GF o t i u b i r t s i d e l a n r o i G i r o t i n e t s o ai soli S ente di SETTEMBRE 2014 ALCHERA ANNO 21° - N° 9 P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE ALL’INTERNO EDITORIALE Problema Sicurezza Orti Urbani pag. 2 SOMMARIO Problema sicurezza Estate Ragazzi Cosa succede nel quartiere? Scuola di bocce al Garcia Lorca Attività in Biblioteca Novità all’A.S.L. L’intervista a.... Parlare di violenza domestica Cellulari e radiazioni Festa patronale S. Pio X Notizie Flash I lettori scrivono L’angolo della poesia Come eravamo Con i piedi per terra ma non troppo Regolamento Polizia Urbana Il tempo vuoto degli adolescenti La narrativa Astronomia e... Briciole di storia... Il piacere di leggere Invito al museo Al via la raccolta dei farmaci pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 4 pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 8 pag. 10 pag. 12 pag. 13 pag. 14 pag. 15 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 20 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 23 Q di AMILCARE DE LEO uando uscirà questo numero del giornalino non siamo certi che siano iniziati i lavori di bonifica dei laghetti e dintorni, tuttavia siamo certi dell’attenzione e dell’interesse dei cittadini attorno al progetto e alla sua, auspichiamo, immediata realizzazione. Parlare oggi degli orti urbani significa prima di tutto promuovere e attivare la coesione sociale, incentivare la riqualificazione delle aree dismesse e dei terreni agricoli inutilizzati, ostacolando così il consumo del territorio e mitigando le situazioni di marginalità e degrado. Significa altresì migliorare il paesaggio urbano, valorizzare le produzioni e le essenze ortive, tradizionali e locali. In due parole: orti urbani, il che significa salute e meno degrado. Forse non tutti sanno che è la sintesi dell’art. 1 di un protocollo d’intesa stipulato nel febbraio scorso tra Ministero delle Politiche agricole, Anci nazionale e Italia Nostra, per la diffusione e la valorizzazione appunto degli orti urbani. Nel maggio del 2013 Marco Perini, presidente di Italia Nostra, in un documento scrisse: “L’operazione Orti urbani è un “work in progress”, un’iniziativa partita da alcune esperienze che si sta diffondendo in città piccole, medie e grandi; un modo per creare verde nelle aree residuali, generare un vero e proprio intervento agricolo alla ricerca di cibo sano, con l’impegno altrettanto sano del tempo libero di molti cittadini”. Pensiamo ora per un momento alla nostra realtà locale, cioè all’attuale proliferare degli orti in Falchera i quali, pur non essendo tutti proprio un fiore all’occhiello, hanno comunque impedito che terreni abbandonati e incolti, coperti da immondizia a cielo aperto, aumentassero ulteriormente. D’altra parte in Piemonte si è assistito negli ultimi anni ad un notevole fervore di iniziative in questo settore. Il Comune capoluogo piemontese ha avviato il Progetto Tocc (Torino città da coltivare) con oltre 400 orti già assegnati, ma l’obietGente di Falchera 1 segue a pag. 9 Problema Sicurezza Lunedì 28 luglio alle ore 20,30 presso la Biblioteca “Don Milani”, via dei Pioppi 43, c’era Consiglio Aperto con il seguente ordine del giorno: “Azione di contrasto agli atti vandalici contro le strutture aggregative del Quartiere”. Partecipavano Ilda Curti Assessore Rigenerazione Urbana e Stefano Lo Russo Assessore Politiche Urbanistiche; presenti e discreti, tra il pubblico, alcuni esponenti delle forze dell’ordine. La forte pioggia di quella sera doveva aver scoraggiato molti cittadini a uscire, per cui la sala non era proprio così affollata come forse ci si aspettava. La presidente Conticelli, affiancata dai componenti della Giunta e alla quale va il merito di essersi da tempo impegnata sul problema sicurezza essendo attualmente in contatto con prefetto e questore per possibili interventi, descriveva l’incresciosa situazione che si sta aggravando a causa di reiterati furti nel quartiere. Ci riferiamo alla sede dell’A.C.L.I., dell’A.R.C.I., del Falklab, dell’Associazione Sardi, della Scuola “Leonardo da Vinci”, del Centro d’Incontro, addirittura della biblioteca. Non dimentichiamo ciò che già successe al Centro Commerciale e all’Ufficio Anagrafe, colpito da una bomba carta o ancora a un negozio di macelleria andato a fuoco, senza considerare, più recentemente, il lancio di sassi scagliati contro i vetri di un pullman in corsa o le feroci aggressioni ai controllori sugli stessi mezzi pubblici. E’ difficile, francamente, non nutrire quel motivo di sfiducia o quel senso di abbandono che pervade l’animo della gente, come invece accoratamente esortava a scongiurare Adriana Scavello: “la Falchera non è abbandonata!” Non risulta comunque, finora, la benché minima cattura di un colpevole, assicurato alla giustizia. Gli assessori Curti, Lo Russo e inaspettatamente l’assessore all’ambiente Enzo La Volta si spendevano intanto per illustrare i benefici del Piano Città (che ormai conosciamo e apprezziamo) quasi per esorcizzare gli effetti negativi del vero problema da trattare, in verità... un tantino sottaciuto. Tutto ciò, com’era prevedibile, offriva la facile occasione a qualche cittadino e ai vari consiglieri intervenuti al dibattito per contestare gli oratori che, secondo loro, disattendevano il tema principe: la sicurezza! Infatti, sia pure elogiando quanto il Comune stava facendo per la riqualificazione della borgata (orti urbani, laghetti, 2° accesso), essi rimarcavano scarsa attenzione sui gravi e contingenti episodi di violenza, che sconvolgono il vivere civile. Non passavano, infatti, inosservate le riflessioni del consigliere Tkalez sulle paure del vicino di casa o le osservazioni del consigliere Agliano su prevenzione e repressione. Ha ragione Ivo Manecchia quando s’infiammava esclamando: “Ma la Falchera non è il Bronx!” mentre ripercorreva i propri tempi in cui neanche allora si scherzava con la delinquenza, che si sapeva però stanare e tenere a bada grazie all’efficacia delle associazioni di allora e alla forza dei partiti, uniti quando occorreva, per concordare e realizzare fini comuni. Induceva a riflettere un altro consigliere, Domenico Raso, quando parlava del vuoto degli oratori e non solo espressamente per colpa di qualcuno ma in generale per il mutare dei tempi. Aveva dunque ragione anch’egli quando, vagando a tarda sera per l’oculata curiosità di investigare e di capire, scopriva sulle strade deserte bande di ragazzini, dai tredici ai quindici anni al massimo, che scorrazzavano nel buio e si chiedeva: “perché mai in giro a quest’ora?” Sono questi fatalmente le piccole sentinelle dei padri che compiono bravate contro il sonno dei giusti? Chi si annida alla Falchera? O i misteriosi ladri provengono da fuori? Domande senza risposta, il compito spetta alle forze dell’ordine. Nonostante la buona volontà di chi ha operato in questi ultimi anni, diciamolo, qualcosa non ha funzionato: è un esame di coscienza che deve porsi ciascuno di noi. Forse si tratta della sfiducia nelle istituzioni e nella politica, del persistere della crisi, del dilagare della disoccupazione, della mancanza di centri d’interesse per i giovani a rischio, del forte disagio derivato da non facili rapporti con i nomadi e altre etnie. E ancora, non esiste un Comitato di Quartiere scelto o eletto dai cittadini, capace di porsi da intermediario tra le esigenze del basso e i poteri dell’alto; permangono la mancanza di terziario e la paura di investire per cui alla Falchera l’economia continua a languire, tutto rimane come prima. Tale carenza può essere una delle cause che alimentano un “underground” stagnante, che soffoca ogni sano proposito di emergere, tuttavia non dobbiamo perdere l’orgoglio di vivere in periferia. Ci auguriamo davvero che gli interventi presso il Questore, il prefetto e il sindaco di Torino, promessi anche dagli assessori, sortiscano al più presto benefici effetti che rendano il quartiere più vivibile e sicuro permettendo agli abitanti di riappropriarsi del territorio senza più timori. Alla fine della riunione mentre fuori commentavamo i risultati della serata scoprivamo, con stupore, di essere stati protetti da un raggruppamento di aitanti e giovani poliziotti in divisa, posti davanti al loro cellulare. A guardia della notte, umida... e ancora presaga di pioggia. Gente di Falchera 2 amilcare de leo “Fuori di testa”, è questo il motto che ha accompagnato l’estate ragazzi e il campo oratorio per la durata complessiva di cinque settimane. Certo, cinque settimane sono davvero poca roba nell’arco di un anno, ma la preparazione dura addirittura un anno intero con incontri formativi settimanali e, al sabato, con bambini e ragazzi, con tantissime attività ricreative. Questa preparazione così intensa ha permesso però di costruire un qualcosa di davvero solido alla base, con l’intento di agire in visione educativa verso i bambini e ragazzi. Il campo oratorio e l’estate ragazzi si trovano quindi ad essere la punta dell’iceberg della vita oratoriale. Il campo oratorio iniziato il 14 giugno, ha visto durante il suo percorso un’ampia gamma di attività: dai giochi ai tornei, dalle camminate ai giochi notturni, dalle serate di condivisione dello spazio vitale, che si danno come principale, ma non unico, uno scopo ludicoricreativo-educativo. Stesso obiettivo l’esperienza dell’estate ragazzi che durante il suo corso ha visto alternarsi un numero altissimo di attività. Tutto questo non sarebbe stato possibile realizzare senza la fiducia dei genitori, dei tantissimi bambini e ragazzi che hanno aderito alle nostre iniziative, al personale che ha preparato tutti i giorni deliziosi menu, a chi ha pulito, a don Adelino e le suore, agli animatori che ci hanno messo davvero tanto impegno e fatica ma che sono stati ripagati con tantissimi sorrisi. “Lo staff di estate ragazzi” Gente di Falchera 3 Cosa succede nel quartiere? Da alcuni anni nel nostro quartiere accadono cose strane, voglio iniziare dall’inizio degli anni ’80, quando bruciò l’edicola della Falchera Nuova. In quel momento dal nulla spuntarono i cosiddetti “uomini d’onore e de panza”. Costoro dissero che ci avrebbero pensato loro, nel frattempo l’edicolante fu pregato di non farsi più vedere in zona. Dopo un certo periodo di calma ci furono due furti alla tabaccheria, piuttosto clamorosi, anche perché fu abbattuto il muro posteriore del negozio. Anche qui nessuno aveva sentito niente, eppure sulla piazza si affacciano delle case che guardano il retro del negozio. Poi avvenne l’attentato contro l’Anagrafe e in parte alla Biblioteca. Risultato: le indagini caddero nel mistero. Alcuni mesi dopo il negozio del macellaio Flavio andò a fuoco per due volte, anche qui mistero... Vengo ai giorni più vicini a noi, il supermercato del Centro Commerciale subisce una devastazione notturna. ? Scuola di Bocce al Garcia Lorca Falchera A partire da metà Maggio 2014 due classi del Liceo Scientifico “Giordano Bruno” hanno partecipato per la prima volta a un progetto volto a divulgare anche tra i giovani il gioco delle bocce. Superando i pregiudizi spesso associati a tale sport, i ragazzi hanno preso parte attivamente alle lezioni apprendendo le tecniche di base per approcciarsi a questo gioco, avvalorandosi del valido supporto dei tecnici federali Silvano Monti e Andrea Legato. Al termine degli incontri gli studenti si sono affrontati a squadre direttamente sui campi ed è seguita una premiazione con consegna di premi e medaglie. I ragazzi entusiasti di tale esperienza hanno espresso il desiderio di poter approfondire la conoscenza del gioco negli anni a venire. prof.ssa Adriana Marangoni Un controllore della “linea quattro” è stato aggredito e ferito, si è proposto di istituire una scorta per chi fa questo lavoro, ma tale possibilità viene scartata e non si capisce il perché. L’impianto sportivo “Carlin Bergoglio” che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello del quartiere viene più volte devastato. Da notare che il suddetto impianto è stato fatto con i nostri soldi. A questo punto mi chiedo perché, a livello locale, non si è mai intervenuti decisamente da parte di chi di competenza. Perché questo silenzio e il far finta di nulla? Quando saranno risolti tutti questi misteri? Amleto disse: “C’è del marcio in Danimarca”, ma egli sapeva da dove arrivava la puzza, noi non lo sapremo mai! Franco Foppiani Il TUO ascensorista… DIETRO CASA Miglietta Raffaele Via degli Abeti, 45 Numero Verde 800180791 Gente di Falchera 4 Attività in Biblioteca Nella sala polivalente della Biblioteca don Milani, si svolgono molte attività, tra le altre la mostra dell’AMIAT dei vari passaggi per il trattamento dei rifiuti e della raccolta differenziata. L’otto luglio è stata esposta la mostra sulla linea 4. “La sottile linea 4” che partendo dal capolinea dalla Falchera attraversa tutti i quartieri per arrivare a Torino sud zona Drosso. Torino: 130 km quadrati di superficie, quasi 900.000 abitanti, al suo interno una sottile linea che si snoda da sud a nord, attraversando quartieri diversissimi tra loro, in mezzo a volti vivi, sfuggevoli, pensosi, in attesa del proprio viaggio o proiettati all’interno dello stesso. E questo è il viaggio che abbiamo voluto rappresentare, attraverso attimi rubati dalla strada, dal vissuto, dal reale. Una Torino vera, una Torino lunga 46 fermate e 90 foto. Note biografiche: Diecicento come il codice d’avviamento postale di Torino, ma anche come i 10, 100 volti che animano la città, attori inconsapevoli e bellissimi che ne calcano le scene e che proviamo ad inseguire. Sono loro che ci interessano, anche quelli che sullo sfondo attraversano una strada; solo un lampo prima di sparire, solo il tempo di lasciarci un’immagine, una traccia, forse un interrogativo. Queste tracce sono il nostro pane, questi volti e queste anime. Vorremmo pensare ad ogni foto come a tessere d’un mosaico, non importa se raccolte per caso o per intenzione, sapendo che il valore non sta nel frammento in sé, ma nell’insieme costruito poco a poco e tutti insieme, come la filigrana di un disegno così sottile da sfuggite al morso del tempo. Una città senza persone è un palcoscenico vuoto, un’attesa. Una città è una ragnatela di vite. Di queste vite vogliamo coglierne il respiro. Social network Flickr https:// www.flickr.com/groups/diecicento NOVITÀ Chirurgia mininvasiva polmonare La Chirurgia dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino si è recentemente arricchita di una nuova tecnica per l’asportazione mininvasiva di un intero lobo polmonare Si chiama “VATS Lobectomy” (Video Àssisted ThoracoScopy), cioè “Toracoscopia Video Assistita” e viene eseguita presso la Chirurgia Generale e d’Urgenza, diretta dal Dott. Renzo Leli, dai chirurghi toracici Diego Fontana e Vittorio Della Beffa, appositamente addestrati con uno stage in Danimarca, effettuato direttamente in sala operatoria con uno dei maggiori esperti europei del settore, il Dr. Henrik J Hansen di Copenhagen. La tecnica utilizza nel torace lo stesso principio della laparoscopia nell’addome, con interventi eseguiti attraverso piccole incisioni, senza il divaricatore di parete e con l’uso di una telecamera. “I vantaggi derivanti da questa tecnica chirurgica mininvasiva, rispetto alla tecnica classica della toracotomia, sono evidenti precisa il Dott. Vittorio Della Beffa - il dolore post operatorio è quasi nullo poiché non vi è la necessità di divaricare fortemente le coste per poter accedere al polmone manualmente. I pazienti di conseguenza riescono a espandere la cassa toracica senza difficoltà e a ventilare da subito il parenchima polmonare residuo e possono quindi essere dimessi molto precocemente, dopo soli 3-4 giorni rispetto ai 7-10 giorni della chirurgia tradizionale”. Beneficiari della tecnica sono i pazienti affetti da tumore periferico del polmone, primitivo o secondario, non infiltrante la parete toracica, o da patologie benigne ma che richiedono l’asportazione di un intero lobo polmonare, come ascessi, tubercolomi. e altro. Ideata nel 1991 dal medico italiano Giancarlo Roviaro, la metodica si è diffusa lentamente per la necessità di acquisire particolare confidenza con la delicata dissezione dei grossi vasi toracici che collegano il polmone al cuore, avendone unicamente visione bidimensionale indiretta su schermo. Gli specialisti del San Giovanni Bosco nei primi 4 mesi di attività hanno trattato con successo 6 pazienti oncologici, 2 donne e 4 uomini, in fascia di età dai 40 ai 75 anni, e altri 4 sono programmati per l’intervento. Secondo le stime dei chirurghi, l’80% dei tumori polmonari operabili, che giungono alla osservazione presso l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e che necessitano di un intervento chirurgico resettivo, potranno d’ora in avanti essere trattati con questa tecnica mininvasiva. Dott.ssa Silvana Patrito Gente di Falchera 5 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 a cura di Amilcare De Leo L’INTERVISTA A... ...Michele Celentano gestore del negozio di ferramenta alla Falchera Nuova. D. Continuano le interviste ai nostri concittadini, ora tocca a lei Signor Celentano. Da quanto tempo è titolare di questo negozio alla Falchera Nuova? R. Da sette anni. Mi permetta subito di fare una osservazione, non capisco le due divisioni della borgata, che per me è solo... Falchera! D. Giusto. Che pensa del problema sicurezza? R. Mi è spiaciuto non essere stato presente alla sera del 28 luglio scorso in biblioteca per la riunione sulla sicurezza, tuttavia ho saputo che gli assessori presenti sono stati contestati; in fondo non hanno alcuna colpa. Ciò che manca è una certa sorveglianza da parte delle forze dell’ordine, che francamente dovrebbero essere più presenti sul territorio: prevenire va bene, ma quando è il caso anche reprimere. Ci sono delle regole, bisogna rispettarle e farle rispettare. D. I furti si ripetono quasi periodicamente. La sua idea? R. E’ tutto vero. Comunque, tengo a ripetere, il problema della sicurezza esiste, ma non dobbiamo amplificare la gravità. Ciò che è pressoché assente alla Falchera è l’approccio alla comunicazione; è così, non sappiamo comunicare con gli altri, soprattutto se diversi da noi per etnie, convinzioni politiche o religiose. Se già subito ci poniamo in contrasto con il prossimo per motivi di pregiudizio maggiormente aggraviamo la situazione, seguitando a non capirci e a guardarci con diffidenza: servirebbero più tolleranza e solidarietà. D. Si riferisce ai nomadi? R. Non solo, ma, in modo generalizzato, spesso superficiale e avventato, anche ai neri, ai marocchini, agli altri insomma, diversi da noi, come dicevo, solo per abitudini, tradizioni, cultura. D. Qual è dunque, esattamente, il suo parere in merito? R. Per l’attività che svolgo sono in contatto con molta gente. Guardi, posso dirle che i neri sono delle persone meravigliose, decorose e fiere, con un grande senso innato del rispetto. Ci sono poi delle famiglie di nomadi ammirevoli perché perfettamente integrate, che vivono in case all’insegna dell’ordine e della pulizia. Conosco un giovane nomade, un amico e piuttosto colto tra l’altro, che mi ha rivelato consuetudini tipiche del suo mondo: è un piacere stare ad ascoltarlo, anche perché si impara sempre qualcosa in più. Naturalmente ci sono coloro che non si sono ancora adattati, bisogna avere pazienza. Noi intanto cominciamo a dare il buon esempio. D. Secondo lei chi sono questi ladri che svaligiano case, negozi e sedi di associazioni? R. Secondo me, è soprattutto gente che viene da fuori. D. In questo Centro commerciale avete subìto qualche ricatto da parte di qualcuno? Se lo desidera può non rispondere. R. Rispondo benissimo, e con piacere. Le posso assicurare che da quel punto di vista si vive tranquilli, per lo meno da dieci anni a questa parte, non sono in grado di riferire per gli anni precedenti. D. Venendo da lei sono passato davanti al bar qui vicino, con molta gente seduta fuori nonostante questi rari giorni di sole. E’ un vero punto di ritrovo. R. Certamente e vedesse durante l’anno scolastico, è bello scoprire che le maestre, le professoresse compreso il preside vi fanno piacevolmente colazione. Bisogna viverla la Falchera e non solo immaginarla. D. Mi parli un pò del suo bacino di utenza. Vedo che il suo negozio è felicemente frequentato. R. Non mi lamento, cerco sempre di mettere a proprio agio il cliente, giovane o anziano che sia. Tengo in gran conto soprattutto gli anziani, perché, oggi come oggi, sono proprio loro che incrementano lo sviluppo dei negozi, sennò per noi sarebbe una vera perdita, con la presenza dei grandi Centri commerciali sparsi nella città e dintorni. In genere, non potendo muoversi con l’auto o con i mezzi pubblici, acquistano e spendono nel proprio rione. Benedetti dunque gli anziani! D. Spendono molto? R. Mi creda, molti stentano veramente per arrivare alla fine del mese. Una nonnina, per motivi di masticazione, aveva bisogno di un tritatutto elettrico che per lei era un vero problema acquistarlo in contanti. Mi fece tenerezza, capii e le andai incontro. D. C’è poi il problema dei cumuli d’immondizia. Che ne pensa? R. Certamente anche questo è un problema serio, molto grave. Di sicuro alcuni che compiono tale scempio scaricando di tutto sono della Falchera, ma molti, anche in questo caso, provengono da fuori e ne approfittano. D. Secondo lei cosa si può fare? R. Porre di guardia, ma sul serio non per finta, telecamere di sorveglianza, e poi agire di conseguenza. A questo punto posso fare una richiesta pubblica? D. Prego. R. D’estate i cassonetti dell’umido soprattutto, quelli vicini a noi commercianti, olezzano non poco, noi non abbiamo molto tempo per la pulizia, ebbene... non potrebbero essere lavati da chi di competenza? Chiedo troppo? Si ringraziano inoltre per la partecipazione la signora Maria Rosa e Alessandro, rispettivamente moglie e nipote di Michele. Gente di Falchera 6 Parlare di violenza domestica in quartiere Un progetto della Consulta femminile comunale porta la discussione nelle sedi circoscrizionali Partire dai quartieri, dalla gente comune, dalle mentalità che devono cambiare. Fare scoccare le scintille che possono mutare modi di vedere, per contrastare e cancellare fenomeni così gravi come la violenza verso le donne. E la questione non riguarda solo le donne ma tutto ciò che gravita intorno loro, i figli, i familiari, gli amici. Atti che provocano pesanti ripercussioni sulle loro vite. L’ambito territoriale di riferimento per i cittadini sono le Circoscrizioni e da queste (e con queste) è partito lo scorso anno un progetto avviato dalla Consulta femminile comunale. Tre incontri per ogni sede circoscrizionale, con la partecipazione di tutti coloro che sono interessati a questi temi. “Abbiamo preferito svolgere questi incontri tra le persone – racconta Maria Pia Pianta, presidente della Consulta – e non in una sede di Palazzo civico, perché nei quartieri le persone si sentono a casa, più libere di partecipare e porre domande”. Anche le scuole sono un luogo dove affrontare il tema della violenza domestica, partire dai bambini che spesso ripetono passivamente comportamenti e mentalità dei propri genitori. Partire dall’informazione e dal dialogo con strumenti vicini all’età degli studenti. Il ciclo di incontri nelle Circoscrizioni, che si concluderà dopo il periodo estivo, ruota intorno alla violenza assistita e ai minori, spettatori e vittime di queste tristi vicende. Agli incontri hanno partecipato medici, psicologi ed esperti, ai quali le persone hanno posto i loro interrogativi e avuto informazioni, che spesso aiutano la donna a scalare un primo passo verso un cambiamento della propria condizione. La Consulta femminile comunale dal 1978 si occupa del miglioramento della condizione femminile, di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conoscenza e organizza incontri che possano approfondire i temi della donna. Ha anche avviato, nel marzo scorso, l’iniziativa “I desideri e i diritti dei bambini non hanno confini” trattando il tema delle adozioni e dei diritti dei bambini. Per conoscere la Consulta femminile comunale e le sue attività si può consultare il loro sito internet, cliccando qui in basso. Il sito web della Consulta femminile comunale Pulizie nelle scuole, difficoltà per il prossimo anno scolastico In vista del prossimo anno scolastico 2014/15 il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (primo firmatario Gianni Ventura, Pd) sul tema del servizio di pulizia, assistenza degli studenti e sorveglianza nelle scuole dell’infanzia statali, primarie e secondarie. Un servizio svolto fino allo scorso aprile da personale ‘svantaggiato’ di cooperative sociali di tipo B. Da settembre 2014 andrà a regime l’appalto Consip e il Consiglio esprime preoccupazione per le ricadute occupazionali visto che dal prossimo settembre saranno garantite risorse utili soltanto per il 50 per cento dei servizi svolti lo scorso anno scolastico per la pulizia, l’assistenza e la sorveglianza. La gara Consip, istituita con la Legge di Stabilità alla fine del 2013 per far risparmiare lo Stato sul servizio di pulizia scolastica, prevede un impegno di spesa di circa 300 milioni l’anno per quattro anni. Ma fino a pochi anni fa, la somma pagata dal Ministero non è mai stata inferiore ai 600 milioni di euro. La Sala Rossa chiede alla Giunta di attivarsi presso il Ministero del Lavoro per l’attivazione di un tavolo con la Regione, il Miur stesso e la Città e trovare una soluzione nel dare continuità lavorativa agli operatori e di qualità dei servizi per gli alunni. Una seconda criticità per l’avvio del nuovo anno scolastico riguarda la manutenzione ordinaria da fare in questi edifici scolastici. Il Governo ha infatti stanziato quattro milioni per le scuole della provincia di Torino nel far fronte all’acquisto dei servizi di manutenzione ordinaria (e che ciascun plesso gestirà in autonomia). Il punto è che non potranno essere impiegati i lavoratori che finora hanno svolto le funzioni di pulizia scolastica. O per essere più precisi, lo potrà fare soltanto una piccola parte di essi. Si parla del 10 per cento degli operatori in grado di svolgere altri compiti. E, problema nel problema, i lavori di manutenzione si potranno svolgere soltanto a partire dal prossimo autunno in pieno periodo scolastico, con gli studenti impegnati nelle lezioni. Tony De Nardo Gente di Falchera 7 Roberto Tartara Cellulari e radiazioni I telefonini sono nocivi? Quali conseguenze possono avere per la nostra salute quando usiamo per ore il cellulare? Quanto Servono per attenuare i rischi l’auricolare e il “viva voce”? Sono alcuni degli interrogativi a cui ha dato risposta un’importante ricerca realizzata da Arpa Piemonte e presentata durante una conferenza stampa organizzata dal Corecom Piemonte a Palazzo Lascaris e moderata dal sito presidente, Bruno Geraci. L’indagine, uno studio sperimentale finanziato dal Corecom e durato 18 mesi su sei tipi di telefoni, rivela che tenere il cellulare ad al meno 30 centimetri di distanza dall’orecchio così come utilizzare auricolare e vivavoce riduce del 90% le esposizioni alle onde elettromagnetiche. Inoltre, le onde emesse dal telefonino -definite “possibilmente cancerogene’’hanno un picco nel momento che si risponde e che aumenta al diminuire del segnale. “Con una certezza: adeguate norme di comportamento quali l’uso di auricolari o viva voce consente una notevole riduzione del’esposizione della testa ai campi elettromagnetici. Sono norme importanti soprattutto per i bambini che, secondo alcuni studi, possono assorbire più energia elettromagnetica (153 per cento) rispetto a un soggetto adulto”, ha evidenziato Giovanni d’Amore, responsabile del dipartimento tematico radiazioni di Arpa Piemonte. “Le conoscenze scientifiche oggi consentono di escludere l’esistenza di causalità tra l’esposizione a radio frequenze e le patologie tumorali (soprattutto al cervello) quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare. Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i bambini, il principio di precauzione, che significa anche l’educazione a un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessita, del telefono cellulare”, ha ribadito Cristiana Ivaldi del dipartimento epidemiologia e salute ambientale di Arpa Piemonte. Un dato positivo riguarda i miglioramenti tecnologici che hanno consentito di diminuire le radiazioni emesse. Con il 3G la potenza e più bassa dalle 10 alle 100 volte rispetto al 2G a parità di distanza dalla testa. “In conclusione il messaggio che deve passare -sottolinea Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte- è che ci vuole un uso consapevole e responsabile del cellulare e una corretta informazione anche nelle scuole”. Il testo della ricerca, è reperibile in Internet: www.cr.piemonte.it/cmsimages/stories/im/2014/giugno/relazione1.pdf Per maggiori informazioni: www.cr.piemonte.it/cms/organismi/corecom.html www.arpa.piemonte.it I Bambini No! In questo mondo globalizzato e digitale, avvolto dai fili di una rete sempre più intricata ci siamo abituati a tutto. E’ come se dopo questa triste estate appena scontata, tra un caffè e una birra davanti al piccolo schermo... grande fratello, nulla più ci stupisse né ci sorprendesse. Siamo ormai avvezzi al rombo della guerra, alle continue violenze sulla donna, al pirata della strada che ammazza e scappa ubriaco, all’assassino graziato, alla mafia in politica, a povera gente ammazzata per strada in terra d’oriente, a chi ruba i nostri soldi e avanti così. Ci stiamo persino abituando, è orrore a descriversi, a bambine stuprate e gettate dai balconi, fatte saltare in aria con l’orsetto vicino, a bambini che muoiono ancora per fame o annientati da bombe marine mentre giocano in acqua o colpiti a morte dal padre pazzoide che chiede clemenza o freddati dalla gelida mano di un killer. Calpestato il più grande diritto di vivere, chi grida per loro? V. L. Festa del Patrono San. Pio X nel centenario della morte 1914 - 2014 21 settembre ore 10 S. Messa con processione per le vie del quartiere. Alla sera pizza al trancio con serata musicale Il programma è esposto alla porta della chiesa S. Pio x Gente di Falchera 8 segue editoriale di Amilcare De Leo NUOVA AREA PEDONALE ALLA FALCHERA La Giunta Comunale ha istituito il 22 luglio scorso una nuova area pedonale nel quartiere della Falchera: saranno riservate ai pedoni la piazzetta antistante il Centro d’Incontro di via delle Querce 23 bis e due carreggiate interne situate sul retro delle abitazioni di via degli Ulivi 16/20 e del complesso scolastico di via degli Abeti. Adriana Scavello IN BREVE dalla Provincia a cura di Ricciardetto a cura di Ricciardetto ♦ Leinì. Troppa acqua al cimitero, sprofondano le tombe, la rabbia dei parenti dei defunti. Parco S. Valentino, denunciati i vandali: hanno agito per noia; sono sei ragazzini tra i 10 e i 12 anni; i genitori chiamati a risarcire i danni? Inoltre semplici cittadini, consiglieri della maggioranza e della minoranza, qualche assessore con il sindaco hanno ripulito tutta l’area giochi del parco stesso, pieno di erbacce e sporcizia. ♦ Cirié. Frane, nubifragi e allagamenti. Il pm Guariniello adesso indaga in 30 comuni. ♦ Caselle. “Spesi 200 mila euro, ma dalle multe è previsto un incasso di 1 milione 800 mila euro”. La frase del vicesindaco Isabella in relazione all’asfaltatura di strada Aeroporto, ha fatto arrabbiare le opposizioni perché è come dire brutalmente... “freghiamo i cittadini!”. L’Associazione “Vivi Caselle” protesta perché spuntano nuovi rifiuti nelle aree appena pulite. Dramma emergenza casa, famiglia con tre figli occupa alloggio Atc: “siamo disperati”; il sindaco Baracco: “Anche se la casa era vuota ci sono delle regole da rispettare”. Sportello per la CONSULENZA LEGALE È a disposizione dei cittadini un servizio gratuito di consulenza legale tenuto dall’avvocato Michele Ianniello. Tutti i Mercoledì dalle ore 15 alle 16, in via degli ABETI 16 - È obbligatoria la prenotazione al n° 011-44.32.621. tivo è di arrivare a quota 2 mila entro il 2020. Il progetto fortunatamente si estende a macchia d’olio in altri comuni della nostra regione. Complice la crisi economica, si sta dunque assistendo ad un vero e proprio boom degli orti sotto casa. La genuinità del prodotto si abbina al risparmio e, secondo elaborazioni di dati Istat, in Italia 1,1 milioni di metri quadrati di terreni sono già stati dati in gestione dai Comuni a privati per creare orti in città. Un fenomeno molto marcato nel nord-ovest della penisola, dove 72 località su 100 ospitano orti urbani, rispetto al 60% del nord est ed al 41% del centro Italia. In un Paese come il nostro, affannoso nella crescita, debole nella imprenditoria e in balia a capitali stranieri che padroneggiano sempre più sul mercato, sembra che rimanga ancora viva e produttiva l’agricoltura nostrana: rurale il grande ritorno! Non si può smentire Non a caso, si dice, i giovani tornano in campagna, ed è vero. La senilizzazione del settore agricolo è stato un fenomeno che si è progressivamente sviluppato nel corso del Ventesimo secolo, con un’impennata nel periodo del boom industriale. Il processo è stato parte del più generale percorso di trasformazione sociale che caratterizza quasi sempre, in tutto il mondo, la transizione da società contadina a urbana. I giovani hanno lasciato a suo tempo la campagna attratti dalla maggiore rimuneratività e stabilità dei posti di lavoro nell’industria e nel terziario. Inoltre, sino a non molti anni fa, lo status sociale di agricoltore era considerato arcaico e meno gradito rispetto a quello offerto da altri mestieri. Nonostante queste premesse, da alcuni anni invece si registra un’incoraggiante inversione di tendenza, svelata sia dal moderato aumento dell’incidenza di imprese agricole guidate da giovani, sia dalla crescita dell’occupazione agricola nelle fasce di età meno elevate. Il rinnovato interesse per il settore dipende dal fatto che in aziende moderne e di ampie dimensioni, oppure orientate ai prodotti ad alto valore aggiunto, è oggi possibile realizzare un reddito adeguato. Inoltre, l’immagine dell’agricoltore è stata “riabilitata” dagli opinion maker che hanno narrato le storie di successo di imprenditori agricoli innovativi ed esaltato i valori dell’economia del gusto. Non è davvero poco e tutto ciò è incoraggiante per il futuro, almeno da questo punto di vista. Le coccole che ci fanno i nostri figli, sono quelle che ci fanno sentire finalmente grandi. Gente di Falchera 9 Notizie Flash Silenzio per favore, sta nascendo un bambino Questo si potrebbe trovare affisso nella bacheca del condominio per un parto a domicilio. Il parto a domicilio ci rimanda a tempi passati quando, soprattutto in comunità di campagna o montane, era una pratica piuttosto frequente. Oggi (dal 1997) anche a Torino; l’ospedale Sant’Anna offre questa opportunità, a quanti desiderino far nascere il proprio figlio tra le mura domestiche. Torino è una delle poche città dove viene offerto questo servizio che è gratuito (in Italia poche persone ne usufruiscono) e la media dei parti è di 20 nascituri/anno che hanno ogni garanzia sanitaria e assistenza medica. Il servizio non si limita soltanto all’assistenza del travaglio e del parto in casa ma ci sono visite ostetriche mensili e un corso di preparazione, dalla 26esima settimana di gravidanza. E dopo la nascita, nei primi tre mesi, ci sono incontri con la mamma e il bambino. Le ostetriche, come ha relazionato la coordinatrice del servizio Liberata D’Ambrosio dell’ospedale Sant’Anna, in commissione Assistenza (presidente Lucia Centillo) non danno solo un aiuto medico ma anche un supporto e vicinanza alla coppia in tutto il corso della gravidanza, del parto e del dopo parto. Il servizio propone un percorso di nascita (gestito dalle ostetriche con la consulenza dei medici) rivolto alle donne senza patologie (la selezione è molto rigorosa) e con una gravidanza fisiologica. L’assistenza a casa, ha detto ancora D’Ambrosio, è complessa perché le donne non sono solo pazienti e deve quindi esserci un empatia iniziale tale da instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Se ciò non accade il parto a domicilio non viene fatto. Ha poi concluso dicendo che in altri Paesi europei (Germania, Danimarca e Olanda) il parto in casa è molto diffuso e che questo è soprattutto un fattore culturale che potrebbe espandersi anche in Italia. T.D.N. I redditi Isee per le riduzioni sulla Tari Un supporto alle famiglie e ai lavoratori in difficoltà per il pagamento del tributo sui rifiuti Le famiglie torinesi, maggiormente in difficoltà per ragioni economiche, potranno avvalersi di una riduzione del tributo Tari (gestione e raccolta rifiuti). Il parametro utilizzato è l’indicatore economico denominato Isee, che prende in considerazione il valore globale della situazione economica del nucleo familiare. La delibera, approvata dal Consiglio comunale, suddivide le famiglie in tre fasce, in base al reddito Isee. La prima (da 0 a 13.000 Euro) otterrà una riduzione sulla tassa del 50%; la seconda (da 13.001 a 17.000 Euro) ci sarà uno sgravio del 35% e la terza (da 17.001 a 24.000 Euro) l’importo sarà ridotto del 25%. Gli interessati potranno rivolgersi ai Caf convenzionati con il Comune presentando la dichiarazione sostitutiva unica annuale. Nella delibera sono prese in considerazione anche le condizioni di svantaggio a causa del lavoro, che non sono rilevabili dall’indicatore Isee, e si riferiscono a quanti si trovano in cassa integrazione a zero ore per almeno 12 settimane (anche non continuative), per chi è iscritto nelle liste di disoccupazione da almeno 3 mesi, per chi ha avuto la sospensione del lavoro per almeno 90 giorni lavorativi e per quanti sono iscritti nelle liste di mobilità da almeno 3 mesi. Per queste persone lo sgravio viene concesso richiedendolo, insieme alla documentazione, entro il 31 dicembre 2014, sulla base Isee calcolata sul reddito 2013 (il tetto massimo rimane a 24.000 Euro e il 50% è il limite della riduzione del tributo). Tony De Nardo La Fontana dei Dodici mesi Progettata dall’ufficio tecnico del Comune di Torino, diretto da Carlo Ceppi, per l’Esposizione nazionale del 1898, che celebrava il cinquantenario della promulgazione dello Statuto Albertino. L’opera composta di un’ampia vasca ovale è circondata da una balaustra ornata di statue che rappresentano i dodici mesi dell’anno e le quattro stagioni, la strana disposizione della vasca è dovuta alla pendenza del terreno. La leggenda racconta, secondo l’interpretazione di Eusebio da Cesarea, che la fontana sia stata costruita nel luogo in cui cadde il principe egizio Fetonte, figlio del Sole e di Iside. I Murazzi col Ponte Vittorio Emanuele I, costruito nel 1813, con le sue cinque arcate, e che con i suoi 150 metri di lunghezza collega Piazza Vittorio alla Gran Madre. Gente di Falchera 10 Anziani non autosufficienti, bisogni e diritti La vita media -anche se è più corretto parlare di “speranza di vita”- cresce, ed è un dato consolidato da tempo in un Paese come l’Italia. Una buona cosa, certamente, ma che ha il suo rovescio della medaglia, come tutto: un gran numero di anziani malati cronici, non autosufficienti e non raramente afflitti da demenza senile. Persone fragili, che hanno bisogno di cure e attenzioni continue, in struttura sanitaria come a domicilio. Bisogno, ma anche diritto. Un diritto che non può venir meno, e che le istituzioni e strutture pubbliche sono tenute a garantire, anche in una situazione di scarse risorse. Un convegno organizzato presso il Centro congressi delle Molinette, venerdì 18 giugno, ha riunito operatori della sanità, rappresentanti delle istituzioni e del volontariato. A promuovere l’iniziativa, alla quale hanno partecipato le commissioni Sanità e Pari opportunità del Consiglio comunale di Torino, sono stati l’Azienda ospedaliera universitaria “Città della Salute e della Scienza”, la Società italiana di Gerontologia e Geriatria, la Fondazione Promozione Sociale. Gli organizzatori hanno inteso dimostrare che con una migliore organizzazione dei percorsi di cura e delle dimissioni ospedaliere , è possibile ottimizzare le risorse del Servizio sanitario nazionale con un utilizzo più appropriato dei posti letto e assicurare, al tempo stesso, assicurare i livelli essenziali di assistenza (LEA) ai quali gli anziani malati cronici e non autosufficienti hanno diritto: cure domiciliari, centri diurni, ricoveri in residenze sanitarie assistenziali (RSA). C.R. REGIONE PIEMONTE OBBLIGO DI INSTALLARE LE TERMOVALVOLE URP - Ufficio Relazioni con il pubblico Piazza Castello 166 10122 Torino Tel. 011-4321647 E-mail //www.regione.piemonte.it/urp/index.htm E’ aperto al pubblico dal lunedì al giovedì dalle ore 9:00 alle ore 12:30 e dalle ore 14:00 alle ore 15:30 Il venerdì dalle ore 9:00 alle ore 12.30 Le termo valvole e i ripartitori sono da montare contestualmente agli interventi per: -nuova installazione impianti termici in edifici esistenti: -ristrutturazione di impianti termici: -sostituzione del generatore di calore (caldaia): -allaccio alla rete di teleriscaldamento: Chi non esegue nessun intervento deve installarle entro l’1/9/2014. Sono obbligatorie anche per nuove costruzioni. Sulle spese per gli interventi si possono richiedere detrazioni fiscali e incentivi regionali Data scadenza: 01/09/2014 Dove rivolgersi: REGIONE PIEMONTE: DIREZIONE 10, AMBIENTE - SETTORE RISANAMENTO ACUSTICO, ELETROMAGNETICO ED ATMOSFERICO E GRANDI RISCHI AMBIENTALI _ Via Principe Amedeo 17 10123 TORINO (TO). telefono: 011 4321420 fax: 011 4323665 e-mail:risanamentoatmosferico@regione.piemonte.it Deliberazione della Giunta Regionale n. 46-1968 del 4 Agosto 2009 (piano riscaldamento) Deliberazione della Giunta Regionale n. 85-3795 del 27 Aprile 2012 (proroga termo valvole) Le termo valvole regolano la temperatura di ogni ambiente, migliorano la gestione dell’impianto e danno la possibilità di pagare una parte delle spese dì riscaldamento in base ai consumi. Di solito si installano sui termosifoni insieme ai ripartitori che conteggiano i consumi. Linee guida su sistemi di termoregolazione (13 marzo 2014) Ricordiamo a tutti gli interessati che ad oggi, a decorrere dal 1° settembre 2014 è obbligatoria per tutti i soggetti l’installazione delle valvole termostatiche e contabilizzazione del calore su impianti termici centralizzati con sanzioni in caso di mancato adeguamento che vadano da 516 euro a 2282 euro a carico del responsabile di esercizio e da 5000 a 15.000 euro a carico del proprietario. ALL’ULTIMO MOMENTO - 22-07-2014 Valvole termostatiche, no a sanzioni sino a fine 2016 “Nessuna sanzione, prima del 31 dicembre 2016, a carico dei proprietari (o aventi titolo) che risulteranno inadempienti all’obbligo di installazione delle valvole termostatiche, ora previsto dalla Regione Piemonte entro il 1° settembre 2014". Lo chiede un ordine del giorno approvato in Sala Rossa su proposta del consigliere Andrea Tronzano. Il documento impegna l’Amministrazione comunale a intervenire in questo senso presso la Regione Piemonte, alla quale vengono altresì chiesti ausili economici per le opere di coibentazione degli appartamenti. Il provvedimento ricorda anche la difficile situazione economica nella quale versano molte famiglie (e conseguentemente buona parte dei condomini), oltre alla necessità di accompagnare l’installazione delle nuove valvole con opere di coibentazione atte a ridurre la dispersione di calore. L’ordine del giorno è stato approvato con 19 voti a favore, 10 contrari, 2 astenuti e 4 non partecipanti al C.R. voto. Gente di Falchera 11 I lettori scrivono VIVERE CON QUALI IDEALI Sono passati un anno e 5 mesi dalle elezioni del 25\02\2013 con quali risultati, credo pochi eppure di Uomini per quelle sedie ne sono passati, di eletti e non, di tutti nessuno ha lasciato un segno tangibile del suo passaggio né come politico né come uomo di legge o saggezza. Per trovare un vero politico e uomo di stato dobbiamo risalire agli anni 80 ricordando ciò che Pertini ha cercato di dare e di fare nella politica: Sono del parere che la televisione rovina gli uomini politici, quando vi appaiono di frequente (22 luglio 1971 alla camera rivolgendosi all’onorevole Giuseppe Nicolai) da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e di politici ne sono cambiati, arrivati e partiti con il risultato che oggi dal mattino a notte fonda i politici fanno passerella come una sfilata di Valeria Marini. Detto questo un’altra delle sue frasi forse più attuale oggi che allora e quella in cui ha detto: per me libertà e giustizia sociale che poi sono l’anima del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà io la rifiuterei non la potrei accettare. Ma la liberta senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero chi ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli QUESTO NON E’ UN UOMO LIBERO. Questa è la situazione in (Italia in minuscolo) perché non è una NAZIONE, non ha leggi, perché le leggi cambiano a secondo dell’imputato a del colore o della casta sociale non ha confini, non ha valori, l’unica cosa importante la sedia sia essa bianca rossa verde celeste o altro. Tirando le conclusioni di tutte le leggi o provvedimenti anticrisi fatti sia dai tecnici che poi tecnici non erano o dai politici non ce né uno a favore degli italiani ma tutti a favorire e non eliminare privilegi e stipendi della casta. Gli 80 euro sono la cosa più ridicola e aberrante che un governo può fare, anche ammettendo che li prendono 10 milioni di italiani, sono fesserie quando se ne spendono 9,3 milioni al giorno solo per mare nostrum, a questo se si aggiunge i centri di accoglienza soggiorni in alberghi, stipendi mensili, pensioni e varie, io non riesco a quantificare la spesa, ci vorrebbe un professore di matematica per calcolare tutte le spese e sarebbero sempre inferiori alle previsioni. Voler cambiare la costituzione o le leggi niente di più facile (un senatore per provincia non un assessore o altro potrei ritrovarmi con un trota al senato) camera dei deputati 3 per provincia che ci vuole niente, ma la poltrona è la poltrona chi direbbe no a una splendida poltrona in pelle non ha colore e non ha appartenenza tanto una volta seduti si può cambiare destra sinistra centro o misto, è lo stipendio e i privilegi. La conclusione è che non si vuole cambiare niente, province un presa per il … Il senato penso che i padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba. Siamo i pagliacci dell’Europa neanche le scarpe, solo zoccoli di legno. Siamo un popolo devastato da uomini senza scrupoli che pur di difendere lo stipendio e i privilegi negherebbero anche di conoscere la loro madre. Che altro dire io non vado più a votare se dovessi entrare in una cabina elettorale penso che vomiterei ma non cambia. le elezioni come le primarie sono una presa per il … che serve solo a incassare le sovvenzioni e per le primarie incassano 2 euro a votante (un’altra ruberia legalizzata) ragazzi scusate lo sfogo ma non si può vivere di promesse e illusioni la vita sarà anche breve ma almeno dovrebbe essere dignitosa, ma di dignitoso oggi non vedo niente Distinti saluti Domenico Valente “Al posto del vivaio Freda in str. Cuorgnè il nuovo bar, aperto giorno e notte” Gente di Falchera 12 (a.d.l.) L’angolo della poesia a cura di Rocco De Pace NOTTE La violenza del giorno si è piegata infine alla dolcezza di questo grembo d’inchiostro, dove anch’io mi acquatto. Mi rigiro beato tra le sue morbide pareti di velluto. Respiro il suo silenzio. Le cose sfumano dai contorni e la fantasia si sostituisce agli occhi. Ombre leggere, insinuanti si rincorrono lungo muri, pencolano nell’aria. con loro, la mano nella mano, mi infilo nella notte interrogando il buio. Teodoro Lorenzo STRADA Eccomi, strada, ricordi? Sono io, colui che raccolse Un giorno, un giorno lontano, Sul marciapiede di fronte L’ultimo sorriso d’amore. Tornato or sono sperando, Incontrare il suo volto ridente, Trovare il paradiso perduto, O strada, io sono venuto Da te che m’hai visto felice Fiducioso a chiederti aiuto. Quando dalla carezza dei suoi passi Dolcemente sarai sfiorata Dille che io son tornato Sperando sognando credendo. Dille che sono solo e malato, Malato del suo smisurato amore, Solo come lei m’ha lasciato E d’allora non son più vissuto. Son tornato perché voglio risorgere, Ritornare alla vita quale Essere, Son venuto a cercare la mia anima Perduta sul marciapiede di fronte Un giorno, un giorno lontano. PIÙ ED ORA Più non luccica l’or nei tuoi occhi sgranati un tempo innamorati. Più non vive l’emozione d’un lontano sentimento, che di se stesso s’impaurisce e muore. Più non senti la brezza tra i capelli spettinati dalla passione d’un soffio d’amore. Più non menti al tuo stanco cuore. Più non voli con Icaro fuor dal castello, in cerca d’avventura. Più non pensi ai di lontani, d’un piacere sbiadito. Più non vuoi amareggiar le tue membra con falsi abbracci. Più non trovi la forza per lottar, contro un’eterna menzogna. Labbra traditrici. Ora è più nulla di questo morire, viaggiare per mare, pensare a volare. Giorgia Catalano LA MAREA Dentro il prolungamento senza fine della marea Noi sentiremo sotto le alberature che si gonfiano Le viole dei cieli che riempiono le ombre Della palpitazione degli astri dilatati. Francesco Antonio Ascrizzi OLTRE IL VETRO Il vento soffiando dentro la caverna in diamante Dove vira il cristallo de l’albero-delle-madrepore Farà girare sulla soglia intrisa dei nostri pori Lo smalto inaspettato di un altro firmamento. Qui io voglio piantare una penna viva. Che essa inscriva sui vostri visi scintillanti, Miraggi del mare, il segno che vi rende La libertà dentro i pascoli del mio sangue. Eccola lì la notte, oltre il vetro, rimbalza tra una luce e l’altra portando con sé i miei profondi segreti. Massimiliano Irenze Gente di Falchera 13 Antonin Artaud COME ERA VAMO ERAV a cura di Umberto Grassi Un nostro amico e collaboratore, Ghirardi Emilio, ci ha inviato alcune sue fotografie scovate negli antichi cassetti degli anni 1963/66. Chi si riconosce per completare i nomi dei centauri d’allora? I centauri primavera 1963. da sin. Scicchitano Rocco, Manzin Giuliano, Ghirardi Emilio, Cona Alberto, Leante Antonio, Cacciaru Gianfranco, Scicchitano Saverio. 1966 all’interno del Bar Pia Zecchino Micio, Leante Antonio, Ghirardi Emilio, Venturini Guglielmo, Ghirardi Enzo, Venturini Bruno, Carmelo ..., Fazzolari Giuseppe. 1955 Ghiradi Emilio in via degli Aceri con il mitico pastore Dik Nelle avversità dei nostri migliori amici noi scopriamo sempre qualcosa che non ci dispiace. François de La Rochefoucauld Un viaggio nella nostra A cura di Circoscrizione Remo Andreasi Omaggio alla memoria La Manifattura Tabacchi A nord di Torino tra i fiumi Dora, Stura e Po si estendeva una vasta campagna sulla quale, alla fine del XVI secolo, sorse per volontà del duca Emanuele Filiberto il palazzo del Viboccone, come luogo di ricreazione e nel contempo proprietà modello, destinata all’allevamento degli uccelli. Nel 1580, alla morte del duca, successe il figlio Carlo Emanuele I il quale destinò il palazzo esclusivamente a luogo di svago e di “delizie” e fece affrescare le sale dal pittore Moncalvo. Dopo le devastazioni subìte a causa dell’assedio di Torino nel 1640 e nel 1708, il palazzo nel 1768 si trasformò con nuove finalità e cioè come stabilimento della “Regia Fabbrica del Tabacco”, attraverso il progetto dell’architetto Benedetto Ferroggio. L’edificio nel 1840 divenne una vera e propria fabbrica di Tabacchi del Governo con annessa una cartiera. La Manifattura subì un ampliamento tra il 1855 e il 1858. E’ stata abbattuta anche la cappella approntata all’ingresso principale per sistemarvi la centrale elettrica. La preponderanza di manodopera femminile sarà una particolare prerogativa di questa attività; le operaie provenivano quasi tutte da Barca, Bertolla e Regio Parco. In tempo di guerra, 1945, le tabacchine furono protagoniste di un episodio glorioso perché tagliarono i copertoni dei camion respingendo così le Brigate Nere, che avevano occupato la fabbrica per rappresaglia contro una colletta che era stata raccolta a favore dei partigiani. Dopo un periodo di alta produttività dagli anni Cinquanta in avanti, seguirono tempi di crisi. L’attività cessò definitivamente il 19 marzo del 1996. Una persona speciale, anche quando non può esserti vicino, cerca di farlo in qualunque modo. Si ricorda di te anche con un piccolo segno o un piccolo pensiero che però rivela un grande affetto... Gente di Falchera 14 Con i piedi per terra ma non troppo I giovani del terzo millennio sono, spesso, rinunciatari, disillusi, realisti fino alla rassegnazione. Partono già sconfitti prima ancora di cominciare a fare progetti e a fantasticare sul loro futuro. “Tieni i piedi per terra. Non perdere di vista la realtà. Non fare progetti al di fuori della tua portata. Non sognare troppo in grande, se non vuoi rischiare di rimanere deluso!”. La paura di scottarsi e di andare incontro ad una delusione cocente, il timore di illudersi e di dover poi fare i conti con una realtà che è sempre più avara di opportunità e di spazi di realizzazione spingono molti giovani a fare di un esasperato realismo il loro imperativo di vita, foriero di fatalismo e di disincanto. I giovani del terzo millennio sono, spesso, rinunciatari, disillusi, realisti fino alla rassegnazione. Partono già sconfitti prima ancora di cominciare a fare progetti e a fantasticare sul loro futuro. Scelgono a quale facoltà iscriversi o quale percorso di formazione intraprendere in funzione della richiesta e della “spendibilità” sul mercato di determinati profili professionali, anche a costo di sacrificare sull’altare di un disincantato pragmatismo i loro interessi e le loro aspirazioni più profonde. Rinunciano a priori ad inseguire un sogno che gli sembra troppo grande e con scarsi margini di realizzazione, per convogliare le loro energie e i loro investimenti esistenziali in progetti che mostrano un più alto grado di fattibilità. Si autoconvincono sin da adolescenti - o, forse, si lasciano convincere - che sognare troppo fa male, perché distoglie dal raggiungimento di obiettivi concreti e di immediata utilità. Sono così bravi a calcolare costi e benefici di ogni loro scelta, a confrontare opzioni diverse per scegliere quella più “vantaggiosa”, a schivare possibili rischi e delusioni sulla strada della loro realizzazione professionale, affettiva ed esistenziale che, a volte, perdono di vista i loro interessi, i loro sogni, le loro passioni più autentiche, accontentandosi di traguardi magari meno gratificanti, ma più sicuri e a più breve scadenza. Volano basso per non rischiare di cadere e, intanto, vivono a metà, con il freno a mano tirato, rinunciando a fare di più, a investire maggiori energie nella costruzione del loro futuro, ma soprattutto mortificando la loro innata vocazione ad osare e a mettersi in gioco per realizzare qualcosa di grande. È l’eterno dilemma tra il certo e l’incerto, tra la logica utilitarista e calcolatrice del massimo risultato con il minimo sforzo e quella, ben più rischiosa, della scommessa, tra un realismo spinto fino al disincanto e allo scetticismo più radicali e il desiderio mai sopito di volare più in alto e realizzare i propri sogni. Forse, come spesso accade, anche in questo caso in medio stat virtus. Pur facendo tesoro della prudenza e del pragmatismo cui li sollecita la presente fase storica, i giovani hanno bisogno di riappropriarsi della capacità di sognare, di rischiare, di scommettere sul proprio futuro, che ormai appare come atrofizzata e prigioniera di un troppo lucido cinismo. Pur mantenendo i piedi ben piantati per terra, hanno bisogno di tornare ad alzare lo sguardo, per accorgersi delle piccole e grandi occasioni che la vita offre loro, per lasciarsi di nuovo affascinare dalla bellezza del mondo, per ricominciare a scrutare speranzosi l’orizzonte di un futuro che non riserva loro solo difficoltà e potenziali fallimenti, ma anche stimoli costruttivi e opportunità di crescita. E forse così ritroveranno anche quel coraggio e quell’audacia che soli possono aiutarli a spiegare le ali e a spiccare il volo e si rammenteranno che vale la pena correre il rischio di essere felici. Alessandra Mastrodonato TI AUGURO... a cura di Tony Barilla Ti auguro di non avere successo nella vita. Ti auguro di vivere in modo diverso rispetto alle persone “arrivate”. Ti auguro di vivere con la testa in basso e il cuore in aria,... i piedi dentro i tuoi sogni e gli occhi per sentire. Ti auguro di vivere senza lasciarti comprare dal denaro. Ti auguro di vivere in piedi e con una casa, di vivere il respiro nel fuoco, bruciato vivo dalla tenerezza. Ti auguro di vivere senza marca, senza etichetta, senza distinzione, senza altro nome che quello di umano. Ti auguro di vivere senza rendere nessuno tua vittima. Ti auguro di vivere senza sospettare o condannare, nemmeno a fior di labbra. Ti auguro di vivere senza ironia, nemmeno contro te stesso. Ti auguro di vivere in un mondo senza esclusi, senza rifiutati, senza disprezzati, senza umiliati, senza accusati con il dito. Ti auguro di vivere in un mondo dove ciascuno avrà il diritto di divenire tuo fratello, di divenire il tuo prossimo. Un mondo dove a nessuno sarà rifiutato il diritto di parola, il diritto di imparare a leggere e scrivere. Ti auguro di vivere libero, in un mondo libero. Ti auguro di parlare, non per essere ascoltato, ma per essere compreso. Ti auguro di vivere l’inaspettato, vale a dire che ti auguro di non avere successo nella vita... Pensiero da me condiviso e …niente altro, solo con l’augurio che qualcuno più di qualcuno possa riconoscersi. Gente di Falchera 15 (Jean Debruynne) Regolamento di Polizia Urbana della Città di Torino a cura di Emilio Ghirardi Segue dal numero 7-8 Articolo 10 bis Divieto di distribuzione di sacchetti non biodegradabili per l’asporto delle merci 1. Gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività sul territorio comunale, in sede fissa o su area pubblica, nonché i produttori agricoli che effettuano l’attività di vendita al dettaglio sui mercati cittadini, non possono distribuire, né a titolo gratuito, né a titolo oneroso, ai consumatori per l’asporto delle merci, sacchetti (cosiddetti “shopper” con manico “a canottierAa”) non biodegradabili che non rispondano, preferibilmente, ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, salvo esaurimento delle scorte acquistate in precedenza. Articolo 11 Sgombero neve 1. Fatte salve diverse disposizioni emanate dalla Amministrazione Comunale, la neve rimossa da cortili o altri luoghi privati non deve, in alcun caso, essere sparsa e accumulata sul suolo pubblico. 2. I proprietari o gli amministratori o i conduttori di stabili a qualunque scopo destinati devono provvedere a che siano tempestivamente rimossi i ghiaccioli formatisi sulle grondaie, sui balconi o terrazzi, o su altre sporgenze, nonché tutti i blocchi di neve o di ghiaccio aggettanti, per scivolamento oltre il filo delle gronde o da balconi, terrazzi od altre sporgenze, su marciapiedi pubblici e cortili privati, onde evitare pregiudizi alla sicurezza di persone e cose. 3. Quando si renda necessario procedere alla rimozione della neve da tetti, terrazze, balconi o in genere da qualunque posto elevato, la stessa deve essere effettuata senza interessare il suolo pubblico. Qualora ciò non sia obiettivamente possibile, le operazioni di sgombero devono essere eseguite delimitando preliminarmente ed in modo efficace l’area interessata ed adottando ogni possibile cautela, non esclusa la presenza al suolo di persone addette alla vigilanza. Salvo il caso di assoluta urgenza, delle operazioni di rimozione deve darsi preventiva comunicazione al locale comando di Polizia Municipale. 4. I canali di gronda ed i tubi di discesa delle acque meteoriche debbono essere sempre mantenuti in perfetto stato di efficienza. 5. E’ fatto obbligo ai proprietari o amministratori o conduttori di stabili a qualunque scopo destinati di segnalare tempestivamente qualsiasi pericolo con transennamenti opportunamente disposti. 6. Alla rimozione della neve dai passi carrabili devono provvedere i loro utilizzatori. 7. L’obbligo stabilito all’articolo 9, comma 5, vale anche per la rimozione della neve. Il Sindaco con propria specifica ordinanza può disporre obblighi per i proprietari, amministratori e conduttori di immobili, relativamente allo sgombero della neve dai marciapiedi. 8. I privati che provvedono ad operazioni di sgombero della neve dal suolo pubblico non devono in alcun modo ostacolare la circolazione pedonale e veicolare, ed il movimento delle attrezzature destinate alla raccolta dei rifiuti. SEZIONE II - DISPOSIZIONI PARTICOLARI DI SALVAGUARDIA AMBIENTALE Articolo 12 Manutenzione delle facciate degli edifici 1. A salvaguardia del decoro e dell’immagine urbana i proprietari degli edifici le cui facciate prospettano su vie, corsi, piazze, o comunque visibili dello spazio pubblico, devono mantenere le stesse in buono stato di conservazione e hanno l’obbligo di procedere almeno ogni venti anni alla loro manutenzione e/o al rifacimento delle coloriture, ed almeno ogni sette anni a quelle degli ambienti porticati e delle gallerie. In subordine, qualora le fronti siano ancora in buono stato, i proprietari sono obbligati alla ricoloritura degli elementi accessori e complementari. 2. Qualora si renda necessario, per il grave stato di abbandono e/o degrado delle facciate degli edifici di cui al comma 1., il Sindaco, con proprio provvedimento, su proposta motivata dei competenti uffici tecnici comunali, ordina ai proprietari di procedere al ripristino delle facciate in conformità ai criteri dettati dagli stessi uffici. Articolo 13 - Tende su facciate di edifici 1. Fatti salvi i divieti stabiliti da norme nazionali e regionali, in ogni edificio, sulle facciate che prospettano direttamente verso la pubblica via o spazi pubblici, è consentito collocare tende di tessuto, conformi alle normative vigenti previo progetto coordinato approvato dall’assemblea condominiale. 2. Sulle medesime facciate, ad esclusione degli edifici collocati nella zona urbana centrale storica (ZUCS), intesa con riferimento alla completa via sul Gente di Falchera 16 confine, e nelle zone urbane storico-ambientali (ZUSA), è possibile collocare tende in materiale plastico trasparente e/o semitrasparente, conformi alle normative vigenti a caduta verticale sempre e solo se ricomprese nello stesso progetto coordinato ed esclusivamente solo su un unico piano parallelo alla facciata stessa, o su due piani nel caso di balconi d’angolo, e con tutti i montanti contenuti all’interno del filo di fabbricazione. 3. Dell’approvazione del progetto da parte dell’assemblea del condominio di collocazione di tende di cui ai comma 1 e 2 deve essere data comunicazione ai competenti uffici comunali allegando la deliberazione e copia del progetto approvato entro 15 giorni dalla data di approvazione dell’assemblea. La Città si riserva entro 30 giorni dal ricevimento di procedere ad eventuale diniego nei casi non conformi al presente Regolamento. 4. Fatti salvi i divieti stabiliti da norme nazionali e regionali, in ogni edificio, sulle facciate interne che si affacciano sul suolo privato, o su una porzione di suolo di esclusiva pertinenza condominiale, è consentito collocare tende di qualsiasi tipologia e colore. 5. Il Sindaco con proprie ordinanze può individuare strade o zone di particolare interesse architettonico o ambientale nelle quali è vietata la collocazione di tende sulle facciate di cui al comma 1 ovvero essa è subordinata all’autorizzazione dell’Amministrazione Comunale o al rispetto di specifiche prescrizioni. 6. La collocazione di tende sulle facciate dei negozi e degli esercizi pubblici situati al piano terreno (a livello strada) è oggetto di specifica autorizzazione comunale. (segue nel prossimo numero) Il tempo vuoto degli adolescenti Il tempo libero, per molti ragazzi è un tempo vissuto all’insegna della frenesia in cui dar libero sfogo a passioni e impulsi momentanei, oppure, al contrario, è un tempo “vuoto” e solitario. Erich Fromm diceva che «spesso noi uomini pensiamo di perdere qualcosa del tempo quando non facciamo le cose in fretta, però poi non sappiamo cosa fare del tempo che guadagniamo». Un’analisi che sembra essere tanto più vera se la si applica all’universo giovanile e, in modo particolare, agli adolescenti. Nella cosmologia dei ragazzi del terzo millennio il rapporto con il tempo sembra, infatti, caricarsi di forti ambivalenze: da un lato, viene vissuto come una corsa a ostacoli, in cui vince chi riesce a correre più velocemente, bruciando le tappe e accumulando il maggior numero possibile di esperienze e di emozioni; dall’altro lato, si ha spesso la sensazione che il tempo proceda lento e insofferente, nell’attesa che accada qualcosa di nuovo e di straordinario che venga a dare un senso all’esistenza e al monotono susseguirsi delle giornate. Questa dimensione ambivalente si rivela in tutta la sua pienezza soprattutto nel rapporto con il tempo libero, un tempo slegato da ogni costrizione e da ogni schema, in cui gli adolescenti hanno la possibilità di esprimere liberamente i propri desideri e interessi e di dar voce al proprio modo di essere e alla propria identità, sviluppando capacità, sfogando tensioni, canalizzando energie e dando senso alla propria quotidianità. Anche il tempo libero diviene, così, per molti ragazzi un tempo vissuto all’insegna della frenesia e del consumismo delle esperienze, in cui dar libero sfogo a passioni e impulsi momentanei, magari influenzati dalle mode del momento, iniziando e poi lasciando a metà questa o quella esperienza, senza mai portarne a termine nessuna e senza riuscire a dare un senso e una coerenza di fondo alle mille cose che si fanno. Oppure, al contrario, il tempo libero finisce per essere un tempo “vuoto”: in molti casi, un tempo solitario trascorso apaticamente davanti alla tv o al computer, o anche un tempo vissuto con gli amici, ma ugualmente passato a non far niente di che, a ciondolare in giro per il quartiere senza trovare nulla che susciti interesse o entusiasmo, senza alcun programma o obiettivo, senza condividere alcuna esperienza significativa che rappresenti un momento forte di crescita e di maturazione personale. In entrambi i casi sembra che gli adolescenti dimentichino che il valore del tempo aumenta proporzionalmente alla consapevolezza con cui lo si utilizza, che il tempo che li vede protagonisti della propria vita è molto più interessante e pieno di senso di quello vissuto come spettatori o come fruitori passivi di un’esperienza. Ma soprattutto dimenticano che anche il tempo libero, se vissuto con intelligenza, può diventare un’occasione privilegiata di crescita e di autonomizzazione, di espressione di sé e di costruzione dell’identità; o magari può persino essere messo al servizio degli altri, facendo qualcosa di buono e di costruttivo non soltanto per se stessi, ma anche per il prossimo. Gente di Falchera 17 Alessandra Mastrodonato La narrativa di Vanda Pozzi Vivere nell’ombra ROSCEL: So che il tuo nome si pronuncia così, ma non so esattamente come si scrive. Viene come te da un lontano paese: Le Filippine. Ti ho vista per la prima volta due anni fa sulla terrazza dei bagni. Te ne stavi sola con il visetto triste. Ti ho notata per le tue caratteristiche tipicamente orientali: il viso piatto, gli occhi a mandorla e i capelli lunghi lisci e neri. “È la badante della mamma di Anna” Come! Anna ha ancora la mamma! “Certo, una mamma che ha compiuto cento anni due mesi fa e le hanno fatto una grande festa. Roscel da alcuni anni la accudisce amorosamente. Oggi Anna ha voluto che venisse a prendere un pò di sole, per questo e rimasta lei con la mamma”. Quest’anno ho saputo che la mamma di Anna è mancata e mi stupisco di vedere Roscel ancora sul terrazzo. “Ha fatto tanto per la mia mamma” dice Anna “non posso pensare di lasciarla, ora ha diritto di riposare un pò anche lei.” Così assieme ad Anna sei entrata a far palle del nostro gruppo. Giochi volentieri a carte, ti piace nuotare e l’altro giorno mentre prendevamo l’aperitivo e l’atmosfera era molto allegra, ti è stata strappata anche una breve risata. Chi sei? La tua età è indefinibile. Direi 26/28 anni, osservando però qualche ruga penso che potresti averne anche un poco più di 30. Quale sarà il tuo destino, il tuo posto qui in mezzo a noi? Penso con tristezza a tutte le ragazze di umili origini che nel passato hanno lasciato le loro case e sono andate a servizio presso famiglie estranee che le hanno trattate sempre da estranee, nel migliore dei casi con un pò di condiscendenza. Non sono più riuscite a trovare un loro posto nel mondo. Se tornavano a casa non riuscivano più ad adattarsi alle durezze della vita contadina, se restavano in città, erano sempre delle estranee, condannate a restare invisibili in un ambiente che non le considerava. Quante ragazze hanno avuto questo destino! La zia Carolina per esempio: era la più intraprendente di tre sorelle e così se ne è andata dal paese credendo di trovare una vita migliore a servizio. Aveva i capelli rossi ed un viso lentigginoso. Da anziana era andata a vivere in casa di mia nonna, sua sorella. Mi parlava spesso di tanti bei posti che aveva visto, specie sul lago Maggiore dove la famiglia presso cui stava, andava a villeggiare e di tanti bei vestiti indossati. Erano certo vestiti dismessi e non c’era mai stata una scelta sua, salvo quella di lasciar tutto e di tornare a vivere con la sorella, che nel frattempo si era stabilita in città con il marito e i figli. Mio padre ed i suoi fratelli la detestavano perché metteva sempre il naso nelle loro cose. Forse si intrometteva, perché cercava di essere parte di quella famiglia che lei non aveva avuto. Ora si manteneva andando a servizio a ore, ma a modo suo era in cerca di affetto e questi nipoti non la capivano e non gliene davano. Un giorno mi disse che non si era sposata perché un contadino non le interessava più e un cittadino non l’avrebbe voluta. Chissà se è stata. contenta delle sue scelte! Questo non me lo ha detto... Quante ragazze friulane erano a servizio in quei tempi! Le ricordo con quella specie di pantofole di feltro senza tacco e fatte in casa che si chiamavano appunto friulane. Si ritrovavano la domenica pomeriggio presso un cancello dei giardini pubblici ed erano garrule e contente di trovarsi almeno fra di loro. Le più fortunate erano le balie che andavano in giro con il bimbo in una carrozzella enorme ed indossavano sempre il costume tradizionale friulano per dar lustro alla famiglia che servivano. Ora fortunatamente le nostre ragazze non vanno più a servizio. Ora ci sei tu Roscel. Sei destinata anche tu a rinunciare a vivere la tua vita? Sono curiosa e chiedo ad Anna cosa farà ora Roscel. “Per ora vive a casa mia, è stata tanto brava e gentile con la mia mamma, si alzava tante volte di notte ad ogni suo debole richiamo. La cambiava e rinfrescava spesso per darle sollievo e non si risparmiava. La mamma le voleva bene e mi ha raccomandato tanto di non lasciarla sola. Sì è trovata diversi posti ad ore e continua a lavorare ed a cercare di guadagnare il più possibile.” Qualcuno ci chiama ed il discorso si interrompe. Perché hai bisogno di guadagnare tanto? Cosa c’è dietro il tuo visetto triste? Forse una famiglia con tanti fratellini e hanno deciso di sacrificare te e farti rinunciare a vivere la tua vita per darla a loro. “È cattolica” mi dice Anna qualche giorno dopo “ogni domenica mattina va a Messa in una Chiesa, dove si trova con i suoi connazionali”. “Meno male che ha anche lei il suo angolino di privacy ed ha deciso di viverlo con la sua gente, questo la farà sentire meno sola perché se tornerà indietro si sentirà un’estranea al suo paese” “Ma che dici?” mi fa Anna sbalordita “lei ha già una bella famiglia! Roscel ha quaranta anni ed ha già una figlia di venti ed un ragazzo di quattordici. È per loro che si trova, qui, vuole che vivano in Italia dove avranno un avvenire migliore. Laggiù non hanno molte opportunità. Il marito è un contadino come lo era lei, coltiva il riso, hanno pensato che se veniva prima lei in Italia, aveva più probabilità di trovare un lavoro. La figlia studia e vorrebbe diventare medico. La sua laurea non avrebbe valore qui e allora vorrebbe che venisse a studiare qui e sta facendo.., ma perché ridi?” Dolce Roscel, ti avevo costruito attorno una storia che non era la tua. Tu non sei una rinunciataria, sei una lottatrice, una leonessa. Il tuo viso è sempre triste, ma ora vedo una tristezza diversa, mentre ti rimane sempre lo stesso dolcissimo sorriso. Tu hai una tua vita e sai molto bene cosa vuoi. Sei stata buona e generosa con una vecchia signora che hai curato con tanta delicatezza. Speriamo che anche la vita sappia essere buona con te e tu possa realizzare quello per cui, stai lottando. Gente di Falchera 18 Laboratorio di Quartiere Falchera FATE MOLTA ATTENZIONE!! Stanno girando per Falchera degli individui ...potrebbero essere uno o più che riescono con una scusa a farsi aprire il portone e una volta individuato l’appartamento che a loro interessa (probabilmente seguono i vostri movimenti giorni prima) riempiono la serratura con una sostanza che sembra colla, ma non lo è, e fanno il calco della chiave per poi entrare indisturbati quando non ci siete. (Cittadini per la Falchera) SMARRITO... ...e ritrovato un mazzo di chiavi presso la zona mercatale della Falchera Nuova. Gli interessati possono recarsi presso la Redazione “Gente di Falchera” in P.zza G. Astengo 10 Sportello Ambiente: la distribuzione dei sacchetti per la raccolta della plastica a v v i e n e t u t t i i m e rc o l e d ì dalle ore 15 alle 16 in via degli Abeti 16 “Comitato Sviluppo Falchera” Piazza Giovanni Astengo 10 presso Biblioteca Civica Falchera Tel. 011-443.26.21 / Fax 011-443.26.22 E mail: sviluppofalchera@libero.it AAA Peruviana 37enne automunita offresi come badante assistenza anziani anche serale. Referenze massima serietà. tel. 3278155753 Macelleria Steri Spesa Famiglia Mini Spesa Famiglia 2 kg. Fettine di Vitello 2 kg. Bollito di Vitello 1 kg. Salsiccia 2 kg. Spezzatino 2 kg. Braciole di Maiale 1 kg. Petto di Pollo 1 kg. Fesa di Tacchino 1 kg. Hamburgher 2 kg. Tritata di Vitello 2 kg. Costine di Maiale 2 kg. Cosce di Pollo 1 Coniglio 1 kg. Rolatine di vitello 1 kg. Rustichelle 1 kg. Tritato 1 kg. Fettine di vitello 1 kg. Braciole di maiale 1 kg. di salsiccia 1 kg. Cosce di pollo 1 Coniglio o Pollo 1 kg. Bollito con osso 1 Rolata o Tasca ripiena 1 kg. Costine di Maiale E 7,00 al Kg. E 8,00 al Kg. Baby Spesa Famiglia 1Kg. Fettine 1Kg. Spezzatino 1Kg. Rolatine 1Kg. Cosce di Pollo 1Kg. Petto di Pollo o Tacchino E 9,00 al Kg. IO IN OMAGGer la i sacchetti pione conservaz una o acquistandozioni delle prom Tutti questi prezzi verranno applicati solo acquistando tutta la serie di prodotti della: “Spesa Famiglia, Mini Spesa Famiglia o Baby Spesa Famiglia” Macelleria Steri str. Cuorgnè 119 Mappano To.-Tel. 011-996.81.94 Gente di Falchera 19 Astronomia e... a cura del Gruppo “G. Plana” SCOPERTO PIANETA ABITABILE SIMILE ALLA TERRA Gliese 832c, ecco il pianeta ideale per l’uomo. Per gli esperti “è il migliore dei mondi possibili” Sa di sensazionale la scoperta di Gliese 832c, realizzata da un team di astronomi guidati da Robert A. Wittenmyer della University of New South Wales in Australia. L’eso -pianeta, grande 5 volte in più della Terra, si candida ad essere il pianeta ideale per l’uomo e dai rilevamenti spaziali, sembra anche il più vicino. Si trova infatti a due passi da noi -per la precisione a soli 16 anni luce- ma la particolarità sinora mai riscontrata in altre stelle considerate potenzialmente abitabili, è che riceve la stessa quantità di energia dal suo Sole che la Terra riceve dal nostro. Per questo motivo gli esperti credono che ci siano temperature simili alle nostre, sebbene con enormi escursioni termiche stagionali. Insieme a Gliese 667Cc e a Kepler-62e, il pianeta appena scoperto sembra il posto ideale per l’uomo, “il migliore dei mondi possibili” - fanno sapere. Ma ci sono importanti considerazioni da fare prima di saltare a conclusioni affrettate. L’atmosfera del pianeta alieno, infatti, pare troppo densa (caratteristica comune nelle Super - Terre) e potrebbe far alzare talmente tanto le temperature da considerarsi più simile a Venere che al nostro mondo. Eleonora D’Urbano “Se l’universo brulica di alieni, dove sono tutti quanti?” In questa semplice domanda si riassume il paradosso che, si dice, Enrico Fermi enunciò alla mensa di Los Alamos nel 1950 durante un pranzo in compagnia di Edward Teller e altri celebri fisici commentando una vignetta apparsa sul New Yorker a proposito dell’ennesimo avvistamento di UFO. La domanda di Fermi è l’obiezione più efficace a chi azzarda stime ottimistiche sul numero di civiltà extraterrestri con cui potremmo entrare in contatto. E quella stima è il risultato dell’equazione proposta da Frank Drake, che intorno al 1960 lanciò la ricerca di intelligenze aliene con il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial lntelligence). Nonostante mezzo secolo di fallimenti, Drake è ancora ottimista, se possibile più di prima, Il primo pianeta extrasolare, infatti, è stato scoperto appena vent’anni fa. E oggi, su un catalogo di oltre 2.000, cominciamo a scoprirne qualcuno simile alla Terra. Ma la vita, se non proprio una civiltà aliena, potrebbe ancora essere più vicina di quanto crediamo, su corpi celesti come Europa, un satellite di Giove. La ricerca in questo campo, insomma, non è mai stata così vivace. E presto potremmo davvero scoprire di non essere soli nell’universo. Allora sì avremmo un nuovo, sterminato territorio da esplorare. Briciole di storia... a cura di Franco Foppiani Torino esoterica Gustavo Rol Appassionato studioso di Napoleone Bonaparte, sapeva leggere in un libro chiuso, scrivere a distanza, vedere nel futuro, ricercare intorno al capo di ogni uomo la favolosa aura di cui parla la filosofia indiana e, attraverso essa, identificare tutto dell’individuo. Non gli piaceva essere chiamato mago, diceva: “Sono uno che fa le cose che tutti potrebbero fare, basta volerlo”. Rol non praticava lo spiritismo, con lui si parlava di “spirito intelligente”. Spiegava che persino gli oggetti hanno uno spirito, che rimane anche quando vengono distrutti. Quello dell’uomo, però, è uno spirito intelligente che va, lascia l’anima a Dio dopo l’esperienza della vita, ma può ritornare ancora operante sulla Terra, “a prova e riprova” della “inconsumabilità di Dio stesso”, diceva Rol. E spiegava che tutti i suoi esperimenti non erano altro che tentativi di aprire al prossimo finestre nell’infinito onde attingere forza e coraggio. Quando Rol parlava di queste sue possibilità diceva che era una conquista che aveva raggiunto attraverso il pensiero, la volontà, la rinuncia all’orgoglio, all’ambizione, alla vanità, al denaro. Nella sua lunga esistenza ha fatto migliaia e migliaia di esperimenti, anche davanti a grandi personaggi di tutto il mondo, addirittura davanti ad Einstein e tutti erano rimasti stupiti. Ricorderemo, tra gli altri, il grande Federico Fellini, il fisico Tullio Regge, l’intellettuale Carlo Arturo Jemolo...Si spense a Torino il 22 settembre del 1994. Ricciardetto Nuovo Sportello A.T.C. alla Falchera Si comunica che dal mese di Gennaio 2014 è attivo il nuovo Sportello di A.T.C. Torino nel quartiere Falchera, presso il LABORATORIO DI QUARTIERE A.S.L. VIA DEGLI ABETI 16 - con i seguenti orari: 1° e 3° Martedì di ogni mese dalle ore 10,00 alle ore 12,00. m.cattaneo Gente di Falchera 20 A.T.C Torino Il piacere di leggere a cura di Adriana Scavello IL NUOVO ATTO DELLA “COMMEDIA UMANA” SUL LAGO DI COMO QUATTRO SBERLE BENEDETTE Alcune lettere anonime agitano la vita di Bellano. Si impone un’indagine discreta e molto, molto prudente. Sarà un caso, ma da quando a Bellano è arrivato don Sisto Secchia, alla caserma dei carabinieri sono cominciate a pervenire lettere anonime. Non che il reverendo padre sia quel che si dice un campione di simpatia, lungo e secco com’è, con quel naso da rapace e quei modi da beccamorto. Ma nonostante l’aspetto da scheletro, evidentemente sa quando lasciarsi andare, almeno secondo le insinuazioni dell’anonimo delatore, che accusa qualcuno in paese di frequentare ambienti poco consoni all’abito che indossa. Fuori dai Bellano sul lago di Como denti: sembra che don Sisto Secchia sia un assiduo cliente di una nota casa d’appuntamenti a Lecco. Un bel grattacapo da gestire con discrezione per il maresciallo Maccadò, alle prese con le gioie e i timori del primo figlio in arrivo... Andrea Vitali ci accompagna tra i segreti della sua Bellano, conquistandoci come sempre. Ladri alla Falchera a cura di Franco Mantione Negli ultimi mesi cinquanta appartamenti svaligiati A Falchera torna l’allarme furti. Una misteriosa banda di delìnquenti, infatti, ha finito per mettere in ginocchio l’intero quartiere. Secondo le testimonianze dei cittadini sarebbero una cinquantina gli alloggi svaligiati negli ultimi mesi. Colpi compiuti da topi d’appartamento, veri specialisti visto che nessuno è mai riuscito a identificarli. I malviventi stando ai racconti di alcune vittime- entrerebbero in azione a qualsiasi ora del giorno. Soprattutto nel tardo pomeriggio, tra le ore 17 e le ore 19. Prendendo sempre di mira gli appartamenti al piano terra o al piano rialzato. «E’ un orario non scelto a caso» spiega una delle vittime. Si tratta infatti delle due ore in cui i residenti si assentano maggiormente dalla propria abitazione. Per andare a recuperare i figli all’uscita dalla scuola, per recarsi a fare la spesa e per svolgere qualche commissione. Molti anche i pensionati che si sono ritrovati la casa svaligiata dopo esser tornati da messa. «Gli ignoti che stanno compiendo questi furti conoscono bene i movimenti delle loro vittime -dichiara la coordinatrice della circoscrizione Sei Adriana Scavello- Seguono sempre lo stesso modus operandi. Forzano la porta senza rompere i vetri, poi arraffano quello che trovano e si dileguano in pochi minuti». A sparire sono quasi sempre gli oggetti di valore. Dai gioielli ai soldi passando per cellulari e portatili. Molte delle vittime hanno già sporto denuncia alla polizia e ai carabinieri. (ph.ver.) E’ importante che si facciano tutte le denunce, perché più denunce ci sono, più le Forze dell’Ordine sono costrette ad intervenire per sorvegliare il quartiere. Nato neI 1956 a Bellano, dove ha esercitato a lungo la professione di medico di base, Andrea Vitali ha scritto numerosi romanzi di grande successo ambientati sul lago di Como. Tra i suoi ultimi titoli ricordiamo Galeotto Fu il collier (2012), Regalo di nozze (2012), Un bel sogno d’amore (2013) e Di Ilde ce n’è una sola (2013). Gente di Falchera 21 INVITO AL MUSEO a cura di Rita Miglia MUSEO DEL RISORGIMENO Nel 1878, subito dopo la morte di Vittorio Emanuele II, viene istituito a Torino il primo e unico museo dedicato ad avvenimenti e ai personaggi che avevano contribuito al processo di indipendenza e unificazione dell’Italia. Ospitato provvisoriamente presso la Mole Antonelliana, dal 1934, il museo trova definitiva collocazione nella splendida cornice di Palazzo Carignano, gioiello del barocco piemontese. Realizzato su progetto di Guarino Guarini nel 1679, Palazzo Carignano ha una lunga storia da raccontare, strettamente intrecciata alla storia del Risorgimento italiano. Dietro l’originale facciata di forma ellittica che si affaccia su piazza Carignano, nascquero Carlo Alberto nel 1798 e Vittorio Emanuele II nel 1820. Dal 1848 fu sede della Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino e dal 1861 al ’64 del primo Parlamento italiano. Di grande suggestione è oggi la visita all’aula del Parlamento Subalpino, dove il tempo sembra essersi cristallizzato all’ultima seduta del 1860, quando i seggi erano occupati da Cavour, D’Azeglio, Balbo, Gioberti e Garibaldi. Tra opere d’arte, cimeli e documenti, lungo il percorso espositivo, spiccano alcuni “pezzi” particolarmente interessanti: dalle prime edizioni di Cesare Beccaria e di Gian Giacomo Rousseau, al torchio con cui Santorre di Santarosa stampò, il 10 marzo 1821, il Proclama per ottenere la Costituzione, fino ai curiosi ferri chirurgici, utilizzati durante la seconda guerra d’indipendenza. E’ interessante ricordare che proprio in occasione della battaglia di Solferino nacque, per opera dello svizzero Henry Dunant, la Cro- ce Rossa Internazionale. Completamente riallestito nel 2011 in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, il percorso espositivo si presenta oggi come un enorme libro di storia che traccia gli avvenimenti succeduti tra il 1706 e il 1949. Tra le grandi novità, da segnalare la dimensione europea del nuovo allestimento che, attraverso 30 sale, spazia dalle vicende italiane a quelle di altri paesi che nell’Ottocento hanno combattuto per liberarsi dal dominio straniero. Attraverso filmati tematici provenienti dalle più importanti collezioni europee, corredati da tavoli interattivi, vengono raccontati gli eventi storici e sociali che portarono ai processi di nazionalizzazione. Da non dimenticare, ancora, una visita alla biblioteca specializzata ricca di oltre 120 mila volumi, molti dei quali in prima edizione. Il Museo del Risorgimento italiano è aperto dal martedì alla domenica con orario dall 10 alle 18. Gente di Falchera 22 AL VIA LA RACCOLTA DEI FARMACI NON SCADUTI IN PROVINCIA DI TORINO Le medicine che non usiamo andranno a chi non ha i soldi per comprarle Raccogliere medicine inutilizzate ma ancora non scadute da destinare a chi non può permettersele. E’ questo l’obiettivo dell’intesa fra la Provincia di Torino, il Banco farmaceutico, Federfarma, Ordine dei farmacisti, le aziende sanitarie Asl To3, To4 e To5, l’Anpas, e che consentirà la raccolta e la distribuzione dei farmaci ancora in corso di validità. La legge nazionale, infatti, prevede la possibilità di riutilizzare i farmaci non scaduti, naturalmente correttamente conservati e con le confezioni ancora integre. Progetti come questo sono già stati avviati in molte città italiane: a Torino ha preso il via a maggio e ora si estende anche alla provincia. La raccolta riguarderà esclusivamente medicinali con almeno 8 mesi di validità, le cui confezioni siano integre e che non contengano principi attivi vietati. Sono esclusi i farmaci che appartengono alle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, farmaci da conservare a temperature controllate e farmaci ospedalieri. Come fare a donare le medicine che non usiamo più? Semplicissimo. All’interno delle farmacie aderenti sarà posizionato un apposito contenitore per il recupero dei medicinali, con il logo dell’iniziativa. I medicinali donati dai cittadini dovranno essere controllati dal farmacista, che apporrà sulla confezione un timbro o un’etichetta riportante la dicitura “Farmaco donato. Vietata la vendita”. I medicinali recuperati saranno poi distribuiti a chi ne avrà più bisogno grazie alla collaborazione con la Croce Rossa italiana di Moncalieri, Settimo, Torre Pellice e Susa e il Banco Farmaeutico Presto le vecchiette aiuteranno gli adolescenti che chattano ad attraversare la strada. SILENT KEY CI HANNO LASCIATO: 01/07/2014 Amatulli Giuseppina in Durante Viale Falchera 30 di anni 74 01/07/2014 Ranaudo Oreste Via delle Querce 19 di anni 76 07/07/2014 D’Angelo Maria Via delle Querce 74 di anni 74 08/07/2014 Gorgoglione Gennaro Via degli Ulivi 18 di anni 78 08/07/2014 Marzano Carmine Via degli Ulivi 23 di anni 80 12/07/2014 De Cristoforo Maria Via delle Robinie 10 di anni 94 18/07/2014 Cesoria Idige Via degli Ulivi 15 di anni 71 19/07/2014 Rossi Angelo Via degli Ulivi 84 di anni 82 28/07/2014 Francovich Silvio Via dei Pioppi 18 di anni 85 04/08/2014 Magistro Alfredo Via degli Ulivi 15 di anni 80 01/08/2014 Moretti Bruno Via Antiche Mora 40 di anni 74 Furti in Falchera Per Falchera si aggirano dei “ladri d’appartamento” che colpiscono principalmente le case al piano terra... in un orario tra le 14.00 e le 19.00... le case colpite sono state molte in poco più di un mese..... Qualche giorno prima suonano al citofono dell’interessato/a chiedendo spiegazioni stradali o spacciandosi per lettura contatori gas o luce.... poi dopo aver pedinato gli orari e spostamenti colpiscono quando non c’è nessuno in casa.... E’ stato segnalato anche un caso di un appartamento al primo piano.... chiudete finestre e tapparelle quando non siete in casa!!! diffondete il messagio... e riprendiamoci il nostro quartiere!!!! Gente di Falchera 23 Hanno collaborato a questo numero: Eleonora D’Urbano, Tony De Nardo, Emilio Ghirardi, Vittorio Leode, Franco Mantione, Adriana Marangoni, Alessandra Mastrodonato, Marianna Pacucci, Silvana Patrito, Vanda Pozzi, Luigi Ricciardetto, Adriana Scavello, Staff di Roberto Tartara, Estate Ragazzi, Domenico Valente. Gli eventuali contributi potranno essere versati direttamente presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 10. Orario di Redazione dal lunedì al venerdì: dalle ore 9,30-11,30 / 15,30 -17,30 Tel. cell. 349.420.10.90 E mail: gentedifalchera@libero.it Sito: www.gentedifalchera.it Un ringraziamento particolare a tutti i sostenitori, inserzionisti e agli amici che ci aiutano nella distribuzione del giornale. Sostenitori “GENTE di FALCHERA” Autoscuola Ferraro str. Cuorgnè Sig. Sgambellone Aurelio Sig.ra Cottari Giuliana Sig. Chissotti Giacomo Sig. Ghirardi Emilio Sig.ra Dalena Flavia ASTRA Sig.ra Laiolo Angela SOCIETA’ COOPERATIVA TORINO C.so Giulio Cesare, 99 - tel. 011-280901 Via Monginevro, 161 - tel. 011-3828558 Gli articoli da pubblicare dovranno pervenire entro il 15 di ogni mese. La redazione si riserva la facoltà di pubblicarli e/o modificarli secondo le esigenze del giornale. 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