MARTEDÌ 3 GIUGNO 2014 ANNO 139 - N. 130 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano L’azzurro escluso La furia di Pepito Rossi «Fuori forma? Da ridere» L’inchiesta Rischiano di saltare i Mondiali in Qatar Con il Corriere Il secondo romanzo del maghetto Harry Potter Alessandro Bocci alle pagine 32 e 33 F. Monti a pagina 33 e D. Dallera a pagina 26 Da giovedì a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano Bruxelles non boccia il rinvio del pareggio di bilancio. Padoan: la crescita eviterà la manovra IL CATTOLICESIMO DI UN BOY SCOUT L’Europa incalza ancora l’Italia di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA Le pagelle della Ue: bene le riforme, più sforzi nel 2014 mocrazia cristiana con le sue radici nel primo Novecento. Vale a dire quell’impasto peculiare fatto di religiosità sociale lombardo-veneta da un lato — risonante ancora di echi controriformistici e di ideali organicistici, proprio di molte élites urbane anche nobiliari dell’Italia padana — e dall’altro dell’autonomismo sturziano intriso di fermenti liberali. Bensì un cattolicesimo diverso di un’ Italia diversa: di quell’Italia media che dal Po arriva agli Appennini, che dalle aule dell’Università Cattolica giunge, passando per i portici di Bologna, fino alla pieve di Barbiana. È il cattolicesimo dei Dossetti, dei La Pira, dei don Milani. Intriso d’inquietudini riformatrici, sospeso tra un ribellismo austero e spregiudicato che ricorda Savonarola e la consapevolezza tormentata della sfida portata alla fede dai tempi nuovi. Percorso da una moderna vena intellettualistica e insieme da una devozione antica, popolaresco quanto l’altro era popolare, assuefatto al confronto con chi non ha i suoi ideali e a misurarsi con esso. È questo, nel fondo, io credo, il cattolicesimo di Renzi e dei suoi amici, quello che essi hanno respirato. Ma che oggi essi stessi declinano in una versione particolare, la quale ne addolcisce i tratti e ne stempera assai le ambizioni e l’asprezza originaria dei contenuti. È fuori luogo — ricordando la formazione dell’attuale presidente del Consiglio e di altri che stanno intorno a lui — definirla senz’alcun intento spregiativo una versione da boy scout? Cioè una versione di cattolicesimo certamente debole rispetto all’originale; una versione che più che ad una qualche teologia radicale sembra rimandare all’immediatezza di un sentimento: quello che molto semplicemente vede il mondo diviso tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra deboli e forti, tra ricchi e poveri. CONTINUA A PAGINA 26 Un apprezzamento per le riforme, accompagnato dalla richiesta di rafforzarle e di impegnarsi nella riduzione dell’indebitamento. È il senso delle raccomandazioni all’Italia della Commissione europea, che ha rinviato invece all’autunno la decisione sull’apertura di una procedura per «squilibri macroeconomici eccessivi» (il debito pubblico) e la risposta alla richiesta di slittamento del pareggio di bilancio al 2016. Il governo ottiene dunque più tempo per stimolare crescita e occupazione ed evitare, come assicura il ministro Padoan, una nuova manovra. Juan Carlos abdica, le ragioni di una scelta Il re di Spagna scende dal trono: Felipe è pronto, largo ai giovani Scadenze Nuovi equilibri IL GRIDO DEI DUE MARÒ E IL BUONSENSO NEI NEGOZIATI di DANILO TAINO «A ALLE PAGINE 2 E 3 utto sommato, questo sarto l’ha fatta, una buona parte del lavoro. Misurando con il suo metro, indicando dove tagliare o allungare; soprattutto tagliare. Nel 2011, ricorda Olli Rehn, erano 24 su 27 gli Stati europei sottoposti a procedura di infrazione per il deficit eccessivo. Oggi sono 17, e saranno presto 11. bbiamo ubbidito a un ordine, mantenuto una parola, quella che ci era stata chiesta, e oggi siamo ancora qui». Ieri, da New Delhi, ha alzato la voce il marò Salvatore Girone trattenuto in India con il collega Massimiliano Latorre: entrambi sono accusati di aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori durante un servizio antipirateria. L’accorato appello dei marò non deve però fare prevalere in Italia tentazioni di scorciatoia, comprensibili, ma perdenti. Caizzi, Ducci, Marro CONTINUA A PAGINA 2 A PAGINA 5 Piccolillo I VOTI (VERI) RINVIATI ALL’AUTUNNO di LUIGI OFFEDDU T Parla il direttore generale. L’Usigrai: si può ridiscutere Gubitosi: tagli a sedi e compensi Sbaglia chi vuole scioperare Il piano Rai? Mai visto Renzi ANSA / JUAN CARLOS HIDALGO ertamente Matteo Renzi non è un democristiano; altrettanto certamente però è cattolico. Lo è in modo pubblico e noto (nei pochissimi mesi da che è presidente del Consiglio non si contano le foto che lo ritraggono all’uscita dalla messa domenicale, da solo o con la famiglia), lo è presumibilmente gran parte del suo retroterra ideale, così come sono cattolici molti dei suoi più importanti giovani collaboratori. La cosa, tuttavia, non sembra aver suscitato fin qui l’interesse di nessuno. Il che è davvero strano, se si considera la sua condizione di leader di un partito di sinistra come il Partito democratico. Cioè di un partito che nella sua storia ha vinto solo questa volta correndo da solo (vale a dire non coalizzato con altri e sotto la guida di un suo iscritto), così come solo questa volta ha ottenuto una così alta percentuale di voti: e guarda caso entrambe le circostanze si sono realizzate quando alla sua testa c’era un cattolico come Renzi. In realtà è abbastanza ovvio pensare che nel successo ora detto l’appartenenza cattolica di Renzi abbia contato non poco. Specie nel farlo percepire da quella parte dell’opinione pubblica tradizionalmente lontana dalla sinistra in una luce rassicurante, come una personalità capace di apertura alle ragioni altrui, poco propensa al pregiudizio ideologico, incline alla moderazione. Caratteristiche che naturalmente anche chi non è cattolico può benissimo possedere (e possiede), ma che nella storia del cattolicesimo politico sembrano trovare un fondamento e una compiutezza in certo senso più naturali e più convincenti. Ma dietro quelle caratteristiche c’è poi una cosa come la fede. C’è il cattolicesimo. Nel nostro caso un particolare tipo di cattolicesimo. Non quello che improntava di sé tanta parte della vecchia De- Juan Carlos di Spagna ha abdicato, il figlio Felipe sarà il nuovo re. (Nella foto, da sinistra: Letizia Ortiz, il marito Felipe, Sofia e il marito Juan Carlos). ALLE PAGINE 10 E 11 Nicastro, Roddolo QUANDO PASSÒ L’ESAME DI DEMOCRAZIA di SERGIO ROMANO J uan Carlos di Borbone avrebbe potuto rivendicare per sé nelle occasioni solenni, una impressionante lista di titoli. Era re di Spagna, ma di anche di Castiglia, Aragona, Léon, Galizia, Toledo e persin0 di terre straniere, dall’Ungheria alla Dalmazia, che erano finite per le più svariate ragioni nell’asse ereditario di quella che fu, con gli Asburgo, la maggiore famiglia reale europea. Ma il suo padre politico fu il generale Francisco Franco y Bahamonde, caudillo dello Stato spagnolo dalla fine della guerra civile, nel 1939, alla sua morte, nel 1975. CONTINUA A PAGINA 11 di ALDO CAZZULLO e PAOLO CONTI ALLE PAGINE 6 E 7 Martirano Il papà vicino di banco Carne colorata, olio falso del suo ragazzo autistico Così il cibo è fuorilegge di PAOLO DI STEFANO di FIORENZA SARZANINI I dubbi sul rapimento di Bowe A PAGINA 18 AP / U.S. ARMY a frase più frequente del figlio Giulio, 15 anni: «Sono felice». Il padre, Vincenzo D’Aucelli, 56 anni, informatore scientifico per 31, dopo una laurea in Farmacia, si è laureato di nuovo e ha abbandonato il lavoro per poter assistere il figlio autistico anche durante le ore scolastiche. Il soldato liberato Disertore o eroe? di GUIDO OLIMPIO A PAGINA 13 Giannelli «Q uesto sciopero è un errore. La Rai fa parte del sistema. Ci è stato chiesto un sacrificio, e noi lo faremo — dice il direttore generale Luigi Gubitosi al Corriere —. La quotazione di Rai Way è già operativa, si può chiudere entro l’anno. Troveremo i 150 milioni anche tagliando gli stipendi dei conduttori tv e risparmiando sulle sedi regionali». Poi accenna al premier: «Non ho mai visto Renzi. Vorrei parlargli degli investimenti su Expo e cultura». E De Siervo promosso è un favore a lui? «Ma De Siervo non è stato promosso!», replica. In serata ìl sindacato Usigrai apre al governo: siamo pronti a ridiscutere lo sciopero. Si laurea di nuovo e diventa il tutor in classe Il rapporto dei Nas su novantamila ispezioni L 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: servizioclienti@corriere.it Fondato nel 1876 IL PREMIER E L’EREDITÀ DEMOCRISTIANA C 40 6 0 3> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 C arni colorate di rosso, pesci trattati per farli sembrare freschi, champagne di marca sostituito con vino scadente. Un alimento su tre inserito nella catena di distribuzione «non è conforme». È l’ultimo rapporto dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni dopo 90 mila controlli. A PAGINA 14 Farage: perché mi piace Grillo di EMANUELE BUZZI A PAGINA 9 Trocino 2 Primo Piano Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 L’Europa Le pagelle I voti dell’Europa L’Europa dà più tempo all’Italia «Ma servono sforzi aggiuntivi» Le raccomandazioni Ue: necessario più impegno sul debito «Tassare i consumi non il lavoro». Padoan: rispetteremo gli obiettivi ✒ L'analisi diata di manovra correttiva per alcuni miliardi, dedotta dalle solite indiscrezioni su bozze di euroburocrati (anche stavolta modificate nel livello decisionale dei commissari). Rehn ha definito «molto fragile» la ripresa in Italia e ricordato l’attenuazione «automatica» degli impegni in caso di ritorno in recessione. Nelle «raccomandazioni» emergono specifiche preoccupazioni. Lo scenario macroeconomico, su cui si fondano le previsioni di bilancio, viene definito «ottimistico». Si ricorda che l’aggiustamento strutturale del debito nel 2014 è in- DAL NOSTRO INVIATO IL VERO ESAME IN AUTUNNO SEGUE DALLA PRIMA Il sarto, cioè Rehn con la sua Commissione, ha ritagliato loro addosso il vestito chiamato «crescita». Ma ora la sartoria sta per accogliere nuovi gestori, una nuova Commissione europea. Il tempo è passato, molte le novità: le elezioni europee, le falangi di euroscettici, la Grecia che si risolleva, la Francia che scivola. Così quel metro, che è stato usato anche oggi, ha forse sui suoi numeretti un velo di polvere. E lo si vede da certe misurazioni enigmatiche. «Confusione» è la parola che risuona nella sala stampa di Bruxelles, quando un giornalista italiano chiede a Rehn di spiegare meglio le sue raccomandazioni all’Italia: per la riduzione del sidereo debito pubblico e il rispetto del patto di Stabilità, per esempio, si auspicano «sforzi aggiuntivi, anche nel 2014»; Rehn dice che il consolidamento dei bilanci è sempre importante, come un fisco più efficace e i le privatizzazioni. Niente parole come «manovra», né cifre. Gli «sforzi aggiuntivi» valgono per l’Ue 4,5,9 miliardi di euro? E si auspicano per luglio o novembre? Esami rinviati all’autunno, sembra di capire. Bruxelles loda le riforme italiane, mentre ammonisce che il rinvio del pareggio strutturale di bilancio «non metterebbe l’Italia in una buona posizione». E però il rinvio al 2016 è stato già chiesto a Bruxelles,. E Bruxelles aveva già scritto il suo «no» foriero di tempesta per l’Italia, ieri mattina: quando, secondo fonti della Commissione, un intervento del vicepresidente Commissione Antonio Tajani l’ha fatto saltare dal testo, Le valutazioni mutandolo in un della tacito «sì». Commissione Il monito della in scadenza Commissione all’Italia non era certo ingiustificato, la Commissione è custode dei Trattati Ue: ma ai custodi non è vietata la chiarezza, o la saldezza e la coerenza del giudizio. Ieri, alcuni media titolavano «Ue chiede all’Italia nuova manovra», altri smentivano. Risultato: incertezza generale, banchi di nebbia in transito da Bruxelles a Roma. L’Ue chiede anche all’Italia di spostare ulteriormente la tassazione dal lavoro ai consumi, alle case e all’ambiente. Lo fa da anni, e anche questo è un monito sacrosanto. Ma se il metro del sarto non deflette, è cocciuta anche la realtà sociale intorno: sarà azzeccato tassare i consumi, proprio ora che sembrano rianimarsi, e si invoca il ritorno della domanda? Ma è la Francia, un po’ il Lucignolo attuale d’Europa, a mettere più in difficoltà il sarto di Bruxelles. Ha un deficit al 4,3% del Pil (3% è il limite Ue), un debito pubblico al 95,6%, e la Commissione definisce le sue politiche «insufficienti ad assicurare credibilmente la correzione del deficit entro il 2015». Un colpo di metro e forbici sulla Torre Eiffel? No. «La strategia di bilancio del programma di riforme francese — scrive la Commissione — è solo parzialmente in linea con i requisiti del patto di Stabilità». Dove «solo parzialmente in linea» ricorda la diagnosi della Civetta, uno dei tre medici chiamati al capezzale di Pinocchio: « …Per me, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero». Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA BRUXELLES — La Commissione europea in scadenza ha inviato «raccomandazioni» prudenti e generiche al governo italiano, apprezzando le sue riforme e chiedendo di rafforzarle insieme all’impegno nella riduzione dell’indebitamento. Ma ha rinviato all’autunno la decisione su se aprire una procedura per «squilibri macroeconomici eccessivi» (per l’altissimo debito pubblico) e sulla richiesta di slittamento del pareggio di bilancio al 2016. Il governo Renzi ha così ottenuto un po’ di tempo per stimolare la crescita e l’occupazione con le sue misure, nonostante l’analisi di Bruxelles non nasconda vari problemi strutturali nelle politiche di bilancio e nell’economia italiana. Il commissario per gli Affari economici, il finlandese Olli Rehn, ha sottolineato che «rinviare il raggiungimento degli obiettivi di medio termine non pone l’Italia in buona posizione relativamente alle regole sottoscritte». E che il governo deve mantenere la linea del consolidamento di bilancio affrontando «il problema dell’altissimo debito pubblico con sforzi strutturali adeguati» perché resta «la causa principale di vulnerabilità» e di freno al rilancio della crescita e dell’occupazione. Rehn ha espresso fiducia nell’attuazione delle «misure decise» a Roma, specificando che «ne devono essere introdotte di nuove, se necessario». Ha smentito la richiesta imme- Sul «Financial Times» Il più iù iimportante risultato i l ddelle ll elezioni l i i europee non è stato il trionfo dei partiti antieuro nel continente, ma la «robusta vittoria» di Matteo Renzi in Italia: lo scrive il «Financial Times» L’intervento L’intervento di Tajani risolutivo per evitare il blocco dello slittamento al 2016 dicato nello 0,1% (rispetto al richiesto 0,7%). Il conseguimento degli obiettivi di bilancio, dal 2015, non è giustificato da «misure sufficientemente dettagliate». È necessario «aumentare l’intensità delle riforme per sostenere la crescita e l’occupazione». Servono «misure decisive» per combattere l’evasione fiscale e altre «aggiuntive» contro il lavoro nero e l’economia sommersa. Va migliorata l’efficienza del fisco semplificando le procedure. Va monitorato l’effetto del taglio del cuneo fiscale nel 2014 spostando «ulteriormente» la tassazione dal lavoro verso i consumi, i beni immobili e le attività inquinanti. Un serio allarme arriva per «l’aumento della povertà e dell’esclusione sociale, che colpisce soprattutto le famiglie con figli». Anche perché la spesa sociale è insufficiente e male orientata per contrastare il dilagante impoverimento. È urgente «un maggiore coordinamento e una ripartizione più efficiente delle competenze tra i vari livelli di governo». La deficitaria gestione dei fondi Ue precede il richiamo sulla corruzione, che «continua a pesare in modo significativo sul sistema produttivo dell’Italia e sulla fiducia nel sistema politico e istituzionale». Vanno ridotti i tassi di abbandono della scuola. Va rafforzato il sistema bancario a causa dell’aumento dei crediti inesigibili. La scarsità di prestiti impone di «promuovere l’accesso delle imprese piccole e medie ai finanziamenti non bancari». LE OTTO RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA 1 2 3 4 I conti pubblici L’andamento dei conti dell’Italia non rispecchia i requisiti del patto di stabilità, in particolare sul debito. Le soluzioni proposte? Privatizzazioni e una spesa pubblica più efficiente. Preservando, però, la parte di spesa che serve a promuovere la crescita (ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e infrastrutture essenziali) Le tasse Bruxelles chiede uno spostamento del carico fiscale dai fattori produttivi a consumi, beni immobili e ambiente. Chiede anche di assicurare la riduzione del cuneo fiscale per il 2015. Inoltre: riformare il catasto, semplificare il fisco e ridurre l’evasione fiscale La pubblica amministrazione Una pubblica amministrazione più efficiente e trasparente: questa la terza indicazione del Consiglio Ue. Che chiede, per esempio, di aumentare l’efficienza della giustizia civile. L’Ue sollecita una migliore gestione dei fondi europei anche attraverso un’«azione risoluta» di valutazione e di controllo dell’attività delle Regioni Le banche Per l’Unione europea, migliorare l’efficienza dell’intermediazione finanziaria vuol dire anche promuovere pratiche efficienti di governo societario per quanto riguarda, in particolare, banche popolari e fondazioni. Inoltre l’Italia dovrebbe favorire l’accesso delle imprese medio-piccole a fonti di finanziamento non bancarie Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha replicato rassicurando Bruxelles sul contenimento del debito grazie a minori spese e maggiori introiti. E ha manifestato fiducia nel rispetto degli obiettivi indicati dal Programma di stabilità e nel poter attuare le riforme strutturali. Le «raccomandazioni» della Commissione costituiscono comunque una proposta. Saranno i governi a decidere, in un momento di ampio dibatti- to e forti divisioni sulla linea del rigore finanziario. A Berlino il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha ribadito l’importanza di rispettare il patto Ue di Stabilità e crescita. Ma il suo ministro degli Affari europei Michael Roth ha aperto a maggiore flessibilità perché «altrimenti i Paesi indebitati non potranno più investire nel loro futuro». Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Investimenti L’esecutivo pronto ad intervenire per l’avvio dei lavori anche con il decreto sblocca-Italia «Caro sindaco, segnalami i cantieri fermi» La lettera del premier: l’elenco a Palazzo Chigi entro metà giugno ROMA — La lettera destinata ai suoi ex colleghi sindaci è stata inviata. Come annunciato due giorni fa a Trento il premier, Matteo Renzi, ha predisposto il documento con l’invito ai sindaci italiani a segnalare gli interventi più urgenti per sbloccare i procedimenti e i cantieri, fermi da anni a causa dei ritardi e delle inefficienze della pubblica amministrazione. La lettera somiglia a un mini manifesto politico in cui l’ex sindaco di Firenze declina la ricetta del decreto ribattezzato Sblocca Italia. Un’operazione, quella di Renzi, che ancora una volta fa affidamento sulla rete degli enti locali, «conto sull’aiuto dei sindaci» e poggia sull’Anci. Non a caso l’Associazione dei comuni, presieduta da Piero Fassino, si è subito detta pronta a collaborare per fornire al governo gli elenchi dei progetti e dei cantieri impantanati tra burocrazia e mala gestione. Non sorprende che in un passaggio della lettera Renzi scriva «sono stato sindaco anche io. E come voi ricordo le polemiche: quanti cantieri abbiamo bloccato per la mancanza di un parere, per un diniego incomprensibile di una sovrintendenza, per le lungaggini procedurali. Quante volte siamo stati costretti a rinunciare a un investimento magari di capitali stranieri, certo innamorati dell’Italia, ma preoccupati del complicato sistema amministrativo del nostro paese». L’obiettivo del governo, del resto, è esplicito e punta a spingere sull’acceleratore nel percorso delle riforme e nel rilancio dell’economia. Motivo per cui nei prossimi giorni verrà istituita a Palazzo Chigi una cabina di regia per sovrintendere al lavoro di elaborazione delle misure contenute nel provvedimento Sblocca Italia, cominciando proprio dalla selezione delle segnalazioni e delle urgenze indicate dai sindaci. Certo è che Renzi confida in un circolo virtuoso e, come spiega nel documento destinato ai rappresentati degli enti locali, «il governo ha deciso di accelerare il percorso di riforme costituzionali e istituzionali, riforme che spaziano dalla legge elettorale alla revisione del titolo V, dalla pubblica amministrazione fino al mercato del lavoro, dalla giustizia al fisco, dall’agricoltura al terzo settore». Per centrare il risultato serve una cesura con il passato, tanto che per Renzi è agevole sottolineare ancora una volta che «nessuna riforma sarà credibile se non diamo per primi noi il segnale che la musica è cambiata davvero». La priorità è adottare tutte le misure indispensabili a sbloccare i procedimenti, per questo nella missiva ai sindaci viene spiegato quale contributo dovranno fornire all’azione dell’esecutivo. «Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo un procedimento amministrativo da accelerare. Segnalatecelo entro il 15 giugno all’indirizzo matteo@governo.it». È prevedibile che i sindaci non tarderanno a spedire le loro risposte, corredandole di chilometrici elenchi di urgenze e opere in stand by. Più complicato è individuare la cornice normativa e le leve che Palazzo Chigi intende adottare per rimuovere gli ostacoli che hanno impedito ai cantieri di aprire o di procedere. La lista degli intoppi tipici è lunga e si riassume, per La parola Pareggio di bilancio ‘‘ L’accordo europeo Fiscal compact ha introdotto la regola del pareggio strutturale di bilancio, stabilendo che esso si considera realizzato prendendo il saldo tra entrate e spese e correggendolo per il ciclo economico e al netto delle misure una tantum. Il Def (Documento di economia e finanza) del governo Renzi prevede un deficit strutturale dello 0,6% del Pil nel 2014 e dello 0,1% nel 2015. Il pareggio, che il governo Letta prevedeva nel 2015, è stato spostato al 2016. esempio, in conflitti di competenza tra enti territoriali, sentenze dei Tribunali amministrativi, ritardi del Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica), mancati nulla osta da parte delle sovrintendenze. Una giungla tanto fitta quanto insidiosa. Nella lettera non viene spiegato granché e si indica genericamente che una volta ricevute le segnalazioni «sarà nostra cura verificarne lo stato d’attuazione con gli uffici dedicati e, se del caso, procedere all’interno di un pacchetto di misure denominato Sblocca Italia. La necessità e l’urgenza di provvedere subito alla ripartenza dei cantieri e alla definizione delle procedure è sotto gli occhi tutti». Tra i pochi paletti fissati da Renzi c’è la scadenza entro la quale varare il decreto. Il premier vorrebbe tutto pronto per la fine di luglio, ma resta da stabilire se nel provvedimento Sblocca Italia confluirà il pacchetto di misure del decreto Competitività, a cui sta lavorando il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Oggi il premier riceverà la titolare del ministero di Via Veneto per tracciare il percorso e i dettagli del provvedimento. In attesa di maggiori particolari ai sindaci è stata inviata la lettera che termina con il classico «in bocca al lupo a tutti noi». Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 3 Primo Piano italia: 51575551575557 LE PAGELLE PAGEL E LE DE EGL GLI AL ALTR TRI DEGLI ALTRI 5 6 7 8 Il lavoro F FRANCIA La scuola Un sistemaa nazionale di valutazione degli istituti scolastici. Un registroo nazionale delle qualifiche per garantire un migliore riconoscimento ento delle competenze. E finanziamenti menti pubblici riservati a istruzione e ricerca di qualità La Commi Commissione issio ssione n eeuropea uropeaa raccomanda rac alla Germania «migliorare di «migl mig iorare le condizioni condiz nd ioni oni per sostenere ulteriormente sottolineando la ddomanda omanndda interna,» interna,» sottoli so tolinean neando eando d llaa nec necessitá «ridurre rischi funzionamento di «ridu rid rre i ri isch ischi sc di effetti negativi sull fu ffunzion zio amento dell’economia domestica dell’economi nom a dome omest mestica ica e dell’eurozona». dell’euroz misure Apprezzate Apprezza Ap le m isure per semplificare i rapporti tra imprese se e ppubblica ubb bblica amm mministrazione nistr one, ne, anche se si chiedono nuovi provvedimenti per pe amministrazione, migliorare miglio orare il lavoro oroo delle d le aziende del richiesto Lee polit ppolitiche o iche di bilancio sono in lineaa ccon oon qquanto uanto ri uanto rich chiesto dal patto di stabi sstabilità bilità l e crescita. Tanto che il debito de ito ddovrebb dov rebbee aaddiri ad dirittura scendere, dovrebbe addirittura 76% al 7 6% del del Pil, Pi quest’anno (nella (nel nella foto to il ministro delle dell ellee Finanze Michel Sapin) (nella foto il ministro min tro delle minis de Finanze Wolfgang Schaeuble) REGNO R REG NO UNITO UNI NITO SPAGNA S SPA GNA europea Spagna Per la Commissionee eeurop u ea la la SSp agna deve aaumentare gli sforzi nel 2014 e nell 2015 2015 pper er ccentrare ent are l’obiettivo entr modo sostenibile del «rie «rientro ntro dal d deficit eccessivo ecceessivvo in mod odoo sso stenibile entro il 2016» Il mercato mercato immobiliare immo mob obiliare è tornato a surriscaldarsi, con prezzi prez ezzi in forte crescita cres escit cita e il rischio di una nuova bolla. Per P scongiurarlo, sccongiurarlo, è necessaria nec ecessaria una serie di incentivi per pe incrementare incr cremen e tare l’offerta l’offe ffer erta t di di abitazioni a livello locale. La concorrenza rrenza Rimuoveree gli ostacoli alla concorrenza nell’ambito di servizi professionali, ali, servizi pubblici locali, assicurazioni, distribuzione dei carburanti, anti, commercio al dettaglio, servizi postali. Appalti pubblici bblici più efficienti GERMANIA GE GER MANIA MAN ANIA AN La Commissione Ue ha esp espress espresso ssoo de deii dubbi sulla deficit/pil: riduzione del rapporto defici cit/pi t/ l:: per p ora il livello bilancio insufficiente di dettaglio delle misure di bilanc ancio è insu in fficiente a garantire in modo credibile la correzione cor orrezione one del deficit nel 2015. L’Europa spinge pinge perché l’Italia prosegua sul sentiero delle riforme nel mercatoo del lavoro. Numerose le richieste in quest’am quest’ambito. mbito. Come una «piena tutela sociale dei disoccupati limitando tu tuttavia l’uso della cassa integrazione», una maggiore efficienza dei servizi per l’impiego e la necessità di aumentare il tasso di occupazione femminile Ci sonoo discreti concorrenza disccreti r progressi sul suul ffronte ronte della concorre enza za tra banche, con la nascita ta di di nuovi nuovi istituti che he aumentano aumentano il livello di competizione sul mercato c mercat ato del credito adottato serie Madridd ha Ma h adotta ottato unaa llunga ser erie di riforme or che che ha Bruxelles, amministrazione raccolto il plauso ddii Br B uxel xelles, dalla la ppubblica ubblica ca ammi am nistrazione fino nist lavoro al sistema giudiziario e al a mercato mer ercato del el lavo la av ro Scacchiere (nella nella foto il cancelliere dello Scacch chiere George G ge Osborne) Geor (nella foto il ministro delle Finanze Finanz nze Luis is de d Guindos) Guindo uindos os) s TRE MESI DI DI SPRE SPREAD EAD 190 180 I trasporti ti 170 L’ottavo e ultimo punto chiede di garantire l’operatività ddell’Autorità ell’Auutorità di regolazione one dei trasporti entro il settembre 2014. Approvare l’elenco delle infrastrutture strategiche in ambito energetico. E potenziare re la gestione dei porti 160 Ieri 15 150 1160 60 6 0 140 MARZO M MARZ O Il calendario europeo 25 maggio Le elezioni Le elezioni europee del 2014 si sono tenute in tutti i 28 stati membri dell’Unione tra il 22 e il 25 maggio. Sono l’ottava edizione delle votazioni per il Parlamento europeo, che si tengono dal 1979. Il primo gruppo in parlamento è quello dei popolari 1 luglio 2014 Il Parlamento Il nuovo Parlamento europeo si insedierà il 1° luglio 2014. Per numero di votanti, più di 388 milioni, è la seconda più grande assemblea parlamentare al mondo tra quelle scelte tramite elezioni democratiche, dopo la Camera del popolo dell’India 31 ottobre La Commissione L’attuale mandato della Commissione scade il 31 ottobre 2014. La Commissione ha il diritto di iniziativa, ossia il diritto di proporre atti legislativi perché siano approvati dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue (in cui siedono i ministri nazionali) 31 dicembre Il semestre a guida italiana Il semestre europeo a guida italiana inizierà il 1 luglio e si concluderà il 31 dicembre. L’Italia è così destinata a prendere in mano le istituzioni dell’Europa nei giorni dell’insediamento della nuova Commissione a Bruxelles AP APRILE PR RILLE MAGGIO GIU Il governo «Sui conti sarà decisivo l’impatto delle privatizzazioni e dei tagli della spesa improduttiva» Il Tesoro e il piano per la crescita: la spinta del Pil eviterà la manovra ROMA — Se uno la volesse mettere giù in termini duri, potrebbe dire che la Commissione europea ribadisce all’Italia la richiesta di una manovra aggiuntiva di correzione dei conti pubblici e che il governo continuerà ad ignorare questa richiesta. In realtà la questione è molto più sfumata. E il conflitto, ammesso che ci sia, non produce alcuna conseguenza pratica. Una Commissione arrivata alla fine del suo mandato dopo le elezioni europee del 25 maggio, ha presentato ieri le proposte di raccomandazioni per tutti i Paesi dell’Unione che verranno discusse nel consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del 26 e 27 giugno, alla vigilia dell’inizio del semestre di presidenza italiana della stessa Ue, che comincerà il primo luglio. Presidenza che Matteo Renzi, forte del grande successo elettorale (40,8% dei voti), spenderà per correggere l’impostazione di politica economica in Europa in senso più favorevole alle misure per la crescita. In questo contesto non stupisce che ieri Palazzo Chigi non abbia voluto commentare le proposte di raccomandazioni di Bruxelles, lasciando, «nella più assoluta condivisione», il compito al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il presidente del Consiglio guarda già al dopo, alla prossima Commissione, sicuro di far prevalere una linea che, senza rinnegare l’attenzione al risanamento dei bilanci nazionali, metta in primo piano gli obiettivi dell’occupazione e della crescita del prodotto interno lordo. Del resto, la cosa che più premeva al governo era evitare la bocciatura formale del rinvio al 2016 del pareggio strutturale di bilancio e l’apertura di una procedura d’infrazione per l’eccessivo debito pubblico (il 134,9 del prodotto interno lordo quello programmato per il 2014). Una Commissione a fine mandato non se l’è sentita di portare fino alle estreme conseguenze il suo ragionamento che parte da stime pessimistiche rispetto a Crescita e conti pubblici Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan quelle che sorreggono il piano economico del governo Renzi. Secondo Bruxelles una crescita del Pil pari allo 0,8% nel 2014 non appare credibile, l’aumento sarà dello 0,6%, inoltre il programma di privatizzazioni, è scritto nelle raccomandazioni, appare «ambizioso», come anche quello dei tagli di spesa (spending review). Di conseguenza, dice la Commissione, bisogna «rafforzare le misure di bilancio per il 2014». È cioè necessaria una manovra aggiuntiva di correzione dei conti pubblici, tanto più perché il governo Renzi, rinviando il pareggio strutturale di bilancio, ha messo in cantiere un aumento del debito nel 2014 (dal 132,6% del Pil del 2013 al 134,9%) anziché una sua riduzione come vogliono le regole europee. Ma la manovra aggiuntiva non ci sarà, ha confermato ieri Padoan con una nota ufficiale, perché il governo è sicuro delle sue stime di crescita e giudica che quelle di Bruxelles siano troppo basse poiché «non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e ai maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni» (si parte con Poste ed Enav). Il governo, conclude la nota, «è fiducioso che gli interventi pianificati consentiranno di raggiungere gli obiettivi indicati nel Programma di stabilità». Leggendo in sequenza le raccomandazioni e il comunicato del ministro dell’Economia si può concludere che il rinvio del pareggio strutturale di bilancio appare ormai un dato acquisito e che tutta la partita si gioca sull’andamento del Pil. Se esso crescerà, come dice il governo italiano, dello 0,8% quest’anno e dell’1,3% nel 2015, e se si verificheranno altre importanti condizioni (taglio della Le stime Nel primo trimestre il Pil è sceso dello 0,1%. Per rispettare le stime del governo nel secondo semestre serve un’accelerazione spesa pubblica e introiti da privatizzazioni secondo gli obiettivi, tassi di interesse sotto controllo, maggiori esportazioni trainate dalla ripresa internazionale) anche il deficit e il debito riprenderanno a scendere. Se invece la crescita sarà più bassa, come dice la Commissione, e le privatizzazioni e la spending review non porteranno i risultati attesi, il percorso di risanamento non solo subirà un ritardo ma rischierà di saltare. A quel punto l’Italia finirebbe nuovamente in zona infrazione, per il deficit (se superasse nuovamente il 3%) e per il debito che non si ridurrebbe come impone il Fiscal compact. I dati sul Pil noti finora non autorizzano l’ottimismo. Nel primo trimestre c’è stato un calo dello 0,1% e per il secondo trimestre l’Istat prevede un aumento tra lo 0,1 e lo 0,4%. Per raggiungere lo 0,8%, insomma, bisognerebbe avere una decisa accelerazione nella seconda parte dell’anno. Il governo ci conta, sicuro degli effetti positivi delle cose già fatte ( 80 euro in busta paga, liberalizzazione dei contratti a termine, edilizia scolastica, pagamenti dei debiti commerciali con le imprese) e di quelle in arrivo (misure a favore degli investimenti, riforma della giustizia, della pubblica amministrazione e del fisco). «È evidente — spiegano i tecnici del governo — che se a luglio dovessimo vedere che il Pil non è ripartito per nulla, dovremmo rivedere gli obiettivi. Ma è altrettanto vero che nessuno più in Europa può pensare di riproporre quel circolo perverso dove manovre di aggiustamento dei conti deprimono i consumi e quindi la crescita e quindi fanno salire il deficit sul Pil e infine il debito. Tutto questo non ha funzionato». Già, ma per non ritrovarsi con manovre aggiuntive magari a base di tasse, bisogna tagliare di molto la spesa pubblica improduttiva. Finora non c’è riuscito nessuno. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Festa della Repubblica La giornata Napolitano e il 2 Giugno «Gli italiani sono fiduciosi» Bagno di folla per Renzi Il Presidente elogia l’«eccezionale partecipazione»: nonostante le difficoltà, ho visto un popolo sorridente ROMA — La cartolina del 2 giugno 2014 restituisce l’immagine di una Roma ridente, affollata. «Fiduciosa», la definirà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel pomeriggio nei giardini del Quirinale straordinariamente aperti al pubblico. In mattinata, lungo i Fori Imperiali, il capo dello Stato — accolto da una folla festante — si era complimentato per una cerimonia «impeccabile» con il ministro della Difesa, il primo donna nella storia della nostra Repubblica, Roberta Pinotti. C’era il sole ieri mattina a Roma e il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha resistito con indosso la giacca e la cravatta giusto il tempo indispensabile per le celebrazioni e il protocollo della parata militare. Il tempo di scendere dal palco delle autorità, infatti, e la La celebrazione La sfilata di 3.500 persone, in cielo le Frecce tricolori. Sul palco la sfida di look tra le ministre cravatta era già scivolata via, la giacca l’ha tolta invece una volta arrivato davanti Palazzo Chigi, lì da dove si è poi affacciato dalla finestra per salutare una folla festosa, a quel punto rimasto semplicemente in maglietta. È andato a avanti e indietro a piedi dal palazzo del Governo Renzi ieri mattina, la folla che non lo ha mai abbandonato e lo ha incitato in più punti e in più momenti: «Non mollare, ti aiutiamo noi», alcune delle grida. È sorridente, il premier: anche ieri non si è risparmiato alla folla. Fotografie. Pacche sulle spalle. Battute. E persino un «dammi il cinque» su via del Corso con un bimbo. Insieme al presidente del Senato Pietro Grasso e a quello della Corte costituzionale Gaetano Silvestri, Renzi si è fermato pure a prendere un caffè in un bar di fronte all’Ara Coeli, in mezzo a un gruppetto di turisti americani, perplessi e divertiti. La cartolina del 2 giugno 2014 restituisce l’immagine di un’Italia fresca e colorata, non fosse altro per il fucsia brillante scelto per il tailleur dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che spicca sugli spalti dei Fori Imperiali, accanto al bianco panna dei tailleur della presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro degli Esteri Federica Mogherini. «Vorrei sottolineare l’eccezionale partecipazione alla cerimonia ai Fori Imperiali», ha detto il presidente Napolitano. E ha aggiunto: «Avendo fatto il giro ho potuto vedere una folla che in otto anni non avevo mai visto. Anzi, questa è finalmente una grande serenità, un popolo sorridente e, nonostante le difficoltà e le sofferenze per molti, fiducioso». Questo 2 Giugno ha potuto contare anche sui colori delle Frecce , gli aerei che sono tornati a fendere il cielo sopra la parata militare dopo nove anni, quando erano stati tolti per la spending review. Il capo dello Stato ieri era particolarmente soddisfatto di tutto lo svolgimento della cerimonia. Lo ha spiegato con chiarezza al termine della parata al ministro Pinotti: «Ho molto apprezzato il richiamo di profondo significato per il nostro Paese con la rievocazione dell’abnegazione e dell’eroismo delle Forze Armate, nella ricorrenza dei cento anni dallo scoppio del primo conflitto mondiale. E il risalto dato all’impegno delle missioni internazionali di stabilizzazione e di pace, con particolare riferimento a quelle dell’Unione europea nell’imminenza dell’assunzione della presidenza di turno da parte dell’Italia. Gli Stati europei, che un secolo fa si combattevano con feroce accanimento, oggi sono uniti sotto la stessa bandiera. Nel nome di comuni valori di libertà, giustizia ed eguaglianza, perseguono insieme la prosperità, lungo un irrinunciabile percorso di integrazione economica, politica e istituzionale». Mancavano soltanto i rappresentanti dei Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle ieri mattina ai Fori Imperiali alla parata — i primi in protesta «contro l’immobilismo del governo sul caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone», i secondi perché contrari alle manifestazioni di carattere militare — dove hanno sfilato in 3 mila e 500 tra il ricordo della Grande Guerra e il pensiero rivolto all’imminente semestre dell’Ue ma, soprattutto, ai nostri marò in India: quando passa la Brigata San Marco, uno speaker scandisce i nomi di Massimiliano La Torre e Salvatore Girone e dalle tribune si leva un forte e sentito applauso. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Sorrisi I ministri Maria Elena Boschi (Riforme), 33 anni, e Federica Mogherini (Esteri), 40 anni, conversano durante la parata per la cerimonia del 2 Giugno (Lapresse) In maglietta La festa della gente Chiamato a gran voce da un gruppo di cittadini radunato in piazza Colonna, Matteo Renzi si è affacciato sfoggiando una maglietta bianca a maniche lunghe (Benvegnù-Guaitoli) Dall’alto in senso orario: il passaggio delle Frecce tricolori sul Campidoglio (foto Fabrizio Villa); il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano saluta la folla in visita ai giardini del Quirinale aperti al pubblico (Ansa); un momento della parata del 2 Giugno (Benvegnù/Guaitoli); il premier Matteo Renzi tra la gente: per il presidente del Consiglio foto, strette di mano e molti selfie con i suoi sostenitori (Blow up) Le autorità L’ultima versione delle norme per le cerimonie ufficiali fu curata nel 2008 da Gianni Letta, allora sottosegretario a Palazzo Chigi Quel palco affollato e le regole del protocollo per decidere i posti ROMA — Alla parata del 2 Giugno si è visto un palco autorità affollato. Al centro, in prima fila, il capo dello Stato Giorgio Napolitano, in mezzo ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Dopo Grasso, la poltrona riservata al capo del governo Matteo Renzi. Nelle cerimonie ufficiali, l’assegnazione dei posti avviene secondo le regole di un protocollo della Presidenza del Consiglio, la cui ultima versione risale al 2008, a cura di Gianni Letta a quell’epoca sottosegretario a Palazzo Chigi con Berlusconi. Nel caso della parata di ieri, gli elenchi degli invitati sono stati compilati dal ministero della Difesa e dal cerimoniale del Quirinale. A ogni personaggio viene recapitato un invito. Funzionari di Palazzo Chigi, Quirinale e Difesa attendono gli ospiti sulla tribuna, a ognuno indicano dove sedere. Sedeva accanto a Renzi il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Più a sinistra si nota Simone Baldelli, vicepresidente della Camera, affiancato da Federica Mogherini, ministro degli Esteri, con accanto la sua collega La fotografia 1 2 3 4 1 Pierferdinando Casini Presidente della com. Esteri Senato 2 Maria Elena Boschi Ministro per le Riforme 3 Federica Mogherini Ministro degli Esteri 4 Simone Baldelli Vicepresidente Camera 5 Roberta Pinotti Ministro della Difesa D’ARCO 5 6 7 8 9 6 Matteo Renzi Presidente del Consiglio 7 Pietro Grasso Presidente del Senato 8 Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica 9 Laura Boldrini Presidente della Camera 10 Gaetano Silvestri Presidente della Corte costituzionale Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme. Segue Pierferdinando Casini, presidente della Commissione esteri del Senato, carica equiparata, secondo il cerimoniale, a ministro. Spostando lo sguardo a destra, dopo la Boldrini si riconosce Gaetano Silvestri, presidente della Corte costituzionale, con accanto Luigi Binelli Mantelli, capo di stato maggiore della Difesa, e poi Maurizio Gasparri, vicepresidente del Sena- 10 11 12 13 14 11 Luigi Binelli Mantelli Capo di stato maggiore della Difesa 12 Maurizio Gasparri Vicepresidente del Senato 13 Roberta Angelilli Vicepresidente del Parlamento europeo 14 Angelino Alfano Ministro dell’Interno to, dopo il quale sedeva Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento europeo, e il ministro dell’Interno Angelino Alfano. In seconda fila, tra gli altri, Mauro Moretti, ad Finmeccanica, Donato Marra, segretario generale del Quirinale, il generale Rolando Mosca Moschini, consigliere militare del Quirinale. Marco Nese © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 La vicenda In Kerala Gli spari al peschereccio e l’arresto Il 15 febbraio 2012, al largo delle coste del Kerala, nell’India del Sud, due marò a protezione della petroliera Enrica Lexie sparano contro una barca che si avvicina. Quella sera un peschereccio indiano dichiara di essere stato attaccato e che due pescatori sono stati uccisi. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono arrestati e accusati di omicidio. Restano in carcere fino a maggio, poi vanno agli arresti domiciliari Il caso Accuse e toni ultimativi nella videoconferenza con il Parlamento. Lega, Fdi e 5 Stelle attaccano il governo L’urlo dei marò scuote la politica Girone: abbiamo ubbidito a un ordine, mantenuto una parola e siamo qui ROMA — «Abbiamo ubbidito ad un ordine, abbiamo mantenuto una parola, quella che ci era stata chiesta, e oggi siamo ancora qui». Stavolta alza la voce Salvatore Girone. Con un tono da ultimo avviso. In collegamento via webcam da New Delhi, per iniziativa delle commissioni Esteri e Difesa del Parlamento, il fuciliere di Marina — trattenuto in India assieme al commilitone Massimiliano Latorre, con l’accusa di aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori durante un servizio antipirateria a bordo della petroliera privata Enrica Lexie — esce dal protocollo. Dopo i ringraziamenti, anche al «capo delle Forze Armate», il presidente Giorgio Napolitano, Girone punta il dito contro una strategia difensiva alla quale i due marò sono stati chiamati ad assoggettarsi, ma che non ha portato ancora nemmeno ad una imputazione di reato certa. Con voce a tratti tremante, ma con un tono più alto del consueto, Girone scandisce: «Siamo innocenti e lo gridiamo a gran voce. I due Paesi Italia e India sono due Paesi democratici e devono dialogare tra loro. Per la pace e non per le rotture. Perché il muro contro muro porta solo distruzioni». Parole dure che rivendicano quell’impegno ricevuto dall’Italia quando, dopo il blitz fallito del governo Monti, il 26 marzo 2013, vennero riconsegnati alle autorità indiane (oggi in presenza dell’allora ministro degli Esteri, Giulio Terzi, contrario alla riconsegna, verrà presentato un esposto contro chi li estradò). Ma soprattutto i marò fanno capire che è ora di rispettarlo. Non solo con le pubbli- che attestazioni di solidarietà, arrivate ieri anche durante la parata a via dei Fori imperiali, con l’applauso fragoroso tributato al Battaglione San Marco. «Un grido di dolore» lo definisce l’M5S, che mette sotto accusa il governo assieme a Lega e Fratelli d’Italia. Immediata la rassicurazione del ministro degli Esteri, Federica Mogherini: «In questi primi tre mesi di governo abbiamo messo in campo una strategia nuova, seguendo anche le indicazioni del Parlamento, in pieno raccordo con loro. Stiamo lavorando costantemente ora dopo ora, giorno dopo giorno». E l’auspicio che questa vicenda si risolva «il prima possibile e nel miglior modo possibile». Già. Ma come? L’arbitrato internazionale da molti invocato prevede che la stessa In- L’appello «Siamo innocenti e lo gridiamo a gran voce. Italia e India sono Paesi democratici e devono dialogare» Il ministro Mogherini: «In questi tre mesi abbiamo messo in campo una strategia nuova, in raccordo con loro» dia concordi nell’accettarlo. Dunque, come ha fatto capire Girone, non ci sono possibilità diverse dal cercare un dialogo con il nuovo governo indiano. Il ministro Mogherini ha già assicurato al Parlamento che i contatti sono avviati. E le commissioni Esteri e Difesa intendono annodare i rapporti anche con il Parlamento di New Delhi appena insediato. Ieri si è ipotizzata anche una nuova missione. Ma non tutti sono d’accordo. «L’importante — spiega il presidente commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre — è che siano riavviati tutti canali diplomatici, parlamentari e internazionali». Il tempo però stringe. Il volto provato di Girone lo testimonia plasticamente. «È una grande emozione per noi guardare e sentire marciare i nostri militari per la Festa del- la Repubblica. Ma non è certamente bello non essere lì fra di loro. Sono passati più di due anni e siamo costretti ad essere lontani, e presenti solo con una webcam. Noi non possiamo fare altro che soffrire con dignità. Ma nessuno deve essere lasciato indietro». L’opposizione incalza. «Invece dei clandestini il governo riporti a casa i marò», chiede il leghista Marco Marcolin. «Marò liberi», invocava uno striscione esposto dal Fdi alla parata. Mentre Daniela Santanchè (FI) parla di «festa a metà». E il Cinquestelle Daniele Del Grosso affonda: «Dopo il primo tweet di Matteo Renzi a loro dedicato, è tutto fermo. Il governo sembra sperare in una loro riconsegna spontanea da parte del governo indiano». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ L'analisi È UNA FASE CON NUOVE OPPORTUNITÀ EVITARE ALTRI ERRORI (E SCORCIATOIE) di DANILO TAINO È il momento di tenere gli occhi asciutti e i nervi saldi. Il caso dei due marò trattenuti in India da più di due anni è ormai entrato in una fase nuova, sia dal punto di vista giudiziario che da quello politico-diplomatico. Si tratta di due piani che procedono in parallelo, si condizionano a vicenda e devono essere parte di una strategia unica, dal punto di vista dell’Italia. La videoconferenza, ieri, di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre è stata un momento altamente emotivo, segnale delle tensioni a cui sono sottoposti i due fucilieri di Marina. Sarebbe però un disastro se facesse perdere lucidità all’azione che negli ultimi mesi ha rimesso in carreggiata una vicenda gestita male per molto tempo. E se fosse usata per piccoli obiettivi di politica interna. Dal punto di vista giudiziario, la nuova fase consiste nella decisione del governo di Roma di rifiutare la giurisdizione indiana e percorrere la via dell’internazionalizzazione del processo. Alcuni dei passi necessari sono stati fatti: alle autorità indiane è stata richiesta una exchange of views — un confronto di pareri — sul come procedere nella disputa, incontro che, se non dovesse avere buon esito, creerebbe le condizioni per la richiesta di arbitrato; e a Roma è stato costituito un nuovo team legale, g u i d a to d a u n n o to av vo ca to britannico già consulente del Foreign Office di Londra, Daniel Bethelem, che ha l’obiettivo di istruire e seguire il procedimento di ricorso alla giustizia internazionale. Sul piano politico, invece, la novità è che ora in India c’è un governo che sulla vicenda dei due marò è vergine, nel senso che è appena entrato in carica e non l’ha trattata finora: soprattutto, non ha nella sua compagine alcun membro sospettabile di simpatie filo-italiane, come invece aveva l’esecutivo p re ce d e n te , c h e v i ve va s o t to l’ombrello di potere di Sonia Gandhi e che era terrorizzato all’idea di essere accusato di collusione con Roma. Questa nuova fase politica apre opportunità. Ieri, lo ha sostenuto in modo piuttosto chiaro l’ambasciatore italiano a Delhi, Daniele Mancini: il governo e il Parlamento indiano, ha detto, «ci offrono delle opportunità di dialogo che non abbiamo purtroppo avuto con il Parlamento e il governo precedenti». Si tratta di una chance che non va vanificata, anche perché una soluzione negoziata tra Italia e India sarebbe probabilmente una via più veloce di altre per arrivare a una conclusione della vicenda. È però importante non ripetere l’errore compiuto nella prima fase del caso, quando per mesi si è dato credito alle dichiarazioni della diplomazia indiana quando assicurava di volere arrivare a una Via web I due marò Latorre e Girone (a destra) con l’ambasciatore in India Mancini soluzione rapida. A eventuali discussioni — diplomatiche — è importante andarci, se ci saranno, da una posizione non debole, quindi con le procedure per la richiesta di arbitrato in essere, continuando cioè a rifiutare la giurisdizione dell’India. Le prese di posizione dei giorni scorsi della Nato, favorevoli senza distinguo all’internazionalizzazione del caso, rafforzano questo percorso scelto dall’Italia. Diplomazia certe volte significa aprire contenziosi: dunque, la via giudiziaria deve procedere di concerto. Quando Girone sostiene che «il muro contro muro (tra India e Italia, ndr) porta solo alla distruzione», ha ragione. Il suo appello e quello di Latorre non devono però fare prevalere in Italia tentazioni di scorciatoia — presenti in alcune parti della struttura del ministero della Difesa — comprensibili su basi umanitarie ma perdenti: ad esempio l’idea che si possa, per accorciare i tempi, affidarsi a un processo in India e poi contare sul trattato esistente tra Roma e Delhi che permetterebbe ai due marò, nel caso fossero condannati, di scontare la pena in Italia. Sarebbe una sconfitta per loro, per l’Italia e per il diritto internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuova indagine Il processo si sposta a New Delhi Il 18 gennaio 2013 la Corte suprema non riconosce la competenza del Kerala e ordina una nuova indagine affidata alla Nia, l’agenzia investigativa del ministero degli Interni che a New Delhi si occupa di atti di terrorismo per i quali è prevista la pena di morte. A marzo il ministero degli Esteri informa di avere ottenuto rassicurazioni scritte dall’India che «questo caso non rientra nella categoria dei crimini puniti con la morte» Le diplomazie Braccio di ferro sulla trasferta in Italia Dopo che l’Italia rivendica la giurisdizione sul caso, inizia un lungo iter giudiziario che produce clamorosi strappi diplomatici. Come quando, al termine del permesso elettorale concesso nel febbraio 2013, l’Italia annuncia che i due marò non faranno ritorno in India. L’India, per reazione, blocca immediatamente l’ambasciatore italiano a New Delhi. Girone e Latorre tornano indietro il 22 marzo La nuova fase Il Comitato dei giuristi e il collegamento Il 28 maggio il ministero degli Esteri annuncia la nuova fase del caso: l’istituzione di un Comitato dei giuristi per preparare il contenzioso legale che nei prossimi mesi opporrà Italia e India con la prospettiva di un arbitrato. Ieri, intanto, i due marò si sono collegati via web da New Delhi con il Parlamento per la Festa della Repubblica: «Abbiamo obbedito a un ordine e siamo ancora qui» 6 Primo Piano Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo La tv di Stato La storia Si accende la tv Seconda rete La riforma Il 26 ottobre 1944 nasce la Rai, Radio audizioni italiane: prende il posto dell’Eiar, Ente italiano per le audizioni radiofoniche. È azionista il ministero delle Comunicazioni. Il 3 gennaio 1954 iniziano le trasmissioni televisive, anche se il segnale non copre tutto il territorio nazionale. Fulvia Colombo inaugura il Programma nazionale. Nascono il Telegiornale, futuro Tg1, e la Domenica sportiva. Il 10 aprile del 1954 la Rai diventa Radiotelevisione italiana. Gli abbonati, nel primo anno di tv, sono 24 mila. Il canone costa 15 mila lire «Noi ti auguriamo di non essere secondo a nessuno». Con queste parole è Mina (nella foto a destra, Olympia) a tenere a battesimo il secondo canale della Rai: inaugura il 4 novembre del 1961 e ha il nome di «Secondo programma». Pensata come rete alternativa all’ammiraglia del primo canale, e minore per investimenti, vide l’esordio televisivo di Renzo Arbore e di programmi come Rischiatutto. È l’antenata di Rai2 Con la legge 103 del 1975 il controllo della Rai passa dal governo al Parlamento. Viene istituita la Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza, che nomina i membri del cda. La riforma è considerata alla base della lottizzazione degli anni successivi. Per garantire la presenza delle minoranze in tv sono istituiti i Programmi dell’accesso Le prime pubblicità Il 3 febbraio del 1957 in Rai arriva la pubblicità: inizia la trasmissione Carosello (nella foto i personaggi Calimero e l’Olandesina). Nello stesso anno inaugura il centro tv di via Teulada a Roma Sciopero Rai, sindacato pronto al passo indietro La nota del governo: riforma entro il 2014. Poi l’Usigrai: sì al confronto sui contenuti In viale Mazzini cresce il fronte dei contrari. Tensione al Tg3, giovedì un’assemblea ✒ Gli attacchi a Floris e la vecchia diffidenza per chi fa domande di PAOLO CONTI C ambiano gli inquilini di Palazzo Chigi ma il problema resta. Perché un giornalista della Rai, il servizio pubblico finanziato dal canone (da tutti noi) oltre che dalla pubblicità, non dovrebbe porre domande sul futuro della propria azienda a un presidente del Consiglio nel momento in cui è proprio lui, il capo del governo, ad occuparsene? Il caso di Giovanni Floris basta come esempio. Il conduttore di Ballarò, martedì 13 maggio, ha commesso l’imperdonabile errore (per Matteo Renzi) di porgli una domanda chiara: chiedere 150 milioni di euro alla Rai non significa favorire Mediaset? Renzi ha risposto chiedendo perché mai la tv pubblica si dovrebbe sottrarre all’obbligo previsto per tutte le aziende pubbliche, nella spending review, di dare un contributo in Il lavoro termini di tagli. Se un conduttore Anche Berlusconi ha avuto un chiede qualcosa difficile rapporto sull’azienda con Floris, che gli fa solo il suo lavoro ha impedito di entrare in diretta telefonica quando e come voleva. E puntualmente è stata polemica, con i berlusconiani che accusavano Floris di considerare Ballarò proprietà privata. Dimenticando che non si può entrare e uscire in un talk show come se fosse (stavolta sì) casa propria. Può essere irritante sentirsi rivolgere domande scomode in diretta davanti a milioni di telespettatori. Ma la regola degli approfondimenti tv (come sa Beppe Grillo dopo Porta a Porta con Bruno Vespa ) è nota: si accettano tutte le domande. Quindi anche quelle sulla Rai, se in quel momento l’inquilino di Palazzo Chigi si occupa di Rai. Altrimenti sarebbe davvero un’autocensura ossequiosa, compiacente e servile. Ed è spiacevole che, a distanza di 15 giorni da quell’intervista, e dopo la clamorosa vittoria elettorale, il presidente del Consiglio senta ancora il bisogno di ripetere da Trento che la Rai «ha scelto la strada dei conduttori che fanno domande assumendo le parti dell’azienda». Fanno domande. Cioè il loro lavoro. Davvero nient’altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Da Palazzo Chigi, ieri sera, è arrivato un messaggio molto chiaro indirizzato a viale Mazzini: «Sulla Rai e sullo sciopero ha già parlato il presidente del Consiglio, non mi sembra che i suoi interventi abbiamo bisogno di grandi esegesi interpretative. La linea del governo non cambia, non ci faremo dettare l’agenda da nessuno». Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Una posizione che non sembra concedere grandi margini di confronto sul nodo dei 150 milioni che la Rai è chiamata a versare allo Stato. E poi ha annunciato la tabella di marcia del governo: «Riforma del canone, anticipazione percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai sono gli obiettivi da raggiungere entro il 2014. Su questo percorso apriremo un confronto con tutti, perché il servizio pubblico appartiene a tutti, non solo agli addetti ai lavori». La proclamazione dello sciopero per l’11 giugno ha aperto sicuramente un baratro tra Palazzo Chigi e l’universo della tv pubblica. Ma forse è servito a smuovere le acque e a rendere chiare e trasparenti le posizioni. Infatti l’Usigrai, il sinda- cato interno dei giornalisti Rai, pensa seriamente a revocare lo sciopero proclamato con le altre sigle sindacali per l’11 giugno. In una nota emessa con la Federazione nazionale della stampa (firmata dai segretari, rispettivamente Vittorio Di Trapani e Franco Siddi) si legge: «I temi del confronto posti dal sottosegretario Antonello Giacomelli, a partire dall’anticipo al 2014 del rinnovo della concessione, sono quelli che avevamo posto noi come centrali per il futuro e il rilancio della Rai. Si tratta di una apertura importante. L’Usigrai convocherà i propri organismi dirigenti per valutare le decisioni da assumere sullo sciopero. I toni del sottosegretario sono sopra le ri- ghe. A noi però non interessano le polemiche ma i contenuti». Le dichiarazioni di Giacomelli sembrano un’ottima occasione per togliere il sindacato da una situazione difficile. Perché cresce il fronte anti-astensione alla Rai. Ieri trentacinque redattori del Tg3 hanno chiesto un’assemblea per discutere dello sciopero proclamato per l’11 giugno, aderendo a una petizione esposta in bacheca. Si era a un passo dall’autoconvocazione (era stata superata la soglia necessaria delle 25 firme). La richiesta era partita al mattino ma solo dopo le 18 il comitato di redazione, l’organismo sindacale, ha deciso di indire un’assemblea per dopodomani, giovedì, alla quale parteciperà anche Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Lo sciopero, nei giorni scorsi, aveva provocato grandi malumori e un fitto scambio di opinioni email all’interno del corpo redazionale. Un membro dei tre del comitato di redazione, Rita Cavallo, si è dimessa mentre Valeria Collevecchio e Romolo Sticchi sono rimasti al loro posto. Sono in molti, nell’ex Telekabul, a ritenere quell’arma spuntata e «vecchia». Un’opinione condivisa dal direttore del Tg3, Bianca Berlinguer, e dai suoi vice. Il dissenso è comunque molto diffuso. Dice Marcello Masi, direttore del Tg2: «Oggi la Rai deve recuperare la sintonia con il Paese. E questa sinto- 150 5 milioni È Il contributo a carico della Rai previsto dall’articolo 21 del decreto Irpef del governo in virtù dei tagli sulla spending review milioni È l’utile netto con cui la Rai ha chiuso il 2013. Significativo miglioramento rispetto al 2012, quando l’esercizio aveva registrato una perdita di 244,6 milioni nia non si recupera con uno sciopero. La politica stessa sta ritrovando una visione comune con la gente e uno sciopero della Rai rischia di essere a dir poco frainteso. Nessuno si sogna di voler difendere privilegi che in realtà non esistono. E siamo i primi a volere una vera, grande riforma. Ma sarebbe falso confondere l’esigenza di una giusta salvaguardia del servizio pubblico da parte dei giornalisti con una resistenza corporativa». Posizione, quella di Masi, che sarebbe condivisa anche da molti suoi redattori. Ieri Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl (una delle sigle che hanno proclamato l’astensione per l’11 giugno) si è rivolto al direttore generale Rai, Luigi Gubitosi: «Bloccare il servizio pubblico radiotelevisivo con uno sciopero di tutto il personale Rai sarebbe solo un errore. Per questo, oltre che al governo, lancio un appello al direttore generale della Rai, Gubitosi, perché convochi subito i sindacati in modo da evitare lo sciopero. Abbiamo tutti il dovere di trovare insieme soluzioni credibili e responsabili» P. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riforme Ripartono le trattative: l’ipotesi di elezione indiretta, ma con una platea molto ampia Senato, prende quota il modello francese Oggi summit decisivo Boschi-Finocchiaro ROMA — Oggi è un giorno decisivo per la riforma costituzionale del Senato e del Titolo V perché dopo molti giorni di incomunicabilità (causa pausa elezioni) tornano a sedersi intorno allo stesso tavolo i rappresentanti di governo, Parlamento e Regioni. Le questioni ancora aperte sono in particolare due: l’elezione dei senatori — che secondo Renzi non può essere in nessun modo diretta — e la cosiddetta «potestà legislativa residuale» (ciò che resta in mano alle Regioni) che mette in allarme i governatori preoccupati di una riforma di netto segno centralista. Sicuro comunque di aggirare questi scogli, il premier detta un nuovo calendario che fissa il primo sì dell’aula del Senato entro la fine di giugno per poi dedicarsi a una legge elettorale certamente riveduta e corretta. È molto atteso, dunque, l’esito dell’incontro programmato per questa mattina tra la presidente della I commissione del Senato, Anna Finocchiaro (Pd) e il ministro Maria Elena Boschi (Riforme) sullo stato dell’arte raggiunto a Palazzo Madama che proprio stasera chiude il termine per la presentazione degli emenda- menti in commissione. I relatori (Finocchiaro è affiancata dal leghista Roberto Calderoli) hanno in mano una raffica di emendamenti di tutti i partiti che puntano a due soluzioni diverse da quella proposta dal governo con il suo testo base. La proposta più radicale (sostenuta dalla minoranza del Pd, FI, M5S, Lega e Ncd) punta all’elezione diretta dei senatori (un listino di candidati a parte, da votare alle consultazioni regionali) che così manterrebbero un legame diretto con i cittadini. La seconda opzione è ormai maggioritaria nel Pd e propone un sistema di tipo francese: elezione indiretta dei senatori affidata ad una platea molto estesa (alcune decine di migliaia di persone) formata da consiglieri comunali e regionali e deputati nazionali. Questa formula — che affida agli eletti anche nei Comuni più piccoli il compito di eleggere il Senato — è stata inizialmente lanciata dal bersaniano Miguel Gotor, ma col passare delle settimane ha fatto breccia anche tra i renziani tanto che il capogruppo pd Luigi Zanda la definisce «una soluzione più che ragionevole». Dirà oggi il ministro Boschi qual è la linea su cui si attesta il governo che vorrebbe L’agenda e i tempi Il tavolo di confronto Oggi riprende il tavolo tra governo, parlamentari e rappresentanti delle Regioni sulla riforma di Senato e Titolo V La deadline di giugno Il governo vorrebbe chiudere entro la fine di giugno il primo dei 4 passaggi parlamentari previsti per le riforme costituzionali Dall’Italicum alla Giustizia A seguire, sempre a giugno, tocca a Italicum e riforma della pubblica amministrazione. Entro il primo luglio il ddl delega sulla giustizia civile chiudere entro la fine di giugno il primo dei quattro passaggi parlamentari previsti per le riforme costituzionali. Chi comunque aveva letto una possibile apertura di Renzi sull’elezione diretta dei senatori (domenica a Trento il premier aveva usato toni meno trancianti sul punto) dovrà fare i conti con una chiusura totale da parte di Palazzo Chigi, che viene confermata. Sul sistema francese, invece, il ministro Boschi già oggi potrebbe dare il via libera ai relatori per un emendamento non sgradito al governo. Resta da vedere se il vicepresidente del Senato Calderoli accetterà questa soluzione che fa a cazzotti con il suo ordine del giorno approvato in commissione 15 giorni fa. Sempre oggi, poi, il ministro Boschi (coadiuvata dal sottosegretario Graziano Delrio) dovrebbe definire l’altro nodo della riforma con il governatore Vasco Errani che rappresenta la voce di tutte le Regioni. Il testo del governo, infatti, ri-centralizza molte materie strategiche (a partire dall’energia) che la riforma del Titolo V aveva devoluto alle Regioni, innescando un poderoso contenzioso davanti alla Consulta. Ora, però, i governatori non si fidano: la dizione assai vaga di «potestà legislativa residuale» non li soddisfa e dunque chiedono una riserva di legge per le Regioni (con l’elenco delle materie). Il tempo, comunque, stringe perché già giovedì si inizierà a votare in commissione al Senato. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 L’immagine a colori Il 1° febbraio del 1977 inizia ufficialmente la trasmissione a colori: è Domenica In il primo programma a utilizzare la nuova tecnologia, mentre altri sono ancora in bianco e nero. Il 28 febbraio il primo telegiornale a colori, il Tg1 delle 20 La vicenda A «Ballarò» Lo scontro con Floris Il 13 maggio a «Ballarò», su Rai3, Renzi parla dei tagli alla tv di Stato: «Anche la Rai partecipi ai sacrifici, può vendere Rai Way ed eliminare gli sprechi nelle 20 sedi regionali». In onda si scontra con Giovanni Floris, che difende l’azienda e parla di un suo possibile indebolimento dopo i 150 milioni chiesti dalla spending review del governo In Senato Tentativi di stop bipartisan In Senato, intanto, vengono presentati emendamenti trasversali al decreto Irpef per chiedere una revisione del taglio di 150 milioni di euro al bilancio Rai, da versare allo Stato per la spending review: Partito democratico, Lega, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Sinistra e libertà L’agitazione Il comunicato dei sindacati Il 30 maggio tutte le sigle sindacali della Rai, in un documento comune, annunciano lo sciopero dei dipendenti per l’11 giugno, ultimo giorno utile prima dell’inizio dei Mondiali di calcio: i tagli del governo, dicono, sono incostituzionali e colpiscono i posti di lavoro Le divisioni Il fronte del no allo sciopero Il fronte dello sciopero inizia a sfaldarsi. L’insoddisfazione cresce al Tg3: per i redattori, che chiedono un confronto aperto, è una scelta verticistica dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti). Renzi, intanto, definisce lo sciopero umiliante: «Se l’annunciavano prima avrei preso il 42 per cento» Primo Piano italia: 51575551575557 Rai Tre Il digitale Il 15 dicembre 1979 nasce la terza rete televisiva, la futura RaiTre, progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale: a dare l’annuncio è Fabiana Udenio (nella foto). All’inizio la programmazione è di circa sei ore al giorno. Nel 1987 la terza rete è equiparata alle altre, sotto la direzione di Angelo Guglielmi, e sono create le testate regionali (Tg3 Regione, l’attuale TgR) Nel 2004, quando la Rai compie mezzo secolo, prendono ufficialmente il via le trasmissioni sul digitale terrestre. L’offerta è ampliata negli anni successivi: si moltiplicano i canali. Nel 2008 è il turno di Rai4. L’anno successivo tocca a Rai Storia e poi ad altri canali tematici, come quelli dedicati ai più piccoli Rai Gulp e Rai YoYo (dove va in onda Art Attack con Giovanni Muciaccia, nella foto) Il cinema e le antenne Nel 2000 viene creata RaiWay, che gestisce i mezzi necessari alla trasmissione. E nasce Rai Cinema, per la produzione di film (nella foto «I cento passi»), l’anno dopo 01 Distribution 7 L’intervista Il direttore generale: un errore lo sciopero. La Rai fa parte del sistema, faremo il sacrificio «Abbiamo regole da Asl Bisogna ringiovanire l’azienda» Gubitosi: mai visto Renzi. Quando vorrà gli illustrerò la situazione di ALDO CAZZULLO L’11 giugno è previsto lo sciopero dei dipendenti Rai contro il taglio di 150 milioni voluto dal governo. Lei, direttore Gubitosi, cosa ne pensa? «Questo sciopero è un errore. La Rai fa parte del sistema. Ci è stato chiesto un sacrificio, e noi lo faremo. La Rai deve lavorare ancora di più per essere promotrice del cambiamento che il Paese chiede e di cui può e deve essere parte. Io poi vengo dal privato; sono abbastanza alieno dal concetto di sciopero per una richiesta dell’azionista». L’Usigrai, il sindacato interno, teme che il decreto del governo sia per lei un «lasciapassare per ridimensionare il personale». «Non credo di aver bisogno di un lasciapassare. Stiamo lavorando alla revisione del piano industriale che ha già ridotto il personale: dal 2013 sono uscite 700 persone. La Rai va ringiovanita. Abbiamo una popolazione anziana; fa parte del piano e della natura delle ❜❜ L’accordo del 1975 Ora i giornalisti lavorano in digitale e si può rivedere l’organizzazione del lavoro, figlia di intese del 1975 cose ridurre una parte della popolazione più anziana e assumere, anche se in numero minore, dei giovani». Dove li trova 150 milioni? Con la vendita di Rai Way, la società che controlla le torri di trasmissione? «Mentre in molti obiettano, la quotazione di Rai Way è già operativa. Abbiamo selezionato un gruppo di banche, di advisor. Chiudere entro l’anno è un programma ambizioso ma raggiungibile». Il timore è che sia una svendita. «Si parla di svendita senza sapere il prezzo. A differenza di quanto ipotizzato in passato, stiamo parlando del collocamento di una quota di minoranza. Rai Way è un piccolo gioiello, tanto che da più di dieci anni qualcuno tenta di comprarla. Alcuni di quelli che si dichiarano contro, tre anni fa erano per vendere». A chi si riferisce? «La precedente consiliatura approvò un piano industriale che prevedeva, con modalità diverse, la vendita di Rai Way. Ora si oppongono gli stessi che avevano approvato quel piano. A volte prevalgono considerazioni politiche; da tecnico è una cosa a cui non riesco ad adeguarmi. Oltretutto Rai Way resterà nel pubblico. Le consentiremo di avere il suo core business staccato dal resto del gruppo, ma la direzione, il coordinamento e il control- lo rimangono alla Rai». Quanto conta di incassare? «Non lo posso dire, per due motivi. Mancano alcuni mesi alla quotazione, i mercati finanziari sono volatili, e io sono scaramantico. E non intendo certo commettere aggiotaggio diffondendo notizie sensibili». Prevede tagli alle sedi regionali? «Preferisco parlare non di tagli ma di ottimizzazione, di crescita. In questi due anni i costi di esercizio della Rai sono scesi di quasi cento milioni l’anno. Abbiamo riportato la Rai in attivo nonostante il continuo calo della pubblicità e il mancato adeguamento del canone. Eppure non sono stati anni di soli tagli, ma di investimenti e di redistribuzione delle risorse dalle aree meno produttive a quelle strategiche. Abbiamo ridotto i costi esterni, tagliato cose storiche, creando anche frizioni con alcuni personaggi interni; e abbiamo investito in tecnologia. La digitalizzazione della Rai era il titolo di un libro ancora da scrivere, ora è un fatto: il Tg2 è partito oltre un anno fa, il Tg3 è partito il giorno delle elezioni, il Tg1 parte il 9 giugno. E quando hai tutti i giornalisti che lavorano in digitale puoi rivedere in meglio l’organizzazione del lavoro, figlia ancora dell’accordo del 1975». Parlavamo delle sedi Rai. I giornali riferiscono di lussi e di sprechi. «Sono dati tratti dal nostro piano industriale, che già affrontava la questione delle sedi. Alcune sono nate in un altro periodo storico, e sono molto più grandi del necessario: a Genova negli anni 60 lavoravano oltre 300 persone, oggi meno di cento. Stiamo rivedendo il modo in cui operano». Chiuderanno? «Parlerò delle sedi regionali in consiglio, poi con l’azionista. Noi vogliamo rafforzare la nostra presenza sul territorio, guadagnando però efficienza». È possibile tagliare lo stipendio dei conduttori? «Non solo è possibile; i tagli stanno avvenendo». A spese di chi? «I rapporti con i singoli sono coperti da un Chi è Gli studi Napoletano, 53 anni, Luigi Gubitosi (nella foto Massimo Di Vita) è laureato in Giurisprudenza all’Università Federico II della sua città La carriera In Wind è stato amministratore delegato fino al 2011; dall’86 al 2005 aveva ricoperto diversi incarichi alla Fiat, da chief financial officer a responsabile della Tesoreria del gruppo; è docente di Finanza aziendale avanzata all’Università Luiss Guido Carli, dove in passato ha insegnato anche Strategie d’impresa In Viale Mazzini Il 17 luglio 2012 è stato nominato direttore generale della Rai dal consiglio di amministrazione con 8 voti favorevoli e l’astensione di Antonio Verro (consigliere espresso dal Pdl), succedendo a Lorenza Lei. È il primo direttore generale di viale Mazzini con un contratto a tempo determinato: scadrà nel luglio del 2015 giusto riserbo. Quando un contratto scade rinegoziamo in basso, se ci riusciamo; per l’interesse dell’azienda, non con un obiettivo ideologico. Se qualcuno porta valore ne prendiamo atto, sempre tenendo conto del momento storico in cui operiamo. Spero lo facciano anche i concorrenti: non vorrei che approfittassero della nostra situazione per portarci via programmi importanti. Noi calmieriamo il mercato; ma dobbiamo sempre ricordarci che c’è un mercato». È vero che con Renzi non vi siete mai incontrati? «È vero. In passato ho chiesto di vederlo per presentargli il piano in corso. Ne ho poi parlato con altri esponenti del governo». Non le pare una cosa strana che il direttore generale della Rai non parli con il capo del governo? «Quando lo riterrà opportuno ci incontreremo e gli presenterò la situazione». Renzi insiste sul ruolo educativo e culturale del servizio pubblico. «Sono assolutamente d’accordo. È parte della missione della Rai. Con il suo predecessore avevamo discusso il da farsi sul semestre europeo e sull’Expo: la Rai si è impegnata al riguardo proprio su input di Palazzo Chigi. La manifestazione di Libertà e Giustizia Rodotà e il verdetto delle urne: non arrendiamoci «Il Paese di oggi sembra aver tradito il grande sogno democratico dei padri fondatori: un Paese devastato da corruzione e disuguaglianze insopportabili, mentre prolifera un meccanismo oligarchico che crea consenso e chiede fedeltà». Sono le parole che si leggono sull’invito di Libertà e Giustizia alla manifestazione contro la corruzione e l’illegalità, dal titolo «Per un’Italia libera e onesta. Ripartiamo dalla Costituzione», che si è tenuta ieri a Modena in piazza XX Settembre con gli interventi — tra gli altri — di Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Gian Carlo Caselli e Gustavo Zagrebelsky. Nel suo discorso, il giurista Rodotà — commentando l’esito delle elezioni europee — ha invitato gli italiani a non arrendersi all’«inattività» e a mantenere sempre la guardia alzata: «Non possiamo cedere a una sorta di strisciante senso comune, all’attesa rassegnata di quanti dicono che ormai le carte sono state ridistribuite, con questo ultimo voto, e non ci rimane che assistere alla partita». © RIPRODUZIONE RISERVATA Noi stiamo andando avanti mettendo molte risorse, e questo vale per tantissime aree. Stiamo spingendo sulla cultura, sulla storia, ad esempio sulla Grande Guerra: l’Italia è il Paese in cui oggi centinaia di migliaia di persone vedono ogni giorno un programma di storia. Abbiamo tolto il trash. Vorremmo fare un’azione contro l’evasione del canone, per un fatto di giustizia verso chi lo paga. Le risorse recuperate potrebbero andare non alla Rai ma a ridurre ulteriormente l’evasione. Il canone si potrebbe abbassare se tutti lo pagassero. Sarebbe il primo segnale: se tutti pagano le tasse, le tasse si possono ridurre. Sono tutte idee di cui discuteremo con l’azionista». Si parla di un ricorso del consiglio d’amministrazione contro i tagli. Lei che ne pensa? «Non entro nelle prerogative del cda. Su questo si esprimerà la presidente. Dal mio punto di vista, non mi interessa impiegare tempo per discutere il ricorso; mi interessa lavorare per trovare 150 milioni. Il consiglio deciderà cosa fare». Francesco Merlo la accusa di aver promosso a «macrodirettore» Luigi De Siervo per compiacere Renzi. «Non ho capito a quale promozione si riferisse. De Siervo era direttore commerciale quando sono entrato ed è direttore commerciale oggi. Rai Trade, la direzione commerciale, sarà esternalizzata, come previsto dal piano industriale già da due anni: De Siervo continua a fare lo stesso mestiere, anziché all’interno dell’azienda, in una società separata. ❜❜ I tagli I tagli ai conduttori stanno già avvenendo. Le sedi locali? Stiamo rivedendo il modo in cui operano Vedere un aspetto politico anche in questo fa pensare che il dibattito ogni tanto porti a storture mentali. Noi abbiamo fatto un’opera importante di moralizzazione, ringiovanito le direzioni, innescato un meccanismo virtuoso. Ora serve un ulteriore colpo di reni. Era già previsto che fosse così; a maggior ragione ci daremo da fare. Per molto tempo la Rai è stata gestita con criteri politici e non manageriali. Non a caso abbiamo incontrato resistenze fortissime...». A cosa si riferisce? «A volte non abbiamo avuto la maggioranza in consiglio, e abbiamo dovuto fare scelte di compromesso. La Rai ha lacci e lacciuoli che i concorrenti non hanno. La burocrazia impone un costo altissimo: per fare una gara dobbiamo sottoporci a una serie estenuante di passaggi. Abbiamo regole che ci equiparano a una Asl anziché a un’azienda; per questo serve che l’azionista ci dia una mano». Il concorso per assumere giovani si farà? «Il concorso farà parte del piano. Dobbiamo portare dentro i nativi digitali. I giovani sono il futuro dell’azienda; senza di loro la Rai muore. E noi vogliamo che i primi sessant’anni della Rai siano solo il prodromo di altri sessanta. Ma è tardi aspettare il 2016 per discutere: avere maggiori certezze favorirà il rilancio». © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano I partiti Le scelte La galassia scalare il partito, di dare vita ad un’operazione — temono ad Arcore — sul modello renziano: impugnare l’arma delle primarie per «rottamare» tutto. Leader compreso. Certo, si ostenta tranquillità sulla possibilità che il tentativo vada in porto: «Fitto non è Renzi — dicono i fedelissimi berlusconiani — e Berlusconi non è Bersani... Se pensa di fare mosse simili si va a schiantare, da Roma in su non sfonderà mai...». Ma Berlusconi appare amareggiato e offeso, oltre che molto sospettoso. Non si spiega perché «dopo aver aperto a tante richieste che venivano dal basso e anche da lui, dalle primarie di coalizione ai congressi comunali, che ci servono anche per Michela Vittoria Brambilla Mariarosaria Rossi Mariastella Gelmini Antonio Tajani Alessandro Cattaneo IO Z I documenti La prossima settimana l’ufficio di presidenza decisivo: possibili due documenti contrapposti confronto all’interno di Forza Italia è dannoso» in un momento in cui bisognerebbe rilanciare la propria identità e contenuti, e Maurizio Gasparri lancia la sua campagna con slogan da Twitter #conipiediperterra perché la si smetta con gli scontri sui ruoli di potere interno, Mariastella Gelmini affida all’unico che può farlo il compito di far raffreddare la patata bollente: «Il confronto va bene, ma basta divisioni: la sintesi spetta a Berlusconi». Il problema però è che, stavolta, l’ex Cavaliere non è il giudice equanime tra due parti, ma è colui che si sente colpito al cuore dall’«attacco di Fitto». La sua convinzione è che l’ex ministro abbia intenzione di FEDEL I SSIMI Altero Matteoli U evidente e prolungato. Il silenzio che l’ex premier avrebbe voluto imporre ai suoi non è stato rispettato — Fitto ha rilanciato, Toti, Romani, Cattaneo hanno replicato duramente — e all’appuntamento della prossima settimana si arriva senza alcun accordo. Di più: tra opposte fazioni, in queste ore, nemmeno ci si parla. Se Daniela Santanché se la prende con chi litiga perché «il L’AREA BERLUSCONIANA Daniela Santanchè IT Berlusconi tra amarezza e sospetti: ma Fitto non è Renzi Denis Verdini Renato Brunetta IST Forza Italia, guerra tra fazioni Il rischio di una conta al vertice ROMA — Il giorno di festa aiuta ad abbassare i toni, ma non la tensione, che in Forza Italia resta molto alta. Silvio Berlusconi evita di parlare pubblicamente della tempesta che sta investendo il suo partito, va a trovare in ospedale Riccardo Montolivo e dà consigli calcistici a Prandelli. Ma sa benissimo che i musi lunghi e le critiche che deve affrontare il ct in queste ore non sono peggiori di quelli che attendono lui. Dopo i ballottaggi, infatti, è previsto un nuovo ufficio di presidenza che si annuncia scoppiettante come lo scorso, durante il quale lo scontro tra Fitto da una parte e i fedelissimi del leader dall’altra è stato Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Paolo Romani Maurizio Gasparri NA LI CON TOTI l’autofinanziamento, passando per una valorizzazione della classe dirigente locale» l’ex governatore continui ad alzare il tiro e si dica indisponibile «a tutto, quasi cercasse la rottura». «Se vuole la sua testa, lo dica senza tanti giri e ambiguità: così è troppo facile...», ac- WELCOME TO OUR WORLD cusano i fedelissimi dell’ex premier. Se la convinzione è questa, difficile che all’ufficio di presidenza si assista ad un confronto che finisce a tarallucci e vino e vogliamoci bene. Al contrario, potrebbe esserci una conta tra opposti documenti. E mentre Laura Ravetto lavora al testo di un possibile regolamento per le primarie (incarico che le ha affidato il Cavaliere) Berlusconi è chiamato a una sintesi alta, ad un rilancio, per non passare come chi gioca in difesa e non perdere contatto con l’area del partito che silenziosamente e senza schierarsi sta guardando l’evoluzione del quadro con grande attenzione. Nello stesso tempo, Fitto va avanti per la sua strada, senza mostrare alcun cedimento. Questa è la settimana dei ballottaggi e della campagna elettorale, e tanti sono gli impegni previsti sul territorio, con la consapevolezza che non è il momento per tornare all’attacco. Ma, a meno di fatti nuovi che potrebbero essere rappresentati da un colloquio diretto con Berlusconi, un chiarimento su quale strada si vuole imboccare, Fitto insisterà nella sua proposta senza mediazioni: primarie presto, a partire dalla scelta dei coordinatori locali, e a salire per i ruoli più importanti del partito. E comunque, anche se il partito respingesse l’idea «io non me ne andrò mai, non si illudano», ripete a chi gli parla. Si procede quindi al buio, senza reti di protezione. E se è Strategie opposte I fedelissimi: se l’ex governatore vuole la testa del leader, lo dica Ma lui tira dritto vero che i vertici del partito sono quasi tutti schierati con l’ex premier, è altrettanto vero che l’apertura di una falla è da tutti considerata pericolosa. E questo mentre il quadro politico resta in movimento: il dialogo con i centristi di Alfano è ancora appena abbozzato e Berlusconi vorrebbe che ci si concentrasse proprio sulle alleanze, magari con una squadra da nominare ad hoc per gestire con lui le trattative. Perché il rimescolamento delle carte nel centrodestra è appena cominciato. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Chiesto il rinvio a giudizio per l’eurodeputato Borghezio e gli insulti ai rom Per l’Ue nessuna immunità Partner privilegiato dell’aeronautica fin dai suoi esordi, Breitling si è imposto come la marca mitica per tutti i piloti del mondo. Il nuovo Chronomat Airborne, serie speciale del Chronomat creato trent’anni or sono per l’élite degli aviatori, unisce una robustezza a tutta prova con tutte le prestazioni di un autentico strumento per professionisti. Progettato in vista delle missioni più estreme, ospita un calibro manifattura Breitling 01, certificato come cronometro dal COSC – la massima autorità ufficiale in tema di precisione e di affidabilità. Benvenuti nel mondo dell’audacia e delle grandi imprese. Benvenuti nel mondo di Breitling. CHRONOMAT AIRBORNE MILANO — Cartellino rosso del Parlamento europeo al leghista Mario Borghezio, che verrà rieletto nella circoscrizione Centro Italia grazie a 5.832 preferenze, se il leader Matteo Salvini opterà per un’altra circoscrizione. L’8 aprile 2013, quando il presidente della Camera Laura Boldrini aveva invitato a un incontro a Montecitorio alcuni rappresentanti delle comunità italiane Rom e Sinti, Borghezio nella trasmissione radiofonica «La Zanzara» si era baldanzosamente espresso su «quelle facce di c... che qualche presidente della Camera riceve» nella «giornata della demagogia e del fancazzismo, poi con contorno di festival dei ladri», aggiungendo che mettere mano al portafoglio quando si vede un Rom «per evitare che te lo portino via è un riflesso pavloviano dettato da un’esperienza secolare». Poi però, quando il pm milanese Piero Basilone lo aveva indagato per diffamazione e «diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico», Borghezio si era meno baldanzosamente precipitato a invocare l’immunità rispetto a frasi rientranti nella sua idea di esercizio delle funzioni di europarlamentare. Ma il Parlamento europeo uscente in uno degli ultimi atti ha specificato come, mentre «gli atti parlamentari mostrano che Borghezio ha» in effetti «manifestato interesse per le questioni concernenti i Rom», le sue dichiarazioni alla radio — peraltro «al di là del tono che generalmente si riscontra nel dibattito politico» — non soltanto «non hanno alcun nesso diretto ed evidente con tali attività parlamentari», ma anzi «sono di natura profondamente inadeguata alla dignità del Parlamento», ponendosi «in contrasto con l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione». Di più: «Se fatte in una seduta del Parlamento europeo, affermazioni come quelle formulate da Borghezio avrebbero potuto comportare sanzioni ai sensi dell’art.153 del regolamento», sicché «non è opportuno che l’immunità parlamentare le copra». La Procura, ricevuta la comunicazione da Bruxelles, ha ora chiesto il rinvio a giudizio di Borghezio. Luigi Ferrarella B R E I TLIN G.COM lferrarella@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Mara Carfagna Francesco Saverio Romano CON FITTO Il M5S Il leader torna contro Pizzarotti. Fo: attenti a Farage Laura Ravetto Daniele Capezzone Renata Polverini Giuseppe Galati Gianfranco Rotondi 21,1 la percentuale ottenuta dal Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni Europee. I pentastellati hanno avuto 5.792.865 voti, risultando il secondo partito più votato dopo il Pd. Sono 17 gli eurodeputati eletti nelle fila del Movimento. Alle Politiche del 2013 il Movimento aveva ottenuto il 25,6% dei voti alla Camera e il 23,8% al Senato L’intervista Il blog di Grillo accusa: «Brogli alle Europee, sospetto ragionevole» Base divisa. Il Pd: storditi dalla batosta ROMA — Aprile 2006: «Ci sono stati tantissimi brogli, ne stanno venendo fuori di tutti i colori». Maggio 2014: «Di fronte a un esito sconcertante del voto, il sospetto di brogli è ragionevole». La prima dichiarazione è di Silvio Berlusconi, dopo la vittoria di Romano Prodi. La seconda è contenuta in un post del blog di Beppe Grillo, pubblicata dopo la vittoria di Matteo Renzi. L’evocazione dei brogli è diretta nel primo caso, mediata nel secondo: non è Grillo in persona ad assumersene la responsabilità, ma il sospetto viene lanciato con un post firmato da «Informare per resistere» e intitolato: «Broglio sì, broglio no: la terra dei cachi». Il Pd replica con ironia e sdegno. Roberto Speranza: «La batosta ha stordito Grillo». Matteo Richetti: «#grillofatteneunaragione, offendi gli elettori». Il post non elenca neanche un caso concreto di sospetto. Nessuna segnalazione alla magistratura, nessuna denuncia. Si basa su un assunto «logico», una sorta di sillogismo. La premessa è che l’esito del voto è «sconcertante», «difforme da qualsiasi razionale previsione e sondaggio». Gli elettori hanno cambiato idea? I sondaggi non erano esatti? Niente di tutto questo: «Prima di infervorarci contro quella massa di pecore ignoranti e/o vendute che si lasciano abbindolare o comprare dai politici, bisogna riflettere sul sistema». Grillo (ma questo il post non lo dice) aveva accusato gli italiani, «un popolo di pensionati». Cambio di verso, nella nuova tesi, vidimata dal blog: «La perdita di tre milioni di elettori è statisticamente improbabile. La percentuale del Pd è inaspettata e iperbolica». E dunque, «applicando la logica, e senza avere riscontri dimostra- bili, il sospetto di brogli è ragionevole». Anche perché vige la logica del «divide et impera». Il blog ripercorre storicamente i brogli veri e presunti, dal Doge al plebiscito, dal 2 giugno alla Florida di Bush. E offre qualche rimedio: evitare le «relazioni parentali e amicali tra scrutatori», rendere trasparenti le urne e progettare seggi «ergonomici». E chiede: «I deputati a 5 Stelle pretendano il riconteggio dei voti, soprattutto nei seggi rossi». I parlamentari a 5 stelle, presi alla sprovvista, sono imbarazzati. Il capogruppo al Senato, La tesi «La perdita di tre milioni di voti è improbabile, e la percentuale dei dem è inaspettata e iperbolica» In Europa Maurizio Buccarella: «Non ho letto il blog, non so cosa dire, di brogli non ho mai sentito parlare». La deputata Vega Colonnese aveva postato su Facebook un messaggio inquietante: «Al Viminale è stato impartito l’ordine di annullare le schede dei 5 Stelle». Post repentinamente cancellato dalla Colonnese, che ora si rifiuta di commentare. Chi invece conferma è Mario Giarrusso: «Il 40 per cento a Renzi è folle, è come l’apparizione della Madonna. Un ribaltamento delle previsioni come questo arriva solo nelle fiabe. Va bene che gli italiani votano con le parti basse e non con il cervello, ma c’è un limite a tutto». Giarrusso è sicuro: «Il Pd ha messo i peggiori sgherri fuori dai seggi, ha giocato sporco. C’è puzza di marcio. Nei seggi, dove non c’erano i nostri rappresentanti di lista, erano tutti d’accordo per macinarci». Grillo intanto piccona il suo sindaco ribelle Federico Pizzarotti, che finisce ultimo in un sondaggio sul gradimento, e, dopo Nigel Farage (difeso nonostante le critiche di Dario Fo e Ferdinando Imposimato), si prepara a incontrare i rappresentanti del partito Alternativa per la Germania (Aid). Anche perché, rivendica, «altro che sconfitta bruciante, è solo frastuono mediatico: abbiamo ottenuto 17 europarlamentari da zero». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il politico inglese: noi fascisti? Non siamo né di destra né di sinistra. Negli anni 80 votavo i Verdi perché erano anti Europa Farage crede nel patto con i 5 Stelle «Beppe è una mente politica acuta» Il leader dell’Ukip: banchieri e burocrati ci vogliono divisi MILANO — Vuole togliersi di dosso un’etichetta ingombrante, quella di uomo della discordia, come viene dipinto da una parte del Movimento 5 Stelle. Lui, Nigel Farage, 50 anni, leader dell’Ukip, il partito indipendentista inglese che alle Europee ha preso quasi il 27%, potrebbe essere il primo (e più importante) alleato dei 5 Stelle in Europa. Di sicuro, Farage è in linea con Beppe Grillo nell’attaccare Matteo Renzi («I suoi commenti sulla necessità di costruire gli Stati Uniti d’Europa e sul fatto che non c’è via d’uscita da questo progetto mi dimostrano, francamente, che è come tutti gli altri», dichiara) e ❜❜ Il voto online è il futuro. Il nostro è un matrimonio di convenienza Silvio Berlusconi («Non capisco come mai un giorno sia a favore del progetto Ue e il giorno dopo dica che l’Italia dovrebbe uscire dall’Euro»). Lui e il leader Cinque Stelle si sono visti la settimana scorsa a Bruxelles per gettare le basi del loro asse europeo. «Da tempo mi affascina il lavoro politico di Grillo e sono rimasto colpito quando l’ho incontrato — dice Farage al Corriere —. Ha una mente politica acuta. Quello che mi ha impressionato di più è stata la sua passione nitida per la democrazia diretta». Farete un’alleanza? «Sì, sono relativamente fiducioso. Entrambi vogliamo che funzioni. L’alternativa è rimanere tra i non-iscritti con meno tempo di parola, nessuna presidenza nelle commissioni, meno fondi e senza una segreteria preparata e professionale». Cosa pensa di quei parlamentari pentastellati che hanno espresso disappunto per questa idea? «Col dovuto rispetto credo che dovrebbero smettere di ascoltare le informazioni sbagliate sull’Ukip diffuse dai loro nemici politici. Ai grandi banchieri e ai burocrati a Bruxelles piacerebbe vederci divisi perché in un gruppo insieme possiamo creare molti problemi». Cosa succederebbe se i Cinque Stelle andassero coi Verdi? «Sarebbe un disastro per loro, sommersi in una amara brodaglia verde e agli ordini di una linea di voto che non vogliono. I Verdi negli anni 80 erano euroscettici e anti-militaristi. Li ho votati allora. Ma oggi sono un miscuglio di fanatici federalisti europei, tra i sostenitori più ferventi della guerra in Siria e Libia. Appoggiano l’euro. Coi Verdi la loro libertà politica sarebbe perduta». Una parte degli attivisti 5 Stelle ha simpatie di centrosinistra, altri vi accusano di fascismo. «L’Ukip non è né di destra né di sinistra. Noi siamo oltre la semplice classificazione ma sopra a tutto vogliamo una democrazia nazionale per la nostra gente. Ricerche hanno mostrato che l’Ukip è il partito più votato tra il proletariato, anche più dei laburisti. Perché? Ci ergiamo a difesa della gente comune che sta perdendo il lavoro e vede il suo stipendio ridursi». Come riuscirete a restare uniti se voi e il M5S sarete liberi di combattere le vostre battaglie? «Viva la differenza! Amo la diversità. La bellezza dell’Europa è la sua varietà Leader Nigel Farage, 50 anni, è alla guida dell’Ukip dal 2010 di lingue, culture, cibi, vini, nazionalità e partiti politici. Un grande arazzo composto da differenti tessuti e colori. Formiamo un capolavoro maestoso. Ma coi 5 Stelle abbiamo molte battaglie comuni: contro l’euro, l’austerità e il Fiscal Compact». Cosa accadrà se vi scontrerete con il M5S su temi importanti come le politiche sull’immigrazione? «Ogni partito nel gruppo avrà libertà di voto su qualsiasi argomento. Non si tratta di un partito politico ma di un matrimonio di convenienza strategico e pragmatico, una scelta intelligente. Come altri 200 Paesi al mondo, l’Ukip (Reuters) vuole che il Regno Unito possa decidere il numero e i requisiti di coloro che giungono nel nostro Paese a prescindere dalle loro origini. È una questione di spazi, non di razza». Accetterà le regole di rotazione dei ruoli interne al Movimento? «Certamente, è una questione di loro competenza». Crede nella democrazia diretta? Il sistema del M5S si basa su votazioni online: è questo il futuro? «Sì, l’Ukip ha sostenuto in modo convinto a lungo i referendum locali e nazionali. La democrazia diretta per noi è una questione di principio. Ogni Pae- se può sviluppare il suo modo di fare le cose e il sistema di votazione online sviluppato dai M5S è innovativo ed efficace». Pensa che l’Italia stia uscendo dalla crisi finanziaria? «Penso che l’Italia si è impantanata nella valuta sbagliata; sia la ripresa a lungo termine sia la crescita sostenibile non dureranno finché questo problema non sarà risolto». Lei è convinto che il Regno Unito debba lasciare l’Unione Europea: crede che possa essere una buona soluzione anche per l’Italia? «Non mi piace che gli Stati siano condizionati da persone che la gente non può votare o rimuovere con elezioni democratiche. Quello che l’Italia fa a questo proposito è una scelta degli italiani e non tocca a me dirlo». Lei è europarlamentare dal 1999: dal suo punto di vista qual è l’essenza dell’anti-europeismo? Come pensa possa cambiare l’Unione Europea? È una ipotesi realistica? «Non siamo affatto anti-europei. Noi democratici euroscettici siamo i veri europei perché stiamo difendendo la diversità dell’Europa in tutto il suo splendore e la volontà di genti diverse». È stato descritto come razzista e omofobo. Come si difende? «È completamente falso. Come Grillo sono stato ingiustamente demonizzato da media ostili. Disprezzo il razzismo. Siamo un partito non razzista, non settario. Non siamo per nulla omofobi. Uno dei nostri europarlamentari, lo scozzese David Coburn, è dichiaratamente gay. Abbiamo anche tra gli europarlamentari un m u s u l m a n o p a c h i s ta n o d e l l o Yorkshire, un meticcio dal NordOvest. Esercitiamo la diversità, non ne parliamo solo». Ha parlato di salario differente per le donne: in Italia la parità di genere è un argomento al centro del dibattito sociale, ne è ancora convinto? «Non ho mai detto ciò. Io sostengo una paga identica per un identico lavoro per entrambi i sessi. La mia frase era riferita a un caso specifico. Ci opponiamo alla discriminazione in tutte le sue forme». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Cinquestelle, la sfida e poi la delusione Dopo una campagna elettorale condotta con il motto «vinciamo noi» il Movimento 5 Stelle si piazza al secondo posto delle elezioni europee con 5.792.865 voti pari al 21,1%. Primo è il Partito democratico con il 40,8% dei voti. Il M5S elegge per il Parlamento europeo 17 deputati. «Non è una sconfitta — ha commentato Beppe Grillo — siamo andati oltre la sconfitta. Questa Italia è formata da generazioni di pensionati che forse non hanno voglia di cambiare» Nell’Ue avanzano le forze anti-euro Nell’Unione i movimenti a vario titolo anti-euro ottengono alle elezioni del 25 maggio un risultato lusinghiero. In Francia primo partito risulta il Front national di Marine Le Pen, in Gran Bretagna prevale l’Ukip guidato da Nigel Farage. Successi dei partiti nazionalisti anche in Olanda e Austria. In Italia, oltre ai Cinque Stelle, gli altri partiti anti-euro sono la Lega nord di Matteo Salvini (che ottiene il 6,2%) e Fratelli d’Italia che, con il 3,7%, rimane sotto lo sbarramento Le trattative per formare un gruppo Il 28 maggio Beppe Grillo vola a Bruxelles per incontrare il leader dell’Ukip britannico Nigel Farage. In discussione l’ipotesi di formare un gruppo all’Europarlamento. Entrambi si dicono lontani da Marine Le Pen e interessati a costruire un altro tipo di alleanza anti-euro. «L’obiettivo — si legge in una nota dell’Ukip — è incutere timore ai burocrati». Farage aggiunge: «Con Grillo potremmo divertirci a causare un sacco di guai a Bruxelles» Nel Movimento divisioni e polemiche L’ipotesi di patto con Nigel Farage, sponsorizzata da Grillo e Casaleggio, accende la discussione dentro il Movimento. Una parte dei parlamentari e dei simpatizzanti non è convinta e preferirebbe un accordo con i Verdi europei. Ma Grillo insiste: difende il leader britannico dalle accuse di essere xenofobo e stronca l’ipotesi di un’intesa con gli ambientalisti: «Rappresentano un puntello di questa Europa» scrive sul blog 10 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Esterii Il saluto Juan Carlos, con la moglie Sofía, saluta gli spagnoli il 22 maggio 2004, giorno delle nozze del figlio Felipe con Letizia Ortiz; a sinistra, la lettera di abdicazione L’abdicazione Il re spiega alla nazione il passo indietro. Mentre nelle piazze a migliaia invocano la repubblica L’addio di Juan Carlos, l’era di Felipe VI «Ormai una nuova generazione reclama il ruolo da protagonista» Un nome nella Storia Filippo I (1506) Filippo d’Asburgo, detto il Bello, figlio dell’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo, diventò re di Castiglia dopo aver fatto dichiarare pazza la moglie Giovanna: ma morì pochi mesi dopo Filippo II (1556-1598) Il primogenito di Carlo V, noto come Filippo il Prudente: fu un grande accentratore Filippo III (1598-1621) Detto Filippo il Pio, è noto per il decreto di espulsione dei moriscos Filippo IV (1621-1665) Filippo IV d’Asburgo, detto Filippo il Grande Filippo V (1700-1746) È stato il primo re di Spagna della dinastia dei Borbone. Abdicò (1724) in favore del figlio che morì pochi mesi dopo e Filippo V decise di tornare sul trono I precedenti Quattro in Europa Sono cinque i sovrani che hanno abdicato in questo secolo nel Vecchio continente. Prima di Juan Carlos, nel 2013 era stato Alberto del Belgio (79 anni) a lasciare al figlio Philippe. Sempre un anno fa l’addio al trono di Beatrice d’Olanda (75 anni) in favore di Willem-Alexander. Nel 2004 il principe Giovanni Adamo (59 anni) del Liechtenstein lascia in favore di Alois. Il granduca Jean (79 anni) del Lussemburgo abdica nel 2000 e gli succede il figlio Henri Nel Novecento Nel secolo scorso avevano lasciato Edoardo d’Inghilterra nel 1936 per sposare Wallis Simpson, il re d’Italia Vittorio Emanuele III nel 1946, l’anno successivo il sovrano di Romania, Michele, e nel 1951 Leopoldo del Belgio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Sono passati due anni e sei settimane dalla caduta di re Juan Carlos durante una caccia all’elefante in Botswana. Anni orribili per la monarchia spagnola: 5 volte operato, il genero Iñaki Urdangarin e l’infanta Cristina accusati di corruzione e tangenti, l’amica Corinna zu Sayn-Wittgenstein che viveva a Palazzo cacciata dalla Spagna, il sovrano che sulla porta dell’ospedale dice per la prima volta nella storia della corona «Me he equivocado», mi sono sbagliato, non accadrà più. Dopo due anni e sei settimane di reazioni stizzite sul tipo «non abdico, i re devono morire nel loro letto», ieri Juan Carlos I di Borbone ha rinunciato al trono di Spagna. L’erede è il figlio maschio, il prossimo Felipe VI. I tempi sono brevissimi. Il governo dovrà approvare una legge perché nella Costituzione spagnola l’abdicazione non è regolamentata. Dovrà passare a maggioranza assoluta nei due rami del Congresso e poi Felipe giurerà davanti all’assemblea in seduta congiunta. Il tutto finirà, si calcola, prima della fine di giugno. «Lascio il passo a chi è in condizioni incomparabilmente migliori per assicurare la stabilità», ha detto Juan Carlos in un messaggio video registrato nella mattinata. Il re è apparso stanco, la voce impastata. Eppure questi ultimi mesi aveva ripreso l’attività pubblica con buon ritmo. Perché quindi abdicare proprio ora? «La lunga e profonda crisi che soffriamo ha lasciato serie cicatrici nel tessuto sociale», ha spiegato Juan Carlos, ma ha anche «risveglia- La linea di successione 1° to una spinta rinnovatrice per correggere errori e aprire il cammino a un futuro migliore. Una nuova generazione reclama a ragione il ruolo da protagonista». Ricambio generazionale, quindi: in marzo è morto Adolfo Suárez, l’ultimo grande protagonista assieme al re della Transizione da dittatura a democrazia. C’è bisogno di una svolta, forze nuove per tempi sposati Juan Carlos Sofia di Grecia 1938 1938 4° 2004 nuovi, difficili economicamente e socialmente, con la fiducia nelle istituzioni, tutte le istituzioni in calo verticale. In questo senso il serio, specchiato Felipe sarebbe il candidato giusto. Secondo «fonti» di Palazzo, Juan Carlos avrebbe pensato a lasciare quando farfugliò in un discorso pubblico. Era il 6 gennaio, appena dopo aver compiuto 76 anni. Nei giorni scorsi la decisione sarebbe stata co- 7° 1995 divorzio nel Elena 2005 Jaime di 1997 Felipe di Borbone Letizia Ortiz di Borbone Marichalar Cristina di Borbone Iñaki Urdangarin 1968 1972 1963 1963 1965 1968 2° 3° 5° 6° 8° 9° 10° 11° Leonor Sofia Victoria Federica Juan Valentin Pablo Nicolás Irene 2007 Felipe Juan Froilán Miguel 2005 2002 2005 1999 2000 1999 2000 Andrea Nicastro andrea_nicastro L'annunciata modifica costituzionale per equiparare donne e uomini nella linea di successione è in sospeso. Oggi vige ancora un criterio di preferenza degli eredi maschi Fonte: El Pais municata in un vertice tra le «istituzioni» che hanno fatto la democrazia spagnola: monarchia, Partito socialista, Partito popular. Così saranno Mariano Rajoy, presidente del Consiglio e del Pp, e Alfredo Perez Rubalcaba, leader socialista, a garantire i voti necessari per approvare le leggi utili al trapasso dei poteri. Maggioranza e opposizione garantiranno anche la protezione giuridica dell’ex re. Cosa accadrebbe al prestigio della corona se, persa l’immunità, Juan Carlos venisse anche solo indagato per tangenti? Le elezioni europee del 25 maggio hanno mostrato una Spagna quanto mai frammentata: i partiti «istituzionali» sono scesi sotto il 50% dei voti. Nel 2016, alle prossime Politiche, il Congresso potrebbe riempirsi di repubblicani o partiti comunque estranei ai patti storici che segnarono la Transizione. Intanto hanno riempito le piazze del Paese. Meglio quindi garantire al figlio questi due anni di Congresso amico. Ci sono sondaggi secondo i quali la monarchia piace oggi solo al 40% degli spagnoli. In compenso Felipe, tra le alternative possibili, ha l’approvazione del 70% dei cittadini, molto più del padre. Numeri che però descrivono solo ciò che è meno peggio, non un amore. CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Lui Quel principe così regolare (irrequieto solo in amore) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID — Non sarà facile per Felipe. La corona che gli passa il padre è scomoda e fragile. Juan Carlos ha avuto a disposizione un momento storico eccezionale per legittimarsi e ha saputo sfruttarlo a meraviglia. Ma Felipe? Come può conquistarsi un ruolo? Dimostrarsi utile? Gli spagnoli sono stati a lungo più juancarlisti (grati a Juan Carlos) che monarchici tout court. Per sfortuna dell’erede designato, al momento, non c’è traccia di «felipisti» nonostante l’uomo sia cresciuto sotto i riflettori, come in un Truman Show. Felipe Juan Pablo, Alfonso di tutti i Santi, di Borbone e Grecia aveva appena 7 anni quando il padre divenne re. Il bimbo c’era anche alla cerimonia di abdicazione del nonno «liberale» e perciò inviso al dittatore Franco. È diventato protagonista a 18 anni, quando ha giurato fedeltà alla Costituzione. «L’ancora a cui mi aggrappo ogni volta che ho dei dubbi». Si è laureato in Legge, ha un master americano in Relazioni Internazionali. È stato nell’Esercito, nell’Aviazione e in Marina. Quindi centinaia e centinaia di inaugurazioni, discorsi, strette di mano, comparizioni. Senza, sostanzialmente, mai lasciare traccia. La sua unica impennata è stata d’amore. Letizia era la terza fidanzata. Le prime cassate dagli augusti genitori perché troppo frivole e pericolose. Una era anche modella di biancheria intima. Poi è arrivata la giornalista che aveva pochissimo per piacere ai sovrani eppure Felipe si è imposto, contro «vento e marea». Non è che le cose siano sempre andate bene. La coppia vive alla Zarzuela, una tenuta assegnata dal generalissimo Franco alle porte di Madrid. Quando si passano i controlli di sicurezza ci vogliono quasi 10 minuti di auto per arrivare alla loro villa. Sulla strada, in una visita di pochi mesi fa, contai 5 branchi di cervi. «Non siamo marziani isolati tra querce e ungulati», attaccò la futura regina. Vero, anche grazie a lei, la coppia appare se non scandinava, almeno quasi normale. Si fanno fotografare al cinema, all’ultimo spettacolo. O a un concerto. Alejandro Sanz, Van Morrison e Bruce Springsteen tra i musicisti che li hanno avuti in platea. Si è parlato prima di Natale di una loro rottura. Nuovo re Il principe delle Asturie Felipe, 46 anni, nato a Madrid, è il primo figlio maschio dei reali. Da anni si prepara a diventare re: dalla metà degli anni Novanta, è stato a fianco del padre in tante occasioni pubbliche in patria e all’estero (Corbis) Nel caso di Juan Carlos si sarebbe subito dato la colpa all’esuberanza machista. Nel caso del principe è il contrario. Se ci sono sospetti di tradimenti (sempre smentiti) riguardano lei, l’ex conduttrice di tg Letizia. «Com’è faticoso fare la principessa — mi disse anni fa — molto più che la giornalista». Da lui invece mai una parola fuori posto. Ora però è arrivato il momento di rischiare, perdere l’aplomb e conquistare la gente. Felipe ha due occasioni. La prima al processo del cognato Urdangarin: potrebbe prendere le distanze da lui e dalla sorella come il padre non ha mai fatto. La seconda, più ardua, sul caso catalano. Felipe potrebbe mediare tra indipendentisti e unionisti. Difficile, ma qualcosa dovrà inventarsi per giustificare l’esistenza di un Felipe VI nel XXI secolo. A. Ni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Esteri 11 italia: 51575551575557 # L’album Il ritratto Le scuole militari, la caccia, il fiuto per gli affari, la stima degli spagnoli. Fino agli scandali e al declino IL SOVRANO ALLEVATO DA FRANCO ANDÒ IN TV E SCELSE LA DEMOCRAZIA Alla prova del golpe di Tejero, dimostrò la stoffa del leader 1 SEGUE DALLA PRIMA 2 3 4 5 Casa Borbone 1) Il matrimonio di Juan Carlos e Sofía di Grecia, 15 maggio 1962 ad Atene; 2) un’immagine del 1973 ritrae il dittatore spagnolo Francisco Franco (a sinistra) e il principe a una parata militare: nel luglio 1969 Juan Carlos è stato ufficialmente riconosciuto erede al trono e il 22 novembre 1975, due giorni dopo la morte di Franco, sarà proclamato re di Spagna; 3) con il piccolo Felipe; 4) padre e figlio con la primogenita di Felipe, Leonor, nata nel 2005: l’immagine della continuità dinastica; 5) il discorso di ieri: l’annuncio dell’abdicazione in tv L’autore del pronunciamento contro la Repubblica del 18 luglio 1936 avrebbe potuto abolire la monarchia e costruire per se stesso un nuovo Stato. Ma la parola «repubblica» gli suonava indigesta ed era troppo conservatore per rinunciare al grande passato del suo Paese. Fu così che il caudillo è stato per Juan Carlos ciò che Mazzarino fu per il futuro Luigi XIV alla corte di Francia. Non risulta che Franco abbia impartito lezioni al giovane Juan Carlos e scritto per lui le massime che formano il testamento politico del cardinale italiano (ma educato anche in università spagnole). Scartato il padre Juan, conte di Barcellona, per cui Franco non aveva alcuna simpatia, la scelta cadde sul terzogenito. Era un bel ragazzo, buon cacciatore (nel senso venatorio e amatorio), ma a tutti coloro che lo frequentavano dette l’impressione che avrebbe recitato con serietà la sua parte. Occorre riconoscere che la strategia di Franco, soprattutto per un Paese che era stato devastato da una guerra civile, si dimostrò provvidenziale. Quando il Caudillo morì, Juan Carlos era pronto. Aveva frequentato le scuole militari del suo Paese, aveva completato gli studi all’università di Madrid e ed era stato iniziato con qualche stage agli arcani della pubblica amministrazione. Nel luglio del 1969 veniva ufficialmente riconosciuto erede al trono e il 22 novembre 1975 fu proclamato re di Spagna. Gli mancava quell’esame di passaggio, dalla teoria alla pratica, che dimostra, prima o dopo di quale pasta sia fatta la persona a cui la nascita ha regalato un trono. La prova venne nel 1981 quando un tenente colonnello impettito, armato di mitra e seguito da una diecina di militari della Guardia civil, fece irruzione nell’aula del Congresso, intimò ai deputati di starsene tranquilli e lanciò una sventagliata di proiettili contro la volta della sala. Antonio Tejero poteva contare su qualche generale, alcuni reparti e un gruppo di volontari portoghesi. Era troppo poco per un pronunciamento, ma i congiurati erano probabilmente convinti che il Paese fosse pieno di franchisti nostalgici, pronti a mobilitarsi, e che l’occupazione del Congresso sarebbe bastata a riempire le piazze. Le cose andarono diversamente e Juan Carlos ebbe il merito di apparire alla televisione, all’una della notte del 24 febbraio, nella sua uniforme di capitano generale dell’Esercito, per condannare i golpisti e dire che avrebbe difeso le libertà costituzionali. Promosso all’esame di democrazia, il re poté contare da quel momento sulla simpatia del Paese moderato e sul rispetto di coloro che non avevano dimenticato il loro sogno repubblicano. Più tardi, quando la Spagna cominciò a dare prova di grande vitalità economica, Juan Carlos mise le sue numerose frequentazioni sociali al servizio del Paese (e forse di se stesso) dimostrando di avere talento per gli affari. È stato un re costituzionale, rispettoso dell’autorità dei suoi primi ministri, de- ciso a evitare atteggiamenti che avrebbero risvegliato i pregiudizi anti-borbonici della Spagna repubblicana e libertaria. Nel novembre 2007 difese un ex primo ministro conservatore (José Maria Aznar) quando il presidente venezuelano Hugo Chavez lo attaccò pubblicamente durante un vertice latino-americano. Ma lo fece con una battuta (porque no te callas?, perché non stai zitto?) che piacque ai giovani spagnoli e divenne per qualche tempo la suoneria preferita dei loro cellulari. Non credo che il governo Zapatero, durante il quale la Spagna ha riscoperto il suo passato repubblicano, abbia rimesso in discussione le sorti della monarchia. Credo piuttosto che il declino dell’immagine del re nella società spagnola sia dovuto al clima antiistituzionale che ha contraddistinto quasi tutte le democrazie occidentali, soprattutto nell’ultimo decennio. In altri tempi l’incidente africano durante una partita di caccia nel Botswana avrebbe creato simpatia e forse, addirittura, invidia. Quanto alla monarchia non mi sembra che per il momento corra pericoli. Molti spagnoli pensano probabilmente che di fronte alla prospettiva di una secessione catalana un trono sia più utile all’unità del Paese della poltrona di un presidente repubblicano. Se la trasmissione del trono a Felipe avverrà senza troppe contestazioni e proteste, il merito sarà anche di Juan Carlos. Sergio Romano © RIPRODUZIONE RISERVATA Lei Chic, divorziata e «plebeya» La giornalista che sarà regina Dopo l’austriaca Maria Cristina andata in sposa ad Alfonso XII, dopo la regina guapa, la bellissima «Ena» ovvero Vittoria Eugenia di Battenberg moglie di Alfonso XIII, e dopo Sofía di Grecia salita al trono dei Borbone con re Juan Carlos, Letizia sarà la prima regina spagnola dopo più di un secolo. Spagnola e plebeya, borghese, senza una goccia di sangue blu. E proprio per questo accolta con diffidenza nei primi anni di matrimonio, soprattutto dal cuore monarchico più profondo del Paese. Troppo vicino il Franchismo, troppo fragile la nuova monarchia ripristinata da Juan Carlos, per aprire le porte a una futura regina borghese? E invece il trono dei Borbone sarà (anche) suo. Così come quel giorno di maggio del 2004, mentre il cielo madrileno rovesciava pioggia su Felipe e Letizia sposi, era stata sua la Gran Croce di Carlo III, l’onorificenza spagnola più ambita. Dono di nozze di Juan Carlos. Felipe, al brindisi del banchetto nuziale, fra una portata di aragosta e una di cappone arrosto, in quel palazzo d’Oriente al quale il re aveva preferito la più democratica Zarzuela, aveva dichiarato tutta la sua gioia: «Sono un uomo felice, ho sposato la donna che amo». E adesso la donna amata da Felipe sarà regina. La prima giornalista, ex giornalista, su un trono europeo. Anche se non sono mancati altri esempi di principesse-reporter fra i rami cadetti delle monarchie nordiche, come Laurentien, moglie dell’ultimogenito di Beatrice d’Olanda, Costantino, laureata in giornalismo a Berkeley. Ma Letizia, nata a Oviedo nel 1972 da una famiglia della media borghesia, nel passato un matrimonio (solo civile) e un divorzio, porterà la sua esperienza professionale. Giusto in una stagione in cui le case reali sono sempre più combattute su come affrontare i media, tentate di alzare il ponte levatoio della privacy eppure allettate dall’idea di mostrare la loro normale quotidianità. Letizia Ortiz Rocasolano, figlia di un giornalista e di un’infermiera, due sorelle (Thelma ed Erika, quest’ultima scomparsa anni fa), saprà guidare i Borbone in questa nuova avventura mediatica? Un successo, nonostante l’accoglienza gelida dei primi anni, quando ad essere messe in discussione erano le origini poco aristocratiche quanto le sue scelte di stile troppo modaiole, Letizia l’ha già conquistato: ha regalato alla Spagna l’erede al trono, la bionda Leonor, e la secondogenita Sofía. E ha riguadagnato Borghese Letizia Ortiz, 41 anni, sarà la prima regina spagnola di origine borghese. Figlia di un giornalista e di un’infermiera, si è laureata in un’università pubblica e ha fatto carriera come giornalista tv. Dopo il divorzio, ha sposato Felipe nel 2004, consensi. Anche Felipe ne ha beneficiato, con Letizia al suo fianco spera di ripetere il miracolo del Juancarlismo. La strada è in salita, ma possono farcela. Con la forza di una famiglia sul trono. Perché come diceva Walter Bagehot, storico direttore dell’Economist nell’Ottocento, la forza di una corona risiede nella famiglia. Un re sul trono, è una famiglia sul trono. E la fotogenica famiglia di Felipe e Letizia rende la forza di questa affermazione. Quando Juan Carlos riportò i Borbone sul trono di Spagna, la bellissima «Ena» ripeteva alla giovane Sofía: «Devi scegliere una o più dame d’onore titolate perché ti accompagnino». Era la consuetudine. Juan Carlos si oppose: la vicinanza al re e alla regina non avrebbe mai più costituito un titolo di cui vantarsi. Così iniziò la nuova favola di Juan Carlos e Sofía. Anche Letizia dovrà fare a meno di una dama di corte. E di molto altro. Enrica Roddolo © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Bandiere repubblicane e cortei in 50 città M anifestazioni in 50 città spagnole e bandiere repubblicane ai balconi di decine di municipi a Terragona, Valencia, Madrid (foto, la Puerta del Sol) , Barcellona. L’opposizione alla monarchia era ieri elettrizzata dall’annuncio di Juan Carlos. «I patti della Transizione finiscono con questo re», era il senso dei cortei. Bipartitismo, monarchia costituzionale, Spagna delle Autonomie, tutto quell’equilibrio di poteri che ha retto il Paese negli ultimi 40 anni deve ora essere ripensato. A chiederlo sono ovviamente quei gruppi esclusi dalla gestione del sistema deciso alla fina della dittatura. Gruppi che sono però anche quelli in maggior ascesa nei consensi. La loro forza viene soprattutto dal disagio per la crisi economica, dal rifiuto della corruzione del potere e dai risultati del voto europeo che hanno visto il Partido popular e quello socialista scendere sotto il 50% per la prima volta nella Spagna post franchista. La rivendicazione repubblicana si fonde con l’indipendentismo catalano, ma anche con i movimenti «anti casta». Proprio a Barcellona il voto del 25 maggio ha visto il sorpasso di Erc, la sinistra repubblicana, su CiU, il partito destrorso che ha governato la convivenza con Madrid. Nella capitale i rappresentanti di Izquierda Unida (Sinistra Unita), ma anche di Podemos (la rivelazione del voto europeo) hanno portato in piazza ventimila cittadini e hanno chiesto riforme costituzionali più complessive per permettere agli spagnoli di scegliere con un referendum tra monarchia e Repubblica. Fu il dittatore Franco a decidere per loro prima di morire. (A. Ni.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Esteri Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 II reportage Oggi si vota, nelle strade si sentono cannonate e tiri di mortaio, alternati a canzoni patriottiche. Poco lontano si combatte la battaglia decisiva per la capitale Lealista Un soldato dell’esercito siriano in un tunnel a Jobar, periferia di Damasco (Afp) «I Alla periferia di Damasco la guerra nei tunnel. In città voglia di stabilità DALLA NOSTRA INVIATA Quel colpo annunciato di Al Qaeda di STEFANO MONTEFIORI Dio, Siria, Bashar: l’elezione già vinta DAMASCO — L’ufficiale Baher, 28 anni, ci accompagna sulla linea del fronte di Jobar, alla periferia orientale della capitale, zigzagando tra casette semidistrutte, alberelli di gelsi dolcissimi e vicoli dove giocano all’aperto i bambini, che appena vedono i giornalisti attaccano a cantare «Dio, la Siria, Bashar e basta». Di sottofondo si alternano gli spari, le cannonate cui i ribelli rispondono con i mortai, e le canzoni patriottiche che suonano dagli altoparlanti per tenere alto il morale delle truppe. Baher si cala in un tunnel: un buco profondo pochi metri che s’apre nel terreno morbido di tufo. Alla vigilia delle elezioni presidenziali di oggi in Siria, il regime considera questa di Jobar la battaglia militare decisiva per Damasco, assai ✒ più «calda» di quella scontata alle urne che sancirà la rielezione di Bashar Assad (anche se per la prima volta non corre da solo ma con due altri candidati). Quella di Jobar è una guerra di tunnel. Una volta caduto il quartiere l’esercito avrà la via spianata al controllo finale della periferia ribelle di Ghouta. I miliziani invece hanno scavato una città di cunicoli sotterranei per piantare esplosivi sotto le postazioni militari o per aggirarle nella speranza di giungere al cuore del potere(mentre su Internet c’è ansia per la vociferata e finora smentita distruzione di un’antica sinagoga dedicata al Profeta Elia che sorge proprio a Jobar). Seguendo Baher nel tunnel in cui filtra dall’alto la luce e dal basso l’odore di fogna, si arriva sotto le fondamenta di un palazzo, dove la linea del fronte ha l’aspetto di un sol- dato in poltrona che fissa tre televisori: vi appaiono i cunicoli scavati dai ribelli. Il regime li cerca, li fa esplodere oppure li monitora e li mina, e a volte i nemici acquattati là sotto sono così vicini da potersi insultare, mentre dagli altoparlanti partono gli inviti ad arrendersi. Fuori dai tunnel, nella capitale blindatissima è un’altra invece la battaglia in corso. Quella per la stabilità. I manifesti di Assad onnipresenti sui palazzi, le vetrine, i pali della luce e pagati dagli imprenditori, gri- Boicottaggio Gli oppositori: «Che elezioni sono se c’è un’unica voce, i dissidenti stanno in prigione, e la guerra continua?» dano «Sawa» («Insieme»), invitano ad arrendersi all’evidenza. Bashar vi appare in mimetica e occhiali da sole oppure in cravatta con lo sguardo rivolto lontano: e molti qui lo voteranno perché vogliono la stabilità più di ogni altra cosa, stanchi di contare i colpi di mortaio e i blackout, di sopportare l’impennata dei prezzi di cibo, vestiti e affitti. «E’ l’unico che può portare la sicurezza», dice Ramez, ventenne che vende jeans al mercato di Sahilia. «Rivogliamo l’equilibrio tra religioni», spiegano due ragazzi musulmani inorriditi dall’estremismo islamico. «Meglio tornare al passato», consiglia una mamma velata che mangia il gelato con le figlie. Ma nell’ufficio del Coordinamento Nazionale Siriano, un gruppo di opposizione laico cui aderiscono partiti comunisti e nasseristi, il trentenne Nebras Dalloul non si arrende ad andare alle urne. Il suo gruppo, che aveva partecipato alle proteste pacifiche del 2011 e rifiutato l’uso delle armi contro il regime, ha lanciato ora un boicottaggio del voto: «Che elezioni sono se c’è un’unica voce, mentre i detenuti politici stanno in prigione, la guerra continua e milioni di profughi restano fuori dal paese?», chiede. Ammette che Bashar ha vinto la battaglia per la stabilità, ma lancia un monito: «Ogni spazio di libertà politica sta scomparendo». Ma l’ultima parola oggi ce l’ha Bashar. Vicino a piazza Hejaz una canzone strilla dalla radio. «Vogliamo Bashar, solo Bashar». Le note sono le stesse di un inno rivoluzionario composto a Hama un paio di anni fa. Solo che le parole erano diverse allora: «Vogliamo che Bashar vada via». Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA l rischio di un 11 settembre europeo è reale», dice JeanPierre Filiu, esperto di islam e docente a Sciences Po, a Parigi. Dopo i massacri compiuti due anni fa a Tolosa da Mohammed Merah, la strage al museo ebraico di Bruxelles a opera di Mehdi Nemmouche — francese di origine algerina reduce dalla Siria — potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione terroristica. Se i responsabili degli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono avevano ricevuto ordini e addestramento dall’Afghanistan, il caos siriano è la base per le nuove reclute dell’estremismo islamico. E se Al Qaeda è indebolita dall’uccisione di Bin Laden, il nuovo gruppo emergente è l’Isis (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) guidato da AlBaghdadi, che dalla Siria contende a Al-Zawahiri, l’ex braccio destro di Osama, l’egemonia sul terrorismo internazionale. «Per affermare la sua nuova potenza AlBaghdadi deve organizzare un attentato spettacolare in Europa, cosa che ad Al Qaeda non riesce da un decennio» e scatenare una guerra tra estremisti islamici e populisti islamofobi, ha detto Filiu a Libération. All’Occidente il difficile compito di combattere in Siria, insieme, il dittatore Bashar Al Assad e i jihadisti dell’Isis. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 # Il viaggio del presidente Usa DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Barack Obama arriva stamattina qui in Polonia, ma, come settant’anni fa per Roosevelt e le forze alleate che attraversarono la Manica, il giorno più lungo del suo secondo viaggio europeo in appena due mesi sarà quello passato sulle spiagge della Normandia, venerdì. Nessuno sbarco, stavolta. Questo DDay del presidente americano ha la forma curiosa e sfuggente di una girandole di cene diplomatiche a Parigi giovedì sera e, poche ore dopo, di una serie di cerimonie, pranzi e possibili incontri più o meno informali nei luoghi storici dello sbarco del 6 giugno 1944: celebrazioni ma anche la prima occasione per una verifica dell’efficacia della nuova politica estera annunciata da Obama la settimana scorsa nel discorso all’accademia di West Point. Un’impostazione sviluppata negli ultimi mesi e che La storia sembra già dare i primi frutti con l’improvvisa frenata di Putin nell’aggressione all’Ucraina, ma che i critici giudicano contraddittoria, rinunciataria e anche ingenua. Una strategia, quella di Obama, che, per dirla in modo schematico, cerca di usare come strumento di persuasione anziché la pressione militare, quella dei mercati e di Wall Street. La finanza, che in chiave interna è uno dei bersagli degli attacchi del partito del presidente per le sue responsabilità nella crisi bancaria del 2008, nella Grande Recessione che ne è seguita e per le forti diseguaglianze nella distribuzione del reddito in America, a livello internazionale può, invece, essere una preziosa alleata di Obama. L’atteggiamento più conciliante del Putin delle ultime settimane, secondo molti, si spiega proprio con la pressione dei mercati. Il presidente russo ha fatto spal- D’ARCO OBAMA IN EUROPA, LA NUOVA POLITICA ESTERA ALLA PROVA (DEI FATTI) Il viaggio del presidente Usa ton Washing Bruxelles 4 giu Partecipa al vertice G-7 (Russia esclusa) POLONIA BELGIO Parigi 5 giu Incontra Hollande Varsavia FRANCIA 3 giu Normandia 6 giu Celebrazioni per i 70 anni dallo sbarco alleato. Presenti anche Napolitano, Hollande, Elisabetta d’Inghilterra, Putin, Merkel lucce davanti alla minaccia di sanzioni di Washington che i Paesi della Ue appoggiavano di malavoglia. Ma lui e le centrali del potere economico russo che lo sostengono avrebbero cominciato a vederla in modo diverso quando il barometro di quell’entità Obama incontra i presidenti Komorowski (Polonia) e Poroshenko (Ucraina), il premier polacco Tusk, i capi degli Stati dell'Europa orientale impalpabile chiamata «investor sentiment» si è messo al brutto. Le sanzioni, in sé di portata limitata, hanno però spinto molti investitori a cambiare atteggiamento nei confronti di Mosca. Ma è davvero la determinazione di Obama nel dimostrare alla Russia che, più che un’improponibile reazione militare, deve temere le conseguenze economiche dei suoi colpi di mano, ciò che ha spinto Mosca a togliere il piede dell’acceleratore dopo l’annessione della Crimea? Molti, come il politologo e fondatore di Eurasia, Ian Bremmer, ne dubitano. Ma alla Casa Bianca sono certi che quella dell’isolamento economico sia una strategia che sta dando i suoi frutti, a Mosca come a Teheran. E da oggi Obama gioca le sue carte in Europa per cercare di dimostrare che la sua è una strategia lungimirante, non debole e pasticciata. Stamattina a Varsavia celebra i 25 anni di Solidarnosc: le prime elezioni libere al di là della cortina di ferro e l’alba della democrazia nell’Est europeo dopo il lungo inverno della dittatura comunista. Un’occasione per rassicurare non solo il Paese ormai partner della Nato davanti al neoimperialismo russo, ma per incontrare anche i lea- der di altri Paesi dell’Est europeo — dalle tre repubbliche baltiche alla Romania, passando per Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria e Slovacchia — che, dopo la caduta del muro di Berlino, hanno scelto l’alleanza con l’Occidente. Mercoledì, Obama si immergerà nella questione ucraina incontrando il nuovo leader Petro Poroshenko, e partecipando al G7 di Bruxelles. Poi gli «incroci pericolosi» di Parigi — con la doppia cena del presidente francese Hollande che incontrerà prima Obama, poi Putin — e quelli dell’imbarazzante pranzo di venerdì, quando il presidente russo e quello americano si troveranno attorno allo stesso tavolo. Ma non vicini. Li dividerà probabilmente la Merkel. Nel giorno più lungo di Obama, terrà la strategia dell’isolamento studiata dalla Casa Bianca. Sequestrato nel 2009 in Afghanistan e scambiato sabato con 5 talebani, il 29enne Bergdahl sta ora dividendo l’America Eroe o disertore? I dubbi sul rapimento e il rilascio Jani e Bob I genitori di Bowe ieri a Washington: per 5 anni si sono battuti con forza per far tornare il figlio. Bob ha studiato la lingua pashtu e si è fatto crescere la barba (Reuters) «Ferite psicologiche» Il giovane è in un ospedale Usa in Germania: ha ferite psicologiche profonde, ha perso molto peso e fatica ad esprimersi in inglese bert, ha comprato un pezzo di terra e ha costruito la casa. Poi l’ha riempita di libri, a migliaia, e per molto tempo non ha avuto neppure il telefono. Fa il muratore, d’inverno ripara gli sci, si dedica alla famiglia. Oltre a lui, la moglie Jani, una figlia e Bowe. I due non vanno a scuola, all’insegnamento ci pensano i genitori. Anni spensierati. Non c’è cosa che Bowe non faccia. Caccia e pesca fin da piccolo, si arrampica in montagna, trekking, tiro, kayak, motocross, arti marziali e poi quello che non ti aspetti: il balletto. Lo descrivono idealista. Ama quel mondo semplice, però sogna di spingersi oltre l’orizzonte. E infatti compie un lungo viaggio in barca a vela in Atlantico, visita l’Europa. Lo spirito inquieto di Bowe lo porta a guardare agli uomini in divisa. Li ammira prima ancora di conoscerli. Cerca di entrare nella Legione francese, però rinuncia quando scopre che deve rinunciare al passaporto americano. Prova allora con l’Us Army. Arruolato. Nel 2008 diventa un soldato di un reparto di fanteria. È convinto di poter aiutare il prossimo e non solo di dover combattere. Sarà la destinazione Afghanistan a fargli scoprire l’altra faccia. Dopo i primi mesi pieni di entusiasmo, Bowe manda una serie di email al padre. È disgustato dalla guerra, rimane sconvolto quando una veicolo investe un bambino, pensa che le pattuglie mandate a cercare le bombe siano uno sforzo inuti- © RIPRODUZIONE RISERVATA Sudan «Meriam, ora agisca la Casa Bianca» Lo strano caso del soldato Bowe ballerino, sognatore, ex ostaggio WASHINGTON — Avamposto Mest. I mezzi blindati disposti in cerchio come i carri del Vecchio West. Filo spinato. Una torretta e qualche tenda. Un buco nell’Afghanistan. È qui che il 30 giugno 2009 il soldato Bowe Bergdahl, allora 23 anni, scompare. O diserta, come accusa un commilitone: «A fine del turno di guardia lascia elmetto e fucile, quindi abbandona, non visto, la piccola base. Si tiene solo una piccola bussola». Forse, come aveva confessato ai suoi compagni, per arrivare a piedi sino in India. Bowe non ci arriverà mai, sarà catturato dai talebani. Difficile dire se sia andata proprio così. Nei documenti di Wikileaks raccontano che lo avrebbero sorpreso mentre era in una latrina improvvisata. Il tempo ed un’eventuale inchiesta potranno svelare i dettagli di una storia dove il militare è tutto. A cominciare dalla sua vita avventurosa. Bowe cresce a Hailey, 6 mila anime raccolte in un angolo dell’Idaho. Il padre, Ro- Massimo Gaggi KHARTOUM — «Il presidente Obama deve fare qualcosa per salvare Meriam». L’appello è stato rivolto dai legali della donna cristiana condannata a morte in Sudan con l’accusa di aver rinnegato l’Islam. Meriam è sposata con un sudanese che ha anche cittadinanza americana. Gli avvocati hanno presentato ieri anche un ricorso alla Commissione africana dei diritti umani. I difensori della giovane che la scorsa settimana ha partorito in cella avevano smorzato da subito l’ottimismo sulla sua imminente scarcerazione legato all’intervento del viceministro degli Esteri sudanese. Avevano ricordato che solo una sentenza della corte d’appello può ridarle la libertà. Il giorno dopo le autorità sudanesi hanno escluso la scarcerazione sulla base di una decisione politica. Ucraina Bombe su Luhansk 7 morti tra i filorussi le. Ora quei messaggi sono usati da quanti pensano che sia scappato. Resta che il 30 giugno 2009 diventa un prigioniero. I talebani ingaggiano la partita. Fanno trapelare la voce che Bowe si sarebbe trasformato in un loro istruttore. Uno scenario alla Homeland, la serie tv dove un soldato americano catturato collabora con i terroristi. Poi correggono: ha finto di aiutarci solo per tentare una fuga subito sventata. Dietro questa cortina di veri- Recluta Una foto di Bowe Bergdahl scattata poco prima del suo rapimento il 30 giugno 2009. Nato nel 1986, nel 2008 si era arruolato e l’anno dopo era partito per l’Afghanistan (Afp) tà e bugie si tratta. Interviene un ex agente della Cia, un veterano di patti con il diavolo. Quindi la parola passa ai diplomatici. Un primo contatto nel 2010 a Monaco, segue la mediazione del Qatar. Negoziati lenti, che spesso si arenano. Nel mezzo molti video diffusi dai talebani dove appare la «conversione» di Bowe. Cambia d’aspetto spesso. Rasato, quindi con la barba. Il Pentagono lo «segue» e lo promuove al grado di sergente. A Hailey, Robert e Jani conducono la loro Dalle montagne dell’Idaho al covo dei jihadisti Prima e dopo A sinistra Bowe Bergdahl quando abitava in Idaho e viveva una vita spensierata e superattiva: caccia, pesca, trekking, kayak, motocross, arti marziali e perfino balletto. A destra un fermo immagine del video girato dai rapitori afghani nel dicembre 2009, in cui l’americano sembra ancora in forze. In quelli successivi Bergdahl apparirà sempre più provato campagna. Il padre si fa crescere la barba, studia la lingua pashtu, vive eternamente connesso a quanto avviene tra i monti afghani. Atteggiamenti a volte strani, però comprensibili quando hai un figlio nelle mani di un gruppo estremista. Il prigioniero, infatti, sarebbe finito alla formazione Haqqani ma sul suo destino decidono l’imprendibile Mullah Omar e capi locali. È seguendo questa strada, con l’aiuto dei qatarioti, che Washington arriva all’intesa nonostante una legge del Congresso vieti accordi di questo tipo. Cinque dirigenti talebani escono dalle gabbie di Guantanamo in cambio di Bowe. Il baratto è accolto con sdegno dai repubblicani. Sono state violate le regole e premiati i ricattatori. Obama è sotto attacco. Non lo aiutano i sospetti di tradimento sul militare e i colpi dei commilitoni: comprendiamo tutto, però non lo chiamate eroe e ricordate che per cercare di salvarlo sono morti almeno 6 militari. Bowe non può rispondere. Lo curano in un ospedale americano in Germania. Ha ferite psicologiche profonde, «non si fida di chi vuole aiutarlo», non ha ancora parlato con i familiari. Nei cinque anni di prigionia ha perso peso e l’inglese. Fatica a esprimersi. Lo aspettano terapie, poi molte domande dei superiori. Il cammino verso la pace di Hailey è ancora lungo. Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA KIEV — Caccia militari ucraini hanno attaccato ieri la sede del governo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Luhansk, con un bilancio di almeno 7 morti, tra i quali anche un ministro dei separatisti. E i ribelli accusano Kiev di aver utilizzato bombe a grappolo. La battaglia è poi scoppiata nella zona sud della città, per la conquista di una caserma, mentre si è sparato al confine con la Russia, dove centinaia di ribelli hanno tentato un nuovo assalto ad alcuni posti di frontiera. Mosca conferma, e ha denunciato al consiglio Nato-Russia, «attività senza precedenti al confine» occidentale. Sparatorie e colpi di artiglieria hanno scosso anche Donetsk, con la zona dell’aeroporto isolata dopo due giorni di fragilissima tregua nell’altra capitale ribelle dell’Ucraina dell’est. 14 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Dall’inizio dell’anno Le cifre I risultati dei controlli fatti dai carabinieri dei Nas nei primi 5 mesi del 2014 Controlli 28.470 Non conformi Totale 14.647 Gli alimenti sequestrati 1.557.676 Il peso in chili degli alimenti sequestrati 412 Le strutture chiuse o sequestrate Acqua e bibite Alimenti dietetici Alimenti vari Carni e allevamenti Conserve alimentari 2.468 Farine, pane e pasta 4.387 Latte e derivati Olii grassi Prodotti ittici Prodotti fitosanitari Ristorazione 2.818 Vini e alcolici 192.629.665 euro Il valore dei sequestri Dal 2012 1.716 1.505 1.473 1.379 576 492 90 142 367 110 42 1.101.603.666 euro Il valore dei sequestri dal 2012 a oggi 703 292 4.883 39 86 260 27 31 mila su 90 mila 319 95 66 78 Fonte: Comando carabinieri per la tutela della salute (dati gennaio-15 maggio 2014) CORRIERE DELLA SERA Gli esercenti che non hanno passato i controlli L’allarme I Nuclei Antisofisticazioni dell’Arma: dai supermarket ai ristoranti, un alimento su tre «non conforme» alle leggi Bistecche colorate e pesce con l’additivo Il dossier: la criminalità punta sui cibi adulterati, sequestri per oltre 1 miliardo ROMA — Carni colorate di rosso, pesci trattati per farli sembrare freschi, champagne di marca sostituito con vino scadente: un alimento su tre inserito nella catena di distribuzione «non è conforme». Ci sono cibi contraffatti, scaduti, adulterati; ci sono oli di semi colorati; ci sono soprattutto conserve nocive perché sigillate in maniera illegale e in laboratori non autorizzati. È l’ultimo rapporto dei carabinieri dei Nas, i Nuclei Antisofisticazioni, a fornire il quadro drammatico e allarmante della sicurezza alimentare. Basti pensare che negli ultimi due anni e mezzo, dal 2012 al 15 maggio del 2014 sono stati effettuati sequestri per un valore che supera il miliardo di euro. Ben 31 mila tonnellate di cibo finito al macero. Il dossier firmato dal generale Cosimo Piccinno in occasione del bicentenario dell’Arma, elenca le operazioni effettuate negli ultimi mesi e soprattutto mette in guardia dalle infiltrazioni della criminalità organizzata che con questo mercato parallelo si garantiscono guadagni da centinaia di milioni di euro, ma anche l’utilizzo dei canali di riciclaggio che passano per il controllo di alcuni centri di smistamento e supermercati. Un mercato parallelo a quello dei farmaci, anch’esso in potente espansione grazie alla capacità di vendita online. I veleni al ristorante Sono oltre 90mila i controlli Il rapporto I dati Novantamila controlli fatti tra il 2012 e il 2014 e circa 31 mila esercenti che non li hanno superati: sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto dei Nas, i Nuclei Antisofisticazioni e sanità dell’Arma dei carabinieri, sulla sicurezza alimentare La tendenza Su circa 12 mila allevamenti di ovini e bovini controllati, 4 mila sono risultati fuorilegge, i pastifici non in regola sono stati 6 mila su 17 mila testati. La tendenza è confermata anche nei dati dei primi 5 mesi di quest’anno: 703 allevamenti irregolari su 2.468 ispezionati e oltre 1.500 pastifici su 4.387 I casi Tra le irregolarità scoperte dai carabinieri, la carne trattata con ione solfito per renderla rossa e sanguinolenta, l’olio extravergine di oliva sostituito con olio di soia o colorato per farlo apparire più verde e genuino, il pesce marcio trattato con un additivo che lo fa sembrare fresco I medicinali Verifiche sono state effettuate anche sui farmaci: da gennaio a oggi sono stati riscontrati 1.448 presidi non conformi su 7.847 controlli effettuati e disposti sequestri per oltre 115 milioni effettuati tra il 2012 e il 2014, 31mila esercenti non hanno superato il test. Su circa 12mila allevamenti di bovini e ovini sono quasi 4mila i fuorilegge. Stessa media si registra nel settore delle farine e dei pastifici con 6mila e 500 locali non in regola a fronte di 17mila e 500 verifiche effettuate. Un trend confermato in questi primi cinque mesi dell’anno in corso con 703 allevamenti trovati non in regola sugli oltre 2.400 ispezionati e più di 1.500 pastifici sanzionati sui 4.387 visitati. Ma il vero pericolo si annida nel settore della ristorazione, dove la media degli «irregolari» inevitabilmente si alza passando a quasi uno su due. Tra il 2012 e il 2014 sono stati verificati ben 27.419 locali pubblici e 11.524 avevano commesso almeno una violazione delle norme. Tra gennaio e il 15 maggio scorso sono su 2.818 ristoranti sono 1.379 quelli che non hanno superato l’esame. Pesce, carne e finto champagne adesivi, imballaggi, tappi, collarini, cliché dei marchi, timbri e attrezzature per l’imbottigliamento. Il valore del sequestro supera i due milioni di euro e sono ancora in corso controlli sui collegamenti con i mercati stranieri come la Spagna, il Portogallo, la Francia e l’Inghilterra. A Parma i carabinieri hanno sequestrato «2.300 prosciutti ottenuti da animali alimentati Antibiotici e anticancro con rifiuti» a Palermo sono sta- della camorra Le cosche puntano sulla cati denunciati 23 macellai che vendevano «carne trattata con tena alimentare, ma anche il Ione solfito che la faceva diven- mercato parallelo dei farmaci tare rossa e sanguinolenta», in appare in grande espansione. quattro Regioni — Puglia, Mar- Nei primi cinque mesi del 2014 che, Emilia Romagna e Veneto su 7.847 controlli effettuati so— sono stati sequestrati centi- no stati riscontrati ben 1.448 naia di litri di Cafodos e tonnel- presidi «non conformi» con late di pesce spada e tonni. Nel una valore dei sequestri che sudossier si sottolinea come «il Cafodos è un additivo che viene me- Il mercato nero dei farmaci scolato con il ghiaccio Su internet offerte medicine e dopo qualche secondo diventa invisibile e ricette per ottenere il rimborso alle analisi di laborato- dal servizio sanitario nazionale rio. Ha un effetto miracoloso: consente di dare freschezza apparente al pro- pera i 115 milioni di euro. Ma dotto, ma all’interno general- ciò che maggiormente allarma sono i siti internet che offrono, mente è già marcio». Sofisticazione pericolosa per oltre al prodotto, anche la ricetla salute è stata accertata anche ta medica per ottenere il rimper l’olio extravergine che in borso dal servizio sanitario namoltissimi casi viene sostituito zionale. Il Nas ha anche accertato che con olio di soia e adulterato. A Bari è stato scoperto uno stabi- adesso sono in vendita medicilimento dove veniva colorato nali che per l’assunzione necesper farlo diventare più verde e sitano di un costante controllo così apparire più genuino. Ma il medico e invece vengono imvero capolavoro della contraf- messi sul mercato senza alcun fazione è stato scoperto dal Nas controllo anche se si tratta di di Napoli con migliaia di botti- antidepressivi, antiasmatici, glie di Champagne Moët & antiepilettici e addirittura farChandon, Veuve Clicquot Pon- maci contro il cancro che, come dsardin e Bollinger già siste- è stato denunciato dai vertici mate sugli scaffali di numerose dell’Aifa, vengono commerciaenoteche e supermercati in un lizzati in un mercato illegale traffico internazionale gestito dalle famiglie di camorra. Fiorenza Sarzanini dalla criminalità organizzata. Prodotti pressoché identici agli fsarzanini@rcs.it originali con tanto di bollini © RIPRODUZIONE RISERVATA La ricerca Mantova Un gene inserito nelle cellule cardiache per sconfiggere la morte improvvisa La donna cinese colpita da un ictus dimenticata da cinque anni in ospedale C’è una malattia rara, genetica ed ereditaria, quasi impossibile da diagnosticare, ma capace di uccidere in maniera fulminante fermando il cuore di bambini o adulti. I pazienti affetti da questa malattia presentano un elettrocardiogramma normale e nessuna anomalia anatomica, ma il loro cuore può fermarsi in seguito a stress o forti emozioni. Si chiama «Tachicardia ventricolare polimorfa A Pavia catecolaminergica» (Cpvt) ed è La sperimentazione legata al gene della calsequestrina (o CASQ2) identificato dall’équipe di di Fondazione Pavia diretta da Silvia Priori che ora Maugeri e Università ha messo a punto la cura: un virus inoffensivo che porta il gene sano nelle cellule del cuore. Il successo (nei topi per ora) è dei ricercatori della Cardiologia molecolare della Fondazione Maugeri. Consacrati ieri dalla rivista Circulation. Mario Pappagallo Anche ieri nessuno è andato a trovare Zheng. «Ma è giorno di festa... magari da domani», dicono i sanitari dell’ospedale di Pieve di Coriano (Mantova), da dove ieri è partito un appello affidato al quotidiano la Gazzetta di Mantova, per una cinese quarantenne che da 5 anni è curata nella struttura, dimenticata dai familiari. Nel 2009 dopo una telefonata anonima al 118 Zheng Mistero fu trovata incosciente in una casa di San Giacomo delle Segnate, Nessuno sa chi sia, colpita da ictus. Non aveva ma ora potrebbe documenti e nessuno sa chi sia. essere dimessa Ora potrebbe essere dimessa. Ma nessuno può, o vuole, sostenere le spese di dimissione e rimpatrio. Renato Schiavello, direttore sanitario dell’ospedale, ha chiamato Asl, Croce Rossa e consolato cinese. Senza esito. Ora lancia un appello per smuovere istituzioni e coscienze. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 La storia Cronache 15 italia: 51575551575557 Carla Capponi e Rosario Bentivegna, autori del controverso attentato ai nazisti del 1944 Un museo salva dal Tevere i resti dei gappisti di via Rasella La figlia dopo il no del cimitero acattolico: ceneri nel fiume di DINO MESSINA N ella Roma occupata dai nazisti si facevano chiamare Elena e Paolo. Questi i nomi di battaglia in quei mesi di guerra clandestina condotta nei Gruppi di azione patriottica (Gap) da Rosario Bentivegna e Carla Capponi. Ora le loro ceneri riposeranno nel Museo storico della Liberazione di via Tasso dopo che la proposta lanciata dal presidente Antonio Parisella sembra sia stata accolta dalla figlia di Carla e Rosario, Elena. Un intervento in extremis quello del presidente di via Tasso perché ha evitato che le ceneri dei due partigiani, che si erano sposati dopo la fine della guerra e avevano poi divorziato per restare sempre amici, venissero dispersi dalla loro unica figlia in un’ansa del Tevere domani 4 giugno, settantesimo della liberazione di Roma del 1944. Elena Bentivegna aveva preso questa decisione dopo il rifiuto opposto dal cimitero acattolico della Capitale di ricevere le spoglie dei suoi genitori. Era questo il loro fermo desiderio, ma l’ambasciatrice della Repubblica Sudafricana, rappresentante di turno di quel cimitero dedicato agli stranieri è stata irremovibile: non esistono i requisiti. Medaglia d’oro al valor militare lei, medaglia d’argento lui, un’onorificenza ricevuta solo negli anni Cinquanta per Partigiani Rosario Bentivegna e Carla Capponi, partigiani dei Gap, partecipano a diverse azioni durante l’occupazione nazista a Roma. Tra queste, l’attentato in via Rasella il 23 marzo 1944. Seguì la rappresaglia delle Fosse Ardeatine le polemiche che ha sempre suscitato il suo nome, Carla Capponi e soprattutto Rosario Bentivegna furono protagonisti assieme a un’altra decina di gappisti dell’episodio più controverso della Resistenza romana, l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944 contro una colonna del battaglione SS Bozen. Travestito da netturbino, il giovane studente di medicina Bentivegna, scelto da Carlo Salinari per le doti di temerarietà e sangue freddo, dalle due del pomeriggio attese per quasi due ore l’arrivo dei riservisti tedeschi, accese per tre volte la pipa, infine quando stava per andare via sentì i passi cadenzati della colonna militare in marcia e accese la miccia nel carrettino della nettezza urbana che conteneva 18 chili di tritolo. Ad attenderlo in via del Tritone c’era Carla Capponi con un impermeabile al braccio che serviva al fidanzato e compagno di lotta nella fuga. In quell’attentato vennero uccisi 32 soldati tedeschi e due civili. Il comando nazista, per esplicita volontà di Hitler, il quale voleva sanzioni ancora maggiori, decise che per ogni tedesco ucciso dovevano morire dieci italiani. Da via Tasso, da Regina Coeli e da altri luoghi di detenzione per la solerzia degli esecutori vennero rastrellati 335 detenuti tra politici, ebrei e comuni. Non è affatto vero, come ancora qualcuno continua a scrivere, che per le vie di Roma vennero affissi manifesti che intimavano ai responsabili dell’attentato di via Rasella di consegnarsi per evitare la rappresaglia. La prima notizia fu pubblicata dal «Messaggero» la mattina del 25 marzo, a strage compiuta. I due partigiani, soprattutto Rosario Bentivegna, che divenne medico, mentre Carla Capponi fu a lungo parlamentare del Pci, combatterono tutta la vita per difendersi dagli attacchi sulla controversa azione di via Rasella: attentato inutile e crudele o necessario per accelerare l’arrivo degli americani? Carla Capponi, classe 1918, morì il 24 novembre 2000. Rosario Bentivegna, per gli amici, Sasà, è scomparso il 2 aprile 2012. © RIPRODUZIONE RISERVATA La denuncia del cantante Su Facebook Federico Corona, in arte «Chaves», nella foto postata sulla sua pagina Facebook. Il giovane sostiene di essere stato aggredito per quanto dice in una canzone sulla movida in cui fa anche dei nomi Un rap imbarazza Cagliari: «Picchiato per il mio testo» CAGLIARI — Un rap «pettegolo» in video su YouTube, frecciate maliziose (e qualche volgarità di troppo) a ragazzi della Cagliari bene e Federico Corona, in arte Chaves, uno degli autori, si è ritrovato con il naso rotto, picchiato da ignoti vendicatori. Racconta lui: «Mi hanno pestato in tre, di notte, mentre tornavo a casa. Alle spalle, a volto coperto. Non li ho riconosciuti». Il rap della discordia si intitola Cagliarifornia, gira da giorni sul web, cliccatissimo, 150 mila contatti (appare anche un uomo di colore presentato come Ibarbo, il calciatore colombiano del Cagliari). Ce n’è per molti, nomi e cognomi. Alla gogna la famiglia di Massimo Cellino, presidente del Cagliari, un noto animatore di nottate, un tal F. che «deve soldi a palate e con i soldi di papi organizza serate». Anche un’accusa gravissima, stupro in una piscina. Qualcuno l’ha presa male e ha ottenuto la rimozione del video, per diffamazione. Corona: «Non mi spiego tanto odio, io sono l’autore del ritornello, lì non c’era nulla di offensivo. Il video lo abbiamo fatto in 8 e se la sono presa proprio con me». Le notti al Cocò, alle Vele, ragazze che fanno le vip semisvestite, altri che al Belvedere «nel privé sono 23 e si pensano Briatore». Corona, 23 anni, ragioniere, lavora con la famiglia che commercia articoli da regalo, non ha denunciato, non è andato in ospedale né ha chiamato un medico. Su Facebook s’incrociano i commenti. Indignati: «In galera». Contrari: «Bugiardo, meriti di essere picchiato davvero». Scettici: «Recitazione meglio di Ridge di Beautiful». Assurdi: «Se pure è vero quello che dicono (stupro), loro non sono nessuno per diffamarli» scrive Jessica. E lui: «Cagliari è permalosa, non mi faccio intimidire. Ci saranno altri video». Giusto ieri ne è uscito uno, titolo Post Scriptum, ma ora Corona è prudente e come nei titoli di coda dei film mette le mani avanti: «Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale». Alberto Pinna © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Cronache Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ✒ Il caso Concordia Il dossier finisce davanti alla giustizia Usa Non solo Schettino «Ecco i dieci errori commessi dalla Costa» Virus informatico ricatta le aziende di MASSIMO SIDERI T Codacons attacca. La società: tutto falso GROSSETO — Il libro bianco del Codacons, un centinaio di pagine con intercettazioni, verifiche tecniche, simulazioni, testimonianze e una raffica di accuse micidiali, sarà presentato domani all’incontro di Miami tra i legali di Codacons e Carnival che apre la fase conclusiva della vertenza americana dei naufraghi assistiti dall’associazione dei consumatori. È stato scritto da docenti universitari, tecnici legali, ed elenca tutte le presunte responsabilità degli armatori (Carnival è il grande gruppo armatoriale statunitense nel quale compare anche Costa) nel naufragio della Concordia. Quali? Il dossier ne elenca dieci. Tra queste la consuetudine dell’inchino (l’avvicinamento alla costa come segno di salu- to) «incoraggiato dalla Costa», l’utilizzo di cartografia elettronica non abilitata, l’equipaggio non correttamente formato, porte stagne con problemi tecnici, problemi alla strumentazione e al generatore diesel d’emergenza. Gli armatori sono poi accusati di «comportamenti scorretti, minacce, manomissioni, frodi e connivenze». Insomma un documento esplosivo, destinato a suscitare nuove polemiche. «Durante le indagini sono emersi numerosi aspetti e comportamenti di Costa Crociere — spiega Giuliano Leuzzi, legale del Codacons — che hanno avuto un ruolo nel naufragio e delle sue tragiche conseguenze e su cui si dovrebbe approfondire di più e meglio di quanto fatto sino a oggi». Codacons ipotizza, per esempio, che il generatore di emergenza non abbia funzionato dopo l’impatto, affermando che è stato un problema comune in altre navi Costa-Carnival. E ancora, nel libro bianco si evidenza l’insostenibile leggerezza della preparazione di bordo dell’equipaggio durante le procedure d’emergenza, perché quella notte furono tante le difficoltà di comunicazione «solo una piccolissima parte dell’equipaggio comprendeva la lingua ufficiale di bordo (l’Italiano)». Per non parlare poi del timoniere, l’indonesiano Rusli Bin, «che pochi secondi prima dell’impatto interpretò male l’ordine di Schettino e mise il timone a dritta, invece che a sinistra» e i carabinieri per interro- garlo furono costretti a utilizzare un interprete di madre lingua indonesiana. Codacons, con un simulatore realizzato da alcuni docenti universitari, ha dimostrato che l’urto sarebbe stato evitato se il timoniere avesse eseguito gli ordini del comandante. L’ultimo punto del libro bianco si riferisce a presunti «comportamenti scorretti» Il personale era impreparato all’uso della cartografia elettronica L’equipaggio non era preparato a comprendere la lingua italiana Via dal Giglio Continuano le operazioni per rimuovere il relitto della Concordia, come l’istallazione dei cassoni di galleggiamento Le contestazioni 1 6 L’inchino è incoraggiato da Costa Crociere per motivi pubblicitari Al momento della partenza parte della strumentazione non funzionava 2 7 Il timoniere indonesiano scelto dall’armatore ha commesso errori Alcune delle porte stagne hanno funzionato in maniera difettosa 3 8 È stato rilevato il mal funzionamento del motore diesel d’emergenza 4 9 Non è accertata la conformità alle norme sulla nave colpita da una falla 5 10 La procedura usata per manovrare porte stagne ha violato le norme vigenti Costa Crociere avrebbe messo in atto manomissioni e minacce quali «la violazione dei sigilli e la frode processuale» e presunte minacce verso i dipendenti. La replica della società è stata immediata. «Siamo abituati a questi attacchi sconsiderati — dichiara l’avvocato Massimo De Luca, legale della Costa — e finora nulla è stato dimostrato. Il comportamento del Codacons fa male ai suoi iscritti». Intanto continuano le polemiche sulla rimozione del relitto. Dopo l’ipotesi Genova (e non Piombino) il governatore della Toscana Enrico Rossi ha lanciato un monito: «Dal Giglio a Genova ci sono 152 miglia. Dal Giglio a Piombino 38. Non c’è nessuna ragione per trascinare il relitto per il Mediterraneo e mettere a rischio l’ambiente». Marco Gasperetti mgasperetti@corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA eoricamente durante l’operazione «Gameover Zeus» — lanciata ieri in molti Paesi tra cui anche l’Italia — l’Fbi avrebbe potuto bussare alla porta di qualcuno di noi con l’accusa di «ricattare le aziende». Ma per fortuna (dipende dai punti di vista) il proprietario di un computer infettato usato per loschi fini non è colpevole. L’intervento orchestrato dal Federal Bureau of Investigation e portato a termine in Italia dal C.N.A.I.P.I.C, il centro antifrode informatica della Polizia Postale, ha portato allo smantellamento di Zeus, una delle più grandi Botnet (una rete con milioni di pc infettati) usata in Europa per ricattare le aziende. Il virus in oggetto si chiama Cpyptolocker: in sostanza, una volta entrato nei server aziendali bloccava i documenti strategici con codici impenetrabili. Ma se il meccanismo informatico era all’avanguardia il percorso per prendere i soldi era vecchio come la delinquenza: per avere la password bisognava pagare un riscatto. Per l’Fbi sono già stati pagati 27 milioni di dollari dalle aziende in soli due mesi. Curiosità per appassionati di thriller: il capo di Zeus era Evgeniy Mikhailovich Bogachev, uno dei cybercriminali più ricercati al mondo come risulta sul sito web della stessa Fbi. smarteconomy.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 Vaticano Bergoglio: c’è chi pensa di godersi meglio la vita senza bimbi Roma La villa di lady Bonardi Powell Il Papa critica l’edonismo di chi rinuncia ad avere figli Il Pontefice: forse cani e gatti sono più comodi da amare CITTÀ DEL VATICANO — «Questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità... La cultura del benessere di dieci anni fa ci ha convinto: è meglio non avere i figli! È meglio! Così tu puoi andare a conoscere il mondo, in vacanza, puoi avere una villa in campagna, stai tranquillo...». Francesco alza lo sguardo, sorride ironico: «Ma forse è meglio, è più comodo avere un cagnolino, due gatti, e l’amore va ai due gatti e al cagnolino! È vero o no questo? Lo avete visto voi? E alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine. Non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa: la fa feconda». Nell’omelia mattutina a Santa Marta, il Papa parla del senso cristiano del matrimonio, in analogia al rapporto tra no surrogati di figli che non si vogliono avere. È la «cultura del benessere che ci fa poco coraggiosi, ci fa pigri e anche egoisti» perché «il benessere anestetizza», come aveva già denunciato in un’altra omelia di Santa Marta, il 27 maggio dell’anno scorso: «No, no, più di un figlio no, perché non possiamo fare le vacanze, non possiamo andare qua, non possiamo comprare la casa... Sta bene seguire il Signore, ma fino a un certo punto. Questo è quello che fa il benessere: ci getta giù, ci spoglia di quel coraggio, del coraggio forte di andare vicino a Gesù». Francesco, l’aria assorta e preoccupata, lo spiegava una Grosseto 6,9 7,4 milioni è il numero dei cani domestici che si contano in Italia, decisamente meno dei 30 milioni di pesci, dei 13 di uccelli ma più del doppio dei 3 milioni circa di tartarughe, serpenti, iguane e piccoli roditori ospitati nelle nostre case milioni sono i gatti domestici. Secondo i dati Eurispes, nel 2013 per nutrire cani e gatti sono stati spesi 1,77 miliardi di euro. La spesa media si aggira sui 30 euro mensili mentre le visite veterinarie e i farmaci costano circa 100 euro settimana fa ai giornalisti nel volo di ritorno da Tel Aviv, spiegando le ragioni del sinodo sulla famiglia di ottobre: «Oggi, tutti lo sappiamo, la famiglia è in crisi: è in crisi mondiale. I giovani non vogliono sposarsi o non si sposano e convivono, il matrimonio è in crisi, e così la famiglia». Così il Papa parla della fecondità matrimoniale, ma anche della fedeltà («l’amore di Gesù della sua Chiesa è fedele, e questa fedeltà è come una luce sul matrimonio: la fedeltà dell’amore, sempre!») e della perseveranza: «La vita matrimoniale deve essere perseverante, perché al contrario l’amore non può andare avanti. La perseveranza nell’amore, nei momenti belli e nei momenti difficili, quando ci sono i problemi: i problemi con i figli, i problemi economici, i problemi qui, i problemi là. Ma l’amore persevera, va avanti, sempre cercando di risolvere le cose, per salvare la famiglia. Perseveranti: si alzano ogni mattina, l’uomo e la donna, e portano avanti la famiglia». Un po’ quello che diceva ai giovani appena sposati, nel viaggio di ottobre ad Assisi: «Litigate quanto volete, se volano i piat- Contro il materialismo «Ci siamo convinti che così tu puoi girare il mondo, andare in vacanza, stare tranquillo» Il calo delle nascite La preoccupazione della Santa Sede per il calo delle nascite e la crisi che colpisce le famiglie Gesù e la Chiesa: «fedele», «perseverante» e «fecondo». Ad ascoltarlo, nella piccola cappella dell’albergo vaticano, ci sono una quindicina di coppie, alcune sposate da venticinque, cinquanta, perfino sessant’anni. E Bergoglio spiega che tra «le cose che a Gesù non piacciono» ci sono i matrimoni sterili non per necessità, ma per scelta. Il problema, naturalmente, non sono gli animali domestici, Francesco del resto sta preparando una enciclica sulla custodia del creato e lo ha già scritto nell’esortazione Evangelii Gaudium: «Ci sono altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé degli interessi economici o di un uso indiscriminato. Mi riferisco all’insieme della creazione. Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature». Il problema, piuttosto, è se diventa- ti pazienza, ma mai finire la giornata senza fare la pace!». Quanto al problema dei (pochi) figli, all’inizio dell’anno il consiglio permanente della Cei notava come, tra problemi economici e «una cultura diffidente verso la vita», l’Italia in particolare avesse un tasso di natalità di 1.3 figli per donna, tra i più bassi (il nostro Paese è terzultimo) in Europa. I genitori, diceva Francesco durante la Giornata mondiale della gioventù, a Rio de Janeiro, dicono che i figli sono le «pupille dei loro occhi» ed è «un’immagine molto bella»: come dalle pupille «la luce entra in noi», è dalle nuove generazioni che «il futuro entra nel mondo» osservava. Prima di concludere: «Che ne sarà allora di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?». Muore a 17 anni in ospedale, offese su Twitter «Quale ingiustizia? Si potrebbe ripetere il percorso in 20 ospedali diversi: Vale muore sempre». La Asl di Grosseto ha avviato una serie di verifiche per stabilire se questa e altre frasi, postate su Twitter e riferite a Valentina Col (sopra), la 17enne morta il 25 agosto 2013 all’ospedale di Orbetello per un’embolia polmonare, sono autentiche: il profilo da cui provengono, infatti, sarebbe quello di Giovanni Pasetti, anestesista nell’ospedale dove Valentina è morta. I tweet sono stati scritti in risposta a quelli di Martina, sorella 24enne di Valentina, che aveva parlato di «ingiustizia» in relazione alla richiesta di archiviazione per l’inchiesta per omicidio colposo che coinvolge 10 medici della struttura in cui la ragazza era stata ricoverata dopo una caduta. Ora le verifiche sul profilo dal quale, ieri, è arrivata anche una frase di scuse. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Lord Carla e Charles Powell alle nozze di Euan Blair (Getty) Rapina da 1 milione alla donna che ospitò Blair e Dick Cheney ROMA — Era uscita di casa per cercare uno dei suoi otto bassotti. Fuori era buio e il cagnolino mancava all’appello prima di andare a dormire. Ma appena aperta la porta si è trovata davanti quattro banditi incappucciati che l’hanno costretta a tornare indietro. È cominciata così la notte da incubo per Lady Carla Bonardi Powell, regina dei salotti londinesi e moglie di Lord Charles Powell, barone di Bayswater, diplomatico, politico e uomo d’affari britannico, negli anni Ottanta consigliere in politica estera del Primo ministro Margaret Thatcher, fratello di Jonathan Powell, già capo dello staff del premier Tony Blair. Lo scenario dell’ennesima rapina in villa alle porte di Roma è la campagna di Palombara Sabina, a una trentina di chilometri dalla Capitale. La vittima dei rapinatori che hanno colpito all’una di domenica — armati di pistola e con i guanti in lattice per non lasciare impronte — è uno dei simboli dell’italianità in Gran Bretagna e anche negli Usa: consulente finanziaria e collaboratrice di magazine e quotidiani (Daily Mail, Sunday Times e Daily Telegraph, solo per citarne alcuni). Da qualche anno la «contessa», come la chiamano i vicini di casa, ha deciso di trasferirsi vicino Roma in una magione, una torre ristrutturata, immersa nel verde, dove la nobildonna — è baronessa — ha piantato centinaia di ulivi e di ciliegi, al punto da meritarsi l’appellativo di «aristocontadina». È stata lei, domenica notte, a contattare i carabinieri quando i banditi, probabilmente dell’Est Europa secondo i primi accertamenti, sono fuggiti con un bottino che dovrebbe aggirarsi sul milione di euro. Dopo aver fatto irruzione nella villa in località Torre della Fiora il gruppo ha minacciato il cameriere romeno e il giardiniere polacco che dormivano al primo piano, costringendoli a sdraiarsi sul pavimento, non lontano dal salone che ha visto ospiti personaggi del calibro di Blair, Dick Cheney e Colin Powell, ex vice presidente ed ex segretario di Stato Usa. Visitatori eccellenti per Palombara, scelta dalla baronessa come buen ritiro romano nonostante le polemiche, a colpi di articoli e interviste, con gli amministratori locali, prima per la mancanza di acqua potabile, poi per l’asfaltatura della strada. «Dicci dov’è la cassaforte!», ha ordinato uno di loro alla padrona di casa, secondo un copione già visto decine di volte. Un attimo di esitazione e la settantenne è stata colpita alla testa — per fortuna in modo lieve — con il calcio della pistola. I rapinatori hanno rovistato dappertutto, si sono fatti aprire la cassaforte dove c’erano documenti e qualche oggetto di valore. Poi, sotto al letto della nobildonna, hanno trovato una valigia con gioielli e orologi. Era quello che cercavano, che forse sapevano già di dover cercare: c’è infatti il sospetto che i banditi abbiano agito, come spesso capita, con la complicità di un basista. Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Cronache La storia italia: 51575551575557 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera Vivono nel Barese, il papà ha lasciato il lavoro di informatore scientifico: «Da sempre lo aiuto a studiare, ma ora che è alle superiori ha bisogno di me anche la mattina» Si laurea di nuovo per fare il tutor in classe del figlio autistico «Io e Giulio siamo compagni di banco» di PAOLO DI STEFANO C i vuole una bella volontà per ritornare sui banchi di scuola a 56 anni. Ma il caso di Vincenzo D’Aucelli è unico. Perché ha deciso di tornare a scuola per aiutare suo figlio Giulio, che di anni ne ha 15, vive a Bitonto (Bari) con i suoi genitori e soffre di autismo «ad alto funzionamento». Il signor Vincenzo, informatore scientifico per 31 anni dopo una laurea in Farmacia, in settembre, dopo aver conseguito una seconda laurea (in Scienze della formazione), ha abbandonato il lavoro per poter assistere il figlio anche durante le ore scolastiche. È stata Enrica D’Acciò, della Gazzetta del Mezzogiorno, a raccogliere la sua testimonianza, perché Vincenzo vuole comunicare la sua esperienza e quella di Giulio, vuole far sapere che a un bambino autistico non basta quel che oggi mette a disposizione la scuola, serve un’assistenza continua, a tempo pieno. «Intorno ai due anni, Giulio ha cominciato a parlare, anzi a lallare, poi ha smesso: notavamo dei comportamenti strani, si isolava nel gioco, era troppo tranquillo e aveva problemi di sonno. Tanti piccoli segni...». Il disturbo autistico viene diagnosticato subito, quel che i medici non capi- scono è che non c’è nessun ritardo mentale: «Imparava le cose, anche se rimaneva la difficoltà nella parola e nell’inserimento sociale...». Giulio fa le elementari con gli insegnanti di sostegno e gli psicologi: «Molto bravi, ma sulla didattica lasciavano a desiderare, stavano in classe poche ore al giorno e ogni anno cambiavano, non potevano capire che i bambini autistici sono diversi l’uno dall’altro: spesso Giulio saltava le lezioni e quando faceva dei capricci o entrava in ansia, la scuola ci chiedeva di andare a prenderlo e noi dovevamo correre». Se Giulio impara a scrivere lo deve a papà Vincenzo, che all’inizio lavora con lui intuitivamente: «Per farlo 15 anni Giulio D’Aucelli insieme al papà Vincenzo. Il ragazzino ha terminato la prima all’istituto tecnico «Vitale Giordano» di Bitonto, il paese in provincia di Bari in cui vivono. Giulio soffre di una forma di autismo «ad alto funzionamento» Spesso i ragazzi come lui lasciano la scuola, ma io lo sentivo che con me a fianco ce la poteva fare ❜❜ scrivere gli tenevo le braccia sulle spalle, perché aveva la tendenza a sfuggire e ad alzarsi, ma tenendolo abbracciato mi accorgevo che si sentiva protetto. Poi a poco a poco gli bastava sentire la mano e infine solo un dito: era la tecnica del contenimento, che non sapevo neanche che esistesse». Adesso Giulio ha un cespuglio scuro di capelli sulla testa, ha un viso rotondo e simpatico, è alto molto più di suo padre e pesa 80 chili, ha terminato il primo anno all’Istituto tecnico commerciale «Vitale Giordano». Po- trebbe sembrare un miracolo, ma non lo è. «Volevamo che continuasse a studiare e ci siamo detti che potevamo vivere anche con il solo stipendio di mia moglie, che insegna in una materna. Di solito i ragazzi autistici all’età di Giulio si ritirano e rimangono in casa, ma io sentivo che con me a fianco mio figlio poteva farcela». Gli altri due fratelli, Beppe, 24 anni, ingegnere, e Ciccio, studente di lingue orientali a Lecce, sono ormai lontani da casa. «Con la mia nuova laurea, ho chiesto al preside della scuola se potevo essere io l’insegnante di sostegno di mio figlio, mi ha risposto di sì. Sapevo che nessuno poteva aiutare Giulio meglio di me. I docenti sono stati molto comprensivi, disponibilissimi ad accoglierci». Fatto sta che adesso papà Vincenzo passa l’intera giornata con Giulio sui banchi di scuola: si sorprende, ma neanche tanto, a scoprire che suo figlio ha 9 in matematica e ottimi voti anche nelle altre materie. Si sorprende, tanto, quando viene a sapere che se Giulio salta un giorno di scuola, i suoi compagni lo cercano. Il ragazzone va in gita scolastica con gli altri (e con suo padre), fa i compiti a casa e fa i compiti in classe seguendo il programma paritario. Ogni tanto entra in affanno e chiede a papà di stringergli una mano, forte, più forte, per sentirsi sicuro. E Vincenzo c’è. «L’altro giorno mi sono ritrovato in ginocchio davanti a lui, che doveva affrontare un’interrogazione di francese e ha cominciato ad agitarsi, bisogna solo calmarlo, stargli vicino. Gli insegnanti e i ragazzi sono grandiosi: capiscono, si sono abituati ai suoi gridolini e ai suoi commenti, Giulio li bacia e li abbraccia in continuazione, e io sono diventato il tutor anche dei suoi compagni. Solo chi non lo conosce ha paura, ed è comprensibile, perché è grande e grosso. In casa lo chiamiamo il rompiballe, perché a volte grida e strepita come un bimbo di 5 anni. È dura, avrei preferito continuare a fare l’informatore scientifico, ma noi vogliamo che Giulio viva una vita normale». Non solo scuola: il pomeriggio la piscina, oppure la palestra, il cavallo, il pianoforte. Sempre con papà Vincenzo. «Sono attività che gli servono a scaricare la sua enorme energia fisica». La domenica, il cinema, qualche volta una pizza la sera. Una vita (quasi) normale. La frase più frequente sulla bocca di Giulio: «Sono felice». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 Svizzera L’aereo solare con le ali larghe come un Boeing Dopo il primo volo prepara il giro del mondo Il confronto di GIOVANNI CAPRARA Velocità media di crociera H a volato per due ore e 17 minuti l’aeroplano solare che per primo tenterà il giro del mondo. Era il suo battesimo dell’aria: è decollato dall’aeroporto di Payerne, in Svizzera, dove in un hangar è stato assemblato nei mesi scorsi sotto gli occhi di Bertrand Piccard che lo ha concepito. Piccard aveva compiuto nel 1999 il giro del mondo in pallone e da allora immaginava un’altra impresa, ancora più difficile ma stimolante, cioè la circumnavigazione della Terra su un velivolo alimentato solo dalla luce del Sole. Così ha costruito il prototipo Solar Impulse1 rivolgendosi a piccole società (i grandi costruttori aeronautici sostenevano fosse impossibile) e ha dimostrato che la via è percorribile conquistando anche il record della traversata degli Stati Uniti. Con il sostegno di SOLAR IMPULSE 2 250 m2 Numero celle Superficie celle 70 km/h alcuni grandi gruppi (Solvay, Abb, Omega e Schindler) è poi passato alla realizzazione del velivolo Solar Impulse-2 che ieri ha avuto il suo debutto in cielo ai comandi del pilota collaudatore Marcus Scherdel. Leggerissimo, appena 2.300 chili, in fibra di carbonio e materiali plastici, per azionare i quattro motori elettrici usa 17 mila celle solari distribuite sulla lunghissima ala, più ampia di quelle di un Boeing, che lo fa assomigliare a un gigantesco insetto. Bertrand è nipote di Auguste, il conquistatore della stratosfera che nel 1932 con un pallone salì fino a 16.201 metri e figlio di Jacques che nel 1960 scese nella fossa delle Marianne, estrema profondità dell’Oceano Pacifico. Lui continua la tradizione: «Voglio dimostrare che oggi la tecnologia può aiutare l’uomo a migliorare la sua vita e l’ambiente». Il giro del mondo sarà tentato nella primavera 2015. 2.300 kg 72 mt Peso (a vuoto) BOEING 747-8I 908 km/h Velocità media di crociera 24.820 kg 68,5 mt Peso (a vuoto) D’ARCO © RIPRODUZIONE RISERVATA Tecnologia Presentati ieri in California i nuovi sistemi operativi dell’azienda di Cupertino L’App avvisa il medico se stiamo male e un telefonino potrà aprire il garage La strategia di Apple: controllo della salute e gestione digitale della casa DAL NOSTRO INVIATO SAN FRANCISCO — Mac, iPod, iTunes, iPhone, iPad. Dai personal computer alla musica digitale, dai cellulari ai tablet. Il passato di Apple lo conosciamo bene. Il futuro parla invece di domotica (la casa digitale), apparecchiature mediche e per il «wellness», auto, pagamenti attraverso il telefono. Alla Wwdc di San Francisco, il numero 1 della Mela Morsicata Tim Cook e i suoi collaboratori non hanno svelato nessun nuovo prodotto ma hanno delineato le strategie dell’azienda per gli anni a venire. A partire dall’attenzione per il nascente settore della «e-health», l’approccio digitale alla salute e al benessere personale. HealthKit è il nome dell’applicazione che servirà a raccogliere tutte le informazioni relative al proprio stato fisico: i passi fatti durante una giornata, le ore di sonno, l’indice di massa corporea, le calorie consumate ma anche il battito cardiaco, la pressione, i livelli di zucchero e ossigeno nel sangue. Dati che arrivano direttamente dall’iPhone (dalla versione 5s ha un processore che si occupa proprio di registrare i movimenti del corpo) oppure da altri accessori: sul mercato ce ne sono moltissimi compatibili con l’iPhone. Apple ora li aggrega in 17.000 A San Francisco La scheda La conferenza La Worldwide developers conference (Wwdc) di San Francisco è la conferenza annuale degli sviluppatori di Apple. Sono previsti oltre 100 sessioni tecniche e 120 laboratori pratici per aiutare i 5 mila sviluppatori provenienti da 69 Paesi con l’intento di migliorare le loro app. Infine, saranno assegnati gli Apple Design Awards che premieranno le migliori app del 2013 Software Il vicepresidente di Apple, Craig Federighi, 44 anni, illustra a San Francisco, in California, le principali novità del gruppo e, a sinistra, la App per monitorare la salute (Sullivan/Getty Images/AFP) un solo ecosistema. Un’unica piattaforma in diretta concorrenza con rivali come S Health di Samsung, che nel suo ultimo smartphone Galaxy S5 ha inserito anche un sensore di battito cardiaco. Apple può contare sulla forza di 800 milioni di dispositivi compatibili (500 milioni di iPhone, 200 di iPad e 100 di iPod Touch). Alcune decine di strutture cliniche statunitensi hanno già sposato HealthKit. I medici potranno ricevere una notifica sul telefono quando l’app di uno dei loro pazienti rileva valori anomali (la pressione, ad esempio). L’obiettivo è rafforzare l’approccio preventivo ai trattamenti sanitari. Oltre a creare un nuovo mercato dal valore potenzialmente enorme. Ai dati raccolti da HealthKit dovrebbe contribuire anche il fantomatico iWatch, l’orologio intelligente di Apple. Qui a San Francisco non si è visto però: potrebbe debuttare in autunno insieme all’iPhone 6 o in un evento a se stante. Apple ha anche fatto un passo deciso verso la domotica, la casa intelligente e automatizzata, con il suo HomeKit. Le soluzioni in campo nel settore sono decine, ma nessuna è diventata ancora I nuovi prodotti Tante le novità presentate dalla casa di Cupertino: spiccano la nuova versione del sistema operativo «Yosemite» (gratis da autunno) e «iOS 8» per iPad e iPhone. Poi c’è l’applicazione per tracciare e monitorare i progressi nel fitness e i parametri vitali. E ancora: c’è «Homekit», per usare l’iPhone nella domotica, o il servizio di iCloud Drive, per archiviare e accedere ai file ovunque. Quindi «Maildrop» per le email oltre i 5 gigabyte di massa. HomeKit non è un insieme di gadget da comprare e installare. Piuttosto, come ha spiegato Craig Federighi, vicepresidente dell’azienda, «uno standard per far comunicare i diversi oggetti della casa, per creare una rete in cui sarete certi che solo il vostro iPhone possa aprire il garage o sbloccare la porta di casa». Si controllerà anche con Siri, l’assistente vocale Apple: «Si potranno dire cose come “Pronto per andare a letto” e HomeKit oscurerà automaticamente le luci, bloccherà le porte e abbasserà il termostato». I pagamenti, infine. Apple ha reso più aperto il suo sistema operativo per iPhone e iPad: iOs 8 sarà scaricabile «in autunno», ma fin da ora gli sviluppatori possono provarlo. E potranno accedere a Touch Id, il sensore di impronte digitali inserito per la prima volta su iPhone 5s. Facile pensare che uno dei possibili utilizzi sarà per i pagamenti elettronici. Insomma, anche l’azienda fondata da Jobs e Wozniak esce dagli ambiti classici della tecnologia di consumo per affacciarsi in settori un tempo distanti. Che riuscirà a conquistarli e a cambiarli, come ha fatto più volte in passato, al momento resta da dimostrare. I concorrenti non mancano, e rispetto all’era Jobs, non sono in ritardo. Samsung ha già presentato due generazioni di «smartwach», i suoi Gear. Google ha investito pesantemente sulla domotica. Nelle auto, dove Apple punta sul sistema CarPlay che ha debuttato sulla Ferrari FF, Google è in pista con Android, così come Microsoft e BlackBerry (Qnx). Vedremo se anche stavolta, pur senza il mago Jobs, Apple riuscirà a trovare l’idea vincente. Paolo Ottolina © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> *ÀÞÃ> > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]{x Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{ä]£ä Ó]xÈ Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]än ä]Óä Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££Ó]{{ Ó]££ Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]xÈ ä]Ón Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Ç]x Î]Ó£ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]£n ä]Óx Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £ä{]ÇÎ Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££Ó]ÈÈ ä]nÈ £]{Ó Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä{]{n Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££È] VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£Ó Î]Ó{ Î]Î ä]{È Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££x]Èn Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££Ç]Èä Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££Î]Óx £]n{ £]£ Ó]{Ó VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]äÎ VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ]nn VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ää]{n ä]È£ ä]Èn £]ä £ iÕÀ £]ÎÈ££ `>À ä]äÓ¯ e Ó£°ÇÈ]£Ç ä]Çǯ e `À> È°nÈ{]£ä ä]Ó¯ e /- Ì° - >Ài Óΰ£nÓ]Ç ä]nÓ¯ e À>VvÀÌi °xä]£Ó ä]äǯ e /- Ì°-Ì>À £°ÓÎÓ]Ç{ ä]nÓ¯ e *>À} >V{ä® {°x£x]n ä]än¯ £ iÕÀ ä]n£Ó ÃÌiÀi ä]äÓ¯ Ü ià £È°ÇÎÇ]{Ç ä]£Ó¯ e } } ÀÃ> V ÕÃ> £ iÕÀ £]ÓÓ£{ vÀ° ÃÛ° >Ã`>µ {°ÓΣ]Ó ä]Óǯ / i® £{°Îx]Ó Ó]äǯ e £ iÕÀ ]£äÓÇ VÀ°ÃÛi° ä]ÓÓ¯ e -E* xää £°ÓÎ]£È ä]äÓ¯ >`À` £ä°nÓÇ]{ä ä]Óǯ e £ iÕÀ £]{ÇnÈ `°V>° ä]Óǯ e £ iÕÀ £În]{ää Þi ä]{£¯ e ä]än¯ e i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÓäÈ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° äÓäÈ iÌÌ ¯ L’alleanza Il ministro Lupi mercoledì a Bruxelles. La proposta della compagnia di Abu Dhabi al consiglio di venerdì La lente LE REGOLE DEL DIVORZIO E LO SCUDO DEI BITCOIN I Bitcoin rischiano di complicare anche i divorzi, visto che la moneta virtuale potrebbe essere usata per nascondere una parte della propria ricchezza al partner da cui si sta divorziando. La denuncia arriva direttamente dagli avvocati matrimonialisti inglesi, dove la battaglia in tribunale per dividersi il patrimonio sta spostando l’attenzione sulla correttezza delle informazione sui beni posseduti. Non è un caso che succeda in Gran Bretagna, considerato il Paese più generoso con le ex mogli, alle quali spetta metà della ricchezza dell’ex marito. Ayesha Vardag, una divorzista britannica, sul «Financial Times» ha messo in guardia che sempre più avvocati potrebbero cominciare a includere le valute digitali nelle richieste di «financial disclosure», la comunicazione sulla consistenza delle proprie finanze. Esagerazioni? Non proprio, se vengono segnalati già parecchi mariti a caccia di opzioni per usare le monete digitali su un certo numero di forum dedicati ai Bitcoin. Ma anche in California, Stato assai magnanimo in caso di divorzio quando non c’è un accordo pre matrimoniale, si comincia a includere l’uso di valute virtuali negli ordini in cui si chiede la consistenza degli asset nelle cause di divorzio. Giu.Fer. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alitalia, le condizioni Etihad al governo I nodi su debito, esuberi, alta velocità per gli scali e la liberalizzazione di Linate MILANO — L’attesa lettera con il via libera formale di Abu Dhabi a chiudere la partita su Alitalia è infine arrivata. In una trentina di pagine, Etihad Airways dettaglia le «condizioni» e i «criteri» per entrare nel capitale di una newco, in cui verranno conferite le attività operative di Alitalia, con una quota compresa tra il 45 e il 49% (comunque sotto il 50% per non perdere i diritti di compagnia comunitaria), investendo 560 milioni, 500 subito e altri 60 milioni l’anno prossimo. Ora tocca alla variegata compagine Vertice a Milano La prossima settimana probabile incontro a Milano tra i team negoziali degli azionisti di Alitalia valutare la proposta, che sarà portata all’esame del consiglio di amministrazione della compagnia venerdì 6 giugno. E, probabilmente già all’inizio della settimana prossima, il vertice di Alitalia incontrerà il team negoziale della compagnia emiratina, verosimilmente a Milano per ragioni di praticità visto che qui si trovano avvocati, advisor e le sedi delle banche creditrici-azioniste, Intesa San Paolo (primo socio con il 20,59%) e Unicredit (in terzo con il 12,99%). L’obiettivo è di chiudere entro metà giugno l’accordo, per poi arrivare alla firma entro fine mese. Per celebrare le nozze con Etihad, che in aprile aveva rotto la trattativa, poi riaperta grazie all’intervento di Luca Montezemolo, volato segretamente ad Abu Dhabi, molti punti chiave dell’intesa chia- Istituto pediatrico di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Via Gerolamo Gaslini 5 – 16147 Genova ESTRATTO DI BANDO DELL’ASTA PUBBLICA IMMOBILIARE NUMERO 1 DEL 2014 L’Istituto Giannina Gaslini IRCCS (c.f. 00577500101) corrente in 16147 Genova, via Gerolamo Gaslini n. 5, bandisce, la presente asta pubblica per la vendita del diritto di proprietà del seguente immobile: villa sita in Santa Margherita Ligure (GE), via della Vittoria n. 18. Prezzo base d’asta: Euro 3.500.000,00 (tremilionicinquecentomila/00). L’offerta deve pervenire alla sede dell’Istituto in 16147 Genova, via Gerolamo Gaslini n. 5 entro e non oltre il termine perentorio delle ore dodici (12.00) del 02/09/2014 (due settembre duemilaquattordici). L’asta si tiene in seduta pubblica alle ore dieci (10.00) del 05/09/2014 (cinque settembre duemilaquattordici) presso la sede dell’Istituto - Ufficio Affari Generali e Legali. Per ogni ulteriore informazione si rinvia integralmente al Bando d’asta, pubblicato sul sito internet dell’Istituto: “www.gaslini.org” e negli Albi pretori dei Comuni di Genova e Santa Margherita Ligure (GE); nonché consultabile presso la sede dell’Istituto - Ufficio Affari Generali e Legali nei giorni lavorativi dalle ore 09.00 alle ore 16.00. Per ogni informazione: scrivere ad “asteimmobiliari@ospedale-gaslini.ge.it”; telefonare allo 010.5636.819/842 nei giorni lavorativi dalle ore 09.00 alle ore 16.00. R.U.P. avv. Carlo Berri. IL DIRETTORE GENERALE Dott. Paolo Petralia COMUNE DI COMO I numeri di Alitalia Flotta Dipendenti 24 mln 134 12.800 Fatturato Passeggeri (primi 9 mesi 2013) (2013) 2,7 mld Aura Holding 0,92 12 Capital spa 0,95 Finanziaria di part. e inv. 1,18 Altri 3,4 Intesa Sanpaolo 20,59 I SOCI G & C. Holding 1,24 % Pirelli & Co spa 2,67 Poste spa 19,48 Gabriele Del Torchio di Alitalia James Hogan di Etihad mano in causa il governo: dal nodo esuberi (Etihad chiederebbe 2.200 uscite su 12.800 dipendenti,) con l’attivazione di nuovi ammortizzatori sociali, ai collegamenti ad Alta velocità degli scali, fino a un decreto di liberalizzazione per Linate, per il suo rilancio internazionale. La strategia della nuova Alitalia ruoterà infatti intorno all’hub di Fiumicino, puntando soprattutto sulle rotte intercontinentali verso il Sud America. O verso Oriente, con scalo ad Abu Dhabi. Mentre Malpensa, che Alitalia ha già «abbandonato» dal 2007, verrà rafforzato principalmente in chiave cargo, che per Etihad è un business da 1 miliardo di dollari. E a questo punto per lo scalo in provincia di Varese si apre una fase nuova che, in un’ottica di liberalizzazione per l’Expo, potrebbe favorire quei carrier che vogliono sfruttare il ricco bacino lombardo per collegamenti intercontinentali diretti, puntan- Macca srl 3,69 ISTITUTO GIANNINA GASLINI IRCCS Settore Cultura Via Vittorio Emanuele II, 97 - 22100 COMO Esito di gara di procedura aperta affidamento in gestione del servizio di organizzazione della “mostra 2014 a Villa Olmo” CIG 560110955D. Si comunica che il giorno 07/04/2014 è stata espletata la procedura aperta relativa al predetto servizio. Imprese partecipanti n. 0. L’appalto non viene aggiudicato in quanto non sono state presentate offerte. Il Dirigente del Settore Cultura Prof. Ghioldi Maurizio Le due compagnie aeree CITTA’ DI DESIO AVVISO In esecuzione alla determinazione dirigenziale n. 353/2014 questo Comune indice procedura aperta per l’affidamento del Servizio in Concessione di gestione delle aree di parcheggio a pagamento ed esecuzione di opere e servizi connessi con criterio di aggiudicazione offerta economicamente più vantaggiosa. CIG 5755643AD9. Durata della concessione: 10 anni. Base di gara: € 1.500.000,00. Scadenza per la presentazione delle offerte: ore 12:00 del giorno 2 luglio 2014. Prima seduta pubblica: ore 10:00 del giorno 4 luglio 2014 sede Palazzo Comunale - Sala Blu - 2° piano ingresso B. Documentazione integrale disponibile su: www.comune.desio.mb.it Bandi - Gare e Concorsi. Il Dirigente - Arch. Luigi Fregoni Odissea srl 3,90 Fire spa 4,28 Af/Klm 7,08 I numeri di Etihad Atlantia7,44 Fatturato Passeggeri (primi 3 mesi 2014) 1,4 mld (+27%) 3,2 mln di dollari (+14%) Le partecipazioni Dati in % Flotta Dipendenti 89 17.000 Jet Airways Etihad Regional 49 (ex Darwin) Air Seychelles 40 Air Berlin Air Serbia Unicredit 12,99 Immsi 10,19 33,3 29,2 24 Virgin Australia 19,9 Aer Lingus 2,9 D’ARCO Il riassetto Cir e Verbund vogliono una quota di plusvalenza se la cessione avverrà entro i termini Le banche stringono sul dossier Sorgenia Due anni per rivendere il gruppo elettrico MILANO — Non sono ancora entrate in Sorgenia striaca Verbund, non partecipando alla ricapitalizcome azioniste ma già le banche stanno pensando a zazione di Sorgenia, scenderanno al 2% nella sociecome uscirne. E l’unico modo è la vendita, per ten- tà, mentre le banche ne prenderanno il controllo al tare di recuperare gli ingenti prestiti concessi al 98%. La Borsa ha preso atto della vicina soluzione gruppo di De Benedetti. I tempi che vorrebbero dar- della contesa e per questo Cir ieri ha preso il volo si sono stretti: due anni come orizzonte temporale con un +7% a 1,12 euro. Sorgenia, nata agli inizi del Duemila, è crollata per riuscire a trovare uno o più acquirenti per gli asset di Sorgenia (centrali a turbogas e rinnovabili). I sotto il peso dei debiti — 1,9 miliardi, di cui 600 mitempi sono importanti: solo se si troverà un acqui- lioni in eccesso — a causa della concorrenza delle rente entro questi termini, Cir (De Benedetti) e Ver- rinnovabili e del crollo della domanda di energia bund potranno partecipare all’eventuale plusvalen- determinata dalla crisi economica. Ora quei 600 miza, una volta rimborsati i debiti. Se le cose dovessero lioni di debito eccessivo saranno trasformati in andare più per le lunghe, non ci sarà nulla per gli at- equity: 400 sotto forma di aumento di capitale sottuali soci. È questo il meccanismo cosiddetto di toscritto dalle banche, altri 200 sotto forma di bond «earn out». Cir e Verbund proporrebbero tre anni, convertendo, oltre a 256 milioni di finanza necessama su questo non ci sarebbe ancora accordo con i creditori. Oltre ai tempi, la trattiva riguarda anche l’ammontare della partecipazione di Cir e Verbund agli eventuali utili. Oggi alle 8 dovrebbe tenersi un nuovo summit tra gli amministratori delegati delle banche più esposte: Fabrizio Viola per Mps (l’istituto più esposto con 600 milioni circa), Federico Ghizzoni per Unicredit, Gaetano Miccichè per Fabrizio Viola di Mps Andrea Mangoni di Sorgenia Banca Imi (Intesa Sanpaolo), Pierfrancesco Saviotti per Banco ria all’ordinaria attività del gruppo elettrico. I tempi Popolare, Victor Massiah per Ubi, Giuseppe Casta- sono ormai stretti, dopo discussioni durate quasi gna per Bpm, alcuni in conference call. Nei prossimi un anno. Sia Sorgenia — guidata da Andrea Mangogiorni potrebbero incontrarsi con Sorgenia e i suoi ni — sia l’azionista Cir (e la controllante Cofide) soci. È la prima volta che i top banker tornano a se- hanno rinviato a giovedì 5 i rispettivi consigli di dersi al tavolo dopo quasi due mesi, segno che la amministrazione per l’approvazione dei bilanci, trattativa dovrebbe essere alle battute finali. proprio per attendere l’esito della trattativa con le Ieri da Trento, dove ha preso parte al Festival del- 19 banche creditrici. l’economia, il presidente di Cir, Rodolfo De BeneFabrizio Massaro detti, ha confermato che «la trattativa va avanti, si fabriziomassar0 lavora, ma non sono in grado di fare previsioni». È © RIPRODUZIONE RISERVATA ormai comunque dato per scontato che Cir e l’au- I consigli Giovedì si tengono i board di Sorgenia, Cir e Cofide dopo mesi di rinvio do a usufruire della quinta libertà dei cieli. Il caso Emirates, ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato sul volo diretto Milano-New York, potrebbe fare da pioniere. Il governo, a parole, ha già benedetto l’operazione, che non solo è la migliore possibile per dare stabilità finanziaria ad Alitalia, ma anche l’unica sul tappeto. E il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi in un tweet ha anticipato che mercoledì volerà a Bruxelles per ribadire che «Alitalia-Etihad è un’operazione industriale» e «sono state rispettate tutte le regole». Quanto al nodo del debito, la soluzione passerebbe attraverso la cancellazione da parte delle banche creditrici di un terzo dell’indebitamento a breve (560 milioni) e la conversione del resto in azioni. Anche Air France-Klm, socio di Alitalia con circa il 7%, sembra cambiare toni sulla partnership ormai imminente. Il numero uno Alexandre de Juniac, ieri a Doha per l’assemblea generale della Iata, ha giudicato l’operazione «probabilmente amichevole», quindi non di ostacolo al mantenimento degli attuali rapporti tra il vettore italiano e il gruppo franco-olandese. All’evento era presente anche James Hogan, Ceo della compagnia emiratina, che però non ha voluto rilasciare alcun commento. L’alleanza Alitalia-Etihad intanto muove i primi passi con l’annuncio, in vista di Expo 2015, di un’intesa commerciale che offre tariffe agevolate, «Italiani nel Mondo-Made of Italians», presentato ieri in 14 ambasciate e consolati. Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI CAGLIARI FALLIMENTO: “FEUDI DELLA MEDUSA SOCIETA’ AGRICOLA SRL” N. 3/13 Il sottoscritto Curatore, Zuddas dott. Bruno, con studio in Cagliari, corso Vittorio Emanuele 197, PONE IN VENDITA al maggior offerente, al prezzo base di Euro 5.000.000,00 (cinquemilioni) l’intera azienda dell’impresa fallita formata da - Vigneti e terreni agricoli, dell’estensione complessiva di 71 ettari circa di cui 43 ettari vitati, suddivisi in 4 corpi fondiari ed un appezzamento di terreno poco distante su cui insistono costruzioni rurali; - una cantina per la produzione, vinificazione, conservazione ed affinamento dei vini; - un relais di extra-lusso per l’esercizio di un’attività alberghiera condotta sotto forma di turismo rurale. L’azienda trovasi in agro di Pula (provincia di Cagliari), in località Santa Margherita; dista 35 km dalla città di Cagliari, 5 km dalla città di Pula. L’azienda è costituita da tutti gli arredi, attrezzature, macchine agricole e, in generale, da tutti i beni materiali meglio descritti nelle perizie di stima allegate al bando di gara, depositate presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Cagliari, nonché tutti i diritti di proprietà intellettuale e industriale e relative informazioni, incluso i marchi, l’avviamento, autorizzazioni, certificazioni, licenze e permessi per l’esercizio dell’attività aziendale. Gli interessati dovranno far pervenire la propria offerta irrevocabile di acquisto, depositandola presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Cagliari, entro le ore 12.00 dello 03 luglio 2014. L’apertura delle buste avverrà davanti al Cancelliere ed al Curatore il giorno 04 luglio 2014 alle ore 11. In presenza di una pluralità di offerte valide, il Curatore provvederà a indire immediatamente una gara informale tra gli offerenti presenti, davanti al signor Giudice Delegato. Il bando di gara è depositato presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Cagliari, dove gli interessati possono prenderne visione (o sito tribunaledicagliari.net ), esso è vincolante per lo svolgimento della gara. Ulteriori informazioni presso il Curatore, telefono 070 660736 / 070 659835, fax 070 6402 361, e-mail brunozuddas@lamiapec.it. Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Economia 21 italia: 51575551575557 ✒ Quotazioni L’ipotesi di una banca d’affari estera per l’Ipo L'analisi La sfida ad Ardian-Fosun Ainio porta in Borsa la galassia Banzai L’ASSETTO TELECOM E LA QUESTIONE DELLE DELEGHE Da Micheli e Arpe fino a Drago e Pellicioli di FEDERICO DE ROSA Prima di diventare il grido di battaglia dell’esercito giapponese durante la Seconda guerra mondiale, Banzai era usato come espressione di gioia (significa Diecimila anni e in sostanza è un augurio di lunga vita). Ora, sono in molti a guardare con entusiasmo alla notizia delle prime mosse di Banzai per quotarsi al segmento Mta di Piazza Affari, come anticipato dal Corriere. In poco più di 4-5 anni il fondatore della prima realtà italiana attiva nell’ecommerce, Paolo Ainio, forte del suo track record (era stato uno dei fondatori di Virgilio), ha portato nell’azionariato della holding non solo il salottino di internet in Italia ma anche nomi della finanza più tradizionale. Il percorso in questi anni è stato comunque organico: Banzai è cresciuta sviluppando start up al proprio interno ma anche acquisendo eventuali competitor, distribuendo per lo più opzioni o azioni. Un esempio viene da Born4Shop, creatura dei Micheli guidata allora dal chief executive officer Gionata Tedeschi. La società nel 2010 fu conferita in Banzai e fusa con Saldi privati. La famiglia Micheli non ricevette soldi ma solo azioni di Banzai e risulta infatti ancora Le acquisizioni Da Born4Shop a Misterprice le acquisizioni fatte per aumentare la massa critica «Financial Times» La Cina vuole più robot in fabbrica Ora è il primo acquirente mondiale La Cina, serbatoio mondiale della manodopera a basso costo, è diventato a sorpresa il primo acquirente mondiale di robot. L’anno scorso, scrive il Financial Times ne ha acquistati oltre 36.500, il 60% in più dell’anno prima, superando il Giappone, che ne ha comprati 26 mila. Il riscorso all’automazione è spinto dalla necessità di «aumentare la competitività». © RIPRODUZIONE RISERVATA socia negli ultimi documenti depositati. Altro esempio: nel 2009 l’allora fondo Quantica guidato da Pierluigi Paracchi e Stefano Peroncini (oggi si chiama Principia) investì in Yourank e Liquida, società di Ainio, con un’opzione di concambio con azioni Banzai nel caso in cui le due start up fossero finite male. L’investimento fu di circa 5 milioni di euro di cui 3 con fondo Principia I e 2 milioni di leva con i soldi pubblici della legge 388/00. Yourank fu chiusa in meno di due anni. Mentre Liquida, come società, resse circa tre anni (oggi esiste il sito ridimensionato un paio di anni fa dall’aggiornamento dell’algoritmo «Panda» di Google che ha iniziato a dare meno importanza agli aggregatori di contenuti altrui). Visti gli esiti delle due società e l’opzione che era stata studiata dallo studio Pedersoli, anche Quantica-Principia salì a bordo staccando azioni. Diverso il caso dell’ultima importante acquisizione, Misterprice, portata a termine un anno fa grazie anche alle risorse arrivate con l’ingresso della Sator di Matteo Arpe. Nel parterre dei soci di Banzai c’è anche Gad Lerner di cui Ainio gestisce il blog. Poi Carlo Gualandri di Gioco digitale Il Club Med apre le porte all’offerta di Investindustrial Il board di Club Med ha deciso di aprire a Investindustrial la data-room. Il fondo di Andrea Bonomi nei giorni scorsi si è detto pronto a un’Opa sfidando l’offerta franco-cinese lanciata dal fondo Ardian e dal gruppo Fosun. (poi comprata da B-win), l’ex amministratore delegato di Endemol, Marco Bassetti, Andrea Santagata, il padre di Liquida, Stefano Siglienti cofondatore del private equity Vintage Capital, Lorenzo Pellicioli, Marco Drago e Giovanni Boroli (il gruppo De Agostini aveva già incrociato il portale Virgilio.it fondato da Ainio ai tempi di Seat PG). Il banchiere Arpe è comunque entrato a sconto rispetto a tutti i soci diluendo le parteci- pazioni degli altri azionisti storici, anche se esiste una clausola che permette di recuperare la valutazione in caso di sovraperformance di Banzai. Il nodo ora resta il valore dell’Ipo. Banca Profilo di Arpe sta studiando la quotazione anche se nell’aria c’è l’ipotesi di affidare il book a una banca d’affari estera per attirare compratori fuori confine. Massimo Sideri La temperatura attorno a Telecom Italia ricomincia a salire mentre è iniziato il conto alla rovescia per lo scioglimento di Telco. A mettere legna sul fuoco è ancora Marco Fossati che la scorsa settimana ha chiesto a Consob di accertare il controllo di fatto di Telco su Telecom Italia. Questione antica, ma più di forma che di sostanza visto che è destinata a cadere quando la cassaforte si scioglierà lasciando a Telefonica, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali le proprie quote già destinate, tranne per gli spagnoli, alla vendita. Si verrà a creare una situazione tutta nuova per il gruppo e per chi lo guida, Giuseppe Recchi e Marco Patuano, che dovranno gestire la svolta. Entrambi hanno deleghe operative: Patuano resta sempre il capoazienda con un ruolo pieno, ma Recchi ha un potere di supervisione e controllo decisivo. Non è lo stesso potere che aveva il suo predecessore, Franco Bernabè, ma rispetto all’ipotesi di un uomo solo al Telco comando, auspicata da più d’uno all’interno di Telecom, l’attribuzione Entro giugno delle deleghe ha posto diversi paletti Telco sciolta all’amministratore delegato. e Telefonica A un mese e poco più dall’inizio della primo socio convivenza i rapporti tra i due manager sembrano buoni. Sulla carta hanno una perfetta complementarità. Dalla sua il presidente ha un network internazionale di assoluto rilievo, che potrebbe rivelarsi decisivo per il dopo Telco. Non è un caso che ieri Recchi fosse a Londra a un incontro di fondi attivisti: «Una grande opportunità» e «di stimolo per la grandi società quotate». L’amministratore delegato, oltre alla profonda conoscenza del gruppo, ha invece un fluido dialogo con il mercato che ha apprezzato le sue mosse tanto da aver affollato l’azionariato di Telecom che oggi per oltre la metà è in mano ai grandi fondi internazionali. Con Telefonica che dopo lo scioglimento di Telco avrà il 15% del capitale, Telecom non sarà ancora una public company, ma avrà comunque il mercato come principale interlocutore. A quanto si dice, sia il presidente sia l’amministratore delegato stanno già tessendo la tela per dare un futuro a Telecom Italia. E dunque a breve potrebbe esserci il primo confronto in consiglio, senza più Telco di mezzo, con Telefonica libera di muoversi e i grandi fondi insieme a Findim a fare da ago della bilancia. smarteconomy.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA A Trento Lo studio sui Ceo mondiali di Raffaella Sadun «Il giorno-tipo del capoazienda? Passato a preparare riunioni» DALLA NOSTRA INVIATA TRENTO – Com’è la giornata tipo di un manager nel mondo? Quante ore lavora e cosa fa in quelle ore? Uno studio su amministratori delegati europei, americani, indiani e brasiliani condotto da Raffaella Sadun (che insegna Business Administration alla Harvard Business School) ha messo in evidenza come le differenze tra chief executive officer siano notevoli e si riflettano sulla performance delle aziende. E come l’impegno sia influenzato dagli incentivi riconosciuti e dalla governance interna alle imprese. Vero? Falso? Una conferma di prima mano è arrivata dalla tavola rotonda al Festival dell’economia di Trento, dove si sono confrontati Andrea Guerra (Luxottica), Aldo Uva (Firmenich, uno dei gruppi leader nella profumeria e aromi), Rodolfo De Benedetti (Cir) e Anna Maria Artoni (amministratore delegato da due anni dell’azienda di famiglia), moderati da Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino. Ognuno ha portato nel dibattito esperienze differenti, ma su un punto si sono trovati concordi: il lavoro del Ceo non è più quello di una volta e una parte del tempo viene assorbita per preparare board e meeting, e per comunicare le strategie aziendali. Per Andrea Guerra, numero uno di Luxottica, è fonda- Dall’alto verso il basso, Andrea Guerra (Luxottica), Rodolfo De Benedetti (Cir) e Anna Maria Artoni (amministratore delegato da due anni dell’azienda di famiglia) mentale «la diffusione più totale della strategia dell’azienda ai 75 mila dipendenti, che si devono sentire parte di un progetto: più persone partecipano al progetto, più valore diamo alla strategia che deve essere in evoluzione». Mentre Uva, che ha un passato in Indesit e in Natuzzi, ha stimato che il 10% del suo tempo è dedicato a «preparare meeting», il 15% lo trascorre viaggiando, il 20% è rivolto ai clienti e il 55% a lavorare con il suo team per il piano strategico. Anche in un gruppo come Cir, ha spiegato il presidente Rodolfo De Benedetti, «il lavoro di Ceo è cambiato negli ultimi venti anni ed è diventato molto complicato. Anche in una holding diversificata a controllo familiare e quotata in Borsa c’è ora un’attività importante dedicata al consiglio e agli azionisti: questo porta via molto tempo». «La situazione non è diversa nella mia impresa che è di medie dimensioni – ha confermato l’amministratore delegato Annamaria Artoni –. La governance ha un peso anche da noi e la gestione delle riunioni è sempre più strutturata». Resta chiaro, ha sottolineato Uva, che sul modo di fare l’amministratore delegato «ha molto impatto il tipo di azienda, se pubblica o privata, se europea o americana». Insomma, nessuna ricetta pronta. Francesca Basso @BassoFbasso © RIPRODUZIONE RISERVATA AVVISO INDAGINE DI MERCATO Invito a manifestare interesse per la disponibilità di immobili in Milano da adibire a Nuovo Centro di Produzione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa La RAI - Radiotelevisione italiana Spa (di seguito “RAI”), in attuazione del programma di razionalizzazione e sviluppo dei propri attivi immobiliari, ha interesse a valutare la possibilità di concentrare le attività direzionali, operative e di produzione radio televisiva della propria Sede di Milano, in un nuovo complesso immobiliare, con una tempistica la più possibile ridotta. A tal fine, con il presente invito, la RAI intende sollecitare Manifestazioni di Interesse da parte di soggetti interessati a fornire a RAI la disponibilità di un complesso immobiliare da adibire a Nuovo Centro di Produzione di Milano (di seguito “NCP”). Tutte le informazioni relative alle caratteristiche dell’area e del NCP nonché i contenuti e le modalità di presentazione delle Manifestazioni di Interesse sono riportati nel documento “Invito a manifestare interesse per la disponibilità di immobili in Milano da adibire a Nuovo Centro di Produzione della RAI Radiotelevisione Italiana Spa” disponibile nell’indirizzo internet www.ncpmilano.rai.it. Ciascun interessato dovrà far pervenire, entro le ore 13:00 del giorno 13 giugno 2014, la Manifestazione di Interesse in un plico chiuso con qualsiasi mezzo idoneo a garantire la chiusura originaria del plico e la segretezza della manifestazione di interesse, nonché ad escludere qualsiasi manomissione, a: RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA Direzione Servizi Generali Presso “Ufficio Ricezioni e Spedizioni” RAI Via Pasubio, 7 - piano terra 00195 Roma La pubblicazione del presente invito e la ricezione della Manifestazione di Interesse non comportano per la RAI alcun obbligo nei confronti dei soggetti interessati, né, per questi ultimi, alcun diritto a qualsivoglia prestazione da parte della RAI, a qualsiasi titolo. Il presente avviso costituisce un invito a manifestare interesse, e non un invito ad offrire, né un’offerta al pubblico ex art. 1336 cod. civ., né una sollecitazione del pubblico risparmio ex art. 94 e ss. del D.Lgs. n. 88/98. La Rai si limita a rendere pubblica la sua esigenza di immobili di certe caratteristiche, non vincolandosi però a nessun criterio di scelta e anzi riservandosi il più ampio potere di valutare liberamente la convenienza delle offerte. La RAI si riserva di sospendere, interrompere temporaneamente o definitivamente i contatti con uno o tutti i soggetti che hanno manifestato interesse. COMUNE DI CORSICO - PROVINCIA DI MILANO CASA S.p.A. L’Amministrazione comunale con Determinazione del Dirigente n. 499 del 29/5/2014 ha indetto ASTA PUBBLICA per la concessione dell’impianto sportivo “FERMI” di proprietà comunale. L’aggiudicazione verrà effettuata a favore dell’offerta di canone annuo più alto rispetto alla base d’asta fissata in € 1.000,00= oltre IVA di Legge. Sono altresì a carico del concessionario tutte le spese per le utenze, le manutenzioni e gli adeguamenti come indicato nel bando. PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE ENTRO LE ORE 12.00 DEL 30/6/2014. Il Bando e il capitolato sono consultabili e scaricabili sul sito comunale: www.comune.corsico.mi.it. Per informazioni rivolgersi al Servizio Segreteria generale e contratti 02/4480387-385-240. Corsico lì 30/5/2014 L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Via Fiesolana n. 5 - 50121 FIRENZE Tel. 055/226241 - Fax 055/22624269 www.casaspa.it ESTRATTO DI BANDO DI GARA DESCRIZIONE: procedura aperta da aggiudicare con il criterio del prezzo più basso per l’affidamento dei lavori di esecuzione dei diaframmi e di parte degli scavi nell’ambito dell’intervento di riqualificazione, demolizione e ricostruzione, del complesso edilizio popolare posto in via Torre degli Agli, nel Comune di Firenze. Stazione Appaltante CASA S.p.A. - CIG 5775525201. IMPORTO: € 1.698.048,14 di cui € 1.665.193,14 per lavori ed € 32.855,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. CATEGORIA PREVALENTE: OS21 € 1.326.627,84. - Classifica III bis fino ad € 1.500.000. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: prezzo più basso, con esclusione automatica delle offerte anomale. TEMPO DI ESECUZIONE: 180 giorni naturali, successivi e consecutivi. La documentazione di gara è a disposizione dei concorrenti presso CASA S.p.A. previo appuntamento. Il Bando integrale ed il disciplinare di gara sono altresì visionabili sul sito internet www.casaspa.it. TERMINE RICEVIMENTO OFFERTE: ore 13,00 del giorno 07.07.14. DATA GARA: 08.07.14 ore 10,00. IL DIRETTORE GENERALE - Arch. Vincenzo Esposito MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna Via dei Salinieri, 20 - 09126 Cagliari - Tel. 070 34281 Fax 070 3428209 - dr-sar@beniculturali.it BANDO DI GARA - CIG 57571896A7 Questo Ministero indice una procedura aperta per l’affidamento in concessione dei servizi al pubblico nel Sistema museale di Caprera (La Maddalena) come specificato nell’Allegato 1 del bando integrale. Il valore degli introiti al lordo delle spese generali, incluso l’aggio del servizio di biglietteria di cui al D.M. 11.12.1997 n. 507 art. 2 c. 5, stimato per i servizi obbligatori della concessione, è pari ad € 2.278.040,64 (IVA esclusa). La concessione ha la durata di 6 anni a decorrere dalla data di stipula della Convenzione. Termine ricezione domande: h.12 del 04/07/2014. Per informazioni rivolgersi al R.U.P. laura.donati@beniculturali.it oppure all'Ufficio Gare e Contratti della Direzione Regionale dr-sar@beniculturali.it fino alle h.12 del 13/06/2014. Bando integrale di gara visionabile sui siti: www.sardegna.beniculturali.it e www.beniculturali.it. IL DIRETTORE REGIONALE DOTT.SSA MARIA ASSUNTA LORRAI SELEZIONI PUBBLICHE PER LA FORMAZIONE DI DUE GRADUATORIE DA UTILIZZARE PER ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO IN QUALITA’ DI ISTRUTTORE DEI SERVIZI EDUCATIVI (SCUOLA DELL’INFANZIA cod. SIRT14 - NIDO D’INFANZIA cod. NIRT14) CATEGORIA C - POSIZIONE ECONOMICA 1. I requisiti richiesti per la partecipazione sono indicati negli avvisi di selezione disponibili presso il Settore Sviluppo e Valorizzazione Risorse Umane - Via Bergognone, 30 - Milano e sul sito: www.comune.milano.it. Per ulteriori informazioni - INFOLINE 020202. Il termine per la presentazione delle domande scade il 11 GIUGNO 2014. IL DIRETTORE DEL SETTORE SVILUPPO E VALORIZZAZIONE RISORSE UMANE Dott. Andrea Lanzi Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano 22 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it agenzia.solferino@rcs.it oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. 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CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target AZ F. Italian Trend AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 14/05 14/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 30/04 30/04 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 14/05 14/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR ABBANDONA ansia e fatica con i nostri trattamenti benessere. www.body-spring.it 02.91.43.76.86 oppure 02 6282.7422 agenzia.solferino@rcs.it MANZONI centro benessere italiano, personale qualificato, raffinato, climatizzato, massaggi olistici ayurvedici. 02.39.68.00.71 Piccoli Annunci Quota/od. 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East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Comm Harvest R3C E Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 28/05 27/05 27/05 21/05 21/05 21/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. Nome 1357,496 117,471 117,038 74,531 77,568 103,676 1355,094 117,217 116,783 74,698 77,724 103,902 Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 28/05 30/05 07/05 30/05 EUR EUR EUR EUR 64,830 111,010 74,930 933,590 64,840 112,150 74,490 932,950 30/05 30/05 30/05 30/05 21/05 30/05 28/05 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 123,120 8301,230 166,920 101,520 5989,360 107,100 10510,350 122,950 8302,550 165,750 101,520 6044,350 107,490 10380,400 21/05 21/05 21/05 21/05 21/05 30/04 23/05 30/04 30/04 30/04 31/12 10,989 5,434 5,205 6,394 6,985 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 16366,672 15709,208 5073,509 5031,075 EUR EUR 756069,144 721205,818 EUR 756069,144 721205,818 EUR 613699,760 608277,667 EUR 61951,842 59550,161 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 30/05 EUR Dividendo Arancio 30/05 EUR Convertibile Arancio 30/05 EUR Cedola Arancio 28/05 EUR Borsa Protetta Agosto 28/05 EUR Borsa Protetta Febbraio 28/05 EUR Borsa Protetta Maggio 28/05 EUR Borsa Protetta Novembre 30/05 EUR Inflazione Più Arancio 30/05 EUR Mattone Arancio 30/05 EUR Profilo Dinamico Arancio 30/05 EUR Profilo Equilibrato Arancio 30/05 EUR Profilo Moderato Arancio 30/05 EUR Top Italia Arancio 50,540 62,190 59,160 62,060 60,990 63,260 61,100 57,100 46,460 66,010 63,250 59,050 51,800 50,650 62,260 59,190 62,020 60,760 62,800 60,950 57,130 46,260 65,860 63,120 58,930 51,520 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com 28/05 USD 1530,327 1526,701 Bluesky Global Strategy A 28/05 EUR 1241,460 1241,115 Bond Euro A 28/05 EUR 1199,951 1199,626 Bond Euro B 28/05 EUR 1446,597 1446,063 Bond Risk A 28/05 EUR 1385,409 1384,921 Bond Risk B 1663,449 1657,870 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 28/05 EUR 1600,999 1595,652 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 28/05 EUR 27/05 EUR 1075,434 1076,309 CompAM Fund - SB Bond B 27/05 EUR 1131,156 1133,233 CompAM Fund - SB Equity B 27/05 EUR 1020,117 1021,640 CompAM Fund - SB Flexible B 28/05 EUR 1434,121 1431,563 European Equity A Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR 24,980 16,430 13,980 13,630 14,020 10,294 15,150 15,261 9,730 12,424 16,729 12,722 24,850 16,340 14,070 13,720 14,030 10,269 15,110 15,190 9,685 12,373 16,717 12,713 Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 10,953 5,672 5,797 62,400 15,710 11,507 41,560 10,444 13,008 11,885 45,420 30,280 2967,000 18,070 16,310 12,100 18,970 13,800 14,570 13,860 10,583 9,433 14,250 11,931 10,822 31,790 30,390 10,954 5,674 5,795 62,150 15,650 11,481 41,460 10,434 12,987 11,866 45,370 31,000 2961,000 18,060 16,300 12,040 18,940 13,780 14,550 13,830 10,562 9,408 14,200 11,919 10,811 31,680 30,290 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 31/03 EUR 873555,970 31/03 EUR 571470,686 31/03 EUR 588531,969 31/03 EUR 537043,435 30/05 EUR 6,805 30/05 EUR 10,485 873230,021 571552,756 588092,605 537063,412 6,805 10,482 KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X ASIAN OPP CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 28/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 275,220 193,550 194,760 172,120 123,140 127,310 126,180 131,260 133,310 175,150 121,990 124,270 126,650 125,050 128,140 130,390 130,960 103,210 104,050 107,600 134,640 133,460 137,120 139,910 152,640 112,200 115,010 115,860 124,360 126,360 125,830 102,740 107,640 100,250 11,930 111,935 92,329 122,091 25,791 906,551 275,720 193,890 195,100 171,900 123,000 127,160 125,980 131,040 133,090 174,860 121,790 124,060 125,790 124,170 127,970 130,210 130,780 103,160 104,070 107,620 133,770 132,760 137,570 140,360 152,700 112,240 115,060 115,900 124,320 126,310 125,790 102,410 107,290 100,250 11,953 111,653 92,376 121,671 25,710 906,600 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com multistars@pharus.ch T. +41 (0)91 640 37 80 30/05 EUR 101,630 101,660 30/05 EUR 103,450 103,270 30/05 EUR 144,100 143,790 30/05 EUR 1467,970 1464,730 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 30/05 EUR 191,290 191,300 NM Augustum Corp Bd A 30/05 EUR 146,400 146,490 NM Augustum High Qual Bd A 30/05 EUR 135,340 135,370 NM Balanced World Cons A 30/05 EUR 138,330 138,370 NM Euro Bonds Short Term A 30/05 EUR 48,780 48,790 NM Euro Equities A 30/05 EUR 72,420 72,100 NM Global Equities EUR hdg A 105,760 105,770 NM Inflation Linked Bond Europe A 30/05 EUR 30/05 EUR 112,740 112,710 NM Italian Diversified Bond A 30/05 EUR 115,190 115,150 NM Italian Diversified Bond I 30/05 EUR 136,000 136,010 NM Large Europe Corp A 30/05 EUR 106,610 106,560 NM Market Timing A 30/05 EUR 107,440 107,390 NM Market Timing I 30/05 EUR 61,890 62,100 NM Q7 Active Eq. Int. A 30/05 EUR 105,480 105,710 NM Q7 Globalflex A 30/05 EUR 122,290 121,910 NM Total Return Flexible A 30/05 EUR 100,170 100,470 NM VolActive A 30/05 EUR 100,620 100,920 NM VolActive I Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. 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RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Nome Data Valuta PS - EOS A PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 27/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 27/05 30/05 30/05 30/05 27/05 27/05 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 131,610 101,140 99,550 101,380 101,660 112,470 114,810 124,900 97,190 102,570 98,140 103,810 106,870 107,710 107,740 104,620 102,440 95,980 111,510 103,590 105,800 130,240 101,020 99,470 100,760 101,040 112,030 114,360 124,840 96,930 102,300 96,790 103,060 106,180 107,480 107,510 103,610 102,270 95,810 111,390 102,910 105,100 www.pegasocapitalsicav.com 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 30/05 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,050 107,210 105,620 105,720 103,280 101,140 107,060 107,220 105,640 105,730 103,340 101,200 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 30/05 EUR 30/05 EUR 30/05 EUR 111,340 114,510 152,210 111,340 114,380 152,040 Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 29/05 EUR 6,997 Nextam Bilanciato 29/05 EUR 7,452 Nextam Obblig. Misto 30/05 EUR 6,501 BInver International A 30/05 EUR 5,649 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 30/05 EUR 5,163 CITIC Securities China Fd A 30/05 EUR 5,509 Fidela A 30/05 EUR 5,724 Income A 30/05 EUR 7,201 International Equity A 30/05 EUR 7,162 Italian Selection A 30/05 EUR 5,339 Liquidity A 30/05 EUR 4,865 Multimanager American Eq.A 30/05 EUR 4,557 Multimanager Asia Pacific Eq.A 30/05 EUR 4,324 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 30/05 EUR 4,659 Multimanager European Eq.A 30/05 EUR 5,288 Strategic A 30/05 EUR 6,021 Usa Value Fund A 30/05 EUR 5,582 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com 30/05 EUR 69,550 PS - 3P Cosmic A 30/05 CHF 69,090 PS - 3P Cosmic C 30/05 EUR 113,780 PS - Absolute Return A 30/05 EUR 120,020 PS - Absolute Return B 30/05 EUR 110,940 PS - Algo Flex A 30/05 EUR 105,910 PS - Algo Flex B 30/05 EUR 86,400 PS - BeFlexible A 30/05 USD 85,100 PS - BeFlexible C 27/05 EUR 102,190 PS - Best Global Managers A 27/05 EUR 105,990 PS - Best Global Managers B 30/05 EUR 109,970 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 30/05 EUR 163,890 PS - Bond Opportunities A 30/05 EUR 122,230 PS - Bond Opportunities B 6,991 7,453 6,502 5,638 5,181 5,514 5,725 7,189 7,136 5,340 4,857 4,578 4,342 4,651 5,270 6,016 5,579 69,670 69,270 113,580 119,810 110,580 105,570 86,270 85,000 101,920 105,710 109,400 163,660 122,050 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 30/05 EUR Asian Equity B 30/05 USD Asian Equity B 30/05 USD Emerg Mkts Equity 30/05 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 30/05 EUR European Equity 30/05 USD European Equity B 30/05 EUR Greater China Equity B 30/05 USD Greater China Equity B 30/05 USD Growth Opportunities 30/05 EUR Growth Opportunities Hdg 30/05 JPY Japanese Equity 30/05 USD Japanese Equity B 30/05 EUR Japanese Equity Hdg 30/05 CHF Swiss Equity 30/05 EUR Swiss Equity Hdg 30/05 USD US Equity 30/05 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 95,750 134,410 452,720 442,270 286,250 353,740 107,200 152,570 72,430 79,340 127,870 126,870 166,330 135,360 102,790 170,980 188,330 96,360 135,270 454,630 444,160 286,350 353,830 107,680 153,230 71,930 78,800 127,800 126,800 166,250 135,700 103,050 170,830 188,190 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 29/05 EUR 6,349 6,343 29/05 EUR 5,242 5,251 29/05 EUR 6,012 6,011 23/05 EUR 828538,255 810257,239 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133523AB Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Piazza Affari GOLDMAN PROMUOVE PIRELLI BRILLANO CREVAL E SONDRIO di GIACOMO FERRARI Sussurri & Grida Finmeccanica, le regole di Moretti sugli incontri con i militari Nonostante il forte calo degli scambi dovuto alla giornata festiva, Piazza Affari si è confermata anche ieri la migliore Borsa europea, con l'indice Ftse-Mib terminato in progresso dello 0,77% e lo spread Bund-Btp fermo a 165 punti base. Piatti, invece, gli altri principali listini del Vecchio Continente, dove il clima di attesa per le decisioni della Bce di giovedì prossimo frena le iniziative degli operatori. In Italia è proseguita la corsa di Ubi Banca (+3,77%), mentre fuori dal paniere principale le indiscrezioni su una possibile aggregazione tra le due banche della Valtellina hanno messo le ali a Creval (+6,6%) e Popolare Sondrio (+5,3%). Tornando alle bluechips, Pirelli è cresciuta del 2,10% grazie al giudizio positivo di Goldman Sachs, seguita da A2A (+2,05%) che a sua volta ha incassato la promozione di Banca Akros. Terna è cresciuta invece del 2% e Unipolsai dell’1,82%. Sul fronte dei segni negativi spicca in particolare StM (-2,59%), colpita dal downgrading di Citigroup. Meno evidenti, invece, i ribassi di Atlantia (-0,64%), Ferragamo (-0,49%), Prysmian (0,41%) e Tod's (-0,40%). (f.ta.) La lettera è di poche righe, ma rappresenta una vera svolta e ha seminato scompiglio ai vertici del gruppo. Il firmatario è Mauro Moretti, il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica. I destinatari sono amministratori delegati e manager di primo livello delle controllate, da AgustaWestland ad Alenia passando per Selex e così via. La richiesta, formulata con toni cortesi ma perentori, è esplicita: ogni incontro con i principali clienti, con particolare riferimento agli alti livelli militari, va comunicato all’amministratore delegato della capogruppo spiegando le ragioni dell’appuntamento e dev’essere autorizzato. Poche righe ma più che sufficienti per creare subbuglio perché dopo l’uscita dell’ex presidente e amministratore delegato, Pierfrancesco Guarguaglini, che aveva accentrato ogni trattativa di peso per via dei rapporti consolidati con i capi di Stato maggiore, i responsabili delle varie linee di business si erano abituati a procedere in piena autonomia. La scelta di Moretti, molto probabilmente, ha più motivazioni. Da una parte è un modo per affermare in modo inequivocabile che vuole avere saldo il comando del gruppo. Poi crea le condizioni per risposte aziendali coerenti nella fase in cui alcuni interlocutori, per esempio i vertici di Marina e Aeronautica, sono in pressing con obiettivi contrastanti perché entrambi chiedono con forza più mezzi per le rispettive armi. Infine è un modo per chiudere con il recente passato, che ha visto i vertici delle Forze armate impegnarsi a promuovere i diversi candidati alla sostituzione dell’amministratore delegato uscente, Alessandro Pansa. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° Bpm al confronto con Bankitalia sul Mps, corsa contro il tempo per l’aumento (f.mas.) Corsa contro il tempo in Mps per riuscire a far parpatrimonio aggiuntivo (f.d.r.) È il primo passaggio chiave per Giuseppe Castagna. Quello in grado di cambiare i numeri della Bpm, su cui incombono i famigerati «add-ons», i requisiti patrimoniali rafforzati, imposti dalla Banca d’Italia per mettere Piazza Meda in sicurezza dopo le allegre gestioni del passato. Oggi in consiglio di gestione Castagna presenterà le misure volte a richiedere a Via Nazionale l’eliminazione dei requisiti rafforzati. È l’obiettivo principale della nuova gestione che aveva subordinato la richiesta a Bankitalia all’esito dell’aumento di capitale da 500 milioni, chiuso la scorsa settimana con il tutto esaurito. Se è solo questione di numeri, il consigliere delegato di Bpm potrebbe avere buon gioco. D’altra parte da tempo Castagna, e adesso anche il presidente del consiglio di gestione Mario Anolli, stanno preparando il terreno per ottenere la rimozione degli «add-ons». Ma per Bpm (e per Bankitalia), si sa, il problema non sono solo i numeri, che necessitano comunque di un presidio continuo, bensì la governance, dove il presidio invece appare più difficile. Ma Castagna e Anolli sono pronti ad affrontare anche questo problema. Nel fine settimana i due manager hanno detto che proveranno di nuovo a chiedere di cambiare le regole di governo della Popolare all’assemblea del 2015. La Borsa gli ha dato fiducia spingendo ieri Bpm in rialzo di oltre il 2%. Un buon segnale. Ora però Castagna e Anolli devono trovare la stessa fiducia tra i soci della Popolare. tire lunedì prossimo l’aumento di capitale da 5 miliardi. Manca un tassello fondamentale, l’approvazione in Consob del prospetto informativo, per la più grande operazione di ricapitalizzazione in corso in Italia per un istituto bancario, necessaria a Siena per ripagare 3 dei 4 miliardi di aiuti di Stato (i Monti bond) e per rinforzare il patrimonio in vista della verifica dei bilanci della Bce (comprehensive assessment). Non che alla commissione presieduta da Giuseppe Vegas non ne sappiano nulla: al contrario, com’è uso in questi casi, tra la banca, che ha presentato nei giorni scorsi la bozza di prospetto informativo, e l’authority, c’è un continuo scambio di integrazioni, di correzioni, di modifiche richieste dagli uffici della Consob. Le trattative sono intense per riuscire a centrare l’obiettivo della banca di ottenere l’ok al prospetto in tempo per partire lunedì con l’offerta al pubblico. Dopo l’ok servirà una convocazione del consiglio da parte del presidente Alessandro Profumo per approvare il prezzo dell’offerta, che si stima essere attorno al 30% di sconto (sul terp, cioè il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione). La visione «ottimistica», come la definiscono alcune fonti, è di riuscire a convocare il board per giovedì. Eventualmente c’è un’altra finestra temporale utilizzabile, fino a lunedì 16, per l’avvio dell’operazione. D’altronde l’amministratore delegato, Fabrizio Viola, si era tenuto largo parlando appunto di «metà giugno» come data di avvio dell’aumento. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]äÇ{ Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nÇ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]ÈÎä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £n]ÓÎä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]ÓäÓ VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]ÎäÈ `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]Óää i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{x i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]£nx ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]xxä LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]x «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]ÈÎä > `} 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Piacendosi, possibilmente. La cornice non è priva di significato. Anzi. E quando c’è di mezzo l’autentica grande bellezza, l’effetto è straordinario. Siamo nel contesto di «A tutto volume / Libri in festa» (6-8 giugno), l’evento che si svolge a Ragusa e ad Ibla, cuore storico della città siciliana. Qui, libri e barocco si gustano insieme. Roberto Ippolito, giornalista e scrittore, con la collaborazione di Alessandro Di Salvo per «la scelta di spazi speciali carichi di storia e di fascino», è al 4° anno di questa esperienza. Il programma spazia dalla saggistica alla narrativa. In apertura, Ippolito propone una conversazione con Alicia Giménez-Bartlett e Alessia Gazzola. Poco meno di 30 gli incontri con gli autori. Alcuni nomi: Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello (Noi che abbiamo l’animo libero, Longanesi), Innocenzo Cipolletta (Falso!, Laterza), Pietrangelo Buttafuoco Cultura (Il dolore pazzo dell’amore, Bompiani), Giancarlo De Cataldo (Suburra, Einaudi), Silvia Avallone (Marina Bellezza, Rizzoli), Corrado Formigli (Impresa impossibile, Mondadori), Gianni Berengo Gardin (Il libro dei libri, Contrasto). Chiude il sociologo Domenico De Masi (domenica), a confronto con Ippolito (per info www.atuttovolume.org). Marisa Fumagalli © RIPRODUZIONE RISERVATA ilClassico Né un romanzo né un libro di racconti, scrive Arnaldo Colasanti nell’introduzione a La commedia di Charleroi di Pierre Drieu la Rochelle (foto), ora riproposta dalla Fazi (pp. 253, 15). È invece un diario disperato, scritto nel 1934, dove si racconta lo svuotamento della vita patito da chi partecipò alla Grande guerra, ormai incapace di tornare alla vita normale. Ritratti Torna, rivista e ampliata, «Sentire le donne»: raccolta di impressioni pop senza autocensure. E Mastroianni mostrò la panciera Il canzoniere di Busi, 25 anni in Italia Divette, poeti, politici, mode e festival: mostri sacri (e non) di un Paese evanescente di ALDO GRASSO L’autore «I neonomadi metropolitani che anelano al paesello di campagna non si rendono conto pienamente dell’abbaglio e ognuno pensa di fuggire in un altrove da cui tutti stanno egualmente fuggendo — per primi gli ultimi figli degli ultimi contadini, per quanto tecnologizzati, equamente dispersi fra Scienze politiche e Arte e spettacolo, che hanno la facoltà di far dilapidare agli iscritti il patrimonio finanziario e colturale accumulato da generazioni di nonni e genitori agricoltori, casari, allevatori di bestiame, apicoltori e vignaioli abbandonati a tener duro nelle ultime fattorie a conduzione familiare rimaste senza eredi naturali e con gli indiani sikh a curare le mucche. Basta dare un’occhiata fuori dal finestrino in un punto qualsiasi dell’Autostrada del Sole...». Basta dare un’occhiata a una pagina qualsiasi di Sentire le donne. 1989-2014 di Aldo Busi per captare al volo come il quotidiano possa trasformarsi in letteratura. Sentire le donne è un libro uscito da Bompiani nel 1991. Raccoglieva alcuni reportage che Busi aveva scritto per quotidiani e settimanali, a partire dal 1989. Dovrei scrivere «celebri reportage» perché, a ogni uscita, quelle descrizioni, quegli incontri, quelle indagini suscitarono commenti, polemiche, discussioni. Di solito, in Italia, lo scrittore che collabora con i giornali ambisce solo alle pagine culturali, difficilmente si «sporca» con la cronaca, con il frammento, con le macerie, persino con il kitsch (oggi si direbbe con la cultura pop). Busi, pur costretto nelle rigide griglie dell’«impaginazione», riusciva invece a trasfigurare con inconfondibile stile la massa disordinata di tutto ciò che faceva notizia: la visita a Francesca Dellera, il meeting di Lo scrittore Aldo Busi (nella foto) è nato 66 anni fa a Montichiari (Brescia) La raccolta «Sentire le donne» è pubblicata dal Fatto Quotidiano (pp. 471, 9,70) Tra i suoi romanzi: «Casanova di se stessi» e «El especialista de Barcelona» Marcello Mastroianni interpreta Matteo Scuro in una scena del film «Stanno tutti bene» girato nel 1990 da Giuseppe Tornatore Comunione e Liberazione, il festival di Sanremo, il premio Campiello a Venezia, un incontro parigino con Marcello Mastroianni... Il libro ha avuto altre edizioni, rivedute e corrette, ma questa che esce presso l’Editoriale il Fatto ha qualcosa di più, qualcosa di decisivo: non contiene i meri reportage e le interviste così come apparvero sui giornali. Il libro è stato riscritto e integrato con tutti gli appunti e le note che non avevano trovato spazio nella lezione originale: «Episodi trovati abbozzati in certi miei quaderni saltati fuori da un baule durante un piccolo trasloco di mobili dalla casa di mia madre deceduta e in origine tralasciati per mancanza di spazio nelle varie riviste che mi commissionarono i reportage e in seguito per pigrizia allorché furono presi di peso da una parte e pubblicati in volume dall’altra». Un testo irrequieto, dunque, incontentabile secondo una nobile tradizione di opere riviste dall’autore anche a distanza di anni: dal Canzoniere di Petrarca ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni sino a Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino. Aldo Busi cronista, Aldo Busi sul pezzo, Aldo Busi a caccia di notizie. Ma la notizia è sempre e solo una: Aldo Busi che scrive su..., come succede nelle grandi riviste culturali di altri Paesi più fortunati del nostro. Per questo, il libro si ripropone sempre come nuovo. La Dellera è sparita, Dario Bellezza nessuno sa più chi sia, Marta Marzotto non smania più per essere in prima fila all’Ariston... Che importa? Valutazioni a Milano, Roma e Lugano Le pagine sono ancora vivide, più belle che mai. Non sono pagine da «legge Bacchelli» («Io a Bacchelli, che fu il primo a ricevere questa pensione di Stato, gli avrei dato due stangate, come a tutti i vecchi che da giovani hanno dilapidato ai quattro venti in abiti e scarpe su misura e poi da vecchi piangono miseria e invocano lo Stato... Gli scrittori veri non sono mai vecchi». E siccome Busi è uno scrittore vero, è facile emozionarsi ancora rileggendo l’incontro casuale con Mastroianni: «Come sta?... “Da cani” mi dice aprendosi in un sorriso che cancella ogni spavento; si slaccia collerico il bottone centrale della giacca, “tutta colpa della papaya! La papaya!”, urla, e con la destra si batte all’altezza della cintura, strabuzzo gli occhi e, apriti cie- lo, Marcello Mastroianni in panciera sopra la camicia e i pantaloni, una specie di fascia elastica da smoking ospedaliero tutta raggrinzita, color topo...». Marcello racconta i suoi guai fisici, gli interventi di un chirurgo che gli ha iniettato «miracolistiche» iniezioni di papaya per guarirlo di ernia al disco (e si sono rivelate una bufala), la consolazione della grappa. Pochi tocchi, un perfetto amalgama di cronaca e affabulazione, e Viaggi e personaggi Tra sociologia e kitsch, da Francesca Dellera a Dario Bellezza, da Franca Valeri a Carmelo Bene Mastroianni si concretizza in un ritratto da esule che raramente il cinema ha saputo donargli. Ci sono due capitoli che ho letto e riletto con immenso piacere. Il primo è quello con Franca Valeri. La signorina Snob parla di un suo grande e unico amore, Maurizio Rinaldi, musicista. Busi si scusa: «Mai sentito nominare…». E lei (imperterrita): «...un genio al quale piacevano molto le donne, tutte le donne. E del resto, scusi, sa ma a me che importava di essere amata o no? Sapevo l’età che avevo io e quella che aveva lui, i rischi cui andavo incontro. L’importante è amare, fare la propria parte fino in fondo (fino all’ultima goccia di fiele? penso io)...». L’incontro è un omaggio alla strepitosa intelligenza, all’ironia acuminata, alla grande sapienza che la Valeri ha sempre profuso: una voce salutare, grazie anche alle sue parole, appena mascherate da un sorriso d’intesa. Il secondo è quello su Carmelo Bene. Verrebbe da dire, finalmente; se Bene è ritenuto un genio, che colpa ne abbiamo noi! Scrive Busi: «Dio, come odio la gnosi, il neoplatonismo, la cialtronaggine dei guru specie se di origine terronica migratoria a Parigi! Capirai che sforzo, farcela a Parigi, quando da trent’anni sarebbe il momento di mettersi alla prova a New YorkNew York!». Ciò che rende la vita intellettuale tollerabile è l’idea che si possa uscirne. Ciò che rende un libro singolare e profondo è la sua scrittura, come se al fondo di ogni cronaca, di ogni incontro ci fosse un enigma che ama nascondersi, tra gravità e ironia. Così è per Sentire le donne. Per fortuna a Busi non interessa una ricerca del senso e non si è mai servito della letteratura per conquistare una posizione sociale. Lui direbbe: è la letteratura che si è servita di me. © RIPRODUZIONE RISERVATA I nostri specialisti saranno a Roma, Milano e Lugano in Giugno per valutazioni gratuite e confidenziali dei vostri orologi e gioielli. Contattateci per fissare un appuntamento. Valutazioni Informazioni 10 –11 Giugno 11 Giugno 12 Giugno Lugano Milano Roma Lugano Dominik Teichert dteichert@christies.com +41 22 319 17 30 Roma & Milano Lavinia Podesta lpodesta@christies.com +39 02 303 28322 ROLEX Rarissimo orologio automatico Rolex in oro 18k con secondi al centro, quadrante in smalto policromo e indici ‘stelline’. 1949. 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Si diventa davvero autori quando la tua opera ti espelle come un co r p o e s t r a n e o , n o n p i ù necessario in quanto individuo empirico. Mi chiedo, cioè, se non sia questo che ha portato Walter Siti a intitolare Exit strategy (Rizzoli, pagine 222, 18) il suo ultimo romanzo, dove r i p r e n d e e s e m b r a vo l e r congedare tutti i vertiginosi giochi di cornice tra autore e personaggio (che si chiama come lui, ma non è lui) cui ha abituato i lettori dal tempo dell’esordio con Scuola di nudo. ❜❜ Il continuo gioco di specchi tra autore e personaggio e l’analisi dell’Italia post Berlusconi A un primo sguardo, il titolo pare riferirsi al contenuto esplicito del testo: il protagonista, Walter Siti, passati i sessantacinque anni e in procinto di traslocare dall’odiosamata Roma a Milano, tenta di mettere una pietra sopra all’ossessione erotico-religiosa che lo ha costretto per tutta la vita ad adorare i corpi perfetti e innaturali dei body builder: epifanie di un divino senza il quale la realtà non è che nuda e inservibile parvenza, scialo di triti fatti, come diceva il poeta. Provvederà a questo, oltre alla minaccia di un impoverimento economico in cui si rispecchia quello del paese (Walter deve pagarli, i suoi dèi, perché siano tali), l’incontro con un trentenne che del sublime palestrato non ha nulla, e accusa perfino una schiena in sospetto di cifosi: Gerardo, che si occupa di packaging e ha tutte le stimmate della persona normale. Oddio, non proprio tutte, se Siti è il suo idolo erotico in quanto la forma del suo desiderio è quella che tecnicamente si denomina gerontofilia: che si possa uscire dalla propria ossessione solo entrando nell’ossessione altrui è già qualcosa che dovreb- Terza Pagina 25 italia: 51575551575557 be metterci in sospetto. L’altra exit strategy indagata dal romanzo è il crepuscolo degli idoli in cui consiste la fine del ventennio berlusconiano, con tutte le sue illusioni, ivi comprese quelle moralistiche e pedagogiche di chi lo ha combattuto. Al tema Siti dedica pagine in cui splende la sua consueta e mirabile attitudine saggistica, radice prima del singolarissimo impasto di riflessione e confessione che dà elasticità alla texture della sua scrittura. Infine, ma non ultimo, l’agonia straziante della madre, altra ossessione, tremenda origine di tutte le deviazioni da una norma in cui adesso, forse, gli sarà possibile rientrare: un corpo enorme, divorante, strapotente, che a poco a poco si riduce a nulla lasciando dolorosamente libero un figlio ormai vecchio e prostrato. Parrebbe funzionare, e il mondo esterno corrispondere agli auspici: nel 2013 gli tocca il premio Strega, lo choc del trasferimento a Milano è metabolizzato, con Gerardo si intravede una serenità se non una felicità possibile. Un traguardo per chi di sé diceva: «Non sono mai riuscito a distinguere l’irrealtà dalla vita superiore». Gli si apre ora la pianura sconfinata della realtà: racconterà finalmente di altro da sé, come aveva promesso nella chiusa del libro che gli ha dato il successo, Troppi paradisi? O magari niente del tutto, il silenzio, implicitamente riconoscendo la coappartenenza inscindibile, in lui, di creatività e ossessione? Non dimentichiamo però che di Walter Siti ce n’è due, il personaggio e l’autore. Il primo sostiene di aver scritto un diario; il secondo, nella Nota finale, un romanzo, in cui ha di nuovo prestato i suoi tratti a quello che qui felicemente chiama il suo «Io da esportazione». Più di tutto, questa volta, deve avergli prestato una paura: non di fallire come uomo o come autore, ma al contrario, paradossalmente, di riuscire, finendo espulso da un’opera che ruota implacabilmente intorno a un centro, l’illusione, di cui l’arte è solo la sfera più traslucida — ma quel «solo» è tutto. È davvero narrabile la realtà al di là dei nudi gloriosi? (E in parallelo: resta qualcosa dell’Italia dopo l’orgia di falsa felicità che è stata la promessa, mantenuta, di Silvio Berlusconi?). Non sarà, come in Leopardi, soltanto l’illusione a permettere di far brillare, nel senso e di risplendere e di esplodere, sia pur per contrasto, la realtà? Gli ho chiesto una volta quando scriverà la sua Ginestra. Mi ha risposto che ci sta lavorando. © RIPRODUZIONE RISERVATA La palude degli scrittori Su Corriere.it Di Paolo replica a Franco Cordelli Ancora una risposta all’articolo di Franco Cordelli sullo stato della letteratura italiana contemporanea uscito su «la Lettura» del 25 maggio. Oggi interviene Paolo Di Paolo, autore del recente Tutte le speranze. Montanelli raccontato da chi non c’era (Rizzoli). Nei giorni scorsi si sono espressi scrittori e critici: in disaccordo con Cordelli, Gilda Policastro e Paolo Sortino gli rimproverano una certa astrazione dal presente; Raffaella Silvestri e Andrea Di Consoli hanno sottolineato le lacune del sistema culturale, mentre Gabriele Pedullà e Alessandro Beretta hanno difeso la libertà critica di Cordelli. L’impossibile che cambia la vita Così fatti eccezionali hanno destabilizzato istituzioni e costumi di GILLO DORFLES Traumi L 11 Settembre 2001, New York: l’attacco terroristico alle Torri gemelle del World Trade Center (Foto La presse). «Dal maggio ‘68 alle Torri gemelle», scrive Mario Perniola in «Miracoli e traumi della comunicazione», «ogni evento viene vissuto come un’imprevedibile epifania». a storia non ha quasi mai un andamento rettilineo, non solo per chi ne è il protagonista, ma per chi ne valuta gli accadimenti dall’esterno in un secondo tempo. È per questo, anzi, che molto spesso i dati storici ci sorprendono a posteriori e ci chiediamo come mai non corrispondano a quel processo che a noi sembrerebbe il più legittimo. Ma, se questo è il caso più comune, tuttavia, ci sono dei casi che vanno al di là della normale procedura che a noi sembrerebbe una ragionevole successione dei fatti; e spesso questa accidentalità è proprio quello che cambia inaspettatamente il procedere degli eventi. Ne abbiamo molti esempi sotto gli occhi; e del resto basta leggere attentamente un testo storico, senza pregiudizi «di parte», per scoprire una quantità di contraddizioni che rendono più affascinante la vicenda storica. Ma esistono anche dei casi anomali, rispetto alla già indicata norma: dei casi inattesi che fanno deviare quello che sembrava il percorso storico, dovuti a corrispondenze imponderabili sociologiche, economiche, religiose ecc... e in definitiva antropologiche. È interessante a questo punto, anzi avvincente, il recente saggio di Mario Perniola Miracoli e traumi della comunicazione (Einaudi, pp. 153, 10), che già altre volte ci aveva colpito per la sua acutezza nell’affrontare i problemi della comunicazione. Ed è proprio l’aspetto comunicativo di alcuni fatti storici dell’ultimo cinquantennio a costituire il nucleo di questo saggio che ci rivela alcune anomalie storiche, quali prezioso fattore comunicativo della recente storia. Il fatto di definire Miracoli e traumi della comunicazione la sua indagine riferita a recenti eventi quali il «maggio francese del ‘68», la caduta del Muro di Berlino del 1989, le Twin Towers (Torre gemelle) di Manhattan dell’11 settembre 2001, dimostra come queste circostanze — senza possibilità di spiegazione razionale — costituiscono un tipo di comunicazione: «schiacciata su un presente senza senso storico, che sembra non lasciare alcuna traccia di conoscenza per il futuro». E allora ancora una volta, potremo affermare che nel regno della comunicazione, quello che conta è soprattutto l’aleatorietà comunicativa, lasciando da parte ogni «ragion d’essere» che possa giustificare quanto avviene al di là della normale azione, resa più anomala da un fattore comunicativo precedentemente inatteso. Si consideri soltanto l’evento delle Twin Towers di Manhattan: un evento del tutto improbabile come gli altri due citati da Perniola — il maggio ’68 francese e la caduta del Muro di Berlino — per rendersi conto come parecchi di questi casi appaiano del tutto imprevedibili. È soltanto la loro gratuità che costituisce la vera motrice del loro potere comunicativo, al di là di ogni ragione politica, sociologica, religiosa. Ed ecco allora come un gesto patologico o trasgressivo possa costituire un mutamento di indirizzi per tutta la prassi sociale e l’interpretazione antropologica dello stesso. Queste considerazioni costituiscono, dunque, degli esempi dove la comunicazione supera ogni vera e propria azione, così da rappresentare una naturalità per sé stante. Il prevalere del fattore comunicativo su quello operativo è certamente una condizione non riferibile al passato; non solo per l’avvento dei mass media, ma per l’importanza stessa della nostra esistenza Prospettive È nato un regime di storicità caratterizzato da fenomeni vissuti come miracoli o traumi A Treviso Selezionati i sei finalisti del Premio Comisso Dedicata allo scrittore una mostra di inediti Treviso ha dedicato due giorni al ricordo dello scrittore Giovanni Comisso con conferenze di Anna Modena (università di Pavia) e Rolando Damiani (di Venezia) e un’esposizione di inediti in corso al Museo Civico (ex chiesa di Santa Caterina). Sono stati anche selezionati i sei finalisti della XXXIII edizione del Premio letterario Giovanni Comisso. Nella sezione narrativa sono: «Tevere» di Luciana Capretti (Marsilio); «Ultimo viaggio di Odoardo Bevilacqua» di Alberto Cristofori (Bompiani); «La gemella H» di Giorgio Falco (Einaudi). Per la biografia: «Garibaldi» di Pierre Milza (Longanesi); «Helen Hessel» di Marie F. Peteuil (Baldini & Castoldi); «Ernst Jünger» di Heimo Schwilk (Effatà). La Grande giuria popolare voterà i vincitori nella finale del 27 settembre. e della discrepanza tra azione e informazione. Lo stesso fluttuare di notizie in ogni angolo più remoto del mondo civile fa sì che non si resti quasi mai più colpiti dalle stesse, senza rendersi conto che proprio l’insolito avvicendarsi delle stesse costituisce la base della nostra contemporanea esistenza. Ecco allora com’è possibile che, già oggi, il nostro giudizio si venga ad alterare quasi — per citare le parole dell’autore — come se si trattasse non solo di normali notizie, ma di Miracoli e traumi della comunicazione. In un certo senso quell’aspetto «miracolistico» davanti a deficienze informative o davanti a eventi fuori dalla norma, finisce per fare buon gioco e per appagare la sete di anormalità, del «magico» e dell’esoterico; e questo giustifica perché il termine logico del panorama, non tenga più conto di quegli elementi paranormali, religiosi, «misteriosofici», che alle volte sono sufficienti a soffocare addirittura la normale comunicazione. Forse, l’irrazionalità che tali eventi esprimono fa sì che gli stessi, alimentino proprio quei dati anomali e persino incredibili, dai quali l’uomo viene necessariamente coinvolto, anche senza rendersi conto che da sempre sono stati alla base delle grandi correnti mistiche e religiose dell’umanità. Ancora una volta il percorso storico può supplire alla mancanza di fantasia e alla scarsità della fede. © RIPRODUZIONE RISERVATA Novecento Propaganda e satira in «Dittatori al cinema» di Stefano Giani (Gremese) I totalitarismi sul grande schermo da Chaplin a Wajda e Spike Lee di PAOLO BELTRAMIN I l Novecento è stato il secolo delle dittature, e del cinema. Fin dall’epoca del muto, i regimi totalitari hanno saputo utilizzare al meglio la macchina da presa per consolidare il potere, influenzare le masse, aumentare il consenso. Ma la democrazia, anche su pellicola, è riuscita a ribaltare le forze in campo. La danza di Charles Chaplin col mappamondo nel Grande dittatore, la parabola della bimba col cappottino rosso di Schindler’s list, il volto anonimo e indimenticabile del capitano della Stasi protagonista delle Vite degli altri: il cinema ha contribuito in modo determinante a costruire l’idea di dittatura nell’immaginario collettivo, rinforzando in qualche modo i nostri anticorpi, almeno quanto i diari, le testimonianze, le memorie «reali» che ci sono stati tramandati dai sopravvissuti. In Dittatori al cinema. I totalitarismi europei sul grande schermo (Gremese, pp. 156, 19,50), Stefano Giani realizza una mappa rigorosa e sorprendente di questo intreccio tra racconto e storia, arte e politica. Il risultato è un libro di critica e cronaca cinematografica, ma anche un saggio di storia sociale. Centinaia i film al vaglio del ricercatore, per essere proposti alla curiosità del lettore-spettatore. Capolavori del muto che preannunciano l’arrivo della catastrofe, come Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene e il Dottor Mabuse di Fritz Lang; classici hollywoodiani come Vincitori e vinti di Stanley Kramer, accanto a piccoli grandi film italiani spesso dimenticati, dalla Lunga notte del ’43 di Florestano Vancini a L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo. Sul grande schermo scorrono le immagini di adunate di massa e rastrellamenti, colpi di Stato e vita quotidiana, collaborazionismo e resistenza. Il realismo non è affatto un denominatore comune, anzi il racconto della dittatura attraversa i generi più lontani, dal melodramma dell’Ultimo metrò di François Truffaut, storia d’amore, d’avventura e di teatro nella Francia occupata dai nazisti, fino a oltrepassare i confini del fantasy nel Labirinto del fauno di Guillermo del Toro, dove «fiaba, storia e mito si sposano e si accavallano in una contaminazione dei generi» e dei linguaggi, tentativo dolce e durissimo di raccontare la Guerra civile spagnola anche ai più piccoli, attraverso il sogno e l’incubo, i colpi di scena dei film di genere e lo spettro incombente del Saturno che divora i suoi figli di Goya. Colpisce, in questi tempi di supremazia dei supereroi al cinema, o al limite di storie intimistiche su architetti e avvocati in crisi esistenziale, l’irrompere della tragedia del Novecento in molti film girati Doppio ruolo Charlie Chaplin (1889-1977) in una scena de Il grande dittatore (girato e distribuito negli Stati Uniti nel 1940, alla vigilia dell’entrata in guerra), diretto dallo stesso Chaplin, che nel film interpreta due ruoli: quello di Adenoid Hynkel, dittatore di Tomania (sopra) e di un barbiere ebreo perseguitato dai nazisti dopo il 2000. Molte di queste opere, però, sono state praticamente ignorate dagli spettatori. Il libro di Giani è un’occasione per rivalutarle, o più semplicemente andarle a cercare per vederle una prima volta. Due su tutte: Katyn di Andrzej Wajda, «uno squarcio di verità» su uno degli episodi più importanti (e a lungo meno conosciuti) della storia della Seconda guerra mondiale, «forse unico caso al mondo di informazione-disinformazione-controinformazione allo stesso tempo. Un’eccezione che riunisce in sé gli aspetti più squallidi e dequalificanti di un intero secolo», scrive Giani; e Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee, film epico, imperfetto, squilibrato, l’omaggio appassionato e sconclusionato di un maestro del cinema civile a un’altra pagina apparentemente secondaria, ma in realtà centrale nella storia dell’uomo. Il cinema, si sa, è fatto della materia di cui sono fatti i sogni e gli incubi; per questo lo sguardo dello storico può essere così prezioso. Milioni di spettatori, in Unione Sovietica, hanno fatto la fila al cinema per vedere La caduta di Berlino di Mikhail Ediserovic Ciaureli, cantore ufficiale del regime e maestro riconosciuto del cosiddetto «realismo socialista»; e quegli spettatori si sono commossi davanti all’ultima scena, che mostrava Stalin in trionfo, alla guida dell’Armata Rossa, entrare a Berlino nell’aprile del 1945. Evento completamente inventato. Eppure a suo modo reale, quanto sono state reali, nei loro effetti, tutte le piccole o enormi falsità costruite dalle dittature, anche nel buio della sala cinematografica. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile RISCHIO DEFLAZIONE ✒ Dopo sette anni sono bastati dieci minuti per far giurare tutti i neo-ministri e permettere ad Abu Mazen di proclamare: «Finiscono le divisioni che hanno causato danni catastrofici alla nostra causa nazionale». I palestinesi hanno un nuovo governo che per metà è come quello vecchio, cambia nel nome e negli intenti: rappresenta la ritrovata unità tra il Fatah del presidente e Hamas che dal 2007 ha dominato la Striscia di Gaza. La concordia è ancora fragile, hanno litigato fino all’ultimo, rischiano di non smettere. Il premier Rami Hamdallah, il professore di linguistica già a capo del governo uscente, è un tecnocrate come gli altri sedici componenti, compresi i quattro che vivono a Gaza, che sono stati indicati da Hamas e non hanno potuto partecipare all’insediamento perché Israele non ha concesso i lasciapassare. Tecnocrati senza dichiarate appartenenze di partito o fazione per evitare le sanzioni internazionali. A Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, non basta e ha già dichiarato di non voler cooperare con il nuovo esecutivo: i negoziati sono stati sospesi alla fine di aprile proprio dopo l’annuncio dell’intesa tra i gruppi palestinesi. Gli europei e gli americani aspettano, per ora non sembra che taglieranno i contatti (e le linee d’aiuti). Abu Mazen deve riuscire a muoversi con cautela tra le minacce di Netanyahu e le dichiarazioni dei leader di Hamas. Ismail Haniyeh, appena lasciato il posto di primo ministro a Gaza, annuncia: «La resistenza continuerà, abbiamo un esercito pronto a combattere». Subito gli israeliani ricordano che fin dagli accordi di Oslo la prospettiva è quella di una Palestina demilitarizzata: «Come la mettiamo con i 12 mila missili accumulati nella Striscia?». È improbabile che il successore di Yasser Arafat voglia affrontare con le armi le brigate di Hamas (la divisione è cominciata con una guerra interna, vinta dai fondamentalisti), è però consapevole che anche la comunità internazionale pretende la rinuncia alla violenza. Se gli estremisti continueranno a lanciare razzi contro Israele, rischiano questa volta di far saltare pure la ritrovata unità palestinese. Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA MAZZETTE PER I MONDIALI IN QATAR LA FIFA NON ESITI A FISCHIARE FUORIGIOCO ✒ Il 2 dicembre 2010 il comitato esecutivo della Fifa, la potente Federazione internazionale di calcio, ha assegnato il Mondiale del 2022 al Qatar. Il primo ad arrabbiarsi fu Barack Obama, il presidente degli Usa che, con occhio lungo, sentenziò: «La Fifa ha preso una pessima decisione, una scelta sbagliata». Aveva ragione lui, perché da quel giorno il Qatar e la Fifa sono sempre andate in fuorigioco. Prima s’è scoperto, con scarso senso dell’umorismo, che in Qatar fa caldo e giocare in stadi costruiti nel deserto, con una temperatura che balla tra i 30 e i 45 gradi, si fatica un po’. Quindi, è partita l’azione diplomatica di Sepp Blatter, il presidente della Fifa, per convincere gli organizzatori a spostare il Mondiale in inverno. Sono ancora lì che discutono. Poi, senza indagare tanto in profondità, si è intuito che sono volate mazzette miliardarie (il compagno Greganti l’avrebbe capito prima e con maggiore perspicacia). Il Sunday Times, che ha scoperchiato il malaffare, ha fatto un lavoro giornalistico di estremo interesse ma ha agito su un campo molto fertile che aveva fatto già emergere l’olezzo, un po’ come se si vivesse in «una terra dei fuochi sportiva». Voci, sospetti, indiscrezioni, denunce più o meno nascoste, più o meno timide, avevano già fatto capire l’aria (inquinata) che tirava. Ora il sospetto è diventato certezza. Il Qatar ha conquistato il Mondiale del 2022 col trucco, sono state verificate e intercettate finora mazzette per 5 milioni di dollari. Si può star sicuri che quella cifra si ingrosserà, come un fiume in piena. Una previsione fin troppo facile se si pensa che il giro d’affari messo in piedi dal Qatar per realizzare il suo sogno mondiale supera i 60 miliardi di dollari. La Fifa ha aperto un’inchiesta sull’ipotesi di corruzione, ha promesso tempi stretti. Le commissioni, se lavorano bene e in profondità, hanno mezzi superiori ai giornali. Il presidente Blatter vada all’attacco, lui conosce bene il contropiede e, tralasciando per un attimo diplomazia elettorale e affari, prepari un’alternativa al Qatar. Provi a telefonare a Cameron o a Obama, troverà accoglienza (e una temperatura più mite). E che di fronte a ciò non sa che farsene di qualunque intellettualismo più o meno palingenetico, di qualunque sogno di «società cristiana», per prendere piuttosto la strada della concretezza, del cambiare ciò che è possibile ma provandoci davvero. Una versione dominata dalla dimensione del giovanilismo, abituata più che al partito al piccolo gruppo, mossa da un agonismo irrequieto mirato alla vittoria, fiducioso nelle proprie forze e pronto a misurarsi con l’azione; pienamente a suo agio con gli strumenti e i ritmi della modernità. Una versione da boy scout, quella del cattolicesimo di Renzi, che trova una spia quanto mai significativa non solo nell’uso continuo che il presidente del Consiglio fa del «tu» e del termine «ragazzi» — che si tratti dei giornalisti o dei suoi collaboratori — ma soprattutto nell’assai percepibile dimensione del capobranco, dell’Akela, che egli incarna rispetto a coloro che gli sono più vicini, ai fedelissimi dell’inner circle. Ma altresì, viene da pensare, una versione di cattolicesimo efficiente e compassionevole, «simpatico» e «semplice», che oggi, nell’epoca di papa di ALAN FRIEDMAN I l pericolo deflazione c’è. Ed è oramai chiaro per tutti in Europa. Per un’Italia ancora in un periodo di stagnazione (o di fievolissima ripresa), e con il carico di un debito nazionale molto elevato, la trappola di prezzi in discesa, accompagnati da una crescita modesta se non inesistente, è particolarmente insidiosa. La morsa di deflazione e stagnazione potrebbe rivelarsi micidiale per l’intera zona dell’euro. Il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, sta predisponendo le sue mosse in previsione del 5 giugno quando annuncerà la politica di Francoforte in merito a tassi e sostegni alla ripresa economica. Lo scenario finanziario-economico è problematico: l’euro è troppo forte e la crescita è troppo debole, mentre le banche non aiutano le piccole e medie imprese. Ed è per questo che le attese sono perché tra pochi giorni si proceda a misure inusuali iniziando una guerra contro deflazione e stagnazione, possibilmente attraverso iniziative straordinarie, «bombe a grappolo» secondo la definizione anglosassone, firmate dalla Bce. In Italia, l’economia rimane debole. La Banca d’Italia lo ha detto bene in questi giorni: «L’uscita dalla recessione è travagliata, la ripresa fragile e incerta». Nel nostro Paese, come altrove in Europa, un tasso di inflazione dello 0,5% o dello 0,7% è un problema. Un po’ di crescita di prezzi è salutare per l’economia. L’inflazione a bassi livelli funziona come un lievito, mentre La deflazione è nemica della crescita. Una discesa dei prezzi marcata è particolarmente nociva per chi ha un debito elevato, come l’Italia: l’Ocse per il 2014 prevede il rapporto tra indebitamento e Prodotto interno lordo al 134,3%. E la deflazione funziona così: prima scendono i prezzi, poi i consumatori rinviano i consumi, poi la domanda interna scende ancora, e poi i prezzi scendono ancora. Ma i 2.100 miliardi del debito non calano, essi rimangono. E lo Stato avrà meno introiti dal Fisco perché la crisi è peggiorata ma deve pagare lo stesso gli interessi sul debito. Dovrà tagliare le spese rallentando ancora l’economia, in una spirale negativa continua. Tanto più se, come accaduto ieri, l’Europa chiede all’Italia «sforzi aggiuntivi» per tenere in ordine i propri conti pubblici. Nel Belpaese il quadro è quindi quello di una domanda interna che rimane debole, mentre la forza dell’euro contro il dollaro rallenta le esportazioni e danneggia il Made in Italy, la disoccupazione è quasi il doppio del 2008 e alle imprese non resta che registrare una situazione dove di denaro ne gira poco e comunque non a sufficienza. Ecco spiegato un tasso di crescita del Pil nei primi due trimestri tra -0,1% e +0,3%: un periodo di sostanziale stagnazione, altro che ripresa. Si aggiunga a questa realtà macroeconomica la deflazione e si rischia davvero un «decennio perso» alla giapponese, un periodo prolungato di stagnazione, di elevata disoccupazione, di impoverimento e declino. Peggio: si rischia un secondo decennio perso, visto che possiamo quasi già cancellare il 2007-2017 come un periodo di sostanziale mancata crescita. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha parlato in questi giorni della «pernicious negative spiral», la perniciosa spirale negativa, di bassa inflazione e poco credito. Il tasso di inflazione nella zona euro è intorno allo 0,7 per cento, meno della metà dell’obiettivo posto dalla Bce del due per cento. ❜❜ Una serie di iniziative straordinarie per cui sarà necessario utilizzare l’arsenale della Banca centrale europea Francoforte è ben consapevole dei rischi che sta correndo l’economia dell’intera zona euro in questo momento, e presto Draghi dovrà agire in modo sorprendente quanto efficace. L’arsenale potenziale della Bce comprende: un taglio del tasso di interesse, forse in territorio negativo; (a un certo punto) l’iniezione di liquidità sui mercati attraverso l’acquisto di titoli; nuove linee di credito pluriennali alle banche a interessi favorevoli ma legati alla condizione che questi fondi vengano utilizzati in favore soprattutto delle piccole e medie imprese in difficoltà. Il pericolo è reale. E senza una serie di azioni dure e massicce da parte della Bce, la morsa stagnazione e deflazione sarebbe garantita. Qualche forma di quantitative easing ci deve essere in Europa, quale che sia la strada bisogna iniettare liquidità. L’obiettivo di Draghi e dei suoi colleghi è far capire ai mercati che l’euro è sopravvalutato in questo momento, e incentivare o motivare le banche ad aiutare le piccole imprese che in mezza Europa stanno soffrendo. Per una banca centrale si tratta di misure radicali, e senza precedenti per quella europea. Ma proprio per questo si capisce quale pericoloso momento stiamo vivendo. Alla Banca centrale europea, stanno pensando di usare davvero il loro arsenale. E giovedì, quasi sicuramente, ne vedremo un’anticipazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Daniele Dallera © RIPRODUZIONE RISERVATA RENZI E L’EREDITÀ DEMOCRISTIANA IL CATTOLICESIMO DI UN BOY SCOUT SEGUE DALLA PRIMA L’argine che prepara Mario Draghi contro il pericolo dei prezzi in discesa BEPPE GIACOBBE L’UNITÀ PALESTINESE PUÒ AVERE SUCCESSO SE LE PARTI RINUNCIANO ALLA VIOLENZA Francesco, è forse il solo cattolicesimo politicamente declinabile e spendibile. Il Pd deve la propria inaspettata affermazione a un leader singolare come Renzi — singolare rispetto a tutto il passato di tale partito —. Un leader che qualunque sia la sua parabola futura ha però già ottenuto un risultato con ogni probabilità non passeggero per quel che riguarda il nostro sistema politico. Finora, infatti, una decisiva debolezza del bipolarismo italiano stava nella circostanza che esso aveva visto una volta almeno un grande successo della Destra, ma mai però qualcosa di analogo da parte della Sinistra storicamente tale. Da qui, su questo versante dello schieramento politico, dubbi e riserve più o meno taciti a proposito del bipolarismo medesimo. Dubbi e riserve che da oggi in poi però, dopo la vittoria del 25 maggio, difficilmente avranno più ragione di essere. Renzi, infatti, ha dimostrato che anche il Pd, il partito della Sinistra, può avere la meglio da solo in una competizione elettorale. Che proprio il bipolarismo, cioè, può come nessun altro sistema aprirgli la strada del potere. Già questo non è un risultato da poco. Ernesto Galli della Loggia © RIPRODUZIONE RISERVATA PROCREAZIONE Fecondazione assistita, diritto da difendere di GIORGIO LAMBERTENGHI DELILIERS C aro direttore, quando è incominciata la grande avventura della procreazione assistita (con la nascita di Louise Brown, il 25 luglio 1978) per la prima volta nella storia dell’umanità la scienza si è sostituita alla natura. Non l’ha fatto ciecamente, ma anzi si è ripromessa di «copiare» i suoi meccanismi, pur usando le tecnologie per superare quegli ostacoli che impediscono il concepimento e l’avvio di una normale gravidanza. La procreazione medicalmente assistita quindi non è «contro la natura», come affermano gli ideologi più rigidi, ma è un aiuto alla natura. E anche la fecondazione eterologa va nel corso naturale della storia dell’uomo e non riconoscerla, né ammetterla rappresenta una violazione di quel diritto di maternità o paternità profondo e insopprimibile dell’uomo, soprattutto in quelle coppie che sono irrimediabilmente sterili. Infatti il desiderio di avere un figlio nasce da quell’impulso necessario e indispensabile che l’uomo sente affinché la propria «razza» non si estingua. Una volta generare un figlio veniva considerato un dono, oggi invece, alla luce del progresso scientifico, diventa un diritto, che può essere soddi- sfatto. L’adozione è sempre più difficile e complicata per la macchinosità burocratica, la rigidità dei tribunali, i costi enormi e i sacrifici che i genitori adottivi devono affrontare. Ecco allora che le giovani coppie sterili (ogni anno più di 16.000) si rivolgono ad un Centro di Fisiopatologia della Riproduzione e, per coloro definiti sterili per mancanza totale di ovuli o spermatozoi, oggi esiste la possibilità di accedere alla fecondazione con gameti eterologhi, secondo quanto stabilito dalla recente sentenza della Corte costituzionale. La fecondazione eterologa è considerata dai più agguerriti difensori dell’ortodossia cattolica contraria alla dignità della persona e del matrimonio, e quindi eticamente illecita, perché soddisferebbe solo un desiderio egoistico di diventare papà e mamma, una tecnologia che stravolgerebbe il rapporto tra un figlio e i suoi genitori. Affermazioni gratuite di chi ritiene la maternità un privilegio delle persone cosiddette «fertili»; che suonano come un affronto al giusto desiderio di una coppia di completare il disegno famigliare; che colpevolizzano una madre che desidera procreare con tutti i sacrifici che ciò comporta. Si grida allo scandalo dimenticando che il vero scanda- lo nella nostra società sono la pedofilia e il dramma dell’aborto. Ancora, si è affermato che con la fecondazione eterologa viene stravolto il principio di genitorialità naturale, nonché il diritto dell’embrione a riconoscere i propri genitori e a riconoscere in essi le proprie origini genetiche. Come dire che tutti oggi possono contare su certe e non incerte origini! Affermazione un po’ curiosa che dimentica il considerevole numero di padri «putativi» consci o non consci che il figlio che hanno allevato con amore non gli appartiene geneticamente. Si pensi anche alle famiglie dei diseredati del terzo mondo nelle quali i bambini sono numerosi e allevati con amore dalle mamme, nonostante la paternità sia spesso ignota e frutto a volte di una violenza carnale. Alessandro Manzoni, nato da un rapporto extraconiugale della madre, la vivacissima Giulia Beccaria, ebbe sempre un ricordo deferente e affettuoso verso il padre «putativo» Pietro, notoriamente impotente! E soprattutto non ebbe problemi psicologici, come oggi si afferma, per non aver conosciuto il vero genitore biologico. Professore emerito di Ematologia all’Università degli Studi di Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 27 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere COME NASCONO LE GRANDI UNITÀ GERMANIA IERI, EUROPA DOMANI Risponde Sergio Romano Perché non fare un parallelo tra le attuali vicissitudini dell’Europa Unita, con i problemi che dal 1866 al 1870 hanno angustiato i principi, granduchi e sovrani tedeschi degli Stati minori che dovevano cedere inevitabilmente la loro autonomia alla Lega degli Stati del Nord e alla Prussia? In fondo mi sembra che ci siano delle similitudini: penso alla Baviera, a Re Luigi II, al Baden. E penso che ci fosse anche del patriottismo nei tormenti di questi Sovrani e dei loro popoli. Nemmeno Guglielmo I era molto convinto. Michele Pezzetti michele.pezzetti@libero.it BEPPE GRILLO Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Pezzetti, l confronto più frequente è quello fra i moti tedeschi del 1848 e quelli italiani dello stesso anno. Vi sono molte somiglianze, ma anche una importante differenza. Con due eccezioni (il Regno di Sardegna e il papato) gli Stati italiani appartenevano a dinastie di origine straniera: gli Asburgo a Milano e Venezia, i BorboneParma a Parma e Piacenza, gli Asburgo Este a Modena e a Reggio, gli Asburgo-Lorena a Firenze, i Borbone di Spagna a Napoli e a Palermo. In Germania, invece, le dinastie erano tedesche e furono tutte colte di sorpresa dal sentimento unitario che esplose nel marzo del 1848 e prese corpo a Francoforte, il I 18 maggio, in un’Assemblea Nazionale convenuta nella chiesa di San Paolo. L’obiettivo, condiviso da buona parte dei deputati, era quello di rompere il legame organico con Vienna e sciogliere gli Stati tedeschi dal rapporto di sudditanza che li univa all’imperatore Asburgico. Lo Stato che sposò questa causa, dopo qualche esitazione, e ne divenne il più fermo rappresentante fu la Prussia degli Hohenzollern. Il progetto non piacque probabilmente ai re di Sassonia, Württemberg e Caro Romano, il poeta e scrittore statunitense di origine tedesca Charles Bukowski ebbe a dire che il problema è che le persone intelligenti sono piene di dubbi mentre le persone stupide sono piene di sicurezza. Il mio pensiero è subito andato a Beppe Grillo, il Beppe Grillo al culmine dei suoi urlati proclami. Morale: dovremo allora ribattezzarlo Beppe Grullo? che se vogliono essere in piena comunione con la Chiesa devono seguire la linea del Papa. Giovanni Paolo II è stato criticato dai tradizionalisti di monsignor Lefebvre e allo stesso tempo dai teologi progressisti come Hans Kung. E anche papa Benedetto XVI ha avuto non poche incomprensioni. Dal punto di vista dottrinale papa Francesco è in linea con i predecessori ed è logico che abbia una percentuale di critiche e di incomprensioni. governo ha ribattuto che si ritornerebbe allo stesso prelievo del 2012, dovendo considerare anomalo il 2013, a causa della soppressione dell’Imu. Ha però dimenticato di dire che nel 2013 è stata aumentata l’Iva di un punto. Se con la Tasi si ritorna ai livelli del 2012, giustizia vorrebbe che si annullasse l’aumento dell’Iva! Leone Pantaleoni lpanta@alice.it Ivan Devilno ivandevilno@yahoo.it Piera Bonadonna piera.bonadonna@hotmail.it Sicurezza eccessiva Scherzare con garbo è sempre lecito. Penso che a Beppe Grillo, se è uomo di spirito, questa lettera non dovrebbe spiacere. CRITICHE A PAPA FRANCESCO Il clero e i fedeli Talvolta si sente dire che il magistero di Papa Francesco troverebbe resistenze in alcuni settori della Chiesa, sia nel clero sia fra i fedeli. Da sempre nella Chiesa esistono frange minoritarie di tradizionalisti, conservatori e progressisti che seguono strade diverse per arrivare allo stesso traguardo. Tutti, infatti, sono consapevoli GIÀ DIMENTICATO PREOCCUPAZIONI Aumento dell’Iva Riforma del catasto Bankitalia ha segnalato che con l’introduzione della Tasi, la tassazione sugli immobili aumenterà anche del 60% rispetto allo scorso anno. Il Sono preoccupatissima della riforma del catasto, annunciata dalla presidenza del Consiglio. Il governo promette che non vi sarà un aumento delle imposte La tua opinione su sonar.corriere.it Il Commissario tecnico Prandelli ha escluso Giuseppe Rossi dai Mondiali di calcio. Siete d’accordo? Baviera. Ma i grandi successi militari contro l’Austria nel 1866 e la Francia nel 1870 garantirono al re di Prussia la corona imperiale. Gli altri regni sopravvissero all’interno di una Confederazione che era divenuta ormai il Secondo Reich e furono travolti dalle rivoluzioni scoppiate in molte città tedesche dopo la sconfitta del 1918. Anziché essere un patto fra regni, la Germania, da quel momento, fu una repubblica federale. Grazie a un paradosso storico la Germania venne unificata sui campi di battaglia da due vittorie e una sconfitta. Sopravvive nella storia di questa progressiva unificazione lo status particolare della Baviera. Sino al- la Grande guerra aveva le proprie sedi diplomatiche e il suo re era comandante delle forze armate in tempo di pace. In una Germania divenuta repubblica, la Baviera continuò a difendere la propria eccezionalità anche dopo la Seconda mondiale e ama definirsi ancora oggi un «Freistaat», uno Stato libero. Spero, caro Pezzetti, di avere risposto implicitamente alla sua domanda. L’unificazione della Germania, come quella dell’Italia, fu il risultato di guerre interne ed esterne. L’unificazione dell’Europa sarà il risultato di un laborioso e paziente processo d’integrazione. Richiederà più tempo, ma meno sangue. sulla casa, ma una distribuzione del prelievo più rispettosa del valore reale degli immobili. Purtroppo l’esperienza ci insegna che dobbiamo diffidare da certe promesse, regolarmente e spudoratamente disattese. d’oro agli investitori. Chi ha orecchie per intendere, intenda. Il Presidente della Brembo, multinazionale italiana leader della produzione di freni per vetture d’alta gamma, nel corso di una cerimonia per l’inaugurazione di un nuovo impianto negli Usa, ha affermato: negli Usa la competitività è molto elevata grazie a costi ridotti di materie prime ed energia, c’è poca burocrazia, le tasse sono più basse e molti Stati fanno ponti SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Si Le raccomandazioni dell’Europa: più tasse su consumi e casa e minore pressione fiscale sul lavoro. Siete d’accordo? 35 No 65 Le barriere in cemento armato («New Jersey», Nj) nel tratto RoncobilaccioBarberino del Mugello della A1 sono state poste sotto sequestro perché il calcestruzzo è deteriorato in più punti, i ferri di armatura sporgono arrugginiti dalle strutture, mancano giunti di collegamento, alcuni elementi sono disallineati e i cordoli sembrano corrosi (Corriere, 29 maggio). Il calcestruzzo non è impermeabile: l’acqua piovana, ricca di ossigeno, penetra nel calcestruzzo e va a fare arrugginire i ferri. Sull’autostrada Torino-Milano, ad esempio, il Nj è stato trattato in superficie per impermeabilizzarlo. Il Nj, nei viadotti e nei ponti, deve essere imbullonato alla sede stradale. Il Nj sull’autostrada Napoli-Bari, in provincia di Avellino, che non trattenne l’autobus nel luglio 2013 (40 morti e 10 feriti) non era imbullonato alla sede stradale e non aveva la sovrastruttura metallica che, oltre a irrobustire la struttura, impedisce lo scavalcamento da parte dei mezzi pesanti. Mario Scarbocci, San Donato Milanese Tecnologia e disoccupazione oggi alcuni scrittori vendono direttamente i loro libri dal sito. Questo significa niente pioppeti, niente cartiere, niente tipografie niente editore e niente librerie. Una bella botta alla occupazione solo nel campo librario! Difficile trovare una soluzione occupazionale alternativa qui, come in altri settori sempre più automatizzati e informatizzati. Il problema è enorme, soprattutto per i giovani che sempre di più dovranno riuscire a inventarsi il lavoro. Roberto Nuara, roberto_nuara@tin.it Ho avuto in regalo un tablet per e.book con già sette libri scaricati. Non ci credevo, ma utilizzandolo ho scoperto la notevole praticità dell’oggetto. A parte questo, ho riflettuto sul danno occupazionale che questa modernizzazione comporta. Già Elezioni e orari di apertura dei seggi Come segnala un lettore sul Corriere di ieri, in Egitto già esiste il voto elettronico. E anche qui in Belgio. Si vota dalle 8 del © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. 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Interventi & Repliche Le barriere in cemento armato di Dacia Maraini Luciano Tempestini, Mestre Affrontare i problemi Imitare gli Stati Uniti Il sale sulla coda Durante la parata militare del 2 giugno a Roma mi ha fatto piacere notare che le donne soldato portavano i capelli raccolti in un pratico chignon sulla nuca. E mi sono chiesto perché le appartenenti alle forze dell’ordine (polizia, finanza, polizia urbana) durante le attività di servizio non seguano lo stesso criterio evitando di esibire sotto il berrettino delle chiome fluenti fino a metà schiena, disinvolto atteggiamento che stona con il buon gusto e con la divisa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cesare Mercandino, Milano SUGGERIMENTI / 1 E-mail: lettere@corriere.it oppure: www.corriere.it oppure: sromano@rcs.it na cosa straordinaria è successa a Nola, me lo spiega Angelo Amato De Serpis, il direttore dell’associazione Meridies per la difesa del territorio: Facendo i lavori per una costruzione nella località Croce del Papa, al confine tra i comuni di Nola e Saviano, è stato scoperto un villaggio dell’Età del Bronzo Antico, seppellito dall’eruzione delle Pomici di Avellino (1860-1680 a.C.). Ma la cosa singolare , unica al mondo, consiste nel modo in cui si è conservato il villaggio, con tutte le sue strutture perfettamente visibili, i suoi suppellettili, i suoi viottoli, i suoi recinti per gli animali. «Il fatto è che alcune ore dopo l’inizio dell’eruzione, quando il villaggio era già stato ricoperto da un metro di pomici e ceneri, è stato investito da un’alluvione fangosa che, penetrata all’interno delle capanne, ne ha inglobato le strutture». Insomma, come si fa con i volti dei morti le cui sembianze si vogliono conservare, il fango ha effettuato un vero e proprio calco delle strutture in legno e paglia, ridando forma a tutti gli oggetti presenti: vasi, forni, cibi, stuoie. Sembra il racconto di un sogno stregato, di quelli inventati da certi scrittori dell’orrore. Un mondo svuotato di uomini scappati via, imprigionato in una morsa di fango che ne ha riprodotto perfettamente i dettagli, così come son stati lasciati dagli abitanti: i commoventi fili della paglia ammassata per coprire il tetto, le pentole con dentro il cibo che frigge, le pietre per accendere il fuoco, le pareti interne alle capanne, le stuoie di paglia e di giunco dall’intreccio riconoscibile... «Per la priScoperto un ma volta è stato possibile comvillaggio nei prendere la forma che avevano queste costruzioni, l’orditura dei pressi di Nola tetti, la carpenteria e l’ organizzasepolto da zione data dagli abitanti agli spazi delle abitazioni, nello svolgimenun’eruzione to delle attività di ogni giorno». «Di solito» mi spiega De Serpis, appassionato di archeologia, «dei villaggi di 4.000 anni fa rimangono solo i buchi dei pali. Le case, essendo di paglia e fango, si sbriciolavano col tempo. Questo invece è rimasto perfetto nella sua impronta negativa, come una foto in tre dimensioni». Ecco, ma si può visitare il villaggio? chissà quanti sarebbero felici di vederlo da vicino, un villaggio di quattromila anni fa perfettamente integro! La risposta è no. Il villaggio, che è un miracolo della conservazione, è stato invaso dalle acque di una sorgente sottostante. Le autorità competenti hanno cercato di fermare l’acqua, ma come al solito, per mancanza di fondi, l’operazione è stata fermata a metà e il villaggio ora rischia di sciogliersi nelle sue commoventi strutture di fango e paglia. E presto sarà perso per sempre. Un bene unico, preziosissimo, che chiunque al mondo proteggerebbe con amore, noi lo stiamo irresponsabilmente lasciando andare in rovina. E non si tratta solo di spese da fare, ma di un investimento che potrebbe portare molti benefici turistici. Siamo alle solite insomma: sempre pronti a cementificare il Paese, non sappiamo fare tesoro dei beni che abbiamo in abbondanza... Mentre si potrebbero benissimo recuperare i soldi dell’investimento attraverso un intelligente sfruttamento della scoperta. SUGGERIMENTI / 2 Maura Bressani maurabressani@hotmail.it @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Il caso La fiction ambientata in un carcere femminile è diventata un fenomeno sociale e fa discutere l’America. In Italia è in arrivo su Mediaset La serie tv sull’amore tra detenute nuova frontiera per i diritti civili «Time» celebra Cox, la trans di «Orange is the new black» In copertina Prima volta L’attrice transgender Laverne Cox ha conquistato la copertina di Time, indicata come simbolo della «nuova frontiera per i diritti civili in America». Laverne Cox è nel cast principale della serie tv Orange is the new black: è la prima volta per una vera transgender L’ evolversi della moda: l’arancione è il nuovo nero, a indicare quale colore farà tendenza. L’aperitivo però si prende nell’ora d’aria, dressing code in stile Guantanamo. Gli unici con la facoltà di uscire quando vogliono sono gli spettatori, prigionieri senza sbarre. Benvenuti nel carcere femminile di Litchfield dove si svolge Orange is the new black, un Grande Fratello carcerario al femminile che intreccia piccoli grandi amori & livori tra donne. Un serial che da fenomeno televisivo è presto diventato fenomeno sociale: per i temi trattati Orange is the new black è un riferimento per la comunità omosessuale. Così la trans Laverne Cox — per la prima volta una transgender (vera) è nel cast protagonista di una serie — ha conquistato la copertina di Time, indicata come simbolo della «nuova frontiera per i diritti civili in America». «Mi sono sentita una donna per la prima volta in terza elementare. La maestra all’epoca disse a mia madre: ‘Signora, suo figlio finirà a New Orleans vestito da donna’ — ha spiegato Laverne Cox —. I tempi sono cambiati. Oggi rispetto a quando sono cresciuta io, puoi sentirti meno solo grazie a Internet. E penso che anche sui media le giovani trans possano trovare più modelli a cui accostarsi rispetto al passa- to». Poche parole che l’hanno fatta diventare un’icona del mondo Lgtb. Come altre protagoniste della serie, a partire dalle due interpreti principali, la bionda Taylor Schilling e la bruna Laura Prepon, che se usasse ancora appendersi i poster in camera, sarebbero nelle stanze di molte telespettatrici. Ad alimentarne ancora di più la popolarità della serie tv è stata anche la recente rivelazione di una delle autrici, Lauren Morelli, che ha raccontato di aver scoperto di essere gay proprio scrivendo la sceneggiatura di Orange is the new black. Ha vissuto 30 anni da eterosessuale, si è pure sposata e poi? «Cinque mesi dopo il mio matrimonio — ha scritto lei stessa sul sito PolicyMic — sono andata a New York per la produzione del mio primo episodio di Orange, e da quel momento la mia vita ha preso un ritmo parallelo con la storia di Piper in un modo che è diventato da interessante a terrificante nel giro di pochi mesi». La scrittura come analisi di gruppo: «Era il mio primo lavoro e ho subito scoperto che la stanza degli scrittori era un luogo straordinariamente intimo: condividevamo dettagli sui nostri rapporti personali o sulla nostra infanzia, segreti di cui, in altre situazioni, ci saremmo vergognati, ma quello era il materiale che avrebbe arricchito il telefilm». Così l’epifania: «Attraverso Piper e Alex, le due protagoniste, avevo dato voce ai miei desideri e avevo immaginato come sarebbe potuto essere il mio futuro». La serie arriva da settembre su Mya, il L’attrice premio Oscar Lupita Nyong’o nel cast di «Star Wars VII» Lupita Nyong’o, la star premio Oscar per 12 anni schiavo si unisce al cast di Star Wars: Episodio VII. A dare conferma della notizia, la stessa LucasFilm via Twitter. Tra gli interpreti insieme con la 31enne attrice keniota, la «guerriera» Gwendoline Christie, nota come Brienne di Tarth nella serie tv «Il Trono di Spade». Il cast quasi tutto al maschile del precedente episodio di Star Wars aveva destato qualche malumore tra le quote «rosa» di Hollywood. Così la produzione ha pensato di rimediare «arruolando» Lupita e Gwendoline. Non solo web La bionda e la mora La serie tv «Orange is the new black» arriva in tv da settembre su Mya, il canale pay di Mediaset Premium, con l’inconsueta formula delle due stagioni una dopo l’altra. Dal 5 giugno invece la serie sarà già disponibile sul portale web Infinity. Protagoniste del telefilm ambientato in un carcere femminile la bionda 29enne Taylor Schilling e la mora 34enne Laura Prepon (foto) Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA GENOVA-PALERMO: VIAGGIA IN FAMIGLIA IN CABINA A PARTIRE DA 94€* CARLA - 46 ANNI - PRIMO COMMISSARIO SUL MIO TRAGHETTO SONO SEMPRE IN MOVIMENTO, PER ESSERE IL PUNTO FERMO DI TUTTI. canale pay di Mediaset Premium, con l’inconsueta formula delle due stagioni una dopo l’altra (mentre dal 5 giugno Orange sarà già disponibile sul portale Infinity). Racconta le vicende di Piper Chapman (l’attrice 29enne Taylor Schilling), condannata a scontare 15 mesi di prigione per aver trasportato una valigia piena di soldi per conto di Alex Vause (la 34enne Laura Prepon), una trafficante di droga internazionale un tempo sua amante. Guarda caso quest’ultima finisce nello stesso carcere di Piper... «La serie indaga sull’autodistruzione e sulla brutalità che si annida anche nell’animo femminile — ha spiegato l’ideatrice Jenji Kohan —, la prigione è solo un megafono di questo aspetto». È uno dei titoli seriali di cui la stampa americana si è occupata maggiormente nell’ultima stagione, sia per i temi affrontati sia per la qualità di messa in scena. Ma anche perché è un prodotto firmato dalla piattaforma di web streaming Netflix — la stessa di House of Cards — che ha aperto nuove strade sia nei contenuti sia nella loro fruizione. E non è la prima volta che una serie si rinchiude in carcere. È successo con due telefilm dai toni molto crudi come Oz (penitenziario maschile) e Capadocia (declinazione femminile), ma qui la cifra è diversa, a metà strada tra la black comedy e il dramma. Anche perché poi, sbarre o non sbarre, l’essenza della vita non è nel raggiungimento della meta ma nella qualità del percorso. A PASSEGGERO CON LA TUA AUTO TRAGHETTI PER: SARDEGNA, SICILIA, SPAGNA, TUNISIA, MAROCCO *prezzo per 2 adulti e 2 bambini con auto in cabina. Tasse incluse, disponibilità limitata (10.000 cabine disponibili, nel periodo da maggio a settembre) VIAGGIATE SERENI, VIAGGIANO CON NOI OGNI ANNO 1.678.000 PERSONE. Con i nostri traghetti tocchiamo 11 porti, percorriamo 3.647 tratte e navighiamo per più di 59.000 ore ogni anno. Grazie a tutto il nostro equipaggio che lavora al meglio per garantirvi sempre sicurezza, qualità e confort. E farvi iniziare nel modo migliore una buona vacanza. INFORMAZIONIEPRENOTAZIONI:WWW.GNV.IT-0102094591 30 italia: 51575551575557 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 L’intervista Spettacoli 31 italia: 51575551575557 Il maestro ad Amsterdam per la ripresa dell’opera verdiana, a Dresda l’appuntamento con la Mahler Chamber Orchestra Gatti: sul podio per Abbado dopo il mio «Falstaff» europeo «Guiderò il concerto che avrebbe dovuto dirigere Claudio» «C aro, vecchio sir John…» Daniele Gatti evoca con tenerezza il simpatico pancione verdiano. Sir John, in arte Falstaff. Un amico che il maestro ritroverà sabato ad Amsterdam, alla Nationale Opera sul podio della Royal Concertgebouw. In un’edizione nata a Londra due anni fa, approdata a Milano, che riprenderà alla Scala nell’ottobre 2015 a chiusura dell’Expo. «Tra le opere di Verdi “Falstaff” è forse quella che più mi commuove. Così buffo e struggente. Musicalmente così moderno. Lo straordinario congedo lirico di un genio alla soglia degli ottant’anni». Enorme Falstaff, come è salutato nel libretto di Boito. «Una dimensione ironica e reale. La sua corporeità è il motore di tutta la storia. Il gusto per il cibo e la bottiglia, il suo tratto dominante. Ma anche la sua maschera». Robert Carsen, che firma la regia, parte dall’idea che dove c’è Falstaff c’è cibo... «Una visione pantagruelica. Il primo atto si apre in una camera d’albergo stracolma di carrelli con tracce di bagordi, il secondo tra tazze e pasticcini di un tè vittoriano, il terzo in un club con sigari e sherry. Pietanze e bevande, fil rouge di ogni evento». E Ambrogio Maestri ne è il protagonista... «Maestri “è” Falstaff. L’ha interpretato già oltre 200 volte. Ma, malgrado la mole il suo Falstaff ora è “smagrito”, asciugato da eccessi buffoneschi per la- Eccessivo Ambrogio Maestri (44 anni) in «Falstaff». Sotto, il maestro Daniele Gatti (52) dirigevo. Mi ha dato l’impressione che sapesse tutto di me, che mi osservasse da lontano. E così è stato anche in seguito. Da lui non ho mai avuto sostegni per la mia carriera, ma non era quello che mi premeva. L’importante era poter parlare con lui di musica, confrontarmi e discutere. E Claudio su questo non si è mai tirato indietro. Quando andavo in vacanza d’estate a Salisburgo e lui dirigeva al Festival, veniva spesso a mangiare da me. Una familiarità ricca di spunti. Musicali e umani». E proprio a Salisburgo ad agosto lei dirigerà «Il Trovatore». «E da lì arriverà l’allestimento dei “Maestri cantori di Norimberga” che mi riporterà alla Scala nel 2017. Ma il 12 ottobre sarò già al Piermarini con la mia Orchestre National de France per il Fai». Il Maggio fiorentino «Nulla è ancora deciso. Per ora resto in carica a Parigi. Il mio contratto scade nel 2016» sciar spazio alla sua parte “oscura”. La solitudine, la malinconia di una vecchiaia che non sa rinunciare alla dolcezza dell’amore. Più che la comicità qui affiora l’ironia, più che il ridicolo la nobiltà del personaggio». Il soggiorno di Amsterdam verrà interrotto il 9 giugno per un importante appuntamento a Dresda. «Un concerto per me imprescindibile, avrebbe dovuto dirigerlo Claudio Abbado. Con la Mahler Chamber Orchestra lo eseguiremo in sua memoria. Nella prima parte Waltraud Meier e René Pape saranno impegnati nel finale di “Valchiria” e in una serie di lieder di Mahler. Quindi la Terza di Schumann, che Claudio ha continuato a studiare fino all’ultimo sperando di poterla dirigere a Dresda». Quanto ha contato Abbado nella sua formazione? «Moltissimo. Da ragazzo, finite le lezioni al Conservatorio, mi precipitavo alla Scala. Ho avuto la fortuna di ascoltare il suo Verdi. Ma anche Berg e Musorgskij… L’ho incontrato di persona più tardi, a Vienna, quando già Si parla di lei per il Maggio fiorentino. «Nulla è ancora deciso. Per ora resto in carica a Parigi. Il mio contratto scade nel 2016 ma è rinnovabile fino al 2018». Di recente una brutta tendinite l’ha costretta a una sosta forzata. «Dodici settimane lontano dal podio. Ero furibondo, ma poi mi sono reso conto che è stato un bene. Quella pausa mi ha consentito di ritrovare piaceri troppo trascurati, gli amici, la lettura, uno studio senza affanni. Un periodo tutto per me che ha finito per arricchire anche il lavoro. Ho deciso di prendermi più spesso questi piccoli lussi. L’estate 2015 rinuncerò a Salisburgo e andrò in vacanza con la mia compagna. Ho bisogno di sole e di un po’ di vita tutta mia». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA All’Opera di Roma La bella addormentata e l’eternità di un mito di PAOLO ISOTTA S ono stato all’Opera di Roma per il capolavoro ballettistico di Ciaikovski, La bella addormentata. Si tratta di una partitura di valore eccelso che contiene, fra l’altro, il più bel Valzer mai scritto. La grande e cara Vittoria Ottolenghi scrisse un saggio ripubblicato sul programma di sala per ricordarla (è scomparsa a dicembre 2012) che ricostruisce la genesi dello spettacolo mostrando il miracolo compiuto dal coreografo Marius Petipa nel creare una trama minutamente narrativa e piena di sottigliezze psicologiche quanto a personaggi; e quello compiuto da Piotr Ilich (per me Pietro) nell’attenersi minutamente a tale trama pur componendo quella che dobbiamo chiamare anche grande musica assoluta. Il Teatro dell’Opera è, notoriamente, in tournée in Giappone; onde l’orchestra che esegue il balletto di Pietro è costituita in gran parte di aggiunti. Ma sul podio c’è David Garforth, il veterano fra i direttori d’orchestra specializzati in balletto; e la sua bravura, combinata con la sua esperienza, è tale che il risultato è stato eccellente da un punto di vista sinfonico. Direi che Garforth è nel mondo del balletto quel che Reginald Goodall è stato in campo wagneriano: un direttore formidabile e paragonabile ai più grandi. La bella coreografia, che ridà vita a quella di Petipa, è di Paul Chalmer. Danzano i componenti del Corpo di ballo del teatro romano. I solisti sono Andrea Scuderi, Claudia Bailetti, Giovanna Pisani, Cristina Saso, Silvia Fanfani, Roberta Paparella, Marianna Suriano, Anjella Kouznetsova, Tiziana Minio, Tiziano Luci: bravissimi (spero di non averne scordato nessuno); e i protagonisti Gaia Straccamore e Alessandro Macario, straordinari. La bella addormentata deriva da Perrault; ma i suoi significati mitici sono eterni. Ho molto appreso da un saggio di Concetta Lo Iacono pubblicato sul programma di sala; e mi pare che si realizzi una bella staffetta Ottolenghi-Loiacono. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Europa, il Parma ricorre al Tas Via ai playoff per il posto in A Il Parma ricorrerà al Tas per provare a «riconquistare» l’Europa League dopo l’esclusione, a favore del Torino, per ritardato versamento Irpef. Oggi alle 18 l’ad Pietro Leonardi terrà una conferenza stampa per spiegare la strategia del club emiliano. La squadra allenata da Donadoni aveva conquistato il 6° posto, con un punto di vantaggio sul Torino. Oggi torna la serie B con i playoff per la serie A, già conquistata da Palermo ed Empoli. Alle 18 Crotone-Bari, alle 20.30 Modena-Spezia (dirette su Sky Calcio e Premium Calcio). In caso di parità, supplementari ma niente rigori: passa la squadra di casa (meglio piazzata). Le vincenti affrontano in semifinale Latina e Cesena, con incontri di andata e ritorno. ❜❜ L’escluso La delusione di Pepito sfogata subito in rete. All’attacco sui social anche la fidanzata Jenna Arrivo con il pensiero prima del difensore. La prossima volta, da dilettante, aspetterò per prendere calci Il rientro Dopo il faccia a faccia con il tecnico il bomber viola è subito rientrato a casa, poi è volato a New York Il Rossi furioso DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — La notte non ha portato consiglio. Giuseppe Rossi, arrabbiato e deluso per aver perso il Mondiale, dopo averci dormito sopra è addirittura furioso. Tre tweet, uno dietro l’altro prima di volare negli Stati Uniti dalla fidanzata Jenna, hanno rotto l’argine e stupito chi ne conosce e apprezza sobrietà e equilibrio. Pepito stavolta ha perso la tramontana. «Tutti dicono che sono fuori forma. Chiedete a chiunque i valori dei test e della partita. Vi stupirete». E poi, ancora più duro: «Contrasti? Paura? Che ridere…». Anche gelida ironia: «Arrivo con il pensiero prima del difensore. La prossima volta, da dilettante, aspetterò per prendere calci…». Più che un sasso lanciato nello stagno, un macigno sulla tranquillità di Coverciano. Comprensibile l’amarezza di un ragazzo menica pomeriggio, prima delle scelte definitive. Il colpo è stato duro da digerire. Chi ha incontrato Rossi dopo il faccia a faccia con Prandelli, ha raccontato di un ragazzo provato. Cesare lo aspetta per le qualificazioni all’Europeo e non saranno le frasi al veleno di ieri a fargli cambiare idea. Certo, non si aspettava tanta durezza. Ma Pepito resta al centro del progetto azzurro. A settembre, se sarà in condizione, tornerà in nazionale. Come è giusto che sia viste le sue straordinarie qualità. Per adesso gli resta l’amarezza che nessuno è riuscito a fargli passare: né i compagni azzurri, a cominciare da Balotelli e Cassano, né quelli della Fiorentina, che lo hanno sommerso d’affetto Pepito contesta il c.t. Prandelli «Io fuori forma? Chiedete i risultati dei test: vi stupirete Paura dei contrasti? Che ridere» che negli ultimi cento giorni ha inseguito il Mondiale con ostinazione, passione, ottimismo. Il viaggio in Brasile lo considerava una specie di rivincita contro il destino che non lo ha risparmiato: tre infortuni gravi e altrettante operazioni. Ma altrettanto comprensibile è la sorpresa di Prandelli per quelle che l’attaccante considera «piccole precisazioni a cui tenevo». Il c.t. stravede per Rossi e prima dell’Irlanda aveva deciso di inserirlo nell’elenco dei ventitré. Invece, proprio l’unico esame, quello della promozione definitiva, lo ha convinto che sarebbe stato troppo rischioso e che i sentimenti non potevano prevalere sulla ragione. Con il cuore avrebbe voluto con sé il giocatore di maggior talento del gruppo, con la ragione ha scelto la vivacità di Lorenzo Insigne. Rossi non aveva la condizione per andare al Mondiale. Un problema di testa, più che di gambe. A Londra non è mai arrivato al tiro, soprattutto ha girato al largo dai rudi difensori irlandesi. Un indizio che il tecnico non ha potuto sottovalutare. Il viola, al contrario, era convinto di aver vinto anche la seconda e decisiva battaglia. Forse ha tremato più in attesa della lista dei trenta che do- La sorpresa Cassano ha fatto ricredere il c.t. e potrebbe essere determinante La rivincita di Antonio il ribelle Lavoro, silenzio e il sogno realizzato DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — «È inutile che continuiate a domandarmi se tornerò in nazionale perché ormai è un discorso chiuso. Prandelli non mi considera», aveva detto Antonio Cassano nel bel mezzo del campionato, quando il suo talento genuino era appena rifiorito grazie al lavoro certosino di Donadoni. E invece il c.t. lo ha ripescato, non senza riflessioni, a dimostrazione che un Mondiale è un Mondiale e vale pure una sterzata bella grossa. Dopo l’Europeo 2012 l’allenatore azzurro aveva chiuso con il barese, piede fatato, ma carattere ingovernabile. In Polo- nia e Ucraina, durante un Europeo praticamente perfetto, le note stonate erano venute da lui, tanto da far perdere la pazienza ai senatori, che gestiscono l’equilibrio sottile del gruppo. Prandelli lo ha ripreso in considerazione accarezzando l’idea suggestiva di lanciarlo nell’ultima mezz’ora in modo da cambiare l’equilibrio della partita quando gli avversari sono stanchi. Seconda punta dietro Balotelli, oppure falso nove con due ali forti di gamba come Cerci e Candreva. Ma solo a condizione che a Coverciano avesse superato gli esami. Perché al di là di ciò che molti pensano, Cassano è stato sotto osservazione sino all’ultimo giorno, sino alla partita di Londra. Le risposte ci sono Condizioni ottimali Secondo i controlli il fantasista sarebbe in condizioni migliori rispetto a due anni fa Salute e affetti di Balo Mario preoccupa: ha un principio di pubalgia e si dice sia nervoso anche per problemi con Fanny state. Le sue prime due settimane sono state perfette: duro lavoro e bocca cucita. Anche sorrisi e autografi. Secondo i test curati dal professor Venturati sarebbe in condizioni migliori rispetto a due anni fa. Non solo: quando è entrato in campo, nel secondo tempo contro l’Irlanda al posto di Immobile, si è subito calato nella partita e le sue giocate hanno impreziosito il gioco offensivo degli azzurri. Ora bisognerà vedere come reagirà sotto stress, soprattutto se riuscirà a mantenere lo stesso comportamento equilibrato e responsabile per tutto il periodo. Sarebbe una novità. E in quel caso, Cassano potrebbe L’occasione Antonio Cassano, 31 anni, è al suo primo Mondiale della carriera dopo tre Europei. Sopra Giuseppe Rossi, 27 anni, anche lui puntava al Brasile (Pegaso, Ipp) davvero dare qualcosa in più. Il Mondiale, il primo della sua carriera dopo tre Europei, è il sogno della vita e un bello stimolo. Basta che non si senta arrivato ora che le scelte sono fatte e che il viaggio è assicurato. I compagni lo hanno accettato nuovamente, ma conoscendolo hanno sospeso il giudizio. Nelle esercitazioni tattiche Prandelli lo ha sempre provato a fianco di Balotelli, la coppia che ha fatto la nostra fortuna in Polonia e Ucraina. È difficile e forse prematuro azzardare che sarà la nazionale di Cassano. Però ha vinto la prima sfida e per premio si è preso la maglia numero 10. Ha fatto ricredere un sacco di gente, a cominciare dal c.t. È difficile immaginare che possa tenere novanta minuti nel caldo tropicale di Manaus, Recife e Natal. Ma è un’arma. Quanto le- 1 Gianluigi Buffon 12 Salvatore Sirigu 13 Mattia Perin 2 Mattia De Sciglio 3 Giorgio Chiellini 4 Matteo Darmian 7 Ignazio Abate 15 Andrea Barzagli 19 Leonardo Bonucci 20 Gabriel Paletta 5 Thiago Motta 6 Antonio Candreva 8 Claudio Marchisio 14 Alberto Aquilani 16 Daniele De Rossi 18 Marco Parolo 21 Andrea Pirlo 23 Marco Verratti 9 Mario Balotelli 10 Antonio Cassano 11 Alessio Cerci 17 Ciro Immobile 22 Lorenzo Insigne portiere portiere portiere difensore difensore difensore difensore difensore difensore difensore centrocampista centrocampista centrocampista centrocampista centrocampista centrocampista centrocampista centrocampista attaccante attaccante attaccante attaccante attaccante C.D.S. Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Sport 33 italia: 51575551575557 Basket: Siena sul 2-0 Roma annientata Oggi Sassari-Milano (w.p.) Siena stronca Roma (91-67) e si porta sul 2-0 nella semifinale dell’uomo silenzioso, Ben Ortner (12), che sarà anche un centro leggero ma è mobilissimo e conosce il gioco in tutte le sue applicazioni, e dell’intensa attività di Erik Green (17). Invece Luca Dalmonte, coach di Roma, si ritrova solo polvere tra le mani e rabbia negli occhi, visto che oltre all’assenza determinante di Phill Goss si ritrova un nefasto Quinton Hosley che gioca per gli avversari. Ragion per cui all’inizio dell’ultimo quarto, sotto di 25 (75-50) l’Acea getta la spugna e ritira dal campo Mbakwe (15+10 rimbalzi) e Mayo (15+ 5 assist), i suoi due uomini migliori, in vista di domani, quando il grande basket ritornerà nel palazzone dell’Eur. Stasera, invece, gara 3 tra Sassari e Milano (1-1), con l’Armani che dovrà scendere nella miniera (del bel gioco) sarda per cercare di recuperare il tesoretto sprecato al Forum. Così ieri — Semifinali, gara 2: Montepaschi SienaAcea Roma 91-67 (situazione 2-0) Così oggi — Semifinali, gara 3: Banco Sardegna Sassari-EA7 Milano (20.30, RaiSport1); situazione 1-1 Il caso Anche la Fifa costretta a indagare sui Mondiali 2018 e 2022 Cameron spinge gli inglesi «Pronti a sostituire il Qatar» Blatter zitto, ma assediato La commissione etica: inchiesta chiusa il 9 giugno Confermato Cesare Prandelli, 56 anni, guida l’Italia dal 2010 (Afp) anche se da lontano. Rossi è subito scappato via. Una notte insonne nella sua casa in centro e poi l’aereo. Via da Coverciano, via da Firenze, via dall’Italia. Ci penseranno le donne della sua vita a rincuorarlo come si deve: la mamma Cleonilde e la fidanzata Jenna che, assai vivace sui social, ha condiviso la rabbia dei tifosi viola. Rossi è già a New York dove rifletterà e tiferà per la nazionale. Da tifoso, come era successo in Sudafrica. Prandelli questo pomeriggio a Perugia, presentando l’amichevole con il Lussemburgo, l’ultima in Italia prima di volare in Brasile, risponderà all’attaccante deluso, raccontando i motivi dell’esclusione, quelli che vi abbiamo anticipato. Il c.t., con la morte nel cuore, è stato fedele a se stesso e alla sua linea, annunciata sull’aereo che riportava la nazionale a casa un anno fa dopo aver conquistato la medaglia di bronzo alla Confederations Cup. In Brasile serviranno atleti prima che giocatori. Superuomini per un Mondiale che si giocherà in condizioni estreme. Rossi mancherà a tanti. Mancherà soprattutto a Prandelli. Mai, nella sua vita sportiva, una decisione è stata tanto dolorosa e sofferta. Alessandro Bocci Il 9 giugno, vigilia dell’apertura del Congresso (non elettivo) della Fifa a San Paolo, Michael J. Garcia, statunitense, e Cornel Borbely, svizzero, il presidente e il vice della commissione etica della Federcalcio mondiale, chiuderanno l’inchiesta sullo scandalo delle tangenti legate alle due edizioni del Mondiale, quella del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar. Dopo le ultime rivelazioni del Sunday Times, non è più possibile temporeggiare. Chiusa la fase istruttoria, che si trascina da settembre 2012, Garcia ha spiegato che in sei settimane (cioè subito dopo la finale del Maracanà, 13 luglio), verrà preparata la relazione che offrirà alla Camera di giudizio tutti gli strumenti utili a decidere se confermare o annullare l’assegnazione delle due edizioni della Coppa del mondo, così come avevano deciso a scrutinio segreto il 2 dicembre 2010 a Zurigo i 22 membri dell’Esecutivo. E cioè: Blatter; i 7 vice-presidenti (Grondona, Ha- Guida Joseph Blatter, 78 anni, dal ‘98 presidente Fifa yatou, Chung Mong Joon, Warner, Villar, Platini e Thompson) e i 14 membri effettivi (Italia non rappresentata). Ieri Garcia ha incontrato in Oman i rappresentanti del comitato organizzatore del Qatar (secondo il Sunday Times le tangenti versate erano state di cinque milioni). In queste ore, si sono già mosse l’Inghilterra, che era stata subito esclusa al momento delle votazioni per il Mondiale 2018 e l’Australia, fuori al primo turno per il 2022, per avanzare l’ipotesi di organizzare le due edizioni del Mondiale sotto indagine, nel caso in cui la Fifa decidesse di punire Russia e/o Qatar (ma nel caso della Russia è un’ipotesi remota). Da Newark il premier britannico, David Cameron, è uscito allo scoperto: «Vediamo che cosa succederà con l’indagine e chissà che opzioni si presenteranno in futuro. Non ho un bel ricordo di quel giorno. Ho sempre detto a Beckham: posso accettare che la gente mi inganni, ma non che menta al primo Verdetto a fine luglio Fra due mesi, si deciderà se esistono le condizioni per togliere il Mondiale alla Russia e al Qatar Filippo Bonsignore Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Fabio Monti Morata, la Juve fa sul serio. Strama a Udine: fumata bianca Agnelli, l’ad Marotta e, per il Real, Butragueno e Zidane. Vista però l’assenza del presidente degli spagnoli, Florentino Perez, saranno necessari ulteriori incontri. Ciro Immobile è volato ieri in Germania dove ha firmato il contratto che lo legherà al Borussia Dortmund per i prossimi 5 anni, a 2 milioni più bonus. «È stata una decisione sofferta, perché il Toro mi ha dato tantissimo — ha detto —. Non sono i soldi che mi hanno spinto in Germania, ma soprattutto il fascino della Champions. Questa occasione era davvero irrinunciabile: non coglierla sarebbe stata una follia. Ringrazio ministro o al futuro re», in riferimento al 2 dicembre 2010, quando Cameron era presente a Zurigo, insieme con Beckham e il principe William. «Dovremmo far di tutto per mantenere separato sport e politica». È un momento molto difficile per Joseph Blatter, che pure è passato attraverso tempeste anche violente e lo si è capito dal fatto che ieri il segretario della Fifa, Jérome Valcke, a Rio, a chi gli chiedeva una presa di posizione ha replicato: «Non ci sono domande e nemmeno risposte», segno di grande imbarazzo. E il presidente: «Parlo solo della Coppa del mondo. Sarà magnifica». Il caso, che si trascinava da tre anni e che ne aveva già messo a rischio la rielezione il 1° giugno 2011, è esploso proprio nel momento in cui Blatter, in carica dal 1998 (rieletto nel 2002, 2006 e 2011) era pronto ad annunciare al congresso la candidatura al quinto mandato: elezione fra un anno, a Zurigo. Ieri è arrivata la dura presa di posizione del Comitato organizzatore del Qatar: «Neghiamo nel modo più assoluto che da parte nostra ci sia stato un comportamento non corretto per influenzare la votazione; prenderemo tutte le iniziative utili a difendere la nostra candidatura». E il presidente della Federcalcio asiatica, Ebrahim Al-Khalifa, che ha preso il posto del grande accusato, Mohammed Bin Hammam (radiato nel 2011, ma per un altro caso di corruzione), ha replicato: «Questa è una manovra per impedire a un Paese asiatico di organizzare il Mondiale». E ha ricordato che a sostenere la candidatura del Qatar erano stati fra gli altri Guardiola e Batistuta, Zidane e Milutinovic. Ma i dubbi e i sospetti su quella doppia votazione erano già forti a fine novembre 2010. Mai come allora si era parlato pubblicamente di corruzione, di Mondiali assegnati al miglior offerente, di fine dell’etica del calcio. Per questo nessuno sembra davvero sorpreso da quanto sta emergendo. Mercato MILANO — Morata, la Juve fa sul serio. Il contatto tanto atteso con il Real Madrid per sbloccare la trattativa per il giovane attaccante c’è stato. Il ds bianconero Fabio Paratici, accompagnato dal suo braccio destro Federico Cherubini, ha incontrato, ieri a Torino, Ernesto Bronzetti, consulente di mercato del Real. La Juve guarda con interesse a Marcelo e Coentrao, mentre il Real vorrebbe strappare ai bianconeri uno tra Vidal e Pogba. A margine della partita tra le vecchie glorie dei due club (5-1 per il Real e 430 mila euro devoluti all’Unesco) si è svolta una cena cui hanno partecipato anche il presidente Sentenza eseguita anche il presidente Cairo e la Juve, che hanno permesso che si avverasse». Fumata bianca per Stramaccioni e l’Udinese: rescisso il contratto con l’Inter, raccoglierà l’eredità di Guidolin. Mazzarri mette le mani avanti: «Comincia un nuovo ciclo, quest’estate capiremo dove ci porterà: bisogna infatti attendere il mercato. Per l’anno prossimo le protagoniste saranno Juve, Roma e Napoli: sono società sane, hanno i bilanci in ordine e faranno la Champions». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Strategie Milan Il presidente fa visita a Montolivo. «Mario faccia il centravanti. Aspettiamo il nuovo allenatore» tale lo dirà il tempo. Di sicuro senza Rossi, il peso della qualità è sulle sue spalle. Non solo. È anche il più esperto tra gli attaccanti, quello con più presenze (35). A Perugia, domani sera con il Lussemburgo, potremmo vederlo titolare a fianco di Balotelli. Anche se oggi, più che Cassano, sono proprio le condizioni di Mario a creare un minimo di apprensione. Si dice che sia nervoso per questioni di cuore, il solito tira e molla con la fidanzata Fanny, ma questi sono fatti suoi. Preoccupa invece l’affaticamento ai flessori e agli adduttori, un principio di pubalgia, anche se i medici della nazionale non sembrano preoccupati e il milanista ieri si è allenato regolarmente. Ma giocare acciaccati non è granché. E Balo, per liberare la sua potenza , ha bisogno di sentirsi al massimo. Di testa e sulle gambe… Berlusconi: «Balotelli via? Non abbiamo deciso» a.b. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Diciamo che per dichiarare un giocatore incedibile si scelgono altre parole. Silvio Berlusconi ha scelto una non casuale vaghezza quando, all’uscita della clinica La Madonnina, dove era andato a trovare Riccardo Montolivo, gli hanno fatto il nome di Mario Balotelli. Idee chiarissime, come di consueto, sulla posizione in campo di Balo («Bisogna che il c.t. gli imponga di fare il centravanti, io gli ho chiesto perché sta sempre nella nostra metà campo»), ma il presidente, che non è mai stato il primo fan di Mario, ha preso tempo di fronte all’ipotesi di un’offerta per Balotelli. «Siamo ancora lontani da prendere decisioni, stiamo valutando la possibilità di nuovi atleti ma aspettiamo che ci sia il nuovo allenato- Verso la Premier? Mario Balotelli, 23 anni, potrebbe lasciare il Milan: per la stampa inglese tornerà in Premier all’Arsenal (Ansa) re». In Inghilterra sono convinti che l’attaccante (che tiene un po’ in apprensione Italia e Milan per un affaticamento muscolare) stia per tornare in Premier. Il Daily Mail ha già deciso destinazione (Arsenal) e prezzo: 37 milioni, la Bbc parla anche di Tottenham, Chelsea e Liverpool. Dopo il Mondiale, sperando che Balo faccia benissimo per l’azzurro e per le sue quotazioni, si vedrà. Le parole di Berlusconi (di buon umore, facendo le corna ha scherzato con i passanti, «Se vi rompete una gamba avvisatemi che vengo a trovarvi») sono significative anche perché è la prima volta che il Milan parla apertamente di «nuovo allenatore» (con la questione Seedorf in mano agli avvocati è d’obbligo la prudenza), anche se di fronte al nome di Pippo Inzaghi la risposta è stata evasiva («Stiamo convocando il consiglio, in quella sede prenderemo una decisione»). In questi giorni, però, non si può non notare una particolare vicinanza del presidente (che venerdì visiterà la nuova sede) alle vicende rossonere. Dopo le due cene con Inzaghi, ora la visita (50 minuti) al capitano sfortunato, che è stato operato con successo ma che è un po’ abbattuto dopo che i medici gli hanno pronosticato sei mesi per tornare a giocare. Ma con il consueto ottimismo, Berlusconi gli ha già accorciato i tempi di recupero. «Il nostro capitano è una persona splendida. Ho potuto vedere la lastra, l’osso è assolutamente allineato. La prognosi è di tre mesi, poi ce ne vorranno altri due per giocare. È una perdita importante per noi». E chissà se tra «i nuovi atleti» di cui parla Berlusconi c’è anche un sostituto di Monto (si dice sia tornato di moda Lodi). © RIPRODUZIONE RISERVATA Hoeness va in carcere tra i condannati per omicidio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Guadagnerà circa dodici euro al giorno lavorando in carcere, ma ha già imparato in questi mesi di autocritica che i soldi non sono tutto. Sarà inutile, infatti, sperare che quanto ha accumulato nella sua carriera di calciatore, manager, industriale e «folle giocatore di borsa», come lui stesso si è definito, possa migliorargli la vita nel prossimo futuro. Nella prigione di Landsberg, dove Adolf Hitler dettò a Rudolf Hess il Mein Kampf, non ci saranno privilegi, ripetono da tempo dirigenti e funzionari. Uli Hoeness (foto) sarà un detenuto come gli altri, nonostante che sia stato, e continui ad essere, uno dei personaggi più popolari di tutta la Germania. E non potrà vedere in tv il Bayern, la sua creatura, perché non c’è un abbonamento a Sky. Ieri è arrivata l’ora x, che aspettava da tempo, dopo aver scelto di non appellarsi contro la sentenza che in marzo lo ha condannato a tre anni e mezzo di reclusione per aver nascosto al fisco 28,5 milioni di euro. «Devo pagare il mio conto e lo farò», ha affermato alla conclusione del processo. L’ex stella della nazionale tedesca, 62 anni, ha fatto così il suo ingresso nella prigione bavarese. Lo attendono almeno due anni e quattro mesi di carcere, al termine dei quali potrebbe beneficiare della buona condotta. Ma saranno giorni duri in una struttura dove sono ospitati 565 detenuti, alcuni dei quali anche per reati come l’omicidio. Li incontrerà nel cortile, o in quelli che la direzione chiama «gli eventi collettivi». Inutile è stato chiedere di evitare l’umiliazione di essere spedito in quella che i giornali hanno ribattezzato «L’Alcatraz bavarese», assediata da turbe curiose di giornalisti. La legge è uguale per tutti. Si chiude provvisoriamente il sipario, quindi, sulla storia di un uomo che ha tradito i suoi ammiratori senza però perdere consensi e amicizie del mondo del calcio. Non è un caso che il presidente del consiglio di amministrazione del club Bavarese, Karl-Heinz Rummenigge, abbia detto di non vedere niente di strano sul suo ritorno al comando una volta scontata la pena. Per essere uno che aveva incautamente dichiarato di «pagare sempre tutte le tasse», Hoeness si è salvato in extremis, evitando di fare una battaglia contro la Giustizia. I tedeschi, e non solo loro, hanno apprezzato. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 Sport 35 italia: 51575551575557 Tennis Corpo a corpo con la serba. Domani sfida la Petkovic L’urlo Sara Errani, 27 anni (Afp) Sara più forte del dolore oltre i crampi e la fatica «Temevo di crollare» Errani nei quarti a Parigi: Jankovic k.o. L’elogio del dolore, della smorzata (6 in totale, 4 a segno, tutte in momenti chiave) e di quel mezzo servizio lento (140 km/h come velocità di punta, 116 di media) e gigantesco (90 per cento di prime palle in campo) di cui ormai tutto il circuito femminile favoleggia. Accomodata nei quarti di finale del Roland Garros per il terzo anno consecutivo, la dolcissima Sara Errani può indossare per un momento la maschera da vendicatrice e, voltandosi verso il rumorosissimo angolo dell’avversaria, la serba Jelena Jankovic, con cui il team dell’azzurra ha battibeccato per tutto il match, permettersi di zittirlo, shhhhhht, guadagnandosi l’ovazione dello stadio. Puffetta, e non è una novità, sa essere concreta (85 vincenti e solo 20 errori non forzati) e cattiva anche con addosso la stanchezza dell’ultimo mese sulla terra battuta, tra le top 15 è quella che g i o ca d i p i ù : singolo e doppio con l’amica Roberta Vinci (so- no nei quarti), per la quale fa volentieri gli straordinari. La Jankovic, testa di serie numero 6, già battuta nella semifinale degli Internazionali d’Italia con un piccolo capolavoro di tattica, ieri è scesa in campo disposta a tutto pur di non cascare di nuovo nel palleggio asfissiante di Saretta, fatto di rotazioni, angoli e polpette avvelenate. È risalita da 4-1, ha annullato la palla del 5-3, ha sprecato un set point e costretto la Errani a un momento di pura disperazione («Già sul 4-3 avevo sentito dei crampi alla gamba, ho cercato di non farlo vedere ma ero tesa, preoccupata di farmi male e di non farcela...»), lacrime che hanno fatto temere il ritiro, l’ha trascinata al tie break, chiuso da Sara 7-5 dopo un’ora e venti minuti. «Ho accusato un calo fisico, la stanchezza era tanta: sono rimasta concentrata su me stessa, non badando Nadal e Murray ok al fatto che lei avesse chiamato il fisioterapista. Punto su punto, mi sono detta, punto su punto...». Stremata dal senso di impotenza, vestita alla marinara e furibonda, Jankovic ha provato una reazione nel secondo set, ma Sara è volata 3-0, amministrando il vantaggio e agguantando i quarti del Roland Garros al secondo match point Ottavi di finale Uomini: Nadal (Spa) b. Lajovic (Ser) 6-1, 6-2, 6-1; Murray (Gbr) b. Verdasco (Spa) 6-4, 75, 7-6. Donne: Errani (Ita) b. Jankovic (Ser) 7-6, 6-2. Così nei quarti Uomini: Nadal-Ferrer, MonfilsMurray, Berdych-Gulbis, RaonicDjokovic. Donne: MuguruzaSharapova, Navarro-Bouchard, Kuznetsova-Halep, ErraniPetkovic. In Tv Eurosport dalle 12. (6-2), quando finalmente ha sfogato la rabbia: «Nell’angolo della Jankovic non erano in tanti ma hanno fatto un baccano infernale per tutto l’incontro. Mi hanno fatta arrabbiare, sì. Mi sono tenuta tutto dentro e alla fine mi sono lasciata andare. Per la capacità di lottare e soffrire, questa è certamente una delle vittorie più belle della mia carriera». Contro Andrea Petkovic, 26enne tedesca di nascita bosniaca, ex n.9 del mondo (oggi n.27) appiedata dagli infortuni, una spilungona che festeggia i successi con un balletto in campo, sarà un’altro supplizio. «L’ho appena affrontata in doppio: mi ha impressionata. È in grande forma, bisognerà tenerla lontana dalla riga di fondo, farla muovere». I precedenti dicono 1-1; l’ultimo, recentissimo, al torneo di Madrid a favore di Saretta nostra. «Sono pronta a soffrire, come sempre». E noi con lei. Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA La nuova promessa del motociclismo italiano Tecnica, coraggio e studio: i segreti del «cinghialotto» Fenati Sarà anche un «cinghialotto», come lo chiama il suo capo Valentino Rossi anche se lui non gradisce, ma in un negozio di cristalleria non romperebbe nulla. Aggressivo ma pulito (e corretto), coraggioso ma con lucidità da veterano, spettacolare quando serve, Romano Fenati (foto), l’enfant prodige della moto italiana, a 18 anni sembra proprio un pilota completo, uno che, aggiunge Rossi, «andrà forte anche in MotoGp». Il suo repertorio si è visto bene al Mugello: lettura perfetta della gara, volata con il tempismo giusto, un magnifico doppio sorpasso all’esterno e all’interno alle Arrabbiate che ha fatto inginocchiare Valentino, ammirato. Ovvio che adesso — alla terza vittoria stagionale (la quarta in carriera) e col secondo posto nel Mondiale di Moto3 — arrivino i paragoni. Per Rossi, Romano è addirittura uno alla Marquez: in questo senso è un cinghialotto, per l’aggressività, la bravura nel corpo a corpo, la simbiosi totale con la sua Ktm. Per Carlo Pernat, che ha visto nascere tutti i campioni italiani degli ultimi trent’anni, «ha anche qualcosa dei primi Biaggi e Lorenzo: sportivamente cattivi e perfetti nel leggere le traiettorie. Un vero talento». Paragoni che avranno bisogno di altre conferme, però non azzardati. Formatosi nel Team Italia della Federazione, con cui nel 2012 a 16 anni vinse già al suo secondo Gp, il ragazzo di Ascoli ha vissuto un 2013 difficile, ma ora è rinato. «Tutto merito suo», dice Valentino. Ma anche — oltre che della scuola di moto e di vita del Ranch di Rossi a Tavullia — del lavoro alla Sky-VR46 di Vittoriano Guareschi e del capotecnico Rossano Brazzi, con Rossi 16 anni fa. È lui che lo sta plasmando con passione e saggezza, arginandone gli eccessi caratteriali (e a tavola, razionandogli il cioccolato che adora) e formandogli una mentalità da pilota «vero». Un esempio? Dopo ogni sessione di prova Romano deve fare una relazione scritta. Così si impara a dare indicazioni al box. Al momento resta un solo difetto: in 40 gare ha conquistato una sola prima fila. Ma neanche Rossi è mai stato un mostro del giro secco, salvo poi trasformarsi in gara. Ecco l’ultimo paragone, Valentino, il più impegnativo. Basta non cominciare a chiamarlo erede... Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I figli Antonio, Piero, Erika con la mamma Paola, Rocco con la mamma Marina annunciano la scomparsa dellamato Beppe Colucci ricordandone la grande generosità.- I funerali avranno luogo il 4 giugno presso la chiesa di San Vincenzo Cernobbio ore 15. - Cernobbio, 2 giugno 2014. Nando Daniela e Sara Gianni sono vicini con sincero e profondo affetto ad Antonio e a tutta la famiglia Colucci per la perdita dellindimenticabile Beppe padre e nonno insostituibile. - Roma, 2 giugno 2014. Alberto e Susanna con Luca Andrea Marco e Paolo sono vicini con tanto affetto a Marina Antonio Piero Erika Rocco per la perdita del loro amato Beppe indimenticabile amico. - Milano, 2 giugno 2014. Giorgio e Carlina si stringono con tanto affetto a Marina e Rocco in questo doloroso momento per la perdita del caro amico Beppe - Como, 2 giugno 2014. Caro Beppe mi hai lasciato tanto amore stima generosità il rimpianto di momenti felici condivisi.- I tuoi figli hanno assorbito le tue qualità.- Mi stringo a tutti i tuoi cari con tanto tanto amore.- Fabio. - Milano, 2 giugno 2014. Lucio e Francesca Stanca, con Benedetta e Isabella, fraternamente vicini a Marina, Rocco e a tutta la famiglia partecipano commossi al loro grande dolore per la scomparsa del caro amico Beppe Colucci Beppe Partecipano al lutto: Salvatore Amelio. Giorgio Dal Negro. Anna e David Gol partecipano con tristezza al dolore dei figli Antonio Piero Erica e Rocco per la perdita del loro papà Beppe - Milano, 2 giugno 2014. Angelo e Gabriella Medetti con famiglie sono vicini ai figli per la perdita del loro caro papà Beppe Giampiero e Ida piangono sconsolati con Gianluca la scomparsa della sua tanto cara Silvia De Vecchi Ruiz De Cardenas Silvia Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i soci ed il personale del Barlassina Country Club esprimono le più sentite condoglianze ai familiari per la scomparsa di Partecipano al lutto: Laura Testori Canella. Bruno e Margherita. Silvana Enrico e Paolo. socia del circolo. - Birago, 2 giugno 2014. Beppe socio e amico del circolo per lunghi anni. - Montorfano (Co), 2 giugno 2014. Partecipa al lutto: Giancarlo Rizzani. La direzione e lo staff di Harrys Bar di Cernobbio partecipano al lutto della famiglia del signor Giuseppe Colucci per la perdita del proprio caro. - Cernobbio, 2 giugno 2014. La sorella Nicoletta e la nipote Silvia con Salvatore ricorderanno sempre con affetto la dolcezza e la bontà di Silvia - Milano, 1 giugno 2014. Ricorderemo sempre con grande affetto la coraggiosa Silvia siamo vicini a Luca Nicola Marina.- Un abbraccio da Sandra Enrico Francesco e Giovanni. - Milano, 2 giugno 2014. Angela Giovanni e Paolo sono vicini con tanto affetto a Luca Nicola e Marina nel ricordo della cara amata Silvia Luisa Matteo e Lorenza piangono con tristezza la scomparsa di Algy Cattaneo Innocenti e Adalisa Innocenti salutano con affetto - Milano, 2 giugno 2014. Gianluca e abbracciano forte la sua splendida famiglia Antonietta, Martina, Ludovica, Costanza. - Milano, 2 giugno 2014. Beppe Ciao Gian Luca sei andato via troppo presto.- Marisa Francesca Tommaso Semprini. - Milano, 3 giugno 2014. Maria Luisa Buy, Filippo e Tiziana con Lucrezia e Jacopo, Alberto e Andrea si stringono con grande affetto alla famiglia dellamico fraterno Gianluca Silvia Enrica Gabriele e Giovanna abbracciano Luca Nicola Marina e Nicoletta profondamente addolorati per la scomparsa della carissima cugina Silvia Beppe sessantanni di amicizia, tante gioie e dolori condivisi, un altro pezzo di vita che se ne va.- Igi, Fiorella e Guia con un abbraccio affettuosissimo a tutta la famiglia. - Milano, 2 giugno 2014. Partecipano al lutto: Laura e Cesare Branca. Nanni, Donata, Francesca e Cecilia Facciolà partecipano commossi al dolore di tutta la famiglia per la perdita del caro amico Beppe Colucci - Milano, 2 giugno 2014. Gli amici di sempre Giuliano con Magy, Gaetano con Elia, Filippo con Elsa, Giuseppe con Stefania sono vicini alla famiglia con profondo affetto per la perdita di Beppe Colucci - Milano, 2 giugno 2014. Filippo Elsa Elisabetta Giovanni nel ricordo di tanti anni belli insieme piangono il caro amico Beppe - Milano, 2 giugno 2014. Vittorio Caneva Silvia persona speciale, combattiva ma così delicata.Che privilegio averti avuta!- Ti porterò sempre nel cuore.- Con amore.- Sofia. - Milano, 2 giugno 2014. Giulio ed Anita abbracciano forte la loro amata nonna Silvia - Milano, 2 giugno 2014. Gianluca Yolanda Cristina Carolina e Caterina abbracciano Trixie affettuosamente. - Milano, 2 giugno 2014. Gianluca Marangoni Cesare con Stefania, Massimo con Francesca, Tullo con Silvia, Nicola con Carmen, Paola, Francesca sono vicini ad Antonietta Trixi Nicoletta Giorgio e a tutti i loro cari in questo triste momento per la prematura perdita di Gianluca - Milano, 2 giugno 2014. Gian Luca Marangoni Roberto, Monica e Paolo, Marcello e Valeria con Sebastiano e Beatrice si stringono con affetto a Gianluca, Nicola e Marina ricordando il valore e le doti di moglie e madre di Silvia Ruiz De Cardenas - Milano, 2 giugno 2014. Partecipano al lutto: Claudio e Caterina Pilati. Paolo Pagliani ricorda con affetto la cara Silvia ed è vicino commosso ai familiari per il grande dolore. - Santa Margherita Ligure, 2 giugno 2014. Stefano e Silvia Argenton abbracciano con affetto gli amici Nicola e Sofia con i loro figli per la perdita della mamma Partecipano al lutto: Giulia Niccolai. Gabriele Federica Camilla. Marco Paola Filippo Sofia. Marco Rosanna. Laura e Maria Canella. Ricordano con affetto e commozione la cara amica Alle prime luci dellalba di lunedì 2 giugno si è spento a 95 anni nella sua casa, circondato dallaffetto dei propri cari Nukhet Daniela e Paolo. - Milano, 2 giugno 2014. Alfredo Polato ultimo superstite di una famiglia numerosa formata da undici tra fratelli e sorelle, originaria della frazione Corte di Piove di Sacco (PD).- Ne danno il triste annuncio i figli Adriano e Gabriella, la nuora Ramona, il genero Flavio ed i nipoti Andrea Cesare con Laura Maria, Clizia Maria Cristina ed Emanuele. - Castelletto di Senago, 3 giugno 2014. Silvia - Milano, 2 giugno 2014. Silvia De Vecchi Cara Silvia ricorderò sempre la tua dolcezza e la tua ironia.Sei stata per me un grande esempio.- Un abbraccio forte a Luca e ai tuoi ragazzi.- Sonia con Emilio. - Santa Margherita Ligure, 2 giugno 2014. Gisella e Daniela abbracciano Marina in questo triste momento per la perdita della mamma signora Anna Ramorini - Milano, 2 giugno 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Partecipano al lutto: Anty e Rodolfo Pansera. Partecipa al lutto: La famiglia Cassol De Zorzi. Ci ha lasciati un uomo perbene il Dott. Arch. Vittorio Caneva Vittoria stringe in un grande abbraccio Franca e le figlie Francesca e Paola. - Milano, 1 giugno 2014. Adalberto, Alberto e Federico, affranti si uniscono al dolore di Franca, Francesca e Paola per la improvvisa scomparsa di Vittorio - Milano, 2 giugno 2014. Caro RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Anna Lonati Ramorini I funerali si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Arluno mercoledì 4 giugno alle 14.30. - Milano, 2 giugno 2014. Ne danno lannuncio i figli Nicoletta con Lorenzo, Carlo con Laura, il fratello Gianni ed i nipoti Federico, Francesca, Marco e Michela. - Milano, 2 giugno 2014. Rosanna Portioli ved. Gatti SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Laura Leonfanti Baffa Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: acquisizione.necrologie@rcs.it I funerali si terranno in data 3 giugno alle ore 15 presso la chiesa Santi Angeli Custodi piazza Sempione Roma.- La famiglia. - Roma, 1 giugno 2014. SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Domenica è venuta a mancare allaffetto dei propri cari la Dottoressa Luigi Bonini, Emanuela con Marco e Matilde annunciano la scomparsa di TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Laura Lessing Bonini - Milano, 2 giugno 2014. Vittorio ci mancherai.- Con tanto affetto Dada, Francesca e Massimiliano, Filippo e Mara. - Agrate Conturbia, 2 giugno 2014. Rolando, Peppi con Anna abbracciano Franca, Francesca e Paola nel ricordo del caro amico Vittorio - Milano, 2 giugno 2014. Amatissima - Milano, 2 giugno 2014. Trixie ti penso e ti sono vicina con tanto tanto affetto.- Liucci. - Milano, 3 giugno 2014. Ciao È mancato allaffetto dei suoi cari Antonio Roberto e Marina annunciano con infinita tristezza la scomparsa della cara moglie e mamma Lo piangono la moglie Franca, le figlie Francesca e Paola, i nipoti Ludovica, Giovanni ed Anna e la cognata Maria Campagnola.- I funerali avranno luogo martedì 3 giugno alle ore 11 nella Basilica di San Babila Milano. - Milano, 3 giugno 2014. - Milano, 2 giugno 2014. Ricordando - Milano, 2 giugno 2014. Silvia De Cardenas - Milano, 2 giugno 2014. ci ha lasciati.- La mamma Trixie, Giorgio e Nicoletta si stringono con amore ad Antonietta, Martina, Ludovica e Costanza. - Milano, 1 giugno 2014. - Milano, 2 giugno 2014. Franco e Maria Cristina, Paolo e Simonetta con Cristina si stringono con affetto a Marina, Antonio, Piero, Erika, Rocco e a tutti i loro cari nel ricordo dellamico - Milano, 2 giugno 2014. Ci mancheranno il suo coraggio, la generosità, lamore per la natura.- Un ultimo saluto mercoledì 4 mattina alla Casa Funeraria San Siro di via Amantea. - Milano, 1 giugno 2014. - San Fermo della Battaglia, 2 giugno 2014. Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i soci ed i collaboratori tutti del Circolo Golf Villa dEste, sono vicini al dolore di Marina, Rocco, Antonio, Piero ed Erika per la scomparsa del caro amico Gian Luca Marangoni Caro increduli e sgomenti piangiamo la tua repentina scomparsa.- Porteremo sempre nel cuore il ricordo della tua amicizia pronta e generosa.- Giorgio Simonetta Ugo Guido. - Milano, 2 giugno 2014. Il marito, i figli, la nuora ed i nipoti piangono la scomparsa di Elda Dodi con Davide sono vicini con affetto a Franca e a tutta la famiglia per la scomparsa del caro Vittorio - Milano, 2 giugno 2014. PER PAROLA: Il Presidente ed il Consiglio Direttivo della Divisione di Chimica Inorganica della Società Chimica Italiana, sono vicini al dolore della famiglia per la improvvisa scomparsa del Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Prof. Fausto Calderazzo Accademico dei Lincei, ricercatore di fama internazionale e figura di riferimento della chimica italiana. - Milano, 2 giugno 2014. Le figlie Chiara con Luca e Laura con Stefano e i piccoli Giulia Pietro e Giacomo, la moglie Silvana e la sorella Sandra annunciano con infinita tristezza la scomparsa di Nel ricordo di Vittorio carissimo amico, ci uniamo con rimpianto al dolore di Franca Francesca e Paola.- Lulli e Severina. - Milano, 2 giugno 2014. Maria Carla, Sergio con Daniela, il fratello Bruno e familiari tutti con profondo dolore annunciano la perdita della cara Giuseppina Castoldi Rusconi di 87 anni.- I funerali avranno luogo in Meda, martedì 3 giugno alle ore 16.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, preceduti alle ore 16.10 dalla recita del Santo Rosario, indi con mezzi propri al cimitero di Meda.- La cara salma si trova a Meda, presso labitazione in via Oberdan, 21. - Meda, 2 giugno 2014. Ciao mamma Pina Valentina, Annalisa con Carlo e Bruno. - Meda, 2 giugno 2014. La consuocera Giovanna Mauri e la figlia Marina, Carla Tanzi e Nucci Redaelli commosse partecipano al dolore di Maria Carla, Sergio e Daniela per la perdita della cara Giuseppina Castoldi Rusconi - Milano, 2 giugno 2014. Il vertice AnsaldoBreda e i colleghi tutti sono vicini allingegner Giuseppe Marino per la scomparsa del caro papà ing. Umberto Marino - Napoli, 2 giugno 2014. Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Guido Peja I funerali avranno luogo mercoledì 4 giugno alle ore 11 nella parrocchia di SantIldefonso a Milano. - Milano, 30 maggio 2014. Ciao Guido (Giondo) Cirla gli Alusa Fallax: Duti Mario Guido Massimo. - Milano, 30 maggio 2014. 3 giugno 2007 - 3 giugno 2014 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Dott. Federico Giorgio Rigoldi Sei sempre presente nei nostri cuori.- La mamma e il papà ti ricordano con profonda commozione e infinito rimpianto.- Una Messa verrà celebrata oggi, alle ore 18, nella basilica di San Vittore. - Milano, 3 giugno 2014. 3 giugno 2007 - 3 giugno 2014 ENNIO GUIDA Sette anni non riescono a cancellare i meravigliosi anni passati con te. Augusta. Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: fatturazione.necrologie@rcs.it Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Milano, 3 giugno 2014 È mancato allaffetto dei suoi cari Silvano (Sangio) Sangiorgi Lo annunciano con immensa tristezza e dolore la moglie Sandra ed il figlio Andrea.- Per informazioni telefonare al numero 02.6435429. - Milano, 2 giugno 2014. Corriere della Sera Partecipano al lutto: Le famiglie Salvini, Bonini, Gualandri. Ugo e Cristina Tesler. ENNIO GUIDA il tuo ricordo è sempre vivo in noi. Bebo, Guia, Eugenio, Achille, Tessa, Luca, Simona, Tommaso, Oxana, Jan, Teresa, Flavia, Brunilde, Silvio e tutti i tuoi cari. La messa di suffragio oggi alle ore 17.30 presso la chiesa San Giorgio di Origgio. Milano, 3 giugno 2014 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 37 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 7+ 7<+) 7<7 7++< 67 7<7) 63 7<6) 63 7+< + 7+<7 7 7<6 6+ 7<6 6 7<+ -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" !!$ (# ($ !$*1($ 2822$:$ $& 5',* 28&& (*251 ($2*& 21 1551$;;5* 8( $82 $(25$&$5 28$ 255*1$ &,$($ ,1&,$($ &*&'(5 (# 28&& ;*( $ ,$(81 & *1 *( 8*( *2$*($ ,1 ,$*!! &*&$ 5',*1&$- & (51* & 8 $& 5',* 1$28&51 ,1:&(5'(5 2*&!!$5*- *($;$*($ 5'*21$# '$!&$*11((* (# & *1 ,15$1 :(1% .8(* &0(5$$&*( $&*, $($;$1 *(.8$251 &05&$- ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" *25 *1$(* (*: *&*!( *' ',*22* - &1$ 5($ $&(* 1(5* (;$ 1$25 $1(; 18!$ (*( /.8$& ,*&$ 1$ *5(; 5 $-%( &1'* &!#1* !&$1$ 81 $ &$ *& 8:*&* *,15* $*!!$ *:2$ ',*1&$ : *15* *15 *&5* *15 &'* %8 (*( *25 1$ *&*!( *&;(* 12$ !&$1$ )) )4 ) )3 )3 ) )4 4) )' 44 4 4 44 4 1(* $*!!$ %8 ) ) )4 ); )0 ) ) 4; 44 ) 40 44 43 8:*&*2* /.8$& 22$( $&(* ,*&$ &$ &1'* ',*1& %"& %8 / )3 ) )0 ) )) )' 4; 44 43 43 40 4 4 *,15* 1' 18!$ 21 $2 *5(; - &1$ $'$($ : %"& %8 )4 ); ); / ) ); 4 4) 43 43 )/ 44 43 *:2$ *' *1$(* 1(5* 1$25 $( (;$ 1*( %"& %8 )) ) )3 )3 )) ) )0 4 4; 44 4 43 4 43 $ Sudoku Diabolico 3 9 3 Puzzles by Pappocom 2 7 5 8 2 4 3 1 9 2 7 7 6 1 7 1 6 5 4 6 8 Altri giochi su www.corriere.it LA SOLUZIONE DI IERI 3 8 7 6 9 4 2 1 5 4 9 2 3 1 5 7 8 6 6 3 9 5 7 1 4 2 8 5 4 1 8 2 9 6 7 3 2 7 8 4 6 3 1 5 9 7 6 5 1 4 8 9 3 2 8 2 4 9 3 7 5 6 1 -$"&( "6 -.6" - (&- %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 9 1 3 2 5 6 8 4 7 $!" !&!" a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 In edicola con il Corriere il terzo dvd della fiction «Braccialetti rossi» dedicata ai piccoli grandi eroi che affrontano la malattia ogni giorno con coraggio e voglia di sorridere. (#9( &#(# -. ((2 5$ !"&( Oggi in edicola con il Corriere Il terzo dvd della fiction Braccialetti rossi Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 1 5 6 7 8 2 3 9 4 $."&#" .$( "%5-( !$55* %"& ',*22* 5($ 1*5*( 8(* $1(; (*: ',1$ *22* %"& *& $ 8&&081*, 2',1 ,12(5 8( $1*&;$*( '*15'(5 $(25$& *:85 && *11(5$ 5&(5$# # 1551$;;(* $& 5',* 2*,155855* (&& *1 ,*'1$$( 28 !1( ,15 && (;$*($ &&0$(2!( $ 1*:2$ .8&# 5',*1&- 2$58;$*( ,$9 25$& 28$ 255*1$ '1$$*(&$ & $511(* *: 8(0(5$$&*( 2851*,$& 2$ ,1,1 *(.8$251 !1( ,15 & *(5$((5- "( &"-( 5&(. "-. "22 $ .."( "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti 2 Giugno, le immagini Repubblica in festa Il meeting degli sviluppatori Bagno di folla per Renzi, soldati e ministre in fucsia: le foto della parata. Apple guarda al futuro Verso il Mondiale di Spagna ha abdicato, 1 Ilsulretrono il principe Felipe Pirlo si separa dalla moglie: 2 a lei 55 mila euro al mese a Milano: i vigili 3 Sorpresa multano anche i pedoni La Ue all’Italia: più sforzi nel 4 2014: «No tasse sul lavoro» 2 Giugno, sicurezza 5 Parata in appalto ai metronotte Cassano e i n. 10 Va a Cassano il numero 10 della Nazionale: una fotostoria con tutti gli ex. I ritratti dei contendenti Resa dei conti in FI Chi punta alla guida di Forza Italia? Fitto e tutti gli altri pretendenti. A San Francisco la società della Mela ha presentato tutte le novità del prossimo futuro. Le immagini dei nuovi prodotti e il commento tecnico del l’inviato del Corriere della Sera in California. 38 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RIFLETTERE Conti-Incontrada Montanini, premiano le star basta ipocrisie Dal Centrale Live del Foro Italico di Roma, in diretta, Carlo Conti e Vanessa Incontrada (foto insieme) conducono la serata musicale con protagoniste numerose star italiane che si esibiscono e vengono premiate. Tra loro Laura Pausini, Luciano Ligabue, Pino Daniele, Biagio Antonacci, Mario Biondi, Gigi D’Alessio, Elisa, Fedez, Marco Mengoni, i Modà, Max Pezzali, Francesco Renga. Ospiti internazionali George Ezra, la rivelazione dell’indie folk inglese, già disco di platino, e Lorde, la giovanissima artista neozelandese che si esibirà per la prima volta in Italia Nuova puntata del dissacrante programma di Giorgio Montanini (foto), che alterna monologhi di satira e candid camera. Stasera si parla di ipocrisia e bugie. Il primo monologo, coraggioso di questi tempi, parte dalla constatazione che in ogni famiglia italiana non si può fare a meno di un animale domestico. Ma perché non si può dire che l’uomo è superiore all’animale? Con i consueti toni provocatori e taglienti, nel secondo monologo s’immagina un mondo senza bugie; nel terzo si smaschera l’ipocrisia della società rispetto alla prostituzione. Music Awards 2014 Rai1, ore 20.30 Nemico Pubblico - Live Rai3, ore 23.20 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ À>°Ì À>°Ì À>°Ì È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä ,1 "° ÌÌÕ>ÌD È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä " //"° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« £x°ää 1 ½-// , ",,° £È°Îx -// ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÀ> >ii] i`iÀV +Õ>À>Ì>° i «À}À°\ ,> *>À>iÌ /ii}À>iÆ /} £Æ i Ìi« v> £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD -, Óä°ää /", ° Óä°Îä 1- 7,Óä£{° ÛiÌ° `ÕVi >À Ì] 6>iÃÃ> VÌÀ>`>° i «À}À>>\ /} £ Èä ÃiV` ä°Îä / £ "//° /*" ° n°£x ,6 ° /iiv °ää -*,/ "1-76 -,/ 7-/, ° /iiv £ä°Óä /Ó -° ÌÌ° ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "-/1 -" /° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä / "" 7° /iiv £È°xx 1, "-/,° /iiv £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x "--," ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°äx " \®° -iÀi Ç°Îä /, 1" ", " ," ° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ½, 1 6"/° ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ° £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää /,°/, /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /,, "-/, Ó° /iiv £x°xä -" " ", °°° 1 °°° £Ç°Îx " < Óä£{° VÕiÌ>À £n°xx /" ΰ £°ää / ΰ £°Îä /,° /, /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -+1, -* ", ££° /iiv° / iV] À`}> Ì>>Þ ÓÓ°ää £ /1,-/ *, ""° Óΰ{ä / Ó° Óΰxx * " 8*,-- "//6" "° ,i>ÌÞ Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ,'° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Û> Àà ÓΰÓä " *1 " 6° ÌÌÕ>ÌD Ó{°ää /Î "//° £°äx , äc° i`>] L] £Ç®° >Û` Û>ð ÀÌ ] ,ÕÌ ii] -Ìi« i ,i> ä°{ä , *, /" /", ° ä°xä 7 6ä° /iiv° >V À`] >ià >VÀÌ ÕÀ ä°£ä / ," ° £°ää /" ΰ £°äx //" 1 " , <<,° /i>ÌÀ £°Îx *, *,° ÕÃV> >>ix Ì>>£ >Ç /Û i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ / { / 7-° <",,"° /iiv 6 ° /iiv 1 /,° /iiv , ,° /iiv , // ½/ ° ÌÌ° /*, / {° / {° , " /6 -* ° 6>ÀiÌD / /6 ",-° /iiv - ", "° /iiv " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD 1, -/,//" Ó£° /iiv <",,"° /iiv , " "/",1-° /*, / {° / {° -,/"° /iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x /," +1 /° 6>ÀiÌD °ää / /6° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >ÀL>À> *>Li £Î°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä /"6/, ° ->« £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä -,/"° /iiÛi> £È°xx *"," +1° ÌÌÕ>ÌD £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° Óä°{ä -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV È°Îä " -° /iiv È°xx , -° -iÀi Ç°Óx 6 -/,° 6>ÀiÌD n°Óä 1, 7° 6>ÀiÌD °Óä " 6",,° 6>ÀiÌD £ä°äx ,° "1- 6-" ° /iiv £Ó°äx "//" /" 5 ", "° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx -/1" *,/"° £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îx 6 -/,° 6>ÀiÌD £x°£x ," ° >ÀÌ £x°xä 1, 7° 6>ÀiÌD £È°xä /",9° -iÀi £Ç°{ä " 6",,° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° £°Óä *,-" " /,-/° /iiv È°ää / Ç° È°xx "6 -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /, -/-,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£x -/"° âi] 1Ã>] Óä䣮° ,` ÕÀi° ,LiÀÌ ,i`vÀ`] >ià >`v] >À ,Õvv> Óΰ{x -- ,/ {° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä /*" "," ½",° ÃiÀi° `À>> 1}>ÀÌi] >> iÜ] >À >Ài ->V iâ ÓΰÎä /,8° ÌÌÕ>ÌD £°Îä / x "//° Ó£°£ä 1 "// " Ó° i`>] 1Ã>] Ó䣣®° /`` * «Ã° > iiÃ] À>`iÞ «iÀ ÓΰÓä ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ---"] 1 6"/*° i`>] 1Ã>] £n®° ,i}> ` -ÌiÛi -`iÀLiÀ} ° >ià -«>`iÀ] `i >VÜi] >ÕÀ> -> >V° Óΰää /,/ /° -iÀi ä°£x / Ç / Óΰxä *"-/ "° Ó°Óä 1" " ° {°Óä / "° x°{x < <° +Õâ Ó°ää -/,- "/< 6" ½,,1 <° /} ->ÌÀV Ó°Îx 1" " *"° /> Ã Ü ä°Îx 1,"/,- /" " / 1° ΰää ---° /iiv ΰxx -*",/ -/° -° ÌÌÕ>ÌD £°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ È°ää È°xä Ç°Óä n°£x °{ä £ä°{x ££°Óx ££°Îä £Ó°ää £Ó°äx £Ó°xx £{°ää £x°Îä £È°Îx £Ç°ää £n°xä £n°xx £°Îx >Ç°Ì ÌÛ°Ì £È°xä /½- 1* "** " /," /*"° 6>ÀiÌD £Ç°Óä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä 6 66, ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä /-/" ° -iÀi Óΰää 8 " / \ ,6 / 8° 6>ÀiÌD Ó{°ää /*, ,"° 6>ÀiÌD ii>Þ /6 £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää 5 Èä - " ° 6>ÀiÌD Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää 9 /° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi L’ispettore Tom Beck Rivolta in carcere cerca l’illusionista per Robert Redford ,>{ ,>x À>°Ì Ripartono i nuovi episodi del telefilm con Tom Beck, nei panni dell’ispettore capo Ben Jäger (foto) che stasera dà la caccia ad un prestigiatore truffatore. Squadra speciale cobra 11 Rai2, ore 21.10 Robert Redford (foto) è un generale condannato da una corte marziale. Finisce in un carcere duro, si scontra col direttore e organizza una rivolta tra i carcerati. Il castello Retequattro, ore 21.15 Da Floris: Bonafé Passera e Salvini L’invenzione del personal computer L’Italia di Renzi, il consenso e i soldi in cassa. Da Floris ospiti Simona Bonafé, Pd, Corrado Passera di Italia Unica, Salvini, Lega Nord, e il giornalista Gian Antonio Stella. Apre Crozza. Ballarò Rai3, ore 21.05 La storia dell’invenzione del primo personal computer. L’ascesa e la caduta di un gruppo di progettisti dell’Olivetti che causarono la più grande rivoluzione del XX secolo. Quando Olivetti inventò il pc Rai Storia, ore 21.15 ££°ää ,"/,- --/,-° -iÀi ££°xä -/,° -iÀi £Î°£x -*" /° -iÀi £{°äx -/,/ / /-° /iiv £{°xä ,"/,- --/,-° -iÀi £x°Îx äÓ£ä° -iÀi £È°Óä -/,° -iÀi £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx " " , ° -iÀi £n°{x ,° -iÀi £°{ä " /", 7"° -iÀi Óä°Óx -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä ," ° âi®° ,i}> ` >Ì > }à ° Óΰ£ä 7" , ° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎä ---- /° ÀÌÌiÃV®° ,i}> ` "ÛiÀ -Ìi° £°Óx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x --° À>>ÌV®° ,i}> ` >ÕÀiÌ >ÌiÌ° ÓΰÎä 6 //, -"7° /> Ã Ü ä°Óä " " / - " - , ° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> £n°£ä , x{° VÕiÌ £n°{ä ", " -/",° VÕiÌ £°£ä ° °° ° VÕiÌ Óä°Îx /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x +1 " "6// 6 /' * ° VÕiÌ ÓÓ°£x ",,6 ½ "° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä - / ,° /iiÛi> £°£x 1 E ° -iÀi Óä°£ä "--," ," ° -iÀi Ó£°£ä 1 -" "- <° -iÀi Óΰää , Ó -/° À>°Ì À>°Ì £Ç°{x *-/" *, 9° £°Îä ,/9 7, -/,/ /,,",° Ó£°£x "-8° Óΰäx / "91, -1*, 1, ",*"° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä 6"//° /iiv Óä°Óä / ,1-° /iiv Ó£°£ä 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Óx 1 1 * ° >ÀÌ £n°{ä "/" ° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " -*6" --, /° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx "9 <,,° ÌÌ° ä°äx // -/,"-° ÌÌÕ>ÌD £Ó°£x 7E",,° /iiv £{°ää -," ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää -/,//" *"<° -iÀi Ó£°ää -/", , ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx *,"*,/9 7,-° VÕiÌ>À £°Îä , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä /,"9° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää , ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°xä 1 -"° ÌÌÕ>ÌD £Î°Óx ,9½- /"9° /iiv £x°äx / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -°"°-° //° ,i>ÌÞ ä°£ä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°xä ,/" " < " ½","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä * "" , " "9° >ÀÌ Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°ää *** *° >ÀÌ ÓÓ°Îä ,**° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £Î°x *, " "*- ",° £x°{Ç -*"-° £Ç°ÎÓ ," *,//t £°Îä /° /iiv Óä°£x <<,° /iiv Ó£°äx - *1' ,°°° "° ÓÓ°xn -/", ° 6>ÀiÌD ViÌÛ°Ì £°£ä , 1"° VÕiÌ>À Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä -/, 1-° 6>ÀiÌD ÓÓ°xx /- /° ä°xä -* " , ° Ó°{ä --° i`>ÃiÌ°Ì £°Óä ° /iiv Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä -"//" 6-//" / ½1/ -/° i «À}À>>\ /} Æ iÌi°Ì Óΰää 9 9 ,° -iÀi ÌÛÓäää°Ì £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌÕ>ÌD Óä°xx / /° Ó£°Óä -1/ ° ÓÓ°xä **9 9-° Corriere della Sera Martedì 3 Giugno 2014 39 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Famiglia preistorica scopre il mondo Una preistorica commedia d’avventura che segue il viaggio della prima famiglia della storia del mondo (nell’immagine), quando la caverna che li protegge dai pericoli viene distrutta. I Croods Sky Cinema HD, ore 19.20 Il vigilante James eroe per amore -Þ i> -«ÀÌ £{°Îä " /, ,66 / /,<" /*" -° -«iLiÀ} i £ÇÇ À>VVÌ> Õ> v>Û> ÃÕ} >i] «ÀÌ>}ÃÌ> ,° ÀiÞvÕÃð i V>ÃÌ Ài}ÃÌ> vÀ>ViÃi ° /ÀÕvv>ÕÌ° -Þ i> ÕÌ £x°Óx " 1 ","" /1//" , L m Õ `Ã>ÃÌÀ] ÀiÃVi > > >ÌiiÀi Õ >ÛÀ] > « à L>ÌÌi i] >`Ài Ã}i > VÕ ÃiÀÛi Õ >}}À`° -Þ i> >Þ £È°{x "9- `iÌiVÌÛi ÜÀiÞ 7° -Ì ® i ÕÀiÌÌ ° >ÜÀiVi® `i> õÕ>`À> >ÀVÌV ` >] `>}> ÃÕ> `vvÕÃi `i½iVÃÌ>ÃÞ° -Þ i> >Ý £Ç°£ä - ", - - /Ì¢ i *° i «« à vÀ>Ìi -«i i} 1Û° «À] "ÌÌi] > `>«`>Ì «>ÌÀ° ÃiV`] *] > Õ> Ã>ÀÌÀ> iVViÃ>ÃÌV>° -Þ i> >ÃÃVà £n°xä " ,-"" ÀÌÀ `>> À>`i ÕiÀÀ>] >ÀÀÞ `iV`i ` ÀÌÀÛ>Ài Ãm ÃÌiÃÃ] >`> > Ìi > ÃÕ> ÛÌ> i «>ÀÌi >> ÛÌ> `i½>>Þ>° -Þ i> >ÃÃVà £°Óä ,""- Û>}} ÌÀ>«Àià `>> «À> v>}> `i> ÃÌÀ> `i `] µÕ>` > V>ÛiÀ> V i «ÀÌi}}i `> «iÀV Ûii `ÃÌÀÕÌÌ>° -Þ i> £ Ó£°ää 6/" >«>ÛÀ ` ° i] Ài>ââ>Ì i £xÎ] V ° -À` i ° >LÀâ° ii `½>À}iÌ > 6iiâ>° -Þ i> >ÃÃVà , ," "6 ",/ " 6,/ "ÃV>À > ° ,LiÀÌà «iÀ ½ÌiÀ«ÀiÌ>âi ` À ÀVÛV ] `> V i > `iÕV>Ì i L>ÌÌÕÌ Õ> }À>`i V«>}>° -° -`iÀLiÀ} ° -Þ i> ÕÌ ½1"" / ," /À>ÌÌ `> À>â º/ i *ÃÌÀV >»] À>VVÌ> Óää > ` ÛÌ> ` Õ ÀLÌ V i «>À> > «iÃ>Ài i ÃiÌÀi Vi Õ Õ° -Þ i> >Þ / */,"/ /À> i Ì>}i `i Ì>> Õ ÌiÀÀLi ÛÀÕà Ûii LiÀ>Ì `>} iÃÌÀiÃÌ° 1 `ÌÌÀi `iÛi ÀÃÛiÀi > ÃÌÕ>âi° -° -i>}>° -Þ i> >Ý Ó£°£ä *"----" « Õ V`iÌi] Õ Õ Ã ÃÛi}> `> V> «iÃ>` ` iÃÃiÀi vÀ>Ìi° ->À> V ii i>À] ÃÌ>À `i Ìiiv ÕvvÞ° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä , /,1/ 1 ½"- 1, 6,/ 1 iÝ >}iÌi `i> > À> V`ÕÌÌÀi ÌiiÛÃÛ m V>ÀV>Ì ` «ÀÌ>Ài >> ÕVi Õ >ÃÃ>VÀ >ÛÛiÕÌ Õ Û>}} `i -Õ` iÀV>° -Þ i> Ìà ÓÓ°xä 6"1 > -«Ã> >V >L> 1° / ÕÀ>® `iÛi -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Î°£ä 6"// ÃiÞ >i £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £x°ää 7/ "9- ,> Õ« £È°ää , Ý £Ç°ää " 7/ " ÃiÞ >i £n°£x /1//" Ý £°Óä " 7/ " ÃiÞ >i Óä°äx , - Ý Ài Óä°{x / ,1- ,> Õ« Ó£°ää ,6 Ý vi Ó£°xx , Ý Ài ÓÓ°ää ," -" Ó ÓÓ°{ä -", /- ÃiÞ >i ÓÓ°xä -/ Ý vi Óΰ£x *** <1 i`à £{°Îä " /" -*"-t / £x°ää *," / ,1 79 -/,- Ó Ý vi £È°ää -/, 1- -Þ 1 £Ç°äx 6-/ -*"- " /," -1" , £n°Îä "/ " - " -Þ 1 £°{ä 1 " "<, " Ý vi Óä°Óä -* " * / -Þ 1 Ó£°ää 6-/ -*"- " /," -1" , Óΰäx /"1, ÃiÞ >i Óΰ£x 1 ,/" { <* -Þ i> >Þ Óΰ{x ½- / / -Þ 1 ä°{ä -/, 1- -Þ 1 £n°£x £n°Îä £°äx Óä°ää Ó£°äx Ó£°£ä £Î°£ä , ½","\ -1, ÃVÛiÀÞ >i £{°ää - *"--\ 7 ÃVÛiÀÞ >i £x°£ä --" ,-/1," ÃÌÀÞ >i £È°äx // -,/ ÃÌÀÞ >i £Ç°Îä - < ½" 1/" ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°Îx 1* , >Ì> i}À>« V £n°ää ÃÌÀÞ >i £°{x " -1,66",- 9>V Ì E -> Óä°£x 9 9>V Ì E -> Óä°Óx -/1* +1,/" >Ì> i}À>« V Ó£°ää - *"--\ 7 ÃVÛiÀÞ >i ÓÓ°ää , " *,, ÃVÛiÀÞ >i £{°{Ç ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°£x "6" ° *ÀiÕ i> £x°Î ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°Îx *,"--", //"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°ä£ 1 , // *, 1 //" ° /Û 9 £Ç°£n / ° /iiv " £Ç°Óx -/, /,° *ÀiÕ i> £Ç°Î -* "° ,ÕLÀV> " £Ç°x{ *,- , ,/" ° /iiv " £n°Óx ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{£ 1 *, ° /iiv 9 £°ÎÇ -/1" ° *ÀiÕ i> ÓΰÓx Óΰ{x ä°Óx ä°Îä ä°{x ä°xx Ûi`V>Àà `i ÃÕ iÝ >VÉiÀ] V i > VÀi` ÀÌ>° À}i +° />À>Ì° -Þ i> £ *- 6 1> V««> ` iÜ 9À ÛÀÀiLLi LiÀ>Ài «À«À >««>ÀÌ>iÌ `>½>â>> µÕ> > « >ÀÀÛ> i «Ì ` µÕiÃ̽ÕÌ>°°° -Þ i> *>Ãà 1 -° -«iLiÀ} À«iÀVÀÀi ½>âi `i} iÃÌÀiÃÌ «>iÃÌiÃ] >ÛÛiÕÌ> > >V] `ÕÀ>Ìi i "«>` `i £ÇÓ° ° >>° -Þ i> ÕÌ , 1° /}>ââ ÌiÀ«ÀiÌ> *À ÀVÛ>ââ] Õ v>ÃVÃÌ> `i½ÕÌ> À>° "ÌÌ> ÌiÀ«ÀiÌ>âi «iÀ > «iV> ` ° ->Vi° -Þ i> >ÃÃVà 1, V *>ÀiÀ ÌÀ> `> 6iÌ> ViV° - iÌÌi >> ÀViÀV> ` Õ ÃÕ VÌi > ÃV«Ài V i µÕiÃ̽ÕÌ > }Õ> V > >v>° -Þ i> Ìà "-/ "6 *>À`> ` *>À>À> VÌÛÌÞ° >V i ià > à ÌÀ>ÃviÀÃV Õ> V>Ã> ÕÛ> > ÃV«À V i ½>LÌ>âi m viÃÌ>Ì> `> Õ `ii° -Þ i> £ -1*, ," ,"- ½`À>ÕV >À i ÃÕ vÀ>Ìi Õ} VL>ÌÌ VÌÀ ÌÀ> } «>] V i ÛÛi ÃÌÌ > >ÌÌ>° > ViiLÀi Û`i}V° -Þ i> >Þ £{°ää / -\ +1,/ ,>` >ÀÀð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £È°Îä ,19\ /"" -, iii Õ« -Þ -«ÀÌ Ó £Ç°Îä 1/""-"\ /,"/ `ÞV>À -Þ -«ÀÌ Ó £°ää 7,-/ \ 77 "-/ ,7 -Þ -«ÀÌ Ó Óä°Óä -/\ -, - *9 " - ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ ,- * VÌÀ V iÛi° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ ÓÓ°ää "/" -"\ * , `>i ÌVÀÃð vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ÓÓ°Îä / -\ /- Õi v Ì i >Þ ÕÀëÀÌ ÓΰÎä / -\ +1,/ ,>` >ÀÀà ÕÀëÀÌ Óΰ{x "\ <<1,," , ", "\ ,- / Ó£ ,<" Óä£Î ,>-«ÀÌ £ 9 / E - 9>V Ì E -> Ó{°ää 7,-/ \ 77 -1*,-/,-Þ -«ÀÌ Ó 6\ / 1,/1- ,// 9>V Ì E -> ä°Îä / **,- *," / 9>V Ì E -> £°ää -1,\ / "-/ 76 , -1, -/",9 9>V Ì E -> Un addetto alla sicurezza (Kevin James, foto) sventa una rapina nel centro commerciale in cui lavora, sperando così di fare colpo sulla commessa di cui si è innamorato. Il superpoliziotto del supermercato Sky Comedy HD, ore 19.25 Albertino & Co. a caccia di dj Fabio Novembre, uno dei più importanti architetti del mondo, è l’ospite di Albertino, Stefano Fontana e Lele Sacchi (foto insieme), che ascoltano le esibizioni dei rimanenti 5 finalisti selezionati. Top dj Sky Uno, ore 22.45 Lezione di criminalità dal boss D’Amore i`>ÃiÌ *ÀiÕ Scoraggiato dal prestigio di Genny, Ciro (Marco D’Amore) prende sotto la sua guida Daniele, desideroso di aderire al Sistema. Il primo incarico assegnato al ragazzo è un azzardo che sconvolgerà tutti gli equilibri. Gomorra - La serie Sky Cinema 1, ore 21.10 £Ó°{ *, /""° /iiv 9 £Î°ä£ /", /° *ÀiÕ i> £Î°Î --° /iiv 9 £{°äx "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°Ó 1 , // *, 1° /Û 9 £{°Îä / -/ ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x Ó£°Îx Ó£°{ä ÓÓ°ää ÓÓ°äx ÓÓ°Óx *"" 89 Ó 7 8 1 i`à - 9 , Vi`i ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ -/,9 1//9 iÀ>} "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ "9 // - , Ó 7 8 1 ,> Õ« 6 /1, / >ÀÌ iÌÜÀ - ""9"" 9-/,9 ° iÀ>} 7 8 1 i`à ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ "9 // - , iÀ>} Óä°Ó£ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°ÓÈ 1," ",,° /iiv " Óä°{ä *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x 6/ 1 "- ,6"-° *ÀiÕ i> Ó£°£x "--* ,° /iiv 9 Ó£°£x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso Rai e Arena di Verona unite nel segno del kitsch I l chiaro segnale della smobilitazione estiva dei palinsesti Rai è apparso domenica sera su Raiuno, in diretta e in Eurovisione da un’Arena di Verona ricolma per l’occasione di un pubblico festante, munito di fazzolettini bianchi molto vintage da sventolare (a comando) nei momenti più emozionanti dello show (ore 21.20). «Lo spettacolo sta per iniziare», condotto da Antonella Clerici, è stato, a suo modo, un curioso esperimento pubblicitario: l’obiettivo era mettere in piedi una sorta di promozione Vincitori e vinti incrociata tra i programmi Rai e gli spettacoli dell’Arena. Il Antonella pretesto, quello di costruire Clerici una piccola antologia delle L’opera batte arie e delle romanze più popola soap. lari della storia della lirica e Serata della anche del musical (tutto un domenica con calderone di cultura pop), inAntonella Clerici che terpretate dagli artisti e dalconduce in diretta l’orchestra in scena e precedu«Arena di Verona te da un’introduzione, uno - Lo spettacolo sta spiegone di Antonella fasciata per iniziare»: in un abito blu di paillettes. Alper 4.096.000 tro che sciopero! Dalla Carmen telespettatori, 20,2% a Jesus Christ Super Star, da di share Madama Butterfly al Gobbo di Notre Dame con la comparsata Megan dell’immancabile Riccardo Montaner Cocciante: ogni performance La soap era occasione per promuovere spagnola la stagione dell’Arena, uno superata «spottone» allo spettacolo dall’opera italiana. dell’artista di turno, un promo Canale 5 prosegue con a un programma in partenza a la messa in onda in breve. All’iniziativa ha parteciprima serata de «Il pato persino Dario Fo, in prosegreto», con Megan mozione del suo prossimo Montaner: i spettacolo su Raiuno, dedicato telespettatori sono a Francesco, che non è solo il 3.781.000, lo share santo di Assisi ma anche papa è del 16,6% Bergoglio, oggetto di un lungo monologo in cui il premio Nobel «ateo, marxista, leninista e seguace di Darwin» ha sentito il bisogno di difenderlo da presunti attacchi e innominati detrattori. Cosa non si fa per la gloria! La serata è scorsa via così, tra strizzate d’occhio al pubblico di Raiuno (c’era anche Massimo Ranieri) e al consolidamento di una collaborazione tra il kitsch della Rai e il kitsch dell’Arena. Speriamo almeno su basi vantaggiose per entrambi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°ÓÓ 1,", "*- ",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx "--* ,° /iiv 9 ÓÓ°Î{ -1/-° /iiv " ÓÓ°xÈ <""° - Ü *ÀiÕ i> Óΰäx / -/ 7 /,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰäÇ " <<, *"°°° 66, ° *ÀiÕ i> Óΰx{ *,//9 // ,-° /iiv 9 ä°Ó£ ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°xä , 9° *ÀiÕ i> ä°xä ½, / "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äÈ ,° "1- 6-" ° /iiv " 40 italia: 51575551575557 Martedì 3 Giugno 2014 Corriere della Sera
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