MERCOLEDÌ 3 SETTEMBRE 2014 ANNO 139 - N. 208 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Alta velocità Ntv contro politici e Fs: molti ostruzionismi Gran Bretagna Fuga con il figlio malato Cade l’ordine d’arresto Con il Corriere Torna la serie Ufo Robot per la prima volta in dvd di Antonella Baccaro e Fabrizio Massaro a pagina 27 di Adriana Bazzi a pagina 16 Domani il 2° episodio a 5,99 euro p più il prezzo del quotidiano www.abb.it I MILLE GIORNI E LE SCELTE DA NON RINVIARE Secondo video choc dopo quello di Foley. Il boia sarebbe ancora John l’inglese che avverte: sono tornato IL TRAMONTO DELLA FRETTA Sfida a Obama: un altro decapitato di ANTONIO POLITO L’Isis filma la morte del reporter Steven Sotloff. Gli Usa: terrificante l sogno di Filippo Turati era di cambiare la società come la neve trasforma un paesaggio: fiocco dopo fiocco. Il passo dopo passo di Matteo Renzi sembra dunque segnare la conversione del giovane leader «rivoluzionario» alla tradizione dei padri del riformismo: un’azione profonda e duratura, invece di una concitazione di hashtag su #lasvoltabuona. Si tratta di una scelta saggia, oltre che obbligata. Saggia perché ristruttura il debito di promesse contratto con l’elettorato concedendosi più tempo per realizzarle, e insieme garantisce lunga vita ai parlamentari chiamati a votarle. Obbligata perché neanche Renzi sembra aver ancora trovato la bacchetta magica per cambiare i ritmi di produzione legislativa di un sistema lento, e non sempre per colpa del Senato. Un solo esempio: ieri pomeriggio non risultava pervenuto al Quirinale il testo del decreto legge sulla giustizia civile approvato al Consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto. Se pure arrivasse oggi, 3 settembre, c’è da calcolare almeno un’altra settimana per la normale attività di verifica prima della firma del capo dello Stato. Eppure si tratta di materia così urgente da finire in un decreto. Figurarsi che accade ai disegni di legge, o ai decreti attuativi. Di questo passo, passo dopo passo, i mille giorni passano in fretta. Ma se è logico e serio prendersi qualche anno per portare a regime le decisioni assunte oggi, ne consegue che sarebbe molto pericoloso rinviare decisioni che vanno prese oggi, perché in questo caso i mille giorni diventerebbero millecinquecento, o duemila, e né l’Italia né il governo Renzi sembrano avere a disposizione tutto questo tempo. Il rischio, che al premier certo non sfugge, è che questa nuova tattica «normalizzi» un governo nato col forcipe proprio per fare in fretta ciò che ad altri non riusciva, con ciò togliendogli senso e consenso. In due campi in particolare le decisioni non possono aspettare: la spending review e il mercato del lavoro. Qui sarebbe sbagliato prender tempo, sperando come al solito in una provvidenziale ripresina che eviti scelte impopolari. Se si vuole tagliare sul serio la spesa pubblica, bisogna cominciare a decidere subito se accorpare le forze di polizia, chiudere gli uffici periferici dei ministeri, tagliare le prefetture, sciogliere le società municipali, e così via. Se non lo si fa subito, per poi vederne gli effetti nei prossimi mille giorni, si finirà con i soliti tagli lineari in Finanziaria. Da questo punto di vista il governo è già in ritardo. Allo stesso modo la legge delega sul lavoro, chiamata jobs act, non sembra contenere quello choc che Draghi avrebbe suggerito a Renzi per settembre; né arriverà a settembre, essendone prevista l’approvazione «entro la fine dell’anno» e l’applicazione entro la primavera del 2015 (dopo i decreti attuativi). La stessa svalutazione retorica dell’importanza dell’articolo 18 fa temere che si stia esitando di nuovo di fronte a un tabù della sinistra e del sindacato. Chi fa oggi le riforme può contare su più flessibilità mentre producono i loro effetti: guardate la Spagna, ha un deficit del 7 per cento ma nessuno batte ciglio. Chi promette solo di farle, sarà trattato con più severità. Lo scambio proposto da Draghi in fondo è tutto qui: non premiare chi perde tempo, ma dare tempo a chi non ne perde più. Una nuova sfida agli Stati Uniti, un altro video choc, un’altra decapitazione. l’Isis filma la morte del reporter americano Steven Sotloff (foto), rapito un anno fa in Siria. Il 19 agosto era stato decapitato dall’Isis l’altro giornalista americano, James Foley. Il boia di Sotloff e Foley sarebbe lo stesso, John l’inglese, che avverte: «Obama, sono tornato». Qualche giorno fa la madre di Sotloff aveva fatto un appello online chiedendo la liberazione del figlio. La Casa Bianca: terrificante. L’Isis minaccia ora di uccidere un ostaggio britannico, David Cawthorne Haines. E la Nato prepara una forza di reazione rapida Nuove sanzioni Ue per Putin di LUIGI OFFEDDU e PAOLO RASTELLI ALLE PAGINE 2, 3 E 5 L’America cerca Un giornalista contro i tiranni una strategia di GUIDO OLIMPIO A PAGINA 3 L. Cremonesi, Sarzanini, Tottoli di VIVIANA MAZZA ALLE PAGINE 2 E 3 I punti della riforma. Renzi: ora deve finire la supplentite Per la scuola assunzioni e aumenti legati al merito Mancate nomine Giannelli Napolitano sul Csm: basta ritardi di GIOVANNI BIANCONI OLYCOM / OLYMPIA I 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 www.abb.it 40 9 0 3> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 L’ALLEANZA ALLA GUERRA IBRIDA Nell’Est Europa va in scena la più grande esercitazione Nato dal 1989 e la Russia mette in guardia l’Alleanza. Dalla di MASSIMO GAGGI Ue nuove sanzioni anti Putin li sviluppi degli ultimi mesi, la nascita di (nella foto mentre firma l’elun’entità semistatale e terrorista tra Siria e Iraq e metto di uno studente al cen- l’ampliarsi del conflitto in Ucraina hanno trasformato tro spaziale di Vostochny). il vertice Nato di Cardiff, in Galles, nel più importante A PAGINA 34 ALLE PAGINE 6 E 7 dalla caduta del muro di Berlino. G B asta ritardi, basta fumate nere. Il presidente Napolitano torna sul tema delle mancate nomine e si rivolge ai presidenti di Camera e Senato: nonostante gli inviti, il Parlamento non ha ancora eletto i due giudici costituzionali che è chiamato a scegliere, né gli otto membri «laici» del nuovo Consiglio superiore della magistratura. A PAGINA 8 Di Caro, Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli ultimi dati medici: interferisce con studio e lavoro. E può produrre dipendenza Perché la marijuana fa male ai ragazzi di GIUSEPPE REMUZZI L a marijuana crea problemi di concentrazione nello studio e sul lavoro e, secondo i più recenti dati medici, può generare dipendenza: succede a uno su dieci dei fumatori abituali, se questi sono adulti; per gli adolescenti arrivare all’assuefazione è molto più facile, capita a un ragazzo su sei. Di fronte a un panorama legislativo che pone regole molto diverse da Paese a Paese, ecco nove domande e altrettante risposte per capire perché la marijuana fa male ai ragazzi. A PAGINA 23 La sentenza Valérie Trierweiler La Germania ha fermato Uber È una vittoria per i tassisti L’ex première dame racconta l’Eliseo Il libro che spaventa Hollande di PAOLO LEPRI di STEFANO MONTEFIORI A PAGINA 21 A PAGINA 15 Un decreto legge per assumere 150.000 precari. È il nucleo della riforma scolastica, da oggi online. Succederà nel 2015. «Basta supplentite» ha detto ieri Renzi. A PAGINA 9 M. Franco, Fregonara, Labate, Riva 2 Primo Piano Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La sfida dell’Isis Il video Il precedente La mappa aree controllate dall’Isis 22 novembre 2012 Il freelance James Foley rapito in Siria Nineveh TURCHIA Jarabulus Sinjar Regione autonoma Qaraqosh curda Hasakah Erbil ul Mosul Aleppo Bazian Deir el-Zour Raqqa IRAN SIRIA Kirk Kirkuk Probabile luogo Homs della decapitazione Baiji am m Al Alam Rawa dei giornalisti haim a Tik Tikritit Udhaim Jalawla americani Al Qaim Steven Sotloff Haditha Damasco e James Foley B Bagda Bagdad Ramadi adi al-Waleed R S I R I A Falluja uja j Rutba Doura D Turaibil I R A Q Kerbala GIORDANIA Najaf ARABIA SAUDITA James Foley, giornalista americano, viene rapito il 22 novembre del 2012 nella parte nord-occidentale della Siria insieme al suo traduttore che in seguito viene rilasciato dai sequestratori. Foley era già stato rapito in Libia. I suoi sequestratori di allora sono miliziani lealisti di Gheddafi. Con lui vengono catturati altri tre giornalisti. James viene rilasciato dopo una prigionia durata 44 giorni. Al suo ritorno a Milwaukee, nel Wisconsin sottolinea quanto sia importante per l’opinione pubblica che qualcuno si prenda il rischio di stare in prima linea per raccontare al mondo dove si annidi il Male e dare gli strumenti per combatterlo 4 luglio 2014 Chiesto riscatto da 100 milioni Fallito blitz Usa Alla famiglia di James Foley vengono chiesti circa 130 milioni di dollari di riscatto per liberarlo. Nel luglio di quest’anno il presidente Obama autorizza un’operazione per cercare di strappare l’ostaggio dalle mani dei miliziani dell’Isis. Il blitz è programmato per il 4 luglio, festa dell’Indipendenza americana. Ma fallisce perché nel frattempo i jihadisti sono riusciti a portare i prigionieri in un altro luogo Il video Le immagini del video che mostrano la decapitazione del giornalista americano Steven Sotloff, prigioniero dei jihadisti dell’Isis dall’agosto 2013 «Siamo tornati». Ucciso il secondo DAL NOSTRO INVIATO ERBIL — Un secondo giornalista americano, il 31enne Steven Sotloff, decapitato dai militanti sunniti dello Stato Islamico in Siria. Il video dell’orrore è stato diffuso ieri nel tardo pomeriggio. Come nel caso di James Foley nel filmato della sua uccisione divulgato il 19 agosto, anche Sotloff veste la tunica arancione. Ha i capelli molto corti, ma un poco più lunghi di quando ci venne mostrato dai suoi aguzzini alla fine delle immagini della mattanza di Foley. Anche la barba è più lunga. Ci suggerisce che la sua esecuzione non è stata contemporanea, come invece qualche commentatore ed esponenti dell’amministrazione americana hanno ipotizzato ieri sera. Del resto, il suo carnefice nella parodia assurda in cui vorrebbe giustificare il suo crimine fa alcuni riferimenti temporali molto recenti. Accenna ai bombardamenti americani in Iraq, specie nella zona di Mosul, soprattutto parla di quelli su Amerli, la cittadina di turcomanni sciiti accerchiata dalla guerriglia dello Stato Islamico e liberata solo tre giorni fa proprio grazie Steven Sotloff è stato decapitato dall’Isis. Il video diffuso ieri sera ripete le modalità dell’assassinio di James Foley. Il carnefice ha lo stesso accento inglese all’intervento diretto dell’aviazione Usa. Una visione attenta delle immagini dell’orrore fornisce altri dettagli. Stesso ambiente desertico, pochi arbusti abbarbicati alle colline giallastre. Nel caso di Foley era stato indicato potesse trovarsi alla periferia di Raqqa, la cittadina siriana assurta a capitale delle milizie dello Stato Islamico. Eppure il luogo specifico è nettamente diverso. Foley si trovava sulla cima di una collina. Sotloff è inginocchiato come lui, ma sul fondo di un avvallamento circondato da alture brulle. Il messaggio invece è praticamente lo stesso: lo Stato Islamico ricatta l’America, se continuerete ad attac- carci a farne le spese saranno i vostri cittadini. Il video dura due minuti e 46 secondi e segue la fattura e la narrativa di quello precedente. Comincia con una sequenza in cui Barack Obama è ripreso mentre promette di continuare «ciò che posso fare per proteggere il proprio popolo e combattere lo Stato Islamico». Segue il Il messaggio Il carnefice si rivolge al presidente americano come se volesse riprendere il discorso iniziato con l’uccisione di Foley titolo: «Secondo messaggio all’America». Quindi appare Sotloff. Parla lentamente, seguendo un discorso memorizzato, oppure leggendo da un testo posto dietro la videocamera, che noi non vediamo. «Questo è il mio messaggio: Obama avevi promesso di proteggere le nostre esistenze. Ma perché io devo pagare per la tua politica? Non sono un cittadino americano? Abbiamo speso milioni di dollari nella nostra guerra contro lo Stato Islamico. Dove sta l’interesse del popolo americano? Avevi promesso di portare le nostre truppe a casa dall’Iraq, dall’Afghanistan e chiudere Guantanamo…ora sei alla fine del tuo mandato e non Il ritratto Nato in Florida, appassionato del mondo islamico, aveva studiato arabo: voleva raccontare le storie del più deboli «Ci diceva: 19 agosto 2014 è spaventoso Il giornalista viene decapitato Il video choc E poi ripartiva per la guerra» Un video mostra al mondo, il 19 agosto, la crudeltà dei miliziani dell’Isis: James Foley viene decapitato e i terroristi lanciano agli Stati Uniti un avvertimento: basta con i raid aerei o uccideremo altri ostaggi. Foley appare inginocchiato, indossa la tuta arancione dei detenuti di Guantanamo. Dietro di lui, il volto coperto, l’abito nero, un coltello, l’uomo che lo assassinerà. Dall’accento gli inquirenti pensano da subito che si tratti di un jihadista inglese hai raggiunto alcun obbiettivo». Poi è la volta del boia. Sembra lo stesso di Foley. O comunque questo lui vuole farci credere. Stessa divisa nera, stessa maschera, stesso coltello brandito con la mano sinistra, stessa fondina con la pistola sotto l’ascella sinistra, stesso accento inglese, statura e corporatura molto simili, gestualità quasi eguale. Soprattutto l’assassino si rivolge al presidente americano come se volesse riprendere il discorso sospeso al momento della morte di Foley. «Sono tornato Obama», dice con voce un poco roca, aggressiva, brutale. «Sono tornato a causa della tua politica estera arrogante nei confronti dello Stato Islamico. Nonostante i nostri avvertimenti, hai continuato a bombardare la diga di Mosul e la città di Amerli. Ora la tua politica è tornata a mettere a rischio la vita di un altro cittadino americano…così come i tuoi missili continuano a colpire la nostra gente, il nostro coltello continuerà a colpire il collo della tua gente». Le frasi sono semplici, elementari, occhio per occhio, dente per dente. Il suo discorso è molto più breve di quello del giornalista. Il giornalista americano e i ricordi dei suoi cari In Libia Steven Sotloff al lavoro mentre raccoglie appunti durante la rivoluzione libica La madre di Steven Sotloff aveva taciuto per un anno intero. Aveva custodito l’angoscioso segreto del rapimento di suo figlio Steven per paura che, raccontandolo ai media, lo avrebbe messo ancor più a rischio. Il 19 agosto, quando lo ha rivisto per la prima volta, in ginocchio davanti al boia, nello stesso video in cui James Foley veniva decapitato, Shirley Sotloff ha detto soltanto poche parole alla stampa che iniziava ad assediare la sua casa di Miami: «E’ ancora vivo, e non c’è nient’altro da dire». Poi, la settimana scorsa, ha cambiato strategia: è apparsa anche lei in un video, che ha fatto discutere i media americani perché si rivolgeva al capo dei jihadisti, Abu Bakr Al Baghdadi, riconoscendolo come «Califfo dello Stato Islamico». Pallida, lo implorava di risparmiare «il suo bambino»: un «giornalista innocente». «Come Califfo puoi graziarlo. Ti chiedo di seguire l’esempio del profeta Maometto che diede protezione alla “Gente del Libro”», che include cristiani e ebrei. Steven è ebreo, come ha scritto la stampa ebraica americana. Dopo il video di Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 ❜❜ 3 Questo è un atto terrificante Jennifer Psaki, portavoce Dipartimento Stato Usa La strategia L’amministrazione è divisa al suo interno, l’utilizzo di truppe sarà minimo Raid mirati, azioni di commandos Le opzioni sul tavolo di Obama Il presidente ora dovrà reagire alla sfida dei terroristi reporter Usa Una volta terminato di parlare, l’assassino fa un passo dietro le spalle dell’ostaggio, con una mano lo ferma al mento e con l’altra taglia la gola. La scena però è interrotta. Come era anche stato nel caso di Foley, la morte appare velocissima, quasi asettica. La vittima sembra accettare il proprio destino con quieta sottomissione. In verità, chiunque abbia assistito a scene di questo genere sa bene che la cosa può essere molto più brutale, con le urla soffocate, i zampilli di sangue, i conati dell’agonia. Tutto questo non c’è. La sequenza seguente mostra il corpo di Sotloff a terra, la tunica arrossata, la sabbia insanguinata, la testa mozzata appoggiata sul petto. Quindi la minaccia finale. L’assassino tiene per la tunica dietro al collo un terzo ostaggio, che è stato riconosciuto come David Cawthorne Haines, un cittadino britannico sparito in Siria nel 2013. Stessi capelli corti, stessa tunica arancione. «Avvisiamo gli Stati Uniti di ritirarsi e non attaccare più lo Stato Islamico», dice il boia. Il ricatto dell’orrore continua. Lorenzo Cremonesi 44 13 Il numero dei giornalisti uccisi in zone di guerra nel 2014. Sette di loro hanno perso la vita in Siria e sei in Iraq, la zona che ha pagato il prezzo più alto Mesi il periodo durante il quale Steven Sotloff è rimasto ostaggio dei miliziani dell’Isis. Il giornalista era stato rapito il 4 agosto del 2013 vicino ad Aleppo © RIPRODUZIONE RISERVATA ieri, che annunciava la decapitazione del giornalista, la madre è tornata a tacere. Sotloff, 31 anni, è un giornalista freelance come Foley e come la maggior parte dei reporter rapiti in Siria negli ultimi tre anni. Ha scritto per L’ultimo tweet Il 3 agosto del 2013 lamentava su Twitter gli insuccessi della squadra di basket del cuore WASHINGTON — Obama non ha ancora trovato la strategia contro l’Isis, invece i tagliagole hanno la loro e la perseguono. L’uccisione del giornalista Steven Sotloff è stata eseguita con una lama dal doppio taglio. Con il primo hanno infierito sul corpo dell’ostaggio, con l’altro hanno colpito il team presidenziale, diviso su come rispondere alla sfida jihadista. Un fendente portato in un momento delicato, con la Casa Bianca impegnata a fronteggiare la crisi ucraina e il presidente in partenza per il summit Nato. Dopo le prime dichiarazioni sull’attendibilità del video, le fonti dell’amministrazione hanno dato spazio all’orrore: «Un atto terrificante...Abbiamo dedicato risorse e tempo per salvarlo». Sdegno che tuttavia deve essere seguito da una reazione. Potranno gli Stati Uniti affidarsi solo all’azione limitata in Iraq? Daranno il via ai raid anche sui santuari dell’Isis in Siria? Sono le domande che rimbalzano da Washington fino al Medio Oriente. È chiaro che un governo non deve rispondere di impulso. O assecondare lo spirito di vendetta finendo nella trappola tesa dall’Isis: Abu Bakr al Baghdadi vuole che l’America entri davvero in guerra, con tutta la sua potenza, e al fianco degli sciiti. È il desiderio di un confronto globale che presenti l’America quale avversario di tutti i sunniti. Ma è altrettanto rischioso per Obama scegliere l’attendismo ad oltranza. La prudenza può essere scambiata per paura. Il messaggio trasmesso dal boia dell’Isis, con il suo accento britannico, è perfido e razionale. Chiama in causa direttamente Obama, definisce «fallimentare» la politica Usa in Iraq e presenta l’esecuzione come una risposta ai bombardamenti aerei Usa nella zona di Mosul. Quest’ultimo riferimento è una conferma che il movimento, se a livello strategico vuole lo scontro, sul piano tattico teme le incursioni dell’aviazione. Per quanto ridotte hanno bloccato i progressi jihadisti. E allora se funzionano, perché non ampliarli? Si ritorna così alle discussioni svoltesi alla fine di luglio tra i collaboratori del presidente. Un’arena dove si sono formati due campi, non sempre omogenei. Il Dipartimento di Stato, parte dell’intelligence e del Pentagono avevano chiesto di inten- L’appello Gli amici chiedono di ricordarlo non con il coltello alla gola ma per i suoi reportage di guerra sificare le operazioni aeree dall’Iraq alla Siria accrescendo anche i legami con gli insorti siriani «buoni». Una campagna per distruggere e demolire la struttura, dando anche la caccia ai dirigenti, come è avvenuto in Pakistan, Yemen e Somalia. Contro si sono schierati i consiglieri della Sicu- Doppio binario Il partito dei consiglieri della Sicurezza nazionale è convinto che la sola risposta militare sia controproducente Colpire la Siria Blitz solo sull’Iraq I collaboratori del presidente Barack Obama sono divisi sulla strategia da adottare in Siria. Si sono formati due campi, non sempre omogenei. Il dipartimento di Stato, parte dell’intelligence e del Pentagono hanno chiesto di intensificare le operazioni in Iraq e di estenderle alla Siria, colpendo non solo le posizioni militari e i leader dell’Isis, ma anche gli oleodotti (una delle fonti principali di finanziamento). In una conferenza stampa la scorsa settimana, il segretario alla Difesa Chuck Hagel e il capo di stato maggiore del Pentagono, generale Dempsey (che in passato era stato prudente sull’intervento in Siria), hanno indicato chiaramente che l’Isis «è una minaccia mai vista prima» e che per sconfiggerla sarebbe necessario colpire anche in Siria Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA sitario. Era affascinato dalle realtà tumultuose del Medio Oriente. Intorno al 2010 andò a vivere in Yemen per alcuni anni, aveva imparato l’arabo. «Amava profondamente il mondo islamico», ha spiegato un’amica 11.482 La preghiera Le firme raccolte in pochissime ore con una petizione apparsa nel sito della Casa Bianca che chiedeva ai terroristi la liberazione di Steven Sotloff Messaggio per il Califfo Per favore, risparmia il mio bambino. Voglio solo quello che ogni madre vuole: poter vivere per vedere crescere i figli dei propri figli quotidiani e riviste americani tra cui Time Magazine, Foreign Policy e il Christian Science Monitor. La passione per il giornalismo era nata al liceo, nell’unico periodo in cui da ragazzo aveva lasciato la Florida per studiare in New Hampshire: aveva iniziato a dirigere il giornalino della scuola con un compagno, e aveva continuato anche con quello univer- Un fronte opposto, più cauto, è guidato da consiglieri della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca e da altri funzionari dell’intelligence e delle forze armate: chiedono che i raid aerei americani vengano aumentati ma restino limitati soltanto al confine tra l’Iraq e la Siria, in modo da tagliare le linee di rifornimento dell’Isis, ma non vogliono addentrarsi nel territorio siriano. Anche la possibilità di lavorare con i ribelli moderati in Siria è oggetto di divisioni: una parte dell’intelligence sostiene che l’Esercito Siriano Libero non è affidabile. Nel suo discorso della scorsa settimana, il presidente Barack Obama sembrava orientato maggiormente verso questa posizione più prudente. «La nostra priorità è l’Iraq», ha detto, affermando che sulla Siria l’amministrazione non ha ancora una strategia rezza nazionale, qualche generale e una «fazione» di 007. Questo partito è contrario a impelagarsi in altro conflitto, è convinto che la sola risposta militare sia controproducente e non si fida dei ribelli siriani. Scetticismo appaiato ai dubbi, espressi anche da Obama, sugli alleati regionali. Molti sono bugiardi, ambigui, con una doppia agenda che spesso finisce per fare il gioco del nemico. Se il presidente uscirà dalla cautela — criticata dai repubblicani ma anche da esponenti democratici influenti — potrebbe adottare una strategia a fasi. Eccole. 1) Estensione delle missioni aeree per distruggere veicoli e mezzi, i target più facili e «a tiro». 2) Attacchi su depositi, centri comando, campi d’addestramento. Mossa favorita dal fatto che l’Isis «governa» il territorio, dunque è presente e visibile. Ma notizie recenti dicono che avrebbe iniziato a mimetizzarsi, specie nella «capitale del Califfato», Mosul. 3) Eliminazione dei leader. 4) Creazione di una «no drive zone», incenerendo dal cielo qualsiasi camionetta del movimento che azzardi a muoversi lungo determinati assi strategici. 4) Bombe e razzi sui rifugi in Siria. Sul piano, però, pesa l’incognita dell’intelligence. E fino ad oggi si è detto che quella americana non ha abbastanza informazioni. Per riuscire a scovare un capo jihadista serve ricostruire le sue «abitudini di vita». Un sentiero che si costruisce con settimane di ricognizione dei droni e di uomini sul campo contrastati dal controspionaggio dell’Isis che hanno iniziato a uccidere presunti traditori. Dunque un programma a lungo termine che può riservare sorprese. Lo rivelano gli ultimi sviluppi. A luglio le forze speciali hanno cercato di liberare il giornalista James Foley in Siria ma i dati sulla prigione dell’Isis si sono rivelati errati. Lunedì, droni e caccia hanno condotto un blitz in Somalia. Nel mirino c’era il capo degli al Shebab, Ahmed Godane. Forse è stato ucciso, i suoi uomini sostengono che «ha riportato ferite», il Pentagono è alla ricerca di conferme. In questa guerra i nemici sono lì, si mostrano in video, postano foto su Internet, ma quando vogliono diventano fantasmi. ❜❜ La madre Shirley, la madre del giornalista ucciso, il giorno dell’appello alla tv araba Al-Arabiya giornalista. «Voleva raccontare le sofferenze dei musulmani sotto il gioco dei tiranni», ha detto la madre. Prima di recarsi in Siria, era stato in Turchia, Libia, Egitto, Bahrein scrivendo reportage di guerra. Ad amici e parenti diceva di conoscere i rischi. «Un milione di persone avrebbero potuto dirgli che stava facendo una pazzia, a noi che lo guardavamo dall’esterno sembrava così. Ma era quello che amava fare ed era impossibile fermarlo», ha raccontato un ex compagno dell’università. «Ti diceva che laggiù era spaventoso, che era pericoloso. E continuava a tornarci». Nei giorni scorsi una petizione firmata da oltre 11.000 persone era apparsa sul sito della Casa Bianca: chiedeva a Obama «di usare ogni mezzo» per salvare Steven Sotloff. Alla notizia della decapitazione ieri, messaggi di orrore e di dolore si sono riversati sui social media, accanto a ricordi affettuosi, a sue foto con l’elmetto e ad appelli a ripensare a lui non con il coltello alla gola, ma per il suo lavoro. Sono stati «linkati» diversi suoi vecchi articoli, accomunati dal tentativo di raccontare il punto di vista della gente locale nelle crisi più brutali. In Egitto diede voce ai sostenitori della Fratellanza Musulmana: «La gente ha votato per Morsi — gli disse uno di loro — e ora chiede perché una minoranza ha deciso che non può governare». In un altro articolo per la rivista Time sulla Libia, pubblicato dopo l’assassinio del console americano Stevens a Bengasi, Sotloff scrisse parole profetiche: «I libici temono che il Paese stia crollando lentamente intorno a loro». Su Twitter, dove si descriveva come «filosofo cabarettista di Miami», Steven rivela il suo senso dell’umorismo: nell’ultimo tweet, scritto il 3 agosto, il giorno prima della scomparsa, si doleva degli insuccessi dei «Miami Heat», la sua squadra di basket del cuore. Anche quand’era in Siria, la sua Florida non era troppo lontana. E la madre, fino all’ultimo, ha sperato di poterlo riportare a casa. «Voglio solo quello che ogni madre vuole: poter vivere per vedere crescere i figli dei propri figli». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 JACOBCOHEN.IT italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 La sfida degli estremisti L’intelligence I controlli Le intimidazioni del Califfato che ha minacciato i «governi che entrano nella malvagia alleanza con l’America contro lo Stato Islamico» affinché «si tirino indietro» hanno fatto alzare i livelli di attenzione antiterrorismo anche in Italia (nella foto, controlli nello scalo di Malpensa) Adesso cresce l’allerta anche per gli italiani rapiti Diventa più difficile per la diplomazia mantenere aperti i negoziati Si riunisce il Comitato per la sicurezza ROMA — L’ultimo contatto è avvenuto una decina di giorni fa ed era servito a rassicurare sulla «buona salute delle ragazze». Il «canale» per riportare a casa Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due cooperanti rapite in Siria la notte tra il 31 luglio e il 1° agosto scorso, rimane aperto. Ma nessuno può negare che la decapitazione del giornalista statunitense Steven Joel Sotloff e soprattutto la minaccia di riservare lo stesso destino all’ostaggio britannico David Cawthorne Haines, abbiano ulteriormente aggravato una situazione già delicatissima. E fatto salire i timori per la sorte di tutti gli occidentali tuttora nelle mani dei jihadisti. A far paura adesso è la scansione dei tempi scelti dai terroristi con l’uccisione di un prigioniero ogni dieci giorni e soprattutto con l’avvertimento «ai governi che entrano nella malvagia alleanza con l’America contro lo Stato Islamico» affinché «si tirino indietro e lascino il nostro popolo in pace». L’Italia è inserita in questo elenco, soprattutto dopo la decisione di inviare armi direttamente ai Peshmerga schierandosi ufficialmente con Washington e dunque contro l’avanzata del Califfa- mente il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Non c’è alcun rischio specifico, nulla di concreto è stato finora segnalato dagli 007 italiani, né dai servizi segreti stranieri su pericoli imminenti che possano riguardare il to. E ciò la espone come bersaglio nostro Paese. Il monitoraggio efanche per quanto riguarda possi- fettuato dall’Antiterrorismo del bili attacchi che potrebbero essere Viminale e dagli specialisti del pianificati in questa «guerra san- Ros dei carabinieri non fornisce ta» che i massimi rappresentanti alcuna indicazione di minaccia. dell’Isis hanno detto più volte di Ma gli analisti sono concordi nel voler combattere nei video tra- ritenere che il livello di attenzione smessi nelle ultime settimane. debba rimanere alto non potendo È una situazione di altissima escludere un’azione isolata o cotensione che rende naturalmente munque un possibile attacco nei irta di ostacoli l’attività condotta confronti dei cittadini italiani, in dalla diplomazia e dall’intelligen- particolare contingenti militari, ce per mantenere aperto il nego- che si trovano all’estero. ziato con i rapitori delle due gioIn questo quadro si inserisce come priorità il negoziato per il rilascio delle cooperanti catI giornalisti rapiti in Siria turate un mese secondo Cpj.org (Committee fa ad Aleppo. Le to Protect Journalists) rassicurazioni fornite dai vani. Anche tenendo conto che il «mediatori» sulla sorte di Greta e conflitto siriano è in una fase acu- Vanessa accreditano l’ipotesi che ta e gli scontri tra le varie fazioni si le due ragazze siano state affidate sono fatti più intensi. a un gruppo di connotazione «poIeri sera, dopo la conferma del- litica» ma che non siano gestite l’assassinio di Sotloff con la gesta direttamente dall’Isis. Proprio per dei fondamentalisti di «postare» questo la Farnesina ha più volte sul web le immagini girate nel de- evidenziato la necessità di manteserto, è scattata un’ulteriore aller- nere il «massimo riserbo» sulle ta a questori e prefetti per la pro- trattative avviate per evitare di far tezione dei possibili «obiettivi». salire il prezzo degli ostaggi e soNei prossimi giorni il ministro prattutto per impedire che possaAngelino Alfano riunirà nuova- no essere cedute a un’altra forma- 80 L’analisi IL MESSAGGIO È INTERNO ALL’ISLAM IL JIHADISMO SUNNITA MOSTRA DI AVERE IL CONTROLLO DEL TERRITORIO di ROBERTO TOTTOLI I primi passi dell’Isis hanno riempito giornali e media di tutto il mondo. La sistematica eliminazione delle minoranze di ogni tipo e soprattutto dei cristiani ha risvegliato timori di una pulizia etnica capace di cancellare un mondo dalla storia millenaria. Le decapitazioni, spettacolarizzate, hanno saputo toccare i nervi sensibili di un occidente che rivive i timori del dopo 11 settembre 2001. Eppure ogni mossa, dalla più efferata alle meno evidente, segnata della presenza di questo sedicente nuovo califfato sembra guardare soprattutto alla rivalità infinita tra sunniti e sciiti che proprio nel martoriato territorio iracheno trovano il luogo per eccellenza in cui scontrarsi. Il dopo Saddam Hussein e l’occupazione americana avevano rinforzato le speranze della maggio- ranza sciita di poter finalmente ritagliarsi un ruolo politico importante. L’esplosione negli anni dell’occupazione americana del terrorismo settario e poi le politiche poco accorte dei governi a guida sciita non hanno facilitato la pacificazione, anzi hanno accresciuto instabilità e i timori di una frantumazione del Paese. La crescente autonomia del nord curdo aveva ulteriormente ridotto la capacità di controllo dei governi iracheni. E infine è giunto l’Isis, che ha tolto un’altra ampia regione dal controllo centrale e offerto il fianco ai sogni, magari utopici, di un califfato sunnita dichiaratamente anti-sciita. La controffensiva governativa irachena, aiutata dalla comunità internazionale, e le prime azioni anti-sunnite sul terreno riconquistato sono ora seguite dalla macabra regolarità delle decapitazioni da parte dell’Isis. Decapitazioni che colpiscono ostaggi occidentali come Sotlof o ribelli curdi, ma il cui obiettivo primario è quello di mostrare soprattutto alla controparte sciita che il califfato è in grado di controllare il suo territorio. Cristiani o occidentali sono quindi le vittime di questo macabro rituale ripreso da telecamere e diffuso ovunque, ma musulmani sono i primi destinatari del messaggio: il jihadismo sunnita è in grado di controllare il territorio iracheno e non demorde davanti agli attacchi governativi. I tre anni seguiti alla fine dei vecchi equilibri regionali dopo le primavere arabe hanno del resto accentuato lo strisciante e mai sopito scontro tra sunniti e sciiti. Sebbene tante e diverse sono le cause dei conflitti, mai come negli avvenimenti degli ultimi mesi il contrasto era diventato scontro aperto. Il zione intenzionata a utilizzarle per la propaganda dei fondamentalisti. Una precauzione che vale anche per padre Paolo Dall’Oglio, catturato in Siria un anno fa e del quale da tempo non si hanno notizie, tanto che i suoi familiari si sono appellati ai rapitori affinché facciano almeno sapere se è ancora vivo. La gestione dei precedenti sequestri di italiani in Siria ha consentito all’Aise, l’Agenzia di informazione e sicurezza esterna, di creare una «rete» di contatti effi- Gli italiani sequestrati Vanessa Marzullo 20 anni, di Brembate (Bergamo), cooperante indipendente. È stata rapita in Siria il 6 agosto scorso, insieme all’amica Greta Ramelli Greta Ramelli 21 anni, di Besozzo, nel Varesotto, cooperante. È stata sequestrata in Siria il 6 agosto scorso, insieme con Vanessa Marzullo I contatti Dieci giorni fa l’ultimo contatto per il rilascio delle due cooperanti sequestrate in Siria In 6 nelle mani degli estremisti cienti, canali di dialogo che sinora hanno mostrato di funzionare. E proprio questo alimenta la speranza che, con tempi che naturalmente non potranno essere brevi, si possa ottenere la liberazione delle cooperanti, evidenziando il loro impegno nei confronti della popolazione e la scelta di recarsi in Siria, sia pur senza avere alcuna esperienza di quelle zone e del «teatro di guerra», esclusivamente per aiutare la popolazione e in particolare i bambini. Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Vallisa 53 anni, di Cadeo (Piacenza), tecnico della Piacentini Costruzioni. Esperto in perforazioni, è stato preso in ostaggio in Libia lo scorso 5 luglio Gianluca Salviato 48 anni, di Trebaseleghe (Padova), tecnico per la Ravanelli di Venzone (Udine). È stato rapito in Libia il 22 marzo 2014 in un cantiere Padre Paolo Dall’Oglio 59 anni, romano, fondatore della comunità monastica Mar Musa ad al-Nabk, in Siria, dove ha vissuto 30 anni. Lì è stato rapito il 29 luglio 2013 Giovanni Lo Porto 38 anni, di Palermo, cooperante per l’Ong tedesca Welt Hunger Hilfe, rapito in Pakistan il 19 gennaio 2012, assieme a un suo collega jihadismo che si è affermato tra Africa sub-sahariana e Siria e Iraq è ideologicamente vicino al salafismo. E per i salafiti gli sciiti sono considerati alla stregua di eretici, e degni dell’avversione che si riserva ai miscredenti. Nella lunga storia della Fratellanza Musulmana e del radicalismo islamico i rapporti erano segnati da antipatie e contrasti, raramente da scontri aperti e da conflitti sul campo come sta ormai avvenendo. E l’Iraq, in tale quadro, è il terreno per eccellenza di un conflitto insanabile e che nessuno sembra in grado di ricomporre. E in cui l’occidente rischia di svolgere il ruolo di un terzo incomodo semplicemente usato come bandiera ideologica, come un avversario su cui mostrare la propria inflessibilità. Oggi quel che resta dell’Iraq è una maggioranza sciita, frustrata e lontana dai suoi obiettivi politici, e un califfato forse senza futuro ma con sbandierati propositi di liquidazione di ogni altra presenza: cristiani, yazidi, curdi, turcomanni e anche gli sciiti. È un progetto, quello dell’Isis, certo impossibile da realizzare, ma che rende impossibile anche ogni conciliazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La crisi Il fronte dell’Est Pronta la lista delle sanzioni contro Mosca Manovre della Nato, partecipa anche l’Italia Altissima tensione sull’Ucraina, mentre i separatisti conquistano terreno DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tappe di una crisi La Crimea e l’inizio delle tensioni La crisi ucraina è quella che più ha danneggiato le relazioni tra Nato e Russia dai tempi della Guerra fredda. Tutto ha inizio con l’annessione della Crimea alla Russia il 18 marzo scorso. La Nato sospende il 1° aprile la cooperazione civile e militare con Mosca ma la situazione non migliora: nelle zone dell’Ucraina a maggioranza russofona si accendono scontri tra separatisti filo Mosca e forze regolari di Kiev BRUXELLES — Il Cremlino intima alla Nato, agli Usa, di non avvicinarsi ai confini russi con i loro soldati e cannoni, perché questa sarebbe già una «minaccia esterna»: «e se accadrà, cambieremo la nostra strategia militare». Il resto è lasciato all’immaginazione, o alle paure, di ogni cittadino europeo. Ma intanto sta già accadendo, i fatti scavalcano le parole, nell’Est Europa che brucia i colossi del mondo sono ormai faccia a faccia. Barack Obama parlerà oggi in Estonia: alle «sue» truppe, truppe americane, schierate a meno di un’ora dalla frontiera dell’impero di Putin. Nelle stesse ore, carri armati, aerei e batterie missilistiche della Nato con 4 mila soldati (10 mila, secondo altre fonti) di vari Paesi membri — Italia compresa — marceranno nella stessa Estonia e in altre regioni baltiche, per quella che si annuncia come la più importante esercitazione dell’Alleanza negli ultimi 25 anni. E solo in parte sarà una simulazione. È già in fase di progetto avanzato, infatti, la creazione di una forza Nato di pronto impiego, in grado di reagire a qualsiasi emergenza in 48 ore, e di portarsi entro questi termini di tempo nelle regioni baltiche: proprio come accaduto in Crimea, vi sono infatti minoranze russe che cominciano ad agitarsi in Estonia e Lettonia, e perfino nel lontanissimo Kazakhistan, quasi che l’impero defunto dell’Urss fremesse nella sua tomba. Le manovre militari di questi giorni collauderanno al massimo i nervi di tutte le parti in gioco: in alcuni punti, non più di pochi chilometri separano già le batterie lanciarazzi Grad (le temute «Grandine», ereditate da Stalin) dalle piste destinate agli aerei «invisibili» Stealth. Mentre a poca distanza, esercito ucraino, miliziani russi ed esercito regolare russo continuano a combattere fra loro (2.600 i morti da aprile a oggi) e già si preparano ad affrontarsi per Mariupol, 500 mila abitanti, città sul Mar d’Azov: e importante nodo strategico decisivo per la creazione di quello «Stato autonomo» che Putin sta disegnando nel cuore dell’Ucraina, fin dai giorni dell’assalto alla Crimea. Quasi ovunque, le truppe ucraine appaiono in ritirata. Il fine delle manovre Nato è aperto, dichiarato: proteggere da ogni aggressione un qualunque Paese membro dell’Alleanza, secondo l’articolo 5 del Trattato che impegna appunto tutti alla difesa comune (perciò verrebbero difese la Polonia, o le nazioni baltiche, ma non — ancora — l’Ucraina spaccata in due, che della Nato non fa parte). C’è poi anche un fine in codice, che ha un unico destinatario, seduto al Cremlino: far capire che lo smembramento dell’Ucraina, così come ventilato da Putin, non potrà impunemente ribaltare gli equilibri geostrategici dell’Europa. Il messaggio passa anche attraverso l’annuncio di nuove sanzioni Ue contro la Russia. Lo ha fatto ieri, in un’audizione all’Europarlamento, Federica Mogherini, appena nominata Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza comu- Verso Mariupol Miliziani filorussi e soldati di Mosca continuano a combattere contro gli ucraini. Prossima battaglia: Mariupol ne (mai carica fu più appropriata, in questo momento storico): «se il partenariato strategico fra Mosca e la Ue non esiste più — ha detto fra l’altro — è responsabilità di Mosca». Quanto alle nuove sanzioni, la Commissione europea le sta discutendo proprio ora e verranno comunicate entro venerdì. Un po’ prima di quella sorta di ultimatum lanciato sabato scorso, al vertice Ue di Bruxelles, dalla cancelliera Angela Merkel: «entro sette giorni constateremo se Mosca ha cambiato linea o no». Al di là delle misure in dettaglio, da fonti Ue si sa già che le sanzioni dovranno «limitare ancor più» l’accesso delle banche e delle società finanziarie russe ai mercati di capitali. Questo significherà, per esempio, imporre alle banche statali di Mosca nuovi divieti di offrire i loro titoli nei Paesi dell’Unione. Dmitry Rogozin, vicepremier russo, ha già commentato su Twitter: «Tutte queste sanzioni non valgono un granello della sabbia della terra di Crimea, ora restituita alla Russia». Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA La Nato e l’adesione degli Stati cuscinetto Il 29 agosto l’Ucraina annuncia l’intenzione di riavviare il processo di adesione alla Nato, scatenando l’ira di Mosca. Il Cremlino minaccia l’intervento diretto se Kiev aderirà all’Alleanza Atlantica. La Russia, dalla caduta dell’Impero Sovietico, ha perso uno dopo l’altro «Stati cuscinetto» come Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia (1999): ma il domino non si ferma L’Europa, le sanzioni e le «contromisure» Sin dall’annessione della Crimea alla Russia, Europa e Stati Uniti hanno varato sanzioni economiche crescenti, prima contro singoli esponenti del governo di Putin, poi contro società e commerci. La Russia, dal canto suo, ha replicato con contromisure che hanno bloccato ulteriormente i rapporti commerciali tra le parti: esportazioni quasi annullate e negozi e supermercati russi vuoti Le manovre militari e il rischio conflitto Da ieri, e fino all’8 settembre, la Nato ha dato il via a una grande esercitazione militare denominata «Steadfast Javelin II»: 2 mila soldati e centinaia di mezzi corazzati (è presente anche l’Italia), in azione tra Polonia, Germania e Stati baltici con la dichiarata intenzione di «rassicurare i Paesi dell’Europa orientale». Mosca ha reagito prima con rabbia poi invocando «colloqui» distensivi Nostalgia Un miliziano filorusso, a Donetsk, in Ucraina, vicino a un blindato con il simbolo dell’Urss Il reportage La piccola Repubblica, poco più di un milione di abitanti e una storia di successo, è un avamposto sul lungo confine orientale Estonia, paradiso in trincea davanti all’Orso russo Oggi arriva Obama che promette protezione I tank del Cremlino potrebbero entrare in 3 ore DAL NOSTRO INVIATO TALLINN — I tetti aguzzi di questa piccola capitale che sembra uscita da una fiaba di Hans Christian Andersen riflettono la luce di un tramonto caldo, appena velato. La gente nelle piazze del centro mangia zuppa di formaggio, il piatto nazionale, e si gode questo supplemento d’estate (anche se oggi qualcuno è rimasto a casa per via delle misure di sicurezza imposte dall’imminente visita di Barack Obama). I musicisti di strada cantano canzoni spensierate sui loro palchi improvvisati. Tallinn, capitale della più settentrionale delle Repubbliche baltiche, l’Estonia (piccola per superficie, come Piemonte e Lombardia messi insieme, addirittura minuscola per popolazione, appena un milione e 300 mila abitanti) sembra un’oasi di tranquillità e benessere nel cuore dell’Est europeo: una piccola Svizzera finnica ad alto reddito col livello di informatizzazione più elevato d’Europa tanto nel pubblico quanto nel privato. Ma basta allontanarsi di poco dal centro, una passeggiata di venti minuti, per trovarsi in un quartiere assai più grigio delle piazze del centro, tra bar e bistrò affollati di gente di origine russa che qui vive come in una «enclave»: non hanno mai imparato l’estone, una lingua complicatissima di ceppo finnico, con ben 14 casi, faticano a trovare lavoro e, spesso, non hanno nemmeno la cittadinanza, pur essendo nati in Estonia o avendo risieduto a lungo nel Paese: il «passaporto grigio» che hanno in tasca, una specie di permesso di soggiorno, ne fa una sorta di cittadini di serie B. Niente diritto di voto, niente impieghi pubblici se non imparano a parlare l’estone superando un severo esame presso l’Ispettorato del linguaggio. «L’Estonia ha creato una polizia della lingua per discriminare la minoranza russa» ha accusato qualche tempo fa Russia Today. E — fin dal marzo scorso, i giorni dell’occupazione della Crimea — Vladimir Putin ha minacciato ritorsioni contro la presunta ghettizzazione della minoranza russa dell’Estonia, più di un quarto della popolazione totale. Ma quella che Mosca propaganda, con qualche successo anche in Occidente, come discriminazione, per il governo estone (in cima a tutte le classifiche internazionali in quanto a libertà economiche e po- La minoranza Il ruolo della minoranza russa nel Paese «ghettizzata» secondo le accuse di Mosca e discriminata per la lingua litiche) è una semplice precauzione dopo l’immigrazione forzata e la russificazione imposta dal regime sovietico nei decenni dell’occupazione. I nati dopo la dissoluzione dell’Urss e l’indipendenza (1991) sono cittadini estoni anche se figli di russi. Tutto questo, però, a Putin interessa poco. Davvero l’Estonia rischia, allora, insieme alle altre due Repubbliche baltiche con forti minoranze o influenze russe, Lituania e Lettonia, di fare la fine dell’Ucraina? Fin qui ben pochi, in Occidente, hanno messo in conto una possibile occupazione russa dell’Estonia, visto che questo Paese, come le altre Repubbliche baltiche e la Polonia, fa ormai parte, oltre che della Ue, anche della Nato che, in base all’articolo 5 del suo Trattato, sarebbe obbligata a difenderla in caso di aggressione così come dovrebbe fare per un attacco all’Italia, alla Francia o alla Germania. Il neoimperialismo di Putin, è stato fin qui il ragionamento prevalente, si fermerà ai confini della Nato. Nelle ultime settimane, però, questa certezza ha cominciato a traballare davanti all’atteggiamento Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 Le forze in campo «Steadfast Javelin II» «Viaggiare leggeri e assestare colpi pesanti». È stata questa la sintesi che il segretario generale della Nato, Anders Fog Rasmussen, ha usato per descrivere quello che la Nato ha in mente per dare forza alla sua «diplomazia coercitiva» nei confronti della Russia in occasione della crisi ucraina. Il concetto di questa diplomazia è semplice: si tratta ma si applica anche una certa quantità di pressione, militare e/o di altra natura (per esempio le sanzioni economiche), in modo da convincere l’avversario che una posizione troppo rigida potrebbe avere conseguenze gravi. L’Alleanza Atlantica ha pensato di rendere più credibile la deterrenza allestendo una forza di reazione rapida capace di spiegarsi sul terreno in 48 ore. La risposta russa, finora solo verbale, non si è fatta attendere: Mosca procederà a una revisione della sua dottrina tattico-strategica per tenere conto dei «nuovi pericoli e minacce». Il problema della Nato, il Patto Atlantico costituito nel 1949 in chiave antisovietica, è quello tradizionale di un’alleanza il cui socio più forte, gli Stati Uniti, è separato dai suoi partner da migliaia di chilometri di oceano. Non solo: la Nato è un’alleanza difensiva, l’articolo 5 del Trattato che ne ha sancito la nascita prevede la risposta militare solo se uno Stato membro viene attaccato. Nessuna azione preventiva è possibile, il primo colpo devono spararlo gli avversari. All’epoca della Guerra fredda e prima del crollo dell’Urss la soluzione era di mantenere in Europa, in Germania Ovest, un solido (e costoso) nucleo di forze corazzate americane che, insieme ai soldati degli altri Paesi occidentali, tenesse duro quel tanto da consentire l’arrivo di rinforzi dagli Stati Uniti. Da allora molto è cambiato, le necessità di bilancio si sono fatte ovunque stringenti, e nel 2012 gli Usa hanno completato il ritiro della prima divisione corazzata e della prima divisione di fanteria, lasciando in Europa solo forze leggere, cavalleria e paracadutisti, per un totale di circa 8 mila truppe combattenti. «Il ritiro delle forze pesanti — spiega Pietro Batacchi, direttore di Rid, Rivista italiana difesa — ha creato un problema strategico perché ha lasciato un vuoto in Europa mentre il confine della Nato si spostava verso est e la Russia, dopo anni di declino e sotto la guida di Putin, riprendeva a spendere per la difesa». Le forze leggere sono poco costose e possono essere spiegate con rapidità in caso di crisi, ma tolgono credibilità alla minaccia militare. La soluzione che hanno trovato gli americani, attual- OBIETTIVO: addestrare oltre 2mila uomini in vista della creazione di una nuova forza di reazione rapida in grado di arrivare dove serve in soli 2 giorni (quella attuale ne impiega 5) Bulgaria Canada Republica Ceca Estonia Italia Lettonia Artiglieria pesante Lituania Polonia Romania Slovenia Regno Unito Usa ESTONIA «Grafenwoehr» ESERCITAZIONE SABER JUNCTION Dal 25 agosto all’11 settenbre 5.800 soldati 4,4 4,4 783 LETTONIA 76 5.310 5.436 LITUANIA 11.800 48 2.550 1.389 99.300 106 R. Ceca GERMANIA Le spese della difesa nel 2012 in % del Pil Slovenia 2,5 ESERCITAZIONE ANAKONDA In autunno 12.000 soldati RUSSIA 5.750 POLONIA 893 Gran Bretagna 68 SLOVACCHIA 15.850 30 20 ROMANIA UNGHERIA 899 68 26.500 30 437 14 69 UCRAINA 510.600 71.400 2,3 2,3 1,9 1,9 1,7 I profughi sono oltre mezzo milione Aerei 334 Da gennaio dispiegati una cinquantina di blindati Usa Obiettivo: mantenere in Europa un minimo di equipaggiamento pesante da poter spostare velocemente dove necessario Il bilancio Onu Carriarmati CRIMEA ITALIA BULGARIA 1,4 1,4 1,0 0,9 0,8 80 42 311 31.300 TURCHIA 7.822 2.504 Us Ru a s R. sia Un Fr ito an Tu cia rch Es ia to n Po ia lon IT ia Ge ALIA rm No ania rv e Lit gia ua Le nia tto n Sp ia ag na Piani militari Al prossimo vertice in Galles, la Nato metterà a punto una forza di intervento rapido con 4 mila soldati Stati partecipanti Esercitazione Nato da ieri fino all’8 settembre con centinaia di blindati, aerei e soldati. L’Italia invia 90 parà della Folgore 845.000 = nuove basi Nato In ognuna di queste basi dovrebbero stazionare fino a 600/800 militari Soldati 352 Fonti: Nato, FT, Reuters, Der Spiegel, FAZ CORRIERE DELLA SERA L’Alleanza metterà base nell’Est E Putin riscrive la sua dottrina Due nuove strategie: come cambierà il confronto sul terreno Il passato All’epoca della Guerra fredda gli Stati Uniti mantenevano in Germania Ovest un contingente grande e costoso Il futuro Washington progetta ora di lasciare in Europa carri armati e blindati pronti all’uso dei soldati inviati dall’America sempre più aggressivo del presidente russo che è sembrato voler sfidare apertamente Washington e l’Alleanza Atlantica rendendo palese l’invasione «strisciante» dell’Ucraina proprio alla vigilia del vertice Nato di Cardiff, in Galles. È proprio per questo che Obama ha deciso di venire a Tallinn, a rassicurare gli alleati baltici, prima del summit dell’organizzazione militare transatlantica. Ma, anche se a ottobre qui arriverà un certo numero di tank americani «Abrams» nell’ambito delle esercitazione e della rotazione nel dislocamento di forze Nato nei Paesi dell’Est, le garanzie militari che l’Alleanza può offrire all’Estonia sono limitate. Priva di un’aviazione e di armamenti pesanti per le forze di terra, senza protezioni naturali ai confini e senza basi permanenti della Nato sul suo territorio, l’Estonia potrebbe essere occupata da Putin in poche ore. Per capirlo basta arrivare a Narva, cuore dell’enclave russa, 200 chilometri a est di Tallinn. La cittadina, 60 mila abitanti, è separata dal territorio russo da un ponte lungo appena 400 metri. Basterebbero tre ore ai «tank» russi per arrivare fino alle coste del Baltico, ha scritto l’analista del Center for European Politics Edward Lucas. Spiazzerebbero la nuova forza di intervento rapido che la Nato sta cercando di mettere in campo, operativa mente sperimentata nella base tedesca di Grafenwoehr, è quella di lasciare in Europa un certo numero di carri armati Abrams e di veicoli blindati trasporto truppe Bradley insieme al loro supporto logistico (carburante, munizioni, assistenza tecnica). I reparti che, in caso di bisogno, utilizzeranno questi mezzi dovranno arrivare a rotazione in aereo dagli Stati Uniti e trovare tutto pronto per un eventuale impiego. L’entità (si parla di 4.000 uomini) e la disposizione della nuova forza di intervento rapido della Nato dovranno essere decise dal vertice dell’Alleanza che si riunirà domani in Galles, in Gran Bretagna. «È però ipotizzabile che la nuova forza possa seguire lo stesso criterio, su scala maggiore — continua Batacchi — cin- 7 que basi in Paesi confinanti con la Russia ben dotate di mezzi, capaci di costituire reparti di pronto intervento con equipaggiamento pesante grazie all’arrivo di soldati Nato, soprattutto americani, trasportati per via aerea». In che consisterà la risposta russa? L’ex Armata rossa ha dimostrato scioltezza nell’affrontare la crisi ucraina, ribaltando in pochi giorni la situazione militare. Tuttavia il materiale è tecnologicamente arretrato (i carri armati più moderni, i T-90, risalgono a 20 anni fa), le dottrine di impiego, basate sull’uso di grandi unità con enorme potenza di fuoco ma con difficoltà di comunicazione e controllo, risultano antiquate, l’addestramento lascia a desiderare. Gli esperti ipotizzano che si procederà nella riforma avviata nel 2008 e poi frenata dalla burocrazia militare timorosa di perdere potere e stipendi: riduzione drastica del personale, addio alle divisioni sotto organico da riempire di coscritti solo in caso di bisogno per lasciare spazio a brigate formate da volontari professionisti a piena forza per l’impiego rapido, ricorso al mercato per l’acquisto di tecnologie da applicare a una nuova generazione di armamenti, aerei ed elicotteri moderni. Le risorse, grazie al petrolio, ci sono, anche in presenza delle sanzioni economiche decise dall’Europa. Ma le sanzioni, si sa, sono parecchio più lente dei carri armati. Il conflitto in Ucraina ha portato oltre mezzo milione di persone a fuggire dalle proprie case: in 260 mila si sono rifugiati all’interno del Paese e altrettanti hanno cercato asilo in Russia. Lo ha comunicato ieri l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, precisando che il numero degli sfollati interni in Ucraina è più che raddoppiato nelle ultime quattro settimane. L’Unhcr stima tuttavia che il loro numero sia «nettamente superiore» a 260.000, poiché molti di quelli accolti da familiari o amici scelgono di non registrarsi presso le autorità. «Se non si trova rapidamente una soluzione, questa crisi non avrà soltanto conseguenze umanitarie devastanti ma anche il potere di destabilizzare tutta la regione», è stato l’allarme lanciato dall’Alto commissario Onu per i rifugiati António Guterres. Per le autorità di Mosca, complessivamente circa 814 mila cittadini ucraini sono entrati in Russia dall’inizio dell’anno, dato in cui sono incluse le persone che hanno fatto richiesta di asilo o di permesso di soggiorno. Secondo le cifre fornite dalle autorità russe, il numero di ucraini arrivati in meno di un mese come rifugiati è aumentato di 100 mila unità, passando dai 168 mila recensiti il 5 agosto agli attuali 260 mila. Ma per l’Unhcr non si tratta che della «punta dell’iceberg». «Possiamo dire verosimilmente che siamo in presenza di un milione di profughi in totale» in seguito all’intensificarsi del conflitto tra i ribelli filorussi sostenuti da Mosca e le autorità ucraine». I profughi che sono in età militare spesso non si dichiarano per evitare di essere reclutati; altri temono rappresaglie se mai un giorno torneranno nelle loro case. Nelle zone dei combattimenti di Donetsk e Lugansk vivono ancora 2,2 milioni di persone. Paolo Rastelli © RIPRODUZIONE RISERVATA dopo 48 ore e costringerebbe la Nato a fare i conti con la sua reale volontà di rispettare obblighi che risalgono agli anni della Guerra fredda e della Cortina di ferro. Gli analisti pensano che, per quanto spregiudicato e sfrontato, Putin non farà un passo simile. Ma non esiste solo l’attacco diretto: in Ucraina Mosca ha sperimentato le nuove tattiche della «guerra ibrida» infiltrando, istigando e organizzando la minoranza etnica russa, debitamente rimpinguata dai cosiddetti «little green men», soldati che solo formalmente non fanno più parte dell’esercito della federazione russa. Gli estoni temono soprattutto questo perché Narva non è solo la città di confine dalla quale potrebbero arrivare i «tank» del Cremlino: è anche il luogo di una grande battaglia persa da Pietro il Grande contro l’esercito svedese nel 1700. L’impe- Effetto Ucraina Ma sono in pochi a temere un effetto Ucraina. Funziona da deterrente anche il boom economico dopo l’ingresso nella Ue ratore russo imparò lì che doveva cambiare tattica, evitando i confronti in campo aperto e vent’anni dopo la sua coalizione vinse la Grande guerra del Nord sconfiggendo gli svedesi. Forse una fonte di ispirazione per Putin le cui ambizioni neoimperiali sono ormai abbastanza chiare. La speranza è che una situazione simile non si materializzi perché, nonostante i disagi per il ruolo marginale ricoperto nella società estone, la minoranza russa in Estonia ha comunque migliorato sostanzialmente le sue condizioni di vita. I più sono consapevoli di vivere in un Paese libero, democratico e molto più ricco della Russia. La spinta alla ribellione non è forte come in alcune parti dell’Ucraina. «Questa non è la Crimea, qui nessuno ha voglia di combattere per il Cremlino contro l’Estonia» è la tesi di Aleksandr Dusman, un imprenditore di Narva di origini russe che nella Repubblica baltica ha sempre fatto buoni affari. Di ribelli in giro, in effetti, per ora non se ne vedono. Ma non è il caso di abbassare la guardia. Secondo gli analisti il Cremlino preparava da anni l’attacco all’Ucraina. E i sondaggi fatti tra i russi dell’Estonia dicono che favorevoli e contrari alla presenza di truppe russe in Crimea grosso modo si equivalgono. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Parlamento Il caso Napolitano: basta rinvii su Csm e Consulta Lettera contro lo stallo politico sulle nomine. Grasso e Boldrini: richiamo opportuno Le reazioni Adesso i partiti si impegnano: «Ritardo grave, faremo in fretta» ROMA — «Ha straragione». Luigi Zanda, capogruppo pd al Senato, sintetizza così gli apprezzamenti piovuti per la strigliata del presidente, Giorgio Napolitano, al Parlamento che ancora non ha nominato i nuovi otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura e i due giudici costituzionali mancanti. «Il capo dello Stato ha fatto benissimo a sottolinearlo e ad invitare le Camere a fare in fretta a concludere queste votazioni. Lo dobbiamo fare e molto in fretta». dice Zanda, all’unisono con l’apprezzamento già espresso dai presidenti di Camera e Senato. Ma cosa vuol dire in fretta? «Subito — assicura Zanda — alla prima votazione». Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Giustizia, sorride: «Cosa penso dell’invito a fare presto del capo dello Stato? Il ritardo c’è. È obiettivo. Non c’è stato il tempo di farlo ad agosto». E ora? «Ora c’è questo richiamo — aggiunge Caliendo — si farà quando i gruppi parlamentari troveranno l’accordo sui nomi. Credo che da domani (oggi ndr) già cominceranno gli incontri tra i partiti». Ma è proprio necessario che i nuovi eletti siano scelti fra i graditi alla politica? «Siccome per essere eletti serve la maggioranza dei due terzi o la maggioranza assoluta dei voti bisogna mettersi d’accordo — spiega il senatore forzista. La cosa essenziale è capire quanti siano i seggi che spettano a ciascun partito per le elezioni dei membri del Csm. Per i giudici della Corte costituzionale è più semplice: uno spetta alla maggioranza e l’altro all’opposizione. Ma l’accordo deve essere complessivo». «È evidente che se non si è trovata un’intesa è perché i partiti non si sono accordati — evidenzia Pino Pisicchio presidente del gruppo misto alla Camera — ma sono d’accordissimo con il capo dello Stato, bisogna fare presto. Abbiamo avuto tutto il tempo per riflettere. Ora la riflessione deve avere un esito. Andiamo a concludere questa complicata ma necessaria partita». «Del resto — fa notare Pisicchio, che è anche docente di Diritto costituzionale — non è che non ci siano personalità adeguate a svolgere quel ruolo. Tenuto conto, per giunta, che al diventare via via più fragile della politica la Corte costituzionale ha rappresentato un presidio fondamentale». «Non a caso — conclude il deputato del Centro democratico — la riforma elettorale ha trovato il suo “start” proprio da una sentenza della Consulta». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Nei mesi scorsi s’era raccomandato con il ministro della Giustizia e col presidente del Consiglio, ma inutilmente: nonostante gli inviti del capo dello Stato, il Parlamento non è riuscito a eleggere i due giudici costituzionali che è chiamato a scegliere, né gli otto membri «laici» del nuovo Consiglio superiore della magistratura. Un nuovo appuntamento è fissato per mercoldì 10 settembre, e per evitare altre «fumate nere» Giorgio Napolitano ha compiuto un passo formale, rivolgendosi ai presidenti del Senato e della Camera. «Confido che entrambi vi adopererete — ha scritto a Pietro Grasso e Laura Boldrini — presso i gruppi parlamentari per conseguire le convergenze tra maggioranza e opposizioni necessarie per il raggiungimento delle maggioranze richieste». E ancora, a sottolineare l’urgenza e di un appello che sembra un ultimatum: «Si tratta di adempimenti non ulteriormente differibili, poiché due giudici della Corte sono cessati dall’incarico il 28 giugno scorso, e il Csm ha concluso il suo mandato il 31 luglio; entrambi gli organi saranno inoltre chiamati ad affrontare, nei prossimi mesi, importanti scadenze». Più di così, il presidente della Repubblica non poteva fare. E se ha deciso di spingersi fino a una sorta di «messa in mora» del Parlamento, evidentemente, teme ulteriori tentennamenti e rinvii. Com’è successo dopo le esortazioni rivolte al capo del governo e al Guardasigilli. In realtà la questione riguarda Matteo Renzi più nella sua veste di segretario del Partito democratico che di presidente del Consiglio; è il partito, infatti, che deve raggiungere con le altre forze politiche l’intesa che consenta ai candidati di ottenere le «maggioranze qualificate» dei tre quinti dei componenti le assemblee per i giudici costituzionali e dei votanti per i membri del Csm. Finora Renzi non è stato in grado di raggiungere l’obiettivo. Ne è derivata una valanga di schede bianche, che ha già prodotto conseguenze. L’elezione del presidente della Corte costituzionale per soli tre mesi — Tesauro, votato a luglio, lascerà l’incarico a novembre — è stata giustificata anche con la circostanza che la Consulta non era al completo. Scelta criticabile e criticata, a cui s’è giunti con l’alibi dell’inerzia parlamentare, sostenendo che un presidente di lunga durata debba essere nominato dall’organo nella pienezza del suo organico; una soluzione transitoria, insomma, dovuta all’inadempienza dei partiti. Il nuovo Csm invece, di cui i giudici hanno già scelto i 16 rappresen- tanti togati, non s’è potuto insediare a causa del ritardo del Parlamento. Ne è derivata una proroga del precedente, scaduto il 31 luglio, all’interno del quale c’è stata qualche scintilla per il tentativo di accelerare i tempi sulla nomina del nuovo procuratore di Palermo; nomina bloccata da una lettera giunta dal Quirinale nella quale il capo dello Stato (che è pure presidente dell’organo di autogoverno dei giudici ) invitava a coprire prima gli uffici direttivi vacanti da maggior tempo. Ormai alla prossima scadenza mancano solo sette giorni, ma se pure l’appuntamento del 10 settembre dovesse andare a vuoto, il precedente Consiglio potrebbe ricominciare ad affrontare le pratiche pendenti nel pieno dei suoi poteri prolungati; compresa la nomina alla Procura palermitana. Tuttavia le parole di Napolitano nella lettera a Grasso e Boldrini suonano perentorie: «È indispensabile che le forze politiche rappresentate in Parlamento, benché pressate da Le scelte Manca l’intesa sui due nomi per la Corte costituzionale e sugli otto laici del Consiglio numerosi impegni, dedichino nel corso di questa settimana l’attenzione necessaria per compiere le lori scelte e garantire l’esito positivo delle prossime votazioni». E i presidenti di Camera e Senato hanno subito espresso «totale condivisione per il richiamo del capo dello Stato, che rafforza ulteriormente le sollecitazioni» che essi stessi avevano già rivolto capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama. In totale, deputati e senatori sono chiamati a indicare dieci nomi. Il listino delle quotazioni dei candidati è fermo a prima della pausa estiva, in attesa delle prossime riunioni da dove deve uscire la lista definitiva. Alla Corte costituzionale è previsto che vada un rappresentante scelto dal centro-sinistra e uno dal centro-destra. Tra le ipotesi circolate: Augusto Barbera, Luciano Violante e l’ex ministro Paola Severino da un lato; Donato Bruno, Niccolò Ghedini, Antonio Catricalà, Ignazio La Russa dall’altro. Ma visti i mancati accordi, è possibile che si vada su altri nomi. Più complessa la scelta degli otto «laici» del Csm; perché la spartizione tra i partiti prevede uno spettro 24 più ampio, e perché tra quegli otto l’organo di autogoverno dovrà poi eleggere il vicepresidente. Cinque rappresentanti spettano alla maggioranza (quattro al Pd e uno al Ncd), tre alle opposizioni (uno a Forza Italia, uno ai «grillini» che hanno già svolto una consultazione online e uno alla Lega o a Fratelli d’Italia). Tra i nomi indicati dal Pd per la vicepresidenza s’è parlato, oltre che di Paola Severino, di Massi- i componenti elettivi del Csm, di cui 16 membri togati e 8 laici mo Brutti (che ha fatto parte del Csm tra il 1986 e il 1990) e Giovanni Fiandaca (anche lui ex consigliere,dal 1994 al 1998); quest’ultimo rischierebbe però di non raccogliere il necessario consenso fra i togati, a causa delle severe critiche mosse pubblicamente al processo sulla cosiddetta trattativa fra Stato e mafia, avviato dalla Procura di Palermo. Possibile outsider Giuseppe Fanfani, nipote di Amintore, sindaco di Arezzo, considerato molto vicino a Renzi e al ministro Maria Elena Boschi. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il centrodestra Cresce il disagio per i toni bassi: così si scompare. Ieri a Roma summit tra l’ex Cavaliere, Letta, Ghedini e Verdini Forza Italia scalpita: sul governo cautela rischiosa Ma Berlusconi difende la linea attendista: Renzi è popolare, un boomerang attaccarlo ROMA — C’è chi è convinto che, dovesse decidere solo con la pancia e non «con la testa, come sta facendo», Silvio Berlusconi rispetto a Renzi avrebbe tutt’altro atteggiamento. Raccontano che, in questi giorni, con i fedelissimi l'ex Cavaliere — tornato ieri a Roma e subito a colloquio con Letta, Ghedini, Verdini — non abbia lesinato critiche al premier: «I provvedimenti che ha messo in campo sono davvero poca cosa: sono annunci, non c’è un soldo, non c’è una novità. Veramente deludente», ha ripetuto nelle ultime ore. Parole che i suoi sottoscrivono ma che, nelle dichiarazioni ufficiali degli azzurri, vengono sfumate più che calcate. La linea ufficiale resta quella della scettica ma cauta attesa: «Renzi ha cambiato strategia comunicativa» e «l’effetto ipnosi è finito», dice Renato Brunetta nel suo Mattinale, ma Forza Italia per ora si limiterà a «vigilare». Anche Giovanni Toti è convinto che ci sia «poco arrosto» nei provvedimenti del premier, ma da qui a lanciare strali ci corre il mare. Insomma, l’ordine di scuderia di tenere bassi i toni è rispettato. Ma in FI cresce il disagio per una linea che, è il timore, finirà «per farci perdere peso e voti, così si scompare». Sono in tanti a fremere, pur rimanendo in sostanziale silenzio. Lo stesso Brunetta, per volere di Berlusconi, è passato dalle accuse durissime ad analisi meno feroci. Ex ministri come la Gelmini soffrono nel vedere con quanta «superficialità» Renzi stia trattando il tema della riforma della scuola, visto che anche secondo Berlusconi «stanno creando aspettative in migliaia di persone che verranno deluse». Ghedini ha bocciato la riforma della giustizia, la considera pessima. Capezzone continua a sostenere la sua ricetta di uno «choc» fiscale, perché tutto il resto è inutile perdita di tempo. E Raffaele Fitto, col suo silenzio interrotto da poche e pesanti parole, testimonia come il malumore persista. Da venerdì a domenica Gasparri a Giovinazzo riunirà al campus «Everest» praticamente tutti i nomi noti del partito per il primo dibattito-sfogatoio del dopo estate, e se Fitto già ieri rilanciava con forza le primarie in Puglia in vista delle Regionali chiedendo «un partito e una coalizione nel quale si discuta», c’è da attendersi un affondo più pesante su quella che è considerata una linea troppo morbida di opposizione a Renzi. Berlusconi sa bene che il suo partito scalpita, ascolta chi si lamenta perché «anche i giornali e le categorie ci hanno scavalcato nell’opposizione a Renzi», ma quando gli chiedono come ci si debba muovere non transige. Intanto perché «a oggi, nonostante non stia facendo nulla, Renzi ha ancora un gradimento molto alto nei sondaggi. È vero che le critiche dall’alto arriva- L’arrivo Silvio Berlusconi è rientrato a Roma ieri pomeriggio, arrivando in auto a Palazzo Grazioli con la compagna Francesca Pascale (in alto). Qui sopra, gli assistenti portano i bagagli in casa (Benvegnù, Guaitoli, Panegrossi) no, ma voi pensate che la gente normale legga i fondi dei grandi giornali? Attaccare oggi il governo non ci servirebbe a nulla, sarebbero colpi sprecati e perderemmo solo consensi», ripete. Ma soprattutto, l'ex Cavaliere appare a chi gli parla angosciato dagli scenari internazionali e da una crisi geopolitica ed economica che «rischia di precipitare: siamo sull’orlo del baratro, stanno saltando gli equilibri mondiali, non possiamo metterci a combattere battaglie da cortile», insiste. E poi, «quale è oggi l’alternativa a Renzi? Se salta ora che si fa? Volete che arrivi la Trojka a prelevare i soldi dai conti correnti? Perché questo è il rischio che corre l’Italia...». Meglio attendere insomma. Proponendo ricette alternative ma senza toni ultimativi, frenando sulla legge elettorale per non dare a Renzi la possibilità di una via d’uscita disperata, quella del voto anticipato in primavera. Che Forza Italia, stavolta unita, davvero non vorrebbe affrontare. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Palazzo Chigi Le riforme Renzi lancia il suo piano scuola: sarà la fine della «supplentite» L’accento sul merito per la carriera. Oggi le linee guida online La Nota di Massimo Franco Il premier va avanti tra scetticismo e «fuoco amico» C olpisce che due personaggi distanti tra loro come l’ex premier Mario Monti e il segretario della Cgil, Susanna Camusso, esprimano giudizi taglienti su Matteo Renzi e il suo governo; di fatto, accusandolo di avere messo in cantiere un «piano dei mille giorni» pieno di titoli e vuoto di veri contenuti. Ma forse sorprende ancora di più il silenzio col quale il Pd ha accolto queste critiche. Anzi, arriva il «fuoco amico» di Massimo D’Alema. A replicare a Monti, attaccandolo, per paradosso è un’esponente di FI, Mara Carfagna: soprattutto per difendere la memoria politica di Silvio Berlusconi, spodestato nell’autunno del 2011 dall’esecutivo dei tecnici. Per il resto, la corsa del presidente del Consiglio verso un futuro che continua a raffigurare radioso appare sempre più solitaria; circondata dal sostegno dei fedelissimi ma anche dalle ombre spesse della crisi economica e da quelle, meno vistose, di chi lo aspetta al varco. I sondaggi continuano a darlo stabilmente in sella, e descrivono gli avversari distanziati nettamente. Sta diventando sempre più chiaro, tuttavia, che le speranze di Palazzo Chigi di agganciare un’Europa in ripresa sono destinate a segnare il passo. Renzi ieri ha voluto sottolineare che i problemi sono continentali, non solo italiani. «Il nostro dato negativo sulla crescita del secondo trimestre, che tanto ha alimentato il dibattito in casa nostra, è identico al dato tedesco:-0,2 per cento. Mal comune mezzo gaudio? Macché. Mal comune doppio danno», riconosce il premier, perché l’Italia è in condizioni ben peggiori. Su questo sfondo, sentirgli dire che «in mille giorni riportiamo il nostro Paese a fare la locomotiva, non l’ultimo vagone» dell’Europa, suona, a dir poco, azzardato. L’accusa di velleitarismo non è ancora esplicita, ma comincia a serpeggiare. D’altronde, ci Arrivano sarà qualche ragione attacchi da se una minoranza del fronti diversi a Pd finora afona, adesrialza la testa. cominciare dai so La richiesta al godemocratici verno è di cancellare dalla Costituzione l’obbligo di pareggio del bilancio; e pazienza se in questo modo il Pd contraddice il suo voto del 2012. È il sintomo di un malessere che cova, represso; e che riaffiora. D’Alema parla di «risultati insoddisfacenti del governo» e ricorda di essere «sempre stato contrario al doppio incarico di segretario Pd-premier»: tema insidioso e tarato su Renzi. Il fatto che il presidente del Consiglio non smetta di ricordare il trionfo del partito alle europee di maggio costituisce una sorta di ammonimento ai suoi critici. Serve a sottolineare un rapporto diretto con l’opinione pubblica che oltrepassa le lealtà degli apparati del partito. Il problema è capire se la cosiddetta «luna di miele» si perpetua, come sembra dire Palazzo Chigi additando i risultati che sostiene di avere raggiunto o di poter afferrare; o se l’affanno dell’economia ha cominciato a guastarla, rianimando chi finge di appoggiarlo. Il Movimento 5 Stelle martella sulla tesi dell’Italia che affonda, oberata dalle tasse. FI asseconda e incalza il premier. Ma il timore che le cose possano prendere una piega negativa si avverte nelle parole di Pier Ferdinando Casini, dell’Udc, finora suo difensore. Renzi «ha il pallino in mano, glielo abbiamo dato. Ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti», avverte: come se quelli rivendicati finora non fossero tali. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Tecnicamente, non sarà una riforma. Anzi, per usare le parole di Matteo Renzi, non sarà «l’ennesima riforma della scuola». Nell’orizzonte del governo, infatti, c’è «un nuovo patto educativo». Ed è quello che si comincerà a intravedere questa mattina, quando sul sito dei mille giorni dell’esecutivo, quel passodopopasso.italia.it presentato ieri l’altro dal premier in persona, spunteranno una serie di linee guida sulla «svolta» nel mondo dell’educazione che Palazzo Chigi ha intenzione di imprimere nei prossimi mesi. Il metodo che il governo userà su questo fronte è di quelli già rodati. Lo stesso con cui l’esecutivo ha affrontato finora il varo di due delle sue riforme più importanti, pubblica amministrazione e giustizia. «Si tratta di proposte, non di diktat “prendere o lasciare”», ha premesso Renzi alla vigilia, nella sua ormai tradizionale e-news. Traduzione: «Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplenti- Il documento te», altro neologismo che finisce in -ite che il premier mette a verbale all’indomani dell’«annuncite» citata lunedì. «Ma chiederemo loro», e cioè ai professori, «di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità». È una svolta radicale. Che si materializzerà, ovviamente, nel futuro prossimo. C’è un tempo, «dal 15 settembre al 15 novembre», fissato perché l’esecutivo possa raccogliere pareri e opinioni da tutti i protagonisti, tra cui Renzi cita soprattutto gli studenti. E un tempo, «da gennaio», perché le norme possano essere fissate nero su bianco anche in seguito a quella legge di Stabilità in cui saranno trovate «le prime risorse». Vale per la stabilizzazione dei precari. Ma anche per gli altri provvedimenti, dal cambio dei programmi scolastici («dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding», la programmazione informativa) agli investimenti sull’edilizia. La road map è fissata. Oggi verrà annunciata la linea del governo, dal 15 settembre partirà la consultazione, da gennaio ci sarà la riforma vera e propria. «Quella che stiamo elaborando non è la stabilizzazione dei precari», ha spiegato ieri Stefania An. Duc. Giannini, il ministro dell’Istruzione che per prima — dal Meeting di Comunione e liberazione — aveva parlato dell’addio ai supplenti. «Quello che vogliamo fare è mettere fine a questo metodo veramente negativo di essere consapevoli all’inizio dell’anno dei professori di cui c’è bisogno senza avere però i professori pronti». In gergo, come si leggerà nel documento di governo, le linee-guida sanciranno — nel mondo dei docenti — il passaggio dall’attuale «organico di diritto» al futuro «organico funzionale». E il tutto sarà fatto, come sottolinea anche il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone, «attraverso il confronto con gli operatori del settore» e non attraverso «una riforma calata dall’alto». Sul dossier la maggioranza sembra compatta. E il Pd ha già il disco verde del Nuovo centrodestra. Più problematico potrebbe essere il dialogo coi sindacati. Almeno a giudicare le parole consegnate ieri da Susanna Camusso a chi le chiedeva un giudizio sulla riforma della scuola. «Bisognerebbe smettere di dire che abbiamo una scuola disastrosa», ha scandito il segretario generale della Cgil. Che sia l’inizio di un confronto serrato o l’alba dell’ennesimo scontro lo si capirà presto. Già da oggi, forse. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tommaso Labate Sul sito «passodopopasso» Lavoro ed export, le misure per l’agricoltura Undici obiettivi in mille giorni. Il ministero delle Politiche agricole ha fissato l’elenco delle misure che riguarderanno l’agricoltura e l’agro-alimentare, indicandole nel sito passodopopasso.italia.it. L’operazione punta a creare posti di lavoro (60.000 imprese gestite da giovani), valorizzando le start up. Un ulteriore obiettivo è il traguardo di 50 miliardi di euro di export agro-alimentare entro il 2020 (oggi vale 33 miliardi). Tra i punti segnalati ci sono pure le aree di intervento per l’Expo 2015. Oltre che il progetto Terrevive per affittare e vendere 5.500 ettari di terreni dello Stato. Seguono la valorizzazione delle filiere, i piani per il patrimonio forestale, il rilancio di pesca e acquacoltura, e, infine, l’attuazione della nuova politica agricola comune che per l’Italia vale circa 52 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le risorse arriveranno con la legge di Stabilità. Entro gennaio il provvedimento d’urgenza per partire dal 2015-2016 UN DECRETO PER ASSUMERE E 11 OBIETTIVI della riforma renziana, ribadito ancora ieri dal presidente del Consiglio. Basta con il sistema di retribuzione basato solo agli scatti di anzianità: lo stipendio va modulato in base al merito, ovvero alle competenze acquisite e sviluppate in itinere dai singoli docenti grazie anche ai corsi di formazione); le risorse per il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa; il rafforzamento del ruolo dei presidi con maggiore autonomia delle scuole; le nuove competenze dei ragazzi; le regole per l’ingresso dei privati nelle scuole; la semplificazione delle regole per la procedura di alternanza scuola-lavoro e infine la revisione delle procedure amministrative potenziando la digitalizzazione degli uffici e delle segreterie. Il progetto su 150 mila precari Le scelte: dai nuovi programmi agli «scatti di competenza» C entocinquantamila precari assunti per decreto. Sorpresa doveva essere e sorpresa è: la «Buona Scuola» è innanzitutto un piano per l’assunzione di quasi 150 mila persone in un solo anno scolastico, il prossimo. Così è scritto nel documento che spiega il percorso normativo del progetto che stamattina verrà messo online sul sito passodopopasso.italia.it. Due i cardini sui quali gli annunci di queste settimane si trasformeranno in norme: la legge di Stabilità 2015 e un decreto legge da presentare al massimo entro gennaio, dopo la consultazione di due mesi che partirà dal 15 settembre e si concluderà a metà novembre. Il ruolo del Parlamento è dunque ridotto al minimo, vista la scelta del decreto legge che dovrà essere convertito a tappe forzate per poter essere pronti entro luglio per gli adempimenti amministrativi e per far partire la nuova scuola dal prossimo anno scolastico 20152016. Un disegno di legge avrebbe consentito una discussione più distesa nelle commissioni competenti ma così si rischiava di sforare i tempi. Minimo sarà anche il ruolo dei sindacati perché non è previsto alcun passaggio per un prossimo contratto di categoria. Saranno ascoltati come tutti nella consultazione pubblica «con le forze politiche, sociali, economiche, produttive e con tutti i cittadini». I fondi Il primo snodo sarà contenuto nella legge di Stabilità che «dovrà prevedere il finanziamento del piano straordinario di assunzioni a decorrere dall’anno scolastico 2015-16 di tutti i precari storici iscritti nelle graduatorie a esaurimento aggiornate a luglio 2014 e dei vincitori e idonei dell’ultimo concorso bandito nel 2012». Il secondo passaggio con- Le tappe Programma Nel primo discorso da premier in Aula, a febbraio, per la fiducia, Matteo Renzi annuncia l’impegno del governo sull’istruzione: «Di fronte alla crisi economica, ripartiamo dalle scuole» L’edilizia A luglio è partito il piano per l’edilizia scolastica. Prevede investimenti per 1,6 miliardi di euro che andranno a finanziare 21.230 interventi La riforma Oggi sarà presentato il piano di riforma che riguarda organici e carriere dei docenti, organizzazione degli istituti e offerta formativa: sarà affidata a un decreto legge che sarà presentato entro gennaio sisterà nella predisposizione di un decreto legge. Per spiegare i requisiti di necessità e urgenza dello strumento normativo scelto — la riforma per decreto — il documento del governo invoca la gravità della situazione economica «che impone scelte che valorizzino la cultura» e la fretta per arrivare entro settembre del prossimo anno ad attuare le misure. Gli undici punti Che cosa ci sarà nel decreto? I titoli dei capitoli sui quali il governo ritiene di intervenire nei prossimi dieci mesi sono contenuti nello schema che circola in queste ore nei ministeri e in Parlamento. Eccoli: l’allargamento dell’organico di diritto e la definizione di quello «funzionale» inteso come una batteria di professori senza cattedra a disposizione di una rete di più scuole vicine sul territorio per coprire posti vacanti, spezzoni e buchi che altrimenti verrebbero assegnati ogni volta a un docente diverso; il superamento delle supplenze brevi; l’ampliamento delle classi di concorso e le regole per la mobilità geografica degli insegnanti; la nuova procedura di abilitazione dei docenti; il ripensamento dello stato giuridico del docente con riferimento a quelli che nel documento vengono definiti come gli «scatti di competenza» legati alla valutazione e alla valorizzazione delle competenze didattiche dei docenti (è questo un punto centrale Il testo unico Nelle scorse settimane si era parlato anche della possibilità di una legge delega per la riforma. Il ruolo della delega, secondo l’ultima versione della Buona Scuola, riguarda la scrittura di un testo unico (l’ultimo è del 1994) che raccolga tutte le norme che riguardano l’istruzione in modo organico. Il punto resta ora quello del reperimento dei fondi, «le coperture finanziarie non solo per il 2015 ma anche a regime devono essere contenute nella legge di Stabilità», è scritto nel documento. La fretta per la regolarizzazione dei precari ha un argomento forte nel verdetto della Corte di Giustizia europea sui precari della scuola atteso nei prossimi mesi. Se, come è molto probabile, arriverà una condanna per violazione del diritto comunitario (la direttiva 1999/70/CE che prevede l’assunzione in via definitiva per tutti quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio) lo Stato italiano rischia di dover pagare multe salatissime. Gianna Fregonara Orsola Riva © RIPRODUZIONE RISERVATA Seguite la presentazione delle linee guida della riforma di Renzi su www.corriere.it/scuola 10 Primo Piano Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le scelte L’altro Pd rialza la testa D’Alema: non siamo il partito del premier E Fassina: pareggio di bilancio via dalla Carta Il senatore a vita Monti critica il governo: fanno slide, io riformavo «Renzi si sta muovendo bene in Europa, anche se ha poca esperienza. Gli suggerirei però di essere più stabile, meno ondeggiante ed emotivo». Così il senatore a vita Mario Monti ieri mattina ad Agorà Estate, su RaiTre. «Nel 2011 — ha detto l’ex premier — venni chiamato al governo, non fui io a chiederlo. Oggi Renzi ci è andato dopo averlo chiesto con forza. Io non ero preparato per governare, lui si è preparato almeno un paio d’anni e ha coronato il suo sogno. È quindi giusto aspettarsi più velocità. Sta cercando di fare il suo meglio, ma realizzare vuol dire scontentare». Monti ha rivendicato con orgoglio l’incarico a Palazzo Chigi: «Il mio governo in pochi giorni ha fatto riforma delle pensioni e della tassazione, introducendo di fatto una patrimoniale. Riforme concrete, non slide. La verità è che se il governo è all’altezza viene mandato a casa. È successo anche a Schröder in Germania». Non è mancata un’analisi sulla «salita» in politica: «Nel 2013 ho deciso di candidarmi, decisione per me contro natura perché vedevo con terrore un’Italia governata da un centrodestra con Pdl, Lega e FdI o da un centrosinistra dove fosse essenziale Sel. Con il 10% di Scelta civica abbiamo impedito entrambi gli esiti e su nostro suggerimento è nato il governo Letta e poi quello di Renzi. Senza questa operazione oggi non avremmo Napolitano al Colle e avremmo una deriva antieuropea». I commenti sono arrivati dal suo stesso partito: secondo Linda Lanzillotta «per cambiare occorrono leader capaci di convincere i cittadini che le riforme non sono una punizione. È la differenza tra tecnocrazia e buona politica. Questa è la sfida di Renzi: costruire il consenso per le riforme. Finora in Italia non c’è riuscito nessuno»; il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda non crede che, «come dice Monti, governare significhi scontentare. È una visione semplicistica ed elitaria, presuppone che i cittadini non siano in grado di capire il cambiamento». Infine, Mara Carfagna di FI: «Monti faccia autocritica: è stato bocciato dalla storia, dall’economia e dagli elettori». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Ora che Renzi ha rottamato il turbo per guidare un motore diesel, meno rombante ma più stabile, la minoranza del Pd frantuma gli indugi. Basta con le timidezze e le cautele, d’ora in avanti l’area riformista si farà sentire. La prima mossa? Spronare Renzi a sforare il tetto del 3% per rimettere in moto la crescita. E sulla scena dell’opposizione interna riappare Massimo D’Alema, dalla Festa dell’Unità di Bologna: «Il governo compie indubbiamente degli sforzi... Poi i risultati, sicuramente, per ora non sono soddisfacenti». D’Alema spera che il governo reagisca «in modo energico» alla recessione e chiede al Pd di ritrovare la sua «vita democratica», perché i partiti durano più dei loro leader. «Un partito non può essere il movimento del premier — attacca l’ex presidente del Consiglio —. Il Pd sostanzialmente non ha una segreteria, ma un gruppo di persone che sono fiduciarie del premier. In questo modo il partito finisce per avere una vita molto stentata». E sul doppio ruolo di Renzi la pensa come Bersani, che ha chiesto al leader di dimettersi dalla guida del Pd: «Al congresso noi sostenevamo la necessità di evitare il doppio incarico. Il consenso è un dato fluttuante. Per questo occorre una comunità che discute». Infine una battuta, per dire che Renzi fa ombra ai suoi ministri: «È attivo, coraggioso, generoso... Ma i cittadini avrebbero qualche difficoltà a fare l’elenco del governo». La replica dei renziani arriva con il senatore Andrea Marcucci, che spara via Twitter: «Forse D’Alema pensa ancora alle recenti nomine in Europa». Va giù duro anche Stefano Menichini, dopo che D’Alema ha bollato Europa come «stampa clandestina». Il pezzo di Fabrizio Rondolino in prima pagina sulla fine della carriera politica del già premier? «Mi sa che avevamo ragione — twitta il direttore — non gli è piaciuto com’è finita quella storia del Pesc». Con l’arrivo di settembre, il clima nel Pd cambia di colpo. Brezza autunnale anche tra gli stand di Bologna, dove Gianni Cuperlo non è stato invitato. Pippo Civati ha rifiutato la convocazione last minute: «Nessuna polemica, ma un po’ di pluralismo in più non ci stava male». Renzi ha l’annuncite? «Non è che uno è un genio la domenica e un pirla il lunedì. Forse non era un genio e non è diventato un pirla e mi impressiona il cambio di rotta di tanti dei nostri. Però occhio, perché l’autunno non è stagione da larghe intese». A Bologna Il senatore Pier Ferdinando Casini, 58 anni, e l’ex premier Massimo D’Alema, 65 anni, ieri alla Festa dell’Unità di Bologna (Ansa) La suggestione giornalistica di una «lettizzazione» di Renzi — il cacciavite al posto del caterpillar — ha rianimato la sinistra. I bersaniani vanno alla guerra (fredda) e l’arma è un emendamento al pacchetto riforme per cancellare dalla Costituzione (articolo 81) l’obbligo del pareggio di bilancio introdotto con il Fiscal compact. La proposta di Fassina, D’Attorre e Lauricella (già avanzata in passato da Tremon- Il ministro: onorata, la interpreti Cremonini Canzone per Boschi dal paroliere di Iglesias «Ringrazio Gianni Belfiore, lo storico paroliere di Julio Iglesias, sono onorata». Così Maria Elena Boschi commenta su Chi il testo della canzone a lei dedicata. Ecco la prima strofa: «A prima vista fai innamorare per quel tuo fascino vellutato che non si lascia decifrare, sei come la compagna di scuola del liceo, il simbolo dell’amore dove il sesso si fa reo». «Un augurio a me e a tutte le donne della mia età a trovare la persona adatta con la quale condividere la vita — dice il ministro —. Mi piacerebbe sentirla cantare da Cesare Cremonini ma credo che scriva da solo le sue canzoni». ti), prima ancora di essere depositata alla Camera fa litigare bersaniani e renziani. A parole è in linea con la strategia di Renzi, ma rischia di metterlo in difficoltà in Europa. In Parlamento sarà battaglia. Tonini ricorda che fu proprio Bersani a votare il pareggio in Costituzione e Giachetti sferza Fassina: «Quando fu inserito, tu non ti dimettesti da responsabile economico. Il ritorno dei compagni che sbagliano?». I bersaniani promettono lealtà, ma intanto organizzano convention e chiedono una direzione per discutere di emergenza economica, senza streaming né clessidre. «Qui non si tratta di disturbare il manovratore perché è in difficoltà — tranquillizza Cesare Damiano — noi vorremmo aiutarlo dicendo la nostra opinione sui temi cruciali». Roberto Speranza ha pranzato con i suoi alla Camera, per fare il punto sull’autunno che sarà. «Solo una chiacchierata infor- male» racconta D’Attorre, preoccupato per la situazione economica: «Il governo deve cambiare linea anche in Europa. Rischiamo di portare a casa molto poco da questo semestre. Temo che aver ridotto tutto alla nomina della Mogherini sia stato un errore. Se non otteniamo lo scomputo di una dose massiccia di investimenti dalla soglia del 3% rischiamo di fare una manovra recessiva». Dal 26 al 28 settembre a Roma, rione Testaccio, Area riformista terrà la sua festa di fine estate. E a Napoli, il 10 e 11 ottobre, nuova iniziativa per chiedere al governo di occuparsi del mezzogiorno. «Al Sud la disoccupazione giovanile è oltre il 50% e il Pil è calato del 13% in sei anni — fa di conto D’Attorre — Serve una strategia straordinaria. Dire che utilizzeremo in maniera più efficace i fondi europei non basta più». M.Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il deputato dem: bene la prudenza dei mille giorni, il presidente del Consiglio però valorizzi il ruolo delle parti sociali «Far West sull’eterologa, Renzi dimostri coraggio» Fioroni: è urgente regolamentarla senza metterla in discussione Adozioni gay? Non sono praticabili ROMA — Sui temi etici è ora che il governo batta un colpo. L’onorevole Beppe Fioroni, ex ministro e punto di riferimento per i cattolici del Pd, guarda con preoccupazione crescente alle nuove frontiere della fecondazione eterologa, né sembra fidarsi troppo delle intenzioni del suo partito riguardo alle adozioni gay. Il «passo dopo passo» è il ritmo giusto per i mille giorni di Renzi? «Fui io, da ministro dell’Istruzione, a inventare la politica del cacciavite. E ritengo positivo che ci si renda conto che le riforme strutturali necessitano di determinazione, ma anche di tempo. La saggezza popolare del “chi va piano va sano e lontano” ci viene finalmente in aiuto. Adelante Pedro, con juicio... E comunque mille giorni per fare tutto quel programma sono uno sforzo non indifferente, perché è bene avere il Paese dietro fino alla fine». Camusso, Marchionne, Squinzi... Le voci critiche aumentano. «Io ritengo che sia necessario valorizzare l’autonomia e il ruolo dei corpi intermedi, anche quando è faticoso, proprio perché non c’è più il collateralismo. Le associazioni datoriali e i sindacati non sono un peso per il Paese, ma la cifra di una democrazia matura. Si devono autoriformare, però guai a ritenerli superflui. Renzi può parlare con Landini, ma non Chi è Gli studi Nato a Viterbo, 55 anni, Beppe Fioroni, è laureato in Medicina In politica Ex dc, ex ppi, eletto alla Camera dal 1996. Nel 2006 è ministro della Pubblica istruzione nel secondo governo Prodi Incarichi di partito Nel Pd ha svolto diversi incarichi: responsabile dell’organizzazione con Veltroni, presidente nazionale del forum economico del partito con Franceschini e del forum welfare con Bersani solo con lui. Ed è un errore dire che il segretario della Fiom parla il nostro linguaggio, perché diamo l’idea di una torre di babele che nessuno vuole costruire in Italia». Si è iscritto al club dei gufi? «Il Paese si cambia meglio con la condivisione, il che non significa offrire il destro ai frenatori, ma anzi dare vigore alla voglia di cambiare, procedendo assieme verso il futuro. Renzi ha detto che si arriva al maggio del 2017 e che per le riforme ci vuole tempo? Bene, vuol dire che non è ammalato di “annuncite” e che le riforme progressivamente si riempiranno di contenuti e quindi di consenso e di condivisione». Dal Pil alla produzione industriale i dati economici non sono esaltanti. E c’è chi pensa che il bonus degli 80 euro sia stato un fallimento... «Le Monde ha condensato la sua preoccupazione sul futuro in un titolo, “Ma se la crescita non arriva?”. Io sono ottimista per convinzione, ma il nostro percorso è ancora lungo ed è indubbio che, per far crescere l’Italia, serve cambiare l’Europa». Bersani e D’Alema pensano che Renzi debba lasciare il doppio incarico, rinunciando a guidare il Pd. E lei? «Mi auguro che Renzi faccia presto la segreteria e le strutture di partito, come più volte ha detto. Chi ha il 41% ha bisogno di operare a pieno regime su tutti i territori per consolidare quel risultato». Qual è la priorità dei mille giorni? «L’emergenza economica non può impedire al governo e al Parlamento di affrontare alcuni temi, a cominciare dalla fecondazione assistita. L’Italia per anni fece l’eterologa sulla base di una circolare del ministro Degan nei centri privati e poi, con tutti i suoi limiti, si è arrivati alla legge 40, per evitare il Far West della provetta. Oggi, senza mettere in discussione l’eterologa, è necessario regolamentarla. Scelga il governo lo strumento, ma in tempi rapidi, poiché si rischia di ritornare a quel far west. Renzi dimostri di avere coraggio anche su questi temi». Quali sono i nodi da sciogliere? «Quanti figli può generare un donatore? La donazione deve avvenire dietro compenso o gratuitamente? È possibile che un figlio non conosca il padre biolo- ❜❜ Il cacciavite Inventai io la politica del cacciavite. Per le riforme serve determinazione, ma anche tempo ❜❜ La segreteria Mi auguro che il premier faccia subito la segreteria: chi ha il 41% ha bisogno di operare a pieno regime gico, in una medicina che è sempre più connessa con la genetica? E come possiamo evitare i matrimoni fra consanguinei, che possono essere causa di malattie genetiche? E ancora, va evitato che la scelta del donatore da parte dei genitori possa sconfinare nell’eugenetica, vista la possibilità con la mappatura genetica di poter scegliere qualunque caratteristica». Gli embrioni sopranumerari che fine faranno? «Non possiamo fare più gli struzzi facendo finta che non esistano,dobbiamo evitare che diventino cavie o potenziali pezzi di ricambio per chi può permetterselo». Lei è da sempre contrario alle adozioni per le coppie gay. O ha cambiato idea? «Io non ho cambiato idea, né credo che su un tema così delicato si possa ignorare il Parlamento e il volere degli italiani. Ho sostenuto l’idea delle unioni civili sul modello tedesco, che sono una cosa diversa dal matrimonio. E condivido quel che Renzi ha sempre sostenuto, dalla Leopolda in poi, sulla non praticabilità delle adozioni per le coppie gay». Sui temi etici lei è in minoranza nel Pd... «Sui temi della vita e della morte non c’è disciplina di partito. Riguardano la coscienza di ciascuno e sono convinto che la maggioranza degli italiani, ma anche molti nel mio partito, credenti e non credenti, condividano il no alle adozioni gay e la necessità di regolamentare l’eterologa». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Costi della politica Gli scenari PROVINCE, I NUMERI DELLE CLIENTELE CON LA RIFORMA 20 MILA DA RICOLLOCARE In Calabria un «esubero» ogni 1.200 abitanti, il triplo che in Lombardia di SERGIO RIZZO G raziano Delrio dice che per portare a casa i risultati non basta far passare un provvedimento. Ma «bisogna stare sul pezzo». Vale anche per l’abolizione delle Province elettive, trasformate in enti di area vasta da una legge nota ormai con il suo nome. Dovrebbero essere poco più che agenzie nominate dai sindaci, in attesa che la riforma costituzionale faccia sparire definitivamente la parola «Province» dalla nostra carta fondamentale. Non resta che aspettare giovedì 11 settembre, data per cui a sentire il sottosegretario alla presidenza («il ministro Maria Carmela Lanzetta me l’ha promesso e io sto lì tutti i giorni a sollecitare») saranno partoriti i famosi decreti attuativi. Un parto non proprio semplicissimo, se ci sono vo- Il piano I dipendenti andranno «riallocati» tra Regioni e Comuni Mancano ancora all’appello gli enti a statuto speciale L’organico e i trasferimenti Personale impiegato nelle Province Il personale che sarà trasferito dalle Province, ora svuotate di gran parte delle loro funzioni, a Comuni e Regioni (sono escluse al momento quelle a statuto speciale). Gli altri lavoreranno per i nuovi enti e per le città metropolitane Personale da ricollocare tra Regioni e Comuni Veneto 3.146 EmiliaRomagna 4.459 Piemonte 4.538 1.627 1.472 Marche 2.267 Lombardia 6.728 2.124 Liguria 1.990 Umbria 1.498 Abruzzo 1.625 793 893 1.286 582 Toscana 4.745 2.955 Molise 437 202 luti cinque mesi dall’approvazione della legge per sfornarli. Nel frattempo una società del Tesoro e della Banca d’Italia, la Sose, ha fatto con il centro studi bolognese Nomisma una simulazione del personale e dei costi necessari a questi enti di area vasta. Arrivando alla conclusione che dei 47.862 dipendenti provinciali censiti nel 2010 nelle sole quindici Regioni a statuto ordinario basterebbero, per assolvere le funzioni demandate loro dalla legge Delrio, 27.269: ipotizzando che la situazione rimanga tale e quale a quella attuale nelle dieci Province di cui è previsto il passaggio a città metropolitane. Un elenco che oltre a Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari, Genova, Venezia, Napoli e Torino include anche (curiosamente) Reggio Calabria per un numero totale di 13.392 dipendenti. Tenendo presente che il fabbisogno di personale in tutte le altre è valutato in 13.611 unità, più le 266 ritenute ottimali per le tre ex Province qualificate come «montane», ovvero Il viaggio 2.278 TOTALE Lazio 4.989 Puglia 2.928 Campania 3.710 47.862 967 1.628 1.477 Calabria 3.685 20.593 1.620 Fonte: Sose, Nomisma Sondrio, Belluno e Verbano-CusioOssola, il risultato è che ci sarebbero almeno 20.593 persone di troppo. E senza considerare l’impatto della riforma nelle cinque Regioni a statuto autonomistico come Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, TrentinoAlto Adige e Valle d’Aosta: ancora tutto da valutare. Le prime tre dovranno adeguarsi entro un anno a partire dall’8 aprile scorso. Per le ultime due la legge Delrio sarà applicabile solo «compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti». Il che lascia, com’è ovvio, margini enormi di sopravvivenza del vecchio sistema. Basta dire che mentre la legge si discuteva in Parlamento la Provincia di Udine andava tranquillamente alle elezioni senza porsi minimamente il problema: il consiglio provinciale scade nell’aprile 2018. Basilicata 1.117 689 CORRIERE DELLA SERA Almeno 20.593 persone da licenziare, dunque? Nemmeno per idea. «Da riallocare», precisa lo studio di Sose e Nomisma in perfetta sintonia con quanto a suo tempo precisato dal governo, «fra Regioni e Comuni». E sono numeri che oltre a dare l’idea delle dimensioni del taglio inferto alle vecchie Province, fanno anche capire la portata delle clientele locali. Per 2.955 esuberi nelle Province lom- La legge La svuota Province La legge Delrio, approvata ad aprile dal Parlamento, svuota le Province di poteri e funzioni, in attesa della riforma costituzionale che le abolisca (il testo su Senato e del Titolo V che ha visto ad agosto il sì in prima lettura a Palazzo Madama). Le vecchie Province diventano «enti di area vasta», di secondo livello, per cui non è prevista l’elezione diretta da parte dei cittadini Organi e funzioni Il presidente dell’ente è eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni della provincia. Anche il consiglio provinciale è eletto in via indiretta tra gli amministratori locali e tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. Agli enti di secondo livello resta la gestione dell’edilizia scolastica e la pianificazione in materia di trasporti, mobilità e ambiente. Le altre competenze passeranno ai Comuni e alle Regioni, così come parte del patrimonio e del personale impiegato Città metropolitane La legge Delrio individua poi 10 città metropolitane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Reggio Calabria. Il loro territorio coincide con quello della provincia omonima. Il sindaco metropolitano è il primo cittadino del Comune capoluogo e il consiglio è formato dai sindaci dei Comuni del territorio barde, (Milano a parte), ce ne sono 1.620 in quelle calabresi (Reggio Calabria a parte). Un esubero ogni 3.364 abitanti in Lombardia, uno ogni 1.208 in Calabria. Ma anche uno ogni 1.201 residenti nelle Marche, ogni 1.551 nel Molise, ogni 1.621 in Toscana, ogni 2.060 in Emilia Romagna. Sorprende il dato del Lazio, dove c’è un esubero ogni 5.746 abitanti. Ma è un numero evidentemente collegato al peso nella Regione della Provincia di Roma, che ha 3.106 dipendenti: cifra paragonabile a quella del personale dell’intera Regione Lombardia. Va anche detto che la Provincia di Milano compila ogni mese 1.889 buste paga. Con un rapporto di un dipendente provinciale ogni 1.681 abitanti, inferiore del 17 per cento appena alla Provincia di Roma, che ne ha uno ogni 1.391 residenti. Divario in parte giustificabile con il fatto che la superficie romana è più che tripla rispetto a quella milanese. Ciò che invece nessun parametro fisico può spiegare è come mai la Provincia di Reggio Calabria abbia in proporzione ai suoi abitanti un numero di dipendenti dieci volte superiore alla Province di Roma o Torino, e addirittura dodici volte a quella di Milano. Sono I tempi L’11 settembre, a 5 mesi dal sì alla legge Delrio, dovrebbero essere finalmente pronti i decreti attuativi 1.057, uno ogni 135 abitanti. Circostanza che rafforza ancora di più, se possibile, le legittime perplessità manifestate sulla trasformazione in città metropolitana dagli esperti della spending review. Meno dipendenti e funzioni ridotte, senza più i vecchi apparati politici significa ovviamente anche minori costi. Prima della riforma la spesa corrente delle quindici Regioni a statuto ordinario ammontava (dato 2010) a 8 miliardi e 58 milioni l’anno. La previsione con il nuovo assetto è di un miliardo 524 milioni; ma sempre senza considerare le famose dieci città metropolitane, le cui uscite correnti sono pari a 2 miliardi 679 milioni. La differenza è quindi pari a 3 miliardi 855 milioni. Ma guai a chiamarlo risparmio. Il rapporto SoseNomisma lo definisce: «spesa da ricollocare fra gli altri enti territoriali». Perché c’è pur sempre il personale in esubero. E volete che con questi chiari di luna Regioni e Comuni rinuncino a spartirsi le altre spoglie? © RIPRODUZIONE RISERVATA Il segretario della Lega Nord dopo la visita con Razzi: lui lì è un’autorità, una vera star. Mi interessano anche Cina e India e in autunno andrò in Russia Salvini: la Corea del Nord? C’è uno splendido senso di comunità «È un modello diverso, non lo demonizzo Si vedono cose che in Italia non ci sono più: i bimbi giocano in strada, non ai videogiochi» MILANO — «Sono un tipo curioso e la Corea del Nord è uno dei luoghi meno conosciuti al mondo e quindi mi sono detto: perché no?». Il segretario della Lega Matteo Salvini è appena atterrato in Italia dopo alcuni giorni tra Pyongyang e Pechino. Era con il senatore di FI Antonio Razzi — «là lui è un’autorità assoluta, una star» — già noto per aver definito il Paese «una specie di Svizzera» e «un moderato» il dittatore Kim Jong-un. Salvini, quello coreano è uno dei regimi più feroci al mondo secondo Amnesty international. Perché ci è andato? «È capitata l’occasione e l’ho colta al volo. Certo, potevo andare in vacanza in Sardegna e invece no. Volevo vedere le cose con i miei occhi, senza pregiudizi». E cosa ha visto? «Un Paese molto diverso dal nostro, un’opportunità gigantesca per i nostri imprenditori. Hanno bisogno di molte cose e l’embargo nei loro confronti è idiota. Pensi che ci avevano chiesto due navi da crociera e non gliele possiamo dare. È assurdo, non sono cannoni. L’embargo nei loro confronti andrebbe tolto, come alla Russia di Putin del resto». ❜❜ Le differenze A Pyongyang lo Stato dà tutto: scuole, case, lavoro. Non c’è solo lo stile di vita americano Il programma nucleare è stato considerato una minaccia e la situazione dei diritti umani è disastrosa. «Premesso che non cambierei la mia vita con quella che si conduce in Corea del Nord, la pena di morte c’è anche negli Stati Uniti. E per quanto riguarda la libertà di stampa, d’accordo, lì non fanno altro che parlare del “Grande Maresciallo” (il leader Kim Jong-un, ndr), ma da noi non si cantano le lodi a Renzi tutti i santi giorni?». Non è proprio la stessa cosa. «Guardi, io non baratterei la mia libertà. Si tratta però di un altro modello che io non demonizzo: non indico come un inferno un sistema che non conosco. Lì lo Stato dà tutto: scuola, casa, lavoro. Insomma, al mondo non c’è solo lo stile di vita americano». Quali altri «modelli» le interessano? «La Cina, l’India. E la Russia: ci andrò in autunno. Sarò il portavoce delle imprese italiane che se ne sbattono delle sanzioni di Bruxelles e di Washington contro Putin. Nel nostro gruppo all’Europarlamento (guidato dalla leader del Front national Marine Le Pen, ndr) lo diciamo spesso: bisogna guardare a Est». E ha iniziato con la Corea del Nord? «Sono contento di esserci andato, ho visto un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose In missione Il segretario della Lega Matteo Salvini e il senatore di Forza Italia Antonio Razzi in uno degli incontri che hanno avuto nella capitale nordcoreana Pyongyang che ormai in Italia non ci sono più». Quanto è rimasto nel Paese? «Cinque giorni. Internet e il telefonino non andavano, un’esperienza impagabile. Da sola valeva il viaggio. E poi, sia chiaro, ho pagato tutto io: cibo, alberghi, nessun costo per il contribuente». E il senatore Razzi? Già altre volte aveva lodato il regime suscitando polemiche. «Persona spumeggiante, piena di iniziativa. In Corea è un’autorità». Ma, in concreto, cosa siete andati a fare? «Nella nostra delegazione c’erano imprenditori nei settori del turismo, dell’agricoltura, dell’edilizia: lì si possono fare affari, hanno bisogno di trattori, di motorini». Risultati ottenuti? «So che gli abbiamo venduto due milioni di piante di mele, con noi c’erano dei coltivatori trentini». Razzi dice che vi siete anche occupati di calcio. «C’erano dei talent scout che hanno opzionato dei ragazzi per squadre di A e di B, l’Udinese e l’Entella, se non ricordo male. E poi abbiamo incontrato Pak Doo-Ik, l’uomo che eliminò l’Italia ai mondiali del ‘66, una pagina di storia». Lei, da padano, ha fatto spesso il tifo contro la Nazionale. «All’incontro indossavo la maglia del Milan, l’unica che conta per me. E qui mi fermo». Massimo Rebotti © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Conti pubblici Le misure Statali, spunta la proroga del blocco degli stipendi «Non si può dare tutto a tutti» ferma del bonus di 80 euro ad una platea forse un po’ più ampia, si pensa ad esempio alle famiglie numerose, e senza tagli insostenibili dal punto di vista sociale. Anche gli obiettivi di risparmio della spending review, che restano alti, saranno definiti tenendo conto della necessità di non deprimere troppo la crescita dell’economia, ed in particolare i consumi. Anche se, dice il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti, «il governo deve fare DEFICIT in % sul Pil delle scelte» e «non si 0 può dare tutto a tutti», a proposito del -2 -0,8 rinnovo del contratto -1,6 per i dipendenti pub-3,0 -3,0 -3,1 -3,1 -4 -2,7 -3,4 -3,6 -3,5 -3,7 blici, lasciando pre-4,4 -4,5 sagire un ulteriore -6 -5,5 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 congelamento dei contratti per gli staDEBITO PUBBLICO in % sul Pil 132,6 tali. 130 127 Mantenendo il deficit sempre sotto al 119,3 120,7 120 116,4 3% il risanamento del bilancio in termini 110 108,3 106,1 105,4 104,1 103,7 105,7 106,3 strutturali prosegui103,3 rebbe, ma con ritmi 100 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 un po’ più lenti, e coCORRIERE DELLA SERA munque senza infrangere le regole euciperanno anche il presidente rando. Renzi e Padoan hanno ri- ropee, che consentono di tener della nuova Commissione, Jean badito che il deficit dell’Italia re- conto delle circostanze eccezioClaude Juncker, e il presidente sterà comunque sotto il tetto del nali. L’obiettivo del pareggio podella Bce, Mario Draghi, oltre a 3% del prodotto interno lordo, trebbe essere raggiunto più tutti i ministri delle finanze euro- ma hanno lasciato intendere che, avanti, impostando subito un pei. per non uccidere la debole cre- piano di rientro e un calendario L’Ecofin di Milano, in ogni ca- scita dell’economia, sarebbe op- di riforme serrate per spingere il so, sarà occasione di una prima portuno prendere tempi un po’ potenziale di crescita dell’econoverifica importante sulla «taratu- più lunghi per arrivare al pareg- mia. Mario Sensini ra» delle leggi di bilancio del gio di bilancio. Dando un po’ di © RIPRODUZIONE RISERVATA 2015 che i governi stanno elabo- respiro all’economia con la con- Righetti: vedremo nel Def. La tela europea di Padoan ROMA — Investimenti, riforme strutturali, risanamento dei bilanci favorevole alla crescita. Avviata lunedì insieme al premier la definizione della legge di Stabilità per il 2015 — per la quale resterebbe in piedi anche l’ipotesi di un ulteriore congelamento dei rinnovi contrattuali per gli statali —, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è rimesso al lavoro sulla tela europea. L’obiettivo è quello di giungere già alla riunione dei ministri delle Finanze di Milano, del 12 e 13 settembre, a indicare le linee guida di una politica economica più favorevole alla crescita, con un uso «più intelligente» delle regole sulla stabilità. Il vertice è informale, non c’è un’agenda definita, non si prenderanno decisioni e non necessariamente verranno definite delle «conclusioni» del vertice. Ma si avvierà una riflessione che il governo italiano si augura possa portare a passi concreti tra novembre e fine anno, quando si accavalleranno la nomina della nuova Commissione e la messa a punto definitiva delle leggi di bilancio nazionali. Al vertice parte- I conti pubblici Bce «Le Monde»: il banchiere nei libri di Storia La strategia di Draghi e la spinta per le imprese ROMA — Dollaro ai minimi, tassi in calo, Borsa in surplace: i mercati trattengono il respiro aspettando le decisioni del Consiglio direttivo della Bce, che si riunisce domani. C’è attesa per le mosse di politica monetaria dell’Eurotower ma c’è attesa anche per quanto dirà il presidente Mario Draghi sui rapporti fra queste e le azioni di politica economica, dopo il giro di colloqui con i leader di governo, all’indomani dell’intervento di Jakson Hole, con l’obiettivo di condividere l’urgenza di un impegno comune per la crescita. Un’iniziativa quella del numero uno della Bce che potrebbe innescare addirittura un’aspettativa maggiore di quella delle decisioni monetarie, perlomeno a vedere le reazioni della stampa internazionale, come il quotidiano francese «Le Monde», che ieri in prima pagina ha rilevato come il ruolo di Draghi, entrerà in «un capitolo della Storia». Domani però il Consiglio della Banca centrale europea dovrà rivedere l’agenda sulla base di uno scenario economico peggiore del previsto sul lato dell’aumento dei prezzi, con paesi fra i quali l’Italia già in deflazione, e della crescita che si è fermata anche in Germania. Le attese degli operatori sono per una strategia più aggressiva della Bce, ma c’è molta cautela nell’immaginare nuovi interventi oltre a quelli già programmati. Se qualcuno continua a segnalare la possibilità di un ulteriore ritocco dei tassi di riferimento, pari allo 0,15% — riducendo quella che Draghi ha però definito la «lower bound», cioè la soglia minima praticabile, che ha già peraltro portato i tassi di mercato in prossimità, o addirittura sotto, allo zero — sono pochi quelli che continuano a puntare sull’adozione immediata del quantitative easing, cioè dell’acquisto massiccio di titoli privati e soprattutto pubblici da parte della Bce. Più probabile sembra invece un’ accelerazione, con la comunicazione dei primi dettagli e magari anche di una tempistica ravvicinata, dell’acquisto di Abs, cioè di titoli bancari cartolarizzati rappresentativi di crediti e prestiti, per i quali in realtà esistono problemi di garanzie, o meglio di mancanza di garanzie pubbliche, e problemi di mercato, ancora asfittico in Europa tanto che il suo rilancio sarà uno dei temi centrali dell’Ecofin di Milano. Giovedì sarà comunque la giornata delle Tltro, cioè dei prestiti alle banche a tassi bassissimi, destinati a finanziare imprese e famiglie (esclusi i mutui immobiliari): la prima operazione partirà il 18 settembre e sarà seguita da una seconda in dicembre. Ce ne saranno poi altre 6 a cadenza trimestrale, a cui potranno accedere però solo le banche che nel frattempo hanno aumentato il livello dei prestiti all’economia. Il plafond iniziale, complessivo, sarà di 400 miliardi, pari al 7% dell’ammontare degli impieghi tra maggio 2013 e aprile 2014, ma la cifra finale per l’intero biennio potrà arrivare a 1000 miliardi. Per le banche italiane il plafond per le prime due operazioni è di circa 75 miliardi, e per l’intero periodo potrebbe arrivare a 200 miliardi, una cifra importante come ha sottolineato anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Occupazione La riforma Jobs act in Senato, subito duello sull’articolo 18 Non c’è accordo tra Poletti e Sacconi. Il ministro a Palazzo Chigi: i fondi Ue contro la povertà ROMA — Non c’è ancora accordo nella maggioranza sul Jobs act, il disegno di legge delega sulla riforma del mercato del lavoro, che domani riprende il percorso parlamentare nella commissione Lavoro del Senato, in prima lettura. Ieri mattina c’è stato un incontro tra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente della commissione, nonché relatore del provvedimento, Maurizio Sacconi. Quest’ultimo, che è anche capogruppo dei senatori del Nuovo centrodestra, è tornato alla carica con la richiesta del suo partito di approvare un emendamento che deleghi il governo a cancellare per via diretta o indiretta l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello sui licenziamenti senza giusta causa. Ncd, forte delle parole dello stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che da un lato ha derubricato l’articolo 18 a una questione irrilevante ma dall’altro ha parlato della necessità di riformare tutto lo Statuto, chiede ora un emendamento in tal senso che, assumendo il carattere di una delega ad ampio raggio, consentirebbe di intervenire anche sull’articolo 18. Poletti, però, ha preso tempo, manifestando tutte le sue perplessità e resistenze ad accogliere la richiesta del partito di Angelino Alfano, nel timore che un eventuale cedimento possa aprire lo scontro con mezzo Pd e mettere a rischio il cammino del disegno di legge. Subito dopo Poletti è andato a Palazzo Chigi per un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e un breve saluto con il premier Matteo Renzi. Al centro della riunione con Delrio ci sarebbero stati i fondi europei del programma 2014-2020: circa 41 miliardi di euro ai quali si sommano i cofinanziamenti nazionali. L’Italia punta a chiudere l’accordo con Bruxelles entro questo mese e Delrio, che ha la delega in materia, insieme con Poletti ha esaminato in particolare i programmi di inclusione sociale sui quali potrebbero essere concentrati i fondi. -0,8% L’occupazione nelle grandi imprese nel mese di giugno al lordo della cassa integrazione. Il dato netto è -0,5%. Diminuito dell’1,2% anche il numero di ore lavorate per dipendente 12,3% Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2014, in crescita di 0,2 punti su base annua. Per gli uomini l’indicatore è all’11,5% mentre per le donne è al 13,4% Si tratta in particolare della lotta alla povertà attraverso la messa a regime e il rafforzamento del Sia, il sostegno all’inclusione attiva avviato dal predecessore di Poletti, Enrico Giovannini, che prevede percorsi personalizzati di inserimento sociale e lavorativo su misura per le famiglie povere e un assegno che può arrivare ora fino a un massimo di 400 euro. Secondo fonti di Palazzo Chigi e del ministero del Lavoro non si sarebbe parlato del Jobs act, ma non è escluso che Poletti ne abbia accennato a Renzi. Che comunque dovrà decidere se accettare o meno la richiesta di Ncd di presentare un emendamento all’articolo 4 della delega, che verrà esaminato probabilmente la prossima settimana. Non si sarebbe parlato neppure di pensioni, ma ieri sera lo stesso Poletti, intervenendo alla festa dell’Unità di Monasterace ha confermato che è allo studio l’ipotesi del prestito pensionistico a se stessi per i lavoratori delle aziende in crisi, che, se licenziati a 3-4 anni dalla pensione potrebbero intanto prenderne un anticipo (6-700 euro al mese) da restituire poi in piccolissime rate da quando prenderebbero la pensione piena. «Cercheremo di mettere dentro alla legge di Stabilità — ha detto il ministro — uno strumento per le persone avanti nell’età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione. Dobbiamo trovare il modo che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione». Intanto nessun segno di ripresa dell’occupazione si registra nelle grandi imprese, quelle con almeno 250 addetti. A giugno non si è crea- Pensioni Rilanciata l’idea del mini assegno in anticipo per evitare il rischio esodati to un posto di lavoro in più rispetto a maggio e se il confronto si fa con giugno del 2013 si osserva una diminuzione dello 0,8% al lordo della cassa integrazione e dello 0,5% al netto, dice l’Istat. Ed è sceso anche il numero di ore lavorate per dipendente: dell’1,2% in un anno. Rispetto a giugno del 2013, infine, la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente sono aumentati rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%. Dati, che seppure limitati alle grandi imprese, segnalano al governo le priorità: il rilancio dell’occupazione e il taglio del costo del lavoro. Sul primo punto l’esecutivo è intervenuto col decreto che ha liberalizzato i contratti a termine e facilitato l’apprendistato e appunto con il Jobs act. Sul costo del lavoro, il governo ha ridotto del 10% l’Irap quando ha varato il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti, promettendo che avrebbe fatto di più nel 2015. Ma bisogna prima trovare le risorse. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il lavoro nelle grandi imprese GLI OCCUPATI LA RETRIBUZIONE LORDA MEDIA ORARIA (al netto della cassa integrazione) Variazioni tendenziali rispetto a dodici mesi prima -0,5 -0,7 -1,0 -0,5 -0,6 -0,6 -0,7 -0,7 -0,9 -0,9 -1,0 -1,3 -1,3 -1,3 -1,0 -1,4 -1,6 0% La variazione mensile a giugno -1,4 -1,5 -0,5% Variazioni tendenziali rispetto a dodici mesi prima -1,6 -1,7 -2,0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU 2013 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 7,6 La variazione mensile a giugno 5,2 4,4 4,3 3,3 2,8 2,3 3,3 1,9 Loris, a Palo Alto assume solo ingegneri italiani Di se stesso — dice — che non sa vivere senza reinventarsi daccapo. Senza scommettere su stesso, senza ripartire con nuovi progetti. Dell’Italia — ammette — per ora conviene tenersi alla larga, ma del suo capitale umano, no, non ce ne si può privare. Parole e pensieri di Loris Degioanni (nella foto), 39 anni, a ben vedere professione startupper, piemontese della Valle Stura, emigrato a Palo Alto in California dove vive e ha messo su famiglia. Al blog «La Nuvola del Lavoro» ha raccontato perché ha lasciato anni fa il nostro Paese per fondare una startup digitale, CACE Technologies, che in poco tempo ha raggiunto oltre dieci milioni di dollari di fatturato prima di essere acquisita da una società della Silicon Valley, la Riverbed, che lo ha assunto come senior director. Il legame con l’Italia Loris (protagonista anche di un libro del giornalista Renzo 0,8 1,4 -0,3 -2,9 0,9 0,5 -0,5 -0,6 -1,9 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU 2014 2013 Fonte: Istat 2014 D’ARCO Formazione Sul portale del governo 13 mila offerte per 169 mila richieste. I vincoli di Bruxelles La falsa partenza del piano Garanzia Giovani Meno del 10% degli iscritti avrà un’opportunità MILANO — In Veneto cercano un «esperto» contabile rigorosamente a partita Iva. Ricapitoliamo: un esperto (professionista), in regime di consulenza, che sia anche disoccupato e abbia al massimo 29 anni. In Campania vanno per la maggiore gli operatori di call center con contratto di collaborazione. Parasubordinati con i soldi comunitari per ricordarci delle ultime offerte degli operatori di telefonia mobile. Per il Piemonte vengono segnalati diversi avvisi relativi al settore delle pulizie, mentre in Lombardia (tra i profili meno qualificati) spuntano diversi addetti al reparto ortofrutta con contratto a tempo determinato. E poi ci sono i tirocini — perché il programma dello Youth Guarantee prevede anche la possibilità di opportunità formative — come quello da levigatore di legnami (Veneto), estetista (Piemonte), receptionist (Sicilia), commesso di banco (Lazio), barista (sempre Sicilia). Così con lo stage s’impara a fare il caffè, forse anche la granita. A quattro mesi dal lancio del portale governativo Garanzia Giovani le registrazioni sono oltre 169 mila — secondo l’ultimo dato diffuso dal ministero del Lavoro — su un totale (presunto) di oltre due milioni di inattivi. A conti fatti meno del dieci per cento della platea che Storie di lavoro s’intende raggiungere e con una progressione decrescente delle iscrizioni nelle ultime settimane. Si dirà: bene, forse stiamo sovrastimando la disoccupazione giovanile contabilizzata dall’Istat al 43,7% . Tuttavia sul portale governativo finora campeggiano circa 13 mila opportunità formative/professionali. Così a conti fatti solo uno su tredici potrà avere una chance, fosse anche un tirocinio in un centro estetico, quando il modello originario Youth Guarantee (di estrazione nordica) finanziato da Bruxelles con un assegno da 1,5 miliardi di euro impone che a tutti i candidati venga offerta un’opportunità entro quattro mesi dalla data di registrazione. Il caso vuole gli stessi dalla nascita del portale avvenuta il primo maggio scorso. Il quadro si colora poi di un altro dato interessante: secondo i ricercatori di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi di diritto del lavoro, oltre il 90% delle of- I colloqui orientativi Finora i Centri per l’impiego hanno chiamato circa 23 mila candidati registrati al portale per un colloquio di tipo orientativo Il programma ferte di Garanzia Giovani sarebbero già state pubblicate dal portale del ministero del Welfare Cliclavoro e dai siti delle agenzie interinali, tra le quali Adecco, Gi Group, Randstad, Obiettivo Lavoro, Kelly Services, Tempor, Infogroup. L’avrebbero riscontrato attraverso un lavoro certosino fatto di verifiche con le agenzie private che effettivamente avrebbero confermato l’esistenza di selezioni aperte per alcuni profili, esattamente identici a quelli che campeggiano su Garanzia Giovani. Finalmente la riuscita sinergia pubblico/privato auspicata anche dal Jobs act in gestazione alle Camere? Non proprio, visto che i centri per l’impiego finora hanno chiamato per un primo colloquio di orientamento circa 23 mila candidati, cioè un settimo degli iscritti. E la scadenza dei quattro mesi (dal giorno del colloquio, come richiesto dal governo) incombe alla finestra per tutti i candidati con il rischio che il telefono taccia. Per il giuslavorista Michele Tiraboschi è «la conferma del mancato coinvolgimento delle aziende che non hanno previsto alcun piano di inserimento dei giovani nonostante gli incentivi comunitari». Oppure è solo colpa della crisi che impedisce di guardare al di là del proprio naso? Fabio Savelli In sinergia con la Ue l’Italia dovrà garantire ai giovani under 30 un’offerta valida di lavoro entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione Il candidato, previa registrazione al portale, verrà orientato tramite un colloquio con un operatore di un centro per l’impiego Garanzia Giovani è un piano di lotta alla disoccupazione attraverso finanziamenti nei Paesi con un tasso di giovani senza lavoro oltre il 25% © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul canale Economia del sito del Corriere della Sera storie di giovani e di riscatto Agasso «Così ho conquistato l’America») però lo ha conservato assumendo per la sua azienda solo ingegneri italiani, anzi del Politecnico di Torino dove ha studiato: «In California — dice — la richiesta di sviluppatori e web designer è maggiore dell’offerta e i nostri sono tra i migliori del mondo». Soprattutto c’è la corsa ad accaparrarsi gli informatici più talentuosi e la parte del leone la fanno ovviamente i colossi come Google e Facebook. A Palo Alto Loris è però riuscito a creare un team di sviluppatori italiani che ora occupano posizioni di rilievo in Riverbed. Tutti, giovanissimi, in rampa di lancio per una carriera di primo piano tra i pionieri mondiali dell’hi-tech. Tutti, tranne lui, che è tornato alle origini. Si è appena licenziato per dare vita ad una nuova startup, creando una sorta di spin-off della società da cui è uscito. Ed è partito come sempre: assumendo altri sei ingegneri italiani. Peccato che tutti siano dovuti emigrare in California per realizzarsi professionalmente, ma «qui — dice — non è l’azienda a dettare legge, ma è il professionista ad avere il coltello dalla parte del manico». Il potere (negoziale) dei professionisti della conoscenza in una società (quella Usa) che veleggia sempre più verso i servizi. F. Sav. nuvoladellavoro © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera AVVISO A PAGAMENTO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E I VIAGGIATORI DEVONO SAPERE. Caro Presidente, cari Viaggiatori, questa lettera è indirizzata a tutti gli italiani e agli oltre 6,5 milioni di viaggiatori che grazie alla concorrenza possono finalmente scegliere di viaggiare in treno, non solo con le Ferrovie dello Stato, ma anche con Italo e apprezzarne la qualità del servizio e il comfort del treno più moderno d’Europa. Tutti infatti devono sapere che: 1) Fin da quando NTV ha avviato l’attività, è cominciata una strumentale battaglia con ogni mezzo contro la concorrenza, con ostruzionismi di ogni tipo, che ci hanno costretto a superare continui ostacoli. 2) Gran parte del mondo politico, che con il monopolio spesso condivide privilegi e reciproci favori, non è mai intervenuto per tutelare il rispetto delle regole. Solo dopo anni è stata nominata un’Authority, che ancora oggi non è entrata nella piena operatività e che non ci permette di competere alla pari con le Ferrovie dello Stato. 3) I costi, altissimi, del pedaggio che paga NTV finiscono nelle casse del gruppo concorrente, le Ferrovie dello Stato, ex monopolista che ha beneficiato negli anni di molte risorse pubbliche, e quindi di noi cittadini. 4) Le regole del gioco cambiano, in peggio, continuamente. L’ultimo “regalo” dalla politica è l’aumento delle tariffe elettriche, un nuovo grave costo imprevisto. 5) NTV-Italo è un’impresa totalmente privata nella quale un gruppo di imprenditori, primi in Europa, ha deciso di investire nella concorrenza, sperando di fare una buona operazione industriale per la società ma soprattutto per il Paese, migliorando di molto la qualità del servizio offerta ai viaggiatori fino ad allora. Oggi in NTV lavorano oltre mille dipendenti assunti a tempo indeterminato, con un’età media di 28 anni. 6) È un’operazione che dà al Paese una grandissima visibilità e che a livello internazionale riscuote attenzione ed apprezzamento unanime. 7) La qualità di viaggio con NTV ha raggiunto livelli prima inimmaginabili, costringendo Fs a rincorrere quei miglioramenti che, guarda caso, non vengono adottati nei settori dove non esiste la concorrenza. 8) Gli azionisti di NTV sono convinti di aver fatto un’eccellente operazione. Se non verrà ancora ostacolata sarà di esempio per chi vuole investire in Italia, in caso contrario sarà un forte disincentivo a ipotizzare nuovi investimenti italiani o stranieri. Caro Presidente e cari Viaggiatori, sappiate che NTV, nonostante tutto, continua ad operare con sempre maggiore determinazione e crede più di prima alla sfida della concorrenza,ma ora come non mai occorre la piena attenzione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei Ministri competenti, affinché prendano ogni opportuna iniziativa, nel rispetto dell’imparzialità e del libero mercato tante volte evocato dai politici. Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Esteri 15 italia: 51575551575557 Esteri Il caso Scritto in gran segreto, anticipato oggi dal suo giornale. «Grazie di questo momento» racconta la loro storia in 320 pagine «Solo menzogne, ecco la verità» In un libro la vendetta di Valérie L’ex première dame ritorna e fa di nuovo tremare Hollande La vicenda DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — «Tutto quello che scrivo è vero. All’Eliseo mi sentivo talvolta come se fossi impegnata in un reportage. E ho troppo sofferto delle menzogne per raccontarne a mia volta», si legge sulla fascetta di copertina di Merci pour ce moment, («Grazie di questo momento»), il regolamento di conti sotto forma di libro in 320 pagine che Valérie Trierweiler, l’ex première dame giornalista di Paris Match, fa uscire domani in Francia. Il volume, amaro fin dal titolo, è «allo stesso tempo un grido d’amore e una lenta discesa agli inferi, un tuffo nell’intimità di una coppia. Due personaggi e niente altro: Valérie e François», scrive Paris Match, che lo ha letto in anteprima — privilegio riservato al giornale di Trierweiler — dedicandogli la prima pagina. Il 25 gennaio, dopo 15 giorni di foto rubate, scooter, caschi, guardie del corpo, crisi nervose, conferenze stampa e ricoveri in ospedale, il presidente della Repubblica francese decise di chiudere in fretta lo scandalo Gayet-Trierweiler e si sbarazzò di una relazione durata nove anni con una telefonata all’Agence France-Presse: «Rendo noto che ho messo fine alla vita in comune che condividevo con Valérie Trierweiler». La donna tradita si era rifiutata fino all’ultimo di firmare un annuncio congiunto, pretendendo che fosse Hollande da solo a prendersi le responsabilità della rottura. Da allora Trierweiler ha mantenuto il silenzio, tranne per un «sono più delusa che arrabbiata» buttato lì durante il primo dei suoi viaggi umanitari, in India. «Ma non escludo di scrivere un libro», aggiunse, facendo capire al presidente della Repubblica che non poteva sperare di cavarsela con quel messaggio burocratico. Oggi, a distanza di quasi otto mesi dalla separazione, la promessa viene mantenuta, e arriva la versione di Valérie. Stampata in 200 mila copie, una tiratura iniziale eccezionale, di solito riservata ai romanzi sicuri best seller come quelli di Amélie Nothomb. La piccola e stimata casa editrice indipendente Les Arènes è andata a cercare una tipografia in Germania per evitare le Il caso Gayet Lo scandalo Gayet deflagra a gennaio. Il rotocalco Closer pubblica le foto della visita del presidente Hollande con moto e casco alla casa dell’attrice Julie Gayet. Dopo la divulgazione della notizia Valérie Trierweiler, la compagna del presidente, viene ricoverata in ospedale per una depressione. Hollande è costretto a difendersi davanti ai giornalisti dove parla di «fatto doloroso, ma Il legame La relazione tra il presidente Hollande e Valérie Trierweiler inizia nel 2004, ma diventa ufficiale solo sei anni dopo. Prima c’era stato il legame con Ségolène Royal fughe di notizie, ha usato un falso titolo di lavorazione e la sigla «XX» per indicare l’autore. Nessuno, fino a ieri, ne sapeva nulla. Neanche la Presidenza della Repubblica. Quarantanove anni, non sposata ma entrata ufficialmente all’Eliseo nel maggio 2012 davanti alle telecamere di tutto il mondo, première dame dotata di un ufficio, un capo di gabinetto (Patrice Biancone) e altri quattro funzio- nari pagati dallo Stato (quasi mezzo milione di euro il budget nel 2013), il 10 gennaio Valérie Trierweiler ha dovuto sopportare l’umiliazione di vedere sul settimanale Closer le fotografie del compagno mentre andava a trovare, in casco e motorino, l’amante Julie Gayet, 42enne, attrice, in una casa prestata da amici a 100 metri dall’Eliseo. In quel momento Trierweiler si preparava ad privato». Il 25 gennaio il presidente annuncia ufficialmente la fine del loro rapporto accompagnare Hollande in visita di Stato a Washington, a cenare con Michelle e Barack Obama e a danzare alla Casa Bianca. Impazzì di rabbia, sfasciò parte del mobilio dell’Eliseo, e proprio mentre Hollande provava a trincerarsi dietro una incerta distinzione tra vita privata e vita pubblica, Trierweiler finì ricoverata alla Pitié Salpêtrière. Il 14 gennaio il presidente si presentò all’Eliseo davanti a circa 500 giornalisti di tutto il mondo per una conferenza stampa preparata da settimane, nella quale avrebbe annunciato il «patto di responsabilità» e la storica svolta social-liberale. Ma Hollande dovette per prima cosa rispondere alla domanda «Presidente, come sta la première dame in ospedale?». Oggi Trierweiler «parla della sua vita con François dall’abbagliamento iniziale fino alla crudeltà della rottura, senza giri di parole. Racconta nove anni di una relazione minata dalla gelosia e dal potere (...) Una storia di amore e disperazione», nella quale l’ex première dame si rivela una «innamorata appassionata, possessiva, folle di questo uomo che lei ammira, che la fa ridere e la destabilizza deliziosamente». Messi da parte i toni un po’ da romanzo rosa di Paris Match, la pubblicazione di «Grazie di questo momento» ha un Il ritratto Trierweiler si descrive «folle di questo uomo che lei ammira, che la fa ridere e la destabilizza» valore pubblico e politico. Secondo le indiscrezioni il libro «non risparmia Hollande» ed è percorso da un’unico tema di fondo: il presidente della Repubblica ha mentito. Alla compagna, e ai francesi. Merci pour ce moment è il terzo volume che prende di mira il presidente in pochi giorni, assieme a quelli degli ex ministri Cécile Duflot e Arnaud Montebourg. Un rientro complicato per François Hollande: dopo la fronda interna che ha provocato le dimissioni dell’esecutivo e la nascita del governo Valls II, il presidente cerca di convincere i francesi che è sincero quando ripete «la ripresa è vicina» o «sconfiggeremo la disoccupazione». Ha convocato una nuova conferenza stampa il 18 settembre, per questo. Ma il rischio è che qualcuno, in diretta tv, gli ricordi Trierweiler e un paio delle «menzogne» elencate in queste 320 pagine. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Editoria Il proprietario di Amazon nomina il nuovo editore. E mette fine dopo 81 anni alla dinastia storica (e liberal) dei Graham La scelta di Bezos: un reaganiano al Washington Post Sarà Frederick Ryan a guidare l’amministrazione del quotidiano Il Washington Post ha un nuovo editore. Si tratta di Frederick Ryan, uno dei fondatori di Politico.com, il sito di informazione diventato un rivale del quotidiano del Watergate per le notizie di politica americana. E’ la prima importante mossa organizzativa di Jeff Bezos, il miliardario di Amazon che un anno fa ha acquistato il Post per 250 milioni di dollari promettendo di risollevarne le sorti nell’era digitale. Una mossa che taglia uno degli ultimi legami d e l Po s t c o n l a f a m i g l i a Graham, che lo acquistò nel 1933 e lo ha controllato per 81 anni. La poltrona di editore e amministratore dell’azienda editoriale era occupata dal 2008 da Katharine Weymouth, nipote di Katharine Graham, storica pre- sidente della società. Aveva affrontato un periodo difficile di calo della circolazione cartacea e della pubblicità, aveva dovuto tagliare personale e sezioni, ed era stata criticata per scelte co- me quella di sospendere il supplemento letterario, oltre che per l’idea di tenere incontri esclusivi tra giornalisti, politici, imprenditori e lobbisti. E’ stata lei nel 2012 a suggerire allo zio Donald Graham di vendere il quotidiano per evitare tagli che lo avrebbero distrutto. In una lettera allo staff, Weymouth ha spiegato ieri che «è tempo di Il profilo Repubblicano Fred Ryan (nella foto sotto), 59 anni, di Tampa, Florida, repubblicano, ha lavorato nello staff di Ronald Reagan quando il presidente lasciò la Casa Bianca. In seguito Fred Ryan è stato vicepresidente del network Allbritton Communication e ha fondato il sito Politico.com, dedicato soprattutto alla politica americana esplorare nuove opportunità, tempo di leadership nuova». Il passaggio di consegne avverrà tra un mese, e Weymouth rimarrà nel ruolo di consulente fino alla fine dell’anno. La scelta di Ryan, 59 anni, avvocato diventato a soli 32 anni un importante consigliere dell’amministrazione di Ronald Reagan (ha anche scritto due libri sull’ex presidente repubblicano ed è nella direzione della biblioteca a lui dedicata) ha portato alcuni a chiedersi se ci sarà un cambiamento della linea editoriale del Washington Post da posizioni «liberal» verso posizioni più conservatrici. Ryan ha replicato che il direttore Martin Baron verrà confermato e verrà rispettata l’indipendenza della redazione. «Il giornale non è ideologico e resterà tale», ha aggiunto Baron. Negli ultimi mesi lo staff è aumentato, non senza perdite importanti: Ezra Klein, autore del popolare blog di politica «Wonkblog» se n’è andato, seguito da altri tre giornalisti, per fondare il suo sito «Vox». La perdita di Klein è stata paragonata proprio al «precedente» di Politico.com, creato da due giornalisti del Post — John Harris e Jim VandeHei — nel 2007; avevano inizialmente proposto il progetto ai loro capi, che rifiutarono. Il nuovo editore ha Il direttore «Il giornale non è ideologico e resterà tale», ha garantito il direttore Martin Baron comunque sottolineato i recenti progressi nel conquistare lettori online, e ha promesso che continuerà questa «strategia di crescita», puntando particolare sul giornalismo investigativo. Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Francia/1 «Controllare i disoccupati» E’ bufera «Rafforzare i controlli» per verificare che i disoccupati iscritti al collocamento stiano «effettivamente cercando un lavoro» e «sanzionarli» nel caso contrario. Le parole del ministro del Lavoro François Rebsamen al canale digitale iTélé hanno suscitato indignazione in Francia: sindacati, politici e associazioni rimproverano all’esponente socialista di «fare gli stessi discorsi della destra». Dall’inizio del mandato di Hollande, nel 2012, oltre 500.000 persone senza attività si sono iscritte all’ufficio di collocamento, che conta ormai 3,4 milioni di senza lavoro. Eppure, secondo i dati del ministro del Lavoro, ci sarebbero 350.000 posti vacanti. «Nel 2012, quando Sarkozy diceva le stesse cose di Rebsamen — osserva invece il Partito comunista — Hollande chiedeva di «non prendersela con i più deboli». Ora il presidente preferisce non commentare. In serata, Rebsamen ha tentato di spegnere il fuoco: «Non volevo affatto condannare i disoccupati», ma solo «rafforzare i controlli». Francia/2 Carla Bruni in politica (con un album) Canterà l’attualità politica Carla Bruni nel suo nuovo album. L’ex première dame di Francia, nelle vacanze estive, tra la casa di famiglia a Cap Nègre, nel sud della Francia, e Bali, avrebbe preparato alcuni testi al vetriolo sulla politica transalpina, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Parisien. Non è la prima volta che la cantautrice moglie dell’ex presidente Nicolas Sarkozy si cimenta nel genere. La canzone «Le Pingouin» (Il Pinguino) dell’ultimo album «Little French Songs» uscito l’anno scorso era stata considerata da più parti come una critica velata nei confronti dell’attuale capo dello Stato, François Hollande. Tra le intercettazioni di Sarkozy e l’inchiesta per corruzione nel quale sempre suo marito è indagato, scrive il giornale, «la Bruni non manca certo di argomenti». Nei giorni scorsi, lo stesso quotidiano ha parlato di una presunta «scenata» di Carla a Sarkozy durante il loro soggiorno a Bali. Motivo? Lei non vuole che si ricandidi alle elezioni presidenziali del 2017. 16 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Gran Bretagna La coppia voleva un’altra terapia per il figlio malato di tumore Madrid libera i genitori fuggiti «Ashya ha bisogno di loro» Cameron: mi ricorda il mio Ivan. Dietrofront della polizia MILANO — Esiste una medicina miracolosa per tutti i bambini malati: la vicinanza e l’amore dei genitori. Non li guarisce, ma sicuramente li fa sentire bene. Oggi il piccolo Ashya, il bambino inglese di cinque anni con un tumore al cervello, ricoverato in un ospedale di Malaga, l’avrà. Ne era stato privato perché papà e mamma, Brett e Naghmeh King, erano stati arrestati e imprigionati a Madrid dopo che lo avevano prelevato dall’ospedale di Southampton, contro il parere dei medici, per portarlo in Spagna, nel tentativo di trovare cure migliori rispetto a quelle ricevu- te in Gran Bretagna. Adesso però il Crown Prosecution Service, la procura inglese, ha ritirato il mandato di cattura internazionale e i genitori sono stati liberati, senza altri provvedimenti a loro carico. E ha anche messo a disposizione un oncologo pronto a raggiungere la famiglia in Spagna. Una decisione inevitabile di fronte un caso che ha commosso tutti, David Cameron in prima fila. Il premier inglese, che non parla spesso di quel figlio Ivan colpito da epilessia e da paralisi cerebrale, morto nel 2009, ha detto: «Le fotografie di Ashya mi fanno ricordare il mio ragazzo gravemente malato». Al numero 10 di Downing La mobilitazione In 200 mila hanno firmato una petizione per chiedere la loro scarcerazione Il medico Il governo ha messo a disposizione un oncologo che potrebbe raggiungere il piccolo a Malaga Street è arrivata una petizione che chiedeva la liberazione dei genitori di Ashya e che ha raccolto oltre 200 mila firme. Il governo ha messo a disposizione dei King un oncologo pronto a raggiungere la famiglia in Spagna. Il piccolo Ashya è stato operato a Southampton per un medulloblastoma, un tumore cerebrale piuttosto cattivo, e curato secondo gli schemi classici. Ma i genitori hanno scoperto su Internet una terapia d’avanguardia, la radioterapia con protoni che esiste nel Regno Unito ed è gratuita, ma ancora per casi selezionati. Così hanno deci- La polizia spagnola In alto, a Malaga, il momento dell’arresto di Brett e Naghemeh King avvenuto il 31 agosto scorso. Ieri i coniugi sono tornati in libertà (Photomasi) so di andare all’estero: avevano già preso contatti con una clinica nella Repubblica Ceca, dove si pratica questa cura (che in Italia esiste, a Pavia), ed erano disposti anche a volare a Houston, negli Stati Uniti. Il passaggio in Spagna era solo per vendere una casa di loro proprietà e recuperare i soldi per pagare le spese mediche. Ma lì sono stati intercettati dalla polizia, grazie anche alla «caccia all’uomo» sostenuta dai social media. Così loro sono finiti in prigione a Madrid, a quasi 500 chilometri di distanza da Malaga, e il loro bambino è rimasto solo in ospedale: non sa lo spagnolo e ci si chiede come abbia potuto comunicare con i medici e ricevere conforto. Solo il fratello maggiore Danny (i figli sono sette) ha potuto stare con lui per alcune ore, grazie a un permesso della polizia. Un altro fratello, Naveed, parlando a Channel 4 News, ha denunciato il fatto che i medici non davano informazioni per telefono. Adesso si comincia a parlare di azioni legali da parte della famiglia nei confronti dell’ospedale di Southampton, come ha annunciato l’avvocato dei King: c’è da sperare che il futuro di Ashya non si giochi nei tribunali, ma in ospedali che lo possono davvero aiutare. L’impressione, però, è che per lui ci sia un po’ poco da fare sul piano medico (sembra di capire che sia al quarto stadio della malattia e già ora è alimentato con un sondino), ed è per questo che, al momento, la sua serenità è il bene più prezioso da salvaguardare. Adriana Bazzi La vicenda Via dall’ospedale con il bimbo malato Lo scorso 28 agosto Ashya King, di 5 anni, è stato portato via dai genitori dal Southampton General Hospital senza il consenso del personale medico. Il bambino era ricoverato nella struttura ospedaliera perché malato di tumore al cervello L’arresto in Spagna di entrambi i genitori I genitori avevano portato Ashya a Malaga, in Spagna, perché volevano per lui una nuova cura nota come radioterapia con fasci di protoni e che l’ospedale inglese non offriva loro. Il bimbo è stato ritrovato il 31 agosto e i genitori erano stati arrestati Il rilascio dei coniugi e la vicinanza di Cameron La Crown Prosecution Service (la procura inglese) ha ritirato il mandato di cattura internazionale per Brett e Naghemeh King, che sono stati rilasciati ieri. Il premier inglese David Cameron, nei giorni scorsi, aveva espresso solidarietà ai coniugi King © RIPRODUZIONE RISERVATA Aveva 77 anni È morto il generale Delfino, l’uomo dei misteri di Brescia È morto ieri pomeriggio l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino (a fianco, Ap Photo), 77 anni, protagonista controverso in molte vicende che hanno segnato la storia d’Italia degli ultimi 40. Ha avuto un ruolo di primo piano in indagini che hanno riguardato la mafia e le stragi terroristiche. Nato a Platì (Reggio Calabria), Delfino era il comandante del reparto investigativo bresciano quando il 28 maggio 1974 esplose la bomba che uccise 8 persone. Le sue indagini portano a individuare la cosiddetta «pista bresciana», ma il processo si conclude con l’assoluzione di tutti gli imputati. Nel 2008 finì lui sotto accusa per concorso nella strage: secondo i pm l’allora capitano era a conoscenza della preparazione dell’attentato ma non aveva fatto nulla per evitarlo. In precedenza era stato degradato dall’Arma dopo la condanna definitiva per truffa aggravata nel sequestro di Giuseppe Soffiantini. Le sentenze stabilirono che si fece consegnare 800 milioni dalla famiglia del rapito assicurando che sarebbero serviti per la liberazione. W.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 L’emergenza «Irricevibile» la proposta su mezzi e soldi destinati alla missione Le parole sul blog Grillo choc sui migranti malati Sì di Berlino e Madrid a Frontex «I barconi ci portano la tubercolosi» Alfano: «Vittoria italiana». Si riapre lo scontro con l’Ue ROMA — Germania e Spagna dicono sì al varo di «Frontex Plus», la missione che dovrebbe servire a gestire i flussi migratori dal Nordafrica. E confermano al ministro dell’Interno Angelino Alfano l’impegno a fornire mezzi e uomini. Il responsabile del Viminale incassa l’appoggio politico da parte dei maggiori partner europei, ma la prima proposta operativa inviata da Bruxelles appare inaccettabile dal punto di vista tecnico. Lo stanziamento massimo previsto è infatti di appena 30 milioni di euro e soprattutto appaiono inadeguati le navi che si vorrebbero impiegare per il pattugliamento del Mediterraneo. Si continua dunque a trattare, privilegiando il negoziato bilaterale. Una strada apparsa più utile a ottenere aiuti per fronteggiare un’emergenza che non accenna a diminuire. E mentre torna incandescente il dibattito politico alimentato dalla sortita di Beppe Grillo che con toni durissimi e sprezzanti si schiera al fianco di quei sindacati di polizia che ormai da settimane denuncia il rischio di contagio per chi si occupa della prima assistenza agli stranieri: «Per la tbc non esiste un vaccino che provveda una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Vogliamo reimportarla, reimportiamola! ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi». La missione estera di Alfano comincia a Berlino. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e le accuse all’Italia di non aver «fotosegnalato» gli stranieri che richiedono asilo consentendo loro di varcare le frontiere, il clima durante l’incontro con il collega Thomas de Maizière appare molto più sereno. E il risultato arriva quando le autorità tedesche comunicano di voler partecipare alla missione, proprio come avevano fatto i francesi una settimana fa. È un buon viatico per affrontare gli spagnoli, impegnati da anni a fronteggiare gli sbarchi dal nordafrica e propensi negli ultimi anni a una linea di fermezza che prevede la creazione di una vera e propria barriera in mare attraverso un’attività di Le cifre (foto di Giuseppe Lami/Ansa) 117.000 Negli ultimi anni 120000 sbarchi 80000 40000 23.719 236 14.331 413 13.635 206 22.939 437 22.016 302 117.000* 437** 64.261 2.352 I migranti sbarcati sulle coste italiane dal 1° gennaio a ieri vittime 100000 60000 L’ufficiale di rotta Francesca Greco nella plancia della Fregata Euro della Marina militare italiana con due aspiranti ufficiali 2500 2000 20.455 556 36.951 1.274 9.573 425 13.267 102 42.925 707 1500 4.406 20 1000 500 20000 0 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 *1° gennaio-2 settembre **dato provvisorio 53.243 700 70.305 milioni di euro Le persone soccorse dai mezzi di «Mare nostrum» (ottobre 201313 agosto 2014) Chi ospita di più I migranti accolti nelle varie regioni I fondi stanziati dall’Italia quest’anno per la gestione dei profughi ROMA — «Il ritorno delle malattie infettive. #Tbcnograzie». Parola di Beppe Grillo, postata sul suo sito. «Come se non fosse un problema nazionale, il ritorno di malattie debellate da secoli in Italia» si è lamentato il leader 5Stelle dopo il disinteresse nel quale era scivolato l’ultimo «passaparola», la rubrica del lunedì sul suo blog (foto sotto), che aveva dedicato proprio al tema del ritorno delle malattie infettive. «Per la Tbc — ha insistito ieri Grillo — non esiste un vaccino che provveda a una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Vogliamo reimportarla, reimportiamola! Ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi». Altre 40% Puglia 11% Lazio 13% Calabria 28% Sicilia 8% Fonte: ministero dell’Interno, Aeronautica militare, Marina militare, Frontex, Fortress Europe - elaborazione dati Corriere della Sera controllo che contempla anche i respingimenti. Anche Jorge Fernandez Diaz assicura la partecipazione di Madrid garantendo addirittura l’impiego della guardia civil nelle azioni di contrasto. «Sono molto soddisfatto — commenta Alfano — perché abbiamo dimostrato di saper costruire soluzioni mentre gli altri parlano». Adesso bisognerà però affrontare il capitolo operativo e la strada appare tutt’altro che semplice. Nella proposta trasmessa da Bruxelles gli stanziamenti economici vengono effettivamente aumentati passando da circa dodici milioni di euro a trenta milioni di euro. Una cifra irrisoria rispetto a quanto l’Italia spende con «Mare Nostrum», ma è comunque un primo passo. Ciò che viene invece ritenuto «irricevibile» dai tecnici è l’elenco dei mezzi navali. Si tratta infatti di piccoli natanti inadatti ad affrontare il Mediterraneo, soprattutto tenendo conto che la Il nodo I 30 milioni di Bruxelles sono ritenuti ancora insufficienti ✒ Dai tedeschi una mano tesa dopo le polemiche di PAOLO LEPRI «I problemi ci sono, ma si possono risolvere insieme», è stato il messaggio che Thomas de Maizière, un uomo che generalmente non si nasconde dietro le parole, ha rivolto all’Italia ieri a Berlino discutendo con il collega Angelino Alfano dell’emergenza profughi nel Mediterraneo. Per il governo Merkel è una realtà di fatto, messa in evidenza più volte, che in Germania arriva un numero «sproporzionato» di rifugiati che sfuggono ai controlli nei Paesi di prima accoglienza. «Tutti gli Stati devono invece rispettare — ha sottolineato il ministro degli Interni tedesco — le regole del Trattato di Dublino». A giudizio di de Maizière, però, è fondamentale scongiurare il rischio che di fronte ad una situazione così drammatica ai confini dell’Europa, «ogni Paese se la prenda con l’altro». «Si può dire — ha osservato — che l’Italia sopporti l’onere maggiore di questa emergenza e che abbia bisogno di appoggio. Possiamo aggiungere che noi tedeschi abbiamo troppi richiedenti asilo. Nessuna delle due tesi è sbagliata. Ma le accuse reciproche non servono a niente». È invece arrivato il momento, secondo il ministro cristianodemocratico, di uno «sforzo comune» a cui naturalmente si affianchi una diversa gestione del problema della registrazione degli arrivi. E un impegno in questo senso è stato assicurato da Alfano. Sono queste le basi del sostegno che la Germania ha dato al varo dell’operazione «Frontex Plus», destinata a combattere in modo più efficace l’immigrazione clandestina e i trafficanti di morte. Sarà una nuova missione, che si sta delineando in questi giorni, definita dal ministro degli Interni italiano «il ritorno dell’Europa a presidio del Mediterraneo». Da Berlino è arrivato un segnale importante. Bisogna però sperare che questo clima di collaborazione non sia turbato, come purtroppo è avvenuto in passato, da voci meno responsabili di quelle che sono state ascoltate ieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA «missione» dovrebbe cominciare a fine novembre e dunque con condizioni di mare particolarmente proibitive. Non solo. Nelle intenzioni dell’Unione Europea il nostro Paese dovrebbe comunque farsi carico delle operazioni di ricerca e soccorso. E proprio questo dimostra che «Frontex Plus» non può in alcun modo sostituire «Mare Nostrum», vera e propria missione umanitaria che ha consentito di salvare finora migliaia di persone. Nei prossimi giorni — dopo una serie di riunioni con gli esperti della Marina militare e della Guardia di Finanza da mesi in prima linea nell’attività di rintraccio e assistenza ai migranti che arrivano dalla Libia e dagli altri Stati del Nordafrica — verrà formulata una controproposta per l’Ue nella quale saranno elencate le «criticità» e indicate le navi indispensabili per affrontare quello che si è già rivelato un vero e proprio esodo. E l’Italia farà valere proprio l’appoggio politico ottenuto da Parigi, Berlino e Madrid. Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it Una presa di posizione decisa, che ha sollevato polemiche. Anche perché Grillo ha aggiunto davvero benzina sul fuoco: «Qui per evitare il tabù del razzismo arriviamo alla situazione grottesca degli Stati africani che chiudono le frontiere tra loro per paura del diffondersi dell’ebola, che ha 21 giorni di incubazione, mentre noi le lasciamo spalancate senza fare alcun accertamento medico su chi arriva da chissà dove nel nostro Paese. I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra». Secca la replica di Emanuele Fiano, deputato e responsabile Sicurezza del Partito democratico: «È molto grave — ha detto — diffondere il panico tra la popolazione e gli operatori di Polizia circa la presenza di 40 agenti positivi alla Tbc». Precisa Roberto Santorsa, direttore centrale di Sanità della Polizia: «La positività al test non è indice di malattia, ma attesta solo un pregresso contatto con il microrganismo che può essere avvenuto anche molti anni prima e rappresenta solo una condizione che va ulteriormente studiata. Tanto è vero che i poliziotti positivi al test risultano in servizio». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intercettazione in carcere Riina e il giallo delle carte di Dalla Chiesa: «Gliele rubarono dalla cassaforte» ROMA — «Questo Dalla Chiesa ci sono andati a trovarlo e gli hanno aperto la cassaforte e gli hanno tolto la chiave. I documenti dalla cassaforte e glieli hanno fottuti». Nella storia della mafia raccontata al compagno di ora d’aria, Totò Riina, non dimentica il capitolo del mistero delle carte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: assassinato a colpi di kalashnikov esattamente 32 anni fa, il 3 settembre 1982 a Palermo. L’enigma della cassaforte di villa Pajno, sua residenza, ripulita subito dopo l’omicidio suo e di sua moglie Emanuela Setti Carraro. E della sua borsa, piena di documenti, sparita e riapparsa dopo 31 anni. Vuota. All’attentissimo detenuto Alberto Lorusso, Riina lo racconta divertito: «Minchia il figlio fa- ceva... il folle. Perché dice c’erano cose scritte. E loro gliel’hanno fatta. Minchia. Gliel’hanno aperta, gliel’hanno aperta la cassaforte... tutte cose gli hanno preso». In attesa che i magistrati palermitani chiariscano se quelle chiacchiere da «ora d’aria» siano verità, depistaggi o messaggi, Nando Dalla Chiesa, il «figlio che faceva il folle» citato da Riina, commenta con semplicità: «È un po’ quello che abbiamo pensato anche noi. Ce lo dice- Il figlio del generale «È un po’ quello che abbiamo pensato anche noi dopo la morte di mio padre» vano le circostanze. Il personale di sorveglianza terrorizzato. La gente che era entrata in casa con la scusa di prendere le lenzuola per coprire i cadaveri. Mio zio che non venne fatto entrare in casa. I cassetti vuoti, in cui dopo una settimana ricomparve misteriosamente una chiave con su scritto cassaforte. Che, quando andammo ad aprirla, risultò vuota». E rivela: «Giovanni Falcone, una volta mi chiese se avessi capito perché era stata uccisa anche Emanuela. Io risposi che avevo sempre pensato fosse stata assassinata perché in quel momento era vicina a mio padre. Ma lui mi disse: “No, fu uccisa perché in casa non doveva esserci nessuno”». Ma perché Totò Riina, passeggiando per il cortile del car- cere milanese di Opera torna ad aprire quella pagina oscura? E davvero lo fa senza pensare di poter essere intercettato? Una cosa colpisce. L’inciso che Riina fa, paragonando il mistero della cassaforte svuotata del prefetto antimafia, al proprio covo ripulito dopo il suo arresto. Appena un accenno per marcare la differenza e dire che lui di documenti non ne aveva proprio. «Li tenevo in testa», assicura Riina al compagno di passeggio che aveva chiesto: «Ma pure a Dalla Chiesa gli hanno portato i documenti dalla cassaforte?». Poi l’ironia sui documenti «fottuti» al generale. Messaggi dal carcere inviati a chi rimase sempre nell’ombra? Nando Dalla Chiesa pensa di no: «Io non credo. Un messaggio indirizzato a chi? Ormai sono tutti morti: da Spadolini ad Andreotti, a Cossiga». Allora perché parlarne? «Evidentemente — spiega Dalla Chiesa — lui sa ciò che a noi è stato impedito di sapere. Al maxiprocesso, venne Trentadue anni fa La A112 dentro la quale sono stati uccisi Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro il 3 settembre 1982 (foto Ansa) chiesto al testimone che quel giorno era di guardia chi fosse entrato, subito dopo l’omicidio nella villa: girava una voce mai appurata che fosse stato Contrada. Ma subito dopo la domanda successe un parapiglia: un mafioso presente in aula com i n c i ò a f i n ge r s i p a z z o . L’udienza venne sospesa. Poi ci fu la pausa estiva. E alla ripresa non fu più possibile saperlo». Intanto sono state rese note le motivazioni del tribunale di sorveglianza di Bologna che ha rigettato le istanze di Riina per il differimento pena per motivi di salute e per la detenzione domiciliare. Il tribunale ha ritenuto che non c’è alcun «vulnus alla tutela del diritto alla salute del condannato». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 italia: 51575551575557 19 20 Cronache Il caso Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Chiusa l’inchiesta penale della procura di Bolzano. L’ipotesi di un patteggiamento con la messa alla prova Campione Alex Schwazer in ginocchio al suo arrivo al traguardo, alla gara delle Olimpiadi di Pechino 2008 Tutte le accuse dei pm al marciatore Schwazer E lui torna ad allenarsi Indagati due medici e un dirigente federale DAL NOSTRO INVIATO BOLZANO — Due medici federali, un dirigente e lui: Alex Schwazer, il marciatore altoatesino capace di conquiste olimpiche e di abissi esistenziali, culminati nel 2012 con quel pianto inconsolabile in mondovisione nel confessare il doping più clamoroso della storia dell’atletica italiana. Si chiude così, con quattro indagati eccellenti ma senza alcun complotto internazionale, l’inchiesta penale della procura di Bolzano sui retroscena dello scandalo che ha travolto l’atleta azzurro imbarazzando le istituzioni sportive alle vigilia dei Giochi di Londra. Per lui l’accusa è chiara e scontata, avendola riconosciuta: frode sportiva. Ha cercato di truccare le carte cedendo al fascino della sostanza proibita. «Volevo tornare più forte di prima e così non sono più riuscito a dire no all’Epo… ho fatto però tutto da solo, sono andato in Turchia a prendere la droga e non ho detto nulla a nessuno…», singhiozzò davanti a mille telecamere. Meno scontato invece il coinvolgimento degli altri, cioè i medici della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella (si erano autosospesi a maggio dello scorso anno e da dicembre sono stati definitivamente sostituiti) e l’ex dirigente del Inchiesta Tribunale Quattro indagati per il caso di frode sportiva che ruota attorno al caso di doping del marciatore altoatesino, deflagrato alla vigilia dei Giochi di Londra 2012. Medici Due medici federali, un dirigente e lui: Alex Schwazer capace di conquiste olimpiche e di abissi esistenziali, culminati nel 2012 con l’ammissione del doping fra le lacrime, trasmesse in mondovisione settore tecnico sempre della Fidal Rita Bottiglieri, da quest’anno all’Istituto di Scienza dello Sport del Coni, un’ex atleta più volte primatista nazionale dello sprint poi approdata alla struttura federale. Per il terzetto l’accusa è il favoreggiamento come conseguenza di un comportamento omissivo. Cioè, pur essendo a conoscenza del doping del campione non l’avrebbero segnalato agli organi competenti, cioè il Coni. Nelle carte della procura diretta da Guido Rispoli, depositate in questi giorni con l’avviso di conclusione indagini, sono finite in particolare le relazioni dei carabinieri del Nas di Trento. A inguaiare Fiorella, come già emerso, sono in particolare alcune mail inviate a Schwazer a ridosso delle Olimpiadi del 2012. Una su tutte: «La decisione sulla permanenza o meno spetta a te, ma ricorda che certamente alla Iaaf (l’associazione internazionale delle Federazioni di atletica leggera, ndr) “puzzerà” questo tuo andar su e giù… Se fai qualche stronzata, ti taglio le palle». Per gli inquirenti significa che Fiorella sapeva. «E invece non ero a conoscenza del doping di Schwazer — ha replicato ieri l’ex medico federale —. E poi i controlli non li fa la federazione nazionale ma sono di competenza del Coni e della Iaaf. Questa è una faccenda nebulosa che mi ha danneg- giato molto dal punto di vista professionale». A Fischetto, che lavorava anche per la Iaaf, viene invece contestato un messaggio inviato al responsabile dell’antidoping dell’associazione sovranazionale, Thomas Capedeville, il quale l’aveva in precedenza informato dell’esito sospetto di un test a sorpresa Preparatore atletico Lasciatosi con la Kostner si è iscritto a Salisburgo a un corso parauniversitario di preparatore atletico fatto al marciatore nell’aprile 2012. «Ciao Thomas, assolutamente sicura manipolazione. Ci metto le mani sul fuoco…». L’allora responsabile del settore medico della Fidal ha reagito così dalla vacanza all’estero dove si trova: «Io avevo un ruolo di indagatore e ho invitato la Iaaf a fare maggiori controlli sull’atleta, dopo quel dato ematico sospetto. Quand’anche lei investigatore pensa che qualcuno sia un ladro, lo deve anche cogliere in flagrante, non crede?». Hanno tutti tempo fino a fine mese per definire la strategia difensiva. Schwazer tenterà con ogni probabilità di evitare il processo puntando sulla «messa alla prova», una sorta di patteggiamento che estingue il reato. Soluzione per lui rapida e indolore, considerato che i sospetti degli inquirenti non si fermano all’Olimpiade del 2012 ma arrivano addirittura al 2008, l’anno del trionfo olimpico di Pechino, al quale due anni dopo Alex ha aggiunto l’oro europeo di Barcellona. No, l’atleta vuole chiudere col passato e tornare al più presto alle gare, obiettivo che fa a pugni con la squalifica del Tribunale Nazionale antidoping: fino a gennaio 2016, giusto in tempo per i Giochi di Rio, spera lui. Nel frattempo, chiusa la storia con Carolina Kostner, in Val d’Isarco lo vedono allenarsi sempre più spesso a piedi e in bicicletta. Mentre a Innsbruck sgambetta da cameriere in un ristorante del centro. Una svolta a tutto campo, completata dall’iscrizione a Salisburgo a un corso parauniversitario di preparatore atletico. Marcia, lavoro, studio, senza sosta. Cerca riscatto. Andrea Pasqualetto apasqualetto@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA IL DISCOUNT ALIMENTARE SOTTO CASA AL SUPERFLUO AI PREZZI BASSI TUTTO L’ANNO AI FRESCHI TUTTI I GIORNI ALLA MIGLIORE QUALITÀ ALLA SPESA VELOCE www.insmercato.it un impegno! una tradizione! Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 Mobilità Multe fino a 250 mila euro per i trasgressori. Gli autisti a chiamata tramite una app sono contestati in tutta Europa Stop a Uber, in Germania vincono i tassisti I giudici: non garantisce la sicurezza. L’azienda: noi continuiamo lo stesso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — La guerra a Uber è stata vinta in Germania dai tassisti. La società nata a San Francisco, diventata rapidamente un fenomeno planetario, è stata bloccata da una sentenza del tribunale regionale di Francoforte valida per tutto il territorio tedesco. La possibilità di trovare una macchina privata e un autista grazie ad un’applicazione sullo smartphone, rompendo con le consuetudini del passato, «viola le disposizioni sulle licenze commerciali». Tutto da rifare, dunque, anche se la risposta dei grandi accusati è una sfida: «Continueremo a svolgere la nostra attività». «Non è una buona idea — ha detto un portavoce di Uber — ridurre le possibilità di scelta del pubblico, perché innovazione e competitività fanno bene a tutti e sono un vantaggio per i conducenti e i passeggeri. Non si può frenare il progresso». Come si può vedere da queste parole, lo scontro non riguarda soltanto la conquista, pur importante, di fette di mercato, ma è ormai diventato una battaglia tra vecchio e nuovo. Le regole europee da una parte e, dall’altra, un’idea rivoluzionaria che le mette in discussione. Non è un caso che Dieter Schenkler, presidente di Taxi Deutschland, abbia accusato Uber di essere una «locusta» che opera con i miliardi in contanti di Goldman Sachs e di Google, accreditandosi invece come una start-up e la salvatrice della new economy. «La sua azione non può che danneggiare — ha aggiunto — lo Stato, la società e i lavoratori». Questa dimensione più ampia del problema è stata compresa dalla commissaria Ue per l’agenda digitale Neelie Kroos, secondo cui le leggi vanno rispettate «senza chiusure nei confronti del nuovo». Tutto è cominciato con un ricorso alla magistratura proprio di Taxi Deutschland, che riunisce le compagnie di auto pubbliche delle principali città della Germania. I giudici di Fran- Jesi Come Kabobo armato di machete Ferito un agente Minacce, insulti, riferimenti al «diavolo» e, soprattutto, due machete branditi contro tutti. Lunedì a Jesi (Ancona) si è rischiato un nuovo caso Kabobo (il ghanese che nel 2013 a Milano uccise a picconate tre passanti). Questa volta fortunatamente poliziotti e carabinieri sono riusciti ad arrestare in tempo Precious Omobogbe, 25 anni, nigeriano disoccupato (foto sopra). L’uomo è stato bloccato fisicamente dal comandante dei carabinieri, Mauro Epifani, rimasto ferito per un colpo di lama. © RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA coforte hanno dato ragione ai tassisti (l’ordinanza è comunque temporanea, in attesa dell’appello), che hanno accolto la decisione come una grande vittoria, convinti che il trasporto dei clienti debba avvenire «nel rispetto della legge». «Nessun passeggero può controllare l’autista, la società e il veicolo con cui si sposta in città», ha dichiarato Schenkler. Le principali argomentazioni contro Uber riguardano la mancanza di un’adeguata copertura assicurativa, l’assenza di esami medici per i conducenti, le scarse ga- ranzie di sicurezza dei veicoli che vengono utilizzati. Ora la compagnia fondata nel 2009 in California, valutata attualmente 18,2 miliardi di dollari, rischia multe di 250.000 euro o arresti se le ordinanze verranno violate. Ma Uber non si vuole certamente fermare, anche perché è convinta di essere non solo un servizio di trasporto cittadino ma soprattutto una piattaforma tecnologica multinazionale che intende trasformare il modo con cui sono stati gestiti per decenni gli spostamenti delle persone. In Ger- Torino Una donna calpesta le icone. Il vescovo: violata ogni regola etica Locandina choc alla mostra gay E il Comune ritira il patrocinio TORINO — Un’immagine «inaccettabile» e non abbinabile a quella del Comune. Il sindaco della città Piero Fassino ha ritirato nella serata di ieri il patrocinio a «Saliga», la mostra fotografica dedicata ai sette peccati capitali che sarà inaugurata il prossimo 8 settembre a Torino e organizzata dalla International Art Lgbte, un’associazione culturale di lesbiche e gay. Pietra dello scandalo è la locandina che presenta la mostra: una donna ritratta nella sua strabordante e decadente obesità, completamente nuda eccezion fatta per un paio di scarpe bianche. E sotto i suoi tacchi un’icona con il volto di Gesù Cristo e della Vergine. Tra i primi ad esprime indignazione l’arcivescovo Cesare Nosiglia: «Colpisce in quell’immagine il modo in cui viene usato il corpo di una donna, proprio quando cresce un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle vio- mania le offerte messe a punto sono due. Accanto a una più tradizionale, grazie alla quale si possono trovare vetture a costi più bassi di un taxi, era stata introdotta anche l’Uberpop, pensata per mettere in contatto autisti privati e passeggeri. È stata questa al centro dei rilievi del tribunale regionale di Francoforte. La presenza tedesca di Uber ha già vissuto altri momenti difficili. Al contrario di quanto è avvenuto a Francoforte, un tribunale di Amburgo la settimana scorsa ha annullato il blocco delle attività deciso dal ministero dell’Economia del Land. A Berlino la società che ha rivoluzionato il trasporto urbano non si è fermata, attendendo una decisione finale dopo la presentazione di un appello contro il divieto annunciato a metà agosto dalle autorità locali. Questa situazione di incertezza legale non ha impedito un piano di potenziamento che dovrebbe riguardare molte città tra cui Colonia, Stoccarda, Norimberga e Dortmund. Giudici di Francoforte permettendo, naturalmente. Intanto, chi vuole può chiamare un taxi con lo smartphone. lenze che sulle donne si commettono. In quel montaggio — continua il presule — c’è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pre- Il cantante Nuovo arresto per Justin Bieber Justin Bieber è ancora nei guai. Il cantante è stato nuovamente arrestato per aggressione in Canada (nell’immagine le foto segnaletiche del precedente arresto di Miami). Ora è libero in attesa dell’udienza tende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri. Sono certo che ogni persona di buon senso saprà valutare questo episodio per quello che merita. Soprattutto quando certe scelte “artistiche” diventano un modo facile per cercarsi pubblicità attraverso le polemiche». Una posizione dura, quella dell’arcivescovo, condivisa dal primo cittadino. Invece non accetta censure Telemaco Rendine, il curatore della mostra: «Quella è parte di un’opera d’arte divisa in sette immagini, a illustrare i sette peccati capitali. In particolare, quella fotografia vuole ritrarre la Superbia. Che poi è Gesù Cristo stesso a dirci, attraverso i Vangeli, che è un peccato. Io nell’immagine vedo un’esaltazione della religione». Marco Bardesono © RIPRODUZIONE RISERVATA Le proteste La decisione La corte di Francoforte ha emesso una sentenza in cui ha decretato che il servizio di trasporto fornito da Uber non possiede i permessi necessari per operare sotto la legislazione tedesca. In caso di violazione dello stop le multe possono arrivare a 250 mila euro Le proteste La sentenza arriva dopo giorni di protesta in tutta Europa (Italia compresa), culminata con una manifestazione continentale l’11 giugno scorso (sotto quella a Berlino): i tassisti contestano non solo l’app, ma anche la mancanza delle licenze necessarie La società Uber è un’azienda californiana che permette, con una app scaricata sullo smartphone, di noleggiare auto con conducente a prezzi più bassi rispetto a quelli dei taxi. È stata lanciata nel 2009 e si è diffusa in 45 Paesi e almeno 205 città (anche se dopo la decisione tedesca il numero si ridurrà). Secondo gli investitori Uber vale 18,2 miliardi di dollari 22 Cronache Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il personaggio Sandra Savaglio, 47 anni, arriva dalla Germania per insegnare a Cosenza «Torno in Italia, non all’inferno Proverò che qui si può fare ricerca» La fisica della copertina di Time: da papà la passione per le stelle Qualcosa la infastidisce un po’, nella domanda che tutti le stanno facendo in questi giorni: perché torni? «Sembra quasi che mi debba difendere. Mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite, neanche dovessi andare all’Inferno... Non è che mi offenda. Il punto è che la mia scelta è stata abbastanza ovvia. Una va via per fare esperienza, con l’idea che prima o poi ritornerà. E poi io ci guadagno pure economicamente: di sicuro il mio stipendio in Italia sarà più alto». Sandra Savaglio, 47 anni da compiere, segno zodiacale Bilancia, di professione guarda le stelle. Nel 2004 il Time la mise in copertina come simbolo dei cervelli in fuga dall’Europa: ai tempi lavorava alla John Hopkins University di Baltimora. Dopo, si è trasferita in Germania, al Cnr tedesco, il Max Planck Institute, vicino a Monaco, da cui si è licenziata per accettare la chiamata diretta dell’Università della Calabria, ad Arcavacata, dove da ottobre sarà docente ordinario di Astrofisica. Il ritorno a casa, per lei che è cosentina. «Non è un ripiego, anzi, sarà una sfida. In Germania è molto difficile fare carriera e le donne nel mio campo sono appena il 10 per cento, mentre in Italia raggiungono il 25 per cento. Certo, nel Paese della Merkel la ricerca è supportata da grandi finanziamenti, che saranno invece una nota dolente. Ma conto di sfruttare i fondi europei: è difficile ottenerli, ma nel 1020 per cento dei casi le proposte vengono accettate e per i progetti più grandi si arriva a raccogliere anche uno o due milioni di euro. Mi stimola molto la possibilità di avere uno scambio diretto con i giovani ricercatori: da questo punto di vista l’ateneo calabrese è un piccolo gioiello». A Monaco lascia Uta, bibliotecaria di 51 anni, alla quale è legata dalla Eingetragene Partnerschaft, l’unione civile. «Lei continuerà a lavorare in Germania, faremo le pendolari. Cosa succederà tra noi? Chiedetemelo tra sei mesi!». Non la spaventa, però, trasferirsi in un Paese che Ha detto ❜❜ Le quote rosa In Italia le donne nel mio settore sono il 25% In Germania il dieci ❜❜ I fondi Quelli che lo Stato non dà, li cercherò tramite l’Unione Europea ❜❜ Il premio Il 14 settembre riceverò un premio a Montalcino per le mie pubblicazioni ❜❜ La «moglie» Uta resterà a Monaco. I diritti civili dei gay? Ora ho altre priorità Di nuovo a «casa» Sandra Savaglio, 47 anni il prossimo 27 settembre. Dopo ventitré anni trascorsi all’estero, tra gli Stati Uniti e la Germania, ora ritorna in Italia, a Cosenza, dove le è stata affidata la cattedra di Astrofisica all’Università della Calabria. A sinistra la copertina che le dedicò il Time nel 2004 (foto di Orlando Salmeri) ha ancora molta strada da fare nel cammino dei diritti civili. «Confesso che adesso le priorità sono altre. Dopo otto anni cambio ambiente, devo impostare una nuova vita, ho cose più urgenti a cui pensare. Certo, so che le cose saranno diverse. Se io morissi in Germania, Uta avrebbe diritto alla mia pensione, mentre in Italia lei non esiste. Però ora mi preoccupa altro». Corriere e TgLa7 Le mancherà l’efficienza teutonica. «Sono rapidissimi, la burocrazia funziona: nelle ultime settimane ho dovuto sbrigare parecchie faccende, e loro sono stati efficienti, mi hanno telefonato ogni volta che serviva». Non le mancherà la struttura gerarchica tipica di ogni ambiente, professionale e no. «Al lavoro c’erano colleghi che si conoscevano da trent’anni e che si chiamavano per cognome dandosi del lei. Deriva dalla tradizione militarista e prussiana, che è stata la loro forza per rialzarsi dopo la batosta del nazismo. Ecco, diciamo che la mia esuberanza tipica degli italiani non è sempre stata apprezzata: alcune volte in effetti sarei potuta stare zitta». In Calabria continuerà a occuparsi dei «suoi» temi: «Studierò le galassie distanti». Andrà a vivere nella casa del padre, mancato due anni fa. «Devo a lui la passione per le stelle. Immagino sia una questione di geni: a lui piaceva moltissimo la matematica, ma era il periodo del Dopoguerra, di soldi non ce n’erano; si era iscritto all’Università a Roma, senza mai riuscire a frequentarla: dovette rinunciare». Tra i lati positivi del cambio di residenza ci sono frutta e verdura. «Finalmente potrò mangiare pomodori veri, la pesca che sa di pesca e non parliamo della carne di pollo: in Germania a sentirne il sapore finisce che diventi vegetariano. Una volta rimasi choccata al mercato quando trovai dei pomodori pachino a tre euro e cinquanta l’etto: non potevo crederci!». Fare l’italiana all’estero le ha procurato, tuttavia, una «immeritata» fama di brava cuoca. «Roba che mio padre si rivolterebbe nella tomba. È solo che mi piaceva fare quelle poche ricette di mia nonna, che mi danno il senso delle origini: per esempio i “mustazzuoli”, che noi facciamo con il miele di fichi». Il 14 settembre sarà a Montalcino per ricevere il «Premio Casato Prime Donne 2014», un riconoscimento per i suoi meriti di scienziata — 160 pubblicazioni nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, come Nature e Astrophysical Journal — e per la scelta di rientrare in Italia, dopo ventitré anni trascorsi all’estero, mettendo a disposizione di giovani studenti l’esperienza maturata. Pronta? «Sì... Però mi dice in bocca al lupo?». Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA Appelli in Rete contro l’Iva sulle donazioni È partita con un articolo sul Corriere(martedì 26 agosto)ed è diventata una campagna: #NoProfitNoIva. Dal mondo del volontariato alla politica arrivano proposte e suggerimenti per cancellare la tassa sulla beneficienza che si deve pagare anche quando si finanzia la ricostruzione di una scuola dopo il terremoto. Ieri il vicepresidente del gruppo per le autonomie al Senato Vittorio Fravezzi ha annunciato una interrogazione per sollecitare l’intervento del ministero dell’Economia e delle Finanze. « Il passo successivo — ha spiegato Fravezzi — è individuare lo strumento più adatto a intervenire per una modifica legislativa». La campagna che chiede la detassazione dell’Iva per le no profit continua sul web dopo la denuncia del TgLa7, con centinaia di utenti che inviano selfie e scatti originali.#NoProfitNoIva è ormai una parola d’ordine tra i volontari italiani (Invia la tua foto a @CorriereSociale). E non mancano neppure i testimonial, come l’attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta: «L’Italia del bene non va tassata. Facciamo sentire la nostra voce». Gli fa eco su Twitter il parlamentare pd Sergio Boccadutri che sottolinea: «La questione va risolta con trasparenza bilanci, obblighi statutari e regime di esclusività». Tra le iniziative messe in campo anche una ricerca promossa dall’Istituto Italiano della Donazione: «Abbiamo avviato ieri — fanno sapere dall’Iid — un sondaggio rivolto a 4.000 cittadini per sapere cosa ne pensano». I risultati verranno diffusi a Lucca il 7 settembre nel corso del seminario «#In_visibile», promosso dal Centro Nazionale del Volontariato. Corriere Sociale seguirà l’iniziativa con un live twitting (#NoProfitNoIVA) per commentare dal vivo i risultati con il capo del Pse Gianni Pittella e l’onorevole Edoardo Patriarca. Elisabetta Andreis Luca Mattiucci © RIPRODUZIONE RISERVATA La tragedia dei Tornado Cristoforetti nel giorno dei funerali: «Era mia amica. È stato un privilegio incontrare la sua allegria contagiosa» L’omaggio dell’astronauta Samantha alla pilota morta Le note di una canzone per dirle addio, le parole in musica di Joni Mitchell omaggio ad Amelia Earhart, la prima donna a sorvolare da sola l’Oceano Atlantico, per salutare l’amica che non c’è più. «Godspeed Mary», «buon viaggio» le augura Sam. Sam è Samantha Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica che tra due mesi sarà la prima italiana nello Spazio. Mary è Mariangela Valentini, la pilota di Tornado morta il 19 agosto con altri tre colleghi sui cieli di Ascoli Piceno. «Mary era una carissima amica» ricorda Samantha Cristoforetti. Si erano conosciute a Pozzuoli, in Accademia, nel 2001. Future ufficiali, stesso corso, il Borea V, sorrisi e grandi progetti. L’ultimo incontro due mesi fa. «L’ho vista a giugno, in una giornata di festa — ricorda Cristoforetti —. Porterò sempre con me il suo sorriso radioso di quel giorno, la sua gioia sincera e i suoi auguri calorosi per la mia missione nello Spazio. Purtroppo è volata più in alto lei». Sam e Mary, molto di più che compagne di corso, un legame forte cementato dall’essere donne in un ambiente, nonostante tutto, maschile. «Dormivamo in letti adiacenti. Finché siamo partite per le scuole di volo per conseguire il tanto desiderato brevetto di pilota militare. Per quattro anni mi hanno accompagnata ogni giorno la sua forza d’animo, la sua allegria contagiosa, Il saluto Da sinistra, i funerali delle quattro vittime, Mariangela Valentini e Samantha Cristoforetti il suo senso della misura, la sua generosità». Carriere di due donne destinate a distinguersi nel gruppo. «Le fu assegnato il Tornado — prosegue l’astronauta —: un punto di arrivo prestigioso, ma anche l’inizio di un percorso di addestramento molto difficile, che ha affrontato con serenità e determinazione. Più spesso di quanto volesse in quanto donna era oggetto di interesse e di curiosità da parte dei media: schiva e riservata, viveva queste attenzioni con disagio, consapevole di appartenere a una squadra e di non avere meriti particolare rispetto ai colleghi, se non quelli eventualmente dimostrati dai suoi risultati». Ieri c’era anche Samantha Cristoforetti confusa tra le duemila persone, militari e semplici cittadini, nell’hangar dell’aeroporto di Ghedi: sotto ampi paracaduti bianchi, quattro bare avvolte nel Tricolore e dentro i corpi di Mariangela Valentini, Paolo Piero Franzese, Alessandro Dotto e Giuseppe Palminteri. «Godspeed Mary. È stato un privilegio averti avuta nella mia vita» le rende omaggio l’amica e collega. Dedicandole il brano sull’aviatrice americana che scomparve nel Pacifico tentando il giro del mondo. Riccardo Bruno © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Cronache 23 italia: 51575551575557 Domande e risposte Secondo le ricerche effettuate sugli animali favorirebbe l’accesso ad altre droghe Studio italiano Può danneggiare la salute e lo studio Ecco perché diffidare della marijuana Cancro al seno Svelata causa delle metastasi Crea dipendenza in un ragazzo su due se viene fumata tutti i giorni di GIUSEPPE REMUZZI «P roibire è peggio che legalizzare». «Alcol e tabacco fanno più male della cannabis». «E comunque le droghe non sono tutte uguali». «Sarà, ma dove l’hanno legalizzata la cannabis, come in Olanda e in Belgio, il consumo è aumentato». E ancora «La cannabis riduce il quoziente d’intelligenza», «Niente affatto, la riduzione del quoziente d’intelligenza è la causa non l’effetto dell’uso di cannabis». Insomma, ciascuno dice la sua. Al punto che (Sole 24 Ore, 15 giugno 2014) — per stigmatizzare l’incapacità degli oppositori a recepire i propri argomenti — si arriva a disturbare Max Plank che sosteneva come le persone con l’avanzare dell’età abbiano difficoltà a cambiare il modo di guardare i fatti. E allora proviamo a guardarli questi fatti e a rispondere alle sette questioni più controverse con le conoscenze di cui la medicina dispone finora, senza nessuna pretesa che questo debba influenzare le scelte politiche. È vero che la marijuana dà assuefazione? Sì, ma succede solo a uno su dieci dei fumatori abituali, se sono adulti. Per gli adolescenti assuefarsi è molto più facile, capita a un ragazzo su sei. 1 E se uno fuma tutti i giorni? Allora assuefarsi è quasi la regola, ne è vittima una persona su due. 2 È vero che la marijuana può dare sintomi di astinenza? Sì che si manifestano con ansia, irritabilità, angoscia e perdita del sonno. E chi comincia presto ne soffre più degli altri perché il cervello — che ha un suo sistema di cannabinoidi fatto di mediatori chimici e recettori — nelle fasi dello sviluppo è più vulnerabile. 3 È vero che la marijuana apre la strada ad altre droghe? Negli animali sembrerebbe di sì. La cannabis, soprattutto nelle prime età della vita, riduce la reattività dei neuroni che producono dopamina e questo predispone al bisogno di altre droghe. Chissà che non sia questa la spiegazione del perché certi studi nell’uomo hanno fatto vedere che chi ha fumato cannabis ha più probabilità di aver bisogno poi di altre droghe. 4 Ma c’è il modo di quantificarlo questo bisogno? Negli Stati Uniti l’hanno fatto: dei cento milioni di americani che fumano cannabis trenta milioni poi proveranno altre droghe, ma quelli che passano all’eroina sono davvero pochi, appena il quattro percento. E il rapporto di causa e effetto tra questi due fenomeni è debole. Per il bi- 5 In coda Acquirenti in attesa di entrare in un negozio in Colorado, negli Stati Uniti, dove viene venduta legalmente marijuana (AP Photo/John Wark) sogno di altre droghe ci possono essere tante altre spiegazioni. Studio Usa su Jama È vero che l’uso di marijuana porta a malattie mentali? Sì e no. Chi fuma cannabis regolarmente soffre di ansia, depressione, psicosi inclusa la schizofrenia molto più degli altri. Ma potrebbe essere semplicemente che gli stessi fattori che portano la gente a fumare cannabis siano anche quelli che compromettono certe funzioni del cervello. Overdose, meno morti con l’hashish legale 6 È vero che la marijuana interferisce con il rendimento a scuola? Sembra proprio di sì, specie in chi comincia molto presto. Il problema tra il rapporto di consumo di cannabis e ren- 7 La legalizzazione della marijuana riduce le morti per overdose da oppiacei. È il risultato di una ricerca del dipartimento dei Veterans Affairs negli Stati Uniti. È stato verificato che laddove la cannabis è utilizzata per fini medici, il tasso di mortalità per overdose è del 24% più basso che in quelli dove la sostanza è illegale. © RIPRODUZIONE RISERVATA dimento a scuola però è complesso; in generale i ragazzi che cominciano a fumare presto provengono dalle famiglie più povere e hanno tante ragioni per essere insoddisfatti della vita non solo ma spesso frequentano ragazzi che si drogano da anni. Tutte cose che non favoriscono certo l’andare bene a scuola. È vero che il consumo di marijuana aumenta il rischio di incidenti stradali? Sì, specie subito dopo che si è fumato. Livelli di Thc (il tetraidrocannabinolo, la componente attiva della cannabis) nel sangue tra i 2 e i 5 ng/ml riducono l’attenzione e la probabilità di incorrere in incidenti stradali anche fatali aumenta di 3-7 volte. Naturalmente asso- 8 Scienziati divisi I sintomi di astinenza prodotti dalla cannabis Ansia, irritabilità, angoscia e perdita del sonno possono essere le conseguenze prodotte dall’astinenza di marijuana. Chi comincia a farne uso presto ne soffre più degli altri perché il cervello nelle fasi dello sviluppo è più vulnerabile 1 L’«erba» favorisce l’uso di altre droghe? Negli animali sembrerebbe dimostrata tale relazione. La cannabis riduce la reattività dei neuroni che producono dopamina e questo predispone al bisogno di altre droghe. Negli Usa, dei 100 milioni che fumano cannabis, 30 sembra che in seguito provino altre droghe 2 La marijuana provoca il cancro o altre malattie? Per quanto riguarda il cancro del polmone il rischio è inferiore a quello del tabacco. Chi fuma cannabis rischia un po’ di più di avere bronchiti e polmoniti, perchè compromette il sistema immune degli organi della respirazione, o di avere un infarto o un ictus 3 ciare cannabis e alcol è ancora peggio. È vero che la marijuana provoca cancro e altre malattie? Forse, ma per quanto riguarda il cancro del polmone il rischio è inferiore a quello del tabacco. Chi fuma cannabis rischia un po’ di più delle persone normali di avere bronchiti e polmoniti perché la marijuana compromette il sistema immune degli organi della respirazione o di avere infarto del cuore e ictus del cervello, ma è molto difficile distinguere fra il contributo della marijuana e quello di altri fattori che influiscono negativamente sul sistema cardiovascolare. In un articolo pubblicato qualche giorno fa sul New York Times, Philip Boffeyjuly, che vorrebbe leggi più permissive circa l’uso della marijuana, tiene però a precisare «questo non vuol dire che la marijuana non faccia danni». Anche Boffeyjuly — in base ai dati raccolti dal New England Journal of Medicine in una revisione recente di tutta la letteratura — afferma che la cannabis può produrre dipendenza e che l’uso costante interferisce col rendimento a scuola e nel lavoro. «It needs to be kept out of the hands of minors» insomma si dovrebbe far di tutto per tenere i ragazzi lontani dalla cannabis. Anche se tutto questo a suo avviso non dovrebbe essere una ragione per imporre sanzioni più o meno gravi a chi consuma cannabis quando non si fa nulla per il tabacco e si «celebra» addirittura la gente che beve. 9 I meccanismi che rendono le cellule tumorali «invincibili» e «migranti» nell’organismo dopo essere state quasi distrutte dalle cure (guai a non riuscirci al primo colpo) sono oggetto di numerosi studi in laboratori di tutto il mondo. Ma recentemente sono sempre i ricercatori italiani a firmare lavori determinanti. È una via che segue la logica del passo dopo passo, con scoperte che presto (sommandosi) porteranno alla vittoria. Chemioprevenzione o ciboprevenzione, diagnosi sempre più precoce, cure super intelligenti e, infine, blocco dei meccanismi alla base delle metastasi. Il finale, oggi non più fantascientifico, è la vittoria sul cancro. Il passo avanti di ieri viene dagli scienziati dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di via Venezian a Milano. Hanno scoperto un nuovo meccanismo, «padre» delle metastasi nel tumore al seno. C’è di mezzo una proteina chiave, la osteopontina. Del tutto insospettabile, normalmente presente al di fuori delle cellule e coinvolta nella regolazione di diversi processi naturali. L’osteopontina ha una doppia personalità. Un po’ come il Dottor Jekyll e il suo alter ego «cattivo» Mister Hyde nel celebre romanzo di Robert Louis Stevenson (Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1886). Il team di scienziati ha scoperto il «lato oscuro» dell’osteopontina: viene prodotta sia dalle cellule tumorali (Mr. Hyde), e ne assicura la loro sopravvivenza in ambiente ostile (un vero scudo), sia dalle cellule mieloidi (Dr. Jekyll) del sistema immunitario, globuli bianchi (difese che dovrebbero attaccare il tumore) che non la rilasciano all’esterno ma la trattengono. Ed ecco che l’osteopontina protegge le cellule tumorali che stanno formando le metastasi dall’attacco delle cellule di difesa. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research, svela un importante tassello del puzzle metastasi e, di conseguenza, apre la strada alla ricerca di vie più efficaci per rendere vulnerabile il cancro proprio quando sembra diventato invulnerabile. Mario Pappagallo @Mariopaps © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Procreazione assistita Domani al Policlinico Careggi di Firenze inizieranno i test, a fine settembre l’impianto. Oggi vertice Stato-Regioni per linee comuni Eterologa, prima volta nel pubblico: si parte con otto coppie Domani, per la prima volta in Italia, un ospedale pubblico aprirà le porte alle coppie che desiderano sottoporsi alla fecondazione eterologa. Lo farà il Careggi di Firenze ed è un debutto di portata storica: nel nostro Paese, infatti, l’eterologa non ha mai potuto essere eseguita a carico del servizio sanitario, ma solo in cliniche private e a pagamento. Anche prima del 2004 — anno del divieto della donazione di semi e ovociti esterni alla coppia — i centri pubblici non se ne potevano occupare: la tecnica era vietata da una circolare adottata nella metà degli anni Ottanta dall’allora ministro della Sanità, Costante Degan (Dc). Ora le coppie potranno limitarsi al pagamento di un ticket (sui 500 euro). La svolta arriva dopo che la Corte costituzionale ha cancellato il divieto di eterologa sancito dalla legge 40 e dopo che la Toscana ha deciso di procedere anche in assenza di una legge in materia. Scriveva ieri su Facebook il governatore Enrico Rossi (Pd): «Da noi il diritto di provare ad avere un figlio è una realtà». Domani al Careggi saranno viste otto coppie. È solo l’ini- Ticket Le coppie residenti in Toscana pagheranno solo un ticket di 500 euro. Tremila, per le altre zio. Al policlinico fiorentino si è registrato un record di prenotazioni, tanto che i vertici dell’ospedale stanno pensando di raddoppiare le giornate dedicate agli appuntamenti, per ora una a settimana (il giovedì). Finora le prenotazioni sono 184, ma il numero è destinato a crescere di giorno in giorno. «Abbiamo coppie in lista d’attesa fino a febbraio — dice la ginecologa Elisabetta Coccia —. Trovo incredibile che l’eterologa non sia mai stata eseguita in un centro pubblico. La consapevolezza di essere i primi mi emoziona». Il 75% delle richieste d’aiuto arriva da fuori Toscana, in particolare Lazio e Campania («Ma sono arrivate domande da tutta Italia, anche dalle regioni più lontane come Veneto, Sicilia e Molise», ribadisce Coccia). E, nella maggior parte dei casi, sono le donne ad avere problemi di fertilità. Per il reperimento di ovuli il Careggi ricorrerà, almeno all’inizio, all’egg sharing, ossia alla condivisione di ovociti, in cui la donna che si sottopone al trattamento di procreazione medicalmente assistita per se stessa cede gli ovociti in soprannumero rispetto a quelli che lei utilizzerà. In futuro c’è la speranza di aprire la strada alle donazioni volontarie, in 184 Le prenotazioni registrate al Careggi di Firenze per la fecondazione eterologa. Il 75 per cento delle richieste arriva da fuori della Toscana, in particolare dal Lazio e dalla Campania cui le donne sono disposte a sottoporsi al prelievo di ovuli al solo fine di donarli ad altre. Negli appuntamenti di domani i medici del Careggi inizieranno a esaminare la storia clinica delle coppie, cui seguiranno gli accertamenti clinici. L’eterologa vera e propria verrà effettuata, con ogni probabilità, verso la fine di settembre. Nel frattempo la Regione Toscana definirà anche con esattezza il costo del ticket. «Sarà poco più alto di quello previsto per la fecondazione omologa e dovrebbe aggirarsi intorno ai 500/600 euro per i cittadini residenti — spiega l’assessore alla Salute, Luigi Marroni —. Le coppie provenienti da fuori Toscana? Se ci saranno Regioni disponibili a pagare la prestazione allora i cittadini pagheranno solamente il ticket; altrimenti dovranno pagare l’intero costo, intorno ai 3.000 euro». Oggi a Roma, invece, c’è un doppio appuntamento. Le Regioni — prima con un tavolo tecnico, poi con uno politico — tenteranno di mettere a punto linee guida comuni che, se approvate in Conferenza Stato-Regioni, potrebbero portare a un’applicazione omogenea a livello nazionale dell’eterologa, dopo lo stop del governo al decreto messo a punto all’inizio agosto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L’attesa è forte. Simona Ravizza SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Un progetto di Realizzato da Con il sostegno di Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera I Partner del Festival MITO a Milano è un evento sostenibile grazie a: Partner Istituzionale Partner Istituzionale Con il sostegno di Edison il Festival è il primo evento musicale in Italia progettato e gestito in maniera sostenibile, che si sta certificando ISO 20121. MITO è anche a emissioni zero grazie alla compensazione delle emissioni di CO 2 attraverso titoli di Garanzia d’Origine Edison che attestano la produzione di energia da fonti rinnovabili. In collaborazione con EventiSostenibili.it Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 L’organizzazione Friends of the Earth (FoE) è un network di associazioni ecologiste nato negli Stati Uniti nel 1969 dal movimento di opposizione al nucleare Alcune delle battaglie storiche in Italia Il caso 1987 Amici della Terra con altre organizzazioni ambientaliste guida il movimento contro l’energia atomica che porterà al referendum per l’abrogazione delle centrali nucleari in Italia Preaperture della caccia, no animalista 1988 Denuncia lo scandalo della Le preaperture sono una «vergogna per il Paese», un «appuntamento annuale con l’illegalità», il via libera alla «vera e propria guerra contro la natura» condotta da amministratori pubblici «per compiacere una minoranza (fortunatamente sempre più ridotta) di cacciatori e i produttori di armi». Questo il giudizio della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente sulla decisione, presa da 16 Regioni — eccetto Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria e Lazio — di autorizzare anche quest’anno la caccia per alcune giornate aggiuntive (fino ad 8) e per alcune specie (fino a 9) prima dell’apertura ufficiale della stagione, la terza domenica di settembre. «Non solo il buon senso e le evidenze scientifiche suggeriscono di non consentire la caccia nei periodi di migrazione e Karin B., la «nave dei veleni» che trasportava i rifiuti tossici italiani in Africa. La protesta farà approvare il divieto di esportare i rifiuti pericolosi 1992 5.000 I club locali di Friends of the Earth nei cinque continenti 2 milioni Gli iscritti all’associazione in tutto il mondo 1978 fondazione di Amici della Terra, l’associazione italiana di Foe È tra i promotori del Summit della terra di Rio, la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull'ambiente, che porterà molti Paesi a promuovere una politica ambientale D’ARCO 74 I Paesi del mondo in cui è diffusa Friends of the Earth Ambiente La presidente Rosa Filippini: non siamo allineati alla nuova deriva antiamericana, terzomondista e antisemita Amici della Terra, nemici tra loro Veleni dei radicali contro i moderati menti climatici: per giustizia ambientale (o climatica) si intende l’idea di fare pagare — in termini di denaro ma anche di restrizioni e di nuove leggi — all’Occidente «inquinatore» i costi per i danni ambientali e di subordinare la crescita economica a poco definiti diritti umani, diritti collettivi, eguaglianza sociale. Alle accuse, Amici della Terra ha risposto con una mozione approvata dal suo congresso. Da una parte vi si ricorda il ruolo giocato da AdT negli anni: la guida del movimento contro le centrali nucleari; il primo convegno europeo, a Milano a fine Anni Ottanta, sulla protezione delle foreste tropicali, con la partecipazione di tribù amazzoniche; la prima assemblea, nel 1989, degli ecologisti dell’Europa dell’Est quando erano ancora in clandestinità, organizzata a Napoli; il ruolo giocato da AdT per rag- Gli italiani, considerati troppo morbidi, espulsi dalla federazione Lo scontro Amici della Terra (AdT) fa parte della federazione Friends of the Earth International (FoEI) da 36 anni. Da tempo, però, i rapporti sono tesi e la FoEI, sempre più radicalizzata, ha mandato per tre volte i suoi ispettori a Roma. A ottobre l’associazione italiana verrà espulsa dall’organizzazione internazionale nell’era digitale della lotta di classe; dall’altra, AdT ha scelto una via pragmatica che avanza per obiettivi senza preclusioni, si tratti di lavorare con grandi imprese o si tratti di discutere di una centrale a carbone. Fino a qualche anno fa, l’associazione internazionale — 74 Paesi — funzionava effettivamente da federazione, dove erano le organizzazioni nazionali a darsi la linea politica per poi confrontarsi con il resto dei Friends of the Earth. Ora, questa autonomia sembra non essere più accettata. Nella lettera inviata ad Amici della Terra, Tatiana Roa Avendaño dice che AdT non condivide «vision, mission e principi» di FoEI, che è percepita come «fonte di divisione» Il summit di ottobre La decisione verrà formalizzata nel summit biennale che si terrà nello Sri Lanka a ottobre del movimento ecologista italiano e da esso isolata, che ha un reddito per il 40% proveniente da conferenze finanziate anche da imprese come Eni ed Enel, che non lotta abbastanza contro l’energia sporca e «non è d’accordo con l’idea di giustizia ambientale». Quest’ultima è la teoria alla base delle tendenze antagoniste che si sono sviluppate nel movimento ambientalista mondiale dall’inizio del secolo, in parallelo al radicalizzarsi delle campagne d’allarme sui cambia- riproduzione, ma le direttive europee, già recepite da leggi italiane — spiega la federazione — vietano la pratica venatoria in questi momenti delicati per la fauna selvatica e numerose sentenze dei tribunali amministrativi danno ragione ai ricorsi delle associazioni animaliste». «Eppure norme e giudici — rimarca — esattamente come l’opinione di milioni di italiani, nulla possono contro la lobby dei cacciatori, che per il proprio “divertimento” distruggono un patrimonio comune, calpestando — se ne hanno voglia — anche la proprietà privata. Poco importa se ci rimettono ghiandaie, tortore, merli, cornacchie grigie e nere, gazze, colombacci, alzavole, beccaccini, marzaiole, quaglie, germani reali e conigli selvatici». Quindi l’accusa all’esecutivo: «Tanta arroganza è incoraggiata dal governo e dalla maggioranza del Parlamento che non solo non ha cancellato l’orrore dei richiami vivi, nonostante la procedura d’infrazione europea, ma col decreto competitività ha autorizzato forme di caccia sulla neve, più possibilità di sparo e la persecuzione di animali come le nutrie». Dopo 36 anni Il gruppo fa parte dell’organizzazione da 36 anni. Tra le accuse, i fondi ricevuti da alcune aziende Il matrimonio giungere un accordo tra movimenti, governi e istituzioni all’Earth Summit di Rio nel 1992. Dall’altra, vi si difendono le iniziative più recenti — come la critica all’eccesso di sussidi pubblici alle energie solari e del vento in Italia, una quota significativa dei quali è finita alla criminalità — e soprattutto si accusa il centro internazionale di non essere più un movimento ma un produttore di carriere ambientaliste nel quale ci si sposta da un’organizzazione all’altra senza problemi, basta seguire i semi del «pensiero unico, del conformismo o di una cultura minoritaria». Amici della Terra accusa Friends of the Earth International di avere abbandonato l’approccio politico, la cultura e l’etica dei fondatori. «Qual è il vostro onorario?», chiede. Discussione forte, interessante. I disegni dei figli sull’abito di Angelina E alla fine arrivarono le foto — in due riviste — del matrimonio dell’anno quello tra Angelina Jolie e Brad Pitt (il 23 agosto in Francia nel Chateau Miraval, in alto). La Jolie compare sulla copertina del settimanale People ed Hello!: l’abito da sposa dell’attrice è stato realizzato dal capo sarto dell’Atelier Versace, Luigi Massi e sul velo sono stati ricamati alcuni disegni fatti dai sei figli della coppia. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sudoku Difficile 4 8 9 Giochi e pronostici 1 5 5 3 7 2 Puzzles by Pappocom Succede in Italia qualcosa che racconta come sta evolvendo il movimento ecologista mondiale del Ventunesimo Secolo. Alla prossima Assemblea biennale generale di Friends of the Earth che si terrà dal 3 al 6 ottobre nello Sri Lanka, l’organizzazione italiana Amici della Terra verrà espulsa dalla federazione internazionale. Accusata in sostanza di intelligenza col nemico, spirito di divisione, rifiuto di allinearsi alle indicazioni del centro. Dopo 36 anni, una delle associazioni storiche del movimento ambientalista italiano, a lungo al centro di iniziative innovative a livello globale, viene messa ai margini della federazione che ha contribuito a costruire perché non ne condivide la svolta che va in direzione della radicalizzazione delle battaglie ecologiste. Lo scontro ha toni forti. Amici della Terra (AdT) fa parte della federazione Friends of the Earth International (FoEI) dal 1978. Da una decina d’anni, però, i rapporti sono tesi, tanto che il centro ha per tre volte inviato a Roma ispettori per valutare l’attività degli italiani. Ora, la rottura: a nome del comitato esecutivo della FoEI, la colombiana Tatiana Roa Avendaño ha annunciato per iscritto la decisione di proporre all’Assemblea di ottobre «di espellere Amici della Terra Italia dalla federazione». La replica della presidente di AdT, Rosa Filippini: «È che non siamo allineati alla nuova ideologia del movimento, massimalista, antiamericana per principio, terzomondista e antisemita». Al cuore dello scontro c’è la divergenza sul senso delle battaglie ambientaliste. Da una parte, FoEI tende a vederle sempre più antagoniste al modello capitalista occidentale, in qualche modo l’evoluzione 4 7 8 4 9 8 LA SOLUZIONE DI IERI 2 9 8 7 5 3 Altri giochi su www.corriere.it Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 3 1 2 1 8 6 5 3 7 4 9 2 7 9 3 2 8 4 1 6 5 2 5 4 6 9 1 7 3 8 5 3 7 1 6 2 9 8 4 8 6 2 4 7 9 5 1 3 9 4 1 3 5 8 6 2 7 4 2 8 7 1 6 3 5 9 6 7 5 9 2 3 8 4 1 3 1 9 8 4 5 2 7 6 Lotto Estrazioni di martedì 2 settembre 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 72 20 62 44 21 71 63 82 80 42 65 81 30 47 73 65 08 24 75 83 63 29 35 21 21 34 05 03 10 24 51 77 49 85 18 13 58 66 79 21 32 38 33 27 71 10 85 69 33 49 17 67 76 12 16 10eLotto I numeri vincenti 08 20 21 24 30 35 42 44 47 62 63 65 71 72 73 75 80 81 82 83 72 Numero Oro Superenalotto Combinazione vincente 6 20 27 31 32 36 88 Numero Jolly 4 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 24.900.000,00 Ai 6: - Ai 5 stella: 39.452,00 Ai 5+ - Ai 4 stella: Ai 3 stella: 1.666,00 Ai 5: 70.659,50 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 394,52 Agli 1 stella: 10,00 Ai 3: 16,66 Agli 0 stella: 5,00 www.corriere.it/giochiepronostici 26 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 REPUBLIC of KENYA Ministry of Environments Water and Natural Resources Tanathi Water Services Board Procurement Notice N. KIAMB/II/02 - LOTs 1 - 3 “Tanathi Water Services Board” on behalf of “Ministry of Environments, Water and Natural Resources State Department of Water”, plans to award a contract for “Executive design and completion of works, for rehabilitation of water and sanitation system of Kiambere basin, and capacity building”, founded by a soft loan from General Directorate for Development Cooperation of Ministry of Foreign Affairs of Italian Republic (MAE - D.G.C.S.). This tender is divided into 2 lots: Lot 1: Executive design and works, for maximum available budget of € 13,267,000.00 (€ 534,000.00 for executive design, € 12,733,000.00 for works (including € 254,660.00 for safety costs); Lot 3: Technical supplies (capacity building) for maximum available budget of € 206,000.00. Notice of contract is published on the website of the MAE: http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese/Opportunità/Ricerca_BandiGara.htm The Tender dossier will be provided upon written request to the following addresses: Embassy of Kenya in Italy Viale Luca Gaurico, n. 205 - Roma (Italy) or Tanathi WSB KIDP Building, Kalawa Road Kitui (Kenya). upon payment of a non refundable fee of € 100,00, for each Lot required, which excludes delivery costs. The amount is to be paid by all tenderers for participation to the tender procedure. Payment must be made by bank transfer to the bank account: A/C name: Tanathi Water Services Board Recurrent A/C No: 1106061896 Bank: KCB, Kitui Branch Swift code: KCBLKENX Clause: «Buy tender dossier for KIAMBERE - Executive Design, Works, Supplies. KIAMB/II/02». The deadline for submission of tenders is fixed at 12:00 noon. (Kenya time) October 29, 2014. Tenders must be submitted exclusively to the Contracting Authority at the following address: Tanathi Water Services Board KIDP Building, Kalawa Road Kitui (Kenya) Tel/fax: +254 444422416/+254 444422108 Email: tanathiwsb@gmail.com Contact: Mr Fredrick Tito MWAMATI COMUNE DI BRINDISI Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RIPARTIZIONE AA.GG. - Sezione Appalti ESTRATTO AVVISO DI GARA PROCEDURA APERTA per l’affidamento del Servizio, delle attività connesse alla gestione dei tributi locali e delle altre entrate patrimoniali di competenza del Comune di Brindisi Il bando di gara è stato inviato in data 21/08/2014 alla Gazzetta Ufficiale della U.E. ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Gli atti di gara sono stati pubblicati sul sito internet www.comune.brindisi.it. Il termine di presentazione delle offerte è fissato alle ore 13.00 del 30/09/2014. IL DIRIGENTE (Dott. Costantino DEL CITERNA) FONDAZIONE IRCCS BESTA ESTRATTO BANDO DI GARA Procedura aperta La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta tel. 02 23942323 - fax. 02 23942528, ha indetto una procedura aperta per l’Affidamento del contratto di fornitura di un Microscopio Elettronico, con utilizzo della piattaforma telematica SinTel - CIG n. 583609304D (CUP n. J46J13000120001). Importo € 440.000,00 (IVA esclusa). Il termine ultimo per presentazione offerte è il 16/10/2014 ore 12.00 sulla piattaforma SinTel. Il bando integrale è stato inviato alla GUUE in data 22/08/2014 ed è consultabile, unitamente alla documentazione di gara, sul sito Internet www.istituto-besta.it. - Elenco gare e procedure negoziate. Il Direttore U.O.C. Provveditorato Economato f.to Dott. Dario Belluzzi Richiamo pubblicazione avvio procedura di vendita del Complesso Industriale di Dirpa S. c. a r.l. Il Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. e di Dirpa S.c. a r.l., con sede legale in Roma, Via Catania 9, entrambe in amministrazione straordinaria ai sensi del D.L. 347/03 (“Impresa” e “Dirpa”), comunica di aver invitato, con pubblicazione in data 30 luglio 2014, i partecipanti alla procedura di cessione degli assets di Impresa relativi alla commessa “Quadrilatero”, a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto del Complesso Industriale di Dirpa, nei modi e nei termini indicati nell’invito a manifestare interesse pubblicato per intero sul sito www.impresaspa.it/it/dirpa e allegato al Programma di cessione di Dirpa, la cui esecuzione è stata autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 22 gennaio 2014. Si comunica, inoltre, che tutti i soggetti interessati all’acquisto del Complesso Industriale di Dirpa, che non hanno preso parte alla procedura di cessione degli assets di Impresa relativi alla commessa “Quadrilatero”, dovranno presentare manifestazione di interesse anche all’acquisto del sub-complesso “Quadrilatero” di Impresa, nei termini ed alle condizioni di cui all’invito a manifestare interesse allegato al Programma di cessione del Complesso Industriale di Impresa pubblicato per intero sul sito www.impresaspa.it, la cui esecuzione è stata autorizzata in data 27 novembre 2013 dal Ministero dello Sviluppo Economico. L’elenco dei beni materiali ed immateriali e dei contratti costituenti il Complesso Industriale di Dirpa ed il sub-complesso “Quadrilatero” di Impresa potrà essere richiesto al Commissario Straordinario, previa presentazione delle manifestazioni di interesse, al seguente indirizzo: Commissario Straordinario Impresa S.p.A. Via Ugo De Carolis, 100 00136 Roma, Fax: 06 35341159, PEC: d.saitta@pec.it. Allo stesso indirizzo potranno essere inviate tutte le comunicazioni relative agli Inviti. Gli inviti contengono l’indicazione dei requisiti soggettivi necessari per la presentazione delle manifestazioni d’interesse, del contenuto minimo delle manifestazioni d’interesse e della documentazione da allegare, nonché altre informazioni in merito alle manifestazioni di interesse e alla presente procedura. Il Commissario Straordinario sceglierà, a proprio insindacabile giudizio e senza alcun obbligo di motivazione, quali persone fisiche, giuridiche e/o cordate ammettere alla procedura di vendita. Il presente invito costituisce esclusivamente un estratto non completo degli inviti allegati ai suindicati programmi di cessione. Esso non costituisce un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 del Codice Civile, o una sollecitazione del pubblico risparmio ex art. 94 e ss. del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998. La pubblicazione del presente estratto, degli inviti e la ricezione delle manifestazioni d’interesse non comportano per il Commissario Straordinario alcun obbligo di ammissione alla procedura di vendita e/o di avvio di trattative per la vendita e/o di vendita nei confronti dei soggetti interessati all’acquisto né, per questi ultimi, alcun diritto a qualsivoglia prestazione da parte del Commissario Straordinario e/o di Impresa a qualsiasi titolo. Il testo in lingua italiana degli inviti prevale sul presente estratto e su ogni testo pubblicato in lingua straniera. L’invio della manifestazione di interesse da parte dei soggetti interessati costituirà espressa accettazione da parte degli stessi di quanto previsto e riportato negli inviti, che i soggetti interessati sono tenuti a leggere nella loro interezza. Il Commissario Straordinario - Prof.ssa Daniela Saitta Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni Progetto cofinanziato dall’UE - Fondo Europeo per le Frontiere Esterne 2007/2013 AVVISO DI GARA Si informa che il Ministero dell’Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dei Servizi Tecnico Logistici e della Gestione Patrimoniale - Ufficio Attività Contrattuale per l’Informatica, gli Impianti Tecnici e le Telecomunicazioni - ha indetto una gara d’appalto, ai sensi del D.Lgs. 163/06, con procedura ristretta (art. 54 e 55 punto 6), per la fornitura di servizi di manutenzione “Hardware e Software” e per l’acquisto di licenze “Software” e componenti “Hardware”, nell’ambito del proseguimento “Progetto SIS II” - Azione 6.4.1. - AP 2013. Le Ditte in possesso dei requisiti previsti dal bando di gara dovranno far pervenire, all’Ufficio sopraindicato, le domande di partecipazione, complete dei documenti richiesti, entro le ore 13.00 del giorno 06/10/2014. Il bando di gara è stato inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee in data 29/08/2014 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana V Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 100 del 03/09/2014. Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Ufficio Impianti Tecnici, Telecomunicazioni e Informatica - e-mail: silvia.duri@interno.it. CIG n. 5539755E6E - CUP del Progetto: F84E14000320006. Determina a contrarre n. 558/SEGR/110.10/569/259773 del 07/05/2014. IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO - Tommaso Tafuri AZIENDA OSPEDALIERA S. CAMILLO FORLANINI P.zza Carlo Forlanini, 1 00151 ROMA TEL. 06/55552580 - 55552588 FAX 06/55552603 ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Azienda ha indetto una gara a procedura aperta per la fornitura biennale di protesi peniene, testicolari, mammarie, espansori, della mano e gel antiaderenziale per le necessità dell’Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini, per un importo pari a Euro 452.400,00 s/iva. La gara verrà aggiudicata ai sensi del D.Lgs. n. 163/06, art. 83. Le offerte e la documentazione amministrativa dovranno pervenire all’Azienda - c/o l’Ufficio Protocollo P.zza Carlo Forlanini, 1 - 00151 - Roma - entro e non oltre le ore 12:00 del 29/10/2014 pena l’esclusione. Entro la stessa data dovranno pervenire i campioni e la documentazione tecnica. Il bando è stato pubblicato sui siti internet www.regione.lazio.it, http://www.serviziocontrattipubblici.it e http://www.scamilloforlanini.rm.it/benieservizi a quest’ultimo indirizzo verranno rese pubbliche le comunicazioni inerenti la presente gara. Data d’invio GUCE: 19/08/2014. Il Responsabile del Procedimento: Dott. Paolo Farfusola. IL DIRETTORE GENERALE Dott. Antonio D’Urso REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Direzione Generale Organizzazione Settore Sistemi Informativi e Tecnologie della Conoscenza Via di Novoli 26 50127 Firenze Italia AVVISO APPALTO AGGIUDICATO Procedura e criterio di aggiudicazione: aperta ai sensi dell’art. 55 co. 5 del D.Lgs. 163/2006. Oggetto: “Gestione, assistenza, evoluzione e manutenzione del Sistema Informativo del Lavoro, del sistema FSE e del Sistema della formazione e dell’istruzione. CIG 5491758610. Luogo di esecuzione della prestazione: Firenze. Data di aggiudicazione: Decreto 3471 - 13/06/2014, cert. 07/08/2014. Valore finale totale dell’appalto: Euro 860.655,74 Iva esclusa. Nome dell’aggiudicatario: RTI Insiel Mercato SpA (Capogruppo), Caribel Programmazione Srl e Data Pos Srl - Trieste. Data di spedizione dell’avviso alla GUCE: 08/08/2014. Il Dirigente responsabile del contratto Ing. Leonardo Borselli INVITO ALLA PRESENTAZIONE DI OFFERTE MIGLIORATIVE PER L’ACQUISTO DEL SUB-COMPLESSO “S.S. 268 VESUVIO” di IMPRESA S.p.A. in AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA EX D.L. 347/03 La sottoscritta Prof.ssa Daniela Saitta, in qualità di Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. in A.S. con sede legale in Roma, Via Catania 9 (“Impresa”), premesso di avere ricevuto in data 5 agosto 2014, nell’ambito della gara bandita per la cessione del Complesso Industriale facente capo ad Impresa, offerta irrevocabile di acquisto del sub-complesso “S.S. 268 Vesuvio”, che prevede: - corrispettivo di € 170.000,00, da versarsi alla data di sottoscrizione del contratto di cessione, garantito da fidejussione bancaria a prima richiesta “ogni eccezione rimossa” rilasciata da primario istituto bancario in favore di Impresa e con validità di 180 giorni; - impegno a proseguire l’attività produttiva ed a mantenere per almeno un biennio i livelli occupazionali, assorbendo n. 34 unità complessive, di cui n. 3 a regime (2015); - impegno a rilasciare, in sede di stipula del contratto di cessione, una fidejussione bancaria a prima richiesta, di durata pari a 30 mesi a far data dalla stipula del contratto di cessione e di importo pari al 50% del prezzo offerto, a garanzia dell’impegno a proseguire le attività imprenditoriali ed a mantenere i livelli occupazionali per almeno un biennio. Tanto premesso, in forza di autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 14 agosto 2014 invita tutti i soggetti interessati, in possesso dei requisiti, a presentare offerte migliorative (“Offerte Migliorative”) per l’acquisto del sub-complesso “S.S. 268 Vesuvio”. La documentazione relativa al sub-complesso, come ogni altra informazione, dovrà essere richiesta al Commissario Straordinario, via mail all’indirizzo d.saitta@pec.it. L’Offerta Migliorativa dovrà pervenire presso il Notaio Avv. Raimondo Zagami con studio in Roma Via dei Sansovino, 6 (00196), a pena di inammissibilità, entro le ore 18,00 (ora italiana) del 18 settembre 2014, in un plico chiuso (da inviarsi a mezzo raccomandata A.R. e/o corriere) recante il riferimento “Offerta Migliorativa per l’acquisto del sub-complesso S.S. 268 Vesuvio di Impresa S.p.A. in amministrazione straordinaria”. Il presente annuncio non costituisce invito ad offrire né un’offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. né una sollecitazione del pubblico risparmio ex artt. 94 e ss. del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58. Tutte le comunicazioni relative al presente invito, escluso l’invio dell’offerta irrevocabile, dovranno essere indirizzate come segue: Prof.ssa Daniela Saitta - Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. in A.S.. Via Ugo de Carolis 100 00136 - Roma, mail: d.saitta@pec.it Il Commissario Straordinario - Prof.ssa Daniela Saitta SAF S.r.l. IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA Con provvedimento in data 28 luglio 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato l’avvio della procedura di vendita della partecipazione detenuta da SAF S.r.l. in A.S. nel Consorzio Stabile Operae Tecnologie e Sistemi Integrati di Costruzione. Pertanto, i soggetti interessati all’acquisto del Complesso “Quadrilatero” potranno partecipare alla due diligence delle procedure di cessione di Impresa S.p.A. in A.S. e di Dirpa S.c. a r.l. in A.S.. Il Commissario Straordinario di SAF S.r.l. in A.S. Prof.ssa Daniela Saitta REGIONE SICILIANA PRESIDENZA - Dipartimento della Protezione Civile Servizio regionale di Protezione Civile per la provincia di Catania AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA Oggetto: - PIANO REGIONALE VIE DI FUGA P.O. FESR 2007/2013 - Obiettivo Operativo 1.1.4 - Linea d’intervento 1.1.4.2 “Progetto esecutivo dei lavori di realizzazione del 1° lotto funzionale della strada comunale di collegamento tra la via Dittaino e la via Canonica - 1° stralcio in Mazzarrone (CT)” C.U.P.: G21B11000480006 - C.I.G.: 541753969B. Si rende noto che con determina del 28/07/2014 n. 50402 è stata autorizzata l’aggiudicazione definitiva della gara a procedura aperta del 26 febbraio 2014 indetta per l’affidamento dei lavori di: “Progetto esecutivo dei lavori di realizzazione del 1° lotto funzionale della strada comunale di collegamento tra la via Dittaino e la via Canonica - 1° stralcio in Mazzarrone (CT)” a favore della ditta GRESY APPALTI s.r.l. con sede a Maletto (CT) via Cali n. 18/20 che ha offerto il ribasso del 32,7456% sull’importo a base di gara. Importo di aggiudicazione € 1.079.068,99 esclusi gli oneri di attuazione dei piani di sicurezza, costo manodopera e IVA. Organo competente: Regione siciliana - Dipartimento della Protezione Civile - Servizio per la provincia di Catania. S. Agata li Battiati, 27/08/2014 Il Responsabile Unico del Procedimento - Dr. Aldo Bonina Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 27 italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> iVV>V> > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £ä£]Èx Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{È]xÓ Ó]äÓ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £ä£]Çä Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ç]x£ £]În Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]{Ç Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ £ÓÎ]nÈ Ó]nÓ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]nn Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]ä Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££x]È{ ä]Ó£ ä]nä Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £än]Èx Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ £ÓÎ]È{ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£x Ó] Î]ä{ ä]äx Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££]Ç£ Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ £Ó£]xx Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££n]{x £]Ó£ £]ÎÎ £]nÓ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]ÓÓä¯ £ää]Óä VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]Îää¯ £ää]ÓÓ VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]xÈ ä]£Ç ä]ÓÈ ä]Èx Óä°{{È]Ón ä]{¯ e `À> È°nÓ]£Ç ä]äȯ e £ iÕÀ /- Ì° - >ÀiÓ£°Çä£]äÈ ä]{ί e À>VvÀÌi °xäÇ]äÓ ä]Îä¯ e £ iÕÀ £ÎÇ]ÈÎää Þi £ iÕÀ /- Ì°-Ì>À Ü ià >Ã`>µ -E* xää £n°£nÈ]x£ ä]Óä¯ e £Ç°äÎä]{ ä]ί {°xnä]ÈÎ ä]䣯 e £°x]nÓ ä]În¯ La lente TORNA IL NOME ARTHUR ANDERSEN DODICI ANNI DOPO IL CRAC ENRON I l tempo fa dimenticare. Almeno ne sono convinti alla Wealth & Tax Advisory Services (Wtas), uno dei maggiori studi di consulenza fiscale indipendenti degli Stati Uniti, che ha acquistato i diritti all’uso del marchio Andersen, assumendo la denominazione sociale di Andersen Tax. Un marchio pesante, perché la società di consulenza Arthur Andensern fu travolta nel 2002 dallo scandalo Enron (nella foto il logo): era stata accusata di ostruzione alla giustizia per avere distrutto documenti dopo l’avvio delle indagini da parte del governo americano sui conti della società energetica. Nel 2005 la Corte Suprema aveva capovolto l’accusa, ma la Andersen aveva già riconsegnato la licenza e chiuso le sue attività. All’apice del suo successo Arthur Andersen e le relative consociate impiegavano oltre 85 mila dipendenti a livello mondiale. La Wtas fu fondata nel 2002 dal direttore generale Mark Vorsatz e da ventidue ex soci di Arthur Andersen. Negli anni la società è cresciuta non solo negli Stati Uniti ma anche a livello internazionale e ora vuole un’identità riconoscibile. Continuerà ad operare come studio di consulenza fiscale indipendente su scala globale senza però attività di revisione contabile. «Molte persone ed organizzazioni hanno risentito profondamente degli effetti di ciò che è accaduto con Enron – ha spiegato Vorsatz –. Ma Arthur Andersen, all’apice del suo successo, era uno studio che era stato fondato ed era gestito secondo i principi di qualità ed oggettività da persone rispettate a livello mondiale e dotate di una formazione di classe mondiale». Soprattutto il caso Enron fu responsabilità «di una manciata di persone – ha sottolineato Vorsatz– che non erano rappresentativa del resto della società». *>À} >V{ä® {°ÎÇn]ÎÎ ä]äί } } £]Σ£x `>À ä]£Î¯ ä]{n¯ e ä]ÇÎÎ ÃÌiÀi ä]În¯ e Ó{°Ç{]äÓ ä]䣯 £ iÕÀ £]ÓäÇÓ vÀ° ÃÛ° / i® £x°ÈÈn]Èä £]Ó{¯ e £ iÕÀ ]Óä£n VÀ°ÃÛi° ä]£ä¯ e £ iÕÀ £]{ÎäÇ `°V>° ä]Ón¯ e >`À` £ä°Çxx]ää ä]än¯ e Û° r i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÓä iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÓä iÌÌ ¯ Alta velocità La compagnia Italo: nei palazzi del potere c’è chi condivide «privilegi e reciproci favori» con il monopolio Caso Ntv:« Basta ostacoli ai nostri treni» L’appello sui giornali. Querela al senatore Gasparri per i tweet contro l’azienda ROMA — Un appello al premier Matteo Renzi e ai ministri competenti, affidato alle pagine dei giornali, perché «prendano ogni opportuna iniziativa, nel rispetto della imparzialità e del libero mercato tante volte evocato» e una querela al senatore Maurizio Gasparri (FI) che su Twitter ha consigliato ai viaggiatori di non comprare i biglietti di Ntv, definendola un’azienda «quasi fallita». Ecco la controffensiva di Ntv, la compagnia privata dell’Alta velocità, che definisce «sconcertanti e reiterate» le affermazioni del senatore, contro cui ha deciso di tutelare la propria immagine «e soprattutto quella degli oltre 6 milioni di passeggeri che, nonostante la sorprendente posizione contraria assunta da un’alta carica istituzionale, hanno scelto e continueranno a scegliere Italo». A questi passeggeri si rivolge l’appello apparso oggi sui giornali in cui si rivendica l’«eccellente operazione» di un pugno di azionisti che hanno investito «oltre un miliardo per lanciare la concorrenza nell’Alta Velocità», trovando però «ostruzionismi di ogni tipo» da parte del concorrente pubblico e il mancato intervento di «parte della politica che con il monopolio spesso condivide privilegi e reciproci favori». Concetto ribadito ieri in un’intervista all’Ansa dal presidente Antonello Perricone, che ha definito «sorprendente che nessuno della politica abbia reagito (alle dichiarazioni di Gasparri, ndr) anche arrivando a chiedere, per esempio, le sue dimissioni». Perricone si è detto «soddisfatto» di come sta andando la domanda di mercato nel 2014: «Quest’anno supereremo i 6,5 milioni di viaggiatori. Abbiamo però - ha aggiunto -, e questo è innegabile, problemi di regolazione del settore». Il riferimento è sia al costo del pedaggio dei treni che, secondo Ntv che ha fatto ricorso all’Antitrust, non è trasparente ed è di molto superiore a quello europeo, sia al livello delle tariffe della concorrenza, anche questo denunciato all’Autorità della concorrenza, perché sarebbe artificiosamente tenuto basso. «Una cosa però deve essere chiara - ha spiegato Perricone -: nonostante i tanti ostacoli e regole del gioco che cambiano (in peggio) ogni giorno, Ntv non molla. Rimarremo in pista, anche per evitare all’Italia l’onta del fallimento della più importante liberalizzazione degli ultimi vent’anni, ed è davvero paradossale che a preoccuparsi di questo debba essere un’impresa privata e non il governo stesso». Circa i tagli di 300 dipendenti ventilati, il presidente ha detto che «tutti, azionisti, dipendenti, fornitori, stanno facendo la propria parte per salvaguardare la qualità del servizio». Francesca Basso Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri di Ntv 52 I SOCI 1,5% 33,5% Giuseppe Sciarrone Diego Della Valle Luca Cordero di Montezemolo Gianni Punzo 5% viaggi giornalieri (Reset 2000 srl) 17 stazioni Isabella Seragnoli (Mais spa) 25 5% Quote paritetiche attraverso MDP Holding uno srl, MDP Holding due srl, MDP Holding tre srl Alberto Bombassei (Nuova Fourb srl) 15% 20% 20% Sncf (SNCF Voyages Intesa Sanpaolo Generali (Winged Développement sas) (IMI Investimenti spa) Lion Fund) 13 città treni Alta velocità Passeggeri 6,2 milioni nel 2013 IL BILANCIO 249,6 2013 2012 In milioni di euro Dipendenti 1.074 327 240,1 105,8 105,8 102,9 28 Fatturato Costi 77,6 77,1 0,62 Oneri finanziari Perdita lorda Perdita d’esercizio D’ARCO Il riassetto I 1.074 dipendenti in contratto di solidarietà da marzo, l’ipotesi della mobilità Negoziato sui debiti a quota 781 milioni Pressing delle banche, il ruolo di Intesa I soci: liquidità fino a dicembre. Il piano allo studio di Lazard MILANO — Che la situazione finanziaria di Ntv — la società di Italo, il treno ad Alta Velocità che fa concorrenza alle Ferrovie dello Stato — fosse precaria era noto da tempo. Soprattutto lo sapevano le banche creditrici, in prima fila Intesa Sanpaolo, perché da maggio il gruppo non paga le rate e gli interessi sui circa 781 milioni di esposizione. In gran parte — per 462 milioni su 666 — si tratta di leasing per l’acquisto dei 25 treni Alstom che collegano ogni giorno 13 città con 52 viaggi. Lo sapevano anche i dipendenti, 1.074, quasi tutti in contratto di solidarietà da marzo. Lo sapevano i fornitori, esposti per circa 106 mi- Dieci milioni dagli azionisti Dagli azionisti nuova cassa per 10 milioni. L’anno scorso si è chiuso con 77 milioni di perdite. Si punta ad allungare la durata del leasing dei treni lioni in scadenza entro l’anno, che si sono visti chiedere dilazioni e rinegoziazioni. Il tweet di Maurizio Gasparri — «Ma che promozioni, presto chiuderete» — non contiene rivelazioni. Ma proprio per questo fa ancora più male a Ntv. Perché il gruppo presieduto e guidato da Antonello Perricone — voluto al vertice dai grandi soci fondatori Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo, insieme al 33,5% — è da tempo impegnato a tenere in piedi finanziariamente l’unica azienda concorrente a Trenitalia nonostante «problemi di regolazione del settore, con una politica che ha varato la liberalizzazione ma poi l’ha abbandonata in mezzo al guado, senza assicurare un arbitro che vigilasse sulla parità di condizioni di accesso al servizio», come ha detto ieri il presidente in un’intervista all’agenzia Ansa. Pur tra gli ostacoli legali e di concorrenza per i quali si è anche appellata all’Antitrust e con un’authority dei Trasporti nata solo un anno fa, nel 2013 Ntv ha aumentato i passeggeri a 6,2 milioni anche grazie al completamento della flotta con 3 nuovi treni (che hanno gonfiato ulteriormente l’indebitamento). E per il 2014, secondo anno a pieno regime dalla fondazione nel 2006, ha una proiezione di arrivare a 6,5 milioni a fine anno. Il problema sta nel fatto che i ricavi sono deboli rispetto a quanto previsto inizialmente, perché le Ferrovie dello Stato hanno reagito alla spinta della concorrenza con offerte promozionali che hanno reso le tariffe di Italo meno competitive. E il taglio appena disposto dal governo sulle agevolazioni per l’energia elettrica costerà a Ntv altri 20 milioni di maggiori costi. Una batosta inattesa per il gruppo, che già dal primo semestre 2013 si era allontanato dagli obiettivi del piano industriale sui quali si fonda la continuità aziendale. È vero che i ricavi sono quasi raddoppiati a 249 milioni ma costi fissi sono enormi (solo 120 milioni l’accesso alla rete) e così l’anno si è chiuso con 77,6 milioni di perdita che si sommano ad altrettanti 77 del 2012. In due anni un rosso di oltre 150 milioni di euro, tanto da aver eroso il patrimonio sotto un terzo. E la società continua a bruciare cassa. Insomma, i conti non sono tornati e il gruppo stesso riconosce che così com’è Antonello Perricone, presidente Ntv Carlo Messina, amministratore delegato Intesa Luca Cordero di Montezemolo, socio Ntv non sta in piedi. Per questo Perricone ha chiesto alle banche creditrici Intesa Sanpaolo (che l’ha già messa in incaglio) Mps, Bnl e Banco Popolare di divedere i contratti di finanziamento. In questo contesto Intesa Sanpaolo gioca un doppio ruolo: oltre a essere la principale banca finanziatrice, è di fatto il secondo azionista al 20%, con una quota paritetica a quella di Sncf, le Ferrovie di Stato francesi (altri soci sono Generali con il 15%, Alberto Bombassei e Isabella Seragnoli con il 5% a testa e il quarto socio fondatore, Giuseppe Sciarrone, all’1,5%). Fino al 31 dicembre 2014 la liquidità dovrebbe esserci grazie al taglio dei pagamenti alle banche e ai 10 milioni che i soci si sono impegnati a versare per fare fronte ai pagamenti dell’anno in corso. Dopo, non si sa. Per questo è urgente definire gli accordi di ristrutturazione del debito con le banche allungando i tempi di rimborso e rimodulando gli interessi sui leasing e sui prestiti. La partita della rinegoziazione è in mano al direttore finanziario Fabio Tomassini e a Lazard, la merchant bank presieduta in Italia da Carlo Salvatori che già si è occupata di ristrutturazioni complesse come quella di Sorgenia. L’azienda non conferma né smentisce ma l’intervento sul personale, con la mobilità (sembra per circa 300 dipendenti), pare in arrivo. Bisognerà vedere poi se i soci saranno disposti, e per quanto, a mettere mano al portafoglio. I 10 milioni di liquidità sono acqua fresca, servono a garantire la continuità aziendale. La società ha ipotizzato nel suo piano industriale 2014-2016 anche una richiesta di aumento di capitale agli attuali azionisti, che già hanno versato 85 milioni di euro come finanziamento (contingent equity). Finora gli azionisti non lo escludono ma neanche hanno preso impegni, né lo hanno fatto le banche. La partita è appena cominciata e non è chiaro come finirà. Si sa solo che la ristrutturazione sarà vera, e pesante. Fabrizio Massaro fmassaro@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Economia Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Fondazione Volkswagen importa il modello tedesco a Bologna In Ducati e Lamborghini stage (pagati) per studenti Pagati per imparare, non soltanto per lavorare. In un’epoca in cui anche lo stage gratuito è un miraggio e in Italia la disoccupazione giovanile supera da mesi il livello record del 40%, a Bologna (ma con aziende tedesche) si sperimenta il sistema duale, tra scuola e impresa. Saranno 48 i ragazzi sotto i 25 anni che per un biennio si divideranno tra le aule degli istituti Belluzzi-Fioravanti e Aldini-Valeriani e i laboratori di Ducati e Lamborghini, dove diventeranno tecnici esperti di meccatronica per il settore auto e moto grazie a una «borsa di studiolavoro». E in più, riceveranno uno stipendio di 600 euro al mese. Il bando è firmato dalla Regione Emilia Romagna, dall’Ufficio scolastico regionale, da Ducati, da Lamborghini (entrambe del gruppo Volkswagen) e dalla Fondazione Volkswagen (che sostiene l’iniziativa con 2 milioni e 300 mila euro) e ha l’avallo dei sindacati. Dopo le selezioni, che cominciano l’8 settembre con la domanda di ammissione, da ottobre i 48 studenti cominceranno l’avventura che li porterà a ottenere il diploma da tecnico meccatronico per il settore moto o per il settore auto o da operatore Cnc (macchine a controllo numerico). Si tratta di un progetto innovativo di formazione professionale (denominato «Desi», cioè Dual educational system Italy») strutturato su due binari: in aula e nelle aziende, a Bologna in Ducati o a Sant’Agata Bolognese in Lamborghini. Ai giovani selezionati, da ottobre 2014 fino alla fine del programma, sarà erogata una borsa di studio mensile di 600 euro netti. A una condizione: la frequenza di almeno il 75 per cento delle lezioni. Il 25 per cento dei posti è riservato a Scuola-fabbrica Il progetto prevede un sistema duale, lo studio a scuola in due istituti bolognesi e la formazione in azienda, in Ducati e in Lamborghini. I 48 ragazzi sotto i 25 anni che saranno selezionati riceveranno 600 euro netti al mese giovani provenienti da famiglie in situazioni di disagio, il cui Isee non superi, al momento della candidatura, i 15 mila euro. Alla selezione possono partecipare ragazzi residenti in Emilia-Romagna che non abbiano compiuto 25 anni al 31 maggio 2014, in possesso della cittadinanza italiana o di un altro Paese della Ue o provvisti di permesso di soggiorno per motivi di studio o permesso di soggiorno Ce per soggiornanti in lungo periodo in Italia. Fausta Chiesa fachiesa@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Salvataggio Riempite le caselle del direttore generale e del capo della finanza. Il nodo della liquidità e l’attesa per le mosse di Arcelor Mittal Gnudi completa la squadra dell’Ilva, Renon e Sforza approdano a Taranto I due manager affiancheranno il commissario straordinario MILANO — Si va completando la squadra di vertice dell’Ilva, che affiancherà Piero Gnudi nel difficile processo di risanamento del gruppo siderurgico. Il commissario straordinario ha incastrato ad agosto il primo tassello, il più importante, della nuova struttura manageriale chiamando come direttore generale Roberto Renon, ex responsabile della divisione «generazione e sviluppo impianti» dell’Enel, che ha preso servizio lunedì. E a Taranto è arrivato anche Claudio Sforza, scelto da Gnudi come nuovo direttore finanziario (cfo) dell’Ilva. Un incarico che, viste le condizioni in cui versa il gruppo siderurgico, è delicato almeno quanto quello del direttore generale. Più che far quadrare i conti, Sforza ha nell’immediato il compito di trovare i capitali con cui tenere in piedi l’Ilva, che conta 16 mila dipendenti dislocati in 24 stabilimenti di cui il più importante, e grande per quantità di laminato prodotta, è a Taranto da dove è partita la crisi che ha investito la proprietà, la famiglia Riva, estromessa dalla stanza Il caso Il gruppo di Taranto, che conta 16 mila dipendenti in 24 stabilimenti, è alla ricerca di possibili partner con cui proseguire l’attività. L’ipotesi è una cordata con soci italiani e Fondo strategico dei bottoni per via dei guai giudiziari legati alla gestione degli impianti. Nella squadra di vertice c’è anche Marco Pucci, l’ex amministratore delegato degli Acciai Speciali Terni, a cui è stata assegnata la responsabilità delle vendite e dello sviluppo del business, messo da Gnudi a diretto riporto del direttore generale. I nuovi entrati sono tutt’altro che sconosciuti. Renon, 66 anni bellunese, ha passato gran parte della sua carriera a occuparsi di energia, in Enel e prima in Edison Termoelettrica, passando per Alitalia e prima in TrenitaliaTav. Sforza, invece, arriva da Gamenet, la società dei giochi controllata dal fondo di private equity Trilantic Capital Partners, da cui si è dimesso all’inizio di agosto per rispondere alla chiamata di Gnudi. Il manager romano, 56 anni, ha iniziato la carriera in Pfizer da cui poi è passato alla Gepi e successivamente in Iritel, Telecom Italia e Wind e successivamente in Poste dove è stato amministratore unico di Poste Energia ma soprattutto cfo e poi Il gruppo Il commissario Piero Gnudi amministratore delegato di Postel. Con l’arrivo di Renon e Sforza, il commissario straordinario Gnudi incastra le due caselle principali dell’organigramma della nuova Ilva. L’azienda è per il momento ancora in un limbo. Dopo l’estromissione dei Riva è partita la ricerca di possibili partner/acquirenti con cui proseguire l’attività. Si è fatta avanti Arcelor Mittal, ma anche il gruppo Marcegaglia è interessato. Gnudi vorrebbe mettere tutti attorno a un tavolo per comporre una cordata con la presenza di soci italiani e il coinvolgimento, ha detto lo stesso commissario, del Fondo strategico. Al momento, tuttavia, la priorità è per la cassa e dunque Sforza è stato subito proiettato in prima linea a sondare le banche per trovare le risorse con cui assicurare la continuità, e quindi evitare la chiusura, di Taranto dove gli stipendi di luglio sono stati finalmente pagati (il 12 agosto) ma non il premio di produzione, rinviato a settembre per la crisi di liquidità con cui l’Ilva ha a che fare ormai da diversi mesi. Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 Piazza Affari Quotazione per metà novembre, varrà un miliardo di euro Auto Fiat, rinnovo per un anno della cassa a Mirafiori La Fiat ha avviato la procedura per il rinnovo della cassa integrazione ordinaria nel polo produttivo torinese che comprende Mirafiori e Grugliasco, per un anno, quindi fino al 28 settembre 2015. La nuova cassa è finalizzata alla «riorganizzazione aziendale» e consentirà di preparare lo stabilimento di Mirafiori al nuovo investimento per il suv Levante previsto entro fine 2015. Nei prossimi giorni ci sarà l’esame con i sindacati in sede aziendale e presso la Regione Piemonte. La proroga sarà chiesta per tutti i 6.270 lavoratori del sito torinese. Durante questo nuovo anno di cassa integrazione andranno avanti le produzioni della Mito a Mirafiori, delle Maserati quattroporte e Ghibli a Grugliasco e delle scocche per i modelli Maserati granturismo e grancabrio. Nel testo inviato dal gruppo guidato da Sergio Marchionne (nella foto) alle rappresentanze sindacali si ricorda che è stato annunciato «un piano finalizzato all’avvio degli investimenti necessari per assicurare il futuro produttivo e occupazionale del Polo Produttivo Torino». Gli interventi previsti dal piano di riorganizzazione «saranno rivolti all’ampliamento e alla rivisitazione delle aree dedicate ai siti produttivi» di Mirafiori e Grugliasco, al miglioramento degli standard di sicurezza nelle aree che verranno risistemate, all’ampliamento delle mense aziendali, degli spogliatoi, dei parcheggi della Maserati con un ulteriore incremento del personale proveniente da Mirafiori, al potenziamento delle infrastrutture informatiche e alla riorganizzazione «dei flussi operativi e tecnologici delle diverse unità operative». Sono anche previste attività di formazione professionale. Intanto per le vendite di auto negli Stati Uniti ad agosto gli analisti prevedono, in media, un incremento di circa l’1% con Fiat-Chrysler che continua a performare meglio dei principali competitor. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il via libera di Consob e Borsa italiana è atteso entro metà ottobre e l’amministratore delegato Stefano Beraldo è convinto che la sua Ovs riuscirà ad approdare al listino i primi giorni di novembre. Dopo un road show che da Milano toccherà Londra e altre capitali europee, con a sorpresa anche un passaggio negli Stati Uniti. Visto che la quotazione a Piazza Affari della più grande rete italiana di negozi prevede un collocamento presso investitori istituzionali americani. In Borsa arriverà una società con 1.13 miliardi di fatturato, un ebitda di 150 milioni,1.031 negozi tra le insegne Ovs, Kids, Upim e Iana. Rispetto ai programmi iniziali, Beraldo e il direttore finanza Luca Zeilante hanno deciso di approdare al listino anche con i conti semestrali approvati a fine luglio (il gruppo chiude l’esercizio il 31 gennaio) che dovrebbero riflettere i benefici delle nuove aperture dei primi mesi dell’anno. Sulla base dell’ebitda 2014 di 150 milioni, il mercato ha iniziato a delineare qualche ipotesi di valutazione. La nuova Ovs, nata pochi mesi fa da uno spin off del gruppo Coin, potrebbe arrivare in Borsa con una capitalizzazione attorno a un miliardo. Forse sotto quella soglia di 1,5 miliardi ipotizzata dal mercato sei mesi fa, prima della doccia fredda caduta sugli Ipo di Sisal e Rottapharm. Dipenderà dalla predisposizione dei mercati, diventati più selettivi con la prima ondata di Ipo di primavera. E dai sondaggi, peraltro già avviati, dalla squadra di coordinatori dell’offerta che a inizio novembre dovranno raccogliere gli ordini dei sottoscrit- Il piano Oviesse per la Borsa, in vendita 100 negozi Coin L’interesse dei fondi per gli «store», fatturano 410 milioni D’ARCO Il confronto Fatturato Fatturato 1.136 410 milioni milioni Margine operativo lordo Margine operativo lordo 150 milioni 15 milioni Negozi Negozi 569 100 156 Ovs Ovs Kids 156 Upim tori Ovs. In prima linea ci sono Unicredit, Banca Imi, Merrill Lynch, Goldman Sachs più Hsbc e Credit Suisse in veste di joint bookrunner, affiancati dall’advisor Lazard. La catena di negozi andrà al listino con un’operazione mista. Ci sarà un aumento di capitale fino a 250 milioni più il sovrapprezzo per rimborsare una buona fetta del debito e soprattutto per dotare la società dei mezzi per la crescita, visto che il programma di aperture si colloca tra 40 e 80 nuovi spazi all’anno. Ma c’è un altro tema che in queste settimane si sta delineando tra i soci del gruppo Coin. Ossia il fondo Bc partners, cui fa capo l’80,5% del capitale, af- 150 Iana Grandi magazzini in Italia fiancato dai coinvestitori Ontario Teachers (13,%) e l’Investindustrial di Andrea Bonomi (4,6%) che tre anni fa hanno rilevato il gruppo per 1,4 miliardi di valore d’impresa. Durante 7 2 All’estero Excelsior Lo store Coin a Milano in piazza Cinque Giornate. Fa parte dell’insegna la Ovs, gruppo retail più importante in Italia con la sua rete di 1.031 negozi l’estate si sono fatti avanti alcuni fondi di private equity internazionali con focus sui rilanci aziendali, interessati a studiare un investimento sull’altra gamba del gruppo. Si tratta dei 100 negozi a insegna Coin che non hanno goduto dello stesso slancio dei cugini di Ovs. Complice la crisi dei consumi nei più costosi «department store» e un modello di business più I dati di giugno di Assogestioni Fondi comuni Il patrimonio sale a quota 1.460 miliardi Il risparmio gestito in Italia continua la sua corsa sfiorando il nuovo record di 1.460 miliardi di patrimonio a fine giugno. Secondo i dati di Assogestioni, nel secondo trimestre del 2014 i fondi hanno raccolto 30,9 miliardi di euro, archiviando i primi sei mesi dell’anno a 60,4 miliardi. Un risultato che raggiunge quasi la quota dell’intero 2013, che si è chiuso con una raccolta record di 62,6 miliardi. Ora si guarda ai dati di luglio, attesi la prossima settimana, che dovrebbero confermare il buona andamento del settore. complesso. Ne sono testimoni i ricavi rimasti stabili a circa 410 milioni e i due negozi Excelsior di Milano e Verona che, aperti di recente, non hanno ancora dato i risultati perseguiti da Beraldo. Ma la convinzione dei fondi è che si possa ripensare la rete di oltre cento negozi che possiede postazioni prestigiose nelle grandi città italiane ma anche strutture di minore visibilità. Il vertice Coin ha lavorato anche su efficienze e taglio dei costi con il risultato che l’ebitda l’anno scorso ha guadagnato terreno salendo da 10 a 15 milioni. Durante l’estate i private equity hanno avviato i primi contatti con le banche impegnate nell’Ipo di Ovs e con quelle che fin qui hanno finanziato la crescita del gruppo. Obiettivo, ottenere conti e prospettive dei negozi inventati da Piergiorgio e Vittorio Coin che passarono definitivamente la mano nel 2011. Cioè quando Bc partners acquistò le azioni della famiglia veneta e del fondo Pai, lanciò l’opa e portò via il gruppo dalla Borsa. La convinzione dei pretendenti è che dopo l’Ipo di Ovs, che sarà guidata da Beraldo e dalla sua squadra, Bc partners indicherà una banca advisor per gestire la vendita di Coin. Tanto che è anche partita la ricerca di manager d’esperienza che affianchino i private equity nell’operazione. Dipenderà dal prezzo offerto che, secondo chi studia il dossier, potrebbe collocarsi sopra i 200 milioni, al netto del valore degli immobili che potrebbero fare sensibilmente lievitare l’esborso. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Hi-tech Le novità alla Fiera di Berlino Barlocco (Samsung): entro due anni la casa intelligente Nemmeno Blade Runner, il film cult del 1982 diretto da Ridley Scott che pure aveva anticipato tante invenzioni diventate ormai realtà come il comando vocale per la tv, aveva osato tanto: la casa intelligente. Eppure sembra ormai che il nuovo mantra dell’industria tecnologica sia vendere lavatrici e frigoriferi che eseguono gli ordini dei nostri smartphone e che ci spediscono email per comunicarci come stanno. «La smart home sarà il tema della Fiera di Berlino» anticipa Carlo Barlocco, senior vice president di Samsung Electronics Italia (per tradizione il presidente della multinazionale, in ogni Paese, è sempre un coreano), che sta salendo sull’aereo per essere presente all’Ifa. La sfida è renderla di massa e non scelta solo per ricchi. «Noi pensiamo che ci vorranno ancora uno o due anni per avere una diffusione di massa, i volumi stanno aumentando parecchio». Nella visione di Samsung la diffusione di queste tecnologie sta diventando importante non solo in termini di maggiore comodità fine a se stessa ma anche come strumento di controllo dei consumi, con un monitoraggio degli elettrodomestici indipendentemente da quanto ci dice il gestore. «Stiamo già lavorando con un gestore nazionale per sviluppare delle app da usare non solo per il controllo e le notifiche delle bollette ma anche per ottimizzare i consumi. Il lancio è atteso per Manager Carlo Barlocco il primo semestre del 2015» anticipa Barlocco. In tema di agenda digitale, il manager - che partecipa attivamente ai tavoli e che può contare sul confronto con la Corea, Paese con 50 milioni di abitanti dove oltre il 90% della popolazione ha un accesso a una rete ultrabroadband – ritiene che tra le principali motivazioni del ritardo ci sia il fattore geografico. «Seoul ha 20 milioni di abitanti, noi viviamo in una dimensione con montagne e ostacoli e le nostre città più grandi non superano i due milioni di abitanti». Anche se riconosce che manchi anche la «volontà politica». Senza contare i segnali contrari che arrivano all’intero settore con scelte come «la tassa sugli smartphone di 4,99 euro. Non è una difesa dell’innovazione: io la avrei fatta guardando all’utilizzo da parte dei consumatori dove l’80 per cento usa ormai la musica in streaming e dunque subisce la tassa due volte. Ci sono molti modi per favorire le proprietà intellettuali e figuriamoci se noi non siamo da questa parte: dopo l’Ibm siamo i secondi al mondo per numero di brevetti. Ma in questo caso il messaggio era: non abbiamo una soluzione per i download illegali quindi carichiamo a monte l’inefficienza. Come se la Coop caricasse un euro su ogni scontrino perché non riesce a frenare i furti». Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA ESTRATTO DI AVVISO CONVOCAZIONE ASSEMBLEARE I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea presso la sede legale della Compagnia in Trieste, Piazza Duca degli Abruzzi 2, per il giorno 14 ottobre 2014, alle ore 15.00 in sede ordinaria in unica convocazione, per deliberare sul seguente ordine del giorno Deliberazioni ai sensi dell’art. 7, comma 4, del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico dell’11.11.2011 n. 220. Partecipazione all’Assemblea La legittimazione all’intervento in Assemblea e all’esercizio del diritto di voto è attestata da una comunicazione, effettuata alla Società da un intermediario abilitato, in conformità alle proprie scritture contabili, in favore del soggetto a cui spetta il diritto di voto. La comunicazione è effettuata dall’intermediario sulla base delle evidenze alla record date (3 ottobre 2014), corrispondente al settimo giorno di mercato aperto precedente la data dell’Assemblea in unica convocazione. A tal fine, si precisa che, in conformità alla normativa applicabile, è possibile conferire delega, con istruzioni di voto, senza spese a carico, alla società “Computershare S.p.A.”, quale rappresentante designato dalla Società, ai sensi dell’articolo 135-undecies del TUIF. La delega deve essere conferita mediante la sottoscrizione di apposito modulo, che sarà disponibile sul sito internet della Società, nella sezione Investor Relations – Assemblea degli azionisti – 2014/10, entro i termini e con le modalità indicate sul sito internet della Società. Resta salva la facoltà dei soci di farsi rappresentare compilando il modulo di delega disponibile sul sito internet della Società. Integrazione dell’ordine del giorno e presentazione di nuove proposte di delibera I soci che, anche congiuntamente, rappresentino almeno un quarantesimo del capitale sociale possono chiedere, entro dieci giorni dalla pubblicazione del presente avviso di convocazione, ossia entro il 12 settembre 2014, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare, indicando nella domanda gli ulteriori argomenti da essi proposti ovvero presentare proposte di deliberazione sulle materie già all’ordine del giorno, secondo le modalità indicate nell’avviso di convocazione assembleare pubblicato sul sito internet della Società. Diritto di porre domande Coloro ai quali spetta il diritto di voto possono porre domande sulle materie all’ordine del giorno anche prima dell’Assemblea, entro l’11 ottobre 2014, con le modalità pubblicate sul sito internet della Società. Il testo integrale dell’avviso di convocazione nonché la documentazione relativa all’Assemblea sono pubblicati sul sito internet della Società, www.generali.com nella sezione Investor Relations – Assemblea degli azionisti – 2014/10, e depositati presso Computershare S.p.A, società autorizzata, ai sensi dell’art. 113-ter, comma 4, lett. b), del d.lgs. n. 58/1998, all’esercizio del meccanismo di stoccaggio centralizzato delle informazioni regolamentate denominato “1Info”, nei termini e secondo le modalità di legge. Sul sito internet della Società sono inoltre disponibili le informazioni sull’ammontare del capitale sociale, con l’indicazione del numero e delle categorie di azioni in cui è suddiviso. Per il Consiglio di Amministrazione Il Presidente (Gabriele Galateri di Genola) Assicurazioni Generali S.p.A. Società costituita nel 1831 a Trieste. Capitale sociale € 1.556.873.283,00 interamente versato. Sede legale in Trieste, piazza Duca degli Abruzzi, 2. Codice fiscale e Registro imprese 00079760328. Iscritta al numero 1.00003 dell’Albo delle imprese di assicurazione e riassicurazione. Capogruppo del Gruppo Generali, iscritto al numero 026 dell’Albo dei gruppi assicurativi. 30 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,380 5,380 5,071 5,483 5,119 3,814 3,465 4,983 5,595 5,525 5,019 5,422 Spettacoli Saldi Shop Quota/pre. 17,825 18,448 4,522 4,664 14,704 14,876 4,660 4,786 17,340 17,558 13,181 13,561 11,785 12,272 19,522 20,104 8,938 8,939 7,069 7,290 4,024 4,157 5,376 5,498 6,386 6,538 22,427 22,792 107,956 82,502 103,030 26,566 7,029 6,896 7,017 6,783 12,878 11,101 11,121 12,236 12,251 11,193 11,989 12,002 10,367 10,367 17,628 6,248 8,918 9,084 6,468 13,431 13,469 17,676 7,326 10,247 29,736 5,374 5,373 5,077 5,484 5,120 3,806 3,434 4,993 5,597 5,527 5,020 5,422 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR MULTINAZIONALE ricerca appartamenti ed uffici a Milano. Tel.: 02.67.17.05.43 qualsiasi cilindrata con passaggio di proprietà e pagamento immediato. 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Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Quota/od. Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1336,696 1241,097 1198,496 119,389 119,149 78,328 81,580 104,476 1086,823 1188,461 1038,528 1337,208 1241,106 1198,540 119,593 119,350 77,710 80,925 103,739 1086,923 1189,797 1038,799 27/08 EUR 28/08 EUR 28/08 EUR 58,260 105,920 929,460 58,210 105,640 929,350 119,380 8831,030 177,360 5710,480 108,420 10643,660 120,370 8855,480 177,310 5699,430 108,170 10510,350 Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 29/08 29/08 29/08 28/08 28/08 27/08 27/08 27/08 28/08 28/08 28/08 28/08 28/08 28/08 20/08 28/08 27/08 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 27/08 27/08 27/08 27/08 27/08 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 29/08 30/06 31/07 31/07 30/06 EUR JPY USD EUR EUR EUR 10,983 5,768 5,362 6,645 7,301 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 29/08 EUR Dividendo Arancio 01/09 EUR Convertibile Arancio 01/09 EUR Cedola Arancio 27/08 EUR Borsa Protetta Agosto 27/08 EUR Borsa Protetta Febbraio 27/08 EUR Borsa Protetta Maggio 27/08 EUR Borsa Protetta Novembre 01/09 EUR Inflazione Più Arancio 01/09 EUR Mattone Arancio 01/09 EUR Profilo Dinamico Arancio 01/09 EUR Profilo Equilibrato Arancio 01/09 EUR Profilo Moderato Arancio 01/09 EUR Top Italia Arancio 52,270 62,620 59,900 62,480 61,070 63,600 61,510 58,270 47,030 67,040 64,610 60,310 47,850 52,130 62,540 59,910 61,950 60,750 63,010 61,660 58,250 46,970 66,870 64,500 60,260 48,090 EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. 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UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 29/08 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 286,950 201,820 203,320 174,160 124,330 128,720 127,260 132,170 134,440 175,240 121,900 124,250 132,550 130,590 123,000 125,470 126,190 104,410 103,760 107,360 132,280 131,750 139,890 142,920 154,600 113,520 116,510 117,460 123,740 125,960 125,760 98,510 103,440 100,280 285,500 200,810 202,300 174,120 124,300 128,690 127,270 132,190 134,460 175,210 121,880 124,230 132,180 130,230 122,740 125,200 125,910 104,410 103,750 107,350 132,140 131,640 138,810 141,820 154,440 113,410 116,400 117,360 123,780 126,000 125,790 98,690 103,620 100,280 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 29/08 USD 1530,000 1531,198 Active Dollar Bond A 29/08 EUR 1670,366 1671,737 Active Emerging Credit A 29/08 EUR 1605,967 1607,337 Active Emerging Credit B 29/08 EUR 1460,256 1460,529 Active European Credit A 29/08 EUR 1396,856 1397,168 Active European Credit B 29/08 EUR 1413,954 1414,433 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 02/09 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD 26,190 16,830 15,140 14,730 15,080 10,434 15,450 15,127 9,476 12,746 26,250 16,860 15,160 14,750 15,050 10,450 15,490 15,170 9,503 12,696 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. 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Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. agenzia.solferino@rcs.it Nome TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Acquistiamo •AUTOMOBILI E FUORISTRADA, Eventi Ristoranti www.piccoliannunci.rcs.it www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it www.azimut.it - info@azimut.it 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 29/08 PUNTO D'ORO compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. 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Int. A 29/08 EUR 105,780 105,730 NM Q7 Globalflex A 29/08 EUR 121,740 121,440 NM Total Return Flexible A 01/09 EUR 105,280 105,200 NM VolActive A 01/09 EUR 106,000 105,910 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 01/09 EUR 01/09 EUR 01/09 EUR 109,760 115,820 154,200 109,620 115,870 154,270 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 01/09 EUR 7,074 Nextam Bilanciato 01/09 EUR 7,668 Nextam Obblig. Misto 01/09 EUR 6,367 BInver International A 01/09 EUR 5,776 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 01/09 EUR 5,916 CITIC Securities China Fd A 01/09 EUR 5,408 Fidela A 01/09 EUR 5,783 Income A 01/09 EUR 7,434 International Equity A 01/09 EUR 6,640 Italian Selection A 01/09 EUR 5,341 Liquidity A 01/09 EUR 5,201 Multimanager American Eq.A 01/09 EUR 4,941 Multimanager Asia Pacific Eq.A 01/09 EUR 4,673 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 01/09 EUR 4,587 Multimanager European Eq.A 01/09 EUR 5,329 Strategic A 01/09 EUR 6,275 Usa Value Fund A 01/09 EUR 5,604 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 01/09 EUR 114,980 PS - Absolute Return A 01/09 EUR 121,400 PS - Absolute Return B 01/09 EUR 110,720 PS - Algo Flex A 01/09 EUR 105,900 PS - Algo Flex B 01/09 EUR 87,120 PS - BeFlexible A 01/09 USD 85,640 PS - BeFlexible C 26/08 EUR 102,570 PS - Best Global Managers A 26/08 EUR 106,600 PS - Best Global Managers B 01/09 EUR 111,540 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 01/09 EUR 164,730 PS - Bond Opportunities A 01/09 EUR 122,950 PS - Bond Opportunities B 01/09 USD 102,670 PS - Bond Opportunities C 26/08 EUR 121,570 PS - EOS A 7,067 7,660 6,359 5,757 5,907 5,412 5,790 7,414 6,651 5,340 5,185 4,917 4,650 4,582 5,328 6,262 5,603 114,880 121,290 110,540 105,720 87,160 85,690 102,020 106,030 111,710 164,700 122,920 102,670 121,080 Nome Data Valuta PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 26/08 26/08 03/06 26/08 26/08 26/08 26/08 01/09 01/09 01/09 26/08 26/08 26/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 95,120 99,820 101,520 102,070 116,490 119,060 125,240 100,480 99,150 104,950 99,550 104,220 107,170 108,650 108,780 104,800 109,320 102,560 96,390 112,540 106,490 108,830 104,250 95,380 99,820 101,410 101,960 116,040 118,600 125,230 100,480 99,140 104,920 97,450 103,730 106,870 108,270 108,390 104,450 108,250 102,630 96,450 112,540 105,230 107,530 103,050 www.pegasocapitalsicav.com 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 01/09 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,660 107,820 106,080 106,170 102,910 100,640 107,720 107,880 106,140 106,220 103,060 100,790 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 01/09 EUR Asian Equity B 01/09 USD Asian Equity B 01/09 USD Emerg Mkts Equity 01/09 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 01/09 EUR European Equity 01/09 USD European Equity B 01/09 EUR Greater China Equity B 01/09 USD Greater China Equity B 29/08 USD Growth Opportunities 29/08 EUR Growth Opportunities Hdg 01/09 JPY Japanese Equity 01/09 USD Japanese Equity B 01/09 EUR Japanese Equity Hdg 01/09 CHF Swiss Equity 01/09 EUR Swiss Equity Hdg 29/08 USD US Equity 29/08 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 99,250 139,280 465,190 454,670 279,840 345,410 115,700 164,600 78,500 86,010 134,720 133,650 175,200 134,850 102,440 180,370 198,750 99,050 139,000 462,670 452,180 279,290 344,710 115,930 164,920 78,030 85,500 134,190 133,110 174,510 134,640 102,280 179,740 198,050 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 01/09 EUR 6,118 6,132 01/09 EUR 5,212 5,227 01/09 EUR 5,859 5,860 22/08 EUR 782666,612 766038,717 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335366B Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari SPRINT DI MEDIOLANUM SU AUTOGRILL E TOD’S Oettinger vola a Roma per incontrare i big dell’energia di GIACOMO FERRARI L’attesa per il direttivo Bce di domani ha condizionato l’andamento delle Borse europee. E il clima di incertezza potrebbe proseguire anche oggi, in assenza di segnali forti dal fronte macroeconomico. Con gli indici principali in sostanziale equilibrio, il Ftse-Mib di Piazza Affari è tuttavia riuscito a chiudere in leggero rialzo (+0,49%), sostenuto dai titoli del risparmio gestito e dal nuovo ritocco al ribasso dello spread (a 153 punti base in chiusura di seduta). Mediolanum (+2,95%) guida la lista dei migliori grazie agli ottimi risultati della raccolta. Seguono, fra le blue-chips, Autogrill (+2,57%), Tod’s (+1,85%), Generali (+1,55%) e Monte Paschi (+1,44%) dopo il giudizio positivo di Ubs e l’aumento del target price a 1,3 euro. Sogefi (+6%) ha realizzato invece la migliore performance fra i titoli del segmento Star. Quanto ai segni meno, soltanto due hanno superato il punto percentuale di calo: si tratta di Unipolsai (-1,09%) e Salvatore Ferragamo (-1,08%), mentre Luxottica, alle prese con i primi giudizi sulla nuova governance, ha ceduto lo 0,81%. In leggero arretramento, infine, anche Enel (0,4%) e la sua controllata Enel Green Power (-0,38%). © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Economia/Mercati Finanziari 31 italia: 51575551575557 (fr.bas.) Mentre a Bruxelles domani si terrà un nuovo incontro tra gli esperti della Commissione europea e della Russia nel tentativo di risolvere il delicato contenzioso con l’Ucraina sul prezzo del gas e di fissare un nuovo vertice a tre, a Roma il commissario europeo all’Energia, Günther Oettinger, vedrà la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi nell’ambito del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. Su richiesta di Oettinger è prevista anche una tavola rotonda con gli amministratori delegati delle maggiori compagnie energetiche del Paese. Il commissario Ue vedrà in incontri individuali Francesco Starace dell’Enel e Claudio Descalzi di Eni. Poi ci sarà la tavola rotonda a cui parteciperanno tra gli altri, oltre a Eni ed Enel, Edison (con Bruno Lescoeur), Snam, Terna, Italgas e il presidente dell’Autorità dell’Energia, Guido Bortone, e il commissario dell’Enea Federico Testa. La discussione verterà sulla strategia europea di sicurezza energetica, tema di estrema attualità di fronte all’escalation della crisi ucraina (l’Europa dipende dalla Russia per circa il 32% del suo fabbisogno e così l’Italia), e saranno affrontate più in generale questioni di politica energetica europea, oltre al pacchetto clima 2030. Anche il nodo dei gasdotti, tra cui il South Stream e Tap, sarà probabilmente sul tavolo. La linea dell’Italia l’ha già data la ministra Guidi ieri in un’audizione al Parlamento Ue a Bruxelles, indicando gli obiettivi della nostra presidenza: «La decarbonizzazione del sistema energetico europeo, la sicurezza, anche at- traverso un rilancio della politica energetica esterna, e la piena integrazione dei mercati energetici europei». gliere entro settembre le manifestazioni di interesse. I naturali potenziali candidati all’operazione sarebbero soprattutto gli spagnoli di Abertis, che di recente si sono aggiudicati per 95 milioni il pacchetto di torri tlc di Atlantia, e EiTowers, la controllata di Mediaset che non ha fatto mistero di voler ampliare il parco torri in gestione al settore tlc. Ma potrebbero entrare in gioco anche fondi di investimento a vocazione infrastrutturale. In pratica la lista dei pretendenti potrebbe non essere molto diversa da quella che nel 2008 tentò senza esito di rilevare le torri di Wind e di 3 Italia riunite nella newco Eiffel: allora si presentarono Abertis, Dmt (ora divenuta EiTowers dopo l’integrazione con Elettronica Industriale) insieme al fondo F2i e i francesi di Tdf. © RIPRODUZIONE RISERVATA Generali convoca l’assemblea il 14 ottobre sul reintegro di Scaroni (s.bo.) Viene pubblicato oggi sui quotidiani l’avviso di convocazione per il 14 ottobre dell’assemblea ordinaria di Generali. Gli azionisti sono chiamati a deliberare sulla posizione (reintegro o revoca) del consigliere Paolo Scaroni che il 15 maggio ha deciso di autosospendersi dal board in seguito alla sentenza di primo grado del tribunale di Rovigo. A fine marzo Scaroni è stato condannato a tre anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici nell’ambito del processo per la centrale elettrica Enel di Porto Tolle. Scaroni, amministratore delegato di Enel tra il 2002 e il 2005, si è dichiarato estraneo alla vicenda e ha immediatamente annunciato ricorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Chiesi lancia il suo venture capital (g.str.) Il gruppo Chiesi ha creato un proprio fondo di venture capital, Chiesi Ventures, attraverso una collaborazione strategica con A.M. Pappas & Associates. Secondo quanto ha comunicato la società, Chiesi Ventures ha l’obiettivo di complementare l’interesse strategico del gruppo nelle malattie rare investendo in opportunità in sviluppo iniziale ed espandendo la rete di contatti Chiesi negli Stati Uniti presso istituzioni accademiche, investitori nel mondo del venture capital, organizzazioni di pazienti e «start-up» impegnate nello sviluppo di terapie per malattie rare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Wind sonda gli investitori per le torri (g.str.) Si avvia alla vendita una parte delle torri per le telecomunicazioni targate Wind: con l’invio delle sollecitazioni a manifestare interesse è partita la procedura di vendita di circa il 40-50% delle 13 mila torri in mano alla compagnia telefonica, secondo quanto ha riportato «Radiocor». Gli advisor Hsbc e Imi avrebbero inviato nei giorni scorsi la prima documentazione a un selezionato gruppo di potenziali investitori e si appresterebbero a racco- © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® i /Ì /i° *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® ä]ÇÈÇ £]Ó ³£Ó]ÈÈ ä]{È ä]nx£ ÎäÈ]Ó `ÕÃÌÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® È]Èää ³ä]ÓÎ £]{£ È]Ó{ä n]nää nÈ£]Ç ä]nÈä Ó]Î *iÀÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*,® Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]n£Ç ä]£n ä]ÇÎÇ £]äÓ ÓxÇ£]ä v`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® ä]x£n £]Ó{ È]{£ ä]{ÈÓ ä]xÇ£ ÎÇx]Ç I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]£äÎ ³ä]ä 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Una ventina i titoli realizzati. In questi giorni esce di Saba Malaspina Storia delle cose di Sicilia (pp. 480, 16; curatore è Francesco De Rosa). Di che si tratta? Innanzitutto Saba Malaspina, «canonico e decano della chiesa di Mileto intorno al 1274» (così l’«Enciclopedia Federiciana» Treccani), cronista e scrittore, visse prima di questo incarico ecclesiastico a Roma, nella curia vaticana, al tempo di Martino IV. Fu testimone della ferocia dei partigiani di Carlo d’Angiò e delle stragi da loro commesse in Sicilia. La sua cronaca, in originale «Rerum Cultura Sicularum Historia», è di parte quando parla di Federico II, ma attendibile e imparziale — anche se manifesta il suo spirito guelfo — in altre situazioni. Resta un documento insostituibile per le vicende di quel lasso di tempo che corre tra il 1250 e il 1285. Convinto della bontà della sottomissione feudale al Papa, Saba Malaspina esprime una concezione teocratica. Non moderna, ma da conoscere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Anticipazioni Arriva il 9 settembre per Mondadori il libro di Sophie Hannah in cui rivive l’investigatore della giallista inglese Ritorna Poirot, senza Agatha Christie Una ragazza in fuga, Londra di sera, un senso di minaccia: l’incipit del nuovo romanzo di SOPHIE HANNAH Rinascita Il belga ha il suo Watson «D ico solo che quella non mi piace» sussurrò la cameriera dai capelli ribelli. Fu un sussurro forte, che il solitario avventore del Caffè Pleasant poté udire senza difficoltà. Si domandò se la persona oggetto della discussione fosse un’altra cameriera o una cliente abituale come lui. «Non deve piacermi per forza, no? Poi tu sei libera di pensarla diversamente». «A me è sembrata simpatica» replicò la cameriera più bassa e dal viso tondo, meno convinta rispetto a qualche secondo prima. «Si comporta in questo modo quando si sente ferita nell’orgoglio. Non appena si riprenderà, comincerà di nuovo a sputare veleno. È fatta al contrario. Ho conosciuto un sacco di gente così, non c’è da fidarsi». «In che senso è fatta al contrario?» chiese la cameriera dal viso tondo. Hercule Poirot, l’unico cliente del caffè alle sette e mezza appena passate di quel giovedì sera di febbraio, aveva capito cosa intendesse la cameriera dai capelli ribelli. Sorrise tra sé. Non era la prima volta che faceva un’osservazione sagace. «Una cattiveria può scappare a tutti, quando qualcosa va storto. È capitato anche a me, non ho problemi ad ammetterlo. E quando sono felice voglio che gli altri siano felici. È così che dovrebbe essere. Poi c’è chi è fatto come quella, che ti tratta peggio che mai quando le cose filano lisce. Bisogna stare in guardia dalla gente come lei». «Bien vu» pensò Hercule Poirot. «De la vraie sagesse populaire». La porta del caffè si spalancò, sbattendo contro il muro. Una donna con un cappotto marrone chiaro e un cappello di un marrone più scuro si fermò sulla soglia. Aveva i capelli biondi. Poirot non riuscì a vederla in volto. Aveva girato la testa per guardare alle proprie spalle, come se stesse aspettando che qualcuno la raggiungesse. La porta era aperta da qualche secondo e già l’aria fredda della sera aveva scacciato tutto il calore dalla piccola sala. Di norma Poirot si sarebbe infuriato, ma il suo interesse fu solleticato dalla nuova arrivata, che aveva fatto un’entrata a effetto e non sembrava curarsi di dare una brutta impressione di sé. Poirot coprì la sua tazza di caffè con il palmo della mano, sperando di evitare che il contenuto si raffreddasse. Quell’angusto locale dalle pareti storte in St Gregory’s Alley, una zona di Londra ben lungi dall’essere la più rispettabile della città, serviva il caffè migliore che Poirot avesse assaggiato in qualsiasi parte del mondo. In genere non beveva caffè né prima né dopo cena — al contrario, in circostanze normali una simile prospettiva lo avrebbe fatto inorridire —, ma ogni giovedì alle diciannove e trenta in punto, entrando al Pleasant, faceva un’eccezione a questa regola. Ormai quell’eccezione settimanale era diventata per lui una piccola tradizione. Al caffè erano legate altre tradizioni meno piacevoli, come dover posizionare correttamente le posate, il tovagliolo e il bicchiere dell’acqua sul tavolo, che al suo arrivo trovava tutti storti. Per le cameriere, a quanto pareva, era sufficiente disporli in un punto — uno qualsiasi — del tavolo. Poirot dissentiva e, E questa volta Hercule ha accanto un partner di IDA BOZZI F Icone Agatha Christie (1890-1976). Di fianco, da sinistra: Sophie Hannah (1971); la copertina del libro; l’attore David Suchet interpreta Poirot subito dopo il suo arrivo, si premurava di ristabilire l’ordine. «Scusate, signorina, vi spiacerebbe chiudere la porta se state entrando?» gridò Capelli Ribelli alla donna con il cappello e il cappotto marroni, che stringeva lo stipite della porta con una mano continuando a guardare la strada. «O anche se non state entrando. Qui dentro rischiamo di congelare». La donna entrò. Chiuse la porta, ma non si scusò per averla lasciata aperta tanto a lungo. Il suo respiro irregolare risuonò nella sala. Non sembrò accorgersi delle altre persone presenti. Poirot la salutò con un sommesso: «Buonasera». La donna lo guardò di sfuggita, senza rispondere. Aveva gli occhi sbarrati per un timore fuori dal comune, abbastanza potente da fare presa su uno sconosciuto, come un contatto fisico. Poirot non si sentiva calmo e soddisfatto come quando era arrivato. La sua tranquillità era stata guastata. La donna si accostò in gran fretta alla vetrina e guardò fuori. «Non vedrà quello che sta cercando» pensò Poirot tra sé. Osservando il buio della sera da una stanza bene illuminata è difficile scorgere qualcosa perché il vetro riflette soltanto un’immagine della stanza in cui ci si trova. Eppure continuò a guardare fuori per qualche tempo, come se non volesse perdere d’occhio la strada. «Ah, sei tu» disse Capelli Ribelli con una nota d’impazienza. «Cosa c’è? Ti è successo qualcosa?» La donna con il cappotto e il cappello marroni si voltò. «No, io...» Le parole uscirono come un singhiozzo. Poi ritro- Continua l’iniziativa La collana del «Corriere» in edicola Continua anche l’iniziativa editoriale del «Corriere della Sera» in edicola, dedicata ai romanzi della Christie. Questa settimana a partire da venerdì 5 sarà in vendita il romanzo L’assassinio di Roger Ackroyd ( foto a fianco: la copertina), con protagonista Poirot (al costo di 6,90 più il prezzo del quotidiano), e la collana proseguirà per un totale di 20 uscite. Una chicca per gli appassionati sarà il romanzo Sipario, l’ultima indagine di Poirot — in cui il detective si spegne — pubblicata dalla Christie nel 1975: sarà in edicola il 5 dicembre. vò il controllo. «No. Posso prendere il tavolo nell’angolo?» Indicò il tavolo più lontano dalla porta affacciata sulla strada. «Puoi sederti dove vuoi, tranne al tavolo occupato da quel gentiluomo. Sono tutti apparecchiati». Essendosi ricordata di Poirot, Capelli Ribelli gli disse: «La vostra cena sta cuocendo a puntino, signore». Poirot ne fu lieto. Il cibo al Pleasant era buono quasi quanto il caffè. In verità, considerando le due cose insieme, Poirot stentava a credere ciò che sapeva essere vero: che in quella cucina lavorassero esclusivamente inglesi. Incroyable. Capelli Ribelli tornò a rivolgersi alla donna angosciata. «Sei sicura che è tutto a posto, Jennie? Sembra che ti sia trovata faccia a faccia con il diavolo». «Sto bene, grazie. Mi serve solo una tazza di tè forte e caldo. Il solito, per cortesia». Jennie si affrettò verso un tavolo in fondo alla sala, superando Poirot senza degnarlo di uno sguardo. Lui spostò appena la sedia per poterla osservare. Senza dubbio le era capitato qualcosa; qualcosa di cui non le andava di discutere con le cameriere del caffè, evidentemente. Senza togliere né il cappotto né il cappello, si accomodò su una sedia che dava le spalle alla porta d’ingresso, ma un attimo dopo si voltò di nuovo a guardarsi alle spalle. Ora che poteva esaminarne il volto con più attenzione, Poirot stimò che avesse una quarantina d’anni. I grandi occhi azzurri erano fissi e sgranati. Sembravano trovarsi di fronte a un’immagine sconvolgente, rifletté Poirot, «faccia a faccia con il diavolo», come aveva osservato Capelli Ribelli. Tuttavia, a quanto Poirot poteva vedere, Jennie non aveva davanti niente del genere, solo la stanza quadrata con i tavoli, le sedie, l’appendiabiti di legno nell’angolo e gli scaffali incurvati sotto il peso delle innumerevoli teiere di vari colori, modelli e dimensioni. © 2014 ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.P.A., MILANO inora, il detective belga Hercule Poirot era da considerarsi morto per cause naturali alla fine del romanzo Sipario. L’ultimo caso di Poirot (pubblicato da Agatha Christie nel 1975 ma scritto molti anni prima) e sepolto a Styles Court, proprio dove aveva svolto la prima indagine nel 1920. Invece l’investigatore dai baffi impomatati, resuscitato come altri suoi colleghi di fiction in questi ultimi anni (James Bond, ad esempio) è tornato alla vita. Lo incontriamo in vacanza e in piena salute a Londra, smanioso di indagare su un nuovo caso che però, stavolta, non è firmato da Agatha Christie: il brano che pubblichiamo in questa pagina è infatti l’incipit del romanzo Tre stanze per un delitto. Il ritorno di Poirot di Sophie Hannah, pubblicato da Mondadori, traduzione di Manuela Faimali (pp. 312, 18) che sarà in libreria a partire dal 9 settembre. La scrittrice Hannah ha ottenuto l’autorizzazione degli eredi della Christie e ha riportato in vita non un’imitazione, ma il vero Poirot, proprio lui, con i suoi baffi impomatati, la mania dell’ordine (o l’occhio per i particolari in disordine), quel continuo rimuginare che egli chiama far funzionare «le celluline grigie», l’esame sistematico delle prove e un fiuto psicologico notevolissimo. D’altronde Hannah, britannica, classe 1971, è una giallista nota in tutto il mondo e ha all’attivo numerose figure di investigatori: tra i suoi romanzi sono apparsi in Italia thriller come La culla buia, Non è lui, Non è come pensi Protagonisti (tutti editi da Garzanti). E infatti in questo omaggio Con lui c’è anche alla Christie gli ingredienti Edward Catchpool, del giallo inglese ci sono un giovane detective tutti: la Londra dalle mille di Scotland Yard anime, popolare e aristocratica, il pub poco illuminato dove una donna spaventata annuncia una minaccia misteriosa, l’albergo lussuoso in cui verranno commessi i delitti, e la campagna inglese. In questa avventura Poirot potrà sfoggiare anche quella sua certa aria di sufficienza da fuoriclasse dell’indagine («A quanto pare, in Belgio non è considerato inappropriato gongolare»), e la sua tipica idiosincrasia per il disordine o per la cattiva educazione («Incroyable»). Anche il metodo dell’indagine investigativa è proprio quello dell’originale della Christie: osservare, ragionare, interrogare tutti i testimoni, e scovare elementi di un passato remotissimo di cui nessuno si è accorto. Ma c’è anche una novità, introdotta dall’autrice Sophie Hannah, ed è il personaggio di Edward Catchpool, il giovane detective di Scotland Yard che in questa nuova stagione scorta Poirot sui luoghi dei delitti, indaga con lui (o ci prova), lo segue o lo precede in giro per Londra e nelle campagne a caccia del colpevole. Insomma, farà quel che faceva Watson per Sherlock Holmes. Catchpool è un bravo ragazzo, diremmo, che ammira senza riserve il celebre amico, ma in tutta onestà mostra di tanto in tanto qualche perplessità sulle deduzioni e sui ragionamenti di Poirot. E Poirot con pazienza («mon ami») riesce a farlo ricredere. Il giovane scanzonato e il lunatico celebre detective vedono il mondo in due modi diversi: Catchpool non sopporta le scene del crimine e tollera a malapena di restarvi; Poirot invece vi si trova a suo agio e studia minuziosamente angoli di tappeti, piastrelle, posizione dei corpi, bicchieri avvelenati. Proprio un caso di avvelenamento è questo Tre stanze per un delitto: una misteriosa sconosciuta, tal Jennie, turba il tranquillo pasto dell’investigatore Poirot nel suo locale preferito, il Pleasant, a Londra, rivelandogli di temere per la propria vita, di aspettarsi d’essere uccisa da un momento all’altro; il belga non fa in tempo a preoccuparsi per la giovane appena conosciuta, che riceve la notizia di un triplice delitto dai contorni inquietanti, in un albergo di lusso. E l’indagine può avere inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Epistolari Per l’Istituto di Studi Storici esce il carteggio unitario tra i due pensatori, durato trent’anni Elzeviro La relazione con Katherine Prue Reding LE ELEGIE AMOROSE DI PEDRO SALINAS di SEBASTIANO GRASSO «T imido ed esigente» lo ricordava Jorge Guillén. E che Pedro Salinas (1891-1951) lo sia stato davvero, lo dimostra la «trilogia amorosa» dedicata a Katherine Prue Reding (1897-1982), ispanista americana del Kansas, che nell’estate del 1932 frequenta il suo corso alla Escuela central de idiomas di Madrid. D’un tratto, il professor Salinas, 41 anni, si accorge che nella grande aula, la bruna della seconda fila lo guarda piuttosto intensamente, quasi con sfacciataggine. La scena si ripete per un paio di lezioni, sino a quando la donna, lo avvicina: «Che vento a ottomila chilometri! / Non vedi come tutto vola? / Non vedi i capelli sciolti / dell’amazzone Mabel / che socchiude occhi limpidi / lei, vento, contro il vento?». Incredulo, Salinas ascolta Pedro Salinas (1891-1951) e la Prue Reding (1897-1982) i versi di «Far West», tratti dalla sua raccolta Sicuro azzardo, pubblicata tre anni prima. «Me llamo Katherine y tengo 35 años», aggiunge la bruna. Sposato da una quindicina d’anni, Salinas non resiste a questo approccio inusuale. Katherine gli sconvolge la vita ed egli le dedica settanta poesie. Poeta, ma anche professore coltissimo. Così, al momento di dare un titolo alla nuova raccolta, mutua un verso della terza Egloga di Garcilaso de la Vega, interprete straordinario del petrarchismo spagnolo: La voce a te dovuta (1933) subito considerato un «classico». «Tu vivi sempre nei tuoi atti. / Con la punta delle dita / sfiori il mondo, gli strappi / aurore, trionfi colori, / allegrie: è la tua musica. / La vita è ciò che tu suoni. (…) /. E mai ti sei sbagliata, solo una volta, una notte / che t’invaghisti di un’ombra / - l’unica che ti è piaciuta -. / Un’ombra pareva. / E volesti abbracciarla. Ed ero io». Lo stesso avviene per il titolo del libro successivo dedicato a Khaterine: Ragioni d’amore (1936), tratto da un poema del XIII secolo. Ma il rapporto si complica: nel ’35, la moglie di Salinas, Terza Pagina 33 italia: 51575551575557 Croce e Gentile amici di penna «Mi dia consigli teorici». «E lei mi aiuti a trovare un impiego» di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA Margarita Bonmatí scopre la relazione segreta e tenta il suicidio. Presa da scrupoli, Katherine si allontana dall’amante, pur continuando ad avere rapporti epistolari — nonostante, nel 1939, essa sposi Brewer Whitmore — sino alla morte del poeta, avvenuta a Boston nel 1951. Anche se la relazione con l’ispanista americana finisce, Salinas continua a dedicarle centinaia di versi. Stavolta, il titolo, Lungo lamento, è ripreso da Gustavo Adolfo Béquer. Scritte fra il ’36 e il ’38 negli Stati Uniti, le liriche — tranne qualche eccezione — vengono pubblicate postume, nel ’71 e nel ‘75, nelle Poesias completas (a cura di Jorge Guillén), così come le lettere a Katherine (2002), donate dalla donna all’università di Harvard nel 1979, col patto di non renderle pubbliche prima di vent’anni. In Italia, il canzoniere di Salinas ha avuto fortuna. Una cinquantina di poesie sono uscite da Lerici, nell’antologia curata da Vittorio Bodini nel 1958. Quindi, in volume, da Einaudi La voce a te dovuta, nel ’79, a cura di Emma Scoles, e da Passigli Ragioni d’amore, nel 2006, a cura di Valerio Nardoni. A quest’ultimo si deve, appena edito da Passigli (pp. 189, € 16,50), la curatela dell’ultimo libro della trilogia, Lungo lamento, diventato il sottotitolo di Amore, mondo in pericolo. «Relazione coniugale incrinata e sogno d’amore finito», scrive Nardoni. Figura centrale della «Generazione del 27» (assieme ad Alberti, Aleixandre, Alonso, Altolaguirre, Cernuda, Diego, García Lorca, Guillén, Prados), gruppo di giovani poeti che guardavano a Góngora, Pedro Salinas studia nella natía Madrid. Lettore di spagnolo alla Sorbona, traduce Alla ricerca del tempo perduto di Proust (1922). Docente di lingua e letteratura spagnola a Siviglia (dove nasce la grande amicizia con Guillén), Cambridge, Madrid e a Santander, nel ‘35 va in Usa, al Wellesley college del Massachusetts. Una volta scoppiata la Guerra civile, il poeta preferisce restare per sempre nel continente americano, anche se «non filtra mai / quel raggio di sole del “tu” o dell’”io”, / del “mi ami” e “ti amo”; / tutto il dolore che separa / due persone per sempre / nelle grammatiche e nel mondo». sgrasso@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Udine Il primo «Premio Friuli Storia» al saggio di Lucia Ceci Il Premio Friuli Storia, nella sua prima edizione, è stato assegnato al volume L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini (Laterza) della storica e docente Lucia Ceci. La vincitrice, selezionata dalla giuria dei lettori, verrà premiata nella cerimonia che si svolgerà il 25 settembre nel salone del Parlamento del Castello di Udine (ore 18, ingresso con prenotazione, www.friulistoria.it). All’evento parteciperanno Paolo Mieli, Debora Serracchiani, Pietro Fontanini, Furio Honsell, Lionello d’Agostini, Tommaso Piffer, e il presidente della Associazione Friuli Storia Giulio Giustiniani, oltre ai membri della giuria scientifica, tra cui Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Charles Maier, Paolo Pezzino e Silvio Pons. Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952) e Giovanni Gentile (Castelvetrano, 29 maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944) (foto archivio Corsera) A veva solo ventun anni Giovanni Gentile, nel 1896, quando si rivolse per la prima volta a Benedetto Croce, allora trentenne, per fargli omaggio di un suo estratto: ricevendone in risposta un caloroso biglietto di apprezzamento («La sua erudizione è sobria e calzante. Ella rifugge dalle generalità e le conclusioni cui giunge mi paiono esattissime»). Fu l’inizio di uno scambio epistolare a un dipresso trentennale, già pubblicato separatamente, del quale solo ora però vede la luce l’edizione unitaria per iniziativa dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici e la cura di Cinzia Cassani e Cecilia Castellani (Benedetto Croce-Giovanni Gentile, Carteggio 1896-1900, Nino Aragno editore, pp. 499, 30). Un volume che interessa chi scrive e probabilmente il pubblico colto in generale non tanto per i suoi contenuti di carattere filosofico — di cui personalmente sono digiuno e circa i quali rimando perciò alle lucide considerazioni che si leggono nell’introduzione di Gennaro Sasso — ma vuoi per la luce che le sue pagine gettano sulle due maggiori figure della cultura italiana della prima metà del Novecento, vuoi anche per ciò che indirettamente esse ci dicono circa il mondo culturale italiano di quella fine secolo, il modo d’essere dei suoi intellettuali. Nonostante l’immediata e fortissima comunanza di interessi e di intenti che si stabilisce tra i due corrispondenti (già dopo pochissimo si rivolgono l’un all’altro con un «egregio amico»), subito però emerge dalle lettere anche la grande differenza tra le due personalità intellettuali così come tra i loro caratteri. Tra Gentile, dotato di una fortissima vocazione teoretica, incline sempre a un «intrepido “unizzare”» e pur con qualche cautela mai timido nel correggere e illuminare il suo più anziano e affermato interlocutore sul terreno della pura disamina filosofica; e Croce, attirato invece da interessi più ampi, che confessa come «da letterato mi vado avviando a diventare filosofo», disposto ad accettare consigli e critiche dall’altro sul terreno teoretico («Aiutatemi un po’ perché temo di errare»), e che appare assai più di lui legato a un istanza di realismo e a un prezioso buon senso. Tra i due più che la differenza di età e di avanzamento negli studi si sente, e molto — intrecciata a questa — la differenza di condizione sociale. Croce infatti è un borghese agiato, può comprare i libri che gli servono, è abbonato a tutte le riviste che vuole, ha una vasta rete di relazioni importanti, può fare lunghe vacanze, se gli aggrada «una corsa a Venezia», ovvero andare «visitando pezzo a pezzo l’Italia meridionale» come semplice preparazione a una Storia dell’Italia meridionale che intende scrivere. Al contrario di Gentile, a cui è gran fortuna vincere una cattedra di filosofia in un liceo di Campobasso (in vista del quale s’indovinano dalle sue lettere graduatorie studiate e ristudiate, curricula spulciati riga per riga, strategie di trasferimenti, posti tenuti sotto osservazione per anni); Gentile che tira avanti facendo ripetizioni ed è costretto Convegno a Brescia Educazione e crisi del welfare Appuntamento a Brescia per un centinaio di pedagogisti e storici dell’educazione, domani e venerdì per la cinquantatreesima edizione di Scholé, organizzata dall’Editrice La Scuola (al Centro Mater Divinae Gratiae). Tema: «L’educazione nella crisi del Welfare State». Tra i relatori, Carlos Alberto Torres che parlerà dei «Processi educativi nell’era della globalizzazione», Dario Antiseri su «Cultura liberale e educazione». Goffredo Fofi si interroga sul tema «Si può ancora parlare di scuola emancipatrice e liberatrice» e Maddalena Colombo sulle «Dinamiche sociali e educazione in Italia dopo la crisi del Welfare». (c.ca.) di continuo a chiedere all’altro volumi in prestito, indirizzi di studiosi stranieri, biglietti di presentazione per chiunque, raccomandazioni per quasi ogni cosa («oso sperare nelle vostre estese e alte aderenze»); indotto a cercarne l’aiuto perfino per «ottenere un impiego», «qualunque specie di impieghi», per un fratello semifallito (ricevendo dall’altro una scoraggiante quanto sempre attualissima risposta: «Napoli è un paese pienissimo di spostati… Il minimo posticino è spiato, e preso d’assalto da centinaia di concorrenti»). Croce arriverà perfino a far pubblicare a proprie spese un libro di Gentile. S’intuisce infatti che è un’ Italia povera, molto povera, quella sul cui sfondo prende vita il carteggio Croce-Gentile. Dove la vita culturale si svolge tra continue ristrettezze, tra tirature limitatissime, dove viaggiare o acquistare un libro è un lusso. Ma dove tuttavia gli intellettuali parlano poco di politica, si direbbe: se è vero che nel biennio più agitato della storia italiana post risorgimentale il carteggio in questione — e tra due personalità simili! — non registra neppure il minimo accenno alle cannonate di Bava Beccaris o ai tentativi di fine secolo di mettere il morso al Parlamento. Forse — si potrebbe fantasticare — quasi l’inconsapevole premonizione che proprio la politica era destinata a spezzare quell’amicizia che allora nasceva, e che a lungo sarebbe apparsa inscalfibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Arezzo Ravenna Al festival Icastica L’omaggio a Segre ecco i «Déjeuner» apre «Dante 2021» A «A d Arezzo, al festival dell’arte contemporanea «Icastica», che ha visto moltiplicare le presenze turistiche in città negli scorsi mesi, e che continua fino al 31 ottobre con mostre e installazioni, è il momento del «Déjeuner sur l’herbe» («Colazione sull’erba»). Si tratta di un ciclo di incontri all’aperto, nei Giardini del Praticino, tra personalità non solo artistiche che si confrontano sull’estetica, la tecnica, la scienza, la storia e così via, in conversazioni tra l’altro sempre accompagnate da musica. Domani alle ore 18.30 si incontrano lo psicologo junghiano Luigi Zoja e il criminologo Silvio Ciappi, mentre il 5 settembre si confrontano su arte e fisica quantistica due studiosi come Emmanuele F. M. Vincenzo Barone ed Emanuele (1937) Emiliano Ricci. Tra le iniziative, da segnalare la presentazione del libro Arte e Finanza di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma, saggista ed economista, in programma il 10 settembre alle 17.30. Si proseguirà poi il 19 con il biologo Edoardo Boncinelli, il 20 con il fotografo Ferdinando Scianna, il 24 settembre con il critico Flavio Caroli, fino all’incontro in ottobre con gli scrittori Emanuele Trevi ed Eugenio Baroncelli. mor che nella mente mi ragiona»: l’incipit della canzone allegorica di Dante Alighieri (1265-1321) è una porta d’ingresso per comprendere la sua poesia e il suo pensiero. Il verso è stato scelto come emblema della quarta edizione di «Dante 2021», percorso di avvicinamento al settimo centenario della morte del padre della lingua italiana. L’iniziativa si svolge dal 10 al 12 settembre a Ravenna (città che accoglie la tomba di Dante), sotto la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (www.dante2021.it). La giornata d’apertura prevede un omaggio al filologo e critico letterario Cesare Segre scomparso nel marzo di quest’anno. Dello studioso, collaboratore Cesare Segre del «Corriere», viene (1928-2014) proposto il monologo ironico Non sono una santa, ma ti aspetto in Paradiso, affidato all’attrice Patrizia Zappa Mulas e dedicato a Cunizza da Romano, amante che conosce poi una svolta spirituale e che Dante colloca nel IX canto del Paradiso. Tra gli altri appuntamenti: l’11, Paolo Poli con letture dantesche intorno al conte Ugolino; e, il 12, Roberto Vecchioni con il poeta Valerio Magrelli e il giornalista Ranieri Polese, su Dante nelle canzoni (e nelle canzonette). C. Br. Severino Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL VERTICE A CARDIFF ✒ C’è stato un tempo in cui la politica è stata capace di intercettare — e spesso di anticipare — i nuovi bisogni sociali, offrendo risposte e certezze normative alle richieste che arrivavano dai cittadini in tema di diritti civili e di famiglia. Davvero un’altra epoca. Oggi questa capacità di elaborazione si è persa per strada, lasciando spazio a discussioni superficiali, spesso solo banalmente grevi, che non possono produrre scelte. E soprattutto le scelte mature che servirebbero di fronte a una società che va sempre più parcellizzandosi e complicandosi. Basta una discussione a suon di tweet di fronte, per esempio, a un progresso tecnologico che ha radicalmente modificato le modalità di diventare padre e madre, trascinando con sé lo stesso ruolo paterno e materno? Non ha davvero insegnato niente il dolorosissimo caso degli embrioni scambiati in un ospedale romano? Occorre cambiare passo al più presto e porre fine a ciò che è sotto gli occhi di tutti: la totale incertezza dei propri diritti e dei propri confini in un tema estremamente delicato come la sfera degli affetti e dei rapporti sociali. Dall’attribuzione del cognome materno alla possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali passando per un argomento che sembra ormai «assimilato» come il divorzio (ma le tante uccisioni che avvengono in questa fase ci dicono che forse così non è) sono solo alcuni dei molti fronti aperti che non riescono a trovare risposta adeguata da chi quella risposta è tenuto a darla: la politica. Se talvolta qualcosa si muove, questo accade sotto la spinta di sentenze della magistratura (che in materia di famiglia da troppo tempo si è di fatto sostituita al legislatore che costantemente richiama ai propri doveri) o della pressione del diritto internazionale. Il risultato non è una maggior chiarezza, quanto invece il moltiplicarsi delle differenze tra le persone a seconda delle disponibilità economiche, della cittadinanza, della capacità culturale. Il disagio per l’improvvisazione e la contrapposizione ideologica sono sempre più forti. Maria Silvia Sacchi © RIPRODUZIONE RISERVATA LA TRASPARENZA ASIMMETRICA DI RENZI POCHI I CONTENUTI SUL SITO DEL GOVERNO ✒ Un consiglio da gufo: il governo utilizzi il nuovo sito passodopopasso — per ora assai povero di contenuti — anche per pubblicare i 25 documenti finali della spending review di Cottarelli. Dopo la pausa estiva il presidente del Consiglio Renzi propone ora l’idea dei «mille giorni» per valutare l’azione del governo, e il concetto di «passo dopo passo» per spiegarne il (nuovo) modo di procedere cauto e costruttivo. Già altri hanno rilevato come questa politica dei piccoli passi mostri un interessante grado di somiglianza con il tanto bistrattato lavoro di cacciavite messo in atto da Enrico Letta, predecessore di Renzi a Palazzo Chigi, e di fatto rottamato per eccessiva lentezza e scarso coraggio. Tant’è. Il governo ha dunque creato il sito web passodopopasso.italia.it, che contiene una descrizione di quanto verrà fatto nei prossimi mille giorni, con annesso contatore dei giorni che separano dalla data finale, cioè il 31 maggio 2017. Al momento il sito, pur di aspetto discreto, non appare molto ricco di contenuti, e le informazioni presenti finora lasciano parecchio a desiderare. Ad esempio, tra le notizie appare il dato Istat sugli occupati, che da febbraio a luglio fa «registrare un aumento dello 0,2%»: non si capisce però per quale ragione non sia stato utilizzato come punto di partenza il dato di marzo, in quanto Renzi è diventato presidente del Consiglio il 22 febbraio. Ma forse una ragione c’è: il confronto tra luglio e marzo si traduce in una diminuzione degli occupati di 34 mila unità, cioè dello 0,15%. Eppure di materiale da inserire nel sito ve ne sarebbe eccome. Ad esempio, i corposi 25 documenti finali della spending review non sono ancora stati pubblicati: sarebbe cosa gradevole se il governo decidesse di essere trasparente in maniera simmetrica rispetto al futuro ma anche al passato, consentendo a cittadini e addetti ai lavori di sapere quali proposte concrete sono state formulate per ridurre la spesa pubblica. È difficile credere che sui server della Presidenza del Consiglio non vi sia spazio per 25 megabyte di dati (lo spazio occupato da un video di 5/6 minuti). Meno gelati, più Pdf. Riccardo Puglisi © RIPRODUZIONE RISERVATA I tanti dilemmi della Nato davanti alla sfida della guerra ibrida di MASSIMO GAGGI D oveva essere, almeno nelle intenzioni iniziali degli americani, un incontro dedicato soprattutto a riorganizzare l’Alleanza dopo la fine dell’intervento militare in Afghanistan. E invece gli sviluppi degli ultimi mesi — la nascita di un’entità semistatale e terrorista a cavallo tra Siria e Iraq e, soprattutto, l’allargamento del conflitto in Ucraina col ruolo sempre più aggressivo di Vladimir Putin — hanno trasformato quello che inizia domani a Cardiff, in Galles, nel vertice della Nato più importante dalla caduta del muro di Berlino, 25 anni fa. Un ritorno alle origini, dicono in molti: svanita la «cortina di ferro», cancellato il Patto di Varsavia, la Nato negli ultimi decenni ha svolto ruoli attivi su vari scacchieri, dalla ex Jugoslavia all’Iraq, reinventandosi più volte, ma avendo sempre la sensazione di essere sull’orlo di una crisi di identità. Le ambizioni neoimperiali del Cremlino che hanno lasciato a lungo incredulo e senza una vera risposta strategica (sanzioni economiche a parte) un Occidente che si era convinto di non dover più temere conflitti con Mosca, restituiscono ora alla Nato il suo antico ruolo di difesa dalle minacce provenienti dal fronte orientale. Ma non c’è nulla di rassicurante in questa svolta perché le circostanze politiche ed economiche in cui tutto ciò avviene sono assai diverse e ben più complesse: intanto non c’è più l’antica compattezza dell’Occidente contro un blocco sovietico completamente isolato dal mondo libero. Molti Paesi del Patto di Varsavia fanno ora parte della Nato e l’esigenza di difenderli da una possibile aggressione russa può diventare un ulteriore elemento di divisione nella Nato. Putin, ad esempio, potrebbe essere tentato di colpire uno dei Paesi baltici (vedi articolo sull’Estonia nelle pagine degli Esteri) per mettere alla prova l’effettiva volontà di tutti i partner dell’Alleanza di rispettare l’articolo 5 del Trattato: quello che obbliga tutti i 28 Paesi della Nato a correre in soccorso di un Stato membro che dovesse essere aggredito. Di certo emergerebbero divisioni con danni gravi alla deterrenza che è stata per oltre mezzo secolo la vera forza della Nato. Se nel 1939 la determinazione a «non morire per Danzica» spalancò le porte dell’inferno nelle quali si tuffò Hitler, c’è chi teme che oggi possa accadere qualcosa di simile con Tallinn o Riga. Un’aggressione aperta di Mosca a un Paese della Nato resta un’ipotesi estremamente improbabile e le contromisure che dovrebbero essere annunciate a Cardiff — dispiegamento di una nuova forza di intervento rapido da attivare in 48 ore in caso di conflitti improvvisi, squadroni di caccia e truppe dotate di carri armati pesanti inviate a rotazione nei Paesi baltici pur senza creare basi permanenti dell’Alleanza — dovrebbero DORIANO SOLINAS L’IMPROVVISAZIONE SUL DIRITTO DI FAMIGLIA CHE CREA DISAGIO TRA I CITTADINI fornire garanzie sufficienti dal punto di vista della prevenzione di un conflitto convenzionale. Ma i Paesi della Nato marciano in ordine sparso su questioni cruciali legate all’allargamento degli impegni di difesa in un mondo nel quale si moltiplicano conflitti e gruppi terroristi (l’Italia, ad esempio, lamenta giustamente l’insufficiente attenzione ai problemi del Mediterraneo e al pericolosissimo focolaio libico). Non solo: oltre che sull’atteggiamento da tenere nei confronti di Putin, ci si divide sulla questione della ripartizione degli oneri per la difesa dell’Europa, nonostante gli Usa, non più dominatori assoluti della scena economica mondiale e preoccupati sempre più dal confronto con la Cina, abbiano da tempo detto che non sono più disposti a pagare da soli il 70 per cento del conto. Ma l’insidia maggiore è forse quella che viene dall’evoluzione del modo di condurre i conflitti. I principi sui quali è basata la Nato, creata per reagire ad un attacco convenzionale, appaiono superati, e la struttura dell’Alleanza sembra ossificata davanti a nuovi strumenti come quelli della «guerra ibrida» condotta da Putin in Ucraina alimentando i ribelli e inviando truppe senza mostrine. I Paesi della Nato a Cardiff dovranno anche chiedersi come reagire in caso di nuovi attacchi di questo tipo, oltre a cercare di riaprire i canali del negoziato diplomatico con Mosca e a provare a spuntare l’arma più pericolosa che il Cremlino punta contro l’Europa: il ricatto energetico. Certo, se qualcuno proporrà di far scattare l’articolo 5 in caso di un’altra guerra civile costruita a tavolino da Mosca, stavolta in un Paese della Nato, certamente tra i 28 membri dell’Alleanza emergeranno divisioni, anche profonde. Ci vorrà, quindi, una certa prudenza. Ma non si può ignorare il recente, drammatico peggioramento della situazione denunciato dalla stessa Angela Merkel, improvvisamente allarmatissima, dopo aver cercato a lungo di tenere aperto il dialogo diretto con Putin. Serve più leadership da parte di Barack Obama, certo, ma dell’Europa, ormai, devono occuparsi soprattutto gli europei. Che la devono smettere coi tatticismi. Bisogna guardare lontano: gli esperti spiegano che le azioni realizzate oggi in Ucraina sono state organizzate dai russi nell’arco di diversi anni. Altre sorprese potrebbero quindi essere dietro l’angolo, anche nel campo, fin qui trascurato, della cyberwar. Meglio non dimenticare che un anno e mezzo fa il capo di Stato maggiore russo Valery Gerasimov scrisse su «VPK», una rivista dedicata ai problemi della difesa, che «i metodi di condurre un conflitto sono cambiati: adesso ci si basa anche su misure non militari come le pressioni politiche, economiche, l’uso degli strumenti d’informazione, gli interventi umanitari». Parole che, rilette oggi, sembrano profetiche. Gerasimov, ha ricordato di recente il Financial Times, arrivò addirittura a ipotizzare l’uso di popolazioni locali come «quinte colonne» nelle quali nascondere proprie forze armate. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARI L’Europa ritrova l’ambizione industriale di FERDINANDO NELLI FEROCI QUEL VIAGGIO AD AUSCHWITZ ANNULLATO DALLA SCUOLA PALESTINESE APERTA AL DIALOGO ✒ Il ritratto di Mohammed Abu Khdeir sta appeso sulla lavagna, la sua sedia resta vuota. Il ragazzino palestinese ucciso all’inizio di luglio da tre estremisti ebrei non è tornato a scuola. Una scuola che da oltre trent’anni prova a insegnare la coesistenza agli allievi arabi. A differenza degli altri istituti a Gerusalemme Est, non segue il corso di studi dell’Autorità palestinese, il preside Fawzi Abu Gosh ha scelto quello israeliano. Ripete che la democrazia, il rispetto degli altri sono al centro dei suoi insegnamenti. Mohammed, 16 anni, è stato ucciso nel primo giorno delle vacanze scolastiche, lunedì è stata la prima volta che gli studenti e i professori si sono ritrovati a parlare di lui dentro la scuola, a discutere dell’odio che lo ha ammazzato: è stato portato via vicino a casa e bruciato vivo per vendicare l’uccisione di tre giovani israeliani. Altri ragazzi palestinesi sono stati arrestati durante gli scontri di questa estate di guerra (protestavano per la morte di Mohammed, protestavano per i morti di Gaza), altri non escono la sera perché i padri e le madri hanno paura che vengano attaccati. Il preside Abu Gosh non ha perso la speranza di trasmettere il senso della convivenza, è stato costretto però a cancellare la visita in Polonia, la sua è una delle pochissime scuole arabe a portare gli allievi nel campo di Auschwitz, perché «devono imparare a sentire e capire il dolore dell’altra parte». Abu Gosh è stato criticato e accusato dai palestinesi di accettare «la versione sionista», mostrare l’orrore dell’Olocausto è considerata una forma di tradimento ideologico. «I genitori dei ragazzi questa volta non ce l’avrebbero permesso», dice al quotidiano Haaretz. La violenza di questi tre mesi ha zittito ancor di più le voci aperte al dialogo, succede anche per la sinistra israeliana, minacciata e malmenata in casa dagli ultrà della destra. Sarebbe stata proprio la classe di Mohammed Abu Khdeir a dover partire per Auschwitz, per un viaggio verso gli altri che per ora non sembra possibile. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA C aro direttore, gli interessanti spunti sulla politica industriale sollevati da Alessandro Pansa (ex amministratore delegato di Finmeccanica, ndr), sul Corriere della Sera del 29 agosto, meritano una riposta. Devo premettere che concordo con molte delle considerazioni evocate nell’articolo e in particolare con le raccomandazioni sulle cose da fare per realizzare una credibile politica industriale a livello nazionale: identificare e sostenere quei settori dell’industria in grado di contribuire più direttamente alla crescita, investire nelle tecnologie del futuro, sostenere i processi di integrazione e di capitalizzazione delle imprese. Ma nella mia veste di commissario europeo all’Industria e all’Imprenditoria vorrei anche chiarire limiti ma anche potenzialità di quanto si sta facendo a livello europeo per definire una politica industriale europea. I limiti sono quelli che ci impone il Trattato di Lisbona che, all’articolo 173, chiarisce che spetta soprattutto agli Stati membri la responsabilità di sviluppare politiche idonee al rilancio dell’industria, e che alla Ue sono affidate, in questo ambito, solo competenze di supporto. Ma non c’è dubbio che l’alto grado d’integrazione dell’economia europea (sicuramente superiore a quella politica) richiede politiche economiche adeguate a livello continentale. Ormai le imprese operano in un contesto di elevata interdipendenza e in catene di valore di dimensione europea (e spesso direi mondiale). Inoltre, la politica industriale, per sua natura orizzontale, è influenzata dalle decisioni che ven- gono assunte in svariati altri ambiti, quali, ad esempio: la realizzazione del mercato interno, le regole sulla concorrenza e gli aiuti di Stato, le politiche energetiche e ambientali, la politica commerciale, i processi di standardizzazione, le regole per la protezione dei consumatori, le politiche per l’innovazione e la ricerca, le politiche regionali e quelle dei trasporti e delle grandi reti infrastrutturali. Su alcune di queste politiche l’Unione Europea ha competenze esclusive. Si pensi ad esempio alle regole della concorrenza o alla politica commerciale. E osservo a questo proposito che le proposte avanzate da Pansa in materia di sostegni finanziari a settori mirati dell’industria o di definizione da parte di autorità nazionali del livello desiderato di competizione, per quanto condivisibili, richiederebbero verosimilmente una rivisitazione delle regole europee sulla concorrenza e gli aiuti di Stato. Su altre politiche l’Ue esercita competenze concorrenti e condivise con gli Stati membri. E proprio su queste politiche l’Unione sta cercando di definire una strategia che affianchi l’azione degli Stati membri con l’obiettivo di sostenere e rafforzare il tessuto industriale europeo. Stiamo lavorando per facilitare l’accesso al credito, per ridurre i costi dell’energia e facilitare l’accesso alle materie prime. Siamo impegnati a ridurre gli oneri burocratici e amministrativi (e a sostenere gli Stati membri in questa stessa direzione), e a creare professionalità che corrispondano alle esigenze delle imprese. E abbiamo identificato alcuni settori stra- tegici di intervento ad alto impatto — tra cui le tecnologie abilitanti fondamentali, i veicoli verdi, la bio-economia, l’efficienza energetica e le reti intelligenti — su cui stiamo concentrando l’utilizzo di fondi europei (sia quelli provenienti dal nuovo Programma Orizzonte 2020, sia quelli che si renderanno disponibili grazie alla nuova programmazione dei fondi regionali 2014-2020). Mi rendo conto che tutto questo non è ancora abbastanza. Paghiamo anni di ritardo dovuti alla convinzione che l’economia potesse via via abbandonare l’industria e il manifatturiero per concentrarsi su servizi e finanza. Tuttavia, la crisi ha reso evidente che senza una base industriale forte si perde la capacità di innovare ed esportare. Dopo anni di oblio si è ricominciato a parlare di politica industriale anche in Europa. Lo confermano le conclusioni del Consiglio europeo del marzo scorso, che per la prima volta dopo molti anni di esclusiva attenzione ai temi della finanza pubblica, ha tracciato le linee di un ambizioso programma di lavoro in questo ambito. Ha ragione in conclusione Pansa quando ci ricorda che le politiche industriali sono sostanzialmente una responsabilità nazionale. Ma sarebbe un errore non tener conto, nella elaborazione di politiche industriali nazionali, del grado di integrazione economica ormai raggiunta a livello continentale e delle politiche che l’Unione ha sviluppato a sostegno delle imprese europee. Commissario europeo per l’Industria e l’Imprenditoria © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere STORIE DI GUERRA CIVILE NELLA JUGOSLAVIA DEL 1945 Risponde Sergio Romano Con molto interesse ho letto Slovenia 1945 di John Corsellis e Marcus Ferrar (Libreria Editrice Goriziana) e appreso il dramma, a me sconosciuto, sofferto dai domobranci: civili e militari quasi tutti cattolici. Circa 18.000 di queste persone erano in fuga, in quanto oppositori del progetto rivoluzionario di Tito, cercando rifugio nell’Austria occupata dall’VIII Corpo d’armata britannico per sfuggire e sottrarsi, se fatti prigionieri dall’Esercito popolare di liberazione jugoslavo, a morte certa. Va ricordato che i domobranci erano stati collaboratori delle forze di occupazione italiane e tedesche nella prima fase del conflitto. Chiedo il suo parere sulla responsabilità dei britannici che fecero rientrare nella costituenda Federazione Jugoslava questi profughi, pur sapendo che Tito li avrebbe eliminati. Infatti solo 6.000 riuscirono a salvarsi, mentre gli altri 12.000 furono rimpatriati e al loro rientro subirono pestaggi, torture e alla fine vennero infoibati. Anche i cosacchi, che si erano insediati in Carnia, subirono la stessa sorte a opera di Stalin, così come tanti ucraini, polacchi, ungheresi e chissà quanti altri. I responsabili di questi rimpatri hanno sempre affermato che eseguivano ordini dettati dagli accordi e trattati internazionali. Paolo Tempo paolo.tempo@tiscali.it Caro Tempo. domobranci erano membri di una Guardia territoriale slovena costituita dalle forze tedesche quando subentrarono a quelle italiane dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Ma questa Guardia territoriale, a sua volta, era l’erede I PRIMA VISITA DI ERDOGAN OBBLIGAZIONI BEI IN RUBLI Tomba di Atatürk Acquisto impossibile Caro Romano, la Turchia gode di simpatia da parte di un buon numero di europei anche se nel Paese sembrano riapparire sintomi di un certo estremismo (vedi supertasse su tutti gli alcolici, addirittura proibiti nei negozi vicini alle moschee, precise indicazioni in merito al castigato abbigliamento delle donne, specifiche regole da adottare circa le fogge dei costumi da bagno, eccetera). Le chiedo: come viene giudicata oggi la ben nota rivoluzione laica voluta da Atatürk nel 1923, di chiaro stampo occidentalista? A causa della crisi geopolitica la valuta della Russia, il rublo, si indebolisce rispetto a tutte le valute più importanti. Per questo motivo ho pensato di «rischiare il cambio», investendo un piccolo risparmio in obbligazioni Bei tripla A in rubli. Morale: in Italia nessun privato può acquistare questi titoli pur essendo emessi dalla Banca europea per gli investimenti. Carlo Radollovich carlo.radollovich@libero.it Atatürk resta per il momento almeno formalmente intoccabile. Il primo atto ufficiale di Erdogan, dopo il suo insediamento al vertice della Turchia, è stato la deposizione di una corona sulla tomba del fondatore della Repubblica nel mausoleo intitolato al suo nome. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Nico Koper, Aviano (Pn) NONOSTANTE GLI ANNUNCI Fiscalità in aumento Renzi si vanta di non aver aumentato le tasse e l’Istat ci La tua opinione su sonar.corriere.it Matteo Renzi: basta criticare la Germania, va seguita sulle politiche del lavoro. Ha ragione? di una Milizia volontaria anticomunista (Mvac) creata dall’amministrazione italiana nel periodo precedente con il compito di difendere i presidi e perlustrare il territorio. Ricordo ai lettori che dopo la disintegrazione della Jugoslavia nel 1941, anche la Slovenia era stata divisa in tre parti: Lubiana e le regioni meridionali all’Italia, il Nord alla Carinzia (divenuta dopo l’Anschluss un land del Terzo Reich) e una parte più piccola all’Ungheria. Nel suo libro su L’Italia e il confine orientale, edito dal Mulino nel 2007, Marina Cattaruzza ricorda che la Mvac, nel febbraio del 1943, era integrata nell’XI corpo d’armata italiano e comprendeva 5.153 di Gian Antonio Stella uomini. I domobranci della Guardia territoriale slovena, invece, furono più del doppio ed ebbero una parte maggiore nelle operazioni militari contro i partigiani di Tito. Entrambe le organizzazioni, comunque, furono espressione di quel cattolicesimo anticomunista che considerava Tito, per le connotazioni ideologiche del suo movimento, molto più minaccioso di Hitler e Mussolini. Occorre ricordare, caro Tempo, che la Jugoslavia, durante la Seconda guerra mondiale, non fu soltanto teatro di una guerra fra l’Armata di Tito e quelle di due potenze occupanti (Germania e Italia). Fu anche teatro di altri conflitti: fra Tito e il generale Mihailovic, comandante delle formazioni monarchiche, fra i serbi e quei popoli (croati e sloveni) che avevano mal tollerato il primato dei serbi sorto dalla sconfitta dell’Impero austro- ungarico alla fine della Prima guerra mondiale. La consegna dei domobranci a Tito, come quella dei cosacchi e altri militari all’Armata Rossa, è uno degli episodi più discussi e controversi della Seconda guerra mondiale. Non so se i britannici fossero consapevoli della sorte che sarebbe toccata ai loro prigionieri. Ma posso immaginare che non fosse facile negare a un importante alleato, decisivo per le sorti della guerra, la consegna di coloro che dal suo punto di vista potevano essere considerati traditori. Sarebbe stato necessario pretendere garanzie sull’equità del giudizio a cui i «traditori» sarebbero stati sottoposti. Ma i rapporti con Tito, nel caso dei domobranci, sembrarono evidentemente più importanti di qualsiasi considerazione umanitaria. 2014 sono state aumentate le addizionali sull’Irpef e i costi dei biglietti per viaggiare. paga, si precipitassero a saccheggiare i supermercati? © RIPRODUZIONE RISERVATA Alberto Voltaggio, Roma DEFLAZIONE BONUS DI 8O EURO Effetti non immediati Alcuni politici ironizzano sugli 80 euro che non avrebbero avuto effetti sui consumi, come è stato rilevato dall’Istat per il secondo semestre dell’anno in corso. Premesso che è ancora presto per valutare l’efficacia del provvedimento, quei politici mi sembrano poco attenti alle rinnovate tendenze del mercato. Che si aspettavano? Che i beneficiati dalla misura, appena ricevuti i primi 80 euro in busta SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì L’ex premier Mario Monti: il mio governo ha fatto riforme concrete, non «slides». Condividete? 63 No 37 Pericoli per le pensioni? La «spending review» prevede tagli sugli sperperi pubblici, compresi quelli sulle società partecipate. Sui vitalizi agli ex consiglieri regionali all’età di 50 anni (senza il corrispettivo dei versamenti previdenziali!) qualche Regione ha predisposto l’innalzamento dell’età a 60 anni. È un passo avanti positivo, anche se ancora disallineato con la normativa vigente sull’età pensionabile. Inoltre da tempo per tutti gli ex dipendenti gli assegni superiori a tre volte il trattamento minimo sono state bloccate le perequazioni dei trattamenti pensionistici. Ora che siamo in deflazione, che succederà, allora, alla perequazione automatica di milioni di pensioni? Antonio Iadicicco antonioiadicicco@alice.it Interventi & Repliche Detenuti e lavoro fuori dal carcere Periodicamente le cronache dei media si occupano delle cattive condizioni dei greti dei fiumi cittadini, dei marciapiedi e delle strade di tante città: talune sembrano vere e proprie giungle a cielo aperto, in piena città. Lo ha evidenziato, nella sua lettera al Corriere della Sera di martedì 2 settembre, anche una lettrice di Vigevano. Ma perché non si usano i detenuti per pulire gli alvei dei fiumi o le spiagge o i giardini pubblici, molti dei quali in pessimo stato? Eppure c’è un protocollo d’intesa Amministrazione penitenziaria e Anci per impiegare gratuitamente proprio i detenuti in progetti di recupero ambientale delle città. Manca certamente la volontà politica, ma questo è anche il risultato delle politiche penitenziarie regionali sbagliate degli ultimi 10 anni, che hanno lasciato solamente al sacrificio ed alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle sovraffollate carceri liguri. Politiche che, ad esempio, non hanno favorito il lavoro in carcere e l’impiego dei detenuti per il recupero del patrimonio ambientale nazionale e la formazione e l’aggiornamento professionale della Polizia penitenziaria (come l’insegnamento delle lingue straniere) rispetto a una popolazione detenuta prevalentemente extracomunitaria. Bisognerebbe far lavorare tutti i giorni dell’anno i detenuti, specie in lavori di pubblica utilità a favore della tutela ambientale come pulire i greti dei fiumi, i giardini, occupandosi della cura e manutenzione degli spazi pubblici delle città. Farlo un solo giorno all’anno, a Ferragosto, come avvenuto in qualche città italiana, puzza di operazione propagandistica fine a se stessa, che non è utile a nessuno. Eppure chi sconta la pena in carcere ha un tasso di recidiva del 68,4%, contro il 19% di chi fruisce di misure alternative e addirittura dell’1% di chi è inserito nel circuito produttivo. Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto Sappe (Sindacato autonomo Polizia penitenziaria) © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Bambini parcheggiati in attesa di adozione «È una vittoria dei bambini», hanno detto le due madri omosessuali romane dopo il riconoscimento, da parte del Tribunale per i minorenni capitolino, del loro diritto all’adozione. Cori di esultanza delle associazioni gay, cori di indignazione della destra. Il tema spacca. E possiamo scommettere che continuerà a dividere per mesi, anni, decenni. Sia a chi esulta sia a chi si indigna, tuttavia, pare esser sfuggito un punto: la contraddizione del tribunale romano tra la sentenza in favore della coppia omosessuale ed altre ostili ai «genitori usa e getta», quei padri e quelle madri che accettano di farsi carico, per un certo periodo, di bambini destinati all’adozione e poi se li vedono togliere brutalmente anche nel caso quei bambini siano ormai così legati alla famiglia affidataria da subire nel «trasloco» presso i genitori adottivi un nuovo trauma. A volte gravissimo. Dice infatti il verdetto contestato dai tradizionalisti che in base all’articolo 44 della legge l’adozione può esser concessa «in casi particolari... nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere con l’adulto, in questo caso genitore “sociale”, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo». Bene: la piccola Anna (il nome, ovvio, è di fantasia) fu data in affidamento alcuni anni fa insieme a due fratellini di 2 e di 4 anni alla «casa famiglia» di due coniugi reatini che avevano già cinque figli loro e che da anni offrono la loro ospitalità e la loro esperienza ai giudici minorili quando questi devono «parcheggiare» un bambino in attesa che torni nella famiglia d’origine o sia dato in adozione. Dicono le norme che questo perioSono tre anni che di affidamento può durare al masla nuova legge non do simo 24 mesi. Spiega tuttavia la depuriesce ad arrivare tata democratica Francesca Puglisi, nel disegno di legge teso a cambiare in Aula per alcune regole rigide fino all’ottusità, che «i bambini e gli adolescenti in afl’approvazione fidamento familiare da oltre due anni costituiscono la maggioranza degli accolti risultando pari a poco meno del 60 per cento» e l’adozione può rivelarsi un nuovo dramma. Capita infatti «non di rado che un bambino o una bambina, già provati da una prima separazione, siano sottoposti ad una seconda dolorosa frattura e “trasferiti” a una terza famiglia». Anna, ad esempio. «Quando ce la diedero aveva solo quaranta giorni», racconta il padre affidatario. «Noi le abbiamo dato il biberon, noi le abbiamo visto spuntare il primo dentino, noi le abbiamo insegnato a camminare, parlare, disegnare... Dopo tre anni e mezzo si sentiva figlia nostra. Non bastasse aveva problemi di epilessia. Insomma, quando fu il momento di consegnarli alle famiglie adottive, i due fratellini mostrarono di potersi inserire senza problemi. Lei no. Tanto che io e mia moglie chiedemmo al giudice di dare la precedenza alla bambina e di lasciarla a noi. Niente da fare». «Abbiamo perso in primo grado, in secondo e anche in Cassazione», spiega l’avvocato Lucrezia Mollica, da anni impegnata su questo fronte, «adesso il giudizio spetta a Strasburgo. «Il superiore e preminente interesse del minore», in questo caso, non è stato considerato affatto. Sono tre anni che la nuova legge non riesce ad arrivare in Aula per l’approvazione. Tre anni. E intanto chissà quanti bambini sono stati strappati alle famiglie che li avevano cresciuti... ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Vincino FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it Tuttifrutti Giuliano Sassa, Milano racconta che siamo in piena deflazione, ma qualcosa non torna, quanto meno nei miei conti familiari. È vero che questo governo non ha fatto un aumento diretto delle tasse ma le sue azioni nei confronti degli enti locali su chi pensa si possano riflettere se non sui cittadini? La Tasi 2014 mi obbliga a pagare il 52% in più rispetto all’Imu sull’unica proprietà immobiliare prima casa; con la Tari ho avuto fortuna: solo il 20% in più rispetto alla Tares 2013. Senza dimenticare che nel corso del @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,20; Argentina $ 13,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,20; Belgio € 2,20; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. Fr. 3,00 (quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50); Cipro € 2,20; Croazia Hrk 17; CZ Czk. 64; Francia € 2,20; Germania € 2,20; Grecia € 2,50; Irlanda € 2,20; Lux € 2,20; Malta € 2,20; Monaco P. € 2,20; Olanda € 2,20; Portogallo/Isole € 2,50; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,20; Spagna/Isole € 2,50; Hong Kong HK$ 45; Telefonate internazionali: i costi Ho un cugino a Santiago del Cile. Lui mi raggiunge al mio telefono fisso a Milano senza problemi e paga 10 centesimi di dollari Usa al minuto. Io trovo sempre il suo telefono occupato e se una volta mi riuscisse di trovarlo libero pagherei 2 euro al minuto. Ho chiamato il 187 per parlare con operatore; mi hanno detto di attendere 2 minuti. Dopo 10 minuti di propaganda ai loro servizi, nessun operatore si era fatto vivo. Mio cugino ha parenti anche in Spagna e Gran Bretagna: tra loro nessun problema e al costo di 20 centesimi di euro e 10 centesimi di sterlina al minuto. Angelo Giunchino angelo.giunchino@alice.it EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “I capolavori dell’Arte” € 2,40; con “Ufo Robot” € 3,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “English Express” € 12,39 36 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli Alla Mostra Commuove il progetto del regista realizzato con i video amatoriali girati in un giorno, lo scorso 26 ottobre Momenti Una galleria con alcuni dei segmenti selezionati da Salvatores per raccontare il nostro Paese: dalla realtà agricola a quella degli anziani alle prese con la tecnologia Gli italiani di Salvatores DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA — Buongiorno Italia. Un Paese si racconta in 24 ore attraverso 632 video. Li hanno inviati persone comuni, sollecitate da annunci su web e giornali. «È un’Italia ferita, che si dispera ma non si piange addosso. C’è più ottimismo che rabbia, una visione del futuro c’è», dice Gabriele Salvatores. Con un team ha scremato, selezionato i filmati. È la vita degli italiani che si svolge in «quel» giorno, il 26 ottobre 2013. Le ore di immagini erano 2.200, i video arrivati oltre 44mila: «Non è forse il montaggio, quindi il racconto, la vera anima di un film?», si chiede il regista. Così ha preso forma Italy in a Day, Un giorno da italiani, accolto da applausi e lacrime. Il 23 settembre sarà nelle sale soltanto per un giorno e il 27 settembre su Raitre: «Ormai ci sono tanti pubblici, forse è questo il futuro del cinema». Luoghi e persone. Milano che va veloce, e il cardiochirurgo Alessandro Frigiola nell’ospedale in Iraq dove non ci sono nemmeno barelle per i bambini: «Più vite salvo, più ha significato la mia vita»; Napoli con tre musicisti che suonano «Amapola» in piazza del Plebiscito, e l’astronauta Luca Parmisano che in orbita a 28mila chilometri all’ora vedrà 16 albe e 16 tramonti mangiando lasagne spaziali. Ma qui troviamo soprattutto volti anonimi d’ogni età che escono dalla folla e si offrono in piccoli e grandi gesti quotidiani. «Mancano i ricchi, nessuno di una classe agiata, come se raggiunta una certa sicurezza ognuno lottasse per se stesso, senza il bisogno di condividere nulla». Non una sequenza d’immagini che scandiscono la giornata ma un racconto che galleggia in una contraddizione: un ritratto dell’Italia, ma non la copia della realtà. Un diario emotivo, un censimento delle emozioni e dei pensieri degli italiani: speranza, solitudine. «La scelta degli argomenti determina la visione. Ho posto soltanto alcune domande, Applausi e lacrime per il film collettivo «Siamo un Paese ferito ma ottimista invece della rabbia c’è voglia di futuro» quella sulla paura per esempio. Alcuni video erano rivolti direttamente a me, chi mi dava del “lei” e chi del “tu”, li ho tagliati per pudore. Mi aspettavo più trash alla social network. Invece no. Non è il selfie degli italiani, dove trovi esibizionismo e una voglia di mostrarsi che qui non c’è. Ho trovato un senso di tenerezza umana e di dignità della vita. È stata una seduta di psicoanalisi collettiva». Nessuno parla di cultura, mai avvertita come una priorità, una necessità: «Ecco, questo mi ha colpito e mi è dispiaciuto molto». Il lavoro che non c’è, gli amori che si consolidano, i ricordi. La donna alluvionata in Toscana che nel fango ritrova 44.197 I filmati girati il 26 ottobre 2013 dagli italiani e inviati a Salvatores 632 I video scelti e usati dal regista per realizzare il film «Italy in a Day» Autore Il regista Gabriele Salvatores, 64 anni le lettere d’amore di quando era piccola; la ragazza che non teme più di mostrarsi senza parrucca dopo la chemio; l’uomo che vive blindato in casa perché, non così lontano dalla bocca rossa dell’Etna, ha denunciato l’estorsione della mafia, non ha più lavoro e incita a credere in un’Italia migliore; il ragazzo che non ha più voglia di scendere dal cargo che attraversa l’Oceano, si sente protetto nel mezzo del nulla. Giovani, tanti. Uno manda curriculum a chiunque e resta appeso al filo del mouse aspettando una risposta, e chi va in cerca di fortuna all’estero; chi dice che la sua generazione non avrà contratti né ferie pa- gate e chi addentando un panino dice, «finché ho questo da mangiare sono fortunato». «Stiamo raccontando un pezzo di storia», dice uno, potremmo chiamarlo Il ragazzo invisibile, come il film che Salvatores ha appena concluso. E poi ancora il sorriso di un neonato, la ragazza che annuncia ai genitori: «Diventerete nonni, sono incinta», l’anziana malata di Alzheimer non ricorda il nome del figlio, Gabriele, come un angelo: «Non lo sei, ma puoi diventarlo». «Un momento così — rileva Salvatores — nemmeno il più grande regista riuscirebbe a trasformarla nella scena di un film, ecco la forza di questo progetto». Buongiorno Italia. Ci si alza magari sbuffando e oggi è un altro giorno. C’è il senso dell’esistenza che brilla al di là della realtà immediata; c’è il mistero della nascita e della morte; c’è il diritto alla felicità. Salvatores ha raccontato quella cosa meravigliosa che si chiama vita. Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA «La zuppa del diavolo» E Ferrario racconta l’industrializzazione tra progresso e illusione A In piazza Una scena del film di Ferrario negli anni del boom economico ncora poco studiato in tutte le sue componenti, il «cinema industriale», cioè il cinema prodotto in prima persona dalle industrie per raccontare le proprie attività, ha rappresentato per decenni una parte importante della storia del documentario italiano e una palestra non indifferente per molti autori (tra cui Olmi, Antonioni e Vancini), talmente rilevante dal punto di vista quantitativo da giustificare la creazione a Ivrea dell’Archivio Nazionale del Cinema Industriale. È partendo dal materiale là conservato che Davide Ferrario ha costruito La zuppa del demonio (fuori concorso al Lido), utilizzando una locuzione creata da Buzzati per descrivere la produzione dell’acciaio negli altiforni di Taranto. E proprio le immagini della nascita di quell’acciaieria (prima Italsider e poi Ilva), con le ruspe che sradicano gli ulivi mentre il commento spiega come la fabbrica sia progresso e ricchezza mentre la terra passato e povertà, proprio quelle riprese ci mettono di fronte al tema che attraversa tutto il film: che conti fare oggi con le illusioni di ieri? Il regista dichiara subito le sue intenzioni: rispettare immagini e testi di allora e ricostruire attraverso i materiali d’archivio la storia d’Italia che, dagli anni Dieci fino alla crisi petrolifera del '73, vedeva nel modello-fabbrica l’unico futuro del Paese. E lo fa con un lavoro eccellente, che scava nella storia e ricostruisce le tante facce dell’industrializzazione, ma quelle immagini finiscono inevitabilmente per avere un «fuori campo», per restituire alla memoria di chi guarda altri ricordi e altre scene. E invece qui il film finisce per «limitarsi», per «chiudere gli occhi». Mentre invece ti vien da pensare che immagini girate per esaltare l’industria contengono anche i germi di una possibile autocritica. Che forse Ferrario avrebbe potuto illuminare meglio. P. Me. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il format Ridley Scott, l’ideatore: storie ricche di passione DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA — Ridley Scott (76 anni, nella foto) ha ideato il format e ha realizzato lo stesso progetto in Inghilterra e in Giappone: «Life in a Day». Qui è al fianco di Indiana e Rai Cinema come produttore esecutivo: «Ogni Paese ha un suo sguardo. L’Italia è un Paese che sento affettivamente vicino, sia per la bellezza che per la sua Storia. È la verità e la semplicità che ci sorprendono, sono racconti ricchi di colore e passione, come mi aspettavo, e allo stesso tempo rassicuranti e edificanti». Salvatores ha posto solo qualche domanda ai 632 «autori»: «Ma nessuno ha controllato i loro pensieri». E lei? «Il 12 dicembre esce Exodus: Gods and Kings, sulla rivalità tra Mosè e il faraone Ramses. Sto preparando il film The Martian, con Matt Damon, su un astronauta prigioniero di una colonia su Marte e la sua lotta per la sopravvivenza, mentre sulla Terra la Nasa organizza una missione per riportarlo a casa». V. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Spettacoli 37 Arrivi italia: 51575551575557 «I miei bambini» Uno dei 45mila video inviati a Salvatores per «Italy in a Day» è quello di una mamma di Imperia che presenta i suoi bambini: i due piccoli si scambiano un bacio mentre fanno insieme il bagnetto Sbarco È arrivata al Lido anche Sabina Guzzanti, 51 anni: il suo «La trattativa» è uno dei film più attesi della Mostra Bellezza La modella e attrice Milla Jovovich, 38, è protagonista di «Cymbeline», che verrà presentato oggi Tendenze Dagli adolescenti di De Matteo a «Goodnigth Mommy» Quei genitori troppo fragili schiavi di ragazzi terribili Le famiglie squilibrate di Lo Cascio e Gassmann Bilanci Baratta: 22 mila biglietti venduti la rassegna in linea con il 2013 VENEZIA — A sette giorni dall’inizio la Mostra, tira le prime somme. «Biglietti e accrediti, quelli venduti sono 22mila, in linea con l’anno scorso», assicura Paolo Baratta, presidente della Biennale. «E in tempi di crisi, di calo delle presenze nei cinema e ai festival, è già confortante», aggiunge il direttore della Mostra Alberto Barbera. La concorrenza con le rassegne contigue lo preoccupa meno. «Il festival di Telluride si è concluso senza entusiasmi. Per Toronto vedremo. Ma non si annunciano grandi film. I più ghiotti li abbiamo presi noi». I titoli da botteghino però sfuggono a tutti. «Ormai vanno direttamente in sala. E i festival tornano a promuovere il cinema d’autore», spiega Barbera, che sul diktat delle anteprime assolute dice: «Conseguenza di un’assurda guerra tra festival». I film italiani stanno dando prove convincenti. «Li ha lodati persino Le Monde. Non siamo più marginali né autoreferenziali». Soddisfatto di aver rinnovato al 90% le sale storiche della Mostra con 13 milioni di euro, per Baratta la sfida finale resta il Casinò. «Per risistemarlo occorrerebbero 15 milioni e due anni di tempo. Mancano gli interlocutori». A fine 2015 scadono Cda, presidente e vari direttori delle sezioni. «Andrebbero confermati per un anno, se no si bloccano tutte le programmazioni». Quanto a una sua candidatura come sindaco di Venezia, la risposta è: «No grazie». G. Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA Al Lido VENEZIA — Salutano con grugniti, rispondono controvoglia, gli occhi incollati ai telefonini. A scuola vanno malissimo, soldi in tasca troppi e quando non sono abbastanza si rubacchia qua e là. Bevono, fumano, tirano tardi, fanno sesso con chi capita e menano le mani con chi possono. Ragazzi più piccoli, vecchi, barboni… Gente che non conta, su cui si può infierire senza problemi. Tanto, se trapelasse qualcosa, a sistemare tutto ci penseranno mamma e papà… Piccoli mascalzoni crescono. Anzi dilagano con l’assenso di genitori indifferenti o conniventi, pronti a difenderli e scusarli «a prescindere». Se sono somari la colpa è dell’insegnante, se sono maleducati del mondo che non li capisce, se combinano guai dell’età ingrata. In ogni caso non si toccano, non si sgridano. Perché quegli apatici teppistelli sono sempre e comunque I nostri ragazzi. Titolo scelto da Ivano De Matteo per una storia quasi apologo di tante dinamiche familiari, di rapporti deviati genitori-figli. Ieri alle Giornate degli Autori (e dal 5 settembre nelle sale) il film, tratto dal romanzo La cena di Herman Kock (Neri Pozza), mette a confronto due famiglie borghesi. I cui padri, Alessandro Gassmann e Luigi Lo Cascio, essendo fratelli si ritrovano una volta alla settimana al ristorante con le mogli, Barbora Bobulova e Giovanna Mezzogiorno. Un rito un po’ vuoto, per tener vivo un fiacco legame. A rinsaldarlo ci pensano i figli, un maschio taciturno e una fanciulla fin troppo vispa. Una notte, un po’ per alcol un po’ per noia, i due pigliano a calci una poveraccia, con tale violenza da spedirla prima in coma e poi al camposanto. Pensano di averla fatta franca, ma una telecamera ha visto tutto. Due ombre in fuga trasmesse A tavola Da sinistra, Luigi Lo Cascio (46 anni), Giovanna Mezzogiorno (39), Barbora Bobulova (40) e Alessandro Gassmann (49) nel film «I nostri ragazzi» dalla tv, anonime per tutti tranne che per i genitori. Che fare? Denunciarli? Far finta di niente? Mandare a pezzi il loro futuro o insabbiare tutto? Dilemmi morali e pratici che mettono l’uno contro l’altro, mandano in tilt equilibri e coscienze. Tranne quelle dei due giovani complici, sicuri di un’impunità garantita da madri e padri pronti a scusarli Il senatore di Forza Italia Malan: potrei chiedere il sequestro di «Belluscone» Forza Italia potrebbe ricorrere alla magistratura per chiedere il sequestro del film Belluscone - Una storia siciliana, di Franco Maresco. Almeno questo ha annunciato il senatore azzurro Lucio Malan a KlausCondicio. Salvo poi precisare, qualche ora dopo, che l’annuncio di un’azione giudiziaria nei confronti del film era «una idea personale, di cui ho parlato con dei colleghi». Insomma, Berlusconi non sarebbe dello stesso parere: «Il presidente, con la consueta amabilità e tolleranza — ha spiegato poi Malan — non ritiene di assumere iniziative in merito. A questo punto valuterò il da farsi». ancora una volta. Genitori assenti, inesistenti, devastati da sensi di colpa, pronti a farsi zerbini delle loro creature. Timorosi di contraddirli, incapaci di rimproverarli. E a furia di togliere limiti, i pargoletti si spingono sempre più in là, incapaci di distinguere bene e male, giusto e ingiusto. Vedi gli adolescenti parigini di The Smell of Us di Larry Clark. Belli e annoiati, acrobati dello skateboard, delle droghe e del sesso, si prostituiscono per il puro piacere di filmarsi e mandare tutto su internet. E le madri sanno e nulla dicono. Ma a far scattare l’ allarme rosso ragazzini è Goodnight Mommy di Veronika Franz. Tornata a casa fasciata come una mummia per via di un’operazione di chirurgia estetica, mammina viene guardata con sospetto dai suoi gemellini. Convinti che sotto quelle bende non sia più lei, iniziano a perseguitarla e seviziarla: la legano, le cuciono le labbra, la tagliuzzano… Una baby arancia meccanica, un vero horror dell’infanzia. LE STELLE DEL MEREGHETTI SOLITUDINI E IRONIA PENSANDO A GODOT I n Svezia evidentemente si aspetta ancora Godot. O almeno lo aspettano i personaggi del film di Roy Andersson En duva satt på en gren och funderade på tillvaron (Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza), dove di fronte a una macchina da presa fissa, dentro scene sostanzialmente monocromatiche, uomini e donne con la faccia schiarita da un trucco antinaturalistico, aspettano qualcosa che non sanno nemmeno loro, forse un inafferrabile Godot, forse solo che passi il tempo e metta fine alle loro solitudini (non a caso le prime tre scene sono tre modi diversi di fare i conti con la morte). C’è un bar che in passato aveva vissuto momenti di maggior vitalità, un militare che arriva sempre in ritardo ad appuntamenti inesistenti, due rappresentanti incapaci di vendere il loro campionario di oggetti «divertenti», pensionati che ripetono sembra la stessa frase fatta al telefono… All’improvviso, il passato fa irruzione nel presente (il settecentesco re Carlo XII di Svezia e il suo esercito disturbano la tranquillità di un bar; schiavi neri vengono «arrostiti» in uno strano tubo sotto lo sguardo di imperturbabili vecchi borghesi) dove grottesco, surrealtà, ironia e tristezza si intrecciano in maniera indissolubile. E spesso comica. Peccato solo che la totale mancanza di una evoluzione narrativa (il film poteva durare altre due ore o mezz’ora meno e non sarebbe cambiato poi molto) finisca per togliere forza a questo insolito e curiosissimo oggetto. Il giapponese Shinya Tsukamoto, invece, torna al romanzo di Sh hei Ooka Nobi (da noi tradotto come La strana guerra del soldato Tamura) per rifare il capolavoro di Kon Ichikawa Fuochi nella pianura (traduzione letterale del titolo del libro). Un gruppo di soldati giapponesi braccati dagli americani nelle Filippine del 1945 cerca di sopravvivere alla fame e alla guerra in qualunque modo, anche quelli più atroci e inumani. Maestro riconosciuto del cyberpunk più estremo, Tsukamoto non si nega niente: carni squartate, fiumi di sangue, braccia e gambe tagliate, corpi decomposti, convinto così di rappresentare adeguatamente l’orrore della guerra (mentre è solo l’ennesimo superamento dei limiti dello splatter). Ma soprattutto costruisce il film con una noiosissima alternanza di scene immobili e scene concitatissime, primi piani fissi e riprese ultra-agitate che tolgono ogni tensione e annullano ogni possibile riflessione sulla violenza e la disumanità umana. Giuseppina Manin Paolo Mereghetti © RIPRODUZIONE RISERVATA «En duva satt på...» di Roy Andersson «Nobi» di Shinya Tsukamoto da evitare interessante da non perdere capolavoro © RIPRODUZIONE RISERVATA Sono appassionati di social network, postano foto e messaggi: viaggio nella Venezia dei divi in versione online. Come nel reportage di Miranda July Il tifo di Viggo e i panini di Scamarcio: un festival di tweet VENEZIA — Viggo Mortensen ha messo in primo piano la maglia dell’amato San Lorenzo Almagro (passione calcistica che, com’è noto, condivide con Papa Francesco). Michele Riondino si è scarabocchiato un paio di occhialini tondi con il quiz: Chi sono? Stellan Skarsgård fa il malmostoso, Amos Gitai si nasconde dietro le lenti scure. Sono pochi tra gli attori e i registi presenti a Venezia71 quelli che si sottraggono all’invito dell’account twitter della Biennale (@la_Biennale) di partecipare al #TwitterMirror. Ovvero l’autoritratto, eventualmente condito da autografo o altro, nel backstage del Casino. C’è un racconto parallelo del festival che si sta svolgendo su Twitter. Messaggi e foto per la gioia dei follower inviati a volte dagli staff (vedi i dominatori degli scatti, Emma Stone e Andrew Garfield), spesso da diretti interessati. Grandi utilizzatori di Twitter come Riccardo Scamarcio (@ricscamarcio) che in questi giorni alternava consigli cinefili (Italy in a day di Salvatores e Pasolini di Ferrara i più recenti) a foto di colleghi, selfie con il pubblico e immagini di non troppo invitanti tramezzini, nonché retweet di link legati al festival. O Alessandro Gassmann (@gassmanngassmann) che mescola in bocca al lupo e complimenti per I nostri ragazzi di De Matteo di cui è protagonista a tweet e retweet di cronaca e politica. Notevole anche il twit-reportage di Miranda July (@Miranda_ July) della sua trasferta veneziana con le foto insieme con Lena Dunham, Kate Mara, So Yong Kim e i commenti sui primi passi della Somebodyapp lanciata proprio al Lido. Alex de la Iglesia affida a Twitter la sua dichiarazione di stima per il settantacinquenne Peter Bodganovich («chi è il vecchio tra noi?»). Scott Haze (@scotthaze), attore feticcio nonché amico di James Franco, aspetta Curiosità Viggo Mortensen. A sinistra i tweet di Emma Stone al check-in dell’aeroporto e i tramezzini di Riccardo Scamarcio il suo arrivo (lo ha diretto in The sound and the Fury) e intanto posta foto di Al Pacino e impressioni veneziane. Anche Alessia Barela (@alebarela) si affida agli scatti riuscendo nell’impresa di far entrare Pierfrancesco Favino, tutto il cast, i produttori di Senza nessuna pietà più Anna Ferzetti in una sola foto. Attivissimi gli account dei singoli film e delle produzioni che da tempo hanno capito che il tam tam del pubblico vola veloce via Twitter o Facebook e, dunque, è bene esserci. Traffico in possibile aumento nei prossimi giorni: sta per arrivare il twittero compulsivo James Franco, che comunque nell’attesa qualche saluto l’ha già mandato. E la banda di Arance e martello, ovvero quelli di Zoro, che sui cinguettii altrui hanno costruito l’ossatura di Gazebo. Stefania Ulivi © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Spettacoli 39 italia: 51575551575557 Il caso Dopo le polemiche sulla nuova squadra della Domenica del calcio Debutto Sabrina Gandolfi (45 anni): meno ascolti all’esordio rispetto a Ferrari RaiSport, ascolti deludenti A rischio il direttore Mazza Su «Oggi» Il Cda pronto a sostituirlo, il candidato è Paris F uori Mauro Mazza, dentro Carlo Paris. A RaiSport si cambia. Tra gli ordini del giorno del Consiglio di amministrazione Rai in programma domani c’è quello della sostituzione del responsabile della testata sportiva. Un cambio voluto dal direttore generale Luigi Gubitosi che non sarebbe soddisfatto soprattutto degli ascolti dei canali sportivi tematici, RaiSport 1 e 2. Fonti vicine al dg smentiscono in maniera categorica che la ragione dell’avvicendamento sia una reazione alla sostituzione di Paola Ferrari con Sabrina Gandolfi alla guida della Domenica Sportiva, un cambio di conduzione che in questi giorni sta agitando soprattutto i social network. Mauro Mazza sarebbe dunque sotto accusa per gli ascolti, ritenuti insufficienti e non all’altezza nonostante questo sia stato l’anno dei Mondiali. Ma non c’è solo questo. Tra i capi d’imputazione anche la cattiva gestione della finale del Roland Garros: RaiSport 1 lo scorso giugno aveva interrotto la finale di tennis femminile tra Sharapova e Halep nel momento decisivo — sul 4-4 nel terzo set — per trasmettere il playoff di Lega Pro di calcio tra Frosinone e Lecce. Un autogol che aveva fatto parecchio discutere e non è passato inos- servato. Un bilancio dunque considerato negativo, a cui il direttore generale vuole porre rimedio. Così, anche se circolano i nomi di Marco Franzelli e Jacopo Volpi, sembra che il candidato unico proposto alla direzione della testata da Gubitosi sia Carlo Paris, 60 anni, caporedattore degli speciali di RaiSport, da anni inviato a bordo campo per le partite della Nazionale di calcio. La sostituzione dovrebbe andare in porto perché Gubitosi dovrebbe essersi già assicurato i 5 voti necessari. Tra questi non c’è quello di Antonio Verro (consigliere in quota Forza Italia). Anche i numeri sono soggetti a punti di vista: «Sono sorpreso — spiega Verro —. Contestato Mauro Mazza (59 anni) Favorito Carlo Paris (60 anni) Non capisco le motivazioni alla base della eventuale sostituzione, dopo gli ottimi dati di ascolto dei Mondiali. Sono in corso parecchi tagli strutturali, ma la competizione della Rai con Sky è andata molto bene. Indipendentemente da chi sia il sostituto voterò contro». Esordi al Secolo d’Italia, «un uomo di destra, di “area An” prima ancora che nascesse An» (parole sue), Mauro Mazza sembra dunque avere il destino segnato anche se incassasse i voti favorevoli degli altri tre consiglieri di centrodestra (Antonio Pilati, Guglielmo Rositani e Luisa Todini). Intanto, però, incassa solidarietà politica. Maurizio Gasparri ha parlato di «decisione che appare priva di motivazioni, intrisa di volontà politica, segno di un pregiudizio personale evidente» e ha presentato un’interrogazione in Vigilanza Rai. Gior- L’ex conduttrice Paola Ferrari «Io non c’entro, se avessi questo potere mi farei dare Sanremo» Stop alla collaborazione Fine del contratto Luciano Onder non dice più «33» L’ambulatorio televisivo di Luciano Onder (71 anni, foto) chiude dopo 35 anni. Medicina 33 dal 21 settembre farà a meno del suo ideatore e conduttore, che ha disquisito di ogni patologia. Il dg Gubitosi ha deciso di far valere la norma che prevede che gli ex dipendenti Rai non possano avere contratti di collaborazione. Spiega Onder: «Sono rimasto di stucco, è vero che ho una certa età ma non è stato valutato il valore aggiunto della mia professionalità». (R. Fra.) © RIPRODUZIONE RISERVATA gia Meloni l’ha definita un’«incomprensibile rimozione». Ma anche nel centrosinistra c’è chi interroga: i segretari della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi (Pd) e Bruno Molea (Scelta civica), temono che la sostituzione «rischi di essere l’ennesimo autogol della Rai». Tirata in ballo come possibile ragione del cambio, Paola Ferrari ride divertita: «Se avessi tutto questo potere in Rai mi farei dare il Festival di Sanremo». Renato Franco @ErreEffe7 © RIPRODUZIONE RISERVATA Su La7 «diMartedì» in onda lo stesso giorno del suo ex programma Floris gioca il derby con Ballarò: non solo politica, vorrei Conte ROMA — Il punto è che «da tanto tempo chiedevo una striscia quotidiana di analisi delle notizie del giorno» e che «qui a La7 me la fanno fare», per il resto, «chiedete alla Rai perché lì non l’hanno voluta». Giovanni Floris riparte «dal basso», come dice lui, da quell’1 per cento di share che oggi è l’ascolto medio della fascia preserale della rete di Urbano Cairo e che dall’8 settembre diventerà invece «diciannovEquaranta» guidato dall’ex volto di «Ballarò». «È l’approfondimento quotidiano che mi mancava — spiega —: quindici minuti in diretta con un tema del giorno e faremo da traino al tg di Enrico Mentana». Concorrenza con lui? «No, il suo tg è il più autorevole e ognuno fa il proprio lavoro: se noi andiamo bene, va bene anche lui». Ma il quotidiano non basta all’ex di Raitre. Dopo aver detto addio alla Rai («è l’azienda dove ho cominciato e verso la quale ho una immensa riconoscenza») e aver lasciato in via Teulada il suo «Ballarò», ha pronto il Ballarò di La7. Lui precisa più volte: «È un’altra cosa, un progetto lungo cinque anni in cui La7 ha creduto per farci diventare l’identità della rete». Ma intanto i punti fermi sono: «Io alla conduzione, Nando Pagnoncelli ai sondaggi, Maurizio Crozza alla satira». E poi gli autori, gli inviati, i redattori: quasi tutti ex «Ballarò». Come dire: squadra Fiorello e la tv: ero tentato di non farla più che vince non si cambia. Si chiamerà «diMartedì», andrà in onda ogni settimana alle 21.10 e sarà un talk show politico. «Ma di volta in volta ci allargheremo anche ad altri argomenti, mi piacerebbe ad esempio portare in trasmissione il nuovo ct dell’Italia Antonio Conte, o l’economista francese Thomas Piketty, o ascoltare nuove voci del mondo della Chiesa di papa Francesco». Oltre al gruppo storico si ag- Sorriso Giovanni Floris, 46 anni, debutterà il 16 settembre su La7 con «diMartedì». Dall’8 condurrà una striscia quotidiana prima del tg di Mentana giungono giovani dalle esperienze più varie e una firma: «Avremo la consulenza del presidente dell’Ansa Giulio Anselmi». La sfida con il «Ballarò» originale è aperta, anche perché saranno in onda in contemporanea: «In 12 anni — dice Floris — abbiamo realizzato un programma che è diventato il più autorevole: ora lo lasciamo ad un giornalista autorevolissimo, Massimo Giannini, ex vicedirettore di Repubblica, un amico che stimo moltissimo e a cui non devo certo dare dei consigli». Sorride: «Non saremo una copia di “Ballarò”, però ci rimettiamo in gioco e puntiamo a riprenderci quel pubblico, a portare di qua più persone possibili». Novità? «Floris continua ad essere Floris, non cambia nulla del mio essere giornalista». Non teme la concorrenza, sia quella fuori sia quella in casa, con Lilli Gruber ad esempio e il suo «8 e mezzo» quotidiano: «Ci sono tanti talk show politici, non vince chi porta l’ospite ma chi offre un taglio diverso, un punto di vista diverso sulla politica cui altri non hanno pensato, non vedo il problema, anzi è un arricchimento». E però un ospite lo ha già chiamato: «Aspettiamo Matteo Renzi, venga quando vuole: ho un po’ di cose da chiedergli su quello che sta facendo». Claudia Voltattorni clavolt © RIPRODUZIONE RISERVATA «Se fossi single, avrei già smesso di fare questo mestiere». Così Fiorello in un’intervista al settimanale Oggi, in edicola da stamani (nella foto la copertina). «Dipendesse da me, potrei garantire che non mi vedrete più in tv in quel genere di spettacolone, il varietà ad alto budget in prima serata. Sto bene come sto, con la mia EdicolaFiore, i post su YouTube, la radio, magari il tour... Avrei già smesso, ma mia moglie Susanna e la mia famiglia non vogliono. Sostengono: è un peccato, uno spreco. Quindi continuerò. Anche se il mio sogno è fare un programma alle 7 del mattino, come in America». Nell’intervista lo showman si sfoga contro le critiche web: «Dicono che sono permaloso. Ma non è così. Non riesco però a fregarmene degli insulti gratuiti, livorosi e anonimi». 40 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Superprocura Tavecchio può essere deferito Da venerdì scorso il Coni ha dato il via libera all’operatività della Superprocura, voluta dal presidente Malagò (con lunga polemica nei confronti di Abete) e affidata al generale di brigata dei carabinieri Enrico Cataldi, già a capo del Racis (Raggruppamento investigazioni scientifiche). Uno degli scopi per i quali il Coni ha creato questo istituto è quello di vigilare con potere di avocazione sul lavoro di Stefano Palazzi, procuratore Figc, e dei procuratori delle altre federazioni. Già in queste ore si capirà la forza di questa Superprocura. Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, non è stato deferito da Palazzi per la frase sui «mangiabanane»; ora si vedrà se provvederà a intervenire il generale Cataldi e dimostrerà maggiore severità rispetto alla procura della Figc. Per venerdì è atteso anche il pronunciamento dell’Uefa nei confronti del presidente della Figc. © RIPRODUZIONE RISERVATA Obiettivo L’attaccante rossonero guida il gruppo di chi cerca il rilancio: Conte non aspetta altro Il clan azzurro della rivincita Il ricordo DAL NOSTRO INVIATO Oriali: «Scirea, ci manchi» MILANO — Sono passati 25 anni dalla morte di Gaetano Scirea (foto), il giocatore italiano più corretto, mai protagonista di una polemica e mai espulso in carriera. «Gaetano Scirea era un fuoriclasse in campo e fuori: mi manca, anzi ci manca, moltissimo». È il commosso ricordo all’Ansa di Gabriele Oriali, neo team manager della Nazionale e compagno in azzurro dell’ex difensore della Juve, scomparso a 36 anni domenica 3 settembre 1989 in Polonia in un incidente stradale a Babsk, dopo essere andato ad osservare il Gornik Zabrze (allora era il vice di Zoff). «Quando lo seppi, piansi. Per noi che vincemmo il Mundial 1982 Gaetano era il compagno perfetto, un leader silenzioso, ma quando parlava diceva sempre le cose giuste al momento giusto. Mi viene in mente un aneddoto di quando vincemmo il Mondiale in Spagna. Mi ricordo la sera dell’11 luglio, quando ci ritrovammo a festeggiare in camera io, lui e Zoff e, nonostante fossimo tre tipi piuttosto taciturni, riuscimmo a superare la soglia del silenzio». © RIPRODUZIONE RISERVATA FIRENZE — I fratelli di Mario hanno molto da giocarsi e qualche rivincita da prendersi. Mattia Destro deve cancellare la delusione per aver perso il Mondiale sul filo di lana dopo essere entrato nell’elenco dei 30 preselezionati, Ciro Immobile vuole dimenticare l’esordio (da titolare) contro l’Uruguay che ha segnato la fine del ciclo prandelliano e l’inizio del terremoto federale. El Shaarawy, Giovinco e Quagliarella (arrivato ieri al posto dell’infortunato Osvaldo) riassaporano l’azzurro dopo una stagione da cancellare. Il sesto del gruppo, Simone Zaza, è il più libero di testa perché può concedersi il lusso di guardare avanti senza doversi confrontare con un passato che brucia. L’attacco è il reparto che Antonio Conte ha rivoluzionato rispetto a Cesare Prandelli. Sei personaggi in cerca d’identità. Prima tutto ruotava intorno a Balotelli. Ora che Mario è perso nelle nebbie di Liverpool, la situazione è fluida. E in vista dell’Olanda, l’amichevole di domani sera (20,45) a Bari, tutto è ancora in discussione. Dalle prove di questi giorni a Coverciano l’Italia sembra fatta per nove undicesimi: Ranocchia, Bonucci e Astori (al posto dell’infortunato Chiellini) davanti a Buffon; Candreva e De Sciglio (favorito su Pasqual) sulle corsie laterali; Parolo, De Rossi e Marchisio in mezzo al campo. L’attacco, invece, è da scoprire. Immobile è favorito su Destro, magari accanto a Giovinco, anche se ieri po- El Shaarawy «L’arrivo di Balotelli ha coinciso con il mio calo» meriggio con l’ex granata è stato provato Zaza. Ciro ci spera. L’ultima vittoria del Borussia lo ha sorpreso in panchina, impegnato nel difficile adattamento a un Paese nuovo, a una lingua complicata, a un campionato fisico. Il suo obiettivo è conquistare Klopp attraverso Conte e cancellare Il ritorno Mattia Destro, 23 anni, non ha partecipato al Mondiale in Brasile (Reuters) quel senso di impotenza mostrato nel congedo dal Mondiale, affossato dall’emozione e stritolato dalla difesa uruguaiana. Giovinco è pronto a dargli una mano. Perfetto per giocare tra le linee, conosce bene i movimenti. Conte lo ha sempre stimato, più della Juve che se non lo ha ceduto è soltanto perché il giocatore ha rifiutato una dietro l’altra Monaco, Parma e Torino. A giugno sarà libero e sceglierà dove andare. Intanto vuole tornare a essere la «Formica Atomica» che aveva convinto Prandelli a consegnargli la maglia numero 10 alla Confederations. Stephan El Shaarawy è un pallino del nuovo tecnico, che potrebbe risparmiarlo per la Norvegia. Il Faraone però sta alla grande, è In forma Stephan El Shaarawy, 21 anni, vuole tornare protagonista (Ansa) La sorpresa Simone Zaza, 23 anni, è una delle novità di questa Nazionale (LaPresse) l’immagine fresca e vincente del Milan rilanciato da Inzaghi. Dopo mesi da incubo, è tornato a splendere e non vuole fermarsi anche se, dopo tutto ciò che ha passato, vola basso. «Il mio obiettivo è arrivare in doppia cifra: dieci gol andrebbero bene. Prima, però, viene il risultato di squadra e il Milan vuole rientrare in Champions». Balotelli era e resterà un suo amico, ma sin che Mario era rossonero, El Shaa è stato l’ombra di se stesso. «Quando è arrivato Balo abbiamo cambiato modo di giocare per assecondare le sue caratteristiche. Ma non voglio scaricare colpe su nessuno. Ho avuto un calo, più mentale che tecnico, credo che a vent’anni sia possibile. Ho passato mesi difficili, però non cerco rivincite. Inzaghi e Conte sono simili, due vincenti, due Replica Assenti Messi e altri protagonisti della finale di 51 giorni fa. Löw: «Gara importante, ma non come quella del Maracanà: non ci sono titoli in palio» Da Rio a Düsseldorf è sempre Germania-Argentina DAL NOSTRO INVIATO DÜSSELDORF — Com’è diverso il mondo (del calcio e in generale) soltanto 51 giorni dopo. Dalla spiaggia di Copacabana alla riva del Reno, dal Maracanà all’ESPRITarena di Düsseldorf, bell’impianto con tanto di copertura e temperatura regolata (15 gradi d’inverno), inaugurato alla vigilia del Mondiale 2006 che, però, non passò mai di qui. Il Fortuna è in serie B, per cui nell’elenco degli eventi ospitati nello stadio hanno maggior rilievo il campionato di football americano o il Festival canoro dell’Eurovisione. Quando venne fissata questa amichevole (di lusso) tra Germania e Argentina, C.t. Joachim Löw, 54 anni Tata Gerardo Martino, 52 anni nessuno immaginava che sarebbe stata l’immediata rivincita tra le due finaliste del Mondiale 2014. «Infatti non si tratta di una rivincita — chiarisce Joachim Löw, tecnico campeon — perché non c’è il titolo in palio. Questa Germania-Argentina è stata programmata da tempo e non ci sono capacità divinatorie da parte della Federazione. Volevamo solamente affrontare una squadra forte prima della Scozia, esordio nelle eliminatorie per gli Europei». Non sarà una rivincita però a Wolfgang Niersbach, presidente federale e ai tempi del trionfo del 1990 addetto stampa, piacerebbe l’idea di avere un tocco sciamanico, un arcano potere. Di si- curo la magia più grande è far sparire qualcuno. Il capitano della quarta stella, Philipp Lahm, si è ritirato come aveva promesso, con 113 presenze e la Coppa. La sua fascia va a Bastian «Basti» Schweinsteiger, 30 anni, 103 presenze. «È un leader naturale, si sa prendere le sue responsabilità ed è sempre presente quando occorre» dice il c.t. Però Basti è in infermeria, insieme con Jerome Boateng, Mats Hummels, Mesut Ozil e, forse, Sami Khedi- Le amichevoli Oggi in campo ESPRITarena, Düsseldorf Germania-Argentina (ore 20.45 tv Fox Sports) Wembley, Londra Inghilterra-Norvegia (ore 21 tv Fox Sports 2) Arena-Khimki, Mosca Russia-Azerbaigian (ore 17) Fionia Park, Odense Danimarca-Turchia (ore 20) Generali Arena, Praga Repubblica Ceca-Usa (ore 20.15) ra. Quindi il vice (capitano) sarà il portiere Manuel Neuer. Con Lahm hanno lasciato la Nazionale Miro Klose e il difensore di lungo corso Per Mertesacker. Sono tornati Mario Gomez e Marco Reus, esclusi dalla spedizione brasiliana per infortunio. Joachim Löw punta al 2016, ai dieci anni di panchina e a un successo a breve termine (prima del Mondiale 2014 bisogna andare indietro 18 anni). «Una cosa è chiara: non vogliamo di nuovo attendere così tanto, vogliamo l’Europeo». Il nuovo tecnico dell’Argentina, Gerardo Tata Martino reduce da una stagione dimenticabile al Barça, subentrato al flemmatico («pachorra») Alejandro Sabella ha anche meno tempo: «Lavoriamo per riunire i giocatori attorno a una nuova idea a una nuova organizzazione. Vincere, ora, non è la priorità». Ma nel 2015 c’è la Coppa America in Cile. Per entrambe c’è il Mondiale 2018 in Russia. Manca Leo Messi, acciaccato, a cui Tata riconsegnerà la fascia di capitano. Sulla Pulce girano voci a proposito di un possibile abbandono della Seleccion. Il padre Jorge smentisce: «Invenzioni». Gonzalo Higuain, Angel Di Maria e Sergio Aguero, a diverso titolo delusi dal Mondiale, se non con la Germania, cercano una rivincita con se stessi. A loro Martino ha aggiunto Erik Lamela come vice Messi e Nicolas Gaitan. Non sarà una rivincita, ma può essere un divertimento. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Sport 41 italia: 51575551575557 Vuelta, Contador in maglia rossa Atletica: la Del Buono va forte Sci, l’addio di Marlies Schild Tony Martin vince la crono (Real Lunasterio de Santa María de Veruela-Borja di 36,7 Km), fermando il tempo in 47’02”. Quarto Contador (a 39’’), nuova maglia rossa, strappata al colombiano Quintana che è caduto in modo rovinoso, arrivando al traguardo con oltre 3’ di ritardo. Al 2° posto della classifica sale Valverde (a 27’’); 3° Uran (a 59’’). Marlies Schild (2 ori mondiali e record di 35 vittorie nello slalom) si ritira: «Ora punto ad avere una famiglia» dice la 33enne sciatrice austriaca (fidanzata di Benni Raich), la cui carriera è stata costellata da gravi infortuni. TENNIS — Barazzutti ha convocato Bolelli, Fognini, Lorenzi e Seppi (il quinto è Bracciali) per la semifinale di Davis con la Svizzera (12-4 settembre). Atletica, meeting di Rovereto. Grande prova di Federica Del Buono che ha vinto i 1.500 con il proprio record personale: 4’05”32, settimo tempo assoluto nelle liste italiane. Bene anche Magnani e Viola. Nei 400, secondo posto per Libania Grenot (51”30), campionessa europea in carica, battuta dalla giamaicana McPherson (50”69). Gatlin ha vinto i 100 in 10”07. Dubbi nerazzurri L’immobilismo dell’ultimo giorno complica i piani di Mazzarri Inter, mercato avventuroso il fuoriclasse non è arrivato Conti a posto, ma i nuovi dovranno esplodere subito Il sostituto Fabio Quagliarella, 31 anni, ha preso il posto dell’infortunato Osvaldo Il riconfermato Ciro Immobile, 24 anni, ha partecipato al Mondiale 2014 (Ansa) grandi motivatori. Al c.t. ho dato piena disponibilità: posso fare la seconda punta o il quinto di centrocampo». Svicola sull’esclusione di Balotelli dalla Nazionale: «Ci siamo sentiti, mi ha fatto i complimenti per la partita contro la Lazio. Al di là di certi atteggiamenti è uno dei migliori del mondo». Quagliarella con Conte non ha trovato spazio, ma ora sembra che tra i due non ci siano mai stati screzi: «Sono emozionato come la prima volta e con il mister il rapporto è sempre stato bello: ci può ❜❜ Simone Zaza Ora non sono nessuno, ma non sarebbe male se diventassi il più forte stare, in un grande club come la Juve, di giocare poco…». Destro vuole iniziare un nuovo ciclo, dimenticando gli screzi con Prandelli. Zaza, invece, viene dalla salvezza con il Sassuolo e ha segnato subito in campionato: «Ora non sono nessuno, ma non sarebbe male se diventassi il più forte attaccante italiano...». Così, magari, potrebbe andare alla Juve, che nei suoi confronti vanta una specie di opzione per 15 milioni. Conte sorride. Rossi è fuori per chissà quanto tempo, Balo è prigioniero di se stesso. Dietro però qualcosa si muove. Alessandro Bocci L’infortunio Chiellini ko Il difensore salta l’Olanda FIRENZE — (a.b.) Un inizio in salita. Prima l’infiammazione articolare che ha costretto Osvaldo ad arrendersi, poi la lombosciatalgia che ha rispedito a casa Paletta. Ora anche Giorgio Chiellini è infortunato: «Ha avvertito un problema al polpaccio sinistro», spiega il professor Castellacci. Ecografia e risonanza magnetica hanno escluso che si tratti di un incidente serio. «C’è un piccolo edema al soleo, ma senza lesioni, frutto solo di un sovraccarico». Chiellini salterà l’amichevole con l’Olanda e Conte cercherà di recuperarlo con la Norvegia il 9 settembre. Proprio un infortunio di Giorgione, prima dell’amichevole con la Spagna lo scorso marzo, aveva scatenato una lite a distanza tra Prandelli e Conte. Ora il nuovo allenatore azzurro deve affrontare la questione stando dall’altra parte della barricata. La situazione, però, è sotto controllo. Conte ha parlato con Marotta rassicurando la Juve che non intende correre rischi: Chiellini giocherà a Oslo solo se avrà superato l’infortunio. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Maradona, altro siluro ad Icardi «Non avrebbe dovuto giocare» Irato Maradona, 53 anni (Ansa) Criticato Icardi, 21 anni MILANO — (s.r.) Diego Armando Maradona non cambierà mai. Quando deve dire una cosa, il Pibe non è di certo uno che si tira indietro. Così dall’emozione per l’abbraccio con papa Francesco alla rabbia per avere visto in campo Mauro Icardi, nella Partita della pace, il passo è stato breve: «Non avrebbe dovuto giocare, è un discorso che affronteremo seriamente con gli organizzatori. La prossima volta facciano giocare lui e non Maradona». Oltre ad aver mostrato ancora le sue indiscusse qualità tecniche (pregevole l’assist a Roberto Baggio e incantevoli tanti altri passaggi), l’argentino ha fatto notizia anche per la sua dialettica. E a farne le spese è stato Icardi, già attaccato a dicembre quando il giocatore dell’Inter aveva soffiato a Maxi Lopez (suo compagno di squadra ai tempi della Sampdoria) la moglie Wanda Nara. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Non è piaciuta l’Inter che ha esordito in campionato contro il Torino (anche se il pareggio in sé in casa dei granata non è disprezzabile, anzi); è piaciuta ancora meno la strategia scelta dalla società nerazzurra nell’ultimo giorno di mercato e non perché non è arrivato Lavezzi. Quello era un obiettivo irrealizzabile e lo si sapeva da tempo, visti i criteri economico-finanziari ai quali si ispira la «squadra» di Thohir, anche per rispetto delle regole del fair play finanziario imposto dall’Uefa. Domenica sera si era capito che, se non fosse partito Guarin, non sarebbe arrivato nessuno. E così è stato: Guarin non ha lasciato l’Inter (rifiutata a più riprese dal club l’idea del prestito) e Giacomo Bonaventura è finito al Milan. Ha detto ieri il vicepresidente rossonero, Adriano Galliani sorridendo: «Quando è saltato Biabiany, Bonaventura era già a Milano per andare altrove». E il d.g. dell’Atalanta, Pierpaolo Marino, ha spiegato: «Bonaventura era stato bloccato dall’Inter da qualche giorno, poi nel primo pomeriggio abbiamo fatto venire Jack perché sembrava fatta. Verso le 19.30 abbiamo saputo che l’Inter non lo prendeva più e ci siamo detti, leggendo che era saltata l’operazione Biabiany con il Milan, che si poteva discuterne con i rossoneri». Bonaventura, per la sua duttilità tattica, sarebbe stato un’alternativa importante per Mazzarri, dopo la partenza di Alvarez per il Sunderland. Invece è rimasto Guarin («sono molto contento che non sia andato via», ha detto il tecnico): ieri l colombiano è stato inserito nella lista Uefa per l’Europa League 2014-2015 (29 calciatori) e con lui rientrano Campagnaro, Kuzmanovic e Mbaye, esclusi dal playoff con gli islandesi dello Stjarnan. Solo tre attaccanti Anche se è stato preso Osvaldo, nella rosa ci sono soltanto tre punte Il mercato dell’Inter ha chiuso con un saldo negativo di appena un milione di euro, mentre il monte ingaggi, con l’uscita di scena dei quattro argentini del triplete, è ulteriormente sceso, in linea con la nuova politica societaria. In assenza di un vero fuoriclasse (Jovetic, Lavezzi o Luiz Gustavo), la campagna acquisti nerazzurra, ora che si è conclusa, appare più creativa che convincente in senso assoluto, perché vive su molte «scommesse». Il d.s. Piero Ausilio ha centrato tutti gli obiettivi che gli erano stati indicati, ma questo non significa che, in assenza del guizzo finale, si sia Errori In alto Erick Thohir (44); sopra Giacomo Bonaventura, 25 anni (Ansa) trattato di un mercato pirotecnico. Perché, come si dice in questi casi, «senza i lilleri non si lallera». Vidic, ad esempio ed escludendo l’impatto infelice con il campionato italiano, ha grande personalità e una magnifica storia al Manchester United, ma ha quasi 33 anni (il 21 ottobre); Yann M’Vila, nell’ultima stagione, non è stato certo un punto di forza del Rubin Kazan; Gary Medel, 27 anni, promette molto, ma giocava nel Cardiff; Dodò, come si dice adesso, è un prospetto di giocatore interessante, ma la Roma per la Champions League ha scelto altre soluzioni nel ruolo di terzino sinistro (Ashley Cole); Osvaldo, che pure è un nazionale italiano (se sta bene), è reduce da un’annata non proprio fantasmagorica fra Inghilterra e Juve. E resta da verificare se chi c’è già farà davvero il salto di qualità, a cominciare da Kovacic, che ormai è titolare, ma che fatica ancora a trovare continuità nella partita, così come Hernanes deve dare di più. Questo per dire che a Mazzarri il lavoro non mancherà, in questa prima stagione del nuovo corso, ma che per arrivare al terzo posto (in tanti considerano il vero obiettivo dell’Inter, con un eccesso di ottimismo), tutti sono chiamati a dare il 100%. Anche sotto porta, perché il tecnico, in attesa di capire davvero quale sia il ruolo più adatto a Guarin (in due anni e mezzo non sembra aver compiuti sensibili miglioramenti, pur avendo qualità notevoli), è rimasto con soli tre attaccanti: Icardi, Osvaldo e Palacio, che potrebbe tornare disponibile dopo la sosta. Non è arrivato Lavezzi e nemmeno Borini e tre attaccanti, con l’Europa League di mezzo, non sono tanti. Poi, come è successo tante volte nel calcio, i fatti smentiranno questo tipo di valutazione: l’Inter farà strada in campionato e in coppa. Ma al momento e anche tralasciando Juve e Roma, ci sono squadre meglio attrezzate dei nerazzurri. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il centravanti Lo spagnolo: «Cercavo un posto per ritrovare l’entusiasmo, il Milan mi sembra la scelta giusta» Torres: «Qui vivrò la mia seconda giovinezza» MILANO — «Mejor tarde que nunca». Con dieci anni di ritardo rispetto al primo tentativo effettuato dal Milan di portare a San Siro Fernando Torres («visto che l’Atletico Madrid non aveva completato i pagamenti di diversi giocatori acquistati da noi, dissi al presidente Gil che avrei rinunciato al credito se mi avesse dato il suo attaccante. Ma non accettò» racconta ora Adriano Galliani), il centravanti della Spagna campione d’Europa e del mondo è pronto per quella che definisce «la nuova sfida». Ha visitato il Museo del Milan, accompagnato da Galliani, provato da un’estate da Condor («sono entrati 11 giocatori e ne sono usciti 14. Forse mai nell’era Berlusconi avevo effettuato tante operazioni ma quando si è reduci da un’annata non positiva qualcosa bisogna cambiare»). Al centro del progetto c’è questo ragazzo trentenne, desideroso di misurarsi in una nuova realtà. «Il campionato italiano insieme alla Liga e alla Premier è tra i più importanti d’Europa. Non ho paura di mettermi alla prova, spero solo di adattarmi velocemente». L’esperienza al Chelsea non è stata entusiasmante, almeno a leggere i tabellini. Torres però non ha rimproveri da muovere a Mourinho («chissà, magari un giorno ci rincontreremo»), e ha «mucha gana», cioè voglia di ricominciare. «Dopo sette anni di Premier League, avevo desiderio di una nuova avventura. Questa per me è una tappa nuova, spero di segnare e di riportare la squadra in Champions». La carta d’identità magari fa storcere il naso a Arrivato Fernando Torres, 30 anni. Al suo fianco Barbara Berlusconi, 30 anni, e Adriano Galliani, 60. (Buzzi) qualcuno ma Fernando non sembra crucciarsi. «Cercavo un posto dove ritrovare l’entusiasmo e il Milan mi sembra il posto giusto. Vorrà dire che qui vivrò la mia seconda giovinezza». Nel museo ha ammirato maglie e video di tante leggende rossonere del pas- sato, da Van Basten a Weah passando per Inzaghi. «Spero di essere all’altezza, Chissà, magari un giorno ci sarà anche la mia maglia numero 9». Nonostante il curriculum, non tradisce segni di superbia. «Ho voglia di imparare tanto da un ex attaccante come Inzaghi. Vorrei La confessione Roma: Balzaretti carriera a rischio ROMA— Federico Balzaretti rischia la carriera: «Non riesco a correre», la sua confessione. Il terzino della Roma, sposato con la ballerina Eleonora Abbagnato, Etoile all’Opéra Garnier di Parigi, non gioca dal 10 novembre 2013 (all’Olimpico contro il Sassuolo): «Non mollo, ma non so se questo basterà. Purtroppo devo fare ancora dei mesi di terapia, non so quanti. C’è anche la possibilità che questo dolore mi rimanga per sempre. Ai tifosi, però, dico la stessa cosa che ho detto a società e compagni: io non mollo». © RIPRODUZIONE RISERVATA che la partita con il Parma si giocasse già domani». A dire il vero i tifosi gli hanno chiesto la zampata vincente in una partita in particolare. «Già dall’atterraggio all’aeroporto tutti mi hanno chiesto un gol all’Inter. Mi impegnerò a far felici i tifosi nel derby». È arrivato a costo zero (prestito dal Chelsea), affare che come altri viene difeso dal vicepresidente milanista. «A volte diventa una colpa l’abilità di comprendere la possibilità di prendere un grande giocatore a zero. Se avessi pagato 20 milioni Diego Lopez sarei stato più bravo? È una colpa aver preso Alex in scadenza, titolare nel Psg? Taarabt ci teneva a tornare al Mi- Tornare in Champions «Spero di essere all’altezza, di segnare e di aiutare la squadra a tornare in Champions» lan: ci sono stati contatti fino alle 10 di sera di lunedì ma con Pippo abbiamo optato per Bonaventura. Cristante via? Si lamentava perché si sentiva poco impiegato: ma nel breve periodo Bonaventura può aiutare il Milan». Retroscena: Zaccardo aveva chiesto 500 mila euro di buonuscita a Galliani. Ecco perché è sfumato lo scambio con Biabiany. Ma ora comincia l’era di Torres: «Questa è una società dove dopo un’annata complessa si deve rischiare tutto. E io non chiedo altro che rimettermi in gioco». Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Bravata o fair play? Mondiale di volley Neymar, l’autografo (e la multa) che fa litigare la Spagna L’Italia rimonta la Francia Non ha resistito. E poco prima di entrare in campo si è fermato sotto la balaustra, giusto il tempo di lasciare uno scarabocchio su un pezzo di carta e stringere la mano al tifoso del Villarreal che durante tutto il riscaldamento a bordocampo deve averlo «tormentato» per ottenere un po’ di attenzione. Ha fatto bene o male Neymar a firmare un autografo, per giunta a un avversario, prima di entrare in campo a mezzora dalla fine, sullo 0-0? Nonostante la vittoria finale (1-0), il suo datore di lavoro e il suo principale non hanno dubbi: il brasiliano rimesso in piedi dopo la ginocchiata del colombiano Zuniga che gli ha fatto finire il Mondiale ai quarti di finale, ha ricevuto 6.000 euro di multa dal Barcellona, decisa dal tecnico Luis Enrique. La società blaugrana non conferma, ma la tifosi del Barcellona la pensano nel modo opposto e considerano questo l’ennesimo gesto «da Hollywood» di un giocatore che ritengono prima di tutto un fenomeno di marketing e «di una stupidità senza limiti». Proprio nei giorni in cui la fidanzata di Barça irritato Durante il riscaldamento firma e stretta di mano al tifoso avversario: pena di 6mila euro smentita è decisamente debole: «Sono cose private. Con Neymar non ci sono problemi» dice il direttore generale Zubizarreta, respingendo la polemica a pugni chiusi, come quando difendeva la porta del Barça. Considerato che «El Madrigal» è anche lo stadio della banana lanciata dagli spalti ad aprile e mangiata da Dani Alves, il piccolo gesto di Neymar potrebbe essere catalogato anche come un innocente momento di fair play e di distensione. Molti O’Ney, Bruna Marquezine, regina delle telenovelas in cui ha recitato anche il giocatore, ha firmato un contratto per un film a Hollywood, quella vera. Ma è davvero mancanza di professionalità e di concentrazione quella di Neymar o forse il suo gesto in buonafede fa parte del modo tutto brasiliano di concepire il calcio e il rapporto con la tifoseria? I sondaggi in Spagna mostrano una spaccatura: molti sono contro il giocatore, molti sono con lui. In favore di un calcio meno esasperato e meno propenso a drammatizzare ogni piccola variazione sul tema. Quello che il Barcellona più di altri club ha sempre detto di sostenere. Quello che Neymar proverà ad esportare anche venerdì a Miami nella prima amichevole del nuovo c.t. Dunga, proprio contro la Colombia di Zuniga: un timbro sulla vertebra come quello che gli ha lasciato il difensore del Napoli al Castelao di Fortaleza merita come minimo un altro autografo. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Formula 1 Parole dolci dello spagnolo: «Stiamo definendo i dettagli, ho sempre detto che voglio continuare qui» Alonso non fa le valigie e rilancia con la Ferrari «Il rinnovo è vicino» «Fiero della passione attorno al team» DAL NOSTRO INVIATO MARANELLO — Corteggiato dalla McLaren, frustrato per i risultati, deluso dalla nuova F1 ibrida, ma non per questo pronto a fare le valigie. Tutt’altro. Fernando Alonso, ansioso di riscossa, distilla parole dolci per la Ferrari, nell’imminenza del Gp casalingo di Monza: «La Ferrari è una squadra che sa darti molto più del gusto della vittoria. C’è una passione intorno che ti fa sentire orgoglioso e fiero». Dichiarazioni d’amore che preludono a un legame sempre più intenso fra lo spagnolo e il Cavallino? Sembra di sì. Quando gli chiedono a che punto è il rinnovo del contratto — il suo impegno termina nel 2016 — risponde che «ormai ci siamo. Dura rincorsa «Quest’inverno sarà più difficile colmare il divario dai migliori: sarà una sfida per tutti noi» Stiamo lavorando su alcuni punti e sui dettagli». Economici e non: perché è chiaro che Fernando per restare, oltre a una montagna di soldi — si dice 30 milioni di euro l’anno —, vuole avere la garanzia di tornare ai massimi livelli dopo aver digerito troppi bocconi amari. Mette a tacere le voci di mercato, la sequela infinta di indiscrezioni: «Non è bello perché così si crea stress alla squadra e ai tifosi. È da un anno che ripeto che voglio continuare in Ferrari e prolungare il contratto. Ma nessuno se n’è accorto». Anche se la firma sul contratto ancora manca. A Maranello dovranno faticare come matti per far dimenticare la F14 T : «Il divario da colmare quest’inverno (stavolta rispetto alla Mercedes, ndr) sarà molto più grande che in passato: recuperarlo in sei mesi sarà una sfida per tutta la squadra». Per adesso le sensazioni sul progetto guidato da James Allison per il 2015 sono positive, ma Fernando non vuole illude- Il Gp a rischio «Ecclestone, giù le mani da Monza» Alla presentazione del Gp d’Italia, levata di scudi a favore di Monza, minacciata da Bernie Ecclestone di essere esclusa dal calendario se non rinnoverà il contratto sulle basi a lui gradite. «Finché sarò presidente dell’Aci, Monza ci sarà: non esiste un piano B» dice Angelo Sticchi Damiani. L’assessore regionale Antonio Rossi ha invitato il Governo «a intervenire per garantire il rinnovo», mentre Ivan Capelli, che ora guida l’Aci Milano, assicura «di avviare a breve la trattativa con Ecclestone: la soluzione non è semplice, ma ci crediamo». re nessuno: «Adesso tutti i programmi sono interessanti perché hai scoperto i punti deboli della macchina attuale. Ma l’ultima parola spetterà al cronometro, durante i test invernali». L’arrivo di Marco Mattiacci sul ponte di comando non è stato una rivoluzione: «Non credo che da Stefano (Domenicali, ndr) a Marco sia cambiato tutto. È solo un nuovo approccio. Marco non conosce molti aspetti tecnici della F1? Ci sono svantaggi e vantaggi. Deve credere un po’ di più alle persone e affidarsi a loro. Però non avere alcuna eredità ha i suoi lati positivi: parte da un foglio bianco». Intanto il team principal romano, in un’intervista alla Cnn, spende elogi per Ross Brawn — «È un’icona, a Maranello. Chiunque in F1 vorrebbe lavorarci insieme» —, però poi conferma i pieni poteri ad Allison, incaricato di «costruire» il futuro. Si fa nostalgico pure Fernando pensando ai baby piloti, alle monoposto silenziate e troppo «gentili»: «Quando ero piccolo vedevo la F1 come roba da su- pereroi. Le macchine erano fulmini, avevano mille cavalli, Senna e Prost sul podio non si reggevano in piedi. Se oggi un bambino di 10 anni legge certe notizie (quella del 17enne Verstappen, ndr) pensa che la F1 sia più umana. In realtà è così: le monoposto sono molto più facili e lente. Non sono più ‘‘fisiche’’: dieci anni fa, dopo il primo test invernale ti ritrovavi stremato e non riuscivi a muovere il collo e a dormire, tanto era il dolore. Era come montare un toro. Adesso è una specie di Verso il rinnovo Fernando Alonso ha ammesso di essere vicino al rinnovo e all’estensione dell’accordo con la Ferrari. Giunto a Maranello nel 2010, ha un contratto fino a tutta la stagione 2016 (Epa) Gp2». La cosa che più gli manca, però, è il rumore: « La gente lo ascoltava come un violino, lo sentiva chilometri prima di arrivare in pista. Ora si è perso». Il ricordo di tanti duelli conditi dai decibel riaffiora quando parla degli avversari più forti: «Hamilton, uno che non s’arrende mai. E poi c’era Kubica, un altro fuoriclasse». Progetti per il futuro oltre la pista? «Voglio correre altri dieci anni. A 33 anni mi sento un ragazzino». Daniele Sparisci Cannoniere Ivan Zaytsev All’inferno e ritorno, è il caso di dirlo. Da 0-2 a una vittoria sulla Francia per 32 (20-25, 20-25, 25-23, 2513, 15-12) che permette di accumulare i primi punti nel Mondiale, ma soprattutto di riacquistare quella fiducia che stava sfiorendo. L’Italia del volley è dunque viva e lo fa con una rimonta tutta carattere nella quale, a gioco lungo, si scatena la mano devastante di Ivan Zaytsev, e dove Mauro Berruto pesca dalla panchina, cambiando anche il palleggiatore, le carte giuste per vincere una sfida che, se persa, avrebbe ridotto gli azzurri alle corde dopo due sole partite. Invece, mentre l’Iran supera pure gli Usa e prenota il primato nel girone B, Azzurra può guardare con fiducia al suo futuro, a cominciare dalla partita di domani con il Belgio. Importante e da non fallire ma, adesso, meno ricca di fantasmi. Due set con un’Italia irriconoscibile,anzi, molto, troppo simile a quella che aveva perso contro l’Iran. La lotta contro il destino gramo è proseguita anche nella terza frazione, che sembrava avviata allo stesso epilogo. Ma Berruto ha deciso di rimescolare il sestetto, sostituendo il palleggiatore (Baranowicz per Travica dalla fine del secondo set) e inserendo Lanza per Parodi. La scossa c’è stata: l’Italia dapprima ha rischiato lo 0-3, poi ha ribaltato tutto difendendo un vantaggio minimo (2523) e nella quarta frazione è arrivata a travolgere i transalpini (25-13). La stessa inerzia è stata mantenuta nel tie-break: mai più ripresa, Azzurra, dopo un avvio deciso (40); il suo Mondiale comincia ora. f.van. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La curiosità Una prova al simulatore della Rossa: dieci potenti computer riproducono scenari e situazioni delle piste reali Dentro il ragno meccanico che non perdona DAL NOSTRO INVIATO MARANELLO — L’enorme ragno meccanico t’aspetta nel silenzio surreale di una camera priva di finestre. Precauzione necessaria per custodire uno dei segreti industriali meglio protetti a Maranello. Alto più di quattro metri, il mostro incute timore anche quando è immobile. Poi si sveglia e lancia ruggiti metallici. È il simulatore F1 della Ferrari, non un videogioco né una di quelle macchine da luna park. No, è quello vero. Qui nascerà la vettura dell’anno prossimo, qui gli ingegneri provano soluzioni da portare in pista. La scocca di una monoposto sospesa in aria serve a capire che stai entrando in un altro mondo. Ai confini dei limiti umani: per accedervi devi salire una scala a pioli, calarti nell’abitacolo facendo i conti con Nel mostro L’angusta postazione di comando del simulatore della Ferrari. Per poter guidare dentro il «mostro» sono necessari anche occhiali per la visione tridimensionale il giro vita, infilare passamontagna, guanti, casco e occhiali tridimensionali. La sensazione è di essere più pigiato che su un treno regionale, per spingere il pedale del freno serve la forza bruta. Si suda davvero dopo pochi minuti. Alonso, Raikkonen e i col- dendo un film in 3D. Gli schermi tridimensionali sono giganteschi, almeno dieci computer potentissimi lo alimentano, una stanza zeppa di server e centraline serve a reggere la capacità di calcolo, il sistema di movimento riproduce tutto quello che suc- Vietato schiantarsi Lo schianto non è tollerato dal sistema: i dati diventano inutili e si deve ricominciare laudatori trascorrono ore chiusi dentro questa stanza per testare e simulare gare. Le sessioni durano dalle 9 alle 17, né Fernando né Kimi lo amano molto. Pare che il finlandese ne patisca gli effetti collaterali: nausea, vertigini, sintomi che qualcuno prova ve- cede su una monoposto. Esci di strada a tutta velocità? Ti arriva un’ indimenticabile sberla. Prendi un cordolo? La macchina sobbalza paurosamente, traballa tutto. Arrivi troppo lento in curva? Il motore si blocca, va in «autoprotezione» per evitare guai peggiori: «game over» verrebbe da dire, se fosse un gioco. Ma non lo è. Da quando la F1 ha limitato i test sui circuiti, i simulatori come questo, che costano qualche milione di euro, dominano la scena. «La cosa più difficile — spiega Giacomo Tortora, capo simulazione della Ferrari — è far capire il livello di rischio ai piloti. Non essendoci conseguenze, devono calcolarlo loro perché ogni uscita di pista di pista fa ‘sballare’ il modello matematico». Vuole dire che i dati diventano inutili e che si deve ricominciare tutto daccapo. Come nella realtà. Quando chi scrive si è schiantato alla variante Ascari di Monza, i tecnici hanno impiegato una decina di minuti per resettare il sistema. Nei calcoli dei computer era escluso che qualcuno potesse compiere un simile disastro. d.spa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 È mancato allaffetto dei suoi cari Luca Erizzo I parenti lo ricordano per lamore per la vita e la conoscenza che ha insegnato a tutti.- Clotilde, Dorothea e Roberto, Marina e Patrizio, Michelangelo e Catherine, Cristina e Franco, Francesco S.J., Sabina, Giovanna e Andrea, Alberto e Paola, Giorgio Laura e Lucia, Francesca e Bernardo, Camilla, Valeria, Elena, Nicolò, Alessandro, Luca, Alvise, Bianca.- Si ringraziano Fernando, il Dottore Bernardini, i medici dellIstituto dei Tumori e di Humanitas e tutto il personale e i volontari dellHospice dellIstituto dei Tumori di Milano.- Il funerale si terrà giovedì 4 settembre presso la chiesa di San Nazaro a Milano, per informazioni sullorario chiamare il numero 02.743561. - Milano, 2 settembre 2014. La famiglia Garosci si stringe intorno a Valeria e ai suoi cari per lincolmabile vuoto lasciato da ieri dal grande Il Consiglio di Amministrazione di LPE S.p.A. è vicina allingegnere Piero Poggi per la scomparsa della moglie signora La moglie Raffaella, la figlia Laura con Claudio, Eleonora e Federico annunciano con grande dolore la scomparsa del Luca Erizzo Loredana Bernardoni Dott. Antonio Lofrese - Milano, 2 settembre 2014. - Baranzate, 2 settembre 2014. Socorrito e Guillermo Hang partecipano al lutto e ricordano con affetto il caro amico Partecipano al lutto: Massimo Sordi. Franco Preti. Beatrice Preti Schuler. Alia Miraglia Preti. Fabio Sordi. Ernesto Benedetti. Valerio Villoresi. Vittorio Fabio. Luca - Buenos Aires, 2 settembre 2014. Lorenzo Einaudi e Roberta Mocellin Einaudi sono vicini ai familiari del caro Luca zio Luca - Milano, 2 settembre 2014. Annacarla e Alessio, Emanuela e Cesare, Giorgina e Riccardo, Giovanni e Alberta con le loro famiglie partecipano con profonda tristezza alla scomparsa di Luca amico di una vita, dallinfanzia spensierata e serena agli anni di fedele collaborazione con Roberto, con il quale condivise lavoro e curiosità.Ricorderà sempre la sua originale personalità, la bontà, lintelligenza, la tenacia e limmancabile ironia. - Milano, 2 settembre 2014. Luca cugino della loro mamma Carla Mosterts e amico carissimo. - Milano, 2 settembre 2014. Giovanna, Martina, Massimo e Benedetta ricordano con grande affetto il caro Loredana adorata, che fortuna averti incontrato!- Nulla è più stato come prima.- Con amore e infinita riconoscenza Barbara. - Milano, 2 settembre 2014. Addio... anzi no... arrivederci... mia cara amica Loredana alla prossima chiacchierata e al prossimo spetteguless... ma nel frattempo mi mancherai.- Alia. - Legnano, 2 settembre 2014. Partecipano al lutto: Aldo e Piero. Nani e Luisa Cortesi. zio Luca - Milano, 2 settembre 2014. Gianfelice con Martina, Maria ed Andrea si stringe affettuosamente alla famiglia per la perdita del caro "A la tarde te examinaran en el amor". Caro Luca lesame lhai sicuramente passato con lode.- Enrico Bonatti con Kinina e i figli Chiara con Francesco, Sofia, Guido, Enrico e Lorenzo ricorderanno sempre lamico e padrino Ciao Marisa, Salvatore e Luca, Serena e Roberta, gli adorati nipoti Lorenzo, Giulia, Cecilia, Giorgia, Francesco e Leone. - Paola, 2 settembre 2014. amico e collaboratore di una vita, di cui ricorda con grande rimpianto le profonde qualità umane e professionali. - Milano, 2 settembre 2014. Luca Erizzo Partecipano al lutto: Franco e Diana Abruzzo. Raffaele Della Valle e famiglia. Paolo e Beatrice Rocca ricordano con affetto Luca Erizzo Anna Bonatti Rocca con i figli Roberto, Maria, Elena, Guido, Enrico e rispettive famiglie ricorda con affetto lamico di sempre Luca che riposa ora con la sua Elda. - Milano, 2 settembre 2014. amico e collaboratore di tanti anni. - Milano, 2 settembre 2014. La famiglia Gentile si unisce al dolore per la scomparsa del caro Daria Rocca con Roberta, Palù, Tommaso è affettuosamente vicina alla famiglia per la scomparsa del carissimo - Lecce, 2 settembre 2014. Enzo Lo Giudice - Milano, 2 settembre 2014. Buon viaggio Luca Nicola e Mara Carraro si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa di Enzo Lo Giudice Stefano Braghieri - Roma, 2 settembre 2014. Alberto e Susanna sono vicini con affetto a Cristina e Alessandra e partecipano al loro grande dolore per la scomparsa di Marcella Rocca rimpiange lamico di tutta la vi- Luca avv. Vincenzo Lo Giudice Luca Stefano - Milano, 2 settembre 2014. Maurizio Dainotto partecipa commosso al dolore della famiglia per la scomparsa dello stimato - Milano, 2 settembre 2014. ricordandone le grandi doti umane e professionali. - Milano, 2 settembre 2014. La famiglia Faccioli e tutti i collaboratori della pasticceria Cova Montenapoleone ricordano con affetto e grande stima Pietro Imperia ha raggiunto la sua amata Gloria.- Piangono la sua scomparsa Lisa, Gianluca, Edoardo e Gabriele. - Opera, 2 settembre 2014. Paolo e Maura Arosio con profonda commozione e grande rimpianto ricordano Luca Yves Carcelle entusiasta sostenitore di nuovi progetti ed instancabile professionista, oltre che uomo di grandi valori.- Ci stringiamo alla famiglia con sincera partecipazione e porgiamo le nostre più sentite condoglianze. - Milano, 2 settembre 2014. Ciao piccolino amico di lucidissimo intelletto, di inarrestabile sense of humour, amico speciale, con Elda, di Barca Bruciata. - Barca Bruciata, 2 settembre 2014. ci mancherai tantissimo.- Dodo e Lele. - Opera, 2 settembre 2014. Da Buenos Aires, Susana Santalla e le figlie Gabriela, Laura e Andreina Adelstein partecipano con grande affetto per la scomparsa di Adriana e Nino con Stefano Silvia Michela e Beatrice abbracciano forte Lisa Gianluca Dodo e Lele e piangono con loro Luca Erizzo nonno Pietro nonno Pietro - Buenos Aires, 2 settembre 2014. il marito e il padre che tutti avrebbero voluto avere.- Ne annunciano la morte inconsolabili la moglie Laura, i figli Annamaria e Marcello e la sorella Lia. - Paternopoli (AV), 31 agosto 2014. Giuseppina De Martini Sforazzini Gianlorenzo e Erica con Ginevra e Pietro ricordano con grande affetto Dainella Gaetani e abbracciano forte Boni, Isa e Ghilla e i loro cari. - Roma, 2 settembre 2014. Cinzia con Chiara e Lorenzo; Stefano con Davide, Anna e Giacomo salutano addolorati PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 LOrdine degli Avvocati di Milano sentitamente partecipa al lutto dei familiari per la scomparsa dell nonna Pina Gazzetta dello Sport Avv. Tiziana Genesi Anna e Stefano ricordano con affetto il carissimo - Milano, 2 settembre 2014. Piero e Maria Grazia con Arianna e Costanza sono vicini a Francesca per la perdita della adorata mamma Vince e partecipano al dolore dei famigliari. - Milano, 1 settembre 2014. Anna Grandi Calligarich PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 - Milano, 31 agosto 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 A venticinque anni dalla tragica scomparsa di Vincenzo Pacelli Roberto Volponi L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Giovina e Caterina lo ricordano a quanti hanno conosciuto il suo cuore grande e gli hanno voluto bene. - Urbino, 3 settembre 2014. La famiglia di Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Antonio Cardini ci ha lasciato per raggiungere il lontano papà, ma rimane con noi tutto il suo amore, la sua dolcezza, la sua forza, la sua bontà.- La stringeremo sempre con noi.- I figli Eleonora, Arabella, Saverio, la nuora Paola, i nipotini Raffaele e Caterina, il nipote Luca e lamica di famiglia Dada Grimaldi ne danno la triste notizia.- I funerali si svolgeranno oggi 3 settembre a Roma nella chiesa di San Roberto Bellarmino, piazza Ungheria, alle ore 16.- La famiglia ringrazia anticipatamente quanti vorranno partecipare. - Sperlonga, 2 settembre 2014. ringrazia commossa quanti hanno partecipato al suo dolore. - Siena, 3 settembre 2014. Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, lamministratore delegato Giuliano Adreani, i consiglieri damministrazione, il collegio sindacale, i dirigenti e tutti i dipendenti del gruppo Mediaset partecipano al lutto di Giuseppe Bianchi per la perdita del padre Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Giancarlo Bianchi - Cologno Monzese, 2 settembre 2014. ing. Ottorino Ermacora Ammiraglio di Squadra ricordando il suo inguaribile ottimismo e la sua grande voglia di vivere.- Mario, Frida, Chiara, Julia, Didier, Claudia, Valentina, Valerio, Federica, con Marco e Alessandro. - Milano, 2 settembre 2014. figura eccezionale di uomo e di Ufficiale di Marina. - Napoli, 2 settembre 2014. Il Tempo Corriere della Sera Carlo Knight piange la scomparsa del caro amico e compagno dAccademia Navale Studio Fragile saluta con stima e affetto l - Opera, 2 settembre 2014. Il funerale si terrà mercoledì 3 settembre alle ore 11 nella parrocchia San Martino, via dei Canzi 28. - Milano, 1 settembre 2014. Elena Varzi Vallone Yves Carcelle Dott. Stefano Braghieri - Milano, 2 settembre 2014. Luca TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Nicola Famiglietti Ciao mamma, ci mancherai tantissimo, ma saperti con papà ci consola.- Anna Maria e Lino annunciano la morte della madre L1 settembre 2014 la nostra mamma - Roma, 2 settembre 2014. La Camera Nazionale della Moda Italiana, il Presidente Mario Boselli, il Presidente Onorario Beppe Modenese, il Consiglio Direttivo, lAmministratore Delegato Jane Reeve, il Direttore Giulia Pirovano ed i soci, partecipano commossi al dolore della famiglia in questo triste momento per la scomparsa di SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Cesare Lullo Partecipano al lutto: La famiglia Maninchedda. La famiglia Antonucci. La famiglia Gesuele. con la sua determinazione e simpatia, sempre disponibile, attivo e disinteressato. - Milano, 2 settembre 2014. Renzo e Isa, Giorgio e Ombretta sono vicini a Paolo e alla sua famiglia ricordando il caro Sergio Einaudi si associa al dolore dei familiari per la scomparsa del grande maestro e amico dellorganizzazione Techint Il giorno 29 agosto è venuto a mancare Ne danno il triste annuncio i suoi figli Andrea e Michele.- I funerali si terranno in Roma il 4 settembre alle ore 11 nella parrocchia di San Salvatore in Lauro. - Roma, 3 settembre 2014. - Roma, 2 settembre 2014. - Milano, 2 settembre 2014. rimarrai nel nostro cuore.- Giuliana, Andrea, Cristina. - Milano, 2 settembre 2014. - Segrate, 2 settembre 2014. Sandra Veronese Morelli I colleghi della Direzione Affari Legali e Societari di Rai si stringono affettuosamente al loro Direttore, avvocato Salvatore Lo Giudice, per la scomparsa dellamato padre ed illustre professionista Un vero amico, un autentico gentiluomo così, caro CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it Isabella Maltana I condomini di via Niccolini 2, Milano, partecipano al gravissimo lutto della signora Pacelli e figli.- Ricordano con affetto Stefano - Milano, 2 settembre 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Il direttore Aldo Vitali e le redazioni di TV Sorrisi e Canzoni e Telepiù abbracciano forte la collega Simona De Gregorio e partecipano al dolore per la perdita della cara mamma - Milano, 1 settembre 2014. La Presidente Rai Anna Maria Tarantola, i Consiglieri di Amministrazione, il Direttore Generale Luigi Gubitosi e tutta lazienda partecipano commossi al dolore del Direttore degli Affari Legali, Salvatore Lo Giudice per la scomparsa del padre Luca ricorderò sempre lamicizia preziosa e rara di una vita e tanti ricordi vissuti insieme con Riccardo.Huguette Bechis con Marco, Caterina, Alberto, Marina e Paola. - Milano, 2 settembre 2014. "Il mondo ha bisogno di amare, deve imparare ad amare per capire quanto è bella la vita... allora una scintilla incendiò il mare...". Angelo Carini che ricordano con immenso affetto e partecipano al dolore di Carla, Laura e Paolo. - Varese, 2 settembre 2014. Sandrina nonno Enzo Luca e il suo costante affetto. - Milano, 2 settembre 2014. ta Colta, intelligente, ironica, tenace e caparbia come nessuno, a cui nulla passava inosservato, vorace nei confronti della vita... - Baranzate, 2 settembre 2014. SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE I nipoti Carini e Casalino piangono la scomparsa dellamatissimo zio Dott. Antonio Lofrese ci ha lasciato.- Langoscia indescrivibile del momento soffoca quelle parole di partecipazione e di conforto.- Tutti noi siamo vicini con i nostri sentimenti e il cordoglio a Raffaella e Laura.- Alvaro e Anna, Ezio e Meni, Luigi e Grazia, Vittorio e Annamaria, Liana e Anita. - Milano, 2 settembre 2014. Massimo ed Elena con Fabio e Monica, Franco e Gabriella con Silvio, Bea e Ueli con Daniela, Alia e Carlo con Francesca, Mario e Chiara si stringono a Piero ed alla sorella Anna e Jurgen, con tanto affetto e piangono la scomparsa di Andreina piange RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Partecipa al lutto: Edda Arcelli Fontana. Il nostro grande amico - Baranzate - Catania, 2 settembre 2014. Ing. Luca Erizzo - Somma Lombardo, 2 settembre 2014. Carla Lavizzari Trivelli Partecipano al lutto: Alessandro e Teresa Rigamonti. Federico e Angela Bottelli. Loredana Bernardoni La presidenza, la direzione e tutti i collaboratori del gruppo Techint in Italia e allestero, partecipano con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa dell La nostra cara mamma ci ha lasciato Lo annunciano con profonda tristezza Paola e Susanna, Marina e Sergio, i cari nipoti e i parenti tutti.- Si ringrazia per lassistenza lHospice Don Gnocchi di Monza.- Il funerale avrà luogo in Monza nella parrocchia di San Carlo giovedì 4 settembre alle ore 15. - Monza, 3 settembre 2014. I funerali si terranno nella parrocchia di Santa Maria Liberatrice, piazza Chiarabia il 3 settembre alle ore 11. - Milano, 2 settembre 2014. I dipendenti di LPE S.p.A. e di E.T.C. S.r.l. partecipano al dolore dellingegnere Piero Poggi per la scomparsa della moglie, signora nel ricordo della lunga amicizia. - Milano, 3 settembre 2014. La cugina Pinky, i nipoti Giorgio, Marco e Sebastiano, i nipotini Matteo, Matilde, Maria e Guido con tutte le loro famiglie non dimenticheranno mai il "very special" 45 italia: 51575551575557 Domenico Pasqualini Capocorso Alisei Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 4*( *(87 474 *(7 4* 8== 47= *(77 474 *(* 4 *( 43 *( 478 *(4 473 *(( 47 *( -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" % ;)06$ %660 $'6011 ')0 $% &$)#11) 0$6$) % 0 ++''$'$" $% 9 6%$ 1$ ) $ " )&'$ )' 0);1$ 6&+)0%$ $91$2 +$) +$: $00 )%0$ '" % )0 16 19% <$), &+) &$ %$)0 )' +$: 1)% %60);, 01) $% $' 166$&' %660 1$ 1+)16 ;$ ;$ 19%%/16 90)+ & )00'6$ $'16$%$ )0 ;16 +)06') ')0 0);1$ 6&+)0%$ 19%% 0 )0$'6%$ % 9, $: 1)% 19% 016) % 1, ,+5"$ %*(..( -" *($" 2&:-( $"-" )16 )0$') '); )%) ' )& &+)11) , %0$ 6'$ $%') 0'6) '<$ 0$16 $0'< 09 $ ')' .-9$% +)%$ 0$ )6'< 6' $-%( %0&) % "0) %$0$ 90 $ %$ )% 9;)%) )+06) $) $ );1$ &+)0%$ ; %8 )06) )06 )%6) )06 %&) ')' )16 0$ )%) ' )%<') 01$ %$0$ 4; )4 ) ) )3 ) ) 4; 4 40 43 4 4 4' 0') $) $ ) 4; 4; )4 ) )' 4) )/ 4 4 43 43 40 3) 9;)%)1) .-9$% 11$' $%') +)%$ %$ %0&) &+)0% %"& %8 ) )' 4) )3 )0 ) 43 ) 4) 4 4 4 4' 4 )+06) -$"&( %.2-% -.6" - (&- "6 5$"&( (*&!& "%5-( 2(($% "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" ".(& (% -$$(& "-& 2& 5&"." $-" $66) %8 &+)11) 6'$ 0)6)' 9') $0'< '); &+0$ )11) %"& $."&#" .$( %"& )% $ ' $0)%<$)' +011$)'0$ 66$; 60 $% $600') '60% $ %'$ )' &)%6 '9$ +$) $91 19 -916 0 $' 16'1$)' '" %% 0 $)'$ '9$' 9' +)/ 6966, '$%60<$)'$ $ 0$ 9&$ 6%'6$ +)06') %)%$ +$) '" 19% )0 %% + ' %)%&'6 19% )0 %% '$';$ +0;% %/%6 +011$)' )' % 6&+) 19% 016) % )'6$''6, (2&: 0& 09 $ 10 $1 )6'< , %0$ $&$'$ ; %"& %8 ) ) ) )3 )) 4) )' 4 )/ 4; 4 4) 4 )' );1$ )& )0$') 0'6) 0$16 $' '<$ 0)' $ %"& %8 )/ )) ) ) ) )0 ) 4/ 4 4 ) )' 4 4 $!" !&!" 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Stasera va in onda «Smile», un’indagine sull’universo giovanile contemporaneo con particolare attenzione ai fenomeni di dipendenza dalla droga. «Smile» é anche una serie che comincia stasera. Il documentario si basa su centinaia di interviste e discussioni con gruppi di giovani nelle scuole, nei club e nelle discoteche. «Smile/La Serie» (10 puntate) riprende le fila della storia di Andy, uno dei protagonisti della docufiction, raccontando il suo viaggio verso la maturità. I Cesaroni Canale 5, ore 21.10 Doc3 Rai3, ore 23.40 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä 1 *--" " Ó° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £{°xx / ° -iÀi £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£x " /,"**" /,° £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° Óä°Îä / / / 66 /° 6`ivÀ>iÌ -, Ó£°£ä 66/° -iÀi° *>Õ> V iÛ>ÀÀ>] }Õi }i -ÛiÃÌÀi] Ì>> ->V iâ ÓÓ°{x -- -, // -/,° /iiv ÓΰÎx /, /° ->« ä°Îä / £ "//° Ç°Îx ,/ ° /iiv n°Óä -", "° /iiv °{x *-" *,"° /iiv /" Ó° £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää /" "-/\ 1 "--," < //" -,6/"° £x°{ä - < /, ° /v £È°Óä 1, "-/,° /iiv £Ç°xx / Ó - °°-° £n°ää , / -*",/° £n°£x / Ó° /" Ó° £n°{x ,8 È° /iiv n°ää ", -//° ÌÌ° £ä°£ä </" " - *""° V° £ä°Óä *,"-- , "° £Ó°ää / Î\ -«iV>i /Î ºiÃÌÛ> `i i>» > 6iiâ> £Ó°Óx - ", 7-/° /iiv £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° / ," /"° £{°Óä / ΰ/" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /,, "-/, Ó° /v £x°{x " ½ *5 / ,° £Ç°Óä " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ /,° /, /"° Óä°ää " 6 < Óä£{° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä ° °°-° " -° /iiv° Àà "½ i] ] `> ÕÌ ÓÓ°xä 1 , / " Ó° /iiv° À`] i 6}i £°ää /*" ° £°äx /"," -* 6 <° ÌÌÕ>ÌD £°Îx << -/ ° ÌÌÕ>ÌD >>ix Ì>>£ >Ç i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix <",,"° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /iiv , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD / { /"°/ / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD / /" */ /¶ 1", ,° /iiÛi> /*, / {° / { /"°/ , " /6 ° 6>ÀiÌD /*-/ ½",° ->« "«iÀ> -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x ,/ / /6° /iiv ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°{x 1 *, /,"**"° i`>] iÀ>>] Óä£Ó®° ,i}> ` ÀÃÌi >ÀÌ>° >> vÌ] / 7>ÃV >] iÝ>`iÀ iÞiÀ\ /}VÆ iÌi°Ì £È°Îä *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £°ää -,/"° /iiÛi> £°xx / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ç°{ä -1*, ,° /iiv °Îx /° /iiv ££°Îä 1 /,/° /iiv £Ó°Óx -/1" *,/"° /"°/ -*",/ -/ / *<" ° £Î°ää -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 1/1,° >ÀÌ £x°ää *,//9 // ,-° /iiv £È°{ä 7-" ½- ,° -iÀi -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° /"°/ £°Óä °-°° 7 9",° /iiv° >ÀÞ -Ãi] >Ài Û>ââ Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää " ° /> Ã Ü ££°{x " 1-° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/, - , - "° /iiv £È°Îä -/,-9 E 1/ ° /iiv £n°Óä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` Óä°ää / Ç° Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx - " 1 ," 9° À>°] 1Ã>] ¼äÓ®° / - >`Þ>V° iÛ ÃÌiÀ] -ÕÃ>> / «Ã] i ÀÌ° Ó£°£x / /-/° /iiv° - >iÀ] ,L /ÕiÞ Óΰ£ä " -° /iiv° Þ iÃV >i] >Û` Ài>>â] V >i> ° i «À}À>>\ /} { } Ì iÜà ӣ°£ä -," ° /iiv° >Õ` i`>] ÀÃÌ>i >}iÀ] Ìi >ÃÃ>À ÓΰÓä ", /, ,° °] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` `Ü>À` <ÜV° i >Ì >Ü>Þ Ó£°£ä ," 9 6° À>>ÌV] 1Ã>] £nx®° ,i}> ` -ÞÛiÃÌiÀ -Ì>i° -ÞÛiÃÌiÀ -Ì>i] « Õ`}Ài] À}ÌÌi iÃi° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` Ó£°£ä ,9½- /"9° /iiv° *>ÌÀV i«ÃiÞ] >Ì iÀi i}] ->`À> " ä°xä / Ç° ÓΰÎä / Ó° Óΰ{x -/," *",/ /"° / ÀiÀ] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` ivv 7Õ} Óΰää / ," ° Óΰ£ä / Î "// -//° Óΰ{ä " ΰ VÕiÌ>À ä°Îä / ° VÕiÌ £°Îä "// - " 1- ΰ ÕÃV>i ΰää *"<"// ,,,° i`>] Ì>>® £°Îä / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì Ó°ää **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Óΰää 6, "7 ,, ,-° âi] 1Ã>] Óään®° ivv 7>`Ü° -i> >Àà £°äx "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä ] 1 " -,," ° /iiv° Ã>Li "ÌiÀ ,>x ,> -ÌÀ> È°xä Ç°Óä n°£x °{ä £ä°{x ££°Îä £Ó°ää £Î°ää £{°ää £x°Îä £Ç°ÎÓ £n°xä £n°xx £°Îx £°xx Óä°Îä i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ /Û >Ç°Ì ÌÛ°Ì £Î°Óä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £{°£x -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £x°£ä ," 1 , -1*,-/,° /iiv £È°ää £È /° 6>ÀiÌD £Ç°Óä / "° 6>ÀiÌD £n°xä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x £È /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää - ,"° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £x°Îä 9 -1, /-° ÕÃV>i £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° Õð £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää -7/ / ,/ Ó° /iiv Óä°ää / "7° ÕÃV>i Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää -7/ / ,/ ΰ /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Strani segnali per il dott. Costner Stallone pugile e il russo cattivo ,>{ À>°Ì Kevin Costner (foto), un medico di Chicago, perde la moglie Emily, anche lei medico, in un incidente. Ma presto cominciano a verificarsi strani episodi. Dragonfly - Il segno della libellula; Rai3, ore 21.05 Rocky Balboa (Sylvester Stallone, foto) sfida il campione sovietico Ivan Drago (Dolph Lundgren, nella foto con Stallone), che ha ucciso sul ring il suo amico Apollo Creed. Rocky IV Italia 1, ore 21.10 Elio racconta Anna esce il Barbiere di Siviglia dall’ospedale «Figaro il barbiere» è una versione cameristica de «Il barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini con Elio (Elio e le Storie Tese) nei panni del narratore. Figaro, il barbiere Rai5, ore 21.15 Nella puntata della fiction, titolo «Il sacrificio», Anna (Paula Echevarria) lascia l’ospedale per stare vicino ad Alberto durante le esequie di Don Rafael. Ma al cimitero sviene. Velvet Rai1, ore 21.10 n°Îx 7,"1- £Î° -iÀi °Óä 6 ° -iÀi £ä°äx ,1-° /iiv £ä°xä -*" /° -iÀi ££°Îx -/,° -iÀi £Ó°Óä -/,° -iÀi £Î°äx 6 ° -iÀi £Î°xä -/,/ / /-° /iiv £{°Îx " /", 7"° -iÀi £x°{x **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £x°xä " /, ° -iÀi £È°Îx -/,° -iÀi £Ç°Óä -/,° -iÀi £n°äx , 7- ", "° £n°£ä 7,"1- £Î° -iÀi £n°xx / "-/ 7",° -iÀi £°{ä " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä ,"° -iÀi ä°Óä /," " -*° -iÀi £°£x /," " -*° -iÀi À>°Ì £°Îx -/,1-/ /" ,"79° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x ,"] ,,° /i>ÌÀ ÓÓ°Îä " ° VÕiÌ>À ÓΰÓx 6 //, -"7° /> Ã Ü Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Óä°xä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îx "-/, 6/ , , " / "-/, £Èn £Ç° VÕiÌ ÓÓ°Îx ½/ 6-/ "° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{ä £Ç°{x £n°Îä £°£x Óä°£x , 7- ", "° /"*<"° /iiÛi> /"*<"° /iiÛi> , " /° -iÀi " ° ÃiÀi Ó£°£x ° -iÀi ÓÓ°{x £{c -/,//"° -iÀi Óΰ{ä --1 " 6 -*,° ÃiÀi À>°Ì À>°Ì £{°Îx 6 < 9° ÌÌ° £{°xx /," " ½/ ° £È°{ä *** ° £n°Óx , 7- ", "° £n°Îä /,t Ó£°£x +1 " "//° Óΰ£ä 6 < 9° ÌÌÕ>ÌD ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x 7/ "9-° /iiv £°Îx / ,1-° /iiv Óä°Óx "1- " 1-° /iiv Ó£°£x 1 1 * ° >ÀÌ £n°£ä 8/, "6,\ / /" ° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä "/ 1"° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä "-/," * "" , ",° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä -8 ,\ /1// "* ---"° ÌÌÕ>ÌD £{°Óä " " ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{ä -," ° -iÀi £n°{x 7E",,° /v Óä°{ä -/,//" *"<° -iÀi ÓÓ°{ä -* "-/, 6 <° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x ", *5¶ VÕiÌ>À £n°Îx , //"t V° £°Îä , /1// "-/° V° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä +1, ° V° ÓÓ°ää +1, ° V° £Î°Óx 5 //° ÌÌÕ>ÌD £{°Óä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌ° £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -°"°-° //° ,i>ÌÞ ä°£ä / ,° "< -"7° ,> 99 Àà i >x /Û Óäää £n°ää £n°Îä £n°xx £°ää £°Îä £°xä Óä°£ä Ó£°Óä À>°Ì ""*""° >ÀÌ //" ° >ÀÌ "9° >ÀÌ /, " "-1,° >ÀÌ - /"*" "° >ÀÌ ,/" " < "° >ÀÌ *** *° >ÀÌ "6° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £x°£ä " "/° £È°{x "/ 6 <° 6>ÀiÌD £È°xx ",-," ,"° £°£x <<,° /iiv Óä°äx <<,° /iiv Ó£°ää ""-9 ", " 1<"° ÓΰÓx ,- -/6 6 <° £°£x , 1" /8-° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä / 8 /", 1-° 6>ÀiÌD Óΰ£x " //" ", ¶ °] 1Ã>] Óää® £È°Îx 9 9 1-/,° 6>ÀiÌD £Ç°äx 8/, "6, " /" ° V° £n°Îä 19 //9° /iiv £°Óx "--* ,° /v Óä°£x ,"9 * -° /v Ó£°£ä ,/ /] ",-\ /} Æ iÌi°Ì ÌÛÓäää°Ì £°ää ½-*//", ,, ° /iiv Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îx / /° Ó£°äx ," ** , - "° ,i° ÓÓ°£ä ," "- " ,° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Mercoledì 3 Settembre 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi LagiovaneClary e i cacciatori di demoni Clary Fray (Lena Headey, foto con Jared Harris) vede ovunque simboli e presenze misteriosi. La madre non l’ha avvertita del suo imminente incontro con i cacciatori di demoni che popolano un mondo parallelo. Shadowhunters - Città di ossa Sky Cinema 1, ore 21.10 Il viaggio di Pi solo con una tigre -Þ i> I Classici dell'estate -«ÀÌ £Ç°{ä , E \ 1 "** -",*,- > ÛÌ> `i> ÌÀ>`ÕÌÌÀVi >ÃÃ>`À> `ÛiÌ> Õ viÀ µÕ>` VÌÀ> À>i] Õ> `À>} µÕii >ÌÌiÃ> ` V>L>Ài ÃiÃð -Þ i> ÕÌ £°ää 1 " -,," /1//", 1 «âÌÌ ° ÕÀ« Þ® ` -> À>VÃV `iÛi ÌiiÀi > L>`> Õ >ÃÃ>Ãà «ÃV«>ÌV° -Þ i> >Ý £°£x 1 ,"--" >«>ÛÀ `i }iiÀi 7iÃÌiÀ] `ÀiÌÌ `> ° >Üà i £{n] V ° 7>Þi i ° vÌ° -Þ i> >ÃÃVà *, *À> i> m > L>` >À>Ì> `ii À}>Ìi ,ÃÃi V i >} Ì>> `ÕÀ>Ìi } > ` *L° V>«] `Õi v`>â>Ì -i} i -ÕÃ>>° -Þ i> ÕÌ £°Óä ,"9 7 À>VVÌ ` µÕ>` *ÀiÃ`iÌi ,ÃiÛiÌ i ÃÕ> }i] i £Î] ëÌ>À Ài i > Ài}> ` } ÌiÀÀ> «iÀ Õ Üii i`° -Þ i> *>Ãà £°Îä * - ÕÃÌÞ] «VV >iÀi >}ÀV] Ã}> ` «>ÀÌiV«>Ài >i V«iÌâ «iÀ >««>ÀiVV `½>Ì> µÕÌ> ÃÌ>Ìi ÃvvÀ> ` ÛiÀÌ}° -Þ i> £ -*,/ ",/ -«Ã>Ìà ÌÀ«« }Û>] iiÃÌi i iÃÃi à à Ãi«>À>Ì >> Ã}> `i ÌÀi̽>° iV` «iÀ¢ ` iÛÌ>Ài `ÛÀâ i À>iÀi >V° -Þ i> Ìà £°{ä " " 9 1 , 1 > Ài> `iÛi VÀÀiÀi >ÕÌ `i vÀ>Ìi>ÃÌÀ Þ] À>«Ì > V>ÕÃ> ` Õ> ÃÕ> `ÃÌÀ>âi° - v>ÀD >ÕÌ>Ài `>½>V ÕÕð -Þ i> >Þ Ó£°ää ,1//] -*", //6 ` ° -V> V ° >vÀi`] >LiÌ>Ì Õ> L>À>VV« À>>° > «iV> > ÛÌ µÕ>i }À Ài}> > iÃÌÛ> ` >ið -Þ i> >ÃÃVà ,/", " - / / "<< ,Û>ÌD ÌÀ> ÛV ` Û>° /«V> Vi`> v>>Ài LÕÃÌ>] ÌiÀ«ÀiÌ>Ì> `> -° >ÀÌ i ° Õvv° -Þ i> >Þ ,* 1 }ÀÕ«« ` `iµÕiÌ ° ÃÌiÀ] ° ,ÕÃÃi i ° ->ÌiÀ® ÀiÃVi > iÌÌiÀi > Ãi} Õ V«° À}i ° V ÌiÃÌi° -Þ i> >Ý ,/9 , ° `>] V V>«i iÀ] ÌiÀ«ÀiÌ> Õ> }Û>i ÀÕÃÃ> V i ëÃ> Ãiâ> VÃViÀ ° >«° Ài>ÌD m Õ> >`À>° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä -"71 /,- // "-- 1> }Û>i `> ÃV«Ài ` iÃÃiÀi ½iÀi`i ` Õ> ÃÌÀ«i Ãi}ÀiÌ> ` }ÕiÀÀiÀ V i `> Ãi«Ài «ÀÌi}} ` `> `i° -Þ i> £ ,," Î - 61"/ />i ÃÕ Ã Ãi`> ii V>Ãi >ÃÃiâ> `i «À«ÀiÌ>À] > ÀÕL>] iÌÌi À`i] «ÕÃVi i >}}ÕÃÌ>° À}i `Õ° -Þ i> ÕÌ 6/ * /À>ÌÌ `> À>â ` 9> >ÀÌi] m > ÃÌÀ> ` Õ À>}>ââ V i >ÌÌÀ>ÛiÀÃ> ½Vi> «iÀ À>}}Õ}iÀi >>`>° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä ,/ 1", ½ "-/," /À>ÌÌ `>½ À>â ` Ài> Õi] i>ÀÌ m `ÀiÌÌ `> ° -vÌiÞ] V ° ÀÀi] ° «i iiÌÌ i *° iÌÌ>Þ° -Þ i> >Þ *,"*"-/ / *iÀ Õ i ` `>À] Õ> `> ° Ài® ëÃ>Ì> >VViÌÌ> ` ÌÀ>ÃVÀÀiÀi Õ> ÌÌi ` ÃiÃà V Õ ÃVÃVÕÌ ,° ,i`vÀ`®° -Þ i> *>Ãà ÓÓ°{x -*"- *,"-- - À>] }Û>i ÃÀ>i>> ` /i ÛÛ] m «ÀiÃÃ> ëÃ> > >ÀÌ `i> ÃÀi> `ivÕÌ> > ÃÕ VÕÀi L>ÌÌi «iÀ Õ >ÌÀ° -Þ i> ÕÌ Óΰää , - <" *° À} À>VVÌ> > ÛÌ> i «Ù >ÌV >ÃÌiÀ `i½À`i `i iÀÌÃ] ÛV > ÀiLi° -Þ i> >ÃÃVà £ä°ää / -\ "//6 1"«i ÕÀëÀÌ £ä°Îä 1/""-"\ "** - iÀÀ>À >i}i -Þ -«ÀÌ Ó £Î°ää +1/<" \ -/" 7À` µÕiÃÌÀ> >ið vviÀÌ> ÕÀëÀÌ 7,-/ \ 77 8/ -Þ -«ÀÌ Ó £È°ää -"\ **" - /1," - 1 ,,° £xÎ 6ÕiÌ> ` -«>}>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°ää "\ ," ", / -iÀi -Þ -«ÀÌ £ £°£x "\ <" \ ,// <<1,, ,>-«ÀÌ £ Óä°äx *6""\ - \ *° " Óä£{ /1 - 6,- ,>-«ÀÌ £ Óä°Îä "\ <" -iÀi -Þ -«ÀÌ £ Ó£°ää "\ <" *"/ -9 -*",/ / *>Þ} vÀ `Ài° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ -/\ - /" " *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°äx / -\ +1,/ - 1- "«i° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ ÓÓ°£x *, 1/-"\ "** " " { *,"6 7", 1* -,- ,>-«ÀÌ £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £n°{x , Ý 7/ "9- ,> Õ« £°£x /1//" ,/" ÃiÞ >i Óä°£ä / -/, -, ÃiÞ >i , - Ý Ài Óä°Óx - E / Vi`i "1- " 1- ,> Õ« Óä°Îä / /",9 Ý Óä°xä /1 , Vi`i "1- " 1- ,> Õ« Ó£°ää 6 ÃiÞ >i " - Ý Ài -*9 ""7 Ý Ó£°Óä /1 , Vi`i Ó£°Óx 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Ó£°xä 76,9 ÃiÞ >i £Ç°äx -/, 1-/, -Þ 1 £n°ää ,/ , -Þ 1 £n°£x /"1, ÃiÞ >i £n°Óx 1 " "<, " Ý vi £n°{ä 1 " "<, " Ý vi £n°xä ,/ , -Þ 1 £°£ä 1,, /",/ £°Îx "-- - -Þ 1 Óä°Óx 1 ", -/, 1- -Þ 1 Ó£°ää +1//," /," / Ý vi Ó£°£ä 1 ", -/, / -Þ 1 ÓÓ°ää +1//," /," / Ý vi £n°äx " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ 7 8 1 i`à £°äx ,° Ó - 9 , Vi`i £°{ä ," "" " +1-/ -,7"" i`à Óä°Óx "9 // - , iÀ>} 1 , * >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°äx 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä /" Ó Ó£°£x 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ 1 1 * ,> Õ« Ó£°Îä 1"6 66 /1, */, * i`à £Ç°£ä , ,9-\ ½1/" -"*,66--1/" ÃVÛiÀÞ >i £n°Óx - < ½" 1/" ÃVÛiÀÞ -ViVi £°Îä , 1" 7 9", ÃÌÀÞ >i Óä°£x 7", ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°Îä , ÃÌÀÞ >i -/1* +1,/" >Ì> i}À>« V Ó£°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i *,\ 6 // ÃÌÀÞ >i ,-- " /," , /", ½<<," >Ì> i}À>« V £È°£ä 1 *, ° /iiv 9 £È°Óä ,, -/, *, 6//",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°ä£ 1 , // *, 1 //" +1,/"° /Û 9 £Ç°ÓÇ / ° /iiv " £Ç°Ó ** "6 ° *ÀiÕ i> £Ç°x£ *,- , ,/" ° /v " £n°£ä 6" , "° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°£Ó " -/ Ç° - Ü " £n°ÓÓ / /,*,/,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Î / 6*, ,-° /iiv 9 £°£n - - "" ° *ÀiÕ i> £°ÎÓ £°ÎÈ Óä°ÓÎ Óä°Óx Óä°{ä di Maurizio Porro Nozze a Tel Aviv in un mondo a parte I l film che vi consigliamo oggi viene da Israele, da una famiglia chassidica di Tel Aviv, dove la prematura morte di parto di una figlia «costringe» secondo antiche regole la sorella minore, che vorrebbe sposare un coetaneo di sua libera scelta, a dover preferire il cognato vedovo affinchè il neonato abbia una famiglia. Una diciannovenne della più ortodossa comunità ebrea sfida le regole: Fill the void, colmare un vuoto, dice il titolo originale della Sposa promessa di Rama Bursthein, un discusso film del 2012 per cui Adas Yaron ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. Da una parte le regole impassibili di fronte alle passioni dei singoli, i vecchi che telecomandano il cuore dei giovani che vedono come un allestimento religioso i riti delle tradizioni e delle preghiere, pur sempre corrette con quel certo humour salvavita. Si tratta di una fiction con il dibattito incorporato come Un divorzio tardivo o come un apprezzato dittico di Amos Gitai, fra cui Kaddosh e Kippur, senza citare i film bellissimi di Riklis come Il giardino dei limoni e, visto a Locarno, Dancin Arabs sulla ricerca di identità di un ragazzo, tratto da un libro bello e i n t rova b i l e d i S aye d Kashua. È bello poter parlare di un film che viene da Israele o dalla Palestina – come il molto seducente Villa Touma di Suha Arraf, araba che vive Una scena di «La sposa promessa» a Tel Aviv ed ha scritto i film di Ricklis – senza avere davanti agli occhi le scene di sterminio, le grida di dolore, le case sventrate, ma la forza dialettica delle parole, magari i tre bellissimi racconti appena usciti da Feltrinelli del palestinese Mahamud Darwish (Una trilogia palestinese). Il cinema come la grande letteratura di quei paesi deve farsi carico di questo immane necessario compito pacificatorio, vedi i nomi di Oz, Yehoshua, Grossman etc. L’autrice deb del film di oggi è nata a New York ma si è convertita allo chassidismo trasferita a Gerusalemme e il suo miracolo è di guardare la materia controversa delle regole religiose che invadono per così dire la privacy, con una umana comprensione generosa ma non priva di una audace e ironica forma di rispettosa critica soprattutto per il mondo delle donne, che usano l’arma della tradizione come difesa ma su cui il cinema riesce con intelligenza a far sorgere un dubbio. Pi (Suraj Sharma, foto) e la famiglia lasciano l’India per emigrare in Canada e si portano gli animali dello zoo in nave. Ci sarà un naufragio e Pi resta solo sulla scialuppa con una tigre. Vita di Pi Sky Cinema Hits, ore 21.10 La vita spiata di Jim Carrey Truman Burbank (Jim Carrey, foto) scopre un giorno che la sua vita, fino a quel momento idilliaca, è una gigantesca messinscena di cui è l’unica persona vera filmata da telecamere invisibili. The Truman Show Premium Cinema, ore 21.15 Rush esperto d’arte cade in una trappola i`>ÃiÌ *ÀiÕ La vita di un apprezzato esperto d’arte (Geoffrey Rush) scorre al riparo dai sentimenti fin quando una donna misteriosa gli chiede una valutazione. Sarà l’inizio di un rapporto che lo travolgerà. La migliore offerta Cinema Emotion, ore 21.15 £{°xä 1" " " " ° *ÀiÕ i> £x°äx ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°Ó£ / 6*, ,-° /iiv 9 £x°xä *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £x°xÎ ,° "1- 6-" ° /iiv " " /, ° /iiv 9 ,,9½- 7° /iiv " " /, ° /iiv 9 ,,9½- 7° /iiv " "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x / /,1 -"7° *ÀiÕ i> Ó£°£x -1/-° /iiv " © RIPRODUZIONE RISERVATA La sposa promessa Sky Cult, ore 22.45 Ó£°£x Ó£°£x ÓÓ°ä{ ÓÓ°äx ÓÓ°xÈ Óΰä{ *, /""° /iiv 9 *,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> *, /""° /iiv 9 -1/-° /iiv " *½ /1 ° /iiv 9 , , /° *ÀiÕ i> Óΰäx /, ", *, 6,/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{ 9 8 -/9° - Ü 9 ÓΰxÇ / ,, ,-° /iiv 9 ä°än ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{x ,/ " 8° /iiv 9 ä°x{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°ää -"7,-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äx 9/" ° *ÀiÕ i> 48 italia: 51575551575557 Mercoledì 3 Settembre 2014 Corriere della Sera
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