MARTEDÌ 12 AGOSTO 2014 ANNO 139 - N. 190 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 In Italia EURO 1,40 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 Dopo gli scandali Una festa misteriosa per i 60 anni di Hollande Garlasco, la madre «Chiara, 7 anni dopo vivo tra i suoi peluche» Con il Corriere Costantini, trilogia noir Il primo romanzo di Alessandra Muglia a pagina 17 di Giusi Fasano a pagina 19 Oggi in edicola a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano LA STRATEGIA PERDENTE DI OBAMA L’OSTINAZIONE DI UN PRESIDENTE Iraq Il premier Maliki sostituito chiede ai soldati di scendere nelle strade della capitale. I jiadisti avanzano verso il Kurdistan I blindati a Bagdad Ora si teme un golpe di SERGIO ROMANO 40 8 1 2> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano ma e ritiene che il ritiro delle truppe americane dai due Paesi in cui hanno combattuto per più di dieci anni sia la decisione politica di cui potrà andare maggiormente orgoglioso. Non è sorprendente che anche in questa recente vicenda irachena si attenga a un impegno continuamente riaffermato: gli Stati Uniti non possono e non vogliono essere un poliziotto globale. Eppure vi sono almeno due considerazioni di cui Obama, in questa particolare vicenda irachena, dovrebbe tenere conto. In primo luogo l’intervento sarebbe completamente diverso da quelli di Bush e persino da quello del 2011 contro Gheddafi. Le guerre del predecessore e quella dall’aria contro il colonnello libico volevano eliminare un regime ed ebbero l’inevitabile effetto di creare instabilità. L’intervento contro lo Stato Islamico, invece, dovrebbe restaurare la stabilità là dove è minacciata da una forza fanatica. In secondo luogo, Obama agirebbe per scopi oggi condivisi da alcune potenze regionali: l’Egitto del generale Al Sisi, anzitutto, ma anche la Turchia del neopresidente Erdogan e l’Iran di Rouhani. Il primo detesta gli islamisti radicali; il secondo è preoccupato dall’incendio che ha contribuito ad alimentare nella vicina Siria; il terzo non desidera perdere le posizioni conquistate a Bagdad. Sarebbe un’alleanza insolita, una inedita Triplice, ma proprio per questo, forse, promettente. Dimostrerebbe che vi sono circostanze in cui gli interessi dell’America coincidono con quelli di una parte importante del mondo musulmano, sunnita e sciita. E potrebbe favorire indirettamente sia la soluzione della crisi siriana sia una più rapida intesa sulla politica nucleare di Teheran. Per gli effetti che potrebbe avere, questa guerra potrebbe essere, oltre che umanitaria, intelligente. Hillary a Barack: dovevi agire prima di MASSIMO GAGGI A PAGINA 5 Gli affari segreti dei mercanti di armi di GUIDO OLIMPIO ALLE PAGINE 2 E 3 DA PAGINA 2 A PAGINA 5 Martirano I nostri giovani Ue e mercati chiedono riforme VACANZE IN FAMIGLIA (PER FORZA E PER AMORE) Moody’s: Italia in recessione. Ma l’Ocse: fase positiva L’agenzia di rating Moody’s aggiorna al ribasso le previsioni sulla crescita italiana nel 2014, da +0,5% a -0,1%. Motivo, il peggioramento del quadro economico. Segnali opposti dal superindice dell’Ocse: tra giugno 2013 e giugno 2014 l’indice italiano resta il più alto tra i Paesi europei e del G7. Dalla Commissione europea, intanto, si precisa che sulle riforme «decide Roma». Giannelli Lavoro Lite sull’articolo 18 E il governo si spacca di FRANCESCO DI FRISCHIA A PAGINA 11 ALLE PAGINE 6 E 7 Basso, Ferraino, Taino Fiumicino Ieri consegnate le ultime valigie rimaste a terra Un milione di euro e 15 tir per lo sciopero dei bagagli Così le lobby cambiano le leggi di SERGIO RIZZO ALLE PAGINE 8 e 9 © RIPRODUZIONE RISERVATA di DARIO DI VICO C laudio Lotito e Adriano Galliani lo fissano dalle prime file, lo guidano con lo sguardo. Il presidente della Lazio annuisce alle prime parole di Carlo Tavecchio, il suo candidato approdato al vertice del calcio. Poi con una mano gli blocca il discorso: «Basta così!». arlo Tavecchio ce l’ha fatta: l’ex presidente della lega Dilettanti è stato eletto alla guida della Federcalcio con il 63,63% dei voti, battendo al terzo scrutinio Demetrio Albertini. Le settimane sulla graticola per la gaffe razzista sui giocatori «mangiabanane» non hanno dunque fermato l’ascesa dell’uomo che ha spaccato la Serie A. Ma la maggioranza coagulatasi attorno al candidato dilettante esprime una cultura e una progettualità inadeguate. A PAGINA 15 ALLE PAGINE 14 E 15 Arzilli, Bocci C ell’Iraq lacerato dalla guerra contro le milizie jihadiste si apre anche una grave crisi politica. Il premier Al Maliki ha schierato a Bagdad i battaglioni a lui fedeli, in aperta sfida alla scelta del presidente Masum di sostituirlo con un altro sciita, Haider Al Abadi. Una decisione sostenuta dagli Stati Uniti. Intanto continua l’odissea degli Yazidi, in fuga per evitare il massacro. Bruxelles: cambiamenti necessari per la crescita, però decide Roma. Renzi chiama la Casa Bianca Tavecchio, un gaffeur al potere «Claudio, sei forte» Il trionfo di Lotito In primo piano N Il candidato famoso per l’uscita razzista eletto alla guida della Federcalcio di FABRIZIO RONCONE 9 771120 498008 di LORENZO CREMONESI REUTERS / RODI N ell’ultima crisi irachena vi è un’altra crisi, forse più grave: quella di Barack Obama e della sua politica. Il presidente degli Stati Uniti non può ignorare che le condizioni dell’Iraq, anche dopo il ritiro delle truppe americane, restano una responsabilità morale del suo Paese. Non può dimenticare che la nascita a Bagdad di un regime settario, ottusamente sciita, ostile alla minoranza sunnita, è avvenuta quando il Paese era occupato dalle sue truppe, non da quelle del suo predecessore. E non può nemmeno ignorare, soprattutto dopo la disastrosa esperienza libica, che le operazioni dall’aria sono sempre insufficienti e, quando occorre liberare centomila esseri umani, inutili. Per salvare i prigionieri dello Stato Islamico bisogna intervenire militarmente sul terreno, respingere le milizie jihadiste, aprire corridoi umanitari, consentire ai profughi di rientrare nelle loro case o trovare alloggio in campi protetti. I droni possono soltanto prolungare l’assedio o addirittura rendere gli islamisti ancora più spietati. Ma l’intervento militare non sembra rientrare fra le opzioni di Obama. È profondamente convinto che il principale scopo della sua presidenza sia quello di riparare agli enormi danni politici, morali e finanziari provocati dalle due guerre del suo predecessore. Sin dal primo giorno alla Casa Bianca vuole riconfigurare il ruolo degli Stati Uniti nel mondo, ampliare la gamma dei rapporti con l’Asia, aprire un nuovo fronte diplomatico nel Pacifico, evitare nuovi coinvolgimenti, liquidare le troppe questioni pendenti di un passato ingombrante. Si è duramente scontrato con tutte le correnti imperialiste e belliciste del suo Paese, ha subito insulti e atti ostili generalmente risparmiati al presidente. Ma non ha mai rinunciato al suo program- Regioni e norme Eterologa, freno di Chiamparino sulla Toscana: «Regole comuni» di MARIO PAPPAGALLO e SIMONA RAVIZZA A PAGINA 22 Uno sciopero bianco milionario. Proprio un milione di euro è costata infatti ad Alitalia l’operazione «torna a casa valigia», nata per l’astensione dal lavoro a Fiumicino del personale di terra della compagnia. Erano ventimila gli «arretrati» in bagagli da consegnare ai passeggeri ormai nelle loro case e ci sono voluti 15 tir per trasferirli. Ieri le ultime consegne. E l’agitazione continua. A PAGINA 20 V. Costantini Immigrazione «Basta vu’ cumprà» Polemica su Alfano di RINALDO FRIGNANI A PAGINA 18 di BEPPE SEVERGNINI L’ estate non è una stagione come le altre. È una pausa inevitabile, soprattutto alle nostre latitudini. È tempo di bilanci, personali e collettivi. La vacanza non è un lusso, ma «l’occasione per premere il tasto “reset” del nostro cervello» (Daniel J. Levitin, oggi sull’International New York Times). L’unico, vero capodanno è il 1° settembre (quest’anno cade anche di lunedì). Le altre date sono convenzioni astronomiche e scritte sul calendario. L’estate è il tempo del pensiero, dell’ascolto e della lettura: e non credete a chi si vanta di evitare scrupolosamente ognuna di queste attività. Una spiaggia siciliana, un prato trentino o una discoteca del Circeo sono postazioni eccellenti dove osservare la gente e meravigliarsi della vita. CONTINUA A PAGINA 35 2 Primo Piano Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera # Iraq La guerra Blindati Carri armati nel centro di Bagdad. Ieri, i battaglioni scelti fedeli al premier al Maliki sono scesi in strada in assetto da combattimento in una sfida al neopresidente Fuad Masum, che ha indicato un nuovo leader alla guida del Paese Iraq, nuovo premier Ma Maliki resiste e schiera i blindati Obama: nuovo governo passo promettente L’escalation Lo Stato Islamico: la nascita del Califfato La sera del 29 giugno di quest’anno i miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante annunciano la restaurazione del Califfato islamico. Il loro leader Abu Bakr al Baghdadi si autoproclama guida politica e spirituale. Impone la sharia, la legge coranica, nei territori conquistati nel nord dell’Iraq e in una parte del territorio siriano La caccia ai cristiani l’esodo degli yazidi Nelle ultime settimane l’Isis ha stretto la sua morsa nei territori dell’Iraq nord-orientale. Comincia la caccia alle minoranze religiose. Centinaia di migliaia di cristiani e di yazidi sono costretti a lasciare le proprie abitazioni e a cercare rifugio nei Paesi confinanti. Si svuotano le città di Mosul, Erbil e Qaradash. Vengono bruciate chiese e viene ucciso chi non si converte all’Islam Bagdad precipita nel caos politico Precipita anche la situazione politica nella capitale Bagdad. La maggioranza scarica Maliki che, però, rivendica un terzo mandato e fa schierare attorno ai palazzi governativi le sue truppe. Ma l’incarico viene affidato dal presidente della Repubblica, il curdo Masum, a Haider al Abadi, attuale vicepresidente del Parlamento, che ha l’appoggio Usa DAL NOSTRO INVIATO DAHUK (Iraq settentrionale) — E’ crisi politica aperta nell’Iraq lacerato dalla guerra interna contro le milizie estremiste del «Califfato». Ieri all’alba le strade del centro di Bagdad hanno visto la comparsa minacciosa delle brigate dei battaglioni scelti in assetto da combattimento fedelissimi del controverso premier sciita Nouri al Maliki. Una sfida frontale contro l’autorità del neopresidente Fuad Masum, che poche ore dopo ha comunque reso nota la sua scelta su chi dovrebbe essere il nuovo leader alla guida del Paese: si tratta di Haider al Abadi, ingegnere sciita 62enne definito «un pragmatico» che ha già lavorato nei governi di Maliki. Al Abadi ha ora 30 giorni per cercare di formare il suo governo. Ma intanto ha già ricevuto l’incoraggiamento di Obama: «L’Iraq ha compiuto un passo in avanti promettente ha commentato il presidente parlando da Martha’s Vineyard - l’unica soluzione è un governo inclusivo». Obama ha ribadito che «gli sforzi per aiutare la popolazione continuano» e ringraziato i partner europei. La gravità del momento non è però dovuta tanto alla resistenza di Maliki, che assieme ai suoi «fedelissimi» si dice pronto a combattere con tutte le sue forze contro quello che definisce un «colpo di Stato» e rivendica il suo diritto ad un terzo mandato per «ripristinare la legittimità della costituzione». Alla base delle preoccupazioni di tanti iracheni e di larga parte della comunità internazionale sta piuttosto l’offensiva militare lanciata dagli estremisti dell’auto proclamato «Califfato», che dai primi di giugno hanno preso Mosul e ora minacciano Bagdad e la stabilità dell’intero Medio Oriente. Per comprendere la questione occorre ricordare le tappe principali della storia irachena recente. Maliki venne eletto premier nel 2006 (tre anni dopo l’invasione americana) con il pieno so- Al potere stegno di Washington nella speranza che riuscisse a ritrovare l’unità nazionale, allora gravemente minacciata dalla guerra civile tra sciiti e sunniti. In un primo tempo sembrò una scelta felice. Maliki, pur se tra molte difficoltà, fu in grado di garantire il ritiro militare americano nel 2011. Tuttavia, da allora la sua politica accentratrice (si è anche accaparrato i ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Intelligence) ha progressivamente ostracizzato le minoranze sunnite e curde dalla gestione degli affari dello Stato. Ormai da tempo i commentatori accusano Maliki di essere al cuore del problema. «Maliki non può guidare la guerra contro i fanatici del Califfato per il fatto che è stato lui indirettamente a facilitarli», è l’adagio più diffuso. Le grandi tribù sunnite (che pure nel 2007 avevano Scaricato Nouri al Maliki, 64 anni, esponente della maggioranza sciita e del partito Dawa, ha vinto le elezioni del 30 aprile senza ottenere la maggioranza dei seggi L’America Il presidente americano promette : continuano i nostri sforzi per aiutare la popolazione Incaricato Vicepresidente del Parlamento, 62 anni, Haider al Abadi ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo cooperato con gli Usa contro la guerriglia qaedista) negli ultimi mesi si sono dimostrate persino pronte all’alleanza con le brigate estremiste siriane e i volontari jihadisti arrivati dall’estero pur di defenestrare Maliki. Per conseguenza, da almeno due anni anche Washington non nasconde più la speranza che Maliki si dimetta per facilitare la ripresa del dialogo interno. L’occasione di un avviPresidente Fuad Masum, 75 anni, curdo, settimo presidente dell’Iraq, è stato eletto nel luglio 2014 Affari L’emergenza ha scatenato i trafficanti. Il ruolo degli intermediari bulgari, ucraini, bielorussi, i depositi segreti degli americani La Cia, i mercanti, le rotte dell’Est: corsa a vendere armi Grandi carichi per i peshmerga curdi: e gli Usa forniscono materiale «sovietico» I signori delle armi si fregano le mani. La crisi irachena è una grande opportunità per vendere. Non che fossero scarsi a guerre, ma l’urgenza di aiutare Bagdad e curdi porterà guadagni. E per molto tempo. In questi casi l’intelligence americana, che coordina una parte dei rifornimenti, ha i suoi fornitori. Da sempre la Cia costituisce scorte robuste in una base «segreta» in Texas, poco a nord di San Antonio. E’ Camp Stanley, noto nell’ambiente delle spie come «Midwest Depot». Capannoni e strutture dove sin dall’epoca della fallita invasione di Cuba, gli americani raccolgono armi che impiegano per operazioni coperte. C’è tutto quello che serve per equipaggiare un piccolo esercito. Con arnesi d’ogni tipo, molto spesso fabbricati nell’Est Europa. Sì, perché i clienti di Washington sparano con il Kalashnikov, con gli Rpg e le mitragliatrici Pkm. La stessa cosa fanno i peshmerga del Kurdistan. Agenti e mercanti hanno le loro preferenze. Alcune storiche. Tra queste la Bulgaria. Molte «vie» passano dalla località di Kazanlak, dove c’è la fabbrica Arsenal 2000. In ottobre ha vinto il contratto per spedire bocche da fuoco e altro in Iraq, mezzi necessari per rimettere in piedi l’esercito di Bagdad poi chiamato a fronteggiare gli estremisti dell’Isis. Ma non è finita. L’arruolamento dei volontari nelle milizie sciite — coordinate dall’Iran — renderà necessari altri acquisti. La domanda sarà soddisfatta. A Sofia sanno come rispondere. E se una volta agivano con il Patto di Varsavia, oggi concludono intese con l’approvazione della Nato. E’ cambiato il logo, l’alleanza, ma gli AK sono quelli. Secondo i media statunitensi negli ultimi otto anni i bulgari hanno Peshmerga Combattenti delle forze curde esportato 221 fucili d’assalto. Però, al solito, sono cifre per difetto in una piazza spesso affollata dagli intermediari bielorussi e ucraini. Con il trascinarsi del conflitto siriano e le pressioni sulla Casa Bianca per aiutare la ribellione contro Assad, è partito un altro «giro». Le Sof, le unità speciali statunitensi, hanno cercato materiale poi passato a insorti di fiducia. Mitragliere e pezzi anticarro da montare sui pick up. Di nuovo si sono rivolti ai commercianti dell’Europa orientale. Parte del conto è stato pagato da sauditi e Qatar. Sono arrivati cannoncini pescati negli arsenali croati, surplus del conflitto balcanico. Quindi i sistemi occidentali Tow, probabilmente ceduti da eserciti arabi filoccidentali. Altre casse sono partite dalla Libia. E si è anche detto che l’Italia ha la sua dotazione di mitra e bombe da poter consegnare all’alleato di turno. E’ un mondo animato da strani personaggi. Uomini che non si fermano davanti a nulla. Venderebbero tutto, anche la loro madre. E’ solo questione di prezzo. Ha fatto notizia Ara Dolarian, uomo d’affari basato in California ma con inte- Primo Piano Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 3 # Profughi Fra gli sfollati che sono riusciti a lasciare l’area del monte Sinjar molti sono anziani e bambini, provati dalla lunga marcia di oltre 250 chilometri che li ha portati ad attraversare il territorio siriano per poi rientrare in Iraq, nell’area controllata dai curdi Assetati, a piedi nel nulla Con gli yazidi braccati dall’Isis SUL FRONTE L’esodo 20.000 DAL NOSTRO INVIATO cendamento democratico sembrò perduta però alle elezioni dello scorso aprile, quando Maliki si assicurò un terzo dei 328 seggi del parlamento e a suo dire la certezza di poter ottenere un terzo mandato. Ma gli avvenimenti degli ultimi giorni lo hanno sempre più indebolito. Anche nel campo sciita la maggioranza pare ormai sostenere il nuovo aspirante premier al Abadi. Ieri John Kerry ha plaudito alla scelta di Masum. «E’ un passo volto ad imporre calma e stabilità in Iraq», ha dichiarato il Segretario di Stato Usa. Dal Pentagono inviano intanto armi ai curdi. Lo scenario militare resta incerto e la soluzione rapida della crisi politica a Bagdad è ritenuta fondamentale per battere il Califfato. L’esodo Circa 20 mila yazidi intrappolati da giorni sui monti di Sinjar, in Iraq, sotto la minaccia dei jihadisti dello Stato islamico, sono riusciti a varcare il confine con la Siria grazie agli attacchi aerei che hanno spezzato l’assedio (foto Reuters) L. Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA ressi ovunque ci sia un conflitto. Prima di vendere fucili, si occupava di maiali. E non sempre in modo corretto. E’ a lui che gli Usa si sono rivolti nel 2013 per il pacchetto da 588 mila dollari con il quale coprire le esigenze dei ribelli siriani. In realtà il mercante non ha sempre rispettato la parola data ed è finito sotto inchiesta per presunte irregolarità. Storia che ricorda quello di un imprenditore della Florida. Doveva fornire munizioni all’esercito afghano ed ha pensato bene di andare a comprarle in Albania, però facevano cilecca. D’origine cinese, erano troppo vecchie. Capita anche che le spedizioni si perdano e che arrivino meno armi. Non poche decine, ma migliaia. E’ avvenuto in Iraq e in Afghanistan, dove gli Usa hanno mandato nell’arco di un decennio 700 mila fucili. A fine luglio il Dipartimento di Stato ha approvato 2 contratti del valore totale di un miliardo di dollari per fornire missili 5.000 Hellfire e pezzi di ricambio a Bagdad. Meglio hanno fatto i russi firmando, nel 2012, un accordo di 4,2 miliardi di dollari con l’Iraq. Così sono arrivati elicotteri d’assalto (M35, M28), caccia da supporto Sukhoi e razzi termobarici. Facile comprendere che il duello con l’Isis non sarà breve. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA FAYSH KHABUR — Dire che hanno bisogno di tutto può sembrare una frase banale e forse anche esagerata per descrivere gruppi di profughi in fuga. In genere, anche i più disperati sparsi negli angoli oscuri della Terra posseggono qualche soldo, un gioiello, una collana di valore nascosti nelle scarpe, nella culla del figlio; oppure possono ricorrere a un parente, a un amico residente da qualche parte che a un certo punto potrà dare una mano. Ma è senz’altro pertinente nel caso degli yazidi. «I cristiani iracheni almeno hanno la solidarietà delle Chiese e la comunità internazionale che li aiuta. Noi siamo soli, non abbiamo nessuno», dicono stremati. Un fiume di naufraghi perseguitati dalle brigate del cosiddetto «Califfato», con tante storie individuali di orrore e paura. Arrivano al ponte sul Tigri che segna il confine tra le regioni curde siriane e quelle irachene presso il villaggio di Faysh Khabur letteralmente senza niente. Non hanno nulla, né soldi, né vestiti di ricambio, né cibo, né medicinali. In molti casi persino le ciabatte e le magliette che indossano sono state donate dai guerriglieri del Ypk, i curdi siriani, che dal momento della loro discesa dalla montagna di Sinjar verso la Siria li hanno scortati per 250 chilometri sino al punto di rientro in Iraq. Da qui un servizio di minibus gratuito (non saprebbero come pagare) li porta ai campi di tende in allestimento dell’Onu e nei centri raccolta urbani sparsi tra le cittadine di Dahuk e Zakho. Hanno abbandonato i vecchi e gli infermi gli yazidi che sono riusciti a rifugiarsi in Kurdistan 20.000 quelli che sono ancora intrappolati sul Monte Sinjar 500.000 gli yazidi nel mondo, la maggior parte vive nella piana di Ninive, in Iraq E. LAMEDICA che non potevano camminare per una settimana a oltre 1.200 metri di quota senza alcun rifugio. Resti di umanità braccata, ossessionati dal fantasma dello sterminio. «E’ una replica contemporanea del genocidio in Bosnia, della pulizia etnica anni Novanta, riadattata in chiave mediorientale», denunciano all’ufficio Unicef di Dohuk. Le parole dei profughi sembrano confermare. «La notte tra il tre e quattro agosto ho ricevuto due telefonate dai miei parenti residenti nella cittadina di Sinjar, una trentina di chilometri da Tel Azir, il mio villaggio. Mi hanno detto che do- Lunga marcia «Hanno preso prigioniere le nostre amiche. Noi siamo scappate, abbiamo camminato per 7 giorni» vevamo scappare subito. I pazzi criminali del Califfato stavano sequestrando le nostre donne e fucilando gli uomini in massa. Dovevamo salire sulla montagna dove loro non arrivano con i gipponi. In meno di due ore eravamo in marcia. Davanti a noi le brigate dei peshmerga (i militari dell’enclave curda irachena, ndr) erano già in rotta. Da lontano abbiamo sentito nel buio che gli islamici usavano i megafoni sui minareti delle moschee per imporre il loro ultimatum: se non ci fossimo convertiti, ci avrebbero ucciso», ricorda Kheri Dakhil, studente 24enne che è riuscito a condurre oltre venti famigliari verso la salvezza. Sua sorella minore, elenca i nomi delle amiche che non ce l’hanno fatta: «Sono state catturate subito. Gli islamici cercano le ragazze più giovani. Le separano dal marito e dai figli, se sono sposate. Così hanno preso Ghalia Barakat di 33 anni; Hadu Dakhilluwarde di 28 anni; Khalifa Sharaf di 32 e mia cugina 32enne Zere». Mirza Kholo, 28 anni, è un pastore del villaggio di Khanassor. Appare consumato dalla fatica, con rughe profonde a segnare la fronte, le labbra rotte dalla disidratazione, i pantaloni della tuta infangati, la maglia bucata. «Non abbiamo bisogno di aiuto, non c’è più nulla da perdere», mormora rassegnato. Ha perso 250 tra pecore e capre, oltre la casa e i campi coltivati a grano. «Sulle montagne di Sinjar c’erano alcuni pozzi per l’acqua. Ma non bastavano alle migliaia di sfollati che si erano accampati tutto attorno. Era importante avere le proprie riserve e tenerle in disparte», dice. Sino all’ultimo si era tenuto l’asinello per il trasporto di tre giare d’acqua che hanno tenuto in vita lui e trenta famigliari. Ma poi ha dovuto abbandonare anche quello. A sua volta racconta degli omicidi di massa. Gli islamici riprendono le esecuzioni con i telefonini e le diffondono subito in Rete per moltiplicare l’effetto terrore. Vicino lui la nipote dodicenne menziona la zia e le cugine prese dagli islamici: Gole Halaravo, 70 anni; Hamsha 32 anni; Linda 28. Hussein Hissa, 28enne impiegato in una compagnia edile turca residente nel villaggio Gherezar, indica una decina di bambini feriti, alcuni gravemente con i volti gonfi e gli arti rotti, che si lamentano mostrando i bendaggi di fortuna. «Le loro famiglie scappavano su trattori e minibus, quando i guerriglieri hanno sparato con armi pesanti. I mezzi si sono rovesciati, ci sono stati almeno quattro morti. E per sei giorni i bambini si sono accodati alla nostra fuga senza alcuna assistenza medica. Solo pochi minuti fa sono stati bendati», dice. Un anziano ricorda di avere visto la fucilazione a sangue freddo di otto uomini davanti alle loro abitazioni, quindi il «rapimento di 14 ragazze di età compresa tra i 13 e 24 anni». All’ombra di folti cespugli verdi stanno accoccolate tre ragazze, due sono sorelle, Sahar Hassan di 15 anni e Wanza di 17, assieme all’amica Ghula Aio di 18. Hanno visto il rapimento di due sorelle loro amiche nella casa vicina nel villaggio di Sipaieshekh: la ventenne Halima Haji e la 17enne Adiba di 20. «Abbiamo sentito che gli uomini armati urlavano al padre che doveva convertirsi. Ma lui non voleva. Abbiamo visto che allora prendevano le nostre amiche. Le obbligavano a stare in un gruppo di altre donne prigioniere. Noi siamo scappate con i nostri famigliari. Si sono sentiti spari in lontananza. Poi siamo rimaste sette giorni a camminare per le montagne. Ci dicevano che gli americani gettavano dal cielo acqua e cibo. Ma c’erano troppi profughi. Quando arrivavamo noi tutto era stato già preso». Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Primo Piano Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 5 # Iraq La guerra Hillary si smarca da Obama «Doveva intervenire in Siria» Clinton guarda già alla corsa per la Casa Bianca del 2016 Washington Avanti con i raid Armi ai curdi Dalle portaerei americane nel Golfo Persico continuano a decollare i jet per proseguire raid e bombardamenti nel Nordest dell’Iraq. Attraverso il Dipartimento di Stato, Washington ha annunciato di «lavorare con Bagdad per fare avere al più presto armi ai combattenti curdi» Londra No a un ruolo militare Gli inglesi aspettano: per ora non seguono gli americani nei raid e annunciano l’invio di aerei da combattimento Tornado, ma solo per effettuare ricognizioni sul territorio. «Non vediamo un ruolo militare al momento» ha chiarito il ministro degli Esteri Philip Hammond Parigi Per un governo di unità Ripartire dalla politica: è questa la strategia che vuole adottare la Francia per provare a disinnescare la polveriera irachena. In un messaggio al neoeletto presidente turco Erdogan, Hollande auspica che «a Bagdad si possa velocemente formare un governo di unità nazionale» Roma Aiutare i peshmerga Il governo italiano, d’intesa con quello francese, sta valutando la possibilità di fornire armi ai peshmerga per affrontare i jihadisti. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, insieme al collega Laurent Fabius, ha scritto una lettera in tal senso all’Alto rappresentante dell’Unione Europea Catherine Ashton DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Per cercare di attutire il forte impatto mediatico delle critiche di Hillary Clinton alla politica estera del presidente Obama, un portavoce dell’ex Segretario di Stato ha detto che la sua intervista a «The Atlantic» non è stata concepita con l’obiettivo politico di lanciare una sua candidatura per le presidenziali del 2016: rientra in una serie di iniziative editoriali a sostegno del suo libro di memorie, «Scelte difficili», pubblicato un paio di mesi fa. In realtà con le sue critiche alla Casa Bianca, soprattutto per non aver sostenuto i gruppi filo-occidentali nella guerra civile siriana contro il regime di Assad, e con la replica 3 Divisioni Il presidente potrebbe anche appoggiare un altro candidato, come la liberal Warren anni dall’inizio della guerra civile siriana, iniziata il 15 marzo 2011. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, le vittime a oggi sono più di 140.000, gli sfollati oltre 6 milioni La decisione Ebola, sì degli Usa il siero alla Liberia Gli Usa hanno approvato la richiesta della Liberia di avere dosi di siero sperimentale per il trattamento di medici colpiti da Ebola. Dopo un primo «no» di Obama «non abbiamo tutte le informazioni sulla sua efficacia», è arrivata la decisione della Fda (Food and drug administration). A causa del contagio la Liberia aveva proclamato lo stato di emergenza. do, Klein Obama, che divide la Casa Bianca con un altro candidato potenziale, il vicepresidente Joe Biden, potrebbe appoggiare la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren che la sinistra «liberal» sta spingendo verso una (comunque problematica) candidatura. Scenari disegnati da un giornalista polemista che scrive in modo provocatorio, vende molto anche per il suo linguaggio forte, ma le cui analisi sono a volte inficiate da errori marchiani. Eppure la sensazione che le tensioni tra i Clinton e tra gli Obama, esplose durante le primarie del 2008 e mai totalmente sopite, stiano per riesplodere, a Washington ce l’hanno in molti. Molti osservatori vicini al presidente e alla famiglia del suo predecessore degli Anni 90 sono convinti che la sortita di Hillary di ieri sia solo la prima di una serie: la ex first lady vorrebbe marcare la sua presa di distanze dalla politica estera di Obama, presentata come troppo rinunciataria. Per motivi di opportunità Hillary Clinton, 66 anni (sopra, foto Epa), rende omaggio alle vittime dell’attentato al consolato americano di Bengasi, nel settembre 2012. Sotto, manifestazione di supporter di Al Maliki, ieri a Bagdad (Epa) politica, vista la continua perdita di popolarità nell’elettorato, testimoniata dai sondaggi, ma anche per convinzione: dalla Libia alla Siria, Hillary ha sempre avuto una posizione da «falco» se confrontata con quella di Obama. Del resto la cosa l’ha fatta trapelare ampiamente già nel suo libro. tagliente al primo comandamento della politica estera di Obama («la frase “non fare cose stupide” non è un principio organizzativo, e le grandi nazioni non basano le loro scelte di fondo su questo tipo di principi»), la Clinton rischia di promuovere un altro libro che già da diverse settimane vende più del suo: «Blood Feud», un saggio nel quale Ed Klein sostiene che tra la famiglia Clinton e la famiglia Obama è in corso uno scontro sotterraneo senza esclusione di colpi. In alcuni articoli successivi il controverso saggista, di certo un personaggio non amato dai democratici, ha sostenuto che Obama, pur dovendo gratitudine a Bill Clinton per l’appoggio che gli ha dato nella fase più difficile della campagna elettorale del 2012, sarebbe orientato a non appoggiare Hillary per le presidenziali del 2016: si sarebbe, infatti, convinto che, se tornassero alla Casa Bianca, i Clinton demolirebbero quello che è stato fatto dal primo presidente nero della storia americana. Secon- Ma l’intervista all’«Atlantic» ha reso questa sensazione molto più netta a cominciare dalla scelta dell’interlocutore: Jeffrey Goldberg, un commentatore della destra moderata che è, però, noto per le sue posizioni interventiste in politica estera. A lui Hillary ha confessato di aver considerato un errore la rinuncia di Obama a intervenire in Siria aiutando la resistenza dei gruppi secolari: a Obama che ha sempre considerato improponibile un tentativo di armare gruppi di «medici, farmacisti e contadini che avrebbero dovuto opporsi a un esercito ben organizzato», il suo ex ministro degli Esteri replica che «il fallimento del tentativo di creare una forza combattente credibile quando è cominciata la ribellione contro Assad ha aperto un vuoto nel quale si sono inseriti i jihadisti». Quanto l’intervistatore le ricorda che la dottrina politica del team di Obama è riassunta dalla frase «primo: non fare cose stupide», Hillary dà una Slogan «La frase “non fare cose stupide” non è un principio adatto a guidare una grande nazione» risposta secca («Le grandi nazioni si basano su principi organizzatori, questo non lo è»), poi addolcita da un ragionamento: «Il presidente cercava di far capire agli americani che non devono temere da lui atti avventati. Obama è uno che analizza con lucidità. Si è mosso con cautela perché ha ereditato una situazione difficile — due guerre e una crisi economica — dal suo predecessore». Anche sulla questione palestinese, pur senza tirare mai in ballo Obama, la Clinton assume un atteggiamento in parte diverso dalla Casa Bianca appoggiando senza riserve l’attacco israeliano a Gaza, nonostante le vittime civili: per Hillary il premier israeliano ha fatto la cosa giusta, anche se ha perso la guerra delle pubbliche relazioni perché Hamas ha esposto cinicamente la popolazione civile portandola in mezzo al conflitto. E critica l’Europa nella quale tornano ondate di antisemitismo. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il presidente della commissione Esteri del Senato: «Inghilterra e Francia si stanno muovendo, ora tocca a noi» Casini: «Anche l’Italia mandi armi ai curdi» ROMA — Anche questo 14 agosto, Pier Ferdinando Casini parteciperà alle celebrazioni per ricordare i martiri cristiani di Otranto che, nell’estate del 1480, furono messi sotto assedio dai saraceni: «Chi si converte vivrà, chi si rifiuta muore.....». Ecco, spiega il presidente della commissione Esteri del Senato, «in Iraq col califfato autoproclamato, ma anche in Siria e in Libia, siamo tornati indietro di qualche secolo...Per cui bisogna assolutamente muoversi: c’è in ballo un interesse dell’Occidente perché oggi al posto dei Gheddafi e dei Saddam abbiamo realtà ben più perniciose e questo dovrebbe far riflettere sugli errori compiuti in questi anni. Siamo passati dal terrorismo e dai terroristi agli Stati terroristi. Dunque, ha fatto bene Obama a intervenire in Iraq e ora dobbiamo spingere l’Europa, perché il semestre di presidenza è nostro, a un’iniziativa analoga». Gli Usa, che hanno anche confermato l’invio di armi ai curdi tramite la Cia, hanno il dispositivo militare per essere «convincenti». Cosa può fare l’Italia seppure in una cornice europea? «La nostra iniziativa può sostanziarsi in tre passi: aiuti ai curdi, anche di carattere militare, attivazione di corridoi umanitari e aiuti alle popolazioni messe al bando dagli islamici». Dunque, anche invio di armi ai peshmerga curdi? Le colpe di Sarkozy «Per la Libia c’è stata una responsabilità storica di Sarkozy. E noi paghiamo le conseguenze più di altri» «Sì. Ma questo serve per consentire l’attivazione di corridoi umanitari e per organizzare interventi immediati di solidarietà per le popolazioni cristiane e per chiunque sia in pericolo. Fa bene il governo a muoversi». Il Parlamento ratificherà le iniziative del governo? «Sono in contatto con il presidente della commissione Difesa della Camera Nicola Latorre. Possiamo riaprire il Parlamento in poche ore. C’è la consapevolezza di tutti che bisogna muoversi anche perché il Kurdistan è un Paese amico dove ci sono moltissimi investimenti italiani». L’Italia però si può muovere solo in una cornice internazionale. «Sì, è vero. Ma la cornice internazionale bisogna concertarla al più presto. Francia e Inghilterra già si stanno muovendo». La Difesa è in allerta per il caos in cui è ripiombata la Libia. «La vicenda libica è esplosiva. Purtroppo, bisogna riconoscere che l’unico che aveva visto la situazione era Berlusconi. Lui (che nel 2010 riceveva con tutti gli onori Gheddafi a Roma, ndr) ha resistito finché possibile all’azione francese, lui è stato fagocitato dalla Nato e alla fine si è dovuto accodare». Paradossalmente, se a Tripoli ci fosse ancora Gheddafi l’Italia avrebbe un interlocutore. «In politica estera delle migliori intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. Non è che si dovesse difendere Gheddafi ma certo era meglio un dittatore che il caos e l’anarchia col rischio di califfati islamici a Bengasi. In Libia c’è stata una responsabilità storica di Sarkozy: un disastro che ora paghiamo noi più che altri. Siamo il primo porto di accoglienza dell’im- migrazione clandestina...». Il senatore Latorre auspica una presenza armata sulle coste libiche sotto la copertura Onu. È un’opzione praticabile? «Il traffico dell’immigrazione clandestina in Albania si è combattuto in due modi: presidio a terra e, oggi possiamo dirlo, lavori oscuri dei servizi che hanno affondato le barche di cui si serviva la criminalità organizzata albanese nei porti di Valona e di Soci. Però allora c’era uno Stato, seppure debole, con cui confrontarsi. Oggi in Libia, dove imperversano le bande, non è più così: se cade l’aeroporto, poi, è la fine». Però anche per affidare il «lavoro sporco» ai servizi servirebbe un minimo di cornice di sicurezza. «Servono soprattutto le idee chiare. Paradossalmente oggi le idee chiare possiamo averle più facilmente per affrontare l’emergenza nel Kurdistan piuttosto che in Libia». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera La crescita I mercati L’altalena del Prodotto interno lordo Variazioni % sul trimestre precedente a prezzi di mercato, crescita congiunturale, dati destagionalizzati 2008 Moody’s: recessione per il 2014 Ma l’Ocse vede una fase positiva L’agenzia di rating avverte l’Italia: Pil in calo dello 0,1% Peserà sui conti pubblici, politica economica più difficile ROMA — Il nuovo peggioramento del quadro economico «renderà più ardua la riduzione del deficit e del debito pubblico», e «più difficile dal punto di vista politico l’attuazione delle riforme strutturali», che già procedono «a passo lento». Lo sottolinea l’agenzia di rating americana Moody’s in un Report con cui ieri sono state aggiornate al ribasso le previsioni sulla crescita dell’economia nel 2014, che passano dallo 0,5% al meno 0,1%. La revisione sconta una leggera ripresa della produzione nella seconda metà dell’anno che viene confermata anche dal Superindice Ocse per l’Italia, ancora in crescita. L’indice, che di solito anticipa il ciclo economico di tre/sei mesi, è salito da 101,6 a 101,7, che segna la miglior performance tra i paesi del G7. In prospettiva le cose dovrebbero migliorare (Moody’s annette una certa importanza anche al bonus di 80 euro per i dipendenti con i redditi più bassi), ma sul momento l’inattesa flessione del prodotto interno lordo nel secondo trimestre è destinata a creare diversi problemi. Con una riduzione del Pil dello 0,1% nel 2014 il deficit pubblico salirebbe dal 2,6% previsto al 2,7%, dice Moody’s (più ottimista dello stesso premier Matteo Renzi, che indica al 2,9% il tetto massimo), mentre il debito pubblico raggiungerebbe un nuovo record al 136,4% del pil. Il peggioramento dei conti, in ogni caso, secondo Moody’s rischia di portare nuove ten- sioni tra l’Italia, cui il Consiglio europeo aveva già chiesto in giugno misure ulteriori per il 2014, e i partner europei «e in particolare la Germania». La «capacità della politica di bilancio del governo» è messa a rischio dalla debolezza dell’economia che a sua volta rende più difficili le riforme. Emblematica, per Moody’s, la recente denuncia del Commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, sul Parlamento che continua a spendere i futuri risparmi, considerato La relazione Cottarelli Emblematica per Moody’s la relazione del commissario alla spending review Il Superindice Secondo l’Ocse le prospettive macroeconomiche dell’Italia sono in miglioramento il segnale «del vento contrario, alimentato dalle pressioni politiche interne» che soffia sui tagli di spesa. Al di là della spending review, che tocca direttamente il bilancio, la brutta congiuntura «rende complicata l’approvazione e l’attuazione di tutta l’agenda delle riforme strutturali di Renzi». Il suo piano, secondo Moody’s, «è ambizioso ma il passo lento fa pensare che la popolarità del governo, come si è riflessa nei risultati del voto europeo, non si sia ancora tradotta nella spinta legisla- 2009 2010 2011 2012 1,0 0,5 0,8 0,5 0,5 0,6 0,4 0,3 0,1 -0,3 -0,5 -0,1 -0,6 0,2 0,1 -1,0 -1,5 -0,2 -0,7 -0,4 -0,5 -1,1 -1,3 -1,6 -0,9 Il Pil 2013 -3,0 -0,4% rispetto al 2012 -3,5 -0,2 -3,5 Fonte: Istat tiva e attuativa di un piano di riforme ampiamente condiviso ». Per il momento il giudizio di Moody’s sull’Italia resta stabile, anche se qualche segnale di miglioramento è arrivato ieri dal superindice dell’Ocse, che raccoglie una lunga serie di indicatori ed è considerato un segnale assai attendibile dell’evoluzione nel breve periodo. A differenza della media Ocse e della media dei paesi euro, dove le prospettive restano stabili da febbraio, in Italia queste continuano a migliorare. Tra giugno 2013 e giugno 2014 l’indice italiano ha registrato un progresso del 2,15% che sebbene in rallentamento rispetto al tendenziale dei mesi precedenti, resta il più alto tra i paesi europei e del G7, con la Germania in continuo peggioramento. Il quadro, insomma, è incerto ed anche i mercati appaiono in attesa. Nella giornata di ieri si è assistito ad un recupero del differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi, che ha chiuso a 172 punti, dopo i 176 raggiunti alla fine della scorsa settimana. In miglioramento anche i mercati azionari. In Europa quasi tutte le Borse hanno chiuso in positivo, con Francoforte, Parigi e Londra in progresso di oltre l’1%, mentre a Piazza Affari l’indice ha chiuso in recupero dello 0,71%. Mario Sensini I voti sul debito Moody’s, giudizio il 10 ottobre 1 2 © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PASSO LENTO CHE FRENA L’INTERA EUROZONA Merkel, secondo la quale l’euro vacilla se non si fanno i «compiti a casa». Il guaio è che finora l’Italia li ha fatti meno degli altri: una realtà che, se non verrà corretta, non ricostruirà alcun clima di fiducia, anzi avrà conseguenze politiche. Il secondo aspetto che può creare tensioni è collegato ma riguarda la Bce. Giovedì scorso, Draghi ha ricordato più volte, riferendosi proprio all’Italia, che una politica monetaria può essere espansiva finché si vuole, che la Bce può inondare le banche di denaro da prestare all’economia, ma se l’economia stessa è impedita da lacci e lacciuoli, da storture strutturali e dalla burocrazia sarà essa stessa a Al vertice Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, 66 anni, con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, 60 anni, durante un incontro bilaterale (Afp Photo/ Hanschke) non domandare credito: per l’impossibilità di farlo lavorare, di metterlo a frutto. In altri termini: sia dal punto di vista della politica di bilancio, sottoposta ai vincoli di Bruxelles, sia da quello della politica monetaria della Bce, la lentezza delle riforme italiane non è solo un limite nazionale ma un problema per tutta l’Eurozona. Detto a rovescio, se Bruxelles e Francoforte si trovassero obbligate a fare politiche mirate a un’Italia che non fa le riforme (mentre gli altri le fanno) rischierebbero non solo di mandare su tutte le furie 17 Paesi (Germania in testa) per accontentarne uno: finirebbero anche con il fare le politiche sbagliate per l’insieme dell’Eurozona. Ieri, il Wall Street Journal poneva il dilemma in questi termini: si tratterà di stabilire se «l’euro sopravvive in termini tedeschi o italiani» (e — ci sarebbe da aggiungere — è molto improbabile che nel secondo caso Berlino lo accetterebbe). Anche Moody’s, insomma, indica che la mancanza di riforme strutturali dell’economia italiana è a tutti gli effetti un problema europeo. Il vantaggio di Renzi è che può provare a risolverlo. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Moody’s pubblicherà la revisione del merito di credito del debito sovrano italiano il 10 ottobre. A inizio anno Moody’s aveva confermato il rating dell’Italia a «Baa2» portando l’outlook (vale a dire le prospettive) da negativo a stabile. Ma l’aggiornamento delle stime sul Pil italiano, che dovrebbe contrarsi dello 0,1% nel 2014 contro il +0.5% previsto in precedenza, con un impatto sui target di finanza pubblica, sembra modificare il quadro. Standard & Poor’s: outlook negativo L'analisi Che Moody’s rivedesse — in peggioramento — le prospettive della crescita economica, del deficit e del debito dell’Italia era scontato: lo stanno facendo tutti, dopo l’annuncio, mercoledì scorso, del calo del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre. La cosa interessante della breve analisi pubblicata ieri dall’agenzia di rating americana è piuttosto la sottolineatura della lentezza del processo di riforme strutturali di cui soffre il Paese e le conseguenze che essa fa intravedere in termini di tensioni future con i partner europei e con la Banca centrale. Per fotografare l’attività di riforma italiana — condivisa e ritenuta urgente da tutti, a iniziare dal governo — Moody’s usa un indicatore dell’Ocse, l’Indice della Reattività alla Riforma: nell’ambito dell’iniziativa «Going for Growth», il centro studi delle economie avanzate ha individuato per ogni Paese cinque -0,6 -2,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA riforme strutturali prioritarie per fare aumentare la crescita reale. L’Indice ne misura la realizzazione, e dunque il passo riformista dei diversi governi. Applicato ai maggiori Paesi colpiti dalla crisi, risulta che la Grecia ha riformato di più (sotto la pressione di mercati, Ue, Bce e Fondo monetario internazionale): si avvicina a un indice di 1,6. La Spagna sfiora l’1,5, il Portogallo non è lontano dall’1,3 mentre Italia e Irlanda superano di poco lo 0,6. Siamo parecchio indietro, come d’altra parte ha ricordato il presidente della Bce Mario Draghi giovedì scorso e come ha ben presente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che dell’iniziativa «Going for Growth» fu uno degli ispiratori quando era vicesegretario generale e capo economista dell’Ocse. Secondo Moody’s, «è probabile che il passo lento della riforma e le inadempienze nella performance di bilancio aumentino ulteriormente le tensioni tra l’Italia e alcuni dei suoi partner europei, più precisamente la -0,1 miliardi di euro L’embargo della Russia affossa i prezzi delle pesche e la Commissione Ue corre ai ripari annunciando l’introduzione di misure a sostegno, con un impegno economico che si aggira sui 30 milioni di euro. Il mercato della frutta estiva era già sotto pressione da settimane, a causa dell’anomalo andamento stagionale. Per questo Italia, Francia e Spagna e Grecia avevano già sollecitato l’attivazione di misure eccezionali. di DANILO TAINO -0,1 -0,3 1.560 -2,0 Pesche, sussidi Ue per 30 milioni Germania». Non è solo questione di rispetto degli impegni presi a Bruxelles: si prefigura una dinamica economico-politica forse ancora più rilevante. Innanzitutto, c’è la fiducia da ricostruire tra partner della Ue, tra Nord e Sud: un obiettivo che Matteo Renzi e Padoan si erano posti, da ottenere garantendo a Bruxelles di mettere le riforme strutturali in testa alla lista delle priorità. Che tutte le economie diventino efficienti, nessuna esclusa, è infatti interesse dell’intera Eurozona: altrimenti, le politiche della Ue e della Bce non possono funzionare, in quanto se vanno bene un per un Paese debole vanno male per uno forte, e viceversa. È la teoria di Angela 2014 0 L’embargo Grecia, Spagna e Portogallo più veloci nel realizzare le riforme Il nostro paese e l’Irlanda in coda 2013 T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 T1 T2 Il 6 luglio Standard & Poor’s ha confermato il rating «BBB» sul debito sovrano dell’Italia e l’outlook negativo, spiegando che «la crescita dell’Italia è troppo lenta e mette a rischio la tenuta dei conti pubblici». Nonostante l’outlook negativo, l’agenzia ha però definito «incoraggianti» le intenzioni del governo Renzi indicate nel Def, il Documento di economia e finanza, anche se stima per deficit più alti da quelli previsti dall’esecutivo Fitch ottimista: ci sarà più credito 3 Il 6 luglio, in concomitanza con S&P’s, si è espressa sull’Italia anche l’agenzia Fitch, ma con un segno opposto. L’agenzia ha rivisto al rialzo l’outlook sul merito di credito dell’Italia da «negativo» a «stabile», ma ha confermato il rating a «BBB+». Secondo l’agenzia, con la recessione che si avvia a conclusione, le condizioni di finanziamento dell’Italia sono migliorate. Primo Piano Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Le stime sulla crescita italiana La tensione sullo spread Previsioni di andamento del Prodotto interno lordo (Pil) Dati in % 2014 2015 Gli indicatori dell’economia La differenza di rendimento fra Btp e Bund decennali nell’ultima settimana IL RAPPORTO DEFICIT/PIL 1,5 +1,3 190 +1,3 +1,2 +1 1 +0,9 +0,8 180 +0,6 0,5 +0,2 2011 2,79% +1,1 +1,1 173 Il rendimento dei Btp a 10 anni 2012 2013 Istat 4% 3% 3% Case, +13% gli edifici In 10 anni IL RAPPORTO DEBITO/PIL +0,5 +0,3 +0,2 +0,3 170 2011 120% 2012 127% 0 Confindustria Banca d’Italia Commissione europea Governo Fondo monetario internazionale Ocse -0,1 160 La previsione di Moody’s 150 2013 04-ago Confcommercio 05-ago 06-ago 07-ago 08-ago 132,6% 11-ago CORRIERE DELLA SERA Il confronto Il Wall Street Journal: il problema italiano è di tutto il Continente. Pochi segnali su lavoro e burocrazia E Bruxelles spinge sulle riforme La Commissione al premier: necessarie per la crescita, ma decide Roma DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — Nessun dubbio. «L’attuazione delle riforme strutturali è una questione che riguarda lo Stato membro». Vale per l’Italia e per tutti gli altri. La Commissione europea, spiega il portavoce della Commissione, Michael Jennings, prosegue sulla linea «costantemente rimarcata: è con le riforme strutturali, efficacemente attuate, che si creano le condizioni per una ripresa sostenibile della crescita e dell’occupazione in Italia». È quello che dicono, del resto, anche le «raccomandazioni» della Commissione Ue di giugno, approvate dal Consiglio e verso cui «l’Italia si è già impegnata». Con poche parole Bruxelles interviene dopo l’intervista di ieri del premier Matteo Renzi al Financial Times, in cui il presidente del Consiglio aveva dichiarato: «Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di riforme, ma come farle lo decido io, non la Troika, né la Bce, né la Commissione europea». Resta il fatto che gli otto punti su cui intervenire sono stati elencati in modo chiaro a giugno e l’attenzione internazionale — ora che i dati sul Pil del secondo trimestre sono peggiori delle aspettative e hanno ripiombato l’Italia in recessione — è tutta puntata sullo svolgimento dei “compiti a casa” affidati all’Italia dalla Commissione. Perché, come scriveva ieri il Wall Street Journal, «il problema italiano è un problema europeo». In un editoriale firmato da Simon Nixon, il quotidiano finanziario si chiedeva se la moneta unica «sopravviverà nei termini tedeschi o italiani», cioè come una «moneta forte puntellata da regole credibili e Stati fiduciosi di sé», oppure come «una moneta debole, puntellata da periodiche svalutazioni e dall’inflazione per ripristinare la competitività». La questione, per il Wall Street journal, si «ri- Il commento «Il problema italiano è un problema europeo», l’editoriale del «Wall Street Journal» firmato ieri da Simon Nixon 20% propone in agenda» dopo «il ritorno dell’Italia in recessione per la terza volta in 5 anni». Le nostre riforme sono un «problema» per l’Europa anche perché se l’Italia pesa il 20% sull’eurozona, la sua performance di crescita influenza inevitabilmente quella dell’area nel suo complesso. E infatti c’è attesa per i dati sul Pil Ue che saranno diffusi giovedì, alla vigilia di ferragosto. Tanto più che il dato italiano si presta a una doppia lettura, non solo domestica ma anche comunitaria. Tra le voci negative del secondo trimestre c’è l’export che frena e il nostro maggiore mercato è l’Europa. Se lo si lega ai numeri recenti della Germania, con le previsioni di stagnazione e il calo degli ordini è il peso dell’Italia nell’economia dell’Eurozona all’industria, allora la fotografia che ne esce è di un rallentamento generale. Quello che anche il presidente della Bce, Mario Draghi, ha previsto: una «ripresa debole, fragile e disomogenea». L’Italia non può più permettersi di procrastinare le riforme. Ieri l’agenzia di rating americana Moody’s ha diffuso un report in cui ha aggiornato al ribasso le previsioni sulla crescita dell’economia nel 2014. Ha calcolato anche l’impatto negativo della frenata del Pil sul deficit (al 2,7%, comunque megliore del 2,9% ipotizzato da Renzi) e sul debito pubblico (arriverà al 136,4%). Mercoledì scorso, quando l’Istat ha pubblicato i dati della crescita, la Commissione è stata più cauta e pur consapevole dell’«impatto negativo sulle finanze pubbliche», ha posticipato il giudizio ad autunno quando vi sarà la valutazione dei conti e della legge di Stabilità. Si tratta però di un’attesa «operativa», ovvero la L’intervista «L’Asia impazzisce per i vostri marchi» NEW YORK — A puntare sull’Italia non c’è solo la Banca centrale cinese, che ha quote intorno al 2% nei principali gruppi a Piazza Affari, da Eni a Enel, da Generali a Fiat. Fred Hu anticipa di essere «pronto a investire parecchi miliardi di euro» in società del made in Italy. Fred chi? Hu, 51 anni, ha un master in ingegneria dall’università di Tsinghua, un PhD in economia all’Università di Harvard, è stato economista al Fondo monetario internazionale, e presidente e partner di Goldman Sachs in Cina, mettendo a segno alcune delle operazioni più redditizie nella storia della banca di Wall Street. Nel 2010 ha fondato Primavera Capital, la più grande società di investimenti privata in Cina. Conosce bene John Elkann, presidente della Fiat, e il numero uno della Bce, Mario Draghi, «un amico dai tempi di Goldman Sachs». Perché la sua società ha un nome italiano, Primavera? «In cinese il nome della società è rappresentato da due ideogrammi, la semina in primavera e il raccolto in autunno: Il fondo Fred Hu ha chiamato la sua società Primavera, ispirandosi al celebre quadro del Botticelli, uno dei suoi preferiti, ripreso anche sul sito della società. «Amo la cultura, la storia, l’arte e la cucina italiana. Ora punto alle aziende Made in Italy» quando investo seguo la filosofia del contadino, che deve seminare con pazienza in primavera e poi saper aspettare, essere diligente quando è tempo di mietere, prudente con il raccolto. Il nome in italiano nasce dalla mia passione per l’Italia, di cui amo la cultura, la storia, l’arte, la cucina. E la Primavera del Botticelli è uno dei miei quadri preferiti». Quali sono gli obiettivi? «Primavera è una società cinese con uffici a Pechino e Hong Kong, ma i nostri investitori sono globali e vogliamo investire in tutto il mondo. Finora a causa della crisi finanziaria, abbiamo ritenuto più opportuno entrare in gruppi cinesi, compresi Alibaba e la maggiore società di assicurazioni cinese. Adesso puntiamo su Usa ed Europa, Italia inclusa. Come operiamo? A seconda delle società possiamo comprare il 100% o entrare in maggioranza o in minoranza. Attualmente abbiamo quote di maggioranza in metà dei nostri investimenti? Da 100 milioni fino a un miliardo di dollari o oltre, perché abbiamo ottime relazioni con le banche». Crede quindi che l’Europa (e l’Italia) Commissione si aspetta che nel frattempo l’Italia si muova rapidamente e metta in atto il suo programma di riforme : 1) rafforzare le misure di bilancio per il 2014 e 2015; 2) trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio; 3) progredire nell’efficienza della pubblica amministrazione; 4) rafforzare la resilienza del settore bancario per rinvigorire l’erogazione di prestiti all’economia reale; 5)valutare entro la fine del 2014 gli effetti delle riforme del mercato del lavoro; 6) rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione delle scuole; 7) fare i decreti attuativi e promuovere l’apertura del mercato; 8) approvare l’elenco delle infrastrutture strategiche nel settore (gas e porti). Il conto alla rovescia in Europa è partito. Francesca Basso siano fuori pericolo? «Il peggio della crisi dell’euro è alle spalle. La stabilizzazione dei mercati e del settore bancario ha riportato fiducia. Ora però l’Europa deve fare riforme profonde per rimuovere gli ostacoli strutturali che la bloccano, penso a lavoro, fisco, pensioni. Le riforme servono all’Europa per creare posti di lavoro, ma renderanno il continente anche una meta più attraente per gli investitori stranieri». Teme che l’euro a questi livelli danneggi la competitività? «La produttività è la prima ragione Non solo griffe «I settori dove vorremmo investire? I marchi di qualità nella moda, alimentare e macchinari» Sempre più immobili, ma sempre più occupati. È la sintesi di uno studio dell’Istat che prende le mosse dall’ultimo censimento effettuato dall’istituto di statistica. Negli ultimi dieci anni sul territorio italiano il numero degli edifici e dei complessi è infatti aumentato del 13,1% ma al tempo stesso è calato lo stock immobiliare inutilizzato. Gli edifici attualmente sono circa 14,4 milioni e i complessi oltre 63mila, con un incremento rispettivamente del 13,1% e 64,4%. Rispetto al 2001 è diminuita però (da 5,7 a 5,2%) la quota dello stock immobiliare non utilizzato perché cadente, in rovina o in costruzione. Riguardo alla tipologia il residenziale è all’84,3% degli edifici complessivamente censiti, in crescita dell’8,6% nel decennio considerato. Tale aumento - rileva l’istituto di statistica risulta in accordo con quello riscontrato per le famiglie. Altro dato sociologicamente interessante è che il 51,8% degli edifici è composto da abitazioni singole. Mentre colpisce come l’1,7% delle abitazioni sia ancora non servita da acqua potabile, con punte nelle isole dove tale percentuale sale al 6,2%. L’approvvigionamento arriva per la gran parte da acquedotto (96,8%), e in parte minore da pozzi (il 2,8%) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Fred Hu, 51 anni, sposato, due figli, è il fondatore e presidente di Primavera Capital, la più grande società privata di investimenti in Cina. Ingegnere con un PhD in economia a Harvard, è stato economista al Fmi ed ex presidente e partner di Goldman Sachs in Cina Hu il cinese ex Goldman: dal mio fondo Primavera miliardi sul made in Italy DALLA NOSTRA INVIATA 7 della competitività, non l’euro». A quali settori punta? «Ci interessano soprattutto telecomunicazioni, media, salute, servizi finanziari, energie rinnovabili. Puntiamo su marchi forti e ben gestiti. Ma non siamo semplici investitori finanziari, partecipiamo alla gestione, vogliamo essere veri partner. In Italia? Mi piacciono i marchi, dalla moda all’alimentare ai macchinari. Molti bellissimi brand oggi sono in mano a famiglie che non hanno risorse per espandersi a livello globale, dove ci sono grandi opportunità per crescere. L’Asia impazzisce per i marchi italiani, per i cinesi il brand è un modo per esibire la nuova ricchezza». La People’s Bank of China ha comunicato importanti partecipazioni nei principali gruppi italiani. Che reazione si aspetta alla fame improvvisa di investimenti dalla Cina? «Noi siamo una società privata, non c’è ragione per aver paura. Personalmente credo che gli Usa siano il mercato più aperto, ma sono aperti anche Regno Unito, Olanda e Paesi nordici. La mia percezione da non europeo è che il Sud Europa, penso a Francia e Italia, sia più chiuso, più protezionista, gli investitori stranieri sono ancora guardati con sospetto. Ma agli italiani dico di non temere, per l’Italia è un ottimo affare attirare investimenti esteri, soprattutto cinesi. Nei prossimi 5 anni mi piacerebbe investire parecchi miliardi di euro in Italia, se troveremo le giuste opportunità. Ho un grande appetito per la cucina italiana, per la sua cultura e per le sue aziende». E’ preoccupato dal rallentamento dell’economia cinese? «La Cina mi preoccupa sempre molto, ma non per il rallentamento dell’economia. La crescita a due cifre era artificiale. Oggi il Pil cresce intorno al 7%, ma è una crescita più bilanciata e sostenibile. Il timore di un rallentamento brusco è esagerato. Il malcontento sociale? Non è nuovo, aumenterà se il governo non riuscirà a creare posti di lavori sufficienti. Finora è rimasto sotto controllo. Le priorità di Pechino sono di creare lavoro, aumentare gli standard di vita, ridurre l’ineguaglianza e, soprattutto, tagliare la corruzione. Non è la disuguaglianza di per se a essere pericolosa, ma l’abuso di potere che crea opportunità disuguali». Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Il governo Le scelte Per Renzi rientro a Palazzo Chigi Chiama Obama su esteri e crescita Contatti con Erdogan e l’indiano Modi. Attesa per il vertice con Napolitano ROMA — Non ci sono risposte ufficiali. L’agenzia di rating Moody’s mette il dito nella piaga della recessione italiana, del rischio di sforare i parametri di bilancio europei, Renzi si chiude a Palazzo Chigi e apparentemente si dedica alla politica internazionale. Discute di Siria e di Iraq con Erdogan e con Obama, di investimenti nel nostro Paese e del recente accordo fra Alitalia ed Etihad con il principe di Abu Dhabi, ha un colloquio con il nuovo premier indiano sul caos dei marò. Del resto non c’è solo l’agenzia americana, ci sono anche le valutazione dell’Ocse, che arrivano da Parigi e fanno in qualche modo da contraltare: per l’organizzazione internazionale che ha sede nella capitale fran- cese l’Italia ha davanti a sé prospettive di crescita apparentemente migliori di altri Stati, compresa la Germania. Renzi ignora entrambi i dati, così come non commenta le dichiarazioni che arrivano da Bruxelles: la Commissione ricorda al nostro Paese che si cresce soltanto continuando a fare quelle riforme che sono contenute nelle raccomandazioni che tante volte sono state rivolte a Roma. Il possibile incontro con Na- politano, che al momento né Quirinale né Palazzo Chigi confermano, potrebbe essere domani pomeriggio, al rientro di Renzi da Milano. Di sicuro, alla luce dei contatti di ieri, se si vedranno nelle prossime ore, capo dello Stato e presidente del Consiglio discuteranno tanto di politica interna quanto di politica estera. L’intero pomeriggio di ieri infatti è stato dedicato da Renzi alla seconda. Ha avuto un col- I marò Prima telefonata con il premier di Nuova Delhi. I marò al centro del colloquio L’alleanza Il confronto con il principe ereditario di Abu Dhabi, dopo l’operazione Alitalia loquio telefonico con il primo ministro indiano, Narendra Modi, che non sembra aver avvicinato le due parti, sul caso dei marò, ma che era anche il primo contatto in assoluto fra due. Di sicuro, si sottolinea a Palazzo Chigi, da entrambe le parti c’è l’intenzione di riprendere un’agenda di relazioni diplomatiche e commerciali che per troppo tempo sono state congelate dal caso dei due marò trattenuti dalla giustizia di New Delhi. Poi un lungo colloquio telefonico con il presidente americano. Al centro della conversazione le crisi in Iraq, Libia e Ucraina, ma anche il rinnovato interesse per l’Africa: il viaggio recente di Renzi e il forum convocato da Obama nei giorni scorsi hanno permesso uno scambio di impressioni anche sulle sfide che riguardano le relazioni con i Paesi africani. I due leader si sono confrontati anche sull’agenda della crescita in Europa, ci ha tenuto a precisare una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine della telefonata. Mentre Washigton ha enfatizzato l’intesa fra i due sulla crisi ucraina: nessun intervento umanitario, tantomeno russo, può avvenire «senza il consenso di Kiev», hanno convenuto Renzi e Obama. Renzi ha chiamato il premier turco Recep Tayyp Erdogan, per congratularsi della vittoria elettorale. Anche in questo caso si trattava del primo contatto vero fra i due, preceduto solo da una lettera di congratulazio- ni di Erdogan, al momento dell’insediamento a Palazzo Chigi di Renzi. Al centro del colloquio i rapporti bilaterali tra Italia e Turchia, come con Obama la crisi in Libia, sulla quale l’Italia sta cercando di costruire una rete di condivisione delle responsabilità più ampia possibile, con tutti gli attori che possono avere un ruolo. La presidenza di turno dell’Unione Europea ha aggiunto argomenti di conversazione, sia con Obama che con Erdogan. Oltre ovviamente alla situazione di crisi in Iraq: con i partner europei l’Italia sta studiando le modalità di aiuti umanitari, già confermati dalla Mogherini, diretti ai cristiani perseguitati dalle forze militari islamiche, ma esistono anche contatti con i curdi, che anche da Roma potrebbero ricevere una qualche forma di sostegno militare. Colloquio telefonico anche con il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Ormai il rapporto fra i due Stati, alla luce dell’accordo fra le due compagnie aeree, è diventato strategico, l’enorme spettro di collaborazioni finanziarie e industriali è destinato sicuramente a crescere. Il programma La visita milanese ai cantieri Expo 1 Domani il premier Matteo Renzi è a Milano per la visita ai cantieri Expo e per fare il punto sui lavori della kermesse 2015. Nella stessa giornata tornerà a Roma, dove tra l’altro saluterà papa Francesco in partenza per la Corea, per iniziare a definire l’agenda delle misure economiche che saranno perfezionate da qui a settembre. L’obiettivo è quello di tradurre in norme effettive le iniziative annunciate nei primi 5 mesi di governo M.Gal. © RIPRODUZIONE R SERVATA Il caso Fenomeno senza regole Il potere romano delle lobby che ottengono anche i commi ad personam Le resistenze L’accusa del premier alle resistenze delle categorie contro qualsiasi cambiamento di SERGIO RIZZO ROMA — Se volete un piccolo esempio di come a Roma si muovono le lobby di cui ha parlato Matteo Renzi al Financial Times, suggeriamo il caso Buonitalia. Già il nome di questa società, creata dal nulla nel 2002 dal ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno, era tutto un programma. Nata per promuovere il nostro agroalimentare all’estero (ma non c’era già l’Ice?) manifestò bontà nel campo delle consulenze. Nel 2004-2005 ne aveva distribuite 11, per 273 mila euro. I nomi? Quelli dei futuri deputati del centrodestra Barbara Saltamartini e Aldo Di Biagio, quello della futura segretaria particolare del sindaco di Roma Ale- Primo Piano Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 9 Sui social Il premier Matteo Renzi ieri al telefono con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: la fotografia è stata postata dal portavoce Filippo Sensi su Twitter e Instagram Retroscena Le parole al Ft: il tempo dirà se la mia è arroganza o coraggio Visite lampo e diplomazia Ferragosto a tempo pieno per rispondere agli attacchi In agenda due giorni tra Milano e il Mezzogiorno Il confronto al Colle con il presidente 2 Renzi potrebbe salire al Colle già oggi, per fare il punto con Napolitano dopo il sì alla riforma del Senato e analizzare gli ultimi provvedimenti che hanno ottenuto il via libera, come quelli su competitività e Pubblica amministrazione. Sul tavolo anche la situazione internazionale, con i vari scenari di crisi aperti, e le scadenze europee, a partire dal Consiglio Ue del 30 agosto convocato per il varo delle nomine La visita al Sud prima del 15 agosto 3 Giovedì, vigilia di Ferragosto, il presidente del Consiglio ritorna a far visita al Sud, replicando quella triangolazione già avvenuta all’inizio del suo mandato: Napoli, Palermo e Reggio Calabria. In agenda ci sono i fondi europei, Finmeccanica, la scuola, i cantieri idrici e il piano dei «Mille giorni». Il resto della settimana il premier resterà a Roma per lavorare a Palazzo Chigi allo «Sblocca Italia» e alla spending review manno e dell’animatore del Movimento Area Destra. Per non parlare dei contenuti: l’organizzazione della scalata di Alemanno al K2, il viaggio del ministro ad Atene in occasione delle Olimpiadi del 2004, con tanto di escursione sull’Acropoli… Basterebbe per decretarne subito la pietosa sepoltura. Invece l’andazzo continua. Finché nel 2011 la liquidazione è inevitabile. E la sorte dei 19 dipendenti sarebbe segnata, se non saltasse fuori un curioso salvagente: l’obbligo di riassorbirli tutti. Dove? All’Ice, naturale. Il relativo decreto viene firmato il 28 febbraio 2013, tre giorni dopo le elezioni politiche. Insorgono i vincitori di un concorso e mai assunti: «L’Ice assorbirà dunque 19 dipendenti a tempo indeterminato di Buonitalia che furono assunti a chiamata diretta! Invece noi, che l’unica chiamata diretta l’abbiamo avuta per presentarci al concorso, durato quasi due anni, con 17 mila partecipanti, una prova preselettiva, due scritte, una orale, all’Ice non abbiamo ancora messo piede». Ma al loro fianco quei giovani non hanno nessuna lobby. Solo il viceministro allo Sviluppo, Carlo Calenda, che quei 19 scandalosi passaggi all’Ice si rifiuta di autorizzarli. L’episodio dice tutto. Perché se si può salvare senza colpo ferire una microscopica clientela ministeriale, facile immaginare che cosa si muove dietro interessi ben più consistenti. Come ha toccato con mano Renzi, arrivato a dire nell’intervista pubblicata ieri dal quotidiano britannico: «Roma La riapertura di Montecitorio 4 Lo «Sblocca Italia» sarà poi all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 29 agosto: il governo punta a far ripartire l’attività economica con questo decreto, con un impatto da 43 miliardi, che vedrebbe la luce a settembre. Il 4 settembre alle 14 riapre poi la Camera, dopo aver votato la questione di fiducia sul decreto per la Pubblica amministrazione con i 346 sì che hanno convertito il provvedimento in legge è una città piena di lobby. L’Italia è un Paese basato sul capitalismo di relazione. Questo sistema ha distrutto il Paese». Di sicuro la mancanza di una legge con la quale si regolamenti l’azione dei lobbisti, legge che nessuno, ma proprio nessuno, ha mai voluto fare, crea le condizioni ideali perché i gruppi di pressione possano condizionare pesantemente le decisioni Le barricate Dalla pensione di magistrati e docenti allo stipendio dei manager pubblici. Per ogni intervento si alzano le barricate politiche. Con scarsissima resistenza, va detto chiaramente, opposta dalla maggioranza dei parlamentari. Non che in altri Paesi, quali per esempio gli Stati Uniti, i rischi di condizionamento siano minori. Almeno però si sa da chi parte il colpo. In Italia, poi, ci sono anche altre lobby fortissime che agiscono all’interno del Palazzo. Grumi di potere consolidati grazie alle regole sull’inamovibilità delle alte burocrazie, che cementa i rapporti e crea cordate allo scopo principale di tutelare i propri interessi e privilegi. Innumerevoli gli esempi. Il governo (Monti, in questo caso) stabilisce di impedire ai consiglieri regionali di incassare il vitalizio se ROMA — «Il Paese non l’ho distrutto io, non faccio parte del sistema, Roma è una città piena di lobbisti, l’Italia ha un capitalismo di relazione, io sono primo ministro da cinque mesi, sono un uomo solo», anche se con un però. Però si può essere soli «con il 40% dei voti, cosa che nessun leader europeo ha. Dicono che sono arrogante? Il tempo dirà se ho ragione io o gli altri, io intendo consegnare a chi mi succederà un Paese in ordine». Visto che la solitudine, almeno un certo tipo, la rivendica, lo proietta a fianco dell’uomo della strada, gli permette di replicare alle critiche dicendo che sta affrontando tutto con pochi appoggi, con un pezzo di sistema istituzionale ed economico che rema contro, Matteo Renzi dopodomani farà un viaggio dei suoi: un tuffo fra gli elettori, nei luoghi della crisi, sfidando i fischi e le critiche, la Cgil di Napoli che già bolla il tour come affrettato, troppo veloce per conciliarsi con i dati drammatici, sociali ed economici, della Campania. Escono altri scampoli del lungo colloquio con il Financial Times. Renzi si confessa, attacca, si difende dalle critiche, replica ai dubbi sulla strada che ha imboccato il suo governo, ma soprattutto si dipinge in questo modo: un uomo fuori dal sistema che sta lottando per cambiarlo, che telefona ogni giorno agli alti burocrati dei ministeri, del Senato, dei Palazzi romani, che cerca di accelerare l’azione delle riforme e dell’esecutivo mentre gli investitori istituzionali, sull’altra linea di Palazzo Chigi, gli dicono che va troppo lento, che deve andare ancora più veloce; e invece gli interlocutori «italiani» replicano sempre allo stesso modo: «Stiamo già andando al massimo». La velocità e la solitudine sono due metafore in qualche modo complementari, nel lessico e nelle convinzioni politiche del presidente del Consiglio. Qualcuno a Palazzo Chigi si permette di suggerire che troppi appuntamenti in un giorno rischiano di svilire il senso del viaggio: poco male, Renzi sembra ignorare i suggerimenti, dopodomani, alla vigilia di Ferragosto, sarà a Bagnoli e a Pompei, poi a Gioia Tauro, poi ancora a Palermo, in luoghi simbolo della crisi industriale, meridionale, sociale di questo Paese. Dalla mattina alla sera in viaggio. La fugacità delle tappe sta già innescando delle critiche, dei non a 66 anni di età e con almeno due mandati alle spalle? Spunta provvidenziale un emendamento all’apparenza inutile, che in realtà smonta tutto. Risultato: nel Lazio c’è oggi chi becca il vitalizio a 50 anni, e in Sardegna a 41. I decreti applicativi della legge anticorruzione prevedono una serie dettagliata di incompatibilità negli incarichi pubblici? Alla prima occasione parlamentare si esclude dall’applicazione quelli in essere. Renzi decide di tagliare lo stipendio ai manager delle aziende pubbliche? Ecco un emendamento con cui si salvano dal taglio le società che hanno emesso un bond su qualche mercato. Tipo Cassa depositi e prestiti, Poste, Ferrovie. Se ne esce col com- Al «Financial Times» L’intervista Le riforme e le lobby: «Sono stato premier per 5 mesi e abbiamo fatto una riforma costituzionale che nessuno ha fatto in 70 anni. Il Paese non l’ho distrutto io, non faccio parte del sistema, Roma è una città piena di lobbisti, io sono un uomo solo». Lo ha detto Renzi nell’intervista pubblicata ieri sul Financial Times. Tre giorni fa il quotidiano definiva il rapporto tra Renzi e l’Italia una «luna di miele finita» dopo i dati sul Pil forfait? Poco male, la velocità può anche attutire la solitudine. Se le sue saranno ferie saranno veramente pochi giorni, visto che ieri pomeriggio Renzi è di nuovo rientrato a Palazzo Chigi, si è messo al telefono e ha parlato con Obama e con gli arabi, con Erdogan e con altri capi di Stato e di governo. Visto che domani sarà a Milano e probabilmente farà qualche blitz nei cantieri dell’Expo, che nel pomeriggio rientrerà di nuovo nella Capitale per andare a salutare il Papa che parte per la Corea. Nel suo tour di 12 ore fra Sicilia, Campania e Calabria si occuperà di fondi europei, di crisi industriali e riconversioni possibili, discuterà degli interessi finanziari che ha raccolto in giro per il mondo con interessate e speranzose autorità regionali (ci sarebbero dei cinesi pronti a investire a Termini Imerese, sarebbero gli stessi che lavorano già per una grande casa tedesca, che hanno «Un uomo solo» Il premier ammette la solitudine. Ma ricorda di avere «il 40% dei voti, cosa che non ha alcun leader europeo» già uno stabilimento in Egitto), si occuperà di scuola e di cantieri idrici, di alcune decine di dossier in alcune decini di siti con decine di interlocutori diversi. Sul suo tavolo in questo momento i dossier più spinosi sono due: il provvedimento già istruito ma non ancora definito del cosiddetto Sblocca Italia, da approvare a fine mese (a suo giudizio in grado di cambiare il sistema degli appalti e dei lavori pubblici italiani), prima di andare al Consiglio europeo di Bruxelles, e poi la spending review, quella sulla quale la rivendicazione è altrettanto forte, anche con il giornalista del Financial Times, quella che alla fine «deciderò io, non un tecnocrate, perché la responsabilità deve essere della politica e non dei tecnici». Ha detto al quotidiano britannico: «Il tempo dimostrerà se la mia è arroganza o coraggio». promesso: deciderà il governo entro tre mesi. Il che lascia comunque dei margini. In Parlamento passa a sorpresa una norma che consente allo Stato di recedere dagli affitti d’oro? Arriva subito un emendamento per risparmiare i palazzi dei fondi d’investimento immobiliare. Bisogna riportare a 70 anni dagli attuali 75 l’età pensionabile dei magistrati? Scoppia la rivoluzione: «Impossibile», protestano. «Ci sarebbero 400 posti vacanti e per fare un concorso ci vogliono quattro anni». Perché quattro anni e non quattro mesi? In quattro anni si prendeva una laurea in giurisprudenza… Non importa: la discesa sarà comunque più graduale. Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Si pensa di mandare in quiescenza a 68 anni i professori universitari che hanno già il massimo dei contributi, per favorire il ricambio generazionale? I docenti protestano argomentando che così si rinuncia ai luminari. E i tecnici sollevano immediatamente problemi di copertura. Amen. Nella riforma della Pubblica amministrazione spunta l’abolizione della cosiddetta ausiliaria, meccanismo che consente agli alti gradi militari di permanere in posizioni di comando pur avendo superato l’età pensionabile? Salta come un tappo di champagne. Ma il massimo è quando l’obiettivo di questo lavoro ai fianchi non è nemmeno la difesa di una categoria, ma di una singola persona. Capita così che nello stesso decreto venga reintrodotta una norma con la quale, stabilendo per i magistrati l’obbligo di mettersi fuori ruolo ricoprendo altri incarichi anziché restare in aspettativa, si facevano salve le aspettative attualmente in essere. Quello che è stato da alcuni chiamato «comma Volpe»: avendo individuato in Italo Volpe, magistrato del Tar e direttore delle Dogane con delega sui Giochi, il pressoché unico beneficiario. Prova ulteriore che a toccare la giustizia amministrativa è facile prendere la scossa, il taglio delle sedi distaccate dei Tar è diventato un taglietto: da otto a tre. © RIPRODUZIONE RISERVATA La decisione L’assemblea siciliana «riposa» per 35 giorni PALERMO — Per approvare il terzo assestamento di un tormentato bilancio hanno lavorato anche ieri, in pieno agosto. Ma per i 90 deputati dell’Assemblea regionale siciliana, dopo una seduta di 40 minuti, nonostante lo straordinario estivo determinato dalla necessità di tamponare in fretta alcune falle evidenziate dal Commissario dello Stato, si profila una nuova polemica perché la prossima seduta sarà il 16 settembre. Come dire, 35 giorni di vacanza. Stanco «dei continui attacchi anti Autonomia», stoppa però ogni calcolo il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone, assicurando che le commissioni riprenderanno a lavorare il 4 settembre e che alcune, «per temi legati soprattutto alla sanità», si riuniranno anche a fine agosto. Resta comunque l’amarezza di conti mai a posto, di leggi e leggine mandate spesso dal governo Crocetta in aula senza copertura, con singolari trattative avviate ad aula aperta con lo stesso Commissario dello Stato per aggiustare, correggere, integrare, tagliare. Senza nemmeno capirsi. Visto che proprio il Commissario ad ogni passaggio cassa e annulla. Com’è accaduto perfino per una buona norma come l’assunzione dei figli dei testimoni di giustizia. Con due ordini del giorno si dà via libera a quella che impropriamente viene chiamata Finanziaria ter. Ma una quarta se ne profila a settembre nel batti e ribatti che di volta in volta contrappone, da una parte, il Commissario o la Corte dei conti e, dall’altra, gli inquilini del Palazzo. Anche ieri il governo di centrosinistra si è presentato con le tabelle rifatte, ma con la comprensiva astensione dell’opposizione (Ncd) che si limita a denunciare come manchino oltre 1 miliardo e 250 milioni. Ed è il vero dramma di un pessimo autunno. Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Primo Piano 11 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Il governo La polemica Articolo 18, un caso nella maggioranza Alfano insiste: abolirlo entro fine agosto. I no dal Pd: mossa inutile all’occupazione ROMA - La mossa era nell’aria, ma di fronte alla richiesta di «abolire l’articolo 18 entro agosto», rilanciata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, leader di Ncd, la maggioranza è in fermento e il Pd si divide tra chi frena e chi dialoga. Dopo aver annunciato nei giorni scorsi alcune proposte per rilanciare l’economia, Alfano non demorde: «Sappiamo che in maggioranza ci sono idee diverse», ma questo governo ha una «straordinaria capacità riformatrice». Quindi Ncd chiede di arrivare a un’intesa sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori da portare al Consiglio dei ministri del 29 agosto convocato per approvare il decreto «Sblocca Italia». Ormai l’articolo è «un totem della sinistra che blocca le assunzioni mentre noi vogliamo favorirle», precisa Al- fano che aggiunge: «La sede naturale» per una norma che modifichi l’articolo 18 «sarebbe la delega lavoro, in mano a Maurizio Sacconi, ma siccome abbiamo prima lo “Sblocca Italia”, speriamo di riuscire a convincere tutti i partner di coalizione di inserire lì il provvedimento». Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi (Ncd), sottolinea: «È il segnale più importante per dire che il sistema italiano del lavoro è cambiato». Pensieri condivisi da Renato Brunetta (FI) che scrive su Twitter: «Ad Alfano e Renzi, su misure economiche e moratoria per 3 anni articolo 18 centrodestra unito. E il Pd?». Per Fabrizio Cicchitto (Ndc) «bisogna prendere il toro per le corna, mettendo in essere una serie di provvedimenti innovativi: da quello sull’articolo 18 alla spending review». La pensa diversa- mente Renata Polverini (FI): «Stupisce che ancora ci sia qualcuno che possa ritenere l’articolo 18 come un’inibizione alle assunzioni e un limite alla flessibilità». Nelle file del Pd, mentre il premier Renzi non replica ad Alfano dopo avere detto in passato più volte che «l’articolo 18 non è la priorità e non gli si devono attribuire connotazioni ideologiche», il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (Pd), prende le distanze: «Il nuovo articolo 18, quello cambiato dalla legge Fornero del 2012, già funziona. Non si vede la ragione di fare un’altra modifica». Dopo che due giorni fa il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia ha bocciato la proposta del leader Ncd, più dura è la posizione di Monica Gregori (Pd): «Da Alfano basta ricatti sull’articolo 18». Il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, invece, è aperto al dialogo: la questione lavoro «sarà affrontata con la delega che in questo momento è in discussione al Senato. In quest’ambito — assicura — affronteremo senza chiusure pregiudiziali le proposte che verranno messe in campo. Anticipare quella discussione a strumenti che non sono propri, credo sia sbagliato. Dentro la delega ci sono vari argomenti oggetto di riflessione. Lì ragioneremo senza tabù ideologici, ma anche senza la tentazione di piantare bandierine». Parole che in parte soddisfano gli alfaniani: «Bene Guerini secondo il quale — commenta Maurizio Sacconi (Ncd) — dell’articolo 18 si può e si deve parlare senza pregiudizi nel contesto della legge delega». Il messaggio Lupi avverte: l’esecutivo non è un monocolore I sindacati Bonanni: le aziende hanno già i contratti a termine Gaetano Quagliariello (Ncd) taglia corto: «Il chiarimento va fatto entro agosto». Non la pensa così Cesare Damiano (Pd): «Se per Alfano abolire l’articolo 18 sarebbe una cosa “straordinaria”, per noi si tratta invece di una banale, arcaica e insistente pretesa del centrodestra di togliere tutele ai lavoratori e di rendere più liberi i licenziamenti». Sul lavoro «è giusto superare assetti del secolo scorso, ma guai a ricominciare una nuova tempesta in un bicchier d’acqua sull’articolo 18», è il monito del deputato dem, Matteo Colaninno. La leader della Cgil, Susanna Camusso, si smarca: «Il tema oggi è come facciamo a difendere l’occupazione che abbiamo e a creare del lavoro. E di questo non discute nessuno». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il mercato del lavoro OCCUPATI PER AREA GEOGRAFICA* DISOCCUPAZIONE LEGENDA: n. occupati (Variazione in cifre) variazione % Fonte: Istat 13,0 Variazioni su base annua, dati in migliaia POSIZIONE PROFESSIONALE E TIPO DI ORARIO* Giugno 2013 - giugno 2014, dati destagionalizzati Occupati I trimestre 2014, dati in migliaia Il tasso 12,3% DIPENDENTI giugno Nord 11.657 (-66) -0,6 12,5 Nord-est Tempo INDETERMINATO Tempo pieno Tempo parziale -0,7 -0,4 Nord-ovest 12,0 4.733 (+25) +0,5 6.714 (-48) 16.638 4.943 (-19) giu lug ago set ott nov dic gen feb 2 0 1 3 Centro mar apr mag giu Tempo Indeterminato Tempo Determinato Contratti di Collaborazione Altro CLASSI DI ADDETTI 0-9 Apprendistato IV Trimestre 2013 5.782 (-170) -2,8 16,4 68 2.096 Tempo DETERMINATO Tempo pieno 1.444 Tempo parziale 652 5.534 IMPRESE E NUMERO DI ADDETTI Per tipologia di contratto, composizione percentuale LEGENDA: 11.945 2.596 INDIPENDENTI 2 0 1 4 I RAPPORTI DI LAVORO AVVIATI* Sud 14.541 2,5 7 6 IMPRESE ADDETTI 4.146.060 7.681.141 10-19 135.963 1.779.373 20-49 53.673 1.595.353 50-249 21.526 2.065.736 250 e oltre TOTALE 3.429 3.152.732 4.360.651 16.274.335 Fonte: Istat, Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi, report 2013 *Fonte: Ministero del Lavoro, quadro di sintesi sul mercato del lavoro, I trimestre 2014 L’intervista L’esponente democratico: meglio accelerare sulla delega sul lavoro «È diventato un totem al contrario Così rischiamo di bloccare l’Italia» Chi è Il sottosegretario Legnini: non servono temi divisivi ROMA — «Non voglio polemizzare con Alfano». Premessa accolta, sottosegretario Giovanni Legnini. «Non polemizzo perché il ministro dell’Interno e il suo partito stanno dando un contributo importante all’azione del governo. Ma se la proposta è introdurre nel decreto «Sblocca Italia» l’abolizione dell’articolo 18, a parte una qualche estraneità di materia abbastanza evidente ho il timore che rischiamo di bloccarla l’Italia, non di sbloccarla». Per il centrodestra cambiare lo Statuto dei lavoratori rimetterebbe in moto la crescita. «Io non penso che l’articolo 18 sia un totem, ma si tratta da sempre di un argomento divisivo, che dobbiamo affrontare nella sede propria, cioè la delega per il lavoro. In quella sede è legittimo che ciascuno esprima le proprie proposte, il Ncd ma anche il Pd». Il governo è spaccato. Il ministro Madia pensa che cancellare l’articolo 18 non crei lavoro, mentre Alfano chiede a Renzi di abolirlo, per i nuovi assunti, già il 29 agosto in Cdm. «Mi sembra singolare utilizzare un argomento di questa natura in un momento nel quale occorre un supplemento di coesione politica, per rilanciare il Paese con le riforme e per ottenere risultati in sede europea». Ha sentito l’avvertimento del ministro Lupi? Dice che quello in carica non è un monocolore del Pd, ma un governo di ricostruzione del Paese. «Bisogna tenere conto delle idee di tutti, quelle del Ncd e quelle del Pd. Ma rischia di essere fuorviante tornare oggi su questo tema, dopo i due interventi sull’articolo 18 degli ex ministri Sacco- L’agenda Non abbiamo bisogno di nuove misure, ma solo di approvare rapidamente le nostre riforme ni e Fornero e dopo l’approvazione della delega sul lavoro. Il dramma della disoccupazione giovanile, che deve essere al centro dell’azione riformatrice del governo, difficilmente potrà essere attenuato dalla abolizione dell’articolo 18». Quindi non entrerà nell’agenda del governo? «Nell’agenda di governo c’è la delega sul lavoro, dopo il positivo decreto Poletti che ha dato un contributo rilevante di semplificazione e di estensione della possibilità di ricorrere ai contratti a tempo indeterminato. Adesso, poiché la delega sul lavoro è già incardinata in Senato, dobbiamo accelerare su quel percorso e non introdurre un tema di questo tipo. Oggi la possibilità di avviare un rapporto di lavoro per i giovani, senza l’applicazione dell’articolo 18, è pressoché illimitata». Per Alfano, la norma sui licenziamenti è «un totem degli anni Settanta» e se non è stata abolita finora è perché «ha retto un asse fra il Pd e il sindacati». È davvero così? «I dati del Pil purtroppo ci devono In Senato Giovanni Legnini, 55 anni, è sposato e padre di due figli. È in Parlamento dal 2004, eletto in Senato prima con i Ds poi con il Pd Al governo Avvocato cassazionista, ha una specializzazione in diritto dell’impresa e della Pubblica amministrazione ed è sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze nel governo guidato dal premier Matteo Renzi far preoccupare. E ogni volta che vi è una preoccupazione accentuata sugli effetti della crisi si individua come obiettivo l’articolo 18, una sorta di totem al contrario. Il totem non è l’articolo 18, ma una presunta ideologizzazione dell’articolo 18. Io penso che il governo deve accelerare sul programma di riforme economiche, che è vasto e ambizioso». Per il lavoro non avete fatto pochino? «Al contrario, stiamo facendo moltissimo. Delega sul lavoro, attuazione della delega fiscale, Pubblica amministrazione, «Sblocca Italia», riforma della giustizia civile... Il carnet capace di cambiare in profondità il Paese è talmente esteso che non abbiamo bisogno di aggiungere altro, ma di approvare rapidamente queste riforme, che sono state già vagliate in sede europea». Ora anche Moody’s boccia l’Italia. «Mi sembra che Moody’s arrivi terzo dopo l’Istat e dopo gli analisti, europei e non solo. Le agenzie di rating dovrebbero riflettere sulle previsioni degli anni passati. Io sono invece fiducioso nella capacità del nostro Paese di uscire da questa situazione. Dentro i dati dell’Istat ci sono molteplici segnali positivi, sia pure in un contesto stagnante, di negatività». Un segnale positivo? «A giugno sono saliti gli ordinativi dell’industria, ma ce ne sono altri. La strategia è quella giusta, non ce n’è un’altra migliore». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi Via il tabù, ma nella realtà per i giovani già non vale di ENRICO MARRO A rticolo 18, ci risiamo. Si può anche pensare che dietro la richiesta del Nuovo centrodestra di eliminarlo per i «nuovi assunti» ci sia la necessità di Angelino Alfano di dare più visibilità al suo partito. Sbaglierebbe però il governo a non affrontare una seria discussione sul tema. Non solo perché Ncd fa parte della maggioranza. Ma soprattutto perché la Regolamentazione dei licenziamenti non è stata risolta al meglio dalla riforma Fornero del 2012, che pure ha avuto il merito di affrontare per prima il tabù. Ma è sfociata in un groviglio di norme di difficile interpretazione e ad alto rischio di contenzioso, fonte di incertezza sia per le imprese sia per i lavoratori. La materia è controversa, lo sappiamo. I difensori dell’articolo 18 ritengono che togliendolo verrebbe meno una tutela fondamentale per i lavoratori contro eventuali soprusi del datore di lavoro, aprendo scenari di precarizzazione di massa, con effetti negativi sull’economia. E sostengono che le aziende non assumono perché possono licenziare, ma solo se la domanda tira. I contrari all’articolo 18, invece, osservano che esso non può essere un diritto fondamentale se protegge meno di 10 milioni di lavoratori e ne lascia fuori altri 7 milioni (quelli delle aziende fino a 15 dipendenti e quelli con contratto a termine). E sono convinti che l’eliminazione del diritto al reintegro nel posto di lavoro (tranne che nei licenziamenti discriminatori) spingerebbe le aziende ad assumere di più e migliorerebbe la produttività attraverso un effetto deterrenza su lavativi, assenteisti e imboscati. A quest’ultimo argomento i difensori dello Statuto oppongono la tesi che la produttività aumenta formando e fidelizzando i lavoratori. I contrari ribattono che le aziende comunque non si priverebbero dei lavoratori bravi sui quali hanno investito. Sarebbe bene però che il dibattito circoscrivesse con esattezza l’oggetto del contendere. Oggi, oltre che per i lavoratori delle piccole imprese, l’articolo 18 non esiste più di fatto neppure per i giovani, i «nuovi assunti» di cui parla Alfano. I quali, dopo il decreto Poletti, possono essere assunti dalle aziende liberamente (cioè senza indicare la causale) con contratti a termine fino a tre anni ed eventualmente essere rinnovati. Già prima del decreto, solo il 16% dei rapporti di lavoro attivati avveniva con contratto a tempo indeterminato (di questi quelli coperti con l’articolo 18 sono solo quelli nelle aziende con più di 15 dipendenti). Eliminare solo per «i nuovi assunti» l’articolo 18 può dunque significare solo che essi sarebbero licenziabili anche a regime, cioè pure quando conquistassero un contratto a tempo indeterminato in una media o grande azienda. Non si farebbe in questo caso che approfondire il solco tra insiders e outsiders, garantiti (i vecchi lavoratori) e non garantiti (i nuovi). Anche nel lavoro, dopo che è già successo nella previdenza. Se invece si vuole togliere l’articolo 18 per tutti, è bene dirlo. Ci sono molti argomenti per farlo. Senza ipocrisie. E senza farsi scudo, ancora una volta, dei giovani. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera I partiti Le strategie L’intervista Il consigliere politico del leader: pronti a collaborare anche sulla politica estera, per evitare figuracce al Paese «Se il premier apre alle nostre ricette Forza Italia dialogherà, anche subito» Toti: in maggioranza? Intanto, abbiamo le riforme che chiedevamo da 20 anni ROMA — «Per adesso, non solo Renzi e alcuni autorevoli esponenti della sua maggioranza hanno escluso cambi di rotta...». Non solo. «C’è anche da dire che le ricette che noi proponiamo, che sono le uniche che potrebbero essere attuate per dare all’economia lo choc di cui ha bisogno, non vengono neanche prese in considerazione dal premier, a quanto pare. Anzi, mi sembra che si proceda nella direzione opposta». Ma se Renzi fosse disposto ad aprire alle ricette economiche di Silvio Berlusconi, voi valutereste l’ingresso nella maggioranza di governo? «Per noi il tema non sono le poltrone ma le risposte che ci chiedono gli italiani. Certamente, se Renzi aprisse alle nostre proposte sull’economia, noi saremmo pronti a discuterne anche subito. Come abbiamo sempre fatto da opposizione responsabile». Giovanni Toti — toscano, classe ‘68, giornalista, uomo Mediaset, ex direttore di Studio Aperto e Tg4, da gennaio scorso consigliere politico di Silvio Berlusconi, da maggio europarlamentare forzista — torna sul tema della scialuppa di salvataggio che Forza Italia potrebbe avvicinare alla nave renziana, in autunno. Dosa perfettamente accelerate e frenate, stop and go, coraggio e cautela, Toti. Anche lei, come molti altri forzisti, teme che il governo abbia di fronte a sé un autunno rovente? «Lo scenario che Renzi ha di fronte è complicatissimo. E non mi riferisco Chi è Gli inizi Viareggino, classe 1968, Giovanni Toti si avvicina alla politica con il Psi. Nel ‘96 arriva a Mediaset, nel 2009 diventa condirettore di Studio Aperto e nel 2012 del Tg4 La politica Silvio Berlusconi lo nomina consigliere politico, poi lo candida al parlamento Ue, a cui è stato eletto lo scorso maggio solo alla politica economica». Che altro c’è, secondo lei? «La politica estera. L’evolversi della situazione in Libia dà ragione alle preoccupazioni che più volte Silvio Berlusconi ha avuto modo di esprimere, nel corso degli ultimi anni. Per non parlare del peggioramento dello scenario in Medio Oriente. La situazione nel Maghreb, da dove arrivano immigrati tutti i giorni, rischia per l’Italia di diventare insostenibile. Occorre pensare a delle soluzioni che non siano l’operazione Mare Nostrum, totalmente fallimentare. Ma su questi temi il governo ci sembra inadeguato o perlomeno distratto». Toti, sta dicendo che Forza Italia tenderebbe la mano al governo anche sulla politica estera? «Certo. E non sarebbe la prima volta che il centrodestra è disponibile a dare una mano al centrosinistra per evitare figuracce. Come quelle fatte dal centrosinistra al governo tra il 2006 e il 2008, quando furono i nostri voti a consentire l’impegno internazionale dell’Italia in Iraq e Afghanistan». E sulla politica economica? «Ripeto. Intanto vorrei capire che fine hanno fatto il jobs act, il paga- I temi Le famiglie Occorre ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese. È un tema non più rinviabile Il mercato del lavoro Serve una riforma radicale del mercato del lavoro, come ha fatto Rajoy in Spagna L’agibilità politica Non ci saranno primarie per la leadership del partito. Berlusconi riavrà presto l’agibilità politica mento della pubblica amministrazione alle imprese e la spending review. Detto questo, la nostra politica economica è quella del meno tasse per famiglie e imprese. Mi pare che la nostra e la loro strada siano divergenti». Su quali temi sareste disposti a discutere? «Le faccio due esempi. Primo, un tema non più rinviabile, quello di ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese. Secondo, attuare una radicale riforma del mercato del lavoro. Penso a quella che Rajoy e i popolari spagnoli hanno avuto il coraggio di mettere in cantiere nel 2012, e che ora sta cominciando a dare i suoi frutti». E sull’articolo 18? Anche voi, come Alfano, pensate che questa norma vada superata? «Assolutamente sì. Peccato che questo non sia l’unico intervento da fare. Serve una revisione totale del sistema. Toccherebbe rivedere il sistema della contrattazione collettiva e ripartire dai contratti aziendali. Senza dimenticare la necessità di rivedere l’intero sistema degli ammortizzatori sociali». E che cosa succederà, invece, sul tema della riorganizzazione di Forza Italia e del centrodestra, che sembrano due dei crucci di Berlusconi? «Berlusconi è al lavoro per ripensare il partito e per pianificare la coalizione. Anche perché abbiamo davanti delle scadenze importanti, tipo il voto in dieci regioni». Ci saranno delle primarie per la leadership di Forza Italia? «Senta, noi un leader ce l’abbiamo da vent’anni e contiamo di tenercelo stretto. Contiamo che il pronunciamento della Corte di Giustizia europea ridarà a Berlusconi piena agibilità politica. D’altronde, già è arrivata la sacrosanta assoluzione al processo Ruby...». E sul centrodestra? «Lì siamo disponibili a discutere delle primarie di coalizione, che serviranno di volta in volta a stabilire chi sarà candidato a che cosa». Si rende conto che da qui a pochi mesi Forza Italia potrebbe di nuovo essere nella maggioranza di governo? «Noi stiamo all’opposizione. Abbiamo fatto le riforme che chiedevamo da vent’anni. Per il resto siamo pronti a dialogare da subito da persone serie, per il bene degli italiani». Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Giarrusso mostra il suo pescato, Barbanti si dedica al kitesurf, Crimi invita gli attivisti. E il leader dopo la Costa Smeralda fa tappa al lago di Garda Le ferie in streaming dei 5 Stelle. Pausa depurativa per Grillo Ogni movimento dei parlamentari raccontato passo passo sui social network MILANO — «Una pausa in mezzo alla tempesta»: sono le ferie agostane a detta dei Cinque Stelle. Lo stop dei lavori parlamentari ha catapultato deputati e senatori lungo la penisola (e all’estero). Riposo? Non solo. A fare capolino nei propositi dei parlamentari — tra le voci (smentite) di possibili diktat da parte di Beppe Grillo per vacanze poco sfarzose — gli impegni sul territorio e i programmi per l’autunno. Lo stesso leader Cinque Stelle che ha già trascorso un periodo di mare in Sardegna — inframezzato dai blitz a Roma — dovrebbe alternarsi secondo indiscrezioni tra la messa a punto delle prossime strategie pentastellate e, come tradizione, alcuni giorni di cura detox probabilmente sul lago di Garda. Intanto, però, deputati e senatori si sparpagliano. E proliferano sui social network. C’è chi, come Mario Giarrusso, posta foto del «suo» pescato, chi — come Francesco Molinari — si gode la spiaggia con la famiglia e, ovviamente, chi (in questo caso Matteo Dall’Osso) preferisce la montagna. La maggior parte dei Cinque Stelle, però, farà vacanze brevi, vicine al luogo di residenza. «La Calabria è piena di bellezze, perché andare via?», dice il cosentino Sebastiano Barbanti, pronto a rilassarsi con il kitesurf. Maurizio Buccarella, invece, punta sul suo Salento, e annuncia che parteciperà ad alcuni flashmob ed eventi («tra queste una giornata al mare contro le trivellazioni nello Ionio e nell’Adriatico»). Già, perché per molti parlamentari saranno ferie dal calendario (di impegni tra gli attivisti) fitto. I fedelissimi in prima linea. Ni- In Rete Video Sopra, il video di Cristian Iannuzzi su un viaggio in Inghilterra Relax «Per una vacanza rinfrescante, un saluto dolomitico», twitta il deputato Matteo Dall’Osso. A fianco, Mario Michele Giarrusso su una sdraio CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana CONSIGLIERI VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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Il deputato Stefano Vignaroli ha voluto cominciare le ferie dai carabinieri. Per fare un esposto. Sottotraccia si sta iniziando a lavorare per organizzare una grande manifestazione, si ipotizza anche di due-tre giorni per fine settembre-inizio ottobre. La strategia, chiara, dei prossimi mesi è — citando Vito Crimi — quella di «una campagna informativa porta a porta». L’ex capogruppo precisa: «Non so se e dove andrò in vacanza. Non ho mai fatto vacanze vip e così farò anche quest’anno. E sono sempre pronto a incontrare gli attivisti». Fino a Ferragosto sarà in prima linea anche il dissidente Walter Rizzetto (poi andrà in Croazia). «Incontro le aziende — spiega — è un momento tragico. Alla gente non importa la riforma del Senato, la cosa più importante è il problema dell’occupazione. E il governo è fermo». EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. 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Nero su nero” € 8,39; con “Vasco Rossi - Feedback” € 11,39; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 12,39; con “Geronimo Stilton. Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 Primo Piano 13 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Il turno Silvio Berlusconi, 77 anni, all’uscita dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove sconta l’affidamento ai servizi sociali per la condanna nel caso Mediaset. Solitamente l’ex premier si reca alla fondazione dove assiste i malati di Alzheimer il venerdì, ma in questo caso il suo impegno è stato anticipato perché a Ferragosto le attività della struttura sono limitate. Anche in un’altra occasione il leader di FI non era andato a Cesano di venerdì perché chiudeva la campagna elettorale per le Europee (Fotogramma) La fan Nonostante l’invito che l’ex premier le aveva rivolto la volta precedente, lei si è ripresentata. La sostenitrice di Silvio Berlusconi, che lo attende sempre all’uscita del centro di Cesano Boscone, c’era anche ieri. «Non venga più qua», le aveva detto il leader di FI Scenari L’ex Cavaliere ieri a Cesano. Ora dieta e relax Le mosse di Berlusconi Nel partito si allarga il fronte delle colombe Allo studio misure da suggerire al governo ROMA — Ha dedicato parte della sua giornata agli anziani della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, anticipando a ieri il turno previsto nella giornata di Ferragosto. E il resto del tempo l’ha dedicato al relax, combinato con quella dieta ferrea che aveva in mente da tempo e che adesso l’ha portato a cibarsi solo di verdura e proteine. Ma nel tempo che lo separa da Ferragosto, Silvio Berlusconi ha intenzione di mettere mano a un qualcosa che assomiglia sempre più a un «controprogramma economico» da suggerire al governo Renzi. Dopo aver letto con attenzione l’intervista del presidente del Consiglio al Financial Times, infatti, l’ex Cavaliere è convinto che il governo non abbia «quella forza necessaria ad affrontare le sfide che gli si presenteranno davanti». Soprattutto se settembre sarà l’antipasto dell’autunno caldo. Soprattutto se la dialettica interna alla maggio- ranza — come s’è visto sull’articolo 18 — porterà più nella direzione di nuove divisioni, che in quella della vecchia compattezza. Da qui all’ipotesi di «tendere una mano al governo Renzi» sulle misure economiche, il passo è stato breve. Brevissimo. L’occasione Il leader di FI è pronto a inserirsi nelle divisioni tra Pd ed Ncd sull’articolo 18 Sulla linea della «responsabilità», qualora tra poche settimane il governo si trovasse a gestire una situazione simile a quella del 2011, Berlusconi ha convinto molti dei suoi. Persino il capo dei falchi Renato Brunetta, che al Corriere della Sera di ieri ha affidato i suoi paletti per trasformare la maggioranza istituzionale sulle riforme in «coesione nazionale», ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. «Forza Italia offre a Renzi un piatto ricco senza inganni», titola il Mattinale, house organ del gruppo alla Camera. «Siamo pronti a dare il nostro contributo anche sull’economia», insiste il senatore Vincenzo Gibiino, uno degli esponenti della nuova guardia berlusconiana. «La collaborazione tra Renzi e il Cavaliere serve anche sull’economia», sottolinea Manuela Repetti. La rivoluzione berlusconiana parte da qua. Da un Ferragosto in cui, tolta l’area Fitto, in Forza Italia sembrano tutte colombe. E si attende questo controprogramma, basato su flat tax, riduzione delle tasse e mercato del lavoro. Già, il lavoro. Perché l’ex premier avrebbe fiutato il rischio di divisioni tra Pd e Ncd che c’è sull’articolo 18. Ed è pronto ad inserirsi. Quanto prima. T. Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Primo Piano Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Il nuovo numero 1 della Federcalcio Tavecchio, successo e lacrime «Sarò il presidente di tutti» Ma cominciano i primi litigi «Con le parole non sono a mio agio: tra 7 giorni i fatti» Il presidente del Coni, Malagò: «Ci saranno sorprese» Candidature e innovazione L’occasione persa per una riforma di DARIO DI VICO I patiti del genere trash godono. Stanno già aspettando le immancabili interviste istituzionali che Carlo Tavecchio rilascerà ai microfoni di Raiuno nell’intervallo dei match della nazionale. Come gaffeur il neopresidente della Figc ha infatti dimostrato, tutto sommato in pochi giorni, di avere tutti i requisiti per oscurare la fama di qualsiasi concorrente. Per YouTube sarà una manna. Per tutti gli altri e per chi ha a cuore il futuro del calcio italiano inizia invece un periodo di sofferenza, non sappiamo quanto lungo. Tavecchio va al potere essenzialmente per organizzare una spartizione di favori e poltroncine che vedrà come protagonista il suo angelo custode, al secolo Claudio Lotito, che non passa certo per essere un imprenditore schumpeteriano ed è riuscito a disamorare persino i sostenitori laziali. Ma è evidente che tutta la compagnia di giro, coagulatasi attorno al candidato dilettante, è stata messa insieme riaprendo le polverose soffitte del calcio e chiedendo prestiti con obbligo di riscatto a Madame Tussauds, quella del museo delle cere. Dopo la presidenza Abete c’era una richiesta di forte discontinuità e invece la nuova maggioranza esprime una cultura e una progettualità inadeguata rispetto allo spirito dei tempi e alle necessità. Il calcio italiano sta subendo un processo di rapido declassamento di cui solo in parte sono responsabili i (non) risultati sportivi. Il fatturato dei nostri grandi club quando va bene è all’incirca la metà di quello degli avversari europei. La spedizione azzurra in Brasile è stata quanto di peggio si potesse prevedere ma dietro c’è un deficit di organizzazione che abbraccia gli stadi, il merchandising, gli acquisti compulsivi di mediocri calciatori dall’estero e la debolezza dei vivai. Convive con queste lacune fino a formare un mix deprimente un altrettanto grave deficit di sicurezza che ha contribuito ad allontanare prima le famiglie dal campo e ora anche i tifosi. Il potere di veto degli ultrà è cresciuto geometricamente negli ultimi anni e le società da sole non sembrano in grado di tenere la barra dritta e di combattere con efficacia l’estremismo delle curve. Intanto fuori dall’Italia i capitali del calcio-checonta ormai si comportano da soggetti globali: emiri del Golfo e oligarchi russi ne rappresentano la manifestazione più evidente ma se andassimo a indagare i passaggi che stanno dietro i grandi colpi di mercato e le modalità di finanziamento vedremmo comparire di tutto e di più. Il fair play senza un credibile apparato di sanzioni è rimasto un’icona del politicamente corretto e i club spagnoli fanno incetta di campioni grazie anche a banche compiacenti e a un Fisco credulone. Per risalire la corrente e il ranking mondiale — come ha fatto, giova ripeterlo, il calcio tedesco — non abbiamo alternative, il football italiano si deve dare un suo piano industriale e un programma di riforme radicali per cambiare delle norme che in qualche caso risalgono al 1981. Tavecchio non sarà in grado di farsi carico di questo bisogno di innovazione e non a caso una buona fetta dei club di serie A non l’ha votato. Gli sconfitti, che pure hanno combattuto fin all’ultimo per impedire la «lotizzazione» del calcio, hanno commesso però un errore tutt’altro che secondario: Demetrio Albertini non era certo l’uomo della discontinuità. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Ha gli occhi lucidi e la guance rosse, mentre nel gran salone dei Cesari dell’hotel Hilton, davanti all’aeroporto di Fiumicino, i delegati che lo hanno votato sono in piedi e si spellano le mani. «Sarò il presidente di tutti», dice con la voce rotta dall’emozione Carlo Tavecchio, il nuovo capo del calcio, più forte dello scetticismo che lo circonda, delle critiche aspre che ha ricevuto nelle ultime settimane, dell’opinione pubblica indignata e furiosa. Preso di mira sui social e contestato dalla base (i la sostanza, preferisco concenLacrime trarmi sul lavoro». Prima i fat- Carlo Tavecti, poi le parole. «Il 18 saprete chio, 71 anni, tutto, la mia squadra e anche il cede alct». Una settimana di tempo, l’emozione ma il tempo stringe e da quesubito dopo sta mattina il nuovo presidenl’elezione a te si impossesserà della scrinuovo nuvania che è stata di Giancarlo mero uno del Abete. Il passaggio di consecalcio italiagne è il momento più commo- no. Nella foto vente. Piange l’uno e piange riceve le l’altro, mentre la sala, stavolta congratulaunita, riserva al presidente zioni del uscente l’applauso più sincero suo predee convinto della giornata. cessore, Tavecchio abbraccia il suo Giancarlo predecessore, Abete (a destringe mani, stra). TavecI primi provvedimenti saluta Vicini, chio è diventato presiSubito tre commissioni: per studiare sballottato nel clima di festa. dente della le riforme, per combattere il «Ha vinto la deFigc con il razzismo e per i rapporti con i media mocrazia», si la63,6 per scia sfuggire cento delle prima di ringrapreferenze. calciatori), Tavecchio sembra ziare chi lo ha sostenuto e poi Dal 1999 era vitato a Firenze per la compi- commissariamento. Le sorinvecchiato dieci anni nell’ul- difeso. «Non esistono uomini presidente lazione dei calendari. «Lo ca- prese a cui fa riferimento il catimo mese. della provvidenza, però esiste della Lega pisco, ha tanto da fare». So- po del Coni saranno nella goDue profondi respironi an- la cultura del lavoro e da queDilettanti prattutto un c.t. da trovare per vernance. I vice presidenti feticipano le prime parole da sto palco invito tutte le com(Ansa) la nazionale, da tanti, troppi derali, tanto per cominciare, presidente del ragioniere di ponenti ad abbandonare le digiorni, senza un padrone. E non saranno quelli a cui aveva Ponte Lambro, alla fine di una visioni e a lavorare per il bene poi scegliere la squadra per pensato Tavecchio in prima giornata caldissima e eterna, comune». Tavecchio sarà in dare il via alle riforme. battuta, vale a dire Macalli e dopo tre votazioni in cui, co- via Allegri questa mattina alle «Ci saranno delle sorprese» Lotito. Meglio puntare, per rame previsto, è sempre stato in 8. Ha declinato l’invito delassicura Giovanni Malagò che, gioni di opportunità, su Beretvantaggio. I suoi grandi elet- l’amico Macalli, presidente dicono i bene informati, è ta e Abodi, rispettivamente tori, Lotito e Galliani, con della Lega Pro, che lo aveva incontento di aver evitato il presidenti della Lega di A e di l’aiuto di Macalli, lo hanno pilotato bene. E ora Tavecchio Lo sconfitto con il 63,63 dei voti, è il re di una Federazione che, almeno negli uomini, si chiude a riccio e rifiuta il rinnovamento. «Ho tratto molti insegnamenti da (a.arz.) All’esito della votazione Delusione ieri mitigata dal 34% raccolto, quanto è successo nelle ultime decisiva ha applaudito, sportivamente. forse anche più delle aspettative. La settimane». Ha capito che biDemetrio Albertini è uscito sconfitto, costante, però, è l’amarezza per un sogna misurare le uscite e evisapeva che sarebbe stata dura e la cambio di rotta suggerito e non tare le trappole mediatiche. rassegnazione era evidente già negli imboccato in assemblea. «In bocca al «Sono un tipo ruvido, senza ultimi giorni di campagna elettorale. lupo a Tavecchio, non sarà semplice glamour e con le parole non «Volevo essere un’alternativa, ma si è sostituire Abete. Riuscirà a far mi trovo a mio agio», cerca di rivisto il corporativismo del patto tra convivere le diverse anime in Figc? Il giustificarsi dopo troppi sciLeghe, il blocco è sempre difficile da presidente Abete l’ha fatto — ha voloni, alcuni gravi, altri scardinare», ha commentato. Alla fine aggiunto Albertini — dipenderà dai inammissibili. Per questo, uno sono rimasti con lui i calciatori, gli decreti, dai cambiamenti dello statuto, volta scalata la montagna, boiallenatori e, al primo turno, gli arbitri. E dall’incisività che si potrà avere. Cosa cotta la classica conferenza nessun club di A dopo il siluramento di farò ora? Torno a casa da mia moglie e i stampa del vincitore. «In un Juventus e Roma con il documento pro miei figli». mondo che dà più importanza commissario Coni dei 9 ribelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA alle parole che ai pensieri e in Ko Demetrio Albertini cui conta più l’apparenza che Albertini: «Ero l’alternativa, ha vinto la solita politica» B. Lotito, da molti considerato il presidente ombra e senza alcun dubbio la guida di Tavecchio in questo momento, potrebbe diventare il responsabile del Club Italia e la cosa non andrebbe a genio agli oppositori. «Sarebbe un po’ come se io, che sono editore di La7, volessi controllare anche la Rai. Semplicemente non si può fare», racconta con chiarezza Urbano Cairo, presidente del Torino, in linea con Juventus, Roma e Fiorentina. Tavecchio proverà a superare le mille difficoltà che accompagnano il suo mandato. Il direttore generale sarà Michele Uva della Coni servizi. E subito saranno create tre commissioni: una per studiare le riforme, una per combattere il razzismo (coinvolgendo anche Fiona May), l’ultima per migliorare i rapporti con i media. Il 18, giorno del primo vero Consiglio federale, Tavecchio svelerà tutto. Ma fuori da via Allegri resta forte la sensazione che il calcio abbia perso una clamorosa occasione per rinnovarsi. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena Nell’urna almeno sette hanno votato contro Tavecchio. La stabilità di governo è ancora tutta da conquistare Agnelli contro Preziosi, la serie A è già nel caos Diamo i numeri: 13, 5, 2. Rispettivamente i voti pro Carlo Tavecchio, i voti segnati a Demetrio Albertini più le schede bianche, Cagliari e Sassuolo che hanno rispettato la posizione originale avversa più che altro alla frase su Optì Pobà. Perché la governabilità della Figc targata Tavecchio si gioca sui numeri della serie A e sulla loro lettura a urna chiusa. Ma insomma, il nuovo presidente ha o non ha l’appoggio della Lega che sposta più soldi? Secondo Adriano Galliani e Claudio Lotito, gli «spin doctor» del vincitore, i numeri ce li ha eccome, il sostegno è addirittura di granito. Mentre gli avversari portano avanti, ovviamente, una tesi opposta: che la governance è posta su base di pastafrolla e che in prima votazione il punteggio era solo 12-8 per il fresco eletto Tavecchio. Cioè, vittoria sì, ma di misura. Così è, se vi pare. In realtà, però, il dato è che alla fine un bel gruppo di club (Juve, Roma, Fiorentina, Torino, Empoli, Sassuolo e Cagliari) Tavecchio non l’ha votato, anzi ha votato contro. E qualcosa vorrà dire. Vuol dire, cioè, che i margini fluttuano a seconda dell’interpretazione, che il confine quanto mai labile e che, quindi, basta un niente a far precipitare la situazione in una crisi politica. Il tutto a discapito dell’ordinaria amministrazione e (tanto più) delle auspicate riforme. Osservando dall’intenzione all’exit poll il voto di mezza serie A, poi, non c’è proprio da recuperare tranquillità. Qualche esempio: Juventus e Roma erano i due club che il 24 luglio non hanno firmato in Lega il patto pro Tavecchio (18-2, infatti), poi hanno chiesto ad Albertini di correre per la presidenza salvo scaricare entrambi i candidati e invocare il Coni (cioè il commissario) col documento dei 9. Ok, e ieri? Ieri hanno messo la X su Albertini chiudendo l’affaire Figc con un dribbling stile Tevez o Gervinho. Un po’ lo stesso gesto tecnico di Cesena e Sampdoria che in due settimane hanno invertito e controinvertito la rotta finendo per sostenere Tavecchio nell’urna. Mentre l’Inter, silente per tutta la campagna Botta e risposta Il genoano: «Agnelli si è presentato in ginocchio» La stizza del bianconero: «Non nominarmi mai più» Deluso Andrea Agnelli, 38 anni (Ansa) elettorale, ieri a cose fatte ha chiarito sul sito da che parte stava. Quella del vincitore. Un caos, insomma. Se, poi, innaffiato con la solita bella dose di zizzania, il menù si completa. «Agnelli ci ha chiesto in ginocchio un posto in Consiglio federale», così Enrico Preziosi al romanista Mauro Baldissoni. «Non nominarmi più», la replica decisa di Andrea Agnelli che, a dire il vero, ha sempre detto di non essere interessato alla poltrona. L’intervento di Claudio Lotito, che ha smentito screzi, non ha riportato la calma, tanto che si è preso di nuovo con Urbano Cairo . «È Agnelli che litiga con tutti», il commento di Aurelio De Laurentiis. Così si può procedere alla ratifica dell’ovvio: un conto è vincere, un’altro è governare. Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano 15 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 I manovratori Hanno sostenuto Tavecchio, ora possono esultare. E prendersi i meriti del risultato Lotito e Galliani si godono il trionfo «Me lo so’ messo sulle spalle...» E De Laurentiis mostra al collega il suo voto Le tre votazioni Sì al ricorso del Novara 60,2% Coni, serie B a 22 grana per la Figc Prima votazione A votare a scrutinio segreto erano 278 delegati, così suddivisi: 20 Lega serie A, 21 Lega serie B, 60 Lega Pro, 90 Dilettanti, 52 calciatori, 26 tecnici, 9 arbitri. Ciascuna categoria aveva però pesi percentuali differenti. Tavecchio raggiunge il 60,2% nella prima votazione (erano necessari i tre quarti dei voti validi), pari a 305,2 voti. Per Albertini 35,46% (179,68), schede bianche 4,33% (21,96) 63,18% Seconda votazione I consensi per Carlo Tavecchio salgono a 312,68 (il quorum necessario era 329,85), pari al 63,18%, contro il 34,07% (168,55) del suo avversario. Le schede bianche sono state 14,65, pari al 2,76%. Diventa necessaria la terza votazione 63,63% Terza votazione Al terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti più uno. I consensi per Tavecchio aumentano ulteriormente fino a raggiungere i 310,12 voti (era sufficiente il quorum di 243,69), pari al 63,63%. Demetrio Albertini si ferma a 165,47 voti, corrispondenti al 33,95%. Le schede bianche diminuiscono a 11,79, pari al 2,42%. Accogliendo il ricorso del Novara, il collegio di garanzia del Coni ha stabilito che la serie B tornerà a 22 squadre e che dovrà essere la Figc, lunedì nel primo Consiglio federale dell’era Tavecchio, a dover decidere quale sarà la squadra riammessa. Attraverso un ripescaggio o un ampliamento dell’organico? La questione è sottile, è di fatto la prima grana per il presidente appena eletto. In tre sono in lizza: Novara, Juve Stabia e Lecce, tre club e tre città in attesa. Se è implementazione della griglia, allora il Novara è in pole per la classifica della scorsa stagione (quartultima, Juve Stabia ultima, mentre il Lecce era in Lega Pro). Se, invece, sarà ripescaggio, allora peserà il pregresso del club piemontese nel calcioscommesse (servono 24 mesi di «fedina» pulita). Probabile la prima ipotesi. Ma tocca prendere una decisione e spiegarla a chi rimane fuori. a.arz © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Claudio Lotito, seduto in prima fila, annuisce compiaciuto: bravo, bravo, ottimo, va bene, va proprio bene, ora però — gesto della mano eloquente — basta così. Adriano Galliani, una sedia dietro, si sporge sull’orecchio di Lotito: non si fosse emozionato, sarebbe stato perfetto. Però, dai, accontentiamoci. Entrambi adesso fissano il palco. E Carlo Tavecchio, da lassù, fissa loro. «Meglio non aggiungere altro», pensa il nuovo presidente della Federcalcio stringendo ancora il microfono. Il breve discorso appena chiuso con voce impastata, paonazzo in viso un po’ per la commozione un po’ per il caldo, goccioline che gli rigano la guancia e non si capisce se stia piangendo o solo sudando. I delegati in piedi, c’è un applauso lungo e forte, e lui che, osservando Lotito e Galliani, resta lì a mordersi le labbra, perché l’hanno pregato di essere stringato e anche molto sobrio nel discorso finale, possibilmente rinunciando ad alcune parole familiari (tipo «negri», «banane») e a certi concetti già elaborati («donne handicappate»). Come uscire da questa situazione? Chiamando una ovazione pure per Giancarlo Abete: che, dopo 7 faticosi anni di presidenza Figc e 48 giorni dopo l’umiliante eliminazione dai Mondiali del Brasile, si alza e saluta a braccia alzate in segno di vittoria. (Dieci minuti più tardi). Numerosi dirigenti del calcio italiano invece che con Tavecchio si complimentano con Lotito. Pizzicotti affettuosi, abbracci. «Claudio, sei potentissimo!». «Hai fatto un capolavoro, Claudio!». (si volta Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria e produttore cinematografico noto con il soprannome di «Viperetta»: «Guardatelo, Lotito... guardate quanto gli piace essere protagonista: quello a un funerale vorrebbe essere il morto, e a un matrimonio, lo sposo»). Lotito lo liquida con mezzo sguardo. Lotito è raggiante. «Ha vinto la voglia di cambiamento...». Tavecchio era impresentabile: averlo fatto vincere, è stato una vera impresa diplomatica. «Diciamo che me lo so’ messo Voto palese Claudio Lotito e Adriano Galliani grandi sponsor di Carlo Tavecchio; in alto, Aurelio De Laurentiis mostra a Lotito la scheda con il suo voto (Ansa, Liverani) sulle spalle...» (ride di gusto: vorrebbe schermirsi, ma non ci riesce). Diciamo pure che, a un certo punto, la Lega di serie A s’è spaccata. E governare, adesso, non sarà facile. «Tavecchio è l’uomo giusto al posto giusto. E lo dimostrerà con i fatti. Quanto alla Lega: c’è una maggioranza e c’è una minoranza. Succede in democrazia, no?». È vero che c’è stato un litigio con Andrea Agnelli? «No, assolutamente». Invece risulta. «Guardi, io so’ leale, e schietto. E ad Agnelli lo dissi subito, tempo fa: siete una famiglia importante e gloriosa, ma attenti, perché a Roma gli agnelli li chiamamo abbacchi e se li magnamo...». Urbano Cairo, presidente del Torino e proprietario de La7, scorge da lontano Lotito circondato da cameraman e fotografi, e commenta sec- La squadra Fiona May in Consiglio Figc La trovata anti gaffe di Tav (a.arz.) Nella squadra di Carlo Tavecchio anche Fiona May. Come vice i presidenti delle Leghe maggiori, per la A Maurizio Beretta (che potrebbe rinunciare per motivi di opportunità) e per la B Andrea Abodi, a Michele Uva il ruolo di direttore generale e a Claudio Lotito la delega per il Club Italia. L’idea nuova di Tavecchio riguarda il consigliere per l’integrazione, contro la discriminazione razziale e di genere, una figura da lui stesso proposta in campagna elettorale per ridimensionare le celebri gaffe su Optì Pobà, i «mangiabanane» e le «donne handicappate». E il nome è appunto quello di Fiona May, ex campionessa di salto in lungo, che il neopresidente federale presenterà al sindacato calciatori (Aic) di Tommasi e Albertini per l’approvazione. Dopo lo scontato ok, si procederà alla nomina. co: «Lotito alla guida del Club Italia? Fantascienza. È come se uno tra me e Berlusconi diventasse presidente della Rai». «Viperetta» si fa un selfie con Demetrio Albertini. Andrea Abodi, presidente della Lega di B, deluso quando scopre che ad intervistarlo è una tv locale. Franco Carraro, il potente Carraro, capisce che è inutile restare un minuto in più, e va via. Viene diffuso un filmato in cui Aurelio De Laurentiis, all’uscita del seggio, ossequioso mostra a Lotito la scheda con su il nome di Tavecchio. Una cronista spagnola cerca di ricostruire la biografia di Tavecchio: «Allora, no, scusa: è stato a lungo sindaco di Ponte Lambro, giusto? Okay: poi lui è un democristiano, vero?... Poi, aspetta: nel ’90 fu condannato a 4 mesi di carcere per falsità in titolo di credito continuato... e, ma vedi se risulta anche a te, nel ’94 la condanna è invece a 2 mesi e 28 giorni di carcere per evasione fiscale...». Alcuni cronisti italiani, che su Tavecchio hanno già scritto tutto da giorni, suggeriscono che forse è meglio andare a cercare Adriano Galliani, insieme a Lotito grande protagonista di questa elezione. Galliani, come sempre, faccia buona e sorpresa. «Io? Grande sostenitore? Ma no...». Lei, grande sponsor di Tavecchio, sì. «Vedrete, vi stupirà: ha un bellissimo programma». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dice che non potrà attuarlo. «Non capisco come possa aver detto questa cosa, il signor Malagò». (Si avvicina Enrico Preziosi, il presidente del Genoa). «Tra l’altro, caro Adriano... saremmo lieti se il signor Malagò ci spiegasse a cosa allude quando dice che Tavecchio dovrà pagare alcune cambiali...». Lo chiamano signor Malagò. Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA Il 18 la scelta del c.t. Per l’ex juventino due anni di contratto a 1,5 milioni. Le alternative Zaccheroni e Guidolin Conte prima scelta, Mancini fuori dai giochi ROMA — Conte ni, Mancini no. L’allenatore della nazionale è una priorità per Carlo Tavecchio, ma la strada è in salita e piena di ostacoli. «Non ho ancora chiamato nessuno», assicura il nuovo presidente ai delegati presenti. E più tardi, al riparo da orecchie indiscrete, confida ai consiglieri: «Ci sono cinque o sei nomi, ora comincerò le consultazioni». Non ha molto tempo. L’Italia è senza guida da 49 giorni e il primo settembre dovrà radunarsi (probabilmente a Coverciano) per l’amichevole con l’Olanda, in programma il 4 a Bari. Cinque giorni dopo, a Oslo, è previsto il debutto nel girone di qualificazione all’Europeo 2016, contro la Norvegia. C’è l’urgenza di una scelta. Tavecchio, forse per mettersi al riparo da nuove polemiche e per esaudire le richieste del Coni, vorrebbe Antonio Conte. Due anni di contratto a un milione e mezzo di euro. L’ex juventino ascolterà, ma l’Italia non è una priorità nella sua testa: convincerlo è più difficile che scalare l’Everest. E, probabilmente, non servirebbe a niente offrigli la possibilità di svincolarsi alla fine della prossima stagione, dopo solo un anno, nel caso in cui l’ex bianconero ricevesse l’offerta di una grande squadra. Lo juventino, pur onorato, pensa di continuare la sua carriera come tecnico di club dopo aver vinto tre scudetti di fila alla Juventus. Roberto Mancini, invece, si è chiamato fuori prima ancora di essere in- terpellato. All’idea di allenare la nazionale si era affezionato e non ne avrebbe fatto una questione di soldi. Quello che manca è il feeling. I suoi rapporti con il nuovo potere di via Allegri sono perlomeno gelidi: Mancio non vuole avere niente a che fare con Lotito e anche con I candidati alla panchina Antonio Conte Prima scelta Roberto Mancini Sembra più lontano Alberto Zaccheroni Quotazioni in ascesa Francesco Guidolin Resta in attesa Marco Tardelli Possibile vice di Zac Galliani non va d’amore e d’accordo. Per questo nello scorso weekend ha rotto gli indugi e lasciato la Sardegna per la Francia: una vacanza di studio in attesa di una squadra. Così, suo malgrado, Tavecchio dovrà tornare al programma di partenza, cioè ad un allenatore che non chiede la luna e possa aiutare la Federcalcio a sviluppare una cantera federale di allenatori: Alberto Zaccheroni o Francesco Guidolin. Ora come ora, più il primo del secondo. Ma la situazione è fluida. Zac non è stato interpellato, ma sarebbe pronto a dire sì. Magari insieme a Marco Tardelli con Antonio Cabrini nel ruolo di coordinatore delle rappresentative giovanili, appena lasciato libero da Sacchi. Zac ha vinto uno scudetto con il Milan e non ha problemi né con Lotito, né con Galliani. Anche Guidolin è pronto, magari con Fabio Cannavaro. In questo momento il friulano parte dietro il rivale, ma potrebbe rimontare grazie all’aiuto di Gino Pozzo che entrerà in Consiglio federale. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera # Esteri La crisi Il segretario Nato: «Un’invasione di Mosca? È molto probabile». Donetsk allo stremo Putin invia aiuti umanitari in Ucraina Altolà della Ue: no ad azioni militari Contromossa di Kiev che annuncia soccorsi comuni da Usa, Europa, Russia Le tappe La rivolta di Kiev e la crisi in Crimea Febbraio: la rivolta di Kiev costringe il presidente Yanukovich a lasciare. Poi scoppia la crisi in Crimea. A maggio eletto il nuovo presidente: Poroshenko Il conflitto si inasprisce Abbattuto aereo civile La zona orientale del Paese è sotto il controllo dei filo russi. Che a luglio vengono accusati di aver abbattuto un aereo civile con 298 persone a bordo Tra Bruxelles e Mosca la guerra delle sanzioni L’Unione Europea e gli Usa fanno scattare sanzioni economiche contro Mosca. Che reagisce bloccando l’import occidentale MOSCA — Le rassicurazioni del portavoce di Vladimir Putin non hanno tranquillizzato nessuno e l’intera comunità internazionale è ora al lavoro per evitare che la Russia invii da sola un convoglio umanitario in Ucraina orientale. Questo perché tanto Kiev, quanto gli Stati Uniti, la Nato e l’Unione Europea sono convinti che potrebbe trattarsi di una copertura per una invasione surrettizia della parte russofona dell’Ucraina; quasi una ripetizione di quanto avvenuto in primavera con la Crimea. Visto pure che Mosca non ha ridotto il numero degli uomini e dei mezzi ammassati alla frontiera, anche dopo la fine delle ultime esercitazioni militari. Per il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, «c’è un’alta probabilità» di un intervento militare russo. In un’intervista con la Reuters, Rasmussen è stato molto esplicito: «Vediamo che i russi stanno sviluppando storie che diano il pretesto per tale operazione sotto le vesti di un intervento umanitario; inoltre vediamo un aumento della presenza militare che potrebbe essere usata per condurre una tale operazione illegale in Ucraina». L’allarme è risuonato non appena il presidente russo ha annunciato il convoglio umanitario, anche se il suo portavoce si era subito affrettato a precisare che nulla sarebbe stato fatto senza l’assenso delle parti interessate. Poi, in giornata, sono arrivate altre dichiarazioni che hanno accresciuto l’inquietudine. Il ministro degli esteri Sergej Lavrov ha affer- Propaganda Rourke e la t-shirt di Vladimir MOSCA — L’attore americano Mickey Rourke, 62 anni, posa davanti ai fotografi sfoggiando una t-shirt che ritrae Vladimir Putin acquistata in un negozio del centro città per 25 euro. mato di aver «concordato tutti i dettagli con l’amministrazione ucraina». Poi dall’ufficio di Putin è arrivata la notizia che «la Russia, in una azione comune con i rappresentanti della Croce Rossa Internazionale, invia in Ucraina un convoglio umanitario». Le consultazioni, a quel punto, sono diventate frenetiche, con il Presidente della Commissione Barroso che ha chiamato sia Putin che il presidente ucraino Poroshenko e con un colloquio tra Barack Obama e lo stesso Poroshenko. Barroso ha ammonito Putin contro «qualsiasi azione militare unilaterale sotto qualunque pretesto, incluso quello umanitario». Dalla Croce Rossa è arrivata solo la conferma che la Russia aveva offerto aiuti; nulla su una intesa raggiunta. Molto allarmato il governo di Kiev faceva sapere che secondo i suoi dati alla frontiera ci sono 45 mila soldati russi e non 20 mila come detto dalla Nato. In più 160 carri armati, 150 missili Grad, 192 aerei da attacco e 137 elicotteri da combattimento. L o s tess o p res i d e n te ucraino si metteva al lavoro per organizzare un convoglio umanitario con la partecipazione di Stati Uniti, Europa e Russia. Una mossa Scontri I governativi hanno accerchiato le roccaforti separatiste: i profughi sono centinaia di migliaia per disinnescare l’eventuale tentativo di Mosca. In serata il Cremlino ha fato sapere che il convoglio che vorrebbe mandare sarebbe in ogni caso «senza scorta militare». Vedremo nelle prossime ore se si riuscirà a raggiungere una intesa, visto che il clima appare incandescente, con Kiev che accusa Putin di «volersi fare pubblicità» con questa iniziativa. Sul terreno, certamente la situazione è assai grave, mentre le truppe governative stanno terminando l’ac- IL DISCOUNT ALIMENTARE SOTTO CASA AL SUPERFLUO AI PREZZI BASSI TUTTO L’ANNO AI FRESCHI TUTTI I GIORNI ALLA MIGLIORE QUALITÀ ALLA SPESA VELOCE un impegno! una tradizione! Esteri 17 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 # Sotto le bombe Una donna stringe un neonato nel rifugio di un ospedale durante i bombardamenti di Donetsk, roccaforte indipendentista nell’Ucraina orientale (Afp) Afghanistan Colpita ambulanza di Emergency, morto l’autista KABUL — Un’ambulanza di Emergency è rimasta coinvolta in alcuni combattimenti nel distretto di Tagab, nella provincia nord-orientale di Kapisa, in Afghanistan. L’autista dell’ambulanza, l’afghano Hamza Khan, è morto dopo essere stato raggiunto da colpi di arma da fuoco. Il veicolo, quando è stato colpito, era diretto al posto di primo soccorso di Tagab, gestito dalla Ong italiana, dove erano stati trasportati numerosi feriti dei violenti scontri a fuoco degli ultimi giorni in attesa di essere portati al centro chirurgico di Kabul. L’autista ucciso lavorava per Emergency da 12 anni e conosceva molto bene l’area di Tagab. Proprio per l’inasprimento degli scontri nelle ultime settimane le strutture sanitarie gestite da Emergency in Afghanistan stanno lavorando a pieno regime e i centri chirurgici per vittime di guerra, spiega l’organizzazione, «sono sempre pieni». Solamente in quello di Kabul, nel mese di luglio, sono stati ricoverati 326 pazienti per ferite di guerra, il 20% dei quali con meno di 14 anni. Cifre ragguardevoli che rappresentano il numero più alto di ricoveri, in un solo mese e in un solo ospedale, dall’inizio delle attività di Emergency in Afghanistan nel 1999. Kabul Davanti all’ospedale di Emergency © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta Onu La fidanzata di Clooney rifiuta l’incarico per Gaza cerchiamento delle due roccaforti indipendentiste, Lugansk e Donetsk. In ques t ’ u l t i m a c i t tà c i s o n o continui bombardamenti, con Kiev che invita i civili ad allontanarsi. I profughi, secondo la Croce Rossa, sono già centinaia di migliaia. Ieri un proiettile è caduto su una prigione e questo avrebbe determinato la fuga di decine di pericolosi criminali, secondo le autorità cittadine. In altri bombardamenti ci sono state vittime civili. Campo di battaglia Area sotto il controllo dei ribelli filorussi fino all’inizio di luglio Area attualmente sotto il controllo dei ribelli filorussi Lutuhyne RUSSIA Torez Donetsk Fabrizio Dragosei © RIPRODUZIONE RISERVATA Sotto esame Luhansk UCRAINA Kiev Luogo dell'incidente del volo MH17 RUSSIA UCRAINA Odessa CRIMEA GINEVRA — «Mi sento davvero onorata per l’offerta che mi è stata fatta. Ma non posso accettare. Sono troppo occupata. In questo momento ho già otto casi che devo seguire». Amal Alamuddin, avvocata britannica di origini libanesi e fidanzata dell’attore George Clooney, ha rifiutato la proposta di far parte della Commissione d’inchiesta del Consiglio dei diritti umani dell’Onu sulle violazioni delle leggi umanitarie e del diritto internazionale commesse nell’ambito delle operazioni militari nella Striscia di Gaza e nei territori occupati. A presiedere la Commissione, di cui fa parte anche l’esperto senegalese di diritti umani Doudou Diene, sarà il canadese William Schabas, professore di diritto internazionale alla Middlesex University. Amal Alamuddin, 36 anni, avvocata specializzata nella difesa dei diritti umani, è emigrata con la famiglia in Gran Bretagna quando aveva tre anni, ai tempi della guerra civile libanese (1975-1990). Laureata a Oxford, è stata consigliere del procuratore del Tribunale speciale per il Libano, ha lavorato alla Corte internazionale di giustizia e ha fatto parte del team di legali che difende il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. Negli ultimi mesi, ha rivelato il suo fidanzamento con l’attore George Clooney, cui dovrebbe seguire a breve il matrimonio. Avvocata Amal Alamuddin, 36 anni © RIPRODUZIONE RISERVATA La stampa francese fa il bilancio della presidenza per il suo compleanno. Poco amato, maniacale, controlla anche le capsule del caffè Hollande, 60 anni solitari Critiche, figli e una fuga al Sud (ma dov’è finita Julie Gayet?) Attorno al presidente nuove consigliere, tutte donne le loro strade non si incrocino. L’Eliseo ha escluso la presenza ai festeggiamenti di ministri o altre personalità politiche. Come la sua ex compagna di una vita e madre dei suoi figli, Ségolène Royal, a cui il presidente si è riavvicinato dopo la fine della storia con la giornalista Valérie Trierweiler, al punto da volerla nel suo governo. E non ci sarà neppure il suo migliore amico, il vecchio compagno di caserma e attuale «dirimpettaio» DALLA NOSTRA INVIATA PARIGI — Spegnerà oggi le sue (prime) 60 candeline vicino al mare con i quattro figli. Compleanno da «presidente normale» per François Hollande, impegnato a riaffermare una leadership in crisi di credibilità e a fugare le voci sulle sue «relazioni pericolose». Il capo di Stato francese ha interrotto il suo soggiorno nella residenza della Lanterne, a Versailles, e si è spostato a sorpresa in un non meglio precisato «luogo di villeggiatura» nel Sud della Francia, dove festeggerà «in famiglia, con i suoi figli», ha comunicato ieri l’Eliseo. E subito hanno iniziato a rincorrersi le indiscrezioni sulla località prescelta. Secondo l’agenzia France Presse, Hollande non sarebbe né dal padre a Cannes, né nella sua villa di Mougins, nell’entroterra provenzale, dove spesso si incontrava con l’attrice Julie Gayet, la sua (ex?) fiamma, data soltanto qualche settimana fa per sua imminente sposa. Finché alla cena annuale con i giornalisti, il capo dell’Eliseo aveva smentito categoricamente. «Ho un’informazione da darvi: il 12 agosto è il mio compleanno. È il solo evento di cui sono a conoscenza. Benvenuti gli auguri, ma niente regali, né confetti». Poi sono arrivate, su un settimanale, le foto della Gayet in bikini in Corsica tra le braccia di un avvocato. Forse una ritorsione dell’attrice, trascurata e non presa sul serio come vorrebbe. Anche lei ha una residenza di famiglia nel Sud della Francia. E chissà che in questi giorni d’ufficio all’Eliseo: Jean-Pierre Jouyet, da aprile segretario di Stato. «All’epoca François era già più brillante di me, lui era nel genio, io nell’artiglieria», rievoca Jouyet in una recente intervista a Le Monde, in cui elogia le precoci qualità di leader mostrate dall’amico anche da studente. Parole preziose di questi tempi. Sulla credibilità di Hollande pesa ancora fresco il disastro delle europee, e tutti (anche la stampa di sinistra, anche i suoi stretti collaboratori) sono tesi a bacchettarlo per il declino del Paese. Libération, per dire, ha dedicato la prima pagina ai «Castelli di sabbia di Hollande: Europa, lavoro e maggioranza», ritraendo un presidente prigioniero di una politica economica senza risultati e goffo nei suoi tentativi di stringere alleati in Europa. Per chiedere a Berlino più sostegno sulla crescita «Hollande avrebbe potuto scrivere una cartolina alla Merkel invece di parlarle attraverso Le Monde» analizza sarcastico il quotidiano di sinistra, non sorpreso per il «no» pervenuto at- traverso la portavoce della cancelliera. Parigi lancia l’allarme sui propri conti, sul rischio deflazione, sulla crescita che non c’è e poi si aspetta un salvataggio dall’esterno? Nein, appunto. «La questione è solo se Hollande abbia ancora l’autorità per condurre questo percorso» ha infierito poi la Süddeutsche Zeitung. Ma il dubbio sulla leadership di Hollande serpeggia anche all’interno del suo entourage. Qualche collaboratore (parlando sempre con Le Monde) ne ha fatto il ritratto impietoso: «Il presidente vuole tenere tutto sotto controllo, sorveglia in modo ossessivo ogni singola voce di spesa, anche minuzie come le capsule del caffè», «non si fida di nessuno, non sa delegare». Sott’accusa è il modo in cui concepisce la sua funzione: «Non rimane al di sopra delle cose, ma partecipa alla loro esecuzione». E si chiedono se non sia proprio questa la «debolezza» dell’«hollandismo». Ma il presidente francese non molla e per difendere la sua presidenza sott’assedio si è circondato da una «corte» di In ascesa Axelle Lemaire Segretario di Stato per l’economia digitale, francocanadese, esperta in Diritto internazionale, ha lavorato a Londra alla Camera dei Comuni per i laburisti I giudizi Un collaboratore a Le Monde: «Non si fida di nessuno, non sa delegare». E ancora: «Non è al di sopra delle parti» Pubblico e privato Il presidente francese François Hollande, 60 anni; sopra, l’attrice e produttrice Julie Gayet, 42 anni, in questi giorni sul set del film «La fille du patron» con l’attore Olivier Loustau: la relazione tra Hollande e Gayet era stata rivelata a gennaio; recenti indiscrezioni li davano vicini alle nozze donne consigliere, tutte di fresca nomina. Nathalie Iannetta, 42 anni, ex presentatrice tv di calcio, che i maligni vogliono scelta come consigliera per lo sport perché il presidente è romanticamente interessato a lei. Axelle Lemaire, 39 anni, prima a capo della sezione londinese del Partito socialista francese e ora nuovo segretario di Stato per l’economia digitale. Per la cultura e i media, Audrey Azoulay, figlia di un consigliere del re del Marocco. Non saranno in campo sui dossier più spinosi, ma oggi sicuramente gli auguri delle fedelissime saranno particolarmente graditi al presidente. Alessandra Muglia © RIPRODUZIONE RISERVATA Audrey Azoulay È la consigliera del presidente Hollande per la cultura e i rapporti con i media. Di origine marocchina, ha lavorato per importanti marchi nel mondo della moda 18 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Cronache Il caso Il Viminale: «Gli italiani sono stanchi, radiamo al suolo la contraffazione» La linea dura di Alfano contro gli ambulanti in spiaggia Il ministro li chiama «vu’ cumprà», polemiche da Pd e associazioni ROMA — A poco più di due settimane dal primo controesodo estivo, scatta la campagna contro l’abusivismo commerciale sulle spiagge. A promuoverla il ministro dell’Interno Angelino Alfano che, negli uffici del comando provinciale romano della Guardia di Finanza, utilizza il termine «vu’ cumprà» per identificare gli ambulanti che a migliaia, da anni, riempiono le località balneari vendendo in moltissimi casi merce contraffatta, clonata, prodotta con sostanze tossiche e senza alcuna autorizzazione. «Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu’ cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione», attacca il ministro, riprendendo le parole comparse già domenica sera in un comunicato del Viminale. Ma ieri, in un battibaleno, quel «vu’ cumprà» è finito sulla Rete (molti i commenti negativi su Twitter e Facebook) e ha scatenato una bufera politica, al punto da far scivolare quasi in secondo piano i contenuti del progetto anticontraffazione e dei servizi che scatteranno entro questa settimana su tutte le spiagge. Un’iniziativa molto sentita dai ba- gnanti, dai gestori degli stabilimenti e dai commercianti. Alfano ha inviato ai prefetti una direttiva per riunire entro domani i Comitati per l’ordine e la sicurezza che dovranno decidere le misure per restituire, secondo il ministro, «la serenità agli italiani in ferie», coinvolgendo anche Comuni e vigili urbani. Sul litorale romano i servizi saranno coordinati dalla Guardia di Finanza: si punterà non tanto sui controlli in spiaggia — da sempre considerati dagli investigatori delle forze dell’ordine poco efficaci e anche pericolosi in caso di inseguimenti e collutta- 130 zioni fra lettini e ombrelloni —, quanto su quelli nelle vie d’accesso al mare, sulle strade, nei parcheggi, alle fermate dei pullman, alle stazioni ferroviarie e in quelle della metropolitana. Si calcola che solo in provincia di Roma la manovalanza dell’abusivismo estivo possa contare su La direttiva Il comunicato stampa apparso sul sito del ministero dell’Interno che annuncia la partenza dell’operazione «spiagge sicure». Dal Viminale spiegano che è stata pensata per far vivere ai cittadini le loro giornate in spiaggia, «senza la processione dei “vu’ cumprà”, prevalentemente extracomunitari, dediti al commercio abusivo di prodotti di provenienza illegale» milioni È il numero di prodotti contraffatti sequestrati dalla Guardia di Finanza nel 2013 un esercito di circa 4mila immigrati, fra bengalesi, indiani, africani, insieme con qualche — pochi per la verità — italiano. Il problema è sentito, e tanto, in tutto il Paese: in sei mesi (prima metà del 2014) sono stati sequestrati quasi 88 milioni di prodotti contraffatti, un terzo d’abbiglia- mento. Alfano ha dedicato il provvedimento «agli italiani che sono in spiaggia e non vogliono essere disturbati, ai commercianti che hanno comprato merci a un costo più alto, pagano le tasse e vendono essendo in regola con le leggi, agli imprenditori che difendono il genio italiano rappresentato dal marchio del Made in Italy. La direttiva punta a colpire anche i fornitori — aggiunge —, a prosciugare chi rifornisce il venditore abusivo». Non solo d’estate, ovviamente, ma tutto l’anno. E per questo una prima verifica dei risultati ottenuti si farà a metà ottobre. Ma se c’è chi esulta, come il presidente dei gestori degli stabilimenti Riccardo Borgo («Bisogna fermare quel flusso ininterrotto di vu’ cumprà che infestano le spiagge e minano la tranquillità dei vacanzieri tartassati mentre prendono il sole»), le espressioni usate dal responsabile del Viminale vengono criticate da molti. Dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro («Sono deluso e sorpreso dall’utilizzo di epiteti ormai tramontati»), al deputato del Pd Dario Ginefra («Tolleranza zero per le espressioni razziste prima che per le vendite in spiaggia»), fino a Cecilia D’Elia (Sel) che si affida alla matematica: «Alfano sta al ministero dell’Interno come Tavecchio alla Figc». Duri anche i commenti dal mondo cattolico. Per Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas, «Alfano ha usato di nuovo termini che pensavamo desueti», mentre Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, stigmatizza «l’uso di un termine dispregiativo che certo non favorisce una corretta visione del problema e tantomeno la sua soluzione: le forze dell’ordine — rivela — vengono invitate a combattere senza quartiere un’emergenza che non esiste: si tratta di persone che lavorano, anche duramente, per guadagnarsi da vivere». Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA Europa I timori di nuovi flussi dalla Francia. E crescono le ronde Migranti lungo i binari del Tgv I tedeschi: è la nostra Lampedusa DAL NOSTRO INVIATO BERLINO — Gli ultimi, per poco non li polverizzava il treno dell’alta velocità. Cinque mauritani in cammino da chissà quando. Il Marocco, la Spagna, i Pirenei. Poi le nottate nascosti in Francia. Finalmente la lunga marcia lungo i binari del Tgv che collega Parigi a Francoforte, per raggiungere Lamerica dei migranti di questi anni Dieci: la Germania. Li ha bloccati la polizia tedesca, avevano appena passato il confine della Sarre. Asilo politico o un tetto, per loro va bene tutto. Basta restare. Nel 2009 i Land erano al nono posto fra le destinazioni sognate dai disperati del mondo: ora sono la seconda, dopo gli Usa, e su una superficie decine di volte inferiore. Spalloni, finti permessi, lunghe clandestinità. Il controllo è diventato difficile e anche a Berlino, capace negli anni d’assorbire migrazioni gigantesche, giungono segnali d’insofferenza: la Parigi-Francoforte è un colabrodo, accusano i politici della Sarre, attraverso tunnel e rotaie dalla Francia arriva di tutto e «Angela Merkel deve darsi da fare, perché questa può diventare una nuova bomba sociale». «Unsere Lampedusa»: la nostra Lampedusa, titolano i giornali del fronte occidentale. Un po’ esagerano perché nella Sarre, di migranti illegali, negli ultimi sei mesi ne sono entrati un migliaio: una goccia, in un Paese che attende 175 mila richiedenti asilo soltanto nel 2014. Un po’ traducono l’angoscia vera della gente e della governatrice di questo Land di confine, la conservatrice Annegret KrampKarrenbauer, che la settimana scorsa ha chiamato la cancelliera di persona: «Contatti Hollande — l’ha spronata — va trovata una soluzione col governo francese. Tgv e stazione di Sarrebruck sono un passaggio aperto. Rispetto all’anno scorso, i migranti illegali sono già il doppio. A fine anno, saranno il quadruplo». La Germania, che ha avu- I numeri In un anno gli ingressi legali e illegali nel Paese cresciuti del 38% Salvati in Italia Sono 2.053 i migranti soccorsi nel fine settimana dalle navi della Marina Militare nell’operazione Mare Nostrum. Molti sono in Calabria: ieri dalla nave anfibia San Giusto a Reggio Calabria sono sbarcati 1.689 migranti, altri 94 sono arrivati sulle coste crotonesi to 400 mila tra ingressi legali e illegali nel 2012 e in un solo anno ha visto crescere del 38% i flussi migratori, è di fronte a un’emergenza inattesa, almeno in queste proporzioni. Il ministro dell’Interno, Thomas de Maizière, cerca filtri che non smantellino i princìpi d’accoglienza. Lo sgombero dei profughi accampati nel quartiere berlinese di Kreuzberg, le scorse settimane, è stato un test. Anche perché la propaganda dell’ultradestra è facile e le ronde di tipo leghista si moltiplicano, ai confini dell’impero: dal Nordreno Vestfalia alla Bassa Sassonia, da Troisdorf a Garbsen, dai dintorni di Berlino (Schoeneiche) alle maggiori città della Sassonia. Gruppi su Facebook, nome «i vo l o n t a r i della sicurezza» o più semplicemente «le ronde di notte». Hashtag «in difesa dei cittadin i » . Fo r mazioni che esistono da vent’anni, legalizzate da una legge della sinistra Spd, ma che ora aumentano le adesioni. A Eisenhuettenstadt, nel Brandeburgo sulla linea con la Polonia, in primavera sono nati i «gruppi d’autodifesa». Ufficialmente, per contrastare i furti. In realtà, come si legge sui loro social, «per ricacciare nei ghetti gli zingari» o «rispedire a casa quelli che non lavorano». C’è una Germania che le frontiere le chiuderebbe volentieri. «Geld fuer Oma, statt fuer Sinti und Roma», hanno scritto alla stazione di Sarrebruck: i soldi alla nonna, invece che ai rom. Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 19 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 # La tragedia Il piccolo sorpreso da una mareggiata mentre era sulla battigia Bimbo travolto da un’onda Un cardiopatico si tuffa e muore cercando di salvarlo Savona, il gesto eroico di un turista fiorentino GENOVA — Un bambino terrorizzato tra le onde, un uomo che si tuffa per soccorrerlo: ha sessantatré anni e soffre di cuore ma è un buon nuotatore e non esita. È morto così Massimo Barlacchi, turista fiorentino, sotto gli occhi della moglie che angosciata lo aspettava sulla riva della spiaggia di Savona, alla foce del torrente Letimbro. Una spiaggia di sabbia e un mare apparentemente sicuro, percorso invece da forti correnti che in un attimo trascinano i bagnanti al largo e contro gli scogli del vicino molo. È successo tutto poco dopo l’una. Il bambino di otto anni, di origine marocchina, insieme con la mamma e il papà residenti a Cuneo in gita in Riviera, improvvisamente si è trovato in difficoltà in un mare grigio e impetuoso: alcuni bagnanti dicono che stava giocando con il cuginetto sulla battigia, costruivano castelli di sabbia, quando un’onda l’ha portato via. Il padre del ragazzino si è tuffato: l’uomo non sa nuotare, la corrente l’ha spinto pericolosamente verso gli scogli. Padre e figlio erano a pochi metri dalla riva ma il pericolo era evidente. È Il delitto di Garlasco La vittima Massimo Barlacchi ha perso conoscenza in acqua stato in questo momento che Massimo Barlacchi insieme con il cognato si sono tuffati in mare. Il destino ha fatto trovare due famiglie su quella spiaggia cittadina: la famigliola marocchina che si concedeva una giornata al mare e i fiorentini in visita a un parente sacerdote nel santuario di Savona, come ogni anno. «Una famiglia molto unita» dicono i conoscenti. «Abbiamo cer- A 9 anni cato di raggiungere il bambino — ha detto il cognato di Barlacchi a uno dei bagnini — ma quasi subito ho visto che Massimo era in affanno, gli ho chiesto se stava bene, poi ha perso i sensi. Sono riuscito a sorreggerlo finché ci hanno soccorso». Sarà l’autopsia disposta dalla Procura di Savona a stabilire se a tradire Barlacchi è stato il cuore. «Il suo — ha detto Giulio Giraud, capo della Capitaneria di Porto di Savona — è stato un atto di grande generosità che gli è costato la vita». Mentre il bambino e i tre uomini lottavano con la corrente, è scattato l’allarme negli stabilimenti balneari limitrofi alla spiaggia libera. Il primo a intervenire è stato il ba- New York Investito in pista Si indaga sull’altro pilota DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — L’inchiesta è aperta ma per lo sceriffo della contea di Ontario, Stato di New York — dove si trova la pista sulla quale è morto il pilota Kevin Ward, 20 anni — non ci sarebbero indizi per incriminare chi l’ha investito. Sabato Ward è stato travolto in una gara di «Dirt Series track» (sprint su sterrato) da Tony Stewart, 43 anni. Dopo uno scontro, Ward era uscito dall’auto per protestare (foto) contro Stewart, che è arrivato e l’ha travolto. Il video dell’incidente è diventato virale. Lo sceriffo ha chiesto i filmati per capire se ci sia stata «negligenza colpevole» da parte di Stewart. A complicare la ricostruzione la corsa in notturna e la tuta (nera) di Ward: Stewart potrebbero non averlo visto. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA gnino dei Bagni Sirena, Carlo Battista Aisoni: «Mi hanno chiamato alcune donne. Ho preso il moscone e insieme con un collega siamo riusciti ad avvicinarci al ragazzino e a tirarlo a bordo. Sputava acqua e ha vomitato». Intanto, Hugo Poggi, l’addetto al salvataggio dei Bagni Olimpia, con il binocolo ha visto che dal moscone il suo collega stava cercando di lanciare un salvagente a due uomini in mare: «Sono andato di corsa verso il molo e stavo per tuffarmi quando è arrivata la motovedetta della Capitaneria che ha soccorso le persone in difficoltà. Allora ho raggiunto la spiaggia per aiutare il bagnino dei Bagni Sirena a portare il moscone a riva: quando il mare è così, con l’onda lunga, è difficoltoso manovrare, infatti il pattino si è ribaltato ma ormai erano al sicuro». Sono stati momenti di grande concitazione. Ai soccorritori non era chiaro quante persone si fossero gettate in mare perché anche un aiuto bagnino aveva cercato di raggiungere a nuoto il ragazzino e — per alcuni minuti — si è temuto che mancasse ancora qualcuno all’appello. La Capitaneria ha fatto un giro di ricognizione prima di avere la certezza che non c’erano più uomini in mare. Intanto, sulla spiaggia i soccorritori del 118 hanno tentato a lungo di rianimare Massimo Barlacchi. Ma non c’è stato nulla da fare. La moglie ha avuto un malore. Il ragazzino, il padre e l’aiuto bagnino sono stati ricoverati all’ospedale di Savona, le loro condizioni non sono preoccupanti. Erika Dellacasa Malore del nonno, il nipote guida ed evita pedoni MACERATA — A nove anni si è messo a guidare per circa 600 metri, mentre il nonno si era appena sentito male, evitando così di investire le persone che camminavano per strada. È successo ieri nella frazione di Castello di Fiuminata, in provincia di Macerata: mentre era alla guida della sua auto, Alberto Berrettini, 69 anni, si è accasciato — forse a causa di un infarto — ed è morto. A quel punto il nipotino di nove anni, seduto al suo fianco, ha preso il volante, ha evitato alcuni pedoni che si trovavano lungo il tragitto ai bordi dell’asfalto e dopo 600 metri ha fatto finire la corsa contro un autocarro (sopra nella foto del Corriere Adriatico). Il piccolo ha riportato fortunatamente soltanto qualche ferita giudicata lieve ed è stato trasportato in ospedale a Camerino per medicare alcune contusioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La signora Rita: «Nella sua cameretta abbiamo rimesso a posto tutto esattamente dov’era. Mi torna in mente la nostra ultima vacanza insieme in Val Badia» «Vestiti, peluche e libri . La mia Chiara è ancora qui» Sette anni fa l’omicidio Poggi. La madre: non ho mai voluto vedere le foto del suo corpo Le tappe L’omicidio Chiara Poggi (foto in basso), 26 anni, viene uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il fidanzato Alberto Stasi, allora 24enne, dà l’allarme dopo aver scoperto il cadavere. Per l’accusa è lui l’assassino Il processo Nel dicembre 2009 il gup di Vigevano, dopo una battaglia di perizie, assolve Stasi imputato di omicidio volontario L’appello Nel 2011 la Corte d’assise d’appello di Milano conferma l’assoluzione Il ricorso La Cassazione accoglie il ricorso di procura e parte civile e rinvia Stasi di nuovo a processo DALLA NOSTRA INVIATA GARLASCO — Chiara Poggi abita ancora qui, nella villetta di via Pascoli, a Garlasco. È qui, seduta al suo posto, al tavolo della cucina. È in camera che canticchia mentre sceglie un vestito. Era il 13 agosto 2007 quando qualcuno l’ha colpita alla testa e l’ha buttata giù dalle scale che portano in cantina. Sette anni e lei non è mai più uscita da questa casa. Per sua madre Rita, suo padre Giuseppe e suo fratello Marco lei c’è più di sempre. Chiara è «un’assenza apparecchiata per cena», direbbe Fabrizio De Andrè. È un ricordo che non evapora mai, proprio come il profumo Chanel che sapeva di fiori e che le piaceva tanto. Il campioncino è ormai vuoto, eppure a Rita sembra di sentirlo ancora. Ogni tanto toglie il tappino e segue le tracce dell’olfatto che, vere o ingannevoli che siano, portano dritto a sua figlia, a un istante preciso vissuto accanto a lei. Eccola, rannicchiata sul divano a guardare «Dirty Dancing», il suo film preferito. Sembra di vederla mentre sua madre la descrive. Nella casa dei ricordi non c’è posto per Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, accusato dell’omicidio fin dall’inizio e finora sempre assolto. Non arriva nemmeno l’eco del secondo processo d’appello che deve ancora rispondere alla domanda delle domande: è stato lui oppure no a ucciderla? Per una volta qui c’è soltanto lei, troppo spesso lasciata in secondo piano dalla cronaca e dalle aule di giustizia, quasi fosse una figura minore di questa storia. Chiara, i suoi 26 anni, i suoi sogni, le sue passioni e, soprattutto, i suoi oggetti, ancora tutti nel punto esatto in cui li ha lasciati lei. Due gattini della collezione Thun, per esempio. «Li aveva messi sul camino e lì sono» dice Rita indican- doli. La sua mente scova un vecchio flash: «Quando ci dissequestrarono la casa decidemmo di imbiancare...». Sospiro. Ci vuole un momento di pausa perché in quel ricordo ci sono le macchie di sangue per terra, sulle scale della cantina, sul muro... «Beh, abbiamo fotografato la cameretta di Chiara per poter rimettere tutto a posto esattamente dov’era». Tutto immobile. I peluche e le bamboline, il libro sui gatti e il puzzle dorato con i putti di Raffaello Sanzio, la sveglia azI peluche Sulle mensole molti pupazzetti sono rimasti dove Chiara li aveva lasciati zurra ferma alle 11.40 di chissà quale giorno e i libri dell’università con le note scritte a mano. Delle volte Rita li apre, appena uno sguardo sulla scrittura «e poi li chiudo subito. Qualcuno mi aiuta a non pensare cos’è successo in questa casa e come potrebbe essere oggi Chiara con i suoi 33 anni. Arrivo davanti a quel pensiero e mi fermo». Come sull’orlo di un burrone, una frenata obbligatoria per non precipitare. I quaderni con gli appunti di economia ricordano la professione sognata: da grande Chiara voleva La sveglia È ancora al suo posto anche la sveglia azzurra ferma sulle 11.40 fare la manager. Anche i cerchietti per i capelli che lei usava spesso e i raccoglitori di fotografie sono sulla mensola dov’erano nel 2007, l’uno sull’altro. «Le foto di lei che preferisco guardare sono quelle da bambina» racconta sua madre. «Quelle degli ultimi anni mi ricordano la fine... e anche quelle delle indagini: non ho mai voluto vedere gli scatti di lei sulle scale. Ho immaginato... mi basta». Scendendo in cantina un giorno Rita ha notato «piccole ombre» sulla parte porosa di un gradino. È il I cerchietti Fra gli oggetti appartenuti a Chiara, restano dove lei li teneva i cerchietti per i capelli: uno sopra l’altro, come i contenitori delle fotografie che sono impilati nella mensola accanto Il quadro Il puzzle dorato con i putti di Raffaello Sanzio fu scelto da Chiara per adornare la testata del suo letto. È rimasto così come lo si vede in questa fotografia scattata dai Ris il giorno dell’omicidio Le riviste Chiara era appassionata di riviste di moda. Quelle dei primi sette mesi del 2007 sono sempre nello scaffale accanto alla testata del letto, nel punto in cui lei le aveva lasciate sangue di sua figlia assorbito dal granito, niente potrà più eliminarlo. Le riviste di moda sono dov’erano: accanto al letto di Chiara. E raccontano ancora un po’ di lei: «Era un’appassionata di giornali di moda — sorride Rita —. Adorava guardare le vetrine e ricordo una bellissima giornata fra un negozio e l’altro, in Val Badia, la nostra ultima vacanza insieme». Rita era in montagna anche il 13 agosto del 2007. «Io e un’amica passeggiavamo, mio marito faceva un giro più in quota con degli amici. Mi chiamarono i carabinieri... Arrivai a un distributore di benzina che non sapevo cosa fare. La proprietaria smise di lavorare e mi aiutò mentre il soccorso alpino cercava mio marito. Sono tornata l’anno dopo dalla signora del distributore con una foto di Chiara in regalo. È stato un momento emozionante». Emozionante è aprire l’armadio di sua figlia e vedere i suoi vestiti. Quello azzurro e la gonna nera con lo spacco, la maglietta rosa, il maglioncino a righe grigie, il vestito della laurea... Rita ogni tanto sale al piano di sopra e spalanca quelle ante. «Richiudo tutto subito», racconta. Per evitare che la disperazione vinca. Finora non è successo. «Cerco di mantenere tutto com’era. Anche in vacanza continuiamo ad andare a Falzes, in val Pusteria. C’è una radura piena di erica che mi ricorderà per sempre la meraviglia di Chiara quando la vide la prima volta. Ci torno ogni anno, ne raccolgo un rametto, glielo porto». Certo, «Chiara ne farebbe un dono prezioso», è sicura Rita. «Confezionava pacchetti bellissimi. C’è un cassetto, nel suo armadio, pieno di nastri, carta, fiocchi, coccarde...». Anche quel dettaglio è un ricordo che luccica nel buio della sua assenza. Uno dei suoi «pacchetti bellissimi» lasciati a chi le ha voluto bene. Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Cronache Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera La protesta Gli effetti della settimana di caos a Fiumicino per la mobilitazione degli operai di terra contro i licenziamenti previsti dall’accordo con Etihad ROMA — Ventimila bagagli in giacenza, quindici tir inviati in giro per l’Europa, oltre un milione di euro speso da Alitalia per l’operazione «torna a casa valigia». Sono i numeri del caos-bagagli estivo che si è consumato all’aeroporto internazionale di Fiumicino. A distanza di una settimana l’emergenza si è chiusa: domenica notte infatti, dagli hangar dello scalo romano, ha «preso il volo» l’ultima valigia smarrita. Sette giorni di fuoco, sette giorni in cui Alitalia ha vissuto due momenti emblematici e tra loro contrastanti. Il più bello nell’istantanea della firma con Etihad; il peggiore, poco più di una settimana fa, quando la protesta dei facchini di Fiumicino ha dato il via alla prolungata scia di disagi. Una mobilitazione, scattata contro i licenziamenti previsti dall’accordo con gli arabi, che in realtà non appare ancora conclusa del tutto. Gli operai di pista infatti continuano ad applicare alle lettera i regolamenti (ovvero molto lentamente); le defezioni tra le file dell’agitazione però aumentano. I ritmi si sono fatti più serrati, le operazioni di imbarco dei bagagli più regolari. I voli partono in orario, e insieme alle valigie, anche per effetto della task-force che è stata messa in campo per aiutare la compagnia tricolore da Aeroporti di Roma, società di gestione degli scali capitolini. Come annunciato da Alitalia, domenica scorsa l’ultimo bagaglio ha raggiunto il suo proprietario: destinazione Jerevan, capitale dell’Armenia. Conti alla mano del vettore italiano, la montagna di colli che ha occupato gli hangar di Fiumicino per sette giorni si è fermata a quota 20 mila. Sempre secondo Alitalia sarebbero stati circa 300, tra operai e tecnici, ad aderire all’agitazione nei giorni scor- La storia 7 I giorni della protesta di facchini e tecnici di terra all’aeroporto di Fiumicino. Alitalia ha calcolato che per effetto della mobilitazione sono rimaste a terra 20 mila valigie 300 Le adesioni all’agitazione dei giorni scorsi che ha coinvolto operai e tecnici addetti alla gestione e al carico dei bagagli sui voli in partenza dallo scalo romano Quindici tir e oltre un milione di euro Così Alitalia restituisce 20 mila valigie L’ultimo bagaglio spedito domenica in Armenia. Corsa per i risarcimenti La riconsegna Molti i bagagli rispediti via aereo. I rimorchi hanno viaggiato in Italia, Svizzera e Germania L’inchiesta Destinata all’archiviazione l’inchiesta dei pm sulla paventata astensione di massa che non c’è stata si. Le operazioni necessarie per riportare pacchi e valigie a casa non sono costate poco alla compagnia, senza contare il danno di immagine proprio nella settimana più decisiva per il destino del vettore. Oltre un milione di euro è stato speso per far ricongiungere passeggeri e oggetti personali: via cielo, attraverso il canale più rapido (le stive degli aerei in partenza) e via terra, soprattutto a bordo di tir. Negli ultimi giorni quindici autoarticolati sono partiti dallo scalo internazionale del Leonardo Da Vinci: tredici hanno viaggiato carichi di bagagli verso mete italiane, uno verso la Germania, un secondo in direzione della Svizzera. È destinata all’archiviazione, intanto, l’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma, aperta per monitorare la situazione all’aeroporto di Fiumicino dopo l’allarme da- to da Alitalia al Garante per gli scioperi, in merito alla possibile astensione di massa dei lavoratori per la giornata dell’8 agosto. La compagnia, basandosi su voci circolanti allo scalo, nel pieno della protesta dei facchini, aveva infatti segnalato — proprio nel giorno della firma con Etihad — l’arrivo concomitante di una valanga di certificati medici degli operatori, che rischiava di Brindisi Guasta la nave per la Grecia: in 5.000 a terra Continuano i problemi al porto di Brindisi: il guasto della nave Larks e lo stop prolungato — almeno fino al 19 agosto — dei collegamenti da e per la Grecia sta determinando il caos per più di 5.000 persone in attesa di partire o di ritornare, tanto da aver fatto già partire le richieste di risarcimento. Il traghetto appartiene alla compagnia Egnatia Seaways e non effettuerà le altre cinque partenze dalla città pugliese verso la Grecia. Mentre i turisti italiani che avrebbero dovuto fare ritorno a casa in settimana non potranno imbarcarsi se non saranno individuate soluzioni alternative. Non risulta aperto, però, alcun fascicolo sul «default» della Larks. © RIPRODUZIONE RISERVATA compromettere le attività aeroportuali. Il giorno dopo l’allarme, invece, non si era verificata alcuna «rivolta». Nel fascicolo della Procura sul caos bagagli di Fiumicino, ormai avviato alla chiusura, non erano ipotizzati reati. Inizia invece ad aprirsi un altro capitolo dell’affaire valigie: quello dei risarcimenti. La Confconsumatori ha già ricevuto in pochi giorni una decina di richieste di assistenza da parte dei passeggeri orfani di bagagli e con la vacanza rovinata. L’associazione che difende i diritti dei consumatori ricorda sul proprio sito che per «la ritardata consegna del bagaglio è necessario inviare la richiesta di risarcimento a mezzo raccomandata alla compagnia, entro 21 giorni dalla data di effettiva riconsegna»: l’importante è conservare il Pir, Property irregularity report, ovvero il rapporto/ricevuta della valigia persa e restituita. Valeria Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA Il 18 agosto don Salvatore Sinitò dovrà andarsene. Fedeli divisi tra chi gli riconosce di aver fatto tanto per la comunità e chi contesta i suoi metodi decisionisti L’arciprete di Taormina e il caso della presunta amante In città si rincorrono le voci: frequenta una donna E l’Arcivescovo ha deciso di togliergli l’incarico «Purtroppo non può restare, è una faccenda grave» DAL NOSTRO INVIATO TAORMINA — La lettera dell’Arcivescovo di Messina è arrivata il 29 luglio scorso. Una scarna paginetta per comunicare a Don Salvatore Sinitò, 60 anni, parroco della prestigiosa arcipretura di Taormina, che con decorrenza 18 agosto il suo incarico sarebbe giunto a termine. Nella città in piena convulsione estiva, quando la cura del turista diventa l’alfa e l’omega del suo bioritmo, il focus totalizzante dell’attenzione collettiva, la notizia dell’imminente cacciata del sacerdote ha avuto l’effetto di un pugno allo stomaco, una scossa alle emozioni, un colpo di frusta al torpore agostano. E come la lava che ogni notte l’Etna spara nel cielo stellato, in una delle più spettacolari eruzioni degli ultimi anni, un fiume rovente di speculazioni, pettegolezzi, retroscena si è riversato sul caso di Don Salvatore e i motivi che ne hanno provocato l’allontanamento, diventati ormai the talk of the city. La città è spaccata. Chiunque ha un’opinione. «Deve restare, è un galantuomo». «No, è meglio che se ne vada, ha diviso i fedeli». Se ne parla davanti alle granite del Bambar o sorseggiando un inzolia al- l’Arco Rosso, si apprendono particolari veri o presunti negli eleganti negozi di Corso Umberto, in fila alla Posta o in banca. Ne discutono i blogger sui siti locali. E lo mette all’ordine del giorno perfino il Consiglio Comunale, dove un esponente di opposizione, forse dimentico del precetto evangelico di separare le cose di Cesare da quelle di Dio, ha chiesto un intervento del Comune presso la Curia per chiarire la posizione del parroco, «che in questi 5 anni ha fatto cose importanti e apprezzate». In verità, da quel novembre 2009 in cui ne prese la guida, Don Salvatore ha fatto rifiorire l’Arcipretura, rivitalizzando la comunità religiosa. Ha creato dal nulla un Consiglio Pastorale eletto dai fedeli. Ha ripulito e riaperto tutte le piccole chiese di Taormina, gioielli di architettura povera per anni completamente abbandonate. Ha restaurato il cinema parrocchiale. Ha ripreso dopo decenni la cadenza annuale per la festa di Pancrazio, il Santo dalla pelle scura patrono della città. Certo qualche obiezione sui suoi metodi decisionisti, in passato s’era sentita. La Sovrintendenza gli aveva contestato i lavori di restauro a Santa Domenica e alla Madonna della Rocca, fatti senza autorizzazione, costringendolo a La vicenda Al lavoro Don Salvatore Sinitò, 60 anni, parroco dell’arcipretura di Taormina: dal 18 agosto dovrà lasciare l’incarico (foto da taorminainforma.it) rimuovere alcune decorazioni. Poi c’era quella storia dei funerali, che Don Salvatore ha deciso di non accompagnare più fino al cimitero, in applicazione di una norma vescovile spesso disattesa in Sicilia, che ha provocato molto scontento in una parte dei fedeli. E qualcuno ha storto il naso di fronte alla sua gestione manageriale del business dei matrimoni. Taormina ne ospita in media quasi 1 Le tariffe sui matrimoni Il religioso ha imposto regole e tariffe precise sulle tante nozze che si celebrano qui. Ma i soldi sono stati spesi per l’Arcipretura al giorno, oltre 350 ogni anno, nella bellissima Basilica medievale dedicata a San Nicola di Bari o in una delle chiesette riaperte in questi anni. Don Salvatore ha imposto regole e tariffe precise, consigliando agli sposi anche il fioraio, il fotografo, perfino il cocktail dopo la cerimonia. Ma i proventi, tutti concordano, sono stati sempre spesi a maggior gloria dell’Arcipretura. Ma allora perché, si chiederà il lettore, l’Arcivescovo vuole allontanare da Taormina un prelato così efficace e apprezzato? Quali sono state le notitiae criminis che hanno spinto Monsignor Calogero La Piana, archimandrita del Santissimo Salvatore, a un gesto così drastico? Entriamo naturalmente in un terreno La lettera Il 29 luglio scorso l’arcivescovo di Messina ha comunicato via lettera a don Salvatore Sinitò, parroco dell’arcipretura di Taormina, che dal 18 agosto il suo incarico giungerà a termine La condotta Qualcuno ha avuto da ridire sui metodi decisionisti del religioso, dai lavori di restauro alla «politica» dei matrimoni Il gossip Ma a portare alla decisione su don Salvatore Sinitò sarebbe una presunta relazione con una ragazza molto sdrucciolevole. Voci, sussurri, mezzi sorrisi, nessuna conferma. Ma un tam-tam inesorabile: cherchez la femme. L’arciprete avrebbe un’amante, una giovane ragazza locale. «Anche l’altra mattina era in spiaggia, ccu Idda e sua madre», segnala una voce anonima, probabilmente la stessa che si è presa la briga di far presente la cosa all’Arcivescovato. E ovviamente stupisce, ammesso che sia vero, che una città con un genius loci così libertino e tollerante si scandalizzi per un eventuale affaire. Qualcuno ricorda anche che a uno dei predecessori di Don Salvatore, in epoca molto più bacchettona, venne per decenni perdonato tanto, ma tanto di più: «Chiddu, quanti nni cumminau», quello quante ne ha combinate, commenta saggiamente una sostenitrice del parroco. «Città di maldicenze e di chiacchiere», dice Paolo Restuccia, membro del Consiglio Parrocchiale, in una lettera aperta al sito vaitaormina.com. Mentre Giancarlo Laganà, responsabile della Chiesa di Santa Domenica, parla di una «campagna di calunnie» da parte di persone cui Don Salvatore ha tolto posizioni di privilegio. Ma l’Arcivescovo di Messina appare irremovibile. «Purtroppo deve andarsene, è una faccenda grave», avrebbe risposto un suo stretto collaboratore a un notabile locale che tentava di mediare. I giorni di Don Salvatore Sinitò a Taormina sembrano contati. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 21 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Occupazione finita Ieri giornata di tensione: il Comune taglia l’elettricità, gli attivisti vogliono avere voce in capitolo sul futuro della struttura Teatro Valle, se ne vanno gli ultimi irriducibili Liberato anche il foyer. Restano scritte sui muri e sulle scale: «Ma sono opere d’arte» ROMA — Al termine dell’ultima giornata del teatro Valle occupato gli attivisti consegnano le chiavi del foyer alla guardiania del Teatro di Roma mettendo fine a un’occupazione durata tre anni. È un gesto sofferto. E in serata quasi si rischia la rottura delle trattative con il Comune. A bassa voce gli occupanti confermano, «stasera andremo via», ma nell’aria si respira voglia di resistere e malumore all’arrivo dei rappresentanti del Comune. L’ultima giornata inizia presto, in molti hanno gli occhi gonfi per una notte trascorsa in strada davanti al teatro, mentre attendono l’arrivo dei rappre- La vicenda Il teatro torna libero dopo tre anni Nel maggio 2011, con la dismissione dell’Ente teatrale italiano, il «Valle» interrompe le attività. Il 14 giugno dello stesso anno la struttura viene occupata dai lavoratori dello spettacolo. Dopo tre anni di proteste gli occupanti se ne sono andati dal teatro Cadute le resistenze degli attivisti Resistenza Nel pomeriggio è stato montato in strada un palco per tenere l’assemblea finale sentanti del Comune. E quando si preparano ad accoglierli, alle 10, viene staccata la luce. «Questo non è davvero bel segnale» commentano. Gabriella Acerbi, direttore di dipartimento dell’assessorato alla cultura, è il funzionario chiamato a compiere l’atto amministrativo della riconsegna dell’immobile. Potrebbe anche non visitare il teatro, ma gli occupanti desiderano mostrare le migliorie che sono state apportare, nonostante il buio. «Ci dispiace non avere la luce, perché avete fatto questo? Vi avevamo assicurato che saremmo andati via». Acerbi e il suo staff dicono che non ne sanno nulla e che provvederanno. E infatti la corrente viene riallacciata nel giro di due ore. «Guardi abbiamo ripristinato la buca dell’orchestra che era chiusa da anni, perché noi vorremmo che questo luogo tornasse alla sua vocazione naturale, quella per cui è stato costruito: la musica classica, l’opera. Anche perché con la sua prevalenza lignea ha un’ acustica perfetta che non deve essere sprecata», spiega Mauro, tecnico del teatro. Poi mostrano i camerini rimessi a nuovo da loro, durante la gestione Eti erano considerati dei ripostigli, «gli stessi dove alloggiava Eduardo de Filippo, in quei camerini dormiva la sua compagnia». Illustrano le motivazioni di alcune opere d’arte grafiche sulle scale, sulle pareti precisando, «è tutta roba che si toglie con facilità». I rappresentanti del Comune aspettano la consegna dell’immobile e invece ottengono solo la chiusura con i sigilli della parte teatro. «Noi ci trasferiamo nel foyer, perché vorremmo che restasse un luogo pubblico della città, in cui la Fondazione abbia un ruolo». Sigillano la porta d’ingresso alla platea con nastro adesivo e sopra ci scrivono «Custodito dai cittadini». Inizia l’assemblea Ileana Caleo, attivista e attrice, mostra tre mazzi di chiavi del teatro, «una resta a noi, una è per il Comune e l’altra per il teatro di Roma». Si elencano i risultati ottenuti finora, si conferma la richiesta di lasciare aperto il foyer al pubblico, si parla delle performance che si terranno in serata all’aperto davanti al teatro. Ma sullo sgombero definitivo non si dice nulla chiaramente. «È un processo che ha i suoi tempi — spiega Sara, un’attivista — non si può chiudere un’esperienza così importante in un giorno». Lo sgombero sembra allontanarsi o comunque si prende tempo. C’è un’aria tesa, questo trasloco, l’abbandono della struttura non piace a nessuno. Vogliono restare ancora un gior- no. Nel pomeriggio montano un palco aereo con tubi innocenti proprio sull’ingresso del teatro, «perché vogliamo continuare ad esserci, anche se fuori». Ma il Comune vuole il rispetto degli accordi, vuole la restituzione completa. E così arriva il presidente del teatro di Roma Marino Sinibaldi, «il Valle dopo quest’esperienza non potrà più essere un teatro normale, è un teatro segnato da qualcosa che ha varcato i nostri confini. Il teatro Valle farà parte del nuovo teatro di Roma, come agorà ha bisogno del riconoscimento dei cittadini». Riceve il mazzo di chiavi simboliche dagli attivisti, ma rivuole tutto il teatro, ricorda il rispetto degli accordi. I sorrisi degli attivisti si spengono, «non facciamo paternalismi», dice Ileana. La delegazione comunale va via irritata, gli artisti salgono sul palco aereo per le perfomance e la festa musicale finale. Sono le ultime note del Valle occupato. «Non è stato facile, ma gli impegni reciproci sono stati mantenuti», commenta l’assessore Giovanna Marinelli. Gli irriducibili del Valle, pur accordando «fiducia» agli interlocutori delle istituzioni capitoline, ovvero la Marinelli e il presidente del Teatro di Roma Marino Sinibaldi, reclamano un accordo «per un teatro partecipato», affermano che «per ora sospendiamo la nostra attività», lasciando intendere che non rinunciano a riprenderla, il loro slogan recita «Tre anni non si sgomberano». «Un comportamento assurdo! Una protervia inMostro sacro Glauco Mauri, 83 anni, è uno dei registi e attori teatrali italiani più famosi. Ha collaborato, tra gli altri, con Albertazzi, Moriconi e Luzzati Le accuse rivolte alla classe politica sostenibile! Ed è vergognoso che le autorità non reagiscano nei modi e nei tempi giusti». Eppure lei, all’inizio della storia, tre anni fa, aveva guardato con una certa comprensione il movimento degli occupanti. «Dica pure con un moto di simpatia. Io sono contro l’illegalità, ma in un primo momento mi sembrava una ribellione, una rivolta, un’operazione direi quasi innovativa, la voglia di realizzare un progetto diverso dalla solita routine, il richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica anche sui tanti problemi del teatro, della cultura nel nostro Paese... Ma dopo tre anni basta!». A quando risale l’ultima volta che ha calcato le tavole del prestigioso palcoscenico? «Alla stagione 2009-2010 quando portai in scena, con Roberto Sturno, “Il Vangelo secondo Pilato” di Eric-Emmanuel Schmitt: un testo fortemente evocativo, enigmatico e fortemen- te laico. E poi su quel palcoscenico si sono avvicendati molti altri testi contemporanei, una particolare attenzione alla drammaturgia italiana». Conosce gli artisti, attori, registi, che in questi tre anni hanno presidiato il Valle? «Non li conosco, non ho mai visto loro spettacoli, quindi non posso giudicare. E in questi tre anni hanno invitato qualcuno a mettere in scena delle performance, tutto qui. Non mi sembra che abbiano veramente partorito un progetto condivisibile. Adesso però pretendono un teatro partecipato, impongono condizioni, dettano le tappe del nuovo corso... Che dire! — sbuffa Mauri indignato —. La fantasia al potere va bene, ma poi questa fantasia va organizzata e convogliata, altrimenti resta pura fantasia». Durante i tre anni di occupazione, secondo quanto riferito dagli attivisti, sono stati realizzati 281 spettacoli teatrali, che hanno visto la partecipazione di 3.300 artisti. La Fondazione può contare sull’apporto di 5.600 soci © RIPRODUZIONE RISERVATA Sudoku Diabolico http://www.astrid-online.it/Ipaper-di/index.htm ). Franco Bassanini condono? Non sarebbe una bella notizia per i cittadini onesti! Fabrizio Frassineti, Milano AGENZIA DELLE ENTRATE Condono in vista? L’intervista al direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi (Corriere, 11 agosto) mi ha stupito. L’affermazione «dovremmo smettere di inseguire i 600 miliardi di accertamenti relativi agli anni passati» indica forse una sorta di tacito PRESIDENZA FIGC Tavecchio e il calcio Stadi vuoti e risultati pessimi in coppa e ai mondiali, ma Sul Corriere del 10 agosto, in un servizio sulla riduzione del debito pubblico, si riporta con una certa evidenza di un progetto «Amato-Bassanini» di riduzione del debito pubblico per 350 miliardi. Quattro precisazioni / rettifiche: 1) il nostro progetto prevedeva un abbattimento del debito (per effetto di un ampio mix di misure straordinarie) per 179 miliardi, non per 350; 2) queste misure non erano I numeri di un triennio di attività Emilia Costantini 2 3 l’Italia del calcio si affida a Tavecchio, un signore di ben 71 anni. Possibile che Tavecchio non c’entri nulla con questa crisi del calcio, e che l’alternativa, oggi in Italia, sembri sempre tra stravecchi e illusioni mediatiche? Rimaniamo in attesa di leader veri... Tommaso Merlo, Perinaldo Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera, via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579 E-mail: lettere@corriere.it, oppure al sito www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano riprenderà lunedì 1 settembre. 9 4 5 Puzzles by Pappocom Una precisazione Ieri i leader del movimento che hanno gestito finora il «Valle» hanno criticato il sindaco di Roma Ignazio Marino e il ministro della Cultura Dario Franceschini. Quest’ultimo è stato definito «il grande assente di questa vicenda» La scala Scritte adesive sui gradini del Valle: secondo gli attivisti si tratta di un’installazione artistica Lettere e interventi realizzabili tutte d’un colpo, ma nell’arco di 5 anni, per le ragioni spiegate nel paper; 3) le misure erano mirate a tagliare il debito, ma senza deprimere la crescita economica (per questo si escludeva la patrimoniale); 4) non era un progetto «AmatoBassanini», ma un paper della Fondazione Astrid, firmato, oltre che da Giuliano Amato e da me, da altri, tra i quali M.Messori, R.Masera, S. Micossi, P.Guerrieri, G. Macciotta, E. Reviglio, M.T. Salvemini (cfr. È in agenda per il 2 settembre l’incontro con il direttore del Teatro di Roma per iniziare a ragionare sulla convenzione con la «Fondazione Teatro Valle Bene Comune». Ma dal Comune di Roma fanno sapere che la trattativa è a rischio se il teatro non verrà lasciato libero © RIPRODUZIONE RISERVATA «Da loro soltanto arroganza Il progetto culturale? Fantasie» ROMA — «Hanno tolto le tende? Io credevo che fosse ormai tutto risolto!», trasecola Glauco Mauri nell’apprendere che gli occupanti sono tuttora in agitazione. Stupito o sconcertato? «Direi proprio stizzito — replica l’attore e regista —. Una vicenda, questa, che ha dimostrato tutta la debolezza dell’autorità costituita. Uno scaricabarile persino ridicolo, in certi passaggi. Poi, finalmente, il neoassessore alla Cultura Giovanna Marinelli si è assunta la responsabilità di una posizione chiara e definita. E devo dire che l’ha fatto con fermezza ma anche con grande disponibilità, forse troppo disponibile, arrivo a dire... Sì, perché questa storia che gli occupanti adesso pretendono garanzie sulla futura gestione del Teatro Valle, che vogliono impegni precisi nei loro confronti da parte dello Stabile di Roma, che vorrebbero presenziare addirittura alla ristrutturazione. Mi pare tutto di una tale arroganza!». Il 2 settembre giorno della verità Maria Rosaria Spadaccino L’attore Glauco Mauri: all’inizio mi erano simpatici DEBITO PUBBLICO Gli occupanti dopo qualche iniziale resistenza, per qualche ora si sono impossessati del foyer, hanno lasciato libera la struttura ma chiedono che si proceda celermente nella trattativa per il passaggio del «Valle» al Teatro di Roma Dentro e fuori A sinistra l’intervento del direttore del teatro di Roma Marino Sinibaldi (in piedi a destra) davanti al palco costruito all’esterno del Valle. Il foyer dello stesso teatro (foto sopra) ricoperto dai graffiti tracciati durante l’occupazione 6 5 3 4 6 9 7 7 2 1 9 4 7 6 5 4 1 1 7 2 3 Altri giochi su www.corriere.it Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 3 5 6 2 9 7 4 1 8 1 7 8 5 4 3 2 9 6 9 2 4 6 8 1 3 5 7 5 6 3 4 7 2 1 8 9 2 9 1 8 3 6 5 7 4 8 4 7 9 1 5 6 3 2 7 8 2 1 5 4 9 6 3 6 1 9 3 2 8 7 4 5 4 3 5 7 6 9 8 2 1 22 Cronache Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Sanità La Lombardia valuta un’iniziativa in caso di ritardi nelle decisioni del Parlamento Regioni nel caos in attesa delle indicazioni da parte del governo La vicenda ROMA — Retromarcia con invito. Già lasciato cadere. Sulla fecondazione eterologa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, cambia strategia. Dopo lo stop agli interventi, bocciato dal presidente della Corte Costituzionale, Giuseppe Tesauro, e dopo la controreplica piccata del suo staff, ieri Lorenzin ha fatto sapere che a settembre convocherà un tavolo per approfondire il tema, anche, «se possibile con la partecipazione della Corte costituzionale». Una soluzione che lascia però piuttosto perplessi a Palazzo della Consulta, dove si parla di «ipotesi irrealizzabile». La soluzione individuata dal ministero — dopo il pasticcio del decreto sulle linee guida annunciato e bloccato dal Con- siglio dei ministri, dopo la lettera d’invito al Parlamento a tornare a legiferare sul tema e dopo il divieto diramato dal ministro di effettuare la fecondazione con gameti e ovociti estranei alla coppia — era stata fatta filtrare ieri dopo il «no» dei giuristi, incluso Tesauro, allo stop. L’idea era quella di aprire un tavolo per cercare una via normativa che «sistemasse almeno alcuni punti lasciati in sospeso dalla sentenza della Consulta in attesa della legge del Parlamento». Tra i problemi da risolvere: l’istituzione di un registro centrale delle donazioni dei gameti, la fissazione di un tetto massimo al numero di gravidanze generate da uno stesso donatore e il recepimento di una direttiva europea sul- le autorizzazioni per i centri per la procreazione assistita. Ma al tavolo la Corte non ci sarà. «Che un presidente della Corte costituzionale possa sedersi a un tavolo insieme al governo e concordare insieme delle misure di attuazione è una ipotesi quantomeno irrituale», si commenta nei corridoi di Palazzo della Consulta. Se in passato possono esserci stati contatti per avere qualche lume dai giudici della Corte, sono stati del tutto informali. Ma non si conoscono precedenti di una iniziativa come quella prefigurata dal ministero della Salute. Con gentilezza, ma decisione, si declina l’invito, che viene già annoverato nella categoria «stranezze che rischiano di portare la Corte su Le posizioni Lazio, Liguria e Umbria guardano alla Toscana. EmiliaRomagna cauta Le reazioni Rizzoli (FI) boccia il tavolo. Pollastrini (Pd): «Le Regioni non siano lasciate sole» terreni non suoi». Quello che c’era da dire sull’eterologa, si fa notare, è già scritto nella sentenza che ha vietato il divieto, ribadito anche dal presidente Tesauro. Le patate dal fuoco dovrà toglierle il governo. Lo stop non accontenta nessuno. Le Regioni sono nel caos. In attesa di un incontro con il governo annunciato ieri per settembre, sono incerte se seguire la Regione Toscana che da settembre includerà la fecondazione eterologa tra le prestazioni con il ticket. O scegliere la linea della cautela adottata ora anche dall’Emilia-Romagna: ieri l’assessore alla Salute, Carlo Lusenti, si è detto favorevole a uno «stop fino a indicazioni del governo». «In caso di ritardi o Eterologa, Lorenzin convoca un tavolo La Consulta rifiuta l’invito: «Irrituale» La lettera mancate decisioni da parte del Parlamento», però la Regione Lombardia valuterà «atti transitori». Possibiliste anche Liguria, Umbria e Lazio. I centri di assistenza privata, del resto partiranno subito, come annuncia Andrea Borini, presidente della società italiana di Sterilità. Elisabetta Coccia, presidente dei centri Cecos della Toscana spiega come: «Per gli ovuli utilizzeremo la “egg sharing” e donatrici volontarie. Per gli spermatozoi riapriremo le banche, e richiameremo i giovani tra 18 e 40 anni». Ma lo stop è giudicato illegittimo anche da Forza Italia che con Melania Rizzoli boccia l’idea di «nuovo tavolo con la Corte che si è già espressa». E lo stesso Pd, con Barbara Pollastrini, invoca: «Le regioni non devono essere lasciate sole». E visto che è inascoltato il divieto non accontenta neanche chi, come Eugenia Roccella (Ndc), accusa il governatore della Toscana di «strumentalizzare l’eterologa per fini di lotta interna al Pd». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA La Consulta boccia il divieto di eterologa La delibera approvata dalla Toscana 1 4 Il decreto legge del ministro Lorenzin Lo stop del governo La parola alle Camere 2 5 Le prime gravidanze con gameti donati La polemica giuridica Si muovono le Regioni 3 6 La Corte costituzionale con la sentenza del 9 aprile 2014 cancella il divieto di fecondazione eterologa, la tecnica di fecondazione assistita che usa gameti (ovuli o sperma) di donatori La Regione Toscana il 28 luglio approva una delibera per permettere a ospedali e cliniche di cominciare a praticare l’eterologa «in attesa delle linee guida nazionali» del governo A luglio il ministro Beatrice Lorenzin annuncia che il via libera all’eterologa dovrà aspettare un decreto che la regoli. Tra i punti il «no» a cataloghi con le caratteristiche dei donatori Il decreto salta sul divieto di scegliere i donatori in base al colore di pelle dei futuri genitori. E il governo rimanda la questione alle Camere. La ministra della Salute dice che bloccherà chi pratica l’eterologa Passano poche settimane e l’Associazione Luca Coscioni annuncia che l’eterologa è già stata praticata su almeno tre donne a Roma. Un quarto caso sarebbe a Milano Domenica il presidente della Consulta smentisce la ministra: «L’eterologa si può fare subito». La Conferenza delle Regioni punta all’adozione di linee guida comuni L’intervista Il presidente del Piemonte: io sono favorevole a questa tecnica, ma dev’essere accessibile a tutti anche nel pubblico Chiamparino: no a fughe in avanti, regole comuni Il messaggio al collega di partito Rossi: fare prima non sia sinonimo di fare male Fecondazione eterologa, Piemonte contro Toscana? Il governatore Sergio Chiamparino contro il governatore Enrico Rossi? «Non è proprio cosi. Una cosa è montare polemiche in agosto, un’altra entrare nel merito delle diverse posizioni. Per quel che mi riguarda, come ha detto anche il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luca Coletto, non è in discussione la legge ma le modalità e le condizioni economiche della sua applicazione». Il numero uno della Regione Piemonte risponde anche in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni: «Occorre evitare che si crei una situazione a macchie di leopardo nel fissare le condizioni d’accesso all’eterologa, va applicata veramente la sentenza della Consulta che cancella il divieto imposto dalla legge 40 ma indica anche l’eterologa come diritto uguale per tutti. Quindi a carico del servizio sanitario e non profit. In questo momento, invece, potrebbero partire i do con il ministro Beatrice Lorenzin di incontrarci, non appena rientra dal suo viaggio in Africa, per discutere del riparto del fondo sanità. Sarà a fine agosto ed è mia intenzione affrontare centri privati certo ma non i centri subito con lei la definizione delle linee pubblici senza linee guida approvate a guida di applicazione per le Regioni in livello nazionale, senza un’aggiorna- materia di fecondazione eterologa. mento dei livelli di assistenza (Lea) Convocherò inoltre, al più tardi nella che risalgono al 2001 e non prevedono prima settimana di settembre, una nemmeno le altre tecniche di procrea- riunione della Conferenza delle Regiozione medicalmente assistita (Pma) ni per definire l’orientamento comunormate dalla legge 40 e mai vietate ne. Conferenza già in calendario per come invece è stato per l’eterologa». l’11 settembre e che io intendo anticipare alla settimana precedente. Con il ministro Governatore voglio discutere di risorSergio Chiamparino, 65 se economiche finalizzaanni, presidente del Piete alla procreazione memonte e della Conferenza dicalmente assistita in delle Regioni (Imago) tutti i suoi aspetti, eterologa inclusa». Scusi Chiamparino, ma lei avrebMa quindi lei è critico con la fuga be detto che non c’è fretta e in Italia in avanti della Toscana? quando si dice così è come dire rin«Sì e no. La Regione di Rossi dà stiviare a chissà quando il via libera al- molo a fare prima. Ma fare prima non l’eterologa che, secondo la maggior deve essere sinonimo di fare male. Per parte dei giuristi, è già applicabile esempio, chi paga se una coppia laziale dopo la sentenza della Consulta. va a sottoporsi all’eterologa in Tosca«Non c’è fretta non significa perde- na? Non certo la Regione Lazio se non re tempo. Mi riferivo al mese di agosto, esistono paletti comuni fissati e linee ma io mi sono già mosso. Ero d’accor- guida nazionali per regolare accessi e gestione dei donatori». Un passo indietro. Qual è la sua posizione ideologica rispetto all’eterologa? «Da sempre favorevole alla sua applicazione come in tutta Europa e nel mondo. La situazione italiana era paradossale. Giusta la sentenza della Consulta». Governatore Chiamparino, è chiaro però che bocciando il decreto Lorenzin e rinviando alle Camere l’onere di una legge ad hoc, il governo Renzi ha innescato la possibilità che il via libera all’eterologa in Italia slitti di anni. O che, comunque, resti pratica per chi se lo può permettere. «Le garantisco che non è questo il mio obiettivo. Io sono per la sua applicazione su tutto il territorio nazionale, Linee guida nazionali Se non esistono paletti unici, chi paga per la coppia laziale che fa l’eterologa in Toscana? nelle strutture pubbliche, con un ticket uguale per tutti e linee guida comuni per tutte le Regioni. Ciò è raggiungibile in tempi brevi, ma senza fretta. Nei tempi giusti». Va bene, ma ci sono aspetti etici, definiti da alcuni delicatissimi, che potrebbero allungare i tempi di molto. Basti ricordare ciò che è accaduto con la legge 40 che alla fine, dopo tante raffinate disquisizioni etiche, ha portato l’Italia alla condanna della Corte europea per la tutela dei diritti dell’uomo. «Io intendo accelerare, non rallentare, le regole sulle modalità di accesso all’eterologa. E vorrei che sia praticabile negli undici centri pubblici piemontesi con modalità uguali per tutti. E gratis. Modalità nazionali. Questo è il mio unico intento. Si possono sempre fissare paletti di tipo sanitario, lasciando i temi etici al dibattito parlamentare. Di questo parleremo con la ministra e con le altre Regioni tra fine agosto e inizio settembre. Ben consapevole che la sentenza della Consulta induce a far presto. Ma bisogna agire in correttezza e senza errori». Mario Pappagallo Simona Ravizza © RIPRODUZIONE RISERVATA I giovani legali: «Ecco come ridurre i tempi dei processi» Onorevole ministro Orlando, la sua proposta di riforma della Giustizia civile arriva dopo 17 interventi isolati, privi di alcuna visione di insieme. Perciò è incoraggiante constatare come lei stia portando avanti senza sosta un progetto finalmente organico e in parte in linea con le proposte dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati). Oggi la tutela dei diritti è ostacolata dall’incertezza dei risultati e dei tempi del processo. La priorità è quindi ridurre, fino ad eliminare, questa incertezza, coinvolgendo sì l’avvocatura — come lei sta già facendo — ma anche modificando la struttura del processo civile e imponendo termini perentori ai magistrati. Lei ha opportunamente assegnato nuovi compiti agli avvocati, chiedendoci di essere un po’ giudici e un po’ ufficiali giudiziari. In questo le riconosco di aver finalmente rivelato che entrambe le componenti sono da tempo insufficienti (non sempre per causa loro) a garantire una ragionevole durata del processo. Ma lei fa di più: così riconosce che l’abnorme allungamento di tempi non dipende dagli avvocati. Allora perché non togliere anche l’ultimo alibi all’incertezza sull’esito e sulla durata del processo civile ridefinendone la struttura? Un passo in questa direzione è stato fatto prevedendo l’anticipazione del deposito degli atti processuali. Tuttavia ciò ancora non basta: se anche l’attività difensiva e probatoria venisse svolta in 8 mesi e poi il giudice emettesse la sentenza da lì a tre anni cosa avremmo risolto? Constatato che l’oralità del processo civile è ormai residuale e che il giudice potrebbe essere «liberato» da gran parte dell’attività di udienza perché poi non pretendere che si pronunci in tempi ragionevoli, fissandogli termini perentori? Si dovrebbe ricercare, poi, maggiore certezza sugli esiti del processo con la specializzazione di tutti i magistrati e non solo di specifici tribunali o sezioni. Questa riforma, che potrà avere qualche chance di successo se opererà anche la trasformazione della magistratura onoraria e del personale amministrativo nonché l’introduzione dell’Ufficio del processo, dovrebbe infine prevedere una gestione manageriale del tribunale. Fino ad oggi purtroppo la dirigenza è stata concepita come meta di una carriera dominata dall’anzianità, anziché come una funzione che richiede specifiche attitudini. Una cosa è chiara: il processo civile deve cambiare e con esso le professionalità coinvolte e ciò in un’ottica di condivisione di una cultura comune, di rispetto del lavoro e del contributo di ciascuno. In questo la politica dovrà avere il coraggio di abbandonare giochi di ruolo e guardare al bene del cittadino. Nicoletta Giorgi Presidente nazionale dell’Associazione italiana giovani avvocati © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 23 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Una fotografa, un’immagine La bellezza che cancella la vergogna In primo piano Marta, musa della «fotografa della mafia» di fama internazionale Letizia Battaglia. Sullo sfondo Rosaria Schifani, vedova di un agente della scorta del giudice Falcone. Al centro il busto di Eleonora d’Aragona (Museo Abatellis di Palermo), emblema di purezza. «Con questa rielaborazione ho voluto rifiutare la cronaca di un passato vergognoso, che mi ha lacerata, attraverso la bellezza dell’arte — spiega Letizia Battaglia — e il nuovo che creerà un mondo migliore (io, a 80 anni, devo crederci)». «Ho fotografato troppe vittime di mafia. Poi mi sono rifiutata e ho iniziato a fotografare Marta, ora 18enne: una bellezza fuori dal tempo che vive la modernità bevendo solo acqua e studiando storia dell’arte all’Accademia di Brera». (Foto Battaglia) I personaggi e le questioni aperte per leggere la mappa del nuovo potere femminile in Italia. Il nostro viaggio continua con un’indagine sulle difficoltà delle ragazze a costruirsi una carriera nell’hi-tech. Ricordando, con il commissario europeo Neelie Kroes, che «la tecnologia è troppo importante per lasciarla solo agli uomini» Una donna informatica ogni 7 uomini Microsoft, obiettivo parità entro il 2015 I «diversity report» della Silicon Valley e lo sforzo collettivo per creare nuovi modelli di MARTA SERAFINI Q uando Ada Lovelace, ai primi dell’Ottocento, inventò il primo algoritmo della storia diventando di fatto la prima programmatrice informatica, non poteva certo immaginare che lo stipendio medio di un ingegnere di Google sarebbe stato di 128 mila dollari l’anno. La figlia di Lord Byron non poteva nemmeno prevedere che il suo nome sarebbe diventato un simbolo della parità di genere. A distanza di oltre duecento anni, non passa giorno che negli Usa non si discuta del gender gap nella Silicon Valley. La questione è talmente sentita che i colossi del tech, da Google passando per eBay fino a Facebook e Twitter, sono stati costretti a pubblicare i diversity report, relazioni annuali nelle quali viene messa nero su bianco la quota di donne assunte e nelle quali si ammette che sì i numeri sono ancora bassi perché in media si parla di una donna ogni sette uomini, e una ogni otto se si guarda ai ruoli tecnici. Sulla stampa americana, poi, sono centinaia gli articoli in cui le giovani donne di Mountain View (sede di Google), Menlo Park (Facebook) o Sunnyvale (Yahoo!) alzano il velo sull’apparenza e raccontano episodi di sessismo, di capi brogrammer (programmatori nerd usciti dalle confraternite americane) e di impiegate trattate come groupie. Kate Losse, ex dipendente di Facebook, nel suo libro The boy Kings, spiega come agli albori del social network, il giorno del compleanno di Zuckerberg venisse chiesto alle dipendenti di indossare una T-Shirt con la faccia del Ceo. O, ancora, Julie Ann Horvath, giovane ingegnere informatico, su Twitter ha raccontato perché se ne è andata dalla società in cui lavorava, GitHub, dopo essere stata discriminata e mobbizzata. Una delusione, dunque, per chi pensa alle startup come motori di innovazione sociali e di apertura. E una questione che sempre di più riguarda anche Italia e Europa. E il motivo è molto semplice, come ha sintetizzato Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale: «La tecnologia è troppo importante per essere lasciata solo agli uomini». Ogni qualvolta si parla di sessismo e tech la replica è che le donne non sono portate per questo settore. Spiega Kate Losse: «Uno dei modi in cui i colossi del La parola Le navigatrici battono i navigatori Nonostante le donne siano una minoranza nel settore tech (nella foto il numero di Fortune con Marissa Mayer in copertina), rappresentano un ottimo target commerciale. Secondo i dati Itu, penetrazione dell’accesso alla rete e numero di utenti donne sono strettamente correlati. Negli Usa il numero di utenti web di sesso femminile supera leggermente quello maschile. Il divario italiano Vanno bene anche il Brasile (41.1 a fronte di 40.3), Svezia (con le donne meno di tre punti sotto gli uomini) e Islanda (un punto). Mentre per l’Italia il divario rimane alto con dieci punti di differenza. Per quanto riguarda l’uso dei social network, secondo il Pew Reaserch Center, il divario si sta assottigliando con un gap che si aggira a livello globale intorno all’8%. Altro dato interessante è il numero di giocatrici di videogame: 47 %. Solo l’11 dei disegnatori e dei programmatori di questo settore, che vanta un salario medio di 72 mila dollari, è donna. tech negano le loro responsabilità sulle discriminazioni di genere è affermando che le donne semplicemente non sono interessate alla tecnologia». Niente di più falso. Ma resta il fatto che negli Usa solo il 2 per cento delle donne si diploma in informatica, nonostante le studentesse di corsi scientifici siano il 57,1 per cento. In Europa, poi, la percentuale di donne assunte nel settore informatico è una su cento mentre il tasso di diplomate è al 20 per cento. E in Italia? La percentuale di studentesse di materie scientifiche è tra le più alte al mondo: ben il 50,3 per cento rispetto a una media Ue del 37,5. C’è poco da gioire, tuttavia. A fronte di grandi eccellenze, molte laureate finiscono per fare altro. Regola che vale anche per gli Usa. Lasciando da parte eccezioni come Marissa Mayer e Sheryl Sandberg, se si va a scorrere la lista del Time dei 40 personaggi più influenti a livello tecnologico si scopre che le donne sono il 2,75. Attraversando l’Oceano le cose non cambiano. In Europa solo 9 sviluppatori su 100 sono donne e appena il 19 per cento dei manager è di sesso femminile contro il 45 in altri settori dei servizi. Secondo due ricercatori dell’Università del Rhode Island, autori di uno dei primi studi sul tema, il nodo si scioglie in tre luoghi, nelle aziende, nelle famiglie e scuola. «Diversity e competizione vanno di vari passo, ecco perché è importante fare della prima un valore. E non solo per quanto riguarda il sesso», spiega Pino Mercuri, direttore del personale di Microsoft Italia, il cui obiettivo è di arrivare per fine 2015 ad avere il 50 per cento di donne in azienda (oggi sono il 30). Non basta dunque solo assumere le donne, fondamentale è anche creare un ambiente di lavoro dove le diversità vengano ri- Mentalità da cambiare I colossi del tech negano le loro responsabilità nelle discriminazioni. «Le donne non sono interessate», dicono spettate. Morale, ogni anno i manager di Microsoft sono obbligati a seguire dei corsi con esercitazioni di role play. Poi ci si appoggia, come succede ormai sempre più di frequente, ad associazioni esterne come Parks che lavora per il rispetto dei diritti Glbt sul posto di lavoro, o addirittura a realtà interne come Nuvola Rosa, progetto nato proprio con l’obiettivo di spingere le ragazze a intraprendere percorsi di formazione tecnico-scientifici. Punti di riferimento Il «geek feminism» e la corsa alle Sheryl Sandberg del futuro Negli Usa sono molte le fondazioni il cui obiettivo è la parità di genere nel settore tecnologico. Tra le più importanti l’Anita Borg Institute che prende il nome da una famosa informatica statunitense. Uno dei programmi più efficaci in questo ambito è il Grace Hopper Celebration of Women in Computing (Ghc), serie di conferenze che ogni anno ospitano i nomi più importanti della tecnologia al femminile e che promuovo tra la ragazze lo studio di materie Stem sostenendole con borse di studio e con programmi di mentoring. Altro pilastro del geek feminism è Black Girls Code, associazione che dà alle giovani di colore l’opportunità di entrare in contatto con il mondo della programmazione e del coding. Stesso scopo hanno Girls Who Code e Girl Develop It. Le loro linee guida hanno a loro volta ispirato il programma Made with Code nel quale Google ha investito 50 milioni di dollari. Non mancano poi lobby come Girls in Tech e Women Who Tech che in tutto il mondo promuovono l’imprenditoria al femminile. A queste realtà si affiancano pubblicazioni e riviste specializzate come Model View Culture (modelviewculture.com) spesso anche molto critiche nei confronti dei manifesti e dei proclami delle manager della Silicon Valley che dai palchi dei Ted Talks si propongono come modelli di successo al femminile. Una su tutte Sheryl Sandberg, braccio destro di Zuckerberg, autrice di Lean In e considerata da molti una futura senatrice democratica. M. Ser. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Fondamentale infatti è avviare programmi di mentoring, per creare modelli e punti di riferimento per dare vita a una futura classe dirigente al femminile», sentenziano tutti gli addetti ai lavori. Pensare però di affidare il processo di parificazione alle sole aziende è illusorio. «La maggior parte di questo lavoro viene fatto da realtà indipendenti e vicine al mondo femminista», spiega ancora Kate Losse. Da Girls Who Code all’Anita Borg Institute negli Stati Uniti sono parecchie le fondazioni che promuovono le materie Stem (acronimo inglese che sta per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) tra le giovanissime (vedi box). La chiave di volta sta anche nel processo educativo. Non è un caso che la sorella di Mark Zuckerberg, Randy, in una delle sue prime interviste, abbia raccontato: «A lui compravano i videogame, io giocavo con le bambole». È dunque colpa dei nostri genitori che non ci hanno regalato il Commodore 64 se il codice Html ci pare arabo? O siamo noi stesse ad escluderci dalla partita? A leggere i dati, è difficile trovare una risposta. Per Christianne Corbett, co-autrice del rapporto Why So Few? Women in Science, Technology, Engineering and Math, gli stereotipi di genere si formano a quattro anni. Le bambine imparano che materie come l’ingegneria e la tecnologia sono prettamente maschili, mentre le femmine sono più portate, per esempio, all’insegnamento nelle scuole. Secondo il Dipartimento Usa per la Pubblica Istruzione, molto dipende dall’auto percezione delle ragazze rispetto alle loro abilità matematiche e scientifiche. «Se da piccola ti senti ripetere tutti i giorni che la matematica è una cosa da maschio, è difficile che te ne interessi», spiega Chiara Burberi, un passato da manager e oggi a capo di Redooc, piattaforma che promuove lo studio delle materie Stem nelle scuole. Facile infatti che i meccanismi educativi che impongono alle bambine di scegliere percorsi di studi «più leggeri» e «compatibili con la formazione di una famiglia» si trasformino in «profezie che si auto avverano». «Dobbiamo costruire dei modelli di riferimento per le ragazze che le portino ad abbattere le barriere del maschilismo e dell’esclusione – continua Burberi — perché è inutile nascondercelo: da bambini ci si identifica in quello che si ha intorno». Già, e forse non sarà un caso che la madre di Ada Lovelace, una matematica inglese, l’abbia cresciuta insegnandole fin da piccola che i numeri sono meravigliosi, se si ha la pazienza di imparare a conoscerli. @martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Sussidiario di LUCA MASTRANTONIO Attenti a dove mettete il punto nelle chat Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera N ella vita c’è bisogno di punti fermi. Nelle conversazioni digitali, no. A meno di voler sottolineare il tono, il senso di ciò che si sta scrivendo o la volontà di distacco, spingendo il destinatario a chiedersi perché sia stato aggiunto un punto fermo. Davvero? «Sì» (risposta affermativa). Anzi: «Sì.» (questione chiusa). O ancora, come se fosse letto ad alta voce: «Sì, punto» (non era neanche il caso di chiederlo). A fine 2013 Ben Crair su «The New Republic» ha segnalato come il punto sia sempre meno usato nelle mail, negli sms e nelle chat, dove la sua assenza rende più aperta e neutrale, meno rigida, la conversazione. La possibilità di comporre in successione distanziata frasi brevi di senso più o meno compiuto schiacciando semplicemente il tasto «invio» alla fine di ognuna, andando liberamente a capo, rende superfluo l’uso del punto come pausa — funzione secondaria rispetto a quella, primaria, di concludere un periodo segnalando un cambio di contenuto nel discorso, ricorda Francesca Serafini in Questo è il punto (Laterza, 2012). Serafini cita un celebre gioco che mostra come il punto possa cambiare esistenzialmente il senso di una frase: un conto è dire o scrivere «sono vivo e vegeto», esprimendo esistenza e persistenza, un altro è dire o scrivere «sono vivo. E vegeto». In chat, se scrivete «sono vivo» premete «invio» e poi digitate «e vegeto», l’ambiguità resta. E allora? La questione è complessa in sé, come dimostrano due scrittori d’epoca prechat. Giorgio Manganelli (foto, 192290) si sentiva perso nel «deserto del dopopunto», «spazio nudo», «rovinoso, taciturno strapiombo». Primo Levi, alla fine del racconto Carbonio (da Il sistema periodico, Einaudi, 1975), si divertiva a mostrare il percorso della cellula che dal cervello «guida questa mia mano a imprimere sulla carta questo punto: questo.». lmastrantonio@rcs.it criticalmastra.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Djamolidine Abdujaparov Il mio eroe segreto I l grande vantaggio di vivere sotto un regime è che non devi perdere tempo a scegliere, ti arrivano ordini precisi dall’alto e tu semplicemente esegui. Io poi sono cresciuto sotto un regime doppio, da una parte i maschi di casa che erano comunistissimi e fanatici di ciclismo, dall’altra le donne tutte chiesofile e devote alla Beata Vergine di Montenero. La mia vita insomma si divideva tra manifestazioni con gli striscioni rossi e processioni con la Madonna in collo, tra sermoni sulla superiorità bolscevica e pomeriggi di catechismo in parrocchia: il comunismo lottava per la libertà dei popoli, la fede per la libertà dal peccato, ma alla mia libertà non ci pensava nessuno. E infatti anche i miei eroi personali venivano decisi dal soviet, formato da mio nonno e dai suoi fratelli, nove maschi ruvidissimi che io chiamavo «zii» mentre ricevevo il loro ennesimo comando: il mio eroe sportivo doveva essere il corridore ciclista Djamolidine Abdujaparov. Che all’epoca era ancora un dilettante e correva nella nazionale sovietica, imponendosi nelle gare più esotiche del calendario: Giro di Polonia, Giro di Cuba, Settimana ciclistica bergamasca. La nazionale sovietica era tutta un punto di riferimento, ma come chiaro spregio alle donne di casa gli zii avevano scelto per me Abdujaparov, unico musulmano del gruppo. Chi è Fabio Genovesi è nato nel 1974 a Forte dei Marmi. Il suo primo romanzo, «Versilia Rock City», è uscito nel 2008 Avevo dodici anni, i miei amici cominciavano a intuire che gli piacevano le femmine e andavano in giro a cercarle. Io invece passavo l’estate alla festa dell’Unità, appoggiato allo stand «Vodka e salsicce» mentre gli zii e altri vecchi bevevano e mi parlavano di ciclismo e di quanto non capivo nulla del mondo, mentre sul palco lì accanto suonavano cinque signori dell’Alta Versilia coi baffi e il poncho sulle spalle, che si facevano chiamare Finti Illimani. Su Abdujaparov soprattutto mi raccontavano storie favolose, ingrassate con lo splendore della fantasia: una volta Abdu aveva sprintato così veloce che per lo spostamento d’aria gli altri corridori erano volati fuori strada. Un’altra volta era scattato così forte che l’asfalto era schizzato da sotto le ruote e aveva fatto un occhio nero a quelli dietro. Intanto passavano gli anni, e il mondo disgraziato oltre il recinto della Festa dell’Unità si era messo in testa di cambiare. Crollava il Muro di Berlino, finiva il Partito comunista e veniva fuori questa roba chiamata Pds. E quasi tutti i miei zii sono morti all’istante, sfiancati dai dispiaceri. Ma se avessero resistito qualche giorno, la vita gli avrebbe regalato una grande gioia: Abdujaparov diventava professionista, veniva a correre in Italia e si spandeva così dappertutto la leggenda del velocista di Tashkent, Uzbekistan. Ma per me Abdu non era solo un campione, per me era uno di famiglia. E a renderlo ancora più fenomenale c’era il fatto che i miei zii coi loro racconti fantasiosi avevano ragione, stare accanto a lui negli sprint era davvero pericoloso: era un genio bizzoso, un despota imprevedibile delle volate. Gomiti larghi e ondeggiante sulla bici, si tuffava negli sprint con una spericolatezza che sapeva di suicidio, si lanciava addosso agli arrivi come una molotov contro la monotonia. E BISOGNAVA TIFARE L’URSS ALLO SPRINT ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI di FABIO GENOVESI un’estate italiana Educazione sentimentale di un dodicenne, tra zii di sinistra innamorati del ciclismo e delle imprese di un velocista uzbeko. Mentre crollavano il Muro e il Pci questo gli è valso il soprannome de «il Diavolo di Tashkent», ma anche una tappa vinta al Giro, nove al Tour e mille altri successi fatti di rabbia e avversione alla prudenza. Come nel 1991, ultima tappa del Tour con arrivo ai Campi Elisei. Abdu aveva già in pugno la maglia verde della classifica a punti, doveva solo pedalare tranquillo e tagliare il traguardo. Ma nell’ultimo chilometro, quando si anima lo sprint, Abdu vede uno spazio lungo le transenne che in realtà non c’è, abbassa la testa e ci si butta dentro. E sbatte contro una lattina gigante della Coca Cola, piazzata lì come sponsor della corsa. Salta via frullando nell’aria, poi picchia sull’asfalto e si spezza una clavicola. E mio zio Aldo, così estremo che pure i suoi fratelli lo chiamavano «il comunista», schizza in piedi dal divano con cento bestemmie in bocca, urlando che quel coso della Coca Cola, simbolo del capitalismo, l’hanno piazzato lì apposta per sabotare il trionfo dell’Unione Sovietica. Io gli faccio notare che la volata l’ha vinta Konichev, altro corridore dell’Urss, e lo zio mi risponde «Certo! Questo perché comunque il trionfo sovietico non si può arre- La cucina dei romanzi La caduta Poi, all’ultima tappa del Tour, Abdu si schiantò su una lattina di Coca Cola stare!». Se n’è andato da un pezzo, lo zio, ma il suo viso di quel giorno ce l’ho ancora davanti. Quegli occhi stretti eppure spalancati, quel muso di sasso, sono gli stessi del grande Abdujaparov quando si buttava in volata, saliva sul podio, prendeva con fastidio i fiori e i baci delle miss, e allergico al sorriso restava minaccioso a fissare il mondo là sotto. Quel mondo traditore che, quando Abdu coi suoi sprint lo prendeva a schiaffi in faccia, per un attimo sembrava dargli retta. A passo leggero © RIPRODUZIONE RISERVATA di CRISTINA GABETTI di PAOLO DI STEFANO Il nonno dietro la stufa e la lezione dei Grimm C’ era una volta un vecchietto molto triste e mal messo: a tavola, tutto tremante, non riusciva a reggere il cucchiaio e faceva cadere minestra dappertutto. Il figlio e la nuora non ressero al disgusto e lo fecero sedere dietro la stufa. Lì gli portavano la sua misera ciotolina di terracotta. Il nonno si intristì ancora di più e una sera le sue mani tremanti fecero cadere la ciotolina che andò in frantumi sul pavimento. Ai rimproveri della nuora non rispondeva se non con qualche lacrima. Un giorno, il nipotino per terra cominciò a unire delle piccole assi di legno. «Che cosa fai?», gli chiese il papà. «Costruisco una mangiatoia — rispose il bambino — perché quando sarò grande potrete mangiare lì dentro». Marito e moglie si guardarono un istante, richiamarono subito il vecchio nonno a tavola e da quel momento lo fecero mangiare con loro. Poco da aggiungere: saranno i nonni e i nipoti a salvare il mondo. Jacob e Wilhelm Grimm, Tutte le fiabe, Newton Compton © RIPRODUZIONE RISERVATA I patrimoni dell’umanità che non sappiamo gestire M entre visito alcuni nostri «patrimoni dell’umanità», rifletto sul significato di tale onorificenza. L’Italia vanta il maggior numero di siti, ma i nostri politici sono molto occupati e non hanno tempo per dedicarsi a cose belle, così affidano i grandi tesori del Paese agli amministratori locali. Leggo nella convenzione dell’Unesco: «Lo Stato riconosce il dovere di assicurare l’identificazione, la protezione, la conservazione, la presentazione e la trasmissione alle future generazioni dell’eredità culturale e naturale dei suoi siti, e farà tutto il possibile a tal fine, al massimo delle sue risorse...». Non ci risulta che l’Italia agisca al massimo delle sue forze, che si assuma l’onere di un così grande onore. L’Unesco non fornisce un piano di gestione. Ogni realtà nazionale e locale deve trovare la forma più adatta, ma da noi ogni azione coordinata è una guerra. Sul web trovo sitiunesco.it, un bel catalogo che dovrebbe, però, includere un decalogo dei comportamenti da tenere in tali luoghi, affinché gli individui che hanno a cuore l’umanità, e che ritengono un vanto contribuire alla tutela dei suoi patrimoni, possano essere efficaci. Non potranno mai sostituirsi allo Stato, ma attraverso il loro impegno potrebbero dare una bella lezione di concretezza ai nostri politici. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 25 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Fumetto di GIULIO GIORELLO E Belmondo fu Goldrake: 007 non robot L e nuove generazioni a stento ricordano la maschera strafottente di Jean-Paul Belmondo, che ne «L’uomo di Rio» (1964, regia di Philippe de Broca) aveva dato vita alla silhouette di un soldatino francese a metà tra un personaggio dei fumetti e la figura di James Bond. L’anno dopo eccolo in «L’uomo di Hong Kong» (stesso regista), questa volta a fianco della sfolgorante Ursula Andress. E nel 1966 Renzo Barbieri creava il mensile Goldrake (da non confondersi con il robot del manga di Go Nagai): spre- Simboli La copertina del fumetto Goldrake e Jean Paul Belmondo nel film «Fino all’ultimo respiro» giudicato agente della Cia, era identico a Belmondo, beveva preferibilmente champagne Taittinger e lavorava in tandem con la «collega» russa del Kgb, detta in codice «Ursula», in una comune lotta contro la Cina popolare. Il fumetto piratava la realtà, salvo poi condire le storie con personaggi strampalati come l’elusivo Calamaro Gigante, nemico giurato del duopolio Usa-Urss, e la perversa Madame Brutal. Ma alla fine Goldrake si trovava a giocare a «ping pong con Mao», come recita il titolo di uno degli albi (rigorosamente «per adulti»). Intanto, il suo corrispondente in carne e ossa «aveva distrutto la reputazione del più grande agente segreto del mondo» (in una pellicola del 1964). Lo scenario politico è irrimediabilmente cambiato; il nostro ricordo di Jean-Paul resta, però, con noi «Fino all’ultimo respiro», nei lineamenti disperati e ironici del ladruncolo Michel Poiccard, che nel capolavoro (1960) di Jean-Luc Godard diventa grande «scegliendo il nulla». © R PRODUZIONE RISERVATA La realtà romanzesca Preferirei di no di MARIA LAURA RODOTÀ Le stupidaggini da vacanza in assenza di vip svestiti ELABORAZIONE FOTOGRAFICA CORRIERE DELLA SERA Matteo Boe fu il primo a scappare grazie all’aiuto della compagna di ANDREA GALLI L a Caienna del Mediterraneo oppure l’Alcatraz d’Italia. Il bandito dagli occhi blu oppure dallo sguardo di ghiaccio. Tra paragoni con infernali penitenziari e nomignoli fatti apposta per le coordinate d’un noir, di letteratura ce n’era già prima: figurarsi dopo quell’evasione dal carcere sardo dell’Asinara del bandito e sequestratore Matteo Boe nato a Lula, in provincia di Nuoro. Nessun altro l’aveva fatto prima, nei cent’anni d’esistenza del penitenziario nato come colonia penale: Boe fu il primo a scappare. Sfidò il mare che fin lì aveva inghiottito e sputato i cadaveri di altri detenuti, convinti di potercela fare, nonostante le implacabili correnti, guardie naturali della prigione. Era il 1986. Ma siccome questa non è soltanto una storia criminale ma, a modo suo, anche una storia d’amore, bisogna subito introdurre un’altra persona. Una donna. Laura Manfredi. Laura e Matteo s’erano conosciuti e follemente innamorati all’università di Bologna; lei abitava in città e lui, grazie ai risparmi dei genitori, era arrivato per studiare. Alla facoltà d’Agraria, Boe aveva però presto preferito le frequentazioni con Prima linea; dall’eversione era passato ad altri criminali che più gli andavano a genio, non soltanto per le comuni origini: i banditi sardi che rapivano e sognavano l’indipendenza. A Laura, tutte queste cose, le derive, le avventure, il male al prossimo per guadagnarci sopra, non dispiacevano. O quantomeno: se le fece piacere. S’incollò al bandito. Fu sua complice, salvezza e libertà. Il primo settembre del 1986 c’era Laura Manfredi, su un canotto, in solitaria, nelle acque dell’Asinara, a recuperare Boe il quale aveva tramortito una guardia penitenziaria, si era rifugiato in una grotta, ben nascosta, eludendo la disperata caccia dei poliziotti e infine s’era buttato a mare raggiungendo la compagna. Non aveva fatto tutto da solo, Boe, che era stato spedito in cella dopo l’arresto per il sequestro della 17enne Sara Niccoli, in Toscana. Boe era evaso con un socio: le strade si erano separate e l’altro era stato ripreso in poco tempo. A differenza del bandito, che disponeva di furbi- Il bandito dallo sguardo di ghiaccio che evase dall’Asinara in canotto La vicenda La fuga dal supercarcere Matteo Boe viene ricordato soprattutto per essere stato l’unico detenuto a portare a termine un’evasione dal carcere di massima sicurezza dell’Asinara, nel 1986 Il ruolo della fidanzata Laura Boe era detenuto per il rapimento di Sara Niccoli. Ad attenderlo sul gommone che lo portò via dal carcere c’era la fidanzata Laura Manfredi La latitanza e la famiglia Da latitante Boe fu coinvolto in altri sequestri di persona. Nel 1993 venne arrestato in Corsica. Nel 2003 la figlia Luisa viene uccisa: il delitto è senza colpevoli zia e forza, di appoggi e di logistica. Oltre che di un futuro già pronto. Boe si buttò di nuovo, con maggior furore e fame, nella «fabbrica» dei sequestri, venne coinvolto in rapimenti (Farouk Kassam come l’imprenditore Giulio De Angelis) e fu inserito nella lista dei venti ricercati più pericolosi. Su di lui, nel frattempo, insieme al fascino perverso della primula rossa, cresceva un’aneddotica che, lo volesse o meno il diretto interessato, ingigantiva il mito. In un senso e nell’altro. Se infatti cominciava a destare addirittura simpatia quel bandito che, proprio durante la prigionia della Niccoli le aveva donato dei libri dei grandi maestri russi, dall’altro il suo nome tornava buono per trovare un responsabile a ogni gesto criminale in Sardegna. Fosse un attentato e fossero delle bombe lanciate contro i soldati, era sempre colpa di Boe. Nel 1992, in un’intervista esclusiva al Corriere, Laura Manfredi disse ad Alberto Pinna: «Non ha commesso tutto ciò che gli viene attribuito... Accusare un latitante è facile: non può difendersi». Laura chiese una cortesia: di non chiamarla «la donna del bandito». L’ottobre dell’anno suc- cessivo i poliziotti, seguendo i movimenti della compagna, incinta e in compagnia dei due figli piccoli avuti con Matteo, arrivarono in Corsica. A Porto Vecchio. Un albergo. Un turista italiano registrato come Giulio Manca, residente in provincia di Nuoro. Una falsa carta d’identità lasciata come documento. E Matteo Boe alias Giulio Manca, un uomo alto e dagli occhi blu oppure dallo sguardo di ghiaccio, che quando scese nella hall finì arrestato. Non reagì, non volle sparare un proiettile per paura che nello scontro a fuoco venisse colpita la sua famiglia, verso la quale provava e prova un amore sfrenato, accecante. Nel 2003, Luisa, figlia 14enne di Boe, fu uccisa a Lula. Forse una vendetta per un corteggiamento rifiutato, forse uno sbaglio del sicario che in realtà voleva assassinare Laura Manfredi (mamma e ragazza si somigliavano), forse un agguato per antichi rancori che affondavano nei segreti di banditi e rapimenti, bottini e appoggi, malavita e servizi segreti, alleanze svanite e patti non rispettati. Il delitto non ha colpevoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il giallo Il male non dimentica SPUNTA UNA FOTO DI GHEDDAFI: ORE DECISIVE PER LA CIA di ROBERTO COSTANTINI Italia Balistreri vola giù da una scogliera a Tripoli il 31 agosto 1969. Quella notte Gheddafi prende il potere. Nel 2011, mentre Gheddafi crolla, il commissario Balistreri indaga su una serie di delitti che lo riporteranno dove non voleva mai più tornare (Libia, isola della Moneta, 30 agosto 1969) Mike Balistreri. Mio padre non ha rinviato la festa per il suo compleanno, a meno di un mese dalla morte di Nadia. Per lui queste sono occasioni di affari e quindi improrogabili. Gli ospiti arrivano alla Moneta con i motoscafi. Gli uomini ronzano tutti intorno a Marlene mentre mia madre si tiene lontana da quella folla di diplomatici, politici e affaristi. Al tramonto, Italia si avvia verso il retro della villa e prende il sentiero che porta dall’altra parte dell’isola. Senza sapere perché, la seguo a distanza e resto nascosto a osservarla quando arriva alla spiazzo sopra la scogliera. Dopo un minuto arriva William Hunt. Italia salta qualunque preliminare e gli porge una busta bianca. «Lì dentro c’è tutto. Non ci sono dubbi». Lui prende la busta. Se la mette in tasca senza aprirla. «Quanto tempo ho?». Lei ci pensa un attimo. «Due giorni, non di più». Lui la osserva per un lungo attimo, poi si avvia per tornare alla villa. La palla rossa del sole è metà nel cielo sereno e metà sotto il mare calmissimo. Marlene Hunt. William mi porge una busta, il volto teso, gli occhi preoccupati. Non l’ho mai visto così. «C’è dentro una lettera che Italia darà al generale Jalloun entro quarantotto ore. Il tempo per fuggire, me lo concede solo perché sono il padre di Laura». Sento il sangue accelerare, sono davanti all’altra faccia di mio marito, quella che ho intuito lentamente negli anni. Un uomo capace di tutto. Lui continua, gelido. «Si tratta di una questione per cui verrei fucilato. Leggila dopo, se vuoi. Ma non posso lasciare il Paese ora. Ho un’altra questione da risolvere. Da Langley mi hanno detto che domani notte Mohammed andrà a Benghazi...». Sono frastornata. «Will, di cosa parli...». Mi fissa e so che dovrei tapparmi le orecchie, gettare quella busta, fuggire. Ma sono paralizzata dallo shock. «Salvo Balistreri e i suoi amici sono coinvolti in un colpo di Stato che avrà luogo nelle prossime ore». «Will, ma sei impazzito? Di che diavolo stai parlando? Salvo...». Lui mi porge una foto scattata col teleobiettivo. Davanti al Grand Hotel di Abano Terme, nel nord Italia, due uomini si stringono la mano. Salvatore Balistreri ha in tasca ripiegato il Corriere della Sera del 28 ago- Edicola e web Su Corriere.it Ogni puntata di questo giallo si può trovare su Corriere.it L’iniziativa Dal 12 con Corriere e Gazzetta in vendita il primo libro della trilogia di Roberto Costantini sto, due giorni fa. L’altro è più giovane. «Chi è?». William esita ancora un attimo, poi si decide. «Muammar Gheddafi, un tenente, capeggia i ribelli. Comanderà la Libia tra pochi giorni, se noi non lo fermiamo». Noi, la Cia. Un’idea sta prendendo forma nella mia mente. Le gambe mi tremano ma il cervello ora è lucido. «Cosa devo fare, Will?». «Io devo partire subito per Benghazi, sentire Langley, capire cosa vogliono fare a Washington. Tu resti qui sull’isola. Domani mattina mi chiami a Benghazi e io ti dico se puoi mostrare questa foto a Italia. Vedrai, non farà fucilare il padre dei suoi figli, accetterà lo scambio. E poi manderà al diavolo quel bellimbusto di Salvo. Ora nascondi la busta e la foto sotto il materasso e usciamo. Devo andarmene subito da questa festa». Mi sento euforica come dopo la prima sniffata tanti anni fa sul divano di quel produttore di Hollywood. Questa foto è un dono divino. Italia salverà Salvo perché è il padre di Alberto e Mike ma non gli perdonerà quello che per lei è il tradimento più grande. Io salverò William e salderò il mio debito con lui. Poi io e Salvo saremo liberi, insieme. Usciamo sulla spiaggia, William avverte Salvo, un impegno improvviso. «Marlene ti canterà Happy Birthday anche per me». © RIPRODUZIONE RISERVATA L a stupidità in vacanza è una straordinaria tradizione dell’Occidente; fin da quando, non troppo tempo fa, la vacanza fu inventata. Ognuno la declinava a suo modo: molti leggevano rotocalchi in spiaggia commentando foto di Casini nudo (alcuni di noi lo ricordano ogni estate, con nostalgico strazio; che anni spensierati, quelli di Casini nudo; eravamo felici e non lo sapevamo), moltissimi facevano scherzi cretini agli amici (noi più cretini ancora li subivamo), intere comitive su isole del Mediterraneo passavano i primi giorni a discutere di transiti intestinali. Stavolta è più difficile. Non solo siamo in recessione; non siamo in grado di riconoscere il 90 per cento dei vip protagonisti di pettegolezzi su carta e online, perciò non ci divertiamo. In più, in molti, siamo invecchiati: temiamo che i nostri scherzi di una volta provochino ai coetanei fratture del femore, o infarti. In più, in genere, facciamo vacanze talmente brevi da non avere il tempo di abituarci al cambio di dieta. Insomma, va a finire che molti giù di morale e comunque sempre attaccati a tablet e smartphone, cerchino di tirar su i compagni di spiaggia più depressi di loro trovando online notizie cretinissime da tutto il mondo e annunciandole. Anche questo hobby vacanziero, come tutto, ha le sue regole: evitare i siti che prendono le idiozie seriamente, preferire quelli che ne colgono gli aspetti surreali. E scegliere le stupidaggini che abbiano un elemento di vita vissuta in comune con gli interlocutori/bagnanti. Per dire: la migliore della settimana, secondo alcuni di noi, è la notizia della «sposa maleducata» che «spiega agli amici di Facebook perché non sono invitati al suo matrimonio». Scrivendo un post in sette punti. Si trova sul sito americano Jezebel.com, fa ridere, si preferirebbe fare altro, va così. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’axforisma di J-Ax Prima cancellavate chiamate e sms, poi avete messo il pin, adesso girate lo smartphone con lo schermo in giù. Inutile il metodo utilizzato, la tecnologia migliore per non farsi beccare dal partner è trovare un partner che non vuoi tradire 26 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Economia Indici delle Borse FTSE MIB Dati di New York aggiornati alle ore 20.00 Cambi La settimana Ansaldo Sts 19.460,67 1,39% Londra 6.632,82 1,00% 1 euro FTSE It.All Share 20.646,62 1,43% Francoforte 9.180,74 1,90% 1 euro 137,4600 yen FTSE It.Star 17.212,21 2,57% Parigi (Cac40) 4.197,70 1,20% 19460,67 1 euro 0,7939 sterline -0,41% Dow Jones 16.595,72 0,25% Hong Kong 24.646,02 1,29% (1,39%) 1 euro 1,2175 fr. sv. Nasdaq 4.405,25 0,79% Tokio (Nikkei) 15.130,52 2,38% 1 euro 9,2066 cor.sve. -0,53% S&P 500 1.940,73 0,47% FTSE MIB La lente L’INDIANO JINDAL STRINGE SU PIOMBINO ARVEDI A SERVOLA I l miliardario indiano Sajjan Jindal (nella foto), boss del colosso Jsw, sta per diventare il nuovo padrone dell’Acciaierie Lucchini. A rivelarlo è stato Matteo Renzi l’altro ieri, durante il grande ritrovo degli scout a San Rossore. Un ragazzo gli ha chiesto di pensare anche al destino di Piombino, il premier ha risposto definendo l’accordo «vicino» e spiegando che le trattative tra Jindal e il commissario governativo Pietro Nardi dovrebbero chiudersi a giorni. Indiscrezioni parlano di una firma possibile subito dopo Ferragosto e ieri — mentre il ministero dello Sviluppo dava il via libera alla vendita al gruppo Arvedi della Ferriera Servola, il «pezzo» triestino delle Acciaierie Lucchini — anche il Financial Times ha dato per chiusa la trattativa. Il colosso indiano acquisterebbe solo una parte della Lucchini, quella della lavorazione a freddo dei laminatoi: un settore che occupa circa 700 dipendenti, un terzo del totale. Fuori dall’accordo resterebbe l’altoforno, che per i sindacati è il motore irrinunciabile dell’acciaieria. «Senza non c’è futuro per l’azienda — spiega Luciano Gabrielli, leader della Fiom — e questo va spiegato anche al premier, che invito a venire a Piombino a incontrare i lavoratori». I sindacati chiedono al commissario Nardi di strappare un accordo che imponga al nuovo proprietario la realizzazione di un forno elettrico e di un corex per produrre ghisa. Durante le trattative si è parlato anche del progetto di una centrale a carbone da 900 megawatt, presentato dall’imprenditore Andrea Marini, con un investimento da 1,3 miliardi e un’occupazione a regime di 600 lavoratori. Posti che potrebbero assorbire gli esuberi della Lucchini. Ma sulla centrale i sindacati sono scettici. Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Madrid 10.193,50 0,88% M M G V L 1 euro 1,3382 dollari La settimana -0,29% -0,18% 7,28 0,06% 1,4655 dol.can. -0,03% M M G V L Titoli di Stato Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 11-08 netto % Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 11-08 netto % Btp 04-01/02/15 4,250% 101,88 - Btp 96-01/11/26 7,250% 142,76 2,32 Btp 10-15/04/15 3,000% 101,87 - Btp 11-15/09/26 3,100% 112,98 1,85 Btp 11-15/04/16 3,750% 105,55 - Btp 03-01/08/34 5,000% 119,87 3,06 Btp 06-15/09/17 2,100% 104,84 - Btp 13-15/09/18 1,700% 104,35 Btp 09-01/03/20 4,250% 114,51 0,68 1,02 Btp 05-01/02/37 4,000% 106,00 Btp 07-01/08/39 5,000% 119,45 Cct 07-01/12/14 0,420% 100,20 3,15 3,26 0,03 Btp 11-01/09/21 4,750% 117,81 Btp 11-01/03/22 5,000% 119,40 Btp 13-01/03/24 4,500% 115,30 1,49 1,63 2,17 Cct 08-01/09/15 0,380% 100,28 Cct 09-01/07/16 0,300% 100,23 Cct 11-15/04/18 0,726% 101,41 0,15 0,28 0,74 Banche e nomine Il sindaco Valentini: ora va consolidato il percorso virtuoso tracciato da Antonella Mansi Montepaschi, la Fondazione sceglie Clarich Accordo sul nuovo presidente, la spinta del Tesoro. Rimossi i vincoli sul titolo È arrivata la fumata bianca in Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Nonostante la fronda annunciata da due deputati, ieri la Deputazione Generale è riuscita a nominare i nuovi vertici, scegliendo Marcello Clarich come successore di Antonella Mansi alla presidenza di Palazzo Sansedoni e togliendo l’ente dall’impasse. La poltrona era vuota dal primo agosto, giorno in cui le dimissioni di Mansi erano divenute effettive, e sia il ministero dell’Economia sia il sindaco di Siena, Bruno Valentin i , p r e m e va n o p e r u n a soluzione rapida. Da qui la convocazione della riunione, anticipata a ieri rispetto alla data prevista del 22 agosto. Sull’anticipazione avevano espresso critiche due membri della Deputazione, Sergio Betti e Alessandra Navarri, nominati dal Comune. «La riunione di lunedì – avevano dichiarato - sarà molto lunga e potrebbe prolungarsi oltre il Palio (che si terrà il 16 agosto) perché avvertiamo forte la responsabilità delle nomine. La riunione ripartirà da dove si concluse quella del 29 luglio». Per Navarri e Betti il candidato era rimasto Bettina Campidelli, docente all’Università di Verona, (nonché membro della Deputazione Generale), che godeva del favore di Mansi. Invece, dopo cinque ore di riunione, Chi è Marcello Clarich 57 anni, è professore ordinario di Diritto amministrativo alla Luiss di Roma e avvocato cassazionista. Si è laureato a Pisa, e ha insegnato a Siena per 11 anni. Dal 2012 è componente della Commissione di Studio istituita dal Presidente della Corte dei conti per l’elaborazione di un progetto di riforma della Corte stessa e Commissario straordinario presso l’Istituto di Credito Sportivo. Nato a Casale Monferrato (Alessandria), Clarich ha sposato una senese e ha già preso residenza in città è andata in porto la mediazione annunciata appena prima dell’inizio della riunione dal deputato Vareno Cucini. Sul tavolo erano rimasti ancora gli stessi nomi della riunione del 29 agosto, durante la quale i deputati si erano spaccati esattamente a metà: quello del professore della Luiss, Clarich, il favorito e sostenuto dal sindaco di Siena Bruno Valentini, e quello di Campedelli. Su Clarich si è riusciti a far convergere gli undici (su quattordici membri, ieri tutti presenti) voti necessari. Sono stati nominati anche i quattro componenti della deputazione amministratrice. Ne entrano a far parte Campedelli, Giovanna Barni, Alessandro Fabbrini e Marco Frigerio. Il vice-presidente sarà nominato nella prima seduta di insediamento e potrebbe essere la stessa Campedelli. Dunque, Palazzo Sansedoni ha un nuovo presidente. Marcello Clarich, 57 anni, è ordinario di Diritto amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Luiss di Roma. In precedenza, era stato professore di Diritto amministrativo a Siena. «Da oggi è definitivamente iniziata una nuova stagione, per Siena e per la Fondazione - ha detto il sindaco di Siena, Bruno Valentini - . Il primo augurio va a Clarich, persona e professionista di alto profi- In Borsa nell’ultimo mese ieri -1,8% a 1,03 euro 1,345 1,283 1,22 1,157 1,095 1,032 D’ARCO 16 lug. 22 lug. 28 lug. 3 ago 7 ago lo, cui spetta il compito di consolidare e sviluppare il percorso virtuoso tracciato da Antonella Mansi». La città era in attesa. Da giorni si erano alzate voce di diversi consiglieri comunali, preoccupati per le sorti di un ente a cui è legata l’economia del territorio. Se fosse rimasto il «muro contro muro» era possibile che il ministero dell’Economia - che vigila sulle Fondazioni e aveva posto come limite la data del 31 luglio per trovare i nuovi vertici - decidesse per il commissariamento dell’ente, a cui è rimasto il 2,5% di Banca Mps, unito nel patto di sindacato con Fintech (4,5%) e Btg Pactual (2%). Fondi, questi ultimi, che saranno infastiditi dall’andamento della banca. Ieri il titolo dell’istituto senese , penalizzato anche da u downgrade di Société Générale che ha abbassato il rating a «sell» da «hold» ha perso un altro 1,81% in Borsa (1,03 il prezzo di chiusura). Il calo di ieri porta a oltre il 20% la perdita di capitalizzazione dal 4 agosto e a circa un 10% meno dalla chiusura del 7 agosto, giorno in cui sono stati annunciati i conti semestrali, chiusi con un’ennesima perdita, pari a 353 milioni. Ieri è terminato il divieto alle vendite allo scoperto imposto da Consob l’8 agosto. Fausta Chiesa © RIPRODUZIONE RISERVATA L’operazione Il gruppo italiano attende il pagamento di 851 milioni di dollari. L’incognita del default di Buenos Aires Telecom tratta a oltranza in Argentina Due settimane per l’intesa con Guzman Niente ferie ferragostane per Telecom Italia: il gruppo ha firmato una ulteriore proroga con il messicano David Martinez Guzman per tentare di chiudere l’affaire Telecom Argentina che sempre di più sta diventando la partita chiave dell’amministratore del e g a to M a rco P a t u a n o p e r bilanciare lo scontro con Telefonica sul Brasile. La situazione non è facile: il presidente del Paese sudamericano, Cristina Fernandez de Kirchner, ha ben altri problemi a cui pensare con Standard & Poor’s che ha dichiarato il debito estero argentino in default. La Comision Nacional de Defensa de la Competencia - l’Antitrust argentino a cui è sottoposta l’operazione - non dà segni di vita da mesi. E come se non bastasse nel frattempo, soprattutto a causa della forte svalutazione del pesos, il fatturato di Telecom Argentina nel primo semestre del 2014 è crollato in euro dagli 1,89 miliardi del primo semestre 2013 a 1,45 miliardi (l’Ebitda è passato da 537 milioni a 383 anche se il risultato è comunque in positivo grazie alla sospensione del calcolo degli ammortamenti conseguente alla classificazione del gruppo Sofora-Telecom Argentina come discontinued operations, cioè partecipazione in via di cessione). Con la situazione macroeconomica del Paese destinata a peggiorare un ripensamento sul- l’operazione da parte dell’imprenditore messicano sarebbe una bella grana per Telecom Italia. Lo stesso Patuano ha comunque ricordato che gli 851 milioni che ancora mancano sono previsti dal contratto in dollari, dunque al riparo dalla svalutazione. Ufficiosamente Guzman sembra interessato a procedere ma non sfugge che potrebbe egli stesso trovarsi in una situazione non felice: l’imprenditore considerato molto vicino alla famiglia Kirchner, tanto da averne preso anche le difese in passato, era il più grande debitore privato dell’Argentina. In cambio dei Tango bond ha ricevuto come tutti gli altri i nuovi titoli par e discount dei due concambi del 2005 e 2010 che però, oggi, sono di nuovo in L’offerta La battaglia per Chiquita Le banane Chiquita potrebbero diventare brasiliane. Due colossi sud americani, Cutrale e Sanfra, hanno presentato un’offerta da 611 milioni di dollari. © RIPRODUZ ONE RISERVATA sofferenza. Risultato: Guzman potrebbe avere problemi di liquidità non indifferenti. Certo è che la questione si trascina ormai da tempo: nei conti del gruppo italiano la voce Telecom Argentina ha già subìto diversi ritocchi. Durante la presentazione dei conti relativi al bilancio 2013 a inizio marzo una segnalazione di massima passata velocemente con le slide del cfo, Piergiorgio Peluso, indicava la prima metà del 2014: «960 milioni di dollari, di cui 109 incassati nel dicembre del 2013, restano attesi entro 1H14». La prima previsione di chiusura era addirittura del primo trimestre 2014. A subirne le conseguenze è anche Stefano De Angelis, l’uomo di fiducia di Patuano che doveva rientrare mesi addietro in Italia ma che per adesso rimane ceo di Telecom Argentina. Nel frattempo il 9 giugno il pegno di Fintech sulle azioni B di Nortel è stato sostituito con un pegno su American Depositary Shares della stessa Telecom Argentina ad un valore iniziale di mercato di circa 109 milioni di dollari. Massimo Sideri msideri@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA L’acquisizione Le matite Fila conquistano i colori a olio dell’inglese Daler Da Milano alla cittadina di Bracknell, nel Berkshire, con un’acquisizione che vale circa 110 milioni di sterline debito incluso. La Fila della famiglia Candela, una multinazionale tascabile di matite, pennarelli e gessetti, conquista l’inglese Daler Rowney grazie alla cassa aziendale e al finanziamento accordato da Bnp Paribas, Unicredit e Intesa Sanpaolo, quest’ultima anche socia al 12% del gruppo celebre per i marchi Giotto, Tratto Pen, Lyra, Dixon, Pongo e Das. Lo sbarco Oltremanica è stato negoziato dall’amministratore delegato Massimo Candela e dall’advisor Leonardo & co con il venditore Electra partners, il fondo londinese che tre anni fa aveva rilevato la maggioranza della Daler affiancando il team dei manager guidato da Patrick Giraud, un veterano del gruppo cartario Arjo Wiggins. L’azienda inglese, circa 50 milioni di ricavi, ha una grande complementarietà con Fila, che infatti ha già disegnato le possibili sinergie. È specializzata nel settore «art & craft», ossia i prodotti destinati alle belle arti: colori a olio, pennelli e tele venduti sia nel canale consumo (catene Hobby Craft, Argos, Tesco) sia in quello professionale destinato alle scuole artistiche, aziende grafiche, creativi della pubblicità. Un’attività di nicchia ma con un export che tocca un centinaio di paesi, con posizioni di forza anche in Germania dove ha rilevato un anno fa la Schoenfeld. Una parte del pagamento destinato a Giraud sarà in titoli Fila (3,5%). Quindi resteranno immutate le quote in mano alla Pencil dei Candela (62,5%), al fondo VeiPalladio (16%) e a Piazza Scala che con Banca Imi è il primo interlocutore della Fila nel percorso verso l’ipo in Borsa. Dovrebbe concludersi nel 2015 quando l’azienda consoliderà 300 milioni di ricavi e 40 di margine operativo. Carlo Turchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Economia 27 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 La fusione e il recesso Fiat Chrysler, stop alla speculazione Interviene Consob l’azione rimbalza Made in Italy MILANO — La documentazione è la stessa presentata in assemblea e integrata, prima e dopo, sul sito del gruppo. Ma per Fiat Chrysler la seconda «settimana del recesso» rischiava l’identico timbro della prima: alta speculazione, alta volatilità. Così è intervenuta la Consob. E ieri mattina , in tempo per la riapertura della Borsa, da Torino è partita l’«informativa unitaria e riepilogativa» richiesta. L’obiettivo, fin qui, pare centrato. Il titolo guadagna molto più del mercato, ma a quota 6,985 è sempre lontano dai 7,727 euro previsti per il recesso e il robusto +3,1% finale rimane, in realtà, solo un parziale recupero sugli ultimi crolli. Segno, comunque, che le incursioni ribassiste Così a Piazza Affari D’ARCO ieri +3,10% a 6,98 euro 7.631 7.384 7.137 6.891 6.644 6.398 16 lug. 22 lug. 28 lug. 3 ago. 7 ago. si sono raffreddate? Forse. Almeno per ora. E c’è un punto chiave, sottolineato da Sergio Marchionne e John Elkann già in assemblea ma adesso particolarmente evidente. Sia chi punta a uscire da Fiat Chrysler, e spera quindi non venga superato il tetto oltre il quale tutto slitterebbe, sia chi invece mira proprio a rallentare l’intera operazione, avrà le azioni pro-recesso congelate per mesi. Mentre Torino, sull’altro fronte, ha i margini di manovra consentiti dalla normativa e dai relativi tempi. Uno: la finestra per chiedere di uscire scade il 20 agosto, ma il conteggio delle adesioni sarà definitivo e comunicato soltanto a inizio settembre. Due: i titoli saranno prima offerti agli altri soci e solo dopo a L’esposizione con gli istituti di credito per 90 milioni. Le quote di Ranzoni e Della Valle. In dodici mesi un rialzo del 209%. Bialetti ricapitalizza e taglia i debiti Il riassetto dopo le scintille in Borsa gruppo del lusso non è ancora iniziato ma è ipotizzabile che gli imprenditori marchigiani accompagnino la manovra. L’aumento di capitale servirà a sbloccare un’altra partita. Quella con le banche creditrici alle quali due mesi fa Bialetti ha chiesto il rinnovo fino alla fine di ottobre dell’accordo di moratoria sul pagamento delle scadenze dei debiti. Il primo segnale positivo è arrivato ieri quando il D’ARCO commercialista milanese Roberto Spada ha attestaieri -1,67% to i conti semestrali (coa 0,59 euro me richiesto dalla legge 0,834 in caso di ristrutturazioni ex articolo 67) che saranno approvati dal cda del 0,703 29 agosto. Conti attesi in crescita che confermerebbero la stabilizzazione 0,572 già registrata dai ricavi (159 milioni) a fine 2013. 0,440 Ci vorrà ancora qualche passaggio ma il cammino verso il rilancio ap0,309 pare ben tracciato per il marchio caratterizzato dall’Omino con i Baffi, il 0,177 personaggio inventato Ott ‘13 Dic ‘13 Feb ‘14 Apr ‘14 Giu ‘14 Ago ‘14 alla fine degli anni Cinquanta dal regista e fuquistato l’azienda delle caffettiere bre- potenzialità del marchio è Diego Della mettista Paul Campani per il Carosello. vettate da Alfonso Bialetti, l’imprendi- Valle, l’imprenditore della Tod’s che nel Un brand che tuttora campeggia sulla tore che le inventò a Crusinallo, in Val 2007 investì nella Bialetti rilevandone il Moka di casa Bialetti, la caffettiera d’Ossola, nel 1943, disegnandole in pu- 10% attraverso la finanziaria di famiglia esposta anche al Moma di New York . ro design Art Déco. L’altro azionista, il Diego Della Valle & c ( ne è socio è anche Basterà per ridare slancio al caffè in un secondo per quote, che ha creduto nelle il fratello Andrea). Il confronto con il mercato molto battagliato? Ci vorrà ancora lavoro ma molto ne è già stato fatto, con l’apertura di 90 boutique che diCarosello venteranno 200 nei prossimi due anni. In vetrina ci sono soprattutto le macBialetti negli anni 50 chine con le cialde, circa 180 milioni fin scommise sul qui vendute, tutte prodotte a Brescia. Le marketing creando storiche Moka si fabbricano in Romania grazie al disegnatore Paul Campani il celebre ma sono tutte assemblate e finite a Omegna, culla imprenditoriale dei Bia«omino con i baffi» letti. che dal 1958 divenne Il gruppo dell’omino coi baffi prepara l’accordo con le banche Manager Francesco Ranzoni, 53 anni, è il presidente del consiglio di amministrazione e Ceo di Bialetti Industrie. Ricopre anche la carica di amministratore unico di Bialetti Deutschland e amministratore di Bialetti holding sr,l, azionista di controllo della società Il socio Della Valle In Bialetti Industrie ha una quota del 10% anche la Sapa riconducibile a Diego Della Valle, patron di Tod’s. Il restante 26% è sul mercato L’andamento in Borsa La pubblicità Un rally durato dodici mesi, con scambi giornalieri frenetici fino a sei milioni di titoli contro una media del passato raramente superiore a due. L’azione della Moka Bialetti in un anno ha macinato una crescita del 209% e da gennaio del 38%, che ha spinto la capitalizzazione a 46 milioni. Ieri la frenata: il caffè si è raffreddato sul listino per la prima volta da mesi, lasciando sul terreno l’1,7%%. Chi muove i titoli della Bialetti industrie di Coccaglio (in provincia di Brescia), marchio storico del dopopranzo italiano, che in Piazza Affari ha un flottante limitato, pari al 25%? Se lo è chiesto anche la Consob, che ha più volte sollecitato spiegazioni degli acquisti a raffica. Finora nessuno è venuto allo scoperto e, da ieri, chi ha comprato forse ha iniziato a vendere e prendere qualche beneficio a Piazza Affari. Ben chiaro inizia invece a essere il percorso di risanamento dell’azienda che include marchi di pregio come Rondine, Aeternum (pentole) e Girmi (piccoli elettrodomestici), finita in ristrutturazione con un accordo con le banche esposte per un centinaio di milioni nel quadro del piano di ristrutturazione ex articolo 67. Ci sarà un aumento di capitale di 25 milioni, già deliberato a fine giugno dall’assemblea dei soci e che sarà eseguito all’inizio del prossimo anno. Farà la sua parte sottoscrivendo il pro quota più altri nove milioni di azioni Francesco Ranzoni (ha il 64%). Ossia, l’erede della famiglia di proprietari del produttore di pentole Rondine che negli anni Ottanta rilevò la Faema che a sua volta aveva appena ac- protagonista negli spot di Carosello Daniela Polizzi Fiat. Tre: dato che è Fiat, a non poter superare i 500 milioni di spesa, proprio quei soci (Exor, per esempio) potrebbero assorbire un’eventuale eccedenza minima. L’operazione non subirebbe così ritardi, ma i «recedenti» potrebbero davvero dover aspettare fino a sei mesi prima di essere liquidati. Scenario ancor più rallentato se il tetto saltasse: verrebbe convocata un’altra assemblea straordinaria per far ripartire l’iter. Naturalmente, con un nuovo valore per il recesso. Più basso, con buona probabilità: i crolli delle ultime settimane hanno già abbattuto i 7,727 dell’attuale media di riferimento. Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA Il gruppo Zaleski Tassara, cessioni per 772 milioni La Carlo Tassara ha incassato nel primo semestre del 2014 circa 772 milioni di euro tra i proventi della cessione di partecipazioni in società quotate e l’incasso di dividendi. In particolare la vendita delle azioni detenute in Intesa Sanpaolo ha fruttato alla finanziaria 589 milioni, di cui 580 derivanti da titoli a garanzia. Il quadro emerge dalla relazione finanziaria semestrale di Unicredit, che è tra le banche creditrici della Tassara. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cabiati al vertice Banca Etruria diventa spa Banca Etruria si trasformerà in spa. Il consiglio di amministrazione ha deciso all’unanimità la nomina di Daniele Cabiati quale nuovo direttore generale della banca con effetto immediato e ha dato mandato al presidente Lorenzo Rosi di definire modalità e adempimenti che possano condurre nei prossimi mesi alla trasformazione della Banca in società per azioni. Tra gli incarichi di Rosi c’è anche quello di accelerare sulla ricerca di un partner con l’aiuto di Mediobanca. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Ecommerce Gucci, Yves Saint-Laurent e altri hanno citato in giudizio il portale per la vendita di prodotti non autorizzati nei circuiti come Taobao e Tmall L’ultimatum delle griffe alla cinese Alibaba: ora guerra ai falsi Il fondatore Jack Ma impegnato a ripulire il sito dalle contraffazioni in vista dello sbarco a Wall Street DAL NOSTRO INVIATO PECHINO — La scorsa primavera, in un’intervista al «Corriere della Sera», Jack Ma aveva affermato con chiarezza la sua intenzione di «convincere i grandi marchi, non solo italiani, ad aprire negozi virtuali sui nostri portali del commercio». L’imperatore cinese del web è stato di parola. Con una mossa che ha sorpreso per spregiudicatezza (e i cui effetti reali dovranno essere verificati nei prossimi mesi), Alibaba - gigante delle vendite online - ha promesso di eliminare tutti i prodotti non autorizzati di ciascuna firma che aprirà una rivendita su siti come Tmall o Taobao. Insomma, in poche parole, guerra ai falsi in cambio della presenza degli originali. Come riferisce il «Wall Street Journal», a sconsigliare i nomi del lusso mondiale dal «frequentare» il sistema di e-commerce cinese è stata finora la giungla distributiva orientale che consente a chiunque di mettere in vendita, con forti sconti e senza l’autorizzazione della casa madre, prodotti acquistati all’ingrosso all’estero. Per non parlare delle contraffazioni, a volte indistinguibili dagli originali, che intasano le autostrada informatiche (e anche quelle reali) del Celeste Impero. D’altro canto, avere un piede nel sistema di vendita che occupa l’80% del mercato cinese (il cui valore nel 2013 era di 300 miliardi di dollari) è spesso un’opzione difficile da scartare. Così, il marchio britannico Burberry, sempre secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, lo scorso aprile ha finalmente deciso di accettare l’invito e aprire un negozio su Tmall, il portale del lusso. Nel giro di pochissimo, tutti i negozi (non meno di cinquanta) che avevano in offerta i prodotti con marchio riconducibile a Burberry hanno dovuto ritirarli. La pulizia, insomma, è stata immediata. In più, Alibaba ha promesso di eliminare anche i falsi immessi nel circuito di Taobao, il bazar dove si può trovare di tutto (800 milioni di prodotti). Le tappe I negozi virtuali In un’intervista al Corriere la volontà di Ma di convincere i grandi marchi ad aprire negozi virtuali su Alibaba La giungla distributiva Il portale di commercio elettronico finora ha consentito a chiunque la vendita di prodotti Lotta alle imitazioni Il profilo Jack Ma, 50 anni, è il presidente e il fondatore del colosso Alibaba Ora il fondatore dichiara guerra a tutti i prodotti non autorizzati presenti sul portale L’offerta di Alibaba di combattere il mercato dei falsi d’autore è chiaramente un incentivo potente per i nomi internazionali del lusso. D’altro canto, è anche vero che, nella prospettiva di una prossima quotazione alla Borsa di New York, per Alibaba avere a bordo i marchi più celebri del mondo non può che trasformarsi in un biglietto da visita di qualità, capace di invogliare gli investitori a guardare con interesse l’offerta azionaria. Ma non tutti si sono mostrati sensibili alle sirene di Jack Ma. Nomi come Gucci, Armani, Ralph Lauren, per esempio, non hanno gradito l’invito. Da loro nessun commento. Però, è un fatto che i negozi su Tmall che offrono prodotti con quei marchi, invece di diminuire, sono aumentati. Un portavoce di Armani ha dichiarato al Wsj, che l’azienda «è impegnata in varie iniziative in tutto il mondo per proteggere l’integrità del proprio marchio». A luglio, Gucci, Yves Saint Laurent e altri hanno citato in giudizio Alibaba perché, a loro dire, la com- pagnia cinese «permette consapevolmente a un esercito di contraffattori la vendita di falsi». In passato, tuttavia, Alibaba ha firmato accordi con diverse compagnie per tenere sotto controllo il fenomeno. Nei recenti mesi, come abbiamo visto, gli sforzi di attirare le firme mondiali si sono moltiplicati, e parallelamente sono diminuiti i prodotti non autorizzati. La verità è che il commercio mondiale, grazie a Internet, sta abbattendo ogni possibile barriera capace di frenare l’accesso ai diversi mercati. Alibaba è la principale porta d’ingresso per raggiungere una platea di 300 milioni di utenti registrati che, in tempi di magra in Occidente, rappresentano una boccata sicura di ossigeno: nel 2012, le transazioni di Tmall e Taobao hanno raggiunto i 160 miliardi di dollari, più di Amazon e eBay messi insieme. Difficile dire di no alla sirena Jack Ma. Paolo Salom @PaoloSalom © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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In data 6 dicembre 2012 - 7 dicembre 2012 è stata emessa dal Tribunale di Parma Sez 1 Civile, riunito in Camera di Consiglio, sentenza n.14/2011, dichiarante l'assenza di Valter Camorali, nato il 17/4/1925 a San Secondo Parmense (Pr) e residente a Calestano (Pr), Via Cavour 1. SARDEGNA Golfo Aranci, Baia Caddinas, sul mare in residence con piscina, villetta bilocale vista mare euro 160.000. Classe G. 0789.66.575. euroinvest-immobiliare.com A Cesenatico Hotel Calypso tre stelle... Piscina. Tel. 0547.86.050. Last minute agosto: dal 23-30 euro 450,00. Settembre dal 30 agosto 1 settimana 350,00. All inclusive. www.hotel-calypso.it ABRUZZO Mare Villarosa Hotel Corallo 3 stelle - Tel. 0861.71.41.26 Fronte mare, climatizzato, piscina, parcheggio. Spiaggia privata con ombrellone, sdraio gratuito. Colazione buffet. Scelta menù. 4 pagano 3 - www.hotelcoralloabruzzo.it CATTOLICA Hotel Columbia tre stelle superiore. Piscina. Tel. 0541.96.14.93. 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C Azimut Reddito Euro Azimut Reddito Usa Azimut Scudo Azimut Solidity Azimut Strategic Trend Azimut Trend America Azimut Trend Europa Azimut Trend Italia Azimut Trend Pacifico Azimut Trend Tassi Azimut Trend 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 31/07 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 25,861 6,789 6,837 6,948 6,725 12,895 11,101 11,121 12,236 12,251 11,193 11,989 12,002 10,367 10,367 17,575 6,168 8,854 8,976 6,373 12,799 12,917 16,466 7,240 10,226 29,055 25,982 6,854 6,847 6,957 6,736 12,896 11,233 11,251 12,283 12,295 11,164 12,020 12,031 10,352 10,352 17,590 6,163 8,861 8,986 6,375 12,854 13,058 16,838 7,203 10,235 29,088 AZ F. Active Selection ACC AZ F. Active Selection DIS AZ F. Active Strategy AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. Equity AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asia Absolute AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Asset Timing AZ F. Best Bond 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 5,177 5,177 5,032 5,469 4,935 3,724 3,240 4,919 5,571 5,432 5,030 5,380 5,217 5,217 5,044 5,471 4,943 3,724 3,258 4,936 5,573 5,436 5,030 5,383 Nome Data Valuta AZ F. Best Cedola ACC AZ F. Best Cedola DIS AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS AZ F. Bond Target 2016 ACC AZ F. Bond Target 2016 DIS AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS AZ F. Cash 12 Mesi AZ F. Cash Overnight AZ F. Carry Strategy ACC AZ F. Carry Strategy DIS AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 31/07 31/07 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 31/07 31/07 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 5,670 5,077 5,043 6,008 5,462 5,413 5,109 5,135 5,051 5,650 5,178 5,877 5,486 5,367 5,269 4,967 4,967 5,303 5,266 6,083 6,492 6,292 5,612 4,186 6,532 5,543 5,541 5,635 5,300 5,643 4,942 6,184 3,131 5,175 5,077 5,076 3,197 5,102 5,096 5,597 5,523 4,757 6,069 5,522 4,904 4,457 4,164 5,140 5,001 5,309 5,147 6,337 5,811 4,693 4,361 5,548 5,510 3,165 3,166 4,933 4,751 6,082 4,872 4,283 6,777 6,227 5,298 5,164 5,249 4,940 5,316 6,309 5,073 4,945 6,101 5,655 5,904 5,079 5,079 6,381 5,562 5,677 5,084 5,039 6,009 5,463 5,425 5,120 5,145 5,062 5,653 5,180 5,879 5,488 5,367 5,269 4,975 4,975 5,298 5,262 6,083 6,498 6,294 5,606 4,200 6,537 5,546 5,543 5,638 5,303 5,670 4,965 6,204 3,163 5,168 5,101 5,099 3,236 5,146 5,140 5,592 5,532 4,766 6,077 5,530 4,914 4,454 4,160 5,141 5,003 5,315 5,153 6,344 5,817 4,689 4,358 5,550 5,511 3,246 3,246 4,944 4,761 6,092 4,878 4,271 6,795 6,243 5,298 5,162 5,259 4,961 5,317 6,310 5,073 4,945 6,107 5,659 5,906 5,081 5,081 6,388 5,558 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1308,813 1239,999 1197,718 117,209 116,923 77,467 80,650 103,075 1080,160 1153,608 1023,450 1311,438 1240,476 1198,189 117,521 117,231 77,389 80,559 103,865 1081,148 1156,994 1024,257 Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C 07/08 EUR 08/08 EUR 07/08 EUR 58,690 106,930 933,410 59,260 107,560 933,350 Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A 08/08 08/08 08/08 31/07 07/08 06/08 114,990 8448,930 170,420 5924,430 107,550 10253,010 115,260 8667,510 167,980 6035,850 107,380 10271,980 Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum DB Platinum IV Fondi Unit Linked 07/08 07/08 07/08 06/08 06/08 06/08 06/08 06/08 06/08 06/08 06/08 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 06/08 06/08 06/08 06/08 06/08 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 01/08 30/06 30/06 30/06 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR 10,566 5,554 5,125 6,407 7,109 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 08/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 08/08 EUR Dividendo Arancio 08/08 EUR Convertibile Arancio 08/08 EUR Cedola Arancio 06/08 EUR Borsa Protetta Agosto 06/08 EUR Borsa Protetta Febbraio 06/08 EUR Borsa Protetta Maggio 06/08 EUR Borsa Protetta Novembre 08/08 EUR Inflazione Più Arancio 08/08 EUR Mattone Arancio 08/08 EUR Profilo Dinamico Arancio 08/08 EUR Profilo Equilibrato Arancio 08/08 EUR Profilo Moderato Arancio 08/08 EUR Top Italia Arancio 49,680 61,120 58,820 62,630 60,730 62,500 61,090 57,120 44,510 64,410 62,580 59,110 45,190 49,790 61,290 58,850 62,310 61,180 63,430 61,360 57,130 44,760 64,770 62,790 59,180 45,050 EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 16,867 12,753 10,983 5,760 5,792 60,130 15,140 11,417 41,890 10,445 12,978 11,817 48,500 31,770 3118,000 17,070 15,400 11,490 18,750 13,540 14,110 13,410 10,816 9,798 13,930 11,718 10,489 32,100 30,690 16,873 12,757 10,980 5,762 5,789 59,430 14,970 11,413 41,420 10,439 12,996 11,834 48,050 31,440 3061,000 16,870 15,220 11,340 18,710 13,510 13,890 13,210 10,810 9,792 13,780 11,721 10,492 31,790 30,390 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 30/06 EUR 881868,830 30/06 EUR 576066,607 30/06 EUR 594784,667 30/06 EUR 541259,625 08/08 EUR 6,817 08/08 EUR 10,131 KAIROS INTERNATIONAL SICAV EUR 16714,943 16535,470 4820,392 4959,673 EUR EUR 771435,023 762273,652 EUR 771435,023 762273,652 EUR 621201,142 622586,663 EUR 60323,743 61951,842 KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 07/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 07/08 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 272,230 191,450 192,810 172,900 123,530 127,850 126,390 131,310 133,530 174,870 121,730 124,060 129,910 128,060 116,300 118,560 119,200 103,070 103,840 107,430 126,640 127,200 134,470 137,340 152,260 111,840 114,750 115,710 121,960 124,090 124,230 94,740 99,420 100,310 875792,556 572375,300 590472,785 537936,773 6,817 10,145 273,880 192,610 193,970 172,910 123,550 127,870 126,300 131,220 133,440 174,900 121,760 124,090 130,760 128,900 117,540 119,820 120,470 103,140 103,850 107,430 128,490 128,680 135,850 138,750 152,680 112,140 115,060 116,020 122,000 124,130 124,260 95,180 99,880 100,310 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 07/08 USD 1509,526 1509,959 Active Dollar Bond A 07/08 EUR 1644,739 1645,260 Active Emerging Credit A 07/08 EUR 1581,746 1582,265 Active Emerging Credit B 07/08 EUR 1445,764 1446,726 Active European Credit A 07/08 EUR 1383,403 1384,341 Active European Credit B 07/08 EUR 1384,106 1386,864 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 11/08 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD 25,630 16,720 14,840 14,460 14,770 10,343 15,280 15,063 9,477 12,533 25,520 16,640 14,690 14,330 14,570 10,334 15,280 14,968 9,418 12,510 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. www.piccoliannunci.rcs.it AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 Saldi Shop CASA C Data Valuta COPPIA srilankese offresi come custodi, domestici in villa, portineria, patente, esperienza. 329.33.17.621 COPPIA umbra referenze ventennali, disponibilità trasferirsi, ottime capacità lavorative. Volontà e serietà. Telefonare 0546.56.02.03 339.26.02.083 L’appuntamento quotidiano 7 GIORNI SU 7 ENZA” Annun ci “IN EV ID ONTABILE laureato, pluriennale esperienza, offresi per amministrazione, contabilità generale, clienti fornitori, banche, Iva, bilancio. Tel. 349.59.01.004 02.39.21.05.43 Nome AUTISTA referenziatissimo, italiano, oltre un milione km senza incidenti, mattina/sera. 335.42.59.48 02.39.66.11.19 negozio. CERCA lavoro ragazza srilankese 27enne, permesso di soggiorno, esperienza domestica. 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Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 08/08 EUR 100,960 101,190 08/08 EUR 102,850 102,920 08/08 EUR 149,020 147,560 08/08 EUR 1521,050 1506,080 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 07/08 EUR 191,080 191,110 NM Augustum Corp Bd A 07/08 EUR 146,660 146,680 NM Augustum High Qual Bd A 07/08 EUR 135,510 135,800 NM Balanced World Cons A 07/08 EUR 138,980 139,010 NM Euro Bonds Short Term A 07/08 EUR 45,910 46,430 NM Euro Equities A 07/08 EUR 72,150 72,620 NM Global Equities EUR hdg A 105,810 105,880 NM Inflation Linked Bond Europe A 07/08 EUR 07/08 EUR 111,760 111,800 NM Italian Diversified Bond A 07/08 EUR 114,310 114,350 NM Italian Diversified Bond I 07/08 EUR 136,840 136,800 NM Large Europe Corp A 07/08 EUR 104,480 104,880 NM Market Timing A 07/08 EUR 105,510 105,910 NM Market Timing I 07/08 EUR 61,470 61,790 NM Q7 Active Eq. Int. A 01/08 EUR 105,650 105,790 NM Q7 Globalflex A 01/08 EUR 121,260 121,880 NM Total Return Flexible A 07/08 EUR 101,210 101,480 NM VolActive A 07/08 EUR 101,830 102,100 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 08/08 EUR 08/08 EUR 08/08 EUR 104,900 111,580 148,550 105,160 111,610 148,600 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 08/08 EUR 6,887 Nextam Bilanciato 08/08 EUR 7,520 Nextam Obblig. Misto 08/08 EUR 6,099 BInver International A 08/08 EUR 5,501 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 08/08 EUR 5,755 CITIC Securities China Fd A 08/08 EUR 5,331 Fidela A 08/08 EUR 5,745 Income A 08/08 EUR 7,100 International Equity A 08/08 EUR 6,279 Italian Selection A 08/08 EUR 5,339 Liquidity A 08/08 EUR 4,920 Multimanager American Eq.A 08/08 EUR 4,696 Multimanager Asia Pacific Eq.A 08/08 EUR 4,418 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 08/08 EUR 4,385 Multimanager European Eq.A 08/08 EUR 5,237 Strategic A 08/08 EUR 6,037 Usa Value Fund A 08/08 EUR 5,503 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 08/08 EUR 112,920 PS - Absolute Return A 08/08 EUR 119,210 PS - Absolute Return B 08/08 EUR 107,570 PS - Algo Flex A 08/08 EUR 102,840 PS - Algo Flex B 08/08 EUR 85,960 PS - BeFlexible A 08/08 USD 84,550 PS - BeFlexible C 05/08 EUR 102,150 PS - Best Global Managers A 05/08 EUR 106,120 PS - Best Global Managers B 08/08 EUR 108,600 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 08/08 EUR 163,180 PS - Bond Opportunities A 08/08 EUR 121,770 PS - Bond Opportunities B 08/08 USD 101,770 PS - Bond Opportunities C 05/08 EUR 122,550 PS - EOS A 6,910 7,520 6,129 5,517 5,723 5,360 5,753 7,108 6,307 5,339 4,934 4,741 4,456 4,420 5,260 6,022 5,523 113,070 119,360 108,020 103,260 86,010 84,600 102,800 106,780 108,820 163,250 121,820 101,810 125,550 Nome Data Valuta PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 05/08 05/08 03/06 05/08 05/08 05/08 05/08 08/08 08/08 08/08 05/08 05/08 05/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 100,060 99,170 97,840 98,310 111,210 113,600 125,000 100,350 97,260 102,870 98,860 103,710 107,170 108,240 108,350 104,430 107,210 102,070 95,870 111,310 104,560 106,830 102,370 100,020 99,220 99,020 99,500 111,790 114,200 125,010 100,350 97,310 102,920 98,560 104,580 106,870 108,970 109,070 105,130 108,250 102,160 95,960 111,310 105,430 107,720 103,200 www.pegasocapitalsicav.com 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 08/08 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 106,810 106,970 105,280 105,380 101,480 99,270 106,840 106,990 105,300 105,430 101,610 99,400 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 08/08 EUR Asian Equity B 08/08 USD Asian Equity B 08/08 USD Emerg Mkts Equity 08/08 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 08/08 EUR European Equity 08/08 USD European Equity B 08/08 EUR Greater China Equity B 08/08 USD Greater China Equity B 08/08 USD Growth Opportunities 08/08 EUR Growth Opportunities Hdg 08/08 JPY Japanese Equity 08/08 USD Japanese Equity B 08/08 EUR Japanese Equity Hdg 08/08 CHF Swiss Equity 08/08 EUR Swiss Equity Hdg 08/08 USD US Equity 08/08 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 96,780 135,800 450,470 440,240 267,350 330,200 113,240 161,170 75,210 82,400 129,320 128,280 168,160 128,760 97,820 171,880 189,310 97,890 137,380 453,000 442,630 268,710 331,860 113,880 162,090 74,770 81,900 132,620 131,570 172,440 129,510 98,380 170,570 187,860 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 08/08 EUR 5,788 5,794 08/08 EUR 5,214 5,208 08/08 EUR 5,739 5,745 01/08 EUR 784168,257 810715,769 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13353BB Economia/Mercati Finanziari 29 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari ATLANTIA CORRE CON ETIHAD YOOX GUIDA I RIALZI DEL LUSSO di GIACOMO FERRARI Sposito, Borghesi e Passera junior per la Chili Tv di Parisi Il taglio delle stime sul Pil italiano da parte di Moody’s non ha frenato la ripresa di Piazza Affari, che si è allineata al rimbalzo delle altre Borse europee, rassicurate dai segnali di ottimismo provenienti dal fronte geopolitico internazionale. L’indice Ftse-Mib ha chiuso infatti la prima seduta della settimana in rialzo dell’1,39%, trainato dalle performance di alcuni titoli bancari, a cominciare dal Banco Popolare (+8,24%) che ha annunciato il ritorno all’utile nel secondo semestre dell’anno. Significativo il balzo della Popolare Milano (+3,36%), anche in questo caso grazie ai conti di metà anno e alla prospettiva del ritorno del dividendo. Non tutti, però, nel comparto del credito, hanno festeggiato. Monte Paschi, per esempio, è arretrata ulteriormente (-1,81%) dopo lo scivolone di venerdì scorso. Giù inoltre Ubi Banca (0,97%) e Mediobanca (-0,91%). Tornando ai segni positivi, fra le blue-chips hanno brillato invece soprattutto Yoox (+4,29%) e Atlantia (+3,57%), spinta dalla firma dell’accordo tra Alitalia ed Etihad, mentre nel segmento Star Panariagroup (+8,93%) e Biesse (+8,70%) guidano la lista dei maggiori rialzi. (c.tur.) Una cordata di amici e business angel. Una ventina, con ticket da 100 mila a 500 mila euro, pronti a scommettere su Chili Tv, la piattaforma di distribuzione via web di film e contenuti (già a quota 250 mila utenti) che due anni fa si è staccata da Fastweb con uno spinoff guidato da Stefano Parisi. Al progetto dell’ex direttore generale di Confindustria hanno aderito Antonio Belloni, numero due del gruppo Lvmh, e Arnaldo Borghesi, ex banchiere di Lazard e Mittel. Nel gruppo figurano poi Claudio Sposito (Clessidra), Eugenio Barenga (Alix partners) e Bianca Passera, figlia dell’ex ministro dello Sviluppo economico. Così come gli imprenditori Lauro Buoro (Nice) e Giuseppe Ambrosi (Assolatte). Nutrita la pattuglia dei banker: da Alessandro Massarelli (Natixis) a Ferruccio Ferrara, già a Londra per Bofa e Deutsche bank. Tutti consorziati da Giuseppe Turri, senior advisor di Clessidra, che nella società di Parisi inietteranno circa 5 milioni per consolidarla nel mercato dei film in streaming dove l’altro competitor è Cubovision di Telecom Italia, ma che prima o poi vedrà l’arrivo di Apple Tv , Google Tv e di Netflix, la piattaforma video on demand di maggior successo negli Usa. Con l’ingresso della cordata si diluiranno i manager di Parisi (ora al 70%) e il fondo Antares di Stefano Romiti (30%). La Chili tv ha una vasta library frutto degli accordi con Universal, Disney, Medusa, Warner, Eagle pictures e Fox. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Borsa Italiana Nome Titolo Tel. Gli svizzeri di Capvis comprano la Scende il prezzo per la villa di Fiorani (m. ger.) E’ sempre lì, affacciata sulla punta di Cap MarFaster (d.pol.) Si profila una staffetta tra fondi per la Faster di Rivolta d’Adda, nel Cremonese. La firma del contratto porterà infatti l’azienda lombarda sotto le insegne del fondo svizzero Capvis, 700 milioni di dotazione, già presente in Italia con i costumi Arena, qui assistito dall’advisor Fineurop. Faster è un nome poco noto nel made in Italy perché non vende moda o alimentare bensì innesti rapidi, ossia componenti per circuiti oleodinamici per apparecchiature agricole e movimento terra. Ai concorrenti, però, la Faster è ben conosciuta perché in poco tempo si è accaparrata clienti come John Deere, Bob Cat e Caterpillar negli Usa, Kubota tractor in Giappone e Cnh, aziende che da sole valgono il 95% dei poco meno di 100 milioni di ricavi attesi quest’anno. A vendere è il fondo Argan capital, guidato in Italia dal partner Carlo Mammola, che l’ha rilevata sette anni fa dai fondatori e ne ha fatto una multinazionale tascabile, con un nuovo stabilimento in India. Per Capvis l’operazione rappresenta la conquista di un presidio su un’azienda hi tech. Mentre Argan capital, assistita dall’advisor Baird e dai legali di Gogp, sembra aver fatto un buon affare visto che sul mercato si parla di una transazione sulla base di un valore d’impresa (debiti inclusi) tra nove e dieci volte i 23 milioni di ebitda attesi quest’anno. Capvis comprerà il 100% Faster nel quale reinvestirà l’attuale Ceo Roberto Zecchi. tin, malinconicamente abbandonata e perennemente in vendita. Simbolo di un’epoca di eccessi: la grandeur delle scalate bancarie 2005. Un banchiere, Gianpiero Fiorani, a foraggiare i «furbetti». E la sua mega-villa in Costa Azzurra, tra Mentone e Montecarlo, intestata a una società, Liberty, controllata da prestanome. Le inchieste hanno spazzato via la villa faraonica (3 piani da 250 mq ciascuno, 6.300 mq di terreno) che Fiorani stava ristrutturando senza badare a spese (200 mila euro solo per l’ascensore). Ora è nel portafoglio del Banco Popolare, acquisita, insieme ad altre proprietà nel 2010 quando la ex Popolare Lodi chiuse un accordo transattivo con il suo ex amministratore delegato. L’anno scorso il Banco ha venduto una cascina nel lodigiano che apparteneva a Fiorani. Ma per Villa Stella Maris nessuna offerta soddisfacente e le perdite hanno raggiunto il mezzo milione. E’ dal 2008 che si tenta di vendere. I rischi legali su una quota di minoranza della proprietà hanno messo paura ai potenziali compratori. Poi qualcuno si è fatto avanti ma il prezzo richiesto (15 milioni) ha frenato le trattative. Sono arrivate offerte intorno ai 12 milioni e a questa cifra il Banco, «considerata la difficile situazione del mercato immobiliare» potrebbe valutare offerte. Dodici milioni ma poi c’è da ristrutturare perché Stella Maris, mai abitata da Fiorani, è un cantiere. Sempre lì, sulla punta di Cap Martin, in attesa di qualche riccone. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) A A.S. Roma .....................(ASR) 0,790 +13,67 +16,03 0,469 0,851 297,2 CNH Industrial......................(CNHI) 6,335 +0,96 -22,65 6,240 8,800 8538,6 -2,53 +57,24 0,380 0,860 26,4 Piaggio ...................................(PIA) 2,200 +2,80 -8,56 2,110 2,978 795,7 A2A .......................................(A2A) 0,768 +0,79 0,737 1,029 2397,9 Cobra * .................................(COB) 1,488 —+164,06 0,560 1,488 144,4 IGD *......................................(IGD) 1,053 +0,29 +22,44 0,860 1,455 382,7 Pierrel ...................................(PRL) 0,688 +2,00 +32,98 0,504 0,813 32,7 Acea......................................(ACE) 9,665 +3,48 +16,59 7,995 11,200 2031,4 Cofide ...................................(COF) 0,490 +1,45 -11,47 0,462 0,571 351,5 Il Sole 24 Ore ........................(S24) 0,690 +2,07 +13,21 0,603 1,340 29,7 Pierrel 12w.....................(WPRL12) -0,84 -28,89 14,200 23,160 59,7 Cogeme Set ..........................(COG) — — — — — Ima * .....................................(IMA) 29,250 +5,63 +2,63 26,150 39,220 1062,4 -2,02 -49,05 Acotel Group * ......................(ACO) 14,200 -8,19 Acque Potabili .......................(ACP) 1,138 -1,90 +50,53 0,749 1,439 40,5 Conafi Prestito' .....................(CNP) 0,311 Acsm-Agam ..........................(ACS) 1,054 -0,94 +0,38 1,050 1,375 80,4 Cred. Artigiano ......................(CRA) — AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) 11,160 -3,79 +15,89 9,595 13,680 — — 0,311 0,648 14,3 — — — — I I Grandi Viaggi .................(IGV) Immsi ....................................(IMS) 0,598 0,584 -3,87 +25,97 Indesit....................................(IND) 10,800 +0,19 +8,71 0,790 199,9 9,390 11,260 0,463 1233,0 — — — — — — Pininfarina ............................(PINF) 3,194 +4,38 -1,24 3,060 5,330 95,9 Piquadro .................................(PQ) 1,763 -2,06 1,763 2,358 88,3 Pirelli & C. ...............................(PC) 11,170 +1,92 -10,43 10,910 12,930 5290,1 -0,96 101,3 Cred. Emiliano .........................(CE) 6,100 +1,67 +5,45 5,660 7,780 2058,8 Industria e Inn. ........................(IIN) 0,471 +4,43 -29,17 0,451 1,020 10,7 Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 10,120 +0,40 +5,97 8,800 10,930 Aedes * ...................................(AE) 0,026 +4,90 -35,75 0,024 0,057 27,9 Cred. Valtellinese .................(CVAL) 0,770 +9,45 -17,15 0,704 1,209 836,3 Intek Group ............................(IKG) 0,383 +0,79 +19,02 0,315 0,485 134,1 Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 6,440 +5,57 +6,01 5,900 8,375 Aedes 14w *.....................(WAE14) 0,000 — -92,86 0,000 0,002 — Crespi ...................................(CRE) — — — — Intek Group rnc ....................(IKGR) 0,620 0,408 0,664 31,1 Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,265 +1,11 -10,23 0,262 0,453 32,9 Aeffe *...................................(AEF) 1,271 +2,50 +58,87 0,701 1,480 137,8 Csp .......................................(CSP) 1,526 +1,73 +16,49 1,310 2,048 51,1 Interpump * ..............................(IP) 10,040 +1,88 +14,48 8,720 11,230 1084,6 Prelios...................................(PRS) 0,415 +1,84 -27,57 0,400 0,764 212,1 0,312 +4,07 +8,67 0,284 — -0,40 +50,33 53,4 Aiòn Renewables....................(AIN) — — — — — D D'Amico * .......................(DIS) 0,436 -0,43 -32,17 0,429 0,734 185,9 Intesa Sanpaolo......................(ISP) 2,150 +1,03 +20,58 1,783 2,612 33279,3 Premuda .................................(PR) Alerion ..................................(ARN) 2,940 -1,34 -11,98 2,940 3,958 128,9 D'Amico 16 warr *...........(WDIS16) 0,080 — -22,80 0,079 0,128 — Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) 1,910 +0,79 +31,09 1,457 2,236 Prima Industrie * ....................(PRI) 11,000 +6,69 +17,58 Ambienthesis.........................(ATH) 0,506 +1,20 +2,02 0,470 0,685 45,5 Dada * ....................................(DA) 3,040 +0,07 -11,63 3,038 4,200 50,7 Invest e Sviluppo ....................(IES) 0,478 -0,37 -28,84 0,478 0,830 3,0 Amplifon...............................(AMP) 4,466 +1,87 +9,73 3,996 4,890 996,2 Damiani *.............................(DMN) 1,252 1,230 1,800 104,3 Irce *......................................(IRC) 2,030 +3,57 +20,83 1,675 2,340 56,0 R R. De Medici * ..................(RM) 0,281 +4,07 +4,66 0,264 0,365 Anima Holding .............................() 4,100 — 3,700 4,598 1243,6 Danieli ..................................(DAN) 20,300 +1,05 -18,38 20,090 26,830 831,1 Iren ........................................(IRE) 0,976 +1,83 -11,16 0,938 1,340 1151,7 Ratti ......................................(RAT) 2,394 -0,25 +9,12 2,194 2,608 65,5 Ansaldo Sts *.........................(STS) 7,280 +1,82 +4,31 6,525 7,668 1445,8 Danieli rnc ..........................(DANR) 15,100 +1,14 -6,09 14,900 18,070 610,6 Isagro * ..................................(ISG) 1,684 +4,08 -2,00 1,618 2,400 40,7 RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,155 +1,85 -10,47 1,096 1,806 605,1 — — — — Datalogic * ............................(DAL) -2,47 7,700 10,000 469,0 Isagro Azioni Sviluppo * ...............() 1,363 +0,22 — 1,256 1,860 19,4 Recordati *............................(REC) 11,500 +0,88 +11,33 10,330 13,330 2411,1 Ascopiave *...........................(ASC) 1,790 +3,11 +0,51 1,708 2,326 411,8 De'Longhi .............................(DLG) 15,510 +2,38 +30,23 11,860 17,000 2312,4 IT WAY * ................................(ITW) 1,690 +1,20 +13,50 1,489 2,110 13,3 Reply * ..................................(REY) 56,950 +1,70 Astaldi * ................................(AST) 6,620 +2,64 -13,63 6,450 8,380 654,9 Dea Capital *.........................(DEA) 1,384 5,240 +3,66 5,050 Atlantia ..................................(ATL) 18,000 +3,57 +8,96 16,310 21,310 14853,0 Delclima................................(DLC) 1,250 +0,64 Arena ....................................(ARE) Autogrill ................................(AGL) — — 123,7 -1,01 — — 5,845 +1,83 Autostrada To-Mi .....................(AT) 10,360 +1,77 -4,49 5,740 8,095 +2,08 -0,29 +11,16 Italcementi................................(IT) 8,514 1819,0 Retelit.....................................(LIT) 0,485 -5,77 -12,41 0,485 0,775 78,9 Italmobiliare...........................(ITM) 27,600 +5,95 +9,96 24,550 34,980 598,6 Risanamento...........................(RN) 0,153 -3,54 -28,02 0,153 0,238 276,7 Diasorin *...............................(DIA) 29,100 +0,38 -16,88 28,680 35,690 1629,0 1,336 -1,04 +0,53 1,278 2,180 3,802 Dmail Group * ......................(DMA) 2,746 +3,08 -30,66 2,572 5,835 +2,19 -10,09 5,710 -4,72 Italmobiliare rnc...................(ITMR) 17,100 +3,64 +16,49 14,460 22,900 276,4 Rosss....................................(ROS) 1,659 15,5 38,4 IVS Group ...............................(IVS) 346,7 S Sabaf S.p.a. *..................(SAB) 11,390 -1,39 -11,22 11,390 15,500 131,0 4,690 4,2 IVS Group 16 warr ...............(WIVS) 102,8 DMT *.....................................(EIT) 39,100 +0,26 +14,70 33,450 44,000 1110,7 97,7 J Juventus FC..................(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) 8,640 64,4 E Edison r........................(EDNR) Banca Generali .....................(BGN) 20,160 +1,72 -11,42 19,200 25,110 2325,9 EEMS..................................(EEMS) Banca Ifis *...............................(IF) 13,700 +2,85 +7,37 11,570 16,350 730,0 0,888 — -9,11 0,875 1,053 0,202 +1,00 -34,24 0,160 8,900 7,230 9,360 0,500 +26,58 +72,47 0,200 0,500 — Saes *.....................................(SG) 7,025 +0,36 +0,36 6,880 8,850 0,220 +1,95 -1,87 0,215 0,254 218,1 Saes rnc *.............................(SGR) 5,965 +0,42 -11,37 5,940 7,805 43,7 -0,76 -37,82 1,070 1,910 38,5 Safilo Group...........................(SFL) 14,580 +3,40 -18,00 14,100 19,030 902,3 Saipem.................................(SPM) 17,320 +2,97 +12,18 15,430 20,850 7570,2 1,177 — +22,76 0,534 8,7 Kinexia..................................(KNX) 1,700 +3,22 -21,37 1,647 2,528 34,4 El.En. * ..................................(ELN) 21,400 +2,69 +34,34 15,710 25,150 101,9 L La Doria * .........................(LD) 5,200 +4,42 +32,52 3,896 6,790 158,4 Saipem risp........................(SPMR) Salini Impregilo .....................(SAL) Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) 5,800 +3,11 -6,87 5,065 8,762 2773,9 Elica * ...................................(ELC) 1,630 -1,15 -3,49 1,622 2,040 103,4 Landi Renzo *..........................(LR) 1,098 -0,18 -13,00 1,098 1,574 123,9 Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) 3,142 +1,49 -8,46 3,096 4,465 1429,8 Emak * ...................................(EM) 0,750 -0,73 -8,93 0,717 1,054 122,5 Lazio .....................................(SSL) 0,535 +0,38 +9,71 0,487 0,640 36,1 8,972 15,780 Banco Popolare .......................(BP) 10,900 +8,24 +5,16 524,9 186,9 2,702 +4,32 +22,26 66,4 -2,82 49,440 66,150 103,4 422,9 Digital Bros *..........................(DIB) 2483,5 3305,9 1,529 903,3 -3,29 14,950 17,330 Prysmian ...............................(PRY) 15,480 +3,82 -16,82 14,910 19,540 1,590 1483,6 -9,26 17,130 25,848 55,1 113,1 1,180 7,675 Autostrade Mer. ................(AUTME) 15,280 +0,66 0,407 9,250 15,690 1,207 -1,57 -9,91 10,120 12,950 Azimut..................................(AZM) 17,430 +1,75 B B&C Speakers *.............(BEC) -2,95 +1,05 1777,3 — — — — — — 2,960 +4,45 -38,59 2,834 4,980 1451,1 Salini Impregilo rnc .............(SALR) 10,760 +4,98 -14,87 10,250 13,140 17,4 3933,4 Enel.....................................(ENEL) 3,840 +2,13 +22,53 3,134 4,460 35835,0 Luxottica ...............................(LUX) 39,500 +0,61 +1,23 37,410 43,200 18835,6 Saras ....................................(SRS) — — — — — Enel Green Pw....................(EGPW) 1,941 +1,62 +5,20 1,831 2,176 Lventure Group ....................(LVEN) Sat ........................................(SAT) Basicnet................................(BAN) 2,134 +1,62 -7,94 2,100 2,546 131,1 Bastogi......................................(B) 2,136 +2,01+159,54 0,823 3,870 37,7 Screen Service......................(SSB) 0,035 +12,90 -42,15 0,031 0,178 4,7 BB Biotech *............................(BB) 131,400 +3,55 +13,77 109,100 147,400 — Seat PG...................................(PG) 0,002 +7,14 -16,67 0,001 0,002 22,9 Banco Popolare w10.........(WBP10) — 9638,9 0,539 +0,75 +31,61 0,403 1,472 9,5 0,796 +0,38 -4,44 0,792 1,300 — — — — Save....................................(SAVE) 12,600 +0,80 +2,02 11,870 13,750 693,7 — — 759,0 Bca Carige ............................(CRG) 0,111 +2,02 -39,48 0,109 0,274 1145,7 Seat PG r ..............................(PGR) — — — — Bca Carige r........................(CRGR) 1,162 +1,04 +17,97 0,901 1,994 3,0 Servizi Italia * .........................(SRI) 4,320 +4,35 +5,88 3,982 5,650 116,8 Bca Finnat * ..........................(BFE) 0,432 +5,49 +8,00 0,317 0,599 154,9 Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) 0,328 0,235 0,528 — Bca Intermobiliare .................(BIM) 3,458 +0,23 +11,12 3,098 3,690 540,4 Sesa......................................(SES) 12,950 +1,25 +8,92 11,380 14,150 187,6 Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) 0,654 +3,24 +28,14 0,510 1,040 140,0 SIAS .......................................(SIS) 8,290 +1,34 +14,34 7,215 9,770 Bca Pop.Milano......................(PMI) 0,584 +3,36 +46,62 0,384 0,727 2566,8 Sintesi .....................................(SII) 0,090 +0,22 -16,67 0,090 0,131 3,7 — — — — Snai ......................................(SNA) 1,640 +3,86 +20,68 1,359 2,272 188,4 Bca Profilo ............................(PRO) 0,314 +4,70 +56,06 0,199 0,476 210,6 Snam Gas .............................(SRG) 4,244 +1,77 +4,95 3,974 4,516 14277,1 Bco Desio-Brianza ................(BDB) 2,710 +1,88 +23,18 2,194 3,398 316,7 Sogefi *...................................(SO) 2,850 +4,40 -33,38 2,700 4,980 333,7 Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) 2,280 +5,36 +11,87 2,038 3,154 30,2 Sol ........................................(SOL) 6,220 5,630 7,180 568,5 Bco Santander ....................(SANT) 7,170 6,245 Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) — — -0,35 +11,16 — — -0,73 +33,71 -0,96 +8,46 1873,7 7,870 — Sorin.....................................(SRN) 1,922 +1,16 -10,19 1,900 2,306 923,6 Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 10,810 +0,09 +9,52 9,530 11,780 72,1 Space....................................(SPA) 9,770 -4,68 -0,71 9,600 10,890 131,9 Bee Team *............................(BET) 0,413 +7,88 +58,09 0,259 0,642 54,4 Space warr.........................(WSPA) — — — — — — 0,312 +0,65 -14,52 Beghelli...................................(BE) 0,389 -8,64 0,389 0,654 78,7 Stefanel * ............................(STEF) Beni Stabili ...........................(BNS) 0,586 +2,27 +17,98 -2,77 0,490 0,693 1134,2 Stefanel risp * ...................(STEFR) Best Union Co......................(BEST) 1,926 -3,99 +29,35 1,489 2,236 18,2 Bialetti Industrie *...................(BIA) 0,590 -1,67+163,16 0,224 0,930 45,6 0,310 0,462 26,3 — — — — STMicroelectr. ......................(STM) 5,925 +2,16 +3,49 5,470 7,360 — T Tamburi ...........................(TIP) 2,308 +4,91 +2,49 2,174 2,810 325,8 — — Biancamano *.......................(BCM) 0,525 -0,85 +5,42 0,495 0,845 18,0 Tamburi 13w ...................(WTIP15) 0,600 +27,55 +48,02 0,322 0,815 — Biesse * ................................(BSS) 7,680 +8,70 +41,83 5,130 9,595 205,9 TAS .......................................(TAS) 0,470 -4,06 0,470 0,650 19,6 Bioera.....................................(BIE) 0,310 +3,33 -18,10 0,300 0,450 11,3 Telecom IT ..............................(TIT) 0,829 +0,48 +17,01 0,709 1,003 11030,8 — +18,75 20,000 23,750 103,1 Telecom IT Media .................(TME) 1,174 -0,17 -31,43 1,160 2,057 Boero Bart.............................(BOE) 23,750 Bolzoni *................................(BLZ) 3,034 Bon.Ferraresi...........................(BF) 30,460 -5,78 +2,85 2,870 4,130 79,8 -0,13 -13,86 28,000 38,980 171,4 Borgosesia..............................(BO) 0,773 -0,19 -14,07 0,763 0,934 29,1 Borgosesia rnc......................(BOR) 0,900 -9,09 0,900 1,170 0,8 Brembo * ..............................(BRE) 26,000 +2,08 +28,21 18,880 29,660 -6,15 — 120,1 5,940 60,9 M Maire Tecnimont ...............(MT) 1,747 +2,34 +5,24 1,485 2,870 539,9 Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,590 +5,36+210,69 0,171 0,921 3,2 Engineering * ........................(ENG) 38,700 +1,31 -11,85 38,050 54,050 483,5 Management e C. .................(MEC) 0,120 0,118 0,169 56,3 Telecom IT rnc......................(TITR) 0,671 +0,07 +18,97 0,564 0,789 4019,5 Eni .........................................(ENI) 18,390 +1,04 +6,18 16,250 20,410 66487,3 MARR * ..............................(MARR) 12,300 +1,15 +1,57 11,620 14,380 813,8 Erg........................................(ERG) 10,880 +4,02 +14,46 1621,5 Mediacontech ......................(MCH) 1,026 Enervit ..................................(ENV) 3,458 — +7,46 3,140 9,319 12,020 -0,42 -24,61 -0,39 -38,19 1,026 2,300 18,5 Tenaris ..................................(TEN) 16,150 +1,19 +2,67 14,800 17,650 Terna ....................................(TRN) — 3,760 +1,40 +3,98 3,560 4,114 7514,2 63,0 1739,0 Ergy Capital...........................(ECA) 0,111 -2,64 -36,38 0,111 0,188 18,7 Mediaset ................................(MS) 2,882 +0,70 -16,80 2,800 4,332 3409,6 TerniEnergia *........................(TER) 1,657 -2,59 -24,34 1,657 2,364 0,147 73,2 Ergy Capital 16w ............(WECA16) 0,019 — -28,41 0,017 0,031 — Mediobanca............................(MB) 5,965 -5,47 5,915 8,410 5165,7 Tesmec * ...............................(TES) 0,607 +1,34 -23,18 0,599 0,920 65,3 Brunello Cucinelli *..................(BC) 16,450 +0,55 -37,33 15,820 26,250 1121,7 Esprinet * ..............................(PRT) 6,660 +3,66 +26,50 5,265 8,765 345,4 Mediolanum .........................(MED) 5,345 +2,59 -15,23 5,210 7,145 3919,5 Tiscali.....................................(TIS) 0,046 +1,56 +7,78 0,042 0,080 86,5 Buzzi Unicem ........................(BZU) 11,000 +3,29 -16,09 10,600 15,150 1801,9 Eukedos ................................(EUK) 0,955 0,138 +4,77 +75,06 0,000 0,000 278,4 Eurotech * .............................(ETH) 1,724 +0,17 Brioschi..................................(BRI) Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) C Cad It * ..........................(CAD) 0,094 -0,11 +20,51 6,885 +2,46 -3,57 0,076 6,690 8,050 -4,02 +50,99 0,619 1,150 17,4 Meridie ...................................(ME) 1,721 2,642 61,0 Mid Industry Cap ...................(MIC) — -8,94 27,040 33,090 -6,51 -0,91 — 0,077 0,188 6,9 Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,001 — — — — — Tod's.....................................(TOD) 80,850 +2,08 -32,29 79,200 120,100 — -25,00 2477,8 4,000 +3,90 -14,16 3,850 5,300 35,8 6760,8 Mittel.....................................(MIT) 1,490 -1,52 -11,73 1,490 1,821 131,4 Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 5,290 +3,42 -15,36 5,115 Cairo Comm. *........................(CAI) 5,700 +3,54 -3,39 5,320 7,720 445,7 Exprivia *...............................(XPR) 0,730 +0,48 -12,84 0,718 0,995 37,3 Moleskine * ..........................(MSK) 1,169 +2,54 -25,59 1,140 1,738 244,5 TXT e-solution *.....................(TXT) 7,710 +0,92 -15,23 7,560 11,910 Caleffi....................................(CLF) 1,450 +4,17 +1,47 1,392 1,670 18,0 1,137 +3,36 -14,90 1,100 1,490 325,7 MolMed ...............................(MLM) 0,490 0,490 0,849 113,0 U UBI Banca .......................(UBI) 5,610 -0,97 +15,91 4,840 7,520 Caltagirone ..........................(CALT) 2,336 +0,17 +14,96 1,995 3,000 276,1 F Falck Renewables * .........(FKR) Ferragamo...........................(SFER) 19,840 +2,16 -28,17 19,420 27,680 3333,2 Moncler .............................(MONC) 12,110 -0,16 -24,88 11,150 16,350 3032,4 Unicredit ...............................(UCG) 5,580 +0,36 +3,62 5,360 6,870 32739,1 Caltagirone Ed.......................(CED) 1,038 +0,29 -1,14 1,035 1,348 127,5 Fiat............................................(F) 6,985 +3,10 +0,94 5,945 9,070 8648,1 Mondadori..............................(MN) 0,834 -0,66 -40,00 0,834 1,539 220,1 Unicredit risp ......................(UCGR) 7,900 -1,62 +0,57 7,800 9,500 19,3 Campari ................................(CPR) 5,635 +0,36 -7,09 5,615 6,420 3270,5 Fidia * ...................................(FDA) 2,790 +1,45 +15,29 2,360 3,570 14,3 Mondo Tv * ...........................(MTV) 1,689 +4,26+234,12 0,502 2,254 44,5 Unipol ....................................(UNI) 3,788 -2,02 -12,92 3,730 5,740 1685,3 Cape Live ................................(CL) 2,178 — +21,54 1,760 2,797 21,8 Fiera Milano * .........................(FM) 5,455 +0,28 -24,76 5,430 8,560 231,5 Monrif..................................(MON) 0,280 -2,68 -36,51 0,280 0,616 41,5 Unipol prv ............................(UNIP) 3,372 -0,88 -8,07 3,342 5,070 927,0 Carraro ...............................(CARR) 2,100 -1,41 -32,69 2,100 3,332 98,1 Fincantieri ...................................() 0,649 -2,04 — 0,649 0,780 1108,4 Monte Paschi Si. ................(BMPS) 1,030 -1,81 -6,08 1,030 2,562 5364,1 UnipolSai.................................(US) 2,162 +2,17 -5,80 2,061 2,697 4890,2 Cattolica As.........................(CASS) 15,500 +2,65 -20,35 14,770 19,680 Cell Therap...........................(CTIC) 1,887 +3,97 +28,37 1,337 Exor ......................................(EXO) 27,500 +0,26 -0,20 -34,04 FinecoBank .................................() 3,898 +1,94 — 3,824 4,170 2358,7 Montefibre ..............................(MF) — — — — — — UnipolSai risp......................(USRA) 203,700 +0,84 +11,99 173,097 280,233 259,6 — Finmeccanica........................(FNC) 6,615 +1,15 +21,49 5,445 7,355 3827,9 Montefibre rnc....................(MFNC) — — — — — — UnipolSai risp B ..................(USRB) 2,641 781,8 V Valsoia ...........................(VLS) 12,970 +1,33 +21,21 10,060 15,790 134,1 2,054 +1,08 +3,30 8,600 12,240 170,0 FNM .....................................(FNM) 0,559 -1,06 +14,41 0,482 0,688 241,1 Moviemax............................(MMG) 0,038 +18,44 -39,84 0,032 0,100 2,6 4,984 +4,84 +17,27 4,162 7,440 790,3 Fullsix....................................(FUL) 1,765 -1,94 -32,74 1,750 3,198 19,7 Mutuionline *........................(MOL) 4,220 +5,24 +2,63 4,010 5,315 165,1 Vianini Industria......................(VIN) 1,245 Cent. Latte Torino * ................(CLT) 2,878 +3,53 +66,16 1,726 5,935 28,5 G Gabetti Pro.S..................(GAB) 0,999 +5,16 -43,09 0,950 2,175 42,6 2,880 +1,05 +4,58 2,726 3,566 332,7 Vianini Lavori.........................(VLA) 4,790 +5,27 Ceram. Ricchetti.....................(RIC) 0,269 +3,38 +44,99 0,184 0,381 22,0 N Nice *............................(NICE) Gas Plus................................(GSP) 4,230 — -9,69 4,230 5,025 184,8 Noemalife .............................(NOE) 5,160 +2,38 +43,49 3,464 6,060 38,2 Vittoria Ass. *.........................(VAS) 9,715 +3,52 +11,41 Cerved..................................(CDC) 4,492 +0,94 4,450 5,000 874,9 Gefran * ..................................(GE) 3,406 — +21,64 2,762 4,336 49,5 Noemalife 15 warr .........(WNOE15) — — — CHL.......................................(CHL) 0,039 +4,30 -11,82 0,037 0,061 9,5 Novare ....................................(NR) CIA .........................................(CIA) 0,239 +1,75 0,230 0,310 20,9 Ciccolella ................................(CC) 0,270 -1,17 -10,45 0,270 0,415 49,5 Cir..........................................(CIR) 0,956 +1,70 -16,29 0,940 1,220 760,9 Class Editori ..........................(CLE) 0,202 +4,03 +11,91 0,177 0,362 56,8 Generali ....................................(G) 15,280 +1,19 -9,69 15,020 17,430 23665,8 Geox .....................................(GEO) 2,520 +1,04 -7,15 2,494 3,486 650,8 Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) 1,058 -0,94 -21,80 1,058 1,952 439,6 Gtech ....................................(GTK) 16,140 +2,61 -27,49 15,430 23,980 28188,5 H Hera...............................(HER) 1,900 +0,96 +16,56 1,630 2,172 2826,5 B.O.T. 14.08.14 12.09.14 14.10.14 14.11.14 12.12.14 14.01.15 1 30 62 93 121 154 100,000 99,997 99,992 99,990 99,967 99,950 0,01 0,03 Scadenza Giorni Pr.Netto 13.02.15 13.03.15 14.04.15 14.05.15 12.06.15 14.07.15 184 212 244 274 303 335 99,908 99,886 99,849 99,827 99,786 99,768 -7,26 1,192 1,524 36,9 4,550 6,470 204,2 8,580 10,750 643,5 — — — — — O Olidata ............................(OLI) 0,363 +0,17 -7,87 0,362 0,532 12,4 — — — P Panariagroup * ...............(PAN) 1,330 +8,93 +1,53 1,221 1,600 57,8 Zucchi...................................(ZUC) 0,054 +2,64 -24,76 0,053 0,145 Parmalat ................................(PLT) 2,508 +0,40 +1,29 2,460 2,554 4574,6 Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,001 -30,00 -78,79 0,001 0,008 20,6 — Parmalat 15w ................(WPLT15) 1,499 +0,47 +1,97 1,416 1,502 — Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,215 +2,43 +16,22 0,185 0,308 0,7 * Titolo appartenente al segmento Star. Valuta al 13-08-14 Rend. -0,32 +3,75 1,907 W World Duty Free .............(WDF) 7,850 +2,28 -15,59 7,675 10,830 1987,6 Y Yoox *...........................(YOOX) 18,250 +4,29 -45,81 17,300 34,750 1071,1 Z Zignago Vetro * .................(ZV) 5,030 +0,20 — 4,920 6,315 444,7 — Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano Scadenza Giorni Pr.Netto 90,2 5103,9 835,2 Cembre * .............................(CMB) 10,270 +3,74 +14,30 -6,24 372,9 3,110 Cementir *............................(CEM) — 8,480 Rend. 0,10 0,12 0,15 0,15 0,20 0,20 Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi Monete auree Oro T. 360 T. 365 Periodo T.360 T.365 11 ago 11 ago 0,038 0,092 0,151 0,202 - 0,039 0,093 0,153 0,205 - 6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi 0,301 0,392 0,482 0,305 0,397 0,489 Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese Denaro Lettera 217,26 238,26 223,13 241,59 223,13 241,59 930,02 1.017,47 175,24 197,81 175,08 196,42 173,99 196,02 Tassi Mattino Sera Oro Milano (Euro/gr.) — Oro Londra (usd/oncia) 1.308,25 1.307,25 Argento Milano (Euro/kg.) — Platino Milano (Euro/gr.) — Palladio Milano (Euro/gr.) — Italia Euro17 Canada Danimarca Finlandia Sconto Interv 0,15 0,15 0,15 1 0 0,5 0,15 0,999 0 0,15 Francia Germania Giappone G.B. USA Svezia Sconto Interv 0,15 0,15 0,3 --0,25 0,25 0,15 0,15 0,1 0,5 0,25 0,25 Borse Estere A New York valori espressi in dollari, a Londra in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00 indici MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-08 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 396,65 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 103,45 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 3074,35 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 306,81 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3047,56 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 329,36 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2929,25 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2682,23 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 24646,02 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 46653,57 Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6632,82 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10193,50 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 549,77 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3306,45 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5449,44 Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 15268,51 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2261,48 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8329,86 var.% +1,64 -1,87 +1,26 +1,47 +1,35 +1,37 +1,06 +1,19 +1,29 +1,92 +1,00 +0,88 +2,26 +0,53 +0,37 +0,48 +1,35 +0,67 selezione FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 11-08 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57,45 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124,00 Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96,98 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66,01 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,83 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 10,44 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 24,57 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 23,91 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 11,34 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 12,69 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . 104,90 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,41 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,47 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 168,50 var.% +1,32 +1,72 +1,96 +2,34 +2,82 +1,26 +0,10 +2,38 +2,25 +4,32 +1,01 +1,54 +1,85 +1,81 PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-08 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,32 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,40 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,94 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,03 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,34 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,08 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,58 Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,45 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,31 Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5,76 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125,10 Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,44 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 10,20 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,77 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,55 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 77,98 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 35,67 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 72,94 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,89 var.% +1,29 +1,50 +1,99 +0,11 +1,39 +0,68 +1,34 +0,14 +0,32 +1,21 +0,48 +1,85 +2,55 +1,07 +3,03 +0,42 +0,24 +1,11 +1,16 NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-08 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 318,86 American Express . . . . . . . . . . . . . 87,29 Apple Comp Inc. . . . . . . . . . . . . . . 95,83 At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,56 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 15,21 Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121,20 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,82 Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . 104,64 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 25,29 Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,39 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 39,76 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 65,50 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 52,05 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64,99 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 99,08 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,20 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 25,93 General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 33,75 Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 172,02 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 35,18 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,46 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 187,29 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,37 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,00 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . 101,40 JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56,32 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 166,48 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 52,89 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,77 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 56,72 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43,19 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 115,42 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 32,15 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 77,18 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 99,90 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28,35 Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 84,74 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 81,83 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,61 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 87,88 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148,03 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13,38 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,90 var.% +0,65 -0,21 +1,15 +0,26 +0,07 +0,47 +1,02 +1,32 +1,04 -0,13 +0,79 +0,49 -0,44 -0,08 +0,03 +0,64 +1,05 +0,66 -0,14 +0,03 +0,81 +0,35 -0,84 +1,23 +0,32 -0,04 +0,41 -0,25 +0,24 +0,30 -0,02 -0,04 +0,63 +0,16 +0,10 +0,03 +1,07 +1,09 +0,07 +1,19 -0,08 +1,44 -0,03 LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-08 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 368,50 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1602,50 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 4154,53 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 848,99 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 216,88 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 469,92 British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 374,40 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1453,88 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1377,50 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 422,90 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1110,61 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1339,00 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1046,37 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 425,60 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 339,60 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2281,73 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2562,74 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 193,50 var.% +1,01 +3,32 +0,75 +0,65 +0,96 +1,07 +0,81 +1,19 -0,18 +1,03 +1,27 +0,94 -0,61 -1,74 +3,71 +0,67 +0,83 ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-08 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,75 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77,70 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15,73 var.% -0,15 +0,97 +0,13 30 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera 31 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Cultura Casa di Sciascia, si muove il Comune Il Comune di Agrigento offre 2 mila euro per l’acquisto della casa di Leonardo Sciascia (foto), a Racalmuto, messa in vendita dagli eredi per 100 mila euro. È la prima adesione formale all’appello del Consorzio dei comuni di Agrigento: una «colletta» tra le amministrazioni del territorio per salvare la dimora dove lo scrittore ha composto molte opere. (a.pa.) Romanzo John Banville con «L’intoccabile» (Guanda) ci ha regalato un grande affresco dell’Europa tra le due guerre. Una storia ispirata allo scandalo reale del critico d’arte Anthony Blunt A sinistra: primi piani di Anthony Blunt (19071983), critico d’arte inglese, alla conferenza stampa al «Times», dopo la scoperta dei suoi legami con i servizi segreti dell’Urss. Al centro: «La morte di Germanico» (1627) di Nicolas Poussin La doppia vita di Victor Maskell Spia gay alla corte di Sua Maestà Di giorno era un funzionario di Londra, di notte un agente dell’Urss di PIETRO CITATI V orrei parlare di un libro dimenticato. Nel 1997 John Banville pubblicò L’intoccabile, che l’anno dopo uscì in Italia presso Guanda (nella collana Fenici Tascabili, traduzione di Massimo Birattari, pagine 378, e 7,75). È un romanzo straordinario: certo il più bello degli ultimi quarant’anni; del quale né critici né lettori hanno riconosciuto la vastità, la ricchezza, il terribile riso. L’intoccabile ha delle fondamenta storiche, nella vicenda di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica, che coinvolse due alti funzionari inglesi del Ministero degli Affari Esteri, Guy Burgess e Kim Philby, e un famoso storico d’arte, Anthony Blunt, presidente dell’Istituto Warburg e direttore della collezione artistica della regina Elisabetta II. Nel romanzo Blunt prende il nome di Victor Maskell. John Banville utilizza dei particolari e dei personaggi esistiti: la signora Thatcher, il re, la regina, Edoardo VIII, la signora Simpson, Stalin, deputati e ministri inglesi; e reinventa i fatti con una fantasia fiammeggiante e grottesca. Non c’è testo di storia che racconti con più perspicacia l’esistenza europea tra le due guerre: quei pensieri confusi, quelle chiacchere da ubriachi, l’eccitazione vertiginosa degli anni Trenta, quando sembrava che soltanto comunisti e nazisti avessero diritto di vivere. *** L’intoccabile possiede due grandi fonti: la voce delle Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij e quella di Lolita di Nabokov; e le intreccia stupendamente. La voce di Blunt-Maskell parla, ostenta, si esibisce: denigra e si lamenta: ironizza, offende, parodizza: interroga, risponde, obbietta: vaga, lascia il filo, parla a vanvera; e non vorrebbe smettere mai di parlare. Sostiene di essere un «grande attore»: «un uomo con migliaia di facce»; e afferma che non bisogna mai smettere di recitare, nemmeno un momento, nemmeno quando si è soli nella propria stanza. «Sono un clown — ribadisce —: sgambetto avanti e indietro e cambio continuamente abito, mettendo un abito tanto per strapparmelo subito dopo, e sostituirlo con un altro. Di giorno, sono marito e padre, storico dell’arte, professore, consigliere della Regina, funzionario del Ministero degli Esteri. Appena cala la notte, divento Mr. Hyde, ed esco per le strade in caccia di preda, inseguo notizie militari, penetro nei pub più loschi e nei più loschi bagni pubblici». Qualche volta Blunt-Maskell ammette la propria colpa originaria: egli non vive e non ha mai vissuto: è stato sempre un’ombra; e tutto quello che ha fatto l’ha compiuto soltanto per vincere questa vertiginosa spettralità. Certo, è stato un osservatore precisissimo: ha scrutato mogli, figli, amici, nemici; nei momenti più squisiti, è diventato come il suo pittore preferito, Nicolas Poussin, che trovava riparo in un angolo della scena e di lì osservava con stoica disperazione tutto ciò che era accaduto e stava accadendo. Ma c’era una terribile differenza. I personaggi di Poussin erano eroi del mito e delle Vite parallele di Plutarco: mentre lui, abitante dell’abominevole XX secolo, aveva incontrato soltanto i burattini di una farsa assurda e grottesca, che aveva staccarsi dal proprio io, rimanere sé stesso e diventare un altro. In quegli anni, in Gran Bretagna, tutti spiavano. Qualcuno era entrato in un gruppo losco di simpatizzanti nazisti, legandosi a un famigerato deputato filo-hitleriano, ex ufficiale della Guardia, che aveva un insaziabile appetito per i giovani maschi della classe operaia. Fra quelle spie, una delle più accorte era Blunt-Maskell. Comunicò ai russi i codici nazisti, decifrati dal Ministero della Guerra inglese: denunciò un agente inglese, che era penetrato negli uffici del Politburo, senza preoccuparsi minimamente del fatto che sarebbe stato torturato e fucilato: rivelò la chiave dei messaggi della Luftwaffe; e il progetto di nuovi carri armati tedeschi, che, grazie a lui, vennero sconfitti nella battaglia di Kursk. Per questo, il Politburo gli assegnò l’Ordine della Bandiera Rossa. Dovunque, a Londra, c’erano party. Tutti bevevano, fingendo di divertirsi, mentre erano divorati da una disperazione trattenuta. L’alcool li spaventava sempre di più, così che i bevitori dovevano gridare sempre più forte, come volessero terrorizzare i demoni loro signori. In uno stadio dell’ubriachezza, pareva di avanzare con sbalorditiva, irridente facilità attraverso una porta chiusa. Intanto, le bombe tedesche cadevano su Londra. Il silenzio penoso ed oppressivo della grande città si lacerò di colpo. Nel brontolio di un grappolo di bombe, che esplodeva lungo i viali, pareva di udire una specie di risata celestiale, quella di un bambino, che osservava dall’alto la sua opera catastrofica. La città era semisommersa da un mare di fiamme. Il cielo era segnato dalle tracce della contraerea, e dai fari dei riflettori, che oscillavano, giravano, s’impigliavano nei bombardieri tedeschi. «Avrei dovuto — Blunt-Maskell scrisse più tardi — pensare a Bosch, a Grünewald, all’Altdorfer di Ratisbona». Proprio quella notte tremenda, tra le bombe, le fiamme ed i morti, Blunt-Maskell scoprì la gioia e il terrore di essere omosessuale. Non solo lui lo era: ma quasi tutti coloro che spiavano A destra: lo scrittore John Banville, nato a Wexford, in Irlanda, nel 1945. Nel 2003 ha ricevuto il Premio Nonino e nel 2005 ha vinto il Booker prize con «Il mare» (Guanda) 1908-1964 Ian Fleming: serie tv e francobolli Cinquant’anni fa, il 12 agosto, a Canterbury moriva a 56 anni Ian Fleming, militare e scrittore inglese. È noto per aver creato il personaggio di James Bond, agente 007, protagonista di romanzi e racconti (riediti da Adelphi, ne sono stati tratti molti film di successo). Per l’occasione è stata stampata una serie di francobolli celebrativi che ne ripercorre la biografia (www.ianfleming.com). La sua vita è tema della miniserie Fleming - Essere James Bond, in onda da martedì 2 settembre su Sky. (ar.g.) satireggiato spiritosamente e alla quale aveva partecipato con ogni poro della pelle. Tutti gli inglesi avevano visto in lui, in primo luogo, un critico d’arte, ricordato in tutte le bibliografie. Amava l’arte, o credeva di amarla. Quando guardava un quadro, capiva perché parliamo del cuore come sede della passione: ogni tocco di Velázquez o di Caravaggio o di Poussin o di Cézanne o di Picasso risuonava laggiù, nel profondo, dove la Bibbia indicava la fonte della conoscenza e della passione. Non gli piacevano né Matisse né Bonnard: amava le opere dure, sostenute, austere, dolorose, capaci di trasformare la sofferenza in puro spazio. Il suo quadro prediletto era la Morte di Seneca di Nicolas Poussin, che aveva identificato tra le opere tarde del pittore; e ora pendeva dalle pareti della sua camera, oggetto di estasiata beatitudine. Amava tenere lezioni al Warburg Institute, scrivere sui settimanali, contestare attribuzioni, comporre libri autorevoli e recensiti. Eppure, qualche volta, aveva dei dubbi: forse era soltanto uno studioso preciso ed accurato, senza nessuna passione spirituale. Questa vita trionfale l’aveva portato a insegnare all’università, a dirigere il «Warburg», e a curare le Collezioni d’arte del re e della regina, fino a conversare con Giorgio V e con Elisabetta II, che apprezzavano il suo spirito e gli affidarono una missione confidenziale. Ma, come Blunt-Maskell ripete, esisteva un mister Hyde: con la parte notturna di sé, egli era una spia dell’Unione Sovietica e un furibondo omosessuale. Non amava il comunismo: disprezzava Stalin e l’orribile macchina poliziesca dell’Unione Sovietica, che in quegli anni condannava a morte milioni di contadini e poi di comunisti staliniani, nelle purghe del 1937-1941. Molto presto, quando studiava a Cambridge, diventò spia dell’Unione Sovietica. Appena venne scoperto, i giornalisti inglesi credettero che egli fosse un fanatico comunista. Ma, a lui, del comunismo e del marxismo non importava niente: forse avrebbe amato Bakunin e gli anarchici del secolo passato; in realtà non aveva nessuna fede o entusiasmo politico. Quando venne invitato al Cremlino, fu ricevuto da un uomo quasi calvo, basso, vivace: una specie di sosia più giovane di Martin Heidegger. «Benvenuto, compagno, benvenuto, benvenuto, al Cremlino». La burocrazia sovietica gli sembrò ridicola e sinistra: specie la risata tipica, che variava dal breve nitrito all’ansito. L’ingrediente principale di questa risata era una specie di stanchezza annoiata. Chi rideva, aveva visto tutto, ogni forma di spavalderie e di pompe, ogni tentativo riuscito o fallito di raggiro e di seduzione; e umiliazioni, lacrime, grida di pietà, tacchi che risuonavano sulla pietra e celle che si rinchiudevano con uno schianto. Se questo era il futuro, era orribile; e non avrebbe mai funzionato. Se Blunt-Maskell spiava, lo faceva per un’altra ragione. Era frivolo. La vita inglese lo annoiava. Voleva essere duplice, triplice, molteplice. Lo spionaggio aveva, per lui, la qualità del sogno. Nel mondo delle spie, come nei sogni, il terreno era sempre incerto. Posava il piede su ciò che sembrava solido: esso cedeva. E lui si trovava a precipitare in caduta libera, attaccandosi a cose che stavano anch’esse cadendo. L’instabilità costituiva sia l’attrazione sia il terrore della spia. A una spia non veniva richiesto di essere sé stesso. Qualunque cosa facesse, c’era sempre un altro lui: un lui alternativo e invisibile, che si metteva a osservare, valutare, ricordare. Questo era il potere segreto della spia: di essere e non essere, di- Capolavoro trascurato Si tratta del libro più bello degli ultimi quarant’anni del quale né critici né lettori hanno riconosciuto la vastità, la ricchezza, il terribile riso per l’Unione Sovietica — e chissà quanti uomini politici, funzionari, economisti, studiosi, forse sovrani. Quasi tutti avevano cominciato ad Oxford e a Cambridge, e non avevano più smesso di frequentare i pub loschi e i non meno loschi bagni pubblici, sebbene fossero pudicamente mascherati da virtuosi pater familias. «L’amore, l’ho sempre pensato, è tanto più intenso quanto più indegno ne è l’oggetto»: così disse Blunt-Maskell, aggirandosi tra i ruffiani, i mantenuti e le checche, come se volesse aggiornare una massima di La Rochefoucauld. A volte, apparivano vaghi barlumi di speranza. Ecco «un corridoio dipinto di verde con una finestra all’estremità più lontana, dai cui vetri smerigliati penetrava il bianco splendore del sole, la luce di un altro mondo»: dentro di lui, uno straniero desiderava disperatamente raggiungere quella finestra col suo fulgore latteo, la promessa della libertà e della fuga. Poi si dissolse ogni speranza: tutto precipitò nella tenebra. I compagni di spionaggio raggiunsero Mosca: Blunt-Maskell fu scoperto dal controspionaggio inglese: venne denunciato pubblicamente da Margaret Thatcher, umiliato, e denigrato dai giornali; e perse tutti gli onori di cui era stato così vanitoso. «Mi chiedo — scrisse sul suo diario — come sarà morire. Immagino che sia una lenta e inesorabile avanzata in una confusione sempre più profonda: una sorta di muta e divagante ubriachezza da cui non si uscirà mai». Infine, negli ultimissimi momenti di esistenza, vide nell’alto il cielo che Nicolas Poussin amava: azzurro pallido, cobalto, porpora pallido; disteso su grandi montagne di nuvole, color ghiaccio sporco, con morbidi bordi ramati, distanti, maestose, silenziose. Era giunto il momento. Estrasse dal cassetto di un comò una vecchia pistola Webley, e si tirò un colpo al cuore. «Padre, il cancello è aperto». Come aveva detto Pascal, «le dernier acte est toujours sanglant». © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera COMUNE DI TARANTO REGIONE PUGLIA AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA CONSORZIALE POLICLINICO Piazza Giulio Cesare n. 11 - 70124 BARI ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Azienda ha indetto gara a procedura aperta per la fornitura di “materiale sanitario “JUST IN TIME” - N. gara 5632389. I termini e le modalità di partecipazione sono indicati nel Bando integrale, inviato alla G.U.U.E. il 30/07/2014, nonchè nella relativa documentazione di gara disponibile sul sito www.sanitapuglia.it. Eventuali informazioni e chiarimenti, possono essere richiesti al RUP dott.Roberto Forcella presso la competente U.O. Appalti e Contratti, tel. 080/5592810-2031, Fax 080/5592653, dal lunedì al venerdì, h. 9,00/13,00. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 - 00187 Roma f.to Il Direttore Area Approvvigionamenti e Patrimonio Dott. Giovanni Molinari COMUNE DI CORSICO - PROVINCIA DI MILANO L’Amministrazione comunale con Determinazione del Dirigente n. 707 del 31/7/2014 ha indetto ASTA PUBBLICA per la vendita di immobile, di proprietà comunale, ad uso commerciale di vicinato, sito in Via Roma n. 15 a Corsico. L’aggiudicazione verrà effettuata a favore dell’ offerta più alta rispetto alla base d’asta fissata in € 439.000,00= oltre IVA, tasse, imposte ed onorario notarile PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE ENTRO LE ORE 12.00 DEL 30/9/2014. Il Bando è consultabile e scaricabile sul sito comunale: www.comune.corsico.mi.it. Per informazioni rivolgersi al Servizio segreteria generale e contratti 02/4480387-385. Corsico lì 8/8/2014 L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 CASSA DEPOSITI E PRESTITI SPA Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Avviso di aggiudicazione 1) Ente aggiudicatore: Cassa depositi e prestiti S.p.A. - Servizio Acquisti - via Goito, n. 4 - 00185 Roma - acquisti@cassaddpp.it - tel: +39 06.4221(2605) (4528) (5130) - Fax: +39 06.42212543. 2) Tipo di procedura e criterio di aggiudicazione: procedura aperta ex art. 55 del D. Lgs. n. 163/2006 da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. 3) Oggetto dell’appalto: servizi di reception per le sedi italiane di Cassa depositi e prestiti S.p.A. (Lotto n. 1) - CIG 56316096C2. 4) Durata dell’appalto: 36 mesi prorogabile per ulteriori 12 mesi. 5) Importo dell’appalto: Euro 2.100.000 (oltre IVA ed oneri per la sicurezza). 6) Affidatario: Sicuritalia Group Service S.c.p.A. - Via Belvedere, n. 2/A - 22100 Como. 7) Importo di aggiudicazione: Euro 1.662.100,00 (oltre IVA ed oneri per la sicurezza). 8) Data di aggiudicazione definitiva: 31/07/2014. 9) Responsabile del procedimento per la fase di affidamento: Responsabile del procedimento per la fase di affidamento è Dott.ssa Giovanna Corporandi. Il Responsabile del Procedimento per la fase di Affidamento Dott.ssa Giovanni Corporandi SERVIZIO APPALTI E CONTRATTI Via Plinio, n. 75 - 74121 TARANTO Tel. 099.4581926-948; fax 099.4581999 e-mail: a.rossetti@comune.taranto.it BANDO DI GARA PER ESTRATTO In attuazione alla Determinazione Dirigenziale n. 28 del 28.01.2014 del Dirigente della Direzione PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA ED ECONOMICO PATRIMONIALE è indetta una procedura aperta per l’affidamento, in regime di concessione, del servizio di GESTIONE, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE ORDINARIA E COATTIVA DEI TRIBUTI MINORI (Appalto n. 18/2014 - CIG: 55764052FB). La concessione, unica ed inscindibile, avrà la durata di anni 3 con decorrenza dalla data di sottoscrizione del contratto di concessione, fatto salvo quant’altro indicato all’art. 3 del relativo Capitolato d’Oneri. Il valore presunto della concessione per complessivi anni 3 è fissato in € 10.050.000,00#. La Concessione sarà aggiudicata con il criterio del massimo ribasso percentuale sull’aggio a base d’asta. Termine ultimo per la ricezione delle offerte: ore 12,00 del giorno 27.08.2014. Le operazioni di gara sono fissate per le ore 09,30 del successivo 28.08.2014. Gli interessati devono presentare offerta secondo modalità e termini riportati nel relativo Bando di Gara integrale e nel relativo Avviso di Integrazione al Bando di gara e Differimento termini pubblicato all’Albo Pretorio - On Line di questo Comune a decorrere dall’11.07.2014, sul sito internet del Ministero delle Infrastrutture e sul sito internet dell’Osservatorio Regionale www.regione.puglia.it, nonché, unitamente al relativo Capitolato d’Oneri ed al Protocollo di Legalità, sul sito internet istituzionale www.comune.taranto.it - BANDI CONCORSI AVVISI. Responsabile Unico del Procedimento: Dott.ssa Barbara GALEONE - Funzionario Direzione Programmazione Finanziaria ed Economico Patrimoniale (tel. 0994581803; fax: 099.4581294; e-mail: b.galeone@comune.taranto.it). Data di spedizione all’Ufficio Pubblicazioni della UE: 23.06.2014 e 11.07.2014. Riferimento G.U.R.I. n. 83/2014-5^ Serie Speciale. Firmato Il Dirigente del Servizio Appalti e Contratti dott. Michele MATICHECCHIA Direzione Centrale Supporto alla Rete Scientifica e Infrastrutture Ufficio Servizi Generali - Il Direttore f.f. Bando di gara europea a procedura aperta per l’affidamento del servizio di mensa-bar per le sedi dell’Area romana del Consiglio Nazionale delle Ricerche e catering per la Sede Centrale pubblicato in GURI 5a Serie Speciale n. 90 del 2 agosto 2013. 1. STAZIONE APPALTANTE: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Piazzale Aldo Moro, n. 7, Roma, CAP 00185. 2. CATEGORIA APPALTO: servizio ristorazione - caffetteria - catering. 3. LUOGO DI ESECUZIONE: Roma. 4. OGGETTO: procedura aperta per l’affidamento del servizio di mensa-bar per le sedi dell’Area Romana del Consiglio Nazionale delle Ricerche e catering per la Sede Centrale Consiglio Nazionale delle Ricerche, ai sensi dell’art. 55 del D. Lgs. n. 163/2006 e s.m.i. - Codice CIG 5254800E20. 5. IMPORTO DELL’APPALTO: l’importo presunto a base d’asta € 7.819.998,20 (Euro Settemilioniottocentodiciannovemilanovecentonovantotto/venti), comprensivo degli oneri per la sicurezza, Iva esclusa. 6. DURATA DELL’APPALTO: 3 (tre) anni dalla data di stipula del Contratto. Non sono ammesse offerte in aumento. 7. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. n. 163/2006, in base ai criteri valutativi indicati nel Disciplinare di gara. 8. PUBBLICAZIONE: il presente avviso di revoca viene pubblicato in forma integrale sul profilo del committente all’indirizzo www.urp.cnr.it-gare e appalti-esiti gare. ESTRATTO REVOCA DETERMINAZIONE A CONTRARRE Si dispone la revoca ai sensi dell’art. 21 quinquies della legge 7 agosto 1990 n. 241 della determinazione a contrarre del 19 luglio 2013 n. prot. 0044521 e di tutti gli allegati che compongono la lex specialis concernente la gara europea a procedura aperta per l’affidamento del servizio di mensa-bar per le sedi dell’Area romana del Consiglio Nazionale delle Ricerche e catering per la Sede Centrale, ai sensi dell’art. 55 del D. Lgs n. 163/2006 e s.m.i. - Codice CIG: 5254800E20, pubblicato in GURI 5a Serie Speciale n. 90 del 2 agosto 2013. Dr. Pierpaolo Orrico ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per il Veneto Compartimento della viabilità per la Valle d’Aosta ESTRATTO DI BANDO DI PROCEDURA APERTA (art. 122 co. 5 D. Lgs. 163/2006) Sul foglio inserzioni della G.U.R.I. N° 91 dell’11/08/2014 è pubblicato il bando di gara relativo alla seguente PROCEDURA APERTA. BANDO DI GARA N. 37/2014: S.S. 434 “Transpolesana”. Lavori di miglioramento della sicurezza stradale mediante risanamento delle pavimentazioni in tratti saltuari. Codice Appalto: VE14MS9968/1 - Cod. CUP: F97H14000420001 - Cod. CIG: 58790899B6. Importo complessivo dell’appalto € 1.254.924,00 (di cui costi per la sicurezza, non soggetti a ribasso € 29.924,00) Natura ed entità delle prestazioni: lavori a misura per un totale di € 1.225.000,00 Cat. Prevalente: “OG3” classifica III bis per l’importo di € 1.254.924,00 Cauzione provvisoria del 2%: € 25.098,48 Tempo di esecuzione dei lavori: giorni 90 (novanta) Procedura di aggiudicazione: ai sensi dell’art. 82 co. 1 e 2 lett. a) del D.lgs. n. 163/2006 l’appalto sarà aggiudicato al prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, mediante ribasso percentuale sull’elenco prezzi, con esclusione automatica delle offerte anormalmente basse, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 86 comma 1, 122, comma 9 e 253, comma 20-bis del D.lgs. n. 163/2006. L’offerta dovrà pervenire all’ANAS S.p.A. Compartimento della Viabilità per il Veneto, Via Millosevich n. 49, 30173 Venezia-Mestre, entro le ore 12:00 (dodici) del giorno 19/09/2014. I plichi saranno aperti il giorno 23/09/2014 a partire dalle ore 09:00 (nove) nella Sala Gare del Compartimento ANAS sita in via Millosevich n. 49 - 30173 Venezia Mestre. Responsabile del procedimento: ing. Ettore de la GRENNELAIS. Il bando integrale è esposto altresì presso l’Albo del Compartimento ed è pubblicato sul sito www.stradeanas.it - Sito Informatico del Ministero delle Infrastrutture: www.serviziocontrattipubblici.it IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO AVVISO DI GARA Cod. AOLAV019-14 - Cod. AVCP 5706422 - Cod. CIG 5877522C94 - Cod CUP F87H14000680001. Lavori di ripristini strutturali e corticali profondi con eventuali rinforzi strutturali, interventi di impermeabilizzazione degli impalcati e regimentazione delle acque di piattaforma, ripristino giunti di dilatazione, sostituzione appoggi ed adeguamento delle barriere di protezione sulla Strada Statale n. 26 “della Valle d’Aosta” - Viadotto Cascata. Procedura aperta ( ex art. 55 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.,), aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dagli artt. 81 e 82 co.1 e co.2 lett.a) del D.Lgs. 163/2006 mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. Con riserva di aggiudicazione al momento della ricezione della comunicazione dell’effettivo finanziamento. L’importo complessivo dell’appalto è pari ad euro 1.404.734,19 suddiviso in euro 1.344.566,45 per lavori a misura ed euro 60.167,74 per oneri relativi alla sicurezza non assoggettabili a ribasso. Categoria prevalente: OG3 importo euro 898.099,29 classifica III. Ulteriori Categorie: OS11 importo euro 371.428,96 classifica II. OS12A importo euro 135.205,94 classifica I. Responsabile del Procedimento: Ing.Luigi MUPO. Scadenza per presentazione offerta, entro le ore 12,00 del giorno 12/09/2014. Il Bando di Gara è pubblicato sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 91 del 11/08/2014; sul sito istituzionale www. stradeanas.it, sul sito del Ministero Infrastrutture www.serviziocontrattipubblici.it, sul sito della Regione Autonoma della Valle d’Aosta www.regione.vda.it. Il Dirigente Amministrativo Dott. Giovanni Camaiori VIA GRAND EYVIA, 12 - 11100 AOSTA Tel. 0165/215303 - Fax 0165/215331 • sito internet www.stradeanas.it Avv. Ermanno LIUZZO VIA MILLOSEVICH, 49 - 30173 VENEZIA Tel. 041/2911434 - Fax 041/2911435 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Valle d’Aosta AUTORITA’ PORTUALE DI NAPOLI ESTRATTO AVVISO PUBBLICO L’Autorità Portuale di Napoli ha pubblicato l’avviso relativo all’istanza depositata in data 19/02/2013 - prot. AP n. 926 dalla Società CAMAGA s.r.l. e finalizzata alla richiesta di concessione pluriennale di beni demaniali marittimi in località Vigliena del Comune di Napoli. L’avviso pubblico integrale è stato affisso all’Albo Pretorio del Comune di Napoli ed agli Albi della Capitaneria di Porto Napoli e dell’Autorità Portuale di Napoli nonché pubblicato sul sito informatico istituzionale www.porto.napoli.it. Responsabile del procedimento: Dott. Ugo Vestri. Le eventuali osservazioni in merito devono pervenire entro le ore 12.00 del giorno 02/09/2014. IL COMMISSARIO STRAORDINARIO - Francesco KARRER ISTITUTO REGIONALE DI STUDI GIURIDICI DEL LAZIO “A. C. JEMOLO” REVOCA DELLA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 478 DEL 12 LUGLIO 2013 In esecuzione della determinazione del Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale n. 535 del 4 agosto 2014, si rende noto che la determinazione dirigenziale n. 478 del 12 luglio 2013, concernente l’attivazione della procedura per la designazione, da parte del Consiglio regionale, del collegio dei revisori dei conti dell’Istituto di studi giuridici del Lazio “Arturo Carlo Jemolo” è stata revocata. Infatti, a seguito delle modifiche apportate all’articolo 11, della legge regionale 11 luglio 1987, n. 40, il collegio dei revisori dei conti de quo è stato sostituito dal revisore dei conti unico, la cui nomina compete al Presidente della Regione. Per eventuali chiarimenti ed informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Area Lavori Aula: Supporto tecnico-regolamentare/Servizio Giuridico, Istituzionale - Via della Pisana, 1301 - 00163 Roma (tel. 06 65932194). Il Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale Avv. Costantino Vespasiano AVVISO DI GARA Cod. AOLAV018-14 - Cod. AVCP5706495 - Cod. CIG 5877571506 - Cod. CUF57H14000470001. Lavori di ripristini strutturali e corticali profondi con eventuali rinforzi strutturali, interventi di impermeabilizzazione degli impalcati e regimentazione delle acque di piattaforma, ripristino giunti di dilatazione, sostituzione appoggi ed adeguamento delle barriere di protezione sulla Strada Statale n. 26 “della Valle d’Aosta” - Viadotto Cillian e Viadotto Marmore e sulla Strada Statale n. 27 “del Gran San Bernardo” - Viadotto Echevennoz. Procedura aperta ( ex art. 55 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.,), aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dagli artt. 81 e 82 co.1 e co.2 lett.a) del D.Lgs. 163/2006 mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. Con riserva di aggiudicazione al momento della ricezione della comunicazione dell’effettivo finanziamento. L’importo complessivo dell’appalto è pari ad euro 1.064.039,41 suddiviso in euro 1.021.325,00 per lavori a misura ed euro 42.714,41 per oneri relativi alla sicurezza non assoggettabili a ribasso. Categoria prevalente: OS11 importo euro 410.940,16 Classifica II. Ulteriori Categorie: OS12A importo euro 402.599,21 Classifica II. OG3 importo euro 250.500,04 Classifica I. Responsabile del Procedimento: Ing.Luigi MUPO. Scadenza per presentazione offerta, entro le ore 12,00 del giorno 12/09/2014. Il Bando di Gara è pubblicato sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 91 del 11/08/2014; sul sito istituzionale www. stradeanas.it, sul sito del Ministero Infrastrutture www.serviziocontrattipubblici.it, sul sito della Regione Autonoma della Valle d’Aosta www.regione.vda.it. Il Dirigente Amministrativo Dott. Giovanni Camaiori VIA GRAND EYVIA, 12 - 11100 AOSTA Tel. 0165/215303 - Fax 0165/215331 • sito internet www.stradeanas.it Terza Pagina 33 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Illuminismo Un saggio di Vincenzo Ferrone (Laterza) esplora le origini culturali dei diritti dell’uomo Elzeviro Una nuova figura maschile nelle famiglie L’ESTATE DEI «MAMMI» GLI ADORATORI DI FIGLI di LUCA GOLDONI È accettabile che anche la scienza in agosto si prenda una vacanza e si diletti affrontando temi non propriamente epocali sulla sorte dell’umanità, tipo: «Il marito che lava i piatti è meno virile?», «I mariti che cucinano e passano l’aspirapolvere fanno meno sesso di quelli che rifiutano le faccende domestiche». Giustamente il «Corriere» ha dedicato una pagina a questi temi, la cui vacuità è curiosamente compensata dall’autorevolezza delle ricerche da parte di prestigiose università, famosi psicologi e scrittori di fama. Fra tante frivolezze esce però un tema che bizzarro non è: una nuova cultura della paternità che esce da un profluvio di saggi, romanzi, manuali d’uso, tutti imperniati sui nuovi rapporti fra i cosiddetti «padri materni» (qualcuno taglia corto: i mammi) e le loro viziatissime figliolanze. Ma se i mammi si moltiplicano nell’Europa del nord, il fenomeno stenta a decollare alle nostre latitudini. Fra i motivi Papà stagionati vanno in estasi di fronte ai loro bimbi di vent’anni, gli angeli di casa più curiosi la perplessità proprio di chi dovrebbe trarne vantaggio: le mogli. In una inchiesta volante si registrano risposte di questo genere: «Mai e poi mai vorrei vederlo stirare», giura una napoletana autolesionista, mentre una sposina microcefala confessa «resterei mortalmente delusa se il mio compagno cambiasse un pannolino». Rinuncio a capire. Non mi va di approfondire per quale bislacca psicologia si rifiuta un atto di affettuosa solidarietà. Ma sono stato testimone, fra Tirreno e Adriatico, di un fenomeno parallelo, ovvero i mammi a scoppio ritardato. C’è una cosa più tenera di un giovane padre che sospinge il pargolo sul passeggino? — mi chiede una collega che sta registrando i comportamenti collettivi degli italiani sulla passerella dell’estate. Sì, le ho risposto, c’è qualcosa di più commovente e patetico e anche un po’ comico: l’estasi di un padre sulla cinquantina quando un figlio (sui venti) decide di dedicargli qualche giorno o qualche ora delle sue vacanze ruggenti, alternative e naturalmente intelligenti. Ho osservato tanti di questi padri un po’ rintronati nelle loro ferie di media intelligenza Le frontiere mobili della libertà Un ideale sempre incompiuto, proprio questa è la sua forza di GIUSEPPE GALASSO (una spiaggia nazional popolare, un giornale sotto l’ombrellone, qualche grigliata o fritto misto) animarsi all’improvviso: era giunta la telefonata, il leone di famiglia aveva annunciato il suo arrivo. La notizia fa sensazione nella piccola comunità balneare, se ne parla come della visita di Matteo Renzi, qualcuno si mostra scettico. È troppo vaccinato dai figli suoi, svaniti in jeep, sull’Enduro, in tenda, sui Tir, in canoa, a piedi, sul cammello. E invece il Grande Figlio si materializza un bel mattino, è proprio lui sulla sabbia di Cervia, Jesolo, Viareggio o San Benedetto del Tronto. Attraversa la spiaggia diretto all’ombrellone, un lievissimo alone dorato lo fascia, il padre gli scodinzola dietro raggiante, la madre passa da un deliquio all’altro e negli intervalli ringrazia la Madonna per il miracolo. Ho visto padri di ogni tipo, sindacalisti abituati a dir di no a Marchionne, imprenditori che «saprebbero loro come far marciare il Paese», polemisti sarcastici, ho visto tutti questi uomini duri, temprati dalle avversità, sfaccendare come servette attorno al Grande Figlio, vuoi che ti porti fuori in pedalò? Ti vado a prendere uno spritz o un’aranciata? Preferisci fare una nuotata con le mie pinne o ti lascio in pace con il «Corriere»? E lui, il protomartire, grugniva benevolo. Ho osservato in pizzeria uomini, usi a tener banco, farsi piccoli e fieri mentre il Grande Figlio diceva trascurabili baggianate. Guardavo questi padri emozionati e mi sembrava che nell’inconscio sognassero un passeggino, anzi un passeggione per scarrozzare la loro creatura di un metro e ottanta. Tanti di essi mi sembravano sull’orlo del raptus: mettersi in terra a quattro zampe, bau bau, ti diverti Piero, ti annoi Piero, cosa potremmo organizzare Piero, te ne riparti già Piero. Ho l’impressione che in Italia si sia sproloquiato sul mammismo trascurando il fenomeno di questi papà stagionati, in estasi di fronte ai loro bimbi di duecentoquaranta mesi che improvvisamente hanno deciso di concedersi. Non sono proprio ritorni del figliol prodigo ma almeno andate e ritorno. Nella pentola che bolle naturalmente mi ci metto dentro anch’io: ricordo mille anni fa quando il ventenne di casa fece un viaggetto con noi, la nuotatina con noi, leccò il gelato con noi, si sacrificò dormendo su un letto anziché in sacco a pelo, rinunciò per quattro sere a suonare la chitarra con gli amici all’osteria. E dunque ammettiamolo: non abbiamo dei figli, abbiamo degli angeli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pesaro, spesi 8 mila euro Restaurati gli scritti rossiniani «Ora apriamo un portale online» Si è concluso con la spesa di 8 mila euro il restauro di 4.700 documenti autografi di Gioacchino Rossini, tra spartiti e lettere conservati nel Tempietto Rossiniano a Pesaro, finora in cattive condizioni e assediati dai tarli. «Con una cifra modesta — ha affermato alla presentazione del restauro Oriano Giovanelli, presidente della Fondazione Rossini — abbiamo salvato un patrimonio inestimabile. Un dato che fa pensare». I documenti sono esposti nel Tempietto pesarese durante il Rossini Opera Festival (fino al 22 agosto). Quanto alla fruibilità futura, è pensabile — secondo Mauro Tosti Croce del ministero dei Beni culturali — un portale web sul modello di «Verdi online». (c. br.) Punti fermi N on è necessario legare, come fa Vincenzo Ferrone, nella sua Storia dei diritti dell’uomo (Laterza), «il tema dell’Illuminismo come originale tentativo di una straordinaria rivoluzione culturale dell’Antico Regime destinata a condizionare ancora il nostro presente» alle vicende degli ultimi decenni, accelerate «dalla caduta del Muro di Berlino, con la fine della tragica illusione comunista». Il rivolgimento di prospettive degli ultimi decenni ha avuto e ha le sue sollecitazioni da una serie di altri elementi, che hanno segnato la fine di molto altro, oltre che di quella «illusione». E, quanto al comunismo, è riduttivo il tacciare di semplice illusione una grande forza storica piegata dalla storia non come illusione, ma come drammatica alternativa alle idee e alle forze prevalse nel quadro globale degli inizi del secolo XXI. E neppure è necessario legare, come fa sempre Ferrone, l’idea dei diritti dell’uomo alla «terribile guerra civile e religiosa durata oltre due secoli» dal Cinquecento al Settecento. Altrettanto si è fatto e si fa con le più varie idee religiose prima e dopo le guerre di religione europee, senza che ne siano nate sempre piccole o grandi idee. Non è necessario seguire Ferrone su questo duplice sentiero per apprezzare la storia da lui tracciata di una delle pagine più alte del mondo di valori forgiato nell’Europa moderna. Egli offre, infatti, una serie di analisi degli elementi costitutivi dell’idea dei diritti dell’uomo da considerare un riferimento fondamentale, anche al di là della sua materia specifica, per la storia degli ideali europei fra metà Seicento e inizi Ottocento. Anche la scansione delle parti e dei singoli capitoli si snoda felicemente, toccando non solo tutti i maggiori nomi del pensiero europeo di allora, ma anche nomi in generale meno noti, come è per Jean Barbeyrac per «il nuovo fondamento religioso della scienza morale», o per Jean-Jacques Burlamaqui per «la scoperta illuministica del diritto umano alla ricerca della felicità». Non era solo nella storiografia italiana che si mancava di un tale pun- «La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino», un dipinto di Jean-Jacques Le Barbier (17381826). Il saggio di Vincenzo Ferrone «Storia dei diritti dell’uomo. L’Illuminismo e la costruzione del linguaggio politico dei moderni» è edito da Laterza (pagine 554, e 45). L’autore insegna Storia moderna all’Università di Torino. Tra le sue opere: «Scienza, natura, religione» (Jovene, 1982), «Una scienza per l’uomo» (Utet Libreria, 2007) tuale affresco, opera di uno studioso già ben noto per la sua conoscenza dell’Illuminismo, ma, insieme, di un intellettuale che vive il suo tempo con piena partecipazione etico-politica, come è fin troppo chiaro nelle belle pagine finali dedicate all’Illuminismo e ai diritti dell’uomo «come progetto incompiuto e laboratorio della modernità». Anche qui non è necessario seguire Ferrone in tutte le pieghe del suo discorso. Così, l’idea di tolleranza è un’idea (o, meglio, un’aura ideal-culturale) già del nostro Umanesimo, prima delle guerre di religione, ma non è da essa che nasce l’idea moderna di libertà. E, così pure, la teoria dei diritti dell’uomo non nasce solo da una spinta laicizzante che stacca il pensiero europeo dai suoi nessi religiosi e lo lega a un nuovo umanesimo. Nasce anche da una nuova invenzione che trascende il suo tempo e ogni tempo, e si pone non come un «progetto incompiuto», bensì come un «acquisto per sempre» per il pensiero e per la vita morale e politico-sociale dell’umanità. Quei diritti non si affermarono definitivamente allora, né fino ad oggi, né saranno mai affermati una volta per sempre. Appartengono, infatti, alla mobile frontiera del dover essere, che è il costante orizzonte della vita umana. I diritti dell’uomo sono oggi molto di più rispetto a quelli concepiti dall’Illuminismo e sono, verosimilmente, meno di quanto saranno nel futuro. Ma questa non è una loro debolezza. Accade lo stesso per la libertà, la giustizia, la pace, l’uguaglianza e altri principii e ideali: frontiere ideali che, una volta affiorate alla coscienza cul- Nel dibattito teorico Giusto riconoscere l’apporto di autori non molto celebrati e famosi, da Jean Barbeyrac a Jean-Jacques Burlamaqui Una svolta epocale La tesi dell’eguaglianza morale di tutti gli individui costituisce una rivoluzione all’insegna del cosmopolitismo turale e civile, restano sempre vive e attive, e la loro incompiutezza vuol dire solo che non sono diventate morta e inerte roccia del paesaggio umano, perché vi vivono sempre come magma dinamizzante e vitale. Questo lo avrebbe capito, meglio dell’Illuminismo, il grande storicismo europeo dei secoli XIX e XX, che non può essere letto, perciò, solo come una frantumazione dell’Illuminismo, né solo in totale e negativa antitesi con esso. Ma come dare torto a Ferrone nel considerare un punto fermo irreversibile in questa materia il pensiero degli illuministi? Ben possiamo anche noi concludere con lui che «la tesi dell’“eguaglianza morale” di tutti gli esseri della specie umana contro ogni considerazione sulla disuguaglianza naturale», affermata dal nostro Antonio Genovesi nel XVIII secolo, segna quel «riconoscimento dell’autonomia dell’uomo», in cui Ferrone vede giustamente «la vera rivoluzione culturale e politica dell’Illuminismo, il suo punto forza capace di ribadire la vocazione universalistica e cosmopolita del suo nuovo umanesimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Editoria Gaffe del colosso dell’ecommerce che rovescia il senso di una frase dello scrittore sui volumi economici Amazon e la guerra per i libri online: arruola Orwell ma sbaglia la citazione dal nostro inviato FABRIZIO MASSARO NEW YORK — Clamoroso errore di comunicazione di Amazon nella polemica con gli scrittori. Per difendere le proprie ragioni si affida a una citazione di George Orwell ma la interpreta malamente, praticamente al contrario. Succede anche questo, nello scontro sempre più duro sul prezzo giusto dei libri elettronici tra Amazon, la casa editrice Hachette (controllata dalla francese Lagardère) e i 900 autori americani che hanno firmato, su iniziativa dello scrittore Douglas Preston un appello contro le politiche commerciali del distributore online, Gli autori, peraltro, hanno fondato un sito, Authorsunited.net, in cui invitano i lettori a scrivere direttamente a Jeff Bezos (jeff@amazon.com) per protestare contro il boicottaggio di fatto applicato al gruppo francese attraverso il blocco delle prevendite dei libri e i ritardi nelle consegne fisiche delle copie ai clienti. Per sostenere le proprie ragioni a favore di una politica di prezzi bassi degli ebook, rispetto a quelli «troppo alti e talvolta ingiustificati» proposti da Hachette — e per difendersi dall’accusa di voler conquistare quote di mercato ai danni di autori, librerie e case editrici tradizionali — il colosso di Jeff Bezos ha messo in piedi un gruppo alternativo, readersunited.com, invitando a sua volta i lettori a protestare contro l’amministratore dele- gato di Hachette, Michael Pietsch (indirizzo Michael.Pietsch@hbgusa.com). Nella sua lunga risposta agli scrittori, Amazon fa leva anche su una frase di Orwell sul prezzo dei libri. Scrivono gli uomini dell’Amazon Book Team: quando poco prima della Seconda guerra mondiale vennero inventati i libri economici (paperback), che costavano un decimo dei libri tradizionali, gli editori cercarono in tutti i modi di boicottarli. A riprova, citano una frase di Orwell: «Se gli editori fossero sensati, dovrebbero mettersi d’accordo e sopprimerli». E commentano: «Sì, Orwell stava suggerendo un cartello». Cartello che, secondo Amazon, Hachette starebbe adesso proponendo agli altri editori per opporsi al distributore online. Oggi Hachette vende gli ebook a 14,99-19,99 dollari, mentre Amazon in media li vende a meno di 10 dollari. Lo sconto, sostiene il gruppo di Seattle, porterebbe vantaggi a lettori, autori e anche case editrici. Ma, come ha subito notato la Rete, la citazione di Orwell è sbagliata. E ieri il «New York Times» — giornale sul quale Sberleffo Il «New York Times» irride l’errore. Si allarga anche lo scontro fra Bezos e la Disney per le prevendite di due dvd Lo scrittore George Orwell (1903-1950) domenica era comparso l’appello a pagamento degli scrittori, tra cui Stephen King e John Grisham — ha messo il dito nella piaga: una mezza pagina di stroncatura su «una delle più grandi cantonate nelle pubbliche relazioni». La citazione di Orwell, fa notare il «Nyt», in realtà celebrava l’avvento dei paperback. Era insomma, una frase ironica. Ma c’è di più: perché Orwell in quel brano continuava con un argomento che smonta le tesi di Amazon. «È un grande errore pensare che libri meno cari siano un bene per le vendite di libri. Meno costano i libri, meno soldi si spendono in essi», sosteneva lo scrittore. «È un vantaggio dal punto di vista del lettore e non danneggia l’economia nel suo complesso, ma per editori, scrittori e librai un disastro». Insomma, una caduta di stile per Amazon, che ha anche fornito agli avversari un insperato quanto autorevole avvocato. Ma nonostante il clamoroso errore di comunicazione, Amazon persiste nella sua linea commerciale e anzi allarga il fronte dello scontro sui prezzi anche alla Disney. Il colosso internet starebbe ostacolando le prevendite di due film Disney, Magnificent e Captain America: The Winter Soldier nella loro versione in dvd (non invece in quella digitale). All’inizio dell’estate, Amazon aveva bloccato i pre-ordini di dvd della casa cinematografica per The Lego Movie, anche in quel caso per ottenere termini di vendita più vantaggiosi. Alla fine le due società trovarono un accordo e la vendita di dvd riprese. Lo scontro dei prezzi in realtà travalica questi episodi, perché rischia di avere effetti concreti sul mercato editoriale e dell’entertainment in generale. Non è forse un caso che il «Nyt» ne scrivesse ieri non nel dorso culturale ma in quello finanziario. @fabriziomassaro © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera 35 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Idee&opinioni Corriere della Sera SMS Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). 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Lo avevano ribattezzato il «piccolo Mose», nel senso che il ribaltamento del lungolago di Como, i cui scorci riempiono le riviste patinate made in Usa, doveva tradursi in un sistema di paratie mobili, simile a quello in costruzione davanti a Venezia, per difendere la parte più turistica della città dalle piene del Lario. Ora, leggere ogni evento come una metafora dell’Italia può essere un esercizio stucchevole: ma la tentazione, nel caso di Como, è fortissima. La situazione è infatti la seguente. Il lungola- go è letteralmente spezzato in tre; la prima parte, affidata a un consorzio di privati, è stata ingentilita con aree verdi e trasformata in un giardino. La seconda, davanti a piazza Cavour, il salotto di Como, non ha mai visto un intervento ed è abbandonata a se stessa. La terza parte, infine, è l’unica dove è stata messa mano alla costruzione del «piccolo Mose»: ma in maniera talmente ingarbugliata, con continue revisioni del piano e cambi di imprese e progettisti, che da due anni tutto si è perso in liti giudiziarie, mancanze di fondi e stop (perdurante) ai lavori. L’Italia che non cambia mai. Verrebbe da chiedersi: ma perché, nonostante una delle estati più piovose del secolo, fino a oggi le acque del Lario sono rimaste al loro posto, senza invadere la città? Risposta sussurrata a Como: perché nel frattempo, sull’altro ramo del lago, quello manzoniano di Lecco, è stato messo a punto un sistema di chiuse che sta tenendo a bada le piene. Come dire: un’opera non solo costosa e infinita, ma pure inutile. Claudio Del Frate @cdelfrate © RIPRODUZIONE RISERVATA IL TEATRO VALLE ALLA CONTA DEI DANNI UNA SCONFITTA PER OCCUPANTI E POLITICA Solo il sopralluogo di oggi della Soprintendenza potrà accertare quali ferite sono state inferte al settecentesco Teatro Valle di Roma, nei tre anni di occupazione. Troppo fragile la struttura, degradata a foresteria da parte degli occupanti, tappezzata di decalcomanie. E abbastanza ridicola la pretesa di averla tenuta in ordine con l’aspirapolvere. Ma se la conta dei danni materiali è solo rinviata, quella dei danni morali si può già stilare. Perfino dopo aver annunciato l’uscita dal teatro e averne sigillato la platea con qualche slogan, ieri gli occupanti non sono riusciti a resistere e per qualche ora hanno di fatto rioccupato il foyer, costruito una palafitta di tubi innocenti davanti alla facciata (su una strada che sarà larga dieci metri), e cambiato idea sul da farsi mille volte. Con un continuo rilancio nei confronti di istituzioni che si sono mostrate fin troppo comprensive. Il primo danno, gli occupanti, lo hanno fatto a loro stessi, declinando quella che chiamano proposta culturale a un goliardico, estenuante gioco bizzoso. Il secondo danno permanente colpisce la politica culturale romana. Con due amministrazioni di opposto colore politico che hanno permesso l’incancrenirsi della situazione. Solo l’assessore alla cultura Giovanna Marinelli — nominata appena venti giorni fa — ha compiuto seriamente una svolta. Costantemente al limite: perché «la valorizzazione delle esperienze che si sono svolte dentro al Valle in questi tre anni» non può trasformarsi in un premio all’illegalità e un insulto alla stragrande maggioranza dei teatri italiani che rispettano le leggi e pagano le tasse. Resta il danno alla verità reiterato dagli occupanti contro il rischio di una privatizzazione che non c’è mai stato, e che in realtà hanno «privatizzato» un bene pubblico per il loro interesse. La cui filosofia è semplice: la legge non è uguale per tutti. Sulla palafitta in via del Teatro Valle hanno appeso il loro slogan: «Com’è triste la prudenza». Ma in realtà, in questa storia durata anche troppo, l’unica cosa veramente triste è la loro arroganza. Paolo Fallai @pfallai © RIPRODUZIONE RISERVATA ITALICUM, UNA NORMA POCO TRASPARENTE MEGLIO TORNARE ALLA «LEGGE TRUFFA» È in corso un gran lavorio sul nuovo sistema elettorale, ma le diverse varianti proposte per l’Italicum contengono tutte escamotage tutt’altro che trasparenti nei confronti dei cittadini. Sono truffaldine le liste bloccate in 120 collegi elettorali: la decisione su chi deve essere eletto resta così nelle mani dei capipartito che formulano le candidature e il loro ordine. Lo stesso vale per l’ipotesi di capilista bloccati e preferenze per gli altri candidati: in tal caso solo un quinto degli eletti su 630 (quelli del partito che prende il premio di maggioranza) verrebbero scelti con le preferenze, mentre tra tutti i candidati degli altri partiti potrebbero venire eletti solo i capilista designati nei 120 collegi. Anche la possibilità di candidature multiple è espressione di un tipico sistema padronale: i capi nazionali si presenterebbero al primo posto in tutti i collegi impedendo la reale competizione elettorale. Per non parlare del premio di maggioranza per chi raggiunge il 40% dei voti, cioè a non più del 30% degli elettori. Se si vuole una buona legge che raggiunga obiettivi di democrazia ed efficacia senza risvolti ingannevoli non s’ha che da scegliere quella del ‘53, inopinatamente definita «truffa» dai comunisti e loro alleati. Quella norma conferiva il 65% dei seggi alla coalizione che raggiungeva il 50% dei voti, assicurando così la governabilità. Il premio di maggioranza si riversava in maniera proporzionale su tutti i partiti, grandi e piccoli, che avevano contribuito al successo della coalizione. I gruppi politici erano garantiti nella formazioni delle liste distribuite in una ventina di circoscrizioni; a loro volta i cittadini, tramite le preferenze, potevano scegliere il loro candidato. Il sistema del ‘53 sarebbe peraltro suscettibile di perfezionamento con l’introduzione di un ballottaggio tra le due prime coalizioni nel caso in cui al primo turno nessuna conquisti la maggioranza assoluta. In pratica la «legge truffa» era, tra i sistemi proporzionali con premio di maggioranza, una legge onesta. Certo, una legge basata sui collegi uninominali — a uno o due turni — sarebbe il sistema oggi più appropriato. Ma se si vuole pasticciare con le proposte alla Italicum, onestà, trasparenza e rispetto degli elettori vorrebbe che si riesumasse la norma del 1953, raro esempio di legge elettorale priva di risvolti truffaldini. Massimo Teodori © RIPRODUZIONE RISERVATA I giovani e le vacanze formato famiglia Per amore (e per l’Italia che non va) di BEPPE SEVERGNINI SEGUE DALLA PRIMA Anche se le conclusioni, qui e là, possono risultare diverse. Ecco il motivo per cui quest’estate si parla tanto di nuove generazioni, di lavoro, di opportunità, di scenari: perché non se ne può fare a meno. Anche i più superficiali e i più egoisti — di solito le cose coincidono — sanno che il futuro marcia sulle gambe dei nostri ragazzi. Anche i più cinici tra noi sanno che l’Italia andrà avanti grazie a loro; o non andrà da nessuna parte. Qualche immagine rincuora. È rassicurante cogliere la vitalità degli scout riuniti a San Rossore (se trovate qualcuno che li deride, sappiate di aver conosciuto un cretino). Sarà sorprendente notare l’entusiasmo dei convenuti al Meeting di Rimini (neppure le colpe gravi di alcuni loro leader riusciranno a spegnerlo). È bello vedere la grinta e la fantasia di molti, giovani e meno giovani, nei videodocumentari di Pappi Corsicato per Corriere.it («L’Italia che non ti aspetti»). Ma non usiamo la loro tenacia come nostro alibi. I nuovi italiani non se la passano bene. Lo sanno gli interessati e le loro famiglie; lo confermano, implacabili, le statistiche (43,7% di disoccupazione giovanile nell’unica economia europea che non si muove). Lo ripetono a intervalli regolari, talvolta con una punta di compiacimento, i media internazionali. Il Wall Street Journal ieri titolava: «In Europa, la protezione della vecchia generazione è una barriera per i giovani lavoratori». Poi, nel pezzo, si legge quasi soltanto dell’Italia, con un’attenzione particolare a un fenomeno: i giovani che non lasciano la casa di famiglia, o sono costretti a ritornarci. Dieci anni fa il 60% dei connazionali tra i 18 e i 34 anni viveva con i genitori, un record mondiale. Due anni fa la percentuale era salita al 64%. Eurostat non fornisce dati più aggiornati, ma è legittimo ritenere che le cose non siano migliorate: con milleduecento euro lordi al mese, quando ci sono, non si pagano affitto, spese di casa, vitto, trasporti e tutto il resto. Nessuno parla più di «mammoni», una DORIANO SOLINAS ETERNE DISCUSSIONI SU UN CANTIERE INUTILE A COMO IN SCENA IL PAESE CHE NON CAMBIA festa di labiali che deliziava i forestieri, confortandoli nei loro stereotipi. Se oggi un trentaduenne resta in casa con i genitori è perché deve, non perché vuole (si spera). D’estate queste convivenze si complicano, a causa di orari e abitudini (il figlio torna quando la mamma si alza, il papà pranza quando la figlia chiede la prima colazione). Oppure si spostano in vacanza, con conseguenze prevedibili e malinconiche. Il ritorno ai luoghi di villeggiatura dell’infanzia La casa al mare era l’investimento di mamma e papà: è diventata l’unica destinazione possibile per le ferie dei figli non è una scelta romantica, per molti nuovi italiani; è una necessità, prodotta dalla mancanza di alternative. La villetta al mare o l’appartamento in montagna erano l’investimento di mamma e papà, e il loro fantasticato buon ritiro. Sempre più spesso queste seconde case vengono condivise con figli, nipoti e amici al seguito. L’unica villeggiatura possibile: le altre costano troppo. Non posso offrire prove né statistiche: non siamo neppure a Ferragosto. Solo osservazioni e sensazioni. Si moltiplicano — nelle auto e sulle spiagge, al ristorante e sui traghetti — le apparizioni di queste famiglie forzatamente allargate. Accampamenti allegri, perché non siamo gente triste. Amore e necessità, in Italia, fanno miracoli: molte di queste vacanze, sono certo, si riveleranno divertenti e serene. Ma si sente, nell’aria d’estate, odore di freni: è l’Italia che rallenta, e non ripartirà senza carburante e strada libera. @beppesevergnini © RIPRODUZ ONE RISERVATA NON RIMANERE IN MEZZO AL GUADO Pensioni, la controriforma dei «non esodati» di PIETRO ICHINO C aro direttore, a quasi tre anni dalla riforma delle pensioni del 2011, tra coloro che si qualificano come «esodati» non ce n’è più uno che possa essere indicato come tale secondo il significato originario del termine. I provvedimenti di «salvaguardia» adottati nel 2011 e 2012 hanno infatti esentato dall’applicazione dei nuovi requisiti per il pensionamento tutti coloro che avessero perso il lavoro prima della riforma per effetto di un accordo individuale o collettivo di incentivazione all’esodo, stipulato in considerazione di un prossimo pensionamento secondo la vecchia disciplina. Sono stati poi «salvaguardati» anche tutti i lavoratori licenziati negli anni 2007-2011, i quali fossero destinati a maturare i requisiti per la pensione secondo le vecchie regole entro tre anni dalla riforma, cioè entro il 2014. Qual è, dunque, la situazione delle persone che frequentano le trasmissioni telefoniche e radiofoniche presentandosi come «esodate» e rivendicando un diritto a essere prepensionate? In gran parte, quando non si tratta di persone che per poche settimane o mesi di differenza sono state costrette a rimanere al lavoro più a lungo di quanto desideravano, sono ultracinquantenni che hanno perso la loro ultima occupazione, per i motivi più vari, uno, cinque, dieci o quindici anni fa. Così stando le cose, dobbiamo metterci d’accordo: se riteniamo che, perso il lavoro, gli ultracinquantenni non possano ritrovarlo e debbano quindi essere in qualche modo accompagnati alla pensione, come si faceva normalmente fino al novembre 2011, allora diciamo apertamente che intendiamo abrogare la riforma. Però, allora, diciamo anche che consideriamo giusto continuare ad accollare la pen- sione di questi cinquantenni e sessantenni alle nuove generazioni, che in pensione andranno a 70 anni o poco prima: perché, con una attesa di vita di oltre 80 anni, l’anzianità contributiva normale di 30-40 anni con cui si andava in quiescenza nei decenni passati non basta per il finanziamento di un trattamento decente destinato a durare 20 o 25 anni. E diciamo chiaramente che rinunciamo ad allineare il tasso di occupazione degli italiani tra i 50 e i 65 anni di età (oggi circa uno su tre) alla media europea (uno su due). Se invece consideriamo giusti gli obiettivi della riforma del 2011, riteniamo cioè necessario aumentare il tasso di occupazione degli anziani e darci un sistema previdenziale capace di camminare sulle sue gambe; se consideriamo — sulla base dei dati forniti dal ministero del Lavoro — che nell’ultimo anno 1,6 milioni di contratti regolari in Italia sono stati stipulati con persone ultracinquantenni e circa un quarto di questi con ultrasessantenni; se infine siamo convinti che il sistema ante 2011 di prepensionare tutti i cinquantenni o sessantenni che perdevano il posto sia, oltre che sbagliato, anche improponibile sul piano politico in Europa oggi; se di tutto questo siamo convinti, allora dobbiamo affrontare il problema di questi disoccupati nei termini appropriati: cioè come un problema, appunto, di disoccupazione, reso più difficile dall’età degli interessati. Se disponiamo di risorse da destinare alla sua soluzione, istituiamo per queste persone una indennità non finalizzata alla loro espulsione definitiva dal mercato del lavoro, ma, al contrario, condizionata al loro rimanere in esso attive e disponibili; consentiamo a chi le assume di beneficiare di un contributo cor- relato alla parte non goduta dell’indennità; istituiamo la possibilità di pensionamento parziale combinabile con il part-time o altre forme di flessibilità dell’età di pensionamento. Ma sempre con l’obiettivo di promuovere e incentivare l’invecchiamento attivo, evitando tutto ciò che invece lo disincentiva. L’errore peggiore, comunque, è quello del rimanere in mezzo al guado, del fare e disfare, come accadde nel 2007, quando il ministro Damiano disfece la riforma del suo predecessore Maroni. Se non vogliamo tornare indietro, dobbiamo orientare tutti gli interventi a un mutamento profondo della nostra cultura diffusa, che è alla base dei comportamenti e delle vecchie strategie di vita dalle quali è nato il problema degli «esodati» vecchi e nuovi. Mi riferisco alla cultura della job property, che rende vischiosissimo il nostro mercato del lavoro; quella per cui la progressione retributiva è affidata non alla possibilità effettiva di spostarsi dove il proprio lavoro è meglio valorizzato, ma agli scatti di anzianità, che frenano pesantemente la mobilità dei più anziani; quella per cui se il «diritto fondamentale» al posto di lavoro viene «leso» con il licenziamento, l’unico r i s a r c i m e n to p o s s i b i l e è l a c a s s a integrazione per anni e poi il prepensionamento. Tutto si tiene. Dobbiamo passare da un vecchio equilibrio di sistema a uno nuovo. E, come sempre, spostarsi da un equilibrio a un altro è tutt’altro che facile. Ma non abbiamo alternative: di vie facili d’uscita dalla nostra arretratezza non ce ne sono. Senatore di Scelta civica www.pietroichino.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Spettacoli I dubbi di Radcliffe «Nei panni di Harry Potter non ero tanto bravo» Lo hanno reso famoso, ma Daniel Radcliffe, 25 anni, ha qualche dubbio sugli otto film in cui è stato Harry Potter: «Semplicemente non ero molto bravo. Ero compiaciuto e monotono». L’attore, ora nei cinema Usa con la commedia romantica What If, salva solo Harry Potter e l’Ordine della Fenice: «Ci vedo un progresso». L’intervista Il regista porterà «Un ragazzo d’oro» con Scamarcio e la star al Festival di Montreal. «Deluso dal Lido ma ho metabolizzato vecchie ferite» Conteso Riccardo Scamarcio, 34 anni, con Cristiana Capotondi, 33, nel ruolo della sua fidanzata. A sinistra con Sharon Stone, 56, al suo primo film italiano ROMA — Per la seconda volta in pochi anni, Pupi Avati ha un film pronto per la Mostra di Venezia: Un ragazzo d’oro. È stato proposto, non è stato preso. «Non conosco i selezionatori, ignoro le loro ragioni. Il film c’è, esiste, non possiamo negarlo. E andremo il 27 agosto al Festival di Montréal», risponde il regista. Delusione? «Sono diventato una persona saggia che non vuole fare polemiche. Ho metabolizzato le ferite veneziane, quando ho commentato un recente Leone d’oro, perché mi è parso che ci sono sezioni per i corti e altri generi, non mi ha giovato». Potevano metterla fuori gara... «Questa gloria ancora non me la merito, ne godranno i miei figli, la vedranno postuma. Mi spiace perché è stato un investimento non da poco, mi riferisco a Sharon Stone». Com’è andata con la diva americana? «Con i suoi agenti ci siamo scambiati sei mesi di mail, potrei scrivere un pamphlet su come si fa ad avere Sharon Stone per il suo primo film italiano. I dettagli, le diffidenze, la visione del cinema italiano e della nostra credibilità. Abbiamo dovuto mandarle tutti i nostri film, ci ha sottoposti a degli esami pazzeschi. L’ho voluta per il suo carisma». Qual è il suo ruolo? «Agli occhi di Riccardo Scamarcio, che è l’altro protagonista, appare come un Ufo. Lei impersona un’editrice canadese che va a Roma al funerale del padre di Scamarcio, uno sceneggiatore di serie B che non è riuscito a scrivere la storia della sua vita, una sorta di gossip sul sottobosco dello spettacolo. Il padre si è suicidato e nessuno sa perché. Si scopre che il pa- Pupi Avati escluso da Venezia: bocciata anche la mia Sharon «Le polemiche non giovano. La Stone? Mi ha fatto gli esami» dre era innamorato di lei, il libro era una scusa per starle vicino. Il figlio, Scamarcio, decide di scrivere quell’autobiografia incompiuta, e anche lui se ne invaghisce».... E sul set? «Sharon Stone è la classica attrice che prende il copione come un atto notarile, non una virgola dev’essere cambiata. È stato un rapporto estremamente professionale: in genere ai miei film divento il confessore, il papà, lo psichiatra dei miei attori, con lei non siamo diventati amici. Alla fine però ho apprezzato che abbia seguito il mio suggerimento di ammorbidire il personaggio, è difficile inna- morarsi di una donna troppo grintosa. Mi ha raccontato di un rapporto molto negativo avuto con la madre. È una donna pratica, concreta, vive proiettata nel futuro». Scusi, Pupi, ma della famosa scena di «Basic Istinct» non le ha mai parlato? La diva sul set È notarile, non siamo diventati amici «E come no, un giorno le ho chiesto: ma se non avessi accavallato le gambe, come sarebbe cambiata la tua vita? Lei rideva, rideva, non la finiva più». E Scamarcio? «Non lo conoscevo, sapevo che doveva il successo al suo aspetto, ma poi ha dovuto dimostrare di essere bravo, come succede ancora di più per quelli belli. Ho scoperto un grande attore: il suo personaggio è tutt’altro che tranquillo. A un certo punto diventa suo padre, si veste e si pettina come lui, che aveva rifiutato e invece si accorge che si sbagliava». La fidanzata di Scamarcio è Autore Pupi Avati, 75 anni, ha diretto 46 film. «Un ragazzo d’oro», prodotto dal fratello Antonio e da Flavia Parnasi, esce il 18 settembre Cristiana Capotondi. Giovanna Ralli impersona la madre di Riccardo. «Nel 1973 ero senza lavoro e Giovanna mi portò da Carlo Ponti che mi offrì 60 milioni di lire e due commediole. Rinunciai, benché pieno di debiti. Ma quel gesto me lo sono ricordato tutta la vita». Lei è regista da 45 anni, da sempre si dice che il cinema sia in crisi. «La situazione è peggiorata. Nel mio passato remoto ho venduto cravatte e auto usate e cercavo di convincere la gente al buio, così come accade a un film: devi persuadere gente a spendere e a credere in te. Una volta la qualità gratificava esattamente come il botteghino, oggi sono rimasti solo gli aridi incassi, il cinema è un mondo di somme e sottrazioni, siamo tutti capaci di fare numeri». E i premi ai festival non aiutano? «Non servono a nulla. I premi devono essere occasioni di prestigio, oggi invece chiunque lavori ai festival vuole visibilità. Quando Carlo Delle Piane vinse come migliore attore per il mio Regalo di Natale, il film riuscì nelle sale e vinse il biglietto d’oro. Io ho avuto Massimo Boldi in quel film, Festival, che racconta la Mostra di Venezia. La vera storia di Walter Chiari, che era nel momento della sua massima caduta e, poveretto, fu illuso d’aver vinto la Coppa Volpi che invece andò a Delle Piane. Mi sembrò paradigmatico del nostro mondo. Quando si scende dal vaporetto, si diventa più cattivi, si spera nel fallimento altrui». Addirittura... «Succede a tutti, anche a me. Sono stato nove volte a Venezia, e per nove volte sviluppai una energia negativa straordinaria». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Hollywood L’episodio cinematografico con Megan Fox raggiunge i 65 milioni di dollari d’incasso in tre giorni. E già si pensa al sequel Avventure con humour, il successo delle tartarughe Ninja Mutanti Megan Fox (28 anni) nel film «Tartarughe Ninja» di Liebesman LOS ANGELES — Le simpatiche — e in questo caso anche dotate di humour — Tartarughe Ninja hanno battuto tutti, e terranno sicuramente testa anche a Stallone e compari nell’imminente terzo round di The Expandables. Con ben 65 milioni di dollari incassati in tre giorni, le verdi creature — chiamate, in omaggio all’Italia, Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Donatello — sono riuscite davvero a divertire in una sorta di western urbano ambientato a New York, e diretto da Jonathan Liebesman con ritmo velocissimo e ottima ambientazione. Partendo dal presupposto che le metropoli Usa hanno bisogno di eroi per ripulire strade e ambienti dalla malavita, le quattro testuggini, espertissime anche di arti mar- ziali, compiono prodezze di ogni sorta e fronteggiano persino Megan Fox, reporter d’assalto ma non per questo meno fascinosa. Queste Ninja dell’ultima generazione sono diverse da tutte. Anche se sono state cresciute in un laboratorio scientifico, sono dotate di intelligenza acutissima. Racconta il regista Jonathan Liebesman: «Leonardo è Tom Hanks come psicologia, Raffaello è Clint Eastwood e adora gli spaghetti western (li cita anche), Michelangelo è il laconico Bill Murray nel carattere e Donatello è il Signor Spock di Star Trek». Dietro le maschere ci sono quattro giovani e valenti attori sia di teatro a Broadway che di cinema e tv. Racconta Alan Ritchson/ Raffaello: «Ci siamo impegnati moltissimo per rendere le Ninja più adulte senza che perdessero però il genuino stupore e l’incosciente coraggio tipico dell’infanzia». Leonardo è Pete Ploszek, laureato a Princeton, anche campione di football, apprezzato in teatro nella Tempesta; Noel Fisher è Michelangelo e lo si ricorda in un ruolo della saga di Twilight; mentre Donatello nasconde il volto espressivo di In Italia «Il pianeta delle scimmie» è primo Scimmie ancora in testa al botteghino. Apes Revolution: Il pianeta delle scimmie con Gary Oldman (foto) incassa nel weekend 649.552 euro, totalizzando in due settimane 3.213.427 euro. Secondo Transformers 4: L’era dell’estinzione con 221.520 euro — e 8.213.187 euro raggiunti in un mese —, seguito da Anarchia - La notte del giudizio con 146.847 euro (1.744.287 euro in tre settimane). Jeremy Howard, figlio dell’attore Joe Howard, star della tv grazie a «Grey’s Anatomy» e altri serial. Produttore del tutto è l’astuto e inarrestabile Michael Bay, che ha scritturato sceneggiatori e artisti di vaglia dietro le quinte. Come il direttore della fotografia Lula Carvalho (che ha lavorato con Babenco e Meirelles) e la costumista Sarah Edwards — che ha vestito anche Ben Stiller in I sogni segreti di Walter Mitty —. Mann ha colto nel segno con queste Ninja che spopolano gettando, dall’alto dei grattacieli, i cattivi nelle strade, portando al cinema adulti e bambini. Un successo che ha spinto la Paramount ad annunciare il sequel del film, in arrivo nel giugno 2016. Perché le Ninja, oltre alle schiere di fan che le seguono dal 1984, hanno portato in sala anche gli appassionati di fumetti (oltre a quelli di Megan Fox). Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA Spettacoli 37 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Tino Il pupazzo Tino, in onda a settembre su DeAJunior, è stato creato dall’inventore dei Muppets Jim Henson Verso il debutto Lallo Anche Lallo il Cavallo sarà uno dei «volti» su cui punterà la nuova stagione di Rai YoYo Show dei bambini Personaggi in stile Muppets da Viale Mazzini a DeAJunior Arriva un’ondata di pupazzi tv La Rai rilancia l’Albero azzurro Nuova produzione. «Il futuro si costruisce con il passato» Ciuffetto Ciuffetto è un altro dei volti pelosi dei canali De Agostini: dal 15 settembre sarà in «A tutto Tino» Il programma Le tappe «L’albero azzurro» è il programma per bimbi più longevo della tv: va in onda dal 1990. Trasmesso per anni sulle generaliste Rai, dal 2007 è passato a Rai produzioni esiste: «Per la costruzione di questo programma — riprende Bruno —, essendo Tino prodotto dalla Jim Henson Company conosciuta per essere la casa dei Muppets, ci siamo ispirati alle atmosfere di quel tipo di programmi per ragazzi in onda negli Stati Uniti. Tino condurrà il suo “one puppet show”: porterà i bambini nella sua cameretta, in un mondo di fantasia e gioco». Quello che chi era bambino negli anni 70/80 ha vissuto con Uan, pupazzo rosa apparso per la prima volta il 12 settembre del 1983 (sta per compiere 31 anni), o con gli altri volti pelosi delle reti, tra cui Four e Ambrogio, che, nel 2005, proprio con Uan, sono stati protagonisti di un fattaccio di cronaca: sono stati rapiti (è stato chiesto un riscatto). Insomma, la storia della tv è piena di pupazzi, a partire dal «Muppet Show», che ne ha segnato la storia (il programma arrivò in Italia nel 1971 col titolo «Sesame Street») fino al grande Topo Gigio. C’è stata poi Floradora, per anni spalla di Paolo Limiti e, tra i casi più recenti, ci sono i politici in gommapiuma di «Gli Sgommati», in onda su Sky Topo Gigio Massimo Liofredi: se dipendesse da me farei tornare anche Topo Gigio, è uno dei miei sogni scolare di De Agostini, il 15 settembre (dal lunedì al venerdì alle 20) debutterà «A tutto Tino», uno show condotto esclusivamente da due creaturine: Ciuffetto e la verde big star Tino, che porta con sé un cognome importante visto che suo papà è anche l’inventore dei Muppets Jim Henson. Entrambi i pupazzi erano già stati spalle di conduttori meno pelosi: tata Adriana (Cantisani) e Cristina D’Avena. Ma adesso per entrambi è arrivata la promozione e si ritrovano alla guida di una trasmissio- ne tutta loro. Massimo Bruno, direttore dei canali tv De Agostini Editore, racconta: «A differenza di tutti gli altri pupazzi della tv, il nostro Tino rappresenta un bambino del 2014: gioca e usa l’iPad con grande naturalezza». L’influenza americana in queste Due milioni di spettatori Montalbano jr va alla conquista della Francia Il giovane Montalbano, prequel della serie tv con Luca Zingaretti, ha debuttato domenica sulla tv d’Oltralpe France 3 con 2.120.000 spettatori (e l’11% di share, un punto in più della media del canale). Come Il commissario Montalbano, già esportata con successo sulla Bbc inglese, è ispirata ai racconti di Andrea Camilleri e prodotta da Rai Fiction e Palomar, ma nei panni del commissario c’è Michele Riondino, 35 anni. YoYo, tra i malumori di chi pensava a un ridimensionamento. Tra i volti che sono stati al fianco di Dodò, ci fu una polemica nel 2001, quando ad Augusta Gori, conduttrice dal ‘94, non venne rinnovato il contratto perché, disse, «troppo vecchia». Oggi la titolare è Laura Carusino (nella foto grande) Uno. Ma i pupazzi sono da sempre corteggiati anche dalla pubblicità, testimonial di ogni tipo di prodotto, dai pannolini (l’ippopotamo Blu) al caffè (Carmencita e Caballero) fino al detersivo (Coccolino) e, di recente, anche delle compagnie telefoniche (come il pinguino rockstar con la voce di Elio). Altro grande fan dei pupazzi sembra essere infine Antonio Ricci, che già negli anni Ottanta aveva presentato al «Drive In», tra gli altri, il pupazzo Tenerone. Anche se il suo capolavoro resta quello che dal 1989 è il pupazzo più famoso della tv, il Gabibbo. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio L’attore che ha sposato Laura Chiatti: «L’attenzione per la vita privata è stata molto complicata da gestire» L’ascesa di Marco Bocci, quattro film per l’eroe del gossip Q uattro film per il cinema, una serie tv e uno spettacolo teatrale. Ha dovuto fare scorta di inchiostro Marco Bocci per aggiornare il curriculum negli ultimi mesi. «Di impegni ne ho e spero di continuare ad averne», conferma l’attore che per non perdere il ritmo ha dato anche qualche scossa alla sua vita privata, sposando (a luglio) la collega Laura Chiatti e preparandosi a diventare papà. Le cose sono cambiate parecchio per questo 36enne nato a Marsciano rispetto a quando in questa cittadina in provincia di Perugia muoveva i primi passi artistici, su palchi spesso sgangherati. «Per me tutto è partito con il teatro, ma quello più amatoriale, di piazza — racconta —. Avevo 17 anni ed era una passione ma poi ho capito che mi piaceva tanto». E così, quando 21enne si è accorto che studiava più per quel suo passatempo che sui libri di Architettura, Bocci ha tentato il salto che lo spaventava: «Trasformare l’hobby in professione. Ho fondato un’associazio- ne culturale. Eravamo una decina di persone e andavamo in scena nelle feste paesane. Loro lo fanno ancora». E lui, appena può, torna a vederli. Il teatro per i primi sette anni della carriera di Bocci ha impegnato le sue energie: «Poi la strada ha preso altri canali. Fino a 3 anni fa ero riuscito a conservarmi uno spazio per salire sul palco». Ma poi gli impegni con la tv e il cinema hanno preso il sopravvento. Ora il ritorno, con uno spettacolo — Modigliani et ses femmes di Angelo Longoni — presentato in anteprima a luglio, che a febbraio diventerà una tournée. «Mi hanno proposto questo personaggio che chiunque vorrebbe interpretare: in un’ora e 40 tocca ogni corda. E’ un testo forte: ha una poesia che incanta». Tornare in scena dopo Le serie «Ho avuto fortuna con il pubblico tv. Da “Romanzo criminale” a “Squadra antimafia”» Coppia Marco Bocci, 36 anni, con la moglie Laura Chiatti, 32. A sinistra in una scena di «Romanzo criminale» Jackie in scena: il glamour secondo Jelinek di FRANCO CORDELLI S ono creature misteriose, animaletti il più delle volte indefiniti e parecchio colorati che parlano in modo spesso più sensato dei loro colleghi umani. Almeno di quelli che si rivolgono ai ragazzi, forse perché questi esseri dall’età imprecisata hanno tutti il potere di appassionare il pubblico dei più piccoli. Si deve forse a questo la loro fortuna in tv. Esistono da sempre — da «Carosello» in poi — e in ogni parte del mondo, a cavallo di un’onda che a volte li vede in ascesa, altre in discesa ma, comunque, sempre presenti. Ora, in Italia, l’onda sta crescendo. Il direttore di Rai Ragazzi Massimo Liofredi ha annunciato il rilancio di uno dei programmi più amati di sempre «L’Albero azzurro». Che significa, soprattutto, il ritorno da protagonista dell’uccellino Dodò, passato con qualche polemica dalle reti generaliste Rai a quelle tematiche dove adesso però sarà trattato da star. «Daremo un forte sviluppo a Dodò nelle nuove puntate che torneranno a essere prodotte questo autunno», ha dichiarato Liofredi. Non solo. L’altro protagonista del nuovo «Albero azzurro» sarà un altro pupazzo, definito da Liofredi «un personaggio grandioso della nostra scuderia». Chi è? Lallo il cavallo. Il direttore ha studiato personalmente il progetto: «Guardo alla tv del passato per interpretare quella del futuro: i pupazzi piacciono da sempre ai bambini, entrano nei loro cuori. Fosse per me farei tornare in Rai anche Topo Gigio, è uno dei miei sogni». Anche altri due pupazzi nel frattempo si sono aggiudicati la guida di un programma. Su DeAJunior (Sky, 623), canale pre- A Chiusi tre anni è stato diverso: il pubblico sapeva chi fosse già prima di vederlo. Per via dei suoi ruoli, certo. Ma anche per la sua vita amorosa che tanti ha appassionato, prima per la storia con Emma e poi per questa, con Laura Chiatti. «E’ vero, per la prima volta sono salito su un palco dove già mi conoscevano. Ma mi tremavano lo stesso le gambe». Per via dell’emozione che ti dà il teatro e che, secondo Bocci, chi inizia la carriera lì «continua a cercare, è un richiamo che ti tormenta». Nonostante la fama: «Non è stata un'esplosione. Di anni ne sono passati. Si rischia di venire travolti da un’attenzione troppo forte ma, nella mia follia, io mi sento equilibrato. Ora, sul fronte personale, spero di aver messo un punto». Confessa: «L’attenzione per la mia vita privata è stata complica- ta da gestire. Ritrovarmi ovunque, essere così tanto invaso, il più delle volte descritto per quello che proprio non sono è stato difficile da controllare». Più semplice gestire la carriera: «Ho avuto fortuna: ho fatto progetti apprezzati, da “Romanzo criminale” a “Squadra antimafia” (che riprenderà il primo settembre, su Canale 5): il grande pubblico è arrivato da lì». Al cinema gli appuntamenti sono molti: è nelle sale con Io rom romantica, mentre è ancora sul set di L’esigenza di unirmi ogni volta con te di Tonino Zangardi, «in cui interpreto un ragazzo che ritrova l’amore con Claudia Gerini». Da poco ha finito di girare Scusate se esisto con Raoul Bova, «dove sono un omosessuale un po’ sopra le righe» e si vedrà infine nei panni di un sindaco che non si sa comportare con il figlio in Italo. Pensa mai alla regia? «La guardo da appassionato... Non escludo che tra qualche anno possa buttarmi». C. Maf. © RIPRODUZIONE RISERVATA J ackie e le altre lo vediamo al festival Orizzonti di Chiusi. Mille volte uscendo da quel casello autostradale ci siamo diretti a sinistra, verso Chianciano, Montepulciano, Pienza; mai a destra. Invece Chiusi è una cittadina accogliente, che ci invita a tornare. Nel suo festival incontriamo il primo d’una serie di spettacoli che nel corso della stagione ventura saranno dedicati a Elfriede Jelinek (foto), la scrittrice austriaca, Nobel del 2004. Il focus Jelinek assomiglia al focus Fosse del Ric di Rieti promosso dalla regione Lazio, e vi vedremo Chiara Guidi, Francesca Mazza, Fabrizio Arcuri, Fiorenza Menni, Fanny e Alexander tra gli altri. Peccato non vi sia lo spettacolo di recente messo in scena da Monica Conti, proprio con Jackie, che è il vero titolo del testo di Jelinek, e che non abbiamo avuto modo di vedere. Con gli attori del suo Teatri di Vita (Anna Amadori, Olga Durano, Eva Robin’s e Selvaggia Tegon Giacoppo), Andrea Adriatico quel titolo lo ha leggermente modificato. La prima ragione è d’aver trasformato un monologo in una litania: come oranti in una chiesa, o il contrario d’esse, le quattro attrici entrano in scena vestite rigorosamente di nero. Ma hanno anche una sciarpa rosa, tre giri di collana, guanti bianchi lunghi e scarpe con il tacco alto. Prima si allineano davanti agli spettatori, poi si girano, poi si scambiano di posto. Sono sedute su cubi di plexiglas avorio, o ci salgono su. Ne scendono, e ciascuna di loro vi accompagna Elfriede Jelinek uno spettatore tenendolo per mano. Donano a quei loro «doppi» un nero copricapo, identico a quello che adorna le loro teste. All’improvviso le simmetrie si disfano, ma rapidamente si ricompongono. In una specie di silente intervallo sentiamo una malinconica canzone di Nina Simone. Dietro questi corpi di nessuno spessore, che sarebbero trasparenti non fossero fasciati di nero, su uno schermo corrono le immagini che tutti conosciamo, di Jack, di Bob, di Ted, delle guardie del corpo, dell’auto presidenziale, dei bambini. Il monologo di Jelinek, mutato in prece (un’attrice riprende là dove un’altra ha lasciato), è di fatto un discorso sullo star-system, sull’epoca in cui esistevano le star ed esse venivano abbattute, uccise — proprio come nel nuovo secolo si uccidono i bambini — un compito affidato alle bombe o alle madri. Che cos’è, o che cos’era una star, ce lo spiega una tra le più immortali tra esse, Jacqueline Kennedy Onassis. Una star non è un corpo («essere magra conferisce potere»). È in prevalenza un abito («io sono il mio abito e il mio abito è me (…) è ciò che è, ma non è soggetto al divenire del tempo, perché non è carne. Io non marcisco»). Ma, è sempre lei a dirlo, «sono una specie di vampiro. Sono morta, ma non morrò mai». Siamo, come si vede da questi brevi cenni, concettualmente in un’epoca remota, la stessa di cui Jelinek parla. Siamo a Jean Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte, 1979. La forza, diceva il filosofo francese, la dà il sottrarre, la potenza la dà il venir meno, l’assenza — vale a dire, il contrario dell’accumulo cui la società dei consumi ci condanna. A conti fatti Jackie è un testo che spicca più nei particolari, nelle pieghe, che nell’assunto cruciale: ossia nel suo «stile glamour», nella sua ideologia anni Novanta. Alla quale tuttavia si adegua, in modo brillante ma passivo, Adriatico: non è passiva, nei confronti del testo, quella recitazione uniforme, dolce, vellutata — che si nega a ogni sorpresa? © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Sport Supercoppa, derby spagnolo Basket, Italia con Cusin k.o. Real Madrid e Siviglia: un derby spagnolo, in Galles (Cardiff), assegna oggi la Supercoppa Europea (20.45, Italia 1). Si affrontano le squadre che nella scorsa stagione hanno vinto, rispettivamente, Champions e Europa League. In campo, tra i blancos di mister Ancelotti, ci sono già gli ultimi acquisti: James Rodriguez, Toni Kroos e Keylor Navas. L’Italia del basket è giunta a Mosca, dove domani esordirà nelle qualificazioni all’Europeo 2015 affrontando la Russia (ore 17 italiane). Oltre a Poeta, rischia di non essere disponibile Marco Cusin, vittima di una distorsione alla caviglia destra. La defezione sarebbe uno svantaggio serio contro un avversario che ha perso a sorpresa con la Svizzera e che punterà sulla stazza fisica. Atletica Prendono oggi il via a Zurigo i campionati continentali: l’Italia schiera una formazione numerosa e soprattutto con molti under 23 Renaud Lavillenie Francese, 27 anni, è campione olimpico di salto con l’asta e ha vinto due titoli europei. Il suo record è 6,02 e nel 2014 ha saltato 6,16, primato mondiale indoor (Reuters) Valeria Straneo Italiana, 38 anni, è suo il record italiano nella maratona in 2.23’44’’ ottenuto nel 2012, a 36 anni. Nel 2013 ha conquistato l’argento al Mondiale di Mosca in 2.25’58’’ (LaPresse) Mo Farah Britannico di origine somala, 31 anni. Olimpionico a Londra nei 5.000 e 10.000 metri, sulle cui distanze, oltre ai 1.500, detiene i record europei. Ha vinto anche 3 ori mondiali e 3 europei (LaPresse) Darya Klishina Russia, 24 anni, ha saltato in lungo 7,05 nel 2011 ed è stata per due volte campionessa europea indoor, vincendo anche l’oro under 23 e juniores, oltre al Mondiale allievi (Afp) Bohdan Bondarenko Ucraino, 24 anni, fresco primatista europeo nell’alto con 2,42. Ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali di Mosca nel 2013 (Ipp) L’Europa vede le stelle ZURIGO — Sonia, ex ginnasta, romana del quartiere San Paolo, ha 19 anni. Roberta, che ne ha 20, ha mollato il judo per le grandi altezze: 4,60 m, record italiano indoor. La giovine Italia si presenta con loro, Sonia Malavisi e Roberta Bruni, le prime azzurre che stamane calpesteranno la nobile pista del Letzigrund, al cospetto dell’Atletica e dell’Europa: il monitoraggio di 150 atleti e 600 presenze in nazionale ha prodotto la spedizione più numerosa da Monaco 2002, sbarbata (30 azzurri hanno meno di 25 anni, 19 sono Under 23), multietnica (12 maschi e 7 femmine sono italiani di seconda generazione) e sufficientemente incosciente, speriamo, da guardare negli occhi corsa, salti e lanci senza abbassare lo sguardo. Si apre oggi a Zurigo, nello stadio che in vita sua ha registrato non meno di 25 record mondiali, un Riflettori su francesi, inglesi e tedeschi ma i giovani azzurri provano a farsi strada campionato europeo con molte certezze e qualche dubbio, l’onda lunga del doping ha terremotato la Russia, nell’anno pari il Vecchio Continente non è così centrale però rispetto a Helsinki 2012 (tre medaglie: Donato oro, Meucci argento, Rosa bronzo; si riparte da qui), troppo appiccica- Il programma DALLA NOSTRA INVIATA Questi gli orari delle finali degli Europei di atletica leggera a Zurigo Oggi V ore 19.34: peso M V ore 20.20: 10.000 F Domani V ore 9.20: 20 km marcia M to ai Giochi, ci sono tutti (inclusi marciatori e maratoneti), vietato considerarli gli orfani di Bolt anche se è vero che il Letzigrund è la prima vera falcata verso Rio 2016. «Gli azzurri convocati devono dimostrare di che pasta sono fatti per orientare gli investimenti delle prossime due V ore 19.51: 10.000 M V ore 20: lungo D V ore 20.25 100 D V ore 20.35: disco U V ore 21.34 100 hs D V ore 21.50 100 U Giovedì 14/8 V ore 9.10: 20 km marcia D stagioni, passando attraverso il Mondiale di Pechino 2015 — spiega Massimo Magnani, d.t. del nuovo corso —. L’idea è piazzare tanta gente in finale per dare un senso di profondità alla squadra e gettare i semi per il futuro». Quantità, insomma. Sulla qualità V ore 19.19: asta D V ore 20.10: triplo M V ore 20.40: giavellotto D V ore 20.45: 3.000 siepi U V ore 21.50: 110 hs U Venerdì 15/8 V ore 9: 50 km marcia U V ore 18.50: 400 U V ore 19.10: 400 D V ore 19.25: 1.500 D V ore 19.46: alto U V ore 19.55: 800 U V ore 20.25: 200 D V ore 20.40: martello D V ore 20.52: 400 hs U V ore 21.49: 200 U ragioneremo, giorno per giorno, da qui a domenica. Saranno, questo è sicuro, i piccoli giochi di Francia, Inghilterra, Germania e di chi avrà voglia di osare. Ci sono medaglie già assegnate (Lavillenie, sua altezza nell’asta, ma sul materassone in mezzo al prato pro- Sabato 16/8 V ore 9: maratona D V ore 15: martello U V ore 15.03: asta U V ore 16.05: 800 D V ore 16.40: triplo D V ore 16.45: disco D V ore 17.15: 400 hs D verà a planare col sorriso anche l’inesauribile Giuseppe Gibilisco: ogni volta che lo dai per finito, lui c’è) e killer seriali a caccia di scalpi: con Lavillenie, Lemaitre (100), Mekhissi (3.000 siepi) e Mo Farah (5.000 e 10.000), che punta alla doppietta come a Londra, hanno vinto l’oro nelle ultime due edizioni consecutive, ma hanno ancora fame. Nell’incognita Mo ieri è spuntata la variabile Meucci. «Correrà i 10.000, oltre alla maratona di domenica: le ultime verifiche hanno evidenziato condizioni eccellenti», fa sapere Magnani, che tra le donne V ore 17.40: 5.000 D Domenica 17/8 V ore 9: maratona M V ore 15: peso D V ore 15.05: 1.500 U V ore 15.16: alto D V ore 15.22: 4x400 D V ore 15.42: 4x400 U V ore 15.56: lungo U V ore 16.08: 3.000 siepi D V ore 16.11: giavellotto U V ore 16.30: 5.000 U V ore 17.05: 4x100 U V ore 17.22: 4x100 D Così in tv dirette RaiSport1 ed Eurosport L’intervista Livio Suppo, team principal della Honda Racing: «Marquez fa gruppo, ricorda tanto Valentino» Marc il fenomeno: «Gran talento, sicurezza e quel carattere che aiuta a vincere» DAL NOSTRO INVIATO INDIANAPOLIS — Il gatto Marc Marquez visto da vicino è come lo vedete da lontano: «Difficile trovargli un difetto. La perfezione non è di questo mondo, ma lui ci arriva molto vicino». La tesi di Livio Suppo, team principal della Honda Hrc, uomo di esperienza e di mondo che non si fa impressionare facilmente, è forte. Vale la pena approfondirla: «In pista è coraggioso ma ha trovato il modo di gestire l’irruenza, che molti vedevano come un possibile punto debole quando passò in MotoGp. E fuori pista è una persona splendida». Lei ha detto che ormai in gara può permettersi di giocare. «È in uno stato di forma ecceziona- Chi è Torinese, 49 anni, Livio Suppo è dal 2013 team principal HRC. Dal 1999 al 2009 è stato in Ducati come capo del progetto MotoGp. A destra Marc Marquez (Milagro, Ipp) le, gioca in un’altra Lega, ha una tranquillità e una sicurezza in se stesso che gli permettono di staccare tutti quando vuole. Domenica si è visto». Lei ha lavorato e vinto anche con Stoner alla Ducati. Marc è meglio? «Sono simili nello stile di guida e nella capacità di sentire la moto. Quando lo vedo in derapata mi pare proprio Casey». Sono però spiriti diversissimi. «Marc è sempre sereno, positivo, di buon umore. Il talento ce l’hanno in tanti, un carattere così no». L’avesse avuto Stoner… «Avrebbe vinto molto di più. Ma, del resto, guardate Rossi: senza quel carattere non sarebbe ancora così competitivo a 35 anni. Non a caso Marc mi ricorda molto Valentino». In che cosa? «È fortissimo, carismatico e vince dando spettacolo». Com’è il Marc fuori pista? «Più maturo della sua età, con una straordinaria capacità di fare squadra. Per esempio, non c’è sera del weekend di gara in cui non mangi in hospitality con i suoi meccanici. Chi gli sta insieme si butterebbe nel fuoco per lui. Il gruppo è il suo carburante. Ecco perché a inizio stagione ha rivoluto con sé il suo vecchio team di Moto2». Vi hanno criticato molto per questo. «Per Marc il rapporto con l’ambiente è talmente importante che lo abbia- mo assecondato volentieri». Avete rinnovato il contratto per altri due anni: quanto ci avete pensato, lei e i giapponesi? Un secondo o due? «In effetti è stato un processo naturale. Marc ha ancora l’entusiasmo del primo anno con noi e, dopotutto, il nostro è tornato il team più ambito della MotoGp». Starete insieme a lungo? «Spero che un giorno non si metta a pensare: “Chissà se vincerei anche con un’altra moto...”». Rossi ha proprio detto che con la Yamaha Marquez non sarebbe così dominante. «Valentino ricorda bene quanto era stato facile per lui vincere in Honda nel 2003 e faticoso in Yamaha 2004… Nel primo dominò quasi come sta facendo Marc, nel secondo fece una specie di miracolo contro Gibernau». Marc può vincere 18 gare su 18? «Sulla carta sì, ma è durissima. Più facile vincere un Mondiale senza vincere una gara, come ha fatto, guarda caso, il suo manager Alzamora (nel 1999, classe 125, ndr)». Sport 39 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Inter in Islanda il 20 agosto Beccalossi presidente del Lecco Il Papa «convoca» Maradona La partita Stjarnan-Inter, valida per l’andata dei playoff di Europa League, sarà disputata mercoledì 20 agosto allo stadio Laugardalsvollur di Reykjavik e non il 21 come previsto dal calendario. La decisione è stata presa per la concomitanza (il 21) con la partita di calcio femminile tra Islanda e Danimarca, prevista nello stesso impianto. Evaristo Beccalossi, 58 anni, è il nuovo presidente del Lecco, squadra che milita in serie D ma che negli anni Sessanta aveva disputato tre stagioni in A. L’ex talento dell’Inter, che era già osservatore delle giovanili blucelesti, ha annunciato di voler riportare presto il Lecco tra i professionisti attraverso la valorizzazione della linea verde. «È un onore essere stato invitato da papa Francesco alla Partita Interreligiosa per la Pace»: lo scrive Diego Armando Maradona su Facebook. È la conferma di quanto accennato dall’ex Pibe de Oro in un’intervista alla tv argentina. In campo (1° settembre, stadio Olimpico di Roma) anche Ronaldinho e Messi. Tra gli organizzatori, la fondazione di Javier Zanetti. Svolta La banca ha ceduto tutte le partecipazioni per 33 milioni La Roma di Pallotta è sempre più americana Prese le quote Unicredit L’imprenditore controlla il 78% del club DAL NOSTRO INVIATO Blanka Vlasic Croata, 30 anni, favorita nel salto in alto. Il suo personale è di 2,08 realizzato nel 2009. Ha vinto 2 Mondiali, 1 Europeo e un argento olimpico (Ap) sui 42.195 metri scommette su Straneo e Incerti, oro (postumo) 2010. Ci sono gare che sembrano già scritte (Martinot-Lagarde negli ostacoli, Blanka Vlasic nell’alto donne senza la Chicherova infortunata ma con una Alessia Trost in vena di riscatto, la pin up Darya Klishina nel lungo) e altre con la nitroglicerina incorporata: la conquista dello spazio, nell’alto maschile in cui Marco Fassinotti (primatista italiano con 2,34 m) proverà a inserirsi nella lotta di vertice, profuma di record del mondo. Bondarenko, Ukhov, Protsenko, gente che viaggia abitualmente alla media mostruosa di 2,38, ormai abbonati al ristretto club dei «duequarantisti», fanno fischiare forte le orecchie a Javier Sotomayor, arroccato sui 2,45 (outdoor) forse non per molto. Oggi qualificazioni per i veterani del triplo, Donato e Greco, e Panterita Grenot nei 400 che vorrebbe annettersi. Poiché nessun podio è scritto finché il cronometro continua a girare, la meglio gioventù azzurra stamane schiera nelle batterie dei 1.500 Federica Del Buono, figlia d’arte, 19 anni, il miglior rapporto età/talento della spedizione. A colpi d’aratro sul tartan, che la semina abbia inizio. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA BAD WALTERSDORF — James Pallotta rafforza ancora la sua posizione di presidente della Roma e Unicredit (che resta sponsor ufficiale della Uefa Champions League fino al 2015) esce dalla società giallorossa dopo un’avventura sui generis che durava dal 2010, quando il presidente Rosella Sensi firmò la cessione al colosso bancario del pacchetto di controllo di Compagnia Italpetroli, per ristrutturare il debito (di Italpetroli, non della As Roma) di 300 milioni. L’ufficialità arriva dal comunicato a Borsa chiusa in cui Unicredit, As Roma e Raptor «informano che è stato sottoscritto un contratto di compravendita di azioni nel quale Unicredit ha ceduto ad As Roma l’intera partecipazione detenuta nella Neep (la società controllante As Roma) per un corrispettivo di 33 milioni di euro versato per intero al momento della sottoscrizione». La quota ceduta è pari al 31% e porta Pallotta, attraverso Raptor, a controllare il 100% di Neep, cioè il 78% della società, escluso il cosiddetto «flottante». L’accordo chiude definitivamente la porta all’ingresso di soci — come il magnate cinese Chen Feng — che speravano di entrare attraverso la quota di Unicredit e di «scalare» la Roma in un secondo momento. Ora sta a Pallotta decidere se tenere per sé tutte le azioni, affidarsi a un nuovo socio (è appena entrato nel Cda Phillip Gold, grande investitore nei mercati mediorientali) o «parcellizzare» le quote tra più soggetti interessati a investire nella Roma, L’amichevole come Starwood, con particolare attenzione allo stadio da costruire. I tifosi si pongono una domanda: la spesa per le azioni influirà sul calciomercato? Non è un mistero che la Roma debba rientrare nei parametri del fair play finanziario. La deadline è nel 2015 e ci sono due strade: 1) farlo a partire da questo calciomercato, aperto fino al 2 settembre; 2) rimandarlo alla prossima stagione, mantenendo la rosa al massimo della competitività per questo campionato che in molti, anche dentro il club, vedono come un’occasione unica per uno scudetto che manca dal 2001. Il nome sulla bocca di tutti è quello di Mehdi Benatia, sul quale continuano a muoversi il Chelsea e il Manchester United. Gli altri attori della telenovela sono quelli di Mattia Destro e Adem Ljajic, nel susseguirsi di voci senza conferma di cui è fatto il calciomercato. L’ultima parola spetta a Pallotta. Per gli ottimisti non avrebbe senso «rovinare» Crescita in Borsa Il titolo giallorosso ieri è salito di quasi il 10%. Multa di 50 mila euro allo «sceicco» Al Qaddumi Proprietario James Pallotta, 56 anni, numero 1 della Roma (Eidon) Mercato Cerci tra Milan e Atletico Il Toro chiede 20 milioni (f.bon.) Il giorno delle aperture. Così Milan e Napoli tornano a sperare per Cerci e Fellaini. «Alessio resta? Dipende molto da lui — spiega il presidente del Torino, Urbano Cairo —. Da parte mia la voglia di tenerlo c’è tutta. Saranno decisivi i prossimi 10-15 giorni». Il Milan, che ieri ha accolto Armero e Diego Lopez, continua a inseguirlo. Il Toro chiede 20 milioni; l’Atletico Madrid è in pressing. Domani sera l’ad rossonero Galliani, assieme a Inzaghi, ne parlerà con Berlusconi. Intanto tiene viva la pista Taarabt, per cui potrebbe offrire 3 milioni al Qpr. Il Napoli non molla Fellaini, con Van Gaal che considera il centrocampista belga fuori dal progetto del Manchester Utd. Per la difesa, con Fernandez diretto allo Swansea (10 milioni), restano in pole Agger e Manolas, che piace anche a Juve (l’altro nome è sempre Nastasic), Arsenal e West Ham. Storari vicino al Sassuolo: come vice-Buffon in corsa Sorrentino e Abbiati. Ieri primo allenamento di Medel con l’Inter. l’immagine di una società in grande espansione con una dolorosa cessione di calciomercato, che metterebbe in difficoltà l’allenatore Rudi Garcia e darebbe un segnale negativo anche agli altri giocatori giallorossi con più mercato, da Pjanic a Strootman. Per i pessimisti le cessioni sono inevitabili. Il titolo in Borsa, ieri, è salito di quasi il 10%, a 0,7615 euro. È andata meno bene al «fantasceicco» Al Qaddumi, protagonista di un bluff nel febbraio 2013, che gli è costato 50 mila euro di multa da parte della Consob. Altri tempi. Ora la Roma è tutta di Pallotta e i tifosi, anche quelli che in passato l’hanno criticata, possono dire grazie a Unicredit per averla traghettata fin qui. © RIPRODUZ ONE RISERVATA Luca Valdiserri Ritorno a Napoli con fischi a Cavani Il Psg vince 2-1 ma Benitez sorride NAPOLI — Doveva essere l’abbraccio del San Paolo a Cavani e Lavezzi, con un grande striscione aperto dai tifosi del Napoli prima dell’amichevole con il Paris Saint Germain: «Chi la maglia azzurra ha onorato, mai sarà dimenticato. Grazie Pocho, grazie Edy». Ma ben presto gli applausi per l’uruguaiano si sono trasformati in fischi sempre più feroci, con tanto di replica plateale del giocatore verso gli spalti. Per Lavezzi invece solo consensi fino alla sostituzione sottolineata con una standing ovation. La partita, terminata 2-1 per il Psg, si è rivelata un prezioso test per Rafa Benitez nonostante la sconfitta, mentre i francesi — che hanno cominciato con un deludente pareggio la Ligue 1 — hanno patito l’infortunio di Thiago Silva che, dopo 12’, si è procurato uno stiramento dopo un banale colpo di tacco. Per il brasiliano, sostituito dall’ex romanista Marquinhos, c’è il rischio di uno stop prolungato. Nel primo tempo Napoli più solido e pericoloso, soprattutto con Insigne, Zapata e Hamsik, che si è visto deviare da Sirigu un gran sinistro da lontano diretto all’incrocio. Nella ripresa entrano i pezzi da novanta e vanno subito a segno. Dopo 6 minuti Higuain, che ribadisce in gol una respinta di Douchez su tiro di Insigne, e dopo 9’ ci pensa Ibrahimovic, entrato al posto di Cavani, a pareggiare da breve distanza. A decidere il match un’azione solitaria e travolgente di Pastore, ma alla fine sono applausi per tutti, Cavani a parte. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Tifosi e avversari uniti nelle proteste. «Tradizioni in vendita»; «Troppi soldi, è concorrenza sleale» Ha un bonus per l’en plein? «No». Come si rapporta Marc con fama, soldi, l’azienda Honda? «Vive ancora in famiglia col fratello e si comporta proprio come un ragazzo di 21 anni di quest’epoca. I soldi sa che contano, ovviamente, ma non appartiene alla categoria degli sportivi avidi. Privilegia altre cose: relazioni, squadra, risultati». Quanto conta uno così per il motociclismo? «Tantissimo. Lui è come Rossi, Alberto Tomba, Tiger Woods, gente che ha fatto bene al proprio sport attirando anche l’interesse dei non specialisti e superando i confini del tifo». Dica la verità: Marquez riesce a stupire anche chi ne ha viste tante come lei… «Ieri una persona nel paddock mi ha detto: “Ci vorranno altri 10 anni prima che nasca un altro così”. Gli ho risposto: “Uno così non era mai nato e forse non nascerà mai più”». Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutti contro il Lipsia targato Red Bull DAL NOSTRO INVIATO BERLINO — Toro Rosso non avrai il mio scalpo. Perché tutto il resto te lo sei già preso. Il nome della squadra, che ai tempi della Ddr era il Leipzig Markranstadt e adesso è diventato il RasenBallsport Leipzig, per le tv un più commerciale Red Bull Lipsia. Il nome dello stadio, che si chiamava Zentralstadion e ora è il Red Bull Arena. I colori della maglia, che per il momento restano il bianco della maglia e il rosso dei pantaloncini com’era ai tempi della quinta divisione tedesca, ma che lo sponsor vorrebbe a scacchi blu e argento, come le lattine della sua nota bevanda alla taurina. Toglieteci tutto ma non la tradizione, hanno gridato domenica gli ultrà del Lipsia. Che per la prima volta sono scesi in piazza a protestare contro l’invadente mece- All’Arena L’RB Leipzig milita in 2.Bundesliga. La squadra gioca alla Red Bull Arena di Lipsia. Nella foto, i giocatori con la seconda divisa, blu e rossa (la prima è bianca e rossa) nate, chiedendo aiuto anche ai tifosi delle altre città: no al calcio moderno, «no alla svendita delle nostre tradizioni!». C’è di mezzo il pallone e una certa nostalgia: «La vecchia squadra è ormai scomparsa — grida la curva, con un documento letto al megafono — e ha preso il nome d’un marchio globale. Non vogliamo i mercanti negli stadi. Ridateci la vecchia passione!». Dal rosso Kapital al Toro Rosso, è uno choc per chi prima del Muro andava a vedere il vecchio Lipsia co- munista. Sul web, il Red Bull è oggetto di boicottaggi e insulti: «Mai una squadra tedesca è riuscita ad attirarsi tanto odio dalle altre tifoserie», scrive la stampa. «Che finale amaro», commenta il filosofo Gunther Gebauer, tifoso da sempre. Protestano anche le altre società dei campionati minori, chiedendo un tetto agli investimenti: «Se un colosso mondiale prende un piccolo club e lo riempie di soldi, falsa la competizione». La società è stata rifondata nel 2009, è già risalita in B, vuole oscurare i rivali del più celebre club cittadino, lo storico Lokomotive, per arrivare in cinque anni fra le grandi della Bundesliga. Lo sponsor ha già versato 30 milioni nel vivaio, punta a 20 mila abbonamenti: «Diventeremo la prima squadra dell’Est in grado di sfidare il Bayern o il Borussia», promette il boss Rainer Mi- lkoreit, che è anche numero due della Federcalcio tedesca. Soldi e rinforzi: dalla Fiorentina sono in arrivo Compper e il croato Rebic, ma la stretta parentela coi campioni d’Austria del Red Bull Salisburgo è la premessa d’altri acquisti a costo quasi zero. «Non capisco queste polemiche — dice Milkoreit —. Senza di noi, l’Est sarebbe ancora la retroguardia del calcio tedesco. Invece d’essere contenti, i nostri tifosi ci attaccano. Alcuni calciatori sono stati perfino minacciati su Internet». E la tradizione? «La tradizione ricomincia appena si torna a vincere». Le contestazioni hanno irritato anche Dietmar Hopp, fra i più ricchi magnati tedeschi, fra i primi a investire nel calcio: «Sveglia — dice —, viviamo nel capitalismo! E il marketing ne è una parte essenziale. Per sopravvivere, lo Schalke 04 s’è fatto dare i soldi dal municipio. Sarebbe quello, il calcio nobile? Pagato con le nostre tasse?». Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Cristianamente è mancata all’affetto dei suoi cari Bruna, Valeria e Lorenza, con Claudio, Massimo, Jacopo, Gaia e Beatrice, annunciano che, dopo una lunga sofferenza, è mancato l’amato Giancarlo Pertegato Primina Rondello ved. Bongianino Dott. Enzo Zannini Sempre, sempre, rimarrai insieme a noi.- La famiglia ringrazia il dottore Bruno Restelli e i suoi collaboratori per l’affettuosa e continua assistenza.- Per informazioni sui funerali contattare Impresa San Siro al n. 02.32867. - Milano, 11 agosto 2014. Ciao papà.- Ora, insieme alla mamma, siete le nostre stelle.- Il servizio funebre, in forma civile, si terrà il giorno 13 agosto 2014 alle ore 15 presso la sala del commiato del cimitero di Lambrate.- Tiziana e Andrea. - Milano, 10 agosto 2014. Ne danno il triste annuncio la sorella Carla con Domenico, i nipoti Antonella con Gianni, Anna, Massimo, Gabriele, Francesco e Chiara.- Il funerale sarà celebrato il 12 agosto a Borgo d’Ale alle ore 15. - Borgo d’Ale, 11 agosto 2014. Partecipano al lutto: – Adolfo Scalpelli e Annamaria Groppi. Carissima Partecipano al lutto: – Yvonne Formiggini. – Aldo e Daniela. – Antonio e Simona. – Adriana Audisio. – Dina Coradeschi. – Pedro. Un abbraccio con affetto, cari Andrea e Tiziana, nel ricordo del vostro papà zia Primina Giancarlo Pertegato ci mancherai tanto, ti avremo sempre nel nostro cuore.- Adesso sei con lo zio Piero, uniti per l’eternità con l’amore di sempre.- Antonella, Anna, Massimo, Gabriele, Francesco. - Borgo d’Ale, 11 agosto 2014. Paola, Barbara, Monica, Elena con Roberto, Paolo, Stefano partecipano con profondo dolore alla scomparsa dell’amato amico di anni difficili e corrierista perbene, cui devo molto.- Marzio Breda. - Lido di Venezia, 11 agosto 2014. Giampiero, Giuliana, Laura, Andrea Accinelli si uniscono al dolore di Chiara per la perdita di Ciao Primina zio Enzo Romano Covini rimarrà sempre nei nostri cuori la tua infinita generosità e saggezza.- Luca, Diletta, Mafalda, Gianmaria. - Milano, 11 agosto 2014. - Milano, 11 agosto 2014. Massimo, Edoardo, Carola, Ludovica e Adriana sono vicini con affetto a Lorenza, Bruna e Valeria per la scomparsa di amico carissimo di sempre.- Le sue doti resteranno un ricordo ed un esempio indimenticabile per noi. - Madesimo, 11 agosto 2014. Partecipa al lutto: – L’architetto Germano Giovetti. Enzo la - Milano, 11 agosto 2014. Paolo e Lorenza sono vicini a Lorenza e Valeria per la perdita del papà Tommaso Montesi Righetti con affettuosa stima. - Frassinoro, 11 agosto 2014. La Fondazione Piero Bongianino Onlus piange la sua illuminata benefattrice Enzo Zannini Arrivederci Dottore.- Livia. - Iseo, 11 agosto 2014. Primina Rondello La moglie Emilia Balzarotti, i figli Umberto, Ada con Andrea, Anita con Giulio, Alice e Gaia annunciano la morte di Enzo Zannini - Milano, 11 agosto 2014. Katia, Giacomo, Stefano. - Lecce, 11 agosto 2014. Ricordano con amore la sua integrità e la sua gentilezza.- I funerali si terranno nella chiesa di Sant’Agnese in via Sant’Agnese 3, alle ore 15 a Roma. - Roma, 12 agosto 2014. Anna e Pap si stringono con profondo affetto a Lorenza e Massimo e a tutta la famiglia nel dolore per la scomparsa del caro papà Felicita, Giuliana, Carlo, Elisabetta con le loro famiglie ricordano con affetto e rimpianto il carissimo Enzo - Milano, 11 agosto 2014. Partecipiamo commossi al dolore della famiglia di sé Enzo Zannini Partecipa al lutto: – Giancarlo Iliprandi. La moglie Adina, i suoceri, i parenti e gli amici annunciano profondamente addolorati la scomparsa del dott. Gianluigi Comi uomo buono e medico generoso.- La camera ardente è allestita presso la Casa Funeraria San Siro di via Amantea, dalle ore 8 alle ore 19.- La cerimonia funebre avrà luogo giovedì 14 agosto alle ore 10 presso la chiesa interna dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, piazza Moneta 1. - Cesano Boscone, 11 agosto 2014. Partecipano al lutto: – Anna, Massimo, Edoardo Bianchi. – Ugolina e Marcella De Osma. – Le cugine Lilli e Macrì con Roberto e i ragazzi. Tommaso Corcos, Nicola Doninelli e il Consiglio di Amministrazione di Epsilon Sgr partecipano al lutto che ha colpito Carlo De Franco per la tragica perdita della cara mamma Enzo Sancassiani è vicino a Patrizia e ai suoi cari nel loro dolore per la perdita della mamma Elvira Galasso Romilde Rossetti Codecasa - Milano, 11 agosto 2014. Cesira Trezzi in Trifone Oggi, come ogni giorno, l’amore, l’affetto di sempre è costantemente vivo e presente nei cuori del marito, delle figlie, delle nipoti, dei parenti tutti che ne ricordano con nostalgia le sue inestimabili doti di moglie e madre esemplare. - Magenta, 12 agosto 2014. Giulia, i figli e i nipoti ricordano con infinito amore e nostalgia Angelo Paola e - Viareggio, 12 agosto 2014. Giorgio Trombetta Panigadi Erminia Moratti - Milano, 12 agosto 2014. 12 agosto 1989 - 12 agosto 2014 Nel dolce ricordo di Massimo ed Emidia Vitali ricordano, con immutato affetto Anna Marchesini Casiraghi Angelo Moratti Angelo, Aldo, Carlo, Carla e Michele. - Milano, 12 agosto 2014. e l’amatissima moglie, Erminia. - Milano, 12 agosto 2014. 12 luglio 2014 - 12 agosto 2014 12 agosto 2011 - 12 agosto 2014 Evelina Peretti Gennuso Avv. Sergio Pandolfi Le famiglie Gennuso, Peretti, Vanzo ricordano Evelina con tenerezza e infinito amore. - Milano, 12 agosto 2014. sei sempre accanto a me.- Bianca Maria. - Milano, 12 agosto 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Infront Italy si stringe intorno alla famiglia per la scomparsa dell’amico ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Egidio Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it - e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Ieri si è spento il sig. Giuseppe Virdis TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Ne danno il triste annuncio la moglie Cristina Mauromicali, i figli Roberta con Massimo Ferraro e Bernardo con Donatella Manganaro, i cognati, i nipoti ed i parenti tutti.- I funerali avranno luogo oggi 12 agosto alle ore 17.30 nella chiesa Sacra Famiglia in Santa Teresa di Riva. - Santa Teresa di Riva (ME), 11 agosto 2014. Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Pier Paolo Pellini Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Un ringraziamento particolare a Bianca per le cure amorevoli e l’affetto che in questi anni ha riservato allo zio Petia. - Milano, 10 agosto 2014. Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. I figli Alberto, Narcisa, Raffaella con nuora e nipote annunciano che l’amata madre Gentilia Dioli Romani è ritornata alla casa del Padre. - Cremona, 11 agosto 2014. Il Tempo Gazzetta dello Sport PER PAROLA: L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Giulio, Paolo e Alessandro Moneta, con Mario Casoni e le rispettive famiglie, annunciano la scomparsa di - Milano, 10 agosto 2014. 12 agosto 2012 - 12 agosto 2014 Sono già trascorsi due anni dalla scomparsa della cara Angelo Moratti - Milano, 11 agosto 2014. Maria Pezzoni ved. Luzzatti Papà, ogni giorno scopriamo tracce di te.- Una preghiera.- Francesca, mamma, Giuseppe e Fiammetta. - Pozzuoli (NA), 12 agosto 2014. 12 agosto 1981 - 12 agosto 2014 - Milano, 11 agosto 2014. Ne danno il triste annuncio la figlia Sabina e i parenti tutti.- La salma verrà benedetta presso la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano il giorno 13 agosto alle ore 8.40 e verrà fatta proseguire per la chiesa parrocchiale di Corteolona (PV) dove avrà luogo la cerimonia funebre alle ore 10.30. - Milano, 10 agosto 2014. Salvatore (Micky) Pignatelli Aragona Cortes I funerali avranno luogo mercoledì 13 agosto alle ore 10.45 nella chiesa di San Daniele. - Padova, 12 agosto 2014. Egidio Conte "Non rattristiamoci di averla perduta ma ringraziamo Dio di averla avuta, anzi di averla ancora, perché in Dio tutte le cose vivono e chi ritorna al Signore, continua a far parte della famiglia". (San Gerolamo) È serenamente mancata all’affetto dei suoi cari 12 agosto 2011 - 12 agosto 2014 "Farsi primavera significa accettare il rischio dell’inverno.- Farsi presenza, significa accettare l’assenza". (Antoine de Saint-Exupéry) Partecipano al lutto: – Maria Rosa ed Ettore. Marco Bogarelli con Giuseppe Ciocchetti e tutto il consiglio di amministrazione di Infront Italy si unisce al dolore della famiglia per la prematura perdita di scrittore de La Civiltà Cattolica, che ha accolto sorella morte con gioia perché gli ha aperto l’incontro con Dio, con la Vergine Maria e con i santi suoi confratelli della Compagnia di Gesù.- La comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica ringrazia il Signore per averlo avuto fedele, attento collaboratore, e amato confratello per sessantuno anni.- I funerali si svolgeranno martedì 12 agosto, alle ore 10, nella cappella de La Civiltà Cattolica, in via di Porta Pinciana 1, Roma. - Roma, 12 agosto 2014. Enzo Zannini Piero Magliola Ne danno annuncio la moglie Livia, la figlia Elena insieme ad Anna, Bruno, Luca e gli amati nipoti.- Ciao nonno Piero!- I funerali si svolgeranno il giorno 12 agosto 2014 alle 10.30 presso la chiesa parrocchiale di Donato (BI). - Milano, 11 agosto 2014. e sig.ra Bruna Samaja Giovanni Rulli S.I. Mario Lupi, Mario Aragnetti e Banca Profilo. - Milano, 11 agosto 2014. pioniere della pelletteria italiana nel mondo, lo ricorda con riconoscenza, continuando nell’impegno di diffondere gli alti valori umani ed aziendali di cui fu indiscusso portatore. - Milano, 12 agosto 2014. Circondato dall’affetto dei suoi cari ci ha lasciati Camillo e Susan Greco sono vicini a Marco, Anna Maria e a tutti i familiari nel dolore per la perdita della mamma - Milano, 11 agosto 2014. Padre Enrico Fremder - Moena, 11 agosto 2014. - Lipari, 11 agosto 2014. Gaetano Miccichè e tutta la Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo partecipano con molto affetto al dolore di Marco Samaja e della famiglia per la scomparsa della madre È piaciuto a Dio Nostro Signore di chiamare a Il Consiglio di Amministrazione di FPM - Fabbrica Pelletterie Milano, a trentatré anni dalla scomparsa di Gianfranco Andreina ricorda con grande affetto ed ammirazione - Melides, 11 agosto 2014. zio Michi Enzo Zannini - Milano, 11 agosto 2014. Gianna, Momo insieme a Mariuccia si stringono affettuosamente a Massimo, Vanna e Andrea per la perdita dell’indimenticabile amico Elena e Massimo si stringono con affetto a Filippo nel triste momento della morte del padre Bruna Samaja Amilcare Carpi De Resmini Vicini nella perdita del caro Enrico Fremder - Klaipeda, 11 agosto 2014. Partecipano al lutto: – Franco e Vittoria Minardi. Tommaso Montesi Righetti donna di grande intelligenza e spessore morale. - Milano, 11 agosto 2014. Andrea con Libero, Elena e Carla nel cuore piange con indicibile tristezza Da trentatré anni ci ha lasciati, ora come allora è presente nei nostri cuori!- Lina, Bruna con Beppe, Beppi con Betty, Chicco con Greta, lo ricordano con tanto amore. - Milano, 12 agosto 2014. Papà carissimo, sei la nostra guida e l’esempio di tutta la vita.- Tutti noi, uniti, ti ricordiamo con amore infinito.- La tua famiglia. - Milano, 12 agosto 2014. - Forte dei Marmi, 11 agosto 2014. sig.ra Primina Bongianino Enzo - Milano, 12 agosto 2014. Gianfranco Rho Bruno Seraglia Claudio e Giuliana, Sergio e Doriana si uniscono al dolore di Filippo per la perdita dell’amato papà Isabella, Alberto e Cecilia Zerbi ricordano la 12 agosto 1981 - 12 agosto 2014 Generale Squadra Aerea Partecipano al lutto: – Angiola e Guido. – Giovanna e Paolo. – Robin e Monica. e la sua generosità attraverso la Fondazione Piero Bongianino a favore della ricerca sul diabete presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. - Milano, 11 agosto 2014. Enzo Zannini - Milano, 11 agosto 2014. Roberta, Alberto e Jacopo Regazzini sono vicini a Massimo, Giovanna e Andrea nel ricordo del caro Roberta e Gianna, Elia e Mario annunciano la scomparsa del Romano Covini Il professor Emanuele Bosi ricorda la figura del- sig.ra Primina Bongianino Rondello Yvonne, Anna Paola, Fabio e Pomme abbracciano Lorenza e Valeria per la perdita del loro papà 41 italia: 52495258535051 Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL SOLE OGGI LE PREVISIONI PREV PRE VISIONI Bari Sorge alle TTramonta alle Palermo Bologna Firenze 5:58 19:55 6:18 20:03 6:13 20:24 6:15 20:23 Torino 6:26 20:40 Napoli 6:09 20:04 Roma Milano 6:14 6:19 20:35 20:14 Genova DOMANI Trento Aosta Venezia 6:23 20:33 LA LUNA 6:07 20:22 GIOVEDÌ Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto 27 lug. 3 ago. 11 ago. 18 ago. SABATO VENERDÌ Trieste Venezia Milano Torino Bologna Genova Firenze Ancona Perugia La pressione cede al Nord e Polifemo viene relegato al Centro-Sud dove porterà ancora tanto sole e caldo almeno fino a venerdì al Centro. Al Nord una serie di perturbazioni interesseranno le Alpi, Prealpi e la Pianura Padana con temporali, grandinate e locali nubifragi da oggi fino a giovedì. Il giorno di Ferragosto vedrà ancora qualche pioggia sparsa al Nord. Sabato temporali giungono al Nordest e regioni adriatiche con calo termico ovunque. L’Aquila ROMA Campobasso IN EUROPA Bari Potenza Napoli Catanzaro Cagliari LE TEMPERATURE ERAT ERA ATURE DI OGGI 25 Aosta 25 Torino 27 Genova 32 Bologna 33 Roma 31 Campobasso 37 R. Calab Calabria a 35 Catania Catania 26 26 28 30 31 29 31 30 34 36 31 34 34 33 34 34 Milano Trento Venezia Trieste Firenze Fire r nze re Perugia Ancona L’Aquila L L’A quila Napoli Bari Potenza Catan Palermo Palermo Palerm Paler mo Alghero Alghero ro Cagliari Cagliar a cura di Olbi VENTO Sole Nuvolo Coperto Pioggia Rovesci Temporali Neve Moderato Forte Molto forte Calmo LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA min max Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brescia Cagliari 19 18 21 21 20 21 22 31 25 35 32 29 28 34 S = Sereno P = Pioggia S R S S R N S min max 19 21 23 19 19 10 22 32 33 34 28 31 28 32 Campobasso Catania Crotone Cuneo Firenze Genova Imperia N = Nuvoloso S S S N S N N L’Aquila Lecce Messina Milano Napoli Olbia Palermo T = Temporale min max 19 21 23 21 21 20 22 30 35 36 27 34 34 35 C = Coperto Alta Pressione 23 Helsinki Oslo Copenaghen Edimburgo 13 16 Berlino Amsterdam 19 Londra 22 Kiev 22 Varsavia 24 Milano Vienna 22 Belgrado 27 33 Lisbona 33 Bucarest Tirana Fronte Freddo 36 Atene 37 Tunisi Algeri Ankara 33 32 Roma Barcellona 26 Fronte Caldo 22 26 Madrid 31 Praga 20 Parigi Bassa Pressione 21 19 17 Dublino L Stoccolma 16 37 30 Fronte Occluso MARE Debole Nebbia H Un profondo centro depressionario, posizionato tra il Regno Unito e la Scandinavia, condiziona il tempo sulle zone occidentali del continente all'insegna di rovesci e temporali sparsi. Fronti perturbati collegati alla depressione interessano anche il Mediterraneo settentrionale dove la pressione nei prossimi giorni tenderà a diminuire vistosamente. Bel tempo, soleggiato e caldo sul resto d'Europa. S S S N S S S Parma Perugia Pescara Pisa Potenza R. Calabria Rimini V = Neve min max 21 18 18 20 17 23 22 30 30 34 29 31 36 34 R = Rovesci N S S S S S S Roma Torino Trento Trieste Udine Venezia Verona B = Nebbia min max 20 20 20 22 20 23 22 33 27 28 31 27 29 30 Mosso Agitato 32 N S R N 24 32 Bogotà 28 Caracas 24 19 Seul Delhi Shanghai Bangkok SUD AMERICA 27 Pechino S R NORD AMERICA ASIA AUSTRALIA Tokyo 25 Giacarta 27 S 12 Sydney 30 San Francisco 21 Los Angeles 27 21 Chicago Santiago New York 20 Città del Messico 24 29 15 13 Casablanca Il Cairo 25 Lima Vancouver 20 AFRICA 38 25 Rio de Janeiro Buenos Aires Nairobi Lagos 20 Luanda 27 23 Città del Capo 42 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera Tv in chiaro Film e programmi Accorsi e Puccini è ancora amore La fuga di Lena per incontrare il papà Dieci anni dopo «L’ultimo bacio», i protagonisti tirano un bilancio: si rompono, si incolpano, si baciano ancora (nella foto Stefano Accorsi e Vittoria Puccini). Baciami ancora Canale5, ore 21.10 Mira (Lena Beyerling, foto) è stata cresciuta dalla madre. Durante un litigio la ragazza fugge a Marrakech per conoscere il padre e realizzare un sogno: incontrarlo. Innamorarsi a Marrakech Rai1, ore 21.20 Tom Cruise non gioca sporco Il giovane Regbo va in terapia Il procuratore sportivo Jerry Maguire (Tom Cruise, foto) viene licenziato perché non disposto a «giocare sporco». Dovrà ripartire con al suo fianco solo un giocatore (Cuba Gooding jr). Jerry Maguire La7, ore 21.10 Il 18enne James (Toby Regbo, foto) non vuole andare all’università. Incapaci di capire la sua scelta, i genitori decidono di mandarlo da una terapista... Un giorno questo dolore ti sarà utile Rai Movie, ore 21.20 Nuovi casi per Erdogan Atalay Chi era davvero Wallis Simpson Semir (Erdogan Atalay, foto), stanco di archiviare fascicoli della polizia criminale, ripensa al passato. Un giorno, intercetta la notizia di un complotto ai danni della first lady. Squadra speciale Cobra 11 Rai2, ore 21.10 Uno speciale su Wallis Simpson (foto). Nonostante il disprezzo del governo e della famiglia reale, il 10 dicembre 1936 re Edoardo VIII ha abdicato per sposarla. Donne Straordinarie Rai Storia, ore 21.30 Viaggio alla scoperta Come le armi del «pianeta rosso» cambiano le guerre Il documentario «Marte tra immaginario collettivo e sfide del futuro», propone un viaggio alla scoperta del «pianeta rosso» che da sempre affascina l’immaginario collettivo. Nautilus Rai Scuola, ore 21 Il documentario «The English Civil War» racconta il conflitto del XVII° secolo attraverso le armi al tempo considerate nuove, come i moschetti a pietra focaia e le bombe di mortaio. Strumenti di morte Focus (canale 56 DTT), ore 23 Rai1 Rai2 Rai3 Rete4 Canale5 rai.it rai.it rai.it mediaset.it/rete4 6.00 EURONEWS. Attualità 6.10 IL CAFFÈ DI RAIUNO. Attualità. Conduce Cinzia Tani 6.30 TG 1. PREVISIONI SULLA VIABILITÀ - CCISS VIAGGIARE INFORMATI. 6.45 UNOMATTINA ESTATE. Attualità 11.25 DON MATTEO 6. Tf 13.30 TELEGIORNALE. 14.00 TG 1 ECONOMIA. Attualità 14.05 LEGAMI. Soap Opera 15.00 CAPRI 2. Telefilm 17.00 TG 1. CHE TEMPO FA. 17.15 FILM NEL CUORE DELLA TEMPESTA. 18.50 REAZIONE A CATENA. Varietà 20.00 TELEGIORNALE. 20.30 TECHETECHETÉ VIVE LA GENTE. Videoframmenti SERA 21.20 FILM INNAMORARSI A MARRAKECH. (Commedia, Germania, 2011). Regia di Karsten Wichniarz. Con Christina Plate, Erol Sander, Lena Beyerling: Tg 1 60 secondi 6.55 THE LYING GAME. Tf 7.35 HEARTLAND. Telefilm 8.20 LE SORELLE MCLEOD. Telefilm 9.45 PASION PROHIBIDA. Telefilm 10.25 METEO 2. 10.30 TG2 INSIEME ESTATE. Attualità 11.20 IL NOSTRO AMICO CHARLY. Telefilm 12.10 LA NOSTRA AMICA ROBBIE. Telefilm 13.00 TG 2 GIORNO. 13.30 E...STATE CON COSTUME. Attualità 13.50 MEDICINA 33. Rub. 14.00 FILM LA CARTA DEL DESTINO. 15.40 SENZA TRACCIA. Telefilm 16.20 GUARDIA COSTIERA. Telefilm 17.55 TG 2 FLASH L.I.S. 18.00 RAI TG SPORT. 18.15 TG 2. METEO 2. 18.45 REX. Telefilm 20.30 TG 2 20.30. 6.00 RAI NEWS MORNING NEWS. Attualità 8.00 KILIMANGIARO ALBUM. Doc. 8.10 FILM DUE MAGNIFICHE CANAGLIE. 9.20 FILM DUE INGLESI A PARIGI. 10.35 FILM TOTÒ LE MOKO. 12.00 TG 3. METEO 3. 12.15 LA SIGNORA DEL WEST . Telefilm 13.10 IL TEMPO E LA STORIA. Attualità 14.00 TG R. TG R METEO. 14.20 TG 3. METEO 3. 14.50 TGR PIAZZA AFFARI. Attualità 14.55 TG 3 L.I.S. 15.00 TERRA NOSTRA 2. Tf 15.45 FILM CAPRICORN ONE. 17.45 GEO MAGAZINE 2014. Documentario 19.00 TG 3. TG R. TG REGIONE METEO. 20.00 BLOB. Attualità 7.20 MIAMI VICE. Telefilm 8.15 DISTRETTO DI POLIZIA. Telefilm 10.45 RICETTE ALL’ITALIANA. Attualità 11.30 TG 4 - METEO.IT 12.00 RENEGADE. Telefilm 12.50 I DELITTI DEL CUOCO. Telefilm 13.45 IL GIUDICE MASTRANGELO. Miniserie 15.30 HAMBURG DISTRETTO 21. Telefilm 16.35 IERI E OGGI IN TV. Varietà 16.45 FILM IL RITORNO DI RINGO. (Western, Italia/Spagna, 1965). Regia di Duccio Tessari 18.55 TG 4 - METEO.IT 19.35 IERI E OGGI IN TV . Varietà 19.55 TEMPESTA D’AMORE. Soap Opera 21.00 LOL :-). Serie 21.10 SQUADRA SPECIALE COBRA 11. Telefilm. Con Tom Beck, Erdogan Atalay 22.55 THE GOOD WIFE. Telefilm. Con Julianna Margulies, Matt Czuchry, Archie Panjabi 20.20 MISSING. Telefilm 21.05 MILLENNIUM. Attualità. Conduce Mia Ceran, Elisabetta Margonari, Marianna Aprile 23.25 TG REGIONE. 23.30 TG3. 23.00 GALA TANGO 2014. Evento. Conduce Paolo Persi, Barbara Cicero 0.00 TG 1 NOTTE. CHE TEMPO FA. 23.40 TG 2. 23.55 FILM TENUTA IN OSTAGGIO. (Drammatico, Usa, 2009). Regia di Grant Harvey Rai4 Rai5 9.05 9.50 10.35 11.20 12.00 12.45 13.30 14.15 15.20 16.10 16.55 17.40 17.45 18.30 19.25 20.25 21.10 22.35 0.20 rai.it rai.it HAVEN. Serie RUSH. Telefilm FLASHPOINT. Serie STREGHE. Serie STREGHE. Serie HAVEN. Serie STARGATE ATLANTIS. Telefilm DOCTOR WHO SPECIAL. Serie ONE TREE HILL. Serie STREGHE. Serie STREGHE. Serie RAI NEWS - GIORNO. WAREHOUSE 13. Serie THE LOST WORLD. Serie DOCTOR WHO SPECIAL. Serie STARGATE ATLANTIS. Telefilm FILM REVENGE CITY. (Azione). Regia di David Ren. FILM TRIPLO GIOCO. (Drammatico). ANICA APPUNTAMENTO AL CINEMA. Attualità 16.25 LA BOHÈME. Opera 18.30 RAI NEWS - GIORNO. 18.35 DAVID LETTERMAN SHOW. Talk show 19.25 BRUCKNER. Musica 20.35 PASSEPARTOUT. Attualità 21.15 FILM L’ENFER. (Drammatico) 23.00 DAVID LETTERMAN SHOW. Talk show MTv la7.it 8.00 TG 5 MATTINA. 8.50 MIRACOLO DEGLI ANIMALI. Documentario 9.10 FILM UN SALTO VERSO LA LIBERTÀ. 11.00 FORUM. Attualità. Conduce Barbara Palombelli 13.00 TG 5. Nel programma: Meteo.it 13.40 BEAUTIFUL. Soap 14.45 UOMINI E DONNE E POI. Talk show. Conduce Maria De Filippi 16.15 FILM INGA LINDSTRÖM RASMUS & JOHANNA. 18.30 CUORE RIBELLE. Telenovela 19.10 IL SEGRETO. Telenovela 20.00 TG 5.METEO.IT 20.40 PAPERISSIMA SPRINT. Varietà 7.35 SUPERCAR. Telefilm 9.30 A-TEAM. Telefilm 11.25 HUMAN TARGET. Telefilm 12.25 STUDIO APERTO. METEO.IT 13.00 SPORT MEDIASET. 14.05 I SIMPSON. Cartoni 14.35 FUTURAMA. Cartoni 15.00 PRETTY LITTLE LIARS. Telefilm 16.40 DAWSON’S CREEK. Serie STUDIO APERTO ANTICIPAZIONI. 18.30 STUDIO APERTO. Nel programma: Meteo.it 19.10 VECCHI BASTARDI. Varietà. Conduce Paolo Ruffini 19.30 C.S.I - SCENA DEL CRIMINE. Telefilm. Con William L.Peterson, Marg Helgemberger, Gary Dourdan 6.55 MOVIE FLASH. Attualità 7.00 OMNIBUS RASSEGNA STAMPA. Attualità 7.30 TG LA7. 7.50 STARSKY & HUTCH. Telefilm 9.50 LE STRADE DI SAN FRANCISCO. Telefilm 11.50 FILM JANE DOE - LA DICHIARAZIONE D’INDIPENDENZA. (Giallo, Usa, 2005). Regia di Armand Mastroianni. Con Lea Thompson, Joe Penny 13.30 TG LA7. 14.00 FOOD MANIAC. Attualità 14.15 JACK FROST. Telefilm 16.15 STARSKY & HUTCH. Telefilm 18.10 AGENTE SPECIALE SUE THOMAS. Telefilm 20.30 IL SEGRETO. Telenovela. Con Megan Gracia Montaner 21.15 L’AMORE E LA VITA CALL THE MIDWIFE. Telefilm. Con Bryony Hannah, Judy Parfitt, Laura Main 21.10 FILM BACIAMI ANCORA. (Drammatico, Italia, 2010). Regia di Gabriele Muccino. Con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Valeria Bruni Tedeschi 20.30 SUPERCOPPA EUROPEA: Real Madrid - Siviglia. Calcio 23.05 CHICAGO FIRE. Telefilm. Con Jesse Spencer, Taylor Kinney, Monica Raymund 20.00 TG LA7. 20.30 IN ONDA. Talk show 21.10 FILM JERRY MAGUIRE. (Commedia, Usa, 1996). Regia di Cameron Crowe. Con Tom Cruise, Renée Zellweger, Cuba Gooding jr.. 23.35 METEO 3. 23.45 REPORT CULT. Attualità 0.50 ZETTEL 3 - LA FILOSOFIA IN MOVIMENTO. 23.30 FILM BIANCO, ROSSO E VERDONE. (Comico, Italia, 1981). Regia di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone 0.10 I TUDORS . Telefilm. Con Jonathan Rhys Meyers, Henry Cavill, Natalie Dormer 2.00 TG 5 NOTTE. 24.00 BLOG NOTES. Attualità 1.20 SPORT MEDIASET. 1.45 STUDIO APERTO - LA GIORNATA. 2.00 TOP ONE. Quiz. 23.40 GLI INARRESTABILI. DocuReality. Conduce Marco Berry 0.35 TG LA7. 0.50 MOVIE FLASH. Rai Storia Rai Gulp Class Tv DMax Rai Rai Premiumrai.it Movie 17.40 RAI NEWS - GIORNO. 17.45 TOPAZIO. Telenovela 19.15 DIRITTO DI DIFESA. Serie 20.10 IL COMMISSARIO MANARA. Serie 21.10 LA PISTA. Varietà 24.00 ALLE ORIGINI DELLA MAFIA. Miniserie 0.30 ALLE ORIGINI DELLA MAFIA. Miniserie La7 mediaset.it/italia1 rai.it 19.20 ENCICLOPEDIA DEL MARE. Documenti 20.10 COME ERAVAMO. Documenti 20.25 IL GIORNO E LA STORIA. Documenti 20.45 IL TEMPO E LA STORIA. Documenti 21.30 RES - DONNE STRAORDINARIE. Documenti rai.it 17.50 RAI NEWS - GIORNO. 17.55 FILM STURMTRUPPEN. 19.40 FILM UNO SCUGNIZZO A NEW YORK. 21.20 FILM UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARÀ UTILE. 23.00 FILM OUTRAGE. 0.45 RAI NEWS - NOTTE. rai.it mediaset.it/canale5 Italia1 Real Time 13.20 TEEN CRIBS. Varietà 14.15 GINNASTE - VITE PARALLELE. Varietà 15.10 CATFISH: FALSE IDENTITA’ Serie 16.00 16 ANNI E INCINTA. Varietà 16.50 TEEN MOM. Varietà 18.50 TEENAGER IN CRISI DI PESO. Varietà 19.50 FRIENDZONE: AMICI O FIDANZATI? Varietà 20.15 16 ANNI E INCINTA. Varietà 21.10 IL TESTIMONE. Serie 22.00 POLIFEMO-QUELLO CHE NESSUNO TI FA VEDERE. Serie 23.00 CATFISH: FALSE IDENTITA’ Serie Deejay TV 15.00 THE FLOW. Musicale 15.30 DEEJAY SUMMER HITS. Musicale 16.55 DEEJAY TG. 17.00 DEEJAY HITS. Musicale 18.00 FELICITY. Telefilm 18.55 DEEJAY TG. 19.00 JANE STILISTA PER CASO. Serie 20.00 THE FLOW. Musicale 20.30 LOREM IPSUM. Musicale 20.45 FUORI FRIGO. Varietà 21.15 MICROONDE. Varietà 21.30 PASCALISTAN. DocuReality DATI DI PROGRAMMAZIONE FORNITI DA COMPUTIME La7d class.it dmax.it la7.it 17.55 WINX CLUB. Cartoni 18.20 GULP GIRL 2013/2014. Attualità 18.45 LE SORELLE FANTASMA. Telefilm 19.35 VIOLETTA. Telefilm 20.25 HOUSE OF ANUBIS. Telefilm 21.15 KUNG FU PANDA. Cartoni 22.05 WINX CLUB. Cartoni 18.35 IL BOSS DELLE TORTE. Attualità 19.30 LA BOTTEGA DEI CUPCAKE. Attualità 20.20 CUCINE DA INCUBO USA. Attualità 21.10 BAKE OFF UK. Attualità 23.00 BREAKING AMISH LOS ANGELES. Attualità 12.10 LAW&ORDER. Tf 14.20 IL BELLO DELLE DONNE. Serie 16.00 TG GIORNO. Attualità 16.30 TG SPORT. Attualità 17.00 DISTRETTO DI POLIZIA. Serie 20.50 IL BELLO DELLE DONNE. Serie 22.20 LAW&ORDER. Telefilm 19.55 STORAGE WARS CANADA. Documentario 20.20 BANCO DEI PUGNI. Documentario 21.10 AFFARI A QUATTRO RUOTE. Attualità 22.00 FAST N’ LOUD. Attualità 22.50 I MAGHI DELLE AUTO. Documentario 13.05 FOOD MANIAC. Att. 13.25 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 14.20 THE DR. OZ SHOW. Varietà 16.55 S.O.S. TATA. Reality 18.55 TG LA7. 19.00 FOOD MANIAC. Att. 19.10 CUOCHI E FIAMME. Attualità 21.10 GREY’S ANATOMY. Rai YoYo Iris Cielo La5 Tv 2000 rai.it 19.50 I CARTONI DELLO ZECCHINO D’ORO. Cartoni 20.10 PEPPA PIG. Cartoni 21.20 OLIVIA. Cartoni 22.25 CALIMERO. Cartoni 22.45 BUONANOTTE CON LE FAVOLE DI YO YO. Attualità 22.55 PEPPA PIG. Cartoni 23.00 PEPPA PIG. Cartoni realtimetv.it mtv.it iris.mediaset.it 14.16 HAZZARD. Telefilm 15.25 FILM TIFFANY MEMORANDUM. 17.14 FILM BRIGANTI, AMORE E LIBERTÀ. 19.13 MAGNUM P.I. Telefilm 20.06 HAZZARD. Telefilm 21.00 FILM IL GIGANTE. 0.54 FILM SMOKING / NO SMOKING. cielotv.it 19.15 AFFARI AL BUIO TEXAS. Doc. 20.15 AFFARI DI FAMIGLIA - LOUISIANA. Doc. 20.45 AFFARI DI FAMIGLIA - LOUISIANA. Doc. 21.10 MASTERCHEF AUSTRALIA ALL STARS. Varietà 23.15 FILM LA RAGAZZA DI CORTINA. (Thriller) mediaset.it 17.30 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION. Documentario 18.30 HELLCATS. Telefilm 19.25 GOSSIP GIRL. Tf 20.15 ROYAL PAINS. Tf 21.10 FILM SHOPGIRL.: Tg Com; Meteo.It 23.10 UOMINI E DONNE E POI. Talk show tv2000.it 18.30 TG 2000. 19.00 L’ISPETTORE DERRICK. Telefilm 20.00 ROSARIO DA LOURDES - IN DIFFERITA. Religione 20.30 TG TG. 21.00 LE COMMEDIE DI EDUARDO: NAPOLI MILIONARIA. Teatro 43 Corriere della Sera Martedì 12 Agosto 2014 Pay Tv Film e programmi Eva Mendes inguaia Will Smith Hitch (Will Smith) insegna agli uomini come conquistare le donne. Ma quando incontra Sara (Eva Mendes, foto con Smith) sono guai anche per lui. Hitch - Lui sì che capisce le donne Sky Cinema Comedy, ore 19 De Niro non vuole Stiller come genero Sky Cinema Sport 19.05 LOOPER - IN FUGA DAL PASSATO Joe è un killer che viaggia nel tempo uccidendo personaggi scomodi finché non si ritrova contro il sé stesso di trent’anni dopo. Sky Cinema Hits HD AGENTE 007 - LICENZA DI UCCIDERE James Bond (S. Connery) deve fermare il dottor No. Storica scena con U. Andress in bikini. Primo film ispirato ai romanzi di Ian Fleming. Sky Cinema Max HD 19.15 NEI PANNI DELL’ALTRA Una giornalista di successo si sente sola. Inizia così a interrograsi su come avrebbe potuto essere la vita se... Sky Cinema Passion HD 19.20 HATES - HOUSE AT THE END OF THE STREET Madre e figlia si trasferiscono in campagna e scoprono che la casa accanto alla loro è stata di recente teatro di un doppio omicidio. Sky Cinema 1 HD 19.25 I GIUSTIZIERI DEL WEST Lo sceriffo Howard Nightingale, in lizza per un posto da senatore, assolda un manipolo di sei uomini per catturare un fuorilegge. Sky Cinema Classics 19.40 NIKO E JOHNNY - DUE RENNE NEI GUAI La renna Niko deve correre in aiuto del fratellastro Johnny, rapito a causa di una sua distrazione. Si farà aiutare dall’amico Julius. Sky Cinema Family 21.00 ATTILA A. Quinn veste i panni di Attila, mentre S. Loren è Honoria nella pellicola storica, diretta nel 1954 da P. Francisci. Sky Cinema Classics I RAGAZZI IRRESISTIBILI W. Matthau e G. Burns (vincitore dell’Oscar) sono vecchi colleghi bisbetici ma simpatici. Sky Cinema Cult BAD NEWS BEARS - CHE BOTTE SE INCONTRI GLI ORSI! Un allenatore tenta con tenacia di portare la sua squadra di baseball al successo. Con W. Matthau. Sky Cinema Family 007 - GOLDENEYE Capitolo 17esimo della saga dedicata a James Bond, questa volta interpretato da P. Brosnan. Sky Cinema Max HD MATRIMONI Moglie e madre integerrima, Giulia perde la testa alla vigilia di natale. Sale su un treno e raggiunge la natìa Trani. Sky Cinema Passion HD 21.10 IL COLORE VIOLA Nella Georgia degli anni Venti Celie (W. Goldberg) deve sottostare a maltrattamenti e violenze di ogni tipo. Dirige S. Spielberg. Sky Cinema 1 HD TI PRESENTO I MIEI Greg (B. Stiller,) e Pam vogliono sposarsi, ma prima Greg deve conoscere i genitori Serie Tv Intrattenimento 22.25 22.35 22.45 22.55 23.05 23.15 di lei, mamma Dina e il temibile Jack (R. De Niro). Sky Cinema Hits HD NOTORIOUS - L’AMANTE PERDUTA Il bacio più lungo della storia del cinema, tra I. Bergman e C. Grant nella pellicola diretta nel 1946 da A. Hitchcock. Sky Cinema Classics AMA, ONORA & OBBEDISCI La tranquilla vita di un postino inglese viene stravolta quando decide di entrare a far parte di una banda di un gangster. Sky Cinema Cult LETTERE D’AMORE Iris (J. Fonda) fa l’operaia in una fabbrica di dolciumi; incontra Stanley (R. De Niro), un cuoco timido e analfabeta. Nasce l’amore. Sky Cinema Passion HD MANDIE E IL SEGRETO DEI CHEROKEE Anche se lo zio le ha vietato di seguirlo in quella che appare essere una pericolosa missione, Mandie fa’ di testa sua. Sky Cinema Family MAGIC MIKE Lo spogliarellista Mike, star del Club Xquisite, diventa mentore del diciannovenne The Kid. Si innamorerà della sorella del ragazzo. Sky Cinema Hits HD AGENTE 007 - ZONA PERICOLO E’ la volta di T. Dalton nei panni di James Bond; per la prima volta 007 si innamora. Inseguimenti e sparatorie in un Paese dell’Est. Sky Cinema Max HD 9.30 TENNIS: PRIMO TURNO ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati Sky Sport 2 HD 10.00 ATLETICA: 1A GIORNATA Campionato Europeo. Diretta Eurosport 15.00 CICLISMO: 2A TAPPA Eneco Tour. Diretta Eurosport 16.45 ATLETICA: 1A GIORNATA Campionato Europeo. Diretta Eurosport 17.00 TENNIS: PRIMO TURNO. SESSIONE DIURNA ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati. Diretta Sky Sport 1 HD TENNIS: PRIMO TURNO. SESSIONE DIURNA ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati. Diretta Sky Sport 2 HD 21.30 CALCIO: BRASILE - GERMANIA Coppa del Mondo Femminile U20. Diretta Eurosport 23.00 TENNIS: PRIMO TURNO ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati Sky Sport 1 HD WRESTLING: WWE SUPERSTARS Sky Sport 2 HD 24.00 CALCIO: STATI UNITI - CINA Coppa del Mondo Femminile U20 Eurosport 0.15 ATLETICA LEGGERA: CAMPIONATI EUROPEI 2014 1° GIORNATA RaiSport 1 L’infermiere Greg (Ben Stiller) vuole sposare la ragazza dei sogni, ma deve affrontare le bizze del padre di lei (Robert De Niro, foto con Stiller), ex agente della Cia paranoico. Ti presento i miei Sky Cinema Hits, ore 21.10 Violenze e pregiudizi L’odissea di Whoopi 15.10 16.10 17.20 18.10 19.10 Nella Georgia degli anni Venti, l’odissea di una donna di colore (Whoopi Goldberg, foto) tra pregiudizi razziali e violenze. La salverà la sua grande forza interiore. Dirige Spielberg. Il colore viola Sky Cinema 1, ore 21.10 20.10 21.00 21.20 21.25 21.30 THE BIG BANG THEORY Fox HD AUSTIN & ALLY Disney Channel I SIMPSON Fox HD LA VITA SECONDO JIM Fox HD DROP DEAD DIVA Fox Life LE SORELLE FANTASMA Rai Gulp BUONA FORTUNA CHARLIE! Disney Channel CRIMINAL MINDS Fox Crime HD THE BIG BANG THEORY Fox HD BUONA FORTUNA CHARLIE! Disney Channel NCIS LOS ANGELES Fox Crime HD NEW GIRL Fox HD HOUSE OF ANUBIS Rai Gulp I THUNDERMAN Nickelodeon LIFE BITES Disney Channel NEW GIRL Fox HD LIFE BITES Disney Channel Una miniserie sui libri più importanti Mediaset Premium Esperti bibliofili presenteranno alcune tra le opere più importanti della storia della letteratura. Si comincia con il Codex Sinaiticus, codice greco pergamenaceo risalente al 350 d.C. circa. La bellezza dei libri Sky Arte Hd, ore 21.10 14.15 CHI TI CREDI DI ESSERE?. Documentario Studio Universal 14.36 NOW YOU SEE ME - I MAGHI DEL CRIMINE. Film Premium Cinema 14.40 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 14.43 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA 15.00 LA FIGLIA DEL MIO CAPO. Film Studio Universal 17.15 MASTERCHEF AUSTRALIA Sky Uno 18.15 BARBIE PRINCIPESSA DELL’ISOLA PERDUTA DeAkids 18.25 FRATELLI IN AFFARI Sky Uno 18.40 INTOUR Disney Channel 19.10 LA GUERRA DELLE TORTE LEI 19.15 CODE: 9 Disney Channel FRATELLI IN AFFARI Sky Uno 20.00 IL BOSS DELLA CASA Sky Uno 20.25 THE FACE Sky Uno 21.00 CUCINE DA INCUBO 2 Fox Life CHI VESTE LA SPOSA-MAMMA CONTRO SUOCERA LEI 21.05 DORAEMON MOVIE: IL DINOSAURO DI NOBITA Boomerang 21.10 VICTORIA’S SECRET: FASHION SHOW Sky Uno 21.50 CUCINE DA INCUBO 2 Fox Life 15.27 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 15.34 THE VAMPIRE DIARIES. Telefilm MYA 16.21 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm MYA 16.27 PROVA A PRENDERMI. Film Premium Cinema 16.30 CINECHAT. Show Studio Universal 16.46 THE HOURS. Film Studio Universal Ragazzi 18.40 HUBERT E TAKAKO K2 SANJAY AND CRAIG Nickelodeon 19.30 I DALTON K2 SPONGEBOB Nickelodeon 20.00 STEVEN UNIVERSE Cartoon Network 20.10 OGGY E I MALEDETTI SCARAFAGGI DeAkids 20.15 MY LITTLE PONY: L’AMICIZIA È MAGICA Boomerang 20.20 OGGY E I MALEDETTI SCARAFAGGI K2 20.25 REGULAR SHOW Cartoon Network I DALTON DeAkids 20.40 MY LITTLE PONY: L’AMICIZIA È MAGICA Boomerang 21.00 LE NUOVE AVVENTURE DI PETER PAN DeAkids 21.10 I DALTON K2 17.01 THE MIDDLE. Telefilm JOI 17.11 L’AMORE, ANDATA E RITORNO. Film Tv MYA 17.26 PARKS AND RECREATION. Telefilm JOI 17.47 SPECIALI JOI. Rubrica JOI 18.45 DRAGONHEART. Film Studio Universal 18.48 THE VAMPIRE DIARIES. Telefilm MYA Documentari 17.15 UN MATRIMONIO SPLENDIDO SPLENDENTE LEI 18.10 LA FEBBRE DELL’ORO Discovery Channel HD 19.15 RICCHI, SPORCHI E CATTIVI National Geographic 20.05 MUOVITI O MUORI National Geographic 20.57 AFFARI AL BUIO - NEW YORK History Channel 21.00 CURIOSITY: YELLOWSTONE AI RAGGI X Discovery Channel HD 21.10 COME È FATTO Discovery Science 21.20 AFFARI AL BUIO History Channel 21.35 COME È FATTO Discovery Science JEFF CORWIN: VISTI DA VICINO K2 21.45 DUBAI. IL MEGA AEROPORTO National Geographic 18.53 IL GRANDE GATSBY. Film Premium Cinema 19.13 HUSTLE - I SIGNORI DELLA TRUFFA. Telefilm JOI 19.35 ONE TREE HILL. Telefilm MYA 20.13 HUSTLE - I SIGNORI DELLA TRUFFA. Telefilm JOI 20.24 ONE TREE HILL. Telefilm MYA 20.40 PROJECT GREENLIGHT 2. Documentario Studio Universal A fil di rete di Aldo Grasso Il mistero gaudioso del Sereno invariabile A rriva un messaggio: «Qui la app per il live streaming di @serenovarRai2». Una app per «Sereno variabile», lo storico programma di Osvaldo Bevilacqua? Succede anche questo. Una volta all’anno, nella desertificazione estiva dei palinsesti, non possiamo non concederci il piacere di celebrare uno dei misteri gaudiosi della tv italiana: Osvaldo Bevilacqua. Il tempo passa ma la sua chioma resta miracolosamente fiammeggiante, il suo eloquio sempre più promozionale, il suo incedere Vincitori e vinti una perenne spola tra feste e banchetti, spettacoli folcloristiAlex ci e laboratori artigianali. O’Loughlin L’infaticabile conduttore di Serie «Sereno variabile» è la perfetta contro incarnazione del conduttore serie, unico delle coscienze gastronovincono le Hawaii miche, l’app (applicazione) di di Rai2. Domenica un canone in base al quale ogni sera con la serie piatto (ogni paesaggio, ogni cotelevisiva statunitense sa…) è straordinario, fantastico, «Hawaii Five-0» migliore di tutti quelli che lo (con Alex O’Loughlin): hanno preceduto, appena infeper 1.476.000 riore a quello che lo seguiranno. spettatori, 9,2% Le trasmissioni di Bevilacqua di share sono dei compitini di promozione turistica (speriamo sponDavid sorizzati da qualche azienda tuBoreanaz ristica) pieni di premurose solSerie lecitazioni («vi invitiamo a venicontro re a scoprire questa bella serie realtà...») e ci regalano l’immain prime time, gine di un’Italia perennemente Rete4 superata da in festa, una nazione sempre in Rai2: in prima serata parata, festosa ma dal profilo c’è il crime «Bones» non troppo alto, alla portata di (telefilm con l’attore tutti. Negli anni il copione è riamericano David masto identico: una manifestaBoreanaz): per zione di folclore locale, l’intervi824.000 spettatori, sta con un’autorità del posto, un 5,8% di share angolino di paesaggio enfatizzato come non mai, il racconto di un’antica leggenda e magari una ricetta del posto. Da quando abbiamo scoperto che Bevilacqua è felicemente coniugato con Donatella Bianchi (cresciuta alla scuola di «Sereno Variabile» e poi storica conduttrice di «Lineablu. Vivere il mare») ci frulla in testa un’idea. Perché non creare sul digitale terrestre una rete chiamata RaiProLoco? Sappiamo chi potrebbe dirigerla e sappiamo anche chi potrebbe sostenerla. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv 21.15 UNA DONNA PER LA VITA. Film Premium Cinema 21.15 PARKS AND RECREATION. Telefilm JOI 21.15 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA 21.15 ELLA ENCHANTED - IL MAGICO MONDO DI ELLA. Film Studio Universal 21.41 PARKS AND RECREATION. Telefilm JOI 22.02 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA 22.51 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA 22.55 L’OMBRA DEL DIAVOLO. Film Studio Universal 23.09 COM’È BELLO FAR L’AMORE. Film Premium Cinema 23.39 NIP’N TUCK. Telefilm MYA 0.13 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 0.30 DALLAS. Telefilm MYA 44 Martedì 12 Agosto 2014 Corriere della Sera
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