MERCOLEDÌ 4 GIUGNO 2014 ANNO 139 - N. 131 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 Verso i Mondiali Prandelli: Pepito Rossi un grande rischio Le fiabe Il principe azzurro? C’era una volta... Con il Corriere Il secondo romanzo del maghetto Harry Potter di Alessandro Bocci alle pagine 40 e 41 di Renato Franco a pagina 37 Da domani a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano LE RESPONSABILITÀ DEL CASO ALITALIA Tra chi cerca un impiego occupato solo un ragazzo su due. Padoan: ripresa molto debole ALI INDEBITATE MEMORIE CORTE Lavorano sempre meno giovani di SERGIO RIZZO Rinvio sul bonus alle famiglie numerose e monoreddito geriali sbagliate con la fattiva collaborazione sindacale. Senza pensare che in quel modo non si sarebbe potuto andare avanti all’infinito: prima o poi la resa dei conti sarebbe arrivata. Ma nelle vicende dell’Alitalia la lungimiranza non è mai stata il loro forte. Per non parlare dei «patrioti» chiamati da Berlusconi a far rinascere dalle ceneri la nuova Alitalia, con la vecchia precipitata nel gorgo infinito (e dorato) della liquidazione. Una cordata nella quale l’interesse per il business del trasporto aereo era assai meno prevalente rispetto a quello per ritorni di altro genere, ai quali tipicamente aspira chi fa un investimento al solo scopo di compiacere un governo. Non certo la migliore fra le iniziative fortissimamente sostenute dal futuro ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, al tempo amministratore delegato di Banca Intesa. Come purtroppo si è visto in seguito. Una composizione azionaria raffazzonata, dove spuntarono concessionari pubblici e imprenditori in affari con lo Stato, in larga misura disinteressata al progetto, non poteva che produrre una strategia effimera e di retroguardia: puntare gran parte del successo sul monopolio della rotta MilanoRoma proprio quando l’alta velocità ferroviaria era già sulla rampa di lancio. Non basta. Perché mentre ci si apprestava a «salvare» la compagnia di bandiera garantendo sette-anni-sette di cassa integrazione agli esodati, sgravi pubblici alle assunzioni, zero debiti e zero concorrenza sulla Linate-Fiumicino, si erano già poste le premesse perché in ogni caso la nuova Alitalia finisse nelle braccia dell’Air France. Che non a caso, della cordata patriottica era azionista di riferimento. CONTINUA A PAGINA 34 Il tasso di disoccupazione nei primi 3 mesi 2014 è del 46% tra i giovani in cerca di impiego dai 15 ai 24 anni: uno su due non lavora. Rinvio sugli 80 euro a famiglie numerose e monoreddito. Giannelli Modello francese per il nuovo Senato Il no di Forza Italia LA GENERAZIONE DEI MILLE EURO di DINO MARTIRANO ALLE PAGINE 8 E 9 di ENRICO MARRO Lo sciopero della Rai spacca i sindacati Il garante: illegittimo M agari la si potesse definire «Generazione mille euro». In realtà sono tantissimi i giovani italiani che devono accontentarsi di paghe inferiori, spesso in nero. Non è un caso se il 90% dei ragazzi fino a 24 anni vive ancora con i genitori. TROPPI AMICI PER UN PREMIER CHE NON PUÒ PERDERE TEMPO di MICHELE SALVATI In primo piano ALLE PAGINE 2, 3 E 5 Berberi, Bruno Caccia, Ducci, Gasperetti, Iossa, Pica Riforme e opportunismi di PAOLO CONTI A PAGINA 6 L a reazione di Renzi alla vittoria del suo partito — una vittoria sorprendente e contro tendenza, sia nel contesto europeo sia in quello italiano — è stata molto sobria, consapevole delle difficoltà della fase che ora si apre. Non credo dunque che liquiderà queste note sul Partito democratico, sul governo e sul sistema politico come un «gufare» demoralizzante: è un’espressione che usa spesso nei confronti dei suoi critici, ma non coglierebbe lo spirito delle riflessioni che seguono. A PAGINA 3 CONTINUA A PAGINA 34 Il voto tra le macerie, il trionfo-farsa di Assad Varsavia L’impegno Usa in Europa Un miliardo di dollari in difesa dell’Est La strategia di Obama di MASSIMO GAGGI I IL CALVARIO SIRIANO E L’OCCIDENTE DEBOLE L a guerra civile in Siria dura da tre anni e con la discesa in campo dei jihadisti non si sa più chi siano i buoni e chi i cattivi. Da lì arrivano soltanto notizie di massacri, di torture, di donne e bambini uccisi come gli altri se non di più. (Nelle foto, le macerie di un palazzo vicino a Homs e Bashar Assad e la moglie Asma al voto) di FRANCO VENTURINI CONTINUA A PAGINA 12 con un articolo di Viviana Mazza Alimentazione Educare e coltivare nelle scuole, così si ridurranno gli sprechi Orti ai bambini per salvare il cibo di SUSANNA TAMARO P rovo un po’ di imbarazzo a tornare a parlare di un argomento già molte volte affrontato, anche su questo giornale, e che sembra sempre cadere in un vuoto di azioni. Un argomento, tra l’altro, che dovrebbe rientrare nel normale e banalissimo buonsenso: il cibo non si butta via, perché è frutto del lavoro dell’uomo e dello sforzo generoso della terra. Sprecare ciò che ci mantiene in vita — e che milioni di persone non hanno — è qualcosa di molto vicino a un atto sacrilego. CONTINUA A PAGINA 25 con un articolo di Elena Tebano Bruti Liberati-Robledo IL CSM E LA TENTAZIONE DI NON DECIDERE l nuovo impegno degli Stati Uniti in Europa. Un miliardo di dollari per finanziarie l’invio, a rotazione, di più soldati e sistemi d’arma nei Paesi alleati dell’Est europeo che si sentono minacciati da Mosca: è la sostanza dell’Iniziativa di Rassicurazione Europea che il presidente Obama ha lanciato da Varsavia. Il «guerriero riluttante» della Casa Bianca interpreta con più convinzione il ruolo di leader dell’Occidente garante della sicurezza davanti alla possibile aggressione russa, in un mondo nel quale le armi dell’economia sono destinate a contare più dei carri armati e dei missili. A PAGINA 13 D-Day, 70 anni fa AFP / JOEL SAGET lla notizia della lettera con cui la compagnia degli Emirati arabi Etihad ha confermato l’interesse ad acquisire Alitalia, Maurizio Lupi ha tirato un respiro di sollievo: «Oggi è un giorno decisivo per la nostra compagnia di bandiera». Siamo sollevati con il ministro delle Infrastrutture. C’è però da dire che se siamo arrivati a questo punto, è anche per colpa di chi nel 2008 impedì il passaggio dell’Alitalia all’Air France. Per chi ha la memoria corta, ricordiamo la risoluta opposizione orchestrata in campagna elettorale a quella operazione da Silvio Berlusconi, senza che nel coro del suo partito si udisse una sola stonatura. Lo stesso Lupi, ora esultante di fronte alla prospettiva dei 600 milioni di investimenti promessi dagli emiri, la bollò come «un regalo ai francesi», che allora di milioni ne avrebbero investiti 1.140. Facendo pure digerire il boccone amaro ai loro soci olandesi della Klm, che erano stati già scottati dieci anni prima dall’indecisione dei nostri politici, al punto da scappar via dall’Italia a gambe levate. Sorvoliamo pure sul fatto che la fusione con Air France ci avrebbe fatto risparmiare un numero imprecisato di miliardi. Ma almeno una piccola autocritica, accanto all’esultanza, sarebbe stata doverosa. Ancora di più, tuttavia, avremmo apprezzato il mea culpa dei sindacati. Perché se il Cavaliere e i suoi contrastarono la cessione ai francesi per puro calcolo elettorale, chi tecnicamente la fece saltare furono loro. Con in testa la Cgil. Forse pensavano che, messo alle strette, ci avrebbe pensato ancora una volta Pantalone a tenere in piedi una baracca che faceva acqua da tutte le parti dopo due decenni di scorribande dei partiti e di scelte mana- EPA / SANA e AFP / JOSEPH EID A 40 6 0 4> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Le mappe (e gli uomini) dello sbarco di ANTONIO CARIOTI e PAOLO RASTELLI I l 6 giugno 1944, 70 anni fa, gli Alleati invadevano la Francia, assalto da Ovest all’Europa di Hitler. Per quasi tre mesi la Normandia fu teatro di una durissima lotta. Ecco come andò. ALLE PAGINE 14 E 15 IL NUOVO ROMANZO DI PauloCoelho Adulterio di LUIGI FERRARELLA N on ci sono gli estremi per avviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità a carico dei due protagonisti dello scontro in atto alla Procura di Milano, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo. Il Consiglio superiore della magistratura va verso un salomonico pareggio. Ma questo non eviterà che 1-10-100 casi Bruti/Robledo rispuntino presto altrove se il Csm non coglierà l’occasione per interrompere un corto circuito. A PAGINA 18 con un articolo di Virginia Piccolillo IN LIBRERIA 2 Primo Piano Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il rapporto dell’Istat La disoccupazione in Italia I disoccupati per aree geografiche Valori assoluti (in migliaia) Non c’è lavoro sotto i 24 anni Disoccupato un giovane su due 2000 1500 1.603 1.222 1000 ✒ L'analisi LE DONNE AL VERTICE DI SOCIETÀ QUOTATE «CAMBIO DI PASSO» di PAOLA PICA A ppena indicata al vertice dell’Enel Patrizia Grieco, una vita da capo azienda in un mondo di uomini e tecnologia, dall’Italtel all’Olivetti, confidava di non dispiacersi affatto dell’incarico da presidente scelto per lei dal governo. «Nel mio caso valorizza il percorso fatto fin qui», osservava subito dopo la telefonata di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan accolta «con grande emozione e senso di responsabilità». Nella prima uscita da numero uno del big italiano dell’energia, un’intervista pubblica in tandem con la neo presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, Grieco conferma quella prima idea. «Non va sottovalutato il ruolo di presidente di una società quotata: è un presidio a garanzia di azionisti grandi e piccoli, della trasparenza, del corretto funzionamento della società e del mercato. Non è una “poltrona”» dice Grieco strappando il primo di una lunga serie di applausi della platea che affolla il parterre di Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari, per l’incontro organizzato da Valore D. Le donne al vertice delle società quotate hanno superato il 20%, secondo i dati dell’associazione tra le grandi imprese per la leadership femminile. Né Grieco, né Todini, intervistate da Sarah Varetto, direttore di SkyTg24 , hanno l’aria delle «spillette di Renzi» come qualcuno ha definito le «quote» al vertice delle società pubbliche, nessuna operativa. Al contrario, si direbbe che la promessa di queste due manager (tanto diverse tra loro e nessuna intenzione di nasconderlo) è quella di un cambio di registro nella gestione del potere e della spinta che dal gradino più alto potranno offrire all’ammodernamento delle governance. Dice Todini che «Poste è un modello possibile», perché lì la «big revolution» della partecipazione e del merito è già iniziata. Enel giocherà un ruolo «decisivo» nella partita energetica europea: «Ci candidiamo a essere Paese guida — chiude Grieco —. Ce la faremo». @paolapica © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Così in basso, nel conto dei disoccupati, ma forse si dovrebbe dire così in alto, perché le percentuali s’impennano, non c’eravamo mai arrivati. Dal 1977, anno delle prime rilevazioni trimestrali, quando il tasso fu del 6,4, abbiamo toccato il massimo storico con un livello di disoccupazione nei primi tre mesi di quest’anno pari al 13,6 per cento, 0,8 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Va malissimo anche per i giovani dai 15 ai 24 anni, dice l’Istat: la disoccupazione è il 46 per cento della forza lavoro. Uno su due di quelli che cercano un’occupazione non la trova. La reazione Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Stiamo andando verso il fondo» Al Sud i numeri sono ancora più alti, 21 per cento la disoccupazione (molto vicina alla maglia nera dell’Europa, la Spagna, che si attesta al 25,1 per cento) e addirittura 60,9 per cento (6 giovani su dieci), quella giovanile. E non confortano le indicazioni di aprile, quando la disoccupazione si è fermata un po’ prima di quel record, attorno al 12,6 per cento. Spiega l’Istat che i due valori, mensile e trimestrale, non sono paragonabili e quindi a quel massimo storico ci stiamo davvero. I giovani occupati dai 15 ai 24 anni sono 68 mila in meno in un solo mese, mentre ce ne sono 81 mila in più tra gli inattivi, quelli che restano fuori dal mercato del lavoro. Il leggero calo dei disoccupati su marzo, 14 mila in meno, quasi tutti assunti con contratto part time, non ci trascina fuori dalla palude. Proprio non ci voleva, il giorno dopo le raccomandazioni di Bruxelles che chiede all’Italia di non allontanarsi dalla «retta via», visto che è parecchio indietro sulla strada del risanamento del debito pubblico. Un monito al quale Matteo Renzi ha ribattuto subito con parole di ottimismo («Ce la faremo, l’Italia sta facendo la sua parte, non occorrono nuove manovre») e che ha ribadito ieri tornando a sottolineare la necessità di riforme, non solo economiche, ma anche istituzionali e costituzionali, per muovere il Paese. Ma l’aria era pesante. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha espresso grave preoccupazione per questi numeri: «Non raccontiamoci storielle — ha detto —. Stiamo strisciando sul fondo». Facce scure nei sindacati. Susanna Camusso, Cgil: «Cresce il divario tra Nord e Sud». Luigi Angeletti, Uil: «Il 2014 non mi sembra l’anno della svolta». «È allarme rosso», per la Cisl. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti vede la crisi «alle spalle» e questi numeri, dice, sono solo «una coda velenosa». Quanto al responsabile dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha ammesso, parlando alla stampa estera, che la ripresa è troppo debole e ha ribadito che «è arrivato il momento di fare sul serio sulle riforme strutturali». Ha però anche voluto rassicurare i mercati esteri sul fatto che l’Italia manterrà gli impegni presi. E pur negando una manovra correttiva, che con la disoccupazione così alta avrebbe insostenibili effetti depressivi, ha spinto il piede sul- 10,6 662 0 Centro Mezzogiorno Centro Nord Mezzogiorno Il tasso di disoccupazione Valori percentuali Totale 15-24 anni 60 50 40 35,9 41,9 46 29,6 30 20 10 8,6 10,9 12,8 13,6 2013 2014 0 2011 2012 l’acceleratore delle privatizzazioni. «È indispensabile iniziare a ridurre il debito pubblico», ha detto Padoan, prima di chiudersi in riunione con Renzi a Palazzo Chigi per parlare di delega fiscale, rilancio del Pil, Tasi ancora senza Hanno portato fischietti e fazzoletti davanti alla sede di Rheinberg, in Germania, per protestare contro Amazon, il colosso mondiale delle vendite online. Nel centro logistico tedesco è in corso da mesi una disputa salariale e contrattuale per portare le retribuzioni dei novemila dipendenti in linea con quelle del settore locale della distribuzione (foto Afp). decreto e semestre italiano di presidenza all’Unione europea. E in questo le privatizzazioni giocheranno un ruolo fondamentale. «Alcune, come Poste ed Enav, sono già partite — ha ricordato Padoan —. Altre arriveranno da qui a fine anno. Ritengo ancora valida la cifra di 0,7 punti di Pil». In pratica, con la vendita del 40 per cento delle Poste e del 49 per cento dell’Enav, e poi continuando secondo una road map già delineata, le privatizzazioni garantiranno entrate, dice il ministero dell’Economia, dello 0,7 per cento all’anno per i prossimi anni. E solo con queste due prime privatizzazioni lo Stato pensa di incassare 6 miliardi di euro. Ce la farà il governo a mantenere la barra in equilibrio? Il dato del fabbisogno, nel mese di maggio, scende a 6 miliardi e 400 milioni contro gli 8 miliardi e 505 milioni del maggio 2013. Nei primi cinque mesi di quest’anno si è fermato a 40 miliardi 245 milioni di euro, con un miglioramento di 8 miliardi e 200 milioni rispetto allo stesso periodo del 2013. Il miglioramento è dovuto, dice il ministero, a «un aumento delle entrate fiscali imputabile, in larga misura, allo slittamento al mese di maggio della prima rata del pagamento dei premi Inail e all’incasso di dividendi che nel 2013 ebbe luogo nel mese di giugno». C’è pure da tenere in considerazione il dato dell’inflazione dell’eurozona, che a maggio risulta in salita dello 0,5 per cento annuo, rispetto al più 0,7 per cento precedente. Il rallentamento dell’inflazione potrebbe portare a un’intervento della Bce. © RIPRODUZIONE RISERVATA Mariolina Iossa Germania I fischietti degli impiegati di Amazon 7,3 3,4 500 Nord I dati sui primi tre mesi del 2014: record negativo al Sud Il fabbisogno scende a 6,4 miliardi. Padoan: subito le riforme La variazione percentuale sul I trimestre 2013 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Trentino Alto Adige Nelle regioni Lombardia Tasso di disoccupazione in percentuale Piemonte Primo Piano italia: 51575551575557 6,3 Friuli Venezia Giulia 8,9 12,2 Veneto 8,7 Emilia Romagna 13,8 Abruzzo 8,4 9,7 Molise 16,4 Puglia 20,9 Basilicata 17,1 I giovani Il tasso di disoccupazione nella fascia 15-24 anni Calabria 25,4 Valori in percentuale TOTALE Valle d’Aosta 9,2 Liguria 11,9 Marche 11,7 Lazio Umbria Il tasso di disoccupazione per ripartizione geografica 13,2 Campania 3 60,9 23,5 35,9 46 12,6 42,9 Valori percentuali 21,7 9,5 Nord Toscana 11 Sardegna 19,5 Sicilia 23,2 12,3 12,3 TOTALE ITALIA Centro Mezzogiorno 13,6 La variazione in punti percentuali sul I trimestre 2013 9 La variazione in punti percentuali sul I trimestre 2013 0,3 Nord 1,6 1 Centro Mezzogiorno 2,2 0,1 Nord Centro Mezzogiorno Fonte: Istat, dati non destagionalizzati, primo trimestre 2014 Le cifre Oggi a Roma la manifestazione di protesta degli impiegati nei centralini telefonici Contratti da 13 mesi e part time obbligato Ecco la generazione dei «mille euro» Dal 2008 a oggi 1,4 milioni di occupati in meno nella fascia di età 25-34 ROMA — L’hanno definita la «Generazione mille euro», ci hanno fatto film e libri. Ma in Italia sono tantissimi i giovani che magari avessero mille euro al mese. Devono invece accontentarsi di paghe inferiori, spesso in nero. Quando va bene ottengono un contratto regolare, ma a termine, sei mesi, un anno, sperando che dopo qualche rinnovo arrivi l’assunzione. Un percorso lento, incerto, che rende più complicato metter su casa e famiglia. Basti pensare che il 90% dei giovani fino a 24 anni vive ancora con i genitori, mentre riesce a rendersi indipendente dalla famiglia d’origine non più del 38% di quelli tra 25 e 29 anni. Percorsi tortuosi, fatti di anni e anni di redditi bassi e intermittenti che avranno un domani conseguenze negative sulle pensioni calcolate col metodo contributivo. Si prenda, per fare un esempio, il caso dei collaboratori a progetto iscritti alla gestione separata Inps: quasi 650mila, che nel 2012 hanno avuto un reddito medio di 650.000 I collaboratori a progetto iscritti alla gestione separata dell’Inps che nel 2012 hanno percepito un reddito medio annuo di 9.953 euro lordi: meno di 830 euro al mese 9.953 euro lordi, meno di 830 euro al mese. Per capire che cosa è successo negli ultimi sei anni, da quando è cominciata la crisi mondiale, partiamo da alcuni dati Istat che illustrano come il lavoro sia diventato scarso. Nel 2008 gli occupati nella fascia 15-34 anni erano 7,1 milioni. Nel primo trimestre del 2014 sono scesi a 5 milioni. In altre parole ci sono più di 2 milioni di giovani in meno a lavorare rispetto a sei anni fa, di cui solo 900 mila si giustificano col calo della popolazione in questa fascia d’età (13,2 milioni nel 2013). Il dato diventa forse ancora più drammatico restringendo l’osservazione alla fascia 25-34 anni, escludendo cioè tutti coloro che in teoria potrebbero essere impegnati nello studio. Nel 2008 gli occupati in questa fascia erano 5,6 milioni, nel primo trimestre di quest’anno sono scesi a 4,2 milioni: 1,4 milioni in meno in sei anni. Come dice il Rapporto annuale dell’istituto di statistica, «sono i giovani i più colpiti dalla crisi». «Nel periodo 2008-2013 il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni cala in Italia di 10,2 punti percentuali attestandosi al 40,2%». Cioè mentre prima della crisi avevano un lavoro più di 50 giovani su 100 adesso sono solo 40 su 100. Con forti differenze tra il Nord, dove ha un’occupazione un giovane su due, e il Sud dove lavora solo uno su quattro. Si difendono meglio i laureati, dice l’Istat, ma spesso devono «accettare lavori meno qualificati rispetto al proprio titolo di studio». Anzi, talvolta nascondono il possesso della laurea per ottenere il posto. Il lavoro scarseggia e, quando lo si Marco Perilli trova, è quasi sempre a tempo determinato. «Nel 2013 l’incidenza di forme non standard tra i nuovi occupati è pari al 68,8%: su 100 nuovi occupati nel primo trimestre 2013, circa 50 trovano un impiego atipico, 19 un lavoro parzialmente standard (per esempio, part time, ndr.) e soltanto 31 un’occupazione standard». La parte del leone la fanno i contratti a termine, in genere di breve durata: 13 mesi in media nel 2013, con poco più della metà dei rapporti di lavoro che dura meno di un anno. Inoltre, «sono 527 mila gli atipici che svolgono lo stesso lavoro da almeno cinque anni» intrappolati in una successione di contratti brevi. Nel periodo 2012-2013 il 56,4% degli atipici, passato un anno, non aveva trovato ancora un lavoro stabile. A stabilizzarsi è riuscito solo il 16,5% mentre era il 24% nel periodo 2007- Roberta Miletta Dall’edilizia al facchinaggio Assunta al call center di Lamezia «Pochi soldi, tanto mal di schiena» «Vorrei sentirmi più tutelata» Marco Perillo ha 26 anni, lavora da quando ne aveva 16. «Da una vita» dice giustamente. Sei anni nell’edilizia, poi da tre e anni e mezzo in un’impresa che fa lavori di facchinaggio per l’Inps. «In tutte le sedi della Lombardia. Spostiamo mobili e archivi, a volte ci è capitato di montare dei computer, un lavoro che dovrebbero fare i dipendenti...». Anni di precariato. «Contratti determinati, in nero, part time che in realtà era full time». Fino all’anno scorso, quando è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato. «1.090 euro al mese. Con gli straordinari a volte riesco ad arrivare a 1.120. Dal lunedì al venerdì, dalle 8 del mattino alle 5 del pomeriggio». Finalmente la stabilità, ma non la sicurezza. «C’è sempre il rischio che la commessa finisca, che l’azienda decida di chiudere». Marco ha un figlio di tre anni e mezzo, una separazione alle spalle e il mal di schiena. «Capita di sollevare scatole da 25 a 50 chili. Non è il lavoro che fa per me. Sono sempre alla ricerca». Roberta Miletta ha 34 anni e si ritiene «fortunata» perché da 7 lavora a tempo indeterminato, per mille euro al mese e 40 ore settimanali, alla Infocontact di Lamezia Terme, società di phone center con importanti commesse (Enel, Wind Fisso). È un’operatrice inbound del servizio 160, cioè risponde alle chiamate degli utenti di PosteMobile. «È chiaro che il call center non è l’aspirazione della vita — dice —. Sognavo di fare l’avvocato, ma dopo 11 esami ho dovuto lasciare. Vista la crisi che c’è, comunque, questo lavoro me lo tengo stretto, anzi spero che duri fino alla pensione». In azienda erano 2.500 fino a 4 mesi fa, ora sono 1.500 e hanno i contratti di solidarietà: interinali a casa. Lei prima ha fatto la barista, la commessa Unieuro e lavorato a progetto alla Regione Calabria: «Vivo con papà, non ho figli o mutui, solo la rata dell’auto, 200 euro. Ci danno il minimo sindacale e avremmo bisogno di tutele. Se non avessi la nonna da accudire, sarei a Roma a scioperare». Riccardo Bruno Fabrizio Caccia © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Elis Qose Gioacchino Magnani In Albania per le telefonate italiane Il laureato che si è dato alle telline «Lavoro di notte per 3 euro l’ora» «Ne vendo, ma dormo in roulotte» «Pronto sono Elis, in cosa posso esserle utile?». Elis Qose, 19 anni, è nato a Lushnje, in Albania. A Tirana, dopo otto mesi ad Ancona, studia fisioterapia all’università. Da più di un anno lavora nel call center di un italiano. E dall’Italia arrivano le chiamate dei clienti di Tim, Wind, Vodafone e Alitalia. «Ci pagano 2 euro all’ora», spiega. «Per chi lavora di notte la cifra sale a 3 euro». Elis è operativo quasi sempre di notte. «Riesco a portare a casa 500-700 euro al mese». Ben al di sopra dello stipendio medio in Albania (200-250 euro). «Ma è pure di più di quello che guadagnano mio papà poliziotto e mia sorella in banca». Come lui migliaia di coetanei albanesi lavorano nei call center con sede nel Paese. I momenti particolari, rivela, non mancano. Per esempio quando telefonano clienti albanesi emigrati nel Belpaese. «Rispondiamo in italiano, ma a un certo punto la conversazione vira nella nostra lingua. Ci capiamo di più». Gioacchino Magnani, 26 anni, viareggino, laurea in Lettere, a stento riesce a ricordare tutti i lavori precari che ha faticosamente conquistato nell’ultimo biennio. Barista, aiuto cuoco, aiuto pizzaiolo, cameriere, giardiniere, stagista nel film di Fabrizio Cattanei Maternity blues, promoter per una società di energia, operatore di video musicali, creatore di una linea di magliette. Dopo l’ennesima interruzione del contratto, si è trasformato in «arsellaio». «Raccolgo le arselle, le telline — spiega —, con i rastrelli vado a cercarle all’alba nel mare della Versilia e le vendo porta a porta. Riesco a guadagnare sugli 800 euro al mese, è faticoso ma si respira aria buona». I soldi non bastano per l’affitto e da oggi Magnani ha scelto di vivere in una roulotte. Intanto pensa a un corto, MilanoNapoli con un euro. «Racconterò il mio viaggio con le tasche vuote e parlerò di precarietà. E di una politica del lavoro disastrosa». Leonard Berberi Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 2008. E il 21,8% è finito addirittura nella disoccupazione contro il 16,1% nel periodo pre-crisi. Va molto forte anche il part time che coinvolge un milione 131 mila giovani fino a 34 anni, ma nei tre quarti dei casi l’orario ridotto non è una scelta, bensì l’unica possibilità di lavorare. Accade spesso nei call center. Che oggi scioperano. Nel settore lavorano circa 80 mila addetti, molti dei quali giovani. Oggi in migliaia manifesteranno a Roma. Ci sarà anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso. «Si tratta di una generazione — dice Michele Azzola, segretario nazionale SlcCgil — che quando è entrata, circa 10 anni fa, era appena laureata. Adesso hanno 35-40 anni, spesso sono sposati e con famiglia e quello che doveva essere un lavoretto è diventato con gli anni spesso l’unica fonte di sostentamento». I sindacati chiedono un miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, danneggiati da una concorrenza sleale di grandi imprese che lavorano all’estero, dall’Albania all’India, dove il costo del lavoro è bassissimo. Da noi invece il settore è polverizzato in 2.270 aziende. Diecimila lavoratori, dicono Cgil, Cisl e Uil, rischiano il posto, se il governo non metterà fine alle gare d’appalto al massimo ribasso e non frenerà la delocalizzazione. È solo l’ultima puntata di una telenovela che attende un finale migliore. Il governo Renzi ha risposto al- 80.000 Gli addetti che lavorano nel settore dei call center, in cui operano oltre 2 mila aziende Oggi in migliaia manifesteranno per le strade della Capitale l’emergenza giovani con la liberalizzazione dei contratti a termine (che fa infuriare la Cgil) convinto che se si consente alle aziende di assumere liberamente per tre anni l’occupazione aumenterà. Ci sarebbe poi una grande opportunità: il programma europeo Garanzia Giovani, finanziato con 1,5 miliardi per dare ai giovani un’opportunità di formazione o di lavoro entro tre mesi dalla conclusione del ciclo di studi o dalla perdita di un precedente lavoro. Anche a causa del cambio di governo l’Italia è partita in ritardo e con l’handicap di un difficile coordinamento tra ministero del Lavoro e Regioni che hanno la responsabilità di attuare il piano. Ma sarebbe imperdonabile sprecare anche questa occasione. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # L’accordo Il governo «Salvataggio Alitalia, sul tavolo 2.400 posti in meno» Poletti: pronto a discutere sugli ammortizzatori sociali. La Ue: vigileremo che resti europea I numeri di Alitalia Le due compagnie aeree I numeri di Etihad Fatturato (primi 9 mesi 2013) Passeggeri (2013) Flotta Dipendenti Fatturato Passeggeri (primi 3 mesi 2014) 2,7 mld 24 mln 134 12.800 1,4 mld$ 3,2 mln 89 17.000 (+27%) (+14%) Aura Holding 0,92 12 Capital spa 0,95 Finanziaria di part. e inv. 1,18 Le partecipazioni Altri 3,4 Intesa Sanpaolo 20,59 I SOCI % Poste spa 19,48 Pirelli & Co spa 2,67 Macca srl 3,69 Odissea srl 3,90 I tagli Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ieri ha quantificato il numero di esuberi per il gruppo Alitalia 49 4 4 0 40 Air Seychelles Etihad Regionall (ex Darwin) 33,3 3 3,3 229,2 9,2 Air Berlin 224 4 Jet Airways 119,9 9,9 Virgin Australiaa Fire spa 4,28 maturo, ribadisce il leader della Cisl, Raffaelle Bonanni. Di sicuro «non ci saranno barricate», si limita ad affermare Luigi Angeletti della Uil, perché «evitare un accordo è una mossa azzardata e molto pericolosa». L’incontro con l’azienda sul piano è in programma la prossima settimana. In attesa resta anche l’Unione Europea, messa in guardia dai concorrenti Lufthansa e British Airways, che temono l’arrivo in forza della compagnia araba sul cieli continentali. Ieri la Commissione ha ricordato che il governo italiano deve garantire che non solo la maggioranza azionaria, ma l’effettivo controllo siano in mano europea. «Spetta alle autorità italiane che hanno concesso la licenza, effettuare una valutazione e garantire che il controllo rimanga europeo — ha spiegato Helen Kearns, portavoce del commissario ai trasporti, Siim Kallas — tuttavia, la Commissione può, se necessario, come ha fatto in altri casi, richiedere Dati in % Air Serbia G & C. Holding 1,24 Af/Klm 7,08 Flotta Dipendenti Atlantia7,44 Immsi 10,19 Unicredit 12,99 la relativa documentazione per assicurarsi che il diritto comunitario sia stato rispettato». Sul piede di guerra sono invece i politici milanesi, dopo alcune voci su un’ipotetico smantellamento di Malpensa. Sarebbe «una follia ridurre Malpensa, che è la porta d’accesso per l’Expo», ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, paventando per l’indotto il doppio degli esuberi stimati da Poletti per Alitalia e ha preannunciato un incontro di chiarimento con il ministro Lupi. «Malpensa non può e non deve essere in alcun modo penalizzata dall’eventuale accordo Alitalia- Il caso Malpensa Maroni: no al ridimensionamento di Malpensa. Il gruppo: nessuna volontà di ridurre o chiudere le attività sullo scalo Aer Lingus 22,9 ,9 Etihad. Lo scalo deve essere, invece, rilanciato e rafforzato, soprattutto in vista di Expo, ma anche per il futuro del nostro territorio», ha ribadito da Dubai il sindaco Giuliano Pisapia. Ipotesi però smentita categoricamente da Alitalia, che ha negato «qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all’aeroporto di Milano Malpensa». Al contrario, «vogliamo rafforzare lo scalo con nuovi collegamenti intercontinentali, proprio in vista di Expo, e soprattutto con una maggiore presenza nel cargo», spiega l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio. Ma anche su vertice Alitalia ieri circolavano rumors: Silvano Cassano, ex Benetton e Navi Veloci, oggi consulente negli Emirati Arabi Uniti, potrebbe diventare il prossimo ad, e Luca Montezemolo il presidente, al posto di Roberto Colaninno. Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA I precedenti Dai piani di Cimoli e dalle ipotesi della fusione con AirFrance-Klm alla cassa integrazione per sette anni Gli esuberi della società? Dieci anni fa erano già cinquemila La lunga storia dei tagli della (ex) compagnia di bandiera MILANO — La storia dei tentativi di salvataggio di Alitalia degli ultimi dieci anni ha sempre avuto il capitolo esuberi. Partendo dalla fine, quelli stimati per la fusione con Etihad sono «tra i 2.400 e i 2.500, almeno dalle risultanze pubbliche», ha detto ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Però già nel piano industriale presentato a dicembre 2013 dall’amministratore delegato Gabriele Del Torchio si parlava di 1.900 esuberi, che si 7.000 i lavoratori di Alitalia che nel 2008 finirono tra gli esuberi. Ci fu un decreto del governo che stabilì ammortizzatori sociali per la durata di 7 anni: 4 di cassa integrazione e 3 di mobilità sarebbero andati ad aggiungere ai mille dipendenti già in cassa integrazione, e si annunciavano risparmi complessivi per 295 milioni, di cui 128 con tagli al costo del lavoro. La soluzione trovata è stata nessun taglio di posti ma cassa integrazione a rotazione spalmata su 9 mila dipendenti. Inoltre il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato per il 2014 e il 2015 il prelievo di due euro a biglietto a carico dei viaggiatori per continuare a finanziare il Fondo volo che ga- rantisce l’integrazione degli ammortizzatori sociali di piloti e assistenti di volo. Adesso a pochi mesi di distanza la questione si ripropone, ma stavolta in ballo ci sono 2.500 dipendenti. Sgombriamo il campo da un equivoco. Non è solo un problema di costo del lavoro. Infatti spiega Oliviero Baccelli, direttore del master in Economia dei Trasporti alla Bocconi, «nel corso degli ultimi anni Alitalia è stata razionalizzata e ora il costo dei dipendenti, che si calcola come costo medio per biglietto venduto per chilometro, è tra i più bassi tra quelli delle grandi compagnie d’Europa». Comunque «non è solo Alitalia ad aver creato problemi di gestione del personale. Meridiana ha dipendenti in cassa integrazione e Blu Panorama è in concordato preventivo». A voler ripercorrere la storia, si comincia nel 2004 quando l’allora amministratore delegato della compagnia di bandiera, Giancarlo Cimoli, presentò un piano industriale che prevedeva oltre 5 mila esuberi, circa tremila impegnati nei settori di terra, 450 piloti, 1.050 assistenti di volo e circa 1.400 del settore manuten- Il prelievo da 2 euro Continua nel 2014 e 2015 il prelievo da due euro a biglietto a carico dei viaggiatori per continuare a finanziare il Fondo volo Ex vertici Giancarlo Cimoli, 74 anni, è stato presidente e amministratore delegato di Alitalia dal 2004 al 2007 Augusto Fantozzi, 73 anni, è stato commissario straordinario di Alitalia dal 2008 al 2011 zione. Nel 2008, quando si mette a punto la privatizzazione di Alitalia e l’ingresso di Air France-Klm, gli esuberi annunciati sono 7 mila. In questo caso scende in campo l’allora governo Berlusconi, che con un decreto modifica la legge Marzano sulla gestione delle aziende in crisi, fornendo gli strumenti per il commissariamento di Alitalia. Viene nominato commissario l’ex ministro Augusto Fantozzi, si dà l’avvio alla privatizzazione. Il decreto del governo prevede anche ammortizzatori sociali per la durata di ben sette anni (4 di cassa integrazione e 3 di mobilità), «un trattamento che rappresenta un unicum — spiega Baccelli —, un pacchetto particolarmente generoso», che non è stato più replicato in nessun caso di crisi aziendale. Tutto risolto? Per niente. Nel piano industriale del 2012 Alitalia torna a parlare di esuberi — stavolta 690 — motivati con un risparmio pari a circa 30 milioni. Poi ci sono i già citati 1.900 del 2013 e i 2.500 del 2014. «I grandi esuberi del 2008 — spiega Baccelli — sono legati alla fusione tra Alitalia e Airone, era una necessità di razionalizzazione per eliminare le duplicazioni funzionali e fare fronte alle riduzioni della capacità. Fu un pacchetto di trasformazione totale. Ora si tratta di capire le eventuali sinergie con la sede di Etihad e la chiusura di alcune rotte». Francesca Basso @BassoFbasso © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ MILANO — Il governo apre il dossier Alitalia, che venerdì porterà la proposta di Etihad per investire 560 milioni nel vettore italiano (500 milioni subito, 60 l’anno prossimo) acquisendo fino al 49% del capitale. Ma intanto scoppia il caso Malpensa. Tra le condizioni imposte dalla compagnia emiratina figura il nodo della riduzione dei dipendenti, oggi circa 12.800 (14 mila se si includono i contratti a tempo determinato). «Da quel che posso capire c’è una valutazione intorno ai 2.400-2.500 esuberi, per quelle che sono le risultanze pubbliche, poi la discussione di merito ci sarà quando Alitalia e le parti sociali discuteranno il piano», ha affermato ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. E ha ricordato che sul confronto «c’è una regia del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi». Ma il suo ministero «è a disposizione per la parte che gli compete, che è quello degli ammortizzatori sociali». Sui costi il ministro non si sbilancia «perché c’è un fondo volo che è nelle disponibilità del ministero delle Infrastrutture che viene utilizzato per questa tipologia di intervento. Bisogna capire come questa situazione si configurerà non essendoci ancora un accordo», spiega. Ma l’arrivo del cavaliere arabo, che metterà fine all’avventura dei capitani coraggiosi, cominciata nel 2008 con 7 mila esuberi messi in cassa integrazione per 7 anni, finirà ancora una volta per pesare sui contribuenti italiani. Da parte loro, i sindacati per ora sono estremamente cauti, sapendo che Etihad è l’ultima spiaggia per la sopravvivenza di Alitalia. Nessun commento della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, prima di aver visto il piano. Parlare è pre- L'analisi IL PASSO INDIETRO DELL’INFLAZIONE AL MINIMO DELLO 0,5% LA MOSSA DI DRAGHI di GIOVANNI STRINGA Non poteva avere un’anticamera più «favorevole», l’allentamento monetario di Mario Draghi (nella foto). Domani il consiglio della Bce deciderà probabilmente nuove consistenti misure espansive contro la deflazione, promosse da Mario Draghi nonostante i tradizionali tentennamenti tedeschi. E, ieri, al presidente della Bce hanno dato una mano non da poco le statistiche. L’inflazione dell’eurozona a maggio è rallentata ancora, allo 0,5% dallo 0,7% del mese precedente. Se la disinflazione dovesse sfuggire di mano, potrebbe diventare deflazione, in una «spirale» che fa posticipare consumi e investimenti. Già questa sera, all’Eurotower, i banchieri centrali dell’Eurozona si riuniscono con i dossier del rischio-deflazione, dell’euro troppo forte e del debito pubblico che sale in termini reali. Quali sono gli interventi mirati, attesi per domani? Il tasso principale della Bce potrebbe scendere allo 0,10% dallo 0,25% e il saggio sui depositi bancari all’Eurotower potrebbe andare sotto zero (-0,10%) per costringere le banche a prestare anziché parcheggiare soldi. Allo studio c’è poi l’acquisto di «Abs», titoli che impacchettano crediti bancari verso famiglie e imprese. Per fare in modo che le banche prestino di nuovo. In gioco ci sarebbero fino a 750 miliardi di titoli. Solo pochi giorni fa la Bce e la Banca d’Inghilterra hanno invitato le istituzioni europee e globali a fissare «principi di alto livello» in grado di rilanciare gli Abs europei. L’obiettivo, secondo il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è «permettere agli investitori una valutazione consapevole» con «regole che ne rafforzino la trasparenza e la standardizzazione». Ma i dossier per la Bce non si fermano qui. Francoforte, preoccupata delle potenziali sanzioni americane contro Bnp Paribas e altre banche, starebbe valutando la possibilità di usare gli stress test per esaminare quale impatto le maxi multe potrebbero avere sui livelli di capitale: così ha scritto il «Wall Street Journal». Per un ritorno adeguato del credito, la strada sembra ancora lunga. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Le misure Il decreto Il tetto a 2.600 euro Fino a 26 mila euro I canoni balneari Rate al 31 luglio Tagli a quota 4% I compensi online La lunga trattiva nella coalizione di governo non ha prodotto finora l’estensione del bonus alle famiglie monoreddito. Il Nuovo centrodestra vuole introdurre il fattore famiglia con un bonus destinato ai nuclei con più figli e reddito fino a 2.600 euro al mese I contribuenti che non hanno onorato la rateizzazione di Equitalia saranno riammessi al versamento dilazionato dei loro debiti. La condizione è che la violazione sia precedente al 22 maggio del 2013. Le richieste dovranno pervenire entro il 31 luglio Una modifica al decreto Irpef introduce maggiore flessibilità nel taglio dei costi imposto alle società partecipate dallo Stato. I tagli del 2,5% nel 2013 e del 4% nel 2015, saranno effettuati con modalità diverse e meno stringenti rispetto a quanto stabilito finora Via libera a un emendamento che impone più trasparenza nelle società pubbliche. Scatta l’obbligo di pubblicare online i compensi percepiti dagli amministratori in qualità di componenti di organi controllati o partecipati dalle stesse società Il decreto Irpef varato dal governo prevede un credito di imposta di 80 euro al mese nel periodo tra maggio e dicembre di quest’anno. I beneficiari sono i contribuenti con redditi compresi tra 8 e 26 mila euro. Il bonus decresce fino ad azzerarsi tra i 24 e i 26 mila euro Un emendamento presentato da Salvatore Tomaselli (Pd) consente ai titolari di concessioni balneari di rinviare al 15 settembre il versamento dei canoni per le spiagge. La misura scongiura così il pagamento anticipato prima dell’avvio della stagione estiva ✒ Rinvio sul bonus alle famiglie numerose Comuni ritardatari, così la Tasi a ottobre che gli obiettivi di risparmio dovranno restare invariati. Un altro emendamento depositato dal Pd consente ai contribuenti decaduti dal beneficio della rateizzazione fiscale di Equitalia di essere riammessi ai pagamenti dilazionati. In detl’esatta platea dei destinatari octaglio, è previsto correrà attendere la valutazione che i contribuenti attesa per questa mattina da che non hanno riparte delle commissioni Bilan- 190 spettato le scaden158 punti cio e Finanze del Senato. Con ze delle cartelle l’eventualità, sempre più proba- 180 esattoriali potranLa chiusura di ieri bile che, se il governo non dono di nuovo benevesse cedere alle istanze del- 170 ficiare della rateizl’Ncd, potrebbe tutto slittare alla zazione, a patto che prossima legge di Stabilità. Sul 160 la violazione sia versante delle modifiche al deprecedente al 22 creto non è invece previsto al- 150 giugno del 2013. In cun emendamento per ritoccare questo caso, una verso l’alto il taglio all’Irap de- 140 volta ripresentata stinato alle imprese, che resterà la domanda di paMaggio 12 mag 19 mag 26 mag Giugno perciò al 10%. Una sforbiciata gamento a rate sarà dell’Imposta regionale sulle atpossibile saldare il D’ARCO tività produttive potrebbe, sedebito con il fisco condo D’Alì, essere discusso che intanto ieri hanno approva- per le concessioni balneari. Una riduzioni dei costi operativi del al massimo entro 72 mesi. nell’ambito della delega fiscale. to alcuni emendamenti. La pro- proposta emendativa dei relato- 2,5% nel 2014 e del 4% nel corso Ieri intanto mentre proseguiLa discussione sull’estensio- posta depositata da Salvatore ri D’Alì e Cecilia Guerra (Pd) ha del 2015 avverranno con moda- va l’esame del provvedimento al ne del bonus ha catalizzato a Tomaselli (Pd), ha stabilito il stabilito maggiore elasticità nei lità diverse e meno stringenti ri- Senato da parte delle commislungo i lavori delle commissioni rinvio al 15 settembre del termi- tagli imposti alle società parte- spetto a quanto stabilito finora sioni, in vista dell’arrivo in aula Bilancio e Finanze del Senato, ne per il versamento dei canoni cipate dallo Stato. In pratica, le nel decreto. L’unica certezza è slittato a questa mattina, il premier, Matteo Renzi, ha avuto un lungo incontro con il ministro dell’Economia, Pier Carlo PadoRisorse per 45 milioni an. L’incontro è servito a rivedere in dettaglio la delega fiscale Arriva ad una stretta la definizione del secondo le stime di Lotti, nei prossimi tre arrivata dalle Camere, che in badecreto della presidenza del consiglio sul anni. Accanto al rifinanziamento per le se ai piani di Renzi dovrebbe vefondo straordinario dell’editoria, che nel ristrutturazioni aziendali l’esecutivo dere i primi decreti applicativi 2014 vale 45 milioni. Il sottosegretario Luca prevederebbe, nella quota di 20 milioni entro il mese di giugno. Nel Lotti, in vista dell’approvazione entro circa per creare nuova occupazione, sgravi provvedimento ci sono, per giugno, ha fissato le linee guida che quasi totali per le aziende che assumono a esempio, misure come l’annunprevedono che circa la metà del fondo serva tempo indeterminato e sgravi inferiori per i ciato modello 730 precompilato a finanziare i prepensionamenti con la legge contratti a tempo determinato con incentivi e l’accorpamento delle scadenze 416, stimati in circa 150 giornalisti, mentre per chi trasforma i contratti a tempo in fiscali. L’obiettivo è la semplifiun’altra metà sia destinata a creare nuova definitivi. cazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Ducci occupazione: circa mille nuovi assunti, La norma per lo slittamento della rata. Tasse, vertice premier-Padoan ROMA — Slitta il pagamento della Tasi. Ieri in tarda serata il governo ha presentato un emendamento al decreto Irpef per rinviare il versamento dell’imposta comunale sui servizi indivisibili. Il rinvio è fissato a ottobre (la data esatta sarà stabilita oggi). Sul fronte dell’allargamento dei beneficiari del bonus da 80 euro resta, invece, irrisolta la sfibrante trattativa per garantire il beneficio fiscale anche alle famiglie monoreddito con più figli. L’estensione della platea dei destinatari del credito di imposta previsto dal decreto Irpef continua a infrangersi sui dubbi del governo. A dispetto dell’impuntatura da parte del Nuovo centrodestra, che rivendica il bonus per le famiglie, la riunione in tarda serata al Senato tra i relatori del decreto, la maggioranza e il governo non ha sciolto il problema delle coperture. Inizialmente l’introduzione del «fattore famiglia», perorata dal partito di Angelino Alfano, era stimata in circa 90 milioni di euro. Ma ieri il relatore, Antono D’Alì (Ncd), annunciando l’estensione del beneficio fiscale ha aggiunto «stiamo ragionando su un plafond di 6070 milioni». La modifica riguarderebbe in particolare i nuclei familiari con più figli e un reddito netto fino a 2.600 euro al mese. Ma, stante l’impasse delle ultime ore, per i dettagli sul- Il differenziale tra Btp a 10 anni e Bund tedeschi Editoria, il governo stringe sul decreto Fondi per 150 uscite e mille assunti © RIPRODUZIONE RISERVATA La crescita Il premier illustrerà le conclusioni del vertice che si è tenuto a Roma sulle nuove strategie per gas e rinnovabili Il debutto di Renzi al G7, con una relazione sull’energia ROMA — Toccherà a Matteo Renzi stasera, di fronte a Barak Obama e agli altri leader del G7 orfano di Putin, parlare di gas, energie rinnovabili, scenari che prevedono rigassificatori piazzati sulle coste dell’Atlantico, magari per ricevere lo shale gas di produzione americana. Toccherà al presidente del Consiglio perché l’ultimo vertice sulla sicurezza energetica, dopo la crisi fra Kiev e Mosca, si è tenuto proprio a Roma, in formato G7, a livello ministeriale. Le conclusioni di quel vertice saranno riassunte stasera dal premier, una parte di esse verrà adottata dai leader che si vedranno nel palazzo dove abitualmente si svolge il Consiglio europeo, e dovrebbe essere l’inizio di una strategia globale di diversificazione delle fonti energetiche che rappresenta una delle risposte alle azioni di Putin in Crimea. Nel documento frutto del meeting di Roma, presieduto dal ministro Guidi ai primi di maggio, Giappone e Regno Unito, Stati Uniti e Italia, Canada, Germania e Francia concordano sul fatto che l’energia «non dovrebbe mai essere utilizzata come mezzo di coercizione politica o come una minaccia alla sicurezza» di un Paese, insistono sulla necessità di «una diversificazione delle fonti e delle rotte dell’energia», chiedono ai Paesi del G7 di simulare «piani di emergenza energetica» per il prossimo inverno, Sulla politica comune «Non dovrebbe mai essere utilizzata come mezzo di coercizione politica o come una minaccia alla sicurezza» di un Paese pianificano uno scenario in cui il ruolo della Russia viene contenuto da un maggiore coordinamento internazionale, «sostenendo gli sforzi della Ue nell’identificare possibili punti di contatto» fra le infrastrutture esistenti ed impianti di rigassificazione. Uno scenario che vedrà il nostro premier in qualche modo all’esordio su un tema di geopolitica di questo tipo, tema comunque complesso per un Paese come l’Italia, che ha scambi commerciali record con Mosca, che ha nella Russia un partner «strategico», e non solo per i molteplici progetti comuni nel settore del gas e del petrolio. E’ anche possibile che i leader del G7 converranno sulla necessità di scambio delle migliori best practices nazionali in tema di energia e daranno il via ad un gruppo di lavoro congiunto per sviluppare le conclusioni del summit di Roma. Ovviamente gli incontri di stasera e domani mattina saranno anche l’occasione per fare il punto sulle nomine europee. Con Angela Merkel e David Cameron, o con François Hollande, sicuramente Matteo Renzi avrà modo di discutere delle decisioni che potrebbero essere adottate al prossimo Consiglio europeo, a fine giugno. Mentre rivedrà venerdì a Palazzo Chigi, all’ora di pranzo, il premier giapponese Shinzo Abe, in visita in Italia e in Vaticano. Da lunedì prossimo invece quattro giorni di visita in Asia, fra Hanoi, Shanghai e Pechino: previsti incontri istituzionali e con le comunità italiane di affari. Nella rotta di ritorno in Italia, farà tappa in Kazakistan, a proposito di gas ed energia. Marco Galluzzo Un dimostrante con la maschera di Renzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli industriali e l’elogio delle stampanti 3D di DARIO DI VICO N on capita tutti i giorni che un’assemblea di un’associazione industriali si apra con l’elogio delle stampanti 3D. Esposte nel grande salone di Malpensafiere e incoronate come chiave per il futuro dalla relazione del presidente Giovanni Brugnoli. E’ successo ieri a Malpensafiere dove si sono riuniti i nipotini di Giovanni Borghi ovvero gli iscritti ad una delle più grandi e blasonate unioni industriali del Nord. «Può darsi — ha scandito Brugnoli — che noi italiani abbiamo perso la strada delle alte tecnologie, abbiamo rinunciato a competere sui fronti ad altissima innovazione come l’informatica, le telecomunicazioni o l’energia nucleare ma siamo in prima fila nell’innovazione incrementale. E non è un caso che all’ingresso abbiate trovato delle stampanti 3D». Non è una moda del momento, ha assicurato Brugnoli, né un divertissement per sentirsi moderni ma anzi «è l’avanguardia di un cambiamento che, così come è stato per Internet e le telecomunicazioni, avanza molto più rapidamente di quanto l’innovazione abbia mai fatto nel passato». La stampa 3D consente simulazioni avanzate, rettifiche in corso d’opera, di rivoluzionare la gestione del magazzino e «di acquisire in pochi minuti modelli matematici complessi che in passato erano frutto di mesi di lavoro». Quindi, ha avvertito Brugnoli, «se non saremo noi, che abbiamo le caratteristiche di dimensione di know how giuste per cogliere questo potenziale, lo faranno altri». E a quel punto non ci saranno più difese che tengano perché la nuova tecnologia in 3D è in grado «di sradicare i vantaggi competitivi sinora raggiunti». Gli industriali varesini credono così tanto alla nuova frontiera del business che si candidano ad esserne la capitale. Brugnoli, infatti, ha chiuso sciorinando la realtà dei laboratori di fabbricazione digitale della Libera Università di Castellanza, la leadership nazionale dei server provider nati e anche Varesenews «il quotidiano online di informazione locale più letto nel Paese». Il messaggio del presidente è stato accolto entusiasticamente dalla Confartigianato perché giudicato «capace di avvicinare tra loro aziende di tutte le tipologie e di tutte le dimensioni». Grandi industriali e Piccoli più vicini grazie al 3D. © RIPRODUZIONE RISERVATA ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Gli emendamenti in Parlamento 6 Primo Piano Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Viale Mazzini La protesta Rai, lo sciopero spacca i sindacati Il garante avverte: è illegittimo Il capo M5S della Vigilanza Cgil e Uil a favore, Cisl contro. E i partiti evitano i tagli alle sedi locali La vicenda Lo scontro con Floris in onda a «Ballarò» Il 13 maggio a «Ballarò» Renzi parla dei tagli alla Rai: «Partecipi ai sacrifici, può vendere Raiway ed eliminare gli sprechi nelle 20 sedi regionali». È scontro con Floris, che difende la Rai, «indebolita dai 150 milioni chiesti con la spending review» Sciopero e tentativi di stop in Senato Intanto al Senato un fronte bipartisan presenta emendamenti al decreto Irpef per una revisione del taglio di 150 milioni. Il 30 maggio tutte le sigle sindacali dell’azienda annunciano lo sciopero dei dipendenti per l’11 giugno Il no all’astensione e le divisioni interne Il fronte dello sciopero inizia però a sfaldarsi, partendo dal Tg3 e poi dal Tg2: i redattori lamentano la scelta verticistica dell’Usigrai (il sindacato giornalisti). Ieri il Garante ha bocciato lo sciopero. Sindacati divisi in merito Ieri si è aggiunto un altro dato essenziale , per i dipendenti Rai. Le commissioni Bilancio e Finanze della Rai hanno dato via libera al decreto legge Irpef che prevede il taglio di 150 milioni al bilancio di viale Mazzini. e permette la vendita parziale di Raiway. Ma i due relatori (Maria Cecilia Guerra, Pd, e Antonio D’Alì, Ncd) hanno inserito un emendamento che salva le sedi regionali e provinciali della Rai. Per l’Usigrai è un punto essenziale: nelle redazioni locali lavorano 700 dei 1700 giornalisti Rai, (tanti sono, compresi i contratti a tempo determinato). Gli emendamenti raccoglievano quelli presentati da Francesco Russo e Salvatore Margiotta (Pd), da Karl Zeller (Südtiroler Volkspartei) e da Albert Lanièce dell’Union Valdôtaine. Un «partito Rai trasversale» che va dal Pd, passa per il centrodestra e approda ai partiti che difendono i diritti delle minoranze linguistiche. L’effetto finale è la soddisfazione dell’Usigrai, che vede allontanarsi lo spettro di riduzioni del personale giornalistico, e Il «pizzo» Anche l’Usigrai contraria all’agitazione dell’11 Camusso e Angeletti: il governo chiede un pizzo ROMA — Continua a perdere pezzi il progetto di sciopero proclamato dai sindacati Rai per l’11 giugno, contro i 150 milioni richiesti dal governo alla tv pubblica per la spending review. Ieri L’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha dichiarato «non conforme alla legge» l’agitazione sindacale. Lo sciopero avverrebbe a meno di dieci giorni di distanza da un’altra protesta, organizzata dal sindacato Usb e comunicata in precedenza per il 19 giugno. I pezzi persi si chiamano Cisl e Usigrai. Nessuna delle due sigle ha firmato il ricorso presentato all’Autorità e firmato da Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunica- zioni, Snater, Libersind-ConFsal per ribadire la volontà di scioperare. Il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale, ha dichiarato di «voler aprire il dialogo sul futuro dell’azienda». Diversa la posizione Cgil e Uil, espressa dai segretari confederali. Susanna Camusso: «Il decreto legge, così com’è, mette a rischio la Rai nella dimensione di servizio pubblico e come grande impresa del Paese, gli scioperi si revocano se cambiano le condizioni, e qui le condizioni non sono cambiate». Luigi Angeletti: «Il governo chiede una tangente alla Rai con il taglio dei 150 milioni, è un pizzo chiesto all’azienda, Matteo Renzi si sta comportando come un pessimo amministratore d’azienda, il peggiore che ho avuto modo di conoscere». Nemmeno l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, ha firmato il ricorso. Già lunedì sera, dopo le dichiarazioni del sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli («riforma del canone, anticipazione del percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai») il segretario Vittorio Di Trapani aveva firmato una nota col segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, sottolineando che i temi erano gli stessi posti dai giornalisti Rai aprendo così un fronte verso la trattativa. L’assenza La conferenza stampa dei sindacati sulla Rai ieri a Roma, al Teatro delle Vittorie con i segretari di Cgil e Uil Susanna Camusso e Luigi Angeletti, assente il segretario della Cisl Raffaele Bonanni (LaPresse) nello stesso tempo può rassicurare la propria base elettorale. L’Usigrai annuncia che riunirà presto «gli organismi sindacali per le valutazioni del caso sullo sciopero, avviate ben prima del parere dell’Autorità di garanzia per gli scioperi». Per domani, giovedì, è confermata l’assemblea al Tg3. La base della redazione appare contraria allo sciopero, così come lo è il direttore della testata, Bianca Berlinguer. Oggi alle 14 il presidente della Rai, Annamaria Tarantola, il direttore generale Luigi Gubitosi e il Consiglio di amministrazione verranno ascoltati in commissione di Vigilanza Rai. Gli inserzionisti: ora una rete stile Bbc, senza spot ROMA —Lorenzo Sassoli de Bianchi, lei presiede l’Upa, gli Utenti di pubblicità associati, ovvero l’associazione degli inserzionisti pubblicitari. Come vedete questa «transizione» della Rai? «Ci sembra una condizione ideale per ragionare. La politica guarda alla Rai, come dimostra l’atteggiamento di Matteo Renzi, con maggior distacco e lucidità. La gestione di Luigi Gubitosi ha portato il bilancio in pareggio per la prima volta. C’è spazio per un ragionamento strategico» Voi da anni premete per una riforma profonda della Rai «Una premessa. Noi non siamo solo “biechi investitori” ma rappresentiamo 500 imprese che sentono di avere una buona parte di responsabilità nel sistema della comunicazione, poiché destiniamo ogni anno 7 miliardi e mezzo alla pubblicità, e metà di quelle risorse vanno al comparto tv. A noi sta molto a cuore il destino della Rai, che resta la maggiore impresa culturale del Paese e ha avuto il merito di alfabetizzare ed educare l’Italia nel dopoguerra» Voi, da almeno tre anni, immaginate una Rai diversa. Quale? «Il primo presupposto è una tv pubblica completamente, e definitivamente, sganciata dalla politica. Immaginiamo una fondazione sul modello di quella che governa la Bbc: composta da settori essenziali della vita nazionale, dalle università, agli imprenditori e approdando anche alla politica. Darebbe solo indirizzi di massima, poi la gestione andrebbe affidata a un management di prim’ordine. Secondo presupposto. Creazione di una rete generalista completamente priva di pubblicità che sia sganciata dall’ossessione dell’audience e torni interamente al compito di assicurare un autentico servizio pubblico. Come era davvero stata la Rai, appunto, nel miglior periodo del suo rapporto col Paese, ovviamente con un’offerta adeguata ai nostri tempi». Ma una rete senza pubblicità non è contro i vostri interessi? «Per migliorare un sistema occorre saper rinunciare a qualcosa. Una rete priva di pubblicità non solo potrebbe restituire la Rai al suo ruolo ma giustificherebbe pienamente il canone che adesso, proprio perché la tv pubblica rincorre le tv commerciali, viene vissuto come un balzello. Con l’operazione che proponiamo, il canone da balzello indigesto diventa il premio da assegnare a una rete che garantirebbe qualità, attenzione alla proposta, innovazione» Tutto questo significa privatizzare la Rai? «Non lo proponiamo perché non lo Chi è La carriera Lorenzo Sassoli de Bianchi, 61 anni, fondatore e presidente dell’azienda Valsoia, dal 2007 è presidente dell’Upa, Utenti di pubblicità associati La nomina Marco Follini al vertice dell’associazione produttori televisivi L’assemblea dei soci dell’Associazione produttori televisivi (Apt) ieri ha nominato all’unanimità Marco Follini alla presidenza. L’ex segretario udc e poi parlamentare pd era già stato designato dal consiglio direttivo. Vicepresidente è Paolo Bassetti. «Il settore delle produzioni tv sta subendo la crisi più di altri. Dobbiamo sforzarci di evidenziare quanto i nostri prodotti concorrano ad arricchire l’identità del nostro Paese. In questa direzione dovrà andare anche il ridisegno della Rai, da affrontare in termini di riordino generale del sistema», ha detto ieri Follini. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Difendo lo sciopero, ma non gli sprechi». Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, si è infilato in un terreno minato. Perché, insieme al suo Movimento, si è schierato in difesa dello sciopero proclamato dalla Rai contro il taglio di 150 milioni di euro e la dismissione di Raiway. Capovolgimento dell’ottica con la quale i parlamentari a 5 Stelle contestano ferocemente gli sprechi e i privilegi delle cosiddette caste, tra le quali spicca quella dei giornalisti (anzi, «zombie», per Grillo). La Rai è da tempo nel mirino dei parlamentari 5 Stelle, perché considerato tempio di sprechi e di parassitismi. E perché questa posizione, allora? Perché difendere uno sciopero che rischia di farvi alfieri di una battaglia di retroguardia? «Ma no, noi difendendo lo sciopero, difendiamo l’infrastruttura pubblica Raiway, che invece si vuole svendere. Questa Rai la vogliamo assolutamente riformare ma non così». E come allora? «I 150 milioni di euro che Renzi vuole dalla Rai non rappresentano una revisione di spesa ma sono la maschera per svendere Raiway». In più, dice Fico, non ne verrà nessun vantaggio ai cittadini: «Non risparmieranno un euro. Perché sono soldi che sono già stati versati nel 2014 attraverso il canone». E proprio la tassa sul possesso P. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il presidente dell’Upa (Utenti di pubblicità): non pensiamo alla privatizzazione ma servono strategie di sviluppo Sassoli de Bianchi: la politica stia fuori I 150 milioni? Assurdo chiederli adesso La scelta di Fico Dalle accuse sugli sprechi al sì alla protesta pensiamo. La Rai deve restare ciò che è, la maggiore impresa culturale del Paese. Sottolineo la parola impresa perché bisognerebbe riprendere a parlare di sviluppo della tv pubblica, non più solo dei tagli» A proposito, cosa pensa dei 150 milioni richiesti dal governo Renzi alla Rai guidata da Luigi Gubitosi? «Mi sembra cervellotico e ingiusto che una tv debba soggiacere alle logiche di un ministero, quello dell’Economia, mentre affronta un mercato globale come quello televisivo. In quanto al merito e al metodo, se si chiedesse un contributo simile a metà anno a una qualsiasi azienda privata italiana, rischierebbe il tracollo definitivo. Certe richieste si fanno all’inizio dell’anno per inserirle nel budget. E poi cambiare le regole in corsa rischia di svalutare la professionalità di chi è al lavoro. E Gubitosi ha agito molto bene» I quali altri settori dovrebbe cambiare, la Rai? «Smettere l’offerta rigida da broadcasting e andare nella direzione della media company. Mi spiego. Sta tramontando il bisogno, un tempo familiare, del tradizionale palinsesto “imposto” al consumatore Oggi aumenta il consumo personale e individuale. Che implica un dialogo produttore-fruitore». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA delle tv è uno dei cavalli di battaglia di Fico: «Finché non si fa una riforma del canone non c’è alcuna prospettiva di risparmiare, neanche in futuro. Canone più leggero per ora è soltanto uno slogan». Per rassicurare chi comunque potrebbe non apprezzare troppe distinzioni per quello che viene considerato un «carrozzone mangiasoldi», Fico chiarisce: «La Rai va trasformata profondamente, deve cambiare il numero di testate giornalistiche perché sono troppe, bisogna rivedere la forma governance, si devono ridurre gli appalti esterni che oggi ammontano a 1,3-1,4 miliardi l’anno, bisogna riorganizzare le sedi regionali e il personale interno». Non si poteva cominciare con i 150 milioni? «No, perché dietro i 150 milioni di euro non c’è una revisione della spesa ma una svendita del bene pubblico». Quanto agli appalti e alle consulenze che da anni non vengono pubblicate per «motivi di privacy», Fico spiega: «C’è una legge del 2014 fatta sotto la mia presidenza e c’è il contratto di servizio che attualmente è al ministero dello Sviluppo economico per l’approvazione: prevedono la pubblicazione di tutti i dati. Il ministero della Pubblica amministrazione, dell’Economia, dello Sviluppo economico possono avere i dati dalla Rai. Non manca niente, il governo potrebbe farlo da domattina, sia in base alla legge sia in base al contratto di servizio. È semplicissimo». Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le riforme Il percorso e il modello Senato, ecco il modello francese Ma Forza Italia dice no al Pd Sull’elezione indiretta dubbi anche nella minoranza L’ipotesi di un nuovo incontro tra Renzi e l’ex Cavaliere ROMA — Forza Italia dice un no forte e chiaro al «modello francese» per l’elezione indiretta del Senato che invece piace molto al Pd di Renzi per tamponare l’opposizione interna guidata dai senatori Chiti, Casson, Mucchetti e Mineo. Il capogruppo azzurro Paolo Romani ha dunque alzato il tiro proprio nel giorno in cui a Palazzo Madama sono piovuti sulla riforma costituzionale del governo ben 5.200 emendamenti, di cui 3.806 del leghista Roberto Calderoli, giunto in commissione con un carrello carico di carte. Spiega Romani: «Il modello francese è una proposta innovativa rispetto agli accordi presi (tra Renzi e Berlusconi, ndr) e per questo siamo assolutamente e indifferibilmente contrari». Berlusconi — che nei prossimi giorni potrebbe incontrare di nuovo Renzi — non se la sente proprio di regalare al Pd «l’opzione francese» che, per usare le parole di Calderoli, «è un ibrido che consente alla sinistra di avere in partenza e artificiosamente l’80% dei componenti di Palazzo Madama». Oltralpe, infatti, il Senato viene eletto da una platea di circa 150 mila consiglieri regionali (dipartimenti) e municipali nonché dai deputati dell’Assemblea nazionale: «Va da sé che la maggioranza ce l’avrebbe I 5.200 emendamenti Depositate 5.200 proposte di modifica: oltre 3.800 sono firmate da Calderoli Il caso Mineo Mineo decisivo. E i democratici ipotizzano di sostituirlo in commissione con il renziano Collina sempre il Pd», osserva il forzista Lucio Malan. Ma c’è un altro tema che invece non convince la minoranza del Pd (20 senatori): «In Francia può essere eletto al Senato chiunque abbia compiuto 24 anni», osserva Massimo Mucchetti (Pd), mentre lo schema proposto dai renziani Marcucci e Mirabelli prevede, come spiega anche il presidente dell’Anci Piero Fassino, che i consiglieri regionali e municipali eleggano al Senato solo altri consiglieri regionali (due terzi) e municipali (un terzo). Tanto che, puntualizza Mucchetti, in Francia, dal 14 febbraio, «è stato deciso che non saranno più candidabili i sin- L’agenda dettata dal premier «La prossima settimana riparte la discussione sulla riforma del Senato e dopo l’approvazione in prima lettura torniamo alla legge elettorale», ha detto Matteo Renzi Lo stallo in Aula e la discussione Al Senato, però, c’è una situazione di stallo e prosegue la discussione tra le diverse forze politiche. Al centro l’elezione diretta o indiretta dei senatori I partiti e le posizioni sul ddl Chiti La minoranza del Pd è schierata a difesa del ddl Chiti. L’intesa sul modello francese è stata respinta dai senatori della Sinistra democratica, da Forza Italia e dalla Lega 1 2 3 daci e i presidenti di Regione per evitare il doppio mandato, che ha dato prova negativa». In questo marasma di emendamenti al testo base del ministro Maria Elena Boschi, Forza Italia lascia aperta l’opzione A e quella B: «Ne abbiamo presentato uno sull’elezione diretta del Senato perché siamo sensibili al dibattito in commissione — ha annunciato Romani —. Ma ne abbiamo presentato anche un altro sull’elezione indiretta perché siamo fedeli all’accordo tra Renzi e Berlusconi che non prevede l’elezione diretta». Resta da vedere da che parte penderà FI perché anche Ncd, Lega, M5S e popolari hanno presentato emendamenti che prevedono l’elezione diretta del Senato contestualmente ai consigli regionali. La minoranza del Pd guidata da Chiti ha presentato tre proposte alternative sulla composizione del Senato eletto dai cittadini: la prima prevede 100 senatori più 6 eletti all’estero; la seconda 150 senatori più 8 eletti all’estero; la terza 162 senatori più 38 eletti dai consigli regionali. Ma la proposta dirompente per lo schema renziano è quella, gettonatissima al Senato, che prevede la diminuzione contestuale anche dei deputati (da 630 a 470 o 315). Quindi, in commissione, ci sono 5.200 emendamenti con l’offerta di Calderoli di ritirare il suo pacchetto da 3.806 se verrà accontentato su elezione diretta e potestà legislativa delle Regioni (da ampliare rispetto al testo Boschi). Sono 120 gli emendamenti del Pd, tra i quali Il monitoraggio La mappa delle assenze alla Regione siciliana Il picco supera il 40% PALERMO — Avevano smantellato l’ufficio del Garante per i detenuti perché gli impiegati venivano accusati di prendere troppe pause caffè. Tutti trasferiti fra polemiche astiose animate da una guerra interna fra dirigenti e politici. Ma adesso che una ventina di dattilografi, uscieri e funzionari — tutti convinti di avere subito una caccia alle streghe — sono cambiati, le cose alla Regione siciliana vanno anche peggio. Con uffici che raggiungono picchi del 40% di assenteismo. Più piccoli sono, più alta sembra essere la disaffezione al lavoro. Ma non va meglio in alcuni gangli strategici come la Segreteria generale, il motore della Regione che collabora direttamente con Rosario Crocetta, il governatore che al comando della sala regia ha lasciato Patrizia Monterosso, la più alta in grado dei 18 mila dipendenti, dinamica dirigente cresciuta con Cuffaro, rafforzatasi con Lombardo, rimasta in equilibrio sull’onda del potere con il titolare ufficiale della cosiddetta «rivoluzione siciliana». E le immagini di efficienza tanto sbandierate dal governatore si infrangono davanti ai dati pubblicati nella sezione Il dato «trasparenza» del sito ufficiale. Tutti a caccia di fannulloni, anche se non Percentuali alte mancano gli stacanovisti. Fa effetto nelle stanze registrare assenze del 13,3% (2.160 della Segreteria assenze su 16.182 giorni lavorativi) nell’ufficio della dottoressa generale Monterosso, lei sempre presente, forse un po’ meno i suoi collaboratori. E in uno degli uffici della Segreteria generale, il cosiddetto Coordinamento delle attività delle Isole minori, la presunta produttività dei dipendenti sfiora in qualche periodo una stentata media di sei giorni di lavoro su dieci. Visto che nel novembre 2013 hanno toccato il 37,8% di assenza. E a dicembre, con le malattie di Natale e Capodanno, hanno toccato quota 42,8%. Molto meno evidente il fenomeno al dipartimento dei Beni culturali, dove l’assenteismo si attesta all’11,8%, con moderata soddisfazione di Rino Giglione, il neo direttore proveniente dall’ufficio del Garante dei detenuti. Ma non mancano fiori all’occhiello come l’Ufficio speciale per la riduzione dei consumi ed efficientamento energia guidato da Salvo Cocina. Solo 5 dipendenti. Ma con un tasso di presenza del 96,4%. Stesso tetto nel popolato dipartimento delle Attività produttive, guidato da Alessandro Ferrara, assessore Linda Vancheri. Appena 769 giorni di assenza su 13.239 giorni di lavoro. Al 92,9% anche l’assessorato alla Formazione guidato da Nelli Scilabra, la studentessa fuori corso che con Crocetta ha smantellato la «miniera» di tanti potenti come Francantonio Genovese, l’ex segretario del Pd siciliano finito in carcere. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 Il retroscena La controffensiva sul territorio dei fedelissimi Gelo di Berlusconi su Fitto: non tratto, si è isolato E Toti va in tour al Sud L’esempio francese e i 348 componenti Il Senato francese è composto da 348 membri: i circa 150mila elettori sono deputati, consiglieri regionali, dei dipartimenti e delegati dei Consigli municipali Rappresentanza L’iter delle leggi e durata dell’incarico e la Camera bassa Il modello di elezione assicura la rappresentanza delle collettività territoriali. I senatori rimangono in carica per sei anni e metà dell’Aula si rinnova ogni tre anni Per quanto riguarda l’iter parlamentare per l’approvazione delle leggi c’è una sorta di bicameralismo perfetto. Solo in caso di impasse prevale la Camera bassa 4 5 6 20 non in linea con il governo che il senatore Claudio Martini sta cercando di ridurre alla metà, 37 quelli di Forza Italia e un centinaio del M5S. Infine, a fare la differenza in I commissione, sono il popolare Mario Mauro e Corradino Mineo del Pd che già una volta hanno fatto saltare il banco, tanto che tra i democratici si ipotizza una sostituzione con il renziano Stefano Collina. Il governo, dunque, accoglie come una boccata di ossigeno l’ennesima fase di assestamento. Da oggi, conferma il capogruppo del Pd Luigi Zanda, «si passa all’illustrazione degli emendamenti mentre le prime votazioni ci saranno la prossima settimana e questo tempo verrà utilizzato per trattare». Di sicuro, però, aggiunge la relatrice Anna Finocchiaro che oggi potrebbe fare le sue proposte con o senza la firma di Calderoli, «l’elezione diretta dei senatori non è un’ipotesi in campo». Ma questo veniva detto prima del no di FI al «modello francese». 315 i senatori che attualmente compongono l’aula di Palazzo Madama, esclusi i senatori a vita. Sono molte le ipotesi per la ridefinizione sia del numero totale (alcune ipotesi arrivano fino a 100), sia delle modalità di elezione Dino Martirano Dialogo Meloni-Salvini Foto in posa su Twitter La foto dell’incontro di ieri tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini postata dalla leader di FdI su twitter ROMA — Avanti, ma piano. Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di concedere a Raffaele Fitto una vittoria, né sostanziale né di immagine. E ieri, in un vertice a palazzo Grazioli con lo stato maggiore del partito, ha ribadito tutta la sua irritazione per le uscite che «non servono ad altro che a danneggiarci» e la sua convinzione che non si debba dare soddisfazione né al «ribelle», né a chi — deludendolo molto come Mara Carfagna «una che io ho creato e adesso mi tratta così» — pretende di avere con lui l’ultima parola. L’ordine di scuderia ai suoi è quello di tenere bassi i toni, di non provocare tensioni né rotture. Ma, ad oggi, l’ex premier non sembra avere alcuna intenzione di muovere passi verso Fitto per ricucire lo strappo: «Ha deciso di isolarsi, non mi fido di lui, ormai agisce per conto suo». Certo, da qui all’Ufficio di presidenza, che si terrà non prima della fine della prossima settimana e forse anche dopo proprio per far decantare la situazione, Sulla portavoce azzurra L’ex premier e la deputata schierata con Fitto: una che io ho creato e adesso mi tratta così I chiarimenti rinviati al dopo voto © RIPRODUZIONE RISERVATA La coalizione da ricostruire Insieme a Roma Il leader «deluso» anche da Mara Carfagna Abbracciati e sorridenti. Giorgia Meloni e il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ieri si sono incontrati a Roma e hanno posato per una foto che la presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale ha poi postato su Twitter con questo commento: «Utile scambio di vedute con Matteo Salvini. Ripartiamo dai contenuti». È il primo faccia a faccia tra i due una volta archiviate le elezioni europee, dopo alcuni rinvii seguiti agli annunci della scorsa settimana. Era stata proprio Meloni ad aprire al Carroccio dopo l’esito del voto del 25 maggio — quel 3,7% che ha impedito al partito di destra di superare lo sbarramento —: «Siamo disponibili a un confronto e a una collaborazione con gli altri movimenti della possibile coalizione di centrodestra, a partire da quella Lega che come noi è rimasta coerente con il mandato ricevuto dagli italiani», aveva detto sabato scorso annunciando un incontro programmato con il segretario della Lega. © RIPRODUZIONE RISERVATA è possibile che i contatti tra Berlusconi e l’ex ministro riprendano. Anche se, fra i fedelissimi dell’ex Cavaliere, non c’è alcuna intenzione di favorirli: «Non bisogna legittimarlo, non è uno scontro tra lui e te presidente, se vuole parla con noi», è stata l’opinione comune. Sì, perché, e lo capiscono bene i big del partito, far passare lo scontro sulle Primarie chieste da Fitto come un duello tra lui e il leader è già un modo per mettere l’ex governatore sul piedistallo. Mossa pericolosissima, che potrebbe anche far crescere i consensi dello sfidante, ad oggi certamente minori di quelli sui quali può contare non solo Berlusconi, ma anche il gruppo di big che gli è accanto, da Toti a Verdini. Dunque, non bisogna «cadere nella trappola» del botta e risposta, ma nemmeno concedere alcunché. Ieri, nel vertice, si è ribadito che si andrà avanti sulla linea che era stata tracciata allo scorso Ufficio di presidenza, ma che poi non era stata ufficializzata proprio per l’opposizione di Fitto. Berlusconi — questa potrebbe essere l’unica concessione — dovrebbe solo illustrarla (senza presentare un documento che andrebbe votato e sancirebbe la spaccatura) assicurando che dall’autunno si aprirà la stagione dei congressi co- munali e provinciali e contestualmente procederà l’operazione di scouting di volti nuovi e di selezione sul territorio del meglio della classe dirigente. Obiettivo, un ricambio visibile ma non traumatico, che salvaguardi la struttura di partito ma permetta innesti di forze fresche. Già dalla prossima settimana, infatti, partiranno le prime riunioni dei comitati territoriali, e Toti è pronto per una sorta di «tour del Sud», a partire da Napoli e fino alla Sicilia (ieri al vertice c’erano i coordinatori campano e siciliano, De Siano e Gibiino), con l’obiettivo di far capire anche sul territorio che il referente del partito non può essere Fitto. Ma Berlusconi confermerà anche la sua disponibilità a Primarie di coalizione, sia per mandare un messaggio ai possibili alleati, sia per dimostrare all’esterno che lo strumento preteso da una parte dei suoi per lui non è tabù. Ma solo a patto che non crei «divisioni interne e non sia usato per scalate ai vertici, che si possono scordare». E proprio ieri l’incaricata Laura Ravetto ha finito di redigere il regolamento — chiesto dallo stesso Berlusconi — sui diversi tipi di Primarie possibili. Ma l’ex premier vorrebbe guardare oltre: «Non ci sono elezioni in vista, dobbiamo tornare ai temi programmatici, dobbiamo alzare il tiro contro gli errori del governo, rendere visibile la nostra opposizione». È previsto che si organizzino convention tematiche già entro l’estate, una sul fisco, e da oggi l’ex premier riprenderà le interviste televisive. Il tutto mentre l’opposizione interna si organizza. Perché il malessere c’è e resta. Antonio Martino consiglia a Fitto di «non raccogliere le polemiche e di continuare per la sua strada con serenità», Maurizio Bianconi si dispera: «È una cosa avvilente, mentre il Titanic va a fondo, quelli cantano con Dudù». E Fitto va avanti. Nonostante i fedelissimi dell’ex premier — pur temendo qualche «scherzetto dei suoi in Parlamento, magari sulle riforme» — lo vedano all’angolo e si attendano da lui toni bassi e marcia indietro, l’ex ministro non si ferma. Oggi è il momento della campagna per i ballottaggi, poi si tornerà alla lotta. Con quale esito, si vedrà. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Le tensioni Dopo la sconfitta elettorale parte una polemica tra diverse fazioni all’interno di Forza Italia. L’ex governatore Fitto chiede Primarie per stabilire la leadership del partito, proposta respinta dall’area berlusconiana Il vertice Ieri Berlusconi ha tenuto un lungo vertice a palazzo Grazioli con lo stato maggiore del partito (nella foto Benvegnù, Francesca Pascale con il cane): per ora non c’è volontà di ricucire lo strappo Il confronto C’è attesa per l’Ufficio di presidenza del partito dove potrebbero essere presentati due documenti contrapposti. L’intenzione, però, secondo quanto si apprende, è quella di evitare la conta interna 9 10 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 I partiti Le scelte Tra seggi e alleanze Tutti i tormenti della lista Tsipras La manifestazione del 7 giugno a Roma Caso Spinelli e collocazione in Europa L’inchiesta Chiara Rizzo: era Scajola a chiamare Tra oggi e domani il giudice delle indagini preliminari di Reggio Calabria dovrebbe decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati di Chiara Rizzo, moglie dell’ex deputato latitante Amedeo Matacena arrestata al suo rientro in Italia con l’accusa di intestazione fittizia dei beni e procurata inosservanza di pena a beneficio del marito. Il primo reato però è caduto o è stato ridimensionato per quasi tutti i coindagati, liberati dal Tribunale del Riesame. Le motivazioni delle decisioni non sono note, ma dal dispositivo si desume che sarebbero venuti meno i presupposti; in particolare dopo che un documento del Monte dei Paschi di Siena avrebbe meglio chiarito la gestione di un conto corrente della società Amadeus (al centro del tentativo di nascondere soldi e beni di Matacena) sul quale Chiara Rizzo non aveva potere di firma. Ecco perché, in una nuova memoria inviata al gip, l’avvocato Bonaventura Candido, difensore della signora, ha scritto che «pare conforme a giustizia accogliere l’istanza di revoca» dell’ordine di arresto in prigione. Quanto alla seconda accusa — l’appoggio alla latitanza del marito dal quale sta divorziando davanti al tribunale di Montecarlo — i legali di Chiara Rizzo ritengono di aver chiarito molti aspetti della vicenda. Compreso il particolare che era Claudio Scajola, il più delle volte, a chiamare e a offrirsi di aiutare la donna e suo marito, con una particolare insistenza; non che Chiara Rizzo subisse le iniziative dell’ex ministro, ma un tentativo di ridimensionare il proprio ruolo nella prosecuzione della latitanza di Matacena, col progetto di trasferirlo in Libano. Che peraltro non è andato in porto. Motivo in più, insistono gli avvocati, per non tenerla ancora in carcere. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Cosa sta succedendo? Il solito bel dibattito sotterraneo, come nella tradizione della sinistra marxista leninista». Gano Cataldo, secondo dei non eletti al Sud, spiega con una battuta quel che accade nella lista Tsipras, dove il risicato successo elettorale ha paradossalmente incendiato gli animi, investendo Rifondazione e Sel. E ieri è scoppiata anche la grana della collocazione in Europa. Con Sel dilaniata e sull’orlo della scissione Nichi Vendola è volato a Bruxelles, nel tentativo di giocare un ruolo nella partita della presidenza della Commissione. Ha visto Martin Schulz e Alexis Tsipras e dichiarato quanto sia «difficile immaginare» che possa militare nel Pse chi è stato eletto con l’Altra Europa per Tsipras. Parole che hanno scatenato l’ira di Claudio Fava, vicepresidente dell’Antimafia: «È grave. elettori». Il ripensamento inatteso ha scatenato la reazione dei social network e spaccato la base. C’è la petizione pro Spinelli eurodeputata e c’è quella del no, che ha raccolto su Change.org oltre 1.200 firme. Appello: «Cara Barbara Spinelli, ti chiediamo il passo indietro promesso, che permetta di fare, assieme, tanti passi avanti». Ragionamenti che sulla Rete sono rimbalzati con ben altri toni, tra accuse di «poltronismo» e messaggi al veleno. La ex responsabile comunicazione Paola Bacchiddu ha annotato su Twitter: «Parlava di coerenza e generosità. Poi il problema era il mio bikini, eh». Sulla presunta «incoerenza» della Spinelli si è esercitato anche Claudio Riccio, il più votato tra gli indipendenti al Sud. La garante della lista è arrivata prima sia al Centro che al Sud e il suo dilemma adesso è Verso Strasburgo Barbara Spinelli sta pensando di tenersi il seggio a Strasburgo, dividendo i militanti Un cambio di rotta irresponsabile, mai discusso nel partito». Accuse, sospetti, manovre. A tenere banco, esacerbando gli animi, è il caso Barbara Spinelli. L’esponente più rappresentativo e più votato della lista, figlia del padre fondatore della Ue, sta meditando di tenersi il seggio a Strasburgo, contrariamente a quanto aveva dichiarato in campagna elettorale. Per convincerla, Tsipras le avrebbe offerto di indicarla per una vicepresidenza del Parlamento. «Potrei tenere il seggio — ha detto al quotidiano greco Avghì l’editorialista e scrittrice che ha trainato la lista —. Non ho ancora deciso, sto avendo molte pressioni dai miei Gay Pride, Vendola e il compagno testimonial del corteo decidere a quale delle due circoscrizioni rinunciare. Scelta non semplice, visto che i primi dei non eletti sono un giovane esponente di Sel, Marco Furfaro e una giovane donna di Rifondazione, Eleonora Forenza. Quale dei due partiti lasciare senza strapunti- Il leader di Sel Nichi Vendola e il suo compagno Ed Testa (nella foto) sono i testimonial della ventesima edizione del Gay Pride romano. Una settimana di iniziative che culminerà sabato nella parata della comunità gay nella Capitale a cui sono attese migliaia di persone. Gli organizzatori — che alla politica no in Europa? «È terribile parlare di poltrone — commenta “con amarezza” Loredana Lipperini —. La guerra delle petizioni è la cosa più sbagliata. Si parla solo di partiti e non di persone, si creano fazioni e tifoserie e non si arriva alla decisione giusta». Tre in lizza Eleonora Forenza Nata a Bari, 37 anni, di Rifondazione comunista, seconda nella circoscrizione Sud con circa 22.685 preferenze Barbara Spinelli Nata a Roma nel 1946, è stata candidata come capolista della lista Tsipras al Centro (36.759 preferenze) e al Sud (27.955) Marco Furfaro Nato a Pistoia, 33 anni, di Sel. È risultato il primo dei non eletti nella circoscrizione Centro con 23.750 preferenze chiedono interventi concreti contro le discriminazioni e l’omofobia — hanno ringraziato Vendola per «un gesto di vicinanza e di partecipazione, in perfetta coerenza con la visibilità e l’impegno che ha sempre profuso nella battaglia per la conquista dei diritti». La Spinelli sta riflettendo e Vendola ha detto che rispetterà la sua decisione. Sabato a Roma ci sarà l’assemblea dei comitati della lista Tsipras e lì, a costo di litigare di brutto, si cercherà una soluzione: si fa largo l’idea di una staffetta tra Furfaro e Forenza. Il primo mantiene saldi i nervi: «Aspettiamo serenamente. Sono ore delicate. Questa lista è un patrimonio che nessuno può permettersi di disperdere». Argyrios Panagopolus, giornalista ateniese non eletto, è preoccupato: «Basta con l’eterna conflittualità della sinistra... Non è normale che stiamo qui a discutere dopo aver sconfitto la censura». La Spinelli deve andare a Strasburgo o no? «Sì, una persona come lei può fare la differenza in un Parlamento di neonazisti e xenofobi». Moni Ovadia, che ha rinunciato al seggio facendo entrare Curzio Maltese, assiste alle risse interne con intramontabile ottimismo, sperando che dalla lista Tsipras nasca un soggetto unitario della sinistra: «È normale che si scatenino le passioni, ma discutere fa bene». E la Spinelli? «Donna di grandissima caratura. A giorni deciderà e vedrete che usciremo dalle contraddizioni». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Amministrative I casi di Modena e Livorno: assi trasversali con destra e sinistra per battere il Pd Ballottaggi, le «larghe intese» di Grillo Lega, FdI, Ncd e liste antifasciste si schierano a sostegno dei candidati M5S DAL NOSTRO INVIATO MODENA — C’è posto per tutti sotto l’ombrello post-ideologico dei 5 Stelle. Destra e sinistra, berlusconiani e post berlusconiani, leghisti più o meno duri, poco importa, tutto è digeribile pur di ritagliarsi un posto nella piccola storia della politica nostrana. Perché di questo si tratta: è un appuntamento con la storia quello del movimento grillino ai ballottaggi di domenica prossima a Modena e a Livorno, trincee inespugnabili della tradizione «rossa», la prima da sempre avvinghiata come l’edera alla filiera Pci-Pds-Ds-Pd, la seconda culla addirittura del Partito comunista d’Italia (21 gennaio 1921). Un solo grido, un solo obiettivo: battere il Pd e abbattere i muretti tosco-emiliani. Già aver costretto i democratici al ballottaggio è cosa grossa, sconfiggerli sarebbe addirittura epocale. A Modena, con il popolo di Grillo e i suoi «guerrieri» (16,3% al primo turno per Marco Bortolotti, 46 anni, tecnico informatico, che dovrà vedersela contro l’assessore regionale pd Gian Carlo Muzzarelli che parte dal 49,7%), si sono schierati (nessun apparentamento ufficiale, ma precise indicazioni di voto) Lega, un pezzo dei Fratelli d’Italia e l’inesauribile senatore Carlo Giovanardi del Ncd che con il suo 4% ha mandato su tutte le furie gli ex amici di Forza Italia, tagliati fuori dal ballottaggio con il loro 12,5%. A Livorno, se possibile, le alchimie tattiche sono ancora più creative: contro il pd Marco Ruggeri e il suo 39,9% marcia baldanzoso il grillino Filippo Nogarin, 43 anni, ingegnere aerospaziale, e attorno a lui, quasi d’incanto, si è ritrovata gente che ben poco avrebbe da spartire con i 5 Stelle: Lega, Fratelli d’Italia e Udc, ma soprattutto un movimento di sinistra, tutto antifascismo e aneliti libertari, come «Buongiorno Livorno» (9% al primo turno, ma il suo leader, Andrea Raspanti, 34 anni, è arrivato al 16,3%). De Coubertin chi? Conquistare Modena e Livorno sarebbe la grande rivincita per Grillo dopo le delusioni europee. Avanti a testa bassa. «Imbarazzi? E perché mai?». Il 5 Stelle modenese Bortolotti quasi si stupisce dell’altrui stupore: «Non abbiamo chiesto niente. Per noi fanno fede il programma e la serietà delle persone: se poi Lega o Giovanardi concordano su alcuni punti, beh, siamo qui...». E il grillino livornese Nogarin, che dice di avere un passato nella sinistra critica: «Dovrei prendere le distanze da cosa? Non accettiamo di essere etichettati con un’ideologia. Mi interessa il programma e se per realizzarlo servono anche i voti della destra, va bene così». Il santino a cui i candidati grillini si affidano è quel Pizzarotti che 2 anni fa a Parma fece bingo. Anche se proprio ieri, nella città ducale, è andato in scena il primo Spaccatura a Parma Ma a Parma i 5 Stelle si dividono tra chi è per partecipare a Expo e chi, temendo Grillo, preferisce di no vero scontro nella pattuglia comunale dei 5 Stelle tra chi è favorevole alla partecipazione di Parma ad Expo 2015 e chi, temendo gli strali di Grillo, vorrebbe «restare fuori da un catino che puzza». Ballottaggi elettrici a Modena e Livorno. Più che alleanze, attorno ai 5 Stelle si è creato un mix di piccole convenienze, a volte per disperazione. Andrea Raspanti di «Buongiorno Livorno» definisce la scelta di appoggiare M5S «un orientamento di voto condizionato da una serie di paletti», ricorda che la decisione è stata presa «a larga maggioranza», ammette che c’è «chi l’ha vissuta come il tradimento di un’identità», ma alla fine confessa che «era l’unico modo per tentare di spezzare la cappa politica del Pd che soffoca Livorno». E a Modena Giovanardi è lapidario: «Scegliamo il male minore». Il Pd sulla carta ha buon gioco a gridare allo scandalo: «Chi si professa di sinistra non può sostenere un partito che in Europa si allea con l’estrema destra» affermano il livornese Ruggeri e il modenese Muzzarelli. Che restano favoriti, anche se un po’ spaventati. Una novità a queste latitudini. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La legge La gaffe a 5 Stelle sul grano saraceno ROMA — «La pasta italiana è prodotta per un terzo con grano saraceno». La difesa del made in Italy, contenuta nella relazione di una proposta di legge dei deputati 5 Stelle, precipita in una gaffe, con il fantomatico «grano saraceno» (che di regola non si usa per fare la pasta, pizzoccheri a parte) che diventa il nemico straniero da combattere. E con la Rete che sghignazza, tra annunci di crociate contro le antipatriottiche «insalate russe» e «zuppe inglesi», sconforto per l’ennesimo svarione a 5 Stelle e indignazione contro l’enfatizzazione mediatica di un «refuso». In effetti, il primo firmatario, Filippo Gallinella, lo chiama così: «Volevamo scrivere grano straniero. Abbiamo preso la frase dalla Commissione sulla contraffazione: un refuso». Vero. Come il successivo «reati perseguitabili». La relazione incriminata è del 2011, a firma Giovanni Fava (Lega) e Luca Sani (Pd). Avete fatto un copia incolla? E gli altri 14 firmatari non si sono accorti di nulla? «Non so se sono stato io o i collaboratori. Succede. Ce ne siamo accorti e abbiamo chiesto che venisse cambiato agli uffici, ma non è avvenuto». Gallinella — che già ebbe gli onori della cronaca per aver scritto alla voce «stato civile» «italiano», invece di «celibe» — non è esattamente un esperto di bioagricoltura: «Sono laureato in ingegneria meccanica. Ma sono curioso e mi sono divorato tomi da 800 pagine. Ho anche fatto una proposta sul chilometro utile, diverso dal chilometro zero. E comunque lo so: il grano saraceno non è neanche grano, è una specie di cucurbitacea». Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Elezioni A Damasco seggi affollati nella Città Vecchia. Nei quartieri della periferia non si fermano i colpi di mortaio Il voto della Siria in guerra. «Una farsa» Vittoria annunciata del presidente Assad che si avvia al terzo mandato La vicenda La miccia Una crisi lunga quaranta mesi e 160.000 vittime Una crisi lunga quaranta mesi. E che ha già causato oltre 160 mila vittime, la metà civili. La miccia che accende la rivolta in Siria è datata marzo 2011, quando i manifestanti scendono in piazza per chiedere riforme e la liberazione di giovani detenuti. La risposta governativa è durissima L’escalation La strage chimica Si riapre la frattura tra Usa e Russia In pochi mesi si assiste a un’escalation della crisi che degenera in guerra civile. Con l’esercito di Assad che impiega armi chimiche. Sono almeno sedici gli attacchi documentati. Le vittime soprattutto bambini e civili. Usa ed Europa chiedono sanzioni contro Assad, Russia ed Iran lo sostengono Lo stallo Ginevra, si arenano le prove di dialogo Il dramma profughi Dall’inizio del conflitto circa 4 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case. Altri 2 milioni e mezzo hanno lasciato il Paese. Alcune centinaia sono arrivate anche in Italia. Lo scorso gennaio la conferenza di Ginevra con ribelli e governativi. Ma le trattative si arenano DALLA NOSTRA INVIATA DAMASCO — Nella Città Vecchia, quasi nessuno ieri votava in segreto dietro la tenda bianca: gli elettori preferivano mettere apertamente la «x» sotto la foto di Bashar. Un’anziana signora s’è punta il dito con uno spillo, poi col sangue ha segnato sulla scheda la sua fedeltà al presidente, e infine ha strappato le immagini degli altri due candidati, Maher Hajjar e Hassan al-Nouri, ignorando le proteste della presidente del seggio. Scene da un’elezione che i critici hanno definito una farsa. Ma molti damasceni sono andati davvero alle urne per garantire ad Assad un terzo mandato di sette anni. Alcuni seggi erano affollati: tre file si snodavano in strada davanti al sindacato dei lavoratori tra danze e bandiere svolazzanti, in un’atmosfera da festa patronale. Così pure alla scuola vicino al Palazzo Presidenziale, dove si sono presentati Bashar e la moglie Asma, oppure al ministero dell’Informazione, e ancora al confine col Libano, dove sono arrivate decine di migliaia di profughi (che però sono solo una frazione del totale di tre milioni). In altri quartieri l’affluenza era più ridotta. In quello prevalentemente sunnita di Barzeh, dove diversi palazzoni anneriti e distrutti testimoniano gli scontri dei mesi passati conclusi solo di recente da un accordo di riconciliazione tra governo e ribelli, si votava sotto il rombo dei Mig-21 diretti a Sud per bombardare i quartieri ancora in mano ai ribelli. In fila al seggio, una ventina di persone: tutte definivano il voto come la soluzione per uscire dalla crisi. Invece, Maher Mounnes, giornalista radiofonico di 26 an- ni, che a Barzeh abitava ma nonostante la riconciliazione non può tornarci («Verrei ucciso perché sono sciita»), racconta di non aver votato: «E’ un’elezione falsa». «Sarà falsa — replica la sua amica Zahra mostrando il dito blu con l’inchiostro elettorale — ma io l’ho fatto lo stesso, per dar noia ai nostri nemici: l’America e Israele». Così una parte del popolo siriano ieri ha parlato, mentre nell’altra Siria, dove si combatte ancora, non si è votato affatto. Dalla periferia di Damasco in mano ai ribelli giungevano colpi di mortaio su tutta la città. Il leader Bashar al Assad e la moglie Asma hanno votato nel seggio vicino al Palazzo Presidenziale della capitale Diversi sono piombati, preceduti da un sibilo, sul quartiere cristiano di Kassaa, dove questa è ormai un’evenienza quasi normale come la pioggia, ma ieri era più intensa del solito. Molti degli abitanti se lo aspettavano, per via delle minacce di alcuni gruppi ribelli contro le elezioni, e perciò non sono andati al lavoro né a scuola. Sono sgusciati fuori nelle strade semideserte, però, per andare comunque alle urne, come Philip Hefteh: «Anche al-Nouri sceglierà Assad», dice scherzando (ma non troppo). Lo sfidante di Bashar (imprenditore ed ex deputato che per entrare in lizza ha ricevuto l’approvazione del Parlamento dominato dal partito al potere) non ha risparmiato gli elogi al presidente, suggerendo che solo in una cosa, l’economia, lui farebbe meglio. E infatti si dice che diventerà premier. Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento IN QUEL CALVARIO IL DECLINO MORALE DELL’OCCIDENTE SEGUE DALLA PRIMA E poi arrivano i numeri, meno sicuri di prima perché l’Onu si è stufata di fare il conto: 162 mila morti, nove milioni di sfollati.. Lo scorso anno Obama stava per premere un grilletto poco impegnativo, ma poi non ha fatto nemmeno quello. Gli altri hanno smesso persino di agitarsi ai tavoli della diplomazia. Forse perché è meglio alzare le mani e guardare altrove, è meglio trasformare l’assuefazione in resa definitiva? No, non è meglio. Il calvario della Siria è invece un segnale che supera la nostra vergogna repressa, e che fornisce una cruciale indicazione strategica: la terra dove accadono mattanze quotidiane, la terra dove Bashar al Assad sta avendo la sfrontatezza di farsi «rieleggere» tra cannonate e bombardamenti, è diventata lo specchio del declino dell’Occidente. Sappiamo bene che riportare la pace in quel che resta della Siria è oggi «mission impossibile», soprattutto dopo aver perso mesi e anni senza muovere un dito. Nei suoi confini si combatte un conflitto tra musulmani sunniti e musulmani sciiti che coinvolge gran parte del mondo arabo, che ha radici profonde nel Golfo ed è esploso anche in Iraq mentre cova nel Libano. Non stupisce che l’alauita Assad (della famiglia sciita) venga appoggiato dall’Iran, dagli Hezbollah libanesi e da una parte degli ira- cheni, mentre i sunniti aiutano la resistenza. Ma una terza variabile ha reso se possibile più complicata l’equazione: i jihadisti e qaedisti prima hanno infiltrato i rivoltosi, poi sono diventati i più forti tra loro. E oggi accolgono gli europei in cerca di emozioni forti, addestrano al terrorismo individui come Mehdi Nemmouche, il probabile autore dell’attacco al Museo ebraico di Bruxelles. Niente forniture di armi sofisticate agli oppositori, dunque, perché potrebbero finire in mano ai cattivi. Le armi chimiche, quelle, c’erano già prima della guerra e probabilmente sono state usate da entrambi gli schieramenti (ora Assad se ne disfa con calcolata lentezza). E così, poco a poco, le forze governative avanzano, schiacciano, bruciano, piantano la bandiera sulle rovine di Homs e distruggono Aleppo con i «barili esplosivi» lanciati dal cielo. Il rompicapo è davvero tale. Ma per quanto complicata e carica di insidie, la sfida è lanciata: può l’Occidente lasciare che la strage continui indisturbata per chi sa quanto tempo ancora? Non è forse vero che oltre alla intollerabilità umanitaria di quanto accade in Siria in gioco ci sia anche un formidabile logoramento della credibilità, dell’influenza degli Stati Uniti e dei loro alleati, vale a dire dell’Occidente? Qui non si parla nemmeno di guerre sbagliate (l’Iraq, a mio parere) o di guerre non vinte (l’Afghanistan, a mio parere). Qui siamo al Sotto le bombe Un giovane porta in braccio una ragazza ferita nei bombardamenti di Aleppo, nel Nord della Siria (Afp) cospetto della più grave, della più imperdonabile delle colpe: un’assenza che gronda sangue. Nella sua campagna più interna che internazionale per rispondere alle accuse di debolezza, Barack Obama, oltre a mostrare i muscoli in Ucraina e dintorni, ha deciso di addestrare i ribelli siriani «moderati» e, indirettamente, di armarli un po’ meglio. Supponendo che i «moderati» possano essere individuati con certezza, Assad e i jihadisti (nemici tra loro e nemici dei «moderati») dovrebbero forse avere paura? Piuttosto, è giusto riconoscere che grande è stata in questi anni l’influenza delle opinioni pubbliche e della loro stanchezza di guerre. Non è forse per questo che Obama, pur vedendo superata la sua «linea rossa» sulle armi chimiche, non colpì Assad lo scorso autunno, si rifugiò in una paradossale richiesta di parere al Congresso e consentì così a Putin di ridimensionarlo davanti al mondo? Le opinioni pubbliche è giusto tenerle in conto. L’Occidente è anche, è soprattutto questo: democrazia. Anche quando la Camera dei Comuni dice no. Anche quando Parigi pensa sì, ma per farlo evita di ascoltare il parere dell’Assemblée. E trovo sacrosanta la dottrina Obama che nasce dalla pesante eredità di Bush, e che si affida alla guerra soltanto in ultima istanza. Ma esiste anche un principio, stabilito dall’Onu, che si chiama «Responsibility to Protect», responsabilità di proteggere. Cosa ne è rimasto in Siria, dopo tre anni di carneficine? Non è anche questo un ideale, come quelli che identificano nella guerra il male supremo? Non è immaginabile, beninteso, un intervento militare in Siria che infiamme- rebbe tutta la regione. Ma credo che le opinioni pubbliche occidentali capirebbero, ancora oggi, misure più efficaci delle gesticolazioni che abbiamo visto sin qui. Una no-fly zone opportunamente circoscritta (non come quella applicata alla Libia) e abbinata alla creazione di corridoi umanitari, per dirne una. Assad e jihadisti si opporrebbero, la Russia che tiene al porto di Tartus quasi quanto a quello di Sebastopoli bloccherebbe il Consiglio di sicurezza? L’Occidente si è già trovato nei Balcani in una simile contingenza, e sa come affrontarla. Difficile, difficilissimo. Ma c’è una sola cosa che l’Occidente non può continuare a fare se non vuole finire di screditarsi: niente. Franco Venturini fventurini500@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 Il viaggio La prima tappa della visita, ieri in Polonia, è stata dedicata alla crisi in Ucraina e alla risorgente minaccia russa L’agenda Il caccia Obama coll’omologo polacco Bronislaw Komorowski: dietro i due leader, un cacciabombardiere F-16 dal nostro inviato MASSIMO GAGGI VARSAVIA — Un miliardo di dollari per finanziare l’invio, a rotazione, di più soldati e sistemi d’arma Usa nei Paesi alleati dell’Est europeo che si sentono minacciati da Mosca: è la sostanza dell’Iniziativa di Rassicurazione Europea lanciata ieri dagli Stati Uniti. Il «guerriero riluttante» della Casa Bianca stavolta interpreta con più convinzione il ruolo di leader dell’Occidente garante della sicurezza degli alleati davanti a una possibile aggressione russa. Barack Obama resta convinto che, prima o poi, Putin dovrà rendersi conto che il suo attacco all’Ucraina, oltre che inaccettabile, è antistorico: crea una situazione insostenibile nel mondo globalizzato. Un mondo nel quale le armi dell’economia — che il presidente Usa cerca di mobilitare massicciamente contro il neoimperialismo di Mosca — contano più dei carri armati e dei missili. Ma ieri, appena atterrato a Varsavia, Obama ha scelto ugualmente di evocare l’uso della forza militare: è andato a salutare i piloti dell’Air Force americana che in questo momento sono di stanza in Polonia e il primo incontro col presidente polacco Bronislaw Komorowski l’ha avuto davanti al muso di quattro cacciabombardieri F-16, due americani e due polacchi, che attualmente operano nella base di Okecie. Poi, nella conferenza stampa al Palazzo del Belvedere, sede della presidenza polacca, il leader democratico ha cercato in tutti i modi di rassicurare gli alleati intimoriti dalle mosse di Mosca, scandendo che gli Stati Uniti non si tireranno indietro: «Nella Nato non ci sono Paesi di serie A e di serie B, vecchi e nuovi alleati hanno lo stesso peso e lo stesso diritto ad essere difesi da tutti. Interverremo per proteggere qualunque Paese dell’Alleanza che finisca sotto attacco». Accusato di essere stato troppo morbido con la Russia come con i talebani (ieri il presi- L’America torna in Europa Soldati e aiuti finanziari a difesa dei Paesi dell’Est Obama: la loro sicurezza è «sacrosanta» Il leader Usa «Nella Nato non ci sono Paesi di serie A e B, tutti devono essere difesi» dente ha rivendicato la legittimità della decisione di scambiare l’ultimo soldato Usa rimasto nelle mani dei ribelli afghani con cinque pericolosi terroristi), Obama ha approfittato delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della riconquista della libertà da parte della Polonia per promettere un rafforzamento del dispositivo militare Usa non solo nelle basi europee di terra, ma anche nei mari vicini alla Russia: il Baltico e il Mar Nero. Un impegno confermato soprattutto per rassicurare una Polonia davvero atterrita: «È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che un Paese europeo si annette una parte di un altro Paese europeo», ha ricordato ieri il ministro degli Esteri di Varsavia. Ma la celebrazione della vittoria di Solidarnosc nelle prime elezioni libere di una Polonia che nell’89 era G7 a Bruxelles II passato per capire il presente. Il viaggio di Obama per le celebrazioni dello sbarco in Normandia è cominciato nell’Europa orientale, in Polonia: occasione per chiarire la posizione americana su Ucraina e Russia. Oggi il G7 a Bruxelles senza la partecipazione di Mosca, sanzionata proprio per la questione ucraina Lo sbarco Domani a Parigi Obama si vedrà col collega francese Hollande. Il 6 giugno il culmine delle celebrazioni per ricordare i settant’anni dallo sbarco alleato in Normandia. Tra i capi di Stato invitati anche il presidente italiano Giorgio Napolitano ancora nell’orbita sovietica, hanno consentito a Obama di trasmettere il suo messaggio anche ai leader degli altri Paesi alleati venuti per l’occasione a Varsavia: Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Repubblica Ceca e le tre repubbliche baltiche. L’esibizione di muscoli da parte della Casa Bianca democratica ha impressionato proprio perché insolita, anche se non è chiaro se abbia davvero soddisfatto i polacchi che chiedono di più: non la rotazione di squadroni di aerei e reggimenti dislocati per periodi limitati nei Paesi dell’Est europeo, ma la creazione di basi americane permanenti. Washington non intende fare una scelta di questo tipo: sarebbe molto costosa (spese che i Paesi dell’Europa occidentale, ad esempio, non sono disposti a sostenere) e potrebbe spingere la Russia a un’escalation del riarmo. Ma, oltre a ostentare il rinnovato impegno militare americano in Europa (dove gli Usa hanno ancora 67 mila militari), ieri Obama ha mandato altri due messaggi. Il primo a Putin. A differenza di Hollande, di Cameron e della Merkel, il presidente americano non ha in calendario un incontro formale col leader russo, ma ieri ha ammesso che non esclude un colloquio informale né una ripresa del dialogo qualora Mosca confermerà la svolta più moderata dei giorni scorsi: «Se lo incontrerò gli spiegherò che non intendo minacciarlo e che è nell’interesse della Russia smettere di aggredire l’Ucraina. Gli dirò che non credo in un mondo diviso in sfere d’influenza». Ma, anche se Mosca farà d’ora in poi le cose giuste (come l’accordo sul gas che i russi stanno negoziando col governo ucraino), «ricostruire un rapporto di fiducia richiederà molto tempo». L’altro messaggio è ai partner Ue della Nato ai quali, come aveva già fatto due mesi fa a Bruxelles, Obama chiede di spendere di più: «Abbiamo visto un declino costante dell’impegno dei nostri alleati. Questo deve finire». Anche se hanno difficoltà di bilancio, gli europei devono tornare a «investire» sulla loro difesa. Come sta facendo la Polonia che ha deciso di alzare al 2 per cento del Pil il suo stanziamento per l’apparato militare. E questa percentuale è, secondo la Casa Bianca, l’obiettivo che tutta l’Europa dovrebbe darsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Esteri Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 D-Day La vittoria alleata 70 anni dopo Cinque spiagge a ferro e fuoco per sconfiggere il Terzo Reich G R A N B R E T A G N A LONDRA All’assalto dal cielo Un aereo da trasporto americano Douglas C 47 Dakota, usato per lanciare le truppe sulla Normandia: ciascuno conteneva 28 paracadutisti Felixtowe FRANCIA Dover Southampton Brightonn Portsmouth Eastbourne astbourne urne Poole Exeter Calais 15ª armata tedesca Darthmouth C a n a l e d e l l a M a n i c a Plymouth Cherbourg UEN ROUEN Convogli navali Beauvais CAEN Truppe avio trasportate Se nn a Saint-Malo Guingamp PARIGI IGI Saint-Brieuc chilometri 0 Montebourg Monte urg 7ª armata tedesca F R A N C I A 50 709ª div. Saint-Marcouf CHARTRES 6 giugno 1944 Sbarco in Normandia Varreville La Madeleine Ravenoville Saint-Germain-de-Varreville Sainte-Mère-Eglise 91ª div. 919° rgt. 82ª div. US paracadutisti Chef-du-Pont Pont Pont o L’Abbé L’Ab 6° rgt. paracadutisti Pouperville Sainte-Marie-du-Mont Vierville 101ª div. US paracadutisti Saint-Côme-du-Mont Brévands 914° rgt. CARENTAN Il fattore decisivo Un bombardiere americano Boeing B 17, la famosa Fortezza volante. Aveva 10 uomini di equipaggio e trasportava fino a 2.200 kg di bombe COMANDANTI ALLEATI Dwight Eisenhower (1890-1969) Comandante supremo delle forze angloamericane Bernard Montgomery (1887-1976) Comandante del XXI gruppo di armate alleato Omar Bradley (1893-1981) Comandante della 1ª armata americana Miles Dempsey (1896-1969) Comandante della 2ª armata britannica Friedrich Dollmann (1882-1944) Comandante della 7ª armata tedesca Gunther von Kluge (1882-1944) Da luglio comandante supremo delle forze tedesche all’Ovest COMANDANTI TEDESCHI © RIPRODUZIONE RISERVATA In edicola dal 6 giugno Sarà in edicola con il «Corriere» da dopodomani, 6 giugno, il libro D-Day 6 giugno 1944. Storia e controstoria dello sbarco in Normandia, in vendita al prezzo di 6,90 più il costo del quotidiano. È una raccolta di saggi, corredata da fotografie e cartine, nella quale storici e firme del «Corriere», approfondiscono i retroscena, le conseguenze e gli aspetti controversi del più grande sbarco della storia. Il volume, oltre alla prefazione di Sergio Romano e all’introduzione di Ernesto Galli della Loggia, contiene contributi di Elena Aga Rossi, Giovanni Belardelli, Antonio Carioti, Marcello Flores, Marco Gervasoni, Leonardo Goni, Paolo Pezzino, Maurizio Porro, Paolo Rastelli. Quinéville VALOGNES VA Brest Paolo Rastelli Antonio Carioti Interrogativi aperti e retroscena in un volume del «Corriere» Saint-Vaast Quet ou Quettehou an al e C Nel punto più largo misura 240 chilometri (la distanza tra Milano e Carrara passando per la Cisa) e in quello più stretto 34, un po’ meno di quanto separi Modena da Bologna. Ma per quattro anni, tra il 1940 e il 1944, il Canale della Manica sembrava largo migliaia di chilometri, tanto erano diversi i mondi che separava: da una parte la Gran Bretagna, l’ultima isola libera dal nazismo, dall’altra la costa francese e più in là il resto dell’Europa occupata dalle armate di Adolf Hitler. Nel 1940 i tedeschi avevano tentato di porre le basi per superare quel piccolo tratto di mare. Ma la Royal Air Force, l’aviazione inglese, glielo aveva impedito. Il 6 giugno 1944, 70 anni fa, la Manica diventò l’autostrada che le immense forze angloamericane percorsero per sbarcare sulla costa francese e attaccare da Occidente la Germania, già duramente pressata dai sovietici all’Est. Sulla terraferma aspettavano 60 divisioni tedesche, tra cui le unità corazzate delle SS, alcune tra le più agguerrite truppe che la storia avesse mai visto. Come destinazione delle forze alleate, comandate dal generale americano Dwight Eisenhower, vennero scelte cinque spiagge della costa orientale della penisola del Cotentin e della Normandia: da ovest a est avevano i nomi in codice di Utah e Omaha (destinate alla 1ª armata Usa comandata da Omar Bradley) e di Gold, Juno e Sword (sulle quali dovevano prendere terra inglesi e canadesi della 2ª armata britannica del generale Miles Dempsey). In tutto i primi sbarchi, sotto la guida del generale britannico Bernard Montgomery, dovevano essere eseguiti da 6 divisioni, mentre altre 31 aspettavano sulle navi o nei campi di addestramento inglesi per intervenire come rincalzo. Gli sbarchi dal mare furono preceduti dall’attacco di tre divisioni di paracadutisti, due americane sul fianco occidentale e una inglese a oriente: circa 4.000 C 47 Dakota, i cavalli da tiro dell’aviazione alleata, lanciarono migliaia di paracadutisti e sganciarono centinaia di alianti carichi di uomini, jeep, mortai e cannoni anticarro. I tedeschi, guidati dai feldmarescialli Gerd von Rundstedt ed Erwin Rommel (e poi da Gunther von Kluge) si aspettavano lo sbarco al passo di Calais, il punto più stretto della Manica. Gli inglesi misero a punto un elaborato piano di mascheramento per rafforzare questa loro convinzione: fu creato un gruppo di armate inesistente messo agli ordini del generale George Patton, il più famoso tra i condottieri americani, con traffico radio, mezzi da sbarco, campi di addestramento situati nell’Inghilterra sud occidentale, pronti a balzare al di là dello stretto di Dover. Tutti falsi. I tedeschi ci cascarono in pieno: per settimane dopo il D-Day, mentre in Normandia la situazione si aggravava, Hitler si rifiutò di sottrarre forze allo schieramento di Calais. Lo sbarco riuscì e solo sulla spiaggia Omaha la reazione tedesca mise in pericolo, per qualche ora, l’esito dell’operazione. Dopo il primo giorno, cominciò la gara per chi riusciva a portare più rinforzi al fronte, gli alleati attraverso la Manica, i tedeschi con la rete ferroviaria francese e le strade devastate dalle incursioni aeree. Gli alleati premevano in continuazione per allargare la testa di sbarco, aiutati nei loro sforzi da un’enorme potenza di fuoco (artiglieria terrestre e navale, bombardieri medi e pesanti come le Fortezze volanti B 17) e dalla superiorità quantitativa che compensava largamente lo svantaggio qualitativo di molte delle loro armi. Tra i carri armati, per esempio, non c’era confronto tra lo Sherman americano e il Tigre tedesco. Ma i Tigre presenti sul fronte normanno erano poche decine, mentre gli Sherman si contavano a centinaia. L’esito finale era solo questione di tempo: il 25 luglio gli americani sfondarono a sud di Saint-Lô e dilagarono in Francia. Sotto l’energica guida di Patton invasero la Bretagna a ovest e poi corsero a rotta di collo verso est, fino a chiudere le forze nemiche nella grande sacca di Falaise. A fine agosto fu liberata Parigi, mentre alcune migliaia di tedeschi, dopo aver lasciato in Normandia 450 mila loro compagni tra morti, feriti e prigionieri, si ritiravano verso la Germania. La battaglia di Francia era finita. Il piano dell’invasione 1 INGHILTERRA Gerd von Rundstedt (1875-1953) Comandante supremo delle forze tedesche all’Ovest Erwin Rommel (1891-1944) Comandante del gruppo di armate B (Nord della Francia) FORZE ALLEATE CHE PRESERO PARTE AL D-DAY 132.715 1.213 13.743 23.400 195.701 4.126 20.000 soldati ( 57.500 americani, 75.215 britannici e canadesi) navi da guerra e aerei paracadutisti marinai mezzi da sbarco veicoli di cui 864 mercantili 8.000 carri armati George Patton (1885-1945) Comandante della 3ª armata americana Ta ute V ir e Taute Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 Le operazioni del D-Day 2 Verso le spiagge Un mezzo da sbarco LCVP (Landing Craft, Vehicle, Personnel), l’imbarcazione che portò le truppe alleate sulle spiagge normanne. Ciascuno poteva contenere 36 uomini o 12 soldati e un veicolo Zone di lancio e atterraggio delle truppe aviotrasportate Settori di sbarco G O L D Prima ondata d’assalto Attacchi della 6ª divisione aviotrasportata britannica Territorio controllato dagli Alleati alle 24.00 del D-Day Obiettivo degli Alleati alle 24.00 del D-Day Situazione delle unità tedesche all’alba del D-Day 21ª div. pz. Aree controllate dalle truppe tedesche alle 24.00 del D-Day Contrattacco della 21ª divisione panzer Principali batterie d’artiglieria tedesche Aree allagate dai tedeschi 1ª ARMATA AMERICANA XXI GRUPPO D’ARMATE (Bradley) 2ª ARMATA BRITANNICA (Montgomery) B a i a 4ª div. di fanteria US d e l l a S e n n a I CORPO BRITANNICO (Crocker) reggimento = rgt. divisione = div. panzer = pz. 1ª e 29ª div. di fanteria US 50ª div. di fanteria BR e 8ª brigata corazzata BR 47° Royal Marine commando U T 2° battaglione Ranger US brigata = bgt. (Dempsey) XXX CORPO BRITANNICO (Bucknall) V CORPO US (Gerow) VII CORPO US (Collins) 3ª div. di fanteria BR e 27ª brigata corazzata BR 3ª div. di fanteria canadese e 2ª brigata corazzata canadese A O M A H A H 4° Royal Marine commando G O L D Arromanches Saint-Laurent 914° rgt. J U N O Le Hamel Asnelles PORT-EN-BESSIN 6ª div. aviotrasportata La Rivière 5ª btg. paracadutisti Courseulles Formigny Isigny 231ª bgt. 47° Royal Marine commando Aure 30ª btg. 56ª bgt. 352ª div. 69ª bgt. 7ª bgt. 151ª bgt. 726° rgt. Colombiéres 8ª bgt. Langrune Luc Lion Douvres 9ª bgt. Seulles Creully Merville Pèriers 736° rgt. Camilly 8 736° rgt. 21ª div. pz. Buron 711ª div. Lebisey Od Cherbourg Caumont XII gruppo d’armata (Bradley) Villers-bocage 1ª armata US (Hodges) SAINT-LÔ V corpo US XIX corpo US VII corpo US Avranches Saint-Malo Guingamp XXI gruppo d’armata e Orn Evrecy (Montgomery) Dinan VII corpo US Merdrignac Rennes LE HAVRE Senna 2ª armata BR (Dempsey) CAEN Div Caumont II XII XXX ne Sacca Tinchebray Vernon La Roche-Guyon Mantes Gassicourt Evreux XLX corpo US Falaise laise di Fa Carrouge Alençon XX corpo US Châteaudun XII corpo p US nne Maye Vannes F R A N C I A O c e a n o A t l a n t i c o Angers 20 40 60 80 To ours Tours a Loir Saint-Nazaire 0 Fontainebleau XV corpo US Mayenne LE MANS Loira Rambouillet 4ª div XX corpo US XV corpo US Laval Pontivy chilometri Versailles 2ª div. cor. V corpo US francese CHARTRES Fougères XV corpo US 7 agosto XX corpo US NANTES PARIGI Dreux Argentan Sées Quimper LORIENT Louviers XII corpo BR I XXX corpo BR Or VII Vire Elbeuf II corpo CAN es Beauvais ROUEN 1ª armata CAN (Crerar) Mortain 3ª armata US Domfront (Patton) Saint-Brieuc Brest XLVII corpo panzer on Sfondamento alleato in direzione Sud-Ovest e verso Est Attacchi alleati Linea del fronte, 1° agosto Linea del fronte, 16 agosto Troarn es CAMPO DI AVIAZIONE es Seull Forze corazzate Un carro armato americano Sherman, in dotazione anche alle forze britanniche. Armato con un cannone da 76 millimetri e tre mitragliatrici, aveva cinque uomini di equipaggio 21ª div. pz. CAEN Carpiquet Div Fontenay-les-Pesnel Tilly-sur-Seulles LXXXIV corpo 3 Bures 12 Juvigny CORRIERE DELLA SERA Robehomme Ranville 716ª div. 10 Balleroy SAINT-LÔ Varaville Bièville BrettevilleL’Orgueilleuse chilometri 6 185ª bgt. Bénqueville F R A N C I A re Au 4 DIVES 8ª bgt. 915° rgt. 2 HOULGATE CABOURG Hermanville Esquay 0 R D OUISTREHAM 9ª bgt. BAYEUX Saint-Jean-de-Daye O 3ª btg. paracadutisti e e Vir S W Saint-Aubin Longues Saint-Honorine Colleville 916° rgt. Orn Vireville-sur-Mer Grandcample-Bains btg. speciale n°1 btg. speciale n°4 Pointe et Raz de la Percée Pointe du Hoc La migliore arma tedesca Un carro Tigre della Wehrmacht. Armato con un cannone da 88 mm e due mitragliatrici, aveva un equipaggio di 5 uomini ORLEANS 16 Esteri Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Dopo l’abdicazione Il governo approva la legge per consentire la rinuncia del re, corsa per l’incoronazione di Felipe Spagna, la tentazione repubblicana Si moltiplicano le manifestazioni contro la monarchia. Rajoy: sono una minoranza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Con l’abdicazione di re Juan Carlos sono partite in Spagna due corse parallele. La prima è quella del governo, del Congresso e della Casa reale per incoronare al più presto il principe Felipe. La seconda è quella dei gruppi repubblicani che vogliono cogliere l’occasione storica del passaggio di consegne per abolire la monarchia. Sullo scatto sono stati più veloci i secondi: le manifestazioni di lunedì notte sono state replicate ancora ieri sera: altre migliaia di bandiere rosse, gialle e viola sono comparse in decine di città spagnole. Non c’è un coordinamento centrale. Le reti sociali diffondono appuntamenti, le belle serate di primavera aiutano a raccogliere gente. Anche la macchina statale è partita e sta accelerando. Ieri il governo del presidente Mariano Rajoy ha approvato in seduta straordinaria la legge necessaria a consentire la rinuncia del re. Il Il cambio Il regno Trentanove anni di regno. Poi la «pensione». Una decisione che non ha sorpreso molti, quella di Juan Carlos. Il sovrano che ha traghettato la Spagna dal franchismo alla democrazia. E contribuito a salvarla dopo il tentato golpe del colonnello Tejero nel 1981 I governi Ha visto succedersi alla guida del governo liberali popolari e socialisti (Suarez, Calvo Sotelo, Gonzalez, Aznar, Zapatero e Rajoy). Adesso gli succede il figlio Felipe. Una svolta, in tutti i sensi. presidente della Camera dei deputati ha stilato un calendario di lavori che prevede l’approvazione entro il 18 giugno. Non ci saranno problemi di maggioranza. Il governo del Partido Popular di centro-destra e l’opposizione del partito socialista di centrosinistra voteranno assieme in stile «grande coalizione». A loro si uniranno altri partiti centristi come UPyD e (forse) i catalani di CiU. Fosse così, l’approvazione di Felipe VI raggiungerebbe il 91% dei voti parlamentari. Contro si sono schierati solo l’estrema sinistra nazionale e regionale oggi poco rappresentata. La legge che permette l’abdicazione passerebbe, però, paradossalmente, solo con la firma del re uscente. Sarà proprio con la sua penna che Juan Carlos chiuderà 39 anni di regno e consegnerà il trono al figlio Felipe. L’incoronazione avverrà alle Cortes, fanno sapere a Palazzo, con una forma solenne, ma non sfarzosa. Niente ospiti internazionali, carrozze, ermellini. Con Ritorno al 1931 Due ragazze a Malaga con la bandiera repubblicana AD: Barabino&Partners Design rta a fe at Of lung o pr Acque Potabili: l’offerta sale a 1,20 euro per azione. Entro il 6 giugno, aderisci all’Offerta Pubblica di Acquisto. Chiedi subito alla tua banca. 32 Premio rispetto alla media ponderata dei sei mesi precedenti all’annuncio. Sviluppo Idrico S.r.l. ha lanciato un’Offerta Pubblica di Acquisto con l’obiettivo di revocare la quotazione in Borsa di Acque Potabili S.p.A. Le azioni saranno pagate il 12 giugno 2014. Per saperne di più: www.gruppoiren.it www.smatorino.it www.sodali-transaction.com opa.sap@sodali.com L’offerta è promossa da: Sviluppo Idrico S.r.l. Consulente Finanziario dell’Offerente e Intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni: Il Documento di Offerta costituisce l’unico documento idoneo a consentire agli Azionisti di pervenire ad un fondato giudizio sull’Offerta ed è disponibile sui siti internet del Global information Agent (www.sodali.com e www.sodali-transaction.com) nonché sul sito internet di Iren S.p.A. (www.gruppoiren.it) e sul sito internet di SMAT (www.smatorino.it). cinque milioni di disoccupati è stato giudicato inopportuno. Per ribattere alle richieste di un referendum Monarchia-Repubblica, il presidente del Consiglio Rajoy ha usato gli stessi argomenti che usa per respingere le domande di indipendenza della Catalogna. «Non credo che il sentimento repubblicano sia maggioritario in Spagna. Comunque, siamo una democrazia e chi vuole verificarlo non ha che da intraprendere un percorso di modifica costituzionale». Rajoy sa perfettamente che alle Cortes non ci sono i numeri per una simile modifica come non ci sono per una secessione di Barcellona. Più diretto il leader socialista Alfredo Perez Rubalcaba, in una conferenza con il sindaco di Torino Piero Fassino, arrivato a Madrid per promuovere il turismo piemontese. «Il partito socialista — ha detto Rubalcaba — nasce da profonde radici repubblicane, però alla fine della dittatura partecipò ad una serie di patti che garantirono i migliori 40 anni della storia di Spagna. La successione fa ancora parte di quegli accordi. Noi non li violeremo». Tra le fila repubblicane si trovano soprattutto esponenti di quei collettivi nati on line che sono stati la sorpresa delle elezioni europee del 25 maggio. L’umorismo è una delle loro armi migliori. Circolano vignette esilaranti. Una mostra re Juan Carlos e la Regina Sofia con le valigie in spalla difesi dai volontari antisfratto. In un’altra il principe Felipe dice: «Disoccu- Di padre in figlio La cerimonia avverrà con forma solenne ma non sfarzosa: per rispetto dei milioni di disoccupati pati di lungo periodo fatevi coraggio. Se io ho trovato lavoro a 46 anni, potete farcela anche voi». Dal punto di vista teorico gli anti monarchici fanno l’equazione «Repubblica = democrazia». O anche «meno re = meno spese». Ad oggi la loro è una strada tutta in salita. A. Ni. @andrea_nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista Il poeta Bernardo Atxaga «Ma la bella favola della famiglia reale durerà per un po’» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Bernardo Atxaga scrive in basco e in Spagna è considerato il più grande poeta del Paese. Che impressione le fa il dibattito monarchia-repubblica? «Come tutte le monarchie, anche la spagnola è frutto di un pessimismo di fondo nei confronti del genere umano. Le persone sono considerate ignoranti, ingenue, infantili, ma anche capaci di trasformarsi in massa e diventare pericolose. Per controllarle la monarchia è un buon metodo. Dà loro uno schema tipo padre e figlio in cui rifugiarsi e sentirsi protetti». Forse era vero una volta, ma oggi? «Parlando del Medioevo Jacques Le Goff spiega che i re e le regine erano figure mitiche che nessuno avrebbe riconosciuto. Eppure bastava l’idea a mantenere l’ordine. Oggi è diverso. Con le nuove tecnologie la nostra società sembra saper pensare solo a qualcosa di superficiale. I politici devono essere come attori del cinema. I re icone di una favola. Alcuni ci credono, altri lo scelgono cinicamente. Le élite intellettuali coltivano il richiamo emozionale all’irrazionalità, ma lo scopo finale è sempre mantenere l’ordine. Il re diventa Chi è un figurante, un attore del potere». Juan Carlos? Felipe? «Il principe non ha mai fatto nulla di notevole in vita sua, eppure lo stanno proponendo come modello: è alto, bello, intelligente, generoso». Ed è sbagliato? «No, magari utile. Però resta una favola. Orwell lo teorizzava. La monarchia costituzionale, ha scritto in un saggio, asseconda Nome d’arte le masse nella loro ansia di adorare qualcuBernardo no e così le immunizza dalla tentazione di Atxaga, 62 anni, scegliere un tiranno come modello». pseudonimo di Juan Carlos ha salvato la democrazia Joseba Irazu spagnola dal golpe del 1981. Lo scrittore Garmendia, è Javier Cercas ha sempre parlato di dovere considerato il più di riconoscenza. grande poeta in «Può dirlo Cercas, non io. Non capisco lingua basca questa parola: riconoscenza. Devo tributare omaggio a una mucca perché fa il latte? Juan Carlos era stato messo lì da Franco, era il suo lavoro. Perché essergli grati?». Avrebbe potuto appoggiare i golpisti. «E le mucche fare le uova». Cosa potrà fare invece Felipe VI? «Paul Valéry, parlando di letteratura, dice che il contenuto e la forma devono stare uniti come il corpo e l’anima, non come il corpo e il vestito. Credo che Felipe farà molto poco per correggere il più grande problema spagnolo che è la crescente differenza tra ricchi e poveri. Al contrario però pubblicità e speechwriter daranno l’impressione che faccia qualcosa. Come il corpo e il vestito, non come il corpo e l’anima». Nascerà un serio movimento repubblicano? «Potrebbe agglutinare le forze anti-capitaliste e anti-sistema emerse dal voto europeo come Izquierda Unida, Equo e Podemos. Però gli indipendentismi baschi o catalani resteranno sospesi, in attesa di capire quali forze sono in campo. Credo che la favola dei reali continuerà a funzionare almeno un altro po’». Andrea Nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Francia Esteri 17 italia: 51575551575557 La riforma è già contestata perché giudicata «frettolosa» e comunque inutile al fine dei risparmi. «Modifiche ancora possibili» La nuova mappa La cattedrale di Amiens, la più grande della Francia Le Regioni francesi passeranno da 22 a 14 Le 7 Regioni che restano invariate «Impression, soleil levant» dipinto qui da Monet diede il nome al movimento DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Le regioni francesi passeranno da 22 a 14 secondo il piano proposto dal presidente François Hollande, che ha deciso di forzare i tempi e presentare una riforma territoriale di portata storica dopo la grave sconfitta alle elezioni europee. Già cambiato il governo e il vertice del partito in seguito al primo tracollo alle municipali di fine marzo, Hollande si era trovato senza più carte da giocare per reagire alla vittoria del Front National e al pessimo risultato dei socialisti alle europee, distanziati di oltre 10 punti da Marine Le Pen. L’accorpamento delle regioni, di cui si parlava da mesi, è quindi un modo per mostrare ai francesi che il presidente è attivo e dinamico, pronto a compiere cambiamenti di grande portata. Ma la riforma è contestata, innanzitutto per il modo secondo molti frettoloso con la quale è stata messa a punto. L’annuncio della nuova carta geografica della Francia è stato affidato a un intervento di Hollande pubblicato sui giornali locali ieri, martedì 3 luglio, ma la prima versione del testo distribuita lunedì sera La destra estrema Il Front National chiede un referendum. Dice che Hollande vuole scimmiottare il sistema federale tedesco alle redazioni conteneva questa frase: «Per rafforzare le regioni — scrive Hollande — propongo dunque di portare il loro numero da 22 a XXX». A pochi minuti dall’ordine di stampa, l’Eliseo ancora non aveva preso la decisione definitiva sul numero delle regioni. «Alle 20 di lunedì si teneva una riunione all’Eliseo che deve avere cambiato molte cose — ha raccontato l’editorialista del giornale Dernières Nouvelles d’Alsace, Patrick Fluckiger — perché nella prima versione del testo che abbiamo ricevuto alle 20 e 43 ancora c’era indicato XXX. Il numero buono, 14, è arrivato una mezz’ora più tardi». Alcuni giornali non si sono accorti della svista, e nella loro versione online hanno pubblicato il documento con XXX al posto di 14. Nata per tagliare le spese dell’attuale «millefoglie amministrativo» (Stato centrale, 22 regioni, 101 dipartimenti, 36 mila 682 comuni), la riforma territoriale viene adesso ufficialmente concepita per «semplificare», rendere l’azione degli enti locali più chiara ed efficace. Di risparmi Hollande non parla più. Il segretario di Stato alla Riforma territoriale, André Vallini, un mese fa prospettava economie annuali fino a 25 miliardi di euro; adesso, più reali- Primo bacino di mitilicoltura: rinomate le sue ostriche di PAOLO LEPRI Alta Normandia Qui il 90% della produzione mondiale di prugna Mirabella Metz Parigi Lorena Châlons -surMarne Île-de-France Rennes ChampagneArdennes Amiens Rouen Picardie Strasburgo Il Leone di Belfort ricorda la resistenza durante l'assedio prussiano del 1870 Alsazia Orléans Loira Digione Centro Nantes Borgogna Poitiers PoitouCharentes Qui si trovano alcuni dei più bei castelli della Loira come quello di Chambord E Angela Merkel sondò l’Eliseo sulla Lagarde É la Regione che dà il nome e, allo champagne, prodotto qui Nord-Passo di Calais Lilla Caen Bassa Normandia Bretagna Besançon Franca Contea La Regione dei vini ha fatto delle lumache una specialità francese ClermontFerrand Lione Limoges Limosino Alvernia Il vero cognac si produce solo qui, altrove è brandy Rodano-Alpi Ha il più vasto comprensorio sciistico al mondo: noti Megève e Les Deux Alpes Bordeaux Aquitania Midi-Pirenei La mucca Limousine è originaria di qui Montpellier Toulouse Provenza-AlpiCosta Azzurra Marsiglia LinguadocaRossiglione La patria del Roquefort Quello di Nîmes è l'anfiteatro romano meglio conservato La Regione della capitale del coltello, Thiers Corsica Ajaccio CORRIERE DELLA SERA La scure di Hollande sulle Regioni «In pericolo le identità storiche» Per ridurre i costi della burocrazia si scenderà da 22 a 14 sticamente, evoca un taglio di 10 miliardi di euro ma non subito, «a medio termine, tra 5 e 10 anni». «Non risparmieremo niente», dice invece il presidente dell’Associazione delle regioni di Francia, Alain Rousset, pur socialista come Hollande: i funzionari pubblici non sono licenziabili, verranno al massimo trasferiti da un ente all’altro. Poi c’è il problema dei capoluoghi. Nell’Alsazia-Lorena unita (ora sono separate), le istituzioni verranno affidate a Strasburgo (Alsazia) o a Metz (Lorena)? Il rischio è che si nomini Strasburgo capoluogo ma si conceda per esempio il consiglio economico e sociale a Metz, con nuove spese per gli spostamenti dei dipendenti. E la Normandia (adesso divisa in Alta e Bassa)? Si prevede una lotta serrata tra Caen e Rouen. Poi c’è il caso della Bretagna, che fino al 1941 comprendeva anche Nantes e la Loire-Atlantique prima che il regime collaborazionista del maresciallo Pétain le separasse. Se c’era una riunificazione attesa dalla popolazione e legittimata da ragioni storico-culturali era quella tra Breta- La polemica Madonna contro Marine Le Pen: «Fascista» PARIGI — Madonna insorge contro il Front National di Marine Le Pen. La popstar ha pubblicato ieri su Instagram una foto della prima pagina del quotidiano Libération con l’immagine di Marine Le Pen a braccia levate, esultante. La foto su Instagram è affiancata da una serie di commenti di denuncia contro il «fascismo» e le «discriminazioni»: «Russia, Ucraina, Venezuela... ora Francia?!», scrive Madonna. E ancora: TI PRESENTO GAIA. ✒ «#fight Fascism #fightdiscrimination #revolutionforlove». Non è la prima volta che Madonna si scaglia contro Le Pen: nel 2012, la popstar aveva trasmesso, durante la tappa parigina del suo tour, un video in cui appariva un’immagine della leader del FN con una svastica sulla fronte. Il partito di Le Pen ha replicato definendola una «ex popstar, la nonna di Lady Gaga, che anche in politica ha perso il filo». gna e Loire-Atlantique, ma Hollande in questo caso ha preferito non cambiare nulla. Altro motivo di polemica, la Picardie verrà accorpata alla ChampagneArdenne, e non al Nord-Pas de Calais come sarebbe naturale. «Basta guardare la carta geografica e i risultati delle elezioni europee: il punto probabilmente è che non si voleva creare una grande regione pronta a cadere nelle mani di Marine Le Pen», dice Barbara Pompili, co-presidente dei deputati ecologisti. La leader del Front National è scandalizzata, chiede un referendum e dice che Hollande vuole scimmiottare i Länder e il sistema federale tedesco creando macro-regioni più forti che rappresentano «una minaccia all’unità nazionale». Il premier Manuel Valls difende una riforma «difficile», ma apre a possibili modifiche da qui alla fine dell’iter legislativo, previsto per dicembre 2014. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori L agarde sì, Juncker no? Che ad Angela Merkel sia sempre piaciuto il nome della direttrice generale del Fondo monetario internazionale per la presidenza della Commissione europea è abbastanza sicuro. Ma la notizia, rivelata ieri dall’agenzia Reuters e smentita dalla cancelleria, secondo cui la donna più potente del mondo, dopo il voto del 25 maggio, avrebbe sondato in questa direzione François Hollande aggiunge nuovi elementi di incertezza in una vicenda destinata a diventare ogni giorno più difficile da gestire. Tra l’altro, Angela Merkel ha assicurato pochi giorni fa di aver sempre condotto tutte le discussioni con l’obiettivo di arrivare alla nomina dell’ex premier lussemburghese, candidato del Ppe. Ieri, però, ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione con cui la Gran Bretagna «possa convivere». E il governo Cameron non ha nessuna intenzione di dare il via libera a Juncker, sia per il ruolo da lui svolto nel passato sia perché vede come il fumo negli occhi la «parlamentarizzazione» della scelta del successore di Barroso. Hollande avrebbe reagito alle avances della cancelliera senza prendere una posizione definitiva, anche perché convinto che «non sarebbe una buona idea» perdere la guida dell’Fmi. Se potesse scegliere, il presidente francese punterebbe sicuramente sull’ex ministro delle Finanze Pierre Moscovici, secondo quanto era filtrato nei giorni scorsi, mentre un nome spendibile è anche quello di Jean-Marc Ayrault, sostituito recentemente nell’incarico di primo ministro da Manuel Valls. Ma non è affatto detto, in realtà, che si vada verso una decisione targata Parigi. Intanto, è molto probabile che Angela Merkel venga nuovamente accusata di doppio gioco dagli alleati di governo socialdemocratici, favorevoli ad una soluzione Juncker che riaffermi il ruolo del parlamento europeo. E che non dimentichi, nella partita delle nomine, il loro candidato, Martin Schulz. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Gaia Colasante, è una dei 733 ricercatori finora sostenuti in tutta Italia per offrire soluzioni e speranze a milioni di persone in campo oncologico, cardiologico e delle neuroscienze. Puoi decidere tu quanti ricercatori saranno nel 2015. DESTINA IL TUO 5xMILLE ALLA FONDAZIONE UMBERTO VERONESI CODICE FISCALE 972 98 700 150 Casella dedicata al finanziamento della ricerca scientifica e dell’università. PERCHÉ LA RICERCA SCIENTIFICA FA BENE A TUTTI. ANCHE A TE. 18 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Cronache Giustizia Nessun rilievo disciplinare nelle relazioni presentate ieri, ma dovrà valutarle il plenum Bruti-Robledo, verso l’archiviazione Il Csm orientato a non trasferirli L’esame del dossier nelle due commissioni, decisione rinviata a domani Il caso Ferrulli Morto nel corso di un arresto Il pm: sette anni agli agenti MILANO — «In quattro contro una persona più anziana di loro, prona, bloccata a terra e con ridotte capacità di muoversi», i poliziotti usarono «una violenza gratuita e non giustificabile» contro Michele Ferrulli che morì per un attacco di cuore conseguente alle percosse. Il pm di Milano Gaetano Ruta chiede sette anni di carcere per ciascuno dei quattro agenti, accusati di omicidio preterintenzionale e falso, che la sera del 30 giugno 2011 arrestarono il manovale che con due romeni schiamazzava in via Varsavia a Milano. L’ uomo, 51 anni, oltre cento chili di peso e qualche precedente penale, reagì all’arresto, ma mentre i poliziotti cercavano di ammanettarlo fu colpito da un malore provocato da «una tempesta emotiva dovuta al comportamento dei poliziotti che fu sempre sopra le righe». Secondo il magistrato, inoltre, non è vero che Ferrulli reagì all’arresto, come hanno scritto gli agenti in una relazione di servizio che il magistrato considera falsa. Lo dimostrano due filmati agli atti, uno di una telecamera di sorveglianza e uno realizzato da un passante, nel quale si sente Ferrulli che chiede aiuto. «Non ci sentiamo più soli, ora sappiamo che lo Stato è dalla nostra parte», dichiara Domenica, figlia della vittima. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Nessun rilievo disciplinare. Trasferimenti, men che meno. La pratica aperta al Consiglio superiore della magistratura sullo scontro tra il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e il capo dei pm milanesi, Edmondo Bruti Liberati, relativa all’assegnazione e alla gestione delle inchieste, si potrebbe chiudere con l’archiviazione e qualche segnalazione di «criticità». Le due riunioni delle commissioni di ieri al Csm sono terminate entrambe con un rinvio a domani, quando forse si riuscirà a tirare le fila di una vicenda che ha investito una delle Procure più impegnate, in un momento delicato: quello delle inchieste sul- escluderlo. Sebbene segnali alcuni punti critici. Tra i più discussi dell’esposto di Robledo, dopo la tornata di audizioni degli aggiunti di Bruti Liberati convocati al Csm, restano quelli noti. Tra gli altri: lo «scippo» del caso Ruby, assegnato dal capo a Ilda Boccassini (contestualmente al trasferimento nel suo pool antimafia del pm Antonio Sangermano), anziché affidarlo al dipartimento per i reati sulla pubblica am- ministrazione coordinato da Robledo; il fascicolo «dimenticato» in cassaforte sull’inchiesta Sea-Gamberale; la ritardata iscrizione tra gli indagati del presidente della Regione, Roberto Formigoni; e il «doppio pedinamento» di un indagato, lamentato da Bruti Liberati ma smentito da Robledo e dagli investigatori. Inchieste contese, dunque, non insabbiate. È di questo che si discute. Ma la complessità della pratica potrebbe portare la settima commissione a formulare rilievi sull’organizzazione degli uffici giudiziari milanesi che potrebbero finire in quinta commissione (quella sugli incarichi direttivi) e finirebbero per influenzare il destino futuro di Bruti Liberati. In scadenza a luglio, si accingeva a chiedere la riconferma del mandato. Se ne occuperà il nuovo Csm, visto che anche il Consiglio è in scadenza. E in questa vicenda ha giocato un ruolo non indifferente la guerra fra correnti delle toghe. Bruti Liberati, leader storico della corrente di sinistra della magistratura (Magistratura democratica), finisce per pagare lo scotto anche di questo. Anche se, di fronte alle commissioni, ha dovuto paradossalmente difendersi anche dalle accuse opposte. Come nel caso del mancato arresto del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Un «unicum» nella procedura che ha chiesto ai suoi colleghi di mettere in atto. Robledo, del resto, accusa Bruti Liberati proprio di «troppa discrezionalità» nel gestire le inchieste e nell’assegnarle in violazione di criteri specifici. E di «non aver esercitato l’azione penale nei tempi dovuti». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino La vicenda L’esposto di Robledo al Csm Alfredo Robledo (in basso), procuratore aggiunto a Milano, ha denunciato al Csm una serie di comportamenti con i quali, a suo avviso, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati (in alto) «ha turbato la normale conduzione dell’ufficio» Lite sull’assegnazione dei fascicoli Secondo le accuse, il procuratore Bruti Liberati starebbe svuotando il pool di Robledo dei reati contro la pubblica amministrazione, privilegiando invece l’assegnazione dei fascicoli più delicati a Ilda Boccassini e a Francesco Greco Punti critici e rilievi Sono stati segnalati punti critici e potrebbero esserci rilievi sull’organizzazione degli uffici milanesi l’Expo. Anche se la parola definitiva spetterà al plenum. L’invito a fare presto a chiarire le accuse dell’aggiunto Robledo non ha ancora ottenuto successo. Ieri sono state presentate le relazioni dei presidenti della prima e della settima commissione, che si occupano, rispettivamente, di trasferimenti per incompatibilità ambientale e di organizzazione degli uffici. In prima si è discusso se potessero essere ravvisati, negli episodi contestati da Robledo a Bruti Liberati, comportamenti tali da aver fatto venire meno l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati nell’esercizio delle loro funzioni. Il relatore Mariano Sciacca (Unicost) ha presentato una prima bozza di lavoro che tenderebbe a TRIBUNALE CIVILE DI BOLOGNA Sezione Fallimentare Il giorno 27 giugno 2014 ad ore 13,20 per il lotto n. 1, ad ore 13,30 per il lotto n. 1 A e ad ore 13,45 per il lotto n. 1 B presso la sala delle udienze del Tribunale di Bologna Via Farini n. 1 - Bologna VENDITA SENZA INCANTO DI COMPLESSO AZIENDALE DI PERTINENZA DEL FALLIMENTO AZIENDA CERLACCHIA S.R.L. N. 205/13 G.D. Dott. Anna Maria Rossi CURATORE dott. Giacomo Barbieri - Notaio delegato Dott. Vittorio Sommariva Si procede alla vendita del complesso aziendale avente quale attività principale “produzione e vendita di articoli alimentari e dolciari in genere, sia sul territorio nazionale che estero”. 1) La vendita comprende tutti i beni mobili nella consistenza indicata nel verbale di inventario contenuto nel fascicolo del fallimento CONDIZIONI DI VENDITA Per il lotto 1 il prezzo base d’asta è di € 546.750,00 composto dall’intero complesso aziendale ed in particolare da avviamento, intera linea produttiva, n. 2 autovetture targa CITROEN C3 (TARGA CD 441 ZF), ANNO 2003, RENAULT MEGANE (TARGA BC 799 WP), ANNO 1999” marchio Casa Cecconi Bologna n. 803.305, marchio Casa Cecconi Comunitario n. 801.902, marchio Nazionale Cerlacchia n. 803.304, marchio Le Torri n. 933.789, avviamento commerciale formato da: ricettario, schede clienti con dati di consumi storici, dominio web cerlacchia.it ; oltre all’intero magazzino di etichette a marchio, cartoni a marchio, incarto a marchio, così come analiticamente indicato alla pag. 45 ed all’allegato n. 3 della relazione inventariale redatta dal Prof. Zanigni” e depositata nel fascicolo del fallimento. Nel caso in cui non pervengano offerte regolari ritenute valide per l’intero complesso aziendale, che compone il lotto n. 1, saranno accettate offerte per parti di esso secondo le suddivisioni che seguono: Per il lotto n. 1 A il prezzo base d’asta è di € 405.000,00 composto da ramo d’azienda ed in particolare da linea produttiva completa e funzionante per la produzione ed il confezionamento di pasta all’uovo “stabilizzata” ripiena con capacità di circa 100 q.li/giorno: il prodotto finito viene caratterizzato da un tempo di vita di circa 5 mesi e da una conservazione che non necessita della refrigerazione, avviamento industriale, n. 2 autovetture targa CITROEN C3 (TARGA CD 441 ZF), ANNO 2003, RENAULT MEGANE (TARGA BC 799 WP), ANNO 1999”, come analiticamente indicato alle pagg. 3842 della relazione di stima del Prof. Massimiliano Zanigni depositata nel fascicolo del fallimento). Per il lotto n. 1 B il prezzo base d’asta è di € 141.750,00 composto da ramo d’azienda ed in particolare da l’avviamento commerciale e riconducibile a “marchio Casa Cecconi Bologna n. 803.305, marchio Casa Cecconi Comunitario n. 801.902, marchio Nazionale Cerlacchia n. 803.304, marchio Le Torri n. 933.789, avviamento commerciale formato da: ricettario, schede clienti con dati di consumi storici, dominio web cerlacchia.it attivo dal 12/1/2001 e rinnovato fino al 21/12/2014, oltre all’intero magazzino di etichette a marchio, cartoni a marchio, incarto a marchio, così come analiticamente indicato alla pag. 45 ed all’allegato n. 3 della relazione inventariale redatta dal Prof. Zanigni” e depositata nel fascicolo del fallimento. Le offerte in aumento non potranno essere inferiori ad Euro 10.000,00 per il lotto n. 1, Euro 5.000,00 per il lotto n. 1 A Euro 2.000,00 per il lotto n. 1 B. Modalità di pagamento Termine massimo di pagamento è 60 giorni dall’aggiudicazione. Ogni offerente, tranne il fallito e tutti i soggetti per legge non ammessi alla vendita, dovrà depositare entro le ore 12 dell’ultimo giorno non festivo precedente quello delle vendite, presso l’Ufficio di coordinamento per le esecuzioni immobiliari presso il Tribunale di Bologna, Via Farini n. 1, unitamente all’istanza in bollo di partecipazione all’asta, la ricevuta di effettuato pagamento sul conto corrente bancario n. 1408 IBAN IT98C0312702404000000001408 - BIC BAECIT2B acceso presso la filiale UNIPOL BANCA di via Maggia n. 6 Bologna di una somma pari al 20% del prezzo da lui proposto da imputarsi a cauzione; Per maggiori informazioni relative alle modalità di partecipazione alle vendite rivolgersi al curatore della procedura fallimentare dott. Giacomo Barbieri con studio in Via Riva Reno n. 65 Bologna tel. 051/231125. Avviso di vendita e verbale di inventario su www.astegiudiziarie.it (Vendite / offerte da procedure fallimentari - complessi aziendali). Da Ruby a Formigoni i casi contestati Violenze anti sfratti fermati 17 anarchici Gli indagati sono 111 Barricate, aggressioni agli ufficiali giudiziari, irruzioni in Comune, bombecarta contro una caserma dei carabinieri. Due anni di campagne anti sfratti degli anarchici a Torino sono finiti nel mirino della magistratura: 11 ordini di custodia in carcere, 6 ai domiciliari, 12 misure restrittive e 111 indagati sono il prodotto di una maxi inchiesta sfociata ieri in un blitz a Torino e in altre località italiane. Colpiti nomi noti del mondo antagonista torinese e anche Niccolò Blasi, Claudio Alberto e Chiara Zenobi, tre dei No Tav, in carcere con accuse di terrorismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tra gli episodi contestati il caso Ruby, il fascicolo «dimenticato» sull’inchiesta SeaGamberale, la ritardata iscrizione tra gli indagati di Roberto Formigoni e un presunto «doppio pedinamento» di un indagato Il commento L’esigenza di chiarire i rapporti tra capi e pm di LUIGI FERRARELLA Magari lo scontro in Procura a Milano si nutrisse solo di personalismi tra magistrati-star, rivalità tra correnti sotto elezioni del Csm, veleni tra toghe rosse e d’altre asserite tinte. E magari fosse solo un problema di obbligatorietà dell’azione penale: a risolverlo, nei singoli casi che oppongono l’aggiunto Robledo al procuratore Bruti Liberati, basterebbero allora le norme costituzionali, la procedura penale e la giurisprudenza di Cassazione, granitiche nell’imporre l’avvio dell’azione penale appena vi siano gli estremi di una notizia di reato, perché da lì scaturiscono fondamentali garanzie di sostanza e di tempistica per l’indagato. Alla radice dello scontro è invece una pressione atmosferica che sempre più non solo chiede ai pm, come giusto, di usare maggiori professionalità e buon senso per minimizzare le inevitabili ricadute delle iniziative giudiziarie imposte dalla legge, ma ormai quasi domanda anche di subordinarle a «compatibilità» con equilibri di volta in volta politici-sociali-economici. Il corto circuito nasce cioè dalla richiesta sociale che i magistrati assumano come parametro la «so- stenibilità» dei propri atti, adottabili solo nella misura in cui appaiano socialmente accettabili, «digeribili» dalle esigenze delle imprese, o dal momento politico, o dalle emozioni dei cittadini. Una domanda di «compatibilità» riecheggiata nell’invito del capo dello Stato ai giovani magistrati in tirocinio a «prospettarsi le conseguenze dei propri provvedimenti» in un «contesto lacerato da difficoltà economiche e sociali»; e nella raccomandazione del vicepresidente del Csm a «farsi carico dell’impatto sistemico e dell’accoglibilità sociale» dei provvedimenti. Traduzione: quando un ospedale finisce in bancarotta tra ruberie e tangenti, l’indagine deve autolimitare il proprio ritmo per lasciare qualche margine di tempo alle cordate che potrebbero evitare fallimento e licenziamenti? Se pm di un’altra città trasmettono intercettazioni che fanno dubitare della regolarità dell’imminente asta di una municipalizzata, dal cui incasso dipende il bilancio del Comune, bisogna (oltre a non scordarsi in cassaforte il fascicolo) porsi il problema che già solo avviare accertamenti possa far saltare l’asta e così determinare il default di quel Comune? Se un teste accusa un politico e si avvicinano le elezioni, oc- corre interrogarsi sull’effetto sulle dinamiche interne a quel partito? La soluzione a questi dilemmi non è più scontata da quando l’ovvia risposta della legge, che ai magistrati impone di non operare valutazioni di opportunità, dal 2006 sta però ricevendo la meno ovvia e meno nota controspinta di un particolare sottosistema di regole, quelle sull’ordinamento giudiziario: regole che hanno consegnato ampi poteri ai capi delle Procure (e, su delega, ai vicecapi), gerarchizzandole fortemente a differenza dei Tribunali, dove non a caso ciascun giudice resta invece tabellarmente impermeabile a qualunque ipotetica pressione interna una volta che automatismi gli abbiano assegnato un processo. È indubbio che quelle regole furono volute da un contesto politico che così sperava, non potendo controllare il «po- Gli equilibri Sempre più spesso all’azione giudiziaria viene chiesto di essere «compatibile» con gli equilibri di politica, economia e società tere diffuso» di migliaia di pm, di almeno controllare un pugno di loro capi. Ma è vero anche che quelle regole hanno risposto all’esigenza, avvertita dai cittadini e riconosciuta dalla parte più consapevole della magistratura, di frapporre un argine di ragionevolezza (sperabilmente in capo almeno al vertice della Procura) alle iniziative più balzane di pm avventuristi o impreparati. Ora però è evidente come le due contrastanti spinte stiano creando un corto circuito permanente: anche e forse soprattutto nelle città dove cova sotto la cenere, invece di manifestarsi alla luce del sole (eccessi litigiosi compresi) proprio nella Procura che, se si guarda ai risultati di Milano, ha negli anni espresso le maggiori efficienza e indipendenza. Per questo al Csm ora non può più bastare fare la conta dei singoli torti e ragioni: deve invece esprimere una chiara opzione di modello di capo ufficio, e per il futuro una nitida indicazione dei rapporti tra capi e pm. Altrimenti, potrà anche mandare via Bruti o rimuovere Robledo, cacciare entrambi o archiviare tutti e due, ma 1-10-100 casi Bruti/Robledo rispunteranno presto altrove. lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 Milano Dopo lo scandalo e gli arresti, da risolvere i nodi del ruolo ufficiale di Cantone e degli appalti L’Appello a Milano Renzi rassicura Sala: venerdì decreto su Expo Slitta il ddl corruzione Sconto di pena a Ganzer «Processo così lungo che è stato già punito» Il governo presenterà un nuovo testo Oltre un’ora di faccia a faccia per definire i punti salienti che saranno contenuti nel decreto legge riguardante Expo. Il premier Matteo Renzi ha ribadito ieri a Roma al commissario Giuseppe Sala l’intenzione di portare al Consiglio dei ministri, convocato per venerdì, il provvedimento per la messa in sicurezza di Expo. Il decreto era stato annunciato all’indomani degli arresti che, ormai l’8 maggio scorso, hanno gettato ombre e sospetti su alcuni degli appalti per l’evento del 2015. Renzi aveva promesso l’impegno in prima persona di Raffaele Cantone, numero uno dell’Autorità anticorruzione, il cui ruolo finora non è stato ufficializzato né definito. C’è poi, ancora più pressante, il tema del controllo delle aziende e, in particolare, del futuro della società Maltauro: l’azienda che si è aggiudicata due importanti appalti di Expo è infatti finita nel mirino dell’inchiesta e il sindaco Giuliano Pisapia, pressato dalla sua maggioranza, ha chiesto che la società venga allontanata da Expo per dare un segnale di discontinuità. Il commissario unico Giuseppe Sala ha più volte ribadito che, per arrivare a una revoca formale dei due incarichi non contestati dalla magistratura, serve un atto formale. La Prefettura, consultata su questo, ha ribadito di non avere i poteri per muoversi. Ieri, mentre Renzi incontrava Sala, uno dei dirigenti di Expo, l’ingegner Carlo Chie- Foggia Genitori morti nel crollo Salvo il figlio Una fuga di gas in un appartamento ha provocato un’esplosione che ha investito quattro abitazioni. I detriti hanno ucciso Luigi Veneziano, 37 anni, e la moglie Giuseppa Fiore, 29. Ferito lievemente il figlio di 3 anni che dormiva con loro. Altri tre contusi. sa, ha partecipato a un vertice proprio in Prefettura depositando una richiesta di autotutela dell’azienda rispetto alla presenza e all’incarico della Maltauro. La questione verrà risolta — è stato ribadito ieri — con il decreto sul quale Renzi ha messo al lavoro la fidata Antonella Manzione, capo del dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi. Al termine Chi è Commissario Giuseppe Sala è stato nominato il 6 maggio 2013, con un decreto del presidente del Consiglio, commissario unico delegato del governo per Expo Milano 2015 Bocconiano Sala, 56 anni, laureato alla Bocconi, era già ad di Expo dal giugno 2010. Dal gennaio 2009 al giugno 2010 è stato direttore generale del Comune di Milano dell’incontro con il premier, Sala ha ribadito di essere ottimista. Ma il tempo passa e la preoccupazione a Milano cresce. Come ha ribadito il governatore Roberto Maroni, «a un mese dagli arresti, Cantone non è arrivato e non si è visto nessun decreto». Intanto, però, rischiano di allungarsi i tempi per l’approvazione del provvedimento sull’anticorruzione, atteso in aula al Senato il 10 giugno. Il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri ha annunciato ieri sera in commissione Giustizia del Senato che a breve arriverà un testo del governo più completo in materia. Il ddl anti corruzione, ora all’esame di Palazzo Madama, al quale sono stati presentati 259 emendamenti, di cui 3 del governo, «è finito su un binario morto», ha sottolineato ieri il capogruppo di Sc, Gianluca Susta, spiegando che non ci sarebbe stato alcun voto sugli emendamenti. «Non è la commissione a poter decidere ma la conferenza dei capigruppo. E se entro giovedì resterà calendarizzato il provvedimento per l’aula per il prossimo 10 giugno si andrà avanti come da programma e farò votare giovedì, venerdì, sabato e domenica», la replica del presidente della commissione Francesco Nitto Palma (FI). Sempre secondo quanto riferiscono fonti dell’opposizione, il governo, incalzato sui tempi del ddl dell’esecutivo, alla fine ha annunciato che ci vorrà circa un mese. R. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal processo all’ex comandante del Ros, generale Giampaolo Ganzer, spunta di fatto un nuovo tipo di attenuante: quella per la lunghezza del processo. Nel dovere spiegare perché il 13 dicembre 2013 ritennero (pur confermando la condanna per traffico di droga in relazione agli artefatti blitz sotto copertura) di ridurgli la pena da 14 anni a 4 anni e 11 mesi, le giudici d’appello Malacarne-Arienti-Caputo valorizzano non solo «la risalenza ormai dei fatti reato (mediamente 20 anni!)» ma anche «la lunga durata dei giudizi, per cui certamente si è in parte già realizzato l’effetto punitivo, inevitabilmente discendente anche dalla mera pendenza, tanto più per soggetti con un ruolo istituzionale che hanno continuato a svolgere». Le attenuanti vengono così fatte prevalere sulle aggravanti, e la pena fissata al minimo, anche se poche cose parrebbero più gravi che suscitare nel 19941997 traffici di droga e poi organizzare operazioni sotto copertura per mostrare di reprimerli e far carriera. Ma la Corte, pur addebitando ai carabinieri imputati di «aver ecceduto», considera «anche le energie profuse e i pericoli corsi» e ritiene «che abbiano agito» non «per Le motivazioni puro carrierismo» o «anche per ritorno L’ex comandante del Ros condannato e i blitz economico», ma «per una sorta piuttosto di antidroga irregolari: «Agì presunzione o superbia mosso da fuoco sacro» di corpo, di (se così si può dire) “fuoco sacro”, che li ha portati ad agire con spregiudicatezza e indifferenza rispetto ai limiti di legge». Il generale e i suoi uomini, «pur nella consapevolezza di forzare la norma e cadere nell’illegalità, con ogni probabilità comunque hanno ritenuto di poter ottenere effetti positivi nella prevenzione dei reati: ovviamente però in un’ottica distorta giacché, a fronte del risultato di aver assicurato alla giustizia soggetti di più o meno rilevante spessore criminale sul mercato della droga, hanno consentito allo stesso tempo ad altri criminali, forse più pericolosi, di conseguire il loro profitto illecito». Il tutto con «una sorta di miopia da parte degli organi di controllo e dei superiori gerarchici o anche di magistrati che non hanno colto esatti risvolti e retroscena di queste attività». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera feltrinellieditore.it IN SILENZIO FACCIO UNA PROMESSA ALLE FACCE STANCHE E ALLEGRE INTORNO A ME. ADESSO CI SONO IO. FARÒ DEL MIO MEGLIO. I proventi del libro andranno alla Fondazione Condividere per il sostegno delle attività filantropiche. Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Montagna Erano partiti da Cantù. L’allarme dato dai due compagni di cordata Enrico e Matteo sulle Ande caduti a 100 metri dalla vetta Incidente sull’Alpamayo. Avvistato un corpo CANTÙ (Como) — Il sogno di conquistare i 5.947 metri dell’Alpamayo, inseguito per mesi, si è interrotto a poco più di 100 metri dalla vetta per due alpinisti di Cantù di 27 e 28 anni, scomparsi il 31 maggio scorso sulle Ande del Perù. Ieri sera, al quarto giorno di ricerche, i soccorritori peruviani hanno identificato «una persona con una tuta rossa», quasi certamente uno dei due italiani dispersi, traditi sembra dal crollo improvviso di una cornice di neve e precipitati per centinaia di metri. Nel primo pomeriggio di ieri, ora peruviana, quando in Italia calava ormai la sera, i responsabili dell’Unità di salvataggio di alta montagna delle Ande hanno individuato il corpo di uno dei due alpinisti dispersi. Impossibile al momento stabilire se si tratti del 27enne Matteo Tagliabue o dell’amico 28enne Enrico Broggi. Il corpo, secondo quanto riferito dalle autorità, è stato avvistato da un elicottero della Polizia Nazionale ed è in una zona difficile da avvicinare. Via terra, i soccorritori dovrebbero comunque riuscire a raggiungerlo per poi avviare le operazioni di recupero e accertare se, nella stessa zona, ci sia anche il corpo del secondo alpinista disperso. Chi sono Laureato Matteo Tagliabue, 27 anni, si era laureato in giurisprudenza ma collaborava a «Skialper», una rivista dedicata alla montagna Ingegnere Enrico Broggi, 28 anni, aveva da poco completato gli studi in ingegneria al Politecnico di Milano e aveva trovato lavoro in Svizzera Gli scalatori italiani, alpinisti esperti, iscritti al Cai (Club Alpino Italiano) e con numerose ascensioni alle spalle avevano organizzato autonomamente la spedizione sulle Ande ed erano partiti il 22 maggio scorso dall’Italia, dopo mesi di preparazione e allenamento. La loro meta era l’Alpamayo, nota come la «Piramide di ghiaccio», sulla Cordillera Blanca. Gli alpinisti procedevano in due cordate doppie, una composta da Giacomo Longhi, 23 anni e Marco Ballerini, 25 e l’altra da Matteo Tagliabue, 27 anni e Enrico Broggi, 28. Il 31 maggio scorso, i quattro sono partiti all’alba dall’ultimo campo base, a circa 500 metri dalla vetta. Il programma era di raggiungere in poche ore la cima lungo una via tradizionale, la «Via Ferrari», aperta nel 1975 da una spedizione italiana e percorsa nei giorni precedenti da alcune guide locali. Matteo Tagliabue e Enrico Broggi procedevano per primi, poco più avanti rispetto ai due compagni di scalata. Oltrepassato un costone, sono scomparsi alla vista degli amici. Questione di attimi, in teoria. In realtà, fatta la stessa svolta, Ballerini e Longhi non hanno più visto i due compagni, spariti nel nulla, inghiot- Il commento I burocrati del risarcimento negato al vigile morto nella Terra dei fuochi di GOFFREDO BUCCINI I camorristi lo prendevano in giro: «O’ vigile chiatto c’a barb», lo chiamavano, il vigile grasso con la barba, quando caracollando solo soletto se ne andava a fare sopralluoghi e denunce tra le discariche della Terra dei fuochi. In modo assurdo, e certo involontario, anche i burocrati sembrano prenderlo in giro ora, dopo che un tumore l’ha ucciso: l’Inail di Nola nega alla moglie e al figlio «il diritto alla rendita» in quanto «la morte non è riconducibile all’evento»; insomma niente indennizzo alla famiglia di Michele Liguori, il vigile urbano di Acerra cui pure il presidente Napolitano rivolse un pensiero di riconoscenza il giorno dei funerali. Traducendo il gergo esoterico dei nostri pubblici uffici immaginiamo qualche solerte funzionario che chiede sospettoso: dov’è la prova? Già, dov’è la prova che la rara forma di cancro al fegato che lo scorso gennaio ha ammazzato Michele discendesse direttamente da anni ed anni di esposizione a fattori micidiali come la diossina e i policlorobifenili, gli stessi che contaminarono le greggi della zona tempo prima? Dov’è la prova che tornare tutte le sere a casa con la suola delle scarpe liquefatta dagli acidi delle fosse abusive, la pelle che puzza di pneumatico bruciato, il sudore che sa di retrobottega d’alchimista, faccia davvero male alla salute? Dove, se non nel senso comune? La storia di Michele, come quella di tanti piccoli grandi eroi (borghesi e popolani) è disseminata di segni, talvolta così drammatici da diventare grotteschi. Quest’omone, che credeva nel proprio mestiere in una terra dove pure qualche maresciallo era finito a libro paga dei clan, non voleva mollare, sicché era l’unico vigile del settore ambientale nella polizia municipale di Acerra (sì, avete letto bene: l’unico, non in una valle delle Dolomiti ma nel cuore tossico d’una terra tramutata dai camorristi in comoda discarica). E per un periodo l’avevano perfino trasferito a mansioni più banali: con la strabiliante motivazione dell’«eccesso di zelo». Zelante e rompiscatole, come i veri servitori dello Stato dovrebbero essere. Il giorno prima di morire, ridotto ormai a spettro tremante sotto un cumulo di coperte, aveva rilasciato con un filo di voce una straordinaria intervista a Niccolò Zancan della Stampa: «Io vivo qua, mio figlio vive qua, non potevo far finta di niente, non mi sono mai piaciuti i vigliacchi. Se mi sento solo? Meglio soli…». Già, meglio soli. Come sono soli adesso sua moglie Maria e suo figlio Emiliano. Soli contro assurdità da modulistica disumana, contro cuori da bravi ragionieri, contro codicilli da materia assicurativa, infida per definizione. Ci sono sempre quelli che ci marciano, i falsi ciechi, i finti invalidi, il repertorio che non si estingue mai: bisogna essere comprensivi coi burocrati sospettosi, ci mancherebbe. Inoltre è palese il timore dell’Inail: aprire, da questo caso storico, la porta a una valanga di risarcimenti, fissare un nesso di causa ed effetto in un territorio dove la sottovalutazione dell’evento è stata fatta passare sino a ieri per cautela dell’economia (mica smetteranno di comprare la mozzarella campana?). Questa però non è la storia di un furbetto della polizza. Leggetela bene: è la storia di un pezzo d’Italia contro un altro. Di qua, l’Italia di sempre, del «ripassi domani», del cavillo che azzera la Le motivazioni L’Inail di Nola scrive alla moglie che il «diritto alla rendita» della famiglia è negato perché il decesso «non è riconducibile all’evento» buona azione, della regola fanfarona che umilia il buonsenso e lo slancio. Di là, l’Italia che forse è maggioranza ma di cui è difficile accorgersi, perché è fatta di monadi ancora incapaci di riconoscersi e di aiutarsi a vicenda: dei tanti come il vigile Liguori, che la tengono a galla, nuotando controcorrente, perché no, non si può «far finta di niente». Ieri dieci scuole di Acerra hanno cantato e sfilato in nome della legalità, chiedendo che «non cali il ghiaccio sulla Terra dei fuochi». Ottima cosa, in sé. Inutile parata retorica se le tante brave persone scese in piazza con loro non troveranno modo di farsi sentire nei mesi che verranno accanto alla moglie e al figlio di Liguori, in una battaglia legale importante per tutti. I ragazzi ci ascoltano, ma soprattutto ci guardano: e imparano. La solitudine del vigile chiatto anche dopo la morte sarebbe la lezione peggiore. @GoffredoB © RIPRODUZIONE RISERVATA Insieme Tagliabue (primo a sinistra) e Broggi (primo a destra) durante un’escursione (foto Mattia Vacca) La scheda La vetta L’Alpamayo è una montagna di 5.947 metri nelle Ande peruviane, nella parte settentrionale della Cordillera Blanca. È una piramide di ghiaccio dalla forma quasi perfetta; la cima è stata raggiunta per la prima volta nel 1957 da una spedizione tedesca La scalata L’ascesa più comune si chiama «via Ferrari» ed è stata percorsa per la prima volta nel 1975 da una spedizione italiana guidata da Casimiro Ferrari titi dalla montagna. Secondo le prime, frammentarie ricostruzioni, i due amici avrebbero riferito di non aver più visto alcuni paletti di delimitazione che segnavano la zona. Un elemento che fa propendere gli esperti per la tesi dell’improvviso crollo di una cornice di neve. Ballerini e Longhi hanno provato per qualche ora a cercare gli amici. Poi, prima che calasse il buio, sono stati costretti a iniziare la discesa verso l’ultimo campo base, dal quale hanno allertato i soccorsi. Le ricerche sono scattate soltanto il giorno successivo alla scomparsa di Tagliabue e Broggi. Sono stati mobilitati un elicottero e un team di terra composto da quattro agenti dell’Unità di salvataggio di alta montagna, abitanti della zona e guide di Huaraz, città a tremila metri di altitudine, ai piedi della Cordillera Bianca. A bordo del velivolo sono saliti anche i due amici dei dispersi, che hanno indicato agli esperti peruviani il punto nel quale erano scomparsi i compagni. «Matteo ed Enrico erano scalatori esperti» si limita a dire Marika Novati, responsabile del Cai di Cantù. che resta in contatto con le famiglie e i ricercatori. Tagliabue, dopo la laurea in giurisprudenza, avrebbe voluto coltivare l’alpinismo come professione e collaborava a «Skialper», una rivista di settore; Enrico Broggi aveva terminato da poco gli studi in ingegneria e aveva trovato lavoro in Svizzera. Anna Campaniello © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 Il progetto Gli arti meccanici governati dal suo cervello Come funziona Il cappello Il paraplegico indossa un cappello con 32 elettrodi che raccolgono le onde cerebrali Il ragazzo paraplegico che inaugura i mondiali con le gambe robot Alle spalle Un computer converte le onde cerebrali in comandi C’è un sistema ad azionamento idraulico che fa muovere le gambe robotiche e la batteria ha due ore di autonomia Dei giroscopi e dei sensori fanno mantenere l’equilibrio Un esoscheletro per tirare il calcio d’inizio di ANTONIO PASCALE «U n piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità» è la bellissima frase pronunciata da Neil Armstrong. Sembrava scritta in anticipo, da chissà quale poeta e invece pare che Armstrong l’avesse pensata solo nelle fasi successive all’allunaggio. Sia come sia, il 12 giugno 2014, in occasione dell’inaugurazione dei mondiali di calcio, potremo risentirla, integrata e corretta. Una persona te- ne, si è capito che l’unità di base traplegica, grazie a un esosche- del pensiero non può essere il letro, si muoverà verso il centro singolo neurone, anzi, al contracampo e simbolicamente, colpi- rio il nostro io e il pensiero che rà un pallone, dando così l’avvio lo struttura è costituito da poposia ai mondiali sia a quella che lazioni di neuroni, molto plastipotrebbe essere una nuova era: ci, flessibili. Le popolazione di il cervello/macchina. neuroni si comportano, secondo I responsabili di questa stori- una nota similitudine, come ca camminata sono i ricercatori un’orchestra nella quali i singoli guidati da Miguel Nicolelis, strumenti (neuroni) lavorano neuroscienziato brasiliano (i insieme, producendo una melononni sono di origine italiana), dia che ora sta diventando posappassionato di calcio — non sibile registrare, ascoltare e soriesce ancora a dimenticare la prattutto leggere, dunque utiliztripletta di Rossi nel 1982. La ri- zare. Qui entra in gioco la scomvista Scientific American l’ha messa di Nicolelis. È possibile classificato tra i 20 più impor- cogliere le modulazioni dei neutanti scienziati al mondo. In ef- ro motori ancora attivi, per fetti lui e il suo team sono prima esempio in persone con paralisi riusciti a far muovere un braccio e gravi malattie degenerative e robotico a una scimmia, Aurora, con la sola modu- Corsa simbolica lazione dell’atti- Il volontario raggiungerà vità celebrale — il centrocampo e colpirà il pallone la scimmia all’inizio era molto Nel progetto il governo brasiliano dispettosa. Poi — ha investito 15 milioni di dollari e siamo nel 2008 — per rendere la cosa più spettacolare, hanno si- tramite interfaccia cervello/ tuato un camminatore meccani- macchina (BMI, brain-machine co, cioè due gambe robotiche, interface) permettere il movicostruite per l’occasione, a mi- mento di un esoscheletro? Pare gliaia di chilometri di distanza proprio di sì. Per questo il goverdalla scimmia. I segnali neurali no brasiliano ha finanziato un di Aurora venivano trasmessi progetto, a cui il gruppo di Nicovia internet, tornavano poi in- lelis è affiliato, il «Walk Again dietro sotto forma di immagini, Project»: 15 milioni di dollari. così che Aurora poteva veder le Ora, Nicolelis aveva intenziogambe meccaniche muoversi. ne di impiantare nella testa del Alla fine, la dispettosa Aurora è volontario una rastrelliera di stata in grado di pensare con di- qualche migliaio di microscopisciplina militare, tanto che il ci elettrodi, proprio al limite tra passo di marcia delle gambe la corteccia parietale e quella meccaniche risultava stabile — sensoriale. Così il volontario l’avventurosa scoperta è raccon- avrebbe non solo comandato le tata nel libro di Nicolelis, Il cer- gambe meccaniche come se fosvello universale, Bollati Borin- sero state sue, ma sarebbe persighieri. no stato in grado di sentirle coIn sintesi, grazie a un dialogo me sue. Davvero: molto di più ben sviluppato tra varie discipli- della prima camminata sulla lu- ✒ Il sogno della vedova di Nassiriya Embrioni conservati alla ricerca di MARGHERITA DE BAC I l 18 giugno la Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo potrebbe dare un’altra spallata alla legge numero 40 sulla procreazione medicalmente assistita, già stravolta da sentenze di tribunali e Consulta. È in gioco il tema della ricerca sugli embrioni cosiddetti «abbandonati», alle quali le coppie rinunciano o che sono diventati troppo vecchi perché conservati da troppi anni. Un tabù in Italia. Il ricorso parte da Adele Parrillo, una delle vedove dell’attentato di Nassiriya, compagna del regista Stefano Rolla morto nell’attentato in Iraq assieme ai militari. Con tecniche di fecondazione artificiale avevano ottenuto e fatto congelare 5 embrioni in una clinica romana. Poi la tragedia. E la scelta di Adele, sostenuta dall’associazione Luca Coscioni, di non lasciare che quei 5 incipit di vita restassero inutilizzati. Il divieto italiano si scontra col principio della libertà di ricerca. È attesa inoltre nei prossimi giorni il deposito della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto dell’eterologa, tecnica che prevede la donazione di gameti. Per la legge 40, giugno potrebbe essere il mese della sepoltura. © RIPRODUZIONE RISERVATA I piedi Alla base dei piedi robotici ci sono sensori che a ogni passo inviano alla persona segnali quando il piede è appoggiato Scienziato Il brasiliano Miguel Nicolelis, responsabile del «Walk Again Project» «La nostra ambizione? Mandare in soffitta la sedia a rotelle», spiega Nicolelis La simulazione A sinistra, l’esoscheletro realizzato dal team dello scienziato Nicolelis. Il 12 giugno a San Paolo un paraplegico lo utilizzerà per dare il calcio di inizio di Brasile-Croazia, partita inaugurale del Mondiale Fonte: xxxxxxxxxxxx na. Tuttavia, i finanziamenti sono arrivati troppo tardi. Ma Nicolelis non s’è arreso: l’evento si farà, ma l’esoscheletro sarà comandato tramite EEG, l’elettroencefalogramma. Ci sono un po’ di polemiche. L’elettroencefalo- gramma è una tecnologia datata: fu inventata nel 1924, insomma niente di nuovo. Anzi, affermano alcuni neuro scienziati, l’esoscheletro camminerà, sì, ma non per l’attività celebrale. Probabilmente sarà del tutto o EMANUELE LAMEDICA in parte preprogrammato. Questo per ora, in futuro si vedrà. La tecnologia c’è, e ci sono anche le suggestioni narrative. Pensiamoci: con i suoi 85 miliardi di neuroni e svariati miliardi di connessioni, il nostro cervello è la cosa più grossa dell’universo. Registrare le modulazioni, la musica dei neuroni, è appunto qualcosa in più di una «semplice» camminata sulla luna. Sarà necessario integrare vari linguaggi — chimica, fisica, filoso- fia, robotica — e imparare nuove lingue e tonalità. Infine, chissà, diventeremo forse post/ umani? Libereremo il nostro cervello dalle ristrettezze, dai vincoli della bruta materia? © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La storia I minerali furono venduti da tre collezionisti. La Regione: restituitele entro 30 giorni o agiremo in giudizio Aosta e Milano alla disfida delle pepite Morelli. Il ritrovamento, secondo quanto riportato da articoli di giornale, sarebbe avvenuto nel 1999 all’esito di lunghe ricerche condotte presso la miniera dismessa in assenza di qualsivoglia permesso di ricerca». Va giù dura con un dispiegamento di energia degno di miLa vicenda glior causa: «Non essendo avvenuto per effetto del caso, ma anzi per effetto di condotta contraria alla legge, il ritrovamento non può essere considerato modo legittimo di acquisto della proprietà». Ce n’è anche per il museo che non La richiesta potrebbe invocare la buona fede dell’acL’avvocatura della quisto perché «la provenienza dei sogRegione Valle d’Aosta getti non autorizzati all’estrazione saha intimato al Museo rebbe stata facilmente verificabile medi storia naturale la diante la semplice richiesta rivolta alla restituzione di cinque scrivente Regione». Conclusione: o il pepite d’oro entro e museo restituisce le pepite «entro e non non oltre trenta oltre 30 giorni» o «l’amministrazione giorni o regionale si vedrà costretta ad agire in «l’amministrazione giudizio per la tutela delle proprie raregionale si vedrà gioni». Da Palazzo Marino, sede del Cocostretta ad agire in mune, cadono dalle nuvole e non nagiudizio per la tutela scondono un filo d’irritazione. Ricodelle proprie ragioni» struiscono le carte (l’acquisizione risale ai tempi di Letizia Moratti sindaco) e scoprono che alla mostra milanese era stato invitato il sindaco di Brusson, che i tecnici del museo si erano recati nel paese valdostano per mettere a disposizione le peEuro Il prezzo pagato dal pite in caso di esposizioni. Comune di Milano per Che, in altre parole, la Valle l’acquisto delle pepite d’Aosta conosceva per filo e delle quali Aosta chiede la per segno la vicenda delle cinrestituzione que pepite d’oro. Ma soprattutto dalle carte risulta l’atto di compravendita siglato da un notaio che La vendita conferma la proprietà e la «libertà» dei Due pepite erano campioni. E qui entra in ballo Florindo state vendute nel Bitossi, l’ultimo cercatore d’oro italiano 2009 dai gemelli scomparso sette anni fa. È lui a trovare le Mario e Lino Pallaoro pepite, non i gemelli, è lui che continua e da Federico Morelli a perlustrare la miniera abbandonata, è al Comune di Milano lui a venderle ai gemelli. Tocca a Mario (che le diede al raccontare la storia: «Bitossi aveva la museo) al prezzo di concessione e ci ha aperto la miniera per 120 mila euro. Le girare un cortometraggio. Poi ci ha poraltre tre erano state tato a casa sua e da sotto al letto ha tirato donate al museo fuori due piastre di quarzo con delle vedagli stessi gemelli. nature d’oro trovate anni prima e ci ha Le pepite erano state detto: “Ve le vendo, perché io nella calritrovate nel daia ci devo mettere il gasolio e non giacimento aurifero l’oro”. Noi le abbiamo comprate ed è della Val d’Ayas, in tutto documentato con tanto di testiValle d’Aosta moni». Le «piastre» sono rimaste in La contesa cantina 12 anni, fino a quando i gemelli Secondo le autorità decidono di esporle al Mineralientage di della Regione Valle Monaco. Prima però il quarzo deve esd’Aosta il sere ripulito e lavorato. Le pepite vengoritrovamento delle no mandate al Museo di Storia Naturale pepite sarebbe di Milano e lì avviene la scoperta: dentro avvenuto in modo al quarzo c’è un vero tesoro. «Ma vi pare illegale perché i — conclude il gemello Mario — che se soggetti non erano l’acquisto non fosse stato regolare autorizzati a scavare: avremmo portato per due volte l’oro di non avevano Brusson a Geo & Geo (trasmissione delpermessi di ricerca. la Rai a cui i gemelli hanno partecipato «Essendo avvenuto spesso ndr) o non l’avremmo venduto a non per effetto del dei privati per un prezzo molto più alto? caso ma di una Forse siamo ignoranti, ma non fessi. condotta contraria L’oro è ricchezza e provoca tanta invialla legge, il dia». La disfida delle pepite d’oro è solo ritrovamento non può all’inizio. A meno che non prevalga un essere considerato un po’ di ragionevolezza e Aosta rinunci a modo legittimo di invadere Milano. acquisto della La Valle reclama cinque pezzi d’oro esposti al Museo di storia naturale MILANO — Cinque pepite d’oro fanno scoppiare la guerra tra la Valle d’Aosta e Milano. O il capoluogo lombardo le restituisce entro 30 giorni a chi si considera legittimo proprietario o partiranno le carte bollate. È di nuovo corsa all’oro. Solo che l’ambientazione non è il Klondike di Zio Paperone, non ci sono trafficanti di minerali preziosi e mercanti di schiavi. C’è invece una battaglia legale dai tratti surreali che vede contrapposta la Regione a Statuto speciale della Valle d’Aosta, il Museo di storia naturale di Milano e il Comune del capoluogo lombardo. Una storia che si intreccia con quella dell’ultimo mitico cercatore d’oro italiano: Florindo Bitossi. Tutto ha inizio nel 2009, quando i gemelli Mario e Lino Pallaoro, appassionati di archeologia mineraria, curatori del Museo Pietra Viva in provincia di Trento, insieme a Federico Morelli, propongono al museo milanese l’acquisto di due pepite d’oro provenienti dal «Filone della Speranza», il giacimento aurifero ormai dismesso da anni a Brusson in Val d’Ayas. Due pezzi, a detta degli esperti, molto pregiati. Il prezzo viene ritenuto congruo: 120mila euro. Il Comune di Milano le acquista e le cede al L’oro conteso Una delle vetrine dedicate alla mostra sull’oro di Brusson (sopra) nel 2009. A lato, una delle pepite finite dalla Val d’Aosta a Milano (foto Chinellato) museo. Passa qualche mese e i gemelli Pallaoro (nomen omen) decidono di donare, questa volta gratuitamente, altre tre pepite, sempre provenienti da Brusson. Ne nasce una mostra dal titolo «L’oro della Speranza». Come si legge nelle recensioni dell’epoca: «I campioni fanno tutti parte di un medesimo stra- ordinario ritrovamento di oro ritenuto il più importante di sempre nelle Alpi e in Italia». Ne parlano i giornali, i siti specialistici, i video della mostra girano ancora su Youtube. Dalla Valle d’Aosta nessun segnale. La sorpresa arriva cinque anni dopo. L’avvocatura regionale si sveglia dal tor- pore e invia una lettera perentoria a tutti gli attori della vicenda, compreso il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: «Questa amministrazione è venuta a conoscenza dell’acquisto di codesto museo della proprietà di campioni auriferi di notevole valore ritrovati presso la miniera di Brusson dai signori Pallaoro e 120. 000 proprietà» Maurizio Giannattasio © RIPRODUZIONE RISERVATA Su «Oggi» La passeggiata di Papa Ratzinger con il sostegno del deambulatore Papa Ratzinger cammina con l’aiuto di un deambulatore, assistito dal segretario padre Georg: il servizio compare sul numero di «Oggi» già in edicola. Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Società La presentazione domani alla giornata mondiale dell’Ambiente. Ogni anno nella spazzatura 12,3 miliardi di euro Un piano per educare l’Italia a non buttare più via gli alimenti hanno la forma e la grandezza richieste dal mercato. Dalla frutta al pesce, come sprecare di meno. Il nodo delle donazioni Primo: non sprecare. Il comandamento più importante per la Giornata mondiale dell’Ambiente, che si celebra domani in tutto il mondo, vale a cominciare dai nostri piatti: «Gli sprechi alimentari non sono solo un problema etico o economico, ma anche un danno molto pesante per l’ambiente: significano buttar via terreno, acqua ed energia. Eppure, secondo un sondaggio appena realizzato da Waste Watcher, solo 4 italiani su dieci ne sono consapevoli». A parlare è Andrea Segrè, fondatore dell’Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watcher, e coordinatore della task Force per la riduzione dello spreco alimentare del ministero dell’Ambiente (di cui fa parte anche la scrittrice Susanna Tamaro). Domani con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti presenterà a Roma il decalogo del «Pinpas», il primo piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Prevede, tra le altre cose, l’introduzione dell’educazione alimentare e ambientale tra le materie obbligatorie nelle scuole, una campagna di comunicazione nazionale su questi temi e regole più semplici per le donazioni di cibo invenduto, con sconti sulle tasse per i rifiuti a chi dona. «È fondamentale che il governo lo faccia proprio», dice il fondatore di Waste Watcher. nel 2013 ben 225 mila porzioni di cibo cotto, oltre 68 tonnellate di prodotti da forno e 102 tonnellate di frutta da 33 mense, 99 refettori scolastici e 3 alberghi. Esperienze simili si stanno moltiplicando in tutta Italia. Ma non bastano. Il cibo invenduto Secondo il Banco alimentare ogni anno in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo consumabile. Le cose, per fortuna, stanno lentamente cambiando. Circa un miliardo di euro in alimenti viene recuperato grazie a iniziative come il Banco Alimentare o Last Minute Market, che lo prelevano da supermercati e mense e lo ridistribuiscono a istituzioni di beneficenza. Solo a Milano Banco alimentare Siticibo ha recuperato Gli standard di vendita Uno dei problemi è che molti prodotti, soprattutto frutta e verdura, vengono scartati all’origine perché non corrispondono agli standard qualitativi — che spesso significa «estetici». Anche se sarebbero buoni Il sondaggio Solo un italiano su 4 consapevole che lo spreco alimentare danneggia il Pianeta da mangiare. Per evitare di sprecarli in Portogallo è nata una cooperativa «Fruta feia» («Frutta brutta») che li rileva e li vende ai propri soci. È una goccia nell’oceano: ogni anno in Europa si buttano 89 milioni di tonnellate di vegetali che non Le cifre 12,3 miliardi di euro il valore del cibo gettato via ogni anno in Italia I primi 5 motivi dello spreco 42 kg a persona 38,94 29,69 il cibo sprecato da ogni italiano: 117 euro l’anno pro capite 25,58 13,29 58% avanzi non riutilizzati Ha fatto È scaduto Frutta e Cattivo verdura odore/ la muffa non durano sapore il valore del cibo buttato dai consumatori: 5,5 milioni di tonnellate Le quantità (secondo i consumatori, valori in %) 32,31 6,9 miliardi di euro Ho cucinato troppo 42% alimenti scaduti o andati a male Ogni anno 1 miliardo di euro in alimenti viene recuperato e donato a banche del cibo ed enti caritativi: l’obiettivo è di riutilizzare altri 6 miliardi di euro di alimenti l’anno Cattive abitudini In dodici mesi gettiamo via 42 chili a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti ra per esempio il progetto della Regione Toscana con Unioncamere «Pesce Dimenticato». L’obiettivo è promuovere il consumo di quello che a torto si chiama «pesce povero». «Ogni anno tonnellate di sugarelli, pesci sciabola, razze e simili, vengono ributtate a mare perché non hanno mercato. Con un triplo spreco: non si mangia, il pesce muore, si consuma gasolio per pescarlo. Invece è buonissimo e ricco di omega 3», dice l’assessore toscano all’Agricoltura Gianni Salvadori. Per incentivarne l’uso, la Regione ha promosso corsi nei supermercati, tra i ristoratori, nelle scuole alberghiere dove si formano i cuochi di domani. Perché il futuro del Pianeta dipende anche da come mangiamo. Nella filiera agroalimentare 4 milioni di tonnellate di Co2 Le emissioni derivanti dagli sprechi di cibo 98.000 tep 88.000 tep I prodotti lasciati nei campi Il cibo non utilizzato nell’industria alimentare tep: tonnellate equivalenti di petrolio Fonte: Fondazione per la Sussidiarietà- Politecnico di Milano; Waste Watcher; elaborazione BCGN da Fao Le scelte dei consumatori Moltissimo intanto si potrebbe fare, però, cambiando le abitudini alimentari. Ogni anno gettiamo via 6,9 miliardi di euro (pari a 42 chili a persona) di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti. In parte basterebbe un po’ di buon senso: tenere d’occhio le date di scadenza e non cucinare troppo. Oppure recuperare quello che non si mangia: per la Giornata mondiale dell’ambiente di domani il Wwf ha lanciato con Auchan un sito (www.insiemecontroglisprechi.it) dove scambiarsi ricette che riutilizzano gli avanzi di casa. In altri casi l’aiuto potrà arrivare dalla tecnologia: il consorzio spagnolo Itene, che si occupa di packaging, sta sperimentando confezioni che cambiano colore man mano che si avvicina la data di scadenza, in modo da «avvertire» chi le ha in frigorifero. Tanto, però, è questione di consapevolezza. Su questo lavo- CORRIERE DELLA SERA Elena Tebano © RIPRODUZIONE RISERVATA L’appello ORTI NELLE SCUOLE PER IMPARARE IL VALORE DEL CIBO Non si getterà più via un pomodoro se si sa quanto lavoro ci vuole per farlo SEGUE DALLA PRIMA Alla mia generazione non veniva permesso di buttare via nulla, neppure una briciola di pane; l’esperienza della guerra era troppo vicina, la terra era ancora terra, e i prodotti erano solo quelli primari e necessari. Ma poi, in tempi rapidissimi, tutto è cambiato, e il rapporto con il cibo è stato travolto da una frenesia di consumo e di offerta che ci spinge a nutrirci con la tristezza degli animali in cattività. Non c’è gioia, non c’è convivialità, non c’è piacere nelle esigenze alimentari indotte dalla società dei consumi, ma soltanto un anonimo riempirsi, sulle cui ragioni dovremmo prima o poi interrogarci. Il cibo ha perso ogni valenza etica, ogni memoria di sacralità. Un nutrimento «senza anima» che proviene da un vuoto immaginativo — ignoriamo infatti come venga prodotta la maggior parte dei cibi che afferriamo dai banconi del supermercato — e che, per questa ragione, spesso finisce nel vuoto distruttivo dello spreco. Ora, per fortuna — come si vede dai risultati del sondaggio dell’Osservatorio nazionale dello spreco domestico — la sensibilità delle persone sta cominciando a cambiare. Ma perché questo cambiamento diventi concreto, ha bisogno di azioni precise. Soprattutto sui bambini che sono, per natura, particolarmente sensibili alla natura e alle ingiustizie. Da venticinque anni produco una buona parte della verdura e della frutta che mangio, e proprio per questo sono convinta che, in ogni scuola che ha a disposizione un lembo di terra, sarebbe estremamente importante poter creare dei piccoli orti curati direttamente dai bambini. In una scuola di Orvieto le insegnanti hanno già cominciato a farlo, e dopo la perplessità e i timori iniziali — «puzza di sporco, non so cosa fare» — i bambini sono stati presi dalla febbre dell’orticultura. E che soddisfazione la prima volta che hanno potuto mangiare il primo finocchio e la prima carota prodotti da loro. Ecco, spesso le grandi rivoluzioni richiedono gesti semplici e mirati. Se si sa quanto lavoro ci vuole per fare un pomodoro, un cespo di insa- plesse come Amleto, stavamo per ore con il tetrapak in mano, chiedendoci: «Ma questo dove andrà? Carta, plastica, o generico?». Già perché, follia tutta italiana, ogni comune italiano, anche il più piccolo, smaltisce secondo regole tutte sue; regole che il più delle volte non si premura di far sapere ai suoi abitanti. Immaginatevi la nostra delusione L’etica Quello che mangiamo ha perso ogni valenza etica Per educare servono esempi e non soltanto parole Al lavoro I bimbi di una scuola materna di Milano annaffiano le piantine del loro orto lata o una verza, forse la prossima volta non la si getterà più nel cassonetto come fosse una cartaccia. Educare con le parole, ma senza esempi, è come lanciare polvere nel vento. Ai bambini bisogna dedicare tempo e attenzione. Il tempo trascorso insieme e l’attenzione mirata sono gli unici semi capaci di germogliare, trasformando la coscienza delle persone. Ci vuole per prima cosa la buona volontà dei singoli — che in moltissimi casi già c’è, perché nelle primarie abbiamo insegnanti bravissimi — ma ci vuole an- che l’immediata e concreta disponibilità delle istituzioni. L’edilizia scolastica certo è importantissima, ma è anche, e forse più importante, ciò che all’interno di quelle pareti succede, o non succede. Per anni, ho insegnato alle bambine che vivono con me a dividere i rifiuti seguendo le leggi del riciclo. Ormai sanno quanto ci vuole per smaltire una bottiglia di plastica, una cicca di sigaretta, una lattina di alluminio e un foglio di polistirolo. «Pensate, tra cinquecento anni, i vostri eredi troveranno questa bottiglia...». Per- quando, passando in macchina vicino alle zone di raccolta, abbiamo visto arrivare il camion, sollevare le campane e mescolare allegramente nel suo interno quella carta, quel vetro, quelle lattine e quelle plastiche che, con tanta fatica e tanta attenzione, avevamo per mesi separato. Dopo un lungo silenzio, le bambine, perplesse, mi hanno guardato. «Ma perché allora abbiamo fatto tanta fatica?». Non ho saputo cosa rispondere. Susanna Tamaro © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ IL RITORNO DELLE LUCCIOLE di DANILO MAINARDI È importante che venga data notizia del ritorno delle lucciole. Perché è una bella notizia, che ha in sé molti significati e che racconta di una memoria non svanita di come è sempre stata la nostra campagna. La segnalazione della loro presenza viene dal bresciano, ma ho fiducia che anche altrove si avvistino in queste tiepide notti di tarda primavera, quando è bello starsene fuori, con la colonna sonora del canto dei grilli e la magia delle lucciole, lumicini volanti che s’accendono e si spengono. Uno spettacolo. Da tanto tempo le lucciole erano praticamente sparite, uccise da un’agricoltura ad alto impatto ambientale che, con loro, avvelena la ricca biodiversità dei campi e delle aree verdi. Ora stanno tornando, se pur un po’ a macchia di leopardo. A volte basta una zona incolta, un po’ di genuina selvaticità. O, ancora meglio, coltivi dove si pratichi un’agricoltura più consapevole e compatibile con l’ambiente. Sono un po’ come le rondini le lucciole: hanno un forte valore simbolico. Da sempre, per San Benedetto, abbiamo cercato nel cielo, ad annunciarci l’arrivo della primavera, lo sfrecciare delle rondini. Parimenti, come preludio dell’estate imminente, abbiamo esplorato il buio della notte, e trovato, il lampeggiare delle lucciole. Poi, l’uso aggressivo e indiscriminato dei pesticidi ha condannato entrambe a un comune destino. Sempre meno rondini e, insieme, niente più lucciole. Brutto segno davvero. Le lucciole, come del resto le rondini, sono penetrate nella nostra cultura. I bambini la sera ne mettevano una sotto un bicchiere sperando di trovare al mattino una moneta al suo posto. In Sicilia era detta la candelina del pastore (cannilicchia di picuraro) perché ne illuminava le notti nei pascoli. Ed essendo la famiglia delle lucciole distribuita un po’ in tutti i Paesi a clima tropicale o temperato, ogni popolo aveva, o ancora ha, proverbi e usanze. Dai Boscimani del Kalahari, che ne raccolgono una ventina per imprigionarle in zucche essiccate che usano come lampade magiche, alle donne amerinde che se ne servono per adornarsi i capelli. Si capisce dunque perché il ritorno delle lucciole sia una buona notizia. Avevamo usanze, proverbi, rituali svuotati, non più alimentati dalla fonte che li aveva fatti nascere. E ora tutto si recupera: le lucciole riprendono il loro posto nella natura restituendo, nel contempo, significato alla cultura che le contempla. È un ritorno rassicurante. Ma c’è di più, perché ciò che di positivo sta accadendo alle lucciole, è verosimile stia accadendo anche ad altre specie, sconosciute, provviste solo del nome scientifico. Però questo esercito di militi ignoti è altrettanto importante, per l’integrità e l’equilibrio dell’ambiente. Perché ogni specie ha il suo ruolo e tutte servono. Quanto alle lucciole, grazie alla loro lampante visibilità, potranno svolgere un loro ingenuo ruolo di indicatori biologici attestanti la salute dell’ambiente riconquistato. Non vorrei però che ci montassimo la testa. Perché per ricuperare un ambiente, la sua biodiversità e gli equilibri naturali c’è ancora molto da fare. Ricordiamoci (saggezza dei proverbi) che una rondine non fa primavera. E nemmeno un po’ di lucciole sparpagliate a macchia di leopardo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 27 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> ->«i /Ì ` -Ì>Ì > ÃiÌÌ>> >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì Ó£°ÈxÈ]Èx ä]È{¯ `À> È°nÎÈ]Îä ä]{£¯ £ iÕÀ /- Ì° - >Ài ÓΰäÎÇ]ä ä]Èί À>VvÀÌi °£]Ç{ ä]Σ¯ £ iÕÀ £Î]È{ää Þi ä]xä¯ e /- Ì°-Ì>À £°£x]ÈÈ ä]£¯ *>À} >V{ä® {°xäÎ]È ä]Óǯ £ iÕÀ ä]n£{Ç ÃÌiÀi ä]ÓÓ¯ e Ü ià £È°ÇÓÎ]ä{ ä]£Ó¯ } } £ iÕÀ £]ÓÓ£È vÀ° ÃÛ° ä]䣯 e >Ã`>µ {°ÓΣ]ÓÇ ä]£{¯ / i® £x°äÎ{]Óx ä]Èȯ e £ iÕÀ ]£ä{{ VÀ°ÃÛi° ä]䣯 e -E* xää £°ÓÎ]Ón ä]ä¯ >`À` £ iÕÀ £]{nnn `°V>° ä]Èn¯ e /- La lente I PRESTITI AI PICCOLI? SÌ, SOLTANTO A UNO SU CINQUE L e banche da tempo sostengono di essere tornate ad aprire i cordoni della borsa a favore delle Pmi. Le piccole imprese lamentano un accesso al credito sempre più ostico e problematico. E quindi chi mente? Nessuno. Semplicemente si tratta di verità diverse. Le banche oggi prestano denaro a imprese eccellenti. Propongono finanziamenti a chi esporta, innova, cresce. In pratica a chi i soldi li ha già. Il 95% delle Pmi italiane invece è costituito da micro imprese, quelle che non esportano, non innovano e fanno tanta fatica. Vista dalla parte degli istituti di credito, è evidente che prestare denaro a queste imprese pone un rischio elevato (di insolvenza) al cospetto di una bassa redditività. Insomma, si tratta di gioiellieri che sognano di vendere un paio di diamanti l’anno a emiri e sceicchi e invece si ritrovano il negozio pieno di «protestati» che vogliono comprare uno zircone a rate. Il risultato è quello che emerge da uno studio di Cna: nel 2012 a chiedere prestiti era il 21,7% delle aziende artigiane e di queste il 36% veniva accontentato. Oggi a rivolgersi agli sportelli è il 9%, ma pur essendo la metà di due anni fa, solo il 20% di questi ottiene un sì. Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Óΰӣ]ä{ ä]£¯ e £ä°ÇÇÈ]Çä ä]{ǯ £]ÎÈ{x `>À ä]Ó{¯ e i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÎäÈ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÎäÈ iÌÌ ¯ Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]{x Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £Î]È Ó]Èä Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]£ä ä]£Ç Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ó]{È Ó]££ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]xÎ ä]Ó Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ç]{ Î]Ó£ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]Ó ä]ÓÓ Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä{]x Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]xÇ ä]n £]{Î Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä{]ÓÓ Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££È]nä VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£x Î]ÓÈ Î]{ä ä]Î Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]x{ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ç]{Î Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££Î]£ä £]nÈ £]Î Ó]{Î VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]äÎ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]n{ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]{n ä]È£ ä]È £]än Piazza Meda Gli impegni valgono 8,1 miliardi di patrimonio. La revoca farebbe salire il Core Tier 1 all’11% Bpm apre il confronto con Bankitalia Richiesta a Via Nazionale per eliminare i requisiti rafforzati sul capitale E’ la partita più delicata della nuova gestione. Vale 700 milioni di euro, più dell’aumento di capitale chiuso la scorsa settimana, ma soprattutto sarebbe il segnale della fine del lungo e complicato turnaround della Bpm. Ieri il consiglio di gestione di Piazza Meda ha fatto il primo passo per chiedere alla Banca d’Italia di rimuovere gli «add-on» dal bilancio, i requisiti patrimoniali rafforzati imposti da Via Nazionale in seguito alle leggerezze delle vecchie gestioni. Si tratta di 8,1 miliardi di patrimonio che nel 2011 Palazzo Koch ha chiesto a Bpm di accantonare in seguito alle anomalie emerse nel corso di un’ispezione in Piazza Meda. Sono tre le voci su cui è scattato il presidio: rischi operativi, garanzie ipotecarie ed esposizione al settore immobiliare. Per ognuna di queste voci Bpm ha dovuto predisporre un cuscinetto di capitale aggiuntivo di 2,7 miliardi. Che ora, a tre anni di distanza, vuole liberare. Il consigliere delegato della popolare, Giuseppe Castagna, ha illustrato ieri al consiglio il corposo documento in cui sono stati indicati tutti i passi fatti da Piazza Meda per rimettersi in riga, e dunque come sono state riviste alcune procedure interne, riallineati i documenti cartacei ed elettronici sulle garanzie ipotecarie e riportata sotto controllo l’esposizione verso il real estate. Un lavoro che Castagna ha proseguito, ma che era stato impostato da Piero Montani e Andrea Bonomi, a cui era toccato gestire la pesante eredità lasciata da Massimo Ponzellini che avevano portato all’imposizione degli «add-on». REGIONE SICILIANA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA Dipartimento di Fisica e di Scienze della Terra ESITO DI GARA Sez. I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Università degli Studi di Messina - I.1) DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTI DI CONTATTO: Dipartimento di Fisica e di Scienze della Terra Viale F. Stagno d’Alcontres,31 I, 98166 - Messina Sez. II: OGGETTO DELL’APPALTO II.1.1) Denominazione conferita all’appalto: Fornitura e posa in opera di n. 1 Microscopio elettronico SEM completo di accessori CIG: 55008569F7 CUP E61J12000100006 Sez. III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO: Finanziamento comunitario nell’ambito del Progetto di Ricerca PO FESR 2007/2013 linea d’intervento 4.1.2.A MedNETNA “Mediterranean Network for Emerging Nanomaterials” Sez. IV: PROCEDURA: Procedura Aperta Sez. V: ALTRE INFORMAZIONI: n. offerte ricevute: 2 Aggiudicazione alla Ditta ASSING S.p.a. per un importo pari a € 591.718,70 oltre IVA Inviato per la pubblicazione alla GUCE: 19/05/2014 - GURI n. 58 del 23/05/2014. Popolare Il consigliere delegato della Bpm, Giuseppe Castagna. Ieri il consiglio di gestione ha esaminato la richiesta di rimozione degli «addon» da inviare alla Banca d’Italia IERI La Popolare Milano in Borsa -1,91% 0,6665 € per azione valori in euro Retribuzioni 0,663 L’Ue: via i disincentivi sui redditi delle donne 0,639 0,616 0,592 0,569 0,546 2014 «Il programma presentato dal consigliere delegato Castagna, come anche per le cose passate, viene pienamente rispettato» ha sottolineato ieri il presidente del consiglio di gestione, Mario Anolli. Il consigliere delegato aveva annunciato che subito dopo l’aumento di 8 mag. 14 mag. capitale avrebbe chiesto alla Banca d’Italia di poter tornare alla normalità. L’aumento si è chiuso la scorsa settimana con il tutto esaurito. E ora è arrivato il momento degli «add-on». L’auspicio è che Via Nazionale si esprima entro un paio di mesi, anche se non ci sono riferimenti visto che Bpm è l’unica banca a cui è stato imposto questo tipo di requisiti patrimoniali. La rimozione è un punto di 20 mag. svolta per la popolare milanese, che oltre a vedere salire il Core Tier 1 all’11% (dall’8,37% di fine marzo) libererebbe capitale per gli impieghi in un momento in cui la percezione dei mercati sull’Italia è tornata positiva. Da questo punto di vista, non solo Bpm ma tutto il sistema bancario sta seguendo con attenzione Mario Draghi in attesa delle decisioni che giovedì prenderà la Bce. Un ulteriore taglio dei tassi 26 mag. 1 giu. D’ARCO di interesse, ma soprattutto l’eventuale discesa a livelli negativi dei tassi sui depositi presso l’Eurotower, potrebbero stimolare la ripresa degli impieghi. A cui Bpm potrebbe aggiungere il capitale liberato con il consenso della Banca d’Italia facendo così un altro passo avanti nel programma di rilancio. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA L’embargo Diventa un caso Parigi-Washington la richiesta di danni per 10 miliardi di dollari Missione di Noyer negli Stati Uniti «La multa a Bnp Paribas va ridotta» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Il caso Bnp Paribas prende una dimensione politica: il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, ha incontrato a New York il procuratore di Manhattan Cyrus Vance per cercare di ammorbidire la posizione americana (una notizia rivelata dal New York Times), mentre il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, alla domanda se il governo di Parigi difenderà Bnp, ha risposto «sì, certamente sì». Bnp Paribas, la prima banca francese e la seconda d’Europa dopo Santander, è sospettata dalla giustizia americana di avere aggirato l’embargo contro Cuba, L’Iran, il Sudan e la Libia tra il 2002 e il 2009. In quanto attiva sul suolo americano, e abilitata a compiere operazioni in dollari, Bnp era tenuta a rispettare le leggi federali sugli embarghi: dal 2009 i vertici della banca negoziano con le autorità Usa per ridurre l’entità dell’ammenda, ma secondo le rivelazioni di pochi giorni fa del Wall Street Journal la multa raggiungerebbe i 10 miliardi di dollari (circa 7 miliardi di euro). Una cifra che rischia di infliggere un colpo mortale all’istituto di credito francese (padrone in Italia del 100 per cento di Bnl) e di scatenare in seguito una crisi finanziaria globale. Le autorità americane pretendono poi che i dirigenti della banca responsabili dei traffici con i Paesi sottoposti a embargo vengano allontanati. L’Office of Foreign Assets Control - OFAC è l’organismo controllato dal sottosegretario americano al terrorismo che verifica il rispetto delle sanzioni decise dall’Onu o unilateralmente dagli Stati Uniti: dalla seconda metà degli anni Duemila l’Ofac si è mostrato molto più severo con le banche sospettate di avere infranto gli embarghi. Nel 2012 la banca olandese ING è stata condannata a pagare 618 milioni di dollari per delle operazioni con l’Iran, poi è toccato all’inglese Standard Chartered versare 667 milioni di dollari per degli scambi con Libia e Sudan, mentre la multa fi- nora più altra era quella comminata all’inizio di maggio a Credit Suisse, condannata a pagare poco meno di due miliardi di dollari al dipartimento della Giustizia americano. Oltre a Christian Noyer, anche François Hollande interverrà personalmente in favore di Bnp Paribas: domani sera, il giorno prima delle cerimonie per i 70 anni dello sbarco in Normandia, il presidente francese cenerà assieme a Barack Obama in un ristorante parigino, e in quell’occasione perorerà la causa della banca francese. «Se c’è stata una colpa o un’infrazione è normale che ne segua una sanzione — ha detto ieri il ministro francese Fabius alla tv pubblica France 2 —. Ma la sanzione deve essere proporzionata e ragionevole. Queste cifre (10 miliardi di dollari, ndr) non sono ragionevoli, sarebbe una decisione ingiusta e unilaterale. Se questa ammenda venisse davvero decisa si creerebbe un problema molto serio». Fabius ha sottolineato che la multa record a Bnp sarebbe un pessimo segnale, da parte di Washington, proprio mentre entrano Il governatore della Ban- nella fase decisiva i negoziati per il trattato di ca di Francia C. Noyer libero scambio tra Europa e Stati Uniti. Nel peggiore dei casi, Bnp Paribas potrebbe perdere la licenza che le permette di operare in America oppure sarebbe condannata a una sospensione temporanea delle sue transazioni in dollari, con gravissime conseguenze per la solidità della banca e del sistema finanziario francese ed europeo. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sospetto La banca è sospettata di avere aggirato le restrizioni su Cuba, Iran, Sudan e Libia tra il 2002 e il 2009 (ri. que) Ce l’ha detto il Fondo monetario internazionale. Ce lo ripete anche il consiglio europeo: il mercato del lavoro in Italia ha bisogno delle donne. Di più donne. Al punto cinque delle raccomandazioni diffuse ieri — il punto dedicato al tema del lavoro — all’Italia vengono proposti numerosi interventi. Meno cassa integrazione e più tutele per i disoccupati. Servizi per l’impiego più efficienti e con un miglior coordinamento tra pubblico e privato. Un più efficace legame tra politiche attive e passive del lavoro. Ma c’è anche un’altra richiesta: far crescere il tasso di occupazione femminile. Il consiglio europeo indica una via concreta. La seguente: «Introdurre misure che riducano i disincentivi fiscali al lavoro delle persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare». E pone anche una scadenza: «Entro il marzo del 2015». In Italia le seconde fonti di reddito familiare sono gli stipendi delle donne. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, gli uomini guadagnano di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA TRIBUNALE CIVILE DI PALMI ATTO DI CITAZIONE PER USUCAPIONE La sig.ra SIRIGNANO Maria Francesca (SRGMFR59L68A303V), nata ad Anoia (RC) il 28.07.1959 ed ivi residente alla via Roma n. 39, rappresentata e difesa dagli avv.ti Francesca Ursida (RSDFNC79P50L063Q) e Stefano Grio (GRISFN71T09G791Y), cita i sigg.: Ceravolo Francesco (CRVFNC39B13A303T); Ceravolo Nicola Pantaleone (CRVNLP46L27A303M); Ceravolo M. Teresa (CRVMTR50A41A303D); Ceravolo Rosalba (CRVRLB54L49A303K); Ceravolo Carmela (CRVCML31R68A303O); Macrì Nicola (MCRNCL47M15A303P); Macrì Maria Carmela (MCRMCR31R68A303N); Macrì Vincenzo (MCRVCN29S13A303L); Macrì Salvatore (MCRSVT34A02A303C); Macrì Michele (MCRMHL39R02A303H); Nicoletta Antonino e Nicoletta Pasquale di cui si disconoscono le vicende anagrafiche, tutti quali eredi della sig.ra VALENZISE Teresa (VLNTRS83D69A303A), nata ad Anoia (RC) il 29/04/1883 e deceduta in Roma il 25/12/1973, a comparire davanti al Tribunale di Palmi all’udienza del 11 marzo 2015, ore di rito, soliti locali di giustizia, con invito a costituirsi nel termine di 20 giorni prima dell’udienza indicata, ai sensi e nelle forme di cui all’art. 166 c.p.c., dinanzi al giudice designato ai sensi dell’art. 168 bis c.p.c., con l’avvertenza che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c, per ivi sentire accogliere, anche in contumacia in assenza di costituzione, la domanda di seguito formulata: La sig.ra Sirignano Maria Francesca da oltre vent’anni possiede pubblicamente, ininterrottamente e pacificamente l’immobile formalmente intestato alla sig.ra Valenzise Teresa, identificato nel Catasto Fabbricati del Comune di Anoia al foglio n. 10, particella n. 576, cat. A/5, classe II, consistenza 1 vano, rendita € 15,49. Tanto premesso, l’attrice rassegna le seguenti conclusioni: Voglia l’Ill.mo Giudice adito riconoscere ex art.1158 c.c. come avvenuta la prescrizione acquisitiva in favore della sig.ra Sirignano Maria Francesca del bene immobile identificato in premessa, ordinando al Conservatore dei Registri Immobiliari di Reggio Calabria di provvedere alle necessarie trascrizione ed iscrizioni, esonerandolo da ogni responsabilità. Palmi (RC), lì 10.05.2014 Avv. Francesca Ursida - Avv. Stefano Grio 28 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Provincia di Reggio Calabria Stazione Unica Appaltante Provinciale Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Motta San Giovanni AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO AI SENSI DELL’ART. 79, C. 5 DEL D.LGS N. 163/2006 OGGETTO: Comune di Motta San Giovanni - Lavori di “Completamento delle reti fognanti e realizzazione del nuovo collettore all’impianto di depurazione di località Oliveto del Comune di Motta San Giovanni. CIG: 4895063DC3 - C.U.P.: B33J12000100006. Importo complessivo dell’appalto: € 998.264,86 oltre IVA. Importo lavori a corpo soggetti a ribasso: € 926.764,86. Importo del corrispettivo progettazione definitiva ed esecutiva soggetto a ribasso: € 62.000,00 di cui € 36.140,00 per progettazione definitiva ed € 25.860,00 per progettazione esecutiva. Oneri di sicurezza lavori a corpo non soggetto a ribasso: € 9.500,00. Criterio di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 D. Lgs. n. 163/2006. Imprese partecipanti: n. 6 - Imprese escluse: n. 2 - Imprese ammesse: n. 4. Impresa aggiudicataria: R.T.I C.I.S.A.F SPA (capogruppo) - ALFA UNO di Modaffari Antonio (mandante) che ha ottenuto un punteggio complessivo di 96,94 (Of.Tec.+ Of.Tem.+ Of.Ec.) ed ha offerto il ribasso del -20,333%. Importo complessivo di aggiudicazione: €. 797.219,30 oltre IVA. Seconda classificata: IDRICO DI COGLIANDRO G.PPE. Aggiudicazione definitiva provvedimento n. 181 Reg. Gen. del 22/04/2014. Pubblicazione bando di gara: Albo online dell’Ente il 27/05/2014. Organo Competente per le procedure di ricorso: T.A.R. Calabria-Sez.di R.C. Data di invio G.U.R.I 28/05/2014. Il Dirigente SUAP Dott.ssa Maria Teresa Scolaro Provincia di Reggio Calabria Stazione Unica Appaltante Provinciale Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Taurianova AVVISO GARA DESERTA OGGETTO: Comune di Taurianova - Appalto per l’affidamento in concessione del servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali. C.I.G.: 5603626276 C.P.V: 79940000-5. Importo complessivo del servizio per anni 3: € 585.000,00 oltre IVA. Aggio posto a base di gara per la remunerazione del servizio: 12%. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 D. Lgs. n. 163/2006 e dall’art. 120 del DPR 207/2010. Esito: procedura di gara deserta non essendo pervenute offerte entro il termine fissato nel bando di gara. Data di invio alla G.U.C.E. 19/05/2014 Il Dirigente SUAP Dott.ssa Maria Teresa Scolaro COMUNE DI SCAFATI (SA) ESITO DI GARA Il Comune di Scafati con sede in piazza Municipio 1 - 84018 (SA, sito web: www.comune.scafati.sa.it - email: appaltiscafati@libero.it ai sensi degli artt. n. 65, 66 e 124 del D.Lgs n. 163/2006, avvisa che con determina del Servizio Gare & Contratti n. 73 del 25.02.2014, previa gara esperita mediante procedura aperta, sono stati aggiudicati in via definitiva i Lavori di sistemazione dei marciapiedi di via P. Vitiello - CIG: 5454183631, in favore dell’impresa Cinelli Antonello, per l’importo di € 418.312,10 oltre iva; imprese partecipanti: n. 93. Il resp. del Servizio dott.ssa Anna Sorrentino Metanodotto “Sergnano - Agnadello DN 500 (20”) - DP 75 bar” Comune di Torlino Vimercate (CR): Elenco Immobili da Asservire Foglio 1: Comune di Sergnano (CR): Comune di Vailate (CR): Foglio 4: mapp. 40, 56, 39, 126, 121, 124, 35, 33, 32; Foglio 11: mapp. 46, 42, 68, 45, 39, 38, 61, 37, 26, 36, 136, 35, 63, 34, 15, 14, 62, 142, 33; Foglio 5: mapp. 59, 60, 61, 66, 67, 68, 69, 75, 56, 76, 77, 78; Comune di Agnadello (CR): mapp. 30, 57, 29, 28, 44, 23, 22, 20, 2, 1; Comune di Capralba (CR): Foglio 1: mapp. 14, 58, 70, 6, 13, 12, 60, 131, 186, 133, 129; Foglio 7: mapp. 84, 66, 113, 53, 51, 60, 7, 3, 2; Foglio 2: mapp. 173, 57, 42, 54, 148, 52, 40, 38, 146, 145, 50, 46, 142; Foglio 8: mapp. 52, 54, 50, 36, 49, 63, 43, 35, 34, 33, 32, 31, 30 ,27, 29, 28, 25, 24; Foglio 3: mapp. 56, 49, 47, 196, 96, 108; Foglio 9: mapp. 81, 20, 49, 104, 36, 83, 89, 86, 85, 84; Foglio 4: mapp. 147, 83, 82, 81, 80, 74, 68, 67, 66; Foglio 10: mapp. 121, 119, 93, 94, 63, 134, 62, 59, 58, 87, 86, 85, 57, 43, 42; Foglio 11: mapp. 18, 43, 42, 7, 3, 46; Foglio 11: mapp. 2, 1; Foglio 13: mapp. 10, 9; Metanodotto “Allacciamento Comune di Capralba DN 100 (4”) - DP 75 bar” Comune di Pieranica (CR): Foglio 2: mapp. 8, 138, 4, 3; Elenco Immobili da Asservire Comune di Torlino Vimercate (CR): Comune di Capralba (CR): Foglio 1: Foglio 7: mapp. 84, 85, 66; Foglio 8: mapp. 25, 24; mapp. 46, 42, 68, 45, 39, 38, 61, 37, 26, 36, 136, 35, 63, 34, 15, 14, 62, 142, 33; Comune di Vailate (CR): Foglio 11: mapp. 30, 57, 29, 28, 44, 23, 22, 20, 2, 1; Elenco Immobili da Occupare Temporaneamente Comune di Agnadello (CR): Comune di Capralba (CR): Foglio 1: mapp. 14, 58, 70, 6, 12, 60, 11, 139, 131, 186; Foglio 7: Foglio 2: mapp. 173, 58, 57, 42, 54, 148, 52, 40, 38, 146, 145, 50, 46, 142; Foglio 3: mapp. 56, 49, 47, 196, 96; Elenco Immobili da Asservire Foglio 4: mapp. 147, 83, 82, 81, 80, 74, 68, 67, 66; Comune di Torlino Vimercati (CR): Foglio 11: mapp. 18, 13, 43, 42, 7, 3, 46; Foglio 1: mapp. 84, 85; Metanodotto “Allacciamento di Torlino Vimercati DN 100 (4”) - DP 75 bar” mapp. 62, 34, 14, 15, 142; Metanodotto “Allacciamento Brocca DN 100 (4”) - DP 75 bar” Elenco Immobili da Occupare Temporaneamente Elenco Immobili da Asservire Comune di Sergnano (CR): Foglio 4: mapp. 58, 40, 56, 39, 126, 121, 124, 35, 33, 32; Comune di Agnadello (CR): Foglio 5: mapp. 59, 60, 61, 66, 67, 68, 69, 75, 56, 76, 77, 78; Foglio 2: mapp. 225, 123; Foglio 3: mapp. 196, 308, 309; Comune di Capralba (CR): Foglio 7: mapp. 84, 66, 113, 53, 51, 60, 7, 3, 2; Foglio 8: mapp. 52, 54, 53, 50, 37, 39, 36, 49, 63, 43, 35, 34, 33, 32, 31, 27, 25; Comune di Agnadello (CR): Foglio 9: mapp. 81, 20, 49, 104, 36, 83, 89, 86, 85, 84; Foglio 2: mapp. 225, 123; Foglio 10: mapp. 121, 119, 94, 63, 134, 62, 59, 58, 87, 86, 85, 57, 42; Foglio 3: mapp. 196, 308, 309; Foglio 11: mapp. 2, 1; Foglio 13: mapp. 10, 9; Elenco Immobili da Occupare Temporaneamente Metanodotto “Allacciamento di Comune di Agnadello DN 100 (4”) - DP 75 bar” Elenco Immobili da Asservire Comune di Pieranica (CR): Comune di Torlino Vimercati (CR): Foglio 2: Foglio 3: mapp. 4, 3; Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano mapp. 196, 108; Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 Per Fca -11% a maggio Tribunale di Milano Auto, vendite di nuovo in frenata. Fiat al 28% del mercato La vecchia Baldini & Castoldi Dalai è fallita MILANO — La ripresina è già arretrata a stagnazione. E c’entra certamente, almeno in parte, il freno agli acquisti che in Italia accompagna qualsiasi ricorso alle urne. Resta il fatto che dopo cinque mesi di crescita, per quanto minima, il mercato dell’auto torna in rosso. Maggio si chiude con un calo del 3,38%, a 131.602 vetture immatricolate, che preoccupa le aziende e gli operatori del settore. C’è la consapevolezza, sottolineata dal centro studi Promotor, che il clima di particolare incertezza e timore dell’ultima tornata elettorale ha influito molto più che in passato sulla propensione alle «grandi spese». E c’è, a voto concluso con risultati che consegnano un quadro di stabilità, la convinzione che ora possa riapparire la fiducia. Va -3,83 Per cento il calo delle immatricolazioni in Italia nel mese di maggio. Le auto vendute sono state 131.602 però incoraggiata, dicono all’unisono Anfia (filiera automotive), Federauto (concessionari), Unrae (Case estere). Perché la ripresa appena accennata dei primi mesi 2014 non venga annullata dalla stagnazione intravista a maggio chiedono «provvedimenti urgenti». Niente incentivi classici (criticata, anzi, la beffa degli eco-aiuti di aprile). Quel che il settore sollecita sono accesso facilitato al credito per i privati e, per le imprese, detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi (come avviene nel resto d’Europa). Evidente l’obiettivo: allargare il mercato delle flotte aziendali. Se è depresso l’intero comparto, per Fiat Chrysler Automobiles i numeri di maggio sono ancora peggiori. Panda, 500L, Ypsilon e 500 restano le vetture Governance La partita dei prossimi consigli, da Intesa a Telecom e Montepaschi più vendute in Italia. E Jeep continua con le performance record: un altro +70%. Il gruppo, dove intanto sono ripartite le trattative per il rinnovo del contratto, perde però l’11% e torna a una quota del 27,9% dal 29% di aprile. Bilanciano ampiamente, come sempre, gli Usa. Il +17% annunciato ieri da Fca batte le migliori previsioni degli analisti, segna il cinquantesimo mese consecutivo di crescita nonché il miglior maggio dal 2007, vede tutti i marchi in attivo (500 compresa) e, soprattutto, l’ennesimo exploit di Jeep: +58%, tetto delle 70 mila vetture vendute in un mese superato per la prima volta. Baldini Castoldi Dalai, la società editrice di Alessandro Dalai che aveva rilevato nel 2003 lo storico marchio, è al capolinea: il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento con la sentenza 245 depositata in Cancelleria il 21 aprile del 2014. L’udienza per l’esame dello stato passivo è stata fissata per il giorno 24 settembre e, dunque, sono arrivate già le lettere per l’insinuazione al passivo dei creditori. Di fronte ai tre curatori, Simone Allodi, Veronica Bertani e Salvatore Buscemi, potrebbe presentarsi un piccolo esercito di scrittori: sono in molti, infatti, a non avere ricevuto i pagamenti dalla società editoriale, tanto che anche agli autori dell’ex casa editrice sono arrivate le lettere di istruzione per le domande di ammissione al passivo. Baldini & Castoldi era stata fondata nel 1897 con sede sotto i portici della Galleria Vittorio Emanuele a Milano e tra i primi autori pubblicati c’era stato Antonio Fogazzaro. La crisi era emersa già nel 2012 e nel giugno del 2013 la società aveva chiesto l’accesso al concordato preventivo. Nel frattempo la casa editrice è stata presa in affitto da una nuova società denominata nuovamente Baldini & Castoldi srl, fondata da Michele Dalai, figlio di Alessandro. R. Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA Volkswagen I fondi esteri? Primi soci in Borsa Quando in assemblea dicono «no» Bocciature, ribaltoni, risultati a sorpresa. Con l’ultima stagione assembleare in Piazza Affari si è chiusa l’epoca delle assise chiamate a ratificare le decisioni dell’azionista di controllo. E ora in diverse società quotate si impone una riflessione perché, al prossimo rinnovo dei consigli, esito del voto e maggioranza non sono scontati. E un dissenso di rilievo su temi sensibili come compensi e incentivi può influire su reputazione e decisioni di investimento. Secondo le rilevazioni dello studio legale di Dario Trevisan, che da anni nelle assemblee rappresenta per delega i fondi internazionali, gli investitori istituzionali, per la quasi totalità esteri, sono in diversi casi il primo o secondo azionista: così in Telecom, dove i fondi rappresentati hanno raggiunto il 27,8% del capitale ed è imminente lo scioglimento di Telco (22%); così in Generali, nonostante i fondi in assemblea siano più “leggeri” (15,27%); in Unicredit (fondi presenti: 32,46% del capitale), in Intesa Sanpaolo (31,56%), in Mps (22,27%). Guidano la graduatoria delle società a maggior presenza di investitori internazionali Prysmian e Azimut (oltre il 50%), mentre la chiude Salini-Impregilo con l’1,29%. «La stessa partecipazione al voto dei fondi è oggi auspicata dalla società perché è un segno di attenzione», sottolinea Trevisan, «e l’atteggiamento dei fondi esteri è cambiato: un tempo erano in sostanza “neutrali”, allineati per default con la maggioranza. Oggi invece votano seguendo le best practice e nella maggior parte dei casi si esprimono a favore delle liste di minoranza di Assogestioni, con la quale è cresciuta La lettera La lettera di Larry Fink (BlackRock) ai vertici delle aziende: collaboriamo sul governo societario la collaborazione per la presentazione dei candidati». Policy che possono cambiare l’esito delle votazioni. Lo si è visto in Eni, Finmeccanica e Terna, dove i fondi esteri in assemblea erano presenti rispettivamente con il 28,69%, il 27,55% e il 26,87%: la modifica statutaria proposta dal Tesoro sui requisiti di onorabilità non è passata in sede straordinaria perché gli investitori istituzionali hanno votato «no», mentre è stata approvata in Enel dove la loro quota è inferiore (20,16%). Un «no» motivato dal fatto che la clausola etica prevedeva la decadenza degli amministratori per rinvio a giudizio che «secondo la prassi internazionale è un atto dell’accusa, e quindi di parte», spiega Trevisan. E poiché l’adeguatezza di una proposta in assemblea rispetto alle best practice è il punto cardine nell’orientamento dei fondi internazionali, le ragioni di un voto contrario possono anche non riguardare il merito: pesano pure la chiarezza di formulazione o la tempistica nella presentazione. Ecco dunque che su compensi o piani di incentivazione i no sono stati «pesanti» e spesso in ragione di metodologie o tempistiche previste. Così, per esempio, in Intesa Sanpaolo, sulle politiche di remunerazione più della metà dei fondi internazionali (quindi il 17,42% del capitale) ha votato contro oppure si è astenuta o è uscita dalla sala. In Gtech, dove i fondi internazionali si sono presentati in assemblea con il 17,9% del capitale, l’area del no ha raggiunto il 12,98%, mentre in Terna è stata pari al 18,62%. La proposta sui compensi al consiglio in Eni non ha visto favorevoli quasi tutti i fondi internazionali (24,08%), così come in Finmeccanica (23,74%). A questo punto, centrale diventa per molti il rinnovo dei consigli: le liste di maggioranza «rischiano» di non passare. E qui Trevisan cita il caso Prysmian: «I fondi esteri l’ultima volta hanno votato in prevalenza i candidati del board. Certo, è una public company e il consenso è andato comunque a nomi proposti dal mercato. Ma liste adeguate per competenza e indipendenza possono “convincere” gli investitori internazionali. Bisogna ragionare in linea con il mercato. E ascoltarlo con attenzione». Lo diceva anche Larry Fink, fondatore di BlackRock, in una lettera ai vertici delle aziende: la collaborazione con gli investitori di lungo periodo può migliorare la governance delle società. A vantaggio di tutti. Sergio Bocconi Aumento di capitale da 2 miliardi Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha deciso un rapido aumento di capitale attraverso l’emissione di azioni privilegiate. Il gruppo punta a raccogliere sul mercato fino a 2 miliardi di euro (nella foto la fabbrica di Wolfsburg). Massimo Sideri @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA OYSTER EUROPEAN SELECTION - Classe R EUR Per gli Investitori Istituzionali. Fondo Benchmark : STOXX Europe 600 EUR (net return) Performance dal 31/03/13 al 31/03/14 + 17,1 % +22,6 % Rischio minore Rendimento potenzialmente più basso 1 2 3 Rischio maggiore 4 Rendimento potenzialmente più elevato 5 6 7 La scala del rischio va da 1 (rischio più basso) a 7 (rischio più elevato); il grado 1 della scala non significa tuttavia che il portafoglio è totalmente esente da rischi. Retribuzioni Nell’ultimo anno i compensi Usa saliti del 10% Blankfein, il banchiere d’oro Ha guadagnato 228 milioni La professione è la stessa ma lo stipendio, a seconda che il mestiere di amministratore delegato di banca si svolga negli Stati Uniti o in Europa, è diverso, e anche di molto. Ed è quello dei banchieri Usa a tornare a viaggiare verso i livelli pre crisi, con un rialzo medio del 10% nel 2013, mentre i compensi (bonus compresi) dei top banker del Vecchio Continente segnano il passo — pur restando ampiamente su livelli milionari — per il ritmo lento della ripresa economica e per la pressione di un’opinione pubblica colpita dagli scandali, che ha imposto salari più contenuti in particolare negli istituti che hanno dovuto contare sull’aiuto pubblico. La rilevazione dell’istituto americano Equitar (per il Financial Times) basata su 15 istituti evidenzia questo trend, che risalta ancora di più se si confrontano gli eccellenti risultati di Borsa di entrambi i gruppi di istituti in America e in Europa. A contribuire al divario, secondo gli analisti, è anche il minore peso dell’investment banking nelle banche europee e un sistema di regole che ora rende più difficile realizzare profitti con il trading. In testa alla classifica del 2013, tra i banchieri più pagati c’è il presidente e amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd C. Blankfein, che lo scorso anno ha incassato 19,9 milioni di dollari tra stipendio base (2 milioni), bonus (6,3 milioni) e stock option (11,3 milioni). Per lui si tratta di un salto di ben il 50% rispetto ai 13,3 milioni di dollari nel 2012. Da sempre il «signore d’oro» è ai primi posti tra i banchieri più ricchi del mondo: da giugno 2006 quando venne nominato chairman e ceo, Blankfein, 59 anni, ha guadagnato circa 228 milioni di dollari. E questo pur avendo rinunciato nel 2009 allo stipendio dopo che la banca dovette essere salvata dal governo degli Stati Uniti. Al secondo posto tra i più pagati del 2013 c’è John Stumpf, a capo dell’americana Wells Fargo, con 19,3 milioni di dollari (invariato), seguito da Mike Corbat, nuovo ceo di Citigroup, con 17,6 milioni. Il meno pagato dei banchieri americani è l’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, con 11,8 milioni. In coda alla classifica sono le banche europee: al quindicesimo posto c’è Ross McEwan, a capo di Royal Bank of Scotland, con «appena» 4 milioni di dollari. Appena più in alto gli spagnoli Javier Marín, del Santander, con 5,8 milioni di dollari, e Francisco González, di Bbva, con 6,7 milioni. F. Mas. Lloyd C. Blankfein, Goldman Sachs © RIPRODUZIONE RISERVATA www.oysterfunds.com - info@oysterfunds.com C R E AT E D T O P E R F O R M Il benchmark indicato è stato scelto per consentire un miglior raffronto dei risultati della gestione del comparto. Si tenga presente che il riferimento ad un indice è effettuato unicamente con finalità informative; la politica di investimento del comparto non contiene alcuna menzione all’indice. Il rendimento indicato è al lordo degli oneri fiscali. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. OYSTER European Selection – Classe R- EUR è un comparto della SICAV OYSTER di diritto lussemburghese. Prima dell’adesione leggere il Prospetto e le Informazioni chiave per l’Investitore (“KIID”), depositati presso la Consob e disponibili sul nostro sito internet. Lo strumento finanziario descritto nel presente documento non è né promosso né distribuito o in altro modo sostenuto da STOXX Limited e STOXX Limited declina ogni responsabilità in merito allo stesso. 30 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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US Income 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 14/05 14/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 30/04 30/04 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 14/05 14/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR ABBANDONA ansia e fatica con i nostri trattamenti benessere. www.body-spring.it 02.91.43.76.86 ACCOGLIENTE centro benessere italiano, massaggli olistici su lettino e futon. 02.39.56.06.70 ACCOGLIENTE e prestigioso centro benessere italiano massaggi olistici. 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East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Comm Harvest R3C E Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. Nome 1358,160 117,694 117,262 75,712 78,747 104,651 1357,496 117,471 117,038 74,531 77,568 103,676 Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 30/05 02/06 07/05 02/06 EUR EUR EUR EUR 64,660 111,200 74,930 933,180 64,830 111,010 74,490 933,590 30/05 30/05 02/06 02/06 21/05 02/06 30/05 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 123,120 8301,230 167,310 101,520 5989,360 107,040 10512,600 122,950 8302,550 166,920 101,520 6044,350 107,100 10510,350 31/05 31/05 31/05 31/05 31/05 30/04 30/05 30/04 30/04 30/04 31/12 11,279 5,577 5,339 6,532 7,107 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 16366,672 15709,208 5121,012 5073,509 EUR EUR 756069,144 721205,818 EUR 756069,144 721205,818 EUR 613699,760 608277,667 EUR 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 02/06 EUR Dividendo Arancio 02/06 EUR Convertibile Arancio 02/06 EUR Cedola Arancio 28/05 EUR Borsa Protetta Agosto 28/05 EUR Borsa Protetta Febbraio 28/05 EUR Borsa Protetta Maggio 28/05 EUR Borsa Protetta Novembre 02/06 EUR Inflazione Più Arancio 02/06 EUR Mattone Arancio 02/06 EUR Profilo Dinamico Arancio 02/06 EUR Profilo Equilibrato Arancio 02/06 EUR Profilo Moderato Arancio 02/06 EUR Top Italia Arancio 50,690 62,280 59,180 62,060 60,990 63,260 61,100 57,050 46,660 66,030 63,370 59,070 52,200 50,540 62,190 59,160 62,020 60,760 62,800 60,950 57,100 46,460 66,010 63,250 59,050 51,800 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 30/05 USD 1531,745 1530,327 Bluesky Global Strategy A 30/05 EUR 1241,275 1241,460 Bond Euro A 30/05 EUR 1199,739 1199,951 Bond Euro B 30/05 EUR 1446,584 1446,597 Bond Risk A 30/05 EUR 1385,346 1385,409 Bond Risk B 1665,391 1663,449 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 30/05 EUR 1602,814 1600,999 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 30/05 EUR 28/05 EUR 1075,295 1075,434 CompAM Fund - SB Bond B 28/05 EUR 1130,235 1131,156 CompAM Fund - SB Equity B 28/05 EUR 1020,772 1020,117 CompAM Fund - SB Flexible B 30/05 EUR 1434,862 1434,121 European Equity A Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR 25,020 16,320 14,000 13,650 14,030 10,259 15,140 15,220 9,661 12,440 16,729 12,699 24,980 16,430 13,980 13,630 14,020 10,294 15,150 15,261 9,730 12,424 16,729 12,722 Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 10,955 5,675 5,797 62,600 15,770 11,477 41,780 10,436 13,004 11,847 45,340 30,790 3011,000 18,140 16,370 12,150 18,990 13,720 14,630 13,910 10,585 9,436 14,290 11,941 10,783 31,870 30,460 10,953 5,672 5,797 62,400 15,710 11,507 41,560 10,444 13,008 11,885 45,420 30,280 2967,000 18,070 16,310 12,100 18,970 13,800 14,570 13,860 10,583 9,433 14,250 11,931 10,822 31,790 30,390 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/03 EUR 873555,970 31/03 EUR 571470,686 31/03 EUR 588531,969 31/03 EUR 537043,435 02/06 EUR 6,805 02/06 EUR 10,514 873230,021 571552,756 588092,605 537063,412 6,805 10,485 KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X ASIAN OPP CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 02/06 02/06 30/05 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 276,330 194,320 195,540 172,160 123,170 127,340 126,240 131,320 133,370 174,920 121,830 124,110 126,240 124,630 128,180 130,430 131,000 103,310 104,040 107,600 135,130 133,850 137,890 140,700 152,770 112,290 115,110 115,960 124,350 126,350 125,830 103,540 108,490 100,260 12,051 112,187 92,542 123,102 25,837 907,239 275,220 193,550 194,760 172,120 123,140 127,310 126,180 131,260 133,310 175,150 121,990 124,270 126,650 125,050 128,140 130,390 130,960 103,210 104,050 107,600 134,640 133,460 137,120 139,910 152,640 112,200 115,010 115,860 124,360 126,360 125,830 103,300 108,230 100,250 11,930 111,935 92,329 122,091 25,791 906,551 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 02/06 EUR 101,720 101,630 02/06 EUR 103,410 103,450 02/06 EUR 144,360 144,100 02/06 EUR 1470,760 1467,970 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 30/05 EUR 191,290 191,300 NM Augustum Corp Bd A 30/05 EUR 146,400 146,490 NM Augustum High Qual Bd A 30/05 EUR 135,340 135,370 NM Balanced World Cons A 30/05 EUR 138,330 138,370 NM Euro Bonds Short Term A 30/05 EUR 48,780 48,790 NM Euro Equities A 30/05 EUR 72,420 72,100 NM Global Equities EUR hdg A 105,760 105,770 NM Inflation Linked Bond Europe A 30/05 EUR 30/05 EUR 112,740 112,710 NM Italian Diversified Bond A 30/05 EUR 115,190 115,150 NM Italian Diversified Bond I 30/05 EUR 136,000 136,010 NM Large Europe Corp A 30/05 EUR 106,610 106,560 NM Market Timing A 30/05 EUR 107,440 107,390 NM Market Timing I 30/05 EUR 61,890 62,100 NM Q7 Active Eq. Int. A 30/05 EUR 105,480 105,710 NM Q7 Globalflex A 30/05 EUR 122,290 121,910 NM Total Return Flexible A 30/05 EUR 100,170 100,470 NM VolActive A 30/05 EUR 100,620 100,920 NM VolActive I Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. 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C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend AZIENDA distributrice prodotti dolciari e bevande per bar seleziona collaboratori per Milano. Portafoglio clienti attivo + incentivi. E-mail: bordogna.srl@libero.it Telefono 02.95.38.34.16 o 02.95.38.38.98. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. 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Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 27/05 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 02/06 02/06 02/06 27/05 27/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 131,610 101,100 99,560 101,300 101,590 112,230 114,570 124,880 97,080 102,470 98,140 103,810 106,870 107,710 107,740 104,620 102,660 96,230 111,430 103,590 105,800 130,240 101,140 99,550 101,380 101,660 112,470 114,810 124,900 97,190 102,570 96,790 103,060 106,180 107,480 107,510 103,610 102,440 95,980 111,510 102,910 105,100 www.pegasocapitalsicav.com 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 02/06 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,140 107,290 105,700 105,790 103,450 101,300 107,050 107,210 105,620 105,720 103,280 101,140 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 02/06 EUR 02/06 EUR 02/06 EUR 111,760 114,940 152,790 111,340 114,510 152,210 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 30/05 EUR 7,013 Nextam Bilanciato 30/05 EUR 7,452 Nextam Obblig. Misto 02/06 EUR 6,521 BInver International A 02/06 EUR 5,662 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 02/06 EUR 5,199 CITIC Securities China Fd A 02/06 EUR 5,517 Fidela A 02/06 EUR 5,727 Income A 02/06 EUR 7,215 International Equity A 02/06 EUR 7,205 Italian Selection A 02/06 EUR 5,339 Liquidity A 02/06 EUR 4,879 Multimanager American Eq.A 02/06 EUR 4,571 Multimanager Asia Pacific Eq.A 02/06 EUR 4,324 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 02/06 EUR 4,665 Multimanager European Eq.A 02/06 EUR 5,309 Strategic A 02/06 EUR 6,031 Usa Value Fund A 02/06 EUR 5,587 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 02/06 EUR 69,510 PS - 3P Cosmic A 02/06 CHF 69,020 PS - 3P Cosmic C 02/06 EUR 113,810 PS - Absolute Return A 02/06 EUR 120,060 PS - Absolute Return B 02/06 EUR 111,030 PS - Algo Flex A 02/06 EUR 106,000 PS - Algo Flex B 02/06 EUR 86,550 PS - BeFlexible A 02/06 USD 85,230 PS - BeFlexible C 27/05 EUR 102,190 PS - Best Global Managers A 27/05 EUR 105,990 PS - Best Global Managers B 02/06 EUR 110,030 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 02/06 EUR 163,860 PS - Bond Opportunities A 02/06 EUR 122,210 PS - Bond Opportunities B 6,997 7,452 6,501 5,649 5,163 5,509 5,724 7,201 7,162 5,339 4,865 4,557 4,324 4,659 5,288 6,021 5,582 69,550 69,090 113,780 120,020 110,940 105,910 86,400 85,100 101,920 105,710 109,970 163,890 122,230 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 30/05 EUR Asian Equity B 30/05 USD Asian Equity B 02/06 USD Emerg Mkts Equity 02/06 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 02/06 EUR European Equity 02/06 USD European Equity B 30/05 EUR Greater China Equity B 30/05 USD Greater China Equity B 02/06 USD Growth Opportunities 02/06 EUR Growth Opportunities Hdg 02/06 JPY Japanese Equity 02/06 USD Japanese Equity B 02/06 EUR Japanese Equity Hdg 02/06 CHF Swiss Equity 02/06 EUR Swiss Equity Hdg 02/06 USD US Equity 02/06 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 95,750 134,410 454,660 444,210 287,110 354,770 107,200 152,570 72,250 79,140 129,840 128,790 168,890 135,540 102,930 171,710 189,160 96,360 135,270 452,720 442,270 286,250 353,740 107,680 153,230 72,430 79,340 127,870 126,870 166,330 135,360 102,790 170,980 188,330 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 30/05 EUR 6,368 6,349 30/05 EUR 5,250 5,242 30/05 EUR 6,018 6,012 23/05 EUR 828538,255 810257,239 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133523BB Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Piazza Affari SCIVOLANO BPM E MEDIASET BENE MPS, ENELGP E A2A di GIACOMO FERRARI Seduta fiacca in tutta Europa, con i principali indici il leggero calo, mentre Piazza Affari è tornata in rosso dopo i progressi della vigilia. L’indice Ftse-Mib ha ceduto infatti lo 0,64% e lo spread è leggermente risalito, fissandosi in chiusura a 169 punti base. In frenata i titoli bancari, con l’eccezione di Monte Paschi (+0,56%) in attesa dei termini dell’aumento di capitale all’esame del consiglio in programma domani. Nel comparto hanno perso terreno soprattutto il Banco Popolare (-3,02%), colpito dal taglio del rating da parte di Nomura, e la Popolare di Milano (-1,91%). Il quadro dei maggiori ribassi all’interno del paniere principale si completa poi con Mediaset (-3,01%), in vista della decisione finale sulla destinazione della partecipazione in Digital Plus. Giù, inoltre, World Duty Free (-2,39%) e Azimut (-2,13%). Pochi e con variazioni minime i titoli in rialzo: Enel Green Power (+0,87%) svetta su tutti grazie alla decisione del governo Usa di combattere le emissioni di Co2, con ricadute positive per le energie alternative. Bene anche A2A (+0,67%) e Buzzi-Unicem (+0,39%) mentre Mondo Tv (segmento Star) balza del 6,1% dopo l’accordo con la russa San Media. © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Sussurri & Grida Il Cerved scalda i motori per la quotazione (a. pu.) È tutto pronto nella sede italiana di Cvc, fondo di private equity paneuropeo con 15 miliardi di euro ancora da investire, per la quotazione del Cerved, la banca dati dei bilanci delle aziende del Paese. Secondo fonti vicine al dossier, il road show per la presentazione dell’azienda agli investitori, sul quale sono al lavoro anche le banche creditrici, è previsto partire domani, 5 giugno, per concludersi il 18, quando verrebbe fissato il prezzo. L’inizio delle negoziazioni, sul mercato principale di Borsa Italiana, è atteso per il 23 giugno e la quota destinata al retail — i piccoli risparmiatori — sarebbe intorno al 10%. A vendere circa il 30% del Cerved è Cvc, che in Italia è guidato da Giampiero Mazza e oggi controlla il 100% dell’azienda, dove entrò poco più di un anno fa, nel gennaio 2013. Ma il fondo non uscirà dall’azionariato e, secondo i piani aziendali, manterrebbe il 55% delle azioni. L’operazione dovrebbe valere intorno al mezzo miliardo di euro, sommando il ricavato dalla vendita e i 250 milioni del previsto aumento di capitale. La metà circa di questi soldi, nelle intenzioni dell’azionista, dovrebbe andare a ripagare parte del debito, stimato oggi intorno ai 750 milioni, che dopo la quotazione potrebbe quindi scendere a circa 500 milioni. I concorrenti di riferimento sui quali calcolare il prezzo del debutto in Piazza Affari sono Experian, quotata a Londra e New York e valutata, secondo fonti, 12,5 volte il margine operativo lordo; e le americane Dun & Bradstreet (10,5 volte) ed Equifax (11,5). Il fatturato di Cer- po, manterrà il suo quartier generale in California e continuerà a lavorare con le start-up appena nate. ved è salito da 267 a 303 milioni nel 2011-2012, con un utile netto quasi raddoppiato da 27,8 a 49,4 milioni. Il business sul quale Cvc intende puntare ora è quello dell’area recupero crediti. La stima è che valgano 150 miliardi i crediti incagliati delle banche, Cerved ne gestisce dieci miliardi e si propone gestirne di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA Veneto Banca, fumata nera sulla vendita di Bim Veneto Banca non scioglie il rebus legato alla vendita di Banca Intermobiliare, la private bank che la Banca d’Italia ha imposto all’istituto popolare di Montebelluna di vendere, insieme con un rafforzamento patrimoniale da mezzo miliardo di euro. Ieri il board dell’istituto presieduto da Francesco Favotto ha «proseguito nell’analisi delle proposte pervenute», ha spiegato in una nota, precisando che proseguono i passi formali per l’aumento di capitale. La decisione sulla scelta dell’acquirente — tra le quattro proposte che sarebbero pervenute — non è stata dunque presa, forse per le aspettative sul prezzo distanti da quanto messo effettivamente sul piatto dagli offerenti. Tra i candidati, secondo quanto circolato nelle scorse settimane, ci sarebbe lo stesso vicepresidente (nonché ex amministratore delegato e attuale socio al 9,69%) dell’istituto piemontese, Pietro D’Aguì, che opererebbe in cordata con il gruppo finanziario francese Oddo & Cie. Il banchiere punterebbe a tornare in possesso pieno dell’istituto, di cui era il capoazienda durante gli anni Duemila insieme alla storica famiglia torinese Segre, attraverso la holding Cofito. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vodafone fa traslocare i «talenti» dalla Silicon Valley a Londra (giu.fer.) Vodafone riporta i talenti tecnologici a casa. Dopo L’operatore telefonico sposterà il centro per l’innovazione e lo sviluppo dalla Silicon Valley a Londra, dove ha sede la società guidata da Vittorio Colao. Non solo il centro beneficerà del know-how tecnologico del Regno Unito e in Europa, spiega Vodafone, ma avvicinerà le operazioni di ricerca e sviluppo ai clienti di Europa, Africa e India. Il trasloco avverrà nella seconda parte dell’anno, anticipa il Financial Times. Il centro svilupperà le tecnologie emergenti e le app mobili, e comprenderà circa 20 ingegneri, architetti tecnici e designer. Ma l’obiettivo della società è di farlo crescere, con la benedizione dei politici britannici per l’arrivo di nuovi posti di lavoro qualificati. Il gruppo inglese, dopo aver venduto la sua partecipazione in Verizon Wireless all’inizio dell’anno, continua ad avere un certo numeri di uffici negli Stati Uniti, incluso nella Silicon Valley. Vodafone Venture, il braccio per gli investimenti del grup- © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]äÓä Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]äÎ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]Èää VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £Ç]nÇä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]Ó£ä VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Ónä `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]£xä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{x i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]£Èä ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]xÈÈ LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]Èäx «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]È£ä > `} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® {]£Çä Ã>` -Ìà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-/-® Ç]nÓä ÌV *i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® 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Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cultura Fondazione Benetton, incontri sul viaggio Percorsi Un volume di Anna Foa inaugura la collana «Ritrovare l’Italia» dedicata al turista colto Itinerari Parte oggi alla Fondazione Benetton, a Treviso, il ciclo di incontri «Prospettive di viaggio». Il primo appuntamento è questa sera (ore 21) con Francesco Surdich, storico dei viaggi e delle esplorazioni dell’Università di Genova. Titolo dell’incontro: «Viaggi e odissee per le vie del Mediterraneo». Letture a cura di Sandro Buzzatti. L’evento si terrà nel giardino della Fondazione in via Cornarotta. Quella Madonna del Mantegna pagata dal banchiere ebreo Dal Veneto alla Sicilia: ghetti e giudecche tra storia e arte di GIAN ANTONIO STELLA «S ul mezzo dì, pe’ la città se sparze/ sta nova appena, e la sentì la plebbe/ ch’arrabbiata de collera tutt’arze,/ e li Giudii, già lapidà vorrebbe./ Cominzano i regazzi a radunarze,/ marciano verzo il Ghetto…». Così Giuseppe Berneri, nell’opera in versi Meo Patacca, racconta come i romani più esagitati e pronti (a parole, almeno) a partire in soccorso di Vienna, saputo che i turchi avevano tolto l’assedio alla città, avevano deciso di dirottare il loro furore, gonfiato dal vino, contro gli ebrei. Che cosa c’entravano? Girava voce che stessero dalla parte degli ottomani. E tanto bastava… Quella dei ghetti ebraici, del resto, è una storia segnata da prepotenze, insulti, assalti, stragi… Come quella del 1547 ad Asolo, nella Marca trevisana. O del 1475 a Modica, in Sicilia, dove gli ebrei assassinati in una spaventosa caccia all’uomo furono addirittura 360. Fino alla retata del 16 ottobre 1943 a Roma, che vide i nazisti caricare sui camion anche centinaia di bambini, descritti in Roma clandestina da Fulvia Ripa di Meana: «Ho letto nei loro occhi dilatati dal terrore, nei loro visetti pallidi di pena, nelle loro manine che si aggrappavano spasmodiche alla fiancata del camion, la paura folle che li invadeva, il terrore di quello che avevano visto e udito, l’ansia atroce dei loro cuoricini per quello che ancora li attendeva». Eppure non sono stati solo questo, i luoghi in cui sono stati costretti a vivere per secoli gli ebrei italiani. Non solo dolore, non solo «condotte» di soldi a prestito, non solo piccoli traffici commerciali per sopravvivere. Lo dimostra Anna Foa in Andare per ghetti e giudecche, che esce domani per il Mulino. Una piccola e preziosa guida che aiuta i viaggiatori curiosi ad orientarsi, ricostruendo i percorsi storici, i traslochi geografici e gli aneddoti che hanno intessuto la rete dei quartieri ebraici italiani da Venezia a Ferrara, da Ancona a Trani, da Milano a Livorno. Non è un’uscita editoriale una tantum. Quella di Anna Foa è la prima di una serie di guide che il Mulino ha destinato al viaggiatore colto. Quello che magari dà un’occhiata anche alle trattorie, alle caffetterie, alle gelaterie di spic- Esce in libreria domani, giovedì 5 giugno, il libro di Anna Foa «Andare per ghetti e giudecche» (Il Mulino, pagine 126, 12), primo volume della nuova collana dell’editore bolognese, intitolata «Ritrovare l’Italia» L’iniziativa, che sarà presentata il 18 giugno a Roma con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, punta a offrire libri pensati per far conoscere meglio il retroterra storico e culturale di luoghi noti e meno noti della nostra penisola. Tutti i titoli cominciano con l’espressione «Andare per...» e ciascun volume è corredato da illustrazioni Da sinistra: Telemaco Signorini, «Il ghetto di Firenze» (1882); Andrea Mantegna, «Madonna della Vittoria» (1496) co perché pure il palato vuole la sua parte. Ma è interessato soprattutto a quanto può titillare le sue papille gustative culturali. Ed ecco che assieme a quella sui ghetti esce La Roma dei Templari di Barbara Frale, che racconta ad esempio come «il cavaliere templare che, proveniente da Gerusalemme, entrava nell’Urbe dalla via Tiburtina, si trovava dinanzi un’antica porta di pietra che aveva scolpite due teste di toro; quella esterna, rivolta verso la campagna, era un lugubre teschio mentre l’altra, prospiciente la città, raffigurava un animale vivo. Le due teste simboleggiavano i viandanti che giungevano alla Città Eterna: affamati e deperiti nell’entrarvi, rifocillati e vigorosi nel lasciarla». Seguiranno altre guide, tutte «firmate». Una guida alla Roma fascista di Ernesto Galli della Loggia, una ai grandi campi di battaglia di Alessandro Barbero, e poi all’Italia etrusca di Valerio Massimo Manfredi e alle stazioni ferroviarie di Enrico Menduni e alle cattedrali di Puglia di Sergio Valzania e all’Italia dei misteri e delle superstizioni di Ma- rino Niola… Per non dire di «chicche» come la guida alle «Gerusalemme d’Italia», nella quale Franco Cardini accompagnerà i curiosi in un viaggio attraverso le riproduzioni del Santo Sepolcro, i Sacri Monti, le cappelle o i santuari che nel Medioevo riprendevano a Bologna, Aquileia, Acquapendente o Firenze le forme della chiesa o dell’edicola visitate in Terrasanta… È o non è, il nostro Paese, il primo al mondo per abbondanza di siti Unesco e il primo per il «marchio» culturale secondo il Country Brand Index edito da FutureBrand? Le nuove guide tappano un buco lì. Nel settore delle curiosità rimaste a chi, dopo aver già visitato i principali musei e le più prestigiose residenze e i più ricchi siti archeologici, Curiosità Era nata per essere una sinagoga anche la Mole Antonelliana, ma i soldi finirono e la comunità fu costretta a cederla al Comune ha ancora il desiderio di scoprire qualcosa di nuovo. Di diverso. Un esempio? La storia, nella guida ai ghetti e alle giudecche, di un quadro celeberrimo, la «Madonna della Vittoria» di Mantegna, oggi conservato al Louvre. Racconta Anna Foa: «Nel 1493, il banchiere ebreo mantovano Daniel Norsa fece cancellare dalla facciata della casa che aveva appena comprato un’immagine della Vergine. Non lo fece di nascosto, ma apertamente, ottenendo prima il permesso del vescovo e pagando una pesante tassa. Ma questo non bastò a proteggerlo, perché tre anni dopo, per celebrare la vittoria su Carlo VIII nella battaglia di Fornovo, il marchese Francesco Gonzaga, obbedendo a un voto, fece confiscare e demolire la casa dell’ebreo, facendo innalzare al suo posto la chiesa della Madonna della Vittoria». Peggio: il povero Norsa «fu inoltre obbligato a erigere a sue spese una cappella dentro la chiesa e a pagare il costo della pala della Madonna della Vittoria, commissionata dai Gonzaga ad Andrea Mantegna»... Mazziato e cornuto, il Insieme al libro di Anna Foa, esce domani nella collana «Ritrovare l’Italia» del Mulino «Andare per la Roma dei Templari» di Barbara Frale. Vanno invece in libreria a settembre «Andare per l’Italia araba» di Alessandro Vanoli e «Andare per terme» di Annunziata Berrino. Seguiranno nel 2015: Franco Cardini, «Andare per le Gerusalemme d’Italia»; Franco La Cecla, «Andare per la Sicilia dei Greci» Sopra: la famiglia del banchiere Daniel Norsa (primo da destra) in un affresco anonimo nella chiesa di Sant’Andrea in Mantova banchiere è raffigurato in un dipinto anonimo del XV secolo nella basilica di Sant’Andrea a Mantova: lui e il figlio portano cuciti sulla veste dei cerchi di stoffa gialla, la moglie indossa il velo giallo: i segni distintivi imposti agli ebrei. Insomma, prosegue la guida, il dipinto «più che la vittoria di Fornovo sembra voler celebrare la sconfitta del banchiere ebreo, uno dei più ricchi e importanti della città, come ribadisce il cartiglio posto sul quadro in alto che recita: “Debellata Hebreorum temeritate”». «Questi della fine del Quattrocento erano anni duri per gli ebrei italiani, e non solo a Mantova», spiega Anna Foa. «Nella città dei Gonzaga aveva predicato nel 1484 il francescano Bernardino da Feltre, aizzando gli animi dei cittadini contro gli ebrei, un’ostilità che resterà viva in città e che non mancherà di condizionare la politica dei Gonzaga verso gli ebrei. Erano, gli ebrei di Mantova, una comunità molto antica, che risaliva al XII secolo, importante tanto per la sua grandezza quanto per la sua rilevanza culturale». Quanti furono i quartieri ebraici, compreso il primo vero e proprio ghetto, quello di Venezia istituito nel 1516, che prese il nome appunto dal «geto» o «gheto», vale a dire dal sistema di fonderie che c’era prima in quel rione di Cannaregio? Centinaia. Solo in Calabria, «in età normanna e angioina si possono individuare quattordici giudecche, mentre nell’età aragonese le giudecche documentate sono centodue», sia pure alcune «molto piccole». In Sicilia, prima della cacciata decisa dai sovrani spagnoli nel 1492 insieme con quella degli ebrei del loro regno, gli israeliti erano ancora di più: «Circa trentamila, sparsi in circa sessantacinque giudecche tanto all’interno quanto lungo le coste». Con alcune roccaforti come Trapani o Sciacca, dove gli ebrei «erano un terzo degli abitanti». Era nata per essere una sinagoga perfino la Mole Antonelliana, che oggi svetta sulla città ed è il simbolo stesso di Torino. Doveva essere, dopo i diritti concessi agli ebrei da Carlo Alberto di Savoia nel 1848, l’emblema grandioso «dell’avvenuta emancipazione», che «doveva ergersi alto nel cielo dopo i secoli dell’oppressione e della chiusura, quando le sinagoghe non potevano superare in altezza le case circostanti e non dovevano avere nulla sulla facciata che ne indicasse la destinazione». Ma i soldi non bastarono. E la comunità fu costretta a cedere l’edificio in costruzione al Comune… © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Cultura 33 italia: 51575551575557 Germania L’epopea dei dirigibili Narrativa Nuovo romanzo di Fabio Geda per Einaudi Stile libero sull’identità e la paternità Fantasia e tecnologia Il volo temerario dell’ultimo Zeppelin L’alibi del «figliol prodigo» di DANILO TAINO di MARCO DEL CORONA L a Storia, la tecnologia e anche la fantasia di noi europei finiscono spesso con il prendere la forma della Germania. È vano fingere che il colosso nel cuore geografico, politico, economico, culturale dell’Europa sia qualcosa che si può evitare: che si possa essere cittadini del Vecchio Continente senza misurarsi con esso. È che quando un racconto è ispirato a un pezzo di questo complicato Paese veniamo trascinati non solo in una cultura di modernità che razionalmente accettiamo o rifiutiamo: soprattutto, veniamo presi da una fascinazione che raggiunge il profondo, che provoca paura oppure ammirazione; e che a noi italiani induce uno stato di curiosa confusione. Il romanzo appena pubblicato dal giornalista Alessandro Pasi, L’ultimo Zeppelin (Bolis Edizioni, pp. 156, 14) ha, tra gli altri, il pregio di mettere assieme il bello e l’orribile che la Germania è stata nella prima metà del secolo scorso: i sogni fatti volare come un dirigibile dalla tecnologia e i rumori del passo dell’oca. E di parlare dei tedeschi degli anni del nazismo come persone normali, con sentimenti lineari, che amano e tradiscono, sono generosi e crudeli come lo possono essere un italiano o un inglese. Racconta una storia che nasce da una speranza di apertura, di volo, distrutta dalle esigenze belliche del Terzo Reich ma che non muore nello spirito di tedeschi amanti della libertà. L’epoca degli Zeppelin si chiuse nell’agosto del 1939, poche settimane prima dello scoppio della guerra. Il dirigibile LZ130 perlustrava le coste inglesi, Un dirigibile Zeppelin. Il roprobabilmente a manzo di Alessandro Pasi scopo di verrà presentato questa sera spionaggio: dopo alle 21 alla Casa della Cultura quel viaggio non di Milano (via Borgogna 3) avrebbe più volato, rinchiuso in un hangar dell’aeroporto di Francoforte al fianco di un cugino, il Graf Zeppelin. Nella primavera successiva, ambedue sarebbero stati demoliti. Hermann Goering li considerava — comprensibilmente — superati come mezzi di trasporto nei giorni in cui erano gli aerei a conquistare il dominio dei cieli, a maggior ragione all’inizio di una guerra senza quartiere. Pasi aggiunge un capitolo a questa realtà storica: scrive il suo romanzo immaginando che un gruppo di tedeschi, in testa coloro che lo Zeppelin avevano fatto funzionare e guidato, decidano di fuggire dalla Germania di Hitler verso la Gran Bretagna imbarcandosi proprio sull’LZ130 per un ultimo, glorioso viaggio in direzione della libertà. La preparazione della fuga, le vicende amorose e famigliari dei protagonisti, la presenza angosciante delle SS occhiute e spietate, la sorte certe volte buona e certe volte cattiva: un intreccio di vite sullo sfondo di una Germania che è già conquistata dal nazismo — anche nei cervelli e nelle anime, ad esempio di un figlio che denuncia i genitori — ma dalla quale c’è ancora chi trova il coraggio di provare a fuggire. E poi il rapporto con l’Inghilterra, non solo la terra della democrazia e dei sigari di Winston Churchill ma anche la meta idealizzata, antipodo per molti versi anti-tedesco. Un romanzo lineare, evocativo e anche punteggiato in forma più o meno esplicita dai temi che rendono, a chi non è tedesco, complessa e affascinante la Germania. Un Paese che molto ha provato a volare alto, molto è caduto in basso e continua a essere l’enigma straordinario della vecchia Europa. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA La palude degli scrittori Corriere.it Panza risponde a Franco Cordelli Si arricchisce la polemica scaturita dall’articolo «La palude degli scrittori», di Franco Cordelli, uscito su «la Lettura» del 25 maggio. Su Corriere.it, critici e autori hanno risposto alla «denuncia» di Cordelli secondo la quale la letteratura italiana è in una fase di stagnazione, senza conflitti rivitalizzanti. Dopo Gilda Policastro, Paolo Sortino, Raffaella Silvestri, Andrea Di Consoli, Gabriele Pedullà, Paolo Di Paolo e Alessandro Beretta, oggi interviene Pierluigi Panza, giornalista del «Corriere della Sera» e scrittore, autore, tra l’altro, di Nati sotto la Luna (Bompiani, 2011) La fuga di un padre mancato. Finché non partorisce se stesso C i sono presagi che annunciano una nascita. Ci sono presagi che annunciano una rinascita. Se la sua sia l’una o l’altra, Andrea — il protagonista del nuovo romanzo di Fabio Geda — lo scopre alla fine del libro, forse. Il presagio, però, è categorico. Uomo, partorirai con dolore, e partorirai te stesso. In Se la vita che salvi è la tua (Einaudi Stile libero, pp. 231, 17,50) il presentimento si irradia nelle prime pagine. Andrea non trova le chiavi di casa, poi fatica «a far girare la chiave nella toppa» mentre, poco più avanti, sente «gli scatti facili della serratura» dei vicini che rientrano. L’avventuroso zigzag esistenziale di Andrea, insegnante d’arte precario, è già tutto lì e comincia a srotolarsi subito dopo. Il suo matrimonio con Agnese, logopedista, si arena quando una desiderata gravidanza si inceppa dolorosamente. Gli equilibri tra i due collassano, lui con uno scarto improvviso decide di regalarsi una settimana a New York — città a cui è legato da un’esperienza giovanile — con l’obiettivo, o l’alibi, di visitare una mostra dov’è esposto il Figliol prodigo di Rembrandt. Andrea trasforma il suo soggiorno in una sorta di pellegrinaggio devozionale davanti al dipinto, che giorno dopo giorno scava dentro di lui domande e fa riaffiorare il suo passato di figlio unico orfano dei genitori, scomparsi in un incidente aereo. Il distacco da casa, in un’accennata città italiana che potrebbe essere la Torino di Geda, lo spinge a rimandare, una, due volte il ritorno, sempre all’ultimo, sempre più d’impulso. In fuga da tutto, a cominciare da sé. Senza più soldi, esauriti gli estemporanei aiuti di una coppia di sbandate, Andrea rimuove definitivamente Agnese, diventa homeless, si rintana in edifici abbandonati a patire il freddo, digiunare, scampare ad aggressioni. Nel frattempo il mondo, quello di prima e quello di adesso, si manifesta come una vasta costellazione di figli possibili: in Italia, il piccolo cinese Aun-Liang, paziente di Agnese che lui aiuta come volontario; un Jonathan che si perde a New York; un Emanuel orfano come lui che incontra all’aeroporto prima di non rientrare in Italia. E ancora: i figli nel quadro di Rembrandt; quelli di cui parla il guardiano del museo Walter. E se stesso, naturalmente. Il tempo si dilata, ed è un figlio di New York a tirare Andrea fuori dall’abbrutimento, portarlo a casa, accudirlo. Così l’uomo che aveva perso se stesso diventa L’opera Foto grande: Ritorno del figliol prodigo (1668, particolare) di Rembrandt, il dipinto citato nel romanzo di Fabio Geda Se la vita che salvi è la tua vita (Einaudi Stile libero, pp. 231, 17,50). Nella foto sopra: Fabio Geda il padre che non è e il marito che non è più: vive con Ary, artista che crea dettagliati diorama, e i suoi gemelli Benjamin, appunto, e Allison. Il cui padre alcolista era scomparso anni prima. Sembra un idillio. Sembra soltanto, perché neppure qui Andrea si placa. Clandestino qual è, perché ha esteso in- La trama Qualcosa spinge il protagonista a rimandare il ritorno, in fuga da tutto, a cominciare da sé definitamente senza permessi la sua permanenza negli Stati Uniti, trova un lavoro in un’impresa di pulizie. Eppure anche la casa di Ary e dei ragazzi non è un nido definitivo. La storia si rimette in movimento, con qualche colpo di scena. Nuovi vagabondaggi, scoperte. Momenti di inopinata generosità. Un nuovo viaggio. Si apre una lunga sequenza messicana che mostra, anche nella suspense prima e dopo l’attraversamento della frontiera con gli Usa, qualche eco di Babel, il film del 2006 di Alejandro González Iñárritu. Da lì, un precipitare verso il finale. Come si legge a pagina 155, Andrea davvero «abita un mondo gravido». Tutto Oggi a Bologna Festa delle scritture dedicata a Stefano Tassinari Incontri con Cavazzoni, Ferracuti e Lucarelli A Bologna oggi è in programma la Festa delle scritture, una giornata di incontri e letture nelle aule del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica (via Zamboni 32), che ha organizzato l’evento, in collaborazione con la scuola di scrittura Bottega Finzioni, fondata da Carlo Lucarelli, e l’istituzione Biblioteche del Comune di Bologna. Tra gli altri, dalle 10 alle 19, interverranno Ermanno Cavazzoni, Angelo Ferracuti, Patrick Fogli, Carlo Lucarelli. Contestualmente, nella stessa sede sarà inaugurata la «Casa delle scritture» intitolata alla memoria di Stefano Tassinari: scrittore, drammaturgo e giornalista scomparso nel 2012 (programma disponibile www.bottegafinzioni.it e www.ficlit.unibo.it). (c.br.) parla di attesa, di generazione. Di ammaestramenti che un padre potrebbe dare al figlio («Tutti facciamo cose sbagliate. Ma noi non siamo l’errore») e di riflessioni sul tema, anche cesellate al confine del calembour (e non importa se lo scambio di battute dovrebbe avvenire in inglese): i figli «tu amali, armali. Se la strada è sbagliata, troveranno quella giusta da soli». Il protagonista impara che «alla fine le persone si salvano se vogliono essere salvate» e si chiede se questa sia la sua sorte. L’istinto lo spinge a sostenere che «la fuga è il futuro». La fuga lo bracca: Andrea scappa, continua a ritrarsi davanti alla vita, un fuggire che è un non-nascere (e l’affannata sequenza d’apertura del romanzo anche questo dice). La scrittura di Geda è tutta punteggiata di dettagli minuti che diventano spesso correlativi oggettivi di ciò che accade sotto la pelle. Sordità e impacci del linguaggio che parlano, maschere di Halloween che sono un disvelamento. Anche i plastici minuziosi che Ary costruisce con polistirolo e figurine, assistita poi dallo stesso Andrea, segnalano la possibilità di costruirsi un mondo, di allestire antidoti al caos che assedia l’esistenza. E quando la fuga diventa viaggio, il travaglio trova la meta. Il figlio partorisce se stesso, diventa il proprio padre. Nascita, non rinascita. Un da capo definitivo. E non c’è più nulla da dire. @marcodelcorona © RIPRODUZIONE RISERVATA Mostre La Biblioteca della Camera celebra i 70 anni dalla liberazione della città Nove mesi di fame, torture, razzie Roma sotto il dominio della svastica di PAOLO CONTI «S enza quelle truppe oggi non saremmo liberi e sicuramente non saremmo mai nati», ricordava ieri il presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, celebrando la riapertura del Tempio ebraico maggiore il 4 giugno 1944, il giorno della Liberazione di Roma da parte degli alleati angloamericani. Un episodio straordinario. Un soldato americano di fede ebraica, Aron Colub, appena entrato nella Roma liberata, passa su una camionetta sul lungotevere. Chiede di fermarsi alla Sinagoga romana, vuole pregare. Ma scopre che è stata sigillata dai nazisti durante la feroce occupazione della capitale (gli occupanti tedeschi erano in fuga dall’alba). L’ufficiale scende, si arma molto semplicemente di un piede di porco, rompe i sigilli, riapre il portone e restituisce il Tempio agli ebrei romani scampati alla razzia e alla deportazione nazista nei campi di concentramento. Oggi alla Camera dei deputati, nelle sale della Biblioteca a palazzo San Macuto in via del Seminario 76, il presidente Giorgio Napolitano inaugura alle 17 la bella mostra «1943-1944. Roma dall’occupazione alla liberazione», che rimarrà aperta fino al 4 luglio (tutti i giorni dalle 10 alle 18.30, sabato 10-12.30, domenica chiuso). Un’ampia rassegna documentaria che conta, oltre ai contributi della stessa Biblioteca, numerosi apporti: Roma Capitale, Agenzia Ansa, Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, Comunità ebraica romana, Fondazione museo della Shoah, Istituto Cinecittà Luce, Museo storico della Liberazione, Rai Storia. Ma ci saranno anche documenti e testimonianze affidate dalle famiglie Amendola, De Mata, Ghisalberti, Nenni, Osti Guerrazzi e Siglienti. Il filo conduttore della mostra, organizzata sui due piani principali della Biblioteca, è il punto di vista della gente comune di Roma. Cioè le sofferenze quotidiane dei romani raccontate dalla caduta del fascismo il 25 luglio 1943 fino alla mattina del 4 giugno 1944, quando le truppe alleate entrarono in città guidate dal generale americano Mark Wayne Clark. Un vasto capitolo riguarderà ovviamente l’occupazione tedesca dopo l’8 settembre 1943 e la Resistenza: e quindi i sabotaggi, le azioni «diffuse» nella città, i luoghi della repressione nazista, la prigione di via Tasso, le Fosse Ardeatine. Un altro racconterà la tragedia degli ebrei romani: la deportazione, il 16 ottobre 1943, i rastrellamenti successivi in tutti i quartieri di Roma (ora testimoniati dalle «pietre d’inciampo» collocate dall’artista tedesco Gunter Demnig). La Comunità ebraica ha prestato numerosi documenti di proprietà del Museo ebraico di Roma, in particolare quelli che Sopra: un soldato Usa con due ragazze al Colosseo: In alto: via del Corso a Roma il 5 giugno 1944. Dal libro Combat Film di Roberto Olla (Rai-Eri) ricostruiscono la consegna dei cinquanta chili d’oro agli occupanti nazisti. Poi ci sarà la ricostruzione dello sbarco alleato ad Anzio, la cronistoria della rinascita della vita politica democratica. Infine l’arrivo degli Alleati, la fuga dei nazifascisti, i primi processi, le epurazioni, il ripristino delle libertà civili e del multipartitismo. Colpirà sicuramente i più giovani quella paginata dedicata dal rotocalco in bianco e nero «La settimana» alla disperazione dei romani, poco dopo la Liberazione. Titolo in prima pagina: «La fame assedia Roma», con un grafico molto esplicito e di grande effetto. Dentro, un reportage che testimonia l’epidemia di tubercolosi a Tormarancio, la mancanza di acqua, luce e gas, le altre malattie legate alla scarsa e cattiva alimentazione. Una donna di appena trent’anni, ma con l’aspetto di un’anziana cadente, si fa fotografare e grida: «Adesso, questi scatti appendeteli a palazzo Venezia!» Ovvero sotto al famoso balcone che era stato, per vent’anni, il pulpito usato da Benito Mussolini per i suoi discorsi da Duce del fascismo. Ci sarà anche una sezione di audiovisivi: dall’Archivio Luce arrivano documentari storici e famosi come Giorni di gloria di Luchino Visconti e Marcello Pagliero del 1944-45 (le terribili riprese della dissepoltura dei martiri delle Fosse Ardeatine, del processo alla Banda Koch), Roma città indifesa di Iacopo Rizza del 1963 e Roma occupata di Ansano Giannarelli del 1984. Domenica 8 giugno, durante un’apertura straordinaria della mostra dalle 16 alle 21, è prevista anche la proiezione di Roma città aperta di Roberto Rossellini e del documentario 4 giugno 1944. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile CHI SPINGE E CHI FRENA ✒ Fra accuse di lassismo (ovviamente da destra) e di mancanza di ambizione (da ambienti della sinistra) è finalmente entrata nel vivo del dibattito parlamentare la riforma penale francese, disegnata dal ministro della giustizia Christiane Taubira e arrivata in aula dopo diversi rimaneggiamenti e marce indietro rispetto all’idea iniziale. In prima battuta, nulla di molto diverso da una misura svuota carceri, visto che anche in Francia il sovraffollamento delle prigioni (circa 70 mila detenuti) è oltre i limiti di tollerabilità e in qualche caso di civiltà. Ma a regime, la riforma dovrebbe modificare — sull’esempio di altri Paesi europei, dall’Inghilterra al Belgio — i criteri di assegnazione delle pene, con un colpo di spugna sulle misure volute dall’ex presidente Sarkozy — in particolare l’automatismo del carcere per i recidivi — che hanno avuto l’effetto di fare crescere la popolazione carceraria (sono calcolati 15 mila anni di condanne in più all’anno) senza fare diminuire la recidività (63 per cento dei detenuti) e quindi in generale il tasso di criminalità. La nuova legge prevede il carcere per reati che prevedano pene oltre i cinque anni e una sanzione più articolata per i reati minori, come ad esempio il braccialetto elettronico e l’obbligo per il condannato di sottoporsi a misure di rieducazione, reinserimento e qualificazione professionale. Si tratta di misure che sostituiscono il carcere, ma non implicano la sospensione della pena. In questo quadro, vengono creati anche un migliaia di posti per cosiddetti consiglieri penitenziari d’inserzione e accompagnamento. Al di là delle ambizione della Taubira, peraltro uno dei ministri più contestati della già debole squadra del presidente Hollande, la riforma penale entra nel vivo del dibattito in coincidenza dell’arresto del terrorista responsabile dell’attentato al Museo ebraico di Bruxelles : un giovane plurirecidivo, pendolare delle carceri che proprio in carcere aveva abbracciato la causa dell’islam radicale. Non è nemmeno il primo caso rivelatore di maglie larghe e lacune nel sistema giudiziario oltre che nell’apparato antiterroristico. Anche per questo la visione «illuminista» della Taubira, già diluita, sarà messa a dura prova. Massimo Nava © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CINESE ABBANDONATA IN OSPEDALE EMERGENZE SCARICATE SULLA SANITÀ ✒ Il caso della signora Zheng, arrivata dalla Cina, priva di documenti, abbandonata da tutti e ricoverata da cinque anni, dopo un’emorragia cerebrale, all’ospedale di Pieve di Coriano, nel Mantovano, pur se «estremo», rischia di essere specchio del peggio e del meglio della nostra società, che si vanno, paradossalmente, trasformando, entrambi, in norma. La vicenda nasce dal peggio, cioè dalla povertà e da chi la sfrutta senza scrupoli, trafficando manodopera a basso costo da un Paese straniero. Ma diventa poi occasione del meglio che una comunità può mostrare, con medici e infermieri che, grazie anche a un sistema sanitario universalistico possono curare la paziente insolvente (in quanti altri Paesi sarebbe successo?), e con volontari che se ne fanno carico umanamente ed economicamente. Volontari che ora lanciano un appello perché la donna deve lasciare l’ospedale e non saranno più in grado di provvedere da soli a lei. Appello, pare, raccolto da altri attori del volontariato, e non, del Comune. Il problema, però è che situazioni magari meno eclatanti di questa, ma non molto diverse nella so- stanza, sono sempre meno eccezionali in un contesto in cui l’abbandono «di fatto», specie degli anziani, non è più sempre percepito come scandaloso. Si tratta di un problema culturale, oltre che sociale. Non sono solo le difficoltà economiche a creare le premesse dell’abbandono, ma anche l’insinuante persuasione che il non produrre equivalga a non avere valore. E il crollo del modello di famiglia tradizionale (quello in cui era normale che in una casa convivessero tre generazioni) fa sì che la gestione del «problema» venga sempre più delegata al sistema sanitario, che però non può farsene carico cronicamente, perché ad altri uffici è chiamato. Nel caso della signora Zheng a noi resta la consolazione di poter andare orgogliosi dei nostri concittadini (intesi come italiani) che hanno riconosciuto la dignità della «paziente cinese», anche se si esprime male e se non produce reddito: in attesa che le istituzioni possano trovare la soluzione migliore, ci ricordano concretamente che «una persona è una persona, è una persona». Luigi Ripamonti © RIPRODUZIONE RISERVATA ALL’ISTITUTO ISLAMICO SI DISCUTE DI DIRITTI MA NON È AMMESSO IL PROFESSORE ISRAELIANO ✒ Asher Maoz è uno dei più autorevoli studiosi di diritto ebraico, le sue pagine su diritti umani e religione sono una pietra miliare. Per la comunità scientifica internazionale, il professore di Tel Aviv è uomo di scienza, di dialogo e di dibattito. Ma per gli ebrei ultraortodossi è un laico che profana le fonti sacre; e per i musulmani radicali è un sionista in maschera accademica. Nel febbraio scorso un ente musulmano di cultura, il britannico Al-Mahdi Institute di Birmingham ha invitato Maoz a parlare in un convegno che si terrà in agosto. Maoz ha accettato. L’Al-Mahdi Institute ha sfruttato la reputazione del professore per pubblicizzare l’evento. Poi, una settimana fa, la doccia fredda. Il consiglio d’amministrazione dell’istituto ha disdetto l’invito. Troppo forte la protesta, troppo energica la pressione di chi non vuole un illustre israeliano sul podio di un istituto islamico. «La sua presenza», si legge nell’email inviata a Maoz, «minaccerebbe l’apoliticità dell’istituto e sposterebbe il fulcro dell’incontro dal tema diritti umani e religione al conflitto israelo-palestinese». La sua stessa persona, scrivono a Maoz gli organizzatori, si troverebbe in imbarazzo davanti alla contestazione. Insomma, conclude l’Al-Mahdi Institute, con Maoz in sala il congresso non potrebbe rappresentare uno «sforzo scientifico». Lo schema è tipico: da un lato una pavida élite musulmana vorrebbe ma non può, fa un passo avanti e due indietro; dall’altro un reticolo di violenti e di violenze oscura il pensiero. Ne risulta, come nel caso di Maoz, un mondo sottosopra. Il professore invitato si tramuta in molesto invasore. Lo studioso ostracizzato per la sua competenza diventa sinonimo di «non scientificità». La vittima della politicizzazione ne è infine il responsabile. E soprattutto, il minacciato si ritrova nei panni di chi fomenta il disordine. Alla goffa disdetta, Asher Maoz ha risposto da signore: «volete dibattere di diritti umani e religione senza ebraismo? Buona fortuna». Non c’è altro da dire a una comunità islamica che deve uscire da sola dal suo mondo all’incontrario. Buona fortuna. Marco Ventura © RIPRODUZIONE RISERVATA Troppi amici per un Premier che non può perdere tempo di MICHELE SALVATI SEGUE DALLA PRIMA Il riconoscimento del fiuto politico di Renzi è stato unanime anche tra coloro che lo consideravano fino a ieri come un corpo estraneo infiltratosi in un partito demoralizzato. Ma per ora la lealtà verso il segretario da parte di non pochi dirigenti, attivisti e militanti — indispensabili al funzionamento del partito, del Parlamento e delle istituzioni — è di tipo disciplinare e opportunistico: stanno con Renzi perché è un segretario eletto con un grande consenso e perché vince. Ma non sarà facile vincere sempre. In Parlamento e nel Paese le difficoltà non mancano e Renzi avrà bisogno di un gruppo dirigente che lo segua non solo per disciplina e opportunismo, ma per convinzione. Perché riconosce che quella del loro segretario è una posizione politica difendibile alla luce di principi in cui essi stessi credono, di sinistra liberale e democratica. Perché convinti che la vecchia sinistra — quella del sindacato, della Rai, del pubblico impiego, della spesa pubblica — contrasta con un disegno riformatore efficace e propone politiche dannose per il Paese. Per ora, subito dopo il trionfo elettorale, le forze della vecchia sinistra mugugnano ma non danno battaglia aperta. Ma si ingannerebbe chi pensasse che esse siano state definitivamente sconfitte: la battaglia per l’egemonia culturale nel partito è appena iniziata e basterà qualche smagliatura nell’aura di successo che circonda Renzi perché esse riprendano vigore. E smagliature ci potranno essere, indotte dalla difficoltà del compito riformatore e dalle opposizioni che incontrerà. Si dice: ora Renzi non ha più scuse, deve realizzare quello che ha promesso. Se con questo si intende fare le riforme che il governo ha impostato o anche solo annunciato, niente di più vero. Se invece si intende ottenere subito i risultati economici e sociali che dalle riforme ci si aspettano, nulla di più falso: vuol dire non avere un’idea delle difficoltà, domestiche ed europee, in cui ci dibattiamo e dei tempi che saranno necessari per superarle. Rimettere in sesto la nostra economia, la nostra politica, la nostra pubblica amministrazione — e solo da questo può provenire una crescita e un’occupazione sostenibili — prenderà tempo, si spera più breve di quello che la cattiva politica degli anni passati ci ha messo per scassarle, ma sempre un tempo lungo. Siccome gli elettori non sono interessati alle riforme di per sé — anzi, per molti queste sono in conflitto con i loro interessi DORIANO SOLINAS LA RIFORMA DEL SISTEMA PENALE IN FRANCIA MESSA A DURA PROVA DAL TERRORISMO — ma ai risultati che dalle riforme ci si aspettano, ad una economia che tira, ad una pubblica amministrazione che funziona, ad una occupazione che cresce, il rischio che il governo perda slancio e popolarità nei prossimi mesi è un rischio serio. È un rischio che Renzi non può permettersi, se vuole mantenere il controllo sia del partito sia della coalizione. Certo, può accelerare con gli annunci, può mettere altra carne al fuoco, ma che cosa succederà se — cosa del tutto possibile — a fine anno o all’inizio del prossimo, la crescita sarà ancora piatta e l’occupazione in calo? L’obiettivo di guadagnare tempo, di mettersi al riparo contro la lentezza dei risultati delle riforme e il logoramento dovuto ai conflitti parlamentari, credo sia per Renzi un obiettivo fondamentale. E dunque, tra le riforme, sono cruciali quella del Senato e la riforma elettorale. Se venissero attuate, esse consentirebbero infatti di minacciare nuove elezioni e darebbero al premier un’arma poderosa contro rallentamenti del processo riformatore: come Renzi dice o fa capire, «se non si fanno le riforme non me l’ha ordinato il dottore di tenere in piedi questo governo». Contro l’interesse di Renzi ad accelerare si oppone però l’interesse a rallentare di quasi tutte le altre forze politiche, e di una parte dello stesso Partito democratico. Per quest’ultima, perché non le aggradano le riforme che Renzi intende approvare, troppo drastiche rispetto al vecchio stile dell’«usato sicuro». Per le altre forze politiche, perché non si sentono pronte ad un confronto elettorale sulla base di una legge spietatamente bipolarizzante, che le spazzerebbe via o le costringerebbe ad alleanze mortificanti. La stessa Forza Italia, anche se la minaccia di un sorpasso grillino nei confronti di una coalizione di centrodestra sembra sia rientrata, esita a mandare ad effetto il patto sull’Italicum tra Berlusconi e Renzi, sul quale giurava sino a ieri. Credo che la vita politica e parlamentare dei prossimi mesi sarà incentrata sullo scontro tra questi opposti interessi, con quale esito finale è difficile prevedere. © RIPRODUZIONE RISERVATA RACCOMANDAZIONE EUROPEA Quello strumento utile contro la povertà di ENRICO GIOVANNINI C aro direttore, una delle raccomandazioni della Commissione europea pubblicata il 2 giugno riguarda uno dei principali problemi che l’Italia deve affrontare: la povertà. È un tema complesso, che richiede un insieme di strumenti, su cui, però, sembra essere calata l’attenzione. Ricordo, a tale proposito, che in Italia si contano circa 5 milioni di poveri assoluti, cioè persone che non riescono ad acquistare un paniere minimo di beni e servizi, e di questi un milione sono minori. In generale, la povertà colpisce maggiormente famiglie numerose e famiglie residenti nel Mezzogiorno. Ricordo, poi, che l’Italia e la Grecia sono i soli Paesi nell’Europa a 15 a non disporre di uno strumento generalizzato di lotta alla povertà. La Commissione, che l’anno scorso aveva fortemente raccomandato l’avvio di un programma contro la povertà (specialmente per le famiglie numerose), sottolinea come un fatto molto positivo l’avvio della sperimentazione nei grandi comuni metropolitani della «carta di inclusione sociale». Inoltre, la Commissione raccomanda di allargare la sperimentazione a tutto il territorio nazionale, auspicando che lo strumento sia capace di identificare correttamente la popolazione target, sia basato sulla condizionalità e sia associato all’attivazione delle persone sul mercato del lavoro. Se la sperimentazione, avviata dal governo Letta, prevedeva inizialmente un impegno finanziario di 50 milioni, con il «decreto lavoro» di giugno 2013 furono stanziati ulteriori 168 milioni per l’ampliamento della sperimentazione a tutti i comuni del Mezzogiorno, mentre ulteriori 300 milioni furono stanziati a fine anno per il medesimo scopo. Infine, nella legge di stabilità erano stati stanziati ulteriori 40 milioni l’anno per un trien- nio, per allargare la sperimentazione a tutto il territorio nazionale (http://www.lavoro.gov.it/AreaComunicazione/comunicati/Documents/Governo%20Letta_con_firma.pdf). In questo modo, per il 2014 si dispone di un potenziale di intervento pari a circa mezzo miliardo di euro, una cifra mai destinata a tale scopo. Queste risorse vanno utilizzate al più presto, facendo evolvere la «carta di inclusione sociale» verso il «Sostegno all’Inclusione Attiva (Sia)», disegnato nel 2013 con l’aiuto dei migliori esperti italiani sul tema. Si tratta di una sorta di reddito minimo, condizionato all’attivazione sul mercato del lavoro da parte del soggetto beneficiario, alla presa in carico della famiglia «povera», così da assicurare la frequenza scolastica dei minori e l’assistenza sanitaria. Gli elementi di condizionalità, accuratez- za nell’individuazione dei beneficiari, controllo dell’effettiva condizione di povertà richiamati dalla Commissione sono pienamente incorporati nello schema del Sia. Se, dunque, l’Italia vuole rispondere alla raccomandazione europea ha a disposizione lo strumento per farlo e per alleviare la condizione di milioni di persone, contrastando l’insicurezza che ormai colpisce una parte consistente della popolazione. Peraltro, la questione dell’introduzione di un reddito minimo è stata già dibattuta a livello europeo ed è parte dell’agenda politica di numerosi partiti. Quello della lotta alla povertà può essere, quindi, il terreno per un reale cambiamento delle politiche sociali, nazionali ed europee. Università di Roma Tor Vergata Ex ministro del Lavoro e della previdenza sociale © RIPRODUZIONE RISERVATA LE RESPONSABILITÀ SU ALITALIA ALI INDEBITATE, MEMORIE CORTE di SERGIO RIZZO SEGUE DALLA PRIMA Ma quando finalmente sembrava arrivato il momento di passare di nuovo la mano a Parigi, ecco un nuovo sussulto di italianità che ha lasciato i «patrioti» con il cerino in mano. Perché a quel punto per Air France l’operazione non era più conveniente. E siamo a oggi. Per aver voluto difendere strenuamente l’italianità della nostra compagnia dai francesi la venderemo agli arabi. Con il consueto strascico di altra cassa integrazione pagata, a quanto pare, dai viaggiatori con una tassa supplementare sui biglietti. Ma con una differenza: che i sindacati questa volta dovranno ingoiare un boccone decisamente più amaro di quello che gli sarebbe toccato sei anni fa. Ci sta, visto com’è andata. Ma ci starebbe ancora meglio se i responsabili di questo fallimento politico, sindacale e imprenditoriale chiedessero una volta tanto scusa agli italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere ANTIPARLAMENTARISMO LE ORIGINI DEL FENOMENO Risponde Sergio Romano C’è una sorta di sogno o ideale, che compare ad intervalli nel tessuto sociale italiano: l’antiparlamentarismo. Mussolini lo apprese probabilmente in Svizzera. Ora si è in qualche modo di nuovo fatto strada in vasti strati dell’opinione pubblica. Le chiedo perché Pareto (ma non escludo Oriani, Corradini e Sorel) ebbe un tale ascendente sul giovane Mussolini. Piero Campomenosi pierocampomenosi@ libero.it Caro Campomenosi, ussolini ascoltò a Losanna, nel 1903, le lezioni di Vilfredo Pareto e fece in Svizzera il suo apprendistato rivoluzionario. Ma l’antiparlamentarismo è un fenomeno soprattutto francese che cominciò a mani- M ENRICO BERLINGUER I missili e la Dc Caro Romano, a proposito di Enrico Berlinguer non mi sembra sia stato dato il giusto rilievo al fatto che egli si sia battuto per impedire l’installazione dei missili Cruise e Pershing in Italia. Se avesse avuto successo, la Russia sarebbe riuscita a finlandizzare l’Europa e forse la guerra fredda si sarebbe conclusa in modo diverso. Giorgio Vergili giorgio.vergili@fastwebnet.it] Anche in Italia vi furono manifestazioni contro l’installazione dei missili, ma complessivamente meno numerose e violente di quelle che ebbero luogo in altri Paesi interessati all’operazione. Berlinguer voleva probabilmente evitare che il problema dei missili pregiudicasse i rapporti con la Dc nel quadro del «compromesso storico». MARÒ TRATTENUTI IN INDIA Il videomessaggio I due marò ancora prigionieri in India si sono fatti sentire Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 festarsi negli anni Ottanta dell’Ottocento e crebbe progressivamente sino a esplodere nel 1934 quando le Leghe antidemocratiche dettero l’assalto al Palazzo Borbone, sede della Camera dei deputati. La Francia era divenuta una Repubblica parlamentare dopo la guerra franco-prussiana del 1870, l’abdicazione di Napoleone III, il crollo del Secondo Impero e il tentativo rivoluzionario della Comune di Parigi. Molti salutarono con soddisfazione il ritorno alla tradizione repubblicana della Grande Rivoluzione, ma non altrettanto entusiasti furono i bonapartisti, gli orleanisti, i cattolici «ultramontani» (come vennero definiti quelli che credevano al primato del papa sulle Chiese nazionali) e una buona parte delle forze armate. Negli ultimi decenni del secolo, la Francia crebbe economicamente e finanziariamenvibratamente mentre le Forze armate sfilavano a Roma per festeggiare la Repubblica. Ai politici distratti Salvatore Girone ha voluto ricordare che essi sono ancora prigionieri per aver rispettato gli ordini dei superiori mentre entranbi erano in servizio sulla nave: «Abbiamo ubbidito a un ordine, mantenuto una parola e siamo qui». In questi quasi tre anni di prigionia, i vari governi e i ministri degli Esteri e della Difesa che si sono succeduti hanno perso tempo senza affrontare seriamente il problema: soltanto dopo oltre due anni, si sono rivolti all’Europa che aveva ben altro da pensare, oltre i drammi della Siria, Libano ed Africa. Fra l’altro l’Italia ospita e dà lavoro a La tua opinione su sonar.corriere.it Le raccomandazioni dell’Europa: più tasse su consumi e casa e minore pressione fiscale sul lavoro. Siete d’accordo? te, ma la politica e il denaro sono poli magnetici che si attraggono a vicenda. La costruzione del canale di Panama, progettata da Ferdinand de Lesseps dopo il taglio del Canale di Suez, provocò una cascata di scandali che coinvolsero amministratori, banchieri, ministri e parlamentari. Com i n c i ò a d i f fo n d e r s i l a convinzione che i rappresentanti del popolo fossero in buona parte corrotti e che il Parlamento fosse il luogo dove i voti si compravano e si vendevano, dove troppi deputati approfittavano delle loro funzioni per arricchirsi, dove le leggi venivano «aggiustate» per compiacere il mondo degli affari. migliaia di indiani. Terminate le elezioni e i festeggiamenti, ci attendiamo dal premier Renzi un intervento energico e risolutivo. Mario De Florio, Caserta PROBLEMI DI NAPOLI Appello al sindaco L’arcivescovo di Napoli, commentando la decisione del sindaco della città di trascrivere nel registro delle unioni civili i matrimoni gay, ha detto: “Non ho niente contro i gay, ma credo che ci sarebbero provvedimenti più urgenti da adottare”. Mi sarei aspettato dal sindaco una notizia più concreta, magari che qualche buca delle strade fosse riparata. Tanti cittadini avevano sperato che il sindaco avrebbe risolto i problemi che affliggono la città: rifiuti, mobilità, disoccupazione ecc.. Ma non è stato risolto nulla. Fra i tanti problemi, ricordo le condizioni in cui versano le strade di Napoli: buche, e anche voragini, si trovano disseminate in tutte le strade. La cattiva manutenzione delle strade fa lievitare anche la spesa che il Comune deve sostenere per risarcire i cittadini. Almeno ripariamo le buche delle strade anche per evitare che i «buchi» del bilancio aumentino! RIFORMA FORNERO La domanda di oggi Sì Susanna Camusso (Cgil): lo sciopero è una cosa normale, lo confermiamo anche in Rai. Decisione giusta? 37 No 63 di Gian Antonio Stella stranti, un morto e 780 feriti o contusi tra le forze di polizia. In Italia, nel frattempo, Mussolini aveva già deciso che la Camera dei deputati sarebbe stata sostituita da una Camera dei fasci e delle corporazioni in cui i membri non avrebbero rappresentato gli elettori dei collegi, ma le diverse categorie economiche di cui si compone la società nazionale. Fu questa la “terza via” fra capitalismo e marxismo che sedusse per un certo periodo molte società europee. Ma questa Camera morì prima di nascere e il ritorno al Parlamento, dopo la caduta del fascismo, parve la condizione necessaria per la restaurazione della democrazia. Oggi non sembra che il Parlamento, soprattutto in Italia, goda di buona fama e buona salute. Per Beppe Grillo e i suoi seguaci, il vero Parlamento è la rete. SUL WEB Risposte alle 19 di ieri E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Tuttifrutti Erano anti-parlamentari, alla vigilia della Grande guerra, le sinistre e le destre, i seguaci di Marx e quelli di Charles Maurras, fondatore dell’Action Française, e persino molti repubblicani, delusi per il modo in cui il cuore democratico del Paese era stato inquinato dal denaro. Il disprezzo del Parlamento divenne ancora più esplosivo dopo la fine della Grande guerra quando scoppiò lo scandalo Stavisky, uno spregiudicato finanziere che si era valso di un membro del governo per collocare sul mercato le sue obbligazioni. Quando Stavisky, di lì a poco, fu trovato morto, molti non credettero alla tesi del suicidio e la “politica” fu accusata di averlo eliminato per meglio nascondere le proprie complicità. Durante l’assalto alla Camera, nel tardo pomeriggio del 6 febbraio 1934, vi furono 14 morti e 655 feriti fra i dimo- Angelo Ciarlo angelociarlo@g.mail.com @ © RIPRODUZIONE RISERVATA Età pensionabile Il ministro Padoan non ritiene necessario modificare la riforma Fornero sulle pensioni. Il ministro dovrebbe spiegarci che cosa deve fare un disoccupato di 58 anni che, a causa della sua età, non viene più assunto dalle aziende e che, a causa della riforma Fornero, dovrà aspettare 10 anni prima di andare in pensione. Ora il problema non è gestibile, a meno che non si approvi la proposta Damiano di flessibilità in uscita, ferma in Parlamento da due anni. Franco B. Finazzi, Milano SCIOPERO RAI La sede di Firenze Alla Rai si minaccia uno sciopero per i 150 milioni di sprechi in meno. A proposito delle sue 21 sedi regionali , faccio l’esempio di quella di Firenze: 18.000 mq, 132 dipendenti, 136,5 m2 a persona. Renzi drizzi le orecchie! Domenico Capussela Basiglio (Mi) Disastro ambientale Paga l’assessore onesto E chi paga? Walter Ganapini. Per carità, mai commentare le sentenze della magistratura. E non vogliamo neppure ipotizzare l’infondatezza di un solo punto, una sola virgola, un solo apostrofo del verdetto della Corte dei conti che ha condannato l’ex assessore campano all’Ambiente, insieme con due dirigenti, a risarcire un danno erariale di 9.081.087,00 euro per non avere riscosso le multe per le violazioni al codice ambientale. Diamolo per scontato: la sentenza è formalmente perfetta. Detto questo, appare paradossale che, in mezzo a tutti i pasticci e i delitti e gli omicidi e le porcherie e le discariche abusive e gli sprechi che hanno segnato in questi anni il Grande Affare dei rifiuti campani venga chiamato a pagare i danni l’ex presidente di Greenpeace, uno dei pochi a essere uscito da questo immondezzaio fetido senza venire colpito, sotto il profilo della moralità personale, da uno schizzo di fango. Non è riuscito, dopo essere stato chiamato da Bassolino nel 2008 per sostituire l’assessore all’Ambiente Luigi Nocera finito in manette, a imporre il pagamento delle multe? Se lo dicono i giudici contabili, sarà vero senz’altro. Lui, al Corriere del Mezzogiorno, ha spiegato: «La legge Bassanini attribuisce la gestione delle sanzioni amministrative al dirigente pubblico, che opera direttamente. La materia quindi non arriva mai sul tavolo dell’assessore». E ha aggiunto: «Lottai sette o otto mesi affinché il dirigente responsabile delle acque si dimettesse, e fui io a sostituirlo con l’ing. Fontana, che secondo la Corte dei Conti stessa ha poi ripristinato la procedura. Si poteva fare di più? Può darsi. Ma io La Corte dei di essere stato proprio quello conti condanna credo che ha fatto di più...». Ha ragione? Ha torto? Deciderà il Consiglio di Ganapini Tema: cosa dovrebbero fare i a una multa di 9 Stato. giudici, usando lo stesso metro, con l’Agenzia delle entrate ed Equimilioni di euro talia che nell’estate scorsa ammisero di non essere riuscite a incassare 545 miliardi (ripetiamo: 545 miliardi) di euro? È colpa di due o tre dirigenti da condannare o è tutto l’insieme che va rovesciato come un calzino? I fatti comunque sono questi: l’emergenza rifiuti a Napoli e dintorni è costata finora oltre undici miliardi, le ecoballe smaltite sono solo l’1,5% di quelle accumulate, le quattro (quattro!) sedi del commissariato costavano 875 mila euro l’anno, i cinquanta camion per la raccolta differenziata furono subito rubati, il call-center aveva centralinisti che rispondevano ciascuno a una chiamata alla settimana e discariche perfettamente attrezzate come quella di Santa Maria la Fossa sono state lasciate vuote per anni per motivi «misteriosi» mentre Napoli affondava nella «munnezza»... Questo è il contesto. E in questo contesto Walter Ganapini, che come «tecnico» aveva già risolto il problema della spazzatura a Milano, è uno dei pochi ad aver lasciato un segno diverso. Fu quando, due giorni dopo l’insediamento (due giorni!), rifiutò nuovi finanziamenti per un nuovo piano di raccolta differenziata. Rivelando che il piano c’era già. Da dieci anni. Perfezionato in ogni dettaglio. Condominio per condominio. Pianerottolo per pianerottolo. Solo che nessuno voleva farlo partire per non rovinare l’affarone... ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Scioperi dei mezzi pubblici Qualche giorno fa sul Corriere della Sera è stato giustamente osservato che lo sciopero dei mezzi pubblici è lo strumento più efficace per creare disagio in città e si è invocato il suo utilizzo in circostanze eccezionali, difficilmente rintracciabili nelle motivazioni tutte politiche dello sciopero indetto dall’Unione sindacale di Base. D’altra parte nessuno nega il diritto di sciopero, così come il conflitto sociale è riconosciuto come uno dei fattori di sviluppo. Nel settore privato l’esercizio dello sciopero ha in sé fattori di autoregolamentazione e di equilibrio perché le parti hanno ben presente il rapporto tra costi e benefici. L’impresa (salvo approcci antagonisti che hanno sempre meno spazio) è ormai considerata un bene da difendere perché in essa convivono interessi comuni a proprietari e dipendenti. Il discorso cambia nei servizi pubblici per la natura particolare del conflitto di interesse che va al di là di un confronto circoscritto tra datore di lavoro (il più delle volte soggetto pubblico) e i lavoratori interessati ma coinvolge tutti i cittadini utenti del servizio e produce «effetti collaterali» sull’intera collettività. Infatti il comportamento tradizionale del sindacato è sempre stato quello di spiegare ai cittadini, scusandosi dei disagi, le ragioni della protesta proprio per fare indirettamente pressione su amministratori e politici. Che lo sciopero sia chiaro nei suoi obiettivi è nell’interesse del sindacato che deve costruire un rapporto con lavoratori e cittadini. Ma per produrre effetti capaci di correggere le contraddizioni esistenti, occorre sciogliere il nodo della natura del diritto di sciopero. La domanda è: si tratta di un diritto soggettivo, tutelato in via assoluta, o piuttosto di un diritto individuale che deve essere esercitato collettivamente presupponendo il consenso da parte di coloro che ne sono titolari e che esercitano insieme tale diritto? Ritengo che, a maggior ragione nelle realtà caratterizzate da una patologica frammentazione della rappresentanza, debba valere la seconda ipotesi. Per questo, oltre alle procedure «di raffreddamento», sarebbe necessario un referendum per accertare la volontà dei lavoratori di: 1) condividere le rivendicazioni; b) esercitare liberamente il diritto di sciopero. Con il referendum gli scioperi sarebbero © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Si tratterebbe in buona sostanza di un’intesa liberamente concordata tra le parti: la dichiarazione di sciopero comporterebbe, la perdita del salario e dei ricavi aziendali corrispettivi che verrebbero versati in un «Fondo di solidarietà», mentre il servizio verrebbe comunque garantito proprio per la «virtualità dello sciopero». Le risorse accantonate nel Fondo sarebbero destinate all’erogazione di provvidenze sanitarie, assistenziali o finalizzate all’erogazione di borse di studio. Walter Galbusera, Milano Borghezio: l’aggressione di oltre 8 anni fa Sul Corriere di ieri vedo riportata con rilievo la notizia, peraltro non freschissima, della richiesta di rinvio a giudizio per le frasi politicamente scorrette da me pronunciate sui rom a «La Zanzara». Prima o poi, il Corriere riferirà ai suoi lettori il fatto che, dopo circa 8 anni e mezzo dai fatti, il sottoscritto attende che la Magistratura fissi il processo di primo grado a carico dei «galantuomini» che lo hanno pestato a sangue e rapinato su un treno nel lontano 17 dicembre 2005? On. Mario Borghezio EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Stimo Banderas e mi piacerebbe che fosse lui. Vorrei incontrare una persona che comprenda a fondo la personalità di Bergoglio» ha detto il regista al quotidiano La Nación. Riletture Dai cartoon a «Maleficent» un ruolo sempre più ornamentale per gli uomini. E il risveglio della Bella addormentata rompe la tradizione I casi Frozen L’incantesimo che soggioga le due sorelle protagoniste del film (la regina Elsa e la principessa Anna) si spezza in virtù del reciproco amore che provano l’una per l’altra P rincipe azzurro pallido. Scolora la figura simbolo di molte fiabe, del resto se non ci sono più le mezze stagioni, figurarsi se ci sono i principi interi. Emblema dell’amore romantico, l’eroe che salva la damigella da orchi, draghi o incantesimi — le diverse forme in cui si personifica il Male — perde la sua aura favolistica. Il cinema mette mano a una figura archetipica e ne cambia i connotati, poi se cambierà anche l’immaginario collettivo sarà da vedere. C’era una volta il Principe Cameo. Che si palesava verso fine fiaba e risolveva incantesimi. Ora il cameo rimane, ma il principe è svuotato del suo ruolo salvifico. Come succede in Maleficent (primo negli incassi italiani, con 6 milioni di euro), il film che rilegge a suo modo la favola della Bella addormentata nel bosco con Angelina Jolie nei panni e nelle corna di Malefica, la strega cattiva. Qui il principe si manifesta giusto tre volte, come a dire «Ehi, guardate ci sono anche io, sono qua», ma la sua presenza è puramente ornamentale, suppellettile impolverata su una mensola obsoleta. La sua seconda epifania all’interno del film è fantasmatica: il suo bacio fa cilecca e la principessa continua a russare tra i suoi boccoli d’oro. Per districare la vicenda c’è bisogno della redenzione della strega cattiva — che cattiva in fondo non è, ma vive di chiaroscuri, fata capace di cattiveria e eroismo nello stesso tempo — che dopo aver provocato tutto quell’inferno, capisce che le colpe dei padri non ricadono sulle figlie (l’arrivista re Stefano ha preferito la corona al suo — di Malefica — cuore). La tesi del film, ripetuta, è che «il vero amore non esiste», ossia quello tra uomo e donna («finché divorzio non vi separi»). L’unico vero amore è quello materno, perché il rapporto tra Malefica e la principessa Aurora (la Bella ad- Ribelle The Brave Merida è una principessa dal carattere ribelle che non ha intenzione di sposarsi. Refrattaria al matrimonio, alla fine diventerà erede single al trono Biancaneve e il cacciatore La Biancaneve Kristen Stewart non viene salvata dal Principe, ma dal Cacciatore Eric (Chris Hemsworth, foto insieme), un giovane alcolizzato C’era una volta il principe azzurro L’eroe delle fiabe non esiste più Svanisce il sogno del bacio: reginette e fate vincono da sole cantesimo che soggioga le due sorelle protagoniste del film — la regina Elsa e la principessa Anna — si spezza in virtù del reciproco amore che provano l’una per l’altra. Non è forse casuale che Jennifer Lee sia stata la prima donna — seppur in coabitazione con Chris Buck — ad aver diretto un lungometraggio d’animazione Disney. Così anche la figura femminile — seppur animata — si discosta dall’ideale sessista della principessa classica. Che in realtà non può più essere un modello contemporaneo. Le principesse classiche sono intercambiabili, una vale l’altra, bambole di plastica per minori, in sostanza prive di personalità, si limitano ad aspettare gli eventi. Ora non è più così. Qui addirittura la principessa mette in discussione uno dei cardini delle favole, l’amore a prima vista. Canoni ribaltati anche in Biancaneve e il cacciatore (2012), dove il bacio del principe va a vuoto e non sortisce nessun effetto e dove la protagonista Kristen Stewart si innamora del Cacciatore Eric (che ha p u r s e m p re i l vo l to d i C h r i s Hemsworth), giovane alcolizzato che si ribella all’accordo che aveva stretto con la Regina Cattiva e salva Campione d’incassi Il film con Angelina Jolie in testa al botteghino. Messo in discussione il modello dell’amore a prima vista Fantasia Al centro la strega Malefica Angelina Jolie (38 anni) con la principessa Aurora (Elle Fanning, 16) e il corvo Fosco (Sam Riley, 34), star di «Maleficent» Su Canale 5 «I Cesaroni», storia gay nella nuova serie Ci sarà un personaggio gay nella prossima stagione di «I Cesaroni». Nella serie di Canale 5 farà il suo ingresso Annibale, impersonato da Edoardo Pesce: è figlio di un flirt del patriarca e la sua omosessualità inizialmente non sarà accettata serenamente dal resto della famiglia. «Trattiamo l’argomento con rispetto, senza pregiudizi e con la purezza con la quale abbiamo sempre affrontato tutti i temi», ha detto a Sorrisi il protagonista Claudio Amendola. dormentata) assomiglia molto a quello tra madre e figlia. E così è naturale che sia proprio un bacio della strega ma anche fata a svegliare dal suo sonno senza sogni la bionda protagonista. Se non è amore materno, è amore tra sorelle. Perché il codice etico del principe era già stato travolto in un altro film Disney, Frozen (sempre firmato dalla casa di produzione di Zio Walt, come Maleficent). Qui — nelle sale correva l’anno 2013 — il Prince Hans non è per niente azzurro, ma se mai parecchio nero. Le sue azioni infatti non sono mosse da sentimenti sinceri, ma solo da sete di potere (anche qui la meta è la corona). La principessa Anna si innamora piuttosto di Kristoff, un venditore di ghiaccio ormai disoccupato, da quando il mondo si è congelato. E in tempo di crisi un disoccupato non pare proprio un bel partito. Ma comunque non tocca certo a un uomo risolvere il solito maleficio. L’in- la vita a Biancaneve. Il venditore di ghiaccio disoccupato, il giovane alcolizzato, schemi che si rompono, uomini non più condannati ad andare sempre a cavallo. Piccole rivoluzioni. Già messe in atto anche in altri due film di animazione Disney: Rapunzel (2010), principessa in cerca di libertà che si innamora di un ladro; e Ribelle The Brave (2012), principessa dal carattere ribelle, refrattaria al matrimonio e infine erede single al trono. Se il codice comportamentale del Principe ne esce così legnoso da essere pronto per il caminetto, è sul canone estetico della Principessa che il cinema — Disney e non — deve ancora lavorare. Salvo eccezioni, lo stereotipo di riferimento nell’immagine della donna rimane l’iconografia della Madonna, nella sua versione laica e consumista, la Barbie. Renato Franco @ErreEffe7 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio L’adolescente popstar a Roma per i Music Awards. Ha contestato una rivista che aveva ritoccato il suo viso in una foto Lorde: sono l’anti Miley Cyrus e lasciatemi i miei brufoli ROMA — Bruce Springsteen nei concerti a Auckland ha cantato «Royals» di Lorde. Persino lo scontroso David Bowie dice meraviglie della gotica popstar neozelandese. La diciassettenne dai riccioli disordinati mostra il suo entusiasmo solo quando le dicono che è stata lodata dall’ex Take That Robbie Williams. «Davvero?», chiede incredula Lorde che con vendite e visualizzazioni da capogiro ha messo sottosopra il mondo della discografia e vinto due Grammy. Liquida il Duca Bianco con un poco originale «è un onore». Al Boss va meglio: «Springsteen è un’icona. Peccato che quando ha suonato io fossi su un aereo». È sbarcata a Roma per la prima volta, accompagnata da mamma Sonja, per partecipare ai Music Teen Lorde, vero nome Ella Maria Lani YelichO’Connor, ha 17 anni. La cantautrice neozelandese ha debuttato lo scorso anno con la canzone «Royals»: il singolo è stato scaricato oltre 7 milioni di volte. «Pure Heroine» è il titolo del suo primo album Awards che ieri hanno premiato le stelle italiane (da Pino Daniele, a Ligabue e Laura Pausini). Per due giorni ha fatto la turista, ma fuori dal palco Ella Maria Lani Yelich-O’Connor (il suo vero nome) assomiglia a un’adolescente come tante. Anche se nel 2013 la rivista americana Time l’ha messa in cima alla lista dei 16 teenager più autorevoli, superando l’attivista pachistana Malala Yousafzai. Lorde commenta: «Malala è una grande ispirazione, lei fa cose molto significative per il mondo. Essere una delle rare voci adolescenziali è una responsabilità, ma io faccio quello che sento e mi di- verto. Commetterò errori, non sono perfetta». Se la sua «collega» Miley Cyrus è provocatoria e sexy, Lorde evita gli ammiccamenti sessuali. «Siamo agli antipodi e rappresentiamo donne diverse. Femminista io? Sì, ma anche Miley». Ha rifiutato di aprire i concerti di Katy Perry («Non era il La nuova stagione Lo Stabile di Napoli si candida a Teatro Nazionale Il Teatro Stabile di Napoli si candida a Teatro Nazionale. È la sfida che lancia il direttore Luca De Fusco alla presentazione della stagione 2014/15: «Abbiamo davanti la difficile impresa di trasformare la vita di un buon Teatro Stabile in uno dei centri di eccellenza della prosa italiana come prevede la nuova legge del settore». Tra produzioni, coproduzioni e ospitalità il cartellone prevede 8 spettacoli al Mercadante, 6 al San Ferdinando, 5 al Ridotto e 1 al Centro Prima Accoglienza dell’ex Dormitorio Pubblico. momento giusto») e ha litigato con un mensile perché aveva ritoccato una sua foto con i brufoli (lo scatto «vero» l’ha postato sul web) ma poi ha firmato un contratto per una casa cosmetica. «Ho una pelle orribile, ci combatto da anni. Il rossetto e la matita che sponsorizzo sottolineano una parte del mio viso che mi piace». Cita lo scrittore Raymond Carver e, fra le influenze musicali, Neil Young, Otis Redding, band indie come gli Animal Collective, i Grizzly Bear e la musica da classifica. La sua «Royals» ha avuto otto milioni di download e il video è stato visto 50 milioni di volte. L’album «Pure Heroine» ha venduto quattro milioni di copie. A 13 anni era sotto contratto con una major. «Oggi molti consumano la musica gratis. Bisogna essere creativi per fare soldi e continuare a cantare». Sandra Cesarale © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ISTITUTO ZACCAGNINI a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo OPEN DAY ALL’ISTITUTO ZACCAGNINI IL 7 E L’8 GIUGNO, PER SAPERE MOLTO DI PIÙ DI QUESTO SETTORE Professione ottico: un mestiere qualificato, un lavoro sicuro Il numero dei giovani che prendono l’abilitazione di ottico è inferiore alle richieste del mercato I dati snocciolati ogni giorno dai telegiornali sembrano bollettini di guerra. Come non scoraggiarsi se si è giovani in procinto di affacciarsi al mondo del lavoro e si sente ogni giorno ripetere che la disoccupazione giovanile è al 40 per cento e che l’unica prospettiva è quella di trovare, nella migliore delle ipotesi, lavoretti mal pagati e precari per lunghi anni? Ma non tutto il panorama delle professioni è così nero, al contrario esistono settori in controtendenza, che invece di soffrire per via della crisi, crescono, promettono sicurezza e grandi soddisfazioni. In una parola il futuro. Per saperne di più occorre fare tappa a Bologna, all’Open Day dell’Istituto Zaccagnini, che si terrà il 7 e l’8 giugno, scuola di eccellenza per la formazione alla professione di ottico (le iscrizioni sono aperte fino a settembre). Basta il diploma di scuola media superiore e dopo un percorso che dura due anni, si apre un mondo di occasioni e opportunità lavorative, di questi tempi molto difficili da trovare altrove. UN INTERESSE CRESCENTE Il settore della vendita di occhiali ha avuto un incremento costante negli ultimi anni. Chi oggi, fin da piccolo, non si fa controllare la vista, chi non si preoccupa di correggere i difetti visivi, o semplicemente, di acquistare un buon occhiale da sole? I controlli periodici, la ricerca di prodotti di qualità e di una figura professionale qualificata che sappia consigliare e verificare lo stato di efficienza visiva, sono diventati la regola per ogni individuo. In un mondo basato sulla visione “da vicino”, tra lettura, l’uso costante di computer e cellulare, il tempo trascorso davanti alla tv, la salute degli occhi è diventata molto preziosa, da preservare fino all’età più avanzata. E il primo passo lo si fa proprio recandosi al negozio di ottica più vicino, dove è possibile avere un primo controllo su quanto efficiente è la nostra visione, per poi scegliere tra un’ampia gamma di IL PIANO DEGLI STUDI Il piano degli studi all’Istituto Zaccagnini, formato da divese discipline scientifiche, punta su una visione moderna e internazionale grazie all’integrazione tra nozioni teoriche ed esercitazioni pratiche mirate a un rapido ingresso nel mondo del lavoro. Si studia: Diritto commerciale, legislazione sociale e pratica commerciale Fisica Ottica e laboratorio Anatomia, fisiopatologia oculare e laboratorio di misure oftalmiche Esercitazioni di optometria (misurazione dei difetti visivi) Esercitazioni di contattologia (applicazioni di lenti a contatto) Esercitazioni di lenti oftalmiche (approntamento degli occhiali su misura). IL MONDO DEGLI OCCHIALI INTERESSA TUTTI, IN OGNI STAGIONE DELL’ANNO, E PER OGNI ESIGENZA prodotti. Già, perchè ormai la moda è entrata di diritto anche in questo settore. I grandi stilisti firmano le montature più trendy, e tra una gramma di modelli sempre più vasta è facile trovare l’occhiale perfetto per i propri lineamenti, in grado di valorizzare ogni tipo di viso. Anche la tecnica diventa ogni anno più raffinata, oggi esistono tanti tipi di lenti, adatti a risolvere ogni problema. Gli incrementi più significativi si registrano nella richiesta di lenti a contatto, negli occhiali da sole e nelle lenti oftalmiche tecnologicamente evolute, lenti progressive di ultima generazione, lenti degressive di utilizzo lavorativo, lenti polarizzate, lenti multifiltro, lenti con trattamenti particolari. In pratica il mondo degli occhiali interessa tutti, in ogni stagione dell’anno, e per ogni esigenza. SBOCCHI CONCRETI Il giro di affari e l’export delle aziende italiane è positivo, il made in Italy molto richiesto, eppure i posti di lavoro disponibili nel settore dell’ottica resta superiore al numero di giovani che si abilitano ogni anno. Come mai tanti posti restano vacanti? Perché c’è ancora poca informazione, spiegano all’Istituto Zaccagnini. Nei programmi di orientamento post diploma non si pone l’accento sulle ottime prospettive che arrivano dal mercato degli ottici, così su una richiesta annuale di 700 nuovi abilitati, il titolo viene conseguito da 450-500 persone. UNA SEDE FACILE DA RAGGIUNGERE DA TUTTA ITALIA L’Istituto Zaccagnini si trova a Bologna, in via Ghirardini 17, nel quartiere San Ruffillo, vicino all’omonima stazione ferroviaria, collegata alla Stazione Centrale tramite numerose linee di autobus. La scelta di una città come Bologna è particolarmente felice non solo per l’ottima posizione e distanza rispetto alle principali città italiane (tra alta velocità, treni e aerei, autostrade, vanta una rete di trasporti molto favorevole), ma soprattutto per ciò che la città può offrire ai suoi numerosi studenti. Sono infatti ben 82 mila i giovani universitari che vi risiedono, di cui oltre 60 mila fuorisede, questo la rende un luogo vivace dal punto di vista sociale e culturale. Nel 2000 è stata capitale europea della cultura, dal 2006 è città della musica UNESCO, infine nel 2010 è stata selezionata a partecipare all’Expo di Shangai insieme ad altre 45 città nel mondo. UNA SCUOLA DI ECCELLENZA, LEADER IN ITALIA Entro sei mesi dall’abilitazione il 98% degli studenti trova lavoro L’ Istituto Zaccagnini rappresenta in Italia il fiore all’occhiello per chi desidera intraprendere la professione di ottico. È partner sia dell’industria, sia della distribuzione, da 37 anni vanta numeri eccezionali di occupati dopo il conseguimento del titolo abilitativo. I suoi corsi sono frequentati annualmente da 300 studenti provenienti da tutto il territorio nazionale, ha abilitato più di 3000 ottici, i professionisti che hanno partecipato ai corsi di specializzazione sono oltre 2000. Inoltre, ogni anno è sede di un importante convegno in cui si approfondiscono temi relativi alla visione, cui partecipano grandi esperti provenienti dal mondo scientifico. La sua proposta formativa prevede l’utilizzo di laboratori e ambulatori professionali, i più ampi e attrezzati d’Italia, in costante crescita di numero, con strumentazione oftalmico-diagnostica di ultima generazione, per offrire ampie possibilità di esercitazioni pratiche e cliniche a ciascun studente. Completano la formazione tirocini e stage in aziende italiane e internazionali, con esperienza di lavoro da effettuare sia sul territorio nazionale, sia all’estero. La scuola vanta una biblioteca bilingue, con testi in italiano e inglese, e sale di studio inserite in un ambiente cablato e informatizzato, anche per il virtual learning. Inoltre agli studenti vengono offerte tre opportunità per imparare la lingua inglese: tramite corsi integrativi in inglese sia tecnico-medico, sia accademico, tirocini formativi e stage nel Regno Unito, corsi estivi all’Aston University. In questo modo l’offerta formativa possiede tutti i requisiti di innovazione didattica e tutti i supporti scolastici-educativi, per acquisire quelle competenze professionali richieste dal mondo del lavoro. Le prospettive dopo l’abilitazione DOPO L’ABILITAZIONE SI ACCEDE AL SECONDO ANNO DELLA LAUREA TRIENNALE sono ottime: da ottico a manager nei negozi specializzati indipendenti e nelle catene della Distribuzione Ottica Moderna, tecnico specializzato nei laboratori e nell’industria delle lenti oftalmiche e a contatto, come imprenditore, o titolare di negozi di ottica. Ma, se si desidera approfondire la professione, esiste la possibilità di proseguire gli studi. L’Istituto Zaccagnini e IBZ Vision Sciences Department offrono l’opportunità di frequentare corsi e master in Optometria e Contattologia e di conseguire, in associazione con la Aston University di Birmingham nel Regno Unito, la laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica. È l’unico istituto che consente di ottenere in 4 anni l’abilitazione di ottica e la laurea in optometria. Infatti, gli studenti possono accedere direttamente al secondo anno del corso di laurea triennale, previa valutazione dell’Aston University di Birmingham. Ecco quali sono tutte le possibilità: Corso biennale post-maturità abilitante all’esercizio della professione di Ottico, istituita dal Regio Decreto del 31 maggio 1928, n. 1334 che la definisce “arte ausiliaria delle professioni sanitarie”. Corso di specializzazione in Optometria e Master. Corso di laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica. Corsi di formazione e seminari di Marketing, Strategia Aziendale e Gestionde delle Risorse Umane. www.istitutozaccagnini.it - telefono 051 480994 - segreteria@istitutozaccagnini.it Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 L’intervista Spettacoli 39 italia: 51575551575557 Incontro con il regista durante le prove di «Danza macabra» di Strindberg. Il 27 giugno inaugurerà il Festival di Spoleto Con gli attori Luca Ronconi, Giorgio Ferrara (direttore del Festival), la moglie Adriana Asti e Giovanni Crippa DAL NOSTRO INVIATO SPOLETO — «La scommessa è far interpretare l’inferno domestico di una coppia di coniugi che si detesta e vive malissimo insieme, da una coppia di coniugi che invece vive benissimo insieme. In palcoscenico si crea una gradevole sfasatura». Luca Ronconi dirige Adriana Asti e Giorgio Ferrara in Danza macabra di August Strindberg: lo spettacolo è in prova a Spoleto, dove inaugurerà il Festival dei 2 Mondi il 27 giugno al Teatro Caio Melisso. «Alice e il Capitano — continua il regista — sono due casi patologici. Lei è un’ossessiva, lui un paranoico. Lei un’ex attrice frustrata; lui un capitano fallito che non è mai riuscito a diventare maggiore. Vivono in un faro su una sorta di isola che non c’è, uno scoglio claustrofobico dove non frequentano nessuno, si azzannano quotidianamente in una calma apparente». Ma un giorno arriva il vecchio amico Kurt (Giovanni Crippa) che sconvolge il precario equilibrio. I due coniugi, eccitati dalla presenza dell’inatteso ospite, si animano e, come due consumati attori, si esibiscono calandosi nei rispettivi personaggi: la satanica Alice e il vampiresco Capitano. «Non si tratta del solito triangolo borghese, lui, lei, l’altro — precisa Ronconi — ma di un grottesco gioco teatrale che, prendendo le mosse da una crisi coniugale realistica, sconfina in una dimensione fantastica. È Strindberg stesso — aggiunge — a raccontare in forma di commedia il suo difficile rapporto con le donne, da cui si sentiva “vampirizzato”: la sua vita fu segnata da tormentate, ricorrenti convivenze e divorzi». Uniti nella vita, nemici in palcoscenico: non è la prima volta che la Asti e suo marito Ferrara recitano insieme. Ride Adriana: «In questo spettacolo ci divertiamo a vivere una situazione La rassegna La 57a edizione del Festival dei 2 Mondi si svolge dal 27 giugno al 13 luglio. Tra le presenze internazionali, Bob Wilson, Tim Robbins, Gérard Depardieu, Isabelle Huppert. Tra i protagonisti italiani Luca Barbareschi, Giancarlo Sepe, Paolo Graziosi «Segreti e delitti» Nuzzi racconta i casi irrisolti della cronaca Da venerdì, in diretta e in prima serata, nell’estate di Canale 5 esordisce «Segreti e delitti», un nuovo programma di giornalismo investigativo nato dal successo su Rete4 di «Quarto Grado», format più visto della rete fin dall’esordio nel 2010 e che negli ultimi nove mesi ha incrementato i suoi ascolti del 26%. Sulla rete ammiraglia Mediaset, per quattro puntate, la trasmissione condotta in diretta da Gianluigi Nuzzi Ronconi: indago l’inferno di coppia «Porto in scena due coniugi veri, Adriana Asti e Giorgio Ferrara» che non abbiamo mai vissuto nella realtà». Interviene Ferrara: «Recitare non è il mio mestiere principale, ma tutte le volte che ho accettato di farlo mi è sempre capitato di interpretare o il marito o l’amante di Adriana». La scelta della pièce in cui litigano in continuazione è della Asti: «Forse — riflette — è stato un modo per esorcizzare le ipotetiche tensioni della nostra coppia reale. Stiamo insieme da quasi cinquant’anni!». Un’unione perfetta? «Bè, oddio, qualche screzio c’è anche fra di noi — ammette l’attrice —. Io, per esempio, lo detesto quando mi costringe a partecipare alle cerimonie ufficiali. Gli dico sempre che morirò ad una cena con gente noiosa». «Io la odio quando non mi parla e si rinchiude nel suo ozio privatissimo, che le piace tanto praticare», insorge Ferrara. Sulla scena si vampirizzano a vicenda, in quella che Ronconi vede come una farsa stile vaudeville: «Danza macabra somiglia a Les Boulingri di Courteline, che vide la luce pochi anni prima dell’opera di Strindberg — spiega —. Anche lì due coniugi, che si annoiano mortalmente nell’apparente quiete casalinga, si scatenano poi all’arrivo di un ospite, su cui scaricano le proprie inquietudini». Precisa Ferrara: «Il mio personaggio finge di odiare la moglie che ha strappato al palcosce- Nuovo disco Il «Selfie» di Mina è con un macaco Solo Mina poteva mettere un macaco in copertina di un album dal titolo «Selfie». La cantante ha annunciato a sorpresa l’uscita del suo nuovo album per il 10 giugno. Il nuovo lavoro è composto di 13 brani inediti tra cui «La palla è rotonda», scelto dalla Rai come sigla dei mondiali di Brasile 2014. nico, come se l’avesse strappata alla strada, al meretricio. In verità, il Capitano è preda di questa donna diabolica, è lei a tenere le fila di un subdolo gioco al massacro». Obietta la Asti: «Il Capitano è un bugiardo, megalomane, inaffidabile e accusa la mia Alice di essere satanica, un’approfittatrice che si è servita di lui». Tra i due litiganti, il terzo non gode: «Il povero Kurt, psicologicamente fragile e remissivo, è la vera vittima dei due vampiri che vogliono contagiarlo — conclude Ronconi —. Quando, terrorizzato dalle paranoie dei coniugi, riuscirà a fuggire dall’isola, nel faro tornerà l’apparente calma iniziale: si ristabilisce l’ordine, come se non fosse successo niente». Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA (foto), affiancato da Alessandra Viero, ricostruirà i grandi casi irrisolti della cronaca di oggi e di ieri. Storie che continuano a dividere l’opinione pubblica. Grazie a testimonianze inedite e a docu-fiction, «Segreti e delitti» ricomporrà, quasi fossero le tessere di un puzzle, i punti oscuri degli enigmi italiani (la scomparsa di Elena Ceste e Roberta Ragusa, la morte di Yara Gambirasio...) e internazionali (da Grace Kelly a Lady Diana) che ancora non hanno una soluzione. 40 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Sport (m.col.) Gravidanza reale o desiderio di maternità? Fanny Neguesha ha postato su Instagram una foto che ritrae un pancione con ali tatuate sui fianchi, accompagnata dalla frase «Your name… is dream». L’immagine ha creato dubbi: Mario Balotelli diventerà di nuovo papà? Nessuno conferma il sospetto. Fanny, intanto, si prepara a volare in Brasile per stare accanto al fidanzato. Pancione con ali, il mistero di Fanny: Mario ancora papà? Verso il Brasile Stasera a Perugia l’ultimo test prima della partenza, ma tiene banco la replica del tecnico alle accuse dei due attaccanti ❜❜ Le bugie sono una forma di violenza. Chiamare Giuseppe era troppo facile A Destro ho chiesto di venire in Brasile da riserva. Non mi ha mai risposto Cesare, ira mondiale DAL NOSTRO INVIATO PERUGIA — L’ha presa malissimo e ha risposto per le rime. Cesare Prandelli, ferito dalle accuse di Giuseppe Rossi, ha replicato punto per punto. Una disamina precisa, puntuale, dettagliata. Pepito è negli Stati Uniti, ma il messaggio gli sarà arrivato in tempo reale. «Certe parole non me le aspettavo. Non voglio dare giudizi, ma sono costretto a chiarire la successione dei fatti. Ho incontrato Rossi il 7 maggio alle sei del pomeriggio a Coverciano. Volevo avvisarlo che, considerati i pochi minuti giocati, lo avrei tenuto fuori dalla lista dei trenta. Parlando con lui ho capito che aveva dentro qualcosa di bello, una forza interiore straordinaria. Giuseppe mi ha detto: mister la sorprenderò. E ho pensato che portarlo in nazionale sarebbe stato un bel messaggio per tutti, una favola da raccontare. Ma glielo ho detto e ripetuto: guarda, non sei tra i 23». Prandelli avrebbe taciuto, se Rossi non avesse scritto quei tre tweet. Così invece ha deciso di raccontare passo dopo passo che cosa è successo. «Il primo giorno del ritiro ho dichiarato: qualsiasi cosa succederà, Pepito ha già vinto». Questo doveva essere lo spirito dell’avventura. E invece: «Invece mi meraviglio di chi si meraviglia…». Prandelli ha confermato che l’esame londinese dell’attaccante della Fiorentina non è andato secondo le attese: «Aveva lavorato bene, ma non tutti i test erano positivi. Così, prima della partita, l’ho preso da parte e gli ho parlato con franchezza: guarda che contro l’Irlanda voglio vedere i gesti giusti, un attaccante che fa l’at- Il c.t. ha risposto agli attacchi di Rossi dopo l’esclusione «Sapeva tutto dal 7 maggio, non mi aspettavo quelle parole» taccante e non le giocate lontane dall’area, quasi da centrocampista, in cui peraltro è bravissimo. Ho anche tolto Immobile perché credevo che fosse una questione di ruolo. Ma non ho visto ciò che volevo vedere. E allora ho detto a Rossi che non aveva completato il percorso. Ho fatto una scelta di responsabilità nei confronti del giocatore, della Fiorentina che ha fatto un investimento e dei tifosi viola. Il rischio era troppo grande. Sarebbe stato facile convocarlo». E invece Prandelli ha scelto con la responsabilità dell’allenatore. Poi sono arrivate le critiche. Quelle dei tifosi, il tecnico azzurro le ha accettate, forse le aveva anche messe in preventivo. «È giusto che la gente si divida e difenda il proprio idolo. So che qualunque scelta di un allenatore è quella sbagliata». Ma le accuse di Pepito lo hanno ferito, una coltellata che non si aspet- tava. «Internet è una risorsa meravigliosa, ma una semplice frase può muovere le masse. Credo che affidarsi ai social sia una forma di solitudine». Così è arrivata la delusione: «Lo sono sempre quando non riscontro correttezza». Ma dentro è forte, perché ha agito in piena co- Oggi contro il Lussemburgo Dentro De Rossi, Pirlo e Candreva. Balotelli è ok DAL NOSTRO INVIATO Cambio Giuseppe Rossi e Cesare Prandelli durante Italia-Irlanda nel momento della sostituzione di Pepito (Getty Images) PERUGIA — La prima Italia del dopo Montolivo è orfana di Cassano. Seconda panchina consecutiva per Fantantonio che forse, più di altri, potrebbe pagare l’infortunio del capitano del Milan. Senza Monto è difficile applicare il sistema con il centrocampo rotante, una specie di marchio di fabbrica del c.t. e propedeutico all’impiego delle due punte. Stasera, contro il Lussemburgo, in uno stadio esaurito (22 mila spettatori) e una città festante (10 mila tifosi presenti alla rifinitura ad applaudire gli azzurri), Prandelli ha deciso di imbottire il centrocampo. Rispetto all’Irlanda, dentro De Rossi, Pirlo e Candreva, conferma per Marchisio e Verratti. «Ma come ci sistemeremo in campo non ve lo dico. Voglio vedere densità e superiorità numerica in mezzo al campo». Probabile il 4-32-1 o un 4-1-4-1, sistemi che si assomigliano moltissimo. Cassano dovrà aspettare. «Ho fatto una scelta. Quando decideremo di far giocare Antonio non ci saranno problemi». Nessun rinvio, invece, per Balotelli. In mattinata il Perugia, ore 20.45 Italia Lussemburgo (4-3-2-1) 1 Buffon 7 Abate 15 Barzagli 3 Chiellini 2 De Sciglio 16 De Rossi 21 Pirlo 23 Verratti 6 Candreva 8 Marchisio 9 Balotelli (4-4-2) 1 Joubert 22 Jans 13 Bukvic 5 Schnell 19 Janish 14 Mutsch 2 Philipps 18 Gerson 9 Da Mota 7 Bensi 13 Joachim Arbitro: SKOMINA (Slovenia) Tv: ore 20.45 Raiuno Internet: www.corriere.it professor Castellacci aveva confermato i problemi muscolari ai flessori e agli adduttori di Mario, escludendo però qualsiasi forma di pubalgia. Prandelli è stato più diretto: «Balo sta benissimo, è solo affaticato per il lavoro perché non ne ha mai fatto così tanto. Lo vedrete in forma straordinaria». In difesa, spazio alla coppia milanista Abate-De Sciglio sulle fasce; in mezzo all’area giocherà Chiellini, ma c’è il dubbio Barzagli, alle prese con una forte tonsillite. Se lo juventino non ce la dovesse fare, pronto uno tra Paletta (favorito) e Bonucci. Intanto continua la mala sorte. Sirigu lunedì sera ha rimediato un colpo forte al costato ed è stato portato in ospedale. Si temeva una frattura, invece la diagnosi è una forte contusione con edema all’11ª costola destra. «Dovrà stare fermo qualche giorno», ha spiegato il prof. Castellacci. E per poco Prandelli non ha rischiato di rimanere con il solo Buffon per l’amichevole con i Lussemburgo: Perin, in uno scontro con Cerci, è rimasto a terra un paio di minuti. Niente di serio. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Sport 41 italia: 51575551575557 # Serie B: avanzano un Bari travolgente e il Modena Partiti i playoff di B. Sono Bari e Modena le due squadre che hanno superato il preliminare e passano alle semifinali. Il Bari, che fino a un mese fa era sull’orlo del fallimento e che ha compiuto una rimonta prodigiosa, è andato a vincere a Crotone: 3-0, con la rete di Galano (28’ p.t.) che ha fatto la differenza, prima delle due reti nel recupero di Joao Silva (46’ s.t.) e Sciaudone (50’ s.t.). Se avesse pareggiato, il Bari sarebbe stato eliminato, essendosi piazzato peggio del Crotone nella stagione regolare. Il Modena (al quale sarebbe bastato anche il pareggio) ha battuto e messo fuori lo Spezia, grazie ad un gol di Signori all’11’ della ripresa. Domenica sono in programma le due semifinali di andata: Bari-Cesena e ModenaLatina. Ritorno mercoledì 11. Le finali per un posto in serie A, insieme con Palermo ed Empoli, già promossi, sono in programma il 15 e il 18 giugno. Dopodomani, si gioca Novara-Varese, andata del playout per evitare la retrocessione in Lega Pro. Venerdì 13 il ritorno a Varese. Lo scandalo 2022 Il presidente Uefa: «Tutto a mia insaputa» La foto ufficiale Gli azzurri in posa per la foto ufficiale. Da sinistra, in piedi: Marco Parolo, 29 anni (Parma), Leonardo Bonucci, 27 (Juventus), Thiago Motta, 31 (Paris St. Germain), Mario Balotelli, 23 (Milan), Giorgio Chiellini,29 (Juventus), Andrea Barzagli, 33 (Juventus), Gabriel Paletta, 28 (Parma), Matteo Darmian, 24 (Torino) e Andrea Ranocchia, 26 (Inter), con il numero 24, aggregato in Brasile al gruppo dei 23 convocati; al centro: Ignazio Abate, 27 (Milan), Alessio Cerci, 26 (Torino), Claudio Marchisio, 28 (Juventus), il presidente federale Giancarlo Abete, 63, il commissario tecnico Cesare Prandelli, 56, il vicepresidente federale e responsabile del Club Italia Demetrio Albertini, 42, Andrea Pirlo, 35 (Juventus), Daniele De Rossi, 30 (Roma) e Antonio Candreva, 27 (Lazio); seduti: Mattia De Sciglio, 21 (Milan), Marco Verratti, 21 (Paris St. Germain), Antonio Cassano, 31 (Parma), Salvatore Sirigu, 27 (Paris St. Germain), Gianluigi Buffon, 36 (Juventus), Mattia Perin, 21 (Genoa), Ciro Immobile, 24 (Torino), Lorenzo Insigne, 23 (Napoli) e Alberto Aquilani, 29 (Fiorentina). Sotto, la squadra in divisa (Ansa, LaPresse) Qatar, Platini e Sarkozy così la Francia appoggiò il Mondiale degli emiri Nuove indiscrezioni, Londra si arrabbia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Gli inglesi non mollano la presa e alzano il tiro. Proprio non digeriscono (e hanno perfettamente ragione) che i Mondiali di calcio del 2022 siano finiti sulle dune del ricchissimo Qatar grazie a una capillare distribuzione di tangenti. Ne hanno le prove. Adesso si tratta di capire chi, oltre ai pesci piccoli, abbia lavorato ai piani alti per dirottare l’evento nell’emirato. Il nome che il Daily Telegraph ha sparato ieri in prima pagina è quello di Michel Platini che è il numero uno dell’Uefa. Intendiamoci e sgomberiamo subito il campo da possibili equivoci: monsieur Platini è pulito-pulito, soldi non ne ha presi. Però, sostiene il Daily Telegraph, la voce dei conservatori, che l’ex Pallone d’oro un ruolo l’ha avu- to. E naturalmente tutto a favore del Qatar. È una tesi che Platini respinge, ma i documenti cantano e rivelano che le manovre per assegnare i Mondiali del 2022 hanno avuto, come del resto sempre avviene, una forte impronta politica più che sportiva. In buona sostanza: la Francia ha spinto per regalare l’evento proprio al Qatar ed è stata compartecipe nel network di nazioni che per motivi extracalcistici (petrolio e gas, poi tangenti) hanno parteggiato per la soluzione araba. Agli atti ecco una sequenza di incontri fra pezzi da novanta. Michel Platini, rivela il Daily Telegraph, ha visto più volte Bin Hammam, il burattinaio che ha consegnato 5 milioni di dollari in bustarelle. «L’avrò incrociato fra le 30 e le 50 volte», ammette il presidente Uefa, ma semplice- mente perché era uno dei vicepresidenti della Fifa, ragioni di lavoro. Ed è scontato. Ma, insiste il quotidiano londinese, c’è qualcosa che non quadra. Solleva sospetti una circostanza: il 28 novembre del 2010 Platini è a Parigi per una colazione con Bin Hammam. «È vero, insisteva per la mia candidatura alla presidenza Fifa contro Blatter», spiega «le Roi». Manovre per le poltrone del calcio mondiale e niente di più. Solo che, racconta il Daily Telegraph, dopo il cappuccino del mattino, lo stesso Platini vola a sera all’Eliseo, dal presidente di allora Nicolas Sarkozy. E nel palazzo presidenziale («con mia enorme sorpresa») assieme a Sarkozy chi c’è? Coincidenza vuole che il meeting sia allargato («a mia insaputa», puntualizza Platini) a uno dei figli dell’emiro del Qa- Vertici Da sinistra il presidente della Fifa Joseph Blatter, 78 anni, con il presidente della Uefa Michel Platini, 58 (Ipp) tar, nonché primo ministro Jassim Jaber Al Thani (nel 2013 sarà sostituito). Autunno 2010, siamo alla vigilia del voto per l’assegnazione dei Mondiali. Tutto casuale? Sul piatto ci sono e ci saranno alcune faccende, apparentemente slegate. Primo: l’acquisizione della squadra per cui tifa il presidente Sarkozy (il Paris St. Germain) da parte della Qatar Sports Investment. Secondo: i Mondiali del 2022 in Qatar. Terzo e in prospettiva: l’assunzione del figlio di Platini, Laurent, in una società dello Stato del Qatar che si occupa di sport, la Burrda fondata in Svizzera, ma con quartiere generale a Doha. Monsieur Platini giura che quella fu una cena di puro piacere: «Nessuno mi chiese di votare per il Qatar. Sapevano che ero indipendente». Fatto sta che qualche settimana dopo il Qatar ottiene i Mondiali (2 dicembre 2010), il Qatar compera il Psg tanto caro a Sarkozy (maggio 2011) e, alla fine, il giovane Laurent Platini va a libro paga della Burrda del Qatar. Morale, secondo gli inglesi: la Francia (con il suo ex presidente Sarkozy in testa) ha tramato a favore del Qatar. Unendosi ai delegati di altri Paesi, comperati invece o col contante di Bin Hammam o con la promessa di generosi contratti di fornitura petrolio e gas (vedi Thailandia). Le Roi si difende con classe, come sempre. Ma Londra, che chiede una nuova votazione, gli ha servito un piatto pieno di veleno. Lo scandalo è cosa seria. Ed è affare di Stati. Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Report di Federbet scienza. «Diego Della Valle, durante Calciopoli, aveva riproposto uno slogan che diceva sempre suo nonno: male non fare, paura non avere. Alla Fiorentina abbiamo anche indossato una maglietta con quella frase, che ancora tengo bene a mente. Ho fatto una scelta senza fare male a nessuno». Prandelli ce l’ha anche con chi ha strumentalizzato l’esclusione di Rossi: «Le bugie sono una forma di violenza». Ma non c’è stata solo la reazione dell’americanino a turbare il c.t. Anche le mosse di Mattia Destro non sono piaciute. Ma Pepito lo ha colpito al cuore, il gran rifiuto del romanista non lo ha sorpreso. Forse l’aveva persino messo in preventivo. «Anche con Destro sono stato molto chiaro. Gli ho spiegato che non mi servivano tre punte centrali e gli ho chiesto la disponibilità a venire in Brasile come Responsabilità «Contro l’Irlanda non ho visto ciò che volevo vedere e ho fatto una scelta di responsabilità» riserva. Lui mi ha risposto: ci penso. Il giorno dopo l’ho incontrato con Gabriele Pin e gli ho comunicato la decisione, chiedendogli: hai qualcosa da dire? Lui mi ha detto di no. Allora ho replicato: lasciami la mail che ti invio il programma di lavoro perché devi essere disponibile sino alla vigilia della prima partita (per la cronaca tutti gli esclusi hanno ricevuto i compiti da fare a casa ndr). Questo va bene, mi ha risposto». Destro è stato il solo a mostrarsi riottoso davanti all’idea di volare a Mangaratiba come riserva. «Non ho parlato solo con sette giocatori, ma con otto o nove e tre adesso sono qui». Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Scommesse, undici partite sotto osservazione Ombre su Catania-Atalanta Dubbi Capuano e Kone durante CataniaAtalanta del 18 maggio scorso, gara con flussi di scommesse anomali (LaPresse) Il fenomeno calcioscommesse non si ferma, anzi. Dal report sulla stagione appena terminata presentato ieri al Parlamento Ue da Federbet, l’associazione degli operatori di settore, emergono nuove combine a livello europeo, 110 conclamate e 460 sospette. Undici solo in Italia, unico grande polo calcistico con un’ombra sulla massima serie, cioè su Catania-Atalanta 2-1 dello scorso 18 maggio, l’ultima di campionato. Sulla vicenda, l’Atalanta è uscita con un comunicato per sottolineare come «già due settimane fa il club aveva ricevuto la medesima informazione da un professionista che si occupa di monitorare i flussi delle scommesse» e che «non appena ricevuta la segnalazione, anche nel rispetto del codice etico recentemente adottato, l’Atalanta ha tempestivamente informato la Procura Federale per il tramite della propria dirigenza e dell’Ufficio Legale». Nel report, poi, ci sono quattro partite di serie B (Cittadella-Empoli, Palermo-Crotone, Padova-Carpi e Crotone-Trapani) e altre cinque di Lega Pro (tre del Benevento e due della Paganese, ma nelle carte ci sono pure Frosinone, L’Aquila, Barletta, Viareggio e Prato). In più c’è anche il match numero 11, l’amichevole Levski-Lazio giocata il 25 maggio a Sofia per festeggiare il centenario del club bulgaro. Le indicazioni di Federbet aggiungono elementi ad un’indagine già in corso in Procura Figc sul fenomeno, oggi sarà aperto un fascicolo d’inchiesta anche sulle 10 più una partite sospette. Il tutto mentre la Procura di Cremona è sul punto di chiudere l’istruttoria con gli esiti dell’incidente probatorio condotto sui pc, cellulari e tablet dei vari indagati. Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Mercato Il Napoli annuncia tre innesti e insegue Mascherano. Allenatori: Stramaccioni firma domani per l’Udinese Oggi quarti a Parigi Il Milan di Superpippo fa la spesa al Psg arrivano Ménez e Alex La Juve continua a corteggiare Drogba Chi sale e chi scende Didier Drogba La Juventus continua a sondare l’attaccante ivoriano del Galatasaray, 36 anni: l’ostacolo più grosso è l’ingaggio Javier Mascherano Il Napoli insiste con il Barcellona per avere il difensore-centrocampista argentino, 29 anni, vecchio pallino di Rafa Benitez Seydou Keita Anche la Roma ha il suo Keita: è Seydou, 34 anni, ex Barcellona e Valencia. Da non confondere con Keita Baldé Diao, 19, della Lazio Il Milan di Pippo Inzaghi prende forma. Ieri Adriano Galliani ha messo a segno un doppio colpo con due giocatori svincolati del Paris St. Germain: in giornata con un blitz a Ibiza ha chiuso con l’attaccante esterno Jeremy Ménez, nel pomeriggio è sbarcato invece a Milano Kia Joorabchian, l’agente di Alex che questa mattina concluderà il passaggio in rossonero del difensore centrale brasiliano. L’accelerata alle trattative è arrivata dopo il summit di Arcore di sabato sera quando Superpippo ha convinto il presidente Berlusconi con le sue idee di calcio. Così ieri mattina sono partiti alla volta delle Baleari con un volo privato l’ad per l’area sportiva milanista, il neo tecnico e Lorenzo Cantamessa, figlio di Leandro, il legale che segue gli affari rossoneri (tra cui la risoluzione di contratto di Seedorf: «Il suo esonero? In Italia il calcio è politica, devo decidere se restare o andare via» ha detto De Jong). I tre hanno pranzato a Ibiza con Ménez, la punta che nei mesi scorsi era stata corteggiata anche dalla Juventus. Il francese 27enne, che ha già militato in serie A (tre anni nella Roma) ha trovato l’accordo per un contratto triennale con il Milan (a 3 milioni annui). Il suo innesto blocca al momento la prosecuzione dei colloqui con il Qpr per Taarabt, per il quale non è stato esercitato dal Milan il diritto di riscatto a 7 milioni e 300 mila euro in scadenza il 31 maggio. Chissà se l’argomento tornerà d’attualità questa mattina quando Kia Joorabchian farà visita a Galliani per definire il passaggio di Alex, 32 anni, fortemente sponsorizzato da Ancelotti e cercato anche nelle ultime ore dal Tottenham (al centrale del Psg verrà proposto un accordo biennale). Il suo acquisto non esclude però la trattativa per Rami con il Valencia, con cui parlerà nelle prossime ore Ernesto Bronzetti. Per restare agli affari milanesi, sfuma per l’Inter Guilherme Siqueira, che dopo la stagione in prestito al Benfica viene ceduto dal Granada all’Atletico Madrid per 10 milioni (curiosità: Simeone vorrebbe portare al Calderòn Esteban Cambiasso, determinato a giocare ancora per una stagione). Ieri Stramaccioni ha trovato con i nerazzurri l’intesa per rescindere il contratto: entro domani dovrebbe arrivare la firma con l’Udinese. La Juve continua a lavorare su più fronti. Per l’attacco crescono le chance di arrivare a Morata mentre l’altro nome forte nella trattativa con i campioni d’Europa è il brasiliano Marcelo. I bianconeri non mollano la pista Drogba e stasera, con il ds Paratici, saranno ad Amsterdam per seguire, in Olanda-Galles, Daryl Janmaat. De Laurentiis assicura: «Faremo tre innesti». Uno dovrebbe essere a centrocampo e i candidati sono Mascherano («A 40 milioni no; se rompe con il Barça, ne parliamo»), Sandro (offerti 10 milioni al Tottenham) e Gonalons. Fronte Lazio. Il presidente Lotito blinda Candreva («Non è mai stato in discussione») e assicura: «Entro la metà di giugno troveremo la soluzione per la panchina». Edy Reja resta fiducioso: «Ci sono possibilità concrete che resti». In caso di addio, pronto Simone Inzaghi. Di Francesco, intanto, prolunga con il Sassuolo fino al In azione Sara Errani, 27 anni, numero 11 (Ap) Cuore, abitudini e cerchio magico Le strade di Sara sono infinite DALLA NOSTRA INVIATA Verso il Milan Jeremy Ménez, 27 anni, e alle sue spalle Alex, 31, in partenza dal Psg (Afp) Successo Casa Milan, 3 mila visite in una settimana MILANO — (m. col.) Come il Duomo e il Cenacolo vinciano? Casa Milan si candida a diventare polo d’attrazione per i turisti milanesi: nella prima settimana di apertura al pubblico, la nuova sede rossonera, con il museo Mondo Milan, lo store, il bar e il ristorante Cucina Milanello, ha ospitato circa tremila visitatori. Un successo: negli ultimi giorni si sono registrati gli ingressi degli iscritti a diversi Milan Club, di cui uno giunto a Milano in pullman dalla Germania. Il record di afflusso si è toccato nel weekend, tutto consacrato alle entrate delle famiglie. Ieri anche Adil Rami si è fatto un selfie, in mezzo ai curiosi nella Sala dei trofei, accanto alla Champions League in versione maxi: il difensore ha portato con sé alcuni amici dalla Francia. 2016. Primo acquisto per la Roma: arriva dal Valencia a parametro zero il centrocampista ex Barcellona, Seydou Keita (contratto di un anno con opzione per il secondo). Il Psg, incurante del fair play finanziario è pronto a strappare al Chelsea Eden Hazard con un’offerta da capogiro: 75 milioni alla squadra di Mourinho e 15 a stagione per cinque anni al trequartista belga. Chissà che cosa ne pensa Michel Platini. Filippo Bonsignore Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket Milano passa per la settima volta su 7 a Sassari complicandosi però la vita: avanti due volte di 15 rischia ancora il k.o. L’EA7 torna a vincere facendo una fatica supplementare Milano deve vincere per 3 volte la stessa partita, prima di espugnare per la settima volta consecutiva Sassari (7683) dopo un tempo supplementare. Balla, balla, ballerina l’ultima palla da 3 punti scagliata da Alessandro Gentile, si impenna e ricade nel cesto: la fortuna che premia il coraggio del toro che non ha mai rifiutato (a differenza di altri) l’assalto. Mancavano 33 secondi al termine dell’overtime, e Milano si portava sul 2-1, riprendendosi anche il vantaggio dell’eventuale bella in casa. In una partita in cui a tratti aveva dimostrato la lettura perfetta, togliendo alle temibili guardie sarde i primi 5-8 secondi di ogni azione, rendendo vita durissima ai vari Marques Green(solo 2 punti), Travis (5) e Drake Diener (17 punti, ma con un fallimentare 1/7 da 3). Salvo, periodicamente complicarsi da sola la vita. Dodici minuti. Per dire tutto, quello che è, e che non Semifinali Così ieri Sassari-Milano 76-83 d1ts (1-2 nella serie) Prossime gare: domani (a Sassari), 7 (a Milano), ev. 9 (a Sassari), ev. 11/6 (a Milano) Così oggi ore 20.30 Roma-Siena (0-2 nella serie) Tv: diretta RaiSport1 Prossime gare: 6 (a Roma), ev. 8 (a Siena), ev. 10 (a Roma), ev. 12/6 (a Siena) sempre Milano riesce a essere. L’Armani apre bene gli angoli del campo e allarga gli spazi, faticosi da correre per i brevilinei sardi, e quando la Dinamo dilata la sua difesa c’è spazio per Samuels in area, mentre Gentile (25 punti per lui alla fine con 6/9 da 2, 2/3 da 3, 4/5 ai liberi e ben 9 rimbalzi) ha tutto di più di tutti gli avversari, che gliene avanza anche per qualche assist ai compagni, e poi c’è Hackett che ha la partita negli occhi e tiene in controllo tutta la squadra. Do- dici minuti. Impiega Milano a doppiare Sassari (15-30), e dimostrare la reale differenza tra le due squadre. Poi la solita storia. La solita mela del peccato originale. Il nodo gordiano che si aggroviglia, due volte palla persa per A canestro Keith Langford, 16 punti, nel cuore della difesa di Sassari (LaPresse) 24’’, tutto l’attacco inceppato, per 4’ Milano non segna più, subisce: due siluri consecutivi da Jack De Vecchi (e non chiedeteci il marcatore), e un parziale di 12-0 (27-30 al 16’). Tutto, o quasi, da rifare. La coincidenza (sfortunata o funesta?) è l’ingresso di Keith Langford. In verità molto aiutano, nell’ingarbugliare la matassa del gioco, le palle perse da Jerrells in una crisi ormai più che latente. Bastano altri due minuti, i primi della ripresa per riprendere 15 di vantaggio (34-49 al 22’): a Milano basta rimettere in campo il quintetto (Hackett, Moss, Gentile, Melli e Samuels). Gli avvicendamenti dell’ultimo periodo ripropongono il grippaggio: la EA7 non segna per 5’20’’, subisce un parziale di 21-9, e la Dinamo impatta la gara (69-69). Prima che il supplementare ristabilisca un barlume di logica. Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA PARIGI — Digitate «Sara Errani» su google. La terza voce che il motore di ricerca vi proporrà, in automatico, dopo la tassa da pagare a twitter e facebook, è «fidanzato». Non c’è. «Mai stata innamorata in vita mia» ammette lei. Poi provate a cercare una foto di Sara con i capelli sciolti. Non esiste, nemmeno da ragazzina: li portava cortissimi. «È che li ho ricci e non mi piacciono. Preferisco legarli. Sempre». Sempre è la chiave. La ripetizione dell’abitudine dentro cui si è accoccolata come coazione a vincere. Senza cambiamenti (no, nemmeno il fidanzato), varianti, infiltrazioni che potrebbero perturbare l’ambiente rarefatto dentro cui vive e, guai, incrinare la bolla. Sara Errani, la scalatrice di 27 anni che oggi parte per l’ennesima cordata in alta montagna sulle pendici della tedesca Andrea Petkovic (lei 1,64, l’altra 1,80),è una donna in missione. Vigilia I risultati dei quarti di finale tranquilla mentre Sharapova portava Quarti di finale a casa la ghirba Uomini ancora una volta in Djokovic (Ser, n. 2) tre set, e ancora b. Raonic (Can, n. 8) una volta in 7-5, 7-6, 6-4; rimonta, Gulbis (Let, n. 18) b. assicurandosi la Berdych (Cec, n. 6) semifinale nobile 6-3, 6-2, 6-4 contro la sua Donne nemesi più giovane Sharapova (Rus, n. e bella, la canadese 7) b. Muguruza Eugenie Bouchard: (Spa) 1-6, 7-5, un doppio veloce 6-1; Bouchard (Can, in coppia con n. 18) b. Suarez Roberta Vinci (6-0 Navarro (Spa, n.14) 6-1 alle australiane 7-6, 2-6, 7-5 Barty e Dellacqua: Oggi nei quarti ora sono in Errani (Ita, n. 10) c. semifinale), solita Petkovic (Ger, n. cena nel solito 28), Kuznetsova ristorante dietro gli (Rus, n. 27) c. Halep Champs Elysées, (Rom, n. 4), Monfils dove (se il (Fra, n. 23) c. proprietario è stato Murray (Gbr, n. 7), così gentile da Nadal (Spa, n. 1) c. riservare al gruppo Ferrer (Spa, n. 5) azzurro il solito Così in tv tavolo), i ore 14: Eurosport, commensali RaiSport1 (fratello, amica, coach, coach dell’amica...) si sono seduti nei soliti posti. Scaramanzia, dite? Consuetudine, piace pensare a lei, la ragazza che ha cenato con la felpa del cappuccio tirata sugli occhi, sufficientemente metodica da non gradire variabili impazzite. Molto, oggi, nel terzo quarto di finale a Parigi consecutivo che Saretta si regala issandosi su nuove e inesplorate vette, dipenderà dal suo stato di salute. La forma è okay, quella c’è. E poiché la mente comanda il corpo, e il cuore di Sara illumina la strada a tutta la combriccola, è importante che il muscolo batta regolare senza sussulti, che il respiro entri ed esca dalle narici a intervalli regolari, che le fibre ricevano istruzioni semplici e chiare, da eseguire in scioltezza. A differenza dell’ottavo con la Jankovic il match con la Pektovic (ex n. 9 sprofondata al n. 27) lo vince, o lo perde, Sara Errani da Massa Lombarda, figlia di Giorgio e Fulvia, fedele a se stessa nei secoli dei secoli. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Al termine di una vita intensa, sereno e con la dignità di sempre, ieri è mancato Lorenzo Buccellati imprenditore gentiluomo, erede della tradizione dellazienda Mario Buccellati.- Uomo di animo sensibile, brillante intelligenza e grande generosità, lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto il ricordo della sua straordinaria ironia.- Si ringraziano il dottor Galetti, i medici del Policlinico, il dottor Negri, Cosimo, Medicasa e le care Filomena, Rosi e Cristina per limpegno di tanti anni e la loro grande disponibilità.- Il funerale sarà celebrato giovedì 5 alle ore 11 nella Basilica di San Babila.- Si prega non inviare fiori ma offerte alla Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico.- La famiglia. - Milano, 4 giugno 2014. Partecipano al lutto: Rosy Paganessi Granati. Lisa Eccher dallEco. Pietro Vera Emanuela Francesca Basso Petrino. Etta e Nino Verdirame. Giuseppe e Dania Barranco di Valdivieso. Lia Nino Cusumano. Cristina Pippo Lamattina. Lorenzo dopo un lungo straordinario percorso insieme di vita lavoro amore hai abbandonato sereno la tua mano nella mia.- Ti chiudo stretto nel mio cuore per sempre con una carezza infinita.- Claudia. - Milano, 4 giugno 2014. Sarai sempre nei nostri cuori, grazie per tutto quello che ci hai insegnato, sei stato il nostro meraviglioso papà Un ultimo abbraccio dai tuoi ragazzi.- Aldo, Luca e Paola. - Milano, 3 giugno 2014. Partecipano al lutto: Mario e Edda Lucchetti. Raffaella e Paolo Lucchetti. Fortunato Commisso. I nipoti Edoardo, Matteo, Carolina, Giuseppe e Laura ti abbracciano forte, ciao nonno Lorenzo Manuel Rossella Matteo Umberto e Federica abbracciano forte Claudia e sono vicini a tutta la famiglia Buccellati ricordando con grandissimo affetto Lorenzo - Milano, 3 giugno 2014. Elisabetta Cicigoi con Elettra, profondamente commossa, è vicina a Claudia per la scomparsa del marito Lorenzo Buccellati la cui straordinaria vivacità intellettuale verrà sempre ricordata. - Milano, 3 giugno 2014. Carla Patrini con tanta tristezza abbraccia Claudia nel ricordo del suo adorato Lorenzo - Lodi, 4 giugno 2014. Bruna, Silvia e Giannino sono affettuosamente vicini alla famiglia nel ricordo di Lorenzo Buccellati - Milano, 3 giugno 2014. Lorenzo Buccellati Elena ed Alvaro Corrù sentitamente partecipano al lutto della famiglia. - Lodi, 4 giugno 2014. Claudia, amica di sempre, ti sono tanto vicina per la perdita di Lorenzo Enza Cillario. - Milano, 3 giugno 2014. Giovina, Laura e Monica si stringono con affetto a Claudia e famiglia per la perdita del caro Lorenzo Buccellati - Milano, 4 giugno 2014. Gianni e Marialuisa profondamente addolorati si stringono con tanto affetto a Claudia nel ricordo indelebile del caro Lorenzo - Milano, 3 giugno 2014. Paola e Guido ricordano - Milano, 3 giugno 2014. Titti abbraccia i figli Aldo, Luca e Paola e si stringe a Claudia per la perdita di Lorenzo Buccellati - Milano, 3 giugno 2014. Giorgio, Marilyn e Federico ricordano con commosso affetto il carissimo Lorenzo che ci è sempre stato fonte di gioia con la sua grande generosità e immenso calore fraterno, e sono vicini di gran cuore a Claudia che lo ha immancabilmente sostenuto con profondo amore. - Milano, 3 giugno 2014. Chiara e i figli Lorenzo e Benedetta ricordano con affetto lo zio Lorenzo e sono vicini a Claudia, Aldo, Luca e Paola nel dolore e nella preghiera. - Milano, 3 giugno 2014. Sergio e Claudia partecipano commossi al triste momento di Claudia per la scomparsa del suo Lorenzo I colleghi reggenti della sede di Milano di Banca dItalia partecipano commossi al dolore della dottoressa Claudia Granati Buccellati per la scomparsa del marito Lorenzo gentiluomo amabile e spiritoso abbracciando Claudia con vero affetto e amicizia. - Milano, 3 giugno 2014. Partecipano al lutto: Alfredo e Barbara Romano. Ariella Antimi Clari. Cesare Colombo e Natalie. Roberto e Laura Colombo. Renato e Anna Massari. Ugo e Fiorina Scanferla. Bruno Scanferla e Margherita. Antonio Fenaroli. Edoardo e Bruna Signorini. Il Consiglio di Amministrazione di Buccellati Holding Italia SpA, i dipendenti e tutti i collaboratori del gruppo Buccellati desiderano esprimere a Luca e ai suoi familiari il più profondo cordoglio per la scomparsa di Lorenzo Buccellati e sono affettuosamente vicini al dolore di tutta la sua famiglia. - Milano, 3 giugno 2014. I condomini e lamministratore di via Serbelloni 8 Milano partecipano commossi al dolore dei familiari per la scomparsa del Dott. Lorenzo Buccellati - Milano, 3 giugno 2014. Carissimo Beppe piangiamo un vero amico.- Elisa Guia e Nickou. - Milano, 3 giugno 2014. Francesco con Thea e figli abbraccia con profondo dolore Marina, Rocco, Antonio, Piero ed Erika per la scomparsa del caro amico Beppe - Milano, 3 giugno 2014. Partecipa al lutto: Gloria Ingegnoli. Cesare, Monica e Alberto Franchini sono vicini alla famiglia, per la perdita dellamico Beppe - Milano, 4 giugno 2014. Troppo presto abbiamo perso un amico Beppe Ricordandolo con affetto abbracciamo Marina e tutta la famiglia.- Margherita e John con Simona e Stefania. - Milano, 3 giugno 2014. Filippo, Nicolò e Francesca Villa si stringono con grande affetto alla famiglia Colucci per la perdita del caro amico Beppe - Milano, 4 giugno 2014. Da Francesco e Ginevra un grandissimo abbraccio alla famiglia di Beppe con un pensiero speciale e tanto affetto a Marina e a Rocco. - Milano, 2 giugno 2014. Maurizio e Isabella Traglio si uniscono al dolore di Marina e della famiglia per la prematura perdita di Beppe che ricordano con affetto. - Milano, 3 giugno 2014. Paolo e Cristiana, con Arnaldo e Giovanni, commossi e addolorati per la perdita del caro Beppe abbracciano con affetto Marina, Rocco, Piero, Antonio ed Erica. - Lugano, 3 giugno 2014. La famiglia Albertini è vicina con affetto a Marina e a Rocco nel dolore per la perdita di Lorenzo Buccellati Beppe - Milano, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Maria Cristina, la mamma Mara e la zia Elva sono vicine a Luca, Aldo e Paola per la scomparsa delladorato papà Angelo, Patrizia, Sebastiano e Giulia partecipano commossi al grande dolore di Marina, Rocco, Antonio, Piero ed Erika per la scomparsa del caro amico Lorenzo Beppe Ferruccio de Bortoli è vicino a Beppe e alla famiglia e partecipa al dolore per la scomparsa di Maria Luisa De Rita - Milano, 3 giugno 2014. Dario Di Vico partecipa commosso al dolore di Giuseppe e della famiglia per la scomparsa della cara Maria Luisa De Rita - Milano, 3 giugno 2014. Dino e Graziella Basili abbracciano Peppe nel ricordo affettuoso di Maria Luisa - Roma, 3 giugno 2014. Chiara e Cesare Vaciago sono vicini al Dottor Giuseppe De Rita per la scomparsa di Maria Luisa - Milano, 3 giugno 2014. Paolo e Gemma Baratta si stringono affettuosamente a Giuseppe nel dolore per la scomparsa di Maria Luisa De Rita - Roma, 3 giugno 2014. Francesco e Maria Cecilia Merloni si stringono con affetto al caro amico Giuseppe ed ai figli per la perdita della cara Maria Luisa Bari Maria Luisa De Rita Carla e Giannantonio abbracciano forte Claudia che ha perso il suo adorato Lorenzo insostituibile carissimo amico di cui sempre ricorderanno lumorismo sottile e la grande umanità. - Milano, 3 giugno 2014. moglie e madre di grande tenerezza. - Roma, 4 giugno 2014. Cara Claudia ti abbracciamo con tanto affetto nel ricordo di Maria Luisa De Rita Maria Luisa Bari una donna straordinaria per la freschezza intellettuale; una moglie che ha esaltato il sodalizio matrimoniale con la sua spiccata personalità, una madre esemplare nel promuovere interessi, passione, vocazione in ciascun figliolo.- Unamica carissima che nel mezzo secolo del nostro intenso affiatamento familiare abbiamo sempre ammirato per la sua incessante vitalità e per la sua forte coerenza valoriale.- La tua anima bella ora dimora nel Cielo e da lassù continua ad illuminarci! - Padova, 4 giugno 2014. Cesare De Michelis è affettuosamente vicino a Giuseppe De Rita che sia pure in solitudine continuerà il suo splendido dialogo damore con Maria Luisa - Venezia, 3 giugno 2014. Lorenzo Marisa e Roberto De Luca. - Vazzola, 3 giugno 2014. Lele con i figli e i nipoti abbraccia Claudia con infinito affetto e piange con lei il suo indimenticabile Lorenzo - Santa Margherita Ligure, 3 giugno 2014. Carla Klinghofer abbraccia con tristezza infinita e grandissimo affetto Claudia nel ricordo di Lorenzo amico caro e stimatissimo. - Milano, 3 giugno 2014. Nives Antonini con Sergio, Carlo e Kiki è vicino a Claudia e Luca nel ricordo del caro amico Lorenzo - Milano, 3 giugno 2014. - Milano, 4 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. per anni stimato Presidente e alta figura di riferimento per lintero settore.- Abbraccia con affetto la signora Claudia, il figlio Luca e la famiglia tutta. - Milano, 3 giugno 2014. Partecipa al lutto: Giovanni Bottari. Il Consolato Generale Onorario di Panama annuncia la scomparsa del Console Dott. Lorenzo Buccellati Caballero de la Orden Vasco Núñez de Balboa, insigne figura che ha rappresentato Panama dal 1954. - Milano, 3 giugno 2014. Gilda Giuffrida ricorderà Lorenzo Buccellati sempre con affetto: un uomo buono, assolutamente speciale, un vero signore daltri tempi, che sapeva sorridere e sorrideva ironicamente anche lui alla vita.- Un forte abbraccio a Claudia in questo drammatico momento. - Milano, 3 giugno 2014. Gilda Giuffrida, Angelo Dubini, Gaia Bragadin con la famiglia e tutta lagenzia Giuffrida-Bragadin sono vicini alla Dottoressa Claudia Buccellati per la scomparsa del marito Lorenzo Buccellati Lorenzo Buccellati - Milano, 3 giugno 2014. Cara Claudia, le persone speciali come Lorenzo non muoiono mai.- I tuoi amici Emilio e Paola Randacio ti abbracciano forte forte in questo momento di dolore. - Milano, 3 giugno 2014. Partecipa al lutto: PaFu. Lorenzo Buccellati Cesare, Monica e Alberto Franchini sono vicini a Luca e famiglia, in questo triste momento. - Milano, 4 giugno 2014. Marialuisa LAssociazione Orafa Lombarda ricorda con gratitudine ed affetto Dott. Lorenzo Buccellati Titty Verderi, profondamente commossa e addolorata, si stringe con tutto laffetto possibile e con sincera partecipazione al dolore di Claudia per la dolorosa scomparsa di Annarosa e Alberto Valentini, insieme ai figli Sabina, Claudia, Guidoalberto, Lucilla e Matteo, si stringono con un grande affettuoso abbraccio a Beppe De Rita e ai suoi figli per limprovvisa perdita della moglie e mamma Camilla Beria di Argentine con Tommaso ricorda con commozione giornate luminose di un tempo che non è più ed è vicina con profondo affetto a Beppe e a tutti i De Rita per la perdita di ed è vicino a Claudia e a tutti i familiari Buccellati. - Milano, 3 giugno 2014. Gaetano Galeone partecipa profondamente commosso alla scomparsa del Maria Luisa nel ricordo dellantica cinquantennale amicizia. - Roma, 3 giugno 2014. Lorenzo Buccellati - Milano, 3 giugno 2014. Caro Lorenzo Buccellati ti saluto con stima e affetto, ricordando il tuo carisma e la tua grande umanità.- Un forte abbraccio a tua moglie Claudia.- Gaia Bragadin. - Milano, 3 giugno 2014. Marco Reggiori, Cristina Moretti e tutto lo Studio Reggiori e Associati sono vicini a Luca ed alla Dottoressa Claudia in questo triste momento per la perdita del caro Lorenzo e lo ricordano nelle proprie preghiere. - Varese, 3 giugno 2014. Lassociazione "Amici di Via della Spiga" si unisce al dolore della signora Claudia per la perdita del caro Lorenzo Buccellati - Milano, 4 giugno 2014. Carlo e Giulia Puri Negri con Talitha, Margherita, Olivia, Tadzio e Penelope sono vicini con affetto a Marina e Rocco per la scomparsa di Giuseppe Colucci - Milano, 3 giugno 2014. Margherita abbraccia con infinito affetto Rocco per la scomparsa del suo papà Giuseppe Colucci - Washington, 3 giugno 2014. Massimo, Annalisa e Filippo Vitta Zelman abbracciano Marina e Rocco nel dolore per la scomparsa del caro amico Beppe Colucci - Milano, 3 giugno 2014. Piero Gianmaria Allegra e Fausta stringono con forza Rocco in questo doloroso momento per la perdita del papà Beppe Colucci - Milano, 3 giugno 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Luciana Talpati ved. Luzi Lo annunciano: i figli, i nipoti, le nuore, i parenti tutti.- I funerali si svolgeranno a Milano giovedì 5 giugno 2014 ore 9 nella chiesa del Preziosissimo Sangue in corso XXII Marzo 50, Milano.- La salma sarà tumulata nel cimitero di Camerino il pomeriggio dello stesso giorno. - Milano, 3 giugno 2014. I soci del Rotary Club Milano Porta Venezia partecipano con affetto al grave lutto che ha colpito lamico Livio Luzi per la morte della mamma - Milano, 3 giugno 2014. Ilaria Toesca riposa in pace.- Lo annunciano i figli Pietro e Giovanna Bertelli con la nuora Maria, la nipote Elena, la cognata Paola Bertelli.- Le esequie avranno luogo a Roma nella Basilica di SantAlessio il 4 giugno alle 10.30. - Roma, 3 giugno 2014. Cara Ilaria con la profondità e le novità dei tuoi studi, la tua rettitudine, lamore e gli affetti che hai suscitato lasci un ricordo imperituro.- Carlo Bertelli. - Roma, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Il Presidente, i Consiglieri e il personale tutto del CNEL porgono le più sentite condoglianze al Presidente De Rita in questo momento di profondo dolore per la scomparsa dellamata consorte La Fondazione Cologni dei Mestieri dArte insieme a tutti i suoi collaboratori partecipa al grave lutto della famiglia per la scomparsa di Beppe Colucci Maria Luisa Bari De Rita Sergia e Angelo Ferro si stringono con tanto affetto a Beppe e alla splendida numerosa famiglia nel dolore per la scomparsa di partecipano commossi al dolore della famiglia, ricordandolo sempre come generoso amico. - Milano, 3 giugno 2014. Lorenzo Buccellati Maria Luisa Bari De Rita Maria Luisa De Rita Bari Beppe Beppe Colucci La Presidenza di R. E TE. Imprese Italia, a nome di Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, partecipa al dolore del Presidente della Fondazione R. E TE. Imprese Italia, Giuseppe De Rita, per la scomparsa della moglie Maria Luisa Lorenzo Buccellati La Presidente Daniela Gennaro Guadalupi, il Consiglio e le socie dellAssociazione Rosa Camuna si stringono con affetto al grande dolore della Vice Presidente Dottoressa Claudia Buccellati per la perdita del marito Maria Luisa Bari De Rita - Roma, 4 giugno 2014. Il Presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, il Consiglio Direttivo e i collaboratori dellUPA sono vicini con affetto a Giuseppe e Lorenzo De Rita per la scomparsa di e formulano preghiere di suffragio per la sua anima eletta. - Roma, 3 giugno 2014. alla Dottoressa Claudia, Luca, Paola, Aldo Buccellati.- Michela, Patrizia, Luca, Maurizio, Raffaella. - Milano, 3 giugno 2014. - Venezia, 3 giugno 2014. La Fondazione Roma Europea e il Segretario Generale Cesare San Mauro si stringono affettuosamente al loro Presidente Giuseppe De Rita per la scomparsa delladorata moglie - Roma, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Adele e Franco Cologni costernati dalla repentina scomparsa dellamico fraterno Maria Luisa De Rita Bari Angelo, Ovidio e Giancarlo Jacorossi e le loro famiglie partecipano con affetto al dolore del Professor Giuseppe De Rita e di tutti i familiari per la perdita della cara Roberto e Lella Tronchetti Provera si stringono forte a Marina e Rocco in questo momento di grande dolore per la scomparsa di vecchio caro amico. - Milano, 3 giugno 2014. Maria Luisa Bari De Rita - Roma, 3 giugno 2014. Marino Folin, Lucia Bartoli Valeri, Ignazio Musu, Francesco Sbetti e tutti gli amici di Venezia 2000 partecipano commossi al dolore di Giuseppe De Rita past president della fondazione per la perdita dellamatissima moglie - Roma, 3 giugno 2014. Il Decano, il Vice Decano ed il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia sono vicini con affetto a Claudia Buccellati per la scomparsa del caro ricordandone le sue doti umane e professionali in tanti anni di preziosa collaborazione come Console Generale Onorario di Panama. - Milano, 3 giugno 2014. LAssociazione Città Italiane RUR condivide il dolore del suo Presidente Giuseppe De Rita per la perdita della moglie Il Direttore e il personale della Fondazione R. E TE. Imprese Italia, si stringono attorno al loro Presidente, Giuseppe De Rita, per la perdita della carissima moglie Giorgio Granati partecipa al lutto di Paola, Aldo e Luca Buccellati per la scomparsa del padre Dott. Lorenzo Buccellati e condividono il grande dolore per la sua perdita con Giuseppe De Rita, i figli e i familiari tutti. - Roma, 3 giugno 2014. Gennaro Acquaviva abbraccia il suo amico di una vita Beppe De Rita e si unisce a quanti ricordano con affetto la sua grande moglie Ettore, Luca e Matilde Bernabei partecipano al dolore di Giuseppe De Rita per la scomparsa della moglie Ci uniamo nel dolore per la scomparsa del caro amato Franco Maria Montevecchi - Roma, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. - Lodi, 3 giugno 2014. Mila Bertinetti annuncia la scomparsa del marito Maria Luisa Bari De Rita ricordandone le grandi doti di madre e di affettuosa compagna di vita. - Fabriano, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Lorenzo Giuseppe e Betta Roma, con Giacomo e Ludovica ricordano il vigore, la creatività e le doti umane di Maria Luisa - Roma, 3 giugno 2014. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale partecipa al dolore del suo Vice Presidente Giuseppe De Rita e della famiglia per la perdita della consorte Maria Luisa De Rita - Milano, 3 giugno 2014. Il marito Giorgio e i figli Federico con Inna Martina e Virginia, e Alessandra con Paolo Manfredi e Niccolò ricordano con tanto amore Marisa Tagliana Veronese Partecipano al lutto: Liliana Greppi. Lucetta e Paolo con Arianna e Angelica. Marcello e Clara con Diana, Roberto ed Eugenio. Roberto e Germana Fumero. Franco - Milano, 3 giugno 2014. Mimma Allorio Arvedi con Carlo con Maddalena, Maria Allorio Soma sono vicini a Mila nel ricordo del caro e compianto Franco Maria Montevecchi - Milano, 3 giugno 2014. Pucci e Daniela, Franco e Vittoria, Bubi, Nicoletta abbracciano e si stringono a Mila con grande affetto per la scomparsa del cugino Franco - Milano, 3 giugno 2014. Paolo e Maria Laura Zuccala con Stefano si stringono a Mila nel grande dolore per la scomparsa del Alberto e Annarosa sono vicini, con affetto, a Giorgio, Federico e Alessandra per la perdita di Marisa e condividono il loro dolore. - Beaulieu, 3 giugno 2014. Partecipano al lutto: Livio ed Elena Cossutti. Emanuela e Sebastiano Tucati. Pupa con Raffaella Fabrizio e Massimiliano con le loro famiglie sono vicini a Giorgio Alessandra e Federico per la perdita della cara Marisa Partecipano al lutto: Chiara Beria di Argentine. Phinette Beria di Argentine. I cugini Carlo e Brunello Veronese con le loro famiglie, nella memoria dei tanti momenti vissuti insieme, abbracciano fraternamente Giorgio, Alessandra e Federico ricordando la cara Marisa - Milano, 3 giugno 2014. Con grande malinconia e tenerezza ricordo Marisa Fabrizio è affettuosamente vicino a Mila nel ricordo di Franco suo indimenticabile maestro. - Milano, 3 giugno 2014. Circondato dallaffetto dei suoi cari si è spento Dino Brunoldi di 71 anni.- Ne danno il triste annuncio la moglie Marisa, i figli Giulia, Luigi ed Edoardo con le rispettive famiglie, il fratello Giancarlo con Lucia, Carlotta e Costanza, il cognato Fernando con Maria, Barbara e Riccardo.- Il funerale avrà luogo mercoledì 4 giugno alle ore 11 partendo dalla camera mortuaria della casa di riposo Fratelli Carnevale di Gambolò per la chiesa interna ove sarà celebrata la Santa Messa esequiale indi al cimitero di Vigevano.- Si ringraziano tutti coloro che interverranno alla cerimonia.- Un ringraziamento particolare al personale medico, infermieristico e ausiliario della casa di riposo Fratelli Carnevale di Gambolò, un grazie di cuore al dottore Piero Carnevale Schianca e alla moglie Elena.Non fiori ma eventuali offerte allAssociazione La Fucina oppure a Gifra di corso Genova in Vigevano. - Vigevano, 4 giugno 2014. Lucia con Leon, Stefania con David e Giacomo, Daniela con Christian e Iason abbracciano con tanto affetto Marisa, Giulia, Luigi e Edoardo nel triste momento della scomparsa del loro caro marito e papà Dino Brunoldi Siamo vicini alla famiglia colpita nei suoi affetti più profondi in questo triste momento. - Ozzero, 3 giugno 2014. Cromm International Srl partecipa al dolore della famiglia Brunoldi per limmatura scomparsa del signor Dino Brunoldi - Vigevano, 3 giugno 2014. Marino e Franca sono vicini con affetto a Luca e famiglia per la scomparsa della carissima Silvia - Milano, 3 giugno 2014. Marco e Beatrice sono affettuosamente vicini a Nicola ed ai suoi cari per la perdita della mamma Silvia Ruiz De Cardenas - Milano, 3 giugno 2014. Alberto con Michele, Edoardo e Fiorenza abbraccia con grande affetto Gianluca, Nicola e Marina nel ricordo dolce di Silvia - Milano, 3 giugno 2014. Francesco Ballo è vicino allamico Gianluca e ai figli per la perdita dellamata Maria Luisa È mancata allaffetto dei suoi cari dopo una vita vissuta intensamente la - Courmayeur, 4 giugno 2014. Partecipano al lutto: Lodovico Passerin dEntrèves. Camilla Beria di Argentine. Enrico Filippi. Giuseppe Nebbia. Waldemaro Flick. Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, i Vice Presidenti Claudio Miotto, Rosa Gentile, Marco Granelli, il Segretario Generale Cesare Fumagalli partecipano al dolore del Presidente della Fondazione Rete Imprese Italia Giuseppe De Rita al quale esprimono il cordoglio di Confartigianato per la perdita delladorata consorte Maria Luisa Bari - Roma, 4 giugno 2014. Il Consiglio Direttivo, il Collegio Sindacale e il Comitato dei Garanti della Fondazione Censis sono vicini al Presidente Giuseppe De Rita per la scomparsa della moglie Maria Luisa Bari De Rita - Roma, 3 giugno 2014. La Direzione e il personale della Fondazione Censis ricordano con commozione la signora Maria Luisa Bari De Rita e partecipano con affetto al dolore del loro Presidente Giuseppe De Rita e della famiglia tutta. - Roma, 3 giugno 2014. Dott.ssa Luciana Domenichetti Ne danno il doloroso annuncio i figli Marina e Fabio Roia con la moglie Adriana, le nipoti Alessia e Federica, il fratello Sergio con Olga e parenti tutti.- I funerali in data e ora da destinarsi.In attesa delle esequie funebri, la cara salma, si trova esposta presso la camera ardente dellOspedale Monzino in Milano, via Parea n. 4. - Milano, 3 giugno 2014. Giovanna, Alessandro e Mara, Margherita e Pietro, Orietta e Claudio, Rossella e Marco con profonda commozione partecipano al lutto di Fabio e della sua famiglia per la perdita di Luciana Domenichetti - Milano, 4 giugno 2014. La nostra carissima Lilia Sanfilippo Citran ci ha lasciati dopo tanto amore e affetto.- Ora è un meraviglioso angelo lassù insieme al suo Andrea.- Resterà per sempre nei nostri cuori.- La tua Franca e Angelo con Isabella e Cristiana.- Per lorario del funerale telefonare al n. 0299488266. - Milano, 3 giugno 2014. La mia carissima zia Lilia non cè più.- Alda Tarella piange ricordando con affetto Lilia Citran Sanfilippo ed abbraccia Franca Angelo Isabella e Cristiana. - Milano, 3 giugno 2014. Alfonso dal Verme Dopo breve malattia è mancata il 20 maggio 2014 I condomini, gli inquilini, i custodi e lamministrazione del condominio di via Borgogna n. 7 Milano, partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del Dott. Arch. Vittorio Caneva - Milano, 3 giugno 2014. LAccademia Nazionale dei Lincei annuncia con profondo dolore la scomparsa del socio della classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali Prof. Fausto Calderazzo - Roma, 4 giugno 2014. Gianni e Bianca Testoni, profondamente addolorati, sono affettuosamente vicini a Marina per la perdita della sua cara mamma Anna Ramorini - Milano, 2 giugno 2014. Il nostro cammino insieme finisce qui.- Donata piange il fratello Prof. Giovanni Martegani e lo ricorda a chi lo ha conosciuto e stimato. - Arcisate, 30 maggio 2014. Giovanna De Feo Serenita Papaldo Giuliana Zandri annunciano la scomparsa del carissimo amico Piero Santi - Roma, 3 giugno 2014. 4 giugno 2011 - 4 giugno 2014 La famiglia ricorda Marisa Di Gravio nella sua straordinaria gioia di vivere e di amare.- Grazie, sempre. - Roma, 4 giugno 2014. sig. Dino galantuomo daltri tempi.- Gianni Consolaro, Roberto Razeto. - Vigevano, 3 giugno 2014. affettuosa amica di una vita.- Franca. - Milano, 3 giugno 2014. Marisa Martedì 3 giugno si è spento serenamente Le figlie Alessandra e Stefania, i generi ed i nipoti ne danno il triste annuncio.- I funerali si svolgeranno giovedì 5 giugno ore 12 presso la parrocchia di San Bellarmino. - Roma, 3 giugno 2014. Esprimiamo il nostro cordoglio per la scomparsa del Liliana, Sandra e Raffaella abbracciano affettuosamente Giorgio, Federico e Alessandra per la scomparsa della cara amica - Milano, 3 giugno 2014. Maria Luisa Bernardi Partecipano al lutto: Elettra e Antonio Simonetta. Geertruid Ingrid ter Kuile Il Consiglio di Amministrazione, il Comitato scientifico e il Comitato di revisione della Fondazione Courmayeur sono vicini con profondo cordoglio e affetto al Presidente Giuseppe De Rita e alla sua famiglia in questo triste momento per la perdita della cara - Roma, 3 giugno 2014. Lisa Bernardi - Milano, 3 giugno 2014. Addolorati ne danno annuncio i fratelli Maximiliaan, Silvia e Jan.- La tumulazione avverrà giovedì 5 giugno alle 10.30 al Cimitero Monumentale. - Milano, 4 giugno 2014. collega e amico carissimo. - Segrate, 3 giugno 2014. sig. Dino Brunoldi Marisa Gigi Giovanna Gianluca Gabba sono affettuosamente vicini ad Alberto Chiara Vittorio Manuela per la morte della cara amica Professor Ingegner Tutti i collaboratori della M.C.M. SpA ricordano con grande affetto e gratitudine il Ciao cara sig. Enrico Ginesio di cui ricorda la straordinaria umanità e la smisurata passione per il calcio dimostrate in tanti anni di generosa collaborazione con la Lega Nazionale Professionisti. - Milano, 3 giugno 2014. Franco Maria Montevecchi Partecipano al lutto: Eugenio Anna Elena Alberto e nipoti. un bacio da Mirella con Marco Annalisa e Gaia. - Milano, 3 giugno 2014. Il Presidente Maurizio Beretta, anche a nome del Vice Presidente, del Consiglio di Lega, del Direttore Generale, delle Società di Serie A e di tutta la Lega Serie A, partecipa con intensa commozione al dolore di Stefania e della sua famiglia per la scomparsa del caro papà Elena Allorio si stringe con affetto a Mila nel ricordo di - Vigevano, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Maria Luisa De Rita I funerali avranno luogo presso la chiesa di San Giovanni in Laterano, in Milano, piazza Bernini.Per informazioni telefonare allo 025513027. - Milano, 3 giugno 2014. Per giorno e ora del funerale chiamare il numero 02.55019282. - Milano, 3 giugno 2014. - Milano, 3 giugno 2014. Il Presidente dellAssociazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli è vicino allamico Giuseppe De Rita in questo momento di grande dolore per la scomparsa dellamata consorte e compagna di una vita professor ingegner Silvia De Vecchi Ruiz De Cardenas - Milano, 3 giugno 2014. Alessandro e Laura Gironi si stringono a Nicola, Sofia e ai loro cari per la perdita della tanto amata Silvia - Milano, 4 giugno 2014. I condomini di via Alerami 1 e via Palatino 6 Milano e lAmministratore partecipano con cordoglio al lutto della famiglia per la scomparsa della signora Silvia De Vecchi - Milano, 3 giugno 2014. Alvise con Bianca Francesca Matteo Valeria Mattia e Tobia con estrema tristezza annunciano limprovvisa scomparsa di Agesilao (Lao) Polese - Milano, 3 giugno 2014. Laura, Roberto e Giulia, Doda e Marco, Silvia sono vicini con affetto ad Alvise e a tutta la sua famiglia nel ricordo di Lao - Milano, 3 giugno 2014. Il 31 maggio è mancato allaffetto dei suoi cari Ennio Carnevale già alto dirigente Banco di Napoli e membro del comitato Banca Moscati.- A funerali già avvenuti, lo annunciano con immenso dolore i fratelli Franco con Lucia, Bruno con Cristina ed i nipoti tutti. - Milano, 3 giugno 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: A MODULO: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 6; 6;6; 5 6;6 5 6)); 5) 6;6' 5 6;; 52 6);2 ) 6);5 65 6; 5) 6; 5 6;) -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" &(/ #&04#$#4 #70 $ (/ 0*# 07 $*# /$*# $4 *#&7/ (& /(90# 4%*(/$# ,7$! /(90#( #& #(/&4 &! 07# /04&4# 044(/# # *#&7/1 $ 4%*( */9$&4 $ &4/("7+ (%&# */ 4744 $ 044#%& $.$4 */00#(& #$(* */(9&#&4 $ (/ /# (&,7#04/ 4744 $.4$# *(/4&( $ 4%*( 0($#4( 04#$ (97&,7 0$9( *(!# #047/# 07 $*# $#% 9# 9# *#8 $( 04#9(+ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" (04 (/#&( &(9 ($(& (% %*(00( + $/# 4&# #$&( /&4( &:# /#04 #/&: /7# &(& -,7#$ *($# /# (4&: 4 $-%( $/%( $!/( $#/# 7/ # $# ($ 79($( (*/4( #(# (90# %*(/$# 9 (/4( (/4 ($4( (/4 $%( %8 &(& (04 /# ($(& ($:&( /0# $#/# )) )3 ) ) )3 ) )3 44 4; 43 4 43 44 4 /&( #(# %8 )) )0 )3 ) )0 )/ )' 43 4) ) 40 43 4 79($(0( -,7#$ 00#& #$&( *($# $# $/%( %*(/$ %"& %8 ' )0 )/ ) )0 )) )' 4) 44 44 44 4/ 40 4 (*/4( 9 4 9 7 3 3 4 1 1 5 3 6 7 2 7 9 4 1 8 6 5 7 5 3 4 5 8 Altri giochi su www.corriere.it Puzzles by Pappocom /% /7# 0/ #0 (4&: + $/# #%#&# 9 Sudoku Difficile 2 %"& %8 ) ' ); )3 / )0 )3 44 44 4 4 ) 44 4 (90# (% (/#&( /&4( /#04 #& &:# /(& %"& %8 LA SOLUZIONE DI IERI 6 3 9 5 1 4 2 7 8 8 5 7 2 6 9 4 3 1 7 1 5 4 9 8 3 6 2 2 6 8 1 5 3 7 9 4 4 9 3 7 2 6 1 8 5 5 7 4 9 8 1 6 2 3 3 2 1 6 7 5 8 4 9 -$"&( -.6" - (&- "6 %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" (% -$$(& ".(& "-& 2& 5&"." $-" )4 ) )3 ) )4 ) ) 4/ 4; 4) 4 43 43 43 $!" !&!" &#(# &(56- 9&9 9 8 6 3 4 2 5 1 7 Estrazioni di martedì 3 giugno 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 37 39 74 72 21 60 9 36 10 22 6 29 79 73 34 70 11 6 51 39 55 84 28 43 87 67 39 70 2 70 87 24 42 76 30 90 26 15 47 18 87 40 90 35 72 47 36 86 66 29 13 88 2 23 50 &2"( 7 (-# "( &"-( 5&(. "-. (. 5& "-(" "22 $ *( "22 $ .."( Oggi su www.corriere.it 6 9 10 11 21 22 28 29 34 36 37 39 51 55 60 70 72 73 74 79 I più letti Combinazione vincente 3 25 26 29 48 79 45 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 8.100.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: 31.901,00 Ai 5+ - Ai 4 stella: Ai 3 stella: 1.594,00 Ai 5: 51.036,47 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 319,01 Agli 1 stella: 10,00 5,00 Ai 3: 15,94 Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici Webreportage Voli della droga La flotta dei narcos in Italia: lo speciale multimediale con foto, video e mappe. Superenalotto 56 Numero Jolly !"( & -&".( (. &$. $ "-( "-2 10eLotto I numeri vincenti Lotto .$& "% # (#9( -. 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Salute Rughe precoci Dal fumo al troppo sole: le cattive abitudini che causano le rughe precoci. Videoinchiesta Tav e tumori Lungo la Tav Roma-Napoli hanno lavorato oltre 500 archeologi per 10 anni. Molti si sono ammalati. 46 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RICORDARE La famiglia secondo Maya Vent’anni fa Omaggio a Troisi L’avevamo lasciata a Verdetto finale (sostituita in tutta fretta da Timperi), ora Veronica Maya (foto) la ritroviamo in questo rotocalco quotidiano sui problemi della famiglia italiana. Dai rapporti con figli, marito, ex marito, mogli ex mogli, suocere, nuore, cognati, ai rapporti sentimentali delle coppie, passando per il rapporto tra famiglia e burocrazia. Tutto ciò non attraverso il classico talk show, ma attraverso una sit com che va in scena ogni mattina e di cui Maya è protagonista. Dopo i 15 minuti di sit com si torna in studio a dibattere sui vari temi presenti nella mini fiction. Era il 4 giugno 1994. Massimo Troisi (foto) si spegneva nel sonno, nella casa di sua sorella Annamaria ad Ostia, subito dopo aver concluso le riprese del Postino. A vent’anni dalla sua scomparsa la Rai rende omaggio al grande attore, regista e sceneggiatore italiano, con un documentario presentato al Festival di Roma 2013. La grande novità è la presenza di un audio inedito che riguarda un’intervista fatta a Troisi nel 1993 nel corso della quale l’attore si racconta in maniera semplice. Non mancano le testimonianze degli amici più cari e di chi lo ha conosciuto. Dolce casa Rai1, ore 9.30 Massimo, il mio cinema secondo me - Rai3, ore 23.10 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä ,1 "° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä " //"° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää ½", -,6/"° -iÌiÌ>i] iÀ>>] Ó䣣®° ,i}> ` >ÀVÕà 1LÀV Ì° ÕÀi >ÕiÃÌiÀ] iÀ >À` -V À° £È°Îx -// ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÀ> >ii] i`iÀV +Õ>À>Ì> £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° -, Óä°Îä / 1--1,"° >V ÀiÌÌ>®° i «À}À>>\ /}£ Èä ÃiV` Óΰ£ä *",/ *",/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕ 6ië> ä°{x / £ "//° £°£x /*" ° È°{ä ,/"" -° ,>}>ââ n°£x ,6 ° /iiv °ää -*,/ "1-76- -,/ 7-/, ° /v £ä°Óx /Ó -° ÌÌ° ££°Óx "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌ° £x°Îä / "" 7° /iiv £È°xx 1, "-/,° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°xä "--," ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ç°ää /, 1" ", " /° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä /, 1" ", " ," ° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää / ," "- //,° ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ° £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° £{°Óä / ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £x°ää +1-/" /° ,ÕL° £È°ää / Î °°-° £È°äx " < Óä£{° VÕiÌ>À £È°xä <" 1 , Ó£ / " / ,"° >V £°ää / ΰ £°Îä / ," ° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä *, -- 1 -" " -1 "° °] 1Ã>] Óääx®° ,i}> ` / ÞÜi° V ii /À>V ÌiLiÀ}] >ÌÌÀ>] /ÀiÛÀ Õ>ð £°Óä -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD £°xä << -/ ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Óä - < ,/° 6>ÀiÌD° `ÕVi LiÀÌ Õ« >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì / { / 7-° <",,"° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /iiv , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD / { /", ° / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /iiv -/,<] -<° /*, / {° / { /", ° i «À}À>>\ iÌi°Ì -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°xä , " ° VÕiÌ>À °ää / /6\ ,* /° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV° `ÕVi V>ÀÀ> i *Vi È°Óä " -° /iiv È°xx , -° -iÀi Ç°Óx 6 -/,° 6>ÀiÌD n°Óä 1, 7° 6>ÀiÌD °Óä " 6",,° 6>ÀiÌD £ä°äx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°äx "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 6 -/,° 6>ÀiÌD £x°Óx ," ° >ÀÌ £x°xä 1, 7° 6>ÀiÌD £È°xä /",9 ° -iÀi £Ç°{ä " 6",,° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° £°Óä *,-" " /,-/° /iiv È°ää / Ç° Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i 7Þ>À] >ÀÀÞ >Và Óä°ää / Ç° £È°xä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD £Ç°Óä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä 6 66, ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä Ó - "<<° Óΰ£ä /-/ " ,,/ ,-° -iÀi ÓΰÎx /-/ " ,,/ ,-° -iÀi Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ½ 6-/"¶ ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi i`iÀV> -V>Ài Óΰ£ä --"] " - " " ° VÕiÌ>À Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£x ,<<" * ° i`>] Ì>>] £n{®° ,i}> ` >ÃÌi> E *«° ,i>Ì *ââiÌÌ] >Ãà -iÀ>Ì] >Ãà ` Ó£°£ä / 6 ,¶ À>>ÌV] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` â Ài`>`iÀ° Ì >`iÀ>Ã] ,L ÀÜ] 9>Þ> > ÃÌ>° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä *,/ , <" *, 1 ° ÛÛiÌÕÀ>] 1Ã>] Óääή° ,i}> ` Ài 6iÀLð Þ i««] ivvÀiÞ ,Õà ] "À>` Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Ó£°£ä ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >Õ} *>À>}i Ó{°ää / Ç / -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°xx / Ó° Óΰ£ä 1 , / "° /v ä°{ä , *, /" /", ° ä°xä 7 6ä° /iiv Ó{°ää /Î "//° ä°£ä / ," ° £°äx ,- " ///" *//" " 66 <° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x /," "/<° ÌÌÕ>ÌD ä°xä " --" ,*",/,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi -Ìi> *i`i Óΰ{ä -1 /1" 1",° À>°] >>`>É1Ã>] Óä£ä®° ÕÀÀ -ÌiiÀð <>V vÀ] >Ã}iÀ Óΰxä ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD° `ÕVi *iÀ >LÀiÌÌ £°£x ---° /iiv ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i >Ãà /Û È°ää È°xä Ç°Óä n°£x °{ä £ä°{x ££°Îä £Ó°ää £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°Îx £n°xä £n°xx £°Îx £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> ii>Þ /6 £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £°ää -7/ / ,/ ΰ /iiv Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD ÓΰÎä -° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Antonio Banderas maestro di ballo Nuova avventura per Depp il pirata ,>{ La vera storia di Pierre Dulaine (Antonio Banderas, foto), un maestro di ballo che crede nella rieducazione per giovani che hanno avuto problemi con la giustizia attraverso la danza. Ti va di ballare? Canale 5, ore 21.10 Jack Sparrow e Will Turner (Johnny Depp e Orlando Bloom, nella foto) devono, tra mille pericoli e avventure, ritrovare una ragazza rapita e un vascello scomparso. La maledizione della prima luna; Italia1, ore 21.10 I casi Ceste e Ragusa Paragone e l’Italia con Sciarelli poco europea Donne scomparse e uccise al centro del programma condotto da Federica Sciarelli: con i casi di Elena Ceste, Roberta Ragusa e Antonella Scirocco. Chi l’ha visto? Rai3, ore 21.05 «L’Italia non convince l’Europa»: Gianluigi Paragone ne parla con Zanetti (Scelta Civica), la blogger Veronica Gentili, il professor Becchi e i giornalisti Paolo Barnard, Alessandro Plateroti. La gabbia La7, ore 21.10 À>°Ì À>°Ì ££°Îx -/,° -iÀi £Î°äx -*" /° -iÀi £Î°xä -/,/ / /-° /iiv £{°{ä ,"/,- --/,-° -iÀi £x°Óx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä äÓ£ä° -iÀi £È°£ä -/,° -iÀi £Ç°{x , 7- ", "° £Ç°xä " " , ° -iÀi £n°{ä ,° -iÀi £°Îä " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä 6 -° -iÀi ÓÓ°ää ,"\ º//" *1" ,"6- ' ,*1 » -iÀi ÓÓ°xä /," " -*° -iÀi Óΰ{x -/-° -iÀi ä°Îx ," ,° ÀÀÀ®° ,i}> ` *Þ>«> «iÌV ° £°{x , "6° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x - ° /i>ÌÀ ÓÓ°£ä , "° VÕiÌ>À Óΰ£ä 6 //, -"7° /> Ã Ü Ó{°ää " " /° ÌÌÕ>ÌD £°Îä 1 ", / *,/ ",° V° Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£ä -* --" /,"-° VÕiÌ ÓÓ°£x //° VÕiÌ Óΰää ,°°° VÕiÌ Óΰ{x /*" -/",° VÕiÌ ä°£x , x{° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä - / ,° /iiÛi> £°£x 1 E ° -iÀi Óä°£ä "--," ," ° -iÀi Ó£°£ä /1// 1- 1",° ÃiÀi Óΰää //", 6 / ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì À>°Ì £È°ää 1 -*"- //"° £Ç°Îä , 7- ", "° £Ç°Îx 1, -6° £°Óx , *5\ -/", ½", "/"° Ó£°£x -* ° Óΰää 1/ / ," -° À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £Ç°{ä "-- /",/\ -° ÌÌ° £n°{ä "/" ° ÌÌ° Óä°£ä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä 1 ", " *, ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°{ä " - 1° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx " ," " /"° ÌÌÕ>ÌD £{°äx , ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°{ä -/ -«ÀÌ £Ç°Îä -," ° -iÀi £n°Îä 7E",,° /iiv Óä°{ä -/,//" *"<° -iÀi ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx *,"*,/9 7,-° VÕiÌ>À £°Îä , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä " 79 "1/° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°ää - " ¶ V° ÓÓ°xä , //"t VÕiÌ>À £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌ° £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,9½- /"9° /iiv ÓÓ°äx -6 "*° -iÀi Óΰxx / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ä°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £°xä ,/" " < " ½","° >ÀÌ £°xx ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"° ÌÌÕ>ÌD £°Óx " ,-/ /,"- * -6" "-- ",° 6>ÀiÌD £°Îä /° /iiv Óä°£x <<,° /iiv Ó£°äx * -6" "-- ", 6 , 1 --° Óΰää " ,-/ /,"-° 6>ÀiÌD £n°£x 19 E - ° VÕiÌ>À £°£x , 1"° VÕiÌ>À Óä°£ä , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / "- " " ",/° ÓÓ°xx / **, / /° 6>ÀiÌD Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä " -] " 6/° ,i>ÌÞ ÓÓ°Óä *5 *,° ,i>ÌÞ Óΰ£ä 1" " *"° /> Ã Ü ä°Îä , ,/" 6" / ¼£{° ÌÌÕ>ÌD ÌÛÓäää°Ì Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä 1 -,/ 6,- 1" -, " ** , - "° ,i}i ÓÓ°Îä *, *" /-/ /" 1 - /"° ,i}i Corriere della Sera Mercoledì 4 Giugno 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Alla ricerca del tesoro degli Inca Taddeo sogna fin da piccolo di fare l’archeologo. Quando si ritrova su un aereo per il Perù, avrà l’occasione di andare in cerca del leggendario tesoro degli Inca. Le avventure di Taddeo l’esploratore Sky Cinema 1, ore 21.10 Per la polizia mamma Jolie è pazza -Þ i> -«ÀÌ ££°ää " 1 /1" " +Õ>` ÃV«Ài ` iÃÃiÀi «>`Ài] Õi â> > À>«>Ài L>V i «iÀ >ÌiiÀi > ÃÕ> v>}>° ->ÀD Õ «âÌÌ > viÀ>À°°° -Þ i> £ £Ó°ää , " , Ài ` `Õi vÀ>Ìi] ÃÌ>Ìi Ã> Õ >Vââ>Ì] `>ÌÀ> «>`Ài\ m Õ }À>`i V>«i ` À`i° *iV> `i Óä䣰 -Þ i> >Ý £Î°ää , ," "6 ",/ " 6,/ "ÃV>À > ° ,LiÀÌà «iÀ ½ÌiÀ«ÀiÌ>âi ` À ÀVÛV ] `> V i > `iÕV>Ì i L>ÌÌÕÌ Õ> }À>`i V«>}>° -° -`iÀLiÀ} ° -Þ i> ÕÌ £{°äx / */,"/ /À> i Ì>}i `i Ì>> Õ ÌiÀÀLi ÛÀÕà Ûii LiÀ>Ì `>} iÃÌÀiÃÌ° 1 `ÌÌÀi `iÛi ÀÃÛiÀi > ÃÌÕ>âi° -° -i>}>° -Þ i> >Ý £x°£ä /"/'] *** " °°° `iÌV>Li v V > V««> /Ì¢É*i««° > ÃVi> `i> `iÌÌ>ÌÕÀ> `i> iÌÌiÀ> m `> >Õ>i° -Þ i> >ÃÃVà £x°xx / /7/ -\ , 7 *,/ Ó «Ù `À>>ÌV] V m ÕÌ V>«Ì `i> Ã>}>° i> à m ÌÀ>ÃvÀ>Ì> Û>«À i ÌÌ> Ãii > `Ü>À` «iÀ Ã>Û>Ài > v}>° -Þ i> Ìà £Ç°ää /9 ° -V> m ÌÀ> } ÃVii}}>ÌÀ `i> «iV> > ÃiÌV `ÀiÌÌ> `> ° Þ° i V>ÃÌ ° >}>] ° >vÀi` i ° -À`° -Þ i> >ÃÃVà £Ç°xx "/ /, -96 VV>Ãi `i ££nc V«i> `i> v}>] À>VÕ>] «À«ÀiÌ>À `i½Ìi /À>ÃÞÛ>>] ÛÌ> } >V «Ù ÃÌÀiÌÌ i iÃÃÕ Õ>° -Þ i> Ìà £°äx ", ««i> ÕÃVÌ> ` «À}i] À> à ÀÌÀÛ> > L>`>Ài > Õ À>}>ââ «ÀÌÀV> «ÃÃiÃà ` Õ `ÃV iÌÌ V«ÀiÌÌiÌi° -Þ i> *>Ãà ӣ°ää ", " 6 // 1 ÃViÀvv m ÃÕi ÌÀ>VVi `i½Õ V i > ÛiÌ>Ì i ÕVVà ÃÕ> }i° -V«Ài V i iÀ m v} ` Õ ÃÕ ÛiVV >V° -Þ i> >ÃÃVà ,"-- / 1 6,- 1> ÃÌÀ> `½>Ài À>VVÌ>Ì> >ÌÌÀ>ÛiÀà i «>Ài ` ÎÎ V>â `i i>ÌiÃ] V ° ,>V i 7` i ° -ÌÕÀ}iÃð -Þ i> ÕÌ ",9 ," 6 , /1//" > ÃÌÀ> `i> õÕ>`À> `i /iÝ>à 7iÃÌiÀ iÀÃ] V i > V>«>Ì `i £ÈxÈÈ Ã «ÀiÃiÌ¢ V Õ> õÕ>`À> ÃÌ>° -Þ i> >Þ *, / -/, , 1> }À>ÃÌ> ° iÀÀÞ® à ÌÕvv> i ` `ii V >Ì iÀÌV i\ ÛÕi ÃV«ÀÀi V > ÕVVà Õ> ÃÕ> >V> `½v>â>° ° 7ð -Þ i> >Ý -, ,i>i `i> v>Û> `i £x{ `ÀiÌÌ> `> ° 7`iÀ° -° *>V «iÀ > «>ÀÌi ÌiÀ«ÀiÌ>Ì> `> ° i«LÕÀ] ÃVi}i > i VÛViÌi ° "À`° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä 66 /1, /" ½-*",/", />``i m Õ «iÀ> V i Ã}> ` `ÛiÌ>Ài >ÀV i}° }i > ÃÕ> VV>Ãi µÕ>` à ÕÃVi > Õ> ëi`âi `ÀiÌÌ> *iÀÙ° -Þ i> £ /"/ , //" ",< ÃÌ>Ìi > ÃÕ> }i] Õ}>à à ÃÌÌ«i > Õ½iëiÀiÌ }À>` ` V>Vi>Ài «iÀ Ãi«Ài ÀVÀ` ` Õ½iÃÃÌiâ> vÀÕÃÌ>Ìi° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä "//", -/, ", ½ÃÌÀV *° -iiÀà ÌÀi ÀÕ\ V>«Ì> }iÃi] «ÀiÃ`iÌi `i} -Ì>Ì 1Ì i `ÌÌÀ -ÌÀ>>Ài° i>i v `ÀiÌÌ `> -° ÕLÀV° -Þ i> >ÃÃVà Óΰää <9 -,/" ½1 6,-" i «iÀ«iâi ` `Õi ÌÀ>«Ài`iÌ L>L V i ÌÀÛ> Õ> ÃÌÀ>> ÃV>Ì> V >VÕ }}iÌÌ VÕÀð°° *iV> `i ÓääÇ° -Þ i> >Þ £{°ää / -\ +1,/ ,>` >ÀÀð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°ää 1/""-"\ /,"/ `ÞV>À -Þ -«ÀÌ Ó £È°ää "\ ,- * VÌÀ V iÛi -Þ -«ÀÌ £ £Ç°{x 9 / E - 9>V Ì E -> £°ää 7,-/ \ 77 -1*,-/,-Þ -«ÀÌ Ó Óä°ää "\ " , Ì>> *À /ÕÀ -Þ -«ÀÌ Ó Óä°Îä ,9\ -* ,9 ," -Þ -«ÀÌ Ó Óä°xä "\ *" /" / " *,6, + , ,>-«ÀÌ £ "\ 1", /,, VÌÀ V iÛi° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Óä°xx +1/<" \ /" - 1* -,- vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Ó£°ää "/" 1/ \ +/, `>i VµÕ>Li -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°£x "\ / ", /"1, / 1- * /ÕÀ° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ÓÓ°ää 7,-/ \ 77 "-/ ,7 -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°£x "\ * 1,"* /"1, À`i> -V>`>Û> >ÃÌiÀð vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Óΰää / -\ /- Õi v Ì i >Þ ÕÀëÀÌ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Ó°ää /- ÃiÞ >i £Î°äx ° °°-° "- - Ý Ài £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £x°ää 7/ "9- ,> Õ« £È°ää , Ý £Ç°ää " 7/ " ÃiÞ >i £n°£x 7 E ",, Ý Ài £°äx "1- " 1- ,> Õ« Óä°ää / /",9 Ý Ó£°ää 1 ",// Ý Ài / - Ý ÓÓ°ää /- ÃiÞ >i Óΰää -*-" Ý Óΰ£x *** <1 i`à ," -" Ó ÓΰÓä /- ÃiÞ >i £Ó°äx 1 ,/" { <* -Þ i> >Þ £Î°Îä 6-/ -*"- " /," -1" , £{°Óä , ½- 8/ /"* " -Þ 1 £x°ää *," / ,1 79 -/,- Ó Ý vi £È°ää -/, 1- -Þ 1 £Ç°äx 6-/ -*"- " /," -1" , £n°Îä "/ " - " -Þ 1 £°Óx "-- - -Þ 1 Óä°£ä /"* -Þ 1 Ó£°ää 1 1" Ó Ý vi ÓÓ°ää 11/", -, Óΰäx /"1, ÃiÞ >i ££°äx 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £Ó°ää /" Ó £Î°ää "9 // - , i`à £{°ää 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £x°ää ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £È°ää "9 // - , i`à £Ç°ää 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} £n°£x *"" 89 Ó £°ää 7 8 1 i`à Óä°ää " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°äx /" E ,,9 /- iÀ>} 1"6 66 /1, */, * i`à £{°ää - *"--\ 7 ÃVÛiÀÞ >i £x°£ä /, \ 1,"* 6-° 1- ÃVÛiÀÞ -ViVi £È°äx // -,/ ÃÌÀÞ >i £Ç°ää -/", ½1 6,-" ÃÌÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £°ää , ÃÌÀÞ >i Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää -,/ -/,\ ",< -* ÃÌÀÞ >i Ó£°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi ÓÓ°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i Óΰää /- ÃVÛiÀÞ -ViVi £{°{È ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°£{ /6, Ç * /° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°äÇ " <<, *"°°° 66, ° *ÀiÕ i> £È°£x 1 *, ° /iiv 9 £È°Óä -* "° ,ÕLÀV> " £È°{x / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°äx ½",] / ,/", "° /Û 9 £Ç°Ón / ° /iiv " £Ç°Îx 6 -, , ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°{ 6/ 1 "- ,6"-° *ÀiÕ i> £Ç°xÓ *,- , ,/" ° /iiv " £n°{x 1 *, ° /iiv 9 £°ää / -/ 7 /,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°Ón +1 "° - Ü " £°Îä <""° - Ü *ÀiÕ i> £°Î{ / 6*, ,-° /iiv 9 Los Angeles, 1928. Una madre (Angelina Jolie, foto) non è convinta che il ragazzino che la polizia le ha riportato a casa dopo un sequestro sia davvero suo figlio. Verrà presa per pazza. Changeling Cinema emotion, ore 21.15 Hutcherson cerca il nonno scomparso Sean (Josh Hutcherson) porta con sé il fidanzato della madre in un viaggio in un’isola mitica abitata da mostri, per cercare il nonno scomparso (Michael Caine, foto con Hutcherson). Viaggio nell’isola misteriosa Cinema energy, ore 21.15 I ricordi fittizi di Colin Farrell i`>ÃiÌ *ÀiÕ Remake del film con Arnold Schwarzenegger, da Philip Dick. Qui è Colin Farrell che si fa impiantare ricordi fittizi per farsi un viaggio da spia. Ma qualcosa va storto e diventa un ricercato. Total recall - Atto di forza Sky Cinema Hits, ore 21.10 £Î°{Î 1 *, ° /iiv 9 £Î°x£ *"6, -/° VÕiÌ>À *ÀiÕ i> £{°ä£ -/1" ° *ÀiÕ i> £{°Î{ , /" *, -*,° /Û 9 £{°Îx *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso Sventure esibite Il format Marcuzzi D opo una prima stagione non esaltante, su Canale 5 è tornato «Extreme Makeover Home Edition», la versione italiana di un format internazionale che in America ha avuto molto successo ed è stato trasmesso per quasi dieci anni (lunedì, ore 21.20). L’idea del programma è che una squadra composta da un architetto, un interior designer e addirittura da un garden designer intervenga per ristrutturare completamente, in una Vincitori e vinti sola settimana di tempo, la casa di una famiglia bisognosa, anzi Giovanni «meritevole», che si trova per Scifoni svariate ragioni a vivere in una I Martiri situazione di forte disagio in di Fiesole uno spazio non adatto alle prosuperano prie esigenze. Il tutto capitanail ritorno della to da Alessia Marcuzzi, che ha il Marcuzzi. Serata del 2 compito di raccontare la storia giugno celebrata anche della famiglia, di raccogliere le da Rai1 con il film tv confessioni e le lacrime a pro«A testa alta - I martiri fusione dei suoi componenti, di Fiesole» (con di accompagnarli nel momento Giovanni Scifoni): per finale di consegna della casa da 4.137.000 spettatori sogno che la produzione ha ree uno share del 16,9% alizzato. Si passa da un appartamentiAlessia no sacrificato a una villa su più Marcuzzi piani comprensiva di mansarda Il ritorno della con loft, da un bagno senza fiMarcuzzi nestra alla sauna integrata. La superato dai tv realizza sogni ma è inevitabiMartiri di Fiesole. le chiedersi cosa succederà allo Su Canale 5 torna spegnersi delle telecame«Extreme Makeover re.«Extreme Makeover» ha funHome Edition Italia 2», zionato tanto bene negli Usa con Alessia Marcuzzi: perché ha intercettato e rapprea seguire il programma sentato i miti della palingenesi, 3.133.000 spettatori della possibilità di ripartire da per uno share zero e ricominciare, che sono del 12,9% molto connaturati alla cultura americana. Ci si affida alla tv per mutare il proprio destino e si accetta in cambio di offrire in sacrificio le proprie più intime sofferenze. La versione italiana ci costringe a fare i conti con sventure a noi più prossime e, con tutto il rispetto per i partecipanti, trasmette il senso di un emotainment deprimente: per arrivare al lieto fine è necessario passare da una lista di sventure che la tv in pieno spirito paternalistico riscatta non prima di averle esibite. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv £°ÎÇ 1," ",,° /iiv " £°{Ó " " \ ,1//" /," ""° *ÀiÕ i> Óä°Ó{ 1," ",,° /iiv " Óä°{x "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x "-/ /-° *ÀiÕ i> Ó£°£x 1-/ - ", /,1° /iiv " Ó£°£x *,//9 // ,-° /iiv 9 Ó£°£x , -/" -,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ / ", -° /iiv 9 ÓÓ°£Î 1-/ - ", /,1° /iiv " ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 48 italia: 51575551575557 Mercoledì 4 Giugno 2014 Corriere della Sera
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