Corriere della sera - 30.07.2014

MERCOLEDÌ 30 LUGLIO 2014 ANNO 139 - N. 179
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I piani del governo Rossella Orlandi
Incentivi su auto e case Il direttore delle Entrate
ma sblocca Italia tarda «L’Imu? Un rompicapo»
Con il Corriere
Il mondo di Diabolik
«Donne spezzate»
di Lorenzo Salvia
a pagina 7
In edicola a 3,99 euro
più il prezzo del quotidiano
di Francesco Di Frischia
a pagina 7
IL GOVERNO E L’UOMO DEI TAGLI
La rottura con Sel, Grillo minaccia l’Aventino. La maggioranza tiene sul voto segreto
IL MISTERO
COTTARELLI
È caos al Senato sulle riforme
di FRANCESCO GIAVAZZI
Salta la mediazione tra urla e scontri. Renzi: no ai ricatti
l magistrato Raffaele
Cantone, classe 1963,
dall’aprile scorso presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, è una
delle buone notizie dell’Italia
di Matteo Renzi. Napoletano,
esprime il meglio di quella
travagliata città. Nel nuovo
ruolo ha esordito con la richiesta al prefetto di Milano
(che l’ha accolta) di commissariare l’impresa Maltauro finita nelle indagini dell’Expo.
Non era mai accaduto. Da
qualche giorno si occupa
delle aziende venete indagate per gli appalti del Mose.
La qualità dell’uomo e la
sua determinazione (dimostrata quando, alla Direzione
distrettuale antimafia, condusse le indagini contro il
clan dei Casalesi) non sono
l’unico motivo del suo successo, che dipende anche
dalle norme che regolano la
sua attività di contrasto alla
corruzione. Innanzitutto il
potere di proporre direttamente al prefetto il commissariamento di un’azienda.
Inoltre, la possibilità di limitarlo ad un ramo dell’azienda, salvaguardando la normale operatività in altre aree
non coinvolte nelle indagini.
Questo è molto importante
perché gli consente di intervenire anche su grandi aziende delle quali sarebbe più
difficile chiedere e gestire un
commissariamento totale.
Di fronte alla rapidità con
cui si è mosso Cantone, ci si
chiede a che punto sia il lavoro dell’altro commissario,
Carlo Cottarelli, incaricato di
individuare aree in cui ridurre la spesa pubblica, sprechi
che spesso vanno a braccetto
con la corruzione. Si pensi ad
esempio alla sanità e a ciò
che spesso si cela dietro le
ampie differenze nei prezzi
pagati da diversi ospedali per
i medesimi strumenti. Da
mesi non se ne sa più nulla.
Le capacità della persona sono eccellenti. Forse che la
sua scarsa incisività, per usare un eufemismo, dipenda
dal fatto che i tagli sono una
scelta politica? Neppure Cantone può commissariare
un’azienda: può solo chie-
derlo al prefetto, il quale potrebbe negarlo, ma sarebbe
obbligato a spiegare perché;
nessuno impedisce a Cottarelli di rendere noto dove,
come e quanto, secondo lui,
si dovrebbe tagliare, mettendo il governo di fronte alla
responsabilità di non farlo.
Burocrazia e sindacati
stanno facendo una lotta nascosta alla riorganizzazione
della pubblica amministrazione. Attraverso il Parlamento stanno cercando di
smontare la riforma proposta dal governo. Sulla mobilità obbligatoria, ad esempio,
il testo è stato emendato dalla Camera inserendovi eccezioni per le lavoratrici con figli sotto i tre anni, per le quali la mobilità diventa facoltativa. Si mantiene così una
differenza di trattamento rispetto al settore privato. Ed è
stato inserito l’obbligo di
coinvolgere i sindacati nelle
procedure di mobilità. Anche le retrocessioni a compiti e stipendi inferiori per gli
statali in esubero che (anche
qui diversamente dai lavoratori privati) hanno il privilegio di mantenere il posto di
lavoro, sono state limitate ad
un solo gradino, su 16, nella
scala gerarchica. Delle otto
sedi distaccate dei Tribunali
amministrativi regionali che
il governo vuole sopprimere
ne sono state salvate 5, almeno fino al 2016.
E sui tagli alla spesa, dove
in molti casi il governo potrebbe procedere senza il
consenso del Parlamento,
ancora nulla. Dottor Cottarelli, le chiediamo un po’ di
coraggio! Il suo non è il lavoro di un burocrate. Le è stato
chiesto di rientrare da
Washington per fare proposte anche controverse. Il presidente del Consiglio si arrabbierà? Niente di male. Se
non ha fiducia in lei meglio
saperlo oggi che perdere altro tempo. E se possiamo dare un consiglio al premier
Renzi, accorpi l’ufficio di
Cottarelli all’Autorità presieduta da Cantone. Vedrà che
le proposte di tagli alla spesa
cominceranno a fioccare.
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Riforma del Senato, muro contro muro
tra governo, maggioranza e opposizioni.
Fallito il tentativo di mediazione di Chiti,
caos in Aula. È rottura con Sinistra ecologia libertà (Sel). Grillo minaccia di lasciare
i «palazzi del potere». Renzi: no ai ricatti.
Giannelli
Sollievo del premier:
già cancellati
1.400 emendamenti
DA PAGINA 2 A PAGINA 5
CHIUSI NELLA GABBIA
DEL NAZARENO
di MARIA TERESA MELI
A PAGINA 3
E Verdini tratta,
ma Berlusconi
tiene le mani libere
di MASSIMO FRANCO
B
isogna chiedersi perché sia fallita la
mediazione tentata con la sua lettera ai
senatori della maggioranza da Matteo Renzi.
Forse, una delle ragioni è che non appariva
abbastanza credibile, e dunque si è sbriciolata
nell’impatto con Palazzo Madama.
Oggi il presidente
IL RITO STANCO
DELLA CONSULTA
TROPPO A LUNGO
INCOMPLETA
di GIOVANNI BIANCONI
In primo piano
di FRANCESCO VERDERAMI
A PAGINA 5
L
a politica chiedeva di
dare il buon esempio,
evitando di perpetuare la
poco commendevole
prassi di eleggere al vertice
della Corte costituzionale
il giudice più anziano; in
questo caso per soli tre
mesi, con la possibilità
di presiedere una sola
udienza (e forse nemmeno
quella) prima
dell’esaurimento del
mandato. Un segnale non
proprio edificante per le
istituzioni. E Matteo Renzi
in persona aveva invitato i
giudici costituzionali a
immettere aria nuova nel
palazzo della Consulta.
CONTINUA A PAGINA 2
CONTINUA A PAGINA 30
Colpito il Nord, Varese sott’acqua. Danni anche in Centro Italia
Il conflitto Più di 100 morti in 24 ore
Il giorno più duro
nella Striscia di Gaza
sotto le bombe
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L’estate che non c’è, il meteo cambia regole
di ALESSIO RIBAUDO
D
anni e disagi per il maltempo nell’Italia centro-settentrionale. Il clima ha colto di sorpresa molti meteorologi
che nei giorni scorsi hanno sbagliato alcune previsioni relative, soprattutto, a località turistiche. Di
conseguenza, i più noti siti meteo della Rete stanno cambiando le regole per garantire maggiore affidabilità.
A PAGINA 18 con un commento di Gaetano Cappelli
(Nella foto, via Peschiera allagata, ieri, alla periferia di Varese).
Accuse al figlio del giudice che condannò Berlusconi Senza una legge, norme diverse da città a città
Il caso del pm Esposito Diritti civili fai da te
«Va sospeso due mesi» La mappa dei Comuni
di LUIGI FERRARELLA
P
ressioni su un avvocato: la Procura di Brescia chiede la sospensione dalla Procura di Milano del
pm Ferdinando Esposito, figlio di
uno dei cinque giudici che nel 2013
in Cassazione condannarono Berlusconi nel processo Mediaset. Prima
che il padre ne diventasse titolare, il
pm andò alcune volte ad Arcore per
discutere, ha spiegato, di possibili
impegni in politica o incarichi al ministero con il sottosegretario Ferri.
A PAGINA 12
di ELVIRA SERRA
La trattativa
Allarme Etihad:
soltanto 48 ore
per il salvataggio
di Alitalia
di ANDREA DUCCI
A PAGINA 6
B
ologna, dal 15 settembre, permetterà di trascrivere le nozze gay ai
residenti che si sono sposati all’estero; Roma farà il Registro delle unioni
civili; a Milano, dove il Registro delle
unioni civili esiste già da due anni,
l’assessore Majorino insiste sulle
nozze e preme per il riconoscimento
«di un diritto indiscutibile». Regole
diverse da città a città, perché non c’è
una legge. Si potrebbe parlare di federalismo dei diritti civili. O di Far West.
A PAGINA 17
Più di 100 morti nei
bombardamenti israeliani su Gaza tra la notte di
lunedì e ieri: colpite anche la casa dell’ex premier
di Hamas Ismail Haniyeh
e l’unica centrale che fornisce energia alla Striscia,
già a corto di elettricità.
La guerra tra lo Stato
ebraico e il movimento
islamista palestinese
sembra lontana dalla fine,
nonostante i continui
tentativi degli Usa e degli
aspiranti mediatori (Egitto, Qatar, Turchia) di
giungere a una soluzione.
Le vittime palestinesi sono oltre 1.200, per la
maggior parte civili: i
bambini uccisi sono 251.
Il bilancio dei soldati israeliani morti sale invece a
53, oltre a 3 civili.
ALLE PAGINE 8 E 9
Frattini, Olimpio, Stringa
Disarmo
Quell’accordo
violato
tra Russia e Usa
di MASSIMO GAGGI
È
stato Barack Obama in
persona a contestare
ufficialmente alla Russia,
con una lettera a Vladimir
Putin, la violazione del
trattato sui missili nucleari
a medio raggio (INF)
firmato nel 1987 da Reagan
e Gorbaciov. Una crisi che
si aggiunge a quella causata
dall’aggressione russa
all’Ucraina, e che riporta i
rapporti tra le due potenze
all’epoca dell’Urss.
A PAGINA 10 Natale
2
Primo Piano
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Riforme La sfida
Mediazione fallita, battaglia in Senato
Renzi: temono per la loro poltrona
Sel sotto accusa, restano gli emendamenti. Ma la stretta ne fa cadere 1.400
Il commento
Lo stallo rissoso
e il rischio palude
per l’esecutivo
SEGUE DALLA PRIMA
D’altronde, l’apparente soluzione è stata offerta
con una tale mole di riserve mentali, da apparire
un’ennesima furbizia e non una novità e una garanzia. L’esito è lo stallo rissoso visto ieri in Senato, che
riflette l’impotenza della politica. Ormai, più che al
muro contro muro siamo alla variante deteriore del
tutti contro tutti; e ad un punto interrogativo su riforme e futuro dell’Italia. Nessuno ha mostrato di
volere davvero rinunciare a qualcosa: né Sel e Movimento 5 stelle, abbarbicati ai loro emendamenti
strumentali come mezzi di sopravvivenza e di boicottaggio del governo; né palazzo Chigi, convinto o
illuso di poter conseguire i suoi obiettivi limitandosi
a cedere una manciata di giorni a partiti che parlano
di difesa della Costituzione ma pensano anche a
strappare un sistema elettorale meno punitivo per
loro: la vera posta in gioco. Il patto del Nazareno del
gennaio scorso tra Renzi e Silvio Berlusconi si conferma un accordo di ferro e insieme una gabbia dalla
quale nessuno può uscire. Si tratta di un’intesa della
quale l’Italicum è uno dei perni. Serve a blindare le
forze maggiori e di fatto schiaccia i partiti piccoli, a
meno che non si alleino con i grandi. Nel momento
in cui il presidente del
Consiglio accenna ad una
I nodi
qualunque concessione
alle forze minori, scatta
Parlamento, Ue
dunque il veto di Berlued economia
sconi. Proprio perché
Qualcosa
indebolito, il capo di FI
ha assoluto bisogno di
si è inceppato
costringere la diaspora
del centrodestra a tornare nella sua orbita. Se Renzi cede qualcosa sulle preferenze e le soglie, o soltanto ammette che il capitolo
rimane aperto, uno dei capisaldi del patto di gennaio
viene meno. La riforma del Senato è soltanto il paravento di questo conflitto politico sull’Italicum, e di
altri in incubazione: a cominciare dalla successione
al Quirinale. Un brutto paravento, perché lo spettacolo offerto ieri dai senatori è stato uno scontro dai
connotati lunari: voto segreto e separato, «spacchettamento» degli emendamenti, cavilli regolamentari.
E insulti. La discussione, esasperante nella sua circolarità, si è trasformata senza volerlo in una sorta di
apoteosi della palude parlamentare: una palude alla
quale governo e maggioranza non appaiono estranei.
Anzi, l’impressione sconfortante è che ne stiano diventando abitanti involontari e riottosi, ma a pieno
titolo. È come se faticassero a uscire dalla trappola
che hanno contribuito a costruire. Le prime votazioni
a scrutinio segreto hanno premiato la coalizione
governativa. E oltre mille dei circa ottomila emendamenti sono già stati smaltiti. Eppure, le previsioni
sono di un conflitto permanente e inasprito dalla
volontà della maggioranza di procedere anche a costo di una riforma a strappi; e dalla determinazione
di Beppe Grillo e di Nichi Vendola di accreditare la
caricatura di una dittatura allo stato nascente. Non è
chiaro quanto si possa andare avanti così, mentre dal
fronte economico arriva un rosario di previsioni
negative per l’autunno. Dopo le speranze suscitate da
Renzi, e premiate alle elezioni europee del 25 maggio, sembra che si sia inceppato qualcosa. La stessa
Europa mostra un filo di impazienza verso il governo
italiano. Sarebbe davvero paradossale se si diffondesse l’impressione che la strategia della velocità
scelta per rivoluzionare l’Italia, per ora rischia di far
perdere altro tempo prezioso. Il governo ostenta serenità e voglia di andare avanti, perché si sente sostenuto dal Paese come alternativa al caos. Ma senza
risultati tangibili, presto potrebbe non bastare più.
Massimo Franco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Una giornata, quella di lunedì, a tessere la tela (complicatissima) di una possibile
trattativa. E pochi minuti, ieri
mattina al Senato, per spezzarla.
Sulle riforme, come nel gioco
dell’Oca, si riparte dal via. Cioè
dal muro contro muro tra governo/maggioranza e opposizioni. Il
clima, infatti, dopo i timidi segnali di apertura, torna rovente.
Con le opposizioni che protestano contro la decisione del presidente Pietro Grasso di «cangurare» (cioè far decadere gli emen-
damenti simili a quelli già bocciati) circa 1.400 emendamenti. E
con Matteo Renzi che spara ad alzo zero contro gli oppositori:
«Stiamo facendo le riforme perché la politica e i politici devono
cambiare. Le sceneggiate di oggi
dimostrano che alcuni senatori
perdono tempo per paura di perdere la poltrona».
Si va avanti a oltranza. Senza
accordi, trattative o mediazioni.
Neppure quella tentata da Vannino Chiti, che in apertura dei lavori dell’aula ripete quanto annun-
ciato l’altra sera: «Concentriamoci intorno ai grandi temi, votiamo
alcuni emendamenti fondamentali, il resto a settembre». Ma l’atmosfera, dalla sera alla mattina, è
già radicalmente cambiata. Sel
Bocciata l’elettività
Linea dura anche da 5 Stelle
e Lega. Ma la maggioranza
supera la prova
del primo voto segreto
(soprattutto), Cinque Stelle e Lega hanno mal digerito i virgolettati attribuiti a Renzi e comparsi
sui giornali, dove il premier ragiona di «un aiuto per far uscire i
frenatori dal cul de sac in cui si
sono cacciati», della concessione
«di una settimana di tempo in
più».
Così, anche Luigi Zanda (Pd)
«gela» la trattativa: «Accolgo l’indicazione di Chiti, purché tutti i
gruppi siano d’accordo». Ma il
Movimento 5 Stelle non è disponibile, la Lega neppure, Sel — che
stava ragionando sul ritirare 3
mila emendamenti — torna sulle
barricate. Nella conferenza dei
capigruppo, Grasso prova a mediare: «Lasciamo da parte articolo uno e due del ddl Boschi (quelli su cui si concentrano la maggior parte delle richieste di correzione, ndr), partiamo dal terzo».
La fumata è nera. Grasso aggiorna la riunione, ma il secondo
round dura appena sette minuti.
Quelli che bastano a Loredana De
Petris (Sel) e al ministro Maria
Elena Boschi per litigare. La De
Petris arriva con un foglietto:
«Questi sono 1.400 emendamenti dell’articolo uno che potremmo togliere». La Boschi replica:
«Me lo dovevi dire prima, ormai è
tardi. Si va avanti col calendario
già fissato». Nessuna richiesta di
variazione, quindi. I dissidenti
del Pd masticano amaro: «Le parole di Renzi — dicono — hanno
In Aula La protesta
dei Cinque Stelle ieri
a Palazzo Madama
(LaPresse)
In Aula Nel dibattito infuocato sofismi e oltraggi all’italiano: questo non si può cangurare
Bolgia di spacchettamenti,
cavilli, commi e citazioni
Da Stalin all’arbitro Moreno
ROMA — «Presidente si sta comportando come uno zerbino della
maggioranza. Se stasera non ci sono
stati i tumulti, occhio a domani». Sono passate da poco le 20 e il capogruppo a 5 Stelle Vito Petrocelli si rivolge così al presidente del Senato
Pietro Grasso. In realtà i tumulti ci sono stati e sono in corso da ore. Palazzo Madama è una bolgia, un inferno
di urla e di strepiti, una trincea dove
si combatte una drôle de guerre, una
strana guerra con le granate e le bombe a mano che fischiano ma che non
fanno avanzare né indietreggiare le
truppe: in tre ore si riescono a votare
solo due emendamenti. Nelle pause
tra un’esplosione di rabbia e un’altra,
si combatte un conflitto più raffinato,
congeniale allo spirito italico, da Azzeccagarbugli manzoniani: la guerra
del cavillo, tra spacchettamenti di
commi, dotte citazioni in latinorum,
acrobazie semantiche, oltraggi alla
grammatica, sofismi ed espedienti di
ogni tipo. Che culminano nel trionfale ingresso del «canguro» nella (un
tempo) compassata Aula. Loredana
De Petris usa disinvoltamente i termini «cangurare» e «emendamenti cangurati» e a un certo punto si sente una
Appunti
Un senatore
vendoliano
al lavoro, con
matita rossa
e blu, sugli
emendamenti
durante
la convulsa
seduta di ieri
(LaPresse)
voce che si lamenta: «Presidente,
Giarrusso ci ha sbeffeggiato facendo
il gesto del canguro».
Si può prenderla a ridere, ma non è
consigliabile, perché è in corso una
riforma costituzionale. E il «canguro»
non è altro che uno strumento regolamentare che fa decadere gli emendamenti simili a quelli già bocciati. In
pochi secondi, per dire, si arriva a pagina 620 del primo tomo degli emen-
damenti (totale pagine, 2449).
Altro oggetto di infinite controversie, il voto «per parti separate». Siccome lo scrutinio segreto è previsto solo per voti su minoranze linguistiche,
le opposizioni hanno costruito, con
un sofisticato «drafting normativo»,
emendamenti difficilmente spacchettabili. Come quello «Candiani»,
che contempla una frase tutta d’un
fiato, impossibile da dividere. E come
l’emendamento De Petris, l’1.29. Che
in un solo comma ha due periodi: si
può dividere? Il Presidente ributta la
palla in campo, mettendo al voto la
decisione. E passando da eroe delle
opposizioni a «Ponzio Pilato» (Sergio
Divina) e «arbitro Moreno» (Gian
Marco Centinaio). Persino Roberto
Calderoli perde il controllo: «Ma sta
scherzando? Ooooh!». Voci in libertà:
«Che emendamento stiamo votan-
do?». «Presidente, siamo al ridicolo».
«Poi vediamo dove lo agganciamo
questo». «C’è un “loro” che avanza».
Cori dei 5 Stelle: «Non si può, non si
può». Vincenzo Santangelo perde la
voce e augura altrettanto a Grasso.
Che replica: «Speriamo di no. Ma abbia un po’ di rispetto per gli anziani».
Il presidente mantiene il controllo,
a stento. Qualcuno azzarda un parallelo non lusinghiero per i senatori («è
abituato agli strepiti di chi era nelle
gabbie dei tribunali»). In Aula succede di tutto. Santangelo è un ossesso,
sale sulla poltrona, urla «vergogna»,
sventola il libretto (bianco e) rosso
del regolamento. Mario Ferrara, Gal,
si precipita verso la presidenza travolgendo la sedia di Calderoli. Il matematico dei 5 Stelle, Carlo Martelli,
urla che «se non c’è la consistenza
normativa della parte da espungere,
non si può spacchettare». Vincenzo
D’Anna avverte: «Questo Areopago
rischia di produrre cortigiani reggicoda e invertebrati». Poi cita Kruscev
e Stalin. Renato Schifani chiede «una
prassi lessicale rispettosa». Giorgio
Tonini evoca «la minoranza cimbra».
Uno spettrale Sandro Bondi sussurra
poche parole — «siamo allo sfascio»
— poi si accascia. La De Petris aggiunge un gerundio a un emendamento. Ferrara: «Non cercate la permanenza del vero, ammettete il falso». Petrocelli: «È l’apoteosi della
menzogna». Conclude Ivan Scalfarotto: «Il Senato sembra l’orchestrina del
Titanic». Non si suona ma i cori ci sono: «Non si può, non si può».
Alessandro Trocino
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Primo Piano
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3
Retroscena Per i suoi avversari nella maggioranza vuole avere la carta del voto anticipato
interrotto il dialogo. Il premier
non ci riconosce legittimità politica».
Tutti i fili sono spezzati. E
riannodarli appare quanto mai
impresa ardua. La battaglia, allora, riprende in aula. Cinque Stelle
e Sel insorgono prima sullo spacchettamento degli emendamenti
a voto segreto (decide Grasso: si
vota per parti separate). Poi sul
«canguro», che fa decadere 1.400
emendamenti: nel primo faldone
(ce ne sono tre, in tutto, due per
gli articoli uno e due), da pagina
40 si arriva alla 620. Il no sulla riduzione del numero dei deputati
fa saltare le votazioni dal numero
1.35 all’1.88. E dopo la prima
bocciatura sull’eleggibilità del
Senato, si va al 1.445: sul punto,
uno dei focali della riforma, secondo quelli del Pd «la partita è
chiusa». La De Petris protesta di
nuovo: «Mai così tanti gli emen-
damenti cangurati».
Ma il presidente, informalmente, fa sapere di «aver applicato il regolamento» e che «tutti sapevano che sarebbe stato applicato il canguro». Renzi, quasi siamo all’ora di cena, attacca via
Facebook: «Non ci facciamo ricattare da nessuno. La nostra determinazione è più forte dei loro
giochetti». Con lui, anche il Psi:
«Voteremo la riforma del Senato,
si accolgano solo i nostri emendamenti su immunità, elezione
del Csm e del capo dello Stato»,
dice il segretario Riccardo Nencini. Il fedelissimo renziano Luca
Lotti sposta la deadline: «Avanti
anche dopo l’8 agosto». La trincea del Senato, del resto, è ancora
lì. Oggi, nuovo capitolo: sul decreto Pubblica amministrazione,
il governo metterà la fiducia.
Ernesto Menicucci
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Il premier a testa bassa:
avanti anche fino a ottobre
è la partita della vita
«È l’unica strada, distruggono il Parlamento»
ROMA — «Se pensano di ricattarmi,
si sbagliano»: così Matteo Renzi dopo
la presa di posizione di Sel. «Se avessero voluto trattare veramente si sarebbero comportati in un alto modo. Invece non vogliono mediare, perché
Lorenzo Guerini, che dai giornali viene descritto come il grande mediatore,
non mi ha mai offerto nemmeno un
caffè alla buvette di Montecitorio»: così Nicola Fratoianni che, dopo l’appannamento di Nichi Vendola, è il vero capo di Sel.
Qual è la verità? Forse è bipede e sta
da entrambe le parti. Il movimento del
governatore pugliese pensava che fosse facile fare «pari e patta» con il presidente del Consiglio. Ma ora si deve ricredere perché il premier, a quanto
pare, non vuole fare accordi al ribasso.
Piuttosto, va dritto. Sel o non Sel. «Sette senatori non possono imporre a una
larga maggioranza la linea», è il suo
mantra. E di lì non si muove.
Sollievo
In serata con i collaboratori
un sospiro di sollievo:
stiamo reggendo,
portiamo a casa la riforma
Sfida in punta di diritto
Casson e il «giallo del canguro»
In serata, ecco il «giallo del canguro». Felice Casson si scaglia contro Grasso: «Violazione grave, non me la sarei mai aspettata da lei».
Scontro in punta di diritto. Grasso ha «cangurato» gli emendamenti, applicando «per analogia» il regolamento della Camera. Ma Casson si legge la norma e rilancia: «Non si usa per riforme costituzionali». Toccherà alla giunta per il regolamento dipanare il dubbio.
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Tutti, a palazzo Madama, si chiedono perché il premier sia così irremovibile. I suoi avversari nel campo della
maggioranza danno questa spiegazione: «Perché, pur non avendola come
primo obiettivo, si vuole lasciare aperta la strada delle elezioni anticipate in
primavera». Lui sull’argomento nicchia, e dice: «Abbiamo dato il nostro
ok a Chiti, quelli di Sel hanno cambiato idea e il Paese sarà contro di loro».
Renzi non lascia spiragli per mediazioni improvvisate. Tant’è che avverte
i rappresentanti del movimento di
Vendola: «Se si rompe il rapporto, il Pd
andrà alle regionali senza Sel, e anche
le primarie per le candidature delle
prossime elezioni saranno senza Sel».
Così a chi gli dice che forse potrebbe
venire incontro a Vendola, Renzi risponde: «Siamo già venuti incontro,
pronti a spostare di una settimana il
voto e quelli lì hanno risposto dicendo
che avrebbero mantenuto tutti gli
emendamenti. Di che parliamo? Ora
finalmente è chiaro chi è contro le riforme». E ancora: «Io non posso mol-
Affondo vendoliano
Il piano
Boschi e i sorrisi
La difesa
dalle donne pd
Proforma
e la campagna
sui mille giorni
ROMA — Il sasso era stato
lanciato da esponenti dell’M5S.
Ieri, poi, gli sberleffi sul
«sorriso» (o «sorrisetto») di
Maria Elena Boschi (nella foto
LaPresse) sono arrivati anche
dai banchi dei Sel al Senato. E
adesso le donne del Pd
reagiscono. «È inaccettabile che
Maria Elena, che si sta
dimostrando bravissima in un
ruolo in cui molti altri avrebbero
fallito, venga attaccata per il suo
aspetto», dice l’eurodeputata
Pina Picierno. «Dispiace che
questi attacchi arrivino non solo
dal M5S, ma anche da chi ha ben
altra storia. È la triste prova che
in questo Paese, se sei donna,
devi dimostrare le tue capacità
mille volte in più rispetto a un
uomo». Parla anche Anna
Ascani, una delle più giovani
deputate pd, che tra l’altro non è
una renziana ortodossa.
«Quando non si hanno
argomenti, l’unico argomento è
l’ignoranza. Da giovane donna
impegnata in politica, credo che
questo sia l’ennesimo sintomo
della volontà di conservare, in
questo caso gli stereotipi, e della
resistenza a ogni tipo di
cambiamento».
ROMA — «Non chiamatemi
Guru, non sono Casaleggio».
Giovanni Sasso, direttore creativo
di Proforma, si presentò a Matteo
Renzi, nel luglio 2013, con una
slide simile. E da allora il rapporto
con il premier si è fatto stretto.
Tanto che si vocifera di una
collaborazione più stabile tra
Palazzo Chigi e l’agenzia di
comunicazione politica pugliese
per rilanciare il piano «dei mille
giorni» del governo. Proforma
cominciò nel 2004 con Michele
Emiliano, ma deve la sua
notorietà alla campagna che portò
Nichi Vendola alla guida della
Puglia. Ora Pd e Sel sono ai ferri
corti. Le famose slide esibite in
conferenza stampa da Renzi (nella
foto) erano di Proforma. Quanto
conta un’agenzia per un politico?
«Non siamo alchimisti — dice
Sasso — non scegliamo il colore
delle cravatte, siamo ingegneri
della comunicazione. Studiamo
posizionamento, strategie, parole
chiave. Senza sovrapporci ai
contenuti. Ma siamo fortunati: i
leader per i quali abbiamo
lavorato — Emiliano, Bertinotti,
Vendola e Renzi — sono dotati di
grande spontaneità naturale. Da
quel punto di vista c’era poco da
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suggerire».
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lare. Se pensano che io abbia paura di
loro hanno sbagliato persona. Ci metterò una settimana in più, ma otterrò
la riforma».
E a sera, con i suoi collaboratori, alla
fine di una maratona defatigante(tant’è che a un certo punto la maggioranza ha pensato di affidare la gestione
dell’aula al veloce Calderoli e non a
Grasso), Renzi tira un sospiro di sollievo e dice: «Intanto oggi sono saltati
1.400 emendamenti e il voto segreto
regge: in mezza giornata siamo già a
più del 20 per cento dei voti nonostante l’ostruzionismo. Portiamo a casa la
riforma».
Ma sembra che ciò non basti al premier, che con Sel è ancora inviperito:
«Si capisce che molti emendamenti
erano solo una provocazione». Ma
non è una provocazione l’avviso ai naviganti di Sel che Luca Lotti invia all’indirizzo dei «conservatori»: «Mai
più alleanze con i frenatori». Ergo: non
cadranno le giunte, ma le alleanze per
le regionali della prossima primavera
andranno ridiscusse. Di più, sono in
ballo anche le primarie di coalizione.
Non a caso il presidente della giunta
per le autorizzazioni a procedere, Dario Stefàno, appena incrocia Lotti al
Senato lo arpiona: aspira a fare il candidato alla presidenza della regione
Puglia, e ora che sarà di lui?
Tre su sette senatori di Sel sarebbero pronti ad abbandonare baracca e
burattini. Ma non è questo ciò che
vuole Renzi. Il premier vuole la resa:
La resa
Non gli interessano le
defezioni in Sel, vuole la resa:
gli italiani stanno vedendo chi
vuole cambiare e chi no
«Gli italiani stanno vedendo chi vuole
cambiare e chi no, chi corre e chi frena». E poi chiosa così: «Abbiamo fatto
aperture sostanziali alla minoranza e
ci hanno risposto picche con una vagonata di emendamenti. A questo
punto che dobbiamo fare? Abbiamo
solo una strada davanti a noi: andare
avanti, tranquilli e determinati come
sempre». Andare avanti sì, ma nella
bolgia. Eppure Renzi sostiene che tutto fila «meglio di come pensassi». E a
chi, a fine serata, gli chiede il perché di
tanta foga e tanta determinazione, risponde con mezzo sorriso e un’intera
verità: «Mi sto giocando la partita della vita. Io sto facendo una riforma, altri
stanno solo distruggendo il Parlamento sotto gli occhi degli italiani. E a
questo punto, siccome a me non interessa giocare a chi la dura la vince, ma
mi interessa il metodo, non posso fare
altro che andare avanti. Fino a settembre... e anche a ottobre, purché riforma sia».
Maria Teresa Meli
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4
Primo Piano
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Riforme I partiti
Il Pd e Sel mai così distanti
«A rischio tutte le alleanze»
Nervosismo tra i vendoliani
Il leader: no ai ricatti. Ma a Siena i dirigenti lasciano
Sondaggio web
Grillo lancia
l’Aventino
I dubbi
tra i 5 Stelle
MILANO — B
Beppe Grillo
G ill
lancia sul blog l’Aventino
dei Cinque Stelle: lasciare il
Parlamento per tornare
nelle piazze. La proposta,
illustrata lunedì a deputati
e senatori, è stata spiegata
agli utenti del sito e votata
in giornata dagli attivisti.
«Che ci rimaniamo a fare
in Parlamento? A farci
prendere per il c..., a
sostenere un simulacro di
democrazia mentre questi
fanno un colpo di Stato?»,
si domanda il leader. E
aggiunge: «Rimarremo
ancora fino a quando sarà
possibile cercare di
impedire il colpo di Stato
con l’eliminazione del
Senato elettivo. Dopo, se
questi rottamatori della
Costituzione non ci
lasceranno scelta, ce ne
andremo». L’idea raccoglie
il plauso del popolo
pentastellato, ottenendo
17.770 voti favorevoli su
21.569. Tuttavia una parte
del Movimento non è
convinta della decisione. I
militanti discutono sul
web. E anche i
parlamentari. Come il
deputato Cristian Iannuzzi,
che su Facebook, esprime
le sue perplessità. «Un
attivista chiede ed io non
so cosa rispondere»,
scrive. E mette in coda gli
interrogativi del militante:
«“Scusate la domanda, ma
a cosa dovrei votare oggi
sul sistema operativo?
Favorevole o contrario
all’uscita al Parlamento e al
bivacco nelle piazze senza
ottenere nulla, perché
durerà poco”». Poi è lo
stesso Iannuzzi a criticare:
«Siamo troppo appiattiti
sui portavoce
parlamentari, come ieri
forse lo eravamo troppo
sulla figura di Grillo». E
all’attacco va anche
Vittorio Bertola,
consigliere comunale a
Torino: «I parlamentari
sono eletti e pagati per
stare in Parlamento, ci
restino e facciano il loro
lavoro».
E. Bu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — «Mi pare che Sel
abbia una posizione che non
condividiamo ma che rispettiamo. È evidente che a mio giudizio questo preclude ogni alleanza politica futura, soprattutto sul
territorio», dice Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del
Consiglio nonché braccio destro
di Matteo Renzi. Il tempo di
qualche giro d’orologio e, su
Twitter, arriva la risposta di Nichi Vendola. «Il Pd rompe in tutta Italia alleanze con Sel. La svolta politica più veloce del mondo.
Come un tweet di Palazzo Chigi». Segue l’hashtag di circostanza, con tanto di cancelletto,
vergato sul telefonino dal pollice
del governatore pugliese, «#Lottistaisereno».
Poteva essere il giorno della
riapertura del dialogo. Secondo
qualche ottimista, addirittura, il
giorno della tregua nell’Aula di
Palazzo Madama. E invece non
solo niente dialogo né tregua.
Ma Pd e Sinistra e libertà, in un
cortocircuito di dichiarazioni tra
il Senato e i social network, finiscono a un passo da un (improbabile) divorzio che — se consumato — potrebbe provocare delle ricadute in mezza Italia. Di
certo ne ha già avute a Siena, dove la catena di comando di Sel lascia il partito in polemica contro
le scelte nazionali dei vendoliani.
Ci pensa Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, a chiarire
che «le dichiarazioni non devono essere come una minaccia di
rottura delle relazioni di governo regionali» bensì come «un richiamo alla responsabilità». Ma,
all’ora di cena di ieri sera, le po-
Braccio di ferro
L’opposizione
Il gruppo parlamentare di
Sel al Senato, il 16 luglio
scorso, presenta in assoluto
il maggior numero di
emendamenti — seimila —
al testo di riforma voluto
dal governo. Il 23 luglio
una delegazione del partito
guidata da Nichi Vendola
viene ricevuta dal capo
dello Stato. Al termine
il leader di Sel dichiara:
«Se il governo cambia
il testo, noi ragioniamo sul
numero di emendamenti»
La rottura
Nichi Vendola insiste
sull’elettività dei senatori
e indica i due punti su cui
chiede un segnale
al governo: «Abbassare il
numero di firme necessario
per i referendum e le leggi
di iniziativa popolare». Renzi
risponde proponendo un
rinvio a settembre del voto
in cambio di un ritiro degli
emendamenti. Il dialogo non
parte: Vendola con un tweet
conferma la linea dura (foto
sopra) e il premier ribatte:
«Non ci facciamo ricattare»
sizioni di Renzi e Vendola sono
distanti come non lo erano mai
state in precedenza. Neanche nel
momento in cui, un mese fa, un
pezzo del gruppo parlamentare
di Sel — con in testa Gennaro
Migliore — s’era staccato dal
partito di appartenenza per avvicinarsi ai Democratici.
La storia del giorno che segna
uno spartiacque decisivo nella
storia del rapporto tra Pd e Sel
inizia di buon mattino. Il gotha
del partito di Vendola rilancia la
linea affidata dal governatore
pugliese nell’intervista di ieri al
Corriere. «Oggi siamo stati molto chiari. Per noi il giochino non
è di una settimana, con lo spostamento del voto. Per noi è
sempre stata
una questione
di merito»,
scandisce il capogruppo al Senato Loredana
De Petris, che è
diventata quasi
la protagonista
della resistenza alla riforma del
Senato per come è stata disegnata dal governo. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel,
rincara la dose: «Dire “togliete
gli emendamenti e poi discutiamo” è una condizione irricevibile».
Al Senato, nel frattempo, l’altalena delle mediazioni proposte
e poi fallite, riproposte e poi rifallite, fa il paio col sospetto che
Sel sia un partito nella tormenta.
Un po’ dipende dalle notizie che
arrivano da Siena, dove il sancta
sanctorum del partito provinciale abbandona la casa in polemica con le «politiche naziona-
li» di Vendola. Un po’ anche dalle
voci di probabili nuovi addii in
Parlamento. Qualcuno fa anche
il nome di Dario Stefàno, presidente della giunta per le autorizzazioni del Senato. Che invece —
nelle riunioni riservate — è addirittura tra quelli che insistono
«per non togliere il tema del Se-
I consensi
I vertici di Sinistra e
libertà confortati dai
sondaggi: la linea dura
fa crescere i consensi
nato elettivo dal dialogo con
Renzi».
In serata la frase di Lotti sulle
alleanze locali, a cui il sottosegretario aggiunge in calce che «il
Pd non ha l’anello al naso».
Quindi le risposte di Vendola.
«Sette senatori che non si piegano a ricatti sono il problema dell’Italia? E i nuovi padri della Patria sono Verdini e Berlusconi?».
C’è ancora il tempo perché Matteo Orfini, presidente del Pd,
mandi a dire al «caro Nichi» che
«a rompere le alleanze è chi
blocca le istituzioni per impedire una riforma nel programma
della sinistra da quando non ero
nato». Poi Guerini suona il gong.
E oggi? Un armistizio RenziVendola sembra lontano anni
luce. Anche perché, sondaggi alla mano, il governatore pugliese
ha scoperto che la linea dura paga. I sondaggi sulla sua scrivania
parlano chiaro. Dalla mini-scissione di Migliore a oggi, Sel moltiplica i consensi sia secondo la
sondaggista Alessandra Ghisleri
(dal 2,6 al 3,9) sia secondo Swg
(dall’1,5 al 2,9). E la battaglia
continua. Anche perché entrambi i fronti pensano di poterci soltanto guadagnare. Forse.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Chiude il quotidiano fondato da Gramsci 90 anni fa. La redazione: continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico
«L’Unità» sospende le pubblicazioni
Nell’ultimo numero le pagine in bianco
ROMA — L’Unità sospende le pubblicazioni: «A far data dal primo agosto»,
recita un comunicato dei liquidatori. Ma
la verità è che la redazione non ce la fa a
scrivere anche il giornale del 30 luglio. E
così quello di oggi è l’ultimo numero in
edicola del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, novant’anni fa: «Hanno ucciso l’Unità», il titolo che non lascia spazio alla speranza, in un giornale dove le
pagine saranno bianche, tranne la prima
e la seconda, per pubblicare i comunicati
e una vignetta di Staino, e l’ultima, dove
saranno messe in fila tutte le firme dei
redattori.
L’assemblea dei giornalisti ieri pomeriggio è stata, forse, la più triste della storia: un’ottantina di lavoratori rimarranno senza lavoro. Sono tre mesi che si andava trascinando l’agonia. Ieri pomeriggio l’assemblea dei soci ha fatto sperare
in un colpo di reni. Ma nulla di fatto. Anche se in serata è stato il premier Matteo
Renzi a mandare un segnale positivo, ritwittando le parole del tesoriere del Pd
Francesco Bonifazi, per il quale il giornale fondato da Antonio Gramsci è stato
sospeso «non per colpa del Pd ma di chi
ha fatto debiti per 30 milioni ma noi
manteniamo la promessa: riapriremo
l’Unità». In un altro tweet Renzi ha risposto a un follower per il quale l’Unità non
deve essere nella disponibilità del Pd e di
Renzi. «Purtroppo non lo è — ha ribattu-
to Renzi — se lo fosse non chiuderebbe».
Il comitato di redazione nel pomeriggio era uscito con un comunicato laconico: «Continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico». Perché
le voci su come si fosse svolta l’assemblea dei soci si sono rincorse con rimbalzi di accuse incrociate. La certezza è che a
guidare l’assemblea sono stati Emanuele
D’Innella e Franco Papa, i due liquidatori.
L’altra certezza è che non si è trovato un
accordo.
Il resto si può ricostruire dai verbali
dell’assemblea. Era stato calcolato che
con un milione e 600 mila euro si sarebbe
tirato avanti con le pubblicazioni per un
paio di mesi. Si chiedeva perciò un finanziamento da parte dei soci. Matteo
Fago, l’azionista di maggioranza, avrebbe detto: «Io metto i soldi se li mettono
gli altri soci». Ma la mano sul portafoglio
non l’ha messa nessuno.
A questo punto i due liquidatori hanno portato una proposta: trasferire la società Nie (che edita l’Unità) su un’altra
società costituita ad hoc e facente capo a
In piazza Alessandro Natta, FrancoTatò e Enrico Berlinguer il 24 marzo ‘84 con una copia
dell’Unità alla manifestazione nazionale contro il taglio della scala mobile indetta dalla Cgil (Ansa)
La storia
La fondazione
L’Unità è stata fondata nel
febbraio 1924 da Antonio
Gramsci. Dal 1925, e per
tutto il Ventennio fascista,
è rimasto un giornale
clandestino. A guerra
finita, nel ‘45, si tiene a
Mariano Comense la
prima Festa de l’Unità per
la diffusione del
quotidiano (che arriverà
anche a toccare il milione
di copie di tiratura)
La crisi
Nel ‘91 l’Unità passa da
«Giornale del Pci» a
«Giornale fondato da
Antonio Gramsci». Nel ‘97
entrano nella proprietà i
primi imprenditori privati.
Le pubblicazioni vengono
sospese una prima volta
nel 2000, poi il
quotidiano torna in
edicola il 28 marzo 2001
Fago, una sorta di affitto di sei mesi rinnovabile per altri sei mesi con, alla fine,
un’opzione di acquisto per una cifra non
definita. Meglio, la cifra veniva definita
soltanto per il limite superiore: «fino a 12
milioni».
«Un’offerta che non aveva i requisiti
minimi per essere accolta: non un piano
industriale, non un piano editoriale, nessuna indicava un valore certo di acquisto
della testata. Un’azienda con 30 milioni
di debiti non si salva con un affitto di 85
mila euro al mese», dice Bonifazi.
Intanto da domani l’Unità non sarà
più in edicola. Nel pomeriggio si sono
susseguiti a valanga i comunicati di solidarietà, da parte di diversi partiti. Il leader della Cgil Susanna Camusso ha fatto
un appello affinché si occupino della
questione dell’Unità i dirigenti del Pd. E
Lorenzo Guerini, vicesegretario dei democratici ha dichiarato, con veemenza:
«L’Unità è un patrimonio di tutto il paese
che non va disperso».
Sempre dal Pd si sono levate altre voci.
Massimo D’Alema, tra queste: «È una notizia scioccante. Voglio sperare che si
tratti di una chiusura tecnica in vista della partenza del nuovo progetto». Anche
le voci di Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre: «È grave la decisione dell’assemblea dei soci di sospendere
le pubblicazioni dell’Unità. È un danno
pesante al pluralismo dell’informazione
e al dibattito culturale e politico. È una
ferita profonda per il Pd».
Pure il governatore della Lombardia
Roberto Maroni è intervenuto, con una
frase su twitter: «L’annunciata chiusura
dell’Unità è una brutta notizia per la libertà di stampa».
Alessandra Arachi
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Primo Piano
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Palazzo Chigi
L’incontro
con gli atleti:
Il retroscena Anche Gianni Letta al vertice con Renzi. L’ex premier tentato dalle urne anticipate
«Presidente,
usi la sciabola»
Ricevuta a palazzo
Chigi la squadra
italiana di scherma,
vincitrice di otto
medaglie agli ultimi
Mondiali in Russia.
Al presidente del
Consiglio Matteo
Renzi è stata regalata
dal presidente della
federazione Giorgio
Scarso una sciabola:
«In questo periodo,
potrebbe essere utile»,
ha detto Scarso al
premier che ha subito
replicato: «Ogni
riferimento al Senato
è puramente casuale».
Presenti tra gli altri
la campionessa del
mondo nella spada
Rossella Fiamingo
(nella foto Agf,
a sinistra di Renzi)
e la medaglia d’oro nel
fioretto Arianna Errigo
(a destra). Valentina
Vezzali, campionessa
del mondo e
parlamentare di Scelta
civica, alludendo
alla battuta di Renzi,
ha aggiunto: «Per
l’ultimo colpo»
al premier «forse
si doveva regalare
il fioretto, con quello
si vince sempre».
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Per il solo emendamento passato 277 favorevoli
L’unico «sì» (bipartisan) è per la parità
Le leggi che regolano «le modalità di composizione del Parlamento
promuovono la parità nella rappresentanza dei generi». Recita così
l’emendamento al disegno di legge costituzionale, approvato ieri praticamente
all’unanimità (277 sì, 1 no e 7 astenuti) dall’Aula di palazzo Madama nell’unico
momento di concordia di una giornata per il resto vissuta in un’atmosfera al
calor bianco. Soddisfatta del via libera bipartisan la vicepresidente pd del
Senato Valeria Fedeli, prima firmataria dell’emendamento: «Rappresenta un
altro decisivo tassello, il più importante, nel percorso in tutti i campi della
cittadinanza per la parità e l’equilibrio tra uomini e donne, per un governo
condiviso di tutte le nostre responsabilità pubbliche».
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Verdini tratta sulla legge elettorale
Ma Berlusconi si tiene le mani libere
Alfano rilancia: premio non alla coalizione ma al partito più votato
ROMA — Mentre il Senato brucia sulle riforme istituzionali, Renzi
e Verdini discutono di legge elettorale. Il dibattito parlamentare e
l’appuntamento riservato tra il segretario del Pd (accompagnato dal
suo vice Guerini) e «l’uomo dei numeri» di Berlusconi (accompagnato da Gianni Letta) danno l’idea di
come i due temi si sovrappongano
fino a coincidere, sono la rappresentazione plastica di un gioco politico che si è ingarbugliato e fatica
a trovare una soluzione. D’altronde
posizioni e obiettivi del premier e
del Cavaliere iniziano lentamente a
divergere, sebbene il leader azzurro
ancora ieri sostenesse che «non ci
sono problemi» con Renzi, che il
patto del Nazareno regge.
In effetti — alla prima prova di
voto segreto al Senato — l’asse formalmente ha retto, ma i 28 voti che
sono mancati alla «maggioranza
delle riforme» appaiono un segnale
sinistro in vista di altre e più importanti votazioni. Una sorta di avvertimento, mentre si attendono
gli sviluppi della trattativa parallela
sulla legge elettorale. Ed è proprio
su questo tema che si scorgono le
differenti strategie di Renzi e Berlusconi, camuffate dal Cavaliere dietro le voci lasciate filtrare sulla sua
aspettativa di rientrare nella «maggioranza di governo», e dietro le
critiche rivolte al premier sulla
«fretta eccessiva» nel volere il voto
del Senato entro l’estate sulle riforme istituzionali.
Così il mancato incontro di ieri
tra il premier e il capo di Forza Italia
è stato interpretato come un «ulteriore indizio» da quanti — come il
segretario dell’Udc Cesa — ritengono che Berlusconi voglia «tenersi le
mani libere per aspettare al varco
Renzi». Una strategia che peraltro il
Cavaliere aveva esposto la scorsa
settimana durante una cena: qualora Renzi incespicasse al Senato, arriverebbe indebolito all’autunno, e
con l’economia in crisi il suo governo non riuscirebbe a superare la
prova della legge di Stabilità. È
chiaro: nei desiderata di Berlusconi
ci sarebbero le elezioni anticipate
con il Consultellum, in modo da inchiodare dopo il voto il Pd alle larghe intese. Siccome il tempo non
gioca a suo favore, sarebbe questa
l’unica carta per non restare imbrigliato nel gioco di Renzi, che invece
vorrebbe davvero durare fino al
2018, dove spera di approdare con
le riforme varate e sull’onda di una
ripresa economica.
Insomma, il «patto del Nazare-
Le parole del Colle
Napolitano aveva spiegato:
dopo la riforma del Senato
l’Italicum è destinato
a essere ridiscusso in Aula
no» inizia a mostrare delle crepe. E
la lettera di due giorni fa del premier, una vera e propria contromossa rispetto a Berlusconi, ne è la
prova: più che tendere una mano a
Sel, Renzi ha voluto compattare la
sua maggioranza. Di più, con le
aperture sulla legge elettorale, la
disponibilità a introdurre le preferenze e a modificare le soglie di accesso in Parlamento, ha minato di
fatto il progetto di federazione del
centrodestra deciso dal Cavaliere, e
lo ha messo in difficoltà al cospetto
dei potenziali alleati.
Non è un caso se Alfano ha deciso di uscire allo scoperto: «Renzi —
dice infatti il leader di Ncd — accede alle richieste delle forze moderate sul futuro sistema di voto. Ri-
chieste sulle quali finora Berlusconi non ha dato risposta. E se una
coalizione non riesce a formarsi
nemmeno sulla legge elettorale,
vuol dire che Forza Italia pensa di
poterne far a meno. A questo punto
è preferibile che il premio di maggioranza immaginato nella riforma
venga assegnato a un partito, non a
una coalizione».
È un affondo, quello di Alfano,
contro il Cavaliere, «che sperando
di rientrare nella maggioranza di
governo rinnova — secondo il ministro dell’Interno — il problema
del suo partito, nè carne nè pesce».
Se il capo di Ncd attacca pubblicamente, anche altre forze di centrodestra manifestano il proprio disappunto. «Dite di volere la federazione e poi lavorate per ucciderci
con la legge elettorale», ha spiegato
la Meloni al forzista Toti: «Tanto vale — ha concluso il leader di Fdi —
che il premio di maggioranza della
legge elettorale vada a un partito
non a una coalizione». E appaiono
inutili le spiegazioni dei dirigenti
berlusconiani agli (ex) alleati:
«Aspettate, il nostro cambia idea
ogni minuto». Ma proprio questa
tesi induce gli interlocutori a pensare che il Cavaliere stia prendendo
tempo per cercare di arrivare presto
al voto con il Consultellum e puntare poi alle larghe intese con il Pd.
Se questo fosse l’esito, per Renzi
sarebbe un disastro. E infatti il premier si muove su un’altra linea, garantito anche dalla copertura del
Quirinale: «Dopo la riforma del Senato c’è la riforma elettorale. E il testo varato alla Camera — secondo
Napolitano — è destinato a essere
ridiscusso». È la mission del premier: il suo fallimento travolgerebbe tutte le istituzioni.
Francesco Verderami
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’attacco L’imprenditore: la Carta? No ai vecchi marpioni o all’ultimo arrivato che siede al bar con un gelato in mano
Il messaggio di Della Valle
ai politici (e al premier)
contro i patti in «segrete stanze»
L’appello a Napolitano: attenti a chi cambia la Costituzione
Un po’, è evidente, il messaggio è
anche per l’amico Matteo Renzi. Pur
se il bersaglio grosso di Diego Della
Valle erano, sono, resteranno «i vecchi
marpioni della politica», sulle prime
pare difficile escludere il premier dal
vetriolo — fosse solo di rimbalzo —
del ritratto collettivo che sta alla base
del nuovo appello «al capo dello Stato,
Giorgio Napolitano: Presidente —
scandisce Mr. Tod’s — la Costituzione
è stata scritta da persone come Luigi
Einaudi, non la facciamo cambiare all’ultimo arrivato, seduto in un bar con
un gelato in mano a decidere cosa fare». Seduto al bar magari no, Renzi.
Ultimo arrivato (in politica, non a Palazzo Chigi) nemmeno. Ma la Costituzione? Non è lui che la vuole cambiare? E non è vero, peraltro, che a chiedere aria nuova sono i milioni che
l’hanno votato alle Europee?
Difatti. «La Costituzione appartiene
a noi italiani, e vogliamo essere noi a
dire come deve essere fatta». E tuttavia attenzione. Con Renzi, sul principio in sé, la condivisione nasce da
lontano, dai tempi in cui l’attuale capo
del governo era «soltanto» sindaco di
Imprevisto Il patron di Tod’s Diego Della Valle, ieri prima della conferenza stampa
al Colosseo, è inciampato in un cordolo rispondendo alla domanda di un cronista
su Tavecchio. Non è caduto: agganciato al volo, ha ripreso l’equilibrio (Insidefoto)
Firenze. E anche adesso non è con il
presidente del Consiglio che ce l’ha (se
non di striscio). Ce l’ha essenzialmente — par di capire ascoltando e decifrando il resto del discorso — con certe sue frequentazioni che saranno anche realpolitik ma, nella visione di Mr.
Tod’s (e non solo), rischiano di tradire
le «promesse renziane». Dopodiché, a
ricostruire il puzzle delle tante dichiarazioni passate firmate Della Valle,
viene in mente un nome su tutti. Non
perché come Renzi è toscano. Perché
viene identificato come emblema del
«vecchio mondo, dei vecchi marpioni,
della vecchia politica». Denis Verdini
non viene mai citato. Né lui né nessun
altro, per la verità. L’evocazione delle
«segrete stanze che ci hanno riportato
al politichese e dove si discute troppo
spesso di accordi e accordini», però,
in quella direzione porta. Ai patti, semi-patti, simil-patti con Verdini
emissario-mediatore (vero? presunto?) di un certo mondo berlusconiano.
È simbolico persino lo sfondo. È
con il Colosseo per palcoscenico — è
appena finita presentazione della prima fase dei restauri — che Della Valle
inizia dall’appello a Napolitano. Cita
Einaudi e pensa che allora, quando
nacque la Costituzione della Repubblica italiana, nacque da una Costituente. Ora? «Ora ne parlano come
fosse roba loro». È la sintesi di quel
che ripete regolarmente, in pubblico e
in privato: che a cambiare le regole
non può essere chi da quel cambiamento verrebbe mandato a casa; che
devono essere i cittadini a scegliere —
non solo a eleggere — chi legifera e
chi governa e chi siede al Quirinale;
che le preferenze vanno reintrodotte e
soltanto dopo, a Parlamento nuovo
davvero e «non imbrigliato», la Costituzione potrà essere ridiscussa se non
da un Einaudi, almeno a misura di
elettore. E invece? «Invece, ecco qua:
io non la farei certo discutere a qualche vecchio marpione della politica
italiana». Appunto.
«È una vergogna», affonda Della
Valle. E a questo punto, non è che
Renzi — anche lui: mai citato — possa
essere del tutto tenuto fuori. Perché se
le «segrete stanze» sono quelle in cui
trattano i «vecchi marpioni», beh: a
trattare, dall’altra parte, c’è stato e c’è
il giovane premier. Poi no: il feeling di
Le preferenze
Il patron di Tod’s vuole la
scelta diretta degli eletti
ed è per la reintroduzione
delle preferenze
fondo non è spezzato né interrotto.
Proprio per questo, però, il messaggio
non può essere nascosto. Intanto «qui
non contano simpatie o antipatie personali». E soprattutto: «Bisogna rimettere la palla al centro, e questo significa occuparsi delle famiglie italiane, di lavoro, di occupazione, di strategie industriali, di cultura. Mi auguro
che il governo lo faccia. A settembre
vorremo sapere come stanno le cose e
qual è il piano per la crescita e per il
Paese. Il resto è aria fritta». Anche il
patto Renzi-Berlusconi? Esplicito, alla
fine: «Non c’è dubbio».
Raffaella Polato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
Il patto del Nazareno
su Italicum e riforme
Silvio Berlusconi incontra
Matteo Renzi, segretario
del Pd non ancora
premier, il 18 gennaio a
Roma, nella sede dem
del Nazareno. L’intesa
riguarda la nuova legge
elettorale (l’Italicum) e le
riforme costituzionali per
il superamento del
bicameralismo perfetto
e la modifica del Titolo V
(federalismo)
Il faccia a faccia
dopo le divisioni
A marzo, anche con i voti
di FI, l’Italicum ottiene alla
Camera il primo sì. Il testo
passa al Senato, dove si
lavora alle riforme della
Carta. Spuntano le prime
divisioni: tra gli azzurri c’è
chi pensa che l’intesa con
Renzi danneggi Forza
Italia e sia da far saltare.
Ma ad aprile Berlusconi
cena con Renzi a Palazzo
Chigi: il patto regge
Chiusure e dietrofront
prima delle Europee
Durante la campagna
elettorale per le Europee
di maggio, Berlusconi
sulle riforme alterna
posizioni diverse, tra
chiusure nette e marce
indietro. Prima afferma
che il testo non si può
votare, arrivando a
definire il nuovo Senato
«incostituzionale». Poi
assicura lealtà sulle
riforme: noi fedeli ai patti
Dissidenti in Aula
e tensioni nel partito
Quando i lavori della
commissione sulle
riforme entrano nel vivo,
si crea una fronda di
azzurri, tra cui Minzolini
e Bonfrisco, contraria al
testo del governo: con
loro almeno una decina
di senatori. Mentre nel
partito crescono le
tensioni: anche l’ala Fitto
nutre dubbi sulle riforme
e sui rapporti con Renzi
Il leader azzurro
ribadisce l’impegno
Il 3 luglio Berlusconi
incontra ancora Renzi a
Palazzo Chigi e assicura
che il patto regge. Si
impegna in prima
persona per fermare la
fronda (che intanto in
Aula crea un asse con la
minoranza pd): «Chi vota
contro le riforme è contro
di me». Salta un nuovo
faccia a faccia con il
premier, previsto per ieri
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Primo Piano
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
L’alleanza Il negoziato
Etihad: solo 48 ore per salvare Alitalia
Forte preoccupazione di Hogan: i tempi pesano sui conti. Poste investe 65 milioni
ROMA — James Hogan, amministratore delegato di Etihad,
è molto preoccupato delle condizioni di Alitalia. Al punto da mettere nero su bianco i dubbi in
una lettera recapitata ieri pomeriggio a Gabriele Del Torchio,
numero uno dell’ex compagnia
di bandiera, che suona come un
ultimatum. Il tempo stringe, a ricordarlo è lo stesso Hogan, che
non a caso, indicando la deadline
del 31 luglio, aggiunge il timore
che non vi siano «sufficienti fondi per rendere possibile» l’operazione.
Nelle ultime ore tra i soci di
Cai, la holding chiamata a ricapitalizzare Alitalia, si è diffusa la
preoccupazione che l’aumento
di capitale da 250 milioni di euro,
appena deliberato, non garantisca ossigeno sufficiente all’attività della compagnia nei prossimi mesi (è necessario il via libera
dell’Antitrust in sede Ue). Al
punto che servirebbero 90-100
milioni di euro in più per giungere all’appuntamento dell’operatività con Etihad. Un gorgo che
spaventa gli emiratini. Nella lettera Hogan chiede inoltre chiarezza su altri quattro punti: la
questione della midcompany, la
cosidetta società cuscinetto che
vedrebbe azionisti Cai e Poste
italiane. Attraverso la midco gli
azionisti italiani saranno soci al
51% della nuova Alitalia (Etihad
avrà il 49%). Una soluzione, agli
occhi di Hogan, barocca che discende dalla necessità di Poste
italiane di investire la propria
quota in una società distinta dalla vecchia Alitalia. C’è poi da risolvere il problema dei sindacati
e quella del contenzioso pregresso di Air One. L’ultimo punto riguarda eventuali reclami contro
«aiuti di Stato».
D’altra parte a Francesco Caio,
amministratore delegato di Poste italiane, preme scongiurare il
rischio di farsi carico dei debiti e
del contenzioso della vecchia attività targata Alitalia. Tanto che,
sul fronte dei soci italiani, la
giornata di ieri ha registrato il
consueto giro di contatti per dare
una soluzione alle questioni evi-
denziate da Hogan. Sul tavolo resta da concordare una volta per
tutte il ruolo di Poste italiane
che, non a caso, in una nota spiega che «la struttura è stata definita in tutte le sue principali caratteristiche e, come sempre nella definizione di questo tipo di
accordi, vanno ora messi a punto
i dettagli tecnici per renderla
esecutiva». Caio è riuscito a otte-
La scadenza
James Hogan (Etihad) ha inviato una
lettera a Gabriele Del Torchio (Alitalia)
in cui ricorda la deadline del 31 luglio
per il via libera all’operazione
nere di investire nella midco, ma
gli altri soci forti di Cai (Unicredit, Intesa e Atlantia) stanno metabolizzando a fatica l’idea che
Poste abbia un trattamento di favore. Tanto che la dialettica è
continua.
Anche ieri si sono susseguite
una serie di telefonate perché a
L’azionariato
Marcegaglia
0,75% Spa
Poste
ETIHAD
Alitalia-Cai
MID-CO
49% 51%
NEW-CO
Aura
Holding
0,92%
Toto Spa 0,41% Fondiaria
0,35% Sai
Thsa
0,41%
Loris Fontana
0,59%
partita. Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia, è esplicito,
«si sta giocando con il fuoco, che
il tempo sia scaduto è noto a tutti
e da tempo. È indispensabile che
ci sia in questa ultima settimana
un’accelerazione che non è più
evitabile». Tra i vecchi soci di
Alitalia, tra l’altro, c’è chi come
Cosimo Carbonelli D’Angelo
(1,24%) annuncia di voler impugnare la delibera assembleare sul
recente aumento di capitale. Sicuro è che solo costruendo un
puzzle è possibile scoprire se ci
sono dei pezzi mancanti. Uno dei
tasselli assenti è quello della pace sociale sul fronte delle relazioni industriali. Un tema che preoccupa Hogan, al punto da rimarcarlo nella sua lettera di ieri.
Oggi è previsto un vertice a
Palazzo Chigi coordinato dal sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Graziano Delrio, nel
quale si farà il punto della situazione improvvisamente diventata drammatica.
12 capital Spa
0,95%
I soci
Cai
Manager Francesco Caio, amministratore
delegato di Poste italiane
IL DEBITO
Dati in euro
1
miliardo
1.000
800
Intesa
Sanpaolo
20,59%
600
Unicredit
12,99%
Odissea Srl
3,90%
La strategia di Caio
in vista della Borsa
«Stop lettere a tutti»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vitrociset Spa
0,10%
Poste Spa
19,48%
Duello con l’Authority
Andrea Ducci
Equinocse Solido Holding
Sarl
0,21%
Acqua Marcia
0,30%
Fin. 0,14%
Gfmc Srl
0,14%
Finanziaria
di Part. e inv.
1,18%
G & C. Holding
1,24%
Pirelli & Co Spa
2,67%
Macca Srl
3,69%
ballare è anche l’importo finale
che Poste italiane dovrà versare:
dai 40 milioni di euro inizialmente previsti, Caio ha acconsentito a investirne almeno 65.
Un altro scoglio a cui stanno lavorando i legali di Poste, gli avvocati dello studio Gianni Origoni Grippo Cappello, riguarda la
definizione della governance
nella midco e nella nuova Alitalia. In origine, come detto, lo
schema concordato suggeriva
che Cai risultasse azionista al
51% della nuova Alitalia. La società cuscinetto vedrà, invece,
Cai azionista con a fianco Poste
italiane, e la midco sarà a sua volta azionista della nuova Alitalia a
fianco degli emiratini. Va da sé
che in termini di rappresentanza
e di forze in campo, in occasione
dei consigli di amministrazione
e delle assemblee, vada trovata
una soluzione.
Visti i tempi ormai strettissimi, pena l’addio di Etihad, ce n’è
abbastanza per comprendere
l’impazienza di alcuni attori della
560
milioni
400
200
0
Fire Spa
4,28%
Af/Klm
7,08%
Atlantia
7,44%
Immsi
10,19%
di debito
il debito
da ristrutturare complessivo
con le banche di Alitalia
Ha tenuto con il fiato sospeso Alitalia, Etihad
e il governo perché, proiettato verso la
quotazione in Borsa, non voleva investire
nella oldco (vecchia società). Ora,
l’amministratore delegato di Poste italiane
spa, Francesco Caio, punta i piedi su un altro
fronte, quello dell’Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni, a causa del costo del
servizio universale, per cui Poste è obbligata
a erogare su tutto il territorio nazionale il
servizio postale base al fine di garantire la
coesione sociale senza discriminazioni tra
gli utenti. Ieri l’Agcom ha approvato il
provvedimento che quantifica il costo netto
di tale servizio, riconoscendo un onere pari a
380 milioni per il 2011 e a 327 milioni per il
2012. Poste aveva, invece, certificato un
valore per il 2011 e il 2012 pari
rispettivamente a 709 e a 704 milioni. Il
doppio. «Tali ampie differenze, soprattutto
alla luce del progetto di privatizzazione del
Gruppo — ha commentato Poste in una nota
— mostrano quanto sia urgente procedere
all’adozione di misure di contenimento
dell’onere del servizio universale che non
possono che transitare attraverso una
revisione delle modalità di fornitura del
servizio stesso». Il Consiglio dell’Agcom,
presieduto da Angelo Cardani, ha
quantificato il costo netto del servizio
utilizzando per la prima volta la metodologia
prevista da una direttiva europea.
Fausta Chiesa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il contenzioso La compagnia rilevata dall’uomo d’affari abruzzese a rischio per una serie di accertamenti
Un’eredità di debiti e di liti tributarie
Il rebus dell’accordo con l’Air One di Toto
ROMA — «Equity commitment»: è
questo lo scoglio su cui si è incagliata
per giorni la trattativa tra Alitalia e la
compagnia emiratina Etihad. L’espressione inglese, che indica un impegno a
garantire capitale, nel caso specifico in
caso di sopravvenienza di oneri derivanti da precedenti contenziosi, nasconde una storia italiana: l’acquisizione da parte di Alitalia Cai della compagnia Air One di Carlo Toto. Una parte
dei contenziosi contro il cui esito negativo gli arabi vogliono garantirsi, discende proprio da quell’operazione
che si realizzò nel 2008, mentre la nuova Alitalia stava nascendo dalle sue ceneri con il «piano Fenice».
Si ricorderà come Carlo Toto, l’orgoglioso patron abruzzese dell’unica
compagnia aerea privata nata per sfidare il monopolio di Alitalia, aveva già
nel 2007 tenacemente inseguito il sogno di acquisire la compagnia tricolore finita in panne sotto una montagna
di debiti e a rischio di fallimento. Ai
tempi si raccontava che dietro di lui, a
incoraggiarne l’intraprendenza da Davide che fronteggia Golia, vi fosse l’allora sottosegretario alla presidenza del
Consiglio del governo Berlusconi,
Protagonista
Carlo Toto, 70 anni, all’assemblea di
Confindustria, lo scorso 29 maggio.
Nel 1988 ha rilevato una piccola
compagnia aerea, «Aliadriatica»,
ribattezzata nel 1995 Air One. Nel
2009 è entrato in Alitalia-Cai
Gianni Letta, abruzzese anche lui. Ma
il sogno di Toto di acquisire la compagnia s’infranse allo spuntare della cordata dei «capitani coraggiosi» cui l’allora premier Silvio Berlusconi assegnò
il compito di salvare Alitalia e soprattutto l’onore dell’italianità.
Un altro al suo posto avrebbe desistito da qualsiasi intento, ma Carlo Toto, forte del suo rapporto (anche debitorio: Toto dice per soli 27 milioni di
euro) con Intesa Sanpaolo, player
principale del «piano Fenice», si assicurò un posto anche nella nuova operazione, diventando azionista e portando in dote la sua Air One. Alitalia
Cai acquisì la piccola compagnia
abruzzese per circa 1.100 milioni: 670
milioni era il valore di trenta aerei di
proprietà di Air One (di cui venti A320
e dieci CRJ900) che passarono così all’Alitalia, 500 milioni era invece l’indebitamento a fronte dell’acquisto degli
aerei, che poi si ridusse a 330 milioni.
In più Alitalia siglò un contratto per
l’utilizzo in locazione di 71 Airbus che
Toto aveva opzionato, unità che poi
vennero ridimensionate a 14, concessi
in leasing dalla società Ap Fleet del
gruppo Toto per un canone di 60 mi-
lioni annui, rinegoziabile fino al 10%
ma solo a partire dal 2015. E proprio su
questi aerei nasce il contenzioso che
oggi gli azionisti di Alitalia devono
fronteggiare e che già Air France-Klm,
un anno fa in procinto di rilevare la
compagnia tricolore, rilevò come problema da risolvere prioritariamente.
Ed ecco il problema: nel giugno di
un anno fa, ad Alitalia furono conte-
Il prezzo di Fenice
La Cai pagò 670 milioni
per la flotta della compagnia
abruzzese e si accollò
330 milioni di debiti
state violazioni tributarie per circa 33
milioni proprio per la gestione degli
aerei di Toto. L’addebito riguardava un
periodo precedente alla fusione, tra il
2002 e il 2008, e l’accusa era quella di
aver registrato un buon numero di aerei in Irlanda per usufruire delle migliori condizioni fiscali. Toto ha sempre negato di aver agito in questo senso e ha rivendicato la propria corret-
Storia low cost
Aliadriatica all’esordio
La passione di Carlo Toto
per le rotte aeree
comincia con la
Aliadriatica, che venti
anni fa comprò il primo
Boeing 737-200. Un
anno dopo la compagnia
divenne Air One, il vettore
low cost che sfidava la
bandiera Alitalia sulla
tratta Roma-Milano
rompendo il monopolio
Il piano Fenice
Nel 2008 il solido
rapporto con Corrado
Passera, l’artefice del
progetto Fenice per far
rinascere l’Alitalia dal
commissariamento
(ripulita di debiti e con
meno personale), gli vale
un posto tra i soci e nel
consiglio. Tra incasso e
sgravio dei debiti, il
beneficio del costruttore
chietino è vicino a un
miliardo. Air One diventa
lo smart carrier di Alitalia.
Ma lascia in eredità le
pendenze fiscali per i
velivoli registrati in
Irlanda
tezza.
Ma il particolare che ha fatto di questo contenzioso un problema da risolvere è poco noto: Alitalia, che nel momento in cui l’inchiesta emerse dichiarò di riservarsi di far valere le proprie ragioni anche contrattuali nelle
competenti sedi fiscali e giudiziarie,
aveva (e ha) in realtà le mani legate. Il
28 dicembre del 2009, dunque quasi a
un anno dal suo decollo, Alitalia si accollò tutte le pendenze anche fiscali
relative agli aerei acquistati da Air One.
È questo il motivo per cui l’esito di
quell’indagine pende ancora su Alitalia, insieme con un altro contenzioso
nei confronti di WindJet. Un anno fa i
francesi pensarono di risolvere il problema rinegoziando gli accordi, restituendo tra i 18 e i 22 aerei di medio
raggio e bloccando l’arrivo di sei aerei
di lungo raggio. Oggi invece lo schema
è un altro: gli arabi hanno chiesto e per
ora ottenuto che i vecchi azionisti di
Alitalia sborsino circa 200 milioni per
fronteggiare l’eventuale esito negativo
del contenzioso. Com’è noto, Poste,
socio dell’ultima ora della compagnia,
ha posto come condizione di non partecipare a questa copertura, ma di
mettere denaro fresco in una società
«cuscinetto» che si pone tra la holding,
cioè la vecchia Alitalia, e la nuova compagnia di cui gli arabi vorrebbero acquisire il 49%. Toto pesa ancora molto
più in Alitalia dello 0,41% del capitale
che ha in mano. Ancora per poco.
Antonella Baccaro
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
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Primo Piano
italia: 51575551575557
I consumi Le misure
Acquisti di case e auto,
il governo pensa
a sgravi e deduzioni
Ma lo «sblocca Italia» rischia di slittare
Titoli di Stato
Bot e Btp,
tassi ai minimi
Lo spread cala
a 152 punti
Asta record del Tesoro, ieri,
per i Bot. Assegnati titoli
semestrali per un totale di 7
miliardi. La domanda ha
sfiorato il doppio dell’offerta
e ha toccato la soglia di 12,2
miliardi. Rispetto all’ultima
asta, che si era tenuta a fine
giugno, è leggermente
migliorata la copertura, con
un rapporto tra domanda e
offerta che è passato da 1,73
all’1,75 di ieri. Mentre il
tasso d’interesse si è fermato
sulla soglia dello 0,236 per
cento contro lo 0,309 dello
scorso giugno. È stato così
segnato un nuovo minimo.
Questo risultato si è riflesso
137
Il differenziale in punti
tra i rendimenti
dei titoli di Stato spagnoli
e quelli tedeschi
0,236
Il tasso dei Bot a sei
mesi registrato ieri
Il rendimento dei Btp
è sceso al 2,63%
anche sul mercato
secondario dove il
rendimento del Btp
decennale è sceso al nuovo
minimo storico del 2,63 per
cento. Lo spread tra Btp e
Bund tedeschi ieri si è
assestato sui 152 punti base,
un livello mantenuto
sostanzialmente stabile per
tutta la giornata. La Spagna,
però, fa di meglio. Il
differenziale tra i titoli di
Stato iberici e quelli tedeschi
ha terminato la seduta di ieri
a un livello più basso: 137
punti. Oggi il ministero del
Tesoro metterà sul piatto
fino a 7 miliardi di titolo a
medio e lungo termine. Sul
mercato sale l’attesa per la
decisione di politica
monetaria della Federal
Reserve (Fed). Secondo gli
analisti, oggi la banca
centrale Usa dovrebbe
proseguire come da copione
il tapering (rallentamento
del riacquisto di titoli da
parte dell’istituto) di
ulteriori 10 miliardi di
dollari portando così
l’ammontare degli acquisti a
25 miliardi di dollari mensili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — C’è anche il ritorno degli incentivi per le auto
fra le misure allo studio del
governo. Un meccanismo di
defiscalizzazione simile a
quello già messo in cantiere
per la casa. Ma il provvedimento che potrebbe contenere tutte e due le misure, il decreto legge «sblocca Italia»,
rischia di essere rinviato di
qualche settimana. La materia sarà comunque affrontata
nel Consiglio dei ministri di
domani. Ma solo nelle sue linee generali e senza l’approvazione formale di un testo:
giro di tavolo e slides, insomma, secondo un modello già
sperimentato dal governo
Renzi. Perché questa frenata?
Da una parte i contenuti non
sono ancora definiti, specie
sulle coperture degli incentivi, con il ministero dell’Economia, sempre guardingo su
ogni capitolo di spesa. Dall’altra il governo vuole evitare di
prendere la rincorsa verso il
burrone: tra pausa estiva e
battaglia al Senato, un decreto
approvato a fine luglio rischierebbe di non essere convertito in legge nei 60 giorni
fissati dalla Costituzione. E
sarebbe meglio far partire il
cronometro della conversione alla fine di agosto.
Per gli incentivi alle auto è
il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi a parlare di
un meccanismo «sulla falsariga delle ristrutturazioni edilizie, che è valso due punti di
Pil», il Prodotto interno lordo.
Non un semplice bonus come
in passato, dunque. Ma la
possibilità di dedurre una
parte del prezzo d’acquisto
dalla dichiarazione dei redditi, a patto di rottamare un
mezzo inquinante, e con la restituzione dello sconto fiscale
nel corso di 5 anni. Inizialmente l’idea doveva riguardare solo gli autobus, e per questi mezzi sarà rafforzata dal
divieto di circolazione entro il
2016 per i veicoli più vecchi,
da euro 0 a euro 2. Poi è stata
allargata al settore delle auto
private, dove però ci si limiterebbe alla defiscalizzazione
del prezzo di acquisto per chi
rottama un’auto vecchia, sen-
D’ARCO
Le tasse sui veicoli
Il gettito fiscale dal settore automobilistico
(in miliardi di euro)
Carburanti
2012
2013
9,30
Iva - manutenzione e riparazione
Pedaggi autostradali
1,73
Imposta provinciale di trascrizione (Ipt)
1,37
Allo studio politiche di
incentivazione per le
auto. Si potrà dedurre
una parte del prezzo
d’acquisto dalla
dichiarazione dei redditi
a patto di rottamare un
mezzo inquinante
-4,5
-3,2
9,00
1,2
1,75
1,36
6,03
Possesso (bollo auto)
-3,4
5,25
5,50
Iva - acquisto autoveicoli e diritti motorizzazione
-2,1
36,61
0,86
0,89
Lubrificanti
-0,4
-1,8
5,93
4,50
5,25
-2,6
-6,3
Totale
72,42
70,50
-2,7
Totale entrate tributarie nazionali
426,01
428,56
Premi assicurazione Rc, furto, incendio
4,62
5,60
Altro (parcheggi-contravvenzioni ecc)
0,6
Dall’immatricolazione ai carburanti
2012
2013
Var.% 2012/2013
Acquisto
6,87
6,61
Possesso
6,03
5,93
59,52
Utilizzo
72,42
Totale
-3,7
-1,8
-2,6
57,96
70,50
-2,7
Fonte: Elaborazione Anfia
Cantieri
Sul piatto 3,7
miliardi in tre anni
per sbloccare
i cantieri fermi
za l’aggiunta del divieto di
circolazione per i mezzi più
inquinanti. Dalla Fiat fanno
notare che l’amministratore
delegato del gruppo Sergio
Marchionne si è sempre detto
contrario agli incentivi. Che
peraltro, se annunciati e poi
Credito d’imposta
e aziende digitali
Le risorse per le opere
e la riqualificazione
Il decreto
Nuovo iter
di defiscalizzazione
Var.% 2012/2013
37,39
Credito di imposta su
Ires e Irap pari al 70%
dell’investimento
per le imprese che
realizzino interventi
infrastrutturali
per ridurre il «digital
divide»
Nel 2015 sarà a
disposizione
delle opere indicate
dai Comuni
direttamente al
premier un fondo
ad hoc di 500 milioni
di euro
non attuati, hanno pure il difetto di bloccare il mercato in
attesa di eventi.
In ogni caso il meccanismo
è lo stesso che dovrebbe essere applicato alla casa. E cioè la
deducibilità del 20% del prezzo d’acquisto per gli immobili
nuovi o completamente ristrutturati che vengono dati
in affitto a canone concordato
per un periodo di almeno otto
anni. Un modello già applicato in Francia con un discreto
successo che servirebbe a
spingere sul mercato un pacchetto di case a prezzo calmierato. Ma, soprattutto, a
smaltire una parte delle abitazioni invendute che stanno
affossando i bilanci delle
aziende di costruzione, in
modo da rilanciare un settore
che è sempre capace di far girare il vento dell’economia.
Proprio per questo il decreto
«sblocca Italia» viene considerato fondamentale per inseguire quella ripresa che ancora non si vede. Il provvedimento mette sul piatto 3,7
miliardi di euro, in tre anni,
per un serie di cantieri fermi
da tempo. E fissa anche l’obbligo di spendere ogni anno
almeno lo 0,3% del Prodotto
interno lordo, poco meno di 5
miliardi di euro, proprio per
le grandi opere. Allo studio
anche una revisione del cosiddetto project financing,
cioè la partecipazione dei privati alle opere pubbliche in
cambio della gestione dell’infrastruttura. Un meccanismo
già previsto, ma che finora ha
dato pochi risultati.
L. Sal.
@lorenzosalvia
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Tasse «Con le dichiarazioni precompilate stop ai controlli». Confcommercio: abbiamo il record mondiale della pressione tributaria
«Fisco semplice? Ho perso un pomeriggio per l’Imu»
Orlandi, nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate: ora più chiarezza e lotta alle frodi
ROMA — Basta scandalismi e
attacchi contro l’Agenzia delle
entrate: «Bisogna creare un clima di legalità» perché «le frodi
hanno raggiunto una diffusione
incredibile». Nella sua prima
uscita pubblica il neodirettore
Rossella Orlandi difende i suoi
41 mila colleghi, sottolineando a
margine di una audizione in Senato che «sanatorie, scudi e condoni sono pane quotidiano» perché «siamo abituati a fare peccato e poi ad avere l’assoluzione»,
fa notare, ricordando «la matrice
cattolica dell’Italia». Del resto,
prosegue il ragionamento, «se io
evado e sono convinto che le
sanzioni non arriveranno, difficilmente mi abituerò a rispettare
le regole».
Nei prossimi mesi «cercheremo di imprimere un cambio di
passo, agendo su due piani»,
spiega il direttore: da un lato «il
percorso di dialogo, confronto e
semplificazione» fiscale con i cittadini e, dall’altro, il «contrasto
dell’evasione che ha dimensioni
preoccupanti». Chi non paga le
tasse determina «tre effetti negativi — precisa —: inquina il mercato, facendo fuori le aziende sane, impedisce una distribuzione
equa delle risorse, perché la tassazione pesa sulla parte onesta,
ed è strettamente connessa alla
corruzione, perché senza fondi
neri, che si creano con l’evasione, la corruzione non sarebbe
possibile». Orlandi ribadisce anche che contro le frodi «bisogna
Il fisco Il direttore dell’Agenzia delle entrate Rossella
Orlandi. Ieri la prima audizione al Senato dopo la nomina
agire in modo innovativo, ragionando per priorità» perché saltano fuori «fatture false ovunque».
E che la semplificazione sia uno
degli aspetti fondamentali sui
quali incidere «per cambiare il
rapporto tra fisco e cittadini», lo
dimostra lo stesso direttore dell’Agenzia, che racconta i problemi incontrati per pagare l’Imu
sulla sua abitazione: «Io, che sono una esperta di fisco, ho perso
un pomeriggio per capire che cosa dovevo fare...».
Per condurre in porto la sperimentazione del nuovo 730, Orlandi raccomanda a «tutti gli attori del sistema di rispettare i termini e le norme: se qualcuno
cambia le regole il 29 dicembre,
come spesso succede, la precompilata non la facciamo». Il nuovo
modello «sarà possibile se ognuno rispetta la tempistica che gli
compete, altrimenti fallisce subito — osserva —. Ciascuno deve
prendersi le proprie responsabilità». In una tabella, consegnata
in audizione, si stima che l’anno
prossimo circa 6 milioni di contribuenti (il 30%) riceveranno
dall’Agenzia i 730 precompilati e
Sul peso di tasse e burocrazia
la prima del Corriere di lunedì
✒
Il primo taglio delle accise, sui fiammiferi
di LORENZO SALVIA
N
on basterà certo questo a farci
perdere il record mondiale di
pressione fiscale. Ma nel Consiglio dei
ministri di domani il governo si
prepara addirittura a cancellare una
tassa. Non tagliare ma cancellare del
tutto. Purtroppo si tratta solo
dell’accisa sui fiammiferi. Decisione
indolore perché da quel bollino sulle
scatoline di cartone lo Stato incassa
ogni anno appena due milioni e mezzo
di euro. Briciole. E perché quella
somma sarà più che compensata
dall’aumento delle accise sulle
sigarette, comprese quelle
elettroniche, che porterà in dote una
somma ben più alta. Nel Paese in cui il
taglio delle tasse viene solo
annunciato da anni (con l’eccezione
non trascurabile del bonus da 80
euro), la speranza è che la prossima
sforbiciata alla pressione fiscale
finisca un po’ meno in fumo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
non avranno bisogno di integrazioni. Il restante 70% (circa 14
milioni) potrebbe invece intervenire sul documento, ad esempio per portare in detrazione le
spese mediche, escluse nel primo anno di sperimentazione.
L’obiettivo è di arrivare al 100%
di dichiarazioni complete nel
2017: sarebbe «una rivoluzione
copernicana — taglia corto Orlandi —. Su questo progetto mi
gioco la testa».
La semplificazione non basta
però a Confcommercio, che ieri
ha diffuso uno studio in base al
quale l’Italia è leader per la pressione fiscale tra i Paesi Ocse, raggiungendo il 53,2% sul Pil: numeri al netto del sommerso. Per
questo il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, chiede
«meno tasse e spesa pubblica e
più riforme e lavoro per favorire
la crescita». E dopo Bankitalia e il
Fmi (Fondo monetario internazionale), anche l’associazione di
categoria dei commercianti abbassa le stime sul Pil del Belpaese
a +0,3% quest’anno, contro il
+0,5% previsto a settembre. Se
Sangalli paventa «una manovra a
ottobre per sistemare i conti» se
non ci sarà crescita, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, replica: «Non c’è bisogno
di una manovra correttiva nel
2014. Resta comunque cruciale il
nodo della revisione della spesa
pubblica».
Francesco Di Frischia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Esteri
Il conflitto Sale a 1.200 il bilancio delle vittime dall’inizio dell’offensiva
Gaza, il giorno più cruento
Uccise più di cento persone
I raid israeliani colpiscono la casa del premier,
la centrale elettrica, la tv e le radio di Hamas
Mogherini
«Netanyahu
riconosca
il governo
di Abu Mazen»
ROMA — «La mia
generazione aveva sperato di
poter vedere una stagione di
riconoscimento e rispetto
reciproci, di pace» tra
israeliani e palestinesi, ma
«oggi il conflitto non si ferma
e questo è inaccettabile
politicamente e
umanamente». Nella sua
informativa sulla crisi di Gaza
ieri alla Camera, il ministro
degli Esteri Federica
Mogherini ha ribadito lo
sforzo dell’Italia, con la
comunità internazionale, per
raggiungere e mantenere una
tregua «almeno per
recuperare i corpi, assistere i
feriti, proteggere i civili». Poi
il ministro ha individuato
cinque punti della nostra
azione politica. «Nel brevemedio periodo sarà
necessario sciogliere i veri
nodi della situazione a Gaza,
dall’apertura dei valichi al
rispetto dei diritti dei
palestinesi di coltivare la
propria terra e pescare nel
proprio mare», ha detto
Mogherini. Quindi,
ricordando che «l’Italia ha
valutato fin dall’inizio con
favore il governo di unità
nazionale» tra Fatah e Hamas,
ha aggiunto che «è ora di
riconoscerlo come
interlocutore utile anche da
parte israeliana, per rafforzare
il ruolo del Presidente Abbas e
garantire a tutti i palestinesi
un canale di rappresentanza
istituzionale e
internazionale». Quindi, «si
devono offrire a Israele
garanzie di sicurezza
nell’immediato sulla
distruzione di razzi e di
tunnel, nel breve periodo
sulla demilitarizzazione di
Gaza e sul controllo delle
frontiere». A sostegno di tale
percorso sarà «necessario
garantire una cornice
regionale ed internazionale e
credo che un ottimo punto di
partenza - ha detto Mogherini
— possa essere oggi la
proposta del piano di pace
della Lega Araba del 2002».
Infine, «il raggiungimento di
una soluzione reale, vera e
duratura della questione
palestinese: non parlo di
rilancio del processo di pace,
dopo decenni di esercizi
diplomatici frustrati», ma
della necessità «dello scatto di
volontà interna, nei campi
israeliano e palestinese, ed
esterna, della comunità
internazionale, se servirà
qualcuno che imponga alle
tante parti di mettere fine al
loro infinito conflitto e
cominciare a vivere».
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DAL NOSTRO INVIATO
GAZA — La foto mostra
Ismail Haniyeh con la keffiah
bianca e rossa sulla testa. Il muro dove stava appesa non c’è più
come il resto della casa, quattro
piani schiacciati uno sopra l’altro dal missile sparato da un jet
israeliano. Nella notte tra lunedì e ieri l’aviazione ha intensificato i bombardamenti, ha colpito i simboli del potere di Hamas nella Striscia. Il palazzo
dell’ex primo ministro (vuoto,
la famiglia si nasconde da qualche parte), quello del ministero
delle Finanze, le case dei sindaci
che controllano i villaggi da dove partono i razzi.
Un raid ha bersagliato l’unica
centrale che fornisce energia a
Gaza: il direttore sostiene che ci
vorrà un anno per ripararla, già
prima dell’attacco l’elettricità
era fornita solo per 2-3 ore al
giorno. Anche le stazioni televisiva e radiofonica di Hamas sarebbero state prese di mira, secondo il movimento.
L’offensiva va avanti, mentre
la diplomazia cerca di fermare la
guerra. Nella notte, come ogni
notte da tre settimane, le navi al
largo della costa hanno ricominciato a cannoneggiare la
Striscia. Le sirene sono risuonate a sud di Israele, nelle zone a
ridosso del confine, e verso Tel
Aviv. Dall’inizio del conflitto, tre
civili (due israeliani e un lavoratore straniero thailandese) sono
morti centrati dai proiettili palestinesi.
Il «Canale 1» della tv israeliana ha rivelato quello che sarebbe il contenuto di una conversazione tra Barack Obama e il premier Benjamin Netanyahu. Il
presidente americano è molto
deciso, chiede uno stop immediato all’operazione. Chiarisce:
«Mi fido del Qatar e della Turchia, non siete voi a scegliere i
mediatori». La Casa Bianca
smentisce il testo: non ha alcuna
somiglianza con la realtà. E anche l’ufficio del premier nega.
I telegiornali da Gerusalemme hanno annunciato ieri
sera che un accordo era stato
trovato. Una data per l’inizio
della tregua non è però ancora
fissata, il consiglio di sicurezza
del governo di Netanyahu ha
spostato a questa mattina la riunione prevista. L’iniziativa è
spinta dall’Organizzazione per
la liberazione della Palestina,
quindi dal presidente Abu Mazen, che sta cercando di convincere Hamas ad accettarla. Il piano prevede anche di fermare gli
scontri, mentre viene negoziata
una intesa definitiva.
Per la prima volta Mohammed Deif, il comandante in capo
dell’esercito irregolare di Hamas, è intervenuto con audio registrato: due minuti per ribadire
Trattativa
Il piano promosso da
Abu Mazen prevede lo
stop agli scontri in vista
di un’intesa definitiva
In attesa di un accordo
Gli israeliani resterebbero
dentro la Striscia in una
fascia larga un chilometro
che il cessate fuoco non verrà
accettato fino a quando gli israeliani «non fermeranno l’aggressione» e l’embargo imposto
a Gaza non verrà tolto. Le parole
sono accompagnate da un video
che mostra i suoi combattenti
infiltrarsi in Israele da un tunnel.
Da una di queste gallerie ieri
un commando è sbucato per
sorprendere i soldati israeliani:
cinque estremisti sarebbero
stati uccisi. I caduti israeliani
sono 53. Cinque sono stati ammazzati lunedì negli scontri dopo un’incursione da un tunnel. I
miliziani avrebbero cercato di
portare via uno dei corpi mentre rientravano nel buco.
Le vittime palestinesi sono
oltre 1.200, per la maggior parte
civili, solo ieri quasi 120 sono
stati uccisi dall’artiglieria e dai
raid senza sosta. I portavoce
dell’esercito dichiarano che negli scontri sarebbero morti un
migliaio di combattenti tra Hamas e Jihad Islamica: questi cadaveri spesso non arrivano negli ospedali, perché gli estremisti vogliono tenere segrete le loro perdite, e non rientrano tutti
nei conteggi del ministero della
Sanità a Gaza. Fonti israeliane
hanno parlato di proteste contro Hamas a Beit Hanoun, uno
dei villaggi più devastati dai
bombardamenti. I miliziani
avrebbero sparato e ci sarebbero stati 2 morti. Non è stato possibile confermare la notizia.
Razzi sono stati trovati nascosti
per la terza volta in una delle
scuole gestite dall’Unrwa,
l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.
Nativ Ha Asara
Erez
La rete
Sderot
Gaza City
GAZA
Mar
Mediterraneo
Dayr
al-Balah
ISRAELE
Re’im
Khan
Younis
I COSTI
45-75 mila euro a tunnel,
80 euro al giorno
per lo scavatore
LEGENDA
Aree urbane
Tunnel
verso Israele
Ein Hashlosha
Tunnel
verso l’Egitto
Rafah
D. F.
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LLa galleria di ingresso è spesso
nnascosta dentro una casa:
ddietro un mobile, in bagno,
ddietro una finta parete
Città
Kerem Shalom
Strategie I palestinesi li usano per attaccare lo Stato ebraico
Rete di sicurezza
(confine)
Trincee, spie e tanti errori
La caccia impossibile
ai tunnel dei miliziani
Dovrebbero chiedere a Le Xian Vi.
Vietnamita, ex ufficiale di polizia, è
considerato uno dei padri dei tunnel.
Lui li creò nella provincia di Quang
Tri all’epoca della guerra contro gli
Usa. Era il 1966. Molte vite fa. Ma il
problema è rimasto. Costruire le gallerie costa fatica, un lavoro di 6 mesi e
denaro. Ma non è facile neppure scovarli. Lo sanno bene le unità israeliane come gli agenti antidroga americani, alle prese con i passaggi segreti
dei narcos messicani. Molti i rimedi,
nessuno risolutivo.
La prima volta che ho sentito parlare dei «tunnel di Gaza» era il 2000, alla vigilia dell’intifada. Ero nella Striscia e un ufficiale ne discuteva come
di un possibile minaccia, però non
era stato in grado di mostrarmi neppure una foto. Pochi mesi dopo quella
che poteva sembrare leggenda si è
trasformata in realtà. Con le gallerie
indispensabili, inizialmente, per far
passare viveri e armi. In seguito hanno assunto un carattere offensivo.
Non solo violano il blocco imposto da
Israele a Gaza ma permettono alle brigate palestinesi di infiltrarsi in territorio nemico.
Già nel 2001 sono «il problema»,
con l’esercito israeliano che si rivolge
alle università: trovate la risposta.
L’Istituto di Geofisica propone una
rete di sismografi collegati a una centrale. Dicono che questa barriera sotterranea funzioni ma la Difesa affida il
lavoro a un paio di ditte private. E il
programma non ferma le centinaia di
«talpe» palestinesi. Nel dicembre
2004, i mujaheddin piazzano una gigantesca mina sotto una postazione
sul confine. Un’esplosione terrificante. Vittime. Pressioni sui generali, altri test. Si va a tentoni malgrado gli
scienziati sostengano di aver trovato
Philadelphi Strip
Pattuglie
Profondità 10-15 m
Diametro 80 cm
Le casse sono tirate con
un sistema a carrucole
Canale
GAZA di ventilazione
La minaccia
Se la tecnologia non basta ci
si affida a due armi: gli
informatori e la «fortuna»
Barriera metallica
sotterranea
ra dei Sei giorni, geologo e uomo pratico. Il suo rapporto è devastante: andiamo verso la catastrofe. Quindi incoraggia l’adozione del sistema dei
sismografi. Tutto però annega nell’irresponsabilità dello Stato maggiore e
nella burocrazia militare. La doppia
tenaglia impedisce di andare avanti
mentre i palestinesi sviluppano il loro network nelle viscere della terra
con l’aiuto degli Hezbollah libanesi e
tenendo a mente le esperienze dei
nord coreani, che hanno elaborato
gallerie gigantesche per invadere il
Sud.
Gli israeliani provano un apparato
Le gallerie
L’origine
L’«invenzione» di tunnel
durante le guerre, in tempi
recenti, risale agli anni 60 in
Vietnam. L’ex ufficiale Le
Xian Vi li creò nella provincia
di Quang Tri nel conflitto
contro gli Stati Uniti
Intifada
Già alla vigilia della seconda
Intifada, nel 2000, l’esercito
israeliano sospettava la
presenza di gallerie ma non
ne aveva trovate. All’inizio
servivano solo per far
passare viveri e armi
Uso militare
All’inizio del millennio i
palestinesi iniziano a
scavare centinaia di tunnel.
L’uso diventa offensivo: nel
2004 una gigantesca mina
esplode in una galleria sotto
una postazione al confine
Abitazione
palestinese
Pattuglie
Lunghezza 500-600 m
le contromisure. E si spende molto.
Compresi i 50 milioni di dollari per il
Trencher, una macchina prodotta in
Texas e capace di scavare trincee profonde 25 metri, la «quota» preferita
dai minatori di Gaza.
Il comando Sud chiede un parere a
Yossy Langotsky, veterano della guer-
LA TECNICA
Un tunnel scende di 5-6
metri all’imbocco, poi
prosegue in orizzontale per
100 metri e quindi scende
di altri 5-6 metri
Kibbutz
Sufa
EGITTO
I TEMPI DI COSTRUZIONE
2 settimane-2 mesi,
con l’impiego di 8-10 uomini
Nir Am
Nahal Oz
Al-Nusayrat
Al-Qarara
DETTAGLI
Contromisure
Gli israeliani lanciano un
programma con esperti e
sismografi per trovare e
distruggere i tunnel, ma con
risultati scarsi. Si affidano
anche all’intelligence o alla
«fortuna»
Linea
telefonica
e luci
CORRIERE DELLA SERA
della Nasa che rileva variazioni della
gravità e un altro pensato per localizzare giacimenti di gas. Di nuovo, i report del Genio militare non paiono
soddisfacenti. Delusione che si somma alla preoccupazione che Hamas e
altre fazioni lancino azioni a sorpresa
contro i kibbutz oppure per catturare
soldati. Il caso di Gilad Shalit, il soldato rapito nel 2006 e poi scambiato
con un migliaio di detenuti palestinesi, dimostra il valore strategico delle
gallerie.
Un episodio che accompagna la
previsione nera formulata dalla difesa
nel 2010. Tutte le postazioni «sedute»
sulla linea che circonda Gaza e gli insediamenti civili in territorio israeliano — avvertono — sono a rischio. Il
colonnello Ilan Sabag aggiunge:
«Sappiamo che esistono i tunnel, ma
il problema è individuarli».
Se la tecnologia non basta ci si affida a due armi. L’intelligence, con un
informatore che segnala l’ingresso. O
semplicemente «la fortuna». Incerta
come un orecchio appoggiato sul terreno.
Guido Olimpio
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Esteri
italia: 51575551575557
La storia
Il dramma di decine di migliaia di minori: spettatori impotenti, si aggrappano ai padri e ai fratelli
Morire giocando
a nascondino
La guerra di Yunis
Deceduti 251 bimbi, duemila feriti
DAL NOSTRO INVIATO
Obiettivo
Appello
Almodovar
e Penelope Cruz
con i palestinesi
MADRID — Da Pedro
Almodovar a Penelope Cruz
(foto sopra), da Eduardo
Noriega a Lola Herrera,
passando per Javier Bardem e
Benito Zambrano, sono una
dozzina gli artisti spagnoli che
hanno firmato un appello che
chiede di fermare l’offensiva
israeliana nella Striscia di Gaza.
Nella lettera, pubblicata ieri,
attori, registi, musicisti e
scrittori iberici definiscono
l’operazione israeliana
«Margine protettivo», che
ormai va avanti da più di venti
giorni, un vero e proprio
genocidio, e chiedono
all’Unione Europea di
«condannare i bombardamenti
da terra, cielo e mare contro la
popolazione civile palestinese»
invocando un cessate il fuoco
da parte dell’esercito
israeliano. I firmatari
dell’appello chiedono inoltre
che Israele «rimuova
l’embargo che ha prostrato la
Striscia di Gaza per più di un
decennio» e accusano lo Stato
israeliano per la nuova ondata
di violenza in Medio Oriente,
con l’esercito che «continua ad
avanzare nei territori
palestinesi e ad occuparli
anziché ripristinare i confini
del 1967» .
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Il palazzo di Gaza
City distrutto ieri
dai raid israeliani
dove aveva sede la
tv satellitare di
Hamas, Al Aqsa.
Ieri mattina i caccia
e i droni di Israele
hanno colpito
anche la casa del
leader di Hamas,
Ismail Haniyeh, e
alcuni edifici
governativi (Ap)
9
GAZA — Yunis non lascia da due
settimane la stanza e il materasso sul
pavimento, Hamada non lascia Yunis.
Di notte lo abbraccia quando il botto
delle esplosioni rimbomba anche qui
vicino al porto, di giorno sta attento
che il rombo rauco dei droni non lo
spinga a correre fuori lungo il vicolo
coperto di sabbia e marciume.
Yunis non parla, gira gli occhi verso
le pareti che sudano umidità e salsedine, sta disteso in mezzo ai cuginetti, a
fianco del fratello più grande, lì si sente protetto. Il 16 luglio stava giocando
con loro sulla spiaggia a nascondino,
Hamada si è avvicinato alla capanna di
lamiera, ha detto «lo so che sei lì», la
prima esplosione ha centrato la baracca, i ragazzini sono schizzati di corsa
sulla spiaggia, un secondo missile
israeliano ha colpito in mezzo al gruppo, quattro sono morti.
Per fortuna Yunis, 10 anni, aveva
scelto un altro nascondiglio. Adesso
evita gli adulti che non conosce, sono
loro responsabili, tutti. Il trauma più
profondo, la paura che ancora non riesce a superare, è stato pensare che Hamada, di tre anni più grande, morisse
per la ferita al petto. Durante quelle
prime ore — dicono i medici che lo
hanno soccorso — nessuno riusciva
convincerlo che il fratello sarebbe sopravvissuto: il sangue era tanto, il pericolo no.
Khaled Kabir riempie di fumo la
piccola stanza con una sola finestra. Ha
accompagnato Yunis da uno psichiatra, il dottore gli ha detto che la terapia
sarà lunga, potrebbe non guarire. I minori morti in questi ventidue giorni di
guerra sono 251 — calcola il ministero
della Sanità a Gaza — quasi duemila
900
91
mila sono i minori
che vivono nella
Striscia di Gaza su
un totale di 1
milione e 800mila
abitanti
mila sono invece i ragazzi che avrebbero
cercato riparo nelle
scuole gestite dall’Unrwa su di un totale di 182mila persone
Cugini
Hamada,
13 anni (il primo da destra)
e, accanto
a lui, suo
fratello
Yunis,
10 anni. I due
bambini sono
sopravvissuti
a un missile
israeliano che
ha ucciso
quattro dei loro cugini sulla
spiaggia di
Gaza (Foto
Davide Frattini)
sono rimasti feriti. Quelli che portano
e porteranno le cicatrici dentro sono
decine di migliaia: delle 182 mila persone che hanno cercato riparo nelle
scuole gestite dall’Unrwa, l’agenzia
delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, la metà sono bambini. La stessa percentuale della popolazione nella
Striscia: i minori che vivono a Gaza sono 900 mila sul totale di un milione e
ottocentomila abitanti.
Yasser Abu Jamei non era seduto a
tavola con la famiglia e gli altri parenti,
quando all’ora di cena un missile ha livellato i tre piani del palazzo di cemento grigio. Dalle macerie sono stati
estratti 28 corpi. E’ tornato lo stesso a
Khan Yunis verso il sud di Gaza e da lì
prova a coordinare quel poco di aiuto
che i volontari possono offrire ai piccoli in difficoltà. Abu Jamei è stato allievo e amico di Eyad Sarraj, il primo
30
200
per cento dei giovani di
Gaza, secondo uno studio del 2013, soffriva ancora di disordine post
traumatico come conseguenza dell’operazione
israeliana «Piombo fuso»
mila sono i bambini
palestinesi che, secondo l’Unicef, hanno
bisogno di immediato
supporto psicologico
a causa di quello che
hanno visto e vissuto
psichiatra in questo corridoio di sabbia chiuso tra il mare, Israele e l’Egitto.
Sarraj, scomparso per una malattia alla
fine del 2013, aveva fondato il Gaza
Community Mental Health Program.
Adesso è Abu Jamei a dirigerlo.
«Sotto i bombardamenti non siamo
in grado di muoverci per raggiungere
le famiglie in difficoltà — racconta —.
Se finalmente decideranno il cessate il
fuoco, dovremo pensare ai bimbi, per
molti di loro è il secondo conflitto in
poco più di un anno mezzo». Racconta
che i piccoli si attaccano ai padri, non
si allontanano da loro neppure dentro
gli appartamenti e quando gli uomini
devono uscire per recuperare il cibo o
l’acqua potabile, perdono il controllo,
sperduti.
I padri che vanno a
cercare i parenti feriti
portano i figli con loro nel caos degli
ospedali, è più sicuro
che lasciarli a casa. I
bimbi assistono ai
funerali, ai riti collettivi di odio, alle urla
che invocano vendetta. «Uno studio che
abbiamo effettuato
nel 2013 mostra che
il 30 per cento soffriva ancora di disordine post traumatico
come conseguenza
dell’operazione israeliana Piombo Fuso
di quattro anni prima. Presentano sintomi fisici, dolori
allo stomaco e alle gambe».
Sabato scorso durante le ore di tregua umanitaria Pernille Ironside, che
guida la squadra dell’Unicef a Gaza, ha
potuto visitare i bambini ricoverati negli ospedali. Racconta di Shayma, 4 anni: «Ha perso la madre e i fratellini, solo lei e il padre sono sopravvissuti.
Nessuno ha ancora avuto il coraggio di
dirglielo». I bambini sotto ai 12 anni
ammazzati — stima l’Unicef — sono
166, quelli che hanno bisogno di immediato aiuto psicologico 200 mila. «I
piccoli sono resilienti — spiegano gli
esperti dell’organizzazione Onu per
l’infanzia — ma quando sono costretti
ad affrontare traumi ripetuti, la violenza diventa la normalità».
Davide Frattini
@dafrattini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Intolleranza I ripetuti episodi di ostilità verso gli ebrei, i più gravi dalla fine del nazismo, preoccupano le autorità tedesche
Molotov su sinagoga, sgomento in Germania
DAL NOSTRO INVIATO
BERLINO — Nella vetrina di una
libreria della capitale tedesca, a due
passi dalla Nuova sinagoga bruciata
dai nazisti nel 1938, c’è una foto in
bianco e nero di volti giovani e sorridenti. È la copertina di un libro che
racconta la vita degli ebrei a Berlino
prima dell’arrivo al potere di Adolf
Hitler. Mai quei giovani, in quella foto di inizio secolo, avrebbero potuto
immaginare quello che poi è successo tra il 1933 e il 1945. E, ancora di
più, mai avrebbero potuto prevedere
che l’ondata di antisemitismo si sarebbe ripetuta una seconda volta: oggi, nonostante tutte le atrocità di
quei 12 anni di potere nazista, la Germania sta rivivendo alcuni slogan e
alcuni assalti del passato. Certo, la situazione è ben diversa. Ma alcune
parole sono le stesse: è successo venerdì scorso, quando — all’interno
di altrimenti pacifiche manifestazioni sulla pesante situazione a Gaza —
un piccolo gruppo ha gridato il saluto nazista «sieg heil» con l’invito a
«gasare Israele».
E la scorsa notte, secondo la polizia, tre uomini hanno lanciato alcune
molotov contro la sinagoga di Wuppertal, nella parte occidentale del Paese. Un diciottenne di origine palestinese, sospettato di essere fra gli
artefici dell’attacco, è stato arrestato.
Non ci sono feriti. «In Germania gli
ebrei vengono perseguitati come nel
1938», aveva detto — solo pochi
giorni fa — l’ambasciatore israeliano
a Berlino, Yakov Hadas-Handelsman.
Ieri, dopo l’assalto alla sinagoga, l’ex
presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Charlotte Knobloch, ha invitato gli ebrei nel Paese a
«non rendersi riconoscibili» come
tali. Knobloch, che ora è presidente
della Comunità ebraica di Monaco e
dell’alta Baviera, ha così commentato l’attacco a Wuppertal: «Quello che
viviamo oggi è il periodo più preoccupante e minaccioso dal 1945».
Sono numeri non grandi, ma «arcobaleno» (e in diversi Paesi d’Euro-
pa): dietro le azioni e le parole antisemite non ci sono certo le folle dei
raduni del periodo nazista, eppure i
colori della rabbia sono più d’uno. È
il connubio tra estrema destra razzista e estrema sinistra anti-israeliana. Ma la quasi totalità della società
tedesca resta fuori: pro o contro
Israele, ma senza risvolti razzisti o
La polemica
Il M5S: «Sulla Striscia in atto un genocidio»
La replica di Israele: posizioni antisemite
ROMA — Il pentastellato Manlio Di Stefano attacca
Israele: «A Gaza è in atto un genocidio».
Immediata la replica dalla sede diplomatica dello
Stato ebraico: «Siamo di fronte a un pericoloso
antisemitismo contemporaneo». La miccia della
polemica innescata subito dopo l’informativa del
ministro degli Esteri Federica Mogherini sulla
situazione in Medio Oriente. La responsabile della
Farnesina aveva appena finito di lanciare un
appello «a tutti in quest’aula e all’opinione
pubblica italiana a non cedere alla logica della
partigianeria, all’idea che ci si debba dividere tra
amici di Israele e amici della Palestina». Nel mirino
di Di Stefano anche il premier israeliano
Netanyahu accusato di «ordinare attacchi
indiscriminati» e per il quale il deputato grillino
invoca un’inchiesta per crimini di guerra. Il
parlamentare non risparmia critiche neanche al
governo Renzi chiedendo che l’Italia «interrompa
immediatamente la fornitura di armi a Israele e
sospenda temporaneamente tutti gli accordi
economici con Tel Aviv». E invocando anche il
ritiro del nostro ambasciatore da Israele
estendendo la richiesta ai partner europei. In
seguito sul blog di Grillo si criticano anche gli «atti
efferati portati avanti da Hamas e il lancio
altrettanto indiscriminato di razzi su Israele». Una
precisazione che però non basta allo Stato ebraico.
«Con il pretesto di esprimere una posizione
ragionevole - commenta il portavoce
dell’ambasciata Amit Zarouk - l’onorevole Di
Stefano ha sostenuto posizioni che negano il
diritto fondamentale di Israele ad esistere, nonché
di proteggersi davanti ad attacchi terroristici».
violenti. E i giornali hanno fatto la
gara nel lanciare appelli contro l’antisemitismo.
Almeno in un caso, però, la campagna «anti-anti» ha svelato un’altra
deriva all’interno della società tedesca, questa volta nei confronti della
religione musulmana: sul quotidiano Bild un commentatore ha scritto
che tutti i seguaci dell’Islam sono potenziali delinquenti. «Questo — ha
aggiunto — si dovrebbe tenere particolarmente in considerazione, a proposito di immigrazione e diritto
d’asilo». Tra i politici, il verde Volcker
Beck ha subito chiesto alla Bild di
scusarsi davanti a tutti i musulmani.
E, a stretto giro di posta, i vertici del
giornale hanno preso le distanze dall’articolo.
Pochi giorni fa le tensioni hanno
riguardato anche lo sport. Sempre
nel cuore di lingua tedesca dell’Europa, ma non in Germania bensì in Austria. Durante una partita di calcio tra
la squadra francese del Lille e gli israeliani del Maccabi Haifa, alcuni manifestanti pro-Palestina sono entrati
in campo scatenando una rissa con i
giocatori della città sulla costa d’Israele. Così il successivo match del Maccabi Haifa, questa volta con la squadra tedesca del Paderborn, è stato
annullato «per motivi di sicurezza».
Giovanni Stringa
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10 Esteri
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
✒
Unione Europea Dopo l’abbattimento del jet malese
L'analisi
Colpite Horlivka e il centro di Donetsk
Fase tre delle sanzioni
Embargo sulle armi
e stop alle banche
INCRIMINATA
LA SUPERSPIA
DI PECHINO
di GUIDO SANTEVECCHI
M
passato ha detto che, anche se Gorbaciov ha
sbagliato a firmare, la Federazione Russa
continuerà a onorare l’impegno presso dall’Urss. Ma ora gli umori a Mosca stanno cambiando: lo scontro con l’Occidente sull’Ucraina potrebbe servire a Putin per provare a rivoltare anche il tavolo degli accordi
nucleari. E le accuse esplicite formulate dagli
Stati Uniti potrebbero anche spingere i russi
a denunciare il trattato.
È quello che ipotizzano apertamente analisti militari russi: ammettono senza problemi che la Russia ha violato il trattato sperimentando l’R-500, ma aggiungono che a
questo punto a Mosca è forte la tentazione di
«abbandonare» un trattato considerato ingiusto e penalizzante per poter schierare
senza problema armi analoghe a quelle cinesi o anche israeliane.
ai, nella storia della
Repubblica popolare
cinese, un ex membro del
Comitato permanente del
Politburo era stato incriminato
per corruzione. Era un patto
non scritto, ma di fatto
concordato dopo lo scontro
fratricida della Rivoluzione
culturale. Ieri il tabù è stato
spezzato: Zhou Yongkang, 71
anni, ex capo dei servizi di
sicurezza della Cina, è stato
messo sotto accusa per «gravi
violazioni della disciplina del
partito», una formula usata per
i corrotti. Tra il 2007 e il 2012
Zhou era stato uno dei nove
uomini più potenti del regime,
il più temuto, perché
controllava servizi segreti,
forze di polizia, corti di
giustizia. Era tanto potente da
potersi permettere un tentativo
di difesa di Bo Xilai, il capo del
partito della megalopoli di
Chongqing, l’uomo nuovo del
partito accusato di abuso di
potere e corruzione nel marzo
del 2012. Zhou cercò di salvare
Bo, si disse che i due avessero
tramato insieme per cercare di
sbarrare la strada a Xi Jinping,
che proprio in quei mesi
drammatici stava per essere
eletto segretario del partito
comunista e capo dello Stato.
Una storia solo sussurrata,
piena di buchi neri, come i
quindici giorni del settembre
2012 nei quali Xi scomparve di
scena. Davvero Bo e Zhou
avevano tentato un golpe di
palazzo? Di sicuro, Xi Jinping
ha vinto la partita: Bo Xilai è
stato condannato all’ergastolo,
ora è venuto il momento di
saldare i conti anche con
l’intoccabile Zhou. Era più di
un anno che fonti di Pechino
avevano rivelato alla stampa
straniera che l’ex capo dei
servizi segreti era sotto assedio:
confinato a casa con la moglie,
ex star della televisione statale.
Sui giornali cinesi invece,
nemmeno una riga: vietato
anche scrivere il nome del
sospettato, sempre in ossequio
alla regola non scritta
dell’immunità per gli ex
membri del Comitato
permanente del Politburo. Ma
intanto il cappio si stringeva:
uno alla volta sono finiti sotto
accusa tutti gli uomini più
vicini all’eccellente in disgrazia.
Si sono contati 300 arresti,
compreso il figlio, i segretari
particolari, ministri, dirigenti
petroliferi, imprenditori
miliardari. Si è saputo che
erano stati sequestrati beni per
dieci miliardi di euro tra ville,
appartamenti, lingotti d’oro,
opere d’arte, titoli azionari,
senza mai citare Zhou
pubblicamente. Xi da mesi
ripete che per battere la
corruzione dilagante schiaccerà
le mosche (i piccoli burocrati) e
caccerà le tigri (gli alti gradi del
potere). Zhou era una tigre,
ormai privata di denti e artigli,
mancava solo l’atto finale,
l’incriminazione pubblica. Ieri
la Xinhua ha liquidato la messa
sotto accusa di Zhou in poche
righe sotto il titolo: «Catturata
la grande tigre», dedicando più
spazio all’annuncio che in
autunno il vertice del partito
discuterà di riforma del
sistema giudiziario: un altro
segnale di forza del presidente,
che dà credibilità alla
campagna anti-corruzione. Ma
molti sospettano che dietro
l’ondata di arresti che ha
colpito anche una quarantina
di dirigenti di livello
ministeriale, ci sia una grande
purga degli ultimi avversari
politici di Xi.
Massimo Gaggi
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Lanciato «segnale potente» ai russi
DALLA NOSTRA INVIATA clusi quattro esponenti del cerchio magico di Vladimir Putin.
BRUXELLES — La più decisa
In una dichiarazione congiunazione europea contro la Russia ta anche i presidenti uscenti di
dalla fine della Guerra fredda Consiglio e Commissione, Herprende forma al tavolo degli am- man Van Rompuy e José Barroso,
basciatori, tra tazze di caffè e bre- alzano i toni: «L’annessione illeaking news dall’Est. Un esercizio gale di territori e la destabilizzadoppio di fermezza e flessibilità zione di uno Stato sovrano sono
per ottenere il massimo dell’inci- inaccettabili nell’Europa del XXI
sività con il minimo dei sacrifici.
secolo. Quando la violenza porta
«Ci saranno conseguenze» av- all’uccisione di quasi 300 civili invertono fonti Ue: in termini di impatto sulle
economie nazionali e di Costi
possibili ritorsioni rus- Le misure potrebbero costare a
se. La maratona diplomatica era indispensabi- Mosca oltre 20 miliardi di dollari
le per inviare un mes- nel 2014 e oltre 70 nel 2015
saggio di tempestività e
compattezza alle opinioni pubbliche interne, ai gruppi di nocenti la risposta deve essere urpotere del Cremlino, agli alleati gente e determinata».
americani e far sentire, dopo l’abÈ la fase 3. Misure reversibili
battimento del volo MH17, che con validità di un anno e verifiche
l’Europa c’è. Il pacchetto approva- periodiche, la prima fissata per il
to dai rappresentanti permanenti prossimo 31 ottobre. L’obiettivo
dei 28 Stati inaugura una strategia resta politico, precisano funziosanzionatoria ad ampio raggio nari dell’Unione: l’intensità delle
che colpisce settori vitali dell’eco- sanzioni potrà diminuire se dopo
nomia di Mosca - finanze, ener- il muro contro muro Mosca digia, difesa – ponendo vincoli pe- mostrerà di voler contribuire alla
santi agli stessi operatori europei. de-escalation del conflitto. Nel
Un ulteriore inasprimento do- dettaglio, gli europei non potranpo le misure decise nei giorni no più acquistare o vendere obscorsi contro società e individui bligazioni e azioni emesse dalle
coinvolti nel risiko ucraino, in- maggiori banche di proprietà sta-
tale russa. Confermati l’embargo
sull’import-export di armi e materiale bellico per i contratti futuri, il divieto di finanziare o fornire
assistenza militare, lo stop alle
esportazioni di tecnologie a uso
misto in caso di accertata destinazione militare, il ritiro dell’autorizzazione per l’export di tecnologie e prodotti del settore energetico destinati a perforazioni in acque profonde, esplorazioni
nell’Artico, progetti sul petrolio
di scisto in Russia. Misure che entreranno in vigore dopo il via libera delle cancellerie entro il primo agosto e che secondo stime
potrebbero costare a Mosca oltre
20 miliardi di dollari nel 2014 e
oltre 70 nel 2015.
A Bruxelles confermano che i
negoziatori Ue sono stati in contatto costante con gli Stati Uniti.
In serata il Tesoro americano ha
annunciato provvedimenti contro VTB Bank, Bank of Moscow,
Russian Agricultural Bank. «La
Russia pagherà un prezzo sempre
maggiore. Putin faccia la scelta
giusta» ha detto il presidente Barack Obama. In Ucraina intanto si
continua a combattere: nelle ultime 24 ore 18 vittime civili a nord
di Donetsk.
Maria Serena Natale
msnatale@corriere.it
Ucraina, 18 morti tra i civili: anche 3 bambini
Ancora vittime civili nel conflitto in
Ucraina. Il bilancio dei combattimenti di
ieri registra diciotto morti: tre erano
bambini. L’artiglieria ha colpito Horlivka,
45 chilometri a nord di Donetsk, uno dei
bastioni dei separatisti filorussi. La città
già domenica scorsa aveva pagato un
pesante tributo di sangue con 13 morti. Le
bombe hanno danneggiato anche il reparto
maternità di un ospedale. Negli attacchi
sono rimaste ferite 43 persone. Colpi di
artiglieria hanno investito anche il centro
di Donetsk (nella foto) raggiungendo un
condominio. Una persona è morta. Altre
cinquanta si sono rifugiate in un
parcheggio sotterraneo. I ribelli accusano il
governo di usare artiglieria pesante contro
i quartieri residenziali. Ma Kiev respinge
l’accusa e sostiene che i filorussi vogliono
screditare l’esercito.
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Diplomazia L’intesa proibisce sperimentazione e dispiegamento di nuovi ordigni con raggio d’azione tra i 500 e i 5.500 km
Mosca-Washington, ritorno al Grande freddo
L’America accusa Putin di aver violato
il Trattato sul disarmo Reagan-Gorbaciov
testando un missile nucleare da crociera
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — Barack Obama ci ha pensato molto prima di contestare ufficialmente
alla Russia, con una lettera consegnata al
presidente Vladimir Putin lunedì sera, la
violazione del trattato sui missili nucleari a
medio raggio (Inf) firmato nel 1987 da Ronald Reagan e dall’allora leader dell’Unione
Sovietica, Mikhail Gorbaciov. I primi sospetti, i militari e i servizi segreti americani li
hanno avuti fin dal 2008, quando la Russia
ha cominciato a sperimentare nuovi tipi di
vettori. Nel maggio dello scorso anno il Pentagono iniziò a parlare apertamente di possibili violazioni russe dei trattati e quando,
sei mesi fa, il New York Times rese noto che i
militari Usa avevano informato in via riservata gli alleati della Nato che Mosca aveva
sperimentato nuovi missili da crociera basati a terra, sollevando fortissimi dubbi sul rispetto dei trattati, il Dipartimento di Stato
aveva evitato di ufficializzare le accuse sostenendo che l’Amministrazione Obama non
aveva ancora raccolto tutti gli elementi necessari. La Casa Bianca ha deciso di muoversi
oggi perché ormai sono state raccolte prove
a sufficienza, ma anche per cercare di mettere sempre più con le spalle al muro il Cremlino che non indietreggia nemmeno davanti
alla reazione internazionale alla sua aggressione all’Ucraina. Un governo sempre più
autoritario, quello di Putin, con il quale
Washington ha conti aperti su vari altri tavoli: dal rifugio offerto a Edward Snowden, il
contractor della Nsa che ha rivelato molti segreti dello spionaggio americano, all’appoggio dato in Siria al feroce regime di Assad.
E infatti ieri, dopo che Washington ha varato un altro round di sanzioni contro Mosca
per l’attacco all’Ucraina (misure che per la
prima volta prendono di mira interi settorichiave dell’economia russa, dal petrolio alle
banche), Obama ha detto che la Russia sta
continuando a chiudersi in se stessa e ad allontanarsi dalla comunità internazionale,
cancellando gli effetti del processo di integrazione che si era sviluppato per decenni.
«Non è una nuova guerra fredda — sostiene
Obama — ma il prezzo che la Russia paga
per la sua aggressione continuerà a crescere.
Devono capire che, quando gli Usa dicono
qualcosa, poi la fanno».
Il cambio di rotta di Obama è stato sancito
da una lettera consegnata dall’ambasciatore
americano in Russia a Putin e con una conversazione telefonica tra il segretario di Stato
John Kerry e il ministro degli Esteri russo
3Accordo storico
Sergey Lavrov. In tutti e due i messaggi da
parte americana si è fatta molta attenzione a
sottolineare l’interesse ad avviare una discussione ad alto livello con Mosca su come
preservare il trattato Reagan-Gorbaciov e arrivare a una revoca dei passi coi quali Mosca
ha violato il trattato del 1987 che proibisce
sperimentazione, produzione e dispiegamento di nuovi missili da crociera con basi
terrestri di raggio d’azione compreso tra i
500 e i 5.500 chilometri. I diplomatici Usa
sperano ancora di impedire la consegna delle nuove armi ai reparti russi. Sanno per certo che i nuovi missili R-500 Iskander sono da
tempo in produzione, ma ritengono che il
loro dispiegamento non sia ancora iniziato,
anche se è difficile esserne certi, visto che i
missili a medio raggio sono relativamente
piccoli e, quindi, facili da nascondere.
1987
La firma Il leader sovietico Mikhail Gorbaciov e il presidente americano Ronald
Reagan firmano, l’8 dicembre 1987, il Trattato Inf ((Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), primo accordo che di fatto pose fine alla Guerra fredda (Afp)
La vicenda
Il vertice
L’8 dicembre 1987,
l’allora leader sovietico
Mikhail Gorbaciov e il
presidente americano
Ronald Reagan si
incontrano a
Washington per siglare
L’Inf ((IntermediateRange Nuclear Forces
Treaty), il Trattato sulle
forze nucleari di raggio
intermedio
Novità
A differenza del
passato, le due Potenze
si accordano non
soltanto per ridurre le
testate nucleari ma per
eliminare
definitivamente i
missili in questione
Euromissili
L’intesa riguardava gli
euromissili, ovvero i
vettori schierati in
Europa da Urss (gli SS20) e Stati Uniti
(Pershing-2 e Cruise)
Contesa
L’installazione di
queste armi provocò
un braccio di ferro
lungo dieci anni tra
Washington (e gli
alleati della Nato) da
una parte e Mosca (con
i Paesi del Patto di
Varsavia) dall’altra. Alla
fine, in seguito al
Vertice di Reykjavik del
1986, Usa e Urss
decisero per la
distensione sancita
dalla firma del trattato
L’obiettivo resta quello di ottenere la distruzione delle rampe di lancio e di convincere i
russi ad accettare la visita di ispettori. Ma a
Washington ci si rende conto che probabilmente ciò non accadrà. Forse anche per questo hanno aspettato tanto a formalizzare
l’accusa: i russi, infatti, hanno ostentatamente ignorato la questione, fin da quando
da parte americana sono arrivati i primi moniti. Come sempre, Mosca nega di aver commesso violazioni, ma nel caso del trattato
missilistico vari governanti russi, compreso
lo stesso Putin, hanno più volte sostenuto
che quell’accordo sui missili a medio raggio
è fortemente squilibrato: firmandolo, dicono, Gorbaciov ha commesso un grave errore.
Il problema di Mosca in questo caso non è
con gli Stati Uniti, che effettivamente non dispongono di armi di questo tipo, ma con altre potenze nucleari non lontane dai confini
russi — Cina, India, Pakistan — che, invece,
schierano vettori di questo tipo. Putin in
Il discorso di Obama
«Il prezzo che la Russia paga
per la sua aggressione
continuerà a crescere. Devono
capire che facciamo sul serio»
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Il caso
Esteri 11
italia: 51575551575557
Benefit sociali ai migranti europei
Londra li azzera dopo tre mesi
Problemi per i tanti ragazzi italiani in cerca di un lavoro
56,80
Sterline. Il
contributo
settimanale di
Londra per il
sussidio di
disoccupazione
pari a 71,70 euro
27
mila. Il numero degli
italiani registrati
ufficialmente nel
Regno Unito. Ma la
loro presenza
effettiva supera le
100 mila unità
16
La percentuale
dei lavori poco
qualificati svolti
dagli immigrati. Nel
1997 raggiungeva
il 9 per cento
Nella City
Dimezzato il periodo del sussidio di disoccupazione. Il premier Cameron contro «chi prende senza fare nulla»
DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA — «Non siamo la calamita
attira-immigrati. La Gran Bretagna
non è un posto in cui prendere qualcosa senza fare nulla». Il premier britannico David Cameron scrive una lettera
ai giornali, si fa intervistare dalle televisioni. Con un’espressione severa annuncia: dal prossimo novembre gli
immigrati che non hanno lavoro
avranno diritto al sussidio di disoccupazione solo per tre mesi, non più sei
come ora. La misura vale per tutti, anche per chi arriva dall’Unione Europea. Il contributo del governo vale
56,80 sterline alla settimana, 71,70 euro al cambio di oggi. Troppi? Alcuni
ministri stimano che con il dimezzamento del periodo di sostegno le casse
pubbliche risparmieranno 500 milioni
di sterline, cioè 631 milioni di euro, in
cinque anni. Ma i tecnici del Bilancio
sono molto più prudenti. E secondo
un’inchiesta condotta dalla Bbc, alla fine, il sussidio potrebbe essere dimezzato per non più di 10 mila persone.
In realtà la mossa di Cameron segnala che la campagna elettorale per le
politiche del maggio 2015 è già cominciata. Lavoro ed emigrazione sono
i due temi chiave. Il partito dei Tory
deve recuperare terreno rispetto ai laburisti, ma non può concederne altro
agli indipendentisti dell’Ukip.
Marco Conti, 18 anni, di Sassari,
madre australiana, è arrivato a Londra
il 5 luglio, neanche un mese fa. Lui un
lavoro ce l’ha: «barista in training»
nella zona di Kensington, in una catena di caffè che dell’italianità ha fatto
un marchio. E’ uno delle centinaia di
ragazze e ragazzi italiani che ogni anno approdano nella capitale della Gran
Bretagna. Non prende il sussidio, ma
scuote la testa e capovolge dal suo
punto di vista il programma di Cameron: «La gente viene qui per lavorare, è
chiaro, non per prendere il sussidio.
Qui non si riesce a risparmiare. Io guadagno 631 sterline al mese, perché sono un apprendista. Pago 400 sterline al
mese per una camera in affitto. Certo,
se vuoi trovare un lavoro devi parlare
bene l’inglese, altrimenti vai a fare al
massimo il lavapiatti. Ma con la crisi
che c’è, non capisco che cosa si risolva
Lo scandalo nella Royal Navy
Richard Gray,
35 anni, il giorno
del matrimonio
con Melissa, 33,
sposata un
anno fa. Sotto, la
comandante
Sarah West, 42
Svelato
l’amore segreto
della capitana
LONDRA — Si chiama Richard Gray, ha 35 anni, è un
tenente della Royal Navy, ed è sposato: è l’uomo che ha
conquistato il cuore di Sara West, prima donna
comandante della marina britannica. Che ora, sottoposta
ad azione disciplinare, rischia il licenziamento.
tagliando i sussidi».
Anche il portavoce della Commissione Europea, Jonathan Todd, ieri, ha
espresso più di un dubbio. Quella che
a Londra viene chiamata la linea del
«Britain first», a Bruxelles appare
piuttosto una strategia per ostacolare
la libera circolazione delle persone
nella Ue. Il punto è che Cameron non
vuole o non può arretrare. I passati governi laburisti, sostiene, hanno lasciato entrare nel Paese 2.5 milioni di immigrati e il sistema deve cominciare a
espellere i clandestini. «A chi arriva
qui illegalmente renderemo più difficile avere una casa, una macchina, un
lavoro o un conto corrente». Le statistiche ufficiali, però, raccontano anche un’altra realtà. Secondo i dati raccolti dalla Migration Advisory Committee, commissione di inchiesta voluta dallo stesso governo, nel 2013
risultavano residenti in Gran Bretagna
2 milioni e 52 mila immigrati, a fronte
di 62 milioni di abitanti. La comunità
più grande è quella polacca (327 mila), seguita da indiani (167 mila) e
pakistani (132 mila). Gli italiani sono
27 mila. Cifre largamente sottostimate
(gli italiani per esempio sarebbero almeno 100mila). Ma i numeri più interessanti sono due: gli immigrati coprono il 16% dei lavori poco qualificati, contro il 9% del 1997 (i britannici
disponibili a concorrere per quei posti
sono un milione in meno). Infine almeno 600 giovani connazionali compresi tra i 16 e i 24 anni, secondo il rapporto, «non hanno le capacità per trovare un lavoro». Sono i coetanei di
Marco, che è arrivato da Sassari, come
suo padre trent’anni fa, per avere quell’occasione che il suo Paese non gli dà.
Non per scroccare un sussidio.
Giuseppe Sarcina
gsarcina@corriere.it
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In vendita
il «Gherkin»
LONDRA — Una delle
icone architettoniche della
City, The Gherkin (sopra,
foto Epa), è in vendita per
una cifra superiore a 640
milioni di sterline (oltre
800 milioni di euro).
Le foto su «Oggi»
Merkel
in seggiovia
Con zaino e scarponi
sulla seggiovia. Le foto
della cancelliera Merkel
in vacanza a Solda, Alto
Adige, con il marito
Joachim, sul numero in
edicola di «Oggi»
12
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cronache
Il caso Chiesta l’interdizione per induzione indebita. La difesa: accuse false
Brescia indaga su Milano
«Il pm Esposito va sospeso»
Lui: andai ad Arcore per entrare in politica o al ministero
MILANO — Sospendere dal
servizio nella Procura di Milano il pm Ferdinando Esposito:
l’interdittiva di due mesi è la
misura cautelare che la Procura di Brescia ha chiesto all’Ufficio Gip di disporre nei confronti del pm milanese che è figlio di un presidente di sezione
della Cassazione (Antonio,
presidente dei 5 giudici che un
anno fa condannarono in via
definitiva Silvio Berlusconi a 4
anni per frode fiscale sui diritti
tv Mediaset), e nipote dell’ex
procuratore generale della
Cassazione, Vitaliano. La misura interdittiva, sulla quale il
gip deciderà dopo l’interrogatorio notificato al pm per il 6
agosto, è per l’ipotesi di «induzione indebita», nuovo reato
scorporato dalla legge Severino nel 2012 dalla vecchia concussione, che punisce (da 3 a 8
anni) il pubblico ufficiale che,
abusando della sua qualità o
dei suoi poteri, induca taluno a
dare o a promettere indebitamente utilità.
L’indotto, secondo Brescia,
sarebbe stato l’avvocato piacentino Michele Morenghi,
l’ex amico del pm che 5 mesi fa
in un esposto accusò Esposito
Pubblico ministero Ferdinando Esposito (foto Newpress)
di avergli chiesto di pagare l’affitto di una casa a Milano e di
non avergli restituito parte dei
soldi prestatigli. L’indagine
bresciana ha constatato che
non solo Morenghi, ma almeno altri due professionisti hanno prestato alcune migliaia di
euro al pm, che (in un contesto
amicale a suo dire) li ha interamente restituiti solo dopo l’inchiesta: la stessa che ha pure
verificato come l’affitto di una
casa utilizzata da Esposito nel
centro di Milano fosse stato
saldato tra il 2009 e il 2013
(sempre a titolo di appoggio
logistico tra amici, secondo il
pm) prima da una società di
un imprenditore arrestato in
una inchiesta del pm milanese
Roberto Pellicano, e poi da una
società di un consulente della
sicurezza al quale il pm aveva
presentato alcuni suoi contatti
(come l’immobiliarista Giuseppe Statuto) per favorire occasioni di lavoro.
Le vicende dei prestiti e degli affitti, forse destinate a essere vagliate sotto il profilo disciplinare, non hanno al momento rilievo penale per il procuratore Tommaso Buonanno
e il pm Silvia Bonardi, che invece costruiscono l’«induzione
indebita» su una circoscritta
circostanza narrata da Morenghi e negata da Esposito, che si
dice bersaglio di falsità calunniose. Morenghi e una sua collaboratrice, intenzionati all’epoca a commercializzare in
Italia un integratore alimentare di provenienza est europea,
sostengono di essersi sentiti
ricordare dal pm, mentre questi chiedeva a Morenghi di accollarsi l’affitto, di tener conto
dei favori che il pm assumeva
di aver fatto all’amico, presentandogli persone e occasioni di
lavoro. E asseriscono che in
quel contesto il pm avrebbe
aggiunto a Morenghi di stare
attento a come può andare a finire una azienda nel caso in cui
capiti dentro una inchiesta
sbagliata: frase mai pronunciata a detta del pm, e messaggio (se ritenuto invece vero dai
pm bresciani) non privo di potenziale valenza pressoria in
Toghe in famiglia
La difesa del Pm
«Accuse false e
comunque prive di rilievo
penale»: così la difesa del
pm milanese Ferdinando
Esposito bolla l’esposto
dell’avvocato Michele
Morenghi, alla base
dell’indagine in cui ora i
pm di Brescia chiedono la
misura cautelare
dell’interdizione del pm
per due mesi dal servizio
nella Procura di Milano.
Il pm, ora indagato per
l’ipotesi di «induzione
indebita», è figlio e nipote
di alti magistrati.
Dinastia
Suo zio Vitaliano è stato
procuratore generale
della Cassazione. Suo
padre Antonio (foto Afp)
ha presieduto i 5 giudici
che un anno fa in
Cassazione condannarono
a 4 anni Silvio Berlusconi
per frode fiscale sui diritti
tv Mediaset
bocca a un pm di Milano. «Accuse infondate e prive di rilievo penale», le definiscono i difensori Biancolella e Krogh. Su
una cosa, però, Morenghi ha di
certo detto il vero: il pm Esposito è andato ad Arcore da Berlusconi il 22 maggio 2013, in
uno dei momenti di massimo
attrito tra l’ex premier e la sede
giudiziaria milanese, pochi
giorni dopo la requisitoria del
processo Ruby (13 maggio), la
condanna in Appello sui diritti
tv Mediaset (8 maggio), e il rigetto in Cassazione (6 maggio)
della richiesta di Berlusconi di
portar via i processi da Milano.
E’ risultato anzi che Esposito
(mai dopo che il padre divenne
titolare nell’estate 2013 del
processo Mediaset in Cassazione) era andato altre volte
ad Arcore, ad
esempio il 25
aprile 2012: a
far cosa? Il pm
ha spiegato a
Brescia di esserci andato la
p r i m a vo l t a
circa 5 anni fa,
con la responsabile dei Circoli della Libertà, l’ex ministro Maria Vittoria Brambilla, per discutere
di un proprio possibile impegno in politica volto a facilitarne l’agognato rientro a Roma.
E analogo obiettivo avrebbe
avuto anche la visita ad Arcore
nel 2013, per rafforzare eventuali opportunità di incarico al
Ministero della Giustizia già
discusse, spiega, con il sottosegretario Cosimo Ferri.
La richiesta
«Giudizio
immediato
per Scajola»
La Procura di Reggio Calabria
ha chiuso le indagini sul caso
Matacena e ha chiesto il rinvio
a giudizio per Claudio Scajola,
ex ministro dell’Interno,
Chiara Rizzo, moglie di
Amedeo Matacena e Martino
Politi, factotum dell’ex
parlamentare di Forza Italia,
tutti ancora agli arresti
domiciliari. Per i pm Giuseppe
Lombardo della dda reggina e
Francesco Curcio della Dna, i
tre imputati avrebbero aiutato
l’ex armatore a sottrarsi alla
pena definitiva di tre anni di
carcere, per concorso esterno
in associazione mafiosa.
Chiara Rizzo e Martino Politi
dovranno inoltre difendersi
dall’accusa di aver cercato di
«mascherare» il capitale
economico a rischio sequestro
dopo la condanna di Amedeo
Matacena, latitante a Dubai e
per il quale è stata negata
l’estradizione. I magistrati,
però, avrebbero omesso, nella
richiesta di rinvio a giudizio, di
contestare l’aggravante
mafiosa rigettata già dal gip
all’epoca dell’emissione degli
ordini di cattura. Gli avvocati
di Scajola e quelli di Chiara
Rizzo hanno contestato la
richiesta dei pm perché arriva
proprio alla scadenza dei
termini di custodia cautelare.
Luigi Ferrarella
Carlo Macrì
lferrarella@corriere.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Cronache 13
italia: 51575551575557
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L’ordinanza d’arresto
Palermo
«Settemila euro per 100 mila di sconto»
Fisco, ecco il tariffario delle tangenti
ROMA — Loro lo chiamavano il
«sistema Costantini» dal nome dell’ispettore incaricato di chiedere le
«mazzette». E tanto basta per comprendere come l’episodio di concussione che li ha fatti finire in carcere possa essere soltanto il primo
di una lunga serie di illeciti. Perché
in realtà Giuseppe Costantini e Gian
Piero Giliberti, i due «verificatori»
dell’Agenzia dell’Entrate arrestati ieri per ordine del giudice di Roma Simonetta D’Alessandro, sarebbero
riusciti a tenere in scacco imprenditori e commercianti applicando un
metodo sperimentato e adottato in
moltissimi altri casi. Una prassi che
potrebbe riguardare anche altre città. La percentuale del 7 per cento valeva per tutti: vuol dire 7.000 euro di
tangente ogni 100 mila euro di
sconto applicato al contribuente. E
adesso le indagini del Nucleo di polizia tributaria guidato dal colonnello Cosimo Di Gesù si concentrano su
tutte le pratiche acquisite non soltanto presso le case dei due indagati,
ma anche negli uffici dell’Agenzia
esplorando legami e contatti dei dipendenti. Lo scrive chiaramente il
Gip nell’ordinanza di custodia
Bar e ristoranti
I due funzionari dell’Agenzia
delle Entrate arrestati
tenevano sotto scacco
ristoranti e bar di lusso
Marco Pica, titolare di una catena di
ristoranti della Capitale — da Dolce a
Mezzo passando per altri locali alla
moda — presenta una denuncia alla
Guardia di Finanza spiegando di averr
subito minacce relative a una preesunta violazione fiscale che in realtà
tà
non è mai stata commessa. Analoga
ga
segnalazione arriva alla Procura di
enRoma da parte del vertice dell’Agenzia e il pubblico ministero Mario Pattelazzi avvia subito i controlli ottenendo anche l’autorizzazione a intercettare telefoni e uffici dei due
onta
ispettori. L’imprenditore racconta
ione
infatti che la prima contestazione
ammontava a un milione e 132
otta a
mila euro, poi era stata ridotta
rsato
560 mila euro «se avessi versato
nte di
sette, ottomila euro a fronte
onto,
ogni 100 mila euro di sconto,
vo inanche se in un successivo
to che
contro mi veniva chiarito
ila eucon una dazione di 24 mila
ro si poteva giungere allaa noticlusivo
fica di un verbale conclusivo
di 140 mila euro per ricavi
».
non dichiarati al fisco».
La grammatura di pasta
Incredibile appare il «metodo»
I documenti L’ordinanza del gip di Roma Simonetta D’Alessandro con cui viene disposto l’arresto dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate
La catena di ristoranti
Le indagini affidate al Gico durano
appena un mese. Tanto è infatti il periodo di tempo trascorso da quando
Processione e inchino
al boss di Ballarò
La Procura: indegno
La Curia in aprile s’era affrettata a sciogliere la
«Confraternita delle Anime Sante», dopo
l’arresto del «superiore», un boss con i santini
in una mano, il libro mastro del racket nell’altra.
E da allora il cardinale di Palermo manda un
ispettore a controllare ogni processione. Come
ha fatto domenica scorsa a Ballarò (sopra,
Photo Masi), senza riuscire però a impedire che
la Madonna del Carmine si fermasse davanti
alle pompe funebri di Alessandro D’Ambrogio,
il capomafia di Porta Nuova spedito al 41 bis. La
polemica imbarazza la Chiesa, scuote il sindaco
Orlando e mobilita il procuratore Messineo per
un’altra inchiesta su mafia e clero: «Stiamo
delegando accertamenti su una notizia che, se
vera, è inqualificabile, moralmente indegna».
F. C.
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Mafia
Le indagini
Perquisizioni e intercettazioni
telefoniche e ambientali
fanno emergere un modello
«sperimentato e collaudato»
Russia
quando evidenzia come i fatti contestati «sembrano rappresentare soltanto la “punta di un iceberg”. Le
condotte tenute dagli agenti, le loro
comunicazioni percepite all’esito di
intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché la documentazione
rinvenuta nelle rispettive abitazioni
lasciano infatti trasparire la natura
sistematica e collaudata del loro agire illecito che, lungi dall’essere circoscritta alla vicenda odierna, sembra reiterare un modulo già sperimentato in relazione a diversi esercenti commerciali». Nell’elenco già
figurano alcune società titolari di ristoranti come «Capo Boi» e «Gallura» e punti di ritrovo come il «Parnaso» ai Parioli. Le verifiche sono
tuttora in corso e riguardano numerosi imprenditori, ma anche la «rete» di altri complici interni all’Agenzia che potrebbero aver utilizzato
identico sistema di accertamento
patrimoniale e fiscale.
applicato per stabilire il danno erariale. Spiega Pica: «Mi dissero che
avrebbero applicato il “metodo
avreb
Costantini” basato sul riCostan
levame
levamento del totale della
pasta acquistata nell’anno,
rappo
rapportata ai pasti somministra
nistrati. In base ai grammi
avreb
avrebbero ricostruito i ricavi de
del ristorante spiegandomi ch
che le tabelle da loro utilizza prevedevano per un
lizzate
prim piatto 70 grammi di
primo
riso 90 di pasta secca e 100 di
riso,
past all’uovo e quando replipasta
cav che le porzioni non corcavo
risp
rispondevano
alla nostra realtà, rispondevano di essersi basat sulle foto dei primi pubblisati
cat sulla pagina internet di un
cate
m ristorante sul motore di rimio
ce
cerca
“Tripadvisor”». È soltanto
il primo approccio. In realtà i
d ispettori chiedono di poter
due
a
avere
contatti con il commercial
lista
che cura gli interessi della
s
società.
L’incontro avviene il 21
g
giugno
scorso presso il Circolo
Ca
Canottieri
Roma. Gli uomini del Gic sono appostati registrano ogni
co
p
passaggio.
La trattativa è avviata, si
negozia sul prezzo delle tangenti da
versare e alla fine si fissa anche la
data per la consegna. Durante le telefonate, chiariscono i due agenti
del Fisco, non si deve parlare di soldi e così nelle comunicazioni si fa
generico riferimento a «documenti»
da consegnare.
Siberia, il mistero delle voragini gigantesche
Altre due voragini gigantesche dopo quella apparsa qualche giorno fa. Sempre in Siberia.
Secondo il quotidiano locale The Siberian Times, che ha pubblicato le immagini, sono state
fotografate altre due «bocche». Le voragini avrebbero caratteristiche e profondità (70 metri)
simili. L’ultima si sarebbe formata due o tre anni fa.
Il doppio verbale
Il 24 giugno scattano le perquisizioni. Mentre sono ancora nella caserma della Guardia di Finanza i due
parlano al telefono e Giliberti rassicura l’amico: «È annata bene, meno
male che i soldi non l’ho presi. Quello me li voleva da’ per forza». In realtà le verifiche hanno consentito di
accertare che il «sistema» prevedeva
— nel momento in cui ci fosse il rischio di essere denunciati — la firma di un verbale fasullo di accertamento che potesse dimostrare lo
svolgimento dell’attività regolare.
Una precauzione che evidentemente
non è stata sufficiente.
Fiorenza Sarzanini
Ingroia: «Provenzano
è vecchio e malato
Il 41 bis va revocato»
ROMA — Il 41 bis non serve più per Bernardo
Provenzano (foto in alto), ormai «vecchio,
stanco e malato», e la norma, introdotta
originariamente «alla specifica finalità
preventiva di impedire che i capimafia
potessero comunicare con l’esterno per dare
ordini», non deve essere ora reinterpretata
come una forma di «accanimento carcerario»:
è questa l’opinione di Antonio Ingroia, ex
magistrato ed ex parlamentare, espressa in un
articolo a sua firma pubblicato da Il Garantista,
il quotidiano diretto da Piero Sansonetti.
Bernardo Provenzano si trova ricoverato
all’ospedale San Paolo di Milano dove è
sottoposto ad alimentazione forzata. Il 7 luglio
il tribunale di sorveglianza di Roma ha rinviato
al 3 ottobre la decisione sulla revoca del 41 bis.
fsarzanini@corriere.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Napoli La rabbia dei figli di Mariano Bottari colpito per errore in strada a Portici: tradito dalla terra che amava ma lo Stato ci dovrebbe difendere
«Trovate chi ha ucciso mio padre mentre comprava il pane»
DAL NOSTRO INVIATO
PORTICI (Napoli) — «Mio padre è stato tradito dalla terra che
amava, dalla gente che amava,
non ci posso credere…», dice
adesso Vincenzo Bottari, con un
filo di voce. Via Scalea 28, scala D,
secondo piano. È così bella, educata e pulita, Portici, non ha l’alito cattivo della grande città che
le sta addosso e incombe, Portici
rimane dolce e accogliente con la
sua brezza di mare anche se le
cosche di Napoli Est e di Ercolano la stringono sui fianchi. Eppure oggi, in via Scalea 28, c’è
una famiglia intera che piange
un uomo onesto, Mariano Bottari, 75 anni, ex capo reparto della
fabbrica di frigoriferi Ariston di
San Giorgio a Cremano, vecchio
comunista e sindacalista, ucciso
La vicenda
L’omicidio
Mariano Bottari
(foto sopra)
viene ucciso
lunedì a Portici
La dinamica
L’uomo viene
colpito per errore
da un proiettile
durante una
tentata rapina
sul colpo l’altro ieri da una pallottola vagante, sparata da due
rapinatori in sella a uno scooter.
Nella casa al secondo piano, intorno alla moglie del signor Mariano, Lucia, 79 anni, costretta su
una carrozzella, ora si sono radunati tutti i figli: l’unico maschio Vincenzo eppoi le 5 femmine, Annamaria, Rosaria, Patrizia, Pasqualina e Silvana. Più
uno stuolo di nipoti e amici, tutti
in silenzioso raccoglimento. Un
dolore composto, così racconta il
sindaco di Portici, Nicola Marrone, che ieri mattina ha passato
un’ora buona in casa con loro.
«Signor sindaco, noi paghiamo
le tasse e lo Stato per questo ci
dovrebbe difendere, ci dovrebbe
proteggere. Ma questo non è
successo, perché? Nostro padre
era andato solo a fare la spesa, a
comprare il pane e il latte per
mamma e ora noi stiamo ancora
aspettando il suo ritorno, ancora
c’illudiamo che il campanello
possa suonare all’improvviso».
La famiglia di Mariano racconta con orgoglio al sindaco di
Portici quel che lui era: «Negli
anni Sessanta con la vanga in
mano si mise a costruire insieme
agli altri la scuola comunale, lui
era fatto così, sempre generoso e
disponibile con tutti. Amava
questa città ma alla fine è stato
tradito». Il figlio, le sorelle, la
madre pronunciano parole che
contengono la giusta rabbia, ma
accompagnate sempre da un
senso civico straordinario, una
coscienza ammirevole: «Noi cittadini dobbiamo reagire, sindaco, non ci dobbiamo arrendere
alla violenza cieca di queste stra-
de». E il sindaco Marrone, magistrato in aspettativa, pilota elicotterista e a suo tempo per 15
anni anche superpoliziotto a capo dell’antisequestri in Sardegna, promette a questa famiglia
L’appello
«Noi cittadini dobbiamo
reagire, non ci
dobbiamo arrendere
a questa violenza»
Addolorati Le lacrime di due figli di Bottari
straziata «il massimo impegno».
La signora Lucia, sulla sedia a rotelle, allora per la prima volta interviene e ha come un lampo negli occhi: «Però almeno sia fatta
giustizia, almeno che vengano
presi i responsabili». Il sindaco
Marrone ieri ha proclamato tre
giorni di lutto cittadino. Il parroco della Chiesa del Sacro Cuore, don Giorgio Pisano, che in
serata ha organizzato una fiaccolata, si rivolge direttamente ai
killer: «Costituitevi subito». E
lancia un appello alla popolazione: «Chi sa parli». L’inchiesta intanto è passata dalla Direzione
distrettuale antimafia alla Procura ordinaria: non è stato un
omicidio di camorra ma il delitto per sbaglio di due balordi che
stavano inseguendo in moto un
benzinaio di San Giovanni a Teduccio per prendergli l’incasso.
«Ho visto l’arma, ho avuto paura
e ho accelerato», ha raccontato
lui il giorno dopo, ancora coi
brividi addosso.
Fabrizio Caccia
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14
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Cronache 15
italia: 51575551575557
Venezia Il memoriale: «Ma non sono l’unico governatore ad aver preso denaro»
Mose, l’ammissione di Galan:
«Ho sbagliato sui soldi in nero»
Accuse agli imprenditori, la replica: sta mentendo
re te li do, tienine conto ma non
voglio che si venga a sapere.
Richiesta andata decisamente delusa, considerato che ora
lui fa tutti i nomi e con tanto di
cifre, anche se gli eventuali reati sono prescritti: «Riccardo
Mezzalira mi pare versò 50 o
100 mila euro, Giacomo Archiutti 200 mila, Govanni Zillo
Monte Xillo 50 mila, Mario Putin tra i 10 e i 20 mila, Mario
Moretti Polegato 20 mila, Ermanno Angonese tra i 5 e i 10
mila, Gianni Roncato 17 mila,
Angelo Gentile tra i 5 e i 10». Ne
aggiunge altri due, con un appunto: «Gli imprenditori Piero
Zannoni e Andrea Movarach, i
DAL NOSTRO INVIATO
VENEZIA — Fra un’accusa e
l’altra all’ex segretaria, Giancarlo Galan butta lì un nuovo
pesante sospetto: «Mi rendo
conto di aver tenuto un comportamento sbagliato, anche se
credo che eventuali indagini
sui candidati presidenti delle
Regioni nella massima parte
evidenzierebbero situazioni
consimili».
Il comportamento sbagliato
confessato dall’ex governatore
del Veneto è tutto nel memoriale segreto depositato a Venezia: «Ho ricevuto dei contributi
in nero per il finanziamento
della campagna elettorale del
2005...». Cioè, l’indagato eccellente dello scandalo Mose, arrestato per corruzione e attualmente in cella nel carcere milanese di Opera, ipotizza che la
maggior parte dei governatori
d’Italia incassino soldi in nero.
Il motivo? «Le elezioni regionali sono estremamente costose e
per molte voci — cene, rimborsi spesa ai volontari, affissione
manifesti, volantinaggi e così
via — era necessario farvi fronte in contanti». Questa è una
prima ragione, di sostanza. Poi
ce n’è una seconda, di immagine: «Molti contributori non volevano apparire come finanziatori di una determinata forza
politica». Il che si può tradurre
così: caro Galan, io imprendito-
Insieme
L’ex
governatore
del Veneto,
Giancarlo
Galan,
con Claudia
Minutillo,
la segretaria
storica. Sopra,
un passaggio
del memoriale
di Galan
(foto
Galofaro)
TRIBUNALE DI PESCARA
FALLIMENTO N. 4/2009 R.F.
FEDERAZIONE ITALIANA
GIUOCO CALCIO
VIA GREGORIO ALLEGRI 14 - 00198 ROMA
C.F. 05114040586
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO
CIG 57124552FE
Oggetto dell’appalto: affidamento dei servizi
di copertura assicurativa obbligatoria infortuni
e assistenza dei tesserati del Settore Giovanile
FIGC, ai sensi del Decreto Ministeriale del 3
novembre 2010 - G.U. n. 296 del 20/12/2010.
Valore complessivo dell’appalto: Euro
13.464.750,00 comprese imposte. Importo
annuo a base d’asta per l’opzione assicurativa obbligatoria “Base”: Euro 3.738.250,00
comprese imposte. Durata contrattuale: mesi
36. Criterio di aggiudicazione: prezzo più
basso. Imprese partecipanti: n. 4 - Imprese
ammesse: n. 4. Impresa aggiudicataria: UnipolSai Assicurazioni S.p.A.. Ribasso offerto:
39,9318%. Valore complessivo dell’appalto
aggiudicato: Euro 8.986.500,00 comprese
imposte. Importo annuo di aggiudicazione
per l’opzione assicurativa “Base”: Euro
2.245.500,00 comprese imposte. Data di aggiudicazione dell’appalto: 26/06/2014. L’avviso integrale di aggiudicazione è stato
pubblicato sulla GUUE S127 numero di riferimento 227316-2014-IT del 05/07/2014 e sulla
GURI 5a Serie Speciale - Contratti Pubblici
n. 80 del 16/07/2014.
IL PRESIDENTE FEDERALE
(Dr. Giancarlo Abete)
LOTTO N. 2 (N. 4 stima 17.10.08) Pescara, Via Tiburtina Valeria n. 475.
Su area mq. 26.939 capannone mq. 15.488 e uffici mq. 1.883, oltre appartamento; fabbricato uffici e due appartamenti; fabbricato deposito e
abitazione; con arredi, scaffalature e attrezzature (all. “B” avviso). €
3.119.561,00 (€ 3.055.740,00 immobile ed € 63.821,00 attrezzature);
LOTTO N. 3 (N. 5 stima 17.10.08) San Giovanni Teatino (CH) via Po n.
80. Capannone mq. 20.358; due fabbricati isolati, uffici e abitazione custode su area c.ca mq. 42.600, con arredi uffici, scaffalature e attrezzature (all. “C” avviso). € 3.977.197,00 (€ 3.924.719,00 immobile ed €
52.478,00 attrezzature); LOTTO N. 5 (N. 10 stima 17.10.08 + N. 6 stima
11.01.10) Santa Maria Imbaro (CH) Loc. Ponticelli, Via Nazionale per
Lanciano. Centro commerciale mq. 4.104 magazzini, parcheggi interrati,
su area mq. 10.156 e terreno mq. 2.216. Supermercato, di c.ca mq. 2.300,
arredato e attrezzato (all. “E” avviso) € 1.320.332,00 (€ 1.300.111,00
immobile ed € 20.221,00 attrezzature). LOTTO N. 6 (N. 14 stima
17.10.08) Lanciano (CH) C.da Follani, Z.I. Su area mq. 22.135 capannone mq. 10.358, uffici mq. 453, abitazione custode mq. 135, guardiola,
area mq. 10.577, con arredi uffici, scaffalature, attrezzature, (all. “F” avviso). € 1.139.932,00 (€ 1.106.758,00 immobile ed € 33.174,00 attrezzature); LOTTO N. 9 (N. 9 stima 11.01.10) Altino (CH) località Selva,
terreno di mq. 1.840. € 22.925,00; LOTTO N. 10 (N. 10 stima 29.04.10)
Lanciano (CH) via del Mare. 1/3 proprietà terreno mq. 80. € 428,00. Oneri
fiscali di legge. Offerte cauzionate entro 7-10-2014 ore 12:00. Apertura
buste 8-10-2014 ore 16:00. Avviso integrale su tribunale.pescara.it e
astegiudiziarie.it. Curatori Avv. Alberto Migliorati (Pescara via C. Battisti
177 tel. 0854217495 - fax 0854212109 - legal@studiomigliorati.191.it)
Dott. Carla Chiola (Pescara p.zza Garibaldi 35 tel. 0854511314 fax 0854512280 - carla@studiochiola.com).
Estratto invito a manifestare interesse per l’acquisto
del Complesso Industriale di Dirpa S.c.a r.l.
TRIBUNALE DI MILANO
SEZIONE FALLIMENTARE
CONCORDATO PREVENTIVO N. 37/2014
Il Tribunale di Milano Sezione Fallimenti con
decreto in data 12.6.2014 dep. 13.6.2014 ha
dichiarato aperta la procedura di concordato
preventivo dell’impresa:
MA & MA S.R.L. IN LIQUIDAZIONE”
CON SEDE IN SEGRATE (MI)
Fraz. REDECESIO
VIA MILANO N. 16/18
Il Tribunale ha delegato alla procedura il G.D.
Dott.ssa FRANCESCA MARIA MAMMONE;
ha nominato Commissario Giudiziale: DOTT.
SALVATORE BUSCEMI VIALE MONTE NERO
N. 17 20135 MILANO;
ha fissato la data del 22.10.2014 alle ore
11,00 per l’adunanza dei creditori presso
l’aula B, piano I, lato Via San Barnaba del
Palazzo di Giustizia.
Milano, 13.6.2014
IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO
dott.ssa Angela D’AURIA
COMUNE DI SPOLETO
ESITO DI GARA
Procedura aperta per l’affidamento della fornitura “chiavi
in mano” di una suite applicativa gestionale completamente integrata e comprensiva dei relativi servizi di assistenza e manutenzione (CIG 56320789C9). Importo
posto base gara: € 400.000,00 pubblicata sulla GURI n.
26 del 05/03/2014. Aggiudicatario: AP SYSTEMS S.r.l.
con sede a Milano, ribasso offerto: 21,96%.
Spoleto, 17/07/2014.
Il Dirigente - dr. Vincenzo Russo
Il Commissario Straordinario di Impresa S.p.A. e di Dirpa S.c.a r.l., con sede legale in Roma,
Via Catania 9, entrambe in amministrazione straordinaria ai sensi del D.L. 347/03 (“Impresa”
e “Dirpa”),
invita
i partecipanti alla procedura di cessione degli assets di Impresa relativi alla commessa “Quadrilatero” a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto del Complesso Industriale di
Dirpa, entro le ore 17.00 (ora italiana) del 5 agosto 2014, nei modi e nei termini indicati nell’invito a manifestare interesse pubblicato per intero sul sito www.impresaspa.it/it/dirpa e allegato al Programma di cessione di Dirpa, la cui esecuzione è stata autorizzata dal Ministero
dello Sviluppo Economico in data 22 gennaio 2014.
Si comunica, inoltre, che tutti i soggetti interessati all’acquisto del Complesso Industriale di
Dirpa, che non hanno preso parte alla procedura di cessione degli assets di Impresa relativi
alla commessa “Quadrilatero”, dovranno presentare manifestazione di interesse anche all’acquisto del sub-complesso “Quadrilatero” di Impresa entro le ore 17.00 (ora italiana) del
5 agosto 2014, nei termini ed alle condizioni di cui all’invito a manifestare interesse allegato al
Programma di cessione del Complesso Industriale di Impresa pubblicato per intero sul sito
www.impresaspa.it, la cui esecuzione è stata autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 27 novembre 2013.
L’elenco dei beni materiali ed immateriali e dei contratti costituenti il Complesso Industriale
di Dirpa ed il sub-complesso “Quadrilatero” di Impresa potrà essere richiesto al Commissario
Straordinario, previa presentazione delle manifestazioni di interesse, al seguente indirizzo:
Commissario Straordinario Impresa S.p.A. Via Ugo De Carolis, 100 - 00136 Roma,
Fax: 06 35341159, PEC: d.saitta@pec.it. Allo stesso indirizzo potranno essere inviate tutte le
comunicazioni relative agli inviti.
Gli inviti contengono l’indicazione dei requisiti soggettivi necessari per la presentazione delle
manifestazioni di interesse, del contenuto minimo delle manifestazione d’interesse e della documentazione da allegare a queste, nonché altre informazioni in merito alle manifestazioni di
interesse e alla presente procedura. Il Commissario Straordinario sceglierà, a proprio insindacabile giudizio e senza alcun obbligo di motivazione, quali persone fisiche, giuridiche e/o cordate
ammettere alla procedura di vendita.
Il presente invito costituisce esclusivamente un estratto non completo degli inviti allegati ai
suindicati Programmi di cessione. Esso non costituisce un invito ad offrire, né un’offerta al
pubblico ex art. 1336 del Codice Civile, o una sollecitazione del pubblico risparmio ex art. 94 e
ss. del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998. La pubblicazione del presente estratto, degli inviti e
la ricezione delle manifestazioni d’interesse non comportano per il Commissario Straordinario
alcun obbligo di ammissione alle procedure di vendita di e/o di avvio di trattative per la vendita
e/o di vendita nei confronti dei soggetti interessati all’acquisto né, per questi ultimi, alcun diritto
a qualsivoglia prestazione da parte del Commissario Straordinario e/o di Impresa e Dirpa a
qualsiasi titolo.
Il testo in lingua italiana degli inviti prevale sul presente estratto e su ogni testo pubblicato in
lingua straniera. L’invio delle manifestazioni di interesse da parte dei soggetti interessati costituirà espressa accettazione da parte degli stessi di quanto previsto e riportato negli inviti, che
i soggetti interessati sono tenuti a leggere nella loro interezza.
Il Commissario Straordinario - Prof.ssa Daniela Saitta
Varese Polemici Maroni e Formigoni
quali, dopo le elezioni, mi riferirono di aver consegnato alla
Minutillo (l’ex segretaria, ndr)
200 mila euro, il primo, e addirittura 300 mila il secondo.
Somme delle quali si appropriò
indebitamente la signora Minutillo». E sempre contro Claudia Minutillo, supertestimone
dell’accusa: «Venni a conoscenza che chi avesse voluto parlare
con il sottoscritto doveva pagare un ticket a lei...».
Ieri è stata naturalmente una
pioggia di smentite. «Contesto
fermamente ogni addebito e mi
riservo iniziative per la tutela
della mia onorabilità», ha preannunciato Mario Moretti Polegato, patron di Geox. «Nessun finanziamento illecito, all’epoca ero senatore, quale vantaggio avrei potuto avere?», si è
difeso Giacomo Archiutti, titolare della Veneta Cucine e parlamentare di Forza Italia fino al
2006. «Gli incarichi mi sono
sempre stati assegnati sulla base delle mie capacità tecniche»,
ha messo le mani avanti Ermanno Angonese, direttore generale dell’Usl 6 di Vicenza. Come pure Andrea Mevorach, il
finanziatore «gabbato».
E Claudia Minutillo, il primo
bersaglio di Galan? «Sono indignata per la quantità di cose
false che sono state dette», ha
tagliato corto l’ex segretaria lasciando gli argomenti al suo
avvocato, Carlo Augenti: «Galan non si è accorto di 500 mila
euro che secondo lui si sarebbe
intascata. Eppure rappresentavano il 60% del contributi dell’intera campagna elettorale,
secondo il suo racconto. Possibile?». Per l’ex governatore parla il suo legale, Antonio Franchini, e avverte: «Ci sono dei testimoni (forse le nuove segretarie, ndr)».
Finmeccanica-Agusta,
archiviata l’indagine
sugli elicotteri all’India
Andrea Pasqualetto
Ammenda concordata e archiviazione processuale:
Finmeccanica e Agusta Westland hanno patteggiato con la
procura di Busto Arsizio il pagamento di una sanzione amministrativa nel caso delle tangenti versate ai vertici dell’aeronautica militare indiana per la commessa di 12 elicotteri venduti dal gruppo italiano al governo di Nuova Delhi. In questo
modo la procura di Busto Arsizio ha disposto l’accantonamento delle accuse nei confronti delle due società che erano state
indagate ai sensi della legge 231: quella che individua una sorta di «responsabilità oggettiva» nei confronti di aziende o enti
che non facciano opera di prevenzione contro gravi illeciti come la corruzione. L’archiviazione ha provocato le dure reazioni del governatore della Lombardia Roberto Maroni e del suo
predecessore Roberto Formigoni. Finmeccanica e Agusta Westland hanno dato notizia con un comunicato ma non hanno
fatto sapere l’ammontare della sanzione. Hanno però precisato che essa «non costituisce l’ammissione dei reati contestati». E ancora: «La Procura ha riconosciuto che le due aziende
hanno messo in campo
modelli di gestione e controllo idonei a prevenire
La sanzione
reati come quello conteÈ stata concordata
stato». Si sgonfia dunque il
un’ammenda
caso delle mazzette che sarebbero state fatte arrivare
Ma le due aziende:
Shashi Tyagi, ex Capo di
«Non è una confessione» aStato
maggiore dell’aeronautica indiana? No, perché intanto continua il
processo, alle battute finali, nei confronti dell’ex presidente di
Finmeccanica Giuseppe Orsi e per l’ex numero uno di Agusta
Bruno Spagnolini, per i quali il pm di Busto Fusco ha già chiesto condanne a 6 e 5 anni per corruzione internazionale. Per
l’accusa i due avrebbero corrotto la controparte indiana nonostante le aziende avessero messo in campo da anni meccanismi di controllo per scongiurare gli illeciti.
Pochi giorni fa la procura aveva chiesto l’archiviazione anche delle accuse nei confronti di Orsi relative a un finanziamento illecito di 10 milioni di euro che sarebbe stato pagato
alla Lega Nord. Archiviazione che ha suscitato la reazione di
Maroni su Twitter: «Chi pagherà adesso per i due anni di fango gettato sulla Lega per inesistenti tangenti?». E Formigoni:
«Finmeccanica non versò alcuna tangente e nel frattempo abbiamo perso una commessa da un miliardo».
apasqualetto@corriere.it
Claudio Del Frate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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SCHLUMBERGER ITALIANA S.P.A.
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COMUNICAZIONE DI AVVIO DELLA PROCEDURA
DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
La Società Schlumberger Italiana S.p.A. con sede in Parma, Vicolo Zeffirino Campanini n. 1,
comunica di aver inviato in data odierna al Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare, ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., l’istanza per l’avvio della procedura
di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “intervento di indagine geofisica 3D regionale
nell’area dell’istanza di permesso di prospezione in mare denominata “d 1 C.P-.SC”, compreso
tra quelli elencati nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., al punto 7) “Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a mare”.
Il progetto è localizzato nella zona del Canale di Sicilia, al limite con la linea di delimitazione tra
le acque italiane e le acque maltesi all’interno della zona marina “C” e ricopre una superficie di
2.190 Km2. Il lato più vicino alla costa è quello a nord che dista oltre 12 miglia nautiche (circa
22 km) dalle coste Ragusane (13 miglia nautiche da Capo delle Correnti). Per quanto riguarda
l’indagine geofisica 3D, il progetto prevede l’acquisizione di un totale di circa 5.982 km di linee
sismiche utilizzando la tecnologia air-gun. Obiettivo principale del progetto è comprendere
l’estensione e la natura delle strutture geologiche presenti nel Canale di Sicilia. I principali impatti ambientali legati all’attività proposta potrebbero riguardare la fauna marina e saranno minimizzati dall’attuazione di opportune misure di mitigazione. Si precisa che il permesso di
prospezione consente di condurre esclusivamente ricerche geofisiche nell’area in istanza “d 1
C.P-.SC”. La Schlumberger Italiana S.p.A. opera a livello mondiale garantendo i più alti standard
di mitigazione di impatto ambientale in piena osservanza delle normative nazionali ed internazionali vigenti nel settore.
Il progetto definitivo, lo studio di impatto ambientale e la sintesi non tecnica, sono depositati
per la pubblica consultazione presso:
- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le valutazioni ambientali, Via Cristoforo Colombo 44 - 00147 - Roma;
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per il paesaggio,
le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, Via di San Michele 22 - 00153 - Roma;
- Regione Sicilia - Assessorato Regionale Industria - Dipartimento Regionale dell’Energia Via Ugo La Malfa 87/89, 90146, Palermo;
- Provincia di Ragusa - Assessorato Territorio ed Ambiente - Via G. Di Vittorio 175 - 97100 Ragusa (RG);
- Provincia di Siracusa - Settore Territorio e Ambiente - Via Malta 106 - 96100 - Siracusa (SR);
- Comune di Acate - Settore Ambiente e Tutela del Territorio - Piazza Libertà 34 - 97011 Acate (RG);
- Comune di Vittoria - Settore Tutela Ambiente - Via Cacciatori delle Alpi 432 - 97019 Vittoria (RG);
- Comune di Ragusa - Settore Tutela Ambiente - Corso Italia 72 - 97100 - Ragusa (RG);
- Comune di Santa Croce Camerina - Dipartimento Assetto del Territorio - Via Alberto Moravia
15 - 97017 - Santa Croce Camerina (RG);
- Comune di Scicli - Settore Ecologia - Via Francesco Mormina Penna 2 - 97018 - Scicli (RG);
- Comune di Modica - Settore Ambiente - Piazza Principe di Napoli 17 - 97015 Modica (RG);
- Comune di Pozzallo - Servizio Ecologia e Ambiente - Piazza Municipio 1 - 97016 Pozzallo (RG);
- Comune di Ispica - Servizio Ambiente - Corso Umberto I 45 - 97014 Ispica (RG);
- Comune di Portopalo di Capo Passero - Settore Ambiente - Via Lucio Tasca 33 - 96010 Portopalo di Capo Passero (SR);
- Comune di Pachino - Area Ambiente - Via XXV Luglio - 96018 - Pachino (SR);
- Comune di Noto - Settore Ambiente - Piazza Francesco Crispi 2 - Noto - 96017 (SR);
- Comune di Avola - Settore Ambiente - Palazzo di Città - Corso Garibaldi 85 - 96012 Avola (SR);
- Comune di Siracusa - Settore Ambiente - Piazza Duomo 4 - 96100 - Siracusa (SR).
La documentazione depositata è consultabile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare all’indirizzo www.va.minambiente.it.
Ai sensi dell’art. 24 comma 4 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. entro il termine di 60 (sessanta)
giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, chiunque abbia interesse può prendere
visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, indirizzandoli al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; l’invio delle osservazioni può essere
effettuato anche mediante posta elettronica certificata al seguente indirizzo:
DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it.
Schlumberger Italiana S.p.A.
Il legale rappresentante
Carlo Attilio Pisoni
COMUNICAZIONE DI AVVIO DELLA PROCEDURA
DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
La Società Schlumberger Italiana S.p.A. con sede in Parma, Vicolo Zeffirino Campanini n.1, comunica di aver inviato in data odierna al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., l’istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “intervento di indagine geofisica 3D regionale nell’area dell’istanza di permesso di prospezione in mare denominata “d 1 G.P-.SC”, compreso tra
quelli elencati nell’Allegato II alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., al punto 7) - “Prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a mare””.
Il progetto è localizzato nella zona del Canale di Sicilia e ricade all’interno del “triangolo” Pantelleria-Linosa-Sicilia Meridionale, nella zona marina “G” e ricopre una superficie di 4.209 Km2. Il
lato più vicino alle coste siciliane dista circa 28 miglia nautiche (51,8 km) da Licata ed il vertice
più ad ovest dista circa 14 miglia nautiche da Pantelleria, mentre la distanza minima da Linosa è
di circa 24 miglia nautiche. Per quanto riguarda l’indagine geofisica 3D, il progetto prevede l’acquisizione di un totale di circa 10.222 km di linee sismiche utilizzando la tecnologia air-gun. Obiettivo principale del progetto è comprendere l’estensione e la natura delle strutture geologiche
presenti nel Canale di Sicilia. I principali impatti ambientali legati all’attività proposta potrebbero
riguardare la fauna marina e saranno minimizzati dall’attuazione di opportune misure di mitigazione. Si precisa che il permesso di prospezione consente di condurre esclusivamente ricerche
geofisiche nell’area in istanza “d 1 G.P-.SC”. La Schlumberger Italiana S.p.A. opera a livello mondiale garantendo i più alti standard di mitigazione di impatto ambientale in piena osservanza delle
normative nazionali ed internazionali vigenti nel settore.
Il progetto definitivo, lo studio di impatto ambientale e la sintesi non tecnica, sono depositati per
la pubblica consultazione presso:
- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le
valutazioni ambientali, Via Cristoforo Colombo 44 - 00147 - Roma;
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per il paesaggio,
le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, Via di San Michele 22 - 00153 - Roma;
- Regione Sicilia - Assessorato Regionale Industria - Dipartimento Regionale dell’Energia - Via
Ugo La Malfa 87/89, 90146, Palermo;
- Provincia di Trapani - Settore n. 8 Territorio e Ambiente - Via XXX Gennaio 5 - 91100 Trapani (TP);
- Provincia di Agrigento - Tutela Ambiente e Assetto del Territorio - Piazza Aldo Moro 1 92100 Agrigento (AG);
- Provincia di Caltanissetta - Settore Territorio e Ambiente - Viale Regina Margherita 28 Caltanissetta - 93100 (CL);
- Comune di Marsala - Settore Territorio e Ambiente - Via Garibaldi 1 - 91025 - Marsala (TP);
- Comune di Petrosino - Settore Ambiente - Piazza della Repubblica - 91020 - Petrosino (TP);
- Comune di Mazara del Vallo - Servizio Tutela del Territorio - Piazza Repubblica 1 - 91026 - Mazara
del Vallo (TP);
- Comune di Campobello di Mazara - Settore Lavori Pubblici - Via Ospedale 1 - 91021 - Campobello
di Mazara (TP);
- Comune di Castelvetrano - Settore Pianificazione del Territorio - Piazza Umberto I 5 - 91022 Castelvetrano (TP);
- Comune di Menfi - Settore Territorio e Ambiente - Piazza Vittorio Emanuele III - 92013 Menfi (AG);
- Comune di Sciacca - Settore Ambiente - Via Roma 13 - 92019 - Sciacca (AG);
- Comune di Ribera - Settore Infrastrutture e Urbanistica - Via Quasimodo - 92016 - Ribera (AG);
- Comune di Cattolica Eraclea - Settore Ambiente - Via Rosario 83 - 92011 - Cattolica Eraclea (AG);
- Comune di Montallegro - Settore Ambiente - Viale della Vittoria 105 - 92010 - Montallegro (AG);
- Comune di Siculiana - Settore Ambiente - Piazza Basile 23 - 92010 - Siculiana (AG);
- Comune di Realmonte - Urbanistica e Ambiente - Via Roma 17 - 92010 - Realmonte (AG);
- Comune Porto Empedocle - Settore Tutela del Territorio - Via Guglielmo Marconi - 92014 Porto
Empedocle (AG);
- Comune di Agrigento - Settore VI Attività Produttive - Piazza Pirandello 35 - 92100 Agrigento (AG);
- Comune di Campobello di Licata - Settore Ambiente - Palazzo di Città - Piazza XX Settembre
92023 - Campobello di Licata (AG);
- Comune di Palma di Montechiaro - Settore Ambiente - Via Fiorentino 89 - 92020 - Palma di
Montechiaro (AG);
- Comune di Licata - Area Ambiente - Piazza Progresso 10 - 92027 - Licata (AG);
- Comune di Butera - Settore Ambiente e Territorio - Via Aldo Moro 5 - 93011 - Butera (CL);
- Comune di Gela - Settore Ambiente - Piazza San Francesco - 93012 - Gela (CL);
- Comune di Pantelleria - Servizio Ambiente - Piazza Cavour 15 - 91017 - Pantelleria (TP);
- Comune di Lampedusa e Linosa - Area Ambiente - Via Cameroni s.n.c. - 92010 - Lampedusa e
Linosa (AG).
La documentazione depositata è consultabile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare all’indirizzo www.va.minambiente.it.
Ai sensi dell’art. 24 comma 4 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. entro il termine di 60 (sessanta) giorni
dalla data di pubblicazione del presente avviso, chiunque abbia interesse può prendere visione del
progetto e del relativo studio ambientale, presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche
fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, indirizzandoli al Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare; l’invio delle osservazioni può essere effettuato anche mediante posta elettronica certificata al seguente indirizzo:
DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it.
Schlumberger Italiana S.p.A.
Il legale rappresentante
Carlo Attilio Pisoni
Cineca Consorzio Interuniversitario
Via Magnanelli 6/3
40033 Casalecchio di Reno (BO)
BANDO DI GARA
Oggetto: GARA1415 - Fornitura di energia elettrica
e gas naturale - CIG 5823716A77. CPV: 65310000.
Tipo di appalto: Forniture-Acquisto. Valore stimato,
IVA esclusa: EURO 3.580.000,00. Durata in mesi:
12 (dall’aggiudicazione dell’appalto). Tipo di procedura: aperta. Criteri di aggiudicazione: Prezzo più
basso. Termine per il ricevimento delle offerte:
08.09.2014 - 13:00. Modalità di apertura delle offerte: 10.09.2014 - 10:30. Data di spedizione del
presente avviso alla GUUE: 17.07.2014.
Il Responsabile del Procedimento
Arch. Massimo Mauri
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Cronache 17
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» Dossier
Le scelte sui diritti
MATRIMONI GAY E UNIONI CIVILI
IL FEDERALISMO DEI COMUNI ITALIANI
MILANO — L’ultima è Bologna,
che dal 15 settembre permetterà di
trascrivere le nozze gay ai suoi residenti che si sono sposati all’estero.
Decisione non indolore, già osteggiata con un esposto al ministero
dell’Interno e al prefetto cittadino,
e condannata dall’Arcidiocesi. Prima del sindaco Virginio Merola, lo
avevano fatto a Napoli Luigi de Magistris, a Fano Stefano Aguzzi e a
Grosseto Emilio Bonifazi, in verità
su richiesta dell’ordinanza del Tribunale (contro la quale è stato fatto
ricorso). Scelte bipartisan, orientate a colmare un vuoto legislativo.
A Roma il sindaco Ignazio Marino ha promesso: «Dopo l’approvazione del Bilancio, faremo il Registro delle unioni civili: non ho nulla contro i matrimoni fra due persone dello stesso sesso». Mentre a
Milano, dove il Registro delle unioni civili esiste già da due anni, l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino insiste sulle
nozze e preme per il riconoscimento «di un diritto indiscutibile».
Si potrebbe parlare di federalismo (o Far West) dei matrimoni
gay, non fosse che l’Avvocatura per
i diritti Lgbti (Lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuati) - Rete
Prima Grosseto,
poi Napoli e Bologna
E ora ci pensano Milano,
e Roma. Senza una legge,
ognuno fa da sé
Lenford boccia il termine. Spiega
Antonio Rotelli, copresidente: «La
questione non può essere ridotta
ad una iniziativa di singoli amministratori se una precisa legge dello
Stato, il Dpr 396 del 2000, all’articolo 16 stabilisce che in caso di matrimonio celebrato all’estero, una
copia dell’atto è rimessa a cura degli interessati all’autorità diplomatica o consolare, o direttamente allo Stato civile del Comune di residenza». Oltre al fatto che la sentenza della Cassazione n. 4184 del
2012 ha chiarito come l’unico vero
ostacolo all’«intrascrivibilità dell’atto» sia l’impossibilità di riconoscere a tale matrimonio effetti nel
In Italia
Dove il matrimonio celebrato
all’estero è già stato trascritto
Milano
Dove Sel ha lanciato
una campagna per chiedere
ai sindaci di trascrivere
nei registri di stato civile
le unioni gay celebrate all’estero
L’assessore alle Politiche sociali
Pierfrancesco Majorino chiede
che la trascrizione delle nozze gay
si faccia in quanto è un «diritto
indiscutibile»
Udine
Torino
nostro Paese in assenza di un intervento del Parlamento. «Dal che si
può dedurre che basterebbe una
modifica del Codice civile. La Carta
di Nizza e la Convenzione europea
dei diritti umani stabiliscono che il
diritto di una persona a sposarsi e a
metter su famiglia può essere riconosciuto anche alle coppie dello
stesso sesso», aggiunge Rotelli.
Il tema è più che mai attuale.
Non a caso Sel ha appena lanciato
una campagna per chiedere ai sindaci di 14 città di trascrivere nei registri di stato civile i matrimoni tra
omosessuali contratti all’estero.
L’invito riguarda Torino, Milano,
Pescara, Firenze, Piombino, Roma,
Piemonte
nt
Trieste
Bologna
Lombardia
sarà possibile
registrarlo
dal 15 settembre
Treviso
EE. Romagna
Pi
Piemonte
Fano
Ancona
Genova
Toscana
che
hhee
Marche
Foligno
Firenze
Pescara
Lazio
Roma
Piombino
Bari
Grosseto
CCampania
Bari, Genova, Treviso, Ancona, Cagliari, Trieste, Udine e Foligno.
«La trascrizione per legge ha solo valore certificativo, mentre le
nozze sono valide in quanto celebrate all’estero secondo la legge del
posto. La trascrizione garantisce
alle coppie di poter certificare il
proprio status nell’Unione europea
e dovunque a tali nozze sono riconosciuti effetti», insiste l’avvocato
Rotelli. Eppure il presidente onorario di Arcigay, Franco Grillini, non
sottovaluta gli effetti che i matrimoni già producono in Italia: per
esempio il ricongiungimento del
coniuge, perché è un diritto tutelato dalla Ue e su questo, dopo una
sentenza del Tribunale di Reggio
Emilia del 2012, l’allora ministro
dell’Interno Cancellieri diramò una
comunicazione a tutte le questure.
Adesso c’è attesa per la proposta
«ad hoc» in materia di diritti civili
annunciata dal premier Matteo
Renzi su Avvenire, che supererà «il
ddl Cirinnà» orientato sul modello
tedesco che esclude la possibilità
per la coppia di adottare un bambino. Nel frattempo, alle coppie gay
che vogliono tutelare solo in parte i
rapporti patrimoniali e i diritti successori, restano i patti di convivenza e il testamento. Ma, avverte il
presidente del Consiglio notarile di
Milano, Arrigo Roveda, «anche il
testamento può essere impugnato
dai genitori in vita del defunto e da
eventuali figli o coniugi».
Elvira Serra
@elvira_serra
Napoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
agliari
Cagliari
Le leggi nel mondo
MODELLO TEDESCO
Le unioni civili sono solo per le coppie gay.
Prevedono gli stessi diritti del matrimonio,
eccetto che per l’adozione: si può adottare
il figlio del partner ma non un bimbo estraneo
alla coppia
La geografia dei diritti gay
LEGENDA
Matrimonio gay
Unioni civili
Canada
Roma
Ignazio Marino haa promesso:
zione del Bilancio,
«Dopo l’approvazione
faremo il registroo delle Unioni civili:
tro i matrimoni
non ho nulla contro
essso»»
fra due persone dello stesso ses
sesso»
Adozione congiunta
Adozione del figlio del partner
Groenlandia
Svezia
Gran Bretagna
Sono previsti sia il matrimonio che i Pacs
(unioni civili che garantiscono tutele ridotte
rispetto alle nozze), con gli stessi diritti
sia per le coppie eterosessuali che per quelle
dello stesso sesso
Danimarca
USA
(matrimoni
o unioni civili
a seconda
degli Stati)
MODELLO DANESE
MODELLO ITALIANO
Norvegia
Finlandia
MODELLO FRANCESE
Con l’introduzione del matrimonio egualitario
(aperto cioè sia a coppie etero che omosessuali)
vengono abolite le preesistenti unioni civili, che
valevano solo per le coppie dello stesso sesso
Islanda
Messico
(solo a Città
del Messico)
Il governo Renzi vuole introdurre il modello
tedesco per le unioni gay e i «Diritti minimi
di civiltà», con tutele minori, che sono aperti
sia alle coppie gay che a quelle etero
Olanda
Irlanda
Belgio
Repubblica Ceca
Lussemburgo
Brasile
Uruguay
Argentina
Germania
Austria
Ungheria
Slovenia
Liechtenstein
Francia
Andorra
Spagna
Antille Olandesi - Aruba
Colombia
Ecuador
Australia
Sudafrica
ove
(è l’unico Paese africano dove
nte
è stato approvato legalmente
uali)
il matrimonio tra omosessuali)
Portogallo
Svizzera
Nuova Zelanda
Fonte: Ilga
CORRIERE DELLA SERA
La coppia Il 30 maggio scorso il legame è stato riconosciuto. Ora la prova dei fatti per pensione e dichiarazione dei redditi
Fausto e Elwin: «Nozze registrate? Più oneri che onori»
MILANO — La reversibilità
della pensione? «Bisognerebbe aspettare che uno dei due
sia morto per verificare se
l’altro può davvero beneficiarne: tutto sommato, non
abbiamo fretta di scoprirlo».
La denuncia dei redditi? «Diciamo che quest’anno ci poteva stare che non ce l’abbiano fatta fare congiunta, perché il 730 riguardava gli introiti dello scorso anno,
quando ancora il nostro matrimonio non era stato registrato in Italia. Ma il prossimo
anno sono pronto a dar battaglia se qualcuno prova a respingerla».
E le visite all’ospedale in
caso di ricovero? «Su questo
punto purtroppo abbiamo
potuto già sperimentare la
Insieme Fausto Schermi, 58 anni, e il taglio della
torta con il marito olandese Elwin van Dijk, 54
sensibilità dei medici, che si
rivolgono a mio marito senza
alcun problema: l’8 marzo mi
sono ammalato e nessuno,
dico nessuno, ha impedito a
Elwin di stare con me o gli ha
negato qualcosa sulle mie
condizioni, ben prima che il
sindaco di Fano riconoscesse
la nostra unione».
Fausto Schermi, 58 anni,
risponde divertito a ogni domanda riflettendo che forse,
la registrazione delle sue nozze con Elwin van Dijk il 30
maggio scorso a Fano, per
adesso gli sta procurando più
oneri che onori. Chiosa, infatti: «Mi trovo nella paradossale situazione che al momento sono obbligato a non
sposarmi, avendolo già fatto,
e non posso più adottare co-
me single, poiché non lo sono più. Come è possibile che
la trascrizione dell’atto sia solo certificativa? È evidente
che ha già prodotto degli effetti. E tutti gli altri, li affronteremo a colpi di giurisprudenza, o “di fucile”, come mi
prende in giro sempre mio
marito».
Fausto racconta che lui e
Elwin si comportano da coniugi da ben prima che il loro
matrimonio fosse celebrato
in Olanda, la patria di Elwin,
nel 2008. «Certo, sul fronte
patrimoniale ci siamo assicurati da tempo. Esistono diverse forme contrattuali che
possono aiutare a superare i
limiti o ad aggirarli, se serve».
In questa storia ha avuto
un ruolo decisivo il sindaco
di centrodestra Stefano Aguzzi. Prosegue Fausto: «Questa
porta l’abbiamo aperta in tre:
io, mio marito e il sindaco,
che è un caro amico, perché
ho lavorato molti anni in Comune. Lui è stato coraggioso:
ha trascritto l’atto che ci dichiarava sposati contro la disposizione della giunta. Ha
detto: “Lo faccio in mia coscienza, ma mi appello al legislatore”. È che da qualche
parte bisognava pur partire,
Situazione
Paradosso: non posso più
sposarmi, avendolo già
fatto, ma non posso più
adottare in quanto single
siamo felici di aver segnato
un prima e un dopo, perché il
nostro amore va avanti da
trent’anni».
L’eventualità che qualcuno
possa fare ricorso o dichiarare nullo il certificato di matrimonio non lo spaventa affatto. «Siamo pronti a dare battaglia, e affronteremo le cose
una alla volta. Siamo una bella coppia, sa? Mica ci spaventiamo». Del resto, dopo aver
affrontato le forche caudine
dei parenti che all’inizio non
capivano, la derisione e l’isolamento, la sfida con il legislatore può sembrare poca
cosa. Conclude Fausto: «Ora
qui all’ospedale accanto a me
c’è mia cognata, che è stata
mia testimone di nozze con il
figlio in Olanda. Le cose possono cambiare, noi ne siamo
la prova».
El. Ser.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18 Cronache
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
✒
Meteo Straripano il lago di Varese, l’Olona e il Seveso a Milano. A Perugia crolla il tetto di un teatro
L’estate delle bombe d’acqua
fa cambiare le previsioni del tempo
Arriva la «percentuale di affidabilità». Ieri nuove esondazioni
che devono tenere conto di tutta
Italia in poche righe e, quindi,
non possono soffermarsi in città strategiche per il turismo. Noi
stiamo sperimentando questa
formula che approfondisce solo
Riccione, dando tanti dettagli e
una grande affidabilità».
Proprio l’affidabilità è uno dei
capisaldi del rinnovamento di alcuni dei più noti siti di previsioni
in Rete. «Partiamo con un nuovo
servizio gratuito dedicato al turismo — dice Stefania Cattaneo di
3bmeteo.com — dove dichiariamo la percentuale di affidabilità
di ogni previsione». Le rivoluzioni non finiscono qui. «Garantiamo anche una previsione disegnata a mano — continua Cattaneo — che indica quando e per
quante ore il sole sarà presente
nelle località turistiche». Con
buona pace delle icone delle nuvole o della pioggia. «Così chi è al
mare saprà le ore di sole — prosegue Cattaneo — e rispetteremo
la sensibilità di chi ha aspettato
tanto per andare in vacanza».
Da oggi, anche ilmeteo.it,
uno dei siti leader in Italia, si
presenta con molte novità per
chi ama la tintarella. «Garantiamo non solo il numero di ore di
Il meteo
La linea di molti servizi
meteo: indicare le ore
in cui c’è il sole nelle
località turistiche
MILANO — Il maltempo non
dà tregua al Centro-Nord Italia.
Una nuova ondata di pioggia, ieri, ha imperversato soprattutto
in Lombardia creando disagi e
provocando danni. Il lago di Varese è esondato tra Capolago e il
lido della Schiranna. Anche il
fiume Olona è fuoriuscito dagli
argini in alcuni tratti, tra Varese,
Fagnano Olona e Gorla Maggiore. Per fortuna non ci sono stati
feriti ma i vigili del fuoco hanno
lavorato a gran ritmo per via degli allagamenti. In due interventi, hanno dovuto estrarre gli occupanti di alcune auto attraverso i finestrini per portarli in salvo dall’acqua mentre, per alcune
ore, è stata chiusa la tangenziale
Est di Varese. In provincia, a
Cantello, una frana ha causato la
caduta di un muro di recinzione
lungo circa 50 metri e i soccorritori, temendo che qualcuno fosse rimasto sotto le macerie, hanno utilizzato le unità cinofile.
Bombe d’acqua anche a Milano. Intorno alle 5, nella zona
nord, è esondato il Seveso per la
quarta volta a luglio. I disagi,
questa volta, sono stati limitati
perché il Comune ha ideato un
piano di intervento che, tra l’altro, ha previsto l’uso di uno
scolmatore. In Piemonte, sono
straripati tre torrenti vicino Torino e in città alcune strade collinari sono state invase da frane.
I pompieri hanno sgomberato
numerose cantine completamente allagate, rimosso cornicioni pericolanti e gli alberi caduti sui marciapiedi. Danni e disagi anche in Umbria. Una parte
del tetto del teatro «Pavone», nel
L’agricoltura
Danni e disagi
soprattutto al Nord
L’allarme di Coldiretti:
raccolti distrutti
centro storico di Perugia, è crollata ieri pomeriggio a causa della pioggia battente che ha provocato uno squarcio di tre metri
quadrati. Per fortuna non ci sono stati feriti. L’estrema variabilità del tempo porterà, secondo
Coldiretti, gravi perdite per le
aziende agricole di larga parte
del Paese. Vigne devastate dalle
grandinate, campi di pomodori
e ortaggi finiti sott’acqua. Danni
che in alcuni casi «interessano
fino al 60 per cento dei raccolti».
Il clima ha colto di sorpresa
persino alcuni meteorologi che
hanno sbagliato le previsioni
nei giorni scorsi suscitando l’ira
degli imprenditori alberghieri
che hanno lamentato cancellazioni da parte dei turisti.
A Riccione, addirittura, l’amministrazione comunale per ovviare al problema ha deciso di
affidare al centro Epson Meteo
una pagina pubblica sul social
network Facebook in cui inserire le previsioni incentrate solo
sulla nota meta turistica. «Un
problema delle previsioni “classiche” — spiega Andrea Giuliacci, meteorologo del centro — è
Allagati
A pelo d’acqua nel
Varesotto: a causa della
pioggia il fiume Olona
ieri ha rotto gli argini
allagando la frazione
Valle Olona
(Scaringi/Varese Press)
Le novità
Le ore di sole In alto, come appare il nuovo servizio del bollettino
meteorologico del sito internet 3Bmeteo.com che indica anche la
previsione del numero di ore di sole domani a Rimini
L’attendibilità In alto, a destra, il sito
3bmeteo.it propone la percentuale
di attendibilità della previsione
sole nell’arco della giornata —
afferma Antonio Sanò, direttore
del sito — ma anche l’intensità
dei raggi ultravioletti in modo
da proteggersi al meglio e anche
l’energia oraria massima prodotta dagli impianti fotovoltaici
per metro quadro. Così si avrà
una visione chiara della giornata nelle località balneari. Ci dispiacciono le critiche, ma c’è
una compensazione: perché è
vero che a volte abbiamo sbagliato, anche se raramente, causando disagi ma altre volta l’errore inverso li ha favoriti. Vogliamo ridurre al massimo gli
sbagli e queste modifiche migliorano la comunicazione verso tutti».
Soddisfatti gli albergatori
dell’Emilia Romagna che avevano sollevato il problema. «Mi
pare che questi cambiamenti vadano nella giusta direzione —
afferma Alessandro Giorgetti,
presidente regionale di Federalberghi — e ora dobbiamo sederci al tavolo della mediazione con
i meteorologi». Le soluzioni non
mancano. «Limitiamo le previsioni alle 48 ore — conclude
Giorgetti — perché oltre si tratta
di tendenze e poi creiamo una
simbologia unica per tutti a tutela di turisti e imprenditori».
Alessio Ribaudo
AlessioRib
Le vacanze
tornate
intelligenti
di GAETANO CAPPELLI
U
na volta c’erano le vacanze
intelligenti. E me lo ricordo
ancora come, sfogliando le
riviste più à la page, di fronte al
mare blu lavanda delle Eolie o
verde cristallo delle Tremiti, ce
la ridevamo dei soliti radical
chic che, invece di starsene
come noi spaparanzati al sole,
o a galleggiare felici tra i flutti,
in attesa che gli odori del
ristorantino, proprio lì accanto,
ci distogliessero dal quel dolce
far niente, se ne andavano
armati di guide e sudaticci
sotto il sol caliente in giro per
musei, templi e scavi in rovina
quando non per mostre,
concerti o terribili tragedie
sofoclee in qualche tetro
anfiteatro antico-romano; se
non magno-greco. I nostri eroi
furono, in quegli anni
spensierati, Remo e Augusta
Proietti, i due zotici fruttaroli
che, costretti dai figli
«acculturati», abbandonano le
loro riposanti vacanze per
sottoporsi a un tour de force tra
musei e città d’arte e
approdare, in una scena ormai
leggendaria, alla Biennale,
dove la povera nonché esausta
fruttarola si accascia con tutta
la sua mole sulla sedia in una
sala vuota, e viene così
scambiata per un’opera d’arte un quotabilissimo De
Dominicis, probabilmente. Ma,
come si dice, «un giorno questo
dolore ti sarà utile» e quel
giorno sembra purtroppo essere
arrivato in quest’estate che più
stramba non si può. E succede
dunque che se non assistiamo
al tracollo del turismo, e con
esso a una delle poche voci
ancora attive della nostra
disastrata economia, be’, lo
dobbiamo proprio alle vacanze
intelligenti. Piove; dove non
faccia addirittura freddo.
Pazienza: eccoli, i nostri bravi
turisti, dalle zone costiere,
trasferirsi con disinvoltura
all’interno e qui scoprire
un’Italia forse meno nota,
senz’altro meno da cartolina.
Ed è l’Italia dei piccoli borghi,
dei laghi, i castelli, le grandi
azzurre montagne, ma anche
delle sconosciute collezioni
d’arte e gli immancabili festival
tra musica e letteratura. Tutti
tesori che, spesso a insaputa di
noi che ci viviamo, il Belpaese
continua far brillare
fregandosene del sole.
Insomma, meno male che l’arte
c’è!
gaetanocappelli
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Francia I genitori sono separati. Un tribunale dice che può raggiungere l’uomo in Sudafrica per un periodo. Lei è sparita con i nonni: «Se parte non torna più»
Un paese intero protegge la fuga della piccola Lili che il padre vuole con sé
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Portano notizie alla madre evitando email e telefonini per
non essere localizzati, ospitano a casa
i fuggiaschi — la bambina di due anni
e i nonni — nascondendoli ai gendarmi, prendono ogni precauzione per
seminare gli investigatori privati che,
ne sono convinti, sono stati inviati dal
padre per riportare Lili in Sudafrica.
Circa 500 abitanti del paesino dei
Pirenei di Font-Romeu e alcuni loro
conoscenti hanno costituito tra Francia e Catalogna un’autoproclamata
«rete dei resistenti» per impedire che
Lili venga sottratta alla mamma e veterinaria del villaggio, Hélène Catlla, e
consegnata al padre, Michael Job,
proprietario di due riserve al confine
con Botswana e Mozambico.
I figli contesi tra genitori separati
di nazioni diverse non sono una novità, ma a Font-Romeu il dramma prende una dimensione nuova: il paese
copre la fuga dei nonni materni Bernard e Nicole, spariti dal 15 aprile per
fare una «lunga vacanza in Europa»
con la nipotina Lili.
La madre della bambina ieri mattina è arrivata al tribunale di Pérpignan
accolta dagli striscioni di sostegno
dell’associazione «Proteggiamo Lili».
Ne è uscita due ore dopo come indagata per «sottrazione illecita di minore», «ma è meglio così — dice l’avvocato Gilles Gauer —, ora avremo accesso a tutti gli elementi del dossier».
Tre anni fa Hélène ha sposato Michael in Sudafrica. Lili è nata a Johannesburg, presto il matrimonio è entrato in crisi. Hélène ha accusato il
marito di violenze fisiche e psicologiche, che lui nega. La donna ha cominciato le pratiche di divorzio, intanto
Striscioni
Bambini e adulti
ieri davanti al Tribunale francese
di Pérpignan dopo che la mamma
di Lili è stata indagata per sottrazione di minore. In
circa cinquecento
abitanti del paesino di Font-Romeu hanno chiesto che la piccola
non venga sottratta alla madre
(Foto Thierry GrilletL’Independant)
gli avvocati si sono accordati perché
lei potesse tornare in Francia con la
bambina garantendo il diritto di visita al padre. Hélène Catlla e la bambina
si sono trasferite nel paesino del nonno, Font-Romeu, dove lei ha aperto
uno studio di veterinaria e Lili ha cominciato ad andare all’asilo. Dopo
una prima sentenza favorevole alla
madre, in appello il tribunale ha chiesto che venga accolta la richiesta delle
autorità sudafricane e che la bambina
possa tornare — anche se non definitivamente — in Sudafrica con il padre, come da accordi iniziali.
«Ma quell’uomo ha già detto che
l’obiettivo è tenere Lili per sempre
con in Sudafrica — dice André Bègue,
presidente del comitato di sostegno
—. Se la lasciamo andare non tornerà
più. Ormai Lili va all’asilo con le nostre bambine, qui si trova bene. Abbiamo costruito una grande catena di
solidarietà perché la bambina resti al
sicuro con i nonni, all’estero, in attesa
che la giustizia ci dia ragione. L’itinerario del viaggio è segreto».
Hélène, i nonni e i compaesani non
vogliono cedere a quel che considerano un errore giudiziario, raccolgono
15 mila firme e nascondono la bambina nella speranza di arrivare presto
alla sentenza della Cassazione, prevista tra quattro o cinque mesi.
A Font-Romeu le precauzioni sono
aumentate da quando un segnalatore
Gps è stato trovato sotto l’auto della
mamma. I governi francese e sudafricano seguono la vicenda entrata ormai in una fase inedita, tra «tutela
dell’interesse della bambina» — che
tutti proclamano bene supremo — e
rapimento con moltissimi complici.
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Cronache 19
italia: 51575551575557
La biologa Il progetto piace anche all’Ente spaziale e ai medici
La donna che ha creato
la prima pianta robot
per ripulire l’ambiente
Mazzolai e gli altri: «Imita le radici naturali»
Come funziona
Il progetto
Si chiama «Plantoide» il
progetto internazionale
che studia il
comportamento e le
funzionalità dei vegetali
attraverso la realizzazione
di piante-robot (sotto, il
«tronco» artificiale)
Lo sviluppo
Così come le radici vere,
anche quelle della piantarobot crescono alle
estremità aggiungendo
materiale. Le applicazioni:
dal monitoraggio
ambientale alla bonifica,
fino allo Spazio
La «donna dei robot» è bionda, ha 46 anni, è nata a Livorno
(«ma sono originaria della provincia»), inizia come biologa
marina, fa un master sulla gestione ambientale, quindi finisce a svolgere uno stage in un
gigante delle assicurazioni, poi
vira verso chip e sensori. E oltre
a coordinare il Centro di micro
bio-robotica dell’Istituto italiano di tecnologia, Barbara Mazzolai guida pure un team internazionale che ha realizzato la
prima pianta-robot al mondo.
Con possibili applicazioni che
vanno dal monitoraggio dall’ambiente al corpo umano fino
allo spazio, se è vero che anche
l’Esa, l’ente spaziale europeo, ha
chiesto informazioni in più sul
progetto.
«Ma gli inizi non sono stati
facili», premette. «Quando ho
iniziato al laboratorio di robotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa ero l’unica biologa in mezzo a tanti ingegneri:
non ci capivamo, usavamo linguaggi diversi sullo stesso argomento. Anche l’approccio era
diverso». Poi le cose sono via via
migliorate. «Era una sfida nuova
per me, magari frustrante in alcuni momenti, però mi piaceva».
Il percorso di Mazzolai —
questi giorni impegnata a Milano nella conferenza internazionale «Living machines» — parte
dai sensori che rilevano l’inquinamento ambientale e arriva alla robotica. «Uno dei primi progetti è “Dustbot”», ricorda. Robot netturbini che si presentano
davanti casa dopo aver ricevuto
la telefonata. «E intanto, proprio
perché vanno in giro ad altezza
uomo, raccolgono pure campioni d’aria per capire cosa respirano gli abitanti del quartiere». Il
lavoro le vale, nel 2010, il «Germoglio d’oro» del premio «Marisa Bellisario» con il titolo
«Donne motore per lo sviluppo». Due anni dopo inizia il pro-
Tutti i geni
della robotica
mondiale
a Milano
I limiti
Limiti sull’età e sul
numero di donazioni
Al momento resta
l’anonimato
Le novità
una compartecipazione di 500600 euro.
La novità è contenuta nel decreto legge che verrà varato entro la prossima settimana su
proposta del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, ieri alla
Camera per annunciarne i contenuti in un’audizione della
commissione Affari sociali presieduta da Pierpaolo Vargiu: «La
nostra preoccupazione è non
creare discriminazione economica fra le coppie. Solo alcuni
possono sostenere il costo nei
centri privati. Invece bisogna
mettere tutti nelle stesse condizioni. Si partirà subito senza disparità di trattamento». La voce
«eterologa» verrà inserita nei
Lea (livelli essenziali d’assistenza) l’elenco delle prestazioni
che devono essere rimborsate
La decisione
Nel decreto legge che verrà
varato la prossima
settimana c’è l’ok alla
fecondazione eterologa
(effettuata con ovociti e
spermatozoi donati a chi ha
problemi di infertilità)
I costi
La fecondazione eterologa
verrà inserita nell’elenco
delle prestazioni che devono
essere rimborsate dal
servizio sanitario nazionale
e sarà finanziata da un
fondo apposito e quindi sarà
gratuita, a parte il ticket che
sarà stabilito dalle Regioni
I passaggi
Ci sarà un registro centrale
per la tracciabilità del
percorso, la donazione sarà
gratuita e ci saranno al
massimo 10 gravidanze per
ciascun donatore (le cui età
saranno 18-40 anni per
l’uomo, 20-35 per la donna)
nico federale di Losanna) che lavora alla creazione di «plantoidi»: «Per ora lavoriamo su due
robot capaci di imitare il comportamento delle radici. Ci serve
non solo per capire come “ragionano” le piante, ma anche
Robot umanoidi e quadrupedi, robot ispirati agli insetti, alle
piante, ai pesci e ai microorganismi: questi i temi della
conferenza internazionale «Living Machines», che, dopo la
prima edizione a Barcellona e la seconda a Londra, arriva a
Milano. Tre giorni di conferenze che si terranno al Museo
Nazionale della Scienza e Tecnologia «Leonardo da Vinci», da
oggi al 1° agosto, e che sono organizzati dal consorzio europeo
Convergent Science Network of Biomimetics and
Neurotechnology (CSNetwork), con la collaborazione
dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). L’evento è supportato dal
programma Europeo Future and Emerging Technologies (Fet).
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Lo Stato pagherà l’eterologa
Il decreto apre gli ospedali
dal servizio sanitario nazionale
uniformemente in tutta Italia.
Il decreto contiene le linee
guida per organizzare la nuova
attività in modo omogeneo dopo la sentenza dello scorso
aprile della Corte costituzionale
che ha dichiarato illegittimo il
divieto di queste tecniche. Si
punta molto sulla selezione dei
donatori di ovociti e spermatozoi attraverso una serie di test
infettivologici e genetici previsti da una direttiva europea da
recepire. Ci sarà un registro
centrale presso il Centro nazionale trapianti in modo che sia
getto «Plantoide» — finanziato
anche dalla Commissione europea — dove guida un team internazionale (oltre all’Iit ci sono
l’Università di Firenze, l’Istituto
di bioingegneria della Catalogna
di Barcellona e l’Epsl, il Politec-
«Living Machines»
Salute Il ministro Lorenzin: ticket regionali e registro nazionale
ROMA — Da sempre la fecondazione eterologa (con ovociti e spermatozoi donati a chi
ha problemi di infertilità) è stata un tabù negli ospedali pubblici. Vietata anche prima del
2004, anno dell’approvazione
della legge sulla procreazione
medicalmente assistita, da una
circolare.
Ora potrà essere praticata a
pieno titolo, finanziata da un
fondo apposito. Gratuita, dunque, a parte il ticket che sarà
stabilito dalle singole Regioni.
La Toscana, che è già partita con
uno scatto in avanti, ha fissato
Insieme
Il team dell’Iit
che lavora al
progetto delle
piante-robot.
Da sinistra: Ali
Sadeghi, Barbara Mazzolai,
Lucia Beccai,
Alice Tonazzini
e Silvia Taccola
garantita la tracciabilità del
percorso dal prelievo dei gameti fino alla nascita del bambino.
La donazione sarà totalmente
gratuita, salvo il rimborso spese, lo stesso riconosciuto ai donatori di midollo osseo. In
Francia viene seguita questa
impostazione mentre nei Paesi
extracomunitari è consentito il
pagamento. Confermato il numero massimo di 10 gravidanze
per ciascun donatore la cui età é
18-40 anni per l’uomo e 20-35
anni per la donna. Resta saldo il
principio dell’anonimato nel
senso che chi cede i suoi gameti
per finalità altruistiche non può
essere identificato dai genitori o
dal figlio naturale e viceversa.
Sta prendendo corpo però in
Europa la convinzione che il nascituro deve poter risalire alle
proprie origini. Un po’ come avviene per l’adozione. Un tema
su cui il Parlamento dovrà riflettere durante l’esame del
provvedimento. «È un decreto
scarno, essenziale. Avrei preferito ricorrere a semplici linee
guida ma l’avvocatura di Stato
ha indicato come necessaria
una norma primaria. Non abbiamo perso tempo e volevamo
evitare fughe in avanti», dice
Lorenzin.
È convinta che il decreto sia
una forzatura Filomena Gallo,
associazione Coscioni: «Secondo la Corte costituzionale non
c’era vuoto normativo. E non
esistono i presupposti dell’urgenza». Invece per Eugenia
Roccella, Ncd, era importante
andare oltre le linee guida: «Il
Tar del Lazio cancellò una parte
di quelle emanate nel 2004».
Margherita De Bac
mdebac@corriere.it
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per sfruttare gli aggeggi in contesti ambientali difficili».
I due esserini artificiali «vivono» come i vegetali. E crescono
anche. «Se le piante aggiungono
cellule alle estremità delle radici
per non morire in ambienti difficili come il sottosuolo, allo
stesso modo si comportano anche i nostri robot: solo che al
posto delle cellule aggiungono
materiale realizzato da una mini
stampante 3D all’interno». Insomma, al limite della fantascienza.
Mai avuto difficoltà in quanto
donna? Mazzolai ci pensa qualche secondo. «Nemmeno una.
Forse sono stata fortunata. In
Italia mi trovo bene, e anche se
ho fatto esperienze all’estero il
mio mondo è dove sono nata».
Niente cervello in fuga. Però per
molti qui è difficile lavorare.
«Nel nostro Paese è possibile fa-
re ricerca e nel campo della robotica siamo un’eccellenza», replica. «Ma forse non siamo bravi
come gli altri a pubblicizzarlo».
Poi, per Mazzolai, c’è la vita
fuori dal laboratorio. Dove
l’aspetta un compagno. E un po’
di tempo libero. «Mi piace leggere, soprattutto i libri gialli»,
racconta. «In questo momento
tra le mani ho Il caso Rembrandt
di Daniel Silva». Non disdegna
la tv, dove — nemmeno a dirlo
— guarda i documentari naturalistici e Superquark. E siccome il suo lavoro è un continuo
viaggio tra realtà e finzione, ama
i film di fantascienza. Anche se,
per una sorta di legge del contrappasso, dice di avere qualche
problema con il telefonino. «Mi
sembra viva di vita propria».
Leonard Berberi
@leonard_berberi
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20 Cronache
Sussidiario
di LUCA MASTRANTONIO
Neo-barbuti
Charles Darwin
era un hipster?
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
L
e città italiane sono piene di giovani
che si vestono con abiti d’epoca. A volte
sembrano la versione ringiovanita dei nonni. Carichi di lor magrezza — prediligono
tagli fit, aderenti, o larghi — sembrano
appendiabiti umani, installazioni di cappellini, baffi e/o barba, bretelle, camicie a
quadri, maglioni a V, jeans col risvolto,
scarpe da ginnastica vintage, bici portata a
spalla e computer portatile Apple. Sono gli
«hipster», ultracorpi metropolitani apparsi
negli Usa nei primi decenni del ‘900. L’eti-
mologia è incerta, legata all’oppio o all’atto
del vedere: «hip», per l’Accademia della
Crusca, significa «aggiornato», «alla moda». Negli anni 40 indicava gli appassionati
di jazz: bianchi, benestanti e disillusi. Il
teorico è Norman Mailer, che nel saggio
The White Negro del 1957, in piena Beat
Generation, definì l’hipster come un ribelle
esistenzialista che divorzia dalla società
imitando la cultura nera. Dopo decenni di
oblio, son tornati in auge: forti del tana-libera-tutti dei Novanta, con la cultura alter-
uscirà il romanzo di Francesco Pacifico,
Class (Mondadori). Storie di italiani a New
York che vivono mantenuti e infelici. Molto
hipster. Nella lotta di classe, gli hipster
rischiano di far la fine degli «emo», quei
tizi depressi, vestiti di nero, scomparsi di
colpo. O diventati hipster, in un processo di
evoluzione/involuzione. Che poi: Charles
Darwin, con quella barba, era un hipster?
lmastrantonio@rcs.it
criticalmastra.corriere.it
nativa diventata mainstream (il «grunge»),
e dello strapotere dei nerd, i secchioni,
sancito negli anni Zero (Facebook).
L’odierna apoteosi può però coincidere con
la fine: se tutto è hip, nulla lo è. E poi c’è la
crisi. Ma l’hipstoria insegna che senza fine
non c’è un nuovo inizio. E in Italia? La parola è abusata. Il politico più hipster è stato
Oscar Giannino, dandy-meteora; nella
musica ci sono «I Cani», con Hipsteria. Tra
moda e design abbondano le testate: «IL»,
«Rivista Studio», «Vice Italia». A settembre
La cena in terrazza con
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Bernardo Caprotti
«C
onosco Gualtiero Marchesi dai
tempi del Mercato della frutta e
verdura, lui faceva panini e
pranzi, io talvolta ci sono stato
di primo mattino, o alla sera per cena». Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga,
classe 1925, ci attende in piedi, al Marchesino
di piazza della Scala, ultima creatura del suo
amico decano della nouvelle cuisine italiana,
sfogliando il menu su un Ipad. «Lei cosa mangia? Io pochissimo. Il mio piatto preferito è il
risotto giallo con cotoletta alla milanese: sono
presuntuoso se le dico che sono stato io a
spiegare a Gualtiero come cucinare la vera
milanese, alta oltre un centimetro, pochissimo impanata, sennò mangi pane fritto?».
Caprotti è circondato dai giovani camerieri
e maître di sala, qualche avventore si gira a
guardarlo mentre andiamo verso il tavolo.
«Da quando ho scritto nel 2007 “Falce e Carrello” non posso fare due passi che mi riconoscono, vengono a stringermi la mano». «Falce
e Carrello», un bestseller da trecentomila copie pubblicato da Marsilio che a un certo punto fu sequestrato su denuncia dei dirigenti
Coop, il grande rivale, che si ritenevano diffamati da Caprotti. Dopo pochi mesi la censura
venne bloccata e il libro schizzò nelle vendite.
«Era un po’ di tempo che mi stuzzicavano, dicendo che volevano comprare l’Esselunga,
Prodi ne accennò persino in televisione. Allora scattai e decisi di denunciare il loro comportamento». Una vicenda che ha generato
infiniti processi: «Otto cause vinte in primo
grado, 3 in Appello, ma ora hanno presentato
ricorso in Cassazione. Sembra che noi italiani
abbiamo una passione per la Cassazione e per
tutto ciò che è formalismo giuridico».
Mentre il sommelier Sebastiano stappa una
bottiglia di Barbera di Diego Conterno, e Elda
e Angela portano gli antipasti (mousse di melanzane, tartare alla piemontese su cucchiaio,
salmone su pane bianco, cocktail di triglia),
Caprotti mi passa un foglio aziendale: la multa
di 6.000 euro per una incompleta tracciabilità
di una partita di acciughe. Il prodotto è italiano senza dubbio, ammettono i burocrati, ma
per scriverlo sulla confezione, benché l’origine sia provata, occorre sia acquistato direttamente dal peschereccio, senza intermediari!
«L’Italia non è un Paese amico delle aziende, tutte queste norme e le tasse che arrivano
al 60 per cento ci soffocano. Così nasce il fenomeno della delocalizzazione: Squinzi di Confindustria è fuori con l’80 per cento, Bombassei con il 90, Pirelli con il 94. La famiglia Fontana, grandi produttori di bulloni, hanno 22
stabilimenti sparsi per il mondo e uno a Veduggio, tanto per dire di essere brianzoli.
Quando ho cominciato, tra la fine degli anni
Quaranta e i primi Sessanta, c’era un’altra aria,
eravamo liberi di fare. Poi in mezzo secolo abbiamo distrutto quel che avevamo costruito:
pur essendo la gente più frugale e operosa
della Terra, ci siamo ridotti a un popolo di lazzaroni».
Mister Esselunga ama fare le battute, in italiano, in francese, omaggio alla lingua di sua
madre, in inglese. Sua figlia Marina abita a
Londra, ma soprattutto per Caprotti l’inglese
divenne fondamentale quando il padre Giuseppe, industriale del cotone di Albiate, in
Brianza, lo mandò nel Massachusetts e nel
Maine a studiare le macchine tessili. «Nel
1952 ero da poco laureato: quando arrivai in
America, la prima cosa che mi portarono a vedere i miei colleghi svedesi fu un supermercato. Ai tempi una novità anche per gli Stati Uniti. Così, dopo il mio rientro in Italia, quando
Nelson Rockefeller, governatore dello Stato di
New York e futuro vicepresidente degli Stati
Uniti con Gerald Ford, cercava soci per aprire
una catena di supermercati in Italia, sapevo di
cosa si trattava. Nel 1963 rilevammo la quota
di Rockefeller per 5 milioni di dollari, in realtà
alla fine ne pagammo poco più di 4, attingen-
«GUALTIERO? MI DEVE
LA SUA COTOLETTA»
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
di DINO MESSINA
un’estate italiana
Il patron di Esselunga: «Sono quasi centenario ma guardo sempre al futuro
L’Italia? Non è amica delle aziende, prima si poteva creare con più libertà»
do ai beni di famiglia e a un prestito di un miliardo e mezzo di lire dal Banco Ambrosiano».
In tavola arrivano, portati dal rumeno Vassi, una caprese e un antipasto di branzino e
manzo crudi, con salse varie. «Quando
aprimmo in viale Regina Giovanna, non fui
originale nello scegliere il nome, Supermarket, ma chiamai un amico, vero talento
del design, Max Huber: inventò quella esse allungata che poi divenne il nome dato dai
clienti ai nostri negozi. Oggi ne abbiamo 149,
abbiamo raddoppiato la nostra presenza negli
ultimi dieci anni grazie alle liberalizzazioni di
Bersani». Che fa, dottor Caprotti, parla bene
di un ex comunista? «Voi giornalisti mi avete
stufato con la leggenda che io sono un uomo
di destra, qualcuno mi ha addirittura dato del
fascista. In realtà io sono stato sempre di sinistra. Mia madre, francese, non diede la fede
alla patria nel 1936. Io sono stato sempre per
il cambiamento. Ho grande stima per Bersani,
l’uomo che ci ha consentito liberalizzando le
norme sulla superficie dei negozi, di aprire
spazi grandi, da 2.500 a 4.500 metri quadrati,
e aumentare così l’offerta . Una volta il numero di frutta e verdura esposti in un supermercato non superava la cinquantina, oggi sono
450. E per questi, come per i 20 mila prodotti
complessivi, occorrono spazi».
All’arrivo dei ravioli di melanzane e del
baccalà mantecato, il ghiaccio si è completamente rotto. «Come mai ho sempre dato poche interviste? Perché volevo essere discreto.
Ma uno dei miei migliori amici era un giornalista, Indro Montanelli, lo accompagnavo nella sede del “Giornale nuovo” di via Negri e gli
dicevo di piantare tutto e scrivere le sue memorie. Per me la prosa di Indro aveva la bellezza delle incisioni di Dürer». Il libro preferito? «Un vie» di Guy de Maupassant. E la musica? «Bach per sempre e il grande Barocco». La
squadra del cuore? «Non ce l’ho. Ho giocato a
La cucina dei romanzi
Chi è
Bernardo
Caprotti nasce a
Milano nel 1925.
Alla fine degli
anni Cinquanta
fonda
l’«Esselunga»,
che oggi conta
21 mila
dipendenti e 149
punti vendita
tennis e sono stato cacciatore. Avevo un cane,
Pippo, che quand’era in ferma si voltava e
sembrava mi parlasse».
Caprotti infine non si sottrae a una battuta
sul futuro: «Sono quasi centenario, il 7 ottobre entrerò nel novantesimo anno, ma immagino per Esselunga un futuro di azienda familiare». Della lite giudiziaria con i due figli
maggiori che lo ha visto di recente prevalere
non vuole parlare. «Un dolore». Della sfida
aziendale sì: «Quali saranno i negozi del futuro? Se ne hai 5 e sbagli il modello di business
puoi passare a far altro, ma se ne hai 149 e 21
mila dipendenti e non indovini il format, ti
devi solo sparare. Domani andrò a fare un giro
al cimitero di Albiate e in qualche negozio della Brianza». Perché il signor Caprotti il sabato
mattina spesso sceglie uno dei suoi supermercati per una visita. Il segreto della vita è
pensare sempre al futuro e non smettere mai.
A passo leggero
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di CRISTINA GABETTI
di PAOLO DI STEFANO
Calvino e il Messico
Seduzioni a tavola
I
l Messico conosce «seduzioni allucinanti». Parola di Italo Calvino. A cena in un ristorante di
Tepotzotlán con Olivia, il menu è avvolgente, come le
parole che lo descrivono. Due esempi. Guacamole: «cioè una purée di avocado e cipolla da tirar su con le tortillas croccanti che si
spezzano in tante schegge e s’intingono come cucchiai nella crema
densa: la pingue morbidezza dell’aguacate (…) accompagnata e
sottolineata dall’asciuttezza angolosa della tortilla, che può avere a
sua volta tanti sapori facendo finta di non averne nessuno».
Guajolote con mole poblano: tacchino con laboriosa salsa composta di «quattro varietà diverse di chiles, aglio, cipolla, cannella,
chiodi di garofano, pepe, semi di cumino, di coriandolo e di sesamo, mandorle, uva passa, arachidi e un po’ di cioccolato». Inevitabile che lo sguardo dello scrittore si posi sulle labbra di Olivia intenta a masticare.
Italo Calvino, Sotto il sole giaguaro, Mondadori
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Il tabù della differenziata
Panarea perde un’occasione
B
uttare le bucce di formaggio e gli avanzi del melone sugli imballaggi di plastica stride nel mio profondo come unghie sulla lavagna.
Mi fa orrore pensare alle montagne di bottiglie d’acqua che ogni giorno
si svuotano e che non sono riciclate. Nessuno beve quella del rubinetto. Abituata a vedere la frazione organica trasformarsi in compost, mi
piange il cuore sprecarla. A Panarea nemmeno i più volenterosi riescono a riciclare. «L’anno scorso c’erano i bidoni per la differenziata»,
racconta la mia amica, «ma quest’anno sono spariti» . Cerco dati sul
web: 12 settembre 2011. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo annuncia: parte oggi a Panarea la raccolta differenziata e presto sarà
estesa alle altre isole. «Le Eolie faranno da battistrada... per migliorare
la qualità della vita, dell’ambiente e l’appeal turistico delle nostre meravigliose isole...». L’ex ministro è di casa qui, ma tra il dire e il fare c’è
il mare. Ho chiesto in giro. Nessuno si ricorda di averla vista battersi
per rendere concreta la sua promessa. In media ogni italiano produce
550 kg di rifiuti l’anno. Qui, 1.262! Quasi nulla per 10 mesi, poi luglio e
agosto, uno scempio e una colossale opportunità mancata...
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Un’estate fa
di MARIA LUISA AGNESE
Il bikini di BB
che stravolse
ogni costume
Cronache 21
italia: 51575551575557
O
ra si va in spiaggia vestite, per
paura del sole o del clic malandrino che punta sulla cellulite nascosta, e un bikini non fa certo notizia. Ma quando, in quell’estate del
1953, sulla spiaggia di Cannes comparve lei, Brigitte Bardot, in bikini
post bellico, i 2 mila marine della
«Enterprise», la grande portaerei
attraccata di fronte, non si ripresero
più. E così il mondo intero che rimase incantato e scosso da quella ribel-
Icona
Una sorridente Brigitte Bardot in spiaggia
a Cannes
con un bikini
le solitaria diventata subito icona
degli innovatori degli anni a venire,
da Andy Warhol ai Beatles. Quella
Brigitte ancora sconosciuta era approdata a Cannes al seguito del marito di allora, sposato a 18 anni, Roger Vadim, anche lui ancora oscuro
cronista di Paris Match, che la descriverà così nella sua biografia di
seduttore, Bardot, Deneuve, Fonda:
«Capelli ondeggianti, bocca innocente, labbra carnose, cosce lunghe e
ben tornite, caviglie incantevoli, e
piedi arcuati da ballerina: un piccolo
bikini, un’ombra piuttosto che un
indumento, non nascondeva nulla
del suo corpo sensuale, stupendo».
Non importa che poi fosse di destra
o di sinistra, BB contribuì forse suo
malgrado, «a sua insaputa» come
direbbe qualcuno, con quella promessa di libertà assoluta, a cambiare
la storia del costume.
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Le relazioni
pericolose
Preferirei di no
di MARIA LAURA RODOTÀ
La gara
tra genitori
per sbolognare
i bambini
L’ombra dell’ingegnere di fari
divenne per il figlio un’ossessione
di PAOLO DI STEFANO
ILLUSTRAZIONE DI STEFANIA CAVATORTA
«M
iei cari genitori, oggi non desidero altro se non dirvi quanto siete
presenti nei miei pensieri e
quanto vi voglio bene». Sembra
la lettera di un figlio sereno, ma non lo è. Quando
la scrive, nell’estate 1878, Robert Louis Stevenson
si trova in Francia, non ha ancora 28 anni e nubi
nere si affollano sempre più sul rapporto con suo
padre Thomas. L’ombra lugubre del vecchio ingegnere e costruttore di fari, rigido seguace del
presbiterianesimo scozzese, si proietta sulla non
lunga esistenza del figlio fino a diventare un’ossessione. Thomas Stevenson vuole un erede ingegnere secondo la tradizione familiare e alla fine
accetta che faccia lo scrittore, non prima di avergli imposto di studiare legge. Vuole un figlio osservante e però non si rassegna a un figlio che
considera un ateo «miscredente» e per di più
«senza cuore». Anche la madre, Margaret Isabella
Balfour, figlia di un reverendo, fragile di nervi,
«alta, sottile, aquilina, elegante», non gli risparmia i sensi di colpa, anche se delega al marito e
alla governante l’educazione del figlio unico, a
cui ha regalato i suoi stessi occhi azzurri e la sua
stessa malattia ai polmoni, eredità di famiglia.
A nulla serviranno le difese di Louis, che crede
in una religione laica, senza dogmi, divieti, castighi. Louis è un inquieto perennemente in preda
alla malinconia, aggravata dalla tisi precoce: a diciott’anni — scrive Luciana Pirè nella bella prefazione all’edizione italiana delle lettere di Stevenson (Archinto) — «ha disputato diverse partite
amichevoli con la morte, “l’abitudine a questo
gioco” fa già parte della sua natura». Fatto sta che
saranno la salute e il padre i rovelli di cui non riuscirà a liberarsi. Nelle lettere lo troviamo sempre
in bilico tra l’attaccamento malgré tout alla famiglia d’origine, accessi liberatori («Amore alle fantesche! All’inferno il Papa»), voglia di fuga e di
trasgressione, piaceri basici, le taverne, il fumo, i
bordelli, gli amori faticosamente sottratti all’ostilità della famiglia. Due donne in particolare, più
anziane di lui, presenze quasi materne. A Frances
Sitwell, conosciuta nel 1873, 34 anni, bellissima,
colta, in crisi matrimoniale, provata dalla morte
di un figlio, scrive lunghe lettere di autocoscienza: su di lei rovescia per tre anni le sue ansie. La
chiama «cara amica», «madonna», persino «ma-
«Parlare con te è come col diavolo»
Le lettere di Stevenson al padre
La storia
Lo scrittore ateo
Robert Louis Stevenson nasce a
Edimburgo nel 1850. All’età di 17 anni il
bambino gracile e sognatore si tramuta in
un giovanotto ribelle, professandosi ateo
Le contraddizioni in famiglia
Figlio unico di Thomas, ingegnere
specializzato nella costruzione di fari,
temperò la freddezza scozzese con il brio
della madre francese, Margaret Isabella
La malattia e il matrimonio
Dalla mamma eredita i problemi di
salute. Durante un viaggio conosce Fanny
Osbourne, donna separata con figli, e la
sposa negli Stati Uniti. Morirà nel 1894
dre», mentre chiama «Madame» mamma Margaret. Alla stessa Frances comunica nel ’75 di aver
conosciuto, in Francia, Fanny Osbourne, un’americana trentaseienne in attesa di divorzio e con
due figli. La sposerà, la raggiungerà negli Stati
Uniti e lì sarà raggiunto a sua volta dagli strali del
costruttore di fari.
Quando trova varchi nella lugubre intransigenza paterna, Louis respira. Gli basta una camminata con lui per illudersi che qualcosa possa
cambiare: «È stata una giornata incantevole...
Dopo pranzo siamo scesi sulla costa per passeggiare un po’ lungo la riva tra Granton e Gramont
(...). Ce ne siamo rimasti stesi a lungo sulla spiaggia, con lo sciabordio del mare tra i sassi (...). Sono lieto di poter dire che la pace di questa giornata e lo scenario non sono stati turbati da malumori; credo che le cose tra noi vadano meglio». Si
sbaglia. Passano pochi giorni e confessa che conversare con suo padre è «come urlare a un mare
sordo o al diavolo in persona». È un «inferno
sconfinato» a dividerli: Thomas gli rinfaccia che
non avrebbe mai dovuto sposarsi per evitare di
mettere al mondo un nemico di Gesù, un essere
ingrato a chi si è fatto in quattro per garantirgli
una vita in grazia di Dio. Poi tutta la rabbia converge verso Bob, un amico di Louis che diventa il
capro espiatorio, la «gramigna» da estirpare. La
scena madre che scatena l’invettiva è la scoperta
di una «Società segreta» dissidente e antireligiosa che, più a scopo burlesco che con intenzioni
serie, il figlio ha messo su con alcuni compagni,
tra cui Bob. Pittore bohémien e spirito sovversivo, sarà lui a spingere il futuro scrittore a fuggire:
fuggiranno insieme dalla claustrofobica Edimburgo prima a Parigi e poi verso le colonie artistiche di Barbizon e Grez. Ne verranno altri anatemi.
Nemmeno i primi guadagni e i primi successi,
L’isola del tesoro è del 1883, allentano il risentimento del capofamiglia, che si dice costretto alla
rassegnazione. Altro che rassegnazione, gli scrive
Louis, dopo tanta diffidenza dovrebbe «suonare
il piffero con quanto fiato ha in gola». Scrivendo
alla madre, il «miscredente» Louis ironizza: «Con
grande dispiacere stamattina mio padre mi ha
propinato un’abbondante dose di Hyde». Poi le
cose cambiano di colpo, quando il «Signor Avvilimento» comincia a morire, nel 1887. La morte, l’8
maggio, porterà ripensamenti e persino rimorsi.
A distanza di tre mesi Stevenson si imbarcherà su
una nave in rotta verso le isole Samoa. Lasciando
per sempre quel «purgatorio meteorologico» che
è stata Edimburgo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Diario dalle vacanze
«CON GIUSI OCCHIATE E BATTUTE
È UN PERDERSI E RINCORRERSI»
di GIORGIO MONTEFOSCHI
C
aro Mario, sto facendo ora in attesa delle
undici, quando comincerà la festa dei francesi, alla quale sono stato invitato grazie a
Giusi che, come ti ho detto, qui conosce un po’
tutti. La festa si svolgerà su una terrazza che praticamente è attaccata alla nostra: basta aprire un
cancello. Adesso è spuntata la luna da dietro l’isolotto che abbiamo di fronte. L’isolotto proietta
dunque la sua ombra sul mare: è una situazione
molto omerica. Giusi, nella sua stanza, telefona,
manda mail, si trucca. Oggi la giornata è stata
piuttosto faticosa. Per essere in tiro stasera sono
andato a piedi fino a Monastiraki, da solo, e poi
sono tornato indietro a Roukounas. A Roukounas
ho nuotato per mezz’ora e dato una bella botta
all’abbronzatura. Per pranzo, un pomodoro e due
carote. Confesso di avere una fame notevole. Però
quella camicia bianca di lino che, ti ricordi, mettevo a Positano, mi sta quasi perfetta. Ora interrompo, perché Giusi mi dice che dobbiamo andare.
Magari finisco dopo. Giusi stasera è provocantissima. In bianco anche lei, con gonna ben sopra il
ginocchio, piedi nudi, collana di corallo. Mi sa che
andrò a piedi nudi anch’io…
Allora, eccomi. Sono di nuovo in attesa (indovina di chi?) e non rispondo della impeccabilità del
testo, perché la serata, dal punto di vista alcolico,
è stata massacrante: cocktail di tutti i tipi, ouzo,
whisky. Aggiungi che i padroni di casa, fino a
mezzanotte, volendo dare un tocco chic alla festa,
hanno servito unicamente patatine fritte e pistacchi. Poi, dopo la mezzanotte — quando eravamo
tutti mezzi sbronzi, avendo bevuto a stomaco
vuoto, spiedini e coppette con insalate di farro
(che io detesto). Basta. Gli spiedini, oltretutto,
sono stati spazzati via in dieci minuti. Comunque,
la festa è stata notevole: musica in sottofondo (i
Muse, i Coldplay, Theodorakis), gente piuttosto
simpatica, molta allegria, disimpegno, voglia di
cancellare tutte le brutte storie che ci inseguono, e
❜❜
Appuntamento
Per essere
in forma
ho camminato,
nuotato e dato
una bella botta
all’abbronzatu
ra
la luna. Età: dai venticinque alla nostra. Qualche
canna. Ma con molta disinvoltura. Anche Giusi ne
ha fumata una. Ne ho fumata una anch’io. Ad ogni
modo, vengo al dunque. Con Giusi è stato tutto
un perdersi e rincorrersi, un intreccio di cose
dette e di sottintesi, carezze di tipo amichevole e
altre leggermente meno, occhiate alla nostra terrazza, risate senza senso (sai quando due si guardano in silenzio e, all’improvviso, scoppiano a
ridere?), così… Per cui, poco fa, erano le due, le ho
messo un braccio attorno alle spalle e, senza bisogno di dir nulla, ho fatto per condurla verso casa
nostra. In quel momento — reduce chissà da dove
— è spuntato Alekos, l’argonauta. Giusi gli ha
detto una cosa in greco, facendomi cenno di precederla, lui le ha risposto con una frase che, essendo in greco, non ho capito ma l’ha deliziata, e
niente. Sono qui, sul terrazzo, immerso nella luce
lunare come in un liquido amniotico, rilassato;
contemplo il mare; lascio che i pensieri si impiglino e volino; ho acceso il lumetto del comodino
nella mia stanza e l’ho coperto per creare una luce
bassa; sul tavolino ho preparato ouzo e ghiaccio
per il night-cup e, da un momento all’altro, aspetto la mia gagliarda furlanona.
Ciao, caro.
Lucio
(9 — continua)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
C
on tutto l’affetto per le
colleghe della 27esima
Ora, blog di femmine del Corriere.it ormai diventato un’ammiraglia: ma ‘sti padri materni,
in vacanza, dove li vedete? Ieri
Maria Luisa Villa e Giovanna
Pezzuoli ci hanno fornito dati
non entusiasmanti ma semiincoraggianti. E ci hanno raccontato storie di padri interessanti. Si chiedono come «incarnare la figura simbolica del
padre materno senza rinunciare all’autorevolezza». Problema: la maggior parte di noi
incontra/frequenta/si riproduce con padri né moderni né
autorevoli. Casomai, ansiosi e
rompiscatole, esattamente
come siamo state o siamo noi.
Lo si vede, a fine luglio, sulle
nostre spiagge; col tempo incerto che rende più nervosi.
Tra le famiglie con pupi che
fanno pochi giorni di mare,
come in quelle in cui resiste la
divisione borghese dei ruoli
(mamma deportata per la stagione/babbo che arriva nel
weekend), regna più o meno la
stessa armonia che c’è in questi giorni nell’emiciclo del
Senato. Dati ambedue i genitori sul bagnasciuga, detti genitori faranno alternativamente a
gara per intrattenere/alimentare/far nuotare la prole; o per
sbolognarla l’uno/a all’altra/o.
Il secondo caso è più divertente. La mamma scappa in un
altro stabilimento con le amiche, il papà usa vecchi trucchi
e si nasconde dietro il giornale
(lo compra nel weekend scopo
occultamento). Le creature
finiscono in carico a genitori
meno svelti o più miti. I quali,
per tenere occupati tutti i piccini, magari si mettono a costruire un castello di sabbia. Va
tutto bene, finché qualche
padre veramente accuditivo
vuole unirsi col suo pupo, e si
mette a obiettare su statica e
idraulica del castello. Se non
gli si dà retta, dice «guardi,
sono un ingegnere». Si preferirebbe di no (non che non fosse
ingegnere, che non rompesse
le scatole, ovvio).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’axforisma di J-Ax
Uno dei miei amici più duri mi ha
confessato le paure più grandi della
sua vita: quel giorno che, lanciandosi,
il paracadute ha avuto un
malfunzionamento, e quella sera che
ha dimenticato l’iPhone senza Pin a
casa della ragazza. Ancora trema
22
italia: 51575551575557
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
AVVISO A PAGAMENTO
ENERGIA PULITA ?
IL GOVERNO RENZI DICE
NO GRAZIE”
“
Con la recente approvazione al Senato del DL Competitività e della norma “spalma-incentivi” in esso contenuta, il Governo Italiano
ha deciso che non è più tempo di sostenere la green economy.
Il previsto taglio retroattivo delle risorse destinate agli impianti fotovoltaici non solo farà fallire migliaia di aziende produttrici
di energia, comprese molte piccole e medie imprese (PMI), ma metterà anche in crisi l’intera filiera e le tantissime imprese
manifatturiere che hanno investito nel fotovoltaico per autoprodursi l’energia e rilanciare la propria competitività.
Si fermano gli investimenti in ricerca e innovazione delle tante imprese italiane che hanno scommesso sulle nuove tecnologie
(accumulo, SEU, smart grids).
Si allontanano definitivamente gli investitori esteri, che avevano sottoscritto contratti e creduto nelle potenzialità del mercato
italiano sulla base di parametri e rendimenti che ora invece vengono modificati in maniera retroattiva e unilaterale, creando un
enorme danno reputazionale al Paese.
L’obiettivo di ridurre il prezzo dell’energia per le PMI italiane è pienamente condiviso e può essere raggiunto con soluzioni alternative.
Il settore dell’energia rinnovabile di fatto gioca un ruolo determinante nell’abbattimento nel tempo del prezzo all’ingrosso dell’energia
elettrica, che rispetto ad un anno fa è calato da 70 a 45 € /MWh. Ma il calo dei prezzi all’ingrosso continua a non riflettersi in bolletta,
non certo per colpa delle rinnovabili.
La Camera dei Deputati può ancora intervenire per stralciare la norma.
Chiediamo che si apra subito un tavolo tecnico che valuti le proposte alternative che già esistono e sono percorribili. Serve
solo la volontà di discuterle.
La green economy è il futuro. Non fermatela.
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
23
italia: 51575551575557
Economia
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Pubblica amministrazione Sì allo sblocco di 4 mila ritiri nella scuola, sarebbe la settima deroga alla legge Fornero
Primari e docenti, pensione dopo i 68 anni
La Camera alza la soglia di età prevista per le uscite obbligatorie
Per professori universitari e
medici primari il pensionamento d’ufficio potrà scattare dopo i
68 anni. È una delle novità del
decreto legge di riforma della
Pubblica amministrazione contenuta in un emendamento del
relatore in commissione Affari
costituzionali della Camera,
Emanuele Fiano (Pd). Il provvedimento ora è in attesa del parere
della commissione Bilancio, prima di tornare nell’aula di Montecitorio. Dopo la polemica di questi giorni per l’abbassamento
obbligatorio a 65 anni del pensionamento di medici e professori, viene dunque rivista al rialzo la soglia minima. Per i medici
ospedalieri il limite resta 65 anni, mentre per i ricercatori universitari scende a 62. Ma intanto
è scontro aperto tra i rettori e il
governo: a prendere le difese
della categoria è il presidente
della Crui (conferenza rettori),
Stefano Paleari, che ha scritto al
ministro dell’Istruzione, Stefania
Giannini, per chiedere che ciò
che riguarda l’università sia oggetto di un provvedimento apposito.
la Camera ieri ha detto «sì» allo
sblocco dei 4 mila pensionamenti nella scuola, «nonostante
— spiega il presidente Francesco
Boccia (Pd) — il parere contrario
del ministero dell’Economia»,
motivato dalla contrarietà della
Ragioneria ma superato dalla
«spinta all’innovazione» della
commissione. Parole che hanno
lasciato l’amaro in bocca al Mef
In realtà la vera deroga alla
legge Fornero sulle pensioni è altrove: nella salvaguardia dei cosiddetti «quota 96», i 4 mila insegnanti e collaboratori scolastici che sono rimasti impigliati tra
i vecchi e i nuovi criteri pensionistici e che, dopo 31 mesi di attesa, dovrebbero ora poter andare in pensione dal 1° settembre.
La commissione Bilancio del-
dove, sottolinea che le obiezioni
della Ragioneria non erano assolute ma riguardavano la particolarità che le coperture venissero
da tagli lineari ma anche il fatto
che gli insegnanti «quota 96» un
lavoro ce l’hanno, a differenza di
altre categorie «salvaguardate»,
e che in questo modo si smonta
pezzo pezzo la legge Fornero.
E infatti se la soluzione per i
«quota 96» diventerà legge, salirà a sette il numero delle deroghe alla contestata riforma dell’ex ministro del Lavoro del governo Monti, Elsa Fornero, tutte
relative a varie categorie di «esodati». La prima salvaguardia,
prevista dal decreto Salva-Italia,
ha riguardato 65 mila lavoratori
e ha trovato attuazione con il decreto ministeriale 1° giugno
Le novità
170 mila esodati salvaguardati
Sono 170 mila le persone salvaguardate rispetto alla legge Fornero, che ha
subìto finora sei deroghe
I «quota 96» possono andare a casa
Con il dl sulla Pa si dà il via libera al
pensionamento dei 4 mila «esodati»
della scuola dal 1° settembre
Via dal lavoro a 68 anni
Per professori universitari e medici
primari il pensionamento d’ufficio potrà scattare dopo i 68 anni, e non 70
2012. La seconda è stata prevista
dal decreto legge 95 del 2012
(«spending review») per altri 55
mila lavoratori. La terza è stata
inserita nella legge di Stabilità
per il 2013 e ha riguardato 10.130
lavoratori. La quarta, che ha interessato 6.500 persone, è stata introdotta con il decreto legge 102
del 31 agosto 2013, convertito
dalle legge 124/2013 (successivamente il decreto 101/2013 ha
disposto un ulteriore contingente di 2.500 lavoratori, familiari di
disabili che abbiano assistito il
disabile nel 2011). La quinta salvaguardia è stata introdotta dalla
legge di Stabilità 2014 e riguarda
23 mila pensionandi. La sesta è
stata approvata alla Camera lo
scorso mese, riguarda 32 mila
persone e aspetta il via libera del
Senato. «In totale le deroghe alla
Fornero costano 11 miliardi e
600 milioni — sintetizza Cesare
Damiano, presidente commissione Lavoro alla Camera —. Ma
sono giuste perché mettono al
riparo 170 mila persone che sarebbero diventate nuovi poveri».
Valentina Santarpia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mediobanca L’analisi: per i primi 50 gruppi quotati fatturato in calo del 5%, le aziende private hanno tenuto meglio delle pubbliche
Lo stipendio dei top manager?
È 36 volte quello dei loro dipendenti
Valori in miliardi di euro
Chi ha guadagnato di più (2009-2013)
dividendi
11,9 Iincassati
30,5
miliardi dallo Stato
4,3
2,8
2,6
2,3
I dividendi
incassati
miliardi dai privati
2,0
1,3
1,2
1,2
1,0
Edizione
18,2
Fonte: R&S Mediobanca
5,7
Salini
Impregilo
AUTOSTRADA BRESCIA VERONA VICENZA PADOVA S.P.A.
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
Società Appaltante: Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova SpA Via F.Gioia, 71 - 37135 Verona - Tel. 045/8272.222 - Fax: 045/508199 - sito
internet: http://www.autobspd.it - e-mail: autobspd@autobspd.it
Procedura di gara: aperta, ai sensi dell’art. 55, D.Lgs. 12 Aprile 2006,
n. 163 e s.m.
Data aggiudicazione: 24/06/2014.
Criterio di aggiudicazione: art. 82, comma 2, lettera a), D.Lgs. 163/2006 e
s.m., ovvero criterio del prezzo più basso, determinato mediante ribasso
percentuale sull’elenco prezzi posto a base di gara.
Offerte ricevute: Lotto 3 - 107 (centosette), Lotto 6 - 121 (centoventuno).
Operatore aggiudicatario: Lotto 3 - Consultecno S.r.l., Contrà San Francesco,
65 - 36100 Vicenza (VI) - ribasso offerto: 25,8130%, Lotto 6 - Adriacos S.r.l.,
Via Giovanni Agnelli, 2 - loc. Crosere - 33053 Latisana (UD) - ribasso offerto:
25,6190%.
Natura dei lavori e luogo di esecuzione: lavori per il rifacimento del manto
d’usura e degli strati sottostanti della pavimentazione dell’Autostrada A4,
tratto Brescia - Padova, dell’Autostrada A31 della Valdastico, della
Tangenziale Sud di Verona e pertinenze esterne, suddivisi nei seguenti
due lotti:
Lotto 3: Importo a base d’asta: € 3.921.499,52 di cui € 82.641,74 per oneri
diretti per la sicurezza, € 137.131,67 per costi specifici per la sicurezza ed € 516.164,27 per costi del personale.
Lotto 6: Importo a base d’asta: € 1.626.292,21 di cui € 34.272,51 per oneri
diretti per la sicurezza, € 21.927,54 per costi specifici per la sicurezza
ed € 236.108,04 per costi del personale.
L’elenco degli offerenti è rilevabile nell’Area Fornitori, Sezione Bandi e Concorsi
del sito web www.autobspd.it.
Il Presidente - Flavio Tosi
si tutto — per quella privata il
90,7% del giro d’affari è all’estero — e cambia la geografia dei mercati: l’Italia ha perso
il 27%, il resto dell’Europa è
cresciuto del 14%. Sempre per
effetto Fiat-Chrysler sono
quadruplicate le vendite negli
Usa, mentre sono lievitate del
70% in Asia e resto del mondo.
Ciò significa che nel 2013 i nostri big industriali hanno realizzato il 49% del fatturato nelle Americhe, il 35% in Europa,
e meno del 10% è venuto dall’Italia. Asia e resto del mondo
valgono il 16%.
L’occupazione è ferma. E,
da notare, nel pubblico poco
meno di un dipendente su due
lavora all’estero mentre nella
manifattura pubblica si sale a
tre su quattro.
Anche se rallentano il passo, i campioni per utili e dividendi restano i big pubblici:
Pirelli & C.
Codice: AGA03 - 2014 - G0017
CIG:
Lotto 1B: 5635736478
Lotto 2B: 563577115B
multiplo medio è 82, il «semplice» consigliere delegato
guadagna 45,7 volte di più e
un direttore generale 21,1.
Il fatturato dei superbig è
calato del 5% nel 2013 e del
2,8% nei primi tre mesi di quest’anno. La frenata sarebbe
però stata più ampia senza il
contributo della manifattura
privata. L’anno scorso il calo
dei ricavi per i maggiori gruppi pubblici, soprattutto energia e utility, è stato del 7,7%
mentre i big privati hanno limitato la contrazione all’1,9%
grazie al manifatturiero, che
ha registrato una ripresa dell’1,5%. Molto è dovuto all’effetto Fiat-Chrysler: «senza» le
private avrebbero registrato
una flessione dello 0,3%. Nella
prima parte 2014 il pubblico
cala del 7,6% mentre il fatturato dei privati sale del 5,7%.
La manifattura esporta qua-
Parmalat
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Privato «batte» pubblico,
ma soprattutto il primato va
alla manifattura: l’Italia dei
grandi gruppi conferma che la
ripresa del Paese deve affidarsi alla fabbrica. Lo illustra l’ultima analisi di R&S-Mediobanca sui 50 big quotati. Dal
rapporto arriva poi un’altra
conferma significative: nelle
imprese è maxi la distanza fra
le remunerazioni, in media
quelle delle figure di vertice
sono pari a 36,4 volte il costo
del lavoro, in pratica una vita
professionale. L’«utopia» di
Adriano Olivetti («nessuno
guadagni più di 10 volte il salario minimo») è certo molto
lontana: il divario massimo in
aziende industriali fra i compensi cash (senza stock option) di figure apicali e il costo
medio per dipendente è pari a
278 volte. Per un presidente e
amministratore delegato il
Prada
Dividendi «pubblici»
Nel 2009-2013 l’Eni ha
consegnato allo Stato
dividendi per 5,7
miliardi, l’Enel 3,1
Luxottica
Group
Daniela Polizzi
Exor
operazioni firmate da F2i.
Ossia all’investimento da
circa 700 milioni che
porterà al 70% del polo
rinnovabili di Edison. Il
nastro sarà tagliato
giovedì 31. F2i e il gruppo
dell’energia controllato da
Edf e guidato dal ceo Bruno
Lescoeur (nella foto) si
apprestano a disegnare i
contorni del terzo polo
delle rinnovabili dopo Enel
green power ed Erg. Ai
nastri di partenza ci sono
600 megawatt tra solare ed
eolico, che saliranno a
mille entro un anno. E
l’ambizione, nonché le
munizioni degli azionisti,
per aggregare altre realtà.
Terna
ltimo bilancio per Vito
Gamberale che, come
promesso, si appresta a
lasciare la guida del fondo
F2i al traguardo dei 70
anni (li compie il 3 agosto).
I conti semestrali
approvati dal cda di ieri
segnano un ritorno
sull’investimento dell’11%
per il primo fondo e del 25%
per il secondo. Il board ha
poi deciso di distribuire 110
milioni agli azionisti come
dividendo per quest’anno.
Ma oltre ai conti il board
ha anche dato il via libera a
una delle maggiori
Snam
U
Enel
EDISON-F2I,
VIA LIBERA
AL TERZO POLO
DI ENERGIA VERDE
Eni
La lente
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D’ARCO
fra il 2009 e il 2013 l’Eni ha cumulato un risultato di 30,5
miliardi e ne ha «consegnati»
allo Stato 5,7, l’Enel ha guadagnato 18,2 miliardi e ne ha
versati 3,1 all’azionista statale:
il rapporto dividendo-prezzo
medio è stato rispettivamente
del 6,6 e 6,5% (per Terna e
Snam è stato del 7 e del 6,7%).
Infine nell’annuario dei primi 50 big vengono registrate
le cariche cumulate nei board
dai super-manager. Al top ci
sono Sergio Marchionne con
sette, tutte nel gruppo Exor;
Monica Mondardini sei, di cui
cinque in Cir e una in Atlantia;
Gilberto Benetton ne cumula
quattro interne a Edizione e
un posto in Mediobanca; cinque cariche anche per Francesco Caltagirone, quattro nel
suo gruppo e una in Acea.
Sergio Bocconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Codice: AGA02 - 2014 - G0006
CIG:
Lotto 1B: 5635736478
Lotto 2B: 563577115B
AUTOSTRADA BRESCIA VERONA VICENZA PADOVA S.P.A.
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
Società Appaltante: Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova SpA Via F.Gioia, 71 - 37135 Verona - Tel. 045/8272.222 - Fax: 045/508199 sito internet: http://www.autobspd.it - e-mail: autobspd@autobspd.it.
Procedura di gara: aperta, ai sensi dell’art. 55, D.Lgs. 12 Aprile 2006,
n. 163 e s.m.
Data aggiudicazione: 24/06/2014.
Criterio di aggiudicazione: art. 82, comma 2, lettera a), D.Lgs. 163/2006 e
s.m., ovvero criterio del prezzo più basso, determinato mediante ribasso
sull’elenco prezzi posto a base di gara.
Offerte ricevute: Lotto 1B - 152 (centocinquantadue), Lotto 2B - 132
(centotrentadue).
Operatore aggiudicatario: Lotto 1B - Italbeton S.r.l., Via Doss Trento, 45 38100 Trento (TN) - ribasso offerto: 17,2830%, Lotto 2B - Impresa F.lli Capparotto di Capparotto Enzo & C. S.n.c., Via Levico, 7 - 350353 Mestrino (PD)
- ribasso offerto: 17,9090%.
Natura dei lavori e luogo di esecuzione: interventi urgenti e non programmabili sulle pavimentazioni, in tratti sparsi di corsie e carreggiate, delle
Autostrade A4 e A31, raccordi esterni e pertinenze, suddivisi nei seguenti
due lotti:
Lotto 1B: importo a base d’asta € 1.150.000,00 di cui € 22.105,11 per oneri
diretti per la sicurezza, € 66.108,42 per costi specifici per la sicurezza ed € 171.985,14 per costi del personale;
Lotto 2B: importo a base d’asta € 1.374.000,00 di cui € 26.673,41 per oneri
diretti per la sicurezza, € 66.108,42 per costi specifici per la sicurezza ed € 204.753,65 per costi del personale.
L’elenco degli offerenti è rilevabile nell’Area Fornitori, Sezione Bandi e Concorsi
del sito web www.autobspd.it.
Il Presidente - Flavio Tosi
24
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
CASA S.p.A.
Via Fiesolana n. 5 - 50121 FIRENZE
Tel. 055/226241 - Fax 055/22624269
www.casaspa.it
CAPITALVITA
ESTRATTO DI BANDO DI GARA
DESCRIZIONE: procedura di gara con procedura aperta da
aggiudicare con il criterio del’offerta economicamente più
vantaggiosa ex art. n. 83 D.lgs 163/2006 per l’affidamento
del servizio di coperture assicurative di CASA S.p.A..
Stazione Appaltante CASA S.p.A. Lotto 1 - Incendio - CIG
5851928BBE; Lotto 2- RCT/O - CIG 58519448F3; Lotto 3 Tutela Legale - CIG 58520310C1; Lotto 4 - Infortuni Dirigenti
+ Infortuni Conducenti - CIG 5852043AA5; Lotto 5 - Furto
- CIG 585205548E; Lotto 6 - Elettronica - CIG 58520608AD.
AMMONTARE DELL’APPALTO:
Lotto
Valore annuo Valore intero periodo
1 Incendio
€ 150.000,00
€ 450.000,00
2 RCT/O
€ 50.000,00
€ 150.000,00
3 Tutela Legale
4 Infortuni Dirigenti/
Infortuni Conducenti
5 Furto
€ 12.000,00
€ 36.000,00
6 Elettronica
Totale
€ 8.000,00
€ 24.000,00
€ 4.000,00
€ 12.000,00
€ 4.000,00
€ 12.000,00
€ 228.000,00
€ 684.000,00
CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente
più vantaggiosa. DURATA: la durata dei servizi oggetto
dell’appalto è triennale. La documentazione di gara è a
disposizione dei concorrenti presso CASA S.p.A. previo
appuntamento. Il Bando integrale,il disciplinare di gara e
l’intera documentazione di gara è visionabile e scaricabile
sul sito internet www.casaspa.it dal giorno 04.08.2014.
TERMINE RICEVIMENTO OFFERTE: ore 13,00 del giorno
29.09.14. DATA GARA: 30.09.14 ore 11,30.
IL DIRETTORE GENERALE - Arch. Vincenzo Esposito
Codice Gestione: 006
CAPITALPREVI
Codice Gestione: 007
Codice Impresa: 421
PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE
DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
Descrizione categoria
Alla chiusura
del semestre
di riferimento
30/06/2014
importi da libro mastro (1)
100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso
200 Titoli di capitale
300 Altre attività patrimoniali
400 Passività patrimoniali
1000 Saldo attività della gestione separata
Codice Impresa: 421
Codice Gestione: 009
PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE
DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
SEMESTRE DI RIFERIMENTO: 1 GENNAIO 2014 - 30 GIUGNO 2014
Redatto il 24 luglio 2014
VALORPREVI
SEMESTRE DI RIFERIMENTO: 1 GENNAIO 2014 - 30 GIUGNO 2014
Redatto il 24 luglio 2014
Alla chiusura
del periodo
di riferimento precedente
31/12/2013
Descrizione categoria
importi da libro mastro (1)
Alla chiusura
del semestre
di riferimento
30/06/2014
importi da libro mastro (1)
100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso
11.230.551.890
9.720.934.409
237.488.008
217.595.282
200 Titoli di capitale
1.085.302.377
797.149.318
300 Altre attività patrimoniali
-30.579
-20.442
12.553.311.696
10.735.658.567
400 Passività patrimoniali
1000 Saldo attività della gestione separata
(1) al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell'apposita sezione del libro mastro.
Codice Impresa: 421
PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE
DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO
Alla chiusura
del periodo
di riferimento precedente
31/12/2013
SEMESTRE DI RIFERIMENTO: 1 GENNAIO 2014 - 30 GIUGNO 2014
Redatto il 24 luglio 2014
Alla chiusura
del semestre
di riferimento
30/06/2014
Descrizione categoria
importi da libro mastro (1)
207.929.746
210.976.137
4.679.027
4.368.703
10.592.768
7.320.353
-9.785
-6.541
223.191.756
222.658.652
(1) al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell'apposita sezione del libro mastro.
Alla chiusura
del periodo
di riferimento precedente
31/12/2013
importi da libro mastro (1)
100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso
-
-
-
1.464
-
-
-
2.478.681
-
200 Titoli di capitale
300 Altre attività patrimoniali
400 Passività patrimoniali
1000 Saldo attività della gestione separata
importi da libro mastro (1)
2.477.217
(1) al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell'apposita sezione del libro mastro.
COMUNE DI MILANO
Direzione Centrale Sviluppo del Territorio
Settore Pianificazione Urbanistica Generale
AVVISO DI GARA
Determinazione a contrattare n. 23 del 3/07/2014
AFFIDAMENTO DELLA CONCESSIONE
D’USO DELL’IMMOBILE GIA’ DENOMINATO
“VILLA CAIMI-FINOLI” E DELLE RELATIVE
PERTINENZE, SITO IN VIA ALDINI/PIOMBINO,
NONCHE’ DELLA CONCESSIONE IN DIRITTO
DI SUPERFICIE DELLE AREE CONFINANTI,
DA DESTINARSI A SERVIZI DI INTERESSE
PUBBLICO E GENERALE
Tipo di procedura: aperta, aggiudicazione all’offerta
economicamente più vantaggiosa. Durata della concessione: - per l’affidamento della concessione in
uso dell’immobile denominato Villa Caimi-Finoli e
delle sue pertinenze perimetrate e individuate come
Ambito A, un periodo minimo di 20 anni e massimo
di 40 anni, prorogabile; - per l’affidamento della
concessione in diritto di superficie degli immobili
compresi nell’Ambito B, una durata massima di 60
anni, prorogabile. Termine di ricevimento delle offerte: 31/10/2014 - ore 12,00. Seduta pubblica
(apertura plichi): 4/11/2014 - ore 11:00 (in Via G.B.
Pirelli n. 39 - 20124 Milano). Condizioni di partecipazione: vedi Avviso integrale di Gara, Capitolato
Speciale di concessione ed altri allegati disponibili
sul sito http://www.comune.milano.it, alla sezione
Servizi on-line / Bandi e avvisi di gara.
Il Responsabile del Procedimento
Angelo Daniele Isella
Pubblicazione In conformità alle normative IVASS vigenti. Polizze rivalutabili individuali e collettive di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione.
CARDIF VITA Compagnia di Assicurazione e Riassicurazione S.p.A.
Sede Legale e Direzione: 20132 MILANO - Via Tolmezzo, 15 Palazzo D
PROVINCIA DI SIENA
SETTORE FORMAZIONE, LAVORO, SVILUPPO ECONOMICO E RURALE
AVVISO PUBBLICO PROVINCIALE PER LA PRESENTAZIONE
DI PROGETTI FORMATIVI FINALIZZATI AL CONSEGUIMENTO DI UNA QUALIFICA
PROFESSIONALE PER SOGGETTI CHE HANNO ASSOLTO L’OBBLIGO DI
ISTRUZIONE E SONO FUORIUSCITI DAL SISTEMA SCOLASTICO (DROP-OUT)
con l’applicazione di tabelle Standard dei costi di cui alla DGR 240/2011
Anno Formativo 2014-2015
Il Settore Formazione, Lavoro, Sviluppo Economico e Rurale ha emanato con Determinazione Dirigenziale n. 1947 del 18/07/2014 un “AVVISO PUBBLICO PROVINCIALE
PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI FORMATIVI FINALIZZATI AL CONSEGUIMENTO DI UNA QUALIFICA PROFESSIONALE PER SOGGETTI CHE HANNO ASSOLTO
L’OBBLIGO DI ISTRUZIONE E SONO FUORIUSCITI DAL SISTEMA SCOLASTICO
(DROP-OUT) con l’applicazione di tabelle Standard dei costi di cui alla DGR
240/2011 - Anno Formativo 2014- 2015”, con risorse del Piano esecutivo regionale
della Garanzia per i giovani (Fondi YEI) pari a € 513.324,00. Le domande, corredate
della relativa documentazione, dovranno pervenire alla Provincia di Siena, Settore Formazione e Lavoro, Via Pantaneto n. 101 - 53100 Siena - entro le ore 13.00 del
31/08/2014. L’Avviso integrale è pubblicato sul sito www.impiego.provincia.siena.it
nella Sezione tematica “Bandi”. Per informazioni contattare il Settore Formazione, Lavoro, Sviluppo Economico e Rurale, Via Pantaneto, 101 Siena dal lunedì al venerdì dalle
ore 9.00 alle ore 13.00, al seguente indirizzo email: bucalossi@provincia.siena.it.
IL DIRIGENTE - Dr.ssa SIMONETTA CANNONI
AZIENDA OSPEDALIERA
SAN CAMILLO FORLANINI
P.ZZA C. FORLANINI, 1 00151 ROMA
ESTRATTO AVVISO DI GARA ESPERITA PER
IL SERVIZIO DI NOLEGGIO FOTOCOPIATORI
Questa Azienda con deliberazione n. 147 del
02/07/2014 ha aggiudicato la gara a procedura
aperta per l’affidamento del servizio di noleggio
ed assistenza on site di apparecchiature multifunzioni per la stampa digitale con funzioni di
fotocopiatrici, per le necessità dell’Azienda
ospedaliera San Camillo-Forlanini, per un periodo di mesi 48 per l’importo complessivo di €
366.409,42 C/IVA. Codice CIG: 56939972F8. E’
risultata aggiudicataria la Ditta Digital Group
S.r.l. di Roma. L’avviso di aggiudicazione è stato
inviato alla GUUE il 16/07/2014 e pubblicato
sui siti internet http://www.regione.lazio.it,
http://www.serviziocontrattipubblici.it e sul
sito internet dell’Azienda http://www.scamilloforlanini.rm.it/benieservizi da ciascuno dei
quali può essere tratta ogni ulteriore informazione. Responsabile del Procedimento: Dott.
Paolo Farfusola.
IL DIRETTORE GENERALE
(Dott. Antonio D’Urso)
REGIONE TOSCANA
ESTAV Nordovest
Sede Legale: Via Cocchi 7/9 Loc. Ospedaletto - 56121 Pisa
ESITO DI GARA PER ESTRATTO
Si rende noto che Estav Nordovest con Deliberazione n. 242
del 14.7.2014 ha aggiudicato la seguente procedura di gara:
Servizio di allestimento di preparazioni galeniche per l’AUSL
1 Massa e Carrara. Tutti gli atti sono disponibili sul sito Aziendale: http://www.estav-nordovest.toscana.it/delibere.php.
Il Direttore
U.O.C. Acquisizione servizi ed attività territoriale
f.to Dr. Antonio Riccò
TRIBUNALE DI MILANO
Estratto bando di gara
Stazione appaltante: Agenzia del Demanio - Direzione Centrale Manutenzione, Contratti e Beni Confiscati - Gare - Via Barberini 38 00187 ROMA - Tel. 06.423671 - Fax. 06.42367310 - e-mail:
dg.Gare@agenziademanio.it. Oggetto: servizio di progettazione definitiva, progettazione esecutiva, coordinamento della sicurezza in
fase di progettazione ed esecuzione per l’immobile denominato “Padiglione 14 ex ospedale L. Bonomo”, ubicato in Bari, via Giulio Petroni. Procedura di gara: procedura aperta, ai sensi dell’art. 55, co.
5, del D.Lgs. 163/06. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Valore stimato massimo dell’appalto:
€ 344.716,84 oltre IVA e CNPAIA. Documentazione: il bando integrale, trasmesso alla GUUE in data 08/07/2014 e pubblicato sulla
G.U.R.I. n. 80 del 16/07/2014, è consultabile unitamente al capitolato,
al disciplinare di gara ed ai relativi allegati sul sito www.agenziademanio.it. Termine ultimo e luogo per la presentazione delle
offerte: ore 12:00 del 06/10/2014 all’indirizzo della stazione appaltante. Responsabile del Procedimento: arch. Fulvio Berretta, e-mail
fulvio.berretta@agenziademanio.it.
Il Direttore Centrale - Bruno Fimmanò
SAF S.r.l.
IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA
Con provvedimento in data 28 luglio 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato
l’avvio della procedura di vendita della partecipazione detenuta da SAF S.r.l. in A.S. nel Consorzio
Stabile Operae - Tecnologie e Sistemi Integrati di
Costruzione.
Pertanto, i soggetti interessati all’acquisto del
Complesso “Quadrilatero” potranno partecipare
alla due diligence delle procedure di cessione di
Impresa S.p.A. in A.S. e di Dirpa S.c. a r.l. in A.S.
Il Commissario Straordinario di SAF S.r.l. in A.S.
Prof.ssa Daniela Saitta
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CP 51/2014: Il Tribunale di Milano Sezione Fallimenti con decreto in data
26.6.2014 dep. 30.6.2014 ha dichiarato
aperta la procedura di concordato preventivo dell’impresa: E. SIANI S.P.A. IN
LIQUIDAZIONE, con sede legale in Milano Via Leopoldo Cicognara, 2. Il Tribunale ha delegato alla procedura il G.D.
Filippo D’Acquino; ha nominato Commissario Giudiziale: Dott. Luigi Donzelli C.so
Sempione 72 Milano; ha fissato la data
del 13.10.2014 alle ore 10,00 per l’adunanza dei creditori presso l’aula B,
piano I, lato Via San Barnaba del Palazzo
di Giustizia. M0013694
TRIBUNALE DI MILANO
MELZO - VIA MARTIRI DELLA LIBERTA’ 44 “CENTRO
DIREZIONALE TANGRAM” - LOTTO 1: Uffici P.1° 503
mq (25 vani). Pavimenti misti piastrelle ceramica e moquette, partizioni interne pareti cartongesso con porte
legno, controsoffitti in fibra minerale, bagni pavimentazione e rivestimento piastrelle ceramica. Prezzo base
€ 620.000,00. LOTTO 2: Uffici P.3° 422 mq (12 vani).
Prezzo base € 520.000,00.LOTTO 3: Uffici P.4° 289 mq
e terrazzi 65 mq. Prezzo base € 360.000,00. LOTTO 4:
n. 2 magazzini, 1 sala ristoro, 1 bagno e 2 “locali tecnici” contenenti materiale per ascensori, totale 414 mq.
Pavimentazione piastrelle ceramica e porte alluminio.
Prezzo base € 250.000,00. LOTTO 5: n. 12 posti auto
piano interrato 570 mq. Pavimentazione in cemento lisciato. Prezzo base € 280.000,00. LOTTO 6: n. 3 posti
auto esterni. Prezzo base € 10.000,00. LOTTO 7: Lotto
comprendente beni di cui ai lotti 4,5 e 6: n. 2 magazzini
piano interrato lotto 4, n. 4 posti auto piano interrato
lotto 5 (da sub. 716 a 719), n. 3 posti auto esterni lotto
6. Prezzo base € 70.000,00. Vendita senza incanto 1010-14 h 13:15. G.D. Dr.ssa Simonetti. Curatore Dr. Corrado A. tel. 0255189312. Per informazioni e visita
immobile Dr. Belloni A. tel. 3487863595. Rif. Fall.
148/13. M0013855
TRIBUNALE DI MILANO
C.P. 2/2014: Il Tribunale di Milano Sezione Fallimenti con decreto in data
19.6.2014 dep. 20.6.2014 ha dichiarato aperta la procedura di concordato
preventivo dell’impresa Unimatic Engineering srl in Liquidazione, con sede
in Milano, Viale Brianza 20. Il Tribunale
ha delegato alla procedura il G.D.
Dott.ssa Amina Simonetti; ha nominato Commissario Giudiziale il Dott.
Andrea Simonetti; ha fissato la data
del 15.10.2014 alle ore 12,00 per
l’adunanza dei creditori presso l’aula
B, piano I, lato Via San. Barnaba del
Palazzo di Giustizia. M0013446
Tribunale di Milano
TRIBUNALE DI MILANO
Tribunale di Milano
Fall. 584/2009: Tribunale Milano Fallimento Convertflex s.r.l esamina manifestazioni interesse per l’acquisto ramo
aziendale operativo di produzione di
buste in plastica e lavorazioni di plastica in genere. Esse dovranno pervenire entro il 12.9.2014 all’indirizzo pec
f584.2009milano@pecfallimenti.it con
allegata copia assegno circolare intestato al fallimento quale cauzione pari
al 10% del prezzo offerto. Modalità
di vendita decise dal Giudice con
successiva ordinanza. Per ogni altra
informazione inviare mail al curatore
all’indirizzo pec. M0013662
CP. 190/2013: Techlab srl in liquid.
vende, senza incanto, in Milano: Lotto 1,
Via A. Papa 30, n. 2 immobili uso ufficio,
piano 9 e 10 (mq. 1360); n. 2 immobili
uso magazzino, piano seminterrato (mq.
621), n. 12 posti auto coperti, alcuni
doppi. Prezzo base € 4.957.000,00, rilancio € 25.000,00. Lotto 2, Via Fioravanti
5, immobile cielo/terra (mq. 1761)
con annessa autorimessa (mq. 306).
Prezzo base € 5.940.000,00, rilancio
€ 25.000,00. Asta in data 25.9.2014, ore
15, presso lo studio del notaio Salvatore
D’Avino di Milano, C.so Vittorio Emanuele II n. 30. Per informazioni e visite
telefonare a Dr. Maxia, 0254102495 maxianevio@tin.it. M0013932
C.P. 26/2014: Il Tribunale di Milano
Sezione Fallimenti con decreto in data
19.6.2014 dep. 23.6.2014 ha dichiarato aperta la procedura di concordato
preventivo dell’impresa GANGEMI
SRL con sede in Milano Via Plezzo 80.
Il Tribunale ha delegato alla procedura
il G.D. Dott.ssa Simonetta Bruno; ha
nominato Commissario Giudiziale il
Dott. Vincenzo Masciello Via Boccaccio n. 7 - 20123 Milano; ha fissato la
data del 24.9.2014 alle ore 13,15 per
l’adunanza dei creditori presso l’ufficio
del Giudice Delegato nel Palazzo di
Giustizia.
TRIBUNALE DI MILANO
TRIBUNALE DI MILANO
CONCORDATO PREVENTIVO N. 307/2013
Il Tribunale di Milano Sezione Fallimenti
con decreto in data 12/06/2014 dep.
17/06/2014 ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo dell’impresa
VERCONSULT SPA IN LIQUIDAZIONE CON
SEDE IN MILANO PIAZZA VELASCA N. 4 Il
Tribunale ha delegato alla procedura la
dott.ssa Irene Lupo; ha nominato un collegio di commissari giudiziali: dott. Lorenzo
Buraggi, Corso Europa n. 10 Milano; dott.
Federico Vigevani, Via Santa Sofia n. 27 Milano; avv. Marco Angelo Russo, Bastioni di
Porta Volta n. 7 Milano; ha fissato la data
del 5/11/2014 alle ore 13,30 per l’adunanza
dei creditori presso l’aula B, piano I, lato Via
San Barnaba del Palazzo di Giustizia.
M0013408
Finraf S.p.A. invita a presentare offerta irrevocabile
di acquisto, ad un prezzo non inferiore ad euro
7.500.000,00 (settemilionicinquecentomila//00)
oltre I.V.A. (reverse charge), avente ad oggetto l’acquisto in UNICO LOTTO di una porzione immobiliare
destinata a poliambulatorio su quattro livelli, sita in
Milano, Via Santa Croce n. 10/A, di superficie commerciale pari a circa mq 2.631, attualmente condotta
in locazione in forza di contratto stipulato in data 13
marzo 2008 per un canone annuo pari ad euro
620.000,00 oltre IVA soggetto a rivalutazione ISTAT
annuale. Le offerte in busta chiusa dovranno essere
presentate esclusivamente il giorno lunedì 22 settembre 2014 tra le ore 9,00 e le ore 12,00 presso la
sede legale di Finraf S.p.A. in Milano, via F.lli Ruffini,
10. Per informazioni ed eventuali visite, nonché per
consultare il regolamento di vendita, contattare la
dott.ssa Cecilia Giacomazzi, Via F.lli Ruffini, 10 20123 Milano +39 024814477 - fax +39 024815918,
e-mail cecilia.giacomazzi@studiostaderini.com.
M0014034
CONTRATTO DI QUARTIERE
COMUNE DI BRESCIA
ESTRATTO
Estratto dell’avviso per la presentazione di manifestazioni di interesse
per la riqualificazione di immobile sito in Brescia via Robusti 90
“Torre Tintoretto”
L’Aler di Brescia con il Comune di Brescia, nell’ambito dell’attuazione del Contratto di Quartiere 2,
intendono raccogliere effettivi interessi da parte di operatori per la riqualificazione dell’immobile
denominato “Torre Tintoretto”.
E’ stata disposta la proroga del termine per la presentazione delle proposte, la nuova scadenza
è stata fissata nel giorno 10/9/2014.
S’invitano tutti i soggetti interessati a presentare manifestazione d’interesse per l’acquisto o per
altre forme di gestione o valorizzazione patrimoniale di detto immobile e ciò anche al fine di meglio
orientare l’individuazione delle più opportune procedure ad evidenza pubblica volte alla riqualificazione di tale immobile.
Le manifestazioni d’interesse dovranno essere recapitate entro il termine suddetto, presso la Segreteria Tecnica dell’Aler di Brescia in viale Europa 68 - 25133 Brescia.
Tutta la documentazione, costituita dall’Avviso in versione integrale e dal Documento preliminare
alla progettazione e riqualificazione della Torre Tintoretto, é disponibile sul sito internet dell’Aler
di Brescia: www.aler.brescia.it e del Comune di Brescia: www.comune.brescia.it alla voce Bandi e Gare.
Brescia, 22/7/2014
IL Direttore dell’Aler di Brescia - dr.ssa Giacomina Bozzoni
TRIBUNALE DI MILANO
CP 49/2012: I sottoscritti Dott. Piero Canevelli, avv Bianca Lanzilotta, avv. Salvatore Marceca in qualità di Liquidatori Giudiziali della Metalcom s.r.l. in liquidazione n. 49/2012 Tribunale di Milano premesso che Metalcom
s.r.l. in liquid. e in c.p. è proprietaria di un immobile sito a Liscate in via Paolo della Croce 9/11 libero unito a
confinante altro immobile di proprietà di terza società, disponibile a venderlo congiuntamente all’immobile della
procedura, e che il concordato intende prendere in esame offerte di acquisto dell’intero compendio immobiliare,
con specificazione distinta del prezzo di entrambi i lotti, ad un prezzo minimo per la proprietà Metalcom di
€ 1.000.000,00 (unmilione). invitano i soggetti interessati a concorrere all’acquisto di detto compendio, nello
stato di fatto e di diritto in cui si trova, a presentare una proposta per concorrere alla vendita secondo le modalità
qui di seguito esposte. Offerte non inferiori a € 4.000.000,00 (euro quattromilioni) per l’intero compendio della
procedura e di terzi senza spese, oneri e imposte per la procedura, e con oneri fiscali, spese di trasferimento
ed eventuali oneri di legge a carico dell’aggiudicatario, da far pervenire entro e non oltre le ore 13.00 del giorno
15 settembre 2014, facendo fede la data e l’ora apposti sul retro della busta dal Liquidatore o da un suo delegato,
presso lo studio del Liquidatore Avv. Bianca Lanzilotta in Milano, via Durini n. 26, in busta chiusa contenente
(i) l’indicazione del prezzo offerto non inferiore ad € 4.000.000,00 (euro quattromilioni) distinguendo il prezzo
offerto per ciascuno degli immobili; (ii) la cauzione per il prezzo offerto a Metalcom, a mezzo di assegno circolare
intestato a Metalcom s.r.l. in concordato preventivo in liquidazione per importo pari al 10% dell’offerta proposta;
(iii) il carattere irrevocabile dell’offerta sino all’eventuale comunicazione di mancata aggiudicazione e restituzione
della cauzione. All’esterno della busta dovranno essere indicate (i) le generalità dell’offerente, indirizzo e recapito
email pec dello stesso; (ii) la dicitura “offerta per l’acquisto del compendio aziendale di Metalcom s.r.l. in c.p.”.
Dopo il deposito delle offerte i Liquidatori valuteranno i termini e modalità della relativa procedura competitiva,
dandone comunicazione ai proponenti. Per ulteriori informazioni contattare i liquidatori ai rispettivi indirizzi
e-mail: canevelli@viapassione.it, lanzilotta@studiocanonico.com. M0014024
AVVISO BANDO DI GARA
Expo 2015 S.p.A. ha indetto la “Procedura aperta n. 590/2014, ai sensi dell’art. 55 del
D.Lgs. 163/2006, per l’affidamento del servizio di copertura assicurativa Liability e
Property di Expo 2015 S.p.A.”. Modalità per la presentazione delle offerte e reperibilità della documentazione di gara: l’intera documentazione di gara è disponibile
sul profilo committente http://www.expo2015.org/it/opportunita-per-il-business/partecipa-alle-gare/gare-in-corso. Importo complessivo a base di gara: l’importo massimo di spesa previsto è di Euro 12.000.000,00 (dodicimilioni/00) imposte escluse,
come meglio specificato nella documentazione di gara. Termine ricezione delle offerte: ore 12.00 del 09/09/2014. Responsabile del Procedimento di Affidamento:
Dott. Christian Malangone.
Il Responsabile del Procedimento di Affidamento
Dott. Christian Malangone
AGENZIA DELLE ENTRATE
DIREZIONE REGIONALE DELLA CAMPANIA
Avviso di gara deserta
Si rende noto che la procedura aperta
indetta con pubblicazione sulla G.U.R.I.
n. 37 del 31 marzo 2014 per l’affidamento
in concessione del servizio di gestione
della mensa presso il palazzo degli uffici
finanziari in Napoli, via Diaz, n. 11, CIG
566801304C, è stata dichiarata deserta
non essendo pervenuta alcuna offerta
entro il termine inderogabile delle ore 12
del 30 maggio 2014.
Il Direttore Regionale - Libero Angelillis
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Economia 25
italia: 51575551575557
Trattativa Per Buenos Aires sarebbe la seconda volta dal 2002. Il segretario alle Finanze vola negli Stati Uniti
Tango bond, Fmi «vede» l’insolvenza
Lagarde: «Ma un default argentino non avrebbe forte impatto»
Finisce alla mezzanotte di oggi, ora di New York, il conto alla
rovescia nel braccio di ferro che
da un mese oppone il governo
argentino di Cristina Kirchner ai
miliardari Paul Singer e Mark
Brodsky, avvocati e nomi di
spicco nel mondo degli hedge
fund, il primo con Elliott capital
e il secondo con Aurelius. E’ l’ultimo giorno per trovare un
compromesso, sempre più improbabile, al default del debito
di Buenos Aires che ormai molti
hanno messo in conto. L’ipotesi
bancarotta è sembrata trasparire anche dalle parole di Christine Lagarde. «Sebbene un default sia sempre spiacevole —
ha dichiarato il direttore del
Fondo monetario — non crediamo che avrebbe conseguenze sostanziali all’esterno, su scala più ampia». Un modo per ridimensionare il possibile impatto sui mercati, stando alle
interpretazioni unanimi.
Le parole della Lagarde sono
arrivate quasi in contemporanea all’ingresso della delegazione argentina capeggiata Pablo
Lopez, segretario alle Finanze, e
dall’inviato Jorge Capitanich in
un palazzo di Manhattan dove
ad attenderla c’era Daniel Pollack, il mediatore che ha ricevuto l’incarico la scorsa settimana
dal giudice della Corte distrettuale di New York Thomas Griesa. Lo stesso a cui si erano rivolti
gli hedge fund ribelli per ottenere il blocco del pagamento
degli interessi per 539 milioni di
dollari disposto dall’Argentina a
favore degli ex possessori dei
Tango bond (93% del totale) che
avevano aderito agli swap con
titoli scontati nel 2005 e 2010.
Fondi bloccati, ha deciso il tribunale, finchè non verranno
pagati al valore facciale i bond
estranei allo swap rastrellati in
passato per pochi centesimi dai
Buenos Aires La presidente argentina Cristina de Kirchner
Washington Il direttore dell’Fmi Christine Lagarde
scatterà il default per un paese
già provato dalla recessione e da
un tasso d’inflazione vicino al
25%. A meno che non si trovi
l’accordo in extremis secondo
l’ultimatum del giudice Griesa
che il 22 luglio aveva chiesto
«trattative a oltranza per gli otto
giorni che restano».
Ma fino a ieri sera l’intesa appariva un miraggio. Buenos Aires potrebbe aver valutato che è
meglio arrivare a un default pi-
lotato e trattare dopo a condizioni meno onerose. La posta in
gioco non è quella di 12 anni fa
quando il crac da 120 miliardi di
dollari costò il prosciugamento
delle riserve valutarie del paese
e l’impossibilità di tornare per
molto tempo sul mercato del
debito. Oggi il volume dei Tango bond ristrutturati è molto inferiore, l’Argentina non è un paese insolvente, le riserve valutarie sfiorano 30 miliardi di dolla-
decidere noi se vogliamo un partner e se questo crea valore.
Non non abbiamo fretta» ha poi affermato in una conference
call il direttore finanziario Marco Giordani. «Poco cambia» per
le strategie del gruppo, ha detto ancora il manager riferendosi
poi alla mossa di Rupert Murdoch di dare vita alla pay tv
europea . La «scarsa visibilità sugli investimenti» suggerisce
prudenza in tema di previsioni per fine anno. Sono migliorati
infine gli ascolti con le reti del Biscione che registrano una
crescita sul pubblico totale dello 0,6% rispetto al primo
semestre 2013 sia in prima serata sia nelle 24 ore.
ri. La delegazione sudamericana
cercherà un accordo dell’ultima
ora ma lo scenario di un default
tecnico sembra ormai sempre
più probabile. Il capo delegazione Pablo Lopez si è chiuso in
conclave con il mediatore Pollack ma senza nessun faccia a
faccia con gli hedge fund che il
governo e la stampa argentina
additano come «fondi avvoltoi»
che si trincerano dietro «una
giustizia Usa corrotta». Un altro
segnale è stato fino a ieri sera il
mancato arrivo da Caracas, dove
era in corso il vertice del Mercosur, del ministro dell’Economia
Axel Kicillof. Anche i trader
hanno votato per lo scenario
rottura con un rialzo di 27 punti
base delle polizze di copertura
(credit swap) ma senza toccare i
massimi di 1.900 punti del mese
scorso. Non uno scenario da panico. Secondo Fitch le banche
presenti in Argentina, da Bbva a
Hsbc e Citi, potrebbero affrontare la volatilità valutaria di un
default tecnico in condizioni
ben diverse da quelle del 2002.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Carlo Turchetti
I conti
Mediaset in rosso, nessuna fretta sulla pay tv
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Eni, sciopero
contro i tagli
a Gela
Sciopero all’Eni contro il
ridimensionamento del
settore chimica e
raffinazione. Secondo i
sindacati l’adesione è
stata del 90%. Sul piatto
la possibile chiusura di
cinque siti in Italia, tra
cui quello siciliano di
Gela.
II caso Recordati Il gruppo chiude il semestre con utili in crescita del 18%. Vicina la vendita in America di un nuovo farmaco
La farmaceutica made in Italy scommette (e vince) negli Usa
Vertice
Giovanni Recordati,
presidente e
Ceo
commercializzazione di farmaci.
Rileva Giovanni Recordati, presidente e amministratore delegato, come i risultati siano in linea
con le attese degli analisti che prevedono un utile netto a 150 milioni per l’esercizio in corso e confermano «la crescita di valore della
società e la possibilità di continuare a remunerare gli azionisti».
Il consiglio di amministrazione da
1,764
64
mar
mag
llug
Montepaschi, spunta
York Capital con il 5%
Fondazione in stallo
Mansi lascia da agosto
miliardi il pagamento che
dovrebbe onorare l’Argentina
per evitare il default
anni sostiene una politica di forte
incentivazione dei soci con una
distribuzione della cedola alla fine
dell’anno pari alla metà dei profitti di esercizio.
L’istantanea dei conti di metà
anno di Recordati suggerisce però
anche stavolta che la crescita si
basa sulla capacità di un gruppo di
crescere sui mercati esteri e di limitare l’esposizione domestica
dove l’impatto dei farmaci generici riduce i margini di manovra per
tutti gli operatori. In questi ultimi
15 anni Recordati ha fatto shopping oltre-frontiera chiudendo
una ventina di operazioni (ricorda
per certi versi la politica di acquisizioni di Campari pur con i distinguo di settore) e ciò le ha consentito di giovarsi di economie di
scala altrimenti impensabili. Così
è da registrare con ottimismo lo
2,058
58
gen
Protesta
MILANO — La tempistica non
poteva essere più azzeccata: ieri il
tradizionale studio di Mediobanca
sulle società quotate le ha assegnato la palma del maggior incremento di fatturato nel 2013
(+13,8% sul 2012). E nello stesso
giorno Recordati ha diffuso i conti
del bilancio del primo semestre
2014 che segnalano ricavi ancora
in aumento (+6,3% a 507,6 milioni
di euro) e profitti (al netto delle
imposte) a 83 milioni di euro con
una variazione positiva del 18,1%
sullo stesso periodo dell’anno
precedente. Dati lusinghieri anche
al netto di un cambio sfavorevole a
causa del supereuro nei confronti
della lira turca, il rublo e il dollaro,
valute di riferimento di mercati in
cui la società farmaceutica guidata
dall’omonima famiglia è ben presente a seguito di acquisizioni e
2,349
49
0,886
86
6
500
Il calo degli investimenti in pubblicità manda in rosso per
20,5 milioni il bilancio di Mediaset nel primo semestre
dell’anno contro un utile di 30 milioni segnato a fine giugno
2013. Tengono i ricavi a 1,724,8 miliardi (da 1,737 miliardi),
mentre l’indebitamento è stato ridotto a 1 miliardo dai 1,459
di fine dicembre. Sulla perdita ha inciso per 12,3 milioni
l’adeguamento del valore di carico della partecipazione in
Digital Plus al suo valore di realizzo nella vendita a Telefonica.
Anche se, viene osservato in una nota, l’ingresso in Premium
di un partner come Telefonica avvia il processo di apertura
della pay tv italiana a ulteriori soci internazionali. «Possiamo
La chiusura di ieri +0,44% a 1,371 euro
1,175
75
miliardi costo dell’eventuale
default per le richieste di
rimborso dai titolari di bond
Valuta
L’Argentina
ha riserve per
30 miliardi
di dollari
D’ARCO
In Borsa
1,471
71
29
fondi di Singer, Brodsky e altri
hedge che reclamano 1,33 miliardi di dollari più interessi. La
Corte americana ha congelato i
fondi argentini presso il trustee
Bank of New York Mellon il 30
giugno, quando scadeva il termine per onorare le cedole, e da
allora sono scattati i trenta giorni del cosiddetto «grace period». Oggi è l’ultimo giorno
utile dopodichè, se il giudice
non sospenderà la sentenza,
Rocca Salimbeni
sviluppo clinico di una molecola
contro l’iperplasia prostatica brevettata da una società americana
con cui Recordati nel 2010 ha firmato un accordo di licenza europea per la sua futura commercializzazione. La NX-1207 è ormai in
fase III (sperimentazione umana)
e la sua definitiva approvazione
dalle authority competenti dovrebbe avvenire entro il 2016 permettendo ai pazienti di evitare
un’operazione invasiva.
Al netto dei futuri sviluppi della
medicina il board di Recordati ha
deliberato anche un piano di
stock-option da qui al 2018 per
tutti i dirigenti di prima fascia, il
cui «esercizio delle opzioni è subordinato al raggiungimento degli obiettivi».
Fabio Savelli
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Wall Street
Twitter, più ricavi
e boom in Borsa
Ricavi più che raddoppiati e
utenti in crescita. Twitter chiude
il secondo trimestre oltre le
attese. E Wall Street premia il
titolo, che arriva a guadagnare
oltre il 23%. I ricavi del periodo
aprile-giugno salgono a 312,2
milioni di dollari, in aumento
del 124% rispetto ai 139,3
milioni di dollari dello stesso
periodo dell’anno scorso. Un
dato superiore alle attese della
stessa Twitter, che aveva
previsto ricavi per 270-280
milioni di dollari.
Arriva da New York il primo azionista di
Mps. Con un ticket dello 5,025%
sopravanza, almeno singolarmente, i
membri del patto di sindacato che
custodiscono il 9% della banca senese:
Fintech con il 4,5% del capitale, la
Fondazione Monte Paschi al 2,5% e Btg
Pactual, al 2%. Si tratta della York capital
management, gestisce oltre 19 miliardi
di patrimonio per i suoi clienti, che
hanno deciso di puntare una somma di
circa 350 milioni sul piano di
salvataggio e rilancio del presidente
Alessandro Profumo e
dell’amministratore delegato Fabrizio
Viola. E’ quanto si è appreso ieri dalle
comunicazioni Consob sulle
partecipazioni rilevanti ma è probabile
che il gestore newyorkese abbia
comprato in più tempi. Sia in sede di
aumento di capitale con acquisto di
diritti d’opzione, poi esercitati, sia
direttamente in Borsa. Per James Dinan,
presidente e ceo nonché fondatore di
York capital management l’Italia e le sue
banche non sono certo sconosciute. Si è
affacciato anche su Carige a maggio.
Ossia in occasione del collocamento sul
mercato del 15% da parte della
Fondazione,
assieme ad altri
Nomine
fondi hedge
come Monarch.
La Fondazione si
rivedrà il 22 agosto Dinan ha quindi
acceso un faro
per scegliere
sulle banche del
il presidente
Paese alle prese
con piani di
rilancio
impegnativi ma promettenti. Non solo,
la compagnia di New York, nel cui
capitale è presente con il 30% Credit
Suisse, ha posto nel radar anche gli asset
immobiliari messi in vendita dalle
banche e i portafogli dei fondi di real
estate.
Se sul fronte degli assetti post aumento
di capitale da 5 miliardi e quindi sul
futuro rilancio di Banca Mps si può dire
che il Palio è vinto, in ben altra
situazione di incertezza si trova, al piano
di sopra, la Fondazione di Palazzo
Sansedoni che rimarrà senza presidente
fino al 22 agosto. Ieri, dopo una
riunione di circa sei ore, la Deputazione
generale, cioè l’organo d’indirizzo, non
ha infatti raggiunto la maggioranza
necessaria per la nomina del sostituto di
Antonella Mansi. Dopo l’esito della
riunione l’ex presidente ha deciso di
confermare la decisione già presa in
precedenza, ossia di dare disponibilità a
mantenere l’incarico non oltre la fine di
luglio. Domani è comunque previsto un
incontro di Antonella Mansi al
ministero dell’Economia proprio per un
confronto sulle sue dimissioni firmate
ieri sera con data primo agosto.
Tecnicamente, la Fondazione senese
dovrà chiedere una nuova proroga al
Mef che aveva già concesso più tempo
(fino al 30 luglio) al board per rinnovare
il vertice e l’intera Deputazione
amministratrice, ossia il board scaduto
lo scorso 9 giugno. All’inizio della
giornata la convergenza sulla
candidatura di Marcello Clarich, docente
alla Luiss, sembrava vicina. Invece la
maggioranza richiesta di 11 su 14
consiglieri non è stata raggiunta. Anche
questa carta non è risultata vincente
dopo la bocciatura di fatto della
precedente candidata, l’economista
veronese Bettina Campedelli.
Daniela Polizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
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AZ F. Carry Strategy DIS
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AZ F. Cat Bond DIS
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AZ F. Dividend Premium DIS
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AZ F. Formula Target 2014
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
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AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
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30/06
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EUR
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USD
USD
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USD
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NM Market Timing A
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5,644
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
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5,703
CITIC Securities China Fd A
28/07 EUR
5,437
Fidela A
28/07 EUR
5,786
Income A
28/07 EUR
7,351
International Equity A
28/07 EUR
6,733
Italian Selection A
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5,341
Liquidity A
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5,016
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28/07 EUR
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PS - Algo Flex A
28/07 EUR
106,200
PS - Algo Flex B
28/07 EUR
86,820
PS - BeFlexible A
28/07 USD
85,440
PS - BeFlexible C
22/07 EUR
102,660
PS - Best Global Managers A
22/07 EUR
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28/07 EUR
111,480
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
28/07 EUR
164,290
PS - Bond Opportunities A
28/07 EUR
122,590
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28/07 USD
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22/07 EUR
125,570
PS - EOS A
7,086
7,578
6,400
5,758
5,687
5,457
5,784
7,351
6,773
5,341
5,033
4,783
4,551
4,610
5,354
6,165
5,600
114,530
120,880
111,630
106,680
86,840
85,460
102,700
106,640
111,310
164,280
122,580
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126,070
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PS - Target A
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PS - Titan Aggressive A
PS - Total Return A
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PS - Valeur Income A
PS - Value A
PS - Value B
PS - Value C
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28/07
28/07
28/07
28/07
28/07
28/07
28/07
28/07
22/07
22/07
03/06
22/07
22/07
22/07
22/07
28/07
28/07
28/07
22/07
22/07
22/07
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
Quota/od.
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99,550
99,830
100,720
101,180
114,410
116,880
125,060
100,410
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104,430
107,170
108,820
108,910
104,970
107,320
103,130
96,890
111,940
104,950
107,230
102,710
99,710
99,750
100,700
101,150
114,830
117,310
125,050
100,430
98,610
104,250
97,030
104,440
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108,930
109,020
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107,220
107,390
105,720
105,850
103,010
100,790
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176,850
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Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
13352B9B
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Piazza Affari
ENEL E UBI TRAINANO I RIALZI
DEBOLI YOOX E FERRAGAMO
di GIACOMO FERRARI
Il dato sulla fiducia dei
consumatori americani a luglio,
migliore delle attese, ha
inaugurato ieri la serie degli
indicatori macroeconomici
prevista per oggi e domani e ha
contribuito a rivitalizzare le
Borse. A Piazza Affari, inoltre, ha giovato l’ottimo
esito delle aste dei Bot che, unito alla stabilità dello
spread, ha permesso al comparto bancario di
recuperare. Il Ftse-Mib ha così guadagnato lo 0,70%,
con Ubi Banca (+2,98%) miglior titolo del paniere.
Significativi anche i rialzi di Enel Green Power
(+2,15%) e della sua controllante Enel (+1,56%) che
domani comunicherà i conti del trimestre. Bene
anche Atlantia (+1,85%) e Mediaset (+1,48%) dopo
il pesante calo di lunedì. In assoluto, invece, la
performance migliore è stata messa a segno da
Mondo Tv (+14,19%), che appartiene al segmento
Star. Bersagliato dalle vendite, invece, il comparto
del lusso, a partire da Yoox, maglia nera della
giornata con una flessione del 3,54%. Giù anche
Salvatore Ferragamo (-3,18%) e Moncler (-2,93%).
StMicroelectronics (-1,88%), infine, ha pagato il
taglio del target-price da parte di Bernstein.
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°-° ,œ“> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
Sussurri & Grida
Svolta a Banca Marche, arriva la prima «bad bank»
so periodo del 2013. L’ottimo andamento della attività in
Turchia e nei Paesi Scandinavi, abbinato al costante contributo dell’Estremo Oriente, ha permesso di compensare
le difficoltà del mercato italiano e le incertezze dell’Egitto.
Quanto all’intero esercizio, la società del gruppo Caltagirone nella seconda parte dell’anno si attende la prosecuzione del positivo andamento delle attività all’estero. In
Italia nel secondo semestre del 2014 non sono attesi segnali di ripresa.
lato le leggi di sicurezza Usa: avrebbero permesso agli «high-speed trader» di fare profitti a spese di investitori istituzionali come i fondi pensione e le assicurazioni. Sono
nel mirino delle autorità anche le «dark pool» di Barclays e
Credit Suisse. Le «dark pool» sono piattaforme di trading
gestite da broker che permettono agli investitori di scambiare titoli in modo anonimo; i dati delle transazioni vengono resi disponibili solo dopo che sono state effettuate.
Ieri, poi, sia Deutsche Bank sia Ubs hanno pubblicato i
conti del secondo trimestre. La banca tedesca (+0,13% in
Borsa) ha registrato un utile netto in calo del 29% a 238
milioni di euro e un margine di intermediazione in discesa
del 4% a 7,86 miliardi. In giornata l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating a lungo termine della banca da A2 ad A3.
Passando all’istituto svizzero, Ubs (-1,81% in Borsa) ha accantonato un onere da 254 milioni di franchi principalmente per chiudere un’inchiesta in cui si ipotizza che la
banca abbia aiutato alcuni facoltosi tedeschi ad eludere le
tasse. Quanto ai conti, Ubs ha registrato un utile netto di
792 milioni di franchi svizzeri dai 690 milioni dello scorso
anno.
(f.ch.) La crisi di Banca Marche sta per avere un punto di
svolta e la svolta si chiama bad bank, la prima in Italia. E’
questa la soluzione trovata per l’istituto commissariato un
anno fa, dopo che è sfumata l’ipotesi del salvataggio da
parte di una cordata di imprenditori locali e non è apparso
alcun cavaliere bianco. Si sono tirati indietro diversi soggetti, tra cui Intesa Sanpaolo e Popolare Vicenza. Sia nella
«bad bank» sia nella «good bank» dovrebbero intervenire
il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, che potrebbe
prendere una decisione già domani, e Credito FondiarioFonspa Bank, specializzato nella gestione di crediti deteriorati e illiquidi. Inoltre, dovrebbero partecipare anche
altri soggetti di mercato. La banca, che deve affrontare un
aumento di capitale di circa 600 milioni di euro, è controllata dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Pesaro e di Macerata (22,51% ciascuna), dalla Fondazione Cassa di risparmio di Jesi (10,78%), da Intesa Sanpaolo (5,84%), dalla
Fondazione Cassa di risparmio di Fano (3,35%) e da altri
azionisti (32,12%). Advisor per la ricapitalizzazione sono
Unicredit e Banca Imi.
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Saipem torna in utile, incognita Eni sul
debito
(fr.bas.) È tornata in utile Saipem, che ha chiuso i primi
sei mesi dell’anno con un utile di 136 milioni (330 milioni
la perdita 2013), ricavi per 5.966 milioni di euro, in crescita del 13,7% sullo stesso periodo del 2013, e un risultato
operativo tornato positivo per 293 milioni (contro un rosso di 225 milioni). Il gruppo controllato dall’Eni si è aggiudicato nuovi contratti di perforazione in Indonesia, Africa
Occidentale, Golfo Arabo e America Latina per un valore di
circa 850 milioni di dollari, dei quali 540 relativi ad attività
offshore e all’utilizzo di quattro diversi mezzi della flotta
Saipem. Quanto al futuro, il cfo Alberto Chiarini ha spiegato che terranno conto «di quello che dice Eni, ovvero di
puntare a essere sempre di più sul settore esplorazione e
produzione. Siamo ancora sostenuti da Eni sul debito».
L’high frequency trading porta nuovi
Cementir, con Egitto e Turchia profitti
guai a Deutsche Bank e Ubs negli Usa
(g.str.) Istituti europei di nuovo sotto la lente delle au- triplicati
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(f.ch.) L’impatto negativo dei cambi non deprime i conti di Cementir, che ha chiuso il primo semestre con un utile netto in crescita a 20,5 milioni dai 7,4 milioni dello stes-
torità statunitensi. Le banche d’investimento di Deutsche
Bank e Ubs, che hanno spiegato di voler collaborare con gli
inquirenti, sono accusate in una «class action» di aver vio-
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TRIBUNALE di MESSINA
COMUNE DI PALERMO
UFFICIO FALLIMENTI
Ufficio Contratti
Esito di Gara
Si comunica che con D.D. n. 29 del
23.05.2014 dell’Ufficio Contratti è stata
dichiarata l’efficacia dell’aggiudicazione
definitiva disposta con D.D. n. 56 del
13.03.2014 dell’Area Pianificazione del
Territorio - Ufficio del Piano relativamente
al Servizio di redazione di progettazione
urbanistica di aree dismesse e sottoutilizzate in contesti urbanizzati della Città di
Palermo gara del 13.06.2014, in favore
dell’O.E. Federico Oliva Associati - Foa di
Milano, che ha ottenuto il punteggio complessivo di 84 punti (54 offerta tecnica +
30 offerta economica) avendo offerto il ribasso unico del 22,00%. Ditte partecipanti
n. 3, ammesse n. 1. Info sul sito www.comune.palermo.it ed Albo Pretorio. Data
invio alla GUCE 04.07.2014.
IL VICE SEGRETARIO GENERALE
(Dott. Giuseppe Sacco)
Fallimento n. 35/2013
Giudice Delegato: Dott. A. Orifici
Curatore: Avv. D. Cataldo
Si comunica che il curatore, visto
l’art. 72 lf., il deliberato comitato
creditori 13 giugno 2014 i provvedimenti del Giudice Delegato 23/28
giugno 2014 - dichiara di sciogliersi, come di fatto si scioglie, dai
contratti di fideiussione emessi in
violazione del T.u.b. Lo scioglimento
opera senza sanatoria dei relativi
negozi e pregiudizio per le conseguenti violazioni del T.u.b. Ulteriori
informazioni presso il curatore
tel. 090/671978.
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Economia/Mercati Finanziari 27
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
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Cultura
Genere Il saggista inglese fu l’inventore
della moderna biografia romanzata
La regina Vittoria
(1819-1901) in
India. Nel 1876 la
sovrana assunse il
titolo di Imperatrice delle Indie
Vite Dal generale Gordon, ucciso dai dervisci,
al vivido affresco della sovrana britannica
Ritratto di Lytton Strachey,
il bardo dell’età vittoriana
Cercava fonti inedite e particolari, ma riteneva insensata la storia
di PIETRO CITATI
sua prosa. Se Strachey ne era affascinato, provava, insieme,
un grande distacco. Tutto quel tempo era irrimediabilmente
al 1905 al 1919, giovanissimo e passato; e lui apparteneva a un’altra epoca, non sapeva quale.
giovane, Lytton Strachey
Cominciò a scrivere: non di fronte, di petto: pensava di
(1880-1932) scrisse di lettera- non essere capace di affrontare direttamente il grande tema;
tura inglese: autori allora aveva bisogno di porre il punto di vista lontano, e poi di avviquasi sconosciuti, come Thomas Brow- cinarsi lentamente. Raccontò di personaggi minori, o appane, William Blake e Lady Hester rentemente minori, ai quali dedicò Eminenti Vittoriani
Stanhope. E soprattutto di letteratura (1918). Il cardinale Manning, convertito al cattolicesimo (e,
francese: Racine, Madame du Deffand, dietro le sue spalle, Newman): Florence Nightingale, che
Voltaire, Rousseau, Stendhal. Nel 1922 aveva inventato l’assistenza ai soldati malati e feriti; «la santa
raccolse questi saggi sotto il titolo Books and Characters (Li- donna, che si sacrificava per gli altri, la delicata fanciulla di
bri e personaggi, Bompiani). Strachey si rivolgeva a un pub- alto rango, che rinunciò ai piaceri di una vita agiata per socblico ostile, invasato di Shakespeare, che disprezzava Raci- correre gli afflitti, la ”dama con la lampada”, che si aggirava
ne. Difendeva la bellezza del ritegno, la chiarezza, la preci- tra gli orrori dell’ospedale di Scutari». E un educatore, Thosione e l’eleganza, che da Racine discesero alla letteratura mas Arnold.
francese fino a Baudelaire.
La biografia più ricca, complessa e dramIl dottor Johnson giudicava gli autori come
matica, che appartiene ai capolavori di Lytton
criminali alla sbarra, responsabili di ogni inStrachey, è quella del generale Charles Georfrazione alle norme e alle regole, che era affar
ge Gordon, intitolata La fine del Generale Gorsuo amministrare senza timore o benevolendon. Ecco il suo bellissimo ritratto a cinquanza. «C’è soltanto una maniera di giudicare un
t’anni. «La figura modesta, bassa ed esile,
poeta — gli rispondeva Strachey —, e Worl’andatura leggera e saltellante gli davano un
dsworth, con quella paradossale sobrietà che
aspetto da adolescente, che contrastava stragli è propria, ce lo ha additato: quella di amarnamente, ma non spiacevolmente, con una
li». Come Wordsworth, Strachey cercava di
lieve brizzolatura dei capelli e delle basette.
capire: quest’arte sovrana, che ancora oggi i
Lo stesso contrasto — enigmatico ed attraenlettori e i critici tendono a dimenticare, in note — esisteva tra l’incarnato di un’abbronzatume di qualche barattolo di latta chiamato
ra rosso-mattone — tipica di chi viaggia mol«idea». Aveva molte doti: l’empatia, la sottito — e i grandi occhi azzurri dallo sguardo di
gliezza, la precisione, l’orecchio, l’arte di iden- L’autore
una sincerità infantile».
tificarsi con il testo, l’immaginazione: la capaCome molti uomini d’azione, Gordon era
cità di scrivere un ritratto psicologico; e la pia- Giles Lytton Strachey
un sognatore: la storia è fatta soprattutto da
cevolezza, una qualità che la grande poesia (Londra, 1 marzo 1880 –
uomini che abitano e passeggiano nella fanpuò ignorare, ma la critica letteraria deve pos- 21 gennaio 1932) è stato tasia. In primo luogo, per Gordon, la fantasia
sedere in ogni caso. Il suo grande maestro era uno dei maggiori scrittori era la Bibbia. A chi glielo avesse chiesto,
Sainte-Beuve. Questi saggi e articoli sono ec- e critici vittoriani. Grazie
avrebbe spiegato, con voce bassa, morbida e
cellenti: non sono legati al loro tempo, come alla sua biografia sulla
molto distante, che lui era impegnato a chiaalla critica accade sovente; sebbene si con- regina Vittoria vinse il
rire quattro interrogativi: il luogo della Crocefrontino col gusto del tempo. Certo, non pos- premio letterario James
fissione, la linea di demarcazione tra le tribù
siamo paragonarli a quelli di Virginia Woolf, Tait Black Memorial Prize di Beniamino e di Giuda, l’identificazione di
l’affettuosa amica di Strachey. Ma i saggi di
Gabaon, e dove era situato l’Eden. Avrebbe agVirginia Woolf, come quelli di Sainte-Beuve, Baudelaire, giunto che era anche molto curioso di scoprire il punto dove
Proust, Rivière, Charles Du Bos, e qualcuno di Thomas l’arca toccò terra dopo la fine del Diluvio.
Per anni, sembrò che Gordon si fosse appartato dal monMann, superano i limiti e la qualità della critica, e appartendo. Poi l’avventura lo prese: egli piombò nel vortice di molte
gono alla grande letteratura.
***
cose; il suo fato era immerso nella fantasia dell’Impero. Nel
Durante la Prima guerra mondiale, mentre finiva di scri- febbraio 1884 era a Khartoum: venne nominato governatore
vere i suoi saggi di letteratura, Lytton Strachey fu affascinato generale del Sudan; e giunse alla morte non nella pace e nel
dai tempi della regina Vittoria, la quale era morta pochi anni riposo, ma nella catastrofe e nell’orrore. Nel gennaio 1885, fu
prima, nel 1901. Era stata un’epoca immensa: l’Inghilterra ucciso dai seguaci del Mahdi. La sua testa venne portata al
aveva conquistato l’India e l’Africa: aveva conosciuto Glad- Mahdi, che ordinò di collocarla in alto, tra i rami di un albero
stone, Disraeli, Palmerston — e una folla di scrittori: Dic- della strada principale. Tutti quelli che passavano le tiravano
kens, Emily Brontë, Hopkins, Thomas Hardy, George Eliot, sassi, mentre i falchi del deserto volteggiavano in ampi giri
Stevenson, Conrad, Kipling e poi, quasi più inglese di un ve- attorno ad essa.
ro inglese, Henry James, che l’aveva accolta nei ricami della
Come Strachey dice nella prefazione degli Eminenti Vitto-
D
Saggi Giorgio Cavalleri e Giorgio Cosmacini sul periodo 1935-1945
Bibliografia
I titoli in uscita
da Castelvecchi
Eminenti Vittoriani di Lytton
Strachey, è stato edito da Rizzoli
Bur (pp. 324, 6, varie ristampe)
e anche da Mursia (pp. 200,
18). Di Strachey, Castelvecchi
editore ha cominciato a
pubblicare tutti i libri: Elisabetta
e il conte di Essex (marzo
2014), La regina Vittoria
(giugno 2014), Voltaire (luglio
2014) ed Eminenti Vittoriani
(la pubblicazione è prevista
per ottobre 2014)
riani (in uscita da Castelvecchi) un personaggio storico non
è fatto solo di ciò che si chiama «storia»: è un valore eterno,
che deve essere sentito ed espresso in sé e per sé. «L’anima
dell’uomo non è soggetta al rumore delle epoche» aveva già
scritto in Books and Characters, parlando di Madame du
Deffand. Il carattere è quello che i greci chiamavano dèmone. Questo dèmone non è invisibile: o almeno Lytton Strachey lo vedeva e lo sentiva; «possiamo quasi udire — scrisse
parlando di Gordon — il tono dolce della voce, la pronuncia
particolarmente chiara, le persuasive — autopersuasive —
massime che si susseguivano senza pretesa tra gli sbuffi di
fumo di una sigaretta». Il carattere varia, oscilla, fluttua, si
sposta, si contraddice, suggestionando Lytton Strachey, che
ne deriva la singolarità e le bellezze delle sue vite. Attorno al
personaggio principale, stanno molti personaggi minori,
che ne riproducono la luce, la spezzettano, oppure gli oppongono il loro robusto fato particolare.
Infine, c’è la storia o, come dice Lytton Strachey, le circostanze, che egli ricostruisce leggendo moltissimi libri e fonti, spesso inedite, come gli originali dei Diari di Gordon.
Strachey non si avventura mai, o quasi mai, a esprimere idee,
cose che non gli piacciono, o gli piacciono poco. Ma non mi
pare dubbio che, per lui, la storia sia, forse necessaria, ma
altrettanto insensata. «Chi porrà mai limite — scrive nella vita del Generale Gordon — alla stranezza dei casi cui vanno
incontro gli esseri umani?». E poi la realtà ultima di tutto è
inesplorabile, perché è sempre nascosta dal dubbio e dal mistero. Così, per raccontare, bisogna avvolgere tutto nell’ironia: un’ironia che non è evidente, o almeno di rado si concentra in una battuta, ma attraversa il racconto in modo impalpabile.
***
Nel 1921, dopo indugi ed esitazioni, Lytton Strachey pub-
blicò La regina Vittoria (Castelvecchi, traduzione di Rosalia
Lupi, pp. 232, 18,50). Vittoria, o Alessandrina Vittoria, nacque il 24 maggio 1819, da Edoardo duca di Kent e da Vittoria
di Sassonia-Coburgo. Il padre era povero: era convinto che
sarebbe stato costretto a vendere la sua casa, o a vivere nel
continente. Aveva fatto sempre una vita regolare: era sanissimo; ed era convinto che sarebbe sopravvissuto a tutti quanti.
Ma, nel gennaio 1820, fece una passeggiata, si bagnò i piedi,
dimenticò di cambiarsi le calze, e per quell’innocente paio di
calze bagnate, prese un raffreddore, poi una influenza polmonare, e il 23 gennaio 1820 morì. Vittoria aveva pochi mesi.
Vittoria, o la piccola Drina come era chiamata, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri: giocava con le bambole, scorrazzava per i corridoi del palazzo di Kensington, o cavalcava
l’asinello, che le aveva regalato lo zio York, per i giardini del
palazzo. Di tanto in tanto esplodeva in violenti capricci, durante i quali batteva i piedi per terra e non voleva ascoltare
nessuno. Era sincera: non diceva bugie; ed era l’idolo delle
bambinaie e della governante, Fraülein Lehzen, figlia di un
pastore di Hannover, che ebbe sempre una grande influenza
su di lei. Vittoria imparò le lingue: il tedesco era la sua lingua
materna: imparò il francese e l’inglese, per quanto non riuscì
mai, nemmeno dopo sessant’anni di regno, a padroneggiare
l’inglese con assoluta sicurezza. Studiò l’italiano: ebbe qual-
L’attenzione ai filantropi
Dedicò un’opera alla figura di Florence
Nightingale, fondatrice della Croce Rossa,
e un’altra alle vicende del dottor Arnold,
il riformatore della scuola media inglese
Premi Il «Benedetto Croce» a Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
I dieci anni che sconvolsero il lago di Como La cattiva politica affossa il Mezzogiorno
di ARTURO COLOMBO
L
a macro-storia affronta i grandi temi che
hanno condizionato lo sviluppo (o la crisi) di
un periodo, mentre la micro-storia racconta
personaggi, episodi, incontri e scontri in ambiti
molto più ristretti. Tentare di utilizzare, o
addirittura combinare entrambe costituisce un
impegno ambito quanto oneroso, in cui si sono
cimentati Giorgio Cavalleri e Giorgio Cosmacini
nel loro recente volume Dieci anni (1935-1945),
reso più esplicito dal sottotitolo Como, il lago, la
montagna (edizioni Nodo libri).
Giorgio Cavalleri traccia sinteticamente i due
quinquenni: dal 1935 al 1940 «in tempo di pace» e
dal 1940 al 1945 «in tempo di guerra» con «la
grande storia», che si conclude a Dongo con la fine
del regime fascista, mentre Giorgio Cosmacini —
che a Ramponio Verna, in Val d’Intelvi, passava la
villeggiatura coi suoi familiari — sa far rivivere
quanto è successo nei vari comuni del Comasco
durante gli stessi anni, con una vivacità
aneddotica, che riesce benissimo a coinvolgere il
lettore. Il libro diventa così una felice
combinazione, che ripropone i momenti-chiave
della storia «ufficiale», ma soprattutto che mette in
luce quella storia «minore», dove si moltiplicano
gli incontri e le «avventure», di cui è stata
protagonista quella gente «semplice e generosa»,
magari costretta a subire «percosse, sequestri di
persona, raffinate torture, e
omicidi» da parte della
violenta polizia fascista
comasca. Senza tralasciare il
drammatico episodio della
fucilazione di Giancarlo
Puecher (nella foto) a Erba
nella notte del 21dicembre
1943, o il non meno doloroso
capitolo dei 187 comaschi
morti nei lager del Terzo Reich.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il libro: Giorgio Cavalleri e Giorgio Cosmacini «Dieci
anni (1935-1945). Como, il lago, la montagna », ed.
Nodo libri, Como, pagine 231, € 12
di SEVERINO COLOMBO
L’
opera fotografa in modo realistico una situazione
delirante circa le responsabilità di una certa
classe politica del Sud, ingorda e inconcludente,
che sta traghettando il Mezzogiorno verso la rovina.
Questo il merito che la giuria del Premio nazionale di
cultura «Benedetto Croce» (nella foto) ha riconosciuto a
Se muore il Sud (Feltrinelli) di Gian Antonio Stella e
Sergio Rizzo, vincitore nella sezione Giornalismo
letterario. La nona edizione si svolge venerdì 1 e sabato
2 agosto a Pescasseroli (L’Aquila), paese natale di Croce
(1866-1952; nella foto). Il riconoscimento intitolato al
filosofo e politico è «un termometro culturale che
misura lo stato di salute del Paese, con una particolare
attenzione al Sud» ha osservato Francesco Sabatini,
linguista, presidente onorario dell’Accademia della
Crusca, da quest’anno nella giuria del premio. Il premio
Croce è anche andato, per la Saggistica, a I corrotti e gli
inetti: conversazioni su Machiavelli (Bompiani) dello
storico della filosofia Gennaro Sasso e del giornalista
Antonio Gnoli, a cinquecento anni dalla pubblicazione
del Principe, «a dimostrazione che la scienza della
politica è necessaria per capire il nostro presente»
osserva Sabatini. Nella categoria Narrativa premiato
Perfino le stelle devono separarsi (Feltrinelli) di Chiara
Frugoni, «romanzo di grande poesia e leggerezza». I tre
titoli hanno trovato concorde la giuria presieduta dal
giurista e docente alla «Sapienza» Natalino Irti. Tra le
novità del 2014 l’introduzione del Premio alla memoria,
quest’anno dedicato a Margherita
Hack che troverà espressione, l’1
agosto, in un convegno su temi di
diritto e scienza; «lo spunto è
stato il terremoto dell’Aquila del
2009 e la cultura del pericolo che
da noi è del tutto assente»
aggiunge Sabatini, che coordina il
simposio. Inedita, infine, l’idea, il
3 agosto, di un «pellegrinaggio»
di giuria e premiati a Montenerodomo (Chieti), paese
di origine della famiglia di Croce. «Fu anche la patria —
conclude Sabatini — di Giuseppe De Thomasis, giurista
che attuò l’abolizione della feudalità nel Mezzogiorno, a
opera del governo napoleonico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Cultura 29
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l’Inghilterra non era di sua pertinenza, ma della regina Vittoria e dei suoi ministri. Solo la governante, nominata baronessa Lehzen, mantenne per qualche anno la propria influenza sulla regina.
Vittoria era posseduta da un solo sentimento: quello di
esser regina di Inghilterra. La gioia assorbiva tutte le altre
passioni. Ogni cosa le piaceva: era di buon umore dalla mattina alla sera. «Ride — scrisse un suo vecchio consigliere —,
aprendo la bocca più che può, sebbene mostri delle gengive
che non sono affatto graziose». Arrossiva e rideva, ogni minuto. Ma quel riso poteva ingannare. Quando odiava, Vittoria respingeva l’oggetto del suo odio — improvvisamente e
senza appello —, fuori da ogni considerazione, con una forza che non ammetteva equivoci. La più lieve infrazione delle
norme di corte veniva sottolineata da sguardi pungenti e alteri: gli occhi, per quanto penetranti, non erano nulla in confronto alla bocca; la volontà scolpita in quei denti sporgenti,
in quel piccolo mento rientrante era molto più terribile che
se fosse stata sottolineata da una poderosa mandibola.
Vittoria cominciò a governare: arte che le piaceva moltissimo, e a cui dedicava tutte le proprie forze. Il primo ministro era William Lamb, visconte di Melbourne, che aveva
cinquantotto anni. Era un uomo coltissimo: aveva una vasta
conoscenza della letteratura classica e moderna; leggeva la
Bibbia e i Padri della Chiesa. Era un whig: ma troppo scettico
per credere in una qualsiasi forma di progresso. Le cose stavano meglio come erano: o così era il meno peggio. L’istruzione non serviva a niente, e quella dei poveri era pericolosissima. Melbourne andava avanti: lentamente, con eterni
compromessi, incertezze e contraddizioni, con ogni forma
possibile di debolezza, e tuttavia con abilità e larga padronanza degli uomini. L’incontro con Vittoria mutò completamente la sua vita: in un batter d’occhio diventò il consigliere
di una ragazza passata dall’asilo al trono. La trattava con attenzione e tenerezza: era stato amico di Byron, ma passava
tutte le sere con Vittoria.
Il 10 febbraio 1840 Vittoria sposò Alberto di Sassonia-Coburgo, che amava con quella che si potrebbe chiamare passione. Per lei, Alberto aveva solo gratitudine. Dicono che fosse intelligente: ma, quando andò a Roma, la città non gli
piacque; «tolti alcuni bei palazzi, potrebbe anche essere una
qualunque città della Germania». Presto cominciò a occu-
La regina
A Balmoral conservava ogni memoria e a
Windsor l’appartamento abitato dal principe
consorte defunto venne tenuto sempre chiuso
che infarinatura di latino. Leggeva poco: salvo Walter Scott, i
romanzi erano proibiti. Le piacevano molto le lettere di madame de Sévigné: «quanto è elegante e naturale il suo stile,
così pieno di naïveté, di intelligenza e di grazia». Amava il
ballo: ascoltava estasiata le arie e i gorgheggi dell’opera italiana. Tutti le riconoscevano molto giudizio.
Nel luglio 1837, Vittoria diventò regina. Aveva diciotto anni. Quando la grande assemblea dei lord e notabili, vescovi,
generali e ministri vide spalancarsi la porta, una piccola ed
esile ragazza in lutto profondo entrò da sola nella sala e si
diresse al proprio seggio con dignità e grazia. Aveva una fisionomia non bella ma attraente: capelli biondi, occhi azzurri sporgenti, un piccolo naso curvo, la bocca chiusa, il colorito pallido, un’aria stranamente mista di innocenza e di serietà, di giovinezza e di decoro. Tutti, specialmente i ministri,
furono attratti. Veloce nel comprendere, misurata e sensata
nel parlare, Vittoria compiva i suoi doveri di regina con straordinaria facilità. Una grande ondata di entusiasmo pervase
gli inglesi: la piccola regina bionda e modesta, che passava
in carrozza per le strade di Londra, riempiva i cuori di un entusiasmo romantico. Press’a poco negli stessi mesi, Charles
Dickens pubblicò Il circolo Pickwick, il rovescio parodico
dell’incoronazione; e i suoi grandi romanzi, che Vittoria non
lesse, accompagnarono fino al 1870, con le loro risa colorate
e i loro delitti quasi dostoevskijani, la storia del regno.
Con meraviglia di tutti, Vittoria regina rivelò una qualità
che quasi nessuno le conosceva: la durezza, una straordinaria durezza. Aveva sempre dormito nella stanza della madre,
in due letti vicini, e all’improvviso trasferì la duchessa di
Kent in una serie di stanze lontanissime dalle sue. Non ne
volle più sapere di John Conroy, consigliere privato della madre. Anche lo zio, Leopoldo del Belgio, suo consigliere, fu
cacciato dalla confidenza: gli disse che la politica estera del-
parsi con competenza di affari politici. Riformò la casa reale:
abbozzò una radicale riforma dell’esercito; il «povero Melbourne» era scomparso. Nel 1851 fece realizzare la Grande
Esposizione universale, lasciando in eredità il palazzo di Cristallo che sconvolse Dostoevskij; e si occupò della guerra di
Crimea.
Alberto venne a conflitto con lord Palmerston, che allora
dirigeva la politica estera inglese, anche a proposito dell’atteggiamento verso l’Italia. Palmerston favorì l’unità italiana:
Alberto era terrorizzato da Garibaldi. Gli piaceva fare invenzioni. Scoprì come trattare le parti solide degli escrementi:
liberava quelli liquidi, che servivano per l’irrigazione; ma,
disgraziatamente, per un piccolissimo errore di calcolo, l’invenzione del principe Alberto risultò inattuabile. A quarant’anni fu preso dalla malinconia. Non aveva più voglia di vivere. Chi lo vedeva accanto a Vittoria, rimaneva sorpreso: se in
ogni aspetto di lei c’era una ardente vitalità, sia nel portamento energico sia negli sguardi inquisitori degli occhi
sporgenti, lui era pallido e aveva un’aria stanchissima. Morì
nel dicembre 1861. La regina Vittoria urlò, un solo lungo grido selvaggio, che risuonò in tutto il castello colpito dal terrore. Sarebbe rimasta vedova per trentanove anni.
Dopo la morte del marito, le persone che circondavano
Vittoria temevano che avrebbe perso la ragione: ma il suo
temperamento di ferro resisté ad ogni dolore. Per anni continuò a vivere in una tristezza costante. La sua vita divenne
quella di una reclusa. Vestita del più profondo crespo di lutto, passava da Windsor a Balmoral. Non visitava più Londra;
e divenne tanto sconosciuta ai suoi sudditi quanto un sovrano d’Oriente. Scrisse allo zio, re del Belgio: «Per me ogni felicità della vita è finita. Il mondo è finito per me»; ma, al tempo stesso, ripeté al suo antico consigliere che «sono anche
risoluta a che nessuna persona (sia pure il migliore e il più
devoto dei miei servitori) debba dirigermi e guidarmi o dar- supremi dignitari, accompagnata da un corteo di re e di
principi, Vittoria passò attraverso la folla entusiasta di Lonmi consigli».
Intanto, sulla scena politica si affacciavano nuovi prota- dra, per andare a ringraziare Dio nell’abbazia di Westmingonisti: in primo luogo, Gladstone, capo dei whig, che Vit- ster. Sentiva che l’Inghilterra e il suo popolo erano cosa
toria non amava. Con la sua energia demoniaca e la sua po- sua. Ritornata a Buckingham Palace dopo la fine della lunderosa maggioranza alla Camera dei Comuni,
ga cerimonia, le chiesero come si sentiva: riGladstone era irresistibile: per cinque anni,
spose: «Sono molto stanca, ma anche molto
Personaggi
dal 1869 al 1874, Vittoria subì una serie di rifelice». Un’atmosfera di adorazione e di
forme: riforma della chiesa d’Irlanda, riforma
trionfo avvolse l’ultimo periodo della sua videll’istruzione, riforma del sistema elettorale,
ta. Era salutata come la madre del suo poporiforma dell’esercito, della marina, della giulo, e come il simbolo incarnato della granstizia. Vittoria diventava inquieta, disapprovadezza d’Inghilterra. Ma il potere della Corova, lottava; e non riusciva a far fronte alle onde
na, che dal 1840 al 1861 era andato crescendo,
Dall’alto: Alberto di
crescenti di documenti che si riversavano sul
dopo il 1861 declinò: cadde nelle mani accorSassonia-Coburgosuo tavolo. Un progetto di riforme la affascite e rigorose di Gladstone, Disraeli e lord SaliGotha (Castello di
nò: quello che proponeva di concedere ai masbury. Alla fine del regno di Vittoria, la CoroRosenau, 26 agosto
rinai di portare la barba. «Ha raccolto qualche
na era meno potente di quanto fosse mai sta1819 – Windsor, 14
dato sicuro sull’argomento della barba?»,
ta in qualsiasi altro periodo della storia inglescriveva ansiosa al Primo Lord dell’Ammirase.
dicembre 1861),
Vittoria possedeva una moltitudine di oggliato. Era favorevole al cambiamento. «La
marito della regina
getti. Nessuno poteva essere rotto, o scompamia propensione personale — diceva — saVittoria e principe
rire. Vittoria dava ordine che non si gettasse
rebbe la barba senza i baffi, dal momento che
consorte del Regno
via nulla, e veniva obbedita. Non ci dovevano
questi ultimi danno un aspetto soldatesco;
Unito. Insieme ebbero
essere cambiamenti: nulla doveva mai muoma così non si otterrebbe lo scopo a cui si minove figli
versi, né il passato, né il presente, né il futuro,
ra: quello di non avere la necessità di radersi».
Virginia Woolf
che diventava passato prima di cominciare.
Perciò era meglio accettare quello che era sta(Londra, 25 gennaio
Così i ricordi del passato circondavano Vittoto proposto, cioè far portare la barba intera,
1882 – Rodmell, 28
ria da ogni parte: i morti continuavano a vivepurché fosse corta. Una settimana dopo agmarzo 1941),
re attorno a lei, in ogni aspetto possibile, in
giunse: non bisognava concedere di portare i
scrittrice, attivista e
miniature, in porcellane, in enormi ritratti di
baffi senza la barba.
membro del circolo di
grandezza naturale. Soprattutto in fotografie,
Vittoria amava appassionatamente DisraeBloomsbury, fu
le quali venivano disposte in album riccamenli, capo dei conservatori, che nel 1868 e nel
fidanzata di Strachey
te rilegati. La collezione diventò uno dei fattori
1874 diventò primo ministro. Disraeli, un
dominanti della sua vita: collezione di cose, di
ebreo, aveva scritto molti romanzi, che oggi
pensieri, di stati d’animo, di modi di vivere.
ingiustamente ignoriamo, e regalò a Vittoria
A Balmoral, il luogo dove le memorie si afun’edizione completa dei suoi libri. Vittoria
follavano, i segni materiali dei ricordi si prediceva di amarli moltissimo. Disraeli la capisentavano con sorprendente profusione: obeva: capiva le complicazioni del suo carattere,
lischi, piramidi, statue, tombe. Nel castello di
l’orgoglio della sua posizione unita alla preWindsor, l’appartamento che il principe Alsunzione personale, l’immenso sentimentaliberto aveva occupato veniva tenuto perennesmo, quel modo ingenuo e astuto di guardare
mente chiuso agli occhi della gente, salvo
le cose, i desideri avidi di colori e di stranezze;
qualche raro previlegiato. Tutto rimase come
e l’aspetto femmineo che imera stato al momento della morte del principregnava tutta la sua vita.
Disraeli chiamò Vittoria la
pe. Ogni sera gli abiti di Alberto venivano preFata, come l’eroina della regiparati di nuovo sul letto: ogni sera si versava
na delle fate di Spenser: sebl’acqua fresca nel bacile. Questo rito fu combene l’idea di una figura delipiuto con scrupolosa regolarità per quasi quacata e dotata di qualità magirant’anni. Così, non molti anni fa, a Pietroburche contrastasse in modo
go, nello studio di Dostoevskij, ogni sera veniquasi ridicolo con la figura
va posta una tazza di tè fresco sullo scrittoio,
della regina. Vittoria gli manin modo che egli potesse dissetarsi, se imdò delle primole, e lui rispose
provvisamente rinasceva e continuava I fratelche avrebbe potuto dire che
li Karamazov.
erano «più preziose dei rubiIn tutta la vita, Vittoria aveva goduto di una
ni» poiché venivano da una
eccellente salute. Nell’estate del 1900, apparsovrana che adorava. Poi gli mandò dei bucavero sintomi seri. La sua memoria — della cui
neve. «Nel cuore della notte — rispose Disraforza ed esattezza era stata così a lungo orgoeli — mi viene in mente che tutto poteva esgliosa — cominciò ad abbandonarla. Ma il lasere un incantesimo, che era forse un dono di
voro quotidiano continuava come prima. Il 14
qualche fata e veniva da un’altra sovrana: dalgennaio 1901 ebbe una sincope. Per due giorni
la regina Titania, che raccoglie fiori con la sua
ancora continuò ad adempiere i doveri di recorte in un’isola dolce e bagnata dal mare».
gina d’Inghilterra. Poi cessò di lavorare: l’inPassarono gli anni. Le grigie chiome di Vittelligenza svanì; per pochi giorni languì muta
toria diventarono bianche: i suoi lineamenti
e priva di coscienza. Il 22 gennaio 1901 morì.
maturi si addolcirono, la sua piccola figura si
Aveva ottantun anni.
Benjamin Disraeli
fece maestosa, e cominciò a muoversi più
***
(Londra, 21 dicembre
lentamente, con l’aiuto del bastone. Il sorriso
Virginia Woolf, che era stata fidanzata, per
1804, - Londra, 19
aleggiava sui suoi lineamenti con vivace faciqualche ora, con Lytton Strachey, aveva una
aprile 1881), conte di
lità. La famiglia era immensa: al momento
immensa stima e considerazione per lui. PenBeaconsfield, leader
della morte aveva trentasette pronipoti. Un
sava che avrebbe potuto scrivere qualsiasi copolitico del Partito
ritratto del tempo ci mostra la famiglia reale
sa: forse un libro di un genere mai visto. E creconservatore e primo
raccolta in una sala del castello di Windsor:
deva che tutto ciò che aveva scritto — i saggi
ministro del Regno
cinquanta persone, strette attorno alla mater
di letteratura francese, Eminenti Vittoriani,
Unito
familias, che le governa con potente sovraniLa regina Vittoria, Elisabetta e il conte di Està. Nel 1876 assunse il titolo di imperatrice
sex (Castelvecchi) — fosse al di sotto del suo
delle Indie. Il giorno della proclamazione, Vittoria — di so- genio. Strachey non era riuscito a trovare la sua identità scrilito così semplice nel suo abbigliamento — si presentò ag- vendo il «libro supremo», di cui gli amici lo ritenevano caghindata con enormi e scintillanti gioielli grezzi, omaggio pace. Ma la regina Vittoria, che ho cercato di riassumere, è
dei principi indiani. L’India la attrasse: la voleva vicino a sé; un libro bellissimo, intelligente, appassionato, spiritoso, al
e assunse dei domestici indiani, presenza nemmeno im- quale auguro, in Italia, più lettori di quanti ne ebbe nel 1921,
maginabile al tempo della sua incoronazione a regina.
quando venne pubblicato in Inghilterra, con grande succesIl 1887 era il cinquantenario del regno: a giugno l’anni- so.
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versario fu celebrato con pompa solenne. Circondata dai
Mercato Nell’incontro con gli editori, la strategia del ministro nel semestre italiano di presidenza Ue. I commenti di Mota (Fep), Mauri (Gems) e Polillo (Aie)
Franceschini: tutelare il diritto d’autore e rivedere l’Iva per gli ebook
di IDA BOZZI
«C
oincidenza di opinioni» sulle
questioni sollevate, e un impegno a portare al centro dell’agenda europea, nel semestre di presidenza italiana Ue, temi come il diritto d’autore e l’Iva
su ebook e libri cartacei: è il risultato dell’incontro di ieri a Roma tra il ministro dei Beni
e delle attività culturali e del turismo Dario
Franceschini, e i rappresentanti degli editori europei e italiani, tra gli altri il vicepresidente della Fep, Federazione degli editori
europei, Henrique Mota, il presidente dell’Aie, Associazione italiana editori, Marco
Polillo, e il delegato italiano nella Federazione, il presidente del gruppo Gems Stefano
Mauri.
Sul tavolo dell’incontro, tre questioni portate dai rappresentanti degli editori, e cioè
la tutela del diritto d’autore, l’equiparazione
o armonizzazione dell’Iva degli ebook e dei
libri cartacei, e la questione della concor-
Il ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini che ieri ha
incontrato il vicepresidente della Fep
Federazione degli Editori europei
Henrique Mota, il presidente dell’Aie
Marco Polillo e il delegato italiano
Stefano Mauri (Imagoeconomica)
renza sul mercato di Internet tra gli operatori di ebook. A commentare il confronto, è
stato lo stesso ministro Franceschini: «C’è
molta coincidenza d’opinioni sulle questioni sollevate dagli editori. Infatti, nella lettera
che ho inviato ai 27 ministri della cultura
europei, in vista del vertice informale che li
riunirà tutti il 24 settembre a Venaria, e in
una seconda lettera che ho inviato loro sull’ordine del giorno del vertice, ho indicato
tra gli altri proprio questi temi. Quindi le
posizioni sono molto vicine».
Quali sono, nello specifico, queste posizioni, lo ha spiegato Marco Polillo: «Abbiamo presentato al ministro alcune questioni,
come la protezione del diritto d’autore, perché senza il diritto d’autore sarebbe la fine
dell’industria culturale ma anche degli autori; poi la differenza tra l’Iva del digitale e del
cartaceo (in Italia gli ebook hanno un’Iva al
22 % e i libri al 4 %, in altri Paesi le percentuali sono diverse ma il problema è comune); va
consacrato il principio che sono la stessa co-
sa. E poi occorre riordinare un’altra materia
molto importante, che vede un braccio di
ferro tra gli «over the top», le grandi aziende
su Internet, e gli editori. Ebbene, l’incontro
è andato molto bene e anche in quest’occasione ho trovato il ministro molto partecipe
e interessato. Mi pare importante che l’Italia
si faccia portavoce di un’istanza europea».
Anche secondo Stefano Mauri, l’incontro
è stato positivo: «Come è logico e giusto abbiamo esposto le priorità degli editori europei in questa fase del semestre italiano, in
un momento di cambiamento di scenari e di
commissioni, e abbiamo incontrato molta
Prospettive
La fascinazione per le nuove tecnologie
può portare a trascurare valori già
esistenti, ma il 70% della produzione
di qualità è nel Vecchio Continente
sensibilità (ciò che non tutti i ministri precedenti avevano). Il ministro mi è sembrato
anche molto sensibile alla questione del primato europeo nella cultura, che resiste tuttora: la fascinazione per le nuove tecnologie
può portare a trascurare valori già esistenti,
ma il 70 per cento della produzione editoriale di qualità a livello mondiale è europea. E
questo significa che gli interessi europei
possono essere un po’ diversi dagli altri, ad
esempio rispetto alla realtà americana».
Il ministro ha garantito l’impegno a livello
europeo sul tema dell’armonizzazione dell’Iva degli ebook, sulla concorrenza e i grandi colossi internazionali, e in particolare
sulla questione del copyright. «Sul diritto
d’autore — ha commentato il ministro Franceschini —, vorrei fosse centrale il diritto
degli editori e degli artisti di vedere tutelate
le loro opere e di avere da mangiare, in questo mondo del tutto nuovo che è il mondo
digitale».
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30
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
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DAI CRONOPROGRAMMI ALLE TRATTATIVE NELL’UNIONE
CENT’ANNI FA LA PRIMA GUERRA MONDIALE
LA STRAGE CHE CI HA SEGNATO PER SEMPRE
Paesi che hanno mobilitato oltre
1 milione di combattenti. Valori in milioni
1x
=
100.000
Forze
combattenti alleate
Imperi
centrali
Russia
12
Feriti
Prigionieri
e dispersi
Morti
I
5,0
milioni
2,5
1,7
Germania
11
4,2
milioni
1,2
1,8
Gran
Bretagna
8,9
2,1
0,2
0,9
milioni
Francia
8,4
4,3
milioni
3,6
milioni
2,2
1,2
ITALIA
5,6
0,9
0,6
0,7
milioni
Stati Uniti
4,4
milioni
0,2 0,1
0,4
0,3 0,3
Turchia
2,9 milioni
Bulgaria
1,2 milioni
0,2 0,1
TOTALE Forze 62,1 Feriti 20,9 Prigionieri e dispersi 7,5 Morti 8,1
✒
Cent’anni e due giorni fa. Il 28 luglio 1914 l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia dopo che il piccolo Paese balcanico, ritenuto colpevole di aver armato a Sarajevo la mano degli assassini di
Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, aveva respinto l’ultimatum
che d’altronde Vienna aveva concepito apposta per farselo rifiutare. Il 29 luglio gli
austriaci bombardano Belgrado, il 31 luglio
la Russia mobilita il suo esercito, l’1 agosto
Germania e Francia fanno lo stesso, il 4
agosto la Germania invade il Belgio e la
Gran Bretagna dichiara guerra all’impero
tedesco. Inizia la Prima guerra mondiale.
Con un costo altissimo, come si può vedere
dal grafico qui sopra: 8,1 milioni di morti e
20,9 milioni di feriti e mutilati, rispettiva-
Fonte: Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, The Economist
0,5
1,4
Austria Ungheria
7,8
Dati relativi solo ai Paesi nel grafico
mente il 13 e il 33,6% dei 62,1 milioni di soldati mobilitati. Per l’Italia le cifre furono di
700 mila morti e 900 mila feriti su 5,6 milioni di mobilitati. Gli uomini politici dell’epoca sono stati definiti «sonnambuli»,
perché si avvicinarono alla catastrofe senza
rendersene conto. Non è tanto vero: sapevano che in conseguenza delle loro azioni
la guerra sarebbe potuta scoppiare ma la
consideravano un’opzione come tante, per
taluni perfino desiderabile ma comunque
da affrontare con animo fermo e tranquillo. Dalle loro decisioni scaturirono una
strage immane e le grandi dittature del
‘900. L’Europa e il mondo portano ancora i
segni della loro scarsa preveggenza.
Paolo Rastelli
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L’IMMANGIABILE MARMELLATA DI COLOMBO
ALL’ATTACCO DEL CAPO DELLO STATO
✒
Da magistrato, ai tempi di Mani
Pulite, proponeva a se stesso e ai
suoi colleghi il compito di «rovesciare l’Italia come un calzino». I risultati sono sotto
gli occhi di tutti, ma Gherardo Colombo
non demorde. Adesso che è presidente
della Garzanti e membro del Consiglio di
amministrazione della Rai, in un’intervista
al Fatto prende di petto (ed è, ci mancherebbe, pieno diritto suo come ogni di altro
cittadino) la riforma del Senato. E pure il
presidente della Repubblica. Che, sostiene,
invece di chiedere di fare in fretta dovrebbe
ricordare alle Camere che «sarebbe inopportuno usare tagliole o ghigliottine in una
materia così decisiva e delicata come una
riforma istituzionale».
Anche in questo caso, s’intende, non è in
discussione la legittimità del giudizio. Sono molto, molto discutibili, invece, per
non dire di peggio, gli argomenti addotti
da Colombo per motivarlo. Perché Giorgio
Napolitano ha preso questa posizione? Ma
è chiaro. Perché è nato tre anni dopo la
marcia su Roma, per cominciare, e quindi
qualcosa del fascismo se lo deve portare
appresso. E poi perché, caduto il fascismo,
di ENZO MOAVERO MILANESI
si è trovato a condividere «pensiero e opere
di Stalin», fino a schierarsi, nel 1956, a difesa dei carri armati sovietici in Ungheria.
Sulla base di simili, pesantissimi antefatti,
annota Colombo, non c’è da sorprendersi
se in Napolitano, che pure ha fatto «passi
da gigante» nel suo «grave tormento autocritico», riaffiora «la cultura del passato»,
e cioè il centralismo democratico e il primato della politica.
Che cosa c’entri una immangiabile marmellata di marcia su Roma, Giuseppe Stalin, Ungheria, centralismo democratico e
primato della politica con la posizione del
capo dello Stato — condivisibile o meno
che sia — sulle riforme costituzionali non
è dato sapere: Colombo naturalmente
omette di spiegarcelo, e la sua intervistatrice si guarda bene dal chiederglielo. «Magni, bevi e te lavi la faccia: taglia, ché è rosso!», gridavano un tempo, a Roma, i venditori di cocomeri, per invogliare all’acquisto
i possibili compratori. I cocomerai non ci
sono (quasi) più. Ma il loro grido ha trovato
molte orecchie ricettive. Anche troppe.
Paolo Franchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
n Europa, la situazione dell’economia
evolve positivamente, ma in maniera
meno incisiva, rapida e armonica di
quanto si auspicasse e il nostro Paese
risulta più indietro. Peraltro, le
circostanze temporali sarebbero propizie,
offrendoci un’inedita occasione di
protagonismo. Da una parte, il calendario ci
assegna la Presidenza semestrale dell’Unione
europea proprio all’inizio della nuova
legislatura (dopo le elezioni per il Parlamento
europeo), con la possibilità di influire
significativamente sulle scelte più urgenti.
Dall’altra, consci di dover fare in Italia
numerose riforme strutturali, consonanti con
le linee europee, dovremmo vararle ora,
innestandole in un contesto Ue sul quale
abbiamo modo di avere, pro tempore,
maggiore incidenza. Volendo cogliere e
coniugare le due opportunità, bisogna però
attivarsi subito, a livello domestico ed europeo,
con proposte e realizzazioni molto concrete.
Le riforme necessarie per modernizzare
l’Italia le conosciamo, ne parliamo da anni,
qualcuna l’abbiamo fatta. Le formali
«Raccomandazioni specifiche», approvate dal
Consiglio europeo del giugno scorso e
fondate sul nostro «Programma nazionale di
riforma», sono incalzanti. Oltre alla nota
indicazione di preservare i conti pubblici sani,
richiedono: semplificazione normativa e
riforma tributaria; efficienza delle Pubbliche
amministrazioni, della Giustizia civile e del
sistema educativo; maggiore apertura dei
mercati, specie negli appalti pubblici;
l’ampliamento delle fonti di finanziamento
per le imprese, rispetto al tradizionale
circuito bancario; una riforma del mercato del
lavoro a tutela di chi lo cerca; infrastrutture
migliori per trasporti ed energia. Altri Stati
europei che hanno agito efficacemente prima
di noi, crescono di più, guadagnano
competitività, attraggono investimenti.
Indugiando, decliniamo rapidamente, di
fronte a un mondo con molti concorrenti. I
dibattiti astratti sui principi, i progetti
insufficienti, gli annunci non seguiti da fatti
non aiutano.
Un metodo d’azione rapida può essere il
seguente. Predisporre, per ciascuna riforma,
un preciso piano che ne dettagli
caratteristiche e calendario di attuazione;
assortito da una stima rigorosa dei costi e
dell’impatto positivo su crescita e
occupazione. Il piano va, poi, illustrato a tutti i
soggetti interessati, nelle sedi nazionali ed
CONC
Il bilancio
Le riforme in Italia e in Europa?
Percorso chiaro, purché lo si voglia vedere
europee, per raccoglierne osservazioni e
pareri. Inutile ricordare che, soprattutto a
livello Ue, si aspettano formali garanzie sulla
capacità — non solo sulla volontà — politica
di raggiungere il risultato e conseguenti
impegni vincolanti del Governo. Su questa
base, penso sia anche possibile negoziare
misure di accompagnamento rilevanti,
consentite dalle vigenti regole europee; a
cominciare da un diverso ritmo di riduzione
del debito pubblico, rispetto a quel 5% (un
ventesimo) l’anno della quota eccedente il 60%
del rapporto debito/Pil, previsto a partire dal
2016 (che, da solo, vale 40/50 miliardi l’anno).
Altrettanto importanti delle riforme
strutturali domestiche sono le riforme
dell’Unione che potremmo accelerare,
durante il semestre di Presidenza: ne vedo
almeno tre. La prima: curare la finalizzazione
delle azioni ribadite dalla «Strategic agenda»
del Consiglio europeo di giugno 2014 e già
enunciate dal «Patto» stipulato nel giugno
2012; sono di nostro grandissimo interesse e
propizie agli investimenti privati (come il
«mercato unico» digitale e dell’energia e gli
accordi commerciali internazionali). La
seconda: predisporre un documento di
discussione per la revisione, nel 2016, del
bilancio Ue 2014-2020, perché l’attuale assetto
appare inadeguato alle sfide attuali
dell’Unione, oltre che al nostro sistema Paese
(che paga ben più di quanto riceva); il
documento può favorire un dibattito
strutturato insieme al rapporto preliminare
del gruppo ad alto livello sulle «risorse
proprie» Ue, atteso per dicembre 2014. La
terza: lavorare sull’interessante programma
del prossimo Presidente della Commissione
europea, Jean-Claude Juncker. In particolare,
dovremmo subito vagliare, approfondire e
iniziare a mettere in opera l’idea di
mobilitare, nel triennio, 300 miliardi di euro
di investimenti addizionali (pubblici e privati)
nell’economia reale, anche per prepararci a
fruirne al meglio in Italia; valorizzare
l’obiettivo di portare l’Unione ai vertici
mondiali nel campo delle energie rinnovabili
e dell’economia «verde»; anticipare i tempi
per la creazione di una «Capital markets
union», per aumentare e diversificare le
possibilità di finanziamento per le aziende;
consolidare gli assetti industriali, affinché
davvero, nel 2020, contribuiscano per il 20% al
prodotto interno lordo Ue; delineare la
preconizzata «nuova politica europea per le
migrazioni», cruciale per l’Italia, facendo
anche attenzione a chi verrà conferito tale
portafoglio in seno alla prossima
Commissione europea.
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OGGI L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE
Il rito stanco della Consulta lasciata incompleta
di GIOVANNI BIANCONI
SEGUE DALLA PRIMA
Interrompendo così quella
che sembrava una «cattiva abitudine». Poi però è stata la politica a dare il cattivo esempio,
sottraendosi ai propri doveri e
responsabilità: in quasi due mesi di tempo maggioranza e opposizione non sono riusciti a
eleggere i due nuovi componenti della Corte di nomina parlamentare che devono sostituire
l’ex presidente Gaetano Silvestri
e Luigi Mazzella, decaduti entrambi a fine giugno. Veti e controveti hanno fatto sì che cinque
votazioni del Parlamento in seduta comune andassero a vuoto,
e in assenza di soluzioni l’appuntamento è stato rimandato a
settembre, insieme all’elezione
degli otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura.
Nella divisione dei posti tra
centrosinistra e centrodestra sono circolati per settimane vari nomi: Luciano Violante e Augusto
Barbera da un lato; Donato Bruno,
Ignazio la Russa, Niccolò Ghedini
e Antonio Catricalà dall’altro. Ma
dubbi e ripensamenti continui —
insieme alla coincidenza con altre
scadenze considerate di maggior
importanza per governo e maggioranza, dalla riforma del Senato
in giù — hanno finora impedito
di procedere alla doppia investitura. Non certo una bella figura, da
parte dei vertici dei partiti, che si
sono lasciati scivolare addosso
persino la raccomandazione rivolta a metà luglio dal capo dello Stato a Renzi, affinché venissero rispettate «le scadenze ormai urgenti» per Consulta e Csm. Nulla
di fatto.
Il risultato è che oggi la Corte
costituzionale si riunirà per eleggere il nuovo presidente monca di
due componenti, trovandosi di
fronte a un bivio. Scegliere il più
anziano (Giuseppe Tesauro, arrivato alla Corte nel 2005, giacché
Sabino Cassese, nominato insieme a lui, si è ufficialmente chiamato fuori, proprio per favorire
❜❜
Soluzione-ponte
possibile per il mancato
voto sui giudici di
nomina parlamentare
una conduzione effettiva e non
solo «di facciata»), che resterebbe
in carica fino a novembre ma non
potrebbe guidare le udienze già
da metà settembre, giacché bisogna garantire un paio di mesi per
la trattazione delle cause; oppure
puntare su una presidenza di più
ampio respiro, e in questo caso il
favorito sembra Alessandro Criscuolo, che ha davanti a sé ancora
tre anni.
All’interno della Corte c’è chi
sta lavorando da tempo a una soluzione più duratura; per motivi
di funzionalità, prima ancora che
di rispetto dei desiderata della
nuova classe politica, al dunque
dimostratasi inconcludente. Tuttavia, proprio le mancate nomine
parlamentari potrebbero favorire
l’elezione di Tesauro, considerata
una soluzione-ponte in attesa che,
a novembre prossimo, la composizione della Consulta venga completata non solo con i due giudici
di estrazione parlamentare, ma
anche con i due che dovranno essere nominati dal presidente della
Repubblica in sostituzione, per
l’appunto, di Tesauro e Cassese.
Altrimenti, da novembre in poi, si
verrebbe a creare l’altrettanto atipica situazione di un presidente
di media o lunga durata alla cui
elezione non hanno potuto partecipare ben quattro membri della
Corte su quindici. Quasi un terzo.
Il nodo sarà sciolto con la votazione di oggi, e fare previsioni
non è facile. Perché la sostanza si
mescola con la forma, e la realtà
con l’immagine. La presidenzaponte di Tesauro (il quale non godrà di indennità aggiuntive che
scattano solo dopo un anno, come si ribadisce negli uffici della
Corte) potrebbe apparire persino
ragionevole, vista la particolare situazione che s’è venuta a creare;
però sarebbe comunque un’anomalia che la quarta carica dello
Stato rimanesse al suo posto per il
periodo feriale e poco più, potendo presiedere al massimo una seduta. L’interessato ne guadagnerebbe in prestigio, ma l’istituzione? Inoltre c’è chi teme che dal
versante politico arrivi l’accusa
delegittimante di una manovra
«di casta», compiuta per aggiungere un nome all’albo dei presidenti emeriti. E sarebbe una beffa,
oltre che un paradosso, visto che
inadempiente e incurante delle
proprie non-scelte, in questo caso, s’è rivelata proprio la politica.
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
31
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
LA BATTAGLIA PER LE RIFORME
VINTA A BERLINO, PERSA A ROMA
Risponde
Sergio Romano
Per l’ennesima volta, sento
dire che le fortune della
Germania sarebbero legate a
«riforme». Chiedo, allora, che
finalmente ci venga svelato in
dettaglio in che cosa abbiano
consistito tali miracolose
riforme: potremmo soppesarle
e copiarne qualcuna. Non mi
si dica che tali riforme, in
ultima analisi, abbiano ridotto
il costo del lavoro per unità di
prodotto o altre amenità del
genere. Chiesi, tanti ma tanti
anni fa, a persona che ben
conosceva quel mondo, quale
fosse il segreto delle fortune
della Germania; mi rispose:
«Vedi, là nessuno si ammazza
di lavoro ma, là, tutti lavorano
con impegno e serietà». Capii
immediatamente il messaggio.
Si tratta di un popolo
disciplinato, dote, questa,
assolutamente necessaria, ad
esempio, per operare
nell’ambito della grande
industria (anche nell’ambito
TITOLI AMPOLLOSI
Perché sopravvivono
Caro Romano, la cronaca ha
riportato casi di ex
parlamentari che pretendono
di venir ancora chiamati
onorevoli. A me è venuto un
dubbio ulteriore: il deputato in
carica ha veramente diritto di
essere chiamato onorevole, o
si tratta di una prassi non
sancita da alcuna legge e che
quindi può essere disattesa?
Antonio Massioni, Milano
Quando divenne ministro
degli Esteri, nell’ottobre 1946,
Pietro Nenni firmò una circolare per bandire l’uso di «eccellenza». Ma vi è ancora qualcuno che se ne serve. I titoli
ampollosi sopravvivono
quando non piacciono soltanto a coloro che amano fregiarsene, ma anche ai loro interlocutori, spesso desiderosi di lusingare e adulare.
BICAMERALISMO / 1
Funzioni del Senato
Si afferma che è necessario
eliminare la funzione
legislativa del Senato per
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
militare, peraltro). Ci sarà
pure un motivo se, là, la
grande industria ha
prosperato mentre da noi ha
fallito su tutta la linea. Non
credo, pertanto, che c’entrino
le riforme quanto invece
l’indole di quel popolo che,
potrà non essere simpatico a
tutti, ma che sul piano
organizzativo è molto, molto
diverso da noi.
Luciano Gioia
valegioia87@
alice.it
Caro Gioia,
e riforme a cui generalmente si allude nel caso
tedesco sono quelle realizzate dal governo di Gerhard
Schröder fra il 1998 e il 2005.
Ma possono essere comprese e
apprezzate soltanto se collocate nel contesto della situazione
economica tedesca dopo l’introduzione dell’euro alla fine
degli anni Novanta. Il marco
L
accelerare l‘iter legislativo.
Ma il passaggio di un testo da
una Camera all‘altra non è
una perdita di tempo:
consente di limarlo di
evidenziarne, con il concorso
dei media e dei cittadini, le
carenze. A mio avviso, il
sistema monocamerale rischia
di innescare una presa diretta
tra esecutivo e legislativo. La
lentezza nel redigere le leggi è
un valore se aiuta a produrre
buone leggi: quello che serve è
la rapidità nella loro
attuazione.
Ascanio De Sanctis, Roma
BICAMERALISMO / 2
Trattative faticose
era sopravvalutato e il suo valore aveva un effetto negativo
sulle esportazioni. Il costo dell’unificazione pesava ancora
sul bilancio dello Stato. La produttività cresceva meno dei salari. E la risposta di molti industriali a questo stato di cose era
la delocalizzazione, vale a dire
il trasferimento delle fabbriche
soprattutto nei Paesi ex comunisti, dove la mano d’opera era
complessivamente bene istruita e i salari molto più bassi.
Schröder spiegò ai sindacati
che quella emorragia avrebbe
danneggiato in ultima analisi
anche le loro organizzazioni e
li persuase a collaborare. Fu
molto più facile da quel momento fare le riforme che maggiormente contribuirono al ri-
Nel calendario della
Serie A 2014-2015
ci saranno partite di
cartello sin dalla prima
giornata. È giusto?
la concertazione, vale a dire un
condominio che avrebbe inevitabilmente limitato le capacità riformatrici di qualsiasi
governo. La legge Biagi tentò
di liberalizzare il mercato del
lavoro, ma fu tenacemente
combattuta e naufragò sullo
scoglio dell’art. 18. Berlusconi
voleva sopravvivere più di
quanto volesse riformare. La
legge Fornero sulla pensione a
67 anni arrivò tardi in una fase
di crisi, quando i suoi effetti
avrebbero giovato al bilancio
dello Stato ma aumentato la
disoccupazione giovanile.
Le riforme sono difficili in
Italia, caro Gioia, perché ogni
corporazione, dai maggiori ordini professionali alla più modesta sigla sindacale, ha di fatto un diritto di veto. Abbiamo
spinto il concetto di democrazia sino a generare il suo opposto: la tirannia delle minoranze.
MINORANZE
testo di legge, sia pure
costituzionale, mi domando
come mai il premier Renzi (o,
meglio, qualcuno del suo
staff) non ritenga utile farci
fare due risate pubblicando
qualche decina dei più
spassosi emendamenti
presentati dalle opposizioni
alla legge di riforma del
Senato. Si chiarirebbe qual
è il significato dello
ostruzionismo e lo spessore
di chi lo pratica in maniera
così eclatante.
Ricatti ingiusti
Quando anche in Italia sarà
la maggioranza a governare
il Paese e non i ricatti delle
minoranze? Quando noi
italiani finalmente
smetteremo di dare il voto a
tutti quei partitini inutili per il
governo del Paese e voteremo
per uno dei partiti maggiori
che manderemo a casa se non
farà ciò che è stato promesso?
istituzionali. Le riforme non
sono proprio quelle che
vorremmo, ma dobbiamo
accontentarci della
soppressione del
bicameralismo perfetto.
Quanto alla nuova legge
elettorale denominata
Italicum, essa deve essere
considerata appagante in
quanto le soglie di
sbarramento mirano ad
eliminare un gran numero di
partitini inutili e parassitari
che si abbeverano alle casse
dello Stato.
Ivo Giraldoni
ivogiral@yahoo.it
Quegli emendamenti
Ritenendo che sia piuttosto
difficile trovare quasi 9.000
correzioni sensate a qualsiasi
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
Il governo studia nuovi
incentivi per l’acquisto
di auto: è una mossa
corretta per il rilancio
dei consumi?
82
No
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Edoardo Antonini
edoantonini@yahoo.it
OSTRUZIONISMO
Giovanni Bertei
La Spezia
Proseguono con fatica le
trattative per le riforme
La tua opinione su
sonar.corriere.it
lancio della economia tedesca:
riduzione dei costi delle aziende, diminuzione dei salari reali
(più lavoro per la stessa retribuzione), nuovi contratti di lavoro a tempo determinato, diminuzione della spesa sanitaria, allungamento dell’età lavorativa. Nel giro di pochi anni
tutti i principali indicatori economici — esportazioni, produttività, occupazione — dimostrarono che la cura
Schröder stava facendo miracoli. Ne avemmo la prova
quando il cancelliere socialdemocratico fu abbandonato da
una parte del suo partito e perdette le elezioni del 2005. Era
divenuto impopolare, ma la terapia non sarebbe stata efficace
se la riforma non avesse comportato parecchi sacrifici e i riformatori non fossero stati
pronti a pagarne il prezzo.
In Italia le cose sono state
fatte a metà. I sindacati non
volevano la collaborazione, ma
18
CORRUZIONE
Senza eguali in Europa
Spesso nelle discussioni
emerge che la corruzione è
forse il nostro maggior difetto.
Molti concordano, però
dicendo che esiste anche in
altre nazioni e sembrano
quindi rassegnarsi. Mia
piccola riflessione: la nostra
accertata percentuale di
persone corrotte non ha
eguali in Europa!
Umberto Gaburro
Guidizzolo (Mn)
Interventi & Repliche
Costa Concordia: la vicenda
In questi giorni le cronache sono piene di
immagini che raccontano l’ultimo
«viaggio» della Costa Concordia verso il
Porto di Genova per lo smaltimento.
All’epoca del disastro ero sottosegretario ai
Trasporti del governo Monti e in ragione di
ciò ho ben presente la storia di ognuna
delle vittime della tragedia e la sofferenza e
lo sconcerto dei familiari di fronte
all’accaduto. Questa vicenda, che ha
provocato la morte di 32 persone, a causa
dell’imperizia e della superficialità di chi
avrebbe dovuto garantire la sicurezza della
nave e dei passeggeri, ha sommato al
dramma umano l’urgenza e la necessità di
scongiurare un disastro ambientale. Ci
troviamo di fronte ad un’operazione che
sicuramente conferisce ulteriore grande
lustro alle tecnologie e alle competenze
italiane nel comparto industriale della
cantieristica navale, ancora uno dei pochi
di eccellenza italiana nel mondo: pensiamo
a quanto più grave sarebbe stato il bilancio
dell’incidente se, ad esempio, si fossero
verificati incendi a bordo o se le dimensioni
dello squarcio causate dall’impatto con lo
scoglio, avessero determinato il cedimento
strutturale dello scafo. Tra i pochi che
ebbero il coraggio all’epoca di «metterci la
faccia», il prefetto Franco Gabrielli, che è
riuscito, nonostante le implicite difficoltà
connesse all’avvicendarsi di tre diversi
governi, a coniugare per tutto questo
tempo il necessario approccio al problem
solving senza far venire meno l’attenzione
alle sensibilità dei molteplici attori coinvolti:
a questo si deve il fatto che l’ecosistema
dell’isola del Giglio sia salvo e che la
Concordia sia ora destinata, in sicurezza,
verso la demolizione. Aprendo così una
prospettiva industriale che sinora era
appannaggio solo di altri Paesi.
Programmare e mettere in atto gli
interventi necessari, dare conforto alle
vittime del naufragio e ai loro familiari,
valorizzare le specificità dei diversi corpi
dello Stato, gestire il rapporto con
l’Armatore e le Compagnie assicuratrici,
soddisfare una attenzione mediatica
mondiale, naturale per un evento senza
precedenti: è un merito di cui occorre dare
atto a Franco Gabrielli e ai suoi uomini che,
a volte, anche in solitudine, hanno dovuto e
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Tuttifrutti
di Gian Antonio Stella
L’Inps e il no surreale
a una donna (defunta)
«G
entile signora, la sua pensione di invalidità non
può essere erogata in quanto lei è morta».
Quando ha avuto tra le mani la lettera dell’Inps,
Giuliano Strofaldi, che vive in provincia di Brescia, non sapeva se ridere istericamente o piangere a dirotto. La lettera, infatti, non era indirizzata a lui in quanto
vedovo ma proprio a sua moglie, Concetta Corcione. Morta il 4
maggio 2012.
Poco prima di andarsene poco più che cinquantenne, la sfortunata signora aveva infatti firmato una domanda all’Istituto di previdenza per avere una «pensione ordinaria di inabilità», protocollata il 23 marzo di quel 2012. Due anni e mezzo di attesa ed ecco la
risposta che il postino, racconta amaro Strofaldi, ha consegnato
dopo qualche perplessità all’indirizzo che fu della donna «benché
sapesse che si era (ahimè) trasferita altrove. Ora, siamo tutti disposti ad ammettere che sono lettere automatiche e il software
non prevede evidentemente l’aggiunta, quando occorra, dell’intestazione “Agli eredi di...”. Resta il cruccio che non esista alcun
presidio umano per umanizzare le comunicazioni, che oscillano
quindi tra lo sgradevole e il ridicolo».
Dice dunque quella lettera indirizzata a Concetta: «Le comunico che non è stato possibile accogliere la domanda in oggetto,
presentata il 23/03/2012 per il seguente motivo: la domanda di
pensione di inabilità è stata accolta secondo i criteri medico-legali
ma non viene erogata in quanto la
cessazione dell’attività lavorativa è
avvenuta con il decesso». Testua«Lei è morta,
le.
Dopo di che l’Inps prosegue
niente pensione. rendendo
edotta la defunta di coMa può fare
sa può fare: «La informiamo che,
nel caso volesse impugnare il prericorso sul
sente provvedimento, potrà prenostro portale» sentare un ricorso amministrativo
esclusivamente online attraverso
il portale www.inps.it nello spazio riservato ai Servizi Online» oppure «tramite i patronati e tutti
gli intermediari autorizzati dell’Istituto…». «Le ricordiamo che in
ogni caso potrà presentare il ricorso entro e non oltre novanta
giorni dalla data di ricevimento di questa comunicazione», prosegue la lettera alla morta. «Qualora non intervenga alcuna decisione nei successivi novanta giorni, potrà proporre un’azione giudiziaria da notificare direttamente a questa Sede. Insieme al ricorso
è necessario che lei presenti i documenti e fornisca le notizie che
ritiene utili. (…) Se il ricorso non sarà deciso entro 90 giorni dalla
data di presentazione, Lei potrà proporre azione giudiziaria entro
tre anni dalla data di scadenza del termine previsto per la decisione del ricorso stesso. L’eventuale azione giudiziaria contro il presente provvedimento dovrà essere notificata presso questa agenzia…». L’ufficio, chiude la surreale missiva, «è a sua disposizione
per ogni ulteriore chiarimento». Segue la firma di un funzionario,
Giorgio Calegari. A sua insaputa, probabilmente.
Il computer, si sa, può essere assolutamente idiota. Ma ti chiedi: possibile che chi lo ha programmato non si sia posto il problema di questi infortuni così offensivi per i parenti di chi non c’è
più?
❜❜
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saputo fare le scelte giuste.
Guido Improta, assessore
Mobilità e Trasporti, Comune di Roma
Difesa senza avvocato? Improponibile
Un lettore (Corriere, 28 luglio) ha indicato
tra le sue proposte di riforma della giustizia
la difesa diretta senza avvocato sulla base
delle qualità culturali e personali del
richiedente. La difesa presuppone
conoscenze sostanziali e processuali
proprie dell’avvocato che si contrappone a
un altro tecnico del diritto: il giudice. Appare
improponibile tale idea anche perché
classifica indagati/imputati di serie A e B,
mentre di fronte alla legge tutti sono eguali.
Andrea Parisi, parisi@legmilano.it
EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago
- Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti
23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030
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La tiratura di martedì 29 luglio è stata di 433.822 copie
ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013
Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-0263.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni).
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32
italia: 51575551575557
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
33
italia: 51575551575557
Spettacoli
A febbraio e marzo
Mehta dirigerà l’«Aida» della Scala al posto di Maazel
Sarà Zubin Mehta a sostituire Lorin Maazel, da
poco scomparso, nella direzione dell’Aida alla
Scala. Lo ha annunciato Alexander Pereira, il
sovrintendente del teatro milanese: «Pur
rattristati abbiamo trovato un direttore di fama
internazionale». Causa impegni di Mehta l’opera
è stata spostata dal 25 al 24 febbraio e dal 14 al
15 marzo, invertendosi con il Lucio Silla.
Tendenza Il cinema americano
scommette sul fascino irresistibile della
tavola. Da oggi nelle nostre sale il film con
Scarlett Johansson e Robert Downey jr.
Sorriso Helen Mirren (69) nel film «The Hundred-Foot Journey»
In cucina
Jon Favreau (47)
in una scena di
«Chef», che esce
oggi in Italia
Hollyfood
LOS ANGELES — Cinema e cucina
sono un asso nella manica per il grande schermo, una scommessa spesso
vincente. Come dimostra la nuova ondata di film con i divi di Hollywood alle prese tra cibo e fornelli — che seguono un lungo elenco di successi.
Basti ricordare Meryl Streep che in Julie & Julia (2009) di Nora Ephron, in
candidi grembiulini, preparava manicaretti e spiegava la raffinatezza del
Cordon Bleu francese agli americani
ghiotti di hamburger.
«Cucinare è un’arte alchemica» sostiene con aria spiritosa Jon Favreau,
già regista di Iron Man e Cowboys &
Aliens, che ha ottenuto ottime critiche
con Chef - La ricetta perfetta (in uscita
oggi nelle nostre sale), il film da lui diretto e interpretato («È vero, era il sogno goloso della mia vita», confessa).
Nel cast una parata di stelle: da Robert Downey Jr. a Scarlett Johansson,
da Dustin Hoffman alla voluttuosa Sofia Vergara. Se la devono vedere con
Carl Casper (Favreau), chef di successo, che perde il lavoro per le sue estrose ricette e si compera un furgoncino
per dare sfogo on the road alle sue
passioni gastronomiche.
La febbre da cucina non ha risparmiato nemmeno Steven Spielberg,
che ha prodotto The Hundred-Foot
Journey, diretto da Lasse Hallström e
interpretato da Helen Mirren, irresistibile cuoca dall’accento francese in
Quanti divi sul set tra cibo e fornelli
Lo «chef» Favreau: il sogno goloso
Helen Mirren cuoca stellata, in cucina anche Bradley Cooper
un ristorante, Le Saule Leureur, da
guida Michelin.
«Mi sono divertita un mondo —
racconta l’attrice, premio Oscar e donna di indiscussa eleganza — nei
grembiulini di Madame Mallory. Avevo letto con grande piacere il best seller di Richard C. Morais e mi affascinava l’idea di questa cuoca che diventa
una sorta di mentore per un giovane
indiano che assieme alla famiglia gestisce un piccolo ristorante a cento
L’attore
«Mia madre è di origine
italiana, finalmente potrà
darmi dei consigli su come
comportarsi in cucina»
metri dal mio, noto per una prelibata
cucina francese. Hallström aveva già
diretto Chocolat e il nostro film oltre
che da Spielberg è prodotto da Oprah
Winfrey». Prosegue: «Per me, che appena posso vado in vacanza in Puglia,
è stato un piacere studiare il copione
dove c’è anche un critico gastronomico italiano, impersonato da Emanuele
Secci. D’altro canto anche Peter Greenaway mi aveva scritturata intorno a
un tavolo pieno di leccornie per Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante.
Nulla è più aggregativo di una grande
tavolata imbandita e, tra i tanti film,
considero un capolavoro Ratatouille,
il cartoon con il topino Remy chef a
Parigi».
Stanley Tucci, in Big Night da lui diretto e interpretato nel 1996, ha offerto, nei panni del cuoco di origini
abruzzesi Secondo Pilaggi, diversi
spunti sulla cultura del cibo, che offre
la possibilità di realizzare sogni e carriere. Come è accaduto a Giada De
Laurentiis, nipote di Dino e Silvana
Mangano, che negli Stati Uniti è diventata una star con i suoi libri di ricette e i suoi programmi tv, perché il
piccolo schermo va a nozze con la cucina e sforna in continuazione tv movie e documentari. L’Italia è regina in
diversi film in arrivo, come Trip to
Italy di Michael Winterbottom, visto
al Sundance, dove Steve Coogan e Bob
Brydin compiono un viaggio nel nostro Paese alla ricerca dei migliori ristoranti e cuochi, tra Liguria e Toscana, spingendosi poi a Ravello, Roma,
Capri e Amalfi, da segnalare all’inserto culinario del Guardian.
Ridley Scott ha appena vinto la cor-
Ambizioso Nel film diretto da John Wells
(per ora senza un titolo) Bradley Cooper
(39 anni) è un cuoco che vuole aprire il
miglior ristorante del mondo
sa per acquistare i diritti del libri The
devil in the kitchen scritto da Marco
Pierre White, chef leggendario diventato un principe dell’arte culinaria nel
mondo dopo essere partito da un sobborgo inglese, figlio della working
class e che aveva, dice, «davvero poco
pane da mettere sotto i denti».
La Disney ha pronto il suo corto sul
cibo, Feast, in cui un uomo impara il
piacere della vita attraverso il cibo,
mentre un cagnolino narra la sua
odissea (si vedrà abbinato ai film Disney dell’autunno). Si è messo un cappello da cuoco persino Bradley Cooper che, nel film diretto da John Wells
(nel cast anche Uma Thurman, Emma
Thompson, Sienna Miller, Daniel
Brühl), deve far nascere «il miglior ristorante del mondo. «Finalmente mia
madre, che ha origini italiane ed è
un’ottima cuoca, potrà darmi ottimi
consigli».
In attesa delle ricette del film, la tv
americana raccoglie massima audience con i programmi dedicati alla cucina e non si contano i documentari sull’arte del mangiare sano, come Farang, su uno chef di cucina thailandese; America’s First Foodie, sui più
celebri cuochi; o Foodie - The Culinary Jetset, i cui protagonisti sono
blogger che di «lavoro» mangiano nei
migliori ristoranti del mondo.
Giovanna Grassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Personaggi La vincitrice del talent «The Voice» ha rinnovato i voti religiosi. Il presidente di Universal: «Restiamo in attesa delle sue decisioni»
Il ritiro segreto di suor Cristina e quel disco che non c’è
«L
e do una buona notizia.
Suor Cristina ha rinnovato i voti. Siamo tutte felici.
Ma non mi chieda dove lo ha
fatto, se a Milano o ad Assisi,
perché non posso dirlo». Rispondono così le Orsoline
della Sacra Famiglia di Milano. Suor Cristina Scuccia, la
vincitrice di «The Voice», ieri
ha rinnovato i voti. La sua vita
religiosa prosegue fra l’oratorio, la scuola materna e il
pensionato universitario della parrocchia san Leone Magno papa.
E la sua carriera discografica? Con la vittoria al talent di
Rai2 suor Cristina si è aggiudicata un contratto con Universal, una delle tre multinazionali del disco. Nella sede
Contratti
e premi
Suor Cristina
Scuccia, 25 anni, durante la
premiazione di
«The Voice»,
il talent di Rai2
che ha vinto.
Per lei c’è
un contratto
discografico
pronto
con Universal
Music Italia
della casa discografica, però,
non esiste ancora un progetto
con una data di pubblicazione.
«Siamo in attesa delle decisioni personali di suor Cristina e di quelle del suo ordine
religioso — conferma il presidente di Universal, Alessandro Massara —. Tutto prende
più tempo di quanto non sia
per noi normale quando si
tratta di contratti e progetti di
altri artisti. So che può sembrare inusuale non averla ancora in studio o con un album
pronto, ma giustamente ci
sono delle regole diverse che
in un caso particolare come
questo vanno rispettate».
Certo, il singolo presentato
alla finale di «The Voice» è
stato un flop di vendite. Non è
entrato nemmeno nella top
10 delle canzoni più scaricate.
Ma Universal non si è fatta
scoraggiare. Un album alla religiosa lo farebbero incidere
subito. Restano infatti i 55
milioni di visualizzazioni della sua prima esibizione televisiva. La famosa blind audition, la selezione in cui i giurati non potevano vederla ma
L’album a settembre
Lady Gaga, nuovo duetto con Bennett
Avevano già fatto coppia nel 2011 in «The Lady Is a Tramp».
A tre anni di distanza, Lady Gaga torna a duettare con la
leggenda della canzone americana Tony Bennett. Uscirà
infatti il 23 settembre l’album di standard jazz «Cheek to
Cheek» che la popstar ha realizzato nel corso di un anno di
registrazioni. «Abbiamo inciso tutti i più grandi standard, da
George Gershwin a Cole Porter, Jerome Kern, Irving Berlin»
ha dichiarato Bennett a proposito del disco il cui rilascio
inizialmente era previsto per il 1° gennaio di quest’anno.
solo sentirla, che si era conclusa con le lacrime di J-Ax.
La popolarità internazionale — la storia della singing
nun, la suora canterina, era finita su giornali e sui siti di
tutto il mondo e aveva colpito
anche star come Alicia Keys e
Whoopi Goldberg — è il patrimonio virtuale che potrebbe essere sfruttato discograficamente anche fuori dai nostri confini. Universal Italia ai
tempi del programma di Rai2
aveva ricevuto l’interessamento dei colleghi di altri Paesi. Un disco di canzoni sacre? Un album di classici del
Natale? In inglese o in spagnolo? Le opzioni sul tavolo
sono molte, ma tutto dipende
anzitutto dalle scelte personali della 25enne.
Andrea Laffranchi
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Spettacoli 35
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L’intervista Dal 2009 dirige il Tg3 che, per i vertici di Viale Mazzini, finirebbe accorpato a Rai News e Tgr
Bianca Berlinguer boccia il piano Rai:
Gubitosi sbaglia, ridurre i tg non serve
«Occorre una riforma globale, ma va preservata l’identità culturale»
ROMA — Bianca Berlinguer, direttore del Tg3. Cosa pensa del piano del
direttore generale Luigi Gubitosi sull’informazione, cioè la creazione di
due grandi newsroom, una formata
da Tg1, Tg2, Rai Parlamento e l’altra
composta da Tg3, Rai News più Tgr?
«La prospettiva peggiore per la Rai,
oggi, è l’immobilismo. Meglio un piano, anche discutibile, che il vuoto. Mi
auguro si affronti nel complesso e seriamente il senso del mandato al quale
deve rispondere il servizio pubblico. La
Rai deve ripensarsi radicalmente».
Per arrivare al merito del piano del
direttore generale?
«Non mi pare che siamo in presenza
di un piano editoriale generale, perché
una seria riforma dell’informazione
non può essere svincolata dal ripensamento delle reti. La forza della Rai è stata la politica di canale, cioè rete più testata giornalistica, ben pensata editorialmente e con chiare caratterizzazioni».
Le caratterizzazioni politiche sono
un residuo del passato...
«Alla Rai domina sempre questo
equivoco: se parli di “identità” ecco
spuntare la politica. Ma non è più così.
Io mi riferisco esclusivamente a una
identità culturale. Un solo esempio. La
Rai3 di Angelo Guglielmi, i cui prodotti
come “Chi l’ha visto?” continuano ad
avere ottimo successo, era ben diversa
dalla Rai1 di allora».
Qual è il punto di maggiore sua
perplessità su quel piano?
«Non riesco a capire la differenziazione tra le due newsroom. Penso che
alla resa dei conti il primo esito del piano sarà quello di una riduzione di personale. Normale che l’azienda si ponga
obiettivi di risparmio, ma dovrebbero
essere chiaramente dichiarati e non è
detto che quella sia la sola strada per
raggiungerli».
E allora cosa dovrebbe fare la Rai,
dal suo punto di vista?
«Se proprio si vuole procedere ad un
accorpamento tra le varie testate allora
meglio portarlo fino alle estreme conseguenze, quello di una redazione giornalistica davvero unica. Una rete solo di
Aveva 84 anni
La vicenda
Il piano
Due super-redazioni per
l’informazione Rai, meno
direttori di tg, meno
poltrone. È questo, in sintesi,
il piano del dg Gubitosi, per
rinnovare l’informazione
della Rai. Il Tg1 si
accorperebbe con il Tg2 e
Rai parlamento e il Tg3 con
Rai News e i Tgr
Volto
Bianca Berlinguer è nata
a Roma, il 9 dicembre
del 1959. Dal 2009
è direttore del Tg3
❜❜
Il futuro
Non sono legata alla
poltrona, tutti i direttori
sono a termine. Sono qui
per fare informazione
Durante un concerto in Perù
Pausini e l’incidente sexy sul palco
Un fuori programma risolto
egregiamente e subito diventato
un video virale. È successo a
Laura Pausini durante un
concerto a Lima, in Perù. Al
momento dell’ultimo brano alla
cantante si è aperto l’accappatoio.
Uno spacco un po’ troppo
profondo che ha lasciato
intravedere le parti intime. Pochi
istanti, il tempo di accorgersene,
poi la Pausini ha smesso di
cantare, si è istintivamente fissata
qualche secondo all’altezza dello
spacco e infine, rivolgendosi al
pubblico, ha sdrammatizzato,
dicendo: «Se si è vista, si è vista.
Ce l’ho come tutte le altre». Una
spontaneità che ha mandato in
estasi gli spettatori e che ha
divertito anche le persone che
hanno condiviso il video
dell’incidente, facendolo
diventare virale sulla Rete.
notiziari e approfondimenti con spazi
diversificati per temi e contenuti, per
linguaggi e per modalità espressive che
è cosa diversa da quello che si intende
comunemente per all news, che ha
un’altra missione, ovvero quella di fornire un flusso ininterrotto e indistinto
di notizie, che per sua natura rischia di
scolorire nella genericità. Non è certo la
situazione attuale ma è ciò che io pavento».
Il direttore generale Luigi Gubitosi
sostiene che i diversi tg manterrebbero sia il marchio che i conduttori e
che le scelte editoriali si diversificherebbero grazie alle indicazioni dei vicedirettori. Lei cosa risponde?
«Che l’identità di un tg non sta né nei
volti né nei marchi. Ma nelle scelte edi-
Lo scenario
Questo rinnovamento
sarebbe in sintonia con il
pensiero del presidente del
consiglio Renzi, che però
avrebbe in mente un piano
più ampio di cambiamento,
che si svilupperebbe lungo
quattro assi: governance,
nuova convenzione, canone
e trasformazione della Rai
in media company
per la sua poltrona di direttore di tg.
«Nella mia ottica, lo ripeto, va ridiscusso tutto. Anche il Tg3 così come gli
altri tg. So bene che il nostro telegiornale è quello che corre il rischio maggiore
di perdere fisionomia e identità, proprio perché inglobato in un modello di
informazione così diverso come quello
delle attuali all news. Ma non ci sono,
perché non possono esserci, “isole felici” da tutelare. In quanto al mio futuro,
tutti i direttori sanno che il proprio incarico è a termine. Io sono e resto una
giornalista che si occupa e si occuperà
di informazione. Credo di poter dare il
mio contributo anche in altre vesti».
Paolo Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il compositore, che fu amico di Abbado e Berio, nella sua vita ha tenuto più di quattromila concerti e scritto la colonna sonora di oltre quaranta film
Addio a Gaslini, teorico della «musica totale»
Studi classici, amava il jazz
e fu conquistato dal cinema
Q
toriali, nella chiave di lettura della realtà quotidiana. Penso che offrire dei tg
inevitabilmente tutti simili non renderebbe più allettante l’offerta della Rai».
Qualcuno ha parlato, per esempio
il consigliere di amministrazione Antonio Verro, del pericolo di un «pensiero unico» nel settore dell’informazione del servizio pubblico.
«Vedo piuttosto il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo di una indistinta linea editoriale. Il rischio, insomma, è che si riduca la necessaria diversificazione tra notiziari e appuntamenti con
l’informazione».
Deve però ammettere che appare
grottesca una Rai che copre un unico
avvenimento con tre troupe, altrettanti inviati... Ogni tg sembra una repubblica autonoma. Così le spese lievitano.
«L’ho premesso: la Rai va ripensata
radicalmente. E nessuno nega che questo sia un vero, concreto problema. Ma
ci vuole un progetto complessivo che
investa l’intero sistema dell’azienda: reti, tg, strutture tecniche. Ha poco senso
limitarsi solo all’informazione».
Ha parlato con Gubitosi di queste
sue forti perplessità?
«Sì, con lealtà e chiarezza. Ci siamo
parlati e lui ha assicurato che la sua porta rimane sempre aperta per un confronto franco».
Diranno che lei sta difendendo il
«suo» Tg3 che perderebbe l’autonomia, finendo nell’ambito di Rai News.
E magari che si sta battendo proprio
uando aveva vent’anni,
poco dopo la fine della
guerra, i suoi amici e
compagni di studi al
Conservatorio di Milano
erano Claudio Abbado e Luciano Berio, e il suo idolo Louis Armstrong: e
da allora in poi la vita di Giorgio Gaslini, morto ieri all’ospedale di Borgotaro (Parma), dove era ricoverato dopo
una caduta, è stata segnata dalla solidissima preparazione classica, dall’amore per il jazz e dalla straordinaria
curiosità intellettuale. Senza barriere.
Gaslini era nato a Milano il 22 ottobre 1929, quattro anni prima dell’amico Abbado che come lui sembrava destinato a una carriera da pianista-fenomeno ma poi scelse la direzione
d’orchestra: è stato il padre, per molti
aspetti, del jazz italiano, un talento
naturale incontenibile che dall’età di
sei anni, quando si era seduto alla tastiera del piano verticale di famiglia e
aveva preso la prima lezione suonando Chopin, circondato dai cimeli africani del padre, aveva avuto l’anima divisa in due.
A soli nove anni, aveva partecipato
a un concorso per piccoli talenti e non
era più sceso dal palcoscenico: aveva
scoperto che lassù la sua timidezza
spariva, e restava solo la gioia. Quella
volta aveva anche conosciuto un coe-
taneo, già allora birichino, di cui sarebbe rimasto amico per la vita: si
chiamava Walter, di cognome Annicchiarico, e sarebbe diventato famoso
come Walter Chiari.
Una carriera, quella di Gaslini, segnata da più di 4mila concerti in ottanta Paesi, oltre quaranta colonne
sonore di film tra cui La notte di Michelangelo Antonioni e Profondo Rosso di Dario Argento (che alla fine utilizzò soltanto alcuni temi di Gaslini,
chiamò dopo di lui i Goblin che facevano progressive rock, e nacque da lì
una polemica sui credit della colonna
sonora risolta qualche anno dopo):
numeri pazzeschi per un pianista e
compositore che ventenne era passato
dai localini di Milano al Conservatorio
perché fin da ragazzo aveva capito
l’importanza delle basi teoriche e culturali per un musicista, gli studi con
giganti come Antonino Votto e Carlo
Maria Giulini — e lezioni di contrappunto con Giulio Cesare Paribeni e di
composizione con Giorgio Federico
Ghedini — l’interesse durato tutta la
vita per le avanguardie, la musica atonale con la quale fece tanti esperimenti senza mai sposare i dogmi della
scuola di Darmstadt, lui che era il musicista italiano contemporaneo meno
dogmatico della sua generazione.
Teorico della «musica totale», nelle
gento, nelle incisioni di Schumann e
Monk e nella capacità di inventare,
inesauribile, variazioni sui Doors come su Mozart: la fantasia al potere.
Fu ammiratore e amico di Ornette
Coleman e Don Cherry; jazzista già affermato, dopo un concerto milanese
fece da autista a John Coltrane soltanto per passare mezz’ora con lui. Sorrideva quando gli si faceva notare quanto il suo «Blues all’alba» scritto per
Antonioni (quella colonna sonora fu
l’unica collaborazione tra i due maestri: era valsa a Gaslini un Nastro d’argento) fosse stato copiato o quantomeno avesse ispirato tanta musica
ascoltata dopo: lui, tanto, era già pas-
Predestinato
A soli 9 anni aveva
partecipato a un concorso
per piccoli talenti. Da allora
non era più sceso dal palco
sue mani questa etichetta prendeva
vita: nelle sue lezioni memorabili al
Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e al Giuseppe Verdi di Milano, nei
concerti, nell’elasticità con la quale
sapeva passare dalle musiche per un
regista «freddo» come Antonioni a
quelle per il maestro dell’horror Ar-
Universale
Giorgio Gaslini con il musicista
Anthony Braxton (oggi 69enne)
negli anni Ottanta. Nella foto
grande il compositore al
pianoforte. Gaslini è morto ieri a
84 anni all’ospedale di Borgotaro
sato oltre, a inseguire una nuova idea,
un nuovo spunto. Pochi artisti italiani,
non soltanto in campo musicale, hanno avuto la sua curiosità.
E la sua mancanza di snobismi: era
un compositore contemporaneo al
quale piacevano eccome le canzoni ,
dalle canzonette orecchiabili a quelle
dei cantautori di talento (fu amico di
Bruno Lauzi e di Francesco Guccini).
Un uomo politicamente impegnato
più nei fatti che nelle parole, felice di
suonare gratis nelle fabbriche e nei
circoli ma allo stesso tempo vagamente scettico sui colleghi compositori
che in quegli anni dedicavano opere
tediosissime al proletariato, perché
non dimenticò mai di essere un intrattenitore. Due anni fa aveva improvvisato per un’ora e mezza ai
«Concerti della Domenica» milanesi
ai Filodrammatici, accompagnando i
film muti di Buster Keaton
come si faceva nelle sale
all’alba del cinema.
E con generosità all’inizio di quest’anno aveva
donato, attraverso il «Fondo Gaslini», alla Biblioteca
Manara di Borgotaro la
sua collezione di cd e vinili (tra i gioielli: un Lp con
dedica di Duke Ellington),
e ad aprile all’università di
Tor Vergata aveva parlato
del lavoro di tutta la sua vita: la musica totale. Che
per lui stava fuori dall’Accademia, dai
dogmi dei musicologi e dei compositori militanti, ma viveva sui tasti del
pianoforte, sui palcoscenici più o meno prestigiosi, e nelle orecchie di tutti
quelli che amano la musica.
Matteo Persivale
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Zanetti debutta da dirigente
Argentina, si dimette Sabella
A Washington, Erick Thohir ha diretto l’incontro durato 12 ore e convocato con i rappresentanti di tutte le aree dell’Inter per pianificare la fase di
avvicinamento al campionato, mercato compreso. Il presidente del club è
rimasto colpito dal debutto di Javier Zanetti come vice presidente operativo. Dan Chard è stato nominato nuovo «Director of Global Partnerships».
Archiviata la delusione per la sconfitta nella finale Mondiale contro la
Germania (1-0, 13 luglio al Maracanà), Alejandro Sabella ha comunicato alla Federazione argentina che lascerà la guida della nazionale. Lo riferisce il
quotidiano Olè, che fa già i nomi dei possibili candidati alla successione del
c.t.: in corsa ci sarebbero Gerardo Martino, José Pekerman e Diego Simeone.
Elezioni Figc Il presidente dei Dilettanti potrebbe essere costretto al passo indietro
Tavecchio
ora traballa
Nba e razzismo
Caso Sterling
Il giudice:
ok alla vendita
dei Clippers
LOS ANGELES — Donald
Sterling, il controverso ormai
ex proprietario dei Los Angeles
Clippers (foto), è stato
sconfitto in tribunale. Secondo
il giudice della Corte Superiore
di Los Angeles, Michael
Levanas, è legittimo l’accordo
da 2 miliardi di dollari per
la vendita della franchigia
californiana all’ex Ceo
di Microsoft, Steve Ballmer.
Ad aprile Sterling
era stato radiato dalla Nba
per le sue frasi razziste, dopo
essere stato registrato a sua
insaputa mentre si rivolgeva
alla fidanzata chiedendole
di non portare persone
di colore ad assistere
alle partite del suo team
e di non postare su Instagram
foto che la ritraevano
con afroamericani.
Una registrazione che aveva
scatenato l’indignazione
del presidente Barack Obama.
Inoltre, Sterling, aveva cercato
di bloccare l’affare che è stato
concluso da sua moglie Shelly.
È lei ad aver vinto in questa
storia perché aveva chiesto
di ottenere il controllo
della squadra quando
i dottori avevano
diagnosticato a Sterling
segnali del morbo
di Alzheimer che, a loro dire,
non gli permetteva
di condurre i propri affari.
«Non posso credere che sia
finita. È una buona cosa
per la città, la Nba e la mia
famiglia. Venite a vedere
i Clippers il prossimo anno»,
ha detto Shally scoppiando
in lacrime. Adesso la vendita
dei Clippers deve essere
ratificata dal Board
of Governors, l’organismo
che raccoglie i proprietari Nba.
Tutti vogliono concludere
l’operazione entro il 15 agosto.
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MILANO — Non si placa la
bufera intorno a Carlo Tavecchio
che domani a Palazzo H incontrerà il presidente del Coni, Giovanni Malagò, pronto a ricevere
(separatamente) anche l’altro
candidato alla Figc, Demetrio
Albertini. Le parole pronunciate
venerdì su extracomunitari e
banane non si dimenticano e
Tavecchio dovrà giocare comunque in difesa di fronte al n.
1 dello sport italiano, che vorrà
capire bene progetti, intenzioni
e atteggiamenti dei due candidati. Il presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, che ha incontrato
Malagò ieri durante la festa per i
medagliati azzurri del Mondiale
di scherma, ha detto: «Sul calcio
mi sento rappresentato da ciò
che dirà Malagò». Nessuna ingerenza, ma una naturale attenzione su una questione delicatissima. Malagò non ha il potere
per far ritirare un candidato (o
entrambi), perché la vigilanza
sulle federazioni è di altro genere. Ma può sottolineare quali siano i problemi di gestione di chi
deve guidare una federazione,
chiamata a ripartire dalla ristrutturazione di tutto il movimento e costretto a muoversi in
un clima di assoluta ostilità. Gli
scenari possibili sono diversi: ci
potrebbe essere un passo indietro di entrambi i candidati, con
il via libera al commissariamento, mentre se si ritira uno dei
due candidati, l’altro può essere
eletto solo se raggiunge il 50%
più uno dei voti (278 i delegati).
In attesa di decifrare il futuro,
le parole di Tavecchio hanno
fatto sì che si muovesse anche
l’Uefa (il presidente della Lega
Dilettanti è membro della Commissione calcio giovanile e
amatoriale): «L’Uefa adotta una
Anche l’Uefa censura
le frasi del candidato
Una nota di Squinzi
e il Sassuolo si sfila
Può essere decisivo
l’incontro di domani
con il presidente
del Coni Malagò
chiara politica di tolleranza zero
riguardo al razzismo ed alla discriminazione. Nell’ambito delle nuove regole disciplinari entrate in vigore il 1° giugno 2013,
la lotta al razzismo è stata rinforzata, con sanzioni disciplinari più severe per eliminare tale
comportamento. Varie società
sono state punite nelle coppe
europee per atteggiamenti razzisti dei propri sostenitori. Oltre
alle multe, alcuni settori di stadi
sono stati chiusi. Tutte le federazioni nazionali hanno firmato
la risoluzione “Calcio europeo
unito contro il razzismo”, nella
quale ogni federazione si impegna a raddoppiare gli sforzi per
sradicare il razzismo dal calcio».
La Roma, da sempre contraria a Tavecchio (lo aveva già det-
to nell’assemblea di giovedì, un
giorno prima che scoppiasse il
caso), ha ribadito la propria posizione, ma con parole molto
dure, pronunciate dal presidente James Pallotta: «La nostra posizione è stata chiara fin dall’inizio. Riteniamo queste dichiarazioni imbarazzanti e umilianti per l’Italia. Tavecchio non
rappresenta l’Italia e nemmeno
la Roma, e non capisco come alcuni club lo sostengano. Lui
non è il nostro presidente di federazione». Si è sfilato anche il
Sassuolo, con una nota, ispirata
dall’azionista di maggioranza,
Giorgio Squinzi, presidente di
Confindustria: «Il gruppo Mapei, proprietario del Sassuolo,
In difficoltà
Carlo Tavecchio, 71 anni,
nella serata del
sorteggio del calendario
della prossima stagione
ha mostrato la foto
che lo ritrae con una
squadra del Togo
(Sport Image)
fedele ai valori che ne hanno da
sempre contraddistinto la presenza nel mondo dello sport, ritiene non più sostenibile la candidatura di Carlo Tavecchio».
Lotito continua a sostenere
«una candidatura largamente
condivisa», ma crescono i dubbi
anche in B: l’unico club che per
ora si è espresso è il Brescia, che
❜❜
Pallotta: non ci rappresenta
❜❜
Tavecchio, gaffe al femminile
Tavecchio non rappresenta l’Italia e
nemmeno la Roma, e non capisco come
alcuni club lo sostengano. Lui non è
il nostro presidente di federazione
Finora si riteneva che la donna nel
calcio fosse un soggetto handicappato
rispetto al maschio. Invece abbiamo
riscontrato che sono molto simili
Problemi Inzaghi sconcertato dalla squadra. Ferma la trattativa per Cerci, Robinho attende
✒
Campo e mercato, Milan al bivio
Ma quanti svantaggi
per inseguire il business
MILANO — La sberla rifilata
dalle riserve del Manchester City non è ancora stata metabolizzata da Inzaghi. Che, pur attendendosi gambe pesanti e condizioni non smaglianti contro avversari più rodati, è rimasto
sconcertato dallo scarso impegno di quanti si sarebbero dovuti mettere in mostra per guadagnarsi la permanenza al Milan (Albertazzi e Saponara, per
fare due esempi). Problema di
personalità o di scarsa assimilazione dei concetti relativi al senso di appartenenza, vanamente
trasmessi in queste settimane?
Il dubbio resta, come peraltro
l’indisponibilità di Menez, mai
impiegato in pre-campionato
ufficialmente per un affaticamento, in pratica per uno stiramento. Potrebbe essere recupe-
di ALBERTO COSTA
TecnicoPippo Inzaghi (Forte)
rato per la gara di sabato con il
Liverpool ma è difficile che il
tecnico rossonero decida di rischiarlo. Il cammino nelle amichevoli preoccupa ovviamente i
due ad che oggi compiranno,
complessivamente, 100 anni.
Festa sobria, anzi inesistente visto che Barbara, trentenne, si è
presa qualche giorno di vacanza
mentre Galliani probabilmente
soffierà sulle 70 candeline a
Forte dei Marmi.
Li divide in queste ore la posizione su Tavecchio, sponsorizzato dall’ad sportivo e osteggiato dalla figlia del Cavaliere,
rinchiusasi in un tombale silenzio per evitare nuove polemiche. In Versilia Galliani incontrerà Preziosi a cui ha già proposto prima Mexes (ma l’ingaggio di 4,5 milioni è fuori portata
per il Genoa) e poi Zaccardo.
Quest’ultima idea non entusiasma il numero uno dei rossoblù
determinato ad accaparrarsi invece Campagnaro, in uscita dall’Inter ora che è a un passo da
Rolando. Si parlerà anche di Perin: chissà se l’età avanzata di
Abbiati e le prestazioni deludenti di Agazzi non indurranno
il vice-presidente rossonero ad
aggiudicarsi un nuovo portiere.
L’attacco a Cerci deve ancora attendere: è slittato l’ incontro con
l’entourage di Robinho, che fra
le destinazioni gradite indica
solo Orlando, squadre brasiliane o paesi arabi. Peccato che
dalle Americhe non siano pervenute offerte soddisfacenti e
dal Golfo zero proposte.
Monica Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A
rifletterci bene il Milan, nell’ecumenicità che soltanto i
due amministratori delegati possono garantirgli,
avrebbe potuto avere un occhio di riguardo in più per Pippo
Inzaghi. Esporre un allenatore esordiente al pubblico ludibrio
internazionale semplicemente per una questione di soldi non
ci pare il modo migliore per incoraggiarne il lavoro. Con una
squadra da rifondare, con un’identità da ricostruire e con
assenze di tutti i tipi come retaggio della recente kermesse
brasiliana, il caro Pippo è stato mandato allo sbaraglio negli
States e ora il suo Milan è la formazione leader dei gol
incassati (8 in due gare). I risultati di tutto questo sono
evidenti: un allenatore costretto a scalare il Tourmalet delle
difficoltà, giocatori demoralizzati, organizzatori che ci
penseranno due volte prima di puntare sui rossoneri,
sponsor perplessi e campagna abbonamenti a schifio. A
dimostrazione di come a volte i vantaggi (nella fattispecie le
palanche) siano soprattutto virtuali: azzerati dagli
svantaggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Sport 37
italia: 51575551575557
Del Piero in visita al Real Madrid F1, Ecclestone vuole patteggiare Vela, incontro positivo tra team
Alessandro Del Piero ha assistito all’allenamento del Real Madrid, all’Università della California a Los Angeles. «Carlo Ancelotti è il miglior allenatore
di tutti i tempi e sono molto felice che abbia conquistato la “Decima”», le parole dell’ex capitano della Juve. I ringraziamenti di Ancelotti, via Twitter, non
si sono fatti attendere: «Ci siamo divertiti con Ale. Grazie per la tua visita».
Gli avvocati di Bernie Ecclestone sono in trattativa con i pubblici ministeri per una possibile transazione e porre così termine al processo per
corruzione, in Germania, nei confronti del capo della F1. Ecclestone è accusato di aver corrotto con 44 milioni di dollari il banchiere Gerhard Gribkowsky nell’ambito della vendita dei diritti sulle quote della Formula 1.
Oracle Team Usa ha organizzato un incontro con Luna Rossa, Artemis
Racing, Team France e Ben Ainslie Racing. Discussi diversi aspetti organizzativi: le squadre si sono impegnate ad ospitare una tappa delle America’s Cup World Series nel proprio Paese o in un Paese a loro scelta e a
ridurre i costi delle prossime edizioni della Coppa America.
La posizione
Manca un mese
all’inizio
del campionato
e le autorità già
si preoccupano
per la sicurezza
ha ritirato il proprio appoggio,
in dissenso rispetto al presidente della Lega, Abodi: «La sua
uscita è da cartellino arancione.
Lui non è abituato a questa
pressione, ma ha gestito la Lega
Dilettanti da professionista.
Diamogli la chance di armonizzare lo sviluppo di cui abbiamo
bisogno. Per la prima volta nella
storia le quattro Leghe stanno
dialogando e con il 68% della Figc con lui possono dare il giusto
contributo in soluzioni e non
solo in numeri. Siamo convinti
di poter fare in due mesi quello
che non abbiamo fatto in dieci
anni». Domanda: non potevano
farlo quando il presidente era
Abete e continuavano a litigare?
Siccome una gaffe tira l’altra,
ieri è stata rilanciata un’intervi-
sta fatta da Tavecchio a Report
sul calcio femminile «Finora si
riteneva che la donna fosse un
soggetto handicappato rispetto
al maschio sotto l’aspetto della
resistenza, del tempo, dell’espressione atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono
molto simili». Siccome ha fatto
molto per lo sviluppo del calcio
femminile (affidando tra l’altro
la panchina a Cabrini), è evidente che esiste da parte di Tavecchio una difficoltà a comunicare in termini corretti il suo
pensiero e a far valere anche i
progetti buoni che ha sviluppato nel tempo. E chi deve fare il
presidente non può permettersi
di commettere simili errori.
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Primo scoglio Lazio-Juve del 23 novembre, poi il
secondo, una settimana più tardi, Roma-Inter. Il calendario ha
concesso quasi tre mesi in più
rispetto alle migliori previsioni
per mettere a punto l’ordine
pubblico dello stadio Olimpico.
Una manna per come si è conclusa l’ultima stagione, con
l’omicidio di Ciro Esposito prima della finale di Coppa Italia e i
timori — forse qualcosa di più
— di vendette e altri scontri.
Nubi scure sul prossimo torneo
che comincia fra un mese soltanto. E allora Roma corre ai ripari prima che sia troppo tardi.
«Farò giocare le partite a rischio
di pomeriggio, e se sarà il caso,
anche a porte chiuse», annuncia
il prefetto Giuseppe Pecoraro.
Una presa di posizione chiara,
ancor prima di scendere in campo: sarà più difficile assistere a
match in notturna, soprattutto
se si tratta di big match. Con
buona pace di chi decide anticipi e posticipi.
Gioca d’anticipo il prefetto,
napoletano e tifosissimo degli
azzurri: nella prossima stagione
gli incontri all’Olimpico con il
bollino rosso sono una decina,
compresi i due derby, addirittura alla penultima giornata.
Quello d’andata sembra lontanissimo (11 gennaio 2015), come anche Roma-Napoli (4 aprile), la sfida preceduta il prossimo 2 novembre dalla prima gara
al San Paolo. Eventi blindati
perché il ricordo della tragedia
di Ciro sarà sempre presente. A
Napoli e a Roma.
Ma quest’anno all’Olimpico
non si scherza. La parola d’ordine è sempre tolleranza zero. Con
particolare attenzione agli agguati, alle «puncicate» — gli accoltellamenti alle gambe —, che
hanno spesso trasformato in un
incubo le trasferte dei tifosi
ospiti. «La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto — aggiunge Pecoraro —, le mie saranno decisioni autonome, gli
In campo
Il gol di Maicon
durante la partita Roma-Fiorentina dell’ 8
dicembre 2013
nella scorsa stagione. La sfida
tra giallorossi e
viola sarà la prima in calendario
all’Olimpico nel
prossimo campionato, il 31
agosto. Il prefetto della capitale, Giuseppe
Pecoraro, ha
annunciato la linea dura contro
la violenza negli
stadi vietando
che le partite
maggiormente
a rischio di disordini si svolgano di sera
(Reuters)
Il prefetto di Roma all’attacco
«Partite a rischio mai la sera»
«Si giocherà di pomeriggio, e se serve a porte chiuse»
altri facciano quello che ritengono più giusto». Ma l’ultima
parola spetterà a lui, sempre e
comunque. Pur tenendo nella
massima considerazione il parere dell’Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive, da pochi giorni presieduto
Niente Olimpico
Pecoraro gioca
d’anticipo: Lega
calcio e televisioni
sono avvisate
da Alberto Intini, poliziotto di
lungo corso, già questore di Benevento e Latina, ma anche capo
della Scientifica nazionale, della
Squadra mobile romana e prima
ancora della sezione Omicidi.
Una scelta di certo non casuale
affidargli il compito delicato di
Si comincia sabato 30 agosto con Chievo-Juventus
La Lega serie A ha reso noti
gli anticipi e i posticipi della
1° giornata di campionato.
Si inizierà con Chievo-Juventus,
in programma sabato 30 agosto
alle 18. Sempre sabato,
ma alle 20.45, si giocherà
Roma-Fiorentina. Domenica 31
agosto si disputerà a San Siro
Milan-Lazio (ore 18). Tutte
le altre partite si giocheranno
alle 20.45. Inoltre, la Lega
di serie A ha definito date
e orari delle gare del campionato
2014-15: confermati i due
anticipi del sabato (ore 18
e 20.45), anticipi e posticipi
domenicali (12.30 e 20.45).
I 4 turni infrasettimanali
si disputeranno mercoledì
(20.45), con un posticipo giovedì
(20.45) o un anticipo mercoledì
(18.30) e, se possibile,
un anticipo martedì (20.45)
stabilire quali eventi saranno a
rischio, tenere il polso della situazione negli stadi, indicare alle questure e alle prefetture quali pericoli prevenire. Una preoccupazione anche degli investig a to r i ro m a n i , c h e p e r i l
prossimo autunno potrebbero
ottenere rinforzi non indifferenti grazie al progetto del questore
Massimo Maria Mazza — rivelato dai sindacati di polizia — di
reperire personale da utilizzare
in ordine pubblico dalla chiusura notturna di alcuni commissariati capitolini. Serviranno nelle
piazze così come all’Olimpico.
Ma averci pensato con tanto anticipo non sembra proprio un
buon auspicio per ciò che sarà.
Rinaldo Frignani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Juventus Allegri punta su Vidal: «È fondamentale, l’ho visto voglioso di restare». Stasera i bianconeri a Cesena in amichevole
Tevez, angoscia e sollievo: rapito e liberato il papà
DAL NOSTRO INVIATO
TORINO — Otto ore di angoscia, poi il sollievo. Sono le 19
italiane quando per Carlos Tevez finisce l’incubo: il papà
adottivo Segundo, vittima di un
sequestro-lampo, è stato liberato. «Si trova in buone condizioni» assicura Gustavo Galasso,
l’avvocato della famiglia del
campione della Juventus.
La notizia ha raggiunto l’Apache in ritiro nel primo pomeriggio. Uno choc che ha spinto il
numero 10 bianconero a lasciare Vinovo per organizzare rapidamente la trasferta in Argentina in modo da seguire da vicino
l’evolversi del sequestro. Alle
sette di sera, il lieto fine e il
cambio di programma: Tevez è
rimasto a Torino. Non giocherà
Dramma Carlos Tevez, 30 anni (LaPresse)
l’amichevole di questa sera a
Cesena, ma resterà ad allenarsi
da solo in attesa del rientro della
squadra.
Nelle ore concitate del sequestro, le notizie sono state contrastanti. A cominciare dall’identità stessa dell’uomo. Inizialmente si era parlato di Juan
Alberto Cabral, padre naturale
del giocatore. Successivamente
si è capito che si trattava di Segundo Tevez, lo zio che ha fatto
da padre adottivo a Carlitos durante la sua infanzia difficile e
da cui il calciatore ha preso il cognome.
In base alle ricostruzioni, tutto è successo all’alba, attorno alle cinque del mattino quando
Segundo Tevez è stato avvicinato da tre persone mentre era a
bordo della sua auto a Moron,
località nella zona ovest di Buenos Aires. E qui le versioni sui
media argentini divergono, tra
chi all’inizio parla di semplice
tentativo di furto della macchina (ritrovata due ore più tardi
nella zona di Villa Devoto), e chi
azzarda che lo zio dell’Apache
non fosse il reale obiettivo dei
malviventi che hanno deciso il
sequestro dopo averlo riconosciuto. Fatto sta che alla famiglia
sarebbero arrivate due telefonate con la richiesta del riscatto: 2
milioni di pesos, circa 200 mila
Pagato il riscatto
Le autorità argentine
hanno confermato:
pagati 36 mila euro
euro. Attorno alle 19 italiane Segundo è stato liberato vicino a
«Fuerte Apache», il quartiere
popolare della capitale argentina dove Tevez è cresciuto. Le autorità argentine hanno confermato che è stato pagato un riscatto: secondo i media di 400
mila pesos, circa 36 mila euro.
Non ci sarà Carlitos, dunque,
stasera a Cesena nel primo vero
collaudo stagionale della Juventus. Massimiliano Allegri ha
convocato anche i nazionali tornati lunedì ad allenarsi (saranno anche impiegati), ad eccezione di Buffon, Barzagli e Vidal.
«Ho parlato con Arturo per conoscere le sue condizioni fisiche dopo l’operazione al ginocchio e il Mondiale, e l’ho trovato
motivato e voglioso di restare.
Vidal è fondamentale, la società
I precedenti
Enrique Castro Quini
Nel 1981 era il centravanti
del Barcellona e fu rapito.
Il sequestro durò 25 giorni
Kakhaber Kaladze
In Georgia nel 2001
il fratello Levan fu rapito
e ucciso
Juan Roman Riquelme
Rapito il fratello, Cristian
Riquelme, nell’aprile 2002
Diego e Gabi Milito
Rapito il padre, Jorge Milito,
nel dicembre 2002
Ezequiel Lavezzi
A febbraio di quest’anno
è stato ucciso lo zio
di Lavezzi, ex giocatore
del Napoli, oggi al Psg
ed io siamo felici che resti qui».
In attesa dell’assalto del Manchester United, il tecnico punta
deciso sul cileno e pensa agli
obiettivi. «Vincere il quarto scudetto di fila per i giocatori sarebbe eccezionale, io voglio vincere il secondo titolo con due
società diverse. E poi vogliamo
fare bene in Champions». Max è
consapevole che «in questo mese di preparazione avremo delle
difficoltà», spiega che non c’è
«nulla da resettare» e che apporterà gradualmente «dei correttivi in un gruppo solido e con
certezze di tre anni varianti nelle soluzioni offensive». Non teme il primo impatto allo stadio
con i tifosi («È normale il contraccolpo dopo l’addio di Conte») e sa bene che i risultati faranno la differenza. «La legge è
che se vinci sei un bravo ragazzo, se perdi... completate voi la
rima...». Sorrisi e sipario.
Filippo Bonsignore
© RIPRODUZIONE RISERVATA
38
italia: 51575551575557
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
Il campione Red Bull
Sport 39
italia: 51575551575557
Basket
Il papà emigrò a 7 anni e le tradizioni della sua terra affascinano Daniel
I giocatori
azzurri
si schierano
contro Hackett
Ricciardo, pizza e nostalgia
Una parte (bella) di Italia in F1
«Sono australiano, ma il mio 49% è in Sicilia e Calabria»
DAL NOSTRO INVIATO
BUDAPEST — L’«assassino con
la faccia da bambino» (quando
inizi a vincere, è inevitabile che
fiocchino i soprannomi), l’altro
giorno nel corso dell’intervista organizzataci dalla Red Bull, non
aveva mancato di parlare anche
della «sua» Italia. O meglio, di
quella parte di italianità che il
venticinquenne Daniel Ricciardo
ha nel sangue e che mostra sempre con piacere: «Mi sento molto
australiano e, dirò di più, sono orgoglioso di essere il primo aussie
della costa ovest (arriva da Perth,
ndr) che emerge in Formula 1.
L’Italia? Non è solo il passaporto
che ho in tasca. Mi appartiene per
il 49%. Non direi per il 50 proprio
perché c’è di mezzo il Paese delle
mie radici. Ma dato che la famiglia
ha un peso, contano pure le radici
dei parenti».
Un po’ per scherzo e un po’ no,
gli abbiamo allora detto che non è
vero che noi italiani siamo spariti
dalla faccia della Formula 1. «Baby-faced assassin» si è così trasformato in «Colgate» — è il soprannome numero 2: avete visto
che sorriso ha stampato sul volto?
— e si è compiaciuto: «Quello che
dite è abbastanza giusto». Perché
non programmare dunque qualche visita più frequente tra Calabria e Sicilia, dove i legami familiari sono rimasti solidi? Perché
non fare una bella rimpatriata, come quella di questi scorsi del sindaco di New York, Bill de Blasio, a
Sant’Agata de’ Goti? «Magari
quando vinco il Mondiale».
Ovvero, secondo la sua previsione, già nel 2015, perché l’uomo
«condannato» alla Formula 1 in
quanto il padre adorava Senna (e
Daniel ha poi capito le ragioni vedendo i filmati del grande Ayrton), il ragazzo che sognava di diventare un tennista alla Federer e
che ama tutto quello che è sport
estremo e all’aria aperta, è un tipo
che va di fretta.
È bello che la Formula 1 stia entrando nella Costellazione Ricciardo, ragazzo solare, allegro e cordiale. Uno che ancora sorride e saluta, se lo incroci nel paddock. Papà Joe era siciliano, di Ficarra,
mamma Grace ha origini calabresi. Joe cambiò emisfero quando
Chi è
Daniel Ricciardo
è nato a Perth,
in Australia,
l’1 luglio 1989.
Ha origini italiane:
il padre Joe è
siciliano di Ficarra
(Messina)
e si era trasferito
in Australia all’età
di 7 anni, mentre
la famiglia della
madre è di origini
calabresi
In Formula 1
Ricciardo nel 2011
a partire dal Gp
di Gran Bretagna
lasciò il ruolo
di terzo pilota
alla Toro Rosso per
quello di titolare
alla HRT,
sostituendo Narain
Karthikeyan.
Nel 2012
e nel 2013 ha corso
per la Toro Rosso.
Da quest’anno
è alla Red Bull:
ha vinto il Gp
del Canada
e quello d’Ungheria
Album Ricciardo bambino
e Ricciardo bambinone (Twitter)
aveva 7 anni, ma non ha mai tagliato i ponti con il passato e con la
sua terra. Dna e documenti stampano così su Daniel un timbro tricolore e questa impronta è viva fin
dai giorni in cui era bambino (e si
faceva fotografare con un addosso
una T-shirt marchiata Ferrari).
«Con i nonni tentavo di parlare in
italiano (ndr: oggi lo usa solo qua
e là, ma siamo convinti che sia più
che altro frenato dal timore di
commettere strafalcioni) quando
alla domenica ci si ritrovava a cena. A nove anni di età ho cono-
sciuto invece gli zii: sono almeno
una ventina. Era impossibile non
imparare alcune delle loro tradizioni, così come era inevitabile
che pizza e spaghetti diventassero
i cibi preferiti».
Ma c’è anche un rimpianto made in Italy, perché, si sa, non tutto
è perfetto. Riecco il sorriso smagliante di Colgate: «Ho corso per
due anni nella Formula Renault,
vivendo nella nazione dei nonni.
Ma nessuna italiana mi ha “filato”:
magari non mi hanno giudicato
attraente e interessante».
Il cruccio
Il vincitore del Gp d’Ungheria
per due anni ha vissuto
in Italia per la Formula Renault,
ma nessuna donna l’ha notato
La passione Ferrari
Quando era bambino
amava farsi fotografare
con un T-shirt marchiata
Ferrari e adora gli spaghetti
Le femmine d’Italia si attrezzino
a spiegare, ma l’automobilismo
tricolore dovrebbe invece domandarsi una cosa semplice: non c’era
modo di «sottrarlo» all’Australia?
La sua vicenda è identica a quella
della sciatrice Lara Gut, di madre
bresciana ma stella della Svizzera,
avendo scelto la nazionalità del
padre pur mantenendo il doppio
passaporto. Ricciardo è forte e lo
sarà ancora di più. Lo certificano
ormai tutti. Alan Jones, l’ultimo
aussie iridato in Formula 1: «È già
da titolo». Fernando Alonso: «Prevedo battaglie bellissime con lui
nei prossimi anni». Lewis Hamilton: «È dall’inizio che guida benissimo. Daniel non solo è una
bella persona, ma è anche un gran
pilota». Che l’Italia si mangi le mani.
Flavio Vanetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ciclismo Prima tappa da San Lorenzo a Sanremo. Per il gran finale in pole la Milano dell’Expo. Il dubbio Nibali
Giro, via con la cronometro su pista ciclabile
MILANO — Non era mai successo, succederà al Giro d’Italia
2015: la prima tappa sarà una
cronometro a squadre (18 km)
interamente disputata su una
pista ciclabile, da San Lorenzo a
Sanremo, uno splendido percorso lungomare che lancerà la
grande partenza in Liguria senza incidere troppo sulla classifica. A quello, dopo l’arrivo per
velocisti a Genova della seconda
tappa (con partenza da Albenga
e circuito cittadino nel capoluogo), penserà soprattutto la frazione molto tecnica nelle Cinque Terre, con partenza da Chiavari e arrivo a La Spezia: per un
territorio che nel 2012 era stato
messo a dura prova dall’alluvione si tratta di una grande vittoria. «Sarà una tappa difficile —
sottolinea Mauro Vegni, direttore della corsa — con continui
saliscendi e sicuramente vedremo chi vorrà vincere il Giro».
Il percorso completo della
edizione numero 98 sarà svelato
il prossimo 6 ottobre, ma il tor-
Curiosità
Sarà la quinta volta
che il Giro d’Italia
partirà dalla Liguria.
Precedenti: 1980
Genova; 1987 Sanremo;
1992 e 2004 Genova.
Tre le tappe liguri:
la cronosquadre Riviera
dei Fiori (9/5, 18 km);
Albenga-Genova (10/5,
150 km); Chiavari-La
Spezia (11/5, 185 km)
mentone ovviamente è già cominciato: sulla pista ciclabile
«Riviera dei fiori», costruita sul
tracciato dismesso della ferrovia
costiera, correrà o no Vincenzo
Nibali? Se fosse solo per lui, ci
sarebbero pochi dubbi: «Devo
ancora pensare agli obiettivi e
alla programmazione per la
prossima stagione — dice il vincitore del Tour, impegnato nei
circuiti in Belgio e Olanda — ma
di certo il mio legame con il Giro
è molto speciale. L’ambizione è
quella di tornarci. La corsa rosa
è stata importante perché mi ha
lanciato nell’ottica dei grandi
giri e del miglioramento costante per arrivare al successo. Sono
contento che il prossimo anno
si inizi dalla Liguria, ho un ottimo ricordo del mio esordio tra i
professionisti al Trofeo Laigue-
Le roi
Vincenzo Nibali, 29 anni, ha vinto
domenica il Tour de France. Ora
dovrà decidere se partecipare
al Giro d’Italia (LaPresse)
glia. Spero di vedere anche una
tappa in Sicilia...».
Tra i molti «omaggi» a Nibali
che verranno inseriti nella prossima edizione per aiutarlo a decidere tra Giro e Tour difficilmente però ci sarà lo sbarco in
Sicilia. Di sicuro, in linea con
l’edizione di quest’anno vinta
dal colombiano Quintana, ci saranno poche cronometro piatte
e molta montagna. Milano, sede
dell’Expo, è in pole position per
tornare ad ospitare il gran finale
dopo le esperienze felici di Brescia e Trieste. Di certo non sarà
facile per Nibali fare una scelta
definitiva: l’Astana, soldi e cervello kazaki, cuore italiano,
spingerà per averlo al via del
Tour. Come è anche giusto che
sia, per un vincitore uscente. Per
Nibali potrebbe quindi spuntare
un ruolo da aiutante di lusso per
il compagno di squadra Fabio
Aru, il 24enne sardo esploso all’ultimo Giro con la vittoria di
Montecampione e il terzo posto
finale. Ma Nibali non è certo
uno che può e vuole venire al
Giro solo per fare da chioccia: il
rebus rosa è appena cominciato.
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Verba volant, scripta manent.
Proprio nel momento in cui,
attorno al «caso Hackett», le
parole stavano disperdendosi
nel vento, ecco arrivare un
comunicato stampa dei
giocatori della nazionale,
ovvero dei suoi (ex?)
compagni di squadra, a
riaccendere il fuoco di roventi
polemiche. Diciamo subito
che, a un esame critico di
ragion pura, il comunicato
suona come una vera e
propria bolla di scomunica.
Impropria. Poiché emessa da
chi non ha titolo e autorità per
farlo. Lo aveva, infatti, già
fatto la sacra rota romana del
basket, squalificando
(giustamente, da
regolamento) il giocatore per
6 mesi, e di conseguenza la
sua società, l’Olimpia Milano,
gli aveva presentato il conto
economico di una drastica
(anche legittima) riduzione
del contratto. Daniel Hackett
(foto) aveva sbagliato su tutto
il fronte, abbandonando il
ritiro della nazionale,
sfogandosi successivamente
sulla pubblica piazza di
Facebook. Dopodiché, Daniel,
il ragazzo spezzato, di cui tutti
sanciscono i comportamenti
devianti ma nessuno è
disposto a chiedersi donde
derivino, non ha più sbagliato
un colpo, rinunciando al
ricorso e accettando la pena,
anticipando anche la
disponibilità a sottostare alle
nuove condizioni economiche
pur di continuare con
l’Olimpia. Questi, nudi e
crudi, i fatti. Che bisogno c’era
di un ulteriore intervento a
gamba tesa mentre tutto si
stava normalizzando? «Non
vogliamo essere giudici di
nessuno», esordiscono i suoi
(ex?) compagni di nazionale.
Ma poi è esattamente quello
che fanno, aggiungendo il
moralistico fervorino finale,
quando scrivono «ci
auguriamo che Daniel possa
imparare dai propri errori».
E ancora: «Abbiamo atteso
l’epilogo della vicenda per
raccontare, noi che lo
sappiamo, come sono andati
realmente i fatti». Come? Non
lo dicono. Limitandosi a
ulteriori giudizi: «Ci sono
regola non scritte tra giocatori
e Daniel le ha violate. Tra
compagni di squadra c’è un
codice di rispetto che lui ha
infranto». Magari, nella
sostanza, avranno anche
ragione. Ma hanno torto,
tanto quanto Hackett su
Facebook, a discutere
pubblicamente un fatto
interno alla squadra. Alla fine,
quello firmato dalla
«nazionale italiana di
pallacanestro 2014» risulta
essere un comunicato molto
«in»: inutile e inopportuno.
Per tempi e metodo.
Werther Pedrazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Renzo Cappello
La moglie Milena insieme alle figlie Maria Elena
e Raffaella con Matteo e le nipotine Gaia e Giulia
salutano il loro amatissimo e indimenticabile Piro.- Per informazioni sul funerale chiamare lo
02.341898. - Milano, 28 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Cristina e Ludovico con Renata e Raimondo.
– Valentina Montanari.
– Barbara Poggiali.
– David Kuller.
Alberta e Giannino Gabba, unitamente a Tommaso e Alessandra, partecipano al lutto per la
scomparsa di
Renzo Cappello
e si stringono a Milena, Raffaella e Maria Elena
in questo momento di grande dolore.
- Milano, 28 luglio 2014.
Marina, Luciano, Filippo, Carlotta Gabbiani
piangono la perdita del fraterno amico
Renzo
Sono vicini alla famiglia in questo momento di
dolore. - Venezia, 28 luglio 2014.
Diana De Silva Bracco partecipa al lutto di Maria Elena per la perdita del padre, signor
Renzo Cappello
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente, l’Amministratore Delegato, i
componenti del Consiglio di Amministrazione,
del Collegio Sindacale e il segretario del Consiglio di Amministrazione di Prysmian S.p.A. partecipano con profondo cordoglio al lutto del Consigliere Ingegner Maria Elena Cappello per la
scomparsa del padre
Renzo Cappello
- Milano, 29 luglio 2014.
La moglie Marina e i figli Valeria, Andrea e Luca annunciano con infinito dolore la scomparsa
dell’
Avv. Aldo Maugeri
marito e papà indimenticabile.- Per informazioni
sulle esequie contattare Impresa San Siro al n.
02.32867. - Milano, 28 luglio 2014.
Ciao
ci hai insegnato il senso del dovere con il tuo
esempio, la passione per la natura con le passeggiate "lunghe lunghe" nei boschi di Oriano,
ma soprattutto ci hai dato tanto amore.- Continua a starci vicino come hai sempre fatto.- Valeria, Andrea e Luca. - Milano, 28 luglio 2014.
Ciao
ho bisogno ancora della tua energia e della tua
forza per crescere i ragazzi belli dentro, come li
abbiamo portati fino ad ora.- Marina.
- Milano, 28 luglio 2014.
Il fratello Umberto con Enrica, Giulia, Chiara
con Elia e Barbara con Paolo si stringono a Marina, Valeria, Andrea e Luca nel dolore per la perdita del caro
Aldo
Franca Bettaglio con Gianfranco e Francesca,
Anna e Italo e i ragazzi, si stringe forte a Marina,
Valeria, Andrea e Luca e a tutti gli altri familiari
nel ricordo di
Aldo
- Milano, 28 luglio 2014.
Federica si stringe con grande affetto a Marina,
ragazzi e a Umberto ricordando il carissimo
- Milano, 29 luglio 2014.
Renato Corsico e famiglia sono affettuosamente vicini ai congiunti del
Giulia e Valeria con profonda amicizia sono vicine a Simona e al suo dolore per la scomparsa
del caro
e si uniscono al loro dolore.
- Pavia, 29 luglio 2014.
con amicizia, tanto affetto e profonda stima.
- Milano, 29 luglio 2014.
Andrea e Sonia Astolfi ricordano con grande
affetto l’amico
Aldo Maugeri
e si uniscono al dolore dei familiari.
- Milano, 30 luglio 2014.
Giuseppe e Bianca Alemani, Maurizio e Annalisa Bocchiola partecipano commossi all’immenso dolore della famiglia per l’immatura scomparsa del carissimo amico
Ciao
Gas Gas
dovunque tu sia starai già viaggiando sul tuo piano ipnotizzando il cielo... mi sembra di sentire la
tua musica.- Buon viaggio Tekla.
- Milano, 29 luglio 2014.
Emilio Sioli Legnani con tutti i soci ed i collaboratori di Arti e Corti si stringe affettuosamente
a Simona e a tutta la famiglia nel ricordo dell’indimenticabile amico e
Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Paolo e Lorenza sono vicini con affetto a Marina e ai ragazzi per l’improvvisa scomparsa del
caro
Aldo
Filippo Cerri è vicino a Luca ed Andrea per la
improvvisa perdita del loro papà
Giorgio Gaslini
Aldo
- Milano, 29 luglio 2014.
- Milano, 29 luglio 2014.
Franco Bixio e tutti i collaboratori del gruppo
editoriale partecipano alla scomparsa del
Alessandro e Arianna Mainardi sono increduli
ed affranti per la improvvisa perdita dell’amico
di sempre
Giorgio Gaslini
Aldo Maugeri
fine interprete, geniale compositore ed uomo
sensibile. - Roma, 29 luglio 2014.
e si stringono a Marina ed ai figli.
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente Gino Paoli, il Consiglio di Gestione, il Consiglio di Sorveglianza, il Direttore Generale Gaetano Blandini e tutto il personale Siae
esprimono il loro profondo cordoglio per la perdita di
Lo Studio Orrick Herrington & Sutcliffe è vicino
alla famiglia dell’
Giorgio Gaslini
pianista, compositore, direttore d’orchestra, precursore e protagonista del jazz italiano portato in
giro nel mondo.- Musicista a tutto campo, spaziando dai lavori sinfonici alla contemporanea,
dai balletti alle colonne sonore, dalle migliaia di
concerti alle messe in scena televisive.- Intellettuale prestigioso che ha plasmato molte nuove
generazioni di talenti musicali, con lezioni, suoni,
versi e parole.- Milanese e cittadino del mondo,
alcune sue opere sono state rappresentate al
Teatro alla Scala e in altri importanti teatri internazionali.- Era iscritto Siae da oltre sessanta anni
e coi suoi lavori ha posto le basi di una musica
totale europea. - Roma, 29 luglio 2014.
Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia e la Giunta Comunale sono vicini alla famiglia per la
scomparsa di
Giorgio Gaslini
Ambrogino d’Oro del Comune di Milano, grande
artista milanese, compositore, direttore d’orchestra e pianista. - Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente Basilio Rizzo e il Consiglio Comunale di Milano partecipano con profondo cordoglio al lutto per la scomparsa di
Giorgio Gaslini
Ambrogino d’Oro del Comune di Milano, grande
artista milanese, compositore, direttore d’orchestra e pianista. - Milano, 29 luglio 2014.
Avv. Aldo Maugeri
collega di qualità professionali ed umane indimenticabili. - Milano, 29 luglio 2014.
Aldo Travi è vicino ai familiari di
Aldo Maugeri
compagno di studi e amico, esempio di generosità e di rettitudine.
- Busto Arsizio, 29 luglio 2014.
Pupi Bogoncelli Panza molto commossa abbraccia Marina e i suoi figli in questo momento
tanto triste sia per la famiglia che per tutti noi e
ricorda con rimpianto l’
Avv. Aldo Maugeri
amico caro e indimenticabile.
- Milano, 28 luglio 2014.
Angela e Mario Cera, profondamente commossi, ricordando tanti momenti comuni e l’amicizia autentica fin dai lontani anni giovanili, partecipano al grande dolore di Marina e della
famiglia per la improvvisa perdita di
Aldo
Partecipa al lutto:
– Giacomo Manzoni.
Con un ultimo sorriso ci ha lasciato la nostra
adorata mamma
Aldo Maugeri
Marco e Laura con Lorenzo ed Eleonora addolorati ed increduli per l’improvvisa scomparsa di
Aldo
nonna Giò
Anto e Giorgio con Lori e Tommi, Roby e Paolo
con Checco e Vichi, Lollo, Cocca e Marco con Camilla e Niccolò, Dodo e Carla con Bea, Fede e
Marika con Asia, Ale e Salvo.
- Milano, 29 luglio 2014.
Annamaria abbraccia affettuosamente Pupa,
Baba, Vanda e Chicco per la perdita della mamma
Giovanna Belli
si stringono a Marina, Valeria, Andrea e Luca con
infinito affetto e l’amicizia di sempre.
- Milano, 29 luglio 2014.
Luca, Sara e Camilla sono vicini a Marina e ai
suoi figli ricordando con grande affetto e immenso rimpianto
Aldo Maugeri
amico indimenticabile di tanti giorni felici.
- Milano, 29 luglio 2014.
Paola Federico Marta e Giulio abbracciano Marina e ragazzi per la dolorosa perdita del caro
Aldo
Alberto e Rita, Fabio e Serena, Gemma, Giovanni e Claudia, Luigi e Gabriella, Nico e Nicole,
Vittorio e Silvia, Giancarlo e Mina, Carlo e Usci
partecipano con profonda commozione al dolore
di Pupa e di tutta la famiglia per la perdita della
cara mamma
sono vicini con affetto alla moglie Marina, ai figli,
e a tutta la famiglia. - Ischia, 29 luglio 2014.
"Ora...i miei occhi hanno visto la tua
salvezza".
(Luca 2,30)
Dopo lunga attesa colma di speranza
Ines Colombo Finoli
è nella luce del suo Signore dove ritrova l’abbraccio del marito Mario.- Confortati dal suo esempio
di fede gioiosa e di carità incondizionata, lo annunciano la figlia Rita, i fratelli don Giorgio, Gabriella, Piero con Franca, la cognata Lia, i nipoti
tutti Colombo e Finoli.- Un particolare ringraziamento alla cara Olga per l’affetto e le cure prestate.- I funerali saranno celebrati nella parrocchia di Santo Stefano in Tradate giovedì 31 luglio
2014 ore 15.
- Tradate - Milano, 29 luglio 2014.
Addolorati per la perdita della cara
zia Ines
i nipoti Finoli e famiglie la ricordano.
- Locate Varesino, 29 luglio 2014.
Antonietta Bianchi ricorda con affetto
Ines Finoli
ed è vicina alla figlia Rita.
- Tradate, 29 luglio 2014.
Aldo Maugeri
Partecipano al lutto:
– Cristina e Gaetano Ragucci.
– Luisa Pierro.
Giovanni e Maria Frau abbracciano Marina nel
grande dolore nel ricordo di
Aldo
- Milano, 29 luglio 2014.
Francesco e Maria Dina Ruffino sono vicini a
Marina e a tutta la famiglia Maugeri nel dolore
e nell’affettuoso ricordo di
Aldo
- Milano, 29 luglio 2014.
Giovanni Frau, Francesco Ruffino, Francesca
Verna e gli avvocati e collaboratori dello Studio
Legale Frau Ruffino Verna partecipano al grande
dolore per la scomparsa di
Aldo
nel ricordo delle sue qualità umane e professionali in tanti anni di attività in comune.
- Milano, 29 luglio 2014.
Aldo Maugeri
Ferruccio e Mariarosa Angiolini sono vicini a Marina e familiari in questo momento drammatico
ed inaspettato.
- Busto Arsizio, 29 luglio 2014.
I funerali si svolgeranno giovedì 31 luglio 2014
alle ore 9 nella parrocchia di San Ildefonso, piazza Damiano Chiesa, Milano, poi la cara salma
sarà tumulata nel cimitero di Livigno.- Un grande
ringraziamento all’Associazione Volontari Vidas
per l’assistenza prestata.
- Milano, 29 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Alessandro Vittadini con Lella e Chicco.
– Flavio e Virginia Recchia.
Emanuele e Roxi, Lia e Renato, Lulù e Matteo,
Alessandra, Alessandro, Chiara, Maria Sole e Camillo con Sofia Flavia Silvia Giulia avranno sempre nel cuore la loro amata
zia Mecca
Paola e Tullio, Toni e Paola, Pietro e Silvia, Lucia, Pietro sono affettuosamente vicini ad Angelo
e a tutta la famiglia per la scomparsa di
Mecca
- Bagur, 29 luglio 2014.
Mecca
La Fondazione Salvatore Maugeri annuncia
con profondo dolore la scomparsa del suo Presidente
Avv. Aldo Maugeri
e si unisce unanime al dolore della famiglia.
- Pavia, 30 luglio 2014.
I componenti del Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, l’Organismo di Vigilanza, e tutto il personale di Fondazione Salvatore
Maugeri partecipano con profondo cordoglio al
dolore della famiglia per la scomparsa del Presidente
Avv. Aldo Maugeri
- Pavia, 30 luglio 2014.
Il Collegio Sindacale di Fondazione Salvatore
Maugeri, Lucio Aricò, Piero Mella e Matteo Navaroni costernati partecipano al lutto della famiglia Maugeri per la prematura scomparsa del
Presidente
Avv. Aldo Maugeri
- Pavia, 30 luglio 2014.
Aldo
Antonio e Lalla Spanevello abbracciano con affetto Marina per la scomparsa del caro amico
Aldo
- Pavia, 30 luglio 2014.
Il Professor Luca Chiovato con la moglie Cristina, i medici, il coordinatore e tutto il personale
sanitario della Unità Operativa di Medicina Interna e Endocrinologia della Fondazione Salvatore
Maugeri si unisce al dolore della famiglia per la
scomparsa del Presidente
Avv. Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Rettore e l’intera comunità dell’Università degli Studi di Milano partecipano al dolore dei familiari per l’improvvisa scomparsa dell’
avv. Aldo Maugeri
presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Salvatore Maugeri, ricordandone
la preziosa collaborazione per la promozione
della formazione universitaria.
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente Ernesto Pellegrini e i collaboratori
di Pellegrini S.p.A. partecipano al dolore della famiglia e della fondazione per l’immatura scomparsa dell’
Avv. Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Edison SpA, i suoi organi, la sua dirigenza e
tutto il suo personale prendono viva parte al dolore della famiglia ed al cordoglio del mondo
professionale per la improvvisa scomparsa dell’
avv. Aldo Maugeri
per lunghi anni difensore di vaglia e amico della
società. - Milano, 29 luglio 2014.
Piergiuseppe Biandrino e tutti i colleghi della
Divisione Legal and Corporate Affairs di Edison
SpA ricordano commossi l’
avv. Aldo Maugeri
le sue doti professionali, il suo tratto e la profonda amicizia che lo ha legato alla società e alle
persone. - Milano, 29 luglio 2014.
Piergiuseppe e Daniela si stringono a Marina
e a Valeria, Andrea e Luca nel dolore per la perdita di
Aldo
grande amico di una vita.
- Milano, 29 luglio 2014.
Caro
- Milano, 29 luglio 2014.
Giorgio e Alessandra Vittadini con i figli Henriette, Roberto e Luisa Maria si stringono affettuosamente ai cugini per la perdita della carissima
Mecca
- Lodi, 29 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Alessandra, Franca, Paolo e Michele.
Henriette con Roberto piange la triste scomparsa di
Mecca
e abbraccia con affetto i cugini.
- Appiano Gentile, 29 luglio 2014.
Luigi e Patrizia, Gianni e Giovanna partecipano con grande affetto al dolore di Angelo, Gigi
e dei loro fratelli per la scomparsa di
Maria Domenica Vittadini
- Milano, 29 luglio 2014.
"Je me tiens à cheval sans dèmonter,
et sans m’y ennuyer.- Si bien que s’il
ma était donné de choisir ma mort, ce
serait plutôt à cheval, que dans un lit".
(Montaigne)
Aldo
abbiamo fatto un lungo e bel tratto di strada insieme.- La fede mi dà la certezza che ci rivedremo.- Fa buon viaggio, amico mio.- Pier.
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente Mario Cera, i Consiglieri e i Revisori tutti della Fondazione Artistica Poldi Pezzoli
e la Direttrice Annalisa Zanni partecipano al lutto
della famiglia per l’improvvisa e dolorosa scomparsa dell’apprezzato amico e Consigliere
Avv. Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente, l’Amministratore Delegato e tutto
il Consiglio di Amministrazione di Aon SpA partecipano al lutto della famiglia Maugeri per l’improvvisa scomparsa dell’
Avv. Aldo Maugeri
prof. avv. Aldo Maugeri
già docente di diritto commerciale presso l’ateneo pavese e Presidente della Fondazione Salvatore Maugeri, apprezzato studioso, professionista
affermato, coraggioso punto di riferimento per la
fondazione creata dal padre.
- Pavia, 29 luglio 2014.
Tutti gli amici del Brughiera Sporting Club sono
vicini a Marina, Valeria, Andrea e Luca in questo
momento di grande dolore per la scomparsa di
Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Il Presidente Costanzo Jannotti Pecci, e il Consiglio di Amministrazione dell’Impresa Minieri
SpA partecipano, sinceramente affranti, al dolore
della famiglia per l’improvvisa scomparsa del
Prof. Aldo Maugeri
ricordandone il tratto signorile e le qualità umane e professionali.
- Telese Terme, 29 luglio 2014.
Andrea, Luca, noi dello zacca siamo sempre
stati un gruppo unito e lo saremo ancor di più in
questa terribile prova che la vita vi ha riservato
per la perdita del vostro
papà
Un abbraccio affettuoso alla vostra splendida
mamma e a Valeria.- Le classi di terza media
dell’Istituto Zaccaria, Milano.
- Milano, 28 luglio 2014.
Aldo Maugeri
Partecipano al lutto:
– Ugo e Savina De Luca.
– Valeria, Claudio, Gaia e Jacopo.
– Lorenza e Massimo.
– Paolo e Monica Biscottini.
Dopo una vita interamente dedicata alla famiglia ed all’impegno professionale è improvvisamente mancato all’affetto dei suoi cari il
Lamberto Tassi
Prof. Claudio Garavaglia
Ne danno il doloroso annuncio i figli Carlo, Roberta e Laura, la nuora Raffaella, i generi Luca e
Cedric, i nipoti Edoardo, Enrico, Matilde, Andrea
ed Oliver.- I funerali avranno luogo oggi mercoledì 30 luglio alle ore 15.30 presso la chiesa plebana di Vignola.- Non fiori ma offerte a Bologna
AIL Onlus e Associazione Mario Coppo Onlus.
- Vignola, 30 luglio 2014.
Ne danno il triste annuncio la moglie Francesca
e i figli Laura, Federico, Guido, Gilberto, Marcello.- Ti ricordiamo per l’amore che ci hai dato e
per la costante presenza come padre e marito
indimenticabile.- La celebrazione funebre si terrà
giovedì 31 luglio alle ore 11 presso il Santuario
della Beata Vergine del Rosario in Vimercate.
- Vimercate, 29 luglio 2014.
Mimmo, Luli con Matteo e Simona sono vicini
con tanto affetto a Carlo, Roberta e Laura nel
doloroso momento della scomparsa del caro e
indimenticabile
Lamberto Tassi
- Milano, 29 luglio 2014.
Partecipiamo commossi al grande dolore dei
famigliari per la perdita di
Lamberto Tassi
amico e socio di una vita.- Aris Ballestrazzi e famiglia.
- Savignano sul Panaro, 30 luglio 2014.
La Direzione ed i dipendenti di SITMA S.p.A.
partecipano al dolore dei famigliari per la scomparsa dell’indimenticabile
Lamberto Tassi
socio cofondatore della società.
- Spilamberto, 30 luglio 2014.
il
Il 28 luglio è mancato all’affetto dei suoi cari
Prof. Giovanni Battista Salabè
Medico e ricercatore appassionato, uomo di sensibilità poetica, ha dedicato la vita alla famiglia,
allo studio, ai viaggi, all’amore.- Lo piangono la
moglie Helga, i figli Giovanna, Barbara, Caterina, Piero e Chiara, la cognata Renate, il genero
Giovanni, la nuora Raquel, i nipoti David, Elena,
Paolo ed Enea.- Ricorderanno sempre il suo
esempio di dignità, di stile e di onore.- La Santa
Messa funebre si terrà sabato 2 agosto alle ore
10 nella Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura in
Roma. - Roma, 29 luglio 2014.
sei stata una testimone molto preziosa del matrimonio e della famiglia che, con il tuo aiuto, io e
Lia stiamo crescendo.- Ti abbraccio con tanto affetto.- Renato. - Milano, 29 luglio 2014.
Con profondo dolore la figlia Patrizia con il marito Alberto e i nipoti Alessandro e Chiara annuncia che la sua bella intelligente generosa dolce
adorata mamma
Fiorangela Pecorara
ved. Ripa
ha raggiunto il suo caro Aldo.- Il tuo esempio
sarà la nostra guida.
- Ancona, 29 luglio 2014.
A esequie avvenute la famiglia del
Dott. Ing. Giuseppe Arcando
ringrazia parenti e amici per le sincere e numerose dimostrazioni di affetto.- Chi lo desidera può
effettuare donazioni all’Associazione Veronica
Sacchi. - Milano, 26 luglio 2014.
Vincenzo Calabrò ricordando gli anni di lavoro
insieme partecipa al lutto della famiglia per la
scomparsa dell’amico e collega
Prof. Claudio Garavaglia
Gianni
"Siete la cosa più bella che mi poteva capitare".E tu per noi.- I tuoi figli, e Helga.
- Roma, 29 luglio 2014.
Gaetano Bello
marito, padre e nonno di grande temperamento
e generosità. - Milano, 28 luglio 2014.
Il giorno 28 luglio 2014 è tornato alla casa del
Padre il Direttore di produzione, Sceneggiatore,
Regista
Pietro Nardi
Ne danno l’annuncio la moglie e i figli.
- Roma, 30 luglio 2014.
Angelo Garone
In questa triste circostanza giungano alla famiglia le più sentite condoglianze.- Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Desio.
- Desio, 27 luglio 2014.
Enrica, Serena, Sergio, Susanna partecipano al
dolore di Egle per la scomparsa della mamma
Ida Albertini Lauzi
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Corriere della Sera
PER PAROLA: Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Giovanni Fumagalli
A MODULO:
30 luglio 2011 - 30 luglio 2014
Sergio Rossi
Il Maestro e il viaggiatore: uno ti cammina accanto per sempre, l’altro ritorna sempre.- Per
sempre.- Tella. - Montalcino, 30 luglio 2014.
30 luglio 2011 - 30 luglio 2014
Prof. Giovanni Battista Salabè
A tre anni dalla scomparsa i dipendenti de La
Gerla di Sergio Rossi lo ricordano con tanta nostalgia. - Montalcino, 30 luglio 2014.
Prof. Giovanni Battista Salabè
Nicola Bardelle
Nel suo secondo anniversario rimpiangiamo e
celebriamo la sua figura, la sua allegria e la sua
voglia di vivere sommata all’amore per il prossimo.- Lo ricordano i figli Leonardo ed Edoardo, la
moglie Jennifer, mamma Ita e papà Tato, Ferruccio e Lucietta.- Il 3 agosto 2014 alle ore 18 sarà
celebrata una Santa Messa commemorativa nella chiesa della frazione San Giuseppe di Cavarzere (Ve) e una alle ore 18.30 nella chiesa di
Saint Tropez (Francia).
- Cavarzere, 30 luglio 2014.
- Milano, 29 luglio 2014.
Alberto Calcagno e i colleghi di Fastweb sono
vicini alla famiglia per la scomparsa del collega
Warner Bros. Italia partecipa al dolore del proprio Presidente Barbara Salabè per la scomparsa
del padre
Richard Fox, Executive Vice President International Warner Bros. Entertainment, si unisce al
dolore di Barbara Salabè per la scomparsa del
padre
Il 3 agosto 2012 veniva a mancare all’affetto
dei suoi cari
- Vulcano, 29 luglio 2014.
La moglie Silvana e la figlia Elisabetta, con Giuseppe, Federica e Lorenzo annunciano la scomparsa dell’amato
- Milano, 29 luglio 2014.
Addio caro papà, amato
- Roma, 29 luglio 2014.
Cara
Mecca
Caro
intelligenza lavoro passione e umanità che hai
profuso resteranno per sempre.- Grazie, Alberto
De Matthaeis. - Pavia, 30 luglio 2014.
Cavaliere
Il giorno 28 luglio 2014 è mancato all’affetto
dei suoi cari il
- Milano, 29 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– Elettra Merlini, Paola Pederzini, Bruno e Donatella D’Onofrio.
- Milano, 29 luglio 2014.
Aldo
Maria Domenica Vittadini
Profondamente addolorati Cenzi, Luigi, Biba,
Paolo, Cristina e Laura si stringono ad Angelo e
a tutti i Vittadini con grandissimo affetto nel ricordo di
Il Rettore dell’Università di Pavia, Fabio Rugge,
partecipa, a nome della comunità accademica e
suo personale, al lutto per l’improvvisa scomparsa del
Pucci, Giulio con Vittoria, Mario con Anna, Guenda con Francesco. - Milano, 29 luglio 2014.
La nostra adorata sorella ci ha lasciato e ha
raggiunto papà mamma e Pietro nella pace del
Signore.- Angelo con Carla, Gigi con Adrienne,
Dado con Carla, Ambrogio con Zeide, Tina, Agostino, Elena con Giorgio annunciano la dolorosa
scomparsa di
si stringono a Marina Veleria Luca e Andrea per
un’impossibile consolazione e una sofferta condoglianza. - Milano, 29 luglio 2014.
- Somma Lombardo, 29 luglio 2014.
Erasmo e Lina Pierro addoloratissimi per la prematura scomparsa del caro
- Milano, 29 luglio 2014.
Aldo
Con grande tristezza ed affetto ci stringiamo a
Marina, Valeria, Andrea e Luca per l’improvvisa
scomparsa di
- Milano, 29 luglio 2014.
Giovanna
Stefano e Muriel Salvetti Danilo e Dora Grattoni Guido e Isabella Bezzera ancora disorientati
per l’improvviso choc della perdita del caro
Aldo
Giovanna Belli De Troia
Presenza insostituibile nelle nostre vite, forte e
serena fino all’ultimo, ci hai lasciato per raggiungere il nonno.- Buon riposo
e abbracciano affettuosamente Marina, Valeria,
Luca e Andrea. - Milano, 29 luglio 2014.
Caro
sei stato un caro amico, ti abbiamo voluto bene.Sandra Lorenza Mario Anna e le loro famiglie.
- Somma Lombardo, 29 luglio 2014.
Resteranno sempre nei nostri cuori la sua forza,
la sua gioia di vivere, il suo immenso amore per
ognuno di noi.- Baba e Silvio, Pupa e Franco,
Vanda e Vittorio, Chicco e Laura.- Per la data dei
funerali contattare lo 02.32867.
- Milano, 29 luglio 2014.
Partecipano al lutto:
– La sorella Mariuccia.
– I nipoti Valter e Laura con le loro famiglie.
– La sorella Anny con Popa, Stefania e Gabriele.
– Toto, Renata, Francesco.
Avv. Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Giustina, Nicola, Pietro e Chiara sono vicini a
Marina, Valeria, Luca e Andrea in questo doloroso momento per la scomparsa di
- Milano, 29 luglio 2014.
Giorgio Gaslini
Aldo Maugeri
Daniela, Sonia, Marco e Paolo partecipano
sgomenti al dolore della famiglia per l’improvvisa scomparsa dell’
- Milano, 29 luglio 2014.
Maestro
Maestro
- Milano, 29 luglio 2014.
Roberto e Selene sono dolorosamente vicini a
Marina e ai ragazzi per l’improvvisa scomparsa
di
Prof. Aldo Maugeri
- Milano, 29 luglio 2014.
Giorgio Gaslini
Aldo Maugeri
Aldo
Partecipano al lutto:
– Giovanni Cigognini.
– Roberto e Antonella Jarach.
– Andrea e Pia Jarach.
Arnaldo e Teresa Pomodoro addolorati ricordano
Carolina Testa è vicina con il cuore alla sua
amica Valeria e, insieme a mamma e papà, abbraccia tutta la famiglia nel ricordo di
- Milano, 28 luglio 2014.
Le amiche e gli amici di Valore D e In The Boardroom sono vicini a Maria Elena per la scomparsa dell’adorato papà
Maestro
uomo di grande civiltà.
- Milano, 29 luglio 2014.
- Milano, 29 luglio 2014.
Aldo
- Milano, 29 luglio 2014.
Giorgio Gaslini
prof. avv. Aldo Maugeri
papà
Partecipano al lutto:
– Il management ed i dipendenti del Gruppo
Prysmian S.p.A.
Renzo Cappello
Francesco Rigano partecipa al lutto per l’improvvisa scomparsa del
Sergio Rossi
A un anno dalla scomparsa dell’amato
Sergio Secco d’Aragona
Nietta con i figli lo ricorderà con una Santa Messa
giovedì 31 luglio alle ore 18 in San Gioachimo.
- Milano, 30 luglio 2014.
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 540,00
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA: Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO :
Solo anniversari, trigesimi
e ringraziamenti: € 258,00
Diritto di trasmissione:
pagamento anticipato € 1,67
pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni
è subordinata al pagamento
con carta di credito
- Roma, 29 luglio 2014.
È mancata all’affetto dei suoi cari
Annamaria Finato Galletta
Ne danno il triste annuncio Marco e Alessandra
con Emanuele e Francesca, Roberta con Tito, Giovanna con Davide.- La cerimonia funebre avrà
luogo giovedì 31 luglio alle ore 11 nella cappella
dell’Istituto Auxologico di via Mosè Bianchi 90,
Milano. - Milano, 29 luglio 2014.
Anna Marco Franco Claudio e i famigliari si
stringono a Marco e Alessandra per la scomparsa
della cara
Titti
- Milano, 29 luglio 2014.
30 luglio 2009 - 30 luglio 2014
In ricordo del nostro adorato
Renato Izzo
Straordinario padre, meraviglioso marito, Maestro di recitazione e di vita.- Dopo cinque anni
con immutato amore.- La moglie Liliana, le figlie
Rossella, Simona, Fiamma e Giuppy, i generi Ricky, Fabrizio e Mario, i nipoti e i pronipoti, i suoi
fratelli, insieme a tutti gli impiegati, gli attori e i
collaboratori della Pumaisdue.
- Roma, 30 luglio 2014.
30 luglio 1990 - 30 luglio 2014
Paolo Intravaia
Ci manchi tanto.- Mary Daniela.
- Milano, 30 luglio 2014.
Servizio fatturazione necrologie:
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giovedì/venerdì 14/17.30
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orario continuato dalle 9 alle 17.45
Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
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Il Tempo
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Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
LA SOLUZIONE DI IERI
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7
6
5
2
8
3
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5
Estrazioni di martedì 29 luglio 2014
BARI
CAGLIARI
FIRENZE
GENOVA
MILANO
NAPOLI
PALERMO
ROMA
TORINO
VENEZIA
NAZIONALE
1
68
3
30
53
36
19
8
53
47
8
34
27
78
83
59
77
21
75
24
68
18
19
9
33
39
65
22
6
90
10
88
27
82
11
90
68
10
87
72
63
71
74
81
66
31
64
81
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Rapimento lampo
Padre di Tevez (Juve)
Otto ore in mano ai rapitori, in
Argentina. Pagato il riscatto: è
stato liberato. Foto.
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Mistero
15enne finisce in carcere:
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«Ha ucciso e decapitato un’amica»
Senato, non si trova l’intesa sui tempi
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poco stile dei campioni del mondo:
3 IlSchweinsteiger
insulta gli avversari
Postano tweet pro palestinesi: bufera sugli
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arriva una nuova ondata
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Temporali al Centro e al Nord
Crateri siberiani
Altri due grandi buchi (ora
sono tre in tutto) comparsi
nella tundra siberiana. Foto.
Video
Pausini senza slip
Durante il concerto, a Lima, si
apre l’accappatoio. E lei
scherza sull’incidente. Guarda.
Tavecchio
Polemica
Mondo del
calcio in
subbuglio per
le frasi del
candidato alla
presidenza
della Figc.
42
Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
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di Maria Volpe
PER CONOSCERE
PER CAPIRE
Una grande saga Spazio, in viaggio
sul genere umano con la Nasa
La più grande saga mai
raccontata sul genere umano
introdotta e commentata da
Alessandro Banfi. Il
documentario — realizzato
da Nutopia per «History
Channel» e distribuito in
oltre 150 paesi nel mondo —
racconta il progresso della
civiltà umana come una sola
e unica entità. Viene
presentata l’evoluzione
dell’uomo e delle civiltà dal
punto di vista dello sviluppo
delle tecniche, delle scoperte
scientifiche, dei progressi
delle produzioni. Le vicende
dell’Occidente, infine, sono
sempre intrecciate con quelle
dell’Oriente e delle civiltà
meno conosciute.
Al via stasera un
programma molto
interessante: i documenti
dell'agenzia governativa
civile responsabile del
programma spaziale degli
Stati Uniti d’America che
mettono in luce e cercano di
analizzare fenomeni tuttora
inspiegabili. Testimonianze
di eventi misteriosi e
immagini di innumerevoli
oggetti non identificati:
dall’Ufo fotografato dalla
capsula Apollo, alle prove di
vita aliena su Marte
trovate dal Lander Viking,
alle centinaia di oggetti
volanti non identificati
scoperti dal telescopio
Hubble.
Mankind - La storia di tutti noi
Rete 4, ore 21.15
Nasa X-Files
Discovery Science, ore 23
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Film e programmi
Chris Pine affronta
il nemico Eric Bana
Amoroso canta
all’Arena di Verona
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I giovani Spock (Zachary
Quinto) e James Kirk (Chris
Pine, foto con Quinto) a bordo
dell’Enterprise affrontano un
nemico che viene dal futuro
(Eric Bana).
Star Trek - Il futuro ha inizio
Italia 1, ore 21.10
In onda il concerto-evento del
19 maggio scorso all’Arena di
Verona: la cantante salentina
propone i suoi grandi successi e
ospita, tra gli altri, Emma,
Scarrone, Mannoia e Mengoni.
Alessandra Amoroso in Amore
Canale 5, ore 21.10
Abel Ferrara
Dipendenza dal web
presenta «Pasolini» Giovani a rischio
Abel Ferrara, autore di film
culto come «Il cattivo
tenente» e «The Addiction»
parla della sua nuova regia,
«Pasolini», nel programma di
cinema di Marco Giusti.
Stracult
Rai2, ore 23.50
Il documentario parla della
dipendenza da Internet, che
affligge soprattutto i teenager.
In Cina la si cura in speciali
campi di rieducazione dove i
giovani sono isolati e senza pc.
Doc3 - «Drogati del web»
Rai3, ore 23.55
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Corriere della Sera Mercoledì 30 Luglio 2014
43
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Pay Tv
Film
e programmi
Michael Douglas
seduce il giovane Sheen
Charlie Sheen interpreta Bud Fox,
un piccolo broker che pur di
raggiungere la fama e il successo
economico si avvicina a Gordon
Gekko (Michael Douglas, foto),
finanziere d’assalto pronto a tutto.
Wall Street
Sky Cinema Cult, ore 21
Un’ultima missione
per Tom Cruise
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Se Sky non s’indigna
sul caso Tavecchio
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a Carlo Tavecchio è solo un incorreggibile gaffeur, un uomo dalla «battute infelici», come
molti presidenti di calcio vogliono farci credere,
o è un uomo profondamente inadeguato per
guidare la Federazione Italiana Gioco Calcio? Insomma, ci troviamo di fronte a un uomo di vecchio stampo
che fatica ad adeguarsi ai mutamenti sociali in atto o a un uomo privo di cultura e quindi facilmente influenzabile dai Galliani, dai Lotito, dagli Abodi e da
tutta la compagnia di giro?
Vincitori e vinti
Qualunque sia la risposta, Tavecchio non può fare il presiRoberto
dente della Figc. Veramente queGiacobbo
sta risposta speravo arrivasse
Il viaggio
durante la presentazione del
ai confini della
prossimo calendario della serie
conoscenza
A, condotta con il solito garbo
supera la consueta
da Alessandro Bonan e Vera Spapolitica. Prima serata di
dini, con l’intervento di Mario
Rai2 con «Voyager» e
Sconcerti, Gianluca Di Marzio e
Roberto Giacobbo,
Alessandro Costacurta (Skyautore e conduttore del
Sport, lunedì, ore 18,45). Sono
programma: gli
stati intervistati i due pretenspettatori sono
denti (Tavecchio e Demetrio Al2.228.000, per una
bertini), abbiamo sentito il pareshare del 10,8%
re di alcuni presidenti e dirigenti sportivi, ma il punto di vista di
Salvo
Sky si è perso fra le nuvole di
Sottile
questa estate che estate non è.
La politica
Si è parlato di «clima inquieestiva
to» (piove sempre?), di inadesuperata
guatezza ma, se non ricordo madai viaggi di Giacobbo.
le, in passato l’allora numero
Prima serata di La7
uno di Sky, Tom Mockridge,
con la versione lunga
aveva minacciato di non seguire
di «In Onda», condotto
più il calcio se non fosse stato rida Alessandra Sardoni
solto il problema del calcioe Salvo Sottile:
scommesse.
per 612.000 spettatori,
Certo, qui la situazione è die una share
versa, ma la lotta al razzismo e
del 2,8%
alle discriminazioni è prima di
tutto un fatto culturale e il calcio
italiano va rifondato da capo a piedi. Quando Maurizio Beretta
presidente a metà tempo della Lega (è un dirigente Unicredit)
dice che «gli atti e i fatti hanno più importanza delle parole»
mi chiedo come possa occuparsi di comunicazione uno che,
nel 2014, dice una simile banalità.
Questo è il calcio italiano, nella sua pochezza. A Sky, con
tutto quello che spende, va bene così?
L’agente Ethan Hunt (Tom Cruise,
foto) si è ormai ritirato dalle
missioni operative e si occupa di
addestrare nuove reclute. Gli
viene chiesto però di portare a
termine un ultimo impegno...
Mission: Impossible III
Sky Cinema Max, ore 18.50
Mel Gibson in carcere
L’aiuta un bambino
Dopo una rapina, l’autista di una
banda (Mel Gibson, foto) fugge in
Messico, dove viene recluso in un
carcere duro: dovrà sopravvivere
tra pericoli e complotti, aiutato da
un bambino di 10 anni.
Viaggio in paradiso
Sky Cinema Hits, ore 21.10
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Il dottor House
suona il blues
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Hugh Laurie, il Dr. House della tv, in
un mix di documentario, interviste
e performance dal vivo. A New
Orleans, tra le leggende del blues,
prende vita un album che culmina
in un concerto al Vieux Carré.
Hugh Laurie - Down by the River
Sky Arte HD, ore 21.10
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Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
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Mercoledì 30 Luglio 2014 Corriere della Sera
A Roma è GIà stata vinta
una casa da 500.000 EURO!
il primo gioco che ti premia
con la casa dei tuoi sogni.
Il 20% dell’importo vinto viene corrisposto in denaro
per qualsiasi utilizzo, l’80% sarà destinato all’acquisto
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IL GIOCO È VIETATO AI MINORI E PUÒ
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