprile
L’angolo della poesia
Le 13 mosse per educare
Psicanalisi e dintorni
La narrativa
Il piacere di leggere
Astronomia / Briciole di storia
Silent Key
pag. 2
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 7
pag. 8
pag. 9
pag.10
pag.11
pag.12
pag.13
pag.14
pag.15
pag.16
pag.17
pag.19
pag.20
pag.21
pag.22
pag.23
EDITORIALE
di
AMILCARE
DE LEO
Quale Decentramento
G
ià entro la fine del 2012 il Comune aveva presentato una proposta di riforma
delle Circoscrizioni. Si era capito che bisognava porre mano a una riorganizzazione sia di
competenze sia di funzioni per meglio adattare
le unità territoriali alle nuove prospettive che la crisi economica
metteva in essere, tenendo sempre come riferimento la qualità e
l’estensione dei servizi ai cittadini torinesi. Si pensava già ad un
loro accorpamento, in modo da rappresentare non solo un significativo nucleo di cittadini ma anche una significativa area territoriale. Tutto ciò avrebbe comportato una cessione di nuove competenze oltre a quelle che sono state decentrate, con più poteri inevitabilmente ai nuovi presidenti. Oggi il Comune sta studiando un
nuovo modello di decentramento amministrativo che entro l’anno
potrebbe vedere la riduzione del numero di circoscrizioni (da dieci
a cinque) tra organi centrali dell’Amministrazione e le Circoscrizioni stesse. E’ una riforma che investe direttamente i cittadini, in
considerazione del rapporto privilegiato, diretto tra le circoscrizioni e il territorio. Essa proporrebbe un aumento delle competenze, una programmazione culturale e sportiva, l’elezione di un presidente direttamente dai cittadini, il numero di quattro assessori
con funzioni esecutive, un consiglio con funzioni di indirizzo e
controllo presieduto da un coordinatore e commissioni di quartiere in sostituzione delle attuali. Probabilmente saranno anche rivisti i compiti delle Giunte, affidando poteri esterni che diano loro
compiti più rilevanti, sulla falsa riga delle Giunte Comunali rispetto al Consiglio. Le attuali Commissioni circoscrizionali diventerebbero Commissioni di Quartiere, sempre aperte alla partecipazione dei cittadini ma con una competenza diversa e cioè non per
materie specifiche (come accade ora in Comune, con Commissione Sanità, Cultura, Patrimonio, ecc.) bensì su base territoriale. In
questo modo si valorizzerebbero l’identificazione dei cittadini con
i quartieri di appartenenza e la loro profonda conoscenza dei quartieri stessi. Le nuove Municipalità avrebbero competenza in materia di servizi educativi, suolo pubblico, immobili, viabilità locale,
sempre però all’interno del piano della mobilità urbana, che dovrà
definire le vie d’interesse locale e quelle di interesse cittadino.
Gente di Falchera 1
segue a pag. 15
IL FUNGO E IL TEMPIO
Nessuno forse immaginava che la nuova biblioteca
civica della Falchera fosse proprio così come l’abbiamo scoperta quel giorno, 28 marzo, alle ore 18 in
via dei Pioppi 43, al momento della solenne inaugurazione. Si tratta della “don Milani” bella, accogliente, maestosa; pare di entrare in un tempio ricco di
libri e prodigiosamente illuminato. Proseguendo, a
sinistra non passa inosservato un fantastico pinocchio di legno seduto a terra intento a leggere mentre
è appoggiato ad una reale fontanella tinta di bianco
con la testa di toretto, sulla quale balza un grosso
grillo nero: un vero e proprio tocco d’arte e di magia. Rimaniamo tutti estasiati. Ecco le personalità intervenute: l’assessore alla Cultura, Turismo e Promozione Maurizio Braccialarghe, il presidente del
Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, la presidente della VI Circoscrizione Nadia Conticelli, il
direttore delle Biblioteche civiche torinesi Paolo Messina, il vice presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani Agostino Burberi, il Responsabile della
Fondazione don Lorenzo Milani Innocente Pessina,
lo scrittore Alessandro Perissinotto autore del romanzo “Le colpe dei padri”, in cui tratta proprio della
Falchera. Sorprendente il pubblico numeroso, attento e partecipe soprattutto al racconto della vita di don
Milani e alle letture tratte da alcune sue opere. Ma
chi era don Lorenzo Milani? Nato a Firenze nel 1923,
personaggio controverso della Chiesa cattolica negli
anni Cinquanta e Sessanta, viene ora considerato una
figura di riferimento per il cattolicesimo socialmente impegnato per il suo impegno civile nell’istruzione dei poveri, per la sua difesa dell’obiezione di coscienza e per il valore pedagogico della sua esperienza di maestro. Ragazzo vivace e intelligente, dopo
aver conseguito la maturità classica, coltivò a Milano la passione per la pittura; in seguito tornato a Firenze si interessò di liturgia, alla ricerca di Dio.
Questo probabilmente fu il suo primo vero contatto
con il cristianesimo, dato che la sua famiglia, ricca e
colta, non era mai stata religiosa, talora addirittura
anticlericale. Nel giugno del 1943 divenne sacerdote e venne nominato cappellano a San Donato di Calenzano, ove aprì una scuola serale centrata sull’insegnamento della lingua e sulla discussione collettiva. Diede vita a una esperienza didattica, a quei tempi rivoluzionaria, con l’istituzione di una scuola a
tempo pieno in una piccola parrocchia di montagna,
Barbiana di Vicchio sul Mugello. Possiamo affermare
che il libro “Lettera ad una professoressa”, opera
scritta con i suoi allievi, divenne nel 1968 uno dei
testi della contestazione studentesca. Don Milani
morì verso la fine di giugno del 1967 a causa di un
linfogranuloma; negli ultimi mesi della malattia volle stare vicino ai suoi ragazzi perché, come sosteneva, “imparassero che cosa è la morte”. Tuttavia, nei
suoi ultimi giorni fu riportato a Firenze, per morire
in casa della madre. Fu tumulato nel piccolo cimitero poco lontano dalla sua chiesa e dalla scuola di
Barbiana, seppellito in abito talare e, secondo una
sua espressa richiesta, con gli scarponi da montagna
ai piedi. Intitolare oggi una biblioteca, vicino ad una
scuola da cui essa in parte è stata ricavata, non è solo
un segno di coerenza ma un esempio di orgoglio per
una borgata di estrema periferia come la Falchera,
un quartiere ormai da tempo in cammino. Tra i presenti noto, piacevolmente sorpreso, anche una gran
parte dello staff dei bibliotecari comunali che rendono omaggio alla nuova struttura, alcuni dei quali vecchi amici e colleghi di un tempo. Ecco, come spesso
accade in tali circostanze, affiorano i ricordi, quei
ricordi legati alla vecchia biblioteca nata negli anni
Settanta, stretta stretta all’interno di quello sghembo
poliedro, chiamato “Fungo”. Emozioni...
Amilcare De Leo
.
Gente di Falchera 2
UN’ALTRA STORIA:
FALCHERA NUOVA
Sabato 12 aprile
alle ore 16, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Civica
“Don Milani”, è
stato presentato
il libro “L’altra
storia vent’anni dopo:
Falchera Nuova” di
Mario Alba, Amilcare
De Leo e Umberto Grassi, in omaggio ai 40 anni
di vita del quartiere e
che esce dieci anni dopo
la pubblicazione del primo volume dedicato alla
“Falchera 50Anni”. Due
storie che s’intrecciano
inevitabilmente in cui
tuttavia nel corso degli anni i protagonisti s’integrano
sempre più percorrendo insieme lo stesso cammino,
con alle spalle un passato da non dimenticare e avanti
con un futuro tutto da vivere, insieme. Dopo i saluti e
gli onori di casa da parte della responsabile della Biblioteca Lina
Sanna, cui siamo
grati per l’ospitalità, hanno esordito la presidente
della VI Circoscrizione Nadia
Conticelli e la
consigliera
Adriana Scavello
mostrando grande attenzione alla borgata Falchera, che, grazie anche
ai suoi abitanti, sta facendo grandi passi per la propria
riqualificazione. Abile e briosa conduttrice è stata la
poetessa Giorgia Catalano, da qualche anno nostra concittadina. Il pomeriggio è stato inoltre arricchito dalla
suggestiva presenza di Lina Sorrentino, ex preside della Scuola Media “L. da Vinci”, che ha accompagnato
con il pianoforte la lettura di alcuni brani tratti dal libro, uno dei quali scritti dalla dott.ssa Serra presente
in sala, medico condotto presso la Falchera Nuova,
ora in pensione, assai applaudita dal
pubblico.
Memorabile e toccante è stato il
momento di Giusy Alba accanto alla sorella Sabrina,
quando ha ricordato, profondamente commossa, il
papà Mario che
non c’è più, autore del volume
con Amilcare e
Umberto, al quale, tra l’altro, va
anche il merito di
aver proiettato i
suoi due video
sul quartiere, che destano sempre grande attenzione
nel pubblico, quel giorno particolarmente interessato
e numeroso. La partecipazione dei presenti, molti dei quali
in piedi per ragioni di sicurezza, si è evidenziata quando
molti, con vero slancio, si sono
diretti al tavolo in cui erano
collocati i volumi per ottenerne una o addirittura più copie,
previa offerta libera da destinare al periodico
“Gente di Falchera”.
A questo punto concludiamo ringraziando di cuore soprattutto Adriana Scavello
che si è felicemente
prodigata presso la Regione Piemonte per la pubblicazione dell’opera, tutti quei cittadini che mirabilmente hanno collaborato alla sua stesura e ancora
quanti,
amici e
collaboratori, ci
hanno
spronato
nell’impresa.
Non possiamo
non ricordare anche i cooperatori che si sono prodigati per allestire la cerimonia, in particolare il collega della redazione Rocco De Pace, Giacomo Chissotti, Michele Irenze con la collaborazione dell’asa.d.l.
sociazione L’Olimpo.
Gente di Falchera 3
Un viaggio nella nostra
A cura di
Circoscrizione Remo
Andreasi
La vecchia Falchera
Il territorio originario della Falchera nasce nel XIX
secolo con la proprietà dei fratelli Giacomo e Francesco Falchero, da cui trasse storicamente il nome.
In genere i torinesi di allora definivano la borgata
come “coj dij farchèt”, per i numerosi falchi che vi
sorvolavano, pensando, erroneamente, che prendesse il nome da quegli uccelli rapaci, oggi molto più
rari, esemplari del cosiddetto nibbio bruno, che preferisce le zone ricche di corsi d’acqua e di vegetazione arborea. Il vasto territorio, tra l’altro molto fertile
per abbondanza d’acqua, comprendeva da una parte
tutta quella zona in cui sorgevano le cascine “Ranotte”, la cascina “Gli Stessi e in cui è attualmente collocata la stazione Stura, dall’altra si estendeva sino
al podere “Santa Cristina”, in seguito sotto Borgaro.
Esso era fitto di boscaglie con alberi secolari abitati
da numerosi scoiattoli e battuto da qualche volpe affamata mentre era sorvolato volentieri non solo da
rapaci ma anche da una fitta varietà di uccelli. Non
mancavano certo, tra sassi e cespugli, le numerose
bisce, lunghe e grosse tra cui l’elegante biacco a più
livree. Le cronache narrano che era frequentata da
fuorilegge, i quali rubavano le merci che i carrettieri
del Canavese portavano in città. Quegli stessi carrettieri sentivano poi il bisogno di una “sosta” e così
sorse una locanda, dove è collocato attualmente il
bar “Folk”, per ristorare uomini e animali. Proprio
intorno a
quella
locanda,
verso il
1850,
sorse il
vecchio
Borgo di
cui ora rivivono, rinnovati, alcuni casolari e negozi
che si estendono lungo la strada Cuorgné, là dove
ebbe origine la prima Falchera.
Vittorio Leode
Disabilità
Le malattie invalidanti creano disagio e insicurezza ai malati e alle
loro famiglie. Sempre di più la
società deve dare loro un messaggio forte di concreta solidarietà offrendo personale medico e paramedico, servizi e ausili che sostengano tutti i loro bisogni.
Solo così la loro sofferenza può essere lenita e potranno sentirsi accolti.
Luigi Cancedda
Gente di Falchera 4
Un’offesa per la Falchera
Il giorno 2 aprile alle ore 10,30 è avvenuto un importante sopralluogo da parte della Presidente della
VI Circoscrizione Nadia Conticelli coadiuvata da due
consiglieri e da parte di uno staff di vigili urbani in
borghese della Città di Torino intorno a quegli spazi
della Falchera Nuova occupati da vasta immondizia,
di ogni genere. L’incontro è stato voluto espressamente dal cittadino Gilberto Angeloro che si è fatto
portavoce delle lamentele di alcuni abitanti.
Nuovo Sportello A.T.C.
alla Falchera
Si comunica che dal mese di
Gennaio 2014 è attivo il nuovo Sportello di A.T.C. Torino
nel quartiere Falchera, presso il LABORATORIO DI QUARTIERE A.S.L. VIA DEGLI
ABETI 16 - con i seguenti orari: 1° e 3° Martedì di ogni mese dalle ore 10,00 alle ore 12,00.
A.T.C Torino
Manifestazione “Sardi in festa”
11/05/2014 ore 16,00
Pomeriggio mamma - Un pomeriggio in festa per una grande donna con
giochi e balli.Omaggio della rosa a
tutte le mamme. Ingresso gratuito …sono gradite torte
fatte in casa!!! Premio alla miglior torta.
Ci riferiamo a zone ben note: sponda laghetti, strada
Cuorgné vicino ai campi sportivi, tratto lungo quella
via senza nome angolo Via delle Querce (non doveva chiamarsi via Tazio Nuvolari?), zona prospiciente stazione Stura e dintorni con resti persino di carrozzeria varia e in qualche punto con detriti mescolati a frammenti di amianto: un’immagine d’insieme
pateticamente strabiliante, assurda, aria viziata ed inquinata su terreni fertili, che deturpa l’ambiente.
Il nostro giornalino da tempo ha trattato la
grave questione. A questo
punto ci chiediamo esterrefatti, chi sono
coloro che riversano quel turpe materiale? Non sanno che esistono delle regole nella società civile e che comunque
sono a disposizione appropriate aree di conferimento? Lo sanno? Dai rappresentati della polizia locale
sono state scattate oculatamente molte foto allo scopo di iniziare un’indagine seria, anche se molto complessa, tuttavia noi confidiamo, con l’aiuto di tutti i
cittadini, in una ravvicinata, definitiva soluzione.
a.d.l.
17/05/2014 ore 21,00
1° Torneo di calcetto a baraonda - Sono aperte le
iscrizioni dal 1° marzo, sia uomini che donne, solo
se maggiorenni. Premiazione per i primi tre classificati. Serata con musica. Ingresso libero.
24/05/2014 ore 21,00
Facendo formaggio: dalla pecora alle nostre tavole,
nascita di un patrimonio mondiale Degustazione formaggi con miele e marmellate. Ingresso libero.
31/05/2014 ore 21,00
Grigliata con musica - Gradita prenotazione 3 gg.
prima.Contributo soci € 10,00
Il TUO
ascensorista…
DIETRO
CASA
Miglietta Raffaele
Via degli Abeti, 45
Numero Verde
800180791
Gente di Falchera 5
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a cura di Amilcare De Leo
L’INTERVISTA A...
...Luigi Cancedda,
detto Gigi, Presidente dell’Associazione Culturale
Sarda “S. Efisio”,
in via degli Abeti
15. E’ un uomo
giovane e gentile,
che ama piacevolmente conversare. Ci riceve all’aperto, nel piccolo
giardino sottostante all’entrata dell’Associazione attorno ad un tavolino, su cui campeggiano bibite fresche per noi. Si respira l’aria di una calda primavera
a tratti accarezzata da un lieve venticello.
D. Ci dica subito qualcosa sulla Associazione.
R. Beh, intanto l’orario. Tutti i giorni dalle 14,30 alle
18, il sabato dalle 20,30, e si balla. Alla domenica, per ora, chiuso. Mi chiamo Luigi Cancedda,
succedo ad Angelino Loddo, che è stato il primo
presidente, dal 1996 a circa metà maggio del 2013.
Abito a San Mauro Torinese e, tra l’altro, sono un
volontario civico per la salvaguardia del Parco.
D. Frequentava già l’Associazione?
R. Sì, mi occupavo, essendo ragioniere, di contabilità.
D. Ci dica, brevemente, una caratteristica particolare della Associazione.
R. Presto fatto, basta leggere la dicitura su quello
striscione in alto: “Associazione Culturale S. Efisio. I Sardi in Piemonte. Artigianato, enogastronomia, Folklore”.
D. Perfetto. Cosa ci dice sulle attività culturali?
R. Molte sono state le nostre attività culturali in passato, balletti, musica, teatro. Ci sentiamo gli ambasciatori di Sardegna. Grazie alle attività culturali riceviamo, e speriamo di ricevere ancora, sostegni economici dalla Regione Sardegna.
D. Solo di Falchera?
R. No, anche da altri quartieri e da fuori Torino. Ma
badate, cento frequentano più o meno regolarmente, gli altri si fanno esclusivamente vedere in occasione di cene o quando scatta la biglietteria per
i viaggi in Sardegna, purtroppo è così.
D. I giovani?
R. Mancano decisamente!
D. Possono iscriversi alla Associazione anche i non
sardi?
R. Beh, prima francamente non era facile, ma oggi
sì, ritengo di allargare l’associazione anche agli
amici dei sardi, come li definisco io. E’ un vero
piacere scambiare vedute con persone di altre regioni, si impara sempre stando e comunicando
insieme, anche se il sardo per tradizione è un po’
chiuso. Certo a noi interessa soprattutto far conoscere la nostra Sardegna.
D. Quando parla della Sardegna, le brillano gli occhi...
R. Sì, è vero. Brevemente vi racconto la mia storia.
A quattro anni ero già a Torino. Amo questa città
ove ho la mia famiglia, mia moglie è di Torino,
amo i torinesi. Mi piace persino parlare in piemontese talora. Ricordo dei flash meravigliosi
sulla mia prima infanzia in Sardegna, poi ogni
estate trascorrevo là le vacanze con i miei, in
seguito ci sono ritornato con mia moglie. Quando
oggi, sempre in estate, lascio l’auto per salire
sulla nave che mi porta nella mia terra, non mi
crederete, ma già mi sento un altro. Non vedo
l’ora di respirare l’aria di quel mare, mi colpiscono gli odori, i profumi di ora che sono sempre
quelli di un tempo, quando ero bambino, indimenticabili. M’innamoro sempre della Sardegna.
D. Capisco. Ci esprima ora un giudizio sulla Falchera.
R. Bella, verde e accogliente. Forse un po’ abbandonata a se stessa. Ma è piena di associazioni, di
voglia di fare, prima o poi emergerà.
D. Perché, speriamo?
R. Non siamo sicuri per il futuro, con i tempi che
corrono... La situazione, dal punto di vista economico, non è proprio rosea. Versiamo al Comune
di Torino un affitto di 458 euro. Siamo poi autonomi per quanto riguarda il riscaldamento, il gas
e l’acqua. Ci arrangiamo dunque con la vendita
dei nostri prodotti, fortunatamente graditi a sardi
e non.
D. Potremmo collaborare con voi su qualche attività
culturale?
R. Certamente. Di cosa si tratta?
D. Quanti soci contate ?
R. Quattrocento.
D. A settembre, perché no?
R. Allora, arrivederci a settembre.
D. Una breve conferenza su rapporti storici tra Piemonte e Sardegna al tempo dei Savoia, poi musica e poesia.
R. Niente di meglio, mi piacerebbe dedicare l’iniziativa alla memoria di Mario Alba, un caro amico
sardo. E indicativamente per quando?
Gente di Falchera 6
FALDA FALCHERA
VERSO UNA RISOLUZIONE
Notizie Flash
Lunedì 31 marzo 2014 alle ore
17 presso la
Sala Teatro della Scuola Media “Leonardo
da Vinci” via
degli Abeti 13 è
stato trattato il
seguente tema:
“Aggiornamento relativo al
funzionamento
dei pozzi di via
Adige e via Tanaro.” Hanno
partecipato Nadia Conticelli Presidente VI Circoscrizione, Giorgio Marengo dirigente pozzi e vie d’acqua, Marco Bersano della Ditta Hydrodata, Fabrizio
Genco coordinatore II Commissione, assente giustificato Claudio Lubatti assessore alla Viabilità. L’ing.
Marengo dopo una breve prolusione ha dato subito
la parola al dr. Marco Bersano, il quale in maniera
tecnica, ma chiara ed esaustiva attraverso il supporto di un video, ha illustrato tutto il lavoro retrospettivo che è stato fatto finora e con esito positivo.
Il dieci dicembre 2013 ci fu già la fine dei lavori riguardanti il secondo pozzo di via Tanaro, mentre l’8
agosto del 2013 era in funzione il secondo pozzo in
via Adige, i risultati sono stati più che buoni, infatti
l’acqua era sparita da tutte le cantine a ridosso della
linea 4. Intanto il livello della falda a febbraio del
2014 era a m 4,10 dal piano strada.
In sala, coloro che sono intervenuti hanno elogiato il
Sindaco Fassino, i tecnici e l’assessore Lubatti per
quanto è stato fatto.
L’impresa, si deve sottolineare, è stata compiuta grazie alla Circoscrizione, al Comune, alla Provincia e
alla Regione che, in un momento di particolari difficoltà economiche, sono riusciti ugualmente a trovare i fondi per i progetti e i lavori. Auguriamoci che i
risultati resistano con il tempo. Non dobbiamo altresì dimenticare la tenacia dei cittadini interessati, coinvolti nel profondo e prolungato disagio, che non si
sono lasciati mai sopraffare dalle emergenti difficoltà, sapendo lottare uniti con metodo, con civiltà e
con competenza.
Il merito è soprattutto loro.
Tassa rifiuti, Imu, ecco le scadenze 2014
a.d.l.
Sono state fissate dal Consiglio comunale le scadenze
di pagamento 2014 di Tasi (Tributo per i servizi
indivisibili, come illuminazione pubblica e
manutenzione stradale) Tari (rifiuti) e Imu (immobili,
escluse le abitazioni principali) che compongono la
IUC (Imposta unica comunale).
Il pagamento dell’acconto Tari è suddiviso in 3 rate
per le utenze non domestiche con scadenza il 15
maggio, il 30 giugno e il 31 luglio (sarà applicato il
70% delle tariffe Tares 2013). Per alcune categorie
(chioschi, ristoranti,mense aziendali, pizzerie, birrerie
con ristorazione, mercato ittico e i banchi di vendita
all’aperto alimentari) è applicato il 50% delle tariffe
Tares 2013, per la maggiore incidenza della tariffa.
Per le utenze domestiche ci saranno 2 rate e l’acconto
sarà calcolato applicando il 40% delle tariffe Tares
2013 con scadenza il 31 maggio e il 30 giugno.
Il saldo Tari per le utenze non domestiche sarà diviso
in due rate: il 15 ottobre e il 15 novembre, mentre
per le utenze domestiche è prevista un’unica rata con
scadenza il 10 dicembre.
Riguardo l’Imu le scadenze dei pagamenti in due rate
saranno il 16 giugno per l’acconto e il 16 dicembre il
saldo. Le stesse date saranno la scadenza anche per
il pagamento della Tasi.
T.DN.
Personale del Comune,
approvata una mozione
La vicenda della stabilizzazione degli insegnanti
precari del Comune di Torino sembra giunta a un
punto di svolta. Il Consiglio comunale ha infatti
approvato una mozione sul tema del concorso per
l’assunzione del personale docente precario delle
scuole dell’infanzia (0-6 anni). La Città – è scritto
nella mozione – vuole superare la scorretta prassi del
precariato storico. Nel merito, la Sala Rossa chiede
alla giunta di indire un percorso per l’assunzione di
27 persone, nove unità in più rispetto alle 18 già
previste dell’amministrazione comunale: “Una cifra
adeguata a coprire i vuoti in organico ed evitare il
trasferimento delle insegnanti di sostegno”.
La mozione chiede che il 66 per cento (2 unità su
tre) dei posti disponibili siano riservati a personale
che ha maturato almeno tre anni di servizio negli
ultimi cinque lavorando in quel ruolo per il Comune
di Torino, facendo riferimento al decreto legislativo
101/2013. Per il rimanente 33 per cento (un’unità su
Gente di Falchera 7
segue a pag. 13
LE EMOZIONI A FALCHERA
CHI DISSACRA CHI?
Eccola. E’ la grande sala della nuova biblioteca, illuminata dai caldi raggi del sole. Le sedie sono al loro
posto, il pubblico attende.
Ad aspettarmi un microfono, un leggio, uno schermo bianco su cui qualcosa
verrà proiettato. Comincia
questo tempo insieme agli
uditori presenti in sala che,
pazienti e fervidamente attenti, mi prestano il proprio
cuore per condividere le mie emozioni.
Tra i tanti eventi culturali proposti dal calendario legato all’inaugurazione della biblioteca: “Don Lorenzo Milani”, è tornata a Falchera martedì 8 aprile alle
17.30, la mia raccolta poetica: “Un Passaggio Verso
le Emozioni”, già presentato il 23 novembre 2013
presso il Centro d’Incontro, con grande successo.
La scrupolosa Lina
Sanna, responsabile di
questo nido culturale
del quartiere, mi ha presentata al pubblico e
Giorgio Milanese (mio
co-conduttore su Radio
Italia Uno della trasmissione culturale “L’Isola che non c’è”, in onda
ogni giovedì alle ore 21.00 - www.radioitaliauno.org)
ha raccontato, in breve, il mio percorso artistico.
Sono stati letti versi tratti dalla mia silloge, dalla voce
di Rita Voyat, Giorgio Milanese e dalla sottoscritta.
Umberto Grassi ha proiettato
un video che ha narrato, per
immagini, alcuni tratti del mio
percorso di autrice e di madre
ed è stata ascoltata la declamazione della lirica “Azzurrità”
in italiano (recitata dall’attore
teatrale romano Franco Picchini Francone) ed in inglese (declamata dal poeta e scrittore Nunzio Gaeta, che ne ha curato la traduzione).
Il pubblico si è anche fatto intervistare. Ogni presente ha condiviso con gli
altri il significato che attribuisce alla Poesia. Per
tutto questo, ringrazio
ancora tutti coloro che
hanno partecipato all’evento e mi sono stati vicini.
Mario Parodi e Danilo Torrito. Due volti noti del
panorama letterario torinese contemporaneo.
L’un sublimatore. L’altro... dissacratore.
Questo duo
artistico,
piuttosto inconsueto,
mercoledì 9
aprile alle
17.30, nella
grande sala
della nostra
nuova biblioteca: “Don Lorenzo Milani”, ha proposto al pubblico
il recital: “Il sublime massacrato. Dalla donna angelicata alla dea plastificata”. Brani della letteratura classica, quella che sempre vivrà in ogni tempo, sono stati
magistralmente interpretati dal bravo Parodi.
Dal grande
Dante Alighieri con la
sua “Divina
Commedia”, si è
passati attraverso la
descrizione
del Lago di
Como del Manzoni ne “I Promessi Sposi”, ai cari
“Sepolcri” di Ugo Foscolo, nonché alle pene Leopardiane nella sua “A Silvia”. E D’Annunzio ha fatto capolino, tra i tanti grandi proposti, con le sue intramontabili: “La pioggia nel pineto”, “I Pastori” e
“La sera fiesolana”.
Di queste parole, Torrito ne ha colto un’essenza molto, molto particolare. Il cabaret che vibra in lui, l’umorismo e la carica ironica che lo contraddistinguono,
hanno trasformato “siffatte parole d’altri tempi” in scenette tutte
da ridere dei
giorni nostri, incontrando il favore del
pubblico. E
se, davvero,
Dante, avesse smarrito il Tom Tom? Forse fu proprio
questo il motivo che lo indusse a perdersi nella selva
oscura...
Giorgia Catalano
Gente di Falchera 8
G. C.
IL GIORNALE DELLA SCUOLA
ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”
Le nostre esperienze…
Quest’anno è stato un anno ricco di
esperienze e attività entusiasmanti.
Il corso di yoga, il Soggiorno a Loano, il laboratorio
“vedo con le mani”...e ancora faremo altre scoperte…
Diario di Loano:
La spiaggia, Borgio Verezzi, Il Museo del mare, il
Museo della preistoria, Biologia Marina… quante
attività coinvolgenti, …hanno reso la nostra settimana
intensa e meravigliosa.
Una continua esplorazione tra Borghi e spiaggia…
con la gioia nel cuore.
Dopo cinque giorni siamo tornati a casa.
Ancora oggi ripensiamo con nostalgia ai momenti
trascorsi con le maestre e i compagni a Loano.
A scuola il corso di yoga con la maestra Angela è
stato interessante, ci siamo rilassati pensando ai nostri pensieri più profondi e abbiamo ascoltato i suoni
della natura per liberare la nostra mente.
Il laboratorio “vedo con le mani” con Ivano, Michela e la maestra Eleonora ci ha fatto scoprire un mondo nuovo. Le persone non vedenti utilizzano la scrittura Braille per leggere e scrivere, inoltre importante
è la presenza di alcuni cani addestrati per aiutarli negli
spostamenti di tutti giorni. Stiamo ancora lavorando
alla creazione di un libro tattile.
L’anno scolastico non è ancora terminato, scriveremo ancora altre avventure.
Gli alunni della IVA “Neruda”
Sabato 5 Aprile 2014, presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di via Carlo Alberto a Torino si è
svolto un Convegno Muse dal titolo “Educare con
l’arte”.
Muse è presente nel territorio piemontese da più di
dieci anni; arrivato come una novità nella didattica
delle classi è diventato nel tempo un percorso esperienziale che ha permesso di ampliare e potenziare
la qualità dell’offerta formativa di alcune scuole di
Torino.
Fulcro della giornata è stato evidenziare come l’Arte, con tutti i suoi linguaggi possa diventare parte
integrante dell’educazione dei Nostri bambini, sviluppando in essi abilità e competenze che lo renderanno un adulto migliore.
Alla partecipazione del Convegno è stata invitata
anche la Nostra Scuola, l’I.C. Leonardo Da Vinci con
i suoi plessi Neruda e Ambrosini per la scuola primaria.
E’ proprio la scuola Primaria, che ha testimoniato
con uno dei tanti Progetti prodotti nel corso di questi
anni, come l’Arte presentata da esperti professionisti insieme al lavoro degli insegnanti possa funzionare e dare un’ulteriore possibilità ai Nostri bambini
di crescere in modo più consapevole e maturo sia
come Individuo che come Soggetto Sociale.
La Nostra Scuola con i Nostri Insegnanti insieme al
team di Artisti Muse che da tempo collaborano, condividendo e cooprogettando obiettivi e finalità, hanno presentato al Convegno lo spettacolo “Falchera
T.V.B” prodotto dalle classi quarte e quinte dell’anno scolastico 2009/2010.
Un’esperienza, come scrive un ex’allieva della Neruda protagonista di questo evento, che “rimane nel
cuore sempre ......” e che ha permesso alla comunità
Falcherese di “calarsi nel passato del proprio quartiere e apprezzare la Falchera di oggi......quella che
ognuno di noi ha imparato a vivere”.
L’Insegnante Referente Muse
Barbara Pizzarelli
Diario di Loano…
Martedì 25 febbraio al pomeriggio siamo andati
con il pullman a
Borgio Verezzi
per osservare la
macchia mediterranea, attraverso
un impervio sentiero con Maria, la nostra guida.
La giornata era magnifica e noi stavamo veramente
bene in mezzo al verde, vedevamo il mare e l’isola
“Gallinara” a forma di tartaruga. La macchia mediterranea ha dei colori bellissimi; il terreno è rossiccio perché contiene ossido di ferro. Gli alberi più
grandi sono il pino marittimo e il leccio.
Questa esperienza è una delle tante vissute durante il
Soggiorno marittimo a Loano.
Laboratori, esplorazioni insieme in armonia e per
concludere le nostre giornate un gelato in allegria.
Gente di Falchera 9
(IIIA Neruda)
I lettori scrivono
Sabato 12 aprile nella nuova Biblioteca don L.
Milani, nel salone polivalente, c’è stata la presentazione del libro “L’altra Storia vent’anni dopo: Falchera Nuova” alla presenza degli autori Amilcare De
Leo, Umberto Grassi e le figlie del compianto Mario
Alba, Giusy e Sabrina.
E’ iniziato il programma con la presentazione di Giorgia Catalano, una nuova abitante di Falchera, una
bravissima poetessa e scrittrice che ha saputo guidare il pubblico nella presentazione dei personaggi presenti. Un plauso va alla ex preside Lina Sorrentino,
che con l’accompagnamento musicale ha fatto da
sottofondo romantico alle letture.
Un ringraziamento alla Presidente della 6^ Circoscrizione Nadia Conticelli per la sua presenza.
La dott.ssa Serra che è stata per molti anni medico
nel nostro quartiere, ha avuto un grande riconoscimento. Anche ad Adriana Scavello che, in collaborazione con la Regione Piemonte ha reso possibile la
stampa del libro. Sono state fatte alcune letture tratte
dal libro e poi la proiezione del due video di Umberto Grassi sulla storia della Falchera Vecchia e Nuova, portandoci indietro negli anni, da come eravamo
ieri a oggi.
Al termine sono stati distribuiti i libri.
Un ringraziamento agli autori e collaboratori che
contribuiscono a tenere vivo il nostro quartiere.
Città metropolitana e decentramento: un cambiamento storico per le amministrazioni locali
Il Comune sta studiando un nuovo modello di decentramento amministrativo che entro l’anno potrebbe
vedere la riduzione del numero di circoscrizioni (attualmente sono dieci) e una revisione di competenze
e funzioni tra organi centrali dell’Amministrazione e
le Circoscrizioni stesse. Entro l’anno la Città dovrebbe
approvare il suo nuovo decentramento, ma il 2014
porterà ai torinesi ed agli abitanti delle altre nove
maggiori città italiane (Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) un’altra grande novità: la nascita della Città
metropolitana. Infatti entro il 1° gennaio del 2015
questo nuovo ente “di area vasta”, sostituirà le Province di questi capoluoghi, assumendone di fatto le
funzioni, anche se rafforzate, con poteri nuovi e maggiori nell’interesse dei Comuni che ne faranno parte
e delle stesse Regioni.
Un elogio
Martedi 8 aprile al pomeriggio nella nuova biblioteca della Falchera intitolata a Don Lorenzo Milani vi
è stata la presentazione del volumetto di liriche e poesie “Un Passaggio Verso le Emozioni” della poetessa e scrittrice Giorgia Catalano, devo dire che mi
ha colpito la sua personalità culturale e la sua passione nel presentare la sua piccola opera. Mi è piaciuta molto la poesia Vecchia Falchera.
Mi ricordano il mio soggiorno in Inghilterra quando
sono andato in pensione. Vi sono state letture di brani anche da collaboratori del giornalino e dal suo collega Giorgio collaboratore della radio Italia Uno.
Peccato che eravamo in pochi ma l’importante è iniziare, io cercherò di provare a dilettarmi a scrivere
qualcosa di detti o scritti con la sua speciale competenza. Avanti cosi Giorgia, ti auguro tanta fortuna
nella tua carriera di scrittrice.
Giacomo Chissotti
La Città metropolitana (già prevista dalla riforma
delle amministrazioni locali approvata con la legge
142 del 1990), è stata istituita con la legge 56 del
2014 col fine di programmare strategicamente lo sviluppo del territorio, oggi provinciale, e di integrare
servizi e infrastrutture del territorio, come ad esempio le reti dei trasporti. Tutti gli amministratori, in
quanto già eletti a livello comunale, ricopriranno gratuitamente la loro carica e per Comuni e Regione non
dovranno esserci nuovi oneri di bilancio.
I comuni della Città metropolitana torinese sono 315
e il Sindaco sarà quello della città capoluogo, nel
Gente di Falchera 10
segue a pag.23
Un triste destino...
Per gli alberi di Falchera un triste destino
L’abbiamo tanto attesa e finalmente eccola, la primavera e appresso ad essa ecco gli aitanti “giardinieri” nell’opera del taglio becero ed indiscriminato quanto antiestetico dei poveri alberi che riempiono i prati falcheresi,
o per la precisione quelli che costeggiano la strada.
Evito di commentare il
taglio primaverile che
da come potete vedere
nell’immagine, è assolutamente controindicato visto che il taglio
deve avvenire in base ai
periodi fisiologici dell’albero, cui la curva di Askenasy a lato raffigura in modo
inequivocabile, e non in base alle voglie del condomino.
La E rappresenta l’energia dell’albero, la T il tempo e
le lettere S e W la primavera e l’inverno. Ed ecco che
salta all’occhio il periodo adatto come accennato poco
fa e come si è d’altronde sempre saputo, l’inverno(5).
Riporto un caso a me vicino, il civico 21 di Via degli
Ulivi dove il taglio è stato eseguito a seguito dell’asfalto
divelto o in fase di, quindi cosa necessaria agli occhi
del condomino che ha ordinato l’azione punitiva nei
confronti dei poveri alberi, senza domandarsi però il
perché delle radici che spaccano la strada. Ebbene ciò
accade perché l’asfalto non lascia avvenire lo scambio
gassoso tra il sottosuolo e l’aria per via della compattezza innaturale. In parole povere l’asfalto non lascia
respirare la terra e di conseguenza le radici.
Come intervenire allora se tagliarli dovrebbe essere l’ultima ipotesi?
In primis, opzione oramai impossibile quanto troppo
dispendiosa, una disposizione intelligente degli alberi
attorno alle strutture cittadine. In secondo luogo è possibile rifare l’asfalto, mettendo una pavimentazione
stradale più idonea, vedi sampietrini o simili. In ultima
istanza se proprio non si può, allora che si taglino, ma
che vengano anche ripiantati. Vivo abbastanza alla Falchera da aver visto scempi aberranti atti sui nostri amici vegetali cui bisognerebbe proporre un olocausto, ma
purtroppo non è possibile così mi chiedo l’utilità ultima del taglio fine a se stesso quali quelli sempre effettuati anni a ‘sta parte e le torture TOTALMENTE INUTILI che la ditta incaricata continua IGNORANTEMENTE a utilizzare, chiamandole in modo EUFEMISTICO potature. Perchè guardate, bastano davvero 5
minuti per capire che tutti i tagli, specialmente quelli
di Via degli Ulivi 23, che son costretto a vedere, sono
dannosi per gli alberi, per il suolo e per le abitazioni,
quanto le persone, circostanti.
Ripeto, un peccato davvero, visto che oramai l’orgoglio falcherese che c’è in me si palleggia tra la biblioteca e il verde datoci dalla natura. Riflettete gente, ci
rivediamo ai prossimi beceri tagli d’estate.
Damiano Grilli
SABATO 7 GIUGNO TORNA
LA FESTA DEI VICINI:
CORRETE AD ISCRIVERVI!
ECCO COME SI FA
Noi siamo pronti. E voi?
Sabato 7 giugno torna
l’evento più atteso dell’anno:
la festa dei vicini! Anche
quest’anno Atc e la Città di
Torino aderiscono all’iniziativa che si propone di contrastare l’isolamento e la solitudine in città invitando i vicini di casa a scendere in strada per conoscersi
e festeggiare insieme. La manifestazione, promossa
a livello europeo dall’associazione European Neighbour’s Day e in Italia dall’Anci, è nata nel ’99 a Parigi e da allora non ha mai smesso di riscuotere consensi, anno dopo anno. Nel 2013 ha riunito 16 milioni di cittadini partecipanti, 1400 comuni e organismi
sociali di ben 36 paesi. Un successo che non è da
meno neppure a Torino, dove tra i protagonisti più
attivi ci sono certamente gli abitanti delle case popolari, da nord a sud della città.
Partecipatissime sono state negli anni scorsi la cena
in strada di via Parenzo, a Lucento, la grigliata di
Falchera, le merende di via Ghedini e corso Taranto,
a Regio Parco o quella di via Dina, a Mirafiori.
Ma nel nostro album dei ricordi ci sono anche tanti
bei momenti di festa in via San Massimo, via Pio
VII, via Sospello e in molti altri cortili. Insomma,
cari inquilini delle case Atc, anche quest’anno contiamo su di voi: perché la festa dei vicini sia indimenticabile, i vicini non possono proprio mancare.
Come si fa a partecipare? Semplice, bisogna iscriversi. E’ semplicissimo: basta compilare la scheda
di adesione che trovate sul nostro sito internet e inviarla a rigenerazioneurbana@comune.torino.it.
In questo modo, avrete a disposizione tutto il materiale per pubblicizzare la festa nel vostro quartiere
(manifesti, locandine), il vostro evento sarà inserito
nel calendario ufficiale della manifestazione e il Comune vi fornirà il permesso per l’occupazione del
suolo pubblico qualora la vostra festa richieda anche
l’uso di tali spazi.
Il giorno lo sappiamo già: sabato 7 giugno. La ricetta è quella di sempre: ognuno porta qualcosa. Una
torta, una bottiglia di vino, un piatto di spaghetti. Poi
si mangia, si suona, si canta, si chiacchiera, si sta in
compagnia. Qualcuno è già un buon vicino. Qualcun
altro lo diventerà.
Vi aspettiamo! E non dimenticate di iscrivervi.
Gente di Falchera 11
Regolamento di Polizia
Urbana della Città di Torino
a cura di Emilio Ghirardi
Segue dal numero 4
TITOLO II - SICUREZZA E QUALITA’
DELL’AMBIENTE URBANO
SEZIONE I - DISPOSIZIONI
GENERALI DI SALVAGUARDIA
DELLA SICUREZZA E DELL’IGIENE
AMBIENTALE
pubblico volantini o simili;
i)
compiere presso fontane pubbliche o comunque sul suolo pubblico operazioni di lavaggio;
l)
immergersi nelle fontane pubbliche o farne altro uso improprio;
m)
sedersi o sdraiarsi per terra nelle strade, nelle
piazze, sui marciapiedi, sotto i portici, recando intralcio e disturbo, ovvero ostruendo le
soglie degli ingressi;
n)
spostare, manomettere, rompere o insudiciare
i contenitori dei rifiuti;
o)
ostruire o fare inversione al corso d’acqua dei
fossati, dei canali, o dei laghetti eventualmente esistenti, nonchè versarvi solidi o liquidi;
p)
ostruire con veicoli o altro gli spazi riservati
alla fermata o alla sosta dei veicoli di persone
invalide, nonchè impedire l’utilizzazione di
strutture realizzate per consentire il superamento delle barriere architettoniche;
q)
compiere, in luogo pubblico o in vista del pubblico, atti o esporre cose contrari alla nettezza
o al pubblico decoro, o che possano recare
molestia, disguido, raccapriccio o incomodo
alle persone, o in ogni modo essere causa di
pericoli od inconvenienti, nonchè soddisfare
alle esigenze corporali fuori dai luoghi a ciò
destinati;
r)
accendere fuochi o gettare oggetti accesi nelle
strade e nei luoghi di passaggio pubblico;
s)
(soppresso)
t)
affiggere o collocare etichette adesive ed altri
mezzi pubblicitari su beni pubblici o privati
senza la prescritta autorizzazione; ai fini dell’applicazione delle sanzioni amministrative,
pecuniarie ed accessorie il beneficiario del
messaggio pubblicitario è ritenuto obbligato in
solido;
u)
depositare ovvero collocare nello spazio urbano, come definito dall’articolo 3, comma 1,
senza preventiva concessione di suolo pubblico, opuscoli, pieghevoli informativi o pubblicitari, riviste, giornali, stampe ai fini della distribuzione gratuita con modalità self service;
nel caso in cui non sia possibile individuare
l’autore della violazione, risponderà in solido
il legale rappresentante della Società redattrice ovvero in mancanza il soggetto beneficiario
della pubblicità.
Articolo 7 - Comportamenti vietati
1.
a)
A salvaguardia della sicurezza e del decoro
della Città è vietato:
manomettere o in qualsiasi modo danneggiare
il suolo pubblico o di uso pubblico, le attrezzature o gli impianti su di esso o sotto di esso
installati, salvo che per interventi manutentivi
eseguiti, nel rispetto delle norme in proposito
dettate dagli speciali regolamenti, da soggetti
a tale scopo autorizzati;
b)
imbrattare o danneggiare monumenti, edifici
pubblici o facciate, visibili dalla pubblica via,
di edifici privati;
c)
rimuovere, manomettere, imbrattare o fare uso
improprio di sedili, panchine, fontanelle, attrezzi per giochi, barriere, termini, segnaletica stradale, cartelli recanti indicazioni di pubblico
interesse, dissuasori di traffico e sosta e altri
elementi d’arredo o manufatti destinati a pubblici servizi o comunque a pubblica utilità;
d)
arrampicarsi su monumenti, pali, arredi, segnaletica, inferriate ed altri beni pubblici o privati, nonchè legarsi o incatenarsi ad essi;
e)
collocare, affiggere o appendere alcunchè su
beni pubblici e, ove non si sia autorizzati, sulle
altrui proprietà;
f)
praticare giochi di qualsivoglia genere sulle
strade pubbliche o aperte al pubblico transito,
compresi i marciapiedi e i portici, quando possono arrecare intralcio o disturbo, ovvero costituire pericolo per sé o per gli altri o procurare danni;
g)
utilizzare gli impianti o le attrezzature destinate al gioco dei bambini da parte di chi abbia
superato il limite di età stabilito con ordinanza
del Sindaco;
h)
lanciare e collocare sui veicoli in sosta sul suolo
Gente di Falchera 12
(segue nel prossimo numero)
tre) il Consiglio comunale invita a formulare una
selezione che riconosca per ogni anno di esperienza
punteggi decrescenti a seconda che il lavoratore
precario abbia prestato servizio presso il sistema
pubblico della Città di Torino, il sistema
convenzionato e altri sistemi della Provincia di Torino
o strutture private.
E’ stato puntualizzato inoltre che le risorse per
l’assunzione di nove insegnanti in più rispetto a quelli
preventivati saranno compensate dalla riduzione del
numero dei dirigenti di prossima assunzione. Il
concorso per dirigenti del Comune di Torino prevede
adesso l’inserimento in pianta organica di 6 dirigenti,
rispetto ai 9 preventivati.
Roberto Tartara
Punti interrogativi...
...di CHIARA BERTOGLIO
Mi sono chiesta a lungo se scrivere o no. Purtroppo,
su certi temi, la nostra società sta diventando ipersensibile, ed è difficilissimo poter creare un dibattito
sereno, logico, razionale. Forse è per viltà, forse per
stanchezza o sfinimento, o forse perché faccio fatica
a sostenere discussioni in cui il dogmatismo, mi sembra, è molto più forte da parte di chi non si riconosce
nel cristianesimo.
Ci provo, comunque. E spero che anche chi pensa
che io abbia torto possa provare, anche solo per un
momento, ad interrogarsi con serietà e verità su quanto scrivo, senza pregiudizi, e tentando di porre - magari anche solo per assurdo - che ci sia della logica
in una posizione diversa dalla propria.
Ieri è stato smantellato un ulteriore brandello della
Legge 40, e da molte parti si sente inneggiare alla
vittoria della civiltà e del progresso. Io vorrei che ci
chiedessimo se andare nella direzione che la corrente dominante ci propone è veramente un progresso.
Scrive Chesterton: “Come viene enunciata oggi, [la
parola] progresso è solo il comparativo di qualcosa
di cui non conosciamo il superlativo”. Dove stiamo
andando?
Come donna, comprendo profondamente lo strazio e
l’angoscia di uomini e donne che vorrebbero poter
stringere tra le proprie braccia un figlio, e non possono. Hanno tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza, e, se a qualcuno fa piacere, anche la mia preghiera. Ma avere un figlio non è un diritto di nessuno,
come non è un diritto avere un marito o una moglie,
o non ammalarsi. Avere un figlio è donare la vita.
Donare la propria vita; donare l’esistenza ad un’altra persona.
Ci rendiamo conto a cosa stiamo spalancando la porta, quando inneggiamo all’abolizione di una delle
poche leggi sensate degli ultimi anni? Ci rendiamo
conto che permetteremo dei “giochi” che purtroppo
in altre nazioni sono già realtà, e che non riesco a
definire altrimenti che come degli orrori? Ci rendiamo conto che l’embrione è una vita umana?
Quando c’è stato il referendum sulla Legge 40, ho
fatto del mio meglio per cercare di diffondere un
pensiero logico (e non sto parlando di fede né di religione!) sull’argomento. Molti mi esprimevano perplessità sullo “status” della vita embrionale, spesso
negando anche che di vita si trattasse.
La mia risposta voleva essere semplicissima, e la ripropongo adesso: “È vita ciò che può morire. Può un
embrione morire? Sì. Quindi è vita”.
Come possiamo noi permetterci di manipolare la vita
umana? Come possiamo permettere che dei bambini
possano essere figli di numerose madri e padri, senza conoscere chi realmente ha dato loro il patrimonio genetico?
Come possiamo ammettere che alcune donne giovani e povere siano costrette a vendere i propri ovuli e/
o il proprio utero per soddisfare il “diritto alla genitorialità” di coppie dei Paesi ricchi? Dov’è il femminismo in tutto questo?
E, soprattutto: perché la difesa della vita umana viene liquidata come una battaglia della destra conservatrice e reazionaria?
Per me, onestamente, la difesa dei deboli è una priorità. Lo è a livello sociale, quando i deboli sono i
poveri, gli emarginati, gli immigrati, le persone sole,
ammalate e anziane. Lo è a livello etico, quando i
deboli sono le persone tanto piccole da non avere
ancora una voce per farsi sentire, o le donne tanto
povere da non avere null’altro da vendere se non il
proprio corpo e la propria dignità.
Non riusciamo a vedere come la mancanza di regole
morali per la sperimentazione biotecnologica conduce all’eugenetica, e l’eugenetica è per sua natura
nazista?
Mi accorgo che queste poche righe, prive di bellezza
letteraria e di ricercatezza formale, sono più che altro costellate di punti interrogativi. Forse potremmo
lasciarci realmente interpellare da questi punti interrogativi. Non ci sono né diktat né anatemi. C’è solo
il desiderio di aiutarci, a vicenda, ad interrogarci su
quale futuro vogliamo offrire alle generazioni che
verranno, quale mondo proporre loro, quali valori
porre alla base della nostra società.
Gente di Falchera 13
COME ERA
VAMO
ERAV
a cura di Umberto Grassi
La nonna Francesca ci ha portato le fotografie dei
suoi nipoti Emanuele e Matteo Scognamillo quando
giocavano nelle file della P.G.S. Conquista nel 1988.
La Polisportiva Giovanile Salesiana Conquista (P.G.S.
- via dei Pioppi 15 Torino tel. 011/2620274) è uno
dei pochi centri di aggregazione per ragazzi nel quartiere Falchera. Sorta nel 1972, conta su 5 squadre di
pallavolo, 1 di basket, 2 di calcio (prossimamente
3), 2 corsi di ginnastica per bimbi e adulti. L’impegno del presidente Crocilio Ricci e del direttivo è
rivolto ad un centinaio di giovani della zona.
PER CHI AMA IL TEATRO
Teatro Marchesa
C.so Vercelli 141
Sabato 10 maggio ore 21
“Gruppo Arte e Cultura”
diretto da Enzo Scaringella
“Liolà” di Luigi Pirandello,
regia di Simonetta Sola
(ingresso gratuito)
Venerdì 16, sabato 17 ore 21 e domenica 18 ore 16
“Compagnia Egribiancodanza” diretta da Susanna
Egri e taphael Bianco
“Sketches of Dying Time”:
The earth died screaming”
Sabato 24 ore 21 e domenica 25 ore 16
Walter Revello
“Il funerale della zia Concettina
(commedia comica e brillante)
Informazioni e prenotazioni tel. 3388706798
www.compagnialarabafenice.com
IN BREVE dalla Provincia
a cura di Ricciardetto
A sinistra i piccoli calciatori: in prima fila Borello,
Vaccaluzzo, Migliasso, M. Scognamillo e Lust. in seconda fila l’allenatore Boaron, Gozzi, Cavallero, Trotti,
E. Scognamillo, Carone e il dirigente Pagnini.
A destra le pallavoliste:In piedi da sinistra: la vice
allenatrice Mascarino, L’Abbate, Paternò, Rotondo,
Forlani, Di Fazio, Sedola, Migliasso, Occhionero e
l’allenatrice Muraro; accosciati: Di Paola, Mulè, Criscione, Sanfratello, Grasso, Palmeri e Cimarusti.
Addio province, cosa cambierà? L’approvazione del
provvedimento Delirio alla Camera (260 sì, 158
no, 7 astenuti), segna la fine di un’epoca. E ne apre
un’altra, fissata sulla carta ma tutta da esplorare.
La Città Metropolitana coinciderà con l’intero territorio della Provincia. L’avvicendamento sarà una
questione di date. La Città Metropolitana diventerà
operativa il primo gennaio del 2015, l’attuale Provincia scadrà a giugno di quest’anno. Il presidente
Saitta verrà prorogato per legge sino a dicembre
del 2015 con l’obiettivo di gestire il passaggio di
consegne. Dal 1° luglio il Consiglio Provinciale
decadrà, le sue competenze verranno affidate al
presidente, un commissariamento che Saitta ha già
deciso di rifiutare seccamente, ma è pronto a trasmigrare in Regione con Chiamparino. Non vuole
avere il ruolo di “traghettatore”. Da gennaio 2015
dunque la Provincia si chiamerà Città Metropolitana, sarà un ente autonomo in termini di organici, di
bilancio, di patrimonio immobiliare e azionario. Per
quella data i sindaci eleggeranno un’assemblea con
il compito di preparare lo statuto. Entro il 30 settembre verrà eletto il Consiglio metropolitano, formato da 18 membri eletti da tutti i consiglieri comunali di tutti i Comuni del Torinese. Dirigerà la
Città Metropolitana Piero Fassino, sindaco del
Comune capoluogo e sarà affiancato da un vice.
Gente di Falchera 14
segue editoriale di Amilcare De Leo
Resterebbero all’Amministrazione Centrale le funzioni di programmazione e di indirizzo generale, l’emanazione dei regolamenti, il coordinamento, la definizione
degli standard cittadini e il controllo complessivo. Per
quanto riguarda poi il coordinamento istituzionale, si
penserebbe di istituire la cosiddetta Conferenza del Sindaco e dei Presidenti della Municipalità, che verrebbe
ad affiancare il Coordinamento dei Presidenti e garantirebbe l’unitarietà delle scelte politico-amministrative.
Noi non conosciamo esattamente nel dettaglio le future
composizioni strutturali, politiche ed economiche delle
circoscrizioni rinnovate, ma siamo in grado di esprimere un giudizio per nulla approssimato su quelle attuali
che, bene o male, hanno operato in sinergia con i cittadini sia pure attraverso forme di dissenso, contrapposizioni, mai comunque in aperto, aspro conflitto. Bene
o male hanno saputo garantire una certa coesione del
quartiere, anche là dove minima era la partecipazione
dei cittadini o là dove, al contrario, fin troppo le lotte
intestine di base accendevano gli animi senza alcun
beneficio per gli uni e per gli altri. Anche se in questi
ultimi tempi, a causa della crisi, le risorse economiche
non sono state adeguate alle varie richieste ordinarie a
favore di scuole, associazioni, gruppi musicali e culturali, interventi assistenziali, viabilità, viaggi anziani etc.
le circoscrizioni si sono sempre imposte come forze intermediarie nei frequenti contatti con i poteri alti del
Comune o di altri Enti, se non proprio per una immediata risoluzione dei problemi certamente per evidenziarli, cercando di accelerare un intervento. Non conosciamo altresì gli accorpamenti previsti ma ne possiamo tratteggiare mentalmente la futura fisionomia pensando ai territori amministrativamente a noi più vicini.
Augurandoci comunque per il futuro un netto miglioramento, tuttavia, a causa dell’estensione del territorio
prescelto, sarà forse più difficile e dispersivo il contatto diretto con i consiglieri di zona, come avviene oggi,
anche se ci consola, francamente, il sapere della diminuzione dei costi, in un particolare momento storico
nel quale si vedono sprechi dappertutto. Sempre determinante, riteniamo, è la formazione di comitati spontanei di quartiere che preferibilmente confluiscano in uno
solo, legittimo, autorevole e scevro da sottese preferenze di partito, vero primo organo di democrazia.
Ma non è così semplice.
COmunITà CRIsTIAnA
FALChERA - PARROCChIE
s. PIO X - GEsù sALvATORE
Estate Ragazzi 2014
Inizia: Lunedì 23 giugno
Termina: Venerdì 18 Luglio
per ragazzi/e nati dal 2001 al 2007
Iscrizioni dal 6 maggio
Per info. 011-26.20.827 / 347-769.86.33
25 Aprile alla Falchera
Il giorno 9 Aprile, gli alunni delle classi quinte A, B,
C, delle scuole primarie
“Ambrosini”
e “Neruda”,
accompagnate dalle loro
insegnanti:
Dicanito,
Cardilli, Buccolieri, Reinero e Tripisciano, si sono recate in Strada Cuorgnè
presso il cippo “dei martiri”, per commemorare la
giornata della liberazione nel luogo dove il 14 settembre 1944, tre giovani partigiani furono impiccati
dai tedeschi.
Alla cerimonia erano presenti i partigiani dell’A.N.P.I. il signor Palmiro Gonzato, Guido Bertotto
e la signora Natalina Galassi e assente giustificato,
per età e motivi di salute, il signor Renato Mattio il
mitico partigiano della Falchera, a cui è stato indirizzato un caloroso applauso da parte di tutti.
Come rappresentante delle istituzioni, il sig. Vercillo dà inizio alla cerimonia spiegando ai ragazzi come
in quel periodo (1943-1945) era organizzata la Resistenza, quali erano state le cause e i motivi che avevano spinto i partigiani al sacrificio della loro vita,
per regalare a noi la libertà.
In seguito, come
rappresentante
della 6ª
circoscrizione,
prende la
parola il
consigliere Domenico Raso, ricordando ai presenti
che anche con il sacrificio di quei martiri, oggi possiamo parlare di democrazia e libertà, e che da tali
conquiste del passato è nata la nostra Costituzione
Italiana.
Proseguendo nella ricorrenza, i ragazzi recitano la
poesia - “Resistenza” e “Libertà” e in seguito vengono enunciati una ventina di “pensierini sulla libertà”, scritti e letti dagli stessi ragazzi.
Subito dopo l’insegnante di musica, signora Tripisciano, dirige i canti e i cori dei ragazzi con “O bella
ciao” (cantata da tutti i presenti) e a seguire “Fischia
il vento” suonata dai “flauti” dei ragazzi.
Terminato il coro, alcuni di loro, espongono una ricostruzione storica di quel periodo con la lettura di
alcuni racconti e con domande su ANNA FRANK e
altri protagonisti di quel periodo; subito dopo la cerimonia termina con una deposizione di fiori sulla
lapide dei caduti per la libertà.
Gente di Falchera 15
D.P.R.
L’angolo della poesia
a cura di Rocco De Pace
Là, dove volavano i falchi
PORTA PALAZZO
Case basse
di rosso mattone
in fila allineate
si allungano
in grovigli di strade.
Attorno un verde d’insieme
ricorda sobborghi danesi
eppure ti perdi
in un giorno di nebbia.
Divisa da una lingua d’asfalto
appare seconda
l’altra borgata
che sfida la prima
con vette di torri
a guardare dall’alto
il lago distratto
custode degli orti.
Un punto ignoto
prima nascosto
braccato dai media,
presto scoperto,
pronto il riscatto.
Due storie distinte
due destini incrociati,
un nome soltanto,
Falchera!
Là, dove
volavano i falchi.
Profumo intenso, vivace.
Foglie di menta dorate dal caldo sole.
Un burka contorna un viso di giovane donna.
Mani dipinte, il suo sguardo cupo.
Grida accese per vender mercanzie.
Bancarelle addobbate di colori
di profumi d’altrove circondate.
Spezie, essenze, parole d’altre lingue
mi suggeriscono immagini mai vissute,
d’una vacanza assolata.
Bazar di forti colori e di mille sapori,
di voci indistinte e musicali cantilene.
Gente che va che viene,
che s’adopera in acquisti.
Orologi cinesi dalle tante strane forme.
Occhi a mandorla si perdon verso l’orizzonte
d’un monte lontano.
Palazzi d’un tempo che fu, raccontano ancora
la loro storia.
Scorrere, correre, confondere
per confondersi lentamente in un nuovo
mondo
fatto di tanti cuori e paesaggi,
di tante menti e costumi, di tante piccole
grandi umanità.
Giorgia Catalano
PESCIOLINO RIVOLUZIONARIO
Remo Andreasi
INCONTRI
Ogni nuovo incontro è una gioia.
E’un tentativo di. scoprire
l’insondabile mistero di un cuore.
E’un avvicinarsi ad uno scrigno segreto
dal contenuto misterioso.
Dentro troveremo pietre preziose e ori
O rifiuti e vecchi giornali?
Ma ogni uomo
anche il più abietto
nasconde nel suo intimo almeno un gioiello.
Non abbiamo paura di scavare nel fango
Per andarne alla ricerca.
E se ardua sarà la scoperta
più brillante ci apparirà, tra le dita,
il suo scintillio.
Teodoro Lorenzo
Gente di Falchera 16
Un bel pesciolino
stanco del mare,
saltò sulla spiaggia
e imparò a camminare.
E imparò tante cose:
giocava al pallone
e saltava la corda
coi bimbi del rione.
Era sano come un pesce
bello, educato,
non passaron tre giorni
era già fidanzato.
Un bel giorno di sole
a braccetto con Gina,
andava a passeggio
alla spiaggia vicina.
Ma, un brutto momento
non si sa com’è stato,
è caduto nel mare
ed è morto annegato.
Rodolfo Gobbo
Le tredici mosse
dell’arte di educare
Saper dire “no”!
Nella serie
delle mosse
fondamentali
dell’arte di
educare non
può mancare
la mossa del
saper dire
‘no’! Ne siamo così convinti che ogni figlio dovrebbe dire ai
genitori:
“Se mi volete bene, non ditemi sempre ‘sì’!”
Quattro motivi
I ‘no’ ci vogliono almeno per quattro motivi.
Intanto perché danno sicurezza.
Avvertono il figlio che vi sono dei limiti, dei paletti:
cose che si possono fare, altre che sono proibite. Ora,
tutto ciò tranquillizza: toglie dall’insicurezza del non
saper come agire, cosa fare.
I ‘no’ irrobustiscono l’io.
Senza nessuna esperienza dei ‘no’, al primo scoglio
il ragazzo rischia il naufragio. È questa una delle ragioni fondamentali della necessità del ‘no’. Non è
forse vero che abbiamo figli sempre più friabili, ragazzi con la grinta della mozzarella? E’ tempo di
smetterla d’essere troppo arrendevoli!
I ‘no’ avvertono che vi è un’autorità.
Una cosa è assodata: il rapporto educativo deve essere asimmetrico.
In fondo è il figlio stesso a volerlo: a lui serve una
persona autorevole, non un amico o un camerata.
Il ‘no’ detto con arte è una delle più chiare espressioni dell’autorevolezza.
Finalmente i ‘no’ rendono più simpatico il figlio.
Un ragazzo al quale è sempre permesso di fare quello che gli pare e piace, sarà incapace di adattarsi agli
altri, potrà diventare un incivile, un rompiscatole, un
piantagrane.
Insomma è evidente l’importanza del ‘no’. Importanza che ci impegna a sfruttarlo al meglio.
Lo stile del ‘no’
Perche il ‘no’ sia utile, deve essere detto con stile,
deve, cioè avere alcune caratteristiche.
Non urlato.
Se gridato, il ‘no’ potrebbe essere interpretato come
dipendente dal nostro umore del momento e non già
come una decisione presa per impedire qualcosa che,
comunque, non si deve compiere, indipendentemen-
te dal nostro ‘raptus’.
Dosato.
Quando i ‘no’ sono troppo frequenti perdono efficacia, come le leggi. Perché in Italia le leggi si infrangono così di frequente? Una ragione è anche questa:
perché sono troppe. Mentre in Francia ed in Germania sono sui settemila, da noi superano le centocinquantamila! Oltre a ciò, è bene che il ‘no’ sia dosato
perché il censurare troppo i figli rischia di frustrare
la loro creatività e di renderli più insicuri.
Giustificato.
Il figlio deve sapere che le nostre proibizioni hanno
una ragione. Giustificando i ‘no’ lo illuminiamo, lo
orientiamo, lo facciamo crescere. E’ chiaro che la
motivazione deve rispettare la maturazione raggiunta dal figlio. Al piccolo di tre anni diremo: “Non prendere il coltello. taglia!”. Al ragazzo adolescente tentato dall’alcol spiegheremo che dove entra il bere esce
il sapere; diremo che solo chi è poco saggio si lascia
imbottigliare dal vino!
Quali ‘no’?
È impossibile, in ogni caso, fare l’elenco completo
dei ‘no’ da dire ai figli. Ci limitiamo ai quattro che ci
sembrano i più urgenti.
No alle mode.
Dove è scritto che tutti i ragazzi debbano avere lo
stesso zainetto, che a Natale tutti debbano ricevere
montagne di regali? Ha tutte le ragioni lo psichiatra
Fulvio Scaparro ad essere così deciso: “Mamme e
papà, imparate dai salmoni che vanno contro corrente! Liberatevi dai copioni!”.
No al servizio.
Perché la mamma deve continuare ad insaponare il
figlio, ad allacciargli le scarpe ed il papà a sbucciargli la mela? Qualche anno fa il sociologo Francesco
Alberoni ha lanciato un messaggio: “Basta con i vizi
ai figli! Se la cavino da soli!”. Tutti gli hanno battuto le mani. E se fossimo d’accordo anche noi?
No al cuore di panna e all’indulgenza plenaria.
Concedere tutto al figlio è tradirlo: non si può vivere
in pantofole! Concedere tutto al figlio è preparare un
infelice: “Il passero ubriaco trova amare anche le
ciliegie’ recita il proverbio.
No alle continue richieste.
“Me lo comperi?” “Voglio questo!”. “Dammi quello”...
Ad un certo punto bisogna dire ‘No!’. “Ne hai abbastanza!”. “È inutile insistere!”. “Sarebbe troppo”.
“Questo non è per nulla necessario!”...Parole sapienti.
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Gente di Falchera 17
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Gente di Falchera 18
Psicanalisi e dintorni
del dott.
Oreste
Borio
Uomini e topi: paradigmi e soggettività.
Tutti gli studi, immensi, che sono stati effettuati sul
comportamento e su quella particolare funzione del
cervello che chiamiamo psiche, segnano punti irrinunciabili per capire, per quanto è possibile, il complesso fenomeno umano. Sarebbe però un grave errore considerarli ciò che non sono, cioè elementi definitivi (certi), buoni per ogni valutazione e diagnosi
del vasto campo in esame. Così si farebbe solo della
cattiva psicologia.
Ogni teoria infatti è valida fino a quando non se ne
individua un’altra migliore, più convincente. In effetti tutti i paradigmi interpretativi del fenomeno
umano, sono dei tentativi di porre in essere dei concetti utili ad analizzare meglio l’oggetto della ricerca (l’uomo), ma sono spesso ben lontani dall’essere
classi rigide entro le quali comprendere pienamente
ciò che si osserva.
In effetti sulle modalità del comportamento umano
quello che si può dire con certezza è che esso non si
presenta mai puro ed univoco, esprime sempre sfumature tali per cui la sua categorizzazione risulta a
volte incerta e forzosa. Ciò vale per i disturbi mentali come per i fenomeni di sviluppo della personalità
e per il comportamento in generale.
In psicologia si è capito presto come non esista il
bianco e il nero, ma solo una enorme varietà di sfumature che possono esprimere delle tendenze prevalenti, ed è a questo criterio che occorre attenersi se si
vuole arrivare a qualcosa di utile. Così è per il comportamento individuale, affettivo, sociale, cognitivo,
il binomio maschio-femmina, ecc. Il tipo umano
“puro o normale” è solo un’astrazione statistica e
nessuna classificazione può essere mai completamente soddisfatta , ed è bene che sia così.
Restringere un individuo nelle maglie della oggettività, ancorché sia una pretesa scientifica, significa
di fatto privarlo di quanto più umano esista, la sua
soggettività: e dunque significa cambiarne la natura.
L’uomo oggettivato non è più un uomo, al massimo
assomiglia ad un topo di laboratorio.
Quella che chiamiamo personalità è una struttura
comportamentale semipermanente, cioè abbastanza
stabile, mai definitiva, e il contenuto della mente,
con i suoi modelli operativi, è sempre una rielaborazione soggettiva della rappresentazione che ci facciamo della realtà esterna ed interna. E dunque poiché la realtà può modificarsi, parimenti si può modificare la interpretazione che ci facciamo di essa.
I paradigmi e le loro etichette, le diagnosi, non sono
cose neutrali. Essi producono sugli individui che ne
vengono interessati delle incidenze, per quanto riguarda ciò che si pensa di se stessi e delle relazioni
che si hanno. Dunque le classificazioni in campo
umano sono materiale altamente esplosivo, da maneggiarsi con estrema cautela.
Ciò tuttavia non significa che dobbiamo rinunciare
ad avvalerci delle ampie concettualizzazioni che sono
state fatte sul fenomeno umano; tutto sta nel non ritenere che il risultato della nostra analisi possa dirsi
certo e definitivo. Dubitare delle proprie certezze rimane un utile antidoto che ci protegge dall’errore.
Questa breve tiratina, o meglio riflessione, mi viene
spontanea come avvertenza per tutti coloro che si
avvicinano ai temi della psicologia, e che avendo la
necessità, mai sopita, di conoscere meglio se stessi,
hanno la tendenza a rispecchiarsi senza troppo cautele negli argomenti che via via incontrano. Certo è
un fatto spontaneo voler capire e volersi capire, ma
occorre evitare nel modo più assoluto di farsi delle
autodiagnosi o di specchiarsi in ciò che di bel nuovo
si viene a conoscere.
Tutte le teorie e i paradigmi sono degli acchiappafarfalle, utili agli esperti del campo per valutare i fenomeni, catalogarli, approfondirli, senza però mai
fare l’errore di pensare che possano tracciare il ritratto definitivo di quello che nella sua unicità soggettiva ogni uomo è.
In campo psicologico non bisogna mai arrendersi,
niente è definitivo. La psiche, com’è noto, oltre ad
essere relativamente plastica, tende sempre all’auto
guarigione. Auguri.
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Gente di Falchera 19
La narrativa
di
Teodoro
Lorenzo
Olimpiadi
Quando arrivavano i giornali in classe era una battaglia furiosa, uno stato di orgasmo rivoluzionario da
primavera dei popoli.
Prima ancora che la Petrillo entrasse in classe, soltanto al suono che le sue nocche producevano sul legno della nostra porta, si levava un coro arrabbiato e
rumoroso: “Questa volta il giornale è mio, oggi lo
porto a casa io!” Coro che a lungo aleggiava sopra i
banchi, volteggiava con capriole e piroette per poi
appendersi al soffitto per riposarsi e rifarsi il trucco
in vista della stessa rappresentazione dell’indomani
all’entrata in scena della bidella.
Dopo questa ouverture si passava all’azione.
Qualcuno si appollaiava in cima all’armadio di ferro
vicino alla porta d’ingresso pronto a spiccare il salto
e aggredire la malcapitata. La quale aveva cominciato ad adottare una tattica più accorta. Non entrava
più in classe ma da una distanza che riteneva sufficiente a garantirsi l’incolumità gettava i giornali sul
pavimento dandosi poi ad una fuga precipitosa.
Appena i giornali toccavano terra decine di corpi vi
si tuffavano sopra come leoni in gabbia alla vista delle
bistecche di manzo. Qualcuno si arrampicava sulle
spalle di un compagno, qualcun altro sgusciava tra le
gambe, le braccia si muovevano come pale di mulino nel tentativo di catturare la preda.
Finiva ogni giorno in una rissa colossale con spintoni e torte in faccia.
Coloro che non partecipavano alla bagarre scommettevano giornalmente cifre considerevoli sul probabile vincitore della contesa, che era sempre imprevedibile e ricca di colpi di scena tanto che più di una volta era riuscito a prevalere l’esile e gracilissimo Alberto Trinelli che, spaurito e allampanato, sembrava
un uccellino senza piume.
Si era giunti ad organizzare gare ad eliminazione diretta con la partecipazione di elementi provenienti
da altre classi. Oggi è il grande giorno, il giorno della finalissima.
Curiosi e spettatori si sono intravisti nel corridoio antistante la nostra classe sin dalle prime ore dell’alba.
Qualcuno addirittura per non perdersi l’eccezionale
spettacolo ha bivaccato nei servizi con addosso solo
un foglio di carta igienica per ripararsi dal freddo.
All’arrivo degli atleti finalisti, scortati da un reparto
di polizia e abbagliati dai lampi dei fotografi, la nostra classe sembra un formicaio brulicante. Il cassiere gongola per l’incasso record. Una famiglia intera
ha preso posto nel cestino della immondizia, alcuni
soldati sono abbarbicati fuori dalle finestre e se ne
vedono soltanto le teste. Per lasciare libero il centro
della classe e non impedire il regolare svolgimento
della gara appendiamo tutti i professori della scuola,
uno per uno, agli attaccapanni.
Entrano in campo, anzi in aula, gli atleti, accolti da
un uragano.., ma non di applausi, proprio da un uragano, una paurosa tempesta di pioggia e grandine
che obbliga i soldati ad abbandonare le loro posizioni. Verranno per questo fucilati come disertori.
I concorrenti prendono posto nelle corsie loro assegnate e si sistemano sui blocchi di partenza.
Un brivido di suspense attraversa tutta la classe, sono
attimi di intensa drammaticità. Un anno di sacrifici
per pochi attimi di gara. Tutto è pronto per l’inizio.
Lo starter esplode il colpo di pistola, e uccide il giudice di sedia. Vengono lanciati i giornali e gli atleti
scattano in avanti come molle.
Vince Pinotti seguito ad una lunghezza da Leporatti,
terzo Quirico che la spunta di un palmo, naturalmente
di naso, su Barbieri.
Il favorito Trinelli ha rotto in partenza ed è incappato nei rigori della giuria.
Salgono sul podio i vincitori accompagnati da un
disco degli Squallor.
A Pinotti viene regalato il diploma di maturità, Leporatti si aggiudica un poster di Luciana Turina nuda su
un cammello e Quirico un buono annuale per la copiatura integrale delle versioni di latino di Valentini.
dal libro Campus Marie Curia - di Teodoro Lorenzo
Centro d’Incontro
Domenica 11 Maggio alle ore 17,30 presso il Centro d’Incontro via delle Querce 23 si svolgerà lo
spettacolo con l’Associazione Culturale CHORO’S&Polis. Voci e luoghi della comunità.
Titolo: Ci vediamo a Falchera.......
evento di Teatro Comunità a cura di Maria Grazia
Agricola e Marianna Barbaro con la collaborazione
di Maria Grazia Cane. In scena i partecipanti del
Centro d’Incontro di Falchera.
Ascoltare le storie di ogni persona é sempre un momento “straordinario”. Ogni storia é unica ed universale nello stesso tempo! Compito di teatro comunità é di rendere visibile la storia di chi racconta, di
darle un linguaggio che arrivi al pubblico!
Qui a Falchera le storie di Attilio, Marisa, Nicoletta
e Francesco appartengono a questo luogo ma nello
stesso tempo sono le storie di una generazione che
ha vissuto la guerra, l’immigrazione degli anni 60,
l’impegno civile e sociale, il desiderio di migliorare
la propria vita, la speranza di trasmettere tutto ciò ai
figli e nipoti che verranno.... Ci vediamo a Fal-
chera domenica 11 Maggio alle ore 17,30.
Gente di Falchera 20
Il piacere di leggere
di
Adriana
Scavello
Lettera d’addio Gabriel Garcìa Marquez
Nel 2010 Gabriel Garcia Marquez
aveva scritto questa lettera, che mi
fa piacere proporre ai lettori di Gente di Falchera per commemorare il
grande crittore, autore di “Cent’anni di solitudine”
morto il 17 aprile scorso all’eta’ di 87 anni.
Se Dio, per un istante, dimenticasse che sono un pupazzetto di stoffa e mi donasse un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in
fin dei conti, penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose non per quanto valgono, ma
per quello che esprimono.
Dormirei poco, sognerei di più, capendo che per ogni
minuto in cui chiudiamo gli occhi perdiamo sessanta
secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano, mi risveglierei
quando gli altri si coricano.
Ascolterei quando gli altri parlano e… come saprei
godermi un buon gelato al cioccolato!
Se Dio mi facesse dono di un ritaglio di vita vestirei
senza fronzoli, mi butterei di pancia al sole, lasciando
scoperto non solo il mio corpo, ma pure la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio
sul ghiaccio e attenderei così l’arrivo del sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh, sulle stelle,
una poesia di Benedetti; e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il
dolore delle loro spine, e l’incarnato bacio di quei
petali… Dio mio, se io avessi uno scampolo di vita…
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla
gente che amo che la amo. Ad ogni donna e ad ogni
uomo farei capire che sono loro i miei prescelti e
vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei che sbagliano quando pensano che uno smette di innamorarsi perché invecchia, ignorando che uno invecchia proprio perché ha
smesso di innamorarsi! A un bambino darei le ali,
ma lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non è fatta di vecchiaia, ma di oblio.
Tante cose ho imparato, da voi uomini…
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla
cima della montagna, senza capire che la vera felicità sta nel modo di salire quel pendio.
Ho imparato che quando un neonato afferra col suo
piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo fa per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un
altro uomo dall’alto in basso soltanto quando si appresta ad aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma
in verità di poco mi serviranno, perché quando mi
metteranno dentro quella valigia starò, infelicemente, già morendo.
Dì sempre quel che senti e fa quello che pensi.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedrò dormire, ti abbraccerei forte e chiederei al Signore di
poter essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che è questa l’ultima volta che ti vedrò
uscire da quella porta, ti darei un abbraccio, un bacio
e ti chiamerei poi indietro per continuare a darteli.
Se sapessi che questa è l’ultima volta che sentirò la
tua voce, registrerei ognuna delle tue parole per poter ascoltarle una e un’altra volta, all’infinito.
Se sapessi che sono questi gli ultimi minuti che mi
restano per guardarti, ti direi “ti amo”, senza pensare, scioccamente, che tu lo sai da sempre.
C’è sempre un domani e la vita di solito ci offre la
possibilità di rifare ogni cosa per bene, ma se mi sbagliassi e l’oggi fosse tutto quanto ci rimane, mi piacerebbe dirti questo, che ti amo, e che non mi riuscirà di dimenticarti.
Nessuno, vecchio o giovane, ha il domani assicurato. Oggi potrebbe essere l’ultima volta che vedi coloro che contano per te.
Per questo non aspettare, fallo ora, perchè se quel
domani infine non arriva, rimpiangerai il giorno in
cui non trovasti il tempo di un sorriso, un abbraccio,
un bacio; troppo occupato per concedere alla vita la
sua ultima grazia.
Tieni coloro che ami vicino al cuore, sussurragli all’orecchio che hai bisogno di loro, amali, trattali bene,
e trova del tempo per dire “mi dispiace”, “scusami”,
“per favore”, “grazie” , voglio dire, tutte quelle parole d’amore che hai in grembo.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai
tuoi amici quanto tieni a loro.
Gabriel García Márquez
“55 anniversario di matrimonio
di Gino e Jucci Olivero con gli
auguri di nipoti, figli e generi”’
Anche la redazione si unisce con tanti auguri
Gente di Falchera 21
Astronomia e...
a cura del Gruppo “G. Plana”
La Cometa ISON verso la Terra scortata da astronavi aliene
Le immagini che vi presentiamo provengono dal satellite cinese geostazionario Tian Lian 1, che è utilizzato per il monitoraggio spaziale. Tian Lian 1 ha
registrato le immagini della Cometa ISON che si trova in viaggio verso l’interno del nostro sistema solare e sfiorerà la Terra prossimamente. Dalle immagini tratte appunto dal satellite di monitoraggio spaziale cinese Tian Lian 1, si possono osservare due
UFO a forma di sigaro in orbita intorno alla cometa.
Secondo molti ricercatori, le immagini parlano chiaro. La Cometa ISON viene scortata da due astronavi
extraterrestri e sembra infatti che non ci siano dubbi
su questo. Gli ET stanno forse guidando la cometa
verso una destinazione sconosciuta in modo da evitare un impatto con la Terra o per altri motivi?
Ci sono due video che vanno a suffragio del fatto
che si possono osservare due oggetti lunghi e a forma di sigaro che accompagnano la Cometa. Il secondo e nuovo video conferma che i due oggetti sono
reali e orbitano intorno alla ISON. Quindi i due video …confermano la stessa
cosa. Questa non è una coincidenza. Questa cometa passerà molto vicino alla Terra
e sarà visibile ad occhio
nudo o con un semplice telescopio e possiede un diametro di quasi 5 km. abbastanza sufficiente per creare un evento di estinzione.
Sul suo massimo avvicinamento, C/2012 S1 passerà
circa 0,0724 UA (10.830 mila km; 6.730.000 km) da
Marte il 1 ° ottobre 2013, e passerà circa 0.429 AU
(64.200 mila chilometri; 39.900.000 mi) dalla Terra
il 26 dicembre 2013.
da http://www.segnidalcielo.it/
Briciole di storia...
a cura di Franco Foppiani
Un Museo …Speciale
Negli anni ’30 il
docente di Odontoiatria e storia
dell’argomento
dei medici dentisti a Torino, dr.
Luigi Casotti, regalò una grande
parte della sua
collezione privata costituita da scritti, strumenti, oggetti dedicati per
l’appunto alla clinica di odontostomatologia. Nel
1963 quanto ci fu il trasferimento della clinica, tutto
quanto fu chiuso in scatoloni, messi in un magazzino e …dimenticati. Grazie all’interessamento del
dottor Luigi Preti e alla costruzione della nuova Dental Scool, presso il Lingotto di Torino, è stato sistemato uno spazio espositivo che ha potuto accogliere
una donazione dei dottori Adriano e Paolo.
Parecchi oggetti inerenti al tema sono stati offerti da privati e dalla famiglia Amoretti di Imperia. Il museo è stato inaugurato il 15 Febbraio
2008, diventando così il
punto di forza del Dental Scool, è stato visitato
più volte durante alcuni
congressi. Il museo si divide in quattro epoche,
si inizia con uno studio
del 1884, con una poltrona con specchiera al seguito, un porta strumenti ed un trapano a pedale. Tra
le ambientazioni del fine ‘800, con un banco a tre posti con un serie di attrezzi, fotografie e corone stampate al vulcanizzatore per la
realizzazione
delle protesi in
caucciù. C’è un
studio ambientato ai primi del
Novecento
dove c’è una
poltrona e una
campana di vetro sopra la
meccanica. Sono anche presenti i trapani a pedale e la
loro evoluzione, in quello elettrico e di seguito a turbina. E’ un museo che merita una visita.
F.F.
Gente di Falchera 22
ANNIVERSARIO
C’è una stella che brilla nel cielo;
sei Tu! Il mio cuore non è mai
solo. Ciao Fabio.
Mamma e tutti i tuoi cari.
In ricordo del caro Fabio Barberis per il sesto anniversario della
sua scomparsa, la S. Messa di suffragio sarà celebrata domenica
8/6/2014 alle ore 10 nella parrocchia di S. Pio X (Bruna Aquilante)
segue da pag. 10
nostro caso Torino, affiancato da un Consiglio metropolitano, con funzioni di indirizzo e controllo analoghe a quelle del Consiglio comunale, e formato da
18 componenti eletti dai circa quattromila consiglieri delle assemblee dei 315 Comuni.
Il terzo organo della Città metropolitana, dopo Sindaco e Consiglio, sarà la Conferenza metropolitana,
composta dai sindaci dei Comuni che ne fanno parte. A regime questo organo avrà poteri consultivi e di
proposta.
In questa fase, che potremmo definire “costituente”,
molta importanza avrà l’elaborazione di uno Statuto
in grado di garantire rappresentanza nel seno del Consiglio metropolitano anche ai piccoli comuni. La questione è tanto più delicata se si considera che ben 250
dei 315 comuni del torinese hanno meno di 15.000
abitanti e di questi 106, hanno meno di 3000 abitanti.
Per questa ragione la legge assegna al voto dei Consiglieri dei 315 comuni sarà un valore ponderato che
dovrà tenere in conto le particolarità dei territori e
garantire un’adeguata rappresentanza a tutti i comuni.
Entro il prossimo 30 settembre il Sindaco della Città
capoluogo dovrà convocare le elezioni nei 315 comuni del torinese per nominare il Consiglio metropolitano ed una Conferenza statutaria cui sarà affidata l’elaborazione di una proposta di Statuto della Città metropolitana. Nel medesimo termine dovranno essere
insediati il Consiglio e la Conferenza metropolitani.
Lo Statuto sarà adottato in via definitiva dalla Conferenza metropolitana su proposta del Consiglio
metropolitano entro il 31 dicembre 2014.
Nulla cambierà nell’assetto amministrativo ed elettorale dei Comuni, che però dovranno confrontarsi con
una nuova istituzione con poteri e funzioni significativamente rafforzati, rispetto a quelli oggi assegnati
alle Province, per esempio nel campo dei Piani territoriali di coordinamento, strumenti fondamentali per
armonizzare efficacemente le politiche di pianificazione dei servizi, sviluppo e tutela del territorio.
SILENT KEY
CI HANNO LASCIATO:
27/03/2014 Ruga Lorenzo
Via dei Tigli 7
28/03/2014 Amarena Gerardo
Via degli Ulivi 33
01/042014 Moscato Caterina
Via delle Betulle 25
02/04/2014 Calassi Giuseppe
Via degli Ulivi 76
02/04/2014 Riga Rosa
Via delle Querce 73
15/04/2014 Frego Paola
Via degli Abeti 47
IMPARARE
dianni 48
di anni 82
di anni 75
di anni 80
dia anni 72
dia nni 47
Ho imparato che spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e spesso non lo apprezzano...
Ho imparato che da un giorno all’altro tutto può
cambiare..
Ho imparato che non c’è cosa più bella e difficile
che potersi fidare di qualcuno..
Ho imparato ad accettare le delusioni o comunque
a non dar loro troppo peso..
Ho imparato ad andare avanti anche quando l’unica
persona con cui vorresti parlare è la stessa che ti ha
ferito..
Ho imparato che questo, molte persone non l’hanno mai capito.
Ho imparato che più dai e meno ricevi.
Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Che i vuoti non sempre possono essere colmati.
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose.
Che la ruota gira, ma quando ormai non te ne frega
più niente.
E (soprattutto quello che più mi piace della vita) è
che non si finisce mai di imparare.
Silvio Lavalle
Gente di Falchera 23
Hanno collaborato a questo numero:
Remo Andreasi, Chiara Bertoglio, Oreste Borio, Luigi Cancedda, Giacomo Chissotti, Giorgia Catalano, Emilio Ghirardi, Damiano Grilli, Toni De Nardo, Silvio Lavalle, Vittorio Leode, Pino Pellegrino, Luigi Ricciardetto, Adriana Scavello, Roberto Tartara.
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Manecchia Ivo
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Gente di Falchera 24