MERCOLEDÌ 20 AGOSTO 2014 ANNO 139 - N. 196 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 In Italia EURO 1,40 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 un’estate italiana Guerritore E Strehler mi disse: «Ora devi recitare» Preferirei di no Quei maschilisti inconsapevoli Con il Corriere Costantini, trilogia noir Il secondo romanzo di Chiara Maffioletti a pagina 22 di Maria Laura Rodotà a pagina 23 In edicola a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano LA FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI UN SENTIMENTO IMPALPABILE Nelle Marche Due caccia precipitano, dispersi i piloti. Il racconto dei testimoni: erano vicini, a bassissima quota. Il boato e l’incendio Scontro in volo tra Tornado Si cercano quattro militari per mille sui depositi bancari deciso nottetempo dal governo Amato, fra il 9 e il 10 luglio 1992. Fruttò 11.500 miliardi di lire, una manna per i nostri conti perennemente in rosso; ma «’l modo ancor m’offende», direbbe il poeta. E l’offesa si traduce in un riflesso di paura ormai diventato atavico, che si gonfia a ogni crisi. Le cassette di sicurezza delle banche sono piene di contanti, lo sanno tutti, e la ragione sta proprio in quel remoto precedente. Adesso, a quanto pare, tocca alle pensioni. Come se non fossero bastati gli esodati, gente mandata in pensione senza pensione dallo Stato: un’altra truffa, e 3 anni dopo non sappiamo nemmeno quanti siano. Speriamo almeno che l’esecutivo sappia d’una sentenza costituzionale (n. 116 del 2013) che ha già bocciato il prelievo introdotto dal governo Berlusconi, perché colpiva i pensionati, lasciando indenni le altre categorie di cittadini. L’ennesimo colpo alla fiducia collettiva, come le bugie di Stato, come le rapine fiscali, come le leggi ingannevoli che parlano ostrogoto per non farsi capire, neanche dai parlamentari che le votano. Eppure è la fiducia, è l’affidamento nella lealtà delle istituzioni, che dà benzina alle democrazie: non a caso il primo termine conta 485 ricorrenze nelle decisioni della Consulta, il secondo 500. Mentre il diritto civile tutela l’«aspettativa» circa la soddisfazione dei propri legittimi interessi. E in effetti un’aspettativa ce l’avremmo, per ritrovare qualche grammo di fiducia. Ci aspettiamo dal governo — quale che sia il governo — il linguaggio della verità, non le favole che si raccontano ai bambini. E ci aspettiamo che ogni sua decisione sia leale, affinché sia legale. michele.ainis@uniroma3.it © RIPRODUZIONE RISERVATA IN EDICOLA CON LO ZAINO DA VIAGGIO PIEGHEVOLE IN TESSUTO ULTRA-RESISTENTE 9 771120 498008 40 8 2 0> RIPSTOP in collaborazione con Due caccia militari si sono scontrati in volo sui monti vicino ad Ascoli Piceno, nelle Marche. I quattro piloti risultano dispersi: resta l’ipotesi che abbiano fatto in tempo a lanciarsi. I soccorritori hanno trovato un paracadute e rilevato segnali che potrebbero provenire dai seggiolini eiettabili. I testimoni dicono di aver visto i due Tornado, in manovra di addestramento, sfrecciare a bassa quota. Un boato, le fiamme, e poi i rottami sono precipitati incendiando alberi e arbusti. (Nella foto, l'impatto tra gli aerei) Le ricerche L’ultima speranza in un paracadute di GOFFREDO BUCCINI e GIUSI FASANO «G li aerei stavano volando basso quando, all’improvviso, si sono scontrati». Le testimonianze sull’incidente in volo tra i due caccia concordano. Trovato un paracadute. A PAGINA 15 ALLE PAGINE 14 E 15 Nese James Foley era nelle mani degli estremisti islamici dal 2012. Il premier Renzi oggi in Iraq Assedio ai cristiani «Decapitato il reporter Usa» I KHMER VERDI DEL LEVANTE E L’ARGINE DEI MODERATI L’Isis mostra il video choc e minaccia nuove esecuzioni di DAVIDE FRATTINI Giannelli I l giornalista americano James Foley è stato decapitato in Iraq dagli estremisti islamici dell’Isis, che hanno mostrato un video choc dell’esecuzione, minacciando di uccidere altri occidentali. Oggi il premier Matteo Renzi in Iraq. ALLE PAGINE 2, 3 E 5 L.Cremonesi, Trocino, Valentino James Foley nel video dell’Isis e prima del sequestro Hamas rompe la tregua. Colpite una bimba e una donna palestinesi Razzi su Tel Aviv e Gerusalemme Raid di Israele, pronte le truppe Ira di Alfano L’indifferenza di Bruxelles: non aiuta l’Italia sui migranti di FIORENZA SARZANINI ALLE PAGINE 10 E 11 con gli articoli di De Cesare, Piccolillo Hamas rompe la tregua, razzi su Tel Aviv e Gerusalemme. Israele risponde duramente e prepara le truppe. Due vittime tra i palestinesi: si tratta di una bambina e di una donna, sarebbe la famiglia di Mohamed Deif, comandante delle forze di Hamas. A PAGINA 2 La polizia spara a un rapinatore nero Un altro morto, rabbia in Missouri di VIVIANA MAZZA S i alza ancora la tensione in Missouri. La polizia spara, ucciso un giovane rapinatore nero armato di coltello dieci giorni dopo l’uccisione del diciottenne Michael Brown a Ferguson. I timori di una rivolta. A PAGINA 13 Il Mausoleo riaperto dopo 79 anni: va via la luce, l’acqua invade l’area esterna La beffa di Augusto, allagato e al buio di LUCIANO CANFORA I piani di Del Vecchio R Luxottica cambia Andrea Guerra verso l’addio di DANIELA POLIZZI A PAGINA 25 iapre ai turisti, dopo 79 anni, il Mausoleo dell’imperatore Augusto nel centro di Roma. In occasione del bimillenario della morte del fondatore dell’impero, l’amministrazione comunale ha programmato alcune visite guidate. Non è andata bene: saltata la luce, l’acqua ha invaso l’area esterna. A PAGINA 19 con l’articolo di Edoardo Sassi di BERNARD-HENRI LÉVY D Debutto azzurro Conte ct: «Il codice etico? Valuto io» ACTIVA Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano T i guardi attorno e incontri facce rattristate, umori torvi, occhi disillusi. Il futuro non è più quello d’una volta, diceva Valery; specialmente qui in Italia. Una ricerca dell’istituto tedesco Iw, appena diffusa, mostra come in Europa la povertà reale sia di gran lunga minore rispetto a quella percepita; e gli italiani (al 73%) si percepiscono poverissimi, molto più degli altri popoli europei. Perché sono poveri di speranze, d’ottimismo, di fiducia. Ecco, la fiducia. Quel sentimento volubile e impalpabile come volo di farfalla che nutre l’economia non meno della politica, non meno delle istituzioni. Se pensi che il peggio arriverà domani, non spenderai un centesimo dei tuoi pochi risparmi, neanche gli 80 euro che t’ha messo in tasca il governo; e il crollo dei consumi farà inabissare il sistema produttivo. Se vedi tutto nero, qualsiasi inquilino di Palazzo Chigi indosserà ai tuoi occhi una camicia nera, meglio combatterlo, con le buone o con le cattive. C’è un farmaco per curare questa malattia ? A suo tempo Berlusconi dispensò sorrisi e buoni auspici, raccontò di ristoranti pieni e aerei con i posti in piedi, promise di soffiare in cielo per scacciarne via le nuvole. Renzi rischia di ripeterne l’errore, se alle sue tante promesse non seguiranno presto i fatti. Perché una promessa mancata è un tradimento, e nessun tradimento si dimentica. Vale nelle relazioni amorose: se lo fai una volta, non riavrai mai più quella fiducia vergine e incondizionata che t’accompagnava durante i primi passi della tua vicenda di coppia. E vale, ahimè, nei rapporti con lo Stato. Che ci ha buggerato troppe volte, e ancora ce ne ricordiamo. Nella memoria nazionale campeggia, per esempio, il prelievo del 6 ANSA / TG1 di MICHELE AINIS BOCCI, BONSIGNORE e SCONCERTI ALLE PAGINE 36 E 37 ialogare con l’Islam moderato per salvare i cristiani d’Oriente. È urgente riflettere con tutte le capitali arabe — dove non sono molte le autorità morali o religiose ad aver espresso il loro orrore per l’operazione di purificazione etnicospirituale in corso a Mosul e a Qaraqosh — sul miglior modo di fermare, prima che sia troppo tardi, orde di assassini. Infatti la sfida è proprio qui. O i sostenitori dell’Islam tollerante e moderato sconfessano i khmer verdi del Levante; oppure non ne hanno il coraggio e la mistica della Umma prevarrà sull’amore per la vita e la propria sopravvivenza e andranno dritti alla guerra di civiltà che quei barbari hanno dichiarato, e di cui le loro donne, i loro figli ed essi stessi saranno, dopo i cristiani, il prossimo bersaglio. A PAGINA 33 2 Primo Piano Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 # Medio Oriente Estremisti islamici L’Isis e il video dell’orrore «Decapitato James Foley Ora l’America si ritiri» La fine del giornalista rapito in Siria due anni fa James Foley aveva insegnato a leggere e scrivere ai carcerati prima di voler tornare lui a studiare, a imparare un nuovo mestiere. A 35 anni aveva scelto di percorrere le strade impolverate del Medio Oriente, anche se l’idea gli era venuta mentre lavorava nella prigione alla periferia di Chicago, vite deragliate, storie da raccontare. Come quelle che era andato a cercare in Afghanistan, il primo s e r v i z i o a l l ’ es te ro , co n l a 173esima Divisione, tra le montagne della provincia di Kunar, negli avamposti americani circondati dai combattenti talebani. In Afghanistan era rimasto mesi, con la telecamera girava i video che inviava al sito Globalpost, nell’agosto del 2010 aveva seguito la 101esima, le Aquile urlanti, durante l’offensiva nella valle dell’Arghandab, quella che avrebbe dovuto cambiare l’andamento della guerra e l’immagine dei soldati tra i contadini locali: sorrisi, riunioni con gli anziani dei villaggi, progetti per fare arrivare l’acqua potabile dove non c’era mai stata. Riprendeva i bambini che chiedevano le penne ai militari in pattuglia tra i muri di fango, ammetteva di essere un po’ deluso perché non era ancora riuscito a filmare uno scontro a fuoco: «Si vendono bene ai grandi network», diceva. Era un freelance, girava a spese sue. Come in Siria, dov’era stato più volte prima di essere rapito il 22 novembre del 2012 nella città di Taftanz, era entrato dal confine turco. Un’inchiesta condotta Libia James Foley era stato sequestrato dagli uomini di Gheddafi per un mese e mezzo e poi liberato. Disse soltanto: il giornalismo di prima linea è importante da Globalpost aveva sostenuto che fosse detenuto dal regime in un carcere vicino a Damasco. Ieri lo Stato Islamico ha diffuso il video della sua esecuzione, Viene mostrata una fotografia del periodo afghano: James indossa il giubbotto antiproiettile, Il messaggio Costretto a pronunciare queste ultime parole: «Sarebbe stato meglio non essere americano» Su Twitter La ricerca Il messaggio postato su Twitter da «findjamesfoley.org» in cui si chiedeva aiuto per «trovare» il giornalista americano quarantenne ucciso ieri: «Scomparso da 635 giorni» color verde marcio, una maglietta mimetica. I fondamentalisti vogliono implicare che fosse legato all’esercito. Era un giornalista, come altri aveva accettato di essere «embedded», di accompagnare le truppe nelle missioni, l’unico modo di poter arrivare alla prima linea, di poter visitare aree altrimenti troppo pericolose, di vedere anche quello che l’esercito non vorrebbe mostrare. E’ il fratello John ad aver scelto la carriera militare, pilota d’aviazione. A lui James – vestito di una tuta arancione simile a quella dei prigionieri a Guantanamo – è costretto a rivolgersi dai suoi carnefici, le ultime parole che gli hanno imposto prima di decapitarlo: «Pensa a quel che stai facendo, pensa alle vite che distruggi, pensa a chi ha preso la decisione di bombardare l’Iraq. Sono morto quel giorno John, quando i tuoi commilitoni hanno sganciato le bombe sulla popolazione. Speravo di avere più tempo, la speranza della libertà e di rivedere la mia famiglia ancora una volta. Quella nave ha lasciato il porto, alla fine sarebbe stato meglio non essere americano». Il filmato, di cui la Casa Bianca sta ancora verificando l’autenticità, è intitolato «Messaggio all’America» e le immagini finali mostrano un altro giornalista, indicato come Steven Joel Sotloff: «La vita di questo cittadino americano dipende dalla tua prossima decisione, Obama», proclama con accento britannico il terrorista mascherato e bardato di nero. James Foley era stato sequestrato anche in Libia, dove aveva seguito la rivolta contro Muhammar Gheddafi fin dall’inizio nel febbraio del 2011. I soldati del Colonnello avevano fermato l’auto su cui viaggiava con altri giornalisti (uno di loro era stato ucciso) e li aveva portati via. Allora la famiglia era stato in grado di rintracciare i suoi spostamenti, trascinato per il Paese dai carcerieri, e dopo 45 giorni di campagna per la liberazione, il regime aveva finito con il rilasciarlo. Davide Frattini 635 I giorni in cui il reporter James Foley è stato in mano ai miliziani dell’Isis. È stato rapito il 22 novembre del 2012 nella città di Taftanz, in Siria, dove era entrato dal confine turco. Un’inchiesta condotta da Globalpost aveva sostenuto che fosse detenuto dal regime in un carcere vicino a Damasco © RIPRODUZIONE RISERVATA Gaza Il fragile armistizio rotto forse da un gruppo salafita. I razzi cadono su Bersheeva e Tel Aviv. La risposta dura di Netanyahu Hamas rompe la tregua, Israele risponde e prepara le truppe Finite le trattative al Cairo, due vittime tra i palestinesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — Dodici giorni di calma (con interruzioni), nove ore allo scadere del cessate il fuoco, razzi lanciati da Gaza verso le città israeliane di Beersheba e poi Tel Aviv, i raid dell’aviazione come risposta. Il giorno in più strappato dai mediatori egiziani per trovare un’intesa definitiva non è servito. Nel Nei rifugi Gli abitanti costretti a fuggire ancora una volta cercando riparo nelle scuole delle Nazioni Unite pomeriggio le fazioni palestinesi hanno ricominciato gli attacchi — Hamas nega ogni responsabilità, il primo colpo sarebbe partito dai gruppuscoli salafiti — e il governo di Benjamin Netanyahu ha richiamato la delegazione dal Cairo: niente negoziati sotto il fuoco. E luce verde ai raid su Gaza: due pa- lestinesi sono morti nei raid, a migliaia i civili hanno raggiunto i rifugi dell’Onu. Gli stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la ripresa delle ostilità. Adesso Hamas sembra prepararsi a una guerra d’attrito: bersagliare le zone a sud del Paese per costringere gli israeliani «ad accettare le nostre condizioni», come proclama un portavoce: «La responsabilità del fallimento nelle trattative è loro». I rifugi sono stati riaperti in tutte le città a ottanta chilometri dalla Striscia, le batterie antimissile Iron Dome non erano mai state ritirate, le truppe restano dispiegate attorno al confine. Vicino a una base militare è stato ritrovato il cadavere di David Gordon, 21 anni, di origine americana, aveva combattuto a Gaza nella Brigata Givati, si sarebbe suicidato. Viveva qui senza la famiglia, li chiamano i «soldati soli», era tornato turbato dal conflitto, raccontano i testimoni. Il quotidiano Yedioth Ahronoth rivela che Netan- Sottoterra Alcune immagini realizzate dalla troupe della Reuters in un tunnel di Hamas yahu e John Kerry avevano delineato un piano per ridurre la pressione dell’embargo imposto a Gaza (compresa la riapertura dei valichi), in cambio della promessa americana di sostenere la richiesta israeliana di impedire il riarmo di Hamas e delle altre fazioni. Il segretario di Stato americano sarebbe dovuto arrivare a Gerusalemme la settimana prossima per sostenere la tregua permanente (ora saltata) e mostrare che i rapporti con Netanyahu non sono così brutti come le frecciate reciproche — lasciate trapelare ai giornali — farebbero pensare. Gli egiziani avevano promesso ai palestinesi di organizzare entro un Diplomazia al palo John Kerry era pronto a volare a Gerusalemme per sostenere la tregua permanente mese una conferenza internazionale di donatori per la ricostruzione, sperano ancora di ottenere un altro cessate il fuoco per continuare i negoziati. I morti a Gaza in un mese di guerra sono oltre 2.000 (due nei raid di ieri), in 100 mila, stimano le Nazioni Unite, hanno perso la casa. Ieri gli abitanti delle zone più colpite durante il conflitto sono dovuti scappare ancora una volta ai primi bombardamenti e hanno cercato riparo nelle scuole dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi. Il più intransigente tra i leader di Hamas sarebbe stato Khaled Meshal. Vive in Qatar e Abu Mazen, il presidente palestinese che ha perso il controllo di Gaza nel 2007, non è riuscito a convincerlo ad accettare l’intesa. I capi nella Striscia (anche i comandanti dell’esercito irregolare del movimento) sembravano favorevoli a mantenere la calma. «Meshal ha scelto di privilegiare questioni di orgoglio personale — scrive Yossi Melman sul Jerusalem Post — e di sopravvivenza politica agli interessi della sua organizzazione». D. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il mistero dei tunnel «È come casa», commenta il comandante dal volto coperto. Le Brigate Ezzedin Al Qassam, l’esercito irregolare di Hamas, hanno voluto dimostrare che non tutti i tunnel sono stati distrutti dalle truppe israeliane. Per questo hanno permesso a Nidal Al-Mughrabi, giornalista della Reuters (con un fotografo e un cameraman), di entrare: prima è stato incappucciato, l’auto ha cambiato molte volte percorso. Difficile per lui capire se il cunicolo sia vicino al confine, se, come sostengono i miliziani, da lì possono colpire dentro Israele. Eliminare i tunnel — ha ripetuto il premier Benjamin Netanyahu — è stata la missione affidata all’esercito (che ne ha distrutti una trentina). D. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Primo Piano italia: 52495258535051 3 # La reazione Le tv rifiutano di mandare in onda le immagini L’incredulità, poi lo choc «Se vero è una tragedia» La Casa Bianca e il ricatto dei jihadisti DALLA NOSTRA INVIATA La vicenda Le immagini James Foley, 40 anni, freelance che sarebbe stato decapitato. Sotto, Steven Joel Sotloff di Time. Il video dice: «La vita di questo cittadino americano dipende dalla tua prossima decisione, Obama» Il reportage Il sequestro James Foley era stato rapito il 22 novembre 2012 in un Internet point nel nordovest della Siria, dove realizzava video sulla guerra civile per la GlobalPost Il lavoro Foley era un freelance con esperienza sui fronti di guerra, dalla Libia all’Afghanistan. Ha compiuto 40 anni nel 2013, da prigioniero. Lascia quattro fratelli e i genitori, John e Diane, di Rochester, New Hampshire Il video «Messaggio all’America»: con accento inglese un miliziano dell’Isis (Stato Islamico in Iraq e nel Levante) ha detto che l’uccisione di Foley è la risposta all’intervento Usa in Iraq NEW YORK — La notizia si è diffusa dapprima su Twitter, dove il video della presunta decapitazione di James Foley era stato pubblicato in serata su account attribuiti all’Isis. Alcuni di quei profili sono poi scomparsi, probabilmente cancellati dagli amministratori del sito di microblogging, ma allora il video è riapparso su YouTube. Titolo: «Un messaggio per l’America dallo stato Islamico». Il messaggio è che questa è la punizione per l’intervento di Obama in Iraq. C’è voluta un’ora perché le principali tv americane spostassero i riflettori da Ferguson, dove un diciottenne nero è stato ucciso dieci giorni fa, sull’Iraq, anche per la difficoltà dei media nel confermare la notizia. Dopo la mezzanotte, i siti delle tv Nbc News e di Pbs Newshour, con cui il giornalista collaborava, sono stati tra i primi ad annunciare che era «apparentemente» stato giustiziato. Accanto alla cautela, sono scattati subito anche lo choc e la rabbia, come nell’apertura del New York Daily News: «Selvaggi». La Casa Bianca è intervenuta: «Stiamo cercando di verificare la notizia al più presto possibile — hanno annunciato i portavoce di Obama, che intanto è ripartito per la sua tormentata vacanza a Martha’s Vineyard — . Se dovesse rivelarsi vera, siamo sconvolti dall’omicidio brutale di un innocente giornalista americano ed esprimiamo le nostre più profonde condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici». Anche la famiglia di Foley, attraverso un sito Facebook creato per sostenere la sua liberazione, chiede di aspettare: «Sappiamo che molti di voi stanno cercando conferme e risposte. Per favore, siate pazienti, e pregate per i suoi cari». «Selvaggi» Il titolo di uno dei primi siti a reagire, il New York Daily News Vacanza Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e la figlia Malia si imbarcano sull’elicottero Marine One a Bourne in Massachusetts per raggiungere l’isola di Martha’s Vineyard per un periodo di vacanza estiva (Jacquelyn Martin / Ap) Molti media, inclusa la tv Cnn e la rivista Time, hanno scelto già ieri notte di non mostrare per intero il video della decapitazione, ma solo le immagini surreali di quel quarantenne in tuta arancione nel mezzo del deserto, accanto al suo carnefice in nero. In pericolo ci sarebbe la vita di un altro giornalista, Steven Sotloff, collaboratore di Time, anche lui visibile nel video: il suo destino, avverte il terrorista con accento inglese, dipende «da quello che farà Obama». Gli Stati Uniti non erano certi che Foley si trovasse in mano dell’Isis, pensavano che potesse essere stato catturato dal regime di Assad. Ma il governo americano non si fermerà, assicurano i commentatori interpellati dalla Cnn. E il dolore comincia a trovare sfogo, ancora una volta, sui social network. «Non riesco a respirare, sono così inorridita — scrive Clarissa Ward, una collega della tv Cbs —. Era mio amico, era un giornalista, era un brav’uomo. Non ci sono parole, solo orrore». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA I jihadisti dell’Isis in ritirata ma le truppe regolari non riprendono Tikrit. La diffidenza dei peshmerga di guardia ai posti di blocco Libri ancora sull’altare: la fuga dal monastero degli eremiti Sulla montagna di Rabban Hormizd, oltre i villaggi riconquistati dai curdi DAL NOSTRO INVIATO ALQOSH (Iraq settentrionale) — Per definizione i monasteri sono luoghi di silenzio, solitudine e spiritualità appartata. A maggior ragione lo sono quelli cui fanno capo gli eremiti, i discendenti dei monaci che furono tra i fondatori del cenobitismo cristiano quasi 1.500 anni fa. Questo il motivo per cui non è strano salire la ripida vallata sassosa che dal piccolo villaggio cristiano di Alqosh adduce al monastero di Rabban Hormizd senza scorgere anima viva. Guardi in alto e vedi i muraglioni di sassi della struttura centrale. Tutto attorno scorgi le grotte antichissime, scurite dai focolari primitivi, dove sino a solo qualche decennio fa trascorrevano le loro esistenze decine e decine di monaci assiri e caldei in preghiera e meditazione. Quelle degli anacoreti sono ancora più lontane, sparse tra i picchi e le vallate remote. Ma arrivandoci ieri dalla piana di Niniveh, cosparsa di posti di blocco dei peshmerga e ancora spaventata dalla minaccia della guerriglia estremista sunnita, il silenzio era più spettrale del solito. Alqosh è stato quasi del tutto abbandonato: abitazioni chiuse, negozi sprangati, i portoni delle chiese serrati, neppure un’auto per la strada. Una decina di curdi armati, affiancati da giovani cristiani locali di ronda con il mitra in spalla, scrutano sospettosi chiunque si avvicini e controllano a lungo i documenti. «Non sarebbe strano che i terroristi del Califfato si travestissero da giornalisti per studiare le nostre difese», spiegano una volta rilassati. Colpisce però il totale abbandono del monastero solo due chilometri più avanti, nel cuore della montagna. Nelle grotte dei primi cenobiti si scorgono a terra i grumi di cera delle candele sciolte dei pellegrini. Le porte e i cancelli della struttura sono spalancati, la piccola basilica e le cappelle facilmente accessibili, i libri sacri ancora aperti sull’altare. Diverse lampade al neon sono inutilmente accese, giorno e notte. E un macchina per la refrigerazione dell’acqua potabile nel cortile funziona perfettamente. Eppure tutto attorno è il deserto. Non c’è nessuno. Su di una brochure abbandonata in quella che dovrebbe essere la sala di benvenuto per i visitatori si sintetizzano secoli e secoli di presenza cri- Di guardia Forze curde sorvegliano i dintorni del villaggio di Gwer, per prevenire possibili attacchi dell’Isis (Reuters) stiana in Medio Oriente. Il monastero venne fondato nel VII secolo e dal 1551 al 1804 fu sede patriarcale delle Chiese d’Oriente. Nel 1808 divenne la struttura più importante per i caldei della regione. La sua collezione di manoscritti in aramaico e siriaco una volta era famosa. Ma fu ripetutamente assaltato nella sua lunga storia. Nel 1745 fu tra l’altro devastato dai persiani. Nel 1746 un suo monaco descriveva i rapimenti di massa di donne e bambini nella piana di Niniveh. Alcuni passi sembrano cronache fedeli delle odierne aggressioni dei fanatici sunniti ai danni degli yazidi: «Prima uccisero gli uomini, presero i loro valori, poi portarono via donne e bambini per convertirli». Ancora Rabban Hormizd fu saccheggiato dagli arabi nel 1828 con l’arresto dei monaci e danni gravi alla struttura. Nel 1832 fu la volta del saccheggio voluto dal governatore curdo di La mappa SIRIA TURCHIA Aree conquistate dall’Isis DAHUK Diga di Mosul ALQOSH MOSUL SINJAR Fiume Tigri L’avanzata dei peshmerga curdi ERBIL KIRKUK I R A Q Regione autonoma curda Rowanduz, chiamato Merkor, lo stesso che fece allora trucidare migliaia di yazidi rubando le loro donne. Otto anni dopo suo fratello Rasoul Beg dette fuoco al monastero, dopo aver depredato oltre 500 dei suoi manoscritti più importanti. Non stupisce che i cristiani qui attorno (come del resto gli yazidi) non si fidino di nessuno. «Monaci, clero locale, assieme a gran parte dei fedeli restano nascosti nelle città e i villaggi che portano al confine con la Turchia», dice l’unico negoziante che ha aperto ad Alqosh. «I soldati curdi sono scappati più veloci di noi. Se non ci fossero i raid americani qui adesso sarebbe tutto in mano ai sunniti». La soldataglia degli estremisti islamici è posizionata una trentina di chilometri più a sud. All’orizzonte si vedono le colonne di fumo degli incendi attorno alla diga di Mosul. Ieri mattina è stata definitivamente ripresa dai curdi grazie all’intervento dell’aviazione americana. Pure, nel pomeriggio, si udivano ancora spari in lontananza. Sono i sunniti a scappare adesso, diversi loro villaggi attorno a Mosul sono stati abbandonati. Per il momento la battaglia è stata vinta. Ma la guerra continua. Nel centro del Paese l’esercito regolare del governo di Bagdad ha fallito l’offensiva per riprendere Tikrit, la città natale di Saddam Hussein. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Primo Piano italia: 52495258535051 5 # La guerra La diplomazia Renzi vola a Bagdad Visita anche ai profughi Armi ai curdi: si decide Tocca al Parlamento, i no di 5 Stelle e Sel ROMA — Una visita lampo oggi in Iraq, a Bagdad poi a Erbil, prima di far rientro in Italia già in serata. Matteo Renzi rompe gli indugi e annuncia il suo viaggio in Medio Oriente, che arriva nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri Federica Mogherini e il responsabile della Difesa Roberta Pinotti, davanti alle commissioni riunite Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato, presenteranno un’inform a t i va d e l gove r n o s u g l i sviluppi della crisi irachena. Al centro dell’incontro, la decisione, presa in sede europea, di inviare armi in sostegno dei peshmerga curdi, che combattono contro l’avanzata dei jihadisti dell’Isis. Il premier, dunque, lascerà oggi Forte dei Marmi per partire alla volta dell’Iraq, dove dovrebbe incontrare il presidente Fuad Masum, il premier uscente Nouri Al Maliki e il premier incaricato Haider Al Abadi. Al termine dei colloqui, Renzi si do- vrebbe spostare a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per incontrare il capo del governo regionale Masud Barzani. In programma c’è anche una possibile visita al campo profughi. Ma l’attenzione politica è concentrata anche sul Parlamento e sulla riunione congiunta delle Commissioni Esteri e Difesa. L’appuntamento delle 12.30 sarà preceduto da un vertice, che si terrà alle 12, tra i quattro presidenti di Commissione. L’oggetto è valutare modalità e tempi di un eventuale voto. Il primo scenario possibile è quello che prevede la presentazione dell’informativa, il successivo dibattito e poi il sempli- ce intervento dei capigruppo che darebbero mandato politico al governo di procedere, senza un voto esplicito. Voto che non sarebbe necessario, visto che non si tratta di decidere l’invio di truppe, ma di armi. Ma c’è anche una seconda opzione, che prevede il voto di una mozione di maggioranza, per formalizzare il sostegno del Parlamento. In quel caso le Commissioni dovrebbero riunirsi separatamente, perché la congiunta non può esprimere un voto. La mozione di maggioranza è già pronta ma si deciderà all’ultimo se presentarla, anche sulla base del consenso: se non sarà ampio è probabile che venga evitata. Mozione Per formalizzare il sostegno delle Camere potrebbe arrivare una mozione di maggioranza Le posizioni Cicchitto (Ncd): «Occorre una risposta militare, compresi i bombardamenti» Rifugiati La distribuzione di abiti e scarpe ai profughi iracheni ospitati nel campo di Feesh Kabour, vicino a Sinjar (foto Mohammed/Ap) Per questo si guarda anche all’atteggiamento di Forza Italia, che potrebbe convergere sulla maggioranza. Anche se ha posizioni non sempre coincidenti. Si segnala, per esempio, la polemica del senatore Francesco Giro, che critica il viaggio di Renzi: «Mi pare in stato confusionale, avrebbe fatto meglio ad aspettare la riunione del Parlamento». E Fabrizio Cicchitto (Ncd) usa parole che vanno ben oltre le decisioni già assunte di inviare armi: «C’è un genocidio in corso, armare i curdi non basta. Oc- corre una risposta militare, compresi i bombardamenti». Frasi non condivise da Nicola Latorre, presidente pd della commissione Difesa del Senato: «In momenti come questi bisogna pesare le parole. Il nostro compito è quello di sostenere i peshmerga, non di bombardare. La situazione certo non è facile, ma andrà valutata insieme agli organismi internazionali». Chi è contrario anche solo alla fornitura di armi è il Movimento 5 Stelle. Che ha già pronta una mozione da mettere ai voti. «Poi dipenderà da cosa ci dicono — spiega Massimo Artini —. Un conto è inviare giubbotti antiproiettili, un altro kalashnikov». Contraria anche Sel, che ha preparato una sua risoluzione: «Ci sembra assurdo l’invio di armi — spiega Erasmo Palazzotto, capogruppo Esteri al Senato —. Un nuovo Stato del Kurdistan iracheno rischierebbe di destabilizzare, accelerando il processo di disgregazione. Molto più sensato sarebbe chiedere l’intervento di un contingente di interposizione Onu e di una Conferenza di Pace». Possibilità di convergenze con i 5 Stelle? «Se la risoluzione riproduce le parole di Di Battista no, altrimenti è possibile». Comunque vada, la partenza delle armi è imminente. Dopo la visita (con polemiche) del ministro Pinotti in Sardegna, gli specialisti militari arrivati da Aulla stanno valutando l’arsenale del deposito di Guardia del Moro per capire se e quale materiale potrebbe essere inviato in Iraq. Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA La partita europea Mancano dieci giorni al vertice sulle euronomine. Berlino non si oppone, c’è l’intesa con Parigi. In crescita le chance di ottenere il ruolo di Mrs Pesc Blitz iracheno e alleanze: lanciata la volata di Mogherini ROMA — Mancano dieci giorni al 30 agosto e la volata per le nomine europee entra nella dirittura d’arrivo quasi in surplace, rallentata dalla pausa estiva e messa in secondo piano dalle drammatiche emergenze che dall’Iraq, a Gaza, all’Ucraina, scuotono la scena internazionale. Di tutte le partite in corso, è l’Italia a giocare quella più rischiosa. Perché sulla nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentate della politica estera dell’Unione europea, Matteo Renzi ha scommesso, sia pure con modi e forme a tratti discutibili, una parte importante del suo capitale politico in Europa. Non dovesse riuscirci, dopo aver messo nero su bianco nella lettera al neopresidente della Commissione JeanClaude Juncker di puntare esclusivamente a quella carica, il premier ne uscirebbe sconfitto e ridimensionato di fronte ai In corsa Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, 41 anni, è candidata al posto di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea (foto Epa) partner. Eppure, gli sviluppi e le dinamiche in corso tra le capitali europee sembrano volgere in favore della candidatura italiana, che ancora poche settimane fa appariva in affanno. La partita è aperta. L’opposizione dei Paesi dell’Est alla nomina di Mogherini rimane netta. E non sono del tutto scemate le riserve americane, alimentate soprattutto dall’infortunio di Mosca, quando il nostro ministro degli Esteri, che lì era anche a nome dell’Europa, ribadì l’appoggio italiano al gasdotto South Stream, progetto avversato dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Ma il quadro è in movimento. Ci sono buone notizie da Berlino, dove il governo tedesco non ha obiezioni di sorta sul mini- stro italiano. C’è l’intesa costruita con abilità da Renzi con il presidente francese François Hollande intorno al binomio Moscovici-Mogherini, con l’ex ministro socialista francese candidato a un importante portafoglio economico nella futura commissione. «Entrambe scontratesi all’inizio con forti opposizioni, le due candidature si sono rafforzate quasi per default. Nessun altro ha messo in campo ufficialmente candidati con indicazioni d’incarico precise ed esplicite. Quindi sarà difficile dire no a due grandi Paesi», suggerisce un’autorevole fonte di Bruxelles. Favorevole a Mogherini è anche la famosa questione delle griglie di equilibrio: Nord-Sud, Est-Ovest, Popolari-Socialisti, presenze femminili nei nuovi vertici euro- I nodi Per la responsabile degli Esteri restano l’opposizione dell’Est e le difficoltà sul dossier russo pei. «Da qualunque punto di vista si veda la questione, lei è nella casella giusta», dice un diplomatico europeo. Sarebbe per esempio strano che, con il popolare Juncker già al vertice della Commissione, un altro popolare come la bulgara Kristalina Georgieva, uno dei nomi più citati in alternativa a Mogherini, la spuntasse per il posto di Mr. Pesc. A facilitare l’accordo potrebbe essere l’assegnazione della carica di Presidente del Consiglio europeo (quella la cui porta era già aperta per Enrico Letta) all’ex premier lettone Vytenis Andriukaitis. Il resto potrebbe farlo l’attivismo italiano sulla scena internazionale. Se è vero infatti che il nostro Paese, presidente di turno dell’Unione europea, è rimasto fuori dai negoziati sull’Ucraina di lunedì a Berlino, mediati (senza successo) da Francia e L’accordo con la Francia L’Eliseo favorevole a un «binomio» della candidata italiana con l’ex ministro Moscovici a cui andrebbe un importante portafoglio economico Germania, sull’Iraq siamo davanti a tutti. Mentre il premier è oggi in visita nel Paese, Mogherini e il ministro della Difesa Roberta Pinotti sosterranno davanti alle Commissioni Esteri e Difesa del Parlamento la necessità di inviare armi ai curdi, mostrando la strada alla Ue. Non è scontato e non sarà facile far passare la titolare della Farnesina. Ma su un argomento Matteo Renzi ha ragione. Le crisi che esplodono a ripetizione e la drammatica instabilità del quadro internazionale dicono che l’incarico di Mr. Pesc non è affatto di secondo piano e invece ne dimostrano tutte le potenzialità. «Il punto — osserva un ex ministro europeo — è se sia Federica Mogherini la risposta giusta dell’Europa a sfide sempre più gravi e complesse». Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 # La finanza pubblica Il governo «Niente piani segreti, via a cantieri e scuola» Il premier traccia l’agenda. La Ue: progressi sui pagamenti alle imprese Gli enti I PAGAMENTI DEI DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Province e comuni 16.100 Dati in milioni di euro Risorse stanziate dai governi Letta e Renzi TOTALE 56.839 30.087 91% delle risorse stanziate 55% 26.139 Pagamenti effettuati ai creditori Fonte: Mef per una visita-lampo in Iraq. Nonostante i segnali tranquillizzanti del presidente del Consiglio, però, con l’avvicinarsi della Legge di bilancio del 2015 il clima politico resta molto acceso. E continua a tener banco il dibattito su un nuovo possibile intervento a carico delle pensioni, in particolare su quelle maturate prevalentemente grazie al vecchio sistema retributivo, più generoso di quello attuale basato sui contributi versati. L’ipotesi Il decreto Sblocca Italia In Consiglio dei ministri il 29 agosto Casa, è caccia ai fondi per ecobonus e lavori Gli sconti sugli acquisti ROMA — Sarà un decreto extra large imbottito di una moltitudine di interventi. Già domani al ministero delle Infrastrutture riprenderanno le riunioni e gli incontri per mettere a punto le misure da inserire nello Sblocca Italia, in vista del consiglio dei ministri del 29 agosto. I temi da definire restano principalmente quelli legati al pacchetto di agevolazioni fiscali per la casa e all’elenco dei cantieri destinati a ripartire attraverso lo snellimento delle procedure e il riavvio delle opere da completare. Le aspettative sono elevate. Un po’ perché sarà il primo decreto varato all’indomani della presa d’atto del forte peggioramento del quadro economico e, poi, anche alla luce dei tweet dello stesso premier Matteo Renzi. «Lo Sblocca Italia riguarda infrastrutture, energia, autorizzazioni pubbliche, finanza per investimenti», ha cinguettato il presidente del Consiglio da Forte dei Marmi. Buona parte del decreto è tuttora in lavorazione nelle mani dei tecnici del ministero guidato da Maurizio Lupi. Nel cosiddetto pacchetto Casa, resta da definire la conferma degli incentivi energetici al 65% per gli interventi di riqualificazione energetica, analogo discorso vale per il bonus del 50% legato ai lavori edili di ristrutturazione. L’obiettivo di Lupi è prorogare entrambi i bonus per il 2015, in caso contrario dal prossimo gennaio gli interventi di recupero edilizio vedranno passare la detrazione dal 50 al 40%. Il nodo come sempre sono le coperture. Sul fronte delle abitazioni lo Sblocca Italia introduce una novità sotto forma di incentivo per chi compra una casa nuova o completamente ristrutturata. In sintesi, si potrà detrarre dal proprio reddito imponibile il 20% del prezzo d’acquisto. A condizione però che l’immobile venga dato in affitto a canone concordato per un periodo di otto anni. L’intento del governo è, insomma, usare la leva fiscale per ridare fiato al settore delle costruzioni e dell’edilizia. Un tassello di un’operazione ad ampio raggio che, attraverso il decreto Sblocca Italia, punta a fare I lavori Tra le opere da «sbloccare» i cantieri che devono essere riattivati per completare i lavori Province e comuni 10.711 Stato 7.000 Province e comuni 8.696 Province e comuni 7.022 Stato 3.000 Regioni e province autonome 18.392 63% Risorse effettivamente disponibili da infrastrutture, energia, autorizzazioni pubbliche, finanza per investimenti», che arriverà al Consiglio dei ministri il 29 agosto, insieme alle «Linee Guida sulla scuola. Perché tra 10 anni l’Italia sarà come la fanno oggi gli insegnanti» scrive Renzi. Altro che trattative con la Ue sul deficit, o piani straordinari di abbattimento del debito pubblico. «Noi lavoriamo su questo in #agosto» conclude il premier, che oggi lascerà le vacanze in Versilia Regioni e province autonome 33.189 43.157 Risorse assegnate agli enti debitori LA CERTIFICAZIONE DEI CREDITI Stato 7.500 di un nuovo prelievo a carico degli assegni previdenziali più alti è stata rilanciata nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro, prospettando anche un possibile ricalcolo della quota maturata con il sistema retributivo. L’idea, però, non incontra grande entusiasmo in Parlamento, e tantomeno tra i sindacati. La Cgil risponde al premier sempre via Twitter , «È inaccettabile un intervento sulle pensioni retributive», la Regioni e province autonome 25.446 Stato 3.028 Regioni e province autonome 16.089 13.831 Le imprese registrate alla piattaforma di certificazione dei crediti al 18 agosto 47.046 5,5 mld euro Le istanze di certificazione del credito presentate Cisl parla di «nuova tassa sui pensionati». Forza Italia, con Maurizio Gasparri, la prospetta come un «esproprio» toutcourt, mentre Renato Brunetta ricorda che il contributo di solidarietà sulle pensioni di oltre 5 mila euro netti mensili esiste già, e invita il premier «a una riflessione approfondita, prima di inutili sfracelli». D’accordo con Brunetta anche Cesare Damiano, del Pd, secondo il quale «sarebbe improponibile che per fare cassa si met- I cantieri ROMA — La riforma della giustizia civile, le linee guida per la scuola, il rilancio delle infrastrutture, le semplificazioni burocratiche, lo snellimento della pubblica amministrazione. Con quattro messaggini via Twitter, il presidente del Consiglio Matteo Renzi traccia l’agenda del governo delle prossime settimane, smentendo l’esistenza di piani «segreti» per fronteggiare la crisi e il suo impatto sui conti pubblici. «I giornali di agosto sono pieni di piani segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo» scrive Renzi, che aggiunge al messaggino due “chiavi” ironiche, #nonesiste e #maddeche, anche per tranquillizzare il dibattito politico interno, tornato ad infiammarsi sull’ipotesi avanzata dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, di un nuovo intervento sulle pensioni. «I progetti del Governo non sono segreti. Iniziamo dalla giustizia a cominciare da quella civile, che civile non è. Ne parliamo?» scrive Renzi in un secondo messaggio Twitter, seguito a raffica dal terzo: «C’è poi lo Sblocca Italia che riguar- Il controvalore delle istanze presentate CORRIERE DELLA SERA Su Twitter Renzi smorza su Twitter i piani per la finanza pubblica e lancia due «chiavi» ironiche: #nonesiste e #maddeche Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA La Salerno-Reggio Calabria tra i cantieri in decreto 1 2 3 4 Tra i cantieri interessati dal decreto Sblocca Italia, in Consiglio dei ministri il 29 agosto, c’è l’autostrada Salerno-Reggio Calabria Alta velocità Napoli-Bari, rimossi gli ostacoli burocratici ripartire e completare grandi e piccole opere pubbliche. «Bisogna distinguere tra i cantieri che possono essere avviati snellendo le procedure e quelli bloccati, a cui dare continuità e risorse facendoli ripartire», sottolinea il vice ministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini. Non a caso il capitolo opere pubbliche è stato suddiviso in quattro punti. «Il decreto servirà prima di tutto a sbloccare i molti cantieri già finanziati e ancora fermi a causa di veti o procedure burocratiche». Nel provvedimento saranno indicati, per esempio, l’alta velocità ferroviaria sulla tratta NapoliBari (con la nomina di un commissario delegato nella persona di Michele Elia, nuovo numero uno di Ferrovie), l’asse ferrovia- Molte grandi opere sono già finanziate ma restano ferme per veti e ostacoli burocratici come l’alta velocità Napoli-Bari La nuova pista per Firenze e interventi su altri tre scali Per Malpensa, Fiumicino e Venezia sono previsti interventi di adeguamento, mentre per l’aeroporto di Firenze la nuova pista Casa, confermato l’ecobonus Sgravi per chi acquista Per dare una spinta all’edilizia sarà stabilizzato l’ecobonus e arriveranno sgravi fiscali per chi acquista case e le affitta a contratto concordato L’export cresce e il governo mette 160 milioni sul made in Italy di MARIA SILVIA SACCHI L’ export regala notizie positive. Bankitalia ha reso noto ieri che il saldo corrente della bilancia dei pagamenti a giugno è cresciuto, dopo che Eurostat il giorno prima aveva sottolineato come, nei primi cinque mesi dell’anno, l’Italia avesse messo a segno il più forte miglioramento in valore assoluto della bilancia commerciale nella Ue. E il governo intende fare da acceleratore. Metterà, dunque, a disposizione del made in Italy 160 milioni di euro nel solo 2015, con la previsione di portare un aumento del Pil dell’1% già nel 2016. «Si tratta delle maggiori risorse mai stanziate da un governo, per la prima volta lo stesso livello di investimenti di Francia, Germania e Spagna», dice il vice ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Spese già coperte, spiega. La ministra Federica Guidi ha attinto dai fondi «perenti», somme stanziate per altri progetti ma mai spese e che ha deciso di dirottare su uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Il piano sarà approvato il 29 agosto all’interno del decreto «Sblocca Italia» e si accompagna a una revisione dell’Ice. Sarà lo stesso istituto, nelle prossime settimane, con una delibera del consiglio di amministrazione, a varare un piano che permetterà di sposterà persone dalle funzioni di back office ai rapporti con le imprese, renderà richiamabili in Italia i capo-ufficio prima della tessero di nuovo le mani sulle pensioni del ceto medio. Il sistema previdenziale ha pagato un conto salatissimo con il governo Monti, adesso è ora di finirla». Solo Scelta Civica, con il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, si dice favorevole, a condizione però che i risparmi siano destinati alla previdenza dei giovani e si intacchi il meccanismo dei vitalizi parlamentari. D’accordo, invece, Elsa Fornero, ex ministro del governo Monti e autrice dell’ultima riforma previdenziale: in alcuni casi, dice, «c’è un grosso divario tra quello che si riceve e quello che è stato pagato». Se la partita sulle pensioni resta aperta, sembra chiudersi invece un’altro problema spinoso per la finanza pubblica, il pagamento delle fatture arretrate della pubblica amministrazione. La Commissione Ue, che ha aperto una procedura d’infrazione per i tempi troppo lunghi, ha preso atto «con soddisfazione» delle misure e delle spiegazioni fornite dal governo, che con il piano straordinario avviato l’anno scorso ha già provveduto a pagare 26 dei 60 miliardi di debiti arretrati. Altrettanta «soddisfazione» per l’esito del confronto con la Ue è stata espressa dal sottosegretario per le Politiche europee Sandro Gozi, convinto che la chiusura della procedura sia vicina. scadenza del contratto e darà vita a una nuova area di marketing. In due anni permetterà risparmi del 7% annuo, «semplicemente lavorando sui processi, senza fare l’ennesima riforma», dice Calenda. «Negli ultimi anni il tasso medio di crescita dell’export italiano è stato superiore a Francia e Germania — aggiunge il vice ministro —. Il nostro punto debole sono le dimensioni delle imprese, troppo piccole. Il programma ha proprio questo focus, aiutarle a entrare nella grande distribuzione, ad andare su internet, a partecipare alle fiere, ad avere temporary manager e così a esportare di più e stabilmente». © RIPRODUZIONE RISERVATA rio Torino Lione, la tratta autostradale Orte-Mestre, il sistema ferroviario Messina-CataniaPalermo (5 miliardi di euro), e gli adeguamenti infrastrutturali negli aeroporti di Roma, Venezia, Malpensa, Genova e Firenze (in quest’ultimo caso si tratta della realizzazione della seconda pista). Il secondo filone di opere da «sbloccare» sarà quello dei cantieri che necessitano di essere riattivati per completare i lavori. L’esempio classico è la SalernoReggio Calabria che richiede ancora 450 milioni di euro per finire un’infrastruttura che ha richiesto tempi biblici di realizzazione. Nell’elenco delle opere da completare ci sono anche la statale Telesina (Benevento), il passante ferroviario di Torino (25 milioni di euro), la tratta ferroviaria Lucca-Pistoia (220 milioni), gli interventi nelle aree metropolitane di Firenze e Cagliari. Ci sono poi le opere di manutenzione straordinaria a carico di Anas e Rete Ferroviaria Italiana, che prevedono interventi per circa 1 miliardo di euro. Il quarto filone riguarderà infine le opere pubbliche di media e piccola entità. L’asse portante sarà il progetto “Seimila campanili” con interventi su cantieri tra i 100 e i 200 mila euro. In vista del testo definitivo dello Sblocca Italia il ministero dell’Economia ha predisposto inoltre una norma per migliorare gli strumenti finanziari a sostegno degli investimenti. In pratica si tratta delle semplificazioni per l’emissione dei cosiddetti project bond. A via XX Settembre hanno anche previsto una serie di misure per favorire le aggregazioni di società municipalizzate e per incentivare l’intervento dei privati in partecipate pubbliche. Nell’ottica di un rilancio del settore immobiliare verranno modificate anche le norme sulle società di investimento immobiliare quotate (Siiq). Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Primo Piano italia: 52495258535051 » Approfondimenti Il sistema previdenziale, i giudici e le nuove ipotesi PENSIONI, LA TENTAZIONE DI TAGLI E BALZELLI I NO DELLA CONSULTA E I CONTI SBAGLIATI I dubbi sulla possibilità di ricalcolare gli importi con il sistema contributivo Ci risiamo con il contributo di solidarietà sulle pensioni, solo che essendo in tempo di crisi siamo passati da quelle «d’oro» (sulle quali è in corso un prelievo, come spiega il grafico) a non meglio identificate «pensioni alte»; essendo poi in clima di giochi europei si è evocata «l’asticella». E così, nonostante tale contributo sia stato dichiarato anti- costituzionale, per la terza volta ci si ritenta; nel contempo la povera Inps ha prima mandato qualche centinaio di migliaia di lettere in cui comunicava ai pensionati (allora d’oro) che avrebbe applicato un prelievo di solidarietà (in pratica una tassa non prevista dagli schemi pensionistici vigenti) per ramazzare qualche euro, poi altrettante lettere per dire che avrebbe restituito il maltolto; subito dopo altrettante lettere per dire che ne avrebbe applicato uno Il metodo retributivo Oggi le pensioni sono calcolate ancora con il metodo retributivo per il 98%: un nuovo balzello peserebbe su quasi tutte 7 neroso metodo retributivo; purtroppo tale calcolo è a volte impossibile (soprattutto per le contribuzioni ante 1980 e per le categorie agricole e autonomi) e di difficile realizzazione per il semplice fatto che per molte categorie mancano estratti conti contributivi corretti come per i dipendenti pubblici, che peraltro hanno le prestazioni di gran lunga più generose. c) E anche qualora si incaricasse l’Inps di fare questi calcoli su 23.431.000 prestazioni in pagamento riferite ai 16.561.600 pensionati (ogni pensionato in media prende 1,39 pensioni) si scoprirebbe che non solo il metodo retributivo ma l’intero sistema pensionistico è per gran parte assistenziale. Metodo e promesse Tutte le pensioni, chi più chi meno hanno importi superiori a quelli che deriverebbero dal calcolo dei contributi effettivamente versati a causa del metodo di calcolo retributivo (di Brodoliniana memoria) che incentivava a evadere i contributi tanto contavano solo gli ultimi 1 (per i pubblici) 5 o 10 anni; per tutte queste pensioni al di sotto di un importo variabile a secondo della categoria, c’è un contributo della Gias (Gestione interventi assistenziali a carico della fiscalità generale)Ben 4.733.031 prestazioni sono di natura assistenziale di cui 3.726.783 integrate al minimo e le altre con maggiorazioni sociali; a queste vanno aggiunte oltre un milione di pensioni e assegni sociali e pensioni di guerra. Trascurando i quasi 2 milioni di assegni di accompagnamento (che sarebbe utile verificare) su 16,561 milioni di pensionati quasi 6 milioni (il 36%) hanno pensioni integrate o con maggiorazioni sociali il che significa che in 65 anni di vita non sono riusciti a versare almeno 15 annualità complete di contributi (e quindi non hanno pagato neppure le tasse) e ciò in virtù del metodo retributivo e delle promesse dei vari governi. na di osservare che 8.602.164 prestazioni pensionistiche di natura assistenziale (integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, assegni e pensioni sociali, pensioni di invalidità e di guerra, (in totale il 52% dei pensionati) sono esentati dal pagamento dell’Irpef mentre è plausibile stimare che circa il 50% dell’Irpef totale sulle pensioni (46 miliardi) pesi su meno di 2 milioni di pensionati con importi medi superiori a 30.000 euro lordi l’anno, proprio quelli sopra «l’asticella» che così verrebbero penalizzati due volte. Fare riferi- mento all’articolo 38 della Costituzione è fuorviante in un Paese dove tra pensioni assistenziali e maggiorazioni sociali e invalidità civili la metà dei pensionati è assistita dallo Stato come se il nostro Paese fosse uscito da una guerra o da una catastrofe; la regola del 2% per ogni anno lavorato vale per redditi o stipendi entro i 45.000 euro lordi; sopra questi importi i coefficienti di calcolo utilizzati per determinare la pensione scendono a 1,5 - fino a 0,9; per una retribuzione di 100.000 euro lordi ( 51.000 euro netti) su un periodo di IL PRELIEVO SULLE PENSIONI (LEGGE DI STABILITÀ 147/13) PER GLI ANNI 2014/15/16 % PRELIEVO DI SOLIDARIETÀ Importo mensile lordo della pensione Da 7.020 a 10.027 Da 10.027 a 15.041 Oltre 15.041 6% 12% 18% VALORI IN EURO LE IPOTESI SUL TICKET Giovani e debito La soluzione più equa sarebbe l’applicazione di un contributo di solidarietà su tutte le pensioni retributive che cresce in modo proporzionale all’entità’ della prestazione; esempio fino a 700 euro al mese lordi 0,5% cioè 3,5 euro al mese ( tre caffè ) e poi in progressione fino a un 8%; per poi accelerare sulle pensioni tipo Banca d’Italia, fondi speciali e vitalizi di consiglieri regionali e parlamentari ancor più generosi del metodo retributivo. Così fa- Tasse e stangate La metà dell’Irpef pesa su meno di 2 milioni di pensionati con assegni oltre 30 mila euro: un contributo li penalizzerebbe due volte Pensione lorda mensile Pensione netta mensile 26.000 2.000 1.532 200 2.600 29.900 2.300 1.719 230 2.990 32.500 2.500 1.831 250 3.250 36.400 2.800 2.001 280 3.640 39.000 3.000 2.113 300 3.900 42.900 3.300 2.282 330 4.290 45.500 3.500 2.394 350 4.550 49.400 3.800 2.563 380 4.940 52.000 4.000 2.676 400 5.200 55.900 4.300 2.845 430 5.590 58.500 4.500 2.958 450 5.850 Alberto Brambilla Docente Università Cattolica Milano Coordinatore Cts itinerari previdenziali 62.400 4.800 3.127 480 6.240 © RIPRODUZIONE RISERVATA 65.000 5.000 3.241 500 6.500 La simulazione L’impatto su un eventuale intervento 68.900 5.300 3.410 530 6.890 Assegni falcidiati Con un ticket al 10% si rischia di perdere fino a due mensilità 71.500 5.500 3.523 550 7.150 75.400 5.800 3.692 580 7.540 78.000 6.000 3.800 600 7.800 81.900 6.300 3.964 630 8.190 84.500 6.500 4.073 650 8.450 88.400 6.800 4.237 680 8.840 91.000 7.000 4.346 700 9.100 Prestazioni e categorie Andiamo con ordine rispetto alle dichiarazioni fatte da esponenti di governo o vicini ad esso: a) si è detto che tale contributo graverà solo sulle pensioni «retributive»; forse non si sa che oggi oltre il 98% delle pensioni sono retributive e quindi il balzello graverà su quasi tutte. b) il contributo di solidarietà verrebbe applicato sulla differenza tra una pensione calcolata con il metodo contributivo e quella in pagamento che utilizza il più ge- Non si chiamano più «pensioni d’oro» e si preferisce parlare di «pensioni alte», almeno da quando il ministro Giuliano Poletti annunciando un ennesimo prelievo sugli assegni Inps ha riconosciuto che per incassare una cifra adeguata occorre abbassare la cosiddetta asticella. Basterebbe, per esempio, fissarla a 1500 euro lordi e la platea si allargherebbe al punto da risolvere il problema, o quasi. Ovviamente non sarà quella la soglia. Ma si presume sia quella contenuta nel rapporto sulla «spending review» di Carlo Cottarelli che prevede un giro di vite temporaneo, in linea con quelli indicati a suo tempo dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, ossia intorno ai 2.500-3 mila euro. Sui calcoli di governo grava però un Modello assistenziale e Irpef La riprova la ritroviamo nei bilanci previdenziali: su 274 miliardi di spesa pensionistica per il 2012, la quota a carico dello Stato e quindi di tutti noi è pari a 83,6 miliardi (oltre il 30%); vale poi la pe- equivoco. Il piano di Cottarelli si riferisce agli assegni sopra i 2.500 euro lordi, che non possono essere considerati d’oro. Corrispondono a prestazioni mensili poco sotto i 1.700 euro. Classe media da spremere se si vuole fare un po’ di cassa, ma certamente non un’operazione di giustizia sociale. Il loro numero è pari a 956.215 (dati Inps del 2012), il 5,7% del totale. Comunque persone e famiglie con un reddito da classe media. Se il riferimento è invece ai pensionati che percepiscono pensioni nette tra 2.500 e 3.000, il rischio è una misura non efficace. I pensionati con un reddito lordo sopra i 4.800 euro al mese sono meno di 50 mila. Cifre ancora più ridotte per le classi di pensionati che incassano Prelievo annuo La Cassazione e l’indicizzazione Eventuali proposte tendenti a bloccare l’indicizzazione delle pensioni oltre un certo importo sono già state definite illegittime dalla Cassazione poiché, come dovrebbero sapere i proponenti, producono effetti per l’intero periodo di fruizione della pensione (se oggi deindicizzo una pensione da 90.000 euro lordi con inflazione al 2% provoco una riduzione nell’anno di 1.800 euro; se il pensionato percepirà la pensione per 15 anni il danno complessivo sarà di 1.800 x 15 anni cioè 27.000 euro più indicizzazione). Pensione lorda annua nuovo. Per il momento a guadagnare sono state solo le Poste. Su questo tema occorre buon senso e conoscenza della materia che la gran parte di coloro che oggi avanzano proposte, non sembra padroneggiare a pieno. Demagogia perché affrontare lo spinoso tema di chi non versa contributi e delle troppe pensioni a carico dello Stato è impopolare mentre prelevare a chi ha crea molti consensi. Prelievo mensile (10%) 40 anni il famoso 80% si riduce a poco più del 53% e questo, soprattutto per le alte professionalità. Chi insiste sui cosiddetti pensionati d’oro conosce questa regola? cendo non si violano i principi di equità impositiva rendendo costituzionale la norma e si risarcisce la generazione giovane sottoposta al contributivo puro per colpa di sindacati e politici che fecero salvi tutti quelli che nel 1995 avevano più di 18 anni di contributi. Considerando i 228 miliardi netti di prestazioni in pagamento si può pensare di reperire oltre 6 miliardi che però se vogliamo bene ai giovani, devono andare a riduzione del debito pubblico. Se la misura fosse prevista per 5 anni e finalizzata alla riduzione del debito pubblico, tutti noi saremmo ben lieti di partecipare al risanamento del Paese e a favore delle giovani generazioni a cui, per inciso, lo Stato ha già previsto l’eliminazione di qualsiasi integrazione al minimo o maggiorazione sociale e per giunta non l’ha comunicato ai diretti interessati. 50 mila I pensionati con un reddito lordo sopra i 4.800 euro al mese. Quelli con gli assegni sopra i 2.500 euro lordi (prestazioni mensili poco sotto i 1.700 euro) sono 956.215 (dati Inps del 2012), il 5,7% del totale CORRIERE DELLA SERA La revisione della spesa La «spending review» di Carlo Cottarelli prevede un giro di vite temporaneo, in linea con quelli indicati a suo tempo da Baretta Il calcolo Il contributo di solidarietà del governo Monti che colpiva gli assegni sopra i 150 mila euro lordi l’anno valeva appena 81 milioni assegni più ricchi, basti ricordare che il contributo di solidarietà richiesto dal governo di Mario Monti, che colpiva i pensionati con redditi sopra i 150 mila euro lordi all’anno, ha portato allo Stato appena 81 milioni di euro, soldi che poi sono stati restituiti in quanto, com’è noto, la Corte Costituzionale ha bocciato clamorosamente il prelievo. Il piano di Cottarelli chiede un contributo di solidarietà del 10-15% e un blocco della indicizzazione biennale. Le voci più insistenti parlano però di un 10% per la durata di un biennio. Ebbene, facciamo un po’ di conti. Dato che non conosciamo dove verrà posizionata la famosa «asticella», abbiamo ipotizzato diverse situazioni, con pensioni di importo mensile da 2 mila a 7 mila euro. Le rendite con un importo mensile sopra i 7 mila euro, grazie alla Legge di Stabilità del 2014, stanno già scontando (e lo faranno sino a tutto il 2016) un prelievo che va dal 12 al 18%. Tornando ai nostri conteggi possiamo notare che un pensionato che abita a Milano o Roma, con un assegno lordo di 3 mila euro, in realtà, tolte le tasse (Irpef più le addizionali, comunale e regionale), ogni mese mette in tasca 2.113 euro. Ma non solo. Se il ticket sarà veramente pari al 10% dell’importo lordo, alla fine dell’anno subirà un prelievo di ben 3.900 euro, pari a circa due mensilità di pensione netta. Altro che pensione d’oro! Domenico Comegna © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Il governo Le riforme Giustizia, si parte subito dal civile e dalla responsabilità delle toghe Giro di consultazioni del ministro. Oggi vertice di maggioranza ROMA — Si parte dalla giustizia civile «che civile non è», come dice Matteo Renzi su Twitter. Il premier prepara il terreno in vista del Consiglio dei ministri del 29 agosto che però, secondo il cronoprogramma, avrebbe dovuto sbloccare l’intera riforma annunciata per titoli il 30 giugno. Perché in quel pacchetto, articolato in 12 punti, c’era un po’ di tutto, oltre al processo civile: intercettazioni, elezione del Csm, azione disciplinare, riduzione delle sedi delle Corti Sicilia Il flop del piano giovani imbarazza Crocetta PALERMO — Doveva essere un piano da 75 milioni di euro. Per dare lavoro a 20 mila giovani siciliani. Cominciando con i primi duemila da far concorrere con un click sul computer. Una magia. Un incrocio virtuoso di domanda e offerta, di disoccupati e imprenditori. Ma invece del click day è stato il flop day di Ferragosto. Come adesso ironizza pure l’ex magistrato Antonio Ingroia, nei panni del commissario di una partecipata, la Sicilia E-Servizi, chiamata dal governatore Rosario Crocetta ad eseguire l’autopsia del fallimento. Un crack rovesciatosi sugli assessori che si occupano dei giovani, i giovanissimi Nelly Scilabra e Giuseppe Bruno, a loro volta lanciatisi contro i rispettivi direttori generali a un passo dal dimissionamento. A cominciare da Anna Rosa Corsello, la dirigente della Formazione travolta dalle polemiche. Tutto da rifare. Una storia di malaburocrazia e di veleni incrociati che annulla un altro tassello della sbandierata «rivoluzione» di Crocetta alimentando le richieste di dimissioni in un governo che non piace nemmeno a settori di maggioranza, compreso il Pd. La bufera non s’arresta nemmeno davanti alla decisione di ricominciare da capo, come annunciato dalla stessa dirigente. Accorpando i 19 milioni del «piano giovani» e i 55 della cosiddetta «garanzia giovani» («Youth Guarantee», si leggeva nel sito ormai oscurato). Magari con un successivo click day. Subito smentito dai due assessori che giurano di non saperne niente. Facendo echeggiare pure in Sicilia un curioso adagio, «a loro insaputa». d’Appello, tempi di prescrizione, reati contro la criminalità economica compresi il falso in bilancio e l’autoriciclaggio. Ma questi ultimi sono temi caldi ancora in discussione al tavolo delle trattative aperto fin da luglio dal ministro Andrea Orlando. Renzi, dunque, aggiusta il tiro e dice esplicitamente che il primo passo della riforma sarà fatto sul terreno della giustizia civile. E così, stamattina, il vertice di maggioranza convocato al ministero avrà un ordine del giorno sui cosidetti temi «non divisivi». Quelli per cui è scontato il via libera in Parlamento anche da parte di FI che pure non fa parte della maggioranza: accelerazione del processo civile, dimezzamento dell’arretrato civile, magistratura onoraria, Tribunale della famiglia e delle Imprese. E, forse, ci sono pure i margini per chiudere il testo sulla responsabilità civile dei magistrati. «Già se si potesse portare questo primo pacchetto di testi sul civile nel Cdm di fine agosto ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Prescrizione Intercettazioni Falso in bilancio Responsabilità civile dei giudici Pd Tempi modulati per i gradi del processo FI Tempi dimezzati come prevede l'ex Cirielli Ncd Minime modifiche alla legge ex Cirielli Sel Ritorno a prima della legge ex Cirielli M5S Ritorno a prima della legge ex Cirielli Pd Interventi a difesa della privacy FI Divieto di pubblicazione fino al processo Ncd Atti segreti, divieto di pubblicazione Sel Mantenimento status quo M5S Mantenimento status quo Pd Pena superiore a 5 anni, sì intercettazioni FI Mantenimento status quo Ncd Pena: meno di 5 anni, no intercettazioni Sel Ripristino pena superiore a 5 anni M5S Ripristino pena superiore a 5 anni Pd Per i democratici dev’essere indiretta Forza Italia Piena e diretta per gli azzurri Ncd Indiretta, invece, per il partito di Alfano Sel Anche per i vendoliani dev’essere indiretta M5S Stessa posizione per i 5 Stelle: indiretta Grosso: troppa carne al fuoco, puntare su processi veloci Il penalista: le altre questioni sono divisive il rischio è che si finisca per portare a casa poco ROMA — «Sulla riforma della giustizia il governo sta mettendo troppa carne al fuoco. Impegnandosi su tutto o quasi tutto, rischia di portare a casa poco o niente. Per cui sarebbe il caso di concentrarsi sulle due priorità: velocizzazione del processo civile e razionalizzazione di quello penale». L’avvocato Carlo Federico Grosso, che insegna diritto penale all’Università di Torino, parla così perché nel corso della sua lunga attività forense ne ha viste molte di «riforme incompiute»: «Quando Flick era al ministero della Giustizia, governo Prodi, vennero trasmessi al Parlamento 14 disegni di legge di ottimo livello che avrebbero dovuto essere discussi e votati. Fu un disastro, non se ne fece nulla. Certo ora mi auguro che il governo possa condurre in porto i suoi progetti. Però consiglierei maggior prudenza». In un Paese litigioso come il nostro, c’è anche un abito mentale degli italiani da cambiare, forse? «La litigiosità riguarda soprattutto il settore civile. Nel penale il fenomeno tocca i reati perseguibili a querela mentre quelli perseguibili d’ufficio generano una montagna di procedimenti...». Da anni si parla di depenalizzazione. «Il tema assente è proprio quello della grande depenalizzazione. Ci sono stati vari interventi ma nessuno di essi si è rivelato risolutivo. Di commissioni ministeriali per la riforma del codice penale ce ne sono state parecchie e, pur avendo prodotto un buon materiale per l’approfondimento, poi non sono state prese in considerazione dai governi che le avevano insediate». Piercamillo Davigo, già pm del pool «Mani pulite», ha detto che i tempi lenti della giustizia danno da mangiare a 250 mila avvocati. Per questo, ha aggiunto, non si cambia mai passo... «Guardi, a me le sparate non piacciono. Bisognerebbe cercare di valutare con © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli D.Mart. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista L’ex vicepresidente del Csm: Davigo imputa la paralisi agli avvocati? Non mi piacciono le sparate, ma il tema va affrontato F. C. VICEDIRETTORI Verini e Giuseppe Lumia) questa tesi non convince, come ci sono mille perplessità e sospetti in casa dem sul pressing esercitato da Ncd: «L’abuso interpretativo da parte del magistrato deve essere considerato una violazione di legge», sostiene il senatore Nico D’Ascola che nel vertice di maggioranza troverà ascolto da parte del viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd). Domani il ministro incontrerà invece le minoranze: M5S, Sel e FI. Per il partito di Berlusconi, «la riforma della giustizia è necessaria e urgente» tanto che «l’attesa è forte». In particolare FI punta sui nodi del penale (intercettazione e prescrizione) sperando che «sia cambiato qualcosa rispetto a quanto prospettato alle delegazioni» azzurre nel primo giro di tavolo. I nodi della riforma e le posizioni dei partiti © RIPRODUZIONE RISERVATA Luciano Fontana Le attese Per Forza Italia «l’attesa è forte», i veri ostacoli restano intercettazioni e prescrizione sarebbe un grande risultato, una vera rivoluzione anche perché sono i temi che maggiormente incidono sui dati economici e in particolare su quelli relativi agli investimenti», commenta Donatella Ferranti (Pd) che presiede la commissione Giustizia della Camera. Il primo pacchetto, quindi, diventerebbe ancora più sostanzioso se il ministro Orlando riuscirà a chiudere entro fine mese anche il testo sulla responsabilità civile dei magistrati. L’accordo è a portata di mano, tutti condividono la responsabilità indiretta ma Enrico Buemi (Socialisti) stamattina ripeterà al Guardasigilli che la garanzia offerta dalla metà dello stipendio del magistrato (ritenuto responsabile per avere amministrato male la giustizia) è ancora troppo bassa. Nella delegazione del Pd (oggi ci saranno in via Arenula Walter CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. 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Tanti avvocati puntano sugli interventi dilatori per stiracchiare il processo fino alla prescrizione. «Nel penale è così. In un contesto in cui la prescrizione scatta molto facilmente, gli avvocati sono inevitabilmente portati a cercare tutti gli espedienti per bloccare il processo. E a questo punto devo dire che fa quasi parte del loro bagaglio deontologico quello di perseguire un risultato “positivo” per il loro assistito. Ecco perché il tema della riforma della prescrizione è assolutamente fondamentale». La soluzione sulla prescrizione ancora non c’è ma il tema, almeno come titolo, fa parte del pacchetto del governo. «Se i reati diventassero difficilmente prescrittibili, gli avvocati avrebbero un interesse molto limitato ad allungare i tempi del processo. Sono stati ideati vari sistemi per riformare i tempi di prescrizione: io non ho preferenze, l’importante è sceglierne uno che garantisca una prescrittibilità molto circoscritta». Chi è La carriera Torinese, 76 anni, docente di Diritto penale, Carlo Federico Grosso, è stato vicesindaco di Torino negli anni 80 e vicepresidente del Csm dal ‘96 al ’98. Tra l’altro, è stato il legale di 32.000 azionisti nel crack Parmalat I governi di centrodestra, con la ex legge Cirielli, hanno fatto il contrario. «La ex Cirielli ha tagliato a dismisura i tempi di prescrizione: per la corruzione propria, per esempio, ha dimezzato i tempi, da 15 a 7 anni mezzo. Rendendo molto difficile la celebrazione di processi complessi». E il nodo delle intercettazioni? «È uno dei temi che sarebbe meglio affrontare in un secondo momento insieme al Csm e alla responsabilità civile dei giudici. Sono argomenti troppo caldi, intorno ai quali si contrappongono posizioni ideologiche. Io sarei molto cauto, perché con le tensioni che questi temi sollevano c’è il rischio di rompere un equilibrio». Dunque, il governo dovrebbe limitare i suoi obiettivi ai tempi dei processi. «Direi che è doveroso pensare anche a ripristinare il reato di falso in bilancio e a introdurre quello nuovo di autoriciclaggio, tuttavia il governo si dovrebbe concentrare su due priorità: le velocizzazione del processo civile e la razionalizzazione di quello penale». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Primo Piano italia: 52495258535051 I partiti Le scelte 9 La cancelliera tedesca a Bonn Caso portaborse per i 5 Stelle in Europa Protesta della base C’è chi ha lavorato per altri partiti MILANO — Un puzzle ancora da completare e che già sta creando qualche malumore tra i militanti Cinque Stelle: la scelta degli assistenti degli europarlamentari divide la base, che contesta alcune scelte. Ad accendere la discussione è stata la decisione di Marco Zullo di assumere Alessandro Corazza — ex capogruppo dell’Idv in Friuli Venezia Giulia e candidato tra i dipietristi nel 2013 in una coalizione a sostegno di Debora Serracchiani — come suo portaborse. Zullo — eletto a Bruxelles per soli due voti di vantaggio su Giulia Gibertoni — si è difeso in video postato sul suo sito personale (realizzato insieme a Francesco Vanin): «Ho cercato persone con un curriculum tecnico specifico». Poi lascia a Vanin, anche lui portaborse dell’eurodeputato, la stoccata: «I portavoce regionali si sono scelti il loro personale tecnico e ho scoperto che buona parte di questi proviene dall’Idv». Ma nonostante le spiegazioni di Zullo sul web infuria la polemica. C’è chi invoca maggiore trasparenza. Non si tratta però di un caso isolato. Nel Movimento una quota di assistenti è «riservata» al team comunicazione, per gli altri posti c’è libera scelta. Tuttavia, anche Su «Oggi» Pascale con i Dudù a villa Certosa Sorridente in spiaggia e con gli inseparabili barboncini Dudù e Dudina: sul settimanale Oggi, in alcuni scatti esclusivi, ecco la compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, durante il weekend trascorso a Villa Certosa prima di Ferragosto, con gli amici e senza l’ex Cavaliere. un’altra europarlamentare, Laura Ferrara, era stata contestata per aver annunciato le (possibili) nomine dei suoi assistenti. L’esponente pentastellata aveva replicato spiegando di avere la «possibilità di assumere un ulteriore collaboratore accreditato» e indicando come «caratteristiche preferenziali a parità di requisiti» l’iscrizione al Movimento o, in alternativa, il fatto di esserne un «attivista riconosciuto». Hanno creato malumori tra gli attivisti le indiscrezioni sui probabili comunicatori: anche in questo a far scattare la miccia delle accuse sulla Rete era stato il passato recente di alcuni assistenti come Monia Albertini (che aveva collaborato con il democratico Pino Arlacchi), Emanuele Sanguineti (ex ufficio stampa Ecr) e Cecilia Arvedi (ex assistente del centrista Gino Trematerra). Malumori frenati, in questo caso, dalle norme previste da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, norme che hanno di fatto blindato i nominativi già selezionati. Ma all’Europa, in questo periodo, guardano anche deputati e senatori del Movimento, convinti di potere creare sinergie con i pentastellati a Strasburgo. «L’economia italiana ha bisogno subito di fiato ed allora è indispensabile un taglio netto delle aliquote fiscali a famiglie ed imprese — spiega Barbara Lezzi —. Angela Merkel prova un potente quad utilizzato per i salvataggi su terreni difficili durante una visita all’Ufficio federale della Protezione civile di Bonn (foto Epa). Ieri la cancelliera tedesca ha annunciato che il 23 agosto sarà a Kiev, dove incontrerà il presidente Petro Poroshenko per la prima volta dall’inizio della crisi e il premier Arseni Iatseniuk: in agenda «l’attuale situazione ucraina e l’atteggiamento da tenere nei confronti della Russia». Una Merkel «centauro» prova la moto quad della Protezione civile L’Europa e la Bce hanno un ruolo fondamentale che non si dovrebbe limitare alla mera “concessione” di flessibilità». E spiega: «L’Europa dovrebbe prendere atto del fallimento della politica dell’austerità e la Bce avrebbe, così, il via libera per proteggere i debiti sovrani acquistando direttamente titoli di Stato bypassando il sistema bancario». A Roma, I criteri Il Movimento ha «imposto» una quota di comunicatori, per gli altri libera scelta. E un eurodeputato ha assunto l’ex capogruppo Idv in Friuli però, si preparano a un autunno di «opposizione dura» nei confronti del governo, con la linea dei falchi tornata di nuovo in auge. Sul blog, Grillo punge il premier: «Chi paga le vacanze a Matteo Renzi?», chiede insieme a un gruppo di parlamentari. E a tenere banco nel Movimento è anche la manifestazione prevista a inizio ottobre, una kermesse che dovrebbe essere nelle intenzioni una sorta di festa nazionale dei Cinque Stelle. «Sarà in una delle piazze più belle d’Italia», ha annunciato il leader ai suoi. Al momento c’è ancora il massimo riserbo. Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Maria Romana e l’idea di dedicare al padre la festa del Pd: «Mi sembra una cosa strana» La figlia di De Gasperi: cosa c’entra lui con l’Unità? «Su Renzi è difficile esprimere un giudizio ma mi chiedo chi altro ci sia in circolazione» ROMA — Maria Romana Catti De Gasperi, figlia e collaboratrice dello statista democristiano. Ieri ricorreva il sessantesimo anniversario della morte di suo padre Alcide. Gran parte del mondo politico italiano lo ha commemorato. Cosa ne pensa? «Un fenomeno interessante e anche inaspettato. Per anni nessuno si è più occupato di questo personaggio, a parte qualche studioso. Oggi c’è quasi una necessità di ricordarlo, di riportarlo alla memoria collettiva...». Forse è il bisogno di ritrovare le radici storico-politiche del Paese in un momento di difficoltà. «Sicuramente. E c’è anche la necessità di trovare personalità che possano onestamente prendere in mano le redini della situazione. Mi dicono sempre “Eh, quando c’era suo padre era un’altra cosa...”. Ma non si può ragionare così, fermandosi al passato. Quando vado nelle scuole insisto invece su un punto: vengo a raccontare non una storia passata ma una storia che si può ripetere. Certo, si deve studiare, bisogna volerlo. Per questo è bene insegnare ai giovani cosa sia la politica, quella vera. Per quanto mi riguarda, per quel poco che posso, provo a seminare». Giuseppe Fioroni ha proposto al Pd di dedicare a suo padre la Festa dell’Unità. La deputata del Pd Flavia Nardelli Piccoli, figlia di Flaminio e consigliere della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, ha ribattuto: «Una provocazione positiva. Ma altrettanto pretestuosa e inattuale. Oltretutto, penso che De Gasperi non si sarebbe affatto sentito a suo agio...» E lei, signora Catti De Gasperi, cosa pensa della proposta? «Non ho opinioni precise... ma in verità mi sembra una cosa strana. Cosa vuol dire “l’Unità” oggi? Unità di che cosa? E non mi riferisco solo al giornale, alla festa. Tutti i partiti, bene o male, sostengono di cercarla, questa unità. Ma alla fine una parola non significa nulla. Se vogliamo parlare dell’unità europea, uno degli obiettivi di mio padre, allora va bene. Perchè dipendiamo dall’Europa. Senza l’Europa mon saremmo nulla. Quindi l’unica unità che Il ricordo La deputata pd Flavia Piccoli Nardelli, consigliere d’amministrazione della fondazione Alcide De Gasperi di Trento e Pierluigi Castagnetti, che fu l’ultimo segretario del Partito popolare, a San Lorenzo fuori le mura, a Roma, per la celebrazione dei sessant’anni dalla morte di Alcide De Gasperi (Fotogramma) possiamo cercare, e che sarei d’accordo nel collegare a mio padre, è quella europea». Si parlava di Togliatti. Al di là della storia emersa, qual era il loro vero rapporto personale, umano? «Umanamente i rapporti più importanti sono stati negli anni dei governi di unità tra le forze popolari, cioè dalla svolta di Salerno al maggio 1947. Ma poi, quando si è visto che le strade divergevano e soprattutto i progetti e gli scopi erano completamente differenti, i cammini si sono separati. E i due uomini politici si sono combattuti. Questa è la verità». Nell’ottobre 2003 Berlusconi si dichiarò erede di Alcide De Gasperi. Le sue sorelle Cecilia e Paola protestarono duramente. Lei tacque. Cosa pen- sa oggi, di tutto questo? «Non dissi nulla allora. E non intendo farlo adesso». E qual è la sua opinione su Matteo Renzi e il suo governo? «È molto difficile, soprattutto non è corretto, esprimere giudizi su una persona che non si è conosciuta bene, a parte un fugace incontro. Bisognerebbe fermarsi a quanto si legge sui giornali o si segue in tv: ripeto, non sarebbe giusto. Comunque io vedo un giovane che ha molta voglia di fare e di lavorare e mi auguro che riesca ad avere aiuto per poter procedere. Anche perché bisogna essere sinceri e chiari: chi altro abbiamo oggi? Si vede in circolazione, sulla scena politica, qualcuno di simile? È riuscito a ottenere un tale numero di voti che gli consente di andare avanti. Prima di criticare, occorre guardare cosa riuscirà a fare, come agirà». Qual è, se dovesse sintetizzare, il lascito di suo padre? «Mio padre ebbe una vita non lunga ma densa: nacque sotto l’Impero austriaco, si ritrovò in un’Italia libera, poi subì il fascismo e infine rivisse la libertà d’Italia. La sua linea è sempre stata la difesa della libertà individuale, quindi di libertà del pensiero e di associazione, dei partiti. E poi la serietà personale nel confronto con tutti. Aveva degli avversari, certo. Ma non credo si sia mai fatto veri nemici. Perché il suo modo di fare lo escludeva» Tutto questo manca nell’Italia di oggi? «Non voglio dare simili giudizi, non sono all’altezza. Però i politici sono il riflesso della gente, della società del momento. Sarebbe bene non dimenticarlo mai». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Su «Chi» Giannini, prima volta per un ministro in topless ROMA — Ancora la Versilia, ancora una «pizzicata bollente» dei paparazzi ad esponenti del mondo politico. Dopo il bikini in spiaggia della ministra Maria Elena Boschi in Versilia, il settimanale Chi pubblica, e ci tiene a sottolinearlo, «per la prima volta nella storia della Repubblica italiana», le foto esclusive di «un componente del governo in carica fotografato senza reggiseno» a Marina di Pietrasanta. Il «componente» è una donna naturalmente, un’altra ministra di Renzi, stavolta si tratta della responsabile dell’Istruzione Stefania Giannini, leader di Scelta Civica, che appare in un servizio fotografico sotto l’ombrellone. Per il «component e del governo» spiato, in segreto, dall’obiettiv o del fotografo non sarà stato certo un piacere ritrovarsi nature a metà sulla copertina di un settimanale. Giannini non ha commentato, ma Daniela Santanché l’ha subito difesa. «Io sono per la libertà — ha sostenuto la deputata di Forza Italia —, se l’ha fatto sentiva di farlo e nessuno può giudicare. Un ministro, del resto, va valutato per il suo operato, di certo non per l’estetica, l’abito che indossa o quel che decide di metter su in spiaggia». Bonariamente la bacchetta invece Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni dell’Unione Industriali Moda del Lazio. Che critica la scelta di mostrarsi senza il reggiseno «ad una certa età, dopo gli anta». E a suo giudizio si tratterebbe, per giunta, di una roba d’altri tempi: «Il topless non va più di moda. Non è più rivoluzionario. Mi dispiace per il ministro Giannini, ma è ferma agli anni ‘70». © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Immigrazione L’emergenza Mare Nostrum Sbarchi, Italia respinta dall’Europa Alfano resiste: no allo scaricabarile L’Ue stoppa il Viminale sul subentro di Frontex alla missione Mare Nostrum «La nostra è una piccola agenzia senza fondi. Gli Stati membri facciano di più» DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — Le parole non potrebbero essere più chiare di così: «Tocca a tutti i paesi Ue fare di più sul fronte immigrazione, perché Frontex è una piccola agenzia senza mezzi con un piccolo bilancio, senza guardie di frontiera, né navi né aerei». L’Unione europea risponde senza giri di parole al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che nei giorni scorsi era tornato sul tema dell’emergenza immigrazione chiedendo all’Europa di fare di più. Dall’inizio del 2014 infatti l’Italia ha accolto più di 100 mila migranti: somali, eritrei, siriani sbarcati sulle coste italiane più esposte, in particolar modo quelle siciliane. «Mare Nostrum — aveva detto il responsabile del Viminale — non deve fare il secondo compleanno perché, seppur lodevole, è nata a termine. Deve subentrare Frontex (agenzia europea, ndr) e l’Europa. Se così non sarà il governo italiano dovrà assumere decisioni in La Commissione «Riconosciamo che Roma fa un magnifico lavoro ma su questo ha ricevuto aiuti senza precedenti» materia». Il riferimento era all’operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare lo stato di emergenza in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all’eccezionale afflusso di migranti. Una missione che costa 300 mila euro al giorno, più di 9 milioni al mese ma che non può essere sospesa proprio a causa delle continue emergenze. Alfano da tempo stava spingendo per una soluzione comunitaria ma ieri da Bruxelles è arrivato uno stop netto: «Non possiamo che essere d’accordo sul fatto che l’Ue nel suo complesso debba fare di più, abbiamo ripetuto continuamente che gli Stati membri devono fare di più contribuendo con mezzi e finanziamenti — la premessa di Antony Gravili, portavoce della Commissione europea —. Riconosciamo il magnifico lavoro che sta svolgendo, ma l’Italia su questo tema ha avuto aiuti senza precedenti, ha beneficiato di circa Il ministro «Tanto noto quanto ovvio che non ci sono i soldi Ma l’intervento dei Paesi va chiesto con più forza» 500 milioni di euro nel periodo 2007-2013 e con 315 milioni di fondi sarà il più grande beneficiario nel periodo 2014-2020». Inutile poi insistere su Frontex perché per l’Europa l’agenzia deve continuare ad avere il ruolo di oggi ossia coordinare il pattugliamento delle frontiere degli Stati della UE (cercando di implementare gli accordi con i Paesi confinanti con l’Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti). Già agli inizi di luglio il ministro Alfano aveva anticipato di voler lavorare, a livello europeo, per fare in modo che «Mare Nostrum» venisse sostituita. L’operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale è iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare l’emergenza di un eccezionale afflusso di migranti nello Stretto di Sicilia. Con personale e mezzi navali ed aerei di Marina, Aeronautica, GdF, Carabinieri, Capitaneria di porto, Corpo militare della Croce Rossa, Viminale e Polizia, l’operazione ha finora bloccato 453 scafisti e soccorso in mare oltre 70.000 migranti Frontex È un’agenzia dell’Ue nata nel 2005 per coordinare il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati dell’Unione e favorire accordi con i Paesi che confinano con l’Unione per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere Ipotesi su cui allora aveva avanzato delle perplessità anche il commissario agli Affari interni dell’Ue, Cecilia Malmström. Al no definitivo di Bruxelles è seguita in serata la risposta dello stesso ministro Alfano, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «La Commissione europea, su Frontex, dice una cosa tanto nota quanto ovvia. Non ci sono soldi e devono intervenire gli Stati membri. Ma allora qual è il suo compito? La Commissione deve chiedere con forza questo intervento, sennò giochiamo a un inaccettabile scaricabarile a danno dell’Italia». E infine: «Se Fron- tex non subentrerà perché non sarà adeguatamente finanziata e rafforzata, Mare Nostrum non potrà compiere il secondo compleanno — ha ribadito il ministro —. Il tema della frontiera è europeo e noi non possiamo farcene carico da soli anche perché l’Italia, per molti migranti, è solo un Paese di transito. Il presidio di tutta la frontiera europea è compito strategico per il futuro dell’Unione, è chiaro che l’Italia non può aspettare all’infinito e dovrà prendere le proprie decisioni». Corinna De Cesare © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi Da Bruxelles soltanto parole Servono trattative bilaterali di FIORENZA SARZANINI I lludersi era inutile, appariva chiaro già da mesi. La possibilità che l’Europa mettesse in campo fondi e uomini per far fronte all’emergenza migratoria era stata esclusa da tempo. La certificazione del fallimento delle politiche dell’Unione in questa materia è nel comunicato diramato ieri dal portavoce della Commissione per negare che Frontex possa subentrare all’Italia nella gestione dell’operazione «Mare Nostrum», che ha finora consentito di salvare migliaia di persone. Risibile la giustificazione: «Si tratta di una piccola agenzia senza mezzi». A questo punto bisogna chiedersi che cosa sia davvero Frontex, quali obiettivi abbia, a che cosa serva. Anche perché nell’ottobre scorso, poche ore dopo il naufragio di Lampedusa che aveva provocato centinaia di morti, era stata il commissario Cecilia Malmström a garantire un impegno straordinario «per evitare altri tragedie simili». E poi era entrata nei dettagli assicurando di voler «schierare i mezzi di Frontex in tutto il Mediterraneo, da Cipro alla Spagna, per dare vita a una task force contro il traffico illegale di esseri umani. Ci vuole un piano di azione europeo. L’Europa deve impegnarsi di più e contribuire al salvataggio delle vite umane». Parole dettate evidentemente dall’emozione del momento che però non hanno avuto alcun seguito. Lo scorso maggio, dopo un Gli obiettivi nuovo naufragio e di fronte ad altri morti, l’Europa è infatti rimasta immobile Continuare a sperare in un piano come se il dovere di aiutare queste persone che fuggono dalla guerra e dalla poUe farebbe solo vertà fosse un problema esclusivamente perdere tempo italiano. Come se questi uomini, donne e bambini rimasti senza speranza nei propri Paesi d’origine non avessero diritto a ricevere accoglienza, moltissimi anche il riconoscimento dello status di rifugiati. L’Italia ha un’ultima carta da giocare e può farlo soltanto adesso, durante il semestre di presidenza. Non serve lanciare sfide, tantomeno minacciare di sospendere «Mare Nostrum». Bisogna avviare trattative bilaterali con gli Stati che sono le mete finali di questi migranti. La maggior parte di loro approda infatti sulle nostre coste ma poi sceglie di varcare le frontiere per raggiungere la Francia, la Germania, da lí andare anche verso i Paesi del Nord. E poi bisogna negoziare politiche di cooperazione con quei governi nordafricani che hanno ancora interesse ad avere rapporti di collaborazione con Roma come la Tunisia e l’Egitto, forse anche la Libia per creare in quei luoghi strutture di prima assistenza. Continuare a sperare che prima o poi l’Unione metta a punto un vero piano di intervento comune può servire soltanto a perdere altro tempo. E invece si deve fare in fretta perché i focolai di crisi aumentano, altri migranti provenienti da terre più lontane dovranno probabilmente essere accolti. Bisogna arrendersi all’evidenza e intraprendere iniziative serie e concrete. Soltanto così potremo dimostrare di essere all’altezza di una situazione che diventa ogni giorno sempre più drammatica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Primo Piano 11 italia: 52495258535051 117 28 mila gli immigrati che sono sbarcati in Italia dal primo agosto 2013 al 31 luglio 2014 secondo i dati diffusi a metà agosto dal Ministero dell’Interno. Nello stesso periodo dell’anno precedente gli arrivi erano stati circa 24 mila la percentuale dei migranti accolti in Sicilia al 31 luglio 2014 nelle strutture temporanee e nei centri governativi; il 13% nel Lazio e l’11% in Puglia. Dei migranti che sbarcano in Italia, l’81% arriva in Sicilia e l’8% in Puglia Il piano Il Dipartimento per l’immigrazione lavora alla proposta da presentare al summit di novembre: un mutuo riconoscimento valido in tutta l’area Schengen Status di rifugiato comunitario per arginare i rientri ROMA — Gli ultimi, 22 siriani, volevano andare in Germania. Sono stati fermati lunedì scorso, a bordo del treno che stava passando la frontiera con l’Austria, e rispediti al Brennero. La solidarietà europea nei confronti dei migranti che chiedono asilo si ferma alla dogana. Farli soccorrere dall’Italia viene percepito come obbligo etico, accoglierli in altri Paesi no. Forti del regolamento di Dublino del 2003, che obbliga l’immigrato a rimanere nel Paese di primo ingresso in area Schengen, i nostri vicini oltreconfine rispediscono in Italia, sempre più numerosi, i clandestini sfuggiti all’identificazione. Dati precisi di questa «ondata di ritorno» al Viminale non ne hanno ancora. Le richieste formali attualmente in esame, che si richiamano al regolamento di Dublino vengono dall’Austria e riguardano 45 immigrati. Ma sono molte altre quelle che, in via informale annunciano, o minacciano, azioni per rinviare in Italia immigrati, in maggioranza eritrei, ma anche afghani, sudanesi, e, appunto, siriani, sfuggiti ai nostri controlli e finiti in altri Paesi Ue. «Sono diverse centinaia», quantificano al Viminale, dove si respinge l’accusa fatta alle nostre forze di polizia di allarga- I casi L’ultimo episodio risale a lunedì scorso quando 22 siriani diretti in Germania sono stati fermati ai confini con l’Austria e rispediti in direzione del Brennero re appositamente le maglie dei controlli per far fuggire altrove i richiedenti asilo. Semmai, si spiega, sono loro che per potersi recare in altri Paesi, dove magari già vive la loro famiglia, si sottraggono, a volte anche fisicamente, all’identificazione che non può essere imposta con la forza. Che fare? Una soluzione c’è. E il Viminale la porrà con forza a novembre al vertice sull’immigrazione, durante il semestre della nostra presidenza Ue. Ad anticiparla al Corriere è il capo del dipartimento per l’immigrazione, Mario Morcone: il mutuo riconoscimento. «Il documento che concede lo status di rifugiato deve poter valere in tutta l’area Schengen. È questo il nostro obiettivo», spiega il prefetto. Ed evidenzia: «Se si lavora tanto per costruire un’Europa dell’Asilo, al punto che è stato istituito un ufficio ad hoc a Malta, e se si discute di standard comuni delle procedure da far adottare a tutti gli Stati membri, allora anche l’obiettivo non può che essere unico per tutti: il documento di asilo deve Il regolamento di Dublino obbliga lo straniero a rimanere nel Paese di primo ingresso Molte nazioni vicine sono pronte a rimandarci i clandestini salvati in mare e identificati qui essere riconosciuto da tutti i 28 Paesi dell’Unione». Come i cittadini europei e come le merci, i rifugiati potrebbero così cambiare la destinazione finale del loro sbarco. Senza doversi nascondere in un camion, come i 20 immigrati sorpresi ieri a Ilminster, nel Sud dell’Inghilterra. O peggio appiattirsi in un’intercapedine di un traghetto, aggrapparsi sotto il vano di un tir, intrufolarsi in un container o ap- pendersi al semiasse di un pullman turistico. Modi con i quali sono più frequentemente morti gli immigrati diretti nei Paesi del Nord. L’ipotesi del mutuo riconoscimento, in piena polemica su Frontex e sui fondi europei, apre un capitolo del tutto nuovo, destinato a mettere in luce tutte le contraddizioni dei nostri partner, soprattutto di Olanda, Norvegia, Inghilterra e paesi baltici, che stanno subendo solo ora l’impatto della più grande ondata di immigrati degli ultimi tempi giunta in Italia. Dopo aver speso parole generose affinché salvassimo i disperati dei barconi (da luglio dello scorso anno ne abbiamo recuperati in mare oltre 70.300), ora che i rifugiati bussano alle loro porte, gli altri Paesi europei si scoprono misuratissimi nel concedere loro l’asilo. Conducono investigazioni per capire dove sono sbarcati e li rispediscono nel nostro Paese. Ma secondo il Dipartimento immigrazione sono oltre 103 mila quelli arrivati sul nostro territorio (tra mare e terra) solo dal primo gennaio ad oggi. Almeno cinque volte di più di quelli giunti lo scorso anno nell’analogo periodo. E il doppio di quelli accolti nel corso della primavera araba che incendiò il Mediterraneo. Le destinazioni Olanda, Norvegia, Inghilterra e Paesi baltici sono quelli che stanno subendo solo ora l’impatto dell’ultima ondata di immigrati in Italia Secondo i dati forniti dal ministro dell’Interno Angelino Alfano a Ferragosto, sono oltre 53 mila gli immigrati presenti nelle nostre strutture di accoglienza. Nell’ultimo anno abbiamo dato asilo a 24.435 richiedenti, a fronte delle 35.424 domande presentate. Un numero che sale a ritmo vertiginoso. Nei weekend degli ultimi due mesi al ritmo di 3-4 mila. Nella sola giornata di ieri a Salerno ne sono giunti 703, ripescati nel canale di Sicilia e altri 50 in Calabria. «Sull’accoglienza agli immigrati stiamo dando una lezione a tutta l’Europa — rimarca il capo del Dipartimento immigrazione — con l’instabilità politica dei Paesi che ci circondano, dalla Libia alla Siria, ai Paesi del corno d’Africa, al Mediterraneo, stiamo accogliendo un numero altissimo di persone. Ma non si può gettare tutto sulle nostre spalle. L’Italia chiede condivisione. E più che maggiori risorse dall’Europa vogliamo una distribuzione più equa dei rifugiati. Ciascuno faccia la sua parte». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Esteri Ucraina I ribelli filorussi perdono posizioni mentre al confine continuano le trattative per il convoglio umanitario russo «Colpito un asilo». A Donetsk è guerra Non si ferma l’avanzata dell’esercito di Kiev. «Incontro Putin-Poroshenko» MOSCA — Sono sempre più in difficoltà i ribelli filorussi di fronte all’avanzata dell’esercito ucraino che è oramai arrivato nelle due città assediate di Luhansk e Donetsk dove, in diversi quartieri, si combatte nelle strade. I governativi bombardano le posizioni ribelli e colpiscono anche i palazzi. I separatisti rispondono con razzi Grad e centrano altre abitazioni. Così la diplomazia non riesce a ottenere risultati decisivi, anche perché il governo di Escalation Kiev vede ormai vicina la riconquista di questa parte del Paese. Ogni ipotesi di cessate il fuoco è per ora rinviata e anche il convoglio umanitario russo rimane fermo alla frontiera. Sabato arriverà nella capitale ucraina la cancelliera Angela Merkel per portare concretamente il sostegno del suo governo. Poi, la settimana prossima, ci sarà un faccia a faccia tra Vladimir Putin e il presidente ucraino Petro Poroshenko a Minsk, in Bielorussia. Dall’incontro, al quale parteciperan- no anche rappresentanti dell’Ue, non ci si attende molto, proprio per la situazione sul terreno. Putin vorrebbe una soluzione che evitasse la completa sconfitta dei filorussi. Ma è improbabile che Poroshenko in questo momento accetti di fermare i suoi uomini senza cospicue contropartite. Il governo ucraino ha confermato ieri che un autobus con civili che lasciavano Luhansk è stato colpito da almeno un razzo e ha fissato in quindici il bilancio dei morti, comprese donne e bambini. Sono state mostrate immagini di sopravvissuti ricoverati in ospedale che raccontavano l’avvenuto, ma nessun giornalista ha potuto confermare l’attacco, visto che la zona interessata è al centro di violenti combattimenti. I ribelli negano che ci sia mai stato alcun episodio del genere, mentre accusano i governativi di aver centrato con un colpo di artiglieria un asilo alla periferia di Donetsk e di aver ucciso «più di dieci bambini». Anche que- sto episodio non è stato confermato da fonti indipendenti. Luhansk è la città nella quale i civili si trovano in maggiore difficoltà, visto che da 17 giorni manca l’elettricità, l’acqua è quasi del tutto assente e non vengono raccolti i rifiuti. A Donetsk, il centro più importante che all’inizio del conflitto aveva un milione di abitanti, la vita è continuata quasi normalmente fino a ieri, con diversi negozi aperti. Poi, all’improvviso, sono iniziati i bombardamenti e le sparatorie in diverse strade. Gli abitanti sono corsi a rifugiarsi negli scantinati mentre i negozi venivano chiusi in tutta fretta. I ribelli sono in ritirata, ma controllano ancora il centro del capoluogo. Secondo notizie diffuse dalle Nazioni Unite, 344 mila persone hanno dovuto abbandonare le loro case fino a questo momento. Alcuni punti del confine tra Russia e Ucraina sono ora controllati da osservatori dell’Osce che hanno visto passare uomini e donne in uniformi senza insegne, ma nessun mezzo militare. Ci sono però altri settori della frontiera che sono ancora nelle mani dei ribelli; è attraverso questi punti che, secondo Kiev, passerebbero i rinforzi. Proseguono le trattative sul transito del convoglio di camion bianchi mandato da Mosca che è fermo proprio di fronte a uno dei varchi di frontiera controllato dai filorussi. La Croce Rossa vuole garanzie sulla sicurezza prima di prendere in consegna il carico, ma il governo ucraino dice di non essere in grado di offrirle proprio perché il convoglio umanitario si troverebbe ad attraversare una zona dove i suoi uomini non possono operare. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA In risposta alle sanzioni occidentali il Cremlino ha preannunciato nuove misure contro la Ue e gli Usa. Le prime hanno già colpito l’agroalimentare Razzi e granate ai confini con l’Ucraina. Sanzioni e sbarramenti sui mercati. La guerra commerciale tra Russia ed Europa si sovrappone allo scontro militare, complicando il negoziato per una soluzione politica. Il presidente Vladimir Putin, secondo quanto riferito dal suo portavoce Dmitri Peskov, sarebbe pronto a vietare «l’importazione di auto, di farmaci e di apparecchi sanitari» provenienti da Unione Europea, Stati Uniti e forse anche Giappone. Nei prossimi giorni si capirà se e quanto questa minaccia si tradurrà in provvedimenti concreti. Ma l’annuncio è di per sé sufficiente ad alimentare le preoccupazioni delle industrie occidentali e il nervosismo delle piazze finanziarie. Sarebbe la quarta tappa dell’escalation avviata il 17 marzo 2014 dagli Stati Uniti e dal 29 aprile dalla Ue, con la prima ondata di misure restrittive a carico di alcune figure dell’entourage di Putin. Poi il 26 luglio, subito dopo l’abbattimento dell’aereo malese, americani ed europei spostano il conflitto sul piano economico, colpendo le esportazioni di tecnologia nel settore energetico. La risposta di Putin matura il 6 agosto: divieto di importazione di un largo paniere alimentare, dalla carne alla frutta, esteso ai 28 Paesi Ue, alla Norvegia, agli Stati Uniti, al Canada e all’Australia. Ora sembra pronta la Aiuti Bruxelles ha stanziato 125 milioni per i produttori di frutta e verdura ma non potrà coprire tutte le perdite Dopo frutta e salumi, stop a farmaci e auto: la minaccia di Putin che spaventa l’Europa Le diplomazie al lavoro per evitare un altro embargo dagli effetti dirompenti Scambi commerciali ITALIA GERMANIA GRAN BRETAGNA FRANCIA OLANDA 20 37,81 7,86 10,11 28,58 10,8 35,57 4,62 7,61 7,86 Importazioni dalla Russia (miliardi di euro) Esportazioni verso la Russia (miliardi di euro) % del petrolio russo % del gas russo La Russia fornisce petrolio e gas a molti Paesi europei. Se Putin dovesse reagire alle sanzioni europee chiudendo i rubinetti, la ripresa economica del continente sarebbe a rischio 25% 35% 38% 42% L’Italia è il secondo partner commerciale europeo e il quarto a livello mondiale della Russia. Esportiamo soprattutto beni di lusso, dalla moda al design, ai gioielli. Anche il turismo russo verso l’Italia ha avuto un exploit negli ultimi anni 400 La prima conta dei danni L’allarme delle categorie più colpite dall’embargo agroalimentare è già arrivato fino a Bruxelles. La Commissione europea si è comportata come se fosse di fronte a una calamità naturale, e non davanti alle conseguenze di una decisione politica, stanziando 125 milioni di euro da dividere tra i produttori europei, ma solo di frutta e verdura. I margini del bilancio comunitario sono molto ridotti, forse arriveranno altre risorse ma la Commissione non potrà coprire tutte le perdite. La prospettiva di un rimborso, per quanto limitato, ha però già riacceso la mischia. Il divieto di accesso a carne, pollo, pesce, latte, uova, frutta e verdura dovrebbe cancellare 31,2 miliardi di euro su un totale di 52 miliardi di export agroalimentare. Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione, ha compilato una classifica nell’ambito Ue, considerando il valore delle merci vendute alla Russia nel 2013 e ora rifiutate. È una lettura interessante anche dal punto di vista politico. I Paesi potenzialmente più danneg- 15% 28% 18% 11% 1,3 miliardi il contributo del turismo russo al Pil italiano RUSSIA Mosca GRAN BRETAGNA Londra OLANDA Il mercato russo Il 27% delle auto immatricolate in Russia viene dall’estero: tra i produttori Fiat-Chrysler, Volkswagen e Renault Berlino Amsterdam GERMANIA imprese italiane stabilmente presenti in Russia 1,3 miliardi esportazioni di abbigliamento quarta fase che rischia di essere la più insidiosa. 12% Parigi FRANCIA 700 milioni il valore dell’export agroalimentare ITALIA 72 milioni COLPITI DALL’EMBARGO 61 milioni RUSSO 51 milioni di prodotti ortofrutticoli di carni Roma di latticini e derivati CORRIERE DELLA SERA giati sono la Lituania (927 milioni di euro) e la Polonia (841 milioni): sarà un caso, ma sono i due Stati che più hanno spinto per convincere l’Ucraina a firmare il trattato di associazione con l’Unione Europea, in aperta polemica con la Russia. Al terzo posto c’è la Germania (595 milioni), subito dopo l’Olanda (528 milioni). Poi uno scalino, con cifre quasi dimezzate: Danimarca (377 milioni), Spagna (338 milioni). L’Italia è decima, con 163 milioni a rischio, alle spalle della Francia (244 milioni). Nei giorni scorsi la Coldiretti ha segnalato il blocco di forniture già concordate e il bollettino degli ordini annullati si gonfia giorno dopo giorno:le pesche lombarde, le pere modenesi, il grana padano, i salumi. Lo scorso anno l’export dell’ortofrutta ha incassato 72 milioni; le carni, 61 milioni; la pasta, 50 milioni. Anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori) e gli industriali-trasformatori della Federalimentare, prevedono perdite stimabili tra i 100 e i 200 milioni di euro. Il rilancio di Putin L’agroalimentare è una voce che vale l’1,7% delle esportazioni tedesche e l’1,6% di quelle italiane in Russia. Il grosso dei flussi commerciali finora è rimasto al riparo delle rappresaglie. Ma le cose potrebbero cambiare se venissero chiuse le frontiere alle automobili. Il mercato russo assorbe circa 2 milioni e 600 mila vetture (2013). I francesi della Renault, in joint-venture con la russa AutoVaz (marchio Lada), sono i leader con una quota del 25%. Poi vengono i coreani di Hyundai-Kia. Gli americani di General Motors vendono circa 300 mila auto; i tedeschi della Volkswagen 293 mila; il gruppo FiatChrysler 7.400 (al netto delle macchine vendute dallo stabilimento in Serbia). L’embargo dovrebbe risparmiare le vetture prodotte dalle case straniere nelle fabbriche russe: sarebbe il caso di Ford, Renault, Toyota, Hyundai e Volkswagen. Ma già la società tedesca, ad esempio, assembla circa 700-800 mila esemplari a Kaluga (188 chilometri da Mosrca), ma ne fa arrivare almeno il doppio da linee fuori del territorio russo. In definitiva i russi importano il 27% delle auto immatricolate, il 46% dei camion e il 13% degli autobus. Nei piani di sviluppo delle case europee, da Volkswagen a Fiat, la Russia è ancora una delle destinazioni più interessanti: per vendere e per investire (1,3 miliardi di euro, lo stanziamento già programmato dai tedeschi). È evidente quindi che la seconda ondata di contromisure avrebbe effetti dirompenti. La Russia è un cliente prezioso per Mele gratis Contro l’embargo: mele ucraine gratis in Russia sulle bancarelle di San Pietroburgo per la festa ortodossa di Yablochny Spas, la Salvezza delle mele (Epa) quasi tutti. La Gran Bretagna, per esempio, non solo vende macchine per 1,6 miliardi di sterline (quasi 2 miliardi di euro), ma anche farmaci. Le diplomazie sono già al lavoro per sventare il nuovo pericolo. I governi europei fanno affidamento anche sui segnali di crescente fragilità dell’economia russa. L’embargo alimentare ha sicuramente accelerato la corsa di un’inflazione già troppo alta: 7,5% in luglio. I capitali stranieri continuano a evaporare. La Banca centrale russa ha dovuto registrare la partenza di 44,7 miliardi di dollari (33,5 miliardi di euro) nella prima metà del 2014: una cifra equivalente all’intero stock perso in tutto il 2013. Prezzi alti e capitali in fuga si traducono nell’indebolimento del rublo e nel calo dei consumi. L’ultima cosa di cui avrebbe bisogno la popolazione russa è la chiusura dei mercati e dei commerci con l’Occidente. Giuseppe Sarcina gsarcina@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Esteri 13 italia: 52495258535051 # Stati Uniti La questione razziale DALLA NOSTRA INVIATA NEW YORK — «Sparatemi adesso, uccidetemi adesso», ha gridato il ventitreenne nero brandendo un coltello e avvicinandosi a un gruppo di poliziotti. Gli agenti hanno sparato e l’hanno ucciso. Un altro afroamericano è morto ieri pomeriggio a St. Louis, dieci giorni dopo l’uccisione, nella stessa città, del diciottenne Michael Brown — che però era disarmato — per mano di un poliziotto bianco. Benché l’episodio sia avvenuto ad appena 10 chilometri da Ferguson, il sobborgo dove è stato ucciso Brown, non sembra essere legato alle proteste che continuano da dieci giorni, ma piuttosto a un furto, in una zona dove - a differenza di Ferguson - le sparatorie sarebbero più frequenti per via della criminalità locale, secondo la Cnn. Il ragazzo aveva tentato di rubare in un negozio, secondo le prime informazioni diffuse dai media. Ma nel clima tesissimo delle proteste, che in alcuni casi sono degenerate in assalti ai negozi e in scontri tra manifestanti e la polizia (con tre feriti e 78 arresti l’altro ieri notte), il timore è che un nuovo caso possa scatenare nuove violenze. Sul luogo si è subito radunata una piccola folla. Da giorni le autorità locali, il presidente Obama e i media lanciano appelli alla calma e alla riconciliazione, mentre il governatore del Missouri ha schierato la Guardia La città di Michael Brown La tragedia a 10 chilometri da Ferguson, il sobborgo dove hanno ucciso 10 giorni fa il disarmato Michael Brown Nazionale accanto alla polizia armata fino ai denti. Oggi è previsto l’arrivo in città del ministro della Giustizia Eric Holder, che ha ordinato un’inchiesta federale parallela a quella locale sulla morte del diciottenne, anche se alcuni rimproverano il presidente per non essersi presentato di persona. Sempre oggi un Gran Giurì di 12 persone aprirà un’inchiesta che chiamerà a testimoniare il poliziotto Darren Wilson, l’uomo che ha sparato a Brown in circostanze ancora da chiarire: sarà la prima volta che viene ascoltata la sua versione dei fatti. La famiglia della vittima ha chiesto l’arresto del poliziotto, dopo aver ottenuto l’altro ieri i risultati di una au- Tragedia Il luogo della nuova sparatoria avvenuta ieri a pochi chilometri da Ferguson, in Missouri: in barella il 23enne ucciso da un agente della polizia. Il giovane aveva in mano un coltello (Nbc) Un altro nero ucciso dalla polizia A St. Louis lo spettro di nuove rivolte Armato di coltello si è avvicinato agli agenti gridando: «Sparatemi» topsia privata: rivela che il ragazzo è stato colpito frontalmente da sei proiettili, due dei quali alla testa. Senza giustizia, non tornerà la pace a St. Louis. Lo ha detto chiaramente, nei giorni scorsi, la madre di Brown, Lesley McSpadden, che pure ha lanciato vari appelli alla calma. Di giustizia ha bisogno la famiglia, ma anche l’intera comunità: quando la stampa le ha chiesto cosa sia per lei la giustizia, la donna ha risposto: «Che quell’uomo paghi per le sue azioni». Solo che potrebbero volerci «settimane o anche mesi» prima che il poliziotto possa essere arrestato, secondo Ron Johnson, responsabile della sicurezza a Ferguson. Molti afroamericani stanno vivendo il caso Michael Brown come la riprova dei pregiudizi razziali che resistono nell’America di Obama. Di questi pregiudizi era diventato un simbolo, prima di Brown, il diciassettenne Trayvon Martin. Proprio ieri la madre di Trayvon, Sybrina, ha inviato una lettera aperta a quella di Brown. «Qualcuno potrà considerare queste affermazioni come una provocazione – ha scritto -. Ma ascoltarci significa ascoltare il nostro dolore. Non possiamo più essere ignorati». Anche Trayvon Martin era disarmato quando fu ucciso in Florida due anni fa da un vigilante, che è stato prosciolto dalle accuse di omicidio. E il risenti- mento, mai spento, è riesploso a Ferguson il 9 agosto ma anche a New York quando a fine luglio un poliziotto ha ucciso per soffocamento un altro afroamericano, Eric Garner, padre di sei figli, fermato per vendita illegale di sigarette. La distanza tra bianchi e neri nella percezione di queste tragedie è enorme. Lo mostrava ieri un son- daggio del Pew Center: mentre l’80% degli afroamericani ritiene che la questione razziale sia centrale nella morte di Michael Brown, il 47% dei bianchi interpellati sostiene che è una chiave di lettura esagerata, sfruttata dai media e dai politici. E lo stesso Obama, che dopo la morte di Trayvon aveva detto che se avesse un figlio avrebbe avuto l’aspetto di quel diciassettenne, stavolta è stato più prudente e meno emotivo. «Dobbiamo distinguere tra chi manifesta pacificamente per legittimi motivi e chi usa questa tragica morte per attività illegali», ha detto l’altro ieri, tornato a Washington dalle vacanze a Martha’s Vineyard. Una fonte della Casa Bianca ha spiegato al Los Angeles Times che il presidente «si è reso conto che le sue parole non possono risolvere un problema vecchio secoli in quattro e quattr’otto, mentre il rischio era di infiammare la situazione». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scrittore «I bianchi hanno paura di noi afroamericani È questo il vero problema» DALLA NOSTRA INVIATA NEW YORK — «Il problema di Ferguson e del resto dell’America è, in parte, la persistente paura che l’America bianca prova nei confronti dei giovani neri». Parla al Corriere Percival Everett, intellettuale afroamericano, docente di scrittura creativa alla University of Southern California e autore di oltre 25 opere nelle quali ha sperimentato generi letterari diversi Cosa significa essere nero in un posto come Ferguson? E’ stato notato che si tratta di un quartiere abbastanza tranquillo ma anche di un posto dove le tensioni razziali ribollivano sotto la superficie, per via delle disuguaglianze economiche come pure a causa di una forza di Diritti civili Percival Everett, 58 anni, è impegnato nelle battaglie per i diritti civili ed è autore di oltre venticinque libri polizia per lo più formata da bianchi che controlla una popolazione per due terzi afroamericana. «Ovviamente è impossibile, nella nostra cultura capitalista, ignorare la questione della classe sociale. Ma il problema di Ferguson non è riconducibile solo a questioni economiche. Il problema è la paura che i bianchi provano nei confronti dei neri. Le scuse per questi omicidi sono sempre le stesse: che il poliziotto armato che ha sparato si sentiva minacciato da un giovane nero disarmato. Le cose sono due: o i giovani neri hanno dei super poteri oppure le forze dell’ordine sono fatte di persone paurose, piene di odio e pateticamente prive di addestramento. E credo che la verità sia la seconda». Quale crede che sia la soluzione per porre fine alla violenza in strada e alla rabbia? «Penso che se si fossero verificati una serie di casi di giovani bianchi uccisi da poliziotti neri, ci sarebbe stata una profonda tensione razziale allo stesso modo. Gli americani bianchi non capiscono l’ansia che prova un nero come Trayvon Martin o come Michael Brown quando viene avvicinato da uomini armati protetti da giubbotti in kevlar. Persino io, un nero di quasi sessant’anni, provo ansia se le sirene di un’auto della polizia si avvicinano. Penso in quei momenti che non voglio che le ultime parole che sento siano “Ne ho fatto fuori uno”. Ovviamente sarebbe scorretto suggerire che tutte le persone in posizioni di potere siano predisposte alla violenza o alla Supplica Un uomo di colore accovacciato a mani giunte mentre i poliziotti tentano di disperdere un gruppo di manifestanti scesi in piazza per l’uccisione di Michael Brown (Ap/Jeff Roberson) discriminazione nei confronti dei neri. Ma è ingenuo pure pensare che non ce ne siano alcune. La questione è che ci vogliono solo un paio di persone così per creare un ambiente ostile e oppressivo. Parte della soluzione è l’ammissione culturale che il problema non è la gioventù nera, ma l’autorità bianca. I poliziotti hanno le armi. La risposta dei conservatori è di parlare di quanto sia difficile il lavoro dei poliziotti. Ma forse il lavoro sarebbe più facile se non sparassero alla gente. Il problema della violenza della polizia non va sminuito». Obama ha fatto abbastanza? «Il presidente potrebbe e forse dovrebbe dire di più. Ma sembra chiaro che i media si aspettino da lui più di quanto non si aspetterebbero da un presidente bianco. Forse è un’aspettativa giustificata. Non lo so. Ma è conveniente per il conservatori additare la sua reazione poco oltraggiata adesso proprio come lo attaccherebbero se fosse eccessiva». V. Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso L’uccisione di Brown e le prime proteste Il 9 agosto, a Ferguson, Missouri, un agente di polizia spara e uccide Michael Brown, un diciottenne nero disarmato. La dinamica dell’incidente è controversa. Seguono giorni di proteste della comunità afroamericana, che in qualche caso sfociano in atti di violenza Pattugliamento con mezzi blindati Le forze dell’ordine pattugliano le strade in tenuta antisommossa e con mezzi blindati. E il 14 agosto diffondono un video con l’intento di provare che il ragazzo, quando venne ucciso, aveva appena commesso un furto: un modo surrettizio di collegare l’intervento del poliziotto al furto Il coprifuoco e le parole di Obama Sabato il governatore del Missouri Jay Nixon dichiara il coprifuoco, ma le manifestazioni non si fermano. Chiede quindi l’intervento della guardia nazionale; sulla vicenda è chiamata a indagare l’Fbi. Interviene anche il presidente Barack Obama, inviando a Ferguson il ministro della Giustizia Lee Colder 14 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 # Cronache Schierati Due Tornado in esercitazione (foto Ansa) Ascoli Due piloti e due navigatori tra i 35 e i 40 anni, forse c’è una donna Un boato e poi l’esplosione Dispersi i 4 a bordo dei Tornado A terra scoppia un incendio. Indaga la procura militare DAI NOSTRI INVIATI ASCOLI — Due Tornado che volano bassi. Troppo bassi. I bagnanti sulle spiagge di San Benedetto del Tronto li vedono arrivare dal mare, scendere di quota sempre più e sparire dietro le colline. E li sentono: un rumore assordante che fa muovere i vetri delle case e costringe tutti ad alzare gli occhi al cielo. Per questo quando si schiantano l’uno contro l’altro, ben più in là (sulla collina della frazione ascolana di Casamurana) ci sono decine di persone ad assistere alla scena. Qualcuno giura che l’ala di uno dei due si stava staccando prima dello scontro, altri parlano di una scia di fumo lasciata lungo la traiettoria, In addestramento Secondo le prime ricostruzioni i due apparecchi avevano piani di volo diversi ma parliamo sempre di uno soltanto dei due jet. L’altro l’hanno visto sbucare all’improvviso solo pochi istanti prima dell’impatto. Un boato e poi mille pezzi incandescenti che finiscono sparsi in un raggio di diversi chilometri. La zona impervia fra Casamurana, Mozzano, Gimigliano e Venarotta diventa un fronte unico di incendio. E fra le stradine che si arrampicano su quelle colline arrivano nel giro di pochi minuti decine di uomini dei Vigili del fuoco, della guardia forestale, della Protezione civile, dei carabinieri, della polizia. Una squadra speciale viene inviata anche da Roma dall’Aeronautica militare. I due Tornado (VI stormo) erano partiti dalla base militare di Ghedi, vicino Brescia. Si stavano addestrando in vista di una più importante esercitazione della Nato a ottobre. Ma non era una esercitazione comune a tutti e due gli aerei. Ciascuno aveva un suo piano di volo approvato da tempo e, ov- Le fiamme L’incendio nei boschi sui monti della Laga dopo lo schianto a terra dei Tornado viamente, ciascuno aveva a bordo un comandante pilota e un navigatore. Quando alla centrale operativa dell’Aeronautica militare è arrivato il segnale di allerta legato ai seggiolini eiettabili si è sperato nella notizia della salvezza. Ma dei quattro non si è trovata traccia e nonostante il buio le ricerche non si sono fermate. Che cosa sia successo sui cieli di Ascoli lo stabilirà l’inchiesta della procura militare di Verona. Il procuratore Enrico Buttitta dice che oggi sarà aperto un fascicolo che verrà affidato al suo sostituto Luca Sergio. Il reato ipotizzato si chiama distruzione colposa di aeromobile militare ed è a carico dei due capitani che pilotavano i tornato. «Un atto dovuto» tiene a specificare il procuratore, «perché ci vorranno sicuramente mesi prima di riuscire a capire bene che cosa sia successo». Non è escluso che anche la procura di Ascoli apra un fascicolo penale (in questo caso per disastro colposo) e di certo ieri è stata già nominata una commissione aeronautica di inchiesta che dovrà focaliz- zarsi sulla dinamica dei fatti. La domanda delle domande da cui partire è semplice: perché i due jet volavano così bassi? E se davvero uno dei due aveva delle difficoltà quali sono stati i problemi dell’altro che si è ritrovato sulla sua rotta di collisione? Dai vertici dell’Aeronautica fanno saper che «la priorità è per gli equipaggi». Prima bisognerà trovare i quattro militari (tutti con il grado di capitano e fra i 35 e i 40 anni) fra i quali pare ci sia anche una donna. In tarda serata è stato ritrovato uno dei paracaduti ma vicino non c’era nessun corpo e l’incendio, sotto controllo ma comunque attivo fino a notte inoltrata, ha reso ancora più difficili le ricerche. Nella notte le pattuglie della polizia stradale hanno deciso di tenere accesi i loro lampeggianti. Per tenere accese anche le speranze, in qualche modo: e offrire un punto di riferimento ai superstiti. G. Bucc. G. Fas. Dalla base di Brescia I «Diavoli rossi» del Sesto stormo I due jet appartenevano al 6° Stormo dell’Aeronautica militare la cui base si trova a Ghedi (Brescia): da lì due aerei si sono alzati in volo. Il 6° stormo è chiamato anche «Diavoli rossi» (simbolo dello stemma) e venne creato il 5 gennaio 1936 Gli equipaggi pronti alla battaglia Due le funzioni principali del 6° Stormo. In tempo di pace ha il compito di mantenere la «prontezza al combattimento» degli equipaggi di volo e di cooperare durante le calamità naturali. In guerra conduce operazioni di attacco e ricognizione per difendere una certa area © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi Il jet venne concepito negli anni Settanta Manovre di combattimento a duemila chilometri all’ora Così si preparavano ai test Nato ROMA — I Tornado sono dislocati nelle basi di Ghedi (Brescia) e di Piacenza. Da lì si alzano in volo, seguono rotte pianificate di volta in volta fino a raggiungere le aree di addestramento. Si tratta di zone lontane da aeroporti e senza centri abitati nelle vicinanze, in modo da compiere le evoluzioni in condizioni di accettabile sicurezza. Fino a qualche anno fa i piloti si trasferivano a Goosebay, in Canada, dove potevano sorvolare a bassa quota una vastissima area disabitata. Ora per le esercitazioni vengono scelte soprattutto zone di montagna, ma una parte importante dell’addestramento, con vere e proprie manovre di combattimento, è concentrata sulla base di Decimomannu, in Sardegna. Un’ipotesi è che la missione in cui erano impegnati ieri i due velivoli prevedesse il volo fianco a fianco, con i due aerei che sfrecciano a 2 mila chilometri orari. Solo piloti di grande esperienza possono svolgere un’operazione così complessa. Se invece avevano piani di volo distinti, allora bisognerà appurare come è stato possibile che i due apparecchi si siano trovati in rotta di collisione. Gli equipaggi coinvolti nell’incidente si stavano preparando per sostenere una specie di esame dei capi della Nato in programma in ottobre a Ghedi. Sono valutazioni che i responsabili dell’Alleanza atlantica svolgono periodicamente per verificare lo stato di preparazione dei piloti in vista di eventuali impieghi in attività in aree in cui sono in atto conflitti. Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Cronache 15 italia: 52495258535051 Il racconto Nel bosco tra i brandelli dei due velivoli. «Seguiamo il segnale dei seggiolini, li troveremo» «Uno volava bassissimo quando l’altro l’ha centrato» Trovato un paracadute I testimoni: una palla di fuoco, sentivo il calore DAI NOSTRI INVIATI La zona Offida M A R C H E Venarotta Olibra Incinesca Casamurana AREA DELL’INCIDENTE Ascoli Piceno Qui è stato individuato Valle un paracadute D’aosta Trentino Friuli Alto Adige Venezia Giulia Lombardia A B R U Veneto Z Z O ITALIA Piemonte Ancona MARCHE L A Z I O 0 LAZIO ABRUZZO L'Aquila 10 km. CASAMURANA (Ascoli) — C’è un casolare bianco, il tetto di tegole grigiastre: i lampeggianti dei pompieri, là davanti, mandano bagliori tristi alle otto di sera. Un pezzo di motore di uno dei Tornado è piombato lì accanto, schiantando la Golf di famiglia come una frittella. «Tre metri e potevamo esserci noi al posto della macchina», sospira il papà, guardando moglie e figlia ancora con apprensione. Brandelli dei due aerei militari sono sparsi per chilometri quassù, sulle colline sopra Ascoli, tra vigneti e pioppi, a due passi da case salvate e vite umane risparmiate. E gli elicotteri dell’Aviazione ronzano ancora qua attorno nella ricerca sempre più disperata di altre quattro vite, quattro colleghi, i piloti e i navigatori che volavano sui Tornado e che forse hanno spinto gli aerei fin qui proprio per evitare una strage. «Noi non molliamo un minuto, dobbiamo trovarli», dice Urbano Floreani, colonnello e portavoce degli aviatori con le stellette. Una pausa, il tono si fa più scuro: «Quando succedono cose così il primo pensiero è alle famiglie a casa. Sono preoccupato come se quei ragazzi fossero miei familiari. Seguiamo un segnale, quello che fa scattare il seggiolino al momento dell’eiezione. I nostri elicotteri l’hanno rilevato». Ma scende il buio, c’è ancora molto fumo, fumo acre, il fronte dell’incendio è vasto e comprende frazioni e paeselli a cinque o sei chilometri dalla città: le vere ricerche, a terra, inizieranno soltanto quando i Canadair avranno domato le fiamme. Tardi, forse. Qua attorno la gente è divisa tra sollievo e angosce, tra paura e voglia di raccontare, tra il filmato coi telefonini e la rincorsa all’ultima voce: pietà non l’è morta del tutto, ma poco ci manca. E del resto i quattro aviatori dispersi non sembrano proprio reali, qui, a fine giornata, paiono piuttosto una proiezione, il brano di un copione fuori luogo. Pietro Angelini, cancelliere del tribunale, sta a Gimigliano, sull’altro versante, pure quello coperto di fiamme e detriti. «Stavo prendendo il fresco, un aereo mi è passato a trenta, quaranta metri da casa... ad altezza quercia, diPugliaverso le montagne. E dal larei: andava to di Mozzano ho visto sbucare l’altro Tornado, ho visto l’impatto, sì, le schegge si sono sparse in un raggio di tre chilometri. No, è impossibile che abbiano avuto il tempo di salvarsi». Eppure qui ci credono in molti. Tra questi boschi, ora recintati come la zona di un delitto, hanno trovato almeno un paracadute, qualcuno ha pure visto il lancio dall’aereo ma non c’è da giurarci. «È una testimonianza raccolta in loco, noi siamo cauti», dice Floreani. C’è chi ha recuperato un pezzo di tela bianca, giura che viene dal paracadute, poi si pente, «non è che passo un guaio?». Chi rivela sia stata recuperata la targhetta d’un capitano e azzarda addirittura un nome. Una roba così non s’è mai nemmeno immaginata quassù, scene di guerra tra le frazioni più quie- te d’Italia, fantasia e realtà si mescolano. Sui viottoli la gente s’accalca, racconta. Fabio Baldini, una delle cinquanta anime di Casamurana, stava tagliando l’erba, e giura di essersi sentito «il calore addosso, dopo il boato: era una palla di fuoco sopra la mia testa». Adriano Alberti stava con la madre a prendere il fresco, ha visto uno dei due aerei, «e poi un’ombra che pareva un missile: era l’altro aereo che lo colpiva». Francesco Paoletti, di Gimigliano, sostiene invece che uno dei due Tornado, prima dello scontro, «aveva un’ala spezzata»: versione inquietante, che infatti i carabinieri si affrettano a raccogliere in attesa di riscontri. Come da riscontrare è la versione di un altro testimone, che parla di «una scia bianca, lasciata da uno dei Tornado, che sembrava in avaria». Valerio Albanesi ricorda «un aereo esploso in volo e l’altro che continuava dritto, cadendo. Ero qui, sulla diga di Mozzano, a lavorare per l’Enel. Me lo son visto sotto gli oc- Pericolo scampato Un pezzo di motore è piombato su un’auto, distruggendola. «Lì sotto potevamo esserci noi» Area impervia Elicotteri al lavoro: la zona dello schianto è difficile da raggiungere (Ap) chi». Il distributore dell’Agip ai piedi della collina è un buon punto di partenza e di raccolta. Ci sono papà, bambini, famiglie. L’idea comune è quella del disastro scampato. «Se davvero hanno capito che cadevano, dobbiamo ringraziarli per avere trascinato lì gli aerei, in mezzo agli alberi, il più lontano possibile da noi», sospira una mamma, la figlioletta per mano. Ascoli è stata sfiorata. Come in un giorno di battaglia. Patrizia Celani, la comandante dei vigili, è rientrata dalle ferie e ha sgobbato tutto il giorno come una matta. È perplessa: «Non sono un’esperta. Però ho avuto nettissima la sensazione che volavano bassi, davvero bassi. Io stavo a Grottammare, a quaranta chilometri da Ascoli, e mi sono passati appena sulla testa, ho visto molto bene una luce sulla pancia di uno dei Tornado». Il suo sindaco, Guido Castelli, rientra anche lui in fretta, con un sospiro di sollievo per la città, la preoccupazione «per gli incendi da domare». Poteva andare molto peggio, ma non è questa l’ora delle polemiche che, immancabili, faranno capolino da domani. «Prego solo Iddio di trovare i nostri ragazzi: le parlo di gente esperta, di alto livello», si sfoga il colonnello Floreani. La notte scende in fretta sulle colline sopra Ascoli, ancora ferite dagli ultimi fuochi. Goffredo Buccini Giusi Fasano Le ricerche I Vigili del Fuoco nei pressi del bosco dove è avvenuto lo schianto (Arcieri) © RIPRODUZIONE RISERVATA Basilicata Il velivolo Apertura alare Sardegna Il modello di Tornado min/max: 8,60/13,91 m Peso massimo al decollo 28.000 kg Impianto propulsivo due motori turbofan Calabria Turbo Union RB-199 Mk-103 da 7260 kg/s con postbruciatore Velocità massima a bassa quota circa 1.480 km/h (1,2 mach) Sicilia Equipaggio 1 pilota 1 navigatore Altezza 5,95 m Lunghezza 16,70 m Armamento Missili aria-superficie AGM-88 HARM (High-speed Anti Radiation Missile) Fonte: Aeronautica militare CORRIERE DELLA SERA Il Tornado è un caccia concepito negli anni Settanta, frutto della collaborazione fra ingegneri italiani, tedeschi e britannici. Ne sono stati costruiti in tutto 1.001 esemplari. In origine venne salutato come un aereo rivoluzionario, dotato di una tecnologia innovativa, con le ali che possono variare assetto durante il volo, cosa che consente di superare il muro del suono e di compiere atterraggi su piste molto ridotte. Oggi i Tornado cominciano a essere troppo vecchi, anche se quelli su cui volano i piloti italiani sono stati aggiornati negli anni scorsi e garantiscono ancora un buono standard di sicurezza. Tuttavia, l’Aeronautica si pone il problema della loro sostituzione nei prossimi anni. Per questo si punta all’acquisizione degli F35 che vengono considerati come i sostituti ideali. C’è una versione del Tornado denominata Ids (Interdiction strike), che consente di utilizzare il velivolo come cacciabombardiere per l’attacco al suolo, mentre la versione Ecr (Electronic combat reconnaissance) serve a individuare e neutralizzare con missi- li le difese aeree avversarie. Incidenti ne sono già capitati. Un paio di anni fa in Gran Bretagna si scontrarono, proprio come è avvenuto ieri, due Tornado in volo di esercitazione a breve distanza fra loro. Nel 1981 due Tornado italiani si schiantarono al suolo. Sono seguiti altri incidenti. L’ultimo risale al 2007. In tutti i recenti conflitti in cui sono state schierate le forze aeree italiane, dal Kosovo, all’Afghanistan, all’Iraq, fino al recente inter- Dal Kosovo alla Libia Impiegati in tutti i conflitti ai quali hanno partecipato le nostre forze aeree. Nel ‘91 gli ufficiali Bellini e Cocciolone furono abbattuti in Iraq Costruiti 1001 esemplari In origine erano rivoluzionari, oggi cominciano ad essere un po’ vecchi. L’idea è di sostituirli gradualmente con gli F35 vento in Libia, i Tornado hanno preso parte agli attacchi congiunti con gli altri stormi dei Paesi della Nato. Erano a bordo di un Tornado i due sfortunati ufficiali italiani Bellini e Cocciolone quando furono abbattuti nei cieli dell’Iraq durante la prima guerra del Golfo nel gennaio del 1991. In seguito all’incidente di ieri si sono accese molte polemiche. L’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Dino Tricarico ritiene che questi disastri si verifichino anche a causa dello scarso addestramento dei piloti, dovuto alla mancanza di fondi adeguati. «Ci sono spese — dice il generale Tricarico — che non si possono eliminare, stipendi, manutenzione, e siccome i bilanci sono sempre più risicati, si finisce con il sacrificare la preparazione per non sprecare carburante». In base agli standard dettati dalla Nato, un pilota di Tornado dovrebbe compiere 180 ore di volo di addestramento all’anno. Ma siccome ormai solo il 9 per cento del bilancio è destinato alle esercitazioni, a volte per consentire ai piloti di raggiungere il minimo di ore volate si fanno decollare aerei diversi dai Tornado per risparmiare carburante. Marco Nese © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Cronache 17 italia: 52495258535051 # La morte di Yara La donna: «Mai avute relazioni» Maltempo Due uomini dai pm «Siamo stati amanti di Marita Bossetti» Una tromba d’aria sfiora il relitto della Concordia A Genova trombe d’aria con edifici scoperchiati, collegamenti ferroviari interrotti e voli dirottati. A Milano bombe d’acqua con esondazione del fiume Lambro. Forti perturbazioni in Veneto. Il maltempo si è di nuovo abbattuto sull’Italia, impegnando Vigili del fuoco e Protezione civile. Particolarmente colpito il Ponente genovese. Una tromba d’aria ha sfiorato il relitto della Costa Concordia, ormeggiato nel porto di Genova, e poi ha piegato verso Arenzano danneggiando gli stabilimenti balneari. La pioggia ha causato allagamenti e fatto esondare il rio Cerusa a Voltri, mentre il forte vento ha sradicato alcuni alberi. Sono rimaste chiuse l’Aurelia fra Genova e Arenzano, l’uscita sulla A10 in entrambe le direzioni e il tratto ferroviario tra Voltri e Sestri Ponente. «La violenza del vento era tale che ho dovuto aggrapparmi a un palo per non finire a terra», ha raccontato un Vigile del fuoco. E nelle prossime ore la situazione non Si indaga sul privato dei coniugi BERGAMO — È un retroscena privatissimo, che sarebbe rimasto tale se non fosse finito negli atti dell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. Gli investigatori hanno interrogato due uomini che a verbale hanno confermato la loro liaison con Marita Comi, la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di 43 anni, di Mapello, in carcere da 65 giorni con l’accusa di aver ucciso la tredicenne di Brembate Sopra. Una risale al 2009, l’altra è più recente. I due uomini non la raccontano giusta? Per la procura sono credibili: non si sono fatti avanti loro, anzi non avrebbero mai voluto raccontare fatti così personali, ma li hanno individuati carabinieri e polizia. Trapela ora, dopo che Marita ha raccontato la sua vita familiare a «Gente» mentre, successivamente, davanti al pm Letizia Ruggeri, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere perché l’avvocato Claudio Salvagni, che l’ha accompagnata e che difende il marito, è stato lasciato fuori dalla porta. Perché tanto interesse degli inquirenti per le faccende personali? La loro insistenza sul rapporto tra marito e moglie la dice lunga su quanto ritengano sotti- le il confine tra inchiesta e vita privata. Non a caso è al centro anche delle più recenti attività d’indagine. Il 6 agosto, quando il magistrato ha interrogato Bossetti, gli ha chiesto delle relazioni di sua moglie. Lui, secco, ha smentito: «Impossibile. Sento il suo amore, ho piena fiducia e rispetto di lei». E il 23 luglio, quando gli investigatori avevano perquisito la casa di Mapello per l’ultima volta prima di togliere i sigilli, fra i 34 reperti hanno sequestrato anche un biglietto d’amore che Marita ha scritto al marito per San Valentino, una fotografia di famiglia e il dvd con le foto del loro matrimonio. E, ancora, quando mercoledì scorso hanno sentito la suocera del carpentiere si sono concentrati sulle abitudini dei coniugi e sulle persone che frequentavano la loro casa, nello stesso stabile in cui vive lei. Probabilmente avrebbero voluto fare molte domande anche a Marita, il giorno dopo, ma lei ha scelto il silenzio. La sfera privata ha rilevanza? Sì per la procura, secondo la quale il movente dell’omicidio è di natura sessuale. Scava quindi anche nelle pieghe più intime della relazione tra marito e moglie, per capire se andava tutto bene ed era tutto così «normale» come sostengono i coniugi. Non che il contrario significherebbe che una persona è capace di uccidere. Ci mancherebbe. Se il contesto fosse un altro, sarebbero fatti personali senza rilievo. Ma con una bambina uccisa e il Dna del carpentiere isolato sui leggings e sugli slip della vittima, ogni dettaglio viene ritenuto uti- Incidente stradale in Argentina Muoiono tre parenti di Bergoglio Tre parenti stretti di Papa Francesco, la moglie e i due figli di suo nipote Emanuel, sono morti ieri in un incidente automobilistico in Argentina. Ferito gravemente anche il figlio del fratello del Papa, che era al volante. Il Papa è stato informato della tragedia con un telegramma. «Sono addolorato, pregate con me» ha detto il Papa. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’immagine La grande tromba d’aria che ha colpito nella mattinata di ieri Genova (foto Ap) Moglie Marita Comi, moglie di Massimo Giuseppe Bossetti (Valenza/Gente) le per ricostruire la personalità e il contesto di vita dell’indagato. «Non entriamo nella vita privata dei coniugi che deve rimanere tale nel momento in cui non ha rilevanza ai fini dell’inchiesta», obiettano gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti. Decide Marita di smentire le due testimonianze: «Nessuna relazione extraconiugale», dice tramite gli avvocati. Che rimarcano: «Bossetti non è un assassino, chi gli restituirà la sua vita distrutta?». Una vita che marito (interrogato cinque volte, per due si è avvalso della facoltà di non ri- spondere) e moglie (sentita il giorno del fermo e il 23 giugno) descrivono sempre nello stesso modo: lui è un uomo tutto casa e lavoro, che la sera stava con la sua bella moglie e che stravede per i suoi tre bambini; lei è una donna che gli crede, che trova sicurezza nella «banalità della nostra esistenza, una banalità felice». Lei va sempre a trovarlo in carcere. Lui resiste. Intanto gli avvocati Salvagni e Silvia Gazzetti stanno preparando l’istanza di scarcerazione al gip. migliorerà. Temporali, anche intensi e accompagnati da grandinate e raffiche di vento, colpiranno Liguria, Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Livelli da massimo storico anche per i laghi, dal Garda al Maggiore. Il meteo ha diviso il Paese in due e sta provocando danni all’industria del turismo e all’agricoltura. «È l’ultimo capitolo di un’estate pazza durante la quale al Nord si sono avute fino al triplo di precipitazioni rispetto alla media» dice Coldiretti. Ora è a rischio la vendemmia. Potrebbe esserci il 12% in meno di uva, dicono gli esperti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. «L’alta pressione non abbraccia le regioni del nord — spiega Antonio Sanò, direttore di www.ilmeteo.it — che sono in balìa dei venti atlantici. In questo quadro di instabilità, da giugno al nord piove un giorno sì e uno no mentre al sud c’è il sole. Nei prossimi giorni il maltempo dovrebbe darci tregua». Da domenica sole e temperature più alte. Giuliana Ubbiali Nicola Catenaro gubbiali@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA idee per la mia casa riflessisrl.it SHANGAI Tavolo con base in acciaio e piano in rovere scortecciato. www.facebook.com/Riflessisrl - Tel. 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Nicoletta Boschiero ha il compito di coordinare, accanto a Denis Isaia con Ilaria Cimonetti, il vasto gruppo di studiosi che sta mettendo a punto al Mart, il Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto diretto da Cristiana Collu e presieduto da Ilaria Vescovi, l’articolata mostra «La guerra che verrà non è la prima», interamente dedicata al primo conflitto mondiale e che sarà inaugurata il 4 ottobre. La scommessa, sulla carta, è inedita e molto intrigante: dar vita a un palinsesto narrativo, con un progetto di allestimento firmato da Martì Guixé, in cui il racconto sulla guerra e della guerra (filmati, foto, testimonianze, manifesti, corrispondenze, diari, materiale bellico, installazioni sonore, oggetti personali e di vita quotidiana) si intrecci con il riflesso che quegli anni tragici ebbero nell’arte: Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Fortunato Depero, Gino Severini (solo per citare opere provenienti dalle collezioni del Mart) ma anche Marc Chagall, Arturo Martini, Mario Sironi, Max Beckmann, Pietro Morando, Osvaldo Licini e molti altri. Altro capitolo sarà il pensiero ricorrente sulla guerra e «sulle» guerre di molti artisti del nostro tempo: Enrico Baj, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Lida Abdul e così via. Ed eccoci al punto, alla scommessa. Il Mart esporrà, in un percorso che Nicoletta Boschiero definisce «in tutto simile a una Via Crucis», circa cinquecento reperti provenienti da veri e propri scavi realizzati nelle zone del fronte: le coperture di paglia anti-ghiaccio usate dai soldati al fronte per proteggere gli scarponi, le posate personali, le gavette, le coperte, le armi e le cartuccere, gli elmetti, le valigie e poi i piccoli mezzi di trasporto usati per gli armamenti nelle trincee. Sono il tragico, umanissimo frutto di quel capitolo di «Archeologia della Grande Guerra», com’è stato definito dagli studiosi, realizzato a Punta Linke, nel gruppo Ortles-Cevedale, a 3.629 metri di altezza, una delle postazioni più alte e importanti dell’allora Impero austro-ungarico. La Punta venne abbandonata con la fine della guerra e il ghiaccio ne ha favorito per decenni la conservazione. Ma il riscaldamento globale e il conseguente, rapido scioglimento di tanti ghiacciai alpini ha portato, in modo repentino, all’affioramento di numerosi resti. E così dal 2009 in poi l’Ufficio Beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Come nella preistoria Per difendersi dal freddo i fanti della Prima Guerra Mondiale usavano manufatti non molto diversi da quelli ritrovati addosso alla mummia di Ötzi, l’uomo del Similaun vissuto tra il 3.300 e il 3.100 a.C. (qui sopra) Le soprascarpe di paglia dei soldati alla mostra sulla Grande Guerra I resti delle battaglie emersi dai ghiacciai esposti con le opere d’arte autonoma di Trento, diretto da Franco Nicolis, è intervenuto (in collaborazione con il museo «Pejo 19141918 La Guerra sulla porta») per recuperare molti reperti usciti dal ghiaccio e che rischiavano il saccheggio, o comunque il degrado. Alla difficile operazione, come ricostruisce Franco Nicolis, hanno contribuito le Guide alpine del Trentino (per l’estrema difficoltà di accesso al sito) e una équipe di glaciologi, alcuni impegnati nel Programma nazionale di ricerche in Antartide. Il 12 luglio scorso il sito di Punta Linke è stato inaugurato per restituire alla memoria collettiva un luogo pressoché intatto in cui si combattè la Prima Guerra Mondiale. Il ghiaccio, nei decenni, ha permesso di conservare perfettamente molte suppellettili. Soprattutto ha consentito di restituire l’intera baracca del doppio impianto teleferico che collegava da una parte al fondovalle di Pejo e dall’altra al Coston delle barache brusade verso il Palon de Il parallelo con Ötzi «Le coperture che usavano per proteggere i piedi dalla neve ricordano quelle trovate sulla mummia Ötzi» I luoghi e gli oggetti L’avamposto La baracca di Punta Linke, a 3.629 metri di altezza, riaffiorata dai ghiacci L’impianto La teleferica che collegava al fondovalle di Pejo e al ghiacciaio dei Forni I manufatti All’interno della baracca sono stati trovati attrezzature e oggetti la Mare, nel cuore del ghiacciaio dei Forni. Il vicino Rifugio Mantova al Vioz era la sede del comando di settore dell’esercito austro-ungarico. Molti degli oggetti trovati verranno esposti nella mostra al Mart che porta un titolo («La guerra che verrà non sarà la prima») ricavato dalla famosa poesia di Bertolt Brecht che contiene un rinvio sia all’idea generale di conflitto che e al concetto di «Prima». Dice ancora Nicoletta Boschiero: «Si tratta di oggetti inediti e non musealizzati, in tutto circa cinquecento, che mantengono una loro intrinseca immediatezza e quindi cancellano la ritualità e il distacco che si rischia in certe occasioni. Per questo, ripeto, l’esperimento modificherà la lontananza con la quale osserviamo l’evento. Prendiamo le soprascarpe di paglia: ci portano a immaginare senza mediazioni quanto difficile e angosciosa fosse la condizione di quei soldati. Guardandole con attenzione, possiamo addirittura vedere come quei reperti non si discostino poi moltissimo, nella loro fattura, da quelle trovate indosso a Ötzi, l’uomo del Similaun, e parliamo di un individuo vissuto tra il 3.300 e il 3.100 avanti Cristo, anche lui ritrovato tra i ghiacci, quelli del Similaun». E basta guardare le foto sul sito del Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, dove è conservata la mummia grazie ad avanguardistici mezzi tecnici, per scoprire che l’intuizione di Nicoletta Boschiero è drammaticamente vera. Anzi verissima. Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Scommessa digitale L’attore è un nostalgico del ticchettìo dei tasti e ha lanciato la app «Hanx Writer» che ne riproduce il suono Hanks trasforma il tablet in una macchina per scrivere DALLA NOSTRA INVIATA NEW YORK — Tom Hanks è un nostalgico della macchina per scrivere. Comprò la prima negli anni Settanta, e da allora ha cominciato a collezionarle, affascinato dal design e soprattutto dal suono di ciascuna. Lo ha confessato l’anno scorso in un ispirato editoriale sul New York Times. «Se scrivi una lista delle cose da fare su iPad — spiegava sul quotidiano — nessuno se ne accorge. Se invece usi una vecchia Triumph, Voss or Cole Steel, allora il mondo intero saprà che hai degli obiettivi: ETICHETTE PER LA VALIGIA! PROLUNGA! CHIAMARE EMMA! Tutto quello che batti a macchina suona sempre grandioso, ogni parola è come una piccola esplosione. Se scrivi un messaggio di ringraziamento ti senti importante quanto l’autore di un capolavoro letterario». Buffo che ha scalato in pochi giorni le classifiche dell’iTunes Store: simula anche il ticchettìo sui tasti e il «ding» quando vai a capo, e se sbagli puoi cancellare con una X. Certo, qualcu- no adesso sta pensando anche che l’articolo sul Times fosse una ben programmata operazione di marketing. Le macchine per scrivere hanno vissuto un revival di recente in Germania, quando il capo dell’inchiesta parlamentare sull’Nsa ha ipotizzato un ritorno a strumenti analogici e scollegati dalla Rete in modo da sfuggire allo spio- Passione vintage La stella di Hollywood colleziona vecchi modelli. La sua trovata è tra le più vendute su iTunes questa passione per i vecchi tempi lo abbia catapultato nel mondo degli inventori di app. L’attore ha trovato un modo per trasformare il tablet in una macchina per scrivere, con Hanx Writer, una app che L’applicazione A sinistra «Hanx Writer», l’app che simula la macchina per scrivere. Sopra il creatore: l’attore Tom Hanks (foto Ap) naggio Usa. Ma di certo per questi scopi l’app per iPad di Hanks non è la soluzione. Ci sono tre versioni, con suoni diversi (quella di base è gratuita): sul New York Times, Hanks spiegava che ogni macchina ha il suo suono, «il thick thick delle Remington degli anni Trenta, il chalk chalk delle Midcentury Royal e il FITT FITT FITT delle Olivetti, simile ai proiettili in un film di James Bond». Certo il nome di Tom Hanks aiuterà a vendere, ma anche Justin Bieber ha lanciato la sua app per selfie chiamata Shots e benché sia abituato a scalare le classifiche, stavolta non è riuscito a decollare. Invece l’app di Hanks può contare su una comune no- stalgia condivisa dalla sua generazione e su una curiosità delle nuove per i grandi autori che una volta scrivevano così. Il ticchettìo è solo una di tre ragioni per amarle, secondo l’attore: le altre due — il piacere fisico di battere sui tasti («con i muscoli che controllano il volume e la cadenza mentre la stanza riecheggia con il battito intermittente delle tue sinapsi») e la permanenza dell’inchiostro stampato sulle fibre della carta. Qualità che non sono purtroppo riproducibili su iPad. Il file creato su Hanx Writer, comunque, può essere salvato, condiviso e mandato in stampa: e lo stesso Hanks confessa che è preferibile avere queste opzioni «quando c’è da fare del lavoro sul serio». Viviana Mazza @viviana_mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Cronache 19 italia: 52495258535051 Roma Nel giorno del bimillenario della morte del Divus autorizzate tre visite straordinarie: le guide invitano i turisti a farsi luce con i telefonini Il mausoleo di Augusto riapre dopo 79 anni Finisce allagato e al buio Tubatura guasta. Polemica sul degrado L’apertura Il Mausoleo di Augusto durante l’apertura straordinaria di ieri, per i duemila anni dalla scomparsa dell’imperatore romano. Celebrazione sfortunata: a destra si nota l’acqua che ha allagato il perimetro esterno; a sinistra, i visitatori al buio (LaPresse) di LUCIANO CANFORA S arà perché il sindaco capitolino predilige l’orrendo Colosseo del profanatore di Gerusalemme, sarà per la mancanza di fondi che da anni blocca il restauro del Mausoleo di Augusto (ma si potrebbe tentare di estorcere ai pensionati un contributo di solidarietà anche per i monumenti), sta di fatto che quanto è accaduto a Roma nella solenne ricorrenza del 19 agosto 2014 sembra proprio una beffa. Proprio nel giorno anniversario, anzi bimillenario, la tomba di Augusto, preclusa da anni al pubblico e finalmente aperta per quell’unico giorno, si allaga e rimane al buio al cospetto di un centinaio di turisti esterrefatti e forse esilarati. E pensare che il preveggente imperatore, uomo di poche parole ma di molti fatti, aveva provveduto — come scrive Svetonio — ad allargare e ripulire l’alveo del Tevere per frenare le inondazioni. Tale rischio si era aggravato a causa del caos edilizio: da tempo il fiume era ostruito dai detriti e sempre più imbottigliato «per l’estendersi degli edifici». Augusto operò secondo un piano, non già assecondando gli intermittenti capricci degli amministratori. Aveva trovato una città «sempre soggetta a inondazioni e a incendi» — scrive ancora Svetonio — e aveva cercato di renderla «sicura, per quanto umanamente possibile, anche per l’avvenire». L’aveva ricevuta di mattoni e la lasciava di marmo: era questo il suo vanto. Coinvolse i privati, ma in primo luogo mettendo in moto i più danarosi. Incitò i cittadini più in vista a investire i propri quattrini per l’edilizia pubblica. Diversamente dai suoi discendenti postremi, non pensava che per risanare il paese si spremono i meno abbienti. Personalmente si assunse il compito di riattare la Flaminia fino a Rimini. Insomma conosceva l’arte di governare, non quella di vessare, e oggi, forse, si è proprio divertito. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Un pantano, il buio, le battute a non finire. E a ironizzare ieri erano in tanti: «La maledizione dell’imperatore», «Sarà una vendetta di Augusto», «Si sta rivoltando nella tomba per come è ridotta la sua Roma», perfino «Il ritorno di sottoMarino», con riferimento al perfido nomignolo affibbiato al sindaco della capitale durante gli allagamenti dello scorso inverno. Certo è che già sarebbe stato un bimillenario in sordina, con pochi e non memorabili eventi. Dopodiché ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, sempre che di sfortuna si sia trattato. E così ieri — giorno esatto della ricorrenza del bimillenario della morte di Augusto, fondatore dell’Impero Romano, scomparso a Nola il 19 agosto dell’anno 14 dopo Cristo — è finito allagato per buona parte della sua area esterna il Mausoleo a lui intitolato, la colossale tomba di famiglia nel centro di Roma che il princeps stesso si fece costruire quand’era ancora giovane. Un sito — il più grande monumento funebre circolare antico conosciuto — ieri eccezionalmente aperto per un solo giorno dopo settantanove anni, con tre visite guidate mattutine a prenotazione obbligatoria e accessi andati immediatamente esauriti. Una tubatura rotta, in tilt dalla notte precedente o dal mattino presto, ha causato la fuoriuscita di tanta di quell’acqua dalla piazza sovrastante (il monumento, circondato da un’area verde, si trova oggi sotto il livello stradale) da trasformare il giardino che circonda il Mausoleo, di forma cilindrica, in una sorta di fossato per almeno metà del suo diametro. L’area, dove da anni c’è un grande cantiere per la risistemazione della piazza e per il restauro del monumento che ha accumulato ritardi colossali (progetto approvato, finanziato, poi de-finanziato dalla ex Giunta Alemanno, ora in parte ri-finanziato dalla attuale amministrazione comunale) è recintata e parzialmente abbandonata al degrado. Giusto per l’eccezionalità della ricorrenza è stata data una mano di «lucido», con i senzatetto e i parcheggiatori abusivi spostati qualche me- tro più in là. Che a volte quella zona s’impantanasse era successo, d’inverno con le grandi piogge o con le piene del vicino Tevere. Ma ieri mattina a Il guasto Per il Comune il danno, risolto in serata, è stato alla rete di irrigazione In Calabria Operato «Summer», il delfino con la coda spezzata L’hanno chiamato «Summer», proprio come il delfino senza coda nel film Winter. Questo esemplare di maschio della specie Stenella striata di 125 centimetri e 22 chili di peso, è stato recuperato nelle acque dello Jonio, vicino a Bovalino, e aveva la pinna caudale parzialmente lacerata. Il delfino è stato operato per quattro ore nel Centro di recupero di tartarughe marine di Brancaleone dall’ équipe del professor Antonio di Bello dell’Università di Bari. (Ca. Ma.) riempire il «fossato» è stata l’ininterrotta cascatella d’acqua causata dal guasto idrico (un danno alla rete comunale di innaffiamento, è stato detto nel pomeriggio, problema poi risolto in serata), con altre fuoriuscite anche dalla parte opposta del Mausoleo, lato «Ara Pacis». Ma sempre nel giorno del bimillenario — stavolta non fuori, bensì all’interno di questo monumento simbolo della Roma augustea — quella dell’allagamento non è stata la sola figuraccia fatta dal Campidoglio, dalla Sovrintendenza comunale e da chi ha organizzato l’evento, Zètema Progetto Cultura. Nella zona più interna del cilindro funebre infatti, la parte più all’oscuro dove si trovavano le sepolture, la luce ieri non ha funzionato. Buio. Colpa dell’allagamento? No, è stato spiegato. E infatti l’illuminazione in zone ancora più vicine all’acqua funzionava regolarmente. «Scusateci, un piccolo problema». Tant’è, le incolpevoli archeologhe che ieri guidavano i visitatori hanno invitato il pubblico a servirsi dei telefonini per far sì che si potessero leggere alcune iscrizioni in latino, in particolare quella relativa alla sepoltura della figlia e del nipote del Divus Augustus, il prediletto Marcello. Edoardo Sassi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Giochi e pronostici Sudoku Difficile 9 4 2 8 1 3 7 3 8 6 5 Puzzles by Pappocom L’imperatore (lui sì) si occupò dell’edilizia 2 6 7 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 3 6 9 5 5 8 1 8 5 3 Altri giochi su www.corriere.it 3 9 2 LA SOLUZIONE DI IERI 9 1 5 6 3 2 7 4 8 8 3 4 5 9 7 2 6 1 7 6 2 4 1 8 3 9 5 4 2 3 7 5 1 6 8 9 1 5 7 9 8 6 4 3 2 6 9 8 2 4 3 5 1 7 2 4 1 8 6 5 9 7 3 5 8 9 3 7 4 1 2 6 3 7 6 1 2 9 8 5 4 10eLotto I numeri vincenti Lotto Estrazioni di martedì 19 agosto 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 70 19 77 40 34 14 13 89 53 89 49 69 68 38 5 61 52 67 62 35 51 86 83 6 90 47 67 74 33 38 50 13 29 47 33 4 64 85 1 38 35 10 37 77 32 81 31 52 11 43 77 33 56 82 22 5 13 14 19 34 35 38 40 51 52 53 61 62 67 68 69 70 77 83 89 70 Numero Oro Superenalotto Combinazione vincente 15 R 30 R 62 R 63 R 67 R 74 R 13 Numero Jolly 9 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 22.400.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: 48.606,00 Ai 5+ - Ai 4 stella: Ai 3 stella: 2.335,00 Ai 5: 39.996,65 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 486,06 Agli 1 stella: 10,00 Ai 3: 23,35 Agli 0 stella: 5,00 www.corriere.it/giochiepronostici 20 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Cronache 21 italia: 52495258535051 Il futuro René Kolman, dirigente dell’associazione delle imprese di dragaggio: «È la risposta all’aumento della popolazione» Giro del mondo 4 Dubai, Emirati Arabi Non è un calcolo a stabilire i nostri debiti con il pianeta È in fase di ultimazione la nuova Jumana Island a 500 metri dalla costa, sarà residenziale 1 Rotterdam, Olanda Il porto è cresciuto fino a diventare il maxi hub attuale grazie alla Maasvlakte expansion. In fase di costruzione l’ampliamento: Maasvlakte2 di ANNA MELDOLESI 2 Londra, Regno Unito Un piano per un nuovo aeroporto sull’estuario del Tamigi soprannominato Boris Island, dal nome del sindaco di Londra che lo vuole È 5 Sanya, Cina È appena stato ultimato il progetto già ribattezzato Oriental Dubai, un’estensione residenziale e commerciale in mare 6 Hong Kong, Cina 3 Monte Carlo, 1 Rotterdam Principato di Monaco Al Larvotto-Portier, davanti al Grimaldi Forum, sorgerà una nuova estensione in mare di sei ettari: edifici residenziali e spazi commerciali Hong Kong 6 E. LAMEDICA Piani per una nuova estensione territoriale per costruire una terza pista dell’Hong Kong International airport Mumbai, India Progetto per una nuova strada litoranea nel Financial District 2 Londra 3 Monaco Da Monaco a Hong Kong Strappare al mare la terra per atolli, palazzi e aeroporti Sanya 5 Dubai 4 Il Principato pensa a un «eco-quartiere». L’idea di uno scalo sull’acqua a Londra Strappare terra al mare. Per costruire nuovi quartieri, strade o aeroporti. Come ha fatto Monaco per «rubare» agli abissi superficie edificabile. Così nacquero il porto e l’area residenziale di Fontvieille (22 ettari recuperati con un progetto del consorzio Sadim avviato nel 1965 e ultimato nel ‘73). E così domani sorgeranno le nuove torri del Principato sul mare: una penisola con edifici tra i 6 e i 10 piani, davanti al Gli olandesi a Dubai Dubai ha chiesto aiuto a un’impresa olandese per creare atolli e isole artificiali e intervenire sulle coste Grimaldi Forum (Corriere del 3 agosto). Budget iniziale di 1 miliardo di euro. Progetto ambizioso che in realtà è «timido» rispetto a quello vagheggiato nei primi anni Duemila da Alberto. Sognava una maxi espansione al largo delle spiagge amate da Grace: piano grandioso ma rischioso perché avrebbe danneggiato la riserva sottomari- na. E alla fine il principe «verde» ha detto no. Per provare a conciliare affari e sensibilità «eco», aveva considerato anche una piattaforma off-shore di 12 ettari. «Un grande piano, molto costoso. Certamente diversi miliardi di euro», aveva spiegato nel 2006, alla vigilia della grande crisi che un anno dopo avrebbe consigliato di temporeggiare. In pieno rilancio urbanistico, Monaco ora scommette sul nuovo piano: écoquartier di 6 ettari anziché 12 al Portier-Larvotto (dopo aver archiviato, anche l’ipotesi di una Fontvieille II). Ma Alberto non corre da solo alla conquista di metri quadrati da sottrarre a Nettuno. Così come ieri, tra i ‘60 e i ‘70, mentre Monaco varava Fontvieille pure Singapore recuperava terra dalle onde per costruire l’aeroporto Changi (oggi il 40% della città del leone sorge su terrapieni), e a Rotterdam il porto cresceva fino a diventare l’hub attuale grazie alla Maasvlakte expansion (l’ampliamento già battezzato Maasvlakte 2, porterà altri 300 ettari). A proposito del know-how degli olandesi, non è un caso se Dubai — capitale contemporanea delle isole artificiali — ha chiesto più volte aiuto alla Van Oord con quartier generale a Lettere e interventi UNIVERSITÀ Italia da rivalutare paragonare le nostre 21 università con 30 statunitensi. Non mi sembra una distanza particolarmente rilevante, specie tenendo conto dei livelli economici di questi due mondi. Marco Leonardi Cattedra di Neuroradiologia, Università di Bologna FESTA DELL’UNITÀ De Gasperi e Togliatti La proposta di dedicare a De Gasperi la prossima festa Rotterdam. E l’ha coinvolta nella realizzazione degli atolli The Palm Jumeirah, Pearl Jumeirah, The World e Palm Deira, come pure nella costruzione della Dubai Maritime City. Adesso Van Oord sta ultimando la Jumana Island, a 500 metri dalla costa: edilizia residenziale, 100 milioni di euro solo per i lavori di ingegneria. La Kuwait National Petroleum Company ha invece incaricato gli olandesi di costruire nell’area di Sabkha in Kuwait una raffineria con strade e banchine (un contratto da 500 milioni di euro). Olandesi ma anche inglesi. Londra prepara una nuova audacia di terra e acqua: un aeroporto sull’estuario del Tamigi, soprannominato Boris Island, dal nome del sindaco di Londra Boris Johnson che ha dato il suo appoggio. Il dado sarà tratto nel 2015. Da Monaco a Londra si stanno insomma moltiplicando le estensioni in mare. E la spiegazione è semplice per René Kolman, segretario generale dell’associazione internazionale delle società specializzate in operazioni di dragaggio: «Nel 2050 la popolazione mondiale lieviterà a quota 9 miliardi, ed è in corso un processo di urbanizzazione globale. Come si risponde alla sfida? Strappando terra al mare». E l’India (dove dal 1970 sono stati ricavati 113 km2), sensibile al tema demografico, valuta 672 Gli ettari del nuovo terrapieno che sarà ricavato a Hong Kong per la terza pista dell’aeroporto. Una minaccia per la sopravvivenza dei delfini bianchi, attaccano gli ambientalisti dell’Unità induce a chiedersi quando sarà fatto santo Togliatti... In fondo è la società post-moderna, bellezza! Umberto Melotti In questa chiave va, a mio avviso, interpretata la notizia che leggiamo su tutti i giornali. Sergio Garon Albignasego (Pd) EQUITALIA SOLIDARIETÀ Fisco a rate Meno vitalizi Non credo che sia la povertà a spingere gli italiani a rateizzare le cartelle di Equitalia. Per pagare le tasse non si è mai vista la corsa a chi arriva primo... meglio più tardi possibile! Leggo da qualche giorno sul Corriere che il Governo si appresterebbe a reintrodurre un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte. Deduco che ignori il fatto che detto contributo, infatti nuove espansioni: il National Institute of Oceanography con l’olandese Royal Haskoning Dhv sta studiando l’impatto di un’estensione del polo finanziario di Nariman Point a Mumbai con il varo di una strada litoranea da Marine Drive a Malad (36 km circa). Ma non è sempre facile sottrarre terra all’acqua. La Hong Kong Dolphin Conservation Society contesta il piano del nuovo aeroporto. Per Lam Chiu-ying, dell’università di Hong Kong, il rumore metterà in fuga i delfini. L’ex colonia britannica ha ereditato dalla storia un intenso rapporto tra lavoro dell’uomo e acque del mare: Paul Charter, figlio di armeni educato a Calcutta, dopo aver iniziato alla Bank of Industan a Hong Kong, si mise in proprio. Per coltivare un sogno. Navigando sul suo sampan, Sir Paul iniziò a scandagliare la baia per scoprire i segreti delle terre «rubate» ai fondali. Le sue ricerche si rivelarono strategiche per costruire il Victoria Harbour. E adesso anche la Mainland China insegue Hong Kong: con il nuovo quartiere Oriental Dubai a Sanya e tanti progetti dallo Shandong al Guangdong. già bocciato dalla Corte Costituzionale, sia stato ripristinato a partire dal mese di maggio con aliquote piuttosto salate. Pur essendone vittima, ritengo il provvedimento giusto e saggio a condizione che contestualmente vengano ridotti stipendi spropositati e vitalizi vari di burocrati, politici e parassiti di ogni sorta. Giuseppe Di Croce RETTIFICA già arrivato l’Overshoot Day. Il giorno in cui, secondo i calcoli degli ambientalisti, abbiamo finito di consumare ciò che ci spettava per il 2014 e abbiamo iniziato a fare debiti con la natura. Ogni anno questo spartiacque arriva prima, sostiene la Global Footprint Network. Nel 2000 cadeva a ottobre, ora il 19 agosto. Consumiamo cibo e legname a una velocità che non possiamo permetterci e produciamo più inquinamento di quel che la biosfera sia in grado di assorbire, sostiene il think tank. Insomma, viviamo al di sopra delle nostre possibilità, come se a disposizione avessimo un pianeta e mezzo anziché uno soltanto. Ma la data, è bene dirlo, ha un valore simbolico, lo riconoscono gli stessi ambientalisti. Calcolare con esattezza la biocapacità del pianeta e rapportarla in tempo reale ai consumi globali è una missione impossibile. L’Overshoot Day insomma andrebbe interpretato come quel giorno dell’anno in cui il mondo si interroga sul ritmo dei propri consumi. Una seconda giornata della Terra (quella ufficiale cade il 22 aprile) in cui provare a fare il punto sulla distanza che separa le buone intenzioni che abbiamo in quanto cittadini e i comportamenti disinvolti che adottiamo come consumatori. Il gap tra le ragioni dell’ecologia e quelle dell’economia si misura, almeno in parte, con il metro della fiducia che i diversi attori hanno nei confronti dell’innovazione. L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre, ma perché abbiamo imparato a usare i metalli, dicono gli ottimisti. L’intelligenza umana non è bastata a salvare tutte le antiche civiltà dal collasso, replicano i pessimisti. Il dibattito in corso non è solo questione di numeri, ma anche di toni. Antropocene è il nome inventato per indicare l’era geologica in cui viviamo, perché siamo noi esseri umani a modellare il pianeta. Sarà disastroso per forza, o si può costruire un buon Antropocene? Se lo è chiesto Andrew Revkin del «New York Times», senza per questo negare che esista una questione ecologica. Da questa domanda ne nasce un’altra: i cittadiniconsumatori sono più propensi ad ascoltare chi enfatizza i pericoli o chi sostiene che aggiustare la rotta è possibile? © RIPRODUZIONE RISERVATA Enrica Roddolo © RIPRODUZIONE RISERVATA Consumo di gas Nell’articolo «La via del gas», pubblicato il 17 agosto su la Lettura, per errore ho scritto che il consumo annuale italiano di gas è di 78 milioni di metri cubi, quando invece esso è di 70 miliardi di mc. Di conseguenza, i 10 miliardi di Leggo sul giornale del 17 agosto nel trafiletto dedicato alla classifica Arwu di Shanghai sulle università del mondo: «Nella classifica generale si contano solo 21 atenei italiani, cifra ben lontana dalle 146 statunitensi». Mi sembra una valutazione scorretta: l’Italia ha circa 60 milioni di abitanti mentre gli Stati Uniti circa 300. Una proporzione equa dovrebbe metri cubi di gas annui che dal 2019 verranno dall’Azerbaigian rappresentano circa il 15 per cento dell’attuale consumo totale (che diventerà il 30 per cento quando, in base agli accordi stipulati, l’erogazione di gas raddoppierà). Mi scuso. Carlo Vulpio Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera, via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579 E-mail: lettere@corriere.it, oppure al sito www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano riprenderà lunedì 1 settembre. 22 Cronache Sussidiario di LUCA MASTRANTONIO Anche Renzi parla romano? «Ma de che!» Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 P uoi chiamare «storytelling» l’arte di raccontare, battezzare un decreto sul lavoro «job act» e usare l’accento fiorentino come «brand» di un odierno dolce stil novo; ma bastano pochi mesi nella Capitale e spuntano fuori i primi sintomi del contagio linguistico con il potere romano («A Fra’ — chiedeva Gaetano Caltagirone a Francesco Evangelisti, braccio destro di Giulio Andreotti — che te serve?»). Matteo Renzi ieri su Twitter ha liquidato le voci di accordi segreti al governo con un #madeche. Una frase interrogativa retorica: la sottintesa risposta a «ma di cosa stiamo parlando» è «di niente». Più di un «no comment» o di una smentita, il «ma de che» scredita chi ha formulato l’ipotesi, facendone una parodia nichilista. Renzi ha usato spesso la frase nelle ultime settimane, per attaccare quelli che considera i superburocrati dei beni culturali: «sovrintendenti... de che?»; e poi, dalla Sicilia: «Ci salverà l’Europa? Ma de che!». L’effetto sembra studiato, ironico: usare una frase negativa romana per dire che non ci sono più soluzioni «alla romana», da vecchia politica. Davvero? Ma de che! Veniamo da decenni di comicità al potere, dalle freddure di Andreotti al cabaret di Grillo passando per le barzellette di Berlusconi. E poi: era il tormentone già degli anni 90, con il coatto Lorenzo interpretato da Corrado Guzzanti (foto) a Avanzi, e oggi Crozza l’ha rispolverato per un immaginario discorso di Papa Francesco, stanco dei lussi cardinalizi: povertà? «Ma de che La cena in terrazza con stiamo a parla’?». La vita politica degli ultimi vent’anni è nata anti-romana, tra Lega, Berlusconi e grillini, poi si è romanizzata. Quindi? ai leghisti che criticavamo il romanocentrismo del cinema, Carlo Verdone rispose con un misto di autoironia e menefreghismo: «Il cinema italiano romanocentrico? Ma de che». N.B. Per i puristi, aggiungere l’esclamazione «Ahò». lmastrantonio@rcs.it criticalmastra.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Monica Guerritore A rriva con i capelli raccolti e nemmeno un filo di trucco sul viso. Eppure, quando cammina lungo il corridoio che porta alla terrazza del ristorante Casina Valadier, gli sguardi si spostano istintivamente su di lei. C’è qualcosa di regale in Monica Guerritore. Non solo per la sua bellezza fiera, ma forse proprio per come la gente la guarda, che non c’entra solo con il riconoscere qualcuno di famoso. «Credo esista uno sguardo artistico del pubblico che racchiude il mistero di essere stati affascinati da alcuni spettacoli», prova a spiegare lei che nel frattempo si è seduta al tavolo. Mentre parla la sua apparenza un po’ severa si illumina in un sorriso sincero. Si guarda intorno, osserva il panorama da Grande bellezza che regala il ristorante e, mentre lo fa, la sua mente sembra stia già accarezzando mille altri pensieri. Le succede di frequente, confessa mentre scorre il menu. «Mi ritrovo spesso in quello spazio di contemplazione dove tu guardi fuori dalla finestra e non sei da nessuna Il debutto «Avevo 16 anni, dal sipario ho visto i miei insieme: non succedeva da tempo. Mi sono bloccata. Strehler mi diede un manrovescio: vai dentro» parte, ma dentro di te qualcosa lavora». Gestire la fama, con questo carattere, non è stato sempre semplice. «Sapevo quanta difficoltà avevo nel dire due battute a teatro, mi sentivo negata. Il successo improvviso del cinema mi ha spaventata. Mi son detta: c’è qualcosa che non va». Arriva il primo piatto e inizia a mangiare composta, ma di gusto. Poi riprende: «Il mestiere dell’interprete si impara col tempo. Non è puro impulso o pura vocazione». E la questione del talento innato? «C’è un’attitudine che predispone al talento. La mia era legata all’elaborazione solitaria. Quando mi scrivevano sulla pagella: è troppo suggestionabile... Da un fatto creavo una storia. Il talento però l’ha scoperto Strehler». Sul piatto il piccolo raviolo di toma non c’è più. Non sembra ossessionata dalla linea: «Mai, escluso», ride. «Dopo gli spettacoli poi, qualsiasi cosa mi portino viene spazzolata. Quando ingrasso elimino la carbonara. E amo molto anche cucinare». Farlo significa ritrovare un clima che ha vissuto troppo poco: «L’atmosfera casalinga è la mia parte mancante». Tutto per un fatto accaduto a pochi passi dal ristorante dove siede: «Avevo 11 anni e anziché essere a scuola facevo collanine con i marocchini in Piazza di Spagna. Una amica di mia mamma mi ha vista. Sono arrivata a casa e lei aveva già preparato le valigie: siamo salite su un vagone letto e il giorno dopo ero a Losanna, in un collegio inglese». Una mamma di carattere... «È stata la mia salvezza. Se penso alla fine che hanno fatto tanti miei amici. La droga poteva diventare un problema». Non c’è traccia di rancore. Anche perché «penso che l’educazione debba essere affidata agli estranei, così non subentra il problema affettivo». Come ricorda il collegio? «C’erano ragazze da tutto il mondo: le mie curiosità si ampliavano. Ma c’è un orario, l’ho scoperto qualche anno fa, in cui mi viene una grande malinconia. Tra le cinque e le sette di sera. Poi ho capito che era quando in Svizzera, finiti i compiti, si era liberi. A quell’ora avevo nostalgia di casa». Di una famiglia non convenzionale e importantissima: «Due anni fa ho perso i miei LA PAGELLA DICEVA: «È SUGGESTIONABILE» ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA di CHIARA MAFFIOLETTI un’estate italiana «A 11 anni anziché essere a scuola facevo collanine con i marocchini in Piazza di Spagna. Un’amica di mamma mi ha vista. Il giorno dopo ero in collegio a Losanna» genitori: un vuoto cosmico. Avevano divorziato presto e con mio padre avevo recuperato i rapporti da una decina d’anni. Ho dovuto comunicargli io che mia madre era morta. Non era malato, ma dopo dieci giorni è morto anche lui. Mi son detta: non è possibile, si aspettavano». L’ultima volta in cui l’attrice li ha visti assieme, racconta giocando con il vino rosso, facendolo girare nel bicchiere, è stata al suo debutto a teatro: «Era la prima del Giardino dei ciliegi. Avevo 16 anni, ho aperto il sipario e li ho visti: non succedeva da anni. Mi sono bloccata, non volevo più entrare in scena. Arrivò Strehler, mi prese per un braccio, mi diede un manrovescio e disse: vai dentro». Un altro momento indimenticabile: la prima volta che vide Gabriele Lavia. «Recitava in Amleto: ricordo la forza che emana- va, anarchica, la pulizia del pensiero. Mi aveva stravolta. Gli ho scritto un biglietto: se mai avessi bisogno di me questo è il mio numero. Lui ha pensato a uno scherzo e l’ha stracciato». Si sono ritrovati comunque, sposati e sono diventati genitori di due ragazze. Ora l’attrice è sposata con Roberto Zaccaria («un uomo risolto»), ma fin dai primi amori è stata «attraversata da passioni contrastanti. Devo dire ancora grazie a mia madre che, amando l’oroscopo, stemperava tutto col passaggio dei pianeti. Se una storia andava male, mi diceva: mettiti il cuore in pace, fino al 27 giugno non succederà nulla perché Marte è opposto. E mi rasserenavo: non era colpa mia, ma di un pianeta». I discorsi scorrono veloci. L’attrice è una di quelle persone che è bello ascoltare non solo per quello che dice ma La cucina dei romanzi Chi è Monica Guerritore è nata a Roma nel 1958. È attrice di teatro, cinema e televisione. Ha due figlie e attualmente è sposata con Roberto Zaccaria per come lo dice. Forse per questo è stata scelta come presidente di giuria del Campiello: «Mi ha fatto piacere che un’istituzione così importante mi abbia affidato la giuria. Da 40 anni ho a che fare con i testi più importanti della letteratura mondiale. Ho aperto tutte le scatole arrivate: anche da un e-book auto prodotto può uscire qualcosa di inatteso». Dolce? Chiede la cameriera. «Certo», nessuna esitazione. Poi riprende: «Voglio cercare di capire, tutto, sempre. Ma non puoi fare una colpa a chi non è così». Però diventa forse più complicato sentirsi capiti, no? «Dipende. Ogni periodo ha una persona che lo interpreta accanto a te. Si è in divenire ed è difficile che due lo siano nello stesso modo». E se poi le cose alla fine non vanno, dev’essere pur colpa di qualche pianeta. A passo leggero © RIPRODUZIONE RISERVATA di CRISTINA GABETTI di PAOLO DI STEFANO I segreti di Soldati per gustare la pagliata «È un sapore straordinario: come se un formaggio, invece di esservi sparso sopra per condimento, fosse naturalmente racchiuso nel cibo stesso: quel chimo gustato di sorpresa, nella sua vita fermentante». Mario Soldati sta parlando della pagliata, il piatto della tradizione romana, consumato in piena estate al Cardello di Roma in compagnia di Nino Rota e del professor Verginelli: «È l’intestino tenue secondo del manzo, detto la digiuna o il digiuno, perché sempre vuoto se non del chimo, e cioè della pasta omogenea, viscosa, lattiginosa, che è come il sugo ultimo della digestione, il vero e puro elemento nutritivo». Alcuni precetti: va mangiata solo il giovedì sera, nel giorno stesso in cui si macella; va liberata del grasso in cui è immersa e della pelle che la avvolge; va tagliata a ciambelle e legata in modo da trattenere il chimo; va cucinata in umido, al forno o meglio sulla gratella, con brace di carbone di legna. Mario Soldati, La Messa dei villeggianti, Mondadori © RIPRODUZIONE RISERVATA Le mille sfumature delle nuvole in cammino I cieli del nord, mutevoli, umorali, veloci, si sono affacciati sui nostri orizzonti regalando spettacoli di folgorante fantasia. Non ho mai visto, d’estate, in Italia, una collezione così ricca di nuvole. Mille sfumature di bianco e grigio si dispongono nelle forme più svariate, creando luci contrastate, poi omogenee, a spot, diffuse, intense o gentili. Il cielo è decorato con un’esplosione di creatività che in poche ore esprime gli umori di tutte le stagioni. Forme piene, rotonde, lunghe si rincorrono, si ammassano, si distendono, animando il cielo con una vitalità insolita alle nostre latitudini. Alziamo gli occhi e ci divertiamo a riconoscere un gregge di pecore, la sagoma dell’Africa, un volto sorridente, una freccia, due occhi, un cappello, che in un lampo si trasformano, e in nuova veste salgono, calano appoggiandosi alla chioma di un albero, si lasciano fendere dalla vetta di un campanile, si infilano nelle valli accentuandone la profondità, si raccolgono attorno alle montagne che, contro lo sfondo chiaro, sembrano più vicine. In 360 gradi vedo azzurro pieno, poi velato, una scalinata cangiante come il marmo, uno spruzzo rosa, nuvole solitarie, cumuli densi. I raggi del sole hanno un canovaccio infinito con cui divertirsi a dipingere panorami per la gioia dei cuori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Fumetto di GIULIO GIORELLO Fame di verità per Eisner e Gabanelli Cronache 23 italia: 52495258535051 W ill Eisner (1917-2005) si definiva «un testimone per immagini della lotta incessante per il potere». Le strade delle grandi metropoli, percorse di giorno dai comuni mortali e pullulanti di notte di strane creature, ne sono per Eisner il luogo di elezione. Qui si aggira The Spirit, che lui ha creato nel 1940: si tratta di Danny Colt, criminologo apparentemente vittima di un omicidio «per cucirgli la bocca», ma sopravvissuto; ora, coperto da una mascherina, continua a denunciare le più svariate attività Senza paura Il fumetto «The spirit» creato da Will Eisner e nel riquadro Milena Gabanelli delittuose, ricorrendo alla stampa che non piega la schiena di fronte al bullismo dei corrotti. A me viene in mente Milena Gabanelli, quella di Professione Reporter (1994, per Rai 2). Anche lei come The Spirit ha rivelato implacabilmente i più diversi abusi; e come Will Eisner ha saputo «testimoniare per immagini», nella fattispecie con quelle tv. Di fatto, ha dato una fortissima impronta al nascente videogiornalismo, senza mai cessare di sorprenderci: dalle sue corrispondenze da zone di guerra — Birmania, Cece- La realtà romanzesca nia, Somalia, Mozambico — alla riscoperta (1990), sull’isola di Pitcairn, dei discendenti degli ammutinati del Bounty. Cos’ha in comune con Denny Colt? Non certo il genere: lei donna decisa e affascinante, lui maschio di successo, diventato però evanescente come uno spirito. Ma in entrambi ritroviamo la passione per la verità, il senso della giustizia, la volontà di non arrendersi, e li accomuna un’ironia acuminata: il gusto di prendersi gioco di tutti gli stereotipi dei potenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Preferirei di no Insieme Mary Pirimpò (Maria Boccuzzi) con «Jimmi» Citi. Sotto «Carlone» Soresi di MARIA LAURA RODOTÀ I maschilisti inconsapevoli e gli altri primati italiani ELABORAZIONE FOTOGRAFICA CORRIERE DELLA SERA Mary Pirimpò era nata in Calabria A Milano trovò l’amore e la morte di GOFFREDO BUCCINI N o, il vento non la portò sopra una stella. La ripescarono una brutta mattina di gennaio del 1953, alla periferia di Milano, dalle parti di San Siro. La scorsero dei ragazzini che giocavano a pallone: le vesti strappate dai rovi, la faccia impiastricciata dal trucco della notte, la schiena bucata da sei colpi di pistola. «La mondana trovata uccisa nell’Olona», titolò il giorno dopo la Nuova Stampa. Allora si facevano titoli così, neorealisti e senza misericordia. L’incipit era «…una vita torbida troppo presto conclusasi». Tanto presto che a nessuno sarebbe mai importato un accidente della morte di Maria Boccuzzi, una ragazzetta calabrese che, per perdersi su al Nord nel giro delle ballerine da night e poi in quello delle prostitute da poche lire, tra le macerie del dopoguerra, s’era scelta un nome d’arte dal sapore felliniano: Mary Pirimpò. A chi volete interessi una poveretta smarrita nella nebbia in mano a qualche protettore? Una che infine decide di sfuggire a quell’esistenza schifosa e all’ultimo appuntamento — quello fatale — si porta ingenuamente in borsetta i gioielli e perfino la polizza dell’assicurazione, suo tesoro segreto? Importò, forse, a un ragazzino di tredici anni che da Genova era stato sfollato a Revignano d’Asti per scampare ai bombardamenti e che lì tornava poi ogni anno, dai nonni. Forse lì lesse la notizia sul giornale, forse gliela raccontarono. Il forse è d’obbligo, perché quel ragazzino si chiamava Fabrizio De André, e la storia di Mary Pirimpò gli ispirò la Canzone di Marinella. Forse. Perché Faber, come lo chiamava il suo amico Paolo Villaggio, non la disse mai chiara a riguardo, limitandosi a narrare in un’intervista tv, anni dopo, che l’idea gli era venuta da un fatto di nera accaduto attorno al 1955, che la protagonista era una ragazza che batteva «lungo le sponde del Tanaro o del Bormida» e che lui aveva cercato «di addolcirle la morte». Sbagliava fiume, forse per dimenticanza, forse per mescolare ancora un poco fantasia e realtà: una realtà che, grazie a lui, era diventata poesia. Mora, occhi intensi, bella di quella bellezza rotonda della sua epoca, Maria Boccuzzi era nata nel 1920 a Radicena, una frazione della Calabria sperduta nel nulla. Coi suoi, braccianti agricoli, pativano la fame: provarono a inseguire il sogno di Milano, che allora doveva sembrare più o meno l’America. Aveva quattordici anni quando entrò alla Regia La ragazza di vita uccisa nel 1953 diventò la Marinella di De André La vicenda L’omicidio La prostituta Maria Boccuzzi viene trovata morta nel ‘53 alla periferia di Milano. La sua storia è stata sottratta all’oblio per la prima volta dallo psicologo Roberto Argenta Dal Sud alla strada Nata in Calabria, Maria si trasferisce a Milano con la famiglia. Si innamora di uno studente ma dura poco. Inizia a fare la ballerina nei night, finisce per prostituirsi La fine senza un colpevole Le indagini sulla morte di Maria Boccuzzi, in arte Mary Pirimpò, si rivelano difficili perché nessuno collabora. La sua storia ispirerà De André per «La canzone di Marinella» manifattura di tabacchi di via Moscova, una città nella città, migliaia di operai. Lì incontrò uno studente spiantato, Mario, suo compagno di lavoro, se ne invaghì, scappò di casa, in capo a un anno la passione evaporò e lei si trovò senza Mario e senza più famiglia. Le era rimasto il disonore, condanna senza appello. Da questo punto la storia scorre tra fogliettone d’appendice e cronaca: la guerra, di nuovo la fame, peregrinazioni tra Torino e Firenze, un nuovo amore per Jimmi, ex ballerino della compagnia di Wanda Osiris, il sogno di diventare lei stessa ballerina («la chimera dell’arte scenica», sic), la realtà dei night di nuovo a Milano, una Milano ancora incupita dagli orrori del passato e già vogliosa di futuro; Jimmi, ras di quelle notti, e Carlone, protettore ambiguo e spietato, come il Gatto e la Volpe di quest’ultimo tratto di strada. Lei consegna il suo cuore a Jimmi e Jimmi la mette nelle mani di Carlone. Le luci dei night si spengono e le luci dei lampioni le illuminano l’unico mestiere che le rimane. Dicono che l’ultima notte, il 28 gennaio del 1953, abbia lottato con l’assassino, dibattendosi in una macchina, sulle rive del fiume. Un vigilante vide qualcosa e testimoniò, senza mai riuscire a spiegare cosa ci facesse lui, in quel posto in aperta campagna, senza alcun palazzo da vigilare. Alla fine Jimmi e Carlone ne uscirono puliti, l’assassino non fu mai trovato. Nessuno se ne sarebbe fatto un cruccio. Tuttavia, molti anni dopo, l’amore per De André spinge qualcuno a domandarsi chi davvero fosse Marinella: la traccia sta in quell’intervista tv. Uno psicologo di Asti, Roberto Argenta, pubblica nel 2007 un articolo su La Stampa dando conto della sua appassionata ricerca, ore e ore di lavoro in emeroteca concluse con una prima luce su quella piccola mondana uccisa tanto tempo prima, «una persona speciale e sconosciuta che, suo malgrado, ha avuto un ruolo importante nella storia della musica italiana». Uno scrittore appassionato del tema, Walter Pistarini, riprende il filo nel suo «Libro del mondo, le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André». E nel 2012 anche Argenta esce con un libro, «Storia di Marinella… quella vera». Da allora, Mary Pirimpò è strappata al buio che la avvolse quella notte di gennaio. E poco importa che sia davvero la fonte della canzone. Perché certo Marinella fu scritta per lei, per l’amica Wanduccia che venne a riconoscerla all’obitorio e per tutte quelle così, con una vita d’un solo giorno, «troppo presto conclusasi»: come le rose. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il giallo Il male non dimentica IL SESSO CON MARLENE PRIMA DELLA CATASTROFE di ROBERTO COSTANTINI Italia Balistreri vola giù da una scogliera a Tripoli il 31 agosto 1969. Quella notte Gheddafi prende il potere. Nel 2011, mentre Gheddafi crolla, il commissario Balistreri indaga su una serie di delitti che lo riporteranno dove non voleva mai più tornare (Tripoli, 31 agosto 1969) Michele Balistreri Sono rimasto lì sospeso davanti all’uscio dell’inferno. La porta è aperta, villa Hunt è immersa nella penombra. Sul tappeto del salotto sono sparsi gli abiti che Marlene indossava. Fermati Mike. Torna alla Moneta, dalle due donne della tua vita. Invece spalanco la porta della camera da letto. Marlene è su una poltroncina, si spazzola i lucidi capelli neri bagnati. È avvolta in un accappatoio di spugna, allacciato in vita con una cintura. Mi guarda nello specchio. «Cosa ci fai nella mia stanza da letto?». Quasi balbetto. «Mi hai detto che ti potevo trovare qui». «Ed entri senza bussare mentre sono seminuda?». Sono furibondo, più con me stesso che con lei. La detesto, eppure fisso ipnotizzato quella cintura di spugna, il nodo che mi separa dal Paradiso. «La porta di casa era aperta» mormoro. «Forse dovrei chiamare la Polizia. Ma tu sei un ladro inoffensivo, vero Michelino? Un ladro che guarda e basta, senza portare via nulla. Un ladro che vuole solo parlare, parlare, parlare». Esito, e lei mi schernisce. «Oggi o mai più, Michelino. O trovi il coraggio o scappa a nasconderti». L’afferro per i baveri dell’accappatoio. Lei sgrana gli occhi e il verde dell’iride è cupo come il mare d’inverno. «Sei arrabbiato, Michelino? Vuoi picchiarmi? È questo che vuoi fare?». «Tanto ci sarai abituata con quel Marine di tuo marito». «Michelino, non penserai mica che William sia tipo da picchiarmi. Quelle cose alle donne le fate solo voi italiani, chiedi a tuo padre». Le strappo di dosso l’accappatoio e la spingo sul letto. Sotto indossa reggipetto e mutandine. Mi getto addosso a lei con i miei 85 chili. Lei scalcia, urla, mi schiaffeggia, mi graffia le spalle, sento il sangue colarmi sulla schiena. Le tiro un ceffone e le blocco entrambi i polsi con la mano sinistra. Lei lotta cercando di divincolarsi e io le strappo il reggiseno. Il rumore della stoffa che si lacera mi dà più forza e più rabbia. Afferro con la mano libera l’elastico delle mutandine e tiro forte, ma non si rompono. «Sei troppo debole, Michelino, troppe seghe ti sei fatto a pensarmi». Fuori di me, le strappo gli slip con entrambe le mani e mi sollevo a cavalcioni sopra il suo corpo nudo. È Edicola e web Su Corriere.it Ogni puntata di questo giallo si può trovare su Corriere.it L’iniziativa Da ieri con Corriere e Gazzetta in vendita il secondo libro della trilogia di Roberto Costantini prigioniera sotto il mio peso, nuda, sudata, i capelli scompigliati sul viso. Si dibatte, mi insulta, mi graffia. Riesco a fermarmi un attimo, tentando di calmarmi. Ma lei allunga una mano verso i miei jeans e in tre secondi me li sbottona. La sua voce è roca, indica la cintura dell’accappatoio. «Legami i polsi al letto, Michelino. Così non sarà colpa mia». La lego e mi getto su di lei. Voglio divorarla, distruggerla, annientare quel corpo maledetto. Mentre la penetro lei mi morde a sangue le labbra, poi mi sputa negli occhi il mio stesso sangue mescolato alla sua saliva. Ora si dibatte di più, ma in un altro modo, per farmi entrare più a fondo dentro di sé, con la furia della disperazione. Lei è il demonio e questo è l’inferno. Marlene Hunt si alza e si rimette l’accappatoio. «Ora vestiti e vattene, Mike. Sono già le cinque e un quarto». Mi vesto velocemente e mi precipito fuori dalla tana del demonio. Arrivo all’Underwater alle sei meno un quarto, mentre Mohammed, Farid e Salim stanno sbarcando dal motoscafo. Me lo lasciano e riparto per la Moneta. Sul mare fa meno caldo, soffia un po’ di aria dal mare. Ma io mi sento rovente. Non riesco nemmeno a formulare pensieri di senso compiuto. Ho una sensazione di catastrofe. Ma non alle mie spalle, davanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA N on siamo fuori dall’Occidente (suvvia). Siamo avanti. Qualcuno preferirebbe di no, ma quest’estate la nuova/ vecchia anomalia italiana si sta rivelando in pieno. Mentre negli Usa riesplodono tensioni razziali mai risolte, noi risolviamo serenamente la questione a favore dell’uomo bianco. Alla presidenza di Federcalcio ne hanno appena eletto uno, razzista; lui non capisce di esserlo, agli altri non importa. Mentre il resto dei Paesi avanzati corre verso la bancarotta morale, tra una fecondazione eterologa e un matrimonio stesso-sesso, l’Italia resiste. Tra ministre eroiche che ignorano sentenze della Consulta e rotocalchi scanzonati che pubblicano fascicoli di barzellette sui gay. Mentre altrove le pari opportunità vengono ipocritamente lodate da tutti, da noi vengono smentite quando serve. Magari sottotraccia, grazie a quella bella istituzione italica che sono i programmi estivi. In tv, e in radio. Domenica scorsa chi guidava ne ha potuto sentire uno, su una radio seria e fatta bene, sul classico tema dei tradimenti stagionali. I due conduttori si sono prima esibiti, uno come maritino modernello e fedele, l’altro come ex militante radicale. Poi hanno detto quel che pensano, non solo loro, veramente. «Una scappatella a una donna non la perdono se sono innamorato; la perdono se ho con lei una storia per divertirmi, forse». «È stata brava Alessandra Mussolini (ha baciato in spiaggia il marito indagato per sesso a pagamento con minorenni, ndr). Ha tenuto insieme la famiglia (in famiglia ci sono due fanciulle più grandi delle escort di papà, ndr). Quando c’è la famiglia le scappatelle sono da perdonare. Soprattutto se a tradire è un uomo». Va così (sorelle, agosto non è ancora finito; fatelo per la libertà delle donne italiane, se state con un conduttore radiofonico, traditelo). © RIPRODUZIONE RISERVATA L’axforisma di J-Ax Il Paese del «c’è crisi e non arriviamo a fine mese» è lo stesso che per 30 giorni all’anno decide di fermarsi. È come se un ricoverato con cancro al polmone per 1 mese scegliesse di staccarsi il respiratore e fumare solo sigarette al mentolo 24 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 25 italia: 52495258535051 # Economia Indici delle Borse FTSE MIB Dati di New York aggiornati alle ore 20.00 FTSE MIB Cambi La settimana 1 euro Banco Popolare 1,3354 dollari 2,17 - Btp 11-15/09/26 3,100% 114,46 1,63 Btp 11-15/04/16 3,750% 105,59 - Btp 03-01/08/34 5,000% 121,27 2,97 Btp 06-15/09/17 2,100% 105,30 - Btp 13-15/09/18 1,700% 104,83 Btp 09-01/03/20 4,250% 115,26 0,47 0,88 Btp 05-01/02/37 4,000% 107,05 Btp 07-01/08/39 5,000% 121,12 Cct 07-01/12/14 0,420% 100,19 3,08 3,17 - Btp 11-01/09/21 4,750% 118,94 Btp 11-01/03/22 5,000% 120,66 Btp 13-01/03/24 4,500% 117,03 1,33 1,46 1,98 Cct 08-01/09/15 0,380% 100,28 Cct 09-01/07/16 0,300% 100,22 Cct 11-15/04/18 0,726% 101,53 0,10 0,25 0,70 0,12% Francoforte 9.334,28 0,96% FTSE It.Star 17.499,28 0,61% Parigi (Cac40) 4.254,45 0,56% 1 euro 0,8026 sterline Dow Jones 16.917,76 0,47% Hong Kong 25.122,95 0,67% 1 euro 1,2104 fr. sv. 4.523,63 0,34% Tokio (Nikkei) 15.449,79 0,83% 1 euro 9,1529 cor.sve. -0,11% S&P 500 1.980,33 0,44% La lente LONDRA RIPARTE MA NON SFUGGE ALLA BASSA INFLAZIONE A sorpresa frena (più del previsto) anche l’inflazione del Regno Unito, a causa di un calo dei prezzi dell’abbigliamento e di un’inattesa caduta dei prezzi alla produzione rispetto all’anno scorso. A luglio l’indice dei prezzi al consumo britannico è sceso all’1,6% dall’1,9% di giugno, che rappresentava il dato più alto dell’Unione Europea. Gli economisti scommettevano su una correzione minima, all’1,8%. La flessione, che ha fatto scivolare la sterlina ai minimi degli ultimi due mesi contro l’euro, toglie pressione alla Bank of England, impegnata a decidere quando cominciare a rialzare i tassi di interesse, dopo che il governatore della banca centrale Mark Carney (nella foto) di recente ha più volte ripetuto che ciò potrebbe avvenire prima di quanto ci si aspettasse, secondo alcuni già a novembre. L’economia nel Regno Unito, a differenza degli altri Paesi europei, ha ripreso a correre, tanto da far temere un surriscaldamento, soprattutto sul mercato immobiliare: nel secondo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,8% sul trimestre precedente e del 3,1% rispetto a un anno prima. E il Fondo monetario internazionale, a luglio, ha corretto al rialzo le proiezioni del Pil nel 2014, che dovrebbe chiudersi con un +3,2% (lo 0,4% in più rispetto alle stime dello scorso aprile). Rallenta anche l’inflazione americana, che a luglio è salita solo dello 0,1%, a causa del calo dei prezzi energetici, in particolare della benzina. Il rialzo di luglio, il più basso dopo un aumento dello 0,3% a giugno e dello 0,4% a maggio, porta l’inflazione annua al 2%, un valore che coincide con il target scelto dalla Federal Reserve. Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA Madrid 10.386,50 0,32% L M 1 euro Quot. Rend. eff. 19-08 netto % Btp 10-15/04/15 3,000% 101,83 FTSE It.All Share 20.857,08 G Ced. -0,07% 0,56% M Titolo Btp 96-01/11/26 7,250% 144,58 6.779,31 M Quot. Rend. eff. 19-08 netto % - Londra Nasdaq Ced. Btp 04-01/02/15 4,250% 101,81 0,02% 1 euro 137,1200 yen Titoli di Stato Titolo -0,21% 19.644,37 19644,37 (0,02%) La settimana 0,30% -0,02% 10,99 M 1,4568 dol.can. 0,06% M G L M Il caso Le incomprensioni sull’alleanza con Google per gli occhiali hi-tech e sulla chiamata pubblica di Renzi per fare il ministro Luxottica, Guerra verso l’uscita Divergenze con Del Vecchio. In primavera 35 milioni di guadagno con le stock option MILANO — Chi gli ha parlato racconta che i rapporti si sono incrinati dopo l’annuncio della partnership con Google per realizzare gli occhiali hi-tech a marchio Glass, dove si sarebbe registrata una differente visione delle strategie su Luxottica tra il supermanager milanese e il patron Leonardo Del Vecchio. Da allora c’è stato un chiarimento tra Andrea Guerra e l’azionista di maggioranza sui piani aziendali e sulle condizioni per proseguire un rapporto durato dieci anni esatti, segnando una rivoluzione per il gruppo di Agordo (Belluno) che per la prima volta ha avuto un capoazienda reclutato dall’esterno. Che esito avrà il chiarimento? Guerra, si racconta, avrebbe posto alcune condizioni di autonomia e margine di manovra in materia di indirizzo strategico e operazioni straordinarie. E Del Vecchio si sarebbe riservato di prendere una decisione. «Il boccino — racconta chi ha raccolto le confidenze di Guerra — è in mano a Del Vecchio. Non sarà il top manager a determinare il primo passo». È una situazione che potrebbe evolvere con un’uscita in tempi brevi, forse anche a settembre. Oppure maturare alla scadenza del board che resterà in carica fino all’approvazione del bilancio 2014 (cioè fino a marzo del prossimo anno), nell’ambito di una separazione consensuale. Infine, la collaborazione potrebbe anche ripartire su nuove basi per dare continuità alla guida del colosso mondiale degli occhiali con 7,3 miliardi di ricavi e 73mila dipendenti. Guerra, 49 anni, è arrivato ad Agordo nell’agosto del 2004 con la fama di manager con straordinarie doti di leadership e capacità di visione strategica. Nei precedenti dieci anni al timone della Merloni (ora Indesit) ha contribuito alla crescita di Fabriano facendola arrivare a 3 miliardi di ricavi con l’avvio di un processo di internazionalizzazione. Ha lasciato prima che emergessero i segnali di una crisi poi diventata devastante per l’intero comparto degli elettrodomestici in Europa. In Luxottica il manager è arrivato per rafforzare il management di un gruppo moltiplicatosi sotto la guida dell’imprenditore e dell’allora direttore generale Luigi Francavilla, molto stimato da Del Vecchio, nato e cresciuto alla sua scuola (è arrivato nel 1968), tuttora vicepresidente del gruppo. Le acquisizioni chiave negli Usa, come Bausch & Lomb con i suoi Ray Ban e la contesti diversi e sfidanti. Una strategia che fin qui ha pagato. In primavera il gruppo ha pagato agli azionisti un dividendo di 0,65 euro per azione (0,58 l’anno prima). Dal 2010 il titolo ha raddoppiato il valore e anche Guerra ha potuto vendere 1,25 milioni di azioni del piano di stock option 2009, con un guadagno di 35 . I Google glass sono la naturale continuazione di questa visione: l’occhiale computerizzato è la nuova frontiera della Luxottica che non può crescere soltanto comprando negozi di occhiali (ormai mass market) e marchi alla moda. Bensì diventare una tech company. Questo il suo pensiero, di cui ha fatto il suo cavallo di battaglia. La strategia ha però innescato qualche confronto con il presidente, soddisfatto dell’accordo con Mountain View, ma più cauto e riflessivo quanto a investimenti e ritorni prospettici. Il progetto è ambizioso, ha richiesto l’ingaggio di ingegneri, tecnici e top manager del lusso. Team costosi e risultati economici incerti, un’equazione che Del Vecchio teme. Seduto com’è su una pentola d’oro di ricavi, margini e dividendi. Qualche differenza di opinioni sarebbe nata anche dall’intenzione di Guerra di comprare marchi hi tech, come l’hawaiano Maui Jim. Al presidente non è piaciuta neanche la chiamata pubblica del premier Matteo Renzi (declinata dal dirigente) che voleva Guerra al governo. Il manager Andrea Guerra, 49 anni, è amministratore delegato di Luxottica dal 27 luglio 2004 ed è consigliere nelle principali controllate. Prima di Luxottica ha trascorso dieci anni in Merloni catena LensCrafters, erano già sotto il cappello di Agordo. Guerra è arrivato all’indomani della conquista della newyorkese Cole national. Insomma, il Nordamerica era già di Del Vecchio. L’ex manager Merloni ha piuttosto puntato sulla nuova frontiera della tecnologia. L’acquisto nel 2007 di Oakley, leader mondiale dell’occhiale per lo sport, è il primo vero frutto della strategia di Guerra. Convinto com’è che un’azienda deve saper apprendere da Trasporto privato Uber sceglie l’ex consulente di Obama per gestire il marchio E adesso Uber si affida alle cure di David Plouffe. Cioè all’uomo che fu il regista della campagna che portò Barack Obama a conquistare la Casa Bianca. Da fine settembre Plouffe sarà vice presidente senior della società californiana che fornisce trasporto automobilistico privato attraverso una App e contro la quale si sono scagliati, con scioperi e proteste, i tassisti in mezza Europa. È stato il ceo di Uber, Travis Kalanick, a dare l’annuncio. Plouffe, 47 anni, avrà il compito di gestire il brand e la comunicazione a livello globale. E soprattutto di trovare la via per vincere le (tante) resistenze. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La fusione Il fondo di Oslo prima vende e poi risale al 2%. Scade oggi il termine per i soci che non aderiscono all’operazione Fiat, Norges muove ancora sul recesso Il titolo sotto pressione in Borsa MILANO — Non è un socio qualsiasi: di Fiat Chrysler è il quarto azionista. Non è un hedge fund: è il fondo istituzionale del governo norvegese e alla banca centrale norvegese fa capo. Allo stesso modo di un hedge, però, nello spazio di due settimane la Norges Bank si è mossa fuori e dentro il ristretto «club del 2%» (la quota che prevede l’obbligo di comunicazione alla Consob). Aveva il 2,15%. Il 31 luglio, a poche ore dall’assemblea per la fusione, è scesa all’1,338%. Il 14 agosto è risalita di nuovo al 2,016%. Facili da immaginare le ragioni: ruotano evidentemente attorno a quel diritto di recesso la cui «finestra» si chiude oggi. Più complicato, ma in fondo nemmeno troppo, tradurle nell’obiettivo finale. Capire cioè se Oslo abbia davvero spedito (o spedirà) a Torino la richiesta di rimborso per quasi tutti i 26.942.643 depositati per l’assemblea (e oggi un po’ scesi). Come il voto contrario alla riunione del primo agosto già lasciava intendere. E come prezzi e date degli ultimi movimenti sembrano confermare. Tra il rebus e il giallo, perché in definitiva l’entrata-uscita si è risolta in una piccola perdita. Il 31 luglio, giorno della cessione dello 0,82%, le Fiat hanno chiuso a 7,245 euro. Subito dopo, su rumors di forti domande di rimborso ampliate dalla speculazione proprio sul «no» norvegese Il no a Chrysler L’investitore scandinavo aveva votato in assemblea contro la fusione con Chrysler alla fusione, pioggia di vendite. Se Norges avesse ricomprato il 6 agosto, per esempio, l’avrebbe fatto a 6,465. La comunicazione a Consob, invece, dice che l’operazione è del 14. Quando era stata recuperata quota 7,33. Significa che Oslo conta comunque di guadagnare, puntando sul recesso e sul fatto che le Sei mesi in Borsa 8,7 -2,91% Ieri 8,2 7,175 euro nuove azioni, se in teoria non possiedono i requisiti per esercitare il diritto, sono quantitativamente in linea con il pacchetto preassemblea? Potrebbe essere. E, se così fosse, la stessa mossa norvegese sarebbe paradossalmente una scommessa sul via libera alla fusione. È vero: Norges Bank assorbi- La fusione per Wall Street 7,727 euro D’ARCO Il prezzo per azione che Fiat pagherà per il recesso 7,7 500 milioni 7,2 Il tetto di spesa oltre il quale l’operazione salterà 6,8 64.708.166 6,3 marzo aprile maggio giugno luglio agosto Il numero di titoli sufficienti a raggiungere il massimo di spesa rebbe da sola un terzo abbondante dei 65 milioni di titoli che, a 7.727 euro, Fiat può rilevare. È l’ormai famoso tetto di mezzo miliardo oltre il quale il Lingotto non intende in alcun modo andare.E dunque, in caso di sforamento, senza l’intervento di altri soci (leggi Exor) tutto dovrebbe ripartire da zero. Recesso compreso. Non pare così credibile che sia questo, lo scenario su cui ha puntato Oslo con la vendita del 31 luglio e il riacquisto del 14 agosto. Lo stesso mercato, peraltro, continua a dare scarsissimo credito all’ipotesi. Sì, ieri il titolo ha subito un pesante scivolone: -2,91%, a 7,175 euro, con fortissime oscillazioni da chiara speculazione mordi e fuggi. Ma ancora non erano arrivate le comunicazioni Consob. C’era invece, dall’apertura, un pesante report di Credit Suisse. I suoi analisti temono che Wall Street sia il preludio all’aumento di capitale escluso da Sergio Marchionne, sono delusi dal «no» a una quotazione separata di Ferrari, non si aspettano fuochi artificiali da acquisizioni ma solo faticoso lavoro di consolidamento industriale (con in più l’incognita delle sanzioni russe) e del debito. Morale: target rivisto a 6 euro e titolo giù. Norges Bank, e il puzzle del recesso, sono rimasti sullo sfondo. Probabilmente solo per un giorno. Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Economia 27 italia: 52495258535051 Lusso Cavalli fa uno sconto ai russi di Vbt e si tiene il palazzo di Parigi Prosegue lontano dai riflettori il negoziato tra lo stilista Roberto Cavalli e il capo della russa Vtb capital, Tim Demchenko, sul futuro della maison fiorentina del lusso. Ormai l’eclettico designer sta inserendo tutte le tessere nel mosaico che, se ultimato, restituirà un aspetto ben diverso della griffe. La prima novità è che Cavalli e il consigliere delegato Daniele Corvasce hanno arruolato i consulenti di Bain & co per redigere piano industriale e modello di business dopo l’alleanza all’ombra del Cremlino. Qualche L’integrazione riflessione è poi corso sul vertice che dovrà guidare la futura Cavalli sotto le insegne di Mosca. Dopo l’uscita a febbraio di Gianluca Brozzetti e Carlo Di Biagio, l’azienda ha perso una struttura manageriale che andrà rifatta ex novo. L’idea è di pescare nel vivaio dei luxury group a forte 60 impronta internazionale. Qualche sondaggio è stato effettuato presso il gruppo Valentino ora di proprietà di Mayhoola che fa capo a Sheikha AlMayassa, la figlia dell’emiro del Qatar. In particolare contatti sono stati avviati con Massimo Piombini, direttore commerciale per i mercati milioni il valore attribuito all’immobile in rue du Faubourg St. Honoré 201 0,836 MILANO — Telecom avanti tutta. Ormai gli elementi dell’offerta a Vivendi per la brasiliana Gvt ci sono più o meno tutti. Gli advisor sono al lavoro sul maxipiano da 7 miliardi, i consiglieri pre allertati per il 27 agosto, le bocche perlopiù cucite. La partita, d’altra parte, è determinante per il futuro (e il presente) del gruppo telefonico visto che dopo un matrimonio con Telefonica che a questo punto possiamo definire fallimentare (non è mai stato un connubio industriale e ora sta deludendo anche dal punto di vista finanziario) il piano francese promette di garantire maggiore stabilità. Almeno i patti sul futuro di Tim Brasil, vero gioiello del gruppo, dovrebbero essere scritti nero su bianco con la società che dovrebbe nascere dalla fusione con Gvt e che sarà compartecipata. In verità ieri, dopo qualche seduta piatta, l’attendismo in Borsa è stato interrotto (+1,42% a 82 centesimi di euro), grazie a un report di Société Générale che ha alzato il target da 57 a 85 centesimi con rating hold (tenere). Evidentemente un possibile socio francese per SocGen è più affidabile di uno spagnolo. Nel frattempo, anche se dietro le quinte e comunque in secondo piano rispetto alla partita principale, c’è un secondo rebus da sciogliere per arrivare alla conclusione della vicenda: quello ieri +1,42% 0,8215 euro 0,642 0,545 Ott Dic Feb Apr 2013 Giu Ago 2014 D’ARCO dei tre soci italiani di Telecom. Per comprendere la questione riassumibile in uno shakesperiano «vendere o non vendere, questo è il dilemma...» è utile fare un rewind di appena 11 mesi. È il 24 settembre del 2013 quando all’alba, prima che Piazza Affari si risvegli dal torpore notturno, arriva un’offerta del gruppo spagnolo Telefonica, già socio accanto agli italiani in Telco (la cassaforte di controllo del gruppo telefonico con il 22,4% del capitale), che valorizza le azioni di Telecom a 1,1 euro contro i 59 centesimi di quotazione in Borsa. Il piano architettato dagli stessi tre soci italiani che si vogliono liberare di Telecom Italia crea un terremoto: il presidente operativo, Franco Bernabé, afferma di non saperne nulla, arriva allo scontro e si dimette. Il prezzo a cui venivano valorizzate le azioni Telecom dei soci Telco era vicino per Generali ai prezzi di carico dell’ultima svalutazione (1,2). Mediobanca in bilancio era arrivata a 53 centesimi. Ma per tutti i valori erano stati tagliati più e più volte. Quando nacque nel maggio 2007 Telco pagò le azioni della vecchia Olimpia 2,82 euro. Va tenuto conto però che Generali e Mediobanca però conferirono una quota di titoli che già possedevano. Telefonica e Intesa Sanpaolo, infine, L’acquisto di 02 Unicredit nella telefonia con Kellner (f.ch.) Unicredit mette un piede nelle telecomunicazioni, in Repubblica Ceca. La controllata locale ha acquistato 17,48 milioni di azioni di «O2». Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni è diventato il secondo principale azionista dell’operatore di telefonia fissa e mobile, rilevandone una quota di circa il 6% dagli investitori che non sono riusciti a vendere i titoli nell’ambito della recente proposta di buyout fatta dal maggiore socio di O2, il gruppo Ppf del miliardario ceco Petr Kellner che ha rilevato il 65,9% da Telefonica e dopo il buyout è salito al 73,1 per cento. sottoscrissero due diversi aumenti di capitale riservati. La stessa Telefonica, d’altra parte, pagò a quel tempo le azioni circa 2,9 euro. Generali invece conferì le azioni a 2,75 euro, cifra che fu svalutata nel 2008 a 2,18 euro, nel 2011 a 1,50 euro e nel 2012 a 1,2 euro (in tutto il Leone aveva totalizzato oltre 1,3 miliardi di perdita del valore mentre per gli altri la cifra era di circa 400 milioni). Insomma, in soldoni, già a 1,1 euro i soci si turavano il naso, uscivano e ci perdevano. Ma oggi, dopo il fallimento del piano con Telefonica (gli accordi del settembre 2013 prevedevano che il gruppo guidato da Cesar Alierta dovesse salire in più momenti fino a rilevare l’intera Telco, anche se il fronte italiano non riuscì allora ad imporre al furbo Alierta degli obblighi), ai tre soci non rimane che un trivio degno della finanza di Amleto: 1) vendere le quote sul mercato, iter possibile anche per lo scioglimento già annunciato di Telco (ma in questo caso il prezzo è sotto gli occhi di tutti, 82 centesimi, almeno per ora); 2) vendere direttamente a Vivendi (a che prezzo?); 3) restare soci e stringere una nuova alleanza con Bolloré tramite una sorta di «Telco 2», soluzione che al finanziere bretone piace. Massimo Sideri msideri@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il progetto Tre protagonisti degli anni ruggenti della finanza italiana insieme per consulenze e ristrutturazioni Borghesi, una boutique per Piazza Affari con Osculati e Pavese MILANO — Insieme rappresentano un pezzo di storia della finanza italiana e, da metà settembre, hanno deciso di mettersi in proprio. Il terzetto è composto da Arnaldo Borghesi (fino a pochi mesi fa amministratore delegato della Mittel), Gianemilio Osculati (tuttora amministratore delegato di due società del gruppo Intesa) e Giovanni Pavese (ex direttore generale della Akros, l’investment bank fondata da Gianmario Roveraro). In passato sono stati protagonisti, o comunque coinvolti, in buona parte delle più delicate ristrutturazioni aziendali e delle vicende di maggior rilievo che hanno interessato le principali banche e società italiane quotate. Ora lanceranno una boutique finanziaria, la Borghesi Osculati & partners, con sede a Milano, che lavorerà a tutto campo. L’obiettivo è conquistare spazio nelle ristrutturazioni che stanno occupando i banchieri d’affari e che continueranno, come conferma il numero sempre più elevato di crisi aziendali. Ma la volontà è di essere protagonisti anche nel merchant banking. Punto di forza della nuova società, che ha facilitato l’accordo tra i fondatori raggiunto nelle settimane scorse e non ancora ufficiale, è la possibilità di mettere a fattor comune competenze complementari: Borghesi ha una formazione soprattutto da banchiere d’affari, Osculati è un consulente che ha dimostrato qualità notevoli nell’organizzazione d’imprese complesse e nelle ristrutturazioni, Pavese è un banchiere di esperienza consolidata. Al loro fianco arriveranno altri partner, mentre non sono previsti soci soltanto di capitale. Borghesi, 60 anni, è alla quarta esperienza del genere, dopo aver lavorato in Euromobiliare come assistente di Guido Roberto Vitale, avere costituito con Protagonisti Ex Mittel Arnaldo Borghesi, 60 anni lui la finanziaria che portava i loro nomi nella ragione sociale, essere stato cofondatore di un’altra società con Paolo Andrea Colombo, successivamente presidente dell’Enel. Nel palmarès spiccano le strette frequentazioni con Carlo de Bene- Intesa Sanpaolo Gianemilio Osculati, 55 anni Riassetti L’obiettivo è quello di conquistare spazio nelle ristrutturazioni Ex Akros Giovanni Pavese, 71 anni detti (è stato direttore generale della holding Cofide), l’incarico di amministratore delegato della Lazard Italia e quello al vertice della Mittel, la finanziaria vicina al banchiere Giovanni Bazoli (da cui è uscito dopo un duro scontro). Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Slovacchia interessata alla quota Enel 0,933 0,739 del contributo dalle licenze presenta qualche disallineamento rispetto ai budget . Gli accordi per le produzioni esterne (i profumi con Coty e alcune linee con la Dressing) non replicheranno la crescita del 15% del 2013. È quindi possibile che la valutazione complessiva di 500 milioni elaborata da Vtb subisca una limatura. Confermata la presenza di coinvestitori russi del retail e del lusso a fianco di Vtb che investirebbe con un’ampia minoranza. La controllata Un anno a Piazza Affari Il mercato scommette sull’offerta Nuovo socio Se dovesse andare in porto l’offerta di Telecom, il gruppo Vivendi, presieduto da Vincent Bolloré (foto), diventerebbe il nuovo socio forte del gruppo telefonico. La quota in capo a Vivendi dovrebbe essere di circa il 15% milioni il fatturato del fashion group fondato dallo stilista fiorentino palazzo parigino di rue du Faubourg St. Honoré, motivo d’orgoglio dello stilista, rimarrà a Cavalli che sconterà 60 milioni dal prezzo che verrà riconosciuto dai russi. È infatti questo il valore finale attribuito all’immobile (dopo una lunga serie di perizie) che nel bilancio della società è in carico per 37 milioni. Poi lo stilista monetizzerà l’asset con un’operazione di sale and leaseback. La parola fine non è ancora stata posta sulla valutazione del 100% della Roberto Cavalli, anche alla luce dell’andamento 2014 che sul fronte Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali dovranno ora decidere se vendere o allearsi con il nuovo partner francese Telecom-Vivendi, il rebus dei soci italiani Fiammata in Borsa Il piano globali e la sua rete di relazioni. In discussione è anche il ruolo della direzione stilistica, oggi ricoperta Eva Duringer, la moglie di Cavalli che assumerebbe un ruolo chiave nella comunicazione con il fashion system. Un altro passaggio chiave del negoziato sarebbe ormai superato. Il Osculati, 67 anni, lascerà nelle settimane prossime la guida di Intesa vita e dell’asset management della sgr Eurizon capital, che gli erano state affidate dall’ex ceo Corrado Passera, potendo dichiarare «missione compiuta» dopo il sorpasso del principale concorrente, le Generali, nella raccolta premi del ramo vita. L’esperienza caratterizzante sono stati i 30 anni in McKinsey e la ristrutturazione della Banca d’America e d’Italia. Soltanto pochi mesi invece, nel 2007, è durato l’incarico di amministratore delegato della Bocconi. Giusto il tempo di conoscere meglio il predecessore, Giovanni Pavese, 71 anni, prima vicedirettore generale della Banca popolare commercio & industria, poi tra i più vicini a Roveraro, il finanziere dell’Opus Dei barbaramente ucciso nel luglio 2006. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA Se l’Enel decide di vendere la sua partecipazione in Slovenske Elektrarne «allora siamo pronti a incrementare significativamente la posizione dello Stato» nella gestione del gruppo energetico slovacco. Lo ha detto il primo ministro slovacco, Robert Fico, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg. L’Enel ha messo in vendita il 66% della Slovenske Elektrarne (di cui lo Stato detiene il restante 34%), principale operatore nazionale nella generazione di energia elettrica con una quota di mercato prossima all’80 per cento. Il gruppo, presieduto da Patrizia Grieco e di cui è amministratore delegato Francesco Starace, aveva varato a luglio il processo di vendita della controllata slovacca e di una serie di partecipazioni nel settore elettrico in Romania con l’obiettivo di ridurre il debito. Il piano di cessioni era stato avviato nel 2013. La previsione era di portare a casa 6 miliardi di euro. Finora sono stati incassati 1,6 miliardi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmaceutica Corvette alla svedese Recipharm Nuovo shopping svedese nella farmaceutica italiana. Corvette Pharmaceutical Services Group, società italiana detenuta dal fondo di private equity Lbo Italia Investimenti, passa al gruppo Recipharm per 1,1 miliardi di corone svedesi, pari a circa 120 milioni di euro. L’operazione si chiuderà il primo ottobre e Rothschild, che ha assistito Corvette, è stato l’unico advisor. L’azienda italiana possiede tre impianti situati tutti in provincia di Milano (Masate, Paderno Dugnano, Lainate). Il gruppo conta complessivamente 265 addetti. Le vendite sono realizzate per il 45% in Italia e il 20% nei Paesi emergenti. È il secondo gruppo farmaceutico italiano a venire acquisito da un concorrente svedese nel giro di poche settimane: il 31 luglio scorso, infatti, Meda AB, uno dei maggiori operatori mondiali, aveva dalla famiglia Rovati Rottapharm Madaus, con una valorizzazione complessiva pari a 2,27 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 26,013 6,867 6,842 6,962 6,743 12,892 11,101 11,121 12,236 12,251 11,193 11,989 12,002 10,367 10,367 17,557 6,150 8,836 9,001 6,381 12,989 13,035 16,871 7,240 10,201 29,111 25,968 6,830 6,836 6,951 6,727 12,894 11,233 11,251 12,283 12,295 11,164 12,020 12,031 10,352 10,352 17,582 6,159 8,849 9,005 6,384 12,979 12,991 16,793 7,239 10,219 29,120 AZ F. Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,234 5,233 5,025 5,465 4,960 3,755 3,303 4,980 5,569 5,441 5,029 5,386 5,205 5,205 5,032 5,464 4,956 3,748 3,299 4,940 5,570 5,441 5,030 5,385 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 31/07 31/07 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 31/07 31/07 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. 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Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1317,624 1239,947 1197,586 117,582 117,309 77,440 80,635 103,272 1081,908 1162,588 1027,781 1312,810 1240,132 1197,777 117,396 117,121 77,467 80,650 103,075 1081,660 1160,983 1026,371 Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C 14/08 EUR 18/08 EUR 14/08 EUR 58,220 105,510 932,200 58,100 106,030 931,990 Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A 18/08 18/08 18/08 06/08 18/08 13/08 117,250 8720,690 174,340 5748,410 107,400 10382,180 116,830 8721,020 172,570 5924,430 107,430 10253,010 Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum DB Platinum IV Fondi Unit Linked 14/08 14/08 14/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 13/08 13/08 13/08 13/08 13/08 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 15/08 30/06 30/06 30/06 30/06 EUR JPY USD EUR EUR EUR 10,639 5,601 5,150 6,444 7,154 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 19/08 19/08 18/08 18/08 18/08 19/08 18/08 18/08 19/08 18/08 18/08 18/08 19/08 19/08 19/08 19/08 18/08 18/08 19/08 18/08 19/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 19/08 18/08 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 18/08 EUR Dividendo Arancio 18/08 EUR Convertibile Arancio 18/08 EUR Cedola Arancio 13/08 EUR Borsa Protetta Agosto 13/08 EUR Borsa Protetta Febbraio 13/08 EUR Borsa Protetta Maggio 13/08 EUR Borsa Protetta Novembre 18/08 EUR Inflazione Più Arancio 18/08 EUR Mattone Arancio 18/08 EUR Profilo Dinamico Arancio 18/08 EUR Profilo Equilibrato Arancio 18/08 EUR Profilo Moderato Arancio 18/08 EUR Top Italia Arancio 50,800 61,870 59,250 61,700 60,530 62,610 61,250 57,110 46,180 65,360 63,320 59,530 46,220 50,380 61,660 59,330 62,630 60,730 62,500 61,090 57,190 45,900 65,130 63,140 59,440 45,860 KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 14/08 14/08 14/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 14/08 14/08 18/08 18/08 18/08 14/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 14/08 14/08 14/08 14/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 16,966 12,827 11,005 5,815 5,807 61,070 15,310 11,522 42,950 10,584 13,068 11,899 49,520 33,380 3176,000 17,470 15,630 11,630 18,990 13,670 14,460 13,650 10,851 9,833 14,040 11,857 10,614 32,630 30,910 16,960 12,823 10,998 5,788 5,801 60,770 15,190 11,456 42,670 10,546 13,027 11,862 49,100 33,000 3157,000 17,320 15,570 11,580 18,930 13,620 14,350 13,550 10,828 9,822 13,990 11,806 10,568 32,330 30,860 278,050 195,540 196,950 173,270 123,770 128,130 126,590 131,490 133,740 174,550 121,440 123,770 132,210 130,310 119,200 121,560 122,240 103,510 103,840 107,430 129,480 129,500 136,920 139,860 153,200 112,510 115,460 116,430 123,150 125,330 125,240 96,880 101,690 100,310 875792,556 572375,300 590472,785 537936,773 6,819 10,243 276,690 194,590 195,990 173,190 123,720 128,070 126,490 131,400 133,640 174,630 121,500 123,830 132,160 130,260 118,380 120,700 121,370 103,300 103,850 107,440 128,590 128,770 136,700 139,630 153,020 112,380 115,320 116,300 122,890 125,050 125,010 96,470 101,250 100,310 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 14/08 USD 1522,327 1518,874 Active Dollar Bond A 14/08 EUR 1659,985 1655,838 Active Emerging Credit A 14/08 EUR 1596,288 1592,317 Active Emerging Credit B 14/08 EUR 1450,904 1449,435 Active European Credit A 14/08 EUR 1388,205 1386,816 Active European Credit B 14/08 EUR 1393,455 1388,364 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A 19/08 18/08 19/08 18/08 19/08 18/08 19/08 19/08 19/08 18/08 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD 26,000 16,880 15,140 14,650 15,100 10,453 15,370 15,222 9,578 12,663 25,880 16,860 15,030 14,660 15,000 10,410 15,320 15,223 9,578 12,622 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 30/06 EUR 881868,830 30/06 EUR 576066,607 30/06 EUR 594784,667 30/06 EUR 541259,625 18/08 EUR 6,818 18/08 EUR 10,265 KAIROS INTERNATIONAL SICAV EUR 16714,943 16535,470 4720,769 4710,657 EUR EUR 771435,023 762273,652 EUR 771435,023 762273,652 EUR 621201,142 622586,663 EUR 62759,815 60323,743 EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 18/08 EUR 102,100 101,870 18/08 EUR 104,250 103,870 18/08 EUR 156,300 153,860 18/08 EUR 1595,350 1570,300 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 14/08 EUR 191,400 191,200 NM Augustum Corp Bd A 14/08 EUR 146,720 146,720 NM Augustum High Qual Bd A 14/08 EUR 136,120 135,960 NM Balanced World Cons A 14/08 EUR 139,270 139,190 NM Euro Bonds Short Term A 14/08 EUR 46,570 46,500 NM Euro Equities A 14/08 EUR 73,430 73,340 NM Global Equities EUR hdg A 105,820 105,720 NM Inflation Linked Bond Europe A 14/08 EUR 14/08 EUR 112,010 111,870 NM Italian Diversified Bond A 14/08 EUR 114,590 114,440 NM Italian Diversified Bond I 14/08 EUR 137,020 137,000 NM Large Europe Corp A 14/08 EUR 104,780 104,610 NM Market Timing A 14/08 EUR 105,820 105,650 NM Market Timing I 14/08 EUR 61,770 61,910 NM Q7 Active Eq. Int. A 14/08 EUR 105,500 105,320 NM Q7 Globalflex A 14/08 EUR 121,140 120,900 NM Total Return Flexible A 14/08 EUR 103,640 102,820 NM VolActive A 14/08 EUR 104,300 103,480 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 18/08 EUR 18/08 EUR 18/08 EUR 106,890 113,810 151,500 106,370 113,030 150,440 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 18/08 EUR 6,967 Nextam Bilanciato 18/08 EUR 7,590 Nextam Obblig. Misto 18/08 EUR 6,252 BInver International A 18/08 EUR 5,619 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 18/08 EUR 5,848 CITIC Securities China Fd A 18/08 EUR 5,349 Fidela A 18/08 EUR 5,767 Income A 18/08 EUR 7,272 International Equity A 18/08 EUR 6,418 Italian Selection A 18/08 EUR 5,341 Liquidity A 18/08 EUR 5,041 Multimanager American Eq.A 18/08 EUR 4,815 Multimanager Asia Pacific Eq.A 18/08 EUR 4,535 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 18/08 EUR 4,459 Multimanager European Eq.A 18/08 EUR 5,279 Strategic A 18/08 EUR 6,149 Usa Value Fund A 18/08 EUR 5,571 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 18/08 EUR 113,600 PS - Absolute Return A 18/08 EUR 119,940 PS - Absolute Return B 18/08 EUR 108,710 PS - Algo Flex A 18/08 EUR 103,950 PS - Algo Flex B 18/08 EUR 86,230 PS - BeFlexible A 18/08 USD 84,810 PS - BeFlexible C 12/08 EUR 101,600 PS - Best Global Managers A 12/08 EUR 105,610 PS - Best Global Managers B 18/08 EUR 109,310 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 18/08 EUR 163,800 PS - Bond Opportunities A 18/08 EUR 122,250 PS - Bond Opportunities B 18/08 USD 102,160 PS - Bond Opportunities C 12/08 EUR 119,550 PS - EOS A 6,954 7,576 6,203 5,581 5,832 5,352 5,764 7,207 6,378 5,340 5,009 4,797 4,511 4,440 5,270 6,093 5,551 113,440 119,770 108,270 103,510 86,070 84,650 102,150 106,120 109,040 163,440 121,970 101,920 122,550 Nome Data Valuta PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 12/08 12/08 03/06 12/08 12/08 12/08 12/08 18/08 18/08 18/08 12/08 12/08 12/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 99,550 99,450 98,800 99,300 112,600 115,050 125,080 100,400 97,880 103,550 96,970 103,140 107,170 107,620 107,730 103,840 106,930 101,950 95,790 111,930 104,330 106,600 102,160 99,370 99,320 98,480 98,970 112,580 115,020 125,030 100,360 97,570 103,220 98,860 103,710 106,870 108,240 108,350 104,430 107,210 101,940 95,760 111,760 104,560 106,830 102,370 www.pegasocapitalsicav.com 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 18/08 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,210 107,380 105,680 105,810 102,050 99,820 107,170 107,330 105,650 105,770 102,010 99,780 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 18/08 EUR Asian Equity B 18/08 USD Asian Equity B 18/08 USD Emerg Mkts Equity 18/08 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 18/08 EUR European Equity 18/08 USD European Equity B 18/08 EUR Greater China Equity B 18/08 USD Greater China Equity B 18/08 USD Growth Opportunities 18/08 EUR Growth Opportunities Hdg 18/08 JPY Japanese Equity 18/08 USD Japanese Equity B 18/08 EUR Japanese Equity Hdg 18/08 CHF Swiss Equity 18/08 EUR Swiss Equity Hdg 18/08 USD US Equity 18/08 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 99,190 139,200 459,920 449,420 274,340 338,800 117,770 167,610 77,390 84,780 133,420 132,370 173,490 131,840 100,150 176,490 194,380 99,210 139,230 457,200 446,750 271,900 335,800 117,350 167,020 76,550 83,850 133,360 132,310 173,410 131,520 99,900 175,070 192,810 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 18/08 EUR 5,965 5,920 18/08 EUR 5,221 5,219 18/08 EUR 5,798 5,785 08/08 EUR 751560,335 784168,257 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335313B Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari Va al fondo Synergo la Tmci della famiglia Sagmanli CORSA AL RIALZO DI SOGEFI FRENANO ENEL E TERNA di GIACOMO FERRARI Rialzi minimi per le Borse europee al termine di una seduta poco movimentata, mentre Piazza Affari è rimasta sostanzialmente sui livelli della vigilia, con l’indice Ftse-Mib a +0,02% e scambi ridotti. Numerose, tuttavia, le variazioni significative, in entrambe le direzioni, fra i titoli principali del listino italiano. In rialzo, per esempio, Mediaset (+3,91%), seguita dai valori del risparmio gestito: Mediolanum (+3,28%) e Azimut Holding (+3,25%). Telecom Italia, inoltre, è cresciuta dell’1,42% in vista di un possibile cda il 27 agosto prossimo dedicato alla valutazione di un’offerta da presentare a Vivendi per Gvt. Nel segmento Star, invece, balzo di Sogefi (+15,26%) dopo la firma di un’intesa con Porsche per un’importante fornitura di componenti. La lista dei ribassi è guidata da Fiat (2,91%) che alla vigilia del termine per l’esercizio del diritto di recesso legato alla fusione con Chrysler ha subito il taglio del target-price da parte di Credit Suisse. Tra i bancari spiccano poi i cali di Banco Popolare (-2,66%) e Popolare Milano (-1,61%). In flessione, infine, anche Yoox (-1,67%) dopo i progressi della vigilia, oltre a Terna (-1,20%) ed Enel (-1,12%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Borsa Italiana Nome Titolo Tel. A A.S. Roma .....................(ASR) Economia/Mercati Finanziari 29 italia: 52495258535051 (c.tur.) Il contratto è stato perfezionato poco prima di Ferragosto. E ha permesso di portare a buon fine la seconda acquisizione di Sinergia II, l’ultimo fondo da 350 milioni raccolto da Synergo sgr. Nel carniere del private equity guidato dai senior partner Gianfilippo Cuneo e Paolo Zapparoli è così finito il gruppo Tmci Padovan, quasi 40 milioni di ricavi e 10% di margine operativo, sede a Vittorio Veneto nel Trevigiano, fin dall’origine impegnato negli impianti per la produzione vinicola e oggi diversificato verso altri clienti del food & beverage. Dalle attrezzature per le aziende birraie a quelle dei succhi di frutta. A vendere è la famiglia Sagmanli, con l’anziano patriarca Erdal, 86 anni, e gli eredi Osman ed Erol, tutti con doppio passaporto turco e statunitense ma residenza abituale nella Confederazione elvetica. Nato come Officine meccaniche Padovan e passato negli anni Settanta sotto le insegne della multinazionale americana Amf, il gruppo di Treviso era stato in seguito comprato dalla svizzera Tmci della dinastia Sagmanli che l’hanno gestito fin dal 1984 dandogli un respiro più internazionale. In effetti oggi solo il 10% del fatturato è realizzato in Italia dalle cinque divisioni Padovan (vino e bevande), brewtech (birra), chemtec (margarina, prodotti da forno), newpack (confezionamento) e Parma food machinery (impianti chiavi in mano per l’alimentare). A poche settimane dalla vendita di Ip cleaning al fon- do Ambienta, quindi, Synergo riprende a fare shopping con il suo ultimo fondo che lo scorso anno aveva debuttato entrando nella Building energy (soluzioni per centrali da fonti rinnovabili) con una quota azionaria poi salita al 32%. liardi di dollari, Ballmer resta il primo azionista della Microsoft (Bill Gates, che nel gennaio 2000 ha ceduto a Ballmer la poltrona di Ceo, diventando presidente, possiede 298 milioni di titoli) e, precisa, ha intenzione di esserlo «per il prossimo futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Microsoft, Steve Ballmer lascia il Sarà la Corte di Londra a decidere board per il basket sulla causa della Lia contro Goldman (giu.fer.) I Los Angeles Clippers vengono prima di Microsoft. Dopo aver comprato per 2 miliardi di dollari la squadra di basket dell’Nba, Steve Ballmer, 58 anni, lascia il consiglio di amministrazione della società che ha guidato per 14 anni, fino allo scorso febbraio. In una lettera al suo successore, Satya Nadella, Ballmer ha motivato con i troppi impegni le dimissioni dal board, che hanno effetto immediato. Tra l’inizio della stagione Nba, l’impegno civico, e un po’ di insegnamento, l’autunno sarà «frenetico», scrive Ballmer. Oltre al basket, l’ex numero uno della società di Redmond è tra coloro che stanno partecipando attivamente e finaziariamente a una campagna contro il possesso di armi nello Stato di Washington. Da qui la decisione di fare un passo indietro e lasciare il consiglio di di amministrazione Microsoft. Anche se, rassicura l’ex manager, continuerà a garantire alla società il suo appoggio. Con 333 milioni di azioni, pari a un contravalore di circa 15 mi- (c.tur.) Sarà il Tribunale di Londra, con un procedimento ordinario sul merito, a decidere sulla richiesta di danni per un miliardo di dollari presentata contro Goldman Sachs dalla Lia, il fondo sovrano di Tripoli. Dopo il deposito di nuova documentazione presentata dai libici, la banca d’affari Usa, come riportato dal Financial Times, ha infatti ritirato la richiesta di giudizio abbreviato che avrebbe limitato le possibilità di successo in giudizio della Libyan investment authority. La contesa legale è nata in gennaio quando il fondo sovrano ha accusato Goldman Sachs, di cui era cliente, di avergli causato ingenti perdite su contratti derivati accesi all’inizio del 2008. Secca la replica della banca americana che continua a ritenere le accuse «prive di ogni fondamento e intende contestarle con vigore quando inizierà il processo» la cui prima udienza è attesa a ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVAT Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) 0,722 -3,73 +6,05 0,469 0,851 288,3 Class Editori ..........................(CLE) 0,220 +8,87 +22,07 0,177 0,362 61,1 A2A .......................................(A2A) 0,752 -0,53 -10,11 0,737 1,029 2349,1 CNH Industrial......................(CNHI) 6,595 +1,00 -19,47 6,240 8,800 8880,6 Acea......................................(ACE) 9,745 +0,93 +17,55 7,995 11,200 2065,1 Cofide ...................................(COF) 0,499 +0,04 -9,81 0,462 0,571 Acotel Group * ......................(ACO) 13,950 +0,36 -30,15 13,810 23,160 57,4 Cogeme Set ..........................(COG) — — 0,305 +1,80 -49,93 — Acque Potabili .......................(ACP) 1,101 -1,87 +45,63 0,749 1,439 39,6 Conafi Prestito' .....................(CNP) Acsm-Agam ..........................(ACS) 1,173 +3,81 +11,71 1,050 1,375 87,2 Cred. Artigiano ......................(CRA) — — — Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) H Hera...............................(HER) 1,920 +0,52 +17,79 1,630 2,172 2855,3 Piaggio ...................................(PIA) 2,180 -9,39 2,110 2,978 796,2 I Grandi Viaggi .................(IGV) 0,592 +5,53 +55,54 0,380 0,860 26,0 Pierrel ...................................(PRL) 0,738 +1,03 +42,65 0,504 0,813 34,9 362,3 I IGD *......................................(IGD) 1,054 +0,29 +22,56 0,860 1,455 384,3 Pierrel 12w.....................(WPRL12) — — Il Sole 24 Ore ........................(S24) 0,754 +3,29 +23,71 0,603 1,340 32,2 Ima * .....................................(IMA) 29,860 +0,71 +4,77 26,150 39,220 1108,4 0,300 0,648 14,1 — — — — Immsi ....................................(IMS) 0,576 -0,43 +24,35 0,463 0,790 194,6 9,390 11,260 1238,1 — -0,91 — — — — — Pininfarina ............................(PINF) 3,218 +3,87 -0,49 3,060 5,330 96,2 Piquadro .................................(PQ) 1,713 -4,83 1,713 2,358 86,4 -9,62 10,910 12,930 5350,0 -1,72 Pirelli & C. ...............................(PC) 11,270 +1,26 AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) 11,980 +4,36 +24,40 9,595 13,680 108,2 Cred. Emiliano .........................(CE) 6,595 -0,08 +14,00 5,660 7,780 2190,2 Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 10,510 +0,29 +10,05 8,800 10,930 Aedes * ...................................(AE) 0,028 +3,69 -29,75 0,024 0,057 31,4 Cred. Valtellinese .................(CVAL) 0,794 +3,52 -14,56 0,704 1,209 875,2 Industria e Inn. ........................(IIN) 0,480 -0,25 -27,88 0,451 1,020 11,2 Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 6,725 5,900 8,375 56,4 Aedes 14w *.....................(WAE14) 0,000 — -92,86 0,000 0,002 — Crespi ...................................(CRE) — — — — Intek Group ............................(IKG) 0,388 -0,69 +20,57 0,315 0,485 134,7 Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,269 +0,04 0,262 0,453 35,3 Aeffe *...................................(AEF) 1,379 +0,66 +72,37 — +50,21 0,408 216,2 Aiòn Renewables....................(AIN) Alerion ..................................(ARN) 0,701 1,480 147,6 Csp .......................................(CSP) — — — — — D D'Amico *........................(DIS) 3,088 +3,42 -7,54 2,886 3,958 132,6 — -1,04 — 1,544 — Indesit....................................(IND) 10,850 — +9,21 -0,81 +10,70 -8,81 128,1 -0,06 +17,86 1,310 2,048 50,8 Intek Group rnc ....................(IKGR) 0,619 0,664 30,6 Prelios...................................(PRS) 0,428 -0,42 -25,31 0,400 0,764 0,438 +0,18 -31,81 0,429 0,734 188,3 Interpump * ..............................(IP) 9,870 +0,30 +12,54 8,720 11,230 1076,2 Premuda .................................(PR) 0,297 -2,75 +3,34 0,284 0,407 57,4 D'Amico 16 warr *...........(WDIS16) 0,080 0,075 0,128 — Intesa Sanpaolo......................(ISP) 2,162 +0,28 +21,26 1,783 2,612 33556,7 Prima Industrie * ....................(PRI) 11,270 +1,08 +20,47 9,250 15,690 117,8 Prysmian ...............................(PRY) 15,410 +0,46 -17,20 14,910 19,540 3299,8 — -22,80 Ambienthesis.........................(ATH) 0,484 -2,34 0,470 0,685 45,4 Dada * ....................................(DA) 3,198 +1,27 -7,03 3,028 4,200 52,2 Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) 1,915 +0,74 +31,43 1,457 2,236 1778,0 Amplifon...............................(AMP) 4,390 +0,69 +7,86 3,996 4,890 984,9 Damiani *.............................(DMN) 1,285 +3,38 +3,71 1,230 1,800 104,6 Invest e Sviluppo ....................(IES) 0,522 +8,30 -22,32 0,478 0,830 3,4 R R. De Medici * ..................(RM) 0,275 -0,29 +2,46 0,264 0,365 Anima Holding .............................() 4,000 — 3,700 4,598 1201,8 Danieli ..................................(DAN) 21,290 +1,96 -14,39 20,090 26,830 867,8 Irce *......................................(IRC) 1,938 -2,12 +15,36 1,675 2,340 54,6 Ratti ......................................(RAT) 2,440 — +11,21 2,194 2,608 68,3 Ansaldo Sts *.........................(STS) 7,680 +1,72 +10,04 6,525 7,680 1543,5 Danieli rnc ..........................(DANR) 15,590 +2,90 -3,05 14,790 18,070 624,8 Iren ........................................(IRE) 0,970 +1,57 -11,66 0,938 1,340 1141,2 RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,180 +3,06 1,096 1,806 611,8 Datalogic * ............................(DAL) -1,20 7,700 10,000 475,0 Isagro * ..................................(ISG) 1,830 +0,38 +6,49 1,618 2,400 44,8 Recordati *............................(REC) 11,970 +0,84 +15,88 10,330 13,330 2508,4 2367,9 Isagro Azioni Sviluppo * ...............() 1,372 — 1,256 1,860 18,9 Reply * ..................................(REY) 58,000 +0,96 -2,29 +8,93 1,489 2,110 13,2 Retelit.....................................(LIT) 0,493 -0,91 -11,02 0,485 0,775 80,7 5,050 8,514 1883,5 Risanamento...........................(RN) 0,153 +1,53 -27,92 0,151 0,238 273,0 1,360 +0,74 +2,33 1,278 -0,25 Arena ....................................(ARE) — — — — — — Ascopiave *...........................(ASC) 1,770 -1,67 -0,62 1,708 2,326 418,6 De'Longhi .............................(DLG) 16,100 +3,47 +35,18 11,860 17,000 Astaldi * ................................(AST) 6,580 -0,30 -14,16 6,450 8,380 652,6 Dea Capital *.........................(DEA) 1,395 -0,22 +9,75 16,310 21,310 14989,1 Delclima................................(DLC) 1,202 Atlantia ..................................(ATL) 18,130 Autogrill ................................(AGL) 6,045 +0,42 5,740 -0,36 — +12,05 -1,64 -5,35 — 1,529 425,2 IT WAY * ................................(ITW) 1,622 1,590 180,6 Italcementi................................(IT) 5,385 +0,56 1687,0 Italmobiliare...........................(ITM) 26,980 -0,77 +7,49 24,550 34,980 604,2 Rosss....................................(ROS) 1,659 16,0 37,7 Italmobiliare rnc...................(ITMR) 16,800 -2,33 +14,44 14,460 22,900 277,4 S Sabaf S.p.a. *..................(SAB) 11,540 +2,30 -10,05 11,270 15,500 132,9 104,2 -2,08 1537,5 Diasorin *...............................(DIA) 30,200 -0,26 -13,74 28,680 35,690 909,4 Digital Bros *..........................(DIB) 2,690 -1,32 +21,72 2,180 3,802 Dmail Group * ......................(DMA) 2,680 -2,83 -32,32 2,572 4,690 4,1 IVS Group ...............................(IVS) DMT *.....................................(EIT) 39,590 +1,70 +16,13 33,450 44,000 1101,8 IVS Group 16 warr ...............(WIVS) 97,2 1,112 -2,88 -41,26 1,070 1,756 -1,07 -18,78 1,647 — -3,04 14,950 17,330 66,0 -4,21 17,130 25,848 2624,4 8,640 61,9 E Edison r........................(EDNR) 0,878 -0,11 -10,09 0,875 1,053 Banca Generali .....................(BGN) 20,240 +1,45 -11,07 19,200 25,110 2325,2 EEMS..................................(EEMS) 0,250 -9,42 -18,62 0,160 Banca Ifis *...............................(IF) 14,650 +0,14 +14,81 11,570 16,350 789,5 B B&C Speakers *.............(BEC) 5,650 -1,31 -12,94 5,650 0,534 12,0 J Juventus FC..................(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) El.En. * ..................................(ELN) 22,700 +0,89 +42,50 15,710 25,150 108,5 Kinexia..................................(KNX) 8,650 +0,58 +19,31 7,230 9,360 336,2 Saes *.....................................(SG) 7,110 +0,28 +1,57 6,880 8,850 — — — — — Saes rnc *.............................(SGR) 5,900 5,900 7,805 43,6 0,223 +1,27 -0,58 0,215 0,254 223,6 Safilo Group...........................(SFL) 15,760 +1,29 -11,36 14,100 19,030 978,7 1,910 36,8 Saipem.................................(SPM) 17,500 +0,06 +13,34 15,430 20,850 7749,0 2,528 37,8 Saipem risp........................(SPMR) — — — — — 3,070 +0,52 -36,31 2,834 4,980 1510,3 -1,45 -13,84 10,250 13,140 17,1 5,950 -1,16 -4,46 5,065 8,762 2872,1 Elica * ...................................(ELC) 1,595 +0,13 -5,57 1,593 2,040 101,0 L La Doria * .........................(LD) 5,700 +4,78 +45,26 3,896 6,790 175,4 Salini Impregilo .....................(SAL) Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) 3,282 +1,11 -4,38 3,096 4,465 1488,5 Emak * ...................................(EM) 0,774 +3,75 -5,95 0,717 1,054 124,2 Landi Renzo *..........................(LR) 1,135 +0,44 -10,06 1,098 1,574 127,3 Salini Impregilo rnc .............(SALR) 10,890 8,972 15,780 4026,5 Enel.....................................(ENEL) 3,888 -1,12 +24,06 3,134 4,460 36438,1 Lazio .....................................(SSL) 0,584 +7,95 +19,87 0,487 0,640 39,4 -2,66 +6,03 Saras ....................................(SRS) -0,25 -12,33 — Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) Banco Popolare .......................(BP) 10,990 545,2 1,180 7,675 Azimut..................................(AZM) 18,400 +3,25 -1,02 49,440 66,150 1,207 Autostrada To-Mi .....................(AT) 10,340 +0,39 -10,09 10,120 12,950 Autostrade Mer. ................(AUTME) 15,320 -1,23 8,200 -8,53 105,0 0,794 — -1,06 -4,62 0,786 1,300 756,4 Banco Popolare w10.........(WBP10) — — — — — — Basicnet................................(BAN) 2,250 — -2,93 2,100 2,546 136,5 Bastogi......................................(B) 2,104 -2,86+155,65 0,823 3,870 37,9 Screen Service......................(SSB) 0,034 -0,29 -43,80 0,031 0,178 4,8 -0,51 +17,66 109,100 147,400 — Seat PG...................................(PG) 0,001 — -22,22 0,001 0,002 22,5 BB Biotech *............................(BB) 135,900 Sat ........................................(SAT) 11,400 -4,68 +5,46 10,800 14,220 112,4 Save....................................(SAVE) 12,800 +0,39 +3,64 11,870 13,750 705,8 Bca Carige ............................(CRG) 0,113 — -38,72 0,109 0,274 1151,3 Seat PG r ..............................(PGR) — Bca Carige r........................(CRGR) 1,066 -3,62 +8,22 0,901 1,994 2,8 Servizi Italia * .........................(SRI) 4,350 Bca Finnat * ..........................(BFE) 0,440 +0,66 +9,97 0,317 0,599 158,0 Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) 0,370 Bca Intermobiliare .................(BIM) 3,464 3,098 3,690 541,6 Sesa......................................(SES) 12,900 -0,23 +11,31 — — — — -1,58 +6,62 — 3,982 5,650 120,7 -3,90 +51,02 0,235 0,528 — -0,69 +8,49 11,380 14,150 187,6 Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) 0,682 -1,02 +33,73 0,510 1,040 148,1 SIAS .......................................(SIS) 8,235 +0,43 +13,59 7,215 9,770 Bca Pop.Milano......................(PMI) 0,549 -1,61 +37,83 0,384 0,727 2425,8 Sintesi .....................................(SII) 0,093 +0,76 -13,52 0,087 0,131 3,9 Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) — — — — Snai ......................................(SNA) 1,640 -0,61 +20,68 1,359 2,272 193,4 4,516 14341,5 — — 1859,8 Bca Profilo ............................(PRO) 0,311 +2,85 +54,37 0,199 0,476 210,6 Snam Gas .............................(SRG) 4,250 -0,89 +5,09 3,974 Bco Desio-Brianza ................(BDB) 2,630 — +19,55 2,194 3,398 305,6 Sogefi *...................................(SO) 3,248 +15,26 -24,08 2,700 4,980 375,5 Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) 2,500 +1,30 +22,67 2,038 3,154 32,6 Sol ........................................(SOL) 6,285 -1,57 +9,59 5,630 7,180 571,9 Bco Santander ....................(SANT) 7,375 +1,37 +14,34 6,245 Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 10,910 -0,09 +10,54 7,870 — Sorin.....................................(SRN) 1,949 -0,05 -8,93 1,900 2,306 932,2 9,530 11,780 71,6 Space....................................(SPA) — — — — — — — — — — — -1,55 -10,99 0,310 0,462 27,3 — — Bee Team *............................(BET) 0,419 +0,46 +60,38 0,259 0,642 56,3 Space warr.........................(WSPA) — Beghelli ...................................(BE) 0,408 +2,98 0,387 0,654 80,0 Stefanel * ............................(STEF) 0,325 Stefanel risp * ...................(STEFR) — -4,23 Beni Stabili ...........................(BNS) 0,592 -0,17 +19,19 0,490 0,693 1136,5 Best Union Co......................(BEST) 1,981 -0,40 +33,04 1,489 2,236 18,1 Bialetti Industrie *...................(BIA) 0,529 -2,94+135,73 0,224 0,930 39,5 Biancamano *.......................(BCM) 0,520 +0,19 +4,42 0,495 0,845 17,7 Biesse * ................................(BSS) 7,650 -1,03 +41,27 5,130 9,595 210,4 Bioera.....................................(BIE) 0,330 +13,79 -12,81 0,290 0,450 11,0 Boero Bart.............................(BOE) 22,000 +2,71 +10,00 20,000 23,750 95,5 Enel Green Pw....................(EGPW) 1,971 -0,61 +6,83 1,831 2,176 9847,6 Luxottica ...............................(LUX) 40,550 -0,42 +3,92 37,410 43,200 19482,8 Bolzoni *................................(BLZ) 4,130 80,0 Enervit ..................................(ENV) 3,552 -1,66 +10,38 3,140 5,940 63,2 Lventure Group ....................(LVEN) 0,614 -2,31 +50,07 0,403 1,472 11,0 — -13,74 28,000 38,980 171,7 Engineering * ........................(ENG) 37,750 +1,15 -14,01 37,320 54,050 472,3 M Maire Tecnimont ...............(MT) 1,885 +5,31 +13,55 1,485 2,870 563,9 0,118 0,118 0,169 55,6 -1,40 11,620 14,380 796,2 3,158 +2,93 +7,05 Bon.Ferraresi...........................(BF) 30,500 Borgosesia..............................(BO) 0,775 Borgosesia rnc......................(BOR) 0,950 +2,26 -1,84 -13,85 2,870 0,763 0,934 28,7 0,900 1,170 0,8 Brembo * ..............................(BRE) 26,780 +3,00 +32,05 18,880 29,660 -0,94 Eni .........................................(ENI) 18,440 +0,44 +6,47 16,250 20,410 66803,0 Management e C. .................(MEC) Erg........................................(ERG) 10,150 -0,68 +6,78 9,319 12,020 MARR * ..............................(MARR) 11,940 +0,08 -0,18 -35,06 1771,8 Ergy Capital...........................(ECA) 0,113 0,147 75,4 Ergy Capital 16w ............(WECA16) — Brunello Cucinelli *..................(BC) 18,070 +3,85 -31,16 15,820 26,250 1214,4 Buzzi Unicem ........................(BZU) 11,450 +1,06 -12,66 10,600 15,150 1874,2 Brioschi..................................(BRI) Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) 0,096 +0,31 +22,69 7,010 +0,57 0,076 -1,82 6,690 8,050 282,2 C Cad It * ..........................(CAD) 4,030 — -13,52 3,850 5,300 35,9 Cairo Comm. *........................(CAI) 5,295 -0,75 -10,25 5,295 7,720 420,1 1528,3 -0,25 -25,55 0,111 0,188 18,8 Mediacontech ......................(MCH) 1,080 -1,82 -34,94 1,010 2,300 20,8 — — — — Mediaset ................................(MS) 3,030 +3,91 -12,53 2,800 4,332 3528,0 Esprinet * ..............................(PRT) 6,880 +1,62 +30,67 5,265 8,765 359,2 Mediobanca............................(MB) 6,390 +1,27 +1,27 5,915 8,410 5480,7 Eukedos ................................(EUK) 1,070 +2,39 +69,17 0,619 1,150 18,7 Mediolanum .........................(MED) 5,515 +3,28 -12,53 5,210 7,145 4010,8 Eurotech * .............................(ETH) 1,761 +3,41 1,703 2,642 61,6 Meridie ...................................(ME) 0,132 +0,08 +66,84 0,077 0,188 6,7 -6,09 27,040 33,090 6960,9 Mid Industry Cap ...................(MIC) — — — — 36,8 Mittel.....................................(MIT) 1,519 +1,27 -10,01 1,490 1,821 132,0 253,7 — -4,50 Exor ......................................(EXO) 28,360 -0,14 Exprivia *...............................(XPR) 0,709 -0,98 -15,29 0,706 0,995 F Falck Renewables * .........(FKR) 1,081 -1,99 -19,09 1,079 — — Caleffi....................................(CLF) 1,407 -0,14 -1,54 1,392 1,670 17,6 1,490 317,7 Moleskine * ..........................(MSK) 1,196 +0,50 -23,87 1,140 1,738 Caltagirone ..........................(CALT) 2,274 -2,40 +11,91 1,995 3,000 274,1 Ferragamo...........................(SFER) 19,920 +0,10 -27,88 19,420 27,680 3356,5 MolMed ...............................(MLM) 0,504 0,490 0,849 116,8 Caltagirone Ed.......................(CED) 0,982 -1,60 -6,48 0,982 1,348 123,0 Fiat............................................(F) 9043,8 Moncler .............................(MONC) 12,050 +0,42 -25,25 11,150 16,350 3005,0 Campari ................................(CPR) 5,770 +1,23 -4,86 5,615 6,420 3339,0 Cape Live ................................(CL) 2,208 — +23,21 1,760 2,797 22,2 Carraro ...............................(CARR) 2,156 +0,75 -30,90 2,100 3,332 Cattolica As.........................(CASS) 16,220 +1,82 -16,65 14,770 19,680 Cell Therap...........................(CTIC) 1,915 -0,47 +30,27 1,337 -1,75 -32,08 7,175 -2,91 +3,68 5,945 9,070 Fidia * ...................................(FDA) 2,980 -0,67 +23,14 2,360 3,570 15,1 Mondadori..............................(MN) 0,877 +3,36 -36,91 0,834 1,539 228,1 Fiera Milano * .........................(FM) 6,260 +2,62 -13,66 5,430 8,560 262,4 Mondo Tv * ...........................(MTV) 1,646 +0,06+225,62 0,502 2,254 43,6 99,1 Fincantieri ...................................() 0,673 +2,12 — 0,638 0,780 1124,7 Monrif..................................(MON) 0,280 +1,52 -36,51 0,276 0,616 43,2 875,0 FinecoBank .................................() 3,900 +0,88 — 3,808 4,170 2362,2 Monte Paschi Si. ................(BMPS) 1,054 +0,96 1,030 2,562 5367,5 -3,89 3,110 — Finmeccanica........................(FNC) 6,915 -0,07 +27,00 5,445 7,355 3997,1 Moviemax............................(MMG) 0,042 -9,03 -32,86 0,032 0,100 3,4 Cembre * .............................(CMB) 10,500 +1,06 +16,86 8,600 12,240 176,5 FNM .....................................(FNM) 0,573 +1,06 +17,17 0,482 0,688 249,7 Mutuionline *........................(MOL) 4,960 +2,27 +20,62 4,010 5,315 194,0 Cementir *............................(CEM) 5,075 +0,20 +19,41 4,162 7,440 805,1 Fullsix....................................(FUL) 1,710 -0,52 -34,83 1,710 3,198 18,8 N Nice *............................(NICE) 2,942 +2,80 +6,83 2,726 3,566 341,3 Cent. Latte Torino * ................(CLT) 2,950 +1,72 +70,32 1,726 5,935 29,7 1,184 -3,43 -32,55 0,950 2,175 54,8 Noemalife .............................(NOE) 5,000 3,464 6,060 38,3 Ceram. Ricchetti.....................(RIC) 0,282 +0,54 +51,67 0,184 0,381 23,3 G Gabetti Pro.S..................(GAB) Gas Plus................................(GSP) 4,150 -0,48 -11,40 4,150 5,025 185,4 Noemalife 15 warr .........(WNOE15) — — — — Cerved..................................(CDC) 4,510 +0,22 — 4,450 5,000 878,8 Gefran * ..................................(GE) 3,574 -2,08 +27,64 2,762 4,336 51,5 Novare ....................................(NR) — — — — — — CHL.......................................(CHL) 0,043 +1,91 -2,95 0,037 0,061 10,4 Generali ....................................(G) 15,190 -0,20 -10,22 15,020 17,430 23650,5 O Olidata ............................(OLI) 0,369 -0,19 -6,35 0,362 0,532 12,5 CIA .........................................(CIA) 0,252 — -1,18 0,230 0,310 22,4 Geox .....................................(GEO) 2,614 +4,56 0,288 +2,86 -4,44 0,270 0,415 52,1 Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) 1,066 P Panariagroup * ...............(PAN) 1,286 +1,66 Ciccolella ................................(CC) Cir..........................................(CIR) 1,031 +3,15 -9,72 0,940 1,220 807,3 — +39,04 — — -3,68 2,452 3,486 661,2 -1,83 1,221 1,600 57,2 -0,37 -21,21 1,050 1,952 441,1 Parmalat ................................(PLT) 2,508 +0,24 +1,29 2,460 2,554 4575,8 Gtech ....................................(GTK) 17,770 +1,25 -20,17 15,430 23,980 30959,4 Parmalat 15w ................(WPLT15) 1,500 +0,33 +2,04 1,416 1,502 — STMicroelectr. ......................(STM) 6,165 T Tamburi ...........................(TIP) 2,360 Tamburi 13w ...................(WTIP15) 0,544 TAS .......................................(TAS) 0,471 Telecom IT ..............................(TIT) 0,822 Telecom IT Media .................(TME) 1,214 Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,640 Telecom IT rnc......................(TITR) 0,665 Tenaris ..................................(TEN) 16,210 Terna ....................................(TRN) 3,778 TerniEnergia *........................(TER) 1,645 Tesmec * ...............................(TES) 0,621 Tiscali.....................................(TIS) 0,048 Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,000 Tod's.....................................(TOD) 80,950 Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 5,145 TXT e-solution *.....................(TXT) 8,130 U UBI Banca .......................(UBI) 5,455 Unicredit ...............................(UCG) 5,635 Unicredit risp ......................(UCGR) 7,805 Unipol ....................................(UNI) 3,736 Unipol prv ............................(UNIP) 3,488 UnipolSai.................................(US) 2,192 UnipolSai risp......................(USRA) 206,900 UnipolSai risp B ..................(USRB) 2,130 V Valsoia ...........................(VLS) 13,700 Vianini Industria......................(VIN) 1,220 Vianini Lavori.........................(VLA) 4,910 Vittoria Ass. *.........................(VAS) 9,580 W World Duty Free .............(WDF) 8,180 Y Yoox *...........................(YOOX) 18,220 Z Zignago Vetro * .................(ZV) 5,005 Zucchi...................................(ZUC) 0,059 Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,001 Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,205 B.O.T. Valuta al 21-08-14 12.09.14 14.10.14 14.11.14 12.12.14 14.01.15 13.02.15 22 54 85 113 146 176 100,000 99,995 99,992 99,983 99,969 99,936 Rend. 0,05 Scadenza Giorni Pr.Netto 13.03.15 14.04.15 14.05.15 12.06.15 14.07.15 14.08.15 204 236 266 295 327 358 99,919 99,888 99,852 99,823 99,796 99,745 — — 7,360 — 2,810 337,3 0,815 — 0,650 19,9 1,003 11064,4 2,057 122,2 0,921 3,5 0,789 4009,5 17,650 — 4,114 7601,1 2,364 62,0 0,920 67,7 0,080 89,0 0,001 — 120,100 2453,5 8,480 363,8 11,910 95,8 7,520 4925,7 6,870 33034,0 9,500 19,3 5,740 1664,7 5,070 937,5 2,697 4992,5 280,233 263,9 2,641 798,8 15,790 144,5 1,524 37,2 6,470 216,0 10,750 640,8 10,830 2077,5 34,750 1087,4 6,315 440,2 0,145 22,8 0,008 — 0,308 0,7 * Titolo appartenente al segmento Star. Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano Scadenza Giorni Pr.Netto — +1,40 +7,69 5,470 +0,43 +4,80 2,174 -9,34 +34,20 0,322 — -3,96 0,470 +1,42 +15,95 0,709 +4,66 -29,10 1,160 +6,67+237,02 0,171 +2,55 +17,82 0,564 -0,12 +3,05 14,800 -1,20 +4,48 3,560 -0,36 -24,89 1,636 -0,16 -21,41 0,599 -1,45 +12,03 0,042 +33,33 — 0,000 +1,00 -32,20 79,200 -0,77 -17,68 5,115 +1,37 -10,61 7,560 -0,64 +12,71 4,840 +0,63 +4,64 5,360 -2,44 -0,64 7,790 -1,68 -14,11 3,710 +1,63 -4,91 3,330 -0,36 -4,49 2,061 +0,63 +13,75 173,097 +0,47 +7,12 1,907 -0,87 +28,04 10,060 — +1,67 1,192 -0,16 -4,94 4,550 +0,84 +9,86 8,580 +0,68 -12,04 7,675 -1,67 -45,90 17,300 +0,79 -0,50 4,920 -2,48 -18,40 0,053 — -72,73 0,001 +0,99 +10,81 0,185 Rend. 0,07 0,10 0,12 0,16 0,18 0,23 Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi Monete auree Oro T. 360 T. 365 Periodo T.360 T.365 19 ago 19 ago 0,036 0,087 0,144 0,191 0,292 0,037 0,088 0,146 0,194 0,296 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi 0,381 0,469 0,386 0,476 Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese Denaro Lettera 218,35 242,39 221,79 243,87 221,79 243,87 956,99 1.017,40 180,53 199,87 178,35 196,42 175,54 196,02 Tassi Mattino Sera Oro Milano (Euro/gr.) — Oro Londra (usd/oncia) 1.300,25 1.296,50 Argento Milano (Euro/kg.) — Platino Milano (Euro/gr.) — Palladio Milano (Euro/gr.) — Italia Euro17 Canada Danimarca Finlandia Francia Sconto Interv 0,15 0,15 0,999 0 0,15 0,15 0,15 0,15 1 0 0,5 0,15 Germania Giappone G.B. USA Svezia Sconto Interv 0,15 0,15 0,1 0,5 0,25 0,25 0,3 --0,25 0,25 Borse Estere A New York valori espressi in dollari, a Londra in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00 indici MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19-08 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 403,31 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,60 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 3163,92 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 311,96 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3091,11 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 335,49 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2978,79 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2727,56 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 25122,95 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 47213,72 Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6779,31 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10386,50 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 551,58 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3316,43 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5618,44 Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 15464,93 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2289,01 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8525,38 var.% +0,85 -0,93 +0,55 +0,64 +0,57 +0,57 +0,49 +0,55 +0,67 +0,35 +0,56 +0,32 +0,28 +0,11 +0,68 +0,82 +0,31 +0,85 selezione FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 19-08 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60,39 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128,00 Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99,30 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,10 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89,02 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 10,97 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 24,80 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 24,36 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 11,20 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 13,13 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . 106,00 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,66 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92,79 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 170,15 var.% +0,53 +0,35 +1,86 +0,81 +1,12 +1,62 +0,47 +2,12 -0,44 +2,10 +0,38 +1,64 +0,77 +1,83 PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19-08 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95,63 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,60 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18,27 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,81 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,50 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,58 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,13 Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,72 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,18 Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5,90 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125,40 Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82,14 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 10,59 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59,70 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,44 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 79,75 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 36,67 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 73,81 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,25 var.% +0,54 -0,52 +0,47 +0,30 +2,35 +0,49 +0,07 +0,56 -0,23 +0,68 +0,04 +1,22 +1,78 +1,20 +2,03 +0,18 +1,13 +1,19 +0,92 NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 19-08 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 335,26 American Express . . . . . . . . . . . . . 88,10 Apple Comp Inc . . . . . . . . . . . . . . 100,42 At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,46 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 15,46 Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125,51 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,80 Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . 107,27 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 24,65 Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 49,83 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 41,37 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 64,37 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 53,05 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66,05 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 99,64 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,32 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 26,08 General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 34,33 Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 174,02 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 35,51 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,87 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189,70 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,39 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,33 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . 102,64 JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57,52 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 171,89 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 54,01 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,58 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,60 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,04 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 119,65 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 32,61 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 78,69 Occidental Pet . . . . . . . . . . . . . . . 101,83 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28,96 Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 85,29 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 82,82 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 41,34 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,14 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152,57 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13,38 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,78 var.% +0,22 +1,08 +1,27 -0,55 +0,03 +0,42 -0,16 +0,27 +0,08 +0,65 +0,05 -0,39 +0,32 +0,27 +0,12 -0,63 +0,04 -0,20 -0,30 +0,47 +0,06 +0,18 +0,84 -0,25 -0,06 +0,51 +0,22 -0,83 +0,35 +0,31 +0,47 +0,18 +0,18 +1,22 +0,42 +0,35 +0,46 +0,51 +0,19 +1,54 -0,82 +1,06 LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19-08 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 392,00 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1578,50 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 4237,65 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 860,50 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 221,58 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 476,89 British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 376,00 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1474,21 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1392,38 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 435,00 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1130,24 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1431,00 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1033,00 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 437,40 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 357,00 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2340,00 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2637,00 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 201,93 var.% +3,00 -1,28 +0,88 +0,64 +0,73 +1,60 +1,05 -0,07 +0,21 +0,88 +0,27 +1,10 -1,99 -0,09 +2,34 +1,70 +1,07 +1,10 ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19-08 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69,95 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,30 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16,12 var.% +0,36 +1,32 +0,62 30 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Cultura Scompare la «leonessa dell’Iran» Aveva adottato la forma poetica dell’antico ghazal per i suoi versi sui diritti umani, ad esempio contro la lapidazione. La poetessa iraniana Simin Behbahani (foto), soprannominata «leonessa dell’Iran», è morta ieri a Teheran a 87 anni. Candidata al Premio Nobel per la letteratura, attivista civile, ha cantato speranze e delusioni degli iraniani dopo la rivoluzione. Conversazioni Lo studioso pubblica una raccolta di saggi per chiudere i conti con la critica, ma apre uno sguardo inedito sulla letteratura Addio postmoderno, la narrativa è realista U na circolazione a circuito interno. Così Romano Luperini definisce il destino della saggistica letteraria. Ed è curioso, e forse allarmante, perché Luperini è da oltre quarant’anni un instancabile scrittore di saggi sempre al confine tra impegno etico-politico e impegno letterario, sin dai suoi primi lavori sul Verga, sempre in un’ottica ampia che comprende la condizione intellettuale, lo stato della letteratura, la critica del presente. Con l’ultimo libro, Tramonto e resistenza della critica (pubblicato da Quodlibet), a 74 anni vuole chiudere i conti, «per le ragioni dell’età — dice — e per il logoramento che questa comporta». E aggiunge: «Per chi si scrive e per cosa si scrive sembra diventata questione superflua». Il paradosso è che questo libro (di saggi) è anche un’apertura al futuro della letteratura nei suoi rapporti con la società. Questa apertura sembra favorita, secondo Luperini, dal declino del postmoderno, obiettivo polemico molto tenace nelle sue indagini, e dal ritorno di uno sguardo più realistico capace di leggere nella concretezza il contesto sociale e storico: è quello che provvisoriamente è stato definito l’«ipermoderno». Ne parliamo da Siena, dove Luperini ha insegnato per anni. «In un’epoca di contraddizioni materiali come la nostra, con le sue urgenze politiche ed economiche, è entrata in crisi l’idea postmoderna che esista solo il linguaggio: il tempo della leggerezza, del nichilismo ilare non ha più senso. Tornano dunque le tematiche non del neo-realismo, che aveva altre radici, ma di un nuovo realismo e di un nuovo modernismo erede del primo Novecento europeo». L’esempio italiano più significativo, secondo Luperini, e anche il più recente è Francesco Pecoraro, con il suo romanzo La vita in tempo di pace: «Racconta una giornata in cui si riflette un’intera vita: sullo sfondo c’è in tutta evidenza l’Ulisse di Joyce, ma anche Céline e Gadda… È un romanzo di grande impegno, un romanzo esagerato, con forzature e prolissità, ma offre un prisma di storia privata e pubblica, dal dopoguerra a oggi, con una sensibilità addirittura idiosincratica e viscerale reattività». Un altro nome è quello di Walter Siti: «Con Troppi paradisi si è spinto al limite estremo del postmodernismo, quasi a un punto di rottura, con un tono cinico-ironico, di nichilismo allegro, facendo agire il linguaggio televisivo e quello alto. Poi con Resistere non serve a niente ha recuperato una sorta di personaggio balzacchiano a tutto tondo, ponendosi in una prospettiva decisamente ipermoderna». Per definire un’epoca bisogna individuarne la dominante. Negli anni Ottanta vigeva il verbo combinatorio e metaletterario anche in Italia: «Il nostro — dice Luperini — è un Paese più realista del re: prende sul serio tutte le mode e le esalta, e ciò avviene soprattutto nella narrativa. Il nome della rosa ha dato la stura a tutto il postmodernismo, ha aperto in modo indiscriminato al noir e al giallo: ora per fortuna il riferimento alla letteratura di genere è in crisi. Ma il postmodernismo italiano ha avuto altri rappresentanti importanti: l’ultimo Calvino, Tabucchi, Tondelli, fino ai cannibali e ai Wu Ming. E ancora oggi continua: si pensi a Una storia romantica di Antonio Scurati, che riprende il romanzo stori- L’autore Protagonisti Nanni Balestrini è nato a Milano nel 1935. È stato uno degli esponenti del Gruppo 63 ] Romano Luperini (nella foto) è nato a Lucca nel 1940. Ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Siena. Dirige riviste («Allegoria», «Moderna»), il blog laletteraturaenoi e collane di letteratura e di critica ] Studioso di Giovanni Verga, ma anche di poesia del Novecento (Eugenio Montale e Franco Fortini), è autore di numerosi saggi. Ha scritto i romanzi «I salici sono piante acquatiche» (Manni), «L’età estrema» (Sellerio), «L’uso della vita. 1968» (Transeuropa) ] Tra i suoi studi più recenti: «Pirandello» (Laterza), «Insegnare la letteratura oggi» (Manni), «Montale e l’allegoria moderna» (Liguori). La nuova raccolta di saggi, «Tramonto e resistenza della critica», è edita da Quodlibet (pagine 250, e 22) ILLUSTRAZIONE DI AMALIA CARATOZZOLO di PAOLO DI STEFANO Prima «Gomorra», poi Siti, ora l’esempio significativo di Pecoraro Romano Luperini: «Gli scrittori sono tornati a guardare alla società» co, il romanzo “popolare”, mescolando Foscolo e Nievo, Manzoni e Montale, Valéry e Dumas». Sull’ipermodernismo come passaggio a un’epoca nuova della narrativa italiana, si sofferma Raffaele Donnarumma in un libro uscito di recente per il Mulino. È il risultato di un dibattito non solo teorico aperto dalla rivista «Allegoria» dello stesso Luperini. In questo solco vengono segnalati autori di generazioni diverse: «È un’area molto variegata, che ha affinità con il documentarismo cinematografico, e che sembra abbastanza unitaria non tanto sul piano formale quanto sul piano tematico-referenziale: penso, per esempio, a Campo di sangue di Eraldo Affinati e a L’abusivo di Antonio Franchini, ma anche ai nuovi sviluppi di certi cannibali come Aldo Nove e Nicolò Ammaniti, che hanno vissuto un passaggio dal trash e dal noir, dall’immaginario pubblicitario (legato al consumo televisivo e all’ipermercato), verso un interesse per l’Italia stori- ca e riconoscibile o per la realtà contemporanea, come quella del precariato (vedi Mi chiamo Roberta di Nove). Erano loro gli eredi del postmodernismo di Tondelli, ma adesso sono diventati altra cosa». Si sta parlando di libri e di prospettive molto diverse anche sul piano dello stile: «Certo, ma il metodo è sempre quello di far parlare la realtà e l’esperienza: sia essa quella di un viaggio ad Auschwitz, dell’omicidio di un giornalista amico, della condizione di un giovane in un paese di camorra, del lavoro giovanile o della criminalità organizzata. Sono tendenze documentarie che già negli anni Novanta si rifacevano al reportage giornalistico». A proposito di distanze generazionali: spunta sempre, nei saggi di Luperini sulla narrativa, il nome dell’ex neoavanguardista Nanni Balestrini, accanto a quello del giovane Roberto Saviano. Un ottantenne a fianco di un trentacinquenne. «Gomorra, pur con i suoi limiti, compresa la scrittura ap- Evoluzioni Alcuni «cannibali» come Aldo Nove e Niccolò Ammaniti sono passati dal trash e noir all’interesse per l’Italia attuale Metodi Più che impegno oggi si parla di partecipazione civile, qualcosa di più periferico, consapevolmente marginale Ruoli Roberto Saviano da intellettuale delle periferie è diventato mediatico, rischiando di perdere l’efficacia originaria «Zagreus», l’opera di Vittorio Macchioro Casti e vegetariani, tutti i misteri degli Orfici di ARMANDO TORNO R itorna Zagreus, un libro sugli Orfici che mancava dal 1930, anno dell’ultima stampa, uscita da Vallecchi. Un’opera vicina ai modernisti, che fece discutere. L’autore, Vittorio Macchioro, corrispondeva con Mircea Eliade, Alfred Loisy o Aby Warburg; la prima edizione, pubblicata da Laterza nel 1920, fu recensita da Giovanni Gentile con favore: «Volume molto istruttivo e suggestivo, scritto con ricchezza di preparazione, con acume d’induzioni e di ricostruzione». Lo stesso Eliade, parlandone su «Adevarul literar» nel 1926, noterà che l’interpretazione dell’orfismo di Macchioro «non è accettata dalla maggior parte degli studiosi, ma è l’unica teoria che possa spiegare i misteri nel loro complesso». Tra i suoi amici va ricordato Renato Serra, tra i discepoli il giovane Ernesto De Martino, del quale diventerà suocero. La vita di Macchioro fu un’avventura non soltanto nell’ambito dell’archeologia. Nato a Trieste nel 1880 in una famiglia di ebrei sefarditi, all’università si converte al cattolicesimo, è accusato di essere filoaustriaco ma parte per il fronte volontario e rischia di morire. Nei primi anni 20 si avvicina al protestantesimo, nel 1929 tiene conferenze a Berlino, Heidelberg, Francoforte, Praga, Vienna, Graz; nello stesso anno è chiamato a New York, poi a Chicago per un corso di perfezionamento su religione e mistica greca. Nel 1932 è presente in atenei della Virginia e del Nebraska, nel 1933 è visiting professor in India. La nuova edizione di Zagreus, curata da Christian Pugliese, esce da Mimesis (pagine 756, e 29) con appendici inedite, tra cui un testo con iconografia sulla Villa dei Misteri di Pompei, alcune lettere di Eliade, Warburg e altri, le recensioni. Il libro conserva un valore anche se dopo il 1930 non poche sono state le novità sugli Orfici, movimento religioso esoterico che cominciò a manifestarsi in Grecia nel VI secolo a.C. e sopravvisse per oltre un millennio, tanto che si avverte in autori quali Empedocle, Platone, i molti della scuola di Pitagora, forse in Pindaro, nonché in taluni Padri della Chiesa e in tarde esegesi neoplatoniche di Alessandria. Macchioro, tra l’altro, studia l’influenza degli Orfici in Eraclito e nel «Cristo paolino». Si coglie il loro carattere aristocratico nella pratica di un ascetismo assoluto: ricusavano ogni uccisione o il mangiare carne e uova, provavano orrore per il sangue versato (anche sugli altari), rifiutavano i piaceri del sesso. Tra le clamorose scoperte recenti che li riguarda vi è quella del Papiro di Derveni, avvenuta nel 1962, che portò alla luce una cosmogonia ben più antica di quanto non lasciasse immaginare la tradizione indiretta; i loro frammenti e testimonianze hanno avuto una nuova importante edizione grazie allo spagnolo Alberto Bernabé (in Poetae epici Graeci, parte II, fascicolo I, Bibliotheca Teubneriana 2004). E ancora: sono state rinvenute le Tavolette in Osso di Olbia (sul Mar Nero) nel 1978, senza contare le continue acquisizioni di laminette. Questi iniziati, che credevano in una discesa agli inferi di Orfeo, rivelano ai più, senza fretta, i loro misteri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roberto Saviano è nato a Napoli nel 1979. «Gomorra» è uscito da Mondadori nel 2006 Walter Siti è nato a Modena nel 1947. Con «Resistere non serve a niente» ha vinto il Premio Strega prossimativa e spesso enfatica, è stato un momento di svolta: un libro nuovissimo, che metteva al centro un mondo referenziale che fino ad allora — dopo un periodo in cui la realtà andava scritta tra mille virgolette — era guardato con sospetto: Gomorra segnalava che, diversamente da quel che alcuni teorizzavano, il mondo materiale esiste, con le sue emozioni e i suoi traumi. La denuncia è l’altra faccia di questo realismo rinascente dalle ceneri del postmoderno. Con Saviano il “bene” e il “male” tornavano a essere percepiti come tali e la marginalità si andava organizzando nella forma della denuncia. Sandokan di Balestrini ha non solo lo stesso argomento, ma anche la stessa vocazione epica, declinata in forma diversa, attraverso il fluire di un parlato privo di punteggiatura, con la ripetizione di alcune parolechiave che cambiano di lassa in lassa». Saviano ha fatto tornare in auge anche un’idea che sembrava superata, quella dell’impegno intellettuale nella società. Il nome di riferimento è quello di Pasolini: «Anche questa è un’eredità del moderno. Si tratta però di un nuovo tipo di intellettuale: non è Pasolini, Fortini o Sciascia. Più che di impegno, parlerei di partecipazione civile, un modo più periferico, consapevolmente marginale. Mentre Pasolini sapeva di poter influenzare la società e sapeva di essere centrale, una sorta di legislatore, i nuovi lavoratori della conoscenza sono degli outsider, dei dilettanti sprovvisti di autorità, che hanno delle reazioni istintive rispetto alla realtà: trovano la loro ragion d’essere nel fatto di rappresentare persone e istanze periferiche che di solito sono dimenticate. Il guaio è quando diventano invece centrali, cioè mediatici, come è successo a Saviano, che da intellettuale delle periferie escluso dai grandi giochi e ricercatore precario che andava in scooter sui luoghi del crimine è diventato un personaggio televisivo. Rischiano allora di perdere tutta la loro efficacia originaria». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 IN PAGINA La svastica sui sette colli di FREDIANO SESSI Il 9 settembre del 1944, tre mesi dopo la liberazione di Roma, un giornalista impegnato a diffondere idee di libertà e democrazia, Armando Troisio, volle raccogliere in un libro la tragedia di quanti Eva Cantarella sulle società antiche QUANTO MASCHILISMO TRA I GRECI E I ROMANI di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI L’ Le corrispondenze tra epoche diverse signe giurista che da anni ci illustra l’antico mondo greco e romano, in questo suo più recente libro dedica attenzione proprio a queste innegabili e spesso sorprendenti somiglianze tra noi e loro, tanto da far pensare a un identico dna che nel corso di una ventina di secoli non si è affatto diluito. Si susseguono nelle pagine piccoli capitoli, microstorie riguardanti un gran numero di argomenti — politica, salute, viaggi, feste, bellezza, cucina, sesso, superstizioni, moda, giochi, sport, nascita, morte e vari altri — che, come tessere di un mosaico, finiscono per formare un quadro abbastanza completo di quella passata ma a noi così familiare quotidianità. Gran parte dei brani sono probabilmente già noti ai let- avevano patito ed erano stati assassinati sotto la scure nazista. «Nove mesi indimenticabili», scrive nella breve premessa, il cui ricordo non deve andare perduto. Troisio conosce i suoi limiti e, dando alle stampe Roma sotto il terrore nazista (oggi ristampato da Castelvecchi, pp. 280, e 18,50), intende «soprattutto fissare i cardini» di una storia ben più complessa, avvertendo il lettore che gli episodi e i fatti raccolti nel volume sono tutti «rigorosamente controllati». Dall’eccidio delle Fosse Ardeatine alle celle di via Tasso, dalla persecuzione degli ebrei ai crimini della banda Koch, dall’uccisione del sindacalista Bruno Buozzi, di cui vengono raccontate le ultime ore, all’orrore e alle sofferenze patite dai romani: la sua inchiesta è implacabile e si offre come strumento di rinascita civile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Spiritualità Pace e guerra, amore e dedizione: quel colpo di genio nel testo del Pontefice edito in Spagna Elzeviro ultima non elegantissima barzelletta che gira in rete riguarda la presupposta assatanata smania di sesso delle signore piuttosto in là con gli anni e il tema fa ancora ridacchiare benché sia davvero sfruttatissimo: da oltre duemila anni, almeno, per la precisione, visto che divertiva grandemente già i Romani. Lo racconta Eva Cantarella nel suo libro Perfino Catone scriveva ricette. I Greci, i Romani e noi (Feltrinelli, pagine 224, e 16) e al lettore non resta che rimarcare l’impressionante continuità barzellettistica tra noi e quei nostri antenati così lontani e così vicini. Continuità che non riguarda soltanto un certo tipo di battute oggi come ieri ripetute all’infinito, ma anche molti altri aspetti della vita sia pubblica sia privata, dei comportamenti, delle credenze, degli usi e dei costumi. L’autrice, in- Terza Pagina 31 italia: 52495258535051 I fiori dell’alpino per il Papa Francesco commenta Loyola e cita «Il capitan de la compagnia» di CLAUDIO MAGRIS tori in quanto via via pubblicati sul «Corriere», ma così riuniti acquistano il senso e la forza di un racconto unitario. Ed ecco le continuità che maggiormente saltano agli occhi, che fanno sorridere o anche scuotere la testa, increduli e costernati: la profonda, diffusissima superstizione, per esempio, tra le prime, oppure, anche, la molto attenta cura del corpo, sia tra le signore sia tra i signori, proprio come oggi; e tra le seconde, invece, prima di tutto quel furioso, feroce machismo, disceso dai Greci, perpetuato dai Romani, del quale si può dire che abbia segnato per secoli — filo rosso, oggi, per fortuna non più così vigoroso — la tradizione del nostro Paese. Di capitolo in capitolo ci si reimmerge nella storia, si rincontrano personaggi famosi conosciuti negli anni del liceo e spesso (o qualche volta) dimenticati, si ricordando episodi, discorsi, frasi celebri, si ricostruiscono situazioni e passaggi epocali condotti dalla mano sapiente dell’autrice che, con prosa piacevolmente segnata dall’ironia, ci porta fuori dalla fissità accademica dei testi scolastici e dentro la vita molto animata, molto movimentata e straordinariamente simile alla nostra, di quella distante notte dei tempi. Nell’insieme una lettura leggera, divertente, eppure istruttiva ma non senza, anche forti, contrasti. S’incontrano, qua e là, pagine che scivolano via assai meno lievemente. Sono quelle che riportano di castighi, torture, condanne a morte in uso tra Greci e Romani, quasi sempre di indicibile crudeltà, specialmente quando riguardavano schiavi o donne, per esempio le Vestali che, se infrangevano la regola che le voleva caste, venivano seppellite vive. Forse, quell’estrema ferocia, sia pubblica sia privata, è un tratto dei nostri progenitori che — speriamo — non è giunto fino a noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dettaglio di una gouache di Charlotte Salomon (19171943) tratta dalla serie «Life? or Theater?» (1940-41). La pittrice tedesca, che morì nel campo di concentramento di Auschwitz, è stata tra i protagonisti della mostra dello scorso anno al Museo Guggenheim di Bilbao dal titolo «L’arte durante la guerra. Francia, 1938–1947: da Picasso a Dubuffet» Lezioni Le riflessioni sulla fede affidate (anche) a una canzone popolare che dice molto dell’amore e della vita, con una semplicità ignara e non bisognosa di letteratura N ella collana «Principio y Fundamento» delle «Ediciones Mensajero» di Bilbao, Papa Francesco, riprendendo un testo edito a Buenos Aires, pubblica Reflexiones espirituales sobre la vida apostólica, che credo — ho potuto vedere solo le bozze del testo spagnolo — usciranno presto anche in italiano. Si tratta, soprattutto, di meditazioni che prendono lo spunto dal commento agli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Con una profonda sapienza teologica perfettamente fusa in una semplicità epica da parabola evangelica — quella semplicità delle cose d’ogni giorno che contengono tutto il mistero del vivere, soffrire, essere felici, illudersi, smarrirsi e continuare a camminare — il Papa va al fondo degli elementi costitutivi della fede, ma prima ancora della vita, quali la colpa, la misericordia, il desiderio, la magnanimità e la meschinità, la conoscenza e la torbida accusa di sé stessi, il dubbio e l’incertezza, l’amore, la forza d’animo e la grazia. Meditazioni ]Il libro di Papa Francesco (nella foto) «Reflexiones espirituales sobre la vida apostólica» (pagine 296, e 12) è pubblicato dalle Ediciones Mensajero di Bilbao, in Spagna ]Le meditazioni del Papa s’ispirano all’insegnamento di Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti Si sente un Pontefice che ama la pace senza retorica e si oppone alla guerra senza ingenuità — all’attuale guerra che incendia il mondo e che forse è la Quarta guerra mondiale piuttosto che la Terza, come egli ha detto, la quale è già stata combattuta, anche se per nostra egoistica fortuna non sulle nostre teste. Si dice 45 milioni di morti fra il 1945 e il 1991. Questo libro, letto il quale ci si sente un po’ più capaci di guardare senza tremore e senza esaltarsi nell’assurdo caos dell’esistenza, è preceduto, come talvolta accade, da una pagina che contiene tre citazioni, tre frasi di altri scrittori, cui l’autore sembra affidare le sue parole; tre ideali punti di riferimento o costellazioni cui guardare per tenere la giusta rotta nella propria navigazione. La prima è il passo di un padre gesuita, Alonso de Barzana, che dice il desiderio di dividersi in due, in tre, in mille per poter stare con tutte le persone amate nei più diversi Paesi della terra. La seconda è la quarti- na di una poesia occitanica di Nino Costa — probabile omaggio alla propria origine e ai propri genitori e nonni, cui è dedicato il libro — che parla della malinconia di un paesaggio, della silenziosa fatica del lavoro e di una tomba in un cimitero straniero, con l’ardimento del canto popolare che accosta le cose vicine e lontane. Ma è la terza citazione — quella centrale, collocata significativamente nel mezzo della pagina — il colpo di genio. Due righe, due versi: «L’ultimo pezzo alle montagne/che lo fioriscano di rose e fior». Due versi della canzone alpina «Il capitan de la compagnia, che l’è ferito e sta per morir» e chiama i suoi alpini perché, dopo morto, taglino il suo corpo in cinque pezzi dandone uno alla patria (al re, diceva la versione originale), uno alla compagnia, uno alla mamma che si ricordi del suo figliol, uno alla sua bella che si ricordi del primo amor e l’ultimo alle montagne che lo fioriscano di rose e fior. Il testo fondamentale di un grande santo e grande figura storica e il suo commento scritto da un Papa vengono affidati alla superiore verità umana di una canzone che dice, con una semplicità ignara e non bisognosa di letteratura, l’amore, l’amicizia, la buona verità del corpo, il piglio sanguigno e sensuale del vivere alieno da ogni mortificazione e non sgomento dinanzi al destino che fa diventar terra e anche rose e fiori, a loro volta destinati a appassire ma non per questo meno lieti e odorosi nel vento. Pane e vino, nella comunione come all’osteria con gli amici. Forse questo Pontefice — che, fedele al monito evangelico di essere semplici come colombe e astuti come serpenti, sta cambiando la Chiesa con un’aria tranquilla da normalità quotidiana che disarma sul nascere ogni reazione — sta pure reinsegnando agli uomini a pregare. Dire «Il capitan de la compagnia», alla fine della giornata, può non essere meno che dire Il Padre Nostro o l’Ave Maria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cinema In un libro la sceneggiatura del film di Soldati. Con intelligente ambiguità, la pellicola (1941) tratteggiava valori opposti al regime Il «Piccolo mondo antico» che beffò la censura del fascismo di PAOLO BELTRAMIN P erché leggere una sceneggiatura? Federico Fellini, che i suoi film li scriveva insieme a un certo Ennio Flaiano, raccontava a tutti che lui delle sceneggiature faceva volentieri a meno e che si presentava sul set con in tasca un fogliettino grande come un biglietto d’autobus, sul quale la notte prima aveva segnato qualche appunto. Le solite bugie felliniane: da quando con Flaiano ci litigò, complice un volo aereo in classe turistica da Los Angeles a Roma, i film non gli riuscirono più come prima. Secondo Pier Paolo Pasolini, invece, la sceneggiatura non è altro che una «struttura che vuole essere altra struttura»: definizione un po’ troppo struttura- lista e smentita dalle stesse sceneggiature pasoliniane, ancora oggi meravigliose da leggere e pubblicate una decina d’anni fa in due Meridiani. La prova di quanto possa essere sorprendente studiare i dialoghi per il cinema è anche in un volume appena edito da New Press, Piccolo mondo antico. Dalla sceneggiatura allo schermo, a cura di Alberto Buscaglia e Tiziana Piras. Tratto da un grande romanzo che oggi non si legge più, scritto nel 1895 da Antonio Fogazzaro, il film diretto da Mario Soldati nel 1941 all’uscita ebbe un successo enorme; ma pochi anni più tardi, con la rivoluzione neorealista, venne bollato come reo di «calligrafismo» (bella forma e poca sostanza, almeno allo sguardo pieno di certezze della Soldati, Bonfantini e Lattuada lavorano al film a Volesio sul lago di Como (foto di Federico Patellani, Milano, Fondazione Cineteca Italiana) critica marxista) e dimenticato. Eppure, quel copione steso dal regista insieme a Mario Bonfantini, Emilio Cecchi e Alberto Lattuada nell’estate del 1940, a poche settimane dall’entrata dell’Italia in guerra, non prefigura affatto solo un esercizio di stile. Agli oc- chi della censura di regime il film avrebbe dovuto «ravvivare negli italiani la fiamma della passione patriottica»; ma pagina dopo pagina, l’epopea risorgimentale al centro del romanzo assume un valore opposto a quello della retorica fascista. Se la «riduzione» di un romanzo di quasi 400 pagine in un film di due ore impone di «asciugare, sfrondare e condensare», come ricorda Luciano De Giusti nell’introduzione, Soldati e i suoi collaboratori lasciano da parte le tematiche religiose; fanno ampio uso del dialetto, osteggiato dal regime; trasformano il protagonista, Franco Maironi, in un eroe ribelle, pronto a dare la vita per liberare l’Italia dalla dominazione austriaca e quindi, indirettamente, germanica. All’origine del volume un dattiloscritto originale, appartenuto forse a un aiuto regista o alla segretaria di edizione. È strutturato «all’italiana», cioè diviso su due colonne: quella di sinistra dedicata alle inquadrature, quella di destra ai dialoghi; a margine, numerosi schizzi a matita di situa- zioni e personaggi. I curatori della pubblicazione segnalano in nota ogni variazione tra la sceneggiatura originale e i dialoghi del film (disponibile in dvd). Scene intere furono tagliate per dare più ritmo al racconto, furono messi a punto «ritocchi» per evitare guai con la censura: come i riferimenti alla «sudditanza» con l’Austria o l’appello del saggio zio a «cospirare» per l’indipendenza della nazione, verbo poco gradito all’ortodossia totalitaria. Impossibile, oggi, ricostruire con certezza le impressioni degli spettatori di allora. Soldati, anni dopo, raccontò: «Il successo del film dipendeva da un incredibile sdoppiamento ottico. Una gran parte di pubblico vedeva il film da fascista e applaudiva perché era ignorante, confondeva una guerra per la libertà con una guerra contro la libertà, non distingueva gli austriaci dagli inglesi. Allo stesso tempo una piccola parte di pubblico vedeva il film da antifascista e applaudiva perché conosceva la storia e capiva la vicenda nel suo vero significato». E questo «sdoppiamento ottico», in fondo, è anche una sintesi dell’Italia fascista. La rete di allusioni Il protagonista è un eroe R Il libro: «Piccolo mondo antico. pronto a battersi contro Dalla sceneggiatura allo scherl’Austria e quindi, per vie mo», a cura di Alberto Buscaglia indirette, contro i tedeschi e Tiziana Piras, edizioni New Press, pagine 302, e 24 © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 52495258535051 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 33 italia: 52495258535051 Idee&opinioni Corriere della Sera SMS Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile FERMARE LE PERSECUZIONI La conferenza stampa sull’aereo, di rientro dalla Corea, ha aggiunto una manciata di elementi all’immagine di libertà di Papa Bergoglio, già consolidata. Ha detto che se gli fosse possibile andrebbe in Cina «domani». Ha riferito che Papa Benedetto gli ha mandato ultimamente «uno scritto interessante: mi chiedeva un’opinione». Ha confessato la cura con cui si occupa delle sue nevrosi: «Dare loro il mate ogni giorno». Ha raccontato come sia riuscito a ottenere di poter prendere l’ascensore da solo: «Tu vai al tuo posto che io scendo da solo». Ha descritto in dettaglio la preparazione dell’enciclica sull’ecologia, che teme venga troppo lunga: «È grossa così». Ma il segno della libertà l’ha dato soprattutto con due confidenze: una sulla sua «disponibilità» a fare visita — ora ora — ai cristiani perseguitati del Nord dell’Iraq e l’altra sulla sua prontezza a seguire l’esempio di Papa Benedetto nella rinuncia al Papato. Di questi propositi si era avuto sentore, ma l’altro ieri abbiamo saputo di più. All’intenzione di Francesco di agire a fini di pace «anche con la sua eventuale presenza, magari improvvisata, sui luoghi dei conflitti» aveva accennato in aprile il cardinale Pietro Parolin, che parla poco e perciò va ascoltato molto. Due settimane addietro era poi trapelata l’idea folle di una puntata in Iraq, che era parsa inattendibile a tutti e che invece — vediamo ora — era vera, verissima. Della probabilità che in futuro vi siano «altri» Papi emeriti aveva parlato nell’intervista del 5 marzo scorso al direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e l’altro ieri abbiamo saputo che egli ritiene normativo per sé l’esempio di Benedetto: «Farei lo stesso»; e che non proietta in un tempo lontano l’avvento di un nuovo Papa. «Io so che questo [ruolo di Papa] durerà poco tempo, due o tre anni, e poi… alla casa del Padre», ha detto alludendo alla morte. «Due o tre anni»: ora ne ha 77, guarda dunque agli 80 come a una linea dell’orizzonte e forse non proietta molto più avanti la sua eventuale decisione — se la salute tenesse — di lasciare «perché il corpo si stanca», come si è espresso l’altro ieri. La sovrana libertà di cui Papa Francesco appare dotato si presenta come la sua migliore alleata di fronte alle opposizioni che si vanno infittendo: non puoi intimorire chi è pronto a lasciare. Luigi Accattoli www.luigiaccatoli.it © RIPRODUZIONE RISERVATA DIECI ANNI FA GOOGLE SBARCAVA IN BORSA RIVOLUZIONATA LA NOZIONE DI RICERCA Il 19 agosto 2004 Google sbarcava in Borsa. Dieci anni dopo, diversi siti americani fanno un bilancio dei tanti modi in cui in tutto questo tempo l’azienda ha cambiato e innovato la nostra interazione con la tecnologia. Molti sottolineano l’importanza di prodotti e servizi come Google Chrome, che cinque anni dopo conta 750 milioni di utenti, Google Maps che ha reso obsoleta la consuetudine di chiedere indicazioni per strada, i Google Glass o il prototipo dell’auto che si guida da sola. Ma in dieci anni, nota il Wall Street Journal, è cambiato anche qualcosa di più profondo: ovvero la stessa nozione di «ricerca». Poco prima dell’offerta pubblica iniziale di Google, il cofondatore Larry Page descrisse così l’obiettivo di un motore di ricerca: «Portare l’utente fuori da Google, nel posto giusto, nel modo più veloce possibile». Adesso invece il motore di ricerca è diventato la destinazione, osserva il quotidiano newyorkese. Google mira a fornire quante più informazioni possibile e a trattenere gli utenti nel proprio universo. Una volta, quando si cercava un hotel su Google, il risultato era una de- cina di link ad agenzie di viaggi e a operatori esterni. Adesso invece ottieni tra i primi risultati immediate recensioni, foto e prezzi con link per prenotare direttamente. Se cerchi un ristorante, Google ti mostra orari, indicazioni stradali e il numero di telefono che puoi comporre con gli smartphone (la cui diffusione è senza dubbio una delle ragioni del cambiamento). Con la pubblicità Google ha guadagnato l’anno scorso 50 miliardi, ma se promuove sempre più i propri contenuti e servizi non rischierà di alienare gli inserzionisti? Finora non è successo: gli incassi pubblicitari sono cresciuti del 18% nei primi sei mesi di quest’anno, in confronto a un anno fa. Molto comunque dipende dall’utilità dei risultati, conclude il Wall Street Journal. Se Google comincerà a privilegiare i propri contenuti anziché fornire i risultati migliori per la richiesta dell’utente, allora potrebbe cominciare a perdere i suoi fan. Ma se invece gli utenti continuano a trovare quello che cercano, allora resteranno, e con essi resterà la pubblicità. Viviana Mazza @viviana _mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA ORA SI PROGETTANO MURI TECNOLOGICI I RISCHI DELLA CIVILTÀ DEL CONTROLLO A 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, in quella che potremmo definire l’era dei sensori, delle città intelligenti e dell’Internet delle cose, colpisce andare a rileggere il discorso fatto da Erich Honecker, ultimo presidente del Consiglio nazionale della Ddr e capo di Berlino Est, a pochi mesi da quel novembre del 1989: «La direzione delle forze di frontiera elabora il progetto Muro hi tech 2000 che […] prevede di attrezzare il Muro con sistemi elettronici sofisticati come un’intera gamma di sensori acustici, ottici, a infrarossi, magnetici e chimici per evitare il più possibile l’uso delle armi». Pochi giorni fa Google ha acquistato l’ennesima start up Jetpac, una guida digitale per le città che comprende però una tecnologia proprietaria per il riconoscimento delle fotografie e degli oggetti. Recentemente sempre Google aveva acquisito un’altra start up israeliana che promette il riconoscimento acustico delle persone, passando per gli onnipresenti smartphone. Facebook — di fatto il più grande database mondiale che fa impallidire i dati archiviati dai servizi segreti mondiali prima dell’arrivo di Internet — nel 2012 aveva acquistato a sua volta un’altra società israeliana per il riconoscimento facciale, Face.com. Si tratta solo di esempi di cronaca che però fanno capire come le tecnologie commerciali in circolazione permetterebbero già di costruire dei muri tecnologici in grado di rilevare anche il nostro solo avvicinarci alla barriera. Per chi dovesse credere che si tratti di semplici esercizi mentali giova ricordare che, senza scomodare le rivelazioni di Edward Snowden sulle intercettazioni digitali di massa, proprio gli Stati Uniti stanno costruendo un muro hi tech al confine con il Messico. Non si tratta sconsideratamente di voler frenare l’evoluzione tecnologica (che di per sé è positiva) o di farsi prendere dall’inquietudine. Ma di riflettere su quali potrebbero essere le conseguenze di un’applicazione della stessa tecnologia che ci sta cambiando la vita laddove le finalità dovessero essere diverse da quelle per cui sono nate: il benessere. Massimo Sideri @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA Dobbiamo spingere l’Islam moderato a intervenire per i cristiani d’Oriente di BERNARD-HENRY LÉVY N el gennaio del 2011 avevo pubblicato un articolo intitolato «Come salvare i cristiani d’Oriente?». Poco tempo prima, papa Benedetto XVI aveva dichiarato che i cristiani erano divenuti, su scala planetaria, «il gruppo religioso esposto al più gran numero di persecuzioni a causa della loro fede». E osservando, dall’Egitto alla Nigeria — dove la setta Boko Haram cominciava a farsi conoscere —, dalle Filippine al Sudan e alla cattedrale di Bagdad funestata da una spaventosa carneficina, la serie di crimini anticattolici verificatisi nella sola notte di Natale, gli avevo evidentemente dato ragione. In quell’articolo spiegavo come un miscuglio di laicismo mal compreso, di odio di sé europeo e di antimperialismo alla Pavlov ci stesse rendendo ciechi di fronte al capovolgimento storico che trasformava una religione a lungo conquistatrice e dominante in una religione dominata, martirizzata, i cui fedeli venivano bollati di un’infamia mortale. E predicevo che, se non si fosse fatto nulla, se la comunità internazionale non avesse preso atto della situazione, se non avesse protestato — all’unanimità e soprattutto unendosi in una sola forza — contro l’ondata anticristiana, andavamo verso un disastro umano, un crimine contro lo spirito e la civiltà, da lungo tempo senza precedenti in quella parte del mondo. Ed ecco che, tre anni e otto mesi più tardi, l’antica città assiro-caldea di Qaraqosh è stata svuotata dei suoi cristiani, che non hanno avuto altra scelta se non la conversione, l’esilio o la morte. A Mosul, l’antica Ninive, le case cristiane sono state contrassegnate da una «N», come nazareni: un invito ad andarsene per gli uni e un permesso di saccheggiare e depredare per gli altri. Nei borghi e nelle borgate circostanti, a Hamadanyia, Bartella, Tall Kayf, in tutta la parte settentrionale dell’Iraq adiacente al Paese curdo, come nelle regioni della Siria dove altri squadroni di folli di Dio e di banditi edificano il secondo lembo del loro Stato islamico, si parla — ma non è stato possibile verificare tutte le informazioni — di esecuzioni sommarie e di massa, di donne incinte sventrate, di giovani uomini crocifissi, insomma di intere comunità di fedeli cui si fa rivivere, duemila anni dopo, lo stesso martirio di Cristo. Se a questo si aggiunge il caso degli yazidi di Sinjar, una minoranza i cui riti si ispirano a religioni dell’antica Persia e al sufismo, ma CONC LA SOVRANA LIBERTÀ DI PAPA FRANCESCO MIGLIORE DIFESA DAGLI OPPOSITORI anche al cattolicesimo, e che per gli islamofascisti è un altro covo di Satana, è tutta la regione del Levante — la culla del Cristianesimo, che tanto ha fatto per la ricchezza spirituale dell’umanità e dove ancora si parla, nelle chiese, la lingua stessa di Gesù — che sta diventando non solo judenfrei, ma christlichfrei, «ripulita» dei suoi cristiani, dopo esserlo stata dei suoi ebrei. Allora, davanti a questa serie di crimini, di fronte a quella che possiamo chiamare la soluzione finale di una questione cristiana che da secoli ossessiona, checché se ne dica, la regione, cosa si può fare? La Francia alza la voce, e va bene. Ban Kimoon parla di crimine contro l’umanità, e va benissimo. Gli Stati Uniti di Barack Obama emergono infine dal loro sonno isolazionista per portare rinforzi ai peshmerga curdi, l’unica forza regionale, per il momento, che osa resistere e far fronte al nemico, e non possiamo che rallegrarcene. Ma nulla di tutto questo sarà sufficiente, lo sappiamo per certo, a far tornare a casa i cristiani perseguitati. E la verità è che l’essenziale dell’impegno, dell’azione di forza, dovrà venire dallo stesso mondo arabo-musulmano. Prendiamo ad esempio l’Arabia Saudita, che è alleata dell’Occidente, e dove da anni e anni si incoraggia e si finanzia una jihad cui gli uomini di AlBaghdadi non hanno fatto altro alla fin fine che dare la sua forma più radicale: non è tempo di spingerla ad assumersi le proprie responsabilità? E il Qatar che, con una mano, compra club sportivi, luoghi di memoria o quanto di meglio esiste dell’apparato industriale di tale o talaltro Paese europeo e, con l’altra, pratica a domicilio un anticristianesimo ordinario che può solo incoraggiare gli assassini: non abbiamo i mezzi diplomatici, politici, economici per aiutarlo a chiarire le sue vere intenzioni? Non è urgente riflettere con tutte le capitali arabe — dove non sono molte, sia detto en passant, le autorità morali o religiose ad aver espresso il loro orrore per l’operazione di purificazione etnico-spirituale in corso a Mosul e a Qaraqosh — sul miglior modo di fermare, prima che sia troppo tardi, orde di assassini di cui si dovrebbe dire chiaramente che la bandiera nera non ha nulla a che vedere con la loro? Infatti la sfida è proprio qui. O i sostenitori dell’Islam tollerante e moderato sconfessano e combattono i khmer verdi del Levante; oppure non ne hanno il coraggio e la mistica della Umma prevarrà sull’amore per la vita e la propria sopravvivenza e andranno dritti alla guerra di civiltà che quei barbari hanno dichiarato, e di cui le loro donne, i loro figli ed essi stessi saranno, dopo i cristiani, il prossimo bersaglio. ( traduzione di Daniela Maggioni) © RIPRODUZIONE RISERVATA DE GASPERI E LA FESTA DELL’UNITÀ L’anima democristiana (vincente) del Pd di PAOLO FRANCHI C erto, a ravvivare il focherello aveva provveduto Maria Elena Boschi, citando Amintore Fanfani in Senato. Ma, nella sostanza, eravamo fermi al siparietto tra l’emiliano Stefano Bonaccini e il toscano Lorenzo Guerini (postcomunista il primo, postdemocristiano il secondo), di cui aveva detto Matteo Renzi all’indomani del trionfo nelle elezioni europee. «Se andiamo oltre il 34 per cento, è una cosa senza precedenti», era esploso, di fronte ai primi exit poll, un entusiasta Bonaccini, utilizzando come pietra di paragone il più grande (ed effimero) successo elettorale del Pci, all’indomani della morte di Enrico Berlinguer. «Beh, a dire il vero noi con Alcide siamo andati al 48», gli aveva replicato tra il serio e il faceto Guerini, associando evidentemente alla parola «trionfo» il 18 aprile di sessantasei anni fa. Una contraddizione, sì, ma, avrebbe detto il vecchio Mao, «in seno al popolo», non antagonistica: come se don Camillo e Peppone finalmente potessero convivere d’amore e d’accordo, ciascuno con le sue memorie, sotto il medesimo tetto. Adesso, a riaprire la questione ha provveduto Beppe Fioroni, che renziano davvero non è, ma nella Dc è nato e cresciuto, e se ne vanta. Lo ha fatto lanciando un’idea destinata a cadere nel vuoto, ma che paradossalmente suona un po’ meno surreale di quanto sarebbe apparsa solo un paio di anni fa: perché non dedicare ad Alci- de De Gasperi, a sessant’anni dalla morte, la festa dell’Unità? Si può fare anche questo, in tempi in cui chissà perché si festeggia un grande giornale proprio quando ha, speriamo provvisoriamente, chiuso i battenti. E in fondo, nemmeno troppo in fondo, Fioroni non ha tutti i torti: a cinquant’anni dalla morte di Palmiro Togliatti, e a trenta da quella di Berlinguer, tra l’eredità democristiana e quella comunista il Pd renziano ha molto più a che fare con la prima. Se comprendiamo bene il senso della sua provocazione, il Pd dovrebbe prenderne, e darne, pubblicamente atto. Perché l’omaggio a De Gasperi, quasi fosse un padre a lungo cercato e finalmente scoperto, questo dovrebbe significare: il riconoscimento aperto di voler essere una Dc del terzo millennio. Cioè, De Gasperi docet, una forza di centro che guarda a sinistra, popolare, certo, ma, si sarebbe detto un tempo, interclassista, e comunque interprete in primo luogo dei ceti intermedi, lontana e avversa al conflitto sociale. Magari anche qualcosa di più, il famoso «partito della Nazione», quale in fondo a modo suo fu, nel bene e nel male, la Dc. Anche se in cuor loro preferiscono Fanfani a De Gasperi, e al rapporto tra passato e presente sono piuttosto disinteressati, è assai probabile che Renzi e i suoi non la pensino diversamente. Ma non hanno alcun particolare interesse a sollevare una questione («Chi fur li maggior tui?») buona, ormai, solo ad animare qualche polemi- cuzza agostana. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui si discettava del Partito democratico come di un’ennesima reincarnazione sotto mentite spoglie, dopo il Pds e i Ds, del comunismo italiano e del suo sistema di potere, con i (post) democristiani nella parte degli indipendenti di sinistra del Terzo Millennio. E pure quelli dell’ «amalgama mal riuscito» tra le due esperienze di cui parlava Massimo D’Alema. Prima ancora di essere rottamata, la classe dirigente postcomunista ha provveduto a pensionarsi da sé, e il malinconico diciotto per cento ottenuto da Gianni Cuperlo nelle primarie da Renzi è stato il suo passo d’addio. Con lei, sono uscite dalla scena politica non «la sinistra», ma la storia e la tradizione del Pci: a rivisitarle, e magari a riconoscere loro anche qualche merito, provvederanno forse gli storici, certo non epigoni colpevolmente pervicaci nel rifiuto pregiudiziale di rielaborarle criticamente, per cercare invece, senza successo, di buscar el levante por el poniente per guadagnare il potere. La storia e la tradizione democristiana, o se si preferisce cattolico democratica, alla lunga, si sono dimostrate per molti motivi più vitali e più forti. Ma appartengono anch’esse irrimediabilmente al passato. Possono essere in qualche modo rieditate. Senza fanfare, però. Perché il futuro forse può intestarglielo il Papa, non Fioroni, e nemmeno, anche se lo volesse, un segretario di partito – presidente del Consiglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Mercoledì 20 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 Spettacoli A settembre Leonard Cohen, un nuovo album a 80 anni È annunciato per il 23 settembre Popular Problems, il nuovo album di Leonard Cohen con 9 canzoni inedite: un giorno dopo l’80esimo compleanno del cantante canadese, che dopo 15 anni di silenzio aveva ripreso a comporre nel 2008. Ma, fa sapere il suo staff, non ci sarà un tour per promuoverlo. Tendenza La Rai torna a raccontare gli anni del boom economico. L’attore Giorgio Marchesi: «Allora fu come il viaggio di Ulisse» Gli altri titoli Olivetti Luca Zingaretti (52) durante «Adriano Olivetti La forza di un sogno» in cui interpreta l’industriale che modernizzò un’azienda tra le più note al mondo U n sogno lungo 755 chilometri fatto di 113 viadotti sospesi, 572 cavalcavia, 38 gallerie e 57 raccordi. Sembrava un’impresa visionaria, eppure in otto anni — tra il 1956 e il 1964 — quella visione divenne asfalto. Il Nord e il Sud, da Milano a Napoli, uniti da un unico nervo, da una striscia di bitume che a vederla dall’alto ha anche il suo fascino. L’Autostrada del Sole diventa una fiction («La strada dritta»). O meglio, quell’impresa che nel suo genere fu un’opera d’arte: il progetto e i plastici sono ancora oggi esposti al Moma di New York. È l’Italia del boom, l’Italia che ce la fa, l’Italia che non aveva bisogno di cambiare verso perché il verso era già quello giusto. Temi che sono il filo rosso di molte fiction Rai in questi ultimi tempi. Come «Adriano Olivetti» (Luca Zingaretti), sulla storia dell’imprenditore che aveva anticipato pure Steve Jobs. O «Mister Ignis» (Lorenzo Flaherty) su un altro capitano d’industria come Giovanni Borghi, che in quegli anni sarebbe riuscito a vendere i suoi frigoriferi anche agli eschimesi. Il maestro Manzi («Non è mai troppo tardi», protagonista Claudio Santamaria) insegnò agli italiani a parlare con le sue lezioni tv, da quegli stessi schermi che ora insegnano agli italiani a straparlare. Per vestirsi invece c’erano le tre sorelle stiliste («Atelier Fontana», con Mastronardi, Valle e De Cola) che esportarono il loro gusto anche a Hollywood. L’Italia che andava di corsa anche dopo gli anni 60 e che aveva il volto di Mennea (con Michele Riondino, al traguardo nel 2015). «Mi sono accorto durante le riprese che stavamo raccontando la storia di un uomo del fare, e non di un uomo del dire. Mi sono ritrovato davanti a una metafora del Paese, quello di oggi, che si perde in chiacchiere, a differenza di quello di ieri, che si rimboccava le maniche». L’uomo del fare — e in questo caso anche del dire, visto che è lui a parlare — è Ennio Fantastichini che interpreta Fedele Cova, capo della società Autostrade. «Mi appassiona la storia di que- Borghi Lorenzo Flaherty (46 anni) è Giovanni Borghi in «Mister Ignis L’operaio che fondò un impero», serie sul creatore dell’azienda di elettrodomestici Manzi Claudio Santamaria (40 anni) in «Non è mai troppo tardi» è il maestro Alberto Manzi, le cui lezioni in tv aiutarono a combattere l’analfabetismo in Italia Fontana Da sinistra: Federica De Cola (30 anni), Alessandra Mastronardi (28) e Anna Valle (35). Sono le sorelle Fontana nella fiction Rai diretta da Milani Quando nasceva l’Autosole La fiction celebra un’Italia vitale «La strada dritta» è il sogno realizzato lungo 755 chilometri Al lavoro Giorgio Marchesi, 40 anni, nei panni del progettista della famosa autostrada riverà su Rai1 in autunno in concomit a n z a co n i l 5 0 ° a n n i ve r s a r i o dell’Autosole. Nel cast anche Giorgio Marchesi, Carmine Recano, Anita Caprioli, Valeria Bilello, Raffaella Rea. La direttrice di Rai Fiction Tinny Andreatta spiega il messaggio che sottende all’operazione: «Gli anni tra i 50 e i 60 furono magici, densi di una grande energia che ci fece superare le macerie fisiche ed emotive della guerra. Quello dell’Autosole fu uno sguardo lontano, rivolto al futuro, pensando piuttosto ai nipoti che ai figli». Giorgio Marchesi interpreta il progettista dell’autostrada: «È il racconto di un’impresa quasi epica. Mi colpirono subito le parole del regista: “È come il viaggio di Ulisse per Itaca”. L’autostrada finita è la nostra Itaca». Non ha sentito quello che diceva Fantastichini, ma è sulla sua stessa lunghezza Tinny Andreatta «Il periodo tra gli anni 50 e 60 fu magico, c’era una grande energia per uscire dalla guerra e guardare al futuro» Nel serial «Rain» Keanu Reeves, primo ruolo in tv Anche Neo, il protagonista di Matrix, cede al richiamo del piccolo schermo. Keanu Reeves sarà la star (e anche produttore esecutivo) della serie tv «Rain», basata sui libri di Barry Eisler. È quanto riporta Deadline. L’attore 49enne interpreterà un killer alla ricerca di una propria identità. st’uomo tosto, duro — riprende l’attore —, un prototipo maschile di scardinatore, uno che sconquassa la stupidità dei burocrati dell’epoca», che — per intendersi — quando videro il progetto eccepirono sul fatto che non fossero previsti marciapiedi. «Rispetto a questi nostri anni oscuri, è opportuno uno sguardo rigeneratore nel cannocchiale del passato. Una volta eravamo fantastici, gli anni 60 erano un’epoca meravigliosa, eravamo ancora così innocenti, vivevamo un benessere solidale e condiviso, non egoistico come quello di oggi. Com’è che siamo diventati così?». Regia di Carmine Elia, soggetto e sceneggiatura di Sandro Petraglia e Fidel Signorile, coprodotta da Rai Fiction e Cattleya, «La strada dritta» (miniserie in due puntate tratta dell’omonimo romanzo di Francesco Pinto) ar- d’onda: «Mi piace raccontare uomini diversi da quelli di oggi, forse più semplici, ma con un’umanità molto chiara, un rispetto, uno stile, un modo di rapportarsi e una disponibilità all’ascolto degli altri che oggi vedo molto meno». Aggiunge: «Facciamo riaffiorare un’epoca opposta a questa, un periodo dell’eccellenza italiana, fatto di entusiasmo, freschezza, volontà. Per domare il terreno argilloso degli Appennini quegli uomini trovarono soluzioni architettoniche e ingegneristiche mai applicate. L’eccellenza di quel periodo è una cosa che oggi ci manca». Per dare una misura dell’impresa, al netto di non saperne nulla di ingegneria autostradale, i lavori della Variante di Valico, 43 chilometri tra La Quercia e Barberino del Mugello, sono iniziati nel 2004. Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA Cinema L’ultima trovata nelle sale di Pechino e Shanghai: durante la proiezione gli spettatori inviano giudizi e sensazioni con il telefonino. Il debutto con un cartoon Cina, il film diventa social: sullo schermo i commenti del pubblico «M a che scena ridicola». «No, io la trovo co m m ove n te » . «Sto piangendo». «Io non so davvero cosa pensare». Commenti bisbigliati tra amici nel buio di una sala, al cinema, mentre gli spettatori vicini invocano silenzio? «Shhhh!». Niente voci, niente fastidi (sonori) ma soltanto scritte mobili. Sullo schermo. Benvenuti nella nuova frontiera dello spettacolo secondo la moda cinese, per il momento in sperimentazione in alcuni centri del divertimento di Pechino, Shanghai e Hangzhou. Per la precisione, si tratta di «interazione» tra storia e fruitori attraverso lo strumento-appendice di ogni giovane e meno giovane nella Repubblica Popolare: lo smartphone. I pareri, di cui ab- biamo dato una sommaria indicazione, sono digitati sul proprio cellulare, utilizzando un semplice sistema di sms. E i messaggi, in tempo reale, compaiono sullo schermo muoven- dosi velocemente da sinistra a destra. È il portale cinese Sohu.com a spiegare che, proprio per questa loro caratteristica, i commenti in diretta sono stati battezzati danmu, un’espressione che noi potremmo tradurre con «parole proiettile». Il sistema, inventato, manco a dirsi, in Giappone, è stato ripreso da siti di infotainment cinesi (ACFun e Bilibala) — che Scritte Un esempio di quello che succede nei cinema cinesi (al momento 50) che ospitano la nuova tecnologia che permette agli spettatori di commentare quello che vedono con lo smartphone e di vedere apparire in contemporanea il loro sms sullo schermo hanno permesso ai propri utenti di commentare determinati video — e ora è stato adattato alle esigenze del grande schermo in 50 teatri popolari soprattutto tra i più giovani. Il primo film a «ospitare» le parole proiettile è un lavoro d’animazione del regista Shen Leping. Si intitola La leggenda di Qin e racconta una storia fantasy immaginata in un passato lontano, tema estremamente gradito nel Celeste Impero. Il sistema mette dunque sullo stesso livello le scene che si svolgono sullo schermo e gli spettatori, che hanno la facoltà di dire la loro in ogni momento della vicenda. Quanto basta per irritare fino alla follia l’autore dell’opera? Non si direbbe, a sentire lo stesso Shen Leping che, intervistato da Sohu.com, si è detto «entusiasta». E ha aggiunto: «Stiamo verificando quanto le reazioni del publico siano in grado di influenzare il film... A dire la verità, stiamo mettendo il regista e lo spettatore su un piano di parità. Io credo in realtà che molte delle opinioni prodotte in questo modo possano essere d’aiuto per chi confeziona film». Sarcasmo, commozione, ilarità e, talvolta, pensieri profondi si proiettano dunque in contem- Soddisfatto Il regista Shen Leping: «Così si mettono l’autore e chi guarda sullo stesso piano» poranea con le azioni dei protagonisti — nel caso della Leggenda di Qin, cartoni animati che raffigurano personaggi mitologici — senza, sembra di capire, disturbare troppo la visione del film. Forse perché parliamo di storie seguite soprattutto da giovani (età media 20 anni) abituati a frammentare la loro vita in commentini digitati sullo smartphone, non solo al cinema (questa è una novità) ma nel corso della loro intera giornata. Talvolta, i mini testi attraversano lo schermo principale. Altre sono proiettati di lato, per non risultare troppo «ingombranti». In ogni caso, sono un percorso parallelo che, se non distrae, certo toglie molto alla magia del cinema. Chissà cosa ne avrebbero detto i fratelli Lumière... Paolo Salom @PaoloSalom © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 20 Agosto 2014 Spettacoli 35 italia: 52495258535051 Il caso Fa discutere il progetto-pilota del primo ministro Cameron che interesserà YouTube e Vimeo Aveva 96 anni Video musicali vietati ai minori Linus: «Giusto». J-Ax: «Inutile» Addio a Pardo l’America perde la voce della tv Hanno detto A ottobre in Gran Bretagna i bollini in Rete, poi i filtri S e non è una «legge antitwerking», poco ci manca: difficile non pensare ai videoclip ultrahot di Miley Cyrus (che in «Wrecking Ball» dondola nuda su una palla da demolizione) o Robin Thicke (nel video originale della sua «Blurred Lines» nessuna modella indossa più di un microtanga) leggendo il progetto pilota del governo inglese di introdurre un bollino vm-18, vm 15, o vm 12 anche per i video musicali online. Lo ha annunciato il premier David Cameron lunedì: da ottobre i principali portali di video online, YouTube e Vimeo, applicheranno ai clip musicali prima un bollino, poi un codice che li renda riconoscibili ai filtri-famiglia, quelli che ad esempio rendono inaccessibili i contenuti hard dal pc di casa. A selezionare i filmati all’indice sarà la British Board of Film Classification, un ente simile alla nostra Commissione per la revisione cinematografica. Funzionerà? Misure simili già esistono: su Youtube — dove ogni minuto vengono caricate 100 ore di video, una mole impossibile da filtrare senza interventi esterni — un rating simile si applica già ai canali a pagamento, e i programmi di Mtv «sono soggetti, come tutti i palinsesti, alle fasce orarie. Videoclip compresi», spiega Luca Degennaro, vicepresidente Il dee-jay Non sono bacchettone ma le immagini di Miley Cyrus sono ributtanti Trasgressiva Miley Cyrus (21 anni) in una scena di «Wrecking Ball», videoclip diretto da Terry Richardson talent and music di Viacom, che coordina i programmi di Mtv. «Se in un clip c’è uso di droghe o comportamenti illegali come andare in moto senza casco, passa già dopo le 22.30. Però questa mi sembra una misura un po’ bigotta. Vedo molti video ogni giorno, e anche i miei figli adolescenti ne guardano. E il porno è ben altro». «Non solo, ma sono sicuro che i ragazzini che guardano Rihanna sanno già a memoria anche l’elenco delle pornostar più in voga. Sicuramente più di quanto sappiano la formazione del Milan», taglia corto il rapper J-Ax, che pure mantiene il tasso erotico dei suoi video abbastanza al di sotto della media Degennaro (Mtv) «Mi sembra una misura esagerata. Vedo clip ogni giorno, così come i miei figli. Il porno è altra cosa» Il teatro di Branciaroli Protagonisti Da sinistra, in senso orario, Gianrico Tedeschi (94 anni), Franco Branciaroli (67, anche regista dello spettacolo), Ugo Pagliai (76) e Massimo Popolizio (53) in una scena di «Dipartita finale» ipartita finale di Franco Branciaroli è una parodia intrisa di burlesco e di assurdo, un divertissement che ruota intorno a Finale di partita di Samuel Beckett — da cui anche il titolo —, ma anche a L’ultimo nastro di Krapp, ad Aspettando Godot e altro, e poi tracce di Nietzsche, Shakespeare, Cecco Angiolieri, a Sant’ Agostino, Calderón de la Barca, Testori, passando anche dai Rolling Stones. L’eccezionalità dello spettacolo (andato in scena al Franco Parenti di Milano) risiede nella compagnia, quattro bravissimi attori come Gianrico Tedeschi, magistrale badante sempre in piedi, Ugo Pagliai, vitalissimo bambino-vecchio toscanaccio, mirabilmente perso in deliri colorati, immobilizzato a letto, lo stesso dissacrante Branciaroli e la sua irrituale, divertente Morte/Totò de La patente e Massimo Popolizio tonitruante romanaccio, lo sdraiato, l’alieno che aspetta un messaggio dall’altro mondo e gli pioverà dal cielo con la voce di Branciaroli-Berlusconi, troppo facile. Torniamo agli attori dai 53 ai 94 anni, quattro stili recitativi che si amalgamano in un’alchemica forza espressiva. Irresistibili. In una periferia del mondo tra lamiere e rifiuti, il 94enne Tedeschi salta, corre, si lancia un uno straniato malinconico tip tap, e fa del suo personaggio un «altrove», come se lo vedesse recitare nel suo umano inutile affanno e ne provasse amara, ironica pietas. Branciaroli che ben conosce Beckett, ha deciso Il rapper È impossibile impedire ai ragazzi l’accesso ai contenuti di Internet Irene Soave Via San Giovanni Bosco, 77/B 36016 Thiene (VI) - CF/PI 03043550247 www.altovicentinoservizi.it www.albopretorioonline.it/avs/alboente.aspx Ente aggiudicatore gestore del servizio idrico integrato, ha avviato gara pubblica per l’affidamento in appalto della fornitura di tubazioni in ghisa sferoidale DN 800 mm, giunto elastico automatico rapido a bicchiere con rivestimento esterno in zinco + vernice epossidica e rivestimento interno con malta di cemento alluminoso, per una lunghezza complessiva di circa 2667,00 metri. Avviso di gara F1479RIN PAR, CUP J63J11000080005, CIG 58880593FF, Gara n. 5715560. Importo a base di appalto: Euro 840.105,00 di cui 9.761,22 per oneri di sicurezza esterni. Procedura: Aperta ai sensi dell’art. 220 del D. Lgs. 163/2006, criterio di aggiudicazione del prezzo più basso. Accesso alle informazioni: la documentazione posta a base di gara è disponibile in formato elettronico accedendo all’indirizzo internet https://webserver.altovicentinoservizi.net/bandi/. Codice di accesso: FDL5JSN9. Scadenza per la presentazione delle offerte: ore 12:00 del 19/09/2014. Luogo principale di consegna delle forniture: Comune di Thiene, Provincia di Vicenza, Via della Corte, Codice NUTS ITD32, Codice ISTAT 024105. Vocabolario comune per gli appalti (CPV): 441631300. Durata dell’appalto o termine di esecuzione: n. 330 (trecentotrenta) giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di stipula del contratto o di formale avvio delle prestazioni. L’Avviso di gara è pubblicato sul profilo committente www.albopretorioonline.it/avs/alboente.aspx e sul sito ministeriale dedicato www.serviziocontrattipubblici.it. Il Responsabile Ufficio Acquisti Mariuccia Zanini di entrarvi «umanizzando» i personaggi non più metafore dell’esistenza, quindi l’umanità dell’umano, ma dei vecchi in attesa della morte, hanno battute di Beckett, l’aria beckettiana ma sono solo vecchi. È poco? Certo che no e il pubblico molto apprezza. Predicatorio il monito dell’autore (una morale della favola dell’esistenza?), in un mondo senza Dio si è perso il rimedio per all
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